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Full text of "Guida della stampa periodica italiana;"

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COMPILATA 


dall'Avv.    NICOLA    BERNARDINI 


CON  PREFAZIONE 


DI 


RUGGERO   BONGHI 


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R.  TIPOGRAFIA.  EDITRICE  SALENTINA 
DEI   FRATELLI   SPACCIANTE 

LECCE  — 1890 


PREFAZIONE 


Nicola  Bernardini  ha  fatto  un  utile  lavoro.  Ha  raccolto 
insieme,  con  molta  diligenza,  informazioni  di  ogni  genere 
sulla  stampa  periodica  in  Italia  e  fuori,  si  nei  tempi  presenti, 
e  si  negli  anteriori  e  antichi.  Non  può  essere  studio  com- 
piuto alla  prima;  l'autore  lo  sa  meglio  di  ogni  altro.  Biso- 
gnano ancora  ricerche  e  molte.  Non  ci  ha  forse  soggetto  che 
nel  rispetto  storico,  politico,  sociale,  statistico,  morale  meriti 
maggiori  ricerche;  e  certo  se  n'ha  pochi  che  ne  richiedano 
di  più  minute.  Ha  tanto  di  luce  e  di  tenebre,  tanto  di  bene 
e  di  male;  e  più  di  questo  o  di  quello  ch'esso  abbia,  é  cosi 
connaturato  con  tutto  l'organismo  attuale  della  società  nostra, 
ch'é  quasi  inutile  decidere,  se  abbia  più  dell'uno  o  dell'altro, 
giacché  é  necessario. 

Lo  sviluppo  della  stampa  periodica  attraverso  i  secoli  —  o 
per  i  secoli  anteriori  all'  invenzione  della  stampa  di  quello 
che  ne  ha  fatto,  come  ha  potuto,  le  veci  —  é  di  grande  in- 
teresse storico.  Ma  certamente  é  di  ancora  più  vivo  interesse 
il  seguirne  i  passi  giganteschi  negli  ultimi  tempi.  La  rapi- 
dità sua,  difatti,  in  questi  è  uno  dei  tratti  più  significativi 
del  movimento  della  società  moderna.  Niente,  forse  ha  più 
contribuito  a  mutarla;  niente  la  va  mutando  di  più,  quan- 
tunque, se  non  erro,  la  sua  forza  d' impulso,  per  la  molti- 
plicazione delle  mani,  che  la  governano,  mi  par  piuttosto 
scemata  che  cresciuta  ne'  men  lontani  decenni.  Da  un  qua- 
dro statistico  del  Bernardini  si  trae  che  al  31  dicembre  1887 
si  pubblicavano  1606  giornali.  Dal  1861  al  1887  il  numero  é 
andato  crescendo  di  continuo.  Soprattutto  è  cresciuto  quello 


IV  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 


dei  giornali  politici  e  a  un  soldo.  Vuol  dire,  che,  insieme  colla 
diffusione  della  cognizione  primaria  del  leggere  e  dello  scri- 
vere tra  il  popolo,  é  cresciuto  il  numero  delle  pubblicazioni 
intese  a  diffondere  la  curiosità  delle  cose  pubbliche.  Invece, 
negli  ultimi  anni,  par  diminuito  il  numero  dei  giornali  lette- 
rari. Vuol  dire  che  le  menti,  troppo  occupate  o  sviate  dalle 
cose  pubbliche,  si  distraggono  dagli  studii  di  lettere,  o  non 
ne  sono  abbastanza  attratte:  il  che,  di  certo,  non  é  bene; 
e  ancora  che  l'istruzione  é  ordinata  in  modo  da  non  lasciare 
nel  giovine  il  pungolo  della  curiosità  estetica  o  intellettuale. 

È  appena  un  accenno  questo  a  induzioni  morali,  che  si 
possono  trarre  dai  fatti  della  stampa  quotidiana,  quando  sieno 
bene  accertati. 

Non  può  non  essere  succeduto,  che  il  moltiplicarsi  dei 
giornali,  l'indirizzarsi  essi  ora  a  più  gran  pubblico  non  abbia 
modificato  anche  il  lor  modo  di  compilazione.  I  giornali, 
che  s'ostinano  nei  vecchi  metodi  —  che  davano  maggior  frutto 
intellettuale  —  pagano  il  fio  della  loro  costanza  colla  diminu- 
zione dei  lor  lettori.  Dal  Bernardini  imparo  che  il  giornale 
più  diffuso  d' Italia  é  il  Secolo,  il  più  diffuso  di  Roma  il  Mes- 
saggiero.  Non  credo  di  dir  cosa  punto  offensiva  per  i  direttori 
di  questi  periodici,  osservando,  che  essi,  di  certo,  non  sono 
i  due,  che  costano  più  sforzo  di  mente  ai  loro  scrittori,  o 
attendono  a  versare  più  dottrina  nello  spirito  dei  loro  let- 
tori. Io  che  pur  troppo  ho  cominciato  a  scrivere  nei  gior- 
nali a  diciott'anni,  e,  ahimé,  non  ho  ancora  smesso,  non  potrei 
scrivere  ora  in  un  giornale  quei  lunghi  studii  di  diritto,  di 
storia  che  scrivevo  prima.  Il  pubblico  é  diventato  più  im- 
paziente; ha  meno  tempo,  o  piuttosto  vuole  spendere  altri- 
menti il  suo  tempo;  crede  alla  scienza  dei  giornalisti  meno 
e  questi  ne  hanno  meno.  Come  si  potrebbe  sperare,  che  se  ne 
procurassero  di  più,  quando  é  chiaro  che  non  gliela  chiede 
nessuno?  Perciò  la  materia  é  sminuzzata  nel  giornale  assai 
più  che  prima  non  si  facesse.   Occorrono   articoli  brevi;  o 


PREFAZIONE. 


anche  non  ne  occorrono.  Si  vogliono  fatti  ;  soprattutto  fat- 
terelli ;  e  non  importa  sempre,  se  appurati  bene.  Il  pubblico 
li  scorda,  appena  letti,  e  non  distribuisce  la  sua  stima  sulla 
stregua  di  quella  delio  scrittore.  Questa  é  trasformazione 
che  si  vede  non  solo  in  Italia,  ma  altrove;  ma  forse  in  Italia 
é  stata  più  sollecita.  Solo  in  Inghilterra  il  giornale  mantiene  il 
suo  antico  tipo;  ma  pure  comincia  ora  a  mostrare  qualche 
screpolatura. 

E  si  potrebbero  fare  molte  altre  considerazioni,  cui  i 
dati  raccolti  dal  Bernardini  darebbero  facile  occasione  ;  ma 
non  é  qui  il  luogo  di  farle.  Certo,  a  questo  fenomeno 
della  stampa  quotidiana  si  possono  bene  applicare  i  versi, 
che  Virgilio  ha  scritto  della  fama,  quando  se  ne  tolga  il 
primo  ;  (i) 

Mobilitate  viget,  viresque  acquirit  eundo: 
Parva  metu  primo,  mox  ses'e  attollit  in  auras 
Ingrediturque  solo  et  caput  inter  nubila  condir. 

Varia,  discorde,  cieca,  oculata,  gelida,  ardente,  spregiu- 
dicata, passionata,  genera  nuovi  vizi  e  virtù.  Dà  più  impres- 
sioni che  concetti,  eccita  ogni  speranza,  si  fa  eco  di  ogni 
sfiducia;  talora  prosuntuosa  per  modo  che  sdegna  ogni  ob- 
bedienza e  sfida  ogni  potere,  talora  umile  si,  che  si  contenta 
di  servire  e  di  lusingare,  la  stampa  politica  quotidiana  ras- 
somiglia e  riproduce,  più  che  altro  fenomeno  qualsiasi,  la 
società  di  cui  è  figliuola.  Ogni  giorno  é  condannata  a  sentirsi 
dire  dagli  uni  inatre  pulchra  filia  pulcrkior,  dagli  altri  appunto 
il  contrario,  brutta  figliuola  di  brutta  madre;  vivendo  in 
mezzo  a' dissensi  e  costretta  il  più  delle  volte  a  fomentarli, 
é  oggetto  del  maggiore  dissenso  essa  stessa. 

Roma,  24  dicembre  1889. 

R.  Bonghi 


(i)  Fama,  maiuni  quo  non  aliuJ  vclocius  ullum. 

Adi.,  IV,  174. 


"hiel  1881  l'Associazione  della  Stampa  periodica  italiana,  nel  pubblicare  una  Strenna- 
Album,  esprimeva  il  volo  che  ogni  provincia  d' Italia  pubblicasse  la  storia  del  proprio  gior- 
nalismo, per  avere  così,  un  giorno,  la  storia  completa  del  giornalismo  italiano. 

Credetti  per  conto  mio  rispondere  all'appello,  e  pubblicai  nel  1886  un  volume  intitolato 
Giornali  e  Giornalisti  leccesi.  'Nel  contempo,  pur  rir.onoscendo  il  compito  superiore  alle 
mie  for^e,  ini  proposi  di  fare  un  primo  tentativo  di  assimilazione  per  agevolare  il  lavoro 
al  futuro  storico:  per  parecchi  anni  non  ho  fatto  che  raccogliere,  ricercare,  frugare;  per 
parecchi  anni  ho  studiato  per  dar  forma  concreta  a  questa  materia  della  Stampa  periodica, 
così  vasta,  così  varia,  così  mobile  e  fluttuante. 

Il  materiale  raccolto  è  stato  tanto  e  tale  che  per  un  momento  ho  dubitato  di  poterlo 
ordinare  tutto  in  un  volume.  Alcuni  periodi,  alcuni  nomi,  alcune  circostanie,  avrebbero 
richiesto  un  intero  volume;  e  allora  dove  sarei  andato  a  cascare? 

Come  succede  in  simili  casi,  la  passione  soverchiava  in  me  ogni  misura  di  discretena, 
e  avrei  voluto  stampare  magari  un'enciclopedia  del  giornalismo  italiano.  E  dovetti  impormi 
un  limite:  ebbi,  cioè,  un  secondo  momento  difficile,  an:(i  più  che  difficile  doloroso:  dovetti 
compiere  un  processo  di  eliminaiione.  Da  questo  lavoro  é  venuta  fuori  la  Guida  della 
Stampa  Periodica  Italiana. 

Non  credo  quindi  d'aver  fatta  un'opera  assolutamente  completa,  ma  ho  l' immodesto 
convincimento  eh'  essa  sia  la  prima  in  Italia  in  cui  possano  riscontrarsi  tutti  i  dati,  gli 
accenni  e  gli  elementi  per  una  storia  della  stampa  periodica  italiana,  il  che  non  sarebbe 
poi  mólto  quando  non  si  considerasse  quante  ardue  difficoltà  ho  dovute  sormontare,  quanti 
errori  correggere,  quanti  silenti  vincere,  quante  esagerazioni  smorbare,  quanti  vuoti  colmare. 

E  perchè  non  mi  si  desse  alcuna  taccia  di  parzialità,  0  di  deferenza,  ho  inondata 
l'Italia  di  tnigliaia  e  migliaia  di  bozz^  di  stampa  del  mio  libro,  perchè  tutti  potessero 
riparare  agi'  involontari  errori  od  omissioni,  in  cui  potevo  essere  caduto. 

Moltissimi  mi  furono  cortesi  dei  loro  favori  e  non  solo  corressero  quella  parte  che  li 
interessava,  ma  anche  il  resto;  altri  guardarono  solo  il  proprio;  gli  ultimi,  e  sono  i  meno, 
credendo  il  mio  libro  0  un  lavoro  di  speculazione  0  uno  dei  soliti  cataloghi,  risposero  col 
silenzio  0  addirittura  con  lo  sprezzo-  Comunque  sia,  il  benevolo  compatimento  di  coloro  i 
quali  conoscono  quante  difficoltà  presenti  la  trattazione  di  un  soggetto  così  vario  e  mul- 
tiforme, quaV  è  la  stampa,  può  moralmente  compensare  V opera  mia.  A  costoro  io  mi  affido 
perché  mi  giudichino  imparzialmente. 

L'ordine  da  me  tenuto  nell'esposizione  della  materia  è  questo:  ho  diviso  il  volume  in 
tre  parli:  la  prima  contiene  la  bibliografia  del  giornalismo  italiano,  le  sue  origini,  la  storia 
generale,  la  sua  legislazione,  ecc.;  la  seconda,  V esposizione  in  doppio  ordine  alfabetico  dei 
giornali  attualmente  in  vita  e  di  quelli  cessati,  richiami,  accenni,  atticoli  e  notizie  sul  gior- 
nalismo di  ciascuna  provincia,  e  capitoli  d' indole  generale;  la  terza,  l' esposizione  dei  gior- 
nali attualmente  in  vita  all'estero,  scritti  in  italiano. 

Per  debito  poi  di  riconoscenza  devo  dichiarare  che  al  compimento  del  mio  lavoro  hanno 
efficacemente  cooperato  l'on.  Torraca  e  lo  scrittore  Onorato   Roux. 

E  non  aggiungo  altro  per  non  tediare  il  lettore. 

N.  Bernardini. 


BIBLIOGRAFIA  DEL  GIORNALISMO  ^'> 


Calendario  storico-tipografico.  Notizie  raccolte  da  Bernardo  L.  Centenari  -  Firenze,  1873. 

Gaudenzio  Claretta  -  Sulle  avventure  di  Luca  Assarino  -  estratto  dagli  Atti  delia  R.  Ac- 
cademia delle  scienze  di  Torino.  Voi.  Ili,  p.  491 . 

Giuseppe  Giacchi  -  Il  giornalismo  in  Italia  -  Storia,  legislazione  e  critica.  Roma,  Li- 
breria Alessandro  Manzoni,  1883. 

Antonio  Manno  e  Vincenzo  Promis  -  Bibliografia  degli  Stati  della  Monarchia  di  Sa- 
voja  -  Voi.  I  -  F.lli  Bocca,  1884.  (É  il  voi.  III  Jella  Biblioteca  Storica  Italiana.) 

Bolla  di  Pio  V:  «  Constitutio  contra  scribentes,  exemplantes  et  dictantes  monita,  vulgo 
dieta  gli  Avisi  et  Ritorni.   1572. 

Bolla  di  Gregorio  XIII:  «  Ea  est  contra  faraigeratores  et  menantes.  »  -  i."  sctt.  1572. 

R.  van  der  Meulen.  -  De  Courant,  geschiedkundig  en  vergelikend  overzicht  der  nie- 
uwsbladen  van  elle  landen  -  Rotterdam,  1886. 

E.  Motta  -  Il  giornalismo  del  Canton  Ticino  dal  1746  al  1883,  in  S.°,  tip.  Mariotta  - 
Locamo,  1885. 

II  Magazzino  inglese  -  Note  per  servire  alla  storia  del  giornalismo  contemporaneo. 
Le  Livre,  anno  VI,  p    16,  1885. 

Le  Appendici  letterarie  dei  giornali  politici    Le  Livre,  anno  VI,  p.  129,  1885. 

S.Attilj  -  La  stampa  italiana  in  Romania  -  Roma,  tip  Economica,  in-32  °,  pag.  15,  18S5. 

L'Arte  di  fare  fortuna  {con  gli  annunci)  -  Londra,  1852. 

Vincenzo  Pincherle  -  La  Legge  e  la  Stampa.  Studio  di  dottrina  e  giurisprudenza  pe- 
nale. Premiato  con  medaglia  d'oro  al  Concorso  Ravizza  del  1879.  Un  volume  di 
pag.  807  in  8.°  -  Firenze,  tip.  Pellas,  1881. 

N.  Bernardini  -  Giornali  e  giornalisti  leccesi  -  Un  volume  di  pag.  340  con  2  tavole  - 
Lecce,  tip    L.  Lazzaretti  e  fig'i,   i88ó. 

Associazione  tipografico-libraria-italiana  -  Raccolta  dei  periodici  presentata  all'  Espo- 
sizione nazionale  del  18S1  in  Milano.  Elenco  per  provincie  con  indice  metodico 
ed  alfabetico  (di  Antonio  Vismara,  da  Milano)  -  Milano,  tip.  Cagliati,   [881  (2). 

Ministero  di  Agricoltura,  Industria  e  Commercio,  Direzione  generale  della  Statistica  - 
Statistica  della  Stampa  periodica  al  31  dicembre  18S5  e  movimento  dei  periodici 
durante  gn  anni  1884  e  1885  -  Roma,  tip.  F.lli  Bencini,  1886. 

Annuario  statistico  italiano  per  l'anno  1881  (pag.  325  a  329).  Statistica  della  Stampa 
periodica  per  l'anno  1880.  Roma,  tip.  Eredi  Botta,  1881. 

Annali  di  Statistica  -  Voi.  Vili,  serie  3.',  tip.  F.lli  Bencini,  i88j. 

Annali  di  Statistica  -  Voi.  Xll,  serie  3  ",  tip    F.lli  Bencini,  Roma,  1884. 

G.  Ottino  -  La  Stampa  periodica,  il  commercio  dei  libri  e  la  tipografia  in  Italia,  pag  ii. 
Milano,  1875. 

G.  Spada  -  Storia  della  Rivoluzione  di  Roma  -  Firenze,  1868. 

Atti  Parlamentari  -  Sulla  couvenie'jza  di  sostituire  altro  sistema  a  quello  vigente  per 
la  pubblicazione  nei  giornali  degli  annunzi  legali  -  Tornata   del  25  aprile  1876. 


(i)  Sodo  escluse  le  pubblicazioni  straniere  di  carattere  essenzialmente  locale  e  vi  sono  comprese  quelle 
che  avendo  un  carattere  generale,  possono  essere  consultate  per  la  istoria  del  giornalismo  italiano. 

(2)  Importante  statistica  di  1287  giornali,  compilata  con  quella  pazienza  che  contraddistingue  i  lavori  di 
questo  modesto  ma  operosissimo  bibliografo. 

N.  Bernardini  —  Guida  della  Stampa  periodica  italiana — i. 


GUIDA   DELLA.   STAMPA.   PERIODICA   ITALIANA. 


Campori  Giuseppe  -  Delle  condizioni  della  Stampa  nelle  repubbliche  e  nel  primo  re- 
gno d'Italia  -  Memorie  dell' Accadetnia  di  scienie  di  Modena  -  v.  XVII.   Modena. 

Cesare  Cantù  -  lì  Conciliatore  e  i  Carbonari  -  Milano,  Treves  editore,  3  fr.  1878. 

Legge  21  gennaio  1803,  con  cui  ristabilivasi  la  censura  preventiva  della  stampa. 

Annuano  della  tipografia,  libreria  ed  arti  affini  in  Italia.  Milano,  1884. 

Antonio  Ciscato  -  Il  Crepuscolo  di  Carlo  Tenca  -  ?  -  1883. 

Avv.  Angelo  Baroffio  -  Storia  del  Canton  Ticino. 

G.  Ottino  -  La  Stampa  in  Ancona  -  Milano,  1878. 

Bersezio  -  Il  Regno  di  Vittorio  Emanuele  II. 

Bongi  Salvatore  -  Le  prime  gazzette  -  Nuova  Antologia,  giugno  1869. 

Buniva  Giuseppe  -  Della  libertà  di  stampa  negli  Stati  Sardi  -  Rivista  Italiana  di  To- 
rino, p.  438-458,  1850. 

Cantù  Cesare  -  Parini  e  la  Lombardia. 

Cantù  Cesare  -  Monti  e  l'età  che  fu  sua.  Milano,  Treves,  1879. 

Colletta  Pietro  -  Storia  del  Reame  di  Napoli. 

De  Guer  G.  -  La  presse  de  province.  Revue  generale  d'administration,  t.  II.  1879. 

La  Dérome  -  De  la  publicité  dans  ses  rapport  généraux  avec  les  moeurs.  Revue  con- 
temporaine,  85."  e  87.°,  1866. 

JulesEward  -  La  legislation  de  la  presse  au  i8.°  siécle  -  Revue  contemporaine ,  90  °,  1867. 

P.  Ferrari  -  Il  giornale  rispetto  alla  storia.  Politecnico.  Voi.  I.  1866. 

Folliet  -  La  presse  italienne. 

Girardin  Emile  -  Les  droits  de  la  pensée:  questions  de  presse. 

Girardin  Emile  -  L'impuissance  de  la  presse  -  Paris,  Plon,  1879. 

Gualterio  -  Storia  degli  ultimi  rivolgimenti  italiani. 

G.  Guerzoni  -  La  stampa  odierna  e  la  sua  legislazione  in  Italia  -  Nuova  Antologia,  VII, '69. 

Guizot  -  Idées  sur  la  liberté  de  la  presse. 

J.  P,  D.  Guzman  -  De  la  libertad  de  imprenta.  Revista  de  Espana,  Madrid,  1874. 

HuUeman  -  Disputatio  critica  de  annalibus  maximis. 

Karl  Zeli  -  Ueber  die  Zeitungen  der  alten  Roemer. 

J.  Victor  Ledere  -  Les  journaux  chez  les  romains.  Recherches  précédées  d'une  me- 
moire  sur  les  Annales  des  Pontifes  et  suivies  de  fragments  des  journaux  de  l'an- 
cienne  Rome  -  Paris,  Firmin-Didot,  1838.  in-8.°,  p.  440. 

Margnardesen  H.  -  Das  Reichts  Press-Gasetz. 

Minolfi  -  Intorno  alla  odierna  coltura  siciliana  (1837). 

Montanelli  -  Memorie  della  Toscana 

Montalembert  -  La  presse  catholique  en  Italie  -  Correspondant,  giugno,  1863. 

Dario  Papa  -  Il  Giornalismo  -  Verona,  tip.  di  G.  Franchini,    1880. 

Ricotti  -  La  stampa  e  la  civiltà  in  Europa,  Nuova  Antologia,  aprile  1870. 

B.  Salvioni  -  L'arte  della  stampa  nel  Veneto.  Biblioteca  degli  economisti,  IV.   1877. 

Sclopis  Federigo  -  Storia  della  legislazione  italiana. 

H.  Schuermans  -  Code  de  la  presse.  Bruxelles,  1861. 

Suckau  -  Des  journaux  chez  les  romains.  Revue  germanique,  voi.  XVII,  r86i. 

N..  Tommaseo  -  Di  G.  Vieusseux  e  dell'andamento  della  civiltà  in  un  quarto  di  secolo. 

Journalistes,  astronomes  er  negromants  à  Rome  dans  le  xvii°  siécle  -  Revue  Britan- 
nique,  v.  VI,  1878. 

Giornale  de'  letterati  d' Italia;  leggere  l'introduzione  di  Apostolo  Zeno. 

Elenco  dei  fogli  periodici  politico-letterari  che  si  stampano  attualmente  ne'  Regi  Stati 
con  autorizzazione  della  R.  Segreteria  per  gli  affari  esteri  (nel  Calendario  Gene- 
rale) -  Torino,  anno  XVIII,  p.  596-603,  1841. 


BIBLIOGRAFIA    DEL    GIORNALISMO. 


Elenco  de'  giornali  che  in  ventiquattr'anni  nacquero  e  morirono  in  Torino  -  Messag- 
giere  Torinese j  n.  28,  p.  112,  1845 

Tesauro  (Conte  Vincenzo)  -  Il  Giornalismo,  poemetto  (sestine)  -  Possano,  tip.  Ber- 
ruti,  in-8.°,  1839 

Alcune  osservazioni  di  un  militare  sul  giornalismo  -  Alessandria,  tip.  Guidetti,  in-8.°, 
p.  13,  183... 

Osservazioni  di  fatto  e  di  diritto  intorno  all'accusa  di  furto  contro  il  Bianchi- Giovini, 
deputato  e  direttore  dcìV Opinione.  (L'accusa  era  di  una  sottraiione  di  libri  all'ufficio 
della  tipografia  Elvetica  di  Capolago)  -  Torino,  presso  P.  Magnaghi,  in- 16°,  1849. 

Angelo  Brofferio  -  I  giornalisti  in  provincia;  viaggio  umoristico.  Nella  Voce  del  Pro- 
gresso, Torino,  numeri  79,  89,  99.  1855. 

Processo  di  diffamazione  contro  il  Fischietto  (promosso  da  P.  S.  Mancini)  -  Genova, 
tip.  della  Ga:{ietta  de'  Tribunali,  84  pag.  in-8.°,  185  j. 

I  Giornali  e  i  Giornalisti  in  Italia  (in  Monta^io  Enrico),  Aurelio  Bianchi-Giovini  (nei 
Contemporanei  italiani,  Galleria  nazionale  del  secolo  xix,  n.  55)  -  Torino,  3-33, 
Unione  Tip.  Editrice,  1862  (i). 

Buccellati  -  La  libertà  di  stampa  moderata  dalla  legge. 

Avv.  Clavarino  -  Commento  della  Legge  sulla  Stampa  (nella  Raccolta  delle  Leggi  spe- 
ciali del  prof.  E.  Pacifici-Magoni)  -  Voi.  I,  serie  i.',  disp.  2.* 

Bonasi  -  Sulla  legge  della  stampa. 

Ghirelli  -  Commento  alla  legge  intorno  ai  reati  di  stampa. 

Chalmar  -  Gazzette  Venete. 

Pietro  Ellero  -  Delle  leggi  sulla  stampa.  Archivio  Giuridico,  III,  294. 

Gabelli  -  Sulla  libertà  della  stampa. 

Legge  sui  diritti  d'autore. 

Manfredi  -  Diritto  penale  della  stampa. 

Urbani  -  Le  Gazzette  Venete. 

Alfani  -  Il  carattere  degl'Italiani. 

Cesare  Cantù  -  Refezione  al  Concorso  Ravizza  1878-79. 

Chassan  -  Delits  de  la  presse  et  de  la  parole. 

P.  S.  Mancini  -  Circolare  1876  ai  Procjratori  Generali. 

Alfieri  -  Poesie. 

G.  Bobbio  -  I  materiali  e  i  prodotti  tipografici  -  Roma,  tip.  del  Senato,  1879,  pag.  189, 
2  fr.  50. 

Lieberkunius  -  De  Diurnis  Rom.  Actis  -  Vimar,  1840. 

Antonio  Rizzuti  -  Il  Giornalismo  ed  il  pubblicista  -  Lettera  aperta  ai  Componenti 
l'Associazione  della  Stampa.  Napoli,  Morano,  1882. 

Indice  de'  giornali  politici  e  d'altri  che  trattano  di  cose  locali,  ricevuti  dalla  Biblioteca 
Centrale  Nazionale  di  Firenze:  i.°  luglio  1885-50  giugno  1886  -  Roma,  tip.  Fra- 
telli Bencini,  8.°,  p.  83.  Contiene:  i.  Indice  alfabetico  dei  giornali  politici.  2.  In- 
dice topografico.  3.  Indice  dei  direttori  dei  giornali.  -  Ministero  della  Pubblica 
Istruzione:  Indici  e  Cataloghi,  n.°  6. 

Gli  scrittori,  il  pubblico  e  la  reclame.  Livre.  Parigi,  fascicolo  di  maggio  1887. 

Avv.  Luigi  Carlo  Stivanello  -  I!  Qjiarto  Potere:  Saggio  sulla  legislazione  della  Stampa. 
Opera  premiata  colla  grande  medaglia  d'oro  al  Concorso  Ravizza  -  Milano,  Fra- 
telli Dumolard  edit.  in-i6.°,  p    232.  Fr.  4.   1885. 

Saggio  storico  sulle  tipografie  del  regno  di  Napoli  -  2.'  edizione,  Napoli,  1817,  p.  289. 

Norme  generali  per  la  legatura  dei  periodici  nelle  pubbliche  bibhoteche  -  Firenze, 
tip.  di  G.  Carnesecchi  e  figli,  1888,  in  16.°,  p.  21,  autore  Ernesto  Palumbo. 


(1)  A  pag.  5  dice:  «  Un  amico  nostro,  Guglielmo  Stefani,  poche  settimane  prima  della  sua  morte,  quando 
venivamo  a  raggiungerlo  a  Torino,  parlavaci  di  una  Storici  del  giornalismo,  per  la  quale  andava  già  racco- 
gliendo .ippunti. 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Le  Moniteur  de  la  librairie  ancienne  et  moderne,  de  la  typographie  et  des  Industries 

qui  s'y  rattachent,  et.  et.  Primière  annóe  -  Paris,  1842,  en.  8° 
D.  Macry-Correale  -  La  Stampa  -  Siena,  tip.  Arciv.  S.  Bernardino,  editrice,  1889. 
Indice  generale  delle  Riviste  esistenti  in  tutte  le  Biblioteche  del  Regno  -  Roma,  Mi- 
nistero della  Pubblica  Istruzione,  1886  (i). 
Il  primo  giornale  bibliografico  -  articolo  pubblicato  nel  fascicolo   del   febbraio    1886 

della  rivista  parigina  Le  Livre. 
L.  G.  Piccardi  -  Saggio  di  una  storia  sommaria  della  Stampa  periodica  -  Un  volume 

in-8.°,  pag.  236  -  Roma,  stabilimento  tipografico  Fratelli  Bencini,  1886. 
Strenna- Album  dell' Associaz.  della  Stampa  periodica  in  Italia  -  Roma,  Forzani  e  C. ,  '81, 
Insertions-Tarit  und  Zeitungs  -  Verzeicliniss    der    Annoncen  -  Expedition  von    Haa- 

senstein  &  Vogler.  20  Auflage  -  Leipzig,  1881. 
Detlev  Freiherr  v,  Biederraann  -  Das  Zeitungswesen  fonft  und  jetzt  -  Leipzig,  Wilhelm 

Friedrich,  1882. 
Anuario  Bibliografico  de  la  Republica  Arjentina  -  fundido  par  Alberto  Navarro  Viola  - 

Anos  1885-86-87-88  -  Imp.  de  M.  Biedma,  Belgrano  133  a  139,  Buenos  Aires. 
Almanacco-Annunzi  della  Gaietta  d' Italia  pel  1874  -  Anno  I  -  Un  volume  di  550 

pagine  -  Firenze,  1874. 
Gaietta  di  Veneiia  -  del  2  gennaio  1875,  Studio  sulle  prime  gazzette  italiane. 
Giacomo  Zanella  -  Storia  della  letteratura  italiana  -  Milano,  Vallardi. 
H.  P.  Hubbard's  -  Newspaper  and  Bank  Directory  -  2  voi.  in  8.°  -  New  H  wen  (Stati 

Uniti),  1882. 
Bulletin  de  l'Académie  royale  des  sciences  et  belles  lettres,  di  Bruxelles  -  (t.  VI,  sez.  I, 

pag.  469  e  segg.) 
Tommaso  Watts  -  A  letter  to  Antonio  Panici  on  the  reputed  earliest  printed  newspaper 

The  english  Mercurie  1588  -  Londra,  ... 
Response  de  Renaudot  a  l'auteur  des  libelles  intitulez  Avis  du  Ga^ettier  de  Colonne  a 

celui  de  Paris  -  Parigi,  1648,  in-4.'' 
Avv.  Giulio  Crivellari  -  La  Stampa.  Osservazioni  critico-legislative  e  proposte.  Un  vo- 
lume di  pag.  456  -  Venezia,  Naratovich,  1868. 
G.  Pizzetta  -  Storia  di  un  foglio  di  carta  -  traduzione   del  D.'  G.  Gorini  -  Milano, 

Gnocchi,  1873. 
Cucheval-Clarigny  -  La  Presse  au  xix."  siede,  t.  VI,  Rei'ue  des  Deux  Mondes,  1852. 
P.  S.  Mancini  -  Della- compensazione  delle  ingiurie  secondo  il  codice  penale  sardo  - 

(Giurisp.  ital.  1853,  p.  I,  pag.  522). 
Predar!  -  I  primi  vagiti  della  hbertà  italiana  in  Piemonte,  Milano,  186 1. 
Ministero  di  Agricoltura,  Industria  e  Commercio  -  Direzione  generale  della  statistica  - 

Statistica  della  stampa  periodica  nell'anno  jS8j.  Tip.  dell'  Opinione,  Roma,  1888. 

Nicola  Bernardini. 


(i)  A  proposito  di  questa  pubblicazione,  Carlo  Lozzi  scrisse  nel  Bibliofilo  di  Bologna:  <i  In  Italia  le  ri- 
viste e  i  giornali  letterarii  o  scientifici  ebbero  principio  fino  dal  1600  e  crebbero  tanto  in  numero  eh' è  impos- 
sibile conoscere  i  soli  titoli  dei  più  importanti.  » 


I  GIORNALI  NELL'ANTICA  ROMA 


I. 

La  pubblicità  legale  ed  ordinata  non  esisteva  in  tempi  antichissimi. 
Il  primo  periodo  delle  società  umane  si  rassomiglia  dovunque;  in  esso 
l'oligarchia  sacerdotale  si  sovrappone  a  tutto,  e  tutto  governa,  sorretta 
dalla  propria  temuta  autorità.  Sono  i  sacerdoti  quelli  che,  incominciando 
a  farsi  civile  l'umano  consorzio,  registrano  gii  avvenimenti;  e  la  storia 
sta  scritta  negli  archivi  dei  templi.  Né  ciò  si  verifica  soltanto  nella  so- 
cietà primitiva;  il  fatto  si  rinnova  nelle  civiltà  risorte. 

La  storia  di  Roma  antica,  di  Roma  pagana  è  là  con  i  ricordi  dei 
suoi  pontefici  massimi,  i  soli  che  provvedessero,  sulle  prime  con  forma 
quasi  rudimentale,  e  meglio  in  appresso,  a  serbare  ricordo  scritto  degli 
eventi  meritevoli  di  memoria. 

E  se,  caduta  la  civiltà  romana,  passiamo  ai  secoli  tenebrosi  e  al  loro 
svolgimento,  il  Guizot  ebbe  a  notare  che,  dal  quinto  al  duodecimo  se- 
colo, il  clero  scrisse  quasi  solo  la  storia.  «  Ciò  avveniva,  si  dice,  perchè 
esso  solo  sapeva  scrivere.  Ma  v'è  un'altra  ragione,  e  forse  più  potente. 
L'idea  stessa  della  storia  non  esisteva  in  quest'epoca  che  nello  spirito 
degli  ecclesiastici;  essi  soli  si  preoccupavano  del  passato  e  dell'avvenire. 
Per  i  barbari  ignoranti,  per  l'antica  popolazione,  desolata  ed  avvilita,  // 
presente  era  tutto.  Come  questi  uomini  avrebbero  potuto  pensare  a  rac- 
cogliere ricordi  degli  antenati,  o  a  trasmettere  i  propri  ai  posteri?  La 
loro  vista  non  oltrepassava  i  limiti  della  loro  esistenza  personale;  essi 
erano  pressoché  assorbiti  nella  passione,  nell'interesse,  nelle  sofferenze, 
nei  pericoli  del  momento.  » 

Ricordato  ciò  a  modo  di  preliminare,  non  è  mio  ufficio  né  di  par- 
lare degli  annali  dei  pontefici,  vissuti  nei  primi  secoli  di  Roma,  né  dei 
chiodi  periodici  infitti  a  segnare  le  epoche,  né  di  altri  speciali  mezzi 
destinati  a  perpetuare  il  ricordo  di  certi  fatti  ;  voglio  cercar  solamente 
se  presso  gli  antichi  romani  esistessero  diurnali,  diari,  o  atti  che  ne  te- 
nessero il  luogo;  e  se  questi  modi  di  render  noti  all'universale  i  fatti 
straordinari,  o  degni  di  ricordo,  fossero  escogitati  ed  attuati  per  la  prima 
volta  nei  recinti  dei  sette  colli,  o  fossero  invece  comuni  ad  altri  popoli. 

X 

Si  potrebbe  dire  che  la  civiltà  è  molto  antica  e  che  non  incomin- 
cia né  con  Pericle  né  con  Augusto;  che  l'Italia  e  la  Grecia  sono  state 
precedute  dall'incivilimento  di  altre  nazioni;  e  che  gli  istrumenti  morali 
e  materiali  che  servirono  allo  svolgimento  delle  vetuste  genti  non  deb- 
bono differire  gran  fatto  da  quelli  delle  più  giovani.  Gli  usi  e  i  costumi 
comparati;  gli  ammaestramenti  che  vengono  all'universale  dalle  opere 
del  genio;  i  progressi  che  si  raggiungono  nelle  varie  parti  dell'umana 


(3  GTJIDA   DELLA   STASIPA.   PERIODICA   ITALIANA. 

economia;  le  industrie  che  grandeggiano  in  un  paese,  e  s'arrestano  in 
un  altro;  il  vario  e  difforme  cammino  delle  arti,  delle  scienze  e  delle 
lettere;  i  commerci,  e  la  necessità  che  li  accompagnano  per  riuscire  a 
maggiore  o  minore  beneficio  degli  esercenti,  inducono  in  noi  la  persua- 
sione, per  non  dire  la  certezza,  che,  come  noi,  gli  antichi  dovessero  stu- 
diare i  mezzi  per  abbreviare  la  distanza  con  le  facili  vie,  con  i  canali, 
con  navi  costruite  per  rapidissimi  corsi,  con  tutti  i  mezzi  che  conducono 
alla  prosperità  e  al  miglioramento  sociale  —  che  nella  meccanica  doves- 
sero studiare  l' incremento  degli  strumenti,  che  secondano  ed  agevolano 
le  arti  e  le  industrie  —  che  con  rapida  diffusione  delle  invenzioni,  delle 
scoperte,  degli  avvenimenti,  e  di  tutto  quello  che  può  tornar  vantag- 
gioso, provvedessero  alle  esigenze  del  governo  e  dei  popoli.  Infine  se 
fuvvi  una  grande  civiltà,  tutto  quello  che  la  costituisce  non  dovè  far 
difetto. 

Le  moderne  scoperte  ci  dicono  che  l'Egitto,  la  Caldea,  l'Assiria 
raggiunsero  il  colmo  della  civiltà  nelle  scienze,  nelle  arti,  nelle  industrie, 
nelle  lettere.  Nessuna  meraviglia  quindi  che  un  antichissimo  Faraone 
formasse,  molti  secoli  prima  dei  Tolomei,  una  grande  medicina  dell'anima 
in  una  biblioteca  —  né  che  ultimamente  il  mondo  restasse  attonito  alla 
scoperta  della  biblioteca  di  Assurbanipal.  Tutto  cammina  con  norme 
eterne  della  Provvidenza. 

X 

Ma  se  è  vero,  per  legge  eterna  della  natura,  che  le  varie  civiltà 
sono  progressive,  e  si  rassomigliano  nelle  tendenze,  negli  intenti,  e  nei 
fatti  esteriori,  non  è  meno  vero  che  i  mezzi  di  svolgimento  possono 
essere  e  sono  spesso  difformi  fra  le  diverse  genti.  Queste  varietà  si  spie- 
gano con  le  dissimili  condizioni  telluriche,  atmosferiche,  climatologiche, 
topografiche. 

E  per  questo  le  somiglianze  fra  i  popoli,  i  diversi  caratteri  e  le  fi- 
sonomie  di  essi  si  spiegano  facilmente  nello  investigare  le  cause  delle 
differenze.  In  generale  può  dirsi,  che  v'hanno  mezzi  di  miglioramenti 
sociali  naturalmente  comuni  a  tutti;  e  ve  n'hanno  altri  speciah  a  cia- 
scun popolo. 

I  giornali,  ad  esempio,  —  non  pensati  dai  popoli  orientali,  per  quanto 
da  noi  si  sappia,  o  imperfettamente  usati  da  alcuni  popoli  greci,  col  ti- 
tolo di  effemeridi  —  si  vennero  per  necessità  creando  dal  mondo  romano. 

X 

Anche  i  mediocremente  eruditi,  ma  in  modo  speciale  gli  studiosi 
dei  classici  e  degli  storici  di  Roma,  debbono  essersi  avveduti  che  i  ro- 
mani sicuramente  ebbero  qualche  cosa  che  somigliava  alla  odierna  pub- 
blicità giornalistica:  era  come  una  necessità  sociale. 

L'impero  romano  comprendeva  tutta  l'Europa  civile,  l'Asia  minore, 
l'Asia  centrale,  l'Africa  conosciuta.  Le  tre  parti  del  mondo,  suddivise  in 
numerose  provincie,  erano  governate  da  consolari,  da  senatori,  da  cava- 
lieri^ e  nelle  varie  contrade  stavano  disseminate  le  legioni  e  le  colonie. 
Le  leggi,  gli  usi  e  i  costumi  miravano  ad  unificare  ed  assimilare  il  mondo 


i   GIORNALI   nell'antica   ROMA. 


romano:  cosi  gli  interessi  non  erano  più  solamente  locali;  il  movimento 
e  la  vita  delle  provincie  può  dirsi  che  avesse  il  cuore  in  Roma;  e  da 
Roma  emanasse  la  vitalità  omogenea  di  tante  regioni.  Da  ciò  è  chiara 
la  necessità  delle  rapidissime  comunicazioni  fra  il  centro  e  le  parti  ;  che 
i  timonieri  delle  provincie  fossero  subito  informati  di  ciò  che  avveniva 
in  Roma,  e  che  Roma  fosse  sempre  avvertita  di  quello  che  succedeva 
nelle  provincie  ;  ed  era  non  meno  importante  che  le  varie  genti  fossero 
a  giorno  di  ciò  che  avveniva  nelle  varie  regioni.  Se  i  ricordi  rimastici 
fossero  stati  anche  minori,  noi  dovevamo  credere  che  ai  bisogni  sociali 
di  un  immenso  impero  civile  provvedessero  mezzi  atti  a  soddisfarli. 

X 

Che  i  mezzi  di  pubbHcità  fossero  due,  per  i  grandi  avvenimenti,  e 
per  quelli  giornalieri,  si  trae  da  diversi  scrittori,  ma  più  specialmente 
da  un  passo  degli  annali  di  Tacito,  al  decimoterzo. 

«  Nel  consolato  secondo  di  Nerone  e  di  L.  Pisane,  poco  fu  da  memo- 
rare, chi  non  volesse  impiastrar  le  carte,  lodando  i  bei  fondamenti  e  legnami 
dell'anfiteatro  di  Cesare  edificati  nel  campo  di  Marte;  ma  per  dignità  del 
popolo  romano  s'vsa  negli  Annali  scriver  le  cose  illustri^  e  le  altre  nei  gior- 
nali. »  Dunque  annali  o  storie  per  i  grandi  fatti,  diurni,  diurnali  o  gior- 
nali per  i  fatti  del  giorno.  E  lo  stesso  Tacito  altre  volte  ricorda  queste 
due  fonti  per  illustrare  gli  avvenimenti  passati,  come  allora  che  dice 
(^Annal.  Ili,  3.),  parlando  di  Antonia  madre,  Annale  non  trovo,  né  gior- 
nale che  dica  se  Antonia  sua  madre  ci  fece  atto  notabile  alcuno.  Fra  gli 
altri  antichi  scrittori  però  è  Svetonio  quello  che  più  spesso,  e  più  avi- 
damente consultò  i  giornali,  per  trarne  specialmente  gli  aneddoti  dei 
quali  infiorava  le  sue  Vite;  e  cosi  nelle  sue  citazioni  storiche  vediamo 
spesso  ricordati  i  libri,  e  i  diurni  —  libri  actorum  diurni.  —  Per  queste 
e  per  ahre  testimonianze  moltissime  non  si  può  dunque,  come  vedremo, 
dubitare  della  esistenza  dei  giornali  romani;  e  ne  vedremo  le  età. 

E  sebbene  non  possa  dubitarsi  che  giornaU  si  compilassero  e  diffon- 
dessero anche  nelle  provincie,  pure  in  queste  erano  più  avidamente  letti 
quelli  della  metropoli  ed  è  ben  naturale.  Non  è  che  noi  lo  supponiamo  : 
ce  ne  assicura  Tacito:  «  1  giornali  di  Roma  si  leggono  con  più  atlen:^ione 
nelle  provincie  e  fra  gli  eserciti  »,  ed  erano  aspettati  con  ansietà,  come 
apparisce  da  tante  testimonianze,  ma  più  specialmente  da  quelle  delle 
lettere  di  Cicerone,  che  spesso  si  lamentava  dal  fondo  della  Cilicia  di 
non  ricevere  gii  acta.  Da  Ladicea  egli  scriveva  ad  Attico:  a  Io  aveva 
gli  atti  di  Roma  fino  alle  none  di  Mar^o  »;  ed  a  Celio:  «  Di  Ocella 
poco  invero  mi  avevi  scritto:  ne  v'era  cenno  negli  atti.  » 

X 

La  materia  di  simili  giornali  non  differiva  gran  fatto  da  quella  dei 
nostri.  Ci  è  rimasta  memoria  di  una  compilazione,  o  raccolta  giornali- 
stica di  un  Chrestus,  greco  abitante  in  Roma,  alla  quale  attinsero  poi 
diversi  scrittori,  come  si  fa  nei  nostri  giornali  moderni.  Di  questa  rac- 
colta poco  ci  è  rimasto,  ma  sappiamo  che  conteneva  un  emporio  di  po- 
lizie utili,  e  che  anche  di  essa  profittò  M.  Celio  Rufo  cavaliere  romano, 


GUIDA   DELLA   STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 


amico  e  corrispondente  di  Cicerone  quando  questi  era  proconsole  di  Ci- 
licia.  Di  lui  si  sa  che  era  novellista,  o  giornalista;  turbolento,  dissipa- 
tore, leggero,  e  nel  tempo  stesso  un  parlatore  facondo  ed  efficace  in 
modo  da  meritare  non  facili  lodatori,  Quintiliano  e  Tacito;  un  uomo 
che  frequentava  il  bel  mondo,  dove  s'innamorò  di  Clodia;  che  fu  par- 
tigiano di  Catilina  e  amico  di  Cicerone;  che  occupò  l'edilità,  la  pretura, 
il  tribunato.  Dalle  diciassette  lettere  rimasteci  di  esso  abbiamo  un'idea 
dei  giornali  del  suo  tempo,  e  dei  giornalisti.  —  I  giornali  sono,  anche  per 
quei  tempi,  pieni  di  notizie  vere  e  false;  narravano  di  ciò  che  si  era 
detto  alla  tribuna  nel  Foro,  dove  prendevano  posto  i  reporters,  che  fa- 
cevano, quasi  stenografate,  le  loro  relazioni;  erano  chhmniì  subrostrani 
dallo  star  sotto  i  rostri,  come  fanno  oggi  gli  stenografi  che  alla  Camera 
stanno  sotto  i  seggi  della  presidenza.  I  novellisti  si  aggiravano  special- 
mente nel  Foro,  ma  percorrevano  tutti  i  quartieri  della  città.  Si  reca- 
vano agli  uffici  pubblici,  si  affaticavano  ad  aver  primi  le  notizie  delle 
Provincie.  Un  bel  giorno  annunziarono  la  morte  di  Cicerone  che  era  vivo 
e  verde  —  spesso  convertivano  le  scaramucce  in  battaglie,  e  le  battaglie 
in  scaramuccie,  secondo  che  favorivano  o  avversavano  i  diversi  partiti. 
Come  oggi  abbiamo,  o  avevamo  cavurriani  e  mazziniani,  cairoliani,  sel- 
liani,  nicoterini,  s'agitavano  allora  mariani  e  sillani,  cesariani  e  pom- 
peiani. V'erano  anche  allora  gli  appendicisti  che  andavano  agli  spettacoli, 
e  riferivano  sulla  valentia  dei  gladiatori  e  dei  mimi,  delle  quali  cose  si 
sdegnò  un  giorno  Cicerone  contro  Celio  che  glie  ne  mandò  gU  estratti, 
cavati  dal  giornale  di  Chresto.  Da  questa  corrispondenza  dunque  di  Celio 
abbiamo  le  notizie  giornalistiche  di  processi  celebri,  e  fra  gli  altri  di 
quello  di  Messala,  ingiustamente  assoluto,  secondo  il  giornalista,  per  la 
eloquenza  di  Ortensio  suo  zio,  il  quale  ne  fu  punito  la  sera  dal  popolo 
che  nel  teatro  lo  accolse  con  gridi  e  fischi  —  vi  si  registrano  esagerate 
le  SCO.  fitte  di  Ctsare  nella  GaUia  —  i  raggiri  dei  comizi —  notizie  molte 
e  salaci  di  divorzi  —  cenni  di  matrimoni  pomposi  —  il  divorzio  di  Do- 
labella  e  le  cure  dello  stesso  Celio  per  fargU  sposar  Tullia  —  la  sor- 
presa in  adulterio  di  Servio  Ocella  in  luogo  tanto  strano  da  eccitare  le 
risa  di  Roma  —  articoli  di  fondo,  e  declamatori  contro  i  vizi  e  la  cor- 
ruzione del  secolo  —  invettive  contro  Cesare,  non  probo  —  epigrammi 
contro  Pompeo,  mancante  di  spirito  e  di  spedienti. 

Due  altre  fonti  di  notizie,  tratte  dagli  antichi  giornali  romani,  sono 
nelle  lettere  familiari  di  Cicerone  a  Quinto  suo  fratello,  ed  a  Pompo- 
nio Attico;  e  negli  scolii  di  Asconio  Pediano. 

I  cosi  detti  atti  del  popolo,  o  giornali,  furono  spogliati  per  più  di 
venti  anni  dall'oratore  di  Arpino  per  trasmetterne  le  notizie  al  fratello 
e  all'amico;  e  così  quelle  lettere  restano  a  surrogare  quasi  la  perduta 
collezione.  Asconio  Pediano  poi  non  solo  rovistò  i  giornali,  incomin- 
ciando a  svolgerli  dal  primo  anno  dopo  il  consolato  di  Cesare,  ma  ne 
conservò  dei  frammenti  autentici.  Essi,  ad  esempio,  ricordano  i  torbidi 
di  Roma  del  69^  sotto  il  tribunato  di  Clodio,  Pompeo  assediato  in  sua 
casa  da  Damicne  il  lé  agosto  di  quell'anno;  i  lamenti  di  L.  Novio, 
tribuno  bastonato  e  ferito  dallo  stesso  Damione;  i  particolari  della  lotta 
e  del  processo  railonianoj  Plinio  vi  lesse  il  ricordo  di  una  pioggia  di 


t   GIORNALI   nell'antica  ROMA. 


sassi;  vi  si  trovano  gli  estratti  dei  discorsi  di  Sallustio  e  di  Q.  Pompeo 
nel  giorno  della  uccisione  di  Clodio. 

X 

Giunto  qui,  debbo  ricordare  che  per  circa  due  secoli  una  serie  di 
atti  pubblici  del  Senato,  e  di  registri  giornalistici  furono  la  disperazione 
degli  eruditi,  i  più  antichi  dei  quali  li  commendarono  in  mezzo  all'en- 
tusiasmo, e  i  più  moderni  li  rigettarono  come  falsi.  L'entrare  in  questa 
controversia,  anche  per  esporla  soltanto,  ci  porterebbe  ad  una  discus- 
sione troppo  archeologica,  e  non  troppo  rispondente  all'indole  del  la- 
voro, tanto  più  che  io  mi  trovo  d'accordo  con  i  critici,  che  non  accet- 
tano quei  monumenti  (che  non  esistono)  e  con  la  supposizione  dei  quali 
fu  ingannata  la  buona  fede  dei  primi  illustratori.  Il  Marini,  nei  Fratelli 
Arvaliy  ha  discusso  abbastanza  l'argomento. 

In  luogo  però  di  questi  documenti  immaginari,  abbiamo  gli  scrit- 
tori dai  quali  possiamo  trarre  non  solo  la  certezza  dell'esistenza  di  questi 
giornali,  ma  tanti  frammenti  di  essi,  e  tante  memorie  che  per  essi  si 
conservarono.  Fu  Cesare  che  volle  la  pubblicità  nei  giornali  degli  atti 
del  Senato,  e  che  poi,  dal  primo  suo  consolato  alla  dittatura,  li  volle 
cumulati  coi  diurnali  del  popolo.  Ciò  era  politico,  anche  per  immaginare 
qualche  senato-consulto  irregolare,  opera  qualche  volta  di  pochi  senatori 
adunati  in  casa  di  qualche  console  p  triumviro. 

Cesare  volle  sempre  abbassare  il  senato,  e  sollevare  il  popolo.  La 
pubblicità  nei  giornali  degli  atti  senatoriali  ne  abbassava  il  prestigio  a 
prò  delle  plebi.  Con  questa  trasformazione  di  pubblicità,  i  giornali,  in- 
terrotti quasi  interamente  ai  tempi  delle  guerre  civili,  ripresero  il  loro 
corso  sotto  Augusto,  ma  con  poca  libertà.  Setto  Tiberio  e  Domiziano 
vennero  sottoposti  a  durissima  censura,  e  durante  l'impero  di  quest'ul- 
timo, gli  atti  del  senato,  fatto  schiavo,  tornarono  segreti. 

Nerone  ridonò  il  suo  diritto  alla  pubblicità  anche  riguardo  al  se- 
nato, e  negli  imperi  di  Trajano,  degli  Antonini,  di  Alessandro  Severo, 
dei  Gordiani,  di  Valeriano  e  di  Probo,  fino  agli  ultimi  secoli  dell'im- 
pero, gh  acta  ebbero  libero  corso,  ed  in  esso  figurarono  le  bassezze  del 
trasformato  Senato,  come  gli  avvenimenti  sociali  in  generale. 

Con  l'invasione  dei  barbari  cessa  la  pubblicazione  dei  giornali,  e 
il  mondo  romano  diventa  selvaggio.  È  solo  coi  secoli  che  incomincia  la 
rinnovazione  lenta:  e  solo  quando  di  fanciullo  il  mondo  ritorna  adulto 
si  riproducono  a  poco  a  poco  i  fenomeni  della  civiltà  e  con  essi,  quasi 
ultimo,  quello  della  pubblicità  diurna  degli  avvenimenti. 

Mi  piace  conchiudere  con  un  ravvicinamento.  I  giornali  di  Roma 
antica  si  appellavano  Acta-Diaria-diurnalia.  La  parola  diarium  ha  tra- 
versato i  secoli  ed  ha  preso  sede  nell'idioma  italiano.  Il  giornale  ufiì- 
ciale  si  appellava  qui  nel  passato  secolo,  e  nella  prima  metà  del  presente, 
Diario  di  Ronia,  ed  era  prima  diviso  in  diario  ordinario  e  diario  estero. 
Abbiamo  anche  oggi  gli  atti  ufficiali,  gli  atti  non  ufficiali,  cioè  gli 
ACTA  SENATUS,  e  gli  ACTA  POPULi  :  COSI  le  forme  non  sono  per  nulla  va- 
riate. E  se  la  parola  giorno  non  è  latina,  mentre  abbiamo  per  essa  i 
GIORNALI,  non  abbiamo  abbandonato  il  dies  dei  nostri  padri  coi  nostri 

DIARI, 


10  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 

Un  vivente  e  dotto  scrittore  francese  sostiene  che  gli  eredi  dei  ro- 
mani non  sono  gli  italiani,  ma  i  Galli.  Sarà  possibile  che  riesca  a  fare 
accettare  quest'affermazione  ad  un  solo  italiano? 

A.  Gexnarelli. 


IL 

Disputatio  de  diitrnis  aliisqiie   Romanorum  actis,  aiictore  J,  W.  Reussen, 
Groningae,  apud  R.  J.  Schierbeck,   1857  in  8.°  di  pagine  77. 

Nel  1838  Vittorio  Le  Clerc  pubblicò  a  Parigi  una  memcria  Sui 
giornali  presso  i  Romani  (i)  nella  quale  con  molta  amenità  di  discorso 
e  con  erudizione  squisita  trattò  la  quistione  di  ogni  sorta  di  atti  pub- 
blici-a  Roma,  e  quindi  degli  Atti  diurni,  e  di  loro  forma  e  materia  e 
vicende  e  importanza.  Quanto  alla  origine  egli  stima  probabile  che  i 
giornali  cominciassero  tre  arni  dopo  la  caduta  di  Numanzia,  cioè  nel  62^, 
quando  cessarono  gli  Annali  dei  pontefici;  congettura  combattuta  da  altri, 
i  quali  appoggiati  ad  un  passo  di  Svetonio  (2),  interpretato  in  modo 
diverso,  riportarono  al  primo  consolato  di  Cesare  la  prima  pubblicazione 
degli  atti  diurni.  Più  recentemente  altri  scrissero  sullo  stesso  argomento 
in  Germania  (3)  e  da  ultimo  uscì  la  memoria  soprannunziata  del  Reus- 
sen, nella  quale  si  illustrano  di  nuovo  gli  Alti  diurni  del  popolo,  gli  atti 
del  senato,  gli  atti  militari,  gli  atti  forensi,  e  si  ricerca  la  loro  forma, 
e  materia  e  va'ore,  usando  spesso  di  buona  critica,  e  talvolta  combat- 
tendo con  ipotesi  non  meglio  fondate,  le  ipotesi  antiche.  Del  che  basti 
citare  un  esempio.  Il  Le  Clerc  pensò  e  fu  seguito  da  altri  in  questa  opi 
nione,  che  Cesare  facesse  pubblicare  gli  atti  del  senato  per  togliere  ai 
padri  il  prestigio  del  mistero  in  cui  si  avvolgevano  e  per  diminuire  la  loro 
autorità  al  cospetto  del  popolo.  Il  che  secondo  noi,  non  apparisce  inve- 
risimile  e  si  accorda  benissimo  con  la  politica  e  cogli  intendimenti  del- 
l'uomo che  mirava  a  distruggere  gli  ordini  antichi,  e  a  recare  tutto  in 
sua  mano.  Ma  il  nostro  autore,  tenendosi  ad  avviso  contrario,  nega  sen- 
z'altro questa  spiegazione,  e  afferma  che  Cesare  fece  pubblicare  gli  atti 
senatoriali  pel  suo  amore  alle  lettere  e  ai  monumenti  (4). 

Per  ciò  che  spetta  alla  materia  di  cui  discorriamo,  dagli  studi  an- 


(i)  Des  journaux  chez  les  Roraaias.  Recherches  prècèdées  d'une  memoire  sur  les 
Annales  des  Pontifes  et  suivies  de  fragments  des  journau.x  de  l'aucienne  Rome,  par 
j.  Victor  Le  Clerc,  membro  Istit.  Frane.  —  Parigi,  Firmin-Didot,  1838,  in  8.°,  440 
pagine. 

(2)  Inito  honore,  primus  omnium  (Caesar)  instituit  ut  tara  Senatus  quam  populi 
diurna  acta  conficerentur  et  publicarentur.  —  Caes.  20  —  Il  Le  Clerc  crede  più  esatto 
e  più  verisimile  il  vedere  in  queste  parole  il  significato  che  Cesare  introdusse  l'uso  di 
pubblicare  gli  atti  del  senato  come  già  si  faceva  di  quelli  del  popolo:  mentre  altri 
intendevano  che  Cesare  fu  il  primo  a  far  compilare  gli  atti  diurni  del  popolo  e  quelli 
del  senato.  V.  Ernesti,  Excursus  ad  Sveton.  Caesar  20,  e  Reussen,  p.  14. 

(3)  Lieberkunius  —  De  diurnis  Rem.  actis,  Vimar  1840;  Schmit,  Vindiciae,  libr. 
suspect,  Lipsiae  1844;  e  Zeitschr  f.  Geschichtwissenchaft,  1844.  t.  I,  p.  308,  ecc. 

(4;  Pag.  38  e  39,  op.  cit. 


I   GIORNALI  nell'antica   ROMA.  11 

tichi  e  recenti  risulta  chiaro  che  a  Roma,  negH  ultimi  tempi  della  re- 
pubblica, e  per  tutto  l'impero,  vi  erano  giornali  che  in  alcune  parti  ras- 
somigliavano ai  giornali  moderni,  e  con  vari  appellativi  chiamavansi  diurna 
popidi  romani,  diurna  urbis  acta,  diurna  actorum  scriptum,  populi  diurna 
acta,  acta  diurna,  diurna  commentarla,  commentari  rerum  urhanorum,  acta 
rerum  urbanorum,  acta  urbana,  urbis  acta,  publica  acta  ed  anche  acta  sen- 
z'altro (i).  Non  ne  rimane  alcun  brano  che  ci  dia  precisamente  la  forma 
di  essi,  perchè  i  frammenti  che  si  riportano  fino  all'anno  585  di  Roma, 
sono  evidentemente  un'impostura  di  qualche  erudito  del  secolo  XVI  (2). 
Ma  rimangono  molti  fatti  che  gh  scrittori  tolsero  da  questi  giornali,  e 
quindi  è  facile  aver  notizia  della  loro  natura,  delle  cose  che  raccontavano 
al  pubblico  e  della  fede  che  potevano  meritare  come  monumenti  di  storia. 

Quando  la  potenza  romana  fu  molto  ampliata,  i  cittadini  che  per 
causa  di  affari  pubblici  o  privati  erano  costretti  a  trattenersi  in  paesi 
lontani,  si  ragguagliavano  delle  cose  di  Roma,  per  via  di  lettere,  le  quali, 
istituiti  i  giornali,  erano  per  lo  più  copie  0  estratti  di  essi.  Le  lettere 
di  Cicerone,  e  quelle  a  lui  dirette  da  altri,  ci  danno  per  più  anni  pa- 
recchie delle  cose  contenute  in  questi  diari,  i  quali  riportavano  i  senati- 
consulti,  gli  edit'i  decretati  per  pubblica  autorità,  le  cose  forensi,  gl'in- 
trighi dei  comizi,  i  nomi  dei  migistratì  designati,  i  processi,  le  ingiuste 
assoluzioni,  e  fischiate  fatte  in  teatro  agli  avvocati  dei  rei  (3).  Delle 
cause  celebri  davano  notizie  più  particolareggiate;  sull'affare  di  Milone 
Asconio  Pediano  trovò  nei  giornali  mólti  fatti  con  cui  potè  illustrar  Ci- 
cerone, e  narrare  i  tumulti  del  tribunato  di  Clodio,  un  liberto  del  quale 
assediò  Pompeo  in  sua  casa:  e  di  là  raccolse  i  particolari  sullo  scontro 
a  Boville,  sul  giorno  preciso  della  uccisione  di  Clodio,  sulle  agitazioni 
popolari  e  sui  discorsi  pronunziati  nel  fòro  da  Sallustio  e  da  Quinto 
Pompeo,  tribuni  turbolenti  e  particolari  nemici  di  Milone  (4). 

Vi  erano  annunzi  delle  morti  di  uomini  celebri,  funerali,  miserie  e 
ridicolezze  degli  uomini,  scandali,  chiacchiere,  aneddoti  di  teatro,  attori 


(i)  Tacito,  Anaal.  Ili,  3  ;  XII,  24;  XIII,  31  ;  XVI,  22.  Svetonio,  Caes.  20;  Claud.  41  ; 
Aug.  64;  Calig.  36.  Plinio j  Hp.  V,  14;  VII,  35;  IX,  15;  Paneg.  75.  Petronio,  Saty- 
ric.  53.  Lampridio,  Commod.  13;  Alex.  Sever.  6.  Cicerone,  Ep.  ad  divers.  II,  15; 
VIII,  2,  11;  XII,  23. 

(2)  Furono  pubblicati  dapprima  negli  Annali  del  Pighio  (161 5),  poi  nelle  iscri- 
zioni del  Reinesio  (1682), con  qualche  dubbio;  quindi  con  piena  confidenza  dal  Grevio 
nella  sua  edizione  di  Svetonio  (1691);  dal  Dodwell  con  aggiunte  (1692)  e  dal  Mu- 
ratori (1739).  I  più  li  crederono  veri  fino  agli  ultimi  tempi,  quantunque  il  Welser 
fino  dal  1596  non  vi  riconoscesse  la  venerabile  antichità  che  si  voleva  loro  attribuire. 
Furono  stimati  opera  di  un  falsario  dal  Moyle,  dal  Gibbon,  dal  Beaufort,  dall' Ernesti, 
da  Gaetano  Marini.  Pure  anche  nei  tempi  recenti  non  mancò  chi  li  ritenesse  per  veri, 
e  lo  stesso  Furlanetto  nella  sua  edizione  del  Dizionario  del  Porcellini  si  lasciò  indurre 
in  errore.  Ma  oggi  è  chiaro  che  sono  manipolazioni  di  un  falsario,  come  fra  gli  altri  lo 
ha  provato  il  Le  Clerc,  che  con  critica  nuova  e  profonda,  ricercò  gli  elementi  diversi 
riuniti  e  combinati  da  un  erudito  del  secolo  xvi,  del  cui  centone,  sebbene  fatto  con 
assai  destrezza,  si  può  facilmente  ritrovare  ogni  frase  tolta  a  Livio,  a  Cicerone,  ad  al- 
tri (Des  journaux  ecc.  p.  299). 

(3)  Cicer,  Ad  divers.  II,  8;  VIII,  2,  3,  4,  9,  11,   12,  14  ecc. 

(4)  Asconio  Ped  ad  Cicer.  Oratio  prò  iMilone,  p.  44,  47,49  ecc.;  ed  Orelli  1833. 
Vedi  anche,  ad  Cicer.  prò  Scauro,  p.  19 


1^  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

fischiati,  avventure  galanti,  adulteri,  nozze,  divorzi,  descrizioni  di  giuochi 
di  gladiatori,  notiz'e  di  ciò  che  accadeva  a  Roma  ogni  giorno,  notizie  di 
guerra,  considerazioni  politiche:  lasciavasi  travedere  che  Pompeo  man- 
cava di  spirito  e  Cesare  di  probità;  e  poi  dicevano  dell'Italia  invasa  dal 
vincitore  delle  Gallie  (i).  Avevano  declamazioni  contro  i  vizi  e  la  cor- 
ruzione del  secolo  (2);  dicevano  di  feste  religiose,  di  dedicazioni  di 
templi,  di  prodigi  e  portenti.  Plinio  trovò  nei  giornali  che  nel  710  erano 
piovuti  mattoni  (3). 

Più  abbondanti  sono  i  ricordi  che  si  hanno  dei  giornali  nei  tempi 
dei  Cesari,  e  ci  sono  anch'essi  testimoni  dei  costumi  del  tempo  e  di 
quell'obbrobrioso  servaggio.  Crescono  i  chiacchiericci  e  le  inezie  raccolte 
per  fare  ridere  il  popolo  servo,  e  il  dispotismo  corrompe  la  pubblicità 
a  suo  profitto.  Cesare  che  sapeva  benissimo  volgere  contro  la  libertà  gli 
strumenti  di  essa,  usò  a  suo  aiuto  anche  i  giornali,  senza  curare  di  ve- 
rità o  di  menzogna,  e  fece  scrivere  che  Marco  Antonio  volle  deferirgli 
per  ordine  del  popolo  la  potestà  regia,  e  che  egli  non  l'aveva  accettata  (4). 
Augusto  che  pacificò  con  la  libertà  anche  l'eloquenza  e  la  storia  (5),  e 
lasciò  scrivere  solo  chi  scriveva  per  lui  mentre  vietava  la  pubbUcazione 
degli  atti  del  senato  ^6)  tollerò  i  giornali,  ma  sottomettendoli  a  rigorosa 
censura  (7),  la  quale  durò  setto  Tiberio  come  sotto  gli  altri  tiranni  (8). 
E  quindi  Petronio  ne  fa  la  parodia  riferendo  nella  forma  e  nello  stile 
dei  giornali  che  nel  predio  Cennano  di  Trimalcione  sono  nati  il  25  di 
luglio  30  bambini  e  40  bambine;  che  sono  state  messe  nel  granaio  500,000 
moggia  di  grano;  che  si  domarono  90  buoi;  che  fu  posto  in  croce  il 
servo  Mitridate  per  avere  bestemmiato  \\  genio  di  Caio;  che  si  riposero 
in  cassa  100,000  sesterzi  non  potuti  impiegare,  e  che  nello  stesso  giorno 
vi  fu  incendio  negli  orti  Pompe] ani  (9). 

Quando  tutto  è  in  mano  di  un  solo,  i  giornali  narrano  le  cose  della 
reggia  e  le  presentazioni  di  corte.  Livia  vi  fece  annunziare  i  nomi  dei 
senatori  e  dei  cittadini  che  avevano  chiesto  di  essere  ammessi  a  salu- 
tarla; il  che  ripetè  anche  Agrippina  (io);  Tiberio,  tiranno  più  raffinato, 
ne  abusò  turpemente  :  faceva  mettere  nei  giornali  articoli  contro  sé  stesso, 
e  divulgava  non  solo  le  cose  che  altri  avesse  detto  in  segreto  contro  di 
lui,  ma  ne  aggiungeva  altre  di  sua  invenzione  per  trarne  poscia  pretesto 


(i)  Cicer.  Epist  ad  divers.  II,  15;  Vili,  i,  6,  7,  13,  15;  XII,  8;  ad  Q.uin.  Fratr. 
I,  2;  ad  Brut.  I.  3;  Plinio,  Nat.  hist.  VII,  54. 

(2)  Cicer.  Ad  divers    Vili,  6,  17. 

(3)  Nat.  hist.  II,  37. 

(4)  Dione  Cassio,  XLIV,  11.  Deve  avvertirsi  che  nel  passo  di  Dione,  secondo 
altri  si  parla  degli  atti  del  senato,  non  di  quelli  del  popolo.  Del  resto,  che  Cesare 
facesse  falsificare  a  suo  profitto  gli  atti  del  senato  lo  attesta  anche  Cicerone  (Ep.  ad 
div.  I,  I,  2;  IX,  15;  X,  12,  16),  come  poi  li  falsificò  Marc' Antonio  (Cic.  Phihppi  V,  4; 
Epis.  ad  div.  XII,  i) 

(5)  Tacito,  Dialog,  de  Orat.  38. 

(6)  Svetonio,  Aug.  36 

(7)  Le  Clerc,  p.  246. 

(8)  Dione  Cassio,  LVII,  21;  LXVII,  11. 

(9)  Petronio,  Satyric.  53. 

(10)  Dione  Cassio,  LVII,  12;  LV,  3?. 


I   GIORNALI   nell'antica  ROMA.  13 


a  vendette  (i);  e  mosso  da  invidia  vietò  che  si  scrivesse  nei  giornali  il 
nome  di  un  famoso  architetto  che  con  mirabile  arte  avea  rialzato  un 
portico  cadente  (2).  Domiziano  vietò  di  scrivere  nei  giornali  ciò  che  a 
lui  non  piaceva  (3)  e  peggio  di  tutti  fece  Commodo,  il  quale  amando 
anche  la  celebrità  e  io  scandalo  che  gli  veniva  dalle  turpitudini,  volle 
che  si  pubblicassero  tutte  le  sue  crudeltà,  tutte  le  sue  prove  di  gladia- 
tore, tutte  le  sue  infamie  (4). 

Vi  si  divulgavano  i  rescritti,  le  costituzioni,  gli  editti,  le  opere  edi- 
lizie dei  principi,  le  loro  orazioni,  e  le  vili  acclamazioni  dei  senatori  ri- 
petute cinque,  dieci  e  venti  volte  (5),  e  che  sono  le  pagine  più  vergo- 
gnose della  storia  romana;  le  proposizioni  di  templi  a  Nerone  (6),  l'apo- 
teosi di  Claudio  (7),  il  titolo  di  nume  a  Domiziano  (8);  le  quaU  cose 
stavano  ora  in  luogo  dei  liberi  suffragi  con  cui  sotto  la  repubblica  si 
designavano  i  magistrati.  Del  servo  senato  regiscravansi  anche  le  sen- 
tenze e  i  discorsi,  e  nelle  provincie,  secondo  la  testimonianza  di  Tacito, 
si  leggevano  gli  atti  per  conoscere  il  contegno  di  Trasea,  mentre  tutti 
i  senatori  adulavano  e  plaudivano  alle  crudeli  follie  di  Nerone  (9);  e 
ciò  che  Trasea  non  aveva  fatto,  era,  come  oggi  direbbesi,  l'avvenmiento 
del  giorno. 

Largo  spazio  vi  occupavano  le  varietà,  i  portenti,  le  favole,  i  fatti 
memorabili.  Nell'anno  800,  sotto  la  censura  di  Claudio,  i  giornali  an- 
nunziarono che  fu  portala  a  Roma  la  Fenice  ed  esposta  nel  comizio  (io). 
Plinio  vi  lesse  che  agli  11  aprile  del' 748,  nel  duodecimo  consolato  di 
Augusto,  un  Crispino  Ilaro  di  onesta  famiglia  plebea  di  Fiesole  venne 
a  sacrificare  in  gran  pompa  nel  tempio  di  Giove  Capitolino,  accompa- 
gnato da  7  figli  e  2  figlie,  da  27  nipoti,  da  8  nipoti  femmine  e  da  27 
pronipoti  (11). 

Vi  lesse  anche  la  storia  del  cocchiere  della  fazione  rossa  messo  sul 
rogo  (12),  e  il  fatto  singolare  occorso  nella  condanna  capitale  di  Tizio 
Sabino:  come  egli  fu  condannato  a  morte  coi  servi,  il  cane  di  uno  di 
essi  lo  segui  alla  prigione,  aVe  gemonie,  e  fino  al  Tevere,  ove  fece  ogni 
sforzo  per  sostenere  sull'acqua  il  corpo  del  suo  padrone  (13). 


(i)  Dione  Cassio,  LVII,  23 

(2)  Id.  LVII,  21. 

(3)  Id    LXVII,  II. 

(4)  Habuit  praeterea  morem,  ut  omnia,  quae  turpiter,  quae  impure,  quae  crude- 
liter,  quae  gladiatorie,  quae  lenocine  faceret  Àctis  Urbis  indi  juberet,  ut  Marii  Maximi 
scripta  testantur.  Lampridio,  Commod.  15. 

(5)  V.  Lampridio.  Alex.  Sev.  6,  12,  56;  Capitolino,  Cord.  5;  M.ixirain.  16,  26,  ecc.; 
Pollione,  Claud    4,  18;  Vopisco,  Aurei.  13,  14;  Tacit,  4,  5;  Prob.  11   ecc. 

(6)  Tacito,  Annali  XV,  74. 

(7)  Id.   Annali  XII,  74. 

(8)  Svetonio,  Domit.  13;  Dione  Cassio,  LXVII,  13. 

(9)  Tacito,  Annali  XVI,  22. 

(io)  Allatus  est  et  in  urbem,  Claudi!  principis  censura,  anno  urbis  DCCC,  et  in 
comitio  propositus,  qvioà  ti  Actis  testatum  est;  sed  quem  fulsum  esse  nemo  dubitaret. 
Plinio,  Nat.  hist.  X,  2,  Vedi  anche  Solino,  XXXIII,  14. 

(11)  Plinio,  loc.  cit.  VII,  ir. 

(12)  Id.  VII,  54. 

(13)  Id.  Vili,  61. 


14  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICà   ITALIANA. 

Svetonio  che  molto  si  dilettava  della  storia  aneddotica,  svolse  molto 
i  diari  e  in  essi  trovò  il  di  natalizio  di  Tiberio  e  il  luogo  in  cui  nacque 
Caligola  (i),  e  li  cita  anche  a  proposito  delle  tre  nuove  lettere  intro- 
dotte da  Claudio  nell'alfabeto  latino,  e  poscia  morte  con  lui  (2).  Tacito, 
che  ricorda  (3)  come  nei  giornali  si  lodassero  gli  edifizi  e  nominata- 
mente l'anfiteatro  costruito  da  Nerone  nel  campo  Marzio,  trovò  in  essi 
documenti  sul  funerale  di  Germanico,  e  i  nomi  di  quelli  che  v'inter- 
vennero (4):  e  Giovenale  ne  attesta  che  vi  si  scrivevano  i  nomi  dei 
nati  (5),  e  vi  si  pubbhcavaao  le  nozze  (6).  Gli  atti  diurni  si  perpetua- 
rono sino  alla  fine  dell'impero,  e  nel  codice  Teodosiano  si  ha  quasi  il 
nome  di  giornalista  nelìz  parola,  diurnarius  (y);  ma  poco  sappiamo  della 
pubblicazione  e  della  forma  di  essi,  malgrado  le  ricerche  fatte  dal  Reus- . 
sen  nella  sua  accurata  ed  erudita  memoria.  La  cura  degli  atti  è  noto 
che  fu  affidata  ai  questori  e  poi  ai  prefetti  dell'erario  (8).  È  molto  pro- 
babile che  i  giornali  non  si  pubblicassero  prima  di  avere  avuto  l'appro- 
vazione del  principe;  ciò  voleva  il  dispotismo  imperiale.  Si  scrivevano 
in  carta,  e  vi  erano  in  Roma  persone  che  vivevano  di  questa  faccenda.  Si 
esponevano  non  si  sa  se  per  uno  o  due  giorni:  ognuno  poteva  leggerli 
e  copiarli,  e  in  tal  modo  i  presenti,  e  gli  assenti  delle  provincie  e  degli 
eserciti,  avevano  notizia  delle  cose  di  Roma.  Pare  che  poi  si  portassero 
nell'erario  e  nelle  biblioteche. 

Sulla  forma  esterna  e  sulla  dettatura  di  essi  non  havvi  memoria. 
Solo  Quintiliano  si  lamenta  che  anche  i  giornali  attestassero  della  cor- 
ruzione della  lingua  (9).  Ad  essi  attinsero  notizie  Tacito,  Svetonio,  Plinio 
ed  i  successivi  scrittori  delle  vicende  romane;  e  quantunque  abusati  e 
corrotti  dal  dispotismo,  per  ciò  che  spetta  ai  luoghi  dei  fatti,  alle  date, 
e  a  parecchie  particolarità  delle  cose  giornaliere  di  Roma,  si  tennero 
come  uno  dei  fonti  della  storia  imperiale. 

Atto  Vannucci 

(Archivio  Storico  Italiano,  t.  IX,  1859.) 

III. 

SALLUSTIO  GIORNALISTA 

Crispo  Sallustio,  allora  giovane  ancora,  faceva  quel  che  oggi  si  di- 
rebbe il  giornalista,  e  redigeva  con  l'aiuto  di  altri,  e  segnatamente  di 
Cesare,  il  Cotnmentarium  rerum  urbanaruw,  il  Moniteur  d'allora,  perchè 
Roma  fu  prima  ad  avere  una  gazzetta A   lui   LucuUo  prestava  tre- 


(i)  Svetonio,  Tib.  5;  Calig,  8. 

(2)  Id.  Claud.  41. 

(3)  Annali  XIII,  31. 

(4)  Id.  Ili,  3. 

(5)  Sat.  IX.  84. 

(6)  Id.  II,  156. 

(7)  Cod.  Theod.  VIII,  4,  8;  Le  Clerc  p.  249. 

(8)  Tacit    Ann.  XIII,  28. 

(9)  Instit.  Orat.  IX,  3,  18. 


I    GIORNALI   nell'antica   ROMA.  15 

cento  liberti  per  moltiplicare  le  copie  del  Commentario.  Ciascun  liberto 
gliene  dava  cinque  copie  al  giorno.  Uscendo  tutte  le  settimane,  nel  di 
sacro  a  Mercurio,  ne  circolavano   10,500  copie. 

A  una  dramma  per  copia  (ch'era  il  prezzo  fissato)  facevano  42,000 
dramme  al  mese,  salve  le  spese  che  non  variavano  2000  dramme.  Ciò 
che  significa  480,000  dramme  all'anno  (una  dramma  valeva  97  cente- 
simi di  nostra  moneta). 

E  cotal  rendita  valeva  quanto  l'esser  proconsolo  in  una  delle  ricche 
Provincie  dell'Asia,  senza  esser  ladri  come  Verre. 

Giuseppe  Rovani 
(dalla  Giovine-^^a  di  Giulio  Cesare) 

IV. 

UN  GIORNALE  DI  VENTI  SECOLI  FA 

Il  più  antico  dei  giornali  è  quello  che  usciva  in  Roma  due  secoli 
prima  di  Cristo,  intitolato  Acta  populi  romani  diurna. 

Ecco  un  numero  dell'anno  168  avanti  Cristo: 

«  Il  29  mnrzo:  il  Console  Livinio  ha  esercitato  oggi  le  funzioni 
governative.  —  Una  violenta  tempesta  è  scoppiata  nella  giornata  di  oggi; 
la  folgore  è  caduta  sopra  una  quercia  poco  dopo  mezzodì,  nella  prossi- 
mità del  colle  Veli  e  l'ha  spezzata  in  più  parti.  —  Vi  fu  una  rissa  in 
un  albergo  della  città  che  ha  per  insegna  l'orso,  presso  il  colle  Jano. 
L'albergatore  fu  gravemente  ferito.  —  L'Edile  Titinio  ha  condannato  i 
beccai  che  spacciano  la  carne  per  aver  venduto  la  loro  merce  senza  averla 
prima  sottoposta  all'ispezione  delle  autorità.  Le  ammende  hanno  servito 
a  costrurre  una  cappella.  —  Il  cambiavalute  Ausidio,  la  cui  bottega  ha 
per  insegna  lo  Scudo  del  Cimbro,  è  fuggito  portando  seco  una  somma 
considerevole.  Venne  inseguito  ed  arrestato.  Egli  aveva  ancora  con  sé 
tutto  il  denaro  rubato.  Il  pretore  Fonteio  l'ha  condannato  a  restituire 
immediatamente  tutto  il  denaro  a  coloro  che  l'avevano  depositato  in  sue 
mani.  —  II  capo  dei  briganti  Denniphon,  arrestato  dal  legato  Neava,  è 
stato  crocifisso  oggi  nel  porto  di  Ostia.  » 

V. 

Fra  le  opere  dell'antichità  romana  che  non  sono  giunte  fino  a  noi, 
vanno  le  Decadi  di  Tito  Livio,  alcuni  libri  delle  Storie  di  Tacito  e  le 
Storie  di  Sallustio. 

Ebbene,  il  Moniteur  Universe!  annunziò  nel  1886,  che  un  giovane 
erudito  tedesco,  il  dottor  Hauler,  ha  scoperto,  in  un  manoscritto  della 
biblioteca  di  Orleans,  cinque  fogli  che  già  facevano  parte  di  un  palim- 
sesto  sul  quale  erano  state  originariamente  copiate  le  Storie  di  Caio  Cri- 
spo  Sallustio.  A  forza  di  pazienza,  il  dottore  Hauler  è  riuscito  a  poter 
leggere  quei  frammei.'ti  delle  Storie,  che  si  riferiscono  ad  una  discussione 
che  ebbe  luogo  in  senato  in  seguito  ad  un  bollettino  di  vittoria  spedito 
da  Pompeo,  ed  alle  campagne  intraprese  contro  Sertorio  e  contro  i  pirati. 


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L'INVENZIONE  DELLA  STAMPA 


Da  molti  anni  si  contestava  a  Grutemberg  1'  invenzione  della 
stampa.  I  suoi  titoli,  infatti,  erano  difficili  a  stabilirsi,  benché  coloro 
che  volevano  contrastargli  la  gloria  non  avessero  argomenti  molto 
validi  a  opporgli.  Il  più  antico  documento  che  Ambroise  Firmin- 
Didot  avesse  trovato  in  favore  di  Gutemberg,  rimontava  al  1499. 

Il  signor  Sieber,  di  Basilea,  nel  1887  ne  ha  ^pubblicato  un 
altro  di  data  anteriore  al  primo,  cioè  del  1472.  È  una  lettera 
latina  di  Guglielmo  Fichet  a  Robert  Gaguin,  che  menziona  espres- 
samente Gutemberg  come  1'  inventore  dell'arte  tipografica  (qui  'pri- 
mus  omnium  impressoriam  artem  excogitavit). 

Questa  lettera  si  trova  stampata  in  testa  del  solo  esemplare 
conservato  alla  biblioteca  di  Basilea  del  trattato  De  Ortographia 
di  Gasparino  da  Bergamo,  opera  stampata  coi  torchi  della  Sorbona 
nel  1472.  Guglielmo  Fichet,  che  aveva  fondato  la  prima  tipografìa 
di  Parigi,  doveva  sapere  a  chi  attenersi  poiché  egli  aveva  impie- 
gati tre  operai  istruiti  da  Gutemberg  a  Magonza  e  che  egli  no- 
mina in  questa  stessa  lettera  :  Ulrich  Gering,  Michel  Friburger  e 
Martin  Crantz  «  di  già  più  abili,  dice  egli,  dello  stesso  maestro  ». 

Nel  1884  fu  scoperta  la  prima  macchina  tipografica  di  Gutem- 
berg. Questa  macchina  datata  dal  1441,  fu  ritrovata  in  un'antica 
casa  di  Magonza  dove  Gutemberg  aveva  stabilita  la  sua  tipografia 
e  che  era  nota  col  nome  di  Corte  del  Giovane. 

La  macchina  porta  il  monogramma  /.  G.  e  il  millesimo  MCDXLI. 
Essa  è  stata  accuratamente  riparata  con  l'aiuto  di  antichi  disegni 
di  macchine  tipografiche  del  xv  secolo,  che  esistono  ancora. 

X 

Ecco  ora  l'ordine  cronologico  seguito  dall'arte  della  stampa, 
nel  diffondersi  in  Italia  : 
1467  —  S' introduce  a  Roma  la  prima  tipografia. 

1469  —  La   terza   città   d'Italia   ch'ebbe   tipografia  fu  Venezia,  la 

quale  in  quest'anno  ne  apriva  una. 

1470  —  Si  fonda  la  prima  tipografia  in  Verona. 
1470  —  Borgo  S.  Sepolcro  in  Toscana. 

1471 — Pavia,  Napoli,  Treviso,  Ferrara,  Firenze. — A  Bologna, 
anche  in  quest'anno,  Baldassarre  Azoguidi  impianta  la 
prima  tipografìa. 

1472  —  Padova,  Mondovì.  Giovanni  Fabri  impianta  per  primo  tor- 
chi di  stampa  a  Saluzzo.  Pietro  Adamo  De  Micheli  è  il 
primo  che  stabilisce  l'arte  tipografìca  a  Mantova. 

1473 — Brescia;  a  Messina,  per  opera  di  Rigo  Elding,  alemanno. 

1474  —  Torino,  Savona,  Como,  Genova,  Modena,  Vicenza.  Per  opera 
di  due  frati  s' introduce  la  prima  tipografìa  a  Ripoli  (To- 
scana) ;  in  essa  lavorò  come  compositrice  una  monaca. 

N,  Bernardini — Guida  delta  Stampa  periodica  italiana  —  2, 


18  GUIDA   DELLA   STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

1475  —  Città  di  Sant'Orso,  Piacenza,  Caselle  (Comune),  Jesi,  Reg- 

gio-Calabria. 

1476  —  Cagliari,  Udine,  Trento,  Pagliano. 

1477  —  Perugia,  Bergamo. 

1478  —  Pieve   di   Sacco,  Tusculano,  Colle;    Andrea   di   "Wormazia 

installa  la  prima  tipografìa  a  Palermo. 

1479  —  Pinerolo,  No\à,  Saluzzo. 

1480  — Cividale. 
1482  — Pisa,  Aquila. 
1484 — Siena,  Rimini. 

1485  —  Chivasso. 

1486  —  Casalmaggiore. 

1488  —  Viterbo,  Gaeta. 

1489  —  Capua. 

1490  —  Lecce,  Portese,  Sora. 

1491  —  Nozzano,  Lucca. 

1492  —  Cremona,  Nizza. 
149.3  — Alba. 

1495  —  Forlì,  Virola-Algbise. 

1622  — Catania. 

1636  —  Monteleone  (Calabria).  La  fama  di  questa  città  supera  tutte 
le  altre  città  calabresi,  dopo  Cosenza. 

1645  (18  gennaio) — La  Camera  del  Piemonte,  ordinava  in  questo 
giorno  al  Sinibaldo  «  di  stampare,  in  Torino,  ogni  setti- 
mana, ragguagli  o  siano  avvisi  generali  delle  occorrenze 
del  mondo,  scritte  da  Pietro  Antonio  Soccino  ». 

1651 — Pier  Griacinto  Massa,  introduce  la  stampa  ad  Imola. 

X 

Parrà  strano  cbe  in  Italia,  ove  l'arte  tipografica  era  già  tanto 
in  onore,  non  venisse  subito  adoperata  per  la  stampa  delle  prime 
gazzette.  Gli  è  cbe  gli  scrittori  di  esse  si  sapevano  più  liberi  dalla 
censura,  ed  anche  perchè  i  loro  praticanti  erano  ghiotti  di  notizie 
recondite,  le  quali  a^Tebbero  avuto  assai  minor  pregio  se  fossero 
state  facilmente  accessibili  al  pubblico. 

Vedremo  più  innanzi  la  storia  e  le  vicende  dei  primi  giornali 
stamjìati. 

N.  Bernardini. 


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Il  dornalismo  nel  1500  e  1600 


È  noto  che  molto  tempo  innanzi  alle  gazzette,  le  notizie  correvano 
scritte  a  mano  e  si  chiamavano  avvisi  o  spacci. 

Conviene  credere  che  i  giornalisti  d'allora  somigliassero  molto  a 
certi  giornalisti  d'adesso,  se  monsignor  Mariano  Pierbenedetti,  vescovo 
di  Martorano  e  governatore  di  Roma,  pubblicò  li  ii  ottobre  1586  un 
Bando  degno  d'essere  ricordato. 

Dice  monsignore  essersi  osservato  per  lunga  esperienza  che  nello 
scrivere  da  tutte  le  parti  del  mondo  lettere  d'avvisi  «  non  si  è  mai  visto 
scrivere  cose  particolari  con  infamia  et  disohnore  di  nessuna  sorte  di 
persone,  et  massimamente  de  Principi  et  persone  graduate  »  come  si  fa 
in  Roma  «  capo  della  Religione  et  ricetto  d'huomini  virtuosi.  » 

Naturalmente,  non  erano  questi  uomini  virtuosi  gli  autori  di  simili 
enormità;  ma  «  alcuni  di  tanto  mala  natura,  scelerati,  calunniosi  et  de- 
trattori che  senza  timor  di  Dio  et  della  giustizia  sono  partiti  dalle  patrie 
loro  così  male  avvezzi,  che  hanno  pigliato  l'occasione,  per  essercitare  le 
loro  lingue  pestifere,  de  scriver  lettere  d'avvisi  da  diverse  parti,  empiendo 
le  carte  de  bugie  et  calunnie,  infamando  et  detrahendo,  all'honore  et  repu- 
tatione  del  prossimo,  non  considerando  come  Christiani,  di  quanto  ca- 
stigo siane  degni  quelli  che  cercano  dr  togliere  la  fama  et  l'honore  altrui.  » 

Per  la  qual  cosa  ordina  che  nessuno  scriva  più  simili  lettere  in 
qualsivoglia  idioma,  né  con  cifra  o  figure. 

Sanzione  penale:  La  vita,  confisca  dei  beni  ed  infamia  perpetua. 

Chiunque  poi  riceverà  una  di  quelle  lettere  deve  rivelarla  subito  ai 
governatori  o  superiori;  altrimenti  sarà  trattato  come  i  trasgressori  del 
bando. 

Il  quale  termina: 

«  Advertendo  che  si  procederà  per  inquisitione,  denunzie  secrete 
et  ogni  altro  miglior  modo  per  scoprir  questi  scelerati;  se  intercette- 
ranno le  lettere  et  s'userà  ogni  sorte  de  remedio,  perchè  s'habbino  da 
levar  simili  abusi,  etc.   » 

Il  bando  del  Pierbenedetti  venne  inserito  nei  Bandi  generali  che 
furono  il  codice  penale  in  molta  parte  d'Italia  fino  a  tutto  il  secolo 
passato,  ove  le  lettere  d'avviso  furono  confuse  coi  libelli  o  pasquinate, 
e  gli  autori  punibili,  anche  se  esponessero  la  verità,  nella  vita,  confisca- 
zione  di  beni  e  perpetua  infamia  «  secondo  le  qualità  delle  persone,  o 
almeno  della  Galera  ad  arbitrio  di  S.  E.  » 

Bel  fare  il  giornalista  a  quei  lumi  di  luna! 

X 

P.  L.  Bruzzone  scrive  sullo  stesso  argomento: 

Nel  1651  si  fece  una  perquisizione  a  molti  copisti  di  Roma,  e  pa- 
recchi furono  arrestati,  tra  cui  Luca  Scabioli. 

In  sua  casa,  il  22  aprile,  fu  trovato  un  avviso,  e  in  questo  era 
notato  quanto  segue: 


20  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

«  Un  tal  signore  Ugo  MafFei  marito  della  Catalana,  stato  cavalle- 
rizzo del  già  cardinale  di  Valenza,  sendo  a  questi  giorni  stato  accusato 
dal  governatore  di  Roma  che  d'ordine  dei  Padroni  se  n'andasse  fuori  di 
Roma,  dicevasi  per  la  Corte  che  questo  facesse  l'amore  colla  duchessa 
di  Ceri,  et  egli  non  obbedendo  e  seguitando  l'impresa,  il  governatore 
fu  necessitato  mandare  li  sbirri  alla  sua  casa  per  farlo  prigione,  ma  non 
sendo  stato  trovato,  d'ordine  di  detto  governatore  fu  carcerato  un  suo 
figliastro.  » 

La  duchessa  di  Ceri,  sopra  citata,  era  donna  molto  galante;  anzi 
la  cronaca  del  tempo  dice,  con  fondamento,  che  avvelenò  il  marito  colla 
complicità  della  famigerata  Giulia  palermitana  che  fabbricava  Vacqua 
tofana. 

Presso  lo  Scabioli  non  fu  trovato  solo  l'avviso  di  cui  sopra,  ma  pa- 
recchi altri  colla  data  di  Anversa,  Colonia,  Venezia  che  erano  allora  i 
centri  dei  principali  ga:(ieltanti  o  spacciatori  di  notizie.  Lo  Scabioli  era 
un  vero  giornalista  che  aveva  estesa  corrispondenza.  Egli  se  la  cavò 
con  poco;  ma  non  sempre  andava  cosi;  anzi  nel  secolo  xviii  non  meno 
di  tre  giornalisti  furono  tradotti  al  patibolo,  rei  soltanto  di  pasquinate 
o  di  scritti  polemici  o  satirici.  I  tre  giornalisti  giustiziati  furono  Tri- 
velli, Rivarola,  Scatolari. 

Nella  perquisizione  fatta  allo  Scabioli  gli  avvisi  furono  dai  birri 
trovati  sotto  il  materasso  del  letto.  Egli  abitava  in  borgo  Sant'Angelo, 
ed  era  allora  in  trono  Papa  Pamphili.  In  uno  di  questi  avvisi  si  parlava 
anche  della  principessa  di  Rossano,  nipote  del  Papa, 

X 

Circa  venti  anni  prima  erano  avvenute  perquisizioni  per  lo  scopo 
medesimo,  e  specialmente  per  trovare  scritti  di  astrologia  attribuiti  al 
padre  Orazio  Morandi,  abbate  di  Santa  Prassede,  il  quale  fu  arrestato. 
Egli  era  uomo  dottissimo  e  godeva  l'amicizia  di  tutti  i  dotti  del  suo 
tempo,  compresa  quella  di  Galileo  del  quale  talvolta  fu  commensale. 
Per  lui  l'astrologia  era  una  cosa  seria,  ed  egli  aveva  la  fisima  di  volerla 
ridurre  a  scienza. 

Con  lui  vennero  imprigionati  tutti  i  frati  di  Santa  Prassede!  Nel 
processo  fu  sentito  come  teste  Cesare  Tubiolo  Ventone  da  Pesaro,  il 
quale  così  parlò: 

«  Io  fo  il  copista  e  anche  il  computista  nella  bottega  del  signor  Al- 
legrucci  et  anco  altrove.  Prima  fosse  fatta  la  perquisizione  alli  copisti, 
ci  erano  molte  scritture  malediche  che  andavano  attorno.  Io  vidi  certi 
discorsi  de  Cardinali  papabili  et  un  pronostico  nella  bottega  di  Giuseppe 

Argemento un  giovane  che  si  sa  piemontese  mi  fece  vedere  altra  — 

scrittura  intitolata  Li  pensieri  notturnali  de  Parnaso.  Mi  furono  mostrate 
pure  delle  profezie  di  papi  e  mi  ricordo  che  parlavasi  di  api  e  credo 
riguardasse  il  papa  che  nell'arme  sua  sta  l'ape.  Si  profetizzava:  Conver- 
tentur  in  apies  et  non  mellificahunt  nisi  in  cadavera  christianonon  ;  auge- 
bunt  bella  sub  ejiis  aculeo;  pugnabunt  reges  fortes,  sonabunt  arma,  clamabunt 
tubce,  strepitabtint  juxfn  asinorum....  » 

Lo  stemma    colle   api  era  quello  dei  Barberini,  ossia  del  papa  re- 


LE   PRIME   GAZZETTE   IN  ITALIA.  21 

gnante  Urbano  Vili.  Il  che  vuol  dire  che,  mentre  gli  uni  trattavano 
d'astrologia,  gli  altri  volevano  colpire  il  pontefice;  senza  rilevare  che 
anche  l'astrologia  colpiva  il  pontefice,  perchè  le  profezie  astrologiche 
tendevano  a  dire  che  Urbano  Vili  sarebbe  morto  presto,  onde  facile 
era  la  via  ai  nuovi  papabili. 

Lugubre  fine  ebbe  questo  processo  dell'epoca  Barberina. 

L'abate  di  Santa  Prassede,  dopo  pochi  giorni  di  carcere,  mori  air  im- 
provviso in  Tordinona.  La  voce  pubblica  vide  il  veneficio,  e  tale  voce 
era  tutt'altro  che  fantastica. 

X 

Ecco  un  documento  che  può  attestare  quale  era  la  paga  de'  copisti  : 

«  Noi  infrascritti  facciamo  piena  et  indubitata  fede  qualmente  un  giovine  scrittore 
il  meno  prezzo  che  possa  guadagnare  e  si  debba  dare  per  giusta  mercede  è  di  uno 
scudo  il  giorno. 

«  Et  in  fede  della  presente  con  verità  la  sottoscrivemo  questo  di  2j  settembre  1661 

«  Io  Giov.  Battista  Avitosi  affermo  quanto  di  sopra  mano  propria. 

«  Io  Girolamo  Berretta  affermo  quanto  di  sopra  mano  propria. 

(Archivio  Governatore  di  Roma  —  Processi.) 

Per  altre  notizie  sui  menanti,  avvisatori  o  ga:{:(ettanti  può  leggersi 
un  interessante  studio  intitolato  Jotirnalistes,  astronoines  et  m^romants  a 
Rome,  dans  le  xvif  siede,  pubblicato  nv^lla  Revue  Britannique,  V.  VI,  1878 
e  che  per  amore  di  brevità  tralasciò. 


LE  PRIME  GAZZETTE  IN  ITALIA 


Fra  le  cose  onde  il  secolo  nostro  sarà  singolare  nella  storia, 
e,  almeno  in  apparenza,  tanto  dissimile  da'  precedenti,  è  a  con- 
tarsi principalissima  la  potenza  che,  specialmente  per  mezzo  dei 
giornali,  esercita  sulla  società  umana  l'arte  della  stampa.  La  facilità 
meccanica  di  imbrattare  di  inchiostro  ogni  giorno  innumerevoli  fogli 
di  carta,  lia  prodotto  un  cambiamento  così  profondo  nel  fatto  del 
leggere  e  dello  scrivere,  ohe  di  necessità  ne  sono  venute  conse- 
guenze gravissime  nel  pensare  e  nell' operare  degli  uomini.  Lo  in- 
gigantirsi continuo  del  giornalismo,  il  suo  moltiplicarsi  in  ogni 
angolo  della  terra;  più  l'essere  i  giornali  non  semplici  espositori 
de'  fatti,  ma  giudici  di  quelli,  anzi  tramutati  in  cattedre  e  tri- 
bune che  sentenziano  sulle  ragioni  della  politica,  su'  diritti  dei 
popoli,  e  sopra  ogni  altra  umana  cosa,  ha  in  se  tanto  di  grandioso 
e  di  prepotente,  che  il  secolo  nostro,  innamorato  di  se  medesimo, 
se  ne  gloria  quasi  di  miracolo  e  di  vittoria  sui  tempi  che  furono. 
L'opera  individuale  de'  pensatori  è  fatta  impotente  sui  popoli,  a 
fronte  del  lavoro  collettivo  e  molteplice  de'  giornali.  Il  credito 
che  prima  ottenevano  i  libri,  de'  quali  si  chiamavano  autori  degli 


22  GUIDA    DELLA.   STAMPA.    PERIODICA   ITALIANA. 

uomini  conosciuti,  e  clie  si  argomentava  averci  speso,  scrivendoli, 
tutto  ciò  che  poteva  la  loro  mente,  si  concede  oggi  a  de'  fogli 
composti  all'improvviso,  da  gente  di  cui  quasi  sempre  sono  ignoti 
il  nome,  la  vita  e  gl'intendimenti,  ma  clie  ne  impongono  col  par- 
lare a  nome  di  molti  o  di  tutti.  Frattanto  la  presente  generazione, 
preso  l'abito  della  lettura  de'  giornali,  rapida,  negligente  ed  oziosa, 
si  è  quasi  divezzata  dallo  studio  ordinato  ed  assiduo,  e  dalla  ri- 
flessione fatta  sul  libro  al  lume  della  lucerna.  I  libri  meditati,  e 
scritti  con  artifìcio  diuturno,  non  sono  più  de'  tempi  nostri  :  e  quando 
anche  non  fosse  venuta  meno  l'arte  del  comporli,  troverebbero  inetto 
a  studiarli  il  più  gran  numero  de'  leggitori,  oramai  usati  a  più 
facile  disciplina.  La  società,  stanca  dibattere  le  orme  antiche,  anche 
per  questa  parte  entrò  risolutamente  in  una  via  inesplorata,  fidan- 
dosi alla  scorta  di  nuovi  maestri.  Quale  sarà,  al  chiudere  dei  conti, 
l'effetto  di  questo  nuovo  indirizzo  sulla  civiltà  vera  del  mondo,  sa- 
rebbe presunzione  e  vanità  il  volerlo  prognosticare.  In  ogni  modo, 
lasciando  ai  filosofi  lo  speculare  dubbiosi  sopra  le  ultime  conseguenze 
del  giornalismo,  è  naturale  che  si  vada  da  ogni  parte  preparando 
la  storia  di  una  istituzione,  della  quale  veggiamo  cosi  grandi  i 
progressi.  Già  la  Francia,  il  Belgio,  la  Germania,  l' Inghilterra  e 
forse  altre  nazioni  (1),  possono  vantarsi  di  lavori  su  questo  soggetto  ; 
alcuni  de'  quali  larghissimamente  condotti,  come  quello  dell'Hatin 
per  la  Francia.  Nissun  moderno  italiano,  per  quanto  ci  è  noto, 
prese  fin  qui  a  ricercare  questa  parte  d'istoria  ;  dove  prima  invece 
eravamo  soliti  dare  agli  altri  l'esempio  di  ogni  qualità  di  erudi- 
zione. Talché  a  poche  e  sommarie  notizie  di  enciclopedia  e  di  simili 
compilazioni  si  riduce  tutto  quello  che  sappiamo  sulle  origini  delle 
gazzette  fra  noi. 

Coloro  che  vissero  ne'  due  secoli  passati  erano  troppo  lontani 
dal  prevedere  la  futura  importanza  delle  gazzette,  perchè  potesse 
venir  loro  in  mente  di  tramandarci  notizie  sulle  medesime.  Perciò 
gli  scrittori,  non  pochi  né  indegni,  di  istituzioni  politiche  che  si 
ebbero  in  Italia  in  que'  tempi,  e  coloro  che  trattarono  delle  diverse 
discipline  civili,  ne  tacquero.  Gli  autori  senza  numero  delle  storie  po- 
litiche, sì  generali  come  particolari,  delle  diverse  città  o  Provin- 
cie, quasi  mai  non  si  valsero  di  quelle,  riputandole  documenti 
impuri  e  fallaci.  Coloro  che  trattarono  delle  vicende  delle  nostre 
lettere,  non  credettero  neppur  degni  di  menzione  i  menanti  e  le 
loro  scritture.  Infine,  anche  i  bibliografi,  che  pur  tanto  si  affan- 
narono intorno  a  cose  di  minimo  valore,  colla  scusa  della  curio- 
sità, non  si  degnarono  di  descrivere  le  gazzette,  nemmeno  quelle 
che  si  pubblicarono  in  antico  col  mezzo  della  stampa.  E  pure  l'I- 
talia può  vantare,  ove  in  ciò  stesse  fondata  ragione  di  merito,  di 
avere,  forse  prima  delle  altre  nazioni  civili,  accolto  l'uso  di  dif- 


(i)  Hatin,  Vaudin,  Deschiens  scrissero  la  storia  della  stampa  periodica  in  Francia; 
Warzée,  quella  del  Belgio;  Prutz,  quella  della  Germania;  Andrews,  quella  dell'Inghil- 
HvTAf  ecc.  ecc« 


tÈ    t^RIME   GAZZETTE   IN   ITALIA.  23 

fondere  le  notizie  del  giorno  mediante  l'arte  dei  gazzettieri.  Così, 
per  quanto  l'uso  delle  gazzette  s'introducesse  inosservato  e  quasi 
furtivo  nella  società  italiana,  e  a  poco  a  poco  si  propagasse  nelle 
classi  più  numerose,  questo  non  rimase  di  certo  senza  effetto  sulla 
vita  della  nazione,  e  dovette  lentamente  educare  il  popolo  a  nuove 
idee,  e  preparare  il  terreno  alla  libertà. 

Anche  un  cenno  fuggitivo  sulla  storia  delle  prime  gazzette 
italiane  può  pertanto  riuscire  op^Jortuno,  e  forse  non  ingrato  ai  let- 
tori. Dovendo  però  il  più  possibile  esser  brevi,  avvertiremo  che 
intendiamo  di  stringere  il  discorso  ai  fogli  portanti  le  nuove  del 
giorno,  a  quelli  insomma  che  ne'  secoli  passati  tenevano  il  luogo 
delle  odierne  gazzette  politiche.  Per  conseguenza  non  ha  qui  luogo 
il  parlare  de'  giornali  di  lettere  e  di  scienze,  già  visti  in  sogno 
dalla  immaginazione  fatidica  del  cavalier  Marino  avanti  che  fos- 
sero (1),  e  che  potrebbero  riuscire  soggetto  di  notevole  storia; 
giacche  l'Italia  n'ebbe  molti  e  nobilissimi,  e  pur  tuttavia  manca 
fin  un.  catalogo  che  li  ricordi.  Cosi  non  entrano  nel  concetto  no- 
stro gli  antichi  diarii,  le  storie  annuali,  le  raccolte,  anche  perio- 
diche, ma  fatte  in.  forma  di  libro,  dei  documenti  storici;  e  nep- 
pure quelle  relazioni,  ora  in  prosa  ora  in  rima,  che  via  via  si 
spargevano  in  Italia  ad  ogni  avvenimento  importante  o  meravi- 
glioso, e  di  cui  i  più  antichi  saggi  stampati,  rimontano  ai  primis- 
simi tempi  della  tipografìa. 

A  tutti  coloro,  che  hanno  qualche  pratica  degli  archivi,  è  oc- 
corso frequente  lo  imbattersi  in  alcune  lettere,  fino  del  trecento, 
che  portano  scritta  o  nel  foglio  stesso  o  in  qualche  carta  aggiunta, 
una  serie  di  notizie  correnti  di  diversi  paesi,  di  quelle,  cioè,  che 
oggi  si  direbbero  politiche.  Anzi  in  antico  si  sentivano  le  relazioni 
che  corrono  tra  i  fatti  pubblici  e  le  vicende  del  commercio  ;  e  perciò 
questa  diligenza  d' informazioni  usavano  spesso  verso  i  loro  corri- 
spondenti, gì'  Italiani  che  si  trattenevano  fuori  delle  loro  città,  per 
ragione  di  traffico.  Gli  oratori  de' vari  principi  d' Italia  erano' sol- 
leciti di  fornire  a  chi  gli  avea  spediti  tutte  le  notizie  che  facessero 
capo  nelle  città  dove  fossero  di  permanenza  o  di  passaggio  ;  ed  anche 
i  cittadini  abitanti  fuori  del  paese  proprio,  benché  senza  pubblica 
commissione,  si  facevano  spesso  un  merito  di  mandare  simili  rag- 
guagli ai  loro  governi.  Questa  voglia,  anzi  meglio,  questa  neces- 
sità di  informazioni,  non  restò  nei  soli  principi  e  nei  governi  delle 
repubbliche  ;  ma  si  estese  ai  signorotti,  ai  prelati,  ai  cortigiani,  ed 
anche  ai  cittadini  curiosi  e  politicanti.  Talché,  chiedendosi  da  ogni 
parte  notizie,  ne  venne  naturalmente  che  altri  si  offerisse  di  scri- 
verle a  prezzo  :  ed  allora  fu  di  fatto  istaurato  il  mestiere  dello  spedire 
i  fogli  di  nuove,  ad  ogni  corso  di  posta,  eguali  a  più  persone  e 
mediante  mercede   fissa  ;   la  quale,    si   per   essere   scritti  a  mano , 


(i)  Il  cavalier  Marino,  iu  una  lettera  scritta  nel  1612,  racconta  di  aver  visto  in 
sogno  il  lago  dell'oblio,  dove  affogavano  molti  volumi,  dei  quali  egli  poteva  leggere 
soltanto  i  titoli,  in  grazia  di  certi  fogli  accesi  sui  quali  era  scritto  Giornale  letterario. 
Vedi  Vallauri,  Il  cavalier  Marino  in  Piemonte,  Firenze,  1865,  pag,  188. 


24  CUTIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 

e  messi  assieme  con  fatica  e  non  senza  pericolo,  fu  di  prezzo  non 
piccolo.  A  quest'arte,  cui  occorreva  una  particolare  attitudine,  e 
svariata  e  molteplice  conoscenza  di  persone  e  di  cose,  si  dettero 
uomini  intraprendenti,  mezzo  letterati  e  politici,  la  maggior  parte 
de'  quali  aveva  appresa  l'arte  di  scrivere  e  la  pratica  d'  investigare 
i  fatti  pubblici  e  privati,  nelle  innumerevoli  segreterie  de'  signori 
e  de'  prelati.  I  maestri  delle  poste  ed  i  corrieri  dettero  mano  a 
questa  nuova  istituzione,  che  riusciva  loro  di  utile  singolarissimo. 
I  fogli  di  nuove,  si  chiamarono  generalmente  avvisi,  e  più  parti- 
colarmente gazzette,  con  nome  di  origine  incerta  (1).  Gli  scrittori 
e  propagatori  di  quelli  furono  confusamente  chiamati  gazzettanti  (2), 
avvisatori,  foglicttanti,  novellisti,  e  menaìiti;  voce,  anche  quest'ul- 
tima,  di  provenienza  ignota  (3). 

Come  avviene  di  tutte  le  usanze  che  lentamente  si  introducono 
fra  gli  uomini,  mancano  memorie  sicure  del  tempo  e  del  luogo  in  cui 
il  "commercio  delle  gazzette  avesse  principio  fra  noi.  È  tradizione, 
riferita  ne'  libri  di  erudizione  comune,  che  queste  cominciassero,  in 
Venezia  circa  l'anno  1563;  e  si  aggiunge  che  sorsero  dalla  necessità 
di  aver  notizie,  il  più  possibile  frequenti,  sui  moti  de'  Turchi,  fatti 
allora  più  che  mai  minacciosi  sotto  Solimano.  L'  invenzione  era  di 
certo  assai  recente,  allorquando  nel  1572,  Pio  V  e  Gregorio  XIII  papi, 
la  chiamavano  nelle  loro  bolle,  arte  ritrovata  da  poco,  arte  7iuova. 
Ma  senza  dubbio  de'  fogli  di  avviso,  scritti  a  prezzo,  si  divulgarono 
alcuni  anni  avanti  il  15(33.  L'abate  Secondo  Lancillotti,  tutto  infer- 
vorato nell'esaltare  le  cose  nuove,  stima  che  fosse  opera  di  bellis- 
simo ingegno  «  la  trovata  di  inviare  gli  avvisi  de'  successi,  massime 
de'  prencipi  di  tutto  il  mondo,  in  ogni  parte  ».  Ricordata  quindi 
«  la  conserva  »  che  di  tali  scritture  si  trovava  nella  libreria  del  Duca 
d' Urbino  «  da  settanta  anni  in  addietro  » ,  conchiude  che  questi  co- 
minciassero ad  essere  in  uso  da  che  quei  principi  presero  a  farne  la 


(i)  Il  Ferrari  ed  il  Menagio  affermarono  che  i  fogli  di  nuove  si  chiamassero  ffl:^- 
:{ette,  perchè  in  principio  si  vendessero,  o,  come  altri  aggiungono,  si  dessero  a  leggere, 
pagando  una  ganettaj  moneta  veneziana  assai  simile  alla  crazia  toscana.  Il  Menagio 
poi  osserva  ingenuamente  che  resterebbe  a  sapersi  perchè  la  moneta  in  discorso 
avesse  quel  nome.  Tutti  i  dizionari,  e  le  enciclopedie  hanno  accolto  a  occhi  chiusi 
questa  etimologia,  che  ha  in  sé  qualche  cosa  di  cosi  specioso,  che  non  finisce  di 
persuadere.  La  parola  leittufigen  che  si  introdusse  in  Germania,  e  specialmente  in  Augu- 
sta, per  indicare  i  fogli  di  nuove  scritti  a  mano,  quasi  contemporanei  ai  primi  avvisi 
italiani,  potrebbe  richiamare  gli  eruditi  a  nuove  ricerche;  e  forse  potrebbe  ritrovarsi 
nella  gaietta  italiana  la  corruzione  di  leitung,  o  di  \eiU  L'Hatin,  Histoire  de  la  presse 
en  Prance,  I,  72,  dice  aver  veduta  messa  in  istampa  per  la  prima  volta  la  parola  ga- 
iette nel  titolo  di  un  opuscolo  del  1604.  Molto  più  anticamente  si  troverebbe  stampata 
quella  parola,  se  il  Senebier  avesse  riferito  senza  sbaglio  di  data,  un  altro  opuscolo 
politico  in  dialetto  savoiardo.  La  Gaietta  de  la  guerra  lay  \ay  susay  ^ay  la  velia  et  \ay 
la  Comba,  1568,  in  8.°  Hist.  Litt.  de  Genève,  I,  jS. 

(2)  Gai^etlanie,  e  non  ganettierej  dicevano  gli  antichi. 

(3)  Il  Menagio  volendo  trovare  l'origine  della  parola  menante,  la  dice  venuta  dal 
Minare  le  mani  che  facevano  i  gazzettieri  scrivendo  frettolosamente.  Prima  di  lui  il 
Vossio  aveva  argomentato  che  si  dicessero  menantes,  quasi  minanles,  dal  minare  che 
facevano  essi  la  fama  altrui.  Q;:es:e  etimologie  non  son  tali  da  contentare  alcuno,  e 
fori*  sarebbe  a  ricercarsi  anche  l'origine  della  parola  minante  in  altre  lingue, 


.    LE   PRIME   GAZZETTE   IN   ITALIA.  25 

raccolta  (1).  Scrivendo  il  Lancillotti  nel  1623,  ne  viene  che  egli  in- 
tendesse l'arte  de'  gazzettieri  esser  cominciata  poco  dopo  il  1550. 
Sono  infatti  del  1554  i  fogli  più  antichi  di  nuove,  che  si  incontrano 
negli  archivi  e  che  hanno  l'aspetto,  non  d'informazioni  diplomatiche 
o  private,  ma  di  avvisi  di  menanti.  Ed  appunto  circa  a  quell'anno 
si  trovano  nei  documenti  pubblici  e  privati  i  primi  accenni  a  questa 
foggia  di  ragguagli.  Come  è  certo  che  alcune  delle  x^rime  gazzette 
furono  scritte  da  Venezia,  altre  pure  se  ne  hanno  di  egual  tempo 
venute  da  Roma.  Anzi  troviamo  che  la  fabbricazione  degli  avvisi 
romani  si  allargasse  più  rapidamente,  e  trovassero  credito  e  spaccio 
sopra  gli  altri  in  Italia.  I  fogli  veneziani,  fino  da  principio,  si  mo- 
strarono temperati  e  severi  ;  quelli  romani  invece  apparvero ,  dal 
nascere,  inclinati  a  libertà  ed  alla  critica,  e  talvolta  pigliavano 
l'aspetto  di  libelli.  Il  che  ha  la  sua  ragione  nell'essere  scritti  in 
mezzo  ad  una  città  appassionata  e  violenta,  e  divisa  da  fazioni, 
quanto  fu  Roma  sotto  i  pontificati  dell'ultima  metà  del  cinquecento. 
Alla  repubblica  veneziana,  cauta  e  uniforme  nella  sua  politica,  pare 
che  riuscisse  fino  da  principio  il  regolare  e  disciplinare  gli  scrittori 
de'  fogli.  Invece  i  gazzettanti  di  Roma  avvezzi  alle  pasquinate, 
nelle  frequenti  mutazioni  di  papi  e  di  governi,  e  nello  scompiglio 
delle  sedi  vacanti,  poterono  spessissimo  essere  più  che  liberi  ;  ma 
libertà  vera  e  duratura  non  ebbero  mai,  che  il  governo  gli  fu 
addosso  di  quando  in  quando  con  repressioni  crudeli. 

Alcuni  indizi  farebbero  sospettare  che  quei  libelli,  per  cui  Nic- 
colò Franco  trovò  la  morte,  fossero  scritti  a  modo  di  avvisi  ;  poiché 
il  processo  contro  di  lui  fu  contemporaneo  alla  prima  persecuzione 
de'  gazzettieri  di  Roma.  Infatti  il  primo  segno  della  burrasca  contro 
di  essi  si  ebbe  nel  concistoro  del  10  febbraio  1569,  nel  quale  il 
rigidissimo  Pio  V  «  dopo  aver  deplorato  le  calamità  de' tempi,  fece 
«  un'invettiva  contro  quelli  che  scrivono  nuove  pregiudiciali  del 
«  papa,  de'  cardinali,  de'  vescovi  et  delli  altri  prelati,  contro  dei 
«  quali  disse  di  voler  procedere  senza  rispetto  alcuno  ;  ammonendo 
«  i  cardinali  avvertissino  li  loro  segretari  a  volersi  guardare  da 
«  simili  inconvenienti,  perchè  gli  castigherebbe  severamente  »  (2). 
Cosi  parlavano  gli  Avvisi  di  Venezia,  i  quali  di  li  ad  un  mese  rac- 
contavano in  questi  termini  il  supplizio  del  beneventano:  «  Questa 
«  mattina  messere  Niccolò  Franco,  già  servitore  di  Morone,  è  stato 
«  impiccato  in  Ponte.  Si  dice  per  avere  infamati  diversi  signori 
«  illustrissimi,  et  per  avere  corrotti  alcuni  ministri  di  giustizia  »  (3). 
Al  supplizio  di  lui  seguitavano  altri  rigori.  «  Un  mio  servitore 
«  (cosi  scriveva  Paolo  Manuzio  tutto  pieno  di  paura)  è  stato  cinque 
«  mesi  prigione  et  ha  tocco  della  corda,   benché  senza  sua  colpa, 


(i)  Lancilotti,  V Hoggidì,  II,  352.  La  collezione  urbinate,  oggi  nella  Vaticana,  di- 
stribuita in  22  volumi  dal  Codice  Ottoboni,  comincia  infatti  col  1554-  La  collezione 
degli  avvisi  veneziani  nell'Archivio  Mediceo  di  Firenze,  parte  dal  1556. 

(2)  Avvisi  di  Veneiia,  in  data  di  Roma,  n  febbraio  1569.  Collezione  Medicea, 
filza  3080. 

(j)  Stessi  Avvisi,  ia  data. di  Roma,  n  marzo  1569, 


26  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 


«  solo  per  essere  stato  nominato  da  uno  clie  diceva  avergli  letto 
«  qui  in  casa  alcune  cose  del  Franco ,  il  nome  de]  quale  è  atto 
«  a  fare  andare  in  prigione ,  non  solo  chi  lo  lia  conversato ,  ma 
«  qualunque  lia  letto  cosa  sua  »  (1).  Corse  voce  in  quei  giorni  che 
anche  il  fiscale  Pallantieri,  addosso  a  cui  si  fabbricava  il  processo 
che  ebbe  fine  colla  sua  morte,  a  vendetta  della  crudeltà  e  delle 
frodi  che  alla  sua  volta  avea  egli  usate  nella  inquisizione  contro 
i  Caraffa,  fosse  convinto  mediante  la  tortura  «  di  haver  avuta  parte 
«  in  que'  libelli  che  scrisse  il  Franco,  e  per  li  quali  fu  impiccato  », 
la  qual  cosa  è  al  solito  raccontata  dal  veneto  informatore  (2). 

Ma  bisogna  dire  che  questi  esempi  di  castighi  patiti  per  avere 
audacemente  usata  la  penna,  e  la  paura  che  dovea  ispirare  1'  in- 
dole di  Pio  V,  non  fossero  bastati  a  legare  le  mani  de'  menanti  di 
E-oma.  Nuovi  rigori  si  preparavano  frattanto  contro  di  loro.  Nella 
gazzetta  che  si  spediva  regolarmente  al  Granduca  da  Cosimo  Bar- 
toli  suo  legato  in  Venezia,  così  leggevasi  in  data  di  Roma,  23  feb- 
braio 1571:  «  Il  Papa  ha  mandato  fuori  un  editto  che  proibisce  a 
«  tutti  li  novellanti  il  potere  più  scrivere  nove;  oltreché  ne  ha 
«  fatti  prendere  tre  o  quattro,  et  si  dubita  non  gli  faccia  impic- 
«  care.  Si  dice  perchè  scrivevano  delle  cose  che  non  istavano 
«  bene»  (3).  Ci  è  ignoto- il  tenore  di  questo  ordine,  il  quale  fu 
pubblicato  forse  a  modo  di  bando  dal  governatore  di  E-oma,  o  da 
qualche  altra  magistratura.  Di  certo  neppure  questo  riuscì  all'in- 
tento, imperocché  troviamo  che  lo  stesso  pontefice  dovette  venire, 
nell'anno  appresso,  a  piìi  solenne  risoluzione.  Ecco  infatti  quello 
che  annunziava  il  solito  foglio  veneziano,  sulla  fede  di  una  lettera 
di  Roma  del  22  marzo  1572:  «  Lunedi  fu  concistoro,  dove  Nostro 
«  Signore  parlò  assai  acerbamente  contro  quelli  che  scrivono  nove, 
«  rivelando  li  segreti,  dicendo  che  scrivevano  delle  imperfezioni 
«  altrui,  e  che  vi  mescidavano  di  molte  bugie,  et  con  non  poco 
«  scandalo  ;  cosa  che  non  era  da  tollerare  ;  et  che  voleva  mandar 
«  fuori  una  proibitione  penale  sopra  loro,  come  poi  ha  fatto.  Et 
«  esortò  li  cardinali  a  non  penetrare  questo  alli  lor  familiari.  » 
E  veramente,  il  17  marzo  di  quell'anno  Pio  V  segnava  la  bolla 
Romani  2^on(tficis  irrovidentia;  la  quale,  di  li  a  cinque  giorni,  si 
affiggeva  in  Laterano  e  in  Campo  di  Fiori  col  titolo  di  Constitutio 
cantra  scribentes,  exemplantes  et  dictantes  monita  vulgo  dieta  Gli 
Avvisi  e  Ritorni  (4).  In  questo  documento,  che  riuscirebbe  troppo 
lungo  a  riportarsi  intero,  si  diceva  che  per  quanto  già  le  leggi 
provvedessero  contro  i  libelli  famosi  e  contro  le  ingiurie  scritte, 
la  crescente  malizia  degli  uomini  necessitava  nuovi  provvedimenti. 
Imperocché  sendo  introdotta  l'usanza  di  certe  lettere    scritte    da 


(i)  P.  Manuzio,  lettera  di  Roma,  28  febbraio  1570.  Leilere  Manuiiane,  ed.  1834, 181, 
(2;  Avvisi  di  Veneiia,  già  citati,  settembre  1569. 

(3)  Avvisi  di  Veneiia,  Roma  23  febbraio  1571.  Collezione  Medicea,  filza  3081. 

(4)  Fu  stampata  in  foglio  a  parte  dal  Biado,  come  le  altre  bolle:  poi  inserita  nei 
Bollarli  speciali  di  Pio  V  e  di  Gregorio  XIII. 


LE   PRIME   GAZZETTE   IN   ITALIA.  27 

autori  ignoti,  clie  attentavano  all'ordine  pubblico  ed  alla  fama  dei 
principi  e  de'  privati,  non  solo  narrando  i  fatti  della  città  e  delle 
Provincie,  ma  con  temerario  giudizio  prevedendo  anche  i  futuri, 
ne  nascevano  di  frequente  odii,  inimicizie,  risse  ed  uccisioni,  con 
offesa  continua  alla  maestà  pubblica,  con  pericolo  delle  anime,  e 
con  mal  esempio  e  scandalo  di  tutti.  Perciò  si  ordinava  che  ogni 
qualità  di  libelli  famosi,  e  specialmente  le  lettere  d'avviso  offen- 
sive alla  fama  di  chicchessia,  o  portanti  prognostici  e  giudizi  di 
cose  future,  si  intendessero  proibite  ;  e  gli  autori,  non  che  quelli 
che  dessero  loro  aiuto  in  qualsiasi  modo,  o  copiassero  e  divulgas- 
sero esse  scritture,  o  che  anche  capitandone  loro  in  mano  non  le 
presentassero  immediate  ai  governatori  di  Roma  o  delle  provincie, 
si  intendessero  incorsi  in  ogni  più  grave  pena,  anche  della  morte 
e  della  confisca. 

Noi  sappiamo  quanto  valgono  a  metter  male  nella  società  mo- 
derna, tanto  dissimile  dall'antica  e  più  mite,  i  cattivi  giornali.  Ma 
non  ci  è  dato  di  argomentare  degnamente  quanto  potessero  dei 
fogli  malevoli  ed  ingiuriosi  contro  le  persone,  in  una  città  tutta 
piena  di  sanguinose  rappresaglie  e  di  odii  feroci,  come  era  Roma 
in  quei  giorni.  Le  parole  del  Pontefice,  che  dice  gli  avvisi  di  quella 
natura  cagione  di  mali  gravissimi,  di  risse,  di  sedizioni  e  di  ven- 
dette, non  potrebbero  onestamemte  tacciarsi  di  falsità  ;  e,  cono- 
scendo i  tempi,  di  giudizio  eccessivo.  Paolo  Alessandro  Maffei, 
scrittore  di  una  Vita  di  Pio  V,  trova  appunto  le  ragioni  di  tanto 
rigore  nelle  inimicizie  e  nelle  feroci  emulazioni  che  laceravano  la 
città,  e  di  cui  le  gazzette  si  erano  fatte  strumento.  «  La  città  di 
«  Roma  (egli  dice)  ha  da  lungo  tempo  esperimentata  la  disgrazia 
«  di  essere  lacerata  in  strane  maniere  da'  suoi  medesimi  cittadini. 
«  Era  paruto  lor  poco  il  guasto  dato  a  tante  belle  e  suntuose  fab- 
«  briche,  per  le  quali  la  memoria  almeno  dell'antica  sua  grandezza 
«  si  conservava,  se  non  imperversavano  ancora  fra  di  loro  colle 
«  sedizioni,  colle  nimicizie  e  colle  stragi  che  spopolano  le  città. 
«  Finalmente  essendo  state  le  domestiche  sanguinose  discordie, 
«  per  cura  dei  sommi  pontefici  sedate,  restò  in  Roma  una  peste 
«  di  uomini,  che  perdonando  alla  vita  de'  migliori  e  più  quali- 
«  fìcati  cittadini,  tramò  annerirne  la  riputazione  e  l'onore  col  far 
«  libelli  famosi,  che  volgarmente  si  chiamano  pasquinate,  e  col 
«  pubblicare  lettere  d'avvisi,  che  comunemente  avvisi  segreti  sono 
«  chiamate.  Per  le  prime  s'  impiegano  sempre  la  vendetta  e  una 
«  disordinata  vivacità  di  spirito,  nelle  altre  ebbe  parte  l'avarizia 
«  e  il  guadagno  ;  in  tutte  poi  la  malvagità  si  conobbe  interessata 
«  e  accoppiata  alla  menzogna,  non  si  dicendo  ne  avvisandosi  ciò 
«  che  è  vero,  ma  ciò  che  basta  per  togliere  la  fama  altrui,  per 
«  fare  avere  spaccio  maggiore  a  quegli  indegni  fogli,  e  cavarne 
«  maggior  profìtto  da  quel  mestiere  d'iniquità  »  (1). 

Frattanto  pochissimi  giorni  dopo  la  pubblicazione  della  bolla, 


(i)  Maffei,  Vita  di  San  Pio  V.  Venezia,  1712,  pag.  joj. 


28  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

si  infermava,  e  quindi  moriva,  l'austero  pontefice,  I  menanti  ro- 
mani speravano  forse  un  successore  più  rimesso  e  benigno.  Si  in- 
gannarono però,  giaccliè  Grregorio  XIII,  per  quanto  in  molte  cose 
fosse  differente  dall'antecessore,  in  questa  parte  ne  seguitò  le  ve- 
stigio. Infatti  si  legge  che  nel  luglio  dello  stesso  anno  1572,  il 
nuovo  pontefice  fece  dare  la  corda  e  carcerare  tre  o  quattro  «  di 
«  quelli  che  non  volevano  cessare  di  scrivere  nove  contro  l'editto 
«  di  Pio  V  »  (1).  Di  -più  il  1.**  settembre  segnava  la  bolla  Ea  est, 
intitolata  Contra  famigeratores  et  menantes,  la  quale  cosi  suona 
tradotta  in  volgare.  «  È  tanta  la  infelicità  delle  cose  umane,  che 
«  non  solo  i  vizi  vecchi  contrastano  con  pertinacia  alla  solerzia 
«  de'  legislatori,  ed  anche  compressi  con  rigorosi  supplizi  rinascono, 
«  ma  di  giorno  in  giorno  ne  sopravvengono  altri  nuovi,  ignoti  ai 
«  secoli  .trascorsi.  Talché  a  noi,  per  obbligo  ingiuntoci  da  Dio, 
«  tocca  ad  operare  ogni  fatica  a  fin  di  reprimerli  nel  loro  prin- 
«  cipio,  avanti  che  si  assodino,  ed  a  troncarli,  per  quanto  pos- 
«  siamo,  dalle  radici.  Essendo  pertanto,  non  è  molto  tempo,  emersa 
«  una  nuova  setta  di  uomini  illecitamente  curiosi,  i  quali  ogni 
«  cosa  riguardante  i  pubblici  o  privati  affari,  che  venga  loro  in 
«  cognizione,  o  che  per  loro  libidine  inventino,  sì  del  paese  come 
«  di  fuori,  il  falso,  il  vero  e  lo  incerto  mescolando  senza  ritegno 
«  nessuno,  propongono,  accettano  e  scrivono.  In  modo  tale  che  di 
«  questo  abbiamo  già  quasi  istituita  un'arte  nuova  ;  e  la  maggior 
«  parte  di  loro,  anche  per  una  mercede  vile,  di  queste  notizie  rac- 
«  colte  da  vani  rumori  del  volgo,  fattone  certi  piccoli  commen- 
«  tari,  senza  nome  di  chi  li  scrisse,  di  qua  e  di  là  gli  spediscono, 
«  ed  anche  come  mandati  prima  da  Roma  in  diversi  luoghi,  di 
«  poi  li  vendono  come  ritornati  da  altri  luoghi  in  Roma  (2)  ;  e 
«  non  solo  si  fanno  lecito  di  occuparsi  delle  cose  avvenute,  ma 
«  anche  di  quelle  che  debbono  avvenire,  scioccamente  presagiscono. 
«  Noi  che  facilmente  vediamo,  anche  per  l'esperienza  fattane,  quanti 
«  mali  da  ciò  scaturiscono,  perchè  -più  spesso  si  divulga  il  falso 
«  che  il  vero,  e  perchè,  per  diretto  o  indirettamente,  con  false  ap- 
«  parenze,  si  viola  la  fama  e  la  riputazione  altrui;  volendo  toglier 
«  di  mezzo  questi  inconvenienti,  per  autorità  della  presente  Co- 
«  stituzione,  proibiamo  che  in  futuro  nessuno  ardisca  di  compilare 
«  siffatti  commentari,  né  quelli  composti  da  altri,  voglia  ricevere, 
«  copiare,  spargere  o  spedire  altrui.  E  coloro  che  a  questo  ordine 
«  contravverranno,  ipso  facto,  segnati  con  nota  di  perpetua  infamia, 
«  senza  speranza  di  perdono,  saranno  condannati  alla  galera,  o 
«  a  vita  o  a  tempo  secondo  la  qualità  del  caso.  Quelli  poi  che  ri- 
«  coveranno  da  qualsiasi  parte  siffatte  scritture,  senza  indugio  al- 
«  cuno,  do^Tanno  denunziarle  e  consegnarle  al  Governatore  della 
«  città  nostra.  Il  che  se  non  faranno,  essi  pure  si  intenderanno 
«  incorsi  negli  stessi  castighi.  Intendendosi  inoltre  nel  loro  pieno 


(i)  Az'visi  di  Veneiia.  Roma,  19  luglio  1572.  Collezione  Medicea,  fìlza  3081, 
(2)  Ecco  i  Ritorni  indicati  nel  titolo  della  bolla  di  Pio  V. 


LE   PRIME   GAZZETTE   IN  ITALIA.  29 

«  vigore  le  pene  per  lo  innanzi  assegnate  agli  scrittori  ed  ai  cli- 
«  vulgatori  dei  libelli  famosi  »  (1). 

Dopo  questo  editto  la  condizione  giuridica  de'  novellisti  romani 
non  poteva  farsi  peggiore.  Era  proibita  loro  la  continuazione  dello 
scrivere  nuove,  pena  la  galera  ed  il  bollo  ;  e  frattanto  restava  in 
vigore  e  si  confermava  la  Costituzione  piana,  clie  minacciava  un 
castigo  arbitrario,  da  giungere  fino  alla  morte,  ove  fossero  con- 
vinti di  libello  famoso.  Però,  come  sempre  avviene  delle  leggi 
troppo  assolute,  la  proibizione  dello  scrivere  non  si  osservò.  Le 
gazzette  romane  seguitarono  a  divulgarsi,  forse  percliè  i  menanti 
si  risolvettero  a  moderare  la  lingua,  e  si  fecero  tollerare,  compia- 
cendo a  chi  poteva  usare  la  forza.  Però  non  fu  mai  derogata  nep- 
pure quella  assoluta  proibizione  di  Gregorio,  benché  non  si  appli- 
casse :  e,  quel  che  fu  più  grave,  non  si  mitigò  mai  la  terribile 
minaccia  contenuta  nella  bolla  di  Pio  V  contro  i  colpevoli  di  libello. 
Anzi  di  questa  si  usò  rinnovare  la  memoria  nei  bandi  dei  go- 
vernatori di  Eoma  sotto  vari  pontificati  (2),  e  non  mancò  chi  ne 
provasse  alla  occorrenza  tutto  il  rigore.  Tale  fu  il  caso  di  uno 
sciagurato  prete,  il  quale  dimenticato  che  a'  suoi  tempi  regnava 
chi  voleva  eseguita  ogni  più  fiera  legge,  erasi  fatto  capo  di  una 
setta  di  gazzettieri  da  cui  partivano  e  si  diffondevano  notizie  con- 
dite dalla  più  fina  malevolenza,  a  scredito  del  governo  di  Roma 
e  di  private  persone.  Di  lui  così  Scriveva  un  altro  novellista  ro- 
mano il  2.3  ottobre  1587:  «  Quel  capo  de'  novellanti  Annibale 
«  Cappello,  dopo  essere  stato  scomunicato  da  Sua  Santità,  et  ca- 
«  scafo  in  censure  et  pene  ecclesiastiche,  per  avere  scritto  a  diversi 
<(  principi,  contro  ogni  dovere  et  giustizia  cose  poco  lecite  di  questa 
«  corte,  è  stato  finalmente  preso  a  Pesaro,  di  dove  se  ne  viene 
«  legato  qua  per  ricevere  il  condegno  castigo  delle  sue  maldi- 
«  cenze  »  (3).  Che  castigo  si  aspettasse  a  chi  veniva  a  Roma  legato, 
sotto  la  imputazione  di  un  delitto,  regnando  Sisto  V  pontefice,  è 
facile  indovinare.  Infatti  lo  stesso  gazzettiere,  così  poco  compas- 
sionevole verso  il  suo  infelice  collega,  ebbe  a  scrivere  di  lui  quanto 
segue  nel  foglio  del  14  novembre:  «  ler  sera  fu  degradato  in 
«  San  Salvatore  del  Lauro  quel  Don  Annibale  Cappello,  et  questa 
«  mattina  è  stato  condotto  al  luogo  solito  della  giustizia  in  Ponte. 
«  Dove  prima  gli  è  stata  mozza  una  mano,  tagliato  la  lingua  et 


(i)  Nel  citato  Bollarlo  speciale  di  Pio  V  e  Gregorio  XIII. 

(2)  Il  Farinaccio,  Consiì.,  145,  cita  a  questo  proposito  un  bando  del  Cardinale  di 
Camerino,  del  1586,  e  altro  de!  Cardinale  di  S.  Eusebio,  del  1600.  Il  libello  famoso 
si  puniva  coU'ultimo  supplizio  anche  nell'antico  giure  romano.  Più  mite,  il  gius  ca- 
nonico, lo  voleva  castigato  colla  frusta  e  colla  scomunica.  I  dottori  del  cinquecento 
oscitavano,  e  conchiudevano  col  dirlo  delitto  sottoposto  a  pena  arbitraria,  senza  esclu- 
dere la  morte,  come  era  appunto  nella  bolla  piana.  Farinaccio,  Consti,  30,  $  25  Esso 
giurista  consigliava  per  la  morte  in  un  caso  di  libello  famoso  sottomesso  al  suo  pa- 
rere. E  non  valse  che  lo  scritto,  di  cui  si  trattava,  fosse  uscito  in  tempo  di  sede 
vacante,  e  si  allegasse  la  censuetudine  della  licenza  pubblica  in  quella  occasione,  per- 
chè non  ostante  ciò,  l'autore  fu  decapitato.  Consil,  145. 

(j)  Avvisi  di  Roma,  23  ottobre  1587.  Arch.  mediceo,  filza  4027. 


30  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

«  impiccato  con  tale  discriptione.  Per  menante  falso ^  detrattore 
«  per  molti  anni  delti  gradi  di  persone  d'ogtii  sorte,  et  come  pro- 
«  fessore  di  tenere  et  mostrare  figure  oscene  in  diversi  modi  et  atti 
«  libidinosi,  in  dispregio  di  Dio  et  de'  Santi,  et  per  havere  scritto  av- 
«  visi  ai prencipi  heretici  y>  (l).  Erano  stati  lord  Arundell  e  Maria 
Stuarda,  clie  scrivendo  al  Pontefice  poco  avanti  al  loro  supplizio,  gli 
avevano  lasciato  per  ricordo  di  guardarsi  da  un  insidioso  informatore 
elle  da  Roma  rivelava  i  segreti  della  Corte  papale  alla  regina  Elisa- 
betta ed  al  duca  di  Sassonia.  Fatto  processo  al  seguito  di  questo 
Consiglio  si  vennero  a  scoprire  le  corrispondenze  del  Cappello  e 
le  altre  opere  sue  ;  e  fa  allora  che  Sisto  ebbe  in  concistoro  a  rim- 
proverare i  cardinali  di  non  sapere  tenere  il  segreto  delle  cose 
trattate,  perchè  il  menante  non  le  avrebbe  potute  sapere,  se  essi 
avessero  taciuto  (2).  Il  padre  Don  Angelo  Grillo  alludeva  molto 
probabilmente  a  questo  sventurato,  allorché  scrivendo  a  Maurizio 
Cattaneo,  diceva  di  un  menante  romano  fuggito  dallo  Stato  della 
Chiesa  e  .  perseguitato  per  le  sue  scritture,  «  nelle  quali  haVea 
«  fatto  della  penna  coltello  contro  la  fama  de'  grandi,  et  resola 
«  insieme  lacerabile  appresso  il  mondo,  et  in  ispecie  presso  coloro 
«  che  non  scorgono,  dentro  ai  fiori  delle  mal  simulate  lodi,  l'an- 
ce gue  velenoso  delle  male  interpetrate  azioni  »  (3).  Dalla  stessa 
lettera  si  ricava  quello  che  altrove  non  abbiamo  trovato,  che  cioè 
in  tale  occasione  fosse  proibita  in  Roma  ogni  qualità  di  avvisi  ; 
ma  quindi  dopo  la  cattura  del  menante  colpevole,  fossero  rimessi 
gli  ovvisi  innocenti  ;  il  che  è  prova  che,  nemmeno  ne'  più  pau- 
rosi tempi  di  Sisto,  Roma  restasse  senza  gazzette. 

E  di  vero,  nelle  collezioni  e  negli  Archivi  si  hanno  avvisi 
romani  senza  interruzione  di  tempo,  e  sono  anche  noti  alcuni  dei 
loro  principali  scrittori.  Fra  questi  è  Guido  Gualtieri,  il  cui  nome 
è  sottoscritto  ne'  fogli  della  sua  fabbrica,  e  che  però  è  a  credersi 
uno  dei  compilatori  di  avvisi  innocenti,  o  prudenti,  come  dire  si 
voglia.  Della  stessa  qualità  erano  pur  quelli  in  cui  aveva  mano 
il  già  nominato  Maurizio  Cattaneo,  segretario  del  cardinale  Albano, 
e  noto  specialmente  per  l'amicizia  sua  e  frequentissima  corrispon- 
denza col  Tasso.  Il  che  pure  s'impara  dalla  medesima  lettera  del 
Grillo,  che  dà  lode  aperta  di  moderazione  e  di  veracità  agli  avvisi 
che  da  lui  riceveva.  Chi  fosse  il  gazzettiere  romano  che  serviva 
la  repubblica  di  Lucca  nel  1.593,  non  ci  è  riescito  sa]3ere.  Ma  certo 
doveva  essersi  mostrato  di  poca  levatura,  e  soprattutto  scarso  di 
notizie  recondite,  poiché  fu  presa  la  risoluzione  di  licenziarlo,  e 
di  cercare  la  pratica  di  un  novellista  di  miglior  polso.  A  questo 
fine  si  scriveva  dal  Cancelliere  Maggiore  ad  un  concittadino  abitante 
in  Roma,  al  quale  fu  specialmente  data  commissione  di  far  capo 
al  maestro  della  posta  di  Genova,  sapendosi  che  gli  ufficiali  delle 


(1)  Avvisi  di  Roma,  14  novembre  1587,  filza  4027. 

(2)  Tempesti,   Vita  di  Sisto  V,  voi.  I,  pag.  20-29. 

(3)  Grillo,  Lettere,  ediz.  1612,  pag.  723.  Come  molti  altri  epistolari  del  seicento, 
le  lettere  di  costui  non  portano  la  data. 


LE   PRIME    GAZZETTE   IN  ITALIA.  31 

poste  avevano  mano  nello  spaccio  delle  gazzette  ed  erano  informati  di 
tutti  i  segreti  di  quel  mestiere.  A  clie  il  luccliese  rispondeva  con  que- 
ste parole  :  «  Mi  sono  andato  informando,  et  dal  mastro  delle  poste 
«  di  Genova  et  da  altri  amici  miei  et  exsperti  nel  particolare  della 
«  menanteria,  delli  h.uomini  clie  sieno  qui  eccellenti  in  questo  ge- 
«  nere  ;  et  ho  trovato  clie  non  v'è  altro  che  uno  che  avanzi  gli  altri 
«  di  gran  lunga,  et  questo  non  serve  altro  che  prencipi,  et  non  vi  è 
«  prencipe  in  Italia  che  non  gli  dia  provvisione  ;  et  gli  avvisi  che  di 
«  qua  l'ambasciatore  di  Spagna  manda  alla  corte  del  re,  sono  i  suoi 
«  traslatati  in  lingua  spagnuola,  perchè  in  effetto  costui  ha  li  mi- 
«  gliori  avvisi  d'huom  di  Roma.  Et  poi  ha  giuditio,  et  non  scrive 
«  mai  bagattelle,  come  fanno  gli  menanti  ordinari  ;  ma  cose  sode 
«  et  degne  delle  orecchie  de'  prencipi.  Ma  gli  vuole  egli  stesso 
«  indirizzare  a  chi  vanno  et  metterli  sulle  poste  con  le  sue  mani, 
«  alle  4  o  5  ore  di  notte,  perchè  qui  in  Roma  non  se  ne  possi  far 
«  copie,  e  valersi  delle  sue  fatiche.  Et  dove  alli  altri  menanti  non 
«  si  dà  più  di  15  iulii  il  mese,  costui  non  si  fa  pagare  meno  di 
«  due  scudi  d'oro  in  oro,  che  sono  24  iulii  et  più.  Et  ho  detto  a 
«  un  suo  amico,  che  gli  parlerà,  domani,  che  io  non  guarderò  a 
«  questo  purché  voglia  servire  ;  et  volendolo  fare  (come  spero  che 
«  farà)  questa  altra  posta  opererò  che  cominci»  (1).  Questa  fenice 
de'  gazzettieri  di  Roma, che  godeva  l'onore  di  farsi  leggere  fino  da  Fi- 
lippo II,  era  un  Giovanni  Poli,  il  cui  nome  è  forse  oggi  ignoto  ad  ogni 
uomo  vivente.  Esso  difatti,  accettato  di  servire  la  lucchese  repubblica, 
per  molti  anni  durò;  ed  i  suoi  fogli,  do'  quali  se  ne  conservano  alcuni, 
come  son  ricchi  di  scrittura,  possono  dirsi  moderati  ed  imparziali. 
Ma  prima  di  esporre  quel  poco  che  n'è  venuto  fatto  di  sapere 
sulle  particolari  gazzette  e  sugli  autori,  è  bene  che  si  dica  in  che 
modo  fu  accolta  dai  contemporanei  la  istituzione  di  esse.  Già  ve- 
demmo qual  fosse  la  sentenza  che  àelVarte  nuova  pronunziava  il 
papato,  e  come  di  quella  non  si  apprendessero  che  i  pericoli  e  i 
danni,  vedendola  specialmente  in  Roma,  farsi  strumento  delle  fa- 
zioni e  de'  rancori.  Cosi  pure  si  disse  che  in  generale  i  gazzettanti 
erano  mossi  dalla  cupidigia,  e  pronti  per  ragione  di  guadagno  ad 
eccitare  la  curiosità  per  mezzo  della  maldicenza.  La  qualità  poi 
di  menzogneri  si  attribuì  loro  fino  dai  primissimi  tempi  ;  e  poiché 
gli  Italiani  usavano  già  in  metafora  la  parola  carota^  per  indicare 
una  spiritosa  invenzione,  Giovanni  Maria  Cecchi,  fingeva  che  Mer- 
curio avesse  fatto  nascere  la  gazzetta,  per  opera  d' incantesimo, 
da  una  carota  avanzata  al  porco  del  bosco  Erimanto  (2).  Alla  ri- 


(i)  Arch.  di  Lucca.  Magistrato  de' Segretari,  filza  66,  e  lettera  di  Muzio  Vezzani 
al  Canceliier  Maggiore,  27  agosto  1593.  Anziani,  filza  609. 

(2)  Cecchi,  Poesie  inedite,  stampate  a  Napoli  nel  1866,  pag.  52. 
«  E  la  gazzetta  quella  mala  strega 
«  Che  va  ciaramellando  tanto  tanto, 
((  E  che  senza  rispetto  a  ognun  la  frega. 
«  Mercurio  la  fé'  nascere  d' incanto 
«  D'una  carota,  che  di  propria  mano, 
«  Scampò  dinanzi  al  porco  d' Erimanto.  » 


32  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA.   ITALIANA. 

putazione  di  bugia  si  associò  anche  un  senso  di  noncuranza  e  di 
dispregio  ;  e  molte  volte  si  affettava  di  non  dare  niun  peso  alle 
ciance  di  que'  fogli.  Non  è  raro  perciò  di  trovare  nei  documenti 
della  diplomazia  de'  concetti  come  questo  clie  scriveva  un  amba- 
sciatore di  Lucca:  «  Quanto  alle  cose  del  mondo  fuori  delle  cose 
«  delle  gazzette,  che  io  non  ne  tengo  conto,  non  vi  è  nulla  di 
«  momento  »  (1).  Il  Cardinale  Bentivoglio,  richiesto  di  notizie  da 
un  gazzettiere,  usava  questo  linguaggio  :  «  Le  mie  occupazioni  ed 
«  il  mio  decoro  non  vorrebbero  che  io  ricambiassi  le  triviali  vostre 
«  gazzette  di  Verona  con  queste  notizie  eroiche  nostre  di  Fiandra  », 
e  finiva  col  dire  :  «  Ripiglio  la  mia  persona  di  nunzio  e  lascio  la 
«  vostra  di  gazzettante  »  (2).  E  che  questi  si  tenessero  in  conto 
di  vii  gente  e  mercenaria,  lo  dice  anche  il  fatto  che  niun  nobile 
scrittore  o  storico  di  que'  tempi  si  degnasse  di  far  ricordo  di  loro, 
nemmeno  quando  furono  perseguitati  ed  uccisi.  Il  qual  silenzio  fu 
cagione  forse  che  i  moderni,  tanto  solleciti  a  rivendicare  la  me- 
moria di  coloro  che  patirono  per  le  istituzioni  di  cui  si  vantano, 
non  abbiano  innalzata  qualche  statua  a  quelle  prime  vittime  del 
giornalismo.  Da  un  altro  lato  i  novellisti  si  tassavano  di  esser 
troppo  di  frequente  raccoglitori  di  inezie  e  di  futilità  ;  come  quando 
il  Tassoni  scriveva  da  Roma  a  modo  di  scherzo,  non  aver  egli 
tempo  da  perdere  nel  raccontare  le  gite  del  Papa  alle  ville,  e  le 
infermità  de'  cardinali  «  e  altre  tali  meschinità  che  servono  per 
«  compiere  il  foglio  ai  menanti  »  (3).  La  varietà  degli  umori  dava 
inoltre  occasione  a  giudizi  diversi  e  contrari.  Gli  scrupolosi  abo- 
minavano in  generale  le  gazzette  come  spargitrici  di  falsità  e  di 
scandali.  Ad  altri  invece,  pareva  di  vederci  sotto  la  mano  de'  ge- 
suiti e  de'  frati.  I  protestanti  guardavano  i  fogli  di  Roma  quali 
strumenti  del  papismo;  ed  il  cavalier  Eduino  Sandis,  che  scriveva 
regnando  Clemente  Ylll^  scorgeva  un  tratto  politico  de'  romanisti 
nell'uso  che  si  faceva  degli  avvisi  e  de'  corrieri  per  dar  voce  dei 
miracoli  e  delle  conversioni  (4).  Alcuno  avrebbe  menato  buono  il 
mestiere  de'  novellisti,  se  fossero  stati  contenti  a  riferire  i  casi  se- 
guiti ;  ma  quel  volere  profetizzare  le  cose  future  pareva  che  fosse 
temerità  ed  un  tentare  la  provvidenza.  Non  mancava  però  chi 
tenesse  della  nuova  istituzione  concetto  alquanto  favorevole,  e  se 
ne  ha  esempio  nel  libro  già  citato  del  Lancillotti.  Il  quale  rac- 
conta che  sendo  nella  libreria  del  Duca  di  Urbino  nell'atto  di  esa- 
minare quella  ricca  collezione  di  settanta  anni  di  avvisi  ;  e  ma- 
ravigliando che  tanto  accuratamente  fossero  stati  conservati  «  non 
«  correndo  voce  di  molta  verità  in  essi  »,  un  gentiluomo  suo  com- 
pagno negasse  ciò,  ed  affermasse  «  che  se  alcuna  volta  ci  è  qualche 
«  cosa  di  opinione  incerta  o  vana,  vien  sempre  ne'  seguenti  fogli 


(i)  Lett.  dell'Ambasciatore  in  Firenze,  i8  giugno  1585.  Arch.  di  Lucca. 

(2)  Bentivoglio,  Lettere,  ed.   1636,  pag.   31 

(3)  Tassoni,  Lettere.  Venezia   1828,  pag.  40. 

(4)  Nella  sua  notissima  Relaiione  sullo  stato  della  religione,  cap.  XXIV   della  tra- 
duzione del  Diodati:  Ginevra,  1625. 


LE   PRIME   GAZZETTE  IN   ITALIA.  33 

«  od  approvata  o  reprovata.  Sì  clie  (soggiunge  il  Lancillotti)  si 
«  acquistarono  d'allora  in  qua  qualclie  reputazione  appresso  di  me, 
«  tanto  più  vedendoli  liaver  luogo  onorato  appresso  quel  Serenis- 
«  simo  »  (1). 

Ed  invero,  per  quanto  in  apparenza  corresse  generalmente 
nel  mondo  poca  stima  delle  gazzette,  queste  erano  pure  ricercate, 
e  lette  avidamente  e  a  caro  prezzo  pagate.  Oltre  le  pratiche  clie 
i  principi,  i  governi  delle  repubbliclie  ed  i  signorotti  d'  Italia,  te- 
nevano direttamente  cogli  scrittori  di  esse  ;  i  loro  ambasciatori, 
e  gli  altri  agenti  diplomatici,  trasmettevano  assiduamente  i  sunti  e 
gli  spogli  di  tutte  le  gazzette  che  comparivano  nei  luoghi  di  loro 
residenza;  come  son  quelli  che  Cosimo  Bartoli  e  1' Abbiosi  man- 
davano da  Venezia  ai  Granduchi  di  Toscana.  E  benché  gli  antichi 
avvisi  non  si  conservassero  generalmente,  come  si  disperde  la 
maggior  parte  de'  moderni  giornali,  pure  fra  le  carte  appartenute 
ai  principi  ed  ai  signori,  se  ne  trova  quasi  sempre  de'  seguiti  più 
o  meno  lunghi,  o  almeno  qualche  reliquia.  La  gazzetta  romana  del 
Poli  era  inviata,  per  ogni  corriere,  a  Filippo  II  di  Spagna,  e  la 
Infanta  sua  figliuola  gliene  faceva  lettura.  Anzi,  avendoci  essa 
trovato  un  giorno  l'annunzio  di  un  suo  futuro  matrimonio  col 
Granduca  di  Toscana,  condito  di  alcuni  curiosi  particolari,  si  sa 
che  l'augusta  coppia  ne  fece  un  gran  ridere  (2).  Principi,  signori, 
repubbliche  e  cortigiani  usavano  ogni  opera  per  tenersi  amici  i 
più  riputati  0  temuti  scrittori  di  fogli;  e  si  intendeva  che,  pagando 
que'  grossi  prezzi  che  costava  la  pratica,  si  avesse  diritto  ai  loro 
favori.  E,  per  quanto  i  gazzettieri  fossero  nel  concetto  comune 
tenuti  come  gente  spregevole  ed  agguagliati  a'  più  bassi  confidenti 
politici,  oltre  il  prezzo  de'  fogli,  si  avevano  per  loro  carezze  e 
regali,  de'  quali  essi  invero  mai  si  stancavano  di  chiedere.  Nel 
Senato  lucchese,  al  trattamento  degli  aifari  succedeva  la  lettura 
degli  avvisi;  ed  anzi  ne'  tempi  meno  antichi  fu  legge  in  Lucca  che 
gli  avvisi  venuti  per  la  posta  ai  cittadini  privati,  non  si  conse- 
gnassero, e  neppure  si  mostrassero  ai  singoli  senatori,  finche  nel 
Consiglio  non  ne  fosse  fatta  lettura  solenne  (3).  Insomma,  nelle 
opinioni  contrarie  che  corsero  fra  gli  uomini  sul  conto  della  isti- 
tuzione nascente,  stavano,  per  cosi  dire,  i  germi  dei  giudizi  svariati 
e  ripugnanti  fra  loro,  che  i  moderni  fanno  del  giornalismo  presente. 
Il  quale,  mentre  da  una  parte  è  celebrato  come  mezzo  meraviglioso  di 
civiltà  e  di  libertà,  da  altri  si  giudica  piuttosto  atto  a  servire 
di  strumento  ai  governi  ed  alle  fazioni,  che  a  svolgere  il  buon 
senso  e  la  opinione  sincera  dei  più.  Tenuto  da  taluni  come  ca- 
gione di  progresso  nella  cultura  de'  popoli,  da    altri   chiamato  in 


(0  Hoggidi,  II,  352. 

(2)  Lettera  del  Compagni  ambasciatore  in  Spagna,  4  febbraio  1589.  Arch.  Lucch., 
Anziani,  n."  609. 

(3)  Consiglio  generale  di  Lucca,  13  agosto  1700,  18  dicembre  1705,  28  dicem- 
bre 173 1,  22  gennaio  1732,  etc.  etc. 

N.  Bbrmakdini  —  Guiia  della  Stampa  periodica  italiana  —  3. 


34  GUIDA    BELLA.    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

colpa  della  decadenza  degli  studi  e  del  generale  stemperamento 
degli  ingegni;  da  tutti  infine,  e  senza  contrasto,  riconosciuto  quale 
necessità  invincibile  ed  autorità  singolarissima  de'  tempi  nostri  (1). 
Le  prime  gazzette  italiane  furono  senza  nissun  material q  ap- 
parato, consistendo  in  fogli  scritti  a  mano,  a  carattere  corrente  ed 
affrettato,  e  con  qualche  particolare  abbreviatura.  Generalmente, 
non  portano  altra  indicazione  in  fronte,  fuorcliè  la  data  del  giorno, 
ed  il  luogo  donde  partivano.  Alcune  hanno  in  calce  il  nome  del 
compilatore,  come  quelle  romane  di  Guido  Gualtieri,  di  Orazio 
Renzi  (2),  di  G.  Alleg.  (3),  i  quali  forse,  sottoscrivendosi,  inten- 
devano di  schivare  le  censure  contenute  nelle  due  bolle  pontificie, 
che  parlano  di  fogli  di  autori  ignoti.  Mescolati  agli  avvisi  ita- 
liani, si  trovano  spesso  nelle  raccolte  de'  fogli  a  parte  contenenti 
copie  di  documenti  politici,  ed  altri  tutti  pieni  di  notizie  oltre- 
montane, i  quali  erano  come  supplementi,  che  gli  stessi  avvisatori 
fornivano  ai  loro  clienti.  I  fogli  si  spedivano  ogni  settimana;  quasi 
tutti  nel  sabato,  il  gran  giorno  del  lavoro  per  gì'  italiani,  corri- 
spondente anche  alla  mossa  de'  corrieri  ordinari  da  Roma,  Venezia 
Genova  e  Milano.  Una  maggior  frequenza  sarebbe  parsa  cosa  ec- 
cessiva e  forse  anche  inutile;  talché  si  teneva  gran  fatto,  anche 
sul  volgere  del  seicento,  che  alcune  gazzette  forestiere  stampate 
uscissero  due  volte  ogni  settimana  (4).  Le  notizie  erano  poste  a 
modo  di  piccoli  paragrafi,  senza  precedenza  ed  ordine  alcuno  ;  ed 
ove  fossero  di  paesi  esteri  o  di  città  lontane,  si  avvertiva  gene- 
ralmente esser  cavate  da  altri  avvisi,  o  da  lettere  ;  o  arrivate  per 
via  di  corrieri  e  di  spacci  delle  corti  e  di  ambasciatori,  de'  quali 
si  faceva  ogni  sforzo  per  penetrare  il  segreto.  Spesso  dando  un 
sunto  rapido  di  notizie  portate  da  lettere,  si  costumava  di  ripetere 
la  particella  die,  in  altrettanti  capoversi.  Del  quale  modo  di  scri- 
vere può  servire  di  esempio  il  ragguaglio  della  condanna  del  Car- 
nesecchi  e  de'  suoi  compagni,  tal  quale  si  legge  nella  gazzetta 
altre  volte  citata,  che  il  Bartoli  mandava  da  Venezia  a  Cosimo 
Granduca,  il  quale  forse  non  potè  leggerla  questa  volta  senza  im- 
pallidire : 

«  Per  lettere  di  Roma  de"  27  settembre  1567  (si  ha) 

«  Che  domenica  nella  Minerva  si  fecero  abiurare  17  persone., 


(i)  «  La  presse...  doit  savoir  quel  est  son  lot  dans  ce  monde:  elle  est  redoutée, 
«  elle  est  jalousce,  elle  est  cajolée,  courtisée  méme;  elle  n'est  pas  aimée.  Il  faut  qu'elle 
«  prenne  soa  parti  de  cette  petite  malveillance  universelle,  et  se  console  d'ètre  su- 
«  specte:  elle  est  indispensable.  »  Hatin,  op.  cit.,  voi.  Vili,  pag.  637. 

(2)  Fra  gli  Avvisi  della  Magliabechiana,  XXIV,  97. 

(3)  Con  quest'abbreviatura  sono  sottoscritti  molti  avvisi  romani  della  prima  metà 
del  seicento,  nelle  Miscellanee  dell' Arch.  di  Firenze. 

(4)  La  gazzetta  d'Olanda  che  si  stampava  senza  titolo  alcuno  sulla  fine  di  quel 
secolo,  da  I.  T.  Dubreil,  usciva  il  lunedi  e  il  giovedì.  Negli  stessi  due  giorni  si  stam- 
pava la  gazzetta  francese  e  inglese  a  Londra.  Altri  avvisi,  tutti  in  inglese,  si  pubbli- 
cavano in  questo  modo  nella  stessa  città;  il  martedì  il  Fyng-Post,  il  giovedì  il  Post-man, 
il  sabato  il  Post-hoy.  Coronelli,  Viaggi,  1697,  II,  153.  Anche  la  Gaiette  de  France,  la 
prima  che  si  stampasse  a  Parigi,  cominciò  a  pubblicarsi  una  sola  volta  per  settimana. 
Il  primo  foglio  quotidiano  di  Francia  fu  il  Journal  de  Paris  nel  1777. 


LE    PRniE    GAZZETTE   IN   ITALIA.  35 

«  con  intervento  di  22  cardinali.  Dove  in  prima  il  Carnesecclii, 
«  per  aver  dal  40  in  qua  tenute  quasi  tutte  le  false  opinioni  d'he- 
«  retici,  con  sottili  interpetrazioni  et  intelligentie  ;  per  ha  ver  avuto 
«  stretto  commertio  con  lieretici  ;  per  averne  favoriti  et  sostentati 
«  molti  con  denari  ;  per  liavere  fatto  lezioni  liereticlie  ad  alcuni, 
«  in  Fiorenza,  in  Padova,  in  Venetia  et  in  Francia  ;  per  liavere 
«  scritte  lettere  a  varii  signori,  cercando  di  metter  loro  in  capo 
«  le  sue  false  opinioni  ;  per  esser  stato  dubbioso,  vario  et  inco- 
«  stante  nel  suo  credere  ;  per  essere  stato  d' animo  di  andare  a 
«  Ginevra,  dove  diceva  predicarsi  sicuramente  Cristo,  se  non  fussi 
«  stato  ritenuto  da  tre  gran  signori  (sopra  le  quali  cose  si  discorre 
«  assai,  per  esser  stato  ammonito  da  Paulo  III,  dichiarato  heretico 
«  da  Paulo  IV  et  restituito  da  Pio  IV,  e  sempre  andato  di  male 
«  in  peggio)  ;  et  per  ha  vere  ancora,  stando  prigione,  cercato  di 
«  scrivere  lettere  ad  heretici  ;  fu  dichiarato  impenitente  et  incor- 
re rigibile.  Imperò,  deposto  et  degradato,  privato  di  honori,  di  offici, 
«  benefìci  et  di  pensioni  per  4  mila  scudi  di  entrata,  et  di  tutti 
«  i  suoi  beni,  fu  dato  in  mano  della  corte  secolare. 

«  Che  detto  Carnesecchi  nominò  molti  morti,  et  fra  gli  altri 
«  un  Prioli  viniziano.  Marcantonio  Flaminio  et  un  Appollonio  Me- 
«  renda,  da'  quali  disse  di  haver  imparato  molte  cose,  una  signora 
«  Isabella  Brisegna,  una  principessa  d'  Italia,  che  alcuni  discor- 
«  rono  essere  la  Duchessa  di  Ferrara,  et  altri  la  signora  Vittoria 
«  Colonna.  Et  che  egli  fusse  pestilentissimo  heretico  dimostra  la 
«  sua  ostinatione,  nella  quale  perseverò  sino  hieri,  né  per  ancora 
«  mostra  segno  di  pentirsi,  con  tutto  che  gli  stieno  attorno  duoi 
«  frati  scappuccini  valenti  huomini,  et  massimo  il  padre  Pistoia, 
«  il  quale  mentre  detto  Carnesecchi  era  cattolico  era  molto  suo 
«  amico.  Et  si  differisco  di  far  giustiza  per  acquistar  quest'anima, 
«  ma  ci  è  poca  speranza. 

«  Il  secondo  fu  Girolamo  Manesio  da  Civital  di  Belluno,  frate 
€  di  S.  Francesco  conventuale,  condannato  a  morte,  et  consegnato 
«  ancor  esso  alla  corte  secolare  insieme  al  Carnesecchi.  Il  quale 
«  quando  gli  fu  messo  l'abito  giallo  colle  fiamme  di  fuoco  disse  : 
«  Padre,  noi  andiamo  vestiti  a  livrea  come  se  fussi  di  carnovale.— 
«  Et  guardandolo  un  gentiluomo,  che  havea  la  vista  corta,  li 
«  disse  :  —  Non  vi  afaticate  tanto  per  vedere  questo  ricamo.  — Et 
«  accostatosi  a  lui; — Ecco, — disse, — che  ve  lo  mostro  con  como- 
«  dita.  — 

«  Che  detto  Carnesecchi,  mentre  si  lesse  il  processo,  stette 
«  sempre  su  un  palco  basso,  né  fece  mai  altro  che  tenere  una 
«  mano  sotto  la  guancia,  et  con  l'altra  si  stropicciava  la  barba. 
«  Pure,  quando  si  venne  alla  sentenza,  non  si  potette  tenere  che 
«  non  alzassi  le  mani  al  cielo,  spargendo  gravissimi  sospiri,  che 
«  davano  segno  di  animo  travagliato. 

«  Che  Sua  Santità  ha  detto  che  la  vita  e  la  morte  sta  in  mano 
«  del  Carnesecchi,  se  si  pente;  ma,  pentendosi,  sarà  condannato 
«  in  carcere  perpetua. 


36  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 

«  Cile  le  sue  abbazie  si  daranno,  una  di  1000  scudi,  clie  è  nel 
«  Polesine,  al  cardinal  Commendone  ;  et  l'altra,  che  è  nel  regno, 
«  di  3  mila,  clii  dice  al  signor  Don  Antonio  Caraffa,  et  chi  al  car- 
«  dinal  di  Trani. 

«  Che  Matteo  e  Paulo  Lupari  fratelli,  gentiluomini  bolognesi, 
«  sono  condannati  ad  esser  murati  in  vita,  et  pagare  2  mila  scudi 
«  per  fare  in  Bologna  una  abitatione  per  gli  heretici  penitenti. 

«.  Che  Antonio  Aldovisi  gentiluomo  bolognese  è  condannato  a 
«  perpetua  carcere. 

«  Che  Girolamo  Guasta  villani,  gentiluomo,  Filippo  Capiduro 
€  dottore  di  legge,  et  Ottaviano  Fioravanti  mercante  bolognese, 
«  condannati  ad  esser  murati  in  vita. 

«  Che  Matteo  Rubiani  modanese,  maestro  di  scuola  in  Bologna, 
«  condannato  alla  galera  perpetua. 

«  Che  maestro  Antonio  da  Ferrara,  libbraio  in  Bologna,  per 
«  bavere  venduti  libri  proibiti,  et  per  alcuni  altri  inditii,  abiurò 
«  come  sospetto  et  fu  confinato  nel  territorio  di  Bologna.  Et  tutti 
4c  li  suddetti  bolognesi  saranno  condotti  alla  lor  patria  a  fare  la 
«  medesima  abiuratione. 

€  Che  Pietro  Martire  Providone,  Battista,  Francesco  e  Gio- 
«  vanni  Locatelli,  tutti  da  Forlì,  saranno  condannati  a  perpetua 
«  carcere. 

«  Che  Girolamo  dal  Pozzo  da  Faenza  sarà  murato  in  vita,  per 
«  essere  inutile  alla  galera. 

«  Che  Francesco  Stagna  da  Faenza  è  condannato  alla  galera 
«  per  7  anni. 

€  Che  Giovanni  Bone  di  Mini,  ortolano  da  Faenza,  è  condan- 
«  nato  cinque  anni  alla  galera  »  (1). 

L'esempio  di  Roma  e  di  Venezia  si  propagò  rapidamente  nelle 
altre  principali  città  d' Italia,  e  specialmente  in  Genova  ed  in  Mi- 
lano, dove  troviamo  essere  stabilite  regolari  corrispondenze  di  avvisi 
fino  dagli  ultimi  anni  del  cinquecento.  Gli  avvisi  di  Genova  e  di 
Venezia  applicavano  soprattutto  a  di\nilgare  le  notizie  venute  dalla 
via  del  mare  e  del  commercio.  Le  nuove  di  Spagna,  di  Piemonte, 
di  Francia  e  delle  altre  regioni  d'occidente;  le  mosse  delle  galere 
e  de'  navigli  del  mediterraneo,  le  imprese  de'  barbareschi  e  de'  cor- 
sari affricani,  si  leggevano  di  prima  mano  ne'  fogli  genovesi.  In 
quelli  di  Venezia  si  aveano  invece,  più  fresche  ed  abbondanti,  le 
novelle  de'  mari  e  de'  paesi  d'oriente  e  dell'  impero  germanico. 
I  milanesi  raccoglievano  a  destra  e  a  sinistra,  e  si  allargavano  poi 
ne'  fatti  della  corte  di  Spagna,  in  quella  parte  specialmente  che 
riguardava  il  governo  reale  in  Italia;  nonché  ne'  successi  di  Sviz- 
zera, de'  protestanti  e  della  Fiandra.  Ma  le  gazzette  romane,  spe- 
cialmente de'  loro  tempi  migliori,  che  furono  gli  ultimi  del  cin- 
quecento ed  i  primi  del  secolo   seguente,    più   estese   di    scrittura 


(i)  Archivio  mediceo,  Venezia,  filza  3080,  e.  27. 


LE   PRIME   GAZZETTE   IN  ITALIA.  37 

delle  altre  italiane  (1),  accoglievano  le  informazioni,  che  da  ogni 
parte  del  mondo  facevano  recapito  in  quel  gran  centro  della  cri- 
stianità; ed  erano  poi,  senza  comparazione,  più  ricclie  di  ragguagli 
di  cose  nostrali,  specialmente  delle  provinole  di  mezzo  e  della  bassa 
Italia.  Benché  le  villeggiature,  la  salute  e  funzioni  del  Papa,  le 
mosse,  le  promozioni,  le  malattie,  le  morti  ed  ogni  minima  cosa 
della  curia,  de'  cardinali,  de'  nipoti,  de'  prelati  e  de'  signori  romani, 
prendano  in  quelle  carte  non  piccolo  luogo  ;  pure  riescono  singo- 
larmente istruttive  per  la  copia  delle  notizie,  ed  in  generale  pia- 
cevoli a  leggersi  per  la  vivezza  e  franchezza  dello  stile.  Per  ordi- 
nario le  gazzette  antiche,  e  specialmente  queste  di  Roma,  si  esten- 
dono anche  al  racconto  de'  fatti  privati,  più  assai  di  quello  che  sia 
conceduto  onestamente  ai  fogli  moderni.  Ed  anche  le  cose,  che  pur 
oggi  si  riferiscono,  erano  dagli  antichi  novellisti  esposte  più  alla 
buona,  con  una  certa  confidenza  e  familiarità,  che  in  questi  parreb- 
bero non  convenire.  Però  le  morti  de'  personaggi  notevoli  o  per 
dignità  0  per  condizione,  erano  spesso  dagli  antichi  annunziate  co' 
particolari  de'  testamenti,  e  talvolta  col  ragguaglio  di  quanto  aves- 
sero lasciato  di  roba  agli  eredi.  Le  quali  cose  anche  oggi  si  ricer- 
cano dagli  uomini  con  molta  curiosità,  ma  si  tacciono  per  ordinario 
dalle  gazzette.  Cosi  si  scrivevano  le  vicende  e  gli  esiti  delle  liti 
celebri,  i  fallimenti,  le  costruzioni  delle  fabbriche  cospicue,  le  ven- 
dite ed  anche  gli  affitti  dei  grandi  palazzi  e  dei  possessi  impor- 
tanti, le  vincite  grosse  fatte  da  alcuno  giuocando,  le  villeggiature, 
le  nascite  de'  figliuoli,  ed  i  matrimoni  non  solo  delle  case  de'  prin- 
cipi, ma  anche  de'  signori  e  de'  cittadini  più  notevoli.  Gran  parte 
toccava  ai  ricevimenti,  ed  agli  arrivi  e  partenze  dei  gi'an  perso- 
naggi; ma  anche  gli  annunzi  di  questi  fatti,  che  tanto  nolano  il 
lettore  delle  gazzette  moderne,  erano  in  quelle  vecchie,  abbelliti 
quasi  sempre  da  qualche  curioso  particolare  de'  cerimoniali,  degli 
apparati  e  delle  vesti.  La  lingua  schietta  e  viva,  benché  non  pur- 
gata ;  lo  stile  senza  ombra  di  affettazione,  ed  un  certo  odore  di 
buon  senso,  dovevano  infine  render  grati  a  leggersi  gli  antichi  fogli, 
cosi  lontani  dal  gergo,  dall'artificio,  dalle  parole  e  dai  concetti  di 
convenzione  e  di  moda,  che  rendono  uggiosi  quelli  moderni. 

Valga,  per  esempio  del  raccontare  la  morte  di  alcuno,  il  modo 
tenuto  da  una  gazzetta  genovese  del  20  febbraio  1599,  nell'annun- 
ziare  quella  del  doge  Lazzaro  Grimaldo,  tanto  diverso  dal  fare  delle 
odierne  officiali  necrologie:  «  Lunedi  sera  Sua  Serenità,  dopo  bavere 
«  accomodato  le  cose  dell'anima  e  del  corpo,  se  ne  passò  di  que- 
«  sta  a  miglior  vita,  alle  ore  19  soprappreso  da  quel  catarro  che 
«  lo  affogò.  Che  Dio  l'abbia  ricevuto  in  gloria!  Et  è  compianto  da 
«  tutta  la  città,  perchè  era  benigno  per  i  poveri,  sollecito  nelle 
«  cose  del  governo,  et  tanto  per  li  poveri  come  per  li  ricchi,  et 
«  amatore  della  osservatione  delle  leggi.  Non  ha  mai  avuto  figli, 


(i)  Alcune  gazzette  romane,  come  quelle  del  Poli,  erano  di  quattro  carte  e  più, 
cioè  8  pagine  di  scrittura. 


38  GUIDA    DELLA    STAMPA.    PERIODICA    ITALIANA. 

«  et  ha  fatto  un  bellissimo  testamento  con  molti  capi  et  item. 
«  Lassò  clie  in  tutto  ascenderanno  alla  somma  di  ducati  24  mila 
«  di  entrata  ogni  anno.  Lassa  a  due  suoi  nipoti,  figli  di  una  sua 
«  sorella,  quasi  tutto;  cioè  al  minora  clie  si  dimanda  Paolo  Ago- 
«  stino  Spinola,  giovane  galantissimo,  per  10  mila  ducati  d'en- 
«  trata,  con  la  casa  in  Genova  et  altri  beni.  Al  signor  Giovan  Do- 
^  menico,  che  è  il  maggiore,  scudi  4  mila  di  entrata,  la  bellissima 
«  villa  di  Bisagno,  et  altre  case  et  ville.  Alla  moglie  per  scudi  2000 
«  d'entrata  ogni  anno;  che  li  goda  fino  che  campa,  con  il  suo  pa- 
«  lazzo,  con  quelli  minaggi  di  esso  che  li  faranno  di  bisogno;  e 
«  per  il  resto  a  detti  suoi  nipoti.  Alli  due  ospedali  lassa  scudi  1000 
€  cadauno  :  et  a  tutti  li  conventi  di  Genova  scudi  25  per  uno,  per 
«  dir  messe  da  morti,  mentre  che  il  pubblico  va  mettendo  all'or- 
be dine  per  farli  l'esequie  con  grande  honore.  Passando  ad  altre 
«  cose  diremo  che  di  questa  sua  morte  ne  danno  la  colpa  a  di- 
€  verse  cose,  et  particolarmente  che  la  giornata  che  entrò  la  regina 
«  non  volse  mangiare  la  mattina,  risalvandosi  farlo  la  sera,  sebejie 
«  per  ordinario  soleva  fare  all'opposito,  che  la  sera  non  cenava  mai; 
«  et  che  si  caricasse  lo  stomaco,  che  si  mosse  il  catarro.  Altri  di- 
«  cono  che  nel  ricevere  la  regina  fece  un  errore,  per  disguido  del 
«  Mastro  di  cerimonie,  et  che  se  lo  avesse  tanto  a  male  che  di 
«  dolore  ne  sia  poi  morto  in  tre  giorni  »  (1).  Gli  annunzi  dei  ma- 
trimoni non  passavano  mai  senza  particolarità  della  dote,  come 
appunto  accade  nell'ordinario  discorso:  «  In  questa  settimana  (cosi 
€  scrive  lo  stesso  gazzettiere)  è  seguito  il  matrimonio  fra  il  figlio 
«  del  signor  Giovan  Battista  Doria  del  fu  signor  Antonio,  con  una 
«  figlia  unica  del  fu  signore  Stefano  Grillo  ;  et  si  dice  che  fra  le 
«  facultà  del  padre,  della  quale  essa  resta  erede,  et  la  dote  della 
€  madre,  quando  però  morirà,  bavera  di  dote  1.50  mila  scudi  ;  boc- 
«  Gone  certo  da  far  guastare  il  digiuno  »  (2).  Da  un  altro  lato  così 
si  acconnava  ad  un  futuro  comparatico  da  un  novellista  romano: 
«  Il  signor  Enea  figlio  del  signor  Silvio  Piccolomini,  maritato  dal 
«  Granduca  ad  una  nobile  fiorentina,  che  si  trova  omai  vicina  al 
«  parto,  ha  invitato  questo  serenissimo  Gran  Principe  a  volergli 
«  levare  dal  sacro  fonte  la  creatura  che  doverà  avere.  Et  havendo 
«  accettato  1'  invito  con  conditione  che  la  comare  sia  nobile,  gra- 
«  ziosa  et  bella,  ha  esso  invitato  la  principessa  Sforza  parente  di 
«  S.  A. ,  et  ella,  accettato  parimente  1'  invito,  fa  fare  una  ricchis- 
«  sima  corona  di  gemme  per  presentarla  alla  signora  Comare  »  (3). 
Anche  i  dubbi  delle  gravidanze  illustri  avevano  luogo  nei  fogli  an- 
tichi, e  se  ne  ha  esempio  in  altro  numero  della  stessa  gazzetta  : 
«  È  corso  voce  tutti  questi  giorni  di  nuova  gravidanza  della  Du- 
«  chessa  di  Parma,  per  il  che  l'Eccellentissima  signora  Donna  Olim- 
«  pia  Aldobrandini  fa  fare  molte  orationi  et  distribuire  gran  limo- 


(i)  Avvisi  di  Genova,  20  febbraio  1599.  Archivio  di  Lucca. 

(2)  Avvisi  di  Genova,  26  dicembre  1594.  Ivi, 

(3)  Avvisi  di  Roma,  2  agosto  1608,  Ivi. 


LE    PRIME   GAZZETTE   IN   ITALIA.  39 

«  sine.  Tuttavia  alcuni  dicono  clie  poi  sia  venuto  nuovo  avviso  di 
«  là  che  il  segno  fusse  stato  contrario  »  (1). 

Così  le  condanne  ed  i  supplizi  si  raccontavano  sempre;  ma 
freddamente,  senza  ostentare  una  compassione  clie  non  si  sentiva 
e  non  era  de'  tempi.  A  mala  pena  traspare  un  senso  di  pietà  nelle 
parole  del  gazzettiere  romano  quando  dovette  narrare  la  miseranda 
fine  dei  Cènci  :  «  Questa  mattina  (egli  scrive)  hanno  fatto  la  festa 
«  alli  poveri  Cènci,  sendo  Jacopo  condotto  in  una  carrozza  per 
«  Roma,  nudo  e  tanagliato,  e  poi  in  Ponte  accoppato  e  poi  squar- 
«  tato.  In  un'altra  carrozza  era  Bernardo  il  giovanetto,  ma  col 
«  ferraiolo  et  coperto  ;  et  è  stato  in  Ponte  a  veder  la  giustizia, 
«  ma  poi  1'  hanno  ricondotto  prigione,  et  salvato  per  la  ragione  già 
«  scritta  nelle  passate  (2)  ;  se  bene  dicono  gii  daranno  il  bando  et 
«  forse  l' essili©  ad  Hostia.  Il  poverino  andava  sempre  piangendo; 
«  ma  Jacopo  sempre  intrepido.  Le  donne  furono  menate  a  piedi; 
«  et  in  Ponte  fu  all'una  et  all'altra  tronco  il  capo  ;  sendo  prima  la 
«  vecchia,  poi  la  giovine  stata  spedita;  e  l'ultimo  Jacopo.  La  vec- 
«  chia  era  tutta  morta  ;  ma  la  zittella  molto  arditamente  pose  il 
«  capo  sotto  il  ceppo.  Sua  Santità  questa  mattina  è  andata  a  S.  Gio- 
«  vanni,  et  ha  detto  messa  bassa  per  l'anima  loro,  havendo  voluto 
«  saper  come  son  morti  contriti.  Questa  sera  Jacopo  è  stato  por- 
«  tato  dalla  Compagnia  de'  fiorentini  al  luogo  solito,  et  le  donne 
«  a  S.  Francesco  portate  dalla  Compagnia  delle  Stimmate,  alla 
«  quale,  la  zittella  massimamente,  si  era  lasciata  et  fatto  un  le- 
«  gato  di  22  mila  scudi  se  li  bavera  »  (3).  Si  oda  anche  il  laco- 
nismo cupo  e  il  disprezzo  col  quale  nel  foglio  medesimo  si  annun- 
zia la  morte  di  Giordano  Bruno:  «  Giovedì  fu  abbrugiato  vivo  in 
«  Campo  di  Fiori  quel  frate  di  S.  Domenico  di  Nola,  heretico  per- 
«  tinace,  con  la  lingua  in  giova,  per  le  bruttissime  parole  che  di- 
«  ceva,  senza  voler  ascoltare  ne  confortatori  né  altri.  Era  stato 
«  dodici  anni  prigione  al  S.  Offizio,  dal  quale  fu  un'altra  volta  li- 
«  berato  »  (4).  Con  eguale  scarsità  di  parole  è  detta  la  fine  tutta 
religiosa  e  divota  di  un  altro  nobilissimo  ingegno  che  i  moderni 
avrebbero  per  avventura  umiliato  vivente  come  fu  allora,  ma  che 
morto  a\T.'ebbe  empiuto  dei  suoi  elogi  tutte  le  gazzette.  «  Ieri  mat- 
«  tina  mori  Torquato  Tasso,  et  hieri  sera  con  onorata  pompa  fu 
«  seppellito  in  S.  Onofrio,  accompagnato  da  infiniti  religiosi  et 
«  preti  oltre  famiglia  tutta  dell'  illustrissimo  S.  Giorgio,  al  quale 
«  per  gratitudine  delle  gratie  ricevute  in  vita  sua,  ha  lasciato  in 


(i)  Avvisi  di  Roma,  23  febbraio  1608.  Archivio  di  Lucca. 

(2)  Fra  quelli  che  si  erano  mossi  a  corapassione  di  questo  infehce  giovanetto  fu 
il  duca  di  Parma  Ranuccio  I,  al  quale  scriveva  una  compassionevole  lettera  di  ringra- 
ziamento pochi  giorni  dopo  l'eccidio  della  sua  famiglia,  cioè  il  2  ottobre  1 599.  Il  pre- 
zioso documento  sta  nell'Archivio  parmense,  e  ci  è  stato  gentilmente  indicato  dal  ca- 
valier  Ronchini  direttore  del  medesimo. 

(3)  Avvisi  di  Roma,  11  settembre  1599.  Codice  vaticano-urbinate,  n.  1067. 

(4)  Avvisi  di  Roma,  19  febbraio  1600.  Collezione  suddetta,  n,  1068.  Ecco  una 
conferma  non  dubbia  che  il  aolano  fosse  bruciato  vivo. 


40  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

«  morte  tutti  li  suoi  scritti,  che  sono  in  grandissimo  numero.  » 
Cosi  sensi'altro  scriveva  un  menante  romano  il  26  aprile  1595  (1). 
I  ragguagli  delle  festività  e  delle  pubbliche  divozioni,  quando 
avessero  alcun  che  di  straordinario,  si  riferivano  specialmente  nei 
fogli  romani.  I  quali  non  scordavano  a  maggior  ragione  di  ripor- 
tare le  nuove  di  miracoli  e  di  conversioni,  che  corressero  nella 
bocca  del  popolo.  Amata  feconda  di  voci  di  questa  natura  argo- 
mentiamo che  fosse  il  1608,  scorrendo  pochi  fogli  della  gazzetta 
del  Poli  di  quel  tempo.  In  quello  del  5  aprile  si  scriveva  che  le 
campane  della  Chiesa  di  Loreto  avessero  miracolosamente  suonato 
da  se,  e  che  frattanto  fosse  comparsa  in  cielo  una  colonna  di  fuoco; 
ma  si  aggiunge  schiettamente  noti  ci  si  crede.  Il  21  dello  stesso 
mese  si  annunziava  correr  fama  che  il  -Gran  Turco,  mosso  da  un 
evidente  miracolo,  accaduto  nell'isola  di  Scio  per  opera  di  quel 
vescovo  cattolico,  fosse  sul  punto  di  farsi  cristiano  ;  a  che  il  gaz- 
zettiere aggiungeva:  «  Di  qui  si  è  rinnovata  la  memoria  di  quel 
«  glorioso  pontefice  Paolo  III,  quale  dicono  dicesse  non  aver  m?ig- 
«  gior  desiderio  che  di  poter  mettere  il  capo  a  una  finestra  nel- 
«  l'anno  1600  per  vederlo,  sicuro  di  mutazioni  più  che  grandi  in 
«  tutto  l'universo.  »  Il  28  giugno  si  scrivevano  la  conferma  ed  i 
particolari  del  famoso  miracolo  di  Besanzone;  e  in  altro  foglio, 
raccontato  il  viaggio  di  fra  Fulgenzio  verso  Roma,  per  sottoporsi 
all'emendazione,  si  aggiungeva  che  anche  fra  Paolo  sarebbe  ve- 
nuto (2).  Insomma  ogni  qualità  di  notizie  e  di  voci  che  richiamas- 
sero l'attenzione  del  pubblico,  si  accoglievano  negli  antichi  avvisi; 
ed  anche  in  questa  parte  possono  servire  come  di  norma  per  giu- 
dicare le  condizioni  di  que'  tempi.  Ne'  medesimi  si  mentovavano 
pure  le  letture  accademiche  di  grido,  le  pubblicazioni  dei  libri  che 
levassero  fama,  le  opere  d'arte;  si  indicavano  le  stagioni  straordi- 
narie, i  raccolti,  gli  andamenti  delle  pestilenze,  le  disgrazie  par- 
ticolari, e  tutto  ciò  che  i  moderni  sogliono  indicare  sotto  la  rubrica 
de'  fatti  diversi.  Con  particolar  compiacenza  si  discorreva  delle 
giostre,  de'  balli,  e  in  generale  delle  feste  e  degli  apparati.  Qualche 
volta  anche  il  teatro  ci  aveva  la  sua  parte,  e  non  mancava  all'oc- 
correnza il  giudizio  delle  commedie  e  delle  opere  musicali  rappre- 
sentate. Di  che  valga  per  esempio  ciò  che  leggiamo  in  una  delle 
solite  gazzette  di  Roma,  che  questa  volta  parlava  sulla  fede  dei 
suoi  corrispondenti  fiorentini.  «  Dopo  le  sontuose  nozze  celebratesi 
«  alli  19  in  Fiorenza,  seguitandosi  nelle  feste  variamente  ogni 
«  giorno,  danno  conto  della  commedia  del  signor  Michelangelo  Buo- 
«  narroti,  nipote  del  famoso  Michelangelo,  detta  il  Giudizio  di  Pa- 
«  ride.,  in  versi  sciolti  recitata  da'  fiorentini,  se  ben  con  poca  at- 
«  tentione.  La  quale  ha  allettato  il  popolo  con  li  stupendi  inter- 
«  medi  ;  sondo  nel  primo  atto  stato  rappresentato  la  presa  che  fece 
«  Ulisse  di  Armeste,  nel  secondo   un'aquila,    dentro   la   quale   la 


(i)  Avvisi  di  Roma,  26  aprile  1595.  Collezione  suddetta,  n    1063. 

(3)  Avviii  di  Roma,  5,  3i  e  2j  aprile,  28  giugao  i6o8.  Archivio  lucchese. 


LE   PRIME    GAZZETTE   IN   ITALIA.  41 

«  cantatrice  di  Montalto  recitò  un'aria  con  tal  soavità,  che  avea 
«  più  dell'angelico  che  dell'umano;  nel  terzo  apparse  una  nave  che 
«  voltava  per  le  scene,  sembrando  in  mare,  che  era  cosa  da  stu- 
«  pire;  nel  quarto  fu  rappresentato  Vulcano,  che  battendo  con  i 
«  compagni  sopra  l' incudine  andava  a  tempo  con  istrumenti  musi- 
«  cali;  et  quinto  un  balletto  in  aere  dentro  una  nuvola  volante, 
«  accompagnato  da  una  musica  rarissima  »  (1).  Non  mancavano 
infine  le  notizie  riguardanti  gli  arrivi  e  le  partenze  delle  navi,  il 
traffico  ed  i  prezzi  delle  merci;  le  quali  cose  però,  come  è  natu- 
rale, più  frequentemente  ax3parivano  ne'  fogli  di  Venezia  e  di  Ge- 
nova. Annunzi  propriamente  detti,  come  quelli  messi  a  prezzo  e 
nell'interesse  privato  nelle  gazzette  moderne,  non  vedemmo  mai 
nelle  antiche  scritte  a  mano,  ed  anche  rarissimamente  compari- 
rono nelle  prime  che  in  Italia  si  stamparono. 

Le  città  donde  si  spacciavano  gli  avvisi  fra  noi  nei  tempi  più 
antichi,  furono,  come  si  disse,  Roma,  Venezia,  Genova  e  Milano. 
Ma  anche  ad  altre  si  estese  presto  la  usanza;  e  specialmente  nel 
seicento  e  nel  settecento,  si  ebbero  novellisti  di  professione  in 
molte  delle  altre  grosse  città  dell'Italia.  Anzi  vi  furono  italiani 
che  presero  a  mandare  avvisi  a  prezzo,  ed  in  lingua  materna,  da 
paesi  esteri,  e  ne  vedemmo  specialmente  di  Lione,  di  Vienna,  di 
Parigi  e  fino  di  Londra.  Talché  la  storia  delle  gazzette  italiane, 
a  chi  volesse  trattarla  in  tutti  i  èuoi  particolari  riuscirebbe  per  la 
vastità  e  confusione  sua  di  mirabile  difficoltà,  per  non  dire  impos- 
sibile. Sarebbe  anzi  non  agevole  e  faticoso  assai  solo  il  determi- 
nare quali  fossero  le  principali  officine  di  avvisi,  ed  indicare  co- 
loro che  le  dirigevano.  Di  alcuni  ne  venne  fatto  di  ricordare  i  nomi 
quasi  per  incidenza,  di  altri  pochi  diremo,  tenendo  specialmente 
per  guida  le  carte  di  Lucca,  dove  il  Magistrato  de'  Segretari,  che 
oggi  si  direbbe  la  polizia,  aveva,  fra  gli  altri  uffici,  quello  di  pro- 
curare ai  governatori  della  repubblica  le  notizie  de'  successi  del 
mondo.  Dei  menanti  romani  che  spedivano  gli  avvisi  avanti  il  1593, 
non  altro  si  trova  scritto  fuorché  lo  stipendio.  Nell'anno  seguente 
si  ebbe  la  pratica  di  quel  Poli,  già  ricordato,  il  cui  lavoro  si  pagò 
da  20  a  24  scudi  per  anno,  senza  contare  le  mance  d'uso  nell'arte 
della  menanterìa  (2).  Dopo  essersi  valsi  dell'opera  di  un  gazzettiere 
genovese,  di  cui  non  è  detto  il  nome,  e  che  nel  1591  riscuoteva 
per  l'annata  altra  somma  di  24  scudi,  si  strinse  il  trattato  in  Ge- 


(i)  Avvisi  di  Roma,   i  novembre  1608.  Archivio  lucchese. 

(2)  Luca  Assarino,  chiedendo  la  solita  mancia  al  governo  di  Lucca  sulla  fine 
del  1648,  diceva  essere  questa  usata  da'  suoi  praticanti  (associati)  di  Roma,  Firenze, 
Napoli,  Venezia,  Vienna,  Milano,  Torino  e  Parigi;  i  quali  a  questo  effetto  pagavano 
doppio  il  prezzo  de'  fogli  del  mese  di  dicembre.  E  soggiungeva  al  Cancellier  Maggiore: 
«  Tanto  più  si  «pera  da  lei  quanto  che  il  foglio  segreto  che  le  si  manda  non  è,  in 
«  fé' d'uomo  d'honore,  comune  fuorché  a  due  altri  principi  grandi....  La  mancia  poi 
«  (seguita  esso)  noi  la  cerchiamo  da  altri  per  gentilezza,  perchè  ci  vien  cercata  da  i 
«  nostri  servitori,  da  i  nostri  giovani,  da  i  nostri  operai,  per  giustizia:  e  bisogna  dar 
«  la  mancia  a  tutti,  altrimenti  l' huomo  non  è  servito  bene.  »  Archivio  lucchese,  Scrit- 
ture del  Magistrato,  auoo  1648, 


42 


GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 


nova  con  un  tal  Fulvio  Costantini,  la  cui  gazzetta  si  ricevette  in 
Lucca  fino  al  1624,  a  prezzo  assai  più  discreto  (1).  De'  più  anticlii 
avvisi  che  si  ricevettero  da  Milano  e  da  Venezia,  ignoriamo  pari- 
mente gii  autori,  e  solo  troviamo  clie  per  i  primi  si  spendesse  da 
8  a  10  scudi  ogni  anno,  e  15  per  i  secondi.  Nel  1619  spariva  il 
foglio  del  Poli,  o  perchè  cessasse,  o  perchè  il  Magistrato  lucchese 
si  stancasse  di  pagare  quella  grossa  mercede  ;  e  s'ebbe  un  altro 
gazzettiere  romano,  contento  di  soli  12  scudi  e  la  mancia.  Nel  1628 
si  prese  la  pratica  del  gazzettiere  milanese  Andrea  Tresoli,  il  cui 
foglio,  pagato  da  13  a  14  scudi,  si  tenne  fino  al  1630.  Circa  a  que- 
sto tempo,  un  tal  Lucio  Aresi,  abitante  in  Venezia,  levava  grido 
di  A'alentissimo  novellista.  Fulvio  Testi  lo  tirava  al  servizio  del 
duca  di  Modena  con  un  regalo  di  due  sottocoppe  di  argento  del  peso 
di  35  ducatoni;  e  diceva  esser  assai  esattamente  informato  degli 
interessi  e  de'  negozi  che  corrono,  e  «  giovine  che  penetra  anche 
le  cose  più  occulte  e  recondite  »  (2).  Il  governo  di  Lucca,  mosso 
ugualmente  dalla  celebrità  del  nuovo  gazzettiere  veneziano,  ne,  ot- 
teneva la  pratica  nel  1633,  mediante  la  bella  somma  di  50  scudi 
annuali.  Fu  pure  in  Venezia  e  nell'anno  stesso,  che  Ferrante  Pal- 
lavicino aveva  preso  a  diffondere  per  lettere  scritte  a  mano,  gli 
avvisi  de'  successi  di  Francia,  cordialmente  avversi  a  Spagna,  e 
che  a  lui  si  dicevano  suggeriti  da  personaggi  di  alto  affare,  forse 
anche  dal  ministero  francese,  che  poi  lo  vendicò  facendo  ammaz- 
zare chi  lo  tradì.  Se  però  questi  fossero  venali  e  scritti  a  tempo 
fisso,  a  modo  delle  altre  gazzette,  non  è  detto  da  chi  allora  scrisse 
la  vita  di  quell'  infelice  (3).  Anche  a  Verona  nei  primi  anni  del 
seicento  fu  una  gazzetta  compilata  da  quel  cavaliere  Tedeschi,  al 
quale  così  superbamente  scriveva  il  Bentivoglio,  come  si  disse. 

Nel  1636  veniva  a  prestare  i  suoi  servigi  ai  lucchesi  un'altra 
famosa  penna,  cioè  Ippolito  Valentini  gazzettiere  milanese,  tiran- 
done il  salario  di  40  scudi  per  anno.  Era  però  costui  uomo  di  ca- 
rattere ardito  ed  avventuroso,  e  probabilmente  non  amico  di 
Spagna  ;  condizione  cattiva  per  chi  viveva  e  trattava  la  politica 
in  Milano.  Infatti  sappiamo  che  nel  susseguente  1637,  esso  avea 
dovuto  nascondersi  per  causa  di  un  omicidio,  ma  pur  di  soppiatto 
seguitava  a  spedire  gli  avvisi  «  la  qual  pratica  gli  dava  utile  gran- 
de dissimo  »  (4).  Durò  di  fatto  per  qualche  tempo,  forse  dopo  essersi 
liberato  da  quella  prima  imputazione.  Quando  ecco  che  a  mezzo  il 
1640,  venne  nuova  che  il  Valentini,  «  patito  naufragio  per  causa 
«  di  avvisi  »  era  stato  bandito  da  Milano  ;  e  che  la  sua  gazzetta 


(i)  Per  regola  generale  tutte  le  notizie,  delle  quali  non  si  cita  il  documento, 
sono  desunte  dai  conti  del  Magistrato  de'  Segretari,  nell'Archivio  lucchese.  Lo  scudo 
lucchese  equivaleva  a  peso  d'argento  a  lire  italiane  s,6o. 

(2)  Testi,  Opere  scelte,  II,  41. 

(3)  Vita  di  Ferrante,  scritta  dall'Aggirate  accademico  incognito,  stampata  in  cima 
alle  opere  scelte  del  medesimo,  Villafranca,  1670. 

(4)  Lettera  del  Raffaelli,  da  Milano,  19  agosto  1637.  Mag.  Segr.  di  Lucca,  Scrit- 
ture; ad  an, 


LE    PRIME    GAZZETTE   IN    ITALIA.  43 

avea  dovuto  cessare  del  tutto,  avendo  il  Gran  Cancelliere  impedito 
a  Gio.  Stefano  Bressano  di  scrivere  in  sua  vece  per  mantenere  le 
pratiche  correnti  (1).  Il  Tresoli  era  divenuto  pazzo  nel  1637  (2)  ; 
talché  ne  venne  che  non  altri  restasse  in  Milano  a  far  professione 
di  novellista,  fuorché  un  Filippo  Perlasca,  il  quale  dal  sapersi  che 
godeva  le  grazie  del  Governatore,  è  facile  dedurre  che  fosse  ligio 
alla  fazione  spagnuola.  Frattanto  il  Valentini,  scampato  da  Mi- 
lano, avea  trovato  rifugio  a  Roma,  e  di  qui  intendeva  di  seguitare 
il  mestiere  ;  anzi  un  suo  confidente  scriveva  «  che  forse  i  suoi  av- 
«  visi  non  si  manderanno  più  a  mano,  ma  stampati,  come  si  usa 
«  in  Francia  »  (3). 

Cosa  non  detta  finora,  per  quanto  crediamo,  da  nessun  biblio- 
grafo è  in  che  tempo  e  in  qual  città  d'Italia  si  introducesse  l'uso 
delle  gazzette  stampate.  Fino  nel  1570,  in  quella  prima  persecu- 
zione di  Eoma  contro  gli  spacciatori  di  avvisi,  erano  stati  «  messi 
«  in  prigione  alcuni  che  vendevano  le  nuove  stampate  a  Viterbo 
«  et  a  Fuligno  et  in  altri  luoghi  per  quella  città  »  (I).  Ma  sif- 
fatte stampe  dovettero  essere  probabilmente  di  relazioni  straordi- 
narie, come  tante  se  ne  imprimevano  in  ogni  parte  d' Italia.  Le 
vere  gazzette  continue,  a  periodo  fìsso,  di  cui  si  disse  fìn  qui, 
furono  tutte  scritte  a  mano  dai  menanti.  Se  però  nell'Italia  nostra, 
dove  era  tanto  esteso  l'esercizio  della  tipografia,  e  dove  di  questa, 
oltre  i  libri,  si  usava  in  moltissinle  occorrenze,  non  si  era  preso 
a  stampare  le  gazzette  fino  da'  loro  principii,  non  è  a  credere  che 
ciò  accadesse  perché  a  nissuno  fosse  venuta  in  mente  cosi  facile 
invenzione.  Ma  questo  é  da  attribuirsi  per  una  parte  alle  discipline 
pubbliche  ed  agli  impacci  delle  censure,  e  per  l'altra  all'interesse 
stesso  degli  autori  de'  fogli  di  nuove,  i  quali  sapevano  i  loro  clienti, 
e  specialmente  quelli  che  più  pagavano,  vogliosi  di  leggere  cose 
esposte  liberamente,  e  che  non  avessero  l'aria  di  comuni  e  plateali. 
Perciò  nemmeno  l'esempio  di  altre  nazioni,  dove  da 'qualche  anno 
le  gazzette  si  stampavano  con  assai  regolarità,  aveva  operato  fra 
noi  (5).  Collo  estendersi  però  la  curiosità  politica  ad  una  parte 
più  numerosa  della  società  italiana,  specialmente  allorché  il  popolo 
prese  ad  appassionarsi  più  vivamente  nel  conflitto  tra  Francia  e 
Spagna,  ne  venne  quasi  per  necessità  che  anche  fra  noi  sorges- 
sero le  gazzette  da  poco  prezzo  e  per  ^tutti,  il  che  non  si  poteva 
conseguire  senza  l'aiuto  della  stampa.  È  forse  anche  questa  una 
delle  molte  cose  che  si  presero  a  fare,  prima  che  altrove,  a  Fi- 
renze, dove  fino  dal  1597  si  stampavano  regolarmente  i  bullettini 


(i)  Scritture  del  Magistrato  Segr.  di  Lucca,  an,  1640. 

(2)  Magistrato  stesso,  deliberazioni  del  1637,  e.  15. 

(3)  Scritture  del  Magistrato,  an.  1640.  Lettera  del  Bressano  da  Milano,  4  luglio, 
e  di  Gio.  Pesaroni  da  Roma,  6  detto  mese, 

(4)  Avvisi  di  Veneiia,  Roma,  28  ottobre  1570.  Archivio  mediceo,  filza  jo8o. 

(5)  Per  esempio  il  JVeekly  News  in  Inghilterra,  e  la  Gaiette  del  Renaudot  in  Fran- 
cia, cominciata  a  pubblicarsi  nel  1631. 


44  aUlDA    DELLA    STA^IPA.    PERIODICA   ITALIANA. 

settimanali  de'  cambi  e  delle  mercuriali  (1).  Fu  nella  stamperia 
di  Amadore  Massi  e  di  Lorenzo  Landi,  aperta  in  quella  città  nel 
1636  (2),  elle  si  cominciò  a  dare  in  luce  regolarmente  una  gazzetta, 
copiata  da  altra  di  Venezia  ;  e  si  disse  il  Landi  essere  stato  par- 
ticolare inventore  di  questa  nuovissima  industria  (3).  Nel  1641  il 
Granduca  concedeva  a  Pietro  Cecconcelli,  altro  stampatore  fioren- 
tino, il  privilegio  di  una  seconda  gazzetta,  da  stamparsi  egualmente 
ogni  settimana,  ma  limitata  alle  sole  nuove  della  Germania  (4). 
Quindi  il  16  dicembre  1643,  procedutosi  a  Firenze  ad  un  appalto 
privilegiato  delle  pubbliclie  stampe,  questo  toccò  per  il  canone  di 
400  scudi  annuali,  ai  tipografi  associati  Nesti  e  Signoretti  ;  e  nel 
contratto  si  comprese  pure  il  privilegio  della  gazzetta  che  stam-. 
pavano  i  Massi  e  Landi,  senza  pregiudizio  però  di  quella  del  Cec- 
concelli cbe  si  volle  riservata.  Se  frattanto  Ippolito  Valentini  scam- 
pato da  Milano  avesse  colorito  il  disegno  di  stampare  in  Roma  i 
suoi  avvisi,  non  ci  fu  dato  di  scoprire.  Sappiamo  bensì  clie  sulla 
fine  del  1640,  che  fu  l'anno  stesso  della  fuga  del  Valentini,  prese 
a  pubblicarsi  in  Roma  una  gazzetta  a  stampa,  detta  ora  pubblica^ 
ora  ordinaria^  di  cui  appariva  autore  un  Giovacch.ino  Bellini,  che, 
morto  nel  1648,  fu  seguitata  dal  suo  fratello  Giovanni  ;  e  questo 
pure  essendo  alla  sua  volta  mancato  nel  giugno  dell'anno  appresso, 
ebbe  un  continuatore  in  Cammillo  Rosaleoni  (5).  Cosi  è  pari- 
mente sicuro  che  nel  1642  usciva  un  foglio  stampato  anche  in  Ge- 
nova, messo  assieme  da  Michele  Castelli,  di  quella  città  (6).  A 
Torino  madama  Cristina  reggente,  imitava  nel  164.5,  l'esempio  di 
Firenze,  sottoponendo  la  stampa  di  una  gazzetta  a  pubblico  pri- 
vilegio e  concedendolo  a  Pierantonio  Boccini.  Quando  si  vedessero 
i  primi  fogli  stampati  di  Milano  non  ci  è  riuscito  sapere.  A  Ve- 
nezia, per  quanto  gli  avvisi  di  quella  città  fossero  riputati  e  dif- 
fusi, pure  si  tenne  l'usanza  di  darli  fuori  solamente  manoscritti  ; 
il  che  durava^  anche  sulla  fine  del  seicento,  come  diremo  più  sotto. 
Giova  però  lo  avvertire  che  questa  novità  della  stampa,  per 
le  stesse  ragioni  che  aveano  trattenuti  per  alcun  tempo  i  gazzet- 
tieri italiani  ad  accettarne  l'uso   anche  a  fronte  dell'esempio  fore- 


(i)  Carlo  Gigli,  fiorentino,  fu  inventore  di  siffatta  pubblicazione  e  n'ebbe  privi- 
legio dal  Granduca,  a  tempo,  il  25  gennaio  1597,  il  quale  poi  seguitò  nei  suoi  eredi. 
A  Giglio  di  Raffaele  Gigli  fu  confermato  tal  privilegio  il  15  map-gio  163 1.  Archivio 
delle  Riformagioni  di  Firenze,  filza  9  dell'aud.  Dani,  176,  e  filza  io,  dell'aud.  Usira- 
bardi,  322,  323. 

(2)  Archivio  delle  Riformagioni  di  Firenze,  filza  2,  dell'auditore  Vettori,  carte  378. 

(3)  In  una  supplica  (stampata)  di  Bernardo  Landi  diretta  al  Granduca,  in  occa- 
sione del  nuovo  appalto  delle  gazzette  messo  a  concorso  nel  1653,  è  detto  essere  stato 
r  inventore  delle  gazzette  la  buon'  «  anima  di  Lazaro  suo  padre  ».  Archivio  suddetto, 
filza  7  dell'aud.  Vettori,  329. 

(4)  Si  vegga  il  privilegio  del  Cecconcelli,  16  marzo  1641,  e  informazioni  annesse, 
nell'Archivio  medesimo,  filza  4,  del  Vettori,  e.  488;  e  gli  altri  documenti,  ivi,  485,486,487. 

(5)  Magistrato  de' Segretari,  nell'Archivio  lucchese.  Scritture  dal  1640-1649,  e 
specialmente  lettera  di  Giovanni  Bellini,  3  ottobre  1648,  e  altra  di  Camillo  Rosaleoni, 
19  giugno  1649. 

(6)  Magistrato  sudd. ,  Scritture,  an.  1643,  lettere  del  Parpaglioni,  da  Genova. 


LE    PRIME    GAZZETTE    IN   ITALIA.  45 

stiero,  non  incontrò  il  gusto  di  tutti.  La  diffusione  popolare  che 
ottenevano  per  questa  via  i  fogli  di  notizie,  ed  il  sapersi  che  cer- 
tamente avevano  dovuto  scapitare  nella  libertà,  sottoponendosi  alle 
censure  ed  alla  tutela  de'  governi,  fece  perder  loro  gran  parte  di 
riputazione.  Le  gazzette  stampate  si  consideravano  pertanto  come 
buone  soltanto  per  i  politicanti  da  dozzina.  Anche  per  lo  innanzi, 
fra  le  stesse  gazzette  a  mano,  quelle  più  divulgate  e  di  basso  prezzo, 
erano  state  pochissimo  curate  dai  grandi,  i  quali  ponevano  ogni 
studio  per  aver  fogli  riservati,  quasi  segreti,  scritti  da  uomini  che 
lavorassero  bensì  a  caro  prezzo,  ma  per  pochi,  e  fossero  capaci,  o 
almeno  creduti  in  grado  di  spingere  gli  occhi  profani  nei  misteri 
dei  principi.  A  maggior  ragione  gli  illustri  politici  di  que'  giorni 
pochissimo  si  curarono  di  leggere  le  gazzette  stampate,  diventate 
cosa  di  tutti,  ma  seguitarono  a  chiederne  di  recondite  ed  inac- 
cessibili al  volgo.  Perciò  il  governo  di  Lucca,  benché  ricevesse  la 
gazzetta  pubblica  del  Bellini,  scelse  nel  1642,  un  novellista  a  mano 
delle  cose  di  Roma,  che  fu  Ippolito  Vesaroni.  Ma  anche  delle  gaz- 
zette segrete,  purché  i  denari  non  facessero  difetto,  si  incaricavano 
alcuna  volta  gli  stessi  editori  de'  fogli  stampati  ;  i  quali  cosi  pre- 
sero a  fare  il  doppio  lavoro  di  avvisatori  pubblici  e  segreti.  Quel 
Michele  Castelli,  autore  della  gazzetta  genovese  stampata,  serviva 
alcuni  suoi  illustri  padroni  di  un  foglio  segreto  a  mano,  libero, 
tutto  pieno  di  quelle  benedette  notizie  recondite  tanto  agognate. 
Dal  governo  di  Lucca  riceveva  per  questo  da  25  a  35  scudi  per 
anno  ;  e  poteva  dirsi  buon  mercato,  se  Mattias  de'  Medici  pagava 
lo  stesso  servizio  50  ducatoni,  e  cento  scudi  il  duca  di  Modena  (1). 
Ma  le  gazzette  genovesi  in  pochi  anni  andarono  soggette  a 
molte  vicende.  Esso  Castelli,  il  quale  crediamo  che  fosse  di  fami- 
glia addetta  all'ufficio  delle  poste,  e  che  avea  per  collaboratore  nel 
lavoro  delle  gazzette  Alessandro  suo  figliuolo,  «  per  certi  degni 
«  rispetti  »  ,  che  non  è  detto  chiaro  quali  si  fossero,  cessava  nel 
febbraio  1646  dal  pubblicare  il  foglio  stampato;  e  cessò  anche,  per 
quanto  apparisce,  dallo  scrivere  quello  segreto  (2).  L'opera  loro  si 
seguitava  però  da  due  altri  genovesi,  egualmente  padre  e  figlio. 
Furono  questi  un  Giovambattista  Oliva  «  persona  di  più  che  me- 
diocre talento  »  che  offeriva  alla  Signoria  lucchese  un  altro  foglio 
segreto,  chiedendone  il  salario  di  cento  ducatoni,  che  ridusse  a 
50  scudi  annuali  da  pagarsi  a  trimestre;  ed  il  padre  suo.  Michele 
Oliva,  che  pubblicava  una  qualità  di  avvisi  a  stampa,  per  un  prezzo 
equivalente  ad  otto  scudi,  parimente  di  Lucca  (3).  Ma  ecco  che  a  un 


(i)  Magistrato  de' Segretari  di  Lucca,  Scritture  del  1644,  lettera  del  Parpaglioni. 
In  una  lettera  del  Testi  al  Castelli  si  conferma  la  corrispondenza  di  quest'ultimo  col 
Duca  di  Modena.  Opere  scelte,  II,  395.  Il  gazzettiere  è  detto  Marchese  invece  di  Mi- 
chele, per  errore  di  stampa. 

(2)  Magistrato  suddetto,  Scritture,  1646.  Lettera  di  Alessandro  Castelli,  17  feb- 
braio. 

(3)  Fra  le  stesse  scritture  an.  1645,  lettere  dell'Oliva  23  giugno  e  17  luglio.  De- 
liberaz.  del  Magistrato,  carta  94. 


46  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

tratto,  ne'  primi  giorni  del  1647,  giunge  la  nuova  clie  Giovambat- 
tista Oliva  era  stato  ammazzato, 'e  frattanto  la  doppia  spedizione 
dei  fogli  resta  interrotta  (1).  Compariva  però  di  li  a  poco  (an.  1648), 
sulla  stessa  scena  di  Genova,  un  nuovo  informatore  politico,  que- 
sta volta  non  ignoto  alle  storie,  bencliè  non  abbiano  lasciato  ri- 
cordo che  esercitasse  tal  professione.  Fu  costui  Luca  Assarino,  au- 
tore di  romanzi  e  di  compilazioni  storiche,  cbe  a'  giorni  suoi  ebbero 
fama  e  lettori,  ed  oggi  sono  neglette  e  dimenticate,  come  tante 
altre  di  quel  secolo.  Esso,  oltre  a  pubblicare  un  foglio  stampato, 
che  forse  fu  la  continuazione  di  quello  di  Michele  Oliva,  prendeva 
a  divulgare  una  delle  solite  gazzette  a  mano  ;  e  di  più  spediva  ai 
suoi  clienti  un  terzo  foglio  di  supplemento  di  notizie  di  Parigi  ; 
il  quale,  con  vanto  da  ciarlatano,  giurava  costargli  non  poco  di 
rischio  e  di  spesa,  per  esser  cox3Ìa  di  una  lettera,  che  un  gran  per- 
sonaggio, ogni  ordinario,  mandava  al  Granduca,  e  che  a  lui  in  se- 
greto era  passata  da  un  segretario  infedele  (2).  Il  foglio  stampato 
dall' Assarino  era  chiamato  il  Sincero^  e  forse  fu  il  primo  in  Italia 
che  portasse  un  titolo  espresso  ;  il  che  è  da  notarsi,  perchè  anche 
ne'  tempi  susseguenti,  cioè  nell'ultima  metà  del  seicento  e  nella 
prima  del  settecento,  non  si  j)i'aticò  in  generale  di  mettere  un 
nome  in  fronte  ai  giornali  (3).  Si  vide  anche  allora  per  la  prima 
volta,  e  nella  stessa  Genova,  la  pubblicazione  contemporanea  di 
più  gazzette,  per  ragione  della  differenza  delle  parti  politiche.  Un 
tale  Alessandro  Botticella  prese  infatti  a  divulgare,  a  competenza 
coli 'Assarino,  un  secondo  foglio  il  quale  fu  di  certo  in  corrente 
dal  1650  al  1656  e  si  dava  a  prezzo  più  basso  (4).  Uno,  de'  soliti 
documenti  lucchesi  ci  fa  sapere  che,  dei  due  gazzettieri  l'uno  se- 
guitava le  parti  di  Spagna  e  l'altro  quelle  di  Francia;  ma  non  è 
detto  chi  fosse  lo  spagnuolo  e  quale  il  francese  (5). 

La  gazzetta  torinese,  già  conceduta  al  Soccini,  passava  nel 
1658,  sempre  per  privilegio  del  principe,  nelle  mani  di  Carlo  Gia- 
nelli  ;  e  durò  per  più  generazioni,  forse  fino  alla  conquista  fran- 
cese, nei  suoi  discendenti  (6).  A  Firenze  il  monopolio  delle  gazzette, 
unito  con  quello  delle  stampe  pubbliche,  e  affittato,  come  si  disse 
nel  1643,  per  un  decennio  ai  Signoretti  e  Nesti,  si  confermò  per 


(i)  «  Essendo  stato  ucciso  Gio.  Battista  Oliva  a  Genova,  che  con  la  paga  di 
«  50  scudi  all'anno  mandava  il  foglio  a  mano  di  avvisi,  ha  risoluto  che  si  stacchi  la 
«  pratica.  »  Magistrato  de'  Segretari,  Deliberaz.  2  gennaio   1647. 

(2)  Lettera  dell' Assarino  al  cancelliere  Orsucci,  12  dicembre  1648.  Magistrato  Se- 
gret. ,  Scritture  ad  an. 

(3)  Dalle  stesse  scritture  del  1648,  conto  del  cancelliere  Orsucci  ;  e  deliberazione 
del  Magistrato,  25  gennaio   1652. 

(4)  11  Sincero  costava  in  Lucca  una  pezza  da  otto  il  mese,  il  foglio  del  Botti- 
cella 4  scudi  e  mezzo  lucchesi  ogni  anno.  Si  vegga  una  lettera  del  Botticella,  fra  le 
solite  scritture,  anno  1656. 

(3)  Su  questo  punto  assai  importante  della  storia  delle  gazzette  si  consultino  varie 
lettere  di  Michele  Oliva  (padre  dell'ucciso  Gio.  Battista)  del  novembre  e  dicembre  1652, 
fra  le  Scritture  del  Magistrato  lucchese. 

(6)  Vernazza,  Diiionario  dei  tipografi  te.  che  operarono  negli  Stati  Sardi  di  Terra- 
ferma. Torino,  1839,  pag.  209. 


LE    PRIME    GAZZETTE    IN    ITALIA.  47 

altrettanto  spazio  di  tempo  nel  solo  Signorotti  (an.  1653)  ;  e  quindi 
passato  nel  1664  in  Vincenzo  Vangelisti  e  Pietro  Matini  (1),  re- 
stava forse,  fìncliè  regnarono  i  Medici  fra  i  privilegi  degli  stam- 
patori di  Sua  Altezza  E  e  ale.  Ma  poca  fama  otteneva  il  privile- 
giato foglietto  di  Firenze,  il  quale  fu  per  lo  più  considerato  come 
compendio  o  ristampa  dei  fogli  di  Genova  (2).  La  poca  riputazione 
delle  gazzette  fiorentine  fu  alquanto  rialzata  allorché,  nel  1766, 
sotto  Pietro  Leopoldo,  si  prese  a  pubblicare  la  Gazzetta  Patrio, 
e  quindi  la  Gazzetta  Universale  ;  le  quali,  dopo  avere  assunto  di- 
versi titoli  e  passate  non  poclie  vicende,  furono  il  ceppo  di  quel 
foglio  officiale  e  privilegiato,  che  durò  finche  la  Toscana  ebbe  un 
proprio  governo.  A  Modena  il  primo  saggio  di  giornali  stampati 
si  vide  nel  1658  ;  e  dopo  esservi  state  gazzette  che  via  via  risor- 
gevano e  cessavano,  restò  verso  la  metà  del  secolo  passato  il  Mes- 
saggiere,  il  quale  nel  1757  passò  alla  stamperia  ducale,  e  fu  gior- 
nale d'ufficio  del  governo  estense,  fino  probabilmente  alla  fuga  del 
Duca,  seguita  nel  1796  (3).  Altre  due  gazzette  si  stampavano  di 
certo  in  Piacenza  ed  in  Mantova  fino  dal  1680  ;  e  quest'  ultima 
ebbe  spaccio  e  credito  assai  (4).  Cosi  verso  la  fine  del  seicento  e 
nel  principio  del  secolo  dopo,  si  prendevano  a  stampare  de'  fogli 
politici  in  Milano,  Parma  (5),  Bologna  (6),  Foligno  (7)  Lugano, 
Napoli  (8),  Forlì  (9)  ed  in  altre  città,  la  maggior  parte  con  pri- 
vilegio de'  governi,  e  furono  l'origine  di  fogli  officiali  de'  diversi 
Stati  d'Italia.  A  Genova,  dopo  quo'  primi  di  cui  dicemmo  gii  au- 
tori, altri  ne  succedettero  senza  interruzione,  o  almeno  sempre  fu 
in  quella  città  una  gazzetta  stampata,  finche  il  governo  aristocratico 


(i)  Arch.  delle  riformagioni  fiorentino,  filza  i,  dell'aud.  Federighi,  carte  418  ec. 
Il  privilegio  particolare  che  aveva  il  Cecconcelli  per  le  notizie  di  Germania,  era  ri- 
masto nullo  fin  dal  1653,  perchè  nell'appalto  delle  gazzette  generali  si  dichiarò  non 
esservi  esclusione  di  ninna  qualità  di  nuove. 

(2)  Nelle  carte  lucchesi  la  gazzetta  fiorentina  è  detto  essere  quella  di  Genova 
ristampata;  perciò  il  Magistrato  la  rifiutava  e  prendeva  la  stampa  originale  a  fine  di 
avere  le  nuove  più  fresche.  Delib.  16  e  27  novembre  1652. 

(5)  Una  preziosa  miscellanea  de' più  antichi  giornali  modenesi  a  stampa,  sta  nel- 
l'Archivio di  Modena. 

(4)  Nel  1730  la  Gazzetta  di  Mantova  si  stampava  per  Alberto  Pazzoni,  con  licenza 
de'  superiori.  Non  avea,  come  del  resto  era  in  quasi  tutti  i  fogli  di  questa  natura,  titolo 
alcuno,  oltre  la  data  della  città  e  del  giorno.  Nella  prima  iniziale  era  incisa  l'arme  im- 
periale. 

(5)  Ne  abbiamo  viste  le  annate  1729  e  1730.  Allora  si  stampava  da  Giuseppe 
Rosati,  con  privilegio. 

(6)  Nel  1730  si  stampava  dai  fratelli  Sassi,  con  privilegio. 

(7)  Nel   1721  si  stampava  da  Niccolò  Campitelli. 

(8)  Nel  catalogo  de'  libri  rari  di  C.  Minieri  Riccio,  si  registrano  gazzette  napoli- 
tane  uscite  dal  1694  al  1708,  e  stampate  dal  Parrino,  Cavallo  e  Muzio. 

(9)  Nel  1701  si  prese  a  pubblicare  in  Forlì  un  foglio,  di  cui  una  pagina  col  ti- 
tolo di  Giornale  de'  Novellisti,  conteneva  notizie  politiche,  l'altra  intitolata  Gran  Gior- 
nale, era  destinata  alle  nuove  letterarie.  Cessò  dopo  cinque  anni  di  vita,  come  rac- 
conta Scipione  Mafìei,  nella  introduzione  al  Giornale  de  Letterali  d' Italia.  Nuovamente 
però  si  riprese  a  stampare  a  Forlì  un  giornale  tutto  politico,  similissimo  a  quelli  di 
Bologna,  Foligno,  Mantova,  ecc.,  il  quale  portava  in  fronte,  invece  di  titolo,  la  indi- 
cazione della  città,  del  giorno,  e  dello  stampatore  privilegiato  Dandi.  Ne  abbiamo  esa- 
minati de' fogli  dell'annata  1730. 


48  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 

durò  (1).  Che  discendenze  avessero  in  Roma,  le  gazzette  stampate 
dai  fratelli  Bellini,  e  quindi  seguitate  da  Camillo  Rosaleoni,  ci  è 
del  tutto  ignoto.  Può  darsi  però  che  il  Diario  detto  del  Cracas, 
quasi  tutto  diretto  a  registrare  i  fatti  religiosi,  ma  con  piccola  e 
innocente  mistura  di  notizie  politiche,  fosse  appunto  una  trasfor- 
mazione di  quelle.  Che  avvenisse  in  fine  di  una  gazzetta,  fatta  a 
imitazione  di  quella  di  Olanda,  che  nel  1745  si  prese  a  pubblicare 
in  Todi,  per  cura  di  Paolo  Rolli,  non  abbiamo  trovato  chi  ce  lo 
insegni,  ne  i  suoi  biografi  ne  fanno  pur  cenno   (2). 

Ma  perchè  le  gazzette  italiane  stampate,  sottomesse  a  censura 
e  quasi  del  tutto  ridotte  al  servizio  de'  governi,  non  contentavano 
chi  voleva  informazioni  libere  e  genuine,  ne  avvenne,  come  di- 
cemmo, che  durasse  fra  noi  il  costume  de'  fogli  di  avviso  a  mano, 
più  0  meno  segreti  più  o  meno  liberi.  Avendo  la  storia  delle  gaz- 
zette proceduto  di  pari  passo  anche  nelle  altre  parti  d'Europa,  e 
specialmente  in  Francia  ed  Inghilterra,  così  anche  là  si  era  pro- 
dotto il  fatto  medesimo  (.3).  Nei  nostri  archivi  pubblici  e  privati 
si  trovano  avvisi  manoscritti  venuti  da  ogni  parte  d' Italia,  fino 
agli  ultimi  anni  del  secolo  scorso  ;  e  di  piti  si  ha  notizie  qua  e  là 
di  alcuni  de'  principali  avvisatori.  Sappiamo  per  esempio  che  nei 
primi  anni  del  settecento  era  in  Genova  una  specie  di  azienda  di 
avvisi  segreti  condotta  da  Giuseppe  Merani  associato  ad  un  Pari- 
sani;  a  mezzo  del  secolo  quella  di  Don  Francesco  Emerigo,  a  cui 
succedeva  più  modernamente  Giuseppe  de'  Negri  (4).  Fra  quelli 
della  stessa  natura  che  sempre  ebbe  Milano,  noteremo  una  libera 
e  vivace  gazzetta  a  mano,  che  sulla  fine  del  seicento  spacciava 
Pier  Francesco  Yalentini,  forse  della  razza  di  quell'  Ippolito  che 
facendo  simil  professione  avea  molti  anni  innanzi  dovuto  fuggire 
da  quella  città  (15).  Circa  il  1660  si  pubblicava  manoscritto  a  Fi- 
renze un  foglio  di  nuove  oltremontane  da  un  tal  Ercole  Taglia- 
pietra,  che  però  vi  apponeva  il  suo  nome  sottoscritto  (6).  A  Ve- 
nezia, benché  vi  fosse  tanto  in  fiore  l'arte  della  stampa,  si  tenne 
così  tenacemente  l'usanza  delle  gazzette  a  mano,  che  anche  sulla 
fine  del  seicento  non  se  ne  stampava  nissuna.   Di  ciò  si  ebbe  per 


(i)  Ci  assicurano  che  la  Ganeita  di  Genova  che  tuttavia  si  stampa,  e  che  fu  uà 
giorno  il  foglio  più  universalmente  letto  di  tutta  l'Italia,  abbia  la  sua  origine  dalla 
Galletta  Xaiionaìe  Genovese,  il  cui  primo  numero  si  pubblicò  il  17  giugno  1797.  Non 
sappiamo  però  se  questa  fosse  proprio  sorta  tutta  nuova  in  quel  bollore  democratico, 
o  fosse  séguito  e  travestimento  di  una  gazzetta  più  vecchia 

(2)  Il  primo  numero  fu  stampato  a  mezzo  giugno  1745,  come  si  ha  da  lettera 
del  Rolli  al  p.  A.  Berti,  fra  le  lettere  a  quest'ultimo.  Archivio  di  S.  M.  Cortelandini 
in  Lucca. 

(3)  Hatin,  op.  cit.,  I,  49,  racconta  come  le  nuove  a  mano  durarono  presso  quelle 
due  nazioni  anche  quando  le  gazzette  si  stampavano,  non  ostante  le  pene  rigorose 
che  furono  stabilite  per  impedirle. 

(4)  Magistrato  de'  Segretari  di  Lucca.  Il  prezzo  che  generalmente  si  pagò  in 
Lucca  a'  gazzettieri  segreti  di  Genova,  nel  secolo  passato,  fu  di  cinque  ruspi  o  zec- 
chini annuali. 

C5)  Ve   ne  sono  due  annate  i6q8  e  1700  fra  i  manoscritti  di  S.  Romano  in  Lucca. 
(6)  Magistrato  de' Segretari  di  Lucca.  Scritture  del  1659-1660. 


LE   PRIME    GAZZETTE   IN   ITALIA.  40 

avventura  la  ragione  in  qualche  ordine  della  Repubblica,  del  quale 
però  non  abbiamo  trovato  indizio  ne'  libri  di  erudizione  veneziana. 
Del  fatto  però  ne  danno  sicurtà  le  seguenti  parole  del  Coronelli, 
clie  scriveva  nel  1697.  «  Non  è  costume  di  stampare  gli  avvisi  in 
«  questa  città,  ne  si  scrivono  cbe  col  dovuto  rispetto   verso  ogni 
«  nazione  e  riguardo  a'  particolari.  I  rapportisti  che  sono  in  gran 
«  numero  ricevono  il  foglietto  dalli  due  principali  D.  Pietro  Do- 
«  nati  e  Antonio  Minunni  »  (1).  Anche  il  Dotti,  in  una  delle  sue 
satire,  accennava  al  recapito  che  nella  bottega  di  quest'ultimo  fa- 
cevano i  politicanti  Veneziani,  i  quali  rimprovera  del  tempo  per- 
duto (2).  Degne  di  osservazione  son  anche  le  parole  del  Coronelli 
quando  afferma  che  i  numerosi  ra'px>07'tisti  veneziani  ricevessero 
il  foglio  da  due  principali  :  perchè  confermano  quello  che  crediamo 
avvenisse  anche  in  altre  città,  che  cioè  vi  fossero  non  pochi  che 
esercitassero  il  mestiero  di  seconda  mano,    non  raccogliendo   essi 
direttamente  le  notizie,  ma  copiandole  da   altri  fogli  de'  più  repu- 
tati. Non  erano  di  certo  di  questa  classe  inferiore  coloro  che  ser- 
vivano i  principi,  come  quel  Gio.  Francesco  Alvisi,    il  quale  nel 
principio  del  secolo  scorso,  era  lautamente  pagato  dalla  repubblica 
lucchese  per  i  suoi  avvisi  veneziani.  Ma  più  che  a  Genova,  a  Ve- 
nezia ed  in  ogni  altra  città  italiana,  rimase  viva  in  Roma  l'arte 
de'  fogliettisti  segreti.  Raccolte  più  o  meno  numerose  di  fogli  ro- 
mani di  questa  natura,  si  trovano,  negli  archivi  ;  ed  attestano  che 
l'usanza  perseverò  fino  al  pontificato  di  Pio  VI,  o,  per  dir  meglio, 
finche  anche  in  Roma  non  si  apri  la   breccia   alla   rivoluzione  di 
Francia.  Fra  gli  informatori  romani,  dell'ultimo  secolo  ne  vedemmo 
alcuni  quasi  affatto  occupati  a  registrare  le  nuove  della   Cm'ia  e 
le  faccende  ecclesiastiche  ;  altri  invece  piii  larghi  nel   raccogliere 
quelle  esterne  e  politiche  ;  altri  infine  assidui  nel  riferire  notizie 
erudite  ed  artistiche.  Diverse  appariscono  anche    le    indoli    degli 
scrittori  ;  che  talvolta  sono  rimessi  e  moderati,  non  di  rado  liberi 
e  franchi  giudicatori,  ed  anche  satirici  e  maligni.  Il  IMilizia  avrebbe 
avuto  particolare  ingegno  per  questo  modo  di  scrivere  ;  e  leggendo 
le  sue  lettere,  specialmente  quelle  al  conte  di   Sangiovanni,    par 
talvolta  di  avere  in  mano  il  lavoro  di  alcuno  fra   que'  più   liberi 
ed  arguti  gazzettieri  romani.  Nel  tempo  delle  sedi  vacanti  i  modi 
di  costoro  si  facevano  più  che  mai  irreverenti  ed  audaci,  e  le  gare 
delle  fazioni  che  si  agitavano  nei  conclavi,  aveano  la  loro  corri- 


(i)  Coronelli,  Viaggi.  Venezia,  1697,  I,  31 

(2)  Nella  satira  intitolata  i  Novellisti,  tutta  diretta  contro  i  politici  che  perdevano 
la  testa  ed  il  tempo  a  cianciare  ne'  caffè  e  nelle  botteghe,  si  legge  : 

Son  dell'ozio  i  pigri  alunni 

Con  molti  altri  capi  storti, 

In  bottega  del  Minunni 

A  sudar  sopra  i  riporti. 
Riporti  e  rapporti,  si  chiamano  le  gazzette  e  rapportisti  i  gazzettieri,  anche  in  altri  luoghi 
di  esso  poeta.  Il  Dotti,  morto  assassinato  nel  1712,  avea  scritte  le   sue   satire  negli 
ultimi  due  decenni  del  secolo  antecedente. 

N.  Bernardini  —  Guida  dclU  Stampa  ^triudùa  iialiuiia  —  4. 


50  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODiCà   IT  ALL'INA. 

spondenza  nelle  gazzette.  Cosi,  per  esempio,  un  novellista  romano 
cominciava  il  suo  foglio  del  10  aprile   1721:  «Il  conclave  è  pieno 
€  di  scissure,  e  poco  mancò  non  sieno  venuti  alle   mani  Panfìlio 
«  et  Albano,  doppo  essersene  dette  delle  belle  e  delle  buone.  Rin- 
€  facciando  Panfilo  all'altro  il  malgoverno,  e  1'  altro   a  quello  la 
«  sua  pazzia.  Ancora  con  Altam  ha  altercato  Albani,   e  Fabroni 
€  con  Corradini  ;  clie  peggio  non  avrebber  fatto  due  curati  di  villa, 
«  usciti  ubbriaclii  da  qualche  paio  di  nozze  contadine  »  (1).  A  che 
setta  appartenessero  gli  avvisatori  segreti  di  Roma,  che  ne'  primi 
tempi  del  settecento  servirono  la  repubblica  lucchese,  non  abbiamo 
potuto  sapere  essendo  disperse  le  carte  che  inviavano.  Fra  questi 
furono  un  Giuseppe  Pozzi,  già  stato  dapprima  a   Firenze  a    eser- 
citare lo  stesso  mestiere,  un  Panicali  e  un  Gio.  Battista  Bondacca. 
La  persistenza  in  Roma   delle    gazzette  malediche   si   deve    attri- 
buire al  non  essersi  mai  del  tutto  spente  le  fazioni  e  le  nimicizie 
fra  le  principali  famiglie;  ma  più  alla    avidità  del  guadagno  che 
faceva  sfidare  le  leggi.  Anche  in  Francia  gli  ordini  più  crudeli  e 
le  più  assidue  persecuzioni  per  lunghissimo  tempo  erano    riuscite 
vane  contro  i  libellisti  e  gli  scrittori  di   gazzette  a  mano    (2).  Il 
dotto  volterrano  Maffei,  che  scriveva  nel  1712  dopo  aver  raccon- 
tato la  severa  legge  di  Pio  V  contro  gli  avvisi  satirici,  esclamava: 
«  Eppure,  Dio  buono,  non  è  mai  bastato   qualunque   rigore  a  li- 
€  berar  Roma  da  questa  infermità  che  si  nutrisce  dell'avarizia,  della 
€  malizia  e  della  menzogna  »  (3).   Quali  e  quanti  ebbero  a  soste- 
nere questi  rigori   sarebbe   impossibile  il  dire,    senza    esplorare  i 
documenti  di  Roma.  Di  alcuno  che  a  prezzo  della  vita  scontò  in 
quella  città  l'audacia  dello  scrivere  già  dicemmo  in  principio.  D'un 
altro  che  ebbe  sorte  eguale  nei  tempi  più  moderni,    cioè   sotto  il 
pontificato  di  Clemente  XI,  e  che  forse  fu  l'ultimo  cui   si   appli- 
casse in  tutto  il  massimo  rigore  della  bolla  piana,  troviamo  ricordo 
negli  annali  manoscritti  della  Colombaria  di  Firenze.   «  Si  fa  me- 
«  moria  (così  si  legge  in  quel  prezioso  diario)  come  trovandosi  l'As- 
ce setato  (4)  di  permanenza  in  Roma  dall'anno  1718  al  1723,  segui 
€  che  dopo  sei  mesi  di  prigionia  sostenuta  dall'abate  Gaetano  Vol- 
«  pini  di  Piperno,   nell'anno  1719  e  20  carcerato  e  processato  per 
«  foglicttante,  con  avere  scritte  a  Vienna  al  Conte  di  Sizzendorff 
«  cose  contro  la  vita  et  onestà  del  Santissimo  padre  Clemente  X, 
«  e  di  Clementina  Sobiescki  sposa  allora  di  Giacomo  ITE  Stuardo 
«  re  della  Gran  Brettagna,    fu   finalmente  condannato,   come  reo 
«  de'  sopraccennati  delitti,  ad  esser  decapitato.  Fu  alzato  il  palco 
«  funesto  in  Campo  Vaccino,  e  la  mattina  del  sabato,  precedente 
«  al  sabato  del  carnevale  di  detto  anno,  si  vedde  detto  abate  Vol- 


(i)  Avvisi  di  Roma,  io  aprile  1721,  presso  lo  scrittore. 

(2)  Hatin,  I,  54  e  segg. 

(3)  Vita  di  S.  Pio   V,  luog.  cit. 

(4)  L'amico  che  ci  ha  comunicato  questo  curioso   documento  ci  fa  sapere   che 
l'accademico  Assetato  era  il  canonico  Niccolò  Liborio  Verzoni  di  Prato. 


LE   PRIME    GAZZETTE   IN   ITALIA.  51 

«  pini  condotto  al  luogo  del  supplizio,  accompagnato,  secondo  il 
«  solito,  dalla  Compagnia  di  S.  Giovanni  de'  fiorentini,  ed  assi- 
de stito  di  confortatore  dal  buon  padre  Galluzzi  giesuita.  Nel  mentre 
«  clie  si  attendeva,  da  una  infinità  di  popolo  quivi  concorso,  il 
«  fine  di  questa  sanguinosa  scena,  il  detto  Assetato  senti  un  abate 
«  ad  esso  incognito,  clie  diceva  ad  alcuni  suoi  compagni  la  infra- 
«  scritta  epigrafe,  com]posta  dal  medesimo  per  incidersi  in  pietra 
«  sopra  il  di  lui  sepolcro:  D.  Caietanus  Vulpinius  Pipernas.  Ve- 

«   RITATIS    AMATOR.    SuB    CLEMENTINA    TyRANNIDE    CAPITE    OBTRUNCATUS. 

«  VicTORiAE  PALMAM  OBTiNUiT.  Ex  S.  C.  S.  P.  Q.  E,.  — A  Sentire 
«  tale  empietà  l'Assetato,  conoscendo  che  quella  non  era  buon'aria, 
«  subito  se  ne  andò  in  altra  parte  »  (1). 

Mutate  le  condizioni  di  ogni  Stato  d'Italia  col  sopravvenire 
della  rivoluzione,  e  da  ogni  parte  sorgendo  giornali  liberi,  venne 
meno  l'usanza  delle  gazzette  segrete.  Anche  avvenute  le  restaura- 
zioni e  ritornati  i  tempi  del  silenzio,  gli  informatori  di  quella  sorte 
non  si  riebbero,  e  forse  i  governi  più  scaltriti  e  sospettosi  non  li 
avrebbero  tollerati,  come  pure  a  malincuore  avevano  fatto  gli  an- 
tichi. L'arte  dei  menanti  scomparve  dunque  in  quel  generale  rin- 
novamento di  uomini  e  di  cose,  che  si  ebbe  sulla  fine  del  secolo 
passato,  e  fino  la  tradizione  e  la  memoria  del  loro  mestiere  si  spen- 
sero. Collo  estendersi  in  Italia  la  rivoluzione  di  Francia,  si  chiude 
pertanto  l'epoca  prima,  se  cosi  ci,  è  concesso  parlare,  del  giorna- 
lismo politico  nostro,  la  cui  importanza  fu  principalmente  nelle 
gazzette  a  mano  che  più  o  meno  usarono  la  libertà  dello  scrivere. 
Le  fallacie,  le  incoerenze  e  le  bugie  ancora,  che  pur  troppo  deb- 
bono abbondare  in  quo'  fogli,  e  che  son  quasi  necessaria  conseguenza 
di  un  lavoro  afirettato  ed  immaturo,  non  debbono  farci  credere  che 
tutto  sia  in  esse  non  vero.  Anche  quando  altro  non  stessero  a  di- 
mostrarci che  le  credenze,  i  pregiudizi  dei  tempi,  e  l'eco  della  fama 
quotidiana,  ci  porgerebbero  pur  sempre  un  lato  importante  della 
storia.  Ma  veramente,  oltre  a  ciò,  una  certa  qualità  d'  informazioni 
e  di  particolari,  che  vanamente  si  cercano  nei  documenti  pubblici  e 
nei  libri,  sono  a  trovarsi  nelle  gazzette  :  le  quali  studiate  con  giu- 
dizio e  bene  adoperate,  possono  riuscire  di  gaiida  e  di  sussidio  alle 
altre  più  nobili  fonti  della  storia.  Molte  ricerche  occorrerebbero 
invero  perchè  le  antiche  gazzette,  cosi  varie  e  molteplici,  fossero 
distinte  fra  loro  ;  il  loro  valore  individuale  fosse  singolarmente  de- 
terminato; e  conosciuti  gli  autori,  si  scoprisse  a  quali  idee  ed  a 
quali  parti,  anche  involontariamente  servirono.  Il  che  certo  non 
sarà  possibile  di  conseguire  senza  studi  accurati  e  pazienti,  stante 
anche  la  rarità  grande  di  questi  fogli,  ed  il  trovarsi  disseminati 
in  collezioni  spesso  disgregate  e  lontane.  Ma  se  la  storia  delle 
gazzette  italiane  riuscirà  difficile  e  laboriosa,  di  tanto  crescerà 
il  merito  di  chi  saprà  farsene  autore.  In  noi  sarebbe  presun- 
zione, se  con  questo  che  ci  venne  fatto  di  scrivere,  credessimo  di 


(i)  Annali  della  Società  Colombaria  di  Firenze,  voi.  Ili,  115. 


52 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


aver  segnato  le  traccie  del  futuro  lavoro.  Invece  ci  chiameremo 
contenti  se  saremo  bastati  a  volgere  l'attenzione  degli  eruditi  so- 
pra un  soggetto  fin  qui  trasciirato,  e  pure  non  infimo,  ne  indegno 
di  studio. 

Salvatore  Bongi. 


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Grammatica  e  Lessicologia 
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IL  PRIMO  GIORNALE  STAMPATO 


Non  una,  ma  parecchie  nazioni  d'Europa,  si  contendono  la  gloria 
di  aver  dato  i  natali  al  primo  giornale  stampato. 

Per  molti  anni  si  è  creduto  che  all'Inghilterra  spettasse  quest'onore. 
Nel  1794  lo  storico  Chalmers  nella  sua  biografia  del  grammatico  Rud- 
dimann  richiamò  per  il  primo  l'attenzione  su  certi  fogli  conservati  nel 
British  Museum,  gli  uni  stampati  e  gli  altri  scritti  e  legati  insieme  in 
un  volume  in  folio.  Narrasi  che  nel  1588,  quando  la  famosa  Armada 
di  Filippo  II  minacciava  le  coste  del  regno,  lord  Burleigh  dimandò  alla 
regina  Elisabetta  il  permesso  d'informare  il  popolo  del  vero  stato  delle 
cose  e  che  avendolo  ottenuto,  mandò  fuori  un  foglio  intitolato  The  En- 
glish  Mercurie,  che  scritto  da  prima  a  mano,  come  le  Notizie  veneziane, 
venne  poscia  stampato  da  Cristoforo  Barker,  tipografo  della  corte.  Tra 
gli  esemplari  del  Museo  britannico  vi  sono  i  numeri  50,  51  e  54;  il 
primo  porta  la  data  del  23  luglio  1588,  Ma  Tommaso  Wats  scoprì  che 
quei  fogli  erano  apocrifi.  Nel  suo  opuscolo  A  letter  to  Antonio  Pani^:;i 
on  the  rcputed  earliest  printcd  neiuspaper  The  english  Mercurie  ij;8S,  di- 
mostra che  quegli  esemplari  stampati  non  possono  appartenere  al  tempo 
indicato,  ma  ad  un  periodo  ben  posteriore;  ed  afferma  che  i  manoscritti 
sono  sopra  carta  che  ha  per  filigrana  le  iniziali  G.  R.  (Georgius  rex). 

Probabilmente  però  questa  pubblicazione,  come  l'altra  fatta  a  No- 
rimberga, Augusta  e  in  altre  città,  non  aveva  nulla  di  permanente,  ca- 
rattere che  non  aveva  neppure  un  avviso  prodotto  dalla  Germania  come 
il  suo  primo  giornale  e  intitolato  Relation  oder  Zeitung  was  sich  begeben 
oder  :(iigetragen  hat  in  Dentschland  nnd  PVelschland,  Spanien  nnd  Franh- 
reich,  in  Ost-imd  Wcst-Indien,  fondato  nel  1612  e  che  da  taluni  è  ri- 
guardato come  il  primo  giornale  regolare. 

Di  questo  Avviso  si  cita  il  numero  14,  ma  questo  foglio  non  sem- 
bra noto  che  per  una  relazione  fattane  da  un  bibliografo  della  fine  del 
secolo  scorso,  ed  è  su  questa  citazione  che  i  tedeschi  considererebbero 
questo  Avviso  come  il  più  antico  dei  loro  giornah  (i).  Se  non  che  tre 
anni  dopo,  nel  161 5,  un  libraio  di  Francoforte,  Egenolph  Emmel,  pub- 
blicava un  foglio,  di  cui  nessuno  contesta  il  carattere,  una  gazzetta  nu- 
merata che  compariva  una  volta  la  settimana.  È  questa  gazzetta  che 
secondo  il  Brockhaus  sarebbe  oggi  continuata  dal  Frankfurter  Journal 
attuale.  L'anno  dopo,  ad  esempio  dell'Emmel,  Jean  de  Birghden,  ammi- 
nistratore della  posta  imperiale,  fondava  la  Frankfurter  Oberpostamts-Zei- 
tung  che  esisterebbe  anche  oggi  sotto  il  titolo  di  Frankfurter  Post^eitungy 
preso  il  i.°  aprile  1852.  Questo  giornale  sarebbe  venuto  senza  interru- 
zione fino  ai  nostri  giorni;  però  non  se  ne  conosce  un  numero  ante- 
riore al  1658. 

L' Olanda  ha  per  sé  delle  probabilità  di  precedenza  e  nulla  più.  È 


(i)  Saggio  di  una  storia  sommaria  della  Stampa  periodica,  di  L.  G.  Piccardi, 
Roma,  Beacini,  1886,  pag.  7  e  segg. 


54  aUIDÀ   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

opinione  ad  Amsterdam  che  questa-città  possedesse  verso  il  1617  0  il  1619 
una  gazzetta  periodica  che  usciva  due  volte  la  settimana. 

«  Nondimeno,  questa  gloria  di  aver  visto  nascere  il  primo  giornale 
stampato  è  contestata  a  Francoforte  da  Anversa. Infatti  Abraham  Verhoeven 
stampatore  ottenne  nel  1605  dagli  arciduchi  Alberto  e  Isabella,  il  privi- 
legio di  stampare  e  di  imprimere  su  legno  o  metallo  tutte  le  notizie 
recenti  (Alle  de  nietiwe  Tydinghen),  le  vittorie,  gli  assedi  e  le  presi  delle 
città  che  i  detti  principi  farebbero  o  guadagnerebbero.  Questo  privilegio 
è  noto  non  per  altro  che  per  la  conferma  accordatane  a  Verhoeven 
nel  1620. 1  più  antichi  numeri  delle  Nienwe  Tydin^hen,  esistenti  alla  bi- 
blioteca reale  di  Bruxelles,  non  risalgono,  è  vero,  al  di  là  del  1616,  ma 
è  lecito  supporre  che  questo  foglio  comparisse  in  principio  a  intervalli 
indeterminati,  come  resulterebbe  da  un  avviso  del  19  aprile  1617,  nel 
quale  lo  stampatore  àìco.  che  per  l'avvenire  farà  uscire  regolarmente  ogni 
otto  o  nove  giorni  le  principali  notizie  di  quanto  avviene  nei  paesi  stra- 
nieri. » 

Più  tardi  la  Mense  di  Liegi  ha  confermata  quest'asserzione,  dando 
a  Verhoeven,  nato  sd  Anversa  il  22  giugno  1580,  il  vanto  di  avere  in- 
ventate pel  primo  le  gazzette  stampate  e  illustrate.  Questo  padre  del 
giornalismo,  membro  della  Saint-Lucasgilde  stampava  e  pubblicava  a 
sue  spese  il  giornale;  ma  pare  ch'eg'i  non  fu  troppo  fortunato  nella  sua 
intrapresa;  bisogna  credere  che  i  suoi  abbonati  dovevano  essere  presi 
per  l'orecchio  quando  veniva  presentata  loro  la  quietanza,  poiché  il  po- 
veruomo vide  confiscato  tutto  il  suo  avere  e  venduto  all'incanto  per 
coprire  le  spese  di  stampa  del  foglio.  Dicesi  che  nella  biblioteca  d'Anversa 
si  conservi  un  esemplare  del  giornale  di  Verhoeven. 

La  Francia  pare  abbia  seguito  più  tardi  le  nazioni  vicine,  cioè  nel  163 1. 

Ma  intanto,  tutti  coloro  che  si  sono  occupati  di  queste  ricerche,  as- 
seriscono che  il  primo  giornale  francese  data,  realmente,  dal  1494.  Du- 
rante la  spedizione  di  Carlo  VII,  nel  regno  di  Napoli,  si  sentiva  gridare 
per  le  vie  di  Parigi  «  Le  journal  à  un  sou,  bulletin  de  la  grande  armèe 
d' Italie  ».  Si  è  trovato  qualche  numero  di  quest'effemeride  nella  biblio- 
teca di  Nantes.  Pare,  di  più,  che  questo  giornale  cessò  nel  1495. 

Ma  il  vero  primo  giornale  francese  data  dal  30  maggio  163 1,  epoca 
nella  quale  la  pubblicazione  di  un  giornale  non  era  più  una  novità. 
Thèophraste  Renaudot,  medico  di  corte  e  amico  del  celebre  padre  Giu- 
seppe, noto  sotto  il  nome  di  Eminen:{a  grigia,  pubblicò  la  Gaiette,  con 
privilegio  del  Re. 

Ecco,  a  titolo  di  curiosità,  una  citazione  delle  notizie  datate,  inserite 
nel  primo  numero  di  questo  giornale: 

Da  Costantinopoli,  il  2  aprile;  da  Roma  il  26  aprile,  e  sotto 
questa  rubrica  si  trovano  le  notizie  di  Spagna  e  Portogallo;  dall'Alta 
Alemagna,  il  30  aprile;  da  Friestaad  in  Silesia,  il  i.°  maggio;  da  Ve- 
nezia, il  2;  da  Vienna,  il  3;  da  Stettino  e  da  Lubecca  il  4;  da  Franco- 
forte sull'Oder,  il  5;  da  Magonza,  il  6;  da  Amsterdam,  il  17;  da  An- 
versa, il  24  ecc. 

Tenendo  conto  dei  mezzi  abbastanza  ristretti  di  comunicazione  a 
quell'epoca,  può  dirsi  che  l'inizio  non  era  cattivo. 


IL   PRIMO   GIORNALE   STAMPATO. 


55 


Questo  giornale  che  si  stampava  una  volta  alla  settimana,  ebbe,  po- 
scia, quattro  pagine  piccole  in-4.°,  poi  otto  e  talvolta  anche  dodici,  divise 
in  due  quaderni  intitolati,  l'uno  Gaiette,  l'altro  Nouvelks  ordinaires  de 
divers  endroits. 

Nella  magnifica  opera  di  H.  P.  Hubbard's,  intitolata  Newspaper  and 
Bank  Directory,  stampata  a  New  Haven,  Stati  Uniti,  nel  1882,  voi.  I, 
p.  114  (i),  si  trova  il  fac-simile  del  giornale  di  Renaudot. 

Il  titolo  di  questo  perio- 


G 


S. 


RECVIL  DES 

A  Z  E  T  T  E 

de  l'annee  163 1. 

DEDIÉ  AU  ROY. 

AVEC  UNE  PREFACE  SERVANT 
i  l' intelligence  des  choses  qui  y  sont  conteuiies 

Et    une    table   alphabetique    des    matieres, 
(Stemma) 


Au  Bureau  d'Adrefie  au  Grand  Coq  rùe  de  la  Calandre 
fortant  au  marche  neuf  prés  le  Palais  à  Paris. 

M.    DC.    XXXII 

Auec    Priuilége 


dico,  frammezzato  anche  dallo 
stemma  di  Francia,  è  conce- 
pito come  qui  accanto: 

I  francesi,  riconoscenti, 
nel  settembre  del  1887  appose- 
ro una  lapide  in  marmo  bianco 
al  quai  du  Marché-Neuf,  n."  4, 
con  la  seguente  iscrizione: 
«  Teofrasto  Renaudot  fondò 
nel  163 1  il  primo  giornale 
stampato  a  Parigi,  la  Ga:^ette, 
nella  casa  del  Grand-Coq,  che 
si  elevava  qui,  ouvrant  via 
della  Calandra  e  sortant  al 
Marché-Neuf.  » 

La  collezione  dell'antica 
Gaiette  è  oggidì  molto  rara: 
trovasene  un  esemplare  nella 
biblioteca  reale. 

Quanto  all'  Italia  i  suoi 
titoli  non  sono  disprezzabili. 
Già  fin  dal  1570  erano  stati 
messi  in  prigione  a  Roma 
«  alcuni    che    vendevano   le 

nuove  stampate  a  Viterbo  et  a  Foligno  »  (Avvisi  di  Venezia,  da  Roma,  28  ot- 
tobre ijyo,  Archivio  Mediceo,  fil:(a  )obo).  Qualche  scrittore  però  giudica 
queste  dovessero  ritenersi  come  semplici  relazioni  di  fatti  straordinari, 
senza  alcun  carattere  di  periodicità,  e  perciò  da  collegarsi  più  alla  storia 
dell'arte  tipografica  che  a  quella  delle  gazzette,  o  tutt'al  più  considerarsi 
come  i  legittimi  predecessori  di  quei  tali  foglietti  che  escono  tratto  tratto, 
specialmente  nelle  provincie  meridionali  per  raccontare  qualche  «  fatto 
meraviglioso  »  o  qualche  «  orribile  e  tremendo  delitto  ». 

Questo  è  però,  secondo  me,  attendibile  sino  a  un  certo  punto;  per- 
chè se  le  origini  del  giornalismo  italiano  si  fanno  risalire  agli  Ada  diurna, 
agli  avvisi  manoscritti  che  neanche  avevano  carattere  di  periodicità,  non 
trovo  strano  che  legittimi  predecessori  delle  attuali  gazzette  fossero  i 
foglietti  stampati  contenenti  le  nuove,  fossero  anche  queste  nuove  fatti 


(i)  Rendo  pubbliche  grazie  al  signor  H.  P.  Habbard's  per  la  magnifica  opera  che 
volle  gentilmente  inviarmi. 


56  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

Straordinari,  o  tremendi  delitti.  Certo  all'epoca  di  cui  parliamo  non  c'era 
nel  pubblico  l'avidità  di  conoscere  le  notizie  politiche,  come  oggi;  quindi 
la  periodicità  non  è  un  elemento  essenzialissimo  per  caratterizzare  l'esi- 
stenza del  giornale. 

Ad  ogni  modo  a  Firenze  fin  dal  1597  si  stampavano  regolarmente 
i  bollettini  dei  cambi  e  delle  mercuriali;  e  nel  1636  cominciò  a  stam- 
parsi una  gazzetta,  copiata  da  altra  manoscritta  di  Venezia.  Nel  1640 
poi,  anche  a  Roma  eravi  una  gazzetta  a  stampa,  detta  ora  pubblica,  ora 
ordinaria,  e  verso  la  stessa  epoca  altra  gazzetta  stampata  pubblicavasi 
pure  a  Genova,  per  cura  di  Michele  Castelli  (vedi  pia  innanzi  l'articolo 
Luca  Assarino  ed  il  Sincero).  Un  numero  di  questo  giornale  si  conserva 
nella  bibUoteca  Barberini  di  Roma  e  porta  la  data  del  28  settembre  1630, 
il  che  darebbe  a  Genova  il  primo  posto  per  la  stampa  delle  gazzette. 
Ma  pare  che  in  questa  data  ci  sia  un  errore  di  stampa  e  che  invece 
di  1630  debba  leggersi  1640.  Il  numero  veramente  più  antico,  della  col- 
lezione Barberini,  purta  la  data  2  luglio  1640.  Negli  avvisi  della  biblio- 
teca Nazionale  di  Genova,  il  più  antico  porta  la  data  del  29  luglio  1639. 

Quasi  nello  stesso  tempo,  altre  gazzette  stampate  comparvero  a  To- 
rino, a  Milano,  a  Bimini  (i). 

Lo  storico  inglese  De  Chalmers  sostiene  che  il  giornale  stampato 
più  antico  è  la  Gaietta  di  Veneiia,  la  cui  origine  rimonta  al  1536,  cioè 
un  secolo  prima  della  Gaiette  del  Renaudot,  ma  altri  sostengono  che  la 
prima  gazzetta  uscì  a  Venezia  nel  1562,  epperò  sempre  l'Italia  avrebbe 
la  precedenza  sulle  altre  nazioni  (2). 

In  Inghilterra  il  primo  periodico  fu  il  JFeckly  news,  che  cominciò 
a  pubblicarsi  il  22  maggio  1622,  e  recava  le  notizie  di  un  altro  gior- 
nale olandese.  In  Germania,  il  primo  foglio  periodico  apparve  nel  1615 
a  Francoforte  sul  Meno.  In  Isvezia  il  primo  giornale  rimonta  al  1643  e 
si  chiamò  V  Ordinaire  Post  Tidende.  Il  May  jìover,  eh' è  il  primo  gior- 
nale degli  Stati  Uniti,  comparve  nel  1673  a  Cambridge  ^^Massachusset), 

Noi  non  abbiamo  parlato  che  del  primo  giornale  stampato  d'Europa,* 
ma  se  per  poco  varcassimo  questi  confini  allora  ci  vedremmo  subito  pre- 
ceduti dalla  China,  la  quale  in  ogni  scienza,  in  ogni  arte,  in  ogni  in- 
dustria ha  preceduto  non  di  uno  ma  di  parecchi  secoH  tutte  le  scienze, 
le  scoperte,  i  progressi  europei.  Il  King-Pan,  che  si  pubblica  oggi  a 
Pekino,  daterebbe  nientemeno  che  dall'anno  911  dell'era  nostra.  Allora 
si  pubblicava  a  intermittenze,  ma  dal  135 1  ebbe  realmente  un'edizione 
settimanale. 

Sicché  l'invenzione  del  ^/orwa/^,  uscendo  dall'Europa,  non  apparter- 
rebbe né  al  Belgio,  né  all'Inghilterra,  né  alla  Francia,  ma  bensì  ai  Ci- 
nesi. Ma  che  cosa  non  hanno  inventato  i  Cinesi  prima  degli  Europei.? 

Concludendo  a  me  pare  che,  dopo  tutto,  le  maggiori  probabilità  di 
primato  spettino  all'Italia,  le  cui  prove  sono  irrefragabili.  Il  giornalismo 
ha  avuto  le  sue  radici,  le  sue  origini  nel  mondo  romano;  era  naturale 
dunque  che  in  Italia  dovessero  schiudersi  i  primi  frutti  di  questa  pianta. 


(i)  Strenna-Alb.  Ass.  Starnp.  p.  265. 
{ì)  Vedi  Provincia  di  Venezia, 


LUCA  assàrino  e  U  Sincero,  57 

E  in  Italia,  proseguendo  le  tradizioni  degli  Ada  diurna,  si  ebbero  le  prime 
lettere  di  avviso,  i  foglietti  alla  mano,  i  fogli  ordinari  e  finalmente  le 
gazzette.  Questa  soluzione  di  continuità,  documentata  in  tutte  le  sue 
epoche  principali,  può  essere  dimostrata  ugualmente  dalle  altre  nazioni? 

Io  non  credo.  Prova  ne  siano  i  tre  numeri  apocrifi  dell'  Englisch 
Mercurie,  addotti  dall'Inghilterra  per  vantare  il  suo  primato. 

A  complemento  delle  notizie  riferite  aggiungerò  che  queste  prime 
gazzette  a  stampa,  al  pari  delle  manoscritte  non  portavano  in  testa  altra 
indicazione  tranne  il  luogo  d'origine  e  la  data,  ed  ^rano  press'a  poco 
del  formato  di  quella  carta  che  ora  chiamasi   comuiumente  protocollo. 

Vedremo  nell'articolo  seguente  quando  e  come  nacque  il  primo 
giornale  con  un  titolo  espresso. 

N.  Bernardini. 


Luca  Assàrino  e  II  Sincero 


Nel  primo  quarto  del  1600  a  Genova  certi  Michele  ed  Alessandro 
Castelli,  padre  e  figlio,  pubblicavano  una  gazzetta  a  mano. 

Nei  1646  i  due  Castelli  annunziano  che  «  per  certi  degni  rispetti  » 
sospendevano  il  foglietto,  senza  addurre  altro  motivo  in  proposito;  ma 
di  li  a  poco  due  altri  genovesi,  anch'essi  padre  e  figlio.  Giovambattista 
e  Michele  Oliva,  si  fanno  continuatori  della  piccola  gazzetta. 

Trascorse  cosi  tutto  il  1646,  quando  sui  primi  dell'anno  nuovo  si 
sparge  per  la  città  una  strana  notizia:  Giovambattista  Castelli  essere  stato 
ammazzato  e  cessarsi  per  conseguenza  la  spedizione  della  gazzetta  ! 

Figurarsi  come  dovessero  rimanerne  i  lettori;  in  un  anno  vedersi 
privati  due  volte  della  spedizione  delle  notizie. 

Ma  non  andò  guari  e  il  foglio  d'avvisi  riprese  le  pubblicazioni;  questa 
volta  però  era  fatto  da  uno  solo  e  quel  che  più  monta  da  un  uomo  già 
abbastanza  noto,  non  solo  a  Genova,  ma  quasi  in  tutta  Italia:  da  Luca 
Assàrino. 

X 

Sul  cadere  del  1599  Antonio  Assàrino  da  Genova  si  era  recato  in 
America  e  nelle  Indie,  alcuni  dicono  per  diletto,  altri,  ed  è  più  probabile, 
per  mercanteggiare  in  viai  e  cereali.  In  America  il  mercante  genovese 
ebbe  successo;  realizzò  un  guadagno  di  150  mila  zecchini  e  prese  moglie 
—  una  certa  Giovanna  Reloux.  Da  questo  matrimonio  il  18  ottobre  1602 
a  Potosi  nacque  il  nostro  Luca.  E  poiché  Antonio  Assàrino  nel  Nuovo 
Mondo  non  ci  aveva  altro  da  fare,  ritornò  in  patria. 

Il  bambino  crebbe  vispo  e  robusto  e  il  padre  non  durò  troppa  fatica 


58  GUIDA   DELLA   STAMPA.   PERIODICA   ITALIANA. 

a  tirarlo  su,  perchè  egli  ben  presto  manifestò  uno  spirito  d' indipendenza 
non  comune. 

A  sedici  anni  non  solo  dava  da  pensare  al  padre,  ma  anche  aMe  auto- 
rità, perchè  i  birri  un  giorno  gli  sequestrarono  addosso  un'arma  insidiosa 
e  ci  volle  del  bello  e  del  buono,  adducendo  la  sua  minore  età,  per  liberarlo 
dalle  noie  giudiziarie.  Ma  pare  poi  che  realmente  egli,  o  in  questo  tempo 
o  poco  dopo,  avesse  commesso  in  rissa  un  omicidio,  pel  quale  fu  relegato 
in  Corsica. 

Scontata  la  punizione  egli  tornò  in  patria,  ma  per  immischiarsi  in 
altre  brighe,  poiché  prese  parte  ••—  sebbene  non  troppo  attiva  —  alla  con- 
giura vacheriana,  e  fu  a  grazia  se,  non  risultando  a  suo  carico  gravi  im- 
putazioni, potette  cavarsela  con  una  lieve  pena. 

Il  soggiorno  in  Corsica  però  gli  aveva  ispirato  un  certo  amore  alle 
lettere  —  ed  egli  lo  aveva  coltivato  e  vi  si  era  appassionato  tanto  che, 
giovane  ancora,  era  già  noto  per  alcuni  componimenti  in  versi  e  in  prosa 
messi  attorno. 

Cosi  egli  tentò  un  lavoro  serio,  e  scrisse  un  romanzo  Stratonica  che, 
cosa  rara  in  quei  tempi,  ebbe  in  breve  otto  edizioni  e  fu  tradotto  per- 
fino in  francese.  Cosi  il  giovanotto  scapestrato  e  bislacco  d'un  tempo  si 
trovò  a  un  tratto  uomo  di  lettere,  e  non  andò  molto  ch'egli,  confer- 
mando la  fama  che  già  s'era  acquistata,  dette  in  luce  varii  romanzi  e 
parecchie  compilazioni  storiche  ch'ebbero  fortuna  a'  suoi  giorni  e  trova- 
rono traduttori,  benché  oggi  non  si  curano  e  giacciono  polverosi  nelle 
biblioteche. 

X 

Uomo  perspicace,  d'indole  piuttosto  venale,  e  per  le  relazioni  che 
già  s'era  acquistate,  l'Assarino  non  tardò  ad  accorgersi  ch'egli  aveva, 
come  suol  dirsi,  il  mestiere  per  le  mani:  e  divisò  di  pubblicare  un  foglio 
stampato,  di  divulgare  una  delle  solite  gazzette  a  m.ano  e  di  più  di  spedire 
ai  suoi  clienti  un  terzo  foglio  di  supplemento  di  notizie  di  Par'gi. 

Parecchi  storici,  e  fra  questi  il  Bongi  e  il  Neri,  ritengono  che  il 
nuovo  giornale  dell'Assarino  non  era  poi  altro  che  una  continuazione 
della  gazzetta  a  mano  dei  CasteUi  e  degli  Ohva. 

Comunque  sia,  il  primo  numero  del  foglio  di  Assarino  porta  la 
data  del  21  aprile  1646,  e  a  questo  foglio  il  suo  compilatore  dette  titolo 
//  Sincero,  senza  dubbio  a  testimonianza  della  veracità  delle  notizie  in  esso 
contenute, 

«  Il  foglio  stampato  dell'Assarino,  dice  il  Bongi,  forse  fu  il  primo 
in  Italia  che  portasse  un  titolo  espresso;  il  che  è  da  notarsi,  perchè  anche 
ne'  tempi  susseguenti,  cioè  nell'ultima  metà  del  seicento  e  nella  prima 
metà  del  settecento  non  si  praticò  in  generale  di  mettere  un  nome  in 
fronte  a'  giornah.  » 

E  non  è  a  credere  che  al  tempo  dell'Assarino  l'abbonamento  al 
giornale  costasse  poco  :  a  un  abbonato  di  Lucca  11  Sincero  costava  una 
pezza  da  8  il  mese  ! 

Il  giornale  procedette  allegramente  per  un  certo  tempo,  senza  com- 
petitori e  senza  ostacoli  ;  l'Assarino  nella  sua  gazzetta  raccoglieva  tutte  le 


LTJCA  Ass ARINO  E  II  Sincero.  59 

notizie  della  città,  degli  stati  vicini,  e  di  Parigi  ;  anzi  a  quelle  provenienti 
da  quest'ultimo  luogo,  dava  una  maggiore  importanza  e  le  esponeva  ac- 
curatamente, e  da  tutti  era  risaputo  come  egli  parteggiasse  per  la  Francia. 

Poiché  allora  Genova  si  divideva  in  due  partiti:  uno  che  simpatiz- 
zava con  la  Francia,  l'altro  con  la  Spagna.  Ma  mentre  il  partito  di  Francia 
aveva  la  sua  gazzetta,  quello  di  Spagna  ne  difettava. 

Ciò  SUggeri  a  un  tale  Alessandro  Botticella  l'idea  di  divulgare  un'altra 
gazzetta  a  mano,  in  concorrenza  di  quella  dell' Assarino,  sia  per  le  no- 
tizie che  per  il  prezzo  d'associazione. 

«  Cosi,  dice  il  Bongi,  si  vide  per  la  prima  voka,  e  nella  stessa 
Genova,  la  pubblicazione  contemporanea  di  più  gazzette,  per  ragione  della 
differenza  delle  parti  politiche.  » 

Da  una  lettera  del  Botticella  stesso,  in  data  del  1656,  si  rileva 
che  il  suo  foglio  costava  4  scudi  e  mezzo  lucchesi  ogni  anno:  una  bella 
differenza  di  prezzo  dunque  sul  Sincero.  La  concorrenza  era  ui  po'  sfacciata. 

Luca  Assarino  impensierito  di  un  tal  fatto,  non  tanto  per  la  parte 
economica,  quanto  per  il  dubbio  che  le  sue  notìzie  potessero  cadere  in 
discredito  col  moltiplicarsi  delle  gazzette,  nel  numero  del  12  maggio  1646 
del  suo  Sincero  inseri  un  avvertimento  col  quale  il  Foglio  dichiara  al 
lettore  che  i  nomi  scritti  a  m  ino  sul  margine  dei  numeri  della  gazzetta 
servono  a  distinguerli,  affinchè  altri  non  abbia  a  farli  rinascere  altrove 
adulterati  e  che  nel  far  ciò  si  appiglia  volentieri  alle  letame  per  haver 
propiitio  l'ora  prò  me;  e  perciò  ogni  foglio  è  contrassegnato  a  penna  dal 
nome  d'un  santo  sul  margine  dove  si  congiungono  le  due  carte. 

Il  Senato  genovese  s' intromise  anche  nella  faccenda  e  nel  settembre 
del  1647  tanto  all'Assarino  che  al  Botticella  intimò  un  decreto  intorno 
al  loro  ufficio  di  compilatori  di  notizie. 

X 

E  per  rendere  ancora  più  diffuso  il  suo  giornale  e  acquistargh  fama 
e  lettori,  si  mise  in  relazione  con  la  Corte  di  Torino,  fece  dono  delle 
sue  opere  alla  Duchessa  Cristina,  avida  di  adulazione,  iniziò  corrispon- 
denza col  marchese  di  S.  Tommaso  ed  altrettanto  fece  col  Cardinale 
Mazzarino  ;  a  questo  anzi  profferse  i  suoi  servigi  anche  se  avessero  potuti 
tornar  utili  alla  corte  francese. 

Cosi  l'Assarino  col  Sincero,  col  foglio  a  mano  e  col  supplemento 
segreto  delle  notizie  di  Parigi  serviva  le  corti  di  Francia,  di  Savoja  e  la 
repubbhca  di  Lucca. 

E  che  egli  volesse  procurarsi  con  malizia,  profumata  mercede,  per 
i  suoi  segreti  servigi,  come  dice  il  Neri,  lo  prova  fra  l'altro  una  lettera 
che  l'Assarino  scrive  in  data  del  12  dicembre  1648  ad  Ottavio  Orsucci, 
segretario  della  repubbhca  di  Lucca.  In  essa  lo  avverte  come  da  qualche 
tempo  riceva  da  Parigi  con  mnho  dispendio  un  foglio  ogni  settimana 
di  cui  gli  manda  copia,  affinchè  vegga  se  gli  torna  gradito,  perchè  in 
tal  caso  rinnoverà  l'invio.  «  Ma  bisognerà  (continua  l'Assarino)  che 
«  per  la  mercè  d'esso  V.  S.  si  compiaccia  di  dichiarare  il  suo  sentimento, 
«  sendo  che  a  me  costa  denari  e  risico  per  essere  (a  dirla  a  Lei  in  con- 
«  fidenza)  copia  d'una  Ietterà  che  persoaaggio  grande  scrive  con  ogni 


60  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

«  ordinario  al  Granduca  di  Firenze,  et  uno  de'  Segretari!  di  detto  per- 
«  sonaggio  ne  manda  una  copia  a  me.  Tornando  poscia  a'  nostri  inte- 
«  ressi  io  ho  da  dire  a  V.  S.  che  i  nostri  fogli  sono  pagati  conforme 
«  la  pattuita  condittione  per  tutto  questo  mese.  Ma  sendo  per  le  feste 
«  di  Natale  solito  in  Roma,  Firenze,  Napoli,  Venezia,  Vienna,  Milano, 
a  Torino  e  Parigi  dar  la  mercè  duplicata,  si  spera  il  medesimo  dalla  bontà 
«  di  V.  S.  —  E  tanto  più  si  spera  da  Lei  quanto  che  il  foglio  segreto 
«  che  le  si  manda  non  è,  in  fé'  d'huomo  d'onore,  comune  se  non  a  due 
«  altri  Principi  Grandi.  Óltre  che  detto  foglio  è  sempre  tanto  abbondante 
«  di  roba  di  sostanza  quanto  Ella  stessa  può  vedere.  Si  che,  senz'altro, 
«  aspetterò  detta  mercede;  la  quale  finalmente,  tralasciando  che  è  cosa 
«  di  pochissimo  momento,  viene  poi  una  volta  l'anno.  E  noi  la  cerchiamo 
«  da  altri  per  gentilezza  perché  ci  viene  cercata  dai  nostri  servitori,  dai 
«  nostri  giovani  e  dai  nostri  operai  per  giustizia,  e  bisogna  dar  la  mancia 
«  a  tutti  altrimenti  l'uomo  non  è  servito  bene.  » 

Il  modo  col  quale  l'Assarino  fa  la  reclame  alla  propria  merce  sa  un 
poco  del  ciarlatano,  come  s'avvisa  lo  stesso  Bongi,  perchè  effettivamente 
queste  notizie  parigine  pare  che  al  nostro  gazzettante  non  costassero  né 
rischio  né  spesa,  essendo  esse  non  altro  che  copia  delle  lettere-circolari 
che  il  Cardinale  Mazzarino  «  era  solito  inviare  e  ai  confidenti,  e  ai  suoi 
parziali,  e  ai  divulgatori  di  novelle  ». 

Tal  fatto  confermerebbe  la  voce  unanime  di  tutti  coloro  che  hanno 
parlato  dell'Assarino,  che  cioè  egli  fosse  uomo  avido  di  guadagni  e  che 
pur  di  farne  non  guardava  alla  convenienza  dei  mezzi  per  procurarseli: 
adulando  in  poesia  la  Duchessa  Cristina  di  Savoja  n'ebbe  in  dono  un 
anello  preziosissimo  e  nel  testamento  di  lei  fu  dichiarato  legatario  di  500 
scadi;  coltivando  le  lettere  non  tralasciava  di  far  negozio  di  vini,  e  da 
una  ricevuta  dal  figlio  Luigi  rilasciata,  si  rileva  ch'egh  era  anche  al  soldo 
del  governo  genovese. 

Quanto  al  modo  poi  di  ottenere  le  notizie  che  dovevano  servire 
alla  compilazioDe  del  Sincero,  ecco  quello  che  ci  dicono  i  documenti: 
gl'Inquisitori  di  Stato  rivedevano  le  corrispondenze,  perchè  nominavano 
i  postieri  a  lor  talento;  le  lettere  quindi  venivano  aperte  e  secondo  re- 
putavasi  opportuno  se  ne  traeva  copia  e  quindi  tornandosi  a  chiudere 
si  spedivano  a  coloro  cui  erano  dirette;  talvolta  i  corrieri  si  trattenevano 
appositamente  a  Palazzo,  per  eseguire  un'accurata  revisione;  i  soli  pieghi 
dei  residenti  e  dei  ministri  non  andavano  soggetti  a  questa  odiosa  ed 
abusiva  consuetudine;  mentre  chi  voleva  sottrarsene  era  costretto  ad  ac- 
cordarsi col  corriere  e  mercè  una  buona  mancia  ritirava  le  lettere  fuori 
le  porte  della  città.  Di  questo  mezzo  appunto  si  servivano  i  novellisti 
per  l'invio  de' loro  fogli  manoscritti. 

Non  avendo  usata  questa  previdenza,  l'Assarino  s'ebbe  sequestrata 
una  sua  missiva  al  Cardinale  di  S.  Pietro,  nella  quale,  secondo  il  solito 
trasmetteva  le  nuove  della  città  e  del  governo. 

X 

Quando  il  Sincero  sia  cessato  non  si  sa  bene.  La  sua  raccolta,  che 
si  conserva  nell'Archivio  di  Stato  di  Genova,  rilegata  in  due  volumi, 


LUCA  ASSARiNo  E  11  Sùicero. 


61 


cessa  col  30  marzo  1652;  ma  realmente  pare  che  l'Assarino  abbia  con- 
tinuato anche  dopo  quest'anno  a  esercitare  il  suo  mestiere  di  gazzettante 
e  sempre  in  competenza  di  altri,  come  può  rilevarsi  da  questo  fatto  ac- 
caduto nel  1653. 

L'Assarino  aveva  avvertito  un  tal  prete  Giona  di  astenersi  dallo 
scrivere  fogli  a  mano  e  divulgarli,  perchè  ciò  nuoceva  a  lui  che  aveva 
ottenuto  il  privilegio  di  stampare  novelle. 

Il  prete,  pare  anche  m.esso  su,  se  n'indispettì  in  tal  modo  che  in- 
contrato un  giorno  l'Assarino  sul  Ponte  Reale  prese  a  svillaneggiarlo 
audacemente  e  lo  avrebbe  anche  ferito  di  coltello  se  un  tal  De  Marini 
non  lo  avesse  trattenuto  e  dato  agio  cosi  al  compilatore  del  Sincero  di 
raccomandarsi  alle  gambe  e  rinchiudersi  a  casa. 

Il  fatto,  specialmente  per  le  persone  che  vi  aveano  partecipato,  levò 
un  certo  rumore  e  gli  Eccellentissimi  di  Palazzo  dovettero  ammonire 
severamente  il  prete  per  il  tentato  ferimento  e  perchè  andava  spargendo 
attorno  la  voce  di  volersi  vendicare. 

Da  un  altro  documento  appare  che  nel  1656  l'Assarino  inviava  an- 
cora i  suoi  avvisi  segreti;  sicché  può  dirsi  quasi  con  sicurezza  che  egli, 
finché  rimase  in  Genova,  cioè  fino  al  1660,  esercitò  sempre  il  mestiere 
di  novellista. 

Poi  andò  a  Milano  e  a  Mantova;  finalmente  fu  nominato  istoriografo 
ducale  a  Torino.  Ammalatosi  gravemente  nel  settembre  del  1672,  nel 
successivo  7  ottobre  cessò  di  vivere.  ' 

N.  Bernardini. 


GRANDE  FABBRICA  NAZIONALE  DI  MACCHINE  TIPOGRAFICHE 

NORBERTO    ARBIZZONI,    MONZA 

Premiato  anche  dal  R.  Ministero  d'Agricoltura,  Industria  e  Commercio. 


Macchine  Rotative  per  Carta  Continua  ed  a  Reazione  per  Giornali. 
Vedi  Avviso  speciale  a  pag.  16 


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LA     TIPOGRAFÌA     ARGENTINA 

Revista  Mensual,  dedicada  al  Esiudio  de  las  Artes  Graficas. 
Directores-proprietarios:    Lluch    y    Raiicos 

Calle  General  Lavalle,  nùm.  982— BUENOS  AIRES 

Agentes  en  Italia:  E.  Ferino,  Piana  Colonna,  Roma.  —  Fratelli  Dumolard,  Corso  Vit- 
torio Emanuele,  Milano. 


IL  GIORNALISMO  ITALIANO 


In  Italia,  benché  si  sia  scritto  moltissimo  sul  giornalismo,  come 
può  vedersi  dalla  Bibliografia  più  innanzi  riportata,  pure  non  si  ha  an- 
cori una  storia  completa,  esatta,  diffusa  del  giornalismo  italiano.  Epperò 
non  è  mia  intenzione  tracciarla  ora,  e  perchè  il  grave  comp'to  non  e 
adequato  alle  mie  forze,  e  perchè  ancora  molto  lavoro  e  molte  ricerche 
rimangono  a  farsi  su  questo  argomento. 

Un  egregio  pubblicista,  ch^  ha  tracciato  un  breve  cenno  della  n  - 
stra  stampa  (i)  ha  scritto,  a  questo  proposito,  che  ogni  centro  d'Italia 
può  vantare  una  storia  giornalistica  sua  propria  e  che  raccogliere  tutt3 
queste  storie,  colpire  le  varie  fisonomie  del  giornalismo  italiano,  colle- 
garle insieme  per  trarne  un  concetto  sintetico,  sarebbe  lavoro  difficilis- 
simo, per  non  dire  impossibile,  a  chi  volesse  tentarlo  da  solo. 

E  aggiunge  che  più  facle  riuscirebbe  invece,  e  più  completo,  ove 
si  chiamassero  a  concorrervi  tutti  coloro  che  ebbero  larga  parte  nel  mo- 
vimento e  possono  parlarne  per  scienza  propria  (2). 

«  Fra  venti  anni,  lo  scrivere  la  storia  del  giornalismo  italiano  riu- 
scirà impossibile  forse,  o  di  tale  difficoltà  da  spaventare  i  più  corag- 
giosi  Perchè  non  tentarlo  adesso?  » 

Io  non  ho  creduto  di  dover  rifare  una  storia  del  giornalismo  ita- 
liano, perchè  nulla  di  nuovo  avrei  potuto  dire;  sibbene,  seguendo  la 
traccia  di  altri  lavori  consimili  già  pubblicati,  ho  ricostruito  un  lavoro 
unico,  servendomi  di  tutti  gli  elementi  utiH.  E  per  non  meritarmi  la 
taccia  di  plagiario,  avverto  che  a  questo  musaico  storico  nulla  ho  mu- 
tato, neppure  i  periodi  o  le  frasi  dei  diversi  autori,  contentandomi  solo 
qua  e  là  di  aggiungere  quaj-he  notizia,  qualche  particolare,  qualche  nome, 
o  qualche  data,  traiabciati  e  che  a  me  sembravano  di  non  poco  rilievo. 

X 

Adottatasi  la  stampa  per  la  pubblicazione  delle  gazzette,  al  giorna- 
lismo avrebbe  dovuto  schiudersi  un  rapidissimo  avvenire.  Invece  le  gaz- 
zette stampate  non  incontrarono  il  gusto  di  rutti,  perchè  esse  si  consi- 
deravano buone  tutt'al  più  per  i  politicanti  da  dozzina.  I  governi  con- 
tinuavano a  servirsi  delle  gazzette  manoscritte;  a  Roma  esse  durarono 
sino  allo  scorcio  del  seco'o  decorso. 

Ma  una  volta  dato  l'impulso,  gli  t^z'i^m  cominciarono  man  mano  a 
scomparire,  e  il  numero  delie  gazzette  stampate  si  andò  moltiplicando 
e  a  Modena,  Parma,  Piacenza,  Macerata,  Foligno,  Napoli   si   ebbero  le 


(i)  Aìhum-Strenna  dell'  Associazione  della  Stampa. 

(2)  Per  mia  conto  ho  contribuito  a  questo  lavoro  col  volume  Giornali  e  giorna- 
listi leccesi,  che  la  stampa  itali.ma  ed  estera  —  contro  i  miei  meriti  —  giudicò  molto 
benevolmente. 


64  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 


gazzette  pubblicate  con  licenia  dei  superiori,  inizio  dei  fogli  ufficiali, ^  i 
quali  furono  senza  dubbio  i  più  antichi  in  data  e  quelli  ch'ebbero  più 
lunga  vita. 

Nel  1618  il  Farinaccio  cominciò  a  pubblicare  le  Decisioni  della  Rota 
Romana,  che  possono  considerarsi  come  il  primo  esempio  dei  periodici 
di  scienze  giuridiche. 

A  Firenze,  dalla  tipografia  Massi  e  Landi,  nel  1636  si  stampò  una 
gazzetta;  nel  1640  ne  uscì  una  in  Roma,  nel  1641  a  Milano,  rei  1642 
a  Genova,  nel  1645  a  Torino. 

In  quest'ultima  cittcì  fu  Pietro  Soncino  che  ottenne  per  primo  di 
stampare  giornali.  Il  primo  numero  ha  la  data  del  i.°  febbraio  1645  ^ 
comincia  cosi: 

«  Essendosi  compiaciuta  Madama  Reale  per  solo  motivo  della  sua 
«  Real  Benignità  di  concedere  privilegio  che  si  possano  stampare  in  que- 
«  sta  città  ragguagli  delle  occorrenze  quotidiane  del  mondo,  tanto  più 
«  volontieri  si  intraprende  questo  assunto,  quanto  che  col  mezzo  di  gratia 
«  cosi  singolare  e  senza  esempio  si  potranno  pubMicare  al  mondo  le 
«  maniere  soavi  e  prudenti  con  che  S.  A.  R.  regge  e  governa  questi 
«  popoli.  » 

La  gazzetta  torinese  passava  nel  1658  nelle  mani  di  Carlo  Gianelli 
e  durò  per  più  generazioni,  forse  fino  alla  conquista  francese,  nei  suoi 
discendenti. 

A  Genova,  durante  la  repubblica,  si  stampava  una  Ga:{:ietta  segreta, 
della  quale  parla  il  Foscarini  nei  dispacci  al  Senato  veneto.  Poi  venne 
il  Sincero,  del  quale  abbiamo  discorso  avanti. 

A  Rimini  si  stampò  il  primo  giornale  nel  1640. 

A  Firenze,  dice  il  Piccardi,  il  monopolio  delle  gazzette  restò  forse, 
finché  regnarono  i  Medici,  fra  i  privilegi  degli  stampatori  di  S.  A.  R. 
Ma  poca  fama  ebbe  sempre  la  privilegiata  gazzetta  fiorentina,  conside- 
rata per  lo  più  come  compendio  o  ristampa  dei  fogli  genovesi.  La  poca 
riputazione  delle  gazzette  fiorentine  fu  alquanto  rialzata  quando  nel  1766, 
sotto  Pietro  Leopoldo,  cominciò  la  pubblicazione  della  Gaietta  patria 
e  poi  della  Calzetta  universale,  le  quali  dopo  avere  assunti  diversi  titoli  e 
attraversate  vicende  non  poche,  furono  il  ceppo  di  quel  foglio  ufficiale 
e  privilegiato,  che  durò  finché  la  Toscana  ebbe  un  governo  proprio  (i). 
Quest'ultima  era  più  che  centenaria  quando  nel  1870  meri  o  piuttosto 
si  fuse  colla  Gaietta  del  Popolo. 

Fin  dal  1667  si  era  anche  impresa  a  Firenze  la  pubbhcazione  degli 
Atti  dell'  Accademia  del  Cimento,  mentre  a  Roma,  nel  1668,  l'abate  Na- 
zarri  fondò  il  primo  giornale  che  prendesse  nome  di  letterario. 

A  Modena,  il  primo  saggio  di  giornali  stampati  si  vide  nel  1658; 
verso  il  i686  l'abate  Bacchini  vi  fondò  un  Giornale  dei  letterati,  che  durò 
sino  al  1697.  Altre  gazzette  nacquero  e  cessarono,  ma  sopravvisse  il 
Messaggero  che  nel  1757  passò  alla  stamperia  ducale  e  fu  giornale  uffi- 
cioso del  governo  estense,  fino  alla  fuga  del  duca,  nel  1796  (2). 


(i)  Nella  mia  raccolta  di  giornali  conservo  due  volumi  della  Gaietta  Universale. 
(2)  V.  prov.  di  Modena. 


IL   GIORNALISMO   ITALIANO.  65 

Altre  due  gazzette  stampavansi  in  Piacenza  ed  in  Mantova  fin 
dal  1680;  anzi  quella  di  Mantova  ebbe  molto  credito  e  diffusione. 

Nel  1696  si  fonda  a  Venezia  la  Collana  di  Minerva;  a  Forlì  il  Gran 
Giornale,  mutato  poi  in  Genio  dei  letterati,  e  nel  1710,  Apostolo  Zeno, 
Scipione  Maffei  e  Muratori  danno  mano,  a  Venezia,  al  Giortiale  dei  let- 
terati d'Italia,  che  viene  considerato  come  il  capo  stipite  delle  attuali 
riviste. 

Sempre  a  Venezia  poi,  che  durante  quasi  tutto  il  xvii  secolo  fu  il 
centro  più  attivo  del  giornalismo  italiano,  pubblicavansi  la  Pallade  Ve- 
neta, che  fu  uno  dei  primi  giornali  col  titolo;  il  Mercurio  storico,  tradotto 
dal  francese  al  pari  della  Gai:{etta  francese  di  Olanda  e  del  Postiglione 
di  Francoforte,  che  pubblicavansi  dal  1741  in  poi,  a  Padova;  il  Diario  dì 
Cristoforo  Zane  (1735);  le  Novelle  della  repubblica  letteraria  (ij ^9-^0); 
la  Ga:(:(etta  delle  Ga:(^ette;  gV Influssi  del  Pasiello;  il  Foglio  delle  donne;  il 
Congresso  dei  Pellegrini  e  il  Mondo  morale,  primi  tentativi  giornalistici 
di  Gaspare  Gozzi,  che  doveva  poi  fondare  per  suo  conto  la  Ga^^etta 
Veneta  nei  primi  del  1760  e  redigerla  per  un  anno.  Questa  Ga^c^^etta  era 
stata  annunziata  dallo  stampatore  Pietro  Marcuzzi  nell'intenzione  di  farne 
un  periodico  sul  tipo  di  quelli  inglesi,  tedeschi  e  francesi.  «  In  essi  veg- 
gonsi,  diceva  il  manifesto,  notate  le  case  vuote,  le  contrade  ove  sono  e  il 
pre5^zo  di  quelle;  qui  il  nome  di  un  valente  artefice  giunto  in  paese,  la  sua 
capacità,  la  dimora;  quivi  terreni,  quadri,  statue,  medaglie  o  libri  da  ven- 
dere e  insomma  altre  mille  particolarità  che  facilitano  gli  affari  degli 
uomini  del  paese.  »  Così  concepita  usciva  la  gazzetta  il  2  febbraio  1760, 
in-4.''  piccolo  di  8  pagine,  a  due  colonne  «  tenendo  in  ciò  il  modo  più  usato 
nelle  altre  gazzette,  alle  quali  sono  già  accostumati  gli  occhi  dei  leggitori  ». 

La  Ga:(;;etta  Veneta  fu  forse  il  primo  giornale  che  prendesse  a  sfrut- 
tare la  pubblicità  commerciale.  Il  suo  sottotitolo  era  così  concepito:  Che 
contiene  tutto  quello  che  e  da  vendere  e  da  comprare,  da  darsi  a  fitto,  le  cose 
mercate,  le  perdute,  le  trovate  in  Vene:(ìa  e  fuori,  il  pre:{io  delle  merci,  il 
valore  dei  cambi,  ed  altre  noti:(ie  parte  dilettevoli  e  parie  utili  al  pubblico  (i). 
Essa  pubblicavasì  due  volte  la  settimana,  il  mercoledì  e  il  sabato  dopo 
l'ora  terza,  e  vendevasi  5  soldi  il  numero;  l'abbonamento  annuo  era  di 
uno  zecchino.  Al  qual  proposito  lo  stampatore  s'era  affrettato  a  far  sa- 
pere che  nei  tempi  «  in  cui  le  gazzette  si  vendevano  al  prezzo  di  una 
gaceta  (circa  15  centesimi)  gli  stracci  erano  a  buon  mercato;  mentre 
oggidì  c'è  carestia  e  la  carta  è  più  cara  ». 

Non  si  conosce  qual'era  la  tiratura  di  questo  giornale;  ma  il  Pa- 
triarchi dice  ch'era  assai  applaudito  e  lo  stesso  Gozzi,  in  una  sua  cro- 
naca, racconta  che  la  gente  affollavasi  davanti  alla  bottega  del  libraio 
all'ora  della  vendita,  brontolando  nei  casi  di  ritardo. 


(i)  Oltre  mezzo  secolo  prima  però,  pubblicavansi  le  Stolette,  che  erano  bollettini 
del  movimento  del  porto.  Nel  1785  cominciò  a  stamparsi  un  giornale  intitolato  Av- 
visi pubblici,  che  fu  forse  il  primo  fra  i  fogli  speciali  d'annunzi.  Vuoisi  che  l'attuale 
Ga-!;7^etta  di  Venezia  (vedi)  sia  la  discendente  diretta  della  Gaietta  Veneta,  trasforma- 
tasi successivamente  in  Diario  Veneto,  poi  in  Ga::;^ictta  Urbana  Veneta  (ijSy-iSi 2),  poi 
in  Giornale  del  Dipartimento  dell' Adriatico  (^18  4y)  e  fin.ilmente  in  Gaietta  di  Venezia, 
epoca  alla  quale  pare  si  possa  far  risalire  la  discendenza  diretta  del  foglio  attuale. 

N.  Bernardini  —  Guida  della  Stampa  periodica  italiana  —  5. 


66  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 


Gli  scritti  del  Gozzi,  in  questa  gazzetta,  dice  Dario  Papa,  hanno 
avuto  una  sorte  ben  diversa  da  quella  che  avranno  molto  probabilmente 
gli  scritti  anche  dei  migliori  fra  i  giornalisti  odierni:  sono  passati  in 
retaggio  della  letteratura  italiana:  la  loro  storia  si  confonde  con  qual- 
cuna delle  chiare  pagine  della  storia  della  nostra  lingua. 

Il  Gozzi  lasciò  la  Gaietta  alla  fine  dell'anno  per  darsi  intero  alla 
redazione  àdV Osservatore  Veneto,  n2.x.o  nd  ijSi  per  opera  di  Pietro  Val- 
vasense  stampatore  e  del  libraio  Colombari. 

Era  10-4."  piccolo  di  8  pagine,  a  somiglianza  delle  antiche  Notiiie 
scritte  o  avvisi. 

Redigendo  l' Osservatore,  il  Gozzi  allontaaavasi  dalla  tradizione  delle 
gazzette,  poiché,  come  l'editore  aveva  dichiarato,  scopo  del  giornale  era 
«  di  pubblicare  alcuni  fogli  che  a  somiglianza  dello  Spettatore  inglese  rap- 
presentino altrui  molti  ritratti  universali  di  costumi,  trattino  vari  argo- 
menti, ora  piacevoli,  ora  intorno  alle  buone  arti,  di  qualche  virtù  0  vizio 
vestito  d'invenzione  allegorica,  con  quello  stile  che  sarà  convenevole  ad 
ogni  argomento  ». 

Giacomo  Zanella  dice  che  la  fama  àdV  Osservatore  h  zsszÀ  maggiore 
dei  suoi  meriti,  né  desso  è  paragonabile  allo  Spectator  di  Addison,  i  cui 
600  numeri  formano  un  tutto  che  ha  l'interesse  d'un  romanzo.  Del  re- 
sto si  affaticherebbe  invano  chi  nei  giornali  redatti  dal  Gozzi  volesse 
cercarvi  traccia  di  cose  politiche.  Com'egli  aveva  confessato  «  il  Signore 
Iddio  non  l'aveva  chiamato  per  questa  strada  ».  E  sì  che  i  tempi  che 
allora  correvano  erano  più  che  mai  propizi  alle  notizie  politiche.  L'Europa 
era  tutta  assorta  in  quel  gran  turbamento  che  le  fu  procacciato  dalla 
guerra  dei  sette  anni,  e  nondimeno  il  Gozzi  si  contentava  di  starsene 
a  Venezia,  girando  pei  caffè  e  pei  teatri  in  cerca  del  fattarello  piccante 
su  cui  imbastire  la  novellina  piacevole  e  da  cui  trarre  bellamente  la  morale. 

Altri  giornali  di  Venezia  furono  la  Nuova  Gaietta  Veneta,  fatta 
dal  Caminer,  scrittore  pure  della  Curiosità  d'ogni  genere,  A  N-,velìista  Ve- 
neto (177 s)}  il  Progresso  dello  spirito  umano  (1783)  —  che  si  stampava 
a  Venezia  con  varia  indicazione  d'origine — il  Diario  Veneto  (1765),  le 
Noti:(je  del  Mondo  (1778),  il  Nuovo  Postiglione  ossia  Novelle  del  Mondo, 
giornale  ebdomadario,  che  raccoglieva  le  notizie  storico-politico-scienti- 
fiche più  recenti  e  si  stampò  nella  tipografia  Albrizzi  a  S.  Benedetto, 
in-4.'',  dall'anno  1783  al  1812,  e  molti  altri  giornali  di  poco  valore  che 
andarono  man  mano  decadendo  come  decadeva  il  governo. 

Frattanto  a  Roveredo  (1764)  usciva  la  Frusta  letteraria  del  torinese 
Baretti;  il  giornale,  che  era  propriamente  intitolato  Frusta  letteraria  di 
Aristarco  Scannabue,  si  pubblicò  prima  a  Roveredo,  poi  a  Trento.  Fon- 
dato con  elevato  concetto  di  critica,  trascese  spesso  a  grossolanità  e  peg- 
gio. Il  Baretti  fu  accusato  di  scrivere,  pagato,  per  incarico  dei  gesuiti; 
ma  egli  se  ne  scagionò  nella  risposta  al  Bue  pedagogo. 

Del  giornale  di  Baretti  ecco  come  ne  parla  il  Cantù  : 
«  La  Frusta  letteraria   fu    forse  il  solo   giornale   che   rimanesse  di 
fama  popolare.  Giuseppe  Baretti  (i)  autore  di  capitoli,  ch'egli  stesso  con- 


(i)  Baretti  s'era  recato  a  Milano  con  la  speranza  d'esservi  impiegato,  come  gliene 
aveva  fatta  promessa  il  Firraian  ;  ma  avendo  egli  stampato  il  primo  volume  delle  sue 


IL    GIORNALISMO   ITALIì(N0.  67 

fessava  non  valer  nulla  più  dei  tanti  altri  contemporanei,  e  di  viaggi  in 
lettere  rinzafFate  d'accidenti  minuti  e  generici  e  di  leggera  osservazione, 
ma  care  per  spigliato  e  rapido  stile,  il  che  rende  poi  incomparabili  le 
sue  famigliari,  cominciò  in  Venezia  a  sparnazzare  le  posticce  immorta- 
lità, e  menare  la  «  metaforica  sua  sferza  rabbiosamente  addosso  a  tutti 
quei  moderni  goffi  e  sciagurati  che  andavano  tutto  di  scarabocchiando 
commedie  impure,  tragedie  balorde,  critiche  puerili,  romanzi  bislacchi, 
dissertazioni  frivole,  e  prose  e  poesie  d'ogni  generazione,  che  non  hanno 
in  sé  la  minima  sostanza,  la  minimissima  qualità  da  renderle  o  dilettose 
o  ragionevoli  ai  leggitori  e  alla  patria.  » 

«  Qual  nobile  arringo  se  egli  avesse  guardato  a  qualcosa  più  che  la 
forma;  se  avesse  compreso  l'importanza  della  franchezza  e  della  since- 
rità nell'arte,  se  alla  sensata  intuizione  avesse  accoppiato  alti  sentimenti, 
veder  largo,  le  corroboranti  ispirazioni  del  patriottismo!  Certo  egli  è  lon- 
tano dall'impertinenza  di  quel  fu  nostro  contemporaneo  che  introdusse 
di  giudicare  venti,  trenta  opere  per  ogni  articolo  di  giornale,  ma  quanto 
poco  non  sa  egli!  come  sprezza  ciò  che  non  comprende!  come  abusa 
della  beffa  invereconda  contro  gente  da  tanto  più  di  lui  !  come  s'abban- 
dona a  irosa  ed  invida  personalità,  e  tutto  riferisce  a  sé  stesso,  senza 
diicernere  tempi  e  studi!  Di  Dante  dice  grossolanità  non  minori  di  quelle 
del  Bettinelli  :  il  Filicaja  pe'  suoi  sonetti  all'Italia  crede  degno  «  d'una  buona 
staffilata  sul  deretano,  per  ogni  verso  »  ;  nel  libro  dei  Delitti  e  delle  pene 
non  vede  che  «  una  cosacela  scritta  molto  bastardamente  »  e  confonde 
il  Beccaria  cogli  Algarotti,  coi  Chiari  ed  «  altri  tali  balordi  che  non 
sanno  neppure  mediocremente  la  lingua  del  paese  »;  il  Verri  gli  è  «  un 
sacciutello  che  crede  saper  tutto  e  non  sa  nulla;  una  bestia  piena  d'al- 
bagia come  d'ignoranza,  che  mostra  avere  avuto  dalla  natura  un  buon 
pajo  di  calcagna  da  ballerino,  non  una  testa  da  politico  e  da  filosofo  o  : 
il  Caffé  «  una  delle  più  magre  buff'onerie  che  si  possano  leggere  »  :  gli 
autori  di  esso  «  invincibili  ignoranti  »,  e  peggior  di  tutti  il  Verri,  cui 
intima  che  «  ci  vuol  altro  per  aggiungere  all'altezza  di  scrittor  perio- 
dico »,  e  protesta  volerlo  «  render  tanto  ridicolo,  da  fargli  maledire  chi 
gli  ha  insegnato  l'alfabeto  » Trascina  alle  gemonie  come  un  pappa- 
gallo senza  ingegno  quel  Goldoni,  che  porrem  sempre  in  testa  ai  comici 
nostri,  mentre  é  dimenticato  quel  Carlo  Gozzi,  ch'esso  tentava  opporgli 
come  il  genio  più  meraviglioso  dopo  Shakspeare.  Frate  pazzo,  frate  bir- 
bologo,  scimunito  arcade,  sozzo  majale,  e  tali  altri  abominj  sputa  sul 
padre  Appiano  Buonafede,  uomo  eruditissimo  e  scrittore  vibrato  e  age- 
vole, il  quale  trattò  temi  seriissimi  »  ecc.  (i). 

Nella  stessa  epoca  a  Milano  diffbndevasi  il  Cafc,  il  quale  veniva 
pubblicato  anonimo  e  fuori  di  stato  —  a  Brescia  —  per  avere  maggiore 
libertà  d'esame.  In  esso  vi  lavoravano,  oltre  al  Verri  ed  al  Beccaria,  il 
Lambertenghi,  il  Longo,  il    matematico    Frisi,  Pietro   Secchi,  Giuseppe 


Lettere  il  ministro  del  Portogallo  ne  menò    molto   rumore  e  Baretti  se  ne  andò  ma 
con  gran  rincrescimento. 

(i)  Per  altre  notizie  vedi  Cantù,  Parini  e  la  Lombardia.  Vedi  anche  nell'appen- 
dice dei  Giornali  italiani  stampati  all'estero  di  questo  libro. 


68  GUIDA   DELLA    STAMPA.    PERIODICA   ITALIANA. 


Colpani,  ecc.  I  fondatori,  in  uno  dei  primi  numeri,  dichiaravano  che 
«  essendo  nemicissimi  d'ogni  laccio  ingiusto  che  imporre  si  voglia  al- 
l'onesta libertà  dei  pensieri  e  delle  ragioni  loro  »  erano  venuti  «  in  pa- 
rere di  fare  solenne  rinunzia  alla  toscana  favella  ». 

Era  in  sostanza  un  manipolo  di  giovani  milanesi,  tutti  entusiasti 
per  la  enciclopedia  e  per  le  nuove  scienze.  Quei  nobili  giovani  vollero 
interessare  anche  il  pubblico  ai  loro  colloqui  e  intrapresero  perciò  il  bi- 
mensile Caffè,  dove  si  proponevano  combattere  la  tirannia  dei  pedanti  e 
far  che  «  l'importante  e  onorato  mestiere  di  letterato  si  spogli  di  quel 
restante  d' impostura,  di  frode,  di  livore,  che  pur  tuttavia  ha  il  suo  par- 
tito, benché  assai  minore  di  quello  che  coltiva  in  pace  e  in  buona  fede 
1  vasti  campi  dell'umano  sapere  ». 

A  Milano  stesso  usciva  la  Galletta  politica,  di  cui  era  direttore  il 
Monti,  il  quale  vi  diresse  pure  una  Gaietta  letteraria  (1772-76);  a  Na- 
poli usciva  periodicamente  un'Analisi  raiionale  dei  nuovi  libri,  il  Qiornale 
letterario,  il  Giornale  enciclopedico;  a  Modena  (1762)  uscivano  gli  Annali 
letterari;  a.  Mantova  un  certo  Volta  stampava  un  Giornale  della  lettera-, 
tura  italiana,  e  poi  il  Giornale  della  letteratura  straniera,  e  un  Nuovo  Gior- 
nale enciclopedico,  continuazione  di  quello  di  Venezia,  usciva  a  Vicenza, 
redatto  da  una  valente  donna,  lodata  dal  Parini,  la  Elisabetta  Caminer 
Turro. 

L'Europa  letteraria,  ora  raccolta  in  52  volumi,  era  un  buon  gior- 
nale, che  teneva  corrispondenza  con  Parigi,  Vienna,  Berlino  ed  Amsterdam. 
In  Sicilia  vi  furono  per  quattro  anni  le  Novelle  miscellanee  e  le  Me- 
morie, per  servire  alla  storia  della  Sicilia. 

A  Napoli  nel  1708-1709  si  stampava  da  D.  A.  Parrino  una  gaz- 
zetta che  ora  è  conservata  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Napoli. 

Eleonora  Fonseca  Pimentel,  condannata  alla  forca  il  20  agosto  1799, 
avea  fondato  il  Monitore  Napoletano,  nel  quale  trasfuse  tutta  la  sua  anima 
ardente,  studiandosi  di  rendere  impossibile  il  ritorno  della  tirannide.  Ac- 
cusata, imprigionata,  fu  condannata  per  avere  scritto  //  Monitore  Napo- 
letano, e  pochi  momenti  prima  d'avviarsi  al  patibolo  bevve  del  caffè  e 
pronunziò  queste  parole:  Forsan  et  haec  olim  meminisse  juvahit. 

Gli  altri  giornali  letterari  si  limitavano  a  dar  un  estratto  delle  opere 
ed  un  giudizio  per  lo  più  benevolo,  atto  opportunissimo  quando  scar- 
samente diifondevansi  i  libri;  del  resto  essi  non  lasciarono  che  ben  mo- 
desta fama. 

A  Roma  la  stampa  era  a  un  livello  bassissimo.  Fin  dnl  5  agosto  17 16 
erasi  preso  a  pubblicare  una  specie  di  giornale  semi-politico,  semi-reli- 
gioso, sotto  il  titolo  di  Diario  ordinario  d'  Ungheria,  che  mutò  successi- 
vamente in  Diario  estero,  Diario  interno,  poi  finalmente  nel  1777  in  Diario 
di  Roma,  ed  era  più  conosciuto  poi  sotto  il  nome  di  Cracas,  da  quello 
del  tipografo,  che  ne  aveva  avuto  il  privilegio  (i).  Questo,  e  le  Notizie  del 


(i)  Nel  1716,  ìq  data  5  agosto  si  cominciò  a  stampare  il  D/arfo  Ordinario  d'Un- 
gheria (In  Vienna,  et  in  Roma,  nella  stamperia  di  Gio:  Francesco  Chracas,  presso  S.  Marco 
al  Corso)  ed  allora  il  Diario  non  riportava  che  notizie,  lettere,  proclami,  bollettini  di 
guerra,  ecc.,  dall'Ungheria,  Transilvania,  Croazia  ed  altre  terre  di  colà.  Nel  primo  vo- 


IL   GIORNALISMO   ITALIANO.  6§ 

giorno  —  diario  assolutamente  religioso  —  furono  per  un  pezzo  ì  soli 
giornali  che  si  pubblicassero  nella  città  dei  Papi. 

Più  tardi  uscirono:  V Effemeridi  letterarie  di  Roma  (1771-87);  il  gior- 
nale conteneva  una  bibliografia  dei  libri  stampati  durante  l'anno.  Si  pub- 
blicava ogni  settimana  in  8  pagine  in-8.°  grande  a  2  colonne  presso  la 
Libreria  all'  insegna  d' Omero  al  Corso  e  i  fascicoli  si  dispensavano  da 
Gregorio  Settari  Libraio  al  Corso  a  S.  Marcello  e  Vassociaiione  era  aperta 
per  paoli  dodici  l'anno-  c'era  anche  l'Antologia  (1744-88)  e  il  Giornale 
arcadico,  ma  è  ovvio  dire  che  di  libertà  di  stampa  e  di  discussione  po- 
litica non  vi  fu  nemmeno  un  lontano  accenno. 

Ci  pare  interessante,  a  questo  proposito,  riferire  un  giudizio  di  E. Q. Vi- 
sconti sullo  stato  della  letteratura  romana  in  quest'epoca  (i):  «  Tra  gli 
scrittori  bibliografici  posson  riporsi  i  giornalisti  delle  lettere.  Due  fogli 
periodici  abbiamo  settimanalmente  in  Roma  :  uno  col  titolo  di  Effemeridi 
dà  conto  dei  nuovi  libri;  l'altro  col  titolo  di  Antologia  annunzia  le  no- 
vità delle  scienze.  L'abate  Pessuti  che  li  dirige  ha  un  gran  merito  nelle 
matematiche;  gli  articoli  perciò  d^ìVEfemeridi,  che  trattan  di  libri  ma- 
tematici, sono  eccellenti;  gli  altri  per  lo  più  deboli,  e  pieni  di  troppe 
lodi  agli  autori.  L'Antologia  è  ordinariamente  un  estratto  d'altri  giornali, 
ove  suol  inserirsi  un  breve  elogio  dei  letterati  defunti... 

«  Il  Giornale  di  Belle  Arti  è  scritto  con  uno  stile  interessante,  e  più 
lo  rendon  tale  il  criterio  e  le  sode  cognizioni  del  cav.  Boni,  cortonese, 


lume  si  legge  una  corrispondenza  Dal  Campo  Cesareo  sotto  il  Seren.  Principe  Eugenio 
di  Savoia  appresso  Arania  di  là  dal  Tibisco. 

Tre  anni  dopo,  nel  17 19,  in  data  15  aprile,  n.°  2j6,  il  Diario  non  si  chiamò  più 
Diario  Ordinario  d'  Ungheria,  ma  semplicemente  Diario  Ordinario,  conservando  la  stessa 
mansione  tipografica  :  In  Vienna  et  in  Roma  ecc.  In  quest'anno  i  fatti  raccontati  non 
si  riferiscono  soltanto  all'Ungheria,  ma  pur  anco  a  Francia,  Spagna,  Portogallo,  Dani- 
marca, Svezia,  Inghermanlandia,  ecc.  ecc.;  e  vi  è  qualche  cosa  pure  di  Venezia,  Napoli 
e  Roma. 

Più  tardi,  nel  1776,  questo  Diario  aveva  di  nuovo  cambiato  anche  mansione  ti- 
pografica. Si  chiamava  Diario  Estero  (In  Roma  MDCCLXXVI.  Nella  Stamperia  Chracas 
presso  S.  Marco  al  Corso).  In  quest'anno  lo  spazio  maggiore  è  occupato  dalla  narra- 
zione di  fatti  avvenuti  in  Italia.  Il  Diario  continuò  per  gran  tempo  a  comparire  col 
nome  di  Diario  Estero,  nome  a  sua  volta  cambiato  per  assumere  quello  più  convene- 
vole di  Diario  di  Roma.  Questo  giornaletto,  che  usciva,  secondo  la  mente  dello  stam- 
patore, ad  intervalli  di  io  giorni,  di  7,  di  5,  di  2,  e  talvolta  ne  uscirono  2  numeri  in 
un  giorno  solo,  si  stampò  sempre  a  opuscolo  in-32.'',  dal  1716  al  1836,  nel  quale 
ultimo  anno  portava  questo  titolo  e  questa  mansione:  Diario  di  Roma  del...  (giorno, 
mese  ed  anno)  num...  (Nella  Stamperia  Cracas  presso  gli  Alani  con  privilegio  Pontificio). 

Finita  la  guerra  continuò  le  sue  pubblicazioni  col  titolo  Diario  di  Avvisi,  e  pare 
che  sin  d'allora  diventasse  giornale  ufficiale  del  governo.  Nel  1808  prese  il  nome  di 
Diario  di  Roma.  Col  primo  numero  del  1837  comparve  in  foglio  grande.  Nel  1847 
si  pubblicava  in  quattro  pagine  a  tre  colonne;  la  prima  pagina  conteneva  le  notizie  di 
Roma  e  le  leggi  e  decreti  emanati  dalla  S.  Sede;  il  resto  notizie  estere  ricavate  da  gior- 
nali. Costava  a  Roma  1,60  a  trimestre,  all'estero  1,90  franco  ai  confini.  La  mansione 
tipografica  diceva  :  Nella  Stamperia  Cracas  al  Corso  presso  gli  Ajani  con  privilegio  pon- 
tificio. Nel  1849  il  governo  repubblicano  lo  intitolò  Monitore  di  Roma.  Pio  IX,  dopo  il 
ritorno  da  Gaeta  lo  ribattezzò  col  nome  di  Giornale  di  Roma  che  serbò  sino  al  1870. 
Pare  anche  che  per  un  certo  tempo  si  chiamasse  Gaietta  di  Roma;  ma  il  popolino 
non  tenne  conto  di  tutti  questi  battesimi  e  lo  chiamò  sempre  Cracas  o  Cracasse. 

(i)  Due  Discorsi  inediti  di  E.  Q.  Visconti,  con  alcune  sue  lettere,  ecc.  —  Milano, 
Resaati,  1841,  pag.  25  e  segg. 


70  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

che  Stende  gli  articoli  riguardanti  l'architettura  e  l'incisione...  (i).  Un 
foglio  simile,  arricchito  di  rami,  pubblica  una  volta  il  mese  l'abate  Guat- 
tani  per  le  notizie  antiquarie,  ed  è  pregevole  e  scritto  con  spirito;  non 
s'impegna  però  a  parlare  dei  libri.  » 

Cosi  si  arriva  alla  rivoluzione  francese,  cioè  all'epoca  in  cui  può 
ben  dirsi  si  chiuda  il  primo  periodo  del  giornalismo  italiano. 

X 

La  rivoluzione  francese  parve  dovesse  aprire  nuovi  orizzonti  alla 
stampa  politica  italiana,  ma  fu  periodo  di  breve  durata.  Una  certa  licenza 
segnalò  dal  1796  al  1797  i  primordi  della  repubblica  cisalpina  (vedi 
prov.  di  Milaìio). 

Il  Cantù,  nel  suo  libro  Monti  e  l'età  che  fu  sua,  ci  parla  di  questo 
periodo,-  facendo  i  nomi  dei  giornalisti  repubblicani  prima,  imperialisti 
poi,  italiani  veramente  mai. 

Tra  la  folla,  ebbra  d'una  libertà  non  acquistata,  ma  comandata,  at- 
tiravano a  Milano  l'attenzione  e  un  certo  rispetto  il  medico  Rasori,  redat-' 
tore  del  Giornale  sen:(a  titolo,  il  Custodi,  futuro  barone,  che  col  Salvador! 
pubblicava  il   Termometro  politico  della  Lombardia  e  il   Tribuno  popolare. 

Il  Termometro  si  cominciò  a  stampare  da  Luigi  Veladini  il  25  giu- 
gno 1796  e  fini  forse  nel  1798,  in-8.°,  uscendo  due  volte  la  settimana. 
In  principio  ne  fu  redattore  il  Salvadori,  e  il  giornale  aveva  per  motto  : 
Mens  agitat  molem  e  nel  secondo  anno:  Jura  domosque  dabo;  poi  passò 
in  mano  di  Francesco  Salfi  di  Cosenza  ;  del  Termometro  dice  il  Cantù  : 
«  non  era  il  peggiore  di  quella  fungaia  di  giornali,  che  allora  pullulava  e 
moriva  dopo  sfogato  un  rancore,  compita  una  vendetta,  infamato  un  emulo, 
incusso  terrore;  sen:(a  criterio  come  sen^a  scrupolo,  sottilmente  adulando  le 
passioni  volgari,  e  usando  l'arte  solita  di  denigrare  i  nemici  per  aitare  i 
propri  strumenti.  Ivi  egli  batteva  ogni  giorno  gli  aristocratici,  denun:(iava 
i  preti,  apriva  campo  franco  alle  diatribe  contro  dei  vecchi  governi  e  prin- 
cipalmente contro  quello  del  papa  ».  Questo  Salfi  si  trovò  mescolato  a 
tutte  le  vicende  pubbliche  d'allora,  come  funzionario,  agitatore,  poeta, 
oratore  pubblico  (2). 

Altri  giornali  e  giornalisti  della  stessa  epoca  sono  il  Taglìoretti  re- 
dattore della  Galletta  di  Bergamo,  il  Compagnoni  del  Mercurio  d' Italia  ; 
V  Impar:(iah  difensore,  il  Vero  amico  degli  uomini,  il  Novelliere  sollecito,  tee. 

Ma  Napoleone  non  indugiò  a  mettere  riparo  alla  licenza  della  stampa, 
ripristinando  la  censura,  con  un  ordine  a  cui  die  forme  regolari  più  tardi, 
quando  assunse  il  titolo  di  Re  d'Italia.  La  minima  indiscrezione  divenne 
allora  un  delitto  soggetto  a  punizioni  arbitrarie.  Era  prudenza  attingere 
le  notizie  politiche   dal  Giornale  italiano,  organo   ufficiale  del  governo, 


(i)  II  periodico  s'intitolava:  Giornale  delle  Belle  Arti  e  della  incisione,  antiquaria, 
musica  e  poesia.  Si  stampò  a  Roma  dal  Casaletti  dai  3  di  gennaio  1784  al  13  dicem- 
bre 1788,  essendone  direttore  Onofrio  Boni. 

(2)  L.  Vicchi,  di  Fusignano,  autore  del  libro  V.  Monti,  h  lettere  e  la  politica,  pos- 
siede i  tre  volumi  iT<^6-<^'j  del  Termometro  t  non  ex zàQ  all'esistenza  dell'intera  colle- 
zione, avendola  invano  cercata  nelle  principali  biblioteche  del  regno,  specialmente 
lombarde. 


IL   GIORNALISMO   ITALIANO.  71 

diretto  da  un  tal  Guillon,  francese  che  tartassava  gl'italiani  con  ogni 
sorta  d'insolenze  (i),  oppure  dalla  Gaietta  di  Milano  che  il  viceré  Euge- 
nio aveva  acquistata  per  farne  un  fof;lio  semi  ufficiale. 

Con  la  lustra  di  aver  soppresso  il  magistrato  di  revisione,  si  voleva 
far  credere  che  si  era  ristabilita  una  larva  di  libertà;  ma  se  la  forma 
cambiava,  il  fondo  rimaneva  lo  stesso.  «  Sotto  le  apparenze  di  libertà, 
dice  lo  Sclopis,  la  stampa  fu  sottoposta  all'  ingerenza  della  poHzia,  senza 
garanzia  di  far  valere  le  proprie  ragioni  contro  gli  arbitri  del  potere.  » 
In  pratica,  prima  del  '48,  non  si  ebbe  in  Italia  libertà  di  stampa,  se  non 
nel  breve  periodo  1796-97,  e  1'  Ufficio  della  libertà  della  stampa,  che  se- 
condo il  decreto  del  viceré  doveva  essere  un  bienfait  du  gouverneinent  à 
l'egard  des  auteurs,  divenne  in  realtà  uno  spegnitoio. 

Quei  pochi  organi  che  non  erano  al  servizio  del  governo,  venivano 
atrocemente  perseguitati,  e  ogni  indiscrezione  veniva  considerata  come 
un  delitto  di  Stato. 

Giovanni  Giovio  fu  posto  in  arresto  per  avere  usata  nel  suo  giornale  la 
parola  fettuccia,  ritenuta  da  un  censore  ignorante  quale  peggiorativo  e  non 
come  sinonimo,  ad  indicare  il  nastro  cavalleresco  della  Corona  ferrea. 
Orbano  Lampredi,  che  aveva  collaborato  nel  Monitore  Romano,  avendo 
un  giorno  criticato  un  lavoro  di  Giuseppe  Compagnoni  (ex-prete,  re- 
dattore del  Mercurio  d'Italia  e  del  Monitore  Cisalpino)  nel  giornale  il 
Poligrafo  da  lui  fondato  col  Monti,  venne  avvertito  di  non  censurare 
più  opere  d'impiegati  regi  perché  questi  non  potevano  e  non  dovevano 
essere  che  degni  di  lode;  e  finì  coU'essere  costretto  ad  abbandonare  Mi- 
lano. —  Nello  stesso  tempo  un  tal  Lattanzi,  che  compilava  un  giornale 
settimanale  di  moie,  il  Corriere  delle  dam',  il  primo  che  comparisse  in 
Italia,  avendo  riportata  la  notizia  della  prossima  unione  della  Toscana 
all'Impero  con  l'aggiunta  di  queste  parole:  «  pare  che  i  destini  del- 
l'Etruria  sieno  giunti  al  loro  punto  di  maturità  »,  fu  punito  atrocemente: 
Napoleone  irritato  che  questo  fatto  venisse  annunziato  prima  ch'egli 
avesse  creduto  opportuno  divulgarlo,  ordinò  senz'altro  che  il  Lattanzi 
fosse  chiuso  nell'ospedale  dei  pazzi.  E  l'ordine  crudele  fu  letteralmente 
eseguito,  e  poco  mancò  che  il  disgraziato  giornalista  non  ne  perdesse 
davvero  la  ragione  (2). 

Durante  la  dominazione  napoleonica,  a  Napoli  uscì  con  la  data  di 
sabbato  i.°  marzo  1806  il  Monitore  Napolitano,  che  aveva  per  motto  il 
verso  di  Virgilio:  Magnus  ab  integro  saeculorum  nascitur  ordo.  Il  giornale 
dava  due  fogli  la  settimana,  uno  nel  mercoledì,  l'altro  nel  sabbato.  L'asso- 
ciazione al  foglio  si  faceva  «  in  S.  Pietro  a  Majella,  e  presso  Luigi  Aug- 
gero  rimpetto  al  Regal  Teatro  di  S.  Carlo  n.°  42  »  e  costava  5  ducati 
l'anno,  26  carlini  il  semestre  e  15  il  trimestre.  Il  giornale  avea  il  for- 
mato in  4  pagine  in  4.°  lungo  e  veniva  stampato  su  carta  cilestre.  Nel 
primo  numero  dice:  «  La  Gaietta  Napolitana  b  soppressa.  La  saviezza, 
la  dignità  e  la  franchezza  di  un  Governo  ragionevole,  generoso  e  giusto 


(i)  Dario  Papa  —  //  Giornalismo  —  p.  209  e  segg. 

(2)  Intorno  al  Lattanzi,  di  cui  sono   celebri  le  polemiche   col  Monti,  v.  Cantù, 
Monti  e  l'età  che  fu  sua,  e  //  Giornalismo  di  D.  Papa,  p.  218  e  segg. 


72  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

non  dovea  soffrire,  che  cosi  vilmente  si  nascondesse,  o  si  mascherasse 
la  verità  agli  occhi  della  nazione  per  servire  ad  una  debole,  sospettosa 
e  inconseguente  politica.  »  ecc. 

Un  mese  dopo,  sempre  a  Napoli,  fu  annunziata  la  pubblicazione 
dì  un  Giornale  Enciclopedico,  compilato  da^li  amici  della  gloria  na:(ionah 
e  diretto  dal  signor  De  Cesare,  traduttore  àtW Agricola  di  Tacito.  Il  gior- 
nale si  dovea  occupare  a  preferenza  di  chirurgia,  medicina,  fìsica,  chi- 
mica, storia  naturale  e  agricoltura.  Il  giornale  nacque  nel  maggio  suc- 
cessivo. Usciva  il  1°  e  15  d'ogni  mese.  L'abbonamento  costava  48  carHni 
l'anno. 

Ma  il  più  importante  periodico  del  primo  regno  italico  fu  il  Poligrafo, 
che  pubblicavasi  a  Verona  e  nel  quale  scriveva  il  Monti,  nel  18 11,  da 
dittatore,  da  prepotente,  da  splendido  insultatore,  senza  ombra  di  critica 
vera.  A  sua  volta,  contro  il  Poligrafo  era  sorto  un  Anti-poligrafo  dì 
Francesco  Contarini,  veneziano,  il  quale  parafrasando  argutamente  ogni 
articolo  dell'avversario,  rendeva  a  lui  in  tanti  spiccioli  ciò  che  esso  di- 
stribuiva senza  parsimonia  a  coloro  che  credea  dessero  ombra  alla  sua 
fama.  Secondo  il  solito  sistema  però,  il  criticare  le  persone  che  gode- 
vano «  della  stima  del  governo  »,  come  diceva  a  questo  proposito  il 
ministro  dell'interno  De  Capitani  in  una  sua  lettera  al  prefetto  di  po- 
lizia, venne  considerato  come  offesa  alla  stessa  autorità  e  V Anti-poligrafo 
dovette  presto  cessare  le  sue  pubblicazioni. 

X 

Caduto  il  governo  napoleonico,  caddero  con  esso  tutti  i  giornali 
che  ancora  restavano,  lasciando  sola  padrona  del  campo  la  Ga^^etta  di 
Milano,  divenuta  a  sua  volta  giornale  ufficiale,  fintantoché,  per  cura  dello 
stesso  governatore,  non  venne  fondata  la  Biblioteca  italiana. 

Foscolo  ha  scritto  che  il  conte  di  Fiquelmont,  quartiermastro  del- 
l'esercito austriaco,  gli  propose  di  dirigere  a  Milano  un  giornale  favo- 
revole al  nuovo  ordine  di  cose  e  che  egli  rifiutò,  e  poi  andasse  tempo- 
reggiando, nell'idea  di  affidarlo  ad  altre  mani.  Pensò  al  Monti,  e  que- 
sti rispose  che  il  giornale  «  da  che  si  appoggia  alla  colonna  del  governo 
non  può  cadere  ».  Il  Foscolo  voleva  un  giornale  che  «  non  irritasse 
partì  e  passioni  politiche  »,  del  quale  esso  si  sarebbe  fatto  mallevadore, 
a  patto  che  non  vi  fosse  né  censura,  né  revisione. 

Per  Foscolo,  questo  proo^etto  era  più  che  altro  un  mezzo  per  ac- 
quistar tempo;  però  l'idea  piacque  e  ne  fu  scritto  a  Vienna.  Là  pure 
si  trovò  buono  il  progetto,  ma  in  un  rescritto  del  24  maggio  18 15  si 
giudicò  dalla  pohzia  aulica  Ugo  Foscolo  non  essere  adatto  a  pubblicare 
il  proposto  giornale,  consacrato  a  elaborare  (sic)  l'opinione  pubblica  in 
Italia.  Venne  quindi  affidato  l'incarico  al  Monti,  al  naturaUsta  Brocchi, 
al  Breislak,  al  Giordani  e  finalmente  al  bresciano  Giuseppe  Acerbi  che 
ne  fu  il  direttore. 

La  Biblioteca  italiana  fu  fondata  nel  gennaio  del  1816;  usciva  a  fa- 
scicoli mensili  di  150  pagine  in-S."  e  durò  con  varia  sorte  sino  al  1857. 
Essa  nacque  non  più  sotto  l'ispirazione  del  Fiquelmont,  ma  del  gover- 
natore Saurau,  uomo  abbastanza  colto.  Secondo  la  sua  idea  e  i  suoi  ac* 


IL   GIORNALISMO   ITALIANO.  73 

cordi  col  governo,  il  giornale  doveva  da  una  parte  avere  per  iscopo  di 
essere  un  punto  di  riunione  dei  letterati  italiani,  una  saggia  analisi  delle 
opere  pubblicate  nella  penisola,  e  dall'altra  rendere  facile  al  governo  «  il 
sorvegliare  la  pubblica  opinione  in  Italia,  e  rettificare  molti  errori,  pro- 
pagati dal  governo  rivoluzionario  ». 

Ma  il  primo  numero  comparso,  suscitò  grandi  ire,  pel  tono  sprez- 
zante con  cui  in  un  articolo  di  mad.  di  Stael  si  parlava  della  coltura 
italiana.  Ciò  nonpertanto,  dopo  qualche  mese,  il  conte  Saurau,  nelle  sue 
lettere  a  Metternich,  se  ne  dichiarava  contentissimo.  Diceva  che  il  pe- 
riodico aveva  languito  a  principio,  in  causa  della  guerra  che  gli  facevano 
i  letterati,  ma  che  poi  era  venuto  sempre  più  diffondendosi.  S'era  data 
opera  perchè  comuni,  uffici,  ambasciate  all'estero  ecc.,  vi  si  associassero. 
Non  s'era  creduto  prudente  a  principio  dargli  alcuna  tendenza  politica. 
Pel  momento  premeva  solo  che  gl'italiani  si  persuadessero  che  esisteva 
una  letteratura  tedesca  e  cominciassero  a  studiarla. 

L'Acerbi,  direttore  della  Biblioteca,  era  ciò  che  si  chiama  un  vero 
direttore:  attivissimo  a  ricercare  articoli,  domandarli,  tracciarne  lo  schema 
ai  vari  scrittori,  strapazzandoli  se  indolenti.  «  Voi  —  scriveva  un  giorno 
a  Giovita  Scalvini  —  sarete  uno  scrittore  per  la  immortalità,  ma  non  per 
un  giornale  che  ama  e  vuole  più  il  presto  che  il  perfetto.  «  E  altrove  : 
«  Ricordatevi  poi  dei  vostri  impegni  e  delle  vostre  promesse,..;  è  una 
carriera  che  correte,  e  ogni  carriera  ha  il  suo  bene  e  il  suo  male.  »  Ma 
questi  modi  irritarono  ben  presto  il  Giordani,  il  Monti,  lo  Scalvini  ed 
altri  ancora,  i  quali  si  svelenirono  contro  l'Acerbi  iA  tutti  i  modi.  Il 
Monti  anzi  ebbe  a  scrivere  che  l'Acerbi  non  essendo  atto  a  porre  nel 
giornale  una  sola  riga  senza  spropositi,  forza  era  che  tutto  comprasse; 
e  tra  coloro,  diceva,  che  vilmente  gli  «  hanno  venduto  per  fiorini  40  al 
foglio,  la  penna,  non  ha  nessuno  che  sia  pure  alcun  poco  iniziato  nel 
bello  scrivere.  Quindi  cessino  le  meraviglie  sulla  decadenza  di  quello 
sciagurato  giornale.  Si  è  formata  un'altra  società,  la  quale  ha  presentato 
al  governo  il  progetto  d'un  nuovo  foglio,  complessivo  come  l'altro,  di 
ogni  materia  scientifica  e  letteraria.  I  sottoscritti  sono  Brocchi,  Breislak, 
Giordani,  Labus  e  Monti  per  la  compilazione;  quanto  agli  aiuti,  nessuna 
letteraria  confederazione  si  è  mai  veduta  simile  a  questa...  ». 

E  qui  una  lista  di  splendidi  nomi.  Ma  poco  dopo  il  Monti  si  ri- 
conciliò col  giornale  austro-italico,  e  la  Biblioteca,  dice  il  Cantù,  «  con- 
tinuò a  esercitare  una  specie  di  dittatura  nelle  lettere  italiane,  non  senza 
merito  al  certo,  ma  con  tono  assoluto,  avversando  le  novità,  lodando 
indiscretamente  od  astiando  persone  che  il  governo  gradisse  o  no  ». 

Più  tardi  essa  contò  fra  i  suoi  collaboratori,  oltre  al  colto  ed  ele- 
gante sgherro  austriaco  Zajotti,  Domenico  Romagnosi,  Giuseppe  Fer- 
rari ecc.  (i). 


(i)  Fondando  la  Biblioteca  italiana  il  governo  austrìaco  aveva  cercato  di  cattivarsi 
gì'  italiani  per  mezzo  della  letteratura.  Oltre  agli  scrittori  citati,  erano  stati  chiamati  a 
collaborarvi  i  membri  dell'Istituto  e  dell'Accademia. 

Abbastanza  franca  in  sulle  prime,  questa  rivista  si  ridusse  ben  presto  stromento 
della  polizia  del  governo  0  piuttosto  della  consorteria  che  vuole  la  potenza  col  farsi 


74  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 


Di  fronte  alla  Biblioteca  ifaliana,  e  facendole  viva  opposizione,  prese 
posto  subito  lo  Spettatore  del  BertolottI,  al  quale  collaborarono  Tomma- 
seo, Leopardi,  Sartorio,  Cantù  ecc.  Il  governo  non  credette  opportuno 
ingerirsi  nella  polemica  e  il  giornale,  avendo  presa  piuttosto  voga, 
compromise  molto  il  successo  della  Biblioteca.  Dopo  due  anni  allo  Spet- 
tatore si  aggiunse  il  Conciliatore,  che  doveva  avere  così  breve,  quanto  il- 
lustre vita. 

Il  Conciliatore  stampato  su  carta  azzurra,  nacque  il  3  settembre  18 18; 
usciva  il  giovedì  e  la  domenica  e  durò  fino  al  17  ottobre  1819;  in  tutto 
118  numeri. 

Il  giornale  bleti,  come  lo  chiamavano  per  via  della  carta,  era  l'or- 
gano di  un  gruppo  di  patriotti  che  volevano  preparare  il  paese  ad  altri 
desideratissimi  eventi.  V'era  Silvio  Pellico  —  l'anima  dell'intrapresa  — 
v'erano  Porro,  che  ne  fu  il  fondatore,  Pecchio,  Berchet,  De  Bréme,  Ma- 
roncelli,  Borsieri,  Gonfalonieri... 

«  L'intitolammo  Conciliatore  —  scriveva  Pellico  a  Foscolo,  invitan- 
dolo a  collaborare  —  perchè  noi  ci  proponiamo  conciliare  e  conciliamo 
infatti  non  i  leali  coi  falsi,  ma  tutti  i  sinceri  amatori  del  vero.  Già  il 
pubblico  si  accorge  che  questa  non  è  impresa  di  mercenari,  ma  di  let- 
terati, se  non  tutti  di  grido,  tutti  collegati  per  sostenere,  finché  è  pos- 
sibile, la  dignità  del  nome  italiano.  » 

Ma  il  Foscolo  rifiutò  h  sua  collaborazione,  come  rifiutò  ogni  par- 
tecipazione ai  moti  der2r. 

Parlare  aperto  non  si  poteva,  sarebbe  stata  inutile  follia.  Si  dove- 
vano dunque  cercare  i  sottintesi,  e  la  letteratura  ne  ofi'rì  il  pretesto.  La 
Biblioteca  italiana  era  classica;  il  romanticismo  divenne  dunque  per  gli 
uomini  del  Conciliatore  un'arme  di  fiera  opposizione,  che  nsscondevasi 
tra  le  linee,  ma  sotto  la  veste  letteraria  lasciava  trasparire  l'intenzione 
politica.  Giò  non  poteva  garbare  al  governo  austriaco,  al  quale  quella 
piccola  schiera  di  eletti  ingegni  doveva  necessariamente  riuscire  sospetta, 
e  a  CUI  giungevano  avvisi  dal  Vaticano  di  star  attento,  perchè  i  roman- 
tici «  erano  in  fin  dei  conti  cospiratori  d'accordo  con  un  certo  Pelle- 
grino Rossi  e  con  lord  Byron  ».  È  bene  notare  che  nel  Conciliatore 
non  si  trattava  soltanto  di  letteratura,  ma  bensì  di  storia,  di  filosofia,  di 
nuove  scoperte,  di  economia  ecc.  Insomma  il  Conciliatore  era.  una  rivista 


liaia  al  governo.  Secondò  l'impresa  contro  il  romanticismo  anche  la  Gaietta  privile- 
giata del  Pezzi. 

In  data  del  21  gennaio  1817  Pietro  Giordani  si  ritirò  dalla  Biblioteca,  con  lettera: 
«  Mi  trovo  in  necessità  di  ritirarmi  dal  giornale  la  Biblioteca  italiana.  Mio  padre  e  mia 
madre,  assai  attempati  e  cagionevoli,  mi  vanno  sollecitando  da  un  pezzo  di  andare  a 
casa  e  star  con  loro  almeno  un  tempo.  Al  che  oltre  l'affetto  mi  stringono  ragione- 
voli interessi  a  non  contrastare.  » 

E  consigliava  in  sua  vece  il  D.r  Labus,  a  già  conosciuto  e  che  non  dee  dispia- 
cere al  governo  ». 

Giacomo  Leopardi  che  si  tenne  estraneo  alle  trame  ed  alle  speranze  d'allora,  lo- 
dava grandemente  gli  articoli  del  Giordani  sulla  Biblioteca.  «  Io  penso  che,  se  molti 
dei  nostri  sapessero  scrivere  in  quella  maniera,  non  dico  solamente  quanto  alle  parole, 
ma  quanto  al'e  cose,  la  letteratura  itaUana  seguiterebbe  ad  essere  la  prima  d'Europa, 
come  è  già  poco  meno  che  l'ultima.  » 


IL   GIORNALISMO   ITALIANO.  75 

letteraria  quale  oggi  non  c'è  in  Italia,  tanto  era  fatta  con  coscienza  e 
serietà. 

Pellico  era  il  vero  centro  del  giornale,  come  si  può  rilevare  dalle 
sue  lettere.  In  esse  si  trova  fin  spiegato  l'organismo  della  redazione  del 
giornale.  Non  si  inseriva  un  articolo  che  non  venisse  approvato  dalla 
commissione  dei  collaboratori  incaricata  della  cosa.  Ciò  procurava  delle 
noie,  naturalmente,  ma  si  teneva  fermo.  E  Pellico  cercava  di  confortare 
alla  meglio  gli  autori  degli  articoli  cestinati,  come  .ora  si  direbbe. 

La  lotta  fra  classici  e  romantici  si  accese  più  che  mai.  L'austriaca 
Ga^:{etta  di  Milatio  colpiva  con  rabbia  feroce  gli  uomini  del  Concilia- 
tore; a  darle  mano  la  polizia  aveva  fondato  il  i8  novembre  V Accatta- 
brighe, ossia  Classico-romantico-machia,  giornale  critico  letterario  stam- 
pato a  Milano  in  carta  rosa.  Principali  redattori:  il  prof.  Bernardo  Bel- 
lini e  il  conte  Trussardo  Caleppio,  commissario  di  polizia,  il  quale  di- 
ceva i  romantici  nati-morti,  sleali  alla  patria  e  al  governo,  simili  all'asino 
di  Balaam  che  pretendeva  insegnare  al  profeta  che  cosa  dovesse  fare 
e  dire. 

Né  è  a  credere  che  sì  villana  opposizione  avrebbe  ottenuto  l'intento 
suo,  se  il  governo  non  ci  si  fosse  messo  lui,  inferocendo  dapprima  colla 
censura,  complicando  da  ultimo,  più  o  meno  direttamente,  il  Concilia- 
tore nel  processo  dei  carbonari.  Il  Brcme,  in  una  lettera  a  Federico  Gon- 
falonieri, dove  gli  raccomanda  di  trovare  cambi  di  giornali  all'estero  e 
abbonamenti  fra  le  persone  in  alto,  scrive  bensì  che  V Accattabrighe,  fra- 
tello carnale  della  Ga^:(etta  di  Milano,  «  bestialissimo  foglio  »  fa  incon- 
sapevolmente vantaggiare  del  30  per  cento,  colla  sua  guerra,  la  tiratura 
del  Conciliatore,  vaz  è  poi  costretto  a  soggiungere:  «  //  signor  Strassoldo, 
censore  egli  stesso  del  nostro  foglio  da  qualche  tempo  in  qua,  mena  la  falce 
sen:(a  riguardo  ne  al  buon  senso  ne  alla  buona  creanza.  Ne  vengono  riman- 
dati gli  articoli  poche  ore  prima  di  dover  distribuire  il  foglio;  conviene  sup- 
plire alle  lacune;  talvolta  sostituire  interi  articoli  e  sottoporli  di  nuovo  alla 
censura  ...Io  designai  le  castrazioni  al  pubblico  disdegno  con  intere  linee  di 
punti:  venne  fatta  proibi:(ione  di  punteggiare  gli  spa^i. . .  Domandai  in  iscritto 
di  poterne  prevenire  il  pubblico;  il  mio  foglio  petiiionario  fu  lacerato  di  pro- 
prio pugno  dallo  Strassoldo,  e  i  pe^i  ne  furono  portati  dal  tipografo  del 
giornale  a  casa  Porro,  mentre  vi  pranzavano  venti  persone.  Nei  passi  can- 
cellati dell'articolo  di  Pellico  sopra  Brougham  eravi  questa  espressione  :  II 
nobile  bisogno  della  pubblica  stima,  e  l'appoggio  della  opinione  pub- 
blica. Fra  i  commensali  erano  alcuni  inglesi  e  russi  che  non  si  sapevano  dar 
pace  di  tanta  immoralità....  Giorno  verrà  in  cui  raccoglieremo  queste  umi- 
liazioni, e  le  intitoleremo  Patologia  del  Conciliatore.  » 

Invece,  poco  dopo,  giunse  il  giorno  della  morte  del  povero  Brème 
e  dello  stesso  Conciliatore,  Agli  avvertimenti  fatti  dal  Vaticano,  s'erano 
aggiunti  nel  maggio  1821  gl'informi  del  direttore  di  polizia  a  Milano 
alla  Commissione  istituitasi  a  Venezia  per  giudicare  i  Carbonari,  alla 
quale  si  faceva  sapere  che  il  Conciliatore,  obbligato  a  subire  infinite  mu- 
tilazioni in  causa  della  temeraria  audacia  dei  suoi  scrittori,  aveva  cessato 
le  pubblicazioni.  Il  che  significava  che  il  giornale  era  implicato  nel  pro- 
cesso. 

Difatti,  dagli  interrogatori;  ora  pubblicati,  di  Silvio  Pellico,  appare 


76  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 


che  lo  fu,  e  assai.  Pellico  confessò  ch'egli,  Bréme  e  Pecchio  avevano 
realmente  in  animo  di  propagare  principi  liberali,  che  fossero  i  prodromi 
d'un  mutamento  di  governo. 

Il  Conciliatore,  dunque,  dovette  morire  di  morte  violenta  (i). 

Soppressi  successivamente  tutti  i  fogh  politici,  non  rimase  in  Mi- 
lano che  la  Gaietta,  divenuta  organo  ufficiale  del  governo,  e  compilata 
da  un  giornalista  stipendiato  dall'Austria.  I  giornali  ufficiali  degli  altri 
stati  italiani,  compilati  in  generale  da  spie  o  da  scrittori  mercenari,  non 
meritano  alcuna  menzione.  I  pochi  tentativi  fatti  qua  e  là  per  dare  al- 
l'Italia una  stampa  più  liberale,  rimasero  pur  troppo  allora  infruttuosi; 
non  si  ebbero  più  per  lunghi  anni  se  non  poche  riviste  o  periodici  set- 
timanali, come  V  Indicatore  genovese  fondato  nel  1828,  e  nel  quale  Maz- 
zini iniziò  la  sua  carriera  di  pubblicista  (di  cui  discorreremo  in  altra 
parte  del  libro),  e  V Indicatore  livornese  fondato  nel  1829  da  Guerrazzi. 
Ma  questi  giornali  ebbero  breve  esistenza. 

In  Toscana  dominava  unica  la  Ga^^etta  di  Firen:;;e,  dove  dal  1830 
al  '40,  scriveva  di  tanto  in  tanto  mordaci  appendici  teatrali  il  suo  diret- 
tore Giovanni  Pedani,  Questo  giornale  era  il  solo,  o  almeno  uno  dei 
pochi,  di  cui  fosse  in  quest'epoca  gratificata  o  afflitta  (il  lettore  può  sce- 
gliere il  vocabolo  a  sua  posta)  la  Toscana.  E  il  giornale  era  peculiar- 
mente laconico,  rispetto  a  ciò  che  accadeva  in  Toscana,  in  Firenze,  La 
vita  del  cronista  era  una  vita  color  di  rosa  :  bastava  parlare  delle  visite, 
de'  viaggi  che  faceva  la  famiglia  regnante,  e  delle  riunioni  dell'Accademia 
della  Crusca  e  dei  Georgofili,  A  Pisa  per  lunghi  anni  usci  mensilmente 
il  Giornale  dei  letterati.  Vieusseux  fondò  V Antologia,  rivista  mensile  glo- 
riosamente vissuta  dal  1821  al  1832,  Più,  la  Guida  dell'educatore  del- 
l'abate Lambruschini  e  una  settimanale  Rivista  di  Firenze  del  Montazio, 
E  soppressa  violentemente  dal  governo  l'Antologia,  nacque,  per  cura  del 
Vieusseux  e  di  Gino  Capponi,  l'Archivio  storico,  poi  l'Appendice  all'Archi- 
vio storico,  ecc.,  oltre  altri  buoni  giornali  scientifici  e  specialmente  agricoli, 

A  Napoli,  nel  1832,  sorse  per  opera  di  Carlo  Troya  un  periodico 
mensile,  il  Progresso,  assai  ben  fatto,  che  si  credette  per  qualche  tempo 
potesse  surrogare  l'Antologia  di  Firenze,  cosicché  taluni  fra  gU  scrittori 
di  quest'ultima  (tra  i  quali  Centofanti  e  Tommaseo)  emigrarono  coi 
loro  articoli  nel  Progresso.  E  vissero  pure  a  Napoli  giornali  forse  male 
scritti,  ma  ottimamente  fatti  e  pensati,  fra  cui  va  ricordato  il  Lucifero 
di  Ferdinando  Malpica. 

Contemporaneamente  a  Palermo  comparve  la  Ruota,  durata  due 
anni  e  scritta  quasi  esclusivamente  da  Benedetto  Castiglia,  che  cercò  in- 
vano demolire  le  opere  poetiche  del  Manzoni  (2),  e  nel  1834  il  Giornale 
di  Statistica,  compilato  dal  Ferrara  per  sei  anni  e  poi  soppresso. 


(i)  Venne  fuori  poi  un  opuscolo:  La  censure  auirichienne  patir  V  Italie,  factum  sur 
le  Conciliatore  de  Milan,  che  raccontò  tutta  la  storia  del  giornale  e  delle  sue  perse- 
cuzioni, capo  ufficiale  delle  quali  era  il  conte  Strassoldo  e  cagnotti  i  suoi  agenti,  tra 
cui  vi  erano  fin  quelli  incaricati  della  seconda  lettura  e  di  capire  gli  articoli. 

(2)  Il  Castiglia  che  fu  esule  a  Parigi,  dopo  il  1859  diresse  a  Milano  un  giornale 
politico  quotidiano  dal  titolo  U  Momento  e  che  riboccava  di  bizzarrie.  Il  Castiglia  fu 
poi  deputato. 


IL    GIORNALISMO   ITALIANO.  77 

A  Milano,  oltre  i  già  nominati,  e  il  Ricoglitore  trasformatosi  poi  in 
Rivista  Europea,  usciva  un  giornale  settimanale,  VEco,  non  affatto  spre- 
gevole; e,  quasi  contemporaneo  alla  Rivista  Europea,  pubblicavasi  il  Po- 
litecnico, diretto  da  quel  robustissimo  ingegno  di  Carlo  Cattaneo,  il  quale, 
fondandolo  nel  1837,  seppe  dargli  vita,  impulso  e  vigore,  essendo  riu- 
scito a  formare  un  vero  centro  di  vita  intellettua'e  intorno  a  cui  si  venne 
raccogliendo  man  mano  il  fiore  delle  intelligenze  di  Lombardia.  Il  Po- 
litecnico  dovette  cessare  prima  dei  rivolgimenti  del  '47,  e  Cattaneo  emigrò 
a  Lugano.  Liberata  la  Lombardia  nel  '59  tornò  a  Milano  e  fece  rivi- 
vere il  giornale  per  qualche  tempo,  ma  poi  accasciato  dagli  studi  e  dagli 
anni  ne  abbandonò  ad  altri  la  direzione,  ed  il  giornale  fini  per  morire 
definitivamente  pochi  anni  dopo  come  rivista  letteraria. 

Nella  Venezia  fiorivano,  all'epoca  stessa,  il  Gondoliere,  diretto  per 
vari  anni  da  Luigi  Carrer  (i);  a  Trieste  la  Favilla,  fondata  da  Pacifico 
Valussi  (2).  Ai  quali  fogli  settimanali  sorgeva  emulo  a  Padova,  nel  1845, 
Y Eiiganeo,  pubblicato  per  cura  di  Guglielmo  Stefani,  giornale  che  poco 
stante  fu  spalleggiato  dal  brioso  suo  fratello  ebdomadario  //  Cajfè  Pe- 
drocchi. 

Nel  Piemonte,  oltre  la  Ga:(^etta  piemontese,  diretta  da  Felice  Romani 
(il  quale  nella  Vespa,  che  si  pubblicava  a  Torino  nel  1827,  aveva  scritto 
roba  da  chiodi  contro  i  Promessi  Sposi  di  Manzoni),  sorsero  successiva- 
mente a  combattere  il  gesuitismo,  colà  sohdamente  radicato,  giornaU  in 
ispecial  modo  diretti  all'istruzione  ededucazione  del  popolo,  come  le  Let- 
ture popolari,  addivenute  poi,  per  decreto  censorio,  a  cui  la  parola  popolo 
faceva  paura.  Letture  di  famiglia,  e  {'Emporio,  fondati  ambidue  dall'operoso 
Giuseppe  Pomba,  il  principe  degli  editori  italiani.  A  Torino  si  pubblicò 
pure,  nel  1830,  il  Museo,  giornale  illustrato  edito  dal  Fontana,  ed  un 
tentativo  consimile,  per  mezzo  della  litografia,  iniziò  a  Genova  il  tipo- 
grafo Ponthenier. 

Anche  a  Genova,  dal  1841  al  1845,  Federico  Alizeri  diresse  un 
giornale  scientifico  letterario,  V  Espero,  che  fu  soppresso  dalla  polizia, 
cui  era  sembrato  pericoloso. 

Poco  appresso,  cedendo  alla  pressione  dell'opinione  liberale  e  so- 
praffatto dalla  marea  del  progresso,  il  governo  di  Carlo  Alberto  permise 
la  pubblicazione  del  Messaggere  Torinese,  diretto  da  Angelo  Brofferio,  e 
per  14  anni  (1834-48)  banditore  di  ardite  verità,  con  spigliata  forma, 
in  letteratura  e  per  ultimo  anco  in  politica.  Il  Brofferio  era  furente  av- 
versario del  Romani,  e  col  Messaggere,  avendo  con  sé  la  coorte  dei  roman- 
tici, lo  punzecchiava,  lo  investiva,  gli  turbava  i  sonni. 


(i)  G.  Biadego  vice-bibliotecario  a  Verona  ha  pubblicato  delle  lettere  inedite  del 
Carrer  nelle  quali  appunto  si  parla  del  Gondoliere  e  delle  vicissitudini  cui  andò  sog- 
getto. Il  Biadego  nella  prefazione  fa  un  po'  di  storia  di  questo  giornale  e  riporta  al- 
cune lettere  della  contessa  Zannini,  in  cui  la  nobile  veneta  parla  delle  condizioni  cri- 
tiche nelle  quali  versava  l' impresa  di  cui  era  capo  ed  anima  il  Carrer.  Questi  poi  in 
una  lettera  del  28  luglio  1841,  scrive:  «  11  Gondoliere  ha  patito  molto  e  patisce;  noi 
voglio  tuttavia  creder  morto.  »  Dopo  del  Carrer,  il  Gondoliere  fu  diretto  da  Filippo 
De  Boni. 

(2)  Nella  settimanale  Favilla,  Francesco  Dall' Ongaro  scrisse  racconti  e  novelle 
che  sono  fra  le  sue  migliori  cose. 


78  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALL^NA. 


Breve  vita,  ma  non  inonorata,  ebbe  pure  il  Subalpino  (1836-39), 
giornale  mensile,  di  cui  più  tardi  cercarono  surrogare  la  mancanza  V An- 
tologia italiana  e  la  Rivista  contemporanea  fondata  nel  1854. 

Negli  Stati  pontifici  il  giornalismo  non  potè  mai  essere  in  fiore. 
Oltre  i  giornali  nominati  che  uscivano  a  Roma,  a  Bologna  fu  pubbli- 
cato dal  1843  ar47  per  opera  di  Berti-Pichat  e  Augusto  Aglebert,  il 
Felsineo,  giornaletto  settimanale  che  sotto  umili  apparenze  si  sforzava  di 
svolgere  gravi  problemi  economici.  Vi  fece  le  sue  prime  armi  iMarco 
Minghetti.  Il  dottor  Savino  Savini,  pure  a  Bologna,  fece  vivere  per  qual- 
che tempo  il  giornale  letterario  La  Parola. 

A  Modena,  dove  la  stampa  era  sottoposta  alla  doppia  censura  civile 
e  religiosa,  il  Canossa  aveva  fondato  un  giornale  sanfedista  La  Foce 
della  Ferità,  comunemente  chiamato  1'  Urlo  della  menzogna,  che  venne 
soppresso  dal  governo  locale  nel  1834  dietro  domanda  dell'Inghilterra. 
Giovanni  Sabbatini  pubblicò  un  Educatore  Storico,  mensile.  Un'altra  gaz- 
zetta sanfedista  compariva  a  Recanati  col  titolo  di  Foce  della  ragione; 
ma  queste  pubblicazioni  non  ottennero  altro  risultato  che  quello  di  cer- 
tificare la  propria  impotenza  a  rallentare  il  progresso  delle  idee. 

La  impossibihtà  di  discutere  nei  fogli  pubblici  le  questioni  rebtive 
alla  libertà,  doveva  necessariamente  provocare  la  formazione  di  una  stampa 
clandestina;  onde  avvenne  che  la  maggior  parte  dei  giornah  rivoluzio- 
nari venissero  redatti  e  stampati  all'estero,  per  essere  poscia  introdotti 
di  contrabbando  in  ItaUa. 

Il  solo  giornale  —  se  pur  può  chiamarsi  cosi  —  che  osasse  rompere 
il  silenzio  mortuario  a  cui  era  costretta  la  discussione  politica,  fu  la 
Giovane  Italia  che  creò  Mazzini  nel  1832  allo  scopo  di  propagare  e  di- 
fendere i  principi  professati  dalla  società  segreta  di  cui  il  giornale  por- 
tava il  nome,  e  che  annunciavasi  come  una  «  raccolta  di  scritti  sulle 
condizioni  politiche,  morali  e  letterarie  d'Italia,  tendenti  alla  sua  rigene- 
razione ».  La  Giovane  Italia  comparve,  e  non  sempre  regolarmente,  fino 
al  1834  a  Marsiglia,  ed  aveva  fra  i  suoi  collaboratori,  oltre  il  Mazzini, 
il  Sismondi,  il  Gioberti  e  Pietro  Giannone.  Le  pene  più  severe,  le  più 
rigorose  sorveglianze,  i  premi  ai  delatori,  le  più  arbitrarie  persecuzioni, 
non  valsero  ad  impedire  la  pubblicazione,  e  per  lungo  tempo  la  Giovane 
Italia  continuò  ad  essere  diffusa  ovunque,  riapparendo  poi  tratto  tratto, 
e  tenendo  sempre  in  allarme  l'attività  della  polizia,  come  teneva  acceso 
negU  animi  il  desiderio  della  riscossa.  la  seguito  ai  reclami  delle  corti 
italiane,  il  governo  francese  espulse  Mazzini  ed  i  suoi  collaboratori;  ma 
non  per  questo  egli  cessò  le  pubblicazioni  del  suo  giornale  che  venne 
clandestinamente  stampato  a  Lugano,  a  Napoli,  a  Lucca,  a  Pisa,  a  Mi- 
lano, ovunque  era  possibile  insomma,  in  fascicoli,  che  gli  stessi  scrittori 
componevano  e  magari  trasportavano,  a  rischio  della  galera  o  della  vita. 

Una  quantità  di  fogli  rivoluzionari,  stampati  all'estero,  succedette 
alla  Giovane  Italia,  fra  gli  altri  V  Italiano  che  vide  la  luce  a  Parigi  nel  1836, 
V Apostolato  popolare  fondato  a  Londra  nel  1840,  succeduto  alla  Giov^.ne 
Italia  e  l'Ausonio  che  da  Parigi  fra  il  1845  ^  ^^  1S48  veniva  spedito  in 
Italia.  Quest'ultimo  giornale  era  diretto   dalla   principessa  Cristina  Bel- 


IL    GIORNALISMO    ITALIANO.  79 

giojoso;  aveva  tendenze  meno  radicali  della  Giovane  //a/m,  quantunque 
seguisse  un  programma  repubblicano  (i) 

Se  però  questo  periodo  fu  infausto  al  giornalismo  politico,  fu  fa- 
vorevole alla  critica  e  al  giornalismo  teatrale.  Ecco  come  ne  discorre  in 
proposito  l'egregio  Dario  Papa,  giornalista  coscenzioso  e  onesto  :  «  Ci 
furono  allora — fra  il  1815  e  il  1848 — in  Italia  degli  appendicisti  non 
indegni  sicuramente  di  stare  appetto  ai  più  illustri  che  abbia  avuto  la 
Francia.  Il  Locatelli  a  Venezia,  il  Romani  a  Torino,  e  più  tardi  il  Ro- 
vani a  Milano,  scrissero  delle  appendici  che  erano  veri  e  seri  studi  d'arte, 
non  raffazzonamenti  o  temerità,  non  leggerezze  ciarlatanesche,  non  colpe 
di  venalità.  Una  di  quelle  appendici  era  un  avvenimento  pei  buongustai. 
Son  quasi  tutte  raccolte  in  volume,  e  meritano  anche  oggi  d'esser  lette 
con  attenzione.  Sono  la  storia,  seguita  passo  passo,  della  nostra  grande 
e  insuperata  arte  musicale. 

«  Intanto  in  Toscana  —  la  patria  di  Dante  e....  della  Crusca  —  si 
erano  fondati  dei  giornali  che  andavano  battagliando  specialmente  per 
quistioni  di  lingua,  di  teatri,  di  arte.  Era  una  lotta  non  senza  serietà 
poiché  vi  partecipavano  degli  uomini  di  grande  ingegno:  ed  è  inutile 
dire  che,  più  o  meno  apparente,  la  questione  politica  faceva  sempre  ca- 
poHno.  Fu,  credo,  in  una  di  queste  avvisaglie  che  il  Giusti  scagliò  un 
sonetto  (2)  del  quale  io  non  saprei  immaginare  cosa  si  possa  dire  di  più 


(i)  Fra  i  giornali  pubblicati  all'estero  da  emigrati,  aventi  per  iscopo  la  propa- 
ganda italiana,  sono  da  ricordare  V Esule  (Parigi  1832);  la  Faligìa  prima,  poi  la  Staf- 
fetta, fondata  a  Malta  nel  1854  da  Francesco  Crispi,  il  Pensiero  ed  ^;(/o«e,  fondato  da 
Mazzini  a  Londra  nel  1858.  È  bene  anche  rammentare  la  vita  giornalistica  di  Aurelio 
Bianchi-Giovini  all'estero.  Egli,  figlio  a  un  custode  di  carceri,  si  recò  a  Capolago  in 
qualità  di  correttore  di  stampe  e  direttore  letterario  della  tipografia  Elvetica.  I  suoi 
superiori  gli  affidarono  la  direzione  di  un  giornale,  ['Aurora,  rivolto  a  combattere  i 
principi  riformisti,  professati  in  gran  parte  dagli  abitanti  del  Canton  Ticino.  Ma  Bianchi 
si  prestò  mal  volentieri  a  scriverlo.  Dopo  non  molto  cadde  giornale  e  partito  ed  egli  si 
recò  nel  1835  a  Lugano,  dove  gli  fu  affidata  la  direzi<^ne  del  Repubblicano  della  Svi\- 
i(era  italiana,  organo  dei  liberali.  L'Aurora  ch'era  d'idee  opposte  mosse  guerra  al  i?e- 
pubblicano  e  accusò  Bianchi  come  apostata.  Questi  ebbe  dei  dispiaceri  e  perfino  un 
processo,  finché  nel  1839  fu  licenziato.  Allora  fondò  Y Amnistia  a  Crono  (Roveredo) 
col  quale  volea  combattere  il  governo  nuovamente  insediato  a  Lugano.  U Amnistia 
durò  poco. 

Anche  FiHppo  de  Boni  emigrato  in  Svizzera,  stette  a  Zurigo   fino  al  1860,  scri- 
vendo una  Cronaca  mensile  delle  cose  europee. 
(2)  Ecco  il  sonetto: 

Il  cognome  V...,  infamato 

Di  quante  infamie  rece  la  galera 
E  di  quante  una  vile  anima  nera 
Ne  possa  rovesciar  sopra  un  casato. 
Tu,  basso  scarpioncello  avvelenato. 
Tu,  d'arlecchino  addetto  alla  bandiera, 
Tu,  di  razza  incrociata  e  barattiera 
In  quello  di  M...,hai  barattato. 
Questo  nome  secondo  in  poco  d'ora 
Avvoltolasti  nella  turpe  fogna 
D'ogni  vizio  che  ammorba  e  disonora: 
E  ti  brucia  la  fronte  e  ti  bisogna 
Fango  per  fango  apostatando  ancora. 
Tornare  al  primo  per  minor  vergogna. 


80  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 


ingiurioso  e  terribile  ad  un  uomo,  sonetto  ch'era  diretto  al  M  — ,  il 
famoso  corrispondente  di  Londra  del  giornale  ufficiale  austriaco  di  Mi- 
lano, colui  il  quale  vendette  le  lettere  che  compromisero  Raffaele  Son- 
zogno.  » 

La  stampa  mazziniana  che  sola  aveva  rappresentato  sino  a  questo 
momento  le  aspirazioni  liberali,  cessò  di  funzionare  nel  1845,  allorquando 
gli  sforzi  fatti  dall'Italia  per  conquistare  una  vita  politica  indipendente 
già  cominciavano  ad  aprir  nuove  vie  e  rapidamente  trovarono  l'occasione 
di  manifestarsi  alla  luce. 

X 

Coi  primi  moti  del  1847,  ^^  giornalismo  italiano,  da  piccoli,  cheti 
e  lontani  ruscelletti,  si  cambiò  in  una  fiumana.  L'avvenimento  di  Pio  IX 
al  pontificato  ed  il  movimento  di  riforma  che  egli  provocò  in  tutta  Italia, 
ebbero  per  risultato  di  addolcire  sensibilmente  la  legislazione  della  stampa 
nella  maggior  parte  degli  stati  italiani  prima  che  l'uragano  del  1848  ve- 
nisse a  rovesciare  d'un  tratto  tutti  gli  ostacoli  che  la  inceppavano  ancora. 

Già  in  Toscana,  dice  il  Piccardi,  la  stampa  aveva  trovato  terreno 
meno  ospitale  che  altrove,  ne  la  censura  si  era  mostrata  quella  rigida  e 
arcigna  nemica  che  appariva  negli  altri  stati  italiani;  tant'è  vero  che  era 
stato  possibile  a  Gino  Capponi  e  a  Pietro  Vieusseux  di  fondare  nel  1821 
e  di  continuare  per  12  anni  l'Antologia,  la  quale  ebbe  pure  il  Mazzini  e  il 
Tommaseo  fra  i  suoi  redattori.  E  se  nel  1833  il  governo  toscano  pensò 
bene  di  sopprimerla  e  di  mandare  in  esilio  il  Tommaseo  di  null'altro 
colpevole  che  di  aver  lanciato  un  epigramma  contro  l'Austria  e  la  Rus- 
sia, non  per  questo  si  può  dire  che  un  barlume  di  libera  luce  non  ar- 
ridesse ancora  alla  stampa  toscana.  E  infatti  lo  stesso  Vieusseux,  non 
solamente  potè  continuare  il  Giornale  di  Agricoltura  che  egli  aveva  fondato 
nel  1827,  ma  nel  1842  gli  fu  possibile  iniziare  insieme  col  Capponi,  e 
sempre  con  intendimenti  liberali,  la  pubblicazione  à&ÌV Archivio  storico, 
che  fu  come  preludio  al  Giornale  storico  degli  Archivi  toscani.  Nello  stesso 
tempo,  il  Lambruschini,  Pietro  Thouar  ed  Atto  Vannucci  pubblicavano 
la  Guida  dell'  Educatore,  che  continuata  di  poi  dal  solo  Thouar  sotto  il 
titolo  di  Giornaletto  del  popolo,  trasformata  più  tardi  in  rivista  mensile 
col  titolo  di  Letture  popolari,  assunse  finalmente  quello  di  Letture  di  fa- 
miglia, sotto  il  quale  si  pubblica  ancora.  Questa  stampa  modesta,  la  quale 
con  mille  arti  e  mille  sotterfugi  ingegnavasi  di  dire  quello  che  non  era 
permesso  neppur  di  pensare,  non  fu  certo  senza  efficacia  sul  movimento 
che  precedette  e  segui  le  prime  riforme  promulgate  a  Roma,  a  Firenze, 
a  Torino.  Da  quelle  riforme  si  può  dire  abbia  avuto  principio  in  Italia 
la  vera  stampa  politica. 

L'editto  Pontificale  del  15  marzo,  la  legge  toscana  del  6  maggio 
e  l'editto  piemontese  del  30  ottobre  1847,  col  fissare  i  limiti  della  cen- 
sura preventiva,  inaugurarono  per  la  stampa  italiana  un  nuovo  e  più 
fecondo  periodo  che  doveva  condurla  a  poco  a  poco  a  prender  posto 
fra  le  istituzioni  del  paese. 

Quali  fossero  prima  di  quest'epoca,  le  condizioni  della  stampa  in 
Piemonte,  lo  dice  chiaramente  il  Predari,  che  vi  era  andato  da  Milano 


IL   GIORNALISMO   ITALIANO.  81 

nel  novembre  del  1844  per  assumere  la  direzione  della  Nuova  enciclopedia 
popolare  pnbbììc3.xa.  dai  Pombù.:  «  La  stampa  in  balia  della  più  arbitraria 
e  capricciosa  ignoranza  della  doppia  censura  civile  ed  ecclesiastica  ren- 
deva impossibile,  non  dirò  la  libera  manifestazione  del  pensiero,  ma  per- 
sino l'esposizione  di  qualunque  più  ortodossa  dottrina,  se  non  conforma- 
vasi  alle  individuali  opinioni  dei  censori  ecclesiastici.  »  I  soli  giornali  dove 
forse  un  sagace  osservatore  avrebbe  potuto  scoprire  delle  tendenze  edu- 
cative liberali,  erano  a  quell'epoca  a  Torino  le  Letuire  di  famiglia,  a  cui 
i  fratelli  Valerio  e  Domenico  Berti  avevan  dato  grandissimo  impulso, 
ed  il  Messaggere  torinese,  che  il  Brofferio  aveva  fondato  nel  1834,  Ma  il 
successo  della  Nuova  Enciclopedia  Popolare,  la  quale  dopo  un  anno  di 
esistenza  giunse  a  raccogliere  fino  a  cinquemila  abbonati,  e  le  relazioni 
che  per  mezzo  deìV  Enciclopedia  il  Predari  potè  contrarre  coi  principali 
uomini  del  Piemonte,  lo  incoraggiarono  a  intraprendere  la  pubblicazione 
di  una  rivista  mensile,  e  che  fosse  cr>me  la  continuazione  di  quella  sop- 
pressa del  Vieusseux.  Così,  nel  luglio  del  1846,  vide  la  luce  il  primo  fa- 
scicolo dtW'Antologia  italiana,  la  quale  avea  per  collaboratori  Lorenzo 
Valerio,  il  Corn-^ro,  Giovanni  Lanza,  Massimo  d'Azeglio,  il  Santi,  lo 
Sclopis,  il  Brofferio,  Cesare  Balbo  e  colui  che  doveva  essere  più  tardi 
il  fondatore  dell'unità  italiana,  Camillo  Cavour.  A  dare  un'  idea  delle 
difficoltà  che  importava  a  quell'epoca  una  simile  intrapresa,  basta  questo 
periodo  che  scrive  il  Predari  stesso  nei  Primi  vagiti  deUa  libertà  italiana 
in  Piemonte  :  «  Nella  stampa  di  quei  tempi  era  rigorosamente  inibito 
non  che  parlar  di  politica,  nemmeno  usarne  il  vocabolo,  ed  ogni  volta 
che  mi  occorse  parlare  di  interessi  politici  mi  fu  forza,  tramutando  la 
frase,  parlar  degV interessi  civili:  in  luogo  di  Italia,  di  patria,  di  na:^ionef 
imposto  il  vocabolo  di  paese:  la  parola  costituzione  vietata  anche  parlan- 
dosi dei  governi  di  Francia  e  d' Inghilterra,  e  surrogandovisi  le  frasi  : 
leggi  o  istitu:(ioìii:  le  voci  libertà,  liberale,  liberalismo  permesse  in  niun 
senso;  a  rivoluzione  surrogato  sempre  sconvolgimento,  o  anarchia,  o  go- 
verno della  violenta.  Considerando  a  tante  sentenze  censorie,  è  facile  im- 
maginarsi contro  quali  e  quanti  ostacoli  mi  fu  forza  dar  di  petto  per 
conquistare,  non  dirò  la  chiesta  autorizzazione,  ma  il  frontespizio  stesso 
della  Rivista  perchè  aveva  assunto  il  nome  di  Antologia  italiana;  l'appel- 
lativo italiana  era  fra  le  voci  di  reproba  natura,  quindi  interdettone  l'uso  : 
Antologia  era  insidiosa  commemorazione  di  una  effemeride  stata  spenta 
sotto  gli  anatemi  della  politica  austriaca,  dispotica  fin  da  allora  anche  in 
Toscana;  nel  programma  da  me  presentato  in  ogni  periodo  si  vedeva 
un  agguato  teso  al  censore  per  giuocarlo  in  faccia  all'autorità.  » 

X 

Pro'Tiulgate  le  riforme  e  verificatasi  la  sollevazione  del  '48,  la  stampa 
ruppe  ad  un  tratto  il  penoso  silenzio  a  cui  era  stata  assoggettata.  Fu 
come  uno  scatto  di  molla.  Tutto  l'ardore  che  per  tanti  anni  era  stato 
compresso,  scoppiò  ad  un  tratto,  cercò  sfogo  ovunque,  nell'azione  come 
nel  pensiero  e  s'improvvisarono  giornali  e  giornalisti,  come  si  erano 
improvvisate  barricate  e  soldati.  Frammezzo  però  a  questi  giornalisti 
improvvisati  c'erano  vecchi  patrioti  che  avevano   meditato  lungamente 

N.  Bernardini — Guida  della  Stampa  piriodica  italiana  — 6. 


82  GUIDA   DELLA   ST.^IPa  PERIODICA   ITALIANA. 

i  loro  articoli  nel  carcere  e  nell'esilio;  pensatori  che  da  lunghi  anni  non 
aspettavano  che  un'occasione  per  manifestare  i  piani  concepiti  e  matu- 
rati nel  silenzio  del  loro  studio;  uomini  già  noti  pel  loro  splendido 
ingegno.  Fu  quella  l'età  dell'oro  del  giornalismo  italiano,  e  se  si  ebbero 
in  essa — come  in  tutte  le  manifestazioni  pubbliche  di  quell'epoca  glo- 
riosa e  dolorosa  —  esuberanza  di  vita  e  tutti  i  difetti  della  foga  ecces- 
siva, si  ebbero  altresì  giornalisti  come  Mazzini,  Cattaneo,  Correnti,  Ma- 
miani,  Cavour,  Brofferio,  Minghetti,  Francesco  Ferrara,  Guerrazzi,  Silvio 
Spaventa,  Montanelli,  Centofanti,  Petruccelli  della  Gattin  !,  Gioberti,  La 
Farina,  Bianchi-Giovini,  Valerio,  Giacomo  Durando,  Luigi  Carlo  Farini, 
Domenico  Berti,  Francesco  De  Sanctis,  Domenico  Carutti,  Vegezzi-Ru- 
scalla,  Saredo,  Giuseppe  Revere,  Giuseppe  Torelli,  Pietro  Maestri,  Ric- 
cardo Sineo,  Roberto  d'Azeglio,  Carlo  Tenca,  ecc. 

Cogliendo  il  momento  propizio,  Cavour  pensò  di  fondare  un  gior- 
nale proprio  il  quale  fosse  interprete  dei  sentimenti  del  partito  mode- 
rato. Egli  infatti  scriveva  il  12  novembre  1847  al  professor  De  La  Rive, 
a  Ginevra:  «  Nous  aìlons  faire  paraitre  un  journal  dirige  par  Balbo.... 
Je  tacherai  de  moderer  la  politique  éfrangére;  quanfà  la  poUHque  tnterieure, 
je  suis  ceriain  que  je  naurai  aucun  ejfort  à  faire  pour  rester  dans  une  ligne 
sage,  le  parti  de  l'ordre  ètant,  pour  le  momeìit^  le  plus  nombreux.  »  E  il 
20  novembre  mandava  al  Cantieri:  «  Questo  foglio  avrà  per  mira  di 
propagare  le  idee  esposte  da  Balbo  in  molti  suoi  scritti  e  in  particolare 
nelle  Prime  parole  ai  liguri-piemontesi  che  ella  avrà  certamente  lette.  » 

Il  primo  numero  del  giornale,  che  fu  il  Risorgimento,  potè  uscire  in 
fatti  il  15  decembre  1847,  con  un  programma  dettato  e  firmato  da  Ce- 
sare Balbo,  e  che  riepilogavasi  in  questi  capi:  indipendenza,  unione  fra 
principi  e  popoli;  progresso  nella  via  delle  riforme;  lega  dei  principi 
italiani;  forte  e  ordinata  moderazione.  Il  secondo  numero  del  giornale, 
in  cui  Camillo  Cavour  figurava  come  direttore  estensore  in  capo  e  ge- 
rente, usci  il  21  dicembre.  Le  pubblicazioni  regolari  però  non  ebbero 
principio  che  col  primo  gennaio  dell'anno  successivo  (i). 

Oltre  il  Cavour  e  il  Balbo,  nel  giornale  entrarono  a  far  parte  Mi- 
chelangelo Castelli,  Carlo  Boncompagni  e  Teodoro  Santa  Rosa  ;  del  Risor- 
gimento, che  doveva  ben  presto  acquistare  cosi  grande  influenza,  ne  fu 
direttore  e  redattore  principale  il  Cavour  fino  al  1850,  epoca  della  sua 
entrata  al  Ministero. 

Contemporaneamente  Lorenzo  Valerio,  Domenico  Berti  e  Domenico 
Carutti  davano  vita  alla  Concordia,  organo  del  partito  più  avanzato;  la 
Concordia  ebbe  sulle  prime  maggior  successo  del  Risorgimento.  In  essa 
militavano  un  po'  indisciplinatamente,  Pietro  iMazza  poeta  e  filosofo,  Do- 
menico Marco,  Federico  Menabrea,  Riccardo  Sineo,  Filippo  De  Boni, 
Pier  Dionigi  Pinelli,  Roberto  d'Azeglio,  Bandi  di  Vesme,  e  fra  i  più 
ragguardevoli  per  vivacità  d'ingegno,  coltura  letteraria,  e  fama  già  acqui- 
stata, Giuseppe  Revere,  che  dopo  molti  anni,  ritiratosi  dalla  politica  mi- 
litante prese  a  dirigere  il  Bollettino  consolare. 

Ma  sorta  una  scissura  fra  i  redattori  della  Concordia,  Giacomo  Du- 


(i)  Vedi  l'articolo  Cavour  giornalista. 


IL   GIORNALISMO  ITALIANO. 


rando  fondò  1'  Opinione,  la  quale  prese  posto  intermedio  fra  la  vivacità 
progressista  della  Concordia  e  il  prudente  riserbo  del  Risorgimento.  Il 
programma  deW  Opinione  era  firmato  da  Durando,  direttore,  e  da  Bian- 
chi-Giovini,  Massimo  di  Montezemolo,  Giovanni  Lanza,  Carlo  Pellati, 
Giuseppe  Torelli,  Giuseppe  Cornerò  e  Nicolò  Vineis  (i).  Il  Bianchi-Gio- 
vini  ne  fu  sulle  prime  redattore-capo,  poi  dopo  la  partenza  del  Du- 
rando ne  divenne  direttore.  «  Questi  tre  giornali,  dice  ancora  il  Pre- 
dari,  volevano  la  concordia  italiana,  lo  sviluppo  progressivo  nelle  riforme, 
niuna  gara,  nessun  antagonismo  nelle  loro  politiche  dottrine,  tranne  che 
alcuni  del  Risorgimento  volevano  l'Italia  più  indipendente  che  libera;  al- 
cuni della  Concordia  volevano  farla  prima  libera  e  poi  indipendente;  V  Opi- 
nione meno  esplicita  e  più  circospetta  non  parlava  che  delle  riforme.  » 

Oltre  i  citati  giornali,  nasceva  pure  in  quel  tempo  il  Saggiatore  di 
Vincenzo  Gioberti,  e  Felice  Govean  assieme  a  Bottero,  Borella  e  Nor- 
berto Rosa  fondava  la  Gaietta  del  popolo,  il  primo  numero  della  quale 
uscì  il  i6  giugno  1848.  Scopo  del  giornale  era  di  combattere  i  pregiu- 
dizi timorosi,  gl'intrighi  delle  chiesuole,  le  viltà  degli  ambiziosi,  gli 
egoismi  dei  municipalisti;  propugnava  altamente  l'idea  nazionale,  il 
moto  unitario,  l'affrancamento  dallo  straniero.  Bottero  che  non  firmava 
quasi  mai  i  suoi  articoli,  rappresentava  nella  Ga:(:^etta  il  calmo  e  freddo 
ragionatore,  l'avvisato  polemista,  mentre  il  Govean  la  faceva  da  franco 
tiratore,  il  Borella  da  Voltaire,  il  Rosa  da  Giovenale.  Compilatore  del 
famoso  Sacco  nero,  Bottero  imprese  una  vera  campagna  giornalistica 
contro  il  clero.  La  Ga:(^etta  ben  presto  divenne  il  giornale  più  popolare 
del  Piemonte  ed  aveva  grandissima  influenza  sulle  elezioni  al  Parlamento 
subalpino,  sino  a  tirare  talvolta  20,coo  esemplari,  numero  allora  vera- 
mente straordinario  (2). 

Uscirono  pure  il  Fischietto,  la  Lega  italiana,  la  Confederaiione  ita- 
liana, la  Voce  del  popolo  diretta  da  Giuseppe  Maestri  e  Romolo  GriflBni, 
la  Legge  di  Giuseppe  Massari,  il  National,  la  Democraiia  italiana  fondata 
da  Domenico  Berti,  la  Nazione  redatta  da  Promis,  Vesme,  Marchese 
e  molti  altri  (3),  mentre  il  partito  clericale   era   rappresentato  dall'^r- 


(i)  Giuseppe  Cornerò,  di  Alessandria,  aveva  dato  il  nome  al  partito  della  Giovane 
Italia,  da  cui  però  si  staccò. 

(2)  Il  Bottero  dopo  la  morte  del  Borella  e  del  Rosa,  e  l'abbandono  del  Govean, 
rimase  solo  alla  Gaietta,  che  doveva  dirigere  poi  per  tanti  annil  II  Bottero  nacque 
a  Nizza;  nel  '48  Govean  offerse  al  giovine  dottore  di  entrare  nella  redazione  del  gior- 
nale la  Riforma,  e  il  Bottero  accettò  di  buon  animo  e  si  trovò  in  compagnia  del 
Cappellina,  del  Marenco,  del  Vineis,  il  quale  ultimo  fu  nominato  direttore.  Ben  presto 
però  il  Vineis  smanioso  di  stringere  alleauTie  impossibili,  stancò  il  Bottero  e  Govean 
e  questi  unitamente  al  dottor  Borella  diede  mano  alla  Gaietta.  Il  Bottero  fu  poscia 
deputato  parecchie  volte;  monarchico,  onesto,  intemerato,  dal '48  non  ha  disertatola 
sua  bandiera, 

(3)  Eccone  un  elenco  di  fondati  nel  decennio  1848-57:  anno  1848,  la  Guida  del 
Popolo,  la  Cronaca  di  tutti  i  giorni,  la  Tribuna  del  popolo,  tutti  di  Torino  ;  e  il  Car- 
roccio di  Casale  redatto  da  Giuseppe  Mellana  e  Pinelli  in  senso  liberale  moderato; 
nel  1849,  il  Proletario  e  l'Istruttore  del  Popolo;  nel  1850,  la  Frusta  e  la  Gaietta  Po- 
polare; nel  185 1,  la  Bollente  di  Acqui;  nel  1852,  la  Scintilla  giornale  umoristico  e  il 
Monitore  dei  Comuni  italiani;  nel  1853,  il  Naiionale,  nuova  Gaietta  del  Popolo  e  il  Ni^- 
lardo,  di  Nizza;  nel  1854,  il  Bollettino  di  Scienie,  Lettere  ed  Arti  di  Francesco  Predari, 


84  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


monia  diretta  dal  marchese  Birago  di  Vische  e  redatta  da  Don  Giacomo 
Margotti;  dalla  Campana,  giornale  semi-libellista  redatto  da  Don  Gia- 
como Ferrando  e  dal  Baratta,  e  dallo  Stendardo  di  Genova  (i).  Le  teorie 
demagogico-socialiste  poi,  avevano  per  organo  lo  Smascheratore,  redatto 
da  quello  stesso  Sampol  che  nel  1860  doveva  fondare  a  Firenze  il  Con- 
temporaneo, detto  dallo  stesso  suo  direttore  «  l'organo  più  furibondo  della 
reazione  dei  clericali  e  dei  principi  spodestati  ». 

Quello  però  che  più  caratterizza  il  movimento  giornalistico  piemon- 
tese, non  è  il  numero  dei  giornali  che  sorsero  a  un  tratto  —  perchè 
questo  vanto  spetterebbe  a  Roma,  repubblicana  —  ma  la  loro  serietà  e 
l'autorità  che  seppero  acquistarsi.  Malgrado  qualche  esagerazione,  utile 
essa  pure  forse,  perchè  teneva  in  risveglio  anche  coloro  che  altrimenti 
sarebbersi  mostrati  più  timidi,  la  stampa  del  Piemonte  collaborò  poten- 
temente ed  indefessamente  a  consolidare  le  libertà  acquistate,  aiutando 
le  istituzioni  e  non  minandole  con  vane  recriminazioni  e  futili  querele. 

Discutevansi  problemi,  non  riforme  vaghe  o  mutamenti  ideali,  e 
devesi  certo  al  perfetto  accordo  fra  la  sincerità  del  governo  e  l'onestà 
della  stampa,  se  dopo  i  disastri  del  1849  si  potè  realizzare  l'aura  rea- 
zionaria che  spirava.  Al  contrario  di  quanto  avvenne  negli  altri  stati  — 
e  specialmente  a  Napoli,  ove  le  belle  frasi  e  le  pompose  promesse  fu- 
rono ben  presto  violate  —  la  legge  del  20  maggio  1848  prometteva 
meno  di  quanto  in  realtà  non  si  accordasse.  Più  fortunato  degli  altri 
stati,  il  Piemonte  non  vide  le  sue  libertà  soffocate  dai  tristi  eventi  del  1849, 
e  la  stampa  piemontese,  divenuta  italiana  pel  concetto  politico,  potè  con- 
tinuare nella  santa  missione  di  diffondere  il  concetto  della  unificazione 
e  redenzione  d'Italia. 

I  giornali  di  Torino  e  del  Piemonte  erano  proibiti  sì,  negli  altri 
piccoli  stati  della  penisola,  ma  pure  si  leggevano  e  portavano  tanto  mag- 
gior frutto  e  apparivano  tanto  più  audaci  e  persuasivi,  quanto  più  grande 
era  il  pericolo  per  procurarseli.  Per  un  periodico  che  cessava  le  sue  pub- 
blicazioni, altri  ne  sorgevano  in  maggior  numero,  e  ve  n'ebbero  perfino, 
come  il  Piccolo  Corriere  d' Italia  del  La  Farina,  che  stampavansi  su  carta 
velina,  per  facilitarne  la  circolazione  clandestina  nelle  altre  provincie 
d'Italia. 

A  Genova,  fra  gli  altri  giornali,  esistevano  a  quest'epoca  il  Cor- 
riere mercantile  fondato  alcuni  anni  avanti  e  la  Leo^a  italiana  nella  quale 
il  Mamiani  difendeva  le  idee  dei  federalisti.  Mei  1848  la  stampa  piemon- 
tese era  però  superiore  e  per  valore  e  per  influenza  a  quella  di  tutto  il 
resto  d'Italia;  tanto  è  vero   che   quando   nel    1849  la  reazione   riprese 


la  Patria  del  Conte  di  Revel  e  V Eco  delle  Alpi  Co^ie  di  Pinerolo;  nel  1855,  la  Ragione  di 
Ausonio  Franchi;  nel  1856,  il  Monitore  Torinese,  la  Libera  parola,  la  Critica  e  la  Ri- 
vista Ligure  di  Genova,  di  cui  era  direttore  Enrico  Gallardi;  nel  1857,  il  Campanone, 
la  Staffetta,  il  Campanile,  V  Italia  Conservatrice  e,  Y  Indipendente  e  patriotta.  Citerò  a  parte 
VOrdiìie,  organo  reazionario  fondato  nel  1850  che  sotto  la  firma  del  gerente  portava 
questa  curiosa  protesta  :  /  tipografi  dichiarano  di  stampare  questo  giornale  onde  adempiere 
al  contratto  stipulato  prima,  declinando  ogni  possibile  morale  responsabilità. 

(i)  Fondato  nei  1848,  durò  per  moltissimi  anni.   Nella   mia  collezione  vi   è    un 
numero  del  1863,  anno  XV. 


IL   GIORNALISMO   ITALIANO.  85 

il  sopravvento,  la  stampa  piemontese  fu  la  sola  che  conservasse  ancora 
qualche  importanza;  perocché  soltanto  nel  regno  di  Sardegna  la  costi- 
tuzione lasciò  sussistere  una  libera  stampa,  sebbene  sottomessa  a  certe 
restrizioni. 

Il  Brofferio,  per  non  uscire  dall'agone  giornalistico,  fondò  la  Foce 
del  deserto  di  cui  affidò  la  direzione  al  napoletano  La  Cecilia;  né  a  quel 
giornale  toccò  miglior  fortuna  cambiando  il  proprio  titolo  epigramma- 
tico e  fatidico  in  quello  di  Foce  della  liberta. 

Uccisa  a  Milano  dalla  reazione,  l'Italia  del  popolo  si  trasportava  a 
Genova  per  trasformarsi  poi  in  Italia  e  Popolo  (i);  sulle  rovine  della 
Concordia  si  fondava  il  Progresso  (2),  e  ucciso  questo,  il  Diritto,  organo 
della  Sinistra  dapprima,  poi  del  terzo  partito  di  cui  era  anima  il  Kat- 
tazzi;  Bianchi-Giovini  fondava  l'Unione,  Luigi  Carlo  Fs-nnì  il  Piemonte, 
Antonio  Scialoja  il  Costitn:(ionale  Subalpirto,  Urbano  Rattazzi  la  Monar- 
chia Naiionale,  Ruggero  Bonghi  la  Croce  di  Savoja,  Cesana  e  Piacentini 
r  Espero. 

E  se  il  Risorgimento  moriva,  uscivano  in  suo  luogo  la  Legge,  il  Par- 
lamento, r  Indipendent-',  nello  stesso  modo  come  a  surrogare  il  Subal- 
pino —  morto  da  parecchi  anni  —  erano  sorti  la  Rivista  italiana  di  Do- 
menico Berti  e  Domenico  Carutti;  l'Antologia  italiana  di  Cesare  Balbo 
e  Francesco  Predari  (1846)  alla  quale  collaboravano  Pier  Dionigi  Pinelli, 
Gioberti,  Roberto  d'Azeglio,  Giacinto  Collegno,  C.  L.  Farini,  Massimo 
d'Azeglio,  tee;  il  Mondo  illustrato  del  Pomba  (1847)  (3);  diretto  da  Giu- 
seppe Massari,  e  la  Rivista  contemporanea  del  Ghiaia  (1854),  diretta  poi 
dal  Massari,  alla  quale  collaboravano  Bersezio,  Gallenga,  Guerrazzi,  De 
Sanctis,  Vegezzi-Ruscalla,  Carutti,  Nigra  e  in  genere  tutto  quanto  eravi 
di  notevole  fra  l'emigrazione  italiana,  accorsa  a  Torino  come  in  porto  di 
rifugio. 

In  quel  torno  nascevano  pure  due  giornali  francesi,  ma  con  mire 
italiane,  quantunque  sostenenti  l'alleanza  francese  :  L' Italie,  fondato  dalla 
principessa  Cristina  Belgiojoso  e  Les  Nationalitès,  diretto  dal  signor  Du- 
casse,  sotto  gli  auspici  di  Urbano  Rattazzi.  Anche  Pascal  Duprat,  per 
qualche  tempo,  pubblicava  un  ottimo  giornale  ebdomadario  di  economia 
politica,  L  Italie  Nouvelle. 

Per  dare  un'idea  dell'attiviti  giornalistica  negli  Stati  Sardi,  basterà 
dire  che  nel  1859  si  pubblicavano  117  periodici,  58  dei  quali  nella  sola 
Torino.  Ma  se  questo  numero  appare  già  molto  rispettabile,  é  poca  cosa 
però,  in  confronto  a  quello  dei  giornali  che  sorsero  durante  e  dopo  il 


(i)  Nel  1861  diventò  Unità  italiana  e  passò  a  Firenze,  poi  a  Milano,  poi  di  nuovo 
a  Genova. 

(2)  Il  Progresso  fu  fondato  realmente  come  contro  altare  alla  Concordia,  da  alcuni 
scrittori  che  si  ribellarono  alla  dittatura  del  Valerio.  Vi  collaboravano  Bertrando  Spa- 
venta, Giuseppe  Re,  Eugenio  Colombo,  Eugenio  Camerini,  e,  dopo  uccisa  la  Concordia, 
anche  Francesco  Crispi  Ne  furono  direttori,  prima  Tecchio,  poi  Correnti.  Dopo  la 
soppressione  del  Progresso,  sorse  il  Diritto,  la  cui  direzione  politica  era  affidata  ai  depu- 
tati Rebecchi,  Depretis,  Pareto,  Correnti  e  Valerio. 

(3)  S'intitolava  II  Mondo  illustrato,  giornale  universale  illustrato  di  storia,  lettera- 
tura, viaggi,  romanzi,  ecc.  Ogni  settimana  pubblicavansi  due  fogli  di  sesto  reale  4 
tre  colonne. 


86  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


glorioso  periodo  che  condusse  al  risorgimento  italiano.  Rifugio  di  tutti 
i  patriotti  d'Italia,  centro  di  tutte  le  iniziative,  il  Piemonte  fu  anche  il 
primo  a  risentire  gli  effetti  delle  modificazioni  da  cui  il  giorna'ismo  dovea 
trarre  naturalmente  nuova  vivacità,  più  vigoroso  impulso,  maggior  forza 
d'espansione. 

X 

Vediamo  ora  le  condizioni  della  stampa  toscana  e  dei  ducati,  nella 
stessa  epoca. 

Di  tutta  Italia,  la  Toscana  fu  il  paese  ove  il  primo  movimento  ri- 
voluzionario trovò  minor  numero  di  fautori,  ed  ove  fu  più  male  accetta 
la  dominazione  francese. 

Con  la  minore  attività  politica,  doveva  esservi  naturalmente  minore 
attività  giornalistica,  per  cui,  allorquando  fece  ritorno  il  Granduca,  e  il 
Giornale  del  Dipartimento  dell'Arno  —  succeduto  alla  Gaietta  Universale  — 
cadde  insieme  ai  pochi  altri,  cedendo  il  posto  alla  vecchia  ed  ufficiale 
Ga:^-^etta  di  Firenze,  la  mancanza  di  periodici  fu  meno  sentita. 

Nell'insieme  però,  il  governo  toscano  era  dei  più  miti,  e  meno  av- 
verso degli  altri  a  tutto  ciò  che  riguardava  le  manifestazioni  dell'inge- 
gno, per  cui  ben  presto  si  ebbe  nel  Granducato  un  certo  risvegho  let- 
terario, e  Firenze  divenne  il  più  importante  centro  tipografico  d'Itaha. 

Ciò  malgrado,  tranne  qualche  tentativo  del  genere  dell'  Indicatore 
livornese  —  subito  soffocato  com'erano  soffocate  le  agitazioni  che  gli  da- 
vano vita  —  di  stampa  politica  innanzi  al  1846  non  c'era  da  parlarne, 
e  si  era  ridotti  per  tutto  pasto  alla  Gaietta  di  Firenze,  fatta  compilare 
dal  governo  dall'abate  Pedani,  che  Montanelli  diceva  essere  «  l'ideale 
dello  stupido  »,  A  colmare  la  lacuna,  sorsero  però  notevohssimi  perio- 
dici, che  battagliando  per  la  lingua,  le  arti  ed  i  teatri,  lasciavano  trape- 
lare fra  le  righe  qualche  cosa  dei  loro  intendimenti  politici. 

Fu  così,  che  per  impulso  del  Vieusseux,  sorsero,  come  abbiamo  vi- 
sto, il  Giornale  /agrario,  la  Guida  dell'  Educatore,  l'Archivio  Storico,  e  primo 
fra  tutti, per  ordine  di  data  e  d'importanza, la  già  citata  Antologia  (1821-32) 
che  fu  senza  dubbio  la  migliore  fra  le  riviste  italiane,  ed  è  tuttora  senza 
rivali.  L'importanza  dell'Antologia,  la  sua  influenza,  furono  enormi,  e 
devesi  ad  essa,  ed  alla  perseverante  attività  del  suo  fondatore,  la -spinta 
data  al  movimento  letterario  toscano.  Ne  erano  assidui  scrittori  Capponi, 
Tommaseo,  Romagnosi,  Marzucchi,  Carmignani,  Sclopis,  V.  Salvagnoli, 
Colletta,  Mamiani,  Fornaciari,  G.  B.  Niccolini,  F.  Forti,  Borghesi  di  Sa- 
vignano.  Vi  scrissero  pure  Mazzini,  Lambruschini,  Sestini,  Montani,  Gu- 
ghelmo  Pepe  ecc.  E  quando  nel  1832,  per  alcune  innocenti  parole  con- 
tro la  tirannia  della   Russia  (i)  l'Antologia  venne   soppressa,  molti  dei 


(i)  Ecco  le  precise  parole  —  scritte  dal  Lambruschini  facendo  la  rassegna  biblio- 
grafica del  Pietro  di  Russia,  poema  di  Angelo  Curti  —  che  motivarono  la  soppressione: 
(ir  Tacendo  pertanto  e  di  condotta  e  di  stile,  farò  solo  rimprovero  al  cav.  Curti  della  de- 
dica del  suo  poema.  Cada  in  oblio,  non  solo  questo  migliaio  di  rime,  ma  qualunque  opera 
di  eccelso  ingegno,  che  abbaglialo  dalle  gemme  di  una  corona,  non  ode  e  non  vede  il  san' 
gue,  i  gemiti  e  il  disperato  grido  di  una  massacrata  e  dispersa  nazione.  » 


IL  GIORNALISMO  ITALIANO.  87 

suoi  collaboratori  cercarono  una  nuova  tribuna  nel  Progresso  di  Napoli, 
fondata  allora  allora  da  Giuseppe  Ricciardi. 

Fu  nel  1846  che  cominciarono  le  prime  agitazioni,  e  la  stampa  clan- 
destina, rifacendo  con  la  sua  opposizione  diretta  quanto  avevano  già  co- 
minciato a  fare  le  poesie  satiriche  del  Giusti  —  sparse  dapprima,  a  cen- 
tinaia di  esemplari  manoscritti,  poi  stampate  a  Lugano  per  ordine  di 
Mazzini  —  le  rinfocolava  sempre  più. 

A  questa  stampa  clandestina,  che  spesso  trasmodava,  ma  che  la  po- 
lizia non  riusciva  a  far  tacere,  i  più  moderati  vollero  opporre  un  gior- 
nale che  discutesse  apertamente  le  quistioni  che  allora  interessavano  l'opi- 
nione pubblica.  All'atto  pratico  però,  si  formarono  due  correnti  nel  par- 
tito e  pur  mirando  ad  uno  stesso  obbiettivo  si  differiva  nella  scelta  dei 
modi.  E  mentre  Ricasoli,  Salvagnoli,  Lambruschini,  presentavano  ai  primi 
del  marzo  1847  un  tnemorandum  nel  quale  chiedevasi  fra  le  altre  riforme 
maggior  libertà  di  stampa,  pochi  giorni  dopo.  Capponi,  Ridolfi,  Tabar- 
rini,  Peruzzi  e  Digny,  chiedevano  al  Granduca  il  permesso  di  fondare 
«  un  giornaletto  settimanale  più  morale  che  politico  ». 

A  questa  domanda  venne  replicato  subito  che  non  volevasi  fare 
un'eccezione  per  un  solo  giornale,  ma  essere  intenzione  del  Principe 
emanare  una  legge  che  rendesse  più  larga  la  censura.  Fu  cosi  che  si 
ebbe  l'editto  del  6  maggio,  in  cui  le  pubblicazioni  erano  regolate  press'a 
poco  com'era  stato  stabilito  dal  recente  editto  di  Pio  IX. 

Era  un  regime  che  lasciava  molto  a  desiderare;  il  Guerrazzi  cosi 
ne  scrive  al  Salvagnoli,  in  data  2  dicembre  1847:  «  Se  vuoi  sapere  li- 
bertà che  sia  in  Toscana^  ti  dirò  che  ad  onta  alla  legge,  alle  garen:(ie  e  alla 
censura  repressiva,  il  marchese  Ridolfì,  infermante  Pe:<;^iella  Direttore  di  Po- 
lizia, mi  negava  la  facoltà  di  fare  un  giornale.  »  Ma  bastò  purtuttavia 
perchè  il  giornalismo  politico  pigliasse  il  posto  del  letterario,  e  sorgesse 
a  un  tratto  una  stampa  numerosa,  audace,  con  tutti  gli  ardori  e  le  im- 
prudenze della  giovinezza  e  della  inesperienza. 

Il  primo  giornale  politico  di  quel  periodo  fu  l'Alba  nata  a  Firenze 
nel  1847  per  opera  del  Lafarina  e  a  spese  del  calcografo  Bardi.  Ebbe 
subito  1500  abbonati. 

Essa  fu  tosto  seguita  dalla  Patria  fondata  dal  Ricasoli  e  redatta  in  senso 
moderato  dal  SalvagnoH  e  dal  Lambruschini;  daìV Italia  di  Pisa,  fondata 
senza  denari,  dai  professori  Montanelli  e  Centofanti.  Un  giornale  romano 
dell'epoca  (Pallade)  parlando  di  questi  periodici  scriveva:  «  La  stampa 
toscana  seguita  a  godere  di  una  larghezza  assai  commendevole.  L'Alba 
somiglia  assai  a  un'alba  tropicale,  1' //i//;a  par  vogha  tenere  l'apparenza 
dei  climi  più  temperati.  Agli  ultimi  di  giugno  si  aspettano  oltre  alla 
Patria,  anche  una  diecina  di  nuovi  giornali.  I  giornali  più  rancidi  co- 
minciano ad  acquistare  quivi  apparenza  un  po'  più  conforme  al  tempo. 
Contrasti  pure  chi  sa  col  tempo  che  incalza  per  ogni  parte  nelle  vie 
del  progresso!  »  Visse  pure  nella  stessa  epoca  una  Costituente  italiana, 
compilata  dal  Montanelli,  dal  Tenca,  dal  Colombo  e  dal  Revere;  la  Ri- 
vista di  Firenze  cambiavasi  in  Rivista  indipendente  e  diveniva  quotidiana 
e  politica,  ed  usciva  il  Popolano  di  Enrico  Montazio,  come  organo  del 
partito  radicale.  La  primavera  del  1848  vide  nascere  ancora  a  Firenze 


88  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

il  Conciliatore  che  venne  soppresso  un  anno  più  tardi,  allorché  ritorna- 
rono gli  austriaci;  senonchè  essendo  risorto  col  nuovo  titolo  Lo  Statuto 
riusci  a  mantenersi  fino  al'a  caduta  della  costituzione  toscana.  La  Costi- 
tuzionale protestò  con  lui  fino  all'ultimo  suo  numero,  contro  gli  sforzi 
della  reazione  invadente;  ma  dovette  pur  essa  soccombere  (i). 

Fra  gli  altri  giornali  che  videro  la  luce  in  Toscana  durante  questo 
periodo  e  che  meritino  di  essere  ricordati,  sono  //  Popolo  di  Siena;  La 
Riforma  di  Lucca,  dove  pubblicavansi  pure  successivamente  il  Giornale 
privilegiato  di  Lucca,  la  Campana  del  popolo,  la  Ga:(:(etta  di  Lucca,  il  Fa- 
pore,  l'Era  Novella.  Contemporaneamente  a  Livorno,  come  25  anni  prima 
V  Indicatore  livornese  era  addivenuto  l'organo  di  F.  D.  Guerrazzi,  il  Cor- 
riere livornese,  da  semplice  foglio  di  annunzi  commerciali,  divenne  sotto 
la  sua  direzione,  il  campione  più  ardente  della  democrazia;  di  più  a  Li- 
vorno uscivano  V  Inferno,  il  Cittadino  italiano,  il  Calabrone,  V Italia  repub- 
blicana, il  Courrier  d'Italie,  ecc. 

A  Pisa,  V  Italia  già  nominata  aveva  a  compagni  \' Italia  dei  giovani 
e  V  Indicatore  Pisano. 

C'erano  inoltre  a  Firenze:  l'Avvenire,  il  Popolano,  lo  Specchio,  la 
Democra:(ia  progressiva,  il  fournal  universel  polyglotte,  la  Guardia  Nazio- 
nale, il  Giornale  militare  italiano,  il  Belfegor  arcidiavolo,  il  Tribuno  della 
plebe,  il  Catechismo  politico  dei  popolani,  il  Filo  cattolico,  il  Ricoglitore,  il 
Commercio  che  si  qualificava  «  giornale  ricco  di  notizie  e  piacevole  nelle 
apparenze  »  (sic)  (2),  ecc.  ecc.  In  quest'epoca  a  Lucca  stessa  moriva  di 
stento  un  gentile  albo  settimanale  illustrato,  il  Messaggero  delle  donne 
italiane,  fondato  da  Vincenzo  de  Nobili. 

Tutti  questi  giornali  però,  non  avevano  il  passo  libero  nel  Regno 
delle  Due  Sicilie. 

Frattanto  le  cose  camminavano;  nei  primi  del  '48  sorsero  una  quan- 
tità di  giornaletti  satirici:  il  13  luglio  Alessandro  Ademollo  fondò  con 
Leopoldo  Redi,  Carlo  e  Paolo  Lorenzini,  Pilade  Tosi  ed  altri,  il  Lam- 
pione,  giornale  per  tutti,  che  riuscì  davvero  popolarissimo  e  durò  fino 
alla  restaurazione  granducale  (5),  la  Lanterna  magica,  lo  Charivari,  la 
Fespa  e  moltissimi  altri. 

Tornato  il  Granduca,  alcuni  di  questi  giornali  —  come  la  Patria, 
trasformatasi  prima  in  Nazionale,  poi  in  Statuto,  il  Conservatore  costitu- 


(i)  Bartolomeo  Acquarone,  storico  ligure,  il  quale  avea  scritto  nel  1842  per  l'Ar- 
chivio del  Vieusseux  e  nel  1846  per  VAlba,  dopo  d'essere  ritornato  dalla  guerra  di 
Lombardia,  assunse  nel '49  la  direzione  del  Costituzionale.  Ner50  lasciò  il  giornale  e 
la  Toscana  e  si  recò  a  Torino;  nominato  professore  ad  Alessandria,  vi  si  recò  ed  in- 
segnò e  diresse  il  Pontida,  giornaletto  politico. 

(2)  In  questo  giornale  fece  le  prime  armi  Alessandro  Ademollo,  che  scrisse  poi 
nel  Popolano. 

(3)  Il  Lampione  risorse  poi  a  varie  riprese.  Nella  mia  collezione  ho  un  numero 
di  questo  grazioso  giornale  che  porta  la  data  del  3  luglio  1849-60.  Passata  la  burra- 
sca della  reazione  toscana,  l'Ademollo  rientrò,  nel  1852,  nel  giornalismo  letterario, 
dedicandosi  specialmente  alla  critica  drammatica;  collaborò  perciò  n^WArte  e  nello 
Scaramuccia  di  Firenze,  alia  Scena  di  Lucca  e  alla  Revue  franco-ilalienne,  alYEurope 
artiste  ed  al  Messager  di  Parigi.  Gli  articoli  delio  Scaramuccia  erano  firmati  Josuè  Ma- 
kdoìo.  ìidì'Arte  sostenne  una  vera  campagna  contro  le  traduzioni  dal  francese;  scrisse 
poi  nel  Bersagliere,  nell'  Opinione;  fu  corrispondente,  non  politico,  da  Torino  al  Pun- 
g0Ìo  milanese  e  da  Roma  alla  Gaietta  d' Italia  col  pseudonimo  di  Memo. 


IL   GIORNALISMO   ITALIANO.  89 

Rionale,  la  Rivista  indipendente  e  pochi  altri  —  si  sostennero  per  qualche 
tempo,  ma  dovettero  presto  cadere  essi  pure  al  pari  degli  altri  di  idee 
più  avanzate,  e  la  Ga:i^etta  di  Firen:{e  —  divenuta  Monitore  toscano  (i)  — 
ritornò  padrona  assoluta  del  campo. 

Fu  solo  dopo  un  paio  d'anni  di  calma  —  nel  185 1  che  cominciò 
a  riprendersi  un  po' di  vita  giornalistica.  Prime  manifestazioni  ne  furono, 
VArte  di  Giacomo  Servadio  —  allora  maestro  di  musica,  poi  banchiere 
e  deputato,  cui  fecero  molta  reclame  vari  processi  di  stampa  —  e  la  i?/- 
vista  Britannica  di  Sebastiano  Fenzi,  periodico  quasi  esclusivamente  dedi- 
cato alla  letteratura  inglese.  Poi  le  Letture  popolari  risorgevano  come 
Letture  di  famii^lia.  Cesare  Donati  fondava  lo  Spettatore  settimanale  as- 
sieme a  Celestino  Bianchi;  Atto  Vannucci  risuscitava  la  Rivista  di  Firenze. 
e  il  Passatempo  preparava  il  terreno  al  Piovano  Arlotto,  argutissimo  gior- 
nale semi-letterario  mensile  la  cui  prima  idea  apparteneva  a  Giusti  e 
che  fu  attuata  da  Raffaello  Foresi  e  Pietro  Fanfani.  Il  Piovano  Arlotto 
durò  tre  anni,  battagliando  continuamente  contro  la  Civiltà  cattolica  e 
contro  i  gesuiti,  e  se  la  lotta  facevasi  sul  campo  letterario,  le  bòtte  non 
erano  meno  forti  e  senza  risparmio. 

Quando  accaddero  le  vicende  del  1859,  eranvi  pure:  V Impar:(iale 
fiorentino,  fondato  dal  Poniatowsky  e  diretto  dall'Ugolini;  V Indicatore, 
che  occupavasi  di  lettere,  teatri,  commercio,  ed  era  diretto  per  la  parte 
letteraria  da  Celestino  Bianchi;  il  Lampione,  la  Lente  di  Cesare  Tellini, 
la  Lanterna  del  Bicchierai,  ecc. 

Dalla  sollevazione  del  27  aprile  1859  fino  alla  pace  di  Villafranca 
non  vi  fu  nessun  mutamento  nella  stampa  toscana,  perchè  Ricasoli  non 
volle  permettere  giornali  politici.  Fu  solo  dopo  ricevuta  la  notizia  del 
trattato  di  Villafranca  (2),  che  comparve  la  Nazione,  la  quale  stampa- 
vasi  con  privilegio,  e  fu  fondata  da  Alessandro  D'Ancona,  Pietro  Puc- 
cioni,  Bartolomeo  Cempini  e  Tito  Minichetti,  sotto  la  direzione  del  D'An- 
cona prima,  poi  del  Viviani  e  del  Puccioni. 

Poco  dopo,  i  professori  Rigutini  e  Silvio  Pacini  fondavano  la  Ga:^- 
:(etta  del  popolo,  seguita  subito  —  non  appena  avvenuta  l'annessione  ed 
estese  alla  Toscana  le  leggi  piemontesi  —  da  una  quantità  di  altri  gior- 
nali. Per  dare  in  cifre  un'idea  esatta  della  espansione  giornalistica  in 
Toscana,  basterà  dire  che  mentre  avanti  il  1858  avevansi  in  Toscana 
27  giornali,  nel  1864  erano  oltre  50,  che  prima  del  1870,  nella  sola 
Firenze  eran  saliti  a  100.  Oggi  i  giornali  di  Firenze  superano  questo 
numero,  e  per  tutta  la  Toscana  oltrepassano  i  200. 

X 

Del  giornalismo  politico  nei  Ducati,  nell'epoca  di  cui  discorriamo, 
c'è  poco  da  dire  (3). 


(i)  A  questo  giornale,  del  quale  nella  mia  raccolta  conservo  qualche  numero,  di- 
cesi collaborasse  lo  stesso  granduca.  Vedi  l'articolo  Sovrani  giornalisti,  e  nella  provin- 
cia di  Firenze  il  periodico  11  Giorno. 

(2)  Quando  il  Monitore  Toscano  annunciò  la  pace  di  Villafranca,  la  popolazione 
fiorentina,  esasperata,  fece  incetta  dei  numeri  di  quel  giornale  e  li  bruciò  sulla  piazza 
del  Grano,  dov'era  la  tipografia  del  Monitore. 

(})  Vedi  più  oltre  l'articolo  Storia  del  giornalismo  modenese. 


90  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

A  Modena  sopratutto,  la  doppia  censura  politica  e  religiosa  rendeva 
impossibile  ogni  più  lontano  accenno  a  manifestazioni  liberali.  Tranne 
il  Messaggere,  giornale  ufficiale,  non  eravi  alcuno  che  osasse  entrare  in 
certi  gineprai,  e  quei  pochissimi  periodici  che  esistevano  si  guardavano 
bene  infatti  dal  toccare  certi  tasti  (i). 

Faceva  eccezione,  e  merita  di  esser  citata  per  la  triste  notorietà  che 
ebbe,  la  Foce  della  Verità  che  pubblicavasi  a  Modena  nel  183 1,  ed  era 
l'organo  del  più  sfegatato  sanfedismo. 

La  Voce  della  Verità  —  che  i  liberali  avevano  soprannominata  l' Urlo 
della  men:(pgna  —  fu  fondata  dal  principe  di  Canosa.  Cacciato  da  Napoli, 
espulso  dalla  Toscana,  l'ex  ministro  della  polizia  borbonica  aveva  trovato 
rifugio  a  Modena,  ove  divenne  favorito  del  Duca,  ed  ove  fondò  questo 
giornale  di  cui  era  direttore  il  prete  Galvani,  collaboratori  il  Canossa 
stesso,  il  Garofolo  direttore  della  polizia  modenese,  e  talora  pure,  come 
si  è  detto,  Sua  Altezza  Serenissima  Maria  Beatrice,  duchessa  di  Modena. 

La  Voce  della  Verità  —  a  cui  potrebbe  far  riscontro  la  Voce  della 
Ragione  fondata  a  Recanati  dal  conte  Monaldo  Leopardi,  se  in  questa 
non  fosse  stata  la  sincerità  e  la  buona  fede  che  mancava  nella  prima  — 
durò  circa  quattro  anni,  e  fu  soppressa  in  seguito  ad  un  incidente  di- 
plomatico che  merita  di  essere  riferito. 

Esasperato  dal  trattato  concluso  fra  Francia,  Inghilterra,  Spagna  e 
Portogallo,  per  l'espulsione  dei  pretendenti  ai  due  troni  iberici,  ed  abi- 
tuato da  un  pezzo  all'  impunità,  l'organo  sanfedista  chiamò  questa  qua- 
druplice convenzione,  quadrupede  allean:(a.  Male  gliene  colse,  perchè  l'In- 
ghilterra trovò  la  facezia  di  cattivo  gusto  e  chiese  la  soppressione  del 
giornale,  che  non  si  osò  negarle. 

Nel  1848  vi  fu  anche  a  Modena  qualche  pallido  tentativo,  e  citerò 
fra  i  pochissimi  il  Vessillo  italiano,  ma  fu  cosa  insignificante,  il  Diario  Mo- 
denese nato  il  23  marzo,  bisettimanale,  col  motto:  Ordine,  Religione,  Mora- 
lità (2),  e  nel  1857  non  si  avevano  nei  Ducati  che  8  soli  giornali,  cioè 
5  a  Modena  e  3  a  Parma. 

X 

Quando  cominciò  la  bufera  che  sconvolse  negli  ultimi  anni  dello 
scorso  secolo,  la  stampa  periodica  —  dopo  di  essere  stata  così  fiorente 
ai  tempi  delle  prime  gazzette  —  si  trovava  ridotta  in  Roma,  come  già 
dissi,  alle  sue  ultime  espressioni. 

Esistevano  ancora  il  Cracas,  divenuto  Diario  di  Roma,  e  le  Noti:(ie 
del  giorno,  ma  erano  pubblicazioni  che  non  avevano  di  politico  e  gior- 
nalistico se  non  il  nome.  Limitandosi  all'annuncio  di  cose  sacre  o  a  po- 
che notizie  incolori,  mutilate,  svisate  dalle  penne  ufficiali,  dividevano 
coW Antologia  di  Roma,  colV  Effemeridi,  e  coWq  Noti:(^ie  letterarie,  ìì  nojoso 
privilegio  di  far  dormire  il  prossimo. 


(1)  Del  Messaggere  di  Modena  conservo  due  numeri,  il  577  del  1852  e  il  1467 
del  1856;  il  giornale  usciva  il  lunedi,  mercoledì,  venerdì  e  sabato  in  4  pagine  a  3  co- 
lonne, con  lo  stemma  ducale  nella  testata;  un  numero  costava  25  centesimi  e  l'abbo- 
namento 19  lire  l'anno. 

(2)  Ho  il  i."  e  3."  numero  di  questo  giornale. 


IL   GIORNALISMO   ITALIANO.  91 

Gli  avvenimenti  vennero  presto  a  turbare  questa  quiete,  ed  ecco 
nascere  la  Gaietta  di  Rina  che  divenne  poscia  Monitore  di  Roma  e  fu 
il  giornale  del  primo  periodo  rivoluzionario;  poi  il  Cimpidoglio  (1809),  il 
Giornale  politico  del  Dipartimento  di  Roma  (18 12),  che  sino  al  4  marzo 
continuò  a  stamparsi  in  due  colonne,  col  testo  francese  a  fronte;  il  Ca- 
priccio (1809)  ed  altri  parecchi,  cessati  poco  dopo  però  col  chiudersi 
dell'era  napoleonica. 

Da  allora  sino  al  secondo  periodo  rivoluzionario,  la  stampa  ricadde 
nel  profondo  letargo  da  cui  era  stata  scossa  per  poco  tempo,  e  i  romani 
non  ebbero,  purtroppo,  altri  giornali  tranne  il  Diario,  le  Notizie  del  giorno, 
YArcadico,  Y Album  (i)  e  pochi  altri  periodici  artistici  e  letterari,  men- 
tre le  scarse  notizie  politiche  che  la  censura  permetteva  erano  date  dalla 
Galletta  universale  di  Foligno,  vissuta  fino  a  pochi  anni  sono.  Questa 
mancanza  di  gazzette  politiche  era  ben  poco  sentita,  del  resto,  e  non 
fu  se  non  verso  il  1851  che  si  prese  qualche  interesse  alla  lettura  dei 
giornali  ;  ma  tranne  l' introduzione  nello  stato  di  qualche  gazzetta  fran- 
cese od  inglese,  non  si  fece  né  poteva  farsi  verun  tentativo  per  istituire 
un  giornalismo  romano. 

Più  tardi,  l'opinione  che  il  pontefice  non  contrariasse  una  certa 
franchezza  nel  discorrere  delle  cose  pubbliche,  aveva  fatto  si  che  uscis- 
sero alla  luce  parecchie  scritture  più  o  meno  temperate,  ma  tutte  con 
linguaggio  non  consueto  in  Roma.  La  censura  continuando  in  potere 
di  quelli  stessi  che  prima  la  esercitavano  con  rigore,  aveva  dato  origine 
alla  stampa  clandestina. 

Contro  di  questa  il  25  lugHo  1847  si  pubblicò  una  severa  ordinanza 
di  monsignor  Progovernatore.  In  essa  si  avvertiva  il  pubblico  che  ove 
apparissero  alla  luce  stampe  clandestine  si  era  decisi  di  castigare  con  deten- 
:(ione  da  sei  mesi  ad  un  anno  e  una  multa  ancora  di  se.  /o  ai  }00  gli 
autori,  complici,  detentori  e  spacciatori.  La  quale  legge  che  dai  bisogni  e 
rapporti  internazionali  certamente  venne  suggerita,  si  raccomandò  dagli 
stessi  giornali  che  fosse  osservata  finché  le  prescrizioni  della  censura  pre- 
ventiva non  avessero  apportata  quella  dila:(ione  che  esigevano  i  bisogni  e 
che  era  stata  promessa  prima  di  questa  ordinanza  da  uomini  autorevoli 
del  governo. 

Per  impedire  gli  eccessi  di  questa  stampa  clandestina,  alcuni  savi 
romani  fecero  proponimento  di  pubblicare  un  giornale. 

Questo  giornale  fu  il  Contemporaneo;  all'apparire  del  Contemporaneo 
l'amore  platonico  pel  giornalismo  prese  forma  più  concreta,  e  si  comin- 
ciò a  invocare  più  0  meno  apertamente  una  maggiore  libertà  di  stampa. 

Il  programma  del  Contemporaneo  fu  pubblicato  in  un  foglietto  il  17 
settembre  1846.  Il  primo  numero  comparve  il  sabato  12  dicembre,  in 
quattro  pagine  grandissime  a  5  colonne.  Il  programma,  riprodotto  in  que- 


(i)  Il  Giornale  Arcadico  di  sciente,  lettere  ed  arti,  diretto  da  S.  E,  il  Principe 
D.  Pietro  Odescalchi,  cominciò  a  pubblicarsi  nel  18 19  ed  ebbe  lunghissima  esistenza. 

V Album,  giornale  letterario  e  di  belle  arti  fu  fondato  nel  1834;  usciva  ogni  set- 
timana ed  era  diretto  dal  suo  proprietario  Cav.  Prof.  D.  De  Angelis,  redattore  del 
Diario  di  Roma. 


92  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

Sto  numero  (i),  è  firmato  da  monsignor  C.  Gazola,  marchese  L.  Po- 
tenziani,  Federico  Torre,  D.r  L.  Masi.  Si  dichiarava  giornale  di  progresso, 
ma  temperato.  Vi  scrivevano  Gino  Capponi,  il  D.r  Ratti,  L.  Scarabelli, 
C.  A.  Vecchi,  Cesare  Balbo,  il  marchese  Potenziani,  il  marchese  Dra- 
gonetti,  Pietro  Sterbini,  qcc.  Il  Contemporaneo  ebbe  subito  un  gran  suc- 
cesso, benché  non  tutti  i  suoi  collaboratori  appartenessero  allo  stesso 
partito.  E  quando  lo  Sterbini  ne  assunse  la  direzione,  il  Confcfnporaneo 
diventò  organo  del  partito  estremo,  velando  sotto  apparenza  moderata 
le  sue  tendenze  radicali. 

La  censura  ripugnante  cercava  porre  ostacoli  alla  pubblicazione,  ma 
allora  si  ricorse  per  appoggi  al  pontefice. 

L'editto  pontificale  che  allargava  gli  stretti  vincoli  della  censura, 
fece  sbocciare  una  miriade  di  nuovi  giornah',  mentre  altri  già  esistenti, 
trasformavansi  da  letterari  in  politici.  Così  fra  gli  altri  accadde  per  Fan- 
fulla,  fondato  nel  1846  dal  Pompili,  come  continuazione  deli'  Osservatore 
Dorico.  11  Pompili  era  contemporaneamente  direttore  della  Speranza,  re- 
datta dal  Mannucci,  dal  generale  Giovanni  Durando,  dalla  principessa  di 
Belgiojoso,  dal  Dall' Ongaro,  e  più  tardi  —  allorché  sotto  la  repubblica 
romana  diventò  giornale  di  opposizione,  col  nome  di  Speran:(a  dell'Epoca  — 
da  Mamiani,  Farini  e  dall'abate  Perfetti. 

Poco  dopo  il  ConteìHporaneo,  e  di  principii  più  moderati,  sorse  la 
Bilancia,  redatta  dal  viterbese  prof.  Orioli,  dall'ex  gesuita  Muzio  e  da 
monsignor  Cattabeni.  Con  essa  sorsero  pure  V Italico  (febbraio  1847), 
V  Epoca,  considerata  come  uno  dei  giornali  più  importanti  di  quel  pe- 
riodo (2),  il  Commercio  e  molti  altri,  fra  cui  notevolissima  la  Pallade 
(16  giugno  1847)  diretta  da  Giuseppe  Checchetelli  ed  Edoardo  Teodo- 
rani,  che  divenne  subito  il  giornale  più  popolare  e  diffuso,  e  il  cui  umo- 
rismo non  la  perdonava  ad  alcuno  (3). 

Ma  malgrado  questi  esempi,  la  stampa  non  aveva  un'assoluta  libertà 
di  parola;  tanto  è  vero  che  il  9  dicembre  del '47  i  giornalisti  romani 
presentarono  a  monsignor  Amici,  presidente  ucUa  Commissione  deputata 


(i)  Del  i.°  numero  fu  fatta  una  seconda  edizione  con  la  data  del  2  gennaio  1847, 
Il  giornale  si  stampava  nella  tipografia  Monaldi,  era  settimanale  (sabato)  e  costava 
scudi  3,6c  all'anno,  1,80  a  semestre.  L'ufBcio  era  in  via  della  Scrofa  114  primo  piano  no- 
bile. Il  Contemporaneo  non  si  vendeva  a  numeri  separati. 

(2)  L'Epoca,  ispirata  da  Mamiani  e  fondata  nel  marzo  1848,  si  trasformò  poi  in 
Speranza  dell'Epoca  e  fu  giornale  di  opposizione  al  governo  repubblicano,  e  veniva 
redatta  da  Diomede  Pantaleoni,  Mamiani  e  Farini;  poscia  continuò  sempre  a  censu- 
rare le  intemperanze  dei  governo  restaurato  come  avea  censurato  quelle  dei  repub- 
blicani. Il  9  di  luglio  furono  reintegrati  nei  loro  uffici  di  direttore  generale  ed  ispet- 
tore delle  poste  il  P.'  Massimo  e  il  P.'  di  Campagnano  (Chigi),  devotissimi  al  papa. 
Il  giorno  II,  nel  n.°  139  la  Speranza  dell'Epoca  criticò  severamente  quella  reintegra- 
zione, e  il  giornale  fu  soppresso.  Quel  giorno  stesso,  nell'articolo  di  fondo,  il  Mamiani 
dichiarava  impossibile  il  volere  ripristinare  in  Roma  il  governo  dei  preti.  Due  setti- 
mane dopo  al  Mamiani  e  al  Pantaleoni  fu  consigliata  la  partenza  da  Roma. 

(3)  Nella  biblioteca  V.  E.  di  Roma  si  conserva  un  volume  della  Pallade,  dal  16 
gidgno  1847  al  31  dicembre.  La  Pallade  usciva  ogni  giorno  in  4  pagine  in-4.°  a  due 
colonne.  Ogni  numero  costava  due  bajocchi  Si  stampava  nella  tipografia  di  Clemente 
Puccinelli  in  via  Lata  211,  presso  il  Collegio  Romano.  Nell'anno  secondo  si  pubbli- 
carono 134  numeri  con  molti  supplementi.  Sofferse  una  sospensione  di  una  quindicina 
di  giorni,  nell'ottobre.  Nella  mia  raccolta  di  giornali,  vi  è  il  n.  323  del  19  agosto  1848. 


IL    GIORNALISMO   ITALIANO.  93 

alla  riforma  sulla  stampa,  un  indirizzo  nel  quale  esprimevano  il  bisogno 
della  civiltà  dei  tempi. 

Nel  dicembre  dello  stesso  anno,  la  Pallade  si  lagnava  che  la  stampa 
romana  non  fosse  propensa  alla  discussione,  alla  critica,  all'opposizione, 
che  son  principio  di  perfezionamento  delle  idee  e  delle  cose  umane.  La 
stampa  romana  in  generale  era  tinta  quasi  tutta  di  bianco  (son  parole 
della  Palhide);  compiva  lentamente  la  sua  missione  e  il  pubblico  non 
vi  trovava  completa  fiducia  ed  appoggio.  Nella  stessa  epoca  il  citato  gior- 
nale conveniva  che  la  stampa  non  aveva  la  completa  libertà  che  deside- 
rava nella  Toscana  e  in  Roma;  «  la  stampa  è  elastica,  più  si  comprime, 
più  in  alto  balza,  la  luce  non  si  può  abbracciare  tutta  in  modo  che  da 
qualche  foro  non  brilli  un  raggio  »  ;  dunque  la  Pallade  domandava 
«  che  una  legge  fosse  emanata  con  la  quale  il  governo  imprendesse  con 
la  sua  autorità  a  secondare  la  detta  forza  ed  accompagnarla  »  ;  quindi 
«  la  necessità  di  una  lega  dì  stampa  fra  governi  e  popoli  costituiti  su- 
gl'identici principii  politici  ».  Ciò  malgrado  a  Roma  uscivano  ogni  giorno 
nuovi  periodici. 

Sebbene  antirivoluzionario,  il  Cassandrino  dell'abate  Ximenes  ebbe 
un  certo  successo  per  la  sua  vena  satirica,  e  fu  seguito  subito  da  una 
quantità  di  altri  giornaletti  umoristici  di  poca  importanza  (i).  Fra  essi 
va  distinto  però  il  Don  Pirlone,  di  cui  lo  Spada  —  disapprovandone  na- 
turalmente i  principii,  dice  che  «per  spirito  d'invenzione  e  per  gusto 
di  caricature,  superò  benanco  V Arlecchino  di  Napoli  ».  Il  Don  Pirlone 
durò  dal  i.°  settembre  1848  al  2  luglio  1849  e  si  disse  vi  scrivessero 
anche  Terenzio  Mamiani,  Michele  Mannucci  e  Opprandino  Arrivabene  (2). 

Un  altro  giornale  di  cui  fu  collaboratore  Mamiani  anche  durante 
il  tempo  in  cui  restò  al  potere  —  e  nello  stesso  mentre  che  Pellegrino 
Rossi  firmava  gli  articoli  scritti  da  Girolamo  Amati  —  fu  la  Ga::jetta 
di  Roma,  nata  il  16  gennaio  1848  sulle  rovine  del  Diario  di  Roma,  tra- 
sformatasi il  30  gennaio  1849  in  Monitore  Romano  sotto  la  direzione  di 
Dall'  Ongaro,  e  divenuta  poi  Giornale  di  Roma  e  foglio  ufficiale  ponti- 


(i)  Per  la  stampa  di  quest'epoca,  vedi  avanti  l'articolo  II  Giornalismo  Romano 
nel  1846-4^. 

Nella  mia  collezione  di  giornali  trovansi  due  numeri  del  Cassandrino,  cioè  il  1 3 
e  14  anno  i.°,  datati  163  agosto  1848.  La  testata  è  cosi  concepita:  «  Giornale  che 
si  pubblica  il  martedì,  giovedì  e  sabato  a  che  ora  gli  pare.  Non  e'  è  associazione  :  chi  lo 
vuol  comprare  lo  compra  per  un  bajocco:  se  no  lo  lascia  stare.  Si  trova  da  per  tutto,  e 
con  più  certezza  sulle  Piane  Colonna,  di  Pasquino,  della  Rotonda,  del  Teatro  Piano,  dai 
Tabbaccari  progressisti  ed  in  mano  dei  Sanculottes  e  Descamisados.  »  Si  stampava  nella 
tipografia  Paterno  in  via  delle  Coppelle,  numeri  43  e  44,  in  quattro  pagine  piccole 
in-4.°  a  due  colonne,  ed  ò  sottoscritto  Domenico  Del  Basso  direttore  responsabile. 

(2)  Del  Don  Pirlone  conservo  il  primo  numero;  è  inùtohto  Don  Pirlone,  giornale 
di  caricature  politiche.  La  testata  occupa  metà  della  prima  pagina;  in  essa  è  detto:  Si 
pubblica  tutti  i  giorni  (in  4  pagine  a  2  colonne)  eccetto  le  feste,  e  sempre  con  un  disegno 
litografico  (in  4.*  pagina),  oltre  alla  vignetta  eh' é  in  fronte  al  giornale.  A\ea  per  motto: 
Intendami  chi  può,  eh' i'  m' intendo  io.  Ogni  numero  costava  2  bajocchi.  Veniva  stam- 
pato nella  tipografia  di  A.  Natali  e  n'era  amministratore  F.  Caucci  e  responsabile  Er- 
mete Ciacci. 

Altri  giornali  contemporanei  di  cui  conservo  copie  sono:  H  Somaro,  diretto  da 
G.  Mariani;  la  Lanterna  magica,  diretta  da  R.  Parma;  Un  Bajocco,  L'Astrea,  ecc. 


94  GUIDA  DELLA.   STAMPA    PERIODICA   ITALLINÀ. 


fido,  il  6  luglio  (i),  subito  dopo  l'ingresso  del  corpo  d'occupazione 
francese  (2). 

Fra  i  molti  altri  giornali  che  meritano  speciale  menzione,  citerò  il 
Positivo  di  monsignor  Gazola  e  Biagio  Miraglia;  l'Interesse  Na^ionale^ 
che  si  distribuiva  gratis  ;  la  Cronaca  dell'Assemblea  redatta  dal  padre  Ga- 
vazzi, morto  a  Roma  nel  1889;  il  Costituzionale  Romano,  organo  dei 
conservatori;  Le  Capitole  e  la  Correspondance  de  Rome,  compilati  da  al- 
cuni legittimisti  francesi;  il  Labaro,  che  ebbe  una  certa  notorietà  nel  1848 
e  veniva  chiamato  Don  Labaro;  e  il  Giornale  Romano,  che  era  organo 
diretto  del  Papa. 

Sebbene  abbia  vissuto  soltanto  poche  settimane  —  dal  2  aprile  al 
3  luglio  1849  —  merita  però  menzione  distinta  {'Italia  del  popolo,  foglio 
quasi  ufficiale  del  governo  rivoluzionario  durante  gli  ultimi  mesi  della 
sua  esistenza,  ed  al  quale  collaboravano  oltre  che  il  Mazzini,  anche  l'Avez- 
zana,  Quadrio,  Lemmi  e  la  principessa  Belgiojoso. 

Oltre  tutti  questi  e  quelli  di  cui  si  fa  parola  nel  citato  articolo  sulla 
stampa  romana,  circolarono  pure  nel  '47-48  parecchi  giornali  clandestini, 
come  l'Amica  Veritas,  la  Voce  della  Verità  e  della  Giustizia,  la  Frusta,  i 
Misteri  della  polizia,  la  Sentinella  dei  buoni  cittadini,  la  Sentinella  del  Cam- 
pidoglio e  lo  Zibaldone  e  qualche  altro  (3),  a  cui  sono   da   aggiungere 


(i)  Nei  giorni  465  luglio  non  usci  alcun  giornale. 

(2)  Di  questo  giornale  conservo  vari  numeri  che  rappresentano  le  sue  diverse 
fasi:  del  Diario  di  Roma  il  n.  78  anno  1831  in  4  paginette  piccolissime  a  3  colonne; 
il  n.  66  anno  1834  con  un  siipplimento;  il  n.  71  anno  1839  in  4  pagine  più  grandi, 
ma  sempre  a  3  colonne;  i  numeri  27,  59  e  75  anno  1847;  del  Giornale  di  Roma:  i 
numeri  206  e  207  dell'anno  1852;  il  n.  123  dell'anno  1854;  il  n.  237  dell'anno  1855; 
Un.  192  dell'anno  1864;  il  n.  32  dell'anno  1870. 

Questo  giornale  che  è  una  filiazione  diretta  del  Diario  d'  Ungheria,  di  cui  abbiamo 
parlato  a  pagina  69,  fu  fatto  risorgere  nel  maggio  del  1877  dal  prof  Costantino  Maes, 
neir  identico  sesto,  numero  di  pagine  e  carta,  e  col  titolo  popolare  di  Cracas. 

(3)  Di  questi  giornali  è  difficilissimo  trovarne  qualche  esemplare.  Nella  Strenna- 
Album  dell'  Associazione  della  Stampa  j88i  sono  riprodotti  i  fac-simili,  da  alcune  copie 
che  facevano  parte  della  collezione  Spada,  molti  dei  cui  documenti  furono  con  grande 
avvedutezza  acquistati  dal  Ministero  dell'Interno. 

Nel  1850  a  Roma  si  faceva  un  giornaletto  alto  centimetri  25  e  largo  17,  litogra- 
fato, a  due  colonne,  divise  da  una  linea  sormontata  dall'impugnatura  d'uno  stocco. 
La  testata  era  cosi  concepita  : 

'^'^s-  1850  _  ,  A-TT- A-ivr-p>o<=5T'0  r.   ,  ^'"™- ^ 

Abbonamenti  •*-•     .^^  V  .«.iVXX-%-»C3  X  «>^  Si  dispensa  gratis 

Libreria  Bonifaci  n^»7V»<*-    j,«a„7^-„  Abbate   jannetti 

Uf.   Cracas  al  Corso  (•)  Foglietto  popolare  _  ^^^^^^  responsabile 

Il  giornaletto  comincia  cosi  : 

«  Che  cosa  ha  fatto  il  Papa  dopo  il  suo  viaggio?  Niente.  Non  osò  nemmeno 
salire  a  veruna  loggia,  come  a  Terracina,  Velletri  ed  Albano  per  benedire,  giacché  le 
commedie  non  si  usa  ripeterle  che  a  richiesta  del  pubblico,  e  quello  di  Roma,  memore 
delle  tragedie  nazionali  del  30  aprile  e  dell'assedio  si  è  stancato  delle  farse  pretesche.  » 

Dal  1863  al  1867  furono  pubblicati  a  Roma  due  giornali  clandestini:  Cronaca  Ro- 
viana  e  Roma  dei  Romani.  Essi  figurarono  all'  Esposizione  Nazionale  di  Torino  del  1884, 
nel  Palazzo  del  Risorgimento  Italiano.  Anche  nel  1863  il  Comitato  d'Azione  aveva 
fondato  il  giornale  Roma  0  Morte.  Nel  settembre  dello  stesso  anno  il  periodico  clan- 
destino fu  sequestrato  e  il  comitato  lafariniauo  fece  irrompere  nella  tipografia,  guastare 
i  tipi,  lacerare  le  copie»  ecc.  Garibaldi  aveva  fatto  adesione  ed  incoraggiato  il  giornale, 
il  quale  poco  dopo  riprese  le  pubblicazioni  sempre  clandestinamente, 

(*)  È  noto  che  U  libreria  Bonifaci  e  l'ufficio  Cracas,  erano  i  luoghi  di  ritrovo  dei  clericali  più  sfegatati. 


IL   GIORNALISMO  ITALIANO.  95 

due  altri,  ugualmente  clandestini,  il  Catone  e  il  Chi  mena  mena,  ma  che 
rappresentavano  le  idee  reazionarie. 

Nelle  Provincie  pontificie  la  stampa  sub!  le  stesse  vicende  che  alla 
capitale,  e  tranne  la  Ganeita  Universale  di  Foligno,  nessuno  ve  n'ebbe 
che  avesse  anche  mediocre  importanza.  Eran  foglietti  semi-privati,  ad 
uso  e  consumo  dei  governatori,  del  vescovo  e  dei  funzionari  civili  e 
religiosi. 

Nel  periodo  1846-49  però,  anche  nelle  provincie  il  giornalismo 
ebbe  un  subitaneo  e  vigoroso  risveglio  e  sorsero  molti  periodici,  ma 
furono  una  pura  e  semplice  riproduzione  delle  gazzette  romane,  e  ces- 
sarono col  ritorno  del  Papa  (i).  Faceva  eccezione  il  Felsineo  fondato  a 
Bologna  nel  1840  da  Berti-Pichat.  Esclusivamente  agricolo  ed  economico 
dapprima,  nel  1847  divenne  giornale  politico  e  vi  prese  a  collaborare 
Marco  Minghetti;  poi  il  giornale  mutò  titolo  e  veste  e  si  chiamò  Vita- 
liano, diretto  sempre  dal  Berti-Pichat  insieme  con  Aglebert  (2). 

Ristabilitosi  il  governo  pontificio  con  l'entrata  delle  truppe  francesi, 
fu  rimessa  in  vigore  la  censura  preventiva  e  quei  pochi  giornali  che 
non  erano  ancora  cessati  per  manc2n7a  di  redattori  o  perchè  lo  scopo 
della  loro  pubblicazione  era  finito,  vennero  sospesi. 

Pochissimi  ebbero  licenza  di  riprendere  le  pubblicazioni  provviso- 
riamente, e  fra  questi  il  Contemporaneo,  che  nel  suo  numero  del  13  lu- 
glio 1849,  dopo  parecchi  giorni  di  sospensione,  scriveva:  «  Con  auto- 
rizzazione superiore,  il  Contemporaneo  riprende  le  sue  pubblicazioni.  — 
La  ragione  delle  armi  ha  dato  causa  vinta  ai  francesi,  e  noi  lasciando 
il  passato  al  giudizio  incorruttibile  della  storia,  vergini  di  servo  encomio 
e  di  codardo  oltraggio,  studieremo  di  tenere  informati  i  lettori  di  quanto 
accade.  —  Durante  lo  stato  d'assedio,  eviteremo  le  polemiche,  conser- 
vando però  sempre  il  giornale  amico  all'ordine  ed  al  progresso,  quale 
si  dichiarò  fin  dalla  sua  fondazione.  —  Il  programma  della  occupazione 
francese,  porta  il  ritorno  del  S.  Padre  in  Roma,  con  tutte  le  guarenti- 
gie delle  istituziotìi  civili.  —  Come  ciò  possa  accadere  e  come  accadrà, 
non  sappiamo.  L'avvenire  è  tuttora  avvolto  nella  più  fitta  oscurità,  » 

Il  Contemporaneo  non  aveva  torto  di  dubitare  dell'avvenire:  due  giorni 
dopo  il  Giornale  di  Roma  pubblicava  un  decreto  che  dichiarava  soppressi 
tutti  i  giornali,  tranne  l'ufficiale  col  titolo  Giornale  di  Rema,  aggiungendo 
con  eloquente  concisione  che  ogni  altro  periodico  sarebbe  sequestrato  ed 
i   suoi  redattori  puniti  con  tutto  il  rigore  delle  leggi. 

Più  lungo  e  più  rigoroso  che  per  qualsiasi  altro  stato  italiano,  que- 
sto nuovo  periodo  di  silenzio  giornalistico  durò  fino  al  20  settembre  1870, 
cioè  fino  al  giorno  in  cui  le  cannonate  di  Porta  Pia  aprirono  all'Italia 
le  porte  della  sua  capitale.  Dei  due  soli  giornali  che  esistevano  allora, 
V Osservatore  Romano  fondato  nel  settembre  1849,  poi  sospeso  e  ripreso 
qualche  anno  dopo,  e  il  Giornale  di  Roma,  il  primo  soltanto  rimase  in 


(i)  Un  elenco  dei  più  notevoli  si  trova  nell'articolo  Tt  Giornalismo  Romano 
nel  1846-4^. 

(2)  L'Italiano  nato  nel  febbraio  del  1847  usciva  il  15  e  l'ultimo  d'ogni  mese. 
L'utile  era  destinato  a  benefìcio  dei  graziati  indigenti  L'ufficio  era  in  piazza  S  Ste- 
fano, 96. 


96  GUIDA   DELLA   STAMPA.   PERIODICA   ITALIANA. 

vita,  soffocato  però  da  un  subisso  di  nuovi  giornali,  sorti  il  giorno  stesso 
dell'ingresso  delle  truppe  italiane.  Fra  i  primissimi  citerò  la  Libertà,  ìz 
Ga:^^etta  del  popolo,  la  Capitale,  il  Romano,  il  Tribuno,  ecc.  (i). 

X 

Del  giornalismo  napoletano  e  siciliano  anteriore  al  1848,  abbiamo 
detto  qualche  cosa;  di  quello  del '48  discorriamo  più  partitamente  al- 
trove (vedi  prov.  di  Napoli). 

Ora  accenniamo  soltanto  qualche  cosa  sulle  condizioni  generali  della 
stampa  meridionale  nel  periodo  che  precedette  il  i8éo. 

Caduta  la  repubbhca  partenopea,  dal  1806  al  18 15  non  si  ebbe  al- 
tro periodico  politico  tranne  il  giornale  ufficiale,  che  al  ritorno  dei  Bor- 
boni divenne  il  Giornale  delle  Due  Sicilie,  prese  per  breve  tempo  il  nome 
di  Giornale  Costituzionale  delie  Due  Sicilie  (1820-21),  ma  perdette  presto 
questo  aggettivo  (2). 

Nel  breve  periodo  rivoluzionario  del  1820-21,  sorseso  altri  giornali, 
come  r  Imparziale,  il  Carteggio  delle  ombre  e  la  Minerva  napolitana  di  .cui 
era  collaboratore  Carlo  Troya,  ma  ebbero  brevissima  esistenza  (3). 

Soppressa  la  costituzione,  e  quindi  quella  larva  di  libertà  di  srampa 
che  era  stata  concessa,  anche  i  giornali  che  da  essa  avevano  avuto  vita, 
dovettero  cessare.  Fu  solo  dopo  il  1830,  che  si  ebbe  qualche  nuovo 
tentativo  giornalistico,  e  apparvero  successivamente  l' Omnibus  letterario  (4) 
e  V  Omnibus  pittoresco  di  Vincenzo  Torelli,  il  Poliorama  pittoresco  (5)  e  il 
Lucifero  fondati  e  diretti  da  Giuseppe  Cirelli,  ed  altri.  Superiore  a  tutti 
poi,  ecco  apparire  il  Progresso,  che  venne  considerato,  come  già  abbiamo 
visto,  quale  legittimo  successore  deWAntologia  di  Firenze,  allora  allora 
soppressa.  Fondato  e  diretto  da  Giuseppe  Ricciardi,  venne  diretto  suc- 
cessivamente —  allorché  questi  fu  costretto  ad  emigrare  —  dall'econo- 
mista Bianchini,  da  Giuseppe  De  Cesare  e  da  Pasquale  De  Virgili.  Del 
Progresso  era  collaboratore  assiduo  Carlo  Troya  e  furono  scrittori  altresì 
Gino  Capponi,  Tommaseo  ed  altri  parecchi,  fra  coloro  che  avevano  resa 
cosi  autorevole  V Antologia. 


Ci)  Questi  e  molti  altri  giornali  romani  del  1870  si  trovano  nella  mia  collezione. 

La  Galletta  del  popolo,  di  cui  conservo  il  primo   numero,  usci  il  22  settembre   in    4 
pagine  a  3  colonne,  diretta  da  Edoardo  Arbib. 

(2)  Lo  riprese  nel  1849;  e  nel  1860,  durante  la  dittatura  di  Garibaldi,  divenne  il 
Giornale  di  Napoli,  sotto  la  direzione  di  Biagio  Miraglia.  Nella  Biblioteca  Nazionale 
di  Napoli  si  conserva  l'intera  collezione  del  Giornale  del  Regno  delle  Due  Sicilie;  io  ne 
conservo  parecchi  numeri. 

(3)  Della  Minerva  Napolitana  ho  il  quaderno  ir.°,  in  data  20  novembre  1820. 
Questa  rivista  usciva  ogni  decade  in  quade'-ni  di  3  fogli  in  8.°,  si  stampava  nella  Ti- 
pografia Francese  e  costava  24  carlini  al  trimestre. 

Nel  1824  usci  im'altra  rivista,  L'  Utile  passatempo,  di  mode,  aneddoti,  novelle,  ecc.; 
ne  ho  il  fascicolo  n.  19. 

(4)  Nel  1848  si  trasformò  in  giornale  politico,  per  ridivenire  letterario,  e  nel  1863 
ritornò  ad  occuparsi  anche  di  politica.  Torelli  è  morto  pochi  anni  fa,  ma  il  gi'^rnale 
vive  tuttora.  Del  vecchio  Omnibus  ho  vari  numeri. 

(5)  Nacque  nell'agosto  del  1836,  in  8  pagine  a  2  colonne.  Vi  scrivevano  il  cas- 
sinese  Tosti,  Antonio  Fazzini,  Vincenzo  Morgigni  Novella,  Cesare  Malpica,  Giuseppe 
De  Simone,  ecc.  Di  questo  giornale  ho  le  complete  annate  i.%  2.*,  5.*  e  7.* 


IL    GIORNALISMO   ITALIANO.  97 

Più  tardi,  verso  il  1840,  Pasquale  Stanislao  Mancini  fondava  Le  Ore 
solitarie  (i),  pregevole  rivista  che  durò  fino  al  1847,  e  poco^  dopo  a 
Cosenza  pubblicavasi  il  Calabrese,  che  nascondeva  le  sue  aspirazioni  libe- 
rali sotto  il  pretesto  di  studiare  e  illustrare  la  storia  paesana,  e  fu  poi 
l'organo  della  rivoluzione  calabrese. 

A  questi  —  e  sempre  nel  campo  letterario  e  scientifico  ben  inteso, 
perchè  alla  politica  nonché  scrivere,  non  era  nemmeno  permesso  di  pen- 
sare —  occorre  aggiungere  il  Salvator  Rosa,  nel  quale  collaboravano  Pe- 
truccelli  della  Gattina,  Achille  De  Lauzieres,  Francesco  Lattari  e  Benia- 
mino Rossi,  leccese;  La  Motì?rt,  rivista  decadecaria,  h  Rivista  napoletana, 
periodico  mensile,  il  Museo  di  sciente,  lettere  ed  arti,  altra  rivista  men- 
sile alla  quale  collaboravano  i  migliori  ingegni  napoletani;  il  Giornale 
dei  giovanetti,  diretto  da  Cesare  Malpica,  ecc.  (2). 

Nel  1843  (24  agosto)  nacque  pure  II  Sibilo,  giornale  del  giovedì, 
letterario,  teatrale  e  di  mode,  diretto  da  M.  Augusto  Mauro  e  Edoardo 
Ciollaro  (3). 

Fu  solo  nel  1845,  e  colla  pubblicazione  di  foglietti  clandestini  —  i 
quali  a  Napoli  precedettero  quegli  degli  altri  paesi  d'Italia  — che  si  ebbe 
nuovamente  un  principio  di  giornalismo  politico.  Vivacissima  e  attivis- 
sima, questa  stampa  clandestina,  se  ebbe  tutti  i  difetti  che  sono  inerenti 
a  un  tal  genere  di  pubblicazioni,  servì  moltissimo  alla  causa  liberale,  e 
preparò  quel  fermento  che  condusse  poi  alla  Costituzione  del  29  gen- 
naio 1848,  Il  primo  giornale  che  entrò  apertamente  nella  discussione, 
per  quanto  era  possibile  farlo,  fu  il  Lume  a  f^as  di  Gaetano  Somma  (1847). 

Con  decreto  dei  29  gennaio  1848,  Ferdinando  II  distrusse  quanto 
aveva  stabilito  a  riguardo  della  stampa  il  19  gennaio:  non  più  revisione 
vessatoria,  non  più  depositi  in  danaro,  non  più  guarentigie  :  «  La  stampa 
sarà  libera,  e  soggetta  ad  una  legge  repressiva  per  tutto  ciò  che  può 
offendere  la  Religione,  la  morale,  l'ordine  pubblico,  il  Re,  la  Famiglia 
Reale,  i  Sovrani  Esteri  e  le  loro  Famiglie  non  che  l'onore  e  gl'interessi 
dei  particolari.  » 

Con  altro  decreto  fu  abolita  la  sopratassa  sui  giornah,  libri,  stampe 
ed  opere  periodiche.  Questi  avvenimenti  dettero  alla  stampa  un  vigoroso 
impulso  e  i  giornali  si  moltiphcarono.  Fra  i  principali  del  nuovo  periodo 
rivoluzionario,  bisogna  notare  il  Nazionale,  diretto  da  Silvio  Spaventa  (4) 


(i)  Posseggo  un  numero  di  questo  prezioso  giornaletto,  nel  quale  scrisse  anche 
Salvatore  Stampacchia,  leccese,  che  nel  1848  pubblicò  in  Lecce  //  Saìeniino,  giornale 
liberale,  pel  quale  ebbe  a  soffrire  non  poche  persecuzioni.  A  Lecce,  nella  stessa  epoca 
pubblicavasi  il   Troppo  Tardi,  valoroso  giornale  liberale. 

(2)  Il  Giornale  dei  giovanetti,  cominciato  il  5  marzo  1840,  si  pubblicava  in  8  pa- 
gine ogni  IO  giorni  in-4.°  piccolo  a  2  colonne,  con  illustrazioni  litografiche  nella  prima 
e  talvolta  nell'ultima  pagina.  Il  Girelli  del  Poliorama  ne  era  editore,  del  quale  il  com- 
pilatore Malpica  diceva  nella  prefazione:  «  Egli  è  animato  da  quel  calore  che  sempre 
lo  investe  peV  tutto  ciò  che  tende  al  progresso  degl'ingegni....  Nel  suo  stabilimento  vi 
ha  un  giornale  artistico,  letterario,  industriale  ;  v'  ha  un  foglio  pittoresco,  un  altro  per 
la  moda,  v'han  torchi  da  stampa,  torchi  litografici,  disegnatori  e  scrittori....  »  Del 
Giornale  dei  giovinetti  possiedo  i  volumi  i,  2,  3,  4,  5.  00 

(3)  Usciva  in  8  pagine  a  2  colonne  con  figurini.  Ho  tutti  i  numeri  dal  i."  al  25. 

(4)  Vedi  l'articolo  //  Giornalismo  napoletano  dopo  il  //  maggio  1848. 

N.  Bernardini  —  Guida  della  Stampa  periodica  italiana  —  7. 


08  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


e  a  cui  collaboravano  i  più  ardenti  patriotti  napoletani;  la  Costitu:(ione^ 
fondata  da  Raffaele  Mezzanotte  e  diretta  da  Francesco  Lattari,  che  por- 
tava per  motto:  Unità,  Libertà,  hidipcndenia ;  il  Tempo  organo  del  partito 
regionalista  (i);  il  Mondo  Vecchio  e  Mondo  Nuovo,  in  cui  Petruccelli 
della  Gattina  sfoggiava  il  suo  tagliente  ingegno;  grandissima  influenza 
ebbe  pure  in  quei  giorni  V Arlecchino,  foglio  umoristico  con  caricature, 
che  rimase  celebre  per  la  sua  mordacità  e  al  quale  collaboravano  Achille 
De  Lauzieres,  proprietario  e  direttore,  Michelangiolo  Tancredi,  Orgitano, 
Felice  Niccolini  ed  altri  (2);  la  Libertà,  di  cui  era  principale  redattore 
Antonio  Scialoja;  V  Indipendente,  che  soppresso  al  cominciare  della  rea- 
zione, risorse  sotto  il  nome  d  Indipendenza;  il  Lampo,  che  era  un  sem- 
plice bollettino  di  notizie  (3);  e  il  Tuono,  che  malgrado  la  meno  rigorosa 
censura  veniva  a  ogni  tratto  soppresso,  e  ad  ogni  volta  risorgeva  inti- 
tolandosi successivamente:  /  tuoni.  Che  tuoni!  Oh!  tuoni,  ecc. 

Nel  marzo  del  1848  nacque  anche  //  Vapore,  foglio  giornaliero,  in 
4  pagine  piccole  a  2  colonne  diretto  da  Pietro  Roussel  de'  Rossi  (4). 

Nelle  Provincie,  il  movimento  giornalistico  era  quasi  nullo,  e  m.e- 
rita  solo  qualche  menzione  Vitaliano  delle  Calabrie,  fondato  a  Cosenza 
nel  giugno  del  1848,  allo  scoppiare  dell'insurrezione  calabrese,  e  redatto 
da  Biagio  Miraglia. 

Ma  man  mano  che  il  governo  si  fortificò,  la  stampa  andò  depe- 
rendo. La  reazione  prendeva  il  sopravvento  :  un  decreto  del  27  marzo  1849 
modificò  nuovam.ente  la  legge  sulla  stampa;  si  aumentarono  le  precau- 
zioni, i  rigori,  e  a  ciò  il  governo  fu  spinto  per  gli  attacchi  violenti  del 
citato  Indipendente.  Il  giornale  ufiìciale  a  questo  proposito  stampava: 
«  Che  intorno  agli  atti  governativi  le  opinioni  possano  liberamente  ma- 
nifestarsi per  mezzo  della  stampa  periodica  con  iscopo  di  vera  comune 
utilità,  è  facoltà  incontrastabile  conceduta  ad  ogni  cittadino  dello  stato. 
Ma  valersi  di  questo  mezzo  di  manifestazione  del  pensiero  per  ispacciare 
fatti  immaginari  o  travisati,  0  per  tacerne  o  negarne  affatto  altri  tutti 
positivi  con  lo  scopo  evidente  di  contrariare  il  governo  e  renderlo  odioso 


(i)  Il  Tempo  ebbe  a  redattori  il  Troja,  il  Baldacchini,  il  Bonghi,  il  Caracciolo  e 
il  Gatti.  Al  Tempo  spetta  l'iniziativa  d'aver  reclamato  la  cooperazione  delle  truppe 
napoletane  alia  guerra  d' indipendenza,  e  all'aprirsi  della  prima  assemblea  legislativa 
la  istituzione  di  un  potere  costituente  che  agisse  d'accordo  col  Re.  Questo  giornale 
ebbe  una  parte  grandissima  alla  formazione  del  ministero  Troja;  ma  dopo  il  colpo  di 
stato  del  15  maggio  1848,  passò  agli  stipendi  del  governo  e  mutata  redazione  conti- 
nuò finche  al  governo  parve  necessario  avere  un  organo  proprio. 

(2)  Vedi  oltre  l'articolo  1'  «  Arlecchino  »  di  Napoli  nel  1848. 

(3)  Vedi  oltre  l'articolo  «  Il  Lampo  »  di  Napoli. 

(4)  Questo  giornale  usciva  ogni  giorno  a  23  ore  e  costava  un  grano  a  numero. 
Due  delle  sue  pagine  erano  occupate  dall'appendice  l'Ebreo  Errante  di  Sue.  Nel  n.  41 
di  questo  giornale,  che  conservo,  c'è  questa  data  di  cronaca:  «  Leggiamo  quasi  ogni 
sera  nel  Giornale  Costituzionale  i  versamenti  che  del  contributo  fondiario  fanno  antici- 
patamente i  proprietari  anche  stranieri  stabiliti  qui,  nelle  mani  dei  percettori,  e  con 
ammirevole  soddisfazione  abbiam  inteso  che  il  Capo  di  Ripartimento  D.  Luigi  Settem- 
brini abbia  ceduto  in  prò  delle  Finanze  un  terzo  del  suo  soldo.  Ora  vedete  come  can- 
gian  le  cose!  In  quei  giorni  ne'  quali  si  sentiva  che  in  Roma,  ed  in  altre  parti  d'Italia 
piovevan  danari  da  ogni  banda,  qui  in  Napoli  piovevan  sassate,  ed  ora  che  in  Italia 
cadono  nugoli  di  palle,  in  Napoli  si  comincia  a  vedere  la  pioggia  delle  monete.  » 


IL   GIORNALISMO   ITALIANO.  00 

e  d'ingenerare  ed  alimentare  k  pubblica  scontentezza,  è  un  attentare  ai 
santi  diritti  della  verità,  anteriori  ad  ogni  altro,  è  un  ingannare  il  paese 
sui  suoi  reali  interessi,  è  un  dare  sfogo  a  private  passioni  per  ispirarne 
alle  moltitudini  delle  perniciose  e  sovversive.  »  E  lo  stesso  giornale  ri- 
peteva spesso  con  ipocrisia:  «  Non  si  stanca  Ferdinando  di  essere  cle- 
mente; ma  si  stancheranno  essi  gl'ingrati  di  essere  ingrati?  » 

Gli  scrittori  più  compromessi  presero  allora  la  via  dell'esilio,  sep- 
pure non  erano  già  nelle  carceri  dello  stato  e  rimase  soltanto  il  giornale 
governativo,  al  quale  fu  tolto  l'epiteto  di  costituzionale  che  gli  era  stato 
appiccicato  per  la  seconda  volta. 

Dal  1845  al  1855  si  ebbe  ancora  un  profondo  silenzio  (i)  che  co- 
minciarono poi  ad  interrompere  il  Trtifaldino,  la  Rondinella  (1855),  il 
Diorama,  il  Tornese  (2),  il  Paiamo  di  Cristallo  (1856),  il  Nomade  (1857), 
a  cui  collaboravano  Carlo  De  Cesare,  Giuseppe  Lazzaro  e  Luigi  Indelli, 
V  Epoca  (1858),  il  Campanello  (1859).  Poco  prima  dei  rivolgimenti  del  '60, 
durante  il  breve  periodo  costituzionale  di  Francesco  II,  comparve  1'  Opi- 
nione Nazionale,  insieme  alla  Nuova  Italia  di  Pasquale  De  Virgilii,  e  alla 
Patria  di  B.  Miraglia  e  Francesco  Lattari. 

Proclamata  la  dittatura,  la  stampa  politica  si  fece  più  attiva  ed  entrò 
arditamente  nel  nuovo  campo  d'azione  che  i  nuovi  avvenimenti  le  schiu- 
devano (3).  Sorsero  cosi  il  Pungolo  fondato  da  Leone  Fortis  e  diretto 
da  Jacopo  Comin;  il  Nazionale,  che  fondato  da  Bonghi  per  ordine  di 
Cavour,  trasportossi  poi  a  Torino;'  la  Patria  diretta  prima  dal  Bianchi- 
Giovini,  poi  da  Paulo  Fambri,  rimasta  per  molti  anni  l'organo  del  par- 
tito moderato;  il  Popolo  d'Italia,  organo  dei  repubblicani,  fondato  da 
Filippo  De  Boni  e  diretto  da  Giorgio  Asproni  (4),  il  Roma  fondato  da  Pie- 
tro Sterbini,  diretto  prima  da  Diodato  Lioy,  poi  da  Giuseppe  Lazzaro; 
VJtalia,  diretta  da  Luigi  Settembrini,  poi  da  Francesco  De  Sanctis;  l'Azione 
giornale    mazziniano   di   Giovanni    Matina  (5),  e  moltissimi   giornaletti 


(i)  Per  farsi  un  concetto  del  regime  a  cui  era  ridotta  la  stampa  in  questo  triste 
periodo,  basrerà  dire  che  perfino  la  Civiltà  Cattolica,  rivista  mensile  religiosa,  dovette 
abbandonare  Napoli  e  trasferirsi  a  Roma! 

(2)  Il  Tornese,  giornale  universale,  politico,  scientifico,  letterario,  artistico,  bernesco, 
era  nato  ai  primi  del  1856;  usciva  ogni  giorno  in-8.°  a  due  colonne  e  costava  un 
tornese  a  numero.  Vi  scrivevano  T.  RutTa,  R.  Pettinati,  P.  Distretto,  Luigi  Cassitto, 
Alberto  Grimaldi,  ecc.  L'ufficio  era  al  vico  S.  Niccolò  alla  Carità  14.  Nella  mia  col- 
lezione ho  un  volume  del  Tornese,  dal  n.  73  al  163. 

Nel  1850  nacque  a  Napoli  l'Ordine  giornale  politico  letterario  quotidiano,  stam- 
pato su  carta  cilestre. 

(3)  Dal  20  luglio  1860,  cioè  prima  dell'entrata  di  Garibaldi,  fino  agli  ultimi  mesi 
dell'anno,  si  pubblicò  a  Napoli  un  giornaletto  intitolato  appunto  II  Garibaldi,  in  4  pa- 
gine in-4.''  a  2  colonne,  su  carta  celeste,  che  fu  l'organo  quasi  ufficiale  del  governo 
provvisorio.  Ne  ho  i  primi  16  numeri. 

(4)  Il  Popolo  d'Italia  fu  fondato  nel  gennaio  1860;  usciva  ogni  giorno  in  4  pa- 
gine a  4  colonne.  Aveva  il  suo  ufficio  alla  strada  Sette  Dolori  37,  2.°  p." 

(5)  L'Anione,  giornale  quotidiano,  fu  fondato  dopo  Aspromonte.  Lo  dirigeva  di 
nome  il  deputato  radicale  Giovanni  Matina,  in  fatto  era  compilato  dal  prof.  Luigi  Ti- 
nelli, allora  poco  più  che  ventenne,  che  usciva  dalla  redazione  del  Popolo  d' Italia,  ed 
ora  è  preside  del  liceo  di  Teramo.  Neìì'Aiione  scriveva  d'ordinario  Domenico  Mauro, 
patriotta  e  poeta  calabrese,  capo  col  Ricciardi  della  famosa  resistenza  di  Campotenese, 
uno  degli  esuli  più  illustri  del  dodicennio;  i  suoi  articoli  stupendi  per  la  forma,  alti 


100  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODIC.i   ITALLANA. 


umoristici  come  il  Diavoletto,  il  Tuono,  la  Torre  di  Babele,  il  Nuovo  Ar- 
lecchino, l'Arca  di  Noe,  ecc.  (i). 

Ma  in  sostanza  nessun  giornale  di  qualche  seria  importanza  potè 
mai  mantenersi  a  Napoli  prima  del  1870,  dove,  dopo  la  guerra  der59 
eransi  formate  due  correnti  nell'opinione  pubblica  e  nella  stampa  quo- 
tidiana. I  liberali,  che  senza  abbandonare  le  idee  costituzionali  desidera- 
vano il  mantenimento  della  indipendenza  napoletana  avevano  scelto  per 
loro  organo  principale  Y  Italia  citata,  mentre  a  propugnare  le  idee  del 
partito  unitario  c'era  il  Na:{ionale,  che  cessò  le  pubblicazioni  non  appena 
colla  soppressione  del  vice-reame  furono  annientate  le  ultime  traccie  di 
un'autonomia  napoletana.  Tutti  i  giornali  citati  e  molti  altri  ancora  eb- 
bero una  vita  efimera  ;  soltanto  pochi  rimasero  in  piedi  :  il  Pungolo  che 
fu  sempre  l'organo  di  un'opposizione  mal  definita  e  tira  ora  12,000  co- 
pie; il  Roma,  in  origine  organo  di  estrema  sinistra,  che  tira  6000  copie; 
il  Piccolo,  fondato  da  Rocco  De  Zerbi,  che  lo  abbandonò  un  paio  d'anni 
fa  e  che  tira  circa  5000  copie 

In  quanto  ai  giornali  surti  qua  e  là  nelle  provincie  napoletane,  non 
ve  n'era  che  qualcuno  che  avesse  raggiunto  un  po'  d' importanza. 

X 

Diciamo  ora  qualche  cosa  del  giornalismo  siciliano. 

In  Sicilia  non  si  ebbe  vivace  movimento  giornaUstico  se  non  nel 
periodo  1848-49.  Prima  d'allora  non  eransi  visti  che  pallidi  tentativi  di 
giornalismo  politico,  e  una  stampa  che  doveva  limitarsi  a  far  della  po- 
litica solamente  per  analogia  storica,  applicando  ad  uno  oi  altro  periodo 


e  vigorosi  per  il  concetto,  erano  spesso  violenti  e  colpivano  a  sangue  il  partito  mo- 
derato. Anche  il  Nicotera,  sebbea  di  rado,  vi  collaborava.  Redattori  ordinari  del  gior- 
nale erano:  Nicola  Buano,  che  poi  fu  deputato,  e  un  tal  Colajanni,  basilisco;  straor- 
dinari Enrico  e  Camillo  Fazio,  Gaetano  Cherubini,  Pasquale  Bàrbera  e  altri.  11  gior- 
nale visse  poco  meno  di  un  anno.  In  quel  tempo  le  idee  radicali  non  attecchivano 
in  Napoli;  il  giornale  più  diffuso  era  il  Pungoìo,  che  allora  era  più  moderato  che  pro- 
gressista. L'Aiione  fu  pubblicata  quasi  a  tutta  perdita. 

(i)  Nell'agosto  del  1864  a  Napoli  doveva  avvenire  uno  scontro  alla  sciabola  fra 
il  deputato  Alfieri  d'Evandro  e  il  signor  F.  Alessandroni,  direttore  proprietario  del- 
l'.^n:a  di  Noè.  Ma  sul  punto  che  i  due  avversari  avevano  imbrandite  le  armi  per  bat- 
tersi, l'Alessandronl,  preso  da  panico,  scappò,  fra  l'ilarità  degli  altri  convenuti.  (Do- 
vere, 27,  II.) 

Ecco  una  lista,  sebbene  non  completa,  di  giornali  napoletani  comparsi  in  questo 
periodo  e  di  cui  ho  rintracciato  qualche  esemplare  nella  mia  collezione:  1861:  U  Ple- 
biscito, quotidiano;  L'Indipendente,  quotidiano,  diretto  da  Dumas  (vedi  oltre  Alessandro 
Dumas  giornalista  a  Napoli);  La  Pietra  Infernale,  diretta  da  Giovanni  Gervasi;  1862:  il 
Corriere  d'Italia,  quotidiano,  di  Antonio  D'Alessandro;  l'Epoca,  trisettimanale;  l'Eco 
di  Napoli,  religioso,  trisettimanale;  la  Sentinella,  trisettimanale;  la  Gaietta  di  Napoli, 
quotidiana,  in  6  pagine  piccolissime  :  Napoli  e  Torino,  trisettimanale  religioso  ;  //  Cat- 
tolico, trisettimanale;  Il  Monitore,  giornale  che  fa  piangere  e  fa  ridere,  trisettimanale;  // 
Difensore  Cattolico,  trisettimanale;  La  Stampa  Napolitana,  trisettimanale  cattolico  (so- 
spese le  puiblica^ioni  il  ji  gennaio  iSój);  l'Avvenire,  quotidiano,  di  Antonio  Turchia- 
rulo;  l'Osservatore  Napolitano,  trisettimanale  cattolico,  di  Armand  Dubarr}^;  1863:  La 
Libertà  italiana,  quotidiano,  di  Luigi  Indelh;  L'Italia,  organo  dell'Associazione  Uni- 
taria costituzionale;  Il  Conciliatore,  quotidiano,  di  Ercole  Giordano;  La  Pagnotta,  umo- 
ristico; La  Bilancia,  cattolico,  e  poi  il  Corriere  del  Mattino,  la  Libertà  Cattolica,  Lo 
Trovatore,  in  dialetto,  la  Nuova  Roma,  ecc.  ecc. 


IL   GIORNALISMO  ITALIANO.  101 

antico,  quelle  considerazioni  che  gli  scrittori  avrebbero  voluto  fare  sulle 
cose  e  gli  uomini  del  giorno. 

Citerò  il  Periodico  (1811-15)  e  il  Giornale  dei  dibattimenti,  poi,  dopo 
il  1857,  rocchio,  di  Parlatore,  V Oreteo,  di  Francesco  Crispi,  il  Giornale 
di  scienie,  lettere  ed  arti  di  Mortillaro,  l' Effemeride  Siciliana  di  Malvica  e 
Pignatelli,  il  Giornale  di  Statistica  di  Francesco  Ferrara  (1834-40)  (i),  la 
Ruota  di  Benedetto  Castiglia,  il  Contemporaneo  e  il  Peloritano  di  Messina. 

Costretti  come  dissi,  a  far  della  politica  di  due  secoli  addietro,  o 
a  non  lasciare  il  campo  letterario  e  scientifico,  questi  giornali  coglievano 
però  ogni  occasione  per  esprimere  i  sentimenti  e  le  vaghe  aspirazioni 
che  cominciavano  a  farsi  strada  nell'animo  dei  patriotti.  Gli  è  cosi  che 
quando  si  prese  a  discutere  intorno  alla  convenienza  di  conservare  o 
abolire  la  doppia  dogana,  la  quistione  prese  subito  aspetto  politico.  E 
questo  momento  psicologico  del  giornalismo  siciliano  è  tanto  più  inte- 
ressante, inquantochè  fu  allora  che  cominciò  a  rivelarsi  il  partito  italiano 
unionista,  che  voleva  la  dogana  unica  per  tutto  il  regno  delle  Due  Si- 
cilie, mentre  il  partito  autonomista  voleva  la  doppia  dogana  per  Napoli 
e  per  Sicilia.  Cosa  curiosa  :  al  partito  unionista  appartenevano  allora  que- 
gli stessi  uomini  che  poi  furono  i  più  ardenti  e  pertinaci  campioni  del- 
l'autonomia siciliana. 

Venuto  il  1848,  in  ogni  centro  dell'isola  sorsero  giornali,  e  la  stampa 
ebbe  allora  un  periodo  di  attività  che  non  raggiunse  mai  più.  Primo 
fra  tutti  fu  il  Precursore,  organo  del  Comitato  di  difesa,  fondato  in  Pa- 
lermo da  Crispi,  in  mezzo  alle  barricate,  e  scritto  col  fucile  in  spalla. 
Sempre  a  Palermo,  si  ebbero  poi,  la  Indipendenza  e  la  Lega,  che  era 
diretta  da  Francesco  Ferrara  e  rappresentava  le  idee  del  partito  più  mode- 
rato; la  Democrazia  italiana  di  Giuseppe  La  Farina;  il  Cittadino;  la  Falce 
di  Beltrani;  la  Luce  di  Cordova;  la  Costanza  di  Crispi,  Raffaele  e  De 
Pasquali,  ecc.  ecc.  (2). 

Come  negli  altri  paesi  d' Italia,  la  restaurazione  fece  strage  di  tutti 
questi  giornah,  e  rimasero  in  vita  soltanto.  Cerere,  giornale  ufficiale  di 
Sicilia  —  che  mutato  governo  divenne  poi  l'attuale  Giornale  di  Sicilia  — 
e  V Armonia,  giornale  di  sfegatata  reazione. 

L'eroica  spedizione  di  Marsala  venne  a  mutare  questo  stato  di  cose 
e  fece  risorgere  per  opera  dello  stesso  Crispi,  quel  Precursore  che  nel  '48 
era  stato  il  primo  giornale  di  rivolta,  ed  ora  doveva,  non  più  preannun- 
ciare tempi  nuovi  e  nuove  vicende,  ma  constatare  il  feUce  avverarsi  di 
tanti  sospirati  desideri.  Il  Precursore  fu  per  lungo  tempo  il  foglio  più 
diffuso  dell'isola,  più  diffuso  che  non  fosse  il  Corriere  Siciliano  fondato 
a  sostenere  il  governo  del  partito  liberale  moderato.  Ma  fra  i  giornali 
palermitani,  più  popolare  di  tutti  era  V Amico  del  popolo  che  apparteneva 
all'opposizione  moderata  e  che  tuttora  si  pubbhca. 


(i)  Emeiico  Amari,  palermitano,  giovanissimo  collaborava  già  nel  Giornale  di  Sta' 
tistica;  esule  in  Piemonte  nel  1849  dettò  col  Ferrara  il  periodico  La  Croce  di  Savoja. 

(2)  Giacinto  Carini,  palermitano,  fallita  l' insurrezione  siciliana  del  '48,  esulò  a  Pa- 
rigi, ove  con  Ferrari  ed  altri  connazionali  fondò  un  giornale  con  Io  scopo  di  proteg- 
gere gl'interessi  industriali  e  commerciali  degl'italiani;  ir  giornale  intitolossi  prima 
Revut  francO'italienne,  poi  Courrier  franco-italien. 


102  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

In  quanto  alla  stampa  di  Messina  essa  presentava  in  generale  un 
carattere  di  maggiore  benevolenza  verso  il  governo,  che  non  avesse  la 
stampa  palermitana. 

Nel  1868  a  Palermo  si  pubblicavano  27  giornali. 

In  tutta  la  Sicilia  nel  1870  si  pubblicavano  79  giornali  e  riviste 
periodiche. 

La  sola  Palermo  ne  contava  31,  e  solo  essa  ne  aveva  di  scienze, 
lettere  ed  arti.  Vi  erano  le  Nuove  effemeridi  siciliane  e  la  Rivista  Sicilia, 
quest'ultima,  la  prima  rivista  di  scienze,  lettere  ed  arti,  nata  nel  1869 
a  fascicoli  mensili  di  90  pagine;  il  Giornale  del  Consiglio  di  perfe:(iona- 
w^w/o  si  occupava  di  scienze  naturali  ed  economiche;  la  Ga:(:ietta  medica, 
la  Galletta  clinica,  l'Osservatore  medico,  il  Pisani,  gli  Annali  della  medicina 
omeopatica  per  la  Sicilia,  di  scienze  mediche;  gli  Annali  di  costruzioni  di 
scienze  esatte;  gli  Annali  di  Agricoltura  Siciliana;  gli  Atti  della  Società 
di  acclima:^ione ;  il  Giornale  ed  Atti  della  Commissione  di  agricoltura  e  pa- 
stori:(ia  per  la  Sicilia,  di  scienza,  industria  ed  interesse  agricolo;  il  Circolo 
Giuridico,  di  scienze  legali,  ch'esce  tuttora;  V Evemero,  di  filosofia  ra- 
zionalista; il  Vittorino  da  Feltre,  V  Istruzione  ed  Educazione,  la  Rivista 
italiana  d'istruzione  pubbhca;  l'Arte,  il  Diogene,  la.  Gazzetta  artistica,  la 
Rivista  drammatica,  di  arte  specialmente  drammatica  e  musicale;  il  Gior- 
nale della  Camera  di  Commercio  e  il  Commercio  di  Sicilia,  quest'ultimo 
ancora  esistente;  il  Giornale  di  Sicilia,  il  Precursore,  l'Amico  del  popolo 
che  escono  sempre  e  la  Regione,  la  Gazzetta  di  Palermo,  V  Emancipazione, 
la  Luce  e  l'Umanitario,  tutti  di  cose  politiche. 

Tra  le  principali  città  di  provincia,  Messina  ne  contava  12:  l'Epoca, 
il  Corriere  messinese,  l'Operaio,  il  Barbiere,  Don  Marcio,  Fede  e  Ragione,  il 
Normanno,  il  Ficcanaso,  la  Gazzetta  di  Messina,  creata  nel  1863,  l'Aquila 
latina  fondata  nel  1861,  Politica  e  Commercio  nel  1857,  tutti  politici  e 
tutti  morti,  meno  i  tre  ultimi,  e  la   Temi  Zanclea  di  materie  legali. 

Catania  aveva  lo  Studente,  periodico  di  pubblica  istruzione  e  il  Mo- 
nitore uella  Provincia,  la  Sveglia,  la  Redenzione,  'l'Apostolato,  la  Gazz^t^^ 
di  Catania,  Fede  ed  Avvenire  e  Don  Pancrazio,  tutti  politici. 

Siracusa  aveva  l'Avvisatore  Siracusano,  il  Popolano,  la  Cronaca,  la 
Gazz^ti'^  di  Siracusa,  la  Camera  di  Commercio,  cessati. 

Trapani  aveva  V  Imparziale  ed  Esopo. 

Girgenti  il  Giornale  della  Provincia  e  V  Empedocle. 

Caltanissetta  il  Messaggere. 

Vari  comuni  avevano  anch'essi  il  loro  giornale,  attualmente  cessati  : 
Lentini  la  Voce  del  popolo,  il  Presagio  e  il  Patriota;  Ragusa  l'Omnibus 
e  l'Eco  dei  monti;  Noto  la  Voce  del  Sud;  Modica  il  Campailla;  Comiso  il 
Mentore  popolare;  AcivQaÌQ  il  Cittadino  ;  Ghrra  la.  Stella  polare;  Barcellona 
pozzo  di  Gotto  l'Eco  del  Longano  e  l'Operaio;  Mistreita  l'Amastratino. 
Messina,  Girgenti,  Bivona,  Caltagirone,  Noto,  Mistretta  avevano  ciascuna 
il  loro  Bollettino  del  Comizio  Agrario,  che  ora  manca  a  parecchie  di  que- 
ste città. 

Nel  1870,  c'è  da  osservare  che,  uscendo  da  Palermo  non  s'incon- 
travano che  giornali  di  commercio,  di  amministrazione  e  di  politica; 
ehe  la  più  parte  di  essi  erano  settimanali  0  quindicinali, 


IL   GIORNALISMO  ITALIANO.  103 

Nello  Stesso  anno  da  due  mesi  erano  stati  sospesi  tre  giornali  cat- 
tolici: VApe  Ibka  di  Palermo  (i),  la  Parola  Cattolica  di  Messina  e  la 
Tromba  Nisseria  di  Caltanissetta. 

X 

Anche  la  Lombardia  e  la  Venezia,  subito  dopo  la  vittoria  del  po- 
polo sugli  austriaci  e  la  liberazione  del  1848  videro  sorgere  un  gran 
numero  di  giornali  di  tutti  i  colori  politici.  L'organo  del  governo  prov- 
visorio di  Milano  e  nel  tempo  stesso  del  partito  moderato  lombardo, 
era  //  22  Mar^o,  in  4  pagine  a  4  colonne,  grande,  nel  suo  formato, 
come  le  speranze  lombarde  e  come  esse  mal  determinato  ne'  suoi  scopi 
ed  incerto  nelle  sue  mosse,  fondato  e  diretto  dal  Broglio  e  dal  Tenca 
e  che  cessò  le  pubblicazioni  al  ritorno  degli  austriaci.  Contemporanea- 
mente Romolo  GrifEni  e  Pietro  Maestri  pubblicavano  la  Voce  del  popolo^ 
anch'essa  abbastanza  diffusa  e  relativamente  moderata,  sebbene  non  sem- 
pre andasse  d'accordo  col  governo  provvisorio.  Nel  maggio  1848  era 
pure  apparsa  a  Milano  V  Italia  del  popolo,  organo  di  Mazzini,  redatta  in 
principio  dal  Revere;  ma  entrati  gh  austriaci  a  Milano,  il  giornale  fu 
trasportato  a  Roma,  dove  venne  soppresso  nel  marzo  1849.  Nello  stesso 
tempo  una  folla  di  giornaletti  da  teatrali  s'erano  trasformati  in  politici, 
come  V  Operaio,  foglio  di  colore  quasi  socialista,  compilato  da  Enrico 
Cernuschi,  Pietro  Perego  e  Lavelli  (2);  anche  i  giornah  umoristici  pro- 
speravano: allora  cominciò  a  farsi  nome  il  briosissimo  Caccianiga  di 
Treviso  con  lo  Spirilo  Folletto,  modellato  sullo  Charivari  parigino  di  quei 
tempi. 

Con  l'entrata  degli  austriaci  a  Milano,  rimasero  in  piedi  soltanto 
pochi  giornali,  la  Ga:(^etta  di  Milano,  foglio  ufficiale  (3),  il  Pirata,  gior- 
nale artistico  letterario  (4),  il  Cosmorama  Pittorico  parimenti  letterario 
e  artistico  (5)  e  qualche  altro. 

La  Bilancia,  organo  di  feroce  reazione,  vi  ebbe  breve  esistenza.  Per 


(i)  Era  stata  fondata  nel  1868;  usciva  tutti  i  giorni  in  4  pagine  a  4  colonne,  con 
la  tiara  e  le  chiavi  apostoliche  e  tre  lettere  di  Pio  IX  nella  testata!  Ho  il  n.  200 
del  1870. 

(2)  Cernuschi,  oggi  speculatore  milionario  a  Parigi,  in  quel  tempo  fu  l'anima 
delle  barricate  di  Milano;  fu  due  volte  imprigionato,  dal  governo  provvisorio  di  Mi- 
lano, perchè  svelava  nel  suo  giornale  le  mene  dei  fusionisti,  e  nel  '49  a  Roma  dai 
francesi  per  l'accusa  di  avere  eccitato  il  popolo  ad  insorgere  contro  di  essi  nel  loro 
ingresso  a  Roma.  Il  Perego,  dopo  breve  soggiorno  a  Torino,  diventò  giornalista  a  sti- 
pendio della  polizia  austriaca  a  Verona,  dove  mori,  a  quanto  corse  voce,  di  veleno 
propinatogli  da  mano  clericale.  Lavelli,  ignoto  affatto,  mori  esule  ed  ancora  giovane 
in  uno  spedale  di  pazzi  a  Londra. 

(3)  Usciva  da  parecchi  anni  in  4  pagine  a  3  colonne  con  l'aquila  bicipede  nella 
testata.  Ne  ho  due  numeri:  uno  del  1842,  con  un  supplemento  letterario;  allora  il 
titolo  era  Gaietta  privilegiata  di  Milano;  ed  un  altro  del  1849. 

(4)  Era  nato  nel  1856;  si  pubblicava  il  martedì  e  venerdì  in  4  pagine  a  3  co- 
lonne; ne  era  estensore  proprietario  F.  Regli.  Ne  ho  un  numero  del  2  giugno  1840. 

(5)  Era  stato  fondato  nel  1835;  usciva  in  8  pagine  in-4  °  a  due  colonne.  Ne  con- 
servo un  numero  del  1845. 

Verso  la  stessa  epoca,  cioè  nel  1833,  era  nato  anche  il  Figaro,  giornale  di  lette- 
ratura, belle  arti,  critica  e  teatri,  compilato  da  G.  Battaglia  ed  O.  Arrivabene.  Usciva 
in  4  pagine  a  3  colonne.  Ho  il  n.  x.°,  anno  V,  del  4  gennaio  1837. 


104  GUIDA   DELLA   STAilPA   PERIODICA   ITALIANA. 


contro,  nato  nel  1852,  seppe  mantenersi  in  vita  sino  alla  seconda  riscossa 
degl'italiani  nel  1859  il  Crepuscolo,  professante  principi  italianissimi,  in- 
stillati e  proclamati  in  una  forma  alquanto  nebulosa  e  con  un  frasario  di 
difficile  intelligenza  affine  di  sfuggire  allo  spegnitoio  ed  alle  forbici  austria- 
che. Del  Crepuscolo  fu  principale  direttore  e  redattore  Carlo  Tenca,  che 
aveva  cominciato  a  scrivere,  alcuni  anni  prima,  nel  Corriere  delle  dame  (i). 
Accanto  al  Crepuscolo  sorsero  giornaletti  minori,  di  poco  conto,  come 
il  Caffè  del  De  Castro  e  il  Fug^iloiio  del  Viviani,  ed  altri,  assai  più  utili 
alla  causa  nazionale,  come  il  Quel  che  si  vede  e  quel  che  non  si  vede  del 
Fortis,  e  il  Pungolo  illustralo  pure  del  Fortis,  1'  Uomo  di  Pietra  (2), 
giornaletti,  quest'ultimi,  che  qualche  cosa  dicevano  dì  quel  che  era  nel- 
l'animo di  tutti.  Ma  quella  non  era  e  non  poteva  essere  vita:  era  mal 
represso  desiderio  di  vita,  null'altro. 

A  Venezia,  nel  1848,  oltre  la  Gaietta  veneta  (3),  organo  di  Da- 
niele Manin,  diretta  sempre  dal  Locatelli,  videro  la  luce  V  Indipendente, 
V  Unione  e  lo  spiritoso  giornale  satirico  Sior  Antonio  Rioba,  fondato  da 
Francesco  Berlan  (4). 

Nello  stesso  anno  nasceva  per  opera  di  Pacifico  Valussi,  un  onesto 
e  coraggioso  pubblicista,  il  giornaletto  Fatti  e  Parole  (5),  un  bell'esem- 
pio di  cronaca  popolare  che  concorse  a  sostenere  lo  spirito  dell'eroica 
popolazione  veneziana  durante  l'assedio  del  1848-49;  nasceva  pure  l'Av- 
visatore mercantile,  foglio  ufficiale  della  Camera  di  Commercio,  vissuto 
oltre  20  anni,  sotto  la  direzione  di  Tommaso  Locatelli  (6). 

Ma  dopo  il  1848-49,  come  negli  altri  stati,  anche  a  Venezia  non 
rimasero  in  vita  se  non  gli  organi  ufficiali  del  governo,  non  sempre 
sussidiati  da  quelU  del  clericalismo,  ed  in  ispecie  del  gesuitismo,  troppo 
ansioso  di  tirar  l'acqua  al  proprio  mulino  (7). 

Vi  furono  altri  tentativi,  ma  molto  innocui:  nel  1850  u^ci  il  Caffé, 
giornale  ebdomadario  di  scienze,  lettere  ed  arti  (8),  nel  1853  un  altro 
consimile  intitolato  /  Fiori,  ed  altri  di  poca  importanza. 

Venezia  non  ebbe  stampa  libera  e  fiorente  che  alla  sua  liberazione. 
Ed  è  strano:  mentre  Venezia  può  ritenersi  la  culla  del  giornalismo,  in 


(i)  Vedi  più  oltre  l'articolo  Cario  Tenca  e  II  Crepuscolo. 

(2)  Vedi  più  oltre  l'articolo  L'  Uomo  di  Pietra  (18 ^y),  di  Cletto  Arrighi. 

(3)  Sotto  la  dominazione  austriaca  s'intitolava  Gaietta  privilegiata  di  Venezia. 
Usciva  ogni  giorno  in  4  pagine  a  3  colonne,  con  l'aquila  bicipede  nella  testata,  con 
G.  A.  Perlini  e  T.  O.  Locatelli,  proprietari,  compilatori  ed  editori.  Di  questo  giornale 
ho  il  n.  26  del  3  febbraio  1S35.  Sotto  la  repubblica  il  diario  si  intitolò  Gaietta  di 
Venezia,  foglio  ufficiale,  col  leone  di  S.  Marco  invece  dell'aquila  austriaca.  Di  quest'epoca 
ho  il  n.  304  del  20  novembre  1848. 

(4)  Vedi  nella  provincia  di  Venezia  il  giornale  l' Ombra  del  Sior  Antonio  Rioba. 

(5)  Ho  il  n.  205  del  6  gennaio  1849.  Usciva  in  4  pagine  in-S."  a  2  colonne,  senza 
data  di  paese,  anno  e  tipografìa. 

(6)  Ho  il  n.  9  anno  XVII  del  1864  di  questo  giornale. 

(7)  Dario  Papa,  11  Giornalismo,  p.  253. 

(8)  Ho  il  2."  numero  di  questo  giornale.  In  esso  e'  è  un  articolo  in  cui  si  lagna 
delle  brutte  coudizioni  della  stampa  e  della  pessima  accoglienza  fatta  dal  pubblico. 
Conchiude  col  dire  che  nel  bel  paese  cui 

....  il  mar  circonda  e  l'Alpe 
La  vita,  degli  stenti  è  per  k  talpe, 


IL   GIORNALISMO  ITALIANO.  105 

essa  la  stampa  vi  ebbe,  più  tardi  che  in  qualunque  altra   regione,  vita 
prospera  e  attiva. 

X 

Nei  dieci  anni  che  corsero  dalla  restaurazione  ai  moti  nazionali 
del  '59,  la  storia  del  giornalismo  politico  italiano  si  riassume  quasi  in- 
teramente nella  storia  del  giornalismo  piemontese  (i).  E  per  quanto  la 
maggior  parte  dei  fogli  pubblicati  durante  questo  periodo  in  Piemonte,  e 
specie  a  Torino,  non  abbiano  avuto  che  una  breve  esistenza,  pur  non- 
dimeno fu  il  Piemonte  il  solo  paese  d'Italia  ove  la  libera  discussione 
potè  trovare  un  asilo.  Dei  tanti  periodici  nati  nel  1848,  i  soli  che  si 
mantennero  in  vita  nel  decennio  e  che  sieno  giunti  sino  a  noi,  sono 
la  Ga:(^etta  del  popolo  e  l'Opinione  che  difendeva  allora  le  idee  moderate 
del  patriziato  lombardo.  Più  tardi  quando  essa  passò  sotto  la  direzione  del 
Dina  (2),  il  Bianchi-Giovini  fondò  1'  Unione  che  si  distinse  ben  presto 
per  la  sua  polemica  contro  il  clero.  In  quanto  alla  frazione  democratica 
dell'emigrazione  lombarba  essa  aveva  trovato  in  principio  il  suo  organo 
nel  Progresso  a  cui  collaboravano  il  Crispi  e  il  Correnti  e  più  tardi  nel 
Diritto,  fondato  dal  Robecchi,  Correnti  e  Depretis  nel  1854.  Un  altro 
giornale  di  opposizione,  la  Libertà  del  Brofferio,  combattè  per  lungo 
tempo  la  politica  del  Cavour,  il  quale  aveva  trovato  a  sua  volta  uno 
zelante  difensore  nel  Parlamento,  che  mutò  poi  nome  nel  185)  e  di- 
venne il  Piemonte  sotto  la  direzione  del  Farini  (3). 

Il  centro  condotto  dal  Rattazzi,  e  chiamato  allora  ter^o  partito,  aveva 
fondato  nel  1854  la  Croce  di  Savoja  di  Amari  e  Ferrara,  ma  che  durò 


(i)  Per  questa  parte  mi  riporto  quasi  letteralmente  al  libro  del  Piccardi. 

(2)  Vedi  oltre  l'articolo  Giacomo  Dina  e  V  Opinione. 

Bianchi-Giovini  si  ritirò  àaìV  Opinione  nel  1852,  perchè  il  comitato  che  aveva  fon- 
dato il  giornale  voleva  porre  un  freno  alle  sue  polemiche  e  ridurgli  lo  stipendio.  Nel- 
y  Opinione  era  entrato  per  opera  di  Predari  e  Broflerio  che  aveano  indotto  Durando 
direttore,  riluttante.  Da  quel  giorno  cominciò  pel  Bianchi-Giovini  la  attiva  carriera 
giornalistica,  fida  ad  una  sola  bandiera,  impavida  contro  le  minacele  e  gli  strepiti  che 
gli  andarono  incessantemente  movendo  e  clericali  e  repubblicani,  contro  cui  vibrò  sem- 
pre colpi  gagliardi  e  di  spada  e  di  stocco,  i  quali,  purtroppo  talvolta  andando  oltre 
ai  segno,  furono  ritorti  contro  di  esso.  Nel  1849  eletto  deputato,  dal  giornale  II  Po- 
polo Sovrano  fu  accusato  di  furto;  il  deputato  savojardo  Ginet  fece  un'interpellanza;  la 
Camera  passò  all'ordine  del  giorno.  Bianchi-Giovini  scrisse  una  lettera  al  Presidente 
della  Camera,  dichiarando  che  per  delicatezza  non  sarebbe  più  intervenuto  alle  sedute. 
Notevole  la  sua  viva  polemica  con  Brofferio,  della  quale  dovette  occuparsi  la  giustizia. 
Più  volte  incorse  nel  fisco  per  critiche  religiose  da  lui  pubblicate.  Causa  due  condanne, 
le  cui  sentenze  furono  pubblicate  nell'Optmowe  del  26  dicembre  1850  e  20  agosto  i85i,fu 
chiuso  nella  cittadella  di  Torino. 

Nel  1853  fondò  1'  Unione,  che  attraverso  infinite  peripezie,  compilò  sin  verso  la 
metà  del  1861.  Per  ragioni  di  salute  si  recò  a  Milano;  voleva  continuare  V  Unione  ma 
l'impresa  falli;  recossi  a  Napoli  con  l'intera  famiglia  facendo  gravi  sacrifici,  e  quando 
già  il  senno  cominciava  a  vacillargli  per  un  colpo  apopletico  ;  a  Napoli  prese  a  diri- 
gere la  Patria,  ma  il  giornale  non  potè  giovarsi  dell'opera  sua.  Morì  il  16  maggio  1862. 
Vittorio  Emanuele  assegnò  dalla  sua  cassetta  privata  2000  lire  annue  alla  vedova  e  la 
Ga:(^eUa  del  popolo  di  Torino  raccolse  sottoscrizioni. 

(3)  Il  Piemonte,  di  cui  ho  un  numero  del  1869,  usciva  ogni  giorno  io  4  pagine 
a  3  colonne;  il  suo  ufficio  era  in  Borgo  Nuovo  via  S.  Lazzaro  4. 


106  GtJIDA   DELLA   STAMPA.    PERIODICA   ITALIANA. 

poco  tempo.  Alla  stessa  frazione  apparteneva  il  Ciltadino  di  Asti  di  cui 
Gatti  era  redattore. 

Il  partito  mazziniano,  che  dal  1848  al  1851  erasi  contentato  di 
pubblicare  a  Londra  una  semplice  rivista  sotto  il  titolo  favorito  à!  Italia 
del  popolo,  credendo  giunto  il  momento  opportuno  di  continuare  la  sua 
propaganda  per  mezzo  di  un  giornale  quotidiano  che  uscisse  in  Italia 
sotto  la  protezione  del  Piemonte,  fondò  a  Genova  nel  1852  V  Italia  e 
popolo,  giornale  repubblicano  che  cessò  le  sue  pubblicazioni  nel  1857; 
ma  2i\V Italia  e  popolo  tennero  dietro  immediatamente  V Italia  del  popolo 
che  pubblicossi  regolarmente  a  Genova  nel  1857-58  ed  una  rivista  Pen- 
siero ed  Anione  redatta  pure  nel  senso  mazziniano.  L'organo  di  un  altro 
partito  anticostituzionale,  la  clericale  Armonia,  perdette  tutta  la  sua  im- 
portanza, quando,  dopo  la  morte  del  Birago,  don  Margotti  ebbe  fondata 
r  Unità  Cattolica,  che  dura  ancora. 

Insomma,  durante  questo  periodo  della  reazione,  non  trovasi  in 
Italia,  ove  si  eccettuino  gli  stati  di  Sardegna,  che  una  stamipa  esclusi- 
vamente officiale.  Tutte  le  iniziative  che  si  tentarono  qua  e  là  per  creare 
giornali  indipendenti  andarono  pur  troppo  fallite. 

Fortunatamente  la  rivoluzione  del  1859  doveva  aprire  nuovi  e  più 
larghi  orizzonti  alla  stampa  italiana.  Spezzate  ormai  le  barriere  che  te- 
nevano l'un  dall'altro  divisi  i  popoli  della  penisola,  estesa  a  tutto  il  gio- 
vine regno  quella  libertà  della  stampa  che  già  vigeva  in  Piemonte,  la 
trasformazione  politica  che  fu  il  resultato  di  quel  movimento  doveva 
di  necessità  provocare  la  creazione  di  un  numero  grandissimo  di  gior- 
nah.  La  stampa  di  Torino,  la  quale  più  di  ogni  altra  avea  contribuito 
a  preparare  la  rivoluzione,  era  pur  quella  che  trovavasi  nelle  migliori 
condizioni  per  secondarla  e  dirigerla.  U  Opinione  cho.  nel  1859,  perme- 
glio popolarizzare  i  principii  liberali  moderati,  aveva  abbassato  il  suo 
prezzo  da  io  a  5  centesimi,  era  giunta  a  tirare  nel  1860  fino  a  15,000 
esemplari  quotidiani.  Molto  diffuso  era  pure  in  quel  tempo  il  Diritto, 
organo  della  democrazia.  Nello  stesso  anno  e  precisamente  nel  mese  di 
gennaio,  un  gruppo  di  uomini  politici  i  quali  disapprovando  la  pohtica 
timida  del  Rattazzi  volevano  il  ritorno  di  Cavour  al  potere,  fondavano 
la  Gaietta  di  Torino  che  ebbe  il  Piacentini  ed  il  Cesana  a  principali 
collaboratori.  Nel  1859  Jacottet  e  Taylor  avevano  fondato  a  Milano 
V  Italie  Nouvelle;  ma  l'anno  dopo  la  società  si  era  disciolta  e  il  Jacottet 
aveva  trasferito  a  Torino  il  suo  giornale  a  cui  dette  il  nuovo  titolo 
à'  Italie  che  essa  porta  tuttora,  a  Roma;  la  Gaietta  del  popolo  del  Dot- 
terò col  nuovo  ordine  di  cose  avea  presa  una  posizione  importantissima; 
e  nel  1861  era  surta  La  Stampa,  che  avea  a  collaboratori  principali  Bon- 
ghi, Spaventa  e  Fambri,  creato  principalmente  per  contrabbilanciare  nel- 
l'opinione pubblica  r  influenza  piemontese  (i).  Inoltre  vedeva  la  luce  fin 
dal  gennaio  del  1855  il  decano  dei  giornali  umoristici  italiani,  il  Pa- 
squino, fondato  già  dal  Cesana  e  dal  Piacentini  ed  a  cui  il  bizzarro  in- 


(i)  La  Stampa  nacque  il  i.°  febbraio  1862,  in  formato  piccolo  che  ingrandi  no- 
tevolmente un  anno  dopo.  Usciva  ogni  sera  in  4  pagine  a  5  colonne.  Ne  era  ammi- 
nistratore Oreste  Portaluppi,  anch'esso  napoletano.  Ho  il  numero  del  26  maggio  1863. 


IL   GIORNALISMO  ITALIANO.  107 

gegno  del  caricaturista  Teja  aveva  procacciato  fama  e  lettori  per  tutta 
Italia.  (Fedi  questo  giornale  nella  prov.  di   Torino.) 

Ma  più  tardi,  quando  per  la  convenzione  del  settembre  1864  venne 
pattuito  fra  la  Francia  e  l' Italia  il  trasporto  della  capitale,  V  Opinione,  il 
Diritto  e  ì'  Italie  non  esitarono  ad  emigrare  da  Torino.  La  Stampa,  come 
quella  che  avea  ormai  esaurito  il  suo  programma,  cessava  le  pubblica- 
zioni. Ed  i  soli  giornali  di  qualche  importanza  che  rimanessero  a  To- 
rino dopo  il  trasporto  della  capitale  a  Firenze,  furono  1'  Unità  Cattolica 
di  Don  Margotti  che  andò  sempre  più  prosperando  d'allora  in  poi,  la 
Gai:^etta  di  Torino  e  la  Ga:(^etta  del  popolo  del  Dotterò,  organo  del  par- 
tito piemontese,  la  quale  mal  sopportando  il  trasporto  della  capitale  a 
Firenze,  era  diventata  l'alleata  dell'opposizione  radicale. 

Cosi  Firenze  divenne  dal  1865  al '70,  vale  a  dire  fino  alla  presa  di 
Roma,  il  nuovo  centro  del  giornalismo  italiano.  Già  fino  dal  1859  vi  si  pub- 
blicava la  Nazione,  che  Celestino  Bianchi,  il  Galeotti  e  il  Papini  avean 
fondata  in  senso  hberale  moderato  e  che  era  allora,  com'è  oggi,  il  me- 
glio fatto  ed  il  più  autorevole  dei  giornali  toscani.  Già  esisteva,  organo 
anch'essa  del  partito  moderato,  la  Ga^^t?//a  del  popolo,  che  tale  era  il  ti- 
tolo sotto  cui  erasi  trasformata  la  Lente  fondata  nel  1852  dal  Tellini. 
Ed  insieme  a  questi  fogli  ed  a  quelli  che  eran  venuti  a  Firenze  a  ri- 
morchio della  capitale,  altri  moltissimi  ne  vennero  man  mano  sorgendo 
a  rappresentare  tutte  le  sfumature  dei  diversi  partiti.  Cosi  il  Crispi  e  il 
De  Boni  nel  1866  fondavano  con  programma  d'opposizione  la  Riforma, 
che  rimasta  soppesa  nel  1873  riprese  poi  nel  1875  le  sue  pubblicazioni 
e  le  continua  ancora,  a  Roma.  Cosi  sul  finire  del  1865,  il  Pancrazi 
fondò  la  Gaietta  d'Italia,  la  quale,  finché  la  capitale  fu  a  Firenze,  fu 
tra  i  più  diff'usi  e  ricercati  giornali  italiani.  Il  Cesma  che  aveva  lasciato 
la  redazione  della  Ga:(ietta  di  Torino  fondava  contemporaneamente  a  Fi- 
renze il  Corriere  italiano  che  ebbe  un  periodo  di  splendida  popolarità 
durante  la  guerra  del  1866,  tantocchè  giunse  a  tirare  fino  a  25,000  co- 
pie. Ed  ahri  ancora  videro  la  luce,  fino  al  Fanfulla  che  fondato  da  Ce- 
sana,  da  Piacentini  e  L)e  Renzis  nel  giugno  1870  ebbe  un  successo 
rapidissimo,  pienamente  giustificato  dalla  briosa  novità  della  forma,  la 
quale  dovea  produrre  nel  giornalismo  italiano  una  vera  rivoluzione. 

Né  minore  incremento  avea  preso  la  stampa,  dopoché  il  regno  erasi 
costituito  ad  unità,  nelle  diverse  provincie  italiane. 

A  Genova  le  idee  moderate  contavano  due  validi  sostenitori  nel- 
l'antica Gaietta  di  Genova  e  nel  coraggioso  Corriere  mercantile,  mentre 
il  Movimento,  fondato  fino  dal  1854,  combatteva  per  l'opposizione.  Ed  a 
Genova  avea  pure  stabilito  il  partito  repubblicano  il  suo  quarticr  gene- 
rale, dandovi  mano  nel  1860  a.ìV  Unità  italiana,  organo  principale  di 
Mazzini.  A  Milano,  dopo  la  caduta  del  dominio  austriaco,  la  ricca  ari- 
stocrazia lombarda  avea  fondato  la  Perseveranza  che  fu  diretta  prima 
dall'Allievi  (i)  e  poscia  dal  Bonghi,  il  quale  era  riuscito  a  farne  il  migliore 


(i)  L'Allievi,  che  in  principio  era  guidatore  di  oche,  nel  1848  fu  seguace  delle 
teorie  mazziniane  e  collaboratore  assiduo  del  Pio  IX  e  della  Voce  del  popolo  durante 
i  brevissimi  giorni  di  Ubertà  che  potè  godersi  la  Lombardia.  Poscia  collaborò  nel 
Crepuscolo  del  Teaca. 


108  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

e  il  più  autorevole  dei  giornali  italiani;  tantoché  d'allora  in  poi  la  Per- 
severanza è  stata  sempre  in  grado  di  poter  sostenere  il  confronto  coi 
primi  giornali  degli  altri  paesi  d'  Europa.  Parimente  il  Pungolo,  trasfor- 
mato in  giornale  politico,  da  letterario  ch'era  prima  del  '59,  era  diven- 
tato, setto  la  direzione  di  Leone  Fortis,  l'organo  delle  classi  medie,  ed 
avea  acquistato  in  Lombardia  grandissima  diffusione.  E  più  tardi,  nel  1866, 
la  casa  editrice  Sonzogno  avea  fondato  pare  a  Milano  il  Secolo,  che  surto 
dapprima  con  prograq;ima  moderato,  andò  poi  trasformandosi,  tantoché 
oggi  esso  è  il  principale  portavoce  del  partito  radicale  italiano. 

In  quanto  a  Venezia,  il  cambiamento  di  regime  che  fu  il  resul- 
tato della  guerra  del  1866,  avea  portato  immediatamente  la  trasforma- 
zione della  ufficiale  Gaietta  di  Vene:{ia  in  un  foglio  liberale  e  nazio- 
nale, ma  non  die  vita  ad  alcun  giornale  che  meriti  particolare  men- 
zione. 

In  quanto  poi  agli  altri  fogli  che  erano  venuti  pubblicandosi  man 
mano  nelle  antiche  provincie  dopo  l'annessione,  ben  pochi  erano  stati 
quelli  che  avevan  potuto  raggiungere  una  certa  importanza  ed  esercitare 
qualche  influenza.  Ove  si  faccia  eccezione  pel  Corriere  dell'Emilia  e  per 
la  Ga~:;ietta  delle  Romagne,  ambedue  pubblicati  a  Bologna  a  sostegno  delle 
idee  moderate,  per  il  Corriere  delle  Marche,  pel  Patriota  d'Ancona,  e  per 
l'Amico  del  popolo,  organo  del  partito  democratico  parmense,  non  v'  ha 
guari  altro  giornale  che  meriti  di  essere  citato. 

X 

L'indomani  dell'ingresso  delle  truppe  nazionali  a  Roma,  uscì,  come 
abbiamo  visto  a  pag.  ^6,  il  primo  giornale  italiano,  la  Libertà,  gazzetta 
dei  popolo,  fondata  con  programma  costituzionale  dall'Arbib,  e  che  di- 
venne in  breve  l'organo  del  partito  liberale  moderato  romano.  Quasi 
contemporaneamente,  Raffaele  Sonzogno  pubbHcava  la  Capitale  che  fu 
l'organo  del  partito  radicale.  Ma  dei  moki  giornali  italiani  che  sboccia- 
rono 1  Roma  uno  dopo  l'altro  in  quel  primo  periodo,  la  Libertà  e  la 
Capitale  furono  i  soli  che  riuscirono  a  mantenersi  ed  a  prender  piede; 
gli  altri  furono  costretti  a  cessare  dopo  un'esistenza  più  o  meno  effimera. 
In  quanto  al  partito  clericale,  esso  aveva  ancora  a  sostenitore  delle  sue 
idee  Y Osservatore  Romano  che  si  vide  sorgere  a  fianco  poco  più  tardi  la 
Foce  della  Verità^  fondata  e  diretta  da  Monsignor  Nardi  e  che  fu  d'allora 
in  poi  l'organo  del  partito  dissidente  del  Vaticano.  Con  tutto  ciò,  il  primo 
ed  il  più  autorevole  dei  giornali  clericali  italiani  è  sempre  rimasta  V  Unità 
Cattolica  di  Torino. 

L'Opinione,  il  Diritto  e  V  Italie,  che  già  avean  seguito  la  capitale 
nella  sua  trasmigrazione  da  Torino  a  Firenze,  non  tardarono  a  seguirla 
a  Roma.  E  dei  nuovi  giornali  che  erano  stati  fondati  a  Firenze  vennero 
pure  a  Roma  la  Riforma  del  Crispi  ed  il  Fanfulla,  che  sotto  la  direzione 
dell'Avanzini  avea  preso  in  breve  un  posto  autorevole  fra  i  principali 
posti  del  partito  liberale  moderato. 

Il  solo  fra  i  giornali  nati  a  Roma  prima  del  1876,  e  che  sia  riuscito 
a  conquistare  tanta  influenza  da  poter  competere  coi  principali  fogli  ita- 
liani, è  il  Popolo  romano.  Fondato  da  Leone  Fortis  e  da  Guglielmo  Canori 


IL   GIORNALISMO   ITALIANO.  109 

nei  primi  mesi  del  1873,  esso  condusse  in  principio  una  ben  misera 
esistenza,  finché  venuto  due  anni  dopo  in  proprietà  dello  Chauvet,  questi 
riuscì  a  dargli  tale  vitalità  che  in  breve  divenne  uno  dei  più  diffusi 
giornali  romani.  In  quanto  alla  stampa  delle  provincie  essa  rimase  press'a 
poco  la  stessa  qual'era  nel  1870.  Ben  pochi  furono  i  tentativi  fatti  per 
dar  vita  a  nuovi  fogli  prima  del  1876;  e  di  questi  pochi,  pochissimi 
ebbero  buon  resultato.  Come  eccezioni,  più  che  altro,  vogliono  essere 
citati  il  Caffaro  di  Genova,  fondato  nel  1874  da  Anton  Giulio  Barrili 
con  programma  di  sinistra  temperata,  ed  il  Corriere  della  sera  di  Milano, 
pubblicato  nel  1875  da  Torelli- Viollier  con  programma  di  destra,  e  che 
fin  dal  giorno  della  sua  prima  apparizione  andò  man  mano  acquistando 
credito  sempre  maggiore,  tantoché  oggi  esso  va  fra  i  più  autorevoli  or- 
gani che  il  partito  moderato  conti  nella  Lombardia.  Frattanto  nel  Pie- 
monte, in  seguito  alla  cessazione  delle  Alpi,  organo  della  Permanente, 
era  venuta  afforzandosi  la  Ga:(^etta  piemontese  fondata  con  programma 
d'opposizione,  nel  1866:  mentre  il  Piccolo  fondato  a  Napoli  nel  1867  a 
sostegno  delle  idee  moderate  da  Rocco  De  Zerbi,  era  andato  acquistando 
una  notevole  diffusione  nelle  provincie  del  mezzogiorno,  principalmente 
in  grazia  del  vivace  spirito  polemico  del  suo  direttore. 

Un  certo  risveglio  si  produsse  però  nella  stampa  italiana  in  seguito 
alla  crisi  del  18  marzo  1876  ed  al  successivo  avvenimento  della  sinistra 
parlamentare  al  potere.  Non  solo  la  stampa  di  opposizione  prese  d'allora 
in  poi  maggior  consistenza,  ma  la  vivacità  stessa  della  lotta  che  si  im- 
pegnò dipoi  fra  i  partiti  valse  a  dare  al  giornalismo  un  certo  incremento 
che  ebbe  la  sua  manifestazione  in  una  vera  colluvie  di  periodici  nuovi, 
la  maggior  parte  dei  quali  non  ebbe  però  che  brevissima  durata.  Tut- 
tavia un  progresso  reale  si  verificò  nel  giornalismo  italiano.  Prima  del  1876, 
la  Ga:^ietta  d' Italia  che  ancora  pubMicavasi  a  Firenze,  era  forse  il  solo 
fra  i  grandi  giornali  di  provincia  che  tenesse  a  Roma  un  corrispondente 
speciale  incaricato  di  spedire  in  extenso  il  resoconto  telegrafico  delle  se- 
dute parlamentari.  La  stessa  Perseveranza  di  Milano  non  riceveva  per 
telegrafo  che  un  resoconto  sommario.  I  giornali  più  autorevoli  delle  pro- 
vincie appagavansi  di  ricevere  da  Roma  delle  corrispondenze  per  lettera, 
dove  le  notizie  parlamentari  tenevano  la  parte  principale,  e  che  venivano 
pagate  ordinariamente  non  più  di  cinque  lire  ciascuna.  Ma  con  tutto  questo 
eran  ben  pochi  i  giornali  che  potevano  permettersi  codesta  spesa.  In  una 
parola  il  servizio  telegrafico  che  ha  preso  tanta  importanza  in  questi  ul- 
timi anni,  era  allora  quasi  assolutamente  negletto  non  tanto  dai  gior- 
nali di  provincia,  quanto  dai  fogli  più  autorevoli  della  capitale.  Le  cor- 
rispondenze per  lettera  che  oggimai  van  facendosi  ogni  giorno  più  rare 
e  mostrano  sempre  più  la  loro  tendenza  a  scomparire,  erano  allora  il 
mezzo  di  informazione  comunemente  usato  nei  rapporti  fra  i  centri  delle 
Provincie  o  dell'estero  e  i  fogli  della  capitale.  Un  giornale  che  avesse 
un  corrispondente  proprio  a  Parigi,  formava  già  un'eccezione.  Rarissimi 
erano  poi  quei  periodici  che  si  curassero  di  ricevere  dall'interno  o  dal- 
l'estero maggior  copia  di  informazioni  telegrafiche,  di  quelle  fornite  loro 
quotidianamente  dall'agenzia.  Oggi  non  c'è  quasi  più  giornalucolo  di 
provincia  che  non  abbia,  a  Parlamento  aperto,  il  suo   telegramma   par- 


110  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALL^NA. 


ticolare  da  Roma,  e  che  non  riceva  almeno  una  volta  al  mese,  una  let- 
tera da  Parigi,  da  Vienna  o  da  Berlino. 

Troppo  ci  vorrebbe  a  chi  pretendesse  ricordare  tutti  i  giornali  nuovi 
che  furono  creati  dopo  il  1876  a  sostenere  i  principii  dell'opposizione 
od  a  rappresentare  le  idee  delle  diverse  frazioni  nelle  quali  la  maggio- 
ranza parlamentare  man  mano  si  divise.  Il  partito  moderato,  quantunque 
all'idomani  del  18  marzo  si  trovasse  in  condizioni  di  lotta  non  buone, 
non  pensò  affatto  a  creare  giornali  nuovi  e  si  contentò  di  sostenere  la 
battaglia  con  quelli  che  già  possedeva.  Salvo  rare  eccezioni,  tutti  i  giornali 
fondati  dopo  il  18  marzo  1876,  comparvero  con  programma  di  sinistra. 
Con  programma  di  sinistra  fu  fondato  a  Roma  da  Federico  Pugno  il 
Bersagliere,  che  divenuto  poi  organo  ufficioso  del  ministro  Nicotera,  passò 
sotto  la  direzione  di  Giuseppe  Turco  il  quale  lo  continuò  fino  al  1885. 
Con  programma  di  sinistra  il  Turco,  il  Vassallo  ed  il  Giovagnoli  fon- 
darono nel  1879  il  Capitati  Fracassa  per  dare  all'opposizione  un  giornale 
polemico  del  genere  FanfuUa,  tentativo  che  ebbe  eccellente  resultato, 
perocché  il  nuovo  giornale  riusci  immediatamente  a  consolidarsi  ed  a 
trovare  lettori  in  tutta  Italia.  Il  partito  moderato  vide  sorgere  a  Roma, 
negli  ultimi  mesi  del  1876  l'Araldo  del  iMaggiorani,  e  nei  primi  del  1877 
il  Cittadino  del  Giannelìi;  ma  questi  due  fogli  non  ebbero  lieta  for- 
tuna. 

Mancava  però  ancora  all'  Italia  un  giornale  politico  e  letterario  che 
facesse  larga  parte  alle  discussioni  elevate  di  ordine  sociale  ed  economico, 
ad  esempio  dei  periodici  ebdomadarii  inglesi;  quando  venne  in  mente 
ai  signori  Sidney  Sennino  ed  Augusto  Franchetti  di  fondare  la  Rassegna 
settimanale.  Serbare  nella  parte  politica  una  indipendente  benevolenza  verso 
il  Ministero;  mantenere  la  polemica  nel  campo  dei  principii  senza  mai 
scendere  a  personalità;  trattare  colla  massima  elevatezza  e  colla  maggior 
competenza  possibile  tutte  le  questioni  attinenti  alla  finanza,  all'ammini- 
strazione, ai  servizi  pubblici,  al  progressivo  svolgimento  economico  ed  ai 
bisogni  sociali  del  paese;  occuparsi  con  una  critica  seria  ed  iniparziale 
di  letteratura  e  di  belle  arti;  aprire  sotto  una  comune  bandiera  una  specie 
di  campo  franco  a  tutti  gli  scrittori  più  autorevoli  di  Italia  nella  economia, 
nella  politica,  nelle  lettere,  tale  era  il  piano  della  Rassegna  settimanale 
di  cui  il  primo  numero  apparve  nel  gennaio  1878  in  un  fascicolo  di 
quarantotto  pagine  in  quarto,  a  due  colonne  ad  imitazione  dei  Maga:iiini 
inglesi.  La  Rassegna,  diretta  con  grandissima  cura,  acquistò  subito  molta 
importanza  presso  il  pubblico  cólto;  ma  la  sua  importanza  fu  sempre 
maggiore  della  sua  diifusione.  Pubblicata  in  vista  della  classe  più  eletta 
della  cittadinanza,  redatta  al  di  fuori  delle  pressioni  vive  di  parte,  trat- 
tando le  quistioni  con  un  linguaggio  freddo  e  misurato,  poco  accessibile 
alla  gran  massa  del  pubblico  italiano  che  vuole  in  tutte  le  cose  un  certo 
calore,  essa  non  riuscì  mai  ad  estendersi  al  di  là  di  un  piccolo  cerchio 
di  lettori.  Per  conseguenza  il  tentativo,  sebbene  lodevolissimo,  non  ebbe 
che  un  resultato  passivo  :  dimodoché  dopo  quattro  anni  di  vita  la  Ras':egna 
settimanale  cessava  le  sue  pubbHcazioni  per  cedere  il  suo  posto  alla  Ras- 
segna, giornale  quotidiano  a  cui  gli  stessi  fondatori  della  Rassegna  setti- 
manale dettero  vita  nel  1880.  Questo  periodico  divenuto  organo  dei  dis- 


IL   GIORNALISMO   ITALIANO.  Ili 

sideriti  del  centro,  non  ebbe  mai  larga  diffusione;  ma  seppe  acquistarsi, 
pel  modo  com'era  redatto,  molta  autorità  (i). 

Il  partito  radicale  che  fino  al  1880  non  aveva  avuto  a  Roma  altro 
organo  proprio,  eccezione  fatta  pel  Dovere  il  quale  più  che  altro  rappre- 
sentava le  idee  della  frazione  mazziniana  senza  esser  riuscito  ad  acquistare 
nel  pubblico  una  notevole  diffusione,  fondava  nei  primi  giorni  del  1880 
la  Lega,  la  quale  continuò  le  sue  pubblicazioni  finché  visse  Alberto  Mario 
che  ne  fu  il  direttore.  Morta  la  Lega,  lo  stesso  partito  fondava  a  breve 
distanza  il  Fascio  della  Democra:(ia  h  cui  esistenza  non  si  protrasse  però 
oltre  il  primo  anno;  ed  il  partito  radicale  sarebbe  rimasto  a  Roma  senza 
un  foglio  che  ne  sostenesse  esclusivamente  le  idee,  se  ai  primi  del  1886 
non  fosse  sorta  la  Democrazia  la  quale  però  sospendeva  le  sue  pubblica- 
zioni dopo  sei  mesi  di  vita. 

Frattanto,  sul  principio  del  1879  Luigi  Cesana  avea  fondato  il  Mes- 
saggero, che  essendo  specialmente  redatto  in  vista  delle  classi  popolari, 
venne  acquistando  in  breve  tale  diffusione,  che  esso  oggi  va  nel  numero 
dei  giornali  italiani  che  vantano  una  maggior  tiratura.  Il  Messaggero  me- 
rita qui  una  speciale  menzione,  non  per  altro  se  non  perchè  esso  ha 
offerto  in  Italia  il  primo  esempio  di  un  giornale  che  sia  riuscito  a  pro- 
sperare traendo  tutto  il  suo  vantaggio  dalla  minuta  vendita  delle  copie, 
senza  fare  alcun  calcolo  sugli  abbuonati.  Come  è  noto,  il  sistema  del- 
l'abbuonamento  è  la  norma  costante  del  giornalismo  italiano,  come  del 
giornalismo  francese.  In  generale  i  giornali  italiani,  essendo  ancora  ben 
lontani  dal  ritrarre  dagli  annunzii  i  lauti  profitti  che  ne  ritraggono  i 
giornali  inglesi  o  francesi,  si  sostengono  principalmente  per  dato  e  fatto 
degli  abbuonati.  Al  prezzo  ormai  doventato  normale  di  5  centesimi  per 
numero,  la  vendita  delle  copie  al  minuto,  per  un  giornale  che  abbia  un 
formato  medio,  riesce  quasi  sempre  passiva.  Nei  grandi  centri  le  esigenze 
dei  rivenditori  sono  tali  da  assorbire  quasi  più  della  metà  del  prodotto. 
Per  la  provincia  poi,  l'amministrazione  di  un  giornale  ha  da  contare 
sulla  restituzione  delle  copie  invendute,  sul  diritto  di  posta  e  sui  fre- 
quenti casi  di  insolvibilità,  tantoché  a  ragguagliare  a  2  centesimi  netti 
per  copia  il  prodotto  degli  esemplari  venduti  non  si  va  molto  lungi  dal 
vero.  È  sopra  questi  due  centesimi  che  ricadono  dunque  intieramente 
le  spese  di  amministrazione  e  di  redazione,  il  costo  della  carta  e  le  spese  di 
tipografia.  Ora,  calcolando  che  la  sola  carta  importa  sempre  qualche  cosa 
di  più  di  un  centesimo  per  i  fogli  di  formato  medio,  ed  un  centesimo 
e  mezzo  per  quelli  di  gran  formato,  l'utile  su  cui  l'amministrazione  del 
giornale  può  fare  fondamento  per  tener  fronte  a  tutte  le  spese  fisse  di 
produzione,  si  riduce  ad  una  frazione  che  varia  da  mezzo  centesimo  a 
nove  decimi  di  un  centesimo.  Per  avere  dunque  un  utile  dalla  vendita 
occorrerebbe  che  la  tiratura  raggiungesse  delle  proporzioni  assolutamente 
straordinarie. 

Il  Messaggero,  attenendosi  ad  un  formato  che  gli  permette  di  fare 


(i)  La  Rassegna  cessò  nell'ottobre  del  1886.  Per  maggiori  notizie  vedi  l'opuscolo 
Per  la  fine  del  giornale  La  Rassegna,  giudiiH  della  stampa  italiana,  Roma,  Tip.  Nazio- 
nale 1886  —  e  più  oltre  il  profilo  del  Torraca. 


112  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

sulla  carta  la  maggior  possibile  economia^  contando  per  la  distribuzione 
della  spesa  fissa  sopra  una  tiratura  superiore  a  un  dato  numero  di  mi- 
gliaia di  copie,  ha  potuto  realizzare  sulla  minuta  vendita  un  profitto  di 
un  terzo  di  centesimo  per  esemplare. 

Cosi  esso  può  permettersi  di  non  tener  calcolo  alcuno  degli  abbuo- 
nati  e  di  respingere  gli  annunzi,  guadagnando  in  questo  modo  l'intera 
quarta  pagina  alle  materie  del  giornale.  Degli  altri  giornali  politici  che 
han  visto  la  luce  a  Roma  in  questi  ultimi  tempi,  citeremo  la  Stampa, 
organo  semi-officioso  del  ministero  dell'  interno,  la  Tribuna  organo  del- 
l'opposizione, fondata  nel  novembre  del  1883,  e  che  potè  in  grazia  di 
un  servizio  telegrafico  eccezionale  raggiungere  una  larghissima  diffusione; 
e  finalmente  il  Corriere  di  Roma  surto  per  opera  dei  coniugi  Scarfoglio 
con  programma  apertamente  conservatore  e  che  dopo  un  anno  di  grama 
esistenza  trasportarono  a  Napoli,  dove  divenne  proprietà  del  signor  Mat- 
teo Schilizzi  e  mutò  nome  in  Corriere  di  Napoli. 

Nel  numero  dei  tentativi  non  riusciti  ricorderemo  il  Conservatore 
di  Roberto  Stuart,  e  il  Monitore  di  Fedele  Albanese,  che  condusse  il  .suo 
fondatore  a  sì  deplorevole  fine. 

In  quanto  alla  stampa  di  provincia,  malgrado  il  risveglio  apparente 
operatosi  in  lei  dopo  l'avvenimento  del  partito  di  sinistra  al  potere,  essa 
è  rimasta  press'a  poco  la  stessa,  qual'era  prima  del  1876.  Molti  furono  è 
vero  i  giornali  nuovi  che  videro  la  luce  in  seguito  alla  crisi  del  18  marzo; 
ma  la  più  gran  parte  furono  costretti  a  cessare  le  loro  pubblicazioni 
dopo  un  breve  periodo  di  non  gloriosa  esistenza;  né  fra  i  pochissimi 
che  poterono  consolidarsi  ve  n'ha  alcuno  che  sia  riuscito  a  diminuire 
a  proprio  profitto  l'importanza  di  quelli  che  esistevano  già  prima  di  lui. 
In  conclusione,  i  giornali  di  provincia  che  godono  anch'oggi  maggiore 
autorità  e  diffusione  in  Italia,  sono  presso  a  poco  gli  stessi  che  erano 
i  più  autorevoli  e  i  più  diffusi  anche  prima  del  1876. 

Il  tentativo  fatto  sul  finire  del  1878  a  Torino  per  dar  vita  ad  un 
nuovo  Risorgimento,  quasi  a  continuare  il  glorioso  programma  dell'an- 
tico organo  di  Cavour,  ncn  ebbe  che  un  resultato  infelice.  Il  giornale 
dovette  cessare  pur  troppo  le  sue  pubbhcazioni  dopo  quattro  anni  di 
non  prospera  vita.  A  Firenze,  dove  la  Nazione  gode  ancora  la  maggiore 
autorità,  videro  la  luce  dopo  la  emigrazione  della  Ga:{:;etta  d' Italia,  due 
piccoli  giornali:  il  Fieramosca  ed  il  Telegrafo,  i  quali  continuansi  tuttora. 
Nel  numero  dei  giornali  fondati  a  Milano,  merita  di  essere  ricordata 
Y Italia,  specialmente  per  le  innovazioni  organiche  introdotte  dal  suo  di- 
rettore Dario  Papa  nel  sistema  della  sua  redazione,  innovazioni  che  tutti 
gh  altri  giornah  di  provincia  si  sono  affrettati  più  o  meno  ad  imitare. 
A  Dario  Papa  si  muove  da  taluni  il  rimprovero  di  avere  introdotto  l'ame- 
ricanismo nella  stampa  italiana,  o  per  lasciare  in  disparte  le  grosse  frasi 
che  dicono  sempre  più  della  loro  intenzione,  gli  si  muove  colpa  di  avere 
inalzato  nelle  proprie  corrispondenze  telegrafiche  il  più  semphce  fatta- 
rello di  cronaca  all'importanza  di  una  preziosa  informazione.  In  sostanza, 
Dario  Papa,  tornato  entusiasta  da  un  suo  viaggio  in  America,  ha  voluto 
più  che  altro  apphcare  al  giornalismo  italiano  lo  stesso  sistema  eccen- 
trico che  il  Benett  adottò  già  per  il  New- York  Herald,  Come  il  New- York 


IL   GIORNALISMO  ITALIANO.  113 

Herald  anche  l'Italia  ha  fatto  per  un  certo  tempo,  e  continua  a  farlo 
tuttora,  sebbene  in  minori  proporzioni,  un  grande  abuso  di  caratteri  maiu- 
scoli, di  titoli  e  di  sotto-titoli,  senza  esser  però  riuscita,  malgrado  que- 
sti sforzi,  non  a  raggiungere  la  larghissima  diffusione  del  giornale  ame- 
ricano, ma  a  competere  per  la  sua  tiratura  con  i  principali  giornali  mi- 
lanesi. Con  tutto  ciò  torna  indubbiamente  a  merito  di  Dario  Papa,  l'aver 
messo  col  suo  esempio  i  giornali  della  provincia  in  grado  di  fare  una 
concorrenza  vittoriosa  ai  giornali  della  capitale.  Prima  infatti  che  ì'  Italia 
ne  offrisse  l'esempio,  le  notizie  telegrafiche  spedite  dai  corrispondenti  ai 
loro  giornali  della  provincia,  limitavansi  quasi  esclusivamente  ai  reso- 
conti della  camera  ed  alle  notizie  parlamentari.  Adesso  invece  non  c'è 
avvenimento  notevole  della  giornata,  un  fattarello  di  cronaca  per  quanto 
comune  che  non  venga  subito  telegrafato  da  Roma  a  Torino,  a  Napoli, 
a  Milano.  Così  avviene  che  non  solo  i  giornaU  che  si  pubblicano  nella 
provincia  al  mattino  possono  offrire  ai  loro  lettori  le  stesse  notizie  che 
si  leggevano  la  sera  nei  fogli  della  capitale;  ma  hanno  per  giunta  tutte 
quelle  della  notte,  feste,  ricevimenti,  dimostrazioni,  successi  teatrali,  che 
i  giornali  della  capitale  non  sono  in  grado  di  pubblicare  che  dodici 
ore  dopo. 

Dato  un  paese  come  l'Italia,  dove  la  stampa  non  ha  come  in  Fran- 
cia il  suo  unico  grande  centro  alla  capitale,  ma  dove  i  centri  importanti 
sono  quante  erano  le  città  capitali  degli  antichi  Stati;  data  la  stessa  sua 
conformazione  geografica,  la  quale  per  alcuni  di  questi  centri  assicura 
alle  notizie  telegrafiche  spedite  da  Roma  una  precedenza  di  ventiquattro 
ore  su  quelle  che  arrivano  per  ferrovia,  è  facile  immaginare  quali  e 
quante  difficoltà  di  concorrenza  l'adozione  di  questo  sistema  abbia  su- 
scitate al  giornalismo  della  capitale.  Senza  poi  tener  conto  di  un'altra 
circostanza  importantissima  ed  è  questa  :  che  appena  usciti  dalla  cerchia 
della  loro  città  i  fogli  di  Torino  e  di  Milano  trovano  subito  facile  dii- 
fusione  in  una  zona  popolosa  e  fiorente  di  piccoli  e  grandi  paesi,  tan- 
toché il  Secolo,  per  dirne  una,  può  essere  gridato  a  Bergamo,  a  Brescia, 
a  Verona,  a  Pavia,  a  Novara,  a  Varese,  quasi  nella  stessa  ora  in  cui 
gridasi  a  Milano;  mentre  a  Roma  avviene,  che  il  giornale  appena  uscito 
fuori  delle  mura  cittadine,  nuU'altro  incontri  all' infuori  del  deserto,  ed 
abbia  bisogno  di  correre  parecchie  ore  per  ferrovia  prima  di  trovare 
volenterosi  lettori. 

La  qual  cosa  spiega  come  possa  avvenire  in  Italia  questo  fatto:  che 
alcuni  dei  principali  giornali  di  provincia  abbiano  assai  più  larga  diffu- 
sione che  non  hanno  i  principali  fogli  della  capitale.  Infatti  il  giornale 
italiano  che  conti  attualmente  la  maggior  tiratura,  e  che  per  la  vendita 
delle  sue  copie  possa  stare  a  confronto  coi  più  diffusi  fogli  di  Francia, 
è  il  Secolo  di  Milano.  Dopo  il  Secolo  vengono  immediatamente,  in  or- 
dine di  tiratura,  altri  due  fogli  di  provincia,  la  radicale  Epoca  di  Genova, 
e  la  clericale  Unità  cattolica  di  Torino.  Fra  i  giornali  di  Roma  quello 
che  vanta  maggior  diffusione  è  il  Messaggero  la  cui  tiratura,  sebbene  su- 
peri le  trentamila  copie  quotidiane,  rimane  però  d'assai  inferiore  a  quella 
del  giornale  radicale  milanese. 

A  conti  fatti  i  giornali  di  Milano  e  quelli  di  Torino  sono  quasi  i 

N.  Bernardini  —  Gttida  della  Stampa  periodica  italiatia  —  8. 


114  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

soli  che  presentino  vantaggiose  intraprese.  E  d'altronde  cosa  assai  natu- 
rale che  i  cittadini  di  Casale  o  di  Lecco  preferiscano  leggere  le  notizie 
politiche  della  giornata  sulla  Gaietta  piemontese  o  sul  Corriere  della  sera, 
anziché  attendere  ventiquattro  ore  che  sieno  loro  portate  da  un  giornale 
di  Roma.  In  quanto  ai  fogli  della  capitale,  possono  considerarsi  quasi 
come  un'eccezione  quelli  che  facendo  soltanto  assegnamento  sulla  ren- 
dita della  quarta  pagina,  sugli  introiti  della  vendita  e  degli  abbuona- 
menti,  possono  ancora  presentare  un  profìtto  al  termine  della  gestione 
annuale. 

Oltre  la  grande  concorrenza  che  da  un  certo  tempo  i  giornali  di 
Roma  subiscono  per  parte  dei  loro  confratelli  della  provincia,  essi  hanno 
eziandio  a  loro  svantaggio  la  maggior  gravità  delle  spese  fisse  di  pro- 
duzione. In  Italia,  dove  l'influenza  politica  dei  giornali  è  pochissima,  pe- 
rocché essi  traggono  la  maggiore  o  minore  importanza  commerciale 
più  dalla  somma  delle  notizie  che  arrecano  che  non  dai  principii  che 
essi  sostengono  o  dal  modo  con  cui  li  sostengono,  l'essere  redatto  e 
stampato  a  Roma  non  basta  per  dare  a  un  giornale  autorevolezza  mag- 
giore di  quella  che  avrebbe  se  fosse  stampato  invece  a  Napoli  od  a  Fi- 
renze. E  questo  è  tanto  vero,  che  il  giornale  più  autorevole  del  partito 
liberale  moderato,  per  citare  un  esempio,  è  appunto  un  foglio  di  pro- 
vincia: la  Perseveranza  di  Milano. 

Del  resto,  non  sono  queste  soltanto  le  cause  che  han  potuto  dare 
origine  ad  una  simile  condizione  di  cose;  ed  altre  ve  ne  hanno  di  un 
ordine  più  elevato,  ma  che  qui  è  affatto  inutile  di  rintracciare.  In  con- 
clusione, l'incremento  materiale  verificatosi  nella  stampa  itahana  dopo 
il  1876,  é  tornato  assai  più  a  vantaggio  dei  fogli  di  provincia  che  non 
di  quelli  della  capitale.  E  fra  i  fogli  di  provincia,  assai  più  a  vantaggio  di 
quelli  che  già  esistevano  antecedentemente,  che  non  degli  altri  creati 
dipoi.  Né  sulle  prospere  condizioni  della  stampa  italiana  c'è  da  farsi 
grandi  illusioni.  Basta  dare  un'occhiata  alle  statistiche  pubbficate  in  que- 
sti due  ultimi  anni,  per  convincersi  che  se  in  Italia  i  giornali  nascono 
facilmente,  muoiono  pure  colla  stessa  facihtà.  Né  una  statistica  dei  gior- 
nali italiani,  per  molte  ragioni  che  è  ovvio  comprendere,  può  farsi  in 
maniera  che  essa  ridica  —  come  ad  esempio  le  statistiche  dei  giornali 
di  Inghilterra  e  degli  Stati  Uniti  —  l'entità  della  loro  diffusione.  Noi  dob- 
biamo appagarci  di  sapere  che  il  tal  giornale  esiste  fino  da  tal  giorno, 
che  pubblicasi  nella  tale  città,  che  esso  esce  quotidianamente  oppure  una 
o  due  volte  la  settimana  e  nulla  più.  E  questo  è  troppo  poco  a  dare 
un'idea  esatta  dello  sviluppo  della  stampa  nazionale,  tanto  più  quando 
si  pensi  che  altrettanto  si  presentano  favorevoli  le  condizioni  alla  stampa 
politica  nei  grandi  centri,  altrettanto  esse  sono  miserevoli  nelle  città  se- 
condarie; sebbene  non  v'abbia  in  Itaha  capoluogo  di  provincia  o  sotto- 
prefettura dove  non  si  trovino  almeno  due,  talvolta  tre,  quattro  e  per- 
fino cinque  fogU  periodici.  Una  domanda  sola  ci  sarebbe  da  fare:  quanti 
sono  nel  gran  numero  dei  giornali  che  vanno  sotto  il  nome  di  politici, 
quelli  che  hanno  una  tiratura  superiore  ai  500  esemplari?  E  di  questi, 
quanti  sono  che  numerino  le  loro  copie  oltre  le  2000? 

Ad  ogni  modo,  il  giornalismo  italiano  è,  come  tale,  di  origine  troppo 


IL   GIORNALISMO   ITALIANO,  115 

recente,  perchè  abbia  potuto  dare  i  frutti  della  maturità.  Si  può  dire  che 
esso  si  trova  tuttora  nella  sua  infanzia  ed  il  non  aver  trovato  gli  ostacoli 
della  censura  sul  suo  cammino,  più  che  non  gli  abbia  giovato,  ha  forse 
contribuito  a  ritardarne  lo  sviluppo.  II  giornalismo  italiano  ha  avuto 
inoltre  la  disgrazia  di  nascere  troppo  gran  signore.  Prima  che  la  nazione 
vedesse  rivendicata  la  sua  unità,  tutte  le  volte  che  un  gruppo  di  patrioti 
stimava  necessario  un  giornale  per  la  propaganda  delle  idee  hberali,  lo 
fondava  senz'altro,  non  preoccupandosi  affatto  dei  sagrifici  pecuniari  che 
l'intrapresa  quasi  sempre  portava.  Ond' è  che  da  questa  origine  il  gior- 
nalismo italiano  dovea  trarre,  come  ha  tratto  difatti,  una  tal  quale  ri- 
pugnanza istintiva  a  domandare  agli  annunzi  i  mezzi  della  sua  esistenza. 
È  incontestato  che  per  quanto  si  trovi  in  condizioni  non  liete,  il  gior- 
nalismo italiano  non  ha  forse  l'uguale  in  Europa  per  la  signorile  disin- 
voltura con  cui  profonde  disinteressatamente  le  centinaia  di  migliaia  di 
lire  in  reclame  gratuita,  senza  pretendere  neppure  di  essere  ringraziato. 
Eppure  allo  stesso  modo  che  il  giornalismo  inglese  ha  tratto  digli  an- 
nunzi la  sua  grandissima  forza,  ed  il  giornalismo  americano  la  sua  in- 
vidiabile fortuna,  è  forse  probabile  che  il  giornalismo  italiano  trovi  negli 
annunzii  il  suo  avvenire.  In  Italia,  si  suol  dire,  gli  annunzii  non  si  pa- 
gano perchè  poco  son  letti  e  meno  creduti.  Ma  l'asserzione  non  è  vera 
che  in  parte.  Hai  momento  che  è  così  facile  l'averli  gratuiti,  è  ben  na- 
turale che  gli  annunzi  non  si  paghino  che  da  coloro  soltanto  i  quali  li 
vogliono  ad  ogni  costo  pagare. 

Un  notevole  progresso  reale  è  stato  tuttavia  raggiunto  in  questi 
ultimi  anni  della  stampa  italiana  in  tuttociò  che  riguarda  la  forma  let- 
teraria e  la  compilazione  di  un  giornale.  Prima  del  1870  non  era  pos- 
sibile che  un  articolo  politico  pretendesse  di  avere  un  po'  di  autorità,  se 
non  fosse  architettato  sulla  base  classica  del  «  non  pertanto  »  e  dei 
«  conciossiacosaché  ».  Lo  spazio  rilasciato  alle  notizie,  anche  nei  periodici 
più  importanti,  era  limitatissimo.  La  prima  e  la  seconda  pagina  venivano 
quasi  esclusivamente  occupate  da  lunghissimi  articoli  di  fondo,  tre,  quattro 
e  magari  cinque  in  uno  stesso  numero,  tutti  redatti  nel  bello  stile  ac- 
cademico, insaldati  nei  grandi  periodi  sonori.  La  polemica,  salvo  il  caso 
in  cui  scendesse  alle  personalità,  pigliava  il  tono  delle  discussioni  legali, 
come  se  il  lettore  dovesse  giudicare  fra  i  contendenti  vestito  di  tocco  e 
di  toga.  Passati  ormai  gli  slanci  della  grande  rettorica  patriottica  del  1859 
e  del  iSéo,  era  rimasto  retaggio  del  giornalismo  uno  stil  gonfio  e  vuoto, 
roteante  attorno  alle  piccole  cose.  Pochissimi  erano  invero  i  giornali  italiani 
che  a  cotesta  regola  osassero  fare  eccezione,  ed  erano  per  lo  più  giornali 
satirici  e  letterari  che  all'importanza  politica  tenevano  assai  poco.  Sol- 
tanto a  Firenze  si  notava  nello  stile  giornalistico  un  po'  più  di  vivacità, 
grazie  alle  buone  tradizioni  lasciate  da  Raffaele  Foresi,  l'arguto  autore 
del  Pievano  Arlotto,  e  dalla  allegra  schiera  dei  pubblicisti  che  avean  tenuto 
il  campo  già  nel  1848;  Antonio  Fantocci,  Zanobi  Bicchierai,  Pirro  Giacchi, 
Girolamo  Cioni,  il  Ciofi  e  il  Lorenzini.  Tanto  che  la  Naiione,  vale  a 
dire  il  maggiore  e  più  autorevole  foglio  surto  a  Firenze  dopo  il  1859, 
potea  permettersi  di  accogliere,  senza  derogare  dalla  sua  gravità,  i  viva- 
cissimi corrieri  e  le  belle  spigliate  rassegne  di  Yorick,  redatte  con  un  brio 
che  era  rimasto  ignoto  fino  allora  ai  giornali  italiani. 


l\Q  GUIDA   DELLA   Sl.^LMPA   PERIODICA   ITALLàJ^A. 


Tuttavia  queste  eccezioni  stavano  più  che  altro  a  confermare  la  re- 
gola, quando  nel  1870  nacque  il  Fanfulla,  ed  in  buon  punto,  perocché 
anche  la  stampa  fiorentina  avea  già  cominciato  ad  imbastardirsi  per  la 
intromissione  degli  elementi  non  toscani.  Al  Fanfulla  spetta  il  merito  di 
avere  iniziato  questa  rivoluzione  che  si  è  compiuta  nella  forma  del  gior- 
nalismo italiano,  dalla  sua  comparsa  in  poi.  Fatto  ad  esempio  dei  giornali 
mondani  francesi,  portando  nella  discussione  e  nella  satira  tutte  le  arguzie 
del  bizzarro  spirito  fiorentino,  era  ben  naturale  che  il  nuovo  periodico 
trovasse  subito  numerosi  lettori.  Nessun  altro  giornale  italiano  ebbe  mai 
nella  sua  origine  cosi  pronto  e  cosi  grande  successo.  Era  una  grande 
novità  per  i  lettori  un  giornale  che  discorreva  delle  cose  dello  Stato 
nello  stile  familiare  di  tutti  i  giorni,  e  che  si  esprimeva  sul  conto  degli 
uomini  politici  colla  stessa  naturale  disinvoltura  e  colla  arguta  franchezza 
con  cui  possono  parlarne  le  persone  di  talento  e  di  spirito  al  circolo  od 
al  caffè.  Il  successo  dovea  produrre  i  soliti  resultati  e  gli  imitatori  non 
mancarono.  Tantoché,  quando  il  Fanfulla  fu  trasportato  da  Firenze  a 
Roma  e  la  crisi  ministeriale  del  marzo  1876  venne  a  rompere  un  po' la, 
crosta  che  s'era  formata  attorno  al  giornalismo  italiano,  tutti  i  fogli  nuovi 
che  furono  fondati  dipoi,  presero  a  modellarsi  sul  Fanfulla,  adottandone 
con  lievi  modificazioni  il  formato,  ed  adoperando  in  quanto  era  loro  pos- 
sibile lo  stesso  metodo  di  polemica  e  di  discussione.  Ed  anche  quei  gior- 
nali che  vantavano  più  lunga  esistenza  ed  erano  in  voce  di  essere  i  mag- 
giori organi  del  partito,  dovettero  risentire  a  poco  a  poco  l'influenza 
della  nuova  scuola,  tantoché  essi  portano  oggi  nella  discussione  e  nella 
polemica  assai  maggiore  spigliatezza  che  non  vi  portassero  in  antico.  Del 
resto  il  giornalismo  italiano,  per  quanto  sia  di  origine  recente,  ha  avuto 
modo  di  svolgere  largamente  la  sua  influenza  in  tutti  i  campi  dell'atti- 
vità sociale,  (i) 

Nel  mondo  giornalistico  attuale,  e'  é  invero  minor  numero  di  quegli 
elettissimi  ingegni  che  nel  periodo  di  rivoluzione  si  servivano  della  stampa 
come  di  un'arma  di  battaglia,  ed  ora  possono  cercare  altrove  un  mezzo 
con  cui  adoperarsi  al  bene  del  paese,  ma  i  giornaH  come  giornali,  hanno 
migliorato  d'assai,  sia  per  la  copia  delle  notizie,  sia  per  la  varietà  delle 
materie  che  contengono,  sia  per  la  cura  con  cui  cercano  di  soddisfare 
a  tutti  i  bisogni  del  pubblico. 

La  nostra  stampa  periodica  rimane,  purtroppo,  al  disotto  di  quella 
delle  altre  grandi  nazioni,  e  come  importanza  reale,  e  come  autorità,  e 
come  livello  intellettuale;  ma  se  teniamo  conto  della  ristrettezza  dei  mezzi 
con  cui  i  giornali  debbono  sopperire  a  tutte  le  esigenze,  se  si  considera 
il  numero  esiguo  di  redattori  di  cui  possono  disporre,  e  le  molteplici 
attribuzioni,  bisognerà  convenire  che  davvero  si  fanno  miracoli. 

E  qui  avrei  finito. 

Solo,  come  conclusione,  mi  piace  dichiarare  che  a  questo  breve  studio 
ricalcato  su  altri  più  succinti,  io  non  ho  creduto  di  aggiungere  nessun 
giudizio,  perchè  a  me  non  pare  che  la  stampa  italiana,  almeno  per  quella 
parte  che  va  dal  1860  sino  ad  oggi,  sia  entrata  nel  periodo  di  storia, 


(i)  Piccardi  —  Saggio  di  una  storia  sommaria  della  stampa  periodica  —  ^a^.  223. 


tL   GIORNALISMO   ITALIANO. 


ìli 


in  modo  che  possa  essere  esaminata  e  vagliata  imparzialmente.  Molti 
giornali  e  molti  giornalisti  di  quell'epoca  vivono  tuttora,  quale  militando 
nello  stesso  campo  in  cui  nacque  o  si  formò,  quale  in  un  campo  asso- 
lutamente diverso;  la  storia  ha  bisogno  di  moltissimi  anni  di  osserva- 
zione; le  indagini  e  le  deduzioni  fatte  oggi,  potrebbero  riportatela  taccia 
di  intempestive  e  parziali. 

In  Italia  una  stona  completa  del  giornalismo  può  farsi  oggi  sino 
all'anno  1860;  ma  richiederebbe  uno  scrittore  coraggioso  e  paziente,  il  quale 
frugando,  ricercando,  esaminando,  riuscisse  a  unire  le  fila  di  questo  im- 
mane lavoro,  che  a  differenza  di  quello  degli  altri  stati,  manca  di  unità, 
per  le  condizioni  politiche  e  geografiche  diverse  delle  varie  regioni  italiane. 

Io,  che  da  oltre  dieci  anni  raccolgo  notizie  intorno  a  questo  argo- 
mento non  mi  son  creduto  capace  di  tessere  una  storia  minuta  e  com- 
pleta della  stampa  itaHana,  epperò  giovandomi  della  materia  capitatami 
sotto  mano  in  tanti  anni,  ho  messo  assieme  questo  volume,  il  quale,  spero, 
potrà  essere  consultato  con  qualche  interesse  da  chi  vorrà  tentare  l'ar- 
dua impresa. 

Nicola  Bernardini 


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Le  numero 0,13 

PARIS  ^   io  ruQ  de  Savoje   -   PARIS 


LETTElìATUlìA  ITALIANA  PERIODICA 


Uno  dei  caratteri  più  distinti  e  prominenti  del  nostro  secolo 
si  è  la  circolazione  e  la  propagazione  delle  opere  periodiche.  Se 
queste  debbano  riputarsi  oggetti  di  abuso  anziché  di  utilità,  se 
rechino  vantaggio  o  detrimento  alla  politica,  alla  morale,  alle  arti, 
alle  scienze,  alle  lettere,  al  genio,  ecco  le  questioni  che  ci  pre- 
pariamo ad  esaminare.  Ad  ogni  modo,  la  forza  dell'usanza  ha  trion- 
fato, in  questa  come  in  ogni  altra  cosa,  degli  argomenti  addotti 
dagli  oppositori  delle  opere  di  questo  genere,  e  di  tutte  le  leggi 
proibitive  dei  governi  dispotici.  Qualche  principe  è  riuscito  a  impor 
silenzio  a' suoi  sudditi;  ma  né  le  loro  censure,  né  le  loro  inqui- 
sizioni religiose  o  politiche,  né  i  loro  gastighi  arbitrarli,  sono  stati 
capaci  di  impedire  agli  abitanti  dei  palazzi,  delle  capanne  o  delle 
carceri  di  leggere  tutto  ciò  che  si  scrive  dalle  altre  nazioni.  Ai 
di  nostri  l'Europa  intera  pare  un'  immensa  assemblea,  nella  quale 
molti  espongono  la  propria  opinione,  e  tutti  ascoltano  con  ardore. 
Il  leggere,  il  pensare  e  il  ragionare,  sono  diventati  una  necessità 
irresistibile.  Che  la  generalità  degli  uomini  dedicata  a  una  vita 
più  operosa  che  speculativa,  debba  necessariamente  legger  male, 
pensar  male,  ragionar  male,  è  verità  troppo  chiara  per  abbisognare 
di  prove  ;  ed  è  chiaro  egualmente  che  questo  bisogno  nuovo  e  cre- 
scente di  aumentare  i  piaceri  dei  mortali,  li  sottopone  nel  tempo 
medesimo  a  nuove  fatiche  e  a  nuovi  dolori. 

Amurat  IV,  seguendo  l' esempio  di  tutti  i  principi  di  quel 
tempo,  aveva,  sotto  pena  di  morte,  proibito  1'  uso  del  tabacco  a 
tutti  i  suoi  sudditi  ;  egli  era  solito  di  girare  travestito  per  le  strade 
di  Costantinopoli,  esercitando  cosi  contro  gli  sfortunati  fumatori, 
il  triforme  impiego  di  spia,  di  giudice,  e  di  carnefice  ;  ma  trovò 
che  i  Turchi  si  rassegnavano  più  facilmente  alla  morte  che  al  non 
fumare.  Le  opere  periodiche  ci  dimostrano,  che  1'  Austria  e  tutti 
i  viceré  dell'Austria,  i  quali  sotto  il  titolo  di  principi  indipendenti 
governano  il  resto  della  penisola,  seguono  saggiamente  l'esempio 
dell'  imperatore  ottomano. 

Fatto  sta  che  l'Italia,  sebbene  non  sia  stata  mai  tanto  schiava 
e  tanto  sistematicamente  condannata  al  silenzio  quanto  lo  é  ai 
giorni  nostri,  possiede  più  giornali  e  di  maggior  merito  che  non 
ne  possedesse  30  anni  fa,  quando  la  libertà  dello  scrivere  e  dello 
stampare  era  non  solamente  tollerata,  ma  incoraggiata  e  protetta. 
Prima  della  rivoluzione,  l'Italia  era  sottoposta  al  sindacato  dei  vari 
principi,  che,  sebbene  non  fossero  in  guerra  aperta  fra  loro,  non 
per  questo  si  mantenevano  sempre  in  relazioni  amichevoli,  e  molti 
dei  quali,  essendo  indipendenti,  come  per  esempio  il  re  di  Napoli, 
permettevano  che  nei  loro  stati  si  scrivesse  liberamente  sulle  pre- 


120  GUIDA    DELLA   STAJrPA   PERIODICA   ITALIANA. 

tensioui  temporali  di  Roma.  A  Roma  era  permesso  lo  scrivere  contro 
la  riforma  ecclesiastica  introdotta  dall'Austria  ;  e  a  Venezia  nn  in- 
quisitore del  Santo  Ufìzio  era  nominato  per  formalità,  ma  la  re- 
pubblica non  gli  permetteva  d' imprigionare,  di  torturare  e  neanclie 
di  esaminare  gli  accusati  di  eresia.  Qualcbe  volta  il  reverendo 
padre,  per  non  violare  le  istruzioni  ricevute  da  Roma,  ricusava  V  im- 
primatur agli  scrittori  ;  ma  ciò  non  impediva  clie  i  libri  si  stam- 
passero e  si  vendessero,  e  l'approvazione  dei  magistrati  veneti  ba- 
stava a  proteggerli  contro  le  persecuzioni.  1j  Enciclopedia^  quan- 
tunque messa  dal  papa  all'indice  dei  libri  proibiti,  fu  pubblicamente 
ristampata  a  Padova  per  uso  della  università. — Si  crederebbe  cbe 
in  tante  magnifiche  ca^iitali  di  varii  stati,  ognuno  dei  quali  pos- 
sedeva una  università,  le  opere  periodicbe  dovessero  moltiplicare 
e  perfezionarsi;  pure,  benché  molte  se  ne  cominciassero,  pochissime 
andavano  avanti  :  nessuna  diede  guadagno  e  qualcheduna  rovinò 
gli  editori.  Caddero  sempre  tutte  in  grembo  all'  oblio  per  conse- 
guenza di  quelle  miserande  discordie  fra  provincia  e  provincia,  da 
cui,  come  da  perenne  fonte,  derivano  tutte  le  sventure  degli  Ita- 
liani, e  tutti  gli  obbrobri  che  pesano  sul  loro  nome. 

Quando  l'epidemia  delle  gelosie  e  delle  meschine  discordie  di 
provincia  invade  un  paese,  gli  uomini  di  lettere  si  lasciano  anche 
essi  infettare  dalla  sua  influenza  ;  e,  invece  di  parlare  alla  intera 
nazione,  si  dichiarano  scrittori  di  parte,  e  con  ambizione  dispre- 
gevole fanno  continua  guerra  di  penna  a  favore  dei  pregiudizi  ri- 
dicoli della  loro  provincia,  dei  metodi  particolari  seguitati  dalle 
loro  rispettive  università  e  delle  pretensioni  alla  preeminenza, 
reclamata  dalle  loro  accademie  municipali.  Indipendentemente  da 
questa  disgrazia  particolare  all'Italia,  e.  che  ha  reso  tanto  difiicile 
lo  stabilimento  di  opere  periodiche  nazionali,  1'  esperienza  degli 
altri  paesi  dimostra  che,  sebbene  un  giornale  letterario  sia  consi- 
derato come  inferiore  a  molti  altri  lavori  d'  ingegno,  ad  ogni  modo 
è  una  intrapresa  che  richiede  più  tempo,  più  studio  e  più  perse- 
veranza di  ogni  altra,  e  che  difficilmente  ^uò  essere  condotta  alla 
perfezione  negativa  di  riescire  più  utile  che  dannosa. 

Fra  i  Greci  e  i  Romani  non  si  è  scoperta  la  benché  minima 
traccia  di  opere  periodiche.  Essi  aveano  pubblici  registri  in  cui 
giornalmente  ricordavano  in  succinto  gli  avvenimenti  che  reputa- 
vano degni  di  essere  tramandati  alla  posterità.  Sotto  gli  imperatori, 
si  fa  spesso  menzione  dei  diarii^  che  pare  avessero  moltissima  so- 
miglianza colle  gazzette  ufficiali  dei  governi  dei  tempi  nostri,  e  che 
in  mezzo  all'  adulazione  e  alle  esagerazioni  inseparabili  da  brevi 
registri  tenuti  in  quel  modo,  pare  contenessero  molti  fatti  utili  alla 
storia.  —  Perciò  Tacito  si  riporta  spesso  ai  diarii^  come  a  docu- 
menti per  lo  meno  probabilmente  corretti.  Mentre  però  questa  specie 
di  giornali  era  impiegata  a  registrare  le  notizie  civili  e  politiche 
e  gli  aneddoti  giornalieri,  non  pare  che  contenesse  alcun  raggmaglio 
relativo  alle  lettere.  La  difficoltà  di  trascriverne  un  numero  ba- 
staste di  copie  per  supplire  alla  rapida  circolazione  necessaria  a 


letterattjra  italiana  periodica.  121 

un'  opera  periodica,  difficoltà  clie  solamente  l'arte  della  stampa  po- 
teva levar  di  mezzo,  era  più  che  bastante  a  scoraggiare  chiunque 
aver  potesse  1'  idea  di  pubblicare  un  giornale.  Ma  non  sembra  pro- 
babile che  qualcuno  degli  antichi  concepisse    la  possibilità  di  tale 
intrapresa;  e  noi  non  ce  ne  faremo  argomento   di  meraviglia,  ri- 
flettendo che  1'  arte  tipografica  fiori  in  tutta  1'  Europa  due  secoli 
prima  che  le  lettere  possedessero  un  solo  giornale.  GÌ'  Italiani,  che 
veramente  furono  i  primi  a  dare  l'esempio  in  quasi  tutti  i  generi 
di  letteratura,  sono  costretti  a  rinunziare  alla  lode  di  essere  stati 
gì'  inventori  delle  opere  periodiche.  Mettendo  attenzione  alle  date, 
conosceremo  che  l'Inghilterra  e  la  Francia  hanno   sole   il   merito 
di  reclamare  il  diritto  della  precedenza,  che,  sia  detto  per  amore 
d' imparzialità,  sembra  appartenere  alla  Francia.    Il   Journal  des 
Savants  e  le  Pìulosophical  transactions  furono    intrapresi   e   pub- 
blicati, il  primo  in  Francia  e  l'altro  in   Inghilterra  nell'anno  me- 
desimo (1665).  Ma  il  Journal  des  Savants  ebbe  uno  scopo  più  po- 
polare, e  tutti  i  requisiti  essenziali  a  una  pubblicazione  periodica, 
mentre  le  Pliilosophical  transactions  jpare  fossero  destinate  esclu- 
sivamente agli  scenziati  ed  ai  pubblici  stabilimenti. 

Gli  articoli  dei  giornalisti  francesi  ebbero  dapprima  minor 
merito  delle  dissertazioni  dei  filosofi  inglesi;  ma  la  collezione  in- 
glese, senza  decadere  dalla  reputazione  di  prima,  offre  pochi  mi- 
glioramenti, mentre  il  .Journal  dés  Savants  acquistò  vigore  cogli 
anni,  e  fu  riputato,  durante  un  lungo  periodo  di  tempo,  come  il 
più  illuminato  tribunale  di  scienze  e  di  lettere. 

Gli  Italiani,  come  tutte  le  nazioni  e  gli  individui  decaduti  dal- 
l'antico splendore,  consolano  la  propria  vanità  ricorrendo  alla  me- 
moria dei  passati  giorni,  e  non  di  rado  esagerando  i  meriti  dei 
propri  antenati;  ma  ciò  non  toglie  che  sieno  costretti  a  confes- 
sare che  le  loro  prime  opere  periodiche  fossero  posteriori  a  quelle 
della  Francia  e  della  Inghilterra,  e  a  contentarsi  della  pretensione, 
che  1'  Europa  sia  debitrice,  se  non  altro,  della  prima  idea  di  questa 
specie  di  letteratura  ad  Anton  Francesco  Doni,  un  fiorentino  che 
verso  la  metà  del  sesto  secolo  compilava  estratti  di  vari  libri,  e 
censurava  non  solamente  gli  scritti  di  tutti  i  suoi  contemporanei, 
ma  anche  le  opere  inedite  che  gli  capitavano  fra  le  mani.  Egli 
divise  la  sua  opera  in  due  parti,  e  l' intitolò  :  Libreria.  La  prima 
tratta  dei  libri  stampati,  e  la  seconda  dei  manoscritti.  Non  può 
negarsi  che  tutti  gii  scrittori,  i  quali,  compreso  1'  illustre  Boyle, 
adottarono  il  nome  di  Biblioteca  pei  loro  giornali  letterari,  ab- 
biano imitato  in  questo  particolare  il  Doni  ;  ma  la  loro  imitazione, 
0  fosse  casuale  o  meditata,  non  andò  oltre  il  titolo  ;  ne  veramente 
il  Doni  meritava  di  essere  imitato  sotto  qualunque  aspetto. 

Egli  era  un  composto  d'  ignoranza,  di  arroganza  e  di  scel- 
leratezza :  faceva  professione  aperta  di  censurare,  o  lodare  gli  autori, 
secondo  che  era  pagato  per  farlo:  era  sempre  pronto  a  spargere 
1'  unzione  della  lode  o  il  fiele  della  satira,  a  proporzione  della  somma 
stipulata.  Fu  contemporaneo  e  dapprima  amico,  poi  nemico  acer- 


122  GUIDA   DELLA   STAMPA.   PERIODICA   ITALIANA. 

bissimo  di  Pietro  Aretino  soprannominato  dagli  Italiani  V  infame^ 
di  cui  si  continua  a  parlare  più  di  quel  che  si  meriti.  Madama  di 
Staél  si  credè  in  dovere  di  visitare  la  tomba  dell'Aretino,  e  di  farci 
sopra  le  sue  meditazioni  ;  ma  queste  disgraziatamente  erano  fuori 
di  luogo  sotto  ogni  aspetto,  e  quel  sepolcro  conteneva  le  ossa  di  un 
infame  scrittore  solamente  nei  sogni  della  sua  immaginazione, 
mentre  racchiude  invece  le  ceneri  di  un  gTand'  uomo  nato  un  se- 
colo e  mezzo  prima  che  Pietro  Aretino  nascesse.  Questo  è  un  av- 
viso dato  per  parentesi  a  quei  viaggiatori  che  tornano  al  loro  paese 
ricchi  di  notizie  classiche,  di  novità,  di  bozzetti  topografici  e  di 
aneddoti  ignoti  assolutamente  a  tutti  gli  abitanti  dei  paesi  tra- 
versati da  tali  industriosi  turisti. 

Ma  per  tornare  al  Doni,  sebbene  di  poco  differisse  dall'x4.re- 
tino  nel  genio  e  nelle  disposizioni,  pure  meritava  di  esser  meno 
dimenticato,  perchè  egli  era  uno  dei  più  strani  e  fantastici  ani- 
mali umani  formati  dalla  mano  della  natura,  e  perchè  il  suo  ca- 
rattere serve  a  illustrare  i  costumi  dell'età  nella  quale  ei  viàse. 
Sebbene  fosse  membro  di  un  ordine  religioso  di  cui  aveva  abban- 
donato il  convento,  e  sebbene,  in  virtù  degli  ordini  sacri  che  aveva 
ricevuto  e  di  cui  non  poteva  spogliarsi,  fosse  obbligato  a  rimaner 
prete,  egli  apertamente  rideva  della  religione,  e  si  abbassava  fino 
a  guadagnarsi  il  pane  contraffacendo  le  ciarlatanerie  messe  in  opera 
dal  clero.  Poche  parole  di  una  sua  lettera  basteranno  a  dare  un'idea 
dei  suoi  principii  e  del  suo  stile  :  «  Non  è  il  mio  un  benefìcio  di 
«  traditore,  né  ho  l'entrata  d'un  ladro:  non  scampano  j9ro  defun- 
«  ctis^  e  non  canto  gaudeamus;  e  in  vita  mai  non  buscai  un 
«  soldo  ne  di  San  Gregorio,  né  di  San  Lazzaro  ;  non  scuffiai  mai 
«  una  pagnotta  che  non  fosse  sudata  dal  mio  cervello,  »  Questo 
stile  composto  di  parole  prese  dal  mercato  e  dalla  società  dei  bor- 
saiuoli, possiede  una  certa  energia  inerente  al  nativo  vigore  di 
tutte  le  lingue  popolari,  e  specialmente  del  dialetto  fiorentino. 
Un  estratto  di  una  delle  sue  lettere  al  granduca  Cosimo  I,  suo 
sovrano  naturale,  basterà  a  farci  conoscere  con  un  solo  sguardo 
1'  individuo  e  lo  spirito  di  quel  tempo.  —  «  Io  sono  un  prete  che 
«  famigliarmente  favello  con  V.  S.  illustrissima,  e  mi  chiamo  il 
«  Doni;  son  musico,  scrittore  d'otto  in  volgare  et  di  nove  per 
«  greco  :  son  poeta,  il  eh'  io  doveva  dire  innanzi  ;  e  perchè  mi 
«  conosciate  chi  io  mi  sono,  oltre  l'essere  vassallo  affezionato,  et 
«  vivo  bene,  mando  ai  cantori  di  V.  E.  una  canzone.  Pur  se  voi 
«  fiutastemi,  io  non  so  nulla  di  prete,  ma  puzzo  piuttosto  di  pazzo.  > 

Queste  lettere  furono  pubblicate  dal  Doni  ;  e  il  granduca  Co- 
simo, mentre  o  rideva  della  singolare  professione  di  fede  del  prete 
cinico,  0  per  lo  meno  ne  lasciava  impunite  le  stravaganze,  abban- 
donava la  filosofìa  e  quanto  a  lei  si  riferiva  al  Santo  Uffizio  del- 
l' Inquisizione,  Cosimo  lasciò  che  Pietro  Carnesecchi,  suo  suddito 
e  suo  famigliare,  fosse  sostenuto  in  Firenze  dal  P.  Maestro  del 
Sacro  Palazzo,  e,  tradotto  a  Roma,  vi  fosse  processato  come  ere- 
tico, decapitato  ed  arso   nel   1567,  Tale  era  in  Italia  la  moda  di 


LETTERATURA   ITALIANA   PERIODICA.  123 

pensare  e  di  agire  durante  quel  secolo.  I  principi,  il  clero,  gli 
stessi  monaci  ridevano  del  seguente  epigramma  a  guisa  d'epitaffio, 
die  si  crede  fosse  composto  dal  Doni  ]3er  1' Aretino  (1)  prima  della 
sua  morte,  e  lo  consideravano  come  un  eccellente  tratto  di  spirito  : 

Qui  giace  l'Aretin  poeta  tosco 

Che  d'ognun  disse  mal  fuorché  di  Dio, 

Scusandosi  col  dir  —  Non  lo  conosco.  — 

Quest'epigramma,  dopo  quasi  tre  secoli,  è  oggi  ripetuto  dalla 
plebe  d' Italia  ;  e  lo  sarà  indubitatamente  per  molte  generazioni 
avvenire  con  detrimento  della  religione,  maggiore  di  quello  clie 
il  clero  temeva  dalle  teorie  fìlosoficlie  inintelligibili  al  popolo.  — 
Del  resto,  non  fanno  atto  di  saviezza  quegl'  Italiani  che  citano  la 
Lihy^eria  del  Doni  per  provare  che  l' invenzione  delle  opere  perio- 
diche si  deve  a  lui.  —  Vero  è  che  queste  due  compilazioni  somi- 
gliano ai  nostri  giornali  letterari,  ma  non  comparivano  periodica- 
mente, contenevano  pochi  fatti  e  molta  declamazione  ;  la  critica 
che  gli  accompagnava  non  era  ne  illuminata  ne  giusta  :  lo  spirito 
dello  scrittore  consisteva  in  una  certa  energia  di  espressioni  idio- 
matiche, e  nell'audacia  delle  invettive,  che  egli  spargeva  senza  ri- 
sparmio, mescolate  a  qualche  lampo  di  genio,  e  in  una  cognizione 
bastantemente  profonda  di  quelle  debolezze  e  follie  dell'umanità, 
che  provocano  il  riso.  In  una  parola,  i  suoi  giudizi  letterari  sono 
libelli  velenosi  contro  i  suoi  nomici  (e  i  suoi  nemici  sono  tutti  coloro 
che  non  gli  danno  danari)  mentre  la  sua  maniera  di  adular  chiunque 
per  vanità  o  per  paura  comprava  le  sue  grazie,  è  impudente  e  vol- 
gare. Avendo  dedicata  una  delle  sue  opere  a  un  gentiluomo,  dal 
quale  non  ebbe  la  ricompensa  che  se  ne  aspettava,  il  giorno  dopo 
ristampò  la  dedica  con  una  satira  violenta  contro  lo  sfortunato 
mecenate,  e  dedicò  l'opera  a  qualche  Giove  anonimo.  Un  uomo 
simile  può  sicuramente  riguardarsi  come  il  più  grande ,  se  non 
come  il  più  antico  fra  i  patriarchi  della  letteratura  venale,  i  cui 
discendenti  si  sono  moltiplicati  in  numero  maraviglioso  in  tutti  i 
paesi  dell'Europa,  e  si  distinguono  dappertutto  in  grazia  degli 
stessi  segni  caratteristici.  Essi  aspirano  alla  fama  e  alle  oneste  ri- 
compense della  letteratura,  senza  il  sapere  che  può  dare  l'una  e 
le  altre,  e  senza  il  rispetto  dovuto  al  mondo  letterario,  da  cui  le 
loro  arroganti  pretensioni  basterebbero  a  escluderli.  Ne  viene  per 
conseguenza,  che  persone  di  tal  natura  non  solamente  si  trovano 
nella  misera  situazione  di  un  uomo  veramente  d' ingegno,  obbli- 
gato a  scrivere  per  guadagnarsi  il  pane,  ma  sono  anche  costrette 
a  prendere  impegni  al  disopra  delle  proprie  forze,  e  ad  aspirare  a 
emolumenti  che  non  possono  mai  ottenere.  Ne  viene  per  conse- 
guenza, che  tutti  gli  avventurieri  letterati  i  quali  vagheggiano  la 
fortuna  e  la  fama  nei  libelli,  nelle  gazzette  e  nei  magazzini,  fini- 


(i)  Altri  eoa  più  rajgìone  l'attribuisce  a  Monsignor  Giovio.  L'Aretino  gli  rispose 
ÉoU' altro:  Qui  giace  il  Giovio  storicone  amplissimo,  ecc. 


124  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

scono  col  diventare  imbroglioni,  impudenti,  e  sfacciati  impostori. 
Assumendo  l'aria  di  autori  di  professione,  arrivano  a  credersi  real- 
mente quello  che  sono  interessati  a  comparire;  e  mentre  tentano 
di  darla  ad  intendere  altrui,  per  qualche  tempo  riescono  a  darla 
ad  intendere  a  se  stessi.  Finalmente,  vedendo  crudelmente  deluse 
le  loro  pretensioni  alla  celebrità,  vani  pur  sempre,  indispettiti  dal 
colpo,  e  posseduti  dalla  libidine  di  fama,  cadono  nella  smania  della 
notorietà.  Diventano  litigiosi,  violenti  e  temerari;  e  quando  le 
illnsioni  sotto  la  cui  impressione  hanno  agito ,  rimangono  final- 
mente dissipate,  sono  allora  istintivamente  pronti  a  inverniciare 
di  qualche  apparenza  di  verità  quella  menzogna  alla  quale  si  at- 
taccano appassionatamente.  Secondato  dalla  forza  dell'abitudine, 
questo  istinto  aumenta  la  loro  capacità,  e  fatto  audace  dalla  riu- 
scita, arriva  a  uccidere  nelle  loro  menti  quella  facoltà  che  distin- 
gue il  vero  dal  falso.  Essi  diventano  calunniatori  senza  inten- 
zione di  esserlo  ;  e  quando  banno  la  disgrazia  di  far  traffico  di 
quella  bassa  letteratura  cbe  pubblica  scandali  anonimi,  diventano 
oppositori  temibili,  ed  anche  più  temibili  amici.  Il  Doni  aveva 
preparato  tre  manoscritti  per  mortificare  e  agitare  i  suoi  contem- 
poranei anche  dal  sepolcro.  Nel  primo,  adottando  le  forme  mer- 
cantili, aveva  registrato  in  due  colonne  i  beneficii  e  le  ingiurie 
ricevute  e  pagate  cogl'  interessi  :  il  secondo  conteneva  tutte  le  ri- 
trattazioni delle  lodi  bugiarde  per  le  quali  egli  fu  pagato,  e  di  tutte 
le  calunnie  vomitate  nell'amarezza  del  suo  cuore  :  nel  terzo  scrisse 
la  propria  vita.  Se  qualche  zelante  della  moralità  pubblica  non 
avesse  distrutto  quei  manoscritti,  vero  è  che  avrebbero  aggiunta 
un'altra  pagina  al  catalogo  dell'umana  depravazione;  ma  ci  avreb- 
bero anche  messi  in  possesso  di  un  gran  numero  di  fatti  e  di  aned- 
doti illustrativi  sullo  stato  e  sullo  spirito  del  xvi  secolo.  Possiamo 
aggiungere,  che  una  più  intima  conoscenza  dei  costumi,  della  mente 
e  del  cuore  del  più  impudente  e  vendicativo  fra  i  critici,  ci  avrebbe 
fatto  acquistare  una  cognizione  più  perfetta  della  razza  intera,  e 
fatti  capaci  a  star  più  in  guardia  contro  di  essa.  Se  dunque  il 
Doni  può  essere  riguardato  come  il  più  impudente  degli  editori  e 
scrittori  di  critica  letteraria,  non  per  questo  ha  diritto  alla  lode 
di  essere  l'iniziatore  originale  delle  opere  periodiche.  Il  primo 
giornale  letterario  italiano  comparve  in  Roma  nel  1669,  tre  anni 
dopo  la  comparsa  del  Journal  des  Sacants  e  delle  Philosophical 
transactions,  e  continuò  per  quasi  venti  anni,  termine  a  cui  rara- 
mente è  arrivata  altra  opera  periodica  di  quella  nazione.  Tutti  i 
giornali  letterari  che  vennero  dietro  a  questo  primo  tentativo,  eb- 
bero cattivo  esito,  eccettuata  la  Galleria  di  Minerva,  e  più  parti- 
colarmente il  Giornale  dei  Letterati,  che  cominciò  nel  1710,  e 
continuò  con  crescente  plauso.  Veramente  se  tutti  i  suoi  articoli 
fossero  di  egual  pregio  che  quelli  sull'argomento  delle  antichità, 
avrebbe  meritato  un  posto  in  ogni  pubblica  libreria.  I  compilatori 
di  questa  opera  letteraria  erano  alcuni  fra  i  più  illustri  antiquari 
d' Italia  —  un  Maffei,  un  Zeno,  un  Bianchini  e  un  Muratori,  Essa 


LETTERATURA   ITALIANA   PERIODICA.  125 

illustrava  le  epoche,  i  costiTini,  le  leggi  dell'antica  Italia,  dell'O- 
riente, della  Grecia  e  di  Roma,  e  spargeva  luce  fra  le  tenebre 
clie  avevano  fino  allora  oscurato  la  storia  del  medio  evo.  Di  fatti 
questa  era  l'età  della  gigantesca  scienza  antiquaria.  Quando,  per  con- 
seguenza, noi  abbiamo  occasione  di  esaminare  il  presente  stato  degli 
studi  antiquari  in  Italia,  dobbiamo  sempre  riferirci  a  quel  tempo,  di 
cui  poco  si  sa  da  lontano.  I  benefizi  cbe  questi  grandi  uomini  fecero 
alla  storia  della  loro  nazione,  ed  ai  secoli  barbari  cbe  precederono 
il  nuovo  inci^àlimento  dell'Europa,  sono  stati  nascosti  da  certi  au- 
tori eloquenti,  cbe  senza  le  fatiche  di  quei  non  curati  scrittori,  non 
avrebbero  posseduto  i  materiali  per  le  loro  opere  celebri.  Mentre 
peraltro  tanta  attenzione  era  diretta  verso  le  ricerche  d'antiquaria; 
la  poesia,  l'eloquenza,  la  filosofia  morale  e  politica,  e  tutte  quelle 
parti  della  letteratura  che  parlano  all'immaginazione,  al  cuore  e 
all'  interesse  pubblico  del  genere  umano,  erano,  se  non  interamente 
neglette,  coltivate  con  poco  gusto  e  con  meno  ardore.  Nessuna  opera 
può  sperare  di  diventar  popolare,  se  richiede  lettori  letterati  di 
professione:  la  maggiorità  degli  uomini  può  esser  condotta  alla  ri- 
cerca del  bello,  del  giusto  e  del  vero,  e  imparare  a  pregiarli,  non 
per  mezzo  dell'erudizione,  delle  materie  di  fatto,  e  degli  argomenti 
logici;  ma  per  via  di  forti  e  piacevoli  sensazioni,  eccitate  per  mezzo 
di  uno  stile  e  modo  di  narrazione  che,  interessando  l'immagina- 
zione e  il  cuore,  possa  eccitare  la  memoria,  il  criterio  e  tutte  le 
altre  facoltà  della  mente,  a  un  esercizio  elegante  e  piacevole.  Delle 
opere  scritte  con  questo  intento  d'ammaestrare  una  intera  nazione 
sotto  forma  di  pubblicazioni  periodiche,  gl'Italiani,  tanto  ricchi  in 
altri  tesori  letterari,  sono  tuttavia  assai  poveri.  Le  numerose  uni- 
versità, e  le  troppe  capitali  dell'  Italia,  come  abbiamo  già  osservato, 
producono  l'effetto  d'impedire  a  tutti  gli  uomini  di  eminente  in- 
gegno, a  tutti  gli  artisti,  a  tutte  le  nuove  pubblicazioni,  e  a  tutti 
i  progressi  e  le  invenzioni  del  genio,  di  concentrarsi  in  un  unico 
focolare,  e  diffondere  il  loro  splendore  combinato  da  una  sola  città. 
GÌ'  inconvenienti  di  questa  moltitudine  di  corti  e  di  città  capitali, 
sono  fatti  maggiori  dalle  leggi,  dalle  istituzioni  e  dai  costumi,  in- 
compatibili con  un'opera  periodica.  Gli  scrittori  possono  mescolarsi 
nelle  materie  politiche,  ma  solamente  nel  caso  di  un  conflitto  d' in- 
teressi locali  fra  due  stati  italiani  ;  e  allora  la  disputa  essendo  na- 
turalmente incrudelita  da  animosità  miserabili,  e  affogata  in  mi- 
nuziose circostanze,  poco  importanti  per  se  medesime  e  poco  intel- 
ligibili perchè  estranee  alla  lite,  fa  si  che  la  curiosità  e  l' interesse 
degli  altri  Italiani  sieno  o  punto,  o  debolmente  eccitati. 

Eppure  anche  gli  argomenti  di  si  meschina  natura  potrebbero 
essere  trattati  con  una  certa  nobiltà,  e  acquistare  nella  forma  il 
merito  di  cui  mancano  nella  materia,  poiché  è  certo  che  la  mente 
di  uno  scrittore  libero  e  illuminato  può  salire  ai  principii  generali, 
e  dedurre  conseguenze  utili  dall'esame  dei  fatti  minuti,  e  dalle 
quistioni  apparentemente  insignificanti. 

Lo  storico  che  più  profondamente  penetrò  nel  cuore  dei  prin- 


126  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA, 

cipi,  e  che  lia  più  fortemente  e  originalmente  descritte  le  vicissi- 
tudini del  più  grande  impero  clie  abbia  mai  esistito,  non  isdegnava 
gii  eventi  comuni  che  sembrano  di  poco  momento,  perchè  in  quelli 
si  scopre  spesso  l'origine  delle  grandi  rivoluzioni,  e  qualcuno  dei 
precetti  che  sono  più  utili  alla  condotta  della  vita.  Ma  neanche  il 
vigoroso  intelletto  di  un  Tacito  sarebbe  stato  capace  di  trarre  ri- 
flessioni profonde  e  sublimi  da  fatti  per  se  stessi  minutissimi  e 
comuni,  coli' ingrandirli  e  nobilitarli,  quand'anche  il  terrore  e  le 
catene  avessero  costretto  lo  scrittore  ad  assumere  quell'incarico. 
In  Italia,  nel  tempo  di  cui  parlammo,  e  anche  ai  dì  nostri,  lo  scrit- 
tore che  imprendesse  a  illustrare  le  quistioni  politiche  per  via  dei 
principii  generali,  a  speculare  sulle  migliori  forme  di  amministra- 
zione, a  proporre  nuove  teorie,  a  fare  allusioni  alla  situazione  degli 
altri  governi  europei  ;  in  una  parola,  ad  additare  tutte  le  imperfe- 
zioni che  si  trovano  nelle  costituzioni  e  nelle  leggi  attuali  del 
paese  nel  quale  egli  scrive,  quand'anche  quel  paese  fosse  la  sua 
terra  natia,  sarebbe  reo  di  altrettanti  delitti  di  alto  tradimento. 
La  debolezza  dei  vari  stati  gli  obbliga  a  limitare  le  loro  guerre 
reciproche  alle  battaglie  della  penna  ;  e  in  tali  occasioni  gli  scrit- 
tori delle  parti  litiganti  non  hanno  il  permesso  di  deviare,  neanche 
nelle  più  piccole  particolarità,  dal  punto  della  questione  ;  dimanie- 
rachè,  invece  di  pensare  e  parlare  colla  libertà  e  l'eloquenza  d'uo- 
mini di  stato,  essi  fanno  precisamente  la  parte  degli  avvocati  ar- 
mati di  sofismi;  mettono  fuori  gli  argomenti  che  furono  loro  det- 
tati, e  declamano  con  una  virulenza  proporzionata  alla  paga  che 
ricevono.  Ne  viene  per  conseguenza,  che  se  uno  scrittore  favore- 
vole a  un  governo  particolare  era  perseguitato  da  un  altro  prin- 
cipe, a  dispetto  del  suo  merito  letterario  e  del  suo  amore  di  patria, 
era  sempre  sicuro  di  essere  sacrificato  alle  rimostranze  dell'amba- 
sciatore estero.  Il  Giannone  è  un  esempio  di  questa  verità.  Avendo 
egli  pubblicata  la  sua  Storia  civile  dei  regno  di  Napoli^  fu  ridotto 
a  morire  in  carcere.  Quest'opera  era  letta  e  lodata  universalmente 
in  segreto  da  tutta  l' Italia  ;  ma  i  giornalisti,  non  che  fame  men- 
zione, temevano  fino  di  pronunziare  il  nome  del  suo  autore,  conver- 
sando. Troviamo  in  una  lettera  del  celebre  Zeno,  l'editore  e  il 
principale  contribuente  alla  Galleria  di  Minerva^  di  cui  abbiamo 
appunto  fatto  menzione,  e  che  si  pubblicava  in  Venezia,  il  seguente 
aneddoto  caratteristico.  Il  G-iannone,  quando  era  perseguitato,  cercò 
asilo  in  Venezia,  come  nella  più  libera  e  indipendente  città  del 
resto  d' Italia,  e  perchè  egli  medesimo  era  suddito  veneto.  Le  dot- 
trine che  egli  nella  sua  storia  ha  illustrate  e  difese  contro  il  po- 
tere temporale  del  papa,  concordavano  colle  costituzioni  della  repub- 
blica veneta.  Ma  i  Veneziani,  contenti  di  essere  a  quel  tempo  tanto 
liberi  quanto  esserlo  potevano  dal  giogo  del  Vaticano,  e  temendo 
di  cominciare  nuove  liti  colla  Santa  Sede,  abbandonarono  al  suo 
destino  il  difensore  dei  principii  fondamentali  del  loro  governo  nelle 
materie  ecclesiastiche.  Il  Giannone  oppresso  dagli  anni  e  dalle  in- 
fermità, povero  ed  esule,  fu  bandito  da  tutti  i  dominii  della  repub- 


LETTERATURA   ITALIANA   PERIODICA.  127 

blica  di  cui  era  suddito  ;  ma  anche  prima  clie  il  senato  ricorresse 
al  suo  codardo  espediente,  i  letterati  di  Venezia  e  del  resto  d' Italia 
evitavano  di  visitare  il  Giannone,  o  si  rifugiavano  in  campagna  per 
timore  di  essere  visitati  o  incontrati  da  lui.  Molti  lo  ammiravano 
per  la  sua  coraggiosa  difesa  della  causa  della  verità,  molti  lo  com- 
piangevano in  segreto,  ma  nessuno  osò  offrirgli  soccorso  o  conso- 
lazione, È  chiaro  esservi  tempi  e  governi  nei  quali  anche  gli  uo- 
mini giusti,  generosi  e  illuminati,  si  trovano  nella  necessità  di 
provvedere  alla  propria  sicurezza  individuale,  assumendo  la  crudele 
pusillanimità  dei  barbari  che  tremano  sotto  i  terrori  del  dispotismo 
asiatico. 

Continueremo  a  fermarci  sopra  quella  età  che  sotto  ogni  aspetto 
presentava  un'  immagine  della  schiavitù  a  cui  gli  attuali  editori  di 
opere  periodiche  si  trovano  ora  ridotti  in  Italia,  e  che  al  tempo 
medesimo  ci  offre  l'opportunità  di  descrivere  il  passato  e  il  pre- 
sente. La  filosofia  morale  era  allora  poco  meno  che  schiava  della 
politica.  Le  riflessioni  sopra  la  natura  umana,  le  indagini  circa  i 
laberinti  del  cuore,  e  quei  precetti  per  la  condotta  della  vita  che 
non  erano  affatto  conformi  al  catechismo  dei  preti,  sottoponevano 
lo  scrittore  al  pericolo  di  essere  accusato  di  eresia.  La  critica  lette- 
raria e  l'esame  delle  opere  d' immaginazione,  non  potevano  otte- 
nere giudici  illuminati  e  imparziali  ;  perchè,  siccome  i  preti  aveano 
in  Italia,  come  in  tutto  il  resto  del  mondo,  l'educazione  della  gio- 
ventù nelle  loro  mani,  cosi  cospiravano  a  estollere  al  cielo  tutto 
ciò  che  era  scritto  dalla  propria  confraternita  o  da  gente  che  le  ap- 
partenesse, e  a  deprimere  il  merito  di  quelli  scrittori  che  non  si 
adattavano  a  sottomettersi  alla  loro  letteraria  tirannide.  Noi  non 
neghiamo,  e  siamo  anche  disposti  a  riconoscere  i  benefizi  che  i 
gesuiti  hanno  fatto  a  tanti  paesi,  e  particolarmente  alla  Francia, 
senza  peraltro  avere  prima  esaminati  tutti  i  fatti  necessari  a  pro- 
vare fino  a  qual  punto  queste  lodi  sieno  giuste  ;  ma  rispetto  all'  Ita- 
lia, i  cui  annali  abbiamo  attentamente  studiati,  possiamo,  senza 
tema  di  contradizione,  asserire,  che  la  bella,  la  sublime,  la  nazio- 
nale letteratura  disparve  dall'  Italia  precisamente  in  quel  periodo 
che  successe  alla  fondazione  delle  scuole  dei  gesuiti.  Il  dominio  dei 
forestieri,  e  particolarmente  quello  degli  Spagnuoli,  e  la  rovina 
della  indipendenza  di  quasi  tutte  le  città  italiane  che  contempo- 
raneamente alla  fondazione  di  queste  scuole  ne  derivò,  deve  senza 
dubbio  avere  potentemente  contribuito  a  estenuare  e  impoverire  le 
lettere.  Tuttavia,  né  il  dispotismo  straniero,  né  1'  influenza  dell'  in- 
quisizione poterono  costringere  il  Genio  a  starsene  contento  dello 
stato  di  prostrazione,  a  cui  lo  aveva.no  ridotto  le  ingiurie  sistema- 
tiche della  confraternita:  Igneus  est  olii  vigor,  et  coelestis  erigo. 

Quando  il  Genio  ha  cominciato  a  spargere  su  i  popoli  il  suo 
raggio  animatore,  illmninandoli  della  sua  luce,  e  fa  loro  udire  la 
sua  voce  divina  non  vi  é  potere  umano  che  valga  ad  ottenebrarlo, 
e  imporgli  silenzio.  L'educazione  può  essere  contrariata  cosi  da  non 
produrre  altro  che  abilità  mediocri.  I  collegi  dei  gesuiti  popolarono 


128  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

l'Italia  di  rimatori,  di  declamatori  e  di  autorelli,  pieni  di  affetta- 
zione e  di  cattivo  gusto;  ma  la  poesia,  l'eloquenza  e  il  vigore  dello 
stile  avevano  finito  di  esistere.  PocM  scrittori,  per  esempio  un  Fi- 
licaia  e  un  Guidi,  raggiunsero  un  alto  grado  di  celebrità,  ma  ciò 
fu  non  tanto  per  l'altezza  del  merito,  quanto  per  la  penuria  di 
buoni  poeti;  e  se  quell'età  produsse  qualche  uomo  degno  dell'am- 
mirazione e  della  gratitudine  della  posterità,  vediamo  che  visse  e 
scrisse  in  una  pericolosa  e  continua  guerra  coi  gesuiti.  Qualcbeduno 
fra  gli  scrittori  di  quell'ordine  fu  utile,  nessuno  gTande;  e  fra  i 
molti  italiani-  che  cominciarono  e  completarono  la  loro  educazione 
letteraria  in  quei  collegi,  non  vi  è  esempio  di  un  solo  che  scri- 
vesse con  originalità  di  stile,  o  profondità  di  pensiero.  Pare  che  i 
gesuiti  avessero  trovato  l'arte  di  esaltare  le  piccole  abilità  e  umi- 
liare quelle  di  un  ordine  superiore,  riducendole  tutte  al  livello 
della  mediocrità,  o  sostituendo  la  vanità  dei  plausi  accademici  al- 
l'amore della  gloria.  Perciò  le  opere  intraprese  o  protette  dai  ge- 
suiti tendevano  invariabilmente  a  diffondere  le  loro  dottrine,  fossero 
religiose,  politiche,  morali  o  retoriche,  e  ad  opprimere  i  loro  av- 
versari.—  Ne  venne  per  conseguenza  che  la  loro  critica  letteraria  fu 
parziale  e  limitata  a  certi  precetti  e  dottrine  scolastiche,  al  di  là 
delle  quali  non  era  permesso  inoltrarsi. 

Direttamente  o  indirettamente,  l'influenza  di  questa  corpora- 
zione trapelava  in  tutti  i  giornali  di  quel  tempo:  essi  divennero  i 
dispensatori  arbitrari  della  lode  e  della  censura,  per  la  quale  non 
vi  era  appello.  Se  una  eccezione  isolata  avea  luogo  talvolta,  se 
qualche  giornalista  rimaneva  incontaminato  dallo  spirito  gesuitico, 
tendente  a  guastare  ogni  cosa,  non  era  permesso  di  smascherare  il 
male  impunemente  ;  ed  egli  si  trovava  obbligato  a  coadiuvarlo  col 
suo  silenzio.  Il  secolo  tendeva  nonostante  a  uno  di  quei  cangia- 
menti periodici,  che  la  natura  di  continuo,  sebbene  in  modo  quasi 
impercettibile,  sta  preparando  nel  mondo,  e  che  scoppiano  sempre 
con  una  veemenza  x^roporzionata  alla  resistenza  che  incontrano,  si- 
mili alla  polvere  che  più  si  trova  compressa  dentro  la  mina,  e  più 
spande  vaste  rovine  intorno  a  se. 

La  tendenza  del  secolo  menò  seco  tale  rivoluzione  nelle  opi- 
nioni, da  distruggere  istantaneamente  l'onnipotenza  dei  gesuiti. 
La  causa  medesima  fece  si  che  l' imperatore  Giuseppe  II  promo- 
vesse molte  riforme  politiche  ed  ecclesiastiche  nelle  sue  province 
d' Italia.  La  repubblica  veneta  ridusse  i  suoi  stati  a  una  specie  di 
portofranco  per  favorire  il  commercio  letterario.  La  stampa  rias- 
sunse la  sua  rediviva  attività  :  i  limiti  della  letteratura  nazionale 
si  allargarono  per  causa  delle  traduzioni  e  della  ristampa  di  varie 
opere  francesi,  state  già  anatemizzate  dalla  Chiesa  di  Roma.  Fu  a 
quel  tempo  che  alcuni  individui,  i  quali  all'  intelletto  illuminato 
univano  ricchezza  di  patrimonio  e  nobiltà  di  natali,  stabilirono  a 
Milano  una  specie  di  colonia  filosofica,  che  corrispondeva  cogli  en- 
ciclopedisti e  gli  economisti  di  Francia,  e  intraprese  un'opera  perio- 
dica intitolata  il  Caffè.  La  libertà  del  pensiero  spiegata  dalli  scrit- 


LETTERATURA   ITALIANA   PERIODICA.  129 

tori  di  quegli  articoli,  gli  fece  considerare  come  uomini  di  mente 
generosa  e  esaltata;  e  mentre  i  lettori  ammiravano  nell'opera  un 
coraggio  sconosciuto  a  quei  tempi,  non  potevano  separarlo  nel  loro 
pensiero  dal  merito  letterario.  Ma  quando  i  volumi  dei  grandi  scrit- 
tori forestieri  ebbero  il  passo  libero  nell'  Italia,  meno  strettamente 
custodita,  e  cominciarono  a  esservi  conosciuti,  il  Caffè  non  parve 
più  che  un  tentativo  puerile,  confrontato  coi  giornali  d' Inghilterra 
e  di  Francia.  Qualche  anno  dopo,  per  onorare  la  memoria  dello 
stampatore,  degli  editori,  degli  scrittori  degli  articoli  e  dei  corret- 
tori delle  prove  di  stampa,  che  erano  tutti  Milanesi,  una  nuova 
edizione  del  Caffè  fu  fatta  a  Milano,  ove  anche  al  dì  d'oggi  è  molto 
lodata,  sebbene  sia  letta  di  rado,  e  non  se  ne  faccia  mai  menzione 
nelle  altre  parti  d'Italia. — L'essere  stati,  molti  fra  i  contribuenti 
a  questo  disgraziato  giornale,  uomini  di  mente  superiore,  prova 
l'aggiustatezza  della  nostra  osservazione,  che  le  opere  periodiche 
sono  intese  e  portate  avanti  con  difficoltà,  perchè  il  genio,  la  dot- 
trina e  la  diligenza  non  valgono  a  tanto,  se  le  opere  stesse  non 
sono  condotte  a  seconda  dello  spirito  del  tempo,  e  soprattutto 
con  una   ben    intesa    cognizione   del   gusto    e    della   niente  di  chi 

legge- 
fi  da  aggiungere  che  la  suddivisione  della  penisola  in  tanti 
governi,  ognuno  dei  quali  ha  i  suoi  piccoli  impiagati,  i  suoi  acca- 
demici, i  suoi  inquisitori  e  censori  (che  tutti  seguono  le  loro  leggi 
e  i  loro  metodi  particolari),  e  l'assoluta  mancanza  di  mezzi  pub- 
blici di  trasporto  per  far  circolare  le  opero  periodiche  colla  neces- 
saria rapidità  da  una  parte  della  nazione  all'altra,  le  obbliga  a 
contentarsi  del  numero  ristretto  di  lettori  e  sottoscrittori  da  tro- 
varsi nello  stato  ove  l'opera  si  pubblica;  e  per  conseguenza,  le 
spese  risultanti  da  tale  intrapresa  devono  per  la  maggior  parte  su- 
perare la  rendita. 

La  sola  pubblicazione  periodica  che,  oggi  quasi  dimenticata, 
sia  pur  degna  di  ristampa  per  la  purezza  della  lingua  e  per  la  schietta 
descrizione  delle  usanze  singolarissime  di  Venezia,  è  V  Osservatore, 
che  compariva  settimanalmente  in  quella  città,  scritto  intieramente 
dalla  penna  del  conte  Gasparo  Gozzi.  Questi,  pensatore  non  pro- 
fondo, scrutava  nondimeno  i  misteri  del  cuore  umano  con  occhio 
sagace,  e  nell'  intendimento  d'  istillare  una  morale  più  benevola  e 
gentile,  usò  le  armi  del  ridicolo;  ma  di  un  ridicolo  dettato  dalla 
compassione,  anziché  dal  disprezzo  o  dall'odio  dell'umanità.  H  suo 
stile,  tuttoché  senza  fuoco,  non  mancava  mai  di  quel  calore  che, 
continuato,  attrae  insensibilmente  ;  il  suo  dettato  era  a  guisa  d'un 
ruscello  sgorgato  di  vivo  fonte,  che  limpido  scorre  placidamente 
fra  l'erbe  con  lene  mormorio.  Egli  dee  aversi  per  uno  dei  pochi 
eletti  fra  quegli  Italiani  che  studiando  e  scrivendo  la  loro  lingua, 
ne  raccolgono  le  grazie  natie,  senza  guastarle  per  alcuna  affetta- 
zione sia  di  raffazzonamenti  filosofici,  sia  di  purismo  pedantesco, 
o  scansando  quella  verbosità  che  tanto  è  cospicua  nella  turba  degli 
scrittori  italiani.  A  quelli  fra  gl'Inglesi  che  lamentano  il  poco  nu- 

N.  Bernardini  —  Guida  della  Stampa  feriodica  italiana  —  9. 


130  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

mero  di  prosatori  italiani  da  potere  esser  letti  senza  noia,  noi  vor- 
remmo raccomandare  V  Osservatoì^e  di  Gaspare  Gozzi. 

Gli  alti  encomi  prodigati  poco  fa  a  Carlo  Gozzi  da  un  celebre 
poeta  tedesco,  e  poi  ripetuti  da  molti  critici,  vogliono  essere  al- 
quanto meditati  da  tutti  coloro  die  aspirano  a  fama  letteraria.  I 
due  fratelli  ebbero  scrivendo  diversi  fini.  Gaspare  mirava  a  ingen- 
tilire il  gusto,  lo  stile  e  i  costumi  de'  suoi  concittadini.  Carlo  si 
ridea  dello  studio,  dello  stile  e  del  gusto  ;  scrisse  a  capriccio,  e 
foggiò  a  commedia  certi  suoi  ghiribizzi,  che  poi  le  balie  veneziane 
canterellavano  sulle  culle  de'  bimbi  per  addormentarli.  Il  popolo 
affluiva  a  vedere  que'  drammi,  e  rideva  come  un  fanciullo  a  quelle 
follie  :  il  poeta  rideva  delle  follie  del  popolo,  e  gli  uomini  culti  si 
rideano  del  poeta  ;  e  ninno  allora  avrebbe  sognato  che  questo  fab- 
bro di  celie,  dopo  la  sua  morte  sarebbe  per  essere  esaltato  dagli 
stranieri  come  uomo  di  genio  originale,  mentre  gli  eleganti  scritti 
elaborati  dal  suo  fratello  con  tanto  amore  e  tanto  studio,  e  che 
degnamente  gli  ottennero  il  titolo  di  Addison  veneziano,  sarebbero 
appena  ricordati  dalla  generazione  venuta  dopo  di  lui. 

n  pregio  dell'  Osservatore  di  Gaspare  Gozzi  fu  fatto  manifesto 
agi'  Italiani  da  un  critico  rigidissimo,  il  quale  aveva  fornita,  se 
non  pur  cominciata,  la  propria  educazione  letteraria  in  Inghil- 
terra, e  fu  primo  a  introdurre  in  Italia  il  nuovo  codice  di  critica, 
ch'egli  avea  ricevuto  dal  dottor  Johnson.  Molti  de'  nostri  lettori 
hanno  già  inteso  che  noi  alludiamo  al  Baretti,  il  quale  mori  in 
Londra  l'anno  1789.  Visse  il  Baretti  fino  ad  età  avanzatissima, 
dotato  d'una  forza  irresistibile  di  attrazione  e  ripulsione,  tantoché 
chiunque  non  avesse  la  fortuna  di  divenirgli  o  amico  del  cuore  o 
nemico  implacabile,  dovea  rinunziare  alla  sua  conoscenza.  Molti 
ancora  vivono,  che  lo  conobbero,  e  continuano  ad  amare  o  a  de- 
testare la  sua  memoria;  ma  a  pochi  è  noto  per  quali  vie  fortuna 
e  natura  congiurassero  per  formare  un  carattere  tanto  strano.  Po- 
vero discendente  de'  marchesi  di  Carretto  in  Piemonte,  i  quali 
avean  coperto  di  debiti  tutto  il  patrimonio,  volea  pur  qualche  volta 
gratificare  all'orgoglio,  viaggiando  con  arme  e  titoli  gentilizi  ;  ma 
egli  era  nato  più  orgoglioso  che  vano,  e  però  avea  la  mente  del 
continuo  travagliata  e  tormentata  dal  timore  o  d'esser  creduto  un 
plebeo,  0  d'esser  messo  giustamente  in  ridicolo  come  colui  che  affet- 
tava titoli  e  onori  di  patrizio,  mentre  buscava  il  pane  col  sudor 
della  fronte.  La  professione  d'ecclesiastico,  e  il  nome  di  abate  in 
Italia  pareggia  tutti,  nobili  e  plebei  ;  e  da  prima  il  Baretti  questo 
stato  di  vita  vagheggiò  ;  ma  perciò  che  non  si  sentiva  acconcio  a 
prender  voto  di  celibato,  come  la  Chiesa  cattolica  prescrive,  s'ap- 
pigliò ben  tosto  allo  studio  dell'architettura:  qui  poscia  conside- 
rando ch'era  di  vista  corta,  e  che  gli  occhi  d'un  buon  artista  non 
possono  aver  prò  dagli  occhiali,  si  voltò  alla  professione  della  legge. 
Noiato  in  breve  de'  lunghi  e  gotici  modi  di  grammatica,  riputati 
necessari  a  quel  tempo  a  chi  volesse  saper  di  latino,  nella  qual 
lingua  insegnavasi  allora  la  giurisprudenza,  si  ridusse  al  mestiere 


LETTERATURA   ITALIANA   PERIODICA.  131 

di  scrivano  in  un  banco,  ove  più  tempo  consumò  sopra  libri  di  let- 
teratura cbe  non  sopra  il  giornale  del  banchiere.  Finalmente  pen- 
sando che  non  potea  ne  doveva  ubbidire  a  padroni  che  non  erano 
nobili  pari  suoi,  ed  erano  assai  meno  liberali  e  assai  più  ignoranti 
di  lui,  prese  l'infelice  risoluzione  di  scrivere  per  librai.  L'intrat- 
tabilità della  sua  natura,  a  cui  si  può  attribuire  la  bizzarria,  l' im- 
pazienza e  l' irrequietezza  della  mente,  cui  non  valsero  a  mitigare 
le  potenti  e  soavi  cure  materne,  fu  inacerbita  dall'odio,  o  come 
altri  vuole,  dall'amore  che  concepì  verso  la  madrigna.  Il  padre  del 
Baretti,  rimasto  vedovo,  erasi  ammogliato  a  una  giovane,  la  quale,, 
giustificata  dall'uso  de' tempi  e  del  paese,  divenne  la  platonica  adul- 
tera d'un  uomo  di  corte,  favorito  del  re,  e  delle  dame  di  Piemonte. 
Il  giovine  Baretti,  o  innamorato,  o  geloso,  o  forse  per  vendetta 
dell' onor  di  suo  padre,  tentò  di  lavar  nel  sangue  dell'offensore 
quell'offesa,  della  quale  ne  leggi,  ne  giudici,  ne  preti  promettevano 
riparazione.  Non  vi  riusci  ;  e  per  salvarsi,  fu  costretto  a  fuggirsene  ' 
dal  suo  paese.  Cosi,  senza  il  bene  dell'educazione,  non  esperto  d'al- 
cuna professione  utile,  si  trovò  senza  patria  nel  fior  dell'età.  La 
sventura,  che  pur  talora  ammollisce  le  menti,  rese  la  sua  più  severa 
e  più  rigida.  Egli  sacrificò  sempre  la  sua  pace  all'ambizione  di  non 
mai  perdonare  un'offesa,  di  nulla  mai  concedere  all'ignoranza  e 
alla  debolezza  umana. 

Quel  velo  di  passione,  a  traverso  del  quale  riguardò  sempre 
le  umane  fragilità,  l'ostinata  veemenza  onde  mantenne  le  sue  opi- 
nioni, e  1'  inflessibile  asprezza  delle  sue  ammonizioni  erano  proprie 
a  rendere  men  docili  i  suoi  lettori;  ma  quand'era  in  umore  di  pia- 
cevolezza, diveniva  più  indulgente  ai  compagni  de'  suoi  passatempi  ; 
tutta  l'anima  sua,  tutte  le  sue  parole  prendeano  graziosita  e  gaiezza, 
e  d'ogni  più  gentile  virtù  addolcivasi  la  sua  vita  domestica,  apren- 
dosi all'esercizio  di  tutte  le  più  amabili  inclinazioni  del  cuore  umano. 
Ondechè  tutti  gli  amici  lo  ammiravano  e  compativano  come  una 
specie  di  Catone  letterario,  mentre  per  gli  altri  non  era  che  un 
cinico,  il  quale  al  randello  di  Diogene  aggiungea  l'armi  e  la  ferocia 
d'un  soldato.  Tutti  sanno  come  il  Baretti  si  prese  vendetta  di  sua 
mano,  allorché  fu  assalito  per  le  strade  di  Londra  da  una  banda 
di  ladri  e  femminacce,  e  come  si  rese  colpevole  d'omicidio;  ed  è 
pur  opinione  di  molti,  che  in  quel  tristo  frangente  egli  avesse  mo- 
strato men  disposizione  alla  difesa  che  alla  vendetta.  Né  sarebbe 
valso  a  salvarlo  la  patita  provocazione  di  que'  ribaldi,  ne  l'elo- 
quenza della  sua  difesa,  ove  il  Jw^y  non  avesse  inclinato  l'orecchio 
ad  uomini  rispettabili,  specialmente  letterati,  che  si  fecero  innanzi 
attestando  della  vita  incolpevole  del  Baretti,  non  d'altro  imputa- 
bile che  di  naturale  impazienza  a  sopportare  1'  ingiurie,  e  di  pron- 
tezza a  respingerle.  Così  continuò  fino  a'  quarantacinque  anni,  non 
avendo  di  che  provvedere  alla  imminente  vecchiezza,  se  non  appi- 
gliandosi a  insegnare  1'  italiano,  compilando  dizionari,  opere  gram- 
maticali, edizioni  d'autori  italiani  ad  uso  de'  suoi  allievi;  co'  quali 
peraltro  non  ebbe  l'arte  di  vivere  in  pace  per  lungo   tempo.  Chi 


132  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA.   ITALIANA, 


si  diletta  di  pettegolezzi  può  trovarne  im  tesoro  ne'  volumi  di  Bo- 
swell, il  quale  dicenda  et  tacenda  locutus,  lia  pubblicate  non  so 
che  querele  domestiche  fra  il  Baretti  e  la  signora  Thrale,  la  cui 
figlia  stavasi  allora  sotto  la  disciplina  di  lui.  È  proprio  da  com- 
piangere che  il  Baretti,  dopo  esser  vissuto  come  ospite,  familiare, 
maestro  ed  amico  in  casa  di  quella  signora,  e  dopo  esserne  stato 
lontano  per  piìi  che  vent' anni,  portasse  seco  l'ira  fino  all'estrema 
vecchiezza,  quando,  sull'orlo  del  sepolcro,  lanciò  improperi  contro 
di  lei,  allora  divenuta  signora  Piozzi,  infatuato  della  vanità  di  far 
sapere  al  mondo  che  dessa  avea  corrisposto  al  dottor  Johnson.  Ma 
quando  il  Baretti  ebbe  opportunità  di  secondare  il  talento  naturale 
per  la  discussione,  il  suo  ingegno,  la  sua  mente  espandeasi,  e  si 
sollevava  col  subietto.  Il  suo  ragionamento  contro  Voltaire  a  difesa 
di  Shakspeare  fu  vòlto  a  diffondere  i  principii  di  critica  poetica, 
applicati  già  da  tutti  gì'  inglesi,  ma  fin  allora  sconosciuti  in  Fran- 
cia e  in  Italia;  e  ne  trattò  con  quell'abbondante  eloquenza,  con 
queir  ironia,  e  con  lo  stesso  spirito,  insolenza  e  sprezzo  superbo, 
che  aveano  reso  il  dittatore  della  letteratura  europea  oppositor  for- 
midabile. Questo  ragionamento  è  scritto  in  francese.  Uno  de' pregi 
del  Baretti  era  una  grande  facilità  a  impadronirsi  delle  lingue  stra- 
niere. Se  in  tutte  ei  scrivesse  correttamente,  noi  non  siamo  in 
grado  di  giudicare  ;  ma  ne  dubitiamo.  Non  è  poco  per  un  uomo  il 
possedere  perfettamente  tutte  le  ricchezze  della  propria  lingua  :  in 
quelle  degli  altri  paesi  dovrà  sempre  pensare  e  ripensare  ai  modi 
da  usare,  massime  se  vorrà  esprimere  idee  di  carattere  profondo.  Il 
Baretti  non  era  profondo  pensatore  :  concepiva  i  suoi  pensieri  in  una 
guisa  bizzarra,  ed  esprimeali  in  tutte  le  lingue  che  sapeva  con  quella 
caldezza  e  quella  libertà  che  fanno  perdonare  ai  difetti  di  gramma- 
tica, come  que'  cavalieri  che  non  usi  al  maneggio  de'  cavalli,  si 
slanciano  a  tutto  galoppo,  e  sono  ammirati  pel  loro  coraggio. 

Nondimeno,  a  dispetto  dell'audace  confidenza  nella  propria 
forza,  il  Baretti,  tra  per  ammirazione  e  per  necessità  d' istruirsi, 
e  tra  per  moda  e  spirito  di  speculazione,  si  professò  discepolo  e 
imitatore  del  dottor  Johnson.  Ma  la  mente  universale  e  intuitiva 
di  Johnson,  la  superiorità  che  tenea  fra'  contemporanei,  la  preci- 
sione ed  originalità  della  sua  eloquenza,  e  principalmente  la  gra- 
vità del  suo  carattere  conferivano  un  che  di  venerazione  anche  alle 
baie  che  cadeano  dalle  sue  labbra;  laddove  le  arroganti,  subitanee 
e  talor  volgari  maniere  del  Baretti  riuscivano  a  detrarre  allo  splen- 
dore e  alla  dignità  eziandio  del  vero.  Johnson  e  Baretti  aveano 
imparato  di  per  se  stessi,  e  però  aveano  il  grandissimo  vantaggio 
di  pensare  e  di  esprimersi  a  modo  interamente  loro  proprio  :  le 
loro  menti  non  erano  state  preoccupate  dalle  forme  servili,  dalla 
pedanteria,  àdXVesjìrit  de  corps  del  collegio  e  dell'università  ;  ma 
peraltro,  come  avviene  di  tutti  quelli  che  hanno  imparato  di  per 
se  stessi,  si  davano  a  credere  che  qualunque  cosa,  da  essi  impa- 
rata senza  maestro,  non  fosse  stata  mai  per  l' innanzi  conosciuta 
ne  insegnata  da  altri.  Il  legger  confuso,  tumultuario,  e  spesso  in- 


LETTERATURA   ITALIANA   PERIODICA.  133 

terrotto,  in  gran  varietà  di  libri,  quand'eran  giovani,  aveva  abi- 
tuate le  loro  facoltà  mentali  alla  sconnessione,  al  disordine,  all'  im- 
pazienza ;  e  non  appena  un  raggio  di  verità  balenava  su  loro,  si 
affrettavano  ambiziosamente  a  comporne  massime  generali  ed  as- 
siomi, arrivando  talora  a  conseguenze  che  non  erano  affatto  dedotte 
da'  principii  cbe  aveano  posti.  I  fatti  intorno  a'  quali  ragionavano, 
non  erano  moltiplicati  per  ripetLite  ricerche,  non  esaminati  né  con- 
frontati diligentemente,  e  le  date,  senza  le  quali  gli  effetti  si  paion 
cause  e  le  cause  effetti,  di  raro  si  trovano  esatte  ne'  loro  scritti  ; 
ond'  è  che,  mentre  di  tutto  disputavano  e  sempre  e  con  tutti,  le  loro 
magistrali  sentenze  non  erano  scevre  di  errori  e  di  contradizioni. 
Avevano  spesso  ricorso  ai  sofismi,  qualche  volta  ai  sarcasmi;  e 
combattevano  più  per  vanità,  che  per  amore  del  vero.  Erano  am- 
bidue  avventurieri,  e  faceano  sfoggio  di  loro  ricchezze  con  tutto 
il  fasto  e  la  pompa  de'  nuovi  ricchi.  Ma  le  ricchezze  della  mente 
di  Johnson  si  davano  spontanee,  nuove,  svariate,  infinite,  come 
sono  le  produzioni  del  genio,  qualunque  educazione  abbia  ricevuto. 
Il  Baretti  all'incontro  non  avea  scintilla  di  genio:  la  natura  gli 
avea  dato  quella  specie  d' ingegno,  che  conosce  come  adoperar 
destramente  e  con  una  cert'aria  di  novità  quel  eh'  è  stato  inven- 
tato da  altri,  ma  è  affatto  impotente  a  scoprire  o  inventare  alcuna 
cosa  da  se  stesso.  Era  acuto,  perseverante,  trasmutabile,  e  quando 
volea  convincer  altrui  di  errore,  talvolta  avventurato.  Quell'  istinto 
irresistibile  che  lo  stimolava  a  continue  battaglie  di  penna,  padro- 
neggiava siffattamente  tutte  le  sue  facoltà,  che  non  potea  ne  leg- 
gere ne  pensare  di  cose  che  pur  accrescevano  dovizia  alle  sue  co- 
gnizioni, senza  che  non  rimproverasse  nel  tempo  stesso  a  qualche- 
duno  povertà  o  fiacchezza  d' intelletto.  Il  meglio  delle  sue  poche 
dovizie  letterarie  gli  derivò  dal  conversare  con  Johnson.  Checché 
Johnson  dicesse  e  scrivesse,  rivelava  l'uomo  di  mente  superiore, 
che  sapea  di  essere  nato  in  bassa  condizione,  e  d'avere  spesa  la 
miglior  parte  della  primavera  della  vita  in  occupazioni  sconosciute 
al  suo  alto  intelletto,  alla  nobiltà  della  sua  mente  ;  e  come  per 
cancellar  dalla  propria  memoria,  non  che  dall'altrui,  la  bassezza 
anteriore  del  suo  stato,  sembra  che  pigliasse  l'uso  di  parlar  sem- 
pre con  più  pompa  ed  autorità,  e  con  meno  buon  gusto  che  non 
avrebbe  fatto,  se  avesse  sortito  nascita  più  ragguardevole  e  men 
contraria  fortuna;  e  però  diede  splendore,  magnificenza  e  sonora 
rotondità  di  stile  anche  agli  scherzi,  e  alle  idee  più  comuni.  Ma 
il  suo  discepolo  italiano  fin  dalla  prima  giovinezza  era  stato  con- 
dannato a  vagare  come  un  reietto,  ed  era  cresciuto  in  un  paese 
dove  e  corte  e  nobili  ed  anche  magistrati  impunemente  oltraggia- 
vano spesso  le  leggi,  cosicché  chi  non  volea  portarsi  in  silenzio 
l'ingiustizia  e  l'insulto,  afferrava  qualsivoglia  occasione  di  vendi- 
carsene con  armi  e  sangue.  Ebbe  casa  raramente  fuorché  nelle 
osterie  e  nelle  taverne  fra  gente  abietta,  e  sovente  pessima  ;  ed 
inclinando,  come  il  maestro  Johnson,  a  sensualità  e  crapula,  ma 
meno  di  lui  scrupoloso  nella  scelta  de'  compagni,   il  Baretti  con,- 


134  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


trasse  maniere  volgari,  clie  diventarono  sua  seconda  natura,  ed  in- 
fluirono ne'  suoi  scritti.  Infatti,  o  clie  fosse  per  un  pensiero  istin- 
tivo o  da  esperienza,  sentì  clie  1'  imitare  la  solennità  dello  stile  di 
Jolinson  lo  avrebbe  fatto  ridicolo;  ed  anzi,  fin  nella  propria  lin- 
gua, trascurò  gli  autori  cbe  scrissero  con  dignità,  e  studiò  poesia 
nel  Berni,  prosa  in  Benvenuto  Cellini,  autori  che  lo  poteano  for- 
nire solo  d'  idiotismi.  Non  fece  sua  ne  la  grazia  spontanea  del  primo, 
nò  l'energia  del  secondo.  Vero  è,  che  se  l'autobiografìa  del  Cellini 
cominciò  ad  esser  pregiata  più  che  per  1'  innanzi  in  Italia,  grazie 
al  Baretti,  il  quale  concesse  all'artista  fiorentino  la  palma  sox3ra 
tutti  gli  scrittori  toscani,  abbenchè  esagerate  fossero  tante  lodi, 
ne  venne  pur  questo  di  bene,  che  molti  italiani  impararono  da 
queir  opera,  come  il  pensar  fortemente  e  il  concepire  potente- 
mente quel  che  si  scrive,  è  mezzo  più  efficace  a  formar  lo  stile, 
che  non  tutti  i  retori  grammaticali,  e  i  grammatisti  retorici  delle 
loro  accademie.  L'espressione  italiana  del  Baretti  corrisponde  al- 
l'energia della  sua  mente;  e  quantunque  egli  non  sia  ad  aversi 
in  conto  di  scrittore  veramente  puro,  e  le  sue  opere  (aggirandosi 
nella  maggior  parte  intorno  a  subietti  grammaticali,  o  lizze  lette- 
rarie, fra  le  quali  passò  la  vita)  non  abbiano  grande  importanza, 
in  grazia  nondimeno  dello  stile,  sono  tuttavia  ristampate  e  lette. 
Chiunque  sapesse  tanto  d' italiano  e  d' inglese  da  poter  pronunziare 
un  giudizio,  direbbe  forse  che  il  modello  che  il  Baretti  s'era  messo 
davanti  per  lo  stile  e  pe'  modi,  era  Swift. 

Con  siffatte  abilità,  con  quel  carattere,  sapore  e  stile,  il  Ba- 
retti lasciò  1'  Inghilterra  e  tornò  in  Italia,  dove  nel  1765  die  prin- 
cipio ad  un'opera  periodica,  intitolata  :  Frusta  letteraria  di  Ari- 
starco Scannabue.  GÌ'  Italiani,  e  specialmente  i  Fiorentini,  danno 
nome  di  bue  agli  uomini  corpulenti,  e  agli  scrittori  stupidi.  Con- 
venienti al  suo  nuovo  nome  e  al  titolo  del  giornale  furono  le  opi- 
nioni \ere,  false  o  dubbiose,  i  numerosi  paradossi,  pregiudizi  e  so- 
fismi che  disseminò  fra  i  suoi  connazionali.  Le  opinioni,  talvolta 
avventate  e  non  sempre  giuste,  della  critica  inglese,  ma  che  pro- 
nunziate a  modo  d'oracoli,  si  erano  procacciata  venerazione  fra  la 
moltitudine  dei  lettori,  allorché  furono  con  minacciosa  arroganza 
ripetute  dal  Baretti,  provocarono  ad  un  esame  più  severo;  e  quelle 
ch'eran  parziali,  o  almeno  dubbiose,  furono  riprovate  siccome  in- 
giuste e  maligne.  Le  molte  verità,  le  nuove  luminose  illustrazioni 
del  Johnson,  applicabili  alla  letteratura  di  ogni  popolo  e  di  ogni 
età,  ed  insieme  convincentissime,  come  quelle  che  sembrano  mosse 
da  ispirazione  di  mente  quasi  divina,  furono  adoperate  dal  Baretti,  in 
tal  guisa  da  far  credere  che,  più  che  il  beneficare  la  patria,  avesse 
per  suo  proposito  I'  invilimento  e  la  detrazione  degli  uomini  più 
stimati  della  nazione,  il  sovvertimento  di  tutte  le  teorie  consacrate 
dal  tempo,  la  diffusione  di  scandali  e  d'eresie  letterarie  nelle  ac- 
cademie e  nelle  scuole.  Forse  l' Italia  non  era  ancora  in  grado  di 
accogliere  quelle  verità;  ma  comunque  ciò  fosse,  perchè  meno  osti- 
nata fosse  la  ripulsione,  bisognava  uno  scrittore  più  insinuante,  © 


LETTERATURA  ITALIANA  PERIODICA.  135 

men  fanatico  dell'infallibilità  del  suo  precettore.  L'artista,  il  quale 
per  bizzarria  figurò  la  signora  Thrale  che,  vestita  alla  montanina, 
guida  ad  una  fiera  il  formidabile  dottore  in  figura  d'un  orso,  avrebbe 
compiuta  la  pittura  se  avesse  messo  il  Baretti  sulla  schiena  del- 
l'orso in  figura  di  scimmia.  Fino  a  quel  tempo  i  poeti  italiani  si 
eran  considerati  da  meno  de'  poeti  di  Grecia  e  di  Roma  :  credevano 
che  gli  usi,  la  religione  o  il  linguaggio  degli  antichi  fossero  meglio 
adatti  a  poesia,  o  che  natura  avesse  cessato  di  produrre  genii  straor- 
dinari; e  non  videro  che,  indipendentemente  da  quelle  circostanze, 
parte  vere,  parte  esagerate  e  parte  immaginarie,  la  poesia  degli 
antichi  consisteva  nel  disegno,  nel  colorito  del  pensiero,  nell'unità 
e  proporzione  delle  immagini,  e  però  in  una  perfezione,  cui  niun 
genio  può  arrivare  se  è  incatenato  dall'  imperiosa  necessità  della 
rima.  I  tentativi  di  avvicinarsi  alla  maniera  degli  antichi  per 
mezzo  del  verso  sciolto ^  erano  riusciti  miseramente  per  molti  anni, 
finche  a'  tempi  del  Baretti  comparvero  alcuni  bei  saggi,  onde  co- 
minciossi  a  sperare  che  la  poesia  italiana  si  sarebbe  potuta  trattare 
in  guisa  da  ottener  molti,  se  non  tutti,  i  meravigliosi  effetti  del- 
l'esametro. Indi  a  non  molto,  a  cotal  perfezione  fu  condotto  il  verso 
sciolto,  che  il  linguaggio,  i  pensieri,  la  poesia  presero  assai  più  di 
larghezza,  di  abbondanza,  di  splendore,  e  un  aspetto  nuovo  del 
tutto.  Infatti  la  letteratura  italiana  s' è  agerandita  mercè  de'  versi 
sciolti,  e  ha  stabilito  un'epoca  importantissima,  che  non  è  stata  fin 
qui  abbastanza  notata  e  descritta.  Ma  il  Baretti  o  non  vide,  o  si  era 
determinato  a  non  vedere  l'avvenuto  miglioramento;  e  poiché  il 
suo  dottor  Johnson  erasi  professato  contrario  al  verso  sciolto,  con- 
verti quell'avversione  in  anatema  superstizioso  e  ridicolo.  Se  uo- 
mini versati  in  cotali  studi  confrontassero  coll'originale  una  delle 
satire  di  Giovenale  imitata  dal  dottor  Johnson,  scorgerebbero  a 
un  tratto  che  il  verso  del  poeta  antico,  non  tiranneggiato  dalla 
rima,  concedeva  al  poeta  di  far  presenti  i  suoi  pensieri,  disegnati, 
formati,  incarnati  in  vivissime  immagini.  Le  massime  generali,  i 
fatti,  le  allusioni  si  trovano  nel  satirista  latino  sotto  forma  di  numi 
e  di  genii  irati,  e  par  di  vedere  la  lor  minacciosa  attitudine,  e 
par  di  udire  quelle  parole  severamente  ammonitrici;  e  quelli  stessi 
pensieri,  laddove  sono  angustiati  fra  le  rime,  si  mutano  in  sen- 
tenze epigrammatiche,  che  nell'armonia  e  nel  vigore  dell'espres- 
sione ci  danno  a  sentire  l'oratore,  il  filosofo,  il  profondo  osserva- 
tore del  cuore  umano  e  il  perfetto  verseggiatore;  ma  di  raro,  se 
pur  qualche  volta,  il  poeta.  Vero  è,  che  Johnson  non  parve  fatto 
dalla  natura  per  essere  gran  poeta  ;  ond'egli,  forse  di  ciò  consa- 
pevole, fece  agire  tutte  le  altre  potenti  facoltà  del  suo  spirito  afiin 
di  costituirsi  giudice  profondo  ed  originale  in  quell'arte,  nella  quale 
i  suoi  primi  sperimenti  non  erano  stati  uguali  alla  sua  ambizione. 
Il  Baretti  die  principio  alla  sua  ^carriera  con  la  traduzione  delle 
opere  drammatiche  del  Corneille.  E  raro  che  la  poesia  rimata,  quella 
principalmente  de'  Francesi,  fornisca  il  traduttore  di  tanto  colorito 
e  disegno,  e  di  tante  immagini  che  possa  essere  trasportata  nel  verso 


136  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 


sciolto  con  effetto  ;  ed  il  Baretti  fece  la  traduzione  in  verso  sciolto, 
e  riuscì  deplorabile.  Imputò  egli  la  caduta  alla  mancanza  della 
rima  ;  ma  egli  avrebbe  ben  potuto  querelarsi  con  la  poesia  del  suo 
originale,  o  con  la  rima,  e  massimamente  col  suo  ingegno  antipoe- 
tico. E'  par  veramente  ch'egli  ciò  riconoscesse,  dacché  si  distolse 
affatto  dai  versi,  e  tutto  si  volse  alla  formazione  di  quel  suo  stile 
in  prosa,  che  riuscì  formidabile  appunto  ai  poeti,  fra'  quali  non  gli 
era  stato  possibile  di  essere  annoverato.  E  ciò  stesso  fu  cagione  che 
Johnson  si  desse  con  tanta  compiacenza  a  fabbricare  solenni  periodi 
per  farci  sapere  che  Milton,  quand'era  ragazzo,  fu  battuto  in  col- 
legio dal  maestro  ;  che  Milton,  in  vecchiaia,  quantunque  già  intre- 
pido propugnatore  di  libertà,  era  naturalmente  tiranno,  perchè,  in- 
fermo, cieco,  solitario,  cercava  aiuto  ed  esistenza  dal  sesso  più 
debole,  ed  altrettali  maligne  induzioni,  — per  non  mentovare  quelle 
che  con  poco  accorgimento  e  meno  dignità  estorse  da  una  came- 
riera, per  tassare  il  Pope  di  ghiottoneria,  e  di  stravaganze  puerili, 
e  d'altre  miserie  comuni  a  tutti  gli  uomini.  Tutto  ciò  è  prova, 
che  il  critico,  arrabbiato  colla  natura  che  non  avealo  destinato 
poeta,  se  ne  vendicava  contro  i  poeti  di  grandissima  fama  ;  e  che 
quando  le  loro  opere  e  il  consenso  dell'umanità  lo  impedirono  di 
oltraggiare  il  Genio,  adoperossi  a  sparger  sospetti  sulle  loro  inten- 
zioni e  sulla  loro  vita.  Johnson  si  contentò  nondimeno  di  lodare 
o  vilipendere  i  morti;  non  già  il  Baretti.  Il  Baretti  colla  sua  Fru- 
sta letteraria  flagellò  spietatamente  i  vivi  ;  e  qualche  volta  a'  suoi 
colpi  risposero  minacce  di  spada  e  di  pugnale.  Vi  fu  un  bresciano, 
mezzo  poeta  e  mezzo  gentiluomo,  il  quale  intimò  al  Baretti  che, 
0  censurato  o  lodato  che  lo  avesse  nel  suo  giornale.  Aristarco  Scan- 
nabue,  sarebbe  stato  trovato  egli  stesso  scannato,  qualche  notte, 
per  le  vie  di  Brescia;  città  famosa  a  que'  tempi  per  atti  quotidiani 
di  quella  specie,  commessi  impunemente.  La  minaccia  era  vile,  e 
il  Baretti  la  disprezzò.  Ma  benché  tai  querele  non  finiscano  gene- 
ralmente nel  sangue,  cagionano  sem]3re  acerbità  d' invettive,  ma- 
lignità velenosa,  bassezza  e  volgarità  di  strapazzi,  che  per  amore 
alla  causa  della  letteratura  dovrebbero  essere  lasciate  al  disprezzo 
e  all'oblio.  Quanto  a  noi,  ce  ne  ricordiamo  con  indignazione  pro- 
fonda, senza  peraltro  voler  far  ingiuria  al  retto  sentire  degl'  Ita- 
liani moderni,  i  quali,  tuttoché  non  affatto  purgati  del  lievito  di 
quell'antica  colpa,  peccano  in  ciò  assai  meno  de'  loro  antenati.  E 
come  liberarsene  affatto  in  un  paese,  dove  ciascuna  capitale,  cia- 
scuna accademia,  ciascun  collegio,  ciascun  municipio  affetta  premi- 
nenza in  letteratura?  dove  tutti,  sforzati  al  silenzio  ed  all'inope- 
rosità negli  affari  di  gran  rilievo,  si  danno  a  mettere  importanza 
nelle  frivolezze?  dove  padroni  stranieri  si  compiacciono  nell' umi- 
liare, nell' avvilire  gli  uomini  nati  ad  educare,  ammaestrare,  ed 
onorar  la  patria  loro,  e  dove  perciò  le  guerre  di  penna,  divenute 
ridicole  altrove,  vivono  ancora  ?  E  in  Italia  degenerano  in  odii  ci- 
vili, che  accrescono  le  discordie,  la  debolezza,  la  ignoranza  e  la 
schiavitù  di  tutta  quanta  la  nazione  ! 


LETTERATTJRA   ITALIANA    PERIODICA.  137 

Il  sentimento  religioso,  predominante  nel  carattere  di  Jolinson 
e  tendente  a  superstizione,  era  forse  ugualmente  sincero,  quantun- 
que meno  intenso,  nella  mente  del  Baretti.  Come  Johnson  in  In- 
ghilterra non  volle  andare  ad  un  sermone  recitato  dall'illustre  sto- 
rico di  Carlo  V,  perchè  quegli  predicava  calvinismo,  cosi  il  Baretti 
in  Italia  si  sentì  ispirato  a  flagellare  colla  sua  Frusta  letieraria 
chiunque  non  era  scrupoloso  veneratore  di  tutti  i  dommi  della 
Chiesa  cattolica.  Ma  non  perciò  gli  venne  fatto  d'ammorbidire  i  preti 
e  i  frati,  i  quali  erano  allora,  e  pare  che  oggi  sieno  per  ridive- 
nire, soli  essi  i  poeti  e  i  critici  della  nazione,  come  sono  i  mae- 
stri, i  commensali,  i  confessori,  i  buffoni,  e  ben  sovente  i  compu- 
tisti e  i  maestri  di  casa  ne'  palagi  de'  ricchi  e  de'  nobili  ;  e  prin- 
cipalmente i  professori  de'  collegi  e  delle  università,  e  non  di  rado 
le  spie  de'  governi.  Invano,  nel  censurare  i  versi  di  certi  preti  e 
frati,  il  Baretti  si  professa  campione  della  religione,  e  adoratore 
de'  loro  conventi,  de'  loro  istituti.  Alla  fine  ebbe  a  confessare  che 
dovea  dai  preti  riconoscere  tutte  le  nere  calunnie  ond'era  stato 
coperto,  e  tutti  i  pericoli  ch'avea  corsi  d'esser  carcerato  come  va- 
gabondo, condannato  come  reo  di  ribellione,  arso  vivo  dal  San.- 
t' Uffizio  come  eretico. 

E  poiché  tutte  le  opinioni  del  dottor  Johnson  erano  nel  credo 
del  Baretti,  egli  trasfuse  nella  Frusta  letteraria  anche  il  tori- 
smo  del  suo  maestro,  e  non  ebbe  pietà  per  alcuno  di  quegi'  Ita- 
liani che  si  erano  esposti  a  rischi  e  fatiche  a  fine  di  liberare  la 
patria  dalle  leggi  e  dagli  usi  tramandati  dai  secoli  della  barbarie. 
Il  marchese  Beccaria  stimolato  da  irresistibile  amore  per  la  verità 
e  per  la  patria,  ebbe  coraggio  di  comporre  l'opera  Dei  delitti  e 
delle  pene  ;  ma  sgomentato  dello  spirito  dei  tempi  e  del  paese,  la 
scrisse  di  nascosto,  e  la  pubblicò  senza  nome.  Tutti  i  governi  d'Ita- 
lia misero  una  taglia,  come  al  capo  d'un  malandrino,  al  nome  del- 
l'autore perchè  fosse  scoperto. 

Se  il  popolo  cominciava  finalmente  a  distinguere  fra  peccati 
che  si  debbono  rimettere  al  giudizio  di  Dio,  e  delitti  che  fanno 
responsabile  il  reo  davanti  alle  leggi  umane  ;  se  la  tortura  comin- 
ciò ad  essere  abolita  in  Europa  ;  se  il  processo  criminale  si  scoperse 
in  tutta  la  sua  originale  spaventevole  deformità,  solo  il  Beccaria  ne 
ha  merito  ;  e  sopra  lui  nondimeno  il  Baretti  si  avventò  senza  mi- 
sericordia. Strano  e  miserevole  a  dirsi  !  che  mentre  gi'  Italiani  si 
sforzavano  in  ogni  modo  a  risvegliarsi  dal  profondo  letargo  della 
schiavitù,  un  loro  connazionale,  lungamente  vissuto  fra  un  popolo 
avventuroso  per  libere  costituzioni,  dovesse  venir  d' Inghilterra  a 
sostenere  leggi,  usi  ed  abusi,  sol  perchè  consacrati  dalla  prescri- 
zione degli  anni,  e  dal  volere  d'un  papa.  Né  stette  molto  il  Ba- 
retti a  sapere,  che  la  condizione  politica  della  sua  patria  non  con- 
feriva gran  fatto  ne  sicurezza,  ne  pace.  Egli  avea  scritto  e  provato 
ohe  il  cardinal  Bembo  non  era  stato  altro  che  un  poeta  mediocre  ; 
e  gì'  inquisitori  di  stato  proibirono  la  continuazione  della  Frusta 
Wtteraria  in  Venezia,  cacciando  dal  territorio  della  repubblica  il 


138  GUIDA   DELLA   STAIVIPA   PERIODICA   ITALIANA. 

critico,  cLe  avea  avuta  l'audacia  d'asserire  die  tre  secoli  prima  un 
cardinale  veneziano  avea  composto  un  certo  numero  di  sonetti  insi- 
pidi. —  La  Frusta  ricomparve  negli  stati  del  papa;  ma  colà  avendo, 
non  senza  ragione,  notato  d'ipocrisia  e  d'eresia  l'abate  de' Bene- 
dettini, prelato  ed  autore  di  molti  libri  allora  celebri,  adesso  quasi 
dimenticati,  il  Baretti  si  vide  costretto  a  cercar  nuovo  asilo  in 
Lombardia.  —  La  casa  d'Austria,  osservando  che  gì'  Italiani  di  quel 
tempo  erano  troppo  devoti  ai  loro  nobili  e  preti,  incominciò  ad 
avvisar  modo  d'umiliare  questi  ultimi,  e  s'ingegnò  di  trarre  a  se 
l'amore  e  l'obbedienza  del  popolo  per  larghe  promesse  di  miglio- 
ramenti, sebbene  in  appresso  abbia  fatto  rivivere  tutte  le  vecchie 
e  barbariche  leggi  che  le  procacciano  ubbidienza  e  odio.  Era  in 
quel  tempo  al  governo  di  Lombardia  il  conte  Firmian,  stimato 
ed  amato,  specialmente  fra  gii  uomini  di  lettere,  per  popolarità 
nell'amministrazione  :  ma  quando  il  Baretti  si  disponeva  a  pubbli- 
care in  Milano  i  suoi  Viaggi  di  Portogallo,  il  conte  gli  mandò  di- 
cendo, che  in  quel  libro  non  si  sarebbe  potuto  parlare  di  ninna 
cosa  che  si  riferisse  a  politica.  Un  altro  ministro  che  affettava 
grande  ammirazione  alla  letteratura,  invitò  il  Baretti  a  visitarlo, 
e  lo  ricevè  nella  camera  j)ropria,  dove  non  era  che  una  sedia,  e 
questa  occupata  dal  ministro  ;  il  che  vedendo  il  Baretti,  fredda- 
mente si  mise  a  sedere  sul  letto.  Questo  tratto,  ed  altri  della  stessa 
specie  bastarono  a  procurargli  un  ordine  di  esilio  da  tutti  gli  stati 
italiani;  e  cosi  tornossene  in  Inghilterra,  dove,  attenendosi  in  teo- 
ria alle  dottrine  dell'ubbidienza  passiva,  continuò  fino  al  settante- 
simo anno  di  vita,  pensando,  parlando,  scrivendo  e  operando  li- 
berissimamente ;  e  morì  pochi  mesi  dopo  il  suo  maestro  Johnson. 
Continua  povertà  avealo  avvezzato  alla  frugalità  più  severa,  ma 
le  lunghe  astinenze  lo  indussero  qualche  volta  a  godersi  i  suoi 
guadagni  con  troppo  poca  economia.  La  Real  Accademia  di  Lon- 
dra gli  conferi  titolo  di  segretario  della  corrispondenza  straniera, 
coU'annuo  stipendio  di  25  lire,  cresciuto  poi  fino  a  80.  È  probabi- 
lissimo che  senza  questo  aiuto  non  avrebbe  lasciato  di  che  pagare 
le  spese  del  suo  funerale. 

La  Frusta  letteraria  era  giunta  al  secondo  anno,  e  là  si  ri- 
mase. Temporanei  furono  i  mali  che  fece,  permanenti  i  benefizi. 
A  quel  tempo  la  letteratura  italiana,  sotto  le  vecchie  regole  sco- 
lastiche giaceva  in  profondo  letargo  ;  ne  del  tutto  è  da  biasimare 
il  Baretti  se,  per  iscuoterla  da  quella  stupefazione,  armossi  di  ri- 
dicolo, di  passione,  di  minacce  magistrali,  e  costituì  la  pedanteria 
in  una  specie  di  dittatura.  Tutte  le  sciocchezze  che  poterono  com- 
mettersi nella  repubblica  letteraria,  ebbero  a  provarne  la  severa 
autorità,  umiliate  tutte  quasi  sempre  sotto  i  colpi  d'un  uomo  fatto 
e  nudrito  per  battaglie  di  quella  specie.  La  folla  de'  lettori,  ai 
quali  il  senso  comune  aveva  già  detto  come  gii  storici  prezzolati 
delle  case  sovrane,  gli  oratori  dei  panegirici  ai  santi,  gli  ammirati 
poetastri  de'  sonetti  petrarcheschi  e  delle  canzonette  prosaiche,  e 
gli  scrittori  delle  dissertazioni  accademiche  erau  nulli  e  peggio  che 


LETTERATURA   ITALIANA    PERIODICA.  139 

nulli,  si  rallegrò  vedendoli  precipitar  d' improvviso  da  quelle  sedi 
accademicb.e  sulle  quali  fin  allora  eran  parati  sacri  e  inviolabili. 
La  misera  vanità  degl'  Italiani  clie  si  credeano  maestri  al  mondo, 
fu  pur  fatta  vergognare  alquanto  dal  Baretti,  il  quale  non  restava 
mai  dal  gridare  die  ben  gli  stranieri,  già  più  secoli  prima,  avean 
mestieri  di  condursi  alle  scuole  d' Italia  in  cerca  d'  insegnamento  ; 
ma  ch.e  al  presente  gl'Italiani  farebbero  bene  a  non  isdegnar  di 
ricorrere  a  quelle  degli  stranieri.  In  somma,  da'  nuovi  principii 
inculcati  dal  Baretti  emanarono  assai  corollari  pregni  di  verità  ne- 
cessarie ad  essere  intese  e  messe  in  atto  dagl'Italiani:  questo  fra 
gli  altri  —  che  tutti  gli  uomini,  e  fra  tutti  principalmente  quelli 
dotati  di  genio,  debbono  riguardare  più  al  fine  ch'ai  mezzi;  e  che 
laddove  i  precetti  d'un' arte  non  pieghino  al  fine,  si  debba  abban- 
donarli. —  Sciaguratamente  gi'  Italiani,  per  voler  mettere  in  azione 
i  mezzi  a  seconda  di  certe  regole,  smarrirono  la  vista  del  fine,  e 
quegli  fu  tra'  poeti  e  scrittori  il  più  lodato,  che  più  religiosamente 
erasi  attenuto  alla  poetica  d'Aristotile,  alla  rettorica  di  Quintiliano, 
e  al  vocabolario  della  Crusca  :  in  una  parola,  sol  che  potessero  so- 
disfare ai  critici,  tolleravano  lietamente  che  tutto  il  resto  del  genere 
umano  li  giudicasse  melensi.  D'altronde  i  pregiudizi  politici  e  re- 
ligiosi del  Baretti  non  avrebbero  potuto  a  que'  tempi  prender  radice; 
ne  egli,  né  Johnson,  né  chiunque  altro  degli  scrittori  che  tenevano 
il  campo,  sarebbero  bastati  a  dare  impaccio  allo  riforme  che  per 
tutta  Europa  andavano  maturando.  La  lotta  per  l' indipendenza  in 
America,  la  diffusione  della  filosofìa  francese  e  l'eloquenza  de' capi 
della  parte  wliig  in  Inghilterra  ;  le  controversie  col  papa,  vinte  da 
Giuseppe  II  in  Germania  e  da  Leopoldo  in  Toscana  ;  lo  spirito  filo- 
sofico tanto  sottilmente  professato  da  Federigo  II  di  Prussia,  l'eroe 
del  suo  tempo  ;  e  finalmente  il  continuato  progredire  della  scienza 
obbligarono  gli  uomini  d'ogni  paese,  d'ogni  partito,  d'ogni  setta 
ad  agire  a  dispetto  di  sé  stessi,  e  talvolta  senza  saperselo,  in  op- 
posto a  quello  ch'aveano  fatto  i  loro  padri.  Il  Baretti,  anche  allora 
che  nemicava  ogni  tentativo  di  libertà  politica  e  religiosa,  predi- 
cava riforme  e  liberissimi  principii  in  letteratura,  non  pensando 
mai  che,  rigenerata  per  nuovi  principii  la  letteratura,  ne  viene 
presto  0  tardi,  inevitabilmente,  il  rinnovamento  politico  e  religioso. 
Di  ciò  debbono  gì'  Italiani  esser  grati  al  Baretti  che  quelle  dot- 
trine diffuse,  e  al  dottor  Johnson  che  primo  le  promulgò. 

Ne'  trent'anni  trascorsi  dalla  sparizione  della  Frusta  letteraria 
alla  rivoluzione  francese,  le  opere  periodiche  crebbero  in  numero, 
non  in  valore.  Le  più  continuarono,  come  già  notammo  ne'  tempi 
anteriori,  ad  uscire  da  qualche  università,  dove  i  professori  che 
individualmente  si  odiavano  l'un  l'altro,  si  univano  in  lega  offen- 
siva e  difensiva  contro  le  università,  i  professori,  gli  scrittori  e  i 
giornali  degli  altri  piccoli  stati.  I  pochi,  paurosi  d'attaccar  brighe 
per  dispute  inutili,  o  che  sdegnassero  trafficar  lodi  e  censure,  o 
giustamente  spregiassero  i  giornali  d'Italia,  erano  assaliti  d'ogni 
parte  ;  ed  Alfieri  più  duramente  ohe  altri.  Quelli  di  minor  merito j 


140  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA  ITALIANA. 

ma  ]3Ìù  sperti  nell'arte  d'usurpare  celebrità,  adulavano  tutti  i  cri- 
tici d' Italia,  e  ne  erano  adulati  a  ricambio  ;  ed  un  autore  cbe  fosse 
nobile  e  allungasse  il  suo  nome  con  una  coda  di  titoli  o  derivati 
dalla  famiglia  o    da   uffizio  di  professore  o  d'altra   carica,  vedeva 
gareggiare  i  giornalisti  a  far  echeggiare   que'  titoli   dalle  Alpi  in 
Piemonte  fino  all'  Etna  in  Sicilia.  Poche  sono  le  opere  periodiche 
pubblicate  da  cinquant'anni  in  qua,  dove  non  trovisi  registrato  il 
nome  e  l'elogio  del  cìUarissimo  signor  conte  Gian  Francesco   Ga- 
leani  Napione  da  Cocconato,  che  ben  ci  richiama  alla  memoria  il 
nome  e  i  pregi  di  Lady  Carolina   Wilhehnina  Amelia  Sheggs  del 
BUON  Vicario  di  Wakefield.  Per  verità,  questo  cltiarissimo  signor 
coìite  Gian  Francesco  Galeani  Napione  da  Cocconato  pubblicò  circa 
trent'anni  fa  un  trattato  in  due  volumi  Sui  pregi  della  lingua  ita- 
liana,  abbondante    d'erudizione  e  non  ignudo  di  buon    senso  ;  ma 
scrittore  mediocre  e  freddissimo,  non  sa  l'arte  d'abbellire  lo  stile 
con  le  ricchezze  di  quella  lingua  di  cui  è  si  largo  lodatore  ;   e  dei 
grammatici,   che   per   tutti   accettarono   i   suoi   precetti,    non   uno 
seppe  farne  un'applicazione.  L'opera  sembra  composta  veramente 
per  adulare  la  povera  vanità  degl'  Italiani,  ai  quali  il  nobile  autore 
intende  di  provare  «  essere  la  loro  favella  un  armonioso  gravicem- 
«.  baio,  e  ogni  altra  lingua  non  altro  che  una  chitarra  ».  Ma  dov'  è 
chi  possa  oggi  toccar  con  effetto  il  meraviglioso  istrumento?  e  per- 
chè, sotto  le  mani  del  suo  panegirista  1'  istrumento  è  quasi  sempre 
fuor  di  tono,  e  sempre  monotono  ?  Molti  altri  libri  composti,  o  da 
esser  composti   dal   nobile  autore  si  trovano   portati  a  cielo  nelle 
opere  periodiche  di  quel  tempo,  ma  noi  non  abbiamo  potuto  rin- 
tracciarli ;  e  quelli  cui  ci  volgemmo  per  averne  contezza,  tutti  ne 
assicurano  non  averli  veduti  mai,  nò  sapere  se  pur  mai  fossero  pub- 
blicati. Noi  non  avremmo  mentovato  questo  nobile  autore,  se,  come 
il  più  antico  e  venerando  fra  i  molti  idoli  viventi  che  si  godono  la 
periodica  adorazione  de'  giornalisti  italiani,  non  fosse  stato  oppor- 
tuno a  porgere  un'idea  dell'aristocrazia  letteraria.  Ed  oggi,  quando 
il  nobile  autore  possiede  la  veneranda  maestà  degli  anni,  e  la  so- 
lenne gravità  di  essersi  proposto  a'  suoi   concittadini   insegnatore 
dell'arte  difficilissima  di  scordare  tutto  quel   che   hanno  imparato 
dal.  1790  fino  a  questi  tempi;  oggi,  quando  tutti  i  nostri   giorna- 
listi scrivono  a  dettatura  dei  governi,  di  quei  governi  ove  i  reg- 
gitori non  han  fede  che  nei  consiglieri  consultati  dai  padri  loro  ; 
oggi  più  che  mai,  da  Torino  a  Palermo,  tutti  i  giornali  risuonano 
dei  sonante  nome  dei   chiarissimo   signor  conte    Gian   Francesco 
Galeani  Napione  da  Cocconato  l 

La  rivoluzione  fatta  dai  Francesi  in  Italia  trasse  seco  la  li- 
bertà della  stampa  ;  ma  i  giornali  e  le  opere  periodiche  non  se  ne 
avvantaggiarono  affatto,  però  che  tutti  ad  un  punto  degenerarono 
in  gazzette  politiche.  Napoleone,  dopo  dieci  anni  dalla  sua  con- 
quista d' Italia,  riunì  tutte  le  province  settentrionali  della  penisola, 
e  le  chiamò  regno  d' Italia  ;  ed  allora  volle  convertire  tutti,  tranne 
pochi,  i  letterati  in  professori  d'università,  in  niembri  del  Senato, 


LETTERATURA  ITALIANA   PERIODICA.  141 

e  dell'  Istituto  Reale,  panegiristi  e  cantori  delle  alte  sue  gesta, 
editori  e  censori  de'  suoi  giornali.  Favorì  le  scienze,  e  tenne  basse 
le  lettere,  avendo  queste  in  si  vii  pregio  clie  non  dubitò  d'abolire 
nelle  università  le  cattedre  d'istoria,  d'eloquenza,  di  lingue  anti- 
che e  orientali,  non  eccettuata  la  greca.  Era,  si,  tollerabile  qualclie 
opera  periodica  allorcliè  trattasse  di  calcoli  algebrici  e  di  sperimenti 
fisici;  ma  all'incontro  gli  articoli  che  riferivansi  a' prodotti  del- 
l' immaginazione  erano  soioccliissimi  ed  estremamente  abietti,  dettati 
dalla  paura  o  dall'adulazione.  Ne  venne  che  molti  scrittori  accet- 
tassero allegramente  il  giogo  della  schiavitù  per  poter  fare  del- 
l'apostasia un  mezzo  di  utilità  a  sé,  e  di  ruina  altrui:  perciò  isti- 
tuirono un  giornale,  chiamato  11  Poligrafo,  nel  quale  si  professa- 
rono sostenitori  della  dottrina  :  «  Che  chiunque  censuri  le  opere  o 
le  opinioni  d'uno  scrittore  stipendiato  dal  re,  è  reo  di  satira  con- 
tro il  re  ;  imperciocché  se  il  re  proteggesse  un  cattivo  scrittore,  il 
re  sarebbe  ignorante  e  melenso  ;  ora,  siccome  il  re  non  può  essere 
accusato  d'  ignoranza  e  di  melensaggine  da  ninno  de'  sudditi,  né 
direttamente  né  indirettamente,  se  ne  ha  per  legittima  conseguenza 
che  quel  critico  il  quale  disapprovi  le  opere,  le  dissertazioni,  i 
poemi,  sonetti,  canzonette  e  giornali  scritti  da  un  professore  mem- 
bro dell'  istituto,  senatore,  o  addetto  alla  corte,  censura  indiretta- 
mente la  dottrina  e  il  giudizio  del  re,  e  per  ciò  dev'essere  punito 
come  reo  di  crimenlese.  » 

Ad  uomini  nati  in  paese  non  interamente  schiavo  parrà  incre- 
dibile, che  siesi  potuta  mai  sostenere  una  dottrina  di  tal  fatta  ;  ma 
coloro  che  conoscono  a  prova  che  cosa  voglia  dire  governo  assoluto, 
non  si  stupiranno  mai  di  qualunque  artifizio  e  sofisma  inventato 
a  favore  della  schiavitù.  Se  quelli  che  largheggiano  tanto  in  lode 
di  que'  principi  che  sparsero  danaro  sui  letterati,  esaminassero  più 
freddamente  la  storia  di  tutti  i  tempi  e  di  tutti  i  popoli,  sarebbero 
accorti,  che  fu  sempre  usanza  de'  governi  comprare  gli  uomini  di 
genio  come  altrettanti  strumenti  ad  affrettare  la  servitù  delle  na- 
zioni. 

L'Austria  co'  suoi  alleati  rovesciò  Napoleone,  e  riebbe  stato 
in  Italia  non  tanto  per  forza  d'armi,  quanto  per  promesse  di  libe- 
rali istituzioni  —  promesse  che  anche  Napoleone  sul  principio  aveva 
adoperate  con  buona  fortuna  contro  i  monarchi  d'  Europa,  e  che  i 
monarchi  d'Europa,  come  ne  venne  loro  il  destro,  rivoltarono,  ado- 
perandole anch'essi,  contro  di  lui  efficacemente.  A' nostri  dì,  vincerà 
sempre  certamente  colui,  che  meglio  degli  altri  saprà  cattivarsi  le 
orecchie  di  quella  moltitudine  di  creduli  animali  chiamata  uma- 
nità, sempre  pronta  a  fidarsi  di  chi  la  pasce  di  speranze,  e  a  tre- 
mare sotto  la  sferza  di  chi,  dopo  averla  ingannata,  l'opprime.  Per- 
tanto  gli  Austriaci  furon  solleciti  di  tirare  alla  lor  parte  gli  scrittori 
più  acconci  ad  esagerare  i  mali  passati  del  dispotismo  francese,  e 
le  paterne  intenzioni  del  nuovo  dispotismo  tedesco.  Molti  nondi- 
meno, fra  coloro  che  non  avean  riputato  ignominia  lo  adorare  con 
servilità  superstiziosa  e  fanatica  il  genio  potente  di  Bonaparte,  sen- 


142  GUIDA   DELLA    STAMPA.    PERIODICA   ITALIANA. 

tirono  elle  sacrificar  del  pari  la  verità  e  la  patria  ai  Tedeschi  li 
avrebbe  coperti  dell'abominio,  dell'esecrazione  universale.  Comun- 
que fosse,  fu  allora  fondato  in  Milano  sotto  gli  aus^^ici  austriaci  il 
giornale  letterario  intitolato  La  Biblioteca  Italiana.  Ben  sapeano 
gli  editori,  che  se  si  fossero  apertamente  professati  partigiani  del 
nuovo  governo,  si  sarebbero  tirato  addosso  l'odio  del  pubblico;  e 
però  con  un  artifiizio  insidioso  e  perseverante  si  contentarono  di 
denigrare  il  merito  letterario,  e  deridere  le  opinioni  di  quanti  erano 
conosciuti  per  partigiani  dell'unione  e  indipendenza  d'Italia.  Con 
tutto  ciò,  alcuni  de' suoi  articoli  meritano  d'esser  letti;  molti,  nep- 
pure d'esser  confutati. 

Un  altro  giornale  letterario,  istituito  sei  anni  appresso  col 
nome  di  Conciliatore,  fu  uno  sfortunato  tentativo  di  contrabilan- 
ciare le  triste  tendenze  della  Biblioteca  Italiana.  I  cooperatori  ave- 
vano più  d'  intelletto  e  di  buone  intenzioni,  che  di  prudenza  e  di 
esperienza.  Le  pagine  del  loro  giornale,  date  quasi  del  tutto  a  favo- 
rire i  partigiani  del  romanticismo  contro  a'  partigiani  del  classi- 
cismo, eran  giudicate  assai  j)0vera  cosa  dalla  generalità  dei  lettori, 
i  quali  domandano  opere  d'  immaginazione  già  fatte,  e  non  dispute 
interminabili  sul  modo  di  farle  ;  e  siccome  agli  editori  della  Bi- 
blioteca Italiana  agevolmente  riusciva  di  dare  ad  intendere  a'  par- 
tigiani del  classicismo,  che  gli  altri  divulgatori  di  letterarie  inno- 
vazioni non  fossero  altro  che  una  colonia  di  Carbonari  sott' altro 
nome,  e  che  loro  scopo  era  lo  sconvolgimento  d'ogni  antica  isti- 
tuzione, il  governo  austriaco  soppresse  il  Conciliatore  ',  ne  il  pub- 
blico ne  pianse  gran  fatto. 

Un  altro  giornale.  Il  Ricoglitore,  e  scevro  di  qualunque  ten- 
denza politica.  Comparve,  son  pochi  anni,  a  Milano  col  nome  di 
Spettatore  Italiano,  e  poi  di  Spettatore  Stratiiero.  Poche  cose  ine- 
dite vi  si  contengono,  e  si  compone  di  molti  estratti  d'opere  ita- 
liane già  pubblicate,  e  di  traduzioni  di  articoli  da  opere  periodiche 
francesi,  e  inglesi.  E'  pare  che  non  salisse  mai  in  grande  stima, 
perchè  specialmente  l'editore  non  metteva  verun  pensiero  a  pub- 
blicarlo periodicamente. 

Il  giornale  avente  per  titolo  Nuova  collezione  di  opuscoli  scien- 
tifici e  letterari  comparisce  mensilmente  in  Bologna,  ed  è  compo- 
sto di  opuscoli  0  antichi  o  moderni,  latini  o  italiani,  che  non  sieno 
stati  mai  pubblicati,  e  sieno  secondo  le  intenzioni  degli  editori. 
Ma  salvo  alcune  iscrizioni  monumentali  che  sono  modelli  della  più 
pura  latinità,  vi  s' incontrano  pochi  articoli,  degni  di  lode  o  di  cen- 
sura. Quanto  è  delle  iscrizioni,  sembra  che  l'università  di  Bologna 
mantenga  quella  superiorità  che  in  siffatta  specie  di  componimenti 
gì'  Italiani  tennero  sempre.  Più  grande  attenzione  è  dovuta  in  que- 
sta collezione  agli  articoli  scientifici;  e  fra  tutti  vogliamo  notato 
nel  terzo  numero  un  Saggio  sulla  Prognosi  delle  malattie,  che  me- 
riterebbe esser  tratto  fuori  dell'oscurità  d'un  giornale,  e  svolto  in 
un  trattato,  per  bene  de'  medici  e  dell'umanità. 

In  Roma  il  Giornale  Arcadico  è  giunto  al  75.°  volume.  Molto 


LETTERATURA   ITALIANA   PERIODICA.  143 

gusto  e  poco  genio  dimostra  questo  giornale,  e  quel  gusto,  a  dir 
vero,  solamente  ne'  subietti  di  letteratura  classica,  e  antichità.  Negli 
scavi  intrapresi  a  Roma  per  opera  della  duchessa  di  Devonshire, 
si  scoprirono  assai  frammenti  de'  Fasti  Capitolini,  tanto  ed  invano 
desiderati  fin  allora.  La  scoperta  è  stata  occasione  perchè  il  signor 
Bartolomeo  Borghese  in  due  volumi  d' illustrazioni  correggesse  molti 
errori  d' istoria,  e  accertasse  la  data  di  alcuni  avvenimenti  negli 
annali  della  repubblica  romana,  che  non  erano  ben  conosciuti.  La 
critica  intorno  a  questi  monumenti  e  la  loro  illustrazione  nel  Gior- 
nale Arcadico,  sono  scritte  veramente  con  penna  maestra  ;  e  lo 
stesso  potrebbe  dirsi  delle  osservazioni  fatte  nel  medesimo  giornale 
intorno  a'  Codici  antichi  scoperti  e  pubblicati  dall'abate  Mai,  bi- 
bliotecario del  Vaticano,  se  non  fosse  la  troppo  esagerata  ammira- 
zione per  l'antichità,  e  la  troppo  implicita  deferenza  alle  opinioni 
dell'erudito  ricercatore  e  scopritore  di  que'  tesori.  D'altronde  que- 
sto giornale  può  trattare  solamente  di  que'  subietti,  di  cui  la  di- 
scussione è  permessa  nella  capitale  del  papa.  Ha  nondimanco  il 
merito  del  non  farsi  della  religione  un  pretesto  ad  inveire  contro 
le  opinioni  politiche  ;  e  se  tutti  i  numeri  somigliano  a  quelli  che 
ora  ci  stanno  dinanzi,  dee  credersi  che  gli  editori  siensi  determi- 
nati a  tenersi  severamente  entro  i  limiti  della  letteratura  e  delle 
scienze. 

Il  più  stimabile  fra  gli  editori  di  opere  periodiche  in  Italia, 
il  solo  che  —  longo  secl  proximus  ititer^mllo  —  si  avvicini  agli  edi- 
tori de' giornali  più  popolari  dell'Inghilterra,  è  l'editore  dell' An- 
f elogia  di  Firenze.  Benché  in  questo  giornale  non  sieno  tutti  di 
egual  pregio  gli  scritti  contribuiti,  e  benché  spesso  vi  si  abbia  a 
notare  uno  strano  contrasto,  trovandovisi  de'  tratti  d'eloquentissima 
filosofìa  tramezzati  a  discussioni  piene  di  fredda  pedanteria,  pur 
nondimeno,  considerata  nel  totale,  l'opera  è  condotta  con  perspi- 
cacia e  diligenza.  I  suoi  principii,  lontani  dalla  temerità  e  dal- 
l' imprudenza,  son  liberali  ;  le  critiche,  scevre  dello  spirito  di  ge- 
losia municipale  ;  e  quando  il  giornale  non  può  adornarsi  di  buoni 
articoli  originali,  proferisce  assai  saviamente  di  tradurre  da  gior- 
nali stranieri  estratti  di  racconti  di  peregrinazioni  e  viaggi,  che 
alla  fin  fine  sono  le  opere  più  istruttive  e  gradevoli,  ed  agi'  Ita- 
liani necessarie.  Generalmente  V Antologia  e  scritta  in  uno  stile 
assai  più  vivace  che  non  qualunque  altra  delle  opere  periodiche 
italiane,  ma  assai  meno  di  quanto  vuoisi  a  toccare  la  perfezione  in 
opere  di  questa  specie.  Gli  editori  sono  certamente  uomini  dotti 
ed  abili  a  condurre  un  giornale,  hanno  studiato  con  gran  cura  la 
lingua,  e  fattosi  uno  stile  che  piace  ;  ma  con  tutto  ciò  manca  loro 
quell'avventurosa  facilità  che  si  desidera  in  opere  pubblicate  per 
lettori  d'ogni  età,  d'ogni  classe  e  d'ogni  sesso.  Tale  facilità  non 
è  tanto  l'effetto  del  sapere  e  dell'ingegno,  quanto  dell'abito  di 
comporre  quotidianamente,  e  d'osservare  le  peculiari  inclinazioni 
del  pubblico  pel  quale  si  scrive.  A  dir  vero,  il  gusto  universale 
non  può  essere  accertato  fra  gì'  Italiani,  i  quali,  parlo  dei  viventi,  non 


144  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

sono  un  popolo  clie  ami  di  leggere  quanto  altre  nazioni  d'  Europa. 
Non  sarebbe  forse  esagerazione  l'asserire  cbe  piìi  grande  è  in  In- 
ghilterra il  numero  degli  autori,  clie  in  Italia  il  numero  di  quei 
elle  leggono.  L'abito  di  scrivere  tutti  i  giorni,  sia  per  diletto,  sia 
per  vanità,  sia  per  faccenda,  raffina  la  mente  e  conferisce  fluidità 
e  abbondanza  anche  alla  penna  dei  men  privilegiati  dalla  natura, 
dei  men  saviamente  educati  in  loro  gioventù.  Senza  un  abito  sif- 
fatto, potrà  un  uomo  di  genio  per  lungo  studio  e  meditazione  giun- 
gere a  comporre  un'opera  degna  della  posterità,  come  quelle  degli 
autori  di  Grecia  e  di  Roma,  ma  non  potrà  competere  coi  giorna- 
listi moderni,  ne  gittare  in  carta,  currenti  calamo,  un  articolo  che 
non  faccia  addormentare  i  lettori.  Quel  verso  del  Voltaire: 

Tel  brille  au  second  rang  qui  s'cclipse  au  premier 

sarebbe  del  pari  verissimo,  benché  d'una  verità  di  men  subita  evi- 
denza, se  dicesse  : 

Tel  brille  au  premier  rang  qui  s'ùclipse  au  second. 
(1824). 

Ugo  Foscolo  (1). 


(i)  A  completare  lo  studio  del  Foscolo,  scritto,  come  si  vede,  molti  anni  fa,  ag- 
giungerò poche  altre  notizie  sul  giornalismo  letterario  italiano.  Abbiamo  visto  le  vi- 
cende del  Giornale  dei  letterati  (1697),  della  Galleria  di  Minerva  fondata  a  Venezia  (1696), 
del  nuovo  Giornale  dei  letterati  (1716),  àtW  Osservatore  Veneto  del  Gozzi  (1761),  del 
Caffè  dei  fratelli  Verri  e  Beccaria  (1772),  del  Conciliatore  e  àtW Antologia  del  Vieusseux, 
soppressa  nel  1833.  —  Ora  vediamo  le  vicende  del  giornalismo  letterario  da  quest'epoca 
sino  ad  oggi.  Nel  luglio  del  1846  il  Predari  riusci  in  mezzo  ad  ostacoli  innumerevoli 
a  dar  vita  a  Torino  all'Antologia  italiana;  più  tardi,  nel  novembre  del  1853,  fu  fon- 
data anche  a  Torino  un'altra  pubblicazione  mensile,  la  Rivista  Contemporanea,  allo  scopo 
di  sostenere  le  idee  liberali  ed  unitarie;  in  essa  scrissero  il  Correnti,  il  De  Sanctis,  il 
Massari,  l'Arrivabene  ed  altri  molti,  ed  ebbe  un  successo  sempre  crescente  fino  al'éo 
e  durò  fino  al  trasporto  della  capitale  a  Firenze,  epoca  in  cui  dovette  sostenere  la  con- 
correnza delle  nuove  pubblicazioni  letterarie  che  videro  la  luce  man  mano  nelle  prin- 
cipali città  d'Italia.  Fra  queste  la  più  notevole  e  che  ancora  occupa  il  primo  posto,  fu 
la  Nuova  Antologia  che  il  prof.  Protonotari  intraprese  a  pubblicare  a  fascicoli  mensili 
a  Firenze  il  6  febbraio  1866,  quasi  a  riallacciare  le  splendide  tradizioni  della  famosa 
rivista  del  Vieusseux.  Malgrado  le  difficoltà  finanziarie  dei  primi  anni,  al  Protonotari 
riusci  nel  1878  a  pubblicare  la  Nuova  Antologia  ogni  15  giorni.  Qualche  anno  dopo 
la  trasportò  a  Roma,  dove  la  diresse  sino  al  30  marzo  1888,  anno  in  cui  il  Protono- 
tari morì.  La  Nuova  Antologia  è  rimasta  fin  dal  suo  primo  apparire  la  più  importante 
delle  nostre  riviste  letterarie.  —  Altri  periodici  letterari  vennero  in  seguito  alla  Nuova 
Antologia,  fra  questi  la  Rivista  Europea  fondata,  a  Firenze  dal  Pancrazi' nel  1873  e  che 
sospese  le  sue  pubblicazioni  in  capo  a  pochi  anni.  —  Tuttavia  la  stampa  letteraria  li- 
mitavasi  alle  riviste  e  a  qualche  modesto  foglio  pubblicato  qua  e  là,  ma  di  poca  im- 
portanza. Nel  1877  a  Torino  nacque  la  Gai:(etta  letteraria  (come  supplemento  a  quella 
Piemontese),  che  vive  tuttora  e  prosperosa  —  Il  23  lugHo  1879  uscì  il  primo  numero 
del  Fanfulla  della  domenica  (vedi  prov.  di  Roma)  diretto  da  Ferdinando  Martini;  era 
il  primo  tentativo  serio  di  un  giornale  letterario  settimanale  fatto  alla  capitale.  Il  suc- 
cesso sulle  prime  fu  tale  che  quasi  tutti  i  giornali  politici  di  qualche  importanza  vollero 
avere  il  loro  supplemento  letterario;  cosi  si  ebbe  V  Opinione  della  domenica,  la  Ganetta 
del  popolo  della  domenica,  il  Pungolo  della  domenica,  il  Giornale  napoletano  della  dome- 
nica, la  Domenica  del  Fracassa,  ecc.  Questo  giornalismo  fu  battezzato  col  nome  di  let- 
teratura della  domenica.  Ma  tutti  questi  giornali  non  ebbero  gran   fortuna  e  soltanto 


STATISTICA  DELLA  STAMPA 


Prima  di  vedere  quanti  giornali  si  pubblicano  attualmente  in  Italia, 
vediamo  quanti  se  ne  pubblicano  in  tutto  il  mondo,  per  stabilire  dei 
confronti  molto  istruttivi. 

In  tutto  il  mondo,  secondo  una  statistica  piuttosto  recente,  si  pub- 
blicano 34,700  giornali,  uno  più  uno  meno,  s'intende,  i  quali  diffondono 
annualmente  1 1  miliardi  circa  di  copie.  Sono  cifre  che  si  fa  presto  a  leg- 
gerle, ma  a  pensarci  su  vengono  le  vertigini.  Che  immensa  quantità  di  idee, 
ogni  giorno,  gettata  sul  pubblico  mercato  e  subito  comprata  e  in  poche 
ore  divorata!  Che  sforzi  poderosi  d'ingegno,  che  lotta  titanica  fra  l'im- 
mobilità ed  il  progresso,  fra  la  luce  e  le  tenebre  !  Ma  sopratutto  che 
meraviglioso  cammino  in  pochi  anni  ! 

Ci  vollero  18  secoli  per  arrivare  dal  Diaria  dd  Koma.nì  a\V Osserva- 
tore Veneto  di  Gaspare  Gozzi:  bastarono  50  anni  per  giungere  da  questo 
al   Times. 

E  il  movimento  continua,  s'allarga:  invano  si  alzano  dighe,  invano 
si  stabiliscono  barriere.  Questa  fiumana  di  carta  sfonda  ogni  resistenza, 
portando  dappertutto,  nelle  case,  per  le  vie,  nei  pubblici  ritrovi,  fin  negli 
ultimi  villaggi,  con  l'odore  dell'officina,  l'idea  nuova,  la  coscienza  della 
civiltà.  Questo  coro  di  54,0.^0  voci  che  si  rinnovellano  più  fresche,  più 
limpide,  più  argentine,  pare  che  voglia  dire  all'umanità  stanca  e  scorag- 
giata: avanti,  avanti  sempre  !  Insomma,  come  una  volta  si  misurava  la 
civiltà  di  un  popolo  dalla  quantità  di  sapone  che  consumava,  oggi  la  si 
misura  dalla  quantità  di  giornali  che  possiede. 

Su  34,700  giornali  stampati  in  tutto  il  globo,  4,024  sono  quotidiani, 
con  una  diffusione  di  6,724,728,126  copie. 

L'Europa  e  l'America  del  Nord,  i  campi  più  fecondi  del  giornalismo, 
vantano  assieme  31,957  periodici. 


pochi  ne  sopravvivono;  rimase,  fra  gii  altri,  il  FanfuTìa  della  domenica,  malgrado  che 
il  Martini  l'avesse  abbandonato  per  fondare  la  Domenica  Letteraria  morta  dopo  tre  soli 
anni  di  vita.  Ad  onore  del  vero  però  bisogna  dire  che  quest'ultimo  giornale  per  la 
varietà  degli  articoli,  per  l'abbondanza  della  cronaca  italiana  ed  estera  riusciva  più  in- 
teressante del  Fanfuìla  della  domenica,  il  quale  ora,  diretto  da  Eugenio  Checchi,  è  tal- 
volta di  una  pesantezza  intollerabile.  Merita  pure  di  essere  ricordata  la  Cronaca  Bizan- 
tina fondata  dall'editore  e  scrittore  Angelo  Sommaruga  nel  1881,  e  redatta  con  molto 
buon  gusto.  Sospesa  nel  1885  in  seguito  al  famoso  processo,  pel  quale  il  Sommaruga, 
condannato  con  soverchia  severità,  scappò  a  Buenos  Avres,  fu  ripresa  nuovamente  per 
iniziativa  della  Tribuna,  al  principio  del  i886,  sotto  la  direzione  di  Gabriele  D'Annun- 
zio. Ma  non  riusci  pur  troppo  a  riconquistare  l'antico  terreno,  ed  in  capo  a  tre  o  quattro 
mesi  fu  ridotta  a  dover  sospendere  le  pubblicazioni.  Un'altra  rivista.  Lettere  ed  arti,  è 
stata  fondata  sui  primi  del  1889  a  Bologna,  diretta  dal  Panzacchi.  Ma  né  questa  ne 
altri  giornali  letterari  godono  esistenza  molto  florida.  Per  ora  la  letteratura  periodica 
italiana  non  sembra  destinata  ad  aver  fortuna;  ci  vorranno  molti  anni  ancora  prima  di 
giungere  al  livello  della  Francia,  della  Germania  o  dell'Inghilterra  dove  i  viaganini 
letterari,  numerosissimi,  godono  una  vita  prospera  e  rigogliosa. 

N.  Bernardini  —  Guida  della  Stampa  periodica  italiana  —  io. 


146  GUIDA'  DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

L'Europa  è  alla  testa  per  il  numero,  la  circolazione  e  l'influenza 
con  19,557  giornali,  fra  cui  2403  quotidiani.  Seguono:  l'America  del 
Nord  con  13,402  (113 6  quotidiani);  l'Asia  con  785  (154  quotidiani); 
l'America  del  Sud  con  6<^<)  (208  quotidiani);  l'Australia  con  182  (25 
quotidiani);  l'Africa  con  50. 

Questi  giornali  consumano  in  media  annualmente  750  milioni  di 
chilogrammi  di  carta. 

Venendo  più  davvicino  ad  occuparci  delle  condizioni  della  stampa 
nel  continente  europeo,  troviamo  l'Inghilterra  al  centro  del  mondo  gior- 
nalistico, non  tanto  per  il  numero,  quanto  per  il  privilegio  incontrasta- 
bile della  libertà  e  per  la  estesa  influenza  dei  suoi  periodici. 

Dal  Neiuspaper  Press  Directory  pel  1886  si  rileva  che  il  numero  to- 
tale delle  pubblicazioni  periodiche  d'ogni  genere  che  vede  la  luce  nella 
Gran  Brettagna  e  Irlanda  è  di  2,093,  ^^^^^  quali  400  escono  a  Londra, 
1,225  ^^^^^  ^1^^^  provincia,  83  nel  paese  di  Galles,  193  nella  Scozia, 
162  nell'Irlanda  e  21  nelle  piccole  isole  di  Man,  Wight,  ecc. 

Il  numero  dei  giornali  quotidiani  era  di  187,  quello  dei  nmganini 
mensili  e  trimestrali  di  1368,  di  cui  397  religiosi.  —  Dal  punto  di  vista 
delle  opinioni  i  187  giornali  quotidiani  possono  dividersi  così  :  65  libe- 
rali, 42  conservatori,  il  resto  indipendenti  e  neutrali. 

Ecco  ora  un  piccolo  quadro  finanziario  dei  principali  giornali  di 
Londra  : 

Il  Times,  trent'anni  fa  dichiarava  in  un  articolo  di  fondo  che  il  suo 
introito  lordo  equiparava  quello  del  più  fiorente  principato  tedesco;  oggi, 
dà  la  cifra  di  almeno  1,036,000  lire  sterline,  per  un  anno  —  oltre  a 
25,900,000  franchi.  Il  Daily  Telegrapìi,  3,000,000;  lo  Standard,  1,500,000; 
il  Daily  Neius,  750,000;  il  Morning  Post,  250,000.  Il  Daily  Telegraph 
viene  stampato  con  dieci  macchine  Hoe,  che  buttan  fuori  120,000  copie 
all'ora;  la  tiratura  quotidiana  somma  a  circa  300,000.  Il  peso  della  carta 
adoperata  ogni  giorno  è  di  21  tonnellate,  il  che,  messo  in  buona  linea 
retta,  misura  la  bagattella  di  260  miglia.  La  spedizione  di  Stanley  in 
Africa  costò  al  giornale  400,000  franchi. 

Lo  Standard  si  stampa  con  8  macchine,  di  cui  7  danno  una  tiratura 
di  14,000  copie  per  ora;  l'ottava  stampa  e  taglia  i  fogli,  combacia  le 
due  metà  e  piega  il  foglio,  beli'  e  pronto  per  la  fascia  —  dandone  per 
12,500  all'ora.  La  carta  impiegata  per  questo  giornale  (che  ha  due  edi- 
zioni quotidiane)  ammontò  lo  scorso  anno  a  4,277  tonnellate  —  in  lun- 
ghezza 50,000  miglia.  Lo  staf  dello  Standard  si  compone  di  500  im- 
piegati, e  costa,  in  puro  stipendio  settimanale,  37,500  franchi. 

Il  Daily  Cbroìiicle,  fino  a  pochi  anni  or  sono,  non  era  che  un  gior- 
nale locale  della  City.  Il  signor  Lloyd  lo  comperò  per  30,000  sterline, 
collo  scopo  di  formarne  un  vero  e  completo  giornale  quotidiano  di 
Londra,  inspirato  a  principii  liberali. 

Egli  calcolava  che,  prima  di  raggiungere  il  voluto  successo,  altre 
170,000  hre  sterline  dovevano  spendervisi  attorno.  Ordinò  subito  nuove 
macchine  da  stampa  pel  valore  di  200  mila  franchi.  Gli  uffici  in  Fleet 
Street  costano  al  signor  Lloyd  1,000,000  di  franchi. 

Queste  cifre,  purtroppo,  fanno  venire  l'acquolina  in  bocca  a  più 
d'uno  dei  proprietari  dei  nostri  giornali  1 


STATISTICA   DELLA   STAMPA.  147 

La  stampa  della  Germania  è  superiore  per  importanza  numerica  a 
quella  dell'Inghilterra,  ma  le  è  inferiore  quanto  a  circolazione;  essa 
conta  5529  pubblicazioni,  di  cui  865  quotidiane;  5000  circa  sono  scritte 
in  tedesco  e  oltre  200  in  lingue  straniere.  Tra  i  detti  periodici,  circa 
450  escono  nella  capitale. 

In  Germania  si  è  fatta  una  curiosa  statistica  :  quella  dei  giornalisti. 
Si  è  trovato  che  vi  sono  19,350  persone,  l'occupazione  principale  delle 
quali  è  quella  di  redattori  di  periodici,  scrittori,  autori,  ecc. 

Di  questi  appartengono  al  sesso  maschile  19,000  e  550  sono  donne; 
8,142  non  avevano  altra  occupazione  che  quella  di  giornalisti  e  11,208 
coprivano  anche  altri  ufficii.  Si  occupano  saltuariamente  di  collaborazione 
in  giornali  2,221  altre  persone,  cioè  2,140  uomini  e  81  donne.  Riassu- 
mendo, 21,571  persene,  maschi  e  femmine,  hanno  il  carattere  assoluto 
od  accessorio  di  redattori,  scrittori,  autori,  ecc.  e  dai  loro  lavori  letterari 
traggono  i  principali  mezzi  di  sussistenza. 

Paris  c'est  la  Pmnce.  è  tanto  vero  parlando  di  giornali  quanto  di 
ogni  altra  cosa.  Nella  Francia  circolano  circa  3800  periodici,  ma  di  questi, 
secondo  una  statistica  pubblicata  nel  dicembre  del  1888,  1648  escono  a 
Parigi,  150  giornali  quotidiani  parigini  mettono  in  circolazione  900,000,000 
di  copie,  cioè  tre  volte  tanto  quanto  uniti  tutti  i  quotidiani  della  Francia. 

I  1648  giornali  di  Parigi  vanno  divisi  cosi:  94  politici,  56  letterarii, 
66  illustrati,  16  diplomatici  ed  economici,  17  di  assicurazioni,  63  catto- 
lici, 21  protestanti,  2  israelitici,  23  massonici,  27  militari,  25  di  sport, 
146  finanziarli,  85  industriali,  20  teatrali,  84  di  giurisprudenza,  34  di 
annunzi,  60  di  mode,  66  commerciali  e  143  di  diversi  generi. 

Le  riviste  si  possono  cosi  dividere  in  gruppi: 

Letterarie  e  politiche  83,  medicina  e  farmacia  134,  belle  arti,  lavori 
pubblici,  tecnologia  128,  scienze  71,  istruzione  ed  educazione  72,  ammi- 
nistrazione 34,  agricoltura  e  orticoltura  48,  bibliografia  32. 

L'anno  1S87  ha  visto  nascere  493  periodici  di  cui  243  morivano 
prima  d'aver  visto  l'anno  1888. 

La  stampa  dell'Austria,  che  con  la  varietà  delle  favelle  costituisce 
addirittura  un  musaico  linguistico,  a  paragone  degli  altri  stati  ha  una 
diffusione  ben  limitata;  conta  1400  giornali  e  riviste. 

Nel  1850  l'Austria  cisleitana  contava  solamente  251  giornali;  nel  1851 
erano  238,  di  cui  50  in  italiano. 

Nell'Ungheria,  si  stampavano  nel  1886  708  giornali;  cioè  516  un- 
gheresi, 160  tedeschi,  45  slavi,  27  rumeni,  6  italiani,  2  francesi  e  i 
ebraico. 

II  giornalismo  ungherese  è  di  data  recente,  ma  ha  avuto  uno  svi- 
luppo rapidissimo  in  pochi  anni.  Il  primo  giornale  ungherese,  Magyar 
H  ir  mondò  (Il  iMessaggere  ungherese)  comparve  il  i."  gennaio  1780  sotto 
la  direzione  di  Matteo  Rach  in  Prcsburg.  A  Budapest  comparve  VS  ot- 
tobre 1788  il  primo  nuniero  di  un  vero  periodico  ungherese,  il  Magyar 
Merkurius,  il  quale  si  stampava  due  volte  per  settimana  coi  caratteri  di 
Francesco  Paczko.  Il  secondo  giornale  ungherese  in  Budapest,  intitolato 
Ha^ai-Tudositòl  (Notizie  patrie)  fu  fondato  il  2  luglio  dell'anno  1806 
da  Stefano  KulcsAr.  Fu  il  primo  giornale  in  4.°  che  ebbe  qualche  durata. 


148  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

Nel  1829  l'Ungheria  contava  12  giornali;  nel  1830  ve  n'erano  io 
in  lingua  ungherese;  nel  1840  erano  26;  nel  1850  soli  9;  nel  1861  ar- 
rivarono a  53;  nel  1870  erano  146  e  io  anni  dopo  erano  368,  che 
nel  1883  raggiunsero  la  cifra  di  646  e  nel  1886  di  708! 

In  Ispagna  si  pubblicano  888  periodici,  di  cui  220  quotidiani.  — 
Nel  1848  vedevano  la  luce  53  giornali  a  Madrid  e  35  a  Barcellona; 
nel  1850  quelli  di  Madrid  erano  saUti  a  6).  Durame  il  1851-52,  regnando 
Isabella,  la  stampa  spagnuola  subì  durissime  angarie.  Di  14  giornali  che 
nel  1852  si  pubblicavano  a  Madrid,  i  soli  tre  ministeriali.  La  Gaceta, 
La  Espana  e  L'Orden  continuarono  a  vedere  la  luce;  gli  altri  non  com- 
parirono più  fino  a  che  non  trovarono  un  direttore  responsabile  colle 
condizioni  volute  dalla  nuova  legge.  Lo  stesso  avvenne  dei  19  giornali 
che  si  pubblicavano  nelle  provincie.  Degli  888  giornali  che  oggi  si  pub- 
blicano nella  Spagna,  230  escono  a  Madrid.  Per  le  materie  si  dividono 
così:  politici,  60  a  Madrid  e  194  in  provincia;  letterarii,  5  a  Madrid, 
31  in  provincia;  illustrati,  19  nella  capitale,  26  nelle  provincie;  catto- 
lici. Ila  Madrid  e  82  nelle  altre  città;  ecc. 

Il  Belgio  per  la  diffusione  dei  suoi  801  giornali  occupa  il  primo 
posto  subito  dopo  l'Inghilterra.  Degli  801  giornali  e  riviste  periodiche 
che  vi  si  pubblicano,  297  si  stampano  a  Bruxelles  e  di  questi  loi  sono 
politici  (25  quotidiani  e  76  non  quotidiani),  18  finanziari,  30  di  agri- 
coltura, commerciali  e  industriali,  148  di  diversa  specie. 

Dal  1873  al  1883  il  numero  dei  giornali  che  si  pubblicano  nella 
Svizzera  è  aumentato  di  un  terzo.  Nel  1873  erano  409,  nel  1883  saH- 
rono  a  576.  Uno  solo  de'  giornali  che  pubblicansi  ora  nella  Svizzera  data 
dal  1700.  Al  principio  del  secolo  se  ne  pubblicavano  solo  11;  nel  1829 
erano  16;  nel  1848  erano  saliti  a  50,  Dei  576  giornali  ora  esistenti,  70 
sono  quotidiani,  180  escono  da  due  a  cinque  volte  la  settimana,  174 
ogni  settimana,  gli  altri  152  sono  mensili,  bimensili  e  trimestrali. 

Nel  1884  la  Svezia  e  la  Norvegia  unite  avevano  484  giornnli,  di 
cui  98  stampavansi  a  Stocoima. 

In  Olanda  si  pubblicano  433  giornali;  questa  nazione  —  come  ab- 
biamo visto  —  si  contende  la  gloria  di  avere  pubblicato  il  primo  gior- 
nale (i). 

Nel  Portogallo  si  pubblicano  poco  più  di  200  giornali. 

In  Grecia  nel  1851  uscivano  81  periodici;  nel  1866  ne  uscivano  77, 
di  cui  34  ad  Atene.  Nel  1883,  52  giornaU  politici  uscivano  ad  Atene,  di 
cui  2  in  francese.  Quanto  ai  giornali  delle  provincie  erano  ripartiti 
cosi:  Cicladi  14,  di  cui  io  a  Sira;  Peloponneso  22;  continente    greco 


(i)  A  complemento  di  ciò  che  ho  detto  a  p.  53  aggiungo  qualche  altra  notizia, 
ricavata  da  una  recente  pubblicazione  fatta  da  R.  van  der  Meulen,  bibliotecario  del 
Circolo  di  lettura  a  Rotterdam;  in  essa  è  detto  che  oramai  è  quasi  certo  che  prima 
del  1607  si  pubblicavano  in  Amsterdam  de'  giornali  ebdomadari  e  quotidiani,  abbenchè 
non  si  conservi  nessun  esemplare  di  queste  pubblicazioni.  Il  più  antico  numero  di 
giornale  che  si  conservi  è  del  5  aprile  1621.  La  Biblioteca  reale  dell'Ha^'a  è  in  pos- 
sesso d'un  certo  numero  di  copie  della  Courante  uyt  Italien  en  Duytschìand  (Notizie 
d'Italia  e  di  Germania),  giornale  che  rimonta  al  25  aprile  1626,  e  dei  Tydinghe  uyt 
verscheyde  Quartiere.  (Notizie  dei  differenti  paesi)  che  datano  dal  1629. 


STATISTICA   DELLA    STAMPA.  149 

ed  Eubea  6;  isole  jonie  13;  Tessalia  ed  Epiro  12.  Una  ventina  di  gior- 
nali in  lingua  greca  si  pubblicano  fuori  della  Grecia.  Il  numero  di  riviste 
e  periodici  s'  eleva  a  30,  di  cui  20  escono  ad  Atene  (i). 

In  Turchia  si  pubblicano  circa  80  giornali;  a  Costantinopoli  21,  di 
cui  9  quotidiani  e  12  riviste.  Una  notizia  curiosa:  Costantinopoli  ha  68 
tipografie  ! 

Negl'  immensi  domini  della  Russia  a  mala  pena  si  stampano  766 
periodici,  cioè:  197  a  Pietroburgo,  79  a  Varsavia;  75  a  Mosca,  36  a 
Helsingfors,  23  a  Riga,  21  a  Tiflis,  20  a  Kiew,  19  a  Odessa,  11  a  Kazan, 
II  a  Charlov/,  9  a  Reval,  8  a  Dorpat  e  altri  8  a  Mitau. 

In  Romania  escono  42  riviste,  io  diari  umoristici,  60  politici  e  7 
organi  ufficiali;  in  tutto    121  giornali. 

Negli  Stati  Uniti  d'America  e  Canada  escono  13,402  giornali  e  ri- 
viste periodiche.  In  un  anno,  dal  1883  al  1884  vi  fu  un  aumento  di 
1600  giornali  e  in  io  anni  di  5618! 

Lo  spazio  e  la  natura  del  libro  non  ci  permette  un  esame  minu- 
zioso di  questa  statistica  anche  per  gfi  altri  continenti,  epperò  diamo 
alcuni  particolari  intorno  alle  lingue  adoperate  dai  giornali:  primeggia 
fra  tutte  la  lingua  inglese  con  16,500  periodici;  viene  seconda  la  tedesca 
con  7800;  terza  la  francese  con  3850;  quarta  la  spagnuola  con  1600; 
r  italiana,  ecc.  &cc. 

Ora  vediamo  la  statistica  della  stampa  in  Italia,  alla  fine  del  1887. 

Il  numero  dei  giornali  e  delle  riviste  è  cresciuto  di  circa  nove  volte 
dal  1836  in  poi,  cioè  da  quando  si  hanno  notizie  ufficiali  o  private.  Si 
contavano  nel  territorio  degli  antichi  stati,  corrispondenti  all'attuale  Regno, 
185  periodici,  ed  ora  sono  1,606.  E  siccome  nello  stesso  spazio  di  tempo 
la  popolazione  è  salita,  entro  gfi  stessi  confini  territoriali,  da  22  mifioni 
scarsi  a  oltre  30  milioni  di  abitanti,  cosi  il  numero  dei  periodici  si  rag- 
guagfiava  ad  i  per  118,785  abitanti  nel  1836,  ed  ora  si  ragguaglia  ad 
I  per  18,842. 

Se  il  ragguaglio  si  fa  colla  sola  parte  della  popolazione  che  sa  leg- 
gere, si  trova  un  periodico  per  9,474  persone  nel  1871,  uno  per  6,409 
persone  nel  1880,  ed  uno  per  circa  6,949  persone  nel    1887. 

Il  giornale  che  conta  più  anni  di  vita  è  la  Ga:^:(etta  di  Genova,  fon- 
data nel  1798,  e  che  si  fuse  recentemente  col  Commercio.  Fra  le  riviste 
scientifiche,  la  più  antica  è  quella  intitolata:  ^///^(?//a  R.  Accademia  dei 
Lincei,  la  cui  fondazione  risale  al  1604,  e  che  ora  si  pubofica  a  Roma. 
Poi  ve  ne  sono:  uno  fondato  nel  1805,  ^^^  '^cl  18 15,  uno  nel  1822 
(la  Collezione  Celerifera  delle  le^gi  e  dei  decreti  dello  Stato,  che  si  stampa 
pure  a  Roma);  uno  nel  1825,  due  nel  1829  (gli  Annali  dell'  Istituto  di 
cornspondenia  archeologica  germanica,  e  1'  altro  il  Bollettino  dell'  Istituto 
medesimo,  tutt'e  due  pubblicati  a  Roma);  uno  nel  1830,  due  nel  1835 
(uno  dei  quali  è  VActa  5.  Sedis,  edito  nella  capitale),  ecc. 

Tra  i  giornafi  quotidiani  di  Roma,  i  più  antichi  sono  l'Opinione  (1847), 
il  Diritto  (1854),  ['Italie  (1860),  la  Gaietta  Ufficiale  e  l'Osservatore  Ko- 


(i)  Nella  mia  collezione  di  giornali  ho  la  raccolta  completa  dei  periodici  greci. 


150  GUIDA  DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

mano  (1861),  la  Galletta  d'Italia  (1866),  la  Riforma  (1867),  la  Capitale, 
la  Libertà  e  il  Fanfulla  (1870). 

Dei  1,606  periodici  che  si  pubblicavano  nel  1887,  erano  quoti- 
diani 135,  uscivano  due  o  tre  volte  la  settimana,  o  ad  intervalli  minori 
di  una  settimana  138,  erano  settimanali  529,  uscivano  tre  volte  al  mese  23, 
ogni  due  settimane  o  ad  intervalli  mmori  di  un  mese  262,  erano  men- 
sili 371,  bimensili  39,  trimestrali  29,  9  ad  intervalli  maggiori  d'un 
trimestre,  e  infine  70  di  pubblicità  occasionale  od  irregolare. 

La  Lombardia  ha  il  primo  posto  con  271  pubblicazioni  periodiche 
poi  viene  Roma  con  246,  ultiina  la  Basilicata  con  soli  5  periodici. 

Dei  1606  periodici,  erano  politici  429;  politico-religiosi  72;  am- 
ministrativi, giuridici,  economici  o  di  scienze  sociali  183;  agricoli,  indu- 
striali, finanziarli,  commerciali  198;  d'annunzi  (compresi  gli  orari  delle 
ferrovie)  38;  letterarii,  letterario-scientifici,  storici,'  archeologici,  bio- 
grafici, ecc.  108;  didattici  ed  educativi  67;  religiosi  115;  di  scienza  31  ; 
13  militari;  di  medicina,  chirurgia,  igiene,  antropologia  e  storia  natu- 
rale 89;  IO  di  geografia  e  viaggi,  34  musicali  e  drammatici;  9  di  belle 
arti;  22  di  mode;  umoristici  (non  politici)  42;  non  classificabili 
infine  46. 

200  fra  questi  periodici  erano  illustrati. 

Il  numero  dei  periodici  fondati  nell'anno  e  ancora  esistenti  al  31 
dicembre  1887  era  di  251 — di  queUi  cessati  nell'anno  stati  fondali  ante- 
riormente di  217  —  di  quelli  che  nacquero  e  morirono  nello  stesso 
anno  fu  di  192.  La  maggior  parte  dei  giornali  erano  di  4  pagine  (734) 
o  di  8  pagine  (222).  Riguardo  ai  prezzi  di  vendita  si  trova  che  i  periodici 
più  numerosi  sono  quelli  da  5  centesimi  al  numero  (475)  e  da  meno 
di  5  lire  di  abbonamento  all'anno  (603). 

Dei  1,606  giornali,  41  erano  scritti  in  dialetti  italiani,  36  in  lingue 
estere  e  6  in  hngua  latina. 

Fra  le  città  che  hanno  maggior  numero  di  periodici  viene  prima 
Roma  con  237  pubblicazioni  periodiche  e  quindi  Milano  con  172  e 
mentre  che  a  Roma  non  si  pubblica  che  un  solo  giornale  di  mode, 
Milano  invece  ne  ha  16;  a  queste  città  seguono  Tonno  con  105; 
Firenze  con  76;  Napoli  con  75;  Palermo  con  50;  Bologna  con  47;  Genova 
con  ^y,  Venezia  con  26. 

In  Roma  dal  1861  a  questa  parte  non  è  mancato  anno  che  non  si 
sia  fondato  un  nuovo  giornale,  anzi  sono  soh  due  gh  anni  ('64  e  '6^) 
in  cui  se  n'è  fondato  uno.  A  Firenze  dal  '69  in  poi  è  venuto  fuori  un 
periodico  almeno  ogni  anno;  a  Milano  dal  '72;  a  Torino  dal  '75;  a 
Napoli  dal  '79.  L'anno  in  cui  tutte  le  città,  meno  Catania  e  Ravenna, 
hanno  sentito  il  bisogno  di  fondare  un  giornale  almeno,  è  stato  il  1876, 
che  è  stato  pure  il  più  fecondo  dal  1861  al  1884,  perchè  dette  vita  a  no 
periodici,  nel  1885  si  fondarono  115  periodici,  nei  1886,  160;  e  final- 
mente nel  1887,  251. 

Fra  le  provincie  e  compartimenti  che  fondarono  maggior  numero 
di  giornali  in  un  anno  vien  prima  la  Lombardia  con  42  nel.  1887  e 
poi  Roma  con  31  nello  stesso  anno. 

Ecco  ora  due  tavole  con  notizie  più  particolareggiate: 


STATISTICA   DELLA   STAMPA. 


151 


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152 


GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA  ITALIANA. 


MOVIMENTO  DEI  PERIODICI  DURANTE  L'ANNO  1887 


Trovincie 


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"Numero  dei  periodici 


fondati  nel  iSSy   cessali  nel  18S7 


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Cuneo  .     . 
Novara 
Torino .     - 


Piemonle . 


Genova      .     . 
Porto  Maurizio 


Liguria 


Bergamo 
Brescia  . 
Como  . 
Cremona 
Mantova 
Milano  . 
Pavia  . 
Sondrio 


Lomhardia 


Belluno 
Padova. 
Rovigo 
Treviso 
Udine  . 
Venezia 
Verona 
Vicenza 


Veneto 


Bologna 

Ferrara 

Foni 

Modena 

Parma  . 

Piacenza 

Ravenna 

Reggio  neir Emilia 


Emilia 


Perugia  •  Umbria 


ÀtlionA  .  .  . 
Ascoli  Piseno  . 
Macerata  .  .  . 
Pesato  e  Urbino 

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Arezzo  . 
Firenze. 
Grosseto 
Livorno 
Lucca  . 
Massa  e  Carrara 

Pisa 

Siena     .    .     -     . 

Toscana  .     . 

Rotila^     . 

Aquila  degli  Abruzzi 
Campobasso   . 
Chieti   .     .     . 
Teramo 

Abru^li  e  Molise 


Avellino     . 
Benevento  . 
Caserta 
Napoli  .     . 
Salerno  ■  . 


Campania     . 

Bari  delle  Puglie 
Foggia.  .  .  . 
Lecce    .... 


Puglie      ,     ,     . 

Potenza  -  Basilicata 

Catanzaro .  .  . 
Cosenza  .  .  • 
Reggio  di  Calabria 


Calabrie  . 

Caltanissetta  . 

Catania 

Girgenti 

Messina 

Palermo 

Siracusa 

Trapani 

Sicilia 


Cagliari 
Sassari  . 


Sardegna, 


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193 

STATISTICA   DELLA    STAMPA. 


153 


Queste  cifre  assolute  hanno  scarso  valore  di  per  sé  ;  è  necessario 
paragonarle  alla  popolazione  delle  singole  regioni;  e  non  basterebbe, 
perchè,  più  che  il  numero  dei  giornali,  è  il  numero  dei  lettori  quello 
che  ci  darebbe  la  misura  del  grado  d' influenza  che  la  stampa  periodica 
può  esercitare  sull'educazione  politica,  letteraria  e  scientifica  di  un  popolo. 
Questa  notizia,  la  quale  si  desumerebbe  in  via  approssimativa,  dal  nu- 
mero della  tiratura  di  ogni  giornale,  la  statistica  ufficiale  come  abbiamo 
pure  detto  a  pagina  114,  non  la  registra  e  ne  siamo  dolenti.  Ripetiamo, 
sarebbe  una  notizia  approssimativa,  perchè  mentre  da  una  parte  un 
giornale  può  avere  più  lettori,  una  sola  persona  può  leggere  più  giornali. 
Ma  è  evidente  che  fra  due  paesi  che  abbiano  100  giornali  ciascuno, 
ma  nell'uno  con  una  tiratura  complessiva  di  50,000  esemplari  e  nel- 
l'altro con  una  di  200,000,  la  differenza  è  enorme. 

E  i  giornali  morti  chi  li  conta?  Una  statistica  dei  periodici  estinti 
ci  manca  interamente.  II  Ministero  dell'Interno  avrebbe  nei  suoi  archivi 
gH  elementi  per  formarla;  altri  li  avrebbero  le  più  importanti  biblioteche 
del  regno  e  i  collezionisti  di  cui  parliamo  più  avanti  ;  sarebbe  pregio 
dell'opera  che  l'esempio  dato  dalla  Commissione  Centrale  di  Statistica 
in  Austria  venisse  raccolto  anche  dalla  nostra  Direzione  Generale  di 
Statistica,  che  sotto  le  cure  dell'illustre  Comm.  Luigi  Bodio,  ha  mo- 
strato di  saper  superare  difficoltà  ben  più  gravi  di  questa. 


GRANDE  FABBRICA  NAZIONALE  DI  MACCHINE  TIPOGRAFICHE 

NORBERTO  ARBIZZONI,  MONZA 

Premiato  anche  dal  R.  Ministero  d'Agricoltura,  Industria  e  Commercio 


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Un  volume  di  pag.  340  in-8.°  grande,  con  due  tavole  fotografiche 
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e  Uno  dei  più  famosi  collezionisti  di  giornali  di  tutto  il  mondo,  forse  il  più  famoso  fra  tutti,  il  si- 
gnor Nicola  Bernardini  da  Lecce,  che  prepara  da  anni  ed  anni,  un  lavoro  colossale  su' giornali  di  tutto  l'uni- 
verso, come  saggio  di  ciò  ch'egli  intende  fare,  ha  messo  fiaori  un  volume  intitolato  :  Giornali  e  Giornalisti 
leccesi  ....  E  un  lavoro  coscenzioso,  di  polso,  che  rivela  nel  Bernardini  studii  severi  e  pazienza  da  certosino, 
e  mostra  come  egli  farà  tra  non  guari  un  lavoro  molto  utile  pel  giornalismo  italiano,  mettendo  fuori  il  primo 
dei  volumi  che  intende  stampare  sul  giornalismo  delle  principali  nazioni  (Guida  della  Slampa  periodica  italiana). 
Questo  primo  saggio,  tutto  di  colore  locale,  non  è  privo  di  attrattive  anche  per  chi  non  sia  nato  nel  leccese.  .  . . 
Il  bibliofilo  e  lo  storico  possono  trovare  in  esso  notizie  preziosissime.  »  ecc. 

Pungolo,  XXVII,  251. 

c(  Un  libro  che  si  occupi  di  giornali  e  di  giornalisti,  che  degli  uni  e  degli  altri  faccia  la  storia,  forse  è 
nuovo  nel  genere.  Sapere  chi  è  stato  il  fondatore  d'un  giornale,  chi  lo  abbia  diretto,  chi  vi  abbia  scritto  ;  le 
principali  evoluzioni  sue,  le  diverse  vicende  attraverso  le  quali  è  passato;  e  poi  un  mondo  di  aneddoti,  riguar- 
danti tanto  la  sua  esistenza,  quanto  la  vita  di  chi  vi  è  stato  dentro;  è  cosa  certo  non  priva  di  allettamento, 
né  priva  di  utilità.  Questo  lavoro  ha  fatto  il  signor  Kicola  Bernardini,  scrivendo  una  storia  dei  Giornali  e 
Giornalisti  leccesi,  un  volume  curioso  e  piacevole  a  leggersi.  ...» 

Corriere  del  mattino,  XV,  228. 

R  È  un  volume  di  trecento  e  più  pagine,  dove  v'  è  la  storia  minuziosa  e  punto  nojosa,  di  qualche  cen- 
tinaio di  giornali,  dal  primo  apparso  in  Terra  d'Otranto,  fino  a  quelli  che  si  pubblicano  oggi.  Quante  notizie 
bizzarre,  che  fantasmagoria,  che  considerazioni  amene!  .  .  .  L'A.  ha  saputo  alla  storia  del  giornalismo  leccese 
annodare  quella  del  giornalismo  italiano  in  Terra  d'Otranto;  la  storia  di  tanti  fatti  importanti  di  quella  re- 
gione ;  la  vita  di  molti  illustri  cittadini  di  essa.  ...» 

Piccolo,  XIX,  243. 

«  Vorrei  avere  autorità  o  abilità  da  invogliare  molti  a  leggere,  anche  a  meditare  questo  libro. .  .  .  L'A. 
ti  mostra  di  giornali  una  serie  lunghissima.  ...  E  per  ciascuno  ti  fa  sapere  che  lo  facevano  il  tale  o  il  tal'altro, 
con  queste  e  quelle  idee,  con  quello  e  questo  scopo;  ed  era  stampato  di  tal  formato,  dalla  tipografia  tale.  E 
su  i  redattori  del  giornale,  e  sulle  loro  idee,  e  su  i  loro  scopi,  e  sul  loro  giornale  ti  presenta  in  poche  parole 
quanto  puoi  desiderare,  anche  quello  che  non  penseresti  di  chiedere,  con  amabile  e  spigliata  arguzia.  .  .  .  L'A.  è 
sempre  sereno;  non  toglie  su  né  la  toga  dello  storico,  né  la  cera  del  moralista,  né  la  sferza  del  critico:  fa  il 
cronista,  ecco  tutto,  e  parla  chiaro  e  forte.  ...» 

//   Tempo  di  Brindisi,  V,  29. 

Parlarono  anche  di  questo  libro,  fra  gli  altri  moltissimi,  questi  giornali:  Pic- 
che (Napoli);  Galletta  di  Bari  ;  La  Rassegna  (Roma);  Fanfulla  (Id.);  La  Tribuna  (Id.); 
M  Risorgimento  (Lecce);  La  Lotta  (Lecce);  La  Staffetta  (Napoli);  Roma  (Id.);  L'Ope- 
raio Italiano  (Buenos  .■\ires);  L' Italia  (Moutevideo);  L'Unità  Cattolica  (Torino);  La  Seri' 
tinella  (Taf amo);  Fanfulla  della  Domenica  (Roma);  La  Rassegna  Pugliese  (Tiaai);  ecc. 


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i  primi  premi  a  tutte  le  pili  importanti  Esposizioni. 

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adottate  dal  Regio  Governo    per  tutte  le  scuole  enologi- 
che del  Regno  e  dai  principali  stabilimenti  enolosrici. 

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sono fare  con  sicurezza  di  buona  riuscita  le  spedizioni  a 
qualunque  distanza  tanto  prr  ferrovia  che    per  mare. 

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tare immensi  vantaggi  all'  Enologia.  Essa  riunisce  ad  una  semplicità  di  costruzione  una 
grande  solidità;  pigia  e  sgrana  perfettamente  quindici  quintali  d' uva  all'  ora,  bastando  la 
forza  d'  un  uomo  solo  per  il  movimento.  —  Tutti  i  più  distinti  enologi  raccjomandano  il 
diraspamento  dell'uva,  perchè  con  questa  pratica  si  ha  un  vino  più  fino,  più  morbido, 
più  aleoolieo,  più  conservativo,  di  maggior  colore,  e  molto  più  facile  a 
rischiararsi.  Esso  resiste  a  lunghi  viaggi  senza  intorbidire,  ciò  che  non  si  è  mai  ot- 
tenuto facendo  fermentare  il  mosto  col  graspo,  essendo  assurdo  che  il  graspo  di  qualun- 
que qualità  di  uva,  sia  di  qualche  vantaggio  nella  fermentazione  —  il  costo  di  questa  mac- 
china è  di  sole  L.  280  compreso  due  mastelli  della  capacità  di  300  litri  circa  resa  alla 
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IL  &IORMLISMO  NELLA  LE&ISLAZIONE 


LEGGE   SULLA   STAMPA   2G   MARZO   1848  ^^^ 


CARLO  ALBERTO 

PER   GRAZIA   DI   DIO 
RE  DI  SARDEGNA,  DI  CIPRO  E  DI  GERUSALEMME,  ECC.  ECC. 


La  libertà  della  stampa,  clie  è  necessaria  guarentigia  delle 
istituzioni  d'ogni  ben  ordinato  Governo  ra^oprosentativo,  non  meno 
che  precipuo  istromento  d'ogni  estesa  comunicazione  di  utili  pen- 
sieri, vuol  essere  mantenuta  e  protetta  in  quel  modo  clie  meglio 
valga  ad  assicurarne  i  salutari  effetti.  E  siccome  l'uso  della  libertà 
cessa  di  essere  propizio  allorché  degenera  in  licenza;  quando,  in- 
vece di  servire  ad  un  generoso  svolgimento  di  idee,  si  assoggetta 
all'  impero  di  malaugurate  passioni  ;  cosi  la  correzione  degli  eccessi 
deve  essere  diretta  e  praticata  in  guisa  che  si  abbia  sempre  per 
tutela  ragionata  del  bene,  non  mai  per  restrizione  arbitraria. 

Mossi  noi  da  queste  considerazioni,  dopo  di  avere  nello  Sta- 
tuto fondamentale  dichiarato  che  la  stampa  sarà  libera  ma  soggetta 
a  leggi  repressive,  ci  siamo  disposti  a  stabilire  le  regole  colle  quali 
si  abbia  da  tenere  nei  nostri  Stati  l'esercizio  di  quella  libertà.  E, 
mentre  si  è  per  noi  inteso  che  la  presente  legge  ritraesse  in  ogni 
sua  parte  dei  sovra  esposti  principii,  abbiamo  voluto  che  il  sistema 
di  repressione  in  essa  contenuto  si  conformasse  quanto  più  fosse 
possibile  alle  disposizioni  del  vigente  nostro  Codice  penale,  evi- 
tando cosi  la  non  necessaria  deviazione  dalla  legge  comune,  e  che 


(i)  L'art.  28  dello  Statuto  fondamentale  del  Regno  pubblicato  il  4  marzo  1848 
dichiarava  che  ìa  stampa  è  libera,  ma  una  legge  ne  reprime  gli  abusi;  questa  legge  è 
appunto  l'editto  presente,  che  venne  promulgato  di  moto  proprio  da  Cario  Alberto. 
Quest'editto  fu  opera  principalmente  di  Federico  Sclopis,  il  quale  pu--  prendendo  a 
modello  le  leggi  francesi,  seppe  discostarvisi  nei  punti  dove  esse  si  informavano  a  con- 
cetti eccessivamente  severi  ed  attenersi  invece  scrupolosamente  a  quei  principii  di  vera 
libertà,  pei  quali  alcune  delle  prime  leggi  del  Piemonte  costituzionale  vanno  a  buon 
diritto  superbe.  Suo  merito  principale  è,  come  fu  detto  esattamente,  d'essere  una  legge 
leale  e  generosa,  scevra  di  reticenze,  di  paure,  d' inganni  più  o  meno  orpellati,  di  falsa 
libertà  o  di  falsa  giustizia  E  mentre  la  Francia  mutò  venti  volte  in  mezzo  secolo  la 
sua  legge  sulla  stampa,  in  Italia  la  parola  dello  Statuto,  fu  sempre  fedelmente  man- 
tenuta. E  se  due  volte  —  nel  1852  e  nel  1858  —  si  toccò  l'editto,  non  fu  mai  per  re- 
stringere la  libertà. 


158  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

nel  modo  di  amministrare  la  giustizia  sui  reati  della  stampa  entrasse 
l'elemento  essenziale  dell'opinione  pubblica  saggiamente  rappre- 
sentata. 

Epperò  per  il  presente  Editto,  sulla  relazione  del  nostro  Guar- 
dasigilli Ministro  Segretario  di  Stato  per  gli  affari  ecclesiastici,  di 
grazia  e  giustizia,  avuto  il  parere  del  nostro  Consiglio  dei  Mini- 
stri, abbiamo  ordinato  ed  ordiniamo  quanto  segue  : 


CAPO  I. 

Disposizioni  generali. 

Art.  1.  La  manifestazione  del  pensiero  per  mezzo  della  stampa 
e  di  qualsivoglia  artifìcio  meccanico  atto  a  riprodurre  segni  figu- 
rativi è  libera;  quindi  ogni  pubblicazione  di  stampati,  incisioni, 
litografìe,  oggetti  di  plastica  e  simili  è  permessa  con  che  si  osser- 
vino le  norme  seguenti. 

Art.  2.  Ogni  stampato  così  in  caratteri  tipografici  come  in 
litografìa  od  altro  simile  artifìcio  dovrà  indicare  il  luogo,  la  offi- 
cina e  l'anno  in  cui  fu  impresso,  ed  il  nome  dello  stampatore  ; 

La  sottoscrizione  dell'editore  o  dell'autore  non  è  obbliga- 
toria. (1) 

Art.'  3.  Ogni  stampato  cbe  non  abbia  le  indicazioni  di  cui 
nell'articolo  precedente  sarà  considerato  come  proveniente  da  of- 
ficina clandestina,  e  lo  stampatore  sarà  punito  per  questo  solo  fatto 
con  una  multa  da  lire  100  a  300.   (2) 

Art.  4.  Le  azioni  penali  stabilite  dal  presente  Editto,  salve 
le  eccezioni  per  le  pubblicazioni  periodiclie,  saranno  esercitate  in 
primo  luogo  contro  l'autore,  secondo  contro  l'editore,  se  l'uno  o 
l'altro  siano  sottoscritti  od  altrimenti  conosciuti,  e  finalmente  contro 
lo  stampatore,  in  modo  che  l' uno  sia  sempre  tenuto  in  sussidio 
dell'altro.  (3 


(i)  Le  disposizioni  di  quest'articolo  e  del  seguente,  secondo  le  quali  ogni 
stampato  deve  avere  certe  indicazioni  (se  no,  si  ritiene  la  tipografia  clandestina,  o  stam- 
pato alla  viacchia),  e  la  prima  copia  dev'essere  presentata  all'ufEcio  del  P.  M.,  riguar- 
dano non  già  qualsiasi  stampato  nel  senso  più  ampio  di  questa  voce,  ma  quelli  sol- 
tanto che  contengono  una  manifestazione  del  pensiero,  un  concetto  abbastanza  definito 
e  determinato  nei  rapporti  della  legge  sulla  libertà  della  stampa. 

La  Cass.  di  Roma  (12  marzo  '84),  ritenne  che  la  mancanza  di  una  sola  delle  in- 
dicazioni prescritte,  dà  luogo  a  contravvenzione.  (V.  pure  Riv.  Peti.  XIX,  549  ;  Giur. 
Peii.,  482) 

(2)  Se  clandestino  è  ciò  che  si  opera  di  nascosto  a  coloro  che  han  diritto  di  saperlo, 
e  contro  la  legge,  non  si  può  esigere,  nel  medesimo  tempo,  che  a  costoro  fosse  fatto 
palese  quello  che  appunto  verso  di  essi  si  fece  celatamente  e  furtivamente.  Chi  ha  fatto 
una  stampa  claiidestitia...  la  volle  tale  verso  l'autorità;  e  non  sarebbe  possibile  che  il 
legislatore  lo  punisse  per  questo  fatto  non  solo,  ma  anche  perchè  egli  non  rese  palese 
al  pubblico  ministero  quello  che  volle  fare  di  soppiatto;  in  altri  termini  perchè  non 
denunciò  la  propria  colpa,  il  reato  già  consumato.  (Cass.  Torino  2S  nov.  1806,  Frediano.) 

(3}  L'azione  penale  in  ordine  ai  reati  di  stampa  deve  esercitarsi  innanzi  tutto  contro 


IL   GIORNALISMO   NELLA   LEGISLAZIONE.  139 

Art.  5.  L'azione  esercitata  contro  l'autore  o  l'editore  non 
potrà  estendersi  allo  stampatore  per  il  solo  fatto  della  stampa,  a 
meno  die  non  consti  che  egli  operò  scientemente  e  in  modo  da 
dovere  essere  considerato  come  complice.  (1) 

Art.  6.  Nulla  è  innovato  alle  leggi  e  regolamenti  in  vigore  per 
lo  stabilimento  ed  esercizio  di  ogni  specie  di  officina  di  stampa.  (2) 

Art.  7.  Ogni  stampatore  dovrà  presentare  la  prima  copia  di 
qualsiasi  stampato,  se  nella  provincia  dove  risiede  un  Magistrato 
d'Appello,  all'  ufficio  dell'Avvocato  fiscale  generale  ;  se  nelle  altre 
all'  ufficio  dell'Avvocato  fiscale  presso  il  Tribunale  di  prefettura  ; 
ciò  tutto  salvo  il  disposto  dal  presente  Editto  circa  le  pubblica- 
zioni periodiche. 

La  trasgressione  del  prescritto  di  questo  articolo  verrà  punita 
con  multa  estensibile  a  lire  300. 

Art.  8.  Gfli  stampatori  e  riproduttori  degli  oggetti  contem- 
plati nell'articolo  1  dovranno,  nel  termine  di  giorni  dieci  succes- 
sivi alla  pubblicazione  di  qualsiasi  opera  per  essi  riprodotta,  con- 
segnarne una  copia  agli  archivi  di  Corte  ed  una  alla  Biblioteca 
dell'  Università  nel  cui  circondario  è  seguita  la  pubblicazione. 

Lo  stampatore  o  riproduttore  che  fosse  in  ritardo  nell' eseguire 
la  consegna  sopraddetta  sarà  punito  coll'ammenda  di  lire  50. 

Il  tutto  senza  pregiudizio  di  quanto  è  stabilito  dalle  leggi  re- 
lative all'acquisto  ed  alla  conservazione  della  proprietà  letteraria.  ^3) 


l'autore,  in  qualunque  modo  esso  venga  ad  essere  conosciuto,  salvo  la  estensione  della 
condanna  anche  al  gerente  come  complice  del  delitto  e  delle  contravvenzioni  com- 
messe colle  pubblicazioni  fatte  nel  suo  giornale    (V.  Cass.  di  Firenze,  15  sett. '81). 

É  solo  per  le  trasgressioni  contemplate  dal  capo  Vili  (art  47),  che  è  responsa- 
bile in  prima  fila  il  gerente,  e  l'autore  sol  quando  abbia  sottoscritto  l'articolo  inserito 
nel  giornale.  (Cass.  di  Roma,  i  giugno  '81). 

—  Il  tipografo  che  stampa  uno  scritto  ingiurioso  e  ne  capisce  l'importanza  e  com- 
prende che  esso  va  a  ferire  una  personalità,  e,  lungi  dal  rigettare,  come  dovrebbe,  l'in- 
carico o  la  commissione  altrui,  l'accetta,  non  ix  opera  da  buon  cittadino,  ingiuria  ed 
offende  coll'animo  d' ingiuriare  il  soggetto  che  si  prende  di  mira  nello  scritto  tuttoché 
non  abbia  personale  rapporto  con  lui.  Cosi  VApp.  Ancona  24  settembre  '86  (Tonna- 
relli —  Giorn.  Marche,  1887,  20)  il  quale  riferendosi  alla  specie  discussa,  ha  soggiunto: 
«  V animus  jnjuriandi  si  rivela  nella  specie  anche  dal  fatto  che  lo  stampatore  si  studia 
di  tenere  occulto  e  nel  mistero  l'autore  vero,  e  presenta  invece  l'autore  finto. .  » 

(0  La  legge  con  quest'articolo  prevede  il  caso  dell'assoluta  mancanza  di  ogni 
colpabilità  da  parte  dello  stampatore.  Non  è  giusto  infatti,  come  ad  altri  è  sembrato, 
che  non  conosciuto  l'autore  dello  scritto,  eh'  è  il  vero  autore  del  reato,  paghi  il  fio 
l'editore  o  lo  stampatore.  E  fu  anzi  espressamente  dichiarato  dalla  giurisprudenza  {Cass. 
Torino,  27  aprile  '76,  Foro  Ital,  '76,  II,  184),  in  applicazione  e  retta  interpretazione 
di  quest'articolo  che  non  basta  che  lo  stampatore  abbia  conosciuto  il  tenore  dello  scritto, 
ma  che  occorra  ne  sia  stato  autore  od  abbia  partecipato  in  qualche  modo  all'opera 
dell'autore. 

(2)  V.  articoli  51,  52,  55,  54,  SS>  56  e  67  della  Legge  di  Pub.  Sic. 

(3)  Il  Ministero  di  Grazia  e  Giustizia  che  con  circolare  ^0  gennaio  1880  n.  867 
aveva  prescritto  agli  uffici  del  P.  M.  di  trasmettere  a  lui  direttamente  gli  stampati 
presentati,  e  con  successiva  circolare  27  ottobre  1880  n.  944  aveva  invece  ordinato 
che  la  trasmissione  suddetta  si  facesse  direttamente  alla  Biblioteca  Vittorio  Emanuele 
di  Roma,  con  una  3  *  circolare  7  novembre  (885,  richiamò  in  vigore  la  prima,  per 
cui  ora  gli  uffici  del  P.  M.  dovranno  spedire  gli  stampati  al  suddetto  ministero  (Di- 


160  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

Art.  9.  Gli  stampatori  che  riprodurranno  uno  scritto  qualunque, 
il  quale  fosse  già  stato  condannato  a  termini  dal  presente  Editto, 
saranno  puniti  con  pena  non  minore  del  doppio  di  quella  stata 
pronunciata  dalla  sentenza  che  avrà  condannato  lo  scritto.  (1) 

Art.  10.  È  vietato,  nel  render  conto  dei  giudizi  vertenti  o  ver- 
titi  pei  reati  di  stampa,  di  pubblicare  il  nome  dei  giudici  del  fatto 
e  le  discussioni  ed  i  voti  individuali,  così  di  quelli  come  dei  giu- 
dici di  diritto. 

È  pure  vietata  la  pubblicazione  delle  discussioni  e  delibera- 
zioni segrete  del  Senato  e  della  Camera  dei  Deputati,  a  meno  cbo 
se  ne^  sia  ottenuta  dai  rispettivi  corpi  la  facoltà. 

E  in  egual  modo  vietata  la  pubblicazione  dei  dibattimenti 
davanti  ai  Magistrati  o  Tribunali  che  abbiano  avuto  luogo  a  porte 
chiuse. 

La  trasgressione  del  prescritto  di  quest'  articolo  sarà  punita 
con  multa  da  lire  100  a  500,  oltre  la  soppressione  dello  stam- 
pato. (2j 

Art.  11.  Sotto  la  medesima  pena  è  vietata  la  pubblicazione 
degli  atti  d' istruttoria  criminale  o  dibattimenti  pubblici  per  cause 
d'  insulti  o  d'  ingiurie  nei  casi  in  cui  la  prova  dei  fatti  infamanti 
od  ingiuriosi  non  è  permessa  dalla  legge. 

Art.  12.  Qualunque  azione  penale  nascente  da  reati  di  stampa 
sarà  prescritta  con  lo  spazio  di  tre  mesi  dalla  data  della  consegna 
della  copia  al  Pubblico  Ministero  ;  e  in  quanto  ai  periodici,  dalla 
data  della  loro  pubblicazione,  salvo  il  prescritto  dell'art.  52.  (3) 


visione  VII)  Le  opere  periodiche,  per  desiderio  espresso  in  quest'  ultima  circolare, 
nonché  le  riviste  ed  i  giornali  di  scienze  giuridico-econoniico-mediche  ed  anche  let- 
terarie, devono  spedirsi  immediatamente,  e  le  altre  opere  non  oltre  i  tre  mesi  dalla 
data  della  consegna.  La  spedizione  dovrà  pure  essere  accompagnata  da  uo  doppio 
elenco  (BoUet.  Minisi.  G.  e  G.,  455). 
Vedi  art.  42  e  note. 

—  La  consegna  di  una  copia  dello  stampato,  fatta  a  mente  degli  art  7  e  42, 
ofiire  una  presunzione  della  già  seguita  pubblicazione.  Ma  questa  presunzione  ;«m /a«/«j« 
può  essere  distrutta  dalla  prova  del  fatto  contrario,  di  non  essere  cioè  uscito  alcun 
esemplare  dalla  officina  tipografica.  In  base  a  questo  principio  la  Cassazione  di  Torino 
(8  aprile  1885)  ritenne  avvenuta  la  pubblicazione  nel  caso  in  cui  il  sequestro  degli 
stampati  era  stato  operato  fuori  della  tipografia,  e  la  escluse  (decis.  28  aprile  1880), 
nel  caso  che  tutte  le  copie  di  un  opuscolo  già  completo  furono  sequestrate  dentro 
della  tipografia. 

(i)  V.  art.  42  e  note. 

(2)  Il  resoconto  dei  dibattimenti  seguiti  a  porte  chiuse  è  vietato  dalla  legge  senza 
distinzione  fra  caso  e  caso.  È  inutile  quindi  indagare  se  il  resoconto  non  contenga 
nulla  contro  la  pubblica  morale.  (Cass.    Torino,   14  gennaio   18S5.) 

—  Il  famoso  art.  49  della  legge  8  giugno  1874  n.  1837,  serie  2,  intorno  all'or- 
dinamento dei  giurati,  col  quale  si  portavano  gravi  restrizioni  al  principio  della  libertà 
di  pubblicazione,  con  la  legge  6  maggio  1887  e  in  seguito  ai  pessimi  risultati  del- 
l'esperienza, venne  soppresso  ed  in  conseguenza  il  principio  della  lib  rtà  di  pubblicazione, 
è  tuttora  applicabile  in  tutta  la  sua  estensione. 

(3)  Gli  atti  di  procedura  interrompono  la  prescrizione  dell'azione  penale  nei  reati 
di  stampa.  Ciò  è  conforme  ai  principi  del  diritto  comune,  per  i  quali  l'atto  di  proce- 
dura, risolvendosi  nel  vero  e  proprio  esercizio  dell'azione,  impedisce  che  questa  si 
prescriva.  Né  a  tali  principi  si  é  derogato  con  questa  legge;  che    anzi   nel   proemio 


IL   GIORNALISMO  NELLA   LEGISLAZIONE.  161 


CAPO   II. 

Della  provocazione  pubblica  a  commettere  reati. 

Art.  13.  CHunque,  con  gli  oggetti  contemplati  nell'articolo  1, 
tanto  separati  quanto  uniti  con  cose  di  diversa  natura,  sia  che  si 
vendano  o  distribuiscano,  o  si  pongano  in  _  vendita,  o  si  espon- 
gano in  luoglii  o  riunioni  pubbliche,  o  si  distribuiscano  in  modo 


della  medesima  si  è  detto  espressamente  di  volere  evitare  la  «  non  necessaria  devia- 
zione dalla  legge  comune  ».  L'art.  50  non  offre  argomento  contrario  a  questa  mas- 
sima; imperocché  se  il  legislatore  volle  espressamente  che  il  principio  generale  sulla 
interruttività  della  prescrizione  valer  debba  per  le  contravvenzioni  di  minor  conto, 
forza  è  ritenere  che  non  intendesse  escluderla  per  i  reati  di  ben  maggiore  gravità,  che 
colla  stampa  si  possano  commettere.  Anzi  è  a  credersi  che  abbia  voluto  con  una  di- 
sposizione speciale  eliminare  il  dubbio  che  su  tale  proposito  avrebbe  potuto  ingenerare 
il  suo  silenzio,  quando  si  fosse  trattato  di  cont'-aweazi  ni  di  cosi  poco  momento,  come 
sono  quelle  a  cui  l'art.   50  si  riferisce  (Cass.  Palermo,   15  marzo    1886). 

—  I  reati  di  diffamizione  o  d'ingiuria,  in  quils'asi  modo  commessi,  sono  per 
loro  natura  reati  comuni,  contemplati  e  repressi  dal  Codice  Penale  comune,  alle  cui 
regole  non  possono  essere  sottratti  anche  se  commessi  mediante  la  stampa  ("giornale) 
La  legge  sulla  stampa,  dove  ha  voluto  derogare  alle  norme  comuni,  lo  ha  espressa- 
mente sancito,  e  nel  resto  (come  si  legge  nel  proemio  della  legge)  si  è  voluto  che 
il  sistema  di  repre^^sione  si  conformasse  quaijto  più  fosse  possibile  alle  disposizioni  del 
Cod.  Pen.  D'altra  parte,  il  vigente  Codice,  occupandosi  delle  ingiurie  e  diffamazioni  com- 
messe colla  stampa,  dovrebbe,  perchè  posteriore,  prevalere  alla  legge  sulla  stampa  che 
lo  precedette,  ed  a  cui  sarebbesi  in  questa  parte  derogato  a  termini  dell'art.  692  detto 
codice.  (Cass.   Torino,   18  maggio  1888). 

—  La  prescrizione  pei  reati  commessi  mediante  un  giornale  decorre  dal  giorno 
in  cui  il  giornale  fu  pubblicato,  poiché  é  colla  pubblicazione  che  i  reati  stessi  si  deb- 
bono intendere  perfetti  e  consumati.  Tale  pubblicazione,  fino  a  prova  contraria,  deve 
ritenersi  seguita  nel  giorno  stesso  della  data  che  porta  il  giornale.  (Cass.  Torino,  9 
febbraio  1888). 

—  La  Cass.  Firenze  (19  aprile  1884)  decise  che  la  speciale  prescrizione  di  que- 
st'articolo va  soggetta  ad  essere  interrotta  secondo  le  norme  del  diritto  comune.  Ri- 
conferma della  massima  che  anche  questa  prescrizione  va  regolata  colle  norme  del 
diritto  comune,  e  che  può  quindi  essere  interrotta  dagli  atti  di   procedimento. 

L'articolo  12  non  accenna  ad  atti  di  procedura,  e  quindi,  coerentemente  a  quanto 
è  dichiarato  nel  proemio  alla  legge,  devesi  ricorrere  al  Codice  comune,  pel  quale  la 
prescrizione  (meno  un  caso,  art.  140)  resta  interrotta  da  cotesti  atti  (Cass.  Napoli,  9 
maggio  1884). 

—  Che  la  prescrizione  pe'  reati  di  stampa  sia  regolata  secondo  le  norme  comuni, 
ritengono  pure  le  Cass.  Roma  (io  marzo  1884)  e  Tormo  (i  aprile  1885).  Di  conseguenza: 
la  I.*  ha  ravvisato  atti  interruttivi  della  prescrizione  le  pratiche  prescritte  dall'art.  45 
dello  Statuto  per  ottenere  il  consenso  a  procedere  penalmente  contro  un  deputato, 
perchè  tali  pratiche,  se  non  costituiscono  veramente  la  procedura  sul  merito  stesso 
della  causa,  costituiscono  però  sempre  altrettanti  atti  di  procedura  preliminari  e  ne- 
cessari, quando  trattisi  che  l'imputato  sia  un  deputato;  la  2.'  ha  ritenuto  pure  inter- 
ruttivi gli  atti  che  apparecchiano  il  giudizio  di  Cassazione  (deposito  del  ricorso,  avviso 
ai  difensori,  comunicazione  degli  atti  al  P.  M.  ecc.)  imperocché,  se  atto  di  procedura 
non  è  che  il  moto  del  processo,  nel  senso  che  come  fa  nascere  il  processo  stesso  cosi 
vale  a  farlo  progredire  verso  la  sua  meta,  non  potrassi  contrastare  la  qualità  di  atti 
a  tutte  quelle  pratiche  che  sono  necessarie,  perchè  dalla  legge  imposte,  al  compimento 
del  giudizio  in  Cassazione.  Nel  commento  alla  Legge  sulla  stampa,  fatto  dall'avv.  Cla- 
varino,  c'è  l'elenco  delle  principali  decisioni  che  ammettono  0  negano  la  interruzione 
della  prescrizione  sancita  dall'are.  12. 

N.  Berkardini  —  Guida  della  Slampa  periodica  ilaliana  —  11. 


162  GUIDA    DELLA    STAAIPA   PERIODICA   ITALIANA. 

che  tenda  a  dare  loro  pubblicità,  avrà  provocato  a  commettere  un 
crimine,  un  delitto  od  una  contravvenzione,  sarà  punito,  se  si 
tratta  di  crimine,  col  carcere  estensibile  a  tre  mesi  e  con  multa 
estensibile  a  lire  2000  ;  se  di  delitto,  col  carcere  estensibile  a 
lire  500;  se  di  contravvenzione,  con  gli  arresti,  giuntavi  l'am- 
monizione secondo  i  casi,   e  con  multa  estensibile  a  lire  100. 

Art.  14.  La  provocazione  per  altro  a  commettere  uno  dei  cri- 
mini di  cui  negli  articoli  183  e  184  (1)  del  Codice  penale  sarà 
punita  col  carcere  per  anni  due  e  con  multa  di  lire  4000.  (2) 

Art.  15.  Sarà  punito  colle  stesse  pene  l'impiego  di  qualunque 
dei  mezzi  indicati  nell'articolo  1  per  impugnare  formalmente  la 
inviolabilità  della  persona  del  Re,  l'ordine  della  successione  al 
Trono,  l'autorità  costituzionale  del  Re  e  delle  Camere. 


CAPO  in. 

Dei  reati  contro  la  religione  dello  Stato, 
gli  altri  culti  ed  il  buon  costume. 

Art.  16.  Chiunque,  con  uno  dei  mezzi  indicati  nell'articolo  1 
di  questo  Editto  commetta  uno  dei  crimini,  contemplati  negli  ar- 
ticoli 164  e  165  (3)  del  Codice  penale,  sarà  punito  secondo  i  casi 
cogli  arresti  o  col  carcere  estensibile  ad  un  anno,  e  con  multa 
estensibile  a  lire  200. 

Art.  17.  Chiunque  offenda  i  buoni  costumi  con  uno  dei  mezzi 
contemplati  nell'articolo  1  di  questo  Editto  sarà  punito  col  car- 
cere non  maggiore  di  un  anno,  o  con  pena  di  polizia  secondo  le 
circostanze. 

Nei  casi  nei  quali  si  abbiano  ad  applicare  pene  correzionali 
sarà  aggiunta  una  multa  estensibile  a  lire  1000. 

Art.  18.  Chiunque,  con  uno  dei  mezzi  indicati  nell'articolo  1, 
deridesse  od  oltraggiasse  alcuna  delle  religioni  o  culti  permessi  nello 
Stato  sarà  punito  col  carcere  estensibile  a  mesi  sei  e  con  una  multa 
estensibile  a  lire  500.  (4) 


(i)  Articolo  153  e  154  del  nuovo  Codice  penale  del  1859. 

(2)  La  Cass  di  Torino  (5  luglio  1858.  Giurisp  Ital ,  1858,  p.  I,  904)  ha  deciso 
che  «  di  regola  la  provocazione  ed  istigazione  ad  un  reato  non  diventa  punibile  se 
non  quando  il  reato  è  commesso  o  tentato.  Ma  le  provocazioni  col  mezzo  della  stampa, 
specialmente  se  relative  ad  un  crimine  contro  la  sicurezza  dello  Stato,  sono  punibili 
e  punite  anche  non  seguite  da  effetto,  costituendo  allora  non  una  complici''à  ma  uno 
speciale  reato,  un  reato  di  stampa.  Se  poi  l'effetto  segui  l' istigatore,  il  provocatore 
diviene  un  vero  complice.  » 

(3)  Articolo  185,  alinea,  del  nuovo  Codice  penale  del  1859 

(4)  Per  l'editto  del  1848  fa  d'uopo  distinguere:  o  il  reato  preveduto  e  specificato 
dall'art.  185  del  C.  P.  è  commesso  contro  la  religione  dello  Stato,  ed  allora  è  ap- 
plicabile l'art.  16;  o  il  reato  medesimo  è  commesso  contro  un'altra  qualsiasi  delle 
religioni  o  culti  tollerati  dallo  Stato,  ed  allora  è  applicabile  l'art.  18  che  commina 
una  pena  minore. 


IL   GIORNALISMO   NELLA  LEGISLAZIONE.  163 

CAPO  IV. 

Offese  pubbliche  contro  la  persona  del  Re. 

Art.  19.  Chiunque,  con  uno  dei  mezzi  contemplati  nell'arti- 
colo 1,  si  sarà  reso  colpevole  di  offesa  verso  la  Sacra  persona  del 
Re  o  Reale  famiglia  o  Principi  del  sangue,  sarà  punito  col  carcere 
estensibile  a  due  anni  e  con  multa  non  minore  di  lire  1000  e  non 
maggiore  di  lire  .3000,  avuto  riguardo  alla  persona  contro  cui  è 
diretta  l'offesa,  alle  circostanze  di  tempo  e  di  luogo  ed  alla  qualità 
e  gravezza  del  reato. 

Art.  20.  Chiunque  farà  risalire  alla  Sacra  persona  del  Re  il 
biasimo  o  la  responsabilità  degli  atti  del  suo  Governo  sarà  punito 
col  carcere  da  un  mese  ad  un  anno  e  con  una  multa  di  lire  100 
a  1000. 

CAPO  V. 

Offese  pubbliche  contro  il  Senato  o  la  Camera  dei  Deputati,  i  sovrani 
ed  i  capi  dei  governi  esteri,  ed  i  membri  del  corpo  diplomatico. 

Art.  21.  Chiunque  con  uno  dei  mezzi  contemplati  nell'arti- 
colo 1  di  questo  Editto  oltraggi  il  Senato  o  la  Camera  dei  Depu- 
tati sarà  punito  colle  pene  di  cui  all'articolo  19. 

Art.  22.  Saranno  puniti  colle  stesse  pene  coloro  che  avranno 
fatto  pubblicamente  atto  di  adesione  con  uno  dei  mezzi  contemplati 
nell'articolo  1  a  qualunque  altra  forma  di  Governo,  o  coloro  che 
avranno  manifestato  voto  o  minaccia  della  distruzione  dell'ordine 
Monarchico  Costituzionale.  (1) 

Art.  23.  Saranno  puniti  colle  stesse  pene  coloro  che  divul- 
gassero segreti  che  possano  compromettere  la  sicurezza  esterna 
dello  Stato,  o  giovare  direttamente  ai  nemici  del  medesimo. 

Art.  24.  Qualunque  offesa  contro  la  inviolabilità  del  diritto 
di  proprietà,  la  santità  del  giuramento,  il  rispetto  dovuto  alle  leggi, 
ogni  apologia  di  fatti  qualificati  crimini  o  delitti  dalla  legge  pe- 
nale, ogni  provocazione  all'odio  fra  le  varie  condizioni  sociali  e 
contro  l'ordinamento  della  famiglia  sarà  punito  colle  pene  di  cui 
all'articolo  17. 


(i)  L'articolo  cosi  com'è  redatto,  è  incompleto,  giacché  non  contempla  il  caso 
di  adesione  a  monarcliie  costituzionali  decadute,  o  semplicemente  a  nuove  dinastie. 
La  legge  parla  di  forma,  e  per  forma  non  si  può  intendere  altro  se  non  repubblica, 
monarchia,  o  teocrayia,  e  quindi  non  si  potrebbe,  a  pirer  nostro,  punire  coll'articolo 
che  esaminiamo  colui  che,  per  es.,  stampasse  desiderare  egli  la  conservazione  dell'or- 
dine monarchico-costituzionale  attuale  con  a  capo  però  la  dinastia  dei  Lorena  o  dei 
Borboni.  Il  che  è  una  lacuna  che  vuol  essere  colmata,  se  pure  si  vuole  che  l'articolo 
possa  in  caso  di  bisogno  avere  tutta  la  efficacia  che  forse  era  nell'  intenzione  dei  le- 
gislatore di  dargli. 


164  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 

Art.  25.  Le  offese  contro  i  Sovrani  o  i  Capi  dei  Governi 
stranieri  saranno  punite  col  carcere  estensibile  a  sei  mesi  e  con 
multa  da  lire  100  a  1000.  (1) 

Art.  26.  Le  offese  contro  gli  Ambasciatori,  i  Ministri  ed  Liviati, 
od  altri  Agenti  diplomatici  delle  Potenze  estere  accreditati  presso 
il  Re  od  il  Groverno,  saranno  punite  colle  pene  pronunciate  per 
le  offese  contro  i  privati,  raddoppiata  però  la  multa. 


CAPO  VI. 

Delle  diffamazioni,  ingiurie  pubbliche 
e  dei  libelli  famosi. 

Art.  27.  CHunque  con  uno  dei  mezzi  contemplati  nell'articolo  1 
del  presente  Editto  si  renderà  colpevole  del  reato  contemplato  nel- 
l'articolo 617  (2)  del  codice  penale  sarà  punito  col  carcere  da  sei 
mesi  ad  un  anno  e  con  multa  da  lire  200  a  lire  2000. 

Art.  28.  Chiunque  con  uno  dei  mezzi  contemplati  nel  detto 
articolo  1  si  renderà  colpevole  di  uno  dei  reati  di  cui  negli  arti- 
coli 616,  618  e  620  (3)  del  Codice  penale  sarà  punito,  se  si  trat- 
terà di  diffamazione,  col  carcere  estensibile  a  sei  mesi  e  con  multa 
estensibile  a  lire  500. 

Art.  29.  Nei  casi  di  offesa  contro  i  depositari  o  gli  agenti 
dell'autorità  pubblica  per  fatti  relativi  all'esercizio  delle  loro  fun- 
zioni, l'autore  della  stampa  incriminata  sarà  ammesso  a  sommi- 
nistrare la  prova  dei  fatti  da  esso  imputati. 

Questa  prova  libera  l'accusato  di  offesa  da  ogni  pena,  salvo 
da  quelle  per  le  ingiurie  che  non  fossero  necessariamente  dipen- 
denti dai  fatti  medesimi. 


CAPO  Yil. 

Disposizioni  speciali. 

Art.  30.  Non  potranno  dar  luogo  ad  azione  la  pubblicazione 
dei  discorsi  tenuti  nel  Senato  o  nella  Camera  dei  Deputati,  le  rela- 
zioni o  qualunque  altro  scritto  stampato  per  ordine  delle  medesime. 

Art.  31.  Non  darà  neppur  luogo  ad  azione  il  rendiconto  esatto, 
fatto  in  buona  fede,  delle  discussioni  del  Senato  o  della  Camera 
dei  Deputati. 

Art.  32.  Non  darà  luogo  all'azione  la  pubblicazione  degli  scritti 
prodotti  avanti  i  Tribunali. 


(i)  Vedasi  la  legge  20  giugno  1858. 

(2)  Articolo  571  del  nuovo  Codice  penale  1859, 

(5)  Articoli  570,  572  e  573  del  detto  Codice  penale. 


IL   GIORNALISMO  NELLA   LEGISLAZIONE.  165 

Il  Magistrato  o  Tribunale,  pronunciando  nel  merito,  potrà  or- 
dinare la  sospensione  degli  scritti  ingiuriosi  e  dicliiarare  la  parte 
colpevole  tenuta  ai  danni. 

Art.  33.  In  caso  di  recidiva  nei  delitti  o  nelle  contravven- 
zioni previste  da  questo  stesso  Editto,  le  multe  saranno  accresciute 
della  metà. 

Art.  34.  Il  carcere  nel  quale  si  dovranno  scontare  le  pene 
portate  da  questo  stesso  Editto  sarà  sempre  distinto  da  quello  sta- 
bilito per  i  delinquenti  per  reati  comuni. 

CAPO  Vili. 

Delle  pubblicazioni  periodiche. 

Art.  35.  Qualunque  suddito  del  Re,  il  quale  sia  maggiore 
d'età  ^1)  e  goda  del  libero  esercizio  dei  diritti  civili,  qualunque  so- 
cietà anonima  o  in  commandita,  qualunque  corpo  morale  legal- 
mente costituito  nei  regi  Stati,  potrà  pubblicare  un  giornale  o  scritto 
periodico,  purcliè  si  uniformi  al  disposto  dei  seguenti  articoli. 

Art.  36.  Chi  intende  pubblicare  un  giornale  od  altro  scritto 
periodico  dovrà  presentare  alla  Segreteria  di  Stato  per  gli  affari 
interni,  prima  della  pubblicazione,  una  dichiarazione  in  iscritto 
corredata  degli  opportuni  documenti  dai  quali  risulti  : 

1."  Il  concorso  delle  qualità  richieste  dall'articolo  precedente, 
sia  in  chi  vuole  pubblicare  il  giornale,  sia  nel  gerente  ; 

2."  La  natura  della  pubblicazione,  il  nome  della  tipografia 
legalmente  autorizzata  in  cui  si  farà  la  stampa,  il  nome  e  la  di- 
mora del  tipografo  ; 

3.°  Il  nome  e  la  dimora  del  gerente  responsabile.  (2) 


(i)  Il  Ministero  dell'  interno  dopo  avere  inteso  il  Consiglio  di  Stato  ha  dichiarato, 
che  non  dovendosi  la  pubblicazione  d'un  giornale  considerare  solo  come  un'impresa 
commerciale  ma  ancora  doversi  riguardare  la  cosa  sotto  il  suo  aspetto  morale  e  po- 
litico, può  negarsi  la  autorizzazione  di  pubblicarlo,  a  chi  pure  essendo  emancipato  non 
è  tuttavia  ancora  maggiore  d'età,  in  quanto  che  l'emancipazione  non  conferisce  l'in- 
tera capacità  del  maggiorenne,  come  è  voluta  dalla  legge  sulla  stampa. 

(2)  La  sempHce  lettura  dell'art.  56  persuade  essere  bastevole  per  la  pubblicazione 
d'un  giornale  la  previa  presentazione  al  Ministero  dell'  interno  della  dichiarazione  coi 
richiesti  documenti;  né  altro  esige  la  disposizione  repressiva  dell'art.  40  della  stessa 
legge.  La  risposta  o  l'accettazione  o  l'autorizzazione  del  Ministero,  la  dichiarazione  che 
se  ne  sia  preso  atto  non  è  affatto  richiesta  dalla  legge,  e  sarebbe  arbitrario  e  contrario 
all'ermeneutica  legale  il  richiederla;  perchè  le  leggi  penaU  o  che  restringono  l'esercizio 
dei  diritti  non  sono  estensibili  ai  casi  non  espressi  (art.  4  disp.  prelim.).  Di  più  il  ri- 
chiedere una  risposta  adesiva  o  non  contraria  dal  Ministero  farebbe  dipendere  da  lui 
la  pubblicazione  del  giornale:  ciò  che  è  contrario  allo  spirito  della  legge.  È  certo  più 
sicuro  attendere  la  risposta  adesiva  del  ministero  per  non  esporsi  al  pericolo  di  vio- 
lare la  legge,  se  la  pubblicazione  del  giornale  avvenga  prima  che  la  suddetta  dichia- 
razione giunga  di  fatto  al  ministero,  o  vi  giunga  con  documenti  incompleti j  l'obbli- 
gatorietà però  non  esiste  (App.  Macerata,  io  luglio  '85). 


166  GUIDA    DELLA.   STA.MP\    PERIODICA    ITaLTA^TA. 

Art.  37.  Ogni  giornale  dovrà  avere  un  gerente  responsabile.  (1) 

Art.  38.  Qualunque  mutazione  avvenisse  in  una  delle  condi- 
zioni espresse  nella  dicMarazioue  sovra  prescritta  dovrà  essere  no- 
tificata alla  Segreteria  di  Stato  dell'  interno,  a  diligenza  del  ge- 
rente o  dei  suoi  eredi  e  successori,  entro  lo  spazio  di  giorni  otto, 
eccettuati  i  casi  nei  quali  è  altrimenti  provveduto  da  questo  Editto. 

In  difetto  il  contravventore  sarà  punito,  con  multa  estensibile 
a  lire  300. 

Salvo  riguardo  alla  vedova  o  ai  successori  del  gerente  o  pro- 
prietario quanto  \T.ene  stabilito  dall'articolo  seguente. 

Art.  39.  ]\Iancando  o  rendendosi  incapace  improvvisamente  il 
gerente  a  coprire  le  sue  funzioni,  ove  esso  non  sia  proprietario 
unico,  gì'  interessati  potranno  presentare  un  redattore  responsabile 
all'Avvocato  fiscale  generale  nelle  residenze  dei  Magistrati  d'Ap- 
pello, nei  capoluoghi  di  provincia  agli  avvocati  fiscali,  negli  altri 
luogM  ai  giudici  di  mandamento,  il  quale  redattore  faccia  le  veci 
di  gerente. 

Tale  provvisoria  incombenza  non  potrà  protrarsi  al  di  là  di  due 
mesi. 

Eguale  facoltà  viene  accordata  alla  vedova  o  successori  del  ge- 
rente, ove  sia  proprietario  unico  del  giornale. 

Art.  40.  Chiunque,  senza  avere  adempiuto  al  prescritto  del- 
l'art. 36,  o  dopo  la  pronunciata  sospensione,  o  dopo  la  cessazione 
del  giornale,  ne  facesse  seguire  la  pubblicazione  incorrerà  nella 
pena  del  carcere  da  uno  a  sei  mesi  e  in  una  multa  da  lire  100  a  500. 

Art.  41.  Il  gerente  di  un  giornale  sarà  obbligato  a  sottoscri- 
vere la  minuta  del  primo  esemplare  di  esso  che  sarà  stampato,  e 
tutti  gli  altri  esemplari  dovranno  riprodurre  la  stessa  sottoscrizione 
in  stampa. 

La  trasgressione  di  questo  articolo  sarà  punita  con  multa  esten- 
sibile a  lire  300.  (2) 


(i)  L'istituzione  del  gerente  responsabile  non  esime  dall'eventuale  responsabilità 
il  direttore  del  giornale  (V.  art.  47). 

Il  gerente  di  un  giornale  è  per  questa  sua  qualità  responsabile  dei  reati  com- 
messi col  mezzo  del  giornale  stesso,  senza  che  occorra  esaminare  se  egli  fosse  addi- 
venuto volontariamente  e  con  intenzione  di  nuocere,  alla  pubblicazione  incriminata. 
(Cass.   Torino,  30  dicembre  84.) 

(2)  La  firma  del  gerente  del  giornale,  richiesta  da  quest'articolo,  nel  primo  esem- 
plare da  presentarsi  alla  procura,  vale  ed  è  realmente  la  garanzia  del  sottoscrittore,  per 
rispondere  cosi  delle  contravvenzioni  che  come  complice  dei  delitti  commessi  con 
pubblicazioni  fatte  nel  periodico.  Ond'  è  che  falsificandosi  la  firma  del  gerente  respon- 
sabile nella  minuta  del  primo  esemplare,  da  rilasciarsi  al  P.  M.,  il  gerente  può  bene 
eccepire  la  sua  irresponsabilità  e  non  rispondere  in  giudizio  penale  degli  articoli  in- 
criminati. Da  ciò  il  danno  potenziale  che  risente  la  società,  alla  quale  verrebbe  a  man- 
care la  persona  che  per  la  legge  certamente  dovrebbe  rispondere  dei  reati,  commessi 
per  mezzo  dei  periodici;  da  ciò  il  vantagqjio  del  gerente  responsabile  che  per  opera 
della  falsità  da  altri  commessa,  si  aprirebbe  la  via  a  frodare  la  legge.  La  falsificazione 
quindi  è  punibile  a  termini  dell'art    363   Cod.  Pen.  (Cass.  Palermo,  5  settembre  1887.) 

—  La  contravvenzione  agli  articoli  2  e  41,  in  ordine  alla  pubblicazione  ha  luogo 
ael  momento  stesso  della  consegna  dello  stampato  all'autorità  giudiziaria,  rendendosene 
ì"c3poasabile  il  gerente  se  tutti  gli  esemplari  non  portano  la  di  lui  firma   e  l'indica- 


ÌL   GIORNALISMO   NELLA   LEGlSLAZlONE.  167 

Art.  42.  Al  momento  della  pubblicazione  del  giornale  il  ge- 
rente farà  consegnare  la  copia  da  lui  sottoscritta  in  minuta  all'uf- 
fizio dell'Avvocato  fiscale  generale,  o  dell'Avvocato  fiscale,  o  del 
giudice  di  mandamento,  secondo  la  distinzione  stabilita  nell'art.  39. 

Quest' obbligo  non  potrà  sospendere  o  ritardare  la  spedizione 
o  distribuzione  del  giornale  o  scritto  o  periodico.  (1) 

La  contravvenzione  a  quest'articolo  sarà  punita  con  multa  esten- 
sibile a  lire  500. 

Art.  43.  I  gerenti  saranno  tenuti  d'inserire,  non  più  tardi 
della  seconda  pubblicazione  successiva  al  giorno  in  cui  le  avranno 
ricevute,  le  risposte  o  le  dichiarazioni  delle  persone  nominate  o 
indicate  nelle  loro  pubblicazioni.  L' inserzione  della  risposta  deve 
essere  intiera  e  gratuita. 

Nel  caso  per  altro  la  risposta  eccedesse  il  doppio  dell'articolo 
al  quale  è  diretta,  l'eccedente  dovrà  essere  pagato  al  prezzo  stabi- 
lito per  gli  annunzi  in  quel  giornale  o  pubblicazione. 

Trattandosi  di  giornali  clie  non  ricevono  annunzi,  sarà  corri- 
sposto per  l'eccedente  un  prezzo  eguale  a  quello  che  pagasi  per 
gli  annunzi  nelle  gazzette  destinate  alle  inserzioni  giudiziali. 

Il  rifiuto  o  la  tardanza  ad  accettare  o  pubblicare  le  dette  ri- 
sposte verrà  punito  con  una  multa  non  minore  di  lire  100  e  non 
maggiore  di  lire  1000.  (2) 


zione  della  tipografia  da  cui  provengono.  Anzi  la  Cassazione  di  Torino  (23  luglio  '74) 
giudicò  che  la  semplice  impostazione  del  giornale  deve  considerarsi  come  pubblica- 
zione, indipendentemente  dalla  distribuzione  e  dal  non  essersi  ancora  consegnata  la 
copia  al  P.  del  R.  Nel  concetto  della  pubblicazione  comprendesi  pure  la  distribuzione 
gratuita  dello  stampato  o  giornale,  senza  uopo  della  messa  in  commercio  del  mede- 
simo. Siffatta  contravvenzione  sta  a  carico  dell'esercente  la  stamperia  e  non  del  diret- 
tore di  questa.  (Cass.   Torino,  19  novembre  '79). 

(i)  La  legge,  senza  fare  eccezioni  di  sorta,  prescrive  che  in  ogni  pubblicazione,  e 
contemporaneamente  alla  medesima,  debba  farsi  la  presentazione  della  copia  al  P.  M.,  per- 
chè questi  possa,  prontamente  e  con  effetto,  reprimere  gli  eccessi  eventualmente  commessi 
collo  stampato.  Né  trattandosi  di  una  ristampa  può  obbiettarsi  che,  soppresso  l'articolo 
incriminato,  trattasi  di  una  continuazione  della  stampa  di  un  fogho  già  noto  al  P.  M.; 
imperocché  è  giudizio  a  posteriori  quello  relativo  alla  non  avvenuta  riproduzione  dello 
scritto  per  cui  si  effettuò  il  sequestro  ed  il  nuovo  stampato  ben  potrebbe  contenere 
cose  non  consentite  né  permesse,  e  quindi,  mancando  la  presentazione,  potrebbe  rima- 
nere elusa  la  vigilanza  del  P.  R.  (Cass.  Firenze,  6  aprile  1887).  La  Temi  Veneta  (242,  '87) 
osserva  che  questa  massima  potrebbe  parere  soverchiamente  rigorosa  quando  si  tratti 
di  semplice  ristampa  del  numero  sequestrato,  coU'omissione  dell'articolo  incriminato. 
Non  è  in  questo  caso  uno  stampato  nuovo,  ma  nn  edizione  corretta  di  (juello  già  pre- 
sentato al  P.  M.  La  Cass.  Francese,  18  aprile  1830  (Dalloz.  XXXVI,  p.  483)  ha  deciso 
che  il  deposito  di  un  esemplare  non  dispensa  il  gerente  dal  deposito  stesso  per  qua- 
lunque altra  edizione  che  contenesse  articoli  differenti:  donde  si  può  arguire  che  diversa 
sarebbe  la  soluzione  della  controversia  se  quel  primo  esemplare  venisse  riprodotto  tal 
quale. 

—  Non  è  giustificata  la  mancata  consegna  della  copia  dal  fatto  che  il  periodico 
si  pubblica  in  ora  nella  quale  l'uffizio  del  P.  del  Re  è  chiuso.  Ammettendo  infatti  un 
contrario  principio,  sarebbe  facile  eludere  lo  scopo  di  questa  disposizione  (Cass.  Firenze, 
6  aprile  1887). 

(2)  Intenzione  del  legislatore,  nel  dettare  questa  disposizione,  quella  si  fu  di 
mantenere  una  perfetta  parità  di  trattamento  tra  il  gerente  di  un  giornale,  che  nelle 
sue  pubblicazioni  si  fa  a  nominare  una  qualche  persona,  e  la  persoaa  cosi  nominata 


168  OTJIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA.   IT  ALL'INA. 

Art.  44.  Rimarrà,  nonostante  questa  multa,  salvo  il  diritto  a 
promuovere  ogni  azione  clie  potesse  competere  al  Ministero  pub- 
blico o  ai  terzi  contro  l'articolo  a  cui  si  sarà  risposto. 

Art.  45.  Ogni  gerente  sarà  obbligato  d'inserire  in  capo  al  suo 
giornale  o  scritto  periodico  qualsiasi  titolo  officiale,  relazione  au- 
tentica, indirizzo  o  rettificazione,  o  qualunque  altro  scritto  nell'  in- 
teresse del  Governo,  cbe  gli  venisse  mandato  da  un'autorità  legal- 
mente costituita. 

L' inserzione  avrà  luogo  non  più  tardi  della  seconda  pubbli- 
cazione successiva  al  giorno  in  cui  ne  sarà  stata  fatta  la  ri- 
dde sta. 

L' inserzione  sarà  fatta  mediante  pagamento  dei  prezzi  indi- 
cati nell'art.  43. 


ed  indicata,  la  quale  creda  di  contrapporre  una  risposta  o  dichiarazione,  sia  nel  proprio 
interesse,  sia  anche  soltanto  in  quello  della  verità.  Alla  pubblicità  data  dal  giornale 
col  mezzo  della  stampa  alle  notizie  riguardanti  tale  persona,  il  legislatore  volle  che 
collo  stesso  mezzo  e  nello  stesso  giornale,  tenesse  dietro  la  pubblicazione  della  ret- 
tifica; quindi  l'obbligo  imposto  ai  gerenti  d'inserire  la  risposta  per  intero,  gratuita- 
mente ed  entro  un  dato  termine.  Che  se  non  ha  prescritto  la  modalità  con  cui  dovesse 
venir  fatta  la  pubblicazione  della  risposta,  ciò  fece  perchè  non  lo  ritenne  necessario, 
essendo  naturale  che  la  risposta,  se  non  matematicamente  nella  corrispondente  pagina, 
e  cogli  stessi  caratteri  usati  per  l'articolo  che  vi  diede  luogo  dovesse  però  sempre 
essere  resa  pubblica  in  modo  confacente  e  tale  da  poter  naturalmente  cadere  sotto  lo 
sguardo  di  chi  aveva  letto  il  precedente  articolo,  sicché  la  difesa  o  rettifica  dovesse 
essere  fatta  di  ragione  pubblica  cosi  e  come  era  stata  pubblica  la  notizia  data  o  l'at- 
tacco.—  In  base  a  queste  considerazioni  ì'App.  Milano  (19  novembre  1886),  giudicò 
che  non  soddisfaceva  alle  esigenze  della  legge,  la  inserzione  della  risposta  fatta  con 
caratteri  minutissimi  di  seguito  ed  immediatamente  dopo  il  «  Bollettino  Meteorolo- 
gico »,  e  senza  alcun  distacco  da  questo,  per  modo  che  con  questo  pareva  confuso. 
11  Monitore  dei  Tribunali  (1887,  112)  fece  plauso  al  principio  sostenuto  da  questa 
sentenza,  e  ricorda  che  la  legge  tedesca  e  la  legge  austriaca  prescrivono  che  la  ri- 
sposta dev'essere  pubblicata  «  senza  interpolazioni  od  omissioni....  »  nella  stessa  parte 
dello  stampato  e  con  gli  stessi  tipi  con  cui  ecc..  (Vedi  Pincherle,  pag.  276;  Manfredi, 
lì  Diriuo  penale  della  stampa,  p.  410). 

—  La  legge  fa  obbligo  al  gerente  solamente  d' inserire  «  le  risposte  o  le  dichia- 
razioni ecc.  »  nel  suo  giornale;  ma  non  gì' impone,  e  quindi  non  si  può  pretendere, 
che  quella  inserzione  sia  pubblicata  nello  stesso  posto  del  giornale  in  cui  fu  pub- 
blicato lo  scritto  che  ha  dato  occasione  alla  rettifica  e  cogli  stessi  caratteri  per  quelli 
adoperati.  Di  conformità  disponevano  le  leggi  sulla  stampa  in  Francia  (9  settembre  1835) 
ed  in  Austria  (27  maggio  1852),  dal  che  si  può  indurre  che  il  nostro  legislatore  si 
è  informato  ai  principi  di  diritto  allora  dominanti  in  materia  di  stampa.  Inoltre  l'ar- 
ticolo 45  di  questa  legge  fa  obbligo  al  gerente  d' inserire  in  capo  al  giornale  i  co- 
municati delle  autorità  :  quindi  è  che  essendo  questa  prescrizione  un'  eccezione,  vale 
la  regola  che  per  l'articolo  intestato  non  impone  alcuna  modalità  al  gerente  per  le 
inserzioni  ivi  indicate.  Nella  specie  il  gerente  del  Berico  (giornale  di  Vicenza)  aveva 
pubblicata  la  risposta  di  persona  nominata  in  un  articolo  del  giornale  stesso,  stam- 
pandola con  caratteri  minuti,  in  quarta  pagina,  e  dopo  un  avviso  sulla  «  Vera  fonte 
di  Peio  »  ;  e  l'App.  Venezia,  7  aprile,  ha  ritenuto  che  con  tale  forma  di  pubblicazione 
quel  gerente  avesse  bastantemente  ottemperato  alla  legge. 

—  La  persona  nominata  in  un  articolo  di  giornale  ha  diritto  all'  inserzione  di 
una  sola  risposta  all'articolo  medesimo.  Né  può  pretendere,  sotto  pretesto  di  riserve 
fatte  nella  prima  risposta,  di  ottenere  la  pubblicazione  di  risposte  successive;  impe- 
rocché ciò  ammettendo,  ne  verrebbe  l'assurdo  che,  a  forza  di  dichiarazioni  dilatorie  o 
riserve,  l'obbligo  del  gerente  si  protrarrebbe  all'  infinito.  Nella  specie  discussa,  il  ri- 
Sjpondente  aveva  dichiarato,  e  questa  sua  dichiarazione  era  stata  pubblicata,  che  aspet- 


IL   GIORNALISMO   NELLA   LEGISLAZIONE.  169 

Il  rifiuto  o  ritardo  nella  pubblicazione  verrà  punito  con  una 
multa  estensibile  a  lire  500. 

Art.  46.  In  caso  di  condanna  contro  un  gerente  a  pena  af- 
flittiva per  reato  di  stampa,  la  pubblicazione  verrà  sospesa  mentre 
egli  sta  scontando  la  pena,  a  meno  cbe  non  siasene  surrogato  un 
altro  elle  riempia  le  condizioni  volute  dalla  legge. 

Art.  47.  Tutte  le  disposizioni  penali  portate  da  questo  capo 
sono  applicabili  ai  gerenti  dei  giornali  e  agli  autori  che  avranno 
sottoscritti  gli  articoli  in  essi  inseriti. 

La  condanna  pronunciata  contro  l'autore  sarà  pure  estesa  al 
gerente,  clie  verrà  sempre  considerato  come  complice  dei  delitti  e 
contravvenzioni  commesse  con  pubblicazioni  fatte  nel  suo  gior- 
nale. (1) 


tava  il  verdetto  d'un  giuri  (cui  era  stata  sottoposta  la  vertenza  alla  quale  riferivasi 
l'articolo  del  giornale)  per  pubblicare  le  sue  ragioni,  e  pretendeva  successivamente 
che  fosse  inserita  una  ulteriore  sua  dichiarazione  sullo  stesso  proposito  (Cass.  Torino, 
2  marzo  1887). 

—  La  legge  non  designa  propriamente  che  la  risposta  o  dichiarazione  da  inse- 
rirsi nel  giornale  debba  essere  rigorosamente  notificata  al  gerente  a  mezzo  di  usciere, 
e  colle  forme  ordinarie  stabilite  per  le  intimazioni  di  atti  di  procedura  penale  o  civile, 
ma  si  contenta  anche  di  quella  qualunque  notificazione,  la  quale  sia  tale  però  da  gua- 
rentire che  lo  scritto  di  risposta  sia  stato  dal  gerente  ricevuto,  non  esclusa  quella  che 
sia  stata  fatta  anche  mediante  consegna  dello  scritto  alla  direzione  del  giornale  (Cass. 
Torino,   16  marzo    1888). 

—  Le  rettifiche  ad  un  articolo  contenente  diffamazione  pubblicate  nei  numeri 
successivi,  non  bastano  a  cancellare  il  reato,  il  quale  è  in  ogni  sua  parte  perfetto  e 
consumato  fin  dal  momento  in  cui  segue  la  pubblicazione  del  numero  del  giornale 
contenente  l'articolo  querelato.  Tali  rettifiche  potranno  valere  come  circostanze  atte- 
nuanti. (Cass.  Torino,  30  dicembre  1884). 

(i)  Cass.  Palermo  (15  agosto  1886;.  Pur  ammettendo  che  il  solo  fatto  della 
pubblicazione  di  un  articolo  diffamatorio  non  porti  la  responsabilità  penale  pel  di- 
rettore, ha  ritenuto,  che  le  quante  volte  esso  direttore,  dolosamente  acconsente  alla 
inserzione  nel  suo  periodico  di  uno  scritto  contenente  ingiurie,  si  rende  complice  del 
reato  coU'autore  dello  scritto  stesso. 

—  Il  gerente  invece  è  responsabile  sempre  dei  reati  che  si  commettono  con  scritti 
pubblicati  nel  suo  giornale.  Il  dolo  nel  gerente  è  presunto  di  diritto  nel  fatto  stesso 
della  pubblicazione.  Quindi  è  che,  sporta  querela  per  libello  contro  l'autore  di  un  ar- 
ticolo inserito  in  un  periodico,  giustamente  il  P.  M.  estende  il  procedimento  anche 
contro  il  gerente  di  quel  periodico,  quantunque  il  querelante  non  abbia  fatto  contro 
il  medesimo  alcuna  istanza.  (App.  Ancona,  3  agosto  1886 — Ceneri — Giorn.  Marche  25). 

—  Il  direttore  d'un  giornale  il  quale  coopera  scientemente  col  fatto  proprio  alla 
pubblicazione  di  un  articolo  contenente  diffamazione  od  ingiurie  contro  una  persona, 
rispondere  deve  penalmente  col  gerente.  (Cass.  Torino,  15  dicembre  1886). 

—  Nei  reati  di  stampa,  la  responsabilità  del  gerente  è  cosi  intimamente  con- 
nessa con  quella  dell'  autore  della  pubblicazione  incriminata  da  seguirne  le  sorti 
in  modo  che,  venendo  a  mancare  la  responsabilità  dell'uno,  deve  conseguentemente 
dichiararsi  esclusa  quella  dell'altro.  Perciò  se,  in  seguito  a  recesso  del  querelante  a 
favore  dell'  autore,  si  dichiara  in  suo  confronto  non  farsi  luogo  a  procedere,  eguale 
dichiarazione  deve  farsi  pel  gerente:  e  se  il  primo  ricorre  in  Cassazione  e  la  sentenza 
è  annullata  il  giudizio  si  rinnova  anche  nell'  interesse  del  secondo.  (Cass.  Palermo, 
20  settembre  1886). 

—  Stabilito  che  un  articolo  pubblicato  in  un  giornale  è  ingiurioso,  0  costituisce 
altro  reato,  la  responsabilità  del  gerente  rimane  stabilita,  senza  che  sia  necessario  in» 
dagare  sulla  sua  intenzione  (Cass.  Torino,  2  febbraio  1887). 

«-  Colui  che  senza  averne  ottenuta  regolarmente   la   facoltà,  assunte   arbitraria» 


170  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

Art.  48.  In  caso  di  recidività  per  parte  dello  stesso  gerente 
e  nello  stesso  giornale  le  multe  potranno  essere,  secondo  le  circo- 
stanze, accresciute  sino  al  doppio. 

Art.  49.  I  gerenti  saranno  tenuti  a  pubblicare,  non  più  tardi 
di  due  giorni  dopo  clie  loro  ne  sarà  fatta  1'  intimazione,  le  sentenze 
di  condanna  pronunciate  contro  di  essi  per  fatti  previsti  da  questo 
Editto. 

In  difetto  saranno  puniti  con  una  multa  da  lire  100  a  500.  (1) 

Art.  50.  L'azione  per  le  multe  dovute  per  rifiuto  o  ritardo 
delle  pubblicazioni,  di  cui  agli  articoli  43  e  45,  sarà  prescritta  collo 

mente  la  qualità  di  gerente  provvisorio  e  riesce  cosi  a  far  continuare  le  pubblicazioni 
di  un  periodico,  deve  rispondere  dei  reati  che  coj  quel  giornale  si  commettono,  alla 
pari  del  gerente  regolarmente  conosciuto.  £d  in  vero,  la  sottoscrizione  del  giornale 
costituisce  quel  fatto  volontario  che  importa  la  responsabilità  del  sottoscrittore  per 
quanto  il  giornale  contiene,  e  ciò  indipendentemente  dalla  circostanza  che  costui  abbia 
o  meno  ottemperato  al  disposto  degli  articoli  36  e  seguenti.  E  come  la  pubblicazione 
del  giornale  crea  il  delitto,  cosi  chi  è  riuscito  a  seguirla  col  mezzo  spontaneamente 
intrapreso  di  firmare  come  gerente  provvisorio,  deve  in  questa  qualità  rispondere  dei 
reati  di  stampa.  La  contravvenzione,  per  non  essere  la  gerenza  regolare,  non  esclude 
il  reato  di  stampa.  Anzi  l'art.  40  prevedendo  il  caso  della  pubblicazione  di  periodico 
senza  gerente,  e  riguardando  quale  contravventore  chiunque  abbia  fatto  questa  pub- 
blicazione include  che  pei  reati  di  stampa  ivi  incorsi,  si  tenga  responsabile  colui  che 
ha  sottoscritto  come  gerente  provvisorio  senza  esserlo.  Sarebbe  troppo  facilmente  eluso 
lo  scopo  della  legge  che  vuole  una  determinata  persona  responsabile  per  i  reati  com- 
messi coi  periodici,  se  nel  caso  in  esame  si  venisse  a  contraria  conclusione  (Cass.  Fi- 
renze, 30  dicembre  1885). 

(i)  I.  La  necessità  della  notificazione,  di  cui  l'articolo,  si  estende  anche  alla  sen- 
tenza di  conferma  d'appello,  e  soltanto  dalla  data  in  cui  la  medesima  viene  notificata 
comincia  a  decorrere  il  termine  dei  giorni  prefissi  dal  tribunale  per  la  pubblicazione 
della  condanna,  e  dalla  notifica  pure  incomincia  a  decorrere  il  termine  prescrizionale 
per  reato  di  omessa  pubblicazione  della  condanna. 

2.  Essendo  la  pubblicazione  una  parziale  riparazione  dell'offesa  recata  all'onore 
della  parte  civile,  può  questa  fare  procedere  essa  stessa  alla  medesima,  mancandovi 
l'imputato  {Cassazione   Torino,   11  luglio '83). 

—  La  pubblicazione  cui  sono  tenuti  i  gerenti,  può  venire  estesa  ad  altri  giornali 
oltre  quello  incriminato,  non  resistendovi  l'articolo  stesso,  se  lo  reclamino  speciali 
circostanze.  La  qualità  delle  persone  offese,  i  loro  rapporti  con  un  istituto,  l' impor- 
tanza dell'  istituto  possono  richiedere  una  più  estesa  riparazione  della  patita  ingiuria. 
(Cassaiione  Firenze,  io  aprile  81.) 

—  La  pubblicazione  imposta  al  gerente  non  si  trova  fra  le  pene  designate  dagli 
articoli  13,  26,  35,  38  C.  P.,  però,  trattandosi  di  legge  speciale,  regolata  da  norme 
speciali  di  penalità,  non  si  deve  ricorrere  al  Codice  comune  per  chiarire  il  dubbio  e 
considerarla  come  un'indennità  morale  pel  diffamato.  Occorre  piuttosto  tener  conto 
degli  effetti  dell'inosservanza  la  quale  è  repressa  con  multa  e  carcere  sussidiario.  In 
ogni  modo,  è  un  aggravamento  di  pena  quando,  come  nella  specie,  il  condannato,  non 
rivestendo  più  le  qualità  di  gerente  del  giornale,  che  ha  cessato  le  sue  pubblicazioni, 
non  può  inserirvi  la  condanna  e  gli  si  impone  più  di  quello  che  prescrive  l'art.  49, 
la  pubblicazione,  cioè,  in  altri  giornali,  dei  quali  non  può  disporre  se  non  pagando  il 
prezzo  dell'inserzione.  L'art.  49  parlando  di  gerente,  contempla  soltanto  l'obbligo  della 
pubblicazione  nel  giornale  diffamante,  per  cui  anche  se  non  è  una  pena,  aggrava  di 
certo  quella  inflitta  per  il  delitto  di  stampa,  l'ordine  delia  pubblicazione  in  altri  due 
giornali. 

Di  conseguenza,  la  pubblicazione,  non  può  essere  ordinata  ex  novo  dal  giudice 
d'appello,  quando  sia  appellante  il  solo  imputato,  come  quella  che  serve  ad  ulteriore 
riparazione  dell'ingiuriato  ed  aggrava  la  condizione  dell' ingiuriante  condannato.  (C«- 
sa^ione  Firenze,  25  luglio  '8).) 


IL    GIORNALISMO   NELLA   LEGISLAZIONE.  17l 

spazio  di  due  mesi  dalla  data  della  contravvenzione,  o  dell'  inter- 
ruzione degli  atti  giuridici  se  vi  è  stato  procedimento. 

CAPO  IX. 

Dei  disegni,  incisioni,  litografie  ed  altri  emblemi  di  qualsiasi  sorta. 

Art.  51.  Ogni  oggetto  contemplato  nell'rr'icolo  1,  che  non 
sia  uno  scritto,  dovrà  essere  consegnato  agli  uiìizi  indicati  nell'ar- 
ticolo 7  ventiquattro  ore  prima  che  sia  esposto  o  messo  in  circola- 
zione, (1) 

Art.  52.  L'Avvocato  fiscale  generale,  l'Avvocato  fiscale  o  il 
giudice  di  mandamento  potranno  rispettivamente,  nell'  intervallo 
sopra  espresso,  far  procedere  al  sequestro  di  tutti  gli  esemplari 
degli  oggetti  che  riconoscessero  contrari  alle  disposizioni  del  pre- 
sente Editto,  nel  quale  caso  entro  il  termine  di  2-4  ore  si  dovrà 
da  loro  promuovere  l'opportuno  procedimento. 

Art.  53.  Nel  caso  in  cui  i  suddetti  oggetti  non  siano  stati 
esposti  0  messi  in  circolazione,  ma  si  trovino  in  luoghi  aperti  al 
pubblico,  e  si  riconoscano  dal  Magistrato  o  Tribunale  contrari  al 
disposto  del  presente  Editto,  non  si  farà  luogo  ad  altra  pena  che 
a  quella  della  distruzione  degli  oggetti  medesimi. 

CAPO  X.  (2) 

Della  competenza,  della  composizione  del  Magistrato  e  del  procedimento. 

Art.  54.  La  cognizione  dei  reati  previsti  dagli  articoli  14,  15, 
17,  19,  20,  21,  22,  23,  24  e  25  e  della  provocazione  ad  alcuno  di 
essi  è  attribuita  esclusivamente  al  magistrato  d'Appello  ,  coll'ag- 
giunta  dei  giudici  del  fatto.  (3) 


(i)  La  disposizione  di  questo  articolo,  siccome  d'ordine  generale  e  concepita  in 
termini  assoluti,  è  da  riferirsi  anche  a  disegni,  incisioni  e  litografie  di  periodici  che 
contengano  pure  degli  scritti,  perciò  incorre  nella  contravvenzione  all'articolo  stesso 
il  gerente  di  un  giornale  illustrato  che  non  ne  cura  la  consegna  di  una  copia  all'uf- 
ficio della  Procura  generale,  24  ore  prima  che  sia  esposto  o  messo  in  circolazione. 
La  responsabilità  del  gerente  è  estesa  ad  ogni  parte  del  giornale  la  cui  pubblicazione 
viene  considerata  dalla  legge  come  un  fatto  suo  proprio.  Né  può  trarsi  una  conse- 
guenza contraria  dagli  articoli  4,  7  e  47  di  questa  legge,  imperocché  dal  i."  e  dal  2.°  sono 
espressamente  eccettuate  le  pubblicazioni  periodiche  ed  il  3.°  restringe  la  responsabilità 
del  gerente  nei  limiti  di  una  complicità  nel  caso  di  procedimento  contro  l'autore  co- 
nosciuto di  articoli  inseriti  nel  giornale,  e  tale  complicità  non  è  nemmeno  conce- 
pibile nel  caso  di  contravvenzioni  costituite  da  semplici  ommissioni.  (Cassazione.  To- 
rino 20  giugno   '83.) 

(2)  Vedasi  il  capo  II  del  titolo  preliminare  ed  il  capo  V  del  titolo  III  del  Codice 
di  procedura  penale  del  20  novembre  1859, 

(3)  Riguardo  ai  reati  contemplati  nell'ar.  25  vedasi  la  legge  del  26  febbraio  1852, 
e  quella  del  20  giugno  1858. 


172  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA  ITALIANA. 

Art.  55.  La  cognizione  di  tutti  gli  altri  reati  si  esercita  se- 
condo le  competenze  e  colle  forme  stabilite  dalle  leggi  ordinarie. 

Art.  56.  L'azione  penale  per  i  reati  contemplati  in  questo 
Editto  sarà  esercitata  d'uffizio  colle  avvertenze  seguenti  : 

Nei  casi  di  offesa  verso  il  Senato  o  la  Camera  dei  Deputati, 
l'azione  penale  non  sarà  esercitata  se  non  precede  l'autorizzazione 
del  corpo  contro  cui  fosse  diretta  l'offesa. 

Nel  caso  di  offesa  contro  i  Sovrani  od  i  Capi  dei  Governi  esteri, 
l'azione  penale  non  verrà  esercitata  clie  in  seguito  a  richiesta  per 
parte  dei  Sovrani  o  dei  Capi  degli  stessi  Governi.  (1) 

Nei  casi  di  offesa  contro  i  Magistrati,  Tribunali  od  altri  Corpi 
costituiti,  l'azione  penale  non  verrà  esercitata  clie  dopo  delibera- 
zione presa  dai  corpi  medesimi  in  adunanza  generale. 

Nel  caso  di  offesa  contro  persone  rivestite  in  qualche  modo 
dell'Autorità  pubblica  o  contro  gì'  Inviati  ed  Agenti  diplomatici 
stranieri  accreditati  presso  il  Re  od  il  Governo,  o  contro  privati, 
l'azione  non  verrà  esercitata  che  in  seguito  alla  querela  sporta  dalla 
persona  che  si  reputa  offesa.  (2) 

Art.  57.  Il  pubblico  Ministero  nelle  sue  istanze,  quando  eser- 
cita l'azione  penale  d'ufficio,  o  il  querelante  nella  sua  querela, 
sono  tenuti  di  specificare  le  provocazioni,  gì'  insulti,  offese,  oltraggi, 
fatti  difìamatorii  od  ingiurie  che  danno  luogo  all'  istanza  o  querela, 
sotto  pena  di  nullità. 

Art.  58.  Immediatamente  dopo  l'istanza  o  querela,  1'  istruttore 
potrà  ordinare  il  sequestro  degli  scritti  o  stampati  che  vi  abbiano 
dato  luogo. 

Art.  59.  L'ordine  di  sequestro  ed  il  relativo  verbale  saranno 
notificati,  entro  lo  sx^azio  di  24  ore,  alla  persona  contro  la  quale 
avrà  avuto  luogo  il  sequestro  medesimo. 

Art.  60,  Il  procedimento,  ritenuto  l'ordine  delle  competenze, 
di  cui  agli  articoli  54  e  55,  avrà  luogo  nelle  forme  prescritte  dal 
Codice  di  procedura  criminale,  colle  modificazioni  di  cui  infra. 

Art.  61.  Quando  il  reato  di  stampa  non  si  presenti  come  com- 
plicità di  un  crimine,  il  Magistrato  o  Tribunale  dovrà,  sulla  do- 
manda dell'  imputato,  e  sentito  il  pubblico  Ministero,  concedere 
all'  inquisito   la   libertà   provvisoria  mediante   idonea  cauzione  di 


(i)  Vedasi  la  legge  26  febbraio  1852. 

(2}  L'articolo  intestato  non  ha  altra  portata,  che  quella  di  mettere  in  mano  del  P.  M. 
l'azione  penale,  quando  un  corpo  costituito  deliberi  in  adunanza  generale  di  portar 
querela;  ma  con  ciò  il  legislatore  non  ha  certo  voluto  impedire,  che,  in  caso  di  si- 
lenzio da  parte  del  corpo  costituito,  uno  o  più  dei  suoi  membri,  che  si  reputino  per- 
sonalmente offesi,  non  possano  nel  loro  speciale  interesse  portar  querela  contro  un 
articolo  di  giornale,  e  tanto  più  quando  la  loro  persona  vi  si  trovi  nominativamente 
indicata.  {Cassaiione  Torino,  29  dicembre  1886.) 

—  La  deliberazione  preventiva  prescritta  è  necessaria  solo  quando  l'offesa  colpisca 
direttamente  l'ente  0  corpo  costituito.  L'offeso,  anche  se  fa  psrte  di  una  personalità 
collettiva,  non  perde  la  sua  individualità  e  il  diritto  di  difenderla,  quando  pure  l'offesa 
rifletta  indirettamente  l'amministrazione  cui  appartiene  o  l' ufficio  che  disimpegna. 
(Cassai^ione  Firen\e,  5  novembre  1887.) 


IL   GIORNALISMO  NELLA   LEGISLAZIONE.  173 

presentarsi  a  tutti  gli  atti  del  processo  e  per  l'esecuzione  della 
sentenza  in  conformità  degli  articoli  190,  192  e  seguenti  del  Co- 
dice di  procedura  criminale,  sino  aL  204  inclusivamente  (1). 

Art.  62.  Il  pubblico  Ministero  potrà  far  citare  direttamente 
gì'  inquisiti  a  comparire  nel  termine  di  tre  giorni  davanti  al  Ma- 
gistrato o  Tribunale,  quando  anche  si  fosse  precedentemente  ese- 
guito il  sequestro  degli  scritti,  disegni,  incisioni,  litografie,  meda- 
glie od  emblemi. 

In  questo  caso  però  la  citazione  non  potrà  essere  intimata  che 
dopo  la  notificazione  all'  inquisito  del  verbale  di  sequestro. 

Art.  63.  I  giudizi  per  reati  di  stampa  di  competenza  del  Ma- 
gistrato di  Appello  saranno  portati  davanti  alla  classe  incaricata 
degli  appelli  dalle  sentenze  in  materia  correzionale. 

Saranno  inoltre  alla  medesima  aggiunti  dodici  Giudici  del 
fatto. 

Art.  64.  Tosto  aperta  la  seduta,  il  presidente  leggerà  ai  Giu- 
dici del  fatto  la  seguente  formola  di  giuramento: 

«  Voi  giurate  in  faccia  a  Dio  e  in  faccia  agli  uomini  di  esa- 
«  minare  colla  più  scrupolosa  attenzione  le  accuse  portate  contro 
«  N.  N.  ;  di  non  tradire  i  diritti  dell'accusato,  ne  quelli  della  so- 
«  cietà  e  dello  Stato  che  lo  accusa;  di  non  comunicare  con  chic- 
«  chessia  sino  dopo  la  vostra  dichiarazione  ;  di  non  dare  ascolto 
«  ne  all'odio,  ne  ad  altro  malvagio  sentimento,  ne  al  timore,  ne 
«  all'affetto  ;  di  decidere  solamente  allo  stato  dell'accusa  e  delle 
«  fatte  difese  secondo  la  vostra  coscienza  e  il  vostro  intimo  con- 
«  vincimento  coli' imparzialità  e  la  fermezza  che  si .  convengono  ad 
«.  un  uomo  probo  e  libero.  » 

Chiamerà  quindi  ciascuno  di  detti  Giudici  secondo  l'ordine 
della  estrazione  loro,  e  questi,  toccata  colla  destra  la  formola  del 
giuramento,  risponderà:  Lo  giuro. 

Art.  65.  Terminato  il  dibattimento,  il  Presidente  farà  un  rias- 
sunto della  discussione,  farà  notare  ai  Giudici  del  fatto  le  princi- 
pali ragioni  in  favore  e  contro  l'accusato,  e  rammenterà  loro  i  do- 
veri che  sono  chiamati  ad  adempiere. 

Art.  66.  Formolerà  in  iscritto  le  questioni  alle  quali  sono 
chiamati  a  rispondere  nel  modo  seguente  : 

Le  parole  (saranno  indicate)  ovvero  lo  scritto  od  altro  oggetto 
che  è  presentato,  contiene  esso  il  reato  (specificandolo)  indicato 
nella  istanza  ì  (2). 

Art.  67.  Se  l'accusato  ha  meno  di  sedici  anni,  il  Presidente 
aggiungerà  la  seguente  interrogazione  : 

U accusato  ha  egli  agito  con  discernimento  ì 


(i)  Articoli  200,  204  e  seguenti,  sino  al  217  inclusivamente,  del  nuovo  Codice 
di  procedura  penale. 

(2)  L'articolo  66  venne  abrogato  dal  Codice  di  procedura  penale  entrato  in  vi- 
gore il  i.°  gennaio  1866,  che  stabili  regole  comuni  a  tutti  i  giudizi,  compresi  quelli 
nei  quali  intervengono  giurati,  e  che,  a  sua  volta,  venne  in  proposito,  modificato  dalla 
legge  8  giugno  1874. 


174  GODA   DELLA    STAjNIPA   PERIODICA   ITALIANA. 

Trattandosi  di  reato  commesso  in  un  periodico,  la  risposta  ne- 
gativa dei  Giudici  del  fatto  su  tale  questione  non  potrà  mai  dimi- 
nuire l'imputabilità  del  gerente  per  gli  effetti  di  cui  nell'arti- 
colo 47. 

Art,  68.  Il  Presidente  farà  ritirare  l' inquisito,  e  leggerà  ai 
Giudici  del  fatto  la  seguente  dichiarazione  : 

«  La  legge  non  domanda  ai  Giudici  del  fatto  veruna  discus- 
«  sione  o  esame  del  valore  dei  termini  isolati,  del  senso  più  o  meno 
«  lato  elle  a  ciascuno  di  essi  in  particolare  attribuire  si  possa,  ma 
«  impone  loro  di  interrogare  se  stessi  nel  silenzio  e  nel  raccogli- 
«  mento,  e  di  esaminare  nella  sincerità  della  loro  coscienza  quale 
«  eifetto  abbia  prodotto  sull'animo  loro  il  complesso  dello  scritto 
«  incriminato. 

<(  I  Giudici  del  fatto  non  devono  trascorrere  col  pensiero  al- 
«  l'applicazione  della  pena,  alle  conseguenze  di  essa.  L'oggetto 
«  per  cui  sono  chiamati  dalla  legge  non  è  tale. 

«  Essi  non  devono  mirare  ad  altro  scopo  se  non  a  pronunciare 
«  nella  loro  coscienza  se  credano  o  no  l'accusato  colpevole  del  reato 
«  che  gli  è  imputato.  » 

Copia  di  questa  dichiarazione  dovrà  essere  affissa,  scritta  in 
grandi  caratteri,  nella  camera  delle  deliberazioni  dei  Giudici  del 
fatto. 

Art.  69.  I  Giudici  del  fatto  entreranno  tosto  nella  camera 
delle  loro  deliberazioni. 

Nessuno  avrà  ingresso  in  essa  durante  la  deliberazione,  salvo 
in  forza  di  ordine  in  iscritto  del  Presidente  della  classe  che  deve 
giudicare . 

Quest'ordine  verrà  ritirato  dall'usciere  posto  a  custodia  del- 
l'entrata della  camera. 

Art.  70.  I  Giudici  del  fatto  non  ne  potranno  uscire  che  dopo 
che  avranno  terminata  la  loro  deliberazione. 

Art.  71.  Il  capo  dei  Giudici  del  fatto  interrogherà  ciascuno 
di  essi,  ed  il  rispondente  dirà  : 

Si,  l'accusato  è  colpevole]  ovvero.  No,  l'accusato  none  colpevole. 

E  nei  casi  in  cui  sarà  aggiunta  l'interrogazione  portata  dal- 
l'articolo 67,  ciascuno  risponderà: 

Sì,  l'accusato  ha  agito  con  discernimento;  ovvero.  No,  l'accu- 
sato non  ha  agito  con  discernimento. 

Art.  72.  La  deliberazione  dei  Giudici  del  fatto  in  favore  o 
contro  l'inquisito  sarà  presa  a  maggioranza  di  voti,  e  in  caso  di 
parità  di  voti,  prevarrà  l'opinione  favorevole  all'accusato. 

Art.  73.  Se  tuttavia  l'accusato  sarà  dichiarato  colpevole  alla 
maggioranza  di  un  sol  voto,  i  Giudici  del  diritto  delibereranno  tra 
loro  sul  punto  medesimo;  e  se  l'opinione  della  minoranza  dei  Giu- 
dici del  fatto  viene  adottata  dalla  maggioranza  dei  Giudici  di  di- 
ritto, in  guisa  che,  congiungendo  il  numero  dei  voti,  questo  superi 
quello  della  maggioranza  dei  Giudici  del  fatto,  prevarrà  l'opinione 
favorevole  all'accusato. 


IL    GIORNALISMO   NELLA  LEGISLAZIONE.  175 

La  maggioranza  s'intenderà  acqnistata  a  favore  dell'accusato 
colla  sola  metà  dei  voti  dei  Giudici  del  diritto,  a  mente  dell'arti- 
colo 435  del  Codice  di  procedura  criminale. 

Ciò  terminato,  i  Giudici  del  fatto  rientreranno  nella  sala  del- 
l'udienza, e  riprenderanno  il  loro  posto. 

Art.  74.  Il  Presidente  della  classe  domanderà  loro  quale  è  il 
risultamento  della  loro  deliberazione. 

Allora  il  capo  dei  Giudici  del  fatto  si  alzerà  in  piedi,  e  tenendo 
la  mano  sul  cuore  dirà  :  «  Sul  mio  onore  e  sulla  mia  coscienza,  avanti 
<K  a  Dio  ed  avanti  agli  uomini,  la  dichiarazione  dei  Giudici  del  fatto 
«  è  :  Si,  l'accusato  è,  ecc.  ;  ovvero.  No,  l'accusato  non  è,  ecc.  > 

Dicliiarerà  pure,  in  caso  che  l'accusato  sia  stato  dichiarato  col- 
pevole, se  la  deliberazione  fu  presa  alla  semplice  maggioranza. 

Art.  75.  La  dicliiarazione  dei  Giudici  del  fatto  sarà  dal  loro 
capo  sottoscritta  e  consegnata  nelle  mani  del  Presidente  della 
classe. 

Il  Presidente  la  sottoscriverà  e  la  farà  sottoscrivere  dal  Segre- 
tario. 

Art.  76.  Rispetto  all'appello  ed  al  ricorso  per  cassazione  nei 
giudizi  dipendenti  da  questo  Editto  si  seguiranno  le  norme  stabi- 
lite dalle  leggi  in  vigore  per  tutti  gli  altri  giudizi. 

Art.  77.  Il  Magistrato  o  Tribunale  potrà,  ogniqualvolta  lo 
creda  opportuno,  ordinare  che  i  dibattimenti  abbiano  luogo  a  porte 
chiuse  e  proibire  che  vengano  stampate  le  difese  pronunziate  dai 
difensori. 


CAPO  XI.  (1) 

Dei  Giudici  del  fatto. 

Art.  78.  I  Giudici  del  fatto  in  numero  di  200  por  ogni  di- 
stretto dei  Magistrati  di  Appello  saranno  tratti  a  sorte  dalle  liste 
degli  elettori  politici  (2). 

Art.  79.  L'estrazione  si  farà  ogni  0  mesi  dall'  Intendente  della 
provincia,  dove  risiede  il  Magistrato  d'appello,  alla  presenza  del 
Consiglio  d'intendenza. 

Si  stenderà  verbale  di  questa  estrazione  (3). 

Art.  80.  L'  intendente  ne  trasmetterà  la  nota  al  primo  Pre- 
sidente del  Magistrato  di  Appello.  La  lista  rimarrà  affissa  nel  pub- 
blico uditorio  (4). 

Art.  81.  Il  primo  Presidente  nella  prima  udienza  pubblica  di 
ogni  mese  farà  l'estrazione  di  cinquanta  nomi  tra  i  compresi  nella 


(i)  Vedansi  le  disposizioni   contenute  nelle  sezioni  2  e  3  del  capo  IV,  titolo  II 
della  legge  del   13   novembre   1859  sull'ordinamento  giudiziario. 

(2)  Articoli  niodilìciti  dalla  legge  10  giugno  itìjS. 

(3)  Id.  id. 

(4)  Id.  id. 


176  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 

lista  suddetta,  i  quali  designeranno  i  Giudici  del  fatto  clie  dovranno 
prestare  ser\àzio  durante  detto  mese. 

Art.  82.  L'avviso  per  le  sedute  in  cui  dovrà  intervenire  cia- 
scun Giudice  del  fatto  sarà  a  questo  recato  individualmente  per 
cura  del  primo  Presidente  cinque  giorni  prima  della  seduta. 

Art.  83.  Il  primo  Presidente  del  Magistrato  di  Appello  ven- 
tiquattr'ore  prima  dell'udienza  farà  dare  al  Ministero  pubblico  ed 
all'accusato  comunicazione  dell' intiera  nota  dei  cinquanta  Giudici 
del  fatto  di  servizio  in  quel  mese. 

Art.  84.  Le  persone  state  estratte  a  sorte  a  Giudici  del  fatto, 
ove,  senza  giusta  causa  legalmente  provata,  si  rifiutassero  di  assu- 
mere 1'  incarico  o  non  intervenissero  all'udienza,  saranno  punite 
con  una  multa  non  minore  di  lire  300,  estensibile  alle  lire  1000, 
da  infliggersi  dalla  classe  nella  medesima  seduta  prima  di  aprire 
il  dibattimento. 

Art.  85.  Le  cause  di  dispensa  dal  servizio  in  qualità  di  Giu- 
dici del  fatto  saranno  le  medesime  clie  quelle  ammesse  per  dispensa 
dal  servizio  della  milizia  comunale,  meno  quelle  provenienti  dal- 
l'età e  dalle  fìsiche  imperfezioni. 

Art.  86.  Prima  clie  incominci  l'udienza,  il  Presidente,  previo 
appello  nominale,  imbussolerà  i  nomi  di  tutti  i  Giudici  del  fatto 
presenti. 

Eitiratisi  poscia  essi  giudici  in  luogo  a  parte,  s'introdurranno 
il  pubblico  Ministero  e  l'accusato  assistito  dal  proprio  difensore 
e  si  procederà  all'estrazione  a  sorte  dei  quattordici  Giudici  del  fatto 
necessari  per  quel  giudizio. 

Art.  87.  Tanto  il  Ministero  pubblico  quanto  l'imputato  po- 
tranno ricusarli  sino  al  numero  di  sei  per  ciascheduno. 

La  ricusazione  dovrà  essere  fatta  al  momento  dell'estrazione  (1). 

Art.  88.  Il  primo  estratto  non  ricusato  sarà  capo  dei  Giudici 
del  fatto,  i  due  ultimi  saranno  supplementari  ed  assisteranno  al 
dibattimento  onde  surrogare  nella  deliberazione  quello  o  quelli  che 
per  qualche  improvvisa  causa  fossero  nell'  impossibilità  di  conti- 
nuare. 


Disposizioni  transitorie. 

Art.  89.  Fino  al  1."  di  maggio  prossimo,  nella  quale  epoca 
sarà  posto  in  vigore  il  Codice  d'  istruzione  criminale  e  si  assumerà 
dal  Magistrato  di  Cassazione  l'esercizio  delle  sue  attribuzioni,  la 
cognizione  dei  reati  mentovata  nell'articolo  54  del  presente  Editto 
apparterrà  ai  nostri  Magistrati  di  Appello,  i  quali  dovranno  intanto 
uniformarsi  per  le  forme  dei  giudizi  alle  regole  di  procedura  at- 
tualmente vigenti,  non  ritardata  per  altro  l'esecuzione  delle  dispo- 
sizioni di  questo  stesso  Editto  circa  i  Giudici  del  fatto. 


(i)  Articolo  modificato  dalla  legge  20  giugno  1858. 


IL   GIORNALISMO   NELLA  LEGISLAZIONE.  177 

Art.  90.  Sino  all'attivazione  della  nuova  legge  comunale 
l'estrazione  dei  Griudici  del  fatto  sarà  eseguita  in  Torino  ed  in 
Genova  dai  Sindaci  alla  presenza  della  ragioneria,  e  nelle  altre 
residenze  dei  Magistrati  d'Appello  dall'  Intendente  in  presenza  del 
Consiglio  civico. 

Art.  91.  Ci  riserbiamo  di  proporre  nella  prossima  Sessione 
delle  Camere  una  legge  concernente  l' introduzione  dall'estero  di 
libri  e  stampe,  la  quale,  soddisfacendo  alle  condizioni  dei  tempi, 
risponda  al  particolare  importantissimo  bisogno  di  favorire  l'unione 
italiana. 

Deroghiamo  a  qualunque  disposizione  contraria  al  prescritto 
del  presente  Editto. 

Dato  in  Torino,  il  26  marzo  1848. 

CARLO  ALBERTO. 
Vincenzo  Ricci  —  Di  Revel  —  Di  Collegno. 

SCLOPIS. 


26  febbraio  1852. 
VITTORIO  EMANUELE  II 

RE  DI  SARDEGNA,  DI  CIPRO  E  DI  GERUSALEMME,  ECC.  ECC. 

Il  Senato  e  la  Camera  dei  Deputati  hanno  adottato; 

Noi  abbiamo  ordinato  ed  ordiniamo  quanto  segue: 

Articolo  unico.  Per  esercitare  l'azione  penale  pei  reati  previsti  dall'articolo  25 
dell'Editto  26  marzo  1848,  non  meno  che  per  qualunque  procedimento  relativo, 
basterà  al  pubblico  Ministero  di  dichiarare  l'esistenza  della  richiesta  menzionata  nel 
secondo  alinea  dell'articolo  56  di  detto  Editto,  senza  essere  tenuto  di  esibirla. 

È  abrogato  in  quanto  a  colali  reati  il  disposto  dell'articolo  54  del  medesimo 
Editto,  e  sarà  agli  slessi  applicabile  il  prescritto  dell'articolo  55. 

Il  nostro  Guardasigilli,  Ministro  Segretario  di  Slato  per  gli  affari  ecclesiastici  di 
grazia  e  giustizia,  è  incaricato  dell'esecuzione  della  presente  legge,  che  sarà  registrata 
al  controllo  generale,  pubblicata  ed  inserita  nella  raccolta  degli  atti  del  Governo. 

Dato  in  MoìKalieri,  il  26  febbraio   1852. 

VITTORIO  EMANUELE. 

Calvagno  —  C.  Cavour  —  Colla. 

De  Foresta. 


20  giugno  1858. 
VITTORIO  EMANUELE  II 

RE  DI  SARDEGNA,  DI  CIPRO  E  DI  GERUSALEMME,  ECC.  ECC. 

Il  Senato  e  la  Camera  dei   Deputati  hanno  approvato; 
Noi  abbiamo  sanzionalo  e  promulghiamo  quanto  segue: 

Art.  1.  La  cospirazione  coniro  la  vita   del  Capo  di  un  Governo  straniero,  ma- 
nifestala con  fatti  preparatorii  della  esecuzione  del  reato,  è  punita  colla  reclusione. 

N.  Bernardini  — Guida  della  Stamfa  f triadica  italiana —  12. 


178  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

l  colpevoli  possono  inoltre  essere  posti  sotto  la  sorveglianza  speciale  della  po- 
lizia per  lo  spazio  di  cinque  anni. 

Art.  2.  L'apologia  dell'assassinio  politico  per  mezzo  della  stampa  o  di  alcun 
altro  dei  mezzi  indicati  nell'articolo  1  della  legge  26  marzo  1848  è  punito  a  termini 
dell'articolo  24  della  stessa  legge,  escluse  sempre  le  pene  di  polizia,  sia  che  venga 
l'assassinio  espressamente  approvato,  sia  che  si  cerchi  soltanto  di  giustificarlo. 

Art.  3.  Sino  al  31  dicembre  1862  agli  articoli  78,  79,  80  e  87  delia  legge 
26  marzo  1848  sono  surrogate  le  seguenti  disposizioni: 

«  Art.  78.  Sono  Giudici  del  fatto  tutti  gì'  inscritti  nella  lista  degli  elettori  po- 
litici delle  città  nelle  quali  siede  una  Corte  d'appello. 

flt  Art.  79.  Nei  primi  quindici  giorni  dei  mesi  di  giugno  e  di  dicembre  d'ogni 
anno  una  Commissione,  composta  del  sindaco,  che  ne  è  il  presidente,  o  di  chi  in 
caso  di  vacanza  o  di  legittimo  impedimento  ne  fa  le  veci,  di  due  consiglieri  pro- 
vinciali e  di  due  consiglieri  comunali,  forma  la  lista  dei  giurati  che  durante  il  semestre 
successivo  possono  essere  chiamati  a  dare  giudizio. 

«  I  consiglieri  provinciali  e  comunali  che  devono  far  parte  della  Commissione 
per  la  formazione  delle  liste  dei  giurati  sono  nominati  dai  rispettivi  Consigli  a  mag- 
gioranza assoluta  di  voti. 

«  1  Consigli  provinciali  e  comunali  nominano  inoltre  nel  modo  suindicato  due 
consiglieri  supplenti,  i  quali  sono  chiamati  per  ordine  di  voti,  e,  in  caso  di  parità 
di  voti,  per  rar.go  di  età,  a  supplire  ai  membri  effettivi  quando  manchino  questi 
ultimi  0  siano  legittimamente  impediti. 

€  La  nomina  dei  consiglieri  provinciali  e  comunali  è  rinnovala  in  ogni  anno  dal 
Consiglio  provinciale  nelle  annuali  Sessioni  ordinarie  e  dal  Consiglio  comunale  nella 
tornata  di  primavera. 

«  Il  numero  dei  giurati  che  le  Commissioni  devono  inscrivere  nelle  liste  è  di 
trecento  per  Torino  e  Genova  e  di  centocinquanta  per  le  altre  città. 

«  Gli  impiegati  stipendiali  dal  Governo  ed  in  attività  di  servizio  non  possono 
essere  inscritti  nelle  liste  in  numero  maggiore  del  quarto  della  totalità  degli  inscritti. 

«  1  giurati  inscritti  in  una  lista  semestrale  non  possono  essere  inscritti  in  quella 
del  semestre  immediatamente  successivo. 

«  Art.  80.  La  lista  semestrale,  sottoscritta  da  tutti  i  membri  componenti  la  Com- 
missione deve,  nei  tre  giorni  successivi  alla  sua  formazione,  essere  trasmessa  dal  Pre- 
sidente della  Commissione  stessa  al  primo  Presidente  della  Corte  d'appello,  il  quale  prov- 
vede affinchè  sia  subito  affissa  all'uditorio  della  Corte  e  vi  rimanga  durante  il  semestre. 

1  Art.  87.  Tanto  il  pubblico  Ministero  quanto  l' imputato  possono  ricusare  i 
Giudici  del  fatto  stati  estratti  a  sorte  senza  addurre  motivi,  sino  a  che  rimangano 
nell'urna  tanti  nomi,  che  uniti  a  quelli  già  estratti  e  non  ricusati,  raggiungano  il 
numero  di  quattordici. 

«  La  ricusazione  deve  essere  fatta  al  momento  dell'estrazione.  » 

Art.  4.  Per  la  prima  volta  la  lista  semestrale  dei  giurati  è  fatta  nei  trenta 
giorni  immediatamente  successivi  alla  pubblicazione  di  questa  legge,  e  non  ha  effetto 
che  pel  semestre  corrente  all'epoca  in  cui  si  sarà  formata. 

I  Consigli  provinciali  e  comunali  saranno  con  decreto  reale,  da  emanare  contem- 
poraneamente alla  presente  legge,  convocati  entro  quindici  giorni  in  adunanza  straor- 
dinaria per  fare  la  scelta  dei  consiglieri  che  devono  comporre  la  Commissione  di  cui 
nei  precedenti  articoli. 

Ordiniamo  che  ia  presente,  munita  del  sigillo  dello  Stato,  sia  inserta  nella  rac- 
colta d^gli  atti  del  Governo,  mandando  a  chiunque  spetti  di  osservarla  e  di  farla 
osservare  come  legge  dello  Stato. 

Dato  a  Sommariva  Perno,  il  20  giugno  1858. 

VITTORIO  EMANUELE. 

De  Foresta. 


IL   GIORNALISMO   NELLA   LEGISLAZIONE.  179 


Titolo  di  giornale. 
Appropriazione  di  esso  vietata  nonostante  accessoria  modificazione. 

Per  ciò  che  riguarda  il  titolo  d'un  giornale  o  d'una  pubblica- 
zione periodica,  costituente  anclie  esso  una  specie  di  proprietà  ri- 
spettabile, giova  dar  contezza  di  una  sentenza  profferita  dal  Tri- 
bunale di  Commercio  di  Nizza  (13  marzo  1880)  contro  il  direttore 
ed  il  gerente  del  giornale  il  Nuovo  Figaro^  che  si  pubblicava  in 
detta  città,  con  la  loro  condanna  a  togliere  entro  tre  giorni  la  pa- 
rola Figaro  dalla  intitolazione  del  giornale,  sotto  pena  di  500  fran- 
chi per  ciascun  numero  che  uscisse  dopo  il  termine  fissato.  Il  Tri- 
bunale giustamente  osservava,  che  il  titolo  d'un  giornale  è  proprietà 
esclusiva  di  chi  lo  assume  e  lo  usa,  ed  il  fatto  di  dare  quel  titolo 
ad  un'altra  pubblicazione,  ancorché  lo  si  differenzia  con  una  qua- 
lificazione accessoria,  come  Nuovo  od  altra  simile  od  analoga,  co- 
stituisce un'appropriazione  dell'altrui  proprietà  ed  un  atto  di  con- 
correnza sleale.  Ne  vi  è  d'uopo  provare  che  la  concorrenza  sia 
di  mala  fede,  bastando  che  sia  possibile  la  confusione,  e  questa  può 
verificarsi  per  avere  i  due  giornali  la  stessa  forma,  per  essere  tutti 
e  due  letterarii,  compilati  col  medesimo  intento  e  destinati  al  me- 
desimo genere  di  lettori  ;  poco  importando  che  uno  sia  pubblicato 
in  una  città,  l'altro  in  un'altra,  stantechè  il  giornale  va  dapper- 
tutto e  dappertutto  si  legge  e  si  vende.  —  Ne  rileva  se,  essendo 
il  primo  politico  e  quotidiano,  e  il  secondo  letterario  e  settimanale, 
giacche  questo  può  diventare  anch'esso  politico  e  quotidiano,  e  la 
difi'erenza  di  periodicità  non  varrebbe  ad  impedire  la  confusione 
nell'atto  della  vendita. 

Pirateria  di  giornalismo  punita. 

Il  giornale  Le  Réveil  pubblicava  alcuni  brani  o  capitoli  d'altrui 
proprietà  letteraria,  senza  neppure  citare  l'opera  da  cui  li  aveva 
presi.  L'autore  fece  noto  al  gerente  il  danno  che  gli  recava  tal 
fatto  e  lo  invitò  a  desistere  da  ogni  pubblicazione;  ma  invano. 
Allora  lo  citò  avanti  il  Tribunale  di  Commercio  di  Parigi  chiedendo 
1500  franchi  a  titolo  danni-interessi.  Il  convenuto  non  potendo 
impugnare  i  fatti  e  le  regolari  intenzioni,  pretendeva  liberarsi  col 
pagamento  di  una  piccola  somma  quasi  a  titolo  e  in  proporzione 
della  fatta  inserzione;  ma  il  tribunale  con  sentenza  dell' 11  mar- 
zo 1880  lo  condannò  per  questa  principale  ragione: 

«  Que,  s' il  est  vrai  que  souvent  des  conventions  intervien- 
nent  entre  éditeurs  et  journalistes  pour  un  abonnement  de  répro- 
duction  au  prix  de  5  centimes  la  ligne,  le  directeur-gérant  du 
'Réveil  qui  a  reproduit  des  articles  sans  l'autorisation  de...,  ne  sau- 
rait  lui  imposer  un  tarif  qui  n'a  pas  été  sollicité  et  encore  moins 
accordé  ;  que  l'atteinte  porte  aux  droits  de  l'editeur  proprietaire, 
la  continuation  des  réproduction  prohibées,  et  les   mépris  où  ont 

été  tenues    les    défenses  faites,  ont   cause  a un  préjudice   dont 

réparation  lui  est  due,  et  dont  le  Tribunal,  a  l'aide  des  éléments 


180  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

d'appreciation  qu' il  possedè,  fìxe  l' importance  à  1000  francs,    au 
payement  desquels  le  directeur-gérant  du  Réveil  doit  ètrè  tenu.  » 

Giornali  ufficiali  —  Appalto  —  Monopolio  —  Numero  di  copie  illi- 
mitato per  associazione  annua  —  Spaccio  giornaliero  per  nu- 
mero. 

In  grado  di  appello  nel  febbraio  del  1880  il  Tribunale  di  Com- 
mercio di  Ginevra  decise  questa  causa. 

Un  agente  per  la  vendita  dei  giornali  aveva  domandato  al- 
l'editore del  Feuille  des  Avis  officiels  di  Ginevra  20  abbonamenti 
per  l'anno  1880,  ma  questi  li  rifiutò  sotto  pretesto  cbe  quegli  aveva 
intenzione  di  rivendere  il  giornale  a  numeri  separati.  Questo  ri- 
fiuto era  in  parte  determinato  dal  fatto  che  il  prezzo  d'abbonamento 
a  quel  giornale  è  fissato  ufiicialmente  a  7  franchi  l'anno.  Ond'  è 
nell'interesse  dell'editore  di  dare  il  minor  numero  possibile  d'esem- 
plari a  prezzo  d'abbonamento,  essendo  più  elevato  il  prezzo  a  un 
numero  per  volta.  Il  tribunale  gli  diede  torto,  e  lo  condannò  a 
somministrare  immediatamente  all'attore  i  20  abbonamenti,  e  in 
mancanza  a  pagargli  un  franco  per  ogni  giorno  di  ritardo  a  titolo 
di  danni-interessi. 

Ecco  le  ragioni  principali  addotte  in  questa  sentenza:  L'edi- 
tore del  giornale  non  può  ricusarsi  di  dare  più  abbonamenti  ad 
una  sola  e  medesima  persona  sotto  pretesto  che  questa  non  giu- 
stifichi l'interesse  che  abbia  a  ricevere  dal  numero  dei  reclamati 
abbonamenti.  Tanto  meno  fondata  è  tal  pretesa  in  quanto  quel 
giornale  destinato  segnatamente  per  gli  atti  o  avvisi  officiali  e 
giudiziari,  costituisce  a  suo  profitto  un  vero  monopolio,  essendo 
vietato  a  qualunque  altro  stampatore  di  Ginevra  pubblicarne  uno 
simile  ;  e  il  monopolio  fu  sempre  ritenuto  di  stretto  diritto  e  però 
da  non  estendere  a  casi  non  espressamente  contemplati  dal  legisla- 
tore; e  nel  contratto  non  v' è  alcuna  clausola  che  limiti  il  numero 
delle  copie  da  fornire  a  ciascun  abbonato.  Il  prezzo  d'associazione 
annua  è  bensi  fissato  per  l'articolo  22  a  7  franchi  per  Ginevra. 
Atteso  che  il  Feuille  essendo  pubblicato  a  scopo  d' interesse  gene- 
rale, non  può  la  estimazione  del  limite  di  siffatto  interesse  farsi 
dipendere  dall'arbitrio  dell'appaltatore  e  menargli  buona  la  pretesa 
di  esigere  dall'attore,  prima  di  concedergli  i  chiesti  abbonamenti, 
l'adduzione  dei  motivi  che  lo  muovono  a  tal  domanda.  —  Chiunque 
desideri  un  numero  più  o  meno  grande  d'abbonamenti  è  il  solo 
giudice  di  ciò  che  gli  convenga  e  però  l'editore  non  può  conte- 
stargli questa  convenienza.  —  Non  è  lecito  all'editore  fare  antici- 
pate supposizioni  sull'uso  che  può  fare  l'abbonato  de'  suoi  abbona- 
menti stimandolo  sin  da  ora  abusivo,  dacché  la  frode  e  la  mala- 
fede non  si  presumono.  —  Aspetti  dunque  che  si  verifichi  la  ri- 
vendita a  numeri  per  parte  dell'agente,  o  qualunque  altro  pregiu- 
dizievole fatto  e  poi  sperimenti  la  sua  azione  per  cui  gli  son  ri- 
servati tutti  i  diritti. 


IL   GIORNALISMO   NELLA   LEGISLAZIONE.  181 


Diifamazione  —  Azione  Civile  ~  Prescrizione. 

Allorché  il  pregiudizio  di  cui  si  domanda  riparazione  è  basato 
su  di  un  delitto  di  diffamazione  commesso  a  mezzo  della  stampa, 
l'azione  civile  intentata  in  riparazione  di  questo  pregiudizio  si  pre- 
scrive dopo  tre  mesi,  conforme  all'articolo  65  Legge  sulla  Stampa 
29  luglio  1881.  {Corte  d'App.  di  Montpìellier  —  26  luglio  1880.) 

Carcere  pei  Giornalisti. 

In  vista  della  espressa  sanzione  della  legge  sulla  stampa,  l'am- 
ministrazione carceraria  lia  disposto  perchè  un  locale  apposito  sia 
destinato  a  questa  categoria  di  condannati,  e  intanto  : 

1."  Che  sia  impedita  qualunque  comunicazione  tra  i  condan- 
nati per  reati  comuni  e  quelli  per  reati  di  stampa  ; 

2.°  Che  a  questi  ultimi  siano  prolungate  le  ore  di  passeg- 
gio, che  sia  loro  data  facoltà  di  tenere  libri  e  tutto  l'occorrente 
per  scrivere  nella  propria  camera,  sotto  l'osservanza,  ben  inteso, 
delle  ordinarie  cautele  ; 

3."  Che  sia  ad  essi  permesso  di  provvedersi,  se  credono,  a 
loro  spese,  di  mobili  ed  effetti  letterecci  e  di  ricevere  il  vitto  che 
vogliono  alle  ore  stabilite  ; 

4."  Che  sia  loro  acconsentito  di  aver  colloquio  in  camera 
riservata,  più  volte  la  settimana,  previo  il  permesso  del  direttore. 
Uno  speciale  regolamento  verrà  compilato,  riconoscendo  il  go- 
verno che  i  condannati  per  reati  di  stampa  non  possono  certamente 
essere  sottoposti  al  trattamento  stabilito  ai  detenuti  o  condannati 
per  reati  comuni  nelle  carceri  giudiziarie.  (Dal  gior.  La  Stampa, 
di  Roma.) 

Proprietà  del  titolo  d'un  giornale. 

La  legge  sulla  stampa  francese  del  29  luglio  1881  è  muta  sulla 
garanzia  della  proprietà  d'un  titolo  di  giornale.  Il  deposito  sem- 
plice del  titolo,  quantunque  fatto  in  esecuzione  dell'articolo  7  della 
legge  citata,  e  seguendo  la  formola  officiale,  non  costituisce  per 
se  medesimo  la  proprietà  del  titolo  depositato.  Per  stabilire  questa 
proprietà  bisogna  che  il  giornale  sia  stato  pubblicato  almeno  una 
volta  ;  e  risulta  dalla  giurisprudenza  stabilita  specialmente  dal  Tri- 
bunale di  Commercio  della  Senna,  che  il  titolo  del  giornale  di  cui 
il  primo  numero  è  apparso  diventa  proprietà  del  depositante,  e  che 
questa  proprietà  sia  a  lui  garantita  per  un  anno  e  un  giorno,  a 
cominciare  dall'apparizione  del  primo  numero,  o  che  il  titolo  de- 
positato sia  portato  a  conoscenza  del  pubblico  con  annunzi  o  affissi 
sufficienti  affinchè  non  si  possa  addurre  l' ignoranza  del  titolo  de- 
positato. 

Diffamazione  di  una  società. 

In  tema  di  diffamazione  commessa  contro   una  società  da  un 
gerente  di  giornale,  l' imputato  non  può  valersi  della  disposizione 


182  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODrCA    ITALLA.NA. 


contenuta  nell'art.  579  Cod,  P.,  poicliè  è  manifesto  che  la  qualità 
di  gerente  non  autorizza  a  denigrare  le  operazioni  di  una  società 
commerciale  (nella  specie  compagnia  di  assicurazioni)  con  infondate 
imputazioni  e  contumeliose  espressioni.  (Cass,  Torino,  4  luglio  ^83). 

Quando  la  pubblicazione  di  un   giornale   sia   atto  di   commercio. 

(Art.  3  Cod.  Comm.) 

La  pubblicazione  di  un  periodico,  qualunque  sia  il  suo  indi- 
rizzo, e  foss'anche  preponderante  nel  medesimo  la  parte  politica 
e  scientifica  a  quella  semplicemente  e  materialmente  collettiva  di 
notizie,  può  essere  intesa,  oltreché  nel  senso  di  appoggiare  e  fa- 
vorire un  principio  od  un  partito,  anche  nel  senso  proprio  lucrativo 
e  di  speculazione  commerciale.  Quando  la  maggior  materia  pub- 
blicata consista  in  semplici  notizie  qua  e  là  spigolate  da  altri 
giornali,  quando  il  giornale  sia  pubblicato  con  tipografìa  propria, 
quando  la  3.''  e  4/''  pagina  siano  destinate  ad  inserzioni  a  pagamento^ 
allora  vi  sono  poi  tutti  gli  elementi  a  caratterizzare  quella  pubbli- 
cazione per  una  vera  operazione  continuata  ed  abituale  di  commer- 
cio nei  termini  dell'articolo  intestato,  n.  10.  Ne  a  mutarne  1'  indole 
predominante  varrebbe  che  s'  inserissero  nel  giornale  anche  articoli 
letterarii  e  politici,  siccome  accessorio  affatto  inconcludente  rim- 
petto  air  intento  predominante  di  speculazione.  [App.  Milano, 
16  aprile  1886.) 

Affissione  di  Avvisi. 

L' affissione  pubblica  di  avvisi  stampati  muniti  di  marche  da 
bollo  non  annullate  nei  modi  dalla  legge  prescritti,  si  può  provare 
mediante  verbale  dei  reali  carabinieri.  Per  promuovere  il  relativo 
giudizio  penale,  non  v'ha  legge  che  imponga  gli  esperimenti  di 
conciliazione.  Non  è  valido  l'annullamento  di  queste  marche  me- 
diante una  croce  fatta  a  mano.  (Cass.  di  Roma,  10  gennaio  1887.) 

Se  e  quando  il  direttore  proprietario  di  un  giornale  sia  civil- 
mente responsabile  degli  articoli  redatti  da  altri. 

L'azione  civile  contro  il  direttore  di  un  giornale  che  non  sia 
incorso  nella  responsabilità  penale,  per  non  essere  stato  né  autore, 
né  complice  di  un  reato  di  diffamazione  commesso  per  mezzo  del 
giornale  medesimo,  non  deriva  già  dalla  condanna  pronunciata 
contro  il  gerente  o  contro  l'autore  della  diffamazione,  ma  trae  il 
suo  fondamento  dalle  norme  degli  articoli  1151,    1152,  1153  C.  C, 

La  prescrizione  di  quest'ultimo  articolo  è  assoluta,  e  da  essa 
risulta  che  il  padrone  o  committente  deve  rispondere  del  fatto  del 
suo  domestico  o  commesso,  quando  costoro  commettano  un  fatto 
dannoso  nell'esercizio  delle  loro  incombenze,  il  padrone  ne  risponde 
civilmente  (Leg.  7  Dig.  naut.  caup.  stabul.  ;  Leg.  I  Dig.  De  exercit. 
Act.  ;  Leg.  5  Dig.  De  obb.  et  act.)  Né  importa  che  il  fatto  derivi 
da  colpa  lieve  o  lievissima,  perchè  la  legge  non  distingue  il  grado 
della  colpa.  Come  pure  non  importa    che    il  padrone    non    abbia 


IL   GIORNALISMO   NELLA   LEGISLAZIONE.  183 

espressamente  ordinato  il  lavoro,  durante  il  quale  avvenne  il  danno, 
bastando  che  il  domestico  abbia  agito  eius  rei  gratta,  cui  prae- 
positus  fuerat. 

Il  direttore  proprietario  di  un  giornale  deve  considerarsi  come 
un  preponente  o  committente  rispetto  all'  autore  dell'  articolo  in- 
criminato, ed  anche  rispetto  ai  collaboratori  ed  al  gerente,  essendo 
egli  quello  che  sceglie  il  personale,  lo  paga,  e  sorveglia  e  dirige 
il  lavoro,  come  introita  gli  utili,  ed  ha  quindi  egli  il  diritto  ed 
il  dovere  d'  impedire  la  pubblicazione  di  un  articolo  offensivo  del- 
l'altrui reputazione.  Anzi,  mancando  ad  un  tale  dovere,  deve  ri- 
spondere prima  di  colpa  dipendente  dal  fatto  proprio  o  dalla  propria 
negligenza,  secondo  che  abbia  avuto  conoscenza  dell'  articolo  of- 
fensivo e  malgrado  ciò  ne  abbia  permesso  la  pubblicazione,  o  abbia 
trascurato  di  sorvegliare  affinchè  quella  pubblicazione  non  avve- 
nisse. Non  vale  opporre  che  il  giornale  è  opera  collettiva  di  molti 
collaboratori,  ad  ognuno  dei  quali  è  affidata  una  parte  determinata; 
perchè  il  direttore  ha  la  sorveglianza  generale  sull'opera  comune, 
e  deve  esercitarla  in  modo  efficace.  Come  del  pari  non  gioverebbe 
la  circostanza  che  il  direttore  sia  stato  assente,  nel  tempo  della 
inserzione,  dal  luogo  della  pubblicazione  del  giornale,  o  che  l'in- 
serzione medesima  siasi  fatta  nell'edizione  notturna,  affidata  alla 
sorveglianza  di  altri  ;  giacche  si  rientra  sempre  nei  termini  della 
teoria  sulla  responsabilità  del  preponente  o  committente,  suespressa, 
i  cui  principi  non  sarebbero  per  tali  circostanze  meno  applicabili, 
perchè  qui  alium  facit  per  se  ipsum  facere  videtur.  (App.  Roma, 
30  maggio  1887.  —  Vedi  anche  AppeL  Milano,  23  genn.  1888  — 
Cavallotti  e  Sonzogno  e.  Nasi  —  Mon.  trib.,  114;  Annali,  3;  Foro 
it.   101;  Consul.  Comm.,  60;  Giuris.  ital.,  215;    Filangieri,  349.) 

Gerente. 

Non  può  essere  considerato  come  gerente  colui  che  non  è  di- 
rettore d'un  giornale  che  per  la  parte  amministrativa.  (Cass.  Pa- 
rigi, 4  nov.  '84.) 

—  È  incapace  d'essere  gerente  d'un  giornale  l' individuo  eh'  è 
stato  dichiarato  fallito  (id.  id.   17  die.  '86). 

Il  gerente  può  querelarsi  contro  un  giornale? 

Il  tribunale  correzionale  di  Palermo  nella  querela  intentata 
dal  gerente  dieW  Arlecchino  di  Napoli  contro  il  giornale  La  Sicilia, 
stabilì  :  essere  inammissibile  la  querela,  poiché  il  gerente  non  ha 
il  diritto  di  promuovere  azioni  a  nome  del  giornale,  e  che  lo  rap- 
presenta soltanto  per  le  azioni  che  sono  intentate  contro  il  pe- 
riodico. 

Per  contrario,  la  Corte  d'Appello  di  Torino  ha  stabilito  (6  di- 
cembre 1881): 

Un  articolo  ingiurioso,  inserto  in  un  periodico  ai  danni  di  al- 
tro periodico,  dà  luogo  ad  azione  penale.  (Confr.  :  V.  C.  App.  Mo- 
dena 11  die.   1861.) 


184  GUIDA    DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

n  gerente  di  un  giornale  ha  veste  e  qualità  a  porgere  querela 
contro  il  gerente  di  altro  giornale  contenente  un  articolo  ingiurioso 
al  periodico  da  lui   rappresentato,  e  contro   l'autore   dell'articolo. 

Scrocco. 

Costituisce  delitto  di  scrocco  l'esibizione,  sulla  pubblica  via, 
e  la  vendita  d'un  foglio  di  cui  il  titolo,  stampato  in  grossi  carat- 
teri è  destinato  ad  accreditare  la  notizia  che  esso  annunzia  e  che 
non  contiene,  in  realtà,  che  des  grossièì^es  plaisanteries  (Cass.  Pa- 
rigi,  10  die.  '84). 

—  Si  rende  complice  di  questo  reato  colui  che  ha  stampato 
questo  foglio  che  procura  agli  autori  di  esso  il  mezzo  di  commet- 
terlo (id.  30  ott.  '86). 

Luogo  di  pubblicazione. 

La  Cassazione  di  Firenze  ritenne  (IG  ap.  '84)  che  la  'pubblica- 
zione di  un  giornale  avviene  quando  le  copie  escono  dalla  stam- 
peria perchè  circolino  e  si  diffondano  nel  pubblico,  quantunque  la 
distribuzione  si  faccia  dopo  qualche  tempo  in  luogo  diverso. 

Da  ciò  dedusse  che  la  consegna  della  copia  per  parte  del  ge- 
rente bene  è  fatta  all'autorità  del  luogo  dove  il  giornale  si  stampa, 
non  essendo  prescritto  si  faccia  anche  dove  si  distribuisce.  Altri- 
menti si  avrebbe  una  semplice  consegna  che  la  legge  non  richiede, 
e,  d'altronde,  si  verrebbe  ad  ammettere  che  il  momento  della  pub- 
blicazione fosse  duplice,  mentre  ripugna  ad  ogni  regola  lo  indurre 
la  duplicità  di  un  onere  e  la  ripetizione  di  un  atto  che,  eseguito 
nel  luogo  in  cui  il  giornale  viene  stampato  e  pubblicato  soddisfa 
al  fine  della  legge  di  esercitare  la  vigilanza  occorrènte  a  reprimere 
abusi  e  reati  cui  può  servire  di  mezzo  la  stampa. 


Disposizioni  governative  pei  corrispondenti  d'Africa. 


1.  Ogni  corrispondente  di  giornali  o  di  agenzie  telegrafiche 
deve  essere  munito  di  una  licenza  personale  accordata  dal  Mini- 
stero della  guerra  o  dal  comandante  in  capo  delle  truppe  in  Africa. 
Nella  licenza  saranno  indicati  i  giornali  o  l'agenzia  che  il  corri- 
spondente è  autorizzato  a  rappresentare  ;  e  questi  non  potrà  scri- 
vere o  telegrafare  che  per  i  giornali  o  le  agenzie  specificati  nel- 
l' ottenuta  licenza. 

2.  Il  Ministero  della  guerra  e  il  comandante  in  capo  in  Africa, 
prima  di  accordare  le  licenze,  si  accerteranno  dell'onorabilità  di  chi 
le  domanda,  ed  avranno  diritto  di  negarle  senza  addurne  i  motivi. 

3.  Salvo  particolare  autorizzazione  del  comandante  in  capo,  e 
vietato  ai  corrispondenti  di  giornali  o  di  agenzie  telegrafiche  di 
valersi  di  cifrari  o  di  linguaggio  convenzionale  per  le  loro  comu- 


IL   GIORNALISMO   NELLA  LEGISLAZIONE.  185 

nicazioni  telegraficlie  o  scritte.  Per  queste    comunicazioni  devono 
esclusivamente  valersi  della  lingua  italiana,  della  francese  od  inglese. 

4.  I  corrispondenti  non  possono  allontanarsi  dalla  sede  loro  fis- 
sata dal  comandante  in  capo,  ne  seguire  le  truppe  spedite  per  ope- 
razioni militari,  senza  particolare  permesso  del  comandante  in  capo. 

5.  È  stretto  dovere  dei  corrispondenti  di  astenersi  dal  man- 
dare ai  giornali  od  alle  agenzie  notizie  non  accertate  nel  modo  pia 
sicuro,  e  clie  possono  destare  l'allarme  in  paese.  Essi  dovranno  del 
pari  astenersi  nelle  loro  corrispondenze  da  ogni  fra  o,  apprezzamento 
o  giudizio  che  possa  in  qualche  modo  intaccare  la  disciplina,  o  riu- 
scire a  danno  dell'autorità  e  del  prestigio  dei  comandanti  delle 
truppe, 

6.  Nei  loro  privati  rapporti  coi  militari,  e  specialmente  con 
quelli  di  truppa,  i  corrispondenti  dovranno  astenersi  nel  modo  più 
assoluto,  dal  tenere  discorsi  che  possano  scuotere  il  morale,  meno- 
mare l'autorità  di  chi  comanda  o  produrre  effetti  dannosi  all'osser- 
vanza della  disciplina. 

7.  I  corrispondenti  faranno  capo  ad  un  ufficiale  che  verrà  de- 
signato dal  comandante  in  capo,  e  sarà  particolarmente  incaricato 
di  mantenere  relazioni  con  essi,  di  servire  loro  d' intermediario  nei 
rapporti  col  comandante,  di  comunicare  loro  le  informazioni  che 
possono  venire  pubblicate,  di  agevolarli  per  quanto  sia  possibile 
nello  accertamento  delle  notizie,  nella  trasmissione  dei  telegrammi 
e  delle  corrispondenze,  ed  in  qualunque  altra  cosa  potesse  loro  oc- 
correre, invigilando  ad  un  tempo  perchè  essi  osservino  le  discipline 
stabilite  dalle  presenti  istruzioni. 

8.  I  corrispondenti  dei  giornali  in  Africa  sono  sottoposti  alle 
prescrizioni  del  Codice  penale  militare. 

9.  L' ufficiale  incaricato  di  invigilare  l'osservanza  delle  pre- 
senti norme  può  esigere  gli  sia  data  visione  delle  corrispondenze 
e  dei  telegrammi  prima  che  siano  spediti  ;  ed  egli  potrà  soppri- 
mere o  modificare  le  pubblicazioni  che  gli  sembrassero  dannose 
nell'interesse  delle  operazioni  militari  o  della  disciplina  dell'eser- 
cito. Il  comandante  in  capo  potrà  inoltre  autorizzare  quest'  ufficiale 
ad  esigere  dai  corrispondenti  che  gli  venga  mandata  copia  di  tutti 
i  numeri  dei  giornali  da  essi  rappresentati. 

10.  Ai  corrispondenti  che  mancassero  ad  uno  dei  doveri  im- 
posti loro  dalle  presenti  istruzioni,  il  comandante  in  capo  potrà 
ritirare  la  licenza  ed  anche  imporre  lo  sfratto. 

1 1 .  Le  licenze  potranno  inoltre  venir  temporaneamente  sospese 
in  qualunque  momento  dal  comandante  in  capo,  quand'anche  con- 
cesse dal  Ministero  della  guerra,  ogni  qualvolta  il  predetto  coman- 
dante ritenesse  un  tale  provvedimento  richiesto  dall'interesse  delle 
operazioni  militari. 

12.  Tutti  coloro  che  aspirano  ad  ottenere  la  licenza  come  cor- 
rispondenti di  giornali  o  di  agenzia  telegrafica  dovranno  firmare 
una  copia  delle  presenti  prescrizioni,  dichiarando  d'averne  perfetta 
conoscenza  ed  obbligandosi  ad  attenervisi. 


186  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


LA  NUOTA  LEGGE  SULLA  STAMPA 


Ecco  il  nuovo  progetto  di  legge  non  ancora  presentato  al  Parlamento,  per  rifor- 
mare la  vigente  legge  sulla  stampa  del  1848. 

Emanata  in  condizioni  specialissime,  costretta  a  contemplare  reati  non  previsti 
da  un  codice  che  non  era  in  armonia  col  nuovo  istituto,  e  modificare  le  sanzioni  penali 
per  altri,  questa  legge  riusci  necessariamente  imperfetta. 

Ciò  malgrado  non  si  ardi  mai  toccarla,  lasciando  sempre  intangibile  quella  scialba, 
meschina  e  immorale  figura  del  gerente  responsabile  —  copia  adulterata  del  gerente 
o  gestore  francese  —  cui  il  legislatore  non  chiede  altra  capacità  che  quella  di  saper 
disegnare  il  proprio  nome,  e  aver  la  fedina  criminale  pulita. 

Ragioni  politiche,  una  certa  ripugnanza  a  portar  la  mano  sopra  una  legge  consi- 
derata per  il  suo  carattere  fra  le  fondamentali  del  regno,  consighavano  questo  partito. 
Gli  è  perciò  che  la  prima  Commissione  nominata  nel  1860  per  procedere  alla  revi- 
sione del  codice  penale,  credette  bene  non  imitare  l'esempio  di  altri  paesi  che  ave- 
vano già  applicato  il  diritto  comune  ai  reati  di  stampa,  e  si  astenne  di  fare  inno- 
vazioni. 

Le  alte  magistrature  del  regno  furono  discordi  però  nell'apprezzare  questo  ■  par- 
tito —  appoggiato  più  che  altro  su  considerazioni  di  opportunità  politica  —  e  la  seconda 
Com.missione  nominata  l'anno  seguente,  andando  all'estremo  opposto,  soppresse  addi- 
rittura —  nel  progetto  che  fu  sottoposto  al  Senato  —  la  legislazione  speciale  in  fatto 
di  stampa.  Nominata  però  una  terza  Commissione  nel  1876,  questa,  sulla  proposta  del 
guardasigilli  Mancini,  stralciò  dal  progetto  tutto  quanto  riferivasi  ai  reati  di  stampa, 
giudicando  difettiva  una  riforma  parziale  della  legge  sulla  stampa  per  le  sole  penalità, 
e  ritenendo  anch'essa  inopportuno  un  rimaneggiamento  totale. 

Nominato  guardasigilli  l'onorevole  Zanardelli  e  preso  ad  esaminare  egli  pure  il 
progetto  sul  Codice  penale,  credette  girare  le  difficoltà  riassumendo  sotto  il  nome 
di  reati  commessi  pubblicamente,  tanto  queUi  che  potevano  essere  commessi  colle  parole, 
quanto  quelli  collo  scritto  o  colla  matita. 

L'onorevole  Giannuzzi-Savelli,  più  radicale,  presentò  una  riforma  della  legge  sulla 
stampa,  hmitata  alle  norme  per  l'esercizio  della  medesima. 

Ecco  senz'altro  il  testo  del  progetto  di  legge,  tal  quale  fu  distribuito  in  piccolo 
numero  di  copie  ai  membri  della  Commissione  sul  codice  penale  e  ad  alcuni  magi- 
strati supremi  ed  ex-ministri: 

Progetto  di  Legge 
per  modificazioni  alla  Legge  sulla  stampa  26  marzo  1848  (i). 


CAPO  L  —  Disposizioni  generali. 

Art.  1  (1).  — La  manifestazione  del  pensiero  per  mezzo  della  stampa  o  di 
qualsivoglia  altro  artifizio  atto  a  riprodurlo  con  segni  figurativi,  e  quindi  ogni  pubbli- 
cazione di  stampati,  incisioni,  litografie,  oggetti  di  plastica  e  simili,  è  libera,  con  che 
si  osservino  le  norme  seguenti,  e  salve  le  sanzioni  del  codice  penale. 

Ogni  qualvolta  nella  presente  legge  si  parla  di  stampati,  s'intende  compreso  qua- 
lunque prodotto  della  specie  suindicata. 

Abt.  2.  —  Ogni  stampato  deve  indicare  il  luogo,  l'officina  e  l'anno  in  cui  fu 
impresso,  ed  il  nome  o  la  ditta  dello  stampatore. 

Questa  disposiz'one  non  è  applicabile  agli  stampati   che   servono   unicamente  ai 


(i)  I  numeri  posti  fra  parentesi,  vicino  a  quelli  progressivi  degli  articoli,  indicano 
gli  articoh  della  legge  vigente  con  cui  sono  in  relazione. 


IL   GIORNALISMO   NELLA   LEGISLAZIONE.  187 

bisogni  dell'industria  o  del  commercio,  od  agli  usi  famigliari  o  di  società,  come  mo- 
duli, listini  di  prezzi,  etichette,  carte  da  visita  e  simili. 

Il  contravvfntore  al  disposto  della  prima  parte  di  questo  articolo  è  punito,  per 
questo  solo  fatto,  con  l'ammenda  da  lire  ventuna  a  cinquanta. 

Art.  3  (7).  —  Lo  stampatore  deve  presentare  la  prima  copia  di  qualsiasi  stam- 
pato all'ufficio  del  procuratore  generale  presso  la  Corte  d'appello,  nei  circondari  dei 
tribunali  in  cui  ha  sede  la  Corte  stessa,  e  negli  altri  circondari,  all'ufficio  del  procu- 
ratore del  re  presso  il  tribunale;  salvo  quanto  è  disposto  dalla  presente  legge  per  le 
pubblicazioni  periodiche. 

Il  contravventore  è  punito  con  l'ammenda  da  lira  ventunn  a  duecentocinquanta. 

Art.  i  (8).  —  Gli  stampatori  degli  oggetti  contemplati  nell'articolo  1  devono, 
nel  termine  di  gio'"ni  dieci  successivi  alla  pubblicazione  di  qualsiasi  opera,  depositarne 
una  copia  alla  Biblioteca  nazionale  di  Firenze  ed  una  a  quella  Biblioteca  universitaria 
che  sarà  determinata  con  decreto  reale. 

In  caso  di  contravvenzione,  lo  stampatore  è  punito  con  ammenda  da  lire  ven- 
tuna a  cinquanta. 

CAPO  II.  —  Delle  pubblicazioni  periodiche. 

Art.  5  (33).  —  Qualunque  citt;idino  italiano,  maggiore  d'età,  che  abbia  il  libero 
esercizio  dei  diritti  civili,  qualunque  Società  anonima  o  in  accomandita,  qualunque 
corpo  morale  legalmente  costituito  nel  regno  può  pubblicare  un  giornale  o  scritto  pe- 
riodico, purché  si  uniformi  al  disposto  dei  seguenti  ariicoli. 

Art.  ò  (37).  —  Ogni  giornale  o  scritto  periodico  deve  aveì-e  un  direttore  re- 
sponsabile. 

Art.  7  (36).  —  Chi  intende  pubblicare  un  giornale  o  altro  scritto  periodico, 
deve  presentare,  prima  della  pubblicazione,  all'ullicio  del  procuratore  generale  presso 
la  Corte  d'appello  nel  cui  distretto  il  giornale  o  scritto  periodico  sarà  pubblicato,  una 
dichiarazione  cnrreddta  dagli  opportuni  documenti,  dai  quali  risulti: 

\.°  Il  concorso  delle  qualità  richieste  nell'articolo  S,  sia  in  chi  vuole  pubbli- 
care il  giornale,  sia  nel  direttore; 

2.°  Il  nome  e  la  dimora  del  direttore; 

3.°  La  natura  e  il  titolo  della  pubblicazione,  il  nome   della    tipografia,  legal- 
mente dichiarata,  in  cui  si  farà  la  stampa,  il  nome  e  la  dimora  del  tipografo. 

Art.  8.  —  Qualora  nella  dichiarazione  prescritta  dall'articolo  precedente  sia 
stata  falsamente  indicata  la  persona  del  direttore  effettivo,  il  dichiarante  è  punito 
con  l'arresto  da  due  mesi  ed  un  giorno  ad  otto  mesi  e  con  ammenda  da  lire  due- 
centocinquantuna  a  mille. 

Le  stesse  pene  si  applicano  a  chi,  non  essendo  il  direttore  effettivo,  ha  con- 
sentito d'essere  indicato  come  tale  nella  dichiarazione  suddetta,  ed  a  chi  esercita 
effettivamente  le  funzioni  di  direttore,  sapendo  di  non  essere  stato  indicato  come 
tale  nella  dichiarazione  medesima. 

Art.  9  (38).  —  Qualunque  mutamento  avvenisse  in  una  delle  condizioni  espresse 
nella  dichiarazione  di  cui  all'articolo  7,  dev'essere  notificato  entro  otto  giorni  all'uf- 
ficio ivi  indicato,  a  diligenza  del  direttore,  ed  in  sua  mancanza,  degli  interessati. 

11  contravventore  sarà  punito  con  l'ammenda  da  lire  ventuna  a  duecentocinquanla, 
salvo  il  disposto  dell'articolo  seguente. 

Art.  10  (39-46).  —  Mancando  o  divenendo  incapace  improvvisamente  il  diret- 
tore ad  esercitare  le  sue  funzioni,  gli  interessati,  ove  esso  non  sia  proprietario  unico, 
possono  presentare  un  redattore  responsabile,  il  quale  faccia  le  veci  del  direttore,  al- 
l'utTicio  del  procuratore  generale  nelle  sedi  delle  Corti  d'appello,  del  procuratore  del 
re,  nelle  altre  sedi  dei  tribunali  civili  e  correzionali,  e  del  pretore  negli  altri  luoghi. 

Questa  provvisoria  incombenza  non  può  durare  oltre  due  mesi. 


188  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALI ArJÀ. 

Eguale  facoltà  è  accordata  alla  vedova  e  ai  successori  del  direttore,  ove  sia  pro- 
prietario unico  del  giornale. 

Art.  H  (46).  —  Quando  il  direttore  sia  stato  condannato  per  reato  di  stampa 
a  pena  restrittiva  della  libertà  personale,  la  pubblicazione  rimane  sospesa  durante  la 
espiazione  della  pena,  a  meno  che  non  ne  sia  stato  surrogato  un  altro  che  riunisca 
le  condizioni  richieste  dalla  legge. 

Art.  12  (40).  —  Chiunque,  senza  avere  adempiuto  al  prescritto  dell'articolo  7, 
ovvero  senz'aver  presentato  il  redattore  provvisorio  o  surrogato  un  novello  direttore 
nei  casi  preveduti  dagli  articoli  10  e  11,  facesse  seguire  la  pubblicazione  del  giornale 
0  scritto  periodico,  è  punito  con  l'arresto  da  un  mese  e  un  giorno  a  cinque  mesi,  e 
con  l'ammenda  da  lire  centouna  a  cinquecento. 

Art.  13  (41).  —  Il  direttore  è  tenuto  di  sottoscrivere  la  prima  copia  di  ogni 
numero  del  giornale,  e  tutte  le  altre  copie  devono  riprodurre  la  stessa  sottoscrizione 
in  stampa. 

In  caso  di  contravvenzione  si  applica  l'ammenda  da  lire  ventuna  a  cento. 

Art.  14  (42).  —  Al  momento  della  pubblicazione  del  giornale,  il  direttore  è 
tenuto,  sotto  pena  dell'ammenda  da  lire  ventuna  a  cinquecento,  di  far  consegnare  la 
copia  da  lui  sottoscritta  all'ufficio  del  procuratore  generale  o  del  procuratore  del  re 
0  del  pretore,  secondo  la  distinzione  stabilita  nell'articolo  10. 

Quest'obbligo  non  può  sospendere  o  ritardare  la  spedizione  o  distribuzione  del 
giornale  o  scritto  periodico. 

Art.  Io  (43).  —  Il  direttore  è  tenuto  di  inserire  in  capo  al  suo  giornale  o  scritto 
periodico  qualsiasi  titolo  ufficiale,  relazione  autentica,  indirizzo  o  rettificazione,  o  qual- 
siasi altro  scritto  nell'interesse  del  governo,  che  gli  venisse  mandato  da  un'autorità 
legalmente  costituita. 

L'inserzione  deve  essere  fatta  non  più  tardi  della  seconda  pubblicazione  succes- 
siva al  giorno  in  cui  avvenne  la  richiesta,  e  mediante  pagamento  del  prezzo  a  norma 
dell'articolo  seguente. 

In  caso  di  rifiuto  o  di  ritardo  nella  pubblicazione,  si  applica  l'ammenda  da  lire 
ventuna  a  cinquecento. 

Art.  16  (43-44).  —  Il  direttore  è  tenuto  di  inserire,  non  più  tardi  della  seconda 
pubblicazione  successiva  al  giorno  in  cui  le  ha  ricevute,  le  risposte  o  le  dichiarazioni 
delle  persone  nominate  o  indicate  nel  giornale  o  scritto  periodico,  che  abbiano  per 
isoopo  di  rettificare  i  fatti  o  gli  apprezzamenti  intorno  ai  medesimi. 

L'inserzione  dev'essere  fatta  per  intero,  gratuitamente,  nel  medesimo  posto  e  con 
gli  stessi  caratteri  dell'articolo  a  cui  si  riferisce  la  rettificazione.  Nel  caso  per  altro 
che  la  rettificazione  eccedesse  il  doppio  dell'articolo  al  quale  si  riferisce,  l'ecced-^nte 
dev'essere  pagato  al  prezzo  stabilito  per  gli  annunzi  in  quel  giornale  o  scritto  perio^ 
dico;  e  se  questo  non  riceve  annunzi,  al  prezzo  degli  annunzi  nelle  gazzette  destinate 
alle  inserzioni  giudiziali. 

In  caso  di  rifiuto  o  di  ritardo  ad  accettare  o  pubblicare  le  dette  rettificazioni, 
si  applica  l'ammenda  da  lire  centouna  a  mille. 

Non  ostante  questa  condanna  all'ammenda,  o  la  inserzione  della  risposta,  resta 
salva  ogni  azione  che  potesse  competere  al  pubblico  ministero  o  agli  interessati  per 
l'articolo  a  cui  la  rettificazione  si  riferisce. 

Art.  17  (50).  —  L'azione  penale  per  il  rifiuto  o  ritardo  delle  pubblicazioni,  di 
cui  agli  articoli  15  e  16,  si  prescrive  in  due  mesi  dal  giorno  della  contravvenzione, 
0  dell'  interruzione  degli  atti  giudiziari,  se  vi  è  stato  procedimento. 

Art.  18,  —  U azione  penale  per  delitti  commessi  col  mezzo  della  stampa  pe- 
riodica si  esercita  contro  il  direttore  del  giornale. 

Se  però  lo  scritto  che  dà  luogo  ad  azione  penale  è  firmato  dal  suo  autore, 
ovvero  se  il  direttore  produce  una  dichiarazione  sottoscritta  dall'autore  con  cui 
questi  ne  assume  la  responsabilità,  l'azione  penale  sì  esercita  anche  contro  l'autore 


IL   GIORNALISMO   NELLA   LEGISLAZIONE.  189 

il  quale  soggiace  alla  pena  stabilita  dalla  legge  per  il  delitto  commesso,  e  la  pena 
del  direttore  è  diminuita  da  tino  a  due  gradi. 

Art.  19  (49).  —  Il  direttore  è  tenuto  di  pubblicare,  non  più  tardi  di  due  giorni 
dalla  intimazione  avutane,  o  nel  numero  immediatamente  successivo,  se  il  periodico 
è  pubblicato  dopo  i  due  giorni,  le  sentenze  di  condanna  pronunciate  contro  di  esso 
per  delitti  commessi  col  mezzo  della  stampa,  sotto  pena  dell'ammenda  da  lire  centouna 
a  cinquecento. 

CAPO  III.  —  Dei  disegni,  delle  incisioni,  delle  litografie 
e  di  altri  emblemi  di  qualsiasi  sorta. 

Art.  20  (51).  —  Ogni  oggetto  contemplato  nell'articolo  1,  che  non  sia  uno 
scritto,  deve  essere  consegnato  agli  uffici  indicati  nell'arlicolo  3  ventiquattro  ore  prima 
che  sia  esposto  o  messo  in  circolazione. 

Art.  21  (32).  —  Il  procuratore  generale,  il  procuratore  del  re  o  il  pretore  pos- 
sono rispettivamente,  nelle  dette  ventiqualtr'ore,  far  procedere  al  sequestro  di  tutti 
gli  esemplari  degli  oggetti  che  riconoscessero  contrari  alle  disposizioni  della  presente 
legge  0  del  codice  penale,  nel  qual  caso,  entro  il  termine  di  ventiquattr'ore,  essi  de- 
vono promuovere  l'opportuno  procedimento. 

Art.  22  (53).  —  Qualora  gli  oggetti  suindicati  non  siano  stati  esposti  o  messi 
in  circolazione,  ma  si  trovino  in  luoghi  aperti  al  pubblico,  e  si  riconoscano  dall'auto- 
rità giudiziaria  contrari  al  disposto  della  presente  legge  o  del  codice  penale,  non  si 
fa  luogo  ad  altra  pena  che  a  quella  della  distruzione  degli  oggetti  medesimi. 

CAPO  IV.  —  Eelle  pubblicazioni  relative-  a  discorsi  e  resoconti  parlamentari, 
ad  atti  e  dibattimenti  giudiziari. 

Art.  23  (30-31).  —  Non  danno  luogo  ad  azione  penale  la  pubblicazione  dei 
discorsi  tenuti  nel  Senato  e  nella  Camera  dei  deputati,  le  relazioni  o  qualunque  altro 
scritto  stampato  per  ordine  delle  assemblee  medesime;  né  il  rendiconto  esatto,  fatto 
in  buona  fede,  delle  loro  discussioni. 

Art.  24  (32).  —  Non  dà  luogo  parimenti  ad  azione  penale  la  pubblicazione 
delle  scritture  prodotte  avanti  l'autorità  giudiziaria. 

L'autorità  medesima,  pronunciando  nel  merito,  può  ordinare  la  soppressione  delle 
scritture  ingiuriose  e  dichiarare  la  parte  colpevole  tenuta  ai  danni. 

Art.  25  (10,  ed  anche  legge  6  dicembre  1877).  —  É  vietato,  sotto  pena  del- 
l'ammenda da  lire  centouna  a  cinquecento,  la  pubblicazione  per  mezzo  della  stampa: 

1.°  Degli  alti  della  procedura  scritta,  delle  sentenze  e  degli  atti  di  accusa  nei 
giudizi  penali  fino  a  che  il  processo  non  sia  chiuso  o  col  pubblico  dibattimento  o  con 
la  pronuncia  di  non  farsi  luogo  a  procedimento  penale; 

2.°  Dei  nomi  dei  giurali,  o  dei  magistrati  giudicanti,  quando  sia  accompagnata 
dalla  indicazione  dei  loro  voti  individuali  nelle  deliberazioni  dei  verdetti  e  delle  sentenze; 

3.°  Dei  resoconti  dei  dibattimenti  a  porte  chiuse  avanti  l'autorità  giudiziaria; 

4.°  Degli  atti  d'istruttoria  penale  o  dibattimenti  pubblici  nelle  cause  di 
diffamazione  o  di  ingiuria,  nelle  quali  non  è  ammessa  la  prova  della  verità; 

5.*"  Delle  discussioni  e  deliberazioni  segrete  del  Senato  e  della  Camera  dei 
deputati,  a  meno  che  se  ne  sia  ottenuta  dai  rispellivi  corpi  la  facoltà. 

CAPO  V.  —  Della  prescrizione,  del  procedimento  e  della  recidiva. 

Art.  26  (12).  —  L'azione  penale  per  le  contravvenzioni  prevedute  nella  presente 
legge  si  prescrive  in  tre  mesi,  a  cominciare,  quanto  agli  stampati  periodici,  dal  giorno 
della  loro  pubblicazione,  e  quanto  agli  altri  stampati,  dalla  data  della  consegna  della 
copia  al  pubblico  ministero,  salvo  il  disposto  degli  articoli  17  e  21. 


190  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 

Art.  27  (57).  —  Nei  procedimenti  per  delitti  commessi  per  mezzo  delia  stampa, 
il  pubblico  ministero  nelle  sue  istanze,  quando  esercita  l'azione  penale  d'ufficio,  o  il 
querelante  nella  sua  querela,  sono  tenuti,  a  pena  di  nullità,  di  specificare  le  provoca- 
zioni, le  offese,  gli  oltraggi,  i  fatti  diffamatori  o  le  ingiurie,  che  danno  luogo  alla 
istanza  o  querela. 

Art.  28  (58).  —  Immediatamente  dopo  la  istanza  o  la  querela,  il  giudice  istrut- 
tore, 0  il  pretore  nei  luoghi  ove  non  risiede  il  giudice  istruttore,  può  ordinare  il  se- 
questro degli  scritti  o  stampati  »  cui  la  istanza  o  la  querela  si  riferisce. 

Art.  29  (59).  —  L'ordinanza  per  il  sequestro  e  il  verbale  della  sua  esecuzione 
sono  notificati,  entro  il  termine  di  ventiquattr'ore,  alla  persona  contro  la  quale  ha 
avuto  luogo  il  sequestro  medesimo. 

Art.  30  (33).  —  (n  caso  di  recidiva  nelle  contravvenzioni  prevedute  dalla  pre- 
sente legge,  l'ammenda  è  accresciuta  della  metà. 

Abbiamo  scritto  in  corsivo  gii  articoli  6,  8,  i8  e  parte  del  25,  perchè  sono  quelli 
che  in  realtà  stabiliscono  le  differenze  essenziali  fra  la  vecchia  e  la  nuova  legislazione. 

Eliminato,  come  dicemmo,  tatto  quanto  riferiscesi  alla  sanzione  penale  per  i  reati, 
restava  soltanto  da  regolare  il  modo,  l'esercizio  del  diritto  di  stampa  e  la  questione 
della  responsabilità.  All'antico  gerente  è  stato  sostituito  un  direttore  responsabile  o  cor- 
responsabile, secondo  i  casi,  e  alla  tacita  sua  complicità  nella  immorale  finzione  che 
trasformava  in  capo,  direttore,  gestore  di  un  giornale  un  povero  analfabeta,  la  nuova 
legge  sostituisce  una  pena  abbastanza  grave,  sia  per  colui  che  si  prestasse  a  questa 
finzione,  sia  per  chi  ne  approfittasse  per  nascondere  la  propria  responsabilità. 

Quanto  alla  responsabihtà  degli  autori,  è  stabilita  molto  più  largamente  e  moral- 
mente. Adesso,  perchè  l'autore  sia  incriminato,  occorre  che  abbia  apposta  la  sua  firma 
a  piedi  dell'articolo,  altrimenti  —  a  stretto  rigore  —  non  gli  basta  neppure  il  palesarsi 
per  acquistare  diritto  a  rivendicare  la  sua  parte  di  responsabilità.  Col  nuovo  progetto, 
questa  immorale  complicità  della  legge  è  eliminata,  e  siccome  la  rivelaiione  dell'autore 
diminuisce  la  reità  del  direttore,  cosi  questi  penserà  a  garantirsi,  e  in  tal  modo  il  vero 
colpevole  andrà  meno  facilmente  impunito. 

Un'altra  disposizione  nuova  è  quella  che  riguarda  il  veto  di  pubblicare  i  dibatti- 
menti nelle  querele  per  diffamazione.  Questa  pubblicazione  costituiva  il  più  delle  volte 
una  replica  del  veto  per  cui  procedevasi,  ed  è  giusto  portarvi  riparo. 

In  sostanza,  la  nuova  legge,  abbandonando  il  sistema  francese  —  di  cui  s'era  tra- 
dito del  resto  l'istituto  principale,  mutando  il  gerente  o  gestore  reale,  in  una  testa  di 
legno  —  camminerebbe  sulle  traccie  delle  legislazioni  inglese,  tedesca  e  austriaca,  che 
per  i  giornali  esigono  anzitutto  la  responsabilità  del  ^/li/ù/jero  compilatore  principale, 
e  lo  ritengono  come  complice  anche  allorquando  è  noto  e  processato  lo  scrittore  del- 
l'articolo. 


ANNO    XI  —  1889 


IL    COMMERCIO 

MONITORE    DEI    FALLIMENTI. 

Organo  degli  interessi  mercantili  d'Italia. 

Unico  premiato  con  medaglia  all'Esposizione  tipografica  di  Milano  1887. 


Direttore:    G.  SORMANI. 


Abbonamento:     24  fr.  anno;  Estero  40  fr. 

Corso  Vittorio  Emanuele,  12-Ì4-Ì6. 
(Vedi  Provincia  di  MILANO.) 


LA  LIBERTÀ  DI  STAMPA^'- 


Sommario  :  —  1.  Libertà  del  pensiero  e  delle  sue  manifestazioni  in  genere.  —  2.  Libertà 
di  parola  e  suoi  limiti.  —  3.  Grandezza  e  potenza  della  stampa.  —  4.  Mo- 
dernità della  sua  libertà.  —  5.  Libertà  della  stampa  in  Inghilterra.  —  6.  In 
Francia.  —  7.  In  Belgio,  in  Germania  e  in  Svizzera.  —  8.  Legislazione  ita- 
liana.—  9.  duesiti  costituzionali  sulla  libertà  della  stampa.  — 10.  Obbie- 
zioni alla  sua  libertà.  — 11.  Ragioni  in  favore  — 12.  Limiti  alla  medesima,  — 
13.  Prevenzioni  inammissibili.  Censura  ed  autorizzazioni.  —  14.  Altri  mezzi 
preventivi.  Polizia  sulle  stamperie.  Obbligo  di  previe  dichiarazioni,  rico- 
gnizioni e  presentazioni  delle  pubblicazioni  periodiche. — 15.  Bollo.— 
16.  Cauzione,  —  17.  Firma  degli  articoli.  —  18.  Ammonizioni,  sospensioni 
e  soppressioni  amministrative  — 19.  Sequestro  provvisorio.  —  20  Sistema 
repressivo.  —  21.  Persone  responsabili  di  reati  mediante  la  stampa.  — 
22.  Gerente  responsabile  —  23-  I  giurati  nei  reati  di  stampa.  —  24.  La 
libertà  della  stampa  nei  casi  di  gravi  guerre,  rivoluzioni  e  disordini. — 
25.  Valore  giuridico  attuale  del  secondo  comma  dell'art.  28  dello  Statuto. 

1.  Ciò  che  vi  ha  di  più  intimo  nell'uomo  è  il  pensiero.  Sia  che  esso 
si  volga  al  concetto  di  Dio  o  alle  credenze  religiose,  sia  alle  cose  dello 
Stato,  alla  politica  ed  all'amministrazione,  sia  alle  questioni  sociali  ed 
economiche,  sia  alle  lettere,  alle  scienze  ed  alle  arti,  sia  al  modo  di 
vivere  ed  alle  azioni  degli  altri  uomini,  il  pensiero,  poiché  resta  nel 
chiuso  della  propria  mente,  è  la  cosa  più  libera  che  si  possa  immagi- 
nare. Gli  è  vero  che  in  altri  tempi  non  mancarono  dei  governi  che 
procurarono  di  penetrare  nell'interno  della  mente  e  del  cuore  dell'uomo, 
investigando  i  menomi  indizi  di  animo  contrario  a  ciò  che  essi  impo- 
nevano come  ordine  religioso  o  politico,  ed  elevandoli  a  certezza  di  gra- 
vissimi reati.  Ma  tali  esempi  di  tirannia  non  han  d'uopo  di  confutazione. 
Oggi  è  certamente  incontestato  che  il  pensiero  è  assolutamente  sacro 
all'azione  degli  altri  uomini  e  del  potere  pubbhco. 

Ma  il  pensiero  non  è  fatto  per  restar  chiuso  nella  mente,  l'uomo 
anzi  è  nato  per  la  società  politica,  religiosa,  civile  in  genere;  e  non  si 
potrebbe  parlare  di  libertà  dell'uomo,  se  non  si  avesse  la  libera  facoltà 
di  manifestare  il  proprio  pensiero  in  una  qualunque  delle  forme  di 
espressione  del  medesimo,  mediante  la  parola  parlata  e  la  scritta.  Quindi 
le  varie  hbert^,  di  parola,  di  corrispondenza  epistolare,  di  predicazione, 
di  stampa,  d' insegnamento. 

Qui  però,  in  queste  manifestazioni  esterne  del  pensiero,  sorgono 
le  difficoltà  e  le  questioni;  perocché  in  tutte  esse,  il  mio  pensiero  po- 
tendo riuscire  lesivo  del  diritto  altrui,  privato  e  pubblico,  come  nel- 
l'abuso simile  d'ogni  altra  libertà,  gh  altri  cittadini  han  diritto  di  esser 
difesi  e  guarentiti,  e  Io  Stato  ha  il  dovere  di  tracciare  dei  limiti  alla 
libertà,  e  di  punire  le  violazioni  del  diritto. 


(i)  Questo  importantissimo  capitolo  è  tolto  dal   Trattato  di  Diritto  Costituiionah 
di  Luigi  Palma,  già  professore  nella  R.  Università  di  Roma,  ora  Consigliere  di  Stato. 


192  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

2.  La  prima  e  più  generale  forma  di  espressione  del  pensiero  è  certo 
la  parola  parlata.  Tacito  rimpianse  quella  rara  temporum  felicitas  ubi 
sentire  qtiae  velis  et  qtiae  sentias  dicere  licei.  Sarebbe  assurdo  assoggettare 
le  parole  degli  uomini  a  un  sindacato  preventivo;  evidentemente  la  pa- 
rola non  può  essere  soggetta  ad  altro  freno  che  a  quello  repressivo 
comune  del  codice  penale  e  del  potere  giudiziario,  come  in  tutte  le  altre 
libertà  più  naturali,  per  esempio,  quella  di  camminare,  di  mangiare,  di 
portare  un  bastone.  Certamente  non  ne  segue  che  si  possa  camminare 
nella  casa  altrui,  dar  di  piglio  nel  pane  altrui,  portare  il  bastone  sulle 
altrui  spalle,  sotto  pena  di  essere  punito  secondo  le  leggi. 

Così  anche  la  parola  libera  può  riuscire  cagione  di  male,  di  lesione 
del  diritto  altrui  può  riuscire  minacciosa,  ingiuriosa,  oltraggiosa,  diffa- 
matrice,  provocatrice  a  reati,  a  ribellioni  e  disordini.  E  se  la  libertà 
della  parola  dev'essere  sacra,  non  può  esserlo  meno  l'onore  dei  cittadini 
e  l'ordine  pubblico.  E  come  è  punibile  chi,  secondo  i  criteri  comuni 
dell'  imputabilità,  attenta  alla  proprietà  altrui,  dev'essere  ancora  punito 
chi  offende  colla  parola  l'altrui  onore  o  diritto,  la  pubblica  pace.  Quindi 
i  tanti  articoli  del  nostro  Codice  penale  sui  reati  pubblici  e  privati,  me- 
diante la  parola:  dei  quali  ci  basta  soltanto  notare  gli  art.  183,  185,  187, 
sulle  violazioni  della  libertà  e  dell'ordine  religioso,  gli  art.  268,  269, 
sugli  abusi  mediante  la  parola  dei  ministri  dei  culti  nell'esercizio  delle 
loro  funzioni;  gli  art.  268,  469,  471  sulle  provocazioni  a  commettere 
reati;  gli  art.  570,  572,  583  sulle  diffamazioni  e  sulle  ingiurie.  Noi 
non  abbiamo  ad  occuparcene,  si  tratta  semplicemente  di  reati  e  di  Co- 
dice penale,  siamo  fuori  del  campo  e  dei  termini  del  diritto  costitu- 
zionale. 

Alcune  eccezioni  fanno  le  nostre  leggi  costituzionali  a  questi  prin- 
cipe di  comune  diritto  punitivo,  e  sono  l'irresponsabilità  del  Re,  quella 
sancita  per  il  Papa  nella  legge  delle  Guarentigie,  e  l'altra  dei  discorsi 
dei  deputati  e  dei  senatori  nel  Parlamento,  conforme  all'art.  51  dello 
Statuto.  Noi  non  abbiamo  a  tornare  qui  sulla  irresponsabilità  del  Re, 
né  a  commentare  quella  del  Sommo  Pontefice.  Rammentiamo  soltanto 
che  quella  dei  membri  delle  Camere,  giustificatissima,  è  limitata,  se 
non  dal  Codice  penale  0  dal  potere  giudiziario,  dal  Regolamento  e  dal 
potere  del  Presidente;  ed  ove  la  presidenza  non  bastasse  potrebbe  prov- 
vedere in  certo  modo  il  diritto  del  potere  regio  di  proroga  e  di  chiu- 
sura delle  Camere,  e  di  dissoluzione  di  quella  dei  deputati. 

Una  considerazione  particolare  meriterebbe  però,  per  le  attinenze 
costituzionali,  la  libertà  della  parola,  degli  oratori  nelle  pubbliche  riu- 
nioni ed  associazioni,  degl'  insegnanti  nelle  scuole,  dei  predicatori  nelle 
scuole.  Ma  noi  della  libertà  di  riunione  e  di  associazione,  e  di  quella 
di  insegnamento,  discorriamo  a  parte  in  altri  capitoh  di  questo  libro; 
e  di  quella  delle  Chiese  e  dei  loro  ministri  non  intendiamo  discorrere 
di  proposito  in  questo  volume.  Ci  accontentiamo  di  osservare  sempli- 
cemente che  i  mmistri  delle  Chiese,  i  predicatori  ecclesiastici  sono  in 
una  condizione  particolare,  non  parlano  come  un  individuo  qualsiasi. 
Parlando  a  dei  credenti  che  debbono  considerarli  investiti  di  una  mis- 
sione divina,  nella  casa  di  Dio,  nel  nome  di  un   Dio,  se   offendono  il 


LA   LIBERTÀ  DI   STAMPA.  193 

diritto  dello  Stato  entro  il  quale  vivono,  e  da  cui  sono  protetti  nella 
stessa  loro  libertà  religiosa,  commettono  uà  reato  più  q;rave  di  un  altro 
cittadino  che  pronunciasse  un'  ingiuria  comune,  che  oltraggiasse  le  isti- 
tuzioni, le  leggi  dello  Staro,  che  ne  provocasse  alla  disobbedienzi  e  alle 
ribellioni,  e  han  d'uopo  di  speciali  e  maggiori  freni;  senza  che  per  ciò 
si  leda  o  l'eguaglianza  dei  cittadini  davanti  alla  legge  o  la  giusta  libertà 
religiosa. 

3.  Le  questioni  veramente  gravi  sono  sulla  stampa.  Molte  invenzioni 
hanno  più  o  meno  grandemente  mutato  l'aspetto  della  società,  l'alfabeto, 
la  moneta,  la  polvere,  la  bussola,  la  scoperta  di  America,  la  cambiale, 
il  biglietto  di  banca;  ai  giorni  nostri  il  vapore  ed  il  telegrafo  elettrico; 
ma  è  dubbio  se,  tranne  l'alfabeto,  a^cun'altra  invenzione  possa  compa- 
rarsi in  efficacia  civile  alla  stampa.  La  moneta,  rimontante  ai  primissimi 
tempi,  ha  potuto  fare  uscire  il  commercio  degli  uomini  dalle  angustie 
del  b'ratto,  e  fare  scambiare  insieme  facilmente  i  prodotti  della  umana 
famiglia  ;  la  cambiale  ed  il  biglietto  di  banca  han  potuto  perfezionare 
esso  commercio;  la  bussola  ci  ha  aperto  le  vie  dell'Oceano;  i  fucili  e 
le  artiglierie,  togliendo  il  monopolio  dell'arte  della  guerra  agli  uomini 
di  ferro  della  cavalleria,  han  potuto  valere  potentemente  ad  abbattere 
le  castella  feudali  e  il  dominio  dell'aristocrazia;  la  scoperta  di  America 
ha  potuto  allargare  i  confini  dell'attività  umana;  il  vapore  oggi  e  il 
telegrafo  hanno  maravigliosamente  accresciuto  il  commercio  intellettuale 
morale  ed  economico  degli  uomini  e,  delle  nazioni,  aumentato  a  un 
tempo  i  mezzi  di  governo  degli  Stati,  e  la  libertà  degli  uomini  sulla 
terra  di  comunicazione  e  di  azione.  Ma  la  stampa  non  ha  solo  conser- 
vato e  assicurato  e  diffuso  i  tesori  intellettuali  del  mondo  antico,  dif- 
fonde, conserva  e  assicura  ogni  progresso  della  umana  famiglia;  ma  ha 
combattuto  e  vinto  un'infinità  di  errori,  ha  dato  le  ali  al  pensiero  umano, 
ha  fatto  e  fa  vivere  milioni  e  milioni  d'  uomini  della  vita  intellettuale 
e  politica,  fa  penetrare  nel  più  umile  casolare  i  discorsi  e  i  fatti  della 
politica,  i  pensieri  religiosi,  i  capolavori  dell'arte,  le  verità  della  scienza; 
ha  provocato  uno  sviluppo  ignoto  ai  secoli  precedenti,  di  libertà  intel- 
lettuale, di  eguaglianza  e  di  libertà  politica,  religiosa,  morale  e  civile, 
crea  un'opinione  pubblica  illuminata  e  potente  davanti  ai  poteri  dello 
Stato. 

Se  però  da  una  parte  la  stampa  ha  tanto  potere  pel  bene,  non  può 
negarsi  che  l'abbia  ancora  grandissimo  pel  male;  quel  libro,  quel  gior- 
nale cosi  potente  a  diffondere  il  bello,  il  giusto,  il  vero  e  il  buono,  a 
farli  trionfare  mettendo  in  comune  le  idee  e  gli  sforzi,  possono  essere 
impiegati  invece  a  inculcare  il  male,  l'osceno,  il  falso,  l' ingiusto;  a  in- 
giuriare, a  calunniare,  a  diffamare,  a  destare  tristi  e  malvagi  sentimenti, 
e  provocare  reati  privati  e  pubblici. 

4.  Quindi  l'eterna  lotta  tra  i  fautori  e  i  nemici  della  sua  libertà,  e 
il  perchè  dell'essere,  come  la  religione,  l'ultima  venuta  nella  serie  delle 
libertà  civili.  La  libertà  politica  propriamente  detta,  di  partecipare  al 
governo  del  proprio  paese  è  antica,  la  conobbero  in  diverso  grado  e 
modo  i  Fenicii,  i  Cartaginesi,  la  razza  ellenica  e  l'italica,  Atene  e  Roma, 
Firenze  e  le  altre   repubbliche   italiane;   l'eguaglianza   è  per   lo    meno 

N.  Bernardini — Guida  della  Stampa  (leriodica  italiana — i^. 


194  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA.   ITALIANA. 

scritta  nell'Evangelo;  il  diritto  di  non  essere  imprigionati  che  secondo 
le  leggi,  di  non  essere  giudicati  che  dai  cittadini  medesimi  e  secondo  le 
leggi,  sono  scritti  nella  Magna  carta  d'Inghilterra;  ma  il  diritto  di 
pubblicare  liberamente  i  pensieri  mediante  la  stampa,  è  una  libertà  af- 
fatto moderna.  La  libera  Atene  s'intende  che  non  potesse  avere  libertà 
di  stampa,  ma  possiamo  ritenere  che  non  l'avrebbe  sancita,  quando 
rammentiamo  che  vi  fu  conriannato  Socrate  a  bere  la  cicuta,  perchè 
parlava  sul  conto  degli  Dei  diversamente  dalla  maggioranza;  e  con  tutto 
che  la  sua  parola  dovesse  avere  ben  minore  efficacia  di  quella  pubbli- 
cata in  un  giornale,  in  una  rivista  o  in  un  libro  da  un  eminente  pen- 
satore moderno.  Non  la  ebbero  naturalmente  e  del  pari  gli  uomini  liberi 
del  Medio  Evo  e  delle  nostre  repubbliche,  anteriori  alla  sua  invenzione. 
La  rigettarono  e  s'  intende  bene  per  l' indole  del  cattolicismo  poggiante 
sull'autorità,  i  Papi  (i);  ma  anche  la  sconobbero  i  riformatori  religiosi 
di  Germania  e  d' Inghilterra,  Lutero  e  Calvino,  i  Puritani,  i  fondatori 
del  governo  parlamentare  inglese,  delle  repubbliche  olandesi  e  svizzere, 
della  democrazia  coloniale  americana  o  della  Nuova  Inghilterra.  La 
stampa  potè  sembrar  meno  serva,  sotto  alcuni  rispetti,  a  Venezia,  perchè 
vi  si  potevano  pubblicare  dei  libri  che  non  erano  tollerati,  per  esempio, 
a  Roma,  a  Madrid  o  a  Napoli  ;  potè  sembrar  libera  in  Olanda,  perchè 
vi  si  potevano  discutere  la  monarchia  ed  altre  cose  di  Stato  e  di  Chiesa 
che  non  sarebbero  state  permesse  nei  regni  contemporanei;  ma  in  realtà 
prima  del  1789  la  libertà  di  stampa  non  s'aveva  che  in  Inghilterra,  ed 
anche  colà  da  non  molto  tempo,  e  dopo  molti  contrasti,  e  non  del  tutto 
perfettamente  0  legalmente  (2). 

5.  Colà  il  diritto  comune  non  conosceva  e  non  poteva  conoscere 
la  censura,  ma  non  perciò  vi  si  conobbe  in  origine  la  libertà  della 
stampa. 

Gli  scrittori  vi  furono  obbligati  alla  censura  preventiva  dalla  fa- 
mosa commissione  regia,  detta  Camera  stellata;  e  queUi  che  spiacevano 
alla  Regia  erano  soggetti  alle  più  barbare  pene,  dalle  multe  e  dallo 
esilio,  alla  Torre  di  Londra,  al  taglio  delle  orecchie  e  della  destra.  È 
famoso  sotto  EHsabetta  il  fatto  di  John  Stubbs,  il  quale  avendo  pub- 
blicato un  opuscolo  contro  il  progetto  di  matrimonio  della  regina  col 
duca  di  Angiò,  fu  condannato  alla  pena  di  aver  tronco  il  pugno;  e  si 
trattava  di  uno  scrittore  cosi  realista,  che  dopo  l'esecuzione,  gli  storici 


(i)  Papa  Pio  IV,  che  sanzionò  e  proclamò  i  canoni  del  concilio  di  Trento,  colla 
sua  bolla  dei  26  gennaio  1564,  vi  aggiunse  persino  la  proibizione  di  commentarli  o 
interpretarli  :  «  Ad  vitandum  praeterea  perversionem  et  confusionem,  quae  oriri  posset, 
si  unicuiquae  liceret,  prout  ei  liberei,  in  decreta  Concilii  comentarios  et  interpretationes 
suas  edere.  Apostolica  auctoritate  inhibemus  omnibus,  ne  quis  sine  auctoritate  nostra 
audeat  ullos  comentarios,  glossas,  admonitiones,  scholia,  ullunve  interpretationis  genus 
super  ipsius  Concilii  decretis,  quocumque  modo  edere,  aut  quidam  quocumque  nomine, 
etiam  sub  praetesta  majoris  decretorum  corroborationis,  aut  executionis;  aliave  quaestio 
colore,  statuere  ». 

(2)  Si  dà  lode  dal  Lieber  (On  Civil  Liberty,  Ch.  XIII)  all'  assemblea  del  Mas- 
sachusset  di  essere  stata  il  primo  corpo  legislativo  che  avesse  autorizzata  la  pubblicità 
nelle  cose  pubbliche  ;  ma  si  tratta  di  un  piccolo  paese  remoto  e  inglese,  e  di  un 
atto  del  1766. 


La  libertà  dt  stampa,  195 

raccontano  che  coU'altra  mano  gittò  iì  cappello  in  aria,  e  gridò:   Viva 
la  Regina  (i). 

Ma  lisciando  stare  e  i  Tudors,  e  Giacomo  I  e  Carlo  I  Stuardi, 
non  fu  meno  severo  verso  la  stampa  il  Lungo  Parlamento.  Basta  ri- 
cordare che  una  sua  legge  del  1643  istituiva  speciali  censure  pei  libri 
di  teologia  e  di  giurispruden'^a,  gli  opuscoli,  i  disegni,  gli  almanacchi  ; 
erano  sottoposti  alla  censura  comune  le  opere  di  chirurgia  e  di  fisica. 
Quel  governo  repubblicano  a  20  settembre  1647  decretò  che,  non  optante 
ogni  privilegio  in  contrario,  nessun  libro  potesse  essere  stamparo  senza 
essere  prima  letto  e  permesso  dal  censore  pubbl'co:  che  fossero  per- 
messe le  investigazioni  domiciliari  pei  libri  e  gli  stampati  proibiti;  che 
la  posta  trasporterebbe  soltanto  i  libri  innocenti;  eh-  dovessero  indicarsi 
all'autorità  tutte  le  stamp^Tie,  che  gli  stampatori  ed  autori  fossero  sog- 
getti a  fornire  cauzione,  le  vendite  dei  libri  stran'eri  ad  autorizzazione: 
che  fossero  imprigionati  e  frustati  i  librai  ambulanti  come  i  cantatori 
di  ballate. 

Quindi  lo  statuto  di  Carlo  II  del  1662,  limitò  il  numero  degli 
stampatori  a  venti,  circoscriiti  a  Londra,  York,  Oxford  e  Cambridge; 
e  li  obbligò  alla  patente,  e  alla  censura  preventiva,  nelle  cose  di  diritto, 
del  Gran  Cancelliere  o  di  uno  d^i  capi  delle  corti  superiori  (Chief  ju- 
stice)  ;  per  le  C(  se  di  storia  e  di  politica,  di  uno  dei  segretarii  di  Stato; 
per  la  filosofia,  la  teolo^'ia,  la  fisica  ecc.,  del  vescovo  di  Londra  o  del- 
l'arcivescovo di  Conterbury.  Inutile  aggiungere  le  esorbitanti  sanzioni 
penali.  Nel  1666  la  censura  fu  tolta  alla  Chiesa  ed  avocata  al  Re,  ma 
la  severità  del  sistema  durò  fino  al  1679  (2).  Per  allora  era  riuscita 
vana  la  difesa  della  libertà  della  stampa  di  M'iton,  nel  suo  opuscolo 
Jreopa^iticay  in  cui  lo  sostenne  contro  i  pregiudizi  dei  suoi  contempo- 
ranei; e  il  quale,  se  è  meno  famoso  del  Paradiso  perduto,  non  è  meno 
glorioso,  essendo  stato  forse  il  primo  tra  i  pensatori  moderni  a  difendervi 
vigorosamente  la  libertà  di  pubblicare  i  proprii  pensieri. 

Senonchè  ai  26  maggio  1679,  spirando  l'atto  che  regolava  la  stampa, 
essa  per  un  breve  tratto  divenne  alquanto  libera,  cioè  soggetta  soltanto 
al  diritto  comune.  Ma  ciò  poco  giovava  alla  libera  manifestazione  del 
pensiero,  per  l'immaturità  dei  tempi  e  la  qualità  del  sentimento  pubblico. 

Il  timore  delle  gravi  punizioni,  che  non  mancavano  mai  d'inflig- 
gere i  giurati,  suppliva  alla  mancanza  della  censura.  La  università  di 
Oxford,  il  giorno  che  fu  messo  a  morte  Russel,  adottò  con  solenne  atto 
pubblico  la  teoria  di  Filmer,  e  ordinò  che  fossero  solennemente  bruciati 
i  libri  di  Buchaman,  di  Milton  e  di  Baxter  (3). 

Si  era  così  rigorosi,  che  sotto  Giacomo  II  il  Samuele  Johnson,  per 
avere  scritto  un  indirizzo  violento  all'armata  contro  i  papisti,  stimato 
atto  ad  ammutinare  i  soldati,  fu  condannato  ad  essere  spogliato  degli 
abiti  sacerdotali  e  frustato,  ed  ebbe  non  meno  di  317  colpi  di  frusta 
che  sostenne  con  immensa  fortezza  (4). 


(i)  Hallaman,  Storia  costituzionale  d'Inghilterra.  Capo  V. 

(2)  Hallaman,  Capo  XIII. 

(3)  Macaulay,  History  of  Englancl,  II,  p.  266. 

(4)  Id.  VI,  338-340. 


196  GUIDA    DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

Si  può  notare  che  nel  1685  non  esistesse  che  la  sola  Ga:(^:(etta  di  Lon- 
dra, in  quello  stesso  anno  1685  si  tornò  al  sistema  preventivo  speciale, 
mediante  il  cosi  detto  Licensing  Act,  ossia  atto  per  preventre  gli  abusi  della 
stampa  di  opuscoli  sediziosi  e  non  forniti  di  licen:(a,  che  sopravvisse 
per  alcuni  anni  alla  caduta  degli  Stuardi  e  del  governo  arbitrario. 

In  conclusione,  l'Inghilterra  al  1688  poteva  avere  tutte  le  libertà 
tranne  quella  della  stampa,  e  di  fatti  essa  non  è  stata  annoverata  nella 
dichiarazione  dei  diritti;  non  faceva  parte  del  diritto  storico  inglese,  non 
era  nella  coscienza  pubblica. 

Il  nuovo  governo  cominciò  col  mantenere  i  vecchi  vincoli  sulla 
stampa  e  quindi  la  censura  preventiva.  Vero  é  che,  non  ostante  essa, 
la  stampa  giacobita  fu  sempre  attivissima,  ma  si  vendicavano  colle  più 
fiere  repressioni. 

Le  idee  comuni  sulla  stampa  di  quei  liberali  eran  tali  che  Gu- 
glielmo Anderson,  nel  1693,  scoperto  come  autore  di  scritti  giacobiti 
stampati  clandestinamente,  fu  condannato  a  morte  e  giustiziato.  In  quello 
stesso  anno  il  deputato  Huight  avendo  pronunciato  alla  Camera  un  vio- 
lento discorso,  e  stampatolo  senza  licenza,  per  isfuggire  alla  reclusione 
nella  Torre  di  Londra,  dovè  supplicare  la  Camera  a  disdirsi:  ma  il 
discorso  fu  dichiarato  scandaloso  e  sedizioso,  ed  arso  dal  boia  nel  cor- 
tile del  palazzo  (i). 

Bisogna  aggiungere  che  la  mantenuta  censura  in  principio  non  levò 
rumore  contro  di  sé,  non  solo  per  le  idee  del  tempo  favorevoli  a  quelle 
restrizioni,  ma  anche  perchè  il  nuovo  censore,  Lestrange,  che  tenne 
l'ufficio  nei  primi  tre  anni  di  re  Guglielmo  era  luhig,  e  coi  suoi  prin- 
cipii  liberali  di  quel  partito  si  poteva  dire  di  avere  praticamente  una 
qualche  libertà.  Ma  succeduto  a  lui  il  tory  Bohun,  le  lagnanze  furono 
tali  che  fu  censurato  dai  Comuni  e  quindi  dimesso.  E  merita  di  es- 
sere ricordato  nella  storia  delle  astuzie  politiche  il  mezzo  che  fu  usato 
per  rovinarlo.  Egli  professava  l'opinione  che  Guglielmo  era  Re,  non  per 
il  diritto  del  popolo  inglese  di  considerare  come  rinunciante  e  di  deporre 
Giacomo  II,  ma  per  diritto  di  conquista.  Un  perverso  uomo,  il  Blonut, 
che  voleva  vendicarsi  di  lui,  gli  tese  l'ingegnosa  trappola  di  far  pub- 
blicare un  opuscolo,  secondo  le  idee  del  censore;  il  quale  opuscolo 
naturalmente  piacque,  e  pose  in  sospetto  e  in  uggia  il  censore  e  la 
censura  presso  i  Comuni,  i  quali  si  erano  fondati  su  ben  altri  principia 
In  poche  parole  il  Licensing  act  fu  prolungato  soltanto  per  altri  due 
anni,  e  scaduto  nel  1694  non  fu  più  voluto  rinnovare  dai  Comuni,  non 
ostante  l'approvazione  dei  Lordi,  e  i  tentativi  di  ristabihrlo,  ripetutisi 
fino  al  1698. 

Cosi  si  trovò  stabilita  la  libertà,  cioè  l'abolizione  della  censura  e 
il  ritorno  al  regime  repressivo  del  diritto  comune. 

Macaulay  però  osserva  che  si  era  ben  lungi  di  sospettare  l'impor- 
tanza di  quello  che  si  faceva  e  della  nuova  potenza  che  si  fondava.  La 
censura  fu  abolita  propriamente  per  cause  secondarie,  per  non  sancire 
le  restrizioni  commerciali  e  le  visite  domiciliari  che  richiedeva,  non  per 


(i)  Macaulay,  History  of  England,  XX,  p.  298. 


LA    LIBERTÀ    DI    STAMPA.  197 

i  grandi  principi!  di  diritto  e  di  libertà  che  vi  si  annettevano  ;  e  passò 
così  inosservata  che  non  è  stata  neppur  menzionata  nei  diarii  e  nei 
dispacci  olandesi  che  informavano  di  tutte  le  Provincie  Unite  (i). 

Lo  storico  illustre,  il  quale  narrò  cosi  splendidamente  quel  ricco 
periodo  di  vita  della  sua  nobile  patria,  racconta  che  si  vide  allora  sor- 
gere una  folla  di  giornali  e  di  scritti,  e  accadere  che  l'Opposizione  fosse 
meno  violenta:  a  suo  avviso  per  questa  ragione  che,  sotto  la  censura 
l'Opposizione  moderata  era  impedita,  e  trovava  luogo  soltanto  la  stampa 
clandestina  e  violenta.  Tra  i  molti  che  avevano  l'abitudine  di  scrivere 
contro  il  governo,  vi  era  appena  un  uomo  solo  di  giudizio,  temperanza 
ed  integrità.  Il  solo  fatto  di  dovere  agire  contro  la  legge  corrompeva, 
e  dava  le  abitudini  dei  contrabbandieri.  Non  potendosi  evitare  le  critiche, 
era  non  solo  conforme  al  diritto  ma  alla  buona  politica  farvi  partecipare 
i  migliori  avversari!. 

«  L'emancipazione  della  stampa  produsse  un  grande  e  salutare  can- 
giamento. I  migliori  e  più  saggi  uomini  nelle  file  dell'Opposizione  as- 
sunsero ora  un  ufficio  che  era  stato  fin  allora  abbandonato  ai  cervelli 
caldi  e  agU  uomini  senza  principii.  Furono  scritti  dei  trattati  contro  il 
governo  in  uno  stile  non  isconveniente  ad  uomini  di  Stato  e  a  genti- 
luomini; ed  anche  le  composizioni  della  più  bassa  e  fiera  classe  dei 
malcontenti  divennero  in  qualche  modo  meno  brutali  e  meno  ribalde 
che  nei  giorni  della  censura.  Alcuni  uomini  deboli  avevano  immaginato 
che  la  religione  e  la  moralità  avevano  bisogno  della  protezione  del  cen- 
sore. Il  fatto  provò  potentemente  che  essi  erano  in  errore.  In  verità  la 
censura  aveva  appena  messo  un  freno  alla  licenza  o  alla  empietà.  Il  Pa- 
radiso perduto  a  mala  pena  era  sfuggito  alla  mutilazione,  perchè  era 
l'opera  di  un  uomo  la  cui  politica  era  odiosa  al  potere  governante . . . 
(mentre  i  hbri  licenziosi  dei  cortigiani  erano  stampati  liberamente).  Dal 
giorno  che  fu  compiuta  l'emancipazione  della  nostra  letteratura,  inco- 
minciò ancora  la  sua  purificazione.  La  purificazione  non  fu  eff"etto  del- 
l'intervento di  senati  o  di  magistrati,  ma  dell'opinione  del  gran  corpo 
degli  Inglesi  colti,  avanti  ai  quali  era  presentato  il  male  e  il  bene,  e 
che  erano  stati  lasciati  liberi  di  fare  la  loro  scelta.  Durante  i6o  anni 
la  libertà  della  nostra  stampa  è  divenuta  costantemente  sempre  più  com- 
pleta, e  durante  codesti  i6o  anni  il  freno  imposto  agli  scrittori  dal  sen- 
timento dei  lettori  è  stato  costantemente  sempre  più  ristretto.  In  fine 
anche  quella  classe  di  opere  in  cui  dapprima  si  pensava  avere  il  privi- 
legio di  una  voluttuosa  fantasia,  come  i  canti  amorosi,  le  commedie,  i 
romanzi,  sono  divenuti  più  decorosi  dei  sermoni  del  secolo  xvii  »  (2). 
La  più  libera  stampa  di  Europa  è  divenuta  la  più  schifiltosa.  Cosi  l' In- 
ghilterra, come  in  altre  parti  del  viver  libero  moderno,  si  procacciò  la 
gloria  di  essere  stata  la  prima  delle  nazioni  a  lasciar  libera  la  stampa 
e  a  goderne  i  beneficii.  Si  errerebbe  però  a  credere  che  anche  in  quel 
paese  la  libertà  della  stampa  fosse  dal  1694  *^osl  piena  ed  incontestata 
come  si  ammira  e  si  gode  oggidì.  Oltreché  le  pene  contro  i  libelli  erano 


(i)  Macaulay,  History  of  Englaad  —  XXI,  4-6. 
(2)  Id.  Id.  p.  69-70. 


198  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

sempre  gravissime;  per  lungo  tempo  la  magistratura,  organo  dei  con- 
cetti restrittivi  di  un'altra  età,  pretese  che  i  giurati,  i  quali  erano  chia- 
mati a  pronunciare  il  loro  verdetto  sulle  accuse  di  reati  di  stampa,  do- 
vessero limitarsi  a  dichiarare  se  l'accusato  era  l'autore  o  pubblicatore 
dello  scritto  incriminato,  ma  il  giudizio  sulla  colpabilità  dello  scritto 
stesso,  se  era  o  pur  no  un  Hbello,  era  loro  sottratto  e  spettava  unica- 
mente ai  giudici;  il  che  effettivamente  sottraeva  il  giudizio  dei  reati  di 
stampa  ai  giudici  popolari,  e  li  poneva  in  balla  dei  giudici  regii,  più 
ombrosi  e  severi.  Non  fu  che  nel  1773,  nel  famoso  caso  del  decano  di 
Saint-Asaph  che  il  più  illustre  avvocato  inglese  di  quell'epoca,  Erskine, 
più  che  la  causa  del  suo  cliente,  difese  quella  della  libertà  della  stampa, 
combattendo  vigorosamente  ed  eL^quentemente  le  pretese  della  magi- 
stratura. E  non  fu  che  nel  1792  che  Fox  riuscì  a  fare  approvare  dai 
Comuni  con  una  nuova  legge  una  tale  interpretazione. 

La  libertà  della  stampa  era  inoltre  limitata  dagli  antichissimi  privi- 
legi, nei  secoli  scorsi  esercitati  severissimamente,  dei  Lordi  e  dei  Co- 
muni di  tradurre  davanti  a  sé,  e  di  punire  di  multa  e  di  prigionia  ogni 
scrittore  accusato  di  libello  o  d'ingiuria  verso  il  Parlamento  o  alcuno 
dei  suoi  membri.  E  tali  privilegi  sono  ben  lungi  di  essere  aboliti,  seb- 
bene oggidì  la  diversità  dei  tempi  e  dei  costumi  più  non  li  faccia  eser- 
citare, e  li  faccia  soltanto  conservare  come  armi  di  riserva.  Però  anche 
nel  1834  l'editore  del  Mommi;  Post  venne  fatto  imprigionare  dai 
Lordi  per  avere  offeso  il  Cancelliere  Lord  Brougham.  Né  vi  ha  altro 
freno  in  ciò  che  la  moderazione  delle  stesse  Camere,  la  loro  giurisdi- 
zione in  fatto  dei  loro  privilegi  essendo  assoluta;  vale  a  dire  ogni  que- 
stione circa  i  privilegi  dei  Lordi  e  dei  Comuni  dev'essere  decisa,  non 
già  secondo  le  leggi  dai  tribunali  inferiori,  ma  unicamente  a  norma  degli 
usi  e  delle  consuetudini  del  Parlamento. 

Il  vecchio  diritto  inglese  vietava  perfino,  e  severamente,  di  pubblicare  i 
dibattimenti  parlamentari;  anche  ai  membri  era  vietato  di  pubblicare  i  loro 
discorsi.  L'ordinanza  della  Camera  dei  Comuni  del  1641  stabiliva:  «  Nes- 
sun membro  aver  facoltà  di  pubblicare  un  discorso,  o  di  lasciare  copia 
senza  licenza  della  Camera.  »  E  poiché  collo  sviluppo  del  governo  par- 
lamentare, interessava  troppo  al  pubblico  di  conoscere  ciò  che  si  faceva 
al  Parlamento,  divennero  Celebri  nel  secolo  passato  i  resoconti  che  se 
ne  facevano  con  nomi  fìnti,  ma  trasp.irenti,  quale  quello  del  senato  di 
Lilliput.  La  pubblicazione  regolare  fu  osata  nel  1770  da  un  tal  Miller, 
e  ne  venne  una  fiera  lotta,  nella  quale  Miller  essendo  srato  protetto  dalla 
città  di  Londra,  la  Camera  dei  Lomuni  ordinò  di  mandarsi  alla  Torre 
il  Lord  Mayor  e  gli  assessori. 

Allora  l'Opposizione  stancò  la  maggioranza  con  ventitre  votazioni. 
La  lotta  si  rinnovò  persino  nel  secolo  presente  tra  O'  Connel  e  il  Times. 
Vero  è  che,  mutati  tanto  i  costumi  e  le  idee,  oggi  la  pubblicazione  delle 
tornate  parlamentari  è  considerata  come  una  vera  necessità  della  vita 
libera.  La  legge  inoltre  per  lungo  tempo,  oltre  al  dazio  sulla  carta,  im- 
pose ai  giornali  un  gravissimo  bollo,  a  fine  di  scoraggiare  ciò  che  in 
Francia  si  chiama  la  piccola  stampa  a  buon  mercato,  e  cosi  dare  mag- 
gior luogo  ai  giornali  costosi,  organi  delle  classi  colte:  dazio  e  bollo 
non  aboliti  che  nei  1855. 


LA   LIBERTA    DI    STAMPA. 


199 


A  ogni  modo  la  libertà  inglese  della  stampa  non  si  prenda  come 
illimitata  facoltà  di  poter  pubblicare  ciò  che  piaccia,  senza  avere  a  ren- 
derne mai  conto.  Vuol  dire  soltanto  abolizione  della  censura  preventiva  ; 
ma  quando  si  abusi  della  stampa  a  danno  altrui,   e  dello  Stato,    gravi 
pene  colpiscono  i  libelli.  E  si  noti,  che  se  i  giureconsulti  non  sono  stati 
concordi  a  definire  cosa  sia  libello,  oramai  si  ritiene  essere  libello  e  me- 
ritarne le  pene  ogni  pubblicazione  «  tendente  a  eccitare  contro  il  Re  e 
la  sua  amministrazione,  contro  la  costituzione  e  il  governo  o  semplice- 
mente contro  l'amministrazione,  un   grande   odio   e  pubblico  disprezzo 
(great  and  public  baie  and  conlempt).  »  È  libello  ancora,  secondo  il  Cox, 
ogni  pubblicazione  non  giustificata,  o  senza  scusa  legale,  concepita  allo 
scopo  di  far  torto  alla  riputazione  altrui,  esponendo  una  persona  all'odio, 
al  disprezzo  o  al  ridicolo.  E  la  legge  XI-XII  della  Regina  Vittoria,  ar- 
ticolo  12,  punisce  come  fellonia,  ossia  con  morte  o  deportazione  a  vita, 
ogni  eccitamento,  mediante  stampa,  scritto  o  parole  tendenti  alla  depo- 
sizione della  Regina,  alla  guerra,  o  generalmente  all'impiego  della  forza, 
sia  contro  di  lei,  sia  contro  il  Parlamento,  o  a  un'invasione  del  paese. 
E  l'altro  atto  VI  e  VII  della  stessa  Regina,  e.  ^G,  punisce  col  carcere 
fino  ad  un  anno  gli  editori  di  hbelli,  ancora  che  non  avessero  intenzione 
di  offendere,  e  quando  una  tale   intenzione  vi  sia,  con  due,    e  in  ogni 
caso  li  assoggetta  al  pagamento  dei  danni  ed  interessi.  E  quel  che  è  più 
non  si  sono  appigliati  allo  strano  sistema  di  un  uomo  da  nulla   come 
il  gerente  responsabile  italiano,  che  discuteremo  fra  poco,  ma  se  la  pren- 
dono principalmente  cogli  editori,  poi  cogli  stampatori,  il  che  assoggetta 
gli  autori  al  loro  freno.  D'altra  parte  la  legge  inglese  con  gravi  misure 
di  prevenzione  si  assicura  che  il  danno  possa  essere  riparato  o  le  pene 
pecuniarie  siano  applicate.  Difatti  in  Inghilterra    più  non   esiste  la  cen- 
sura, non  vi  ha  alcun  vincolo  agli  stampatori  e  ai  librai,  di  patente,  auto- 
rizzazioni e  simili.    Ma  chi  vuol  pubblicare  un  giornale  deve  farne  di- 
chiarazione al  ministero  dell'interno  a  Londra,  all'ufficio  per  la  stampa 
nei  distretti;  e  indicarne  il  titolo,  il  luogo  della  stampa,  il  proprietario 
o  i  proprietari  od  azionisti,  mancando  alla  quale,  sono  soggetti  alla  multa 
di  lire  Italiane  1250.  I  proprietari  del  giornale  debbono  poi  farsi    gua- 
rentire, per  le  multe  nelle  quali  possono  incorrere,  e  per  le  riparazioni 
dei  danni  da  due  noti  e  solidi  possidenti,  di  pagare,  a  Londra,  fino  a  10,000 
lire  itahane,  nelle  provincie  7,500;  non  che  da  altri  due  che  attestino  la  loro 
morahtà  e  solvibilità.  Ed  ogni  numero  che  esca  prima  di  tali  guarentigie 
dà  luogo  alla  multa  di  500  lire.  La  stampa  inglese  merita  senza  dubbio 
le  grandi  lodi  che  le  si  tributano;  ma  ammettendo  pienamente  l'efficacia 
su  questi  risultati  della  libertà,  non  che  dei  costumi  e  dei  giurati  che 
le  sono  favorevoli,  non  sarebbe  giusto  dimenticare  la  parte  che  possono 
avervi  le  vigorose  repressioni  della  legge  stessa,  ed  anche  le  accennate 
minute  prevenzioni. 

6.  In  Francia,  nella  Dichiarazione  dei  diritti  dell'uomo  dei  26  ago- 
sto 1789,  e  quindi  nella  costituzione  del  179 1,  sancendosi  la  libertà 
della  stampa,  non  si  era  dimenticato  di  parlare  della  sua  responsabihtà. 
L'art.  XI  difatti  statuì:  «  La  libera  comunicazione  dei  pensieri  e  delle 
opinioni  è  uno  dei  diritti  più   preziosi  dell'uomo;   ogni   cittadino  pug 


200  GTTIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA  ITALIANA. 

dunque  parlare,  scrivere  o  stampare  liberamente,  salvo  a  rispondere  del- 
l'abuso di  questa  libertà  nei  casi  determinati  dalia  legs:e.  »  E  sotto  il 
titolo  I,  contenente  le  disposizioni  fondamentali  guarentite  da  essa  co- 
stituzione, si  aggiunse:  «  La  costituzione  guarentisce.. ..  la  libertà  ad 
ogni  uomo  di  parlare,  di  scrivere,  di  stampare  e  pubblicare  i  suoi  pen- 
sieri, senza  che  i  suoi  scritti  possano  essere  soggetti  ad  alcuna  censura 
né  ispezione  prima  della  loro  pubblicazione.  » 

Ma,  come  è  ben  noto,  in  Francia  si  va  facilmente  agli  eccessi  e 
alle  reazioni.  Durante  la  Rivoluzione,  prima  ancora  della  costituzione 
del  1791,  la  libertà  della  stampa  essendo  di  fatto  illimitatissima,  un  de- 
creto dell'Assemblea  costituente,  ai  31  luglio  1790,  ingiunse  al  potere 
esecutivo  di  far  tradurre  in  giudizio,  come  colpevoli  del  crimine  di  lesa 
nazione:  «  tutti  gli  autori,  stampatori  o  venditori  ambulanti  di  scritti 
eccitanti  il  popolo  all'insurrezione  contro  la  legge,  allo  spargimento  di 
sangue  e  al  rovesciamento  della  costituzione:  tutti  gli  autori  o  distribu- 
tori di  scritti  invitanti  i  principi  stranieri  a  invadere  il  territorio  fran- 
cese ». 

Similmente  la  costituzione  democratica  dei  24  giugno  1793  pro- 
clamò la  libertà  della  stampa;  però  il  decreto  del  29  marzo  dello  stesso 
anno  aveva  statuito:  «  Art.  2°.  Chiunque  avrà  composto  o  stampato 
degli  scritti  che  provochino  allo  scioglimento  della  rappresentanza  na- 
zionale, al  ristabilimento  della  monarchia  o  di  ogni  altro  potere  atten- 
tante alla  sovranità  del  popolo,  sarà  tradotto  davanti  al  Tribunale  straor- 
dinario e  punito  di  morte.  »  Del  pari  quella  del  1795  confermò  la  li- 
bertà della  stampa,  art.  ^^y^  e  la  legge  del  27  germile  anno  IV  (lé 
aprile  1796)  art.  i.°  statui:  «  Sono  colpevoli  di  crimine  contro  la  si- 
curezza interna  della  repubblica  e  contro  la  sicurezza  individuale  dei  cit- 
tadini, e  saranno  puniti  di  morte tutti  quelli  che  pei  loro   discorsi, 

pei  loro  scritti  stampati,  sia  distribuiti,  sia  affissi,  provochino  lo  sciogli- 
mento dell'Assemblea  nazionale,  o  quella  del  direttorio  esecutivo,  o  l'as- 
sassinio di  tutti  o  di  alcuno  dei  membri  che  lo  compongono,  o  il  ri- 
stabilimento della  monarchia,  o  quello  della  costituzione  del  1793  o 
del  1791  o  di  ogni  altra  diversa  dalla  costituzione  dell'anno  III  (!)  ac- 
cettata dal  prpolo  francese,  o  l'invasione  delle  proprietà  pubbliche,  o  il 
saccheggio  o  la  divisione  delle  proprietà  particolari,  sotto  nome  di  legge 
agraria,  o  in  altra  maniera.  »  Solo  in  caso  di  circostanze  attenuanti, 
alla  morte  si  sostituiva  la  deportazione.  S'impose  ancora  agli  autori  degli 
articoli  nei  giornali  la  pubblicazione  dei  loro  nomi. 

Curiosi  quei  repubblicani!  Punivano  di  morte  quei  che  volevano 
una  costituzione  diversa  dalla  loro,  fossero  pur  quelle  cosi  vantate  del  1791 
e  del  1793!  Inutile  parlare  per  mmuto  del  ferreo  redime  di  Napoleone. 
Ci  basti  ricordare  che  la  sua  costituzione  consolare  tacque  della  libertà 
della  stampa,  e  che  il  celebre  decreto  consolare  dei  17  gennaio  1800 
(27  nevoso,  anno  Vili),  il  quale  durò  fino  al  1814,  assoggettò  tutti  i 
giornali  politici  all'autorizzazione  preventiva;  e  commise  al  prefetto  di 
polizia  di  sopprimere  tutti  i  giornali,  i  quali  inserissero  articoli  contrari 
«  al  rispetto  dovuto  al  patto  sociale,  alla  sovranità  del  popolo  ed  alla 
gloria  delle  armate,  e  che  pubblicassero  delle  invettive  coatro  i  governi 


LA   LIBERTI'  DI   STAIMPÀ.  20 1 

e  le  nazioni  amiche  o  alleate  della  repubblica  ».  Quei  bavagli  non  val- 
sero tuttavia  a  salvare  la  Convenzione,  non  il  Direttorio,  non  il  Con- 
solato e  l'Impero. 

Caduto  Napoleone  si  seguitò  in  Francia  a  mutare  e  rimutare  il  re- 
gime della  stampa.  Dal  1814  al  1819  vi  si  sono  contate  ben  diciotto 
leggi  in  proposito.  Nella  Carta  del  18 14  (art.  8)  si  era  ripetuta  la  ce- 
lebre dichiarazione  dei  diritti  dell'uomo  :  «  I  francesi  han  diritto  di  pub- 
blicare e  di  stampare  le  loro  opinioni,  purché  si  conformino  alle  leggi 
che  devono  reprimere  gli  abusi  di  questa  libertà.  »  Ma  la  legge  dei  21 
ottobre  dello  stesso  anno,  prorogata  a'28  febbraio  e  ai  30  settembre  1817, 
ordinò  che  i  giornali  non  potessero  comparire  che  coli'autorizzazione  del 
Re;  e  gli  scritti  di  meno  di  20  fogli  di  stampa  vennero  assoggettati 
alla  censura  preventiva,  gU  stampatori  e  i  librai  obbligati  a  regia  patente, 
a  giuramento  e  a  rigorose  disposizioni  di  polizia.  La  censura  e  l'auto- 
rizzazione preventiva  dei  giornali  vennero  abolite  ai  9  giugno  18 19  dalla 
terza  delle  leggi  De  Serre,  tanto  lodate  dal  Rossi  (i);  le  quali  si  accon- 
tentarono invece  della  cauzione  e  del  bollo,  e  della  responsabilità  col- 
lettiva degli  autori  e  dei  proprietari  o  editori  davanti  ai  giurati.  Ma  indi 
a  poco,  avvenuto  il  tristo  caso  dell'assassinio  del  duca  di  Berry,  nel  1820, 
si  ristabilirono  ai  31  marzo  la  censura  e  l'autorizzazione  preventiva: 
legge  di  reazione  che  l'anno  appresso  (luglio  1821)  venne  prorogata  a 
tempo  indeterminato.  Non  contenti  di  ciò  si  ebbe  l'anno  seguente  l'altra 
famosa  legge  sulla  stampa  del  marzo  1822,  il  cui  art.  3,  vero  oltraggio 
ai  progressi  del  diritto  penale  sui  criteri  dell'imputabilità,  creava  un 
nuovo  delitto  nella  stampa,  il  delitto  di  tendenza:  «  Nei  casi  in  cui 
l'esprit  di  un  giornale  o  scritto  periodico,  risultante  da  una  successione 
di  articoli,  sia  di  natura  da  attentare  alla  pace  pubblica,  al  rispetto  do- 
vuto alla  religione  dello  Stato,  ed  alle  altre  religioni  legalm.ente  ricono- 
sciute in  Francia,  all'autorità  del  Re,  alla  stabilità  delle  istituzioni  costi- 
tuzionali, delle  rendite  dei  demanii  nazionali,  ed  al  tranquillo  possesso 
di  questi  beni;  le  Corti  reah,  nella  cui  giurisdizione  essi  siano  stabiliti, 
potranno  in  udienza  solenne  a  camere  riunite,  e  dopo  avere  inteso  il 
procuratore  generale  o  le  parti,  pronunciare  la  sospensione  del  giornale 
o  scritto  periodico,  per  un  tempo  determinato,  che  non  potrà  eccedere 
un  mese  la  prima  volta,  e  tre  mesi  la  seconda.  Dopo  queste  due  so- 
spensioni e  nel  caso  di  recidiva  potrà  essere  ordinata  la  sospensione 
definitiva.  » 

Il  sistema  venne  rafforzato  dall'obbligo  deh'autorizzazione  preven- 
tiva imposta  ai  giornali,  dalla  facoltà  data  al  governo  di  ristabilire  la 
censura  nell'intervallo  delle  sessioni,  e  dalla  sottrazione  ai  giurati  dei 
giudizi  sui  reati  di  stanpa.  Fu  una  meteora  la  legge  più  liberale  del  mi- 
nistero Martignac  del  18  luglio  1828,  che,  abolendo  di  nuovo  la  censura 


(i)  Je  ne  veux  pas  dire  que  toutes  Ics  dispositions  des  trois  lois  de  1819  fussent 
à  l'abri  de  toute  reproche;  mais  il  n'est  pas  moins  vrai  que  le  systeme  de  ces  trois 
lois  prises  daus  leur  ensemble  est  un  beau  monument  legislatif  sur  cette  maticre,  un 
monument  d'autant  plus  remarquable  que,  pour  la  première  fois  depuis  trente  ans 
qu'on  promettait  à  la  France  la  liberté  de  la  presse,  c'est  alors  qu'on  se  trouva  théo- 
riquement  et  pratiqueraent  sur  le  vrai  terrain  des  principes.  Lee.  LV, 


202  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 

e  l'autorizzazione  preventiva  dei  giornali,  si  contentava  delle  cauzioni  e 
dei  gerenti  responsabili.  Carlo  X  stanco  dei  freni  costituzionali  volle 
farne  senza,  e  tentò  tagliare  i  nodi  colle  famose  ordinanze  di  luglio. 
Parigi  raccolse  il  guanto  di  sfida,  e  precipitò  i  Borboni. 

La  nuova  costituzione  del  i8jo  sancì  alla  sua  volta  nell'art.  7:  «  I 
Francesi  hanno  il  diritto  di  pubblicare  e  di  far  stampare  le  loro  opinioni 
conformandosi  alle  leggi.  La  censura  non  potrà  essere  mai  ristabilita.  » 
Ma  non  perciò  la  Francia,  né  sotto  la  monarchia  di  luglio,  né  sotto  la 
repubblica  del  1848,  né  sotto  il  secondo  Impero,  né  sotto  la  repubblica 
presente,  é  riuscita  a  ordinare  stabilmente  e  convenientemente  la  libertà 
della  stampa.  Leggi  sono  succedute  a  leggi;  dal  1830  al  1835  soltanto 
se  ne_  ebbero  sette  od  otto.  Quest'ultima  volle  pei  giornali  quotidiani, 
che  si  pubblicassero  nei  dipartimenti  della  Senna,  della  Senna  e  Oise, 
della  Senna  e  Marna,  la  cauzione  di  100,000  franchi,  di  75,000  per 
quelli  che  uscissero  due  volte  la  settimana,  di  50,000  pei  settimanali. 

La  rivoluzione  del  1848  recò  la  libertà  illimitata  della  stampa,  ma 
avvenute  le  giornate  di  maggio  e  giugno,  si  ebbero  successivamente,' ai 
^  agosto  1848,  ai  27  luglio  1849,  al  16  giugno  1850,  parecchie  nuove 
leggi  colle  quali  si  aggravavano  le  pene  per  gli  accresciuti  reati  di  stampa, 
si  ristabilirono  le  cauzioni  ed  il  bollo,  s'impose  la  firma  degli  articoli. 
Quindi  il  famoso  decreto  organico  sulla  stampa  di  Napoleone  II!  dei 
17  febbraio  1852,  col  quale  si  assoggettarono  alla  licenza  i  tipografi,  i 
librai,  gli  editori  e  rivenditori,  licenze  soggette  a  revocazione;  si  assog- 
gettarono i  giornali  politici  e  sociali  ad  autorizzazione  preventiva,  al 
bollo  ed  alle  cauzioni,  si  vietavano  le  collette  per  rifarsi  delle  condanne  : 
si  rendevano  i  reati  di  stampa  giudicabili  non  dai  giurati  ma  dai  tribu- 
nali correzionali,  si  obbligavano  gli  scrittori  alla  firma  degli  articoli,  e 
si  dava  al  governo  il  diritto  di  ammonire,  sospendere  e  sopprimere  i 
giornali  amministrativamente. 

Ma  anche  sotto  l'Impero  quel  sistema  di  compressione  non  potè 
durare,  e  una  nuova  legge,  quella  degli  11  maggio  1868  aboliva  l'ob- 
bligo delle  autorizzazioni  preventive,  non  che  il  diritto  di  sospensione 
e  sopprebsione  dei  giornali  altrimenti  che  per  condanne  giudiziarie;  man- 
teneva però  le  cauzioni,  il  bollo,  il  divieto  di  attaccare  la  vita  privata, 
l'obbligo  di  firmare  gli  articoli.  La  nuova  repubblica  nei  dipartimenti 
soggetti  lungamente  allo  stato  di  assedio,  segnatamente  in  Parigi,  ritor- 
nava ai  vecchi  mezzi  dell'Impero;  e  quando  abolì  lo  stato  di  assedio 
non  si  accontentava  della  legge  del  1868,  ma  con  altra  legge  dei  3  gen- 
naio 1876  sottraeva  al  giudizio  dei  giurati,  fra  gli  altri  casi,  quelli  di 
diffamazione,  di  oltraggio  e  d'ingiuria  pubblica  contro  ogni  persona 
ed  ogni  autorità  costituita,  le  offese  contro  il  Presidente  della  repubblica, 
le  Camere,  i  sovrani  o  1  capi  dei  governi  stranieri,  i  delitti  di  pubbli- 
cazione o  riproduzione  di  notizie  false,  di  documenti  foggiati  o  falsificati 
o  bugiardamente  attribuiti  a  terzi,  di  provocazione  a  commetter  delitti, 
di  apologia  di  fatti  qualificati  dalla  legge  crimini  o  delitti,  o  di  grida 
sediziose  proferite  pubblicamente,  di  delitti  contro  i  buoni  costumi. 

In  conclusione  la  Francia  dal  1789  in  poi,  come  in  altre  parti  del 
viver  libero,  non  ha  saputo  finora  appagarsi  di  alcuna  legge  sulla  stampa; 


LA   LIBERTÀ   DI   STAMPA.  203 

ha  tentato  tutti  i  sistemi  a  vicenda,  non  è  riuscita  in  nessuno;  è  stata  ed 
è  sempre  travagliata  da  quella  sua  infermità  di  non  saper  tollerare  i 
freni  e  di  non  sapere  usare  della  libertà,  intesa  finora  sempre  dai  suoi 
varii  discordi  elementi  come  un  arnese  diretto  ad  abbattere  il  governo. 
7.  Fra  le  costituzioni  dei  popoli  più  liberi,  meglio  ordinati,  notiamo 
la  belga,  la  quale  nell'art.  i8  ha  sancito:  «  La  stampa  è  libera,  la  cen- 
sura non  potrà  esser  mai  ristabilita;  non  potrà  chiedersi  alcuna  cauzione 
dagli  scrittori,  editori  o  stampatori,  —  Quando  l'autore  è  conosciuto  e 
domiciliato  nel  Belgio,  l'editore,  lo  stampatore  o  il  distributore  non  pos- 
sono essere  soggetti  a  persecuzione.  »  Sulla  quale  ultima  parte  dell'ar- 
ticolo il  Thonisseu  osserva  che  «  questa  disposizione  costituisce  una 
deroga  formale  ai  principii  essenziali  del  diritto  penale;  in  virtù  dei 
quah  tutti  quei  che  hanno  scientemente  aiutato  o  assistito  l'autore  di 
un  crimine  o  di  un  delitto,  nei  fatti  che  lo  hanno  preparato,  facilitato 
o  consumato,  sono  considerati  come  complici  e  in  tale  qualità  passibili 
d'una  pena  criminale  »  (i).  Si  tratta  insomma  di  un  vero  privilegio, 
noi  lo  discuteremo  più  innanzi,  in  favore  della  libertà  della  stampa,  e 
in  particolare  degli  editori  e  degli  stampatori,  senza  dei  quali  non  po- 
trebbe appunto  aver  luogo  il  reato  stesso  di  stampa. 

In  Germania  fino  alla  metà  del  presente  secolo  signoreggiava  sulla 
stampa  il  sistema  proibitivo  o  preventivo  (2).  La  nuova  legge  dei  7 
maggio  1874  ha  finalmente  adottato  per  tutti  gli  Stati  dell'Impero  il  si- 
stema repressivo  dei  popoli  civili  odierni  (3),  Sono  scomparse  le  cen- 
sure, le  autorizzazioni  preventive  o  concessioni  governative,  il  bollo,  le 
cauzioni.  La  legge  però  impone  che  ogni  stampato  pirti  l'indicazione 
del  nome  e  della  dimora  dello  stampatore,  dell'editore  (Verleger)  e  del 
pubblicatore  (Herausgeber);  i  periodici  debbono  portare  in  ogni  numero 
il  nome  del  redattore  responsabile.  L'editore  di  ogni  stampato  o  perio- 
dico deve  inoltre  presentarne,  al  momento  della  distribuzione,  un  esem- 
plare alla  polizia  locale.  La  legge  ammette  dei  casi  nei  quali  gli  stam- 
pati possono  essere  sequestrati  fuori  dell'azione  dell'autorità  giudiziaria. 
Il  cancelliere  dell'Impero,  in  tempo  di  guerra  o  di  pericolo  di  guerra, 
ha  diritto  di  vietare,  per  pubblio  avviso,  ogni  pubblicazione  sui  movi- 
menti delle  truppe  o  dei  mezzi  di  difesa;  la  legge  vieta  ancora  ai  gior- 
nali i  pubblici  appelli  per  sottoscrizioni  a  pagamento  di  ammende  o  spese 
incorse  a  motivo  di  azioni  dehttuose.  La  responsabilità  per  reati  di 
stampa  (art,  20J  è  determinata  dalle  leggi  penali  ordinarie;  e  se  si  tratta 
di  stampati  periodici  ne  è  punibile  il  redattore  responsabile  come  autore 
del  delitto,  salvo  che  la  presunzione  che  egli  ne  sia  l'autore  non  sia  di- 
strutta da  circostanze  particolari.  Esso  redattore  responsabile  però,  non 
che  l'editore,  lo  stampatore  e  il  propagatore,  quando  non  debbono  esser 
puniti  come  autori  o  complici  in  virtù  del  citato  art.  20,  sono  punibili 
con  ammenda  o  detenzione  in  ragione  della  loro  negligenza. 


(i)  Thonisseu.  La  Constilution  belge.  Comm.  all'art.  18,  n.  109. 

(2)  Meyer.  Lehrbuch  des  deutschen  Staatsrechts,  Leipzig,   1878,  §  221. 

(3)  Annuaire  cit.,  voi.  IV,  p.  76.  Ne  ha  fatto  un  ampio  e  pregiatissimo  commento 
il  Berner  nel  suo  Lehrbuch  des  deutschen  Pressrechts,  Leipzig,  1876. 


204  GITIDA   DELLA   STAMPA.   PERIODICA   ITALIANA. 

La  costituzione  svizzera  dei  29  maggio  1874  con  molto  senno  pra- 
tico ha  sancito  nel  suo  art.  55:  «  La  libertà  della  stampa  è  guarentita. 
Tuttavia  le  leggi  cantonali  statuiscono  i  provvedimenti  necessari!  alla 
repressione  degli  abusi;  queste  leggi  sono  sottoposte  all'approvazione 
del  Consiglio  federale.  La  Confederazione  può  statuire  delle  pene  per 
reprimere  gli  abusi  diretti  contro  di  essa  e  le  sue  autorità.  «  Cosi  il 
codice  penale  di  Zurigo  punisce  in  primo  luogo  l'autore,  poi  l'editore, 
il  pubblicatore  e  lo  stampatore;  e  inoltre  regola  il  sequestro  preventivo 
degli  stampati,  considerati  come  punibili,  da  parte  della  polizia  giudi- 
ziaria (i):  sequestro  preventivo,  ammesso  in  quasi  tutte  le  leggi  sulla 
stampa  della  Svizzera,  siccome  derivante  dalla  essenza  della  polizia  giu- 
diziaria e  del  diritto  dello  Stato  d'intervenire  a  tempo  contro  il  de- 
litto (2). 

8.  La  legislazione  italiana  è  delle  più  larghe,  non  è  meno  liberale  della 
inglese,  della  belga  e  delle  svizzere,  non  parliamo  della  repubblica  fran- 
cese, o  della  imperiale  germanica,  paesi  inferiori  a  noi  in  libertà  effet- 
tiva. Giova  riassumerla  innanzi  di  esaminare  le  gravi  questioni  costitu- 
zionali che  essa  solleva. 

Il  nostro  Statuto  non  ha  altro  sulla  stampa  che  l'art.  28  :  «  La 
stampa  sarà  libera,  ma  una  legge  ne  reprime  gli  abusi.  —  Tuttavia  le 
Bibbie,  i  catechismi,  i  libri  liturgici  e  di  preghiere  non  potranno  essere 
stampati  senza  il  preventivo  permesso  del  Vescovo.  » 

Il  complesso  della  nostra  legislazione  sulla  stampa  consiste,  nello 
Editto  dei  26  marzo  1848,  opera  principalmente  di  Sclopis,  allora  Guar- 
dasigilli, che  aveva  dinanzi  le  leggi  francesi,  ma  seppe  affrancarsi  delle 
loro  paure  e  infedeltà  agli  accolti  principii;  nelle  leggi  modificatrici  dei 
26  febbraio  1852  e  dei  20  giugno  1858;  in   alcuni  articoli  del  codice 


(i)  Art.  222.  I  fatti  punibili  commessi  con  la  stampa  soggiacciono  alle  dispo- 
sizioni penali  stabilite  pel  reato  relativo,  salvo  le  regole  seguenti  : 

Alt.  223.  «  Di  tali  fatti  è  responsabile  delle  spese  del  processo  l'autore  imme- 
diato all'opera  stampata.  Ma  se  la  pubblicazione  o  diffusione  hanno  avuto  luogo  a 
insaputa  di  lui  e  senza  suo  volere,  oppure  se  egli  non  può  essere  scoperto  e  tratto 
innanzi  ai  tribunali  di  Zurigo,  deve  risponderne  l'editore  ;  in  suo  difetto  il  pubblicatore. 
e  se  anche  questi  non  può  essere  chiamato  in  giudizio  innanzi  ai  tribunali,  Io  stam- 
patore. 

Art.  224.  Sono  sussidiariamente  responsabili  delle  spese  del  processo  e  dell'  in- 
dennizzo, che  non  possono  rifondersi  del  condannato,  le  persone  indicate,  e  nell'ordine 
stabilito  coU'art.  223.  Chiunque  le  paga  ha  il  regresso  contro  il  suo  precedente  ga- 
rante obbligato. 

Art.  225.  Queste  disposizioni  valgono  anche  nei  reati  commessi  mediante  incisioni 
in  rame  o  in  acciaio,  pietra  litografica,  intagHo  in  legno,  fotografia,  e  simiH  mezzi  di 
riproduzione. 

Art.  226.  Ogni  opera  a  stampa  edita  nel  cantone  di  Zurigo  deve  portare  il  nome 
dello  stampatore.  La  trasgressione  di  questa  disposizione  è  punita  colla  multa  di  polizia 
fino  a  500  franchi. 

Art.  227.  Q.uando  vengono  commessi  reati,  sia  mediante  la  stampa,  sia  mediante 
i  mezzi  di  riproduzione  indicati  nell'art.  225,  ovvero  quando  non  è  stata  eseguita  la 
prescrizione  dell'art.  226  sull'edizione  dell'opera  stampata,  può  essere  ordinato  il  se- 
questro preventivo  dell'opera,. ..  ed  ingiunta  in  sentenza  la  soppressione  degh  esemplari 
ancora  esistenti  ». 

(2)  Bluraer,  Handbuch  des  Schuveizerischen  Bundesstaatsrechtes.  Basel,  1877. 
Volume  I,' 


LA   LIBERTÀ   DI   STAMPA.  205 

penale  del  1859,  quali  il  103  e  104  che  concernono  la  complicità,  gli 
art,  268  e  270  che  concernono  i  reati  dei  ministri  religiosi,  gli  art.  468  a 
473  concernenti  le  provocazioni  a  commettere  reati,  gli  art.  570  a  586 
che  concernono  le  pene  contro  le  diffamazioni,  i  libelli  famosi  o  le  ingiurie, 
e  l'art.  9  del  codice  di  procedura  penale  che  attribuisce  ai  giurati  anche 
il  giudizio  dei  reati  più  gravi  commessi  col  mezzo  della  stampa.  La 
legge  delle  prerogative  della  Santa  Sede  del  13  maggio  1871  ha  infine 
pareggiato  le  offese  fatte  mediante  la  stampa  al  Papa  a  quelle  fatte  al 
Re,  e  le  ha  attribuite  del  pari  alle  Corti  di  Assise.  Giova  aggiungere 
che  allo  editto  sulla  stampa  del  1848  e  alle  leggi  che  l'hanno  modifi- 
cato corrispondono  nelle  provincie  napoletane  e  siciliane  i  decreti  luogo- 
tenenziali del  I  e  17  dicembre  1860. 

La  nostra  legge  organica  si  può  considerare  come  divisa  in  due 
parti.  Nella  prima  che,  salvo  alcune  modificazioni,  è  ancora  in  vigore, 
si  tratta  delle  disposizioni  generali  e  fondamentali  sulla  libertà,  sulla 
responsabilità,  sui  reati  di  stampa;  nella  seconda  si  tratta  della  proce- 
dura giudiziaria,  che  è  stata  abrogata  dal  nuovo  codice  di  procedura 
penale  e  dalle  nuove  leggi  sull'ordinamento  dei  giurati. 

L'art.  I  comincia  col  dichiarare  libera  la  manifestazione  del  pensiero 
mediante  la  stampa  ed  ogni  altro  artificio  meccanico  atto  a  riprodurre 
segni  figurativi:  litografia,  incisioni  e  simili.  Ognuna  però  di  queste 
manifestazioni  deve  indicare  il  luogo,  l'officina  e  l'anno  dell'impressione, 
non  che  il  nome  dello  stampatore.  Sono  esenti  dalla  sottoscrizione  l'edi- 
tore e  l'autore.  Mancando  lo  stampatore  all'accennata  prescrizione  è  sog- 
getto alla  multa  da   100  a  300  lire  (art.  3). 

Oltracciò  la  legge  ha  ordinato  una  certa  polizia  sulla  stampa.  Non 
vi  ha  alcuna  censura,  ma  lo  stampatore  (non  parliamo  ora  delle  dispo- 
sizioni speciali  sulle  pubblicazioni  periodiche)  deve  presentare  la  prima 
copia  di  ogni  suo  stampato  alla  procura  generale  o  reale,  ovvero  alla 
pretura  locale,  sotto  pena  di  multa  fino  a  L.  300;  e  nel  termine  di  dieci 
giorni  deve  presentarne  altre  due,  agli  archivii  di  Corte  cui  per  dispo- 
sizione del  Governo  è  stata  sostituita  la  biblioteca  nazionale,  ed  alla 
biblioteca  dell'Università  della  circoscrizione,  sotto  ammenda  di  50  lire 
(art.  7  e  8),  La  nostra  legislazione  ha  rispettato  inoltre  la  libertà  della 
stampa,  astenendosi  dallo  assoggettare  l'industria  tipografica  a  quelle 
cautele  preventive,  nei  cui  eccessi  si  è  tanto  segnalata  la  Francia.  Da 
noi  su  questo  riguardo  la  legge  sulla  stampa  si  rimette  alle  leggi  speciali 
in  argomento,  ma  non  vi  ha  altro  in  proposito  che  gli  articoli  5 1  a  56  della 
legge  sulla  pubblica  sicurezza,  e  l'art.  67  del  Regolamento  corrispondente, 
semplicissimi.  Per  essi  non  occorre  altro  per  l'esercizio  della  industria 
tipografica  che  una  dichiarazione  all'autorità  locale  di  sicurezza.  Soltanto 
lo  smercio  delle  sentenze  e  degli  atti  di  procedura  criminale  per  le  vie 
è  subordinato  all'autorizzazione  del  Pubblico  Ministero,  e  i  pubbhci 
affissi  sulle  vie,  salvo  i  commerciali,  han  d'  uopo  della  licenza  dell'  au- 
torità di  sicurezza  pubblica. 

La  legge  (art.  9,  io  e  11)  vieta  la  riproduzione  degli  scritti  con- 
dannati, del  nome  dei  giurati  di  una  causa,  di  voti  individuali  dei  giudici  ; 
delle  discussioni  segrete  del  Senato,  della  Camera  dei  deputati,  e  dei 
tribunali. 


206  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

La  legge  sull'ordinamento  dei  giurati  degli  8  maggio  1874  aveva 
col  suo  art.  49  aggiunto  la  proibizione  di  pubblicare  gli  atti  e  i  reso- 
conti dei  dibattimenti  penali  prima  della  sentenza;  ma  un  tal  divieto 
venne  abrogato  dalla  legge  dei  6  maggio   1877. 

Sono  ancora  considerati  come  reati  di  stampa,  e  quindi  variamente 
puniti,  le  provoca:;ioni  mediante  la  stampa  a  commettere  crimini,  delitti 
e  contrav\enzioni,  segnatamente  i  crimini  contemplati  negli  articoli  153 
e  154  del  codice  penale,  cioè  gli  attentati  contro  il  Re  e  la  famiglia  reale 
(art.  14  dello  Editto);  a  l'impugnare  formalmente  1'  inviolabilità  della 
persona  del  Re,  l'ordine  della  successione  al  Trono,  1'  autorità  costitu- 
zionale del  Re  e  delle  Camere  »  (art.  15);  le  contumelie,  gli  oltraggi, 
le  offese  e  l'eccitamento  al  disprezzo  verso  la  religione  dello  Stato  (ar- 
ticolo 16  dell'Editto,  185  dei  codice  penale),  la  derisione  e  Toltraggio 
verso  gli  altri  culti  permessi  nello  Stato  (art.  18),  le  offese  ai  buoni 
costumi  (art.  17);  le  offese  verso  la  persona  del  Re  (art.  19),  cui  sono 
state  pareggiate  dalla  legge  delle  Guarentigie  (art,  2)  quelle  verso  la 
persona  del  Papa;  il  far  risalire  al  Re  la  responsabilità  degli  atti  del 
Governo  (art.  20);  gli  oltraggi  al  Senato  o  alla  Camera  dei  deputati 
(art.  21),  che  però  a  torto  han  d'uopo  della  loro  istanza;  Vntto  di  ade- 
sione puhblicanunte  ad  altra  forma  di  Governo,  la  manifestazione  di  voti 
o  le  minaccie  di  distruzione  dell'ordine  monarchico  costituzionale  (ar- 
ticolo 22);  il  compromettere  colla  divulg;zione  dei  segreti  di  Stato  la 
sicurezza  esterna  dello  Stato,  e  il  giovamento  diretto  ai  suoi  nemici 
(art.  23);  «qualunque  offesa  contro  l'inviolabilità  del  diritto  di  pro- 
prietà, la  santità  del  giuramento,  il  rispetto  dovuto  alle  leggi,  ogni  apo- 
logia di  fatti  qualifi.ati  crimini  o  delitti  dalla  legge  penale,  ogni  pro- 
vocazione all'odio  fra  le  varie 'condizioni  sociali  e  contro  l'ordinamento 
della  famiglia  »  (art.  24).  La  legge  del  1858  a  questo  proposito  punì 
più  gravemente  l'apologia  dell'assassinio  politico  «  sia  che  venga  espres- 
samente approvato,  sia  che  si  cerchi  soltanto  di  giustificarlo  ».  L'art.  25 
punisce  le  offese  contro  i  sovrani  o  i  capi  dei  governi  stranieri  e  i  loro 
inviati  diplomatici. 

Sono  ancora  punite  le  offese  contro  gli  ufficiali  pubblici  (art.  i^iy, 
le  diffamazioni  e  i  libelli  famosi  contro  i  privati,  gli  scritti  importanti 
fatti  determinati  che  offendono  l'onore,  la  riputazione  altrui,  e  che  li 
esporrebbero  all'odio  e  al  disprezzo  (art.  570  e  seguenti  del  codice  pe- 
nale). «  Nei  casi  di  offesa  contro  i  depositari!  od  agenti  dell'autorità 
pubblica  per  fatti  relativi  all'esercizio  delle  loro  funzioni,  l'autore  della 
stampa  incriminata  sarà  ammesso  a  somministrare  la  prova  dei  fatti  da 
esso  imputati  »  (art.  29). 

Sono  libere  da  imputazione  le  pubblicazioni  dei  discorsi  od  atti 
delle  due  Camere  e  degli  scritti  avanti  ai  tribunali. 

Il  carcere  per  reati  di  stampa  deve  essere-*distinto  da  quello  sta- 
biUto  pei  delinquenti  di  reati  comuni  (art.  34). 

Speciali  disposizioni  reggono  le  pubblicazioni  periodiche.  Ogni  cit- 
tadino maggiore  d'età,  ogni  società  o  corpo  morale  può  pubblicare  uno 
scritto  periodico  (art.  35),  purché  presenti  al  Ministero  dell'Interno  prima 
della  pubblicazione  una  dichiarazione   in    iscritto,   documentata,  da  cui 


LA   LIBERTÀ   DI   STAMPA.  207 

risultino  le  condizioni  dell'articolo  precedente,  la  natura  della  pubblica- 
zione, il  nome  della  tipografia,  il  nome  e  la  dimora  del  gerente  respon- 
sabile, indispensabile  ad  ogni  giornale  (art.  ^6  e  37).  Mancando  im- 
provvisamente il  gerente,  si  deve  provvisoriamente  presentare  all'autorità 
locale  come  responsabile  un    redattore. 

Il  gerente  deve  sottoscrivere  la  minuta  del  primo  esemplare  di  ciò 
che  sarà  stampato,  ed  ogni  copia  dovrà  riprodurla,  e  al  momento  della 
pubblicazione  presentare  la  minuta  alla  procura.  Il  gerente  è  obbligato, 
non  più  tardi  della  seconda  pubblicazione  successiva  al  secondo  giorno 
del  ricevimento,  d' inserire  le  risposte  delle  persone  indicate  o  nominate, 
che  non  oltrepassino  il  doppio  dello  articolo  che  li  concerne;  deve  pub- 
blicare (a  pagamento  però)  le  comunicazioni  o  rettificazioni  del  Governo 
e  delle  autorità  costituite,  le  sentenze  di  condanna  contro  di  loro. 

Il  Procuratore  Generale,  ii  Procuratore  del  Re  e  i  Pretori,  hanno 
rispettivamente  il  diritto  di  ordinare  il  sequestro  preventivo  degli  stam- 
pati contrarli  alla  legge  sulla  stampa,  salvo  a  promuovere  fra  24  ore 
il  procedimento  opportuno  (art-  52). 

Il  punto  importantissimo  della  competenza  è  cosi  regolato.  I  reati  più 
gravi  e  d'indole  politica,  contemplati  negli  accennati  articoli  14  a  24(1) 
dell'editto  sulla  stampa,  e  nell'art.  2  della  legge  sulle  Guarentigie  (2), 
i  reati  cioè  contro  la  sicurezza  interna  od  esterna  dello  Stato,  contro 
il  Re,  il  Papa,  le  Camere,  la  religione,  i  buoni  costumi,  la  costituzione 
politica  e  sociale  sono  attribuiti  alle  Corti  di  Assisie:  gli  altri  reati,  se- 
gnatamente quelli  contro  i  privati,  e  anche  quelli  contro  i  depositarli 
della  pubblica  autorità,  come  tali,  spettano  ai  Tribunali  civili  e  corre- 
zionali. A  questi  spettano  ancora  i  giudizii  nei  casi  di  offese  contro  i 
Sovrani,  o  i  capi  dei  governi  stranieri,  in  virtù  della  legge  del  26  feb- 
braio 1852,  fatta  approvare  da  Cavour  per  motivi  prlitici  di  riguardo 
verso  la  Francia,  offesa  dagli  eccessi  dei  giornali  in  odio  ai  fatti  del  185 1, 
ampiamente  da  lui  svolti  nel  suo  discorso  dei  5  gennaio  di  quell'anno 
alla  Camera  dei  deputati  (3). 


(i)  Gli  articoli  16  e  18  sono  stati  aggiunti  alla  competenza  dei  giurati  dall'art  9 
del  Codice  di  procedura  penale. 

(2)  Giova  averne  presente  il  testo:  «  L'attentato  contro  la  persona  del  Sommo 
Pontefice  e  la  provocazione  a  commetterlo  sono  punibili  colle  stesse  pene  stabilite 
per  l'attentato  e  per  la  provocazione  a  commetterlo  contro  la  persona  del  Re.  —  Le 
offese  e  le  ingiurie  pubbliche,  commesse  direttamente  contro  la  persona  del  Pontefice 
con  discorsi,  con  fatti  o  coi  mezzi  indicati  nell'art.  1.°  della  legge  sulla  srampa,  sono 
puniti  colle  pene  stabilite  all'art.  19  della  legge  stessa. — I  detti  articoli  sono  di  azione 
pubblica  e  di  competenza  della  Corte  di  Assisie. — La  discussione  sulle  materie  religiose 
é  pienamente  libera.  » 

(3)  «  Non  sarò,  fra  le  altre  cose  egli  disse,  tacciato  di  esagerazione,  se  aff'ermo 
che  quando  la  stampa  di  uno  Stato  insulta  di  continuo  i  capi  degli  esteri  governi, 
crea  in  questi  un  sentimento  di  malevolenza  rispetto  alla  nazione  dove  tali  scritti  sono 
divulgati.  Nelle  presenti  condizioni  di  Europa  noi  non  abbiamo  soltanto  relazioni  di- 
plomatiche coi  nostri  vicini,  ma  trattiamo  ogni  giorno  con  essi  un' infinità  d'interessi 
privati.  Un  grande  numero  di  nostri  concittadini  abita  nei  vicini  paesi.  In  Francia 
hannovi  forse  un  cinquanta  o  sessanta  mila  dei  nostri  connazionali,  i  quali  hanno 
un'  infinità  d' interessi,  ed  hanno  bisogno  d' invocare  ad  ogni  piò  sospinto  l' intervento 
del  proprio  Governo  presso  quello  dello  Stato  in  cui  hanno  fermato  la  propria  dimora. 
Ora  se  la  stampa  giunge  a  creare  un  sistema  di  animosità  contro  di  noi,  non  credete 


208  GUIDA   DELLA   STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

Di  somma  importanza  sono  in  particolare  i  due  articoli  che  con- 
cernono la  responsabilità.  L'art.  4  statuisce:  «  Le  azioni  penali  stabilite 
dal  presente  Editto,  salvo  le  eccezioni  per  le  pnhblicn^ìoni  periodiche^  sa- 
ranno esercitate  in  primo  luogo  contro  l'autore,  secondo  contro  l'editore, 
se  l'uno  o  l'altro  siano  sottoscritti  od  altrimenti  conosciuti,  e  finalmente 
contro  lo  stampatore,  in  modo  che  l'uno  sia  sempre  tenuto  in  sussidio 
dell'altro.  »  L'art.  47  invece,  nel  capo  delle  pubblicazioni  periodiche,  ha 
sancito:  «  Tutte  le  sanzioni  penali,  portate  da  questo  capo,  sono  appli- 
cabili ai  gerenti  dei  giornali  e  agli  autori  che  avranno  sottoscritti  gli 
articoli  in  essi  giornali  inseriti. — La  condanna  pronunciata  contro  l'au- 
tore sarà  pure  estesa  contro  il  gerente,  che  verrà  sempre  considerato 
come  complice  dei  delitti  e  contravvenzioni  commesse  con  pubblicazioni 
fatte  nel  suo  giornale.  » 

In  altri  termini,  nei  reati  commessi  mediante  la  stampa  non  pe- 
riodica, la  responsabilità  è  senza  alcun  dubbio  tutta  dell'autore  in  primo 
luogo,  e  in  secondo  dell'editore,  quando  siano  sottoscritti  o  noti  altri- 
menti; lo  stampatore  non  viene  che  in  terzo  luogo,  e  in  via  sus- 
sidiaria; salvo  che,  avendo  operato  scientemente,  non  abbia  a  conside- 
rarsi come  complice  secondo  il  diritto  comune  sulla  complicità.  La 
questione  gravissima  è  sulla  stampa  periodica,  se  si  possano  imputare 
coraulativamante,  il  gerente  responsabile  che  per  legge  esplicita  lo  è 
sempre,  e  gli  autori  non  sottoscritti,  ma  altrimenti  conosciuti;  in  altri 
termini  se  l'art.  47  renda  nella  stampa  periodica  inapplicabile  l'art.  4.° 
o  pur  no. 

La  dottrina  e  la  giurisprudenza  si  sono  divise  in  proposito.  Gli  uni 
hanno  negato  e  negano  la  responsabilità  dell'autore  non  sottoscritto,  ar- 
gomentando dal  principio  dirigente  della  nostra  legge,  la  libertà  della 
stampa  periodica,  e  di  non  sottoscrizione;  dalla  lettera  dell'articolo  che 
eccettua  dalla  responsabilità,  successivamente,  dell'autore,  dell'editore  e 
dello  stampatore,  le  pubblicazioni  periodiche,  rette  invece  dall'art.  47, 
il  quale  non  chiama  responsabile  che  il  gerente,  e,  solo  quando  fosse 
sottoscritto,  l'autore  (i). 

Gli  altri  in  contrario  osservano  che  l'art.  47,  rettamente  letto  e  in- 
terpretato, si  riferisce  alle  contravvenzioni,  alle  disposizioni  della  legge 
sulla  stampa  ordinata  nel  capo  Vili,  non  già  alla  responsabilità  dei  reati 
di  stampa  in  genere,  regolata  sempre  dall'art.  4.°  che  è  sotto  il  capo 
delle  disposizioni  generali;  in  altri  termini,  se  trattasi  di  contravvenzioni 
speciah  al  capo  Vili  sono  responsabili,  conforme  all'art.  47,  i  gerenti  e 
gli  autori  che  si  sieno  sottoscritti;  ma  se  trattasi  di  reati  propri  dello 
scritto  si  applicano  i  principii  generali  o  di  diritto  comune  sulla  stampa 
contenuti  nell'art,  4. 


voi  che  renderà  molto  più  difficile  l' intervento  che  il  nostro  Governo  è  chiamato  ad 
esercitare  ogni  giorno  nell'interesse  dei  nostri  concittadini?  Credete  voi  che  il  nostro 
ambasciatore  possa  compiere  facilmente  il  suo  mandato,  quando  deve  presentarsi  nei 
ministeri  per  parlare  in  favore  di  qualunque  connazionale,  se  trova  sullo  scrittoio  dei 
ministri  la  Maga  od  il  Fischietto?  » 

(i)  Corte  di  appello  di  Roma,  27  febbraio  1877;  Foro  ital.    1877,  II,  142.  — 
Corte  di  appello  di  Genova,  dei  21  dicembre  1853;  Giurisp.  italiana  1853,  p.  II,  802. 


LA   LIBERTÀ   DI   STàMPA.  209 

Difatti  il  Pisanelli  nella  riproduzione  riveduta  della  legge,  da  lui 
fatta  sanzionare  a  Napoli  dal  luogotenente  del  Re  nel  1860  per  le  pro- 
vince meridionali,  scrisse  esplicitamente  nell'art.  48  :  «  Tutte  le  dispo- 
sizioni penali  sanzionate  da  questa  legge  sono  applicabili  ai  gerenti  dei 
giornali  e  scritti  periodici,  e  agli  autori  e  compilatori  degli  articoli  in 
essi  giornali  periodici  inseriti,  sia  che  li  abbiano  sottoscritti,  sia  che  ve- 
nissero ad  essere  altrimenti  conosciuti.  » 

Non  si  deve  dimenticare  che  lo  stesso  legislatore  ha  scritto  nel 
preambolo  della  legge:  «  Abbiamo  voluto  che  il  sistema  di  repressione 
in  essa  legge  contenuto,  si  conformasse  quanto  più  fosse  possibile  alle 
disposizioni  del  vigente  nostro  codice  penale,  evitando  così  la  non  ne- 
cessaria deviazione  dalla  legge  comune.  »  Non  bisogna  inoltre  dimen- 
ticare che  l'interpretazione  contraria  renderebbe  legale  l'assurdità  morale 
di  punire  esclusivamente  il  gerente,  che  è  un  reo  fittizio,  e  gli  autori 
sottoscritti,  e  lasciare  impuniti  i  veri  rei,  e  quelli  meno  meritevoli  di 
assoluzione,  gli  autori  non  sottoscritti;  tanto  più  che  il  nostro  codice 
penale  (art.  570  e  seg.)  punisce  gli  autori  della  diffamazione  anche  col 
mei:(o  della  stampa,  e  se  contentandosi  del  solo  gerente  responsabile,  non 
s'investigassero  e  punissero  gli  autori,  quegli  articoli  resterebbero  lettera 
morta.  La  maggioranza  della  nostra  magistratura  ha  accolto  queste  ra- 
gioni (i),  e  noi  siamo  dello  stesso  avviso.  Con  simili  principii  si  è  de- 
ciso ancora  che  il  direttore,  il  quale  non  è  contemplato  affatto  dalla 
legge,  non  sia  responsabile  degli  articoli  del  giornale  da  lui  diretto,  se 
non  quando  si  pruova  avere  agito  con  dolo  secondo  il  diritto  comune 
sulla  complicità  (2);  e  che  degli  articoli  firmati  Li  Direzione,  siano  re- 
sponsabili tutti  i  suoi  membri,  secondo  il  diritto  comune  sui  reati  cui 
abbiano  concorso  più  persone,  salvo  pruove  di  non  avere  preso  parte 
al  reato  (3). 

9.  Se  noi  ora  vogliamo  formarci  un  concetto  complessivo  di  questa 
nostra  legislazione,  possiamo  dire  che  bisogna  distinguere  due  categorie 
di  manifestazioni  del  pensiero  mediante  la  stampa  e  suoi  equivalenti,  le 
pubbhcazioni  non  periodiche  e  le  periodiche.  Amendue  non  sono  sog- 
gette ai  mezzi  preventivi  della  censura,  a  nessuna  autorizzazione,  o  sot- 
toscrizione di  autori  od  editori,  nemmeno  a  tasse  speciali  di  bollo  ed  a 
cauzioni,  ammesse  da  molte  legislazioni  di  popoli  liberi.  Vi  ha  soltanto 
una  certa  polizia  della  stampa,  consistente  nell'obbligo  delle  indicazioni 


(i)  Cassazione  di  Torino,  28  gennaio  1875;  Giur.  Ital.  1875,  p.  I,  sez.  i.',  204. — 
Cassazione  di  Torino,  7  aprile  1869;  Annali  di  Giuris.  1869,  pi,  sez  II,  42  — Cas- 
sazione di  Milano,  19  febbraio  1802;  Giuris.  Ita!.  1862:  p.  I.  229.  —  Cassazione  di  Fi- 
renze, 29  gennaio  1873  ;  Giuris.  Ital.  1873,  p.  I,  85.  —  Cassazione  di  Torino  4  gen- 
naio 1854;  Giuris.  Ital.  1854,  p.  I,  24.  —  Cassazione  di  Torino,  21  aprile  1876; 
Foro  ital.  1876,  p.  II,  264.  —  Corte  di  Appello  di  Venezia,  15  novembre  1877;  Foro 
ital.  1878,  II,  48.  —  Corte  di  appello  di  Parma,  24  maggio  1872;  Giur.  ital.  1872, 
p.  II,  331.  —  Cassazione  di  Torino,  17  luglio  1857;  Giuris.  ital.  1857,  p.  I,  757.  — 
Raccolta  di  Leggi  speciali  di  Pacifici  Mazzoni.  V.  I.  Commento  dei  Clavarino  alla  legge 
sulla  stampa,  art.  47. 

(2)  Cassazione  di  Torino,  21  aprile  1876;  Foro  ital.  1876;  II  264  —  Tribunale 
di  Cagliari,  1872;  La  Legge  1873,  p.  I,  334. 

(3)  Cassazione  di  Torino,  28  giugno  1853;  Giuris.  ital,  1854,  p.  I,  559. 

N.  Bernardini  —  Guida  della  Stampa  periodica  italiana  —  14. 


210  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

sullo  Stampato  del  luogo,  dell'oflScina,  dell'anno  della  impressione,  del 
nome  dello  stampatore,  delle  semplici  dichiarazioni  occorrenti  per  l'e- 
sercizio dell'arte  tipografica;  della  presentazione  delle  prime  copie  degli 
stampati,  e  per  le  pubblicazioni  periodiche,  previa  la  presentazione  di  un 
gerente  responsabile. 

Propriamente  si  affida  al  sistema  repressivo.  La  legge,  traccia  ceni 
limiti  al  diritto  di  libera  stampa,  a  tutela  del  diritto  pubblico  e  privato: 
determina  una  responsabilità,  crea  per  le  pubblicazioni  periodiche  un  ge- 
rente risponsabile;  dà  al  Pubblico  Ministero  diritto  di  sequestro  degli 
scritti  incriminati,  commina  delle  pene  ai  varii  violatori  del  diritto. 

Le  pene  sono  miti.  I  giudizii,  nei  casi  più  gravi  e  in  quelli  d'in- 
dole politica,  han  luogo  mediante  i  giurati. 

Infine,  né  la  legge  sulla  stampa,  né  il  codice  penale  dispone:ono  cosa 
alcuna  sulla  pubblicazione  delle  Bibbie  e  dei  libri  liturgici  dell'art.  28 
dello  Statuto. 

Lasciando  stare  le  minute  questioni  di  applicazioni  od  interpretazione, 
e  di  ordine  meramente  di  diritto  e  di  procedura  penale,  tutto  ciò  solleva 
parecchie  gravi  questioni  di  diritto  costituzionale: 

Può  ammettersi  la  libertà  della  stampa  assolutamente,  senza  censura 
e  senza  autorizzazioni  di  giornali  ? 

Sono  contrari  alla  libertà  della  stampa  i  mezzi  di  prevenz'one,  ve 
ne  ha  di  ammissibili  e  quali  ? 

Lo  sono  il   bollo,  le   cauzioni  e  l'obbligo  di  firmare  gli  articoli? 

Sono  contrarli  al  diritto  altri  mezzi  amministrativi,  quali  le  ammo- 
nizioni, le  sospensioni  e  le  soppressioni,  i  sequestri  preventivi  ? 

In  che  consiste  il  sistema  repressivo  ? 

Chi  deve  esser  tenuto  a  rispondere  dei  reati  di  stampa  ? 

Si  può  giustificare  l'istituzione,  nelle  pubblicazioni  periodiche,  del 
gerente  responsabile  ? 

Quid  del  giudizio  dei  reati  di  stampa  mediante  i  giurati  ? 

Si  può  in  qualche  caso  sospendere  la  libertà  della  stampa  ? 

Qual  valore  giuridico  può  avere  presenti-mente  in  Italia  il  secondo 
comma  dell'art.  28  dello  Statuto  ? 

10.  La  libertà  della  stampa,  massime  della  periodica,  é  da  tempo  segno 
d'inestinguibile  odio  e  d'indomato  amore.  Coloro  i  quali  non  l'am- 
mettono osservano  che  essa  è  stata  ed  é  fonte  di  mali  inestimabili.  Vi 
ha  nella  società  civile  alcuni  principii  che  assolutamente  debbono  essere 
sacri,  al  di  fuori  d'ogni  discussione,  sia  nell'ordine  morale,  sia  nel  po- 
litico e  sociale;  per  esempio,  Dio,  l'immortalità  dell'anima,  il  principio 
di  autorità,  la  costituzione  politica,  la  proprietà,  la  santità  della  famigha. 
La  libera  stampa  vuol  dire  che  é  lecito  ad  ognuno  di  attaccare  codeste 
fondamenta  della  società  ed  eccitare  gl'istinti  più  brutali  e  malvagi.  Il 
mondo  è  pieno  d'inesperti,  di  cupidi,  di  tristi;  e  il  male  è  per  propria 
natura  di  gran  lunga  più  diffuso  del  bene,  è  eminentemente  contagioso. 

Vi  ha  un  numero  troppo  grande  d'uomini,  su  cui  le  declamazioni 
contro  Dio,  contro  l'ordine  pohtico  e  sociale,  hanno  gran  presa,  e  che 
non  leggono  altro.  I  giornali  sono  specialmente  pericolosissimi.  Parlando 
di  tutto  ciò  che  può  soddisfare  agli   svariati  gusti   del  pubblico,  delle 


LA    LIBERTÀ   DI   STAMPA.  211 

notizie  politiche  giornaliere  dello  Stato  e  del  mondo  intero,  dando  no- 
tizie delle  discussioni  parlamentari  e  giudiziarie,  dei  fatti  varii  quotidiani, 
di  storia,  di  lettere,  di  arti;  pubblicando  matrimonii,  morti,  reati,  suicidi, 
annuncii  commerciali,  soddisfano  la  curiosità  universale,  anche  la  più 
malsana;  sbocconcellando  il  sapere,  si  adattano  a  tutte  le  iatelligenze,  a 
tutte  le  professioni;  uscendo  ogni  giorno,  periodicamente,  diventano 
un'abitudine,  un  bisogno  della  vita;  e  potendo  battere  ogni  giorno  so- 
pra un  chiodo,  parlando,  non  al  nome  di  un  individuo,  ma  di  un  par- 
tito politico,  religioso,  sociale,  diventano  una  vera  potenza.  Non  senza 
ragione  gl'Inglesi  han  chiamato  così  la  stampa  il  quarto  potere  dello 
Stato. 

Il  giornale  a  buon  mercato,  segnatamente,  leggiero,  pettegolo,  pieno 
di  fatti  varii  e  di  allettamenti,  penetra  da  per  tutto,  va  per  le  mani  di 
tutti,  insegna  a  tutti  a  non  aver  nulla  di  sacro  e  di  fermo,  demohsce 
tutti. 

Nessun  principio  morale  o  sociale,  nessuna  costituzione,  nessuna 
autorità  o  riputazione,  può  quindi  resistere  all'attacco  di  scrittori  senza 
vera  dottrina,  senza  coscienza,  che  non  possono  non  abbondare  in 
qualsiasi  società,  i  quali  ogni  giorno  avventino  sofismi  e  dileggi  contro 
tutti  e  contro  tutto,  ed  eccitino  le  passioni.  E  qui  citano  diversi  governi 
che  sono  stati  demoliti  dalla  stampa  anarchica,  specialmente  quelli  della 
Francia,  al  tempo  della  prima  rivoluzione  sul  finire  del  secolo  scorso, 
al  1848,  al  1869  e  70.  Colla  libertà  della  stampa  è  facilissimo  ai  cosi 
detti  briganti  della  penna  di  attentare,  non  solo  all'autorità  e  ai  gover- 
nanti mettendoli  ogni  giorno  in  odio  e  in  dileggio,  alla  costituzione, 
alla  reh'gione,  alla  proprietà,  alla  famiglia,  ma  anche  di  attentare  all'o- 
nore degl'individui,  per  vendetta,  per  lucro  e  per  altra  maligna  passione. 
Gh  è  vero  che  vi  sono  le  leggi  repressive,  si  dice,  ma  si  potrà  punire 
quando  il  male  è  già  fatto,  quando  l'animo  altrui  è  corrotto,  la  ripu- 
tazione altrui  distrutta,  il  rispetto  a  ogni  autorità  perduto  ?  Non  sarebbe 
megho  prevenire  prima  che  il  male  sia  fatto  ?  Si  prevengono  i  mali  de- 
rivanti dalla  fabbricazione  o  dalla  vendita  dei  veleni  materiali,  perchè  non 
si  prevengono  quelli  dei  veleni  morali  ? 

11.  Senonchè  si  risponde  che  il  pensiero  dell'uomo  è,  dev'esser  libero, 
non  solo  in  sé  ma  anche  nelle  sue  manifestazioni.  Si  dice  che  vi  ha 
alcuni  principii  superiori  inattaccabili.  Quali  ? 

Nell'ordine  scientifico  nessuna  dottrina  può  dirsi  infallibile,  perchè 
la  storia  c'insegna  che  tutte  le  generazioni  umane,  tutti  i  grandi  uomini 
sono  soggetti  ad  errare.  Troppi  principii  reputati  per  secoli  verissimi, 
e  non  solo  dai  governi  e  dalle  Chiese,  ma  da  tutti,  sono  stati  di  poi 
dimostrati  falsi  dal  libero  spirito  dell'uomo:  e  malgrado  le  paure  l'u- 
manità lungi  di  averne  alcun  danno  ne  ha  avuto  il  più  gran  beneficio. 
Socrate  fu  stimato  un  corrompitore  della  gioventù  e  fu  condannato  a 
bere  la  cicuta.  Cristo  alla  croce,  i  primi  cristiani  vennero  dati  in  preda 
alle  fiere,  i  liberi  pensatori  all'Inquisizione.  In  altri  tempi  erano  consi- 
derate universalmente  erronee  e  sovversive  la  dottrina  di  Galileo  sul  moto 
della  terra,  quella  dei  difensori  della  inviolabilità  della  hbera  coscienza 
umana.  E  si  noti  che  parteciparono  troppo  spesso  all'errore,  professato 


212  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

universalmente  per  vero,  gli  uomini  più  eminenti  del  tempo.  Aristotile 
difese  la  schiavitù,  Platone  il  comunismo,  i  cristiani  furono  perseguitati 
meno  da  uomini  come  Nerone  o  Caligola  che  da  un  Traiano  e  da  un 
Marco  Aurelio.  Chi  ci  assicura  che  ciò  che  noi  reputiamo  una  verità 
indispensabile  non  sia  invece  ancora  un  errore  ?  Ma  ammettiamo  pure  che  il 
principio  che  si  vorrebbe  ritenere  per  vero  lo  sia  effettivamente,  la  verità 
risplende,  penetra  e  si  rafferma  negli  animi,  più  in  seguito  al  contrasto 
coi  suoi  oppositori,  che  coll'affermazione  dogmatica. 

Stuart  Miil  osservava  a  tal  riguardo:  «  Se  l'opinione  è  giusta  si 
priva  l'umanità  della  possibilità  di  lasciare  l'errore  per  la  verità;  se  è 
falsa,  si  perde  un  beneficio  quasi  grande  altrettanto,  la  percezione  più 
chiara  e  l'impressione  più  viva  della  verità,  prodotta  dalla  sua  collisione 
coU'errore  »  (i). 

Ma  ammesso  ancora,  l'eminente  filosofo  aggiungeva,  che  «  l'opi- 
nione ridotta  al  silenzio  fosse  un  errore,  essa  può  contenere,  e  ciò  anzi 
accade  il  più  delle  volte,  una  parte  di  vero;  e  poiché  l'opinione  generale 
o  dominante  sopra  qual  si  voglia  argomento,  di  rado  è,  non  mai  è  tutta 
la  verità,  non  si  ha  probabilità  di  conoscerla  interamente,  che  per  la 
collisione  colle  opinioni  avverse  ....  Ancora  che  la  opinione  ricevuta  con- 
tenesse la  verità  e  tutta  la  verità,  la  si  professerà  come  un  pregiudizio, 
senza  comprendere  o  sentire  i  suoi  principii  razionali,  se  essa  non  può 
essere  discussa  vigorosamente  e  lealmente.  Il  senso  della  dottrina  mede- 
sima corre  rischio  di  essere  perduto,  indebolito  o  privato  del  suo  effetto 
vitale  sul  carattere  o  sulla  condotta,  perchè  il  dogma  diventerà  una  sem- 
plice formola  inefficace  pel  bene,  che  ingombrerà  il  terreno,  ed  impedirà 
il  nascimento  d'ogni  convinzione  fondata  sulla  ragione  o  sulla  esperienza 
personale  »  (2). 

Ebbe  ragione  il  Guizot  una  volta  ad  osservare  che  «  non  sono  gli 
uomini,  i  quali  hanno  inventato  l'analogia  del  bene  colla  luce,  del  male 
colle  tenebre;  questa  idea  comune  a  tutte  le  religioni  è  il  simbolo  della 
prima  delle  verità  ». 

Adunque  se  noi  consideriamo  la  libertà  della  stampa  nella  sua  prima 
forma,  la  libertà  della  discussione  scientifica  anche  di  quei  principii  ri- 
tenuti superiori  ad  ogni  contestazione,  essa  resiste  a  tutte  le  critiche, 
ed  è  fonte  del  maggior  bene,  anzi  la  condizione  indispensabile  della  co- 
gnizione della  verità  e  dell'altezza  del  pensiero  degli  individui  come  delle 
nazioni.  Non  s'intenderebbe  la  libertà  se  non  si  avesse  questa  illimitata 
libertà. 

D'altra  parte  a  chi  confidare  questo  immane  potere  di  limitare  an- 
ticipatamente la  libertà  di  pubblicazione  delle  investigazioni  dello  spirito 
umano  ?  Alle  Chiese  ?  Ma  esse  sono  per  natura  dommatiche;  ciò  che  è 
fuori  della  loro  credenza  è  riputato  errore  e  darebbe  luogo,  come  nella 
vecchia  Atene,  a  Gerusalemme,  nel  mondo  cattolico,  anglicano,  puritano 
e  ginevrino,  alla  più  tirannica  intolleranza.  Ai  Governi  ?  ma  possono  i 
Governi,  cioè  i  partiti   politici  in  maggioranza,   reputarsi   nell'esclusivo 


(i)  Stuart  Mill,  Oa  Liberty,  C.  I,  p.  2. 
(2)     Id.    C.  II,  p.  185. 


LA   LIBERTI   DI   STAMPA.  ^13 

possesso  del  vero  ?  Alla  scienza  ?  ma  i  dotti  sono  esclusivi,  e  si  creerebbe 
il  monopolio  degli  aristotelici  a  fronte  dei  platonici,  degl'  idealisti  a  fronte 
dei  positivisti,  e  simili. 

La  stampa  dunque  dev'essere  assolutamente  libera. 

Le  idee  false  non  debbono  essere  soppresse,  ma  discusse;  la  verità 
non  potrà  brillare  che  di  una  luce  più  rispledente  e  più  feconda;  non 
debbono  essere  combattute  colla  forza  ma  con  altre  ragioni;  parlando 
allo  spirito  debbono  essere  combattute  colle  stesse  armi  dello  spirito,  il 
ragionamento  e  la  parola. 

Ma  si  dice,  quanto  alla  libertà  della  stampa  politica,  i  Governi,  l'or- 
dine pubblico  non  possono  resistere  agli  attacchi  dei  loro  nemici,  me- 
diante la  libera  stampa  giornaliera. 

Errore.  La  storia  c'insegna  che  un'infinità  di  governi  son  caduti 
quando  la  stampa  non  solo  non  era  libera,  ma  non  era  nemmeno  stata 
inventata.  Chi  ha  fatto  cadere,  non  parliamo  dei  tanti  despoti  d'Oriente, 
i  primi  Re  della  Grecia  e  di  Roma,  chi  ha  prodotto  le  leggi  agrarie, 
chi  ha  imposto  la  Magna  Carta  a  tanti  Re  d'Inghilterra,  chi  ha  fatto 
cadere  gU  Stuardi,  Napoleone  I,  i  Borboni  di  Francia  e  d'Italia,  Isa- 
bella II  di  Spagna  ?  La  libera  stampa  ?  Non  la  si  aveva.  Essa  invece  ha 
reso  e  rende  più  saldo  il  governo  inglese,  lo  svizzero,  l'americano,  il 
belga,  l'olandese,  l'italiano  presente,  ecc.  Per  potere  ammettere  che  essa 
renda  inevitabili  le  rivoluzioni,  bisognerebbe  provare  che  rivoluzioni 
prima  della  stampa  non  ce  ne  fossero.  Le  rivoluzioni  sono  malattie  for- 
midabili che  hanno  molteplici  cagioni;  la  stampa  può  aiutarle,  coope- 
rarvi, ma  non  le  produce;  anzi  quando  non  è  libera,  le  idee,  i  sentimenti 
avversi  esistenti  non  si  sopprimono,  dan  luogo  alla  stampa  clandestina 
più  pericolosa,  per  la  maggior  difficoltà  di  difendersene,  e  pel  prestigio 
di  cui  in  mezzo  alla  universale  servitù  è  circondata.  La  libertà  della  stampa, 
se  può  esporre  a  vigorosi  assalti,  dà  modo  anche  di  avere  gagliardi,  onesti 
ed  autorevoli  difensori.  In  ogni  società,  se  vi  hanno  elementi  anarchici 
e  dissolvitori,  non  possono  mancare  quelli  dell'ordine  e  del  diritto  che  è 
la  condizione  naturale  o  normale  delle  società  politiche,  e  la  ragione  non 
può  parlare  invano  alla  mente  e  al  cuore  dei  popoli. 

Oltre  a  ciò  la  libera  stampa,  segnatamente  la  periodica,  è  realmente 
una  delle  principali  condizioni  del  Governo  libero,  come  l'arma  più  ef- 
ficace per  l'individuo,  le  minoranze  e  la  Società  rispetto  agli  abusi  dei 
Governi;  i  quali  tutti,  non  bastando  i  freni  dei  congegni  dei  meglio  or- 
dinati poteri  pubblici,  facilmente  eccederebbero,  per  lo  meno  si  addor- 
menterebbero. Senza  di  essa  i  poteri  pubblici  vivrebbero  isolati,  né  il 
popolo  potrebbe  conoscere  facilmente,  e  giornalmente  e  liberamente,  i 
fatti  pubblici,  le  cose  del  Parlamento,  le  proposte  di  legge,  gli  errori  e 
gli  abusi  dei  governanti,  le  idee  dei  ministri  e  dell'Opposizione,  le  ra- 
gioni dei  partiti;  né  il  Parlamento,  i  ministri  o  il  Governo,  gli  abusi 
dei  subordinati,  le  voci  dell'opinione  pubblica.  Per  la  Hbera  stampa  anche 
il  cittadino  non  deputato  né  senatore  e  nemmeno  elettore,  tutti,  quando 
gli  elettori  ed  il  Parlamento  stanno  in  riposo,  possono  partecipare,  avere 
azione  sulla  cosa  pubblica,  sindacare  l'esecutivo,  illuminare  il  legislativo. 
Sopratutto  forse  la  libera  stampa  è  T  inestimabile  correttivo  dell'onni- 


214  GUIDA   DELLA   STAMPA  PERIODIC(\.  ITALIANA. 

potenza  parlamentare  che  cosi  facilmente  diviene  prepotenza.  Per  essa 
le  minoranze  non  rappresentate  o  imperfettamente  rappresentate  nel  Par- 
lamet'to,  impotenti  davanti  alle  maggioranze  governanti,  possono  fare 
appello  alla  ragione  pubblica,  conquistare  la  pubblica  opinione,  frenare, 
ravvivare  e  anche  mutare  Parlamento  e  Ministeri. 

12.  D'altra  parte  la  libertà  della  stampa  non  vuol  dire  la  sua  irre- 
sponsabilità; nessuna  libertà  si  può  intendere  come  non  soggetta  a 
qualche  legge  o  limite,  non  tenuta  al  rispetto  del  diritto  altrui,  e  a  quello 
dello  Stato  medesimo.  «  La  libertà  illimitata  della  parola  e  della  stampa, 
bene  osservava  Chassan,  cioè  la  facoltà  di  tutto  dire  e  tutto  pubblicare, 
senza  essere  esposto  né  ad  una  repressione,  né  ad  una  responsabilità 
qualunque,  é  non  un'utopia,  ma  un  assurdo,  che  non  può  esistere  nella 
legislazione  di  alcun  popolo  civile  »  (i). 

Il  diritto  di  stampar  tutto  non  esiste  più  di  quello  di  dire  o  di 
far  tutto,  e  ogni  libertà  é  inseparabile  da  una  responsabilità.  Della  stampa 
si  può  abusare  come  di  ogni  altra  libertà  ;  anche  se  si  porta  in  mano 
un  bastone,  anzi  se  si  ha  le  braccia  libere,  si  può  abusarne  bastonando 
e  schiaffeggiando  a  dritta  e  a  manca  ;  ma  da  una  tale  possibilità  di 
abuso  non  segue  che  non  si  debba  esser  liberi  di  portare  un  bastone 
o  che  si  debbano  portar  legate  le  braccia,  come  si  fa  ai  cani  vaganti 
colle  museruole.  Il  paragone  coi  veleni  non  regge,  perocché  tranne  de- 
terminati casi  nei  quali  servono  come  rimedii,  essi  sono  essenzialmente 
medicinali;  e  quindi  é  giusto  che  la  società  civile  ne  regoli  la  fabbri- 
cazione e  lo  spaccio.  La  libertà  di  stampare  se  non  può  dirsi  un  dritto 
innato,  perchè  tutti  i  diritti,  e  particolarmente  questo,  si  acquistano  dal- 
l'uomo nascendo  in  società,  e  coordinatamente  agli  altri  diritti  e  doveri 
corrispondenti,  certo  è  fondata  sulla  ragione;  e  comunque  se  ne  possa 
abusare  e  possa  divenire  fonte  di  mali,  lo  é  pure  di  grandissimi  beni. 
La  società  civile  dunque  non  deve  proscriverla,  ma  soltanto  proteggere 
il  diritto  altrui,  il  privato  ed  il  pubblico,  contro  le  offese  che  ad  essi, 
come  mediante  ogni  altro  strumento  di  bene  o  di  male,  si  possa  ar- 
recare. La  questione  non  può  essere  che  di  modo,  di  limiti,  di  gua- 
rentigie. 

13.  Il  primo  sistema  che  si  tentò,  anche  nella  libera  Inghilterra,  per 
impedire  i  possibili  abusi  della  stampa  fu  il  preventivo  assoluto  della 
censura.  Si  die  alla  Chiesa  e  allo  Stato  il  diritto  di  esaminare  anticipa- 
tamente gli  scritti  che  s' intendesse  di  stampare,  a  fine  di  permettere 
quelli  che  si  reputassero  innocenti,  vietare  quelli  che  no.  Fu  l'età  aurea 
della  famosa  vecchia  massima  De  Deo  panca  de  Re^e  nihiì.  Evidente- 
mente un  tal  sistema  doveva  riuscire  alla  negazione  della  libertà  di  espres- 
sione del  pensiero  umano,  soggetta  com'era  assolutamente  al  benepla- 
cito, cioè  all'arbitrio  di  un  censore.  Si  elevava  il  criterio  p'-ilitico,  reli- 
gioso, morale,  scientifico,  letterario,  di  uno  o  di  pochi  delegati  di  Re 
e  di  governi,  a  rappresentante  esclusivo  del  vero,  del  giusto,  del  bene  ; 
lo  strumento  più  adatto  per  comprimere  lo  spirito  umano  nella  scienza 


(i)  Chassan,  Traile  des  délits  et  des  contraventions  de  la  parole  et  de  la  presse, 
Vel.  I,  ùota  alla  pag.  j,  2.'  ed.  del  i8ji. 


LA   LIBERTI   DI    STAMPA.  21 5 

e  nelle  lettere,  come  nella  religione  e  nella  politica.  Si  rendeva  segna- 
tamente impossibile  la  critica  dei  governanti,  la  pubblicazione,  l'espres- 
sione del  sentimento  pubblico.  Se  la  libera  stampa  è  cosi  necessaria  e 
preziosa  per  sindacare  i  poteri  pubblici,  c.>me  si  potrebbe  far  dipendere 
da  loro  medesimi  la  facoltà  di  sindacarli  ?  Tanto  varrebbe  far  nominare 
dai  tutori  e  dagli  amministratori  quelli  che  debbono  rivedere  i  loro  conti. 
Gli  è  perciò  che  il  mondo  civile,  il  quale  aveva  dapprima  e  dappertutto 
ammesso  la  censura,  oggi  dappertutto  l'ha  rigettata,  e  si  è  affidato  in- 
vece segnatamente  al  sistema  di  reprimere  gli  abusi  della  libertà. 

Per  le  stesse  ragioni  è  stato  anche  rigettato  il  sistema  della  pre- 
ventiva autorizzazione  governativa  dei  giornah.  Evidentemente  si  rende- 
rebbe la  pubblicazione  di  un  giornale  un  privilegio  dei  governi,  si 
darebbe  loro  il  potere  di  vietare  quelh  propugnanti  idee  loro  antipatiche, 
si  darebbe  alimento  alla  stampa  clandestina  ;  si  porrebbe  in  balta  dei 
governanti,  delle  loro  paure  e  delle  loro  intolleranze,  il  diritto  di  pub- 
blicare un  giornale,  di  manifestarvi  i  proprii  pensieri,  di  discutere 
le  cose  dello  Stato  e  della  Chiesa,  di  esaminare  1'  azione  dei  poteri 
pubblici. 

14.  Ma  se  il  sistema  di  prevenire  i  possibili  abusi  della  stampa,  me- 
diante l'istituzione  della  censura  e  delle  previe  autorizzazioni,  non  è 
ammissibile,  può  dirsi  altrettanto  di  ogni  sorta  di  prevenzioni?  Sarebbe 
un  eccesso  opposto.  «  Vi  ha,  osservò  Pellegrino  Rossi,  delle  misure 
preventive  che  impediscono  l'esercizio  d«4le  facoltà  cui  esse  si  applicano. 
Gli  è  un  provvedimento  preventivo  di  questa  specie  la  proibizione  di 
vendere  dei  veleni  quando  non  si  è  farmacista;  perocché  impedisce  lo 
esercizio  della  facoltà  di  cui  si  tratta.  Ecco  un  esempio  materiale.  La 
censura  rientra  nella  categoria  di  questi  mezzi  preventivi.  Ma  vi  ha  una  se- 
conda categoria.  Cosi,  per  riprendere  l'esempio  dei  veleni,  egli  è  permesso 
ai  farmacisti  di  venderne,  ma  sono  obbligati  nelle  loro  vendite  a  confor- 
marsi a  certe  regole.  Sono  obbligati  ad  avere  un  registro  e  ad  iscrivervi  il 
nome  delle  persone  a  cui  hanno  venduto  dei  veleni,  non  possono  ven- 
derne che  sull'ordine  di  un  medico,  e  in  molti  paesi  sono  obbhgati  a 
conservar  le  ricette  affine  di  poterle  presentare  quando  occorra.  Questi 
sono  mezzi  preventivi,  ma  non  impediscono  l'esercizio  della  facoltà: 
hanno  soltanto  per  iscopo,  se  è  commesso  un  delitto  di  facilitare  la 
ricerca  del  colpevole  »  (i).  Nella  stampa  la  censura  e  le  previe  auto- 
rizzazioni sono  prevenzioni  della  prima  specie,  sono  efficaci,  anzi  le  sole 
efficaci  per  impedire  il  male;  ma  lo  sono  anco  più  per  impedire  il  bene, 
per  modo  che  sono  affatto  contrarie  ai  principii  superiori  di  libertà  e  al 
diritto.  Ma  vi  sono  altri  mezzi  preventivi  della  seconda  specie  che  non 
li  offendono,  e  sui  quali  si  può  discutere. 

Un  primo  mezzo  di  prevenzione  ammissibile  sarebbe  una  certa  po- 
lizia sulle  stamperie.  Alcune  legislazioni  hanno  assoggettato  od  assog- 
gettano la  professione  di  stampatore,  od  anche  di  spacciatore  di  stam- 
pati, ad  autorizzazione  governativa.  Ma  in  questa  forma  sarebbe  ancora 
eccessiva  ed  inammissibile.  La  libertà  del  lavoro  non  deve  esser  soggetta 


(i)  P.  Rossi,  Op.  cit.  L.  LV.  p.  78. 


216  GUIDA    DELLA    STAlMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

a  beneplacito  governativo,  né  la  professione  di  stampatore  o  venditore 
di  libri  e  giornali  è  tale,  da  richiedere  condizioni  di  sesso,  di  nazionalità 
e  di  godimento  di  diritti  politici,  o  di  qualità  scientifiche  o  letterarie; 
come  per  esempio  si  fa  generalmente  pei  medici,  gli  avvocati,  gì'  inge- 
gneri, e  spessissimo  per  gì'  insegnanti.  Quello  solo  che  si  può  esigere 
si  è  che  ogni  stampatore  aprendo  un  negozio  di  stamperia  ne  faccia 
dichiarazione  all'autorità,  perchè  questa  sappia  chi  ne  sia  il  proprietario, 
e  il  suo  domicilio.  Certamente  è  giustissimo  obbligare  a  segnare  in  ogni 
stampato  il  nome  dello  stampatore,  il  luogo  e  1'  anno  della  stampa,  e 
a  presentare  i  primi  esemplari  all'autorità. 

Questi  sono  mezzi  bensì  di  prevenzione,  ma  razionali,  perchè  non 
vincolano  la  libertà,  il  diritto  del  lavoro  mediante  l' industria  della  ti- 
pografia, servono  a  mettere  l'autorità  in  condizione  di  tutelare  il  diritto 
dello  Stato  e  dei  cittadini  in  caso  di  violazione  della  legge,  sequestrando 
il  corpo  del  reato,  e  procedendo  nel  suo  accertamento  e  nella  sua  re- 
pressione 0  punizione. 

Del  pari  non  tutte  le  prevenzioni  rispetto  alle  pubblicazioni  perio- 
diche sono  da  rigettare.  Se  lo  è  senza  dubbio  l'esaminato  sistema  di 
assoggettarle  a  previa  autorizzazione  governativa,  non  si  può  dire  lo 
stesso  dell'  altro  sistema  del  semplice  obbligo  di  dichiarazione  al  go- 
verno dell'intendimento  di  volere  pubblicare  un  giornale  o  un  periodico; 
indicando  il  titolo  del  periodico,  il  luogo  e  l'officina  della  pubblicazione, 
il  nome  dello  stampatore  e  delle  persone  responsabili  della  pubblicazione. 
La  legge  italiana  è  informata  a  codesto  sistema,  colla  variante  (arti- 
coli 35,  36,  3S)  del  diritto  di  ricognizione,  nel  Governo,  dell'adempi- 
mento delle  facili  e  liberali  condizioni  prescritte  dalla  legge,  innanzi  di 
por  mano  a  esse  pubblicazioni  periodiche. 

Tranne  ciò  che  concerne  il  gerente  responsabile,  istituzione  che  di- 
scuteremo più  innanzi,  il  nostro  sistema  è  razionale  e  liberale  a  un 
tempo.  Prescritte  alcune  speciali  e  giuste  condizioni  alla  pubblicazione 
di  un  giornale,  in'lipendenti  da  partiti  politici  e  religiosi,  non  è  un'offesa 
alla  libertà  l'accertamento  preventivo  del  loro  adempimento. 

La  libertà  di  fondare  una  famiglia,  od  una  società  commerciale,  non 
è  offesa  dall'obbligo  di  far  riconoscere  l'adempimento  delle  condizioni 
imposte  dalla  legge  per  tutelare  i  diritti  pubblici  o  privati,  come  le  pre- 
sentazioni di  atti  di  nascita  e  di  stato  libero,  di  consenso  di  genitori  o 
di  tutori,  e  di  pubblicazioni.  Sono  codesti  mezzi  preventivi  legittimi  che 
giustificano  una  legge  speciale  sulla  libercà  della  stampa:  se  potesse  ba- 
stare la  pura  repressione  comune  basterebbe  a  rigore  il  codice  penale 
generale. 

15.  Altre  leggi,  come  per  lungo  tempo  la  stessa  inglese,  hanno  ob- 
bligato i  giornali  a  un  diritto  di  bollo.  In  Italia  ne  siamo  affatto  esenti, 
perchè  il  bollo  postale  non  è  propriamente  un'imposta,  è  il  prezzo  di 
un  servizio  che  non  paga  forse  nemmeno  le  spese,  e  poi  non  è  obbli- 
gatorio, potendo  i  giornali  essere  trasportati  con  altri  mezzi.  Il  diritto 
del  bollo,  propriamente  detto,  è  tutt'altra  cosa,  è  un'imposta:  e  come 
tale,  considerato  cioè  dal  lato  puramente  fiscale,  potrebbe  essere  giudi- 
cato eoi  criteri  finanziari.  Esso  però  non  è  stato  imposto  a  solo  titolo 


LA   LIBERTI   DI   STAMPA.  217 

fiscale,  ma  si  è  avuto  in  mira,  accrescendo  il  costo  della  produzione  dei 
giornali  in  genere,  di  rendere  più  difficile,  quello  dei  giornali,  in  cui 
può  scriver  chiunque  e  che  possono  andare  per  le  mani  di  tutti.  Si 
voleva  lasciare  il  campo  ai  giornali  costosi  che  più  facilmente  sono  scritti 
meglio,  e  che  non  tanto  facilmente  hanno  i  difetti  della  così  detta  pic- 
cola stampa. 

Un  tal  mezzo  di  prevenzione  è  arbitrario,  muove  dal  preconcetto 
che  la  stampa  a  buon  mercato  è  cattiva,  e  che  questo  buon  mercato 
deve  essere  impedito  artificialmente  dalla  legge;  viene  a  riuscire  un  dazio 
sulla  diff"usione  delle  conoscenze.  Giustamente  perciò  è  stato  abolito  in 
Inghilterra,  ed  è  rigettato  dalla  nostra  legislazione. 

16.  Maggiori  dispute  può  sollevare  ragionevolmente  l'altro  sistema 
classico  inglese,  ammesso  ancora  dalla  Repubblica  francese  e  dall'Impero 
germanico.  Esso  consiste  nell'obbligo  imposto  ad  ogni  giornale  di  dare 
all'autorità  una  cauzione  in  denaro,  una  guarentigia  materiale  da  assicu- 
rare, non  dirò  della  solidità  finanziaria  dell'impresa,  ma  del  pagamento 
delle  condanne  di  multa,  e  dei  danni  ed  interessi  cui  il  giornale  possa 
esporsi.  La  nostra  legge  non  ne  esige;  da  noi  chiunque,  maggiore  di 
età,  può  pubblicare  un  giornale,  una  rivista  grande  o  piccola,  quotidiana, 
settimanale  o  mensile;  non  è  soggetto  non  dico  a  censura,  ad  autoriz- 
zazione, a  bollo,  ma  a  nessuna  cauzione,  non  è  obbligato  a  raccogliere 
capitali,  ad  assicurarsi  una  certa  solidità  finanziaria,  nemmeno  a  presen- 
tare una  guarentigia  di  fideiussori.  Là  cauzione,  è  innegabile,  condiziona 
l'esercizio  di  un  diritto  al  possesso  di  un  capitale,  che  immobilizza,  di 
cui  toglie  il  libero  uso;  è  un  limite  alla  libertà,  favoreggia  i  giornali 
grandi  e  potenti,  a  fronte  dei  piccoli  che  oggi  possono  essere  fatti  da 
nullatenenti.  Si  capisce  dunque  come,  se  si  volessero  introdurre  le  cau- 
zioni da  noi,  sarebbero  per  lo  meno,  acerbamente  combattute. 

Tuttavia  noi  non  sapremmo  annoverarle  tra  i  mezzi  illegittimi  di 
prevenzione.  A  mostrare  la  fallacia  degli  argomenti  avversari  baste- 
rebbe soltanto  il  fatto  dell'Inghilterra;  ove  le  cauzioni  sono  gravis- 
sime, come  si  è  visto,  e  nessuno  può  dire  che  la  stampa  non  vi  sia  li- 
bera. Razionalmente,  siccome  la  vera  libertà  suppone  la  responsabilità, 
cosi  non  si  può  dire  assicurata  la  vera  libertà,  senza  avere  assicurato  la 
responsabilità.  E  questa  non  lo  è,  quando  si  potrà  condannare  come 
si  voglia  a  multe  e  a  ristoro  di  danni  gli  autori  del  male,  ma  se  essi, 
come  in  Italia,  sono  meramente  presunti  e  non  hanno  come  pagare,  la 
legge  resta  vuota  di  effetto.  Egli  è  quindi  ragionevole  che  chiunque  colla 
stampa  di  un  giornale  si  espone  a  violare  il  diritto  altrui  dia  guarenti- 
gie di  poter  ristorare  il  male. 

Da  noi  si  è  andato  cosi  lungi  in  questo  concetto  di  non  assicurare 
il  pagamento  delle  multe  e  dei  danni,  per  paura  di  offendere  la  libertà 
della  stampa  periodica,  che  si  è  trascurato  di  statuire  che,  condannato 
un  giornale  al  pagamento  di  una  multa  o  di  un'indennità,  esso  rima- 
nesse sospeso  fino  all'effettivo  pagamento  di  essa  indennità  o  multa. 

17.  Qualche  altra  legislazione,  come  l'austriaca  del  27  maggio  1852, 
aveva  imposto  un'altra  misura  preventiva,  certe  qualità  scientifiche  del 
redattore  0  direttore  eff"ettivo.  E  difatti  non  mancherebbero  delle  ragioni 


S18  GUIDA.   DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 

per  tali  esigenze;  si  richiedono  pei  medici,  per  gli  avvocati,  gl'ingegneri, 
i  nota',  gl'insegnanti;  in  Germania  anche  pei  sacerdoti.  Crediamo  abbia 
fatto  meglio  la  legge  italiana  a  non  richiederle  nella  stampa  periodica, 
e  ad  abolirle  la  stessa  Austria  colla  legge  17  dicembre  1862.  Óltre  alle 
ragioni  generali  in  favore  della  libertà,  ed  alla  difficoltà  somma,  per  non 
dire  impassibilità,  di  dimostrare  la  ragionevolezza  di  condizionare  a  un 
diploma  la  capacità  all'esercizio  di  una  professione  cosi  essenzialmente 
libera  come  la  stampa,  sarebbe  un'esigenza  che  non  guarentirebbe  nulla. 
Da  una  parte  si  cercherebbe  di  eluderla  facilmente  presentando  dei  di- 
rettori nominali,  dall'altra  è  difficile  che  un  uomo  possa  avere  una  certa 
azione  sul  pubblico  senza  una  certa  cultura;  facile  ad  acquistare  o  a  far 
presumere  con  un  grado  accademico,  che  di  necessità  non  potrebbe  ele- 
varsi alla  laurea  universitaria,  ma  discendere  a  un  diploma  di  ordine 
inferiore  e  più  comune.  E  da  quando  in  qua  l'acquisto  di  una  licenza 
liceale  o  tecnica,  ed  anche  di  una  laurea  universitaria,  è  una  guarentigia 
di  spirito,  di  ordine,  e  di  qualità  morah?  (i). 

La  Francia  ha  introdotto  un  altro  mezzo,  repressivo  ad  un  tempo 
e  preventivo,  la  firma  obbligatoria  degli  articoli  p-'r  parte  dell'autore,  il 
che  dovrebbe  secondo  i  suoi  fautori  prevenire  i  reati  di  stampa  colla 
responsabilità  personale,  morale  e  giuridica  che  impone  agli  scrittori. 
Noi  discuteremo  più  innanzi  su  codesta  responsabilità  degli  autori  veri 
dei  mali  che  si  arrecano  mediante  la  stampa,  ma  codesto  sistema  di  ob- 
bligare alla  firma  degli  articoli  restringe  la  libertà  senza  compensi  o 
ragioni  sufficienti.  In  alcuni  casi,  come  massimamente  nei  corrispondenti 
stranieri,  è  inesplicabile;  vi  ha  inoltre  parecchi  casi  nei  quali  il  tacere 
il  proprio  nome  non  è  segno  di  mal  animo  o  di  poco  coraggio  civile; 
può  essere  richiesto  da  legittime  condizioni  p^^rsonali,  ed  anche  dal  de- 
siderio di  togliere  ad  un'opinione  la  possibilità  di  essere  disprezzata  o 
rifiutata  in  odio  o  in  vista  di  persone  determinate.  Ha  l'inconveniente 
di  togliere  ai  giornali  il  pregio  della  col'ettività,  di  farli  essere  la  voce 
non  di  un  individuo,  ma  di  un  partito,  l'espressione  di  un'opinione; 
forse  sopra  ogni  altra  cosa  arreca  un  inconveniente  direttamente  con- 
trario allo  scopo  degli  autori  della  disposizione,  cioè  alimentata  la  va- 
nità dei  cattivi  scrittori,  crea  a  quelli  che  pensan  meno,  ai  più  leggieri 
e  meno  degn',  una  celebrità  che  non  possono  acquistare  e  godere  mol- 
tissimi altri  cittadini  che  lavorano  in  libri  serii,  negli  uffici  pubblici  e 
nelle  altre  professioni  più  dotte  e  più  meritevoli.  In  Francia  stessa,  ove 
quest'obbligo  è  stato  mantenuto  dalla  presente  repubblica,  pare  sia  an- 
dato o  vada  cadendo  in  desuetudine. 

18.  La  Francia  imperiale,  non  potendo  stabiUre  la  censura,  e  repu- 
tando non  bastare  alla  sua  protezione  gli  altri  mezzi  preventivi  testé  di- 
scussi, né  i  repressivi,  immaginò  contro  gH  abusi  ed  assalti  altri  prov- 
vedimenti, quali  le  ammonizioni,  le  sospensioni  e  le  soppressioni.  Si  è 
conferito  al  potere  esecutivo,  custode  dell'ordine  pubblico,  il  diritto  di 
vedere  se  un  giornale  eccedeva  i  limiti  della  libera  discussione,  della 
libera  significazione  dei  propri  pensieri,  del  legittimo  sindacato  delle  cose 


(i)  Vedi  più  oltre  l'articolo  \' Insegnamento  del  giornalismo. 


LA   LIBERTÀ   DI   STAMPA.  219 


pubbliche,  e  trascorresse  invece  ad  attentare  alle  fondamenta  della  so- 
cietà, al  diritto  pubblico  o  privato;  e  in  tali  casi  gli  dava  podestà  di 
ammonire  esso  giornale,  anzi  persistendo  nella  condotta  biasimata,  di  so- 
spenderlo ed  anche  di  sopprimerlo  addirittura. 

Un  diritto  simile  nei  governi  si  comprende  soltanto  in  tempi  ec- 
cezionali di  legali  poteri  straordinari  o  di  dittatura,  per  causa  di  guerra 
nazionale,  di  rivoluzione,  di  stato  di  assedio.  Come  ordinamento  nor- 
male di  un  paese  libero  tali  mezzi  sono  affatto  inammissibili,  perchè 
equivalgono  a  dare  al  potere  amministrativo  un  diritto  discrezionale  sulla 
libertà  e  sulla  proprietà  dei  cittadini.  Difatti  è  nell'essenza  della  libertà, 
che  giudice  dei  suoi  eccessi  dev'essere  non  l'amministrazione  ma  la  ma- 
gistratura, la  quale  indipendente  come  è,  o  dovrebbe  e  potrebbe  essere, 
è  la  sola  atta  a  giudicare.  Il  governo  è  un  partito  di  maggioranza,  che 
deve  avere  bensì  nelle  mani  una  gran  parte  del  potere  pubblico,  ma  si- 
curamente non  può  aver  quello  di  comminar  delle  pene.  E  l'ammoni- 
zione, e  più  ancora  la  sospensione  e  la  soppressione,  sono  delle  gravis- 
sime pene,  senza  nessuna  delle  guarentigie  del  diritto  comune  sulla  ap- 
plicazione di  esse. 

Un  giornale  è  una  proprietà,  e  l'investimento  di  un  capitale,  lo 
esercizio  di  un  lavoro  e  di  un  diritto  pubblico;  la  sospensione  e  la  sop- 
pressione interdicono  ai  suoi  scrittori  di  manifestarvi  i  propri  pensieri 
sulla  cosa  pubblica,  anzi  di  lavorare^  rendono  incerto,  e  distruggono  il 
capitale.  Che  tutto  ciò  sia  legittimo  come  pena,  non  vi  può  esser  dubbio  ; 
ma  vi  bisognano  le  condizioni  dell'ordine  giuridico  penale,  l'inamovi- 
bilità e  l'indipendenza  dei  giudici,  la  libera  difesa,  la  pubblicità  dei  giudizii, 
e  cosi  via  seguendo.  Se  non  si  può  comminare  una  pena  pecuniaria  o 
corporale,  di  privazione  di  Hbertà  personale  e  d'interdizione  dai  diritti 
politici,  senza  un  regolare  giudizio,  come  ammettere  che  nella  stampa 
il  governo  possa  applicare  tali  pene  gravissime  senza  le  guarentigie  del 
diritto  comune  ? 

La  stessa  censura  con  tutti  i  suoi  torti,  causava  la  lesione  della  pro- 
prietà; i  citati  mezzi  amministrativi  pongono  tutto  in  preda  all'arbitrio 
governativo. 

19.  Il  solo  potere  che  si  può  ammettere  nel  governo,  lo  abbiam  visto 
in  particolare  della  Svizzera,  è  quello  del  sequestro  provvisorio,  salvo  il 
successivo  giudizio  regolare  del  potere  giudiziario.  Gli  è  vero  che  anche 
questo  diritto  di  sequestrare  provvisoriamente  ma  preventivamente  un 
giornale,  un  libro,  è  un  potere  pericoloso,  perchè  rende  impossibile  la 
pubblicazione  effettiva  del  proprio  pensiero,  la  distribuzione,  la  vendita 
delle  cose  proprie.  Ma  lo  Stato  ha  anche  il  diritto,  nei  casi  e  nei  modi 
determinati  dalla  legge,  di  arrestare  un  individuo  semplicemente  impu- 
tato, comunque  non  condannato  e  che  perciò  si  possa  presumere  inno- 
cente. È  ad  esso  analogo  questo  diritto  di  sequestro  provvisorio  e  si  giu- 
stifica con  simili  ragioni.  Difatti  il  giornale  ed  anche  il  libro  possono 
esser  ben  tali  che  diffondendosi  liberamente,  quando  poi  la  magistratura 
li  condannasse,  il  reo  potrà  esser  punito,  ma  il  male  sarà  compiuto  e 
irreparabile.  Il  Governo,  che  deve  tutelare  l'ordine  pubblico  e  il  diritto 
dei  privati,  come  ha  il  diritto  di  sciogliere  un  assembramento,  quando 


220  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA  ITALIANA. 

si  chiarisce  pericoloso  all'ordine  pubblico,  di  arrestare  un  individuo,  non 
dico  quando  è  colto  in  flagrante,  ma  anche  quando  ci  sieno  indizi  ragio- 
nevoli di  reità,  deve  avere  il  diritto  di  sequestrare  un  proclama  incendiario, 
un  libro  osceno,  un  giornale  attentante  al  rispetto  dovuto  alle  credenze 
religiose  della  cittadinanza  o  al  potere  sovrano.  Quello  solo  che  si  può 
esigere  al  riguardo  si  è  che  sia  al  possibile  regolato  in  guisa  da  causare 
gli  arbitrii.  —  Quindi  si  deve  trattare  di  sequestro,  e  non  di  confisca  o 
di  distruzione,  si  può  ordinare  dal  Pubblico  Ministero,  come  consente  il 
citato  art.  52  della  nostra  legge  sulla  stampa,  e  ricordò  il  ministro  Villa 
colla  sua  circolare  dei  2^  luglio  1880,  ma  deve  essere  deferito  al  più 
presto  per  il  relativo  procedimento  al  potere  giudiziario.  (Circolare  del 
ministro  Mancini  dei  16  maggio  1876,  confermata  dal  Conforti  ai  19 
aprile  1878.) 

Stanno  inoltre  a  guarentigia  del  legittimo  uso  di  questo  diritto,  la 
comunanza  d'interesse  degli  altri  giornali  ossia  del  resto  della  stampa, 
la  responsabilità  avanti  al  Parlamento,  cioè  il  sindacato  di  esso  sull'eser- 
cizio dei  poteri  pubblici;  forse  ancora  lo  stesso  interesse  del  Governo, 
di  non  creare  coi  sequestri,  cioè  coll'attrattiva  del  frutto  proibito,  una 
certa  popolarità  ai  libri  ed  ai  giornali  sequestrati. 

20.  Il  vero  mezzo  connaturale  allo  spirito  della  vita  libera  in  ordine 
agli  abusi  della  libertà  della  stampa,  senza  dubbio  si  è  la  repressione 
propriamente  detta.  La  legge  deve  determinare  i  limiti  della  libertà  della 
stampa,  le  pene  ai  reati  che  con  essa  si  possono  commettere,  stabilire 
chi  debba  esserne  responsabile,  ordinare  i  giudizii  corrispondenti. 

Però  tutto  ciò  non  è  facile. 

Quanto  alla  determinazione  dei  limiti  della  libertà  della  stampa,  dei 
reati  che  si  possono  con  essa  commettere,  delle  pene  loro  comminate, 
la  nostra  legge  evita  le  paure  di  molte  straniere  legislazioni,  le  quali 
concedendo  la  libertà,  la  rendevano  una  vana  parola  colle  gravi  e  ingiu- 
stificabili eccezioni  (i).  Da  noi  abbiam  visto  che  molte  cose  son  vietate 
alla  b'bera  stampa,  ma  senza  farne  una  minuta  disamina  che  non  è  com- 
pito nostro,  i  limiti  si  giust'ficano  trattandosi  di  veri  reati  contro  l'or- 
dine giuridico,  politico,  morale  e  sociale.  Sicuramente  la  stampa  non  deve 
essere  impedita  nella  libertà  della  discussione  scientifica  delle  religioni, 
dei  governi,  della  sovranità,  della  proprietà,  dell'ordinamento  della  fami- 


(i)  Giusti  pose  in  ridicolo  tali  slealtà  colla  sua  satira  sul  VII  Congresso,  che  sta- 
biliva la  libertà  della  starapa  a  questa  guisa  ; 

E  tolta  la  statistica 
Che  pubblica  i  segreti, 
La  Chimica  e  la  Fisica 
Che  impermalisce  i  preti; 

Tolto  il  commercio  libero. 
Tolta  l'Economia, 
Gli  studii  geologici, 
E  la  frenologia; 

Posto  un  sacro  silenzio 
D'ogni  e  qualunque  scuola, 
Del  resto  a  tutti  libera 
Concede  la  parola. 


LA   LIBERTÀ   DI   STAMPA.  221 

glia,  e  simili;  ma  altro  è  l'analisi  e  la  critica  scientifica,  indispensabile 
alla  libertà  e  al  progresso  dello  spirito  umano,  la  censura  dell'operato 
della  pubblica  autorità;  altro  è  l'offesa  alle  credenze,  al  diritto,  all'onore 
altrui,  la  provocazione  a  commettere  reati  contro  Re,  Papi,  Camere, 
contro  la  costituzione  dello  Stato,  il  suo  ordine  politico,  morale  e  sociale, 
ovvero  contro  i  privati  cittadini.  Si  sa  ancora  che  la  provocazione  me- 
diante la  stampa,  non  è  la  provocazione  comune  che  richiede  una  certa 
relazione  tra  l'agente  provocatore  e  il  provocato,  ma  è  una  provocazione 
sui  generis,  retta  perciò  dalle  condizioni  speciali  inerenti  alla  sua  natura  (r). 

Da  noi  non  si  possono  fare  delle  giuste  critiche  sopra  alcuni  par- 
ticolari, non  vi  sono,  per  esempio  contemplate  le  sottoscrizioni  per  in- 
dennizzare i  colpiti  di  condanne  giudiziarie;  sottoscrizioni  che  sicuramente 
dovrebbero  esser  punite,  perchè  essendo  le  decisioni  della  giustizia  ema- 
nazioni della  legge  si  offende  essa  legge,  quando  si  glorifica  ciò  che  i 
tribunali  han  condannato,  e  si  cambia  la  condanna  in  trionfo  (2).  A  ogni 
modo  in  Italia  la  libertà  della  srampa,  specialmente  se  si  considera  la 
larghezza  con  cui  la  legge  è  stata  ed  è  interpretata,  è  cosi  ampia  che 
ragionevolmente  non  porrebbe  esser  maggiore. 

21.  La  questione  però  è  gravissima  sulle  persone  che  abbiano  a  essere 
responsabili  dei  reati  di  stampa.  Da  noi  abbiam  visto  che  nei  libri  e  nelle 
pubblicazioni  non  periodiche  sono  responsabili,  prima  l'autore,  poi  in  se- 
condo luogo,  sussidiariamente  l'editore,  da  ultimo  lo  stampatore;  nelle 
periodiche  il  gerente  responsabile  e  gli  autori  sottoscritti;  ma  sebbene  la 
giurisprudenza  tenda  ad  accoglierli  si  disputa  se  possano  esserlo  ancora 
gli  autori  non  sottoscritti.  È  ammissibile  un  tale  ordinamento  di  respon- 
sabiUtà  ? 

Chi  è  veramente  il  reo  nel  reato  di  stampa  ?  Sicuramente  vi  con- 
corrono parecchi;  l'autore  perchè  egli  ha  concretato  il  suo  pensiero  in 
manoscritto  che  poi  diviene  stampato,  l'editore  che  ne  assume  la  pub- 
blicazione, il  tipografo  o  stampatore  che  lo  fa  divenire  stampato,  il  di- 
stributore o  spacciatore. 

Si  è  voluto  dire  che  il  reo  è  propriamente  lo  editore,  da  altri  lo 
stampatore.  L'autore  quando  pensa  lo  scritto  certamente  non  è  imputa- 
bile, e  quindi  non  è  punibile,  perchè  il  pensiero,  il  puro  pensiero  sfugge 
all'azione  del  potere  pubblico,  e  questo  è  vero.  E  si  è  aggiunto  che 
anche  quando  scrive,  lo  scritto  è  cosa  privata,  diventa  lesivo  dell'ordine 
giuridico,  del  diritto  dello  Stato  e  dei  privati  quando  diventa  stampato; 
l'edizione  dunque,  la  stampa  di  esso  costituisce  il  reato,  l'editore,  e  lo 
stampatore  sono  imputabili,  lo  scrittore  non  può  essere  considerato  che 
come  complice,  per  aver  fornito  all'editore  e  allo  stampatore  lo  strumento 
del  delitto. 

Tutto  ciò  è  un  vero  sovvertimento  sofistico  di  ogni  buon  senso  giu- 


(i)  «  Di  regola  la  provocazione  od  istigazioae  ad  un  reato  non  diventa  punibile, 
se  non  quando  il  reato  è  commesso  o  tentato.  Ma  le  provocazioni  col  mezzo  della 
stampa;  specialmente  se  relative  ad  un  crimine  contro  la  sicurezza  dello  Stato,  sono 
punibili  e  punite,  anche  se  non  seguite  da  effetto  ».  Corte  di  Cassazione  di  Torino, 
5  luglio  1858.  Bettini,  Giuris.  Pratica,  Voi.  X,  I,  904. 

(2)  Cassan,  Op.  cit.  Voi.  I,  354.  —  Crivellari,  La  Stampa,  Capo  XIX  e  XX. 


222  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

ridico  e  pratico.  Aveva  ragione  l'Hello  ad  osservare:  «  Lo  scritto  non 
è  ristrumento  del  delitto,  è  il  corpo  del  delitto  stesso;  il  fatto  della 
pubblicazione  non  si  concepisce  indipendentemente  dallo  scritto  pubbli- 
cato. La  situazione  legale  dello  scrittore  non  è  dunque  quella  del  com- 
plice. Aggiungiamo  che  in  un  delitto  di  questa  natura  la  parte  dello 
scrittore  non  può  essere  secondaria;  gli  effetti  buoni  o  cattivi  del  libro 
eran  tutti  nel  suo  pensiero,  egli  è  a  lui  sopratutto  che  spetta  il  merito 
ed  il  demerito  della  pubblicazione.  Si  sarebbe  fuori  del  vero  se  si  riget- 
tasse il  delitto  principale  sopra  uno  dei  due  ultimi  agenti,  che  stampando 
e  pubblicando  hanno  esercitato  un'industria  di  cui  vivono,  e  fatto  un 
atto  della  loro  professione  »  (i). 

Senza  dubbio  ancora  non  vi  ha  reato  di  stampa  senza  pubblica- 
zione, ma  la  pubblicazione  è  la  condizione  necessaria  del  reato,  non  è 
l'essenza.  Lo  scritto  è  essenzialmente  colpevole,  la  pubblicazione  non 
è  che  un  fatto  esterno,  senza  del  quale  in  verità  esso  non  cade  sotto 
la  giurisdizione  penale;  non  v'ha  delitto  punibile  che  dopo  la  pubbli- 
cazione, ma  la  colpabilità  è  nello  scritto. 

Da  ciò  discende,  secondo  il  d  ritto  comune,  che  l'editore  e  lo  stam- 
patore sono  bensì  imputabili,  ma  non  possono  esserlo  senza  l'autore, 
questi  è  non  il  complice,  ma  il  vero  reo  principale.  Lo  stampatore  è 
una  persona,  il  cui  mestiere  è  quello  di  stampare,  il  suo  ufficio  non 
è  propriamente  di  esaminare  gli  scritti,  di  valutarne  il  merito,  la  portata, 
gli  effetti,  forse  non  avrebbe  talvolta  a  ciò  nemmeno  la  capacità,  per  lo 
meno  questa  non  è  richiesta  all'esercizio  della  sua  arte;  ma  egli  ha  la 
libertà  di  non  stampare,  e  in  ogni  caso  dovrebbe  vedere  quello  che 
stampa,  e  non  stampare  ciò  che  è  lesivo  del  diritto.  L'editore  poi,  per 
la  natura  della  sua  professione,  deve  essere  una  persona  più  colta,  deve 
conoscere  il  valore  degh  scritti,  e  saperli  apprezzare  per  comperarli  od 
assumerne  l'edizione;  perciò  è  giustamente  più  imputabile, 

Q_uelle  legislazioni  sulla  stampa,  dunque,  le  quaU  hanno  reso  im- 
putabile l'editore  e  lo  stampatore  senza  ricercare  l'autore,  e  quelle  le 
quali  imputano  l'autore,  lasciando  immuni,  quando  esso  sia  conosciuto, 
gli  editori  e  lo  srampaiore,  deviano  dal  diritto  comune  sulla  responsa- 
bilità. Tutti  invece  sono  rei,  sebbene  in  diverso  grado;  prima  l'autore, 
poi  l'editore,  quindi  specialmente  quando  i  primi  siano  ignoti,  lo  stam- 
patore. Vero  è  che  l'esenzione  dall'imputabiUtà  dell'editore  e  dello  stampa- 
tore sembra  stata  inventata  per  sottrarre  gli  scrittori  in  certo  modo 
alla  potente  censura  degli  editori  e  dei  tipografi,  come  guarentigia  della 
libertà  della  stampa;  ma  non  perciò  è  men  vero  che  è  un'eccezione  al 
diritto  comune,  un  privilegio,  che  come  tutti  i  privilegi  potrà  avere 
le  sue  ragioni  di  essere  ed  anche  le  sue  giustificazioni,  ma  occorrono 
sempre  queste  giustificazioni;  e  in  ogni  caso,  come  in  tutti  i  privilegi, 
l'esenzione  della  responsabiliià  del  diritto  comune  deve  essere  applicata 
o  interpretata  ristrittivamente,  deve  avere  i  suoi  più  stretti  limiti. 

22.  Di  maggiori  critiche  è  degna   l'istituzione  del  gerente  responsa- 
bile delle  pubblicazioni  periodiche,  da   noi  imitato   dalla  legge  francese 


(i)  Hello.  Du  Regime  Constitutionnel,  P.  I.   T.  IV,  p.  i/ 


LA   LIBERTÀ   DI   STAMPA.  223 

del  1828.  Non  vi  ha  dubbio  che  un  giornale,  persona  fittizia,  ha  biso- 
gno di  un  rappresentante  che  parli,  agisca,  stipuli,  risponda  per  esso, 
che  fornisca  la  cauzione  se  è  richiesta,  faccia  le  prescritte  dichiarazioni 
e  presentazioni  degli  stampati,  e  simili. 

È  giusto  perciò  che  la  legge  apponga  a  cotali  gerenti  le  facili  con- 
dizioni convenienti  di  età,  di  diritti  civili,  e  così  via  seguendo.  Ma  non  è  qui 
la  questione,  non  si  tratta  di  questa  rappresentanza  del  giornale,  e  della 
responsabilità  delle  contravvenzioni  alle  prescrizioni  amministrative  sulla 
stampa  periodica.  Il  gerente  responsabile  della  nostra  legge  è  ben  altro, 
la  legge  lo  ha  reso  responsabile  del  reato  contenuto  nella  qualità  dello 
scritto  pubblicato;  e  si  deve  domandare  se  avendo  uno  scrittore  fatto  pub- 
blicare un  suo  articolo  di  giornale,  può  presentarsi  un  altro  a  rispon- 
derne davanti  alla  giustizia,  e  se  basta  che  la  legge  positiva  abbia  ordinato 
così  perchè  questa  responsabilità  sia  giusta  (i). 

Non  occorre  combattere  più  oltre  h  ragione  che  se  ne  è  data,  cioè 
che  il  reato  consistendo  nella  pubblicazione  è  giusto  che  ne  risponda 
il  gerente  il  quale  si  è  incaricato  della  pubblicazione.  Più  importante 
sarebbe  l'argomento  tratto  dagl' interessi  superiori  della  libertà  della 
stampa,  la  quale  non  sarebbe  intera,  se  la  giustizia  ricercasse  gli  autori 
che  non  hanno  stimato,  sottoscrivendosi,  di  assumere  la  responsabilità. 
Ma  può  la  legge  sconoscere  le  condizioni  più  essenziali  della  imputa- 
bilità? La  legge  morale  che  attribuisce  la  responsabihtà  al  cattivo  uso 
della  libertà  è  una  legge  fondamentale,  cui  la  legge  umana  non  può 
derogare. 

Abbiam  visto,  in  ordine  all'inviolabilità  regia,  che  la  responsabilità 
dei  ministri  in  tanto  può  aver  luogo  in  quanto  si  tratta  di  liberi  con- 
siglieri della  Corona,  responsabili  non  dell'operato  di  questa,  ma  del 
consiglio  che  hanno  dato  liberamente,  e  di  cui  liberamente  si  son  fatti 
esecutori.  La  responsabilità  non  è  cosa  ufficiale,  nessuna  legge  al  mondo 
può  giustamente  rendere  responsabile  chi  non  è  l'autore  del  reato,  non 
può  cosi  sconoscere  i  principi!  elementari  di  diritto,  anzi  del  più  comune 
buon  senso;  pei  quali  non  ci  può  essere  imputabilità  e  quindi  pena, 
quando  manca  l'intendimento  di  commettere  il  reato,  la  coscienza  del 
fatto  punibile,  quando  non  si  è  l'autore,  la  causa  del  reato,  quando  la 
pena  non  può  avere  su  lui  azione  morale  di  emenda,  per  lo  meno  di 
espiazione.  Il  gerente  non  è  l'autore  dello  scritto,  non  è  nemmeno  il  diret- 
tore del  giornale,  che  ha  potuto  ordinarlo,  che  lo  accoglie  in  esso,  non 
ne  è  l'editore,  non  lo  stampatore;  è  una  finzione  della  legge,  buona  a 
rendere  illusorie  le  condanne  a  pena  pecuniaria,  scegliendosi  apposta 
chi  non  ha  nulla;  è  un  miserabile  che  può  sapere  appena  sottoscrivere 
il  suo  nome,  ma  che  non  ha  altra  parte  nel  giornale  che  firmarne  i 
numeri,  ed  esporsi  per  qualche  lira  al  giorno  a  essere  nutrito  in  carcere 
per  il  reato  di  un  altro,  dichiarandosi  responsabile  di  ciò  che  non  ha 
pensato  né  fatto,  di  ciò  che  non  legge,  che  non  saprebbe  forse  nem- 
meno leggere,  che  certamente  non  saprebbe  capire  (2). 


(i)  Hello.  Du  Regime  Constitutionnel,  p.  151. 

(2)  «  Da  cotali  disposizioni,  osserva  ancora  l'Ellero,  emergono  questi  strani  prin- 
cipi!: che  una  persona  possa  essere   esonerata   dalla  propria  responsabilità  penale,  in 


224  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

Gli  è  perciò  che  l'istituzione  del  gerente  responsabile  è  divenuta 
argomento  di  pubblica  derisione,  anche  nei  teatri.  Quindi  ancora  lo  scan- 
dalo di  tanti  processi  di  stampa,  nei  quali  i  giurati,  contro  l'evidenza 
dichiararono  l' incolpabilità:  eloquentissima  protesta  contro  le  offese 
alla  coscienza  giuridica  ed  al  senso  morale  di  chiamare  responsabile,  per 
arbitrio  del  legislatore,  non  il  reo,  ma  un  terzo  cui  la  legge  permette 
un'opera  cosi  umiliante,  qual'è  quella  di  un  ignorante,  di  un  miserabile 
che  per  sfamarsi  si  contenta  di  andare  in  prigione  per  conto  e  pei  falli 
altrui.  Si  è  vituperata  la  surrogazione  militare,  e  si  è  considerata  come 
una  istituzione  liberale  e  morale  la  surrogazione  penale!  Bisognerebbe 
fare  sparire  al  più  presto  dal  nostro  diritto  pubblico  un'istituzione  si- 
mile, la  negazione  dei  più  saldi  principii  di  diritto  comune  e  penale, 
che  corrompe  la  libertà  della  stampa,  rendendo  impossibile  ed  ingiusta 
l'applicazione  della  sua  responsabilità;  vera  vergogna  della  legislazione 
di  un  popolo  civile. 

23.  Quanto  ai  giudizi  sui  reati  di  stampa  mediante  le  Corti  di  As- 
sise, noi  non  abbiamo  a  ripetere  quanto  abbiamo  detto  a  suo  luogo  sui 
giurati  (i).  Questi  sono  preziosissimi  nei  giudizi  politici,  e  in  cui  è 
parte  il  governo,  perchè  si  tratta  non  di  giudici  nominati,  e  più  o  meno 
in  qualche  dipendenza  da  esso,  ma  di  cittadini  comuni.  Ma  siamo  lungi 
dal  celebrare  una  tal  cosa  come  un  ideale  assoluto,  e  senza  inconve- 
nienti. Difatti,  se  gl'imputati  hanno  presso  i  giurati  maggiori  probabi- 
lità di  assoluzione  nelle  offese  politiche,  lo  Stato  naturalmente  ne  ha 
minori  guarentigie  di  vedere  rispettato  il  diritto  che  gli  compete;  e  se 
è  sacra  la  libertà  dei  privati,  non  si  può  dimenticare  che  essa  è  condi- 
zionata alla  giusta  autorità  dovuta  allo  Stato.  Poi  bisogna  ricordare  che 
i  giurati  sono  indipendenti  per  un  modo  di  dire,  cioè  possono  essere 
indipendenti  dal  Governo,  ma  sono  più  facilmente  schiavi  dei  pregiudizi 
del  pubblico,  degli  umori  di  una  cittadinanza,  delle  intolleranze  di  un 
partito  politico  in  maggioranza,  di  quello  che  possano  esserlo  dei  giu- 
dici costituiti.  Perciò  si  può  ammettere  in  alcuni  casi  il  giudizio  dei 
reati  di  stampa  mediante  i  giurati,  ma  si  deve  approvare  la  legge  che 
in  quelli  almeno  di  ordine  privato  li  commetta  ai  tribunali  correzionali; 
non  solo  perchè  ciò  è  più  conforme  al  diritto  comune  sulla  competenza 
nei  reati  correzionali,  ma  anche  perchè  in  tal  guisa  l'ordine  giuridico  è 
meglio  guarentito. 

24:.  Ciò  che  abbiamo  detto  nel  capo  precedente  sulla  libertà  indivi- 
duale nei  casi  di  guerra,  di  rivoluzione,  e  di  gravi  perturbazioni  sociali, 
ci  dispensa  dal  ripetere  lungamente  lo  stesso  in  fatto  di  stampa.  Come  si 
è  fatto  spesso  nella  Gran  Brettagna,  e  nella  stessa  Italia  nel  1859  e 
nel  1866,  si  deve  ammettere   negh   organi  legislativi  dello  Stato  il  di- 


caso che  un  altro  si  sobbarchi  in  sua  vece;  che  viceversa  s'incorra  nella  responsabi- 
lità altrui  quando  il  vero  delinquente  non  si  possa  colpire  ;  che  un  delinquente  sia  te- 
nuto dei  propri  talli  solo  quando  sottoscriva  gli  atti  incriminati;  che  un  autore  possa 
essere  tenuto  pei  fatti  del  gerente  a  cui  è  alieno;  e  che  il  gerente  possa  esser  tenuto 
dei  falh  dell'autore,  che  egli  non  volle,  non  previde,  non  temette,  non  comprese 
punto.  »  Archivio  giuridico  1869,  p.  226. 
(X)  Voi.  II,  capo  XIU. 


La  libertà  di  stampa.  225 

ritto  di  provvedere  alla  salute  pubblica,  sospendendo  temporaneamente 
quelle  libertà  il  cui  uso,  come  nei  corpi  umani  colpiti  da  certe  malat- 
tie quello  dei  cibi  più  sani,  renderebbe  impossibile  quel  vigore  nel  Go- 
verno che  gli  abbisogna,  ora  per  difendere  la  patria  contro  uno  Stato 
straniero,  ora  per  reprimere  una  pericolosa  rivoluzione,  o  qualche  altra 
grave  perturbazione  interna.  Occorrono  a  ciò  queste  tre  principali  con- 
dizioni: i.°  approvazione  del  Parlamento;  2.°  che  realmente  si  tratti  di 
sospensione  temporanea,  limitata  alla  necessità  ben  dimostrata  del  caso 
attuale;  3.°  che  se  ne  renda  poi  conto  al  Parlamento  stesso. 

25.  Un  ultimo  punto  da  considerare  intorno  alla  Ubertà  di  stampa  in 
ItaUa  si  è  ciò  che  concerne  la  censura  preventiva  spettante  ai  vescovi 
in  ordine  alla  stampa  delle  bibbie,  dei  catechismi  e  dei  libri  liturgici. 
Questa  disposizione  del  secondo  comma  dell'art.  28  del  nostro  Statuto, 
tratta  dal  decreto  di  Napoleone  I  dei  7  germile,  anno  XIII,  non  ha 
avuto  alcuna  sanzione  penale,  ed  è  affatto  caduta  in  desuetudine.  E  così 
doveva  essere,  tanto  ripugna  a  tutto  lo  Statuto  e  alle  parti  del  nostro  diritto. 

In  Francia  medesima,  quando  poteva  avere  un  valore  pratico,  recò 
aspre  dispute.  I  vescovi  interpretarono  quel  diritto  loro  conferito  di  per- 
mettere la  stampa  dei  libri  citati,  come  il  diritto  di  conferire  lo  esclu- 
sivo privilegio  di  stamparli.  Ma  si  opposero  il  Consiglio  di  Stato,  i  Tri- 
bunah,  la  Corte  di  Cassazione;  la  quale  ai  28  maggio  1836  ben  a  ra- 
gione decise  i  vescovi,  per  i  decreti  del  Concilio  di  Trento  e  per  le  leggi 
dello  Stato,  non  poter  rifiutare  l'approvazione  loro  quando  la  revisione 
fosse  ortodossa. 

In  ItaHa  lo  Statuto  ha  senza  dubbio  abolito  la  censura,  e  questa 
dei  vescovi  sarebbe  il  suo  mantenimento.  Ne  sorgerebbero  inoltre  le  più 
gravi  contraddizioni  ed  assurdità.  Da  noi  gli  altri  culti,  dice  lo  Statuto, 
sono  tollerati,  e  abbiam  visto  che  praticamente,  pei  principii  gene- 
rali dello  Statuto  medesimo,  debbono  essere  egualmente  liberi,  perciò 
anche  i  protestanti  debbono  avere  la  libertà  di  pubblicare  le  loro  bib- 
bie, i  loro  catechismi,  i  loro  libri  liturgici.  Ora  si  deve,  per  stamparli, 
ricorrere  ai  vescovi  cattolici  ?  Ripugnerebbe  al  più  comune  buon  senso. 
Se  son  libere  insomma  le  dissidenze  religiose,  è  impossibile  negare  ai 
dissidenti  la  pubblicazione  di  libri  religiosi  che  siano  l'espressione  di  esse 
legittime  dissidenze. 

Noi  possiamo  ritenere  che  la  coscienza  giuridica  della  nazione  ita- 
liana, osservando  come  una  tale  disposizione  è  inconciliabile  cogli  altri 
articoli  dello  Statuto  riguardanti  la  libertà  della  coscienza  e  dei  culti, 
l'eguaglianza  e  la  libertà  dei  cittadini,  nel  suo  fibero  sviluppo,  non  ha 
potuto  munirla  di  sanzioni  penali,  non  ha  potuto  contemplarla  nelle  leggi 
dello  Stato.  Se  può  avere  una  qualche  legittima  significazione  non  può 
essere  che  questa,  la  sola  conciliabile  col  diritto  comune  e  fondamentale, 
che  chiunque  voglia  pubblicare  un  libro  liturgico,  una  bibbia,  come  opere 
di  una  determinata  diocesi,  debba  avere  l'approvazione  preventiva  del  suo 
capo  legale,  il  vescovo.  In  ogni  altro  senso  si  deve  considerare  come 
abrogata  da  tutto  il  nostro  diritto  pubblico. 


N.  Bbruardini  —  Guida  della  Stampa  periodica  italiana  —  15. 


LA  LIBERTÀ  DI  STAMPA  E  IL  CODICE  PENALE  <'^ 


Tra  le  facoltà  che  il  Governo  chiede  col  presente  disegno  di  legge, 
è  quella  di  sopprimere  alcuni  articoli  dell'editto  Albertino  sulla  stampa  e 
di  sostituirli  con  altri  nel  Codice  penale. 

Sono  gli  articoli  che  riguardano  la  diffamazione  e  l'ingiuria.  Sui 
motivi  della  soppressione  e  sostituzione  non  ho  nulla  a  ridire.  La  mia 
tesi  è  ben  altra,  ed  è  delicata  e  difficile.  Difficile,  perchè  ha  contro  sé, 
armata,  la  più  rigorosa  ragione  giuridica.  Delicata,  perchè  urta  anche 
un  po'  contro  sentimenti  diversi,  i  quali  mescolandosi  fanno  non  lieve 
intoppo. 

Tuttavia  esporrò  con  schiettezza,  confidando  nella  benevolenza  vo- 
stra, le  mie  apprensioni  di  antico  giornalista  e  le  mie  modeste  osserva- 
zioni di  studioso  della  politica  in  rapporto  colla  scienza  sociale  e  morale. 

Prevenendo  un  rischio  che  potrei  correre,  quello  d'essere  frainteso, 
indico  subito  i  termini  della  questione  come  io  la  vedo.  Non  ho  bisogno 
di  protestare,  e  sarebbe  offensivo  per  voi  e  per  me,  che  è  lungi  dal  mio 
pensiero  il  far  la  causa  dei  diffamatori. 

La  difesa  dell'uomo  privato,  dell'onore  e  della  riputazione  sua,  io 
voglio  forte  e  sicura  come  voi  la  volete.  Ma  quando  l'uomo  esce  dalla 
sfera  privata  ed  entra  nella  vita  pubblica,  vogUo  che  si  possa  discuterlo 
e  scrutarlo,  sicuramente  anche,  e  senza  restrizioni.  Allora,  alla  difesa 
dell'uomo  privato  subentra  una  difesa  di  ben  altra  importanza,  la  difesa 
politica  e  sociale.  Precisare  e  garantire  i  limiti  fra  l'una  e  l'altra,  fra  il 
diritto  individuale  e  il  diritto  sociale,  ecco  il  problema  della  legislazione 
sulla  stampa,  problema  che  l'editto  Albertino  non  aveva  risoluto  e  che, 
mi  duole  il  dirlo,  le  nuove  disposizioni  del  Codice  penale  non  risolvono 
nemmeno,  ma  forse  complicano  ed  aggravano. 

Se  mi  si  consente,  io  distinguo  due  specie  di  diffamazione,  l'una 
tanto  diversa  dall'altra,  quanto  il  commettere  un  certo  delitto  è  diverso 
dall' impedire  che  se  ne  commetta  uno  maggiore. 

«  Non  vi  ha  essere  più  spregevole  »,  dice  l'onorevole  Zanardelli 
nella  sua  relazione,  ed  io  ripeto  con  lui,  «  non  vi  ha  essere  più  spre- 
gevole del  diffamatore  che  crea  artificiosamente  il  discredito,  il  disonore, 
l'ignominia,  per  impulso  di  rivalità  o  di  vendetta  o  per  malvagia  natura, 
e  talora  anche  per  bassa  speculazione.  » 

Ma,  signori,  al  tempo  stesso,  non  vi  ha  essere  politicamente  e  so- 
cialmente pericoloso  e  temibile  più  di  colui  che,  sotto  oneste  sembianze, 
tende  pubblico  agguato  alla  pubblica  buona  fede,  per  carpirne  fiducia, 
autorità,  favori,  che  poi  potrà  volgere  a  suo  profitto  ed  a  comune  danno. 

Togliere  o  tentar  di  togliere  la  fama  di  onesti  agli  onesti,  è  turpe 
delitto,  meritevole  dei  più  severi  gastighi;  ma  strappare  la  fama  di  onesti 


(i)  Osservazioni  del  deputato  Torraca  alla  Camera  dei  Deputati,  nella  tornata 
del  6  giugno  1888. 


LA   LIBERTÀ   DI    STAMPA   E   IL    CODICE   PENALE.  227 

a  coloro  che  la  usurpano,  per  ingannare  le  popolazioni,  è  merito  ed  è 
dovere.  Il  primo  può  essere  delitto  talvolta  degl'  ignobili  profanatori  del 
giornalismo;  il  secondo  vuol  esser  merito  e  dovere  del  giornalismo  conscio 
del  fine  per  il  quale  la  libertà  di  stampa  è  garanzia  di  ogni  altra  libertà 
e  tutela  dell'interesse  generale. 

E  di  più,  bisogna  distinguere  due  sentimenti,  o  signori  :  l'uno  è  il 
giusto  sdegno,  il  naturale  ribrezzo,  che  si  prova  contro  il  rettile  che 
morde  ed  avvelena,  ed  è  il  sentimento  vostro,  di  uomini  onesti  e  per 
bene.  Ma  badate,  che  di  questo  nobile  sentimento  vostro,  non  prenda 
l'apparenza,  e  non  tenda  a  confondersi  in  esso,  un  sentimento  ben  di- 
verso. 

La  Frode,  descritta  dall'  immortale  Ferrarese,  nascondeva  le  sue  fat- 
tezze prave  sotto  lungo  abito  e  largo  ;  e  vi  è  la  paura  della  Frode,  che 
teme  di  vedersi  stracciato  addosso  il  lungo  abito  e  largo  e  di  vedere 
scoverte  le  sue  fattezze  prave.  E  naturalmente  essa  tenterà  di  sfruttare 
il  vostro  sdegno,  il  vostro  ribrezzo,  a  profitto  della  sua  paura. 

Chiarito  cosi  il  mio  concetto,  vengo  alle  disposizioni  del  Codice 
penale. 

Mentre  quello  del  1859  applica  ai  reati  di  diffamazione,  per  mezzo 
della  stampa,  il  carcere  da  6  mesi  ad  un  anno  ;  ed  il  toscano,  da  6  mesi 
a  due  anni;  e  il  progetto  senatorio  comminava  la  detenzione  da  4  mesi 
a  tre  anni;  il  progetto  dell'onorevole  Zanardelli  infligge  la  pena  della 
reclusione  da  uno  a  cinque  anni  e  la  multa  oltre  a  mille  lire.  Sicché, 
rispetto  alla  legge  sulla  stampa  del  1848,  si  va  non  al  doppio,  non  al 
triplo,  ma  al  decuplo  addirittura,  ed  anche  più  in  là,  se  si  considera  che 
la  pena  della  reclusione  sarà  la  più  severa  ed  afilittiva. 

Or,  se  io  fossi  certo  che  saranno  colpiti  soltanto  gli  abbietti  diffa- 
matori, manderei  anch'io  quel  sospiro  di  soddisfazione  che  usci  l'altro 
giorno  dal  petto  del  nostro  onorevole  collega  Della  Rocca. 

Ma,  se  pur  commendevole  è  il  concetto  nel  quale  si  son  trovati 
d'accordo  l'onorevole  ministro  e  la  Commissione,  io  temo  che  le  con- 
seguenze possano  esserne  talvolta  inique  per  il  giornalismo,  in  generale, 
pericolose  per  la  libera  stampa,  nocive  pel  bene  pubblico. 

L'argomento,  o  signori,  mi  sembra  che  meriti  la  vostra  attenzione. 

10  so  di  avere  anche  contro  di  me  le  prevenzioni  non  guari  oggi 
favorevoli  ai  giornalisti.  Dei  giornalisti  si  è  detto  e  si  dice  gran  bene 
e  gran  male,  e  forse  più  male  che  bene;  ma  è  un  fato  che  essi  hanno 
comune  con  molti,  per  esempio,  cogli  avvocati.  Anzi,  è  singolare  la  coin- 
cidenza tra  le  lodi  e  le  censure  che  si  fanno  degli  uni  e  quelle  che  si 
fanno  degli  altri. 

Ed  io  lo  noto,  perchè  serve  alla  mia  tesi  e  gioverà  a  cattivarmi  un 
po'  di  benevolenza  da  parte  degli  illustri  avvocati  che  siedono  intorno 
a  quel  banco. 

11  libro  nero  contro  il  giornalismo  è  recente,  e  va,  se  non  isbaglio, 
da  Vittorio  Alfieri  all'onorevole  Crispi,  che  vi  ha  scritto  non  ha  guari 
un  periodo  abbastanza  duro.  Ma  il  libro  nero  contro  gH  avvocati  è  an- 
tichissimo, e  comincia  da  Sofocle.  In  fondo  si  equivalgono. 

Il  rimprovero  che  si  muove  agli  uni  ed  agli  altri  è  di  rassomigliare 


22S  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

un  po'  troppo  ai  sofisti  flagellati  da  Platone;  di  attendere  non  a  scoprire 
la  verità  molte  volte,  ma  ad  oscurarla,  mutando  il  bianco  in  nero  ed  il 
nero  in  bianco,  a  comodo  della  causa  o  del  partito;  di  mirare,  nella 
lode  o  nel  biasimo,  nell'accusa  o  nella  difesa,  al  tornaconto  del  cliente 
o  degli  amici,  ed  al  danno  degli  avversari;  di  fomentare  le  querele, 
compiacersi  nelle  discordie,  amare  la  briga  e  la  licenza;  tutte  cause  di 
pubblici  mali. 

Questo  è  il  lato  non  brillante,  una  parte  del  lato  non  brillante  della 
medaglia;  ma  se  guardate  il  rovescio,  vedrete  che  si  può  ripetere  del 
giornalista,  parola  per  parola,  ciò  che,  per  citare  un'autorità  sola,  l'ono- 
revole Zanardelli  disse  dell'avvocato,  in  uno  dei  suoi  magnifici  discorsi 
sull'avvocatura: 

«  Involto  in  tutte  le  agitazioni,  in  tutte  le  tempeste,  in  tutte  le 
lotte  della  società,  l'avvocato,  dice  l'onorevole  Zanardelli  (ed  io  dico  il 
giornalista)  deve  continuamente  difendere  i  diritti  che  voglionsi  concul- 
care, le  persone  di  coloro  su  cui  si  grava  la  odiosa  mano  dell'arbitrio; 
deve  afi"rcntare  con  serena  costanza  ogni  amarezza  ed  ogni  pericolo,  per 
combattere  impavidamente, 

«  Pensoso  più  d'altrui  che  di  sé  stesso, 

qualsiasi  ingiustizia,  oppressione  od  abuso,  sia  che  debba  pugnare  contro 
la  formidabile  ed  onnipotente  persecuzione  del  potere  minaccioso  e  vio- 
lento, sia  che  debba  resistere  al  cieco  fanatismo  ed  all'urlo  infuriato  delle 
plebi.  )) 

Lo  stesso  onorevole  Zanardelli  ha  detto  che  l'avvocatura  è  una  isti- 
tuzione legata  all'ordinamento  sociale  ;  e  Tommaso  Jefferson  esclamava  : 
«  Vorrei  piuttosto  vivere  in  un  paese  che  non  abbia  Governo  ed  abbia 
giornali,  anzi  che  in  un  paese  che  abbia  Governo  e  non  abbia  giornali.  » 

Veramente,  io  preferisco  vivere  in  un  paese  che  abbia  Governo,  ed 
abbia  giornali,  onesti  e  liberi  giornali.  Forse  mi  spingerei  a  credere  che 
oggi  si  possa  fare  a  meno  degli  avvocati  più  facilmente  che  dei  gior- 
nalisti. Checché  ne  sia,  vi  è  grande  connessità  fra  l'ordine  degli  uni  e 
la  classe  degli  altri  ;  lo  che  fa  si  che  abbiano  comuni  molti  pregi  e  molti 
difetti,  perchè  gli  uni  e  gli  altri  adoperano  lo  stesso  mezzo,  la  pubblica 
parola;  gli  uni  e  gli  altri  una  causa  quasi  ordinariamente  difendono  ed 
esaltano,  ed  un'altra  combattono  e  deprimono;  gli  uni  e  gli  altri  la  loro 
professione  mettono  a  difesa  della  giustizia,  ma  possono  anche  abbassare 
a  strumento  della  ingiustizia  e  del  sopruso,  a  danno  dell'innocente,  a 
trionfo  dell'iniquo. 

Ora,  o  signori,  io  devo  notare,  non  senza  qualche  rammarico,  che 
gli  illustri  avvocati,  ministri  e  commissari,  compilatori  di  questo  Codice, 
abbiano  avuto  cura  di  mantenere  per  sé  ogni  cautela,  e  di  abbandonare 
la  stampa  ad  ogni  pericolo. 

L'art.  372  dell'allegato  dice:  «  Se  il  delitto  (di  diffamazione)  è 
commesso  in  documento  pubblico  o  con  scritti  o  disegni  divulgati  ecc., 
la  pena  è  della  reclusione  da  uno  a  cinque  anni  e  della  multa  non  mi- 
nore di  1000  lire  ». 

Ma  nell'art.  $76  è  detto  che  se  il  documento  offensivo  0  l'atto  pub- 


LA  LIBERTÀ   DI   ST4.MPA   E   IL   CODICE   PENALE.  229 

blico  è  di  avvocati,  presentato  all'autorità  giudiziaria,  relativo  alle  contro- 
versie, non  dà  luogo  a  procedimento  penale;  ed  il  giudice  può,  pronun- 
ciando nel  merito  della  causa,  ordinare  una  riparazione  pecuniaria  a  favore 
dell'offeso,  e  la  soppressione  in  tutto  o  in  parte  delle  scritture  offensive. 

Ecco  la  garanzia  per  gli  avvocati  :  chiara,  sicura,  che  non  dà  luogo 
ad  equivoche  interpretazioni,  e  lascia  al  giudice,  non  la  facoltà  di  punire 
dal  massimo  al  minimo;  ma  quella  soltanto  di  non  punire  addirittura. 

Il  perchè  è  chiaro.  Voi,  onorevole  relatore  Villa,  lo  dite  nella  vostra 
relazione  :  nei  casi  contemplati  dal  Codice,  l'avvocato  ha  creduto  di  agire 
come  agì,  animo  defendendi,  per  impedire  che  la  giustizia  potesse  andar 
manomessa.  E  lo  ammetto. 

Ma  viceversa,  quando  vi  si  obbietta  che  in  più  di  un  caso  lo  scrit- 
tore, il  pubblicista  è  mosso  dalla  coscienza  di  adempiere  anch'egli  ad  una 
nobile  ed  elevata  missione;  che  anch'egli  ha  creduto  di  agire  siccome 
agi,  per  impedire  che  la  fede  pubblica  o  qualsivoglia  altro  interesse  po- 
tesse andar  manomesso,  voi  che  cosa  rispondete  ? 

È  vero,  voi  dite;  ma  sotto  il  pretesto  che  la  stampa  sia  chiamata 
ad  un  altissimo  ufficio,  che  ad  essa  spetti  di  fornire  alla  coscienza  pub- 
blica i  mezzi  con  cui  questa  possa  maturare  i  suoi  giudizi,  non  deve 
trovare  schermo  la  malvagia  brutalità  del  sicario  che  attenta  al  più  pre- 
zioso dei  beni. 

Ed  aggiungete:  «  no:  il  delitto -non  può  snaturarsi:  commesso  con 
qualunque  mezzo  di  pubblicità  e  diffusione,  non  cessa  di  essere  qual'  è, 
l'aggressione  e  l'offesa  ai  diritti  della  personalità  umana  ». 

D'accordo. 

Ma  potrei  osservare  che  se  il  delitto,  commesso  con  qualunque 
mezzo  di  pubblicità,  non  cessa  di  essere  quello  che  è,  l'offesa  alla  persona- 
lità umana,  delitto  è  quello  dell'avvocato,  delitto  è  quello  dello  scrittore  ! 

E  potrei  dire  con  voi,  mutando  una  vostra  frase:  basterà  che,  sotto 
il  pretesto  che  l'avvocatura  sia  chiamata  ad  un  altissimo  ufficio  e  ad 
essa  spetti  di  fornire  alla  coscienza  dei  magistrati  i  mezzi  coi  quali  po- 
tranno maturare  i  loro  giudizi,  abbia  a  trovare  schermo  la  malvagia 
brutalità  del  sicario  ? 

Voi  mi  osserverete  che,  se  l'avvocato  offende  una  persona,  difende 
la  giustizia. 

Ed  io  noto  che  ben  di  più  fa  lo  scrittore:  può  offendere  talvolta 
una  persona,  ma  perchè  ?  per  impedire  che  essa  inganni  la  pubblica  fede 
ed  assuma  pubblici  uffici  che  non  saprebbe  esercitare  od  eserciterebbe 
con  pubblico  danno. 

Ma  tutto  questo  lo  valuterà  il  giudice,  voi  dite,  ed  il  giudice  as- 
solverà. Il  giudice  !  Ma  se  voi  avete  questa  certezza  a  priori,  perchè  non 
affidate  al  giudice  l'avvocatura,  come  gli  avete  affidata  la  stampa.  L'av- 
vocatura ha  la  sua  garanzia  al  di  sopra  del  giudice;  ma  l'onesto  e  co- 
raggioso giornalista  non  avrà  altra  garanzia  che  l'indipendenza,  l'impar- 
zialità e  l'intelligenza  del  giudice,  cose  tutte  non  sicure,  ma  contingenti. 

E  badate,  o  signori,  che  la  Commissione  stessa  dimostra  di  non  aver 
molta  fede  nel  giudice,  poiché  a  pagina  292  della  sua  relazione,  su  questo 
argomento,  ci  ia  sapere  di  aver  respinta  una  proposta,  per  quanto  vali- 


230  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

daraente  sostenuta,  di  rendere  facoltativa  al  giudice  una  più  larga  dimi- 
nuzione di  pena  e  la  commutazione  di  quella  corporale  in  pecuniaria, 
per  non  riaprire  (sono  sue  parole)  nuovamente  l'adito  a  quell'abituale 
e  deplorevole  mitezza  che  nelle  controversie  giudiziarie  di  questa  specie 
si  sono  verificate. 

Ora,  o  signori,  io  francamente  vi  dichiaro,  non  come  giornalista, 
ma  come  deputato  devoto  alla  hbertà,  che  preferisco  la  mitezza  anche 
per  gh  abusi,  se  questa  vale  ad  impedire  un'iniquità  contro  il  buon  uso. 

Riandate,  o  signori,  col  pensiero  ai  giorni  delle  acri  lotte,  delle 
contese  acerbe  di  parte;  pensate  alla  possibilità  di  soprusi  e  violenze  da 
parte  di  una  maggioranza  di  cui  sia  strumento  il  Governo,  e  garantirete 
il  giudice  ?  Voi,  hberali,  siete  certi  che  la  libertà  non  debba  attraver- 
sare alcuna  ora  procellosa  ?  Voi  che,  a  volta  a  volta,  foste  minoranza, 
siete  sicuri  di  trovare  in  ogni  caso  l'equità  e  la  imparzialità  del  giudice  ? 

E  badate,  o  signori,  che  quando  più  preme  l'arbitrio,  il  giornalista 
dev'essere  più  vigile  e  vivace,  ed  allora  è  maggiore  il  pericolo  di  non 
trovare  il  giudice  forte  ed  imparziale.  E  quale  sarà,  in  quel  momento, 
la  sorte  riserbata  al'a  libera  stampa,  con  questo  vostro  Codice  ? 

V  è  un  argomento  nelle  parole  su  citate  dell'onorevole  Villa  che 
io  posso  ritorcere.  Basterà,  egli  dice,  il  pretesto  che  la  libera  stampa  è 
chiamata  ad  altissimo  ufficio,  per  dare  schermo  alla  brutalità  del  sicario  ? 

Ed  io  vi  rispondo:  il  pretesto  di  colpire  il  sicario  non  può  dare 
arma  a  colpire  la  libera  stampa  ? 

Ecco  il  pericolo,  o  signori,  contro  il  quale  io  non  vedo  alcuna  si- 
cura difesa. 

Non  è  pericolo  immaginario,  perchè  lo  hanno  visto  e  provato  tanti, 
pubblicisti  e  statisti,  i  quali  perciò  hanno  detto,  come  io  diceva  testé: 
tolleriamo  anche  l'abuso,  affinchè  non  s'inceppi  il  buon  uso.  E  questa, 
praticamente,  è  la  libertà. 

Un  celebre  nostro  statista  pronunciò  nella  Camera  queste  parole  : 
«  il  conciliare  l'esercizio  della  libertà  di  stampa  con  la  repressione  degli 
abusi  è  impresa  nonché  difficile,  oso  dire  impossibile;  quindi  la  neces- 
sità di  contentarsi  di  leggi  imperfette  ». 

Torno  a  dire,  o  signori,  che  io  comprendo  il  vostro  nobile  scopo 
e  partecipo  allo  sdegno  vostro.  Voi  volete  colpire  il  malfattore  che  at- 
tenta al  più  prezioso  dei  beni  umani. 

E  questo  malfattore  si  caccia  fra  i  giornalisti  e  deturpa  e  profana 
la  stampa.  E  quindi  la  buona  stampa  deve  esser  la  prima  a  difendersi 
da  quella  malvagia  intrusione;  a  voler  scacciato,  colpito,  flagellato  l'in- 
truso. Doppio  è  il  maleficio  che  questo  compie:  mentre  uccide,  conta- 
mina l'arma  di  cui  si  serve  e  la  rende  inetta  a  quei  servigi  di  alta  utilità 
pubblica  pei  quali  essa  è  temprata.  Siamo  dunque  d'accordo  nello  scopo. 

Ma  questa  è  una  sola  parte  del  vostro  scopo,  la  difesa  individuale. 
E  l'altra  ?  E  la  difesa  sociale  ? 

Voi  confondete  tutto  e  tutti,  il  perfido  sicario  e  la  vigile  sentinella, 
e  ci  trattate  come  gli  Albigesi,  lasciando  a  Dio  la  cura  di  scernere  i 
suoi.  Lo  che  mi  par  crudele,  e  più  che  crudele  improvvido. 

Considerate,  o  signori,   che  ì'exceptio  verUatis  non  sempre  può  va- 


LA   LIBERTÀ   DI    STAMPA    E   IL    CODICE   PENALE.  231 

lere,  né  sempre  è  facile  addurre  la  prova.  E  vi  sono  uomini  altrettanto 
indegni  della  pubblica  stima  quanto  abili  nel  nascondere  le  proprie  ma- 
gagne e  nel  portare  la  maschera.  Che  deve  fare  la  stampa  che  abbia 
coscienza  del  suo  apostolato  ?  Lasciar  correre  e  vedere  l' impudenza  trion- 
fante e  la  ipocrisia  riderle  in  faccia,  sotto  la  corazza  del  vostro  Codice 
formidabile  ?  O  gettarsi  nella  mischia  e,  facendo  sacrificio  di  sé,  urtare 
contro  quella  corazza  e  ferirsi  ? 

Voi  non  incoraggiate,  o  signori,  questi  sacrifici,  doverosi  sacrifici, 
dell'onesto  giornalismo  che  tante  volte  hi  potuto  dire:  ho  affrontatola 
condanna,  ma  sono  riuscito  a  chiudere  la  porta  del  mio  comune,  della 
provincia,  del  Parlamento,  ad  un  impostore. 

Non  è  dunque  sull'esercizio  abusivo  della  libertà  che  si  aggrava  la 
vostra  mano;  ma  voi  l'aggravate  anche  sull'esercizio  legittimo. 

Sento  dire  che  molti  problemi  avete  felicemente  risoluti  con  questo 
Codice  penale,  ed  io  lo  credo,  e  vi  applaudo;  ma  il  problema  di  con- 
ciUare  il  sacro  rispetto  dovuto  all'uomo  privato,  col  diritto  della  pubblica 
discussione  dell'uomo  pubblico  o  di  colui  che  al  pubblico  si  affaccia  per 
averne  fiducia  e  favori,  questo  problema  voi  non  l'avete  risolto,  e  nem- 
meno considerato  abbastanza.  Sicché,  mentre  crederete  di  aver  fatta  opera 
da  meritarvi  il  plauso  degli  onesti,  se  ne  compiaceranno  e  loderanno, 
in  segreto,  coloro  che  hanno  ragione  di  temere  di  sé  e  della  pubblica 
discussione,  e  che  ora  potranno  affrontarla  impavidi  e  invulnerabili.  In 
altri  termini,  avrete  diminuita,  svigorita,  la  difesa  sociale,  ed  accresciuta 
la  baldanza  dei  tristi. 

Qual'  é,  o  signori,  la  grande  minaccia  degli  ordini  liberi  e  delle  so- 
cietà democratiche?  È  questa:  che  vengano  fuori  a  ghermire  i  pubblici 
ufiìci,  coloro  che  non  hanno  le  qualità  per  esercitarli,  gente  da  preda, 
avida,  faccendiera,  senza  scrupoli;  e  voi  l'unico  argine  contro  la  torbida 
piena  indebolite,  e  la  piena  stessa,  non  volendo,  ingrossate  ! 

E  poi,  signori,  bisogna  considerare  le  cose  da  un  altro  aspetto. 

Voi  tutti  avete  viva  la  memoria  di  scandali  recentissimi,  enormi, 
strepitosi,  che  hanno  agitata  l'Italia  per  mezzo  della  stampa.  La  psichiatria 
ha  detto  :  «  sono  dei  mattoidi  !  »  Si,  erano  casi  di  patologia  individuale, 
ma  questa  patologia  individuale  ha  trovato  larga  rispondenza  in  una  pa- 
tologia sociale  e  politica. 

Una  corda  stridente  ha  fatto  risuonare  tutte  le  corde  stridenti  della 
penisola.  Di  qui  il  rumore,  il  frastuono,  la  voga  !  Perché,  o  signori  ? 

Vi  era  qualche  cosa  che  io  non  saprei  qualificare.  Dirò  che  i  buoni 
figU  di  Noè,  i  Sem  ed  i  Jafet  del  giornalismo,  avevano  volto  gli  occhi 
altrove  per  non  vedere,  o  avevano  voluto  coprire. 

E  si  é  trovato  qualche  Cam  cinico  e  sfacciato  che  ha  scoverto  vio- 
lentemente e  sconciamente. 

Ed  il  pubblico  ha  battuto  le  mani. 

Il  giornalismo  buono  era  forse  venuto  m.eno  ai  suoi  doveri,  ed  ir- 
ruppe a  sostituirlo,  a  modo  suo,  il  giornalismo  cattivo  e  diffamatore, 
che  in  un  momento  allagò  il  bel  paese. 

Io  non  so  se  fu  tutto  male  codesto;  ma,  o  signori,  badate  ai  risultati. 

Qui,  in  questa  Camera,  sono  egregi  pubblicisti,  i  quali  prima  di  ve- 


232  GUIDA   DELLA   STAMPà   PERIODICA   ITALIANA. 

nire  qua  dentro  hanno  dovuto  lottare  per  molti  anni  e  vincere  aspre 
difficoltà.  Al  contrario,  col  rapido  tirocinio  di  quella  che  fu  giudicata 
diffamazione  ed  ingiuria,  altri  immediatamente  avete  veduto  venire  in 
mezzo  a  voi  ! 

I  giudici  li  avevano  colpiti;  ma  gli  elettori  hanno  sforzate  le  porte 
della  prigione  per  farli  uscire,  e  spalancate  quelle  di  Montecitorio  per 
farli  entrare. 

Tutto  questo,  o  signori,  è  storia  ben  grave,  storia  di  ieri;  non  ab- 
bastanza studiata  come  si  conveniva  ad  uomini  politici  previdenti  e  prov- 
videnti. 

E  voi,  onorevole  Zanardelli,  guardando  a  questo  fenomeno  di  pa- 
tologia sociale  e  politica,  più  come  giurista  che  come  statista,  sperate  di 
impedirne  le  manifestazioni,  accrescendo  i  rigori  del  Codice  penale.  Ma 
credo  v'inganniate. 

II  Codice  penale  potrà  diventare  strumento  più  attivo  di  candida- 
ture eteroclite  ed  avariate.  Quando  vi  è  qualcosa  di  guasto  di  quella 
natura  occorrono  altri  rimedi  ed  altre  ricette. 

Sicché  io  temo  che  il  probabile  risultato  dei  vostri  provvedimenti 
sarà  questo  :  impedendo  ai  cattivi  umori  di  erompere  e  venir  fuori,  rende- 
rete più  attiva  r  interna  cancrena.  E  questo  ritengo  per  certo,  che  non  isra- 
dicherete  la  mala  erba  ed  avrete  compresso  i  germogli  della  buona;  non 
avrete  mozzi  gli  artigli  al  giornalismo  pravo,  ed  avrete  scemato  il  co- 
raggio dell'onesto. 

E  questa  stampa  italiana  che  alcuni  dicono  decaduta,  non  si  risol- 
leverà di  certo.  Riderà,  scherzerà,  fìngerà  di  non  vedere,  lascerà  passare 
e  correre.  Questa  stampa  farà,  come  faceva  Cicerone,  ed  erano  i  tempi 
nei  quaH  finiva  la  repubblica  romana.  Intorno  a  Cicerone  (dice  un  fran- 
cese, F.  Chasles,  che  ha  saputo  mettere  il  dito  sulle  piaghe  della  Francia 
e  della  razza  latina),  intorno  a  Cicerone  i  caratteri  si  abbassavano,  l'e- 
goismo cresceva,  l'ombra  invadeva.  EgU  lo  vedeva  bene;  con  grazia  friz- 
zava i  difetti  ed  i  vizi  dei  contemporanei;  se  ne  affliggeva  senza  collera; 
se  ne  divertiva  tristamente. 

Voi  dunque  non  avrete  provveduto  alla  difesa  sociale;  e  per  voler 
comprimere  la  licenza,  avrete  come  ho  detto,  resa  più  attiva  la  cancrena 
di  dentro. 

Che  se  una  riforma  volevate,  dovevate  cercarla  nel  Codice  di  pro- 
cedura penale.  Questo  è  che  ingrossa  gli  scandali,  che  centuplica  le  dif- 
famazioni e  le  ingiurie;  ed  è  per  questo  che  un  disgraziato  offeso  si  vede 
ludibrio  dell'offensore  per  lunghi  e  lunghi  giorni,  che  sono  i  giorni  della 
gogna;  è  per  questo,  come  ben  dite,  onorevole  Villa,  che  diventa  illu- 
soria e  talvolta  perfino  ridicola  e  dannosa  la  protezione  della  legge. 

Chi  va  in  tribunale  per  cercare  riparazione,  non  trova  che  maggior 
detrimento.  L'offensore  e  l'avvocato  di  questo  lo  aggrediscono,  lo  sgraf- 
fiano, lo  dilaniano;  e  l'avvocato  è  sempre  più  crudele  dell'offensore,  e 
sempre  più  forte  del  presidente.  Riformate  la  procedura  e  sarà  bene. 

Ed  un'altra  riforma  ancora.  Io  voglio  la  libertà,  ma  voglio  la  re- 
sponsabilità; la  responsabilità  diretta  dei  giornali;  e  dico  con  un  pub- 
biisista  francese:  «  quando  penso  che  gli  scrittori  si  nascondono  dietro 


LA  LIBERTÀ  DI   STAMPA   E  IL   CODICE    PENALE.  233 

teste  di  legno,  arrossisco  ».  Ecco  le  riforme  efficaci  e  sicure;  ma  quanto 
alle  pene,  non  aggravate,  signori,  poiché  non  potete  distinguere,  né  pre- 
vedere. Per  me  basterebbe  una  pena  sola.  Convinto  il  diffamatore,  vorrei 
che  su  tutti  i  giornali  e  sulla  Gai:^etta  ufficiale  fosse  pubblicato:  «  Tizio 
è  diffamatore  !  »  Basterebbe,  e  sarebbe  finito. 

Mi  affretto  a  conchiudere.  Le  leggi  di  libertà  sono  quelle  che  sono, 
sono  quello  che  è  la  libertà.  Donde  il  detto  antico  :  preferisco  la  libertà 
colle  sue  tempeste,  alla  servitù  colla  sua  bonaccia.  E  più  e  più  volte 
furono  chieste  restrizioni  e  furono  reclamati  rigori;  ma  nessun  partito, 
nessun  uomo  di  Stato  die  retta  ai  reclami.  Una  sola  modificazione  si  fece 
nei  primi  tempi,  e  fu  per  garantire  i  nostri  rapporti  internazionali.  Ma 
quando  Cavour  propose  quella  modificazione,  d'accordo  con  Rattazzi, 
non  cessò  dal  ripetere  e  protestare  che,  per  gli  effetti  interni  della  legge 
del  1848,  egli  la  voleva  inviolata  osservando  che  un  maggior  rigore 
contro  gli  eccessi  e  gli  errori  della  stampa,  avrebbe  condotto  a  conse- 
guenze contrarie  a  quelle  desiderate.  E  più  tardi  ricordò  i  tempi  del  1849, 
la  temuta  reazione  ed  un  suo  articolo  sul  Risorgimento  che  aveva  per 
motto  :  Non  toccale  la  stampa.  Io  ho  ricercato  questo  articolo  e  ve  ne 
leggerò  due  linee  sole,  che  sono  poi  diventate  un  luogo  comune,  ma 
non  ancora  un  pratico  insegnamento:  «  Gli  amici  della  libertà  sanno 
che  non  è  possibile  godere  i  vantaggi  della  libera  stampa,  senza  soffrirne 
gl'inconvenienti.  » 

E  notate  che  vi  si  parla,  non  degli  abusi  politici  soltanto,  ma  anche 
di  quelli  dovuti  alla  malvagità  umana.  E  forse  non  vi  fu  uomo  di  Stato 
più  calunniato  di  Camillo  Cavour. 

Ora  io  domando  se  proprio  dopo  40  anni  dalla  inaugurata  libertà 
in  Italia  si  debba  ritornare  indietro  e  reputare  efficace  quello  che  fu  re- 
spinto nel  1849,  nel  1850  e  nel  185 1.  È  progresso  cotesto.^  Voi  mi  di- 
rete che  il  costume  pubblico  non  ha  progredito,  e  non  ha  progredito 
la  stampa.  Io  lo  nego  :  ma  fosse  vero  !  Fosse  pur  vero  che  la  stampa  è 
decaduta,  sapete  che  cosa  vorrebbe  dir  ciò.  La  stampa  è  specchio  fedele: 
essa  riflette  la  pohtica  come  è  e  la  società  nei  suoi  atteggiamenti.  I  suoi 
vizii  sono  i  nostri  vizii. 

Or  badate  che  non  vi  accada  quello  che  accadde  alla  scimmia  : 
ruppe  lo  specchio  che  rifletteva  la  sua  brutta  figura;  ma  la  brutta  figura 
essa  vide  non  più  in  uno  specchio  solo,  ma  in  cento. 

Prego  dunque  vivamente  l'onorevole  ministro  a  voler  considerare 
le  sue  proposte. 

Duolmi  di  aver  detto  che  in  questa  questione  il  giureconsulto  ha 
sopraffatto  un  po' lo  statista;  ma  è  una  quistione  di  indole  essenzialmente 
politica,  ed  io  lo  prego  a  volervi  ritornare  su,  coi  criteri  di  uomo  politico. 

Io  lo  prego  a  voler  ristudiare  il  problema,  che  innanzi  ho  accen- 
nato, ed  a  non  far  sì  che  la  buona  stampa,  confusa  con  la  cattiva,  sia 
abbandonata  alla  discrezione  dei  giudici,  pericolosa  per  la  libertà.  Che 
se  il  problema  dovesse  rimanere  insoluto,  lasci  le  cose  come  sono,  poiché, 
giova  ripeterlo,  la  libertà  con  le  sue  tempeste  è  preferibile  alla  servitù 
con  la  sua  bonaccia.  E  spero  che  la  Camera  si  assoderà  al  mio  voto. 
(Benissimo  l  Bravo  l  ) 


Mm&M&% 


-  é  Z'ad iiìtove  ai  tina^ua  tz^anccòc 
e  i^^a^^cò^'  -  loz^i^i^cc  a  -wiiii  co'\vèi^iowi  aco-Ht-a'te 
vcZ'Oioni  ci  tow\a'n^i  iz^awccyi  ed  iwa'ic':>i  pcz  ap- 
ipcwcioi   ci   (xiozivati, 

Jia  a  dixÀXio   di   izadu^Àonc  di   r>azccc^vi  zoman^^^i  di   ArsénC 

Houssaye,  Henry  Gréville,  Jules  Claretie,  Juliette  Lamber, 
Xavier  de  Montépen,  Guy  de  Moupassant,  Paul  Mahalin, 
Evariste  Carrance,  Henry  Révoil,  Marie  Leroyer,  Alexandre 
Rocoffort,  Qcc. 

9\ivot^ersi  per  te  trattative  a  Sinorato  §oaz,  Roma,  Via 
D^iodena,  41,  p.  jf. 


E  FABBRICA  NAZIONALE  DI  MACCHIA  TIPOGRAFICHE 

NORBERTO  ARBIZZONI,  MONZA 

Premiato  anche  dal  R.  Ministero  d'Agricoltura,  Industria  e  Commercio 


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PSEUDONIMI 


Abate  E . . .  —  Raffaele  De  Cesare. 

Adii  (da  Palermo  al  Co5worama  di  Milano) — Antonino  Diliberto. 

Adimaro  (Fracassa)  —  Guido  Biagi. 

Adrianns  {Fracassa)  —  Rocco  De  Zerbi. 

Ahasvero  —  Dott.  Giulio  Guerrieri. 

A.  L.  {Diritto)  —  Luigi  Arcliinti. 

Alcesto  (Occhialetto)  —  Carlo  Cav.  Carafa  Duca  di  Noja. 

Aldo  —  Giovanni  De  Castro  di  Vincenzo. 

Aldo  (  Vedetta)  —  Tommaso  Glieradi  Del  Testa. 

Alfa  {Gazzetta  di  Venezia) — Achille  Lanzi. 

A.  Libri  —  Cesare  Cavara  (morto  nel  1880). 

Alin  (Commedia   Umana  e  Capitale)  —  Antonio  De  Piro. 

Ambrosia  {hidovinello,  Messina)  —  Gaetano  Arcadipane. 

Amer  Carlo  {Conversazioni  Domenicali)  —  Aldo  Carrera. 

Amerigo  Vespncci  (Giornale  delle  dotine,  Torino)  —  Giuseppe  Sarti. 

Amica  (L')  dei  Bimbi  —  (Vedi  Cordelia). 

Amico  (L')  dei  Bambini  {Paradiso  dei  Bambini)  —  Onorato  Roux. 

Anastasio  Buonsenso  —  Carlo  Bara  valle. 

Angelo  di  Cabruna  —  Matilde  Serao. 

Anselmo  Rivalta  —  Luigi  Castellazzo. 

Appio  Fiorini  —  Filippo  Airoli. 

Araby  —  Costa  Luigi. 

Ariele  —  Giuseppe  Franclii-Verney. 

Aristo  (Fanfidla)  —  Giuseppe  Marcotti. 

Arnould  Arturo  — A.  Mathey. 

Arrigo  Jonico  —  Prof.  Ciro  Gojorani  (Pescia). 

Arturo  (nei  giornali  sardi)  —  Salvatore  Delogu. 

Asdrubale  (Italia,  Milano)  —  Maffio  Milesi. 

Assio  Oattilio  —  Attilio  Cassio. 

Asso  I 

At+     T    11      {Sole,  Milano)  —  Felice  Cameroni. 

Augusto  {Cittadino  di  Genova)  —  Luigi  Augusto  Corvetto. 

Ausonio  De  Liberi  —  Silvio  Antonio  Caligo. 

Ausonio  Franchi  —  ex-sac.  Cristoforo  Bonavino. 

Ausonio  Liberi  —  G.  A.  Giustina. 

Ausonio  Liberto  —  G.  Levantini-Pieroni. 

Ave  (Gazzetta  Musicale,  Milano)  —  Dott.  Angelo  Vecchi. 


B.  A.  G.  {Giornale  per  i  'bambini)  —  Guido  Biagi. 
Baby  (Fracassa) —  ^ohQxio  Bracco. 


GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Baldassarre  Boni  (Libertà)  —Alessandro  Arbib. 

Barbita  (Corriere  della  sera)  —  Viglienzoni. 

Bardi  Ugo  —  Giuseppe  Bianchi. 

Barone  Cicogna  (il)  (Fì^acassa)  —  Giuseppe  Turco. 

Barone  De  Vida  —  Davide  Rabeno  (morto). 

Bianchi  E.  (Illustrazione  per  tutti)  —  Giacinto  Stiavelli. 

Bibliofilo  (Illustrazione  italiana)  —  Emilio  Treves. 

Bici  (Fanfulla  e    Tribuna)  —  Augusto  Sindici. 

Blasco  (Fatifulla)  —  Emanuele  Navarro  della  Miraglia. 

Bobby  {Fanfulla)  —  Roberto  Montgomery-Stuart. 

Brigada  (Fanfulla)  —  Gabardo  Gabardi. 

Brrrr  !  (Fischietto  e  Pasquino)  —  G.  A.  Cesana. 

Bruno  Sperani  —  Beatrice  Speraz. 

Btz  (Fischietto)  —  Piacentini. 

Burraschino  (id.)  —  Vittorio  Turletti. 


Caffaro  [Caffaro  sino  al  1883)  —  Anton  Giulio  Barrili. 

Caligola  Eeinomi  {Patria  di  Bologna)  —  Prof.  Emilio  Roncaglia. 

Cam  (Giornale  toscano)  —  D.  R.  Segre. 

Camillo  (Fischietto)  —  Camillo  Marietti. 

Canella  Tommaso  (Fanfulla)  —  G.  A.  Cesana. 

Canellino  (fanfulla)  —  Luigi  Cesana. 

Capitano  Nemo  {Paradiso  dei  bambini)  —  Ruggero  Roux. 

Caramba  {Don  Chisciotte)  —  Eduardo  Boutet. 

Carbonilla  —  Olga  Ossani-Lodi. 

Carlo  Dossi  —  Alberto  Pisani. 

Carmandino  (nel  Caffaro  sino  al  1883)  —  Anton  Giulio  Barrili. 

Carmilein  {Ehi!  ch'ai  scusa)  —  Carmelo  Cantalamessa. 

Castelnuovo  (Di)  Leo  —  Conte  Leopoldo  Pullè  (figlio). 

Cast&lnuovo  Eiccardo  —  Conte  Pullè  (padre). 

Castelvecchio  Riccardo  {Babilonia,  Firenze)  —  Conte  G.  Pullè. 

0.  C.  {Prime  letture)  —  Cesare  Cantù. 

C.  Collodi  —  Carlo  Lorenzini. 

Cecco  d'Ascoli  —  Giuseppe  Revere. 

Cece  {Piovano  Arlotto  di  Firenze  1858-60)  —  Pirro  Giacchi. 

Cerosa  {Ehi!  ch'ai  scusa)  —  Cesare  Chiusoli. 

Cesare  Moscata  {Gazzetta  dell'  Emilia)  —  Cesare  Dailanoce. 

Cetego  —  Lucio  Jacobelli. 

Ch.  {Pojìolo  Romano)  —  Costanzo  Chauvet. 

Chiquita  (Fracassa)  —  prima  Ernesto  Mezzabotta,  poi  Matilde  Serao. 

Chirtani  Luigi  {Illustrazione  italiana)  —  Luigi  Archinti. 

Cicala  {Caffaro)  —  Vedi  Lanfranco. 

Cicito  {Fanfulla)  —  Capitano  Francesco  Giganti  (morto). 

Cicco  e  Cola  (Illustrazione  italiana)  —  Emilio  Treves  e  Ugo  Pesci. 

Cimbro  —  Giovanni  Faldella. 

Cimone  {Fracassa  e  Don  Chisciotte)  —  Emilio  Faelli, 

Gino  (El)  {Ehi  ch'ai  scusa)  —  Avv.  Gustavo  Vicini. 


PSEUDONIMI.  237 


Cintraco  (II)  (Caffaro)  —  Prof.  Giacinto  Angelo  Frascare. 

Ciriaco  {Fanfulla)  —  Michele  Maroni  (?). 

Ciro  D'Arco  —  Giusepx^e  Torelli. 

Claudio  Frollo  {Fracassa)  —  Arturo  Colautti. 

Ciotto  Arrighi  —  Carlo  Righetti. 

Cernito  {Caffaro;   fu   anche   usato   da  Vittorio   Augusto  Vecchi)  — 

Prof.  Giacinto  Angelo  Frascare. 
Compare  Turiddu  [Gazzetta  dell' Emilia)  —  Oreste  Cenacchi. 
Conte  Lara  —  Domenico  Milelli. 

Contessa  Lara  {Fracassa)  —  Eva  Cottermole  Mancini. 
Contessina  Bice  —  Anna  Bencivenni. 
Conway  Ugo  —  F,  I.  Fargus. 

Cordelia  {Giornale  dei  fanciulli)  —  Virginia  Treves. 
Cordùla  —  Contessa  Irene  della  Rocca. 
Criket  {Fanfulla)  —  L.  Carli. 

Crisalide  {Farfalla,  Milano,  e  Preludio,  Bologna)  —  Luigi  Lodi. 
Cugmein  489  (Ehi  ch'ai  scusa)  —  Giovanni  Zanotti, 
Cuique  suum  (Gazzetta  d'Italia)  —  G.  G.  Ferenzona  (morto). 
C.  Yols  {Gazzetta  del  Contadino)  —  Toso  Flaminio. 

dal  {Fanfulla)  —  G.  Vigna  dal  Ferro. 

D'Alma  viva  —  Giulio  Piccini. 

Dama  Bianca  (La)  (Don  Chisciotte)  —  Olga  Ossani-Lodi. 

Das.  {Secolo)  —  Nicola  Daspuro. 

Dea  —  Dejanira  Ugolini. 

Delta  {Corriere  di  Napoli)  —  Lorenzo  Zammarano. 

De  Rosa  Ludovico  —  Luisa  Saredo. 

Dick  {Fanfulla,  da  Londra)  —  Cimino. 

Dick,  figlio  di  dp.  {Italia)  —  Dario  Papa. 

D'Ine.  —  Ernesta  Napollon  (morta  nel   1885). 

Dino  Berni  —  Ing.  Francesco  Bernardini. 

Disilluso  —  Giuseppe  Cimbali. 

Doctor  Veritas  {Conversazioni  domenicali)  —  Leone  Fortis. 

Don  Abbondio  {Fracassa)  —  Enrico  Onufrio. 

Don  Benedicite  {Caffaro)  —  Anton  Giulio  Barrili  prima,   poi   Erne 

sto  Morando  ed  altri. 
Don  Cesare  di  Bazan  {Don  Chisciotte)  —  Leone  Vicchi. 
Don  Fuso  —  Arnaldo  Fusinato  (morto). 
Don  Lumachine  —  Francesco  Giarelli. 
Don  Pandolfo  {Fracassa)  —  Giuseppe  Turco. 
Don  Poppino  {Fanfulla)  —  Guglielmo  De  Toth. 
Don  Samuele  {Fracassa)  —  Eugenio  Rubichi. 
Dora  [Paradiso  dei  Bambini)  —  Eleonora  Costa. 
Dora  D'Istria  —  Principessa  Elena  Ghika  (morta). 
Dottor  Pertica  {Cronaca  Bizantina)  —  Davide  Besana. 
dp.  {Italia) —  Dario  Papa. 
Dragonio  {Fanfulla)  —  Giuseppe  Dragonetti. 


238  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

D.  H.  S.  {Fracassa)  — ■  Davide  Rubens  Segre. 
Duca  Minimo  [Tribuna)  —  Gabriele  d'Annunzio. 
Lue  Ajaci  (I)  —  Silvio  Rossi  e  Arturo  Belcredi. 

E.  —  Ernesta  Napollon  (morta). 

E.  Caro  (Fanfulla)  —  Baldassarre  Avanzini. 

Edmondo  Guidi  —  Ludovico  Biagi. 

Edoardo  [Libertà]  —  Edoardo  Arbib. 

Edoardo  De  Albertis  [Giornale  delle  donne)  —  Cristina  Guidiccini  in 

Tabellini. 
E.  Enne  [Fracassa)  —  Gaetano  Malenotti. 
Ego  [Fanfulla)  —  Vincenzo  Salvatore. 
E.  Liandore  [Ordine,  di  Ancona)  —  Enrico  Andreoli. 
Elio  Stalieno  [Caffaro)  —  Luigi  Arnaldo  Vassallo. 
Eliseo  Hopping  —  Luigi  Arcbinti. 
Elmo  di  Mambrino  [Fracassa)  —  Ferruccio  Rizzatti. 
E.  M.  [Dailìj  News)  —  Enrico  Montazio  (morto). 
Emilia  del  Po  —  Emilia  Rossi. 

Enotrie  Emiliano  [Gazzetta  di  Ferrara)  —  Giuseppe  Barbicinti. 
Enotrie  Italico  —  Prof.   Ottavio  Ottavi  (Casale). 
Enotrie  Romano  —  Giosuè  Carducci. 
Erastotene  —  Attilio  Brunialti. 
Erik  —  Erik  Lumbroso. 

Ercta  [Fanfulla)  —  G.  Ragusa-Moleti  (Palermo). 
Ersace  Nairige  —  Cesare  Gianeri. 
Esperico  Veri  [Tipografo)  —  G.  Bobbio. 
Espronceda  —  Tullio  Minelli. 
Essebi  [Tribuna]  —  Salvatore  Barzilai. 
e.  t.  [Illustrazione  italiana)  —  Emilio  Treves. 
Etcarro  —  E.  C.  Rossetti. 


Falsariga  —  Raffaele  Martire. 

Falucci  Ettore  —  Felice  Cottrau  (morto). 

Fanfulla  —  Barone  Guglielmo  Collotti  (siciliano). 

Fantasie  [Fanfulla)  —  Ferdinando  Martini. 

Fante  di  cuori  —  Giovanni  De  Rossi. 

F.  Antony  —  Conte  Fantoni. 

-  ,     ...     \  Attilia  Morando  (Genova). 

Fata  Nijj  \  s^^^^^-^  (?)      . 

Faust  —  Vittorio  Palmeri. 

Fausto  [Faìifulla)  —  Rinaldo  de  Sterlich.. 

Febea  [Fracassa)  —  Olga  Ossani  Lodi. 

T ébo  (Fanfulla) — Federico  Bonola  (Cairo). 

Feroso  [Ordine,  di  Ancona)  —  Avv.  Micbele  Maroni. 

Filantropo  (II)  —  Prof.  Tallarigo. 

Filadelfo  —  Domenico  Beisso. 


PSEUDONIMI.  239 


Pìlopantì  OiUirico  —  Giuseppe  Berilli. 

Fischio  (da  Genova,  Fanfulla)  —  Giovanni  Daneo. 

F.  Larra  {Commedia   Umana)  —  Mario  Giusto  Calvi. 

Flaviani  Flaviana  {Mamma  e  La  Donna)  —  Gualberta  Alaide  Beccari. 

Flaviani  T.  0.  —  Prof.  Luigi  Patalano. 

Flavio  G-ioja  {Caffaro)  —  Federigo  Verdinois. 

Floro  Bruzio  —  Gabriele  d'Annunzio. 

Foglietta  {Caffaro)  —  Avv.  Enrico  Brusco. 

Folchetto    {Fanfulla)  —  Jacopo  Caponi  (Parigi). 

Forese  {Fanfulla)  —  Emma  Perodi. 

Fortunio  {Commedia  Umana  e  Capitale)  —  Acliille  Bizzoni. 

Fortunio  {Fracassa)  —  L.  Montecorboli. 

Fortunio  {Sfinge  d  Antenore)  —  Italo  Mazzon. 

Forsan  {Caffaro)  —  Guido  Biagi. 

Forward  {Fracassa)  —  Onorato  Roux. 

Fourchambault  —  Luigi  Rasi. 

Fox  —  Ferdinando  Martini. 

Fra  Chichibio  {Fischietto)  —  Carlo  Avallo  (morto). 

Fra  Fazio  (  Vedetta)  —  Guido  Carocci. 

Fra  Fusina  —  Arnaldo  Fusinato. 

Fra  Galdino  {Fiscìiietto)  —  Desiderato  Chiaves. 

Fra  Giocondo         {id.)       — Luigi  Pietracqua. 

Francolino  {Fracassa)  —  Giuseppe  Gentili  (Parigi). 

Fritz  —  Giacinto  Gallenga. 

Frosch  — M.  Titone. 

Frou-Frou  {Fanfulla)  —  Barone  Francesco  de  Renzis. 

Fucile  {Fanfulla)  —  Oreste  Baratieri. 

Fulminant  {Ehi!  ch'ai  scusa)  —  Enrico  Stuffler. 

Furio  Minestri  {Fanfulla)  —  Giustino  Ferri. 


Galaor  {Corriere  di  Roma,  ora  di  Napoli)  —  Nicola  Bernardini. 

Gandolin  [Don  Chisciotte)  —  Luigi  Arnaldo  Vassallo. 

Gavroche  {Commedia   Umana) — Achille  Bizzoni. 

G.  Dalsani  (pei  disegni  della  Luna  di  Torino)  —  Giorgio   Ansaldi. 

Geografo  (II)  {Fracassa)  —  Donati. 

Geronimo  {Fanfulla)  —  Giovanni  Faldella. 

Ghizi  Gero  {Don  Chisciotte)  —  Aristide  Morini. 

Gian  Bono  Cortese  {Caffaro)  —  Girolamo  Vassallo. 

Gibus  {Corriere  di  Napoli)  —  Eduardo  Scarfoglio  e  Matilde  Serao. 

Gigo  Redi  —  Cosimo  De  Giorgi. 

Gii  {Fracassa  — Antonio  Bernabei  (morto). 

Gilbert  {Courrier  fraìico-italienne)  —  Gilberto  Govi. 

Gilui  Nolastelca  —  Luigi  Castellano. 

Gino  Chidimmi  {Ehi!  ch'ai  scusa)  —  Giuseppe  Domenichini. 

Giorgio  Gandi  {Roma)  —  Medoro  Savini  (morto). 

Giorgio  Palma  {Giornale  delle  donne  e  Tribuna) — Emilia  Luzzatto, 

Giovannino  —  G.  B.  Cajafa. 


240  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

Giovanni  Scriba  {Italia)  —  Dario  Papa. 

Girovago  (II)  {Fracassa)  —  Benedetto  Cirmeni. 

Giselda  {Caffaro  e  Fracassa)  —  Giselda  Rapisardi-Fojanesi. 

Giallo  Antimaco  —  Eugenio  Camerini  (morto). 

Giulio  Pippi  {Caffaro)  —  (Giulio  ?  Pietro)  Guastavino. 

Glauco    Preludio)  —  Argemiro  Gustavo  Morelli. 

Glauco  {Caff'aro,  sino  al  1883) — Anton  Giulio  Barrili. 

G.  M.  Labronio  —  Giovanni  Marradi,  di  Livorno. 

Golia  Boscherecci  {Fracassa)  —  Piero  Carboni. 

Gorrio  Tobia  —  Arrigo  Boito. 

Graff  {Fischietto)  —  Giacinto  Gallenga. 

Grisostomo  iConciliatOì^e)  —  G.  Bercliet  (morto). 

Guidi  Tommasina  —  Cristina  Guidicini-Tabellini. 

Guido  Cinelli  {Rivista  contemporanea,  Torino)  —  E.  Camerini  (m.). 

Gustavo  Chambery  {Progresso,  Piacenza)  —  Gustavo  Paroletti. 

H 

Hahhh  !  !  !  {D.  Ortensio,    e  Lotta,  di  Lecce)  —  Conte  di  Pisignano. 

Hettorre  {Fan f ulta)  —  Ferdinando  Martini. 

Hierro  {Rivista  eurojtea,  Fanfulla  e  Fracassa) — Gio.  Alfredo  Cesareo. 

Homunculus  {Pungolo)  —  Felice  Uda  (sardo). 

Homunculus  —  Giacomo  Racioppi. 


Ibis  {Iside  in  Alfea,  Pisa)  —  Cav.  Luigi  E.  Pintor  Navoni. 

lopolito  {Fanfulla)  —  Ippolito  Lavalletta  Francki. 

Ippolito  d'Albano  {Gazzetta  d'Italia)  —  Prof.  G.  A.  Biaggi. 

Italo  Franchi  {Cronaca  Bizantina)  —  Enrico  Montazio  (morto). 

Italo  Sveno  {Caffaro)  —  G.  Gaufridy. 

Italicus  (da  Tripoli  nel  Fanfulla)  —  Parmenio  Bettoli. 

Italus  {Daily  News) — Enrico  Montazio  (morto). 

Ituzzira  {Cronaca  dell'  istruzione  e  Rivista  Didascalica)  —  Antonio 

Rizzuti. 
Ivan  {Fracassa)  —  Giovanni  Zannoni. 

Jacopo  {Fanfulla)  —  J.  G.  Vitale. 

Jacopo  Doria  {Caffaro)  —  Giuseppe  Pizzorni. 

Jacopo  Moeniacoeli  —  Vittorio  Imbriani  (morto). 

Jack  la  Bolina  {Fanfulla)  —  Vittorio  Vecchi. 

Jago  {Fan/'ulla)  —  Prof.  Targioni  Tozzetti. 

Jarro  —  Giulio  Piccini. 

Jobi  —  Ildebrando  Benci venni. 

Josuè  —  Alessandro  AdemoUo. 

Junius  Eedivivus  —  Gustavo  Strafforello. 

Eappa  d' Ics  (Fanfulla)  —  Giustino  Ferri. 


PSEUDONIMI.  241 


K  (Corriere  della  sera)  — Michele  Torraca. 


L.  {Dovere,  cessato)  —  Antonio  Fratti. 

L.  A.  C.  {Cittadino  di  Genova)  —  Luigi  Augusto  Cervettc. 

L'rf^ngelo  {Cronaca  Bizantina)  —  Davide  Besana. 

L<*afrailCO  Cicala  (nel  Caffaro,  comune  a   chi  scrive  di  musica;  fu 

usato  da  Luigi  Ponthenier,  poi  da  E.  Morando,  oggi  da  Pietro 

Guastavino). 
Lanfranco  Pevere  {Caffaro)  —  Cav.  Giuseppe  Pizzorni. 
Lanzerotto  (nel  Caffaro  lo  usò  Barrili,  poi  Ernesto  Morando,  oggi 

è  comune  a  diversi  scrittori). 
Laura  —  Giovanni  De  Castro. 
Leandro  —  Luigi  Castellano, 
"leandro  {Cronaca  Bizantina)  —  G.  L.  Ferri. 
Leggerino  {Pensiero  di  Verona)  —  Silvio  Barbieri. 
Lelio  {Fanfidla)  —  Gian  Leopoldo  Piccardi. 
Libero  {Rassegna,  cessato)  —  Francesco  Torraca. 
Lino  da  Volterra  {Corriere  di  Napoli)  —  Raffaele  De  Cesare. 
Lippo  Lippi  —  0.  F.  Bianco. 
Luciano  Montaspro  —  Ludovico  Merlini. 
Lucifero  —  Francesco  Paresce. 
Lucio  Giunio  Veronico  —  Mons.  Luigi  Gaiter. 
Lucius  —  Francesco  Cerone. 
Ludovico  de  Sose  —  Luisa  Saredo. 
Lyricus  —  Eduardo  Cirillo. 

M.  {Cittadino  di  Genova)  —  Avv.  Ernesto  Caligari. 

M.  (nel  Piccolo)  —  Vincenzo  Morello. 

Maccietta  {Ehi!  ch'ai  scusa  di  Bologna)  —  E.  Malaguti. 

Macìa  {Don  Chisciotte)  —  Adolfo  Rossi. 

Macobrio  {Caffaro)  —  Avv.  Augusto  Pescio. 

Maf  {Fanfidla) — March.  Alessandro  Fiaschi  (di  Ferrara). 

Malacarne  —  Matteucci. 

Malcontento  (Un)  —  S.  Laudi. 

Maledolo  —  Alessandro  Ademollo. 

Mambrino  Arnaldo  {Birichin,  Torino)  —  Carlo  Giordano. 

Mandarein  (Bl)  {Ehi!  ch'ai  scusa) — Maggiore  G.  Bernardi. 

Mansueto  (Fra)  {Corriere  di  Sicilia,  Palermo)  —  Giuseppe  Cimbali. 

Manfredo  —  Ida  Baccini. 

Marcantonio  negoziante  di  fagiuoli  —  Avv.  Dalmazzo. 

Marchesa  Colombi  —  Maria  Torelli-Torriani. 

Marchese  di  Carabas  {Fanfulla)  —  Giustino  L.  Ferri. 

Marco  (da  Madrid  alla  Gazzetta  d' Italia)  —  Madama  Rattazzi. 

Marco  {Ordine,  di  Ancona)  —  Goffredo  Passarini. 

Marin  Sanudo  {Caffaro)  —  C arulli. 

Mario  {Fracassa)  —  Martino  Cafiero  (morto). 

N.   Bbkkardini — Guida  iella  Stampa  periodica  italiana  —  x6. 


S42  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

Mario  de'  riori  —  Gabriele  D'Annunzio. 

Martino  {Eco  dei  teatri,  cessato)  —  Ferdinando  Martini. 

Mariula  {Fan/ulta  della  Domenica)  —  Maria  de  Gioannini. 

Massinelli  {Ehi!  ch'ai  scusa)  —  Cav.  Gaetano  Faccliinetti. 

Matamoros  {Fracassa)  —  Aristide  Morini. 

Mefistofele  {Spartaco,  di  Spoleto)  —  Avv.  Micliele  Sette. 

Melton  {Fanfidla)  —  Conte  Pietro  Porro  (morto  in  Africa). 

Mercutio  —  Giosuè  Carducci. 

Messer  Milione  —  Prof.  Domenico  Razzano. 

Micco  Spadaro   (Fracassa)  —  Aristide  Morini. 

Mikròf  {Cittadino  di  Genova) — Avv.  Ernesto  Caligari. 

Miles  (Fanfidla  —  Oreste  Baratieri. 

Minimus  (Fracassa)  —  Guido  Mazzoni. 

Misantropo  —  Vittorio  Imbriani  (morto). 

Misovulgo  {Caffè  e  Corriere  della  sera) — Aldo  Noseda. 

Modesta  Miosotide  —  Egle  Pinelli. 

Molosso  (Fanfidla)  —  Paulo  Fambri. 

Momo  (Fanfidla)  —  Girolamo  Amato. 

Monarchico  (Un)  —  Vittorio  Imbriani  (morto). 

Monte  Barca  {Gazzetta  di  Catania)  —  Giuseppe  Cimbali. 

Mortimer  (Corriere  di  Najìoli) — Richard  Alt. 

Morto  da  Peltre  (Fracassa)  —  Domenico  Ciampoli. 

Muzio  Semola  (Biricìnn,  Torino)  —  Carlo  Origlia. 

MyT  —  Boner  Edoardo. 

Nabab  —  Menotti  Bianchi. 

Nabucco  —  Angiolo  Spadini. 

Nachor  —  Carlo  Carafa  Duca  di  Noja. 

Nadegda  (Fracassa)  —  Livia  Bellini  delle  Stelle. 

Napoleone  Giotti  —  Carlo  Jouhaud. 

Narcotico  (Fracassa)  —  Armando  Angelucci. 

Neera  —  Elena  Zuccari-Radius. 

Nemesio  —  Marchese  Bracci  de  Cambini. 

Nemo  (Fanfidla)  —  Giuseppe  Orgitano. 

Nemo  (Ehi!  ch'ai  scusa)  —  Corrado  Ricci. 

Nemo  (Gazzetta  d'Italia)  —  Alessandro  Ademollo. 

Neo  Ginesio  —  Avv.  Carlo  Mascaretti. 

Neri  Tanfucìo  —  Renato  Fucini. 

Nevermore  J.  W.  (Fanfulla)  —  Giustino  Ferri. 

Niceforo  Fiiatete  (Annali  dello  spiritismo) — Prof .  Vincenzo  G.  Scarpa. 

Nino  Nix  (Fracassa)  —  Alberto  Boccardi,  triestino. 

Niobe  (Piccolo) — Nicola  Bernardini. 

N.  Nanni  (Fanfidla)  —  Comune  ai  redattori. 

Nobody  (Tribuna  e  Fracassa)  —  Federico  Verdinois. 

Nomade  (Fanfulla)  —  Angelo  Rizzetti. 


PSEUDONIMI.  243 


O 

0.  A.  {Piccolo)  —  Olindo  Amore. 

Oberto  Cancelliere  (ora    comune   nel    Caffaró)  —  Girolamo  Vassallo. 

Obsrto  della  Torre  iCaffaro)  —  Nicola  Mameli. 

0.  Gruger  {Giornale  illustrato  di  Storia  naturale)  —  Ruggero  Roux. 

Omicron  {Appemnno,  di  Firenze)  —  Giovanni  Sabbatini  (morto). 

Onateag  Bnapidacra  {Indovinello,  Messina) — Gaetano  Arcadipane. 

Jnorato  Italico  —  Germano  Ottorino  Annichini. 

0.  "Bi.  {Ordine  di  Ancona)  —  Onorato  Roux. 

Orobius  {Cittadino  di  Genova) — Angelo  Sommariva. 

Oscar  {Fanfidla)  —  Carlo  Scarabelli. 

Ostricaro  (L')  {Corriere  di  Roma,  ora  di  Napoli)  —  R.  Gervasi. 

Ottocentottantotto  (888)  {Gazzettino  Rosa,  cessato)  —  Davide  Besana. 

Ottone  di  Banzole  —  Alfredo  Oriani. 

Ottone  Rufo  {Casaro)  —  Ernesto  Morando. 

Oyster  {Tribuna)  —  Emilio  Evangelisti. 


Faccine  —  Pasquale  Martire. 

Padre  Zappata  {Fanfidla)  —  Girolamo  Amati. 

Pagano  Della  Volta  {Caff^aro)  —  Girolamo  Vassallo. 

Paladino  (II)  [Riforma)  —  Carlo  Paladini. 

Paolo  —  Tito  De  Amicis. 

Paolo  Joanna  [Corriere  di  Napoli)  —  Matilde  Serao. 

Paolo  Spada  —  Matilde  Serao. 

Papavero  {Fracassa)  —  Eduardo  Scarfoglio. 

Papilinncuhs  {Farfalla)  —  Cesario  Testa. 

Pariete  {Cittadino,  Genova)  —  Prof.  G.  Battista  Caprile. 

Parte cipatio  [Caffaró]  —  Giovanni  Minuto. 

Pastorerè  —  Davide  Carrieri. 

P.  C.  [Messaggero,  da  Camerino)  —  Paolo  Costa. 

Pedante  (II)   (Fracassa)  —  Ernesto  Mezzabotta. 

Peronella  {Ordine,  di  Ancona)  —  Arnaudo  Angelucci. 

Pertichino  {Bajardo,  di  Napoli,  cessato)  —  Romolo  Reboa. 

Pessimista  {Sole)  —  Felice  Cameroni. 

Petronio  {Fanfulld)  —  Carlo  Scarabelli. 

Petronio  Stanga  {Ehi!  ch'ai  scusa)  —  Olindo  Guerrini. 

P.  G.  {Messaggero,  da  Napoli)  —  Pasquale  Guarino. 

Picche  {Fanfidla)  —  Federico  Verdinois. 

Picchio  {Corriere  di  Naj)oli)  —  Giuseppe  Petrai. 

Pictor  [Don  Chisciotte)  —  Cesare  Pascarella. 

Pier  d'Ambra  {Nazione)  —  Camillo  Jacopo  Cavallucci. 

Pietrine  (Fracassa,  da  Pisa)  —  Prof.  Pietro  Lapucci  (morto  '  87) , 

Pif    Fischietto,  Torino) — Piclietti  (morto). 

Pifagna  {Fracassa)  —  Ugo  Fleres. 

Piovano  {Uomo  di  pietra,   1861)  —  Emilio  Treves. 

Plinio  Arcas  —  Carlo  Pisani  (morto). 


244  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA    ITALI A>' A. 

Pofere  Maurizio  (Fanfulla)  —  Giovanni  Faldella. 

Pompiere  (II)  {Fanfulla)  —  Luigi  Coppola  (morto). 

Prete  Pero  —  Paolo  TedescM,  triestino. 

Primo  yRij'orraa)  —  Primo  Levi. 

Principe  Nero  {Fracassa)  —  G-.  A.  Cesareo. 

Procaccino  (II)  (Commedia   Umana  e  Cafìitale)  —  Palmiro  Premoli. 

Psiche  {Farfalla)  —  Carlo  Giarelli. 

P.  T.  Barti  —  Parmenio  Bettoli. 

Py.)  {Piccolo)  —  Dario  Peruzy. 

Q 

OiUalcuno  {Fanfulla)  —  Fedele  Albanese  (morto). 
Quattro  Asterischi  {Fanfulla)  —  Vittorio  Imbriani  (morto). 
Quidam  {Cittadino,  Genova)  —  Giuseppe  Lombardi. 
Quidam  {Fanfulla^  —  Giuseppe  Orgitano  (morto). 

Racanella  —  Pietro  Monferini. 

Rafbèl  {Ehi!  ch'ai  scusa)  —  Prof.  Raffaele  Belluzzi. 

Raffaello  {Fracassa)  —  Emilio  Faelli. 

Eastignac  {Corriere  di  Roma,  ora  di  Napoli  e  Capitan  Fracassa)  — 

Vincenzo  Morello. 
Razzola  {Fanfulla)  —  Giustino  Ferri. 

Redivivo  {Cittadino,  Genova)  —  Prof.  G.  Battista  Caprile. 
Regina  di  Saba  {Messaggero)  —  Adele  Mezzabotta. 
Regolo  {Tribuna)  —  Attilio  Luzzatto. 
Remigio  Sena  —  March..  Gaspare  Invrea. 
Renato  {Babilonia,  Firenze)  —  F.  R.  Pittoreggi. 
René  de  Lanty  —  Montecorboli. 
Revisore  (II)  {Fracassa)  —  Benedetto  Cirmeni. 
Richel  {Tribuna)  —  Avv.  Eugenio  Rubiclii. 
Ricordano  Malespini  (  Caffaro)  —  Giselda  Rapisardi-Fojanesi. 
R.  Michely  —  Principessa  Maria  della  Rocca  nata  Ebden  Heine. 
R.  0.  Molo  {Commedia   Umana)  —  Giuseppe  Boselli. 
Rondine  {Risorgimento  di  Lecce)  —  Avv.  Giuseppe  Pellegrino. 
Resini  Cesare  —  Domenico  Gnoli. 
Ruggero  {Paradiso  dei  bamhini)  —  Ruggero  Roux. 
Rusticus  {Fanfulla)  —  Adoperato  per  lo  più  dal  De  Toth. 


Sandor  (  Tribuna  e  Fracassa)  —  Alessandro  Lupinacci. 

Sandrone  {Fanfulla)  —  Capitano  Alessandro  Ballanti  (morto  ISSV 

Sans-Souci  —  Carlo  Cav.  Carafa  Duca  di  Noja. 

Sara  —  Signora  Tardy  (morta). 

Saraceno  (111  {Fracassa  e  Don  Chisciotte)  —  Luigi  Lodi. 

Satiro  {Corriere  di  Napìoli)  —  Eduardo  Scarfoglio. 

Scapoli  {Fanfulla)  —  Barone  De  Renzis. 

Scarabocchia  —  Giovanni  Visibelli. 


PSEUDONIMI.  245 


Scaramuccia  {Fracassa)  —  Usato  più  spesso  da  G-ennaro  Minervini. 

Scevola  —  Ing.  G-iacinto  Gallenga. 

Scherezade  {Fracassa)  —  Ugo  Fleres. 

Scivas  lizXo  [Commedia  Umana,  Capitale,  Paradiso  dei  baìnbim)  — 

Onorato  Roux. 
Scriba  (Tribuna)  —  Stanislao  Manca. 
Segretario  (II)  (Fan/ulla)  —  Cesana  Luigi. 
Sgner  Pirein  (El)  {Ehi!  ch'ai  scusa)  —  Antonio  Fiacclii. 
Shane  Dymas  —  Ing.  Ercole  Michele tti. 
Siebel  —  Francesco  Anelli. 
Signor  Tutti  (II)  (FanfuUa)  —  Griuseppe  Turco. 
Silex  {FanfuUa  della  Domenica)  —  G-.  L.  Ferri. 
S.  Ilvia  {Giornale  illustrato  di  storia  naturale,  cessato)  —  0.  Roux. 
Silvius  {Fanfidla)  —  Giovanni  Piacentini. 
Simmaco  —  Raffaele  De  Cesare. 

Sior  Momolo  {Faiifulla)  —  Pompeo  Gherardo  Molmenti. 
S.  Nasi  —  Giulio  Piccini. 
Spiritus  Asper  —  Gustavo  Strafforello. 
Spleen  {FanfuUa)  —  Giuseppe  Turco. 

Sofia  A . . .  {Illustrazione  e  Perseveranza)  —  Sofìa  Albini-Bisi. 
Solatium  (caricaturista)  —  Buonsollazzo,  di  Napoli. 
Sordello  (Fracassa)  —  Dino  Manto-vani. 
Staccio  (corrispondente  romano)  —  Montocchi. 
Stecchetti  Lorenzo  —  Dott.  Olindo  Guerrini. 
Stello  —  Luigi  Guelpa. 
Stoico  —  Felice  Cameroni. 
Suerga  Molaragi  —  Gerolamo  Ragusa-Moleti. 
Sutor  {Gazzetta  dell'Emilia)  —  Avv.  Samoggia. 


Tamigi  (da  Londra  al  FanfuUa)  —  Carlo  Mazzono. 

Tar chini  Luigi  —  Luigi  Archinti. 

Tartarin  {Corriere  di  Napoli)  —  Eduardo  Scarfoglio. 

T.  C.  (corrisx^ondente  da  Parma  alla  Gazz.  di  Milano) — Tullio  Catelli, 

Tellicola  Pisano  —  Prof.  Rasino  Locatelli. 

Teofilo  {FanfuUa)  —  Teofìlo  Sgambella  (^Smirne). 

Teofilo  Coreni  —  Enrico  Dalmazzo. 

Theophilus  Eleuterus  —  Pietro  Ceretti. 

Tiochet  Oarlin  {Birichin,   Torino)  —  Carlo  Alfredo  Occhetti. 

Tirascene  (II)  —  Comm.  Giuseppe  Costetti. 

Tita  —  Zoe  Sciamanna  in  Piccirilli. 

Tisento  {Fracassa,  Ehi!  ch'ai  scusa)  —  Alfredo  Testoni. 

T.  0.  Cesardi  {Ehi!  ch'ai  scusa  e  Patria,  Bologna   e    Tribuna)  — 

Dott.  Eugenio  Sacerdoti. 
Toga-Rasa  {Gazzetta  Piemontese)  —  Avv.  Giovanni  Saragat. 
Tom  {Fanfidla)  —  Eugenio  Checchi. 
Toni  {FanfuUa)  —  Damiani  (da  Genova), 
Tornano  {Caffaro)  —  Francesco  Giarelli, 


246  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

Trìlussa  [Rugantino]  —  Carlo  Alberto  Saliistri. 
Tugnètt  {Ehi!  di' al  scusa)  —  Dott.  A.  Bernardi. 

U 

Ubi  —  Ulisse  Barbieri. 

Ugo  (FanfuUa  e  Illustrazione  llaliana)  —  Ugo  Pesci. 

Ugo  Bardi  —  Giuseppe  Bianclii. 

Ugo  di  Monsoprano  [Preludio)  —  Argemiro  Gustavo  Morelli. 

Ugo  di  Valchiusa  —  Filippo  Marucclii. 

Ugo  Falcando  (Fracassa)  —  Alfredo  Baccelli. 

Un  Anonimo  [Corriere  del  mattino,  cessato)  —  Matilde  Serao. 

Uno  di  Montecitorio  (Fracassa)  —  Raffaello  Giovagnoli. 

Urbain  de  Chatillon  (Italie)  —  Eaffaele  De  Cesare. 

Uriel  (Fracassa)  —  Ugo  Fleres. 

Uxor  (FanfuUa)  —  Onorato  Roux. 

V 

Vamba  (Fracassa)  —  Giuseppe  Luigi  Bertelli. 

Vandalo  (FanfuUa)  —  Arnaldo  Mengarini. 

Vattelapesca  [Uomo  di  pietra,  cessato) — Dott.  Bernardino  Bianchi. 

Verax  {FanfuUa)  —  Luigi  Chiala. 

Veritas  (Fanfidla)  —  Barone  Guglielmo  Collotti. 

Vero  Marchese  Colombi  (FanfuUa)  —  Paolo  Ferrari  (morto). 

Vesulus  —  Avv.   Stefano  Tempia. 

Vice-Bibliofilo    Cittadino,  Genova)  —  Avv.  Ernesto  Caligari. 

Vico  (FanfuUa)  —  Ludovico  Mantegazza. 

Viola  Tricolor  —  Ermelinda  Fornari. 

Violino  di  spalla  (FanfuUa)  —  Samuele  Ghiron. 

Vittore  (FanfuUa) — Raffaele  De  Cesare. 

Vittorio  Catualdi  —  Oscar  De  Hassek. 


Ylang-Ylang  [Fracassa)  —  E.  Augusto  Berta. 

Yole  C.  (Gazzetta  del  Contadino)  —  Flaminio  Toso. 

Yorick  —  Avv.  Piero  Ferrigni. 

Yorickson  (FanfuUa)  —  Umberto  Ferrigni. 

Ypsilon  [Fanfidla  e  Pasquino) — Luigi  Coppola  (morto). 


Z  (Piccolo)  —  Rocco  De  Zerbi. 

Zeffirìno  Bellocci  (Corriere  di  Napoli)  —  Giuseppe  Petrai. 

Sozimo  —  Angelo  Garrone. 

Suanin  (Farfalla)  —  Amilcare  Scarpetti. 

ZM  (FanfuUa)  —  Giulio  Del  Valle. 

Nicola  Bernaedini. 


PROVINCIA  DI  ALESSANDRIA 


Inumerò  dei  Comuni:  343  —  Popolazione:  729,710  —  Superficie:  K.  q.  4,937  —  Deputati  della  provincia: 
I.  Di  Groppello,  Ercole,  Oddone,  Bobbio.  2.  Villa,  Salussoglia,  Serra.  V.  3.  Bertana,  Morini,  Mensio, 
4.  Raggio,  Ferraris  M.  ,   Borgatta. 


L'Agricoltore  alla  luce.  Giornale  poli- 
tico, agricolo,  religioso,  fondato  nel  1887. 
Esce  ogni  settimana  in  8  pagine  con  illu- 
strazioni. Abbonamento:  anno  L  5.  Un 
numero  io  centesimi.  (Si  stampa  in  Ales- 
sandria ) 

'Ni:^\a  Monferrato. 

L'Avvenire.  Giornale  politico,  liberale, 
amministrativo,  nato  nel  marzo  del  1882. 
Per  qualclie  anno  fu  l'organo  ufficioso  del 
partito  progressista,  sotto  la  direzione  del 
cav.  Napoleone  Corazzini,  attuale  corrispon- 
dente della  Tribuna  e  dell'  Ilhistraiione 
italiana  dall'Africa  e  redattore-capo  del 
Piccolo  di  Napoli. 

L'Avvenire,  mantenuto  da  azioni  in  prin- 
cipio, si  sostenne  in  seguito,  e  da  settima- 
nale divenne  bisettimanale,  per  forza  pro- 
pria; ed  ora,  benché  continui  a  combattere 
per  principi!  liberali,  non  è  più  legato  ad 
alcun  partito.  In  questo,  cioè  nella  sua 
completa  indipendenza  fondata  su  principii 
liberali-progressisti,  sta  il  segreto  della  sua 
florida  vita. 

L'Avvenire  presentemente  è  il  più  dif- 
fuso giornale  del  Monferrato. 

Si  pubblica  due  volte  alla  settimana  in 
4  pagine.  Abbonamento  :  anno  L.  6,  se- 
mestre L.  3,50.  Inserzioni  5  centesimi  la 
linea.  Via  dell'Asilo,  40. 

Casale  Monferrato. 

L'Avvisatore  Alessandrine.  Giornale  po- 
litico, amministrativo,  fondato  nel  185^  É 
uno  dei  più  antichi  giornali  della  provincia. 
Esce  3  volte  la  settimana,  lunedi,  giovedì  e 
sabato,  in  4  pagine  a  4  colonne.  Tira  800 
copie.  Abbonamento  :  L.  8,80  anno.  Un 
numero  5  centesimi. 

Alessandria. 

Il  Bacologo  italiano.  Giornale  di  ba- 
chicoltura, londato  nel  1878.  Esce  ogni 
settimana  in  fascicoli  di  8  pagine,  con  co- 
pertina. È  diretto  dal  prof.  V.  Sini  e  vi 
collaborano:  Rosa,  Ottavi,  Vlacovitch,  Bol- 
le, Pasteur,  Verson,  ecc.  Abbonamento; 
L.  8  anno.  Un  numero  25  centesimi. 

Casale  Monferrato. 

La  Bollente.  Giornale  amministrativo, 
politico,  letterario  della  città  e  circondario 
di  Acqui,  nato  il  25  gennaio  1887.  Esce  il 
jnancdi  d'ogni  settimana  in  4  pagine,  for- 


mato 0,45  y-  0,32.  Abbonamento:  L.  3  anno. 
Un  nuniero  5  centesimi.  Tipo-lit.  A.  Ti- 
relli.  É  diretto  dall'avv.  Braggio  con  la 
collaborazione  degli  avvocati  De  Benedetti 
e  Alberto  Selmi. 

Acgui. 

Bollettino  ufficiale  del  Comizio  agrario. 
Giornale  agricolo,  fondato  nel  1870.  Esce 
ogni  mese  in  4  pagine  e  si  dà  gratis  ai 
soci  del  Comizio. 

Asti. 

Il  Cittadino.  Giornale  politico,  com- 
merciale, fondato  nd  185 1.  Esce  la  dome- 
nica e  il  mercoledì  in  4  pagine  a  3  co- 
lonne. Ha  idee  politiche  piuttosto  avan- 
zate; è  redatto  però  con  molto  garbo  ed 
ha  una  diffusione  di  1000  esemplari.  Ab- 
bonamento: L  6  anno,  semestre  3,50  In- 
serzioni 15  centesimi  la  linea.  Un  numero 
5  centesimi.  Tip.  Paglieri  e  Raspi. 

Asti. 

Il  Coltivatore.  Giornale  d'agricoltura 
pratica,  fondato  nel  1855.  Si  pubblica  4 
volte  al  mese  in  fascicoli  di  32  pagine  in  8.° 
con  illustrazioni.  È  il  migliore,  più  accre- 
ditato e  diffuso  giornale  agricolo  italiano. 
È  diretto  dai  fratelli  Ottavi  e  vi  collabo- 
rano i  più  eminenti  agronomi  italiani.  Tira 
circa  3000  copie.  Alcune  volte  questo  gior- 
nale ha  raggiunto  una  tiratura  veramente 
eccezionale  :  così,  per  esempio,  il  primo 
numero  del  1889,  stampato  nello  stabili- 
mento Cassone,  fu  tirato  a  100,000  co- 
pie. Questa  tiratura  durò  una  ventina  di 
giorni.  Abbonamento:  L.   15  anno. 

Casale  Monferrato. 

Corriere  Astigiano.  Giornale  politico, 
amministrativo,  commerciale,  fondato  nel 
1870.  Esce  due  volte  alla  settimana  in 
4  pagine.  Tiratura  800  copie.  Abbona- 
mento :  L.  6,50  anno;  L.  4  sem.  Un  nu- 
mero 5  cent. 

Asti. 

II  Cristiane.  Giornale  cattolico,  fon- 
dato nell'aprile  del  1888.  Si  pubblica  il 
I.'  d'ogni  mese  in  8  pagine  in  4.°  Ha  per 
motto  :  «  Se  alcuno  patisce  come  cristiano, 
non  si  vergogni,  an^i  glorifichi  Iddio.  » 
S.  Pietro,  IV,  16.  Direttore:  Modoa  Fran» 
Cesco.  Abbonamento:  L.  i  anno. 


250 


GUIDA  DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


L' Elettore.  Giornale  politico,  organo 
dell'Associazione  costituzionale  del  circon- 
dario, fondato  sullo  scorcio  del  dicem- 
bre 1874,  alla  morte  di  Filippo  Mellana, 
per  propugnare  la  candidatura  dell'avvo- 
cato Aristide  cav.  Oggero,  capo  del  par- 
tito moderato,  successore  in  Parlamento 
dell'antico  deputato  casalese. 

Sorta  col  1879  l'Associazione  costituzio- 
nale del  circondario  di  Casale  —  la  prima 
in  Piemonte  e  della  quale  più  tardi  fu  pre- 
sidente Giovanni  Lanz^,  fino  a  morte,  — 
Y Elettore  fu  ed  è  tuttora  l'interprete  di 
quella.  Giovanni  Lanza  vi  scriveva  sovente. 

L'Elettore  si  pubblica  il  venerdì  nelle  ore 
del  mattino  in  4  pagine  a  3  colonne.  É 
diretto  dal  signor  Eugenio  Nallino,  corri- 
spondente di  giornali  politici.  Questi,  nel 
settembre  del  1885  ebbe  un  duello  con 
l'avv.  Mario  Guala,  il  quale  lo  ferì. 

Il  giornale  tratta  degl'interessi  politici 
ed  economici  della  provincia  ed  in  ispecie 
di  Casale  e  del  suo  circondario,  nonché 
cronaca  e  fatti  vari  locali.  Tira  800  co- 
pie. Abbonamento  :  L.  j  anno,  L.  5  seme- 
stre. Inserzioni:  20  centesimi  a  linea. 

Casale  Monferrato. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Gior- 
nale amministrativo  olBciale  per  gli  atti 
legali, fondato  nel  1865.  Esce  ogni  1 5  giorni 
in  48  pagine.  Tira  1,200  copie.  Abbona- 
mento: L.  15  anno.  Un  numero  90  cen- 
tesimi. Tip.  Cazzotti  e  C. 

Alessandria. 

Fra  Tranquillo.  Giornaletto  politico, 
umoristico,  fondato  nel  1880.  Esce  ogni 
domenica  in  4  pagine  a  3  colonne,  quando 
non  gli  rompono  le  scatole.  Direttore  :  G.  M. 
Piccone.  Un  num.  5  cent.  Corso  Roma,  36. 

Alessandria. 

Gazzetta  commerciale.  Periodico  fon- 
dato ai  primi  del  1S89.  Si  pubblica  ogni 
mese  in  4  pagine  a  3  colonne  e  contiene 
gli  annunzi  d'impieghi  vacanti  privati,  com- 
merciali e  pubblici.  Direttore  responsabile: 
G.  Lavagnini.  Abbonamento  :  L.  j  anno, 
3  semestre  -  per  gli  aspiranti  impieghi: 
anno  L.  io,  semestre  L.  5.  Inserzioni:  nel 
corpo  del  giornale  L.  i  la  linea;  in  4.' 
pagina  cent.  20.  I  municipi,  corpi  morali 
e  privati  abbonati  richiedenti  personale, 
hanno  diritto  alle  inserzioni  gratis,  Piazza 
del  Duomo. 

Tortona. 

Gazzetta  d'Acqui.  Giornale  amministra- 
tivo e  di  cronaca  locale,  fondato  nel  1871  ; 
col  titolo  di  Giovane  Acqui  nacque  nel  1879 
un  altro  giornale  che  nel  settembre  di  detto 
anno  acquistò  la  Ganetta  d'Acqui,  sotto  il 
quale  titolo  continuò..  Si  pubblica  una  volta 


la  settimana  in  4  pagine,  sotto  la  direzione 
del  proprietario  signor  Flaminio  Toso,  il 
quale  nel  novembre  del  1882  in  seguito  a 
polemiche  suscitate  in  occasione  delle  ele- 
zioni politiche  ebbe  uno  scontro  alla  scia- 
bola col  signor  Giacinto  Lavezzari,  redat- 
tore di  altro  periodico  locale,  ferendolo  al 
braccio  destro. 

Altri  redattori  sono  :  avv.  Maggiorino 
Ferraris  (eletto  deputato  nel  1886),  avvo- 
cato Macciò,  avv.  Vitta,  Castellani,  ecc. 

Tiratura  800  copie.  Abbon.  :  L.  3  anno. 

Acqui. 

Gazzetta  del  Contadino.  Giornale  po- 
polare di  agricoltura  pratica,  nato  nel- 
l'ottobre del  1880.  È  redatto  in  forma  af- 
fatto popolare  perchè  possa  andare  per  le 
mani  anche  dei  più  digiuni  nelle  scienze 
agricole.  Esce  ogni  15  giorni  in  8  pagine 
a  2  colonne  con  vignette  intercalate  nel 
testo.  Si  occupa  di  agricoltura,  enologia, 
economia  rurale,  viticoltura,  invenzioni  e 
scoperte,  chimica  agricola,  ecc.  Vi  scri- 
vono: D.  Pinolin,  A.  Paoletti,  P.  A.  Mi- 
noli,  Alberto  Cencelli,  ecc.  Direttore  pro- 
prietario: Flaminio  Toso  (C.  Yole).  Ammi- 
nistratore responsabile  :  S.  Dina.  Abbona- 
mento: anno  L  3.  Unione  postale:  L.  4. 
Inserzioni  cent.  25  la  linea. 

Acqui. 

Gazzetta  di  Casale  Giornale  politico, 
religioso  (cattolico),  fondato  nel  1883.  Si 
pubblica  ogni  settimana  in  4  pagine.  Ab- 
bon. ;  L.  4  anno.  Un  numero  5  cent. 

Casale  Monferrato. 

Gazzetta  di  Novi.  Giornale  politico 
amministrativo,  fondato  il  14  marzo  1889. 
Esce  il  giovedì  e  la  domenica  in  4  pa- 
gine, formato  0,37  k-,  0,27.  Direttore:  Vit- 
torio Bozzola.  Abbonamento:  L.  6  anno. 
Un  numero  5  centesimi.  Tip.  Sociale. 

(^Questo  giornale  cesserà  nelVoilobre  del  iSS^.) 

Novi  Ligure. 

Gazzettino  per  tipografie  e  litografie. 

Giornale    mensile  per  la  reclame,  fondato 

il  15  marzo  1888.  Si  pubblica  il  15  d'ogni 

mese  in  4  pagine  in-4.°  a  2  colonne,  presso 

10  stabilimento  tipo-litografico  Alfonso  Ti- 
relli  già  Scovazzi.  Si  spedisce  gratis  a  tutte 
le  principali  tipografie  e  litografie  del  re- 
gno. Inserzioni:  una  pagina L.  140;  mezza 
pagina  75;   un  quarto  40;  un  ottavo  25. 

11  pagamento  delle  inserzioni  si  accetta 
anche  in  merce. 

Acqui. 
Giornale  vinicolo  italiano.  Giornale  eno- 
logico, industriale,  commerciale  e  agri- 
colo, fondato  nel  1875  da  O.  Ottavi  ed 
I,  Macagno.  Si  pubblica  ogni  domenica 
io  16  pagine  in-4.'  a  2  colonne,  con  8  pjv* 


PROVINCIA  DI  ALESSANDRIA. 


251 


gine  di  copertina  e  illustrazioni.  È  giornale 
molto  serio  e  ben  fatto  ;  ha  una  tiratura 
di  3000  copie.  Direttore:  prof.  Ottavio 
Ottavi,  agronomo  distintissimo.  Collabo- 
ratori: dott.  E.  Ottavi,  dott.  A.  Carpenè, 
O.  Cinelli,  comm  S.  Zirlili,  prof,  C.  Hu- 
gues,  prof  V.  Sini,  N.  Meloni,  dott.  G.  Ciot- 
ti, ecc.  Il  giornale  ha  corrispondenti  in 
tutte  le  Provincie  italiane  ed  all'estero.  Se- 
gretario della  redazione:  agr.  C.  Marchese. 
Abbonamento:  anno  L.  io,  semestre  5,50, 
trimestre  5,50.  Estero  L.  12  anno.  Abbo- 
namento comulativo  col  giornale  il  Colti- 
vatore (vedi)  anno  L.  22  -  Estero  27. 

Presso  il  Giornale  vinicolo  esiste  un  de- 
posito di  macchine  enologiche,  barbatelle 
di  viti,  ecc.  ;  e  inoltre  un  gabinetto  di  crit- 
togamìa ed  un  altro  chimico,  dei  quali  gli 
abbonati  possono  servirsi  per  consultazioni, 
esperimenti,  ecc. 

Casale  Monferrato. 
La  Giurisprudenza  Casalese.  Ciornale 
di  scienze  giuridiche,  fondato  nel  188 1 
in  sostituzione  del  giornale  Temi  Casalese, 
cessato.  Si  pubblica  ogni  mese  in  fascicoli 
di  32  pagine;  contiene  la  collezione  delle 
sentenze  in  materia  civile  e  commerciale 
della  Corte  d'appello  di  Casale.  Direttori  : 
avv.  Ivugenio  Bagna  e  avv.  Filippo  Prato. 
Abbonamento:  anno  L.  14.  Un  numero 
L.   1,25.  C.  Cassone,  editore. 

Casale  Monferrato. 
L' Indicatore  -  Impieghi.  Giornale  fon- 
dato nel  novembre  1888.  Pubblica  gli 
impieghi  vacanti  privati,  commerciali  e 
pubblici.  Esce  ai  primi  d'ogni  mese  in  8  pa- 
gine in-4  °  Abbonamento:  L.  3,50  anno. 
Via  Porta  Alessandria,  3. 

Tortona. 
La  Lega.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo e  letterario,  fondalo  il  12  apri- 
le 1885.  Si  pubblica  ogni  domenica  in  4 
pagine  in-fol.  Abbonamento:  L.  3,50  anno. 
Un  numero  5  centesimi.  Tip.  Cazzotti  e  C. 

Alessandria. 
Il  Marchese  Colombi.  Giornale  di  let- 
tere, scienze  ed  arti,  nato  il  6  gennaio  1889 
e  diretto  dal  prof.  Gustavo  Tanti  e  avv.  Giu- 
seppe Muffone.  Esce  ogni  settimana  in  4 
pagine  formato  0,43  x  0,30.  Abbonamento: 
L.  3  anno.  Un  numero  5  centesimi.  Ditta 
Chiari,  Romano  e  Filippa;  via  S  Dalraazzo, 
orfanotrofio  maschile. 

Alessandria. 
Il  Monferrino.    Giornale   politico,   am- 
ministrativo, fondato  nel  1885.  Esce  ogni 
domenica  in  4 pagine.  Abbonamento:  L.  3 
anno.  Un  numero  5  centesimi. 

Casale  Monferrato. 
Il  Monitore,   Giornale    degl'  impiegati, 


fondato  nel  marzo  1888.  Si  pubblica  i  primi 
d'ogni  mese,  in  4  pag.,  formato  0,3 1  x  0,21. 
Pubblica  gl'impieghi  vacanti,  commerciali 
e  pubblici.  Direttore  :  Oreste  Trinchieri. 
Abbonamento:  L.  9  anno.  Via  Garetti,  i. 

Asti. 
Omnibus.  Gazzetta  del  circondario  di 
Novi  Ligure,  fondata  il  4  dicembre  1874. 
Tratti  di  politica,  agricoltura,  industria  e 
commercio.  Esce  ogni  domenica  in  4  pa- 
gine grandi  a  3  colonne.  Direttore:  Salvi 
M.  Pasquale.  Tiratura  1000  copie.  Ha  tipo- 
grafia propria,  corrispondente  alla  capitale 
e  telegrammi  particolari.  Abbonamento: 
anno  L.  6.  Inserzioni:  25  centesimi  a 
linea. 

Novi  Ligure. 
L'Osservatore,  gazzetta  di  Alessan- 
dria. Giornale  politico,  amministrativo, 
commerciale,  liberale  progressista ,  fon- 
dato nel  1865.  Si  pubblica  il  mattino  di 
ogni  mercoledì  e  sabato.  È  ufficiale  per 
gli  atti  della  Camera  di  commercio  ed  arti 
della  proviacia.  Tiratura  media  1200  co- 
pie. Abbonamento:  anno  L.  6,  semestre 
L.  3,50,  trimestre  L.  2.  Un  numero  cen- 
tesimi IO.  Inserzioni  4."  pagina  cent.  20. 
Ceduto  dal  cav.  Andrea  Rossi  nel  1881 
ne  assunse  la  nuova  direzione  il  geom.  De- 
fendente Mellana,  attuale  direttore.  Da 
quell'epoca  non  fu  mai  legato  a  nessun  par- 
tito. Nella  sua  assoluta  indipendenza  è  ripo- 
sto il  suo  continuo  ed  incessante  sviluppo. 

Alessandria. 
Il  Piemonte  agricolo.  Giornale  popo- 
lare di  agricoltura,  nato  il  i.°  ottobre  1883 
col  titolo  di  Monferrato  vinicolo  che  poi 
mutò  nell'attuale.  Esce  ogni  domenica  in 
4  pagine  a  4  colonne,  sotto  la  direzione 
di  Gaspare  Bonzi,  il  quale  per  la  sua  pe- 
rizia e  competenza  ha  saputo  rendere  il 
giornale  diffusissimo  e  conosciuto  non  solo 
nella  propria  regione  ma  in  molte  altre. 
Abbonamento:  L.  io  anno.  Un  numero 
20  centesimi. 

Alessandria. 
La  Scrivia.  Giornale  politico,  ammi- 
nistrativo, democratico,  fondato  nel  1873, 
e  diretto  dall'avv.  Michele  Romagnoli,  e.x 
deputato  al  Parlamento.  Si  pubblica  ogni 
settimana  in  4  pagine.  Tira  circa  500  co- 
pie. Abbonamento  :  L.  5  anno.  Un  nu- 
mero 5  centesimi. 

Tortona. 
La  Società.  Periodico  del  circondario 
di  Novi  Ligure,  fondato  nel  1866.  Si  oc- 
cupa di  poUtica,  agricoltura  e  finanza.  Esce 
ogni  domenica  in  4  pagine  a  4  colonne. 
Dapprima  in  formato  piccolissimo,  si  in- 
grandì nel  1880,  diramandosi  e  rendendo:?! 


252 


GUIDA    DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


popolare  non   solo  in  città,  ma  nel  ricco 
circondario. 

Nel  1870  il  proprietario  prof.  Andrea 
Reali,  acquistò  una  piccola  tipografia  con 
torchio  in  legno,  ed  oggi  detta  tipografia 
trovasi  fornita  di  macchina  celere  Marinoni. 
Tiratura  2500  copie.  Abbonamento:  anno 
L.  5,  semestre  3.  Un  numero  io  centesimi. 
Inserzioni  25  centesimi  la  linea.  Via  Gi- 
rardenghi. 

Novi  Ligure. 

Supplemento  al  foglie  periodico  della 
Prefettura.  Esce  due  volte  alla  settimana 
dal  1876,  in  20  pagine,  e  contiene  gli  an- 
nunzi legali  amministrativi.  Abbonamento: 
L.  15  anno.  Tip.  Cazzotti  e  C. 

Alessandria 

Verità  e  Fede,  Gazzetta  Alessandri- 
na. Giornale  religioso,  letterario,  scien- 
tifico, nato  il  primo  sabato  del  1879.  Fu 
fondato  dal  vescovo  monsignor  Pietro  Gio- 
condo Salvay.  Si  pubblica  ogni  sabato  in 
4  pagine.  È  redatto  da  sacerdoti,  e  ne  fu 
sempre,  come  ne  è  tuttora,  direttore  il  ca- 
nonico  Giuseppe  Prelli.  Il  giornale   non 


pati  mai  alcun  sequestro.  Ha  una  tiratura 
ordinaria  di  500  copie.  Abbonamento  : 
anno  L.  3,  semestre  2.  Un  numero  5  cen- 
tesimi. Via  Savonarola,  5. 

Alessandria. 
Il  Vessillo  israelitico.  Periodico  per 
la  scienza  e  la  letteratura  israelitica,  fon- 
dato a  Vercelli  nel  1853  col  titolo  di  Edu- 
catore israelita  dai  professori  G.  Levi  ed 
E.  Pontremoli,  e  continuato  poi  in  Casale, 
ove  esce  dal  1874.  Si  pubblica  ogni  mese 
in  fascicoli  di  32  e  spesso  40  pagine  É 
unico  nel  suo  genere  in  Italia.  Direttore  : 
cav.  F.  Servi.  Il  giornale  si  occupa  spe- 
cialmente di  storia,  tenendo  dietro  ai  fatti 
più  salienti  che  avvengono  fra  gl'israeliti 
del  mondo,  e  contiene  imltre  biografie, 
varietà,  cronache,  racconti  e  notizie  che 
interessano  gli  studi  geografici  e  linguistici. 
Diffuso  in  tutta  Italia  e  all'estero,  ha  col- 
laboratori valenti  e  numerosi.  Abbona- 
mento: L  10  anno.  Un  numero  i  lira  (i) 

Casale. 


(i)  Vedi  l'articolo  sul  Giornalismo  israelitico  in  Italia. 


IMPRESA    GENERALE    DI    PUBBLICITI   ITALIANA 

per  affissione  permanente  di  manifesti  sopra  tavole  metalliche  e 
volante  ai  muri,  fondata  nel  1881. 

Proprietario  Geom.  Defendente  Mellana  —  Alessandria. 


Giornali  cessati: 

V Asino,  politico  umoristico,  nato  1876. 

U Astese,  n.  1870,  fu  soppresso;. dette  luogo  al  Pipistrello,  n.  1871;  usciva  due  volte 
al  mese  in  4  pagine  con  caricature. 

U Avvenire,  politico,  commerciale,  letterario,  settimanale,  n.  a  Nizza  Monferrato,  1881, 

Bollettino  del  Comizio  Agrario,  n.  ad  Alessandria  nel  1867,  diretto  da  Carlo  Cal- 
derara. 

Il  Capo  Musica,  giornale  per  le  bande,  fondato  nel  i88x  col  titolo  di  Gara  Musicale, 
bimensuale,  a  Casale  Monferrato. 

La  Concordia,  n.  1863  a  Casale  Monferrato,  bisettimanale,  ufficiale  della  provincia. 
Durò  IO  anni  circa. 

Il  Corriere  d'Acqui,  settimanale,  n.   1879. 

Don  Chisciotte,  umoristico,  n.  12  aprile  1885,  settimanale,  ad  Asti. 

La  Feluca,  rivista  della  città,  n.  1888  ad  Acqui,  cessò  dopo  tre  sole  pubblicazioni. 

La  Fiaccola,  n.  1884  ad  Alessandria,  mensile. 

La  Forinola  Nuova,  n.  a  Moncalvo  nel  1880,  direttore  avv.  cav.  Agostino  Della  Sala 
Spada.  Il  Della  Sala  era  repubblicano  in  principio,  poscia,  in  omaggio  alla  libertà 
delle  opinioni  successive,  divenne  clericale  e  nelle  elezioni  politiche  del  1882  si 
presentò  candidato  a  Casale. 

La  Gaietta  di  Alessandria,  n.  1871,  durò  oltre  12  anni;  bisettimanale.  Fu  ceduta 
gratis  al  geom.  Defendente  Mellana,  attuale  direttore  dell'  Osservatore  (vedi)  il  7 
novembre  1882  che  ne  sospese  le  pubblicazioni  il  i.°  gennaio  1883. 

La  Galletta  di  Casale,  n.  1876,  di  principii  progressisti,  diretta  dai  professori  Ot- 
tavi, V.  Sini,  G.  Solerlo,  da  non  confondersi  con  l'attuale  Gaietta  di  Casale,  gior- 
;iale  clericale. 


PROVINCIA   DI    ALESSANDRIA.  253 

—  Ga\xeita  di  Valenza,  n.  1888,  direttore  Edoardo  Bonelli. 

—  Gaiieltino  di  Valenza,  n.  1888,  direttore  Giusto  Calvi. 

—  U Iride,  periodico  religioso,  n.  1885,  mensile  di  Casale. 

—  La  Luce,  n.  a  Tortona  nel  1885,  settimanale. 

—  Il  Monferrato,  n.  1871  a  Casale,  bisettimanale,  organo  dell'Associazione  liberale  pro- 

gressista. Visse  oltre  12  anni. 

—  Nuova  Gaietta  d'Asti  e  Corriere  del  Monferrato,  n.  1880,  bisettimanale  politico. 

—  Il  Politeama  sociale,  giornale  di  annunzi  teatrali  e  commerciali,  n.   1885  a  Casale, 

settimanale. 

—  La  Riscossa,  politico  settimanale  n.  a  Tortona  nel   1884,  direttore  avv.  A.  Faggiuoli. 

—  La  Scimia,  n.  ad  Alessandria  nel  1887. 

—  La  Staffetta,  quotidiano,  n.  1880  ad  Alessandria,  progressista. 

—  Sta^iello,  settimanale,  n.  1885  ad  Acqui. 

—  La  Vedetta,  n.  21  marzo  1885  a  Tortona,  settimanale. 

—  Il  Vecchio  Monferrato,  politico  progressista,  n.   1882  a  Casale. 

—  La  Viticoltura  pratica  e  ragionale,  n.   1886  ad  Acqui,  settimanale. 

—  Nell'agosto  del  1875  un  esimio  giornalista  già  direttore  del  Carroccio  morì  a  Ca- 
sale, lasciando  per  testamento  una  rendita  di  1500  franchi  da  impegnarsi  fino  alla  sua 
estinzione,  a  liberare  e  mantenere  i  cani  che  fossero  pigliati  al  laccio  in  quella  città 
dal  pubblico  accalappiatore.  I  giornalisti  fanno  tuttodì  molto  male  ai  cani,  ed  è  giusto 
che  uno  finalmente  abbia  voluto  compensarli  dei  danni  sofferti.  Il  cane  è  una  vittima 
del  giornalista.  Siamo  giusti  tuttavia:  anche  il  giornalist::  ha  cuore. 

Quando  un  cane  muore  avvelenato  sulla  pubblica  via  n'è  commosso  ed  il  giorno 
dopo  inveisce  contro  il  solito  assessore,  che  permette  si  ricorra  a  questi  barbari  mezzi 
di  distruzione.  —  (Da  un  articolo  di  C.  Anfosso.) 

—  Ecco  un  elenco  completo  dei  giornali  nati  e  cessati  a  Novi  Ligure  : 

Il  Vaglio  (1840)  -  Critico,  scientifico,  artistico,  letterario  -  Direttore:  F.  Ravelli  - 
Redattori:  L.  Scarabelli,  B.  Silorata,  F.  Mazzi  -  Tip.  Moretti  Giacinto. 

Il  Provveditore  (1849)  -  Domestico,  istorico,  critico  -  Direttore  Capurro  Giù.  Fran- 
cesco -  Tip.  Camusso. 

U  Educatore  popolare  (1852)  -  Istruzione  pratica,  morale,  letteratura  -  Direttore  pro- 
fessor Paterno  -  Tip.  Salvi. 

Il  Vessillo  italiano  (1853)  -  Istruzione,  politica,  letteratura  -  Direttore  prof  Paolo  Del- 
fino -  Tip.  Camusso. 

Il  Progresso  (1854)  -  Politico,  filosofico,  amministrativo  -  Direttore  prof.  G.  Galli  - 
Tip.   Camusso. 

L'Aurora  (1854)  -  Politico  amministrativo  della  Provincia  -  Tip.  Camusso. 

Galletta  di  Novi  (1854)  -  Politico  commerciale  d'annunzi  per  la  Provincia  -  Tipo- 
grafia Colombo. 

La  Forbice  (1854)  -  Giornale  della  Provincia  -  Direttore  Cristoforo  Colombo  -  Tipo- 
grafia Colombo. 

L'Eco  di  Novi  (1854)  -  Gazzetta  popolare  della  Provincia  -  Direttore  Giuseppe  Ca- 
musso -  Tip.  Subalpina,  Torino. 

Il  Lemme  (1856)  -  Politico,  letterario,  commerciale  -  Direttore  prof  Rossari  -  Tipo- 
grafia Salvi. 

Memorie  e  Documenti  per  servire  alla  storia  della  Città  e  Provincia  di  Novi  (1856)  - 
Direttore  Capurro  Giù.  Francesco  -  Tip.  Salvi. 

La  Civetta  (1857)  -  Umoristico  -  Direttore  Salvi  M.  Pasquale  -  Tip.  Camusso. 

Il  Messaggiere  (1859)  -  Pohtico   letterario  -  Direttore  F.  Banchero  -  Tip.  Camusso. 

Avvisi  utili  (1859)  -  Pubblicazioni  commerciali  -  Direttore  Salvi  M.  Pasquale  -  Ti- 
pografia propria. 

Monitore  del  Circondario  (1862)  -  Politico  commerciale  -  Direttore  Salvi  M.  Pasquale  - 
Tip.  propria. 

Novi-ligure  -  Organo  di  pubblicità  pel  commercio  -  Direttore  prof.  Luigi  Ragazzoni  - 
Tip.  Camusso. 

Il  Telegrafo  alfabetico  (1S68)  -  Amministrativo,  critico,  grammaticale  -  Direttore  An- 
drea ReaU  -  Tip.  Rossi  e  C, 

Il  Bollettino  commerciale  della  piazza  di  Novi  (1872)  -  Direttore  Salvi  M.  Pasquale  - 
Tip.  Salvi. 


254  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

Il  Faglio  (1873)  -  Commercio,  industria,  lettere  -  Direttore  Eugenio  Brachi  -  Tipo- 
grafia propria. 

Repertorio  generale  di  giurisprndenia  -  Sentenze  e  disposizioni  legislative  -  Direttore 
avv.  Fazio  Giacomo  -  Tip.  Salvi 

Il  Sistema  Caparro  ossia  guerra  all'alfabetismo  (1878)  -  Critico  didattico  -  Direttore 
Rovere  Ane^elo  -  Tip.  Reali. 

Il  Risveglio,  loglio  oradese  (i88j)  -  Direttore  avv.  G.  Traverso  -  Tip.  Prosino. 

Bollettino  del  Codi  ìlio  agrario  (1884)  -  Direttore  Baffi  prof.  Pietro  -  Tip    Reali. 

La  Raccolta  (1884)  -  Indipendente  politico  -  Direttore  Bruto  Millelire  (suicidatosi  nel  188 j 
nei  giardini  pubblici,  mentre  suonava  il  concerto  militare)  -  Tip.  Picone  (Alessandria). 

L'Agricoltore  pratico  del  Circondario  (1885)  -  Direttore  Baffi  prof  Pietro  -  Tip.  So- 
ciale. 

Il  Telegrafo  fi886)  -  Giornale  quotidiano:  ebbe  pochi  giorni  di  vita  -  Direttore  Ca- 
musso  Giuseppe  -  Tip.  Salvi. 

L'Eco  dello  Scrivia,  gazzetta  di  Busola  (1888)  -  Direttore  E.  V  Brunetti  -  Tip.  So- 
ciale. 

Il  Cattolico  Novese  (1889)  -  Organo  della  buona  stampa:  uscirono  soli  2  numeri  - 
Direttore  Fesse  Don  Luigi. 


GIORNALI  E  GIORNALISTI  ALESSANDRINI 


Fra  Chicliibio. 

Fra  Chichibio  era  Carlo  A.  Valle,  che  si  compiaceva  tanto  di  questo  suo  pseu- 
donimo, Carlo  A.  Valle  nacque  a  San  Salvatore,  provincia  di  Alessandria,  da  geni- 
lori  che  non  dovevano  essere  ricchi,  se  si  deve  giudicare  dalle  condizioni  di  fortuna 
in  cui  egli  venne  primieramente  ir.  Torino,  lo  lo  conobbi  a  Torino  nel  1846.  Aveva 
allora,  a  un  dipresso,  una  trentina  d'anni.  Era  stato  nel  seminario  di  Alessandria,  poi 
aveva  smesso  l'abito  di  chierico,  aveva  lasciato  la  sua  provincia,  era  venuto  a  Torino 
neil' intendimento  di  trovar  fortuna  colle  sue  cognizioni  letterarie.  S'era  legato  d'ami- 
cizia con  parecchi  giovani  amantissimi  delle  lettere,  Domenico  Capellina,  Giuseppe  Ber- 
toldi, Domenico  Carbone,  e  altri.  Aveva  studiato  molto  la  storia  d'Italia,  segnatamente 
il  medioevo,  faceva  delle  liriche,  volgeva  al  religioso,  mostrava  un  po'  di  tendenza  allo 
ascetismo.  Per  campar  la  vita  aveva  trovato  un  posto  di  correttore  in  una  stamperia. 

All'università,  nella  scuola  d'eloquenza  del  professor  Paravia,  il  sabato,  leggeva 
dei  brani  di  un  suo  poema  medioevale  che  pubblirò  poi  in  un  volumetto. 

Chi  avrebbe  detto  allora  ciò  che  doveva  seguir  cosi  poco  tempo  dopo?  Chi 
avrebbe  detto  che  l'anno  18  48  sarebbe  slato  così  diverso  dal  1845  e  fecondo  di 
così  strani  rivolgimenti? 

Fra  i  rivolgimenti  che  trasse  seco  il  1848  vi  fu  questo  cui  nessuno  badò,  per- 
chè seguiva  ben  altro:  Carlo  A,  Valle  sbucò  fuori  scrittore  satirico  in  versi  sul  neonato 
Fischietto,  collo  pseudonimo  di  F'-a  Chichibio.  Il  Fischietto  fu  iniziato  dallo  A.  Valle 
per  lo  scritto,  e  dal  Redenti  per  le  caricature.  Il  Redenti  era  caricaturista  valentis- 
simo. Il  Fischietto  era  una  novità  quanto  si  possa  dire  attraente  per  dei  lettori  che 
uscivano  allora  dal  regime  della  censura. 

Tanto  il  Redenti  quanto  lo  A.  Valle  attribuivano  ciascun  dei  due  a  sé  stesso  la 
grande  riuscita  del  giornale.  Riuscita,  del  resto,  che  arricchiva  l'editore  Cassone,  non 
loro.  Avevano  uno  stipendietto  e  nulla  più.  in  quel  tempo  era  una  cosa  siffattamente 
fuori  d'ogni  consuetudine  che  i  versi  e  i  disegni  potessero  arricchire  un  uomo,  che 
il  caricaturista  e  Io  scrittore  si  tenevano  abbastanza  paghi  del  guadagno,  relativamente 
piccolo,  che  venivano  facendo.  Soltanto,  il  credersi  che  facevano  l'uno  e  l'altro  il  so- 
stegno necessario  del  giornale  non  poteva  a  meno  di  far  nascere  della  discordia  fra 


PROVINCIA    DI    ALESSANDRIA. 


255 


loro,  la  qua!  discordia  non  dispiaceva  all'editore  che  conosceva  il  precetto  di  dividere 
per  imperare. 

La  discordia  condusse  a  questo  risultato,  che  lo  A.  Valle  abbandonò  il  giornale, 
che  fu  preso  allora  da  Chiaves,  Piacentini  e  B'jrsezio.  Una  sciabolata  sulla  testa  data 
al  Berst-zio  portò  anche  più  avanti  la  fortuna  del  giornale,  che  non  aveva,  del  resto, 
affatto  bisogno  di  questo  mezzo  energico  per  mettersi  in  vista. 

Lo  A.  Valle  tentò  di  fare  un  Suoco  Fischietto,  e  nessuno  ci  badò.  Ttntò  di 
proseguire  alcuni  lavori  drammatici,  perchè  aveva  avuto  qualche  successo  di  occasione 
in  teatro,  e  dovette  smettere.  Si  trovò  a  terra. 

Allora  egli  fece  ciò  che  abbiamo  fatto  tutti.  Si  fece  professore.  Il  municipio  di 
Alessandria  gli  diede  anche  qualche  incarico  di  lavori  storici  locali.  Fece  in  quella 
città  un  giornale:  Il  Gagliardo.  Poi  dal  liceo  di  Alessandria  venne  professore  in  un 
liceo  di  Torino.  Seguitò,  nelle  scuole,  a  divorar  preii  (insegnava  la  storia)  come  aveva 
fatto  nel  giornale. 

Fece  anche  un  Dizionario  di  lettere,  scienze  ed  arti,  ecc.  ecc.,  e  lo  fece  in  col- 
laborazione con  me.  L'editore  Treves  diceva  che  questo  grande  dizionario  era  fatto 
da  una  società  di  dotti  sotto  la  direzione  di  A.  Valle  e  la  mia.  In  verità  lo  facevamo 
tutto  noi  due,  lui  ed  io.  E  ancora,  io  non  ne  scrissi  una  riga.  La  mia  parte  la  fece 
tutta  mia  moglie.  Io  mi  contentava  di  dare  la  mia  alta  approvazione. 

Ma,  da  che  sono  in  vena  di  sincerità,  devo  aggiungere  che  quel  dizionario  mia 
moglie  lo  fece  quasi  tutto  essa  sola. 

Carlo  A.  Valle  non  ci  accompagnò  che  breve  tratto,  fino  alla  lettera  D.  Scrisse 
rarticolo  Dramma  e  morì. 

Michele  Lessona. 


Biagio  Caranti. 

Benché  nato  a  Sezzc  Monferrato  nel  1  839,  Biagio  Caranti  è  di  Caste'nuovo  Bor- 
midf..  Suo  padre  dotto  ed  integro  magistrato,  sua  madre  donna  per  affetto,  intelligenza 
a  nessuna  seconda,  lo  educarono  ai  principii  palrioitici  e  liberali  del  secolo.  Giovanis- 
simo ancora,  ebbe  la  fortuna  di  conoscere  il  venerando  marchese  Giorgio  Pallavicino 
Trivuizio,  che  egli  amò  sempre  qual  secondo  p^dre.  E  in  casa  di  Pallavicino  che 
Biagio  Caranti  conobbi  Giuseppe  Garibaldi,  La  Farina  e  i  principali  cospiratori  per  la 
indipendenza  e  la  grandezza  d' Italia.  Il  marchese  Pallavicino  conosciuto  l' ingegno  del 
giovane  Biagio  non  mancò  di  coltivarlo  e  con  tutta  l'espansione  di  padre  lo  prese 
ad  amare. 

Lo  volle  seco  nella  Società  Nazionale,  di  cui  lo  fece  segretario.  Ed  è  per  essa 
che  il  diciottenne  Caranti  scrisse  il  Catechismo  po/ilico,  opuscolo,  il  quale  venne  di- 
chiarato unico  nel  suo  genere  per  la  semplicità  della  forma,  ppr  la  chiarezza  dei  con- 
cetti, per  la  naturalezza  del  colorito,  per  l'evidenza  delle  similitudini.  Nel  1859  colla 
marchesa  Pallavicino  fu  l'anima  del  Gomitato,  dall'illustre  donna  organizzato,  per  ve- 
nire in  soccorso  dei  feriti.  Sul  finire  del '59  noi  lo  vediamo  applicato  al  gabinf^ito 
del  Ratlazzi,  allora  ministro  per  l'interno.  L'anello  di  congiunzione  in  quei  giorni  tra 
l'illustre  alessandrino  e  l'eroe  di  Caprera,  era  il  giovane  Caranti. 

Garibaldi  intraprende  la  spedizione  di  Marsala  e  Caranti  amato  da  Raltazzi,  sti- 
mato da  Cavour,  tenuto  per  figlio  dal  Pallavicini,  corre  volontario  tra  le  schiere  dei 
garibaldini.  Il  1.°  ottobre  1860  in  Napoli  egli  assunse  le  funzioni  di  s-ìgretario  del 
prodittatore  Pallavicino. 

Il  Caranti,  come  dissi,  pubblicò:  il  Catechismo  politico  pei  contadini  che  fu 
dichiarato  una  vera  specialità  pel  suo  genere:  Alcune  notizie  sul  plebiscito  napole- 
tano; e  numerosi  opuscoli.  Dopo  il  1860  fu  chiamalo  a  capo  della  divisione  centrale 


256  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

del  Ministero  d'agiicollura  e  commercio;  vi  rimase  per  otlo  anni.  A  lui  è  dovutala 
fondazione  del  grande  Istituto  forestale  di  Vallombrosa.  Durante  la  guerra  del  1866 
ebbe  una  missione  segreta  nei  Principati  danubiani.  Da  ultimo,  fu  presidente  del  Con- 
siglio d'amministrazione  dei  Canali  Cavour,  nominatovi  dal  Sella. 

Del  Carenti  scrittore  abbiamo,  Ira  le  altre  cose,  un  lavoro  sulla  Colonizzazione 
delle  Nicobare,  lavoro  di  amministrazione  che  mostra  in  lui  molta  passione  per  gli  studi 
geografici.  Co'^ì  di-^asi  della  breve,  ma  ben  fatta  biografia  del  Lewingston;  delle  Me- 
morie storiche  sulla  Certosa  di  Pesio,  che  devono  essergli  costate  non  poche  fatiche. 

Altri  scritti  sono  tutti  di  natura  politica,  e  ricordiamo  con  quanta  vivacità  il  Guer- 
razzi lo  attaccò  quando  pubblicò  la  fìoina  Isuova. 

Biagio  Carenti  dopo  il  18  marzo  1876,  visto  com.e  il  Piemonte  e  Torino  non 
avessero  alcun  giornale  che  difendesse  gli  atti  del  partito  moderato,  ne  spiegasse  gli 
intendimenti,  ne  patrocinasse  le  idee,  e  parendogli  importante  che  la  culla  vera  di  esso 
partito  non  rimanesse  più  oltre  in  piena  balìa  di  un  giornalismo  coalizzato  di  parte 
contraria,  fondò  il  Risorgimento,  rialzando  come  bandiera  di  resistenza  questo  gior- 
nale già  creato  da  Cesare  Balbo  e  dal  Conte  di  Cavour  e  ne  tenne  la  direzione  per 
oltre  due  anni  e  mezzo.  La  lasciò  quindi  per  ragioni  di  salute  e  per  apprezzamenti 
politici,  continuando  però  a  collaborarvi. 

Biagio  Carenti,  dopo  di  avere  appartenuto  al  partito  garibaldino,  dopo  di  avere 
per  qualche  tempo  seduto  al  centro  della  Camera,  è  oggi  uno  dei  leader  della  Con- 
sorteria piemontese. 

Egli  appartiene  alle  stampa  torinese  che  loda  in  lui  l'avversario  gentile  ed  inge- 
gnoso, lo  scrittore  semplice,  pieno  di  verve,  il  quale  conosce  per  bene  le  questioni 
politiche  del  giorno  e  fugge  dai  rumori  di  una  retorica  che  sa  di  pulpito  o  di  meeting. 


Il  Giornalismo  Israelitico  in  Italia. 

Per  chi  vorrà  un  giorno  fare  la  storia  del  giornalismo  in  Italia  non  saranno  inutili 
questi  cenni,  che  riduco  alla  maggior  brevità  possibile. 

La  libertà  civile  degli  Israeliti  in  Italia  —  lasciando  da  pane  l'epoca  napoleo- 
nice  —  data  dalla  proclamazione  dello  Statuto,  ma  questa  legge  di  fratellanza  fu  pre- 
parata dalla  manifestezione  delle  stempa  onesta  e  liberale.  E  vi  contribuì  il  giornalismo 
israelitico  eziandio.  11  primo  periodico  che  sorgesse  in  Italia  a  trattare  le  cose  attinenti 
alla  letteratura  e  morale  giudaica  —  per  isvelare  ai  concittadini  d'altra  fede  i  senti- 
menti civili  e  patriottici,  onde  gl'israelitici  sono  animali  —  fu  la  Rivista  Israelitica, 
che  vide  la  luce  in  Parma  nel  18  45-1848  (I).  Ne  era  direttore  quel  chiarissimo 
ingegno  del  dottor  Cesare  Rovighi  da  Modena,  che  poi  datosi  alla  milizia  nel  1848 
fu  colonnello  comandante  il  distretto  militare  di  Monza,  ufficiale  d'ordinanza  di  S,  M.  il 
defunto  re  Vittorio  Emanuele,  ed  è  altresì  autore  di  une  Storia  dell'arte  militare 
ed  altre  opere  pregiatissime. 

Cessata  la  Rivista  Israelitica — a  cagion  della  guerra  dell'indipendenza,  a  cui 
tutte  le  menti  erano  rivolte  —  fino  al  1853  niun  organo  speciale  ebbe  il  giudaismo 
italiano. 

Comparve  in  quell'anno  a  Vercelli  V Educatore  Israelita,  diretto  dai  professori 
Giuseppe  Levi  ed  E.  Pontremoli,  giornale  che  seppe  con  molta  dottrina  e  coraggio 
difendere  il  principio  per  cui  lottava. 


(i)  Cosi  il  giornalismo  israelitico  in  Italia  non  conta  che  35  anni.  In  Germania 
vi  sono  giornali  israelitici  da  circa  un  secolo;  in  Francia  da  oltre  40  anni  (ove  non  si 
voglia  tener  conto  di  qualche  tentativo  fatto  anteriormente  ma  abortito);  in  Inghil- 
terra da  39. 


PROVINCIA   DI   ALESSANDRIA.  257 

Morto  nel  luglio  187  4  il  cav.  prof.  Levi,  il  giornale  venne  continuato  sotto  il 
nome  di  Vessillo  Israelitico,  in  Cisale  Monferrato,  dal  cav.  Flaminio  Servi,  che,  più 
giovane  d'anni,  seppe  infondergli  nuova  vita  e  renderlo  diffuso  all'Italia  ed  all'estero. 

Questo  è  ora  l'unico  giornale  israelitico  che  si  stampi  nel  regno. 

Nel  i866,  uscì  per  un  anno  in  Livorno  un  altro  giornale  intitolato  L'Israelita, 
diretto  dal  prof.  L.  Racah,  ma  cessò  dopo  breve  tempo. 


Giornalismo  Casalese 

Nel  1869  la  stampa  politica  Casalese  era  rappresentata  dalla  vecchia  Concorrfm, 
che  divenuto  giornale  ufficiale  per  le  inserzioni  giudiziarie  con  un  utile  annuo  di  piià 
di   20  mila  lire,  aveva  perduto  ogni  fibra  ed  ogni  autorità. 

Il  parlilo  mellaniano  che  formava  nella  provincia  di  Alessandria  la  legione  più 
imperlante  del  partito  Rattazzi,  per  la  inerzia  e  ingratitudine  di  molti  tra  coloro  che 
erano  stati  dal  Mellana  e  dal  Rattazzi  beneficati,  anda  qugempre  più  perdendo  terreno. 

11  giornale  la  Tribuna  fondato  allo  scopo  di  far  ironie  al  partito  del  Lanza  mo- 
riva in  poco  tempo  senza  aver  dato  neanche  la  prova  di  saper  combattere.  Fu  allora 
che  sorsero  tre  giovani  pieni  di  fede  e  di  coraggio,  fondando  il  Casalese  nel  di- 
cembre del  1869  per  sostenere  politicamente  le  idee  della  sinistra  parlamentare  e 
proteggere  amministrativanicnte  gì'  interessi  cittadini.  Questi  tre  giovani  erano  l'Avv. 
Massimo  Martinotti,  il  Prof.  Oitavio  Ottavi  e  l'Avv.  Alessandro  Ubertis.  Ai  due  legali 
spettava  la  parte  politica,  all'Ottavi  le  riviste  musicali  e  drammatiche. 

Era  il  primo  giornale  del  tipo  veramente  moderno  ed  era  pieno  di  brio  e  di 
festività. 

L'impronta  forte  e  vigorosa  nella  polemica  era  data  dal  Martinotti. 

Uscì  prima  l'Ottavi  dalla  redazione  perchè  occupato  nei  suoi  studi  prediletti  delle 
scienze  positive:  dopo  un  certo  tempo  usciva  anche  l'Ubertis:  restò  il  Martinoiti  a 
combattere  da  solo  le  idee  liberali  con  una  nota  marcatamente  energica. 

Furono  epoche  quelle  di  battaglie  aspre  e  difficili  pei  partiti  politici  di  Casale, 
ma  epoche  di  discussioni  vantaggiose  nelle  quali  appariva  in  tutta  la  sua  vitalità  la 
forte  fibra  monferrina.  Le  polemiche  si  succedevano  alle  polemiche,  i  duelli  ai  duelli, 
portali  sempre  con  perfetta  cavalleria,  e  per  tutti  e  contro  di  tulli  sulla  breccia  si 
trovava  sempre  il  Martinotti. 

Il  Casalese  lasciò  le  sue  pubblicazioni  nel  1875  per  dar  luogo  al  Progresso, 
organo  dell'associazione  liberale  che  si  era  fortemente  organizzata  in  Casale  in  occa- 
sione della  nuova  èra  politica  che  si  apriva  per  la  chiaojata  al  potere  dei  capi  della 
Sinistra  nel  marzo  del  1876.  A  dirigere  il  Progresso  fu  anche  chiamato  il  Marti- 
notti  e  il  giornale  fu  viilorioso  in  tulle  le  campagne  politiche  in  allora  combattute. 

Nominalo  il  Martinetti  Commissario  Regio  a  Montemagno  per  riorganizzare  la 
importante  amministrezione  di  quel  comune  della  Provincia  di  Alessandria,  il  Pro- 
gresso si  trasfuse  nel  giornale  il  Monferrato,  che  mentre  prima  era  avverso,  si  decise 
allora  a  patrocinare  le  idee  di  coloro  che  erano  contrari  al  partito  moderato. 

Ora  la  stampa  progressista  in  Casale  è  rappresentala  dal  giornale  V Avvenire  che 
raccolse  la  eredità  dei  passati  ciiati  giornali,  ma  è  viva  sempre  la  memoria  del  Ca- 
salese e  del  Progresso:  sia  per  la  impronta  che  lasciarono  per  lungo  periodo  di  anni 
nella  storia  dei  partiti  cittadini,  sia  per  la  fede  nei  principii  che  sostenevano,  sia  per 
il  disinteresse  con  cui  erano  redatti,  sia  per  una  splendida  vigoria  di  forma  che  ri- 
fletteva- la  coltura,  il  caratlere  e  la  costanza,  nonché  la  fermezza  di  propositi  di  chi 
li  dirigeva. 

Ed  ora  non  è  senza  interesse  sapere  alcun  che  della  vita  dei  fondatori  di  quel 
giornale  che  battagliò  quando  la  grande  politica  italiana  riceveva  il  suo  indirizzo  da 

N.  Bernardini — Guida  dilla  Stampa  periodica  italiana — 17. 


258 


GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


due  uomini  illustri  che  se  erano  di  idee  opposte  erano  concordi  nella  idea  nobil'ssima 
di  far  grande  la  patria:  voglio  dire  Rattazzi  e  Lanza;  quando  con  uno  scherzo  che 
aveva  un  gran  fondamento  nella  verità  il  Consiglio  Provinciale  di  Alessandria  si  chia- 
mava il  parlamentino  e  Mellana  il  viceré  di  Casale;  quando  a  Lanza  toccava  la 
grande  ventura  di  guidare  le  sorti  dell'Italia  a  Roma. 

11  Cav.  Ottavi  quale  successore  all'illustre  padre  suo,  dirige  ora  il  giornale  agri- 
colo il  Coltivatore  e  si  trova  a  far  parte  in  Casale  di  svariate  aziende  industriali  e 
commerciali,  coadiuvalo  dal  fratello  e  dal  cognato  Prof.  Vincenzo  Sini  direttore  del 
Bacologo. 

L'Avv.  Alessandro  Ubertis  entrato  nella  carriera  delle  Prefetture,  moriva  giova- 
nissimo a  Palermo  nel  1875. 

Il  Cav.  Massimo  Marlinotti,  dalla  stampa  giornalistica,  nella  quale  resistette  vi- 
gorosamente per  circa  un  decennio,  passò  nella  carriera  amministrativa,  vincendo  ci- 
menti diflìcilissimi  nei  Commissariati  Regi  di  iMontemagno  e  di  Castello  D'Annone, 
finche  nel  1881   entrava  nella  carriera  giudiziaria  quale  sostituto  Procuratore  del  Re. 

Dalle  residenze  di  Brescia  e  di  Napoli  passava  a  quella  di  Roma,  ove  otteneva 
la  nomina  a  Procuratore  der^-.e  di  Reggio  Emilia. 

Non  lasciò  l'amore  alle  pubblicazioni  e  la  slampa  di  Roma  si  occupava  que- 
st'anno diffusamente  di  un  suo  lavoro  fatto  in  occasione  dell'  inaugurazione  dell'anno 
giuridico  e  che  parve  una  novità  del  giorno. 


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PROVINCIA  DI  ANCONA 


Numero  dei  Comuni:  51  —  Popolazione:  267,338  —  Superficie:  K.   q.  :  2,0^1 
riotti  F.,  Elia,  Briganti-Bellini,  Brusdiettini,  Bosd^ri. 


Deputali  della  provincia  :  Ma- 


L'Agricoltura  della  Provincia  d' Ancona. 
Giornale  agricolo,  fondato  nel  1885.  Si 
pubblica  ogni  mese  in  fascicoli  di  16  pa- 
gine. Abbonamento:  L  3,50  arino.  Un  nu- 
mero 30  centesimi. 

Jesi. 

Le  Api  e  i  Fiori.  Periodico  mensile 
per  la  diffusione  dell'  apicoltura  razio- 
nale, fondato  nel  1883.  Esce  in  16  pagine 
in-S."  ed  è  diretto  dal  prof.  Alessandro 
Chiappetti.  Abbonamento  :  anno  L.  3. 
Estero  L.  3,50.  Un  numero  20  cente- 
simi. 

Jesi. 

La  Bilancia.  Giornale  politico  demo- 
cratico settimanale,  nato  nel  1886.  Esce 
ogni  sabato  in  4  pagine  a  3  colonne.  Di- 
rettore: Pietro  Girombelli.  Ha  pure  una 
parte  letteraria;  pubblica  in  appendice 
buoni  romanzi  Abbonamento  :  anno  L.  4, 
semestre  2.  Un  numero  5  centesimi. 

Jesi. 

Bollettino  trimestrale  dell'Ospedale  di 
S.  Casa  di  Loreto.  Fondato  nell'ottobre 
del  1887.  Si  pubblica  a  fascicoli  di  oltre 
60  pagine  in-8.°  È  organo  dell'Associa- 
zione medica  marchegiana,  ed  ha  per 
iscopo  il  miglioramento  delle  condizioni 
igieniche  della  regione.  Direttori:  dott. Tom- 
maso Casali  ed  Ettore  Marchei.  Tip.  Ni- 
cola Brancondi. 

Loreto. 

Cronaca  del  Manicomio  Anconitano.  Re- 
soconto dell'ospizio  degli  alienati.  Fon- 
dato nel  1874,  si  pubblica  ogni  mese  in 
un  numero  indeterminato  di  pagine  e  si 
distribuisce  gratuitamente.  Direttore:  dott. 
G.  Riva.  (Vedi  Diario  di  S.  Benedetto  di  Pe- 
saro, e  l'articolo  Giornali  per  gli  alienati.) 

Ancona. 

L'Eco  della  S.  Casa  di  Loreto.  Gior- 
nale religioso  (cattolico)  fondato  nel  1882. 
Si  pubblica  ogni  mese  a  fascicoli  di  12  pa- 
gine. Direttore:  Gioacchino  Maria  Tede- 
schi. Abbonamento:  L.  2  anno.  Non  si 
vende  a  numeri  separati. 

Loreto. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Gior- 
nale delle  leggi  e  decreti  della  prefettura, 
fondato  nel  1866  col  titolo  di  Bulletlino 
della  Prefettura.  Esce  ogni  settimana  in  fa- 


scicoli di  4  a  12  pagine.  Abbonamento: 
L.   20  anno. 

Ancona. 

Giornale  di  Agricoltura.  Rivista  agri- 
cola fondata  nel  1870.  Esce  ogni  mese 
in  fascicoli  di  16  pagine;  contiene  gli  atti 
del  R.  Istituto  tecnico  di  Jesi  e  della 
R.  Scuola  pratica  di  agricoltura  di  Fa- 
briano. É  organo  del  Comizio  agrario  per 
cura  del  quale  si  pubblica.  Direttori:  pro- 
fessor Ruggero  Rossi,  prof.  Nicola  Ma- 
riani, prof  Arzeglio  Felcini.  Tiratura  1000 
copie.  Abbonamento:  L.  2  anno. 

Jesi. 

Giornale  giuridico  delle  Marche  e  del- 
l'Umbria.  Rivista  di  giurisprudenza,  fon- 
dato nel  1886.  Direttore:  avvocato  E.  Fos- 
sa-Mancini. Vi  collaborano  distinti  av- 
vocati e  giureconsulti.  Si  pubblica  a  fa- 
scicoli di  48  pagine  una  volta  al  mese. 
Contiene  le  sentenze  dei  tribunali  e  corti 
di  appello  di  Ancona,  Macerata,  Peru- 
gia, ecc.  Si  stampa  a  Castelptanio.  Abbo- 
namento: L.  16  anno.  Un  numero  L.  1,50. 
Tip.  Romagnoli  e  C. 

Jesi. 

Il  Libero  Patto.  Periodico  socialista, 
fondato  il  3  febbraio  1889.  Esce  ogni  15 
giorni  in  4  pagine  formato  0,40  -y.  0,29. 
Ha  per  motto  :  «  Non  voglio  dettare,  ne  ri- 
cevere leggi,  »  Condorcet.  —  Abbonamento  : 
L.  2  anno;  un  numero  5  centesimi.  Presso 
Cesare  Agostinelli,  piazza  Roma. 

Ancona. 

Lucifero.  Giornale  politico  democra- 
tico, fondato  nel  1870.  Si  pubblica  ogni 
domenica  in  4  pagine  a  4  colonne.  Ha 
per  motto  le  parole  di  Mazzini:  Se  no,  no. 
In  politica  è  spinto  oltremisura;  ha  sof- 
ferto perciò  sequestri  e  sospensioni.  Tira 
circa  500  copie.  Direttore:  Domenico  Ba- 
rilari.  Abbonamento  :  L.  4  anno,  L.  2  se- 
mestre. Estero  :  6  fr.  anno.  Inserzioni  : 
3.*  pagina  30  centesimi  la  linea;  4.'  pa- 
gina IO  centesimi.  Un  numero  5  centesimi. 
Piazza  Roma. 

Ancona. 

Nuova  Rivista  Misena.  Periodico  mar- 
chigiano d'  erudizione  storico  -  artistica  , 
di  letteratura  e  d' interessi  locali,  fondato 
nell'ottobre    1888.   Esce    alla  fine   d'ogni 


260 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


mese  in  i6  pagine  in  8.°  e  si  stampa  a 
Jesi  nella  tipografia  Rocchetti.  Direttore: 
dott.  Anselmo  Anselmi.  Abbonamento  : 
L.  4  anno.  Un  numero  40  centesimi.  Corso 
Vittorio  Emanuele. 

Arcevia. 

V  Ordine,  Corriere  delle  Marche.  Gior- 
nale politico  quotidiano,  fondato  nel  1860 
col  titolo  di  Corriere  delie  Marche,  che 
tenne  sino  al  1882,  diretto  da  Arturo 
Vecchini  che  si  ritirò  dalla  direzione  per 
non  prestarsi  alla  fusione  progressista-mo- 
derata. Si  pubblica  ogni  giorno  in  4  pa- 
gine a  5  colonne,  e  la  domenica  in  2  pa- 
gine. È  redatto  accuratamente  ed  ha  una 
diffusione  di  500  copie.  Pubblica  in  ap- 
pendice buoni  romanzi  italiani.  Incaricato 
delle  recensioni  bibliografiche  è  Onorato 
Roux. 

Direttore-  Giacomo  Vettori;  redattore- 
capo:  Goffredo  Passarini. 

Il  Vettori  ebbe  nel  1880  un  duello  con 
Narciso  Borgognoni,  redattore  del  Messag- 
gero di  Roma. 

La  causa  del  duello  furono  alcuni  re- 
soconti del  processo  per  il  furto  dei  due 
milioni  e  mezzo  a  danno  della  Banca  Na- 
zionale. 

In  questo  processo  figurò  come  testi- 
mone il  cav.  Vettori.  Il  Borgognoni,  an- 
conetano, e  che  nutriva,  pare,  antichi  ran- 
cori contro  il  Vettori,  rendendo  conto  della 
di  lui  deposizione  sul  Messaggero  si  per- 
mise commenti  ed  insinuazioni  offensive, 
per  le  quaU  il  Vettori  si  risenti  vivamente 
e  scrisse  una  severa  lettera  al  Borgognoni. 
La  lettera  fu  pubblicata  suU'  Ordine. 

Il  Borgognoni  si  recò  in  Ancona  in  com- 
pagnia di  un  redattore  del  Messaggero  e 
di  un  ufficiale  dell'esercito  a  chiedere  ri- 
parazione con  le  armi  al  Vettori.  Lo  scon- 
tro ebbe  assai  gravi  conseguenze. 

Ai  primi  colpi  ed  abbenchè  fosse  as- 
sai più  esperto  dell'avversario  nella  scher- 


ma, toccò  al  povero  Vettori  una  ferita 
profondissima  al  braccio  destro,  ferita  che 
gh  staccò  la  nocella  del  braccio  stesso, 
ed  un'altra  (per  lo  stesso  colpo)  al  petto, 
larga  circa  cinque  centimetri  e  profonda 
fino  ad  intaccare  l'osso. 

Il  cav.  Giacomo  Vettori  è  un  pubblici- 
sta di  molto  ingegno  e  di  rnolto  valore. 
Egh  dette  prova  sovente  di  un  raro  co- 
raggio personale  ed  ebbe  molti  dueUi,  la 
maggior  parte  dei  quali  fortunati. 

L' Ordine  si  fuse  col  Corriere  delle  Mar- 
die,  giornale  ufficiale  di  gran  formato,  che 
durò  circa  io  anni,  allo  scopo  di  unire 
i  costituzionali  in  un  partito  di  Gover- 
no, cancellare  le  tracce  di  quelle  divi- 
sioni che  non  hanno  più  causa,  e  procu- 
rare nelle  cose  generali  come  nelle  locali 
la  concordia  di  coloro  che  hanno  affinità 
di  opinioni  e  comunanza   d'intendimenti. 

Abbonamento:  anno  L.  20,  semestre,  io, 
trimestre  5;  un  mese  2.  Vicolo  della  Ca- 
tena, 2. 

Ancona. 

La  Sentinella.  Giornale  politico  setti- 
manale, nato  nel  ,1887,  col  titolo  di  Sen- 
tinella del  Musone  È  giornale  indipendente, 
ma  con  tendenze  democratiche.  Si  occupa 
anche  degl'interessi  locali;  pubblica  boz- 
zetti, cose  letterarie,  una  larga  cronaca 
ed  un  notiziario.  È  fatto  con  un  certo 
garbo  ed  è  diffuso.  Si  pubbhca  due  volte 
alla  settimana  in  4  pagine  grandi  a  4  co- 
lonne. Abbonamento:  anno  L.  3,  seme- 
stre 1,75,  trimestre  i. 

Osiino. 

Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Creato  nel  1876,  si  pubblica 
2  volte  la  settimana  e  più,  quando  occorra, 
e  contiene  gli  annunzi  legali  della  prefet- 
tura. Il  prezzo  dell'abbonamento  annuo  è 
in  facoltà  dell'appaltatore.  Un  numero  30 
centesimi. 

Ancona. 


Giornali  cessati: 

Il  Corriere  di  Fabriano,  bisettimanale,  n.   1888,  diretto  da  R.  Grassetti. 

La  Giovine  Marca,  n.  1883  ad  Ancona,  bisettimanale  democratico,  diretto  da  U.  Luzzi. 

L' Imparziale,  gazzetta   delle   Marche,   n.  ad   Ancona   1883,  quotidiano,  diretto   da 

A.  Alvino. 
L' Intransigente,  n.  1885,  a  Jesi,  settimanale,  direttore  Torello  Petrini;   durò  circa 

tre  anni. 
Le  Letture  popolari,  settimanale  didattico,  n.  ad  Ancona  1864,  direttore  Cesare  Rosa. 
Mefistofele,  settimanale,  n.  1888  ad  Ancona. 

Il  Monitore  della  7niliiia  territoriale,  bimensile,  fondato  ad  Ancona. 
Ondine,  corriere  dei  bagni,  n.   1880  ad  Ancona.  Direttori:    Armando  Angelucci  e 

Avv.  De  Bosis. 
L'Oppresso,  settimanale  politico,  n.   1883  a  Pergola. 
Il  Paria,  politico  settimanale,  n.  1885  ad  Ancona. 


PROVINCIA   DI   ANCONA.  261 


—  Prehidio,  rivista  letteraria,  n.  1877  ad  Ancona,  diretto  da  A.  Vecchini  e  A.  G.  Mo- 

relli. Vi  scrivevano  i  migliori  ingegni  italiani. 

—  Il  Quattro  Mario,  organo  elettorale  quotidiano,  vissuto  ad  Ancona  poco  peno  di 

un  mese  nel  febbraio  1888,  per  sostenere  la  candidatura  dell'avv.  Bonacci.  Diret- 
tore: avv.  Riccardo  Grassetti. 

—  Raggio  di  Sole,  settimanale,  n.  nel  1887  a  Senigallia;  cessò  nel  gennaio  1888. 

—  Stamura,  giornale  artistico,  critico,  letterario,  n.  ad  Ancona  30  marzo  1884,  Re- 

dattore-capo: Enrico  Giacobini. 

—  La  Voce  degli  operai  italiani,  settimanale,  n.  ad  Ancona  nel   1884,  direttore  Giu- 

seppe Novelli. 

Per  altri  giornali  esistiti  durante  la  dominazione  papale,  vedi  l'articolo  II  Giornalismo 
Romano. 

X 

Fra  le  miscellanee  della  Biblioteca  planettiana  di  Jesi,  ve  ne  ha  una  distribuita 
in  quattro  volumi  o  buste  e  classificata  col  nome  generico  di  Avvisi  e  che  leggesi 
ripetuto  sul  dorso  di  ciascun  volume.  Gli  Avvisi  o  Fogli  di  Avvisi  sono,  come  si  sa, 
le  antiche  gazzette,  che  in  proporzioni  molto  modeste  e  a  periodo  per  lo  pviù  setti- 
manale tenevano  luogo,  fino  a  un  secolo  fa,  de'  giornali  politici  d'oggi. 

Di  cotali  effemeridi  la  miscellanea  suddetta  racchiude  una  collezione  abbastanza 
ricca  e  in  ogni  modo  molto  importante,  come  quella  che  rimonta  ai  primi  tempi  della 
stampa,  che  suolsi  oggi  chiamare  periodica.  Le  varie  serie  di  Avvisi  incominciano 
infatti,  a  non  tener  conto  di  due  fogH  manoscritti  del  1655,  con  19  fogli  di  una  gaz- 
zetta di  Fuligno  del  1680  e  vengon  giù  fino  al  1706,  comprendendo  parecchie  annate 
complete,  e  molti  fogli  sparsi  di  varie  gazzette  straniere,  a  stampa  nella  quasi  totalità, 
ma  in  parte,  e  massime  le  straniere,  manoscritte.  Ma  una  ricchezza  anche  maggiore 
contengono  que' volumi;  ed  è  un  gran  numero  di  opuscoli  e  fogli  volanti,  a  stampa 
pur  essi  o  manoscritti,  interoolati  ai  fogli  d'avvisi  e  concernenti  gli  avvenimenti  circa 
l'assedio  di  Vienna  e  gli  altri  fatti  d'arme  della  gueria  turca. 


I  FREMII  DEI  GIORNALI 


Quello  di  metlere  fra  i  premii  agli  abbonati  dei  giornali  i  libri  appena  usciti  dalle 
mani  dei  legatori  è,  certamente,    per  l'Italia,  come  per  l'estero,  un  coslume   nuovo. 

Da  pochi  anni  che  si  usa  di  raccomandare  l'abbonamento  a  un  periodico  col  regalo 
di  qualche  volume,  il  criterio  e  i  modi  pratici  delle  amministrazioni  interessate  erano 
semplicissimi:  un  mese  avanti  le  scadenze  più  grosse,  spedivano  una  lettera  assolu- 
tamente riservata  a  un  editore,  ad  un  libraio  dei  più  conosciuti  e  dicevano  loro  :  — 
Avete  molti  avanzi  d'un'opera  che  non  sia  addirittura  venduta  e  di  cui  possiate  cedere 
le  copie  rimanenti  per  pochi  centesimi?  Non  importa  né  la  materia,  nò  l'autore;  ro- 
manzo, racconti  di  viaggi  0  storia,  ma  si  preferirebbe  che  l'edizione  fosse  illustrata. 
Perchè  allora  si  può  aggiungere  nell'avviso:  la  migliore  e  più  elegante  strenna  che 
un  buon  padre  di  famiglia  possa  offrire  a'  suoi  figliuoli  amorosi. 

L'editore  così  interrogato  andava  a  tirar  fuori  una  storia  d' Italia  non  voluta  da 
nessuno  0  una  traduzione  di  romanzo  inglese  moralissimo  ma  da  cui  il  pubblico  si 
allontana  con  un  senso  vivissimo  di  ribrezzo,  0  uno  degli  ultimi  pasticci  di  Giulio 
Verne,  quelli  che  hanno  fatto  un  fiasco  colossale,  e  cedeva  a  buoni  patti,  per  il  peso 
di  carta,  tutta  quella  roba  all'amministrazione  del  giornale  disperala  nella  caccia  all'ab- 
bonato. 

Quella  allora  faceva  dei  belli  avvisi,  eloquenti  di  calcoli  aritmetici  fantastici  e  di 
tenerezza  paterna,  e  aiutava,  senza  spese,  la  diffusione  dei  libri  cattivi  0  infelici. 

Il  Sommaruga,  a  un  tratto,  mostrò  dei  criterii  diversi  e  fece  una  rivoluzione  in 
questi  metodi  economici;  egli  non  si  curava  delle  proteste  dei  librai  che   vantavano 


262 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 


la  privativa  di  vendere  soltanto  essi  i  volumi  che  altri  stampano  ;  non  si  dava  pen- 
siero delle  proteste  degli  autori  che  si  vedovano  messi  alla  pari  coi  più  fischiati:  egli 
regalava  ugualmente  agli  abbonati  dei  giornali  che  stampava  un  libro  del  Carducci  o 
del  De  Amicis;  regalava  i  libri  sui  quali  aveva  fondate  previsioni  di  vendita,  appena 
terminava  di  stamparli. 

È  una  innovazione  che  può  avere  non  poche  conseguenze,  per  l'economia  del 
commercio  librario  e  per  la  letteratura  d'Italia:  quella,  per  esempio,  fra  le  altre,  di 
mettere  termine,  o  almeno,  di  mettere  dei  freni  alla  tirannia  dei  librai,  una  delle  cause 
che  peggio  contrastano  alla  diffusione  delle  opere  stampate  fra  noi. 

Giacché  questi  buoni  librai  hanno  a  poco  a  poco  acquistate  pretensioni  straor- 
dinarie in  questi  u'timi  anni:  non  si  contentano  neppure  dello  sconto,  ornai  consueto 
e  già  altissimo,  del  venticinque  per  cento,  ma  vogliono  il  trenta,  magari  il  trentaoinque, 
la  tredicesima  copia,  regalata  sopra  di  ogni  dodici  copie  comperale,  il  diritto  di  re- 
stituire gli  esemplari  invenduti:  una  ferocia,  una  feroce  moltitudine  di  pretensioni  che 
costituisce  una  dispotica  categoria  di  privilegi. 

I  quali,  però,  costringendo  l'editore  a  tener  alto  il  prezzo  dei  volumi  che  stampa, 
lusingano  l'abitudine  del  pubblico  a  non  spendere  quattrini  per  la  carta  stampata. 


li  neir  indole  del  giornalismo  di  suscitare  più  risen- 
timenti e  lagnanze  dell'eloquenza  deliberativa;  ma 
quando  si  cita  il  glorioso  pseudonimo  di  Junius,  i 
nomi  di  Swift  e  di  Bolingbroke  in  Inghilterra  ed  in 
Francia  i  nomi  di  Chateaubriand  e  di  Beniamino  Con- 
stant senz'aggiungere  altri  nomi  presenti  a  tutte  le 
memorie,  è  difficile  impugnare  essere  questo  un  genere 
di  letteratura  che  ha,  come  ogni  altro  genere,  le  sue 
regole,  i  suoi  modelli,  i  suoi  capilavori,  benché  in  ge- 
nerale manchi  a  questi  la  durata. 

Prévost-Paradol. 

V  orrci  vivere  piuttosto  in  un  paese  che  aon  abbia 
governo  ma  abbia  giornali,  anziché  in  un  paese  che 
non  abbia  giornali  ma  abbia  un  governo. 

TOM.  Jefferson. 

Un  giornalista,  che  nel  suo  giornale  metteva  pochi 
articoli  e  molte  notizie,  diceva  :  «  L'articolo  di  fondo 
è  un  uomo  che  parla  ad  altri  uomini,  mentre  le  no- 
tìzie sono  la  Provvidenza  stessa  che  parla  agli  uomini.  • 


ER  SERVITORE  A  SP.\SSO 

CHE    VUOL    DIVENTARE    SPACCIATORE    DI    GIORNALI 

A  me  ?  me  pare  d'ave  vinto  un  terno 
De  nu'  sta  più  a  servì  quell'assassino 
De  l'avvocato.  'Na  vita  d' inferno 
Da  méttecese  a  letto  'gnitantino. 

Quer  che  m'ha  fatto  fatica  st' inverno! 
Manco  m'avesse  preso  pe'  facchino. 
E  po'  n'aria,  perdio,  ch'er  Padreterno 
Appett'  a  lui  diventa  un  regazzino. 

Adesso  ?  !  Già  ci  'ho  quarche  cosa  in  vista, 
Ma  casomai  che  fusse  un  po'  spallata, 
C'  é  la  carriera  mo  der  giornalista. 

Le  cianche  ce  1'  ho  sverte,  e  un  ber  vocione, 
S'arricapézza  'na  bona  giornata, 
E  po',  si  nun  foss'antro  :  la  struzzione! 
Ferretti. 


L^AVVISATORE 

degli  Irapleglii  vacasti  (JoTernativi,  MtmiciBali  eà  AmiiiiDistfalivi 

Prezzo  per  un  anno  L.  5. 

Si  pubblica  3  volte  al  mese. 

\J Avvisatore  stampato  a  più  migliaia  di  copie  e  diffuso  in  presso  che  tutti  i 
Comuni  delle  provinole  del  Regno  si  può  affermare  essere  il  solo  mezzo  di  una  estesa 
pubblicità  per  i  Municipi  e  per  le  pubbliche  Amministrazioni.  Unico  che  sia  corredato 
di  tutti  gli  avvisi  di  concorso  a  posti  diversi  è  addivenuto  indispensabile  per  gli  aspi- 
rami  ad  impieghi  e  per  chi  ama  migliorare  la  propria  condizione.  Spedire  Vaglia  po- 
stale all'indirizzo  AUGUSTO  CILLA,  Roma,  via  Uffici  del  Vicario,  45, 


rROVINClA  DI  AQUILA 


Numero  dei  Comuni:  127 — Popolazione:   353,027  —  Superficie:  K.  q.  625  —  Depulati  della  provincia  :  1.  Cap- 
pelli, Colonna-Seiarra,  Colajanni,  Palitti.  2.  Marselli,  Angeloni,  Sardi. 


L'Aufinate.  Bollettino  mensile  di  storia 
ed  archeologia  per  i  comuni  di  Bussi,  Ca- 
pestrano,  Calaselo,  Carapelle,  CoUepietro, 
Casteldelmonte,  Caporciano,  Navelli,  Ofe- 
na,  S.  Stefano,  fondato  il  24  gennaio  1889. 
Esce  a  fascicoli  di  16  pagine  in-8.°  Diret- 
tore: Filippo  Corsi.  Vi  scrivono:  G.  Celli, 

F.  Cerasoli,  Tamerlano,  ecc.  Abbonamen- 
to: L.  4  anno.  Un  numero  40  centesimi. 
Tip.  Pollione  di  V.  Gialloreto. 

Aquila. 
Eollettino  della  Società  di  storia  patria 
Anton  Ludovico  Antinori  negli  Abruzzi. 
Fondato  il  15  gennaio  1889;  esce  in  due 
puntate  semestrali  di  oltre  100  pagine  in  8." 
il  15  gennaio  e  il  15  luglio.  Vi  scrivono: 

G.  Dragonetti,  E.  Casti,  P,  Bonelli,  A.  Fa- 
iani,  G.  Bragagnolo,  P.  Bilancini,  ecc. 
Abbonamento  :  L.  5  anno  ;  una  puntata  L.  3. 
Simeone  Santini,  editore.  Tip.  Aternina. 

Aquila. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Gior- 
nale per  annunzi  legali,  fondato  nel  1865. 
Esce  ogni  mese  in  fascicoli  di  circa  40  pa- 
gine. Un  numero  L.  1,50. 

Aquila. 

Gazzetta  commerciale.  Giornale  di  agri- 
coltura, industria  e  commercio,  fondato 
nel  1879.  Sospese  per  alcun  tempo  le  pub- 
blicazioni, che  riprese  nel  1889.  Si  pubblica 
due  volte  al  mese  in  4  pagine.  È  organo 
della  Camera  di  Commercio.  Abbonamen- 
to: L.  3  anno.  Un  numero  5  centesimi. 

Aquila. 

Il  Gran  Sasso  d'Italia.  È  nato  nel  gen- 
naio del  1880  e  si  pubblica  il  15  di  ogni 
mese.  È  giornale  didattico,  scientifico,  let- 
terario, di  8  pagine  piccole  a  due  colonne 
con  copertina  (i).  Lo  dirige  il  Cav.  Ignazio 


(l)  Nel  1881  nacque  ad  Aquila  il  Gran  Sasso,  bi- 
settimanale politico.  Durò  fino  al  febbraio  del  18S2. 
Un  altro  giornale  con  lo  stesso  titolo  visse  dal  1878 
al  1883  a  Silvi  (Teramo). 


Cerasoli  e  vi  collaborano  valenti  pedago- 
gisti e  letterati,  specialmente  abruzzesi. 
Tira  1000  copie  ed  è  redatto  con  cura  ed 
amore.  Costa  un  anno  L.  4,  sei  mesi  2,50. 
Si  stampa  a  Lanciano  (Chieti). 

Popoli. 
Letteratura  montanara.  Periodico  bi- 
mensile, nato  il  i6  gennaio  1888.  Si  pub- 
blica il  i."  e  16  d'ogni  mese  in  12  pagine 
in  folio.  Abbonamento:  L.  6  anno.  Palazzo 
Giorgi. 

Aquila. 
La  Palestra  Aternina.  Periodico  reli- 
gioso, scientifico  e  letterario,  nato  nel 
1883.  Si  pubblica  ogni  mese  in  fascicoli 
di  48  pagine.  Abbonamento  :  L.  5  anno. 
Un  numero  25  centesimi.  Tip.  Vecchioni. 

Aquila. 
Il  Risveglio.  Giornale  politico,  scien- 
tifico, letterario,  fondato  il  i."  gennaio  1888. 
Si  pubblica  ogni  domenica  in  4  pagine 
a  4  colonne,  formato  0,51  >iO,^6.  Tiratura 
1000  copie.  Abbonamento:  L.  5  anno.  Un 
numero  5  centesimi. 

Aquila. 
Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.   Fondato  nel    1876,  esce  due 
volte  alla  settimana  a  fascicoli. 

Aquila. 
Il  Telefono.  (V.  provincia  di  Chieti.) 
Il  Tesoro  del  Commercio.  Rivista  setti- 
manale commerciale,  agricola,  industriale 
e  d'annunzi,  fondata  nel  1886.  Si  pubblica 
ogni  giovedì  in  4  pagine  a  4  colonne;  è  gior- 
nale di  pubblicità;  proprietà  dell'Impresa 
Omnibus  Commerciale.  Redattore  responsa- 
bile: Nicola  De  Pamphilis.  Abbonamento: 
anno  L.  8,  seni.  4,  trim.  2,50.  Estero,  spese 
postali  in  più.  Un  numero  25  centesimi. 
Inserzioni:  i.'  pagina  20  centesimi,  3.*  pa- 
gina IO,  4."  pagina  5.  Numeri  di  saggio 
gratis  a  richiesta.  Corso  Ovidio,  62. 

Solmona, 


Giornali  cessati: 

—  VAhruiio  letterario,  quindicinale,  n.  1884  ad  Aquila. 

—  L'Aquila,  bimensile,  letterario,  n.   15  marzo  1885,  a  Solmona. 

—  Corriere  degli  Ab r uni,  n.  1875  ad  Aquila,  politico,  ammin.  e  giuridico,  bisettimanalci 

—  V Esposiiione  d'Aquila,  n.  1888,  direttore  Alfredo  Fabrizi. 

—  Gaietta  d'Aquila,  a.  1874,  politico  trisettimanale,  diretto  dall'avv.  Tito  Fabj. 

—  Galletta  popolare  di  Solmona,  n.  1884  col  titolo  di  C/ca/a,  che  poi  mutò;  settim^-* 

naie,  cattolico. 


264 


GTTIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA  ITALIANA. 


Gira,  gira,  Bimba,  n.  1888  ad  Aquila,  settimanale. 

Montecorno,  bisettimanale,  politico,  liberale,  n.  a  Solmona.  Direttore  Cesare  Canzanese. 

—  Il  Popolo  F«5/!»o,  settimanale,  democratico,  n.  1881  ad  Aquila,  dirett,  Orazio  D'Angelo. 

—  L'  Umbrone,  settimanale,  politico  amministrativo,  n.  ad  Avezzano  il  25  agosto  1885. 


Grande  Fabbrica  Nazionale  di  Macchine  Tipografiche,  N.  Arbizzoni,  Monza 

Premiato  anche  dal  R.  Ministero  d'Agricoltura,  Industria  e  Commercio 


Macchina  a  reazione  per  giornali. 

Vedi  Avviso  speciale  a  pag.  16  ^«o 


^IVI%0    II. 


ABILONIA 

KiViM'A  CMiiKISTlCO-LETTEHAHlA  CON  ILLlSTKAZloM 
diretta  da  CARLO  CARAFA  DI  NOJA  (Nachor) 

Direiione  ed  u^imministra:;ton&  —  FIRENZE  —  2  Via  3\CarsiUo  Ficitto 

Abbonamento  annuo: 
per  riia'ia  L.  5  —  Estero  L.  1 0  —  per  Firenze  L.  3. 

Si  pubblica  il  10  ed  il  25  d'ogni  mese. 
In  ottava  pagina  avvisi  economici,  convenientissimi  per  il  commercio 

BABlLOXl.-i  esundo  metto  diffusa  nelle  vane  colonie  straniere  nonché  nella  buona  società. 

COLLABOEATOEI  PRINCIPALI:  Appio  Fiorilli  (Filippo  Airoli)  -  A.  Arcuno  - 
E.  Asse  -  E.  Asse  -  I.  Baocini  -  A.  L.  Bevilacqua  -  V.  Bersezio  -  Bici  (A.  Sindici)  - 
A.  G.  Bianchi  -  H.  Buffenoir  -  N.  Bernardini  -  A.  Barbaro-Forleo  -  F.  Bernardini  - 
A.  Blengini  -  Baudet  -  B.  Bontempo  -  R.  Castelvecchio  (Conte  G.  Pullé;  -  R.  Ca- 
stelli -  S.  Ghiaia  -  &.  Costetti  -  G.  Coronare  -  V.  Cava  -  V.  Catapano  -  G.  Cattellani  - 
E.  Costanzo  -  E.  Dalla  Porta  -  E.  Dominici  -  G.  D'Hailly  -  N.  Daspuro  -  A.  De  Ce- 
sare -  M.  De  Bellis  -  A.  Denati  -  P.  Devillaire  -  S,  Favitta  -  F.  Forcignanò  - 
S.  Fenzi  -  G.  Gamberncci  di  Prata  -  G.  Gamberucci  -  G.  Gatteschi  -  I.  Gelli  - 
E,  Guarducci-Giaconi  -  Il  Duca  di  Maddaloni  -  L.  Mayo  -  E.  Marescotti  -  U.  Ma- 
tini  -  E.  Melino  -  P.  G.  Molmenti  -  B,  Miraglia  -  G.  Pennuti  -  V.  Maugeri-Zan- 
gàra  -  A.  Migliorini  -  Momo  (C.  Coppinij  -  E,  Michelozzi-Giacomini  (Conte;  -  D.  Ma- 
oryCorreale  di  Santacroce  -  E.  Montecorbcli  -  R.  Mondolfi  -  Nabucco  (A.  Spadini)  - 
0.  A.  Ocohetti  -  E.  Panzacchi  -  V.  D.  Palumbo  -  F.  R,  Pittoreggi  -  M.  Pulci-Doria  - 
N,  Parente  -  F,  Riccio  -  0.  Riccicni  -  U,  Romagnoli  -  R.  Salvaterra  -  D.  Sarteschi  - 
0,  Servi  -  V,  Sinoncelli  -  G.  Sabalioh  -  M.  Serao-Scarfoglio  -  E.  Serao  -  P.  Sani  - 
A.  Serao  -  N.  Segnian  -  R.  Tarantelli  -  A.  Torelli  -  E.  Thiaudière  -  F,  Vanzi-Mus- 
Sisi  -  G,  Ventafrida  -  F,  Verdinois  -  A.  Viriglio  -  P.  Vibert  -  Vinoebo  -  C,  Yriarte  - 
l'i  gampini-Salazato  -  Fr  SI.  Sandrino  '  U,  Zanni, 


SOVRANI  GIORNALISTI 


Non  è  guari,  parlandosi  di  una  visita  fatta  dai  nostri  sovrani 
a  Firenze,  un  reporter  bene  informato  descrisse  la  giornata  della 
i-egina  Margherita  ;  e  fra  le  altre  cose  fece  sapere  clie  ella  abitual- 
mente legge  molti  giornali;  fra  questi:  la  Nazione,  la  Vedetta  e 
il  Fieramosca  di  Firenze,  il  Fanfulla  e  il  Fracassa  di  Roma,  il 
Secolo  e  il  Corriere  della  sera  di  Milano. 

Per  una  sovrana  che  studia,  che  dipinge  ad  acquarello,  che 
riceve  ed  ha  sempre  qualche  istituto  da  visitare,  è  anche  troppo 
se  trova  il  tempo  disponibile  per  leggere  sette  giornali  quotidiani. 

Questo  spiegherebbe  l' interesse  che  i  nostri  sovrani  prendono 
al  giornalismo  italiano,  se  pure  con  ciò  non  si  volesse  dar  ragione 
a  ciò  che  un  giornale  russo,  la  Gazety  Warszawsky,  stampò  l'anno 
scorso. 

La  Gazety  dunque  annunciò  con  tutta  la  serietà  di  questo 
mondo  che  la  regina  d' Italia  scrive  per  la  Gazzetta  di  Parma  dei 
resoconti  teatrali  anonimi.  E  aggiungeva  anche  che  uno  dei  col- 
leglli di  penna  avesse  scoperto  che  l'augusta  autrice  era  caduta  in 
flagrante  plagio,  corroborando,  a  maggior  dimostrazione  del  fatto, 
il  racconto  con  1'  indicazione  del  libro,  da  cui  ella  aveva  attinto 
senza  cambiamento  di  sorta.  La  Regina  per  altro  provò,  sempre 
secondo  il  giornale  russo,  che  ella  stessa  aveva  scritto  quel  libro 
due  anni  prima,  e  il  critico  allora  abbassò  le  orecchie,  senza  però 
rinunziare  a  credere  che  copiare  i  propri  libri  non  fa  certamente 
parte  delle  qualità  proprie  di  un  giornalista. 

Proprio  cosi.  Ancora  però  non  si  è  saputo  come  il  giornale 
russo  avesse  fatto  a  inventare  la  fantastica  storiella,  che  ci  darebbe 
la  nostra  regina  come  appendicista  teatrale  di  un  modesto  gior- 
nale di  provincia! 

Che  ne  legga  non  è  meraviglia:  oggi  chi  può  sottrarsi  all' in- 
fluenza della  stampa?  Nessuno. 

A  volta  a  volta  parecchi  sovrani  hanno  mostrato  di  occuparsi 
e  preoccuparsi  di  questo,  che  è  chiamato  quarto  potere  dello  Slato. 
Non  è  vero  dunque,  come  diceva  il  Figaro  parlando  del  presidente 
Grévy,  che  i  capi  dello  Stato  non  leggono  mai  giornali. 

Può  essere  benissimo  che  il  signor  Grévy  non  ne  legga;  ma 
è  anche  vero  che  il  nostro  re  Umberto  si  alza  ogni  giorno  prima 
del  sole  e  legge  da  cima  a  fondo  alcune  decine  di  giornali  italiani 
ed  esteri,  prendendo  appunti,  di  cui  si  serve  più  tardi  per  chie- 
dere inform.azioni  a  chi  ha  l'obbligo  di  fornirle.  Quando  Umberto 
ha  terminato  la  noiosa  rassegna,  si  trova  quasi  affogato  da  un 
mucchio  di  giornali,  che  letteralmente  descrivono  una  muraglia 
intorno  alla  sua  poltrona  ;  perchè,  dopo  averne  letto  uno,  lo  lascia 
cadere  sul  pavimento,  senza  ripiegarlo,  per  leggerne  un  altro, 


g6(ì  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

Anclie  Vittorio  Emanuele  dedicava  qualclie  ora  del  giorno  alla 
lettura  dei  piìi  importanti  giornali  italiani  ed  esteri. 

Lo  stesso  Negus  d'Abissinia  era  lettore  assiduo  del  Journal  des 
Béhats  e  del   Times,  di  cui  era  abbonato. 

Pio  IX  coi  suoi  numerosi  brevi  allietò  la  magra  esistenza  di 
tutti  i  periodici  cattolici  comparsi  durante  il  suo  lungo  pontificato. 

Leone  XIII  corregge  di  proprio  pugno  le  bozze  di  stampa  delle 
encicliche,  che  V  Osservatore  Romano  con  filiale  fedeltà  pubblica 
tradotte.  E  si  vuole  ch'egli  avesse  fondato  e  diretto  il  Paese  di 
Perugia,  quando  il  futuro  pontefice  si  trovava  in  questa  città  come 
capo  della  diocesi. 

Ma  un  tratto  di  spirito  abbastanza  interessante  di  Leone  XIII, 
si  rivela  nel  tiro  ch'egli  fece  parecchi  anni  fa  a  un  giornalista  : 
il  1.°  luglio  del  1880  la  Voce  della  Verità,  nel  parlare  di  Sant'Igna- 
zio di  Loyola,  tessè  i  meriti  di  lui  copiando  parola  per  parola 
l'elogio  dal  Gesuita  moderno  di  Gioberti. 

Copiare  da  un  libro  messo  all'  indice  è  grave  per  un  giorna- 
lista cattolico,  che,  firmando  con  un  X  l'articolo,  faceva  passare 
per  propria  la  roba  altrui.  Ma  Leone  XIII,  ammiratore  del  Gio- 
berti quando  non  era  ancora  papa,  lesse  l'articolo  e  mandò  a  chia- 
mare il  redattore  X  a  cui  fece  i  migliori  complimenti.  X  rispose 
modestamente  che  la  grandezza  dell'argomento  soltanto  lo  aveva 
inspirato.  Allora  il  papa  lo  pregò  a  fargli  un  pochino  di  lettura, 
perchè  gli  occhi  gli  dolevano  assai.  E  gli  porse  il  volume  del  Gio- 
berti aperto,  ove  comincia  l'elogio  a  Sant'Ignazio. 

Può  immaginarsi  con  che  naso  rimanesse  X  !  Ma  bisognava 
leggere  e  lesse.  Quand'ebbe  terminato,  il  papa  lo  congedò,  dicen- 
dogli :  —  Vade  in  pacem  et  noli  amplius  peccare  ! 

Ma  tutto  questo  non  proverebbe  nulla  di  quello  che  io  intendo 
provare  :  e  voglio  provare  che  il  mestiere  di  giornalista,  tanto  ca- 
lunniato in  versi  e  in  prosa  dal  Foscolo,  dall'Alfieri  e  dal  Casti, 
lo  hanno  fatto  e  lo  fanno  anche  dei  sovrani. 

In  questo  caso,  se  la  storiella  della  Gazetij  Warszawsliy  è 
piuttosto  fantastica,  non  manca  di  riscontri  storici  e  reali. 


Procediamo  dunque  con  ordine. 

Margherita  di  Savoia  non  sarebbe  stata  la  sola  sovrana  dedita 
al  giornalismo,  se  dobbiamo  credere  a  quel  che  di  Livia  scrive 
Dione  Cassio  :  essa  faceva  inserire  negli  Ada  pudlica  i  nomi  di 
tutti  coloro,  senatori  e  plebei,  che  erano  stati  ammessi  la  mattina 
all'onore  di  salutarla.  E  lo  stesso  avrebbe  fatto  pure  Agrippina, 
madre  di  Nerone. 

Giuseppe  Rovani  nella  sua  Giovinezza  di  Cesare  ci  racconta 
che  questo  potente  imperatore  aiutava  attivamente  Crispo  Sallustio 
nella  redazione  del  Commentarium  rerum  urbanarum,  il  Moniteur 
d'allora,  perchè  Roma  fu  la  prima  ad  avere  una  gazzetta....  (V.  pa- 
gina 14.^ 


SOVRANI  GIORNALISTI.  S67 


Questi  però  sono  esempi  di  data  molto  remota  e  non  li  mol- 
tiplichiamo. 

Facendoci  quindi  in  un'epoca  più  vicina  a  noi,  ricorderò  la 
famosa  Gazette  de  France,  il  primo  giornale  francese,  creato  da 
Teofrasto  Renaudot,  il  30  maggio  1631,  sotto  gii  auspici  del  car- 
dinale Riclielieu. 

In  questo  giornale  Luigi  XIII  collaborò  di  sovente  e  segre- 
tamente per  narrarvi  le  noie  ed  i  fastidii  politici  della  sua  vita 
intima. 

In  fatti  l'esistenza  di  questo  re  fu  priva  di  grandezza  e  di 
splendore  e  Luigi  XIII  che,  del  resto,  aveva  già  pubblicati  col 
proprio  nome  tre  libri,  trovò  uno  sfogo  al  suo  animo  oppresso  dalle 
prepotenze  del  suo  gran  ministro  in  una  pubblicazione  ebdomada- 
ria, che  doveva  di  poi  segnare  1'  inizio  di  un  gran  rivolgimento 
nel  mondo  delle  lettere  :  il  giornale. 

E  Carlo  II  d' Inghilterra,  che  aveva  passato  la  sua  giovinezza 
alla  corte  di  Francia,  volle  che  il  suo  paese  avesse  un  giornale 
ufficiale  a  similitudine  della  Gazette  de  France  e  creò  la  Gazzetta 
di  Oxfo7^d,  il  cui  primo  numero  apparve  il  13  novembre  1665. 

Ma  la  Gazette  de  France  —  che  vive  tuttora  —  non  doveva 
contare  fra  i  suoi  redattori  un  sovrano  soltanto. 

Napoleone  I  è  stato  forse  il  solo  regnante,  che  della  stampa 
abbia  fatto  una  delle  sue  occupazioni  principali,  a  volte  per  repri- 
merla e  a  volte  per  aiutarne  il  successo. 

L'occupazione  di  Malta  e  l'intervento  francese  negli  affari  del 
governo  svizzero  suscitarono  atroci  accuse  contro  Napoleone,  primo 
Console,  e  la  Francia,  da  parte  del  giornalismo  inglese.  Bonaparte 
dettava  egli  stesso  ai  suoi  giornalisti  ufficiosi  le  risposte  scorrette, 
rudi,  ma  efficaci,  agli  articoli  ed  ai  libelli  che  si  pubblicavano  a 
Londra. 

Effettivamente  egli  non  amava  molto  la  stampa  :  aveva  troppo 
orgoglio  e  troppa  fiducia  in  sé  stesso  per  permettere  ad  altri  di 
giudicare  pubblicamente  i  suoi  atti.  Ogni  sua  cura  quindi  fu  diretta 
ad  allontanare  coloro,  nei  quali  sospettava  tanti  avversari  ai  suoi 
vasti  piani,  e  a  circondarsi  di  giornalisti  che  su  tutti  i  toni  gli 
cantassero  le  lau.di. 

Fu  cosi  ch'egli  fondò  di  propria  iniziativa  il  Coxi7^rier  de  l'Ar- 
mée  d' Italie,  il  Coiirrier  d' Egypte,  la  Dècade  égyptienne  e  il  Bul- 
letin  de  Paris,  del  quale  ultimo  Deschiens  scrive  :  «  On  assure 
que  ce  journal  a  eté  redige  dans  le  cabinet  et  sous  le  ijeux  de  Bo- 
naparte, qui  dictait  des  articles.  » 

Ma  nessuno  dei  giornali  fondati  da  lui  e  sorvegliati  dal  suo 
accorto  ministro  di  polizia  Fouché,  ebbe  gran  successo.  Rivolse 
gli  occhi  altrove  ;  ma  innegabilmente  egli  aveva  il  genio  del  gior- 
nalista in  grande  ;  e  può  provarlo,  fra  l'altro,  questa  lettera,  pub- 
blicata qualche  anno  fa  dalla  Neue  Freje  Presse  insieme  ad  alcune 
altre  non  comprese  nella  voluminosa  corrispondenza  del  gran  con- 
quistatore, pubblicata  da  Napoleone  III: 


268  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Milano,  22  marzo  1805. 
«  A  Fouclié, 

«  La  Qazette  de  France  mi  pare  clie  sia  un  giornale  assai 
bene  ispirato. 

«  Ha  l'abilità  di  procurarsi  a  tempo  le  notizie  di  Londra,  è 
animato  da  spirito  nazionale,  anche  il  suo  titolo  felicemente  scelto 
ne  giustifica  l'esistenza.  Essa  non  risveglia  alcuna  triste  remini- 
scenza della  rivoluzione. 

«  Sostenete  il  giornale  nel  migliore  modo  possibile,  comuni- 
candogli tutte  le  notizie,  che  vi  pervengono. 

«  Vi  ho  già  fatto  conoscere  la  mia  intenzione  di  nominare  un 
censore  al  Journal  des  Débats.  Questo  giornale  mi  pare  che  vada 
affatto  indietro. 

«  Non  dà  che  notizie  stantie  dall'  estero.  Forse  sarebbe  op- 
portuno unire  l'appendice  di  questo  giornale  con  la  Gazette  de 
France.  Allora  però  sarebbe  necessario  che  i  redattori  di  quest'ul- 
timo giornale  non  venissero  cambiati  e  il  signor  Geoffroy  conti- 
nuasse a  redigere  il  feuilletton  (1). 

«  Del  resto  non  vanno  più  bene  i  titoli  :  Leggi  del  potere  le- 
gislatico,  Atti  del  governo,  ecc. 

«  Sarebbe  assai  vantaggioso  togliere  il  Débats  dalle  mani  di 
Bertin,  questo  agente  di  intrighi  e  di  tradimenti.  Se  la  cosa  non 
si  può  ottenere  con  le  buone,  voi  preparatelo,  perchè  al  primo 
cattivo  articolo  lo  scx^primo  (2). 

«  Fate  scrivere  degli  articoli  contro  la  principessa  Doulgoruki, 
che  a  Roma  dà  fuori  in  forme  di  discorrere  sconvenienti  e  ridicole. 
Voi  sapete  che  essa  ha  vissuto  un  pezzo  con  un  cantante  :  che  i 
suoi  diamanti,  coi  quali  fa  tanto  sfoggio,  le  vengono  da  Potemkin 
e  che  sono  il  frutto  delle  vergogne  di  lei  (3). 

«  Vi  riescirà  di  avere  delle  notizie  sul  conto  suo  per  farla 
rendere  ridicola. 

€  Vuol  passare  per  una  dama  di  spirito,  è  legata  in  amicizia 
con  la  Regina  di  Napoli  e  —  ciò  che  è  altrettanto  scandaloso  —  con 
la  signora  di  Staél  (4). 

N.  > 


(i)  L'abate  Geofifroy  è  l' inventore  dell'appendice  e  a  lui  i  Débats  devono  il  loro 
successo.  Le  prime  appendici  non  avevano  però  i  romanzi  come  oggi;  esse  contene- 
vano critiche  letterarie  o  teatrali,  e  in  una  di  queste  ultime  Geoffroy  ebbe  lo  stomaco 
di  chiamare  il  Don  Giovanni  di  Mozart  un  «  charivari  gennanique  ».  I  Débats  avevano 
due  formati  :  l' in  4°  senza  feuilletton,  e  l' in  folio  col  feuilletton  ;  poco  dopo  questo 
formato  divenne  l'unico. 

(2)  Bertin  aveva  comprato  per  20,000  franchi  la  proprietà  dei  Tébats.  Dopo  poco 
tempo  il  giornale  aveva  32,000  abbonati.  Napoleone  non  soffriva  Bertin,  perchè  questi 
era  amico  di  tutti  coloro  che  facevano  un'opposizione  letteraria  all'  impero. — Sei  anni 
dopo  la  lettera  che  riporto,  la  proprietà  dei  Débats  fu  confiscata  al  Bertin  che  non 
ebbe  alcuna  indennità.  Solo  il  31  marzo  1814,  cadendo  l'impero,  gli  fu  restituita.^ 

(3)  Potemkim  Gregorio  Alessandro  principe  e  feld-maresciallo  russo,  già  favorito 
di  Caterina  II. 

(4)  Si  sa  che  la  baronessa  di  Staèl  era  chiamata  dai  francesi  il  Voltaire  fem- 
minino. 


SOVRANI    GIORNALISTI.  269 


Ora  elle  abbiamo  visto  Napoleone  il  grande  in  qual  modo  di- 
spotico si  serviva  dei  giornali,  vediamo  Napoleone  III  modesto 
scrittore  di  articoli  in  giornali  repubblicani,  o  alle  prese  con  la 
fortuna  per  fondare  un  giornale. 

Nel  1832  era  stato  creato  a  Marsiglia,  per  opera  di  Mazzini, 
La  Cecilia,  Ruffini,  Lamberti  ed  altri  il  periodico  La  Giovane 
Italia.  Era  il  solo  giornale  liberale  avanzato,  italiano,  olie  del- 
l' Italia  parlasse  apertamente,  tanto  apertamente  che  ogni  articolo 
in  esso  contenuto  costava  spesso  una  condanna  all'autore  ed  il  leg- 
gerlo solamente  procurava  i  lavori  forzati  e  magari  la  pena  di  morte. 

Luigi  Napoleone,  allora  semplice  ed  oscuro  pretendente,  fece 
pervenire  al  La  Cecilia,  che  s'  incaricava  della  compilazione  e 
correzione  del  giornale  —  a  mezzo  del  colonnello  Vaudreuy,  uno 
scritto  ohe  desiderava  veder  pubblicato  nella   Giovane  Italia. 

Questo  scritto,  redatto  con  molta  cura,  tendeva  a  combattere 
il  pregiudizio  dell'odor  militare.,  che  si  era  inoculato  negli  eserciti 
per  resistere  strenuamente  ad  ogni  rivoluzione  popolare,  che  mi- 
rasse a  distruggere  governi  dispotici  ed  anche  rappresentativi,  ma 
violatori  del  patto  costituzionale. 

Luigi  Napoleone  voleva  dimostrare  che  il  soldato  dovesse  ra- 
gionare e  che  lungi  dall'  impugnare  le  armi  contro  il  popolo,  di  cui 
era  parte  integrante,  avesse  l'obbligo  di  aiutarlo  nell'  insurrezione. 

Il  La  Cecilia  domanda  :  «  Non  mostrava  forse  lo  scritto  cor- 
redato di  note  e  istruzioni  storiche  i  primi  bagliori  del  2  dicembre  ? 
Luigi  Napoleone  però  protestava  allora  d'  essere  repubblicano,  di 
volere  la  repubblica,   tanto  in  Italia  che  in  Francia,  » 

Lo  scritto  fu  mandato  a  Mazzini  che  rivedeva  sempre  tutti 
gli  articoli  destinati  ad  essere  inseriti  nella  Giovine  Italia. 

Mazzini  rispose  : 

«  Lo  scritto  sull'odor  militare.,  scritto  commende volissimo  per 
intenzioni,  dottrina  ed •  esposizione  chiara  e  convincente,  verrà  in- 
serito con  vero  piacere  nella  Giovine  Italia. 

«  Ecco  le  sole  modificazioni  che  sarebbero  necessarie,  onde  non 
offendere  il  concetto  d'  unità  che  la  Giovine  Italia  deve  serbare 
gelosamente,  » 

E  quindi  seguivano  le  osservazioni,  pagina  per  pagina.  Fini- 
vano cosi  : 

«  Conchiudendo,  l'articolo  è  buono  è  riescirà  utile.  Le  osser- 
vazioni fatte  non  devono  apporsi  a  spirito  d'  assolutismo.  Se  lo 
scritto  dovesse  stamparsi  solo,  e  con  nome  d'autore,  chi  scrive  si 
guarderebbe  dal  riprovare  e  fare  le  osservazioni,  che  possono  anche 
non  essere  fondate  ;  ma  come  direttore  d'un  giornale,  e  centro  di 
un'opinione  determinata  e  organizzata,  egli  non  può  ammettere 
una  sola  linea,  che  provi  contraddizione,  o  che  leghi  il  giornale 
nell'avvenire. 

«  Il  direttore  della  Giovine  Italia  vorrebbe  poi — e  questa  non 
è  che  una  preghiera  —  che  rivedendolo,  l'autore  ristringesse  quanto 
può.  Forse  sottraendo  frasi  solamente,  potrebbe  farsi. 


270  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

«  Alcune  altre  cose  merameiLte  d'erudizione,  p.  e.,  la  descri- 
zione minuta  del  trionfo  al  capo  Vili  (che  basterebbe  accennare), 
varie  particolarità  del  capo  X,  e  altre  clie  non  hanno  strettis- 
sima relazione  col  soggetto,  potrebbero  essere  tagliate  "\T.a  senza 
nuocere  all'articolo.  Gioverebbe  anzi  il  ridurlo  alla  più  stretta  con- 
cisione. I  militari  da  noi  non  amano  le  cose  che  van  per  le  lunghe: 
droit  au  bout,  è  la  loro  divisa.  È  d'uopo  riflettere  che  l'articolo 
è  lungo  molto,  le  pagine  Alaste  e  lo  scritto  abbastanza  serrato.  Il 
giornale  deve  sostenersi  colla  varietà,  e  conviene  fare  in  modo  che 
due  numeri  possano  contenerlo  tutto. 

«  Sollecitudine  nelle  risposte. 

«  Molte  delle  note  potrebbero  troncarsi  ugualmente.  Le  cose 
bastano  :  le  citazioni  poco  montano. 

«  Il  direttore  del   giornale 
Giuseppe  Mazzini.  » 

Le  osservazioni,  o  emende  furono  accettate,  e  lo  scritto  fu 
messo  a  stampa. 

Ma  non  sempre  la  fortuna  arrise  a  Napoleone  III,  e  può  dirsi 
ch'egli  fu  giornalista  più  fortunato  quando  era  un  modesto  preten- 
dente e  riceveva  le  istruzioni  di  Mazzini  come  un  redattore  qua- 
lunque, che  quando  era  già  additato  col  nome  di  imperatore  dei 
Francesi. 

Il  contrasto  è  notevole  e  interessante. 

Gli  elementi  ci  vengono  forniti  da  alcune  lettere  scritte  da 
Luigi  Napoleone  quando  era  prigioniero  nel  castello  Ham,  e  pub- 
blicate dal   Tetnps  di  Parigi  qualche  anno  fa. 

Quando  Luigi  Napoleone  scriveva  articoli  per  la  Giovine  Italia 
e  le  lettere  che  più  innanzi  riportiamo,  forse  non  sognava  nep- 
pure lo  splendore,  che  lo  attendeva  sul  trono  di  Luigi  XIV;  e  lo 
vediamo,  specialmente  in  queste  ultime,  povero,  senza  credito  e 
senza  danaro,  battere  a  diverse  porte  per  cercare  i  fondi,  che  do- 
vevano sostenere  un  giornale,  ch'egli  aveva  in  animo  di  fondare 
per  la  sua  causa. 

Le  lettere  sono  dirette  a  Pauger,  direttore  della  Stamperia 
Nazionale^  onesto  valentuomo  e  provato  repubblicano,  il  quale  fu 
amico  sincero  di  Napoleone  nel  tempo  della  sua  prigionia  e  poscia 
non  volle  associarsi  alla  politica  dell'Eliseo,  e  mantenne  le  dimis- 
sioni, malgrado  le  insistenze  del  futuro  imperatore. 

Ram,  3  luglio. 
«  Mio  caro  signor  Pauger, 
«  Alcune  occupazioni  mi  hanno  impedito  di  ringraziarvi  prima 
dell'articolo,  che  avete  fatto  inserire.  L'ho  trovato  perfetto  e  scritto 
con  molto  tatto.  Seguendo  la  stessa  linea  mi  si  può  rendere  dei 
grandi  servigi,  e  son  felice  di  riscontrare  in  voi  le  qualità  più 
essenziali  per  essere  a  Parigi  il  miglior  rappresentante.  Doman- 
date ad  E.  de  Padoue  una  risposta  definitiva,  ma  non  lo  spaventate 


SOVRANI    GIORNALISTI.  271 


con  parole,  che  per  ogauno  hanno  un  significato.  Lui  e  suo  padre 
sono  rimasti  imperialisti  puri. 

«  Io  non  sono  più  avanti  di  voi  e  nulla  so  delle  decisioni 
delle  persone,  alle  quali  vi  ho  indirizzato. 

«  Scrissi  al  signor  de  la  Chartre  nel  senso  da  voi  dettomi, 
ma  non  gli  ho  mandato  l'opuscolo;  potete  portarglielo,  giudican- 
dolo conveniente,...  » 

Ham,  31  luglio. 

«  Sono  completamente  del  vostro  parere  in  quanto  alla  linea 
da  tenersi  con  gli  uomini  della  Rè  forme.  Non  bisogna  mischiarsi 
dei  loro  afi'ari,  ma  far  loro  capire  che  se  continuano  la  loro  poli- 
tica irragionevole,  essi  perderanno  l'appoggio  di  uomini  importanti. 
In  quanto  a  J...  comincio  a  narrare  i  fatti. 

«Ho  incaricato  J...,  è  già  un  anno,  di  negoziare  per  me  un 
imprestito  di  un  milione  in  Inghilterra.  Ma,  mi  ha  egli  detto  ulti- 
mamente che  non  essendo  riuscito  è  andato  ad  Angers,  ma  anche 
là  ha  parimente  fallito.  (Fingete  ignorare  quello  che  vi  dico).  Ma, 
mi  ha  egli  ha  detto,  mi  son  trovato  in  una  falsa  posizione  a  An- 
gers, perchè  hanno  risposto  a  Grandménil  che  egli  non  aveva  bi- 
sogno di  J...  per  comunicare  col  pr.  Luigi.  Ignoravo,  ha  soggiunto, 
che  il  signor  Pauger,  il  loro  rappresentante,  sia  venuto  a  vedervi. 

«  Ecco  tutto  quello  che  è  stato  detto  su  quest'affare  ;  ma  ho 
visto  che  J...  vi  attribuisce  una  grande  influenza  sulle  persone  di 
Angers  che  stima  molto,  e  molto  elogia.  Credo  dunque  che  potete 
dire  a  J...  che  se  la  Réforme  continua  la  sua  politica  irritante  e 
ingiusta,  non  solo  voi  disponete  i  vostri  amici  a  non  dar  nulla, 
ma  anche  a  non  far  nulla. 

«  J...  è  dispostissimo  e  credo  poter  contare  su  lui,  ma  ciò  non 
basta  ;  bisogna  controbilanciare  1'  influenza  di  Cavegnac  che  m'  è 
ostile....  » 

Ham,   18  settembre  1844, 

«  Capisco  il  piano  proposto,  e  faccio  di  tutto  perchè  riesca. 
Più  diflicile  è  raggranellare  la  somma.  Prima  di  tutto  cercate  d'ot- 
tenere l'adesione  di  Abatucci.  Parlate  di  ciò  a  Temblaire,  che  mi 
ha  scritto,  perchè  ogni  principio  è  difficile,  e  bisognerebbe  poter 
mettere  innanzi  questo  deputato  per  averne  altri.  M' incarico  quando 
vedrò  de  B —  di  fargli  delle  proposte. 

«  Fate  capire  a  Temblaire  che  questo  progetto  non  gli  nuoce, 
anzi  al  contrario.  Credo  che  fareste  bene  d'andare  a  trovare  Aba- 
tucci ;  poiché,  ve  lo  ripeto,  bisogna  almeno  avere  la  sua  adesione, 
per  trascinare  le  altre.   » 

Haìn,  30  settembre  1844. 

«  Mio  caro  Pauger, 
«  Risponderò  con  la  stessa  franchezza  alla  domanda  fattami. 
«  Per  me  l' idea  di  un  giornale  non  è  che  la  conseguenza  del 


272  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


mio  legame  con  voi.  Cosiccliè,  senza  voi  non  vorrei  giornale,  ed 
ecco  perchè.  Ho  sempre  sentito  la  necessità  di  nn  organo,  e  ne  ho 
creati  molti  ;  ma  nello  stesso  tempo  ero  nella  posizione  di  un  uomo 
che  compra  dei  cavalli,  una  bella  carrozza,  ma  che  non  trova  un 
cocchiere  che  sappia  guidare  l'equipaggio  nel  quale  si  trova. 

«  A  volta  m'hanno  condotto  a  precipizio,  rovinando  ogni  cosa, 
altre  m'hanno  fatto  rinculare.  Avevo  voglia  di  pregare  che  pren- 
dessero un'andatura  franca  ma  ordinaria,  quando  la  strada  era  piana 
e  che  rallentassero  nei  punti  difficili  ! 

«  Non  ho  mai  trovato  nessuno  che  mi  capisse ,  e  allora  ho 
giurato  una  cosa,  che  quando  sarò  in  grado  di  comprare  un  equi- 
paggio, non  lo  farò  fino  a  quando  non  son  sicuro    del    cocchiere. 

«  Scusate  il  lungo  paragone  ma  è.  esatto. 

«  Quando  vi  vidi,  dissi:  —  Ecco  l'uomo  che  mi  ci  vuole  per 
rappresentare  la  mia  causa,  perchè  non  solo  divide  le  idee,  ma  ha 
lo  stesso  modo  di  presentarle.  Il  suo  carattere  onorevole,  i  suoi 
antecedenti,  tutto,  insomma,  in  lui  va  d'accordo  per  rappresentare 
questa  ^  parte. 

«  È  vero  che  non  conosco  il  vostro  talento  di  scrittore  ;  ma 
secondo  quello  che  mi  hanno  detto,  vai  bene  quello  degli  altri  redat- 
tori di  Parigi  ;  eppoi  la  rettitudine  e  la  nettezza  delle  idee,  ecco 
l'essenziale.  Per  molte  ragioni,  è  necessario,  specialmente  se  questo 
giornale  vien  fuori,  non  sia  dal  bel  principio  Jiay^oleonico  :  non 
riusciremmo  se  cosi  fosse  :  bisogna  pigliare  il  coltello  dalla  parte 
del  manico  e  non  dalla  lama.... 

«  Ebbi  la  stessa  vostra  idea,  sull"  imprestito  pel  giornale.  Ho 
visto  Fouquier  d'Heronel,  di  cui,  Laity  vi  parlerà  ;  è  un  ricco  pro- 
prietario, banchiere,  nipote  del  famoso  Fouquier-Tinville,  antica 
guardia  del  campo,  oggi  repubblicano  di  nome,  domani  tutto  quello 
che  vorrà...  Ha  promesso  occuparsene.  Verrà  a  vedervi  il  16  ot- 
tobre a  Parigi.  Cercate  d' istruirlo,  ma  io  sono  impacciatissimo 
(trés  lete)  quando  si  tratta  di  chieder  danaro...  » 

In  due  altre  letterine  del  23  ottobre  e  19  novembre,  insiste 
perchè  Abatucci  vada  a  trovarlo  per  averne  l'adesione  e  dice  che 
De  Beaumont  approva  il  Comitato  di  direzione  del  giornale  com- 
posto da  Beaumont  stesso,  Abatucci,  Vieillard,  Larabit  e  De  Courtais. 

Pochi  giorni  dopo,  il  28  novembre,  torna  a  scrivere: 

«  Ho  parlato  vagamente  a  P...  del  vostro  progetto,  più  chia- 
ramente a  Pain,  per  il  quale  vi  mando  una  lettera,  e  che  po- 
trebbe trovare  i  fondi  necessaria  Per  interessarlo  bisogna  promet- 
tergli una  somma  per  il  suo  giornale,  che  è  il  Corsaire-Satane  : 
del  resto  lo  vedrete,  ma  è  un  uomo  astuto  e  furbo  in  affari.  » 

E  ritorna  su  Abatucci  e  si  stizza  del  suo  silenzio  ;  i  fondi  tar- 
dano a  trovarsi: 

«  ...  Ho  parlato  del  vostro  progetto  (scrive  in  data  del  10 
dicembre)  a  Gordon  :  conosce  tre  o  quattro  persone  che  potrebbero 
prendere  una  gran  parte  alla  sottoscrizione.  Voi  conoscete  dei  ban- 
chieri che  forse  acconsentirebbero  ad  anticipare  la  somma  iieces- 


SOVRANI   GIORNALISTI.  273 


saria  die  non  e'  è  pericolo  di  perdere.  Cercate  e  credo  che  a  Pa- 
rigi troverete. 

«  Fate  in  modo  di  conoscere  Nitot,  gioielliere  dell'  imperatore  : 
non  lo  conosco,   ma  son  sicuro  eh'  è  rimasto  bonapartista.  » 

In  data  del  3  febbraio  1845  scrive  : 

«  Vi  devo  due  risposte  per  ringraziarvi  delle  costanti  testi- 
monianze di  amicizia  di  cui  stimo  tutto  il  valore  ;  ma  ciò  che  mi 
ha  impedito  di  scrivervi,  è  stato  di  non  avere  altro  da  dirvi  che 
ripetere  le  solite  frasi  banali  per  quanto  di  sincera  amicizia.  Spero 
come  voi,  ma  dispero  spesso  di  non  avere  più  a  mia  disposizione 
le  risorse,  che  ebbi  altra  volta,  oggi  che  ho  in  voi  un  uomo  capace 
di  farle  fecondare.  Quel  che  mi  è  sempre  mancato  in  altri  tempi, 
sono  stati  gli  uomini  ;  oggi  sono  i  mozzi.  Ma  io  credo  alla  fatalità  ; 
se  il  mio  corpo  è  sfuggito  miracolosamente  a  tutti  i  pericoli,  se 
l'anima  mia  s'  è  sottratta  da  tante  cause  di  scoraggiamento ,  ciò 
prova  che  io  son  chiamato  a  fare  qualche  cosa. 

«  Eicevete,  vi  prego,  di  nuovo  la  sicurezza  della  mia  più  sin- 
cera amicizia. 

Luigi  Napoleone  > 

Napoleone  III  è  tutto  intero  in  queste  lettere  :  spirito  inquieto 
e  turbolento,  si  agita,  si  dà  moto  per  fondare  un  giornale  nel  1844, 
con  lo  stesso  ardore  che  qualche  anno  dopo ,  per  conquistare  il 
trono,  impiega  nel  colpo  di  Stato. 

Del  resto  Napoleone  III  dopo  d'aver  provato  egli  stesso  le  ansie 
del  giornalista,  quelle  stesse  ansie  che  provò,  per  esempio.  Fedele 
Albanese,  dopo  d'aver  fondato  quel  Monitore  che  lo  condusse  a 
una  fine  cosi  tragica,  ebbe  per  i  giornalisti  un  sincero  attaccamento. 

I  nomi  di  quelli  da  lui  amati,  protetti,  beneficati  sono  innu- 
merevoli. 

Racconto  un  aneddoto  per  tutti. 

Napoleone  un  giorno  era  solo  e  fumava.  Vivier,  il  celebre  croni- 
sta, entra  e  l' imperatore  gli  offre  una  sigaretta;  ma  il  cronista  rifiuta. 

—  Perchè  rifiutare  ?  So  bene  che  fumate. 

—  Eh  !  Sire,  rispose  Vivier,  io  non  oso  prendermi  questa  li- 
bertà perchè  mi  conosco.  So  che  se  oggi  accetto  una  sigaretta, 
domani  oserei  domandarvi  un  sigaro,  doman  l'altro  un -pacco  di 
sigari  e  poi,  chi  sa  che  non  finirei  per  domandarvi  un'intera  di- 
spensa di  tabacchi. 

—  Oh  !  che  gran  cosa  !  fece  Napoleone  ;  vi  concedo  il  magaz- 
zino pieno  ! 


I  due  Napoleoni,  il  primo  ed  il  terzo,  non  sono  stati  i  soli 
Bonaparte  ad  avere  che  fare  coi  giornali  e  coi  giornalisti. 

Qualche  tempo  prima  del  1869  il  principe  Achille  Murat  si 
sentì  offeso  da  un  Corriere  di  Parigi  che  Rochefort  pubblicò  nel 
proprio  giornale. 

N.  BiRNARDiNi  —  GMida  dilla  Slampa  firiodic*  italiana— iZ. 


274  GUIDA   DELLA.   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

Napoleone  III  sulle  prime  non  voleva  clie  il  duello  avesse 
luogo,  poi  acconsenti  che  il  principe,  allora  sottotenente  si  bat- 
tesse ;  cosi  il  duello,  che  avvenne  al  maneggio  del  quartiere  di 
Saint-Germain,  ebbe  un  carattere  quasi  ufficiale. 

L'arma  scelta  fu  la  spada.  Rochefort,  che  sapeva  appena  te- 
nerla in  mano,  rimase  ferito  all'anca. 

Un  anno  dopo,  il  Principe  Pietro  Bonaparte  scrisse  un  articolo 
in  un  giornale  della  Corsica,  contro  gì'  irreconciliabili  di  quell'isola, 
alludendo  a  un  certo  Pascal  Grousset,  collaboratore  della  Mar- 
seillaise. 

Costui  rispose  nel  giornale  violentemente,  e  allora  il  principe 
offeso  mandò  pubblica  sfida  a  Rochefort,  direttore  del  giornale. 

Mentre  attendeva  l'esito,  si  presentarono  a  lui  i  padi'ini  di 
Grousset:  Vittorio  Noir  e  Fonville. 

Come  si  sa,  il  principe  Pietro  montato  in  collera  trasse  la  ri- 
voltella e  con  un  colpo  ammazzò  Noir,  mentre  Fonville  si  metteva 
in  salvo. 

Il  fatto  levò  un  rumore  indiavolato  e  la  sera  la  Marseillaise, 
benché  sequestrata  per  una  filippica  atroce  contro  la  dinastia,  fu 
venduta  a  prezzi  favolosi  sui  boulevards. 

Tutti  sanno  come  finì  l'affare,  come  pure  tutti  ricorderanno 
che  undici  anni  dopo  a  Parigi  si  parlò  moltissimo  del  prossimo 
matrimonio  della  figlia  del  principe  Pietro  Bonaparte  coire...  dei 
giornalisti,  Bennet  del  New-York  Herald. 

Ma  e'  è  ancora  dell'altro. 

Il  3  ottobre  1870  comparve  a  Londra  un  giornale  intitolato 
La  Situation.  Era  stato  fondato  da  esuli  bonapartisti  ;  ma  una  voce 
insistente  disse  che  il  giornale  era  diretto  dall'  imperatrice  Eugenia 
in  persona.  Ad  avvalorare  la  voce,  in  uno  dei  numeri  della  Si- 
tuation comparve  un  manifesto  di  Napoleone  III,  che  si  asseriva 
proprio  scritto  dal  sovrano  spodestato,  a  Wilhelmshóe.  Il  documento 
fu  riprodotto  da  tutta  la  stampa  europea  ;  ma  tre  giorni  dopo  la 
pubblicazione,  il  segretario  particolare  di  Napoleone  telegrafò  che 
il  manifesto  era  apocrifo. 

Più  tardi,  il  figlio  di  Napoleone  III,  lo  sventurato  principe 
Luigi,  ucciso  dagli  Zulù,  espresse  queste  idee  avanzate  sulla  li- 
bertà di  stampa,  non  parendogli  neppure  sufficiente  quella  con- 
cessa in  America  e  in  Inghilterra: 

«  Ciò  che  desidero  non  è  tanto  la  libertà  della  stampa,  quanto 
la  sua  completa  anarchia.  »  Spiegò  poi  quello  che  intendesse  per 
anarcliia,  dicendo  che  non  voleva  cauzioni,  ne  firme  forzate,  ne 
avvertimenti  di  nessun  genere.  «  Oggi  la  stampa  non  è  solo  sotto 
il  regime  dell'arbitrio,  che  è  già  dannoso,  ma  sotto  quello  del 
capriccio  che  è  intollerabile.  Voglio  che  un  giornale  sia  capace  di 
vivere  con  soli  200  abbonati  ;  voglio  che  di  questi  giornali  ce  ne 
siano  cinque  o  seicento  ;  i  loro  errori  e  le  loro  menzogne  si  neu- 
tralizzerebbero. 

«  Ma  finché  i  giornali  d'opposizione  discuteranno  il  principio 


SOVRANI   GIORNALISTI.  275 


di  governo  e  la  dinastia,  avremo  sempre  dei  delitti  di  stampa.  In 
Inghilterra  si  è  in  pratica  abbandonato  il  sequestro,  perchè  simili 
questioni  non  vengono  mai  sollevate.  Là  nessuno  scrive  contro  il 
cristianesimo,  contro  i  re  e  contro  la  proprietà.  » 

Buone  idee,  senza  dubbio,  ma  non  attuabili  in  Francia. 

Ancora  un  particolare  sui  Borboni  giornalisti  :  tempo  fa  un 
principe  della  casa  di  Napoli,  il  fratello  del  principe  Luigi,  si  sposò 
con  la  signora  Jankoska,  madre  di  una  giovane  molto  elegante, 
certa  madama  Sauteran,  il  marito  della  quale  fondò  un  giornale 
di  sport.  La  nuora  del  principe  di  Borbone  s'era  assunto  l' inca- 
rico di  scrivere  alcune  cronache,  col  pseudonimo  di  Nojg. 


La  schiera  dei  sovrani  e  dei  principi  che  hanno  gustato  le 
delizie  del  mestiere  di  giornalista,  non  è  ancora  completa. 

Se  ne  consolino  quei  martiri  della  penna  che  per  un  momento 
avessero  provato  dispetto  e  vergogna  delle  sfuriate  poetiche  di  Fo- 
scolo e  di  Alfieri,  e  delle  parole  roventi  di  Bismarck  che  vorrebbe 
essere  un  Omar  moderno  per  dar  fuoco  a  tutti  i  libri  e  giornali 
che  esistono. 

Certamente  Bismark  non  è  nato  giornalista  ;  se  però  la  brama 
dell'oro  per  un  momento  lo  avesse  vinto,  il  suo  profondo  disprezzo 
contro  giornali  e  giornalisti  sarebbe  stato  ben  punito. 

Figurarsi!  nel  1880  un  giornale  americano  (e  solo  in  America 
poteva  nascere  quest'idea)  offerse  al  gran  cancelliere  130,000  dol- 
lari, cioè  650,000  lire  all'anno,  per  la  collaborazione  di  un  arti- 
colo alla  settimana,  ciò  che  corrisponde  alla  bellezza  di  oltre  12,000 
lire  per  articolo  ! 

Ma  Bismarck,  beato  lui!  non  trovò  l'affare  di  sua  convenienza! 

Io  però  scommetto  che  se  il  gran  cancelliere  si  fosse  rivolto  per 
consiglio  al  suo  vecchio  sovrano,  o  al  principe  ereditario,  questi 
entrambi  lo  avrebbero  indotto  ad  accettare. 

Infatti  l'imperatore  Guglielmo  fu  un  po'  giornalista  anche  lui. 
Un  tempo,  quando  viveva  la  Gazzetta  di  Spener,  l'imperatore  se 
la  faceva  leggere  dalla  prima  all'ultima  riga  dal  signor  Luigi 
Schneider,  corrispondente  berlinese  d'alta  bussola,  che  si  valeva 
per  le  sue  lettere  delle  informazioni  privatissime  che  1'  imperatore 
di  Germania  riceveva  dallo  czar  suo  nipote. 

Poi  le  preferenze  di  Guglielmo  furono  pel  Fremdenblait .Qimnào, 
alcuni  anni  fa,  il  Berliner  Taghlatt  stampò  in  appendice  il  Diluvio 
di  Spielhagen,  Guglielmo  I  ordinò  a  Schneider  di  leggergli  questo 
romanzo  ogni  mattina.  Lo  gustò  molto,  ma  ne  disapprovò  la  fine. 
Il  signor  Schneider  comunicò  tosto  il  giudizio  doli'  imperatore  al 
romanziere,  che  s'affrettò  a  scrivere  un'altra  fine,  ed  i  lettori  del 
Berliner  Taghlatt,  che  credevano  annegati  e  finiti  per  sempre  i 
personaggi  di  Spielhagen,  li  videro,  con  grande  loro  stupore,  ri- 
comparire nell'appendice. 

L'imperatore  Guglielmo  si  divertiva  molto  a  veder  riprodotte 


276  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 

dai  giornali  le  notizie  spesso  piccanti  che  riceveva  da  Pietroburgo. 
Anzi  una  volta  volle  provarsi  al  mestiere  del  giornalista  poco  tempo 
dopo  la  guerra  del  1866,  e  scrisse  per  la  Gazzetta  di  Spetier  un 
lungo  articolo  in  cui  tentava  dimostrare  clie  la  sua  politica  era  la 
continuazione  di  quella  di  Federigo  Guglielmo  IV.  Il  signor  Schnei- 
der  conservò  devotamente  il  manoscritto  dopo  averlo  copiato. 

Lo  sventurato  Federigo,  principe  ereditario  e  clie  poi  fu  per 
soli  mesi  Federigo  III,  fu  qualche  cosa  di  più  di  un  giornalista  : 
era  tipografo  addirittura.  Egli  nella  sua  giovinezza  apprese  a  per- 
fezione l'arte  tipografica  da  un  compositore  della  tipografia  Hanel. 
Essendosi  posta  una  volta  in  dubbio  la  verità  di  questo  fatto,  per- 
chè c'era  chi  sosteneva  che  non  era  il  principe  ma  l'imperatore  che 
in  sua  gioventù  avea  fatto  il  tipografo  e  composto  le  leggi  e  i  de- 
creti della  gazzetta  ufficiale  del  regno  di  Prussia,  il  direttore  del 
Giornale  per  V Arte  ti^jografica  si  rivolse  direttamente  al  principe 
ereditario,  il  quale  fece  rispondere  che  tutto  era  verissimo  indi- 
scutibilmente. 

Federigo  era  un  grande  lavoratore  e  nel  periodo  di  un  de- 
cennio, o  poco  più,  scrisse  pregevoli  opere  che  lo  onorano  assai. 
Prima  un  libro  di  prosa;  poi  Quindici  giorni  sul  Danubio  —  Un 
viaggio  in  Oriente;  un  opuscolo  sullo  spiritismo,  che  egli  combattè 
a  tutta  oltranza  come  una  solenne  mistificazione:  infine  l'opera 
colossale  cui  stava  attendendo  in  questi  ultimi  tempi  :  La  monar- 
chia austriaca  descritta  ed  illustrata. 

Ma  egli  non  si  dilettava  solo  di  lettere  e  di  scienze  ;  si  dilet- 
tava anche,  e  profondamente,  di  giornalismo  ;  scrivendo  tratto  tratto 
articoli  salienti  ora  di  politica,   ora  di  scienze,  ora  di  letteratura. 

Leggeva  con  speciale  predilezione  la  Wolkszeitung,  il  più  ra- 
dicale di  tutti  i  periodici  di  Berlino.  Una  volta,  un  funzionario 
di  corte,  vedendo  questo  giornale  sul  tavolo  dell'infelice  impera- 
tore, propose  di  sostituirlo  con  un  altro  ministeriale.  Il  buon  Fe- 
derigo si  oppose  formalmente  dicendo: 

—  Quel  che  pensa  il  governo  lo  so  già  ;  quel  che  desidero  co- 
noscere sono  le  opinioni  dei  suoi  avversari! 

Se  Federigo  III  avesse  coltivato  il  mestiere  di  tipografo  as- 
sieme a  quello  di  giornalista,  non  avrebbe  avuto  nulla  da  invidiare 
al  brioso  redattore  del  Figaro,  noto  sotto  lo  pseudonimo  di  Leo 
Lespes,  il  quale,  mentre  immaginava  gli  articoli,  li  componeva  da 
sé  stesso  senza  neanche  scriverli. 

C  è  però  un  sovrano  che  ha  fatto  precisamente  così  :  Leo- 
poldo II  di  Toscana.  Questo  sovrano  faceva  il  tornitore  ed  il  ti- 
pografo. Vicino  alla  stanza  del  tornio,  ha  raccontato  recentemente 
un  giornale,  c'era  un'altra  piccola  sala  piena  di  casse  di  caratteri, 
di  torchi  e  di  altri  arnesi  dell'arte. 

Il  granduca,  dinanzi  alla  cassa,  in  piedi,  vestito  della  sua 
Mouse  turchina,  componeva  con  la  sveltezza  di  un  operaio  pagato 
a  un  tanto  la  linea.  Qualche  volta  il  Monitore  Toscano,  diretto 
dall'abate  Casali,  morto  recentemente,  pubblicò,  senza  che  i  lettori 


SOVRANI   GIORNALISTI.  27T 


ne  sapessero  nulla,  qiialclie  modesto  entrefllet  dettato  e  composto 
dal  granduca  in  uno  dei  suoi  tanti  momenti  di  buonumore. 

«  Oggi  è  davvero  l'epoca  dei  principi  letterati,  scienziati  ed 
artisti  »  diceva  un  corrispondente  viennese,  nel  Cap/ian  Fracassa. 

«  L'esempio  di  Carmen  Sylva  ha  giovato.  Il  re  di  Svezia  scrive 
romanzi  cavallereschi  e  drammi  tratti  dalle  cronache  patrie  ;  l'ar- 
ciduca ereditario  d'Austria  detta  impressioni  di  viaggio  e  si  fa  ini- 
ziatore di  grandi  opere  artistiche. 

«  Negli  ultimi  fascicoli  dell'  Oestereich  in  Wort  und  Bild, 
l'opera  magnifica  che  si  pubblica  a  Vienna  con  la  collaborazione 
e  per  iniziativa  dell'arciduca  Rodolfo,  c'è  un  disegno  (un  paesag- 
gio presso  Luxenburg)  eseguito  dall'arciduchessa  Stefania. 

«  Una  rivista  illustrata,  che  corre  per  le  mani  della  haute 
viennese  riproduce  quel  disegno  e  narra  che  l'amministrazione  del- 
l'opera suaccennata  ha  voluto  che  anche  questa  eccelsa  coopera- 
trice avesse  il  compenso  guadagnato  ool  proprio  lavoro.  E  furon 
dieci  ducati,  che  l'amministrazione  disse  a  lei  spettanti.  » 


Nei  primi  mesi  del  1889  dalla  Regina  del  Belgio  e  dalla  Prin- 
cipessa Clementina,  sua  figlia,  fu  fondato  un  nuovo  giornale  per 
lo  giovinette,  La  Jeiine  Fille.  La  liegina  vi  si  occupa  di  critica 
musicale.  La  poetessa  della  redazione  è  un'altra  regina,  quella  di 
Romania,  Carmen  Sylva. 

C'è  un  altro  granduca  che  ha  fatto  pur  esso  il  giornalista: 
Costantino  di  Russia,  già  governatore  di  Varsavia.  E  —  curioso  — 
egli  ha  fatto  il  giornalista  rivoluzionario.  Le  sue  opinioni  liberali 
son  note  :  ebbene,  finché  egli  stette  a  Pietroburgo  fu  corrispon- 
dente del  Bell,  organo  rivoluzionario  di  Herzen,  stampato  in 
Svizzera. 

La  cosa  certo  non  piaceva  a  Corte  e  lo  czar  ne  era  indispet- 
tito, anche  per  un  fatto  strano,  che  gli  era  occorso.  Una  sera,  ri- 
tirandosi per  andare  a  letto,  trovò  sotto  la  sua  camicia  da  notte 
un  pacco  di  quell'amabile  giornale  nichilista  ch'era  il  Zemljà  i 
Volta  (1),  e  mentre  si  facevano  delle  ricerche  per  conoscere  gli 
autori  del  tiro,  si  scoperse  un  proclama  incendiario  nel  gabinetto  ! 

Strane  ricompense,  in  vero,  per  un  discondente  di  Pietro  il 
Grande,  il  quale  fu  il  primo  che  nel  1774,  assieme  alla  civiltà,  in- 
trodusse il  giornalismo  in  Russia. 

E  poiché  ho  citato  Varsavia,  ricordo  che  in  questa  città  nel  1880 
nacque  un  giornale  intitolato  Wiezory  Rod zinne  (Le  serate  di  fa- 
miglia), di  letteratura  ed  economia  domestica,  redatto  in  polacco, 
settimanale,  con  una  tiratura  di  900  copie,  diretto  da  Luisa  Hanke, 
zia  di  Alessandro  di  Battemberg,  la  quale  firma  anche  come  re- 
dattrice responsabile. 


(i)  Nella  mia  collezione  di  tutti  i  giornali  del  mondo  ho  una  copia  di  questo 
periodico,  stampato  nitidamente  su  carta  velina,  favoritami  dallo  scenziato  Eliseo  Reclus, 
illustre  geografo  e  rivoluzionario  anche  lui. 


27^  GUIDA   DELIA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

Il  Principe  di  Bulgaria  scrive  articoli  di  ornitologia  in  riviste 
speciali. 

E  per  associazione  di  idee  ricordo  un  altro  principe  russo,  an- 
ch'esso giornalista  :  il  principe  di  Mingrelia  di  cui  tanto  si  parlò 
nel  1886,  per  la  sua  candidatura  al  trono  di  Bulgaria. 

Bisogna  sapere  che  nella  sua  piccola  corte  egli  dirigeva  un 
giornale  manoscritto  maldicente  e  anche  un    pochino   scandaloso. 

Il  piccolo  foglio  clandestino  diceva  un  mondo  di  male  di  tutta 
la  corte,  e  non  risparmiava  neppure  la  principessa  madre. 

Il  principe  ne  conserva  religiosamente  la  collezione,  e  la  portò 
con  se  ultimamente  a  Pietroburgo,  dove  chi  ha  avuto  la  fortuna 
di  vederla  trovò  il  giornaletto  manoscritto  (istituzione  finora  fiorita 
soltanto  nei  ginnasi)  molto  divertente. 


Dalla  Russia  passiamo  in  Norvegia;  qui  il  caso  è  ancora  più 
strano. 

Il  Re  Oscar  è  non  solo  poeta,  ma  scrittore  politico,  come 
dicono. 

Un  paio  d'anni  fa  il  Ministero  domandò  alla  Camera  i  fondi 
per  offrire  una  corona  d'oro  a  Oscar  II. 

La  Camera  respinse  la  domanda. 

Ripresentata  due  altre  volte,  fu  tutte  e  due  volte  respinta,  e 
il  Re  dovette  sottostare  alla  volontà  del  Parlamento. 

Allora  Bjòrnson,  il  famoso  giornalista  e  poeta,  sopra  un  gior- 
nale separatista  di  Cristiania,  piaudi  alla  triplice  negativa  della 
Camera. 

Un  giornale  di  Stocolma,  in  fama  di  essere  l'organo  personale 
di  Oscar  II,  rispose  al  giornalista  con  un  attacco  violento  ;  anzi 
tu  detto  che  l'articolo  fosse  scritto  dal  re  in  persona. 

Un  giornale  dell'epoca,  occupandosi  del  fatto,  scrisse  : 

€  La  cosa  fu  per  commuovere  tutta  la  Norvegia.  Come  rispose 
Bjòrnson  ?  Nientemeno  che  inviando  un  cartello  di  sfida  in  regola, 
al  re  di  Svezia  e  Norvegia.  Il  giornalista  sfidava  un  altro  gior- 
nalista ;  lo  scrittore  gentiluomo  Bjòrnson  invitava  lo  scrittore  gen- 
tiluomo Oscar  II  a  incrociare  una  spada  con  lui.  » 

Si  può  immaginare  quanto  rumore  facesse  la  cosa  nelle  corti 
europee  e  quanti  commenti  si  accumulassero  sul  capo  di  Re  Oscar 
che  come  un  modesto  giornalista  scriveva  articoli  e  ingaggiava  po- 
lemiche aspre  e  violente. 

Breve:  Bjòrnson  dovette  riparare  a  Parigi. 

Non  parlo  della  principessa  Elena  Grhika  e  della  regina  Eli- 
sabetta di  Romania,  perchè  della  prima  tutti  avranno  letto  qualche 
articolo  firmato  col  poetico  pseudonimo  di  Dora  d'Istria  e  della 
seconda  i  bei  romanzi  sentimentali  a  firma  Carmen  Sylva,  Dito  e 
idem,  pubblicati  nelle  appendici  dei  più  importanti  giornali  d' Italia 


SOVRANI   GIORNALISTI.  279 


e  dell'estero;  ne  parlo  del  Principe  di  Monaco  che  ha  pubblicato 
nella  Revue  des  deux  mondes  delle  memorie  di  viaggio. 

Ma  invece  facciamo  una  corsa  nella  lontana  Australia,  alla 
corte  di  Kalakaua  I,  re  delle  isole  Sandwik,  un  re  operoso,  civile, 
progressista  che  ha  tenuto  in  educazione  un  figlio  ed  un  nipote  in 
Italia  e  che  fece  un  viaggio  in  Europa  per  attingere  migliori  idee 
sulle  istituzioni  moderne. 

Ebbene  —  non  si  crederebbe  —  egli  è  il  vero  re  dei  giornalisti. 

Dal  186.3  si  pubblica  ad  Honolulu,  la  capitale  del  regno,  un 
giornale  politico  The  Haivaiian  Gazette,  di  cui  re  Kalakaua  è 
proprietario,   editore  e  redattore  capo. 

Il  giornale  ha  il  formato  grande,  voluminoso  dei  periodici  in- 
glesi ;  si  pubblica  una  volta  alla  settimana  e  il  re  firma  i  suoi  ar- 
ticoli col  pseudonimo  di  Modus  in  rebus  (1).  Quando  Kalakaua 
venne  in  Italia,  V Haioaiian  Gazette  pubblicò  le  impressioni  di  viag- 
gio di  Sua  Maestà,  in  appendice. 

Nel  giornale  scrive  anche  la  principessa  Ruth  Keelikolani, 
nipote  del  re,  reggente  durante  l'assenza  del  sovrano.  Essa  pub- 
blicò anche  un  romanzo  in  questo  giornale,  intitolato  LatOS,  la 
cui  azione  si  svolge  in  Ungheria  e  nell'arcipelago  avaiano. 

Naturalmente  Kalakaiia  rivede  tutto  ciò  che  si  pubblica  nel 
giornale  ;  il  quale  fra  le  altre  cose  contiene  nmnerosi  decreti  di 
condanna  ad  ammende  di  5  e  10  dollari  per  delitto  d'  ubbriachezza; 
e  nella  4."  pagina,  oltre  agli  annunzi  di  pubblici  divertimenti  e 
d' inserzioni  industriali,   qualche  poesia. 

Essere  re  e  giornalista  è  già  un  bel  portato  della  civiltà,  ma 
è  certamente  molto  più  bello  da  giornalista  diventare  re. 

L'esempio  è  autentico  e  rimonta  a  pochi  anni  fa. 

Huntley,  americano,  era  redattore  della  Tribune  di  Chicago, 
importantissimo  giornale  che  tira  20,000  copie  al  giorno. 

Poco  tempo  avanti  la  resa  di  Sitting-Bull,  Huntley  fu  inca- 
ricato di  recarsi  presso  il  vincitore  e  intervistarlo,  come  si  direbbe 

Giunto  a  Wood-Mountain ,  territorio  inglese,  per  unirsi  al 
maggiore  Wath,  incontrò  ivi  accampati  dei  vecchi  e  degli  squaivs 
Sioux  (popoli  selvaggi  dell'America,  celebrati  da  Verno)  e  con  essi 
il  vecchio  re  Little  Kuiff,  a  cui  l'età  cadente  impediva  di  com- 
battere,  si  che  ne  stava  tranquillo  con  la  moglie  e  i  quattro  figli, 
due  maschi  e  due  femmine. 

Un  giorno  Huntley,  mentre  faceva  una  relazione  al  giornale, 
sente  uno  strepito  di  voci,  di  scudi  e  di  tamburi  ;  accorro  e  trova 
che  il  povero  re  Little  Kuiff,  caduto  di  cavallo,  s'era  lussata  gra- 
vemente una  gamba. 

Il  vecchio  re,  con  la  gamba  gonfia,  smaniava  fra  la  vita  e 
la  morte,  mentre  gli  esorcismi  dei  medici  locali  erano  inutilmente 
sperimentati. 


(i)  Nella  mia  collezione  di  tutti  i  giornali  del  mondo  si  trova  la  raccolta  com- 
pleta dì  quelli  che  si  pubblicano  a  Honolulu,  non  esclusa  VHawaiian  Gaiette. 


280  GUIDA  DELLA   STAMPA   PERIODICA  ITALIANA. 

Allora  Huiitley  ebbe  iiii'  ispirazione  :  prese  un  cert'  olio  e  del- 
l'erbe  e  fece  una  vigorosa  frizione  alla  gamba  del  paziente,  cbe  a 
poco  a  poco  stette  meglio  e  guarì  del  tutto. 

La  gratitudine  di  re  Little  fu  tanta  che  adottò  Huntley  per 
figlio.  Dopo  un  certo  tempo  mori  e  i  due  figli  si  succedettero  al  trono, 
finche  morti  anche  questi,  il  redattore  della  Trihuna  fu  acclamato 
re  e  sollevato  agli  onori  divini  come  un  imperatore  romano. 


Andiamo  oltre. 

A  Bangkok,  nel  Siam,  si  pubblica  dal  luglio  del  1882  la  gaz- 
zetta ufficiale,  con  questo  titolo  preciso  :  Rahcha-Kech-Chaìim  Bake- 
Sha,  ^e  scusate  s'  è  poco. 

È  giornale  buddista,  mensile,  stampato  perfettamente  su  carta 
bianca;  il  frontespizio  porta  l'arme  dello  Stato.  Il  testo  è  variato 
e  uno  dei  redattori  è  Ohulalongchon,  il  re  del  Siam,  che  come 
dicono,  è  un'autorità  in  fatto  di  letteratura  siamese. 

Malgrado  però  la  collaborazione  sovrana,  il  giornale  tira  sole 
300  copie,  segno  evidente  che  i  siamesi  non  s'  interessano  troppo 
alla  prosa  di  re  Ohulalongchon. 

E  per  non  uscire  dall'estremo  oriente  riferirò  che  la  madre 
dell'attuale  sovrano  del  celeste  impero  rivedeva  essa  stessa,  pa- 
recchi anni  or  sono,  tutto  ciò  che  si  pubblicava  nella  King-Pau 
(Gazzetta  di  Pekino),  organo  ufficiale  di  palazzo  ed  essa  stessa  ne 
ispirava  e  correggeva  i  principali  articoli. 

Essa  si  chiama  Tzu-Ann,  e  non  è  una  tartara,  ma  una  cinese. 
Suo  padre  era  membro  del  Collegio  di  Hanlin  (Accademia  delle 
scienze),  al  quale  Collegio  è,  come  si  sa,  affidata  la  redazione  della 
Gazzetta  di  Pekino.  (1) 

Quando  il  marito,  imperatore Hien  Fong,  mori,  il  18  ottobre  1861 
nel  Manduschu,  ove  era  fuggito  dopo  la  presa  di  Pekino  da  parte 
dell'esercito  anglo-francese,  la  Gazzetta  di  Pekino  dovette  recare 
le  seguenti  parole,  che  1'  imperatrice  aveva  scritto  di  proprio  pugno: 

«  L' imperatrice  Tzu-Ann  partecipa  ai  suoi  fedeli  sudditi  che 
r  imperatore  Hien-Fong  non  trovasi  più  al  suo  fianco. 

«  Undici  giorni  fa  egli  è  stato  trasportato  in  cielo  —  a  cavallo 
del  Drago  che  gli  Dei  avevano  mandato  a  prenderlo  —  ove  egli 
soggiorna  ora  nel  mezzo  dei  suoi  augusti  avoli. 

«  Prima  di  partire  egli  ha  consegnato  il  sigillo  dell'  impera- 
tore alla  sua  prima  moglie  Tzu-Ann  e  le  ha  affidato  il  governo 
dell'  Impero.  » 

Tutto  potrebbe  far  supporre  che  l' imparzialità  della  Gazzetta 
di  Pekino  debba  soffrirne.  Niente  di  tutto  ciò.  Lo  prova  il  fatto 
ch'essa  pubblicò,  or  non  è  molto,  la  lettera  di  Wu-ko-tu,  commis- 
sario dell'Ufficio  civile;  egli  la  scrisse  prima  di  uccidersi  ed  in 


(i)  Il  Barone  von  Biedermaan  di  Dresda,  autore  di  pregevoli  pubblicazioni  sul 
glornalisraoj  mi  favorì  molti  periodici  cinesi,  fra  cui  una  copia  della  King-Pm. 


SOVRANI   GIORNALISTI.  281 


essa  parlò  diffusamente  e  con  severità  delle  usurpazioni  commesse 
dalle  imperatrici  regnanti. 

Questo  documento  aveva  lo  scopo  di  costringerle  ad  abdicare, 
e  le  argomentazioni  in  esso  contenute  erano  gravissime.  Un  de- 
spota civilizzato  avrebbe  forse  creduto  opportuno  di  sopprimere 
quella  sediziosa  pubblicazione  ;  ma  i  governanti  cinesi,  consci  della 
propria  forza,  dettero  invece  prova  del  loro  buon  senso  dando  a 
quel  documento  la  pubblicità  che  l'autore  poteva  desiderare. 

Alspahan,  l'antica  capitale  della  Persia,  nell'ottobre  del  1880, 
fu  fondato  il  Farhang,  giornale  politico  bisettimanale,  da  Sua  Al- 
tezza Imperiale  il  Sultan  Mashoud,  primogenito  dello  Scià,  gover- 
natore generale  delle  provinole  centrali  e  la  più  alta  intelligenza 
progressista  dell'Asia,  senza  fare  offesa  a  re  Chulalongchon. 


Dei  presidenti  degli  Stati  Uniti  non  parlo  percbè  quasi  tutti, 
cbi  più  e  chi  meno,  hanno  esercitato  il  nobile  mestiere  del  gior- 
nalista ;  anzi  è  stato  appunto  il  giornalismo  che  —  come  per  gli 
uomini  politici  della  Francia  (Thiers,  ad  esempio)  —  li  ha  condotti 
al  potere.  E  parecchi,  cessato  di  occupare  l'alta  carica,  son  tornati 
all'antica  professione. 

Così  Ulisse  G-rant,  negli  ultimi  mesi  di  sua  vita,  si  era  messo 
d'accordo  con  gli  editori  della  Century  di  scrivere  venti  articoli, 
contenenti  gli  episodi  più  interessanti  della  guerra  di  successione, 
dietro  un  compenso  di  10,000  dollari. 

Ma  avanti  di  cominciare  fu  colto  dalla  malattia,  che  poi  lo 
ridusse  alla  tomba. 

Fra  i  sovrani  pubblicisti  ricorderò  pure  i  nomi  di  Arturo  De 
Merino,  presidente  della  Eepubblica  di  S.  Domingo  ;  Don  Fedro  II 
imperatore  del  Brasile  ;  Giovanni  di  Sassonia,  che  col  pseudonimo 
di  Filoteto  fu  attivissimo  scrittore  e  traduttore  della  Dicina  Com- 
media: il  re  di  Portogallo;  il  Duca  di  Modena,  che  come  narrali 
Pistelli,  si  serviva  dell'organo  del  suo  partito,  la  Voce  della  Ve- 
rità, per  sfogare  tutta  la  sua  ira  ed  inveire  contro  i  liberali,  sui 
quali  cercava  di  attirare  l'odio  della  gente. 

Questo  giornale  anzi,  fondato  dal  principe  di  Canosa,  si  dice 
avesse  per  collaboratrice  Sua  Altezza  Serenissima  Maria  Beatrice 
di  Savoia,  duchessa  di  Modena. 

Ma  il  segretario  dell'Accademia  Tassoniana,  nel  verbale  della 
tornata  del  10  febbraio  1881,  smenti  quest'ultima  asserzione. 

* 

Chiudo  la  lunga  lista  con  un  motto  di  re  Umberto;  visitato 
qualche  anno  fa  da  un  corrispondente  del  Neio  York  Herald,  il  re 
d' Italia  si  accomiatò  da  lui  col  dirgli  : 

—  Se  io  non  fossi  re,  vorrei  visitare  il  mondo  come  reporter. 

Nicola  Bernardini, 


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Tomraasi-Crudeli,  Santi,  Passerini,  Martini  G.  B. 


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Diligenti. 


q.  3,297  —  'Deputali  della  provincia: 


L'Appennino.  Giornale  della  città  e  pro- 
vincia di  Arezzo,  fondato  il  16  luglio  1887. 
Si  pubblica  il  sabato  in  4  pagine,  formato 
0,38  X  0,27,  a  3  colonne.  Il  giornale  è  fatto 
piuttosro  bene,  ed  è  ricco  d' infornriazioni 
e  notizie  della  provincia.  Diiettore:  avvo- 
cato O.  Cocci.  Abbonamento:  aaiio  L  5, 
semestre  2,50.  Un  numero  5  centesimi. 
Inserzioni  :  prezzi  da  convenirsi.  Ha  tipo- 
grafìa propria  ed  è  diffusissimo.  Corso  Vit- 
torio Emanuele,  18. 

Bollettino  del  Comizio  Agrario  Vegni. 
Giornale  di  agricoltura  e  scien/e  affini, 
fondato  nel  1885.  Esce  ogni  2  mesi  in  fa- 
scicoli di  16  pagine.  Abbonamento:  L.  5 
anno.  Un  numero  L    i. 

Cortona. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Pub- 
blicazione per  gii  atti  ufficiali  amministra- 
tivi della  provincia.  Si  pubblica  dal  1866 
ogni  mese ,  a  fascicoli.  Abbonamento  : 
L.  20  anno. 

Areno. 
_  La  Provincia  di  Arezzo.  Giornale  poli- 
tico, amministrativo,  fondato  nel  1865  a 
cura  di  una  società  di  persone  del  paese. 
Dopo  due  anni  circa  lo  pubblicazioni  fu- 
rono continuate  e  la  direzione  assunta  dal 
cav.  avv.  Luigi  Guillicliiui,  che  ne  è  sem- 
pre il  direttore. 

La   Provincia  è  giornale   conservatore; 


esce  ogni  settimana  m  4  pagine  e  tira 
circa  800  copie.  Abbonamento:  L.  5  anno. 
Un  numero  io  centesimi. 

Are:(7i0. 

Il  Eisorgimento  agricolo.  Giornale  agri- 
colo industriale,  f  ndato  nel  1887.  Esce  due 
volte  A  mese  iu  fascicoli  di  8  pagine.  Abbo- 
namento: L.  3  anno.  Un  numero  15  cent 

Bibbiena 

Rivista  d'agricoltura  e  commercio.  Boi 
lettino  della  Camera  di  Commercio  ed  Arti 
e  dei  Comizi  Agrari  della  Provincia  di 
Arezzo.  Fondata  nel  1877.  Si  pubblica  ogni 
mese  a  fascicoli  di  32  pagine  in-S."  Di- 
rettori: Cav.  Rag.  Carlo  Signorini,  segreta- 
rio della  Camera^di  Commercio,  e  Ing.Van- 
nuccini,  direttore  della  Scuola  Pratica  di 
Agricoltu'a.  Abbonamento:  L.  5  anno.  Un 
numero  50  centesimi.  Via  Guido  Monaco,  3. 

Are:(lo. 

Rivista  mensile  di  agricoltura  per  la 
valle  superiore  del  Tevere.  Giornale  di 
agricoltura  e  materie  affini,  fondato  nel 
1855.  Esce  ogni  mese  in  fascicoli  di  8  pa- 
gine. Abbonamento  :  L.  5  anno.  Un  nu- 
mero jo  centesimi. 

Anghiari. 

Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Contiene  gli  annunzi  legali; 
è  stato  fondato  nel  1876  e  si  pubblica  2 
volte  la  settimana. 


Giornali  cessati: 

U Aretino,  settimanale  amministrativo,  n.  1878  a  Montevarchi;  durò  3  anni  circa. 
Campaldino,  bimensile  amministrativo,  n.  1882  a  Poppi. 

Il  Risveglio,  n.   1880  col  titolo  di  Argo,  che  poi  mutò;  irregolare;  a  Bibbiena. 
La  Stajfetta,  agricolo,  amministrativo,  commerciale,  n.  1883  ad  Arezzo,  settimanale. 
Lo  Studente  Italiano,  periodico  didattico  letterario,  n.  1886  ad  Arezzo,  quindicinale, 
diretto  dal  prof.  N.  Borghini. 
Vita  nuova,  settimanale,  n.  1885  ad  Arezzo. 


Anno  n.  Impfgsj   di  pjljlilijjlà   jj  iljssioiig  Anno  II. 

ANNUNZI  IN  TUTTI  I  GIORNALI 

SEailE  ERNESTO  -  ^S 

Vedi  Avviso  speciale  a  pag.  258  -^a 


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nella  letteratura  dei  due  Mondi.  Esso  tratta  anche  di  musica,  pubblica  poesie,  studi  di 
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-j — \T— -)  -I — iTv  /rT/^~\  Chi  manda  LIRE  CINQUE  (Estero,  Fr.  8)  ricevcà  in  pre- 
Jr  jn.±ljiViivJ:  mio  STRENNA  DELL'ILLUSTRAZIONE  POPOLARE,  un 
bellissimo  volume  in-4  a  2  col.  di  racconti,  novelle  e  bozzetti  riccamente  illustrato. 
(Per  l'aifrancazione  del  premio  aggiungere  centesimi  50.  Per  gli  Stati  Europei  del- 
l'Unione Postale,  Fr.   i.) 

Si  ricevono  soltanto  associazioni  annue,  e  decorrono  dal  1.°  gennajo  0  dal  1.^  luglio. 

DIRIGERE    CO.MMIiSlGNI    t    VAGLIA    AI    FRATELLI    TREVES,    EDITORI,    IN    MILANO. 

Grande  Fabbrica  Nazionale  di  Macchine  Tipografiche,  N.  Arbizzoni,  Monza 

Premiato  anche  dal  R.  Ministero  d'Agricoltura,  Industria  e  Commercio 


Macchina  tipografica  celere,  sistema  Marinoni. 

Vedi  Avviso  speciale  a  pag.  16 


PROVINCIA  DI  ASCOLI-PICENO 


'Kjumero  dei  Cinnuni :  70  —  Vopola^ioue :   209,185  —  Superficie:   K.  (j.   1,995  —  "Deputati   della  provincia: 
Marcatili,  Caetani  O. ,  Sacconi,  De-Dominicis. 


Foglio  periodico  della  Prefettura.  Fon- 
dato nel   i8fc)6.  Esce  ogni  settimana  in  fa- 
scicoli di  32  pagine;  ed  è  ufficiale  per  gli 
atti  governativi.  Abbonamento  :  L.  1 2  anno. 
Ascoli- Piceno. 

Giornale  dei  Pollicultori.  Periodico  agri- 
colo, industriale,  illustrato,  unico  nel  suo 
genere  in  Italia,  fondato  nell'aprile  1888 
dal  marchese  Girolamo  Trevisani,  che  ne 
è  il  direttore  proprietario.  Il  giornale  si 
pubblica  due  volte  al  mese  in  8  pagine 
in-4.°,  ed  ha  per  iscopo  di  promuovere 
in  Italia  l'industria  dell'allevamento  razio- 
nale del  pollame,  affinchè  questo  possa 
essere  oggetto  di  buona  rendita,  come  lo 
è  in  Francia,  nel  Belgio  e  nell'Inghilterra. 
Abbonamento:  L.  7  anno.  Un  numero  25 
centesimi. 

Fermo. 

L'Indispensabile.  Giornale  amministra- 
•  tivo,   che   annunzia    gl'impieghi    vacanti, 
fondato  nel  1885.  Si  pubblica  ogni  setti- 
mana in  4  pagine.  Abbonamento:  L    2,80 
anno.  Un  numero  5  cent.  Tip.  U.  Delbello. 
Montegioroio. 

L'Istituto  industriale  di  Fermo.  Eco 
degli  antichi  alunni.  Nato  il  12  agosto 
1888,  esce  ogni  tre  mesi  in  20  pagine 
10-8",  con  tavole  illunrative.  Direttore: 
prof.  Giuseppe  Agostini.  Abbonamento: 
L.  12  anno.  Tip.  G.  Bacher. 

Ferino. 

La  Luce  elettrica.  Periodico  democra- 
tico, politico,  amministrativo,  letterario, 
nato  il  22  marzo  1889.  Esce  ogni  setti- 
mana in  4  pagine,  formato  0,34x0,21. 
Ha  per  motto:  «  lustitia  et  pax  osciilatae 
sunt  ».  Abbonamento:  anno  L.  3,50.  Un 
numero  5  centesimi.  Via  Cialdini,  5. 

Fermo. 

Pape  Satan.  Giornale  umoristico,  poli- 
tico, amministrativo,  fondato  nel  1887.  Si 
pubblica  ogni  settimana  in  4  pagine.  Ab- 


bonamento: L.  4  anno.  Un  numero  5  cen- 
tesimi. 

Ascoli-Piceno. 

Il  Piceno-  Giornale  politico  amministra- 
tivo, fondato  nel  1886  a  scopo  elettorale. 
Il  17  agosto  1887  fu  ceduto  dallo  stabi- 
limento tipografico  Cesari,  in  assoluta  pro- 
prietà al  suo  nuovo  direttore  geometra 
G.  B.  Albanesi,  lasciando  il  partito  mode- 
rato di  cui  era  organo,  per  tutelare  gfi 
interessi  dei  liberali  democratici.  È  organo 
del  Comizio  agrario,  delle  Società  operaie, 
Banche,  Casse  di  risparmio.  Congregazioni 
di  carità  e  Municipi  della  Provincia.  Si 
pubblica  ogni  settimana  in  4  pagine,  con 
una  tiratura  media  di  1000  copie.  Abbo- 
namento: L.  3  anno.  Un  numero  5  cen- 
tesimi. 

Ascoli-Piceno. 

Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Pubblicazione  fondata  nel  1876 
per  gli  annunzi  legali  amministrativi.  Esce 
2  volte  alla  settimana  in  2  o  3  pagine. 
Abbonamento  :  L.  6  anno. 

Ascoli-Piceno. 

L'Unione  liberale.  Giornale  della  pro- 
vincia di  Ascoli-Piceno,  nato  il  25  dicem- 
bre 1887.  Esce  ogni  settimana  in  4  pa- 
gine, formato  0,41  >^  0,29.  Un  numero  5 
centesimi.  Tip.  Cesari. 

Ascoli-Piceno. 

La  Voce  dell'Asino.  Giornale  critico, 
satirico,  umoristico,  letterario,  nato  il  14 
luglio  1889.  Esce  ogni  15  giorni  in  4  pa- 
gine, formato  0,31x0,23.  Direttore:  Cri- 
spo  Nicola.  Abbonamento:  L.  2  anno. 

Ascoli-Piceno. 

La  Voce  dell'Operaio.  Giornale  ammini- 
strativo, delia  provincia  di  Ascoli- Piceno, 
fondato  il  25  febbraio  1888,  Esce  in  4  pa- 
gine, formato  0,58  x  0,28.  Un  numero  5 
centesimi. 

Ascoli-Piceno. 


Giornali  cessati: 

—  VAgeniia  di  Ascoli,  n.  1883,  politico,  letterario,  artistico,  bimensile. 

—  V Agricoltore  Piceno,  n.  gennaio  18S5,  mensile,  ad  Ascoli. 

—  n  Corriere  dei  Progressisti,  politico  amministrativo,  n.  a  Fermo  18  aprile  1885,  set- 

timanale, tip.  Mecchi.  Nell'ottobre  dello  stesso  anno  sospese  le  pubblicazioni. 

—  Corriere  di  Ascoli,  n.  17  die.  1882  col  titolo  Corriere  Piceno  che  mutò  dopo  un  anno. 


286 


GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


—  Corriere  provinciale,  n.  8  febbraio  1885  ad  Ascoli,  domenicale. 

—  U Eco  dei  Tronto,  gazzetta  ufficiale  per  le  inserzioni  giudiziarie  ed  annunzi  della  Pro- 

vincia di  Ascoli,  n.  1863  ad  Ascoli,  durò  oltre  7  anni,  diretta  da  Vincenzo  Panichi. 

—  La  Ferma  Fede  liberale,  n.  6  agosto  1885  a  Fermo,  politico,  amministrativo,  lette- 

rario, settimanale.  Direttore  :  Giuseppe  Branca. 

—  Gaietta  d'Ascoli  Piceno,  n,   1878;  durò  5  anni,  settimanale. 

—  L'Operaio,  n.  ad  Ascoli  1884,  settimanale.  Direttore:  Vincenzo  Panichi. 

—  La  Riscossa,  n.  a  Fermo  1885. 

—  Scuola  elementare  marchigiana,  n.  aMontegiorgio  1883,  diretta  da  C.  Tommasi  Spina. 

Sospese  le  pubblicazioni  dopo  tre  anni. 

—  La  Sveglia,  n.  1884  ad  Ascoli.  Ne  fecero  parte  i  redattori  dell'  Unione. 

—  "L'Unione,  n.  ad  Ascoli  1884.  Direttore:  Giuseppe  Alfonzi, 

—  Il  Volere,  n.  a  Montegiorgio,  scientifico  letterario. 


Il  Oiornalismo  giudicato  dai  giornalisti 


La  ragione  dell'alto  grado  di  considerazione  a  cui  è 
arrivato  il  giornalismo  in  paesi  esteri,  va  attribuita  per 
una  parte  ai  sentimento  che  in  quei  paesi  i  giornalisti 
hanno  della  solidarietà  loro  e  dei  comuni  doveri  ed 
interessi  all' infuori  degl'interessi  generali  e  di  quelli 
dei  partiti.  Questo  sentimento  e  questa  coscienza  sono 
ancora  allo  stadio  embrionale  e  non  accennano  a  svot 
gersi  che  faticosamente  i  n  Italia.  I  più  autorevoli  gior- 
nalisti nostri  farebbero  opera  grandemente  savia  e  be- 
nemerita cooperando  agli  sforzi  che  possono  tentarsi 
per  dare  impulso  a  questo  svolgimento  e  per  agevo- 
larlo in  modo  rapido  ed  efEcace.  Dopo  di  che  saranno 
accresciute  di  molto  le  probabilità  che  la  libera  stampa 
corrisponda  pienamente  anche  fra  noi  alla  sua  nobi- 
lissima missione. 

Avv.  EuGBKio  Ferro. 


B 


onghi  ebbe  a  dire  in  un  giorno  di  stizza,  che  dal 
minor  numero  dei  lettori  si  conosce,  a  parità  di  cir- 
costanze, la  maggiore  bontà  di  un  giornale  in  con- 
fronto di  un  altro. 


Il  giornale  somiglia  alle  chicche;  dev'essere  mangiato 
appena  uscito  dal  forno. 

E.  Aboct. 


V>ontate  i  giornali  di  un  popolo:    avrete  il   suo  li- 
vello nella  civiltà. 

Laboulate. 


u 


n  giornale  non  è  fatto  dai  suoi  redattori,  ma  dai 
suoi  abbonati. 


vJiornalista  per  obbedienza,  non  sono  mai  stato  amico 
del  giornalismo,  e  fin  dal  1856  divisava  un  libro  sui 
danni  che  porta  alla  letteratura,  alla  politica  ed  alla 
morale.  Col  passare  del  tempo  restai  sempre  più  per- 
suaso di  questa  verità.  Il  giornalista  è  un  poeta  im- 
provvisatore, costretto  ad  improvvisare,  non  sonetti  e 
madrigali,  ma  economia  politica,  gius  pubblico,  apo- 


logia cattolica.  Né  può  dire,  a  sua  scusa  :  a  s' improv- 
visa, o  signori,  e  non  si  stampa  »  ,  dovendo  l'improv- 
visazione essere  più  presto  stampata,  che  finita.  E  bi- 
sogna ogni  giorno  improvvisare,  e  sempre  a  rime  ob- 
bligate, e  su  quello  che  si  sa  e  su  quello  che  non  5Ì  sa. 
Laonde  il  giornalista  sta  alla  letteratura,  alla  politica, 
alla  morale,  come  l'improvvisatore  alla  poesia,  al  go- 
verno ed  alla  predica.  Che  se  altri  si  compiacque  in 
Torino  dello  sciopero  degli  operai  compositori  di  Mi- 
lano per  ragioni  di  concorrenza  tipografica,  io  sono 
tentato  di  compiacermene  per  ragioni  letterarie,  poli- 
tiche e  morali,  giacché,  a  mio  avviso,  i  giornali,  non 
pubblicandosi,  fecero  il  maggior  bene  che  possa  fare 
il  giornalismo. 

Torino,    1880. 

Giacomo  Margotti. 


La  stampa  qualche  volta  protegge  l'onore  e  la  libertà 
del  paese  più  degli  eserciti  costosamente  armati  ed  ag- 
guerriti alle  spese  dei  popoli. 


il  borghese  di  Parigi  è  il  re  che  ha  ogni  mattina  un 
cortigiano  al  suo  svegliarsi,  il  quale  racconta  venti 
storielle.  Non  è  obbligato  d'invitarlo  e  colezione;  lo 
fa  tacere  quando  vuole,  e  gli  rende  la  parola  a  suo 
talento.  Questo  docile  amico  gli  è  tanto  più  caro  in 
quanto  che  é  lo  specchio  dell'anima  sua  e  gli  dice  ogni 
giorno  la  sua  opinione  in  termini  un  poco  migliori  di 
quelli  che  potrebbe  adoperare  lui.  Toglietegli  quest'ami- 
co, gli  parrà  che  il  mondo  si  fermi;  questo  specchio, 
quest'oracolo,  questo  parassita  poco  dispendioso  è  il 
giornale. 

Alfredo  de  Vigkt. 

Vj^jual  posto  occupa,  fra  le  libertà  necessarie,  la  li- 
bertà della  stampa  ?  Non  è  la  più  attraente,  ma  è  la 
più  necessaria.  È  la  libertà  di  pensare.  Quando  una  na- 
zione vuol  fare  i  suoi  affari,  bisogna  che  ci  pensi,  che 
possa  pensarvi  liberamente,  formolare  delle  volontà  e 
farle  prevalere.  Dunque  la  libertà  della  stampa  è  teo- 
ricamente e  praticamente  la  più  necessaria  di  tutte. 
A.  Thiers,  1872. 


La  SlaiiiDa  e  il  Gerettte  resiioiisaliile,  LSe'.foifp^'^SL'ro'uf?;: 

In  questo  studio  l'autore,  dopo  di  aver  esaminato  gli  effetti  politici  e  sociali  della 
libertà  di  stampa,  istituisce  un  parallelo  di  legislazione  comparata  fra  la  nostra  legge 
e  quelle  delle  principali  nazioni  d'Europa,  e  ne  conchiude  combattendo  l'istituto  del 
gerente  responsabile  a  cui  vorrebbe  surrogato  il  direttore  responsabile. 


PROVINCIA  DI  AVELLINO 


"inumerò  dei  Comuni:   128  —  ^Popolazione  :  679,499  —  Superficie:  K,  q.   3,034  —  'Deputati  della  provincia  : 
I.  Capozzi,  Napodano,  Dei-Balzo,  Di  Marzo,   Capone.  2,  N.  N.  ,  Anzani,  De  Renzi. 


Foglio  periodico  della  Prefettura.  Gior- 
nale officiale  per  gli  atti  amministrativi 
delia  provincia,  fondato  nel  1876.  Esce 
ogni  mese  ed  anche  due  volte  al  mese  in 
fascicoli  di  circa  48  pagine.  Abbonamento: 
L.  24  anno.  Un  numero  L.  2. 

Avellino. 

Gazzetta  di  Avellino.  Giornale  politico, 
amministrativo,  conservatore,  fondato  nel 
1874.  Esce  ogni  settimana  in  4  pagine  e 
tira  600  copie.  Abbonamento  :  L.  6  anno. 

Avellino 

La  Nuova  giurisprudenza  amministra- 
tiva. Giornale  amministrativo,  fondato  nel 
1869.  Si  pubblica  ogni  settimana  in  8  pa- 
gine. Abbonamento:  L  io  anno.  Non  si 
vende  a  numeri  separati. 

Avellino. 

Rinaldo.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, letterario,  fondato  nel  1888.  Esce  ogni 
doraen.  in  4  pag.  Direttore:  Gino  Jannone. 

Avellino. 


La  Sentinella  Irpina.  Giornale,  ammi- 
nistrativo, letterario  e  di  cose  locali,  fon- 
dato nel  1879.  Si  pubblica  due  volte  la 
settimana  in  4  pagine  a  4  colonne.  Abbo- 
namento: anno  L.  5,  semestre  4.  Un  nu- 
mero 5  centesimi.  Inserzioni:  secentesimi 
la  linea  in  4.'  pagina.  Corso  Vittorio  Ema- 
nuele. 

Avellino. 

Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Pubblicazione  creata  nel  1876 
per  r  inserzione  degli  annunzi  legali  am- 
ministrativi. Si  pubblica  2  volte  alla  set- 
timana in  4  pagine. 

Avellino. 

La  Voce  del  popolo.  Giornale  politico, 
amministrativo,  letterario,  nato  nel  1886. 
Esce  due  volte  al  mese,  in  4  pagine.  Ab- 
'bonamento:  L.  2  anno.  Un  numero  5  cen- 
tesimi. 

Avellino. 


Giornali  cessati: 

L'Avvisatore  Irpino,  politico,  settimanale,  n.  1878  ad  Avellino.  Direttore:  prof.  Pom- 
pilio Urciuoli. 

l\  Babbeo,  n.  1%"] ^30.  Avellino,  settimanale,  indipendente.  Direttore:  Achille  Vetroni. 

La  Campagna  irpina,  n.   1876,  organo  del  Comizio  agrario  di  Avellino. 

ÌJ Eco  del  villaggio,  n.  1883  a  Villanova  del  Battista.  Direttore:  G.  Jovizzo. 

Francesco  De  Sanctis,  letterario,  settimanale,  n.  1889  ad  Avellino:  direttore:  F.  Wal- 
dimiro  Testa. 

Gaiiettino  di  Ariano,  n.  febbraio  1880,  amministrativo,  repubblicano,  settimanale. 
Direttore:  avv.  Giuseppe  Luparella. 

La  Ricreazione,  giornale  pei  fanciuUi,  n.  1884  ad  Altavilla  Irpina.  Direttore  :  Fran- 
cesco Ippolito  Bruno. 

La  Vespa,  letterario,  amministrativo,  n.   1882  ad  Avellino,  quindicinale. 


L'INSEGNAMENTO  DEL  GIORNALISMO 


Un  giorno  a  Don  Giacomo  Margotti,  l'arguto  direttore  dell'i/na'tò  Caltolica,  fu 
domandata  la  sua  idea  in  tatto  di  giornalismo,  ed  egli  risposp  :  «  —  Il  giornalista  è 
un  poeta  improvvisatore,  coslre'lo  ad  improvvisare,  non  sonelli  e  madrigali,  ma  eco- 
nomia politica,  gius  pubblico,  apologia  cattolica.  Né  può  dire,  a  sua  scusa: —  «  S'im- 
provvisa, 0  signori,  e  non  si  stampa  »  dovendo  1'  improvvisazione  essere  più  presto 
stampata,  che  finita.  E  bisogna  improvvisare,  e  sempre  a  rime  obbligate,  e  su  quello 
che  si  sa  e  su  quello  che  non  si  sa.  Laonde  il  giornalista  sta  alla  letter?iura,  alla 
politica,  alla  morale,  come  l'improvvisatore  alla  poesia,  al  governo  e  alla  predica.  » 


288  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA  ITALIANA. 

Dunque,  secondo  Don  Margotti,  il  giornalista  dovrebbe  avere  una  competenza 
profonda  e  completa  su  tutto  ciò  che  scrive,  per  non  essere  tacciato  d' improvvisatore. 
A  farlo  apposta,  da  un  anno  a  questa  parte  i  giornali  ci  vanno  parlando  di  una  nuova 
istituzione  che  è  per  sorgere,  e  che  in  America  e  in  Inghilterra,  anzi,  sarebbe  già  un 
fatto  compiuto  :  le  scuole  di  giornalismo  ! 

Non  si  era  ancora  sospettato  nemmanco  che  il  giornalismo  si  potesse  insegnare 
dalla  cattedra  come  il  latino,  il  greco  e  le  matematiche,  ma  ad  ogni  modo  è  un'  isti- 
tuzione ed  un  esperimento  curioso  che  solo  gli  anglo-americani  potevano  ideare. 

L'Associazione  dei  giornalisti  inglesi,  fondata  da  qualche  anno,  decise  nel  1889 
di  trasformarsi  in  Istituto,  allo  scopo  di  imprimere  alla  stampa  inglese  un  impulso  più 
vigoroso  e  nello  stesso  tempo  più  alto. 

L'Istituto  conta  duecento  membri,  i  quali  hanno  stabilito  che,  d'ora  in  poi,  co- 
loro che  vorranno  entrare  nella  nuova  istituzione  dovranno  subire  un  esame  perchè 
si  possa  constatare  se  essi  sono  atti  ad  esercitare  la  professione  di  giornalisti. 

Ma  c'è  di  più. 

La  Aa/m  di  Nuova  -  York,  in  un  suo  numero  dell'  anno  scorso,  annunziò  che 
diverse  scuole  superiori  degli  Siati  Uniti  d'  America  hanno  creato  delle  cattedre  di 
giornalismo.  1  rettori  di  quelle  scuole  avevano  saputo  che  i  redattori  dei  giornali  ri- 
cevevano di  continuo  lettere  di  studenti  che  manifestavano  il  desiderio  di  dedicarsi 
al  giornalismo,  e  ciò  li  indusse  a  stabilire  delle  cattedre  apposite. 

Queste  scuole  di  giornalismo  hanno  dato  mollo  da  scrivere. 

Il  National  di  Parigi  ideò  un  plebiscito  alla  guisa  della  Pali  Mail  Gazette, 
una  specie  di  consultazione  dei  più  grandi  giornalisti  parigini  sulle  qualità  essenziali 
per  bene  riuscire  nel  giornalismo. 

Ecco  le  risposte: 

Eduardo  Hervè:  Un  buon  giornalista  deve  saper  tutto:  e,  sapendo  tutto,  su  tutto 
esprimersi  col  minor  numero  possibile  di  parole. 

Enrico  Fovquier:  Deve  tutto  sapere,  scrivere  su  tutto,  e  specialmente  dappertutto. 

Spuller  :  Deve  pensare  prima  di  scrivere. 

Fernando  Xau:  Oppure  scriver  bene  prima  di  pensare. 

Catulle  Mendès:  Un  buon  articolo  non  si  scrive.  //  se  trousse...  si  butta  giù! 

E.  Bergerat:  Si  nasce  giornalisti,  se  no  non  lo  si  è. 

John  Lento inne  :  Allora,  bisogna  nascere  ai...  Dèbats. 

Sc/ierer  :  0  al   Temps. 

Armand  Silvestre:  11  buon  giornalista  è  un  pallone  che  si  sgonfia  a  tempo. 

Ch.  Laurent:  Il  buon  giornalista  è...  V ivipaginatore  ! 

A.  Edwards:  È  il  telegrafista. 

Ma  la  definizione  più  succosa  sul  giornalista  ce  la  dà  Ch.  Lalou:  Ha  egli  bi- 
sogno di  sapere  scrivere  ? 

Difatii .. 

Certamente  in  Italia  il  desiderio  insano  di  stabilire  scuole  di  giornalisti  non  na- 
scerà in  nessuno:  non  c'è  direttore  di  giornale  italiano  che  guadagni  quanto  il  più  mode- 
sto reporter  di  un  giornale  americano,  e  quando  mi  capita  di  sentire  qualcuno  che,  dopo 
di  aver  letto  per  un  soldo  un  giornale  come  il  Secolo  o  la  Tribuna,  esclama: — Ma 
in  questi  fogli  non  c'è  nulla!  —  vorrei  potergli  rispondere:  —  Pagateli  bene  i  gior- 
nali e  li  avrete  buoni;  avrete  della  gente  che  al  giornalismo  si  dedicherà  esclusivamente, 
e  ne  farà  la  sua  professione  ordinaria. 

Ma  con  questo  io  non  dico  che  il  giornalismo  si  possa  insegnare  dalla  cattedra, 
come  si  farebbe  appunto  del  greco  e  del  latino.  In  Italia  non  e'  è  che  l'onorevole  Bon- 
ghi che  lo  creda. 

Che  cosa  si  dovrebbe  sapere  per  essere  un  giornalista  vero,  per  avere  un  di- 
ploma di  giornalismo,  come  un  diploma  d'avvocato  o  di  medico  ?  Uhm  !  provatevi 
a  fissare  i  limiti  delle  svariatissime  quistioni  che  un  giornale  è  chiamato  ogni  giorno  a 
trattare,  e  allora  saprò  dir  velo. 


l'insegnamento  del  giornalismo,  289 

Un  giornalista  parigino  commentando  la  notizia  delia  Nation  ci  si  è  provato, 
naturalmente  per  colpire  col  ridicolo  la  nuova  istituzione  americana. 

Un  buon  giornalista,  egli  ha  detto,  deve  sempre  essere  pronto  a  dire  come  la 
pensa  sulle  quistioni  di  politica  estera,  che  presuppongono  la  conoscenza  della  storia 
universale,  della  storia  rispettiva  dei  popoli  e  dei  secreti  di  tutte  le  cancellerie;  esso 
deve  abbordare  con  sicurezza  tutto  ciò  che  interessa  il  perfezionamento  della  marina, 
la  tattica  e  la  strategia  ;  criticare  l'amministrazione  della  giustizia,  e  preparare  la  ri- 
forma delle  leggi  ;  fornire  la  istantanea  soluzione  di  tutti  i  problemi  penitenziari,  igienici, 
ospedalieri,  statistici  ;  trattare  di  morale,  di  metafìsica,  di  religione  e  risolvere  en 
passant  i  problemi  sociali;  avere  un'  opinione  sul  modo  di  allevare  la  gioventù  e 
sull'impulso  da  darsi  alle  arti,  alla  letteratura  e  al  gusto  del  pubblico;  affrontare  con 
la  stessa  tranquillità  il  lato  tecnico  o  economico  delle  ferrovie,  delle  miniere  e  dei 
canali;  sorvegliare  il  funzionamento  delle  poste  e  dei  telegrafi;  nulla  ignorare  di  ciò 
che  ha  relazione  con  l'agricoltura,  con  l' industria  e  col  commercio;  conoscere  a  fondo 
le  istituzioni  fiscali  e  tenersi  all'altezza  di  tutti  i  progressi  della  scienza. 

E  niente  altro  ?  a  me  pare  che  il  giornalista  parigino  si  contenti  anche  di  poco 
per  avere  —  sarei  per  dire  —  un  uomo  enciclopedico. 

E  in  quanti  anni  si  può  avere  un  diploma  di  giornalista  ?  Mi  viene  il  sospetto 
che  in  Cina,  dove  si  ha  una  laurea  di  dottore  a  quaranta  anni,  l' istituzione  potrebbe 
attecchire.  E  infatti  nel  celeste  impero  la  redazione  della  Gazzetta  uflìciale  è  affidata 
a  un  collegio  imperiale  di  scenziati  ! 

Dunque  l'istituzione  americana  —  almeno  per  l'Europa  —  non  può  avere  un'ap- 
plicazione pratica. 

Forse  è  per  questo  che  David  Anderson  allievo  di  Carlo  Dikens  e  redattore  di 
parecchi  giornali  inglesi  per  circa  trent'annij  fautore  egli  stesso  dell'  insegnamento  del 
giornalismo,  ha  fatta  una  nuova  proposta  che  sarebbe  un  tempcf-amento  a  quella  americana. 

Anch'egli  vuol  fondare  una  scuola  di  giornalismo,  ed  ecco  quel  che  si  propone 
di  fare: 

«  Ogni  mattina  andrò  al  mio  ufTicio,  aprirò  le  mie  lettere,  leggerò  i  giornali  e 
distribuirò  il  lavoro  ai  miei  allievi  come  se  fossero  miei  redattori. 

«  All'uno  dirò  : 

«  —  Alle  undici  c'è  una  rivista  ad  Hyde  Park.  Alle  tre  me  ne  darete  il  re- 
soconto in  cento  linee. 

«  All'altro  : 

ff  —  Ecco  un  articolo  di  due  colonne;  riassumetelo. 

«  Un  terzo  andrà  a  visitare  un'esposizione  di  pittura  ;  un  quarto  andrà  a  vedere 
un  nuovo  lavoro  ecc. 

«  Quando  avrò  riconosciuto  le  attitudini  dei  miei  allievi,  mi  darò  a  svilupparle.  » 

Dunque  il  signor  Anderson  vuol  tenere  un  altro  programma  :  sviluppare  le  diverse 
attitudini  di  ciascuno  studente  di  giornalismo. 

Io  non  so  di  quanti  studenti  si  componga  già  la  scuola  del  signor  Anderson, — 
perchè  bisogna  sapere  fra  1'  altro,  che  essi  devono  pagare  alla  scuola  una  retta  an- 
nuale di  2500  lire  —  ma  dubito  molto  ch'essa  possa  attecchire. 

Ammesso  che  ci  siano  degli  aspiranti  giornalisti  che  dispongano  già  di  2500 
franchi  all'anno,  a  quali  risultati  condurrebbe  la  scuola  del  signor  Anderson?  Ad  avere, 
se  non  sbaglio,  dei  redattori  competenti  soltanto  nelle  materie  in  cui  scrivono.  Fa- 
temi un  giornale  redatto  lutto  da  scrittori  competenti  nella  propria  materia,  e  prova- 
tevi a  leggerlo  ogni  giorno.  A  chi  basterebbe  il  coraggio  di  farlo  ? 

Balzac  ha  detto  in  un  suo  curioso  aforisma  : 

«  Ci  fu  un  giornalista,  che  confessava  aver  fatto  ogni  giorno  Io  stesso  articolo 
durame  dodici  anni  :  questa  confessione,  divenuta  celebre,  fa  sorridere  e  dovrebbe 
far  tremare  :  per  rovesciare  il  più  bell'edifizio,  un  muratore  non  darebbe  ogni  giorno 
Io  slesso  colpo  di  piccone  ?  » 

N.  Bernardini — Guida  dilla  Stampa  ^triadica  italiana — 19. 


290  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

Si  !  ma  quanti  giornali  cosiffatti  potrebbero  vivere  a  lungo  ? 

Non  e'  è  che  1'  on.  Bonghi  che  lo  creda  :  egli  in  un  giorno  di  stizza  ebbe  a 
dire  che  dal  minor  numero  di  lettori  si  conosce,  a  parità  di  circostanze,  la  maggiore 
bontà  di  un  giornale  in  confronto  di  un  altro. 

Se  tutti  credessero  lo  stesso,  vedremmo  scemare  precipitosamente  il  numero  dei 
giornali  e  ciascun  lettore  si  trasformerebbe  in  uno  studioso  che  apre  il  giornale  come 
un  piccolo  trattato  quotidiano  di  scienze. 

Scomparirebbe  insomma  dal  giornalismo  tutto  ciò  che  crea  la  vita,  il  movimento 
l'interesse,  la  polemica  che  alletta  ed  aguzza  l'ingegno.  Che  importa  se  ciò  che  ha 
detto  oggi  il  tal  giornale  sarà  corretto,  smentito,  calunniato  domani  dal  tal'altro  ?  Bene 
0  male  che  esso  abbia  detto  non  monta  :  il  suo  scopo  non  è  quello  di  pronunziare 
dogmi  dall'alto  del  pergamo;  ha  qualche  cosa  di  più  importante  da  compiere:  deve 
soddisfare  ogni  giorno,  ogni  ora,  ogni  minuto  la  curiosità  del  pubblico  che  vuole  il  nuovo, 
il  moderno,  l'attuale  e  lo  vuole  nella  forma  e  nel  modo  che  solo  il  giornale  può  dare. 

A  questo  modo  il  giornalista  compie  in  una  settimana  il  decuplo  del  lavoro  che 
avrebbe  compiuto  il  redattore  competente,  ma  se  avesse  fatto  diversamente  nessuno 
lo  avrebbe  letto  e  ben  pochi  lo  avrebbero  capito.  È  vero  che  questo  lavoro  può  con- 
durre al  cretinismo  un  uomo  di  molto  spirito  e  tramutare  un  poeta  in  affarista,  come 
crede  il  buon  Ghislanzoni,  il  quale  sostiene  che  per  abbrutirsi  senza  il  soccorso  del- 
l'assenzio 0  del  bitter,  basta  dedicarsi  per  una  diecina  d'anni  a  scrivere  quotidiana- 
mente l'articolo  di  fondo  in  un  giornale  politico,  ma  non  è  men  vero  che  il  bene  e 
il  male  detto  da  un  giornalista  finirà  per  produrre  ciò  che  accade  al  seminatore  di 
cui  parla  il  vecchio  Pacifico  Valussi:  molte  delle  sue  sementi  andranno  perdute,  ma 
qualcheduna  caduta  su  buon  terreno  fruttificherà  e  così  la  parola  «  gettata  tutti  i  giorni 
in  mezzo  al  pubblico  cade  in  molte  menti  ed  in  molti  cuori  e  vi  desta  pensieri  e 
sentimenti  che  non  si  arresteranno  in  que'  soli  che  li  hanno  in  se  raccolti,  ma  potranno 
produrre  buoni  effetti,  che  poi  si  estendano  da  sé  nello  spazio  e  nel  tempo:  un  po' di 
fieno  della  campagna  romana,  in  cui  era  avvolta  una  statua  di  Thorwaldsen,  portato 
con  essa  a  Copenaghen,  seminò  in  Danimarca  più  di  trenta  nuove  erbe,  che  non  vi 
erano  mai  cresciute.  » 

Non  ricordo  più  qual  papa  di  buon  senso  abbia  detto  un  giorno  eh'  egli  leggeva 
qualunque  libro  gli  capitasse  sottomano,  perchè,  per  poco  buono  ch'esso  fosse,  qualche 
cosa  di  nuovo  da  imparare  certamente  avrebbe  trovato. 

Ed  è  così  che  uno  scrittore  francese  recentemente  ha  compilato  un  volume  sulla 
Langue  vert  dei  giornali  parigini,  cioè  tutte  le  insolenze,  le  maleparole,  le  frasi  san- 
guinose che  i  giornalisti  si  sono  scambiate  in  venti  anni  di  vita  e  che  hanno  prodotto 
duelli,  processi  e  scandali  piccanti,  di  modo  che  se  oggi  un  altro  giornalista  volesse  usare 
la  stessa  frase  che  usò  il  suo  confratello,  sa  quello  ch'essa  può  fruttargli. 

Provatevi  dunque  ora  a  insegnare  il  giornalismo  dalla  cattedra,  a  uniformare  il 
mestiere  con  statuti  e  regolamenti,  a  reggimentare  una  schiera  numerosissima  in  cui 
i  migliori  e  i  più  coraggiosi,  sono  tutti  volontari  ! 

Quanti  riusciranno  ? 

Io  conosco  scrittori  dotti  e  profondi  che  hanno  insegnato  ad  una  generazione  di 
giovani,  riscuotendo  stima  e  ammirazione,  diventali  nojosi  e  pesanti  quando  si  sono 
provati  a  scrivere  in  un  giornale. 

I  veri  giornalisti  si  fanno  da  se,  giorno  per  giorno,  volta  per  volta,  lottando  con 
le  necessità  della  vita,  con  le  asprezze  del  mestiere:  ci  sono  giornalisti  famosi,  veri 
giornalisti,  che  hanno  cominciato  facendo  i  tipografi  o  i  correttori  di  bozze,  scrivendo 
venti  pagine  per  vederne  pubblicata  una,  maledicendo  il  giornalismo  come  l'ultimo 
dei  mestieri,  e  ritornando  sempre  ad  esso  come  agli  antichi  amori. 

«  E  la  sola  scuola  civile,  in  questo  momento,  ha  detto  Zola  ;  è  così  che  si  di- 
venta uomo  fra  gli  uomini  e  si  indurisce  nelle  lotte;  è  pure  cosi,  sotto  l'aspetto  spe- 
ciale del  mestiere,  che  l'uomo  può  formare  il  suo  stile  sulla  terribile  incudine  dell'ar- 
ticolo giorno  per  giorno.  » 


l'insegnamento  del  giornalismo. 


291 


E  questa  dello  stile  giornalistico,  è  secondo  me,  la  quistione  più  ardua,  l'ostacolo 
più  serio  che  qualunque  scuola  di  giornalismo,  con  qualsiasi  programma  e  sistema  essa 
voglia  costituirsi,  incontrerà  sempre. 

Come  si  fa  a  insegnare  lo  stile  da  adoperarsi  in  un  giornale  ?  esso  è  uno  stile 
speciale,  uno  stile  a  sé,  che  non  si  assomiglia  a  nessuno,  ed  è  di  tutti;  è  lo  stile  che 
solo  il  giornalista  condannato  al  supplizio  atroce  di  leggere  tanti  giornali,  in  forme, 
lingue  e  stili  diversi,  può  adoperare. 

Un  giornale  che  non  sia  redatto  nello  stile  che  adoperano  tutti  i  giornalisti,  sarebbe 
una  eccentricità  predestinata  a  cessare  dopo  una  settimana  di  prova. 

Qualche  anno  fa  il  direttore  di  un  giornale  svizzero  —  un  ingenuo,  senza  dubbio  — 
stabilì  un  sistema  di  multe  per  i  suoi  redattori  che  avessero  adoperate  delle  frasi  come 
queste  —  Ael  momento  di  andare  in  macchina;  —  il  pugnale  della  vendetta  —  gli 
annali  del  delitto  —  il  grido  della  coscienza  —  la  bilancia  della  giustizia  —  il 
nostro  corrispondente  bene  informato  che  ha  attinto  a  buone  [otiti  —  i  circoli  bene 
informati  —  le  persone  degne  di  fede,  ecc. 

Un  coro  unanime  d'ilarità  si  levò  da  tutte  le  parli,  e  i  giornali  nel  riprodurre 
dall'uno  all'altro  la  lunga  lista  di  frasi,  sentenziarono  che  i  redattori  di  questo  fortunato 
giornale  potevano  infrangere  la  penna,  essendo  loro  resa  impossibile  la  vita. 

Dopo  tutto  questo,  ditemi  ancora  che  fra  qualche  anno  le  nostre  università  avranno 
cattedre  di  giornalismo  I 


Nicola  Bernardini 


13    anni  di  Successo  Infallibile 


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riproducono  gli  avvenimenti  del  giorno,  le  feste,  le  cerimonie,  i  ritratti  d'uomini  ce- 
lebri, i  quadri  e  le  statue  che  si  sono  segnalate  nelle  Esposizioni,  vedute  di  paesi,  mo- 
numenti, insomma  tutti  i  soggetti  che  attraggono  l'attenzione  del  pubblico.  —  Il  testo 
comprende:  Settimana  politica.  Conversazioni  letterarie,  gli  Eccettera  della  Settimana 
di  Cicco  e  Cola,  Riviste  artistiche,  di  L.  Chirtani.  Riviste  storiche,  di  E,  Bonfadini, 
Riviste  geografiche,  di  A.  Brunialti,  Riviste  finanziarie,  Novelle  ed  articoli  di  De  Amicis, 
Verga,  Castelnuovo,  Cordelia,  Giacosa,  Capuana,  Barrili,  E.  Barriera,  Matilde  Serao, 
Giov.  Rizzi,  A.  Caccianiga,  a.  Marcotti,  Molmenti,  E.  De  Marchi,  G.  Faldella,  Ugo  Pesci, 
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L' Illustrazioke  Italiana  ha  corrispondenti  in  tutte  le  città  d'Italia  ed  all'estero. 
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PROVINCIA  DI  BARI 


'Hjumero    dei   Comuni:  $3  —  Topola:^ione :   679,499  —  Superficie:   K.  q.  5,926  —  "Deputali   della  provincia: 
1.  Lazzaro,  Indelli,  Sagarriga,  Petroni.  2.  Bovio,  Imbriani,  Cafiero,  Panunzio.  3.  Balenzano,  Nocito,  Melodia. 


Altamura,  Corriere  del  circondario. 
Giornale,  politico,  amministrativo,  com- 
merciale e  letterario,  nato  nel  1887.  Esce 
a  tempo  indeterminato  in  4  pagine.  Abbo- 
namento: anno  L.  5.  Un  numero  5  cen- 
tesimi. 

AUannira. 

Bajardo.  Giornale  letterario  e  di  cronaca 
locale,  nato  nel  1887.  Esce  ogni  settimana 
in  4  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  3,50. 
Un  numero  5  centesimi. 

/'arietta. 

Bollettino  annuale  della  Biblioteca  con- 
sorziale Sagarriga-Visconti-Volpi  di  Bari. 
Pubblicazione  bibliografica,  fondata  nel 
1888.  Esce  a  fascicoli  di  varie  pagine  in-8.°; 
contiene  l'elenco  delle  opere  pervenute  in 
dono,  acquistate,  ecc.  Stabilimento  tipo- 
grafico Petruzzelli  e  figli. 

Bari. 

Bollettino  mensile  dell'associazione  com- 
merciale ed  industriale  di  Bari.  Nato  Tu 
giugno  1889,  esce  in  4  pagine,  formato 
0,31^0,21.  Direttore:  Luigi  Gambarini. 
Abbonamento:  anno  L.  3.  Un  numero  20 
centesimi.  Palazzo  della  Camera  di  Com- 
mercio. 

Bari. 

Il  Comune.  Giornale  popolare,  nato  il 
3  febbraio  1889.  Esce  la  domenica  in  4  pa- 
gine, formato  0,37x0,29.  Abbonamento: 
anno  L.  4.  Un  numero  5  centesimi.  Ti- 
pografia P.  Musti,  di  Trani. 

Corata. 

Il  Corriere  delle  Puglie.  Giornale  poli- 
tico, amministrativo,  nato  il  i."  novem- 
bre 1887,  sui  ruderi  della  Settimana,  che 
ebbe  molti  anni  di  bella  vita.  Si  pubblica 
ogni  giorno  in  4  pagine  a  5  colonne,  for- 
mato 0,41  xo,57.  Lo  dirige  Martino  Cas- 
sano, già  redattore  della  Gaietta  d' Italia: 
scrive  anche  spesso  nel  Fanfulla  con  lo 
pseudonimo  di  Alabardiere;  egli  è  un  gio- 
vane che  ha  la  rara  virtù  di  conoscere  a 
fondo  l'organismo  delia  macchina  giorna- 
listica. Martino  Cassano  non  è  un  brillante 
scrittore  di  articoli  di  fondo;  ma  ha  una 
facilità  di  concezione  che  lo  rende  prezioso, 
ha  l'ardimento  dell'impresa  che  lo  rende 
simpatico,  ha  la  tenacità  dei  propositi  che 
spesso  lo  avvicina  alla  vittoria. 


Il  Corriere  ha  tipografia  propria. 

Il  giornale  ha  buoni  articoh  politici,  ab- 
bondante cronaca,  un  esteso  servizio  di 
telegrammi.  In  politica  propugna  principi! 
liberali  moderati.  Ha  speciaU  corrispon- 
denti dai  centri  più  iniportanti  delle  Pro- 
vincie di  Bari,  Foggia  e  Lecce. 

Abbonamento:  anno  L.  20,  semestre  io, 
trimestre  5.  Estero:  35,  20,  12.  Un  nu- 
mero 5  centesimi.  Inserzioni  :  50  centesimi 
la  linea  in  4/  pagina;  in  3.'  pagina  L.  i. 
Via  Andrea  da  Bari,  21,  23  e  25. 

Bari. 

Corriere  giudiziario.  Pubblicazione  quin- 
dicinale, nata  il  13  marzo  1889.  Esce  in 
fascicoli  di  16  pagine  in-4."'  -  Direttori: 
Deputato  Nicola  Balenzano  e  Giuseppe 
Alberto  Pugliese.  Abbonamento:  L.  12 
'anno.  Un  numero  50  centesimi.  Via  de' 
Rossi,  20. 

Bari. 

Don  Ficcanaso.  Giornale  umoristico  set- 
timanale, fondato  nel  1887.  Esce  in  4  pa- 
gine piccole  a  3  colonne.  Abbonamento  : 
anno  L.  5,  semestre  3.  Un  numero  5  cen- 
tesimi. Tip.  del  Commercio. 

Bari. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  gli  atti  amministrativi 
della  provincia,  fondato  nel  1860.  Si  pub- 
blica una  o  due  volte  il  mese  in  fascicoli 
di  circa  16  pagine,  e  tira  circa  600  copie. 
Abbonamento:  anno  L.  12.  Un  numero 
IO  centesimi. 

Bari. 

Fra  Melitene.  Giornale  politico,  umo- 
ristico, fondato  nel  1885.  È  il  giornale 
meglio  scritto  e  cosi  finamente  illustrato, 
ogni  settimana,  dal  valoroso  caricaturista 
Bianchi.  Vi  si  scrive  di  arte,  di  polirica, 
di  letteratura,  e  magari  di  filosofia,  ma 
sempre  con  quel  garbo  e  schietto  spirito 
che  non  scende  mai  alla  volgarità. 

I  redattori  sono  tutti  frati;  e  in  mezzo 
ad  essi  folgoreggia  la  cavalleresca  figura 
del  padre  guardiano,  —  Peppino  Catinel- 
la, come  tutti  lo  chiamano,  —  che  è  un 
fiero  templare,  perduto,  chi  sa  come,  nei 
viali  dei  nostri  giorni. 

II  giornale,  pieno  di  spirito  e  di  brio, 
si  fabbrica  alla  sera,  aella  sala  maggiore 


294 


GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


del   convento;  mentre   spumeggia   negli 
chops  la  birra. 

Esce  ogni  domenica  in  4  pagine  a  4 
colonne.  Abbonamento:  anno  L.  4,  seme- 
stre 2.  Un  numero  5  centesimi.  Via  Abate 
Gimma,  179.  Convento  proprio. 

Bari. 

La  Crioventù.  Giornaletto  letterario  umo- 
ristico, locale,  fondato  nel  1885.  Esce  ogni 
settimana  in  4  pagine  a  2  colonne.  Diret- 
tore: V.  A.  Picca.  Abbonamento:  anno 
L.  3,  semestre  1,50.  Inserzioni:  15  cente- 
simi la  linea.  Piazza  Umberto,  17. 

Molfeita. 

Il  Grillo.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, letterario,  nato  il  21  luglio  1889.  Si 
pubblica  la  domenica  in  4  pagine,  for- 
mato 0,34  ••10,23.  Direttore:  C.  Coratelli. 
Abbonamento:  anno  L.  3.  Un  numero  5 
centesimi. 

Bari. 

Juvenilia.  Periodico  artistico,  letterario, 
quindicinale,  nato  il  31  marzo  1889.  Esce 
in  4  pagine,  formato  0,33  ^0,22.  Abbona- 
mento: L.  I  per  4  mesi.  Un  numero  5 
centesimi. 

Allamura. 

Latoremus.  Giornale  democratico,  edu- 
cativo, nato  nel  gennaio  del  1889  «  a  solo 
scopo  educativo  di  progresso  civile,  e  per 
ricordare  agli  amici  ed  alle  città  sorelle 
della  gran  patria  che  noi  viviamo  di  vita 
operosa  ».  Si  pubblica  due  volte  al  mese. 
Direttore  proprietario  :  Cav.  Vito  Saraceno. 
Tipografìa  e  locali  propri. 

Spinai:(ola. 

La  Parola.  Gazzetta  del  popolo,  nata  il 
25  novembre  1888.  Si  pubblica  ogni  set- 
timana in  4  pagine  a  4  colonne.  Abbona- 
mento: anno  L.  5,  semestre  3.  Un  numero 
5  centesimi.  Inserzioni:  50  centesimi  la 
linea. 

Barletta. 

'A  Pazzaria  Pugliese.  Giornale  lettera- 
rio, amministrativo,  umoristico,  nato  nel 
1887.  Si  pubblica  ogni  settimana  in  4  pa- 
gine a  3  colonne  ed  è  redatto  in  italiano 
e  dialetto  napoletano.  Direttore:  Francesco 
Piscopo.  Abbonamento:  anno  L.  4,  seme- 
stre 2.  Un  numero  5  centesimi. 

Trani. 

Pro  Christo.  Giornale  cattolico,  fondato 
il  i.°  aprile  1888.  Esce  in  4  pagine,  for- 
mato 0,24  X  0,15.  Direttore:  Emilio  Todi- 
sco-Grande.  Trani,  tipo-litografia  Fratelli 
Maizzani. 

Bisceglie. 

Eassegna  Pugliese.  Rivista  di  scienze, 
lettere  ed  arti,  nata  nel  1884.  Si  pubblica 
ft  fascicoli  di   16  pagine  a  2  colonne  2 


volte  al  mese.  Editore:  cav.  Valdemaro 
Vecchi.  Vi  scrivono  :  il  prof.  Salandra,  Gia- 
como Arditi,  G.  Beltrani,  C.  De  Giorgi, 
C.  Bertacchi,  Orazio  Spagnoletti,  E.  Scorti- 
cati, Giuseppe  Gigli,  R.  De  Cesare,  Bovio, 
De  Luca,  Jatta,  C.  Massa,  Michele  Sini- 
scalchi, ecc. 

È  giornale  ben  redatto  e  stampato  con 
molta  venustà  di  forma  per  cura  del  Vec- 
chi, che  ha  saputo  suscitare  un  certo  ri- 
sveglio nella  morta  gora  della  letteratura 
pugliese. 

Il  Vecchi  non  solo  è  un  intelligente  e 
solerte  editore,  ma  ha  gusto  fine  e  deli- 
cato per  la  buona  produzione. 

Abbonamento:  anno  L.  7,50  -  Estero 
L.  9,50.  Via  Stazione,  Palazzo  Sarri. 

Trani. 

Il  Risorgimento  Pugliese.  Giornale  po- 
litico commerciale,  nato  nel  18S5.  Nel  1887 
mutò  il  titolo  in  quello  di  Movimento  Pu- 
gliese, poscia  in  Bollettino  di  notizie  com- 
merciali. Sospese  le  pubblicazioni,  le  ri- 
prese il  i.°  agosto  1888.  Esce  ogni  set- 
timana in  4  pagine. 

Bari. 

Rivista  di  giureprudenza.  Fondata  nel 
1876  e  diretta  dall'avv.  Giuseppe  Alberto 
Pugliese. 

Quest'opera,  che  ha  già  resi  i  suoi  be- 
nefici effetti,  è  utilissima  non  solo  agli 
studenti  di  legge,  agli  avvocati  e  magi- 
strati, ma  anche  ai  privati  cittadini,  perchè 
in  essa  è  racchiuso  quanto  di  più  impor- 
tante e  di  più  necessario  si  possa  imma- 
ginare in  fatto  di  giurisprudenza,  conte- 
nendo le  migliori  sentenze  della  Cassazione 
e  dei  Tribunali  del  regno,  e  specialmente 
quelle  della  Corte  di  Trani,  oltre  lavori  dot- 
trinali, ed  una  estesa  rivista  bibliografica. 

Di  questo  periodico  si  pubblicano  1000 
pagine  all'anno,  in  fascicoli  di  100  a  200 
pagine  in-8.° 

Editore:  cav.  V.  Vecchi. 

Abbonamento:  anno  L.  12.  Un  fasci- 
colo L.  2. 

Trani. 

La  Stampa  libera.  Giornale  politico  am- 
ministrativo, nato  nel  1889.  Direttore: 
Carlo  Filangieri.  Si  occupa  in  ispecial  modo 
degl'  interessi  della  città  di  Bari  e  provin- 
cia. Si  pubblica  ogni  giovedì  ed  all'occor- 
renza può  essere  anche  quotidiano.  For- 
mato in  4  pagine  a  4  colonne;  abbona- 
mento annuo:  L.  3.  Un  numero  e.  5.  Edi- 
tori proprietari  Fratelli  Pansini.  Corso  Vit- 
torio Emanuele,  135  e  139. 

Bari. 

Supplemento  al  Toglio  periodico  della 
Prefettura.  Organo  per  gli  annunzi  legali 


PROVINCIA  DI  BARI. 


295 


della  provincia,  fondato  nel  1876.  Esce  due 
volte  alla  settimana  in  4  pagine.  Abbona- 
mento: anno  L.  15. 

Bari. 
La  Zanzara.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, fondato  nel  1887.  Esce  ogni  do- 


menica in  4  pagine  a  4  colonne.  Direttore 
proprietario  responsabile  :  Giuseppe  La- 
serra.  Abbonamento:  anno  L.  5  -  seme- 
stre 3.  Un  numero  5  centesimi.  Inserzioni 
50  centesimi  la  linea. 

Barletta. 


Giornali  cessati: 

L'Abate  Storiecchia,  umoristico,  n.  1887  a  Bari. 

U Aculeo,  di  Andria,  diretto  da  Raffaele  Frascolla  fu  Federico. 

L'Araldo  di  Bari,  n.  14  marzo  1881,  politico,  settimanale. 

Gli  Asini,  umoristico,  settimanale,  n.  1887  a  Bari. 

L'Asino  d'Oro,  umoristico,  settimanale,  n.  1887  a  Bari. 

L'Avvenire  delle  Puglie,  politico,  quotidiano,  n.  1884. 

L'Avvenire  di  Bari,  n.  1883  col  titolo  di  Spartaco,  che  poi  mutò. 

Il  Bari,  n.  1876,  quotidiano. 

Barion,  quotidiano,  di  pubblicità,  n.  1882. 

Bollettino  della  guerra,  n.  1870  a  Bari,  quotidiano,  a  mezzo  foglio,  diretto  da  Nicola 
Vito  Pesce. 

Bollettino  di  notizie  commerciali,  n.  1888  a  Bari. 

Il  Campidoglio,  n.  1883  a  Bitonto;  organo  uiBciale  del  Circolo  Savoja. 

Capitan  Barione,  umoristico,  settimanale,  n.  13  agosto  1888.  Direttore:  V.  Stasi. 

Il  Censore,  n.  1863  a  Bari,  settimanale,  politico,  redatto  da  Pietro  Arrainio  Azzella, 
Vito  Orofino,  ecc. 

Il  Cittadino,  n.  1876  a  Bari,  politico,  settimanale.  Visse  6  anni. 

Il  Cittadino  Pugliese,  di  Barletta. 

Il  Corriere  di  Bari,  n.  1867,  quotidiano;' visse  una  dozzina  di  anni  diretto  dal  dot- 
tor F.  Colucci. 

Il  Costituzionale,  n.  1876  a  Trani,  e  poi  stampato  a  Bari,  settimanale,  moderato, 
diretto  dall'avv.  Nicola  Festa-Campanile.  Visse  5  anni. 

Il  Democratico,  n.  1882  a  Trani,  settimanale;  ebbe  breve  esistenza. 

L' Eco  Cattolica,  n.  1882  a  Bari,  bisettimanale.  Visse  un  paio  d'anni. 

Galletta  di  Bari,  n.  1879  col  titolo  di  Operaio  Barese,  che  mutò  nel  1883. 

Gaietta  giuridica  delle  Puglie,  n.  1872  a  Bari,  importante  pubblicazione  dècade  a 
grossi  fascicoli,  diretta  dagli  avvocati  G.  Capruzzi,  N.  Balenzano  e  F.  Lattanzio. 
Durò  vari  anni. 

Il  Gaiiettino,  poi  Ganettino  del  popolo,  n.  1870  a  Bari,  quotidiano,  minuscolo,  di- 
retto dall'avv.  Alessandro  Niccolò  De  Divis. 

Il  Calettino,  n.  1882  ad  Andria,  politico,  settimanale. 

Il  Giornale  di  Bari,  n.  1884,  quotidiano. 

L' Indipendente,  n.  1882  a  Trani. 

Il  Liceo  Davaniati,  n.  a  Trani  neir84  sotto  la  direzione  del  prof.  Giuseppe  Giu- 
liani. Giornale  letterario,  scientifico. 

La  Lima,  n.  1880  a  Bari,  quotidiano. 

Machiavelli,  politico  amministrativo,  n.  1882  a  Bari.  Direttori:  avvocati  G.  Capaldi 
e  Carlo  Caracciolo. 

Manfredi,  n.  1881  a  Bari,  politico  settimanale. 

Il  Mattino,  n.  1888  a  Bari,  quotidiano;  fu  diretto  per  5  mesi  da  Francesco  Terra- 
nova, poscia  da  Carlo  Filangieri. 

Mefistofele,  umoristico,  settimanale,  n.  15  luglio  1888  a  Bari. 

Il  Meridionale,  n.  1883  a  Bari,  politico,  commerciale,  settimanale. 

Il  Mascherino,  n.  1878  a  Bari,  bisettimanale,  diretto  dal  prof.  Giovanni  Sisto. 

La  Nuova  Falange,  n.  1882  a  Bari,  politico  indipendente. 

La  Nuova  Gaietta,  n.  1879  a  Bari,  politico  settimanale.  Durò  un  paio  d'anni. 

L'Ombra  di  Banco,  giornale  democratico,  settimanale,  n.  1888  a  Bari.  Direttore: 
Domenico  Giusto. 

Pantagruel,  n.  1887  a  Trani,  letterario  settimanale,  diretto  da  Giovanni  Mennuti  e 
redatto  da  una  schiera  elettissima  di  giovani  scrittori.  Visse  un  anno  soltanto. 
■  Parva  Lux,  n.  1881  a  Gioja  del  Colle;  mutò  titolo  in  Sannace;  quindicinale,  po- 
litico, diretto  dal  cav,  Vincenzo  Jacobellis. 


GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA  ITALIANA. 


Peuceiia,  giornale  commerciale,  n.  1887  a  Bari,  settimanale. 
Il  Piccolo  Corriere  di  Bari,  n.  1865,  politico  quotidiano;  visse  oltre  12  anni. 
Il  Popolo  Barese,  politico,  settimanale,  n.  1887  a  Bari.  Direttore:  G.  Gambatesa. 
La  Posta  Pugliese,  n.  1883  a  Bari,  quotidiano,  diretto  da  Giuseppe  Margiotta.  Visse 

pochi  mesi 
Il  Progresso,  politico,  settimanale,  n.  1886  a  Bari. 

La  Prosperità  del  Commercio,  n.  1882  a  Barletta,  mensile,  diretto  da  Gio.  Gervasio. 
La  Puglia  Agricola,  n.  1878  a  Bari,  mensile,  diretto  da  Sabino  Fiorese. 
La  Puglia  industriale,  n.  1887  a  Bari. 
La  Riscossa,  n.  1885  a  Bisceglie,  quindicinale. 
La  Risveglia,  n.  1877  a  Bari,  politico  settimanale;  visse  tre  anni. 
Il  Risveglio,  n.  1883  a  Trani,  politico,  sociale,  settimanale,  diretto  da  Emanuele  Bucci. 
La  Rivoluiione,  n    1865  a  Bari,  politico. 

La  Rondine  Bitontina,  n.  1883  a  Bitonto,  politico,  letterario,  quindicinale. 
Lo  Scioglimento,  amministrativo,  settimanale,  n.   1887  a  Valenzano. 
La  Settimana,  n.  1885  a  Bari,  settimanale  politico,  diretto  da  Martino  Cassano. 
La  Sinistra,  politico,  settimanale,  n.  1882  a  Bari. 
Spartaco,  n.  29  luglio  1882  a  Bari,  politico,  settimanale,  democratico. 
Lo   Studente  Appido,   n.  1881    a  Trani,  letterario,  scientifico,  diretto  da  Stanislao 

A.  Manfredi  e  Nicola  Spadavecchia. 
La  Vedetta,  n.  1882  a  Bari. 


Giuseppe  Massari 

Giuseppe  Massari  nacque  nel  1821  (i). 

Nel  1835  il  Massari  fu  mandato  a  Napoli  a  studiarvi  matematica. 
Ma  egli  credendosi  chiamato  a  diventare  un  gran  medico,  studiò  invece 
medicina  fino  a  quando,  avvedutosi  che  la  sua  era  una  vocazione  sba- 
gliata, si  diede  allo  studio  delle  lettere,  della  filosofia  e  delle  altre  scienze 
morali.  Nel  1838  lasciò  Napoli  e  tornò  in  provincia;  il  padre  creden- 
dolo compromesso  nella  Giovine  Italia  lo  fece  imbarcare  per  Marsiglia. 
Da  Marsiglia  egli  andò  a  Parigi  dove  si  strinse  con  gli  esuli  italiani 
più  chiari. 

Venuto  il  1848  fu  chiamato  a  Torino  alla  direzione  del  Mondo  il- 
lustralo, compilato  da  quasi  tutti  i  più  chiari  letterati  di  quel  tempo,  e 
del  quale  egli  scrisse  la  parte  politica,  occupandosi  specialmente  delle 
cose  e  degli  uomini  di  Francia  e  d' Inghilterra  in  relazione  all'  Italia, 
scrivendo  di  Pio  IX  col  più  ardente  entusiasmo,  e  coi  concetti  fonda- 
mentali del  Gioberti. 

Nel  gennaio  del  1848  fu  chiamato  a  Firenze  dal  Salvagnoli  per 
collaborare  alla  Patria. 

Rivide  Napoli  dopo  dieci  anni  d'esilio.  Ma  ben  presto  fu  costretto 
a  esulare  di  nuovo.  Giunse  a  Torino  poco  dopo  un  mese  dalla  batta- 
glia di  Novara.  Scrisse  prima  nel  Saggiatore,  fondato  dal  Gioberti;  poi 
diresse  la  Legge,  che  ebbe  breve  vita,  e  finalmente   entrò  collaboratore 


(i)  Bari,  nel  1885,  con  intervento  dell'on.  Spaventa,  inaugurò  un  busto  all'on.  Mas- 
sari. Come  semplice  ricordo  faccio  notare  che  a  pag.  182  dell'opuscolo  I  Casi  di  Na- 
poli, dal  29  gennaio  1848  in  poi,  di  Giuseppe  Massari,  stampato  a  Torino  1849,  tipo- 
grafia Ferrerò  e  Franco,  si  legge  :  a  Nelle  più  lontane  Provincie  ardeva  l'entusiasmo  per 
l' italiana  guerra  e  per  i  suoi  campioni  valorosi;  una  sera  nel  teatro  della  città  di  Lecce, 
capoluogo  della  mia  provincia  nativa,  si  fecero  strepitosi  applausi  a  Carlo  Alberto  ed  ai 
iUQÌ  augusti  figliuoli,  compagni  dei  suoi  pericoli  gloriosi,  emuli  delle  sue  nobili  gesta.  » 


PROVINCIA   DI   BARI.  297 

della  Gaietta  Ufficiale  Piemontesey  della  quale,  dopo  il  1856,  divenne 
direttore. 

Scrittore  di  giornali  italiani  e  corrispondente  di  giornali  esteri,  de- 
putato dalla  VII  alla  XV  legislatura,  non  ebbe  altro  scopo  che  quello 
di  difendere  la  causa  italiana,  commentando  utilmente  la  politica^  del 
Conte  di  Cavour,  della  quale  fece  apprezzare  la  grandezza  e  chiarì  gli 
intenti  anche  fuori  d'Italia,  al  quale  scopo  egli  aveva  contratte  amiche- 
voli relazioni  coi  più  autorevoli  diplomatici  francesi  e  inglesi. 

Collaboratore  della  Perseveranza  e  del  Fanjulla  per  buona  parte  de- 
gli ultimi  suoi  anni,  lo  fu  con  uno  scrupolo  singolare,  ispirato  sempre 
ad  un  sentimento  alto  di  responsabilità,  che  è  quasi  scomparso  nelle 
pubblicazioni  delle  notizie  politiche. 


Carlo  De  Cesare,  che  poi  fu  ministro  per  poco  tempo  nel  1860, 
era  corrispondente  segreto  da  Spinazzola  della  Rivista  Contemporanea  di 
Torino  e  dell'Archivio  Storico  del  Vieusseux,  nel  quale  ultimo  tra  il  '57 
e  '  58  comparve  un  lungo  articolo  sul  Progressivo  svolgimento  degli  studti 
storici  nel  reame  di  Napoli  e  di  Sicilia  dalla  2"  metà  del  secolo  18"  fino 
alla  metà  del  secolo  i^".  Quest'articolo  fece  gran  rumore,  perchè  vi  si 
asseriva  che  l'allegorico  veltro  del  primo  canto  della  Divina  Commedia, 
altri  non  era  che  Vittorio  Emmanuele.  Quando  il ,  governo  borbonico 
scoperse  la  paternità  di  tale  articolo,-  confinò  per  tre  mesi  il  De  Cesare 
a  Torre  del  Greco. 


GIORNALE  DEGLI  AFFARI 

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(.UNICO    NEL    SUO    GENERE    IN    ITALIA) 

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Abbonamento  :  anno  L.  20  —  semestre  L.  1 2  —  trimestre  L.  7  — un  mese  L.  2,50 

Esso  pubblica  dal  1875,  due  volte  la  settimana,  colla  maggiore  solleoitudine,  e  se- 
guendole nelle  loro  fasi,  coi  rispettivi  richiami  ai  numeri  precedenti,  tutte  le  aste  pub- 
bliche del  Regno,  e  grandissima  parte  di  affari  privati,  prime  e  seconde  aste,  ventesime, 
definitive,  i  definitivi  aggiudicatari,  il  tutto  in  ispcciali  rubriche  distinte,  nell'ordine  seguente: 

AGGIUDICAZIONI  DEFINITIVE  —  FORNITURE  CIVILI  e  MILITARI -LAVORI 
PUBBLICI— VENDITE.  GIUDIZIARIE,  volontarie,  demaniali,  LEGNAMI,  diverse.  Ma- 
teriale ferroviario  —  Trasporti  diversi  —  AfEari  diversi,—  Costituzioni  e^modifiche^di 
società  —  Notizie^varieiCinteressantissime)  —  Avvisi  a  pagamento. 

Esso  è  indispensabile  a  tutti  i  signori  appaltatori,  ingegneri,  periti,  costruttori,  for- 
nitori, fabbricanti  d'ogni  genere,  banchieri,  capitalisti,  possidenti,  fiitabili,  commercianti, 
negoiianti,  commissionari,  rappresentanti,  grossisti,  avvocati,  notai,  procuratori,  ragionieri, 
geometri,  società  industriali  e  commerciali,  agenzie  d'ogni  sorta,  caffettieri  ed  affaristi  in 
genere,  ecc.,  dei  quali  dovrebbe  essere  il  VADE-MEOUM  costante. 

Un  numero  di  saggio  gratis  a  richiesta. 


DIPLOMA- DOMReT  Esp.  Arti  Grafiche  -  VIENNA  1886 
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PROVINCIA  DI  BELLUNO 


Numero   dei    Comuni:    6(>  —  Popolazione  :    174,140  —  Superficie:   K.  q.   3,347 
Pascolato,  Ricci,  Rizzardi. 


Deputati   della    provincia  : 


L'Alpigiano.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo e  commerciale,  fondato  il  24  set- 
tembre del  1884.  Si  pubblica  il  lunedì,  il 
mercoledì  e  il  venerdì  di  ogni  settimana 
in  4  pagine  in  fol.  a  4  colonne.  Ha  una 
tiratura  di  circa  1000  copie.  Redattore: 
Francesco  Sandoni,  il  quale  è  anche  cor- 
rispondente del  Corriere  delia  sera  e  della 
Gaietta  di  Vme\ia.  Proprietario-Direttore: 
Avv.  Giovanni  Maresio-Bazolle.  Abbona- 
mento: L.  12  anno;  semestre  e  trimestre 
in  proporzione.  Un  numero  5  cent.  Inser- 
zioni: In  2.'  pagina  ogni  linea  0  spazio 
di  linea  L.  i.  In  3.*  pagina,  prima  della 
firma  del  gerente,  centesimi  50;  dopo  la 
firma  del  gerente  e.  25.  In  4.'  pagina  e.  io. 
Per  inserzioni  ripetute  prezzi  da  convenirsi. 
Il  giornale  ha  tipografia  propria.  Mercato 
del  Pesce. 

Belluno. 

Il  Cadore.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, nato  nel  giugno  del  1889.  Esce 


ogni  quindici  giorni.  Abbonamento:  anno 
L.  5. 

Pieve  di  Cadore. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  gli  atti  amministrativi 
della  provincia,  fondato  nel  1866.  Si  pub- 
blica ogni  mese  a  fascicoli,  e  si  distribui- 
sce gratis  ai  comuni. 

Belluno. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Creato  nel  1876;  si  pubblica 
2  volte  alla  settimana  e  più  quando  oc- 
corra. Contiene  gli  annunzi  legali. 

Belluno. 

Il  Vittorino  da  Feltro.  Conversazioni  bi- 
raensuali  educative,  nate  il  6  gennaio  1889. 
Esce  la  prima  e  la  terza  domenica  del  mese 
in  fascicoli  di  12  pagine  in  8.°,  per  cura  di 
G.  Giudici.  Abbonamento:  L.  4  anno;  un 
numero  20  cent.  Tip.  Castaldi.  Redattore: 
prof.  Antonio  Vecellio. 

Feìtre. 


Giornali  cessati: 

Bollettino  dei  Comici  Agrari  di  Belluno  e  Feltre,  mensile,  sospese  le  pubblicazioni 
nel  1888. 

Bollettino  dei  protesti  cambiari  del   Tribunale  di  Belluno. 

Gaietta  di  Belluno,  n.  agosto  1881  in  sostituzione  della  cessata  Provincia  di  Belluno. 

Panfilo  Castaldi,  n.  18Ó7  a  Feltre,  politico,  scientifico,  letterario,  organo  del  Comi- 
zio Agrario. 

Il  Risveglio  Stenografico,  n.  1883  a  Feltre,  mensile. 

Il  Tomitano,  religioso,  letterario,  politico,  n.  1872  a  Feltre,  quindicinale.  Sospese 
le  pubblicazioni  ed  ora  è  sostituito  dal   Vittorino  da  Feltre  (vedi). 

L'Ufficio  d'Affari,  n.  1884  a  Pieve  di  Cadore,  amministrativo,  commerciale. 


LA  LEGGENDA  DEL  GIORNALISTA 


Dopoché  il  buon  Dio,  creati  gli  uomini,  pensò  che  era  bene  che 
ciascuno  si  mantenesse  col  suo  lavoro,  un  giorno,  fatto  dar  di  fiato  alle 
trombe  dagli  arcangeli,  li  radunò  tutti  sopra  una  grande  piazza. 

E  quando  tutti  gli  uomini  furono  radunati,  e  Dio  li  ebbe  tutti  con- 
tati, si  fece  portare  un  gran  sacco  —  il  sacco  dei  mestieri  e  delle  pro- 
fessioni —  e  si  mise  a  distribuirli  ad  uno  ad  uno.  E  cosi  fece  che  ciascun 
uomo  avesse  il  proprio  mestiere,  procurando  di  far  le  cose  meglio  che 


300  GUIDA    DELLA.   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

fosse  possibile  per  seguir  la  giustizia.  E  così  —  per  'esempio  —  a  chi 
vide  coi  denti  e  colla  lingua  lunga,  diede  l'avvocatura  e  la  procuratura, 
chi  conobbe  manesco,  fece  militare,  chi  veloce  di  gambe,  cassiere...  e  cosi 
via  via  sino  a  quelli  che  creò  maestri  elementari  e  segretari  comunali 
in  penitenza  dei  loro  peccati. 

Finita  la  distribuzione,  il  buon  Dio  già  stava  per  congedare  gli 
uomini,  quando  dietro  al  trono  divino  una  voce  beffarda  si  udì  che  escla- 
mava: «  Ed  a  me,  o  Signore,  non  darai  la  professione?  » 

Stupì  il  buon  Dio:  difatti  egli  si  era  dimenticato  di  un  uomo  che, 
o  fosse  caso  o  fosse  arte,  era  rimasto  nascosto  fra  le  pieghe  della  por- 
pora celeste,  forse  per  ascoltare,  e  poi  criticare  ! 

—  Ma  ahimè  !  —  disse  il  buon  Dio,  oramai  la  distribuzione  è  fatta: 
come  tu  vedi  il  sacco  è  vuoto,  e  io  non  ho  più  professioni  disponibili  — 
Ah  !  soggiunse  poi  —  volgendosi  agli  altri  uomini  —  da  bravi  fighuoli, 
aiutatevi  voi  fra  tutti  a  mettere  insieme  una  professione  per  costui,  se 
no  chissà  che  scandali  si  faranno. 

Gli  uomini  —  sebbene  mormorando  —  non  poterono  dire  di  no, 
ma  come  avviene  di  chi  deve  regolare  qualche  cosa  per  forza,  natural- 
mente ciascuno  procurò  di  dare  la  parte  peggiore  della  propria  profes- 
sione... E  l'avvocato  per  esempio,  diede  le  sue  bugie,  e  l'artista  le  sue 
invidie,  il  militare  la  manìa  duellesca...  e  persino  i  maestri  elementari 
diedero  parte  delle  loro  miserie...  Solo  un  poeta  diede  i  suoi  sogni  e  il 
suo  entusiasmo. 

Immaginate  allora  che  miscuglio  di  professioni  usci  fuori  da  quel 
racimolare  —  11  buon  Dio  ne  era  desolato...  —  Ma  insomma  —  diceva  — 
che  cosa  ne  faremo  di  costui  con  questo  minestrone  ?... 

Ma  l'uomo  dalla  voce  beffarda  si  fé' innanzi  e  disse: 

—  Bah  !  Signore  !  non  mi  resta  che  fare  il  giornalista  ! 


GRANDE  FABBlllCA  NAZIONALE  DI  MACCHINE  TIPOGRAFICHE 

NORBERTO  ARBIZZONI,  MONZA 

Premiato  anche  dal  R.  Ministero  d'Agricoltura,  Industria  e  Commercio 


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im^  Vedi  Avviso  speciale  a  pag.  16 


PROVINCIA  DI  BENEVENTO 


Niimiro    dei    Comuni:    73  —  Popolazione:  238,425  —  Superficie: 
Sanna,  Riola,  Mellusì,  Polvere,  Moscatelli. 


K.  q.  :  2,ié8  —  Deputati  della  provincia  : 


Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  gli  atti  amministrativi 
della  provincia,  fondato  nel  1865.  Si  pub- 
blica ogni  mese  a  fascicoli  di  30  pagine 
e  si  distribuisce  gratuitamente  alle  ammi- 
nistrazioni provinciali.  Tira  circa  200  copie. 

Benevento. 

Gazzetta  di  Benevento.  Giornale  poli- 
tico amministrativo,  fondato  un  mese  dopo 
che  un'insurrezione  popolare  avea  abbat- 
tuti gli  stemmi  pontifici,  e  proclamata 
nel  1860  l'annessione  della  città  di  Bene- 
vento al  regno  d'Italia. 

Questo  giornale  fu  dichiarato  ufficiale 
nel  1869,  e  coll'abohzione  dei  giornali  uf- 
ficiah,  che  ebbe  luogo  a  proposta  del  mi- 
nistro Nicotera,  non  sospese  le  sue  pub- 
bhcazioni. 

La  Gaietta  di  Benevento  è  uno  dei  perio- 
dici più  antichi  delle  provincie  meridionali 
ed  ha  corrispondenti  in  molte  città  d' Italia. 

Si  pubblica  ogni  settimana  in  4  pagine 
a  4  colonne.  Direttore  :  avv.  prof,  iìnrico 


Isernia.  Collaboratori  :  avv.  Alfonso  Meo- 
martini,  Congedo  avv.  Girolamo,  Mellusi 
avv.  Antonio,  Di  Fazio  avv.  Vincenzo,  Ca- 
pozzi  prof.  Vincenzo,  ecc.  Abbonamento: 
anno  L.  8,  semestre  4.  Un  numero  io  cen- 
tesimi. Corso  Garibaldi,  428. 

Benevento. 
Mefistofele.  Giornale  politico  ammini- 
strativo, fondato  nel  1884.  Esce,  in  4  pa- 
gine a  4  colonne,  giovedì  e  domenica;  la 
domenica  in  doppio  formato  (16  pagine). 
Tiratura  1500  copie.  Direttore:  Francesco 
Anfossi.  Abbonamento:  anno  L.  7,  seme- 
stre 3,50.  Un  numero  5  centesimi.  Ufficio 
e  tipografia  propriì:  Largo  Triggio,  99 
(con  Ufficio  di  pubblicità). 

Benevento. 
Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Creato  nel  1876,  si  pubblica 
203  volte  la  settimana,  e  contiene  gli 
annunzi  legali.  Un  numero  15  centesimi. 
Non  fa  abbonamenti. 

Benevento. 


Giornali  cessati: 

Bollettino  dei  Comici  Agrari  dei  Circondari  di  Benevento  e  di  S.  Bartolomeno  in  Caldo, 
n.  1869,  mensile,  diretto  dai  professori  P.  De   Caro,  Orazio  e  Vincenzo  Albino. 

Bollettino  del  Comi:^io  Agrario  del  Circondario  di  S.  Bartolomeo  in  Caldo,  n.  1880, 
mensile,  diretto  dall'avv.  Liberatore  De  Paola. 

La  Costituzione,  politico  quotidiano,  n.  1878  a  Benevento;  direttore:  Cav.  Ernesto 
De  Simone. 

Il  Crivello,  politico  amministrativo,  n.  1885  a  Benevento,  diretto  dall'avv.  Vin- 
cenzo Navarra. 

Jole,  rivista  quindicinale,  letteraria,  n.  il  13  gennaio  1889,  diretta  da  E.  A.  Scalzilli, 
sospese  dopo  pochi  mesi  le  pubblicazioni. 

Niccolò  Franco,  politico  settimanale,  n.  1888,  direttore  avv.  N.  Cosentini. 

Il  Sabato,  politico  indipendente,  n.  188 1  a  Benevento.  Visse  un  anno. 

Il  Veltro,  pohtico  amministrativo,  n.  1888,  settimanale,  dirett.  avv.  Cesare  Pellegrini. 


I  Giornali  per  i  ciechi 

Iq  Francia  i  cicchi  hanno  tre  giornali.  Uno  non  costa  che  sette  franchi.  È  interessante  veder  leggere  questi 
giornali  con  lo  dita  altrettanto  presto,  che  noi  con  gli  occhi. 

Due  di  questi  giornali  si  pubblicano  a  Parigi.  Uno  è  intitolato  Le  Volanti  Hany  ed  è  stampato  con  ca- 
ratteri comuni;  questo  giornale  è  dedicato  ai  direttori  e  professori  degli  stabilimenti  consacrati  ai  ciechi,  ai 
padri  di  bambini  ciechi  e  finalmente  a  quanti  s'interessano  dei  quarantamila  ciechi  che  ha  la   Francia. 

L'altro,  il  Louis  Braille,  stamp.ato  con  caratteri  in  rilievo  secondo  l'ingegnoso  sistema  di  questo  nome, 
è  dedicato  esclusivamente  ai  ciechi  e  si  divide  in  due  parti.  La  prima  dà  ai  suoi  lettori  tattili  tutte  le  notizie 
e  consigli  che  possono  loro  essere  utili  e  che  altrove  non  potrebbero  trovare.  La  seconda,  intitolata  Supple- 
mento letterario,  scientifico  e  musicale  mette  i  ciechi  istruiti  al  corrente  del  movimento  intellettuale,  artistico, 
senza  il  soccorso  di  chi  ha  la  fortuna  di  vedere. 

Il  Louis  Braille  tiene  abbonati  in  Francia,  Belgio,  Svizzera,  Canada  e  dovunque  si  parla  francese. 

Direttore  di  queste  due  pubblicazioni  ò  Maurizio  de  la  Sizerane,   anche  lui  cieco  1 


^Mcio  del  giornale  ii<M(SÌ'MM^MM 

periodico  bisettimanale 
BENEVENTO 

La  tipografia  di  questo  giornale  esegue 

QU^LUIVQUE       LAVORO 

con  forti  sconti  sui  prezzi  correnti. 

L'Amministrazione   del   giornale   ha  pure  un 

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Massima  economia  —  Ottime  referenze  —  Sollecitudine  nelle  ordinazioni. 


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di  Università,  Istituti  tecnici.  Licei,  ecc. 


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Luse  elettrica  senza  motori 

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Ter  tele  grammi:  CARLO  BIGNAMI  -  MILANO. 


PROVINCIA  DI  BERGAMO 


Numero  det  Comuni  :  ^06  —  Popolaiionc  :  404,040  —  Superficie:  K.  c^.  2,Z2^—  Deputali  dilla  provincia:  i.  Spa- 
venta, Cucchi  L. ,  Suardo,  Agliardi.  2.  Roncalli,  Silvestri,  Tubi. 


L'Alto  della  Giovinezza.  Giornale  di 
didattica,  educazione  e  letteratura,  nato 
nel  1887.  È  diretto  da  Lucia  Brasi  e  com- 
pilato da  signore  e  signorine  con  gusto 
artistico.  Si  pubblica  2  volte  al  mese  in 
8  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  5.  Tip. 
Fratelli  Bolis. 

Ikrgamo. 

Atti  della  Società  industriale  berga- 
masca. Pubblicazione  scientifica.  Esce  a  fa- 
scicoli di  oltre  60  pagine  in-8.°  Tip.  Pa- 
gnoncelli. 

Bergamo. 

Bollettino  annuale  dei  doni  ed  acquisti 
della  Biblioteca  Civica  di  Bergamo.  Fon- 
dato nel  1879.  Si  pubblica  a  fascicoli  di 
oltre  20  pagine  in-8.° 

Bergamo. 

Il  Campanone.  Giornale  popolare  catto- 
lico, fondato  il  2  gennaio  1885,  dal  Co- 
mitato Diocesano.  Si  pubblica  ogni  dome- 
nica in  4  pagine  a  4  colonne,  spesso  con 
illustrazioni  in  litografia.  Abbonamento: 
anno  L.  3.  Un  numero  5  centesimi.  Tip. 
S.  Alessandro. 

Bergamo. 

Cronaca  Trevigliese.  Giornale  politico 
amministrativo,  fondato  nel  1885.  Si  pub- 
blicò ogni  settimana  in  principio.  Dal  i." 
del  1888  esce  5  volte  la  settimana;  i  nu- 
meri di  martedì  e  sabato  trattano  di  am- 
ministrazione ed  interessi  municipali  della 
città  e  paesi  circostanti.  Il  numero  del  gio- 
vedì è  totalmente  dedicato  all'agricoltura. 
Direttore:  Carlo  Razzi.  —  Il  giornale  as- 
sunse il  motto  che  Giuseppe  Giusti  desi- 
gnava per  un  giornale  che  intendeva  man- 
dar fuori:  «  Ordine  e  libertà,  quanta  ce  ne 
cape:  ecco  la  mia  bandiera.»  —  Abbona- 
mento :  anno  L.  3,30.  Un  numero  5  cent. 

Treviglio. 

Cuore  e  Critica.  Rivista  letteraria,  fon- 
data nel  1887  e  pubblicata  da  alcuni  scrit- 
tori eccentrici  e  solitarii.  Direttore  :  Arcan- 
gelo prof.  Ghisleri.  Esce  ogni  mese  a  fa- 
scicoli di  16  pagine  in  4°  a  2  colonne. 
Si  occupa  di  letteratura,  filosofia,  storia, 
scienze  penali,  economia  sociale,  ecc.  Vi 
collaborano  dotti  e  brillanti  scrittori  d'ogni 
parte  d'ItaHa,  fira' quali:  F.  Turati,  Giov. 
Bovio,  D.'  Vittorio  Bennini,  ing.  P.  Bre- 
sadola,  M.  Mariani,  ecc.  Pubblica  pure  un 


supplemento  trimestrale,  dedicato  a  qual- 
che questione  speciale.  Il  giornale  si  stam- 
pa a  Savona.  Abbonamento:  L  7,50  anno; 
sem.  L.  4;  trim.  2,25  ;  un  num-ero  cent.  60. 

Bergamo. 

L'Eco  di  Bergamo.  Giornale  politico 
cattolico,  nato  il  i."  maggio  1880.  Ven- 
ne fondato  da  una  società  di  ecclesiastici 
e  di  laici  per  sostenere  e  diffondere  nella 
provincia  e  diocesi  di  Bergamo  il  movi- 
mento cattolico  e  gì' interessi  amministra- 
tivi, commerciali,  iridustriali  e  agricoli  della 
città  e  provincia.  È  diretto  fin  dalla  sua 
origine  dal  cav.  prof.  Gio.  Battista  Caironi. 
Esce  tutti  i  giorni  non  festivi,  in  4  pagine. 
Abbonamento:  anno  L.  18.  Un  numero  e.  j. 

Bergamo. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  gli  atti  amministrativi, 
fondato  nel  1864.  Si  pubblica  ogni  mese 
a  fascicoli  di  un  numero  indeterminato  di 
pagine.  Abbonamento  :  anno  L.  6. 

Bergamo. 

Gazzetta  provinciale  di  Bergamo.  Gior- 
nale politico,  liberale,  amministrativo,  fon- 
dato nel  1872.  Si  pubblica  tutti  i  giorni 
meno  i  festivi  in  4  pagine  a  4  colonne. 
Nel  settembre  del  1882  la  direzione  fu  as- 
sunta dal  signor  Carlo  Pellican,  ma  passò 
tosto  al  signor  Luigi  Boccacci.  L'avea  te- 
nuta anche  Augusto  Bàrattani.  È  redatto 
accuratamente  ed  è  ricco  di  notizie  e  te- 
legrammi. Abbonamento:  anno  L.  18,  se- 
mestre 9,50,  trimestre  5.  Inserzioni:  4.' 
pagina  25  centesimi  la  linea. 

Bergamo. 

Memorandum.  Giornale  commerciale  e 
industriale,  nato  nel  1886.  Esce  2  volte 
al  mese  in  4  pagine  e  si  distribuisce  gratis. 

Bergamo. 

Monitore  delle  pubbliche  amministra- 
zioni. Giornale  di  giurisprudenza  ammini- 
strativa, fondato  nel  1875.  Si  pubblica  2 
volte  ai  mese  in  fascicoli  di  12  pagine. 
Tiratura  1200  copie.  Abbonamento:  anno 
L.  IO.  Un  numero  50  centesimi. 

Treviglio. 

Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Contiene  gli  annunzi  legali; 
fu  creato  nel  1876.  Si  pubbfica  2  volte  la 
settimana.  Abbonamento:  anno  L.  io. 

Bergamo. 


304  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

Giornali  cessati: 

—  U Agricoltore  Bergamasco,  n.  1882,  mensile,  diretto  dal  dott.  Cav.  G.  Grassi- Soncini. 

—  Bergamo  "Nuova,  politico,  democratico,  quotidiano,  n.   1879. 

—  L' Educaiioìie  fisica,  n,   1885  a  Bergamo,  quindicinale. 

—  Gaietta  di  Bergamo,  n.  18 14;  durò  circa  60  anni.  Estensore  proprietario  G.  B.  Cre- 

monesi. 

—  La  Libertà  d' insegnamento,  didattico,  educativo,  n.  1879  a  Bergamo,  settimanale, 

diretto  dal  prof.  Niccolò  Rezzara. 

—  Il  Movimento,  politico,  n.  1883  a  Bergamo. 

—  La  Pubblicità  Economica,  giornale  d'annunzi  n.  1887  a  Bergamo. 

—  Scaramuccia,  giornale  umoristico,  n.  1888  a  Bergamo. 

—  La  Sferra,  politico  radicale,  n.  a  Bergamo. 

Forse  oggi  saremmo  immersi  nell'ignoranza  e  nel  dispotismo  de'  secoli  andati,  se  la  mirabile  invenzione 
dell'arte  tipografica  non  fosse  giunta  in  tempo  per  generalizzare  lo  studio,  per  diffondere  le  idee,  per  procla- 
mare le  verità. 

Sesso,  Grandi  invenzioni. 


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stampato  con  Macelline  Marinoni  a  carta  continua,  noncliè  CENTO 
e  più  Giornali  editi  nelle  principali  Città  d' Italia,  vengono  im- 
pressi con  inchiostri  della  Fabbrica 


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EOMA  --  Carlo  Paisio  --  Via  S.  Ignazio,  28-29. 

NAPOLI  --  Fratelli  Olivari  —  Via  Carlo  Doria  al  Museo. 

GENOVA  —  Pedevilla  &  Preti  —  S.  Lorenzo,  3. 

A  richiesta  si  spediscono  i  prezzi  correnti. 


PROVINCIA  DI  BOLOGNA 


'K,umero  dei  Comuni:  58  —   Topolaiione :    457,474  —  Superficie:    K.  q.    3,593 
I.  Lu^li,  Baldini,  Ruggì,  Sacchetti,  Zanolini.  2,  Filopanti,  Inviti,  Musini, 


'Depulati   della  provincia  t 


Annali  della  Società  agraria  provin- 
ciale di  Bologna,  in  continuaiione  delle  Me- 
morie della  Società  medesima.  Escono  a  vo- 
lumi di  oltre  loo  pagine  in  8."  Vi  scri- 
vono: Cesare  Coretti,  Gino  Cugini,  Luigi 
Bombicci,  Antonio  Bernardi,  Ferdinando 
Belvederi,  ecc.  Tipografia  G.  Cenerelli. 

Bologna. 

Archivio  giuridico.  Rivista  di  scienze 
giuridiche  e  diritto,  fondata  nel  1870.  Si 
pubblica  ogni  mese  in  fascicoli  di  80  pa- 
gine. Tira  oltre  500  copie.  Direttore  : 
avv.  F.  Serafini.  Vi  scrivono:  Olivi,  Cri- 
vellari,  Perez-Caballero,  Perenzone,  ecc. 
Abbonamento:  anno  L.  20.  Estero:  L.  24. 
Non  si  vende  a  numeri  separati.  Tipogra- 
fìa Fava  e  Garagnani. 

Bologna. 

L'Arpa.  Giornale  letterario,  artistico  e 
teatrale,  ufficiale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  della  Reale  Accademia  filarmonica  bo- 
lognese, fondato  nel  1854  dal  dott.  cav. 
Carlo  Cardini.  Si  pubblicano  non  meno 
di  36  numeri  all'anno  in  4  pagine  a  5  co- 
lonne. Tutti  i  più  distinti  letterati  bolo- 
gnesi vi  collaborano 

Il  21  agosto  1857  la  direzione  fu  as- 
sunti dal  prof.  cav.  Gustavo  Sangiorgi  che 
la  cedette  al  conte  cav.  Pierfrancesco  Al- 
bicini  nel  luglio  1S88. 

È  uno  dei  giornali  più  stimati  e  più 
letti  perchè  ha  corrispondenti  da  tutti  i 
principali  centri  artistici  d'Europa  e  d'A- 
merica, e  perchè  contiene  articoli  di  cri- 
tica assennata  e  non  vive  di  reclame  agli 
artisti  come  la  più  parte  dei  giornali  tea- 
trali. 

Tiratura:  1000  copie. 

Abbonamento:  per  gli  artisti  di  canto 
e  ballo,  anno  L.  20,  semestre  io.  Unione 
Postale:  anno  L.  24,  semestre  13.  Per  gli 
altri  Stati:  anno  L.  40,  semestre  20.  Per 
i  non  artisti:  anno  L.  lO;  Unione  Postale: 
L.  12;  altri  Stati  L.  15.  Inserzioni:  50  cen- 
tesimi la  linea.  Via  Guido  Reni,  7. 

Bologna. 

Atti  e  memorie  della  E.  Deputazione 
di  Storia  patria  per  le  provinole  di  Ro- 
magna. Periodico  di  storia  locale,  arte,  ar- 
cheologia, ecc.,  fondato  nel  1862.  Si  stampa 
a  Bologna  e  si  pubblica  ogni  204  mesi 


in  fascicoli  che  formano  un  volume  annuo 
di  circa  500  pagine,  con  tavole.  Abbona- 
mento:  anno   L.  20.  Un    fascicolo  L.  5. 

Bologna. 

Il  Baragazzino.  Giornale  che  esce  quan- 
do gli  pare  e  piace  in  casa  di  Vattelape- 
sca,  nato  il  5  marzo  1889,  in  4  pagine, 
formato  0,37  ><  0,27.  Si  stampa  nella  tipo- 
grafia Legale  di  Bologna, 

Baraga^^a. 

Battaglia  Bizantina.  Giornale  letterario, 
artistico,  scientifico,  nato  nel  1886.  Si  pub- 
blica ogni  domenica  in  4  pagine,  su  carta 
paglierina  con  caratteri  elzeviri  a  due  co- 
lori dalla  tipografia  Azzoguidi.  Tiratura 
3000  copie. 

Il  direttore,  Antonio  Cervi,  che  firma 
Gace^  è  autore  dei  Minareti,  libro  di  prose 
e  di  versi.  Il  redattore  capo,  Orazio  Spa- 
gnoletti, che  firma  Rolla,  ha  pubblicato 
vari  saggi  di  letteratura  latina  e  le  Thalas- 
siane,  volume  di  poesie.  Nella  Bizantina 
collaborano  i  principali  scrittori  itahani. 

Nel  gennaio  del  18S7,  il  direttore  di 
questo  giornale  ebbe  un  duello  con  uno 
studente,  per  polemiche  giornalistiche. 

Abbonamento:  anno  L.  s-  Un  numero 
IO  centesimi.  Via  Cartoleria,  16 

Bologna . 

Il  Bibliofilo.  Giornale  bibliografico  fon- 
dato nel  gennaio  del  1880.  Tratta  quistioni 
di  bibliografia  antica,  di  bibliotecnia  e  di 
biblioteche;  annunzia  i  libri  nuovi,  ne  fa 
le  recensioni;  si  occupa  di  curiosità  lette- 
rarie, libri  antichi,  cimeli,  autografi,  ecc. 
Si  pubblica  ogni  mese  in  fascicoli  di  16  pa- 
gine con  copertina.  È  diretto  dal  com- 
mendatore Carlo  Lozzi,  coadiuvato  dal  fi- 
gho  Antonio  e  da  una  società  di  profes- 
sori e  amatori,  fra  i  quali:  F.  Roediger, 
E.  Facili,  P.  Riccardi,  M.  Caffi,  G.  Ange- 
lini, E.  Motta,  C.  Arlia,  A.  Bertolotti,  N.  Ba- 
rone, G.   Travali,  ecc. 

Abbonamento:  anno  L.  6  -  Unione  po- 
stale 8.  Non  si  vende  a  numeri  separati. 
Possiede  copie  della  collezione  completa. 
Via  Cane,  2,  palazzo  della  Banca  Nazio- 
nale. 

Bologna. 

Bollettino  dell'associazione  di  previ- 
denza e  mutuo  soccorso  fra  il  personale 


N.  BiRNARDiNi  —  Guida  itila  Stampa  periodica  italiana  —  20. 


306 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


delle  strade  ferrate,  sedente  in  Bologna. 
Fondato  nel  gennaio  del  1889,  esce  il  i.* 
d'ogni  mese  in  4  pag.,  formato  0,23  -a  0,1 5. 
Direttore:  Giuseppe  Corsi.  Abbonamento: 
anno  L.  1,50.  Via  Galliera,  palazzo  Mon- 
tanari. 

Bologna. 

Bollettino  dell'associazione  generale  fra 
gì'  impiegati  civili.  Fondato  il  1 2  marzo 
1889,  esce  in  8  pagine  in  8."  -  Via  Gal- 
liera, 20. 

Bologna. 

Bollettino  delle  scienze  mediche.  Gior- 
nale scientifico,  fondato  nel  1.^29.  Si  pub- 
blica ogni  mese  a  fascicoli  di  72  pagine, 
con  illustrazioni.  Ha  una  tiratura  di  1000 
copie.  Abbonamento:  anno  L.  12.  Non  si 
vende  a  numeri  separati. 

Bologna. 

Bononia  ridet.  Rivista  artistica,  lettera- 
ria, universitaria,  settimanale,  nata  nel  1888 
in  occasione  dell' Vili  Centenario  e  del- 
l'esposizione di  Bologna.  Esce  ogni  setti- 
mana in  4  pagine  a  4  colonne  con  nume- 
rose illustrazioni,  pupazzetti  e  caricature. 
Direttore:  Guido  Podrecca.  Abbonamen- 
to: anno  L.  5.  Un  numero  10  centesimi. 
Litografia  Casanova. 

Bologna. 

La  Bussola,  Organo  di  chi  viaggia,  con 
pubblici  spettacoli,  nato  il  15  aprile  1889. 
Esce  il  i."  e  15  d'ogni  mese  in  8  pagine 
in-4.°  -  Direttore:  Gallassi  Ettore.  Abbo- 
namento: anno  L.  5.  Tip.  Legale. 

Bologna. 

Camera  di  Commercio  ed  Arti.  Organo 
del  sodalizio  omonimo.  Si  pubblica  dal 
1864,  senza  periodicità  fissa,  in  4  pagine. 
Tira  oltre  1000  copie.  Abbonamento:  anno 
L.  2.  Un  numero  15  centesimi. 

Bologna. 

Corriere  della  domenica.  Giornale  poli- 
tico, economico,  agricolo,  fondato  nel  1883. 
Si  pubblica  ogni  settimana  in  4  pagine. 
Abbonamento  :  anno  L.  6.  Non  si  vende 
a  numeri  separati. 

Bologna. 

Il  Credito.  Gazzetta  degli  istituti  di  cre- 
dito e  previdenza,  fondato  nel  1887.  Si 
pubblica  due  volte  al  mese  in  8  pagine 
in-fol.  a  2  colonne.  Direttore  proprietario 
responsabile:  R.  Landini.  Vi  collaborano 
i  migliori  economisti  italiani.  Abbonamen- 
to :  anno  L.  20.  Un  numero  30  centesimi, 
arretrato  50.  Piazza  S.  Martino,  i. 

Bologna. 

Il  Disegnatore  di  ricami.  Giornale  spe- 
ciale per  le  ricamatrici,  fondato  nel  1884, 
adottato  dal  Municipio  di  Bologna  e  dagli 
Educandati  del  Regno.  Premiato  all'Espo- 


sizione Emiliana  del  1888.  Esce  il  1°  e  15 
d'ogni  mese,  in  8  pagine  con  copertina 
illustrata.  Direttore:  G  Lippi.  Abbona- 
mento: anno  L.  io;  semestre  5;  trime- 
stre 2,50;  un  numero  0,50.  All'ufficio  del 
giornale  è  annesso  un  laboratorio  dove  si 
eseguisce  qualunque  commissione  di  di- 
segni. Via  Leprosetti,  5. 

Bologna. 

La  Donna.  Pubblicazione  bimensuale  a 
fascicoli  di  16  pagine,  fondata  a  Venezia 
nel  1868  da  Gualberta  Alaide  Beccari  che 
la  dirige.  La  Donna,  trasferita  poi  a  Bo- 
logna, propugna  i  diritti  femminili  con 
idee  ispirate  ai  principii  mazziniani.  Vi 
collaborano  scrittrici  italiane  e  straniere, 
come  dice  la  testata.  Tira  500  copie.  Costa 
in  Italia  L.   io  all'anno,  all'estero  12. 

Bologna. 

L'Eco  del  Purgatorio.  Periodico  reli- 
gioso, mensile.  Direttore:  Don  Eduardo 
Pesci.  Via  Galliera,  11. 

Bologna 

Ehi  !  ch'ai  scusa.  Giornaletto  umoristico 
scritto  in  dialetto  bolognese,  nato  nel  1880. 
Si  pubblica  ogni  settimana  in  4  pagine  a 
5  colonne  con  schizzi  e  caricature,  e  si 
occupa  di  tutto  e  di  tutti  umoristicamente. 
È  molto  diffuso  in  Bologna,  e  vi  ha  un'in- 
fluenza non  indiff"erente.  Tira  3500  copie. 
Spesso  esce  in  numeri  doppi  e  anche  a 
colori.  Durante  l'Esposizione  Emiliana  pub- 
blicò 25  numeri  in  cromolitografia,  illu- 
strando l'avvenimento  con  caricature  che 
fecero  molto  chiasso.  Direttore:  Alfredo 
Testoni.  Abbonamento:  anno  L.  4.  Un  nu- 
mero 5  centesimi.  Via  Garofalo,  6. 

Bologna. 

Empcrio  di  pubblicità,  meccanico,  agri- 
colo, industriale.  Foglio  di  annunzi  com- 
merciali, agricoli  e  industriali,  fondato  nel 
1882.  Si  pubblica  il  i.'e  15  d'ogni  mese 
in  8  pagine,  con  illustrazioni,  dalla  ditta 
E.  Krell  e  C.  Si  distribuisce  gratuitamente. 
Inserzioni  :  20  centesimi  la  linea.  Via  Bat- 
tisasso,  14. 

Bologna. 

Farfallina.  Giornaletto  politico  ammi- 
nistrativo, nato  nel  1889. 

Baricella. 

Farfarello.  Giornale  delle  scuole  secon- 
darie, nato  il  2  aprile  18S9.  Esce  ogni  set- 
timana in  4  pagine,  formato  0,29  x  0,20. 
Un  numero  5  centesimi.  Via  Cavalie- 
ra,  24 

Bologna. 

La  Figlia  dell'  Immacolata.  Giornale 
cattolico,  fondato  nel  1877.  Si  pubblica  2 
volte  al  mese  in  fascicoli  di  12  pagine. 
Tira    oltre    1000    copie.    Abbonamento  : 


PROVINCIA   DI   BOLOGNA. 


307 


anno  L.  2,75.  Non  si  vende  a  numeri  se- 
parati. 

Bologna. 

Fiori  del  Carmelo.  Giornale  cattolico. 
Si  pubblica  a  fascicoli  ogni  mese  e  tira 
300  copie. 

Bologna. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi  della  provincia,  fondato 
nel  1S66.  Non  ha  ordine  fìsso  di  periodi- 
cità e  si  pubblica  a  fascicoli  di  un  numero 
indeterminato  di  pagine.  Abbonamento: 
anno  L.  18.  Non  si  vende  a  numeri  se- 
parati. 

Bologna. 

Gazzetta  dell' Emilia.  Giornale  politico 
quotidiano,  fondato  nel  1860,  all'epoca  cioè 
della  liberazione  della  città  dal  dominio 
pontificio.  É  il  più  vecchio  dei  giornali 
bolognesi,  il  più  importante  ed  il  più  dif- 
fuso. Fu  fondato  dai  f-atelli  Cuzzocrea,  ca- 
labresi, che  anche  col  mezzo  delle  inser- 
zioni ufficiali  di  cui  hanno  goduto  per  gran 
tempo  il  beneficio,  vi  si  sono  pacificamente 
arricchiti. 

La  direzione  del  giornale  fu  affidata 
dapprincipio  al  comm.  A.  Cuzzocrea,  poi  fu 
tenuta  dal  D/  Gualtiero  Belvederi,  poi  nuo- 
vamente dal  primo  e  finalmente  dal  secon- 
do. Nel  novembre  del  188S,  essendosi  riti- 
rato il  comm.  Cuzzocrea,  la  direzione  e  la 
proprietà  del  giornale  furono  assunte  dal 
Belvederi.  Il  3 1  maggio  18S9  Ugo  Pesci  as- 
sunse la  direzione  del  giornale  in  seguito 
a  cessione  fattane  dal  Belvederi  al  gruppo 
che  formava  la  sciolta  Associazione  costitu- 
zionale. Insieme  col  Belvederi  si  allontanò 
dalla  Ga^^ietta  gran  parte  della  vecchia  reda- 
zione, lo  sforzo  del  Belvederi  di  dare  al 
giornale  una  intonazione  democratica  lib> 
rale  essendo  fallito. 

Ugo  Pesci,  assumendo  la  direzione  della 
Galletta,  in  un  articolo  in  cui,  da  provetto 
giornalista,  delineava  il  suo  programma, 
respinse  l'accusa  d' intransigenza  alle  idee 
moderate  affibbiatagli  da  qualche  giornale. 
Fedele  ai  principii  fondamentali  politici 
della  parte  costituzionale  ammise  l'evolu- 
zione progressiva  del  pensiero  umano,  ag- 
giungendo queste  parole: 

n  L'immobilità  è,  secondo  me,  contraria  alle  leggi 
naturali  politiche  e  sociali  ;  ma  progredire  vuol  dire 
camminare,  nou  correre  all'  impazzata  a  rischio  del- 
l'osso del  collo.  Per  camminare  sicuri,  senza  timore 
d'essere  obbligati  a  fermarsi  od  a  retrocedere  momen- 
taneamente, bisogna  guardar  bene  dove  si  mettono  i 
piedi  e  sgombrare  pazientemente  la  strada.  Per  non 
fare  alcun  passo  falso  bisogna  tener  sempre  d'occhio 
1  principii  astratti  e  non  gli  uomini  clic  sembrano  im- 
personarli. Gli  uomini  possono  ingannarsi  e  passano; 
i  principii  sono  immutabili  e  restano.  La  politica  per- 
sonale propria  degli  Stati  giovani  da  poco  tempo  co- 


stituiti, ha  fatto  oramai  in  Italia  il  suo  tempo,  né  è 
certo  lontano  il  giorno  nel  quale  i  partiti  politici  si 
delineeranno  spiccatamente  sopra  una  questione  teorica, 
e  si  denomineranno  non  più  da  un  uomo  ma  da  un'idea.» 

La  Galletta  ebbe  sempre  a  ispiratore  lo 
illustre  e  compianto  Marco  Minghetti. 

La  Galletta  si  pubblica  ogni  giorno  in 
4  pagine  a  4  colonne;  tira  circa  6000  co- 
pie e  gode  molta  stima  per  le  sue  esatte 
informazioni  ed  i  sennati  articoli  che  con- 
tiene. 

Abbonamento:  anno  L.  18,  trimestre  5, 
un  mese  2.  Estero:  spese  postali  in  più. 
Inserzioni:  15  centesimi  la  linea  in  4.*  pa- 
gina, 50  in  3.*,  una  lira  nel  corpo  del  gior- 
nale. Un  numero  5  centesimi.  Via  Gari- 
baldi, 3. 

Bologna. 

Gazzetta  magnetico-scientifica.  Bollet- 
tino della  Società  magnetica  d'Italia  e  del 
gabinetto  di  consultazioni  magnetiche  del 
prof  D'Amico.  Fondato  nel  1869,  si  pub- 
blica per  trimestre  il  i."  di  ogni  mese  di 
gennaio,  aprile,  luglio  e  ottobre  in  4  pa- 
gine a  2  colonne,  e  si  spedisce  in  Italia  e 
all'estero  gratuitamente  Direttore  :  profes- 
sor Pietro  D'Amico.  Via  Ugo  Bassi,  29. 

Bologna^ 

MAGNETISrvlO 

Trent'  anni  di 
felice  successo  ha 
ottenuto  la  cele- 
bre sonnambula 
ANNA  D'AMICO 
e  continua  con  e- 
sito  a  dare  con- 
sulti per  malattie. 
I  signori  che  desiderano  consultarla  per 
corrispondenza,  scrivano  i  principali  sin- 
tomi della  malattia  e  spediscano,  se  pro- 
veniente d'Italia,  un  vaglia  di  L.  5,20  e 
dall'estero  di  L.  5,25  al  Professor  Pietro 
D'Amico,  Via  Ugo  Bassi,  2<),  Bologna 
(Italia). 


Il  Giornale  degli  Economisti.  Mancando 
in  Italia  un  giornale  che  pel  formato  e 
r  indole  potesse  accogliere  monografie 
scientifiche  originali  d'economia  politica 
e  seguire  il  movimento  economico  in  Ita- 
Ha  e  all'estero,  fu  fondato  a  Bologna  nel- 
l'anno 1886  questo  giornale  che  nel  1878 
aveva  sospese  le  sue  pubblicazioni  a  Pa- 
dova. Vi  scrivono:  Boccardo,  Errerà,  Lam- 
pertìco,  Laveleye,  Rossi,  Salandra,  Cognet- 
ti,  Magaldi,  ecc.É  diretto  dal  dott.  Alberto 
Zorli.  Esce  a  fascicoli  di  120  pagine  ogni 
due  mesi.   Abbonamento:   anno  L.  14  - 


308 


GUIDA   DELLA.   STAMPA.   PERIODICA   ITALIANA. 


Unione  postale  i6.  Un  fascicolo  L.  3.  Via 
Indipendenza,  14. 

Bologna. 

Giornale  dell'operaio.  Periodico  di  am- 
ministrazione comunale  e  per  gl'interessi 
delle  classi  lavoratrici,  nato  nel  18.S7.  Si 
pubblica  2  volte  al  mese  in  4  pagine.  Ab- 
bonamento :  anno  L.  6  per  il  pubblico  - 
24  per  i  soci  patroni  -  io  per  i  sindaci 
e  funzionari  pubblici.  Un  numero  io  cent. 

Bologna. 

Giornale  di  Agricoltura.  Rivista  agri- 
cola, commerciale,  industriale,  fondata  nel 
1864  dal  prof.  F.  L.  Botter.  Si  pubblica 
2  volte  al  mese  in  fascicoli  di  24  pagine, 
con  illustrazioni.  Direttore:  Ing.  Alessan- 
dro Ferretti.  Redattore:  prof.  Giovanni  Rai- 
neri. Abbonamento:  anno  L.  12.  Non  si 
vende  a  numeri  separati.  Ha  un  ufficio  suc- 
cursale a  Piacenza.  È  organo  di  molti  Co- 
mizi agrari  italiani.  Fu  premiato  con  me- 
daglia d'oro  all'Esposizione  di  Bologna. 
Via  Ugo  Bassi,  24. 

-Bologna. 

Interessi  locali.  Giornale  politico,  am- 
ministrativo, economico,  fondato  nel  1885. 
Si  pubblica  ogni  settimana  in  4  pagine. 
Abbonamento:  anno  L.  lO.  Non  si  vende 
a  numeri  separati. 

Bologna. 

L'Italia  industre,  agricola  e  commer- 
ciale. Giornale  di  annunzi  commerciali 
e  industriali.  Incominciò  le  sue  pubblica- 
zioni nel  1883  con  un  giornaletto  in  mezzo 
foglio;  ora  ha  un  metodo  tutto  speciale  e 
che  è  immensamente  piaciuto  in  patria 
ed  all'estero.  Quattro  volte  all'anno,  oltre 
il  giornale  in  fogho  pubblica  varie  edizioni 
di  libri  di  utilità  popolare,  inserendo  bel- 
lamente le  ditte  le  più  rispettabili  che  ten- 
gono l'articolo,  0  la  fabbricazione  dell'og- 
getto indicato  dal  libro  come  utile  e  ne- 
cessario. La  novità  consiste  in  questo,  che 
un  libro  d'utilità  pubblica  si  conserva,  si 
rilegge,  e  perciò  si  ha  sempre  ricordata 
questa  o  quella  ditta.  Direttore:  Roberto 
Mazzoni. 

Abbonamento:  anno  L.  2  -  1,50  per 
chi  fa  delle  inserzioni  e  gratis  ai  municipi, 
notabilità,  ecc. 

Monte  S.  Pietro. 

Lettere  ed  arti.  Rivista  letteraria,  scien- 
tifica, artistica,  fondata  il  26  gennaio  1889. 
Esce  ogni  sabato  in  16  pagine  in-4.'  Di- 
rettore :  Enrico  Panzacchi.  Vi  scrivono  : 
Carducci,  Nencioni,  Cesareo,  A.  Altobelli, 
U.  Pesci,  A.  Franchetti,  Ernesto  Masi,  T.  Si- 
gnorini, O.  Roux,  ecc.  Abbonamento:  anno 
L.  15.  Un  numero  e.  25.  Via  Cavaliera,  24. 

Bologna. 


Letture  della  domenica.  Rivista  lettera- 
ria, religiosa,  fondata  nel  1864.  Si  pubblica 
a  fascicoli  7  volte  all'anno.  Tira  parecchie 
migliaia  di  copie.  Abbonamento:  L.  12 
anno.  Tipografia  Arcivescovile. 

Bologna. 

Mamma.  Giornaletto  letterario  educativo 
per  i  bambini,  fondato  nel  18S6.  Esce  2 
volte  al  mese,  in  8  pagine,  con  illustra- 
zioni. Direttrice:  Gualberta  Alaide  Beccari. 
Tiratura:  4000  copie.  Abbonamento:  anno 
L.  I.  Un  numero  2  centesimi.  Si  stampa  a 
Rocca  San  Casciano. 

Bologna. 

Memorie  della  R.  Accademia  delle  scien- 
ze dell' Istituto  di  Bologna.  Pubblicazione 
periodica  scientifica,  fatta  a  fascicoli  in-4.'' 
di  oltre  200  pagine.  Vi  scrivono:  C.  Bel- 
luzzi,  L.  Pesci,  R.  Fabri,  L.  Farini,  G.  Tas- 
sinari, G.  V.  Giaccio,  L.  Calori,  F.  P.  Ruf- 
fini,  S.  Pincherle,  F.  Verardini,  A.  Righi, 
C.  Taruffi,  A.  Gavazzi,  ecc.  Tipografia  Gam- 
berini  e  Parmeggiani. 

Bologna. 

Il  Mercurio.  Indicatore  comm  erciale,  nato 
il  9  luglio  1889.  Esce  ogni  sabato  in  8  pa- 
gine, formato  0,41  x  0,28.  Direttore  :  Luigi 
Ornati.  Borsa  di  Commercio,  2. 

Bologna. 

Monitore  dell'elettromeopatia.  Giornale 
della  nuova  scienza  medica  del  conte  Ce- 
sare Mattei,  fondato  nel  l'SUo  col  titolo  di 
Elettromeopatia,  che  poi  mutò  nell'attuale. 
Si  pubblica  2  volte  al  mese  in  fascicoli  di 
8  pagine,  con  copertina  in  colore  di  8  pa- 
gine in  tre  edizioni  distinte,  italiana,  fran- 
cese e  inglese.  Abbonamento  :  anno  L.  6. 
Unione  Postale  8  fr.  Via  Mazzini,  46. 

Bologna. 

Il  Movimento  cattolico.  Bollettino  offi- 
ciale deìV Opera  dei  Congressi  nato  nel  1880. 
Si  pubblica  ogni  mese  in  fascicoli  di  32  pa- 
gine, e  riporta  tutte  le  notizie  che  riflet- 
tono il  movimento  cattohco.  Questo  gior- 
nale usciva  a  Venezia,  ma  dal  i."  gen- 
naio 1887  si  trasferi  a  Bologna.  Abbona- 
mento: anno  L.  3.  Un  numero  20  cente- 
simi. 

Bologna. 

Nouvelle  revue  électro-homéopatique. 
Giornale  di  medicina  omeopatica  e  scienze 
affini,  fondato  nel  1883.  Si  pubblica  due 
volte  al  mese  in  fascicoli  di  8  pagine,  re- 
datto in  francese.  Abbonamento:  L.  4  anno. 
Un  numero  15  centesimi. 

Bologna. 

L'Opinione  conservatrice.  Giornale  po- 
litico, agricolo,  industriale,  fondato  nel  1885 
col  titolo  di  Gaietta  Amministrativa,  che 
mutò  nell'attuale.  Si  pubblica  ogni  setti- 


PROVINCIA   DI   BOLOGNA. 


809 


mana  in   8   pagine.    Abbonamento:    L.  8 
anno.  Un  numero  io  centesimi. 

Bologna. 

11  Papagallo.  Primo  giornale  politico  umo- 
ristico italiano,  come  dice  nella  testata,  fon- 
dato il  5  gennaio  del  1873.  Esce  ogni  sa- 
bato in  4  pagine  a  4  colonne.  Ha  una 
tiratura  di  24,000  copie.  Le  due  pagine 
interne  sono  sempre  occupate  da  una  ca- 
ricatura a  colori,  le  altre  due  da  motti, 
freddure,  popsie,   sciarade,  aneddoti,  ecc. 

Direttore:  Augusto  Grossi. 

Il  Papagallo  fa  anche  un'edizione  fran- 
cese intitolata  Le  Perroquet. 

Abbonamento  :  anno  L.  8,50  -  seme- 
stre 4,50  -  trimestre  2,30  (per  l'Italia, 
Alessandria  d'Egitto,  Tunisi  e  Tripoli)  — 
Europa  e  America  del  Nord  :  anno  10,60  - 
semestre  5,60  -  trimestre  3,10  —  Ame- 
rica-Sud :  anno  1 5,80  -  semestre  8  -  tri- 
mestre 4,20.  Via  Venezia,  5. 

Bologna. 

11  Petroniano.  Giornale  umoristico  di  sto- 
ria patria  e  cronaca  locale,  fondato  nel  1872 
e  redatto  in  lingua  italiana  e  dialetto  bolo- 
gnese. Si  pubblica  48  volte  all'anno  in  4  pa- 
gine a  3  colonne.  Direttore:  F.  Guidicini. 
Tiratura  1400  copie.  Abbonamento:  anno 
L.  6,50.  Non  si  vende  a  numeri  separati. 
Società  tipografica  già  Compositori. 

Bologna. 

Piocolo  Faust.  Grazioso  periodico  arti- 
stico teatrale  che  si  pubblica  dal  19  gen- 
naio 1874  sotto  la  direzione  di  Alarico 
Lambertini  proprietario  responsabile  e  la 
redazione  di  O.  Cenacchi  per  la  parte  arti- 
stica. Il  Piccolo  Faust  è  stampato  con  bel- 
lissimi tipi  e  magnifica  carta;  è  organo  del- 
l'Agenzia Pietro  Ravizza  di  Milano,  e  ad 
esso  è  unita  un'agenzia  per  le  trattative  di 
vari  teatri.  Esce  ogni  giovedì  in  4  pagine 
a  3  colonne.  É  un  giornaletto  noto  e  pre- 
gevole e  tira  900  copie.  Costa  L.  6  all'anno. 
Per  l'estero  ed  artisti  di  canto  L.  8.  Dire- 
zione: Via  Garofalo,  2. 

Bologna. 

Il  Pompiere  italiano.  Giornale  per  gli 
incendi,  dedicato  ai  pompieri.  È  un'utile 
pubblicazione  nata  nel  gennaio  del  1883. 
Si  pubblica  il  i.°  d'ogni  mese  in  8  pagine 
con  illustrazioni,  a  2  colonne.  Segnala  il 
movimento  dei  pompieri,  delle  operazioni 
compiute  da  essi,  delle  nuove  macchi- 
ne, ecc.  Fondatore:  Costantino  Reyer.  Di- 
rettori proprietari  :  dott.  Emilio  Baumann 
e  dutt.  F.  G.  Valle.  Abbonamento:  anno 
L.  5.  Non  si  vende  a  numeri  separati. 

Bologna. 

La  Pratica  legale.  Monitore  giuridico, 
penale,  commerciale,  amministrativo,  mili- 


tare, fondato  nel  1886.  Si  pubblica  2  volte 
al  mese  in  fascicoli  di  8  pagine,  e  2  volte  al 
mese  dal  1877  pubblica  pure  un  Bollettino, 
come  supplemento,  in  16  pagine,  al  prezzo 
di  L.  6  all'anno.  Direttore:  avv.  Angelo 
Pallotti.  Editore  proprietario  :  cav.  uff.  Fraa- 
ctsco  Vigo,  di  Livorno.  Abbonamento: 
anno  L.  12.  Un  numero  50  centesimi.  Via 
Indipendenza,  33. 

Bologna. 

II  Propugnatore  (Nuova  Serie).  Rivista 
di  studi  filologici,  storici  e  bibliografici, 
diretta  da  Giosuè  Carducci  e  compilata  da 
A.  Bacchi  della  Lega,  T.  Casini,  C.  Frati, 
G.  Mazzoni,  S.  Morpurgo,  A.  Zenatti,  O.Ze- 
natti.  Abbonamento  (obbligatorio  per  un 
anno):  L.  18;  estero  L.  20. 

Bologna. 

La  Provincia.  Giornale  poHtico,  nato  il 
20  aprile  1889.  Esce  in  4  pagine,  for- 
mato 0,41  X  0,30.  Un  numero  5  centesimi. 
Via  Lame,  113,  p.  2." 

Bologna. 

La  Rana.  Antico  e  reputato  giornale 
politico  umoristico,  fondato  nel  1865.  Si 
pubblica  ogni  settimana  in  4  pagine  a  3 
colonne.  Le  due  pagine  interne  sono  oc- 
cupate da  caricature.  Tira  circa  4000  co- 
pie. Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  numero 
IO  centesimi. 

Bologna. 

Il  Eesto  del  carlino  -  La  Patria.  Gior- 
nale politico  amministrativo,  nato  il  2i 
marzo  1885.  Era  allora  il  più  piccolo  gior- 
nale di  Bologna  e  forse  d'Italia,  giacché 
misurava  un  quarto  dell'attuale  formato  e 
si  vendeva  a  2  centesimi.  Incontrò  subito 
il  favore  del  pubblico  e  divenne  popolare. 
Acquistato  nel  1886  dall'avv.  Amilcare  Za- 
morani,  che  ne  assunse  la  direzione,  au- 
mentò le  dimensioni  e  il  prezzo,  mante- 
nendo per  Bologna  una  difìusione  ecce- 
zionale. In  politica  è  giornale  liberale  in- 
dipendente; si  pubblica  ogni  giorno  in  4 
pagine  grandi  a  5  colonne,  ed  è  stampato 
e  redatto  con  molta  cura.  Nel  1887  com- 
prò l'altro  giornale  locale  quotidiano  La 
Patria.  Giornale  sinceramente  liberale,  ric- 
co d' informazioni,  distribuito  per  la  ma- 
teria con  avvedutezza  e  sapienza,  incontra 
sempre  più  le  simpatie  dei  lettori,  ed  at- 
tualmente è  il  giornale  più  diffuso  della 
regione  emiliana,  raggiungendo  le  20,000 
copie.  Direttore  :  avv.  Amilcare  Zaraorani. 
Redattore  responsabile:  dott.  Alberto  Car- 
boni. Vi  scrive  assiduamente  anche  il  pro- 
fessor Quirico  Filopanti.  Abbonamento: 
anno  L  18  -  semestre  9,50  -  trimestre  5. 
Estero:  francatura  in  più.  Un  numero  5 
centesimi.  Inserzioni  :  4.*  pagina  L.  0,20, 


310 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


3/  pagina  0,50,  nel  corpo  del  giornale  1,20. 
Viale  Garibaldi,  3. 

Bologna. 
Eivista  clinica  di  Bologna.  Pubblicazione 
di  scienze  mediche,  fondata  nel  1870.  Si 
pubblica  ogni  mese  in  fascicoli  illustrati 
di  un  numero  indeterminato  di  pagine.  Ti- 
ratura 1000  copie.  Abbonamento:  L.  15 
anno.  Non  si  vende  a  fascicoli  separati. 

/joJogna. 
La  Rivista  giuridica.  Giornale  teorico 
pratico  di  giurisprudenza  civile  e  commer- 
ciale, nato  nel  1873,  diretto  dagli  avvocati 
Gerardo  Mazzoli  e  Giuseppe  Diversi.  Si 
pubblica  2  volte  al  mese  in  fascicoli  di 
32  pagine.  Tira  500  copie.  Abbonamento: 
anno  L.   12.  Un  numero  60  centesimi. 

yiologna. 
Rivista  italiana  del  socialismo.  Giornale 
politico,  nato  nel  1Ò86.  Esce  ogni  mese 
in  fascicoli  di  32  pagine.  L'amministra- 
zione è  in  Imola  ove  la  Rivista  si  pubblica 
e  si  stampa;  l'ufficio  di  redazione  è  a  Lugo. 
Abbonamento  :  anno  L.  6.  Un  numero  50 
centesimi, 

Imola. 
Rivista  penale.  Pubblicazione  di  dot- 
trina, legislazione  e  giurisprudenza,  nata 
nel  1875.  Direttore:  Luigi  Lucchini,  pro- 
fessore dell'università  di  Bologna.  La  Ri- 
vista, edita  e  stampata  a  Torino,  si  pub- 
blica ogni  mese  in  fascicoli  di  ioo  pagine 
in-S."  grande,  formanti  due  volumi  ogni 
anno,  oltre  la  CoUeiione  di  Leggi  e  Codici 
ed  il  Bollettino  bibliografico.  Abbonamento: 
anno  L.  24,  estero  28.  Un  fascicolo  L.  4. 
Unione  Tipografica  Editrice  Torinese. 

Bologna. 
Santa  Cecilia.  Giornale  di  musica,  fon- 
dato il  14  maggio  1889.  Si  pubblica  a  fa- 
scicoli bimensili  di  8  pagine  in-fol.  e  con- 
tiene eleganti  composizioni  musicali  dei 
propri  abbonati,  pagine  di  buona  musica, 
insegnamenti  pratici,  ecc.  Direttore  :  Erne- 
sto Zucchi.  Il  giornale  si  stampa  a  Firenze 
nello  stabilimento  tipografico  Cappelli.  Ab- 
bonamento: L.  24  al  mese.  Via  Gari- 
baldi, 7. 

Bologna. 
La  Scienza  italiana.  Rivista  di  filosofia, 
medicina  e  scienze  naturali,  fondata  nel 
1876.  Si  pubblica  ogni  mese  in  fascicoli 
di  circa  100  pagine  con  illustrazioni.  Di- 
rettore: Comm.  Prof.  M.  Venturoli.  Abbo- 
namento: anno  L,  12.  Un  fascicolo  L.  1,25. 
Via  Marsala,  6. 

Bologna. 

II  Servo   di  Maria.  Giornale  religioso, 

fondato  il  14  gennaio  1888.  Esce  ogni  2 

mesi  in  guaderai  di  32  pagine  in-S."  Di« 


rettore:  Carlo  Acquaderni.  Abbonamento: 
annoL.  5.Tip.Arcivescovile.Via  Mazzini, 94. 

Bologna. 

La  Striglia.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, di  critica  e  cronaca  locale,  nato 
nel  1886.  Si  pubblica  ogni  settimana  in  4 
pagine.  Non  fa  abbonamenti.  Direttore: 
Ing.  Giuseppe  Ceri.  Un  numero  5  cent. 

Bologna. 

Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Fondato  nel  1876,  si  pubblica 
203  volte  la  settimana  in  un  numero 
indeterminato  di  pagine  e  contiene  gli  an- 
nunzi legali  amministrativi.  Non  fa  abbo- 
namenti. 

Bologna. 

La  Tromta  Apocalistica.  Giornale  cat- 
tolico, fondato  nel  1879.  Si  pubblica  ogni 
settimana  in  8  pagine.  Direttore  :  Don  Ber- 
nardino Negroni,  ex-frate.  Abbonamento: 
anno  L.  5.  Un  numero  io  centesimi; 

/ìologna. 

L'Unione.  Giornale  politico  quotidiano 
clericale,  fondato  nel  1879,  ufficiale  per  le 
inserzioni  degli  atti  e  dei  comunicati  della 
Segreteria  generale  dell'opera  dei  Con- 
gressi cattolici  in  Italia.  Sospese  le  pubbli- 
cazioni per  qualche  tempo;  ma  le  riprese 
nell'agosto  del  1882.  Esce  in  4  pagine  a 
4  colonne,  con  illustrazioni,  su  buona  carta 
e  con  ottimi  tipi.  Tira  1000  copie.  Abbona- 
mento: anno  L.  20,  semestre  io,  trime- 
stre 5.  Ebbe  un  supplemento  letterario: 
L' Unione  del  Lunedì.  Piazza  S  Martino, 
Palazzo  Santinelli,  i. 

Bologna. 

L'Università.  Rivista  dell'istruzione  su- 
periore, fondata  nel  1887  da  una  società 
di  professori,  allo  scopo  di  rappresentare 
l'espressione  generale,  nazionale  e  indipen- 
dente degl'interessi  morali  e  impersonali 
dell'  insegnamento  superiore  e  di  tutti  gli 
Istituti  che,  nel  loro  armonico  insieme, 
compongono  l'organismo  scolastico  della 
scienza  in  Italia. 

L'opera  quindi  che  si  prefigge  1'  Univer- 
sità è  di  trattare  le  più  importanti  questioni 
che  riguardano  l'insegnamento;  discutere 
le  riforme  organiche  e  disciplinari;  tutelare 
i  diritti  e  inculcare  i  doveri  inerenti  agli 
uffici  scolastici;  promuovere  ogni  progres- 
so nello  studio,  ecc. 

Vi  scrivono:  Villari,  Martello,  Ceneri, 
Carducci,  Cogliolo,  Virgilio,  Bertolini,  Re- 
gnoli,  Brunialti,  ecc.  Esce  2  volte  al  mese 
in  fascicoli  di  64  pagine  in-8.''  L'abbona- 
mento annuo  è  di  L.  5  per  gli  studenti, 
IO  per  i  professori,  15  per  ogni  altra  per- 
sona. Non  si  vende  a  numeri  separati, 

Boìognat 


iPROVINCIA   DI  BOLOGNA.  311 


Giornali  cessati: 

Alberghetti,  giornale  del  Comizio  Agrario,  n.  1881  ad  Imola. 

L'Amico  del  popolo,  di  Bologna,  fu  sospeso  nel  1869  dai  generale  Cadorna  per  mi- 
sure politiche. 

L'Amico  del  popolo,  socialista,  n.  2  marzo  1889  a  Bologna,  direttore  G.  B.  Lolh. 

L'Ancora,  politico, cattolico,  n.  1868  a  Bologna;  durò  sino  al  1879  nel  quale  anno 
cessò  per  dar  luogo  al  giornale  La  Pace,  in  gran  formato,  che  durò  anche  poco. 

Il  Bajardo,  politico,  amministrativo,  n.  io  febbraio  18S9  a  Bologna. 

Il  Banditore,  n.  1S83  a  Bologna,  quotidiano. 

Il  Banditore  Cattolico,  n.   1882,  settimanale,  cattolico,  di  pubblicità. 

La  Città,  giornale  d'annunzi,  settimanale,  n.  1884  a  Bologna. 

Don  Chisciotte,  politico,  democratico,  quotidiano,  n.  i."  maggio  1881  a  Bologna; 
ebbe  gran  successo  e  diffusione;  vi  scriveva  anche  Carducci.  Nel  1883  di  quoti- 
diano divenne  settimanale  e  poscia  fini  del  tutto.  Direttore:  Avv.  Barbanti;  redat- 
tore capo:  Luigi  Lodi. 

Don  Giovanni,  rivista  mondana,  settimanale,  illustrata,  n.  7  gennaio  1888  a  Bolo- 
gna, diretta  da  Virginio  Rossi. 

L' Eco  del  Valicano,  cattolico,  bisettimanale,  n.   1883,  a  Bologna. 

Eco  della  Gioventù  Cattolica  italiana,  bimensile,  n.  1869  a  Bologna,  si  pubblica  ora 
a  Roma. 

L'Elettore,  politico,  quotidiano,  n.  1872  a  Bologna,  visse  tutto  il  tempo  delle  ele- 
zioni. 

Esposiiione  illustrata  delle  Provincie  dell'Emilia,  n.  1887  a  Bologna;  40  numeri. 

Il  Fa  per  tutti,  settimanale,  di  pubblicità,  n.  1870  a  Bologna. 

Il  Felsineo,  di  pubblicità,  settimanale,  n.  15  marzo   1888  a  Bologna. 

Giornale  per  l'abolizione  della  pena  di  morte,  fondato  nel  1861  a  Bologna,  da  Pietro 
Ellero,  che  poscia  fondò  l'Archivio  giuridico.  L'Ellero  fu  anche  redattore  della 
Lega  della  Democraiia,  di  Roma,  diretta  da  Alberto  Mario. 

Il  Giubileo  Sacerdotale  del  Sommo  Pontefice  Leone  XIII,  n.  1885  a  Bologna,  mensile. 

Gtiida  per  le  arti  e  mestieri,  n  1869  a  Bologna,  rivista  per  le  classi  operaie,  lavo- 
ratrici e  industriali. 

L'Idea,  politica,  letteraria,  socialista,  in-folio,  mensile,  n.  1884  a  Bologna,  diretta 
da  E.  Gaetani-Tamburini,  che  poi  ha  dato  vita  a  numerosi  altri  giornali,  che  hanno 
avuta  brevissima  esistenza. 

La  Libera  Parola,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  2  agosto  1885  a  Medicina. 

La  Luce,  politico,  anticlericale,  n.  1886  a  Bologna. 

Monitore  commerciale  italiano,  n.   1880  a  Bologna,  giornale  d'annunzi. 

Il  Monitore  di  Bologna,  politico,  quotidiano,  n.  1860.  Visse  oltre  15  anni.  France- 
sco Carega  di  Muricce,  nato  in  Toscana,  nei  primi  mesi  del  1876  assunse  la  di- 
rezione del  Monitore  di  Bologna,  che  dopo  la  prigionia  del  barone  Franco  Mistrali 
era  passato  a  servizio  del  partito  moderato.  Il  Monitore  cessò  le  pubblicazioni  il 
30  giugno  dello  stesso  anno  e  il  di  successivo  il  marchese  Carega  fondò  e  di- 
resse un  nuovo  giornale  impetuoso  e  battagliero  intitolato  L'Alfiere.  Il  giornale 
visse  solo  quattro  mesi,  perchè  il  Carega  lo  abbandonò  a  causa  di  dispiaceri  e 
disillusioni  che  gli  cagionò  la  politica.  Il  Carega,  che  fu  anche  deputato,  si  recò 
poscia  in  America  donde  scrisse  lettere  magnifiche  alla  Gaietta  d'Italia. 

■  Il  Moto,  politico,  economico,  democratico,  n.  i88o  a  Imola,  bimensile. 

•  L'  Operaio   'Nazionale,  rivista  settimanale,  agricola,  commerciale  per  le  associazioni 

di  mutuo  soccorso  in  Italia,  n.  1879  a  Roma,  poscia   trasferitosi  a  Bologna;   di- 
rettore Alfonso  Gibelli,  redattore  Enrico  Zirani. 

■  Pagine  Sparse  (Preludio),  n.  1876  a  Bologna,  fondato   da  Edoardo   Alvisi,  storico 

insigne,  con  la  collaborazione  di  valenti  scrittori,  fra  cui  Carducci  e  Panzacchi. 

•  La  Patria,  politico,  quotidiano,  progressista,  n.  1874  a  Bologna,  direttore  Eugenio 

Sacerdoti.  Si  fuse  col  Resto  del  Carlino  (vedi). 

•  Il  Pensiero  di  Bologna,  politico,  letterario,  settimanale. 

-  Il  Reno,  politico,  quotidiano, n.  2  gennaio  1888  a  Bologna;  direttore:  Telesforo  Sarti. 

■  La  Riforma  Sociale,  organo  dei  religiosi  e  terziari  francescani,  n.  a  Bologna,  settira. 

-  La  Romagna,  giornale  politico  quotidiano,  organo  della  Consociazione  repubblicana 

romagnola,  n.  i.'  gennaio  1885  a  Bologna;  redattore  Giuseppe  Nardi, 


312  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

—  La  Rondine,  letterario,  settimanale,  n.  4  aprile  1886  a  Bologna.  Direttore:  Camillo 

Vincenti. 

—  La  Settimana,  politico  commerciale,  n.  17  gennaio    1883  a  Bologna  col  titolo  di 

Banditore  che  conservò   sino  al  1885,  nel  quale   anno   cambiando  titolo  diventò 
di  quotidiano  settimanale. 

—  Staffile  II,  politico,  satirico,  settimanale,  n.  1871  a  Bologna. 

—  La  Stella  d'Italia,  politico,  quotidiano,  fondato  nel  1878  a  Bologna  dal  barone  Mi- 

strali,  appena  uscito  di  carcere,  dove  si  trovava  per  delitti  comuni.  Il  Mistrali  mori 
nel  1880  e  il  giornale  continuò  sino  a  pochi  anni  fa,  come  organo  dell'on.  Gio- 
vanni Lugli.  Diressero  il  giornale  successivamente  l'avv.  Luigi  Roversi,  l'mg.  Ve- 
rardini,  il  signor  Ruggero  Bonatozzi  e  finalmente  il  signor  F.  A.  Lanza  (1885). 
^  Supplemento  all'  Aunuario  Teatrale,  settimanale,  n.  1881  a  Bologna,  diretto  da  Pie- 
tro D.  Sudriè. 

—  La  Voce  Cattolica,  di  Bologna. 

—  Utile-Dulci,  a.  1844  ad  Imola,  era  fatto  dal  Galeati  e  diretto  dallo  storiografo  An- 

tonio Vesi. 

X 

Il  senatore  Berti-Pichat,  morto  a  Bologna  nel  1878,  fondò  nel  1840  11  Felsineo,  il 
quale  benché  non  potesse  occuparsi  che  solo  di  cose  agricole,  pur  trovava  modo  di  sinda- 
care il  governo  pontificio  e  invocarne  uno  migliore.  Nel  giornale  avevano  parte  Augu- 
sto Aglebert,  Marco  Minghetti,  morto  nel  dicembre  del  1886,  ed  altri  patrioti.  Nel  1846 
(luglio)  il  Berti  intraprese  opportunamente  le  pubblicazioni  à&W Italiano,  il  cui  titolo 
era  tutto  un  programma,  e  il  quale  predicava  l'indipendenza  della  nazione  e  la  guerra 
allo  straniero.  Proclamata  la  guerra,  il  Berti,  nell'ultimo  numero  di  quel  foglio,  dichiarò 
che  per  lui  come  pei  suoi  coetanei  era  giunto  il  momento  di  cessare  dalle  parole  e 
d'impugnare  la  spada.  Smise  il  giornale  e  parti  pel  Veneto. 


Nella  dotta  Bologna,  il  giornalismo  è  tutto  rappresentato  da  fogli  di  piccole  pro- 
porzioni, abbastanza  accaniti  fra  di  loro,  abbastanza  diffusi  e  abbastanza  letti  avida- 
mente ;  ma  non  abbastanza  autorevoli,  se  si  tien  conto  dell'antica  e  classica  importanza 
della  città  donde  escono. 

(Giornale  dei  Giornali,  i88o.) 


GIORNALI  E  GIORNALISTI  BOLOGNESI 


La  Gazzetta  di  Bologna 

(1796) 

Nell'anno  di  grazia  1796  Bologna  aveva  un  giornale  che  si  chiamava  appunto 
Gazzetta  di  Bologna.  Sua  Saniiià  papa  Pio  VI  permetteva  che  i  suoi  fedeli  sudditi 
sapessero  pur  qualche  cosa  di  quel  che  succedeva  a  questo  mondo,  ma  voleva  altresì 
che  le  notizie  fossero  comunicale  omeopaticamente  ed  in  ogni  caso  col  correttivo 
delle  riflessioni  ortodosse. 

La  Gazzetta  di  Bologna  veniva  alla  luce  ad  ogni  tre  giorni  in  quattro  carte 
stampate  in  doppia  colonna,  con  caratteri  orribili.  11  foglietto,  alto  una  spanna,  con- 
centrava in  sé  le  notizie  dell'universo  mondo,  tagliale  e  potate  ad  uso  dei  sudditi 
pontificii.  Ma  è  curioso  leggere  quel  che  fu  stampato  nei  momenti  più  critici. 

Il  sabato  18  giugno  1796,  il  giornale  cominciava  cosi:  «  La  Santità  di  Nostro 


PROVINCIA   DI   BOLOGNA.  313 


Signore  con  sommo  contento  dei  suoi  amatissimi  sudditi,  mediante  il  beneficio  di  una 
sanguigna,  non  solo  si  è  liberata  dal  raffreddore,  ma  anche  da  una  tosse  convulsa 
assai  penosa  k  E  le  notizie  della  guerra  d'Italia  sono  fatte  in  modo  che  tutto  lo 
sforzo  del  generale  Bonaparte  sembra  concentrarsi  sopra  Mantova.  Chi  sta  a  quei  fogli 
vede  la  pace  e  la  sicurezza  rfgnare  negli  stati  pontifici.  Troviamo  notizie  di  delitti 
commessi  da  soldati  francesi  in  Lombardia,  ma  per  quel  che  riguarda  lo  Stato  Re- 
mino non  si  trovano  che  canonizzazioni  di  santi  o  complimenti  ai  cardinali.  L'età 
dell'oro  in  uno  Stato  teocratico. 

Eppure  la  tempesta  era  vicina.  Tra  il  numero  49  e  il  numero  50  della  povera 
Gazzetta  di  Bologna  passi  quasi  un  mese,  poiché  quest'ultimo  numero  non  esce  che 
il  martedì  12  luglio.  Ed  ecco  come  la  povera  Gazzetta  se  la  cava:  riporto  le  sue 
parole  perchè  sono  un  documento  storico  di  qualche  importanza:  <  Nel  breve  tempo 
che  qui,  come  in  altri  paesi,  è  cessato  l'ordinario  corso  di  questi  fogli  periodici,  al- 
cuni di  altre  città  non  hanno  omesso  di  pubblicare  con  egual  lode  ed  ammirazione 
quanto  è  presso  di  noi  avvenuto  nel  corso  di  pochi  giorni.  Ripigliandosi  però  ora  la 
pubblicazione  degli  stessi  fogli,  nulla  abbiamo  noi  da  aggiungere  a  ciò  che  ha  sparso 
già  ampiamente  la  fama  intorno  a  questo  avvenimento,  ed  è  soltanto  nostro  dovere 
a  propagare  per  mezzo  della  fama  medesima  i  sentimenti  della  nostra  gratitudine. 
Questa  sola  virtù  tiene  luogo  di  tutti  quegli  encomi  che  non  ci  sarebbe  possibile  tri- 
butare alla  generosa  nazione  francese,  e  per  essa  all'invitto  supremo  comandante  delle 
vittoriose  sue  truppe.  » 

Si  vede  che  i  redattori  della  Gazzetta  ringraziavano  a  denti  stretti,  e  che  il 
loro  entusiasmo  non  era  così  grande  come  vorrebbero  far  credere.  Essi  protestano 
che  della  vera  libertà  «  perchè  appoggiata  sull'osservanza  delle  patrie  leggi  daranno 
sempre  incontrastabili  prove  nei  loro  fogli  ;  »  e  come  prima  prova  della  loro  docilità 
alla  libertà  nuova,  protestano  che  riferiranno  «  ognora  imparzialmente  quanto  verrà 
loro  scritto  da  ogni  parte,  attenendosi  specialmente  alle  notizie  ministeriali,  senza  mai 
nulla  affermare  o  contraddire  che  da  questa  parte  non  derivi.  »  Nientemeno  !  Questo 
si  chiama  proprio  essere  ingenui.  Un  giornale  ministeriale  di  questi  giorni  non  con- 
fesserebbe così  tranquillamente  la  propria  officiosità. 

E  a  suggello  della  propria  officiosità,  la  Gazzetta  porta  un  manifesto  del  quale 
ecco  la  parte  piiì  importante  : 

«  Il  signor  generale  Bonaparte  comandante  in  capite  dell'armata  della  repub- 
blica francese  in  Italia,  ha  chiamato  a  sé  il  Senato  di  questa  città;  gli  ha  significato 
che  informato  egli,  anche  prima  del  suo  arrivo,  delle  antiche  prerogative  e  privilegi 
lasciati  alla  città  e  provincia  quando  venne  in  poter  dei  pontefici  e  come  questi  sieno 
stati  in  ogni  tempo  lesi,  intende  di  restituire  alla  città  stessa  la  sostanza  del  suo  antico 
governo. 

«  In  conseguenza  di  ciò  rimane  abolita  ogni  autorità  vegliante  fin  ora,  e  tutto  il 
potere  legislativo  e  governativo  si  riconcentra  per  ora  nel  Senato,  onde  dar  luogo  a 
più  matura  deliberazione  per  ridonarle,  dipendentemente  anche  dall'opinione  pubblica, 
quella  forma  di  governo  che  si  approssimi  all'  antica,  dovendosi  però  dal  Senato 
istesso  prestare  in  di  lui  mani  il  giuramento  di  fedeltà  alla  repubblica  francese  e  di 
esercitare  questo  potere  sotto  la  dipendenza  di  lui  stesso,  finché  qui  si  trattenga,  ed 
in  di  lui  assenza,  di  quel  comandante  che  deputerà  a  far  le  sue  veci.  Il  qual  giu- 
ramento si  dovrà  ugualmente  dare  in  mino  del  Senato  dai  deputati,  »    ecc. 

Dunque,  quando  poi  le  provinole  conquistate  si  dolsero  di  essere  cadute  sotto 
la  sferza  dei  francesi  e  più  tardi  sotto  la  tirannide  napoleonica,  avevano  torto.  Na- 
poleone aveva  parlato  chiaro  ed  avea  detto  alto,  ed  in  atti  ufficiali,  che  i  poteri 
legislativo  e  governativo  dovevano  agire  sotto  la  dipendenza  dei  francesi  e  prestare 
giuramento  di  fedeltà,  il  giornale  ufficioso  nello  stesso  numero  mostra  coli'  esempio 
quel  che  costi  il  non  accettare  volentieri  la  libertà  napoleonica  e  narra  gli  eccidi  di 
Lugo  evidentemente  dedicandoli  ai  cittadini  come  ammaestramento.  Dice  ; 


314  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALLA.NA. 

«  Per  il  più  deplorabile  accecamento,  la  misera  città  di  Lugo  nella  Romagna  bassa, 
cui  si  unirono  molte  genti  delle  terre  vicine,  determinatasi  a  volere  colle  armi  re- 
sistere alle  vittoriose  truppe  francesi,  si  è  procacciata,  colla  morte  di  molti  suoi  abitanti, 
il  saccheggio  di  tutte  le  sue  sostanze,  e  senza  un  tratto  della  francese  generosità  sa- 
rebbe stata  dai  fondamenti  distrutta.  La  punizione  di  quei  miseri  che,  siccome  è  ben 
da  credere,  non  costi  alle  armi  francesi  che  l' impiego  di  poche  ore,  ha  ugualmente 
servito  di  salutare  esempio  a  chi  fosse  tentato  d'  imitarli,  ed  ha  maggiormente  fatto 
conoscere  la  prudenza  di  quelli  che  volontariamente  e  di  buon  animo  sonosi  affidati 
alle  immancabili  promesse  di  una  nazione  invitta,  »   ecc.... 

Mi  pare  che  questo  sia  parlar  chiaro.  Dipendenza  dalla  repubblica  francese,  giu- 
ramento di  fedeltà,  repressione  e  saccheggio  in  caso  di  resistenza che  razza  di 

libertà  potevano  sperare  i  cittadini  dalle  armi  francesi  ?  Nessuna.  Perchè  dunque  si 
seguita  a  dire  da  molti  storici  che  la  speranza  di  libertà  so'ievò  i  popoli  a  muovere 
entusiasticamente  incontro  a  Napoleone  ?  Ma  1  così  si  scrive  la  storia  ! 

0.    GUERRINI. 


Minghetti  giornalista 

Dal  libro  di  Memorie  di  Marco  Minghetti  pubblicato  dalla  solerte 
casa  editrice  L.  Roux,  togliamo  questo  tratto  che  illustra  un  periodo 
poco  noto  della  vita  dell'uomo  di  Stato  bolognese. 

Ho  detto  che  nelle  nostre  Conferenze  Agrarie  delle  quali  era  organo  il  Felsineo, 
si  toccavano  anche  prima,  sebbene  timidamente,  argomenti  economici  e  morali.  Ora 
questa  parte  pigliava  il  primato  e  distaccavasi  dall'altra  e  si  facevano  adunanze  setti- 
manali, delle  quali  io  era  Presidente,  o  come  dicevasi  allora,  moderatore.  Anche  il 
Felsineo  mutava  indole.  Alle  materie  agrarie  sottentravano  le  materie  civili,  al  Pichat, 
direttore-proprietario,  una  Società  Editrice. 

Trovo  che  questa  Società  si  rivolse  al  Governo  per  ottenerne  il  permesso,  e  nella 
petizione  diceva:  una  difficoltà  assai  rilevante  nella  pubblicazione  di  ogni  opera  perio- 
dica è  la  molteplicità  dei  censori.  Perchè  al  presente  tale  è  l'ordine  che  in  Bologna 
regge  la  stampa  in  questa  materia  : 

1 .  Approvazione  del  Censore  letterario. 

2.  Id.  Id.       ecclesiastico. 

3.  Id.  Id.       politico. 

4.  Id.  id.       del  Sant'Ufficio. 

5.  Publicetur  del  Vescovado. 

6.  Id.         della  Polizia. 

7.  Ultima  verifica  del  Sant'Ufficio. 

Ora,  dicevamo  noi,  egli  è  evidente  che  il  doversi  munire  di  tutti  questi  per- 
messi genera  delle  difficoltà  che  non  si  riscontrano  presso  alcun  Governo,  comecché 
assoluto,  e  formano  un  ostacolo  alla  spedita  e  regolare  pubblicazione. 

I  sottoscritti  adunque  invocherebbero  dall'autorità  superiore  che  fosse  delegato 
specialmente  un  Revisore  o  due  al  più,  e  loro  si  rimettesse  tutto  il  carico  dell'esa- 
minare e  permettere  la  stampa  degli  articoli  per  il  giornale. 

Già  con  questa  domanda  s' indicava  la  necessità  di  una  legge  sulla  stampa  che 
venne  di  poi. 

Eccomi  dunque  fatto  giornalista  insieme  al  Pizzo'!,  al  Montanari  che  era  abate, 
e  a  Rodolfo  Audinot,  oltre  i  due  antichi  collaboratori.  Non  mai  fu  intrapresa  opera 
con  maggior  sincerità,  e  con  più  viva  speranza  di  giovare,  e  oggi  riguardando  indietro, 
ne  fo  questo  giudizio  che  il  giornale  aveva  assai  men  valore  di  quello  che  per  la  cir- 
costanza dei  tempi  gli  fu  attribuito  universalmente.  Ma  nei  sette  mesi  i  he  lo  diressi  ho 


PROVINCIA  DI  BOLOGNA. 


315 


coscienza  di  non  esser  mai  venuto  meno  consapevolmente  alla  verità  e  di  non  avere 
mai  adulato  né  privati  uomini,  né  Governo,  ne  popolo  per  andare  ai  versi  di  qualcuno. 
Questa  è  la  prima  ed  unica  volta  che  sono  stato  giornalista,  perchè  dopo  quel  tempo, 
sebbene  talvolta  e  ad  opportunità,  abbia  scritto  qualche  articolo,  non  ho  mai  più  par- 
tecipato alla  redazione  di  un  giornale.  Cosa  difficilissima  quand'è  presa  sul  serio;  ma 
pur  troppo  spesso  non  è  che  un  ludo  d'impudenza,  un  traffico  delle  lettere,  uno  sfogo 
di  ire  partigiane.  E  la  stampa  non  fu  piccola  cagione  dei  guai  dell'Italia  negli  anni 
successivi  a  quello  di  che  parliamo.  Quando  gli  uomini  moderati  che  avevano  preso 
la  direzione  della  stampa  furono  assunti  al  governo  della  cosa  pubblica,  i  demagoghi 
s' impossessarono  dei  giornali  e  ne  furono  strumento  di  passione  e  di  disordine  .     . 

Un  giorno,  veni'anni  più  tardi.  Luigi  Napoleone,  Imperatore  dei  Francesi,  conver- 
sando con  Emilio  Visconti-Venosta  sul  destino  avvenire  d'Europa,  gli  addimandava 
se  egli  credesse  che  la  libertà  della  stampa  potesse  essere  istituzione  durevole.  La 
dimanda  è  strana  in  un  uomo  del  nostro  tempo  e  che  aveva  come  lui  fatto  tante 
esperienze  dal  carcere  al  trono.  Risiaurare  la  censura  in  un  regime  di  libertà  non  è 
cosa  possibile,  e  bisognerebbe  che  questa  fosse  tutta  sommersa  perchè  quella  perisse. 
La  stessa  facilità  meccanica  di  raccogliere  la  parola  e  di  riprodurla  a  infinite  copie, 
rende  vana  ogni  congettura  di  freni.  E  questo  ben  vedeva  Pellegrino  Rossi  sin  dal 
tempo  del  quale  parlo,  il  quale  ragionando  meno  di  una  legge  sulla  stampa,  soleva 
ripetere  essere  impossibile,  e  tranne  la  querela  dell'offesa  privata,  al  restante  solo  ri- 
medio potersi  trovare  nel  costume. 

Adunque  fui  giornalista  per  sette  mesi,  ma  non  passarono  guari  settimane  che 
fra  noi  e  gli  antichi  scrittori,  come  il  Pichat,  nacquero  dissensi,  sicché  il  Pichat  portò 
i  suoi  penati  in  un  altro  giornale  che  intitolò  V  Italiano.  Già  nel  1847  cominciavano 
a  manifestarsi  certi  screzi  d'opinioni.  Per  noi  la  condizione  attuale  delle  cose  era  una 
base  sulla  quale  dovevasi  costruire  un  edificio  di  governi  savii  e  liberali;  per  altra 
via  un  mezzo  a  fini  diversi  politici,  e  questi  erano  quelli  che  gridavano  più  alto  Viva 
Pio  JX,  e  rimproveravano  a  noi  di  essere  tiepidi  ammiratori  di  quel  principe  che 
ora  sollevavano  sugli  altari  per  rovesciamelo  poco  appresso. 


Il   Matto 

Non  è  molto  un  amico,  mostrandomi  la  sua  piccola  biblioteca  ove  sono  tanti 
appetitosi  ricordi  d'arte  e  di  storia  bolognesi,  mi  posò  sotto  gli  occhi  un  piccolo  car- 
tolare rosso  in  mezzo  al  quale  campeggiava,  a  piccole  lettere  dorate,  la  misteriosa 
leggenda:  Opera  pia. 

Apersi  la  copertina  e  trovai  con  mio  grande  stupore  la  collezione  del  Matto,  il  bril- 
lante e  battagliero  giornale  pubblicatosi  quindici  anni  or  sono  (1  874)  con  tanto  successo. 

Non  si  tratta  che  di  tredici  numeri;  ma  quale  sfolgorio  in  quelle  poche  pagine; 
che  scintillio  di  ingegno;  che  gagliardia  di  polemica  fiera  e  simpatica  ! 

Allora  io  era  poco  più  che  un  ragazzo;  ma  ho  viva  ancora  nella  mente  l'ansia, 
l'aspettazione  intensa  che  precedeva  ogni  numero. 

Perchè  quel  piccolo  foglio  di  carta  stampata  rappresentava  il  grido  di  indigna- 
zione e  di  protesta  di  tutta  una  città  contro  un  uomo  solo  che,  padrone  di  due  gior- 
nali, vituperava  quotidianamente  gli  uomini  e  le  cose  più  sacre  alla  patria,  predicando 
la  moralità  egli  che  in  nessun  modo  poteva  invocarla  e  neppure  ne  aveva  alcun  diritto. 

Ma  per  ben  comprendere  non  solo  il  favore  dal  pubblico  accordato  al  Matto, 
e  il  meritato  elogio  di  opera  pia  datogli  molto  giustamente  dai  posteri,  sarebbe  n 


316  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

cessarlo  tornare  col  pensiero  a  parecchi  anni  addietro,  a  quei  periodo  fatale,  in  cui 
la  cittadinanza  assisteva  quotidianamente  allo  spettacolo  ributtante  di  un  uomo  senza 
principi,  senza  fede  e  senza  moralità,  il  lenone  di  tutti  i  partiti  politici,  e  sensale  di 
tutti  gli  affari  loschi,  il  diffamatore  di  tutte  le  notabilità  e  di  tutte  le  onestà  più  pure 
e  immacolate,  il  protettore  di  tutti  gli  ingegni  vili  e  mediocri  che  s'imponeva  collo 
scandalo,  che  minacciava  col  libello,  che  tentava  di  pervertire  la  coscienza  degli  uomini 
con  tutti  i  lenocinli  della  penna. 

Quando  venne  a  Bologna,  si  seppe  una  cosa:  che  a  Milano,  alcuni  galantuomini 
nauseati  del  nefando  spettacolo,  che  aveva  dato  di  se,  e  delle  ingiurie  sparse  a  piene 
mani  dappertutto,  gli  avevano  somministrata  una  solenne  dose  di  legnate,  esponendo 
poi  nella  vetrina  di  uno  dei  principali  negozi!  della  Galleria  Vittorio  Emanuele  il  ba- 
stone del  quale  si  erano  serviti  con  un  cartellino  che  diceva: 

—  Questo  bastone  si  è  spezzato  sulla  gobba  del  barone  F...  M- 
Appena  arrivato  però  incorniciò  la  sua  opera  di  distruzione    sulle    colonne    del 
Monitore  e  del  Piccolo  Monitore  che  egli  fondava  contemporaneamente,  e  dove  alla 
sua  continua  apologia  faceva  seguire  quotidianamente  il  vituperio  disgustoso  di    tutti 
i  buoni,  e  l'esaltazione  di  tutti  i  cattivi. 


Tale  cosa  naturalmente  piiì  che  stancare  stomacò;  e  fu  essa  che  diede  argomento 
ad  un  pugno  di  giovani  valorosi  alla  fondazione  di  un  giornale  che  raccogliesse  il 
grido  di  indignazione  della  nostra  città. 

E  con  vero  entusiasmo  fu  salutala  l'apparizione  del  primo  numero  del  Matto  al 
quale  collaborarono  con  uguale  entusiasmo  e  fortuna  :  Giosuè  Carducci,  Lorenzo  Stec- 
chetti, Raffaele  Belluzzi,  Emilio  Roncaglia,  Giovanni  Vigna  dal  Ferro,  quanto  insomma 
rappresentava  a  Bologna  l'ingegno,  la  coltura,  l'onestà. 

Fu  nel  Matto  che  Lorenzo  Stecchetti  fece  con  tanto  successo  le  sue  prime  armi 
di  poeta;  egli  rammenta  ancora  con  orgoglio  i  g'orni  in  cui  compiuto  un  sonetto  lo 
portava  trionfalmente  a  Vigna  dal  Ferro  che  ora  va  ramingando  per  il  mondo  facendo 
un  po'  di  tutto. 

Gli  strali  del  Matto  furono  dir^^tti  unicamente  contro  Franco  Mistrali. 

Cito,  a  semplice  cagion  d'esempio,  questi  pochi  versi  tolti  dalla  storia  di  %in 
brillante  ufficiale  di  marina  : 

Dove  l'eroe  sia  nato  non  ve  lo  voglio  dire 
Perchè  un  comune  intero  ne  potrebbe  arrossire  ; 
Solo  vi  dirò  questo,  che  al  tempo  di  Radeschi 
Per  l'amor  sviscerato  che  portava  ai  tedeschi 
E  uà  poco  pel  suo  nome  di  cattivo  soggetto 
Entrò  in  marina  col  grado  di  cadetto. 
Alto  un  metro  e  quattordici  era  piuttosto  tozzo, 
Anzi  nano:  più  nano  d'un  mozzo...  molto  mozzo, 
Tanto  che  i  camerati,  i  mozzi  e  i  marinari 
Si  prendevano  il  gusto  di  saltarlo  a  pie'  pari... 

Le  allusioni  certo  non  velate,  riempivano  di  fiele  l'anima  del  libellista  celebre  e 
il  Matto  dal  canto  suo  gioiva,  confortato  dal  plauso  dell'intera  cittadinanza  che  gridava: 

—  Avanti  !  avanti  1  nell'opera  di  redenzione  ! 

A  ogni  numero  la  tiratura  del  Matto  aumentava,  e  fu  un  grido  d'entusiasmo 
quando  si  seppe  che  Franco  Mistrali  per  affari  piuttosto  loschi  era  stato  carcerato  e 
su  di  lui  pendeva  un  processo  pel  quale  sarebbe  comparso  innanzi  alla  Corte  d'assise. 

Tutti  credettero  che  tale  risoluzione  avrebbe  liberata  Bologna,  dall'uomo  temuto 
e  dai  suoi  paladini;  ma  cosi  non  fu.  Un  po'  colla  minaccia  di  scandali,  un  po'  colle 
aderenze  dei  timidi,  egli  ottenne  di  poter  seguitare  a  scrivere,  non  solo;  ma  addirittura 
di  dirigere  l'opinione  pubblica  dalle  carceri  di  S.  Lodovico  ov'era  rinchiuso. 


PROVINCIA   DI   BOLOGNA.  317 


Ciò  naturalmente  esasperò  i  redattori  del  Matto,  e  fu  allora,  che  uno  dei  pala- 
dini di  Franco  Mistrali  chiamando  a  raccolta  tutto  il  suo  coraggio,  tentò  una  sfida  ca- 
valleresca, e  avendola  questi  rifiutata,  nel  Piccolo  Monitore  li  chiamò  coi  nomi  di 
birboni,  canaglia,  la  lega  del  male,  e  con  tanti  altri  epiteti  più  o  meno  scurrili. 

Fu  allora  che  Merenzio,  trovò  anche  una  volta  la  nota  arguta  e  spigliata  con 
questi  versi: 

Noi  siamo  gentaglia. 

Birboni,  canaglia. 

La  lega  del  male 

Che  affila  il  pugnale. 

Che  a  tutti  ha  venduto 

La  propria  vergogna  ! 

Noi  siamo  il  rifiuto 

Di  tutta  Bologna  1 

Noi  siamo  sicari 

Tenetelo  impresso; 

Gli  onesti,  miei  cari, 

Son  sotto  processo. 

Nello  stesso  tempo  comparve  nella  Gazzetta  dell' Emilia  il  seguente  comunicato: 

Bologna,  23  marzo  1874. 

Il  Piccolo  Monitore  è  montalo  sul  cavallo  di  battaglia. 

Ha  cercato  il  Matto  e  non  l'ha  trovato,  sapendo  bene  che  un  giornaletto  largo 
un  palmo,  e  che  esce  a  salti,  non  ha  redattori  domiciliali  alla  stamperia. 

A  quelli  che  desiderassero  conoscere  chi  scrive  il  Matto  e  perchè,  diremo: 

Noi  sottoscritti  abbiamo  iniziato,  aiutalo  e  pubblicato  il  Matto  e  seguiteremo  a 
pubblicarlo,  finché  ne  avremo  voglia,  convinti  di  fare  un'opera  di  doverosa  riparazione 
sociale,  levando  la  voce  contro  uno  stato  di  cose  che  non  ha  riscontro  nella  storia 
della  stampa. 

Noi  combattiamo  i  nostri  avversari  con  l'arma  del  ridicolo,  la  sola  che  sia  degna 
di  loro.  Comballiamo  contro  chi  pretende  parlare  a  nome  di  questa  onesta  e  patriot- 
tica Bologna  senza  averne  il  diritto.  Noi,  uomini  di  parliti  diversi,  combatteremo  sempre 
uniti  e  concordi,  quando  si  tratta  di  onestà,  e  quando  sia  in  causa  l'onore  di  una 
città  intiera. 

Comballeremo,  e  non  daremo  mai  nessuna  di  quelle  soddisfazioni,  che  si  danno 
fra  gentiluomini,  a  Franco  Mistrali,  agli  stipendiati  suoi,  ed  a  chiunque  si  presentasse 
in  nome  suo. 

Ecco  le  nostre  firme; 

G.  Vigna  del  Ferro,  direttore  —  0.  Gnerrini  —  R.  Belluzzi  —  G.  Carducci 
—  Emilio  Roncaglia. 


L'incarcerazione  di  Mistrali  diede  naturalmente  occasione  a  continue  staffilate;  la 
cronaca,  s'intitolava:  Ciarle...  al  buio,  oppure  Ciarle  al  sole,  o  Ciarle  fra  quattro 
mwa,  e  cosi  via,  ed  erano  sempre  sferzale  sanguinanti,  alle  quali  i  paladini  del  gran 
libellista  rispondevano  con  ferocia. 

Ma  ahimè  !  una  volta  il  gran  furbo,  cadde  egli  stesso  in  un  innocenlissimo  tra- 
nello perpetrato  da  Lorenzo  Stecchetti. 

Era  uscito  in  quei  giorni  un  libro  di  versi  di  G.  Aurelio  Costanzo  che  aveva 
sollevalo  grande  rumore. 

Una  mattina  nel  suo  carcere  oscuro  di  S.  Lodovico,  Franco  Mistrali  ricevette 
una  bibliografia  di  quel  volume  di  grande  attualità. 


318  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA  ITALIANA. 

Egli  lesse,  ammirò,  trovò  citato  un  sonetto  che  gli  parve  un  capolavoro  e  diede 
ordine  immediato  di  pubblicare  la  bellissima  bibliografia. 

Infelice,  il  sonetto,  scritto  da  Lorenzo  Stecchetti,  era  un  acrostico,  felicissimo 
che  fece  allibire  gli  stessi  lettori  del  Monitore. 

Lo  riproduco  perchè  Io  merita  davvero  : 

Bada  Mevio  che  mordi  e  che  avveleni 
Il  morso  suo  colla  calunnia  infame, 
Ribaldo  Mevio,  se  il  tuo  cuor  non  freni, 
Bada,  ti  schiaccerò  sul  suo  letame  ! 
Onesto  sarai  tu  che  al  trivio  meni 
Kuda  la  musa  tua  morta  di   fame  ? 
Maschera  taci  !  -  de'  tuoi  versi  osceni 
■o  lacerar  potrei  l'empio  velame  ! 
Sorrida  Ciacco  alle  viltadi  avvezzo 
Tremi  alle  tue  minacce  -  io  la  tua  lode 
Respingo  ed  il  tuo  scherno  -  io  ti  disprezzo  ! 
JL  te  protenda  le  plaudenti  braccia 
La  plebe  vii  che  dell'infamia  gode 
lo  sol  mi  levo  per  spularti  in  faccia. 

E  figuratevi  il  compiacimento  del  Matto  quando  potò  narrare  al  pubblico  il  tiro 
birbone  riuscito  perfettamente. 


Per  Franco  Mistrali  fu  un  colpo  anche  più  funesto  della  sentenza  che  dopo  pochi 
giorni  pronunciava  la  Corte  d'assise  condannandolo  a  cinque  anni  di  galera. 

Quel  giorno  il  Matto  cessava  le   sue  pubblicazioni   rimpianto  da  tutta   Bologna. 

Le  parole  di  congedo  erano  brevi  : 

«  Noi  combattemmo  l'influenza  di  Mistrali  quando  egli  aveva  due  giornali  a  sua 
disposizione  per  difendere  sé  ed  offendere  gli  altri  e  quando  egli  aveva  la  velleità  e 
l'indipendenza  di  voler  dirigere  dalle  carceri  di  S  Lodovico  la  pubblica  opinione  del 
nostro  paese;  ora  che  egli  è  nella  impossibilità  di  rispondere  deponiamo  le  armi.  » 

E  conch'udendo,  si  rivolgeva  a  Franco  Mistrali  dicendogli  : 

—  ...  E  che  la  Corte  d'assise  le  sia  leggiera. 


La  morte  del  Matto  fu  festeggiata  con  un  banchetto,  nel  quale   banchetto    Lo- 
renzo Stecchetti  trovò  con  un  brindisi  breve  la  consueta  nota  originale  e  satirica  : 

Ecco  un  brindisi  breve 

Null'altro  che  un  sonetto. 

Perchè  quando  si  beve 

I  versi  fan  dispetto. 

Giuda  quando  riceve 

Certi  attacchi  al  sacchetto 

Si  sa,  risponder  deve 

A  colpi  di  soffietto. 

Ma  poiché  soffia  invano 

Chiama  il  proprio  nemico 

Ateo,  porco  e  pagano. 

Giuda  che  gabbi  il  fico 

Senti  s' io  son  cristiano, 

—  Bevo  a  San  Lodovico  1  — 


PROVINCIA   DI   BOLOGNA.  319 


Molt'acqua  è  passata  sotto  i  ponti;  ma  il  ricordo  di  certe  battaglie  torna  sempre 
caro  al  pensiero. 

Don  Abbondio 


11  Preludio 

Il  movimento  o,  meglio,  quella  specie  di  primavera  intellettuale,  che  crebbe  su 
la  penisola  tra  il  ^  877  e  79,  fiorì,  si  mostrò  e  si  sfogò  principalmente  in  tre  campi, 
tre  piccole  aiuole  apparse  a  un  tratto,  per  superfetazione  spontanea,  dalla  gran  palude 
della  patria  letteratura  :  aiuole,  che,  per  uscire  una  buona  volta  dalle  compara  zioni  e 
da' tropi,  furono  poi  tre  giornali:  Il  Preludio,  bolognese.  La  Farfalla,  di  Milano, 
1  Nuovi  Goliardi,  fiorentini. 

Questi  tre  fogli,  con  qualche  intemperanza,  con  più  d'una  debolezza  in  mezzo, 
in  varia  guisa  rispecchiando,  per  diverse  forme,  le  condizioni  degli  studi  e  degli  animi, 
diedero  però  a  vedere  molla  vigorìa  d'ingegno,  d'intendimenti,  di  speranze  e  una 
nuova  serietà  di  lavoro  nei  giovani  italiani  ;  fecero  crescere  illusioni  e,  per  poco,  tras- 
sero buona  parte  della  penisola  a  guardare,  con  affettuosa  aspettazione,  quel  geniale 
spampanamento  di  forze,  di  propositi,  di  giovinezza. 

Disgraziatamente  non  era  una  primavera;  era  una  estate  di  San  Martino. 

Comunque,  mentre  dura  o  incombe  ancora  sopra  di  noi,  fumido  ed  accidioso: 
l'autunno,  seguitato  a  quel  breve  prorompere  di  sole,  a  quella  sana  e  gagliarda  fre- 
schezza d' intelletti,  a  me  pare  utile  e  mi  torna  gradito  il  raccoglierne  alcuni  ricordi, 
come,  per  avere  qualche  conforto  di  sorrisi  per  se  ed  ammaestramenti  per  gli  altri, 
i  vecchi  amano  di  rammentare  i  primi  amori  e  le  imprese  e  le  follie  dei  vent'anni. 
Anche  noi,  ora,  siamo  vecchi. 


Comincerò  dal  Preludio  bolognese,  per  amor  del  natio  luogo  e  un  po'  anche 
per  orgoglio  di  quel  po'  che  nella  vita  mi  è  riuscito  di  fare  o  di  promettere. 

Veramente  ebbe  da  prima  un  altro  nome;  il  giornale  o  il  campo  della  gioventù 
bolognese  s'intitolò,  nascendo.  Pagine  sparse. 

Deliberammo  di  metterlo  al  mondo,  agli  ultimi  di  novembre  o  ai  primi  di  di- 
cembre del  76,  un  giorno  in  cui  ci  raccogliemmo,  dodici  o  quattordici,  in  una  sala 
grande,  tutta  tappezzata  di  libri  e  d'opuscoli  legali,  ch'era  lo  studio  d'un  avvocato, 
Lodovico  Mattioli. 

C'erano,  fra  gli  altri,  Edoardo  Alvisi,  affaticato,  in  quei  giorni,  a  illustrare  gli 
ultimi  documenti  del  governo  di  Cesare  Borgia,  in  Romagna,  Abdon  Altobelli,  che, 
d'allora,  disegnava  in  mente  un  romanzo  e  ne  raccontava  lo  schema,  Carlo  Malagola, 
fresco  d'avere  stampato  una  dotta  monografia  sul  Copernico  all'Università  bolognese, 
Federico  Marzocchi,  che  era,  per  i  suoi  versi  settimanali  in  un  giornaletto  allegro,  e 
per  la  sua  buona  e  dolce  bellezza,  l'anìmirazione  e  il  desiderio  della  gioventù  del- 
l'uno e  dell'altro  sesso;  c'era  Roberto  Della  Cella,  Ugo  Brilli,  quanti,  insomma,  nella 
antica  città  di  Guido  avevano  già  preso  il  male,  o  lo  stavano  prendendo,  di  scrivere. 

La  discussione  fu  lunga  e  tempestosa,  non  sull'argomento  di  fondare  o  no  il 
giornale  in  cui  tutti  combinavamo,  ma  sul  titolo  da  darglisi  :  si  chiacchierò,  si  gridò, 
e  poi  alla  fine,  come  in  Parlamento  retto  con  buoni  metodi,  si  votò  per  la  sospen- 
siva. Nominammo,  cioè,  una  commissione  la  quale  avesse  l'incarico  di  ordinare  ogni 
cosa,  cominciando  dal  nome  della  nostra  opera  collettiva;  e  la  commissione,  per  vo- 
lontà dell'Alvisi,  anche  allora,  e  forse  più  d'ora  taglialo  al  dispotismo,  impose  a  quel 
nascituro  l'ombra  di  una  romanticheria  reltorica  in  fronte  :  Pagine  sparse,  Ne  sarebbe 


320  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA  ITALIANA. 

uscito,  ai  primi  di  gennaio  del  nuovo  anno,  il  primo  fascicoletto,  di  64  pagine  in  ot- 
tavo, con  copertina;  intanto  io  ne  scrissi  l'annuncio,  o,  come  si  diceva  noi,  il  pro- 
gramma, e  s' incominciò  la  caccia  all'abbonato. 

Ma,  la  caccia  non  riusciva  fruttuosa,  la  commissione  direttrice  trovava  molte 
difficoltà  nel  mettersi  d'accordo  fra  i  suoi  tre  componenti  e  col  tipografo  per  il  for- 
mato decisivo,  per  la  carta,  pei  caratteri  e  per  il  prezzo;  tanto  che  il  primo  fascicolo 
non  uscì  se  non  alla  fine  di  febbraio. 

E  fu  un  fiasco,  specialmente  per  l'aspetto  di  lunario  disgraziato  che  aveva. 

Tuttavia  non  ne  rimanemmo  schiacciati;  si  tirò  avanti  per  altri  cinque  o  sei 
mesi  a  mettere  fuori  quel  libriccino  avvoltolato  in  una  copertina  grigiastra  scura,  che 
destava  orrore,  e  nel  mentre  gli  abbonati,  p'ù  o  meno  spontanei,  crebbero,  crebbero 
fino  a  trecento. 

Allora  prendemmo  coraggio,  e  principiammo  le  pubblicazioni  quindicinali,  che 
divennero  poi  seitimanali  ed  ebbero  il  titolo  melodioso  di  Preludio. 


Negli  ultimi  tempi,  nel  periodo  più  glorioso  e  più  vivo,  si  aveva  affittato  una 
stanza,  con  ingresso  libero,  su  della  via  più  frequentata,  per  farne  l'ufficio  di  reda- 
zione, ma  in  realtà  non  ci  andava  mai  nessuno,  perchè  era  troppo  bassa,  troppo  pic- 
cola, troppo  buia  ;  non  ci  andava  che  l'amministratore,  un  giovinolo  molto  ricco, 
platonicamente  appassionato  di  letteratura,  il  quale  vi  aveva  fatto  deposito  di  franco- 
bolli usati,  rarissimi  e  costosi. 

L'ufficio  reale,  costantemente  aperto,  con  assiduità  diurna  e  notturna  frequentato, 
era  il  caffè;  un  caftè  ampio,  con  un  gran  salone  verde  in  cui  ci  raccoglievamo  tutti, 
a  discorrere,  a  discutere,  qualche  volta  a  fare  un  articolo  o  una  dimostrazione. 

E  di  là  veniva  fuori  il  Preludio,  completo  nei  suoi  vari  elementi  di  poesia,  di 
letteratura,  di  critica  e  sino  di  geografia. 

Ai  poeti  appartenevano  Ugo  Bassini,  che  avea  saputo,  in  quel  folgorare  di  gloria 
stecchettiana,  trovare  una  nota  sua,  flebile,  quasi  timorosa,  piena  di  tristezza,  e  che 
quando  diede  fuori  il  volume  dei  suoi  versi,  con  organica  intuizione,  riassunse  nel 
titolo  Morti;  Giovanni  Pascoli,  arrivalo  allora  all'  Università  con  moltissima  erudizione 
di  classici  antichi  e  una  mitezza  nel  viso  e  una  chioma  pel  collo  di  tipo  raffaellesco  ; 
Federico  Marzocchi,  che  nella  lirica  a  intonazione  seria  riusciva  meno  bene  che  in 
quell?  birichina  del  giornale  settimanale,  ma  ohe,  tuttavia,  scrisse  alcuni  sonetti  bel- 
lissimi, e,  cosa  strana,  d'una  malinconia  lacrimosa. 

La  letteratura  pura  era  fatta  principa'mente  dall'Altobelli,  che  in  quei  due  anni 
scrisse,  con  una  sorta  di  furia,  una  cinquantina  di  novelle  e  di  bozzetti,  dei  quali  io 
vorrei  che  buona  parte  fosse  ristampala,  da  un  editore  di  moda,  perchè  si  vedesse 
come  si  facesse  allora,  da  giovani,  dei  racconti  non  volgarmente  brutali,  con  ossequio 
scrupoloso  della  grammatica  e  una  finezza,  un  gusto,  un'aristocrazia  signorile  di  im- 
magini, di  colore,  d'invenzione.  L'Aliobelli,  allora,  ripeteva  bene  nella  novella  le  qua- 
lità solide  di  disegno  e  di  eleganza  che  il  Busi  recava  nella  pittura  di  genere:  faceva 
quadretti  per  salotto,  pitture  di  mirabile  dolcezza. 

La  geografia  vi  era  spiegata  da  Pellegrino  Maiteucci,  che  stampò  nel  Preludio 
la  bella  monografia  sugli  Àkka,  e  da  Giuseppe  Barbanti,  che  vi  mise  i  primi  capitoli 
del  suo  libro,  utile  e  piacevole,  sulla  Serbia.  Ma  la  parte  maggiore,  tirannicamente 
invadente,  del  giornale,  era  serbata  alla  critica,  una  vera  e  costante  batlagHa,  tumul- 
tuosa nella  forma,  anche  un  po'  negli  intenti,  contro  le  glorie  e  le  fame   dominanti. 

Assalimmo  tutti,  milanesi,  piemontesi,  siciliani,  quanti  ci  vennero  incontro. 

11  Brilli  fece  la  polemica»,  in  bella  prosa  carducciana,  per  le  odi  barbare;  il  Della 
Cella  assalì  il  Rapisardi  che  aveva  stampato  il  Lucife>'o  ;  io  me  la  presi  un  po' con 
tutti,  incominciando  dal  De  Amicis,  per  terminare,  dopo  aver  passato  sopra  Paolo 
Ferrari,  il  Marenco,  il  Fortis,  il  Farina,  a  Paolino  Valera. 


PROVINCIA   DI   BOLOGNA.  321 


Avevamo  un  feroce  desiderio  di  novità  vera,  e  i  più  avevano  anche  un  viatico 
forte  e  onorevole  di  studi,  di  ricerche,  di  coltura  :  quella  letteratura  borghese  venuta 
su  dopo  la  rivoluzione  ci  metteva  rabbia,  e  avremmo  voluto  distruggerla  in  un  giorno 
solo,  applicandole  il  rigore  d'una  buona  legge  stataria.  La  principale  delle  nostre  ac- 
cuse era  quella  dell'  ignoranza  :  il  grido  di  guerra,  con  cui  marciavamo  sulle  opere, 
e  magari  sul  corpo  dell'avversario,  era:  Asino! 

E  in  fondo,  fra  quelle  intemperanze,  tra  gli  sbollimenti  di  quegli  impeti  giova- 
nili, c'era  uno  schietto  e  alto  sentimento  della  dignità  letteraria,  un  amore  vero  del- 
l'arte e  del  sapere,  una  onestà  d'intendimenti  e  di  metodo,  che  non  avevano  quei 
poeti,  quei  novellieri,  quei  drammaturghi  o  quei  critici  della  letteratura  borghese  d'al- 
lora, che  si  gloriava  di  metter  fuori,  in  un  tempo  solo,  il  Mio  figlio  del  Farina,  il 
Trionfo  d'amore  del  Giacosa,  le  Due  dame  del  Ferrari  e  le  Conversazioni  del  Fortis, 
dando  a  intendere  d'aver  provveduto  di  romanzi,  di  drammi  medioevali,  di  commedie 
sociali  e  di  precetti  di  buon  gusto  l'Italia. 


Di  questi  elementi  indigeni  si  componeva  il  nocciuolo  del  Preludio,  ma  aveva 
ancora  molti  e  onorevoli  cooperatori  dal  di  fuori,  in  quasi  ogni  città  d'Italia. 

V'era  Papiliunoulus,  nella  maggiore  e  un  po'  selvaggia  espansione  della  sua 
vena;  v'era  il  Ragusa- Moleti,  v'era  l'Onufrio  e  Remigio  Zena,  derivanti  tutti  dal 
gruppo  milanese  della  Farfalla  e  logicamente  più  uniti  ad  esso.  Corrado  Corredino 
gli  diede  alcune  fra  le  sue  migliori  e  più  spontanee  liriche.  Benedetto  Giussani  alcuni 
bozzetti  festevoli,  Domenico  Milelli  le  sue  prime  odi  barbare. 

Poi,  di  quando  in  quando,  quelle  povere  pagine,  colore  di  paglia  smorta,  s'al- 
largavano nel  chiarore  d'un  gran  colpo  di  sole,  il  sole  della  gloria. 

Il  Carducci  donò  al  Preludio  gli  articoli  sul  De  Amicis,  sul  Giacosa,  sullo  Heine, 
e  la  risposta  a  Gigi  Alberti;  il  Guerrini  vi  stampò  la  sua  Annunciazione;  il  Pan- 
zacchi  la  Serenata  romana  e  non  pochi  dei  sonetti  di  che  si  formò  poi  il  volume 
intitolato  Vecchio  ideale;  il  Chiarini  due  capitoli  deWAtta  Troll  e  uno  della  Germania. 

11  modesto  giornale  bolognese  andava  acquistando  una  gran  fama  e  una  discreta 
diffusione:  si  parlava  di  lui,  se  ne  riproducevano  gli  articoli  migliori,  si  discutevano 
i  giudizi  più  recisi  e  meno  aspettati.  Ci  fu  un  momento  in  cui  si  parve  celebri  anche 
noi,  ed  a  Milano,  io  ed  un  amico  che  al  Preludio  aveva  riempita  qualche  colonna, 
trovammo,  orgogliosamente  meravigliali,  annunciato  il  nostro  arrivo  in  un  giornale 
sparso  a  moltissime  copie,  sotto  la  rubrica:  ospiti  illustri. 

Poi,  a  un  tratto,  sembrò  che  una  disgrazia,  un  castigo  fatale  fosse  caduto  tra 
di  noi:  la  compagine  si  sciolse;  si  sfasciò  dalla  violenza  della  necessità  o  della  morte, 
e  non  ci  vedemmo  più  che  a  tratti  lontani,  mutati  e  stanchi  od  afflitti. 

11  Preludio  non  resse,  e  con  lui  parve  precipitare  e  spegnersi  anche  tutta  quella 
giovinezza  che  aveva  mostrato  ardita  nel  mondo  il  suo  lavoro  e  i  suoi  ideali. 

Ugo  Bassini,  d'allora,  non  scrisse  più  che  circolari  e  ordinamenti  interni  per  la 
Università  di  cui  è  segretario;  Federico  INlarzocchi  contristò  la  sua  vena  e  la  sua  bel- 
lezza facendo  coiiti  e  studi  sulla  produzione  agraria  dell'Italia,  per  ordine  del  Governo; 
Giovanni  Pascoli  e  Ugo  Brilli  hanno  finito  in  un  Liceo  governativo  a  insegnare  il 
greco,  e  Della  Cella,  povero  e  amorevole  amico,  è  andato  a  morire  in  Sicilia,  a  24 
anni,  dove  lo  avevano  mandato  anche  lui  a  insegnare  letteratura  italiana. 

La  brina  ò  veramente  caduta  su  quel  radioso  estate  di  S.  Martino,  ed  io,  ricor- 
dando quelle  pagine  scritte  con  tanta  vigoria  e  tanta  fede  di  gioventù,  sento  come 
un  brivido  di  tristezza  :  mi  sembra  di  camminare  sopra  foglie  morte. 

Ma  sugli  alberi,  che  erano  forti,  qualche  buon  seme  e  umore  di  novella  vita  è 
rimasto. 

L.  Lodi. 

N.  Bernardini  — Guida  della  Siampa  ptnodica  italiana  —  2i. 


322  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Carducci  giornalista 

Nel  1858  il  Carducci  fondò  a  Firenze  un  giornale  letterario  intitolato  //  Poliziano  che  visse  poco  però 
e  nel  quale  l'illustre  poeta  pubblicò  i  suoi  primi  saggi  critici. 

Il  Carducci  una  volta  scriveva  più  spesso  nei  giornali,  non  a  lunghi  intervalli,  quasi  con  assiduità.  Il 
grande  erudito  ha  una  qualità  fondamentale  del  vero  temperamento  giornalistico  :  durante  una  profonda  com- 
mozione, egli  sente  il  bisogno  di  rivolgersi  al  pubblico,  di  comunicargli  i  suoi  sentimenti,  di  fargli  provare  una 
parte  del  suo  dolore  o  del  suo  entusiasmo.  E,  infatti,  il  Carducci,  se  non  avesse  dovuto  essere  tante  altre  cose 
ben  maggiori  e  più  degne,  sarebbe  stato  un  potentissimo  giornalista.  A  parte  il  vigore  della  polemica,  di  cui 
restano  monumenti  giganteschi  nelle  Conjessioni  e  Battaglie,  egli  ha  veramente  la  misura,  la  forma,  la  conci- 
tazione lirica  opportuna  all'articolo  di  giornale  nel  suo  miglior  significato,  quando  doveva  essere  un'alta  per- 
suasione e  non  una  raccolta  di  frasucce  spiritose.  Si  ricordano  quelli  ch'egli  scrisse  il  giorno  della  morte  di 
Napoleone  III  e  per  la  condanna  di  Alberto  Mario  :  quei  due  articoli  sono  esempi  solenni  di  prosa  giornalistica. 
E  ci  fu  un'epoca  non  breve,  tra  il  '68  e  1' 82  in  cui  egli  scrisse  fi-equentemente  pei  giornali  democratici  che 
successivamente  si  pubblicarono  a  Bologna  :  l'Amico  del  Popolo,  la  F^oce  del  Popolo,  il  Don  Chisciotte,  e  non 
solo  di  letteratura,  ma  anche,  qualche  volta,  di  politica.  E  scriveva  con  impeto,  brevemente,  con  una  facilità 
che  alcuni  affettano  di  credere  propria  a' mestieranti  soltanto,  sopra  le  cartelle  ch'egli  va  raccogliendo  con  una 
specie  d'industre  cura.  Perchè  nel  rovescio  delle  circolari,  nel  foglio  bianco  delle  lettere  che  riceve  egli  mette 
la  prosa  corrente  che  noa  vuol  serbare,  che  non  destina  a  futuri  volumi.  In  quelle  cartelle,  egli  faceva  gli  ar- 
ticoli che  dava  ai  giornali,  i  quali  non  si  son  mai  sognati  di  avere  da  dargli  perciò  un  centesimo  solo.  Anzi 
gli  chiedevano  uno  o  parecchi  abbonamenti,  ch'egli  puntualmente  pagava.  Così,  si  può  dire,  che  quegli  che  sa- 
rebbe stato,  se  avesse  voluto,  il  più  fone  de'  giornalisti  italiani,  dalla  stampa  periodica  non  ha  mai  raccolto 
altro  frutto  che  di  doverci  rimettere  di  tasca. 


SOLILOQUIO 


Ma  se  un  giornale  nuovo  non  uscisse  con  l'intenzione  di  com- 
battere in  un  modo  o  in  un  altro  gli  altri  giornali  e  con  lo  stomaco, 
all'occasione,  di  mangiarseli  e  assorbire  i  loro  associati  e  lettori,  o  che 
ci  verrebbe  a  fare  nel  mondo?  La  lotta  per  l'esistenza  è  formola  nuova 
d'un  fatto  vecchio  da  quanto  la  vita  e  più  :  l'antropofagia  è  la  ragion 
suprema  della  questione  sociale:  gustare  a  spizzichi  la  carne  e  sorbillare 
a  goccie  il  sangue  del  prcssimo  chiamasi  civiltà;  e  questa  dieta  si  fa 
per  piacere,  come  chi  mangia  poco  alla  volta  ma  spesso  e  bene. 

Lasciando  da  parte  l'antropofagia,  nel  caso  poi  d'un  giornale,  mas- 
sime letterario,  in  Italia,  combattere  e,  potendo,  abbattere  i  così  detti 
confratelli,  è  una  necessità:  morale,  come  ogni  necessità  vera. 

I  direttori  o  compilatori  di  fogli  letterari  italiani  mi  paiono  come 
tenenti  case  di  coltura:  hanno  in  custodia  e  in  mostra  le  Muse,  non 
per  guadagnarne,  s' intende,  o  per  fecondarle  essi,  si  per  farle  fecondare 
e  produrre  a  guadagno  della  nazione  e  ad  incremento  dell'arte  nazionale. 
Ma  per  questa  benedetta  fecondazione,  siccome  i  fecondatori,  o  creduti 
o  credentisi  tali,  non  sono  in  Italia  molti,  i  su  lodati  tenitori  debbono 
rifare  sempre  il  giro  dei  soliti,  pregandoli,  sollecitandoli,  magari  sfor- 
zandoli con  gli  ordini  d'un  ministero,  a  venire  a  far  la  novena  della 
funzione  generativa  tutti  e  ciascuno  in  ciascheduna  delle  case  alla  volta. 

Quando  quei  tali  fecondatori  non  si  trovano  o  non  ne  posson  più, 
bisognando  a  quelle  coniglie  di  Muse  italiane  essere  a  ogni  modo  fecon- 
date ogni  settimana  od  ogni  quindicina,  bisogna  pur  ammettere  tutti 
quelli  che  si  presentano.  Cosi  avviene  che  le  Muse  italiane  siano  sem- 
pre fecondate  e  non  partoriscano  mai;  e,  mentre  i  fecondatori  di  prima 
bussola  s'illanguidiscono  e  pigliano  in  fastidio  quella  funzione,  la  cana- 
glia dei  fecondatori  invece  ci  piglia  gusto,  e  tira  sassi  ai  lampioni  e  alle 


PROVINCIA    DI    BOLOGNA.  323 


finestre  delle  case  di  coltura,  e  schiamazza.  —  Noi  siamo  giovani  e 
forti.  —  Noi  siamo  vecchi  rubizzi.  —  Vedete!  —  Vogliamo  le  Muse!  — 
Dateci  delle  Muse  !  — 

Quello  che  sia  da  fare  delle  Muse,  lo  vedremo  un'altra  volta;  per 
intanto  riuscire  a  far  chiudere  qualcuna  di  quelle  case,  sarebbe  sempre 
un'opera  buona:  da  troppo  dura  lo  scandalo. 

Veramente  il  vero  e  sano  popolo  d'Italia  non  s'interessa  né  si  turba 
di  molto  per  si  fatte  scioperataggini  viziose.  Ma  e'  è  la  turba  italiana,  il 
volgo  vile  degli  antichi  vecchi  e  dei  nuovi  giovani,  degli  scimuniti  eterni, 
che  han  bisogno  di  soffregarsi  gli  uni  agli  altri  per  grattare  il  prudore 
della  rogna  arcadica.  Campato  per  forza  d'inerzia  e  d'inezia  dall'agita- 
zione laboriosa  della  ricostituzione  nazionale,  eccolo  qui  questo  volgo 
italiano,  sempre  arcade,  sempre  dilettante,  sempre  cameriere,  quale  tre 
secoli  di  servitù  e  i  prelati  e  gli  abati  e  i  frati  e  la  falsa  famiglia  e  la 
falsa  scuola  e  i  falsi  ideali  lo  fazionarono.  Ahimè,  in  venticinque  anni 
l'Italia  non  ebbe  anche  un  alito  di  vita  nuova  da  soiEar  via  cotesto 
volgo:  correggerlo,  non  mette  conto. 

Correggerlo  s'era  proposto  nei  primi  anni  suoi  il  Fanfuìla  della 
Domenica,  la  cui  apparizione  svegliò  tanti  fremiti  di  speranza  e  tanti  so- 
spiri di  contentezza.  Io,  a  dir  vero,  non  mi  commossi  più  che  tanto,  e 
mi  condussi  di  mala  gamba  a  dargli  dei  miei  scritti;  perchè  conoscendo 
l'umore  degl'italiani  e  l'andazzo,  temei  non  la  letteratura  facile,  sin  al- 
lora pozzanghera,  dilagasse.  E  non  mi  apposi  male.  Ben  presto,  tutti  i 
santi  giorni  del  signore,  tutta  l'Italia,  dall'Alpi  all'Adriatico,  fu  adug- 
giata  di  fogli  settimanali,  che  ci  coprivano  il  sole  perchè  sbadigliassimo 
all'ombra. 

Nei  primi  anni  il  Fanfuìla  domenicale  era  le  assai  volte  fatto  bene, 
e  qualche  volta  diceva  anche  verità  sante.  Ora,  quando  in  Italia  qual- 
cuno fa  una  cosa  bene,  c'è  sempre  qualchedun  altro  che  crede  quella 
cosa  sia  stata  fatta  bene  a  danno  e  dispetto  suo  :  dissi,  in  Italia  :  potevo 
dire,  forse,  in  tutti  i  paesi.  Quello  che  avviene  solo  in  Italia  è:  che, 
quando  si  dice  certe  verità  amare  agl'italiani,  ciascuna  regione  crede 
quelle  verità  siano  state  dette  contro  sola  sé,  con  ispirito  di  parzialità 
municipale.  Cosi  ebbero  origine  e  vita  più  o  meno  organica  prima  i 
fogli  domenicali  degli  altri  diarii  politici  contro  il  Fanfuìla,  poi  i  fogli 
domenicali  delle  regioni  contro  il  toscanesimo  accentrato  a  Roma  nel 
Fanfuìla.  Questi  ultimi  almeno  divertivano. 

E  poi  vennero  i  bimbi  d'Italia,  che,  è  risaputo,  son  tutti  Balilla. 
E  pensarono.  —  Che  ci  vuole  a  farsi  leggere  volentieri  come  il  Fanfuìla? 
Prima  di  tutto  un  foglio  solo  e  piccolo  —  E  pensarono  ancora.  —  Il 
Fanfuìla  ha  una  novella  per  numero:  noi  metteremo  due  novelle  e  un 
bozzetto.  Il  Fanfuìla  ha  di  quando  in  quando  una  poesia:  noi  mette- 
remo cinque  poeti  in  ogni  numero.  Il  Fanfuìla  fa  la  critica  letteraria 
secondo  la  grammatica  e  la  prosodia  antica:  noi  la  faremo  con  una 
grammatica  e  prosodia  nuova  a  uso  nostro.  Il  Fanfuììa  pretende  a  certa 
erudizione  elegante:  noi  faremo  delle  filastrocche  su  Massacucco.  Il  Fan- 
fuìla è,  dicono,  realista:  noi  porcheggeremo.  —  Cosi  queste  care  spe- 
ranze della  patria  ci  sfilaron   davanti   con  un  certo   impostamento  che 


324  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

diceva  —  Guardate  come  siam  imbecilli  di  gusto  !  Vedete  come  siamo 
birboni  di  cuore  !  Mirate  come  siam  ben  disposti  a  essere  vigliacchi  !  — 
Non  che  dicessero  queste  proprie  e  formate  parole:  non  per  nulla  noi 
italiani  abbiamo  nell'ossa  tanti  secoli  di  educazione  pretesca:  la  ipocrisia 
è  insieme  un  omaggio  alla  virtù  e  un  adornamento  insigne  della  natura 
istrionica  nostra.  Com'erano  buffi  quando  ci  affrontavano  con  aria  tra 
di  preghiera  e  di  rimprovero  —  Ma  se  i  nostri  maestri  ci  lasciano  così 
soli  e  deserti,  che  dovremo  o  che  potremo  fare?  —  Io  pensavo  un  mio 
disegno  di  legge  per  la  istruzione  classica:  articolo  30)  quel  professore 
di  letteratura  un  cui  alunno  dia  a  stampare  versi  o  prose  prima  del  pieno 
decorrimento  di  almeno  tre  anni  dall'esame  di  licenza  e  di  baccellierato, 
sia  destituito.  —  Articolo  31)  quel  professore  un  cui  alunno  dia  a  stam- 
pare versi  o  prose  essendo  ancora  inscritto  alla  scuola,  sia  passato  per 
le  verghe. 

1  fogli  letterari  degli  adolescenti  sono,  grazie  agli  dei,  morti  i  più, 
moribondi  il  resto.  Ma  vivono,  con  grande  affligimento  d'ostinazione 
per  noi  e  per  loro,  i  giornali  della  gente  matura.  Povera  gente  matura  ! 
quanta  pietà  a  vedere  gli  sforzi  che  fanno  per  illuminare  e  divertire 
originalmente  il  prossimo!  O  classiche  brenne,  o  romantiche  rozze,  o 
filosofici  ronzini  attaccati  al  tramway  della  letteratura  periodica  che  ha 
da  trasportare  il  popolo  per  bene  alle  varie  stazioni  dell'arte  e  della 
coltura,  come  tristamente  scotete  i  poveri  capi  meditabondi,  come  stra- 
scicate sbuffando  i  benemeriti  fianchi!  E  c'è  pur  tra  voi  qualche  bestia 
di  razza,  che  a  certi  rumori  drizza  ancora  le  generose  orecchie  e  manda 
nitriti  malinconici  ai  venti. 

Ecco  là  l'onorevole  Bonghi,  tutto  trafelato  dell'avere  per  tutti  i  mesi 
dello  scorso  anno  trascinato  a  spasso  col  suo  trottetto  duro  le  madonne 
Orette  del  Fanfnlla  per  le  feste  romane,  e  già  faticoso  in  vista  dell'averle 
a  condurre  questo  nuovo  anno  due  volte  al  mese  (capite?)  per  tutti  i 
luoghi  della  campagna  romana  dove  qualche  cosa  successe.  Gè  ne  sarà 
per  tutta  la  vita,  se  ci  basta.  E  Fon.  Bonghi  si  è  un  bel  giorno  tra  una 
trottata  e  l'altra  impuntato,  e  scotendo  la  scarsa  criniera  bianca  ha  Ti- 
gnato e  parlato  —  oh  platonico  ronzino  memore  dei  cavalli  d'Achille!  — 
annunziando  l'ultimo  e  prossimo  fato  alla  letteratura  italiana.  Già  :  l'ono- 
revole Bonghi  fece  in  uno  dei  numeri  del  Fanfulla  il  suo  esame  di  con- 
scienza, dicendo,  più  che  a  sé,  verità  verissime,  anche  se  crudissime, 
agli  scrittori  e  ai  lettori  italiani,  massime  di  giornali.  —  Siamo  allo  sfa- 
celo —  conclude.  E  anch'egli  s'è  condotto  a  scrivere  periodi  come  que- 
sto: «  La  mia  mente  corre  rapida  lungo  tutto  il  corso  della  letteratura 
«  nostra,  dai  primi  poeti,  che,  anche  innanzi  che  Dante  s'alzasse  a  così 
«  gran  volo,  tentarono  le  incerte  ali  su  per  i  campi  ancor  non  disso- 
«  dati  di  essa,  insino  agH  ultimi  che  la  tomba  ha  rinchiuso  da  poco.  >  — 
Ah  ah  ah,  profetica  anima  mia!  Siamo  proprio  allo  sfacelo.  La  lettera- 
tura itahana  è  alla  fine  divenuta  popolare  in  Italia.  E  le  ombre  del  Ma- 
chiavelli e  del  Foscolo  son  vendicate. 

Del  resto  l'onorevole  Bonghi  ha  pienamente  ragione.  La  nostra  let- 
teratura è  come  la  nostra  politica  :  rassomigliano  tutt'e  due  que'  cagnetti 
piccini  che  vedendo  un  cagnone  alzar  la  cianca  di  dietro  a  una  canto- 


PROVINCIA   DI   BOLOGNA.  325 

nata  vogliono  fare  lo  stesso,  e  il  cagnone  si  volta  e  con  un  rigno  e  una 
stretta  di  denti  li  scaraventa  in  mezzo  la  strada  a  guair  nella  polvere. 
L' ingegno  italiano  non  ha  reni,  e  ha  le  tentazioni  inutili  e  poco  pulite 
dell'impotenza.  La  fantasia  italiana  è  un  utero  ammalato. 

Ma  che  importa? 

Che  importa  se  il  romanzo  e  il  teatro  sono  per  noi  due  baie  peg- 
gio che  quella  di  Assab?  Non  per  ciò  invidierà  Bacco  le  viti  ai  colli 
almeno  del  mezzogiorno.  Che  importa  se  la  poesia  tira  il  gambetto? 
Non  per  ciò  Pallade  fiorirà  meno  di  olivi  i  miti  inverni  su  i  colli  che 
riguardano  il  divino  tirreno.  Che  importa  se  il  genio  musicale  mentisce 
il  suo  esaurimento  con  sforzi  stentati  di  originalità  laboriosamente  con- 
traffatta? Tanti  strimpellatori  e  canterini  di  meno,  tanti  lavoratori  di 
più.  Già,  di  musica  italiana  moderna  a  me  non  piace  che  quella  delle 
trombe  dei  bersaglieri.  La  nostra  pittura  è  gaglioffa?  Meglio  così.  Fi- 
liamo e  tessiamo  le  nostre  canape  e  le  nostre  sete,  e  scaviamo  un  po'  più 
umanamente  gli  zolfi  in  Romagna  e  in  Sicilia.  Le  nostre  statue  son 
brutte  ?  Così  devono  essere,  e  non  possono  non  esser  così.  I  nostri  ne- 
poti  metteranno  in  pezzi  quelle  di  marmo,  e  ne  faranno  calce  per  fab- 
bricare case  buone  per  tutti;  metteranno  in  pezzi  quelle  di  bronzo,  e 
ne  faranno  soldi  e  cazzeruole,  e  coi  soldi  compreranno  del  vitello  e  dei 
polli,  e  li  cuoceranno  nelle  cazzeruole,  imprecando  alla  rea  memoria 
dei  loro  padri,  che  per  alzare  quei  brutti  monumenti  facevano  o  lascia- 
vano morire  d'appetito  e  di  pellagra  i  loro  fratelli. 

Ahimè,  or  sono  appena  dieci  anni  e  io  scrivevo  che  l'Itaha  per 
mezzo  secolo  potea  fare  a  meno  di  letteratura  e  d'arte,  che  l'Italia 
per  mezzo  secolo  era  megho  lavorasse  al  suo  inventario  e  si  educasse 
con  interiore  preparazione  e  trasformazione  a  un  nuovo  officio  nel  mondo. 
Credo  ancora  la  prima  cosa,  non  credo  più  la  seconda.  Questa  gente 
bizantina  non  si  prepara  ne  si  preparerà  mai  a  nulla,  si  trasformerà 
sempre  in  peggio.  Sparirà,  senza  lume  né  di  canto  né  di  pensiero,  senza 
eroismo  né  di  lotta  ne  di  sacrifizio,  sparirà  frantumata  sotto  la  valanga 
della  vendetta  plebea.  Un  po'  di  sapienza  e  d'amore  ci  potrebbe  ancora 
salvare  dalla  rivoluzione  sociale.  Ce  ne  scamperà  forse  la  espansione  della 
giovine  Slavia  e  l'intervento  degli  Americani. 

Giosuè  Carducci. 

I  Giornali  a  caratteri  luminosi 

Dopo  l'invenzione  degli  orologi  luminosi,  quale  meraviglia  se  un  giorno  o  l'altro  dovessimo  avere  an" 
clie  i  giornali  a  caratteri  luminosi?  Fino  ad  oggi  per  quanto  io  mi  sappia  nessun  giornale  che  si  stampa  sulla 
faccia  della  terra  è  dotato  di  una  tale  virtù. 

Però  nel  1881  ci  fu  un  tentativo.  L'annunzio  fece  un  chiasso  indiavolato  nella  stampa. 
Si  annunziò  infatti  che  il  3  febbraio  18S1  sarebbe  uscito  a  Torino  un  giornale  quotidiano,  il  Merlin  Co- 
cajo,  il  quale  mercè  una  nuova  e  curiosa  invenzione  sarebbe  stato  stampato  in  modo  che  le  lettere  di  esso, 
diventando  luminose  di  notte,  si  poteva  leggere  il  giornale  da  capo  a  fondo  senza  l'aiuto  del  lume.  Il  giorno 
stabilito  infatti  il  giornale  diretto  da  Neo  Ginesio  (Carlo  Mascaretti)  usci,  ma  stampato  regolarmente  in  caratteri 
comuni  ;  però  aggiungeva  nel  programma-:  n  I  maligni  immagineranno  che  gli  annunzi  tatti  dell'applicazione 
delle  materie  radianti  alla  stampa,  non  sia  stata  che  una  spiritosa  invenzione  dovuta  alla  Musa  Reclame,  la 
più  fervida  dei  nostri  tempi....  La  scoperta  esiste  realmente  e  segnerà  senza  alcun  dubbio  una  delle  più  grandi 
conquiste  del  progresso.  Nei  saggi  che  ci  furono  mostrati,  le  lettere  impresse  sulla  carta  col  nuovo  sistema 
diventano  luminose  nell'oscurità,  cosicché  si  leggono  benissimo  e  senza  alcuno  stento.  Per  l'avvenire  sui  lavori  del 
pensiero  non  scenderà  più  la  notte  ;  si  stamperannojibri  e  giornali  che  si  potranno  leggere  in  letto,  passeggiando, 
viaggiando,  senza  alcun  bisogno  di  lume.  1  viaggiatori  non  malediranno  più  ai  barlumi  vagonali,  gl'insonni 
potranno  trascorrere  tranquillamente  le  ore  notturne  con  la  massima  economia,  ed  i  romantici,  appollajati  nelle 
notti  estive  sugli  alberi,  somiglieranno  a  tanti  luccioloni  d'un  fantastico  mondo....  >> 
La  trovata,  per  una  reclame,  è  senza  dubbio  ingegnosa. 


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Dopo  25  anni  di  esperienze  fatte  dalle  celebrità  mediche  del  paese,  dopo 
i  molti  e  splendidi  risultati  ottenuti  dalle  suddette  specialità  nelle  molteplici 
malattie  dello  stomaco,  qualche  speculatore  ha  voluto  farne  imitazione,  ma  che 
però  sia  ddl  lato  organolettico,  sia  per  le  proprietà  mediche,  da  non  confon- 
dersi  con  quelle  che  per  squisitezza  di  gusto  e  per  costanza  di  preparazione 
si  fabbricano  nella  Farmacia  Zarri  -  Bologna.  —  Ognuna  di  queste  due  spe- 
cialità è  accompagnata  da  relativa  istruzione.  A  scanso  di  inconvenienti,  do- 
mandar sempre  Vermouth  o  Elixir  alla  Noce  vomica,  fabbricazione  Farmacia 
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PROVINCIA  DI  BRESCIA 


Inumerò   dei   Comuni:  280  —  "Popolazione:   471,568  —  Superficie:  K.  q.  4,779  —  'Deputali  della  provincia: 
I.  Zanardelli,  Gerardi,  Bonardi,  Baratieri,  Comini.  2.  Gorio,  Papa,  Pavoni,  Barbieri. 


Bollettino  degli  atti  ufBciali  in  mate- 
ria ecclesiastica.  Fondato  nel  1885,  si  pub- 
blica ogni  15  giorni  in  8  pagine  e  contiene 
le  leggi,  decreti  e  regolamenti  ecclesiastici. 
Abbonamento:  anno  L.  4.  Non  si  vende 
a  numeri  separati. 

B^-escia. 

Bollettino  generale  degli  atti  ufficiali 
del  regno.  Fondato  il  24  dicembre  1887, 
contiene  leggi,  decreti,  regolamenti,  istru- 
zioni, circolari,  note,  dispacci,  massime, 
pareri,  ecc.  Si  pubblica  ogni  sabato  mat- 
tina in  8  pagine  in-4.°  -  Abbonamento: 
anno  L.  4.  Un  numero  5  centesimi.  Sta- 
bilimento tipografico  Savoldi.  Contrada 
Fontana  Coperta. 

Brescia. 

Il  Cittadino  di  Brescia.  Giornale  poli- 
tico, cattolico,  fondato  il  i.°  aprile  1878, 
in  continuazione  d'altri  giornali  del  mede- 
simo spirito  e  collo  stesso  titolo  che  eb- 
bero a  succedersi  dal  1860  al  1878.  Si  pub- 
blica tutti  i  giorni,  meno  i  festivi,  in  4 
pagine  a  5  colonne.  Ha  subito  un  seque- 
stro e  un  processo  per  offese  alla  persona 
reale.  Costituito  da  una  società  per  azioni, 
queste  cessarono  col  i."  gennaio  1888.  Ha 
tipografia  propria  con  sei  macchine  e  con 
motore  Otto.  Ufficio  speciale  nel  centro 
della  città  per  le  inserzioni.  Concorse  col 
suo  appoggio  morale  alla  fondazione  di 
alcune  opere  di  pubblica  utilità.  L'attuale 
direttore  è  il  dottor  Giorgio  Mantini.  È  am- 
ministrato da  un  consigHo  d'amministrazio- 
ne, presidente  del  quale  è  il  cav.  avv.  Giu- 
seppe Tovini.  Abbonamento  :  anno  L.  20, 
semestre  10,  trimestre  5.  Estero:  spese  po- 
stali in  più.  Un  numero  5  centesimi.  Inser- 
zioni: 20  centesimi  la  linea.  Corso  Ma- 
genta (i). 

Brescia. 


(1)  Kell'ottobre  del  i8Si  il  Corriere  del  mattino  di 
Napoli  stampava  : 

«  Reclame  all'americana!....  —  L'altro  di  abbiamo 
annunziato  che  un  foglio  americano  dichiarava  avere 
stipulato  con  ricche  ereditiere  contratti,  coi  quali  si 
obbligano  a  non  sposare  che  abbonati  di  un  anno  a 
quel  giornale.  Pareva  il  non  plus  ultra  àeWa.  reclame! 
11  Cittadino,  giornale  clericale  di  Brescia,  va  forse 
più  in  là,  perché  annunzia  a  lettere  di  scatola,  che 
nell'udienza  pontificia  del  17,  il  Santo  Padre  dava 
una  particolare  benedizione  agli  associati  del  Cittadino. 


Farfarello.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, umoristico,  fondato  nel  1879.  Si 
pubblica  ogni  settimana  in  8  pagine.  Un 
numero  5  centesimi.  Non  fa  abbonamenti. 

Brescia. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi  della  provincia,  fondato 
nel  1865.  Si  pubblica  2  volte  al  mese 
in  un  numero  indeterminato  di  pagine. 
Abbonamento  :  anno  L.  8.  Non  si  vende 
a  numeri  separati. 

Brescia. 

La  Madre  cattolica.  Periodico  mensile, 
fondato  il  i."  maggio  1888.  Esce  in  fa- 
scicoli di  16  pagine  in-8.°  -  Direttrice: 
Marietta  Bianchini.  Abbonamento:  L.  2 
anno.  Via  Tre  Spade,  vicolo  irregolare,  178. 

Brescia. 

La  Provincia  di  Brescia.  Giornale  di  po- 
litica ed  economia,  fondato  nel  novembre 
del  1870.  Si  pubblica  tutti  i  giorni  in  4 
pagine  a  5  colonne.  É  organo  dell'on.  Za- 
nardelli. Tira  3400  copie.  Fu  diretto  dal 
dott.  Paolo  Aureggi  dal  1870  al  1880;  po- 
scia dal  dott.Vitaliano  Gennaro  sino  al  1888, 
e  ora  nuovamente  dall' Aureggi.  La  costanza 
e  la  veemenza  con  cui  per  lunghi  anni  la 
Provincia  ha  combattuto  il  partito  mode- 
rato bresciano  le  hanno  creato  d'attorno 
un  caldo  ambiente  di  entusiastiche  ammi- 
razioni e  di  rivalità  implacabili.  Abbona- 
mento :  anno  L.  20,  semestre  io,  trime- 
stre 5  ;  un  numero  5  centesimi.  Piazza 
Duomo,  1298. 

Brescia, 

La  Sentinella  Bresciana.  Giornale  po- 
litico, amministrativo,  fondato  nel  1859. 
Si  pubblica  ogni  giorno  in  4  pagine  a  4 
colonne.  È  giornale  ben  redatto  e  ricco 
di  notizie  e  cronaca.  É  organo  del  partito 


«  Non  sappiamo  se  fruiscano  del  beneficio  i  soli  ab- 
bonati annuali,  come  nel  giornale  americano,  o  anche 
i  semestrali,  ma  ci  pare  che  il  genere  di  reclame,  inau- 
gurato dal  Cittadino  di  Brescia  meriti  di  essere  rac- 
comandato alle  amministrazioni  dei  giornali    clericali. 

«  Se  si  va  di  questo  passo,  vedremo  annunziato 
come  premio  agli  associati  di  un  anno  un'  indulgenza 
plenaria  o  una  dispensa  dal  mangiar  di  magro.  Noi 
abbiamo  l' ingenuità  di  credere  che  questo  genere  di 
reclame  non  sia  gradito  in  Vaticano!....  » 


328 


GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


moderato  bresciano.  Tira  circa  looo  co- 
pie. Direttore  :  Angelo  Gallottini.  Inser- 
zioni :  4.'  pagina  25  centesimi  la  linea, 
3.'  pagina  75,  prima  della  firma  del  ge- 
rente L.  1,25.  Abbonamento:  anno  L.  24, 
semestre  12,  trimestre  6  -  Estero:  anno 
L.  40,  semestre  20,  trimestre  io.  Un  nu- 
mero 5  centesimi.  Portici  del  Granajuo- 
lo,  1217. 

Brescia. 
Lo  Strone.  Giornale  popolare,  politico, 
amministrativo,  industriale  della  bassa  bre- 
sciana, fondato  il  15  maggio  1889.  Si 
pubblica  il  giovedì  in  4  pagine,  formato 
0,28  y.  0,18.  Abbonamento:  anno  L.  3.  Un 
numero  5  centesimi.  Piazza  Vittorio  Em- 
manuele,  io. 

Veroìanuova. 
Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Creato  nel  1876  per  la  pub- 
blicazione ufficiale  degli  annunzi  legali. 
Si  pubblica  2  volte  la  settimana.  Abbona- 
mento: anno  L.  20.  Per  gli  abbonamenti 
rivolgersi  alla  Tipografia  Giudiziaria  R.  Co- 
dignola. 

Brescia. 


La  Vedetta  Lombarda.  Giornale  didat- 
tico, nato  nel  1882.  Esce  2  volte  al  mese 
in  fascicoli  di  16  pagine.  Abbonamento: 
anno  L.  5.  Non  si  vende  a  numeri  sepa- 
rati. 

Brescia. 

La  Vita.  Giornale  popolare  ,  fondato 
nel  1882  dalla  Società  Bresciana  d'igiene. 
Esce  2  volte  al  mese  in  fascicoli  di  8  o 
12  pagine  in-4.°  a  2  colonne.  Contiene  gli 
atti  della  società,  articoli  originali,  notizie, 
resoconti  di  congressi  d' igiene,  ecc. 

La  Vita  può  essere  lasciata  con  tutta 
libertà  nelle  mani  di  chicchessia,  e  perciò 
si  raccomanda  alle  famiglie. 

Dedicata  principalmente  ai  bisogni  igie- 
nici della  città  e  della  provincia  di  Brescia, 
la  Fita  si  vale  della  collaborazione  di  molti 
sanitari  e  di  altri  scrittori  della  provincia 
bresciana,  e  si  onora  eziandio  della  colla- 
borazione di  illustri  professori  docenti  in 
Università  d'Italia.  Ha  per  motto:  Salus 
publica  suprema  lex  esio. 

Abbonamento:  anno  L.  3  -  Estero  4. 
Via  Cavalletto,  1474. 

Brescia. 


Giornali  cessati: 

All'Armi,  amministrativo,  n.   1881  a  Brescia;  ebbe  breve  esistenza. 
L'Amico  del  Popolo,  democratico,  settimanale,  n.  22  ottobre  1888  a  Brescia;  redat- 
tore :  Giovanni  Franzoni. 
L'Avamposto,  repubblicano,  bisettimanale,  n.  1879  a  Brescia;   diretto   da   Gabriele 

Rosa. 
La  Bassa  Bresciana,   politico  amministrativo,  n.  1882  a  Veroìanuova,  settimanale. 
Il  Bombardone,  satirico,   settimanale,  n.  1881   a  Brescia;    direttore    Chiappa;   ebbe 

breve  esistenza. 
Bre^ia  Agricola,  n.  1884,  settimanale. 
Il  Camuno,  amministrativo  settimanale,  n.  1881  a  Breno. 
Il  Commercio,  n.   1885  ^  Brescia;  diretto  da  Giovanni  Senni. 
Il  Corriere  agricolo,  n.  1867  a  Locato,  bimensile,  diretto  da  A.  L.  Consolini. 
Il  Corriere  Bresciano,  politico  quotidiano,  n.  1870.  Ebbe  breve  esistenza. 
La  Donna  del  latte,  umoristico,  settimanale,  n.  1880  a  Brescia;  direttore:  Chiappa; 

tip.  Codignola:  4  mesi  di  vita. 

L'Elettore,  amministrativo,  settim.anale,  n.  1880  a  Brescia;  direttore:  Chiappa. 
Farfarello  Primo,  umoristico,  settimanale,  n.  1879  a  Brescia. 
La   Fiamma,  repubblicano,  settimanale,  n.  1579  a  Brescia,  tip.  Codignola,  5  mesi 

di  vita. 
Il  Fischio,  politico,  n.  5  gennaio  1887  a  Brescia. 

Il  Frustino,  hbello  clericale  antipatriottico,  settimanale,  n.  1879  a  Brescia. 
Il  Frustone,  settimanale,  anticlericale,  n.  1879  a  Brescia,  tip.  Rivetti  e  Scalvini;  durò 

2  anni. 
Il  Galletto,  umoristico,  settimanale,  n.  1881  a  Brescia,  tip.  Codignola;  visse  4  mesi. 
Gioani  delle   Strisce,   satirico,   settimanale,  n.  1881    a  Brescia,  direttore   Ferrano; 

tip.  Commerciale. 
Giovanni  Polli,  periodico  di  farmacia,  medicina,  chimica  e  igiene,  n.  a  Veroìanuova; 

settimanale. 
Il  Grillo,  umoristico,  settimanale,  n.  1879  a  Brescia.  Ebbe  breve  esistenza. 
V Impariiale,  umoristico,  settimanale,  n.  1880;  tip.  Rivetti  e  Scalvini;  ebbe  breve 

esistenza. 


PRO^STNCIA   DI   BRESCU.  329 


—  La  Luna,  settimanale,  umoristico,  illustrato,  n.  9  aprile  1885  a  Brescia. 

—  I  Macc  de  le  ure  ione  e  hatesta,  umoristico,  settimanale,  n.  13  gennaio  1889  a  Brescia. 

—  Il  Misto  con  panerà,  umoristico,  settimanale,  n.  1879  ^  Brescia;  direttore  Chiappa; 

tip.  Codignola;  ebbe  breve  esistenza. 

—  El  Mostosù  delle  Cossere,  politico,  amministrativo,  settimanale,   n.  1880  a  Brescia; 

visse  2  anni.  Tip.  Commerciale. 

—  La  Nuova  Brescia,  bisettimanale,  politico,  popolare,  n.  1880. 

—  La  Nuova  Chiari,  politico,  settimanale,  n.  1882  a  Chiari,  tip,  Buffoli. 

—  L'Ordine,  politico,  repubblicano,  settimanale,  n.  1882  a  Brescia;  visse  2  anni;  ti- 

pog.  Rivetti  e  Scalvini. 

—  Il  Proletario,  democratico,  settimanale,  n.  l'ii  gennaio  1885  a  Brescia. 

—  La  Pubblicità  Economica,  giornale  d'annunzi,  n.  1885  a  Brescia,  settimanale. 

—  II  Risveglio,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  8  settembre  1888    a  Brescia; 

direttore:  Arturo  Savoldi. 

—  Il  Sorriso,  giornale  illustrato  settimanale,  n.  1879  a  Brescia;  tip.  Novelli;  ebbe  breve 

esistenza. 

—  Lo  Sperimentale,  economico,  sociale,  n.  1886  a  Brescia,  direttore:  Giovanni  Rossi. 

—  Lo  Spiffero,  satirico,  settimanale,  n.   1879  a  Brescia;  tip.  Novelli;  visse  2  anni. 

—  La  Squilla,  rivista  scientifica  letteraria,  bimensile,  n.  1879  a  Brescia;  direttore  Giu- 

seppe Benetti.  Ebbe  breve  esistenza. 

—  Il  Tantolo,  scientifico,  settimanale,  n.   1880  a  Brescia;  direttore:  Avv.  Lanzoni;  ti- 

pografia Rivetti  e  Scalvini;  visse  6  mesi. 

—  Tito  Speri,  politico,  settimanale,  n.  1881  a  Brescia.  Visse  5  mesi.  Tip.  Commerciale. 

—  Il  Trombone,  satirico,  settimanale,  n.   1881  a  Brescia;  direttore:  Chiappa;  tip.  Co- 

dignola; ebbe  breve  esistenza. 

—  La  Voce  del  Caffaro,  amministrativo,  n.  1885  a  Bagolino. 

X 

Nel  novembre  del  1887  morì  a  Chiari  (Brescia)  Giovanni  Mussi.  Cominciò  la  sua 
carriera  come  collaboratore  del  Sole  a  Milano;  poi  assunse  la  direzione  del  Diritto  a 
Firenze,  surrogandovi  l'ingegnere  Maraini.  Il  giornalismo  lo  condusse  alla  Camera; 
poi  fu  prefetto. 


GIORNALI  E  GIORNALISTI  BRESCIANI 


A  Brescia  ci  sono  tre  giornali,  che  fanno  per  trenta,  tanto  sono 
animati  da  reciproca,  fraterna  antipatia. 

La  Sentir.ella  è  il  più  vecchio  di  tutti,  ed  è  anzi  fra  i  più  vecchi 
campioni  del  giornalismo  italiano.  Nacque  col  1859;  nacque  piena  di 
vigore,  di  vita,  di  simpatia  per  V Italia  irredenta  d'allora,  la  quale  era 
un  pochino  più  vasta  ed  importante  di  quella  d'adesso.  Primo  diret- 
tore ne  fu  il  signor  avvocato  Bottarelli,  del  quale,  in  morte,  Yorick  tessè 
un  mesto  e  memorabile  elogio.  Mori  il  Bottarelli  di  lungo  e  lento  ma- 
lore, dopo  essere  sfuggito  (secondo  narra  la  leggenda)  alla  morte  per 
colpo  d'arma  da  fuoco  in  grazia  d'un  accidente  non  tanto  comune  :  in- 
fatti in  un  duello  alla  pistola,  per  quistioni  inerenti  al  giornale,  al  Bot- 
tarelli sarebbe  stato  —  sempre  secondo  la  leggenda  —  dall'avversario  spez- 
zata in  mano  l'arma. 

Poi  la  direzione  della  Sentinella  passò  in  mano  dell'avvocato  Angelo 
Gallottini,  il  quale  è  tutto  ciò  che  di  più  bresciano  si  possa  dare  pel 
carattere,  la  vivacità  dell'  ingegno,  la  bontà  del  cuore,  l'attività,  il  corag- 


330  aUIDA   DELLA.   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

gio,  il  patriottismo.  É  un  ammalato  che  sta  sempre  bene.  Infatti,  men- 
tre la  sua  complessione  fisica  è  realmente  delicatissima  ed  esposta  a  fa- 
cili malanni,  egli  è  cosi  pieno  di  vigoria  nella  volontà,  che  lavora  ed 
ha  lavorato  sempre  come  pochi  lavorano:  ha  fatto  quattro  campagne  di 
guerra,  ed  è  stato  ferito  a  Monte  Snello;  ha  studiato  per  divenire  ra- 
gioniere, avvocato,  professore,  e  divenne  ragioniere,  avvocato,  profes- 
sore; ha  studiato  per  riuscire  un  giornalista  colto  e  competente  nelle 
materie  economiche,  ed  il  suo  giornale  è  infatti  dei  più  stimabili  di  pro- 
vincia; gli  articoli  in  materia  economica,  firmati  A.  G.,  sono  letti  da 
tutti  con  piacere  e  con  vivo  interesse.  Gli  rimproverano  d'essere  troppo 
«  moderato  «  ;  ma  egli  non  lo  è,  o  lo  è  solo  in  quanto  ciò  lo  distin- 
gua megho  dalla  progresseria,  per  la  quale  nutre  una  invincibile  avver- 
sione, pur  essendo  in  buonissima  relazione  personale  con  molti  di  quel 
partito  a  Brescia.  Non  però  collo  Zanardelli....  Questi  ha  nella  Provin- 
cia —  l'avversaria  nata  e  battezzata  della  Sentinella  —  la  sua  tromba,  il 
suo  organo,  il  suo  araldo. 

Essendo  cosi  efiicace  allo  Zanardelli,  che  è  ed  era,  specialmente  in 
passato,  uomo  di  partito  per  eccellenza  (senza  bisticci)  è  anch'essa  gior- 
nale partigiano,  con  tutte  quindi  le  concomitanze  d'una  tale  qualità,  cosi 
che  la  teoria  dei  due  pesi  e  delle  due  misure,  quella  dei  silenzi  neces- 
sari, l'altra  dell'ingrandire  le  inezie,  ecc.  ecc.,  non  le  sono  cose  punto 
ignote.  Ma,  tra  noi,  a  costo  di  far  strabiliare  alcuni  nostri  amici,  dob- 
biamo soggiungere  che,  considerata  la  Provincia  da  un  punto  di  vista 
meno  esclusivamente  bresciano  di  quel  che  la  considerano  essi,  la  tro- 
viamo uno  dei  giornali  progressisti  più  seri,  calmi  e  rispettabili.  Qual- 
che volta  stampa  articoli  contro  gli  avversari  politici....  non  bresciani,  che 
fanno  onore  alla  sua  temperanza. 

Non  cosi  pensa  però  il  Cittadino,  giornale  bresciano  clericale  fon- 
dato nel  1879  con  60,000  lire  di  capitale,  che  colla  Provincia  è  sempre 
in  bega.  Pareva,  appena  sorto,  che  volesse  essere  clericale  senza  furori 
e  senza  anatemi.  Ma  non  fu  tale  che  per  poco.  Poi  divenne  come  tutti 
gli  altri.  Al  suo  nome  si  collega  un  celebre  pesce  d'aprile  del  1879,  pe- 
sce che  ebbe  la  forza  di  attirare  a  Brescia  una  moltitudine  di  parroci  e 
curati  della  diocesi,  ai  quali  era  stato  annunciato  che  si  era  aperto  un 
ricco  testamento  in  loro  favore. 

Il  Cittadino  in  quell'occasione  andò  straordinariamente  in  collera. 

(Dal  Giornale  dei  Giornali,  Milano  1880.) 


I  giornali  liberi  sono  il  miglior  tribunale  del  mondo,  perchè  nei  pareri  e  nelle  decisioni,  nelle  sentenze  e  nelle 
condanne  sono  imparziali  ;  e  pormo  essere  imparziali,  perchè  non  soggetti  né  a  lusinghe  corrompitrici,  né  a  paure 
servili,  negazioni  assolute  di  giustizia  e  di  miglioramento. 


Benevento  -  Giornale   IIEF'ISXOF'EI^E 
con    Ufficio  di  [Pubblicità 

0*^    Vedi   Avviso    speciale    a    pag.    302 


PROVINCIA  DI  CAGLIARI 


Numero  dei  Comuni:  257  —  Popolaiione:    420,655  —  Superficie:    K.  q.   13,683  —  Deputati  della  provincia: 
I.  Saliris,  Laj,  Castoldi,  Palomba,  2.  Parpaglia,  Solinas-Apostoli,  Cocco-Ortu. 


L'Avvenire  di  Sardegna.  Giornale  po- 
litico, amministrativo,  fondato  nel  1871.SÌ 
pubblica  ogni  giorno  in  4  pagine  grandi 
a  5  colonne.  É  diretto  da  Giovanni  De 
Francesco,  il  quale  fondò  il  giornale  arabo 
Mostakeì,  riuscito  cosi  ostico  ai  francesi 
quando  diedero  la  caccia  ai  fantastici  cru- 
miri. Il  De  Francesco  è  stato  a  tutte  le 
campagne  dal  ,1860  al  1870,  nel  5.°  reg- 
gimento volontari,  facendo  sempre  il  cor- 
rispondente dal  campo.  Un  altro  redattore 
del  giornale  è  Emilio  Spagnuolo,  ora  cor- 
rispondente da  Roma,  ch'ebbe  un  duello 
col  cav.  Merardo  Riccio,  direttore  della 
Sardegna  di  Sassari.  Il  giornale  è  organo 
della  colonia  italiana  nella  Tunisia. È  redatto 
con  molto  garbo.  Prima  che  lo  Spagnuolo 
ne  fosse  il  corrispondente.  Giacinto  Stia- 
velli  mandava  aW Avvenire  le  sue  briose 
lettere  da  Roma. 

Tira  1,800  copie.  Abbonamento:  anno 
L.  20,  semestre  io,  trimestre  5.  Un  nu- 
mero 5  centesimi.  Inserzioni:  in  4.'  pagina 
25  centesimi  la  linea.  Bastione  S.  Croce,  5. 

Cagliari. 

Bertoldo.  Rivista  serio-umoristica  con 
caricature,  nata  1'  11  settembre  1887.  Esce 
in  4  pagine,  formato  0,3 1  x  0,20,  ed  è  re- 
datto in  italiano  e  dialetto  sardo.  Abbo- 
namento: anno  L.  5.  Un  numero  io  cen- 
tesimi. Tipografia  dell'Avvenire  di  Sar- 
degna. 

Cagliari. 

Il  Faro  di  Cagliari.  Giornale  politico, 
amministrativo,  letterario,  ecc.,  natoli  12 
aprile  1889.  Ha  per  motto:  »  Frangar  non 
flectar  ».  Esce  ogni  settimana  in  4  pagine, 
formato  0,37  ;<  0,26.  Abbonamento:  anno 


L.  6.  Un  numero  ro  centesimi.  Vico  Bar- 
cellona, 6. 

Cagliari. 
Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi,  fondato  nel  1866.  Si 
pubblica  ogni  mese  in  fascicoli  di  16  a  32 
pagine.  Abbonamento  :  anno  L.  8.  Non  si 
vende  a  numeri  separati. 

Cagliari. 
La  Giovine  Sardegna.  Giornale  politico, 
amministrativo,  nato  nel  1889. 

Cagliari. 
Il  Risveglio.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, cattolico,  fondato  il  i."  ottobre 
1882.  Si  pubblica  il  martedì  in  4  pagine 
a  4  colonne.  É  redatto  piuttosto  bene,  con 
idee  franche  e  liberali.  Direttore:  dottor 
Francesco  Dorè.  Collaboratori  :  Polito  De- 
pau  e  Giuseppe  Borgna,  avvocati.  Abbo- 
namento: anno  L.  6,  semestre  3,  trime- 
stre 1,50.  Un  numero  io  centesimi.  In- 
serzioni: cent.  20  la   linea  in  4.'  pagina. 

Cagliari. 

La  Rivista  Mariana.  Giornale  cattolico, 

fondato  nel  1881.  Si  pubblica  ogni  mese 

in  fascicoH  di  16   pagine.  Abbonamento: 

anno  L.  3.  Un  numero  30  centesimi. 

Cagliari. 
Sancio  Panza.  Giornale  umoristico,  am- 
ministrativo, nato  nel  1889. 

Cagliari. 
Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Creato  nel  1876  per  la  pub- 
blicazione degli  annunzi  legali.  Esce  2  volte 
la  settimana  in  8  o  16  pagine.  Abbona- 
mento: anno  L.  x8.  Un  numero  cent.  40. 

Cagliari. 


Giornali  cessati: 

—  U Amico  del  Popolo  e  del  Governo,  1849,  Cagliari. 

—  U Arena,  politico,  amministrativo,  n.  1885,  a  Cagliari. 

—  A  Ventanni,  n.  a  CagHari  nel  1869. 

—  \S Avvisatore  Sardo,  politico  quotidiano,  n.  1862  a  Cagliari;  durò  fino  al  1877,  poi 

rivisse  nel  i88g  e  cessò  nuovamente. 

—  La  Bandiera  democratica,   1872,  Cagliari. 

—  La  Bandiera  Sarda  e   Tunisina,  n.  1881  a  Cagliari. 

—  La  Bandiera  Sarda,  n.  1881  a  Caghari,  politico  indipendente,  bisettimanale;  diret- 

tore avv.  Arturo  Santini. 


332  GOTDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

—  Bollettino  Archeologico  Sardo,  n.  1855  a  Cagliari,  diretto  per  dieci  anni  dal  Cano- 

nico Giovanni  Spano.  Nel  1884  fu  ripreso  da  Ettore  Pais,   direttore  del  Museo 
di  Cagliari. 

—  Bollettino  del  Comizio  Agrario   del   Circondario  di  Lanusei,  n.  1880,  usciva  a  fasci- 

coli di  32  pagine  e  si  stampava  a  Cagliari. 

—  La  Bomba,  n,  1881  a  Cagliari. 

—  La  Bugia,  1874,  Cagliari. 

—  Il  Buonumore,  satirico,  letterario,  domenicale,  n.  1877  a  Cagliari;  durò  fino  al  1880. 

—  La  Bussola,  politico  bisettimanale,  visse  a  Cagliari  nel  1862-63. 

—  La  Candela  Magica,  1870,  Cagliari. 

—  Il  Capricorno,  visse  a  Cagliari  nel  1856-57. 

—  Il  Commercio,  1867,  Cagliari. 

—  11  Compilatore  delle  cognizioni  utili,  1832,  Cagliari. 

—  La  Cornamusa,  n.  1856  a  Cagliari. 

—  Corriere  di  Sardegna,  politico  quotidiano,  di  gran  formato,  n.  1864,  visse  lunghi 

anni. 

—  La  Cronaca,  n.  a  Cagliari,  visse  negli  anni  1866-67-69-70-71. 

—  Il  Diavolo,  1S66,  Cagliari. 

—  Il  Diritto,  rivista  di  giurisprudenza,  n.  1882   a  Cagliari,   mensile, 'fascicoli   di   64 

pagine. 

—  L'Eco  dei  Comuni,  1882,  Cagliari. 

—  Eco  dei  Comuni  della  Sardegna,  n.   1856  a  Cagliari. 

—  V  Eco  di  Carloforte,  n.  1881. 

—  Era  Nuova,  n.  1870  a  Cagliari. 

—  La  Farfalla,  letterario,  n.  18S7  a  Cagliari. 

—  Il  Faro  di  Cagliari,  n.   1875, 

—  La  Favilla,  n.  1856  a  Cagliari. 

—  Il  Filòpono,  politico,  amministrativo,  letterario,  settimanale,  n.  1877  a  Cagliari. 

—  Fiori  e  Suoni,  1860,  Cagliari. 

—  Il  Flagello,   1852,  Cagliari. 

—  Gaietta  del  Corriere  di  Sardegna,  visse  a  Cagliari  dal  1864  al  1878. 

—  Gaietta  di  Cagliari,  politico,  amministrativo,  bisettimanale,  n.   1887. 

—  Galletta  popolare,  n.  a  Cagliari,  visse   dal    1850  al  1869;   poi   riprese  le  pubblica- 

zioni nel  1879,  ma  le  cessò  subito. 

—  Galletta  di  Sardegna,  n.  1876  a  Cagliari. 

—  Il  Gaiiettino,  n.  1881  a  Cagliari. 

—  Giornale  medico- chirurgico  e  farmaceutico,  n.  1857  a  Cagliari. 

—  Giornale  Ujficiale  -  Ganetta  di  Sardegna,  n.  1852. 

—  La  Gioventù  Sarda,   1877,  Cagliari. 

—  L' Icnusa,  visse  a  Cagliari  dal  1856  al  1859. 

—  L' Impariiale,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  a  Bosa  9  agosto  1885,  diret- 

tore Giuseppe  Poddighe. 

—  L'Indicatore  Sardo,  n.  1850  a  Cagliari. 

—  L' Indipendenia  italiana,   1848,  Cagliari. 

—  L' Italia  insulare,  n.  1880  a  Cagliari. 

—  Il  Lamento,  n.  a  Cagliari  1859. 

—  La  Lanterna  Magica,  n.  1884  a  Cagliari. 

—  La  Lanterna  Magica,  umoristico,  n.  26  gennaio  1889  a  Cagliari. 

—  La  Lealtà,   1872,  Cagliari. 

—  Il  Legista,  n.  a  Cagliari  1870. 

—  Letture  popolari  della  domenica,  n.  a  Cagliari  1858. 

—  La  Lucciola,  1870,  Cagliari. 

—  Il  Lumino,  politico,  letterario,  n.   1887  a  Cagliari. 

—  La  Maschera,  politico  settimanale  di  gran  formato,  n.  a  Cagliari  1880;  visse  oltre 

3  anni. 

—  La  Mejerdah,  n.   1885  a  Tunisi;  poi  si  trasferi  a  Cagliari.   (Vedi  nell'Appendice    i 

Giornali  italiani  stampati  all'estero.) 

—  La  Meteora,  visse  a  Cagliari  nel  1878-79. 

—  Il  Movimento  Sardo,  n.  a  Cagliari  1876. 

—  Il  Naiionale,  n.  1848  a  Cagliari, 


PROVINCIA   DI   CAGLIARI.  333 


—  Il  'Nuovo  Avvisatore,  commerciale,  mensile,  n.  1884  a  Cagliari. 

—  VOgliastra,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  1883  a  Lanusei. 

—  L'Operaio  cattolico,   1S73,  Cagliari. 

—  L'  Osservatore,  n.  1870  a  Cagliari. 

—  Il  Paese,  n.  1880  a  Cagliari,  direttore  Ghivizzani. 

—  La  Pietra  Infernale,   1S74,  Cagliari. 

—  Il  Popolo,  politico,  amministrativo,  letterario, ,  settimanale,  n.  12   gennaio   1885  a 

Cagliari. 

—  Il  Positivo,   1867,  Cagliari.  _ 

—  La  Posta,  amministrativo,  settimanale,  n.  2  maggio  1889  a  Cagliari. 

—  Rassegna  Medica,   1864,  Cagliari. 

—  Il  Risparmio,  n.  1880  a  Cagliari. 

—  Sa  Frunia,   1866,  Cagliari,  in  dialetto, 

—  San  Michele,  1866,  Cagliari._ 

—  Lo  Scroccone,   i8j8,  Cagliari. 

—  La  Sentinella,  amministrativo,  letterario,  settimanale,  n.  1887  a  Cagliari. 

—  Le  Serate  letterarie,  1880,  Cagliari. 

—  La  Sardegna,  n.  1869  a  Cagliari. 

—  La  Scintilla,  n.  1882  a  Cagliari. 

—  La  Speranza,  n.  1870  a  Cagliari. 

—  Lo  Statuto,  visse  a  Cagliari  dal  1854  al  1859. 

—  Il  Tempo,  n.  1880   a    Cagliari,  settimanale,  politico,  letterario,  stampato    su   carta 

rosa,  formato  album.  Dopo  poco  tempo  cambiò  titolo  in  quello  di   Tempo. ...rale, 
ma  anche  con  questo  visse  poco. 

—  Il   Tirreno,   1861,  Cagliari. 

—  Il  Trich-Trach,  n.  1880  a  Cagliari. 

—  La  Vecchia  Spada,  n.  1870  a  Cagliari, 

—  La  Verità,  n.  1870  a  Cagliari. 

—  Vita  di  pensiero,  letterario,  visse  a  Cagliari  nel  1878-79, 

—  La  Voce  del  Popolo,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  6  gennaio  1885  a  Cagliari. 

—  La   Voce  della  Sardegna,  visse  a  Cagliari  nel  1878-79. 

—  Voltaire,   1857,  Cagliari. 

—  La  Zanzara,  amministrativo,  settimanale,  n.   11  dicembre  1887  a  Cagliari, 

X 

Stanislao  Caboni,  nato  a  Cagliari  nel  1795,  eminente  giureconsulto,  letterato  e 
poscia  deputato,  fnndó  nel  1827  in  Cagliari  il  primo  periodico,  intitolato  Giornale  di 
Cagliari,  che  si  pubblicava  mensilmente  a  fascicoli,  dove  si  stampavano  notizie  di  po- 
htica  interna  ed  estera,  insieme  con  precetti  letterari  e  nozioni  di  agricoltura.  Tale 
periodico  visse  un  triennio. 

X 

Nel  1843  S.  A.  Augusto  De  Castro  che  poi  fu  canonico  e  deputato  al  Parlamento 
Subalpino,  fondò  a  Cagliari  con  gli  amici  Gavino  Nino,  Alberto  de  Gioannis  e  Bat- 
tista Murgia,  il  giornale  la  Meteora,  informato  a  spiriti  liberali,  alle  nuove  idee  che 
venivano  svolgendosi  e  propagandosi  rapidamente.  Ma  questo  giornale,  su  cui  la  cen- 
sura esercitò  ampiamente  il  suo  potere  dispotico,  durò  tre  anni  soltanto. 

X 

Nel  1881  nacque  a  Cagliari  un  giornale  arabo  in  4  pagine  a  3  colonne,  intitolato 
El  Mostakel.  Questo  giornale  levò  un  rumore  indiavolato,  specialmente  in  Francia,  per- 
chè la  sua  pubblicazione  fu  attribuita  al  governo  italiano  che  mirava  in  quel  momento 
all'occupazione  di  Tunisi.  Direttore  del  Mostakel  si  manifestò  un  Giuseppe  Bokos,  il 
quale  in  un  numero  del  periodico  scrisse  queste  parole: 

«  Non  ho  la  pretesa  di  essere  letterato,  ma  certamente  non  sono  un  tunisino,  ed  alquanto  ho  studiato  a 
Bayruth,  ove  m'ebbi  i  natali.  Non  disegno  di  battere  in  breccia  contro  un  tapino  come  il  primo  ministro  della 
Tunisia,  col  quale  si  perderebbero  e  la  polvere  ed  i  proiettili,  ma  un  nobile  pensiero  mosse  me  ed  alcuni  miei 
compatriotti  ad  abbandonare  le  coste  della  Siria  e  domandare  l'ospitalità  ad  un  paese  dove  accanto  all'ordine, 
noi  uomini  dell'Oriente,  ammiriamo  la  tolleranza  di  tutte  le  convinzioni  ed  il  rispetto  sincero  della  libertà  in- 
dividuale. 


334 


GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


«  Noi  arabi,  cristiani  o  mussulmani,  slamo  convinti  di  avere  le  attitudini  per  essere  nazione  civile,  e  rav- 
visiamo nella  nostra  eventuale  risurrezione,  non  che  un  pericolo  per  chicchessia,  la  garanzia  della  cessazione 
di  ogni  rivalità  nel  Mediterraneo. 

a  Queste  idee  sono  venuto  ad  esporre  ia  Italia,  per  mezzo  del  Mostakel.  Ma  si  dirà  :  perchè  in  Italia  e 
non  altrove?  Perchè  so  che  nella  penisola  non  si  oppone  ostacolo  alla  libera  manifestazione  dei  pensiero, 
e  perchè  gli  antichi  monumenti,  che  noi  arabi  abbiamo  sotto  gli  occhi,  di  altra  grandezza  non  ci  parlano  che 
di  quella  romana.  » 

Si  disse  dai  giornali  francesi  che.il  Mostahel  ricevesse  forti  sovvenzioni.  A  questo 
proposito  il  signor  G.  De  Francesco,  fondatore  del  giornale  e  direttore  àtW Avvenire 
di  Sardegna,  diresse  ai  fogli  italiani  questa  lettera: 

«  Signor  direttore, 
«  Non  le  incresca  che  io  dia  qualche  spiegazione    intorno  ad  una  ragguardevole    somma    che  un  giornale 
francese  asserisce  essere  stata  pagata  al  Mostakel  da  una  casa  bancaria  di  Roma. 

«  A  me,  propiictario  del  dovizioso  giornale  arabo,  furono  consegnate,  l'estate  scorsa,  dalla  ditta  Wagner 
circa  ottantamila  lire  trasmessemi  dal  credito  agricolo  di  Cagliari  per  versarle  all'avvocato  Domenico  Salini, 
dimorante  in  via  del  Governo  Vecchio,  J4,  per  conto  dei  suoi  clienti,  signori  Story,  scultore  americano,  e 
Visconti,  archeologo,  teste  defunto. 

«  Son  disposto  a  cedere  al  Soir  70  mila  delle  75  mila  lire  che  generosamente  la  sua  fantasia  fa  cadere 
nelle  mie  mani,  qualora  vengagli  fatto  di  dimostrai;e  che  altre  somme,  e  per  iscopo  diverso  da  quello  che  ho 
indicato,  riscossi  presso  qualsivoglia  altra  banca. 

Dev.  suo 
G.  De  Francesco.  » 

Nella  mia  collezione  di  tutti  i  giornali  del  mondo  ho  un  numero  del  Mostahel:  è 
redatto  tutto  in  arabo,  con  tipi  mobili,  nitidissimi;  si  stampava  nella  tipografìa  del- 
V Avvenire  di  Sardegna,  sola  indicazione  in  tutto  il  giornale,  in  lingua  italiana. 


La  lecture  du  Journal  a  remplacé  l'examen  de  conscicnce. 


Bersot,  La  Providence. 


DELLO  SCRIVERE  PER  LE  GAZZETTE 


5degno  di  far  più  misere 
Con  diuturno  assalto 
Le  splendide  miserie 
Di  chi  vacilla  in  alto: 
Sdegno,  vigliacco  astuto. 
Insultare  al  cadavere 
JDell'orgoglio  caduto. 
ì^iè  bassa  contumelia 
Che  l'uomo  in  volto  accenna. 
Né  svergognato  ossequio. 
Mi  brutterà  la  penna  ; 
La  penna  a  cui  frementi 
Spirano  un  voi  più  libero 
Più  liberi  ardimenti. 
Oh!  se  talor,  negl'impeti 
Ciechi  dell'ira  prima. 
In  aperto  motteggio 
Travierà  la  rima, 
A  lacerar  le  carte 
Tu  vergognando  aiutami, 

0  casto  amor  dell'arte. 
Il  riso  malinconico 
Non  suoni  adulterato 
Dall'odio  o  dall'invidia 
Dal  ghigno  avvelen.ito. 
Né  ambizion  delusa 
Sfiori  la  guancia  ingenua 
Alla  vergine  Musa. 
Nell'inutil  silenzio 

Dei  giorni  sonnolenti. 
Con  periglioso  aculeo 
Osai  tentar  le  genti  : 
Osai  ritrarmi,  quando 
Cadde  Seiano  e  sorsero 

1  Bruti  cinguettando. 
Seco  Licurghi  e  Socrati, 
Catoni  e  Cincinnati, 

E  Gracchi  pullularono 


D'ozio  nell'ozio  nati  ; 
Come  in  pianura  molle 
Scoppia  fungaia  marcida 
Di  suolo  che  ribolle. 
Ahi,  rapida  nel  mobile 
Bagiior  della  speranza 
Non  vide  allora  il  vacuo 
Di  facile  jattanza 
L'illusa  anima  mia. 
Che  s'abbandona  a  credere 
11  ben  che  più  desia  ! 
E  le  fu  gioja  il  subito 
Gridar  di  tutti  a  festa 
E  sparir  nelle  tenebre 
La  ciurma  disonesta. 
Ed  io  pago  e  sicuro 
Aver  posato  il  pungolo 
Che  ripigliar  m'  é  duro. 
O  libertà,  magnanimo 
Freno  e  desio  severo 
Di  quanti  in  petto  onorano 
Con  te  l'onesto  e  il  vero  : 
Se  del  tuo  vecchio  amico 
Saldo  tutt'or  nell'animo 
Vive  l'amore  antico; 
Reggi  all'usato  termine 
La  mano  e  la  parola. 
Quando  in   argute  pagine 
Caldo  il  pensier  mi  vola. 
Quando  in  civile  arringo 
La  combattuta  patria 
A  sostener  m'accingo. 
Teco,  in  aperta  insidia 
O  in  pubblico  bordello. 
Dell'adulato  popolo 
Non  mi  farò  sgabello  ; 
All'amico  le  gote 
Non  segnerò  col  bacio 


Di  Giuda  Iscariote. 

Dell'orgia,  ove  frenetica 

Licenza  osa  e  schiamazza. 

Con  alta  verecondia 

Respingerò  la  tazza  : 

Con   verecondia  eguale 

Respinsi  un  tempo  i  calici 

Di  lirce  in  regie  sale. 

O  veneranda  Italia, 

Sempre  al  tuo  santo  nome 

Religioso  brivido 

Il  cor  mi  scosse,  come 

Nomando  un  caro  obietto 

Lega  le  labbra  il  trepido 

E  reverente  affetto. 

Povera  madre  !  il  gaudio 

Vano,  i  superbi  vanti. 

Le  garrule  discordie. 

Perdona  ai  figli  erranti  ; 

Perdona  a  me  le  amare 

Dubbiezze,  e  il  labbro   attonito 

Nelle  fraterne  gare. 

Sai  che  nel  primo  strazio 

Di  colpo  irapreveduto. 

Per  l'abbondar  soverchio 

Anche  il  dolor  è  muto  ; 

E  sai  qual  duro  peso 

M'ha  tronchi  i  nervi  e  l'igneo 

Vigor  dell'alma  offeso. 

Se  trarti  di  miseria 

A  me  non  si  concede. 

Basti  l'amor  non  timido 

E  l'incorrotta  fede; 

Basti  che  in  tresca  oscena 

Mano  non  pòrsi  a  cingerti 

Nuova  e  peggior  catena. 

8,  G.  Giusti. 


PROVINCIA  DI  CALTANISSETTA 


'Hjumero    dei    Comuni:  zS  —  Topolaitone:  266,379  —  Superficie:  K.  q.   3,289  —  'Deputati  della,  provincia: 
Di  Pisa,  Giudici  G.,  Morana,  Puglicse-Giannone. 


Bollettino  della  Società  dei  licenziati 
dalla  r.  scuola  mineraria  di  Caltanissetta. 
Fondato  il  i.°  gennaio  1889,  esce  in  4  pa- 
gine, formato  0,28  xi  0,18  e  si  distribuisce 
gratis.  Tipografia  Panfilo  Castaldi. 

Caltanissetta. 

Il  Ccmune.  Giornale  amministrativo  de- 
mocratico, fondato  il  2  settembre  1888. 
Esce  ogni  domenica  in  4  pagine,  for- 
mato 0,40  X  0,29.  Direttore  :  Vittorio  Augu- 
sto Rusconi.  Abbonamento:  anno  L.  4. 

Caltanissetta. 

II  Corriere.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, fondato  l'ii  marzo  1888.  Esce 
ogni  domenica  in  4  pag.,  form.  0,36  -a  0,26. 
Abbonamento:  anno  L.  4.  Un  numero  5 
centesimi.  Tipografia  del  Progresso. 

Caltanissetta. 

Cronaca  siciliana  di  lettere  ed  arti. 
Giornale  artistico  letterario, fondato  il  i.° 
febbraio  1888.  Esce  in  4  pagine,  formato 
0,41  X  0,31,  ogni  15  giorni.  Direttore:  Prof. 
Vincenzo  Maugeri-Zangàra,  redattore  del 
Diritto  di  Roma  con  lo  pseudonimo  di  Blair, 
e  già  direttore  àtiYArte  di  Catania,  dell'  Ini- 
par:(iale  di  Giarre  e  àeìV Omnibus  di  Mi- 
stretta.  Collaboratori  :  A.  Fischietti-Aprile, 
D.  Pianaroli,  Onorato  Roux,  Enrico  Li- 


cardi,  R.  Mascari,  G.  Verga,  M.  Rapisardi, 
R.  P.  Vassallo,  L.  Capuana,  ecc.  Abbona- 
mento:  anno  L.  5.  Un  numero  io  cent. 
Terranova  di  Sicilia. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi,  fondato  nel  1869.  Si 
pubblica  ogni  mese  in  fascicoli  di  40  pa- 
gine circa.  Si  spedisce  gratuitamente  a  tutti 
i  sindaci  della  provincia.  Non  si  vende  a 
numeri  separati. 

Caltanissetta. 

Il  Monitore  religioso  della  diocesi.  Gior- 
nale cattolico. 

Pia^a  Armerina. 

Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Fondato  nel  1876  per  la  pub- 
blicazione degli  annunzi  legali;  esce  due 
volte  la  settimana  in  fascicoli  di  circa  16 
pagine.  Abbonamento:  anno  L.  12.  Un 
numero  30  centesimi. 

Caltanissetta. 

La  Sveglia.  Giornale  amministrativo, 
nato  il  27  giugno  1889.  Si  pubblica  ogni 
giovedì  in  4  pagine,  formato  0,57x0,27. 
Abbonamento  :  anno  L.  6.  Tipografia  Gia- 
copino. 

Caltanissetta. 


Giornali  cessati: 

Bollettino  francescano,  mensile,  religioso,  n.  a  Caltanissetta. 

L'Eco  educativa,  giornale  per  le  famiglie,  quindicinale,  n.  i."  giugno  1885  a  San 
Cataldo. 

La  Favilla,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  1883  a  Caltanissetta. 

U  Imparziale ,  politico,  amministrativo,  n.   1888  a  Caltanissetta. 

La  Luce,  politico,  artistico,  letterario,  n.  1883  a  Caltanissetta. 

11  Martello,  politico,  democratico,  settimanale,  n.  1881  a  Terranova,  diretto  da 
A.  Fischietti-Aprile. 

Il  Mei^ogiorno,  politico,  settimanale,  organo  dell'Associazione  Costituzionale,  nato 
il  25  luglio  1881,  diretto  da  F.  P.  Provenza,  giovane  indipendente  e  di  carattere, 
provetto  giornalista,  per  avere  diretto  altri  giornali,  come  La  Provincia,  giornale 
liberale  moderato  che  cessò  di  pubblicarsi  nel  novembre  del  1880  e  il  Costituiio- 
nale,  che  cessò  nell'ottobre  del  1880. 

Il  Sud,  giornale  politico,  n.  1860  a  Terranova,  diretto  da  Francesco  Camerata  Sco- 
vazzo,  già  esule  in  Piemonte  e  in  Inghilterra  pei  f'itti  del  1848.  Col  Sud  lo  Scovazzo 
propugnò  l'annessione  della  Sicilia  al  regno  di  Vittorio  Emanuele  ;  poscia  fu  de- 
putato più  volte. 

La  Tramontana,  giornale  politico,  letterario,  settimanale,  n.  1885  a  Caltanissetta. 


336 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Giudizi  sulla  Stampa 


Me 


lolto  approvo  che  tu  non  voglia  avere  alcuna  parte 
in  codeste  personali  dispute  scandalose,  di  cui  sono 
cosi  di  sovente  infetti  i  nostri  giornali,  che  io  qui  non 
m'arrischio  mai  di  prestarvene  un  foglio,  se  prima  non 
l' ho  percorso.  Metto  da  banda  e  non  lascio  vedere 
quelli  che  potrebbero  farci  sinistramente  giudicare  dagli 
stranieri,  e  suggerir  loro  un'osservazione  simile  a 
quella  che  un  tale  fece  in  un  cafi'é,  ove  due  birbac- 
cioni  quistionavano.  Dopo  d'essersi  reciprocamente 
dato  di  farabutto,  mariuolo,  birba,  furfante,  costoro 
volevano  che  quel  forestiero  entrasse  giudice  della  loro 
lite;  ma  egli  rispose:  «  Io  ignoro  chi  voi  siate,  non 
so  nulla  del  fatto  vostro;  vedo  solo  che  voi  vi  cono- 
scett  l'un  l'altro  molto  bene  «.  Il  redattore  di  un  gior- 
nale, pare  a  me  che  dovrebbe  considerarsi,  in  certa 
guisa,  come  depositario  dell'onore  della  sua  patria  ;  e 
pertanto  non  dar  luogo  nel  suo  periodico  ad  articoli 
che  l'offendessero.  Coloro  ai  quali  preme  tanto  di  far 
noto  al  pubblico  gì'  improperii  che  tra  loro  si  scam- 
biano, perchè  non  li  stampano  sopra  foglietti  volanti, 
e  non  li  fanno  essi  medesimi  circolare  dove  credono  me- 
glio ? . 

E  un'assurdità  molestare  il  pubblico  con  queste 
vituperevoli  contese  ;  ed  è  anche  un  pregiudizio  che  si 
fa  agli  abbonati  l'empire  cosi  i  giornali,  ch'essi  pagano, 
di  articoli  tanto  inutili  e  stomachevoli. 

B.  Frakklik. 


Oecondo  me,  niente  c'è  più  d'inutile  al  mondo  dei 
giornfli.  Essi  non  servono  che  a  rendere  la  vita  diffi- 
cile agli  uomini  e  sopratutto  ai  governi. 

In  luogo  di  guidare  l'opinione  pubblica,  la  sviano: 
in  luogo  di  redigere,  per  gli  storici  avvenire,  la  cro- 
naca degli  avvenimenti,  propagano  delle  false  notizie, 
in  cui  prestntano  i  fatti  sotto  una  falsa  luce,  circon- 
dandoli di  particolari  menzogneri. 

E  tutto  ciò  perchè  i  giornalisti  (gente  che  e  fallita 
alla  propria  vocazione  !  )  non  hanno  appreso  che  una 
cosa  :  a  scrivere  ;  perchè  sono  uomini  che  non  sanno 
niente  del  mondo,  nulla  sopratutto  della  politica  —  il 
tacco  dei  miei  stivali  ne  sa  più  di  loro  ;  uomini  che 
si  pronunciano  come  oracoli  a  proposito  di  cose  di  cui 
non  capiscono  una  parola.  Si  dovrebbe  proibire  loro 


di  riferire  altro  che  dei  fatti,  dei  semplici  fatti;  si  do- 
vrebbe proibire  loro  ogni  discussione;  anzi  si  dovrebbe 
addirittura  sopprimerli. 

BlSMARCH. 


luò  darsi  che  nell'avvenire  il  giornale  riesca  ad  am- 
mazzare il  libro:  non  sarà,  forse,  un  gran  male.  Ma 
pel  presente  io  credo  che  gli  abbia  anzi  giovato.  Il 
libro  ha  dovuto  smettere  l'aria  arcigna,  il  tono  cat- 
tedratico di  una  volta  ;  è  diventato  una  conversazione, 
una  discussione  alla  buona  col  lettore:  non  è  questo 
un  gran  guadagno  ? 

Luigi  Capuana. 


Jl  giornale,  quale  lo  intendiamo  noi,  cioè  potente 
mezzo  di  diffusione  del  pensiero,  rapido  veicolo  dei 
fatti,  dell'idee  e  delle  dottrine,  ausiliario  d'ogni  pro- 
gresso, è  l'opera  speciale  del  secolo  xix.  Ogni  volta 
che  l'umanità,  nel  suo  cammino,  sente  un  bisogno 
nuovo,  trova  lo  strumento  che  deve  soddisfarla.  Nel 
XVI  secolo  ebbe  bisogno  del  libro  ed  inventò  la  tipo- 
grafia; nel  secolo  xix  le  bisognò  una  diffusione  più 
rapida,  istantanea,  per  cosi  dire,  e  inventò  il  giornale, 
che  produsse  nel  mondo  delle  lettere  una  rivoluzione 
non  minore  dell'  invenzione  di  Guttemberg,  di  cui  è 
una  delle  conseguenze  lontane,  ma  necessarie. 

Larousse. 


Il  mondo  è  veramente  sottile,  e  ogni  giorno  più  s  i 
assottiglia,  tanto  che  si  ridurrà  impercettibile.  Per  e- 
scmpio  il  ritrovato  delle  Gazzette,  che  è  cosa  del  no- 
stro secolo,  non  è  egli  un  bel  risparmiare  istorie  ? 
Perché  infatti  da  che  non  si  opera  più  nessuna  cosa 
che  meriti  di  esser  risaputa  ci  è  entrata  la  smania  fre- 
netica di  sapere  settimanalmente  quello  che  si  opera  in 
ogni  cantuccio  di  questo  globo.  Ed  in  questo  mettia- 
mo auche  grande  amore  ;  perché  le  son  Ci  )Se  che  se 
non  si  sanno  calde  calde  le  non  si  sanno  mai  più. 
Vittorio  Alfieri.  (1798) 
L'Alfieri  aveva  la  frenesia  settimanale;  che  direbbe 
oggi  che  si  vuole  la  ga^;^etla  due  volte  al  giorno  ì 


CORRIERE  DI  CALTANISSETTA 


s  1 


PERIODICO  SETTIMAN.\LE  POLITICO  AMMIJilSTRATIVO 

PUBBLICA      OGNI       DOMENICA 


ABBONAMENTO  : 
Un  anno     ........     L.  4,00 

Un  semestre   .    y »  2,50 


I  INSERZIONI: 

I  Nella  j.'  pagina,  dopo  la  firma  del  gerente, 

j  L.  0,30  la  linea,  di  7  punti  ;  nella  4.'  L.  0,40. 


È  il  periodico  più  diffuso  che  vede  la  luce  nella  città  centro  della  Sicilia. 

Rivolgersi  esclusivamente:  all'aniministrazione  del  Corriere  di  Cal- 
tanissetta. 


Anno  II. 


Anno  II. 


Impresa  fli  Pnìlillcità  oi  AissioDe 

ANNUNZI  IN  TUTTI  I  GIORNALI 

SEGmE  EIIMESTO  -  J.STI 

II**  Vedi  Avviso  speciale  a  pag.  258 


PfiOVINCIA  DI  CAMPOBASSO 


"tijuntiro  dei  Comuni:    135  —   Topola^ione :    365,454  —  Superficie:    K.   q.  4,416   —   Deputati  dtUa  provincia: 
i.  Di  Biasio  S.,  Caterini,  Di  Belgioioso,  Mascilli,  2.  Cardarelli,  Fazio,  Falconi. 


Aquilonia.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, letterario,  fondato  nel  1884.  Esce  2 
volte  al  mese  in  4  pagine.  Abbonamento  : 
anno  L.  3.  Un  numero  15  centesimi. 

Agnone. 

L'Età  fanciulla.  Giornale  didattico  edu- 
cativo, illustrato,  nato  nel  1887.  Esce  una 
volta  al  mese  in  8  pagine  in-8.°  a  2  co- 
lonne. Direttore:  Antonio  Di  Siro.  Abbo- 
namento: anno  L.  i;  per  le  scuole  ogni 
numero  5  centesimi. 

Venafro. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi,  fondato  nel  1860.  Si 
pubblica  ogni  mese  in  fascicoli  di  30  pa- 
gine circa.  Abbonamento:  anno  L.  8.  Non 
si  vende  a  numeri  separati. 

Campobasso. 

Il  Grillo.  Periodico  amministrativo,  de- 
mocratico sannita,  nato  nel  1886.  Esce 
ogni  settimana  in  4  pagine.  Abbonamento: 
anno  L.  5.  Un  numero  io  centesimi. 

Isernia. 

La  Mosca.  Giornaletto  quindicinale,  nato 
il  26  agosto  1888.  Esce  in  4  pagine  a  2  co- 
lonne, formato  0,25  x  0,16.  Redattore:  Cav. 
V.  De  Lisio.  Abbonamento:  anno  L.  3,  se- 
mestre L.  1,50.  Un  numero  5  centesimi. 
Tipografia  propria. 

Lupara. 

Il  Pensiero  dei  giovani.  Giornale  lette- 
rario, nato  nel  1886.  Esce  2  volte  al  mese 
in  4  pagine  e  si  stampa  a  Campobasso. 
Abbonamento:  anno  L.  3,80.  Un  numero 
5  centesimi. 

S.  Martino  in  Pensilis. 

Il  Risveglio.  Periodico  quindicinale,  nato 
il  IO  settembre   1888. 

Ha  per  motto  : 

Avanti,  avanti,  avanti 

Con  la  fiaccola  in  pugno.... 

Esce  il  IO  e  25  d'ogni  mese  in  4  pagine, 
formato  0,36  ><  0,25.  Abbonamento:  anno 


L.  3.  Un  numero  15  centesimi.  Corso  Vit- 
torio Emanuele,  65. 

Agnone. 

Il  Sannio.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, letterario,  nato  il  12  gennaio  1882.  Si 
pubblica  ogni  giovedì  in  4  pagine,  sotto  la 
direzione  del  suo  fondatore  barone  comm. 
L.  De  Luca.  11  Sannio,  d' indole  economica 
ed  amministrativa,  rare  volte  entra  nel 
campo  politico,  dove  segue  la  bandiera 
costituzionale  progressista;  è  piuttosto  ben 
redatto  e  ricco  di  cronaca  locale.  Sorto 
per  combattere  pubblicazioni  ispirate  a  pri- 
vati interessi,  lottò  strenuamente  per  l'in- 
teresse pubblico,  e  cessarono  per  opera 
sua  ben  cinque  giornali,  cioè  la  Nuova 
Provincia,  il  Progresso,  la  Spada  di  Damo- 
cle, il  Biferno  e  il  Risveglio  Frentano.  Ab- 
bonamento: anno  L.  7.  Un  numero  io 
centesimi.  Via  Ghiaia,  53. 

Campobasso. 

Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Fondato  nel  1876,  si  pubblica 
2  volte  la  settimana  e  contiene  gli  annunzi 
legali  amministrativi.  Abbonamento  :  anno 
L.   20.  Un  numero  30  centesimi. 

Campobasso. 

L'Unione.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, letterario,  nato  nel  1886.  Esce  ogni 
settimana  in  4  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  6.  Un  numero  5  centesimi. 

Camt>obasso. 

Venafro.  Periodico  politico,  amministra- 
tivo, letterario,  fondato  il  3  giugno  1888. 
Si  pubblica  la  1.'  eia  3.*  domenica  d'ogni 
mese  in  4  pagine,  formato  0,43x0,32,  a 
4  colonne.  È  organo  uificiale  della  spetta- 
bile Società  internazionale  d'incoraggiamen- 
to, sedente  in  Napoli.  Direttore:  Vincenzo 
De  Biasio,  giovine  d'ingegno  sveltissimo 
e  di  ottimi  principia  Abbonamento:  an- 
no L.  3  -  Estero  6.  Un  numero  io  cen- 
tesimi. Tipografìa  Sociale  Simonetti-Izzi. 

Venafro. 


Giornali  cessati: 

—  Il  Biferno,  politico,  commerciale,  settimanale,  n.   1881  a  Larino,  poscia  à  stampò 

a  Campobasso;  direttore  Benedetto  Meoli,  che  ora  è  in  America. 

—  U  Educatore  del  Molise,  didattico,  settimanale,  n.   1886  a  Isernia. 

—  Il  Frentano,  letterario,  scientifico,  n.  1871  a  Larino,  diretto  dal  cav.  Barbieri. 

N.  Bermardimi — Guid»  dtlla  Stampa  ptriodica  italiana  —  22. 


338  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

—  La  Lega  del  Sannio,  politico,  amministrativo,  letterario,  a.  1882  a  Napoli.   Ebbe 

breve  vita. 

—  La  Nuova  Provincia  di  Molise,  n.  188 1  a  Campobasso,  settimanale,  politico,  lette- 

rario; nel  1882  si  fuse  col  Pensiero  del  Sannio;  direttore  Enrico  Melillo. 

—  La  Palestra  del  Sannio,  settimanale,  in   8    pagine  in-4.°,  fa.   1870    a    Campobasso; 

direttore  Gennaro  Carissimi. 

—  II  Progresso,  politico,  letterario,  agricolo,  n.  21  dicembre  1882  a  Campobasso,  di- 

rettore Pasquale  D'Abate. 

—  Il  Risveglio  Frentano,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  1885  a  Larino. 

—  La  Spinta,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.   1885  a  Isernia. 

—  Vittorino  da  Feltre,  didattico,  mensile,  n.  1884  ad  Agnone. 


IL  GIORNALE  IN  YIAGGIO 


Il  signor  I.  H.  Wehle,  nel  suo  libro  Die  Zeitung,  descrivendo  la  reda- 
zione di  un  giornale,  si  è  altresì  occupato  della  parte  che  il  giornale  ha  nella 
vita  di  famiglia  e  in  quella  degl'individui,  ed  ha  descritto,  al  vivo,  il  lettore 
di  giornali  che  al  caffè  o  al  club  vuole  avere  la  primizia  dei  fogli  che  ar- 
rivano e,  perciò,  raccoglie  tutti  i  giornali  che  trova  sui  tavoli,  e,  fattane 
una  catasta,  o  vi  si  siede  su  o  li  mette  sopra  una  sedia  accanto  a  se  e 
brontola  ogni  qualvolta  qualcuno  si  avvicina  e  vuol  toccare  quella  che 
egli  considera  sua  proprietà. 

E  ci  tratteggia  pure  l'assiduo  che  al  mattino,  immancabilmente,  si 
fa  servire  il  caffè  e  il  giornale  ancora  umido,  uscito  allora  allora  dalla 
macchina. 

Ma  oltre  ai  circoli  della  famiglia,  ed  ai  locali  pubblici,  vi  è  un  luogo, 
in  cui  il  giornale  ha  una  parte  molto  importante,  cioè  il  vagone  di  ferrovia. 

Osservate  attentamente  una  stazione  da  cui  il  treno  stia  per  par- 
tire, e  vedrete  che  si  possono  fare  degli  studi  molto  curiosi  in  proposito. 

Dai  giornali  che  uno  compra  o  respinge,  si  possono  fare  degli  studi 
sulla  sua  posizione  sociale,  sulle  sue  idee  politiche,  sulle  sue  debolezze 
personali. 

La  venditrice  dei  giornali  —  per  lo  più  una  donna  in  età,  di  forme 
pronunciate,  che  provano  come  calunni  il  giornale  chi  assicura  che  fac- 
cia morire  di  fame  —  troneggia  fra  un  fascio  di  giornali,  porgendo  ora 
l'uno  ora  l'altro  ai  viaggiatori  affannati,  accogliendo  con  un  sorriso  i 
gentili,  con  fiero  cipiglio  i  burberi,  ed  intascando,  sopratutto,  soldi  so- 
pra soldi. 

Lo  scalo  dei  passeggeri  diventa  prima  della  partenza  del  treno  un 
gabinetto  di  lettura,  ed  i  viaggiatori  si  sprofondano,  cacciano  il  naso 
nelle  pieghe  dell'ampio  foglio  —  un  lenzuolo,  talvolta,  che  spesso  avvol- 
gerà un  dormiente.  Finalmente  suona  la  campanella  ed  allora  viaggia- 
tori e  viaggiatrici  colla  borsa  da  viaggio  in  una  mano  ed  il  giornale 
nell'altra,  si  precipitano  per  conquistare  un  posto  nel  vagone,  e  per  po- 
tere, non  appena  riusciti  nell'ardua  impresa,  continuare  l'interrotta  lettura. 

Per  l'attento  osservatore,  la  cosa  più  curiosa  ed  istruttiva  è  di  badare 
quale  rubrica  del  giornale  è  letta,  per  la  prima,  dai  singoli  viaggiatori. 

Quel  signore  un  po'  avanzato  in  età,  vestito  alla  buona,  piuttosto 


PROVINCIA   DI   CAMPOBASSO.  339 

pingue,  il  che  prova  come  egli  sia  soddisfatto  della  vita  —  che  si  getta 
con  ingordigia  sulla  «  Rivista  della  Borsa  »  scorre  il  listino,  divora  i 
telegrammi  e  quindi  fissa  la  sua  attenzione  sui  «  Fatti  varii  »  è  certo 
un  banchiere  od  un  uomo  d'affari. 

La  sua  vicina,  una  giovane  e  bella  signora,  la  cui  toilette  sarebbe 
però  più  adatta  ad  un  salotto  che  non  ad  un  vagone  di  ferrovia,  tra- 
scorre con  sguardo  di  suprema  indifferenza  sui  listini,  sulle  borse  e  sui 
telegrammi,  sugli  articoli  di  fondo  e  sulle  corrispondenze  e  concentra 
tutto  il  suo  interesse  sulla  rubrica  «  Teatri  e  notizie  artistiche  ».  Essa 
cerca  forse  una  critica  benevola  sulla  sua  amica  X  o  Y,  e  se  è  artista 
di  teatro,  o  d'operette,  o  ballerina,  legge  con  compiacenza  i  propri  elogi 
od  una  critica  fulminante  della  sua  rivale. 

Il  suo  vis-à-vis  —  un  giovanotto  in  giacca  a  scacchi  e  cravatta  à 
plastron  con  una  spilla  a  ferro  di  cavallo  —  sta  fiutando  con  naso  fino 
a  che  genere,  numero  e  caso  appartenga  la  bella  signora  o  signorina  e 
nelle  pause  in  cui  i  suoi  occhi  non  si  posano  sulla  incognita,  egli  scorre 
le  notizie  dello  sport,  la  cronaca  locale  e  sembra  che  gusti  molto  quelle 
letture. 

Quel  giovanotto  è  un  viveur,  uno  sportman  vero  o  falso,  un  uomo  cui 
piacciono  le  donne  ed  i  cavalli  —  specialmente  quando  sono  degli  altri. 

Quel  viaggiatore  che  legge  distrattamente  ed  a  salti  il  giornale,  ha 
certamente  una  gran  fretta  di  giungere  alla  sua  destinazione;  quella  fan- 
ciulla che  sospira  e  fissa  macchinalmente  gli  occhi  rossi  sul  foglio  senza 
leggere  una  riga  è  un'innamorata  separatasi  allora  dall'amante:  quell'al- 
tra che  smania  e  lo  spiegazza  irrequieta  è  un  essere  felice  che  la  miseria 
della  vita  non  tange,  perchè  vola  nelle  braccia  del  suo  diletto. 

Un  genio  incompreso  e  che  ahimè!  lo  resterà  sempre,  getta  con 
ira  via  da  sé  il  giornale  che  lo  tartassa:  un  tenore  fortunato  sorride  in- 
vece di  compiacenza  alla  lettura  degli  elogi  che  la  critica  ammiratrice 
gli  profonde;  il  parroco  di  campagna  legge  dapprima  con  serietà  i  ru- 
giadosi articoli  del  giornale  del  suo  cuore  e  poi,  per  sua  fortuna,  si  addor- 
menta. 

Il  giornale  in  ferrovia  è  anche  un  mezzo  di  attaccare  un  discorso  ; 
esso  serve  ad  avvicinare  le  persone.  Dopo  aver  letto  il  giornale  lo  si 
scambia  col  vicino  che  ne  ha  un  altro  e  si  cominciano  a  scambiare, 
dopo  i  giornali,  le  proprie  idee  sul  loro  contenuto,  ciò  che  spesso  con- 
duce a  discussioni  molto  vivaci. 

Intanto  si  giunge  alla  stazione. 

Dal  modo  in  cui  ciascuno  dei  proprietari  tratta  il  giornale  si  può 
dedurre  il  suo  carattere. 

L'uomo  leggiero,  incurante,  lascia  il  giornale  sui  cuscini  o  per  terra  ; 
il  riflessivo  lo  piega  con  cura  e  se  lo  mette  in  tasca  pensando  che  a 
qualche  cosa  quella  carta  sarà  buona,  mentre  il  filantropo  lo  dà  ad  un 
rivenditore  o  ad  un  povero  affinchè  ne  ricavi  un  soldo  per  sfamarsi. 

Nei  treni  della  sera  invece  i  giornali  vengono  letti  da  tutti  distrat- 
tamente, sia  perchè  le  provvide  società  ferroviarie  non  vogliono  che  i 
viaggiatori  si  guastino  la  vista  —  sia  perchè  il  passeggiero  è  stanco  dalle 
emozioni  della  giornata  e  vuol  dormire. 


340  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

Il  giornale  celebra  il  suo  vero  trionfo  in  ferrovia  nei  lunghi  viaggi. 

Allora  la  noia  diventa  la  fida  compagna  della  curiosità,  ed  i  gior- 
nali si  compitano  sino  all'ultima  riga  di  annunzi,  e  le  persone  che  in 
vita  loro  non  si  sono  mai  occupate  di  rialzi  o  ribassi  della  rendita  — 
perchè  non  hanno  rendita  —  leggono  attentamente  i  listini,  le  notizie  sui 
raccolti  ed  i  resoconti  delle  assemblee  generali  degli  azionisti  del  Canale 
di  Suez, 

Il  giovine  elegante  si  interessa  straordinariamente  alle  notizie  me- 
teorologiche come  l'agricoltore,  la  cui  prosperità  dipende  dalla  pioggia 
e  dal  bel  tempo,  e  l'artista  si  solleva  sino  all'altezza  dell'articolo  di  fondo  o 
della  crisi  in  Bulgaria  —  che  in  tempi  normah  si  permette  di  ignorare 
completamente. 

Il  treno  intanto  continua  sbuffante  la  sua  corsa  vertiginosa,  ma  più 
veloce  delle  ruote  della  macchina  vola  la  storia  contemporanea  che  il 
giornale  riassume  in  tutte  le  sue  fasi.... 


GRANDE  FABBRICA  NAZIONALE  DI  MACCHINE  TIPOGRAFICHE 

KORBERTO  ARBIZZONI,  MONZA 

Premiato  anche  dal  R.  Ministero  d'Agricoltura,  Industria  e  Commercio 


Torchio  tipografico  sistema  inglese  a  leva 

Vedi  Avviso  speciale  a  pag.  16 


Benevento  -  Giornale   .liJEFISXOFEI^E 
con    UflSeio  di  Pubblicità 

©•*    Vedi   Avviso    speciale    a    pag.    302    -•« 


PROVINCIA  DI  CASERTA 


Numero  dei  Comuni:  iSé  —  Popoìas^ione  :  714,131  —  Superficie:  K.  q.  5,412  —  Deputati  della  provincia  : 
j.  Borrelli,  Tcti,  Comin,  Cocozza,  Novelli.  2.  Rosano,  De  Renzis,  De  Simone,  Petronio,  Gaetani  R. 
5.  Testa,  Visocchi,  Grossi,  Buonomo. 


L'Ago.  Giornale  politico  amministrativo, 
nato  nell'agosto  del  1889.  É  organo  del 
partito  monarchico  costituzionale  e  cura 
gli  interessi  amministrativi  locali.  Diret- 
tore: avv.  Domenico  Marcheciano. 

Sessa  Aurunca. 

L'Araldo.  Giornale  di  Terra  di  Lavoro, 
fondato  il  19  gennaio  1889.  Esce  in  4  pa- 
gine, formato  0,46x0,32.  Abbonamento: 
anno  L.  6.  Corso  Campano,  49. 

Caserta. 

Bollettino  amministrativo.  Giornale  di 
amministrazione  e  giurisprudenza,  fondato 
nel  1876.  Si  pubblica  2  volte  al  mese  in 
fascicoli  di  16  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  6.  (Si  stampa  a  'Napoli.) 

Caserta. 

Bollettino  dell'Amministrazione  provin- 
ciale. Giornale  amministrativo,  fondato 
nel  1877.  Si  pubblica  ogni  mese  in  fasci- 
coli di  18  pagine.  È  ufficiale  per  gli  atti 
delle  amministrazioni  provinciali.  Abbona- 
mento: anno  L.  12.  Non  si  vende  a  nu- 
meri separati.  Stabilimento  tipo-litografico 
«  La  Minerva  ». 

Caserta. 

Bollettino  della  cooperazione  italiana. 
Giornale  economico  sociale,  nato  nel  1886. 
Si  pubblica  ogni  2  mesi  in  fascicoli  di  pag.  1 6 
in-8.°,  a  spese  delle  Società  cooperative  ita- 
liane. Stabilim.  tipo-litog.  «  La  Minerva  ». 

Caserta. 

Il  Corriere  Diocesano.  Diario  religioso, 
scientifico,  letterario,  artistico  della  diocesi 
di  Aversa,  fondato  nel  dicembre  1888-gen- 
naio  1889.  Si  pubblica  2  volte  al  mese  in 
20  pagine  in-8.°  per  cura  di  D.  Antonio 
Gallerò.  Abbonamento:  anno  L.  4.  Un  nu- 
mero 30  centesimi.  Curia  vescovile. 

Aversa. 

L'Economia  nazionale.  Giornale  di  com- 
mercio, economia,  politica,  pubblicità  ed 
amministrazione,  fondato  nel  1887.  Organo 
delle  Società  operaje  cooperative,  di  mu- 
tuo soccorso  e  d'incoraggiamento,  degli 
istituti  di  credito  e  previdenza  —  Corriere 
dei  Comuni  e  delle  Provincie.  —  Esce  ogni 
settimana  in  4  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  3.  Un  numero  5  centesimi.  Direttore 
proprietario:  Vincenzo  Zaza  d'Aulisio. 

Maddaloni. 


Farfariello.  Giornale  locale,  umoristico, 
letterario,  nato  il  13  novembre  1887.  Esce 
ogni  15  giorni,  in  4  pag.,  form,  0,3 1  x  0,20, 
redatto  in  lingua  italiana  e  dialetto  napo- 
letano, diretto  dal  signor  Achille  Patierno. 
Abbonamento:  anno  L.  2. 

Aversa. 

La  Farmacia.  Periodico  mensile,  organo 
ufficiale  dell'Associazione  farmaceutica  ita- 
liana, fondato  nel  gennaio  del  1889.  Esce 
in  fascicoli  di  16  pagine  in-4.°  a  2  colonne 
con  copertina.  Direttore  :  Vincenzo  Zaza 
d'Aulisio.  Abbonamento:  anno  L.  3,  per 
i  soci  L.  2.  Un  numero  25  centesimi.  In- 
serzioni: una  pagina  L.  20;  mezza  pagina 
L.   12.  Via  Ponte  Carolino,  21. 

Maddaloni. 
.  Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  fondato  nel  1860  per  la  pub- 
blicazione degli  atti  amministrativi.  Esce 
ogni  mese  in  16  pagine.  Abbonamento: 
anno  L  io.  Non  si  vende  a  numeri  se- 
parati. 

Caserta. 

Il  Gallo  della  Campania.  Cronaca  aver- 
sana,  nata  il  21  luglio  1889.  Esce  2  volte 
al  mese  in  4  pagine,  formato  0,37  >^  0,25, 
e  si  stampa  a  Napoli.  Direttore  :  dott.  Da- 
vid Calenda.  Un  numero  5  centesimi.  Villa 
Maza. 

Aversa. 

Gazzettino  di  Pubblicità.  Supplemento 
speciale  z\V  Econoiìiia  naiionaìe.  Distribu- 
zione gratuita  di  2000  copie  settimanali. 
Per  inserzioni  e  condizioni  da  convenirsi 
coir  Ufficio  di  Pubblicità  V.  Zaza  d'Aulisio, 
che  ne  è  il  proprietario. 

Maddaloni. 

Il  Monitore  Acerrano.  Giornale  politico, 
amministrativo,  letterario,  nato  il  14  ago- 
sto 1887.  Ha   per   motto: 

Mentre  che  il  danno  e  la  vergogna  dura. 

Buonarroti. 

Si  stampa  a  Napoli  nella  tipografia  dei  Fra- 
telli Orfeo,  in  4  pagine,  formato  0,3 1  x  0,22. 
Direttore:  avv.  Beniamino  Tortora.  Abbo- 
namento:   anno  L.  3.  Arcopinto,  6. 

Acerra. 

Monitore   Campano.  Giornale  politico, 

amministrativo,  letterario,  fondato  nel  1884, 

Si  pubblica  ogni   domenica  in  4  pagine 


342 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


grandi  a  5  colonne,  redatto  con  molta  cura, 
con  abbondanza  e  varietà  di  articoli  e  cor- 
rispondenze dei  varii  comuni  della  provin- 
cia. Tira  4000  copie.  Direttore  :  avv.  Eu- 
genio Liguori.  Abbonamento:  anno  L.  5; 
semestre  2,80;  un  numero  5  centesimi. 
Inserzioni:  in  3.*  pagina  cent.  60;  in  4.' 
cent.  20.  Amministratore:  Angelo  Ferra- 
iuolo.  Tip.  Schoefìer. 

5.  Maria  Capua   Vetere. 

La  Nuova  Bilancia.  Organo  del  Circolo 
progressista  aversano,  nato  il  io  gennaio 
1889.  Esce  due  volte  al  mese  in  4  pagine, 
formato  0,38x0,28.  Abbonamento:  anno 
L.  3.  Un  numero  5  centesimi.  Via  Seg- 
gio, palazzo  Sagliano. 

Aversa. 

Il  Progresso.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, fondato  nel  1885.  Verso  la  fine 
del  18S6  sospese  per  qualche  tempo  le 
pubblicazioni,  che  riprese  nel  1887,  aumen- 
tando il  suo  formato.  Si  pubblica  ogni  do- 


menica in  4  pagine.  Abbonamento  :  anno 
L.  IO.  Un  numero   io  centesimi. 

Caserta. 

La  Salute  Campana.  Giornale  d'igiene 
e  scienza  medica,  fondato  nel  gennaio  1878, 
col  titolo  di  Campania  medica  che  poi  mutò 
nell'attuale.  Si  pubblica  ogni  mese  in  fa- 
scicoli di  16  pagine.  Direttore:  cav.  dott. 
Accettella.  Abbonamento  :  anno  L.  4.  Non 
si  vende  a  numeri  separati. 

Capua. 

Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Fondato  nel  i!>76,  si  pubblica 
2  volte  la  settimana  in  8  pagine  e  con- 
tiene gli  annunzi  legali  amministrativi.  Ab- 
bonamento: anno  L.  io.  Un  numero  cent.  5. 

Caserta. 

La  Verità.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, letterario,  fondato  nell'agosto  1 889. 
Esce  ogni  settimana  in  4  pagine.  Direttore  : 
Antonio  De  Simone.  Un  numero  cent.-  io. 

Maddaloni. 


Giornali  cessati: 

—  Un  Acca  fra  le  lettere,  umoristico,  settimanale,  n.  1887  a  Caserta,  stampato  a  Na- 

poli e  diretto  da  Luigi  Casaburi.  Cessò  nel  1888. 

—  IS Amico  del  popolo,  n.   18S5  a  Caserta. 

—  U Ancora,  n.   1884  a  Teano. 

—  Aslrea,  giornale  legale,  mensile,  n.  1886  a  S.  Maria  Capua  Vetere.  Cessò  nel  1887. 

—  Il  Bando  elettorale,   1881,  Acerra. 

—  Il  Battagliero,  n.  18S5  a  Caserta. 

—  La  Bertuccia,  n.  1879  a  Maddaloni. 

—  Bollettino  del  Comi:(io  agrario,  n.   1871  a  Gaeta. 

—  Bollettino  della  Camera  di  Commercio,  mensile,  n.   1880  a  Caserta. 

—  La  Campania,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  1887  a  Caserta.  Editore  Al- 

fonso Costabile.  Cessò  nel  18S8. 

—  La  Campania  democratica,  n.  1882   a   Capua   col   titolo   di    Campania   libera,   che 

poi  mutò. 

—  La  Campania  Sacra,  cattolico,  mensile,  n.  1882  a  Capua. 

—  II  Capua,  n.   1874  a  Capua;  direttore  S.  Garofano. 

—  La  Civetta,  n.   1882  a  Caserta;  direttore  T.  De  Angelis. 

—  Corriere  di  Terra  di  Lavoro,  n.   18S3  a  Caserta. 

—  Corriere  di  Mignano,  n.   1883. 

—  Corriere  Nolano,  n.  1883;  durò  tutto  il  1885. 

—  Crepuscoli,  n.  1885  a  Teano. 

—  Il  Diavolo  Nero,  n.  1884  a  Caserta;  direttore  Dentice- Accadia. 

—  L'Eco  di  Caserta,  n.   1884  a  Caserta;  direttore  Paolo  Arena. 

—  U  Economia  nazionale,  commerciale,  amministrativo,  mensile,  n.  1887  a  Maddaloni. 

—  L'Elettore,  n.   1885  a  Cassino. 

—  La  Favilla,  n.  1889,  settimanale,  Caserta. 

—  Il  Ferramosca,  n.   1883  a  Capua. 

—  Le  Forbici  di  un  pano,  n.   188 1  a  Maddaloni. 

—  Il  Foro  Campano,  giuridico,  mensile,  n.  1886  a  S.  Maria  Capua  Vetere.  Cessò  nel  1888. 

—  Gaietta  di  Terra  di  Lavoro,  n.  1883  a  Caserta;  direttore  Giuseppe  Manzi. 

—  Ga\iettino  Aversano,  n.  1885  ad  Aversa. 

—  Gaiiettino  Campano,  n.  1885  a  Capua. 

—  Justitia,  1886;  direttore  avv.  Beniamino  Tortora,  Acerra. 
=-»  La  Lince,  n.  1887  a  Caserta;  direttore  Edoardo  Oddone. 
?»  La  Luce,  n.  188^  a  Teano. 


PROVINCIA  DI   CASERTA.  343 


La  Luct,  amministrativo,  settimanale,  n.  1888  a  Cassino. 

La  Luce,  amministrativo,  n.  23  settembre  1888  ad  Acerra. 

Luigi  Taniillo,  n.   1883  a  Nola. 

Il  Matese,  n.   1883  a  Piedimonte  d'Alife;  direttore  M.  Perrotti. 

II  Messaggiero  di  Maddaloni,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  20  gennaio  1889, 

direttore  Angelo  Bertoni. 
Il  Monitore,  n.   1884  a  S.  Maria  Capua  Vetere. 

Il  Monitore  naiionaìe,  n.  1880  a  Maddaloni;  direttore  V.  Zaza  d'Aulisio. 
Il  Passero  solitario,  n.   1880  ad  Acerra. 

La  Penna  di  Ferro,  n.   1887  a  S.  Maria;  direttore  F.  Marzocchi. 
Piccola  Gaietta,  n.   f883  a  Sora. 

La  Provincia,  n.   188 1  a  Caserta;  direttore  A.  Ruggiero. 
La  Riscossa,  politico  d'opposizione,  n.  1889  a  Capua. 

La  Riscossa,  amministrativo,  settimanale,  n.  12  agosto  1888  a  S.  Nicola  La  Strada. 
Il  Risveglio,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  1887  a  Maddaloni. 
Il  Risveglio  Cittadino,  anno  1876-80;  direttore  Domenico  Calzolajo,  Acerra. 
Scuola  Dante,  n.  1883  ad  Acerra. 
Il  Serino,  n.   1883  a  S.  Maria  Capua  Vetere. 

Il  Sirino,  1885;  direttore  Tommaso  de  Angelis,  S.  Maria  a  Vico. 
La  Sinistra,  n.  1883  a  Caserta. 

La  Sinistra,   1884,  direttore  Tommaso  de  Angelis,  Caserta. 
Lo  Smascheratore,  amministrativo,  n.  7  ottobre  18  38  ad  Acerra. 
Spartaco,  n.  1882  a  Caserta. 

La  Striglia,  numero  saggio,  anno  1885,  24  maggio,  Acerra. 
La  Sveglia,  n.  1875  a  Capua;  direttore  avv.  Eugenio   Pizzi;  si  fuse  col  Cittadino 

di  S.  Maria  Capua  Vetere  di  cui  era  direttore  l'avv.  Gennaro  Faucher,  assumendo 

il  nome  di  Sveglia  Cittadina. 
Terra  di  Lavoro,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  1887  a  S.  Maria    Capua 

Vetere.  Cessò  nel  188S. 
Tifatino,  n.  1871  a  Caserta. 

Il  Vegliante,  anno  1880;  direttore  avv.  Costantino  Biemraa,  Acerra. 
Il  Volturno,  u.  1883  a  Caserta;  direttore  Carlo  Pignone. 


L'ARRIVO  DEL  GIORNALE 


Eccolo  il  giornale  arrecatoci  dal  fattorino  instivalato,  impillaccherato, 
colla  cintura  ben  stretta,  coi  capelli  cospersi  di  neve.    Messaggiero    del 

mondo  e  dei  suoi  confusi  rumori,  buon  giorno  ! eccoti  adunque  colle 

novelle  di  tutte  le  nazioni,  cullate  sulle  tue  spalle  ! 

Tu  ten  vai  zufolando,  senza  curarti  di  quel  che  porti  e  una  volta 
gettato  nel  vicino  albergo  il  tuo  involtino  (i),  tu  riparti  allegro,  can- 
ticchiando sempre,  soffiandoti  nelle  dita  raggranchite,  col  cuor  leggiero, 
collo  spirito  contento. 

Incendi!  e  morti,  matrimoni!  e  nascite,  fondi  pubblici  che  cadono, 
che  si  rialzano,  tutto  ciò  è  racchiuso  nel  giornale  che  tu  ci  porti. 

Le  nostre  truppe  si  battono  esse  in  qualche  parte  del  globo  ?.... 
L'antica  India  è  dessa  libera  e  ridente,  felice  e  adorna  del  suo  vetusto 
diadema,  oppure  geme  essa  sempre  sotto  le  torture  e  le  vessazioni  che 
da  noi  le  vengono  inflitte  ?.... 


(1)  I  giornali  inglesi  e  americani  sono  strettamente  avvoltolati  e  chiusi  in  una  fascia 
che  h  copre  quasi  intieramente. 


344  GUIDA  DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

Ed  i  nostri  oratori  ed  i  nostri  grandi  uomini,  che  cos'  è  di  loro  ? 
che  cosa  fanno?  Vediamo  un  po';  discussioni,  logica,  replica,  triplica, 
epigrammi,  insulto,  obgiurgazione,  scherno,  facezia....  che  cosa  diven- 
gono tutte  queste  cose  ?....  Sono  curioso  di  saperlo. 

Diamo  la  libertà  a  questi  prigionieri  !....  Chiudete  bene  le  imposte 
delle  finestre,  fate  cadere  in  fitte  pieghe  i  cortinaggi,  e  brilli  la  fiamma 
del  caminetto.  Accostate  il  canapè:  leggiamo,  mentre  l'urna  bollente 
lascia  sfuggire  con  rumore  la  sua  colonna  di  vapori  odorosi  :  preparate 
le  coppe  in  cui  sari  versata  la  calda  bevanda,  madre  della  allegria  senza 
ebbrezza. 

Ecco  l'in-folio  di  quattro  pagine  che  si  svolge  con  fracasso:  libro 
dalle  immense  colonne  che  la  critica  non  ha  il  tempo  di  criticare,  che 
tutti  stanno  ad  udire  avidamente,  anco  le  donne,  i  giovani  e  le  belle, 
silenziose  ed  attente. 

È  una  vera  carta  geografica  dei  nostri  guadagni  e  delle  nosfre  per- 
dite: dei  nostri  interessi,  dei  nostri  pensieri,  della  nostra  vita  intiera, 
dei  suoi  rapporti  fluttuanti  e  delle  sue  singolari  varietà. 

Questa  arida  giogaia  di  montagne  conduce  al  picco  ghiacciato  del 
ministero.  Quel  gran  pantano  è  il  palude  in  cui  cadono  le  ambizioni 
deluse.  Ecco  il  sentiero  perduto  per  cui  si  avvia  il  demagogo  quando 
vuol  raggiungere  il  nuovo  trionfatore  e  dargli  il  formidabile  gambetto. 

Qui  scorrono  ad  auree  ondate  i  flutti  melliflui  d'una  giovane  elo- 
quenza parlamentare:  essa  è  modesta,  umile,  e  timida:  poco  spera,  nulla 
domanda,  poco  promette  e  tutto  attiene.  Più  lungi,  l'enfasi  si  rovescia 
in  rumorose  cateratte:  la  prolissità  delle  parole  stende  il  suo  oceano  sopra 
un  deserto  d'idee,  e  lo  scherzo  e  la  piacenteria  si  dan  bel  tempo  alle 
spese  d'una  nazione  che  soff're. 

Più  lungi  ancora,  e  proprio  in  fondo,  ecco  il  caos  più  ameno  e 
grazioso  del  mondo:  meraviglie  su  meraviglie:  capelli  pei  calvi,  rose  per 
le  pallide  guance,  gigli  per  chiunque  ne  vuole,  salute  pei  moribondi, 
cielo  e  terra  ai  vostri  comandi.  Dio  e  V  inferno  posti  a  sovvallo,  ru- 
giade olimpiche,  nettari  che  rendono  la  vita  ai  defunti,  sermoni  e  feste 
di  ballo,  canzonette  e  palloni  volanti,  ciarlatani  di  piazza  e  ciarlatani  di 
società  ! 

Oh  come  è  delizioso,  pel  pensatore  e  pel  poeta,  l'osservare  dalle 
feritoie  della  propria  cittadella,  accuratamente  chiusa  e  custodita,  i  mo- 
vimenti e  la  mischia  di  questo  grande  combattimento  quotidiano;  di 
vedere  agitarsi  l'enorme  Babele  e  di  non  sentirne  l'urto  e  la  pressione: 
di  ascoltare  da  lungi  e  senza  pericolo  l'incerto  mormorio  di  quei  flutti 
confusi  che  vengono  a  morire  chetamente  al  nostro  orecchio. 

Di  tal  modo,  tranquillo,  seduto  al  canto  del  mio  focolare,  col  gior- 
nale nelle  mani,  veggo  dall'alto  il  mondo  e  tutto  quanto  lo  agita,  e  mi 
sembra  d'aver  valicato  qualche  vetta  serena  in  cui  sono  qualche  cosa  più 
che  un  mortale,  donde  contemplo  a  mia  voglia  le  razze,  le  generazioni, 
li  imperii.  Osservo  questo  grande  tumulto,  mentre  me  ne  sto  in  tutta 

pace. 

(Dal  poema  di  Cowper  -  The  Task.) 


PROVINCIA  DI  CATANIA 


'Hjumero  dei  Comuni:  63  —  Topolaiione >  563,457  —  Superficie:  K.  q.  5,102  —  Deputati  della  provincia: 
I.  Bonaiuto,  Di  S.  Giuliano,  Carnazza-Amari.  2.  Grassi-Pasiai,  Nicolosi,  Quattrocchi.  3.  Arcoleo,  De  Cri- 
stofaro, Pandolfi. 


L'Agricoltore  Calabro -siculo.  Giornale 
di  agricoltura  pratica,  fondato  nel  1^75  a 
Caltanissetta.  Col  15  marzo  1883  si  trasferi 
a  Catania,  allargando  di  molto  il  formato, 
migliorando  la  carta  e  aggiungendo  una 
copertina  alle  28  pagine,  in  cui  si  pub- 
blica. Nel  1881  fu  premiato  con  medaglia 
all'Esposizione  nazionale  di  Milano.  Si  oc- 
cupa dell'agricoltura  delle  provincie  meri- 
dionali ed  in  ispecie  della  Sicilia,  nella 
quale  regione  è  diffusissimo.  Esce  2  volte 
al  mese,  ed  è  diretto  dal  cav.  Antonio  Aloi, 
professore  al  R.  Istituto  tecnico.  Abbona- 
mento: anno  L.  6.  Piazza  Stesicoro,  Pa- 
lazzo Beneventano. 

Catania. 

Antologia  giuridica.  Giornale  di  giuri- 
sprudenza e  letteratura,  fondato  nel  1887. 
Ha  pubblicato  interessanti  lavori  dei  fra- 
telli Enrico  e  Giuseppe  Cimbali.  Abbona- 
mento :  anno  L.  20.  Un  fascicolo,  di  circa 
100  pagine,  L.  2. 

Catania. 

Atti  dell'Accademia  Gioenia.  Rivista  il- 
lustrata di  scienze  naturali.  Vi  scrivono: 
L.  Ricciardi,  Antonio  Aloi,  D.  Maccaluso, 
O.  Silvestri,  ecc. 

Catania. 

Bollettino  commerciale.  Giornale  setti- 
manale, fondato  il  14  novembre  1888.  Con- 
tiene informazioni  giuridiche,  correzionali, 
dei  fallimenti,  con  supplemento  speciale  dei 
protesti  delle  cambiali  per  Catania  e  pro- 
vincia. Esce  ogni  mercoledì  in  4  pagine, 
formato  0,42x0,30.  Abbonamento:  anno 
L.  IO.  Un  numero  5  centesimi.  Via  San 
Giuseppe,  casa  Fazio,  p.°  p." 

Catania. 

La  Campana.  Giornale  politico,  catto- 
lico, fondato  nel  1872.  Si  pubblica  il  gio- 
vedì e  la  domenica  in  4  pagine  a  3  co- 
lonne. Tiratura  800  copie.  È  organo  del 
Circolo  cattolico  di  S.  Euplio  e  del  Co- 
mitato diocesano  dei  Circoli  cattolici.  Di- 
rettore proprietario  ;  Rosario  Bonsignore. 
Abbonamento:  anno  L.  6,  semestre  3,50. 
Un  numero  5  centesimi.  Inserzioni:  in  4.' 
pagina  20  centesimi  la  linea.  Via  S.  Gae- 
tano alla  Grotta,  3. 

Catania. 

Il    Corriere.    Giornale   ammiaistrativo, 


nato  il  2  febbraio  1889.  Esce  ogni  setti- 
mana in  4  pagine,  formato  0,28  x  0,20. 
Abbonamento:  anno  L.  4.  Un  numero  5 
centesimi.  Via  Vittorio  Emanuele,  89. 

Caltagirone. 

Il  Corriere.  Giornale  politico  ammini- 
strativo, fondato  il  4  novembre  1888.  Esce 
in  4  pagine,  formato  0,30x0,20. 

Caltagirone. 

Corriere  di  Acireale.  Giornale  ammini- 
strativo, fondato  il  31  marzo  1889.  Si  pub- 
blica una  volta  alla  settimana  in  4  pagine, 
formato  0,355^0,24.  Abbonamento:  anno 
L.  5.  Tipografia  Mario  Ragonisi. 

Acireale. 

Corriere  di  Catania.  Giornale  politico, 
amministrativo,  commerciale,  fondato  nel 
1879.  Si  pubblica  tutti  i  giorni  in  4  pa- 
gine a  4  colonne.  Tira  8000  copie.  Diret- 
tore :  Luigi  Garano.  Il  giornale  è  ufficiale 
per  gli  atti  della  Camera  di  commercio;  è 
redatto  con  sufficiente  cura  e  professa  sani 
principii  liberali.  Abbonamento:  anno  L.  18, 
semestre  io,  trimestre  5  -  Estero:  30,  16,8. 
Un  numero  5  centesimi.  Inserzioni:  in  4.* 
pagina  20  centesimi  la  linea.  Largo  Spi- 
rito Sauto,  19. 

Catania. 

Toglio  periodico  della  Prefettura.  Pub- 
blicazione ufficiale  fondata  nel  1860  per 
gli  atti  amministrativi  della  provincia.  Esce 
ogni  mese  in  fascicoli  di  40  pagine.  Ab- 
bonamento :  anno  L.  io.  Un  numero  30 
centesimi. 

Catania. 

Gazzetta  degli  Etnei.  Periodico  ammi- 
nistrativo, nato  il  2  giugno  1889.  Esce 
ogni  settimana  in  4  pag.,  form.  0,40  x  0,28. 
Abbonamento:  anno  L.  4.  Via  De  Gae- 
tani,  52. 

Catania. 

Gazzetta  del  popolo.  Giornale  politico 
amministrativo,  fondato  nel  1884.  Esce  2 
volte  alla  settimana  in  4  pagine.  Abbona- 
mento: anno  L.  6.  Un  numero  5  cente- 
simi. 

Catania. 

Gazzetta  di  Catania.  Giornale  politico 
amministrativo,  fondato  nel  1870.  Si  pub- 
blicava ogni  giorno,  meno  il  lunedì,  in  4 
pagine  a  5  colonne,  Sospese  le  pubblica- 


346 


GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 


zioni  per  qualche  tempo;  le  riprese  nel 
1881  per  opera  del  deputato  Giuseppe  Bo- 
najuto.  Poscia  venne  ceduta  con  regolare 
contratto  ai  signori  Barbagallo  e  Scuderi, 
tipografi  editori,  e  continuò  a  pubblicarsi 
settimanalmente,  seguendo  il  programma 
tracciato  dal  fondatore,  che  è  quello  della 
sinistra  democratica.  Oggi  la  Gai:(etta  è 
uno  dei  giornali  ebdomadari  più  difiusi, 
specialmente  nella  provincia  di  Siracusa, 
alla  cui  cronaca  spesso  dedica  una  in- 
tera pagina  del  proprio  formato  Vi  scrive 
E.  Minneci  (Ignotus).  Abbonamento:  an- 
no L.  15,  semestre  8,  trimestre  4.  Un  nu- 
mero 5  centesimi.  Piazza  Spirito  Santo. 

Catania. 

Giornale  dell'Impiegato.  Bollettino  del- 
l'associazione tra  gì'  impiegati  civili  in  Ca- 
tania, fondato  il  15  settembre  1888.  Esce  il 
i.°  e  15  d'ogni  mese  in  4  pagine,  formato 
0,38^0,24.  Abbonamento:  anno  L.  1,60. 
Un  numero  5  centesimi.  S.  Giuliano. 

Catania. 

L'Indipendente.  Periodico  politico  am- 
ministrativo, nato  il  6  aprile  1889.  Esce 
ogni  giovedì  in  4  pag.,  form.  0,46  ><  0,33, 
a  5  colonne.  Ha  per  motto  :  «  Unicuique 
suum:  sia  lode  0  hiasmo  ».  É  giornale  re- 
datto molto  bene,  con  abbondanza  di  no- 
tizie e  varietà  d'articoli.  Vi  scrive  C.  Ca- 
li {Asiatico).  Abbonamento:  anno  L.  5.  Un 
numero  5  centesimi.  Via  Vittorio  Em.  19S. 

Catania. 

La  Lilaertà.  Giornale  politico,  nato  il  2 
dicembre  1888,  come  organo  del  Circolo 
costituzionale  Umberto  L  Esce  2  volte  alla 
settimana  in  4  pagine,  formato  0,44  -a  0,30. 
Ha  per  epigrafe:  «  Italia  e  Savoia  sarà  il 
nostro  programma,  e  con  questo  ideale  com- 
Imtteremo  ».  Abbonamento:  anno  L.  6.  Un 
numero  5  centesimi.  Via  Vittorio  Ema- 
nuele, 316. 

Catania. 

Il  Messaggiero  di  S.  Agata  e  S.  Lucia. 
Giornale  cattolico,  nato  il  13  luglio  1889. 
É  organo  dell'associazione  omonima  e  del 
Circolo  Catanese  di  S.  Agata.  Esce  una 
volta  al  mese  in  8  pagine  in-fol.  a  2  colon- 
ne, con  copertina.  Direttore:  sac.  Giuseppe 
Caff.  Abbonamento:  anno  L.  2.  Un  nu- 
mero 20  centesimi.  Tipografia  Roma  di 
Rosario  Bonsignore. 

Catania. 

Il  Monitore  religioso.  Giornale  politico, 
nato  nel  1872  a  Piazza  Armerina;  dal  1887 
si  è  trasferito  a  Caltagirone.  Esce  2  volte 
al  mese  in  4  pagine.  Abbonamento  :  anno 
L.  2.  Un  numero  5  centesimi. 

Caltagirone. 
La  Palestra  oattolioa.  Giornale  clericale 


mensile,  redatto  dai  preti  di  Acireale, 
che,  oltre  allo  scopo  di  riportare  le  enci- 
cliche e  le  circolari  dei  vescovi,  ha  anche 
quello  di  mettere  in  canzonatura  tutto  quel- 
lo che  si  va  facendo  di  bello  e  di  buono  in 
Italia,  con  articoli  e  versi  irriverenti.  Nel 
paese  però  ha  molta  diffusione,  predomi- 
nandovi l'elemento  cattolico.  È  stato  fon- 
dato nel  1S85  e  si  pubblica  in  fascicoli  di 
32  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  2.  Un 
numero  25  centesimi. 

Acireale. 
La  Patria.  Periodico  politico,  letterario, 
amministrativo,  fondato  nel  1879.  Esce 
ogni  settimana  in  4  pagine  a  3  colonne. 
Nell'ottobre  del  1886  sospese  temporanea- 
mente le  pubblicazioni.  In  cambio  agli  ab- 
bonati veniva  spedito  un  altro  giornaletto 
locale,  il  Camillo.  Abbonamento  :  anno 
L.  6,50,  semestre  3,25.  Un  numero  io  cen- 
tesimi. Via  Teatro  BeUini,  49. 

Acireale. 
Il  Piccolo  giornale.  Giornale  ammini- 
strativo, nato  il  21  aprile  1889.  Esce  ogni 
1 5  giorni,  in  4  pagine,  formato  0,38  x  0,23. 
Un  numero  io  centesimi.  Si  stampa  a  Ca- 
tania, alla  tipografia  Francesco  Calati. 

Scordia. 
La  Pietra  infernale.  Giornale  caustico, 
frisante,  anti- cancrenoso,  nato  il  9  lu- 
glio 1SN9.  Esce  in  4  pag.,form.  0,43  x  0,29. 
Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  numero  5 
centesimi.  Tip.  Pacini  di  G.  Riccioli. 

Catania. 
II  Potere.  Giornale  amministrativo  e  di 
interessi  locali,  nato  nel  1887.  Esce  ogni 
settimana  in  4  pagine.  Abbonamento:  an- 
no L.  3.  Un  numero  5  centesimi. 

Caltagirone. 
Il  Predicatore  cattolico.  Giornale  catto- 
lico, fondato  nel  1885.  Si  pubblica  ogni 
mese  in  fascicoli  di  32  pagine.  Abbona- 
mento: anno  L.  5.  Non  si  vende  a  numeri 
separati. 

Giarre. 
La  Pubblicità.  Pubblicazione  periodica 
settimanale,  fondata  i'8  luglio  1888.  Esce 
in  4  pagine,  formato   0,43x0,30.    Si   di- 
spensa gratis.  Via  Zurria,  14. 

Catania. 
Hivista  delle  scienze  botanica  e  zoolo- 
gica. Pubblicazione  scientifica,  fondata  il 
i."  gennaio  i88S.  Si  pubblica  2  volte  al 
mese  in  fascicoli  di  16  pagine  in-8.°  -  Vi 
scrivono:  B.  Grassi,  N.  Rioso,  A.  Gerdi, 
G.  Rovelli,  A.  Palumbo,  F.  Samperi,  ecc. 
Editore:  Filippo  Tropea.  Abbonamento: 
anno  L.  8. 

Catania. 
La  Sicilia  vinicola.  Giornale  settimanale 


PROVINCIA   DI   CATANIA. 


847 


di  enologia  e  viticoltura,  organo  del  com- 
mercio vinicolo  internazionale ,  fondato 
nel  1886.  Si  pubblica  ogni  domenica  in  4 
pagine  in-folio  a  4  colonne,  in  2  edizioni, 
italiana  e  francese.  Direttore:  comm.  dot- 
tor Odoardo  Turchetti.  Redattore  capo: 
prof.  Nicola  Rossi.  Vi  scrivono  :  G.  Fro- 
sini,  dott.  L.  Beretta,  Enrico  Canepa,  G.  Vi- 
tali, ecc.  Abbonamento:  edizione  italiana 
o  francese  L  9,50  anno,  estero  12,50.  Un 
numero  20  centesimi.  Via  Fiesolana,  31. 

Riposto. 

Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Fondato  nel  1876,  si  pubblica 
2  volte  la  settimana  in  8  pagine  e  con- 
tiene gli  annunzi  legali  amministrativi.  Ab- 
bonamento: anno  L.  ló.  Un  numero  cent.  30. 

Catania. 

Il  Telefono  -  Eco  dell'Isola.  Giornale 
politico,  amministrativo,  letterario,  fondato 
nel  1887.  Esce  ogni  giorno  in  4  pagine  a 


5  colonne.  Direttore  :  Enrico  Minneci.  Re- 
dattore: Ottavio  De  Sica.  Ha  per  motto: 
Avanti  Savoia!  Abbonamento:  anno  L.  16, 
semestre  9,  trimestre  5,25,  Un  numero  5 
centesimi.  Piazza  Massarello,  2-3. 

Catania. 

L'Unione.  Giornale  politico  amministra- 
tivo, fondato  nel  1880  col  titolo  di  Nuova 
Montagna,  che  poi  mutò  nell'attuale.  É 
organo  del  Circolo  repubblicano.  Si  pub- 
blica ogni  settiman^i,  in  4  pagine  a  4  co- 
lonne. Direttore:  Di  Felice.  Abbonamen- 
to: anno  L.  5,  semestre  2,75.  Un  numero 
5  centesimi.  Via  Trinità,  casa  Calvagna. 

Catania. 

Vita  Libera.  Giornale  letterario,  scien- 
tifico, settimanale,  fondato  il  18  marzo 
1888.  Esce  in  8  pagine  in-4.°  -  Direttore  : 
Carmelo  Ventura.  Abbonamento:  semestre 
L.  3.  Un  numero  io  centesimi. 

Caltagirone. 


Giornali  cessati: 

UAceddu  di  lu  ^iu  Titta,  umoristico,  n.  1888  a  Catania,  in  dialetto. 

L'Amico  della  verità,  n.   1885  a  Catania. 

U Amministrazione,  n.  1882  a  Catania. 

Arte,  n.    1885  a  Catania;  direttore  V.  Màugeri  Zangàra. 

U Asino,  umoristico,  n.  1887  a  Catania. 

'L'Avvisatore  commerciale,  n.   1881  a  Catania. 

Bajardo,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.   1887  a  Catania. 

Il  Bellini,  n.  187Ó  a  Catania. 

Il  Cimento,  n.   1885  a  Caltagirone. 

Corriere  dell'Etna,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  1888  a  Catania. 

Cronaca   Catanese,  politico,  settimanale,  n.  1888  a  Catania. 

D'Artagnan,  umoristico,  illustrato,  settimanale,  n.  1889  a  Catania. 

Don  Mariio,  umoristico,  settimanale,  n.   1889  a  Catania. 

Don  Pancrazio,  n.  1870  a  Catania;  direttore  F.  Maltese. 

L'Emporio  italiano,  n.  1885  a  Catania. 

L'Etna,  n.  1883  a  Catania;  direttore  Alberto  Carnevale. 

L'Etna,  n.  1885  a  Giarre, 

Le  Feste  Agonali,  letterario,  n.  1885  a  Catania,  direttore  Vincenzo  Crescimone. 

Fieramosca,  politico,  settimanale,  n.  30  luglio  1888  a  Catania. 

Il  Foro  Catanese,  n.  i88i  a  Catania. 

Fracassa  II,  n.  1885  a  Catania. 

Fra  Diavolo,  n.  1887  a  Catania. 

La  Frusta,  a.  a  Catania,  direttore  Petrina. 

Gaiiettino  della  sera,  n.   1883  a  Catania. 

La  Giurisprudenia,  n.  1871  a  Catania;  direttore  Pasquale  Bellini. 

L' H  nell'abbiccì,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  1888  a  Catania. 

L' Imparziale,  n.  1885  a  Giarre. 

L'Italia  e  Dante,  n.  1872  a  Catania;  direttore  Diego  Amore. 

La  Luce,  di  Catania. 

Mastru  Staci,  umoristico,  in  dialetto,  settimanale,  n.  1887  a  Catania. 

Il  Mongibello,  n.   1885  a  Catania. 

L'Omnibus,  n.  1886  a  Catania;  direttore  C.  Cali-Pragala. 

Il  Passatempo,  n.  1885  a  Caltagirone. 

l\  Plebiscito,  n.  1862  a  Catania,  direttore  Tenerelli;  nel  1882  riprese  sotto  la  dire- 
zione dell'avv.  G.  Coviglio  le  pubblicazioni  da  più  anni  sospese,  ma  cessò  nuo- 
vamente; ricomparso  col  titolo  di  Corriere  della  sera,  quotidiano,  cessò  del  tutto 
Del  1883. 


348  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

—  Il  Popolo,  n.  1884  ad  Aci  S.  Antonio;  direttore  F.  Romeo  de  Maria. 

—  Ras  Alida,  politico,  settimanale,  n.  22  gennaio  1888  a  Catania. 

—  La  Sferra,  politico,  settimanale,  n.  17  maggio  1888  a  Catania. 

—  Spartaco,  n.  1882  a  Catania;  direttore  Luigi  Paraci. 

—  Il   Teatro  Massimo,  n.   1887  a  Catania. 

—  Il  Timoleonte,  n.   1881  a  Catania. 

—  Vita  Nuova,  n.  1884  a  Catania. 


UrV     GIOKIVALF 


Quando  io  prendo  in  mano  un  giornale,  e  l'esamino  e  considero 
la  varietà  delle  cose  e  la  ricchezza  delle  notizie  che  esso  contiene,  mi 
vien  fatto  di  provare  un  sentimento  d'orgoglio  per  il  mio  secolo,  e  di 
compassione  per  i  secoli  che  non  conobbero  questo  portento  dell'intel- 
ligenza umana:  l'opera  più  miracolosa  di  tutte  le  opere  sue.  Comprendo 
che  vi  siano  società  senza  macchine  a  vapore,  senza  telegrafi,  senza  le 
tante  meraviglie,  che  la  industria  ha  sparso  nella  via  trionfale  del  pro- 
gresso, ornata  di  monumenti  immortali;  ma  non  comprendo  una  società, 
senza  quell'immenso  libro  della  stampa  quotidiana,  in  cui  una  legione 
di  scrittori,  che  dovrebbero  essere  tenuti  sacri  dai  popoli,  notano  le  nostre 
angustie,  le  nostre  esitanze,  i  nostri  timori,  e  i  gradi  di  perfezione  che 
si  raggiungono  nell'opera  di  attuare  un  ideale  di  giustizia  sopra  la  terra. 

Io  comprendo  anche  la  vita  monastica,  anche  la  solitudine  di  un 
uomo,  che  rinunzia  all'espansione  della  sua  intelligenza  nelli  società  e 
all'espansione  del  suo  cuore  nella  famiglia,  per  consacrarsi  tutto  a  Dio, 
alla  scienza,  alla  carità,  alla  meditazione,  all'ozio,  se  vuoisi,  in  una  di 
quelle  isole  morali,  che  si  chiamano  monasteri.  Ma  non  comprendo  che 
quest'uomo  rinunzi  a  leggere  un  giornale,  a  pensare,  ogni  giorno,  con 
il  cervello  di  tutto  il  genere  umano,  a  sentire  con  il  cuore  di  tutti  gli 
uomini,  a  mescolar  la  sua  vita  all'oceano  della  vita  umana,  e  a  veder 
fiottare  sulle  sue  onde  il  vento  di  tutte  le  idee.  Gli  anticlii  cinesi  ave- 
vano un'istituzione  portentosa,  una  istituzione  di  storiografi.  Chiusi  in 
un  palazzo  circondato  di  sontuosi  giardini,  si  consacravano  essi,  nel  si- 
lenzio, a  scrivere  i  fatti  giornalieri,  con  la  severa  maestà  dicevole  a  giu- 
dici del  tempo,  a  persone  che  conferivano  l'immortalità.  A  lato  della 
dinastia  celeste  degl'imperatori  si  rinveniva  questa  rigida  dinastia  tribu- 
nalizia.  Erano  più  che  magistrati,  erano  sacerdoti,  e  tutti  li  avevano  in 
rispetto  come  rappresentanti  della  coscienza  umana  e  come  gli  esecutori 
della  divina  giustizia.  Il  loro  ministero  era  il  descrivere  in  pagine  im- 
mortali, che  dovevano  conservarsi  come  il  vincolo  delle  generazioni, 
i  più  rilevanti  avvenimenti  dell'Impero.  Giammai  alcun  popolo  onorò  i 
suoi  sacerdoti,  come  questi  primi  originatori  della  storia,  che  rimasero 
poi  in  una  infanzia  eterna,  onorarono  i  loro  storiografi. 

Or  bene  ;  io  dico  che  i  popoli  moderni  dovrebbero  rendere  eguale 
onoranza  ai  giornalisti.  Mercè  questi  singolarissimi  testimoni,  si  diffon- 
dono raggi  di  luce  nel  nostro  orizzonte;  mercè  le  loro  sentenze,  la  co- 
scienza umana  perviene  ad  ottenere  un  definitivo  e  formulato  giudizio 


PROVINCIA   DI   CATANIA.  349 


sui  fatti  universali.  A  poco  monta  la  passione  di  partito,  senza  la  quale, 
forse,  non  potrebbe  sussistere  quest'opera  portentosa,  che,  come  tutte  le 
opere  umane,  ha  bisogno  per  muoversi  dell'eccitamento  di  una  grande 
passione.  Poco  importa  il  silenzio,  tenuto  ad  ingegno,  in  tale  occasione, 
la  parzialità  osservata  in  tal'altra,  la  ingiustizia  sino  alla  menzogna,  poiché 
da  questa  guerra  delle  forze  spirituali  risulta  la  vita  totale,  come  dalle 
ombre  risulta  l'armonia  di  un  quadro.  Meglio  sarebbe  che  non  vi  fossero 
cosiffatti  mali,  come  sarebbe  meglio  che  infermità  fisiche  e  disgrazie  mo- 
rah  non  esistessero;  ma  è  tanto  difficile  il  cambiare  la  società  quanto 
il  cambiar  la  natura,  e  le  leggi  di  essa  sono  complicate  come  le  leggi 
meccaniche  dell'universo,  e  talora  sono  fatali.  Ed  è  una  fatalità  delle 
leggi  a  cui  è  ordinato  il  civile  consorzio,  che  il  progresso  debba  trovare 
ostacoli  nelle  grandi  opere  fornite  per  agevolarlo  ;  che  il  passato  risorga 
con  i  suoi  errori  e  si  valga  dello  strumento  che  doveva  distruggerlo; 
che  serva  a  formare  il  mondo  caliginoso  della  menzogna,  fulgentissimo 
etere,  sparso  a  torrenti  per  formare  il  mondo  della  verità.  Ma  se  un 
giorno  fossero  convocate  in  giudizio  tutte  le  istituzioni,  di  cui  tanto  si 
vantano  i  popoli,  e  si  presentassero  recando  ciascuna  in  una  mano  i 
beni  che  ha  fatto,  e  nell'altra  i  mali,  forse  nessuna  meriterebbe  una  più 
giusta  benedizione  dalla  coscienza  umana. 

Opera  meravigliosissima  è  quella  di  un  giornale,  opera  di  scienza 
e  di  arte.  Sei  secoli  non  bastarono  a  compiere  la  cattedrale  di  Colonia, 
ed  un  giorno  basta  a  compiere  l'opera  immensa  di  un  periodico.  Non 
si  possono  computare  i  gradi  di  vita,  di  luce,  di  progresso  che  sono  in 
ogni  foglio  del  libro  immortale,  che  forma  il  giornalismo.  In  esso,  le 
spicciolate  notizie  relative  agli  esseri  più  sconosciuti,  e  il  discorso  che 
risuona  nella  più  alta  tribuna  e  commuove  tutte  le  intelligenze;  in  esso, 
le  fugaci  descrizioni  di  un  ballo  e  le  opere  d'arte  che  entrano  serene 
nella  regione  della  immortalità.  Questa  pagina  meravigliosa  è  l'enciclo- 
pedia del  nostro  tempo;  enciclopedia  che  richiede  una  scienza  incom- 
mensurabile, una  scienza  la  cui  forza  non  può  oggi  stimare  la  nostra 
generazione;  scienza  che  è  come  la  essenza  dello  spirito  di  tutto  un 
secolo. 

Quando  io  penso  ad  Atene,  la  immagino  splendida,  con  le  sue  le- 
gioni di  scultori  e  di  poeti;  con  le  sue  assemblee,  ove  ogni  discorso 
era  un  inno;  con  i  suoi  cantanti;  quel  teatro  che  aveva  per  fondo  le 
onde  del  Mediterraneo;  con  quelle  processioni  in  cui  le  vergini  greche 
andavano,  coronate  di  fiori,  danzando  al  suono  delle  cetre;  con  quelle 
statue  che  raffiguravano  il  bello  ideale  della  squisitezza  plastica;  con  gli 
oHmpici  ludi,  ove  i  bianchi  cavalli  trascinavano  nel  carro  d'oro  i  giuo- 
catori  armati  di  lancia,  come  Giove  del  fulmine;  con  le  sue  scuole,  in 
cui  imparavasi,  al  tempo  stesso,  la  metafisica,  la  ginnastica,  la  musica  e 
la  geometria;  con  tutta  la  sua  vita,  che  era  il  culto  divino  della  grazia 
e  dell'arte.  Ma  mi  porge  tristezza  quella  civiltà,  orribile  tristezza,  con- 
siderando che  non  vi  erano  giornali;  poiché  il  giornale  fa  si  che,  di 
semplici  individui  di  una  città,  noi  diveniamo  cittadini  del  mondo. 

Cultori  del  giornaUsmo,  scrittori  modesti  e  oscuri,  mai  non  avete 
potuto  stimar  tutta  l'importanza  dell'opera  vostra,  imperocché,  essendo 


350 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 


nati  in  mezzo  ad  essa,  la  considerate  quasi  una  parte  dell'esser  vostro. 
Ma,  purtroppo  !  senza  di  voi  gli  uomini  più  cospicui  rimarrebbero  igno- 
rati, le  glorie  maggiori  sarebbero  come  campane  che  suonassero  nel 
vuoto.  Voi  recate  a  ciascuno  i  dolori  di  tutti.  Voi  recate  agli  afflitti  le 
speranze  di  tutti.  Le  vostre  penne  sono  come  i  fili  elettrici  che  uniscono 
le  regioni  del  pianeta.  Le  vostre  idee  sono  come  gli  atomi  dell'aere,  in 
cui  respirano  le  nostre  anime;  sono  come  l'atmosfera  morale  del  globo. 
È  necessario  comprendere  tutta  la  dignità  di  questo  ministero,  per  poter 
esercitarlo  con  la  maestà  e  con  la  grandezza  ad  esso  dicevole.  È  uno 
dei  più  sublimi,  riservati  all'umano  intendimento. 

E.  Castelar. 


FaYoloso  buon  mercato.  —  Per  sole  6  Lire  l'anno. 

PER  GLI  STATI  EUHOPEI  DELL'UNIONE  POSTALE,  FRANCHI  NOVE 

È  il  solo  giornale  che  unisca  all'eleganza  dell'edizione,  alla  ricchezza  e  varietà 
delle  incisioni,  uno  straordinario  buon  mercato,  tanto  che  in  soli  dieci  anni  ha  rag- 
giunto una  tiratura  di  20,000  copie.  Tutte  le  signore  che  hanno  domandato  un  nu- 
mero di  saggio  sono  rimaste  sorprese  di  tanta  ricchezza  per  prezzo  cosi  mite,  e  si  sono 
afirettate  ad  associarsi  facendo  propaganda  del  giornale  fra  le  loro  amiche. 

Esce  ogni  quindici  giorni  in  otto  pagine  di  gran  formato  a  tre  colonne.  —  Ogni 
fascicolo  contiene  circa  100  magnifiche  incisioni  di  viode  e  lavori,  una  grandissima  ta- 
vola di  ricami  e  modelli,  oppure  un  modello  tagliato  d'oggetti  d'altissima  novità.  Spiega- 
zioni delle  incisioni  e  degli  annessi  chiare  e  precise. 

In  ogni  fascicolo,  Corriere  di  Parigi,  scritto  da  una  signora  dell'alta  società.  Cor- 
riere della  moda,  racconti  interessanti,  articoli  di  varietà.  Utili  consigli  nella  Piccola 
corrispondenza,  economia  domestica,  ricette,  notizie  utili  e  interessanti. 

DISEGNI  di  nomi  e  iniziali  a  richiesta  delle  associate. 


Dell' ELE&ANSA  si  fa  pure  un'edizione  speciale  con  uno  splendido  figurino 
colorato  in  ogni  numero. 

Per  r  ITALIA,  L.  12.  — Per  l'Unione  Postale,  Fr.  15. 

DIRIGERE    COMMISSIONI    E    VAGLIA    AI    FRATELLI    TREVHS,    EDITORI,    IN    MILANO. 


PROVINCIA  DI  CATANZARO 


Numero   dei   Comuni:   152  —  Popolazione  :    433,975  —   Superficie:    K.  q.    5,174  —  Deputati  della   provinctA 
I.  Grimaldi,  De  Seta,  Chirairri,  Oliverio.  2.  Cefaly,  Curcio,  Fraucica,  Cordopatri. 


Bollettino  del  Comizio  Agrario.  Gior- 
nale di  agricoltura  e  pastorizia,  fondato 
nel  1881.  Non  ha  data  fissa  di  pubblicità. 
Esce  in  fascicoli  di  12  pagine.  Non  si  vende 
a  numeri  separati  e  si  distribuisce  gratis 
ai  soci  del  Comizio.  Abbonamento:  anno 
L.  4. 

Catanzaro 

La  Calabria.  Rivista  di  letteratura  po- 
polare, nata  il  15  settembre  1888.  Esce 
una  volta  al  mese  in  8  pagine  in-4.''  - 
Contiene  studi  letterari,  novelle  e  poesie 
in  greco  e  albanese  con  la  versione  ita- 
liana. Direttore  :  Luigi  Bruzzano.  Abbona- 
mento: anno  L.  5.  Un  numero  L.   i. 

Monteìeone. 

Il  Calabro.  Giornale  politico,  dell'oppo- 
sizione liberale,  nato  nel  1869  Si  pubblica 
martedì,  giovedì  e  sabato  in  4  pagine  a  4 
colonne,  redatto  con  molto  garbo.  Ha  una 
diffusione  di  1400  copie.  Inserzioni:  3.'  pa- 
gina 50  centesimi  la  linea,  4.' pagina  30. 
Abbonamento:  anno  L.  12,  semestre  6, 
trimestre  3, so  -  Estero:  spese  postali  in 
più.  Un  numero   io  cent.  Via  Duomo,  49. 

Catatf^aro. 

Corriere  Calabrese  -  Gaiietta  di  Catan- 
:^aro.  Giornale  politico,  amministrativo,  let- 
terario, commerciale,  fondato  nel  1881.  Si 
pubblica  il  mercoledì  e  il  sabato  in  4  pa- 
gine a  4  colonne;  contiene  gli  atti  della 
Camera  di  Commercio  e  della  Società  de- 
gl'Impiegati nelle  Calabrie.  Fu  direttore 
del  giornale  il  prof.  Capasso,  a  cui  suc- 
cesse poi,  a  tutto  il  1884,  il  prof.  Michele 
Vitale,  e  dal  gennaio  al  maggio  1885  la 
direzione  fu  tenuta  dall'avv.  cav.  Alfonso 
Gironda  Veraldi;  ora  ne  è  direttore  Be- 
niamino Fera.  Abbonamento  :  semestre 
1^.  6  -  Estero  18  -  Anno  in  proporzione. 
Inserzioni  :  80  centesimi  la  linea.  Un  nu- 
mero IO  centesimi.  Via  Liceo,  23. 

Catan:(aro. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale,  nato  nel  1^67  per  la  pub- 
blicazione degli  atti  amministrativi  della 
provincia.  Si  pubblica  ogni  mese  a  fasci- 
coli di  un  numero  indeterminato  di  pa- 
gine. Abbonamento:  anuo  L.  io.  Non  si 
vende  a  numeri  separati. 

Catan:^aro. 


Le  Forbici.  Giornale  democratico  setti- 
manale, nato  il  7  luglio  18S9.  Esce  ogni 
mercoledì  in  4  pagine,  formato  0,36x10,23. 
Dopo  il  primo  numero  Giovanni  Ansani 
si  ritirò  dalla  direzione,  che  passò  all'av- 
vocato Francesco  Mannarino,  attuale  pro- 
prietario del  giornale.  Redattore-capo:  An- 
tonio Mirante.  Abbonamento  :  anno  L.  4. 
Un  numero  cent.  5.  Via  S.  Francesco,   r. 

Catan:^aro. 
Il  Fra   Diavolo.  Giornale  politico,  am- 
ministrativo,   fondato    nel    settembre    del 
1889.   Esce    2    volte   la   settimana.  Diret- 
tore: Nicola  Scioscia. 

Catan:{aro. 
11  Giornale  di  Calabria.  Giornale  poli- 
tico, amministrativo,  fondato  il  i.°  agosto 
del  1889.  Esce  2  volte  la  settimana.  Di- 
rettore: Francesco  Lapiccola.  Tiratura  3000 
copie.  Trimestre  L.  5. 

Catan:(a.ro. 
La  Giovine  Calabria.  Giornale  politico 
letterario,  fondato  1' 1 1  novembre  1887.  Si 
pubblica  il  lunedì  e  il  venerdì  in  4  pagine, 
formato  0,39  >^  0,26,  a  4  colonne.  Diret- 
tore: prof.  Michele  Vitale.  Abbonamento: 
anno  L.  8,  semestre  5.  Inserzioni:  4.*  pa- 
gina 20  centesimi,  3.'  pagina  75.  Un  nu- 
mero cent.  5.  Corso  Vittorio  Emanuele,  257. 

Catan:{aro. 
La  Giurisprudenza  Calabrese.  Organo 
del  foro  di  Catanzaro;  periodico  mensile, 
fondato  nel  luglio  1888.  Esce  a  fascicoli  di 
40  pagine  in  8."  -  Redattore:  Cav.  Avv.  Fi- 
lippo Catanzaro.  Abbonamento:  anno  L.  12. 

Catan:{aro. 
Giustizia.  Giornale  politico  amministra- 
tivo, fondato  nel  1888.  Esce  ogni  dome- 
nica in  4  pagine  a  5  colonne.  Direttore: 
Umberto  Lanocita.  Abbonamento:  anno 
L.  4.  Un  numero  5  centesimi.  Inserzioni: 
dopo  la  firma  del  gerente  L.  1,30  la  linea. 
Tipografia  T.  Pirozzi. 

Cotrone. 
L'Indipendente.  Giornale  politico,  am- 
ministrativo, letterario,  fondato  nel  1887. 
Esce  ogni  settimana  in  4  pagine  a  3  co- 
lonne. Ha  per  motto  i  versi  del  Giusti: 

n  Non  porterò  giammai  di  Tizio  o  Caio, 
Oltrsinontane  o  arcadiche  livree, 
Né  per  lisciarle  affogherò  l' idee 
Nel  calamaio.  » 


352 


GUIDA   DELLA    STAINIPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Dirige  il  giornale  N.  Vatalaro. 

Abbonamento:  anno  L.  5,  semestre  2,50, 
trimestre  1,50.  Un  numero  io  centesimi. 
Piazzetta  del  Duomo,  5. 

Nicastro 

La  Luce.  Gazzetta  di  Monteieone,  nata 
il  6  gennaio  1889,  Si  pubblica  una  volta 
la  settimana  in  4  pagine,  form.  0,37  ^  0,26. 
Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  numero  io 
centesimi.  Via  Chitarrari,  7. 

Monteieone. 

Il  Martello.  Giornale  amministrativo  lo- 
cale, letterario,  fondato  nel  18S2.  Si  pub- 
blica ogni  settimana  in  4  pagine  piccole. 
Abbonamento:  anno  L.  4.  Un  numero  io 
centesimi. 

Filadelfia. 

La  Nuova  Stampa.  Giornale  politico 
letterario,  fondato  nel  giugno  del  1889. 
Esce  ogni  mercoledì  in  4  pagine  a  4  co- 
lonne. Direttore:  avv.  F.  Pacenza.  Il  gior- 
nale, ispirato  a  sani  principi!  di  libertà,  è 
fatto  con  molto  garbo.  Abbonamento  ì 
anno  L.  5,  semestre  2,90,  trimestre  1,50. 
Un  numero  io  centesimi.  Inserzioni:  20 
centesimi  la  linea.  Piazzetta  del  Duomo,  5. 

Nicastro. 

La  Padella.  Giornale  di  cronaca  locale 
e  letteratura,  nato  nel  1886;  i  due  primi 


numeri  si  stamparono  a  Catanzaro.  Esce 
ogni  settimana  in  4  pagine.  Abbonamento  : 
anno  L.  6.  Un  numero  10  centesimi. 

Nicastro. 
Il  Sisorgimento.  Giornale  politico,  am- 
ministrativo, letterario,  nato  nel  1 888.  Esce 
ogni  settimana  in  4  pagine  a  4  colonne. 
Proprietario  responsabile:  Francesco  Be- 
vilacqua. 

Nicastro. 
Lo   Scudiscio.    Giornaletto    amministra- 
tivo, fondato   nel    1879.  Si  pubblica  ogni 
settimana  in  4  pagine  a  2  colonne.  Abbo- 
namento: anno  L.  4,20.  Un  numero  e.  io. 

Cataniaro. 
U  Strolacu.  Giornale  amministrativo, 
nato  il  14  marzo  1889.  Esce  ogni  giovedì 
in  4  pagine,  formato  0,36  x  0,23,  redatto  in 
dialetto  calabrese.  Direttore:  Raffaele  Co- 
tronei.  Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  nu- 
mero 5  centesimi.  Scesa  Pastaiuoli.   18. 

Catanzaro. 
Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Fondato  nel  1876  per  la  pub- 
blicazione degli  annunzi  amministrativi  le- 
gali. Esce  2  volte  la  settimana  in  fascicoli 
di  16  pagine.  Cent.  5  per  ogni  pagina^ 
acquistando  un  numero  separato. 

Catanzaro. 


Giornali  cessati: 

L'Avvenire  Vihonese,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  1882  a  Monteieone; 
direttore  prof.  Eugenio  Scalfari. 

Il  Diluvio,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.   1882  a  Nicastro. 

L' Eco  degli  studenti,  letterario,  n.   1885  a  Catanzaro. 

V Evoluiione,  giornale  di  storia,  morale  e  letteratura,  n.   1883  a  Nicotera. 

La  Gaiia-ladra,  di  Nicastro. 

Gai~etta  del  progresso  della  sericoltura,  n.  1887  a  Catanzaro,  mensile. 

Galletta  di  pubblicità,  n.  1883  a  Catanzaro,  organo  mensile  di  un'agenzia  omonima, 
diretto  da  T.  Garelli. 

Gaiiettino  Nicastrese,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.   1S84. 

La  Luce,  di  Nicastro. 

Il  Nuovo  periodo,  visse  a  Catanzaro  nel  1870-71. 

Il  Progresso,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  1885  a  Nicastro. 

U  Spatrunatu,  amministrativo,  n.  13  maggio  1889  a  Catanzaro,  settimanale,  in 
dialetto. 

La  Verità  -  Gaietta  Calabrese,  politico  amministrativo,  n.  1872  a  Catanzaro,  biset- 
timanale ;  direttore  Alfonso  De  Guzzis. 


I  GIORNALI  NUOVI 


Nell'epoca  in  cui  l'anno  è  per  finire  o  per  principiare  non  c'è  scrittore 
o  scrittorello,  che  non  vegga  piovere  nel  suo  studio  una  quantità  stupe- 
facente d'annunci  di  giornali  ruovi,  accompagnati  da  una  preghiera,  da 
un  invito  o  da  un'intimazione  di  collaborarci. 


PROVINCIA   DI    CATANZARO.  353 

Dissi  preghiera,  invito,  o  intimazione,  perchè  dei  fondatori  di  gior- 
nali ve  ne  sono  di  varie  specie.  Vi  sono  i  giovinetti  sentimentali,  che, 
nell'esaltazione  del  primo  amore,  hanno  scritto  una  romanza  gemebonda 
o  una  novella  a  lieto  fine,  nella  quale  due  cuori  innamorati  riescono  ad 
unirsi  beatamente  con  o  senza  l'intervento  del  sindaco.  I giovani  autori 
si  struggono  di  far  conoscere  al  pubblico  il  loro  figliolo  letterario,  e 
molti  altri  simili,  che  si  sentono  palpitare  nel  seno.  iMa  ne  giornalisti 
né  editori  li  sanno  apprezzare,  ed  allora,  nel  loro  entusiasmo  d'autori, 
e  nella  loro  ingenuità  da  giovinerti,  risolvono  di  fondare  un  giornale 
per  pubblicarvi  i  loro  lavori.  Ed  annunciano  fiduciosamente  :  «  In  Italia 
è  altamente  sentito  il  bisogno  del  nuovo  periodico  La  palestra  degli  in- 
compresi, il  quale  non  si  curerà  né  di  politica,  né  di  critica,  né  di  altre 
cose  noiose.  Il  suo  scopo  é  di  offrire  un  campo  agli  sfoghi  più  o  meno 
lirici  dei  giovani  scrittori.  » 

Dieci,  venti  compagni  di  sventura  spediscono,  franco  di  porto,  il 
loro  scritterello,  colla  copertina  fregiata  di  mezzi  bolli  postali  sfuggiti 
dalla  fascia,  i  quali  narrano  la  storia  di  parecchi  viaggi  d'andata  e  ri- 
torno alle  direzioni  di  giornali  meno  pietosi.  Ed  esce  il  primo,  e  qualche 
volta  il  secondo  numero;  ma  il  pubblico,  che  non  trova  fra  quei  re- 
dattori nessuno  dei  nomi,  coi  quali  ha  im.parato  a  fare  a  fidanza,  non 
arrischia  l'abbonamento;  e  l'Italia  arrischia  di  perdere  dopo  pochi  nu- 
meri il  periodico,  di  cui  aveva  altamente  sentito  il  bisogno.  «  Appena  vidi 
il  sol  che  ne  fui  priva,  a  Ed  é  allora  che  la  Direzione  si  rivolge  agli 
scrittori  che,  meritamente  o  no,  hanno  una  rinomanza,  implorando  un 
articoletto,  una  novellina,  una  strofa,  un  periodo,  una  virgola,  nulla,  pur- 
ché porti  la  loro  firma  ;  magari  soltanto  il  permesso  di  mettere  il  loro 
nome  fra  quelli  dei  collaboratori.  Queste  sono  le  domande  in  forma  di 
preghiera;  domande  ingenue,  umili.  —  Sanno  di  chiedere  un  favore,  e 
si  profondono  in  ringraziamenti  e  scuse. 

Ma  vi  sono  le  domande  sotto  forma  d'intimidazione,  che  sono  più 
amene  ancora  —  «  In  Italia  era  altamente  sentito  il  bisogno  del  nuovo 
periodico:  Diri:(^ar  le  gambe  ai  cani,  destinato  ad  educare  la  gioventù, 
a  moralizzare  la  gente  matura,  a  riveder  le  bucce  a  tutto  il  mondo.  Nel 
fondare  questa  panacea  universale,  noi  ci  sacrifichiamo  pel  bene  dell'u- 
manità, senza  mire  d'interesse;  (prezzo  d'abbonamento  lire  tanto)  — 
Tutti  gli  scrittori,  che  hanno  viscere  umane,  hanno  aderito  a  collaborare 
nel  nostro  giornale  senza  pretese  di  compenso.  Abbiamo  troppa  stima 
di  lei,  per  dubitare  che  non  voglia  fare  altrettanto.  »  — 

Sono  i  Don  Chisciotte  della  letteratura,  i  quali  ammettono  che  i 
medici,  gU  avvocati,  i  maestri  si  facciano  pagare  le  loro  oneste  fatiche 
per  guarire  gli  infermi,  per  proteggere  gli  orfani  e  le  vedove,  per  ispe:^iare 
il  pan',  della  scienza;  ma,  se  uno  scrittore  domanda  d'essere  pagato  un 
tanto  per  articolo,  colonna  o  linea...  orrore  ! 

Poi  vi  sono  gli  spiriti  inventivi,  i  quali  pensano  di  sedurre  il  pub- 
blico colle  stranezze.  Uno  immagina  di  fare  il  monitore  microscopico; 
un  giornale  d'un  formato  minimo,  appena  visibile,  che  entri  nel  porta- 
monete d'una  signora;  un  altro  inventa  un  giornale  d'una  dimensione 
enorme,  non  mai  vista,  al  cui  confronto  il  Times  abbia  a  sembrare   un 

N    BiRNARD  INI  —  GmW»  iella  Stampa  pnioikn  italiana  —  23. 


354  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

giornaletto.  —  Conobbi  un  originale,  il  quale  vagheggiava  un  giornale 
d'una  sola  colonna,  e  non  più  larga  delle  colonne  dei  giornali  comuni, 
ma  lunga,  lunga  parecchie  diecine  di  metri;  un  altro  voleva  fare  il  suo 
periodico  in  un  modo  qualunque;  la  sostanza  della  cosa  non  lo  preoc- 
cupava; tutta  la  sorpresa  doveva  stare  nel  modo  di  suggellarlo,  che  do- 
veva mutare  ad  ogni  numero  e  presentare  un  problema  sempre  nuovo 
ai  lettori  circa  la  maniera  d'aprirlo.  Ciascuno  poi  ha,  nei  giornali  che 
legge,  la  rubrica  che  preferisce,  ed  alla  quale  attribuisce  la  fortuna  del 
periodico  in  cui  figura:  «  Il  pregio  del  tale,  sta  nel  romanzo  originale 
italiano,  che  dà  sempre  in  appendice.  —  La  gran  diffusione  del  tal'altro, 
si  deve  a  quei  romanzi  francesi  a  tinte  forti  che  piacciono  alla  gente 
grossa.  —  Il  buon  successo  del  tal  periodico  è  dovuto  alla  quarta  pagina. 
Il  tal  altro  si  compera  pel  rebus  e  per  la  sciarada.  »  Queste  considera- 
zioni affatto  personali  danno  origine  ad  una  quantità  di  fogli  e  foglietti 
stravaganti:  //  romanziere.  Italiano;  Il  roman::^iere  straniero;  un  giornale 
esclusivamente  d'annunci,  tutto  quarta  pagina  ;  La  palestra  degli  indovini, 
tutta  sciarade  e  rebus  e  indovinelli. 

Ogni  anno  nuovo  fa  nascere  una  quantità  di  queste  idee  bislacche, 
le  quali  si  annunciano  in  grandi  affissi  alle  cantonate,  in  circolari  ac- 
compagnate da  schede  d'abbonamento,  in  numeri  che  invadono  le  quarte 
pagine  dei  giornali  più  accreditati.  Tutti  questi  neonati  si  dichiarano  ro- 
busti, sicuri  di  vivere  lungamente  e  di  prosperare,  e  fanno  grandi  pro- 
messe in  compenso  dell'ospitalità  che  domandano.  Ma  come  nell'uma- 
nità, cosi  nei  giornali  la  mortalità  è  assai  maggiore  nel  principio  della 
vita,  che  fra  la  gente  cresciuta.  Dopo  qualche  mese,  sovente  più  presto, 
si  comincia  a  notare  una  decadenza  nel  giornale.  I  nomi  illustri  cessano 
di  figurare  nella  redazione  attiva;  fra  i  lavori  originali  si  introduce  tratto 
tratto  qualche  traduzione  più  o  meno  felice;  poi  s'arriva  alle  intermit- 
tenze nella  pubblicazione,  e  difficilmente  si  varca  il  primo  semestre  prima 
che  il  foglio,  tanto  vigoroso  e  ricco  di  promesse,  sia  morto  d'anemia. 
L'Italia  non  ne  patisce,  sebbene  avesse  altamente  sentito  il  bisogno  di 
quel  nuovo  giornale;  ma  ne  patisce  la  gente  credula  che  ha  preso  l'ab- 
bonamento, ne  patisce  l'infelice  inventore,  che  ha  fatta  una  cattiva  spe- 
culazione, e  ne  patiscono  gU  autori,  che  non  hanno  cavato  il  debito  com- 
penso dai  loro  lavori. 

Dopo  moki  anni,  che  questo  scherzo  dura,  tutti  si  sono  agguerriti  ; 
il  pubblico  è  restio  ad  abbonarsi,  e  gli  scrittori,  che  su  questo  argo- 
mento la  sanno  lunga,  sono  anche  più  restii  a  mandare  manoscritti.  E 
una  specie  di  lotta,  o  meglio  di  caccia,  che  ogni  anno  ricomincia,  tra 
chi  vuol  fondare  un  giornale  e  chi  deve  contribuire  al  bnon  esito  di 
esso;  una  strana  caccia,  dove  chi  ha  più  probabilità  di  rimaner  morto 
o  ferito  è  il  cacciatore;  è  dunque  una  prova  di  coraggio,  ed  una  gua- 
rentigia di  forza  soltanto  il  tentare  l'impresa. 

La  Marchesa  Colombi 


Per  adempiere  con  autorità  ed  efficacia  al  delicato,  intimo  e  geloso  ufficio  di  pubblicista  si  dovrebbe  una 
buona  volta  imitare  l'esempio  di  A.  Bianchi  Giovini,  di  Rocco  de  Zerbi,  di  Carlo  Pisani,  di  Dario  Papa,  C.  De 
Luca  e  firmare  le  proprie  scritture  come  faceva  e  voleva  che  si   facesse  da  tutti  il  Gioberti 

P.  Sbarbaro. 


PROVINCIA  DI  CHIETI 


Numero  dei    Comuni:     120  —  Popolazione:    343,948  —  Superficie:    K.  q.   3,092  —  Deputali    itila   provincia: 
I.  Auriti,  Baglioni,  Della  Valle,  Raffaele.  2.  Maranca-Antiuori,  Sigismondi,  Castelli. 


Gli  Animali  parlanti.  Giornale  politico, 
artistico,  letterario,  commerciale,  fondato 
il  3  giugno  18S8.  Si  pubblica  una  volta 
alla  settimana  in  4  pag.,  forra.  0,41  y.  0,29 
a  3  colonne.  Direttore  :  Francesco  Batta- 
gliai. Abbonamento:  anno  L.  4.  Un  nu- 
mero 5  centesimi.  Piazza  Vittorio  Ema- 
nuele, palazzo  comunale. 

Chieti. 

Il  Foro  Abruzzese.  Giornale  di  giuri- 
sprudenza civile,  commerciale,  penale,  am- 
ministrativa, nato  nel  gennaio  1885.  Diret- 
tore: avv.  Domenico  Auriti. 

Si  pubblica  una  volta  il  mese  in  fasci- 
coli di  24  pagine  in-8.°  -  Abbonamento  : 
anno  L.  6.  Tipografia  R.  Carabba. 

Lanciano. 

Poglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi  della  provincia,  fondato 
nel  1882,  cioè  dopo  il  Supplemento  al  fo- 
glio periodico  (vedi).  Si  pubblica  ogni  mese 
in  fascicoli  di  20  pagine.  Abbonamento: 
anno  L.   15.  Un  numero  L.   1,50. 

Chieti. 

Il  Giovine  Abruzzo.  Giornale  politico, 
amministrativo,  fondato  nel  1S87.  Esce 
ogni  settimana  in  4  pagine.  Direttore  : 
Francesco  Nardone.  Abbonamento:  anno 
L.  5.  Un  numero  5  centesimi.  Tipografia 
R.  Carabba. 

Lanciano. 

Istonio.  Pubblicazione  settimanale,  fon- 
data il  13  maggio  f888.  Esce  in  4  pagine, 
formato  0,32  x;  0,21.  Direttore:  Emilio  Mo- 
nacelli. Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  nu- 
mero  10  centesimi.  Corso  Plebiscito,  44. 

Vasto. 

La  Mosche.   Organo  operaio,  ammini- 


strativo, satirico,  umoristico,  nato  nel  1887. 
Esce  ogni  settimana  in  4  pagine,  redatto 
in  lingua  italiana  e  dialetto  chietino.  Ab- 
bonamento :  anno  L.  4.  Un  numero  5  cen- 
tesimi. 

Chieti. 
Il  Fallano.  Giornale  di  cronaca  abruz- 
zese, fondato  nel  1878  dal  cav.  Rocco  Ca- 
rabba. Si  pubblica  ogni  domenica  in  4  pa- 
gine a  4  colonne.  È  redatto  con  molta 
cura  ed  è  uno  dei  giornali  più  diffusi  della 
provincia.  Abbonamento  :  anno  L.  5,  se- 
mestre 3.  Strada  dei  Frentani,  i. 

Lanciano. 
Il  Fopolo  Abruzzese.  Giornale  politico, 
amministrativo,  nato  nel  1886.  Esce  ogni 
settimana  in  4  pagine.  Direttore:  Filandro 
Colacito.  Abbonamento:  anno  L.  6.  Un 
numero  5  centesimi. 

Chieti. 
Lo  Svegliarino.  Giornale  politico,  am- 
ministrativo, commerciale  e  notizie  diverse, 
fondato  nel  1885.  Esce  ogni  settimana  in 
4  pagine  a  4  colonne.  Direttore  :  Giuseppe 
Marchionne,  operaio.  Abbonamento:  anno 
L.  5.  Un  numero  5  centesimi, 

Chieti. 
Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Fondato  nel  1876,  si  pubblica 
2  volte  la  settimana  e  contiene  gli  annunzi 
legali  amministrativi.  Esce  in  fascicoli  di 
8  pagine. 

Chieti. 
I  Tre  Abruzzi.  Giornale  amministrativo 
ed  agricolo,  fondato  il  5  settembre  1888. 
Esce  ogni  settimana  in  4  pagine,  formato 
0,41  ><  0,27.  Abbonamento:  anno  L.  5.  Un 
numero  io  centesimi.  Strada  Tribunali,  28. 

Lanciano. 


(xiornali  cessati: 

Gli  Ahrii^i,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  12  luglio  1885  a  Chieti. 
L'Alba,  politico,  democratico,  settimanale,  n.   1882  a  Fraacavilla  al  mare;  direttore 

G.  B.  De  Matteis. 
L'Asino,  politico,  amministrativo,  n.   1886  a  Chieti. 
L'Avvenire,  politico,  settimanale,  n.   15  novembre  1883  a  Chieti.  Fu  diretto  per  6 

mesi  da  Giuseppe  Mezzanotte. 
Bollettino  della  Società  educativa   Marrucina-Frentana,  pedagogico,  ogni   due   mesi, 

n.  1882  a  Chieti;  direttore  prof.  L.  De  Bernardo. 
Camera  di  commercio,  organo  dell'istituto  omonimo,  n.   1884,  mensile;  per  6  mesi 

fu  diretto  da  Giuseppe  Mezzanotte. 


356  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

—  La  Coltura  stenografica,  n.  1886   a   Lanciano,  mensile;   direttore   Edoardo  Tucci; 

mori  sul  nascere. 

—  Il  Diavolo  Zoppo,  artistico,  letterario,  quindicinale,  n.   i.°  febbraio  1885  a  Chieti. 

—  Ebe,  scientifico,  letterario,  n.   5  febbraio  1889  a  Chieti. 

—  L'Eco  dei  giovani,  letterario,  mensile,  n.   1882  a  Chieti. 

—  Galiani,  giornale  della  domenica,  n.  26  febbraio  1888,  cessato  il  51  dicembre  stesso 

anno,  diretto  da  Giuseppe  Mezzanotte. 

—  Gai^ettino  di  Chieti,  settimanale,  n.  1878;  visse  4  anni.  Direttore  Francesco  Vicoli. 

—  Giornale  di  Chieti,  politico,  progressista,  n.   1881,   settimanale.  Fu    diretto   per    18 

mesi  da  G.  Mezzanotte. 

—  Il  Gladiatore,  politico,  letterario,  trisettimanale,  n.   1863  ^  Chieti.  Direttore  Ferdi- 

nando Santoni  De  Sio. 

—  Il  Messaggiero  ahrii^jese,  giornale  di  annunzi   letterari,  industriali,  artistici  e  com- 

merciali, settimanale;  visse  dal   1877  all' 80  a  Chieti. 

—  Il  Mutuo  soccorso,  organo  della  Società  operaia,  n.  4  marzo  1888. 

—  Il  Kicate,  politico,  letterario,  commerciale,  ufficiale  per  gli  atti  giudiziari  ed  am- 

ministrativi della  provincia  di  Chieti;  2  volte  alla  settimana,  il  giovedì  e  dome- 
nica, 2  anni  di  vita  1875-76  a  Chieti. 

—  Il  Nuovo  Abruiio,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  1885  a  Pescara;  diret- 

tore Nicola  Poilucci. 

—  Il  Sangro,  amministrativo,  settimanale,  n.  1882  ad  Atessa. 

—  Lo  Scorpione,  giornale  incoerente,  n.  1887  a  Chieri;  pubblicò  7  numeri  illustrati; 

direttore  Giuseppe  Mezzanotte. 

—  11  Telefono,  commerciale,  settimanale,  n.  30  settembre  1888  a  Chieti.  Cessò  nello 

stesso  anno. 

—  La  Vipera,  politico,  democratico,  n.  1884  a  Lanciano.  Ebbe  io  sequestri;  nell'ot- 

tobre '88  riprese  le  pubblicazioni  che  aveva  sospese  per  la  carcerazione   del   ge- 
rente; ma  fu  un  conato  di  risurrezione:  il  giornale  non  fu  più  pubblicato. 

—  La  Voce  del  popolo,  amministrativo,  settimanale,  n.  1883  a  Chieti. 


Gettatevi  a  capofitto  nella  stampa! 

Ad  Ogni  giovane  scrittore  che  mi  consulterà  io  risponderò:  Gettatevi  nella  stampa  a  capofitto,  come  l'uo- 
mo si  getta  nell'acqua  per  imparare  a  nuotare.  È  la  sola  scuola  virile,  in  questo  momento  ;  è  cosi  che  si  diventa 
uomo  fra  gli  uomini  e  si  indurisce  nelle  lotte;  è  pure  cosi,  sotto  l'aspetto  speciale  del  mestiere,  che  l'uomo 
può  foimare  il  suo  stile  sulla  terribile  incudine  dell'articolo  giorno  per  giorno.  So  bene  che  si  accusa  11  gior- 
nalismo di  rendere  vacua  la  gente,  di  sviarla  dagli  studi  seri,  dalle  ambizioni  letterarie  più  elevate.  Certamente 
esso  rende  vuota  la  gente  che  ha  nulla  nel  ventre,  esso  trattiene  gli  infingardi  ed  i  letterati  d'un  tanto  la  doz- 
zina, la  cui  ambizione  è  facile  a  contentarsi.  Ma  che  importa?  Io  non  parlo  pei  mediocri.  Costoro  restano 
nella  melma  della  stampa,  come  sarebbero  rimasti  nella  melma  del  commercio  o  del  notariato.  Io  parlo  pei 
ferti,  per  coloro  che  lavorano  e  che  vogliono.  Ch'essi  entrino  senza  timore  nel  giornalismo  .... 

I  migliori  fra  noi,  oggidì,  non  sono  forse  passati  per  questa  prova?  Noi  slamo  figli  della  stampa,  noi  vi 
conquistammo  tutti  i  nostri  primi  gradi.  È  dessa  che  ha  formato  il  nostro  stile,  e  che  ci  ha  dato  la  maggior 
parte  dei  nostri  documenti .... 

Coteste  sono  per  altro  lezioni  pratiche  che  i  più  energici  pagano  assai  caro.  Parlo  per  me,  che  l'ho  ma- 
ledetta, tanto  sono  cocenti  le  sue  ferite. 

Quante  volte  mi  sono  stupito,  perchè  riprendeva  contro  essa  le  accuse  de'  miei  predecessori  !  Il  mestiere 
di  giornalista  è  l'ultimo  dei  mestieri;  sarebbe  stato  meglio  (gridavo)  accattare  il  fango  delle  vie,  spezzare 
pietre,  dedicarsi  a  lavori  grossolani  ed  infami. 

E  questi  lamenti  li  ripetevo  ogni  volta  che  un  dolore  mi  stringeva  il  cuore  davanti  a  qualche  lordura  bru- 
scamente scoperta.  Nella  stampa  succede  di  dover  cadere  ad  un  tratto  in  tal  guisa  sopra  gore  d'imbecillità  e 
di  mala  fede.  Noi  ci  troviamo  lordati,  morsicati,  divorati,  senza  potere  stabilire  esattamente  se  dobbiamo  pi- 
gliarcela colla  asineria  o  colla  malvagità  della  gente .... 

Ma  la  collera  ed  il  disgusto  se  ne  vanno,  e  la  stampa  rimane  onnipotente.  Si  ritoma  ad  essa  come  ad  an- 
tichi amori.  Essa  è  la  vita,  l'azione,  è  ciò  che  inebbria  e  trionfa  ;  ....e  lungi  dal  serbarle  rancore,  si  ritoma 
a  chiederle  armi  ad  ogni  necessità  di  battaglia. 

EuiLio  Zola, 


PROVINCIA  DI  COMO 


'Kjumero    dei    Comuni:  513  —  'Popolazione:    515,050  —  Superficie:  K.  q.  2,796  —   'Deputati  delia  provincia: 
I.  Speroni,  Veiini,  Adaraoli,  Carcano,  Bertolotti.   2.  Merzario,  Rubini,  Vigoui,  Prinetti. 


L'Araldo.  Giornale  indipendente,  poli- 
tico, amministrativo,  letterario ,  fondato 
nel  1 881.  Si  pubblica  ogni  giorno  meno  i 
festivi  in  4  pagine  a  5  colonne  gran  for- 
mato. In  politica  propugna  idee  di  destra. 
'DqW Araldo  fu  proprietario  il  dott.  Fran- 
cesco Ambrosoli;  ora  lo  è  il  Circolo  mo- 
narchico Ordine  e  Libertà.  U Araldo  fu  di- 
retto dal  prof.  F.  M.  Maranzana,  e  ne  fu  re- 
dattore principale  sino  al  dicembre  del  1882 
in  cui  mori  332  anni,  Ettore  Broggi,  egre- 
gio giornalista,  già  redattore  prima  e  diret- 
tore poi  del  Corriere  del  Lario,  cessato  (i). 

U Araldo  pubblica  gli  atti  ufficiali  della 
Camera  di  commercio  ed  arti  di  Como, 
e  contiene  numerose  corrispondenze  della 
provincia  e  dalle  città  principali  d' Italia, 
riviste  scientifiche  quindicinali,  riviste  let- 
terarie, appendici  interessanti  e  famigliari. 
Pubblicò  pure  importanti  studi  di  ricerche 
storiche  di  Ettore  Mola. 

U Araldo  ha  molta  diffusione  ed  impor- 
tanza, tiene  tipografìa  propria.  Abbona- 
mento: anno  L.  18,  semestre  9,  trime- 
stre 4,50  -  Unione  postale  32,  16,  8.  Un 
numero  5  centesimi. 

Como. 

Bollettino  del  Comizio  agrario.  Gior- 
nale agricolo,  commerciale,  fondato  nel 
1869  e  ripreso  nel  1872.  Contiene  anche 
gli  atti  del  Comizio.  Si  pubblicò  2  volte 
al  mese  prima  in  2  poi  in  4  pagine, 
fino  al  1884.  Ora  esce  una  volta  al  mese 
in  fascicoli  di  16  pagine  e  copertina.  Ab- 
bonamento: anno  L.  1,50.  Un  numero 
30  centesimi. 

Como. 
_  Bollettino  tipografico  commerciale.  Pe- 
riodico trimestrale  dei  prezzi  degli  stam- 
pati ferroviari  italiani  e  per  trasporti  in- 
ternazionali, per  case  commerciali  e  per 
cartolai,  con  articoli  di  cancelleria,  nato 
nel  1886.  Si  pubblica  dalla  tipografia  Maj 
e  Malnati  e  si  distribuisce  gratuitamente. 

Varese. 


(1)  Nel  1883  il  Corriere  del  Lario,  giornale  che  per 
J3  anni  tenne  alta  la  sua  bandiera  schiettamente  libe- 
rale e  fu  primo  fra  i  primi  a  propugnare  la  trasfor- 
mazione, cessò  di  pubblicarsi.  Lo  dirigeva  un  provato 
patriota:  il  ragioniere  Mazzucchelli.  Era  redatto  da 
un  egregio  gentiluomo;  Lessa  Paranhos, 


Il  Corriere  del  Vertano.  Giornaletto 
politico,  amministrativo,  commerciale,  fon- 
dato nei  1879.  Si  pubblica  ogni  mercoledì 
in  4  pagine  a  3  colonne.  Tiratura  1200 
copie.  Direttore:  F.  A.  Branca.  Abbona- 
mento: anno  L.  6,  semestre  5,50  -  Estero: 
anno  L.  8,  semestre  4,50.  Inserzioni:  4." 
pagina  io  centesimi,  3.'  pagina  20.  Un 
numero   io  centesimi. 

Luvino. 

Cronaca  prealpina.  Gazzetta  dei  tre  la- 
ghi, fondata  il  2  dicembre  1888.  Esce  il 
giovedì  e  la  domenica  in  4  pagine,  for- 
mato 0,46x0,^2.  Direttore:  G.  Bagaini. 
Un  numero  5  centesimi.  Via  Vincenzo 
Dandolo,  3. 

Varese. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi  della  provincia,  fondato 
nel  1866.  Si  pubblica  3  volte  al  mese  in 
8  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  io.  Non 
si  vende  a  numeri  separati. 

Como. 

La  Gazzetta  di  Como.  Giornale  politico 
amministrativo,  fondato  il  14  gennaio  1888. 
Si  pubblica  ogni  sabato  in  4  pagine,  for- 
mato 0,36  ><  0,25.  È  ufficiale  per  gli  atti 
della  Camera  di  commercio.  Abbonamen- 
to: anno  L.  6.  Un  numero  io  centesimi. 
Via  Unione,  117. 

Como. 

II  Lavoratore  Comasco.  Pubblicazione 
del  Circolo  istruttivo  popolare  di  Como, 
fondata  il  18  febbraio  1888.  Esce  ogni 
sabato  in  4  pagine,  formato  0,35  ;<  0,25. 
Ha  per  motto:  «  Andiam  che  la  via  lutila 
ne  sospinge  ».  Redattore  capo  :  Alessandro 
Severo.  Abbonamento:  anno  L.  1,50.  Un 
numero  5  centesimi.  Piazza  Mazzini,  6. 

Como, 

Monitore  del  lago  di  Como.  Giornale  di 
annunzi  commerciali,  nato  nel  1887.  Esce 
ogni  settimana  in  4  pagine  e  si  distribui- 
sce gratis. 

Menaggio. 

L'  Ordine.  Giornale  politico  clericale, 
fondato  nel  1879.  Si  pubblica  tutti  i  giorni 
meno  i  festivi  in  4  pagine.  Tiratura  500 
copie.  Nel  1883  V  Ordine  fu  condannato  a 
100  lire  di  multa  per  un  articolo  diUama- 


358 


GUTOA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


torio  coatro  l'ex  deputato  Luzzani.  Abbo- 
namento: anno  L.  i8.  Un  numero  5  cen- 
tesimi. 

Como. 

Bassegna  mensile  della  Camera  di  com- 
mercio ed  arti.  Contiene  gli  atti  della  Ca- 
mera di  commercio  ed  arti  e  del  Comizio 
agrario  del  circondario  di  Varese.  È  stata 
fondata  nel  marzo  del  1885.  Esce  ogni 
mese  a  fascicoli  di  16  pagine  in-4.'  a  2 
colonne.  Redattore  responsabile  :  Luigi 
dottor  Zanzi.  Abbonamento:  anno  L.  5. 
Un  numero  cent.  20.  Piazza  Marsala,  5. 

Varese. 

11  Resegone.  Giornaletto  politico,  con- 
servatore, clericale,  nato  nel  1882.  Si  pub- 
blica ogni  settimana  in  4  pagine  a  4  co- 
lonne, formato  0,48  x  0,3'^.  Ha  una  tiratura 
di  2000  a  2500  copie.  Pubblica  molte  no- 
tizie di  cronaca  e  degli  articoletti  tutti 
fuoco  contro  i  liberali.  Abbonamento  :  anno 
L.  3,50,  semestre  2  -  Estero:  anno  L.  5,50, 
semestre  2,75.  Inserzioni:  4.*  pagina  20 
centesimi,  nel  corpo  del  giornale  30.  Un 
numero  5  centesimi. 

Lecco. 

Bivìsta  archeologica  della  provincia  di 
Como.  Fondata  nel  1872,  esce  a  fascicoli 
semestrali.  Si  stampò  in  Como  da  Carlo 
Franchi  fino  al  dicembre  1878;  dal  giu- 
gno 1879  al  dicembre  1884  a  Milano  in 
appendice  aìV  Archivio  storico  della  Società 
storica  lombarda,  e  nel  1887  fu  ripigliata 


la  pubblicazione  come  autonoma  in  Como 
coi  tipi  prima  di  Carlo  Franchi,  poi  di 
Romeo  Longatti. 

Como. 
Bivista  di  amministrazione  e  contabi- 
lità. Fondata  nel  1881  dal  prof.  Ettore 
cav.  Mondini.  Si  pubblica  ogni  mese  in  8 
pagine.  Abbonamento:  anno  L.  4  -  Este- 
ro  5.  Un  numero  25  centesimi. 

Como. 
La  Settimana  Varesina.  Foglio  politico 
amministrativo  di  Varese  e  circondario, 
fondato  il  4  gennaio  1S85.  Esce  2  volte 
alla  settimana  in  4  pagine  in-folio  a  4  co- 
lonne. È  giornale  molto  ben  fatto  ed  ha 
una  discreta  diffusione.  Direttore  :  Giu- 
seppe Canna.  Abbonamento:  anno  L.  6,50. 
Un  numero  lO  centesimi.  Tipografia  Ma] 
e  Malnati. 

Varese. 
Società  storica  per  la  provincia  è  an- 
tica diocesi  di  Como.  Pubblicazione  scien- 
tifica di  archeologia  e  storia  patria,  nata 
nel  1879.  Esce  irregolarmente  a  fascicoli 
di  un  numero  indeterminato  di  pagine  ed 
è  sussidiato  dal  Ministero  della  pubblica 
istruzione.  Non  fa  abbonamenti. 

Como. 
Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.   Fondato   nel    1876,  contiene 
gli  annunzi  legali  amministrativi.  Si  pub- 
blica 2  volte  la  settimana  in  4  pagine. 

Como. 


Giornali  cessati: 

VApe   Varesina,  settimanale,  n.  i."  febbraio  1885,  cessato  il  50  novembre   1888. 

L'Arte  cronometrica,  rivista  per  i  costruttori  d'orologi,  mensile,  redatta  da  F.  Nico- 
lai; visse  a  Como  dal  marzo  1880  al  31  dicembre  1883;  114  numeri  di  8  pagine 
illustrate.  Tipografia  Giorgetti  in  Como,  poi  Colio  in  Milano,  poi  Colombo  e 
Cordoni  in  Milano,  finalmente  di  nuovo  Giorgetti  in  Como. 

U Asino,  umoristico,  illustrato,  n.  1882  a  Varese;  direttore  A.  Ogheri. 

Associaiione  medica  italiana,  bollettino  del  comitato  provinciale  di  Como;  visse  dal 
settembre  1S63  al  luglio  1865;  direttore  dott.  Raimondo  Parrà vricini.  Tipografia 
A.  Giorgetti. 

Il  Baradello,  umoristico,  illustrato,  settimanale,  n.  9  luglio  1878  a  Como;  cessato 
il  12  luglio  1884  (304  numeri);  entrando  nel  6.°  anno  (1883)  diventò  giornale 
politico  amministrativo  della  Lega  della  Democrazia.  Direttore  Giovanni  Bacci 
(Ruggero  Xolano);  principale  redattore  Leone  Beltramini;  corrispondente  da  Roma 
Onorato  Roux.  Tipografia  Bellassi  e  Bazzorro. 

Biagio  da  Viggiuto,  umoristico,  settimanale,  n.  i.°  settembre  1888  a  Viggiù;  cessò 
nel  1889. 

Bollettino  d' agricoltura,  industria  e  commercio,  organo  di  pubblicità  del  Comizio  agra- 
rio, contenente  le  comunicazioni  della  Camera  di  commercio  di  Lecco,  Nato 
nel  1873,  cessò  nel  1883,  salvo  errore.  Tipografia  fratelli  Grassi. 

Bollettino  del  commercio  serico,  settimanale,  visse  a  Como  dal  5  febbraio  al  i."  ot- 
tobre 1857  (35  numeri);  direttore  rag.  Cattaneo.  Tipografia  Giorgetti. 

Bollettino  dell'  Associazione  serica,  a.  maggio  1889  a  Como. 

11  Corriere  del  Lario,  n,  a  Como;  visse  dal  7  agosto  1850  al  30  gennaio  1883; 
politico,  commerciale,  settimanale  dapprima,  poi  bisettimanale  e   trisettimanale; 


PROVINCIA   DI   COMO.  359 


fondato  e  diretto  per  molti  anni  da  Annibale  Cressoni,  in  fine  dal  rag.  Antonio 
Mazzucchelli.  Tipografia  A.  Giorgetti. 

Il  Corriere  di  Lecco,  politico,  commerciale,  bisettimanale,  n.  1882,  cessò  il  19  feb- 
braio 1887  col  n.  434;  s'incorporò  col  Nuovo  Lario.  Tipografia  fratelli  Grassi. 

Cronaca  mensile  del  Manicomio  provinciale  di  Como,  n.  gennaio  1884,  mensile,  di- 
rettore Brunati  dott.  Agostino;  cessò  nel  dicembre  i886;  36  numeri  di  8  pagine 
l'uno.  Tipografia  Vanossi  e  C,  poi  tipografia  Comense. 

Cronaca  Fare««a^  amministrativo,  politico,  n.  1866,  settimanale;  durò  lunghissimi 
anni. 

Il  Garibaldino,  umoristico,  illustrato,  n.   1884  a  Varese;  direttore  G.  Ganna. 

Gaietta  della  provincia  di  Como,  dal  7  aprile  al  29  dicembre  1838,  39  numeri,  col 
supplemento  degli  atti  ufficiali  ed  avvisi;  estensore  ed  editore  il  prof.  Antonio 
Odescalchi.  Tipografia  Figli  di  C.  A.  Ostinelli. 

Ga:(ietta  di  Como,  settimanale,  dal  28  febbraio  1867  al  27  marzo  1869  (^^9  '^^' 
meri).  Tipografia  di  Carlo  Franchi. 

Gaietta  numismatica,  mensile,  diretta  dal  dott.  Solone  Ambrosoli  ;  visse  dal  1 5 
maggio  188 1  al  31  dicembre  18S7  (84  numeri  di  8  pagine  ciascuno  illustrati). 
Como,  tipografia  Carlo  Franchi. 

L'Indicatore  lombardo,  di  Como,  esisteva  nel  1831;  vi  collaborò  Cesare  Cantù, 
pubblicando  uno  studio  sui  Promessi  Sposi  con  materiali  fornitigli  dallo  stesso 
Manzoni.  Dopo  le  5  giornate  (1849)  il  Cantù  tornò  a  Milano  a  dirigervi  la  Guar- 
dia nazionale. 

ÌJ Indicatore  varesino,  n.  1875,  cessato  nel  1882. 

Il  Lariano,  di  Como,  visse  dal  7  ottobre  1810  al  30  dicembre  18 11  (65  numeri). 
Tipografia  di  C.  A.  Ostinelli. 

Il  Lario,  foglio  ufficiale  vissuto  a  Como  dal  1."  aprile  al  2  agosto  1848  (36  nu- 
meri); estensore  l'abate  prof  Giuseppe,  Brambilla.  Tipografia  di  Carlo  e  Felice 
Ostinelli  di  C.  A. 

Il  Libero  campagnuolo,  agricolo,  settimanale,  amministrativo,  n.  1883  a  Menaggio. 
Gli  successe  il  Nuovo  Lario  (vedi). 

La  Libertà,  politico,  settimanale,  n.   1863  a  Varese;  direttore  Vittore  Prestini. 

La  Manifattura  serica,  settimanale,  visse  a  Como  dal  7  gennaio  1878  al  28  dicem- 
bre 1887.  Tipografia  Carlo  Franchi,  poi  dtlV Araldo  di  F.  Ambrosoli. 

Il  Nuovo  Lario,  politico,  agricolo,  settimanale,  visse  dal  12  aprile  1884  al  15  ago- 
sto 1889  (257  numeri);  direttore  Antonio  Balbiani;  nel  1886  si  fuse  col  Libero 
campagnuolo  e  nel  1887  col  Corriere  di  Lecco.  Cessò  per  la  morte  del  direttore. 
Si  pubblicava  a  Menaggio,  ma  era  stampato  a  Lecco  dalle  tipografie  Angelo  Vi- 
gano, Carlo  Canobbio,  e  poi  fratelli  Grassi. 

U  Operaio,  politico,  economico,  quindicinale,  n.  30  aprile  1881  a  Como;  cessò  il 
18  agosto  1884.  Tipografia  Bellassi  e  Bazzorro. 

La  Palestra  enigmatica,  mensile,  n.  12  febbraio  1885  a  Lecco,  tipografia  Corti. 

Il  Patriota,  giornale  del  papato,  bisettimanale;  visse  a  Como  dall' 8  marzo  al  31 
maggio  1860  (27  numeri). 

Il  Progresso,  settimanale;  visse  a  Como  dal  3  settembre  1876  al  12  luglio  1879 
(145  numeri).  Tipografia  Bellassi  e  Bazzorro,  poi  fratelH  Giorgetti  di  A. 

Il  Progresso  farmaceutico,  mensile,  visse  a  Como  dal  gennaio  1S87  al  dicembre  1888. 
Redattore  Giuseppe  Barone,  farmacista  a  Balerna.  Tipografia  deli' Araldo. 

La  Provincia  di  Como,  politico,  progressista,  trisettimanale,  n.  2  gennaio  1883  ; 
collaboratori:  prof  Scalabrini,  avv.  Getti,  A.  Pizzarro;  cessoli  5  lugho  1885  (364 
numeri).  Tipografia  F.  Ostinelli,  poi  Vanossi  e  quindi  Comense. 

La  Quintana,  politico,  liberale,  settimanale,  n.  8  aprile  1885  a  Luvino;  tipografia 
Bologni  Pusterla. 

Il  Sabato,  se  ne  pubblicarono  3  numeri  a  Como  nel  luglio  ed  agosto  1848;  esten- 
sore l'abate  Domenico  Pressoni. 

La  Scuola,  visse  a  Varese  nel  1885-86. 

La  Sibilla,  mensile  di  giuochi  a  premi,  n.   1886  a  Varese. 

Vincenzo  Dandolo,  visse  a  Como  nel  1868  come  organo  dei  Comizi  agrari  di  Como, 
Lecco,  Varese  e  Gallarate. 

Volta,  visse  a  Como  dal  2. gennaio  al  2  maggio  1879  (27  numeri),  settimanale^ 
redatto  da  studenti  liceali.  Tipografia  A.  Giorgetti, 


360  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

—  Il  26  Maggio,  politico,  industriale,  n.  1885  a  Varese. 

—  Il  27  Maggio,  politico,  amministrativo,  settimanale;  visse  a  Como  dal  i.°  luglio  1869 

al  31  dicembre  1870  (77  numeri).  Tipografia  C.  Pietro  Ostinelli. 

X 

Nel  gennaio  del  1877  Antonio  Ghislanzoni  fondò  a  Lecco  il  idi."  dei  giornali 
da  lui  fatti,  intitolato  Giornale-Capriccio.  Egli  cosi  ne  scrisse:  «  Questa  pubblica- 
zione da  me  intrapresa  nella  mia  città  nativa,  fu  la  sola  che  mi  abbia  arrecato  qual- 
che vantaggio  pecuniario,  sebbene  io  non  contassi  nei  miei  elenchi  che  otto  abbonati 
concittadini  !  »  —  Ghislanzoni  collaborò  anche  nel  Cosmorama  Pittorico,  nel  Corriere 
delie  Dame,  nella  Gaietta  di  Milano,  nell'  Illustrazione,  ntW Alleanza,  nella  Cicala  po- 
litica. Diresse  V Italia  musicale  per  due  anni,  l'Uomo  di  pietra  un  anno  circa,  il  Secolo 
per  quattro  mesi,  la  Gaietta  musicale  per  tre  anni.  Fondò  e  diresse  il  Repubblicano  (1848), 
il  Dialogo  del  popolo,  il  Figaro,  la  Rivista  minima,  la  Petite  Revue,  il  Lombardo,  Io 
Straordinario  e  finalmente  il  Giornale- Capriccio. 


11  Manzoni  giornalista 


Vi  fu  un  tempo  che  non  c'era  modo  che  un  galantuomo  scendesse  nel  cataletto 
senza  aver  prima  S'Titto  una  canzone  0  un  sonetto.  Adesso  le  Muse  sono  in  ribasso, 
e  a  stento  si  tollerano,  con  un  vesiituccio  all'elzeviriana  che  loro  faccia  da  figlio  di 
via  ;  ma  un  uomo  a  garbo,  posto  che  sappia  leggere  e  scrivere,  te  lo  voglio  a  tirar 
le  calze,  senza  aver  per  lo  meno  sulla  coscienza  un  articolo  di  giornale  1 

Una  vera  eccezione  alla  regola  pareva  che  fosse  Alessandro  Manzoni  ;  ma  una 
sua  lettera  a  Gabrio  Gasati  viene  ora  a  fare  la  più  ampia  testimonianza  che  anche 
l'autore  dei  Promessi  Sposi  ha  pagato  il  suo  tributo  al  giornalismo,  il  potente  e  te- 
muto signore  del  secolo  XIX  ! 


Fu  il  48  che  ce  Io  tirò  proprio  per  i  capelli,  quell'anno  di  tante  speranze  e  di 
tanti  disinganni,  in  cui  il  poeta  scosse  la  polvere  alla  vecchia  e  pur  sempre  giovane 
ode  :  Soffermati,  e  v'aggiunse  l'ultima  strofa,  cosi  piena  di  vita  e  calda  d'entusiasmo. 

Dopo  l'armistizio  Salasco  riparò  a  Lesa,  e  mentre  tutti  disperavano  della  fortuna 
d'Italia,  egli  invece  più  che  mai  sentiva  nel  cuore  viva  e  sicura  fede  ne'  patrii  destini; 
e  all'abate  Luigi  Gobianchi  d' Intra  scriveva  alla  fine  d'agosto:  «  Io  spero  nelle  trai- 
<t  tative,  spero  nella  ripresa  delle  ostilità,  spero  in  ogni  cosa,  perchè  se  la  nostra  causa 
«  è  inferma,  la  nemica  non  lo  è  niente  meno,  e  di  più  la  nostra  è  giovane,  e  quella 
<  è  vecchia.  » 


Eletto,  di  lì  a  poco,  deputato  del  Gollegio  d'Arona,  rinunzia.  Nota  è  la  sua  lettera, 
del  4  3  ottobre,  al  Presidente  della  Gamera  Piemontese;  anche  più  nota  quella  che 
scrisse  lo  stesso  giorno  a  Giorgio  Briano,  il  quale  con  tutte  le  forze  aveva  promossa 
e  caldeggiata  la  sua  elezione.  Invece  è  affatto  ignota  una  terza  lettera,  che  pur  ri- 
guarda quell'episodio  della  vita  dei  Manzoni,  e  che  ho  ripescata  nelle  colonne  del  gior- 
nale torinese  la  Concordia. 

Porta  la  data  del  18  settembre;  è  indirizzata  a  Lorenzo  Valerio,  che  n'era  il 
direttore,  e  dice  cesi: 

€  Il  pericolo  che  qualche  suffragio,  mosso  da  un'autorità  troppo  indulgente,  cada 
«  invano  sul  mio  nome,  m' impone  il  dovere  di  protestare,  0  piuttosto  di  confessare, 
e  che  io  sono  assolutamente  inetto,  e  per  piìi  di  un  verso,  a  prendere  parte  a  di- 


PROVINCIA   DI   COMO.  361 


«  scussioni  pubbliche.  Ci  sono  dei  casi  in  cui  per  un  benefico  compenso  della  Prov- 
«  videnza  è  impossibile  anche  l'accecamento  dell'amor  proprio,  e  un  alto  onore,  come 
«  quello  a  cui  l'eccessiva  bontà  sua  voleva  che  io  fossi  chiamato,  non  può  nemmeno 
«  essere  oggetto  di  cupidigia,  e  questo  caso  è  il  mio.  Voglia  adunque,  chiarissimo 
«  Signore,  ovviare  a  un  lai  pericolo,  col  pubblicare  questa  mia  lettera,  e  voglia  in- 
«  sieme  gradire  l'espressione  della  mia  viva  e  umile  riconoscenza,  e  le  proteste  del 
«  distinto  ossequio,  col  quale  ho  l'onore  di  dirmi  ecc.  » 


La  Concordia,  il  piìi  avanzato  dei  giornali  piemontesi  d'allora,  ebbe  vita  dopo 
le  riforme  del  47,  per  opera  di  Lorenzo  Valerio,  che  ne  fu  il  Direttore.  N'erano  re- 
dattori ordinari  il  Chiaves,  il  Pacchiotti  e  il  Bertoldi;  tra  gli  altri  vi  collaborarono  il 
Berti  e  il  Carutti.  Dopo  l'armistizio  dell'agosto  i8  divenne  l'organo  degli  emigrati 
lombardi,  e  prese  una  forte  tinta  di  radicalismo,  non  senza  qualche  spruzzaglia  re- 
pubblicana. 

Francesco  Predari  nel  suo  libro  /  primi  vagiti  della  libertà  italiana  in  Pie- 
monte così  ne  racconta  la  nascita  :  «  Cesare  Balbo  e  Camillo  Cavour  diedero  vita  al 
«  Risorgimento.  Lorenzo  Valerio,  aiutato  dagli  uomini  che  stavano  con  lui  nelle  di- 
sc scussioni  àeW Associazione  Agraria,  pensò  pure  all'istituzione  d'un  giornale,  il  quale, 
«  non  ostante  avesse  avuto  il  battesimo  di  Concordia,  minacciò,  non  ancor  nato,  morir 
«  di  discordia,  pei  dissidi  che  il  Valerio,  coi  consueti  suoi  modi  dispotici  e  repulsivi, 
«  gettò  fra  i  membri  della  società  editrice...  Mentre  io  stava  attendendo  la  comparsa 
«  del  giornale  valeriano,  che  ogni  dì  parea  dovesse  mettere  i  suoi  primi  vagiti,  ecco 
«  un  mattino  venir  nel  mio  studio  il  Dott.  Lanza,  uno  degli  azionisti  del  giornale 
«  aspettato,  istantemente  pregandomi  perchè  io,  fra  i  tanti  scrittori  e  uomini  di  lettere, 
«  coi  quali  avea  pratica,  volessi  suggerirne  uno  che  fosse  idoneo  a  dirigere  un  nuovo 
«  giornale  politico,  che  egli,  con  parecchi  suoi  amici,  intendeva  pubblicare,  ma  affatto 
«  indipendente,  così  dal  potere  governativo,  come  dal  dispotismo  del  signor  Valerio. 
«  E  conobbi  allora  tutti  i  particolari  della  discordia  insorta....  In  questa  discordia  ebbe 
«  vita  ['Opinione.  » 


La  Concordia  fu  appunto  il  giornale  in  cui  il  Manzoni  spezzò,  per  una  volta  sola 
peraltro,  la  sua  lancia  come  pubblicista.  (I) 

Ecco  la  lettera  a  Gabrio  Casati,  scritta  da  Lesa  il  13  novembre  del  48,  che  svela 
il  segreto.  Viene  adesso  alla  luce  per  la  prima  volta,  e  ne  sono  debitore  alla  squisita 
gentilezza  del  senatore  Luigi  Casati  degno  figlio  di  Gabrio,  che  ne  possiede  l'autografo. 

«  Carissimo  e  pregiatissimo  amico, 
«  Al  vedere  nella  soprascritta  i  miei  riveriti  caratteri,  tu  ti  sei  aspettata  una  sec- 
«  calura,  e  non  ti  sei  ingannato.  Un  articolo  di  giornale  m'ha  fallo  saltare  (cosa  nova 
<  per  me)  il  grillo  di  scriverne  un  altro,  e  per  conseguenza  vorrei  vederlo  pubblicalo, 
«  ma  serbando  il  più  stretto  incognito.  Ricorro  quindi  a  le,  e  in  segreto  di  confes- 
«  sione,  che  come  sai  meglio  di  me,  esclude  anche  il  cenno  più  lontano.  M'immagino 
ot  che  conoscerai  qualcheduno  de'  redattori  della  Concordia,  o  almeno  qualcheduno 
f  che  conosca  qualcheduno.  In  questo  caso,  li  prego  di  presentare,  a  quella  Direzione 
«  l'articolo  accluso,  e  se  è  possibile,  a  persona  che  non  dica  neppure  d'averlo  avuto 


(i)  II  Cantù  scrive  :  «  Alessandro  Manzoni  mostrava  rispetto  o  sdegao  dei  giornali 
e  si  vantava  di  non  avere  mai  scritta  una  riga  in  alcuno.  » 

Come  si  vede  dall'articolo  che  riproduco,  neppure  il  Manzoni  andò  immune  dal 
giornalismo,  e  del  resto  chi  ne  è  restato  immune? 

N,  B. 


È62  GUIDA   DELLA   STAMPA  PERIODICA  ITALL^A. 

«  da  te.  Bea  inteso,  che  l'articolo  non  deve  essere  raccomandato,  ma  semplicemente 
«  cfferto,  di  maniera  che  possa  essere  rifiutato,  se  non  gradisse,  senza  timore  di  mancar 
«  di  riguardo  a  te.  Nel  qual  caso  ti  prego  di  bruciarlo,  come  ti  prego  di  bruciar 
«  questa  lettera,  affinchè  non  rimanga  traccia  veruna  della  cosa. 

«  Non  so  se  in  tanti  affari,  che  hai  avuti  e  hai  probabilmente  per  le  mani,  te 
«  ne  sarà  mai  capitato  uno  così  piccolo  e  insieme  ravvolto  in  tanto  mistero.  Ma  tu 
«  sai,  che  i  piccoli  possidenti  sono  più  gelosi  da'  latifondiari,  e  che  ai  più  angusti 
«  campicelli  si  mettono  le  siepi  più  fitte.  Potrà  parere  forse  più  strano,  che  un  pro- 
«  prietariuzzo  faccia  con  tanta  libertà  suo  procuratore  per  un  affaruccio  chi  deve  pen- 
«  sare  a  de'  latifondi;  ma  a  questo  ho  una  scusa  anche  migliore,  la  tua  antica  e  inal- 
<f  terata  bontà  per  me.  Con  la  speranza  di  rivederti  in  tempi  più  lieti,  se  Dio  mi 
«  lascia  ancora  un  pochino  quaggiù,  e  senza  bisogno  di  esprimerti  quei  sentimenti 
«  di  stima  e  d'affetto,  che  ti  sono  abbastanza  noti,  t'abbraccio  e  sono 

«  2\io  dev.mo  a/f'.mo  amico 
a  Alessandro  Manzoni  j> 

Il  povero  Alessandro  tirò  il  conto  senza  l'oste  !  Voleva  che  il  Casati  bruciasse 
questa  lettera  «  affinchè  non  rimanga  traccia  veruna  della  cosa  b  e  l'amico  gli  fa  il 
brutto  tiro  di  conservarla,  ed  io  quello  anche  più  brutto  (quasi  quasi  n'ho  rimorso  1) 
di  stamparla,  e  dar  proprio  in  mano  al  pubblico  quel  benedetto  «  segreto,  »  che 
nientemeno  avrebbe  desiderato  restasse   «  un  segreto  di  confessione.  » 

Provatevi,  se  vi  riesce,  a  essere  uomini  grandi,  e  poi  sappiatemi  dire  se  sta  nel- 
l'ordine del  possibile  che  il  coko  pubblico  non  vi  conti  anche  i  sospiri  ! 

Ora  resta  a  sapere  se  l'articolo  fu  stampato,  lo  inclinerei  a  credere  di  sì.  [1  Casati 
(c'è  da  giurarlo)  avrà  fatto  ogni  suo  meglio  per  contentare  l'amico;  e  un  articolo  del 
Manzoni,  per  quanto  anonimo,  è  sempre  un  articolo  del  Manzoni  —  vale  a  dire  che 
non  è  tanto  facile  che  i  giornali  ne  becchino  spesso;  —  e  dopo  lettolo,  la  redazione 
della  Concordia  l'avrà  consegnalo  al  proto,  e  con  che  prontezza  1 

Restano  finalmente  a  spogliarsi  le  colonne  del  giornale  valeriano,  e  ripescarlo; 
e  qui  proprio  sta  il  difficile  !  Lo  stile  del  Manzoni  ha  il  campanello,  e  per  trovarlo 
non  ci  vuole  un  bracco.  Ma  e'  è  da  scommettere  che  quel  furbo  d'Alessandro  avrà 
messo  in  opera  tutta  la  sua  malizia  per  non  farsi  riconoscere,  per  nascondersi,  per 
sviare  da  sé  anche  il  più  lontano  sospetto.  Sarà  un'impresa  ardua,  ma  pure  va  tentata. 
Coraggio  dunque,  e  la  fortuna  sia  propizia  al  nuovo  Colombo. 

Giovanni  Sforza 


LIBRI    PER    BAMBINI 


FIABE 


DI 
OIsrOFl-A.TO      FLOUX 

Direttore   del  Paradiso  dei  Bambini 

Nei  Regni  Incantati  -  Fiabe  illustrate  da  20  disegni  di  L.  Edel  -  Roma,  E.  Pa- 
rino, 1S89 L.  1,00 

Nel  Paese  delle  Fate  -  Fiabe  illustrate  da  20  disegni  di  L.  Edel  -  Roma,  E.  Fe- 
rino, X889    , »   1,00 

Kondo  Fantastico  -  Fiabe  illustrate  da  22  disegni  di  E.  Mezzanotte  -  Mi- 
lano, E.  Trevisini,  1889 »    1,25 

Beppino  e  la  sua  famiglia  -  Racconto  illustrato  da  18  disegni  di  E.  Mazzanti  - 

Firenze,  F.  Paggi,  1889 «  1,00 

Rivolgersi  all'Autore  —  Roma,  Via  Modena,   41,  p.  3." 


PROVINCIA  DI  COSENZA 


Numero   dei  Comuni:   151  —  Popola:^ione :    451,185  —  Superficie:   K.  q.  6,698  —  Deputati   della   provincia: 
I.  Del  Giudice,  Miceli,  Baracco,  Nicoletti,  Baroui.  2.  Compagna,  Sprovieri,  Alimena,  Morelli,   Toscano. 


L'Avanguardia.  Giornale  politico,  am- 
ministrativo, letterario,  fondato  nel  1876. 
Esce  2  volte  alla  settimana  in  4  pagine  a 
4  colonne.  Vi  scrivono:  Alfonso  Florio  ed 
altri.  Direttore:  Domenico  Bianchi.  Il  gior- 
nale è  redatto  con  garbo  ed  ha  una  discreta 
diffusione.  Abbonamento:  anno  L.  io,  se- 
mestre 5,  trimestre  3.  Inserzioni:  50  cen- 
tesimi la  linea.  Un  numero  io  centesimi. 
Via  S.  Francesco  d'Assisi. 

Cosenza. 

L'Avanguardia  letteraria.  Giornale  di 
lettere  ed  arti,  nato  nel  1889.  Esce  una 
volta  al  mese  in  4  pagine.  Direttore: 
D.  Bianchi.Vi  scrivono  :  V,  Pagano,  F.  Can- 
taldi,  V.  Julia,  G.  Storino,  F.  Pietropaolo, 
G.  Falcone,  Onorato  Roux,  ecc.  Abbona- 
mento: anno  L.  i. 

CosenT^a 

La  Calandra.  Giornale  politico,  ammi- 
nistrativo, nato  nel  1886.  Esce  3  volte  al 
mese  in  4  pagine  a  3  colonne.  Si  stampa 
a  Corigliano  Calabro.  Abbonamento:  anno 
L.  4,  semestre  2.  Un  numero  5  cente- 
simi. Per  vaglia,  reclami  e  corrispondenze 
dirigersi  al  signor  Gennaro  Gradilone,  via 
Garibaldi,  304. 

Rossano. 

Il  Contadino  calabrese.  Bollettino  men- 
sile del  Comizio  Agrario  e  della  R.  Scuola 
Pratica  di  Agricoltura,  fondato  nel  1884. 
Esce  in  fascicoli  di  16  pagine  con  coper- 
tina, diretto  dal  professore  dott.  Michele 
Fera.  Abbonamento:  anno  L.  5;  pei  soci 
L.  2. 

Cosen:^a. 

La  Cronaca  orientale.  Giornale  ammi- 
nistrativo, letterario,  nato  nell'ottobre  1889. 
Direttore:  A.  Morabello. 

Paola. 

L'Eco  della  verità.  Giornale  poHtico, 
letterario,  amministrativo,  fondato  il  27  lu- 
glio 1888.  Si  pubblica  2  volte  al  mese  in 
4  pagine,  formato  0,30  y.  0,20  a  3  colonne. 
Abbonamento:  anno  L.  2.  Un  numero  5 
centesimi. 

Corigliano  Calabro. 

L' Educatore  Calabro.  Rivista  per  l' istru- 
zione primaria,  nata  nel  J889.  Si  occupa 
di  letteratura  e  pedagogia.  Esce  2  volte  al 
mese  in  16  pagine  in  8.°  grande.  Direttore: 


Luigi  Bartelli.  Abbonamento:  anno  L.  8, 
sera.  4. 

Cosenza. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  la  pubbHcazione  degli 
atti  amministrativi,  fondato  nel  1861.  Si 
pubblica  ogni  mese  in  fascicoli  di  circa 
60  pagine.  Abbonamento:  annoL.  15.  Non 
si  vende  a  numeri  separati. 

Cosenza. 

La  Lotta.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, nato  nel  1 889.  Direttore  :  avv.  Eugenio 
Castiglione  Morelli.  Abbonamento:  anno 
L.  8,  per  gli  operai  4.  Ha  tipografia  propria. 

Cosen:^a. 

Monitore  delle  cancellerie  e  segreterie 
giudiziarie.  Giornale  di  legislazione  e  pra- 
tica giudiziaria,  giurisprudenza  civile,  pe- 
nale, finanziaria  e  delle  pensioni,  con  un 
bollettino  delle  nomine,  promozioni  e  di- 
sposizioni sul  personale  degli  alunni  e 
uscieri  del  regno.  Il  giornale  è  nato  nel 
1887.  Si  pubblica  ogni  15  giorni  in  fasci- 
coli di  8  pagine  a  2  colonne.  Direttore  : 
Giovanni  Giuliani.  Scopo  della  pubblica- 
zione ò  il  miglioramento  della  classe  dei 
funzionari  delle  cancellerie  e  segreterie  giu- 
diziarie, e  la  bontà  degli  articoli  dimostra 
la  piena  competenza  del  direttore  sulla 
materia.  Abbonamento:  anno  L.  8. 

Corigliano   Calabro. 

Il  Popolano.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, letterario,  democratico,  fondato 
nel  1883.  Si  pubblica  2  volte  al  mese  in 
4  pagine,  formato  0,40x0,50.  Direttore: 
Francesco  Dragosei.  Abbonamento:  anno 
L.  2.  Un  numero  5  centesimi. 

Corigliano  Calabro. 

La  Sinistra  -  Corriere  di  Cosenza.  Gior- 
nale politico,  amministrativo,  letterario, 
fondato  nel  1S82,  poco  prima  delle  ele- 
zioni generali,  dal  senatore  Vincenzo  Spro- 
vieri. Ad  elezioni  finite,  il  giornale  venne 
ceduto  al  redattore  Luigi  Bartelli,  che  di- 
venuto direttore  e  proprietario,  è  riuscito 
a  renderlo  l'organo  più  diffuso  e  stimato 
della  provincia  di  Cosenza.  Ne  fu  anche 
direttore  per  parecchi  mesi  Pasquale  Mar- 
tire, giovane  scrittore  calabrese  fra  i  più 
valenti.  Si  pubblica  ogni  settimana  in  4 
pagine  a  5  colonne  e  contiene  gli  atti  della 


364 


GUIDA   DELLA   STAMPA  PERIODICA  ITALIANA. 


Deputazione  Provinciale.  Abbonamento  : 
anno  L.  6;  sem.  3.  Un  numero  io  cen- 
tesimi. Via  Campana  degli  Angeli. 

Cosen:(a. 

Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Fondato  nel  1876  per  la  pub- 
blicazione degli  annunzi  legali  amministra-- 
tivi.  Si  pubblica  2  volte  la  settimana  in  4 
pagine.  Abbonamento:  anno  L.  12. 

Cosenia. 

Vita  paesana.  Giornale  letterario,  arti- 
stico, nato  nel  1888.  Esce  2  volte  al  mese 


in  8  pagine  a  2  colonne  in-4.°  -  Diret- 
tore :  Pietro  Martire.  Editore  proprietario  : 
Francesco  Principe.  Vi  scrivono:  S.  M. 
Greco,  D.  Milelli,  Ida  Baccini,  L.  Grilli, 
L.  Cretella,  O.  Roux,  B.  Alimena,  N.  Mi- 
sasi,  D.  Oliva,  Panzacchi,  Padula,  ecc.  È 
una  pubblicazione  molto  diffusa  e  apprez- 
zata, che  ha  il  vanto  di  avere  prodotto  un 
risveglio  letterario  nella  provincia  di  Co- 
senza. Abbonamento  :  anno  L.  4,  seme- 
stre 2.  Un  numero  20  centesimi. 

Cosenia. 


Giornali  cessati: 

L'Abate  Gioacchino,  politico,  umoristico,  settimanale,  n.  1881  a  Cosenza;  nel  i88j 
sospese  le  pubblicazioni,  ma  le  riprese  nel  1886  sotto  la  direzione  dell'avv.  F.  Mar- 
tire, che  mori  nel  1887  e  redatto  da  Pietro  Martire.  Corrispondenti  da  Roma  Raf- 
faello e  Pasquale  Martire  (Faccino). 

V Adolescenza ,  letterario,  educativo,  mensile,  n.  5  marzo  1882  a  Corigliano  Cala- 
bro; direttore  prof.  Giuseppe  Cadicamo. 

U Amico  del  popolo,  settimanale  repubblicano,  diretto  da  Francesco  Catalano. 

L'Ape,  di  Rossano,  cessò  nel  1883. 

L'Aurora  calabrese,  n.  1888  a  Cosenza.  Direttore  Giovanni  Viafora.  Corrispondente 
da  Roma  Antonio  De  Pico  (Fierod)  ora  redattore  del  Messaggiero  romano. 

L'Avvenire  calabrese,  politico,  agricolo,  quindicinale,  n.  18ÌÌ5  a  Cosenza. 

La  Battaglia,  giornale  elettorale,  diretto  da  Pietro  Martire. 

La  Bilancia,  di  Cosenza,  nata  e  morta  nel  1880;  direttore  ing.  D.  LupinaccL 

Il  Bisignanes" ,  n.   1887  a  Bisignano;  si  stampava  a  Corigliano  Calabro. 

Il  Brillio,  il  primo  ed  il  miglior  giornale  di  Cosenza  nei  primi  tempi  di  libertà. 
Era  diretto  dal  Padula. 

Il  Buon  senso,  politico,  costituzionale,  n.  1882  a  Cosenza;  direttore  avv.  Mariano 
Compagna. 

Il  Busento,  amministrativo,  bimensile,  n.  1881  a  Cosenza;  direttore  L.  BartelJi. 

La  Bussola,  scientifico,  letterario,  settimanale,  diretto  dal  dott.  Felice  Migliori. 

Il  Calabrese,  scientifico,  letterario,  quindicinale,  n.  1842  a  Cosenza;  nel  1877  fu  ri- 
preso dal  prof.  Luigi  Stocchi  e  tenuto  in  vita  sino  al  1887. 

La  Calabria  letteraria:  direttore  D.  Milelli;  redattore  Pietro  Martire.  Visse  un  anno 
ed  ebbe  numeri  interessantissimi,  specie  quelli  in  cui  il  Milelli  polemizzò  intorno 
alla  letteratura  antica  calabrese,  col  prof.  V.  Julia  di  Acri. 

Il  Cittadino,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.   1886  a  Corigliano  Calabro. 

Il  Coraggio  civile,  cattolico,  n.  1884  a  Cosenza  col  titolo  di  Vaticano  Regio  che 
poi  mutò;  quindicinale.  Era  diretto  dal  sacerdote  Gaspare  Nudi,  un  prete  hberale 
che  ebbe  persecuzioni  inaudite. 

Il  Crati,  amministrativo,  settimanale,  n.  1882  a  Cosenza. 

Il  Democratico,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  1883  a  Cosenza;  direttore 
avv.  D.  Angotti. 

Don  Ciarlone,  politico,  amministrativo,  letterario,  n.  1885  a  Cosenza;  direttore  av- 
vocato S.  Arnone,  redattore  Pietro  Martiie.  Visse  un  anno. 

Don  Flaminio,  n.   1886  a  Cosenza;  cessò  dopo  il  3.°  numero. 

L'Eco,  di  Rossano,  cessò  nel  1883. 

L'Eco  del  Savuto,  di  Scighano,  cessò  nel  1883. 

L'Era  Nuova,  rivista  letteraria  quindicinale,  diretta  dal  Cav.  Pietro  M.  Greco. 

L'Erpice,  quindicinale,  letterario,  n.  a  Cosenza;  cessò  nel  1880,  diretto  da  Fran- 
cesco Bartelli. 

L' Esploratore,  di  Cosenza;  direttore  L.  Scarnati, 

Fanfullino,  brioso  giornale  quindicinale. 

Fiàmuri  Arbèrit  (La  Bandiera  dell'  Albania),  letterario,  mensile,  □,  1883  a  Corigliano 
Calabro,  redatto  in  italiano  ed  albanese, 
Gaiiettino  Rossanese,  cessò  nel  1883, 


PROVINCIA   DI   COSENZA.  365 


—  L'Italiano  calabrese,  n.  1848  a  Cosenza.  Era  il  giornale  ufficiale  del  Comitato  di 

salute  pubblica. 

—  Il  fugale,  umoristico  popolare  della  domenica;  si  pubblicò  in  Cosenza  per    quasi 

un  anno,  nel  1887;  fu  diretto  da  L.  Bartelli. 

—  Margherita,  educativo,  letterario,  bimensile,  n.  1883  a  Cosenza;  direttore  Pasquale 

Martire.  Vi  collaboravano  i  migliori  scrittori  italiani. 

—  Il  Movimento  calabrese,  politico,  amministrativo,  letterario,  n.  1887  a  Castrovillari, 

d'onde  si  trasferi  a  Cosenza;  bimensile;  cessò  dopo  un  trimestre. 

—  Nova  Bruita,  letterario,  quindicinale,  n.  io  febbraio  1885  a  Rossano;  si  stampava 

a  Corigliano  Calabro. 

—  L'Operaio  elettorale,  di  Cosenza,  cessò  nel  1883. 

—  La  Pietra  infernale,  politico,  umoristico,  letterario,  n.   188.3  a  Fiumefreddo  Bru^io; 

si  stampava  a  Paola  e  usciva  ogni  10  giorni. 
—  Il  Popolo  calabrese,  di  Cosenza,  cessò  nel  1883. 

—  Il  Risveglio,  cessò  nel  1883  a  Cosenza. 

—  Il  Risveglio  calabrese,  politico,  settimanale,  n.  1S86  a  Paola. 

—  Rivista  calabrese,  politico,  letterario,  mensile,  n.   1885  a  Cosenza. 

—  La  Sentinella,  politico,  amministrativo,  quindicinale,  n.   1881  a  Paola. 

—  Il  Sibari,  n.  15    febbraio    1870  a  Castrovillari,  primo   giornale   pubblicatovi   dopo 

il  1860;  bimensile,  diretto  da  Ferdinando  Perna;  ebbe  breve  esistenza. 

—  Telesio,  rivista  scientifico-letteraria,  n.  28  febbraio  1886  a  Cosenza,  mensile,  a  fa- 

scicoli di  circa  100  pagine;  direttori  V.  Julia  e  D,  Bianchi.  Cessò  dopo  un  semestre. 

—  Il  Tiro,  di  Cosenza,  cessò  nel  1883. 

X 

Luigi  Stocchi,  poeta  e  letterato  calabrese,  professore  di  letteratura  italiana  e  pedago- 
gia, già  direttore  di  scuole  magistrali  maschili  e  femminili  in  varie  provincie  dal  1862 
al  1865,  poscia  R.  Ispettore  scolastico  di  circondario  in  Castrovillari,  dove  stampò  il 
Calabrese,  effemeride  scientifica,  letteraria,  artistica,  educativa  delle  Calabrie,  nacque  a 
Cosenza  nel  1835.  Fece  i  primi  studi  nel  liceo  cosentino;  diede  il  primo  saggio  del  suo 
ingegno  e  dei  suoi  studi  dal  1851  al  1858,  con  la  qualità  di  candidato  presso  la  pa- 
tria Accademia,  fondata  nel  secolo  xv  dal  Telesio  e  dal  Parrasio;  compilò  e  diresse, 
dal  1861  sino  ad  oggi,  i  seguenti  giornali:  il  Calabrese,  il  Rossanese,  la  Palestra  ma- 
gistrale, Io  Spigolature  ed  il  Corriere  delle  Calabrie,  ecc.  Diede  alle  stampe  dal  1858 
al  1880  parecchie  raccolte  di  poesie  lodate,  biografie,  discorsi,  articoli  critici,  bozzetti, 
che  gli  diedero  nominanza  fra  i  principali  scrittori  calabresi.  Ora  trovasi  R.  Ispettore 
scolastico  in  Napoli  e  vice-presidente  del  Circolo  calabrese  in  quella  città. 


I  GIORNALI  CHE  NON  ESISTONO 


Una  volta,  a  Napoli,  mi  è  accaduto  uà  fatto  abbastanza  curioso. 

Un  bel  mattino  il  portalettere  mi  reca  un  elegante  giornale  sotto 
fascia.  Apro  e  in  testa  alla  prima  colonna  della  prima  pagina,  sotto  la 
rubrica  Schifi  e  profili,  leggo  il  mio  riverito  nome. 

Confesso  che  la  cosa  mi  riusciva  del  tutto  inattesa,  nuova;  potevo 
avere  un  vago  sospetto  che  il  mio  oscuro  e  modesto  nome  avesse  va- 
licato i  confini  della  provincia  natia,  ma  non  credevo  davvero  che  i  miei 
meriti,  oltre  ad  avere  valicato  questi  confini,  meritassero  l'onore  di  due 
o  tre  colonne  di  prosa. 

Comunque  sia,  mi  metto  a  leggere,  curioso  io  stesso  di  sapere  quali 
servigi  avessi  resi  all'umanità  languente  nei  brevi  anni  di  mia  vita,  e, 
di  questi,  quali  dovessero  tramandare  il  mio  nome  alla  più  lontana  po- 
sterità riconoscente. 


366  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

E  devo  dire  che  la  mia  vanità  —  se  mai  ne  avessi  avuta  —  non 
poteva  essere  maggiormente  lusingata:  un  articoletto  pubblicato  sull'//- 
lustraiione  popolare,  diventava  uno  studio  accurato  e  profondo;  qualche 
modesta  corrispondenza  alla  Ga:{^etta  d' Italia  o  al  Piccolo,  quistioni  so- 
ciali trattate  coU'umorismo  aguzzo  di  Swift  e  di  Heine;  una  rassegna 
teatrale,  un  poema  di  sentimentalismo  degno  di  Taine;  un  libro,  sem- 
plicemente annunziato,  forse  neanche  scritto,  un  capolavoro  di  scienza, 
di  erudizione,  degno  di  essere  tradotto  da  un  capo  all'altro  del  mondo. 

Bersezio,  Farina,  Bonghi,  de  Zerbi  non  potevano  desiderare  una 
profusione  maggiore  di  lodi,  d'incoraggiamenti,  di  ammirazioni  sincere 
e  cordiali. 

Il  periodico  —  di  cui  mi  duole  di  non  ricordare  il  titolo  —  aveva 
altri  cinque  o  sei  profili,  in  ognuno  dei  quali  gli  aggettivi  laudatori  sup- 
plivano all'assenza  completa  di  fatti  e  di  date. 

X 

Il  giorno  dopo,  quando  non  mi  ero  ancora  riavuto  della  sorpresa, 
ricevo  per  la  posta  una  lettera  dell'amministratore  del  giornale,  il  quale  — 
coi  modi  più  insinuanti  del  mondo  —  gentilmente  m'invitava  a  prendere 
l'abbonamento  al  periodico,  che  appartenendo  alla  stampa  onesta,  non 
poteva  vivere  che  d'abbonamenti;  dopo  poi  un  diluvio  di  gentilezze, 
l'amministratore  mi  faceva  sapere  che  qualora  avessi  desiderato,  stam- 
pato a  parte,  il  mio  profilo, h  spesa  era  minima:  50  lire  ogni  cento  co- 
pie —  e  che  se  per  caso  avessi  voluto  intercalare  il  ritratto  nel  profilo, 
bastava  aggiungere  sole  altre  io  lire  alle  50. 

Si  poteva  essere  più  discreti? 

Pure  io  non  risposi  alle  offerte  e  alle  richieste,  non  tanto  perchè 
volessi  stoicamente  seppellire  col  mio  corpo  il  mio  nome,  ma  perchè  fra 
i  miei  meriti  vantati  dal  generoso  giornale,  non  era  detto  che  io  fossi 
un  merlo. 

X 

Il  giornale  dei  profili  apparteneva  alla  categoria  dei  giornali  che  non 
esìstono. 

Un  Tizio  qualunque  —  a  cui  ripugna  la  professione  sfacciata  e  vol- 
gare del  borsaiuolo,  ma  che  si  trova  alle  prese  con  la  fame,  conosce 
soltanto  di  nome  cinque  o  sei  persone  rispettabilissime  non  meno  che 
ignote  al  mondo  intero. 

Queste  cinque  o  sei  persone,  perdute  nelle  più  lontane  e  disparate 
Provincie,  diventano  i  soggetti  di  altrettanti  profili,  infarciti  di  frasi  pom- 
pose e  di  lodi  sperticate. 

Poi,  il  neo-giornalista  si  rivolge  a  una  tipografia  qualunque;  fa  al 
proto  il  racconto  immaginario  di  una  divergenza  insorta  fra  lui  e  il  tipo- 
grafo Tal  dei  Tali,  che  voleva  aumentare  le  spese  di  stampa  del  gior- 
nale, e  domanda  che  questo  gli  si  pubblichi  subito,  per  non  far  soffrire 
ritardi  agli  abbonati. 

Del  giornale  —  s' intende  —  si  tirano  solo  una  cinquantina  di  co- 
pie, tante   quanto   bastano.  Lo  Specchio,  il  Libro  d'oro,  il  Cernitore  o  il 


PROVINCIA   DI   COSENZA.  367 


Crivello  —  sono  in  generale  i  titoli  scelti  da  questo  genere  di  giornali  — 
i  quali  non  contano  mai  meno  di  io  o  12  anni  d'esistenza....  immaginaria. 
I  profilati  non  sempre  sono  persone  a  giorno  di  queste  magagne 
giornalistiche  :  in  generale  i  soggetti  si  cercano  fra  i  segretari  comunali, 
fra  i  sindaci  di  microscopici  paeselli,  fra  letteratucoli  smaniosi  di  noto- 
rietà, o  magari  fra  i  decorati  dei  Salvatori  di  Francia,  iva.  i  consoli  ono- 
rari della  repubblica  di  S.  Marino  e  quelli  del  regno  di  Araucania-Pa- 
tagonia. 

I  merli  che  si  lasciano  prendere  alla  rete,  commossi  che  il  loro 
nome  sia  noto  a  Napoli  o  a  Roma  e  che  finalmente  i  propri  meriti  si 
vadano  facendo  strada  nel  pubblico  scettico,  si  affrettano — non  richie- 
sti —  a  mandare  il  prezzo  d'abbonamento,  che  non  è  mai  inferiore  alle 
20  o  30  lire  e  non  son  pochi  quelli  che  chiedono  anche  l'estratto  del 
giornale,  per  procurarsi  la  soddisfazione  di  dispensarne  una  copia  al  far- 
macista, una  all'arciprete  0  ai  consiglieri  comunali. 

Ma  dopo  una  settimana  i  merli  ricevono  una  circolare  manoscritta 
dell'amministratore  del  giornale,  il  quale  annunzia  che  il  periodico  — 
per  la  prolungata  assenza  di  un  redattore  e  l'improvvisa  malattia  del 
direttore  —  sospende  le  pubblicazioni,  le  quali  però  saranno  riprese  appena 
le  difficoltà  verranno  rimosse. 

II  giornale  —  con  un  altro  titolo  —  va  in  cerca  di  un  nuovo  uc- 
cellame. 

X 

Non  è  raro  il  caso  che  uno  dei  gabbati,  mentre  si  gode  in  santa 
pace  la  celebrità  acquistatasi  per  una  miseria  di  50  franchi,  un  mese 
dopo  riceva  un  nuovo  giornale  di  formato  diverso  perfettamente  dal 
primo,  con  titolo  diverso,  perfino  con  redazione  diversa;  ma  questa  volta 
egli,  invece  di  trovare  due  colonne  di  lodi  al  suo  indirizzo,  rinviene,  in 
terza  pagina,  fra  due  asterischi  ben  marcati,  un  articoletto  cosi  concepito  : 

«  Nel  N.  tale,  del  giornale  tale,  abbiamo  letto,  or  non  è  guari,  un 
lungo  articolo  sul  signor  Tal  dei  Tali.  La  Redazione  del  nostro  egregio 
confratello  dev'essere  stata  tratta  in  errore  sul  conto  di  costui;  egh  è 
un  poco  di  buono  e  disimpegna  molto  male  l'ufficio  affidatogli,  senza 
dire  che  usa  due  pesi  e  due  misure  a  seconda  delle  convenienze.  Noi 
diremo  in  altro  numero  chi  sia  precisamente  questo  messere:  se  nonio 
facciamo  oggi  è  perchè  stiamo  consultando  alcuni  documenti  importanti 
sul  suo  conto.  » 

Il  povero  diavolo  non  sa  come  gli  capiti  questa  tegola  fra  capo  e 
collo:  tiene  sotto  chiave  il  giornale  maledetto  per  timore  che  anche  l'aria 
glielo  legga  e  intanto,  senza  perder  tempo,  scrive  al  direttore  del  gior- 
nale di  risparmiarlo,  di  non  rovinarlo,  perchè,  si  sa,  la  calunnia  anche 
quando  non  ha  basi  solide,  trova  sempre  creduli. 

Il  direttore  del  giornale  risponde  che  non  potrebbe  usare  verso  di 
lui  una  parzialità,  ma  che  per  soli  cortesia  sospenderà  la  pubblicazione  dei 
documenti,  della  cui  spesa  sopportata  per  procurarseli,  egli,  il  soggetto, 
deve  rivalere  il  giornale:  non  si  tratta  che  di  50  hre  e  la  partita  è  ac- 
comodata. E  il  merlo  cava  fuori  le  altre  30  lire,  senza  avere  neppure 


368  GUIDA   DELLA    STAilPA    PERIODICA    ITALIANA. 

alla  lontana  sospettato  che  tanto  lo  scrittore  laudatorio  del  profilo,  quanto 
il  Catone  minaccioso  coi  documenti  alla  mano,  erano  la  stessa  ed  unica 
persona. 

X 

Nella  specie  di  questi  giornali  che  non  esistono,  cssia  esistono  per 
una  volta  soltanto,  si  trova  un'altra  varietà  e  questa  più  comunemente 
a  Napoli. 

A  Napoli  il  giuoco  del  lotto  è  una  mania,  una  frenesia,  una  pas- 
sione morbosa,  cieca. 

Tutti  giuocano  al  lotto;  basterebbe  a  provarlo  il  fatto  che  sul 
totale  dei  giuocatori,  due  terzi  appartengono  a  Napoli,  l'altro  a  tutto  il 
regno. 

I  giornali  cabalistici  che  si  stampano  a  Napoli  sono,  per  conseguenza, 
innumerevoli;  fra  questi  ve  ne  sono  parecchi  di  quelli  che  non  esistono. 

Alla  porta  di  un  banco-lotto,  sotto  un  gran  cartello  che  contiene 
dei  numeri  smisurati  a  colori  vivaci,  ce  un  modesto  avviso  di  questo 
genere  : 

«  Fatti  e  non  parole,  questo  nostro  giornaletto  che  da  15  anni 
forma  la  provvidenza  settimanale  dei  giuocatori  del  lotto,  anche  in  questa 
estrazione  è  stato  fortunato:  i  suoi  calcoli  non  si  sbagliano.  Il  foglio 
passato  dava  per  sicuri  tutti  e  cinque  i  numeri,  che  infatti  sono  usciti 
sabato  ultimo  alla  ruota  di  Napoli » 

E  qui  i  cinque  numeri  realmente  estratti  nella  settimana,  stampati 
a  caratteri  grossi  e  marcati. 

Poi  più  giù  : 

«  Prezzo  di  ogni  copia  del  giornale  cabalistico  Fatti  e  non  parole, 
cinque  franchi. 

«  N.  B.  Il  giornale  si  vende  in  busta  suggellata.  » 

Ci  sono  tanti  poveri  travet,  tanti  disgraziati  padri  di  famiglia  che, 
lusingati  dall'evidenza  dei  fatti,  bruciano  l'ultima  cartuccia,  sacrificando 
cinque  lire  tolte  al  sostentamento  quotidiano. 

Comprano  la  misteriosa  busta  suggellata,  giuocano  i  numeri  in  essa 
contenuti,  ma  questa  volta  la  sorte  non  è  meno  crudele  dell'  ultimo 
sabato. 

II  giornale  Fatti  e  non  parole,  s'intende,  non  si  vede  più.  Un  altro 
giornale,  ossia  lo  stesso  con  titolo  diverso,  per  esempio  il  Pescatore,  at- 
tacca al  banco-lotto  l'avviso  medesimo  dei  Fatti  e  non  parole;  non  vi 
sostituisce  che  i  numeri  ultimi  estratti. 

E  cosi  si  gabba  il  pubblico  credulo. 

X 

Chi  ha  rubato  un  pezzo  di  pane,  vinto  dalla  forza  irresistibile  della 
fame,  sta  in  galera  come  ladro;  queste  canaglie  che  ricattano  i  vanitosi 
e  i  creduli  o  lusingano  l'ii  spiantati,  passeggiano  accanto  ai  galantuo- 
mini, in  guanti  e  tuba. 

Nicola  Bernardini 


PROVINCIA  DI  CREMONA 


'Mumero  dei  Comuni:  135  —  Topolaiione :   502,138  —  Superficie:  K.  q.    1,778  —  "Deputati  della  provincia  : 
1.  Vaechelli,  Sacchi,  Cadolini.  2.  Cenala,  Rossi,  Boneschi. 


Annali  del  Santo  Volto.  Rivista  mensile 
dell'opera  di  riparazione  e  ricordi  di  Leone 
Diipont  e  di  suor  Maria  Saint-Pierre,  fon- 
data nel  luglio  188S.  Si  pubblica  in  fasci- 
coli di  40  pagine  in-i6.°  Direttore:  Sac.  Gu- 
glielmo Capellini.  Abbonamento:  L.  3  an- 
no. Palazzo  S.  Secondo,  119. 

Cremona. 

Bollettino  del  Comitato  Medico.  Gior- 
nale di  medicina  e  scienze  affini,  fondato 
nel  r8Si.  Si  pubblica  ogni  due  mesi  in  fa- 
scicoli di  circa  40  pagine,  con  illustrazioni. 
Abbonamento:  anno  L.  8.  Non  si  vende 
a  numeri  separati. 

Cremona. 

Bollettino  del  Comizio  agrario  di  Cre- 
mona. Giornale  di  agricoltura,  nato  nel 
1870.  Si  pubblica  2  volte  al  mese  in  8 
pagine  grandi  e  lo  dirige  Celeste  Rug- 
gieri. È  un  pregevole  periodico,  anche 
perchè  ben  redatto.  Costa  io  centesimi  il 
numero  e  si  spedisce  gratis  ai  soci  del 
Comune  e  ai  sindaci  del  Circondario.  Ti- 
ratura 1000  copie. 

Cremona. 

Bollettino  del  Comizio  agrario.  Perio- 
dico ufficiale  per  gli  atti  del  Comizio,  fon- 
dato nel  1868.  Esce  ogni  mese  a  fascicoli 
di  16  pagine.  Direttore:  rag.  Monferrini 
Emilio.  Tiratura  250  copie.  Un  numero 
30  centesimi.  Si  distribuisce  gratis  ai  soci 
del  Comizio. 

Crema. 

Cremete  -  Ganetta  popolare,  nata  il  6 
luglio  1889.  Si  pubblica  il  subato  in  4  pa- 
gine, formato  0,36  ■^,  0,26,  a  3  colonne.  Di- 
rettore: Luigi  Barbieri.  Un  numero  5  cen- 
tesimi. Via  Serio,  14. 

Crema. 

Tal  Serio.  Giornale  liberale,  monarchico, 
nato  il  ■."gennaio  1887.  Esce  ogni  sabato 
in  4  pagine,  formato  0,33x0,24.  Diret- 
tore: G.  Donati.  Abbonamento:  anno  L.  3. 
Un  numero  5  centesimi.  Via  Vittorio  Ema- 
nuele, 13. 

Crema. 

L'Eco  del  popolo.  Giornale  politico,  am- 
ministrativo, nato  il  4.  gennaio  1889.  Si 
pubblica  una  volta  alla  settimana  in  4  pa- 
gine, formato  0,58  x  0,25.  Direttore:  Leo- 
nida   Bissolati.    Abbonamento  :    semestre 

N.  Bernardini— G((»ii«»  dilla  Stampa  periodica  italiana  —  24 


L.  2.  Un   numero   5   centesimi.  Via   Ca- 
prara,  io. 

Cremona. 
L' Eridano.  Giornale  amministrativo,  set- 
timanale, nato  il  3  novembre  1888.  Esce 
ogni  sabato  in  4  pagine,  form.  0,38  x  0,25. 
Direttore  :  rag.  Slerca  Edoardo.  Un  nu- 
mero 5  centesimi.  Via  Caprara,  io. 

Cremona. 
Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi  della  provincia,  fondato 
nel  1866.  Si  pubblica  ogni  mese  a  fasci- 
coli di  IO  a  20  pagine.  Abbonamento: 
anno  L.  4.  Un  numero  20  centesimi. 

Cremona. 
Gl'Interessi  cremaschi.  Giornale  agri- 
colo, commerciale,  industriale,  fondato  nel 
'1880.  Si  pubblica  ogni  settimana  in  4  pa- 
gine. Abbonamento:  anno  L.  4.  Un  nu- 
mero IO  centesimi. 

Crema. 
Interessi  cremonesi.  Giornale  politico, 
letterario,  commerciale,  monitore  del  pro- 
gresso agricolo,  fondato  nel  1875.  Lsce  il 
lunedi,  mercoledì  e  sabato  di  ogni  setti- 
mana nelle  ore  pomeridiane  in  4  pagine 
a  4  colonne.  Direttore:  G.  Frisi.  Tiratura 
1300  copie.  Abbonamento:  anno  L.  15, 
I  mese  L.  1,25.  Inserzioni  :  cent,  io  la  linea. 
Un  numero  cent.   5.  Corso  Porta  Venezia. 

Cremona. 
Il  Lavoratore.  Giornale  politico,  ammi- 
nistrativo, n:ro  nel  1887.  Esce  ogni  setti- 
mana   in   4   pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  5.  Un  numero  5  centesimi. 

Cremona. 
Il  Messaggiere  di  Cremona.  Giornale 
politico,  cattolico,  fondato  nel  1874  col 
titolo  di  Bugna  famiglia,  che  mutò  nei  188 1 
nell'attuale.  Si  pubbhca  2  volte  la  setti- 
mana in  4  pagine  a  4  colonne.  Abbona- 
mento: anno  L.  7.  Un  numero  5  cente- 
simi. Corso  Garibaldi,  27. 

•  Cremona. 
Minuscolo.  Letture  mensili  per  le  fami- 
glie, fondate  nell'aprile  del  1888,  in  fasci- 
coli di  48  pagine  in-i6.°  -  Direttore  :  Giu- 
seppe Verdi.  Abbonamento:  anno  L.  4. 
Un  numero  40  centesimi. 

Cremona. 


370 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Nuovo  Corriere  di  Crema.  Giornale  po- 
litico, amministrativo,  agricolo,  fondato 
nel  1885.  Si  pubblica  ogni  settimana  in  4 
pagine.  Abbonamento  :  anno  L.  6.  Un  nu- 
mero IO  centesimi. 

Crema. 

Papà  Buonsenso.  Giornale  per  il  popolo, 
pubblicato  dall'Associazione  anticlericale 
cremonese,  fondato  nel  1877.  Si  pubblica 
ogni  mercoledì  in  4  pagine  a  3  colonne. 
Redattore  responsabile:  Diomede  Berg.x- 
maschi.  Non  fa  abbonamenti  e  si  distri- 
buisce gratis  ai  soci.  Un  numero  5  cen- 
tesimi. Corso  Venezia. 

Cremona. 

Il  Proletario.  Periodico  radicale,  socia- 
lista, nato  18  luglio  1888.  Esce  ogni  sabato 
in  4  pagine,  formato  0,25^0,19.  Cent.  50 
al  mese.  Corso  Vittorio  Emanuele,  21. 
Casalmag  giare. 

La  Provincia  -  Corriere  di  Cremona. 
Giornale  politico,  amministrativo,  fondato 
nel  1879.  Si  pubblica  il  lunedì,  mercoledì 
e  sabato  nelle  ore  antimeridiane  in  4  pa- 


gine a  4  colonne.  Direttore  :  Ettore  Sac- 
chi. Fu  direttore  del  giornale  il  prof.  Te- 
lesforo  Sarti,  che  nel  gennaio  del  1883 
fu  insultato  sulla  pubblica  via  per  un  ar- 
ticolo da  lui  scritto  contro  i  promotori 
delle  dimostrazioni  piazzajuole.  Il  giornale 
è  redatto  molto  bene  ed  è  piuttosto  dif- 
fuso. Corrispondente  da  Roma:  E.  Bian- 
chi. Abbonamento:  anno  L.  14,  seme- 
stre 7,  trimestre  3,50.  Un  numero  5  cen- 
tesimi. Inserzioni:  4."  pagina  15  centesimi, 
3.'  pagina  30. 

Cremona. 

La  Puttlicità.  Giornale  commerciale  e 

industriale,  nato  nel  1886.  Si  pubblica  ogni 

settimana  in  4  pagine  e  si  distribuisce  gratis. 

Cremona. 
Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura,  Fondato  nel  1876  per  la  pub- 
blicazione degli  annunzi  legali  amministra- 
tivi. Esce  una  o  più  volte  la  settimana  in 
un  numero  indeterminato  di  pagine.  Ab- 
bonamento :  anno  L.  5. 

Cremona. 


Giornali  cessati: 

Bau,  letterario,  commerciale,  settimanale,  in  dialetto,  n.  1887  a  Cremona. 

La  Cavallina,  politico,  amministrativo,  n.  3  agosto  1884  a  Soresina;  direttore  Paolo 
Massiraini. 

Corriere  della  campagna,  cattolico,  di  Cremona. 

Corriere  di  Casahnaggiore,  politico,  amministrativo,  bimensile,  n.   1884. 

Corriere  di  Cremona,  politico,  amministrativo,  quotidiano,  diretto  da  Luigi  Filippo 
Bolaffio  (188 1). 

La  Croce  di  Savoia,  politico,  settimanale,  n.  1880  a  Cremona. 

II  Democratico,  n.  2  giugno  1888  a  Cremona,  trisettiraanale,  diretto  da  Attilio  Va- 
lentini,  il  quale  è  ora  in  America. 

Farfallino,  teatrale,  letterario,  n.  1880  a  Cremona,  trimensile. 

Foglio  d'annunii  commerciali,  n.  25  luglio  18S5  a  Cremona,  bimensile. 

La  Freccia,  politico,  amministrativo,  repubblicano,  settimanale,  n.   16  agosto  1884 
a  Cremona. 

Gl'Interessi  casalesi,  poHtico,  amministrativo,  bimensile,  n.    1881  a  Casalraaggiore ; 
direttore  dott.  Stefano  Passeri. 

Il  Martello,  politico,  sociale,  quindicinale,  n.   1886  a  Cremona;  direttore  Giuseppe 
Rodini. 

Monitore  ecclesiastico  della  Diocesi  di  Cremona,  n.  8  aprile  1882;  direttore  Don  Pie- 
tro Mariani. 

La  Palestra,  educativa,  letteraria,  mensile,  n.   1883  a  Crema. 

Parelio,  democratico,  n.   1879  a  Cremona. 

Il  Popolano  crfiwonwe,  politico,  settimanale,  n.  1865;  direttore  avv.  Francesco  Pozzi. 
Visse  fin  oltre  il   1870. 

Il  Popolo,  poHtico,  amministrativo,  settimanale,  n.   1883  a  Cremona. 

Il  Preludio,  scientifico,  letterario,  n.   1876  a  Cremona. 

La  Sveglia,  politico,  amministrativo,  n.   18  agosto  1885  a  Cremona. 

Il  Torraiio,  democratico,  settimanale,  n.   1880  a  Cremona;  direttore  Leonida  Bis- 
solati. 
■  Il  Vessillo  deir educatore,  didattico,  quindicinale,  n.  1884  a  Cremona. 


IL  PROBLEMA  DEL  GIORNALISMO 


Qualche  anno  fa,  un  ministro  francese  disse  che  la  cagione  princi- 
pale della  decadenza  degli  studi  letterari  in  Francia  era  la  preponderanza 
dei  giornalisti,  e  la  diffusione  che  prendeva  il  giornalismo;  disse  cioè  che 
i  giornalisti  erano  la  negazione  del  progresso  letterario  e  che  dove  essi 
si  moltiplicavano,  il  fervore  degli  studi  andava  necessariamente  scemando. 
E  non  aveva  tutti  i  torti. 

Il  problema  del  giornalismo  è  più  difficile  a  risolversi  in  ItaHa  che 
altrove.  Non  è  una  potenza  come  in  Inghilterra  e  in  America;  non  ha 
sulle  menti  l'influenza  che  ha  acquistato  in  Francia;  ma  pure  attira 
molte  intelligenze  elette,  le  distrae  dagli  studi,  le  corrompe  per  quella 
forzata  facilità  di  pensare  e  di  scrivere  a  cui  sono  condannate,  le  disa- 
mora da  ogni  disciplina  un  po'  seria. 

Noi  siamo  ancora  tanto  lontani  dall'avere  una  falange  di  giornalisti 
buoni,  capaci,  dedicati  esclusivamente  a  codesto  indispensabile  ramo  della 
vita  intellettuale  di  un  popolo,  quanto  siamo  poveri  di  cultori  operosi 
delle  disciphne  letterarie,  appunto  per  la  smania  che  tutti  invade  di  cor- 
rere codesto  facile  arringo  —  facile  in  apparenza  —  della  stampa  perio- 
dica. E  perchè  non  c'è  ancora  in  noi  l'abitudine  della  cosa,  e  il  gior- 
nalismo è  appena  entrato,  per  così  dire,  nelle  consuetudini  del  paese, 
l'effetto  non  corrisponde  all'affaccendarsi  universale. 

Gl'italiani  non  leggono:  quindi  la  grama  vita  d'una  gran  parte  del 
giornahsmo  —  dicono  alcuni.  Noi  crediamo  che  tutte  le  buone  disposi- 
zioni al  leggere  vi  siano;  ma  la  gran  massa  del  pubblico  non  si  accon- 
tenta dei  giornali  come  sono  fatti  oggi. 

L'educazione  di  un  popolo  libero  si  dovrebbe  fare  anche  col  gior- 
nalismo: educazione  politica,  letteraria,  morale;  poiché  i  giornali,  ren- 
dendo conto  del  movimento  che  spinge  innanzi  l'umanità  nella  cerchia 
dei  fatti  e  delle  idee,  affratellano  l'un  popolo  con  l'altro,  suscitano  le 
feconde  polemiche  fra  nazione  e  nazione,  fanno  vivere  tutti  di  una  vita 
comune.  Tale  dovrebbe  essere  la  meta  del  giornahsmo;  ma  in  Itaha 
non  si  spinge  l'occhio  al  di  fuori  del  paese;  anzi  il  giornalismo  da  noi 
esce  di  rado  dalla  provincia  o  dalla  regione.  E  v'è  di  peggio.  In  Fran- 
cia, in  Inghilterra,  in  Germania,  ogni  famiglia  ha  il  suo  giornale,  pia- 
cevole e  fruttuoso  passatempo  goduto  in  comune  nelle  domestiche  riu- 
nioni della  sera.  In  Italia  invece  cotesta  abitudine  manca,  principalmente, 
perchè  sono  pochi  i  giornaU  che  possono  leggersi  dal  primo  all'ultimo 
articolo,  senza  tema  di  fate  arrossire  una  fanciulla,  E  colla  diffusione  del 
giornalismo  gli  studi  letterari  languono  abbujati  in  una  inerte  medio- 
crità: Aurea  mediocrìtas! 

Quante  opere  sono  venute  alla  luce  in  quest'ultimo  periodo  che 
rivelassero  un  nuovo  e  potente  ingegno  ?  I  soli  uomini  che  apparecchia- 
rono la  rivoluzione  politica  tenendo  alta  la  bandiera  della  letteratura  na- 
zionale, cotesti  soU  hanno  continuato,  decimati  nel  numero  dalla  morte, 
con  magnanima  pertinacia  ad  onorare  le  lettere;  ma  meno  fortunati  di 
Orfeo  che  muoveva  gli  alberi  e  i  sassi   col   canto,  i  letterati  e  i  poeti 


372 


GUIDA    DELLA   STAMPA   PERIODICA  ITALIANA. 


nostri  non  riuscirono  a  chiamare  sulle  proprie  orme  che  una  piccola, 
piccolissima  schiera  volonterosa  di  giovani.  Il  giornalismo  l'assorbe,  rav- 
vivata di  rado,  dagli  splendori  d'intelligenze  elettissime,  sono  pochi  ed 
ingrati  i  frutti  che  si  raccolgono. 


mmmi  mmm-mm  iiiiim 

MILANO  —  Tia  S.  Giuseppe,  N.  5  -  MILANO 

GIORNALE  DELLA  LIBREKIA 

BIBLIOGRAFIA  ITALIANA 


La  Bibliografia  Italiana  è  il  Bollettino  ufficiale  di  tutte  le  pubblicazioni  che  escono 
nel  Regno  d'Italia;  ed  è  compilato  per  cura  della  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze,  che 
riceve  a  tnore  di  legge  una  copia  d'ogni  pubblicazione.  La  Bibliografia  esce  due  volte 
al  mese,  in  i6  pagine  e  più,  secondo  il  bisogno.  In  fine  d'anno  dà  copiosi  indici  per 
alfabeto  e  per  materie. 

Il  Giornale  della  Libreria  esce  ogni  domenica,  ed  è  l'organo  non  solo  della  li- 
breria italiana  ma  ancora  di  tutte  le  arti,  professioni  ed  industrie  che  con  la  libreria 
hanno  relazione.  Può  anche  dirsi  un  vero  Giornale  della  Letteratura.  Nella  prima  pa- 
gina di  ciascun  numero  registra  le  Piibhlicaiioni  della  settimana,  divise  per  editore  al- 
fabeticamente. Altre  due  pagine  sono  destinate  ad  articoli  di  fondo,  a  notizie  tecniche, 
commerciali  e  lett'irarie,  a  comunicazioni  di  interesse  generale;  vi  sono  menzionate  le 
disposizioni  legislative  e  amministrative  che  si  riferiscono  alle  nostre  arti,  la  giuri- 
sprudenza speciale,  le  nuove  ditte,  i  fallimenti,  ecc.  ecc.  Nel  primo  numero  di  ogni 
mese  sono  registrate  le  dichiarazioni  di  proprietà  letteraria  ;  nell'ultimo  numero  d'ogni 
mese,  l' Indice  ddle  Riviste  italiane,  comprendendovi  i  giornali  settimanali  letterari!.  Le 
altre  pagine  sono  dedicate  alle  inserzioni,  che  comprendono  libri  nuovi,  le  opere  in 
associ  jzione,  gli  annunzii  di  prossime  pubblicazioni,  gli  avvi<;i  di  macchine,  inchiostri,  ecc., 
la  ricerca  (desiderata)  e  l'offerta  di  libri  antichi,  e  le  circolari  per  informazioni  di  nuove 
ditte  o  ditte  trasformate,  per  res^olare  gli  sconti,  per  richiamare  opere  esaurite,  ecc.  ecc., 
domande  d'impieghi,  le  aste  e  ogni  genere  d'altri  affari  di  libreria. 


CONDIZIONI   D'ASSOCIAZIONE 

11  Giornale  della  Libreria  esce  ogni  domenica  in  un 
foglio  di  8  pagine  in  quarto.  Il  numero  delle  pagine 
può  essere  aumentato  o  diminuito,  a  seconda  della  ma- 
teria. Nei  mesi  che  formano  la  cosi  detta  stagione  morta, 
può  essere  pubblicato  un  numero  ogni  15  giorni. 

Prezzo:  lire  6  l'anno  per  tutto  il  Regno  d'Italia; 
per  gli  altri  Stati  dell'  Unione  postale  lire  io. 

La  Bibliografia  Italiana,  che  registra  tutte  le  pub- 
blicazioni che  a  tenore  di  legge  vengono  mandate  alla 
Biblioteca  Nazionale  di  Firenze,  ed  è  compilata  dalla 
Biblioteca  stessa  in  ordine  metodico,  esce  ogni  1 5  giorni 
in   16  a  20  pagine  o  più. 

Prezzo,  insieme  col  Giornale  della  Libreria:  lire  20 
l'anno  in  tutto  il  Regno  ;  per  gli  Stati  dell'  Unione  po- 
stale lire  26. 

1  Membri  dell'Associazione  Tipografico-Libraria  ri- 
cevono gratuitamente  i  giornali  ;  ma  importando  il  Gior- 
nale delta  Libreria  spese  speciali,  sopratutto  per  la 
spedizione  settimanale,  aggiungeranno  alla  quota  che 
pagano  come  membri,  altre  lire  3,50  l'anno;  e  i  mem- 
bri stranieri  lire  7. 


PREZZI  DELLE  INSERZIONI 

Ogni  spazio  di  linea  in  tre  colonne  cent,  io  ;  in  2 
colonne  cent.   15. 

Pagina  iutiera  lire  18  ;  mezza  pagina  lire  io. 

I  Membri  dell'Associazione  Tipografico-Libraria  go- 
dono la  riduzione  di  un  terzo  sul  prezzo  di  queste  in- 
serzioni. 

Per  le  Desiderata  ogni  spàzio  di  linea  in  5  colonne 
cent.   1 5  netti  ;  in   2  colonne  cent.  20  netti. 

Per  le  Pubblicazioni  della  settimana,  ogni  opera  è 
registrata  gratis. 

ANNESSI    AL    GIORNALE. 

Questa  è  una  novità  che  è  riuscita  molto  utile  e  gra- 
dita, e  ha  trovalo  una  pronta  e  larga  applicazione. 

Ogni  membro  dell'Associazione  può  unire  al  Gior- 
nale manifesti,  o  cataloghi  o  saggi,  in  qualunque  for- 
mato ;  per  ciò  pagherà  un  diritto  fisso  di  lire  5  a  lire  so 
secondo  il  formato  e  la  mole,  più  il  porto  postale. 
Dovrà  dare  il  numero  necessario  di  copie  per  tutti  i 
soci,  e  mettere  in  testa  alle  copie:  Supplemento  al 
Giornale  della  Libreria. 


Dirigere  le  associazioni,    i  vaglia,    le  inserzioni    e  ogni  comunicazione   airufficio 
dell'Associazione  Tipografico-Libraria,  in  Milano,  via  S.  Giuseppe,  5. 


SETTiiVlANALi:  Di  GRftW  LUSSO,  DI  MJO£  E  LElTERAfUBA 

ANNO  Xll.  —  1889-1890. 

Questo  giornale,  che  porta  il  nome  della  nostra  graziosissiraa  Eegina,  in  nove 
anni  di  vita  cboe  uuo  suaordmano  successo,  e  venne  riconosciuto 

IL  PIÙ  SPLENDIDO  ED  IL  PIÙ  RICCO  GIORNALE  DI  QUESTO  aENERE. 

bsce  ogni  scuuiiaua  iu  uodici  pagme  m-4  grande,  come  1  grandi  giornali  illustrati, 
su  carta  tinissiiiia,  eoa  caraitcri  lusi  appositamente,  con  splendide  e  numerose  incisioni, 
con  copia  e  varieià  di  annessi  e  nccnezza  di  figurini,  hàso  è  l'unico  in  questo  genere 
che  possa  degnamente  adornare  il  salutio  delie  Signore  eleganti,  e  che  possa  compe- 
tere COI  giurnau  ui  Mode  stranieri  più  celébiati. 

Anche  la  parte  letteraria  è  molto  accurata.  1  racconti  ed  i  romanzi  sono  tutti  ori- 
ginah  e  dovuti  alla  penna  dei  nostri  migliori  scrittori,  come:  Barrili,  Berseiio,  Castel- 
nuovo,  Caccianiga,  LorUdia,  Memini,  Neera,  Paolo  Tedeschi,  Onorato  Fava,  Egle  Pinelli, 
Alberto  lìoccardi,  ecc. 

Una  settimana  esce  un  fascicolo  tutto  dedicato  alle  mode  e  ai  lavori,  ricco  di 
circa  60  incisioni;  l'auro,  invece,  e  dedicato  alle  letture,  ed  anche  questo  è  splendi- 
damente Uiustrato  da  disegni  e  da  incisioni  di  mode.  Pero  ad  ogni  tascicolo,  tanto  a 
quello  ui  mode  come  a  quello  letterario,  va  sempre  unito  un  bellissimo  figurino  co- 
lorato, ed  altri  variati  annessi  di  mode  e  lavori.  A  tutti  1  numeri  va  unita  una  ele^^ante 
copertina  piena  di  notizie  utili  ed  interessanti. 

Una  novità  da  poco  introdotta  nel  nostro  giornale  sono  i  Corrieri  di  Parigi, 
scritti  espressamente  da  una  signora  della  più  eletta  società  parigina.  —  Q.uestioni 
icmmimh  della  Contessa  Lara.  —  Curneri  della  moda,  notizie  dell'alta  società,  piccoli 
corrieri,  ecc.  —  Corrieri  di  Koma,  di  Guido;  di  Napoli,  di  Labaro;  di  Firenze,  di 
Gabardi;  di  Torino,  di  Argo. 

Nei  tascicolo  mode  nessuna  parte  dell'abbighamento  femminile  è  trascurata.  Vi 
sono  modelh  ed  accurati  disegni  di  vestiti  da  ianciulie,  ragazzi,  signore  di  tutte  le  età. 
Anche  per  la  parte  che  riguarda  la  biancheria  ed  i  lavori  temminili  di  ricamo,  all'ago, 
ali  uncinetto,  nulla  lascia  a  desiderare.  Vi  sono  tavole  di  ricami  con  disegni  ele- 
ganti, con  citre  e  iniziali  per  marcare  la  biancneria,  tanto  ricercati  dalle  nostre  signore. 
òplenduie  oleografie,  oggelli  di  adornamenlo,  tavole  colorate  di  lavori. 

Disegni  di  nomi  e  iniziali  a  richiesta  delle  associate, 
insomma,  la  MAtt&riiiiii'rA  e  una  vera  r,nciclopedia  per  le  signore  della  buona  società. 

Auuo,  L.  21.  -  Semestre,  13.  -  Trimestre,  L.  7. 

Per  gh  Siati  Europei  dell'  Unione  Postale,  Fr.  32. 

Per  corrispondere  al  desiderio  di  molte  signore,  ricettiamo  pure  a  disposizione  del  pub- 
blico un'edizione  economica  della  MARGHiiRirA  (cioè  senza  dgunno  e  annesso  co- 
lorati) al  prezzo  di  L.  12  l'anno.  {Per  gli  Siati  deli  Unione  Postale,  tr.  iH  l'anno.) 

8pleu(lìdi  premii  agli  abbonati. 


DIRIGERE    COMMISSIONI    E    VAGLIA    AI    FRATELLI    TREVES,    EDITORI,    IN    MILANO. 


FERNET-BRANCA 

SEI  FRATELLI  BRANCA  SI  MILANO 

Via  Broletto,  35 

e/  óoiir  cne  ne  AoJieciana  il  ■v-ey^a  e  aenumo   Ar^oceSo- 

Diploma  di  1.°  grado  all'Esposizione  di  Londra  1888 

Medaglie  d'oro  all'Esposizioni  Nazionali  di  Milano  1881,  Torino  1881 

ed  all3  Esposizioni  Universali  di 

Parigi  1878,  Nizza  1883,  Anversa  1885,  Melbourne  1881, 

Sydney  1880,  Filadelfia  1876  e  Vienna  1873 

ed  anohe  diverse  altre  ricompense 


Il  FEMET-BRANCA  è  il  liquore  più  igienico 
conosciuto.  —  Venticinque  anni  di  pieno  successo 
ottenuto  in  Europa,  nelle  Americhe  ed  in  Oriente. 

Esso  è  raccomandato  da  celebrità  mediche  ed 
usato  in  molti  ospedali.  Il  FERNET-BRANCA  non 
si  deve  confondere  con  molti  Fernet  messi  in  com- 
mercio da  poco  tempo  e  che  non  sono  che  imper- 
fette e  nocive  imitazioni.  Il  FERNET -BRANCA 
estingue  la  sete,  facilita  la  digestione,  stimola  l'ap- 
petito, guarisce  le  febbri  intermittenti,  il  mal  di 
capo,  capogiri,  mal  di  fegato,  spleen,  mal  di  mare, 
nausee  in  genere. 

Esso  è  VERMIFUGO-ANTICOLERICO. 

Effetti  garantiti  fla  Certiicati  Medici  MmiiciBali  e,  dovemativi 

PRhZZO  BOTTIGLiA  GRAì^Dc  Lo  ^  -  PICCOLA  L»  S 

Guardarsi  dalle  coutraffazioai  e  da  quelle  portanti  la  dicitura 
Feruct  uso  ifirauea 


PROVINCIA  DI  CUNEO 


Numero  dei  Comuni:  265  —  Popolazione:  635,400  —  Superficie:  K.  q.  7,491  —  Deputati  della  provincia: 
I.  Giolitti,  Galimberti,  Roux.  2.  Buttini,  Plebaao,  Giordano.  }.  Coppino,  Gianolio,  Vayra.  4.  Garelli. 
Del  Vecchio,  Basteris. 


L'Alpinista.  Giornale  politico,  nato  il  21 
agosto  i«Si.  Si  pubblica  2  volte  alla  set- 
timana in  4  pagine  a  3  colonne.  Ha  per 
motto:  Savoia  avanti,  inciso  in  una  bella 
vignetta  disegnata  a  Roma  dall'ingegnere 
cav.  Adriano.  U Alpinista  è  ispirato  a  no- 
bile intento  e  propugna  idee  liberali.  Di- 
rettore: Luigi  Boeri.  Tiratura:  600  esem- 
plari. Abbonamento  :  anno  L.  8,  seme- 
stre 4,50.  Un  numero  5  centesimi. 

Mondavi. 

Bollettino  del  Comizio  agrario.  Giornale 
agricolo,  fondato  nel  iiSò2.  Si  pubblica 
ogni  mese  in  fascicoli  di  16  pagine.  Ab- 
bonamento: anno  L.  3.  Un  numero  30 
centesimi. 

Salui:i;o. 

Bollettino  del  Comizio  agrario.  Giornale 
di  agricoltura,  economia,  pastorizia,  ecc., 
fondato  nel  1S67.  Si  pubblica  ogni  mese 
a  fascicoli  di  ló  pagine.  Abbonamento: 
anno  L.  5.  Un  numero  jO  centesimi. 

Mondavi. 

Il  Coltivatore  cuneese  -  Boìhttina  del 
Comizio  agraria  circondariale  di  Cuneo.  Or- 
gano ufficiale  della  Commissione  ampelo- 
grafica,  del  Comitato  forestale  della  pro- 
vincia e  del  Comizio  agrario ,  fondato 
nel  1870,  Esce  ogni  mese  in  fascicoli  di 
lò  pagine  in-S.°  con  copertina.  Direttore: 
Arnaud  ing.  Alessandro.  Tiratura  500  co- 
pie. Abbonamento:  anno  L.  6.  Ogni  fasci- 
colo 50  centesimi.  Si  distribuisce  gratui- 
tamente ai  soci. 

Unitamente  al  Coltivatore  viene  dato  ai 
soci  ed  agli  abbonati  Y Almanacco  del  col- 
tivatore, strenna  agraria  nata  nel  1874. 

Cuneo. 

L'Eco  della  Macra.  Giornale  politico, 
amministrativo,  loudato  nel  i»7b.  Si  pub- 
blica 2  volte  la  settimana  in  4  pagine.  Ab- 
bonamento: anno  L.  5,50.  Un  numero  5 
centesimi. 

11  Corriere  della  sera  di  Milano,  parlando 
di  un  processo  dibattutosi  a  Saluzzo,  con- 
teneva questa  corrispondenza  in  data  del 
25  luglio  1889: 

«  Vive  in  Racconigi  un  giornale,  1'  £1:0  della  Ma- 
cra, organo  della  candidatura  politica,  provinciale,  am- 
ministrativa dell'avv.  Ferrero-Gola.  Questo  giornale 
suscitò  querele  e  ire  contro  di  se.  Ottenne,  or  è  poco 
tempo,  un  severo  giudizio  dal  Tribunale,  il  quale  con- 


dannava l'on.  cav.  Ferrero-Gola  per  diffamazione  ad 
un  mese  di  carcere  quale  direttore  di  questo  giornale, 
e  a  tre  mesi  il  gerente  Soldano. 

«  L'avv.  Ferrero-Gola  pensò,  a  sua  volta,  di  que- 
relarsi contro  il  giornale  avversario  lo  Svegliarino  per 
tre  numeri  che  disse  diffamatori,  ingiuriosi,  lesivi  del 
suo  onore  e  della  sua  riputazione  di  privato  e  di  con- 
sigliere provinciale,  ed  intaccò  l'avv.  Gola,  direttore 
del  giornale,  Don  Galvagno,  autore  di  un  articolo  in- 
giurioso, e  il  gerente  Bori. 

«  Cinque  furono  i  giorni  di  discussione  dinanzi  al 
pretore  di  Saluzzo  per  questa  querela  di  ingiuria  pub- 
blica ;  passò  un  drappello  di  testi  di  parte  civile,  preti 
ed  abati  che  furono  accusati  di  ficcare  il  naso  nell'  Eco 
della  Macra  e  di  scriverne  gli  articoli  più  appetitosi, 
e  dopo  arringhe,  repliche  e  contro  repliche  degli  av- 
vocati Ambrogi,  Pivano,  Cantamessa  per  la  parte  ci- 
vile, e  Bracale  del  foro  torinese,  per  la  difesa  del  ge- 
rente (gli  altri  imputati  erano  contumaci)  il  pretore 
condannò...  Don  Galvagno  a  due  lire  d'ammenda,  Gola 
a  lire  :o  e  Bori  a  lire  20.  E  non  permise  alla  parte 
civile,  che  ne  aveva  fatta  istanza,  la  pubblicazione  della 
sentenza.  Fu  quindi  una  vera  tempesta  in  un  bicchier 
,  d'acqua. 

«  Una  specialità  giornalistica  fu  questa.  L'avv.  Fer- 
rero-Gola credette  i' ìvapi\.AT&  penalmente  il  tipografo 
del  giornale. 

«  Difeso  dagli  avvocati  Buttini  ed  Alais,  il  tipografo 
ottenne  assolutoria,  ed  il  querelante  non  ebbe  diritto 
a  nessuno  dei  reclamati  danni  civili.  » 

Racconigi. 

Effemeride  del  manicomio  di  Cuneo.  Cro- 
naca del  manicomio  provinciale,  nata  nel 
1887.  Si  stampa  a  Milano  ed  esce  ogni 
mese  in  8  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  8. 

Racconigi. 

Il  Falconiere.  Giornale  politico,  liberale, 
amministrativo  e  d' interessi  locali,  fondato 
nel  1885.  Si  pubblica  ogni  domenica  in  4 
pagine  a  3  colonne.  Editore  responsabile: 
Giuseppe  Randazzo.  Abbonamento:  anno 
L.  4.  Un  numero  5  centesimi. 

Ceva. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi,  fondato  nel  1S64.  Si 
pubblica  2  volte  al  mese  in  fascicoli  di 
16  pagine.  Tira  1 100  copie.  Abbonamento  : 
anno  L.  6.  Un  numero  50  centesimi. 

Cuneo. 

Il  Fossanese.  Giornale  amministrativo, 
agricolo,  fondato  nel  1868,  con  principii 
liberali  progressisti,  non  però  ultra.  Si  pub- 
blica ogni  domenica  in  8  pagine  e  tratta 
gl'interessi  locali.  Direttore  editore  :  G.  Sac- 
cone. Collaboratori:  cav.  dott.  Gatti,  avv. 
Antonio  Della  Torre,  Gianangelo  Minoia, 
Francesco  Fiorito,  ecc.  Tiratura  da  1200 


376 


GTJIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


a  1500  copie.  Abbonamento:  anno  L.  6. 
Un  numero  5  centesimi.  Inserzioni:  20  cent. 

Possano. 

Gazzetta  di  Alba.  Giornale  politico,  am- 
ministrativo, cattolico,  fondato  nel  1862. 
Esce  ogni  settimana  in  4  pagine.  Abbona- 
mento: anno  L.  4.  Un  numero  5  centesimi. 

Alba. 

Gazzetta  di  Era  e  dei  dintorni  -  Eco 
della  Zizzola.  Giornale  amministrativo, 
economico,  fondato  il  27  febbraio  1885  (i). 
Si  pubblica  ogni  venerdì  in  4  pagine  in-fol. 
Abbonamento:  anno  L.  3.  Un  numero  5 
centesimi.  Tipografìa  Racca. 

Era. 

Gazzetta  di  Mondovì.  Giornale  politico, 
amministrativo,  fondato  nell'aprile  del  1869 
da  Pietro  Del  Vecchio,  che  poi  fu  depu- 
tato e  nel  1877  assunse  la  direzione  del 
Movimento  di  Genova  (^vedi)  che  tenue 
con  lode  per  parecchi  anni  e  poscia  il  Di- 
ritto di  Roma  (vedi).  La  Galena  di  Mon- 
dovì si  pubblica  il  martedì,  giovedì  e  sa- 
bato in  4  pagine  a  4  colonne,  sotto  la  di- 
rezione dell'avv.  G.  L.  Salomone.  Editore: 
A.  Fracchia.  Abbonamento:  anno  L.  io, 
semestre  6,  trimestre  4.  Inserzioni:  15  cen- 
tesimi la  linea  in  4.*  pagina.  Un  numero 
5  centesimi. 

Mondavi. 

Gazzetta  di  Saluzzo.  Giornale  politico, 
amministrativo,  fondato  nei  1869.  Si  pub- 
blica 2  volte  alla  settimana  in  4  pagine. 
Tiratura  1 800  copie.  Abbonamento:  anno 
L.  5.  Un  numero  5  centesimi. 

Saluto. 

La  Lega  degli  insegnanti  elementari. 
Fondata  nel  1^06  è  organo  dell'Associa- 
zione magistrale  della  provincia,  pubblica 
gli  atti  dell'Associazione  e  del  Consiglio 
scolastico  provinciale  e  tratta  di  pedago- 
gia, didattica,  agricoltura,  igiene,  lettera- 
tura, ecc.  Esce  2  volte  al  mese  in  8  pa- 
gine a  2  colonne  ìn-b."  -  Direttore:  pro- 
fessor Michelangelo  Bassignano.  Abbona- 
mento: anno  L.  4,  semestre  2,50.  Un  nu- 
mero 20  centesimi.  Via  Fossano,  i. 

Cuneo, 

Letture  francescane.  Giornale  cattolico, 
fondato  nel  187 1.  Esce  ogni  mese  in  fa- 
scicoli di  un  numero  indeterminato  di  pa- 
gine. Viene  compilato  dai  P.  P.  Riformati 
e  contiene  dialoghi  e  una  Galleria  di  Vite 
dei  Santi.  Tiratura  850  copie.  Abbona- 
mento: anno  L.  1,50.  Non  si  vende  a  nu- 
meri separati. 

Cuneo, 


(i)  Dal  1885  al  1885  visse  il  Corriere  di  Bn,  set- 
limanale,  eha  cessò  per  dar  luogo  alla  Ga^\etta  di  Bra, 


Messaggiere  degli  insegnanti  elemen- 
tari. Giornale  d'istruzione  e  didattica,  fon- 
dato nel  1883.  Si  pubblica  ogni  mese  e 
talvolta  ogni  1 5  giorni,  in  fascicoli  di  8  pa- 
gine. Abbonamento:  anno  L.  3.  Un  nu- 
mero 40  centesimi. 

Saluto. 

La  Missione  della  donna.  Giornale  let- 
terario, educativo,  fondato  nel  1874.  Si 
pubblica  ogni  15  giorni  in  fascicoli  di  16 
pagine.  Sino  alla  fine  del  18S5  la  direzione 
di  questo  periodico  fu  in  Alba;  nel  1886 
si  trasferi  a  Roma.  Abbonamento:  anno 
L.  5.  Un  numero  25  centesimi. 

Alba. 

Il  Monviso.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, letterario,  fondato  nel  1883.  Esce 
2  volte  alla  settimana  in  4  pagine.  Abbo- 
namento: anno  L.  6.  Un  numero  cent.  5. 

Saluto. 

Nuove  letture  popolari.  Giornaletto'mo- 
rale,  cattolico,  fondato  nel  1878.  Si  pub- 
blica ugni  2  mesi  in  fascicoli  di  32  pagine 
in-i6.°  -  Abbonamento:  per  10  copie  al 
bimestre,  anno  L.  3.  Un  numero  cent.  io. 
Editore:   E.  Ghiotti,  tipografo  vescovile. 

Mondavi. 

Il  Saviglianese.  Giornale  ufficiale  del 
Comizio  agrario,  delle  pubblicazioni  della 
Banca  e  degli  atti  del  Municipio.  È  nato 
nel  1874.  Si  pubblica  il  venerdì  in  4  pa- 
gine piccole.  Tira  1500  copie.  Non  si  oc- 
cupa di  politica.  Costa  un  anno  L.  3  - 
Estero:  aumento  postale.  Un  numero  5 
centesimi. 

Savigliano. 

La  Sentinella  delle  Alpi.  Giornale  po- 
litico, amministrativo,  fondato  nei  1850. 
Si  pubblica  tutti  i  giorni  meno  i  festivi, 
in  4  pagine  piccole.  Ha  molta  diffusione 
nella  provincia.  Direttore:  avv.  Niccolò  Vi- 
neis.  Ne  fu  già  direttore  il  proprietario, 
on.  Galimberti,  che  ora  ne  è  redattore  prin- 
cipale. Tiratura  circa  20oc  copie.  Abbona- 
mento: anno  L.  18.  Un  numero  cent.  5. 

Cuneo. 

La  Settimana  -  Galletta  di  Bra.  Gior- 
naletto amministrativo  e  commerciale,  fon- 
dato nel  1874.  Esce  ogni  settimana  in  4 
pagine.  Tira  circa  1000  copie.  Abbona- 
mento: anno  L.  5,50.  Un  numero  cent.  5. 

Bra. 

Stato  indicativo  degli  atti  del  Governo. 

Giornale,  amministrativo,  fondato  nel  1^04. 
Esce  Ogni  mese  in  4  a  8  pagine.  Abbo- 
nam-^nto  :  anno  L.  2. 

Saluto, 

La  Stella  di  Mondovi.  Periodico  politico 

e  d'interessi  locali,  fondato  nel   1887.  Si 

pubblica  ogni  settimana  in  4  pagine  a  4 


PROVINCIA    m   CUNEO. 


377 


colonne.  È  redatto  con  molto  p-arbo  e  molta 
profusione  di  notizie.  Abbonamento:  anno 
L.  4,  semestre  2,25,  trimestre  1,25.  Inser- 
zioni :  4.'  pagina  cent.  20,  3.°  pagina  ?o. 
Un  numero  5  centesimi.  Tipografia  Fra- 
telli Blengini. 

Mondavi. 


Supplemento  a^  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Pubblicazione  di  annunzi  le- 
gali amministrativi, fondata  nel  1076.  Esce 
2  volte  la  settimana  in  4  pagine.  Abbona- 
mento: anno  L.  12.  Un  numero  25  cen- 
tesimi. 

Cuneo. 


Giornali  cessati: 

L'Amico  del  contadino,  agricolo,  n.  1880  a  Cuneo;  si  stampava  a  Possano  dall'edi- 
tore Saccone;  direttore  dott.  G.  Vassotti. 

L'Apologista  cattolico,  di  Mondovì. 

Il  Caseificio  italiano,  agricolo,  industriale,  bimensile,  n.   1883  a  Savigliano. 
Corriere  delle  Alpi,  gaietta  provinciale  di  Cuneo,  politico,  cattolico,  quotidiano,  n.  1885. 

Gaietta  di  Cuneo,  politico,  am:iiinistrativo,  bisettimanale,  n.  4  settembre  1888. 

Gaietta  di  Racconigi,  politico,  amministrativo,  n.   1876. 

La  Musica  in  famiglia,  musicale,  letterario,  mensile,  n.   1881  a  Cuneo. 

Palestra  scientifico-letteraria,  quindicinale,  n.   1886  a  Mondovì. 

Il  Racconigiese,  politico,  amministrativo,  quindicinale,  n.  1885  a  Racconigi.  Si  stam- 
pava a  Torino. 

Il  Subalpino,  politico,  quotidiano,  n.  26  dicembre  1882  a  Cuneo,  diretto  da  Ales- 
sandro Arbib,  già  redattore  del  Diritto  e  della  Libertà  di  Roma. 

Lo  Svegliarino,  settimanale,  amministrativo,  n.  5  luglio   1888  a  Racconigi. 

Il   Tanaro,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  7    febbraio    1880   ad   Alba;    si 
fuse  con  l'altro  giornale  II  Po,  anche  cessato. 

Le    Viti  americane,  agricolo,  mensile,  n.,  1882  ad  Alba.  Si  fuse  nel  1889  col  Gior- 
nale di  agricoltura  di  Bologna-Piacenza  (vedi). 

La  Vo^^e  del  Tanaro,  politico,  bisettimanale  prima,  settimanale  poi,  n.  maggio  1881 
a  Ceva,  diretto  dal  prof.  Mattia  Ortalda  e  cessato  alla  fine  del   1882. 

G.  B.  Borelli,  nativo  di  Boves   (Cuneo)   nel    1850    fondò  la  Gaietta  medica  degli 
Stati  Italiani,  poi  il  Giornale  di  oftalmologia. 


1  LETTORI  DELL'ARTICOLO  Di  fO:^DO 


Si  suol  chiamare  articolo  di  fondo,  nei  giornali,  quell'articolo  in 
cui  il  giornale,  per  mezzo  del  suo  direttore  o  di  uno  dei  suoi  redattori, 
commenta  qualche  tatto  notevole,  politico  od  amministrativo,  0  discute 
con  altri  giornah  su  qualche  questione  importante. 

Questa  espressione  alquanto  curiosa,  «  articolo  di  fondo  »,  è  forse 
venuta  dalla  considerazione  che  quella  è,  o  almeno  è  stata  fino  ad  ora, 
la  parte  più  importante,  più  sena,  più  consistente  del  giornale....  Come 
chi  dicesse  il  fondamento,  la  parte  sostanziale. 

Gii  inglesi,  più  precisi  nel  loro  linguaggio,  lo  chiamano  leading  ar- 
/zV /e  o  articolo  principale;  i  francesi,  gli  spagnuoli  lo  dicono  «  articolo  » 
senz'altro. 

% 

Abbiamo  detto  che  l'articolo  di  fondo  era  fino  ad  ora  la  parte  più 
importante  del  giornale.  Ora  il  giornale,  come  tutte  le  manifestazioni 
della  vita  intellettuale,  artistica,  scientifica,  ha  subito  l'influenza  del  tempo 
nostro;  s'è  risentito  delle  tendenze  positiviste,  realiste  della  società  odierna; 
ha  dovuto  corrispondere  alle  esigenze  del  pubblico  il  cui  desiderio  più 


378  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


vivo,  il  cui  bisogno  morale  più  intenso,  potrebbesi  dire,  è  quello  il  sa- 
pere presto,  diffusamente,  dettagliatamente.... 

Oggi  la  parte  più  importante  del  giornale  è  —  checché  si  dica  — 
quella  in  cui  sono  raccolte  le  notizie  telegrafiche....  Il  giornale  vive  di 
telegrafo.  Il  telegramma  è  diventato  l'articolo  di  fondo,  cioè  la  parte 
più  sostanziale,  il  resto  è  passato  in  seconda  linea.  Infatti  non  c'è  in- 
dividuo che  abbia  un  po'  di  pratica  nella  lettura  dei  giornali,  che  apren- 
done uno  non  incominci  dal  leggere  i  dispacci  terminando  all'articolo 
di  fondo,  quando  ha  tempo  di  leggerlo. 

Non  bisogna  credere  tuttavia  che  l'articolo  di  fondo  sia  oramai  da 
relegarsi  fra  il  ciarpame  del  giornalismo,  e  che  codesta  parte  possa,  in 
un  giornale,  abolirsi  totalmente.  Qutsto  sarebbe  un  errore,  specialmente 
nel  nostro  paese  ove  si  vive  tanto  di  abitudine,  di  tradizione,  ove  la 
routine  eatra  sempre  per  molto  nei  costumi  del  popolo. 

Non  esageriamo.  L'articolo  di  fondo  non  è  più  la  parte  principale, 
necessaria  nel  giornale,  ma  esso  conta  ancora  un  gran  numero  di  fedeli. 

C'è  il  lettore  che  compra  da  trent'anni  il  giornale  del  suo  partito 
e  che  vuole  vedere  stampati  quei  lamenti,  quelle  recriminazioni,  quegh 
elogi  al  tale  uomo  politico,  e  quel  biasimo  al  tale  ministro,  che  costi- 
tuiscono come  un  bisogno  dell'animo  suo.  Per  questo  lettore  si  verifica 
un  fenomeno  curioso:  poco  a  poco  egli  assorbe  le  idee,  le  opinioni,  i 
criteri  e  perfino  la  forma  nella  quale  queste  idee,  queste  opinioni,  questi 
criteri  vengono  quotidianamente  espressi;  e  siccome  non  s'accorge  di 
questo  lento  processo  di  assimilazione,  arriva  a  persuadersi  che  l'artico- 
lista del  giornale  esprime  con  maravigliosa  esattezza  quello  che  egli  — 
l'assiduo  lettore  —  pensa  e  giudica. 

Inutile  dire  che  per  questo  lettore  l'articolo  di  fondo  è  una  parte 
essenziale  :  è  —  si  può  dire  —  carne  della  sua  carne,  sangue  dei  san- 
gue suo. 

C'è  poi  il  lettore  exploiteur  dell'articolo  di  fondo:  l'individuo  che 
appena  arriva  il  giornale  —  in  campagna,  nel  piccolo  centro,  nel  villag- 
gio —  si  chiude  in  camera  e  divora  l'aiticolo,  assorbendone  le  idee  e  le 
frasi;  anzi  più  queste  che  quelle.  Poi  va  al  pranzo  del  signor  tale  o  del 
tal  altro;  in  società  dalla  marchesa  X...  o  dalla  contessa  Y...;  al  caffè, 
al  club  o  alla  farmacia  e  là  sciorina  il  suo  bravo  attacco  al  Ministero,  la 
sua  critica  all'ultimo  discorso  politico,  la  sua  censura  all'ultima  legge 
approvata,  il  suo  biasimo  aUa  condotta  del  Prefetto  o  dei  Consiglio  pro- 
vinciale, procurando  di  ripetere  anche  quelle  frasi,  dell'articolo  che  ha 
letto,  che  gh  sembrano  più  atte  a  produrre  impressione  nell'uditorio. 

E  l'uditorio  il  giorno  dopo  rimane  a  bocca  aperta  leggendo  il  gior- 
nale e  trovando  che  regna  un  accordo  perfetto  tra  l'articolista  e  il  si- 
gnor Caio   che  la  sera  innanzi   ha  catechizzato  al  club,  al  caffè  o  alla 

farmacia.... 

■X- 

C'è  poi  il  lettore  che  legge  l'articolo  di  fondo  per  prendere  riso- 
lutamente, recisamente  un  parere  opposto  a  quello   sostenuto  dal  gior* 


MOVINCIA    DI   CUNEO. 


379 


naie;  confortato  in  questo  suo  sistema  dalla  piena  fiducia  che  ha  del 
proprio  criterio  e  dalla  nessuna  stima  che  accorda  ai  giornali  in  genere 
e  a  quello  a  cui  è  abbonato  in  specie. 

Finalmente  —  ed  è  la  classe  più  numerosa  —  ci  sono  i  lettori  che 
appena  vedono  nel  giornale  l'articolo  di  fondo  si  fanno  un  sacro  dovere 
di  saltarlo  a  pie  pari  —  tanto  è  l'orrore  che  provano  a  quella  colonna 
o  due  di  commenti  e  di  osservazioni  speculative.... 

Ordinariamente  sono  appunto  questi  gli  «  assidui  »  che  se  consta- 
tano per  due  numeri  di  seguito  la  mancanza  dell'articolo,  con  una  smorfia 
di  gente  noiata,  esclamano  : 

—  È  inutile!  Questo  giornale  non  si  può  leggere....  Ci  fosse  mai 
un  articolo  di  fondo.... 

In  conclusione  l'articolo  di  fondo  in  un  giornale  accuratamente  com- 
pilato e  ricco  di  notizie,  è  come  il  formaggio  in  un  gran  pranzo.  Nes- 
suno, o  quasi,  ne  assaggia;  ma  se  s'accorgessero  che,  al  dessert,  manca, 
tutti  reclamerebbero  scandalizzati: 

—  Che  diavolo!  questo  è  un  pranzo  incompleto!...  —  b. 


L'eloqueuza  delle  cifre 

La  media  fra  il  numero  dei  periodici  e  gli  abitanti 
dei  principali  Stati  del  mondo,  dà  le  seguenti  cifre  : 
Stati  Uniti,  un  giornale  ogni  4,433  abitanti. 
Svizzera,   i   ogni  5,073. 
Danimarca,   i   ogni  6,022. 
Belgio,   I  ogni  6,659. 
Francia,   l  ogni  8,642. 
Germania,    i   ogni  9,474. 
Gran  Brettagna,   i  ogni  11,409. 
Svezia,   I  ogni   13,120. 
Austria,   i  ogni  14,832. 
Italia,   I   ogni    20,356. 
Ungheria,   1  ogni  24,543. 
Russia,   I  ogni  109,611. 

Secondo  gli  esperimenti  fatti  da  un  medico  spagnuolo, 
le  persone  che  usano  molto  la  penna  scrivono  da  25  a 
30  parole  al  minuto,  essendo  30  parole  la  cifra  media 
fra  il  pensare  e  lo  scrivere.  I  g  ioraalisti  scrivono  più 
sollecitamente  di  tutti.  Generalmente  scrivono  da  40 
a  50  parole  al  minuto,  e  vi  sono  molti  che  superano 
anche  questa  cifra,  la  qual  cosa  può  credersi  facil- 
mente quando  si  guardino  le  loro  cartelle,  piene  di 
geroglitici,  indecifrabili  per  chicchessia,  meno  per  l'au- 
tore e  pel  compositore.  L'autore  di  questi  calcoli,  ha 
fatto  esperimenti  con  gran  numero  di  persone,  fra  cui 
Edison.  Costui  ha  lettere  magnifiche,  cosi  perfette  che 
ciò  che  scrive  pare  stampato.  Però  non  scrive  più  di  1 5 
a  25  parole  per  minuto.  A  40  parole  per  minuto,  le 
lettere  sono  molto  imperfette,  ma  si  leggono  però. 
A  50  parole  le  lettere  si  convertono  in  segni,  impos- 
sibili a  decifrarsi. 

....  In  Italia,  più  di  un  soldo  per  un  foglio  di  carta 
non  lo  si  vuole  spendere  ;  il  che  non  è  mai  confor- 
tante per  noi  che  sporchiamo  tanta  di  carta.  Almeno 
non  si  lamentassero  se  i  nostri  giornali  sono  cosi  in- 
feriori agli  stranieri  ;  in  nessun  paese  sono  dati  a  cosi 
vii  prezzo;  e  il  latino  canta:  qualis  pagatio,  talis  la- 
boratio. 


Oindizi  sulla  Stampa 

Se  si  limitassero  a  descrivere  la  vita  interiore  del 
luogo  in  cui  vivono,  i  giornali  diverrebbero  davvero 
una  scuola  di  efficace  insegnamento  per  tutti,  grandi 
e  piccini. 

Drapek. 

Quando  un  giornale  dice  di  un  ministro  :  è  un  mi- 
nistro tecnico  —  significa  :  è  una  bestia  in  politica. 

Quando  si  dice  di  uu  giornale  :  è  accreditato  —  si- 
gnifica:  nessuno  lo  compra. 

E  viceversa,  quando  si  dice  :  è  volgare,  è  fatto  per 
la  folla  —  significa:  tutti  lo  comprano. 

Cavour  amava  la  stampa  libera  fino  al  punto  da  re- 
putare dannosa  la  pubblicazione  delle  idee  del  governo 
fatta  in  forma  ufficiale  ed  ufficiosa.  Egli  diceva  :  —  Se 
la  vostra  causa  e  buona,  troverete  facilmente,, senza 
pagarli,  scrittori  che  difenderanno  con  maggior  zelo 
ed  ingegno  che  non  giornalisti  stipendiati. 

Il  giornalismo  conduce  a  tutto,  a  condizione  di 
uscirne. 

E.  DE  Girardi;^. 

Vi  è  tirannide  laddove  non  havvi  libertà  individuale. 
Vi  è  tirannia  laddove  non  havvi  libertà  di  stampa. 
Beniamino  Constant. 

Tout  faiseur  de  journal  doit  tribut  au  malin. 
Lafontaine. 

Se  ben  si  riguarda,  coloro  che  dicono  il  più  gran 
male  de'  giornali  e  de'  giornalisti  sono  quelli  che  ne 
mendicarono  o  sperarono  la  lode  e  il  suffragio  —  e  non 
l'ottennero.  In  questo  i  giornalisti  sono  pari  alle  don- 
re,  delle  quali  vogliono  mostrare  maggior  dispregio 
coloro  che  ne  chiesero  più  ferventemente  —  ma  indar» 
no  —  i  favori. 

G.  Piacentini. 


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liani come  l'orice,  dettino.  Collodi, 
Baccini,  De  Zerbi,  Panzacchi,  Fu- 
cini, ecc. 

Il  suddetto  periodico  pubblica  spe- 
ciali avvisi  a  colori  intercalati  nel 
testo  degli  articoli. 

DiCassimo  delle  parole  40. 

11  testo  dell'avviso  può  esser  cam- 
biato anche  ad  ogni  inserzione.  — 
11  giornale  consta  di  sei  pagine  le 
cui  due  ultime,  sono  destinate  inte- 
ramente ad  avvisi  di  ogni  dimensio- 
ne. —  Numeri  di  saggio  gratis. 


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SIEI    GIORNALI   DI    FIRENZE 

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iMezza  pagina  .  .  »  5  — 
,  Un  quarto  di  pagina  »    3  — 


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caricato di  ricevere  inserzioni 
pei  giornale  i.a  Tribuna  di 
Roma. 


PROVINCIA  DI  FERRARA 


Numero    dei    Comuni:  16  —    Popolazione:    230,807  —  Superficie:  K.  q.  2,627  —  Deputali  iella   provincia^ 
Sani,  Gattelli,  Turbiglio  G.,  Cavalieri. 


L'Aurora.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo fondato  nel  1887.  Esce  ogni  setti- 
mana in  4  pagine.  Abbonamento  :  anno 
L.  2.  Un  numero  5  centesimi.  Si  stampa 
a  Ferrara. 

Copparo. 

Bollettino  del  Manicomio  provinciale. 
Cronaca  mensile  dell'istituto,  fondata  nel 
1874.  Si  pubblica  in  8  pagine.  Abbona- 
mento :  anno  L.  2.  Non  si  vende  a  nu- 
meri separati. 

Ferrara. 

Chiohett  da  Frara.  Giornaletto  umori- 
stico, nato  nel  1886,  redatto  in  dialetto 
ferrarese.  Esce  ogni  settimana  in  4  pagine. 
Abbonamento:  anno  L.  3.  Un  numero  5 
centesimi. 

Ferrara. 

Il  Cittadino.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, nato  nel  1886.  Esce  ogni  setti- 
mana in  4  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  3,50.  Un  numero  5  centesimi. 

Codigoro. 

Eco  della  Camera  di  commercio  e  del 
Comizio  agrario.  Giornale  commerciale, 
industriale,  agricolo,  fondato  nel  1881.  Si 
pubblica  ogni  mese  in  8  pagine.  Ha  un 
supplemento  settimanale  che  contiene  l'in- 
dicazione dei  prezzi  delle  derrate.  Abbo- 
namento: anno  L.  2.  Un  numero  cent.  io. 

Ferrara. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi  della  provincia,  fondato 
nel  1.S66.  Esce  ogni  mese  a  fascicoli  e  si 
distribuisce  gratuitamente  ai  sindaci  dei 
comuni. 

Ferrara. 

Gazzetta  ferrarese.  Giornale  politico, 
amministrativo,  fondato  nei  184S.  Si  pub- 


blica tutti  i  giorni  meno  i  festivi  in  4  pa- 
gine a  4  colonne.  Direttore  responsabile: 
Paolo  Cavalieri.  Abbonamento:  anno  L.  20, 
semestre  io,  trimestre  5.  Inserzioni:  3.*  pa- 
gina 25  centesimi  la  linea,  4.*  pagina  15. 
Un  numero  5  centesimi.  Via  Borgo  Leo- 
ni, 24. 

Ferrara. 

La  Rivista.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, fondato  nel  1876.  Esce  la  sera  del 
martedì,  giovedì  e  doinenica  in  4  pagine 
piccole  a  4  colonne.  È  organo  della  de- 
mocrazia ferrarese.  Ne  fu  direttore  Giovanni 
Bacci  che  ora  dirige  la  Provincia  di  Mantova 
(vedi),  e  corrispondente  da  Roma  Onorato 
Roux.  È  redatto  con  molta  cura  ed  ab- 
bondanza di  notizie.  Il  suo  programma  è 
di  combattere  per  il  trionfo  degl'ideali  di 
Mazzini  e  Garibaldi.  È  diretto  ora  da  Al- 
dino Aldini.  Tiratura  1000  copie.  Abbo- 
namento: anno  L.  7,  semestre  4,  trime- 
stre 2,50.  Inserzioni:  4.*  pagina  15  cen- 
tesimi la  linea.  Un  numero  5  centesimi. 
Vicolo  Spadari,  i. 

Ferrara. 

Il  Eosario.    (Vedi   Provincia  di  Roma.) 

La  Sabadina.  Giornaletto  umoristico  il- 
lustrato, nato  nell'aprile  del  188S.  Esce 
ogni  settimana  in  4  pagine  a  5  colonne, 
redatto  in  italiano  e  dialetto  ferrarese.  Di- 
rettore: R.  Ghirlanda.  Abbonamento:  anno 
L.  2,50  ;  sem.   1,50. 

Ferrara. 

Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Fondato  a--l  i^'jb,  si  pubblica 
2  voltj  la  settimana  in  4  pagine  e  serve 
per  la  pubblicazione  degli  annunzi  legali 
della  provincia.  Abbonamento:  anno  L.  12. 
Un  numero   12  centesimi. 

Ferrara. 


Giornali  cessati: 

L'Alleania,  n.   1872  a  Ferrara,  fu  soppressa. 

L'Annunciatore  della   Tipografia,  Libreria  t  Cartoleria,  settimanale,  n.  a  Ferrara  i.° 

dicembre  i8oò;  redattore  F.  Solimani. 

Il  Buon  giovinetto,  religioso,  quindicinale,  n.   1875  '*  Ferrara;  direttore  N.  Boari. 
Il  Cammello  popolare,  n.   1872  a  Ferrara. 
La  Campana  a  martello,  n.  a  Ferrara. 
Giornale  di  agricoltura,  prima  diretto  a  Ferrara   dal   prof.  Botter  che  lo  trasportò 

poi  a  Bologna,  dove  tuttora  si  pubblica.  Morto  il  Botter  fu  d'retto  dal  prof.  Ti- 

moleone  Belleughi,  morto  anch' egli  nel  1877. 


382  GTJTOA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

—  La  Lanterna  -  Rivista  sociale,  settimanale,  n.   1875  a  Ferrara. 

—  La  Luce,  amministrativo,  n.  1885  a  Comacchio. 

—  La  Palestra,  letterario,  artistico,  n.   1882  a  Ferrara;  direttore  G.  Bacci. 

—  II  Popolo,  cattolico,  n.  a  Ferrara. 

—  Il  Povero,  repubblicano,  settimanale,  n.  1872  a  Ferrara. 

—  Il  Precursore,  organo  governativo,  esisteva  a  Ferrara  nel  183 1. 

—  La  Rivista  dell'  inondaiione,  n.  1872  a  Ferrara,  diretta  da  M.  R.  Jacchia. 

—  Schifanoja,  umoristico,  n.  11  maggio  1885  a  Ferrara;  direttore  Vittore  Mantovani. 

—  Lo  Svegliarino,  politico,  trisettimanale,  n.  1872  a  Ferrara. 

—  Il  Tamburo,  n.  a  Ferrara. 

—  L' Unione,  n.  a  Ferrara. 

—  La  Verità,  amministrativo,  quindicinale,  n.  188}  ad  Argenta. 

LA  CARCERE  COMUNE  PEI  GIORNALISTI 


Non  si  vuole  costituire  una  disuguaglianza  fra  i  colpevoli,  reclamare 
un  privilegio  o  dei  privilegi  per  una  classe  a  parte  di  cittadini;  si  do- 
manda che  sia  rispettata  la  legge  scritta  dello  Stato  e  che  un  savio  e 
utile  principio  di  moralità  pubblica  sia  inteso  e  applicato. 

Il  delitto  di  stampa  non  è  un  delitto  comune;  nel  codice  ha  —  per 
usare  i  vocaboli  prescritti  —  una  figura  e  delle  pene  speciali  :  giacche  il 
legislatore  non  può  condannare  la  frase  che,  inconsiderata,  sale  sino  a 
sgretolare  un  articolo  dello  Statuto  o  d'un  regolamento;  un'idea  che  si 
mostra  nella  sua  aspra  e  ingenua  spontaneità  come  una  coltellata  ficcata, 
di  notte,  a  tradimento,  tra  costola  e  costola  d'un  nemico,  come  il  furto 
fatto  nella  casa  dell'ospite,  come  la  calunnia,  come  il  falso. 

Non  si  può  abbassare  il  giornalismo,  quest'alto  esercizio  dell'inge- 
gno, questa  tribuna,  da  cui  non  dovrebbe  parlare  che  una  fede  nobil- 
mente operosa,  sino  al  livello  della  pistola  corta,  del  coltello  colla  susta. 

Infatti,  il  codice  considera  a  sé,  in  una  categoria  propria,  il  reato 
commesso  colla  stampa,  a  cui  pertanto  conseguono  pene  speciali,  del 
tutto  diverse,  più  lievi  dell'altre. 

E  la  differenza  fra  l'un  genere  e  l'altro  di  delitti  è  data  da  questo  : 
che  la  condanna  per  una  frase,  o  per  un  pensiero  messo  in  un  libro  o 
in  un  articolo  non  porta  seco,  fatalmente,  l' infamia,  e  la  moralità  del 
processato  rimane  sempre  intatta,  come  prima  d'ogni  sentenza  contro  di  lui. 

La  comunanza  del  carcere  con  un  aggressore,  con  un  bancarottiere, 
con  uno  strangolatore,  inflitta  ad  un  giornalista  è,  dunque,  una  ingiustizia. 

Ma  è  anche  qualche  cosa  di  più  :  —  è  un  errore  morale. 

Giacché,  chi  è  in  alto,  al  governo,  ha  non  solo  il  dovere  di  rispet- 
tare i  diritti  della  stampa,  questo  tribunato  moderno  più  ampio,  più  bene- 
fico e  più  pericoloso  dell'antico,  ma  quello  ancora  di  tutelarne  la  dignità, 
di  difenderla  dai  facili  sospetti,  di  renderla  rispettabile,  perchè  sia  forte. 

La  vita  nostra,  che  incominciammo  col  giornalismo  in  Italia,  è  un 
po'  quella  dei  maestri  elementari,  lavoratori  di  tutte  le  ore,  non  com- 
pensati ne  di  danaro  e  d'affetto;  diamo  il  nostro  ingegno,  quello  che 
abbiamo  imparato,  tutto  il  qualsiasi  patrimonio  che  siamo  riusciti  ad 
avere  per  una  gloriosa  speranza  :  quella  di  far  migliore  l'avvenire  e  che 
coloro,  almeno,  i  quali  verranno  dopo  di  noi,  a  esercitare  lo  stesso  me- 
stiere, saranno  meno  infelici  e  più  utili.  Intanto  a  chi  tocca  la  più  grave 


PROVINCIA    DI    FERRARA. 


583 


fatica  siamo  noi,  maestri  elementari  del  sillabario  o  della  educazione  ci- 
vile del  paese,  che  dobbiamo  insegnare  le  prime  nozioni,  fare  scuola  alle 
classi  inferiori,  tutte,  quasi  piene  d'analfabeti. 

E  il  governo  ci  tratta  tutti  ugualmente,  o  insegnanti  dell'abbaco  o 
fondatori  di  questo  grande  libro  nazionale  che  dovrebbe  essere  la  stampa: 
indistintamente  ci  colpisce  di  disprezzo,  ci  contrista  con  una  persecuzione 
costante  che  toglie  a  noi  ogni  autorità. 

Negli  altri  paesi  il  giornalista  è  una  specie  di  ufficiale  pubblico  :  gli 
impiegati  dello  Stato  lo  aiutano  e  lo  rispettano,  i  cittadini  sentono  di 
avere  in  lui  un  amico,  un  avvocato,  un  protettore  armato. 

Da  noi,  la  gente  ci  sospetta  ancora,  come  ha  sospettato  il  vapore, 
il  traìn,  tutto  quello  che  gli  appare  nuovo  e  straordinario;  il  governo 
che  nelle  sue  feste  ci  lascia  alla  coda,  fra  i  Menecrati  più  dispregevoli,  che 
non  ci  dà  né  privilegi  né  aiuti,  finisce  ora  per  accomunarci,  in  carcere, 
coi.  malfattori  più  tristi,  coi  ladri,  coi  falsari,  con  gli  accusati  d'eccitare 
la  puerizia  alla  corruzione. 

I  nostri  legislatori  mostrano  di  aver  dimenticato  —  fra  tante  altre 
cose  —  oltre  il  codice,  anche  i  nomi  dei  primi  iniziatori  del  giornalismo 
fra  noi:  i  nomi  di  Cavour,  di  Mazzini,  di  Guerrazzi,  di  BrofFerio:  la 
nobiltà  dell'  ingegno  e  del  carattere  italiano  in  questi  ultimi  quarant'anni. 

Per  queste  memorie,  per  il  sentimento  dell'ufficio  che  noi  tutti, 
modesti  e  ostinati  lavoratori,  adempiamo  ogni  giorno,  ogni  ora,  potrei 
forse,  invocare  qualche  riguardo,  magari  qualche  privilegio:  ma  mi  li- 
mito a  chiedere  una  carcere,  al  sole,  pulita,  sana,  senza  compagnie  nau- 
seabonde e  insultanti  —  condanna  peggiore  di  tutte  —  per  il  giorno  che 
può  venire,  in  cui  l'adempimento  coraggioso  ed  intero  della  nostra  pro- 
fessione, una  frase  o  una  idea,  ci  meriti  dai  giudici  una  condanna. 

Non  mi  pare  d'essere  indiscreto:  domando  solo  che  il  Governo 
d'Italia  tratti  la  stampa  in  un  modo  diverso  da  quello  dei  Borboni. 

il  Saraceno. 


Epigrafia  giornalìstica 

Nacque 

Per  colmare  un  vuoto 

Visse  vita  breve  ma 

Ebdomadaria 
Non  mori  —  Si  fuse. 

S.  Farina. 

Qui  posa  quel  giornale 
Che  disse  mah  e  bene  : 
Ma  il  ben  lo  disse  male 
E  il  mal  lo  disse  bene. 

La  Ga:^ietla  Lombarda  giace  qui, 
Visse  tre  giorni  soli  e  poi  mori. 
Malgrado  i  ponti  di  cui  si  serviva 
Non  ha  potuto  guadagnar  la  riva. 

(Quesi'  epitaffio  fu  scritto  nel  iSyj,  in  cui,  per  la 
prima  volta  dacché  la  slampa  era  libera  a  Milano,  mori 
la  Gazzetta  Lombarda,  non  per  mancanza  di  fondi, 
ma  per  mancanza  di  scrittori.  Finora  è  avvenuto  sem- 
pre il  caso  contrario  :  molti  scrittori,  troppi  scrittori, 
pochi  danari.  La  Gazzetta  Lombarda  era  sostenuta  da 
un   uomo  afflitto  da  parecchi  milioni!) 


Olla  podrida 


Da  p.irecchi  amici  nostri  tedeschi  ed  inglesi  ci  è 
stata  fatta  più  volte  l'osservazione  che  i  giornali  ita- 
liani, in  larga  proporzione,  si  occupano  più  delle  fac- 
cende degli  altri  paesi  che  di  quelle  del  paese  proprio. 
Ed  è  vero.  I  giornali  tedeschi,  inglesi,  francesi  son 
fatti,  meno  rare  eccezioni,  con  articoli,  notizie,  corri- 
spondenze, telegrammi  ;  tutta  roba  originale.  1  gior- 
nali italiani  vivono  per  quattro  quinti  di  spoglio:  spo- 
glio dai  confratelli  delle  altre  provincie,  spoglio  dai 
confratelli  dell'estero. 

Anche  i  telegrammi  della  Stefani  non  anticipano  che 
d'un  giorno  sui  giornali  tedeschi,  inglesi  e  francesi  su 
cui  si  leggono,  molto  più  estesi,  i  telegrammi  delle  Agen- 
zie  TVolff,  Reuter  ed  Havas. 

(Piccolo,  XIV,  i88) 

Il  pubblico  non  vuole  il  libro,  non  sopporta  nean- 
che la  Rivista,  che  è  la  incubatrice  che  in  Francia,  per 
esempio,  fa  nascere  il  romanzo;  vuole  il  giornale  che 
gli  agevoli  la  digestione  dopo  desinare  e  qualche  ora 
più  tardi  finisca  di  sgombrare  il  campo  a  nuova  dige- 
stione. Il  libro  costa  quiittro  lire,  e  vuole  un  posto  a 
sé,  preparato  per  lui,  per  lui  custodito:  ohibò! 
(Domenica  letteraria) 


L' ETÀ  FELICE 

BIBLIOTECHINA  EDUCATIVA  E  RICREATIVA  PEI  BAMBINI 

DIRETTA    DA 

IDA    BA  CCINI 


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Abbonatevi  all'  Età  Felice  diretta  da  Ida  Boccini. 

Questa  Nuova  Bibliotechina  divisa  in  serie  di  dieci  volumetti 
ciascuna,  contiene  :  Piccoli  racconti,  bozzetti  storici  e  letterari, 
commediole,  viaggi,  nozioni  elementari  di  scienze  naturali,  ecc. — 
Ogni  volumetto  rilegato  in  tutta  tela  a  secco  è  adorno  di  nitide 
illustrazioni  nel  testo. 


L'invio  di  L.  6,75  dà  il  diritto  d'Abbonamento  ad  una  serie  — 
ricevendo  i  volumetti  di  mano  in  mano  cbe  vengono  pubblicati 
(non  xnù  di  uno  al  mese)  franchi  di  porto  all'  indirizzo  designato  — 
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PROVINCIA  DI  FIRENZE 


'ìi.umero  dei  Cornimi:  74  —  'Popolazione:   790,776  —  Superficie:   K.  q.   5,799  —  'Deputali   della  provincia: 
I.    Peruzzi,    Ginori,    Luciani,    Cambray-Digny.    2.    Brunicardi,  Gentili,   Torrigiani.    3.  Villani,  De  Pazzi, 

Bastosri. 


Acta  Ordinis  Minorum.  Pubblicazione  L. 
cattolica  per  1'  Ordine  dei  Minori,  stampata  gli 
per  incarico  del  R.mo  P. Ministro  Generale. 
Esce  ogni  mese  a  fascicoli  di  i6  pagine 
a  2  colonne,  tutta  redatta  in  latino.  È  stata 
fondata  nel  1882  a  Roma,  dove  si  pubblicò 
sino  al  1887;  nel  quale  anno  trasferi  la  sua 
direzione  a  Brozzi.  Non  fa  abbonamenti  e 
si  spedisce  gratuitamente  agli  ascritti  al- 
l'Ordine. 

Broiii. 

L'Agricoltura  italiana.  Giornale  agri- 
colo, fondato  nel  i>''T).  Si  pubblica  ogni 
mese  a  fascicoli  di  64  pagine  in-8.°  con 
illustrazioni,  e  con  gli  atti  e  le  rassegne 
storiche  dei  Comizi  agrari  della  regione 
centrale  italiana.  Tiratura  oltre  500  copie. 
È  diretto  dal  prof.  Girolamo  Caruso,  di- 
rettore dell'Istituto  agrario  nella  R.  Uni- 
versità di  Pisa.  Vi  scrivono:  Del  Chicca, 
Macchiati,  Perugia,  Della  Pace,  Pedrazzini, 
Molina,  ecc.  Editore  proprietario:  M.  Ricci. 
Abbonamento:  anno  L.  12  -  Estero  15. 
Un  numero  L.  2.  Via  S.  Gallo,  31.  (Vedi 
avviso  speciale  a  pag.  380) 

Firenze. 

L'Agricoltura  pratica.  Giornale  del  Co- 
mizio agrario  di  Firenze,  nato  nel  gennaio 
del  1882.  Si  pubblica  ogni  mese  a  fasci- 
coli illustrati  di  48  pagine  con  copertina 
colorata.  Ne  è  direttore  Ginanneschi  Vin- 
cenzo, avvocato.  Scopo  del  giornale  è 
quello  di  promuovere  il  progresso  dell'arfe 
agraria  e  sollevare  le  coudizioni  economi- 
che del  Comizio  fiorentino.  Nel  1883  col- 
V Agricoltura  si  fuse  il  Cominercio.  Abbo- 
namento: anno  L.  6.  Un  numero  50  cen- 
tesimi. 

Firenx^i. 

Alceo.  Periodico  letterario,  nato  il  25 
dicembre  1888.  Esce  ogni  settimana  in  4 
pagine, formato  0,37  x  0,25.  Abbonamento: 
semestre  L.  2,50.  Un  numero  io  cente- 
simi. Via  Ricasoli,  314. 

Prato. 

L'Amico  dei  fanciulli.  Pubblicazione 
evangelica,  di  educazione  ed  istruzione  dei 
bambini.  È  stata  fondata  nel  1870  ed  esce 
in  fascicoli  di  16  pagine  in-S  °  illustrati, 
ogni  mese.  Abbonamento:  anno  L.  1,50 
da  I  a  5  copie;  L.   1,25  da  5  a  20  copie; 

N.  Bernardini — Guida  della  Stampa  periodica  italiana 


I   da   20   copie   in  su.  Via  dei  Serra- 
Si- 

Firenie. 

L'Amico  del  contadino.  Giornale  agri- 
colo, fondato  nel  1883  dal  cav.  Pietro 
Procacci  di  Firenze,  collo  scopo  di  spar- 
gere per  le  campagne  i  principii  della  buona 
morale,  e  di  impartire  alla  classe  dei  con- 
tadini una  istruzione  essenzialmente  pratica 
sulle  faccende  rurali.  Si  pubblica  ogni  15 
giorni  in  fascicoli  di  16  pagine  ed  ha  per 
promotori  e  collaboratori  distinti  agronomi 
di  ogni  parte  d' Italia.  Oltre  i  fascicoli  pe- 
riodici regala  agli  associati  qualche  sup- 
plemento e  in  fin  d'anno  un  almanacco 
di  circa  200  pagine  contenente  articoli 
compilati  da  distinti  scrittori.  Abbonamen- 
to: anno  L.  6.  Un  numero  25  centesimi. 
Tip.  Bruscoli,  Via  dell'Anguillara,  18. 

Firen:(e. 

L'Amico  del  popolo.  Giornale  ammini- 
strativo, cattolico,  nato  nel  1884.  Esce  ogni 
settimana  in  4  pagine  Si  stampa  a  Pistoja. 
Abbonamento  :  anno  L.  3.  Un  numero  e.  5. 

Prato. 

Annali  di  giurisprudenza.  Rivista  di 
scienze  giuridiche,  fondata  nel  1867.  Si 
pubblica  ogni  mese  in  fascicoli  di  128  pa- 
gine, in  modo  da  formare  ogni  anno  un 
volume  di  1700  pagine  in-8.°  grande  a  2 
colonne.  Tiratura  600  copie.  Amministra- 
tore :  Federigo  Nicolai.  Abbonamento  : 
anno  L.  25.  Un  fase.  L.  2.  Via  Faenza,  68. 

Firen:(e. 

Annali  di  Ostetricia  e  Ginecologia.  Pub- 
blicati dai  professori  Chiara,  Porro,  Fab- 
bri, Mangiagalli,  Morisani,  Negri,  Pasquali, 
e  diretti  dal  D.'  Emilio  Fasola  con  la  coo- 
perazione di  A.  Martinetti,  A.  Sani  e 
G.  Celli.  Escono  a  fascicoli  di  40  pagine 
in  S.°  Abbonamento:  anno  L.  io;  Unione 
postale,  12  franchi;  un  fascicolo  L.  1,50. 
Via  degli  Alfaui,  62. 

Firenze. 

L'Apicoltura  razionale  risorta  in  Ita- 
lia. Giornale  di  apicoltura  ed  economia, 
fondato  nel  gennaio  1885.  Si  pubblica  ogni 
mese  in  fascicoli  illustrati  di  16  pagine 
in-8.°  -  Abbonamento:  anno  L.  5,50.  Un 
numero  50  centesimi.  Tip.  Cooperativa. 

Firenze. 


386 


GUIDA   DELLA.    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 


L'Appennino.  Orario  delle  ferrovie  e  dei 
piroscafi,  fondato  nel  1880.  Si  pubblica  ogni 
mese  in  volumetti  di  un  numero  variabile 
di  pagine.  (Vedi  Italia  e  Subalpino.)  Edi- 
tore: G.  Arnaboldi.  Abbonamento:  anno 
L.  5.  Un  numero  50  centesimi 

Firen:^e. 

L'Araldo.  Giornale  letterario,  artistico, 
teatrale,  umoristico,  fondato  nel  1882.  Si 
pubblica  ogni  15  giorni  in  8  pagine.  Ab- 
bonamento: anno  L.  15.  Un  numero  40 
centesimi. 

Firenie. 

Archives  italiennes  de  ìjiologie.  Riviste, 
riassunti,  riproduzioni  di  lavori  scientifici 
italiani,  tradotti  in  francese.  Direttori:  C. 
Emery  e  A  Mosso.  Si  pubblica  in  volumi 
di  IO  fogli  di  stampa  in- ^°  -  3  fascicoli 
formano  un  volume  di  500  pagine  con 
numerose  tavole.  Ogni  volume  L.  20.  Edi- 
tore: Ermanno  Loeschcr. 

Firenze. 

Archivio  per  l'antropologia  e  l'etnolo- 
gia. Organo  della  Società  italiana  di  an- 
tropologia, etnologia  e  psicologia  compa- 
rata, fondato  nel  1870  e  pubblicato  d.jl 
dott.  Paolo  Maategazz',  illustre  scrittore 
di  cose  scientifiche,  viaggi  itore  fortunato, 
redattore  di  moltissime  pubblicazioni.  L'Ar- 
chivio esce  in  fascicoli  quadrimestrali,  con- 
tenenti ciascuno  non  meno  di  8  fogli  di 
stampa,  con  illustrazioni.  Vi  scrivono: 
P.  Riccardi,  M.  Buonfanti,  F.  Danielli,  ecc. 
Abbonamento:  anno  L.  20  -  Estero  25 
(pagabili  in  due  rate).  Un  numero  L.  7. 
Le  associaziorii  in  Firenze  si  ricevono  dal 
dott.  Raffaello  Zannetti,  Via  dei  Conti,  i. 

Firen:;^e. 

Archivio  storico  italiano.  Rivista  lette- 
raria, storica  e  di  critica  artistica,  fondata 
nel  1848  da  G.  P.  Vieusseux,  che  ebbe 
tanta  parte  nello  sviluppo  della  letteratura 
italiana  e  che  tenne  per  primo  e  principale 
collaboratore  Gino  Capponi.  Si  pubblica 
ogni  mese  in  grossi  fascicoli  di  170  pagine 
in-S."  a  cura  della  R.  Deputazione  di  sto- 
ria patria  per  le  provincie  della  Toscana, 
Umbria  e  Àlarche.  Vi  scrivono  :  A.  Medio, 
Pietro  Santini,  F.  Tocco,  G.  Silingardi, 
Girolamo  Rossi,  G  Occioni-Bonaffons,  ecc. 
Abbonamento:  anno  L.  21  -  Unione  po- 
stale: 24.  Un  fascicolo  L.  3,50.  Tipografia 
Galilejana. 

Firenie. 

L'Arte.  Giornale  letterario,  scientifico, 
artistico,  fondato  il  i."  luglio  1873  da  En- 
rico Carlo  Pini  che  ne  cedeva  poi  quasi 
subito  la  direzione  a  Carlo  Alberto  La>chi. 
Il  giornale  che  cambiò  più  volte  formato 
esce  oggi  in  eleganti  fascicoli  di  io  pagine 


con  copertina  a  colori.  Si  occupa  di  arte, 
teatri,  letteratura,  società,  ecc  Tiratura 
1000  copie.  Il  giornale,  del  quale  è  pro- 
prietario lo  stesso  Laschi,  è  molto  diffuso 
nel  campo  teatrale  e  nella  più  scelta  ari- 
stocrazia fiorentina.  Abbonamento:  anno 
L.  8.  Un  numero  30  centesimi. 

Firenie. 

L'Arte  della  stampa.  Monitore  per  le 
tipografie,  fondato  il  20  maggio  i"  69  dal 
suo  attuale  direttore.  Esce  ogni  mese  in 
fascicoli  di  8  pagine  a  2  colonne  e  coper- 
tina con  incisioni,  splendidamente  stam- 
pa'^o.  È  uno  dei  migliori  giornali  profes- 
sionali che  si  stampino  in  Europa.  Diret- 
tore: cav.  Salvadore  Laudi.  Abbonamento: 
anno  L.  6  -  Estero  8.  Un  numero  L.  i. 
Inserzioni:  una  pagina  L.  50,  mezza  30, 
un  quarto  20.  Via  Pandolfini,  4. 

Firenze. 

Arte  e  Storia-  Giornale  letterario,  arti- 
stico, storico,  fondato  nel  1882.  Si  pubblica 
ogni  settimana  in  8  pagine  a  2  coloone 
in-4.°,  in  carta  elievira.  Direttore:  Guido 
C.-'rccci.  Egli  si  è  procurato  in  ogni  parte 
d'Italia  collaboratori  fra  i  migliori  cultori 
degli  studi  archeologici  ed  artistici;  cosi 
in  ogni  numero  del  giornale  compaiono 
buoni  scritti,  frutto  di  ricerche  archivisti- 
che e  di  studi  artistici  antichi  e  moderni. 
Il  Carocci  m  ;rita  lode  per  aver  saputo  ti- 
rare su  questo  giornale,  che  nel  suo  genere 
si  può  dire  unico  in  Italia,  la  quale,  ben- 
ché culla  delle  belle  arti,  scarseggia  di  pe- 
riodici speciali  di  tali  studi.  UArte  e  Storia 
è  pure  una  salvaguardia  dei  monumenti, 
perchè  appena  sospetta  qualche  atto  van- 
dalico ne  segnala  l'attentato  in  modo  da 
impedirne  l'esecuzione,  e  seguendo  anche 
i  lavori  moderni  mette  in  luce  i  mono- 
poli, le  camarille  a  danno  dei  veri  artisti. 

Vi  scrivono  :  Alfredo  Melano,  cav.  Mat- 
teo Camera,  conte  prof  Carlo  Cipolla, 
avv.  Giuseppe  Oddi,  cav.  prof  Gaetano 
Clerici,  ing.  cav.  Vincenzo  Funghini,  ecc. 
Abbonamento:  anno  L.  6,  semestre  3,50. 
Un  numero  30  centesimi.  Via  S.  Apollo- 
nia, 33,  2."  p.° 

Firenie. 

Atti  dell'Accademia  del  B.  Istituto 
musicale  di  Firenze.  Pubblicazione  fon- 
data nel  1862.  Esce  a  fascicoli  di  oltre  60 
pagine  in-8."  -  Vi  scrivono:  E.  Cianchi, 
Luigi  Bicchierai,  Giovacchino  Bimboni, 
Agostino  Sauvage,  ecc.  Tipografia  Galletti 
e  Cocci. 

Firenze. 

Atti  della  B.  Accademia  della  Crusca. 
Pubblicazione  peno  lica,  scientifica,  lette- 
raria. Esce  a  fascicoli  di  oltre  100  pagine 


PROVINCIA   DI   FIRENZE. 


387 


in-S."  -  Vi  scrivono:  C.  Guasti,  M.  Ric- 
ci, ecc.  Tipografia  Celliai  e  C. 

Firen':(e. 

Atti  della  Reale  Accademia  economicc- 
agraria  dei  Georgofìli  di  Firenze.  Antica 
pubblicazione  agrario-economica,  organo 
dell'istituto  omonimo. 

Firenie. 

L'Avvenire.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, fimdato  nel  18S5.  Esce  ogni  set- 
timana in  4  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  2,80.  Un  numero  5  centesimi. 

Pistoja. 

L'Avvisatore  universale.  Giornale  biset- 
timanale d'annunzi  commerciali,  industriali 
e  agricoli, nato  nel  giugno  1886.  Si  pubblica 
in  4  p-igine,  formato  0,40  x  0,28.  Diret- 
tore; Cav.  Giovanni  Lucili.  Se  ne  distri- 
buiscono gratuitamente  10,000  copie.  Via 
del  Corso,  21  bis. 

Firenze. 

L'Avvocatura  italiana.  Rivista  legale, 
fondata  il  13  giugno  1885.  Organo  degli 
avvocati  e  dei  procuratori.  É  un'impor- 
tante pubblicazione  i  cui  collaboratori,  che 
sono  tutti  giureconsulti  distinti  d'ogni  parte 
d'Italia,  vantano  fra  loro  uno  Zanardelli, 
un  Giuriati,  un  Guala,  un  Cacacc,  un  Lu- 
chiui  ed  altri  molti,  onore  del  foro  e  del 
pari? mento.  Esce  2  volte  al  mese  in  fasci- 
coli di  almeno  16  pagine,  e  costa  L.  io 
l'anno,  decorrente  dal  i.°  novembre.  Un 
fascicolo  L.  I.  Direttore:  Rodolfo  Cala- 
mandrei. Vi  scrivono:  aw.  V.  De  Rossi, 
Anacleto  Girolami,  avv.  M.  Palatini,  ecc. 
Tipografia  L.  NicLolai. 

Firen:{e. 

Babilonia.  Rivista  umoristica,  letteraria, 
illustrata,  fondata  l'S  luglio  18SS.  Esce  ogni 
settimana  in  8  pagine  in-4.°  a  2  colonne,  con 
illustrazioni,  diretta  da  Nachor  (cav.  Carlo 
Carafa  du^^a  di  Noja).  Non  si  occupa  di 
politica,  ma  esclusiv.imente  di  letteratura, 
arte  e  scienza.  Abbonamento:  Firenze,  an- 
no L.  3;  Italia  L.  5;  Unione  postale:  io. 
Un  numero  25  centesimi.  Via  Marsilio  Fi- 
cino,  2.  (Vedi  avviso  speciale  a  pag.  264.) 

Firenie. 

Baiardo,  senia  macchia  e  senia  paura. 
Giornale  letterario,  artistico,  nato  il  7  lu- 
glio 1889.  Esce  ogni  domenica  in  4  pa- 
gine, formato  0,4^^0,30,  con  pupazzetti. 
Direttore:  Oscar  Mercatelli.  Abbonamento: 
anno  L.  8.  Un  numero  5  centesimi.  Via 
Folco  Porti  nari,  3  bis. 

Firenze. 

La  Battaglia.  Giornale  liberale,  monar- 
chico, nato  nel  settembre  1S89.  Si  pub- 
blica il  giovedì  e  la  domenica  in  4  pagine 
a  4  colonne.  Direttore:  Arturo  Pardo.  Ab- 


bonamento: anno  L.  10,  semestre  5.  Via 
dell' Orivolo,  33. 

Firen:(e. 

Bellini.  Periodico  musicale,  fondato  nel 
18S6,  come  organo  della  Ditta  A.  De  Lue- 
chi  e  C.  Abbonamento:  anno  L.  io;  se- 
mestre 6;  trim.  4. 

Firen:(^g. 

Il  Bisenzio.  Periodico  democratico,  fon- 
dato il  2  settembre  1888.  Esce  ogni  setti- 
mana in  4  pagine,  formato  0,30  x  0,26.  Ab- 
bonamento: anno  L.  3.  Via   Carraia,  50. 

Prato. 

Bollettino  degli  atti  della  Camera  di 
commercio  ed  arti  di  Firenze.  Fondato 
il  13  gennaio  1885.  Si  pubblica  a  fascicoli 
in-4.°  -  Tipografia  Carnesecchi. 

Firenze, 

Bollettino  delle  malattie  dell'orecchio, 
della  gola  e  del  naso.  Giornale  di  medi- 
cina, nato  nel  gennaio  del  18S3,  sotto  la 
direzione  del  Prof  V.  Grazzi.  Si  occupa 
di  otojatria,  laringoscopia,  rinologia.  Si 
pubblica  ogni  2  mesi  in  fascicoli  di  32  pa- 
gine, illustrate,  con  copertina.  Abbona- 
mento: anno  L.  3  -  Estero  4.  Per  gli  stu- 
.  denti  di  medicina,  la  metà.  Un  fascicolo 
L.  1.  Direzione:  Borgo  dei  Greci,  8. 

Firen:(e. 

Bollettino  della  E.  Società  toscana  di 
orticoltura.  Fondato  dalla  presidenza  della 
stessa  Società  nel  1873.  Esce  ogni  mese 
in  un  fascicolo  di  32  pagine,  illustrato  con 
incisioni  e  tavole,  delle  quali  in  un  snno 
6  in  cromolitografia  e  6  in  litografia.  Tanto 
le  incisioni  che  le  tavole  rappresentano  spe- 
cie e  varietà  di  piante,  fiori,  frutta  nuove 
o  poco  diffuse.  Ha  numerosi  collaborarori  e 
corrispondenti  in  Italia  ed  all'estero.  Con- 
tiene oltre  agli  atti  della  Società,  articoli 
originali  sopra  argomenti  riguardanti  i  vari 
rami  della  orticoltura,  descrizioni  di  piante 
nuove,  notizie  di  viaggi,  riviste  ed  estratti 
di  pubblicazioni  estere,  rassegna  mensile 
orticola  e  meteorologica,  ecc.  Dietro  ri- 
chiesta si  spedisce  gratis  un  numero  di 
saggio.  Vi  scrivono:  Augusto  Dufour,  An- 
drea Garbocci,  G.  Piergrossi,  G.  Ugolini, 
F.  Burvenich,  dott.  Kònig,  M.  Grilli,  E. 
Bergman,  F.  Meucci,  ecc.  Abbonamen-o: 
anno  L.  io.  Un  numero  L.  i.  Via  S.  Gil- 
lo, 31.  (Vedi  avviso  speciale  a  pag.  380). 

Firen  le. 

Bollettino  della  Sezione  fiorentina  della 
Società  africana  d'Italia.  Fondato  nel 
marzo  del  1883,  si  pubblica  ogni  3  mesi 
in  fascicoli  legati  in-8.*  -  Direttore  :  P.  Ste- 
fanelli. Il  bollettino  contiene  rel'zicni  di 
viaggi,  atti  della  Società,  ecc.  Vi  scrivono  : 
U.   Valle,  A.    Mori,  U.   Ugolini-Borgio- 


388 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


ni,  ecc.  Abbonamento:  anno  L.  4  -  Unione 
postale  5.  Un  numero  L.  i.Via  S.  Gallo,  33. 

Firenze. 
Bollettino  della  Società  entomologica 
italiana.  Giornale  di  entomologia  pura  ed 
applicata,  fondato  nel  1869.  Si  pubblica 
ogni  3  mesi  in  fascicoli  di  un  numero 
variabile  di  pagine  e  tavole.  Si  distribuisce 
gratuitamente  ai  membri  della  Società.  Per 
i  non  soci,  abbonamento:  anno  L.  15.  Via 
Romana,  19. 

Firenze. 
Bollettino  della  Società  Fotografica  Ita- 
liana. Organo  della  Società  omonima,  fon- 
dato nel  luglio  iS,S9.  Abbonamento:  anno 
L.   18.  Tip.  di  Salvadcre  Landi. 

Firenze. 
Bollettino  della  Società  protettrice  de- 
gli animali.  Giornale  fondato  nel  1S78 
come  organo  della  Società,  di  cui  pubblica 
gli  atti  e  le  operazioni.  Esce  304  volte 
all'anno  in  fascicoli  di  24  pagine.  Ogni 
numero  costa  50  centesimi.  Ai  soci  si  di- 
stribuisce gratis.  Direttore:  Conte  France- 
sco Pelion  di  Persano.  Via  dell'Orivolo,  41. 

Firenie. 
Bollettino  delle  varianti  per  la  guida 
pratica  di  servizio  militare.  Fondato  il 
30  aprile  18^5,  si  pubblica  una  volta  al 
mese  a  fascicoli  di  circa  40  pagine  in-8.° 
Abbonamento:  anno  L.  2,50.  Un  numero 
50  centesimi.  Collini,  editore.  Tipografia 
Cooperativa. 

Firenze. 
Bollettino  delle  pubtlicazioni  italiane 
ricevute  per  diritto  di  stampa  dalla  Bi- 
blioteca centrale  di  Firenze.  Pubblicazione 
periodica  ufficiale,  fondata  nel  1867  e  fatta 
per  cura  della  Biblioteca  nazionale  centrale 
di  Firenze.  Esce  ogni  1 5  giorni  in  fasci- 
coli di  24  pagine  in-8.''  a  2  colonne.  È 
il  più  completo  catalogo  di  tutte  le  pub- 
blicazioni italiane.  Si  spedisce  a  tutte  le 
biblioteche  del  regno.  Abbonamento:  anno 
L.  1 5.  Tipografia  dei  successori  Le  Mou- 
nier. 

Firen:(e. 
Bollettino  di  agricoltura,  agronomia  e 
chimica  agraria.  Fondato  nel  gennaio  1889 
si  pubblica  a  cura  della  scuola  agraria  di 
Scandicci  e  del  Comizio  agrario  di  Firenze 
ogni  mese  in  fascicoli  di  32  pagine  in-8.' 
Direttore:  N.  Passerini.  Vi  scrivono  anche 
C.  Marchi,  V,  Fazzini,  ecc.  Abbonamento: 
anno  L.  6.  Un  numero  L.  i.  Borgo  Santa 
Croce,  5. 

Firenie. 
Bollettino  di  oculistica.  Giornale  me- 
dico, speciale  per  le  cure  degli  occhi,  di- 
retto dal  dottor  Andrea  Simi  e  fondato 


nel  1879.  Si  pubblica  il  i.°  d'ogni  mese 
e  contiene  scritti  originali  illustrati,  riviste 
della  stampa  italiana  ed  estera  in  materia 
d'oculistica,  formulari;  annunzi  bibliogra- 
fici, ecc.  Abbonamento:  anno  L.  4  -  Este- 
ro 5.  Ogni  fascicolo  di  16  pagine  50  cen- 
tesimi. Gli  abbonamenti  cominciano  col 
i."  settembre.  Direzione:  Via  dei  Servi,  9. 

Firen:i^e. 

Bollettino  di  annunzi  agrari,  industriali 
e  commerciali.  Fondato  nel  1886,  esce  a 
periodi  irregolari  in  4  pagine.  Un  numero 
5  centesimi. 

Pistoja. 

Bollettino  mensile  della  fabbrica  Ettore 
Magnolfi  e  C.  -  Organo  del  lavoro  ed  in- 
venzioni inerenti  alla  fabbricazione  della 
carta,  feltri  per  cartiere  ed  affini,  fondato 
il  i.°  marzo  1888.  Si  pubblica  il  i.°  d'ogni 
mese  in  8  pagine  in-4.''  e  si  spedisce  gratis. 

Prato. 

La  Camera  oscura.  Giornale  scientifico 
dell'arte  fotografica,  fondato  nel  1883.  Si 
pubblica  ogni  mese  in  fascicoli  di  16  pa- 
gine. Abbonamento:  anno  L.  8.  Non  si 
vende  a  numeri  separati. 

Prato. 

Il  Campanello.  Giornale  politico,  ammi- 
nistrativo, nato  nel  1889. 

Prato. 

La  Chiacchiera.  Giornaletto  umoristico 
nato  nel  1874.  Si  pubblica  la  domenica  e 
il  giovedì  in  piccolo  formato  a  3  colonne. 
Si  occupa  di  tutto  e  di  tutti  e  pubblica 
anche  delle  caricature.  Pubblica  raccontini, 
aneddoti,  poesie,  sciarade,  dialoghi,  ecc. 
Abbonamento:  anno  L.  5,  semestre  2,50. 
Un  numero  cent.  5.  Piazza  S.  Croce,  28. 

Firenie. 

La  Ciarla.  Corriere  dei  bagni  di  Mon- 
tecatini, nato  il  9  luglio  1889.  Esce  ogni 
domenica  in  4  pagine,  formato  0,37  x  0,24, 
con  illustrazioni.  Un  numero  io  centesimi. 
Via  della  Madonna,  palazzo  Ippolito. 

Pistoja. 

La  Civiltà  cattolica.  (Vedi  provincia  di 
Roma.) 

Il  Commercio.  Giornale  finanziario,  com- 
merciale e  di  pubblicità,  nato  nel  1886. 
Si  pubblica  ogni  mese  in  4  pagine  a  4 
colonne.  Direttore:  Silvio  Laschi.  Abbo- 
namento: anno  L.  6.  Via  dell'Agnolo,  88. 

Firenze. 

Il  Commercio  toscano.  Giornale  bisetti- 
manale, commerciale,  nato  nel  1889.  Esce 
in  4  pagine  a  4  colonne.  Direttore:  Giu- 
seppe Tonarelli.  Pubblica  articoli  finanziari, 
commerciali,  industriali,  agricoli,  cambia- 
menti e  costituzioni  di  società,  protesti 
cambiarli,  appalti,  mercati   della  Toscana 


PROVINCIA   DI   FIRENZE. 


389 


e  principali  piazze  del  regno,  ecc.  Abbo- 
namento: anno  L.  io;  Unione  postale  L.  14; 
un  numero  io  cent.  Via  de'  Servi,  2  bis. 

Firenie. 

Il  Consultore  giuridico,  civile  ed  eccle- 
siastico. Fondato  nel  1878,  esce  bimensil- 
mente in  12  pagine  in-4.°  -  Direttore: 
avv.  G.  M.  Grassi.  Abbonamento:  anno 
L.  7.  Borgo  Albizzi,  21. 

Firefìie. 

Cordelia.  Giornale  di  letture  per  le  gio- 
vinette italiane,  fondato  il  6  novembre 
del  1 881.  Il  primo  direttore  fu  Angelo  De 
Gubernatis.  Ora  è  diretto  da  Ida  Baccini, 
nota  autrice  di  opere  pedagogiche  e  di- 
dattiche. Vi  collaborano  numerosissimi  let- 
terati italiani  e  stranieri.  Si  pubblica  ogni 
domenica,  in  fascicoli  di  8  pagine  e  co- 
pertina. Ha  per  scopo  principale  l'edu- 
cazione femminile.  Editori:  Ademollo  e  C. 
Abbonamento:  anno  L.  5  -  Estero  8.  Un 
numero  io  centesimi.  Via  S,  Gallo,  33. 

Firenie. 

Corriere  artistico.  Nato  il  26  mag- 
gio 1889,  si  occupa  di  lettere,  arti,  teatri, 
varietà  e  contiene  graziose  illustrazioni. 
Esce  il  IO,  17  e  25  d'ogni  mese.  Ha  an- 
nessa un'agenzia  teatrale  diretta  dal  cava- 
liere G.  Bacci.  Direttore:  Paolo  Mosti. 
Abbonamento:  anno  _L.  io.  Via  Anguil- 
lara,  18. 

Firenie. 

Il  Corriere  italiano.  Giornale  politico 
liberale,  fondato  nel  1865.  Esce  ogni  giorno 
in  4  pagine  in-folio,  gran  formato,  a  5  co- 
lonne. Riceve  corrispondenze  da  Roma, 
Parigi,  ecc.  In  politica  propugna  idee  di 
sinistra.  È  redatto  con  molta  cura  e  per- 
ciò gode  grande  stima  in  Toscana.  Ti- 
ratura 4000  copie.  È  edito  dallo  stabili- 
mento Giuseppe  Civelli.  Fu  diretto  sino 
al  19  aprile  1889,  dal  cav.  Emilio  Bira- 
ghi,  che  mori  in  quel  giorno  appunto. 
Abbonamento:  anno  L.  24,  semestre  12, 
trimestre  6  -  Estero  (unione  postale)  an- 
no L.  40,  semestre  20,  trimestre  io.  Via 
Faenza,  91. 

Firenze. 

Deutsche  Zeitung  fw  Italiener,  lu  Un- 
terrichtsi^iuecken,  ìnrausgegeben  von  W.  Gol- 
dschagg.  —  È  nato  il  ó  ottobre  1888  e  si 
pubbliv:a  una  volta  la  settimana  in  8  pa- 
gine in-4.''  -  Portando  in  hngua  tedesca 
le  cose  più  interessanti  e  scritte  dai  primi 
autori  della  Germania,  per  mezzo  di  note 
marginali  con  traduzioni  dei  vocaboli  meno 
comuni  e  con  osservazioni  grammaticali 
ed  etnologiche,  mette  in  grado  anche  i 
meno  provetti  a  leggere  con  facilità  tutti 
gli  articoli  e  procurarsi  cosi  in  breve  tempo 


e  senza  difficoltà  e  pedanterie  una  profonda 
conoscenza  della  lingua  tedesca.  Abbona- 
mento: trimestre  L.  5.  Via  Tornabuoni,  15, 
libreria  H.  F.  Mùnster,  edit. 

Firen:^e. 

La  Domenica  fiorentina.  Giornale  ebdo- 
madario letterario,  politico,  fondato  1'  8 
gennaio  i8<s8.  Esce  ogni  settimana  in  4 
pagine  e  straordinariamente  in  6,  forma- 
to 0,45  X  0,30,  a  4  colonne.  Direttore:  Na- 
poleone Panerai.  Scopo  precipuo  di  que- 
sta pubblicazione  periodica  è  l'offrire  in 
una  rassegna  politica,  in  una  cronaca  lo- 
cale e  internazionale,  nell'esame,  nella 
critica  e  nella  discussione  degli  affari 
municipali,  nelle  riviste  dei  teatri,  nelle 
recensioni  bibliografiche,  nelle  notizie  ge- 
nerali interessanti  la  pubblica  curiosità,  e 
sopratutto  nella  produzione  letteraria,  affi- 
data alle  penne  più  valenti  d' Italia  (Yo- 
rick,  Cicitino,  Panzacchi,  De  Zerbi,  Bac- 
cini, ecc.),  una  lettura  domenicale  attraente, 
piacevole  ed  onesta,  lontana  cosi  dalla  pe- 
danteria spigolistra,  nojosa  ed  ipocrita, 
come  dalla  salacità  scurrile,  corruttrice  ed 
immorale.  Ha  raggiunto  una  ragguarde- 
vole tiratura  ed  offre  ai  commercianti  una 
pubblicità  efficacissima  dovuta  alla  sua 
clientela.  Editori  proprietari:  L.  Monte- 
latici  e  C.  -  Abbonimento:  anno  L.  3,50  - 
Estero  6.  Un  numero  5  centesimi  -  in 
provincia  10.  Via  delle  Farine,  2.  (Vedi 
avviso  speciale  a  pag.  380.) 

Firen:{e. 

L'Eco  amministrativa.  Rivista  quindici- 
nale, nata  il  i  <;  febbraio  1889,  ad  uso  degli 
uffizi  comunali.  Esce  in  8  pagine  in-4.'' 
Abbonamento:  anno  L.  8.  Stabilimento  ti- 
pografico Cappelli. 

Firenie-Poggihonsi. 

Eoo  degl'impiegati  ferroviari.  Giornale 
fondato  nel  18.S3  a  Firenze  per  propugnare 
gl'interessi  del  personale  ferroviario;  nel 
1886  si  trasferi  a  Pisa,  poscia  nel  1887 
tornò  a  pubblicarsi  a  Firenze.  Esce  ogni 
1 5  giorni  in  4  pagine.  Abbonamento  :  anno 
L.  6.  Un  numero  io  centesimi. 

Firenze. 

L'Eco  del  parrucchiere.  Organo  degli 
interessi  dei  parrucchieri,  fondato  nel  1884 
col  titolo  di  Parrucchiere  italiano.  Sospese 
le  pubblicazioni  per  qualche  tempo,  le  ri- 
prese nel  1889  col  titolo  attuale.  Si  pub- 
blica ogni  domenica  in  4  pagine  a  5  co- 
lonne in-folio.  Oltre  a  difendere  gl'inte- 
ressi dei  parrucchieri,  il  giornale  si  pro- 
pone lo  scopo  di  divertire  i  clienti  dei 
medesimi  e  perciò  pubblica  poesie,  novelle 
e  romanzi.  Fu  direttore  della  prima  serie 
Virgilio  Dolfi  ;  ora  dirige  il  giornale  Gio- 


390 


GUIDA   DELLA   STATUPA   PERIODICA   ITALIANA. 


berlo  De  Palma.  Abbonamento:  anno  L.  6, 
semestre  3  -  Estero:  anno  L.  8,6">,  seme- 
stre 4,30.  Un  numero  15  centesimi.  Inser- 
zioni: 30  centesimi  la  linea  in  4.'  pagina. 
Gli  abbonamenti  cominciano  il  i.°  e  15 
d'ogni  mese.  Via  Folco  Portinari,  3  bis. 

Firenie. 

L'Economista.  Giornale  finanziario,  eco- 
nomico, commerciale,  fondato  nel  1874. 
Si  pubblica  ogni  settimana  in  fascicoli  di 
16  pagine  a  2  colonna  con  illustrazioni. 
Direttore:  avv.  Giulio  Franco.  Vi  scrivono: 
Carlo  Fontanelli,  Arturo  De  Johannis, 
Ferruccio  Stefani,  Tullio  Martello,  ecc.  È 
un  giornale  ben  redatto  e  molto  stimato 
per  la  serietà  ed  accuratezza  con  cui  è  fatto. 
Tira  oltre  1000  copie.  Abbonamento:  anno 
L.  20,  semestre  io,  trimestre  5  -  Estero: 
anno  L.  23,  semestre  12.  Un  numero  50 
centesimi.  Via  Cavour,  i. 

Firenze. 

L'Educatore.  Giornale  scolastico,  didat- 
tico, fondato  nel  1869.  Si  pubblica  2  volte 
al  mese  in  fas'ticoli  di  i6  pagine.  É  com- 
pilato dai  migliori  insegnanti  e  pedagogi- 
sti italiani.  È  organo  ufficiale  della  Società 
d'incoraggiamento  letterario  per  gli  alunni 
e  le  alunne  delle  scuole  d'Italia.  Direttore 
proprietario:  cav.  prof.  Oza  Giuntini.  Vi 
scrivono:  Maggiorelli,  Ferraris,  Giuntini, 
Fondelli,  Fedi,  Bardi,  Caciotti,  Trillini,  ecc. 
Abbonamento:  anno  L.  4,  semestre  2,50. 
Inserzioni:  20  centesimi  la  linea.  Un  nu- 
mero 50  centesimi.  Via  Pandolfìni,  2. 

Firenie. 

L'Elettrico.  Giornale  politico  della  sera, 
nato  nel  novembre  del  1884.  Sospese  dopo 
qualche  anno  le  pubblicazioni;  le  riprese 
nel  1889,  É  giornale  trasformista,  ben  re- 
datto, in  4  pagine  a  4  colonne.  Fu  diretto  da 
Erik  Lunibroso,  ora  avvocato  a  Tunisi,  e 
V.  E.  Agnolctti.  Hi  una  tiratura  di  20,000 
copie.  Abbonamento:  anno  L.  16,  seme- 
stre e  trimestre  in  proporzione  -  Estero: 
anno  L.  32.  Via  dell' Orivolo,  33. 

Firenze. 

Ferruccio.  Corriere  toscano  della  sera, 
nato  nel  1878.  Si  pubblxa  ogni  giorno, 
eccettuati  i  festivi,  in  4  pagine  a  5  co- 
lonne, sotto  la  direzione  di  Giacomo  Fer- 
nando Ponis.  È  giornale  ben  redatto  e 
tira  oltre  1000  copie.  Fino  al  1885  ebbe 
il  titolo  di  Ferruccio,  che  poi  modificò 
in  quello  di  Capitan  Ferruccio  abbando- 
nato pure  per  assumere  quello  di  Popolo, 
che  lasciò  definitivamente  per  tornare  al 
primitivo.  Abbonamento:  anno  L.  20,  se- 
mestre 10,  trimestre  5.  Inserzioni:  20  cen- 
tesimi la  linea,  Via  Folco  Portinari,  3. 

Firenze, 


Fieramosca.  Giornale  politico  del  popolo, 
nato  nel  1881.  Si  pubblica  ogni  giorno  in 
4  pagine  in-folio  a  5  colonne,  sotto  la  di- 
rezione del  dott.  Gaetano  Malenotti,  che 
ne  fu  il  fondatore  (i).  Il  Fieramosca  ha  una 
diffusione  di  30,000  copie  perchè  è  fatto 
con  molto  amore  ed  arte:  mostra  spirito  ed 
acutezza  nei  suoi  articoli  e  abbonda  di  no- 
tizie e  telegrammi  particolari.  Propugna 
idee  liberali  progressiste.  Fa  3  edizioni,  una 
al  tocco,  l'altra  alle  4  ij2  e  la  terza  alle 
9  pom.  Abbonamento:  anno  L.  18,  seme- 
stre 9,  trimestre  4,50  -  Estero:  spese  po- 
stali in  più.  Piazza    Madonna,  9. 

Firenie. 

Firenze -Alhambra.  Giornale  politico, 
artistico,  letterario,  nato  nel  18SS.  Esce 
ogni  settimana  in  4  pagine  a  3  colonne, 
illustrato.  Si  dispensa  gratis.  Via  Carlo 
Alberto,  5. 

Firen:^e. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi,  fondato  nel  1865  (2). 
Non  ha  ordine  fisso  di  periodicità  e  si  pub- 
blica in  fascicoli  di  un  numero  variabile 
di  pagine.  Non  fa  abbonamenti. 

Firen:^e. 

La  Fratellanza  artigiana.  Periodico  del 
Comune  artigiano  cht  iì3.  sede  in  Firenze; 
è  stato  fondato  nel  1875  e  si  pubblica  2 
volte  al  mese  in  8  pagine  piccole  a  3  co- 
lonne. Si  occupa  dei  congressi  operai,  delle 
società  di  mutuo  soccorso  e  pubblica  gli 
atti  del  Comune  artigiano.  In  principio  il 
giornale  fu  diretto  da  F.  G.  Piccini;  ora 
ne  è  direttore  Luigi  Minuti.  AbboDamen- 
to:  50  centesimi  al  semestre  pei  soci,  75 
pei  non  soci.  Via  Pandolfini,  17. 

Firen:(e. 

Il  Giglio  fiorentino.  Diario  ecclesiastico, 
fondato  nel  18Ó9.  r,  un'utilissima  pubbli- 
cazione periodica.  L'uso  che  di  essa  fanno 
anche  i  giornali  politici,  mostra  che  i  so- 
lerti editori  nella  compilazione  del  perio- 
dico studiano  di  soddisfare  ad  un  bisogno 
del  pubbhco,  che  ama  di  essere  informato 
di  tutto  ciò  che  attiene  alle  feste  del  culto, 
agli  usi  e  consuetudini  della  vasta  arcidio- 
cesi  fiorentina.  Sicché  il  Giglio  è  una  fonte 
autorevole  d'informazioni,  e  un  fedele  con- 
servatore delle  belle  tradizioni  del  popolo. 
Tipografia  Bencini. 

Firen:(^e. 

(i)  Il  Malenotti  nel  1881  assieme  con  Guido  Carocci 
aveva  fondato  un  giornale  quotidiano,  Fra  Diavolo^ 
ch'ebbe  però  vita  brevissima. 

(2)  Dal  trasporto  della  capitale  a  Firenze  fino  al 
trasporto  della  medesima  a  Roma,  si  pubblicò  la  Cra^- 
i^etia  Ufficialt  del  Regno  d' Italia  in  4  pagine  grandi 
a  5  colonne. 


PROVINCIA   DI  FIRENZE. 


391 


Giornale  della  Società  fiorentina  d' Igie- 
ne. Fondato  nel  iSH^  col  titolo  di  Bui- 
lettino  che  gli  rimase  fino  al  1889.  Que- 
sta pubblicazione  ha  sostenuto  la  fonda- 
zione di  società  autonome  d'igiene  nei 
grandi  centri  italiani  e  la  loro  unione  in 
un  lascio  federale,  il  che  si  effettuò  con 
la  Federazione  delle  Società  italiane  d'Igie- 
ne, che  tiene  congressi  annuali.  Questo 
giornale  comprende  una  parte  originale, 
una  di  atti  della  Società,  una  rivista  dei 
progressi  dell'  igiene,  cronaca,  bibliogra- 
fia, ecc.  Esce  4  volte  all'anno  in  fascicoli 
di  8c-iio  pagine  in-8.°  con  tavole.  Ab- 
bonamento per  i  non  soci:  anno  L.  6;  se- 
mestre L.  3,50.  Un  fascicolo  L.  2.  Redat- 
tore: cav.  prof.  Ansaldo  Bianchi.  Direttore: 
comm.  prof  Cesare  Paoli.  Editore  Civelli. 
Via  Tornabuoni,  4. 

Firenze. 

Giornale  delle  arti  e  delle  industrie. 
Organo  degli  interessi  economici  del  re- 
gno d'Italia,  fondato  nel  1855.  Si  pubblica 
il  mercoledì  in  8  pagine  a  3  colonne. 
Tratta  di  arti,  industrie,  agricoltura,  fi- 
nanza, economia,  ferrovie,  marina,  igiene, 
belle  arti,  ecc.  L'ufficio  del  giornale  s' in- 
carica di  ottenere  attestati  di  privativa, 
brevetti  d' invenzione,  dal  Governo  italiano 
e  da  quelli  esteri.  Abbonamento  :  anno 
L.  12,  semestre  7,  trimestre  4  -  Estero: 
anno  L.  18,  semestre  io,  trimestre  6.  Via 
Montebello,  54. 

Firetiie. 

Giornale  di  erudizione.  Corrispondenza 
letteraria,  artistica  e  scientifica,  fondata  il 
15  dicembre  1885  in  sostituzione  del  Gior- 
nale degli  eruditi  e  curiosi  di  Padova,  fon- 
dato a  sua  volta  il  5  novembre  1882.  Scopo 
del  giornale  è  di  tener  viva  una  corrispon- 
denza di  domande  e  risposte  su  questioni 
di  fingua,  storia,  archeologia,  ecc.,  come 
fanno  ['Intermediarie  francese,  le  Notes  and 
Queries  inglese,  ecc.  Direttore  del  giornale 
è  Filippo  Orlando  che  per  il  passato  di- 
resse le  Letture  di  famiglia. 

Il  Giornale  di  erudiiione  si  pubblica  2 
o  3  volte  il  mese,  in  fascicoli  di  ló  pagine 
in-8.''  piccolo,  in  carta  a  mano,  con  co- 
pertina pure  in  carta  a  mano,  stampata  a 
2  colori.  Ventiquattro  fascicoli  formano 
un  volume  che  tia,  oltre  il  frontispizio  e 
l' indice  copiosissimo,  una  coperta  elegante. 
L'associazione  è  a  volumi.  Prezzo  per  ogni 
volume  L.   12.  Un  numero  L,   i. 

Ojaesto  giornale,  unico  in  Italia  nel  suo 
genere,  sia  per  l'importanza  dello  scopo 
che  si  propone,  sia  per  la  ricchezza  del- 
l'edizione, ha  trovato  per  tutto  la  più  fa- 
vorevole  accoglienza.   Le   associazioni  si 


ricevono   dai    Fratelli   Bo::ca,    editori,  Fi- 
renze. Via  del  Fosso,  40. 

FirertT^e. 

Il  Giorno.  Giornale  cattolico,  politico, 
amministrativo,  fondato  nel  marzo  1880. 
É  la  continuazione,  in  linea  politica,  dtì- 
V Armonia  e  del  Messaggiere,  ed  è  ora  prin- 
cipale ed  autorevole  organo  del  partito 
cattolico  in  Toscana.  Si  pubblica  ogni 
giorno  in  4  pagine  a  4  colonne.  Fu  di- 
rettore dal  1880  fino  al  1887  l'abate  Ca- 
sali, che  morì  nel  gennaio  di  quell'anno  (i). 
Il  giornale  fu  iniziato  dall'editore-tipografo 
M.  Ricci,  ma  dopo  18  mesi  passò  al  mar- 
chese Gherardo  Gherardi  Del  Turco,  che 
ora  lo  dirige.  La  pubblicazione  di  questo 
giornale  è  ricercatissima  dai  negozianti  e 
privati  perchè  sanno,  con  questo  mezzo, 
di  rivolgersi  ad  un  ceto  serio  e  denaroso. 
Ne  è  concessionaria  la  Ditti  Luigi  Mon- 
telatici  e  C.  Abbonamento:  anno  L.  18, 
semestre  9,  trimestre  s-  P>^i  parrochi:  anno 
L.  15  Un  numero  5  centesimi.  Via  delle 
Farine,  2.  (Vedi  avviso  speciale  a  pag.  380.) 

Firen:^e. 

Guittoncino.  Periodico  pistojese  artisti- 
co, letterario,  fondato  il  i.°  maggio  1S89. 
Si  pubblica  2  volte  al  mese  in  4  pagine, 
formato  0,37;^  0,25.  Redattore:  Torquato 
Cacialli.  Abbonamento:  anno  L.  1,50.  Un 
numero  5  cent.  Corso  Vittorio  Em. ,  1039. 

Pistoja. 

L'Idrologia  e  la  climatologia  medica. 
Gazzetta  delie  stazioni  idrologiche  e  cli- 
matiche specialmente  italiane,  fondata  nel 
1879  e  diretta  dai  dottori  L.  Chiminelli 
e  G.  Faralli.  Si  pubblica  a  fascicoli  di  32 
pagine  il  25  di  ciascun  mese.  Abbona- 
mento: anno  L.  6,  semestre  3,50,  trime- 
stre 2  -  Unione  postale:  anno  L.  7.  Un 
numero  L.   i.  Via  Monalda,  i. 

Firen:{e. 

L' Italia.  Orario   delle   ferrovie  e  piro- 

(i)  Par  quali  straae  e  complicite  vicende  l'ardito 
giovmotto  romaguolo,  il  rivoluzionario  ardente  e  re- 
pubblicano del  1851,  il  Casali,  fini  poi  direttore  di  uà 
giornaletto  clericale,  sarebbe  troppo  lungo  il  dire. 

Soldato  della  libertà  prima  che  prete,  il  Casali,  nella 
sua  lunghissima  vita,  satura  sempre  di  disinganni,  con- 
servò inalterato,  accanto  a  quello  di  Dio,  il  culto  della 
patria.  Non  ebbe  mai  contro  questo  e  contro  le  sue  libe- 
rali istituzioni  nessuno  di  quelli  sfoghi  rabbiosi  si  comu- 
ni nei  suoi  collcghi.  Diceva  sempre  che  —  se  si  trattasse 
di  dare  ancora  una  volta  il  suo  saugue  per  l'Italia  —  egli, 
benché  vecchio  e  cadente,  non  vi  si  sarebbe  rifiutato. 

E  sotto  il  regime  granducale,  quando  il  Casali  di- 
rigeva l'ufficiale  Monitore  toscano,  poi  dalle  modeste 
colonne  del  Giorno,  l'anima  onesta  dello  scrittore  con- 
vinto, ma  non  intransigente,  traspariva  a  tratti  luminosi. 

£d  è  perciò  che  il  Casali  non  fu  mai  in  odore  di 
santità  presso  i  suoi  superiori  ecclesiastici  ;  ed  è  per- 
ciò che  perfettamente  immune  da  propine  e  prebende, 
viveva  povero  in  una  povera  stanzuccia 

A  proposito  del  Monitore  diretto  dal  Casali  vedi  a 
pag.  89  e  l'articolo  Sovrani  giornalisti  a  pag.  2yó, 


392 


GUIDA    DELLA    STA:MPA   PERIODICA   ITALIANA. 


scafi,  fondato  nel  i8So.  Esce  ogni  mese 
in  fascicoli  di  circa  300  pagine.  Editore: 
G.  Arnaboldi.  Abbonamento:  anno  L.  io. 
Un  fascicolo  L.  i.  (Vedi  Appennino  e  Su- 
balpino.) 

Firenze. 

L'Italia  evangelica.  Giornale  delle  chie- 
se, delle  famiglie  e  delle  scuole,  fondato 
il  1.°  gennaio  1881,  diretto  da  A.  Melile 
prima,  poi  da  Bartolomeo  Pons.  È  pro- 
prietà della  Società  per  le  pubblicazioni 
evangeliche  italiane.  Si  pubblica  ogni  set- 
timana in  8  pagine  a  5  colonne,  con  illu- 
strazioni. Abbonamento:  anno  L.  5,  seme- 
stre 2,50  -  Estero:  anno  L.  8,  semestre  4. 
Direzione:  Via  dei  Serragli,  51. 

Firenze. 

Il  Liceo.  È  nato  il  15  febbraio  18S2  e 
si  pubblica  il  15  di  ogni  mese  in  fascicoli 
di  bo  pagine  in-S."  piccolo,  esclusi  i  mesi 
delle  vacanze.  È  pubblicazione  che  si  oc- 
cupa esclusivamente  degli  studi  dei  gio- 
vani che  cerca  di  aiutare  e  facilitare. 
Un  fascicolo  costa  L.  i.  Abbonamento: 
anno  L.  8,  semestre  5  -  Estero  :  anno 
L.  io.  Direttore:  Tito  Celliui,  editore  e 
comproprietario  del  giornale.Via  Faenza,72. 

Firen:{e. 

Liste  des  étrangers  -  Courier  fashiona- 
ble  de  l' Italie  centrale.  Giornale  per  gli  ar- 
rivi e  partenze  dei  forestieri,  fondato  nel 
1885.  Si  pubblica  203  volte  la  settimana 
in  4  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  8.  Un 
numero  20  centesimi. 

Firenze. 

La  Mammola  -  La  Violette.  Giornale 
per  le  signore,  letterario,  artistico,  nato 
nel  1806.  Esce  una  volta  al  mese  in  8  pa- 
gine e  copertina  a  2  colonne,  redatto  in 
italiano  e  francese.  Direttrice:  Bice  Mira- 
glia.  Redattore  capo:  V.  Sinoncelli.  Ab- 
bonamento: anno  L.  5.  Un  numero  io 
centesimi.  Posta  Centrale  Piazza  della  Si- 
gnoria, 

Firen:{e. 

Massime  -  Giornale  del  registro  e  del  no- 
tariato. Periodico  di  giurisprudenza  ammi- 
nistrativa, fondato  nel  1865  a  Torino;  poi 
si  trasferi  a  Roma  e  dal  i8a6  si  pubblica 
a  Firenze.  Esce  2  volte  al  mese  in  fasci- 
coli di  24  pagine.  Non  si  vende  a  numeri 
separati.  Abbonamento:  anno  L.  12. 

Firenze. 

Miscellanea  fiorentina  di  erudizione  e 
storia.  Pubbiicazioae  di  storia,  docu->ien- 
ti,  ecc.,  fondata  nel  gennaio  del  1886  da 
Jodoco  Del  Badia.  Esce  ogni  mese  a  fa- 
scicoli di  16  pag'ue.  Abbonamento:  anno 
L.  6.  Un  numero  L.   i. 

Firenie, 


Il  Mentore  dei  ciechi.  Giornale  per  la 
educazione  ed  istruzione  dei  ciechi,  fon- 
dato nel  1878.  Si  pubblica  ogni  mese  in 
8  pagine.  Si  distribuisce  gratuitamente. 
(Vedi  l'articolo  nel  testo  Giornali  per  i 
ciechi  a  pag.  301.) 

Firenze. 

Messaggero  del  Mugello.  Giornale  po- 
litico, commerciale,  fondato  nel   1885.  Si 
pubblica  ogni  settimana  in  4  pagine.  Ab- 
bonamento: anno  L.  4.  Un  numero  5  cent. 
Borgo  S.  Lorenio. 

II  Messaggio.  Giornale  politito,  ammi- 
nistrativo, fondato  il  i.°  febbraio  1888.  Esce 
ogni  giorno  in  4  pagine,  form.  0,40  -^i  0,28. 
Direttore  :  G.  Angelini.  Abbonamento  : 
anno  L.  14.  Un  numero  5  centesimi.  Via 
dei  Bardi,   13,  p.  p. 

Firenze. 

Monitore  dei  pretori.  Giornale  di  giu- 
risprudenza, fondato  nel  1875.  Si  pubblica 
ogni  settimana  in  8  pagine  e  copertina. 
Abbonamento  :  anno  L.  9.  Un  numero  50 
centesimi. 

Firenze. 

La  Nazione.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, quotidiano.  Il  primo  numero  fu 
pubblicato  il  14  luglio  1859,  il  giorno  cioè 
nel  quale  arrivò  in  Firenze  la  notizia  della 
stipulazione  della  pace  di  Villatranca,  al 
fine  di  coadiuvare  il  Governo,  diretto  dai 
barone  Ricasoli,  a  superar^"  coll'appcggio 
del  paese  le  gravissime  difficoltà  che  al 
trionfo  della  causa  dell'unità  italiana  sem- 
brava opporre  queU' impreveduto  avveni- 
mento. Lo  fondarono  Alessandro  d'Ancona, 
Piero  Puccioni,  Bartolomeo  Cempini  e 
Tito  Menichetti,  sotto  la  direzione  del 
d'Ancona  prima,  poi  d.-l  Viviani  e  del  Puc- 
cioni. Fu  diretto  poscia  per  parecchi  anni 
da  Celestino  Bianchi  (i^. 


(i)  Celestino  Bianchi  nato  in  Toscana  nel  1817,  co- 
minciò subito  a  tradurre  e  scrivere  pei  giornali.  Nei 
moti  del  '48  collaborò  nella  Patria,  fondata  a  Firenze 
da  Ricasoli,  Salvagnoli  e  Lambruscbini;  più  tardi  si 
mise  a  dirigere  il  Nazionale,  propugnando  l'indipen- 
denza e  la  libertà  italiana  sotto  il  vessillo  di  Casa 
Savoia. 

Avvenuta  la  restaurazione  lorenese,  dopo  varie  vi- 
cissitudini e  traversie  gli  fu  soppresso  il  giornale  (1850); 
allora  scrisse  ùi  letteratura  sotto  lo  pseudonimo  di  Pier 
itorone  ;  finché  nel  1855  gli  venne  fatto  di  creare  lo 
Spettatore,  periodico  letterario  da  cui  trapelavano  pro- 
positi politici  nazionali. 

È  famoso  il  suo  opuscolo  Toscana  e  Austria  pub- 
blicato nel  1858.  Nel  1860  fu  eletto  deputato.  Nel  '72 
assunse  la  direzione  della  Nazione,  che  rappresentava 
le  idee  dei  dissidenti  toscani. 

Celestino  Bianchi  ebbe  vivacissimo  l' ingegno,  vasta 
la  coltura,  e  quasi  tutti  i  doni  dello  scrittore.  Ma  il 
letterato  ed  il  filologo  furono  in  lui  soggiogati  dal 
polemista,  e  il  tempo  e  l'agio  gli  mancarono  per  rac- 
comandare il  proprio  nome  a  libri  di  geniale  lettera- 
tura. 

Visse  poveramente,  con  l'insegnamento  privato,  fino 


PROVINCIA   DI   FIRENZE. 


393 


Nella  Nazione  scrivono  Yorik,  Carlo  Levi 
le  corrispondenze  da  Roma,  Beatrice  Spe- 
raz  (Bruno  Sperani)  quelle  da  Milano,  il 
prof.  Biagi  le  critiche  musicali,  ecc. 

La  'Nazione  si  pubblica  ora  nella  tipo- 
grafia dei  successori  Le  Mounier,  e  ne  è 
attualmente  proprietario  e  direttore  il  com- 
mendatore avv.  Niccolò  Nobili.  È  il  gior- 
nale più  autorevole  delle  provincie  toscane. 
Esce  ogni  giorno  in  4  grandi  pagine  a  6 
colonne.  Tira  4000  copie  Abbonamento: 
anno  L.  36,  semestre  18,  trimestre  9.  Un 
numero   io  centesimi. 

Firenie. 

Nuova  rivista  forestale.  Giornale  dedi- 
cato alla  coltura  forestale,  fondato  nel  '878. 
Si  pubblica  ogni  2  mesi  in  fjscicoli  di  50 
pagine  con  illustrazioni.  Abbonamento: 
anno  L.  8.  Un  numero  L.   1,50. 

Firenze. 

Nuovo  giornale  botanico  italiano.  Pub- 
blicazione agricola  fondata  nel  1^69.  Esce 
quattro  volte  all'anno,  in  gennaio,  aprile, 
luglio  e  ottobre,  a  fascicoli  di  20  fogli  di 
stampa  in  8.°  grande,  illustrati.  Direttore: 
Teodoro  Carnei.  Abbonamento:  anno  L.  20; 
un  fascicolo  L.  5.  R.  Museo  di  storia  na- 
turale. 

Firen-{e. 

Nuovo  monitore  degl'impiegati.  Gior- 
nale politico,  amministrativo,  fondato  nel 
1878  in  piccolo  formato,  che  poi  allargò 
subito.  Difende  gi'  interessi  degl'impiegati 
di  cui  annunzia  le  nomine  e  promozioni; 
pubblica  gli  elenchi  dei  posti  vacanti,  i 
concorsi,  contratta  mutui  pe»-  enti  morali  e 
per  privati,  ecc.  Fu  primo  direttore  del  gior- 
nale Pio  Benizzi.  Ora  ne  è  '^irettore-pro- 
prietario  Dante  Guarducci.  Tiratura  15000 
copie.  Si  pubblica  ogni  sabato  in  4  pagine 
a  4  colonne.  Abbonamento:  anno  L.  6, 
semestre  4  -  Estero:  anno  L.  9,  seme- 
stre 6.  Via  del  Corso,  23. 

Firen:^e. 


al '59:  avuta  parte  al  governo  della  pubblica  cosa, 
tutte  le  volte  che  il  barone  Ricasoli  saliva  al  potere, 
ritornava  sereno  alla  vita  modesta  di  scrittore,  biso- 
gnoso sempre  di  lavorare  per  vivere.  Segretario  gene- 
rale del  governo  provvisorio  in  Toscana,  poi  due  volte 
segretario  generale  al  ministero  dell'interno  nel  regno 
d' Italia,  usci  sempre  di  palazzo  volgendosi  intorno, 
come  persona  a.  cui  un  pronto  lavoro  sia  indispensa- 
bile. 

Ricordiamo  un  aneddoto.  Caduto  nel  1862  il  mini- 
stero Ricasoli  e  succedutogli  il  ministero  Rattazzi,  il 
nuovo  presidente  del  Consiglio  andò  in  persona  a  cer- 
care Celestino  Bianchi  dimissionario,  e  gli  offerse  quella 
prefettura  che  più  gli  fosse  piaciuta. 

E  rifiutando  egli  l'offerta,  perché  intendeva  di  rima- 
ner fedele  alla  causa  della  p;irte  caduta,  il  Rattazzi 
fece  capire  velatamente  che  quel  rifiuto  poneva  il  Bian- 
chi in  «.ondizioni  economiche  assai  difficili,  e  questa 
cosa  eli  doleva  assai. 

—  Ringrazio  Vostra  Eccellenza  —  rispose  il  dimis- 


L' Opinione  nazionale.  Giornale  politico, 
indipendente,  amministrativo,  fondato  nel 
1S67.  Si  pubblica  tutti  i  giorni  in  4  pa- 
gine a  5  colonne.  Direttore  proprietario  : 
L.  Mariani.  Ha  una  tiratura  piuttosto  gran- 
de: 30,000  copie,  come  dicono  i  suoi  av- 
visi di  reclame.  Certamente  occupa  un  po- 
sto molto  importante  nel  giornalismo  di 
Firenze.  Abbonamento:  anno  L.  20,  se- 
mestre IO,  trimestre  5  -  Unione  postale  : 
anno  L.  50,  semestre  25,  trimestre  12,50. 
Un  numero  5  centesimi.  Tipografia  Cop- 
pini  e  Bacconi.  Via  del  Proconsolo,  21. 

Firen:(e. 

L'Orosi.  Giornale  di  chimica,  farmacia 
e  scienze  affini,  pubblicato  per  cura  del- 
l'associazione chimico-farmaceutica  fioren- 
tina in  fascicoli  di  36  pagine  con  copertina. 
È  un  importante  giornale  nato  nel  1877, 
redatto  da  chiari  professori,  come  il  dot- 
tor Cesare  Stroppa,  prof  L.  Guerri,  D.  P. 
Chiappe,  prof.  Giorgio  Papasogli,  A.  Ar- 
timini,  Vincenzo  Papandrea,  ecc.  Tiratura 
600  copie.  Costa  L.  5  all'anno  -  Estero  6. 
Direttore:  Vincenzo  Ghilli,  farmacista  in 
via  del  Corso,  6. 

Firen:^e. 
'  II  Paese.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, fondato  nel  1886.  Esce  non  meno  di 
3    volte   al   mese   in   4   pagine.   Abbona- 
mento: anno  L.  1,80.  Un  numero  5  cent. 

Pìstoja. 

Il  Pianista  moderno.  Pubblicazione  quin- 
dicinale di  musica  originale  per  pianoforte, 
nata  nel  1886.  Contiene  notturni,  trascri- 
zioni, pezzi  caratteristici,  rèveries,  balla- 
bili, ecc.  L'edizione  si  pubblica  a  pezzi  se- 
parati dalle  5  alle  io  pagine  di  musica 
con  frontespizio  a  litografia.  Editori  :  Ro- 
vito,  Locarti  e  C.  -  Abbonamento:  anno 
L.  6  -  Unione  postale,  8.  Abbonamenti 
semestrali  e  trimestrali  in  proporzione. 
Ogni  numero  25  centesimi. 

Firen:^e. 

sionario  —  dell'interesse  che  mi  dimostra,  ma  do- 
mani tornerò  a  scrivere  articoli  per  la  Galletta  di 
Torino. 

E  rimase  giornalista  sempre,  meno  il  breve  inter- 
vallo dell'ultimo  ministero  Ricasoli  nel  1866. 

Come  deputato  Celestino  Bianchi  ebbe  parte  in  quat- 
tro legislature,  e  usci  dalla  Camera  quando  per  la  legge 
delle  incompatibilità  parlamentari  la  sua  rielezione  non 
sarebbe  stata  valida.  Direttore  del  giornale  la  Nazione 
per  parecchi  anni,  egli  patrocinò  sempre  i  grandi  inte- 
ressi delle  libertà  politiche,  economiche  e  amministra- 
tive, e  rappresentò  nella  capitale  della  Toscana  la  cor- 
tese temperanza  delle   opiaioni  liberali. 

Celestino  Bianchi,  lavoratore  per  cinquant'anni  e  in- 
faticabile sempre  nell'adempimento  dei  suoi  doveri, 
mori  quasi  setta  itenne  e  povero  nel  giugno  1885.  Il 
sogno  della  sua  vita,  raggiungere  una  modesta  agia- 
tezza e  assicurare  l'indipendenza  della  famiglia,  non 
fu  potuto  realizzare.  La  morte  i  stata  più  crudelmeutt 
sollecita  di  lui. 


394 


GUIDA   DELLA    STA^fPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Il  Piccolo.  Giornale  letterario,  um-^ri- 
stico,  foadato  il  iS  novembre  1888.  Esce 
ogni  I  5  giorni  in  4  pag.,  form.  0,50  y,  0,19. 
Direttore:  Domizio  Giantielli.  Un  numero 
5  centesimi. 

Santa  Croce  sulV Anto. 

La  Plebe.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, fondato  nel  18S7.  Esce  ogni  mese  in 
4  pagine.  Abb. inamento:  anno  L.  i.  Un 
numero  5  centesimi. 

Prato. 

Il  Popolo  pistojese.  Giornale  politico, 
amministrativo,  letterario,  fondato  nel  1881 
col  titolo  di  Popolo  di  Pistoja  che  poi  mutò 
nell'attuale.  Si  pubblica  in  4  pagine  a  3 
colonne  ogni  sabato.  Abbonamento:  anno 
L.  2,60.  Un  numero  5  centesimi. 

Pistoja. 

Rassegna  di  scienze  sociali  e  politiche. 
Pubblicazione  importante  fondata  nel  raar- 
zo  del  1885  dal  marchese  Carlo  Ridolti  e 
Guido  Rossi.  Vi  collaborano  indefessa- 
mente De  Zerbi,  Bonghi,  Brunialti,  Palma, 
Fiorini,  Corico  ed  a  tri.  Si  pubblica  2  volte 
al  mese  in  fascicoli  di  48  pagine  in-S."- 
Direttore  proprietario:  Carlo  Ridolfi.  Se- 
gretario di  redazione  :  prof.  A.  Azut:los. 
Editore:  M.  Ricci.  Abbonamento:  anno 
L.  20  -  Estero:  spese  postali  in  più.  Un 
numero  L  i.  Via  San  Gallo,  31.  (Vedi  av- 
viso speciale  a  pag.  380.) 

Firenze. 

La  Rassegna  nazionale.  Giornale  lette- 
rario, scieutiHco,  storico  di  molta  impor- 
tanza per  le  sue  idee  conservatrici  e  per 
la  scelta  dei  suoi  collaboratori.  Cattolico, 
liberale,  monarchico,  fondato  nel  1879,  ri- 
conosce i  fatti  compiuti,  con  Roma  capi- 
tale, e  la  necessità  assoluta  di  non  pen- 
sare più  a  un  ritorno  d'un  potere  tempo- 
rale dei  Papi;  ma  con  l'assoluta  necessità 
di  riconoscere  nel  Pontefice  l'autorità  su- 
prema spirituale,  di  conservare,  rispettare 
il  sentimento  religioso  specialmente  nella 
gioventù,  di  non  scristianizzare  l'Italia.  - 
Sono  principali  collaboratori  della  Rasse- 
gna Cantù,  Enrico  Cenni,  Augusto  Conti, 
Roberto  Corniani,  Vico  d'Arisbo  (  Lodo- 
vico de'  Conti  Bosdari),  Isidoro  Del  Lungo, 
Vincenzo  De  Vit,  Vincenzo  Di  Giovanni, 
Guido  Falorsi,  Salvatore  Farina,  Benedetto 
Prina,  Matteo  Ricci,  Vincenzo  Sartini,  An- 
tonio Stoppani,  Conte  del  Pezzo,  M.  Bil- 
lia.  Bonghi,  A.  Brunialti,  Conte  Paolo  di 
Garapello,  Paulo  Fambri,  Edoardo  Sode- 
rini.  Riva  Sanseverino,  Alessandro  Rossi, 
prof.  Ferrini,  G.  Fortebracci,  G.  Grabinski, 
L.  Grottanelli  e  molti  altri.  -  Segretario 
della  direzione:  Ariodante  Le  Bruu.  -  La 
Rassegna  si  pubblica  2  volte  al  mese,  a 


fascicoli  di  200  pagine.  Abbonamento  : 
anno  L.  26,  semestre  14.  Un  fascicolo 
L.  2,50.  Via  Faenza,  72. 

Firenze. 
Eicordi  d'architettura.  Giornale  di  ar- 
chitettura, fondato  nel  187S.  Esce  ogni 
m  'se  in  fascicoli,  contenenti  tavole  di  di- 
segno sen?a  testo  (i).  Si  distribuisce  gratis 
ai  soci  architetti. 

Firenze. 
Il  Risveglio.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, nato  nell'ottobre  1S89,  come  or- 
gano dei  moderati. 

Prato. 
Il  Risveglio  cattolico.  Giornale  poHtico, 
nato  nel  i6'ìJ.  Esce  tutte  le  domeniche  e 
le  feste  dell'intero  precetto  in  4  pagine. 
Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  numero  7 
centesimi. 

Firen:^e. 

Rivista  contemporanea  di  letteratura, 

scienze  e  arti.  Pubblicazione  mensile,  nata 

nel  1889  e  diretta  da  D.  Macry-Correale. 

Fireii'^e- Empoli. 

_  Rivista  critica  della  letteratura  ita- 
liana. Giornale  letterario,  fondato  nel  lu- 
glio del  18S4.  Si  pubblica  ogni  mese  in 
fascicoli  di  32  pagine.  É  diretta  da  T.  Ca- 
sini, S.  Morpurgo  e  A.  Zenatti.  Collabo- 
ratori: Biigi,  Carducci,  Chiarini,  Guerrini, 
Mazzoni,  F.  Torraca,  E.  Teza,  Panzacchi,  ecc. 

L'avere  a  brevi  intervalli  una  serie  di 
notizie  e  di  avvertimenti  intorno  alle  nuove 
pubblicazioni,  ordinata  ad  informai^e  abba- 
stanza spesso  i  ricercatori  di  ciò  che  con- 
ferisce realmente  al  progresso  dei  loro 
studi,  a  metterli  in  guardia  contro  i  lavori 
inutili  e  di  ricomp;lazione,  e  finalmente 
ai  avvertirli  di  tutto  ciò  che  altrimenti 
potrebbe  sfuggire  alla  loro  attenzione  : 
questo  è  il  fine  propostosi  dai  direttori,  e 
gl'intendimenti  coi  quali  è  scritto  il  gior- 
nale. Abbonamento:  anno  L.  6.  Un  fasci- 
colo 60  centesimi.  Piazza  d'Arno,  i. 

Firenze. 

Rivista  delle  biblioteche.  Periodico  men- 
sile di  biblioteconomia  e  di  bibliografia, 
fondato  nel  gennaio  del  1888  e  diretto  dal 
dottor  Guido  Biagi,  bibliotecario  della 
R.  Marucelhana  di  Firenze.  Si  pubblica  a 
fascicoli  di  oltre  30  pagine  in-8.''  -  Vi 
scrivono  importanti  articoli:  A.  Bruschi, 
C.  Castellani,  C.  Paoli,  B.  Podestà,  L.  Gen- 
tile, G.  Fumagalli,  G.  Ottino,  L.  Frati,  ecc. 

La  Rivista  ha  inoltre  recensioni  biblio- 


(i)  Uno  dei  primi  giornali  di  questo  genere  fu  il  Ga^' 
ì^^ettine  delle  arti  del  disegno  che  si  pubblicò  in  Firenze 
nel  1867;  nel  1872-73  poi  usci  il  Giornale  artistico; 
nell'uno  e  nell'altro  Telemaco  Signorini  fece  ie  sue 
prove  dj  critico  d'arte,  encomiatissime. 


PROVINCIA   DI  FIRENZE. 


395 


grafiche,  rassegne  degli  articoli  che  tro- 
vatisi nei  periodici  tecnici  italiani  e  stra- 
nieri, notizie,  ecc.  Abbonamento:  anno 
L.   12.  Piazza  d'Arno,  i. 

Firenze. 

La  Rivista  di  Firenze.  Giornale  quo- 
tidiano, politico,  letterario,  artistico,  com- 
merciale, fondato  nel  1887.  Esce  in  4  pa- 
gine a  4  colonne,  con  cronaca  e  telegrammi 
abbondanti  Abbonamento:  anno  L.  14,  se- 
mestre 7,  trimestre  5,50.  Inserzioni:  L.  i  la 
linea.  Un  numero  5  centesimi.  Piazza  S.  Cro- 
ce, 23. 

Firenze. 

Rivista  generale  delle  ferrovie  e  dei 
lavori  pubblioi.  Pubblicazione  tecnica,  fon- 
data nel  ISN5  col  titolo  di  Rivista  gene- 
rale delle  ferrovie  e  della  marina,  che  mutò 
nell'attuale.  Esce  ogni  settimana  in  fasci- 
coli di  16  pagine  a  2  colonne,  redatta  in 
italiano  e  tedesco;  si  occupa  di  materie 
ferroviarie,  marine  e  di  lavori  pubblici. 
Abbonamento:  anno  L.  20,  semestre  11, 
trimestre  6  -  Estero:  anno  L.  24.  Inser- 
zioni: 20  centesimi  la  linea.  Via  Gmori,  6. 

Firen-{e. 

Rivista  industriale.  Giornale  delle  in- 
dustrie e  del  commercio,  fondato  nel  1884 
Esce  ogni  settimana  in  8  pagine.  Abbo- 
namento: anno  L.  12.  Un  numero  25  cen- 
tesimi. 

Firenie. 

Rivista  italiana  di  scienze,  lettere,  arti 
e  teatri.  Giornale  letterario,  scientifico,  ar- 
tis'ico,  illustrato,  fondato  nel  1872.  Si  pub- 
blica 2  volte  al  mese  in  fascicoli  di  16  pa- 
gine, con  copertina  a  2  colonne.  Direttore: 
cav.  Carlo  Catanzaro.  Vi  collaborano:  G. 
Dell'Armi,  Bersezio,  Carocci,  Montecorboli, 
Suner,  ecc.  Abbonamento:  anno  L.  io,  se- 
mestre 6  -  Per  gli  artisti  L.  20.  Un  numero 
50  centesimi.  Via  del  Campuccio,  59. 

Firenze. 

Rivista  scientifico-industriale.  Giornale 
di  astronomia,  meteorologia,  chimica,  geo- 
logia, fisica,  ecc. ,  fondato  nel  1869.  Si  pub- 
blica 2  volte  al  mese  in  fascicoli  di  20  pa- 
gine e  copertina  in-s.°,  con  illustrazioni.  È 
stato  premiato  dal  Ministero  della  Pubblica 
Istruzione  e  all'Esposizione  di  Torino  del 
1884.  Direttore:  Ing^,  Guido  Vimercati. 
Abbonamento:  anno  L.  io  -  Estero  12. 
Un  numero  L.  i.  Lungarno  della  Zecca,  2. 

FireriT^e. 

Rolandino  -  Monitore  del  notariato.  Gior- 
nale di  giurisprudenza  notarile,  fondato 
nel  i88i.  Si  pubblica  in  fascicoli  di  16  pa- 
gine in-8.°,  con  copertina,  ogni  1 5  giorni. 
Direttore:  Cav.  Gino  Michclozzi.  Il  gior- 
nale si  stampa  a  Pistoja.  Ufficio  di  Dire- 


zione: Roma,  Via  Sediari,  24.  Abbonamento: 
anno  L.  io.  Un  numero  L.   r. 

Firenze- Ro in  a. 

Il  Romanziere  delle  famiglie.  Pubblica- 
zione di  romanzi  dei  migliori  autori  ita- 
liani e  stranieri,  edita  dai  Fratelli  Bcltrami. 
Non  si  vende  a  numeri  separati. 

Firenze. 

Scaramuccia.  Giornale  di  arte  musicale, 
drammatica  e  letteratura,  fondato  nel  1869. 
Si  pubblica  5  volte  al  mese  nelle  stagioni 
di  autunno,  carn.v.ie  e  quaresima;  nelle 
altre  2  volte  soltanto,  in  6  pagine  a  3 
colonne.  Direttore:  G.  Giunti.  Abbona- 
mento: anno  L.  io  -  per  gli  artisti  15, 
Inserzioni  da  convenirsi.  Un  numero  50 
centesimi.  Via  del  Campo  di  Marte,  2.  - 
(Vedi  avviso  speciale  a  pag.  52.) 

Firenj^e. 

La  Scena  illustrata.  Giornale  di  lette- 
ratura, musica  e  drammatica,  fondato  nel 
1865  '^ol  titolo  di  Corriere  di  Firenze  col 
quale  si  pubblicò  sino  al  giugno  1886,  in 
cui  mutò  titolo,  formato,  redazione  e  in- 
dirizzo. 

La  Scena  illustrata  esce  ora  in  edizione 
splendidissima  dalla  Tipografia  dell'Arte 
della  Stampa  in  8  pagine  in-folio  con  co- 
pertina, su  carta  finissima  e  adorna  di  bel- 
lissime incisioni,  ogni  15  giorni  La  dirige 
ring.  Pilade  Pollazzi  che  dirigev.i  il  pre- 
cedente Corriere.  Vi  scrivono  :  Giuseppe 
Cimbjli,  L.  Visalli,  Delfino  Orsi,  Egisto 
Roggero,  Amilcare  Lauria,  Vittorio  Be- 
nini,  O.  Roux,  ecc.  Redattore  capo  :  Al- 
berto Manzi.  Tira  14,000  copie.  Abbona- 
mento: anno  L.  io,  estero  15  -Per  gli  ar- 
tisti: anno  L.  30,  estero  40.  Non  fa  abbo- 
namenti semestrali.  Via  S.  Gallo,  33. 

Firenie. 

La  Scienza  dentaria.  Rivista  mensile, 
fondata  nel  marzo  1889,  sotto  gli  auspici 
della  società  fiorentina  dei  dentisti.  Redat- 
tore: Francesso  Cianchi.  Esce  a  fascicoli 
di  16  pagine  in-8.°  -  Abbonamento:  anno 
L.  6.  Tipografia  Campolrai. 

Firenze. 

Scuola  e  famiglia.  Giornale  pei  giovi- 
netti delle  scuole  elementari,  fondato  il 
i.°  maggio  1885.  Esce  il  i.°  e  15  d'ogni 
mese  in  8  pagine  in-4.''  piccolo  a  2  co- 
lonne. Direttore:  Giuseppe  Chiara.  Abbo- 
namento: anno  L.  2,50.  Un  numero  io 
centesimi.  Tipografia  C.  Ademollo  e  C. 

Firenie, 

La  Scuola  fiorentina.  Giornale  didattico, 
diretto  dal  prof.  G.  Colombini. 

Firenze, 

Il  Sistro.  Giornale  teatrale,  artistico,  let- 
terario, con  agenzia  annessa.  È  nato  nel 


396 


GUIDA    DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


1859  ^  'o  dirige  A,  Ciotti.  Si  pubblica  ogni 
9  giorni  ed  è  redatto  con  un  certo  garbo. 
Tira  1500  copie  e  costa  in  Italia  24  lire 
all'anno,  all'estero  30.  Le  inserzioni  si  pa- 
gano in  ragione  di  50  centesimi  la  linea. 
Un  numero  50  centesimi.  Direzione:  Via 
dei  Conti,  io. 

Firenze. 

Lo  Sperimentale.  Giornale  di  scienze 
mediche.  Lbbe  principio  nel  1849-50  con 
una  pubblicazione  in  foglio  intitolata  il 
Progresso,  diretta  dai  dottori  Vincenzo  Ba- 
locchi, Pasquale  Laudi  e  Carlo  Minati. 
Nel  1852  prese  nome  di  Gaietta  medica 
italiana  toscana  diretta  dagli  stessi.  Nel  1855 
ne  prese  la  direzione  il  prof.  Maurizio 
Bufalini;  compilatori:  Balocchi,  Fallani, 
Ghinozzi,  Poggiali.  Nel  1858  dal  formato 
in  foglio  prese  quello  di  fascicolo  col  ti- 
tolo di  Sperimentale,  ovvero  Giornale  cri- 
tico ài  medicina  e  chirurgia,  diretto  sempre 
dal  prof.  Bufalini  e  compilatori  Balocchi, 
Fallani,  Ghinozzi,  Ranzi.  Alla  morte  del 
prof  Bufalini  ne  prese  la  direzione  il  pro- 
fessor Ghinozzi  e  dal  1S79  sino  ad  oggi 
è  retto  per  la  parte  scientifica  da  un  Con- 
siglio di  direzione. 

Lo  Sperimentale  è  uno  dei  più  vecchi  e 
reputati  giornali  medici  d'Italia  Si  pub- 
blica a  fascicoli  mensili  di  7  fogli  o  più, 
formanti  due  grossi  volumi  all'anno.  Ab- 
bonamento: anno  L.  15.  Un  fascicolo 
L.  2,50. 

Firenie. 

Lo  Staffile.  Giornale  di  lettere,  arti, 
teatri  e  sport,  fondato  nel  1880.  Si  pub- 
blica ogni  IO  giorni  in  4  pagine  a  3  co- 
lonne in  elegante  edizione,  con  illustra- 
zione in  I."  pagina,  ritratti  e  caricature. 
Contiene  articoh  d'arte,  di  teatri,  di  lette- 
ratura, bozzetti,  riviste  dell'andamento  ar- 
tistico e  letterario  in  Italia  e  all'estero; 
biografìe,  poesie,  varietà,  aneddoti,  scia- 
rade, rebus,  ecc.  Direttore:  Leopoldo  De 
Rada.  Abbonamento:  anno  L.  8  -  artisti 
di  canto  e  ballo  20  -  drammatici  io.  Un 
numero  30  centesimi.  Via  Fiesolana,  6. 

Firenze. 

La  Stella  cattolica.  Giornale  politico, 
religioso,  fondato  nel  187 1.  Si  pubblica 
ogni  settimana  in  4  pagine.  Abbonamento: 
anno  L.  4.  Un  numero  7  centesimi. 

Firenie. 

La  Stella  di  Lourdes.  Giornale  catto- 
lico, nato  nel  18^7.  lìsce  ogni  15  giorni 
in  8  pagine.  Si  distribuisce  gratuitamente. 

Firenze, 

Lo  Stenofilo.  Periodico  mensile,  or- 
gano aeila  propaganda  stenografica,  fon- 
dato nel  i8bó.  Si  pubblica  in  8  pagina;  a 


2  colonne.  Direttore:    T.  Berni.  Abbona- 
mento: anno  L.   5.  Piazza  S.  Firenze,  7. 

Firenze 

Il  Subalpino.  Orario  delle  ferrovie  e  pi- 
roscafi, fondato  nel  18S0.  Si  pubblica  ogni 
mese  in  volumetti  di  80  pagine.  Editore: 
G.  Arnaboldi.  Abbonamento:  anno  L.  2,50. 
Un  numero  20  centesimi. 

Firen:(e, 

Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Fondato  nel  1876  per  la  pub- 
blicazione degli  annunzi  legali  amministra- 
tivi. Esce  2  volte  la  settimana  in  fascicoli. 
Abbonamento:  anno  L.  24. 

Firenze. 

La  Terra  Santa.  Periodico  mensile  il- 
lustrato, contenente  le  notizie  della  Pale- 
stina e  articoli  relativi  alla  storia  e  geogra- 
fìa biblica.  Nato  nel  1875  si  pubblica  in  8 
pagine  con  copertina.  Ogni  incisione  ritrae 
uno  dei  più  famosi  luoghi  di  Terra  Santa. 
É  stampato  con  cura  e  serietà  di  propo- 
siti. Direttore:  Niccolò  Martelli.  Riceve 
interessanti  corrispondenze  dai  Luoghi 
Santi,  nei  quali  è  molto  diffuso.  Costa 
L.  4  all'anno.  Via  della  Forca,  8. 

Firen:^e, 

La  Toscana  politico-letteraria.  Giornale 
fondato  nel  1687.  Esce  ogni  settimana  in 
4  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  5,50. 
Un  numero  5  centesimi. 

Firen^je. 

L'Union.  Giornale  di  annunzi,  industria 
e  commercio,  fondato  il  30  ottobre  1885 
allo  scopo  di  favorire  l' importazione  e 
l'esportazione.  Si  pubblica  ogni  mese  in 
6  edizioni  (il  5  in  tedesco,  il  io  in  in- 
glese, il  1 5  in  francese,  il  20  in  spagnuolo, 
il  25  in  russo  e  il  30  in  italiano^  in  16 
pagine.  Edizione  di  6000  esemplari.  Ab- 
bonamento: anno  L.  9,50  per  ciascuna 
edizione.  Un  numero  L.  1.  Via  del  Sole,  4. 
Per  le  edizioni  in  lingue  straniere:  Tip. 
Stankiewicz,  Berlino,  Sw.  19,  Beuthstr.  5. 

Firenie. 

La  Vedetta  -  Ganeita  del  popolo.  Gior- 
nale politico,  (juotidiano,  fondato  nel  1861, 
in  continuazione  del  giornale  popolare  la 
Lente,  da  una  società,  a  capo  della  quale 
erano  il  comra.  Celestino  Bianchi  ed  il 
cav.  Felice  Le  Mounier  editore,  che  ne 
divenne  poi  proprietario;  dopo  pochi  anni 
esso  la  vendè  ad  una  società  di  uomini 
politici  che,  caduto  il  ministero  Rattazzi, 
la  cederouo  al  dott.  G.  B.  Picchianti,  il 
quale  la  diresse  fino  al  giugno  187Ó.  Oggi 
la  Vedetta  è  proprietà  del  comm.  avv.  Nic- 
colò Nobili  e  ne  è  direttore  il  cav.  Leo- 
nida Giovannetti.  Propugna  idee  di  destra 
0  press'a  poco;  è  giornale  ben  redatto, 


PROVINCIA    DI   FIRENZE. 


397 


ricco  di  notizie  e  molto  popolare  e  diffuso 
in  Toscana,  sin  dai  suoi  primordi.  Tira- 
tura 4000  copie.  Si  pubblica  in  4  pagine 
a  5  colonne  (i).  Abbonamento:  anno  L.  1 6, 
semestre  8,  trimestre  4,  un  mese  2.  Un 
numero  5  centesimi.  Via  S.  Gallo,  31. 

Firen:^e. 

La  Verità.  Giornale  della  Toscana,  nato 
nel  18S8.  Esce  ogni  settimana  in  4  pagine 
illustrate.  Direttore  :  Marco  Visciola. 

Firenze. 

Il  Vero  monello.  Gl'amate  umoristico, 
satirico,  con  caricature,  nato  nel  1888.  Si 
pubblica  domenica  e  giovedì  in  4  pagine 
piccole  a  3  colonne.  Contiene  caricature, 

(1)  Nella  Vedetta,  col  pseudonimo  di  Alio  collaborò 
negli  ultimi  temjà  di  sua  vita  il  poeta  satirico  Gherardi 
del  Testa,  il  quale  fu  pure  giornalista  agile,  vigoroso, 
pieno  di  spirito.  Collaborava  nello  Scaramuccia,  di 
spiritosa  memoria,  insieme  con  Collodi,  Celestino  Bian- 
chi, Puccioni,  Donati,  Nerucci,  Yorick  e  Ferdinando 
Martini.  Scrisse  poi  nella  Ga^^etla  del  popolo. 


dialoghi  in  dialetto  toscano,  articoli  spiri- 
tosissimi, poesie,  ecc.  Direttore:  Augusto 
Novelli.  Tiratura  10,000  copie.  Abbona- 
mento: anno  L.  <;,  semestre  3.  Un  nume- 
ro s  centesimi.  Via  S.  Niccolò,  102. 

Firenie. 
Vita  nuova.  Periodico  di  letteratura,  di 
arte  e  di  filosofia,  fondato  il  20  gennaio 
del  T889.  Si  pubblica  tutte  le  domeniche 
in  12  pagine  in-4.°  Direttore:  G.  S.  Gar- 
gano. Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  nu- 
mero  IO  centesimi.  Via  Faenza,  16. 

Firen:(e. 
Zibaldone.  Notizie,  aneddoti,  curiosità  e 
documenti  inediti  o  rari,  raccolti  da  una 
brigata  di  studiosi.  Questa  rivista,  fondata 
nel  gennaio  del  1 888,  si  pubblica  il  15  di 
ogni  mese  in  fascicoli  di  16  pagine  in-8.* 
Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  numero  L.  i. 
Via  del  Fosso,  40. 

Firenze. 


Giornali  cessati: 

FIRENZE 

—  U Agricoltura  nazionale,  direttore  G.  Caruso. 

—  L'Alba,  n.   14  giugno   1847  e  cessato  il  12-  aprile  1849.   Era  direttore  G.  Lafarina 

ed  erano  collaboratori  F.  B.  Acquarone,  G.  Chiarini,  E.  Mayer,  Marmocchi,  C.  Ru- 
sconi, Thouar,  G.  B.  Niccolini  e  molti  altri.  Una  delle  rare  collezioni  di  questo 
giornale  trovasi  presso  Giuseppe  Tonarelli,  direttore  del  Commercio  Toscano  {vedi). 

—  L'Amico  dell'operaio,  cattolico,  mensile,  n.  1884. 

—  Antologia  dei  giovani  italiani,  cattohco,  n.  1873,  mensile. 

—  L'Ape,  scelta  d'opuscoli  letterari  e  morali,  1804-05. 

—  L'Arno,  corriere  toscano  del  mattino,  n.  1878. 

—  L'Arte  italiana,  bimensile,  illustrata,  n.  1883  e  diretta  dal  marchese  Antonio  Ricci. 

—  L'Asino,  umoristico,  settimanale;  visse  nel   1881. 

—  L'Ateneo,  letterario,  n.   1874,  diretto  da  E.  Alessandri,  C.  Pescatori  e  B.  Zandonella. 

—  L'Avanguardia,  elettorale,  n.  1889. 

—  L'Avvilire,  politico,  n.   1839,  durò  oltre  io  anni. 

—  L'Avvenire,  quotidiano,  n.   1882,  direttore  A.  Gherardi. 

—  L'Avvisatore,  di  pubblicità,  poi  politico,  settimanale,  n.  1882;  direttore  E.  Ponthenier. 

—  La  Barca  di  Caronte,  socialista,  settimanale,  n.   1874. 

—  Bollettino  del  contenzioso,  mensile,  n.   1877  col   titolo  di  Monitore  del  contenzioso. 

—  Bollettino  ferroviario,  settimanale,  n.   1883. 

—  Il  Borghini,  di  filologia  e  letteratura,  fatto  da   Fanfani,  Alfani    ed   altri,  1863-65; 

ricominciato  nel  1874  durò  fino  al   1880. 

—  Buon  giorno,  cronaca  fiorentina,  quotidiano,  n.  26  gennaio  1885,  in  piccolo  formato. 

—  Cappa  e  Spada,  n.   1888  (?). 

—  La  Civetta  -  Cronaca  antirra,  letterario,  n.   i88ó;  direttore  Carlo  Abeniacar. 

—  Il  Commercio,  politico,  cattolico,  bimensile,  n.   1856:  direttore  cav.  F.  Giuntini. 

—  Il  Commercio,  giornale  ricco  di  notizie  e  piacevole  nelle  apparenze  (sic),  n.  1847. 

—  Il  Commercio  italiano,  politico,  finanziario,  settimanale,  n.   18S5. 

—  Il  Conciliatore,  politico,  letterario,  n.   15  giugno  1848. 

—  Il  Conservatore  costituzionale,  n.   1852,  redatto  da  Fanfani. 

—  Il  Contemporaneo,  n.   1847. 

—  Il  Contemporaneo,  cattolico,  n.  1860;  usciva  6  volte  la  settimana. 

—  Cornelia,  educativo,  mensile,  n.  1881. 

—  Il  Corriere  dell'Arno,   1852-53. 

—  Corriere  della  moda,  n.   i87,s,  mensile,  della  casa  Emilia  Bossi. 

—  Corriere  mercantile,  bisettimanale,  n.  1860;  nel  1884  si  trasportò  a  Livorno  (vedi). 


398  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 

—  Corriere  spiritico,  mensile,  n.   i/ gennaio  i88S;  direttore  Giovanni  Succi. 

—  Il  Crepuscolo,  letterario,  n.  1889,  mensile;  direttore  Baudet  (Carlo  Prarapolini). 

—  Cronaca  rosa,  letterario,  mensile,  n.  1885. 

—  Il  Cuore  di  Gesù,  che  si  pubblicava  da  parecchi  anni,  cessò  le  pubblicazioni  nel  1883. 

—  Diario  delie  feste  fiorentine  del  maggio  1887;  in  4  pagine  a  2  colonne  illustrato. 

—  Diario  Fiorentino,  politico,  letterario,  cattolico,  settimanale,  n.   1887. 

—  U Eco  dei  Comuni  e  delle  Provincie,  ammin. ,  settimanale,  n.  i8ó8;  direttore  Luigi  Pitteri. 
• —  h' Eco  della  Verità,  evangelico,  1864-1S74.  Fu  sostituito  dalla  Famiglia  Cristiana,  di- 
rettore A.  Melile,  dal  1875  al  1880;  poi  si  mutò  in  Italia  Evangelica  (vedi), 

—  U  Eco  naiionale,  dal  1884  al  1885;  6  volte  al  raeie;  direttore  Aldo  Marchetti. 

—  U Educatrice  italiana,  n.  1864  (?). 

—  L' Educa^^ione,  n.   1873,  in-8.° 

—  Emporio  letterario,  mensile,  n.  1883. 

—  Enciclopedia  popolare  illustrata,  n.   1876;  direttore  Marco  Visciola. 

—  L'Epoca,  politico,  quotidiano,  liberale,  n.   1886. 

—  L'Esaminatore,  n.  1864  per  promuovere  l'accordo  fra  chiesa  e  stato.Visse  parecchi  anni. 

—  Espero,  letterario,  n.    1881  a  Bologna,  diretto  da  A.  Lenzoni.  Nel  18-^2  fu  trasportato 

a  Firenze,  diretto  da  A.  Pardo,  ma  mori  subito.  Vi  scrivevano  E.  Mecca  e  O.  Roux. 

—  La  Etruria,  letterario,  filologico,  1851-52,  redatto  da  Fanfani. 

—  Il  Fagiuoli  resuscitato,  settimanale,  umoristico,  illustrato,  n.   1884,  clericale. 

—  Il  Fanfani,  letterario,  filologico,  n.  alla  morte  del  Fanfani  stesso. 

—  Fate,  Regine  e  Spiriti,  n.   1888,  come  supplemento  della  Mammola  (vedi). 

—  Fèderation  des  peuples  gréco-latins,  d.   1882,  diretto  da  A.  Gromier. 

—  La  Festa  di  Dante,  letture  domenicali  del  popolo   italiano;    50   numeri,  dal  1864 

al  1865. 

—  La  Fiaccola,  evangelico,  settimanale,  n.   1879. 

—  La  Fiaccola  rossa,  socialista,  quotidiano,  n.   1881;   cessò   pei  molti  precessi  subiti. 

—  Le  Finanze,  rivista  economica,  amministrativa,  n.   1866. 

—  Firenze,  quotidiano,  federalista,  cattolico,  1S63-64,  fatto  da  Eugenio  Alberi,  illustre 

storico,  con  Mirtini,  Alberti,  Geri  ed  altri.  Lo  stesso  Alberi  nel  1842  aveva  fon- 
dato il  Mondo  contemporaneo,  libro-giornale  a  grossi  fascicoli  settimanali  in  cui 
pubblicò  lavori  originali  e  traduzioni  di  opere  storiche  importantissime. 

—  Firenze  artistica,  letterario,  teatrale;  direttore  Alberto  Manzi.  Cessò  nel  1883,  fon- 

dendosi con  la  Scena  illustrata  (vedi). 

—  Firenze  letteraria,  n.  1887;  direttori  fratelli  Macry-Correale. 

—  Foglietto  illustrato,  evangelico,  n.   1885. 

—  Fra  Diavolo  (vedi  nota  al  Fieramosca). 

—  La  Fronda,   settimanale,   letterario,  n.   1880;    direttore   E.  Navarro  della  Miraglia. 

—  Il  Galantuomo,  politico,  morale,  n.  aprile  1849. 

—  Garibaldi,  settimanale,  democratico,  n.   1882. 

—  Gaietta  dei  banchieri,  settim.  finanziario,  n.  i863.  Gli  succedette  V  Indicatore  dei  prestiti. 

—  Gaietta  delle  campagne,  n.   1860;  durò  lunghi  anni. 

—  Gaietta  del  popolo,  poi.  quotidiano,  n.  1861  e  diretto  da  Rigutini  e  Pacini.  Visse  poco. 

—  Galletta  di  Firenie,  n.   1846;  visse  lunghi  anni. 

—  Galletta  toscana,  ufficiale  per  gli  atti  della  provincia,  quotidiana,  n.  1871. 

—  Galletta  universale.  Di  questo  giornale,  che  si  stampava  ogni  4  giorni  in  8  pagine 

in-8.°  a  2  colonne,  nella  mia  collezione  di  tutti  i  giornali  del  mondo  ho  2  vo- 
lumi, dall'anno  1S03  al   1806. 

—  Gaiiettino  artistico,  letterario,  bimensile,  n.   1881. 
■ —  Gaiiettino  universale,  quotidiano,  n.   1S68. 

—  Giornale  agrario  toscano. 

—  Giornale  di  commercio  e  d' industria,  n.   1828. 

—  Giornale  di  elettroterapia,  trimestrale,  n.  1867,  compilato  dal  dott.  Giuliano  Manca. 

—  Giornale  di  letteratura  e  belle  arti,  da  luglio  a  dicembre   1S16. 

—  Giornale  di  scienie  ed  arti,   18 16- 17. 

—  Giornale  fiorentino,  storico,  politico,  letterario,  1778-80. 

—  Giornale  illustrato,  cattolico,  in  8  pagine,  visse  dal   1864  2I   1868. 

—  Il  Giusti,  letterario,  n.  6  luglio   1873,  redatto  da  Fanfani;  visse  7  numeri. 

—  La  Guida  dell'educatore,  dal  1836  al  1845,  diretto  dall'abate  Lambruschini,  con  la 

cooperazione  di  Thouar,  Orlandini,  Tabarrini,  Vannucci,  ecc.  Editore  Vieusseus. 


PROVINCIA    DI    FIRENZE.  399 


Il  Guitto,  umoristico,  teatrale,  n.   1889. 

■  U Imparziale,  medico,  quindicinale,  n.  1850,  cessato  nel  1873. 
L' Indépendance  italienne,  politico,  quotidiano,  n.  1S70, 

L' Industriale,  n.   1854,  redatto  da  Fanfani. 

■  L' Insegnante  elementare,  didattico,  bimensile,  n.   1875. 

Istruitone  e  Civiltà,  didattico,  settimanale,  n,   1S70;  direttore  Giuseppe  Corsi. 
•  L'Italia,  veglie  letterarie,  n.  maggio  1S62. 

Italia  nuova,  politico,  quotidiano,  n.  1870,  edito  da  G.  Barbera  e  diretto  da  An- 
gelo Bargoni,  che  poi  fu  ministro.  Il  giornale  era  moderatissimo  ed  anche  noio- 
sissimo e  durò  pochi  mesi.  Nel  1861  il  Bargoni  aveva  diretto  il  Diritto,  che  al- 
lora era  democratico  molto  vivace,  grazie  alla  collaborazione  di  Civinini. 

Journal  de  Florence,  politico,  cattolico,  quotidiano,  n.   1871. 

Il  Lachera,  n.   1863,   '   s°^°  numero,  redattore  Fanfani. 

Il  Ladro,  democratico,  sociale,  quotidiano,  n.   i<''72;  direttore  G.  Gori. 

Il  Lampione,  umoristico,  1848-49-60  a  65  e  1870.  (Vedi  l'articolo  Mata.) 

Il  Lampione,  indipendente,  illustralo,  bisettimanale,  n.   1888. 

Il  Lampo,  artistico,  letterario,  n.  1886,  bimensile,  direttori  E.  de  Fonseca  e  F.  Stoc- 
chi. Mutò  poi  titolo  in  Firenze  elegante 

La  Lanterna,  socialista,  n.   1884;  direttore  Fortunato  Serantoni. 

Letture  di  famiglia,  n.  184S  e  diretto  da  Thouar.  Questo  pregevole  periodico  edu- 
cativo è  durato  sino  al  i886;  in  questi  ultimi  tempi  era   diretto  da  E.  Orlando. 

Letture  politiche,  1847-49. 

Le  Letture  serali,  settimanale,  n.  1874. 

Il  Libero  operaio,  economico. 

Ma^aiiino  toscano,  in-8.°  figurato,  dal  1770  al  1777. 

Massimario  di  giurisprudenza,  bimensile,  n.   1873,  si  pubblica  ora  a  Portoferraio. 

Les  Matinces  iìalienncs,  letterario,  artistico,  diretto  dal  Barone  Stock,  visse  nel  1868-69. 

Il  Monello,  umoristico,  settimanale,  n.   1888. 

Il  Monitore  dei  Comuni,  settimanale,  amministrativo,  n.  1886,  diretto  da  E.  Babbini. 

Il  Monitore  toscano  (vedi  pagine  89,  276  e  nota  al  giornale  il  Giorno). 

Museo  italiano  di  antichità  classiche,  n.  1882,  diretto  dal  prof.  Domenico  Comparetti. 

Il  Ka^ionale,  politico,  n.  dicembre  1848. 

Notiiie  della  città,  cronaca  politica,  cittadina,  n.   1870. 

La  Nuova  Europa,  democratico,  quotidiano,  1861-62-63,  direttori  Martinati,  Ca- 
stellazzo. 

Nuova  Frusta  letteraria,  critico,  artistico,  n.   1880. 

La  Nuova  Opinione  nazionale,  politico,  quotidiano,  n.  11  ottobre  1885. 

Nuova  Rivista  internaiionaU ,  n.  188 1,  compilato  da  C.V. Giusti,  Rigutini  e  Scartazzini. 

Nuovo  Giornale  illustrato  universale,  settimanale,  n.   1868. 

Nuovo  Osservatore  fiorentino,  storico,  critico,  quindicinale,  n.   1885. 

Nuovo  romanziere  illustrato  universale,  n.   1869. 

L'Operaio,  settimanale,  n.  22  ottobre   1870;   direttore   Filippo  Mazzoni. 

L'  Osservatore  fiorentino,  diretto  da  Franceschini. 

Il  Padrone  di  casa,  n.    1889. 

Pagine  d'album,  artistico,  settimanale,  n.  1885. 

Il  Passatempo,  settimanale,  letterario,  1856-57,  redatto  da  Pantani. 

La  Patria,  n.  2  luglio  1847,  cessato  il  30  novembre  1848,  e  fu  sostituito  dal  .Va- 
Zionale  fino  al  dicembre. 

La  Patria,  democratico,  del  mattino,  n.   i88r. 

Il  Pellegrino  di    Terra  Santa,  mensile,  n.   1070,  cessò  nel  1874. 

Il  Pettegolo,  settimanale,  n.   1885. 

La  Piccola  Stampa,  politico,  quotidiano,  liberale,  n.   1870;  direttore  C.  Gojorani. 

Il  Piccolo  Figaro,  politico,  umoristico,  bisettimanale,  n.    1886. 

Il  Piccolo  Messaggere,  rivista  evangelica  mensile,  n.  1876. 

Il  Piccolo   Vapore,   1847. 

Pietro  Thouar,  educativo,  n.   1876,  in-S." 

La  Pipa,  bisettimanale,  n.   i."  febbraio   1885. 

Il  Popolano,  politico,  visse  dal  gennaio  al  luglio   1848. 

Le  Prime  letture,  fondato  da  Luigi  S.iiler,  morto  nel  1885.  Il  Sàiler  fu  il  primo  in 
Irnha   a   creare*  un  giornale  illustrato  pei  bambini.  Questo  giornale  durò  9  anni. 

Il  Progresso  agricolo,  n.  1881;  cessò  nel  1881. 


400  GUIDA    DELLA   STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

—  La  Ouistione  sociale,  settimanale,  visse  dal  1883  al   1885;  risorse  nel  1888. 

—  Rassegna  semestraìe  delle  scienze  fisico-naturali  d' Italia. 

—  Il  Resto  al  sigaro,  poi  //  Sigaro,  quotidiano,  n.  1885;   direttore  V.  E.  Agnoletti.  Ebbe 

a  supplemento  La  Domenica  del  Resto  al  sigaro,  che  costava  i  centesimo  a  numero! 

—  La  Ricreazione,  mensile,  n.  1S77. 

—  La  Riforma,  visse  nel  1848-49-50. 

—  La  Riscossa,  socialista,  n.  188 1  e  cessato  per  i  molti  sequestri  e  processi. 

—  La  Rivista,  1847-48. 

—  Rivista  contemporanea,  fatta  rivivere  da  De  Gubernatis  nel  1888,  cessò  dopo  9  mesi. 

—  Rivista  cristiana,  evangelica,  trimestrale,  n.   1873;  direttore  Emilio  Comba. 

—  Rivista  degli  stenografi,  mensile,  n.   1877;  direttore  G.  FaruUi. 

—  Rivista  degli  uffici,  amministrativa,  mensile,  n.   1885. 

—  Rivista  di  Firenze  e  bollettino   delle   arti  del   disegno,  mensile,  n.   1857;    diretta   da 

A.  Vannucfi. 

—  Rivista  Maremmana,  agricola,  commerciale,  industriale,  settimanale,  n.  1883. 

—  Rivista  Universale,  n.  1863  a  Genova  col  titolo  di  Annali  Cattolici,  che  mutò  nel  1S66 

e  nel  1868  trasportata  a  Firenze,  vi  durò  fino  al  febbraio  1878. 

—  11  Sabatino,  letterario,  scientifico,  n.   1847. 

—  Il  Saggiatore,  giornale  italiano,  in-8.°,  n.   181 9. 

—  Il  Satana,  democratico,  n.  1874,  direttore  T.  Socci. 

—  Lo  Scolare,  educativo,  n.  29  marzo  1885;  direttore  G.  Venturini. 

—  La  Scossa  elettrica,  umoristico,  n.  6  novembre    1865:  redazione:  Enrico   Montazio, 

Yorick,  Cò-cò,Y.  e  Mata,  caricaturista;  bisettimanale;  cessò  l'anno  dopo  col  n.  48. 

—  La  Scuola,  rivista  dell'istruzione  pubblica,  diretta  da  A.  Alfani,  n.   1872. 

—  La  Scuola  del  villaggio,  didattico,  quindicinale;  direttore  E.  Battaglia. 

—  La  Scuola  e   la  famiglia,  n.   1S59   e   fatto    da   A.  Conti,  Lambruschini,   A.  Gotti 

e  G.  Buonazia. 

—  Scuola  modello,  bimensile,  n.   1885  come  supplemento  alle  Letture  di  famiglia. 

—  La  Sericoltura,  bimensile,  n.   1867. 

—  La  Settimana  religiosa,  n.   1869;  visse  vari  anni. 

—  Il  Sottufficiale,  quindicinale,  n.  1887,  diretto  da  R.  Mago. 

—  La  Spada  di  Damocle,  politico,  quotidiano,  n.   18S5,  diretto  da  C.  Moateraerli. 

—  La  Speranza,  letterario,  n.   1867  e  diretto  da  Uriele  Cavagnari. 

—  Lo  Statuto,  politico,  n.  1849;  visse  vari  anni. 

—  Lo  Studente,  letterario,  settimanale,  n.   18S4. 

—  La  Tipografia  italiana,  n.   15  aprile   186S.  Direttori  furono  S.  Landi  e  Carlo  Pio- 

vano. Prosperò  il  primo  anno,  ma  poi  cambiò  direzione  e  dopo  pochi  anni  morì 
d'inedia  dopo  aver  subito  trasformazioni  nel  testo  e  nel  programma. 

—  Il  Tipografo  fiorentino,  mensile,  n.   1882. 

—  La  Toelette,  letterario,  artistico,  dal  1770  al  1771. 

—  La  Toscana,  politico,  quotidiano,  n.  15  ottobre   187Q;  diretto  da  T.  Ferrini,  giure- 

consulto e  patriota  toscano,  poi  deputato,  insieme  con  l'ex-deputato  A.  Muratori. 

—  La  Toscana  -  Gaietta  di  Firenze,  politico,  n.   1880. 

—  La  ro5Cflreflj  letterario,  politico,  democratico,  settimanale,  1886-87,  direttore  Ulisse 

Grifoni. 

—  Le  Touriste,  giornale  dei  viaggiatori,  gran  formato,  trisettimanale,  n.   1871, 

—  Il  Tribuno,  organo  delia  «  Società  democratica  G.  Garibaldi  »,  n.  21  ottobre  1883. 

—  V  Unità  della  lingua,  quindicinale,  dal  1869  al  1873,  redatto  da  Fanfani. 

—  Il   Vapore,  politico,  quotidiano,  n.  luglio   1872. 

—  La  Vedetta  cristiana,  rivista  evangelica,  n.   1870. 

—  La   Vedetta  del  carabiniere,  militare,  settimanale,  n.   1883,  cessò  nel  1885. 

—  La   Vita  di  campagna,  agricolo,  quindicinale. 

—  Vita  italiana,  letterario,  visse  poco. 

—  Lo  Zenzero,  politico,  popolare,  quotidiano;  visse  nel  1S62-63. 

BORGO  S.  LORENZO 

—  La  Campana  del  villaggio,  politico,  cattolico,  n.  1883. 

CAMPI  BISENZIO 

—  Corriere  del  Bisenzio,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.   1884. 

—  Eco  del  Bisenzio,  democratico,  mazziniano,  n.  1859;  direttore  conte  Michele  Amadei. 


PROVINCIA   DI   FIRENZE.  401 


EMPOLI 
Il  Campagnuolo,  viticolo;  direttore  Ciotti. 
V Impar\iaìe,  politico,  settimanale,  n.  1882;  direttore  Antonio  Turri. 

FOLLONICA 
La  Maremma^  politico,  settimanale,  n.  1888. 

FUCECCHIO 
V  Eco  del  mandamento,  amministrativo,  settimanale,  n.  1885. 

PISTOJA 

VAugellin  tei  verde,  di  varietà,  n.   1884. 

La  Ciarla,  umoristico,  settimanale,  n.   1885. 

GaxzMa  di  Pistoja,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  1887. 

Il  Leoncino,  politico,  amministrativo;  cessò  nel  i88i. 

Il  Piccolo  Ombrone,  agricolo,  industriale,  mensile,  n.   1873. 

Ricordi  filologici  e  letterari,  redatto  da  Fanfani,  19  numeri,  1847-48. 

Il  Riflesso,  popolare,  settimanale,  n.  1881;  ebbe  vita  breve. 

PRATO 

V Amico  del  popolo,  cattolico,  settimanale,  n.  1884. 
Bacchino,  politico,  amministrativo,  n.  1883. 

I  Ciompi,  radicale,  settimanale,  nato  e  cessato  per  i  sequestri  nel  1882. 
La  Croce  bianca,  n.   1882;  direttore  V.  R.  Biliotti. 

Fieramosca,  democratico,  settimanale,  n.  1879. 

La  Toscana  industriale  e  agricola,  mensile,  n.  1879, 

SAN  MINIATO 

II  Sahara,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  30  aprile  1885. 

SANTA  SOFIA 
L'Indispensabile,  amministrativo,  mensile,  n.  1885;  direttore  M.  Fabbri. 


LUIGI   GONNELLI 

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N.  Bernardini  —  Guida  della.  Stampa  ptriodica  italiana. —  26. 


402  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA.   ITALIANA. 


GIORNALI  E  GIORNALISTI  FIORENTINI 


Il   Cardinale   di   Stato   e   le   Gazzette    fiorentine 
nell'incoronazione  di  Gorilla 

(1776) 


<  Sul  vano  riflesso  di  massacri,  nei  quali  non  si  voleva  mischiare  il  Principato  — 
scrive  l'Amaduzzi  al  Bandini  —  si  voleva  indurre  Gorilla  nella  costernazione  di  rinun- 
ciare la  ciirona.  Questo  arguto  intendimento  era  dell' E. mo  Segretario  di  Stato,  il  quale 
non  ha  trovato  punto  disdicevoie  il  passare  nella  turba  tumultuaria  dei  contrari  dopo 
d'essere  stato  uno  dei  fautori,  anzi  uno  degl'  intercessori  della  corona  presso  Sua  San- 
tità. Un  violento  rimprovero  fattogli  con  antica  confidenza  d'amante  dalla  Gorilla  stessa, 
ed  i  forti  lamenti  d'offesa  cavalleria  promossi  dal  Principe  Gonzaga  hanno  posto  il 
colmo  alla  sua  contrarietà.  ). 

Bastano  queste  poche  parole  delI'Amaduzzi  per  dipinijere  l'imba- 
razzo nel  quale  si  dibatteva  il  povero  Cardinale  Lazzaro  Opizio  Palla- 
vicini negli  ultimi  giorni  d'agosto.  Egli  che  era  stato  in  altri  tempi 
amante  fortunato  di  Gorilla  e  che  era  accanito  nemico  dei  lojolisti,  si 
lasciò  facilmente  sedurre  dall'idea  di  compiacere  alla  sua  vecchia  favo- 
rita con  un  atto  destinato  a  gran  rumore  quale  indizio  di  vittoria  de- 
finitiva del  Cardinale  di  Stato  sul  partito  dei  cardinali  zelanti  nell'animo 
del  Papa.  Poi  ebbe  paura  dell'opera  propria  e  delle  possibiU  conseguenze: 
il  Papa  disse  sì  dopo  aver  detto  no;  —  il  Segretario  di  Stato  voleva  dir  no 
all'ultimo  momento,  dopo  aver  detto  e  fatto  dir  sì  per  quasi  due  mesi 
di  seguito.  Brutta  situazione.  L'agente  toscano,  avvocato  Pei,  che  vide  il 
Cardinale  nelle  mattinata  del  31  agosto,  cosi  scrive  di  lui  al  ministro 
Piccolomini  nel  giorno  istesso:  —  «  Parlando  con  la  maggior  confidenza, 
io  l'ho  veduto  grandemente  confuso  sull'affare  della  Corilia  nella  con- 
siderazione delle  conseguenze,  avendo  io  ben  capito  esserne  egli  stato 
un  grand'occulto  Promotore,  onde  resta  cosi  agitato,  che  mai  non  lo 
viddi  eguale.  In  quest'occasione  mi  ha  incaricato  porgere  a  V.  E.  le  sue 
più  vive  preghiere,  a  voler  avvertire  codesti  Gazzettieri  di  esser  cauti  a 
stampare  su  questa  benedetta  Coronazione  e  su  questa  Gorilla,  incari- 
candomi insieme  il  segreto  di  questa  parte.  EgU  è  confuso,  e  nella  con- 
fusione cosi  prega,  perchè  trovasi  troppo  alle  viste  di  quello  che  si  può 
dire,  su  l'esempio  di  quello  che  si  è  detto  e  si  va  dicendo  specialmente 
circa  l'onestà  della  Donna.  Con  questo  mio  segreto  foglio  non  lascio  di 
corrispondere  all'aspettazione  del  signor  Cardmale  nel  porgere  a  V.  E. 
queste  preghiere,  che  le  invia  per  mio  mezzo,  come  ad  amico,  pregan- 
dola io  umilmente  rispondermi  in  maniera  ostensibile.  » 

Il  ministro  rispose: 

Firenze,  li  3  settembre  i776. 
«  Sig.  Ab.  Fei 
«  Premendomi  moltissimo,  come  può  credere,  di  corrispondere  colla  maggiore 
premurosa  attenzione  ai  desideri  ben  giusti  di  cotesto  degnissimo  Sig.  Cardinale  Se- 


PROVINCIA   DI   rlRENZE.  '  403 


gretario  di  Sialo,  ho  immediatamente  fatto  insinuare  a  chi  può  aver  le  mani  in  quella 
Gazzetta  «  Notizie  del  Mondo  >  di  usare  tutte  le  avvertenze  e  riguardi  possibili  circa 
a  quel  tanto  che  E'Ia  mi  avvisa  colla  sua  lettera.  Spero  che  questa  parte  possa  ser- 
vire all'intento  desiderato  anche  nell'assenza  di  S.  A.  R.  da  questi  suoi  felicissimi 
Slati.  Ella  può  essere  ben  persuaso  che  se  io  avessi  (confurme  le  ho  dichiarato  più 
volte,  che  io  non  ho,  ne  vorrei  avere)  l'assoluta  immediata  ispezione  sopra  di  queste 
Gazzette  (ignorai*^  però,  come  Ella  ben  sa,  dal  Governo),  averei  saputo  prevenire  da 
per  me  i  desiderj  e  premure  del  rispettabile  Personaggio  per  un  allo  di  propria  atten- 
zione e  di  quella  inhnila  slima  che  io  gii  professo,  senza  aspettare  le  giuste  insi- 
nuazioni suggeritemi  da  Lui  medesimo. 

«  Tanto  mi  occorre  di  replicare  presentemente  su  tale  articolo  con  quell'istessa 
confidenza  colla  quale  Ella  me  ne  ha  scritto  ec.  ec.  » 

(In  un  foglio  a  parte) 

«  Il  Sig.  Francesco  Seratli  mi  ha  detto  che  non  lascerà  passare  nella  stampa 
della  Gazzetta  alcuna  particolarità  relativa  a  Gorilla  nella  quale  si  nominassero  soggetti 
di  grado,  eccetto  il  Principe  Gonzaga,  o  qualche  simile  ad  esso,  che  mostra  di  averci 
gusto.  Tale  avvertenza  ha  avuto  sempre,  e  tanto  l'averà  nell'avvenire.  Non  si  può 
per  altro  fare  che  la  Gazzetta  non  parli  affatto  di  una  notizia  pubblica,  quando  queste 
formano  il  capitale  delle  stesse  Gazzette. 

t  lo  poi  ho  letto  la  Gazzetta  di  oggi,  che  parla  molto  a  proposilo,  e  lodevol- 
mente. > 

(senza  firma). 

I  due  illustri  campioni  dei  partiti  in  lotta,  cioè  l'Amaduzzi  e  il  Can- 
cellieri, scrissero  l'uno  e  l'altro  dal  loro  punto  di  vista  una  Reh:(ione 
destinata  alla  stampa.  L'Amaduzzi  mandò  la  sua  al  Bandini  perchè  fosse 
stampata  nelle  Novelle  letterarie  di  Firenze,  ma  non  se  ne  fece  nulla: 
onde  la  famosa  lettera  apologetica  di  Gorilla  e  della  sua  incoronazione 
data  da  Roma  nel  4  settembre  1776  fini  col  veder  la  luce  a  Venezia 
non  prima  dell'aprile  1777  nel  tomo  XXXI  della  Nuova  raccolta  d'opu- 
scoli sciintifici  e  filologici.  Il  Cancellieri  mandò  la  sua  al  Tiraboschi  esor- 
tandolo a  procurarne  in  qualche  modo  la  stampa,  ma,  anche  men  for- 
tunato dell'Amaduzzi,  non  vide  soddisfatto  il  suo  desiderio.  Questa  scrit- 
tura, che  non  dubito  affermare  opera  del  Cancellieri,  poiché  vi  ?i  riscon- 
trano idee  ed  espressioni  sull'argomento  da  esso  già  usate  nelle  sue  let- 
tere al  Tiraboschi,  rimase  inedita.  Ecco  qui  le  relative  lettere  del  Can- 
cellieri al  Tiraboschi  e  dell'Amaduzzi  al  Band'ni: 

7  settembre.  {Amaduzzi)  «  Per  mezzo  del  signor  Nardini,  che  parte  questa 
sera  col  corriere  di  Milano,  vi  spedisco  la  promessa  relazione  dell' incoronamento  Ca- 
pitolino della  nostra  Gorilla.  Se  credete  b?ne,  datole  luogo  nelle  Novelle  letterarie, 
ma  per  giusti  posterio^'i  rifl<^>ssi  sono  in  grado  di  prej^nrvi  a  voler  sopprimere  il  mio 
nome.  Non  vi  starò  a  ripetere  ciò  che  coirete  aoche  leggere  nell'accluso  foglio;  ma 
solo  vi  aggiungerò,  che  il  signor  Principe  Gonzaga  e  Gorilla  medesima  sono  g'à  partiti 
da  Roma  sino  dalla  mattina  del  dì  4  del  con  ente,  tenendo  la  strada  di  Perugia,  ove 
si  fermeranno  due  giorni  per  osservare  i  capi  d'opera  della  Pittura.  In  questa  riso- 
luzione io  ho  seguitato  a  ricono.-scere  una  esimia  prudenza,  giacche  il  continuare  la 
permanenza  in  Roma  era  un  cimentare  il  proprio  onore,  ed  un  esporre  a  pericolo 
la  propria  quiete  e  sicurezza  non  garantita  dal  governo.  Parerà  incredibile,  che  al  si- 
gnor Principe  (jonzaga  si  sia  negala  Ih  s  vran;!  difesa  sì  nei  giorno  d'  la  funzione, 
come  anche  dopo,  ond'è  che  ora  si  cerchi  ogni  maniera  di  oscurare  il  conseguilo 
trionfale  onore.  Tale  è  la  proibizione  di  spacciare  più  i  ritratti  della  Laureata,  di  par- 


404  GUIDA   DELLA.   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

lare  nelle  Effemeridi  e  nei  fogli  pubblici  delia  solenne  funzione  seguita,  e  l'impunità 
per  tutti  coloro  che  spacciano  satire  infami,  ed  insultano  pubblicamente  all'onore  dei 
due  soggetti  in  quislione.  Gli  uomini  di  senno,  ed  i  forestieri  in  ispecie  sono  scan- 
dalizzati di  questa  condotta  incoerente,  e  destruttiva  del  già  fatto.  Se  farete*  una  vi- 
sita a  Sua  Altezza  il  signor  Principe  Gonzaga  al  suo  arrivo  costì,  troverete  un  signore 
soprabbondante  di  tutti  i  meriti,  ed  uno  che  vi  farà  parte  della  stima  che  ha  per  il 
signor  vostro  fratello,  e  della  bontà  che  ha  per  me.  Potreste  nella  slessa  occasione 
portargli  una  copia  del  foglio  novellistico,  in  cui  sarà  inserita  l'indicata  mia  lettera, 
la  quale  bisognerebbe  che  si  dasse  tutta  d'un  fiato,  perchè  facesse  maggior  colpo.  » 
\i  settembre.  (Cancellieri)  «  Se  avesse  da  stamparsi  in  codesto  paese  la  nota 
storia,  io  non  saprei  darle  torto,  e  le  sue  riflessioni  sono  troppo  serie  e  troppo  giu- 
ste. Ma  e  perchè  non  potrebbe  farsi  stampare  in  altro  sito  senza  che  potesse  pene- 
trarsi l'autore?  Vorrei  almeno  ch'Ella  mi  favorisse  nel  modo  indicato  riguardo  alla 
stampa  dei  fogli  che  le  ho  ultimamente  trasmessi.  Le  relazioni  delle  Gazzette  forestiere 
sono  assai  difettose  e  parziali,  e  non  hanno  in  verun  modo  soddisfatto  alla  curiosità 
di  chi  voleva  averne  una  storia  sincera.  Onde  sono  persuaso  che  cotesla  si  leggerebbe 
assai  più  volentieri.  Se  volesse  continuarsi,  quante  belle  cose  somministrerebbe  il  viag- 
gio della  Gorilla?  Dovendo  esser  cara  alle  vacche  la  società  dei  bovi,  il  primo  silo 
ove  è  andata  a  stallare  dopo  la  sua  partenza  è  stato  a  Perugia.  Ivi  si  è  fermata  tre 
giorni  e  poi  è  partita  per  andare  a  fermarsi  in  una  villa  del  senator  Ginori,  e  si  spera 
che  presto  si  renderà  utile  alla  fabbrica  del  suo  amante  convertendosi  in  terra  da 
boccali.  Qui  non  si  cessa  di  parlare  di  lei,  non  cessando  le  satire  che  la  ricuoprono 
d'obbrobrio  sempre  maggiore.  » 

È  molto  probabile  che  il  Cardinal  Segretario  di  Stato  si  maneg- 
giasse per  impedire  la  stampa  delle  relazioni  sia  favorevoli  che  contra- 
rie, specie  di  quelle  del  Cancellieri  e  deU'Amaduzzi,  mentre  stava  sulle 
spine  per  le  notizie  che  riguardo  all'incoronazione  sarebbero  venute  sui 
giornali.  Avute  assicurazioni  in  proposito  da  Firenze,  si  mostrò  lietis- 
simo di  potere  esser  tranquillo  almeno  per  quella  parte  e  scrisse  al  Re- 
sidente Fei: 

e  Dalle  stanze  del  Quirinale,  7  settembre  1776. 
«  Dalla  lettera  che  il  gentilissimo  sig.  avv.  Fei  si  è  compiaciuto  di  unire  al  ri- 
verito suo  Biglietto  di  ieri  ben  rileva  il  Cardinale  Pallavicini  la  obbligante  prontezza, 
ed  ugual  premura,  con  cui  favorì  di  scrivere  al  sig.  Conte  Piccolumini  a  seconda 
del  di  lui  desiderio.  Gli  si  protesta  per  ciò  sommamente  tenuto,  e  siccome  nel  con- 
testo della  medesima  ha  pur  ravvisato  lo  scrivente  quei  tratti  di  bontà,  coi  quali  il 
degno  ministro  si  esprime  a  di  lui  riguardo,  si  ripromette  dalla  cortesia  del  signor 
avvocato  stimatissimo  un  nuovo  favore,  che  consisterà  nell'alteslarne  al  prelodato  si- 
gnor Conte  la  più  viva  sensibilità  e  pienissima  corrispondenza  di  chi  nel  ricompiegare 
a  queste  righe  la  citata  lettera  si  ripete  con  la  più  distinta  stima,  ecc.  » 

E  subito  il  Fei  mandò  a  Firenze  un  altro  fervorino: 

«  Roma,  7  settembre  1 776. 
«  Eccellenza, 
«  Ricevo  il  pregiatissimo  foglio  segnalo  da  V.  E.  li  3  del  principiante  mese  di 
settembre,  colle  gentilissime  espressioni  relative  a  questo  signor  Cardinale  Segretario 
di  Stato  in  rapporto  alle  di  lui  premure  sulle  consapute  Gazzette:  in  corrispondenza 
della  di  Lei  esimia  gentilezza  non  ho  lardalo  un  momento  a  notificare  al  riverito  si- 
gnor Cardinale  le  rimarchevoli  espressioni,  delle  quali  egli  è  restato  sì  contento,  che 
colla  maggior  vivezza  del  suo  spirito  mi  ha  incaricato  di  protestare  all'  E.  V.  un'eterna 
memoria,  per  poterle  sempre  corrispondere  in  ogni  occasione  che  si  degnerà  porgergli 
a  di  Lei  servizio.  » 


PROVINCIA  DI   FIRENZE.  405 


Il  ministro  Piccolomiai  rispose: 

e  Firenze,  iO  settembre  1776. 
«  Sig.  Ab.  Fei  —  Roma. 

«  Mi  sono  pervenute  colla  Posta  di  questo  giorno  le  lettere  di  V.  S.  111. ma  se- 
gnate 7  andante. 

«  Ho  rilevato  con  piacere  da  una  di  esse  che  sia  terminato  graziosamente  l'affare. 

«  In  corrispondenza  dell'obbligantissimo  biglietto  di  codesto  signor  Cardinale  Pal- 
lavicini ho  il  piacere  di  dirle,  che  le  misure  da  me  prese  e  indicatele  con  la  mia 
precedente  oltre  all'aver  prodotto  immediatamente  l'effetto  desiderato  dal  predetto  si- 
gnor Cardinale,  non  lasceranno,  per  quanto  ho  giusto  motivo  di  credere,  di  produrlo 
costantemente  in  tutte  le  successive  occasioni  nelle  quali  fusse  parlato  o  di  quella  festa 
lugubre,  o  del  ritorno  di  quella  Donna,  che  se  non  è  già  seguito,  dovrebbe  seguire 
a  momenti  in  compagnia  di  quel  suo  romanzesco  Direttore. 

«  Molto  ho  gradito  le  ulteriori  notizie  da  Lei  partecipatemi  in  seguito  di  questa 
Commedia.  » 

I  giornali  di  Firenze  parlarono  bene,  ma  non  quanto  avrebbe  de- 
siderato il  Cardinal  Pallavicini.  Difatti  la  Gaietta  universale  nel  suo 
numero  73  pubblicò  una  lettera  di  Roma  in  data  4  settembre  che  la 
pretende  ad  imparzialità,  quantunque  lasci  un  po'  vedere  lo  zampino  ge- 
suitico. Ma  anche  questa  narrazione  slavata  parve  poco  sobria  al  Cardinal 
Segretario  di  Stato,  che  dolcemente  se  ne  lagnò  col  residente  toscano, 
scrivendogli  : 

«  Dalle  stanze  del  Quirinale,  <4  settembre  1776. 

€  Sono  ben  pregevoli,  e  pregiati  certamente  non  meno  i  sentimenti,  coi  quali 
si  esprime  a  mio  riguardo  il  degnissimo  signor  Senatore  Piccolomini.  Il  pensiero,  che 
ella  SI  è  dato  di  manifestarmeli  lo  è  pur  molto.  Me  ne  professo  dunque  proporzio- 
natamente obbligato  ad  entrambi. 

«  Devo  però  nell'atto  medesimo  pregarli  ad  avvertire,  che  la  Gazzetta  intito- 
lala Universale  non  è  slata  sul  noto  argomento  così  sobria,  come  l'altra  (I),  che  pur 
esce  da  Torchi  Fiorentini.  Sia  ciò  detto  senza  detrarre  punto  alla  sovra  attestata  ri- 
conoscenza, che  confido  sia  Ella  per  far  noto  al  rispeUabilissimo  signor  Senatore,  a 
continuazione  di  sua  gentilezza  verso  di  me,  che  mi  raffermo  con  la  più  perfetta  stima 
suo  servitore  il 

<  Card.  Pallavicini.  » 

Tanta  insistenza  cardinalizia  cominciò  a  seccare  il  conte  Piccolo- 
mini,  cui  dal  Fei  fu  naturalmente  comunicato  il  biglietto  del  Segretario 
di  Stato,  onde  egli,  prese  le  opportune  informazioni  e  saputo  come  sta- 
vano le  cose  e  che  la  Gaietta  universale  nuU'altro  aveva  stampato  oltre 
la  sobrissima  relazione  dei  fatti,  rispose  al  Fei  in  tono  abbastanza  fermo 
e  tale  da  far  capire  che  era  tempo  di  finirla.  Ecco  il  suo  dispaccio  : 

«  Firenze,  li  24  settembre  1776. 
«  Sig.  Ab.  Fei 
«  Dopo  quello  accennai  a  V.  S.  111. ma  con  mio  P.  S.  del  21   corrente  ho  vo- 
luto essere  ragguaglialo  di  quello  fu  inserito  nella  Gazzetta  di  cui  parlava  il  Biglietto 
da  Lei  rimessomi  con  sua  Lettera  del  1 8  predetto. 

«  Il  ragguaglio  da  me  richiesto  porta  che  la  Gazzetta  parlando  del  noto  affare 
di  Gorilla,  non  diede  altro  che  una  lettera  di  costà    venuta,  contenente   la  relazione 


(i)  Le  Not^ie  del  Mondo. 


406  GXnDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

della  funzione  seguita  nei  termini  però  i  più  moderati  senza  farsi  fare  nella  medesima 
menzione  alcuna  del  rispettabile  Personaggio  né  di  veruno  altro  soggetto  di  qualità, 
e  con  parlarsi  piuttosto  lodevolmente  della  saviezza  e  previdenze  usate  da  codesto 
Governo,  affine  di  prevenire  i  Tumulti. 

<  Da  questo  sincero  ragguaglio  che  mi  viene  dalle  persone  istes?e,  state  da  me 
avvisate  di  usare  le  note  avvertenze,  Ella  rileverà  da  per  sé,  che  non  si  vede  il  mo- 
tivo 0  fondamento  di  quella  tal  quale  egreferenza  significala  nel  Biglietto  in  rapporto 
al  tenore  di  quella  Gazzetta. 

<  Tutto  questo  ho  voluto  notarle  ulteriormente  sopra  di  questo  (ancorché  mo- 
lesto) argomento  affinchè  non  resti  defraudato  nell'opinione  del  signor  Cardinale  il 
frutto  delle  premure  e  diligenze  state  da  me  qui  usate  in  vista  di  corrispondere  ai 
suoi  desiderj    » 

Ma  per  quanto  il  Cardinal  Segretario  di  Srato  si  adoperasse  con 
tutti  i  mezzi  di  cui  disponeva  a  creare,  per  cosi  dire,  il  silenzio  intorno 
ai  fatti  avvenuti,  non  riusciva  nel  suo  intento.  In  difetto  di  Relazioni 
stampate  circolavano  ragguagli  manoscritti  pieni  zeppi  di  particolari  pic- 
canti. Cosicché,  il  povero  Cardinale  di  Stato  in  tutto  quel  suo  lavorio 
ci  rimise  del  proprio  ranno  e  sapone. 

A.  Ademollo 


La  soppressione  delV  A7itologia  (1) 


La  storia  della  soppressione  deìV  Antologia  di  Firenze  (la  vecchia 
antologia  fondata  e  diretta  da  G,  P.  Vieusseux)  non  é  più  da  scriversi. 
Ma  se  la  storia  di  quell'importante  episodio  della  vita  letteraria  toscana 
è  stato  già  narrato,  non  ne  è  stata  peranco  narrata  la  cronaca.  Questa, 
come  si  sa,  non  vive  che  di  particolari  —  di  quei  particolari  che  tanto 
raccomandava  il  Balzac  —  ed  è  un  naturale,  per  non  dire  addirittura 
necessario  complemento  di  quella.  Certamente,  coloro  che  amano  la  storia 
nelle  gravi  p,  gine  di  Tito  Livio  o  del  Guicciardmi,  sorrideranno  di  com- 
passione dinanzi  a  questa  mezza  apoteosi  della  cronaca,  che  d'ordinario 
si  dipinge  chiacchierina  e  pettegola:  noi,  no;  imperocché  sappiamo  che 
anche  le  bricciche  della  storia,  anche  i  minuzzoli  che  gli  istoriografì  se- 
veri non  si  degnano  di  raccogliere,  servono  a  qualche  cosa,  se  non  altro 
a  far  conoscere  in  veste  da  camera,  e  qualche  volta  magari  in  camicia, 
quei  personaggi  che  gli  storici  seri  non  ci  presentano  che  in  abito  di 
gala,  0  colla  maschera  del  mondo  ufficiale  sul  volto. 

Ma  per  ritornare  al  nostro  argomento,  i  particolari  che  formano 
diremmo  quasi  il  dietro-scena  di  quell'avvenimento  metà  letterario  metà 
politico,  che  fu  la  soppressione  della  celebre  effemeride  fiorentina,  a  noi 
non  fanno  difetto  avendo  potuto  attingere  a  fonti  preziosissime  :  alle 
carte,  cioè,  dello  stesso  fondatore  dQÌV  Antologia  ed  ora  possedute  dalla 
R.  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze,  e  a  quelle  dell'Archivio  segreto  della 
espresidenza  del  Buon  Governo  della  Toscana. 

(I)  Vedi  p.  86, 


PROVINCIA   DI   FIRENZE.  407 


La  mattina  del  24  marzo  1833,  Don  Neri  Corsini,  che  da  circa 
vent'anni  occupava  l'ufficio  di  consigliere  di  Stato  per  gli  affari  interni 
del  granducato,  ebbe  a  cascare  dalle  nuvole  quando  seppe  dal  suo  collega 
conte  Fossombroni,  Segretario  di  Stato  e  ministro  degli  affari  esteri,  che 
Sua  Eccellenza  il  signor  ministro  di  Sua  Maestà  lo  Czar  di  tutte  le  Russie 
facevano  il  diavolo  a  quattro,  per  due  brevi  articoli  comparsi  nell'ultima 
puntata  ddV Antologia  venuta  alla  luce  in  quei  giorni,  e  che  quei  due  si- 
gnori ritenevano  incendiari  ed  estremamente  offensivi  pei  loro  augusti 
padroni. 

Ed  ebbe  proprio  a  cascar  dalle  nuvole  il  povero  Don  Neri,  né  si 
esagera  dicendo  cosi;  imperocché,  in  fondo  in  fondo,  gli  striUi  che  come 
aquile  cacciavano  dalla  loro  strozza  le  due  eccellenze  straniere,  non  an- 
davano a  colpire  che  lui,  proprio  lui,  l'eccellentissimo  Don  Neri,  mi- 
nistro per  gli  affari  mterni,  il  quale,  messo  su,  poco  prima,  dallo  stesso 
ministro  austriaco  a  cui  da  qualche  tempo  pareva  che  l'Antologia  facesse 
volentieri  delle  punte  sul  campo  proibito  della  politica,  aveva  voluto  esa- 
minare da  sé  stesso  le  bozze  di  stampa  del  fascicolo  che  ora  s'incrimi- 
nava. Figurarsi  dunque  la  sorpresa  e,  diciamolo  pure,  la  confusione  di 
quel  disgraziato  altissimo  funzionario,  che  malgrado  gh  oc:hiah  da  regio 
censore  che  in  quella  circostanza  aveva  solennemente  inforcato,  non  s'era 
accorto  che  il  direttore  e  proprietario  del  giornale,  il  Vieusseux,  fra  una 
memoria  storica  e  un  resoconto  dell'accademia  dei  Georgofili,  aveva  sa- 
puto insidiosamente  collocare,  sotto  forma  di  due  brevi  recensioni  let- 
terarie, due  bombe,  che  se  non  avevano  mandato  in  frantumi  i  troni 
imperiah  di  Austria  e  di  Russia,  era  stato  proprio  un  miracolo  ! 

Passata  la  sorpresa,  ed  anche  un  po'  la  confusione,  e  risoluta  in 
alto  la  soppressione  dell'incendiario  giornale.  Don  Neri,  che  come  ogni 
buon  ministro  dell'interno  era  un  tantino  curioso,  volle  che  prima  che 
fossero  comunicati  i  sovrani  voleri  al  Vieusseux,  fosse  quest'ultimo  sot- 
toposto ad  interrogatorio,  perché  declinasse  il  nome  e  cognome  dell'au- 
tore o  degli  autori  degli  articoli  denunziati. 

Fu  lo  stesso  presidente  del  Buon  Governo,  il  cavalier  Bologna,  che 
interrogò  il  Vieusseux,  come  rilevasi  dal  seguente  rapporto  riservato, 
diretto  al  ministro  dell'interno: 

«  Ieri  sera  richiamai  avanti  di  me  il  Vieusseux  per  eseguire  la  com- 
missione ricevuta  da  V.  E.  nella  scorsa  mattina. 

«  Alla  prima  fattagli  domanda  d'indicarmi  i  nomi  e  cognomi  degli 
autori  degli  articoh  contenuti  nell'ultimo  fascicolo  dell'Antologia  pubblicato 
li  31  gennaio  ultimo,  e  più  precisamente  di  quelli  aventi  in  fondo  le  let- 
tere K.  X.  Y.  e  L.  mi  replicò  senza  punto  esitare  che  ciò  era  impossibile,  per- 
ché il  direttore  d'un  giornale  non  poteva  mancare  alla  buona  fede  verso  i 
suoi  collaboratori  ;  e  mentre  era  giusto  che  esso  direttore  restasse  esposto 
dirimpetto  al  Governo  a  tutta  la  responsabilità  relativa,  non  poteva  né 
doveva  senza  macchiarsi  d'un  tradimento  portare  in  verun  caso  questa 
responsabilità  sopra  coloro  che  mettono  la  loro  fiducia  su  di  lui.  Disse 
che  questi  articoli  erano  come  un  affare  di  confessione,  e  che  il  sigillo 
non  poteva  essere  da  lui  violato,  né  lo  sarà  giammai,  qualunque  cos^ 


408  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA  ITALIANA. 

disgustosa  potesse  accadergli,  non  esclusa  la  soppressione  del  giornale, 
a  cui  con  tutta  rassegnazione  e  buona  voglia  si  sarebbe  sottomesso. 

«  In  una  lunga  esortazione  non  disgiunta  dalla  minaccia  che  il  Go- 
verno avrebbe  adottato  delle  misure  per  renderlo  più  docile  ed  obbe- 
diente agli  ordini  che  per  mio  mezzo  gli  venivano  ingiunti,  non  omisi 
verun  mezzo  per  indurlo  a  manifestare  i  suenunciati  nomi;  tutto  fu  inu- 
tile, ripetendo  sempre  che  il  Governo  doveva  riguardare  a  tutti  gli  ef- 
fetti come  suoi  gli  articoli  del  suo  giornale,  che  sopra  di  lui  soltanto 
doveva  e  poteva  prendere  quella  soddisfazione  che  nella  sua  giustizia  e 
saviezza  credesse  onesta,  e  che  da  lui  non  si  poteva  esigere  di  più  ed 
avrebbe  sempre  detto  e  sostenuto  che  quelle  lettere  iniziali  erano  pura- 
mente immaginarie  e  che  gli  articoli  erano  suoi.  » 

Anche  per  parere  del  Bologna,  il  Corsini  ordinò  che  il  Vieusseux 
fosse  interrogato  nei  modi  prescritti  dalla  procedura  economica  o  di  po- 
lizia, vigente  in  quei  tempi,  dal  commissario  del  quartiere  di  Santa  Croce. 

Di  quell'interrogatorio,  lo  stesso  Vieusseux  lasciò  fra  le  sue  carte 
il  seguente  appunto  : 

«  Commissario.  Sappia,  dunque,  che  lei  si  è  resa  colpevole  d'ingiurie 
nefande  riguardo  a  S.  M.  l'imperatore  delle  Russie,  per  le  allusioni  fatte 
alle  cose  di  Polonia,  in  un  articolo  firmato  L.,  sopra  il  poema  del 
Curti.  (i) 

«  Io.  Protesto  altamente  contro  simile  falsa,  sinistra  ed  ingiusta  in- 
terpretazione; bensì  è  stata  colta  l'occasione  naturalissima  che  mi  si  pre- 
sentava di  manifestare  un  sentimento  generoso  di  compassione  per  la 
nazione  polacca. 

«  Commissario.  Lei  è  colpevole  d'ingiurie  verso  S.  M.  l'imperatore 
d'Austria  per  avere  in  un  articolo  firmato  K.  X.  Y.,  sopra  la  traduzione 
di  Pausania,  stabilito  un  confronto  fra  la  Grecia  e  l'Italia  e  dato  ad  in- 
tendere che  gli  Austriaci  trattano  l'Italia  come  i  Romani  trattavano  la 
Grecia.  (2). 

«  Io.  Protesto  contro  siffatta  interpretazione. 

«  Commissario.  Ha  ingiuriato  inoltre  le  varie  potenze  dell'Italia,  fa- 
cendo supporre  ch'esse  sieno  rimaste   sotto   la  dipendenza  dell'Austria. 

«  Io.  Protesto.  » 

È  noto  che  la  sigla  L.  nascondeva  Luigi  Leoni,  che  allora  occupava 
a  Firenze  un  modestissimo  uificio  governativo,  mentre  sotto  le  lettere 
K.  X.  Y.  si  celava  Niccolò  Tommaseo.  È  pure  noto  che  quest'ultimo, 
volendo  moralmente  allontanare  la  bufera  che  si  era  scagliata  sul  capo 
del  Vieusseux  e  che  minacciava  di  colpire  il  Leoni,  in  una  istanza  di- 
retta al  Granduca,  si  dichiarò  autore  dei  due  articoli  incriminati. 


(i)  Ecco  le  parole  dell'articolo  sul  Pietro  di  Russia  di  P.  A.  Curti:  «  Parlate  di 
Pietro,  di  Federico,  di  Bonaparte  (per  non  uscire  dalla  storia  moderna),  narrate  le 
giornate  di  Parigi,  di  Bruxelles  e  di  Varsavia,  e  quale  anima  non  è  accesa,  esaltata  ?  » 

(2)  Le  parole  (e  furono  scritte  dal  Tommaseo)  erano  le  seguenti  :  «  I  Romani 
(scriveva  Pausania)  sentirono  pietà  delia  Grecia..,  Un  pretore  mandavasi  tuttavia  a  mio 
tempo.,.  Non  lo  chiamavano  pretore  della  Grecia,  ma  dell' Acaja...  {il  regno  Lombardo* 
Viwio),,  )} 


PRO  VINCI  a'^DI  FIRENZE.  409 


L'istanza,  da  noi  rinvenuta  fra  le  carte  del  Vieusseux,  è  del  tenore 
seguente  : 

«  Altera  Imperiale^  e  Reale, 

«  Le  amichevoli  preghiere  del  signor  Vieusseux  direttore  dell'yiwio/o^zfl^  gì' istanti 
consigli  di  altri  amici  che  affermavano  la  mia  dichiarazione  inutile,  e  forse  dannosa  al 
giornale,  il  pensare  che  a  tutti  i  lettori  di  quello  essendo  ben  noto  di  chi  fossero  gli 
articoli  segnati  K.  X.  Y.  ripeterlo  da  me  sarebbe  potuto  sembrare  boriosa  provocazione, 
la  speranza  che  trattandosi  di  scritti  approvati  da  un  rispettabile  censore,  e  da  un  ze- 
lante ministro,  le  cose  avrebbero  sortita  altra  fine,  la  speranza  ancora  più  ferma  che 
procedendosi  per  vie  ordinarie  e  legali  io  avrei  avuto  il  tempo  di  sodisfare  alle  mie 
convenienze  senza  nuocere  altrui,  queste  ed  altre  rag;ioni  mi  tcimero  di  dir  cosa,  che 
l'onor  mi  comandava  professassi  altamente.  Ora  il  bisogno  di  rigettare  da  me  ogni 
sospetto  di  fiacca  timidità,  il  bisogno  di  far  noto  che  la  persistenza  a  negare  del  si- 
gnor Vieusseux  non  era  atto  indocile  ma  generoso,  la  speranza  la  quale  pure  mi  resta 
nella  giustizia  di  V.  A.  I.  R.  che  conoscendo  l'incolpato  sopra  di  lui  solo  Ella  vorrà 
portare  il  giudizio  inflitto  sull'intiera  Antologia,  m'impongono  di  protestare  che  non 
solamente  gli  articoli  segnati  K.  X.  Y.  sono  miei,  ma  che  io  soglio  per  capriccio  se- 
gnare d'altre  sigle  i  miei  scritti,  onde  se  nell'articolo  sul  poema  del  Curti  è  cosa  im- 
putabile, io  di  buon  grado  ne  chiamo  sul  mio  capo  la  pena,  e  per  guarentigia  del- 
l'avvenire prometto,  e  giuro  se  è  necessario,  di  non  scrivere  in  un  giornale  a  cui  de- 
sidero continuata  la  vita,  perchè  la  sua  vita  è  la  sussistenza  di  più  di  quaranta  persone, 
perchè  il  suo  giudizio  era  invocato  e  rispettato  dai  dotti  d'Italia,  perchè  le  sue  parole 
erano  onorevolmente  ripetute  dai  giornali  di  Lombardia,  di  Francia,  d'Inghilterra  e 
d'Austria,  perchè  non  arrossirono  a  scrivere  in  esso  i  più  chiari  uomini  della  nazione, 
e  non  pochi  dei  più  quetamente  pensanti.  Cesare  Lucchesini,  e  fino  nell'ultima  ma- 
lattia G.  B.  Zanoni,  e  il  Cibrario,  e  il  cavaliere  Manno,  ministro  del  re  di  Sardegna, 
perchè  la  sua  lode  era  ambita  dagli  stessi  governi.  Il  quale  onore  quanto  in  meno  ri- 
donda in  me,  il  più  insufficiente  dei  suoi  collaboratori,  tanto  più  volentieri  debbo  ia 
me  solo  accogliere  le  conseguenze  che  ad  esso  dalle  mie  parole  provennero. 

«  28  marzo  1833.  N.  Tommaseo.  » 

Il  Tommaseo,  nello  scritto  che  consacrò  al  Vieusseux,  scrisse  che 
r  istanza  fu  presentata  al  Granduca.  Noi  non  lo  crediamo.  E  siamo  por- 
tati a  credere  ciò  per  due  buone  ragioni,  la  prima  delle  quali  è  che  se 
la  istanza  fosse  stata  realmente  mandata  a  Pitti,  fra  le  carte  del  Vieusseux 
ne  sarebbe  rimasta  la  minuta  o  la  copia,  mentre  quella  che  ora  vi  si 
rinviene  è  precisamente  la  istanza  destinata  al  Granduca,  scritta  con  ele- 
gante calligrafia  sopra  carta  non  meno  elegante  e  sottosegnata  di  proprio 
pugno  dal  Tommaseo.  La  seconda  ragione  è,  che  se  l'istanza  fosse  per- 
venuta sino  al  sovrano,  una  traccia  di  essa,  se  non  l'istanza  medesima 
si  sarebbe  trovata  fra  le  carte  della  presidenza  del  Buon  Governo.  La 
qual  cosa,  per  altro,  non  diminuisce  per  nulla  la  nobiltà  dell'atto  com- 
piuto dall'autore  del  Dizionario  dei  sinonimi. 

% 

Allora  a  Firenze,  come  una  volta  a  Parigi,  le  cose  finivano...  in  una 
canzonetta  o  in  un  epigramma.  E  la  soppressione  deìV Antologia  ebbe  le 
sue  canzonette  e  i  suoi  epigrammi. 

I  due  epigrammi  che  seguono,  stampati  alla  macchia,  furono  stac- 
cati dalla  polizia  dai  muri  della  città,  ove  di  notte  erano  stati  affissi: 

Evviva  !  Evviva  I  Oh  gioia  I 
Il  toscano  Granduca 
É  divenuto  boia 
Del  modesto  Duca  I 


410  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

Alla  mente  sovrana 

Del  sapiente  granduca  di  Toscana 

É  piaciuto  vietar  l'Antologia 

E  la  ragione  qual'  è  ? 

Perchè  contraria  ai  re. 

Emilio  Del  Cerro 


—  Sullo  scorcio  del  1887  si  pubblicò,  fra  le  lettere  di  Gino  Cap- 
poni, il  Progetto  dì  un  giormile,  da  lui  scritto  a  Londra  sin  dal  dicem- 
bre 18 19,  e  che  fu  quasi  il  disegno  onde  poi  sorse  l'Antologia  del  Vieus- 
seux.  Il  Foscolo,  secondo  quello,  doveva  dirigere  da  detta  metropoli 
l'invio  regolare  di  libri;  altri  corrispondenti  da  Edimburgo,  da  Parigi, 
da  Francoforte,  da  Ginevra,  da  Bruxelles,  dare  notizie  di  quanto  vi  si 
producesse  di  meglio;  si  vo'eva  la  cooperazione  di  tutti  i  bravi  scrittori 
d'Italia.  A  Firenze  era  specialmente  riservata  la  compilazione  delli  parte 
bibliografica.  Eccone  il  titolo:  Archivio  di  letteratura,  col  motto  Patriae 
sH  idoneus. 

—  DeW Antologia  di  Firenze  parla  anche  Niccolò  Tommaseo  nel 
libro  Memorie  di  Giampietro  Vieusseux  e  dell'andamento  della  civiltà  ita- 
liana in  un  quarto  di  secolo,  Firenze  1863.  Vedi  anche  l'artic  "«lo  :  Giam- 
pietro Vieusseux  alla  dire:(ione  dell' Anzoìogìa.  e  dell'Archìvio  Storico,  nel 
n.'  6-7  giugno  -  luglio  1888  del  Bibliofilo  di  Bologna. 


11  giornalismo  fiorentino  dal  1850  al  1859  (i) 

Fu  ai  6  di  maggio  del  1847  che  il  Granduca  Leopoldo  II,  dopo 
non  lievi  tentennamenti,  si  adattò  a  largire  ai  suoi  popoli  una  specie 
di  libertà  di  stampa.  Il  dono  era  meschino,  ma  pei  tempi  che  correvano 
parve  conquista  mirabilissima.  Firenze  ne  ringraziò  il  munifico  principe 
con  una  solenne  dimostrazione,  la  prima  di  tante  altre  seguenti,  e  alla 
testa  della  quale,  mi  sovvengo,  io  che  scrivo,  aver  veduto  gli  uomini 
più  cospicui  che,  per  ingegno,  per  censo,  per  natali  avesse  allora  Firenze. 

Concesse  le  franchìgie,  vennero  alla  luce  parecchi  giornali  politici; 
altri  lo  divennero  da  letterari  che  erano. 

Non  ho  per  certo  intenzione  di  soffermarmi  troppo  sui  giornali  di 
cotesto  breve  periodo.  Ciò  non  appartiene  al  mio  tema. 

Tuttavia  non  reputo  inutile  dire  qualche  cosa  intorno  ad  alcuni. 

C'era,  per  esempio,  la  Patria  diretta  dal  Ricasoli,  dai  Salvagnoli  e 
dal  Latr bruschini,  ma  nella  quale  lavoravano  i  migliori  ingegni  del  Gran- 
ducato. Era  un  giornale  serio,  posato  e  anco,  se  s'ha  a  dire,  un  tantino 
dottrinario.  Il  suo  ideale  era  la  Toscana  retta  costituzionalmente  dalla 
casa  di  Lorena.  Non  pensavasi  allora,  dagli  uomini  della  Patria,  né  da 
tantissimi  altri,  all'unità  italiana;  forse  neanche  la  credevano  possibile. 
Ed  è  assai  strano  il  ricordarsi  come   alcuni   fra  coloro,  il  Ricasoli  alla 


(i^  Vedi  pag.  86  e  seguenti, 


PROVINCIA   DI    FIRENZE.  411 


testa,  fossero  tratti  poi  da  profondo  convincimento  e  dai  successivi  eventi 
a  farsene  caldissimi  propugnatori. 

Giovi  qui  il  ricordo  di  un  fatto.  Corse  a  quei  giorni  per  Firenze 
un  epigramma  il  quale,  alludendo  a  certe  velleità  di  Carlo  Alberto,  di- 
ceva: Albertino  non  ti  sberto  —  Ma  da  prossimo  ti  avverto  —  Che  in  To- 
scana sei  di  certo  —  «   Vox  clamans  in  deserto  ». 

Chi  mai  potrebbe  credere  oggi  autore  di  cotesto  epigramma  Vin- 
cenzo Salvagnoli,  cosi  partigiano  poi  dell'annessione,  cosi  zelante  nella 
propaganda  per  essa? 

Né  di  questo  mutamento  è  da  far  carico  all'ottimo  avvocato  em- 
polese;  si  al  granduca  Leopoldo,  il  quale,  e  fu  singolare  fortuna  d'Italia, 
seppe  poi  cosi  btne  fare,  da  alienarsi  l'animo  dei  più  illustri  e  dei  più 
affezionati  a  lui  fra  i  cittadini  del  piccolo  Stato. 

Fra  i  giornali  di  conto  a  quel  tempo  eravi  pur  VAÌba.  La  dirigeva 
il  siciliano  La  Farina,  ed  avea  andatura  più  ardita  e  stile  più  spigliato 
della  Patria.  Per  quei  tempi  quasi  la  si  potea  dir  radicale  (i). 

Ricordo  pure  di  quel  periodo  il  Popolano^  che  cominciò  le  sue  pub- 
blicazioni, prima  della  libertà  di  stampa,  col  nome  di  Sabatino^  e  fu  uno 
dei  primi  fra' giornah  popolari  d'Italia.  Lo  dirigeva  Enrico  Montazio, 
uomo  di  moltissimo  ingegno,  giornalista  in  tutta  la  forza  del  termine, 
e  possessore  di  uno  stile  caustico  da  pochi  in  seguito  saputo  imitare. 

Aveva  egli  diretto  pure  la  Rivista  di  Firen:(e^  mutata  quindi  in  Ri- 
vista indipendente..  Nella  Rivista  lavoravano  uomini  di  grande  valore,  e 
il  Giusti  medesimo  vi  mandò  un  suo  scritto  sull'uso  del  «  Chiarissimo  ». 
Giovani  di  molto  ingegno  fecero  qui  le  loro  prime  prove  giornalistiche. 
Fra'  cooperatori  della  Rivista  mi  piace  citare  Leopoldo  Cempini,  figlio 
di  un  ministro  del  granduca  in  tempi  di  servitù.  Il  Cempini  vi  scriveva 
come  altrove,  colle  iniziali  P.  L.  D.  E.  Eran  quelle  del  proprio  ana- 
gramma Pico  Leon  d'Empoli.  Fra  i  vari  suoi  scritti  rimangono  i  cenni 
ch'tgli  scrisse  sulla  vita  del  Gmsti. 

Tornando  al  Popolano  dirò,  come  volti  nel  1849  i  tempi  al  rivo- 
luzionario, divenne  radicalissiuiO,  e  i  fiorentini  d'allora  possono  ricor- 
darsi di  certe  audaci  poesie  ivi  stampate  da  Demetrio  Ciofi,  celebre  im- 
provvisatore di  patriottici  canti. 

Fra'  giornali  umoristici  è  pure  da  ricordare  il  Lampione,  piacevolis- 
simo così  per  gli  scritti  come  per  le  caricature  che  vi  disegnava  Niccola 
Sanesi,  notissimo  e  celebrato  pittore. 

Uscendo  da  Firenze  non  son  da  lasciar  in  oblio  il  Corriere  livornese 
del  Guerrazzi,  e  V  Italia  che  a  Pisa  faceva  il  Montanelli,  e  che  erano 
entrambi  assai  più  innanzi  nelle  idee  che  non  VAlba  e  la  Patria. 

Durante  il  periodo  rivoluzionario  uscirono  in  tutta  Toscana  molti 
foglietti,  dei  quah  non  ho  agio  a  parlare.  Uno  di  essi,  il  cui  nome  tac- 
cio, mi  offre  modo  nondimeno  di  narrare  un  aneddoto. 

Attaccò  un  giorno  vivamente  Giuseppe  Giusti,  né  peritossi  a  scri- 
vere «  essere  egli  un  codino  ».  Il  poeta  del  Girella  s'ebbe  assai  per  male 
della  strana  accusa.  Ed  io  mi  ricordo  averlo  udito  esclamare  con  accento 
di  profondo  dolore:  lol  Io  codino?  E  non  sapea  darsene  pacel 


(i)  Vedi  pag.  397  nei  giornali  cessati  di  Firenze, 


412  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

Mi  piace  qui  aggiungere  questo:  alcuni  anni  dopo,  essendomi  io 
ritrovato  in  terre  lontane,  coU'autore  dell'articolo  ingiurioso,  ed  aven- 
dogli narrato  del  dolore  da  lui  procurato  al  poeta,  dichiarò  di  sentirne 
grandissima  pena. 

Ma  è  tempo  ormai  di  venire  al  periodo  del  quale  più  propriamente 
intendo  occuparmi. 

Quando  Leopoldo  II  tornò  dal  suo  breve  esilio  di  Gaeta  a  poco  a 
poco  restrmse  e  qumdi  abolì  ogni  franchigia  accordata.  Naturalmente 
anco  la  libertà  deila  stampa  venne  tolta;  i  giornali  politici  (meno  il  Mo- 
nitore toscano)  furon  soppressi,  e  a  quelli  che  politici  non  erano,  fu  cer- 
cato di  porre  il  bavaglio. 

Se  la  stampa  prettamente  poHtica  era  contesa  nel  felicissimo  gran- 
ducato, non  era  proibito  fondar  giornah  letterari,  teatrali,  artistici  ed 
anco  umoristici,  purché  non  minacciassero  il  governo,  né  turbassero  i 
sonni  e  la  digestione  di  S.  E.  Landucci,  o  quelli  di  monsignor  Minucci 
arcivescovo. 

Fu  allora  che  sorsero,  o  presero  nuovo  indirizzo,  alcuni  periodici, 
dei  quali  forse  pochi  conoscono  ora  il  nome,  ma  dei  quali  pure  non  è 
punto  vano  il  discorrere.  Però  che  essi  rivelassero,  almeno  in  gran  parte, 
l'indole  beffarda  di  noi  fiorentini,  e  preparassero  indirettamente,  come 
dissi,  la  nuova  generazione  a  quella  sommossa  del  27  aprile  1859  che, 
fatta  sans  fermer  boutiques,  come  fu  allora  telegrafato  a  Napoleone  III, 
fu  nondimeno  il  più  grande  fattore  del  rivolgimento  italiano. 

Poiché  ai  giornali  non  era  concesso  parlar  di  politica,  se  ne  ricat- 
tavano, parlandone  di  straforo  o  sotto  ingegnose  allegorie.  Cito  un  esem- 
pio fra  cento.  In  uno  dei  giornali  di  quei  tempi  (la  Lanterna  di  Dio- 
gene) vi  fu  chi  scrisse  un  articolo  intitolato  la  Neve.  Parea  nulla;  ma 
fece  chiasso.  Gli  arguti  fiorentini  compresero  come  l'articolista  impre- 
cando alla  bianca  neve  caduta  a  Firenze  a  quei  di,  volesse  imprecare 
alla  candida  assisa  del  soldato  tedesco.  H  che  proprio  questa  fosse  l'in- 
tenzione dell'autore,  io  sono  in  grado  di  assicurarne  i  lettori! 

Lo  spazio  non  mi  concede  nominare  uno  ad  uno  né  tutti  i  gior- 
nali fiorentini  di  quel  novennio,  né  tutti  coloro  che  vi  scrissero.  Parlerò 
solo  di  qualcheduuo  ira  quelU  e  fra  questi  cosi  come,  dopo  tanti  anni, 
mi  vengono  alla  memoria,  alla  quale  sola  10  mi  affido  per  compilare 
questo  lavoro. 

Parlerò  pel  primo  del  Piovano  Arlotto,  titolo  vagheggiato  dal  Giusti 
per  un  giornale  e  adoprato  da  tah  che  n'erano  degni.  Era  il  Piovano  una 
garbata  rassegna  letteraria  scritta  in  purissima  lingua  e  con  grazia  tutta 
fiorentina.  Ci  scrivevano  con  altri  il  Fanfani,  il  Foresi,  il  Fantacci,  ciò 
che  la  facea  dire  la  rassegna  dei  tre  F.  Raffaello  Foresi  vi  si  facea  notare 
per  scritti  d'arte  e  di  critica,  per  certe  sue  vivaci  polemiche.  Né  il  Fan- 
fani  e  gli  altri  se  ne  stavano  colle  mani  alla  cintola.  Anche  oggi,  corso 
tanto  tempo,  la  raccolta  del  Piovano  Arlotto  è  tenuta  in  gran  pregio,  e 
si  deplora,  prima,  che  sia  durata  poco,  poi  che  altre  successive  rassegne 
letterarie  non  l'abbian  saputa  imitare. 


PROVINCU    DI   FIRENZE.  413 

Nella  stamperia  Barbera,  Bianchi  e  C,  erasi  già  pubblicato  in  più 
liberi  tempi  il  Nazionale.  Venuta  la  reazione  vi  si  stamparono  due  gior- 
nali letterari,  il  Genio  e  lo  Spettatore.  In  entrambi  scrissero  d'arte,  di 
scienza  e  di  letteratura  uomini  prestantissimi,  e  alcuni  che  poscia  sali- 
rono a  grande  nominanza.  Era  l'anima  di  quei  periodici  il  buon  Cele- 
stino Bianchi,  uno  dei  proprietari  della  tipografia.  Quest'uomo  egregio 
scrisse  pure  di  quei  tempi  in  altri  periodici.  Gli  articoli  di  critica  dram- 
matica che  qui  e  là  dettava  col  pseudonimo  di  Pier  Morone  si  ricordano 
anco  adesso  da  tutti  come  modelli  del  genere. 

Nello  Spettatore  avevan  parte,  fra  gli  altri,  Alessandro  D'Ancona, 
Pasquale  Villari,  Cesare  Donati.  E  fu  ivi  che  Ruggiero  Bonghi  stampò 
prima  le  sue  celebri  lettere,  quindi  raccolte  in  volume,  sull'argomento: 
Perchè  la  letteratura  non  sia  popolare  in  Italia! 

Ebbe  l'accennato  periodico  una  parte  grandissima,  cosi  nell' indiriz- 
zare a  buon  fine  il  gusto  letterario  dei  giovani,  come  a  mantener  vivace 
il  culto  della  patria  e  l'amore  alla  libertà.  Si  può  dire  che  esso  fece  in 
Toscana  e  a  Firenze  ciò  che  per  Milano  e  la  Lombardia  fece  il  Cre- 
puscolo. 

Nella  tipografia  di  Mariano  Cellini,  intelligente  editore,  stampavansi 
le  Letture  di  famiglia,  uno  dei  migliori  giornah  didattici  che  abbia  avuto 
l'Italia.  Lo  dirigeva  quell'ottimo  uomo  che  era  il  Thouar  e  intorno  a 
lui  stavano  giovani  valorosi  che  l'aiutavan  nell'opera. 

Sopra  le  Logge  del  Grano,  dove  è  ora  il  teatro,  esisteva  una  tipo- 
grafia, nota  specialmente  perchè  vi  si  stampò  lungamente  la  Gai:(etta  di 
Firen:(e,  cambiata  quindi  nel  Monitore  toscano.  Quest'ultimo  era  il  solo 
giornale  politico  nei  tempi  di  cui  parlo,  e  per  vizio  organico  non  potea 
essere  liberale.  Tuttavia,  ad  ora  ad  ora,  veniva  fuori  con  qualche  arti- 
colo letterario,  letto  anche  da  noi  liberali,  e  che  facea  sobbalzar  di  sor- 
presa gli  assonnati  e  consueti  lettori. 

In  cotesta  medesima  tipografia,  diretta  da  quell'egregio  scrittore  ed 
ottimo  uomo  che  è  Giuseppe  Polverini,  si  stamparono  allora  altri  gior- 
nali, di  due  dei  quali  dirò  qualche  cosa. 

Il  primo,  primo  per  ragione  di  nascita,  fu  il  Buon  Gusto,  diretto 
da  Cesare  Bordiga.  Era  un  periodico  teatrale,  molto  teatrale.  Pure  in 
mezzo  alle  sperticate  lodi  di  cantanti  e  di  ballerine  vi  si  potevano  leg- 
gere articoli  letterari  di  qualche  valore.  Fra  gli  altri  collaboratori  ordi- 
nari cito  Giovanni  Boschi  e  Iacopo  Cavallucci  unitisi  poscia  per  mandar 
fuori  un  Bollettino  delle  arti  del  disegno.  Fu  nel  Buon  Gusto  che  il  secondo 
cominciò  a  rivelarsi  per  quell'accurato  ed  erudito  scrittore  di  cose  d'arte 
che  or  tutti  conoscono. 

Anche  questo  giornale  cooperò,  per  la  sua  parte,  alla  propaganda 
liberale.  Un  ricordo  in  proposito.  Certo  poeta  (ignoto  allora  come  lo  è 
adesso)  vi  stampò  una  poesia  intitolata  /  Morti.  La  polizia  sospettosa 
stava  per  fargli  un  processo.  E  ciò  perchè  vi  avea  posto  in  carattere 
distinto  la  data  del  29  maggio.  Era   quella   della    battaglia   combattuta 


414  GUIDA   DELLA    STAIMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

due   anni   prima   sui   campi  di  Curtarone   e  di  Montanara,  e  la  polizia 
comprese  quali  erano  i  morti  che  si  voleano  onorare. 

L'altro  giornale,  stampato  sulle  Logge  del  Grano,  si  chiamò  il  Pas- 
satempo. Ne  era  proprietario  il  Polverini  accennato  e  lo  dirigeva  il  pro- 
fessor Zanobi  Bicchierai,  d'animo  libero  benché  avesse  parte  anco  nella 
redazione  del  Monitore.  In  questo  giornale  scrissero  molti  dei  migliori 
tra' fiorentini  di  quel  tempo;  e  alcuni  dei  cooperatori  saliron  quindi  a 
grande  fama. 

Era  un  giornaletto  liberale,  e  scritto  con  molta  purezza  di  lingua. 
Ma  aveva  un  difetto  forse;  tenea  un  po' del  saccente  e  del  burbanzoso. 
Ogni  numero  teneva  una  rubrica  in  cui  si  pettinavano  tutti  gli  altri 
giornali,  ciò  che  talora  dava  luogo  a  vivaci  polemiche.  A  ogni  modo 
però  si  leggea  volentieri,  e  neanche  esso  era  in  odore  di  santità  presso 
la  polizia. 

L'Arie,  lo  Scaramuccia,  la  Speratila  furon  pure  giornali  importanti 
dello  stesso  periodo. 

Il  primo,  dedicato  più  specialmente  all'arte  del  canto,  era  diretto 
da  Giacomo  Servadio,  diventato  poi  uomo  d'affari,  più  volte  milionario, 
deputato  al  Parlamento,  e  per  poco  non  dico  Ministro....  che  stette  ad 
un  pelo  di  doventarlo. 

Nell'Arte  scrivevano  di  letteratura  valorosissimi  giovani.  Fu  ivi  che 
si  lessero  i  gustosissimi  scritti  umoristici  di  Carlo  Lorenzini  (^Collodi)  e 
che  allora  firmava  Carlo  L.,  ivi  collaborava  Alessandro  Ademollo,  ivi 
scrisse  pure  Adolfo  Bartoli,  ivi  in  età  giovanissima  il  caro  mio  fratello 
Edoardo  Arbib,  dettò  certe  sue  lettere  a  Giuseppe  Bandi  (allora  in  pri- 
gione) sulla   Tirannide  di  Alfieri  e  che  alludevano  ad  altra  tirannide. 

Lo  Scaramuccia,  diretto  da  Carlo  Lorenzini,  era  uno  dei  migliori 
giornali  dell'epoca.  Qui  pure  scrissero  molti  che  oggi  vanno  per  la  mag- 
giore come  Ferdinando  Martini,  Piero  Puccioni,  Augusto  Barazzuoli.  Ad 
esso  mandava  da  Torino  corrispondenze  Giuseppe  Saredo,  oggi  consi- 
gliere di  Stato,  che  vi  dettò  pure  articoli  argutissimi.  Vi  cooperarono 
pure  il  Pampaloni,  il  Cecchi  ed  altri,  tutti  liberali,  tutti  amanti  del  Bello 
e  del  Buono. 

La  Speran::^a,  che  è  il  terzo  fra'  periodici  accennati,  era  un  giornale 
che  per  allora  si  potea  chiamare  avanzato.  Ne  fu  direttore  Stefano  Fio- 
retti. Era  egli  prete,  ma  tale  che  se  la  diceva  più  con  noi  liberali  che 
coi  canonici  del  Duomo,  e  più  delle  Confraternite  bazzicava  il  dietro  le 
quinte.  Fu  anche  poeta,  librettista,  direttore  di  scena  alla  Pergola,  or- 
ganizzatore di  pubblici  spettacoli.  Fra  questi,  quello  celebre  delle  Capi- 
tudini  eseguito  in  Piazza  Barbano,  oggi  dell'Indipendenza,  va  ricordato 
perchè  l' impresario  Nanni  ci  rimise  tanto  di  tasca,  che  andò  ad  affogarsi 
per  disperato. 

Tornando  alla  Speranza  dirò  esser  stato  un  giornale  più  che  altro 
letterario.  Vi  collaboravano  buoni  scrittori,  fra'  quali  è  da  mentovare  il 
Minucci,  nipote  dell'arcivescovo  di  Firenze  di  allora,  e  morto  immatu- 


PROVINCIA   DI   FIRENZE.  415 


ramente.  Il  Carraresi  vi  scriveva  buoni  romanzi,  storici  secondo  l'uso 
del  tempo. 

Nella  Speran:(a  comparvero  pure  certe  Cronache  del  mondo,  le  quali 
portavano  la  firma  di  Don  Sincero  Pelacani.  Erano  avidamente  cercate 
e  lette  per  l'arguto  stile  e  il  fare  spigliato. 

Per  un  pezzo  i  fiorentini  si  scaparono  a  indovinare  chi  mai  fosse 
quel  misterioso  Pelacani!  Finalmente  si  seppe!  Nascondevasi  con  quello 
il  nome  di  Enrico  Montazio,  che  mandava  quelle  cronache  dalle  Murate 
dove  stava  chiuso  pel  famoso  processo  di  perduellione....  o  come  allora 
si  diceva:  «  Processo  Guerrazzi  ». 

Cesare  Tellini,  egregio  patriotta  e  uno  dei  tipi  più  schiettamente 
fiorentini,  faceva  pure  un  giornale  cui  avea  dato  per  nome  la  Lente. 
Avea  essa  scritti  festevoli  ed  incisioni  in  legno  della  signora  Elvira  Po- 
chini. Fra  le  particolarità  della  Lente  noto  certi  dialoghi  in  puro  dialetto 
cianesco  sul  fare  delle  commedie  dell'abate  Zannoni.  In  essi,  alcuni  dei 
quali  erano  del  povero  Maso  Gherardi  del  Testa  e  molti  dell'avvocato 
Bartolomeo  Piani,  si  parlava  velatamente  di  politica  e  non  si  risparmiava 
la  polizia.  Mi  asseriscono,  ma  non  lo  so  di  sicuro,  che  Luigi  Coppola, 
rapito  agli  amici  or  non  è  molto,  essendo  allora  di  passaggio  a  Firenze, 
dettasse  pur  egli  qualche  articolo  per  la  Lente. 

-x-  • 

Noto  ancora  alla  sfuggita,  benché  meritassero  più  lungo  discorso, 
l'Eco  dei  teatri,  del  Della  Nave,  dove  Martino  (Ferdinando  Martini)  det- 
tava già  saporiti  articoli;  il  Carlo  Goldoni  di  Cesare  Calvi  (il  cui  fratello 
Antono  diresse  in  tempi  più  remoti  un  Ricoglitore),  V Indicatore  del  conte 
Galvani  dove  D.  R.  Segrè  sosteneva  fiere  e  vivaci  polemiche. 

Nell'anno  1855  o  giù  di  li,  venne  fuori  un  altro  giornale  umori- 
stico che  prese  il  nome  di  Lanterna  di  Diogene.  Lo  dirigeva,  in  partibns, 
Giovanni  Dotti  oggi  conosciutissimo  fra'  più  intelligenti  librai,  e  vi  fa- 
ceva le  caricature  quello  Adolfo  Matarelli  noto  sotto  il  nome  di  Mata  (i). 

Ricordo  fra  gli  articoli  della  Lanterna  certa  polemica.  Ne  fu  causa 
un  opuscolo  strano  venuto  fuori  a  quei  tempi  da  una  combriccola  di 
giovmi  studiosi  e  d'ingegno  che  da  se  si  chiamavano  gli  Amici  pedanti 
e  tra'  quali,  oltre  ad  altri  che  poi  diventarono  uomini  di  grandissima 
filma,  vuoisi  fosse  pure  il  Carducci. 

Cooperatori  più  attivi  della  Lanterna  di  Diogene  furono  Enrico  Fran- 
ceschi, Scipione  Fortini,  Cesare  Cau^a,  Cosimo  Ricci  ed  Alessandro  Arbib. 

Enrico  Franceschi  a  20  anni  aveva  già  combattuto  sui  campi  lom- 
bardi, era  stato  all'assedio  di  Roma,  aveva  emigrato  in  Grecia,  gustato 
la  prigionia  del  Bargello,  era  stato  fatto  m.ilitare  per  forza,  e  aveva  già 
fatto  recitare  e  applaudire  due  tragedie.  Allora  ne  aveva  22. 

Nella  Lanterna  scriveva  di  rado,  ma  i  di  lui  scritti  erano  impron- 
tati del  più  caldo  patriottismo,  di  un  grande  amore  pei  classici,  e  dettati 
in  uno  stile  pungente  sotto  apparenza  di  bonomia. 

Cosimo    Ricci,  che  se  giustizia  vi  fosse,  avrebbe   potuto  e  dovuto 


(i)  Vedi  pag.  416. 


416  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

avere  un  gran  nome  nella  repubblica  letteraria,  vi  scriveva  articoli  pieni 
di  fine  arguzia  o  trattava  di  arte  drammatica,  l'amore  della  quale  è  vi- 
vissimo ancora  in  lui,  che  fu  uno  dei  migliori  scolari  del  povero  Berti. 
Rammento  volentieri  un  serio  esame  del  Ricci  della  Satira  e  Parini  del 
Ferrari,  scritto  sulla  Lanterna  quando  la  nuova  commedia  fu  data  per 
la  prima  volta  a  Firenze. 

Scipione  Fortini  mandava  da  Portoferraio  articoli  e  corrispondenze 
firmate  coU'anagramma  Spirito  Cefonini.  Fin  da  allora  l'ottimo  Scipione 
rivelava  quel  suo  grande  odio  contro  il  clericalume  che  non  sarà  per 
abbandonarlo  giammai. 

Termino  questa  già  ormai  lunga  rassegna  ricordando  un  altro  pe- 
riodico, che  si  chiamava  il  Giornale  toscano.  Lo  dirigeva  l'avvocato  Carlo 
Cavigli  e  vi  scrivevano  l'avvocato  Vecchietti,  Epifanio  Ceri,  ed  altri.  Fra 
questi  piacemi  ricordare  certo  Bennati,  il  quale  più  che  dai  propri  scritti 
acquistò  fama  col  fare....  il  ciarlatano  sulle  pubbliche  piazze  e  fu  tipo 
notissimo  ai  fiorentini  di  un  quarto  di  secolo  fa. 

A  proposito  del  Giornale  toscano  un  ricordo. 

Il  mio  buon  amico  e  collega  D.  R.  Segrè,  allora  si  trovava  secre- 
tamente  a  Lucca»  benché  cacciato  per  le  sue  idee  liberali  dal  Governo 
toscano.  Mandò  egli  al  giornale  in  discorso  certo  suo  articolo,  amenis- 
simo  invero.  Ivi  il  buon  Segrè  sotto  il  nome  di  Cam  (uno  dei  cento 
del  bizzarro  scrittore)  e  sotto  il  velame  della  allegoria  berteggiava  nien- 
temeno che  il  dogma  dell'Immacolata  Concezione  giusto  allora  procla- 
mato. Non  ci  volle  altro!  Il  giornale  fu  soppresso,  venne  fatto  un  pro- 
cesso e  il  Cavigli,  direttore,  allora  impiegato,  fu  messo  in  mezzo  alla 
strada....  dal  dolce  Governo  toscano.  Il  Segrè  si  dolse  assai  d'essere  stato 
l'involontaria  cagione  di  questo  male,  e  invano  cercò  rimediarvi.  Quanto 
al  Cavigli  io  l'ho  riveduto  in  tempi  più  liberi  sotto  prefetto  di  Siena. 

Ho  finito.  —  Questa  pagina  di  storia  io  pel  primo  la  riconosco  in- 
completa e  anco,  in  più  luoghi  forse,  inesatta. 

Sarò  lietissimo  di  veder  colmate  le  lacune;  più  lieto  ancora  se  al- 
cuno, meglio  di  me  informato,  correggerà  gli  involontari  errori  in  cui 
possa  essere  io  caduto,  dando  cosi  sempre  nuovi  materiali  alla  futura 
storia  del  giornalismo  italiano. 

A  ogni  modo  non  credo  aver  fatto  opera  inutile  al  tutto,  racco- 
gliendo questi  personali  ricordi  di  un  tempo  che....  ahimè!  comincia  a 
doventar  lontano. 

Roma,  novembre  1881. 

Alessandro  Arbib. 


mi  A  X  A 

Così  Adolfo  Mataralli,  morto  nel  luglio  del  1887,  firmava  i  suoi  disegni  e  con 
questo  nome  di  battaglia  egli  continuò  per  quasi  trent'anni  a  illustrare  argutamente 
con  la  matita  i  principali  fatti  della  politica  italiana  e  straniera. 


PROVINCIA    DI    FIRENZE.  41T 


Ma  il  periodo  suo  più  brillatite,  quello  che  veramente  gli  die  fama  di  caricatu- 
rista sottile  ed  originale  fu  a  Firenze,  dove  tutti  ricordano  i  disegni  del  Lampione, 
che  erano  allora  veri  avvenimenti  (t). 

Il  Matarelli,  prima  del  '39,  faceva  le  caricature  nella  Lanterna  di  Diogene,  un 
periodico  liberale  ove  ogni  settimana  il  granduca  Leopoldo  11  compariva  sotto  il  nome 
di  Canapone  nelle  p'ù  strane  guise  e  nei  più  comici  atteggiamenti. 

E  le  caricature  erano  così  salate  che  i  norcini  del  granduca  —  come  il  Giusti 
li  chiamava  —  finirono  col  proibire  il  giornale,  che  cessò  le  sue  pubblicazioni  poco 
prima  della  pacifica  rivoluzi  me  del  27  aprile. 

Né,  del  resto,  con  la  morte  delia  Lanterna  di  Diogene  finivano  le  satire  contro 
il  povero  Canapone  intorno  al  quale  fioriva  lietamente  una  gioconda  mèsse  di  gior- 
nali umoristici  che  gli  davano  la  baia  e  si  divertivano  allegramente  con  la  sua  copiosa 
parrucca  bianca,   nella  qua'e  trovavano  larga  materia  allo  scherzo  e  alla  satira. 

Difatti  a  Firenze  —  olire  alla  Lente  che  dirigeva  il  Tellini  morto  pochi  anni  fa 
e  dove  fecero  le  prime  armi  due  dei  più  colti  e  spiritosi  giornalisti  italiani,  il  Mar- 
tini e  Yoìic/i:  —  si  stampavano  allora  il  Ca/fè,  il  Monto  e  il  Passatempo,  dove  scri- 
veva  fielro  Fanfani. 

Tutti  giornali  questi,  in  cui  lo  spirito  sgorgava  limpido  e  spietato  dalle  penne 
più  satiriche  e  dalle  più  audaci  matite,  contro  le  quali  invano  si  dibatteva  il  Monitore 
toscano,  diretto  allora  dal  prete  Gasali  e  che  era  il  solo  giornale  ufficiale. 


Morta  la  Lanterna  di  Diogene,  il  Matarelli  dopo  il '39  si  mise  a  fare  disegni  e 
ritratti  patriottici  che  andavano  a  ruba  per  tutta  la  T)scana,  finché  entrò  nell'ufficio 
del  Lampione  lasciato  da  Collodi  ad  Angiolino  DolQ. 

In  quell'epoca  a  Firenze  si  accentuava  lo  spirito  democratico,  che  poi  fu  soffo- 
cato con  la  capitale  e  la  città  che  oggi  è  fra  le  più  conservatrici,  oltre  all'avere  al- 
lora a  suoi  rappresentanti  due  deputati  —  pare  impossibile!  —  di  sinistra,  Gipriani  e 
Rubieri,  aveva  tre  giornali  repubblicani  :  il  Lampione,  la  N^jova  Europa  diretta  dal 
M;irlinati  e  lo  Zenzero,  un  giornale  pieno  di  verve,  dove  il  Giofi  scriveva  degli  arti- 
coli brillantissimi  firmali  Maso  duro,  e  dove  pure  scrivevano  il  Guerrazzi  e  Pirro  Gia- 
chi, l'autore  del  Guazza/mg  Ho,  dove  c'è  una  descrizione  del  furioso  teatro  fiorentino 
la  Quarconia  eh' è  una  delle  più  limpide  e  saporite  pagine  di  prosa  che  abbia  mai  letto. 

Scio  un  certo  Severino  Giusti  —  un  moderato  —  ebbe  in  testa  di  prendersela 
con  questo  giornale  e  stampò  il  Pepe  bona  con  l'epigrafe  in  tesia  ; 

....  Vendeva  il  Zenzero 
Per  Pepe  hono.... 

Ma  dopo  pochi  numeri,  lo  Zenzero  lo  stritolò  addirittura  e  del  Pepe  bono  nes- 
suno sentì  più  parlare. 

Fu  quello  il  periodo  più  brillante  del  giornalismo  fiorentino:  e  insieme  a  quello 
strano  tipo  di  Pirro  Giachi  —  garibaldino  e  prete  e  sopiatutlo  audace  bevitore  e  pos- 
sessore di  uno  dei  nasi  più  monumentali  e  più  bitorzoluti  e  più  rossi  che  si  sieno 
mai  visti  —  brulicavano  in  Firenze  tipi  straordinari  di  scrittori  e  di  artisti,  ognuno 
dei  quali  meriterebbe  un  libro. 

E  un  libro  aneddotico  di  quell'epoca  sarebbe,  in  verità,  la  cosa  più  interessante 
e  più  divertente  che  uno  scrittore  potesse  fare. 

Fu  appunto  in  questo  periodo  di  tempo  che  fiorì  il  Lampione,  dove  il  Dolfi, 
il  Matarelli  e  il  Socci  si  completavano  l'un  l'altro  in  una  inesauribile  fabbrica,  dirò  così, 
di  satire,  nelle  quali  spesso  io  spirito  era  vinto  dall'audacia. 

(i)  Vedi  pag.  86. 

N.  Bernardini — Guida  della  Stampa  periodica  italiana  —  27. 


418  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA  ITALIANA. 

Nel  periodo  d'Aspromonte,  infatti,  il  Lampione  fu,  per  le  caricature  di  Mata, 
sequestrato  otto  volte  di  seguito. 

Una  delle  cose  più  comiche  che  il  Matarelli  abbia  fatto  è  l'applicazione  della 
Divina  Commedia  alla  politica;  una  serie  di  caricature  di  cui,  fra  le  altre,  ricordo 
quella  della  Francesca  da  Rimini,  nella  quale  (uni  ricoriobbero  la  granduchessa  di 
Toscana,  e  il  Minosse  che  non  era  altri  che  il  Ratlazzi  con  la  foglia  di  fico  su  cui 
era  scritto:  Per  ordine  del  Fisco. 

E,  in  epoca  molto  posteriore,  ricordo  e  con  me  tulli  certo  ricordano,  la  eoe- 
data  del  duca  d'Atene  col  Peruzzi  —  allora  sindaco  —  caccialo,  per  le  enormi  spese 
cui  assoggettava  la  città,  dal  popolo  fiorentino  ove  torreggiava  l'ampia  figura  di  Ba- 
rile, il  celebre  vinaio-patrioUa. 

Poi,  prima  del  '66,  il  Lampione,  che  ebbe  lunga  vita  ma  spesso  interrotta,  cessò 
le  sue  pubblicazioni:  e  il  Matarelli  si  mise  a  fare  dei  balli  insieme  al  Dolfi. 

Sicuro:  il  Matarelli  è  stato  anche  un  valente  coreografo,  anzi  un  innovatore  del- 
l'arte coreografica. 

Fece  il  ballo  Firenze,  con  tutta  la  storia  fiorentina  incominciando  dai  tempi  etru- 
schi fino  alla  capitale;  fece  il  Taglio  dell' Ishno  di  Suez  e  fece  il  Telegrafo:  lutti 
balli  che  ebbero  un  successo  clamoroso,  entusiastico- 

Come  vedete,  il  Matarelli  è,  fra  le  altre  cose,  il  predecessore  legittimo  del 
Manzotti. 


Fra  il'es  e  il '69,  ai  tempi  della  Regìa,  risuscitò  il  Lampione  e  il  coreografo 
Matarelli  tornò  ad  essere  il  coreografo  Mata:  ma  questa  volta  la  sua  matita  aveva 
cambiato  colore  e  il  Lampione  che  era  sempre  stato  un  giornale  liberale,  fece  una 
campagna  contro  la  sinistra. 

Vi  fu  poi  un  altro  intervallo;  e  ntilla  terza  risurrezione  che  a-venne  nel '76  con 
l'andata  della  sinistra  al  potere,  il  Lampione  tornò  a-J  essere  liberale  e  la  matita  di 
Mata  riprese  l'antico  suo  colore. 

11  Matarelli  è  stato  certo  il  migliore  caricaturista  che  abbia  avuto  il  giornalismo 
italiano:  e  fra  i  suoi  ammiratori  potè  vantare  Garibaldi,  il  quale,  quando  andò  a  Fi- 
renze dopo  la  campagna  del  '66,  gli  chiese  la  intera  collezione  del  Lampione  che  il 
Mala  gli  portò  e  consegnò  alla  stazione. 

Egli  ha  illustrate  le  poesie  del  Giusti  ma  non  troppo  felicemente  ;  disegnava 
però  assai  bene  a  pastello  —  e  il  re  Vittorio  Emanuele  gli  fece  fare  parecchi  lavori 
in  questo  genere,  fra  i  quali  il  proprio  ritratto. 

11  Matarelli  era  ciò  che  si  dice  un  bel  tipo:  la  sua  figura  lunga,  scarna,  allam- 
panata, non  mancava  mai  dove  c'era  da  pigliare  in  giro  qualcuno  o  da  fare  una 
burla  atroce. 

A  Firenze  egli  si  divertiva  un  mondo  a  dipingere  dei  cocci  di  pignatte  e  dei 
pezzi  di  tegame  e  a  darli  poi  agli  archeologhi  per  oggetti  antichi  e  preziosi. 

Spesso  la  mattina  entrava  in  chiesa  e,  quando  nessuno  lo  vedeva,  sfregava  un 
aglio  sulla  graticola  dei  confessionali  accanto  ai  quali  poi  s' inginocchiava  per  godersi 
una  delle  più  graziose  scenette. 

Difatti  quando  qualche  peccatore  o  peccatrice  chiamava  un  confessore  e  si  ac- 
costava al  tribunale  della  penitenza  a  un  certo  punto  non  mancava  mai  questo  dialogo: 

—  Figliolo  caro  —  diceva  il  prete,  non  potendo  più  resistere  —  fate  bene  a 
venirvi  a  confessare;  ma,  devo  dirvelo,  non  fate  parimente  bene  a  mangiar  l'aglio 
prima  di  venire  a  chieder  perdono  a  Dio., . 


PROVINCIA   DI   FIRENZE.  419 


—  Ma,  padre  mio  —  rispondeva  immancabilmente  il  peccatore  —  mi  pare  che 
lei  potrebbe  fare  a  meno  dell'aglio  prima  di  concedere  questo  perdono.... 
E  il  Matarelli  lì  dietro  a  ridere  come  uà  matto. 


Non  molti  anni  fa  andò  a  Genova  dove  faceva  le  caricature  per  V  Epoca  e  ul- 
limamenle  stava  a  iMilano  nella  casa  di  Sonzngno. 

Benohè  fosse  abbastanza  avanzato  in  età  —  aveva  circa  sessant'anni  —  ha  sem- 
pre lavorato,  fino  da  ultimo. 

Ma  la  malferma  salute  lo  consigliò  a  ritirarsi  a  Caprino  bergamasco,  dove  morì. 

E  con  la  sua  morie  si  troncò  a  un  tratto  una  delle  vene  più  limpide  e  più  ar- 
gute che  avesse  la  sorgente  dello  spirito  italiano. 

Yamba. 


Yoricìz.  —  È  veramente  livornese,  di  famiglia  venuta  a  Livorno  da 
Napoli,  ed  il  suo  nome  sullo  stato  civile,  è  Piero  Francesco  Coccoluto 
Ferrigni.  Da  lunghissimi  anni  vive  a  Firenze.  È  piccolo,  grasso,  con  un 
volto  gioviale  illuminato  da  due  occhietti  maliziosi,  e  chi  hi  conosciuto 
Balzac  dice  che  gli  rassomiglia.  È  incredibile  quanto  Tìt/V/;  abbia  scritto 
con  facilità  e  versatilità  meravigliose,  passando  dal  serio  al  faceto,  dal 
bozzetto  all'arringa,  dalla  rassegna  teatrale  alla  monografia  scientifica, 
dalla  corrispondenza  alla  relazione  ufficiale,  impadronendosi  con  una  pron- 
tezza incredibile  dei  soggetti  più  astrusi  o  più  diversi  dall'ordine  gene- 
rale dei  suoi  studii.  Tanto  ingegno  e  tanta  fatica  non  sono  privi  di 
compenso:  «  questo  scrittore,  dice  il  De  Gubernatis,  che  conosce  così 
bene  la  sua  lingua,  che  scrive  con  tanta  facilità  e  con  tanta  sicurezza 
(sopra  i  manoscritti  dei  suoi  articoli,  sempre  nitidi  e  scritti  spesso  in 
tipografìa  sul  cosi  detto  vantatolo  dei  compositori,  non  si  nota  mai  una 
cancellatura),  di  tante  cose,  con  tanto  brio  e  così  spesso,  è  uno  degli 
scrittori  italiani,  i  quali  cavano  dalla  loro  penna  non  solo  tanto  da  man- 
tenersi la  casa  pulita,  ma  anche  da  passarsi  qualche  capricetto  di  lusso; 
poiché  ci  dicono  che  Yorich  ami  in  casa  sua  vedere  splendere  vivo  il 
sole  anche  la  notte,  nella  luce  abbagliante  dei  molti  doppieri,  per  am- 
mirare forse  con  miglior  agio  la  bell'azza  della  sua  compagna,  che  torna 
a  rifiorire  nel  volto  dei  suoi  due  figlioletti,  ed  una  vera  batteria  d'og- 
getti rari,  curiosi,  di  cui  il  suo  buon  gusto  va  popolando  le  sue  stanze,  y) 
È  nato  nel  1836. 


Le  stranezze  della  stampa 

Il   periodico   meno    diffuso.  I    '*  ^''^'^''^  imperiale  io   riproduce   e   l'Imperatore    lo 

I    Ie£;ge. 

Un  giornale  stampato  a  mare  ! 


Il  periodico  nieuo  diffuso  di  tutto  il  mondo  si  stampa 
a  Vienna  e  il  suo  proprietario  è  l' Imperatore  d'Austria. 

11  giornale  s'intitola  Rivista  Imperiale  e  se  ne  fanno 
tre  sole  copie  :  una  per  l' Imperatore,  una  pel  Ministro 
degli  esteri  e  la  terzi  pel  Segretario  di   Stato. 

La  Rivista  Imperiale  contiene  quanto  di  buono  o 
di  cattivo  dice  la  stampa  dell'impero  o  dell'estero, 
sull'imperatore  Francesco  Giuseppe,  sulla  sua  famiglia 
e  sulla  corte,  e  per  duro  e  personale  che  sia  l'attacco, 


A  bordo  dei  quattro  più  grandi  piroscafi  che  fanno 
il  viaggio  dall'America  in  Inghilterra,  si  trova  una 
tipografia  completa,  e  su  uno  dei  quattro  battelli  si 
stampa  pure  un  giornale  quotidiano  !  Si  sarebbe  cu- 
riosi di  sapere  come  fanno  per  avere  tutti  i  gionii  no- 
tizie fresche  da  dare  in  pascolo  ai  lettori  ! 


Aliti 


Premiato  all'Esposizione  Internazionale  di  Eoma  -  Aprile  1888 

CON 

DIPLOMA    D'  ONORE    e  DUE  MEDAGLIE  D'ARGENTO 

DEL 

MINISTERO    D'AamCOLTUEA 


RAPPEESENTANZA  GENERALE  PER  L'ITALIA 

DITTA  A.  MONESTIROLI 

3ytiLA.isro  —  Via  Pasquirolo,  6  —  is/hlano 

Anno  VI  d'esercizio 

Macchine    ed    attrezzi    per    l' incubazione    artiflciale 

e  l'alleTaniento  degli  animali  da  cortile 


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Fagiani,  Tacchini,  Oche,  Anitre,  ecc. 


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RIVISTA  QUINDICINALE  ILLUSTRATA 

DI 

AGRICOLTURA,    ZOOTECNIA,    ALLEVAMENTO,    ecc. 

MEDAGLIA  D'ARGENTO  —  Roma,  aprile  1888. 
MEDAGLIA    D'ORO  —  Torino,  maggio  1888. 

Direttore  :  ALBERTO  GEMiaNANI. 


Collaboratori:  I  più  insigni  Zootecnici,  Veterinari  ed  Allevatori  italiani  ed  esteri. 
Abbonamexto  annuo  :  Per  l' Italia  L.  6.  —  Estero  L.  7. 


Dirigersi  alla  DITTA  A.  MONESTIROLI,  Via  Pasquirolo,  6  —  Milano. 


PROVINCIA  DI  FOGGIi 


"Kiumero  dei  Comuni:   55  —  'Popolazione:    356,267  —  Superficie:   K.  q.  6,693  —  'Deputati   della  provincia: 
I.  Pavoncelli,  Serra  T. ,  Salaiidra.  2.  Tondi,  Magnati,  Summonte. 


Apulia.  Giornale  politico,  amministrati- 
vo, fondato  nel  1887.  Esce  ogni  domenica 
in  4  pagine  a  3  col.  Direttorr-:  prof.  F.  Gian- 
cola.  Il  giornale  propugna  gl'interessi  delle 
Puglie.  Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  nu- 
mero  IO  centesimi.  Piazza  Municipio,  14. 

Sansevero. 

L'Avanguardia.  Messaggero  settimanale 
di  Capitanata,  fondato  nel  1886.  Si  pub- 
blica ogni  settimana  in  4  pagine  a  5  co- 
lonne, e  propugna  principii  democratici. 
É  redatto  molto  accuratamente  ed  ha  una 
notevole  diffusione.  Abbonamento:  anno 
L.  6,  semestre  3,50.  Un  numero  io  cen- 
tesimi. Via  Caserme,  6. 

Lucerà. 

Bollettino  della  Prefettura.  Si  pubblica 
dal  i8bs  o^ni  mese  in  60  pagine  e  contiene 
gli  atti  ufficiali  amministrativi. 

Foggia. 

Il  Buon  senso,  giornale  meno  diffuso  del 
mondo.  Fondato  il  i.°  aprile  1888.  Esce  in 
4  pagine,  formato  0,25x0,16.  Tipografia 
Michele  Pistocchi. 

Foggia. 
L' Evoluzione.    Giornale    politico,  am- 


ministrativo, organo  dell'associazione  de- 
mocratica provinciale  di  Foggia,  nato  il 
25  aprile  1889.  Esce  ogni  giovedì  in  4 
pagine,  formato  0,42  x  0,3 1.  Redattore-ca- 
po: Valentini.  Abbonamento:  anno  L.  6. 
Corso  Vittorio  Emanuele,  152. 

Foggia. 

Il  Risveglio.  Giornale  politico,  ammi- 
nistrativo, nato  r  1 1  agosto  1889.  Esce  ogni 
settimana  in  4  pagine,  formato  0,36  x  0,24. 
Direttore:  RafTaello  Nuzzi.  Abbonamento: 
anno  L.  6. 

Cerignoìa. 

Supplemento  al  bollettino  della  Prefet- 
tura. Fondato  nel  1 876  per  la  pubblicazione 
degli  annunzi  legali  amministrativi.  Si  pub- 
blica 2  volte  la  settimana  in  fascicoli  di  8  pa- 
gine, in  media.  Abbonamento:  anno  L.  30. 

Foggia. 

L'  Unione.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, fondato  nel  1878.  Si  pubblica  ogni 
settimana  in  4  pagine  a  4  colonne.  Abbona- 
mento :  anno  L.  8,  semestre  4,  trimestre  2. 
Inserzioni:  50  centesimi  la  linea  in  4.'  pa- 
gina, 80  in  3.*  -  Via  Campanile,  11. 

Foggia. 


Giornali  cessati: 

VApe,  politico,  settimanale,  n.  1887  a  Foggia, 

La  Capitanata,  settimanale,  ufficiale,  n.   1868;  direttore  V.  Nigri. 

La  Cometa,  letterario,  quindicinale,  n.  a  Lucerà  1881. 

Corriere  di  Capitanata,  amministrativo,  settimanale,  n.  1885  a  Sansevero. 

Il  Diomede,  poHtico,  settimanale,  n.  a  Lucerà  1863. 

U  Eco  del  Trovatore,  amministrativo,  n.   1886  a  Foggia. 

La  Fenice,  indipendente,  settimanale,  n.   1880  a  Foggia. 

Foggia,  politico,  amministrativo,  n.   1887. 

Galletta  della  Capitanata,  n.  a  Lucerà,  1880-85,  settimanale;  direttore  avv.  F.  Nocelli, 

Gaiiettino  di  Capitanata,  amministrativo,  settimanale,  n.  9  gennaio  1887  a  Foggia. 

La  Giovane  Daunia,  amministrativo,  quindicinale,  n.   1885  a  Lucerà. 

La  Gioventiì,  letterario,  quindicinale,  n.  1888  a  Lucerà. 

Il  Giovine  Scrittore,  letterario,  quindicinale,  n.  a  Lucerà  1874. 

L' Indipendente,  bimensile,  n.   1883  a  Cerignoìa. 

La  Lega  pugliese,  politico,  indipendente,  n.  io  gennaio  1885   a  Lucerà;   direttore 

avv.  Michele  Longo. 
La  Luce,  democratico,  bimensile,  n.  1886  a  Roseto  Valfortore. 
Il  Naiionale,  bollettino  dell'associazione  omonima,  n.   1880  a  Foggia. 
La  Nuova  Arpi,  politico,  indipendente,  settimanale,  n.  21   dicembre  a  Foggia. 
La  Nuova  Puglia,  anticl.,  bim.,  n.   1885  a  Foggia;  direttore  Pietro  Taglialatela. 
11  Promotore,  visse  nel  1874-76  a  Lucerà;  direttore  Girolamo  Prignani. 
■  La  Riflessione,  n.  1878  a  Roseto  Valfortore;  direttore  V.  A.  La  Penna, 


422  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 

—  II  Risorgimento,  politico,  settimanale,  n.  18  gennaio   1885  a  Sansevero. 

Il  Saraceno,  amministrativo,  settimanale,  n.  nel  1885  e  continuato  col  nome  di  Avan- 
guardia nel  1886  (vedi). 

—  La  Scopa,  letterario,  quindicinale,  di  8  pagine  in-8.°,  n.  a  Lacera  1881. 

—  Il  Trovatore,  locale,  visse  a  Foggia  dal  1883  al  1885. 

—  Il  Feltro,  democratico,  settimanale,  n.   1888  a  Carpino,  direttore  P.  Farnese. 

—  La  Voce  del  popolo,  elettorale,  n.   1889  a  Foggia. 

—  La  Voce  di  Lucerà,  amministrativo,  settimanale,  n.  30  ottobre  1889. 


I  cayalli  di  ritorno 

Sapete  che  cosa  vuol    dire,   in  gioroalismo,   un  cavallo  di   ritorno? 

Ecco  di  che  si  tratta.  Supponete  che  il  governo  del  re  di  Coppe  si  senta  troppo  debole  nella  pubblica 
opinione,  e  che  abbia,  o  creda  di  aver  bisogno  di  rinforzarsi.  Egli  non  può  mandare  gli  articoli  in  sua  di- 
fesa  al  giornale  ufficiale   di  città  di    Coppe  ;    la   gente    ci   riderebbe   sopra. 

Allora  che  cosa  fa  il  governo  del  re  di  Coppe  ?  Manda  un  articolo  al  giornale  della  capitale  del  suo 
vicino,  il  re  di  Denari;  a  l'invio  dell'articolo  è  accompagnato  da  tali  argomenti  sonanti  e  ballanti  che  la 
pubblicazione   è   sicura. 

Allora  il  giornale  di  città  di  Coppe  si  fa  mandare  per  telegrafo,  o  per  posta,  l'articolo  del  giornale  di 
città  di  Denari  ;    e   poi   grida  alle  turbe  : 

—  Kon  siamo  noi  che  giudichiamo  savio,  intelligente,  benefico,  il  governo  del  re  di  Coppe;  l'opinione 
di  città  di  Denari  è  tutta  favorevole  al  governo  savio,  benefico,  amabile,  generoso  del  nostro  incomparabile 
ministero.  Ecco,  vedete  che  parole ?....  che  approvazioni,  che  entusiasmi?  Ah,  là,  a  città  di  Denari  non  si 
scherza  ;   sono  amici  veri,  ed  ecco  come  ci  trattano  ! . . . . 


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'Hjiimero    etti    Comuni:  40  —  'Popolazione:    251,110  —  Siiperfitie:    K.  q.  I, 
Fisrrari  L. ,  Fortis,  Aventi,   Vendemini. 


—  ^Deputati  dilla  provincia  j 


Annali  della  stazione  agraria  di  Ferii. 
Pubblicazione  periodica  a  tiscicoli  di  oltre 
100  pagine  in-S."  ciascuno.  Tip.  Luigi 
Bordandini. 

Forlì. 
L'Avvisatore  riminese.  Giornale  di  agri- 
coltura,  commercio    e    annunzi,   fondato 
nel  1887.  Si  pubblica  2  volte  al  mese  in 
4  pagine  e  si  dispensa  gratis. 

Rimini. 
Bollettino  della  caccia.  Giornale  speciale 
pei  cacciatori,  fondato  nel  187S.  Si  pub- 
ìjlica  3  volte  alla  settimana,  ma  soltanto 
durante  la  stagione  della  caccia,  cioè  dalla 
metà  di  settembre  alla  metà  di  novembre, 
in  4  pagine.  Abbonamento  :  anno  L.  4. 
Un  numero  5  centesimi. 

Forlì. 
Il  Cittadino.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, nato  il  2  giugno  1889.  Esce  ogni 
domenica  in  4  pagine,  formato  0,35  x  0,26. 
Abbonamento:  anno  L.  3.  Un  numero  5 
centesimi.  Contrada  Chiaramonti,  24. 

Cesena. 
Corriere  del  circondario  di  Cesena.  Gior- 
nale ufficiale  per  gli  atti  del  Comizio  agra- 
rio, fondato  il  18  febbraio  1888.  Esce  il 
i.°  e  il  3.°  sabato  d'ogni  mese  in  4  pa- 
gine, formato  0,35^^0,24.  Abbonamento: 
anno  L.  1,50.  Un  numero  5  centesimi. 

Cesena. 
Corriere  dei  Tsagni  di  Rimini.  Supple- 
mento estivo  settimanale  del  giornale  L'I- 
talia (vedi)  nato  il  4  luglio  1888.  Esce  il 
mercoledì  in  4  pagine,  formato  0,3 1  a  0,20. 
Redattori  :  Carlo  Villa  e  Francesco  Legni. 
Un  numero  5  centesimi. 

Rimini. 
Corriere  riminese.  Periodico  settimana- 
le, amministrativo,  agricolo,  commerciale, 
nato  l'S  febbraio  1889.  Esce  ogni  merco- 
ledì in  4  pagine,  formato  0,44  x  0,28.  Di- 
rettore: Romolo  Capelli.  Abbonamento: 
anno  L.  3.  Un  numero  cent.  5.  Tip.  Danesi. 

Riìnini. 
Cronaca  minima.  Giornale  di  miscella- 
nee e  letture  popolari,  fondato  nel  novem- 
bre del  1888.  Esce  ogni  settimana  in  8 
pagine  in-8.°  -  Cent.  5  il  numero.  Tipo- 
grafia di  Italo  Callini. 

Cesena, 


Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi,  fondato  nel  1866.  Si 
pubblica  ogni  mese  in  fascicoli  di  8  a  16 
pagine.  Si  spedisce  gratuitamente  ai  mu- 
nicipi e  preture. 

ForVt. 

Guida  degli  affari.  Giornale  commer- 
ciale, nato  nel  1886.  Si  pubblica  2  volte 
al  mese  in  4  pagine  e  si  distribuisce  gratis. 

Forlì. 

L'Italia.  Giornale  politico,  letterario, 
fondato  nel  1883.  Si  pubblica  2  volte  la 
settimana  in  4  pagine.  Abbonamento  :  anno 
L.  4.  Un  numero  5  ceatesimi. 

Rimini. 

La  Lotta.  Difesa  degli  sfruttati,  nata 
nel  1889  Esce  ogni  domenica  in  4  pagine, 
formato  0,371^0,25.  Via  Michelina,  16. 

Cesena. 

Il  Raccoglitore  medico.  Giornale  di  me- 
dicina e  materie  affini,  fondato  nel  1829 
a  Bologna;  nel  183 1  sospese  le  pubblica- 
zioni che  furono  riprese  nel  1837.  Si  pub- 
blica 3  volte  al  mese  in  fascicoli  di  32 
pagine  e  copertina,  dove  si  annunziano 
tutte  le  condotte  medico-chirurgiche  del 
Regno.  Direttore:  prof  comm.  Luigi  Ca- 
sati. L'ufficio  del  giornale  procura  gratui- 
tamente condotte  mediche  ai  suoi  asso- 
ciati. Tiratura  800  copie.  Abbonamento: 
anno  L.  14.  Non  si  vende  a  numeri  separati. 
Via  Bufalini,  24. 

Forlì. 

La  Rivendicazione.  Giornale  settimana- 
le, economico,  politico,  sociale,  fondato 
nel  1886.  Esce  in  4  pagine  a  tre  colonne. 
Il  giornale  propugna  idee  radicali,  rivolu- 
zionarie. Si  sostiene  in  parte  con  sottoscri- 
zioni volontarie  fra  i  partigiani.  Direttore- 
responsabile:  Piselli  Germanico.  Abbona- 
mento: semestre  L.  2,50.  Un  numero  5 
centesimi  -  Estero,  spese  postali  in  più. 
Inserzioni:  15  centesimi  a  hnea.  Via  Torri, 
palazzo  Felici. 

Forlì. 

La  Scintilla.  Eco  della  gioventù  repub- 
blicana, nata  il  22  dicembre  1888.  Esce 
in  4  pagine,  formato  0,36x0,24.  Ha  per 
motto  :  Pensiero  ed  aiione.  Redattore:  Gio- 
vanni Ricci.  Abbonamento:  anno  L.  2,50, 


424 


GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 


Un  numero  5  centesimi.  Corso  Dandini.p, 
palazzo  Galeffi. 

Cesena. 
La  Sirena.  Giornale  politico,  artistico, 
letterario,  fondato  il  5  febbraio  iS.ss.  Esce 
ogni  domenica  in  quattro  pagine,  formato 
0,37x0,25.  Porta  la  data  di  Forli-Iraola- 
Ravenna-Faenza.  Si  stampa  a  Porli,  nella 
tipografia  Democratica.  Direttore:  G.  Bene- 
detti. Abbonamento:  anno  L.  3. 

Forlì. 


Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Creato  nel  1876  per  la  pub- 
blicazione degli  annunzi  legali.  Si  pubblica 
2  volte  la  settimana  in  2  a  4  pagine.  Abbo- 
namento: anno  L.  io.  Un  numero  cent.  io. 

Forlì. 

La  Voce  del  buon  senso.  Giornale  po- 
litico, cattolico,  fondato  nel  1882.  Esce 
ogni  settimana  in  4  pagine.  Abbonamento: 
anno  L.  3,50. 

Cesena. 


Giornali  cessati: 

L'Ape  del  Conca,  politico,  amministrativo,  mensile,  n.   1883  a  Morciano. 

Avanti!...,  anarchico,  n.   1881  a  Cesena;  direttore  Andrea  Costa.  Visse  un  anno. 

Bollettino  del  Comizio  agrario  di  Cesena,  semestrale,  n.   iSSr. 

Bollettino  della  Società  Filippo  Marinelli  tra  gV  insegnanti,  bimestrale,  n.  1883  a  Forlì. 

[1  Buon  senso,  progressista,  vissuto  a  Forlì  nel  1881-82;  direttore  Lucio  Capizuc- 
chi,  proprietario  Antonio  Borghi. 

Catilina,  socialista,  settimanale,  n.   188 1   a  Cesena;  mori  per  i  numerosi  sequèstri. 

Il   Cittadino  romagnolo,  n.   18S2  a  Forlì. 

La  Democrazia,  bisettimanale,  n.  1883  ^  Forlì;  direttore  Rodolfo  Sperati. 

Don  Macrobio,  democratico,  settim.,  n.  1884  a  Cesena;  proprietario  F.  Ccccarelli. 

Frou-Frou,  umoristico,  illustrato,  settimanale,  n.  agosto   1882  a  Forlì. 

La  Giornata,  n.   1888,   eco  delle  grandi  manovre;  direttore  Alessandro  Albicini. 

Il  Popolano  romagnolo,  n.   1882  a  Forlì. 

La  Provincia,  liberale,  n.   1882  a  Cesena. 

La  Provincia  -  Corriere  di  Forlì,  di  Bologna  e  di  Romagna,  giornale  monarchico, 
nato  nel  1867  a  Forlì;  tirava  20,000  copie.  Era  diretto  da  Gaetano  Marini,  il 
quale  dovette  sostenere  aspri  attacchi  e  violenze.  Il  6  giugno  1886  il  Marini  morì, 
a  quanto  si  disse,  avvelenato;  il  giornale  mutò  direzione  e  in'enti,  quantunque 
nelle  elezioni  del  1886  avesse  sostenuta  la  candidatura  Cipriani. 

Rivista  di  sciente  sociali,  bimestrale,  n.  1882  a  Cesena.  Era  diretta  dal  prof.  Gio- 
vanni UrtoUer  e  vi  scrivevano  i  più  chiari  economisti  italiani,  come  il  marchese 
Alfieri  di  Sostegno,  Arcoleo,  Gaspare  Finali,  De  Gubernatis,  Cenala,  Pini,  ecc. 

Lo  Specchio,  politico,  settimanale,  n.   1882  a  Cesena. 

L'Unione  liberale,  n.  1882  a  Forlì;  diretta  prima  dal  prof  Ginesio  Morandi,  poscia 
dall'avv.  Curzio  Casa'i. 


LIBERT.\,    LIBERTÀ! 
(commenti  il' un  furbo^ 


Se  quel  che  jeri  mi  pareva  bianco 

Oggi  mi  torna  di  chiamarlo  nero; 

Se  di  riposo  insofferente,  e  stanco 

Di  quell'eterna  fissità  del  vero, 
Voltar  mi  voglio  sopra  l'altro  fianco. 

Ah,  voi  mi  date  del  poco  sincero? 

Ma  questo,  inclite  mummie,  è  poco  manco 

D'un  attentato  al  libtrro  pensiero! 
Il  mondo  è  tutto  un  gira  gira  ;  e  io  solo 

Starò,  pel  gusto  di  parer  verace, 

a  Duro  e  piantato  li  come  un  piòlo  ?  » 
Disdirsi  a  tempo,  senza  fretta  e  senza 

Chiasso  .  .  .  ecvO  il  punto.  E  se  ne  stia,  cui  piace, 

Legato  al  chiodo  della  sua  coscenza. 
(1877^  G.  Ruz/ 


NELLA  TIPOGRAFIA  D'  UN  GIORNALE 


In  un  nebbioso,  pallido  chiarore 
Volan  le  cinghie,  rotano  i  volanti. 
Sibili  e  fischi. —  un  infernal  rumore.  .  . 
Figli  di  Guttemberg,  svanti,  avanti  !  .  .  . 

Son  le  nostre  battaglie,  il  nostro  amore 
In  quei  giornali  ch'escono  tremanti, 
Sono  i  nostri  cervelli,  il  nostro  cuore 
A  brani,  a  brani,  stesi,  e  palpitanti. 

Ma  dei  nostri  dolori  un  volgo  imbelle 
Ride  adoprando  il  povero  giornale 
Ad  involtare  il  cacio  e  le  sardelle. 

Ma,  qui,   fra  un'ora,  dove  rugge  un  dio, 
Discenderà  un  silenzio  sepolcrale, 
Discenderà  lo  scherno  dell'oblio. 

Romolo  Prati 


mOVINCIA   Dt   FORLÌ 


425 


L'arte  tipografica  a  Forlì 

Le  tre  città  capoluogo  di  circondario  (Forlì,  Cesena  e  Rimini)  hanno  ciascuna 
tre  tipografie.  Altri  dieci  comuni  hanno  una  tipografia  per  ciascuno,  come  rilevasi  dal 
prospetto  che  segue.  La  carta  e  le  altre  materie  prime  impiegate  sono  ordinariamente 
di  provenienza*  nazionale. 


COMUNI 

Numero 
degli 
opifici 

Numero 

delle 
macchine 

per 
stampare 

Numero 
dei  torchi 
a  mano 

Numero  dei  lavoranti 
(maschi) 

Numero 

medio   ' 

annuo 

de'giorni 

di  lavoro 

adulti 

sotto 
14  anni 

Totale 

! 

Bertinoro 

1 

3 
1 

3 
1 
1 
1 

3 
1 
1 
1 
1 
\ 

3 

0 

1 
3 

.1 

1 

0 
1 

5 
2 
2 
2 
7 
1 

2 
1 
1 
1 

3 
17 
1 
31 
3 
I 

2 
23 
2 
2 
2 
2 
2 

1 

1 
\ 

2 

2 
1 

3 

18 

1 

31 

4 

2 

2 

23 

2 

i 

3 

2 

2 

200 
283 
50 
300 
300 
130 
130 
297 
213 
200 
300 
230 

130 

1 

Cesena   

Coriano i 

Forlì ' 

Meldola 

Mercato  Saraceno 

Murciano  di  Romagna   ... 
Rimini 

Saludecio 

Sani'Arcungelo   di  Romagna 
Savignano  di  Romagna.   .  . 
Sogliano  al  Rubicone .... 
Verucchio 

Totale 

19 

13 

31 

91 

8 

99 

273 

La  libertà  della  stampa  è  necessaria  guarentigia  delle  istituzioni  d'ogni  ben  ordinato  governo  rappre  senta- 
tivo,  non  meno  che  precipuo  istrumento  d'ogni  estesa  comunicazione  di  utili  pensieri. 

SCLOPIS. 


LA  CARTA 


Il    consumo    della  carta 

Il  dottor  Cari  von  Scherzer,  in  una  delle  sue  ultime  opere,  La  Vie  economique 
des  peuples,  dà  le  seguenti  cifre,  le  quali    stabiliscono    che  il  consumo  di  carta    dei 

giornali  in  diverse  nazioni  è  in  proporzione  diretta  della  spesa  fatta  da  questi   paesi 
a  prò  dell'istruzione  ed  educazione. 

Consumo  annuale  di  carta  Spesa  annuale 

per  giornali  per  giornali  e  libri 


Totale  in  tonnell. 

Per  individuo 

Totale 

Per  individuo 

da  loco  Kg. 

in  Kg. 

in  franchi 

in  franchi 

Inghilterra 

100,000 

2.77 

410,333,000 

11.37  V2 

Siati  Uniti 

109,000 

2.13 

520,200,000 

10.20 

Franria 

72,000 

1.91 

298,305,000 

7.87  Vg 

Germania 

77,000 

1.65 

323,730,000 

7.12  7, 

Belgio 

8,800 

1.50 

35,032,500 

6.27  V, 

Svizzera 

4,300 

1.50 

n,537,500 

6.16 

426  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA.   ITALIANA. 

Il  consumo  della  carta  va  ogni  anno  crescendo.  Risulta  da  un  lavoro  recente 
che  esistono  3,983  manifatture,  sparse  sulla  superficie  del  globo,  le  quali  producono 
all'anno  950  milioni  di  chilogrammi  di  carta  di  canape,  di  lino,  di  paglia,  di  riso. 
I  soli  giornali  ne  adoperano  più  di  300  milioni  di  chilogrammi,  cioè  752,000  al 
giorno  e  questo  consumo  è  aumentato  di  un  terzo  in  dieci  anni. 

La  Germania  è  il  paese  che.  relativamente,  possiede  più  cartiere  e  macchine 
per  fabbricar  carta.  Solo  gli  Slati  Uniti  d'America  la  sorpassano  qualche  poco,  poiché 
essi  contano  884  cartiere  con  1106  macchine,  mentre  la  Germania  ne  ha  809  con 
89 1    macchine. 

f^a  Francia  non  possiede  che  420  cartiere  con  525  macchine.  L'Inghilterra  361 
cartiere  con  54  J  macchine,  di  cui  69  cartiere  con  98  macchine  per  la  Scozia  e  12 
cartiere  con   13   macchine,  soltanto  per  l'Irlanda. 

L'Italia  conta  220  cartiere,  di  cui  10  senza  macchine;  la  Russia  133  con  137 
macchine;  l'Austria-Ungheria  220  ^arti^-re  con  270  macchine;  l'Australia  possiede  già 
4  cartiere  con  6  macchine,  mentre  l'Egitto  non  ha  che  una  sola  fabbrica  e  ancora  la 
carta  vi  si  fa  a  mano. 

Il  1."  dicembre  del  1886  fn  soppressa  l'imposta  governativa  sulla  carta,  in 
Francia. 

In  Italia  non  c'è  quest'imposta  come  tassa  governativa;  ma  sotto  forma  di  dazio 
è  mantenuta  da  parecchi  municipi,  con  grave  danno  delle  industrie  grafiche.  A  Ro- 
logna,  per  esempio,  si  paga  dai  tipografi  un  dazio  comunale  di  3  lire   per  quintale. 

La  durata  della  carta 

Il  signor  Hayè  ha  esaminato  la  carta  di  100  pubblicazioni  periodiche  diverse. 
Su  questo  numero,  due  pubblicazioni  stampate  su  carta  di  stra.ci  le  giudicò  suscet- 
tibili a  sfidare  parecchi  secoli.  Trenta  stampate  su  carta,  nella  pasta  della  quale  entra 
una  miscela  di  stracci,  legno,  erbe,  cellulose  stimò  che  possono  durare  una  o  due 
generazioni.  Quanto  alle  altre  pubblicazioni  sono  condannale  a  un'esistenza  efimera  e 
i  nostri  nepoli  non  ne  troveranno  tracciai 

Carta  di  tela  di  ragno! 

Nel  1888,  a  quanto  racconta  il  Grapliic  di  Londra  del  24  marzo,  fu  spedito 
dalla  China  a  un  fabbricante  di  carta  americano,  un  giornale  stampato  su  una  carta 
fatta  di  tele  di  ragno.  È  un  giornale,  leggiero,  quasi  trasparente,  di  11  pollici  su  14, 
contenente  due  colonne  di  materia  bene  stampata.  La  carta  fu  fabbricata  a  Hong-Kong 
con   la  tela  di  ragno  bianco,  sacro  ai  Cinesi  ! 


Il  direttore  d'un  gran  giornale  manda  uno  dei  suoi  reporter!  a  una  riunione  coll'obbligo  di  farne  la  relazione. 

—  Signore,  —  dice  il  reporter  quando  ritorna  —  ad  onta  della  mia  buona  volontà,  io  non  vi  porto  che  al- 
cuni pezzi  della  conversazione. 

—  Come!  —  grida  il  direttore  —  l'avete  dunque  lasciata  cadere? 


La  lettura  dei  giornali  e  l'Inquisizione 

Il  fascicolo  255  (1889)  del  periodico  Acta  S.  Sedis  contiene  il  seguente  documento  della  Congregazione 
dell'Indice    relativo  ad  alcuni  dubbi  sulla  lettura  dei  giornali  e  che  qui  diamo  a.  titolo  di   curiosità: 

1.  Se  coloro  che  scientemente  leggono  giornali  propugnanti  l'eresia  incorrono   nella    scomunica   riser- 
vata in  ispecial  modo    al  papa. 

2.  Se  coloro   che  leggono  le  gazzette   che  contengono  l'eresia  cadono    nella    censura  dell'indice    come 
sopra  rinnovata    e  confermata  da    Pio  IX. 

La  sacra  Congregazione  dell'Indice  al  secondo  dubbio  rispose  negativamente,  e  quanto  al  primo  stimando 
che  era  di  competenza  dell'inquisizione  suprema  universale,  lo  riferi  a  lei  aiBnché  si  degnasse  pronunciarsi, 
$  la  Congregazione  al  proposto  dubbio  rispose  negativamente. 


PROVINCIA  DI  GENOVA 


Numero  dei  Comuni:  196  —  Popolazione:  760,12;  —  Stiperficie:  K.  q.  4,194  —  Deputati  itila  provincia: 
I.  Gagliardo,  Tortarolo,  Armirotti,  Pellegrini,  Raudaccio.  2.  Boselli,  De  Mari,  Rolandi,  Capoduro.  3.  Al- 
bini, Canevaro,  Farina  M. ,  Bertollo. 


L'Amico  delle  famiglie.  Giornale  catto- 
lico, politico  e  di  notizie,  nato  nel  1880. 
Esce  ogni  domenica  in  16  pagine  in-4.° 
a  3  colonne.  Abbonamento:  anno  L.  2,50. 
Piazza  Nuova,  43. 

Genova. 

Annali  del  Museo  civico  di  storia  na- 
turale. Pubblicazicne  scientifica,  fatta  per 
cura  di  G.  Doria  e  R.  Gestro  Vi  scrivono: 
C.  Salvadori,  G.  Gribodo,  P.  Wytsraan, 
E.  Reitter,  C.  Emery,  L.  \V.  Schaufuss, 
C.  Parona,  P.  M.  Ferrari,  P.  Magretf, 
A.  Léveillé,  ecc.  Si  pubblica  a  grossi  vo- 
lumi di  oltre  600  pagine  in-8.°  -  Tipo- 
grafia del  R.  Istituto  Sordomuti. 

Genoz'a. 

L'Ape.  Giornale  cattolico,  politico,  let- 
terario, fondato  nel  1884.  Si  pubblica  ogni 
settimana  in  4  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  3,50.  Un  numero  5  centesimi.  Tipo- 
grafia della  Gioventù. 

Genova. 

L'Avvisatore  ecclesiastico.  Raccolta  com- 
pleta degli  atti  della  S.  Sede,  delle  circo- 
lari governative,  pareri  del  Consiglio  di 
Stato,  ecc.  in  materia  ecclesiastica,  fondata 
nel  1879.  Esce  2  volte  al  mese  in  fascicoli 
di  16  pagine  e  tira  2o,oco  copie.  Diretto- 
re: Monsignor  Giuseppe  Bertolotti.  Non  si 
vende  a  numeri  separati.  Abbonamento: 
anno  L.  2. 

Savona. 

L'Avvisatore  marittimo.  Giornale  fon- 
dato nel  i!563,  per  segnalare  gli  arrivi  e 
partenze  dei  bastimenti.  Si  pubblica  ogni 
giorno  in  mezzo  foglio.  Direttore:  Tito 
Marco  Oliva.  Non  si  vende  a  numeri  se- 
parati Abbonamento:  anno  L.  18.  Vico 
Denegri,  3. 

Genova. 

O  Balilla.  Giornale  politico,  democra- 
tico, popolare,  in  dialetto  genovese,  fon- 
dato nel  1868.  Si  pubblica  giovedì  e  do- 
menica in  4  pagine  a  3  colonne.  Abbo- 
namento: anno  L.  6,  semestre  3.  Un  nu- 
mero 5  centesimi.  Strada  della  Madda- 
lena, 39, 

Genova. 

La  Bandiera.  Giornale  politico,  ammi- 
nistrativo. Direttore:  Eugenio  Carloy. 

Siivona. 


_  Biblioteca  di  S.  Eloquenza  e  di  Asce- 
tica. Pubblicazione  cattolica,  nata  nel  1879. 
Esce  ogni  giovedì  in  fascicoli  di  32  pagine 
in-8.°  -  Non  si  vende  a  numeri  separati. 
Abbonamento:    anno  L.  5.  Tip.  A.  Ricci. 

Savona. 

Bollettino  del  Comizio  agrario  del  cir- 
condario di  Chiavari.  Fondato  nel  1868, 
esce  ogni  mese  in  16  pagine  con  coper- 
tina in-8.°  grande.  Vi  scrivono:  A.  Gio- 
vio,  D.  duesta,  M.  Solari,  A.  Costazeno- 
glio,  F.  Delpino,  ecc.  Abbonamento:  anno 
L.   5.  Tipografia  Argiroffo. 

Chiavari. 

Bollettino  della  E.  Prefettura.  Organo 
ufficiale  per  la  pubblicazione  degli  atti  ara- 
ministrativi,  fondato  nel  1866.  Si  pubblica 
qna  o  due  volte  al  mese  in  fascicoli  di 
circa  60  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  18. 
Non  si  vende  a  numeri  separati. 

Genova. 

Bollettino  della  Società  di  S.  Vincenzo 
de'  Paoli.  Giornale  cattolico,  fondato  nel 
1853.  Si  pubblica  ogni  mese  in  fascicoli 
di  32  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  3,50. 
Un  numero  50  cent.  Via  Posta  Vecchia,  5. 

Genova, 

Il  Caffaro.  Giornale  politico,  quotidiano, 
fondato  nel  novembre  1875  da  Anton  Giu- 
lio Barrili,  dopo  che  questi  abbandonò  il 
Movimento.  Il  Caffarc,  per  i  buoni  elementi 
di  cui  dispone  la  redazione,  per  la  sua  se- 
rietà e  pel  suo  carattere  indipendente,  ebbe 
subito  straordinaria  e  meritata  fortuna. 

Nel  Cajfaro  hanno  collaborato  e  colla- 
borano i  più  chiari  ingegni  italiani,  da 
De  Amicis  a  Pascarella,  dalla  Serao  alla 
Rapisardi,  da  Boselli,  non  ancora  ministro, 
al  barone  Podestà  che,  fra  le  cure  del  sin- 
dacato, si  dilettò  anche  di  giornalismo. 

Del  Caffaro  si  pubblica  un  Supplemento, 
anche  quotidiano. 

Luigi  Arnaldo  Vassallo,  il  geniale  Gan- 
dolin  del  Fracassa,  del  Pupanetto,  del 
Don  Chisciotte,  ne  divenne  nel  1887  il  pro- 
prietario. Egli  vi  scrisse  per  molto  tempo  la 
cronaca  cittadina  e  le  brillanti  lettere  dalla 
capitale,  rendendo  celebri  due  rubriche: 
quella  di  Macobrio  e  quella  di  Elio  Staleno, 

Caffaro  è  il  giornale  genovese  per  ec- 
cellenza, ed  è  entrato  nelle  quotidiane  abi< 


428 


GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


tudini  dei  figli  della  Superba.  Il  Caffaro 
esce  al  mattino  alle  6,  e  fa  largo  posto 
alla  cronaca  e  alla  parte  politica.  Il  Sup- 
plemento  esce  dopo  il  mezzogiorno  e  dà 
maggior  diffusione  alle  varietà  e  agli  in- 
teressi locali,  alla  letteratura,  all'arte. 

Ha  tipografia  propria,  ed  ha  una  tiratura 
media  di  20,000  copie.  Per  dare  un'idea  del- 
la sua  importanza  basti  il  dire  che  in  due 
brevi  campagne  rovesciò  due  salde  ammi- 
nistrazioni comunali  della  città.  Direttore: 
Pizzorno.  Redattore:  Pietro  Guastavino. 
Abbonamento:  giornale  e  supplemento - 
anno  L.  34,  semestre  17,  trimestre  8,50. 
Salita  Dinegro,  Via  S.  Caterina,  7. 

Genova. 

Il  Cittadino.  Giornale  del  popolo,  poli- 
tico, cattolico,  fondato  nel  1873.  Esce  ogni 
giorno  in  4  pagine  a  4  colonne.  È  organo 
della  Curia  arcivescovile.  Tiratura  media 
4000  copie.  Direttore:  avv.  Peirano.  Abbo- 
namento: anno  L.  11,  trimestre  6.  Un  nu- 
mero 5  centesimi.  Salita  S.  Caterina,  3. 

Genova. 

Il  Cittadino.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, fondato  il  i."  novembre  1870  da 
Francesco  Giuseppe  Gozo,  che  ne  è  tut- 
tora il  proprietario  direttore.  Di  trisetti- 
manale  che  era,  nel  1S72  divenne  quoti- 
diano e  si  pubblica  tutti  i  giorni,  meno  i 
festivi,  in  4  pagine  a  4  colonne.  Informato 
a  principii  democratici,  cui  si  mantenne 
costantemente  fedele,  ha  sofferto  parecchi 
sequestri  e  processi.  É  il  giornale  ufficiale 
per  gli  atti  del  Municipio,  della  Camera 
di  commercio,  della  Banca  popolare  e  delle 
Associazioni  liberali  di  Savona,  di  cui  è 
l'organo  di  pubblicità  più  accreditato  e  dif- 
fuso. Redattore:  Ettore  Baldino.  Abbona- 
mento: anno  L.  15,  semestre  8,  trimestre  4. 

Savona. 

ColointOi  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, commerciale,  marittimo,  nato  il  i.° 
ottobre  1889.  Direttore:  E.  F.  Morando. 
Vi  collabora  Anton  Giulio  Barrili.  Si  pub- 
blica ogni  giorno  in  4  pagine  grandi  a  5 
colonne.  Abbonamento:  anno  L.  iS,  se- 
mestre 9,  trimestre  4,50  -  Unione  postale: 
anno  L.  40,  semestre  20,  trimestre  10.  Un 
numero  5  centesimi.  Inserzioni:  50  cen- 
tesimi la  linea.  Via  della  Maddalena,  26. 

Genova. 

Il  Commeroio  di  Genova.  Giornale  po- 
litico, commerciale.  Dopo  d'essersi  fuso 
con  la  Gaietta  di  Genova  (vedi),  nel  mag- 
gio 18S9  se  ne  distaccò,  assumendo  la  di- 
rezione del  Commercio  il  signor  Re  Ber- 
ninzone. 

Genova. 

Corriere  mercantile.  Giornale  politico, 


amministrativo,  commerciale,  fondato  nel 
1824.  Come  dice  chiaramente  il  titolo  di 
questo  giornale,  si  occupa  specialmente 
di  cose  commerciali.  In  politica  propugna 
idee  di  destra  pura,  moderata.  È  alla  di- 
rezione il  signor  Pietro  Pellas  fu  Luigi, 
che  è  anche  proprietario  del  giornale.  Ti- 
ratura oltre  2000  copie. 

Il  giornale  contiene  riviste  giornaliere 
di  tutti  i  mercati  del  mondo  e  delle  borse 
europee,  il  movimento  di  tutti  i  porti  e 
della  navigazione  italiana  ed  estera;  no- 
tizie telegrafiche  giornaliere  sulle  vicissi- 
tudini delle  navi  in  viaggio,  e  sulle  va- 
riazioni dei  prezzi  di  tutte  le  derrate.  La 
moderazione  e  la  giustezza  con  cui  tratta, 
nella  parte  politica,  le  quisfioni  più  impor- 
tanti che  agitano  il  mondo,  gli  procura- 
rono da  molto  tempo  grande  autorità  nella 
stampa  italiana,  come  n'è  prova  la  data 
della  lunga  esistenza.  Ha  dovizia  di  cor- 
rispondenze giornaliere,  notizie,  cronache, 
riviste  letterarie,  artistiche,  scientifiche  e 
teatrali,  nonché  romanzi  in  appendice  alla 
portata  di  tutte  le  famiglie.  Esce  ogni 
giorno  in  4  pagine  grandi  a  6  colonne. 
Abbonamento:  anno  L.  36,  semestre  19, 
trimestre  io  -  Stati  Uniti:  50,  28,  16  - 
Europa:  48,  26,  15.  Inserzioni:  25  cente- 
simi la  linea. 

Genova. 

Il  Consigliere  delle  famiglie.  Giornale 
cattolico,  d'istruzioni  per  la  vita  dome- 
stica, fondato  nel  1879.  Si  pubblica  ogni 
15  giorni  in  fascicoli  di  12  pagine.  Con- 
tiene articoli  morali  e  di  attualità,  una 
rassegna  settimanale  dei  fatti  più  impor- 
tanti, racconti  illustrati,  varietà,  giuochi  a 
premio,  qcc.  È  insomma  il  giornale  più 
utile  per  le  famiglie,  poiché  con  la  più 
tenue  spesa  possono  tenersi  al  corrente 
degli  avvenimenti  che  corrono  e  procu- 
rarsi un  onesto  passatempo.  Abbonamento: 
anno  L.  2,50.  Non  si  vende  a  numeri  sepa- 
rati.Tip.  della  Gioventù,  Mura  S.  Chiara,  42. 

Genova. 

Cronache  artistiche.  Periodico  lettera- 
rio, artistico,  nato  il  15  dicembre  1889. 
Direttore:  Alessandro  Sacheri.  Vi  collabo- 
rano: Carducci,  Barrili,  Stecchetti,  Monte- 
corboli,  Marenco,  Rapisardi,  L.  Conforti, 
E.  A.  Marescotti,  ecc. 

Genova. 

La  Difesa.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, fondato  il  24  dicembre  1887.  Si 
pubblica  ogni  giorno  in  4  pagine,  for- 
mato 0,42  y.  0,29,  a  4  colonne.  La  Difesa 
propugna  principii  radicali.  È  fatta  con 
una  certa  cura  ed  ha  una  discreta  diffusione. 
Abbonamento:  anno  L.  16,  semestre  8,  tri- 


PROVINCIA    DI   GENOVA. 


429 


mestre  4.  Inserzioni:  4/  pagina  20  cente- 
simi, 3.°  pagina  50.  Un  numero  5  cente- 
simi. Via   da   Passano,  casa  Centi. 

Spe:{ia, 

La  Discussione.  Giornale  politico,  am- 
ministrativo, nato  nel  1887.  Si  pubblica 
ogni  settimana  in  4  pagine.  Un  numero 
5  centesimi.  Non  fa  abbonamenti. 

Spei^ia. 

La  Donna  e  la  famiglia.  Giornale  cat- 
tolico, d'istruzione  ed  educazione,  fondato 
nei  1861  Esce  il  io  d'ogni  mese  in  fasci- 
coli di  32  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  8. 
Un  fascicolo  L.   i.  Tip.  della  Gioventù. 

Genova. 

L'  Eco  d'  Italia  —  Pensiero  Cattolico. 
Giornale  popolare,  cattolico,  fondato  nel 
gennaio  del  1883  col  titolo  di  fco  ligure, 
che  poi  mutò  nell'attuale.  Consacra  le  sue 
forze  agi'  interessi  della  religione  e  del 
paese.  Si  stampa  tutti  i  giorni,  meno  i 
susseguenti  ai  festivi,  in  4  pagine  e  in  3 
edizioni:  un'edizione  esclusivamente  per 
la  provincia  di  Genova,  una  per  la  pro- 
vincia di  Reggio  Emilia  ed  una  per  la 
provincia  di  Lucca.  Nelle  edizioni  di  Reg- 
gio e  di  Lucca  le  prime  tre  pagine  si  stam- 
pano a  Genova,  e  trattano  di  cose  riguar- 
danti la  provincia  di  Genova;  la  quarta 
pagina  si  stampa  rispettivamente  a  Reggio 
o  a  Lucca,  secondo  che  debba  trattare  di 
cose  riguardanti  l'una  o  l'altra  provincia. 
Nella  prima  pagina  si  contiene  per  lo  più 
un'illustrazione  a  litografia.  Abbonamento: 
anno  L.  iS.  Un  numero  5  centesimi. 

Genova. 

L'Epoca.  Giornale  politico,  democratico, 
fondato  nel  1877  dal  defunto  cav.  L.  La- 
vagnino,  in  unione  a  P.  A.  Vassallo  che 
ne  fu  anche  il  primo  direttore.  Si  pubblica 
ogni  giorno  in  4  pagine  a  4  colonne.  La 
prima  pagina  è  tutta  occupata  da  un'  il- 
lustrazione riguardante  un  avvenimento 
del  giorno  e  ottenuta  con  speciale  proces- 
so, da  poter  essere  tirata  contemporanea- 
mente col  giornale  nelle  macchine  rota- 
tive; queste  illustrazioni  hanno  fatto  acqui- 
stare al  giornale  una  grande  diffusione  in 
tutta  Italia.  Questo  giornale,  schiettamente 
democratico,  ha  sofferto  molte  volte,  per  i 
suoi  articoli  violenti,  sequestri  e  processi. 
Il  giornale  è  ricco  di  articoli,  corrispon- 
denze particolari  ed  ha  un  servizio  speciale 
telegrafico;  quello  di  Roma  è  fatto  da  Fe- 
lice Oddone  (Felice  Zena).  Tira  in  media 
30,000  copie,  cioè  25,000  tutti  i  giorni  e 
da  40  a  45,000  le  domeniche.  Fu  diretto 
da  O.  Turchetti,  poi  da  Chiesi,  da  Silvio 
Secchia,  da  Attilio  Valentini,  che  ora  dirige 
la  Patria  di  Buenos  Ayres,  e  finalmente  nel 


settembre  del  1889  la  direzione  fu  assunta 
da  Giorgio  Molli,  del  Diritto  di  Roma. 
Redattore  capo:  Federico  Queirolo.  Attual- 
mente è  proprietà  dei  fratelli  Croce,  con 
tipografia  propria  e  due  macchine  rotative. 
Abbonamento:  anno  L.  18.  un  num.  e.  5. 

Genova. 

La  Fede.  Giornale  locale,  fondato  1*8 
gennaio  1888.  Si  pubblica  ogni  domenica 
in  4  pagine,  formato  o,^jxo,26.  Diret- 
tore: prof  Niccolò  Garaventa.  Abbona- 
mento: anno  L.  4.  Un  numero  5  cente- 
simi. Tipografia  Corsi  Domenico. 

Genova. 

Foglio  d'annunzi  meccanico-industriale. 
Pubblicazione  fondata  dal  signor  Hans 
Schwarz,  suo  attuale  proprietario,  nel  1881. 
Esce  il  IO  e  25  d'ogni  mese  in  16  pagine 
in-4.°  -  Contiene  unicamente  annunci  ri- 
ferentisi  al  ramo  industrie  meccaniche  e 
viene  spedito  gratuitamente  agii  opifizi 
meccanici, fonderie,  uffici  tecnici,  ingegneri, 
comizi  agrari,  negozianti  di  macchine,  ecc. 

Il  giornale  essendo  distribuito  gratuita- 
mente a  coloro  cui  gli  annunci  in  esso 
contenuti  ponno  riescir  d'interesse,  gì' in- 
serenti ottengono  dalla  sua  pubblicità  un 
successo  che  nessun  periodico  ad  abbona- 
mento può  loro  oflrire.  Tira  circa  4000 
copie.  Inserzioni:  40  centesimi  la  linea - 
Estero  0,50.  Abbonamento  ai  privati  L.  20 
all'anno.  Piazza  Raibetta,  i. 

Genova. 

Flora.  Giornale  di  sport,  nato  il  14  lu- 
glio 1888.  Esce  ogni  sabato  in  4  pagine, 
formato  0,41^0,31.  Abbonamento:  L.  i 
per  la  stagione  balnearia.  Si  stampa  a  Ge- 
nova nella  tipografia  di  Angelo  Ciminago. 
Via  Mele,  7. 

Sanipìerdarena. 

Gazzetta  dei  dibattimenti.  Cronaca  giu- 
diziaria, penale,  civile  e  commerciale,  fon- 
data nel  1S83.  Si  pubblica  il  mercoledì  e 
il  sabato  in  4  pagine.  Ha  per  motto:  La 
legge  e  uguale  per  tutti.  Abbonamento  :  anno 
L.  12.  Un  numero  5  centesimi.  -  Vico 
Mele,  6,  interno,  5. 

Genova. 

Gazzetta  di  Genova.  Giornale  poliiico, 
amministrativo,  commerciale,  quotidiano. 
Il  primo  numero  della  Gaietta  di  Genova 
sotto  il  titolo  di  Galletta  naiionale  genovese 
fu  pubblicato  il  17  giugno  1797.  Il  giornale 
fu  fondato  dall'abate  Antonio  Pagano,  pro- 
fessore di  fisica  nell'Ateneo  genovese,  insie- 
me col  giureconsulto  Gottardo  Solari  e  col 
letterato  e  poeta  Giuseppe  Crocco,  pochi 
giorni  dopo  che  una  rivoluzione  popolare 
aveva  messo  fine  al  governo  oligarchico, 
dando  forme  democratiche  all'antica  repub- 


430 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


blica.  Parecchi  anni  dopo  si  fuse  col  Com- 
mercio e  modificò  il  titolo  in  Commercio  - 
Galletta  di  Genova.  Vi  collaborarono  di- 
stinti scrittori,  fra  i  quali  Canale,  Alizeri, 
Felice  Romani.  Fu  diretto  dall'avv.  Fal- 
cone. Dopo  la  fusione  ne  assunse  la  dire- 
zione Avio,  ex  direttore  della  Voce  libera, 
per  la  parte  politica,  e  Grandis  per  quelli 
commerciale.  Ma  nel  maggio  iS'-^  i  due 
giornali  si  scissero  nuovamente,  assumendo 
il  Grandis  la  direzione  della  Ganetta,  a 
cui  impresse  un  carattere  liberale  più  con- 
facente ai  tempi. 

La  Galletta  si  pubblica  in  4  grandi  pagine 
a  6  colonne  e  vive  specialmente  dei  suoi  nu- 
merosi abbonati. Tiratura  media  2200  copie. 
Abbonamento:  anno  L.  52,  semestre  16,50. 
trimestre  8,50  -  Estero:  anno  L.  48,  se- 
mestre 25,  trimestre  13.  Un  numero  io 
centesimi.  Via  Caffaro. 

Genova. 

Gerusalemme.  Giornale  cattolico,  organo 
dell'Alleanza  cristiana  e  della  Palestina, 
nato  nel  1876.  Esce  ogni  mes?  a  fascicoli 
di  16  pagine  in-8.°  a  2  colonne.  Diret- 
tore: D.  Gaspero  Olmi.  Abbonamento: 
anno  cent.  50.  Tipografia  Arcivescovile. 

Genova. 

Giornale  della  Società  di  letture  e  con- 
versazioni scientifiche.  Pubblicazione  let- 
teraria. Esce  ogni  mese  in  fascicoli.  Tira 
900  copie.  Vi  scrivono:  prof.  Guido  Cora, 
prof.  Daniele  Morchio,  prof.  G.  Trabucco, 
Alberto  Libri,  G.  B.  Bontà,  M.  G.  Canale, 
A.  Dardano,  F.  M.  Parodi,  Jacopo  Virgi- 
lio, A.  Barocci,  M.  Molfino,  ecc.  Editore: 
Schenone.  Piazza  Fontane  Morose. 

Genova. 

Giornale  ligustico.  Importante  pubblica- 
zione storica,  archeologici  e  letteraria,  fon- 
data il  i."  gennaio  1874.  È  organo  ufficiale 
della  Società  ligure  di  storia  patria.  Si  pub- 
blica ogni  mese  a  fascicoli  di  40  pagine 
in-S."  -  Tira  1400  copie.  Fondatori  e  di- 
rettori: L.  T.  Belgrano  e  Achille  Neri. 
Un  fascicolo  50  centesimi.  Abbonamento: 
anno  L.  8.  Tipografia  del  R.  Istituto  dei 
sordo-muti. 

Genova. 

Guida  degli  alloggi.  Giornale  di  annunzi 
commerciau,  affitti,  mutui  e  vendita  di  beni 
stabili,  fondatoli  i.°  febbraio  1888.  Diret- 
tore: G.  B.  Maggiolo.  Esce  il  i.°  e  1 5  di 
ogni  mese  in  4  pagine,  formato  0,41  x  0,25. 
Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  numero  io 
centesimi.  Piazza  Invrea,  8,  p.  p. 

Genova. 

La  Guida  educativa.  Giornale  didattico, 
fondato  il  i.°  dicembre  del  1885,  dalla  si- 
gnora maestra  Luisa  Rainusso,  con  la  col- 


laborazione di  esperti  pedagogisti.  Fu  pre- 
miato all'Esposizione  didattica  di  Spezia 
del  1887.  Esce  ogni  settimana  scolastica 
con  la  didattica  giornaliera  in  16  pagine 
in-8.°  a  2  colonne.  Abbonamento:  anno 
L.  5,  semestre  2,50.  Un  numero  i  5  cent. 
5    Margherita  Ligure. 

Indicatore  degli  alloggi.  Giornale  di 
pubblicità,  fondato  nel  iy82,  utile  a  chi 
vuole  affittare  o  prendere  in  affitto  alloggi, 
ville,  ecc.  Esce  ogni  settimana  in  8  pagine 
e  copertina.  Abbonamento:  anno  L.  5.  Un 
numero   io  centesimi. 

Genova. 

L'Indipendente.  Giornale  politico,  re- 
pubblicano, bisettimanale,  nato  il  16  gen- 
naio 1887.  Si  pubblica  giovedì  e  domenica 
in  4  pagine,  formato  0,39  x  0,29.  Direttore: 
O.  Blengini.  Abbonamento:  anno  L.  8; 
semestre  5;  trimestre  3.  Tiratura  2000  co- 
pie. Via  Pia,  13. 

Savona. 

L'Italia  artistica.  Giornale  di  arte  e 
letteratura,  riccamente  illustrato,  fondato 
nel  1887,  da  Ercole  Arturo  Marescotti. 
Esce  ogni  settimana  in  12  pagine,  e  vi 
collaborano  tutti  i  più  illustri  scrittori:  Car- 
ducci, Rapisardi,  Bovio,  Panzacchi,  Saffi,  ec. 
Abbonamento:  anno  L.  20.  Un  numero 
20  centesimi. 

Genova 

Il  Lavoro.  Giornale  politico,  commer 
ciale  ed  amministrativo,  fondato  il  23  no 
vembre  1880  da  un  partito  progressista 
Nel  1883  passò  sotto  la  direzione  del  sì 
gnor  Davide  Tener.mi,e.\.  ufficiale  dell'eser- 
cito, che  ne  divenne  proprietario  con  ti 
pografia  propria.  Il  Lavoro  si  pubblica  ogn 
settimana  in  4  pagine,  e  tira  2500  copie 
Abbonamento:  anno  L.  4,  semestre  2,30 
Un  numero  5  contesimi.  Piazza  Chiodo,  4 

Speiia 

Lavoro  e  Dovere.  Foglio  settimanale 
per  gli  operai,  nato  il  14  luglio  1889.  Esce 
in  4  pagine,  formato  0,36  x  0,25,  con  l'epi- 
grafe diiMazzini:  Migliorate  amandovi.  Ab- 
bonamento: anno  L.  6.  Un  numero  5  cen- 
tesimi. Vico  Mele,  5,  interno,  6. 

Genova. 

Letture  cattoliche  di  Genova.  Periodico 
religioso,  nato  nel  1866.  Si  pubblica  ogni 
mese.  Tiratura  500  copie.  Ha  tipografia 
propria. 

Genova. 

La  Liguria  orientale.  Rivista  religiosa, 
politica,  letteraria,  amministrativa,  fondata 
il  3  dicembre  18S7.  Si  pubblica  ogni  sa- 
bato sera  in  4  pagine,  formato  0,46  x  0,32, 
a  4  colonne.  Abbonamento:  anno  L.  4, 
semestre   2  -  Estero:   anno  L.   6,  seme- 


PROVINCIA    DI    GENOVA. 


431 


stre  3.  Un  numero  5  centesimi.  Inserzioni: 
3/  pagina  40  centesimi,  4.°  pagina  20.  - 
Tipografia  Artigianelli. 

Chiavari. 

Malpighia.  Rassegna  di  botanica,  nata 
nel  18S7.  Esce  a  fascicoli  mensili  di  3  fogli 
di  stampa  illustrati,  in-S."  -  È  redatta  dai 
professori  O.  Penzig  e  R.  Pirotta  in  col- 
laborazione con  molti  botanici  italiani  e 
stranieri.  Abbonamento:  anno  L.  25.  Ti- 
pografia Angelo  Ciminago.  Vico  Mele,  7, 
interno,  5. 

Genova. 

La  Marina  mercantile  italiana.  Gior- 
nale marittimo,  commerciale,  fondato  il 
12  marzo  18S.S.  Esce  ogni  lunedi  in  4  p.i- 
gine,  formato  0,42^-^0,28.  Abbonamento: 
anno  L.  6.  Un  numero  5  centesimi.  Via 
S.  Luca,  I. 

Genova. 

La  Moda  genovese.  Vide  la  luce  il  16 
febbraio  1882  ed  esce  una  volta  al  mese. 
Ne  è  direttore  e  proprietario  Giuseppe 
Russo.  Milita  sotto  i  principii  del  lavoro 
e  della  morale.  È  un  giornale  di  mode 
puro  e  semplice,  che  tratta  di  teatri,  pas- 
seggiate e  notizie  della  moda.  Costa  coi 
figurini  in  nero  L.  3,  colorati  6,  coi  mo- 
delli 8,  Direzione:  Via  Giulia. 

Genova. 

Monitore  della  legislazione.  Fondato  il 
T,°  gennaio  1889,  esce  3  volte  al  mese 
in  16  pagine  in-4.°,  sotto  la  direzione  del 
prof  avv.  Giacomo  Grasso,  e  contiene  le 
leggi  e  i  decreti  del  regno,  con  richiami, 
consulti  gratuiti,  annunzi  bibliografici  ed 
altre  notizie  di  indole  legale  (vedi  Temi 
genovese).  Abbonamento:  anno  L.  io.  Via 
Valeria,  9. 

Genova. 
_  Il  Nuovo  Combattiamo  !  Giornale  poli- 
tico, socialista,  nato  il  4  agosto  1888,  per 
sostituire  il  Combattiamo!,  nato  il  i.°  no- 
vembre 1887,  diretto  da  Ulisse  Barbieri; 
e  cessato  per  i  molti  sequestri.  Si  pubblica 
ogni  sabato  a  mezzogiorno,  in  4  pagine, 
formato  0,39x0,28,  a  4  colonne.  Vi  col- 
laborano: Pellaco  Eugenio,  l'avv.  F.  S.  Mer- 
lino, il  dott.  G.  Ferrua,  il  principe  russo 
Pietro  Krapotkine,  il  celebre  geografo  Eli- 
seo Reclus,  Romeo  Candellari,  ed  altre  no- 
tabilità del  socialismo  d'Italia  e  deli'estero. 
Abbonamento:  anno  L.  4,  semestre  2.  Un 
numero  5  cent.  Borgo  Lanaiuoli,  77. 

Genova. 

L'Orticoltura  genovese.  Periodico  illu- 
strato di  agricoltura,  apicoltura,  botanica, 
floricoltura,  enologia,  igiene,  ecc.,  fondato 
nel  1881  in  continuazione  (dal  18.°  anno) 
dell' Orticultore  ligure.  Si  pubblica  in  fasci- 


coli di  16  a  20  pagine  in- 8.°  con  coper- 
tina, e  indice  generale  a  fine  d'anno,  il 
i.°  e  16  d'ogni  mese.  Direttore:  Antonio 
Casabona.  Tiratura  1300  copie.  Abbona- 
mento :  anno  L.  8  -  Estero  9,20.  Un  nu- 
mero 40  centesimi.  Piazza  S.  Lorenzo,  ar- 
chivolta  S.  Giovanni  il  Vecchio,  7. 

Genova. 

Paganini.  Giornale  di  arte  e  musica, 
nato  nel  1887.  Si  pubblica  ogni  15  giorni 
in  8  pagine.  Oltre  alle  8  pagine  di  testo 
comprende  talvolta  4  pagine  di  musica. 
Il  numero  con  musica  costa  30  centesimi, 
senza  io  centesimi.  Abbonamento:  anno 
L.  4,50. 

Genova. 

II  Piccolo  Corriere.  Rivista  finanziaria, 
bollettino  ufficiale  di  tutte  le  estrazioni  ita- 
liane, fondato  nel  1884.  Sospese  le  pub- 
blicazioni, la  ditta  Fratelli  Casareto  di  Fran- 
cesco, dietro  sollecitazione  degli  antichi 
lettori  del  Piccolo  Corriere,  le  riprese  con 
tipografia  propria  il   19  dicembre   1885. 

Si  pubblica  tutti  i  sabati  e  contiene  ol- 
tre il  Gazzettino  Finanziario  un  articolo 
di  fondo  sulle  questioni  economiche  d'at- 
tualità, un  sunto  chiaro,  esplicito,  preciso 
di  tutte  le  lotterie  e  prestiti  a  premi. 

L'abbonato  pagando  L.  3  annue  acqui- 
sta il  diritto  di  farsi  verificare  dall'uflìcio 
del  giornale  le  cartelle  del  prestito  ch'egli 
possiede.  Tiratura  10,000  copie.  Numeri  di 
saggio  gratis  a  chiunque  li  richieda.  Ab- 
bonamento annuo:  franco  nel  regno  L.  3, 
estero  (unione  postale  europea)  6,  altri 
paesi  8.  Via  Carlo  Felice,  io. 

Genova. 

Rendiconto  sommario  della  R.  Accade- 
mia delle  scienze  mediche  di  Genova.  Pub- 
blicazione periodica  di  scienze  mediche  e 
chirurgiche,  fondata  nel  i88j. 

Genova. 

Il  Ricevitore  del  registro.  Giornale  dì 
legislazione,  giurisprudenza  e  dottrina,  fon- 
dato nel  1886.  Esce  2  volte  al  mese  in 
20  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  8.  Non 
si  vende  a  numeri  separati.  Il  giornale  si 
stampa  a  Savona. 

Cairo  Montenotle. 

Rivista  Critica.  Pubblicazione  artistica 
letteraria. 

Gettava. 

Il  Secolo  XIX.  Giornale  politico,  com- 
merciale, quotidiano,  il  più  importante, 
diffuso  e  completo  dL-lla  Liguria,  stampato 
con  macchine  rotative:  tiratura  30,000  co- 
pie al  giorno.  Fondato  nel  1885  dal  pro- 
fessor Ferruccio  Macola,  con  criteri  gior- 
nalistici affatto  nuovi  e  con  intendimenti 
altamente  moderni  portò  una  vera  rivolu- 


432 


GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 


zione  nel  campo  giornalistico  genovese, 
conquistandosi  subito  senza  grandi  contra- 
sti, ma  con  ingenti  sacrifizii  pecuniari,  il 
primato  su  tutti  gli  altri  giornali. 

Dette  uno  sviluppo  fino  allora  ignoto 
al  servizio  telegrafico  particolare,  rivaleg- 
giando coi  principali  periodici  di  Milano 
e  di  Roma,  abbattendone  in  breve  spazio 
di  tempo  alcuni  cittadini,  prima  in  auge, 
quale  il  Movimento,  e  costringendo  i  su- 
perstiti a  seguirlo  in  tutte  le  sue  innova- 
zioni. 

Non  infeudato  a  nessun  gruppo  di  per- 
sone, schietto,  sincero,  indipendente  nei 
suoi  giudizi,  imparziale,  non  intransigente 
per  nessun  modo  e  redatto  con  un  savio 
e  giusto  concetto  della  vita  politica  ita- 
liana, guadagnò  a  sé  tutta  la  simpatia  dei 
genovesi,  costituendosi  cosi  una  base  di 
influenza,  che  oramai  è  fuori  di  dubbio. 

Questa  influenza  è  anzi  tale  che  dal  1885 
in  poi  tutte  le  lotte  politiche  e  ammini- 
strative di  Genova  furono  completamente 
vinte  nel  nome  del  Secolo  XIX. 

Sono  suoi  collaboratori  notissimi  uomini 
politici,  cari  alla  nazione  italiana,  nonché 
i  principali  uomini  di  penna  che  vanti  la 
nostra  repubblica  letteraria. 

Nessuna  questione,  da  altri  sfiorata,  0 
leggermente  toccata,  per  amore  di  quiete, 
viene  trascurata  dal  Secolo  XIX.  Ed  è  al 
giudizio  ch'esso  dà  di  tutto  e  di  tutti,  senza 
entrare  mai  in  persotjalità,  giudizio  forse 
rude,  ma  sempre  imp'-ontato  a  giust  zia, 
che  è  dovuta  la  sua  meritata  fama  d'indi- 
pendenza. 

duanto  alla  parte  di  cronaca  pochi  sono 
forse  i  giornali  d'Italia  che  la  trattano  con 
tanta  larghezza.  Nulla  vi  passa  di  inosser- 
vato, stante  un  dispendioso,  ma  oculato 
servizio  di  reportage,  e  nessuna  questione 
cittadina  vi  è  dimenticata. 

Nelle  appendici  compaiono  sempre  le 
prime  novità  parigine. 

Corrispondente  da  Roma:  avv.  Vincenzo 
Riccio.  Redattori:  Igino  Michelini,  Enrico 
Berlingieri,  Achille  De  Marzi,  Ferdinando 
Massa,  A.  Caligo,  Armando  Pasini,  ecc.  ecc. 
Abbonamento:  anno  L.  18,  semestre  9, 
trimestre 4,50 -Unione  postale:  anno L. 40, 
semestre  20,  trimestre  io.  Tipografia  del 
Secolo  XIX.  Via  Giustini.mi,  9. 

Genova. 

La  Settimana  religiosa.  Giornale  catto- 
lico, nato  nel  1S70.  Esce  2  volte  la  set- 
timana in  8  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  2.  Un  numero  5  centesimi. 

Genova. 

Il  Successo.  Giornale  nato  il  24  feb- 
braio 18S9.  «  Esce  quando  piace  a  me... 


e  basta  »,  in  4  pagine,  formato  0,40  x  0,27 
con  illustrazioni.  Un  numero  5  centesimi. 

Genova. 

Supplemento  al  iDollettino  della  E.  Pre- 
fettura. Organo  ufficiale  della  Prefettura 
per  la  pubblicazione  degli  atti  legali,  fon- 
dato nel  1876.  Si  pubblica  2  volte  alla 
settimana  in  fascicoli  di  20  pagine  circa. 
Abbonamento:  anno  L.   14. 

Genova. 

Il  Tagliatore  moderno.  Giornale  di  mode 
maschili,  fondato  nel  1862.  Si  pubblica 
ogni  mese  con  figurini  e  supplementi.  Edi- 
tore: Antonio  Parisch.  Abbonamento:  an- 
no L.  20,  semestre  10,  trimestre  5,50  - 
Edizione  economica:  anno  L.  14,  seme- 
stre 7,50,  trimestre  4  -  Estero:  i,'  edi- 
zione 24,  13,  7;  2.'  edizione  16,8,  5.  Sa- 
lita Cappuccini,  piazza  Corvetto,  7. 

Genova. 

Temi  genovese.  Raccolta  di  giurispru- 
denza in  materia  civile,  commerciale,  am- 
ministrativa, finanziaria  e  penale;  colle- 
zione ordinata  della  giurisprudenza  della 
corte  d'appello  di  Genova;  repertorio  com- 
'  pleto  della  giurisprudenza  commerciale  ita- 
liana, fondato  il  i.°  gennaio  1889,  in  so- 
stituzione di  4  3ltri  giornali  legah  che  ces- 
savano col  1888  a  questo  scopo,  cioè  la 
Gìurispnidenia  commerciale  italiana,  nata 
nel  1870  e  diretta  dall'avv.  Bensa,  l'Eco 
di  Giurisprudenia,  nata  nel  1877  e  diretta 
dall'avv.  Musso,  la  Giurisprudenza  genovese, 
nata  nel  1877  e  diretta  dall'avv.  Cavo  e  il 
Monitore  delle  leggi,  nato  nel  1885  e  diretto 
dall'avv.  Grasso.  Esce  il  i.°  e  15  d'ogni 
mese  in  fascicoli  di  32  pagine  in-4.°  Abbo- 
namento: anno  L.  20.  Galleria  Mazzini,  5. 

Genova. 

Tigullio.  Giornale  di  storia  e  letteratura, 

fondato  nel  1877.  Esce  ogni  settimana  in 

4  pagine.  Abbinamento:   anno  L.  4.  Un 

numero  5  centesimi.  Si  stampa  a  Chiavari. 

S.  Margherita  Ligure. 

Il  Vero  amico.  Corriere  Sud-Americano, 

fondato  nel  gennaio  del  1888.  Esce  ogni 

mese  in  4  pagine,  formato   0,38x0,27  e 

si  distribuisce  gratis.  Via  V.  Emanuele,  25. 

Sampierdarena. 

L'89.  Giornnle  politico,  democratico, 
nato  nel  1888.  Esce  2  volte  la  settimana  in 
4  pagine  a  4  colonne,  con  pupazzetti  e  il- 
lustrazioni. E  giornale  violento  e  batta- 
gliero. Vi  scrivono:  L.  P.  M irtini.  Oscar 
Lantoni,  Pietro  Dotto,  Achille  Contini, 
Achille  Majocchi,  ecc.  Abbonamento:  anno 
L.  4,  semestre  2,  trimestre  i.  Inserzioni: 
3.*  pagina  L.  i,  4.'  pagina  40  centesimi.  Un 
numero  5  centesimi.  Vico  Alabardieri,  3. 

Genova. 


PROVINCIA   DI   GENOVA.  433 


Giornali  cessati: 

GENOVA 

-  UAlba,  scientifico,  letterario,  settimanale,  n.  1885. 

-  L'Ameno  politico,  settimanale,  n.  1871. 

-  L'Arte  ceramica,  bimensile. 

-  L'Avvenire,  artistico,  n.  1888,  direttore  Rivoir  De  Persio. 

-  La  Battaglia,  settimanale,  politico,  n.   1S87. 

-  La  Battaglia,  politico,  settimanale,  n.   1889. 

-  Bollettino  commerciale,  mensile,  n.   1885. 

-  Bollettino  dei  proprietari,  mensile,  n.  1885. 

-  La  Borsa,  settimanale,  n.  1865,  diretto  da  Sebastiano  Bertolotto. 

-  fa  Ira,  repubblicano,  n.   i.°  settembre  1889. 

-  La  Calcatura  moderna,  pei  calzolai,  mensile,  n.   1889. 

-  Carmen,  letterario,  settimanale,  n.   1887. 

-  Il  Commercio  e  V  industria,  quotidiano,  n.  24  dicembre  1887, 

-  Il  Comune,  amministrativo,  settimanale,  n    1889. 

-  II  Crepuscolo,  letterario;  vi  collaboravano  Cavallotti,  Chiesi,  Aroldo  Vassallo,  ecc. 

-  La  Critica,  letterario,  politico,  quotidiano,  n.  5  marzo  1885. 

-  Cronaca  artistica,  settimanale,  n.   1885. 

■  I  Dibattiììienti,  cronaca  dei  processi,  settimanale,  n.   1883. 

•  Il  Dovere,  democratico,  settimanale,  n.  7  marzo  1863;  direttore  Federigo  Campa- 
nella. Vi  collaboravano  G.  Libertini,  Guerzoni,  G.  Corte,  G.  Castellazzi,  A.  Mar- 
tinati,  ecc.  Visse  sino  al  1865  in  mezzo  ai  sequestri  e  alle  querele  del  fisco.  Dopo 
un  certo  tempo  riprese  le  pubblicazioni,  non  più  settimanali,  ma  quotidiane;  visse 
cosi  parecchi  altri  anni. 

L'Eco  delle  belle  arti,  n.   1886,  direttore  E.  A.  Marescotti. 

L'Eco  di  Genova,  bisettimanale,  n.   1872. 

L'Eco  di  giurisprudenza  commerciale,  diretto  dagli  avvocati  G.  B.  Musso  e  G.  Poa- 
zone;  visse  dal  1877  al  1883. 

Edone,  artistico,  letterario,  quindicinale,  n.  1888. 

L' Educatore,  settimanale,  diretto  da  Angelo  Prioli;  visse  dal  1863  al  1868. 

L'Elettore  liberale,  n.   1888. 

L' Elleboro,  artistico,  letterario,  bimensile,  n.    1882. 

L' Epoca  democratica,  politico,  quotidiano,  n.   1."  gennaio  1887,  diretto  da  Gustavo 
Chiesi,  ex  direttore  dell'infoca. 

L'Esperò,  scientifico,  letterario,  diretto  da  Federico  Alizeri  dal   1841  al  1845;  sop- 
presso dalla  polizia. 

Excelsior,  umoristico,  settimanale,  n.  1886. 

La  Farfalla,  a.  1887,  direttore  E.  A.  Marescotti. 

Il  Faro,  amministrativo,  n.   17  novembre  i888. 

Figaro  nuovo,  artistico,  n.   1883. 

Il  Forense,  bimensile,  n.   1S69. 

Gaietta  dei  dibattimenti,  bisettimanale,  visse  dal  1883  al   1885. 

Giordano  Bruno,  n.    1887,  direttore  E.  A.  Marescotti. 

Giornale  delle  biblioteche,  quindicinale,  n.   1867,  diretto  dal  prof.  Eugenio   Bianchi. 

Giornale  della  sera,  quotidiano,  n.   1888,  direttore  E.  A.  Berlingieri. 

Gaietta  legale,  settimanale,  visse  dal  1877  al  1883. 

Genova,  radicale,  n.  1869. 

Giornale  delle  leggi,  settimanale,  visse  nel   1870-75. 

La  Giovine  Italia,  radicale,  n.   1869. 

Il  Gottardo,  politico,  marittimo,  n.  1882,  diretto  da  A.  Brocca  e  T.  Bagnasco,  già 
redattori  del  Commercio. 

Gradasso,  settimanale,  n.  21  aprile  1889. 

L' Indicatore  italiano,  settimanale,  di  pubblicità,  n.  1880. 

L' Indipendente,  n.   18 82,  mazziniano. 

iKterwq^o,  letterario,  settimanale,  direttore  Ettore  Mecca  prima,  poi  D.  Milelli. 

L'Atalia  all'estero,  commerciale,  diretto  dal  prof.  G.  Malan. 

L' Italia  scientifica,  mensile,  n.  1878. 

N.  Bernardini  —  GìHia  della  Stampa  periodica  ilaliana  —  zS. 


434  GTTIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

—  La  Lanternetia,  amministrativo,  settimanale,  n.  1887, 

—  Il  Lavoratore,  socialista,  n.  1881. 

La  Lega  italiana,  fondato  nel  1847  da  D.  Buffa, Mamiaui  e  Ranco;  visse  3  mesi. 

—  La  Lega  operaia,  politico,  settimanale,  n.   1882. 

—  La  Libertà,  politico,  quotidiano,  n.  1870. 

La  Libertà  italiana,  quotidiano,  prop.  Stefano  Canzio,  direttore  Luigi  Dell'Isola,  1879. 

—  Liguria  artistica,  teatrale,  n.   1860,  diretto  da  Gaetano  Pasqualina 

—  La  Liguria  Mariana,  supplemento  mensile  aWApe  (vedi),  n.   1885. 

—  La  Maffia  Rosa,  n.  1882,  direttore  Leopoldo  Parodi,  il  quale  faceva  anche  VO  Stafì, 

processati  entrambi  per  ricatto. 

—  Il  Mare,  politico,  democratico,  quotidiano,  n.  gennaio   1883. 

—  Il  Martello,  democratico,  n.  1889. 

—  Il  Mediatore,  settimanale,  di  pubblicità,  n.  1883. 

—  Messaggero  Ligure,  n.  1884. 

—  Mignon,  letterario,  teatrale,  settimanale,  n.   1886. 

—  Monitore  del  notariato,  quindicinale,  n.   1886. 

—  Monitore  Sud-Americano,  n.  15  novembre  1885. 

—  I!  Mosaico,  artistico,  n.   1883. 

—  Il  Movimento,  quotidiano,  fondato  nel  1854  da  Mauro  Macchi.  Durò  sino  al  1885. 

—  Nuova  Bisanzio,  letterario,  settimanale,  n.  7  aprile  1889. 

—  Nuova  Gaietta  dei  dibattimenti,  settimanale,  n.  1888. 

—  La  Nuova  Italia,  commerciale,  bisettimanale,  n.  1888. 

—  L,' Oca  ligure,  umoristico,  settimanale,  n.  1883. 

—  Il  Panettiere  italiano,  mensile,  n.   i.°  marzo   1885. 

—  Il  Pensiero  cattolico,  politico,  quotidiano,  n.   1875  io  continuazione   del    Cattolico  e 

dello  Stendardo.  Si  fuse  poscia  con  l'Eco  d' Italia  (vedi). 

—  Il  Poligrafo,  n.  183 1.  «  Fu  soppresso,  confiscato,  minacciati  i  collaboratori  perchè 

avevano  scritto  francamente  d'una  goffa  composizione  opera  d'un   frate,  protetto 
da  frati.  »  (Macini). 

—  II  Popolo,  democratico,  quotidiano,  n.  1874,  diretto  da  Achille  Bizzoni. 

—  Pro  Patria,  politico,  settimanale,  n.   15  maggio  1888. 

—  Quasimodo,  artistico,  n.  1S83. 

—  La  Salute  e  V  Italia  medica,  settimanale,  n.  1880. 

—  O  Sciò-Reginn-a  e  Sciò-Tocca,  in  dialetto,  n.  1872. 

—  San  Giorgio,  fondato  nel  1S59  da  Nino  Bi.xio;  mutò  poi  titolo  in  Nazione. 

—  La  Sigaretta,  cronaca  ligure,  n.  1889,  direttore  Pellegrino  A.  Vassallo. 

—  Lo  Specchio,  umoristico,   bisettimanale,  n.   1867. 

—  La  Stella,  democratico,  settimanale,  n.   1884. 

—  Vita  -   Umanità,  industriale,  settimanale,  n.  1889. 

—  La  Zanzara,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.   1886. 

—  La  Zappa,  n.   1883  ;  mutò  titolo  in  Progresso,  ma  cessò  nel  1884. 

—  O  Zenei^e,  in  dialetto,  direttore  Michele  Chiozza. 

ALTARE 

—  V Industriale,  mensile,  n.  13  maggio  1885. 

BUSALLA 

—  L'Eco  della  Scrivia,  politico,  settimanale,  n.  1888,  direttore  E.  V.  Brunetti. 

CHIAVARI 

—  UApe  ligure,  cattolico,  n.  1876.  Ebbe  un  processo  dalla  massoneria. 

—  Il  Corriere  di  Chiavari,  n.  1883;  mutò  titolo  in  Corsaro;  nel  1885  riassunse  il  primo. 

—  La  Verità,  politico,  liberale,  u.   1864  e  diretto  dall'avv.  G.  Ginocchio. 

RAPALLO 

—  Bollettino  di  bachicoltura  pratica,  n.  1883,  direttore  cav.  Tito  Nenci,  che  nello  stesso 

anno  fondò  anche  //  Sericolo. 

RIVAROLO  LIGURE 

—  Il  Polcevera,  amministrativo,  settimanale,  n.  1888. 


PROVINCIA   DI   GENOVA. 


435 


SARZANA 
L'Eco  di  Val  di  Magra,  settimanale,  democratico,  dal  1880  al   1883. 
La  Lunigiana,  amministrativo,  settimanale,  n.  1869,  direttore  L.  P.  Devoto. 

S.  STEFANO  D'AVETO 
La  Lega  dei  monti,  amministrativo,  n.  4  maggio  1884. 

SAVONA 
L'Avvenire,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  1885. 
La  Bandiera,  settimanale,  n.   1883. 
L'Eco  del  Clero,  mensile,  n.  1885. 

La  Giovine  Savona,  n.   1877,  ispirato  dal  prof.  Sbarbaro;  cessò  dopo  5  mesi. 
La  Liguria  occidentale,  monarchico,  quotidiano,  n.  1876,  direttore  B.  Mattiauda,  po- 
scia Ugo  Piandoli. 
L'Operaio,  democratico,  settimanale,  n.  1883. 
Piccola  Biblioteca  popolare  cattolica,  mensile,  n.   1882. 

La  Piccola  Roma,  cattolico,  settimanale,  n.   1882,  direttore  cav.  sac.  Luigi  Caneto. 
Il  Popolo,  socialista. 

Il  Progresso,  politico,  monarchico,  1876-77,  direttore  avv.  Sardi. 
Savona  nuova,  politico,  quotidiano,  n.  1889,  direttore  De  Gislimberti. 

SPEZIA 
L'Avvenire,  repubblicano,  bisettimanale,  visse  dal  1877  al  1880. 
Il  Corriere  di  Spezia,  settimanale,  n.   1887. 
L'Eco  del  mare,  settimanale,  politico. 

Galletta  di  Speiia,  bisettimanale,  n.  1868,  diretto  dall'avv.  G.  Ferrari. 
Il  Giovane  Cristiano,  evangelico,  n.  1883. 
11  Muratore,  democratico,  settimanale,  n,  1883. 
Il  Presente,  politico,  settimanale. 
Il  Risveglio  di  Spezia,  quindicinale,  n.   1885. 
Satana,  settimanale  radicale,  n.  18S2,  direttore  E.  Pontremoli. 
La  Spella,  politico,  commerciale,  bisettimanale,  n.   1868,  direttore  U.  Silvio  Botto. 

VOLTRI 
La  Riviera,  politico,  settimanale,  n.  1883, 


GRANDE  FABBRICA  NAZIONALE  DI  MACCHINE  TIPOGRAFICHE 

NORBERTO  ARBIZZONI,  MONZA 

Premiato  anche  dal  R.  Ministeto  d'Agricoltura,  Industria  e  Commercio 


Macchina  a  ritirazione  per  illustrazioni 
Vedi  Avviso  speciale  a  pag.  16 


436  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Come  scrive  Barrili 

Alle  sei  il  Barrili  fa  la  sua  appendice  pel  giorno  appresso;  poiché  tutti  i  ro- 
manzi del  Barrili  sono  fatti  sera  per  sera,  senza  che  l'autore  poi  si  curi  di  rivederli 
prima  che  escano  raccolti  in  volume.  Anton  Giulio  Barrili  si  mette  al  tavolino  con 
due  mezzi  foglietti  di  carta  levigata:  anche  il  Barrili  ha  le  velleità  di  Gustavo  Planche 
e  sdegna  di  condividere  la  sorte  dei  suoi  compagni  di  redazione  obbligati  a  scrivere 
su  lunghe  strisce  di  carta  comune,  che  ha  vari  punti  di  contatto  colla  carta  pecora. 
Incomincia  a  scrivere  e  per  trenta  minuti  non  depone  la  penna,  neppure  per  soffiarsi 
il  naso;  in  quei  trenta  minuti  potrebbe,  per  così  dire,  capitargli  un  colpo  apopletico 
senza  ch'egli  cessi  di  scrivere;  alle  sette  e  mezza  i  due  foglietti  di  carta  levigata,  pieni 
di  un  carattere  minutissimo  ed  elegante,  quasi  senza  interlinee,  con  qualche  rarissima 
cancellatura,  sono  passati  al  compositore.  Il  giorno  appresso  i  lettori  del  Caffaro  hanno 
a  colazione  il  sèguito  del  romanzo:  all'ora  del  pranzo  i  fratelli  Treves  hanno  l'origi- 
nale per  il  proprio  volume. 

A.  Emilio  Spin-ola. 

Nel  1860,  Anton  Giulio  Barrili  (nato  nel  1836),  che  a  18  anni  aveva  cominciato 
a  scrivere  nei  giornali  letterari,  e  a  22  era  compilatore  della  Naiione  di  Genova  con 
Bixio  e  l'Arduino,  assunse  la  direzione  del  Movimento  e  la  tenne  per  lunghi  anni, 
fino  a  che  non  l'abbandonò  per  fondare  il  Telegrafo;  ma  la  riprese  sei  mesi  dopo, 
tenendola  sino  al  1875,  nel  quale  anno,  per  divergenze  col  tipografo,  l'abbandonava 
definitivamente  per  fondare  il  Caffaro  (vedi).  Il  Movimento  fu  sempre  l'organo  del  par- 
tito liberale  ultra;  fu  anche  organo  prefettizio.  Tiratura  media  4000  copie. 


G-ElsTO'VA.    v^.     G-EISrO'VA. 

Salita  Battìstine,    10    ^fe^^     Salita  Battistine,    10 

RAYPER  a  C: 

EE&IA  FONDERIA  TIPO&RAFICA 

FABBRICA  DI  FILETTI  SISTEMATICI  IN  OTTONE 

Incisione  di  punzoni 
per  caratteri  nostrani  ed  esotici 

Impianto    di    tipografie    complete 

Copioso  assortimento 
di  caratteri  elzeviri  e  comuni  per  opere  e  giornali 

Fantasie  —  Fregi  —  Vignette 

Esattezza  di  lavorazione   I       Metallo  durissimo 


PROVINCIA   DI   GENOVA.  437 


GIORNALI  E  GIORNALISTI  GENOTESI 


Un  Giornalista   della   Rivoluzione   Genovese 

(1797) 

Non  fu  appena  compiuta  in  Genova  la  rivoluzione  del  1797,  ed 
instaurato  il  governo  provvisorio,  che  la  novissima  libertà  di  stampa 
fece  sorgere  parecchi  giornali  politici  fra  i  quali  meritano  uno  speciale 
ricordo,  //  Difensore  della  libertà.  Lo  pubblicavano  due  uomini  assai  noti 
a  quei  dì,  e  neppur  oggi  dimenticati;  poiché  l'uno,  Gaetano  Marre,  legò 
il  suo  nome  ad  opere  giuridiche  e  letterarie  non  prive  di  valore;  l'altro, 
Gaspare  Sauli,  men  conosciuto,  ma  pur  egli  nutrito  di  buoni  studi,  per 
largo  animo  e  generoso,  per  rettitudine  grandissima  nel  sostenere  pub- 
blici uffici,  per  i  principi  professati  e  validamente  sostenuti,  è  degno 
d'essere  posto  in  più  chiara  luce.  Di  lui  più  specialmente  intendo  adunque 
discorrere;  poiché  avendo  avuto  gran  parte  alle  novità  rivoluzionarie 
della  sua  patria,  mostrò  aperto  come  il  suo  spirito  fin  dalle  prime  mosse 
si  levasse  a  più  alti  ideali,  e  fermamente  credesse  a  quel  concetto  del- 
l'unità nazionale,  onde  si  dovevano  informare  i  futuri  destini  d'Italia. 

Nato  nel  1765  e  fatto  educare  nel  collegio  di  Ferrara,  di  dieci  anni 
venne  ascritto,  secondo  costume,  all'ordine  dei  nobili;  ma  quantunque 
uscito  dal  patriziato  ben  s'avvide  assai  presto  da  qual  tarlo  era  roso  il 
vecchio  edificio  della  repubblica  genovese,  che  volgeva  a  ruina;  né  spe- 
rava potesse  derivare  allo  Stato  alcun  beneficio  da  uomini  ligi  a  vieti 
principi,  incapaci  d'acconciarsi,  mercè  abili  trasformazioni,  ai  tempi  nuovi 
ed  alle  idee  riformatrici  che  incalzavano  da  ogni  parte.  Nella  quale  sen- 
tenza era  venuto,  avendo  studiato  assai  da  vicino  l'ordinamento  gover- 
nativo e  gli  uomini  che  vi  erano  preposti,  mercé  l'ufficio  importantis- 
simo di  Supremo  sindacatore  da  lui  per  alcun  tempo  esercitato. 

Ma  non  era  solo  a  pensarla  in  si  fatta  guisa,  che  altri  parecchi  gli 
erano  compagni,  specie  1  fratelli  Serra,  i  quali  col  nostro  Gaspare  for- 
mavano come  il  nucleo  principale  a  cui  facevano  capo  tutti  gli  amatori 
di  novità:  e  non  erano  in  vero  né  pochi,  né  di  piccolo  valore. 

Le  condizioni  del  Sauli,  gli  studi  fatti,  lo  spirito  libero  lo  avevano 
posto  in  grado  di  contrarre  molte  amicizie  anche  fuori  della  sua  patria; 
né  veniva  in  Genova  persona  valente  che  non  cercasse  di  conoscerlo. 
Onde  non  é  meraviglia  se  lo  vediamo  poco  più  che  ventenne  dar  mano 
insieme  col  Mollo,  col  Vi  ani  e  col  Sanseverino  al  Socrate,  assai  nota 
parodia  dello  stile  tragico  alfieriano,  composta  appunto  in  Genova  nel  1788. 
L'indole  sua  sensibile  e  volta  alla  riflessione,  l'abito  dell'osservare  uo- 
mini e  cose,  non  ammettendo  il  principio  assoluto  d'autorità,  la  ricerca 
continua  e  sollecita  del  vero  coi  mezzi  più  severi  del  raziocinio,  gli  ave- 
vano procacciato  fama  di  filosofo,  e  insieme  d'uomo  di  spirito. 

Gli  avvenimenti  del  1789  trovarono  in  lui,  e  nei  fratelli  Serra  par- 
tigiani convinti  e  sinceri,  e  già  venivano  distinti  col  nome  di  giacobini; 
anzi  Giambattista  Serra  ridottosi  a  Parigi,  pubblicava  nel  1792  sulla 
Gaiette  Nationak  una  vivacissima  lettera,  nella  quale  professando  aper- 


438  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


tamente  la  sua  fede  repubblicana,  si  gloria  dell'appellativo  ond'era  in 
patria  conosciuto:  Serra  le  Jacohin.  Anche  il  nostro  Gaspare,  forse  sol- 
lecitato dall'amico  volle  vedere  la  nuova  repubblica,  indottovi  più  spe- 
cialmente da  due  motivi:  il  desiderio  cioè  d'istruirsi,  essendo  persuaso 
che  niente  vi  è  di  più  utile  del  viaggiare,  e  la  curiosità  di  vedere  un 
paese  che  da  gran  tempo  eccitava  in  lui  un  desiderio  vivissimo  di  co- 
noscerlo più  da  vicino  per  rettificare  le  sue  idee,  e  per  giudicare  più 
sanamente  degli  avvenimenti.  Nel  novembre  1793  si  recò  infatti  a  Nizza, 
dove  fu  accolto  onorevolmente  ed  ospitato  dai  rappresentanti  Ricord  e 
Robespierre  il  giovane;  poi  si  trattenne  alcun  tempo  a  Tolone,  spettatore 
del  celebre  assalto  che  lo  tolse  agl'Inglesi,  e  apri  la  via  della  gloria  a 
Buonaparte;  quindi  st.tte  ben  diciotto  giorni  a  Parigi,  e  assai  più  nella 
Franca  Contea,  specie  a  Vesoul,  dove  ricevuto  nella  società  popolare, 
recitò  un  entusiastico  discorso,  nel  quale  dichiarava: 

«  Cesi  depuis  1 789  que  nion  coeur  est  Jacobin,  c'est  depiiis  cette  memorable 
epoque  que  j  'ai  suivi  la  marche  de  ceue  revoluiion  que  loute  l'Europe  combat,  et 
admire,  qui  foundèe  ?ur  des  bases  aussi  solides  que  l'esprit  qui  l'a  ameiièe  etait  juste, 
braverà  ies  eflforts  des  enneniis,  les  in(igues  de  ses  enfans  dènaturès,  et  ies  trames 
perfides  de   tous  ces  èires   impures  qui    s'acharnent  à  la  dètruire.  » 

Intanto  il  governo  genovese  dopo  molte  esitanze,  indottovi  da  ri- 
petuti avvisi  degli  Inquisitori  di  Stato,  incominciò  un  processo  contro  i 
patriotti  e  fece  imprigionare  alcuni  di  quelli  che  ne  erano  designati  come 
capi.  Già  era  stato  messo  in  Torre  Gian  Carlo  Serra,  e  si  preparava  la 
stessa  sorte  al  Sauli,  del  quale,  per  sicure  relazioni,  si  conoscevano  i  pro- 
cedimenti. Ridottosi  infatti  a  questo  tempo  in  patria,  non  volle,  quan- 
tunque avvisato,  allontanarsi  dalla  città,  e  l'S  aprile  1794,  fattagli  una 
diligente  perquisizione,  sequestrando  alcune  corrispondenze,  venne  con- 
dotto nelle  carceri.  Di  qui  scrive  alla  madre: 

Carissima  signora  Madre, 

Dalla  Torrp  alle  1 0  Yg 
Imppnsatamenie  bensì,  ma  senza  alterarmi  ho  ricevuto  la  notizia,  seguita  dall'e- 
se<"uzionft,  d'andare  in  Torre  ove  mi  Imvo.  Spero  che  con  ej^uale  tranquillità  ne  sen- 
tirà la  V.  S.  il  non  piacevole  annuncio. 

La  prego  a  dare  le  disposizioni  per  rendermi  questo  soggiorno  meno  incomodo. 
Spero  che  durante  il  tempo  che  starò  qui,  quale  mi  lusingo  non  saia  lungo,  giacché 
nulla  mi  rimprovera  la  mia  coscienza,  ella  mi  d;irà  le  sue  nuove,  cosa  che  alleggerirà 
un  poco  quei  dispiaceri,  che  il  vedermi  colpito  da  un  castigo  così  grave  deve  neces- 
sariamente m  me  proiJurre. 

Sono  colla  maggior  tenerezza 

Suo  aff-ìno  figlio 
Gaspare  Sauli 

E  dando  parte  agli  zii,  soggiungeva  :  «  La  mia  filosofia  e  la  coscienza 
della  mia  innocenza,  mi  rendono  tranquillo  anche  in  un  soggiorno,  ove 
la  calma  e  la  pace  sogliono  di  rado  abitare.  Se  questo  castigo,  ossia  se 
questo  arresto  deve  essere  un  garante  della  pubblica  sicurezza  lo  guar- 
derò con  piacere,  giacché  qualunque  sacrifizio  non  costa  ad  un  cuore 
che  ami  sinceramente  la  sua  patria,  »  Passava  le  lunghe  ore  del  carcere 
«  divagato  dalla  lettura  »  (aveva  chiesto  alla  madre  la  Storia  d'America 


TJN   GIORNALISTA   DELLA   RIVOLUZIONE    GENOVESE.  439 

del  Robertson  o  in  inglese  o  in  francese)  e  la  tranquillità  del  suo  cuore 
gli  «  rendeva  meno  grave  la  lontananza  »  dalle  persone  care,  «  e  meno 
gravoso  l'essere  rinchiuso  in  una  delle  peggiori  prigioni  della  Torre,  » 
Agl'interrogatori  ripetu'i,  sottili  e  minuziosi,  mostrò  sempre  dignità,  fer- 
mezza, grande  animo,  retto  criterio,  fine  giudizio,  e  qualche  volta  ta- 
gliente ironia.  Il  processo  andò  in  lungo,  ma  non  ebbe  il  risultato  che 
ne  avevano  sperato  gl'Inquisitori,  vuoi  perchè  mancò  la  prova  nell'ac- 
cusa di  cospirazione,  vuoi  perchè  si  temevano  le  ire  del  Tilly  ministro 
francese,  sempre  minaccioso  e  protestante,  amico  e  protettore  degl' inquisiti. 

Sopravvenne  alla  fine  la  rivoluzione  del  97;  cadde  quell'ultima  par- 
venza di  governo  oligarchico,  e  coloro  che  il  giorno  innanzi  erano  te- 
nuti in  sospetto  o  perquisiti,  costituirono  il  nuovo  reggimento  demo- 
cratico. Il  Sauli,  sebbene  non  chiamato  ai  primi  uffici,  esercitò  in  mezzo 
alle  moltitudini  il  suo  apostolato,  e  si  ricorda  fra  quelU  che  furono 
«  instancabili  dicitori  »  nell'arringare  il  popolo;  più  tardi  ebbe  il  carico 
di  Commissario  nella  Riviera  di  ponente,  per  organizzare  le  municipa- 
lità. Né  mancò  di  giovarsi  dell'estro  poetico,  onde  già  aveva  dato  prova 
cooperando  al  Socrate,  e  oltre  aver  composto,  a  quanto  pare,  un  inno 
all'Italia  libera,  produsse  sulle  scene  un  melodramma  patriottico  per  so- 
lennizzare la  rigenerazione  della  libertà (i) 

Passati  i  tre  primi  anni  della  rivoluzione,  ed  è  invero  assai  strano, 
si  perde  quasi  ogni  traccia  di  lui;  solamente  viene  asserito,  ma  non  ne 
ho  trovato  prova,  ch'egli  fosse  eletto  segretario  di  legazione  a  Parigi; 
ben  fu  accademico  d'onore  dell'accademia  Ligustica  di  Belle  Arti,  e  dopo 
il  18 15,  riunita  la  Liguria  al  Piemonte,  venne  nominato  decurione  ed 
ebbe  parecchi  uffici  nel  Consiglio  Civico,  ma  non  volle  mai  essere  sindaco. 

Morì  nel  marzo  del  1841  lasciando  gran  desiderio  di  sé,  e  rim- 
p'anto  sincero  per  le  doti  grandissime  d'animo  e  di  mente,  per  l'indole 
sua  benefica,  per  «  le  affabili  maniere  »  con  le  quali  «  temperava  la 
gravità  del  contegno  »  onde  ottenne  lode  di  amico  sincero,  buon  padre 
di  famiglia,  ottimo  cittadino. 

Ed  ora  consideriamo  brevemente  l'opera  del  giornalista.  Il  Difensore 
della  libertà  uscì  il  1°  luglio  1797,  ed  ebbe  fine  il  gennaio  dell'anno 
successivo,  cessando  senza  avvisare  il  pubblico,  improvvisamente,  e  senza 
che  se  ne  conosca  la  ragione.  Come  ho  già  avvertito,  lo  istituirono 
in  due,  ma  col  numero  del  14  novembre  Marre  cessa  di  cooperarsi  e  vi 
comparisce  in  fine  il  solo  nome  di  «  Sauli  estensore  in  capo  ».  Il  gior- 
nale procede  nella  sua  via  senza  guardarsi  troppo  d'intorno,  né  si  mo- 
stra in  generale  desideroso  di  polemiche  vivaci  e  personali;  onde  se  si 
eccettua  qualche  frizzo  al  Censore,  e  una  buona  risciacquata,  una  volta 
tanto  alla  Ga::i::^etta  Nazionale,  che  aveva  attaccato  specialmente  il  Sauli, 
nulla  vi  si  trova  che  non  riguardi  le  cose  pubbliche.  Dal  modo  col  quale 
sono  compilati  i  vari  articoli,  se  ne  rileva  lo  spirito  e  l'intendimento. 
L'amore  della  hbertà  senza  licenza,  il  rispetto  alle  leggi,  l'esercizio  della 
virtù  e  l'osservanza  dell'onestà,  costituiscono  sempre  i  principi  direttivi, 
per  mezzo  dei  quali  si  concorre  ad  istruire  il  popolo,  facendogli  cono- 


(i)  L'autore  espone  l'azione  drammatica. 


440  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

scere  quali  sono  i  suoi  diritti,  ma  ricordandogli  altresì  i  doveri  che  gì'  in- 
combono verso  la  società  e  la  patria.  Censore  cauto  e  moderato,  quan- 
tunque severo,  tanto  degli  atti  governativi  come  degli  uomini  pubblici, 
seguiva  l'ammonimento  di  Tacito:  sim  ira  et  studio,  posto  ad  epigrafe 
opportuna  in  fronte  ai  suoi  fogli.  Non  gli  mancarono  perciò  le  ire  dei 
governanti  e  le  accuse  dei  patriotti  esagerati,  ai  quali  diceva  aperta  la 
verità,  tornasse  pur  dura  ed  amara.  È  notevole  a  questo  proposito  la 
dichiarazione  alla  quale  i  redattori  si  videro  costretti,  a  fine  di  spiegare 
lealmente  la  loro  condotta. 

«  1  patriotti  si  lagnano  di  noi  e  ci  tacciano  di  viltà,  e  di  adulazio.T^  ;  il  Governo 
al  contrario  ci  accusa  di  sfrontatezza  e  di  spirito  di  satira  calunniosa.  Se  i  gazzettieri 
adulassero  il  Governo,  non  v'ha  pericolo  che  fossero  mai  ripresi;  l'adulazione  è  una 
peste  così  naturale  agli  uomini,  che  disgraziatamente  attacca  anche  quelli  che  reggono 
le  repubbliche  democratiche.  Se  noi  seguitassimo  questa  strada  saremmo  i  gazzettieri 
prediletti,  e  i  nostri  fogli  sariano  eguali  a  quelli  che  si  stampano  ne'  paesi  schiavi. 
Non  volendo  noi  però  cadere  in  questo  difetto,  quale  redola  dobbiamo  tenere,  per 
non  precipitare  nell'eccesso  contrario  della  calunnia  e  della  maldicenza  ?  Eccola.-  Un 
gazzettiere  repubblicano  è  uno  spettatore  severo  della  condotta  dei  magistrati,  loda  le 
loro  virtù,  ma  censura  i  loro  vizi,  osserva  lo  stato  dell'opinione  pubblica,  la  segue, 
la  corregge  o  la  guida  secondo  le  circostanze,  sempre  pronto  a  denunziare  all'esecra- 
zione universale  i  dilapidatori,  i  traditori  di  ogni  specie,  in  una  parola  pronto  a  sa- 
crificare lutti  per  la  sua  patria.  » 

Con  questi  principi  direttivi  il  giornale  seguiva  imperturbato  la  sua 
via,  non  curando  i  ringhi  e  gli  abbaiamenti  dei  botoli;  onde  può  dirsi, 
e  non  è  poca  lode,  abbia  sdegnato  costantemente  di  servire  ai  fini  par- 
ticolari di  uomini  e  di  chiesuole,  ponendo  davvero  al  di  sopra  d'ogni 
persona  il  bene  della  patria.  Dalla  quale  legge  non  si  diparti  mai,  anche 
quando  si  trattò  di  amici,  come  nel  caso  delle  accuse  mosse  a  Gian 
Carlo  Serra,  del  quale  accettò  le  giustificazioni  solamente  quando  ebbe 
la  sicurezza  che  la  difesa  era  onesta  e  l'innocenza  luminosa. 

Ed  anco  nella  forma  si  distinse  alquanto  dagli  altri  periodici,  che 
si  tenne  lontano,  quanto  era  possibile  a  que'  di,  dal  roboante  ed  am- 
polloso linguaggio  rettorico,  cosi  comune  in  quell'ambiente  di  entusiasmi 
e  di  violenze. 

Ma  ciò  che  non  deve  passare  inosservato  e  che  ferma  subito  la 
nostra  attenzione  si  è  il  vedere  scritto  in  capo  al  giornale:  Anno  I  della 
Repubblica  Italiana. 

Queste  parole  ci  chiariscono  senz'altro  il  concetto  politico  dei  re- 
dattori, riguardo  all'assetto  definitivo  che  si  doveva  dare  all'Italia;  la 
quale,  mercè  Bonaparte,  avrebbe  dovuto  raccogliere  le  sparse  membra 
in  una  forte  unità  repubblicana.  E  l'idea  unitaria  riceve  lume  ed  illu- 
strazione tutte  le  volte  che  agli  scrittori  si  porga  la  buona  opportunità 
di  toccarne,  vuoi  direttamente,  vuoi  indirettamente.  Infatti  è  viva  la  spe- 
ranza che  «  ben  presto  l'Italia  non  formerà  che  un  popolo  solo,  ani- 
mato dagli  stessi  principi,  guidato  dai  medesimi  interessi,  felice  al  di 
dentro,  e  rispettata  al  di  fuori,  da  tutte  le  nazioni  dell'universo  ».  Chi 
parla  di  federalismo  e  nemico  della  democrazia  e  della  patria;  a  chiunque 
mvece  parlerà  d'unione,  i  liguri  debbono  rispoudere:  «  La  Liguria  è 
pronta  ad  unirsi  all'Italia  libera,  quando  sarà  tutta  rivoluzionata j  od  al« 


UN   GIORNALISTA   DELLA   RIVOLUZIONE   GENOVESE.  441 

meno  quando  l'Italia  libera  sarà  liberamente  e  sovranamente  governata. 
Ma,  duole  il  dirlo,  allora  era  altrimenti,  s'aspettava  di  fuori  il  verbo 
rigeneratore;  «  da  Parigi  sarà  proclamata  la  Repubblica  Italiana  Una  ed 
Indivisibile  ».  Al  conte  Balbo,  il  quale  domandava:  «  Que  ferons-nous, 
de  l'Italie?  »  era  «  venuto  il  tempo  di  rispondere:  una  repubblica,  riu- 
nendo tutti  i  differenti  stati.  » 

Senonchè  le  vicende  della  guerra  tenevano  gli  animi  continuamente 
sospesi  sopra  le  sorti  della  patria,  e  l'infausta  pace  di  Campoformio 
venne  improvvisa  a  gt^ttare  lo  sconforto  in  mezzo  agli  entusiasmi,  de- 
stando nuovi  timori:  i  disegni  di  Bonaparte  accennavano  a  tradire  i  de- 
sideri degli  unitari,  che  avevano  riposto  in  lui  ogni  fiducia,  e  veduto 
gl'italiani  con  piacere  risvegliarsi  a  libertà. 

«  Questa  bella  Penisola  da  lungo  tempo  cancellata  dal  rango  delle  potenze  che 
airavvicinamento  delle  armate  francesi  è  stala  in  tutti  i  suoi  punti  scossa  dall'elettricismo 
della  libertà,  che  ha  pronunziato  solennemente  il  suo  volo  per  la  sua  risurrezione  po- 
litica, già  organizzava  le  sue  legioni  e  riprendeva  un  atteggiamento  guerriero.  » 

Ma  la  politica  di  Bonaparte  arrestava  questo  movimento  cosi  bene 
avviato,  e  al  concetto  largo,  nazionale  d'una  grande  e  forte  repubblica, 
voleva  pe'  suoi  fini,  sostituito  quello  delle  piccole  repubbliche  divise  ed 
autonome.  Perciò  si  domandava:  «  L'Italia  che  diverrà  mai?  Al  nome 
glorioso  di  Repubblica  Italiana  saranno  sostituiti  i  nomi  oscuri  ed  ino- 
norati di  Cisalpina  e  Cispadana?  «Nondimeno  al  genio,  all'ambizione 
del  gran  capitano  pur  si  volgeva  ancora  una  speranza.  «  O  Bonaparte, 
la  posterità  parlerà  con  ammirazione  delle  tue  campagne,  ti  pareggerà, 
e  con  giustizia,  ai  più  gran  guerrieri,  ma  se  l'Italia  ti  dovesse  la  sua  to- 
tale rigenerazione,  la  sua  esistenza  politica,  a  qual  uomo  potrebbe  ella 
paragonarti  ?  »  In  questa  guisa  scriveva  arditame  ite  il  Sauli,  al  quale 
non  garbava  la  costituzione  di  quegli  staterelli  repubblicani  disordinati 
e  confusi,  donde  non  potea  derivare  forza  e  grandezza  alla  patria.  Né 
si  rimase  dal  propugnare  l'alto  suo  intendimento  con  più  ampio  scritto, 
nel  quale  si  rivolge  agl'italiani  eccitandoli  all'unità,  e  li  conforta  a  lasciar 
da  parte  ogni  idea  di  federazione,  come  assai  difficile  a  mandarsi  ad  ef- 
fetto, e  pericolosa  per  molteplici  rispetti. 

«  La  lunga  esperienza  —  così  ammoniva  —  dei  mali  cui  soggiacque  per  tanti  secoli 
la  patria  lacerala,  vi  faccia  finalmente  conoscere  la  necessità  di  rinunciare  alle  rivalità, 
d'amalgamare  i  vostri  interessi,  formando  un  sol  corpo  politico  di  tutti  gli  stati  d'I- 
talia. Fate  sparire  quei  limiti  e  quelle  frontiere  che  dividono  l'Etruria  dal  Lazio,  l'Umbria 
dalla  Liguria,  e  la  nostra  indipendenza  sarà  più  solida  e  più  sicura.  Vi  comanda  forse 
l'avara  natura  di  restringervi  in  quei  confini  che  vi  diedero  i  vostri  tiranni  ?  Non  vi 
chiama  ella  forse  ad  una  generale  alleanza,  dandovi  la  stessa  favella,  gli  slessi  inte- 
ressi ?  I  soli  confini  che  essa  vi  ha  fissato  con  indelebile  segno,  sono  quelli  che  se- 
parano dalle  estere  nazioni  il  bel  paese 

Che  Appenin  parte,  il  mar  circonda  e  l'Alpe.  » 

Anche  il  nostro  Gaspare  va  adunque  posto  nella  schiera  de'  fautori 
più  caldi  e  più  convinti  dell'unità  nazionale;  e  quantunque  sia  già  stato 
dimostrato  dal  Carducci  e  dal  D'Ancona  come  a  questo  fine  si  volges- 
sero per  diversa  guisa,  i  canti  dei  poeti,  e  le  aspirazioni  di  valenti  pa- 
triotti,  pur  è  notevole  il  fatto  d'un  uomo,  il  quale  esercitava  il  suo  apo- 


442  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

stolato  per  mezzo  di  un  giornale,  che  può  ben  dirsi  da  lui  istituito  con 
questo  intendimento.  Al  quale  pur  mir  ivano  altri  ancora  amici  e  coope- 
ratori del  Sauli (i) 

Or  considerando  come  siffatte  manifestazioni  vedessero  la  luce  in 
Genova,  ed  anco  dal  di  fuori  facessero  capo  a  genovesi,  i  quali  ne  erano 
noti  banditori  e  seguaci,  potrebbe  credersi  che  in  questa  città,  meglio 
che  altrove,  gettassero  radice  e  vi  rimanessero  più  vive.  Tanto  più 
se  si  ricorda  come  persino  al  primo  cadere  delle  sorti  napoleoniche,  al- 
lorquando si  cospirava  per  riunire  tutta  l'Italia  sotto  lo  scettro  del  grande 
prigioniero  dell'Elba,  con  una  costituzione  democratica,  fjnno  parte  prin- 
cipale di  quella  congrega  alcuni  genovesi  d'incontestato  valore  e  a  Ge- 
nova si  raccolgono  per  colorire  il  disegno.  Dato  perciò  questo  ambiente, 
non  sarebbe  forse  troppo  ardito  il  riconoscere,  che  l'apostolato  uaitario 
e  repubblicano  di  Mazzini,  a  cui  l'educazione  democratica  di  famiglia, 
la  conversazione  dei  vecchi  amici,  e  gl'insegnamenti  dei  maestri,  scal- 
darono l'imi mo  e  fecondarono  l'ingegno,  fosse  la  conseguenza  quasi  inav- 
vertita di  un  procedimento  storico  al  tutto  naturale. 

Achille  Neri. 

(i)  Qui  l'egregio  autore  accenna  a  diverse  pubblicazioni  fatte  in  Genova  e  fuori 
tendenti  tutte  alla  politica  democratica  ligur;  di  quel  tempo,  e  che  noi  per  amore  di 
brevità  tralasciamo  dal  trascrivere. 


UFFICIO  CENTRALE  DI  PUBBLICITÀ 

(Fondato  nel  1868) 

FBUmil  CASABETO  Bl  FBAICESCO 

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MAZZINI  GIORNALISTA 


Mi  sono  domandato  spesso  :  —  Ci  furono  patrioti  che  nelle  con- 
dizioni di  Giuseppe  Mazzini,  esule,  fuggiasco,  cospiratore,  organiz- 
zatore di  formidabili  società  segrete,  abbiano  potuto  fare  il  gior- 
nalista, un  mestiere,  cioè,  clie  richiede  calma  continua,  studi  in- 
cessanti, affiatamento  quotidiano  con  gli  uomini  che  reggono  il 
governo  e  che  della  politica  fanno  il  sostentamento    giornaliero  ? 

Io  non  credo.  Anche  perchè  oggi  comunemente  si  attribuisce 
il  nome  di  giornalisti  non  a  coloro  che  dovrebbero  essere  i  veri 
e  soli  interpreti  dell'opinione  pubblica,  a  coloro  che  la  guidano  e 
che  la  formano  —  come  in  Inghilterra  —  ma  a  coloro  invece  che 
avendo  una  mediocre  attitudine  a  scrivere  vivono  d' impressioni 
effimere,  fugaci,  e  nella  tranquillità  serena  d'una  redazione,  osten- 
tando una  noia  tutta  teatrale  e  sorbendo  una  tazza  di  caffé,  fanno 
l'articolo.  Quando  sarà  passata  una  sola  generazione,  chi  si  ricor- 
derà più  dei  giornali  e  dei  giornalisti  d'oggi?  Passeranno  anche 
venti  generazioni,  ma  chi  dimenticherà  il  Conciliatore  di  Ugo  Fo- 
scolo 0  l' Osservatore  di  Gaspare  Gozzi,  V Antologia  del  Vieusseux 
o  il  Pensiero  e  Azione  di  Mazzini  ? 

Giornalisti  che  scrivano  sulle  casse  dei  tipi,  in  una  stamberga 
fetida,  al  bujo,  con  una  condanna  di  morte  sul  capo,  con  una  sen- 
tinella sull'uscio  che  avverta  in  tempo  l'arrivo  della  polizia  — 
scrivere  in  queste  condizioni  d'animo  e  di  tempo  articoli  che  diano 
da  pensare  ad  un  governo,  che  compromettano  relazioni  diploma- 
tiche fra  stato  e  stato  —  bella  vita  davvero,  quaranta  o  cinquanta 
anni  or  sono  ! 

Quanti  dei  giornalisti  moderni,  farebbero  altrettanto  ? 

E  Giuseppe  Mazzini  l'ha  vissuta  questa  vita  di  ansie  continue, 
di  timori  e  di  speranze,  di  condanne  e  di  fughe,  di  miserie  e  di 
persecuzioni. 

Altri  ha  raccontata  questa  vita  di  splendidi  tormenti,  che 
pare  un  romanzo.  Io  dirò  di  Giuseppe  Mazzini  giornalista. 

Le  prime  aspirazioni  alla  libertà,  come  egli  stesso  narra,  s'e- 
rano alimentate  fra  l'altro,  con  la  lettura  di  Livio  e  di  Tacito  e 
di  alcuni  vecchi  giornali  da  lui  trovati  seminascosti  dietro  ai  libri 
paterni  di  medicina,  fra'  quali  alcuni  fascicoli  della  Chronique  du 
Alois,  pubblicazione  girondina  dei  primi  tempi  della  rivoluzione 
francese. 

I  moti  del  1821,  l'amicizia  di  molti  giovani  ardenti,  la  let- 
tura dell'Ortis,  le  piccole  agitazioni  universitarie,  gli  aprirono  la 
via  alla  politica. 

Nel  1826,  scrisse  com'egli  dice  «  le  prime  pagine  letterarie. 


444  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

mandandole  audacemente  alV Antologia  di  Firenze,  che ,  molto  a 
ragione,  non  le  inserì...;  versavano  su  Dante  ch'egli  dal  1821 
al  1827  aveva  imparato  a  venerare  non  solamente  come  poeta,  ma 
come  Padre  della  Nazione  ».  (1) 

Non  si  scoraggiò  per  questo  :  attese  occasione  più  propizia.  E 
questa  non  mancò  :  «  Usciva  allora  (1827)  in  G-enova,  edito  dal 
tipografo  Panthenier,  un  giornaletto  d'annunzi  mercantili,  e  doveva, 
in  virtii  di  non  so  quale  prescrizione  governativa,  limitarsi  a  quel- 
l'angustissima sfera.  Era  V Indicatore  Genovese.  Persuasi  il  libraio 
ad  ammettere  annunzi  di  libri  da  vendersi,  con  l'aggiunta  di  due 
0  tre  linee  quasi  a  definirne  il  soggetto,  e  m'assunsi  di  scriverle. 
Fu  quello  il  cominciamento  della  mia  carriera  di  critico.  A  poco 
a  poco  gli  annunzi  impinguarono  e  diventarono  articoli.  Il  governo, 
assonnato  allora  come  il  paese,  non  se  n'avvide  o  non  se  ne  curò. 

JJ  Indicatore  si  trasformò  in  giornale  letterario La  controversia 

letteraria  si  convertiva  in  politica:  bastava  mutare  alcune  parole 
per  avvedersene.  Erano  guerricciole,  zuffe  di  bersaglieri  sul  limite 
di  due  campi.  Per  noi  l' indipendenza  in  fatto  di  letteratura  non 
era  se  non  il  primo  passo  a  ben  altra  indipendenza  :  una  chiamata 
ai  giovani  perchè  inspirassero  la  loro  alla  vita  segreta  che  fermen- 
tava giù  giù  nelle  viscere  dell'Italia.  Sapevamo  che  tra  quelle  due 
vite  essi  avrebbero  incontrato  la  doppia  tirannide  straniera  e  dome- 
stica e  si  sarebbero  ribellati  dall'una  e  dall'altra.  » 

Il  primo  articolo  pubblicato  da  Mazzini  sull'  Indicatore,  ha 
questo  titolo:  Dell'Amor  patrio  di  Dante;  è  lavoro  giovanile,  ma 
dà  già  un'idea  dell'ingegno  penetrante,  riflessivo  dell'agitatore 
genovese  e  contiene  i  germi  di  quella  critica  acuta,  stringente  che 
è  uno  de'  suoi  principali  meriti. 

Non  così  un  secondo  articolo,  scritto  nel  giugno  1828  e  pub- 
blicato nei  numeri  5,  6  e  7  del  giornale  Sul  Romanzo  in  genere 
ed  anche  dei  Promessi  Sposi,  che  parve,  com'  è  di  fatti,  freddo  e 
scolorito.  La  signora  Mario  dice  a  questo  proposito  che  forse  il 
Mazzini  conoscendo  tutti  i  romanzi  di  Walter  Scott  o  dalla  tradu- 
zione o  dall'originale,  attribuisce  a  questo  il  diritto  di  paternità 
del  romanzo  storico  epperò  il  libro  del  Manzoni  non  poteva  avere 
per  lui  quella  freschezza  e  quella  originalità  che  per  gli  altri  sem- 
brava avere. 

Nei  mesi  successivi  fu  più  fertile  :  nel  numero  13  del  2  agosto, 
pubblicò,  Treni' anni  o  la  Vita  di  un  giuocatore;  nel  14.°  del  9, 
Carlo  Botta  e  i  Romantici  e  in  due  altri  numeri,  16  e  17,  una 
critica  alla  Battaglia  di  Benevento,  di  Guerrazzi. 

Il  secondo  di  questi  articoli  —  dal  quale  si  può  rilevare  come 
Mazzini  intendesse  il  romanticismo  —  è  una  risposta  ad  una  let- 
tera del  Botta,  che  dalla  Francia  fulminava  la  nuova  scuola,  co- 
stituitasi a  Milano  col  Conciliatore  per  organo  ufficiale.  Quest'ar- 


(i)  Queste  pagine,  che  Mazzini  aveva  interamente  dimenticate,  molti  anni  dopo 
furono  inserite  per  opera  del  Tommaseo  nel  Subalpino, 


Mà-ZZINI   GIORNALISTA.  445 


ticolo  fruttò  al  Mazzini  l'amicizia  del  Botta  stesso.  Quello  sulla 
Battaglia  di  Benevento  ed  un  altro  del  giovane  Elia  Bensa,  di  Porto 
Maurizio,  sul  dramma  i  Bianchi  e  i  Neri,  produssero  fra  Mazzini 
e  Guerrazzi  un  carteggio  fraterno  pieno  d'entusiasmo  per  l'avvenire. 

Gli  ultimi  scritti  di  Mazzini  contenuti  nell'  bidicatore  Geno- 
vese, sono  una  breve  necrologia  di  Vincenzo  Monti,  nel  numero  24 
del  18  ottobre,  e  un  articolo  sulla  traduzione  della  Storia  della 
Letteratura  antica  e  moderna  di  Schlegel,  nei  numeri  27  e  28, 
del  novembre  1828. 

La  signora  Mario  dice  clie  basta  leggere  questi  primi  lavori 
di  Mazzini  per  capire  clie  cosa  sarebbe  divenuto  questo  giovane  di 
ventidue  anni  se  si  fosse  dato  tutto  alle  lettere.  «  Gli  fu  rimpro- 
verato, essa  aggiunge,  un  linguaggio  mistico,  l'essere  vissuto  in 
un  ambiente  di  metafore,  l'eterna  ripetizione  delle  stesse  parole 
dovere,  collettività,  unità,  non  Vari  pour  l'art,  da  molti  cbe  non 
erano  ne  scettici  ne  disinclinati  al  sagrifìcio  e  neppure  quello  che 
oggi  si  direbbe  materialisti.  Ma  è  che  essi  nacquero  venti  anni 
dopo  di  lui,  quando  ormai  l' Italia  aveva  altri  orizzonti  e  il  mondo 
nuove  prospettive.  » 

In  effetti  gli  articoli  di  Mazzini  hanno  tutti  la  medesima  im- 
pronta e  il  rimprovero  fatto  all'autore  di  essi  sembra  in  parte  giu- 
stificato; ma  Mazzini  non  poteva  discorrere  pubblicamente  di  po- 
litica; sicché  la  letteratura  era  il  tramite  più  naturale  allo  svol- 
gimento de'  suoi  concetti  politico-filosofici. 

E  tanto  è  ciò  vero  che  il  governo  assonnato  ed  il  paese  fini- 
rono per  leggere  quegli  articoli  e  comprendere  dove  essi  miravano, 
e  quando  gli  ardenti  scrittori  annunziarono,  alla  fine  del  1828,  ohe 
il  giornale  si  sarebbe  ingrandito,  un  divieto  governativo  lo  sop- 
presse. (1) 

Si  comprenderà  di  leggieri  che,  soppresso  il  giornale,  il  go- 
verno mise  gli  occhi  addosso  ai  redattori,  i  quali  non  eran  tali 
da  rinunziare  cosi  facilmente  all'  impresa. 

Quei  lavorucci  pubblicati  nell'  Indicatore,  come  li  chiama  lo 
stesso  Mazzini,  gli  avevano  procurato  U7i  grado  qualunque  di  fama 
in  Genova  e  conosceìize  d'uomini  altrove  che  dovevano  lavorare 
poi  con  lui  sulla  via  più  chiaramente  emancipatrice:  Botta,  i  re- 
dattori dieW Antologia,  Elia  Bensa,  Guerrazzi.  Con  quest'ultimo  inta- 
volò un  carteggio  fraterno,  allora,  e  pieno  d'entusiasmo  per  pro- 
muovere l'avvenire,  tanto  che,  quando  il  governo  sardo  soppresse 
l' Indicatore  genovese,  credette  opportuno  lasciare  Genova  e  di  na- 
scosto riparò  a  Livorno,  dove  si  trovò  come  tra  fratelli  coi  giovani 
livornesi  che  facevano  corona  al  Guerrazzi  :  Carlo  Bini,  Giovanni 
La  Cecilia,  Pietro  Bastogi,  allora  né  conte,  né  banchiere. 


(i)  Mazzini  firmava  M,  oppure  Af***  i  suoi  arùcoìi,  suìì' Indicatore  Genovese,  foglio 
commerciale  ecc.  Elia  Bensa  firmava  E.  B.,  e  Filippo  Bettini  B,  B  •*,  B  "**j  F.  B  ••"; 

Di  questo  periodico,  oggi  rarissimo,  videro  la  luce  soli  33  numeri,  dal  lO  maggio 
al  20  dicembre  1828. 


446  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

Naturalmente  fu  stabilito  subito  di  iniziare  una  pubblicazione 
elle  servisse  a  scuotere  la  gioventù  dall'  inerzia  e  dal  letargo  e  che 
prima  fra  tutti  pronunciasse  la  parola  Italia. 

In  un  convegno  segreto  furono  gettate  le  basi  di  questo  nuovo 
giornale  ;  fu  convenuto  che  Guerrazzi  —  perchè  del  luogo  e  poteva 
dare  quindi  maggiore  importanza  all'  impresa  —  ne  avrebbe  assunta 
la  direzione;  quanto  al  titolo  fu  scelto  quello  di  Indicatore  Livor-- 
nese,  perchè  come  era  stato  per  il  geiiovese,  accennando  più  ai 
traffici  che  alla  politica  o  alle  lettere,  avrebbe  destato  meno  so- 
spetti ;  si  convenne  anche  che  al  verso  —  Libertà  vo'  cercando  eh'  è 
sì  cara  —  che  doveva  recare  per  motto  il  giornale,  alla  parola  ?2- 
ì)ertà  si  sarebbe  sostituita  l'altra  civiltà. 

Molti  coraggiosi  giovani  livornesi  promisero  la  loro  cooperazione. 

E  cosi  il  giornale  fu  lanciato  al  pubblico. 

Mazzini,  Bini  e  La  Cecilia  mantennero  la  parola  e  comincia- 
rono a  scrivere.  Guerrazzi,  attintissimo,  teneva  tutti  desti  con  le 
corrispondenze . 

«  Ho  letto  con  molto  piacere  —  scriveva  egli  a  La  Cecilia,  in 
data  del  1.°  aprile  1829  —  l'articolo  che  ti  piacque  d'essere  cortese 
al  nostro  giornale,  ed  a  nome  della  società  te  ne  indirizzo  sinceris- 
sime  grazie.  Spero  poterlo  pubblicare  nel  numero  che  sarà  secondo 
nel  mese  corrente.  Oggimai,  sebben  per  pochi,  volgono  i  tempi  che 
l'uomo  anela  la  fama  di  pietoso  piuttosto  che  quella  di  scienziato; 
tu  fai  prova  di  sapere,  ma  siccome  la  pietà  principalmente  si  ma- 
nifesta in  quelle  pagine  tue,  abbine  le  mie  congratulazioni  e  dove 
a  te  non  gravi  la  mano  in  pegno  di  fraterna  amicizia,  puoi  strin- 
gerla sicuro  fin  qui  incontaminata  l'accompagni  il  braccio.  » 

Mazzini  pubblicò  noìV Indicatore  Livornese  nove  articoli,  di  cui 
ecco  i  titoli  in  ordine  cronologico  : 

—  Novembre  1828  -  Storia  della  letteratura  antica  e  moderna  di 

Federigo  Schlegel:  articoli  I,  IL 

—  Maggio  1829  -  Faust,  tragedia   di   Goethe:   articoli  I,  II  (nu- 

meri 11  e  12). 

—  29  giugno  1829  -  Le  fantasie,  romanza  di  G.  B.  (numero  18). 

—  12  ottobre  1829  -  Orazione  di  Ugo  Foscolo  a  Bonaparte  (nu- 

mero 32). 

—  Dicembre  1829  -  Saggio   sopra   alcune   tendenze  della  lettera- 

tura europea  nel  XIX  Secolo:  articoli  I,  Il  (numeri  41  e  42). 

—  1829  -  L'Esule,  poema  di  Pietro  Giannone  (numero  46). 

Gli  argomenti  trattati  in  questi  articoli,  come  si  vede,  erano 
abbastanza  seri;  sicché  essi  sono  rimasti  dei  veri  e  propri  saggi 
critici  stupendi.  E  l'autore  non  aveva  che  ventiquattro  anni. 

Il  Guerrazzi  il  più  delle  volte  —  come  fece  poscia  Mazzini  — 
dava  egli  stesso  il  tema,  o  tracciava  lo  schema  d'un  articolo  (1). 


(i)  Eccone  un  esempio  in  questa  lettera  a  La  Cecilia: 

«  Amico  carissimo, 
«  Siccome  sei  in  debito  di  scrivere  qualche  cosa  n?l  nostro  giornale,  così  ti  mando 
quest'mno,  inviatomi  stamane  dal  suo  autore,  onde  tu  veda  di  farne  un  esame.  Oltre 


MAZZINI   GIORNALISTA.  447 


E  l' Indicatore  con  tanta  roba  di  belli  e  profondi  ingegni  pia- 
ceva non  solo  in  Toscana,  ma  in  tutta  Italia  e  l' impresa  andava 
prospera  e  rigogliosa. 

Ma  il  governo  toscano  cominciò  a  insospettirsi  e  a  compren- 
dere finalmente  il  senso  politico  più  o  meno  velato  di  certe  al 
lusioni  letterarie  non  dette  a  caso,  ne  per  vana  retorica,  e  per 
ogni  buon  fine,  prese  a  invigilare  gli  scrittori,  più  specialmente 
il  Bini,  il  quale  aveva  grande  popolarità  fra  i  giovani  della  plebe, 
navicellai,  operai,  ed  uomini  di  fiducia  dei  grossi  commercianti 
esteri  e  nostrani. 

«  Bini,  —  scrive  La  Cecilia  nelle  sue  memorie,  —  nelle  con- 
cioni della  sera  parlava  di  patria,  spiegava  i  fasti  della  potenza 
latina,  e  faceva  intravedere  a  que'  suoi  discepoli  i  vantaggi  della 
futura  unità  d'Italia....  Felice  lui  clie  la  morte  lo  spense  prima 
della  rivoluzione  del  1860!...  » 

JJ  Indicatore  Livornese  insomma,  con  più  ardire  e  maggior  lar- 
ghezza di  vedute  spiegava  meglio  le  tendenze  politiclie  dei  suoi 
redattori,  implacabili  nella  lotta  contro  quei  governi  che  smem- 
bravano la  patria;  ma  neppur  esso  ebbe  fortuna  ;  la  sua  esistenza, 
come  quella  del  suo  predecessore  genovese,  era  votata  alle  persecu- 
zioni del  governo,  il  quale,  —  compiuto  l'anno  di  pubblicazioni  — 
intimò  agli  scrittori  di  cessare,  e  confinò  il  Guerrazzi  per  sei  mesi 
a  Montepulciano, 

E  neanche  questa  volta  Mazzini  si  dette  vinto. 

E  poiché  la  Toscana,  in  sostanza,  era  terreno  più  ospitale  per 
la  stampa,  e  la  censura  non  vi  si  mostrava  così  rigida  come  negli 
altri  stati  italiani,  l'agitatore  genovese  fece  capo  dlV Antologia  di 
Firenze. 

Questo  giornale,  cominciato  a  pubblicare  nel  1821  per  inizia- 
tiva di  Gino  Capponi  e  di  quell'  insigne  patriota  e  uomo  di  let- 
tere che  fu  Pietro  Vieusseux,  era  non  solo  una  pregevolissima  ef- 
femeride, ma  un  tratto  d'unione  fra  i  patrioti  letterati  di  quel- 
l'epoca, ed  è  ancora,  dice  la  Mario  «  un  vero  tesoro  per  gli  stu- 
diosi che  vogliono  informarsi  del  pensiero  italiano  durante  quelli 
anni  di  muto  dolore  che  corsero  dal  1821  al  1832  ». 

Infatti  di  Mazzini  troviamo  neìV Antologia  i  due  più  gravi  e 
meditati  scritti  della  prima  gioventù  :  cioè  quello  D'una  letteratura 
eurojpea,  pubblicato  nei  fascicoli  di  novembre  e  dicembre  del  1829, 
e  quello  Sul  dramma  storico  e  sulla  fatalità,  considerato  come  eie- 


la  capacità  che  in  te  io  vedo  grandissima  per  cosa  di  maggior  momento  che  questa 
non  pare,  un  altro  motivo  m' indusse  inviarlo  a  te,  carissimo  amico.  Mi  dicesti  certa 
volta,  avere  in  serbo  alcuni  pensieri  sopra  l'educazione  delle  donne,  e  se  non  m'in- 
ganno nell'esame  di  quest'inno  ti  vi  potresti  dilungale,  là  dove  dice  il  piede  muove,  ecc., 
e  poi  raccomandare  la  lettura  di  Omero,  e  degli  altri  scrittori  di  cuore,  per  la  ra- 
gione, ecc.,  togliendone  motivo  dai  versi  che  cominciano  :  Di  Meonii  tesori,  ecc.  Infine, 
quasi  campo  del  tuo  quadro,  e  date  al  Monti  le  lodi  di  gran  poeta,  mostrare  come 
avendo  buttato  via  mezzo  cuore  ha  disperso  mezzo  giudizio;  ecc. 
29  luglio  1829. 

Amico  F.  D.  Guerrazzi. 


448  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

mento  drammatico,  pubblicato  in  tre  articoli  nel  luglio  dell'anno 
appresso. 

E  questi  sono  i  soli  articoli  che  V Antologia  deve  alla  colla- 
borazione di  Mazzini.  Egli,  inquieto,  perseguitato,  scontento  e  so- 
pratutto persuaso  che  in  Italia  non  c'era  più  un  giornale  ove  po- 
tesse inserire  i  suoi  scritti,  si  decise  ad  esulare,  per  avere  libertà 
d'azione  e  per  creare  quella  stampa  clandestina  nella  quale  vi  fosse 
possibilità  di  discutere  le  quistioni  senza  ostacoli  di  sorta. 

E  si  recò  a  Marsiglia. 

Ritrovò,  nella  città  popolosa  ed  attiva,  o  lo  raggiunsero  ben 
presto,  prodi  italiani,  che  il  delitto  di  amare  la  patria  li  sospin- 
geva a  cercare  asilo  in  terra  straniera  :  il  conte  Carlo  Bianco,  di 
nobilissima  famiglia,  già  capitano  dei  dragoni  e  valoroso  militare; 
Amedeo  Melegari,  cbe  fu  poi  ministro:  Giuseppe  Lamberti;  G.  B. 
Ruffini  ;  Carlo  Lustrini  ;  1'  israelita  Usigli  ;  i  fratelli  Tirelli,  gio- 
vanissimi ;  i  fratelli  Paolo  e  Nicola  Fabrizi  ;  Gustavo  Modena,  sem- 
pre faceto,  cbe  provocava  non  di  rado  il  riso  sulle  labbra  del- 
l'austero Mazzini;  il  romagnolo  Bendati;  la  signora  Giuditta  Belle- 
rio  di  Milano  vedova  Sidoli,  coraggiosa  ispiratrice,  nuova  Egeria 
di  questo  forte  nucleo  di  valorosi  patrioti  e,  allora,  convinti  re- 
pubblicani. 

Mazzini  si  mise  subito  all'opera  e  fondò  l'associazione  segreta  — 
forse  la  migliore  organizzata  di  quante  ne  esistettero  prima  e  dopo  — 
che  dette  anche  il  nome  al  giornale  che  doveva  propagarne  e  di- 
fenderne i  principii  :  la  Giovine  Italia. 

Il  manifesto  del  giornale  fu  pubblicato  sul  finire  del  1831. 

«  Noi,  dice  il  Mazzini,  non  avevamo  mezzi  pecuniari.  Io  andava  economizzando 
quanto  più  poteva  sul  trimestre  che  mi  veniva  dalla  famiglia:  i  miei  amici  erano  tutti 
esuli  e  dissestati  in  finanza.  Ma  ci  avventurammo,  fidando  nell'avvenire  e  nelle  sotto- 
scrizioni volontarie  che  dovevano  venirci  se  i  nostri  principii  tornavano  accetti.  » 

Il  programma  del  giornale  spiegava  gì'  intendimenti  della  so- 
cietà : 

«  Se  un  giornale  a  noi  italiani  esuli  raminghi,  e  sbattuti  dalla  fortuna  fra  gente 
straniera,  senza  conforto  fuorché  di  speranza,  senza  pascolo  all'anima  fuorché  d'ira  e 
dolore,  non  dovesse  riuscire  che  sfogo  sterile,  noi  taceremmo...  ■ —  Poiché  i  tempi  ci 
vietano  l'opre  del  braccio,  noi  scriveremo.  La  Giovine  Italia  ha  bisogno  d'ordinare  a 
sistema  le  idee  che  fremono  sconnesse  e  isolate  nelle  sue  file:  ha  bisogno  di  purifi- 
care d'ogni  abitudine  di  servaggio,  d'ogni  affetto  men  che  grande,  questo  elemento 
nuovo  e  potente  di  vita  che  la  spinge  a  rigenerarsi  :  e  noi,  fidando  nell'aiuto  itahano, 
tenteremo  di  farlo:  tenteremo  di  farci  interpreti  di  quanti  bisogni,  di  quante  sciagure, 
di  quante  speranze  costituiscono  l'Italia  del  secolo  xix.  Noi  intendiamo  di  pubblicare, 
con  forme  e  patti  determinati,  una  serie  di  scritti  tendenti  a  cotesto  scopo,  e  a  norma 
dei  principii  che  abbiamo  accennati.  —  Noi  non  rifiuteremo  gli  argomenti  filosofici  e 
letterari  :  l'unità  è  prima  legge  dell'  intelletto.  La  riforma  d'un  popolo  non  ha  basi 
stabili  se  non  posa  sull'accordo  nelle  credenze,  sul  complesso  armonico  delle  facoltà 
umane;  e  le  lettere,  come  un  sacerdozio  morale, sono  espressione  della  verità  dei  prin- 
cipii, mezzo  potente  d' incivilimento.  » 

Intanto  Mazzini  iniziò  un'attiva  corrispondenza  con  gl'italiani 
residenti  in   Italia  e  all'estero,  per  procurarsi   articoli,  abbonati, 


MAZZINI   GIORNALISTA.  449 


depositi  di  spacci,  corrispondenti  e  tutto  quanto  poteva  occorrere 
per  una  pubblicazione  che  non  dava  certo  le  migliori  garanzie  di 
riuscita,  per  tutti  i  riguardi. 

Il  primo  a  rispondere  all'appello  fu  Giovanni  La  Cecilia,  che 
allora  era  in  Corsica. 

Ecco  in  proposito  una  lettera  di  Mazzini  : 

«  Marsiglia,  i6  febbraio  1832. 

«  Ho  ricevuto  oggi  il  tuo  bell'articolo  sul  Colletta,  e  sarà  stampato  nel  primo 
numero,  come  brami. 

«  Te  ne  sono  grato  davvero,  e  tanto  più  vien-i  opportuno  che  nel  primo  hanno 
luogo  alcune  pagine  dettate  d^l  Colletta  intorno  alla  storia  dei  greci  moderni,  inedite 
finora,  vietate  dal  governo  aWAiitoìogia  e  innanzi  alle  quali  io  in  poche  mie  linee  av- 
vertiva come  si  sarebbe  tentato  un  articolo  necrologico. 

«  Spero  che  tu  seguiterai  e  m'invierai  altri  scritti.  Molti  mi  hanno  promesso  e 
mi  mancane  al  solito  :  io  speravo  grande  aiuto  di  associati  e  scrittori  della  Toscana 
e  fui  deluso.  Non  pertanto  il  numero  sta  sotto  i  torchi,  e  vedremo  se  si  desteranno, 
perchè  credo  che  un  buon  giornale  possa  giovare  molto  all'Ita'ia. 

«  Che  diavolo  fa  il  Benci?  (i).  È  un  mese  ch'io  attendo  un  suo  scritto,  e  non 
vedo  nulla.  Sveglialo.  Egli  si  deve  tutto  alla  patria,  e  perchè  può  scrivere  utilmente. 
Li  debbo  una  risposta,  e  la  spedirò  al  primo  corriere. 

«  Ti  scriverò  distesamente  e  presto  sulle  cose  nostre.  Non  vjnno  benissimo,  ma 
né  malissimo.  È  necessario  concentrare,  concentrare,  concentrare,  e  avrò  forse  a  chie- 
derti informazioni  per  Napoli  ed  altre  parti, 

«  Intanto  amami  e  credimi  tuo  amico 

G.  Mazzini.  » 

Egli  era  pieno  di  fiducia  e  di  attività;  i  suoi  amici  di  corag- 
gio e  di  energia  ;  si  sentivano  pronti  a  tutto.  Anche  Demostene 
Olivier,  padre  del  celebre  ministro  di  Bonaparte,  aveva  offerto  il 
suo  aiuto. 

Ma  quando  tutto  era  pronto  per  la  pubblicazione  del  primo 
fascicolo  della  Giovine  Italia,   ecco  sorgere  nuove  difficoltà. 

La  Cecilia,  in  attesa  di  questo  primo  fascicolo,  aveva  mandato 
un  secondo  articolo  ;  Mazzini  gli  scrisse  : 

«  Ebbi  l'articolo,  ti  son  grato,  è  buonissimo,  salvo  il  titolo  che  mi  permetterai 
di  alterare. 

«  Un  incidente  legale,  una  difficoltà  ministeriale  mossa  intorno  alla  legalità  del 
giornale,  produce  un  lieve  ritardo;  il  primo  uscirà  insieme  al  secondo;  avvisa  però 
ognuno.... 

«  Ciò  che  ci  rovina  in  parte  pel  giornale  ora  sono  le  quarantene  pel  choìera; 
ma  Dio  volendo  supereremo  anche  questa.  » 

Il  ritardo  non  fu  cosi  breve  quanto  Mazzini  credeva  ;  esso  durò 
parecchi  mesi  ;  per  non  differire  maggiormente  la  pubblicazione 
di  quest'organo,  di  questa  tromba  di  resurrezione  degli  esuli  ita- 
liani, Mazzini  —  che  doveva  allontanarsi  provvisoriamente  da  Mar- 
siglia —  invitò  il  La  Cecilia  a  recarsi  sul  continente. 

La  Cecilia  fu  subito  aggregato  al  consesso  centrale,  ebbe  la 
direzione  tecnica  del  giornale  insieme  alla  collaborazione  e  fu  pre- 


Ci)  Il  Benci  era  un  dottissimo  toscano,  traduttore  della  Guerra  dei  Trent'anni  di 
Schiller  —  e  viveva  esule  a  Bastia. 

N.  Behnardini — Guida  della  Slampa  periodica  italiana  —  29. 


450  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

posto  alla  corrispondenza  con  tutti  i  depositi  dei  rifugiati  italiani 
che  dimoravano  in  molte  città  di  Francia. 

«  La  direzione  tecnica  —  scrive  egli  stesso  —  fu  per  me  un 
tormento  orribile  :  i  compositori  francesi  non  intendevano  una  sil- 
laba d' italiano,  ed  un  veccbio  sardo  clie  si  vantava  di  conoscere* 
la  nostra  lingua  era  stupido  e  testardo  :  per  ben  tre  volte  gli  stam- 
poni rividi  e  i  fogli  :  tempo  sprecato  ;  si  pubblicò  il  primo  mmiero 
pieno  d'errori  tipografici.  »  (1) 

Quando  pervenne  a  Mazzini,  questi  a  ragione  indignato  scrisse: 

«  Non  credo  aver  bisogno  di  dirti  che  sono  stato  sulle  furie  alla  lettura  di  qua' 
malaugurato  giornale,  e  del  mille  e  uno  errore  che  lo  rendono  indegno  della  lettura; 
pel  mio  articolo  pazienza.  Soffro  il  dispiacere,  e  lo  prendo  come  u^a  prova  che  mi 
manda  Iddio  pei  peccati  non  ancora  scontati.  Ma  Gherardi  ?  Come  incoraggiare  a  scri- 
vere stampando  cosi?  Non  parliamo  d'altro;  al  fatto  non  v' è  rimedio.  Rimedio,  o 
palliativo  unico  è  un  errata-corrige  —  formerà  un  volume,  ma  non  e'  è  ^ia  d'uscirne. 
Io  ti  mando  quello  del  mio  articolo,  e  non  contiene  che  gli  errori  più  grossolani.  Un 
altro  per  Gherardi  è  indispensabile,  ma  non  può  farsi  se  non  con  lo  scritto  dinanzi. 
Fallo  adunque:  il  primo  periodo  non  s'intende.  Raccomanda  a  Melegari  di  far  quello 
di  Franscini,  almeno  per  le  cifre  tanto  essenziali. 

«  Converrebbe  per  iscusare  un'errata  così  lunga,  fare  una  linea  a  principio,  che 
dicesse:  Alcune  cause  indipendenti  da  noi  e  Vassen^a  improvvisa  e  forcata  del  Diret- 
tore del  giornale,  hanno  fatto  si  che  molti  errori  di  stampa  siano  incorsi  nel  presente 
numero.  I  nostri  associati  possono  essere  certi  che  non  avranno  più  a  lagnarsi  di  questo 
difetto.  » 

Dovettero  mettersi  di  proposito  tutti  i  redattori  per  evitare 
ulteriori  inconvenienti.  Essi,  dice  la  Mario,  erano  quasi  tutti  soli, 
senza  ufficio,  senza  subalterni,  immersi  l' intero  giorno  e  gran  parte 
della  notte  nel  loro  lavoro,  scrivendo  articoli  e  lettere,  interro- 
gando viaggiatori,  affratellando  marinai,  piegando  fogli  di  stampa, 
legando  involti,  alternando  le  ore  tra  occupazioni  intellettuali  e 
funzioni  d'operai. 

La  Cecilia  faceva  il  compilatore,  Lamberti  il  correttore  di  stam- 
pa ;  ne  sdegnavano  di  scendere  agli  umili  uffi.ci  di  faccliino  per  ri- 
sparmiare   le   spese    di  trasporto  dei  fascicoli.   Esuli  e  figli    di  fa- 


(i)  Il  titolo  preciso  del  giornale  era  questo: 

La  Giovine  Italia 

Serie  di  scritti  intorno  alla  condizione  politica,   morale  e  letteraria  dell'  Italia, 
tendenti  alla  sua  rigenerazione. 

Aveva  per  motto: 

Italiani  !  Italiani  ! 
Firg. 

più  questi  pensieri  del  Foscolo  : 

«  Ma  voi,  che  solitarii,  o  perseguitati  su  le  antiche  sciagure  della  nostra  patria  fremete,  perchè  non  rac- 
contate alla  posterità  i  nostri  mali?  Alzate  la  voce  in  nome  di  tutti,  e  dite  al  mondo,  che  siamo  sfortunati, 
ma  né  ciechi  né  vili...  Scrivete.  Perseguitate  con  la  verità  i  vostri  persecutori.  » 

Ogni  fascicolo  si  componeva  di  circa  300  pagine  in  s."  La  mansione  tipografica 
era  la  seguente:  Tip,  militare  di  Giulio  Barile  e  Boulouch  18^2.  Conteneva  talvolta  dei 
ritratti  ad  incisione,  come  per  esempio  quello  di  Ciro  Menotti. 

La  Biblioteca  Nazionale  Vittorio  Emanuele  di  Roma  possiede,  legato  in  volume, 
un  trimestre  della  Giovine  Italia  —  copia  rarissima  se  non  unica,  e  che  è  quella  da 
me  consultata.  L' intera  collezione  della  Giovine  Italia  si  compone  di  6  quaderni,  dei 
quaU  3  stampati  nel  1832,  2  nel  1833,  i  nel  1835  di  complessive  pagine  1354. 


MAZZINI   GIORNALISTA,  451 


miglia  tutti,  senz'altro  ohe  il  modico  mensile  spedito  loro  dalle  pro- 
prie famiglie,  mettevano  tutto  in  comune,  e,  salvo  le  prime  ne- 
cessità del  cibo  e  dell'alloggio,  il  resto  era  dedicato  alle  spese  del 
giornale. 

Non  era  la  più  bella  vita  questa,  ma  si  erano  votati  tutti  al 
sagrificio  per  una  causa  e  nessuno  avrebbe  indietreggiato. 

Per  la  spedizione  del  giornale  in  Italia  gli  esuli  si  erano  messi 
d'accordo  con  numerose  case  di  commercio  delle  città  marittime  : 
esse  avrebbero  ricevuto  i  pacchi  di  stampati  provenienti  da  Mar- 
siglia da  capitani  o  da  marinai  a  bordo  dei  legni  italiani  e  fran- 
cesi che  toccavano  i  porti  del  Mediterraneo  e  li  avrebbero  poscia 
distribuiti  agii  affiliati  della  società  ;  contemporaneamente  dalla 
Svizzera  i  contrabbandieri  avrebbero  fatta  la  diffusione  nella  Lom- 
bardia e  nel  Veneto,  per  mezzo  dei  vaporetti  sui  laghi  o  attraverso 
i  numerosi  passi  della  frontiera.  Luigi  Tinelli,  lombarbo,  avrebbe 
sparso  nella  Lombardia  i  fogli  clandestini  della  Giovine  Italia, 
aiutato  da  Giacomo  Ciani,  anch'esso  lombardo,  vecchio  e  provato 
patriota,  condannato  a  morte  nel  '21,  possessore  di  una  tipografìa 
che  stampava  libri  politici  e  scritti  letterari  di  esuli  italiani.  Maz- 
zini, consigliando  di  fidarsi  di  lui  scriveva  :  «  La  stamperia  sarebbe 
interamente  nostra,  s'  io  potessi,  da  così  lontano  dirigerla,  o  s'altri 
dell'  interno  volesse.  Ne  certo  ho  creduto  che  voi  poteste  mai  pre- 
ferirgli Boudry  o  altri  della  setta  libraria.  Inoltre  è  punto  favo- 
revolissimo pel  contrabbando  in  Italia  :  »  Un  altro  che  per  atti- 
vità nella  diffusione  del  giornale  in  Italia  si  distingueva,  era  Ago- 
stino Depretis,  allora  giovane  e  cospiratore. 

In  soli  sei  mesi  l'associazione  della  Giovine  Italia  aveva  fatti 
rapidi  progressi  ;  si  erano  stabiliti  sicuri  e  regolari  mezzi  di  comu- 
nicazione fra  i  diversi  Comitati,  e  a  mezzo  di  viaggiatori  aggregati 
tenevasi  corrispondenza  al  di  fuori  colla  Toscana  e  Roma  per  Li- 
vorno (dove  adoperavasi  Carlo  Bini)  e  Civitavecchia  e  di  là  con 
Napoli;  venivano  sparsi  stampati  politici  e  la  propaganda  era  en- 
trata nell'esercito  ;  prima  nell'artiglieria  e  poi  si  era  estesa  negli 
altri  corpi  della  guarnigione.  Il  piano  della  Giovine  Italia  era  di 
fare  scoppiare  l'insurrezione  italiana  nelle  due  Sicilie  e  nel  Pie- 
monte, in  modo  da  dividere  le  forze  dell'Austria. 

Il  primo  fascicolo  della  Giovine  Italia  levò  un  rumore  india- 
volato :  il  manifesto  del  giornale  ;  un  articolo  di  fuoco  intitolato 
La  Romagna  ;  una  risposta  fulminante  alla  Voce  della  Verità  di  Mo 
dena,  portavoce  dell'  ignobile  principe  di  Cauosa  ;  i  Dialoghi  po- 
polarci, bellissimi,  di  Gustavo  Modena  furono  letti  avidamente  in 
tutte  le  città  dell'  Italia  settentrionale  e  centrale,  ristampati  clande- 
stinamente e  diffusi  fra  gli  studenti,  gli  operai,  i  soldati  e  i  comitati. 

Tutto  pareva  dovesse  procedere  a  vele  gonfie,  quando  scoppiò 
la  sommossa  in  senso  repubblicano  a  Parigi. 

Andata  a  vuoto,  i  governi  si  domandarono  se  non  era  il  caso 
di  procedere  contro  i  fuorusciti,  che  minavano  la  sicurezza  interna. 


452  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

I  rappresentanti  diplomatici  dei  diversi  stati  presso  la  corte 
di  Luigi  Filippo,  si  levarono  tutti  a  una  voce,  per  protestare  vi- 
vamente :  essi  però  non  avrebbero  avuto  ascolto  se  le  proteste  non 
fossero  state  appoggiate  dai  legati  dell'Austria  e  della  Prussia. 
Matternicli  inviò  una  nota  minacciosa^  dolendosi  che  si  permettesse 
di  cospirare  pubblicamente  contro  l' impero,  in  un  paese  amico,  e 
chiedendo  la  immediata  espulsione  dal  reame  di  Francia  di  Griu- 
seppe  Mazzini. 

II  governo  sardo  specialmente,  insisteva  più  di  tutti. 
Come  resistere  a  clamore  così  unanime  ? 

A  rendere  più  facile  l'opera  di  persecuzione,  uno  del  nucleo 
di  Marsiglia,  si  rese  Giuda  volontario  dei  suoi  compagni,  infor- 
mando la  dogana  di  Genova  che  sul  vapore  Le  Sidly,  proveniente 
da  Marsiglia  sarebbe  giunto  all'  indirizzo  della  Casa  Rini  un  baule 
a  doppio  fondo,  contenente  scritti  di  Mazzini. 

Il  -1  luglio  ('32)  la  polizia  sequestrava  infatti  il  baule,  il  quale 
in  apparenza  non  conteneva  che  panni  frusti  ;  ma  nel  doppio  fondo 
vi  si  trovarono  cinque  copie  del  primo  fascicolo  della  Giornne  Italia^ 
13  lettere  di  Mazzini  ed  altre  carte  importantissime.  L'arresto  di 
due  artiglieri  fece  scoprire  le  fila  della  congiura  e  a  Genova  si 
operarono  molti  altri  arresti. 

Alle  proteste  delle  autorità  italiane,  il  ministro  degl'  interni  fran- 
cese, rispose  ordinando  al  prefetto  di  Marsiglia,  certo  Thomas,  di 
arrestare  Mazzini  e  di  farlo  scortare  fino  alla  frontiera  svizzera;  di 
impiegare  ogni  mezzo,  anche  la  corruzione,  presso  il  tipografo  Giulio 
Barile  genovese,  ma  naturalizzato  francese,  per  costringerlo  a  non 
stampare  più  la   Giovine  Italia. 

Immediatamente  furono  arrestati  e  cacciati  parecchi  operai  e 
compositori  con  altri  esuli  creduti  collaboratori  del  giornale;  l'e- 
ditore fu  minacciato,  ma  tutti  riuscirono  a  nascondersi  in  piccoli 
paesi  vicini. 

Ma  come  arrestare  Mazzini  ?  Era  una  parola  ! 

Intervenne  Demostene  Olivier  e  dichiarò  al  prefetto  che  in- 
sieme ai  suoi  amici  si  sarebbe  opposto  anche  con  le  armi  all'ar- 
resto dell'esule  genovese  ;  gli  propose  di  far  partire  Mazzini  pel 
paese  che  j)iù  gli  conveniva,  senza  dargli  altre  molestie. 

Thomas  sulle  prime  esitò,  ma,  marsigliese  anch'esso,  calcolò  di 
quali  mezzi  potesse  disporre  l'Olivier  che  aveva  sèguito  nella  bor- 
ghesia e  dominava  la  numerosa  associazione  dei  facchini. 

Il  linguaggio  franco  e  reciso  di  lui  lo  intimori  :  sospese  l'or- 
dine di  arresto  e  accordò  a  Mazzini  quattro  giorni  per  abbandonare 
il  suolo  francese.  Invece  01i\T.er  lo  nascose  in  casa  propria.  Ma  le 
spie  scovarono  l'asilo  e  l'ordine  di  sfratto  fu  nuovamente  intimato  : 
allora  Mazzini  per  mezzo  di  uno  stratagemma  ingegnoso  fece  an- 
dare in  vece  sua  a  Ginevra  uno  che  gli  somigliava  moltissimo  ed 
egli  passò  tra  gli  sbirri  in  uniforme  di  Guardia  Nazionale  ! 

E  cosi  potette  rimanere  a  Marsiglia  un  altro  anno,  nascosto 
in  sicuro  ricovero  offertogli  dallo  stesso  Olivier  nelle  adiacenti  cam- 


MAZZINI   GIORNALISTA.  453 


pagne  ;  l'agitatore  scomparve  legalmente,  ma  rimase  prigioniero 
volontario  a  dirigere  con  efficace  lavoro  la  setta,  le  congiure, 
il  giornale,  il  comitato  ;  egli  aleggiava  col  suo  spirito  in  mezzo  ai 
suoi  affiliati,  e  fra  tanto  afFacendarsi  politico,  trovò  perfino  il  tempo 
di  cominciare  un  romanzo  sulla  Lega  Lombarda ^  che  poi  non  potè 
terminare,  con  molto  danno  certamente  delle  lettere.  (1) 

Un  marsigliese,  certo  Vittorio  Vian,  per  diminuire  la  respon- 
sabilità dell'editore  Barile,  si  offerse  di  fare  da  gerente  del  giornale; 
il  torchio  fu  trasportato  in  una  specie  di  cava,  presa  in  affitto. 
Senonchè  la  difficoltà  maggiore  era  quella  d'  introdurre  i  fascicoli 
del  giornale  in  Italia. 

Ecco  come  ne  parlava  lo  stesso  Mazzini,  qualche  anno  dopo  : 

«  Il  contrabbando  delle  nostre  stampe  in  Italia  era  faccenda  vitale  per  l'Associa- 
zione e  grave  per  noi.  Un  giovane  Montanari  che  via^jgiava  sui  vapori  di  Napoli  rap- 
presentandone la  Società,  altri  impiegati  sui  vapori  francesi,  ci  giovavano  mirabilmente. 
E  finché  l'ira  dei  governi  non  fu  convertita  in  furore,  atlìdavamo  ad  essi  gl'involti, 
contentandoci  di  scrivere  suU' involto  destinato  per  Genova,  un  indirizzo  di  casa  com- 
merciale non  sospetta  in  Livorno,  su  quello  che  spettava  a  Livorno  un  indirizzo  di 
Civitavecchia  e  via  cosi:  sottratto  in  questo  modo  l'involto  alla  giurisJizione  doganale 
e  poliziesca  del  primo  punto  toccato,  l'involto  serbavasi  daU'atlratellato  sul  battello, 
finché  i  nostri,  avvertiti,  non  si  recavano  a  bordo  dove  si  ripartivano  le  stampe  ce- 
landole intoi-no  alla  persona.  Ma  quando,  svegliata  l'attenzione,  crebbe  la  vigilanza  e 
furono  assegnate  ricompense  a  chi  sequestrasse,  e  pronunziato  minacce  tremende  agi'  in- 
troduuori,  quando  la  guerra  inferocì  per  modo  che  Carlo  Alberto  con  editti  firmati 
dai  ministri  Caccia,  Pensa,  Barbaroux,  Lascaréne,  intimò,  a  chi  non  denunzierebbe, 
due  anni  di  prigione  e  una  ammenda,  promettendo  al  delatore  metà  della  somma  e 
il  segreto,  cominciò  fra  noi  e  i  governi  d'Italia  un  duello  che  ci  costava  sudori  e 
spese,  ma  che  proseguimmo  con  buona  ventura.  Mandammo  i  fascicoli  dentro  barili 
di  pietra  pomice,  poi  nel  centro  di  botti  di  pece  intorno  alle  quali  lavoravamo,  in  un 
magazzi;'u:cio  affittato,  la  notte:  le  bott',  dieci  o  dodici,  si  spedivano  numerate  per 
mezzo  d'agenti  commerciali  ignari,  a  commissionari  egualmente  ignari  nei  luoghi  di- 
versi, dove  taluno  dei  nostri  avvertito  dell'arrivo,  si  presentava  a  mercanteggiare  la 
botte  che  indicava  col  numero  il  contenuto.  » 

Mazzini  era  indignato  di  dover  ricorrere  a  questi  mezzi,  peri- 
colosi e  costosissimi,  e  forse  a  sfogo  la  Giovine  Italia  scriveva 
(1."  trim.  p.  194)  che  purché  giornali  e  libri  fossero  ispirati  ai 
principi  d'una  politique  èclairée,  potevano  liberamente  circolare 
nei  regi  domini  sardi,  ma  che  per  gli  altri  giornali  e  libri  di  con- 
trari principi,  si  usavano  tutte  le  precauzioni  e  le  più  severe  per- 
secuzioni per  impedirne  l'introduzione. 

I  governi  sdegnati  di  non  potere  avere  nelle  mani  il  capo  della 
Giovine  Italia,  o  di  costringerlo  al  silenzio,  iniziarono  d'accordo 
contro  le  famiglie  degli  esuli  o  contro  coloro  che  si  prestavano  alla 
diffusione  degli  scritti  mazziniani,  quell'opera  di  persecuzione  che 
doveva  avere  un'eco  dolorosissima  nelle  stragi  e  nei  processi  ter- 
ribili compiuti  poco  di  poi. 

Come  ho  accennato  più  innanzi,  nel  primo  fascicolo  della  Gio- 
vine Italia  era  stato  pubblicato  uno  scritto  di  La  Cecilia  sul  ge- 
nerale Colletta  e  sulla  sua  storia  ;  in  esso  lo  scrittore  napoletano 


(i)  La  Cecilia  —  Memorie  —■  Roma  1876, 


454  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

faceva  risaltare  a  vivi  colori  gli  eccidi  dei  borboni  commessi  nel  1799 
e  1821,  ed  accennava  pure  ad  un  manifesto  pubblicato  nel  1815  a 
Palermo  da  Ferdinando  I,  col  quale  questo  sovrano  eccitando  il 
popolo  napoletano  contro  Murat  prometteva  di  dare  una  costitu- 
zione tanto  liberale  da  riconoscere  V assoluta  sovranità  del  j^ojoolo. 
Nella  Voce  della  Verità  di  Modena,  Canosa  smentì  questo  docu- 
mento con  parole  minacciose  ed  insolenti.  La  Cecilia  pubblicò  il 
manifesto  di  Ferdinando  I,  testualmente,  quale  lo  aveva  ricevuto 
dal  colonnello  De  Conciliis,  uno  dei  principali  promotori  della  ri- 
voluzione del '21. 

Canosa,  sulle  furie,  tornò  all'attacco,  minacciando  di  fare  spe- 
gnere col  pugnale  dei  regi  sicari  gli  scrittori  e  il  tipografo  della 
Giovine  Italia;  nello  stesso  tempo,  informò  la  polizia  napoletana 
cbe  il  manifesto  di  Ferdinando  I  era  stato  comunicato  da  La  Ce- 
cilia padre,  al  figlio  esule. 

La  feroce  polizia  borbonica  non  volle  sapere  di  meglio  e  or- 
dinò che  il  padre  dell'esule,  vecchio  ottuagenario,  fosse  arrestato. 

«  Tuo  padre  (scriveva  in  data  del  20  ottobre '31  la  madre  al  desolato  esule,  che 
apprendeva  cosi,  all'improvviso,  la  dolorosa  novella)  è  in  prigione  da  due  mesi,  e 
per  tua  colpa,  per  scritti  pubblicati  a  Marsiglia.  Noi  siamo  rovinati.  Se  vuoi  notizie 
mie  e  di  tuo  padre  dirigiti  al  Console.  Se  puoi  mandarci  qualche  soccorso,  tu  farai 
una  carità.  » 

La  pietosa  lettera  fu  stampata  nel  Semaphore  di  Marsiglia  e 
venne  riprodotta  da  tutti  i  giornali  liberali  della  Francia  e  d'Europa, 
indignati  della  feroce  rappresaglia. 

«  Ti  rimando  la  lettera  di  tua  madre  —  scriveva  Mazzini  al  suo  redattore.  —  Che 
vuoi  ch'io  ti  dica?  è  il  tempo  d'i  dolori  per  noi,  e  specialmente  per  te  che  soffri  da 
undici  anni,  ma  il  momento  della  gioia  verrà.  » 

Assieme  a  questa  lettera  Mazzini  mandò  pel  terzo  fascicolo 
del  giornale  un  articolo  di  protesta,  intitolato  Persecuzione. 

«  Ora,  che  sperano  costoro?  (scriveva  in  quest'articolo).  Ridurci  al  silenzio?  Chi 
scrive  codeste  linee  ha  madre,  padre,  sorelle  —  ha  la  prigione  e  l'esilio  —  è  cacciato 
da  due  governi.  Pure  egli  rinnova  il  sacramento  di  non  arrestarsi  d'una  sola  linea 
ch'egli  ha  scelta,  di  non  tacere  una  verità  soli  per  considerazione  alcuna  individuale 
o  no  —  di  riutìammarsi  alle  persecuzioni  ed  al  sacrificio  per  combattere  la  guerra 
santa,  sotto  le  bandiere  della  patria.  Molti  giovani  lo  hanno  giurato  con  lui.... 

«  Ma  chi  scrive  codeste  linee  ha  cuore  —  ed  ama  —  ed  egli  solo  sa  il  gemito 
che  gli  sorge  dentro,  ad  ogni  linea  ch'egli  scrive,  poiché  in  Italia  neppure  le  leggi 
dell'umanità  sono  sante,  poiché  oggimai  la  tempesta  che  gli  uomini  liberi  sprezzano 
e  sfidano  rugge  anche  sul  capo  dei  loro  padri  innocenti.  » 

E  grida  a  tutti  : 

«  Sorgete  dunque  1  Sorgete  per  la  patria  e  per  voi!  In  Italia  la  tirannide  vive 
perchè  i  padri  si  rimangono  inerti.  » 

E  scriveva  a  La  Cecilia: 

«  Rispondo  —  un  po'  tardi  —  è  vero  —  ma  sono  stato  colto  da  un'inerzia  siffatta 
in  questi  ultimi  giorni  che  non  potevo  uscirne, anche  volendo.  Sono  di  quelle  crisi  di 
vuoto  di  teste,  che  talvolta  m'atterrano  1  come  ad  altri  l'emicrania.  Ora,  credo  essere 
destato  —  en  avanti 

K  Corpo  di  Dio!  Sai  tu  ehe  Barile  comineia  a  rallentare  la  sua  attività?  Siamo 


MAZZINI    GIORNALISTA.  455 


ai  i6:  e  per  Dio!  nessuna  prova  dell'articolo  sulla  sentenza  del  Duca  di  Modena! 
Non  intende  incominciare  il  lavoro  en  pctit-romain  se  non  quando  avanzino  30  pagine 
della  Filosofia?  -^  male;  come  si  fa  a  precisare?  e  perchè  non  potrebbe  incominciare 
per  un  otto  o  dieci  pagine  almeno?  Oliando  tutto  il  lavoro  sarà  in  petìt-romain,  sa 
Dio  come  andrà. 

«  Ma  come  diavolo  io  ho  da  scrivere  anche  per  V Esule?  ti  par  egli  carità  cri- 
stiana? D'altronde  s'indirizzino  a  Giovanni  Mazzini,  io  mi  chiamo  Giuseppe.  Faccio 
del  resto  tutto  il  possibile  per  rubare  un  po'  di  tempo  al  tempo,  e  scrivere  ;  ma  essi 
ora  vogliono  politica,  ed  io  non  posso  scrivere  che  letteratura  politica.... 

«  Pei  42  franchi  gli  avrai:  do  ordine  per  questo;  non  c'è  bisogno  di  ringrazia- 
menti. Non  ho  fatto  che  riparare  alla  bestialità  di  Barile.  Vorrei  poter  fare  qualche 
cosa  di  più  per  tutti;  ma  son  fot....  —  Figurati  che  i  fascicoli  p  r  Ginevra  costano 
268  franchi  per  sola  introduzione!  e  col  rischio  di  andar  perduti.  » 

In  un'altra  lettera  scriveva  : 

«  Ti  mando  qualche  brano  d'articolo.  Bada,  in  nome  di  Cristo,  a  che  non  si  fac- 
ciano sbagli,  né  si  omettano  pagine.  A  quante  pagine  siamo  ?  » 

Il  giornale  lo  preoccupava  sempre. 

Sollecitò  la  collaborazione  dello  storico  Sismondi,  ch'era  a  Pa- 
rigi, mandandogli  il  giornale,  spiegandogliene  le  intenzioni:  «  Yi 
prego  di  scrivere  qualche  cosa  per  la  Giocine  Italia.  Scrivete  come 
meglio  vi  aggrada:  io  mi  terrò  onorato  d'esservi  traduttore.  ■» 

li  Sismondi  rispose,  accettando,  ma  facendo  qualche  osserva- 
zione sulle  idee  politiche  del  periodico  ;  poi  mandò  un  lungo  arti- 
colo contro  il  sutFragio  universale,  ma  Mazzini  non  credette  op- 
portuno pubblicarlo,  e,  approfittando  che  il  giornale  entrava  nel 
secondo  trimestre,  scrisse  un  lungo  articolo  per  spiegare  meglio 
quelle  idee  e  rispondere  a  tutte  le  obbiezioni  che  erano  piombate 
addosso  ai  redattori  dopo  i  primi  fascicoli. 

«  In  questo  tempo,  scrive  La  Cecilia,  Mazzini  aveva  un  in- 
gegno svegiiatissimo,  ed  il  suo  occhio,  come  quello  dell'aquila, 
poteva  affissare  il  sole  »,  ma  si  arrabbiava  che  altri  gli  attraver- 
sasse il  lavoro  formando  nuove  società  segrete,  i  cui  scopi  poi  non 
erano  chiari  e  precisi. 

La  Cecilia  scrisse  un  articolo  intitolato  Ai  preti  della  mia  fa- 
tria  e  lo  mandò  a  Mazzini  perchè  lo  approvasse.  Mazzini  rispose  : 
«  Mi  perdonerai,  spero,  se  io  ho  mutato  titolo,  e  se  vado  appo- 
nendo mio  scritto  al  tuo  articolo  :  ma  rifletti  che  il  tuo  articolo 
buonissimo,  se  fosse  separato,  entrando  nella  Giovine  Italia,  che 
dev'essere  una  nelle  dottrine,  ci  obbligherebbe  a  molto  di  più 
che  non  vogliamo....  » 

E  continua  facendo  altre  notevoli  riflessioni  che  possono  dare 
un'  idea  dei  suoi  principii  religiosi.  Poi  soggiunge  : 

«  Ho  molta  roba  da  mettere  nel  g  ornale,  siamo  inoltrati  di  molto?  Vi  è  un  ar- 
ticolo di  Elia,  un  altro  di  Melegari,  il  mio  è  lungo  ancora,  poi  ve  n'ha  un  altro,  e 
due  pagine  di  appello  alla  fine.  11  tuo  articolo  col  titolo  Chiamata  ai  preti  lo  mette- 
rai in  due  volte.  Fammi  il  piacere  di  dirmi  a  quante  pagine  è  il  mio  tinora.  Amami, 
scrivo  al  buio.  ». 

Povero  Mazzini  !  doveva  trattare  di  cose  cosi  gravi  ed  era 
costretto   a    scrivere    al  buio,    in    un    nascondiglio,    col   pericolg 


456  OUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

d'essere  sorpreso  ogni  momento,  arrestato  e  accompagnato  al  con- 
fine. 

Le  stesse  osservazioni  riferite  più  sopra  fece  a  un  articolo  siil- 
1'  Onor  militare  clie  Luigi  Napoleone  —  non  ancora  imperatore  — 
aveva  mandato  a  La  Cecilia  per  mezzo  del  colonnello  Yaudrey, 
perchè  vedesse  la  luce  nel  giornale  rivoluzionario. 

Mazzini  lesse  lo  scritto,  e  lo  trovò  commendevolissimo  per  in- 
tenzioni, dottrina  ed  esposizione  chiara  e  convincente,  e  riman- 
dandolo all'autore  suggerì,  pagina  per  pagina,  «  le  sole  modifica- 
zioni che  sarebbero  necessarie,  onde  non  offendere  il  concetto  del- 
l'Unità che  la  Giovine  Italia  deve  serbare  gelosamente  ». 

La  Giovine  Italia,  sia  come  setta  che  come  giornale,  predicava 
l' insurrezione  a  nome  dell'  indipendenza  e  dell'unità  della  peni- 
sola, e  la  repubblica  come  consacrazione  e  condizione  dell'  indipen- 
denza. Luigi  Napoleone  in  questo  tempo  protestava  di  essere  re- 
pubblicano e  di  volere  la  repubblica  tanto  in  Italia  che  in  Fran- 
cia: accettò  dunque  le  osservazioni  di  Mazzini  al  suo  scritto,  lo 
rimandò  corretto  e  cosi  potette  vederlo  pubblicato  (1). 

Talvolta  La  Cecilia  nel  leggere  gli  articoli  di  Mazzini  si  tro- 
vava imbarazzato  ad  accettare  completamente  certe  idee  che  gli 
parevano  o  soverchiamente  avanzate  o  molto  pericolose  ad  essere 
esposte.  Rimandava  gli  scritti,  chiedendo  schiarimenti.  E  Mazzini 
li  tornava,  modificando  qualche  frase,  o  spiegando  meglio  i  suoi 
concetti. 

«  Il  tuo  articolo  ai  Preti  —  scriveva  un'altra  volta  —  ha  fatto  furore  a  Torino... 

«  Sprona  Barile  pel  giornale.  Manderò  domani  un  brevissimo  dialcghetto;  biso- 
gna stamparlo  contemporaneamente  e  porre  in  cima  la  solita  rubrica:  Giovine  llalia  — 
Insegnamenio  popolare.  » 

E  il  giorno  dopo  : 

«  Ti  scrivo  due  linee  unicamente  a  sollecitarti  pel  giornale,  cioè  onde  tu  solle- 
citi più  sempre  Barile.  Urge  che  venga  fuori.  E  a  veder  la  prova,  mi  pare  che  si  vada 
lenti.  Non  dimenticar  di  vegliare  onde  si  stampi  quel  brano  che  nel  mio  articolo  a.... 
fu  lasciato  non  composto,  e  la  pagina  che  mi  facesti  rifare. 

«  Avesti  mai  nuove  di  Lucca,  e  dell'Elba  a  proposito  di  giornali?  Perdio!  pel 
secondo  trimestre  bisognerebbe  avere  uno  spavento  d'associati,  e  temo  ne  avremo 
meno  di  prima. 

«  Cos'  è  accaduto  dell'articolo  di  Zaneroli)?  » 

I  fascicoli  della  Giovine  Italia,  che  da  Marsiglia  arrivavano 
periodicamente,  erano  divorati  dalla  gioventù  ;  dalle  mani  degli 
studenti  passavano  a  qualche  ufficiale  che  aveva  cura  di  distribuirli 
ai  sergenti,  i  quali  poi,  di  soppiatto,  li  trasmettevano  a  caporali  e 
soldati. 

Si  procurava  insomma  di  far  circolare  il  giornale  nell'esercito  ; 
ciò  poteva  giovare,  ma  molte  volte  riusciva  anche  pericoloso  e  fa- 
tale. Lifatti  dal  processo  di  alto  tradimento  per  la  fallita  spedi- 
zione di  Savoia,  fatto  a  Milano  nell'agosto  del  1833,  risultò  che  un 


^i)  Vedi  l'articolo  Sovrani  giornalisti,  pagi  2éj|. 


MAZZINI  GIORNALISTA.  457 


curato  aveva  visto  in  mano  di  un  granatiere,  certo  Rolla,  un  foglio 
manoscritto  della  Giovine  Italia.  Il  parroco  consigliò  di  bruciarlo, 
invece  il  soldato  se  lo  portò  in  un  fazzoletto  bianco,  dicendo  di 
averlo  trovato,  ma  di  non  saper  leggere.  Ora  il  Rolla  non  solo 
sapeva  leggere  benissimo,  ma  aveva  il  giuramento  della  Giovine 
Italia  e  molti  libri  di  propaganda.  Arrestato  denunziò  tutti  i  com- 
pagni. 

Sulla  Y^dJL'L2^  di  Chambery  fu   fucilato    Giuseppe    Tamburelli, 
caperai  furiere,  accusato  solo  di  avere  letti  e  imprestati  a  qualche 
soldato  i  fascicoli  della  Giovine  Italia.   G.  B.  Canale  del  1.°  reg- 
gimento della  brigata  Pinerolo  ebbe  venti  anni  di  galera,  in  com 
mutazione  della  condanna  a  morte  ignominiosa. 

Poi  furono  condannati  a  morte  e  alla  galera  anche  gli  uffi- 
ciali Tola,  Fissero,  Muzio  Manfredi. 

Insomma  dappertutto  si  processava  la  Giovine  Italia  e  dove 
e  a  chi  si  trovavano  numeri  del  giornale  :  in  Toscana,  a  Modena, 
ad  Alessandria,  a  Roma,  ad  Ancona,  a  Lucca,  a  Napoli....  Dap- 
pertutto condanne  feroci. 

I  processi  durarono  oltre  tre  anni. 

Ad  Alessandria  il  2G  ottobre  del  1833  Mazzini,  con  due  altri, 
fu  condannato  in  contumacia  alla  pena  di  morte  ignominiosa. 

-¥-' 

Tante  condanne,  esecuzioni  e  persecuzioni,  levarono  da  ogni 
parte  rimproveri  acerbi  contro  Mazzini.  Il  lavoro  della  Giovine 
Italia  si  affievolì  sensibilmente. 

Solo  gli  amici  fidati,  gli  aderenti  convinti  non  abbandonarono 
il  povero  esule  che  si  vide  costretto  a  riparare  in  Isvizzera,  per- 
chè era  necessario  lavorar  fuori,  propagare  negli  esuli  di  tutti  i 
paesi  l' idea  della  nazionalità  ch'egli  credeva  destinata  a  rifare  la 
vita  dei  popoli,  pur  serbando  sempre  nel  suo  pensiero  l' iniziativa 
del  moto  futuro  all'  Italia. 

II  primo  periodo  della  Giovine  Italia  s'era  chiuso  con  una  di- 
sfatta. Era  il  caso  di  ai'restare  il  lavoro  per  attendere  che  il  tempo 
compisse  l'opera  sua,  o  si  doveva  procedere  innanzi,  ricostituen- 
dosi su  più  larga  base?  1^  io  era  per  Mazzini  un'attività  chiamata 
a  modificare  il  mezzo  in  cui  vive,  non  a  soggiacergli  passivo.  La 
sua  non  era  impresa  di  semplice  reazione,  moto  d' infermo  che 
muta  lato  per  alleviare  il  dolore.  Voleva  fondare  una  nazione, 
creare  un  popolo,  a  base  di  unità  repubblicana.  Per  uomini  che 
avevano  un  intento  così  vasto,  che  cos'era  una  disfatta? 

Così  nacque  nel  1834  l'associazione  della  Giovine  Europa,  di 
cui,  firmando  il  patto  con  esuli  tedeschi  e  polacchi,  Mazzini  fece 
centro  di  propaganda  la  Svizzera. 

Nel  giugno  del  1835  fondò  un  giornale,  destinato  a  rappre- 
sentare le  idee  della  nuova  associazione,  intitolato  La  Jeune  Suisse. 
Usciva  due  volte  la  settimana,  su  due  colonne,  francese  l'una,  te- 
desca l'altra.  I  pochi  svizzeri  che  Mazzini  era  riuscito  a  entusia- 
smare, acquistarono  una  stamperia  in  Bienna,  cantone  di  Berna. 


458  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

Il  professore  Weingart,  svizzero,  dirigeva  lo  stabilimento,  nel  quale 
furono  allogati  operai  profughi,  tedeschi  e  francesi.  E  una  Com- 
sione  d'uomini  svizzeri,  taluni,  come  Schneider,  membri  del  Grran 
Consiglio,  somministrava  i  mezzi  e  additava  o  confermava  i  lavori. 
Si  pubblicavano,  oltre  il  giornale,  anche  opuscoli  politici  ed  una 
biblioteca  popolare  economica. 

Il  giornale,  che  portava  il  titolo  già  espresso  e  la  formola: 
Libertà,  Eguaglianza,  Umanità,  era  diretto  da  Mazzini  ;  ma,  do- 
vendo egli  stare  quasi  sempre  semi-celato,  direttore  visibile  era 
un  Granier,  estensore  in  capo  un  tempo  della  Glaneuse  di  Lione 
e  che  V  insurrezione  repressa,  aveva  balestrato  in  Isvizzera.  Tra- 
duttore tedesco  era  un  Mathy,  giovine  assai  capace  e  fervido  al- 
lora d'entusiasmo  per  i  principii  mazziniani. 

Sei  mesi  dopo  la  pubblicazione  del  primo  numero  della  Jeune 
Suisse,  Mazzini  e  i  suoi,  comunque  assaliti  rabbiosamente  dai  mate- 
rialisti della  vecchia  scuola  economica,  si  trovarono  a  capo  d'un  nu- 
mero di  svizzeri  affratellati  all'apostolato  italiano  e  pronti  ad  opere 
attive  per  avviare  la  loro  patria  all'intelletto  della  missione  che 
Dio  le  assegnava. 

Mazzini  scrisse  nel  giornale  da  cinquanta  a  sessanta  articoli 
d'argomento  svizzero,  o  intorno  alla  questione  europea.  Gli  arti- 
coli hanno  un  interesse  speciale  per  la  Svizzera  e  in  quanto  at- 
testano le  idee  di  Mazzini  intorno  all'ordinamento  delia  patria 
elvetica.  Egli  trovava  molti  vizi  noi  sistema  federale,  ed  è  chiaro 
che  anche  là  avrebbe  preferito  la  repubblica  unitaria.  Uno  dei  mi- 
gliori articoli  inseriti  da  Mazzini  nel  giornale  è  quello  intitolato 
Fede  ed  Avvenire  (1). 

Il  lavoro  dell'associazione  e  più  le  aspirazioni  chiaramente 
manifestate  nel  giornale,  cominciarono  a  turbare  i  governi,  che 
temevano  per  la  propria  tranquillità.  Benché  Mazzini  vivesse  na- 
scosto, essi  incitavano  la  Svizzera  a  usare  rigore,  a  espellere,  a 
condannare.  Anche  il  corpo  diplomatico  si  brigò  della  cosa. 

Mazzini,  i  Ruffini  ed  altri  furono  invitati  a  passare  la  fron- 
tiera. Invece  essi  si  nascosero  meglio. 

Il  governo  federale,  che  non  poteva,  per  le  leggi  esistenti 
sulla  stampa,  sopprimere  il  giornale,  imprigionò  sotto  diversi  pre- 
testi, prima  il  traduttore  tedesco,  poi  il  correttore,  dopo  di  lui  i 
compositori  tedeschi  e  francesi,  e  finalmente  taluni  fra  i  collabo- 
ratori, cittadini  svizzeri,  come  il  AVeingart  e  Shcùler. 

«  E  a  noi  —  scrive  Mazzini  —  la  vita  errante  e  1'  impossibi- 
lità di  comunicazioni  regolari  coi  nostri  vietavano  di  sottentrare 
con  un  lavoro  periodico.  Il  giornale  fu  quindi  costretto  a  cessare 
sul  finire  di  luglio  (1836).  » 


(i)  Questi  articoli  sono  ia  parte  riprodotti  nel  volume  V  degli  Scritti  editi  ed 
inedili  di  Mai^^ini.  La  collezione  del  giornale,  ma  mancante  di  20  e  più  numeri,  era 
posseduta  da  AlaEzini.  Alla  morie  di  lui,  Aurelio  Saffi,  per  mezzo  del  prof.  Viscardini, 
potè  averla  completa  e  pubblicarla  tradotta  nel  volume  XII  degli  Scritti, 


Mazzini  giornalista.  459 


Mazzini,  i  due  Ruffini  e  Melegari,  dovettero  abbandonare  Gi- 
nevra e  riparare  a  Losanna  ;  poi,  con  l'aiuto  di  passaporti,  re- 
starono un  po'  di  tempo  in  Berna. 

Finalmente,  per  uscire  da  questo  stato  precario,  sul  cadere 
del  1836,   partirono  per  l'Inghilterra. 

% 

I  primi  tempi  furono  tristissimi  :  in  una  stanzetta,  24  Groodge 
Street  Tottenbam  Court  Road,  allora  uno  dei  più  meschini  e  oscuri 
quartieri  di  Londra,  solo,  senza  mezzi,  Mazzini  fu  colto  da  uno 
sconforto  terribile. 

«  Io  mi  sentii  —  scrive  egli  —  non  solamente  supremamente  e  inesprimibilmente 
infelice,  ma  come  un  condannato  conscio  di  colpa  e  mcapace  di  espiazione.  1  fucilati 
d'Alessandria,  di  Genova,  di  Chambery,  mi  sorsero  innanzi  come  fantasmi  di  delitto 
e  rimorso  purtroppo  sterile.  Io  non  potea  farli  rivivere.  Quante  madri  avevano  già 
pianto  per  mt-l  Quante  piangerebbero  ancora  s'io  m'ostinassi  nel  tentativo  di  risusci- 
tare a  forti  fatti,  al  bisogno  d'una  patria  comune,  la  gioventù  dell'Italia?  E  se  que- 
st'Italia non  fusse  che  un'illusione?  Se  l'Italia,  esaurita  da  due  epoche  di  civiltà,  fosse 
oggimai  condannata  dalia  Provvidenza  a  giacere  senza  nome  e  missione  propria  ag- 
giogata a  nazioni  più  giovani  e  rigogliose  di  vita?  D'onde  traeva  io  il  diritto  di  deci- 
dere sull'avvenire  e  trascinare  centinaia,  migliaia  d'uomini  al  sacrifizio  di  sé  e  d'ogni 
cosa  più  cara?  Non  m'allungherò  gran  fatto  ad  anatomizzare  le  conseguenze  di  questi 
dubbi  su  me:  dirò  soltanto  ch'io  patii  tanto  da  toccare  i  confini  dilla  follia.  Io  bal- 
zava la  notte  dai  sonni  e  correva  quasi  deliro  alla  mia  finestra  chiamato,  com'  io  cre- 
deva, dalla  voce  di  Jacopo  Rulììni.  Talora  mi  sentiva  come  sospinto  da  una  forza 
arcana  a  visitare,  tremante,  la  stanza  vicina,  nell'idea  ch'io  v'avrei  trovato  persona 
allora  prigioniera  o  cento  miglia  lontana.  Il  menomo  incidente,  un  suono,  un  accento, 
mi  costringeva  alle  lagrime.  La  natura,  coperta  di  neve  com'era  nei  dintorni  di  Gren- 
chen,  mi  pareva  ravvolta  in  un  lenzuolo  di  morte  sotto  il  quale  m'invitava  a  giacere, 
1  volti  della  gente  che  mi  toccava  vedere  mi  sembravano  atteggiarsi,  mentre  mi  guar- 
davano, a  pietà,  più  spesso  a  rimprovero.  Io  sentiva  disseccarsi  entro  me  ogni  sor- 
gente di  vita.  L'anima  incadaveriva.  Per  poco  che  quella  condizione  di  mente  si  fosse 
protratta,  io  insaniva  davvero  o  moriva  travolto  nell'egoismo  del  suicidio.  » 

Doveva  darsi  vinto?  Rifece  con  la  mente  il  suo  passato,  riesaminò 
il  lavoro  compiuto,  studiò  quello  da  compiere  :  gli  parve  viltà  indie- 
treggiare, 0  fermarsi.  Decise  di  proseguire,  di  lavorare  sino  all'ul- 
timo della  sua  vita.  Pensò  che  avrebbe  scritto  per  le  riviste  inglesi. 

La  cosa  non  era  facile.  «  L'Italia,  dice  la  Mario,  non  inte- 
ressava niente  gì'  inglesi,  e  il  direttore  di  ciascun  periodico  esi- 
geva che  ogni  scrittore  si  attenesse  ai  principii  da  lui  professati 
e  anche  ad  una  forma  prescritta  per  esprimerli. .  . .  Mazzini  poi 
non  trovava  traduttori,  o  pure  li  trovava  infedeli,  incapaci  e 
a  caro  prezzo.  Inoltre  il  modo  di  pensare  e  di  scrivere  suo  era 
diametralmente  opposto  a  quello  che  piace  ai  lettori  inglesi.  Egli 
scriveva  spiritualismo,  sintesi,  teorica,  critica  educatrice,  principii, 
essi  volevano  materialisriio  incarnato,  analisi  pura,  critica  che 
loda  e  biasima  senza  2^erché,  fatti  nudi  e  via  cosi...,  »  E  Mazzini 
non  voleva  violentare  il  suo  stile  e  i  suoi  pensieri. 

Al  Giglioli  scriveva:  «  Son  povero,  povero,  povero.  Gli  ul- 
timi sette  anni  passati  in  Isvizzera  trafugandomi  d'asilo  in  asilo 
per  isfuggire  ai  governi,  alle  ambasciate  e  a  tutti  quanti  i  tormen- 
tatori degli  esuli,  hanno  finito  d'esaurirmi  quel  poco  che  m'avaft" 


46Ó  GUIDA   DELLA   STAMPA  PERIODICA   ITALIANA. 

zava.  Sicché  lio  bisogno  di  lavorare  a  rimettermi,  per  poter  vivere 
iudipeudentemente  e /vejisare  ad  altro.  Hai  tu  entratura  coli' £'(/^■;^ 
burgh  Review?  Vorrei  rischiarmi  s'è  possibile.  E  vorrei  comin- 
ciare, stando  a  me,  da  un  articolo  che  terrebbe  le  mosse  dall'. 'Z^- 
sedio  di  Fireìize  che  devi  conoscere,  per  discorrere  largamente 
delle  condizioni  e  delle  tendenze  intellettuali  dell'Italia  d'oggi 
e  delle  cagioni  che  sole  impediscono  lo  sviluppo  dei  germi  esi- 
stenti, e  dei  vizi  che  guastano  le  lettere  e  delle  speranze,  con  al- 
tro oggetto,  italiano,  poi  altri  se  VEdinhurgh  lo  richiedesse.  » 

Non  ne  fece  nulla.  Mandò  vari  articoli  al  British  and  Fo- 
reign  Quaì^terly  Review,  ma  non  piacquero  al  direttore,  che  pure 
glieli  aveva  chiesti.  Ne  mandò  uno  al  London  and  Westminster 
Revieio  e  fu  rifiutato  per  qualche  velleità  di  Bentamismo  ;  così  un 
altro  sul  moto  intellettuale  italiano  dal  1830  in  giù,  e  un  altro 
e  un  altro....  «  E  per  maledizione,  scrive  al  Giglioli,  non  uno  an- 
cora mi  è  stato  accolto.  »  Era  scoraggiato  :  «  il  combattimento 
mi  ridurrà  pazzo  se  non  vinco  presto  ». 

Ma  vinse  finalmente  :  studiò  l' inglese  da  impadronirsene  e 
nell'ottobre  del  1837  fu  stampato  il  suo  primo  articolo  Sul  moto 
letterario  in  Italia.  Nel  darne  l'annunzio  al  Giglioli  gli  dice  che 
è  pieno  di  debiti,  solo,  che  avrebbe  bisogno  di  scrivere  in  dieci 
riviste  per  poter  vivere  e  pagare  i  creditori. 

Il  passo  più  difficile  però  era  superato.  Uscito  dalle  prime  e  più 
terribili  angustie,  cominciò  a  farsi  strada.  Conobbe  e  fu  conosciuto. 

Ammesso  a  lavorare  nelle  Riviste,  taluna  delle  quali  lo  retri- 
buiva con  una  lira  sterlina  per  ogni  pagina,  scrisse  quanto  era 
necessario  per  equilibrare  la  modesta  rendita  colle  spese,  maggiori 
in  Inghilterra  che  altrove.  I  più  tra  quei  lavori  sono  critiche  let- 
terarie in  cui  trovava  modo  di  fare  accenno  alle  vere  condizioni 
d' Italia.  Questi  scritti  furono  stampati  nel  Tait's  Magazine,  nella 
Foreign  Quarterly  Review,  nella  Westminster  Review,  nel  Peo- 
ple's  Journal,  nel  Monthhj  Chronicle.  ì^el  Peojjle's  Journal  pubblicò 
due  stupendi  articoli  intitolati  Polonia  e  Cracovia.  Qualcuno  degli 
scritti  veniva  anche  tradotto  e  pubblicato  su  fogli  francesi,  come 
nella  Revne  indépendante  o  nella    Revue  républicaine  di  Parigi. 

Nello  stesso  tempo  Mazzini  lavorava  attorno  alle  opere  di  Fo- 
scolo, ne  ricercava  i  manoscritti,  persuadeva  l'editore  Rolandi  a 
fare  un'edizione  della  Divina  Com/^ie-./m  illustrata  dal  Foscolo  ;  ne 
tralasciava  il  lavoro  politico;  anzi,  quando  usci  dalle  angustie  che 
gì'  impedivano  qualunque  azione,  quando  giunse  a  sapere  quanti 
esuli  erano  a  Parigi,  Lione,  Tolone,  Marsiglia,  rimasti  in  Isviz- 
zera  e  giunti  a  Londra,  egli  partecipò  a  tutti  1'  intenzione  di  ri- 
pristinare il  lavoro  della  Giovine  Italia.  Quelli  che  aderirono,  riat- 
tivarono le  comunicazioni  con  lui,  e  si  posero  risolutamente  al- 
l'opera. 

G.  B.  Cuneo,  ch'era  a  Montevideo,  stabili  subito  una  con- 
grega, apri  una  scuola  per  gì' italiani  poveri  ©  fondò  un  giornale, 
intitolato  V  Italiano, 


MAZZINI   GIORNALISTA.  461 


All'intento  di  tener  desti  gli  animi  degli  esuli,  di  affratel- 
larli, di  istruirli  sul  da  farsi,  Mazzini  pensò  ch'era  necessario  fon- 
dare un  organo  di  diffusione. 

Il  10  novembre  del  1840  usci  il  primo  numero  àelV Apostolato 
popolare  con  in  testa  le  due  iniziali  Gr.  I.  (Giovine  Italia)  e  i  motti 
Liberta,  Uguaglianza,  Umanità,  Indipendenza,  Unità,  Dio  e  il  Po- 
polo, Lavoro  e  frutto  proporzionato. — Il  giornale  non  aveva  or- 
dine fìsso  di  periodicità;  usciva  a  intervalli  indeterminati  di  un 
mese,  due,  tre  e  talvolta  anclie  più,  ed  era  quasi  tutto  scritto  da 
Mazzini. 

Il  primo  numero,  pubblicato  come  saggio,  ebbe  il  secondo 
nel  luglio  dell'anno  seguente.  In  questo  secondo  numero,  Mazziai 
rivolgendosi  Agi'  Italiani  diceva:  «  Quando  noi  pubblicammo  il 
primo  numero  àeW Apostolato,  eravamo  incerti  dell'esito.  Gli  ope- 
rai italiani,  clie  s'erano  messi  all'impresa,  erano  pochi  e  deboli: 
le  difficoltà  grandi,  e  non  importa  dirle  tutte.  Importa  dire  che 
sono  oggi,  in  parte  almeno,  superate Ij  Apostolato  popolare  com- 
parirà d'ora  in  poi,  se  non  regolarmente,  certo  a  non  lunghi  in- 
tervalli di  tempo.  Ma  perciò  appunto  che  il  tentativo  non  riesce 
inutile,  cresce  il  dovere  di  sostenerlo.  » 

Al  Cuneo  scriveva  :  «  Se  riescite  a  ripubblicare  l' Italiano, 
tanto  meglio,  e  non  abbiamo  allora  bisogno  di  aiuto  dAV Aposto- 
lato; dove  no,  V Apostolato  dovrà,  secondo  il  numero  delle  copie 
che  dichiarerete  poter  prendere,  essere  pagato  :  si  stampa  colle  con- 
tribuzioni di  una  sola  sezione  degli  Operai  ;  ed  è  giusto  che  sia 
pagato.  »  (1). 

La  Congrega  Centrale  di  Nuova  York  pagava  500  copie  del- 
V Apostolato.  Pochi  mesi  dopo  il  giornale  era  arrivato  sino  a  3000 
copie  di  tiratura.  E  penetrava  in  Toscana,  in  Genova,  in  Sicilia, 
in  molti  altri  punti.  Alcune  copie  giunsero  perfino  in  Calabria. 

Il  Nacional  di  Montevideo  ne  faceva  le  lodi. 

Questo  lavoro  incessante  e  attivo,  riaccese  gli  animi  :  un  anno 
dopo  la  fondazione  del  giornale,  Mazzini  apri  una  scuola  gratuita 
per  i  piccoli  italiani  derelitti,  suonatori  d'organino.  Esuli  di  cuore 
e  di  buona  volontà  insegnavano  a  leggere  e  scrivere  ed  amar  la 
patria. 

Il  giornale  e  la  scuola,  furono  per  l'esule  genovese  le  princi- 
pali occupazioni  durante  tre  anni,  dal  1840,  cioè,  sino  al  1843. 

Ecco  il  sommario  degli  articoli  contenuti  hqìV Apostolato  po- 
^lolare: 

—  N.   I   -    i8  novembre  1840.  -  Agli  italiani,  e  specialmente   agli   operai    italiani  - 

Ciurma,  romanza    di    Giovanni  Berchet  -  L'Italiano,  giornale    di    Montevideo  - 
Insurrezione  Cretese  -   Garnier  Pagés. 

—  N.  2  -  25  luglio  1841.  -  Agli  italiani  -  Agli  operai  italiani  -  Del  dovere  d'as- 


(i)  A  sostituire  l'Italiano,  sospeso,  il  Cuneo  doveva  fondare  e  dirigere  a  Mon- 
tevideo la  Patria,  pel  quale  Mazzini  promise  aiuti. 


462  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

sodarsi  nazionalmente  -  Lettera  di  ^fazzini  a  Lamennais  e  risposta  di  questo  - 
Giulia,  romanza  di  Giovanni  Berchet  -  U  Italiano,  giornale  di  Montevideo  -  In- 
surrezione Cretese  -  Garnier  Pagés. 

—  N.  3  -   15  settembre  1841.  -  iMorale  -  Dei  doveri  dell'uomo  -  Dante. 

—  N.  4  -   i.°  gennaio  1842.  -  Morale  -  La  scuola    gratuita    per  gli  operai,  fondata 

il  IO  novembre  1841  -  Ritratto  di  Teresa  Gonfalonieri  con  iscrizione  dettata  da 
Alessandro  iManzoni  -   Preghiera  pei  fanciulli  italiani  di  Guerrazzi. 

—  N.  5  -   15  aprile   1842.  -   Morale  -  Amnistia  del  re  Carlo  Alberto  -  Luigi  Ange- 

Ioni  -  Necessità  dell'ordinamento  speciale  degli  operai  italiani  -  Risposta  ad  una 
obbiezione  -  Sottoscrizione  a  favo'e  dclh  vedova  e  dei  fì^jli  di  Adolfo  Boyer  - 
Incoraggiamenti  all'apostolato. 

—  N.  6  -   15  agosto  1842    -  Morale  -  Ai  liberali  del  ^821  oggi  avvoca'i  del  fisco, 

brindisi  di  Girella  di  Giusti  -   La  scuola  italiana  gratuita  e  la  Cappella  sarda. 

—  N.  7  -  25  settembre   1842.  -  x\llocuzione  del  Papa  -   Alcune  idee  sull'Italia  -  Or- 

ganizzazione delie  Buide  -  Per  l'incoronazione  dell' imperatore,  Ode  Saffica  - 
Storia  d'Italia  d.il  1S50  al  1900:  scritta  da  Giuseppe  Ricciardi,  Parigi  1842  - 
Regno  di  Napoli  -  Processo  degli  accusati  d'.^quih:   Corrispondenza. 

—  N.  8  -  25  novembre  1842.  -  Anniversario  della  Scuola  italiana  gratuita  in  Lon- 

dra -  La  Scuola  italiana  di  Greville  Street  -  La  cronaca  dello  Stivale  -  Para- 
grafo del  Nacional,  giornale  del  governo  di  Montevid  o,  su  Garibaldi. 

—  N.  9  -   31   dicembre   1842.  -  A'ia  Gioventù  italiana,  lettera  di  Gius  ;ppe  Mazzini  - 

Amministrazione  finanziaria  della  Lombardia  -  A  Roma  antica,  Inno  del  signor 
F.  D.  Guerrazzi  -  Scuole  italiane  gratuite  all'estero  -  Al  Direttore  deli' Apostolato 
popolare  -  Frammento  di  traduzione. 

—  N.   IO  -  3  febbraio  1843.  -  Alla  Gioventù  italiana,  lettera  di  Giuseppe  Mazzini  - 

Condizione  economica  della  Lombardia  -  Djlla  base  da  darsi  all'imposta  -  Fram- 
mento d'un  discorso  pronunziato  nella  riunione  pubblica  tenuta  in  commemr^ra- 
zione  della  morte  di  Simeone  Konarski  -  Quarto  anniversario  della  morte  di  Si- 
meone Kouarski. 

—  N.   II   -   31   agosto   1843.  -  Preambolo  a  una  serie  d'articoli  -  Dell'obbligo  degli 

scritt  "iri  -  Anniversirio  dei  martiri  russi  Pestel,  MouraviefF,  Bestiongeff,  Ryleieff, 
Kakhowski,  ecc.  -  Cirio  Bianco  -  Lì  guerra  del  Vespro  siciliano  ovvero:  Un 
periodo  delle  istorie  siciliane  del  secolo  xiii,  scritto  da  Michele  Amari  -  \J  Edu- 
catore, giornale  della  scuola  gratuita  italiana  in  Londra. 

—  N.   12  -  31  settembre  1843.  -  Simbolo  politico  della  Giovine  Italia  -  Due  parole 

sugli  eventi  recentemente  occorsi  negli  Stati  Romani  -  Un  cenno  dell'influenza 
delle  istituzioni  politiche  su  l'educazione  dei  popoli  -  Stati  Uniti  d'America: 
Nuova  York  -  America  meridionale  :  Montevideo  -  Necrologia  -  Miseria  crescente 
djlle  classi  operose. 

La  Scuola  italiana,  che  pubblicava  i  suoi  atti  neW Apostolato, 
ebbe  bisogno,  pel  numero  aumentato  dei  suoi  alunni  e  delle  sue  ope- 
razioni, di  fondare  un  organo  a  se.  Questo  fu  //  Pellegrino^  giornaletto 
settimanale  nato  nel  1842,  che  andò  via  via  migliorando  e  che  gio- 
vava sommamente  agii  allievi.  Veniva  pubblicato  e  scritto  in  parte 
dall'amministratore  della  scuola  stessa.  L'anno  appresso  il  giornale 
mutò  il  titolo  in  quello  di  Educatore  e  Mazzini  vi  scrisse  non  di 
rado  qualche  linea,  quando  le  molteplici  cure  glielo  permettevano. 

Frattanto,  sul  finire  del  1843  e  al  principio  del  1844,  grandi 
avvenimenti  si  andavano  maturando  in  Italia  :  sollevazioni  e  mal- 
contento dappertutto  ;  il  popolo  era  in  armi,  pronto  alla  lotta  contro 
gli  oppressori.  Mazzini  era  in  attiva  corrispondenza  coi  capi  agi- 
tatori e  dava  consigli  e  giudizi. 

La  disastrosa  spedizione  dei  fratelli  Bandiera  fu  un  colpo  ter- 
ribile per  Mazzini,  che  l'aveva  riprovata.  Rese  omaggio  alla  me- 
moria di  quei  prodi,  con  un  ricordo  che  sollevò  dovunque  un  grido 


M'AZZINI   GIORNALISTA.  463 


di  dolore,  e  dimostrando  nello  stesso  tempo  eli'  egli  e  i  fratelli 
Bandiera  erano  stati  traditi  dalle  poste  inglesi  che  leggevano  le 
loro  corrispondenze.  Non  era  più  il  caso  di  pensare  al  giornale  clie 
si  arrestò  al  12.°  numero  ;  incominciando  l'agitazione  per  l'azione, 
tutti  i  fondi  disponibili  dovevano  essere  rivolti  a  quella. 

Proclamata  in  Francia  la  repubblica,  il  24  febbraio  1848,  Maz- 
zini si  recò  a  Parigi  ;  fuse  in  associazione  nazionale  le  varie  so- 
cietà d'emigrazione,  ordinò  la  Legione  italiana,  con  Gr.  B.  Ruf- 
fini  e  Celestino  Menotti,  e  passando  il  Gottardo  e  la  Svizzera  giunse 
rS  aprile  in  Milano,  dopo  le  cinque  famose  giornate.  Le  feste  fat- 
tegli dai  milanesi  furono  grandissime  ed  egli  cominciò  subito  a  in- 
tendersi coi  più  influenti  uomini  sul  da  farsi  e  sulla  forma  di  go- 
verno da  adottare  in  Lombardia. 

A  tale  scopo  Mazzini  fondò  l' Italia  del  Popolo,  organo  del- 
V Associazioize  Nazionale  italiana.  Il  programma  firmato  da  Mazzini 
fu  pubblicato  il  13  maggio  1848  in  mezzo  foglio,  il  1.°  numero 
porta  la  data  di  sabato  20  maggio.  Il  giornale  in  4  pagine  di  for- 
mato medio  a  4  colonne,  era  quotidiano,  e  si  stampava  nella  ti- 
pografìa Agnelli  ;  i  redattori  erano  Bachi  Salvatore,  Barozzi  Achille, 
Ceroni  Riccardo,  De  Boni  Filippo,  Gallardi  Enrico,  Griffini  Romolo, 
Lizabe-Ruffoni,  Maesti'i  Pietro,  Pesce  Alessandro,  Porro  Ercole,  Re- 
vere Giuseppe,   Tenca  Carlo  e  Visconti -Venosta  Emilio. 

Mazzini  scrisse  in  quasi  tutti  i  numeri  l'articolo,  come  ora  si 
direbbe,  di  fondo,  che  riassumeva  la  situazione  sempre  più  grave 
in  Lombardia  e  dava  consigli  e  ammonimenti  al  Comitato  di  di- 
fesa, ai  confratelli  della  stampa,  al  battaglione  di  studenti,  al  po- 
polo agitato  e  minaccioso,  agli  uomini  di  governo. 

Col  numero  23  del  12  giugno  l' Italia  del  Popolo  ingrandi  no- 
tevolmente il  formato  e  cambiò  tipografìa.  Col  numero  28,  Giuseppe 
Revere  ne  divenne  redattore  responsabile. 

Mazzini,  nell'  imprendere  la  pubblicazione  dell'  Italia  del  Po- 
polo, scriveva  :  «  Noi  cominciamo  il  nostro  giornale  sotto  tristissimi 
auspici.  »  Due  mesi  e  mezzo  dopo,  nel  numero  14,  l'ultimo,  perchè 
rientravano  gli  austriaci,  Mazzini  scriveva  deponendo  la  penna, 
per  riprendere  la  via  dell'esilio:  «  Guerra  all'invasore  !  Torneremo, 
vinta  la  gran  contesa,  alla  pacifìca  fraterna  discussione,  intorno 
alla  futura  grandezza  dell'  Italia,  e  ai  mezzi  che  più  speditamente 
possono  generarla.  »   (1) 

Riparò  nel  Canton  Ticino  ;  poi  tornò  in  Italia  e  corse  a  Roma 
che  avea  proclamata  la  repubblica.  Caduta  anche  Roma,  egli  con 
Aurelio  Saffi,  Carlo  Pisacane  e  Mattia  Montecchi  si  ritirò  a  Losanna. 
Imprese  senza  indugio,  nel  settembre  del  1849  la  pubblicazione 
dell'  Italia  del  Popolo,  collezione  di  scritti  mensile,  il  cui  program- 
ma, in  data  25  agosto,  era,  com'egli  diceva,  nella  parola  escita  il 


CO  Una  collezione  completa  òdi' Italia  del  Popolo,   quella  che   io  ho  consultata, 
trovasi  nella  Biblioteca  Nazionale  Centrale  di  Roma. 


464  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

9  febh'raio  da  Roma,  machie  comune  e  centro  cV  Unità  a  tutte  le 
pojoolazioni  ci'  Italia  e  nella  missione  che  alV  Italia  assegnano  la  tra- 
dizione e  la  coscienza  jjopolare. 

«  L'esilio  ch'oggi  ricomincia  una  terza  volta  per  noi  —  diceva  nel  primo  numero 
del  giornale  —  non  può  mutare  la  fede  eh'  è  anima  dell'anima  nostra,  né  il  proposito 
deliberato  di  versarla  ora  e  sempre,  checché  avvenga,  nella  parola  e  negli  atti,  finché 
divenga  fede,  legge  e  vita  comune.  » 

Gli  esuli  si  erano  riuniti  in  comune  alloggio  nella  villetta 
Montallegro  sul  pendio  dei  colli  che  guardano  il  lago  ;  e  là,  nella 
serenità  della  solitudine  lavoravano  per  la  rivista.  La  piccola  co- 
lonia spendeva  60  a  70  lire  al  mese  ^er  il  mantenimento,  riunen- 
dosi alla  frugale  mensa  fraterna,  passando  il  giorno  a  scrivere,  a 
promuovere  l'ordinamento  della  parte  nazionale  dell' interno  e  fra 
gli  esuli,  le  prime  ore  della  sera  conversando,  ricevendo  amici, 
poi  separandosi  di  nuovo  per  lavorare.... 

Mazzini  scrisse  pel  giornale  pochi  articoli,  quattro  in  tutto, 
ma  piuttosto  lunghi  e  di  grande  importanza  :  la  Santa  alleanza  dei 
'popoli,  in  cui  esorta  questi  a  collegarsi  contro  gli  oppressori  ;  Dal 
Papa  al  Concilio,  in  cui  dimostra  che  la  sovranità  nazionale  è  il 
mezzo  più  efficace  per  salvare  la  società  dalla  negazione  d'ogni 
autorità;  nelV Enciclica  di  Papa  Pio  IX  fa  un  appello  alle  armi; 
e  nei  pensieri  sui  Sistemi  e  la  Democrazia,  pubblicati  dall'inglese 
prima  del  colpo  di  stato  della  Francia,  fa  un'esposizione  storica 
del  problema  economico  che  il  secolo  e  la  democrazia  son  chiamati 
a  risolvere. 

«  Questo  scritto,  dice  la  Mario,  gli  fu  causa  di  fiera  contesa 
e  di  acerbi  rimproveri  da  tutta  la  scuola  comunista  francese  e  spe- 
cialmente da  Luigi  Blanc,  rimproveri  che  ruppero  un'amicizia  alle 
due  nazioni  cosi  benefica.   » 

È  superfluo  il  dire  che  all'  Italia  del  Popolo  la  polizia  fran- 
cese contendeva  il  passo  della  frontiera. 

Intanto  le  cose  di  Francia  andavano  male  ;  nel  maggio  1850 
l'Assemblea  fu  convocata  per  discutere  una  legge  restrittiva  del 
suffragio  universale,  tendente  a  secondare  le  mire  usurpatrici,  se- 
condo Mazzini,  di  Luigi  Napoleone.  Allora  l'esule  genovese,  spe- 
rando in  un  prossimo  rivolgimento  e  in  un  moto  decisivo  in  Pa- 
rigi, con  grave  suo  rischio  vi  si  recò. 

E  quest'assenza  sua  nocque,  naturalmente,  all'  Italia  del  Po- 
polo, ch'egli  dirigeva;  e  comunque  dall' Inghilterra,  ov'egli,  dopo 
il  soggiorno  d'un  mese  circa  a  Parigi,  si  condusse,  cercasse  di  con- 
tinuarle vita,  non  vi  fu  modo.  Il  Buonamici,  editore  della  rivista, 
datosi  al  tristo  fuggi,  abbandonando  moglie  e  negozio,  in  Australia. 
Cosi  il  giornale  cessò  nel  febbraio  1851,  dopo  16  numeri.  Il  pic- 
colo nucleo  degli  esuli  si  sciolse  e  Saffi,  Montecchi  e  Agostini, 
raggiunsero  Mazzini  a  Londra. 

Da  questo  momento  sino  al  1857  Mazzini  fu  di  un'attività 
sorprendente  ;  a  Londra  discuteva  con  Garibaldi  tornato  d'America 
sulla  possibilità  di  una  spedizione  in  Sicilia;  nel  giugno  del  '54 


MAZZINI   GIORNALISTA.  465 


era  a  Losanna  lavorando  coi  proscritti  raccolti  nei  cantoni  limi- 
trofi alla  Lombardia  ;  da  Losanna  corse  nel  Ticino  e  noi  Grigioni  ; 
la  guerra  di  Crimea  lo  preoccupava,  il  lavoro  per  la  Sicilia  gli 
dava  da  fare,  scriveva  nei  giornali  inglesi,  nell'  Italia  e  Popolo, 
giornale  democratico  di  Genova  che  divideva  le  sue  idee,  spediva 
agenti  ed  emissari  in  Italia,  manteneva  corrispondenza  coi  prin- 
cipali uomini  politici. 

E  i  governi,  impensieriti  di  tanta  attività,  si  scervellavano  a 
ricercarlo,  ordinando  arresti,  persecuzioni,  condanne,  senza  poterlo 
mai  afferrare,  onde  il  Dall' Ongaro  scriveva  : 

«  Chi  dice  che  Mazzini  è  in  Alemagna, 
«  Chi  dice  eh'  è  tornato  in  Inghilterra, 
«  Chi  lo  pone  a  Ginevra  e  chi  in  Ispagna, 
«  Chi  lo  vuol  sugli  altari  e  chi  sotterra. 
«  Ditemi  un  po',  gruUoni  in  cappa  magna, 
«  Quanti  Mazzini  e'  è  sopra  la  terra  ? 
«  Domandatelo  all'Alpi  e  agli  Appennini. 
«  Mazzini  è  in  ogni  loco  ove  si  trema 
«  Che  giunga  a'  traditor  l'ora  suprema. 
«  Mazzini  è  in  ogni  loco  ove  si  spera 
«  Versare  il  sangue  per  l'Italia  intera.  » 

L' Italia  e  Popolo,  scrive  la  Mario,  il  più  splendido  giornale 
democratico  clie  l'Italia  avesse  mai,  per  l'altezza  dei  principi  e  la 
gagliardia  nel  sostenerli,  per  la  varietà  degli  argomenti  interes- 
santi la  libertà  e  il  civil  vivere  di  una  nazione,  per  il  modo  largo 
e  sano  con  cui  venivano  trattate  le  questioni  sociali,  dovè  cessare 
in  agosto  1858  sotto  i  colpi  del  fisco  che  lo  sequestrò  venti  volte  in 
un  mese.  Napoleone  ne  aveva  domandato  per  mezzo  di  "Walewky 
la  soppressione  ;  Cavour  rispose  :  «  No  ;  la  soppressione  dell'  Italia 
e  Popolo  equivarrebbe  a  un  colpo  di  stato  ;  e  il  re  e  noi  vogliamo 
serbarci  fedeli  allo  Statuto.  »  Ma,  sostenendo  poscia  la  legge  De  Fore- 
sta contro  la  stampa  disse  :  «  Le  leggi  sono  ogni  giorno  apertamente 
violate  dalla  pertinace  insistenza  di  un  giornale  che  ha  lo  scopo 
evidente  di  rovesciare  le  nostre  istituzioni,  di  promuovere  la  rivo- 
luzione non  solo  negli  altri  stati  d' Italia,  ma  anche  nel  nostro. 
Ciò  è  un'offesa  continua  alle  leggi,  uno  sconcio  che  non  si  può 
lasciare  sussistere.  Egli  è  perciò  che  il  Ministero  domanda  al  Par- 
lamento di  protestare  altamente  contro  quelle  dottrine  di  settari. 
Il  secondo  motivo  da  cui  il  governo  fu  mosso,  è  la  certezza  che 
i  settari  non  vogliono  solo  attentare  alla  vita  dei  sovrani  stranieri, 
ma  anche  a  quella  del  nostro  re.  »  —  Quattro  gerenti  furono  in 
carcere  allo  stesso  tempo  e  i  giurati  li  assolsero  sempre,  mentre  il 
Cotta- Ramusino  fregandosi  le  mani  diceva  a  tal  proposito  :  «  Assol- 
vano pure,  ma  nemmeno  Domineddio  può  fare  che  la  prigione  non 
l'abbiano  sofferta.  » — L'ultimo  sequestro  avvenne  per  la  lettera  di 
Mazzini  a  Cavour,  e  il  giornale  fu  assolto.  Ma,  visto  che  il  direttore 
Savi  era  in  prigione,  condannato  a  10  anni  di  galera,  Maurizio  Qua- 
drio in  Sicilia,  Civinini  costretto  a  vivere  nascosto  e  tutti  gli  altri 

N.  Bernardini  —  Guida  della  Stampa  periodica  italiana — 30. 


466  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

scrittori  in  esilio,  fu  deciso  di  stampare  invece  a  Londra  il  Pen- 
siero e  Azione^  periodico  diretto  da  Mazzini  in  persona. 

Il  primo  numero  di  questo  giornale  in  16  pagine  a  2  colonne, 
comparve  il  1.°  settembre  1858,  ed  era  così  sottoscritto  :  Published 
Ijil  the  Managers  o/' ^/<e  Free  Italian  School,  (7i,  Hatton  Garden. 
London,  Ist  Spt  1858.  —  Printend  by  Zeno  Swiestolawsiq  at 
the  Universal  Printing  Establisìiment,  178  and  179,  Hig  Holborn, 
in  the  parish  of  Bloomsbury.   (1) 

«  Intitolando  la  nostra  pubblicazione  Tensiero  e  Aliotte  —  diceva  Mazzini  nel 
primo  articolo  intitolato  La  nostra  bandiera  —  noi  intendiamo  accennare,  a  un  tempo, 
al  vizio  che  più  c'indugia  anch'oggi  sulla  via  dell'emancipazione,  e  a  una  tendenza 
ingenita  nella  mente  italiana,  che  può  cancellarsi  per  un  tempo  sotfo  la  corruttela  o 
sotto  l'influenza  straniera,  ma  dalla  quale  avremo  un  di  o  l'altro  salute.  » 

E  concludendo,  esponeva  così  lo  scopo  del  giornale  : 

«  Ritemprare  la  moralità  del  Partito,  guasta  in    oggi  e  sviata  dalla   stampa  rao- 

narchica: 

«  Diffondere  le  idee,  che  sole  possono  giustificare  il  Partito: 

«  Prom.novere  l'ordinamento  pratico  del  l'artito,   e  pr.parare  l'nzior^e: 

«  D?fiiirf?  !a  missione  interna  ed  esterna  d'Italia,  pon?ndo  in  luce  la  coii.iizioae 

delle  Nazioni,  che  dovranno  prima  affratellarsi  alla  nostra: 
«  È  questo  il  fine  della  nostra  pubblicazione. 
«  Possa  essa  durar  breve  tempo  !  Noi  scriviamo,  perchè  ora  non  ci  è  dato  di  f:Ue.  » 

In  breve  la  nuova  pubblicazione,  malgrado  le  difficoltà  crea- 
tele ai  confini,  potè  penetrare  in  ogni  parte  d' Italia.  Oltre  agli 
scritti  politici  di  Mazzini  e  quelli  d'altri  collaboratori,  conteneva 
assai  cose  letterario  degne  di  nota.  Vi  scrivevano  Maurizio  Qua- 
drio, Alberto  Mario  e  l'egregia  sua  compagna,  Campanella,  Filip- 
po De  Boni,  Giuseppe  Libertini  ed  altri  esuli  italiani;  Kossutli, 
K.  Blind,  Alessandro  Herzen,  OgarefF,  ecc.  fra  gli  stranieri.  Me- 
ritano ricordo  gli  Studii  politico-letteniri  di  Alberto  Mario  sopra 
Ugo  Foscolo,  e  Sugli  lUtimi  tre  secoli  della  Letteratura  italiana  ; 
gli  Studii  sulle  insurrezioni  nazionali  e  sulla  rivoluzione  de"  Paesi 
Bassi,  di  Maurizio  Quadrio;  la  cronaca  politica,  che  Maurizio  stesso 
vi  tratteggiava  con  vivissimi  colori;  alcune  polemiclie  di  Campa- 
nella, piene  di  severa  ironia,  contro  il  federalismo  di  Montanelli. 
I  Doveri  deWuomo  di  Mazzini,  cominciati  a  scrivere  da  lui  in  quel 
tempo,  apparvero  la  prima  volta,  in  gran  parte,  nel  Pensiero  e 
Azione.  Contribuirono  inoltre  scritti  importanti  alla  pubblicazione, 
Kossutli  sulla  situazione  europea,  Herzon  e  Ogareff  sulla  questione 
della  servitù  in  Eussia,  K.  Blind  sulle  cose  della  Germania  e  dello 
Sclilewig  Holstein;  Aurelio  Saffi,  oltre  varii  scritti  politici,  diede 
una  serie  di  articoli  su  Arnaldo  da  Brescia  e  i  suoi  tempi.  (2) 

Gli  avvenimenti  italiani  tenevano  desta  l'attenzione  dei  no- 
stri esuli  :  il  processo  di  Salerno  per  la  spedizione  di  Sapri,  il  con- 


(i)  Di  questo  periodico,  del  quale  oggidì  avanzano  pochi  esemplari,  si  coaserva 
l'intera  collezione,  quella  di  me  consultata,  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Roma. 
{2^  Aurelio  Saffi  —  Proemio  agli  Scritti  di  Macini  —  voi.  X. 


Mazzini  giornalista.  467 


gresso  parigino,  Napoleone  III,  la  guerra,  facevano  prevedere  un 
prossimo  mutamento  nelle  sorti  della  patria. 

Ai  primi  del  1859  molti  degli  esuli  lasciarono   l' Inghilterra. 

Il  Pensiero  e  Azione  dopo  17  numeri  sospese  le  pubblicazioni. 

dell'addurre  i  motivi  della  sospensione,  Mazzini  scriveva,  fra 
l'altro  : 

«  Mal  regge  l'animo  a  cW\  scrive  solo  per  debito,  e  quando  l'inerzia  è  fatalmente 
legge  coni U'^ e,  di  stendere  nella  quiete  del  gabinetto  articoli  teorici,  mentre  ogni  mi- 
nuto può  recargli  nuove  di  fatti  pregni  di  gloria  e  di  salute,  o  di  mortai  pericoli 
a'ia  sua  pa'.ria.  D'altra  parte  l' int.^nto  della  Pubblicazione  sarebbe,  finché  durano  le 
circo'^tanze  presenti,  pei  due  terzi,  perduto.  La  legge  del  28  aprile,  colla  quale  il  Prin- 
cipe Eugenio  di  Savoia  e  il  ministero  sardo  inaugurarono  la  guerra  emmcipatrice, 
non  paga  di  sopprimere  la  libertà  della  stampa  interna,  concede,  con  l'art.  6,  facoltà 
di  proibire,  ove  si  creda  opportuno,  l'introduzione  nello  stato  di  pubblicazioni  fatte  al- 
l'estero, La  nostra  Pubblicazione  era  già  sequestrata  nel  transito,  in  Francia  :  sarebbe 
irremissibilmente,  nelle  circostanze  dell'oggi,  confiscata  in  Piemonte,  dove  ogni  con- 
siglio è  importuno,  e  il  nos'ro  apostolato  a  favore  dell'Unità  Naziontle  è  ostinata- 
mente—  con  tremenda  concessione  (al  Bonaparte) — additato  siccome  apostolato  re- 
pubblicano. » 

E  ancora  : 

«  Taluni  fra  gl'italiani,  vogliosi  di  recarsi  in  patria  e  combattere,  ebbero  qui  in 
Londra,  in  questi  giorni,  rifiuto  di  passapotto  dall'ambasciata  sarda,  sol  perchè  sospetti 
d'essere  stretti  m  amicizia  cc.n  noi.  Altri,  partiti  da  Londra  collo  stesso  intento,  sono 
in  prigione  in  Francia.  » 

E  finalmente  percliè 

«  ....  i  rari  sottoscrittori  che  hanno  pagato,  e  i  m-ilti  che  dopo  aver  dato  il 
nome  ad  una  pubblicazione  fondata  su  fatiche  e  sacrifici  iinpcJivano  che  potesse  più 
ccntinuare  il  Pensiero  e  Aitane.  » 

E  agli  amici  genovesi  scriveva  : 
«  Da  Genova  non  abbiamo  mai  ricevuto  un  obolo   per   abbonamenti   o   altro.  » 

Finita  la  guerra,  gli  stati  italiani  vennero  chiamati  a  mani- 
festare la  loro  volontà  circa  il  governo  che  desideravano  :  Mazzini 
e  quelli  fra  gli  esuli  —  come  dice  il  Saffi.  —  che  s'erano  astenuti 
con  lui  dal  cooperare  alla  guerra  imperiale,  sentirono  ch'era  giunto 
il  momento  dell'azione,  dell'azione  diretta  al  supremo  fine  del- 
l' Unità  della  Patria,  anche  a  prezzo  del  sacrifìcio  del  loro  ideale  ; 
l'esule  quindi  deposta  la  penna  nel  luglio  del  1859  partì  per  l'Italia 
per  dar  mano,  per  quanto  dipendeva  da   lui,  all'opera  nazionale. 

Partito  Mazzini,  il  Pens  ero  e  Azione  tacque  dal  16  giugno 
al  1."  luglio,  in  cui  riprese  le  pubblicazioni,  trasformandosi  di  set- 
timanale in  trimensile.  La  redazione  e  la  direzione  l'assunse  Pie- 
tro Bellini,  modesto  e  fermo  patriota,  il  quale,  rifugiatosi  in  Lon- 
dra, era  stato  prima  compositore,  poi  proto  del  giornale. 

Ma  facendo  difetto  i  mezzi  che  dovevano  tutti  impiegarsi  per 
corrispondenze,  per  viaggi,  per  aiuti  a  chi  fosse  per  insorgere,  il  gior- 
nale sospese  nuovamente  le  pubblicazioni,  col  numero  23  (20  ago- 
sto 1859). 


468  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

Dopo  un  mese  circa,  Mazzini  scriveva  a  Bagnino  : 

«  I  raggiri  bonapartisti  aumentano....  Bisogna  dare  addosso,  nella  stampa,  a  que- 
sto partito  come  tradimento  e  vergogna  d'Italia;  e,  se  si  può,  cacciare  nella  stampa 
interna  ed  estera  l'idea  che  l'Italia  dovendosi  lasciare  a  sé  stessa  e  senza  interventi, 
L.  Napoleone  dovrebbe  abbandonar  Roma.  Ben  inteso,  la  getto  io  nella  stampa  in- 
glese e  germanica,  ma  in  Isvizzera  e  in  Italia  bisognerebbe  secondarla.... 

«  De  Boni,  arrabbiato  è  tornato  in  Isvizzera.  Ali  dicono  che  Jessie  e  Mario  sian 
liberi  e  tornati  in  Inghilterra.  Se  è  vero,  e  se  potessimo  regolarizzare  un  numero  di 
abbonamenti  anticipati,  sarebbe  forse  bene  ricominciare  il  giornale.  Tant'è,  un  400 
abbonati  pagano  le  spese.  Li  abbiamo  all'estero;  se  si  riesce  a  farli  pagare  regolar- 
mente, di  certo  s'andrebbe  innanzi,  e  il  di  più  potrebbe  distribuirsi  come  retribuzione 
ai  collaboratori.  S'anche  io,  20,  30,  ma  fissi  e  anticipati  trimestralmente,  potessero 
trovarsi  in  Genova,  ne  faremmo  serbo  per  un  po'  di  budget.  Se  le  cose  si  prolungas- 
sero, il  Giornale,  prendendo  linguaggio  teorico  e  pacato,  potrebbe  forse  essere  riam- 
messo regolarmente.  Parlane  un  po'  cogli  amici  :  stampare  di  tempo  in  tempo  biso- 
gna: ed  è  meglio  sempre  avere  un  organo  regolare.  Poi,  ripero,  se  sventuratamente 
le  cose  durassero,  sono  certo  che  se  ne  potrebbe  fare  una  risorsa,  per  te  (i)  ed 
altri....  » 

Pareva  certo  die  il  Pensiero  e  Azione  sarebbe  riapparso  nel 
novembre,  perchè  Mazzini  in  fatti  nell'ottobre  cosi  scriveva  ad 
Andrea  Giannelli  : 

«  Il  5  novembre  uscirà  il  N.  24  del  Pensiero  e  Aliane....  È  impresa  utile,  peroc- 
ché il  fatto  mi  dica  che  dovunque  si  leggono  nostri  scritti,  si  migliora.  Mi,  noi  non 
possiamo  andar  oltre  con  sacrificio.  Quel  giornale  dovrebbe  anche  dare,  oltre  le  spese, 
un  po' di  aiuto  pel  Sud,  pel  quale  lavoro  quanto  più  so,  ma  dove  ogni  viaggiatore 
costa  un  diavolio.  Ajutatelo  adunque,  e  tranne,  come  dissi,  pei  volontari,  non  date 
una  sola  copia  senza  pagamento.  » 

E  si  recò  a  Lugano  per  indurre  Alberto  Mario  a  pubblicarvi 
il  giornale,  che  doveva  introdursi  clandestinamente  in  Lombardia. 
—  State  sicuro,  gli  rispondeva  IMario,  che  se  il  conte  di  Cavour 
torna  al  potere,  ne  il  giornale  vivrà,  ne  alcun  di  noi  potrà  stare 
nel  Canton  Ticino. 

Ma  a  Mazzini  premeva  di  avere  un  organo  per  la  propaganda 
dell'azione  al  sud  e  al  centro,  per  raccogliere  danaro,  per  tener 
desta  la  questione  di  Nizza  e  Savoja,  epperò  il  giornale  che  do- 
veva pubblicarsi  nel  novembre,  per  le  difficoltà  dei  mezzi  e  per 
altri  ostacoli  non  potè  riprendere  le  sue  pubblicazioni  che  il  23 
dicembre  1859,  a  Lugano,  uscendo  regolarmente  ogni  sabato,  finche 
il  23  maggio  1860,  col  numero  39  cessò  definitivamente. 

Il  1860  fu  per  Mazzini  un  altro  periodo  di  attività  fenomenale. 
Da  Genova  corse  a  Firenze  ;  da  Firenze  a  Napoli,  da  Napoli  in 
Romagna,  a  Milano,  a  Lugano,  in  Inghilterra,  poi  nuovamente 
in  Italia  aiutando  i  moti  insurrezionali,  scrivendo  articoli,  lettere, 
proteste  nel  Popolo  d'  Italia,  nell'  Unità  Italiana,  nelle  Alpi,  do- 
vunque gli  riusciva  di  poter  dare  libero  sfogo  alle  sue  idee,  ai 
suoi  piani. 

Ma,  suo  malgTado,  prevalse  il  partito  dell'annessione  dinastica 


(i)  Quadrio  viveva  poveramente  delle  scarse  retribuzioni,  che  la  stampa  persegui- 
tata del  Partito  poteva  offrirgh.  (Saffi). 


MAZZINI   GIORNALISTA.  469 


incondizionata.  «  Ricordo  l'espressione  di  dolore  e  di  sdegno  — 
scrive  il  Saffi  —  che  gli  velò  la  faccia  quando  gliene  fu  comuni- 
cata la  forinola.  »  Scrivendo  di  questi  avvenimenti  a  un  amico, 
Mazzini  diceva  con  amarezza  :  «  L'annessione  sarà  fatta.  Saremo 
cacciati.  Anzi  a  me  lianno  già  dato  preghiera  perchè  me  ne  vada.  » 
E  se  ne  andò. 

Tornò  a  Londra. 

E  ricominciò  il  lavoro  'pev  rompere  i  disegni  di  Luigi  Napo- 
leone, 'per  la  cessione  di  Nizza  e  Savoja,  pel  riscatto  di  Venezia 
e  Roma,  scrivendo  agli  amici  e  sui  giornali. 

Nel  novembre  del  1801,  fìsso  nell'idea  di  Roma,  scriveva  ad 
Alberto  Mario  : 

«  Avete  intenzione  di  Giornale?  Generalmente  io  sono  avverso,  perchè  l'impianto 
esige  danaro,  e  io  vorrei  non  si  pensasse  a  raccoglierne  che  per  l'azione.  Ma  se  per- 
sistete, l'unica  cosa  da  farsi  è  un  Giornale  settimanale  di  soli  articoli,  intitolato  il 
Dovere....  » 

Alle  voci  di  nuove  cessioni  di  terre  italiane  alla  Francia  im- 
periale, segnatamente  dell'  isola  di  Sardegna,  Mazzini  con  un  lungo 
scritto,  in  data  di  giugno,  protestò  vivamente  ;  con  altro,  di  pari 
data,  invocò  la  concordia  dei  partiti,  dichiarandosi  ne  apostata  ne 
ribelle,  al  fine  di  muovere  tutti  alla  conquista  di  Venezia  e  Roma, 
intento  a  cui  egli  dedicò  cure,  sacrifici  e  studi  d'ogni  genere,  rac- 
cogliendone in  compenso  delusioni,  accuse  e  ingratitudini,  che  qui 
sarebbe  lungo  e  fuor  di  posto  narrare. 

Allora  la  necessità  del  giornale,  che  non  era  sembrata  urgente, 
lo  divenne  ;  e  il  periodico,  diretto  da  Federico  Campanella,  com- 
parve a  Genova,  il  sabato  7  marzo  1863,  in  8  pagine  a  2  colonne, 
avendo  a  collaboratori  tutti  quelli  che  scrivevano  nel  Pensiero  e 
Azione,  più  G.  Castellazzi,  Guerzoni,  A.  Martinati,  G.  Corte  ecc. 

Mazzini,  che  pure  dava  articoli  ad  altri  giornali,  cominciò  a 
scrivervi  attivamente,  per  secondare  sempre  i  suoi  ideali:  aiutare 
la  sollevazione  polacca  per  togliere  Venezia  all'Austria,  e  salutare 
l' Italia  sperata,  presentita,  trent'anni  indietro  da  lui,  tra  le  mura 
di  Roma. 

Il  3.°  numero  del  Dovere  venne  sequestrato  e  ne  era  già  pre- 
conizzata la  soppressione. 

Nel  numero  seguente,  quasi  a  irrisione  delie  misure  di  rigore 
che  si  prendevano  contro  la  stampa  repubblicana,  il  Dovere  stampò 
queste  parole  di  Mazzini  : 

«  Noi  abbiamo  incominciato  la  nostra  carriera  politica  nel  1830  e  da  quell'epoca 
in  poi  in  Italia  e  in  esilio,  abbiamo  sempre  fatta  opera  di  propaganda  e  manifestato 
il  nostro  pensiero  in  mille  giornali,  in  mille  fogli  volanti,  fatti  circolare  da  un  punto 
all'altro  d'Italia  ad  onta  di  tutte  le  polizie  nostrane  e  straniere,  attraverso  inauditi  pe- 
ricoli, quando  un  fascicolo  della  Giovine  Italia  valeva  al  detentore  h  pena  di  morte.  » 

Sino  al  decembre  del  1863  il  Dovere  sofferse  14  sequestri. 
Nonpertanto  il  periodico  prosegui  impavido,  anzi  pel  nuovo  anno 
Mazzini  scrisse  un  articolo-programma  che  fu  pubblicato  nell'ultimo 
numero  del  Dovere^  del  1863. 


470  GUIDA   DELLA    STA.MPA   PERIODICA   ITALIANA. 

L'articolo  comincia  :  «  Un  anno  è  trascorso  da  quando  fon- 
dammo il  Dovere.  Le  condizioni  d' Italia  non  mutarono  :  peggio- 
rarono tuttavia.  »  E  segue  facendo  un'esposizione  triste  e  dolorosa 
dello  stato  d'Italia  e  concliiude,  rivolgendo  un  caldo  appello  ai 
giovani,  percliè  si  schierino  attorno  al  programma  Ve/iezia  e  Patto 
Nazionale,  clie  può  solo  renderli  grandi,  amati  e  temuti  con  la  patria. 

«  È  questo  il  voto  che  noi  vi  mandiamo,  o  Italiani;  questo  è  il  nostro  programma 
nell'anno,  che  or  ora  comincia.  Possa  l'anno  vederli  compiti!  Gli  uomini  pei  quali  io 
segno  faranno  per  questo  la  parte  loro.  Fate  la  vostra.  » 

Con  gli  stessi  concetti  e  quasi  con  le  identiche  parole  dell'ul- 
tima parte  di  quest'articolo,  scrisse  il  programma  per  l'anno  nuo- 
vo (1864)  dell'  Unità  Italiana  di  Milano,  anzi  i  suoi  scritti  erano 
appunto  alternati  in  questi  due  giornali  che,  intrepidamente,  so- 
stenevano le  idee  del  partito  ultra  democratico.  Altri  articoli  Maz- 
zini mandò  ai  giornali  VArtwo  di  Palermo,  V Avanguardia  di 
Torino,  e  V  Ob server  di  Londra.  Gli  articoli  dati  da  Mazzini  ai  tre 
periodici  e  che  riflettono  lo  stato  dell'  Italia  alla  vigilia  della  guerra, 
sono  contenuti  nel  XIII  e  XIV  volume  degli  scritti  del  grande 
esule,  e  sarebbe  opera  improba  e  infruttuosa  il  volerli  riassumere. 

Col  numero  35,  28  ottobre  1865,  il  Dovere  sospese  le  pubbli- 
cazioni, per  mancanza  di  fondi;  ma  l'esule  sperava  nella  risurre- 
zione del  giornale  tanto  che  il  2  dicembre  scriveva  a  Giuseppe 
Libertini  : 

«  Forse  il  Dovere  risorgerà  coU'anno.  Se  mai,  fate  di  tutto  per  aiutarlo  di  sot- 
toscrittori e  d'articoli.  Se  risorge,  farò  quanto  posso  perchè  sia  nostro  davvero  e  non 
presenti  le  contraddizioni  che  v'erano  frequenti;  ma  per  questo  sarà  inevitabile  retri- 
buire democraticamente  i  collaboratori,  e  s'anche  il  Dovere  risorgerà,  non  avrà  un 
soldo  da  dar  loro.  Vado  cercando.  » 

Ma  il  Dovere.,  come  lo  desiderava  Mazzini,  non  risorse  più. 

Come  protesta  alla  politica  che  teneva  tuttora  esule  Mazzini, 
Messina  elesse  a  suo  deputato  il  fiero  genovese.  La  Camera  annullò 
l'elezione;  ma  Messina  elesse  una  seconda  volta  Mazzini,  e  una 
seconda  volta  la  Camera  annullò,  finche,  alla  terza  volta,  dovette 
convalidare.  Ma  Mazzini  rassegnò  il  mandato  che  giudicò  non  po- 
tere assumere,  senza  venir  meno  ai  suoi  principi  nobilmente  pro- 
fessati per  1'  intera  vita. 

Intanto  gli  avvenimenti  precipitavano  :  Mentana,  Afilla  Glori, 
Monterotondo,  l'arresto  di  Garibaldi,  la  mancata  insurrezione  di 
Eoma,  indussero  Mazzini  ad  avvicinarsi  all'  Italia.  Si  recò  a  Lu- 
gano, ma  vi  cadde  gravemente  infermo.  Quando  le  cure  fraterne 
di  Cattaneo  e  Bertani  gli  permisero  di  occuparsi  nuovamente  di 
politica,  egli  cominciò  ad  avere  sollecitazioni  per  recarsi  in  Si- 
cilia, dove  sperava  che,  potendovi  rimanere  nascosto  e  intendersi 
coi  capi,  il  repubblicanismo  in  azione,  avrebbe  rimessa  l' Italia 
gulla  via  di  Eoma.  Tornò  in  Inghilterra  per  prepararsi  alla  par- 
tenza, mentre  il  governo  scioglieva  le  società  democratiche,  ope- 


MAZZINI   GIORNALISTA.  471 


rava  perquisizioni  e  arresti,  sequestrava  i  giornali,  1'  Unità  Italiana 
specialmente,  quasi  tutti  i  giorni.  Ma  gli  scritti  di  Mazzini  veni- 
vano immediatamente  riprodotti  alla  macchia.  —  La  Svizzera,  astret- 
tavi dagli  altri  governi  impensieriti  dell'agitazione  clie  si  andava 
allargando  e  diffondendo,  si  decise  a  espellere  gli  emigrati  italiani, 
Mazzini  pel  primo. 

Allora  egli  si  decise  a  partire  per  la  Sicilia.  Sbarcò  a  Genova 
e  vi  stette  nascosto,  conferendo  coi  repubblicani  più  decisi  ;  poi 
partì  per  Napoli  ;  giunse  e  vi  rimase  segretamente  alcuni  giorni, 
benché  la  polizia  lo  sapesse.  Da  Napoli  parti  solo  per  Messina,  ma 
al  momento  di  sbarcare  sali  a  bordo  un  ispettore  e  gli  domandò 
il  passaporto.  «  Mazzini,  scrive  la  Mario,  pareva  un  gentiluomo 
inglese,  e  alla  domanda  dei  passaporti  ne  presentò  uno  in  nome 
di  John  Braun.  Allora  l'ispettore  tirando  fuori  una  fotografia  gli 
disse:  —  «  Lei  è  il  signor  Griuseppe  Mazzini,  ed  io  ho  ordine  di 
arrestarlo.  »  Egli  non  fece  il  minimo  atto  di  resistenza  :  fu  con- 
dotto a  bordo  del  vapore  Ettore  Fieramosca  già  fumante  accanto 
al  piroscafo  giunto  da  Napoli  ;  ed  entro  un'ora  fece  rotta  per  Gaeta. 
L'arresto  fu  fatto  con  tanto  silenzio  e  rapidità,  che  i  cospiratori 
per  la  più  parte  l'ignorarono.  » 

Proclamata  Roma,  Mazzini  fu  amnistiato  ;  sdegnato  più  che 
mai,  abbandonò  l' Italia  e  tornò  in-  Lighilterra.  Si  sentiva  affranto, 
aftaticato  : 

«  lu  verità  questa  vita  di  macchiai  ciie  scrive,  scrive,  scrive  da  35  anni,  comin- 
cia oggi  a  pesarmi  in  modo  strano....  » 

Cominciava  lo  sfinimento  davvero;  non  dava  più  che  consigli, 
perchè  era  disanimato  dalla  fiacchezza  dei  giovani  che,  a  suo  cre- 
dere, rimanevano  inerti  :  l'unità  italiana,  por  la  quale  tanto  aveva 
combattuto,  gli  pareva  un  corpo  senza  anima  ;  l' Italia  con  Roma 
capitale,  non  era  l' Italia  grande,  bella,  morale,  che  aveva  vagheg- 
giata. 

Secondo  me,  nell'anima  generosa  dell'  illustre  genovese  gli  av- 
venimenti del  1870  arrecarono  un  colpo  fatale  :  quasi  tutti  coloro 
che  con  lui  avevano  combattuto,  cospirato,  scritto  per  l'unità  della 
patria,  vedendo  compiute  le  aspirazioni  di  tanti  anni,  accettavano, 
contenti  e  soddisfatti,  il  nuovo  ordine  di  cose  ;  Mazzini  invece  che 
aveva  fatto  premesse  troppo  grandiose  e  troppo  ideali  a  un  pro- 
getto che  gli  pareva  irrealizzabile,  realizzatosi,  si  trovava  solo,  a 
un  tratto,  a  essere  ancora  scontento.  E  si  diede  a  combattere  con 
ardore  i  principii  del  socialismo  e  del  materialismo,  ma  con  l' in- 
terno abbandono  di  chi  non  ha  più  la  convinzione  della  propria 
ef&cacia,  lui  che  aveva  fatto  tremare  dei  governi,  lui  che  aveva 
avuti  degli  attacchi  violenti  con  potenze  armate  e  terribili  ! 

Sentendo  di  aver  bisogno  di  respirare  l'aria  italiana,  venne  a 
Firenze,  quindi  passò  a  Pisa,  poi  di  nuovo  a  Lugano,  e  poi  ancora 
a  Pisa. 

Gli  amici  che  lo  circondavano  e  che,  in  pochi,  ancora  presta^ 


472  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA.    ITALIANA. 

vano  fede  alla  possibile  attuazione  degl'ideali  del  gran  maestro, 
lo  convinsero  della  necessità  di  pubblicare  un  giornale,  destinato 
a  contrapporre,  nella  capitale,  al  fatto  regio  la  esplicazione  del- 
l'antico programma  unitario  e  repubblicano  della  Giovine  Italia 
in  tutti  i  suoi  aspetti,  politico,  sociale,  religioso  ed  estetico. 
Il  15  dicembre  1870  scriveva  a  Giuseppe  Libertini  : 

«  Escirà  nella  prima  metà  di  febbraio  in  Roma,  probabilmente  coi  titolo  La  Roma 
del  Popolo,  una  pubblicazione  settimanale  edita  da  me,  come  Pensiero  e  Astone,  o  l'an- 
tico Dovere.  Direttore  visibile  sarà  Petroni.  Volete  rivivere?  darmi  tra  i  collaboratori 
il  vostro  nome?  scrivere  qualche  cosa  di  tempo  ''n  tempo?  Se  si,  ditemelo;  allora  vi 
suggerirò  un  argomento,  lasciandovi  poi  padrone  di  scegliere  quello  o  altro  a  vostro 
senno.  » 

E  avendo  l'accettazione  di  Libertini,  dieci  giorni  dopo,  tor- 
nava a  scrivergli  : 

«  Sono  lieto  d'avervi.  Oltre  gli  argomenti  generali  che  vi  sono  aperti,  ciò  che 
vorrei  è  fare  nella  pubblicazione  una  specie  d'inchiesta  sulle  condizioni  economiche, 
sociali,  religiose,  pol'tiche  delle  diverse  zone  d' Italia,  fatta  in  modo  che  ne  risultasse  : 
che  cosa  debba  e  possa  un  Governo  Nazionale  per  migliorarle,  come  la  Monarchia 
ne  possa  né  voglia  —  come  la  Repubblica  potrebbe  e  vorrebbe.  E  ciascuno  farebbe 
per  la  propria  zona  una  serie  di  corrispondenze,  forma  m?no  esigente  di  stile,  ecc.... 
Se  per  la  zona  o  parte  della  zona  napoletana,  voi  e  altri  possono  fare,  gioveranno 
davvero.  Del  resto,  per  voi  ogni  argomento  che  crediate  buono....  Fate  di  mandare 
qualche  cosa  col  i.°  febbraio....  Il  primo  numero  escirà  il  9  febbraio, anniversario  della 
nostra  repubblica.  » 

Qualche  giorno  dopo,  insistendo  sulle  corrispondenze  da  farsi 
al  giornale,  sul  modo  di  collocare  le  azioni,  scriveva  : 

«  Pubblicherò  il  numero-programma  a  un  10,000  copie  e  lo  diflcnderò  per  ogni 
dove.  Se  potete  fare  una  piccola  lista  di  nomi  e  indirizzi  delle  persone  nella  vostra 
città  alle  quali  sarebbe  buono  mandarlo  e  che  offrono  una  possibilità  di  diventare  sot- 
toscrittori, mandatela  o  a  me  o  a  Ernesto  Nathan,  in  Roma.  » 

E  ad  Alfonso  Garrizzo  : 

K  Come  l'antico  Pensiero  e  Aliane,  la  Roma  del  popolo  sarà  pubblicazione  di  prin- 
cipii  e  di  teoria  repubblicana.  Non   daremo  né  commenteremo  notizie  del  giorno.  » 

E  a  Felice  Bagnino  : 

«  Il  denaro  delle  azioni  sia  spedito  al  signor  Pellegrino  Rosselli,  Via  della  Mad- 
dalena, 60,  rosso,  Pisa:  —  una  linea  gh  dica  eh' è  per  me  e  lo  serbi  fino  a  istruzioni 
mie..,.  Scriverò  a  tutti....,  ma  il  giornale  e  il  resto  mi  aramazzano.  Per  questo,  mi  sono 
in  parte  allontanato  dal  lavoro  ^rfl//fo  del  momento. ...  Escito  il  N.  i,  s'è  sequestrato, 
com'è  probabile,  bisognerebbe  cominciare  a  sostenere  una  vera  guerra  fra  noi  e  il 
governo.  E  la  prima  cosa  è  quella  di  ristampare  subito,  e  diffondere  a  migliaia,  nelle 
più  piccole  località,  il  programma:  ristampare,  intendo,  segretamente.  E  dando  l'esem- 
pio, esortare  ogni  provincia  d'Itaha  a  fare  lo  stesso.  Bisogna  provare  al  governo  che 
siamo  pili  potenti  d'esso,  e  che  non  può  impedirci  d'esser  letti.  » 

Non  vi  fu  bisogno  —  scrive  il  Saffi.  —  di  ricorrere  a  tale  espe- 
diente. Il  primo  numero  contenente  il  programma  in  cui  senza 
alcun  velo  ma  in  forma  elevata  e  non  in  tono  di  sfida  era  esposta 
la  dottrina  repubblicana  dell'autore  (Mazzini)  e  della  parte  che 
Q9^  lui  sentiva,  ìion  fu  sequestrato.  Ma  fu  sequestrato  il  secou* 


MAZZINI   GIORNALISTA.  473 


do  (1.°  marzo  1871),  perchè  conteneva  l'indirizzo  dei  Romani  ai 
Ravennati,  e  per  alcune  frasi  di  un  articolo  di  Campanella;  ma 
questo  fu  l'unico  sequestro  nell'  intero  anno  della  Roma  del  Popolo. 

Oltre  al  Petroni,  direttore  e  a  Mazzini  ispiratore,  scrivevano 
nel  giornale  Saffi,  Ceneri,  Mario  Panizza,  Tuveri,  Campanella,  Ca- 
meroni.  Pantano,  Carboni,  CepoUa,  Montenegro,  Anna  Maria  Moz- 
zoni e  Giulietta  Pezzi. 

Mazzini  invocava,  con  assidua  cura,  aiuto  di  collaboratori  ; 
molti  erano  impediti  da  impegni  di  professione  o  da  altre  occupa- 
zioni e  trascuravano  il  giornale,  ciò  che  indispettiva  Mazzini,  il 
quale,  scrivendo  a  Saffi,  nel  maggio,  diceva  : 

«  Pc^sibile  che  nessuno  voglia  scrivere!  Ceneri,  Malucelii,  Turchi,  Bilancioni,  Bor- 
gognoni? Hanno  in  verità  molto  torto  a  non  vedere,  se  pure  hanno  un  fine,  l' impor- 
tanza d'una  pubblicazione  che  in  quest'anarchia  e  disviamento  del  partito  cerchi  di 
mantener  pura  la  fede  repubblicana  e  di  riconciliare  gli  animi  impauriti....  Superiamo 
la  prima  stazione  di  questa  via  Crucis....  » 

Pur  troppo  era  anarchia  e  sviamento  del  partito!  Gl'ideali 
d'un  tempo  non  scaldavano  più  gli  animi,  perchè  i  ^\\\  si  reputa- 
vano soddisfatti  del  nuovo  ordine  di  cose  e  dello  libertà  ottenute 
e  pareva  loro  vano  di  continuare  a  gridare  per  provocare  un  nuovo 
governo  che  non  avrebbe  dato  niente  di  più  di  ciò  che  già  avevano. 

Mazzini  scrisse  nella  Roma  del  Popolo  il  programma  lunghis- 
simo, contenuto  nel  1.°  numero;  nel  2."  un  articolo  sulla  Guerra 
franco-germanica;  nel  4.°,  5.°  e  6.°  un  articolo  sulla  Politica  in- 
ternazionale ;  nel  1 ."  e  8."  uno  sulle  Classi  artigiane;  nell'  11.°  dei 
pensieri  sulla  Rivoluzione  francese  del  1789  ;  nel  28.°,  32."  e  33.° 
sul  Moto  delle  classi  artigiane,  sui  Rappresentanti  degli  artigiani 
e  sul  Congresso  democratico  ;  nel  40.°,  41."  e  42.°  sulla  Questione 
sociale  ;  nel  47.°  sulla  Costituente  e  sul  Patto  nazionale  ;  nel  48." 
una  lettera  ad  un  amico;  nel  50.°  sulle  varie  Società  politiche  e 
umanitarie  ;  nel  52.°,  53.°  e  54.°  sulla  Réforme  intellectuelle  et 
morale  di  Renan. 

Il  Saffi,  parlando  di  questi  ultimi  scritti  di  Mazzini,  i  quali 
combattendo  i  principii  del  socialismo  e  del  materialismo,  ebbero 
spesso  le  vampe  e  gli  splendori  degli  scritti  giovanili,  li  divide  in 
due  categorie  :  l'una  di  carattere  generale,  riferentesi  all'  insieme 
delle  idee  di  Mazzini,  sulle  vicende  della  storia  dell'umanità,  sui 
grandi  quesiti  morali,  politici  e  sociali  dell'epoca  nostra,  sulle  ca- 
gioni che  tolgono  a  tal  popolo  e  conferiscono  a  tal  altro  virtù  ini- 
ziatrice nella  vita  dell'umano  progresso,  sulla  necessità  di  un  nuovo 
ordinamento  internazionale  europeo,  sulla  tradizione  popolare  della 
vita  italiana  e  sugli  uffici  della  patria  risorta,  in  casa  e  fuori.  L'al- 
tra spetta  più  particolarmente  alla  critica  civile  da  lui  intrapresa 
degli  errori  del  socialismo  contemporaneo  e  dell'internazionale,  e 
alla  sua  condanna  degli  eccessi  del  Comune  di  Parigi  colle  polemiche. 

«  Egli  molto  sperava  nella  Réforme  intellectuelle  et  morale  di 
Renan,  scrive  la  Mario,  aspettando  una  potente  analisi  delle  ca- 
gioni che   interruppero  in  Francia  sin  dal  1815  il  moto  progre^- 


474  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

givo —  l'indicazione  dei  mezzi  coi  quali  l'organismo  nazionale  po- 
tesse ridestare  a  vita  novella  —  e  una  forte  parola  a'  suoi  compa- 
gni di  lavoro  nelle  sfere  dell'  intelletto,  per  suscitarli  a  gettarsi 
con  lui  nella  santa  crociata  che  potrebbe  forse  ridare  alla  Francia 
la  virtù  iniziatrice  in  oggi  sparita.  Fu  deluso ....  La  mestizia  e  lo 
sconforto  che  la  lettura  del  libro  di  Renan  ingenerò  in  Mazzini 
lo  ispirò  talmente  nella  confutazione  eh'  ei  ne  scrisse  subito,  che 
questa  rimarrà  monumento  solenne  del  suo  genio  ed  intelletto  d'a- 
more. Quel  lavoro,  che  nessuno  oserebbe  riassumere,  fu  dettato 
da  lui  quasi  agonizzante.  » 

Maurizio  Quadrio  lo  chiamò  il  canto  del  cigno.  Infatti  l'ultima 
parte  fu  pubblicata  nella  Roma  del  Popolo  dei  7  marzo.  Tre  giorni 
dopo,  G-iuseppe  Mazzini,  logorato  immaturamente  da  un  lavoro  in- 
tellettuale superiore  alle  sue  forze  fìsiche,  cessava  di  vivere. 

Cosi  finiva  il  suo  apostolato  educatore  «  a  prò  di  quella  pa- 
tria —  scrive  il  Safifi  —  che  fu  il  sogno  e  l'amore  della  sua  grande 
anima  nella  lunga  prova  della  sua  travagliata  esistenza  ». 

Nicola  Bernardini. 


Nel  nostro  paese  per  ora  neppure  gli  scrittori  più  graditi  al  pubblico,  salvo  qualche  straordinaria  ec- 
cezione, riescono  a  guadagnare  tanto  da  vivere  agiatamente;  e  se  non  hanno  la  fortuna  di  morire  quando 
conservano  la  iutiera  robustezza  delle  forze  fisiche  ed  intellettuali;  corrono  il  brutto  rischio  di  invecchiare 
fra  gli  stenti  e    magari   le  umiliazioni. 

In  compenso  se  uno  scrittore  muore  prima  di  essere  dimenticato,  non  gli  si  lesinano  per  lo  meno  le 
affettuose  testimonianze    di   simpatia. 


UNICA      PUBBi-lCAZIONE      DEL      GENERE      IN      ITALIA 

RACCOLTA  INDIRIZZI 

di 
OIO  R.  ISr  A.TL.I     n7A3L.T^!Sri 

Folitici,  Commerciali,  Industriali,  Finanziari,  Agricoli,  Letterari,  Artistici,  ecc. 

Questa  raccolta  si  compone  di  sei  fogli  di  stampa  di  fascette  divise  per  linee  postali  e  comprende  tutti  i 
più  importanti  giornali  italiani  (inclusi  quelli  che  in  lingua  italiana  escono  all'estero:  Francia,  Svizzera,  Au- 
stria, Malta,  America  del  Nord  e  del  Sud)  quotidiani,  settimanali,  bisettimanali,  bimensili  e  mensili.  La  divi- 
sione per  linee  postali  è  fatta  per  dare  agio  a  chi  li  usa  di  godere  delle  facilitazioni  che  la  Posta  concede  (un 
centesimo  invece  di  due  ogni  50  grammi  o  frazioni).  —  Le  fascette  sono  stampite  in  modo  da  poterle  imme- 
diatamente applicare  alle  circolari  o  buste  che  si  vogliono  spedire.  Quindi  risparmio  di  danaro  e  di  tempo. 

L'utilità  di  questa  raccolta  per  i  Librai,  Autori,  Negozianti,  Industriali  e  in  genere  di  chiunque  ha  notizie 
da  partecipare  alla  stampa  è  da  per  se  stessa  evidentissima.  In  Francia,  in  Germania,  in  Inghilterra  e  negli 
Stati-Uniti  dove  grandemente  si  apprezza  la  straordinaria  importanza  della  reclame,  si  è  solleciti  a  comunicare 
al  giornalismo  tutto  quanto  v'ha  di  notevole  che  possa  interessare.  Un  nuovo  libro,  una  nuova  invenzione, 
una  nuova  utile  applicazione,  un  nuovo  ritrovato,  un  nuovo  progetto,  ecc. ,  tutto  si  comunica  e  lutto  vien  reso 
noto  al  pubblico.  Perchè  non  si  fa  altrettanto  in  Italia  V  Eh  si,  che  i  giornali  non  mancano! 

La  RACCOLIA  INDIRIZZI  DEI  GIORNALI  ITALIANI,  viene  spedita  franco  di  porto  contro  invio  di 
L.   2,50  all'Amministrazione  della  Rivista   Velocipedistica — Via  Venti  Settembre,  62  ^  Torino. 


GRANDE  FABBIIICa  N'AZIONALE  DI  MACCHINE  TIPOGRAFICHE 

KORBERTO  ARBIZZOM,  MONZA 

Premiato  anche  dal  R.  Ministero  d'Agricoltura,  Industria  e  Commercio 

Vedi  Avviso  speciale  a  pag.  16 


PROVINCIA  DI  GIRGENTI 


'Kjtiip.ero   dei   Comuni:  41  —  Topoln^^iom :    312,487  —  Superficie:  K.  q.   3,019 
i.  Fili-Astolfone,   La  Porta,  Gaii^itauo.  2.  Gallo  N. ,  Coffari,  Falsoue. 


IJcputatì   della   provincia  : 


L'Avvenire.  Giornale  democratico,  set- 
timanale, nato  il  IO  febbraio  1889.  Esce 
io  4  pagine,  formato  0,30  X  0,21.  Abbona- 
mento: anno  L.  5.  Un  numero  5  cente- 
simi. Tipografia  Ignazio  Barone  e  figli. 

Sciacca. 

La  Battaglia.  Giornale  politico,  demo- 
cratico. 

Girgenti. 

Bollettino  della  Prefettura.  Organo  uf- 
ficiale per  gli  atti  amministrativi  della  pro- 
vincia. È  stato  fondato  nel  188;,  dopo  cioè 
il  Supplemento  al  bollettino  (vedi).  Esre  3 
volte  al  mese  in  fascicoli  di  16  pagine  e 
si  distribuisce  gratis  ai  sindaci  della  pro- 
vincia. 

Girgenti. 

Bollettino  di  notizie  commerciali.  Or- 
gano della  Camera  ai  commercio  ed  arti, 
fondato  nel  1882.  Si  pubblica  a  fascicoli 
di  16  pagine  in-4.°  piccolo. 

Girgenti. 

Corriere  di  Girgenti.  Giornale  politico, 
amministrativo,  nato  nel  1887.  Si  pubblica 
ogni  settimana  in  4  pagine.  Abbonamento  : 
anno  L.  5.  Un  numero  5  centesimi. 

Girgenti. 

La  Fenice.  Giornaletto  politico  e  di  cose 
locali,  fondato  nel  1878  col  titolo  di  Unione 
che  poi  mutò  nell'attuale.  È  irregolare  nelle 
pubblicazioni.  Abbonamento:  anno  L.  5. 
Un  numero  5  centesimi. 

Sciacca. 

11  Flagello.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, nato  nel  1^87.  Si  pubblica  ogni 
15  giorni  in  4  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  2.  Un  numero  5  centesimi.  Si  stampa 
a  Girgenti. 

Raffadali, 

La  Nuova  Sveglia.  Organo  del  partito 
giovane  progressista,  fondato  il  7  settem- 
bre iS88.  Esce  ogni  15  giorni  in  4  pagine, 
fomiato  0,31;^  0,21.  Abbonamento:  ^x\x\o 
L,  2,50.  Un  numero  5  centesimi.  Corso 
Vittorio  Emanuele,  96, 

Sciacca, 


La  Scuola.  Rivista  quindicinale  pedago- 
gico-letteraria,  fondata  il  i.°  dicembre  18S8. 
Esce  in  8  pagine  in -8.°  -  Direttore:  Ve- 
nezia Saverio.  Abbonamento:  anno  L.  4. 
Un  numero  15  centesimi.  Tipografia  Igna- 
zio B.irone  e  figli. 

S  ciacca. 

La  Sicilia  stenografica.  Organo  della 
prima  società  stenografica  siciliana  e  del 
Volapùkaklub  per  la  propaganda  del  si- 
stema Gabelsberger-Noe  e  della  lingua 
universale  di  Schleyer,  fondato  nel  settem- 
bre del  1888.  Esce  il  15  d'ogni  mese  in 
4  pagine,  formato  0,26  x  o,ió.  Si  stampa  a 
Palermo  nella  tipografia  Fratelli  Vena.  Di- 
rettore :  Giuseppe  De  Michele.  Abbona- 
mento: anno  L.  2. 

Burgio-  Girgenti. 

La  Stampa.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, nato  nel  1887.  Si  pubblica  ogni 
settimana  in  4  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  6.  Un  numero  5  centesimi. 

Girgenti. 

Supplemento  al  "bollettino  della  Prefet- 
tura. Fon>iato  nel  1876,  per  gli  annunzi 
legali,  esce  2  volte  la  settimana  in  6  pa- 
gine circa. 

Girgenti. 

La  Sveglia.  Periodico  per  gl'interessi 
morali  e  materiali  del  circondario  di  Sciac- 
ca, fondato  il  5  febbraio  1885.  Esce  ogni 
mese  in-4.''  -  Abbonamento:  anno  L,  2. 
Un  nomerò  5  centesimi.  Tipografia  Barone 
e  figli. 

Sciacca. 

La  Verità.  Giornaletto  sen^a  cronaca, 
sen^a  telegrammi,  e  sen^a  annunci  in  quarta 
pagina,  fondato  il  4  settembre  188S.  Esce 
in  16  pagine  in-8.°  -  Tipografia  I.  Barone 
e  figli. 

Sciacca, 

Vita  nuova.  Periodico  quindicinale,  nato 
il  6  gennaio  18S9.  Esce  in  4  pagine,  for- 
mato 0,31  X  0,21.  Abbonamento:  anno  L.  4. 
Tipografia  Ignazio  Barone  e  figli. 

Sciacca. 


Giornali  cessati: 

Sono  pochi  anni  che  la  provincia  di  Girgenti  conta  un  discreto  numero  di  gioì"- 
nali.  Nei  J870  non  ne  avtva  che  due:  il  Giornale  della  Provincia  e  VEmpedock  (vc4i 


476  GODA   DELLA   STA"MPA   PERIODICA   ITALIANA. 

pag.   102).  Dicci  anni  drpo  si  pubblicavano  il  Fodera,  la  Calzetta  di  Girgenti,  V Indi- 
pendente, la  Pietra,  la  Rupe  Atenea  e  il  Vespro,  tutti  cessati. 

—  Del  penultimo  giornale,  che  tirava  oltre  looo  esemplari,  ecco  un  ricordo  no- 
tevole: —  Nel  settembre  del  1885  il  consigliere  provinciale  avv.  V.  Coniglio  si  senti 
offeso  da  alcuni  articoli  della  Rupe:  un  cognato  di  costui,  Federigo  Gontarini,  sfidò 
il  direttore  del  giornale,  avv.  Salvatore  Tornabene,  giovane  di  32  anni,  onestissimo  e 
di  carattere  adamantino.  Il  13  settembre  avvenne  il  duello  alla  sciabola,  il  Tornabene 
ricevette  una  sciabolata  alla  regione  destra  del  torace,  per  cui  dopo  5  minuti  cessava 
di  vivere.  Nell'aprile  dell'  86  il  Contarini  fu  processato  e  condannato  a  un  anno  di 
confine  e  200  lire  di  multa. 

—  Nel  1880  nacque  a  Firenze  la  Fronda,  giornale  settimanale  letterario,  diretto 
da  E.  Navarro  della  M;r.  glia.  Visse  pochi  mesi,  nel  quale  questo  geniale  e  delicato 
novelliere  pubblicò  gran  parte  dei  suoi  bozzetti  graziosissimi.  Il  Navarro  è  di  Girgenti; 
recatosi  parecchi  anni  or  sono  a  Parigi  vi  apprese  così  bene  la  lingua  d.i  giungere 
alla  celebrità  e  da  acquistarsi  l'ammirazione  di  tutti  collo  scrivere  nei  giornali  parigini. 
Egli  aveva  ottenuto  con  uno  sforzo  incredibile,  un  guadagno  di  50  a  100  mila  lire 
all'anno.  Egli  era  diventato  uno  dei  collaboratori  principali  del  più  parigino  fra'  gior- 
nali parigini.  Dopo  questo  egli  volle  tornarsene  in  Italia,  dove  si  paga  si  male  l' ingegno  I 

—  Nel  1886  morì  il  dottor  Saverio  Friscia  di  Sciacca.  Nel  184S  fu  eletto  depu- 
tato al  Parlamento  siciliano  e  fondò  V Annamento  e  V Assemblea  Costituente,  giornali  nei 
quali  fu  apostolo  della  repubblica  federale.  Fu  poscia  deputato  nel  Parlamento  nazionale. 


GIORNALI  E  GIORNALISTI  DI  GIRGENTI 


Fraiicesico  Crispi  giornalista 

L'uomo  che  oggi  è  a  capo  del  governo,  e  contro  del  quale 
nel  marzo  del  1888  si  levò  gran  parte  della  stampa  per  aver  posto 
il  dilemma  alla  definizione  dell'essenza  del  giornalismo  —  missione 
0  mestiere?  —  è  stato  anch'egli  giornalista,  ma  giornalista  in  quei 
tempi  in  cui,  come  ho  detto  parlando  di  Mazzini,  lo  scrivere  di 
patria  e  di  libertà  poteva  costar  la  vita. 

Francesco  Crispi,  nato  a  Ribera  il  4  ottobre  ,1819,  dopo  d'es- 
sersi laureato  avvocato,  si  dette  al  giornalismo.  E  facile  immagi- 
nare ciò  che  poteva  essere  il  giornalismo  nel  1838-39,  epoca  in 
cui  egli  fondò  a  Palermo  un  giornale  dal  titolo  1'  Oreteo,  dal  fiume 
Greto,  che  sbocca  nel  mare  poco  lungi  da  Palermo. 

Di  giornali  che  ebbero  questo  titolo  ve  ne  furono  due  ;  uno 
si  stampò  nel  1827,  ed  ebbe  corta  vita  ;  l'altro  cominciò  a  pubbli- 
carsi il  15  giugno  1839,  e  continuò  regolarmente  le  sue  pubblica- 
zioni quindicinali  sino  al  1841.  Il  giornale  trattava  di  letteratura, 
di  scienza,  di  teatri,  di  mode  e  di  boa  ton,  e  Francesco  Crispi 
che  ne  fu  il  proprietario,  il  direttore,  l'amministratore  e  il  gerente 
responsabile,  seppe  riunire  intorno  a  se  gì'  ingegni  più  animosi, 
più  giovani,  e  cercò  di  fare  deli'  Oreteo  un  organo  utile  a  tutti, 
capace  di  diffondere  precetti  di  morale  e  di  civiltà,  sentimenti  di 
virtù  patrie  (avvertenza  premessa  al  N.  5,  anno  I)  ;  essendoché 
egli  riteneva  la  letteratura  ministra  di  libertà. 

Così  infatti  si  esprime  in  un  suo  articolo  a  pagina  49,  N.  7, 
anno  III,  snW  Istruzione  del  popolo:  «  Fu  giorno  che  la  lettera- 
tura e  i  begli  studi   riputavansi  un   privilegio   di   chi   nacque  in 


FRANCESCO   CRISPI  GIORNALISTA.  477 

culla  d'oro,  ed  ai  poveri  negletti  dal  mondo,  diseredati  del  bene 
della  sapienza,  era  dato  vivere  quali  bruti  e  nei  patimenti....  Or 
grazie  al  tempo  filosofico  si  mutò  pensiero,  si  scorse  clie  i  plebei 
sono  vero  popolo,  nel  quale  è  d'uopo  ripulluli  il  più  bello  germe.... 
e  elle  sono  essi  speranza  di  un  più  civile  avvenire  e  cbe  la  lette- 
ratura è  una  fiDla se  rimane  nel  gabinetto    dei   dotti,  ne  serve 

alla  patria  ed  alla  umanità.  » 

In  morte  di  Francesco  Aceto,  costretto,  sebbene  giovanissimo, 
ad  avvelenarsi  per  l'iniquità  del  governo  borbonico,  Crispi  scrisse 
un'Elegia,  stampata  nel  1840  anch'essa  suU'  Oreteo  e  che  lia  que- 
sta fine  : 

0  mia  Sicilia,  tra  l'urror  de'  mali 

1  figli  tuoi  ti  lasciano  frementi!... 
Sembra  che  non  ci  resti  speme  alcuna, 
E  sia  notte  funesta  a  noi  isolani.... 
Perduti  i  forti  o  spanti  da  tiranni 

Solo  il  pianto  trasceglie  Oreto  e  aduna! 
Ma  non  temere  non  fian  lunghi  i  danni.... 
Rincorati,  regina  del  Tirreno, 
Che  nuove  fasi  svolgerà  il  destino, 
E  la  grandezza  e  l'onor  prisco  avrai. 

Con  questi  intendimenti  dunque  si  faceva  V  Oreteo,  e  col  Cri- 
spi scrivevano  anche  il  Principe  'di  Scordia,  Vincenzo  Navarro, 
P.  Morello.  S.  Amabile  Guastella  ;  e  accanto  a  un'ode  sacra,  moda 
introdotta  in  Sicilia  dal  Borghi,  sull'esempio  del  Manzoni,  si  scri- 
vevano odi  per  Napoleone  I,  che  allora  rappresentava  le  nuove 
idee  e  le  nuove  costituzioni. 

Le  quali  aspirazioni,  regnando  allora  i  Borboni,  con  le  glorie 
ancora  recenti  di  Del  Carretto  e  con  le  fucilazioni  sommarie  in 
auge  a  Messina  e  Siracusa,   non  erano  le  garenzie  più  sicure. 

La  censura,  che  non  bisogna  dimenticare,  rivedeva  gli  scritti 
prima  della  stampa,  correggeva,  tagliava,  aggiungeva,  moderava  ; 
e  della  sua  influenza,  nella  compilazione  dell'  Oreteo  si  vedono 
tracce,  tra  l'altre,  in  una  Lettera  al  Principe  di  Granatelli,  fir- 
mata da  Crispi,  e  che  comincia:  «  Fra  gli  urti  del  secolo,....  è 
maraviglia,  »  ecc.,  con  una  filza  di  puntini  in  sostituzione  di  pa- 
role, che  è  facile  indovinare. 

Questo  giornale  non  serviva  solo  alla  diffusione  delle  idee  degli 
scrittori  siciliani.  Francesco  Crispi,  come  direttore,  si  serviva  di 
esso  per  diffondere  in  Sicilia  la  lettura  dei  giornali  del  continente 
(pag.  88,  anno  I),  e  promuovere  la  formazione  di  un  istituto  e  di 
un  giornale  simile  aXÌ.'  .Irchivio  storico,  fondato  in  quei  tempi  dal 
Vieusseux  a  Firionze  (pag.   122,  anno  III). 

E  il  giornale  continuò  così  fino  al  1841,  propugnando  sempre 
il  progresso  dell'  isola,  la  diffusione  dell'  istruzione,  il  consolida- 
mento dello  Stato  sopra  un  patto  tra  re  e  popolo,  l'uguaglianza  e 
la  concordia  dei  cittadini,   ecc. 

Ma  il  giornale,  che  andava  male  finanziariamente,  dovette 
cessare. 


478  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

Venuto  il  1848,  Crispi  fondò  il  Precu?'Sore,  clie  diventò  or- 
gano del  Comitato  di  difesa,  e  clie  veniva  redatto  in  mezzo  alle 
barricate  col  facile  in  ispalla.  Cessato  il  Precursore  Crispi  fondò 
la  Costanza  prima  e  poscia  V Apostolato  nel  momento  che  in  Si- 
cilia si  proclamava  la  costituzione  e  si  convocava  il  Parlamento 
siciliano. 

'^eìV  Apostolato  Crispi  seguiva  le  teorie  di  Mazzini  e  si  oppose 
con  tutte  le  sue  forze  dentro  e  fuori  del  Parlamento  alla  proposta 
mediazione  dell'ammiraglio  francese  Baudin,  temendo  che  questa 
fosse  manovra  per  ricollocare  Ferdinando  II  sul  trono.  Ma  la  re- 
staurazione soffocò  tutti  questi  giornali  e  Crispi  dovette  esulare  in 
Piemonte  ;  strettosi  in  amicizia  coi  liberali  più  ardenti,  collaborò 
nella  Concordia  del  Valerio,  TielVArcJircio  storico  italiano  diretto 
dal  Cattaneo  a  Capolago  e  nella  Gazzetta  di  Torino  del  Cesana. 

Il  6  febbraio  1854,  Crispi,  che  era  emigrato  in  Malta,  vi  fon- 
dava il  giornale  politico  la  Valigia,  allo  scopo  di  far  propaganda 
delle  idee  italiane.  «  La  Valigia  —  diceva  il  numero  di  saggio, 
contenente  anche  il  programma  —  uscirà .  ogni  volta  che  arriva  il 
corriere,  e  sedendo  il  Consiglio  di  governo,  il  giorno  successivo 
a  quello  della  sua  tornata.  »  L'abbonamento  si  faceva  per  serie 
di  18  numeri. 

Nel  programma,  dopo  di  essersi  accennato  alla  situazione  po- 
litica del  momento,  è  detto  :  «  In  tale  stato  di  cose  non  sarà  di 
troppo  la  pubblicazione  in  ]\Ialta  d'un  nuovo  giornale.  Con  esso 
nulla  pretendiamo  sui  nostri  confratelli.  Il  nostro  scopo  è  modesto 
come  il  titolo  di  cui  ci  siamo  serviti.  La  nostra  condotta  è  segnata 
dalle  condizioni  in  cui  versa  il  Continente,  e  le  quali  ci  hanno 
spinto  alla  fondazione  di  un  periodico.   >> 

Il  giornale  che  cominciò  a  pubblicarsi  regolarmente  dal  15 
febbraio,  ebbe  una  brevissima  vita,  di  pochi  numeri  soltanto.  Fu 
subito  sostituito,  il  15  marzo  dello  stesso  anno,  dalla  Staffetta, 
diretta  sempre  dal  Crispi,  la  quale  usciva  «  il  giorno  successivo 
all'arrivo  del  corriere  di  Marsiglia  e  Costantinopoli  »,  come  la  Va- 
ligia, in  4  pagine  a  2  colonne,  e  gli  abbonamenti  si  ricevevano 
da  Riccardo  Calleja,  sotto  i  Portici,  N.  35. 

Ma  anche  la  Staffetta  ebbe  una  breve  esistenza;  perchè  ma- 
turandosi in  Italia  gravi  avvenimenti,  Francesco  Crispi,  rientrò 
in  Sicilia,  e  a  Palermo  fece  risorgere  (1860)  quel  Precursore  che 
nel  1848  era  stato  il  primo  giornale  di  rivolta,  ed  ora  doveva, 
non  più  preannunciare  tempi  nuovi  e  nuove  vicende,  ma  consta- 
tare il  felice  avverarsi  di  tanti  sospirati  desideri. 

Il  Precursore,  dopo  lunghi  anni  di  pubblicazioni  quotidiane, 
cessò;  rinato  nel  1866,  cessò  definitivamente  poco  do]30. 

Nel  1865  Crispi  con  la  famosa  frase  «  la  repubblica  ci  divide, 
la  monarchia  ci  unisce  »,  si  staccò  dal  partito  mazziniano  e  si 
mise  a  capo  di  un  partito  radicale  costituzionale  che  cominciò  ad 
avere  il  suo  organo  nella  Riforma,  giornale  fondato  da  Crispi  col 
motto:  «  iìistauratio  ab  imis  fundamentis  »   (vedi  fra  i  giornali 


FRANCESCO    CRISPI   GIOR>'ALISTA. 


479 


di  Eoma,  la  Rifoì^md).  Dal  dicembre  1878  al  giugno  1879  tenne  in 
piedi  a  Roma  un  giornaletto  satirico  intitolato  lo  Spillo,  del  quale 
si  serviva  per  quelle  polemiche  che  non  era  conveniente  trovas- 
sero posto  nella  grave  Riforma. 

Questo  è,  come  si  direbbe,  lo  stato  di  servizio  giornalistico 
dell'onorevole  Crispi,  il  quale  dopo  tante  vicende,  dopo  l'esilio 
patito  e  i  pericoli  corsi,  ben  poteva  giudicare  se  ora  il  giornali- 
smo per  alcuni  non  sia  diventato  un  mestiere. 

Lo  stile  di  Crispi  è  seccamente  vibrato,  qualche  volta  con- 
torto, involuto  e  nebuloso,  ma  i  suoi  articoli  partono  sempre  da 
concetti  sani,  da  idee  chiare  e  precise,  essendo  inspirati  al  pro- 
gresso e  al  bene  della  patria. 

N.  Bernardini. 


^^^j^i 


f^m 


^k,. 


Anno  Xni.  —  1890. 

Cominciò  ad  uscire  il  15  dicembre  1877  e  fin  da  principio  ottenne  un  successo 
senza  pari,  grazie  alla  splendidezza  delle  incisioni,  alla  quantità  e  varietà  degli  ann-ssi, 
all'eleij-inza  ed  al  lusso  dell'edizione. 

Q.uesto  giornale  è  divenuto  ormai  il  consigliere  preferito  delle  signore  perchè 
unisce  alla  novità  l'eleganza  ed  il  buon  gusto,  dà  esatte  notizie  sulle  mode  più  re- 
centi, sui  lavori  più  in  voga  e  su  tutto  ciò  che  può  interessare  i  circoli  femminili. 

Esce  una  volta  al  mese,  e  si  compone  di  16  pagine  di  testo  a  2  colonne,  ricche 
di  incisioni  di  mode  e  di  lavori  intercalati  nel  testo. 

Oltre  a  ciò,  ad  ogni  numero  sono  aggiunti:  Uno  splemiido  figurino  colorato;  Due 
figurini  neri;  Una  grandissima  tavola  di  ricami  e  morlelli;  Modelli  tagliati;  Una  ta- 
vola colorata  di  lavori  in  tappezzeria  o  Lavori  sul  cartoncino.  Giuochi  di  società,  Sor- 
prese, Oleografie  ed  altri  oggetti  di  adornamento  utili  a  tutte  le  famiglie. 


Anno  L.  10.  -  Sem.  L.  5.  -  Trim.  L.  3.  (Per  l'Un.  P.,  Fr.  13  l'anno). 

GR.^MD!  PRE 


agli  associati  annui.  (Aggiungere  50  centesimi  per  l'af- 
francazione del  premio.  —  Per  gli  Stati  Europei  del- 
l' Unione  Postale,  Fr.   I.) 

DIRIGERE    COMMISSIONI    E    VAGLIA    AI    FRATELLI    TREVES,    EDITORI,    IN    MILANO. 


PROVINCIA  D[  GROSSETO 


Numero    dei    Comuni:  20 
Racchia,  Valle. 


Popolaiione:     114,295  —  Superficie:  K.  q.  4,586  —  Deputali  della   provincia: 


Bollettino  di  notizie  commerciali.  (Vedi 
provincia  di  Siena.) 

L' Ombrone.  Giornale  amministrativo,  let- 
terario, commerciale,  agricolo,  d'igiene, 
fondato  nel  1870.  Si  pubblica  ogni  setti- 
mana in  4  pagine.  Tiratura  1200  copie. 
Abbonamento:  anno  L.  5,50.  Un  numero 
IO  centesimi. 

Grosseto. 


Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Organo  ufficiale  per  gli  an- 
nunzi legali,  fondato  nel  1876.  Esce  2  volte 
la  settimana  in  4  pagine.  Il  Foglio  perio- 
dico della  Prefettura,  per  la  pubblicazione 
degli  atti  amministrativi,  fu  soppresso  dal 
I. "gennaio  1881.  Abbonamento: anno L.  io. 
Un  numero  15  centesimi. 

Grosseto. 


Giornali  cessati: 

—  Il  Popolano,  istruttivo,  della  domenica,  si  stampava  ad  Arcidosso  nel  1867. 

—  La  Palestra  Maremmana,  settimanale,  esisteva  nel  1882. 


I  Giornali  di  Statistica  in  Italia 

In  Italia  le  pubblicazioni  periodiche  di  statistica  furono  iniziate  da  Graber,  uno 
svedese  domiciliato  in  Italia  da  lunghi  anni,  con  gli  Annali  di  geografica  e  statistica, 
fondati  a  Genova  nel  18 12. 

Si  fondarono  quindi  (1824)  gli  Annali  universali  di  statistica,  economia  pubblica, 
storia  e  viaggi  di  Milano,  che  durarono  alquanto  stentatamente  sino  al  1871,  ma  che 
vennero  illustrati  dalla  collaborazione  di  Romagnosi,  Cattaneo,  Correnti,  Biondelli, 
Sacchi,  ecc. 

Una  certa  celebrità  anche  fuori  d'Italia  conseguili  Giornale  di  statistica  di  Sicilia 
fondato  a  Palermo  nel  1830  ed  uscito  ad  intervalli  sino  al  1S59. 

Nel  1S76  fu  fondato  dal  Pateras  l'Archivio  di  statistica  e  diretto  da  Correnti,  Bo- 
dio  e  Boselli.  Questo  giornale  che  si  pubblicava  a  Roma,  si  era  levato  ad  un  alto 
grado  d'importanza  per  la  collaborazione  dei  migliori  ingegni  della  penisela  in  questo 
genere  di  studi,  come  Angelo  Messedaglia,  Morpurgo,  Aristide  Gabelli,  Car'o  Ferraris, 
Vincenzo  Magaldi,  Lombroso,  ecc.;  ma  nel  1880  l'Archivio  sospese  le  pubblicazioni. 
E  fu  un  grave  danno  per  la  scienza:  se  non  fosse  altro  YArcìnvio  era  riuscito  a  vincere  le 
riluttanze  del  Messedaglia  per  la  pubblicità. 

Il  Ministero  di  Agricoltura  poi  pubblica  da  lunghi  anni  gU  Annali  di  statistica. 

Il  Giornale  degli  economisti  dì  hUhno  (1875-1878)  accolse  anch'esso  pregevoli  me- 
morie statistiche  di  Boccardo,  Alberto  Errerà,  C.  F.  Ferraris,  Gabaglio,  Del  Vecchio,  ecc. 

Nel  1874  nacque  a  Torino  una  Rivista  di  statistica,  economia  e  giurisprudenza,  fo- 
glio ufficiale  della  Lega  economica,  diretto  da  Stanisbo  Falletti.  Cessò  dopo  parecchi 
anni  di  pubblicazioni. 


Anno  II.       jjipveiia  fli  piiiiiiijcità  lij  Aisione       ^'""'  "• 

ANNUNZI  IN  TUTTI  I  CxIORNALI 

S^GIIE  ERNESTO -ASTI 

om^  Vedi  Avviso  speciale  a  pag.  258     -«o 


PROVINCIA  DI  LECCE 


Numero  dei   Comuni:    130  —  Popolazione:    553,298  —  Superficie:    K.  q.  7,891  —  Deputati   della   provincia: 
I.  Balsamo,  Rubichi,  Trincherà,  2.  D'Ayala- Valva,  Grassi,  Pigaatelli.  3.  Carrozzini,  Episcopo,  Romano , 


L'Amico  del  Popolo.  Giornale  ammini- 
strativo d'opposizione,  nato  il  24  novem- 
bre 1889.  Direttore:  avv.  Alfredo  Barbaro- 
Forleo.  Si  stampa  a  Taranto. 

Fraiicaviìla-Fontana. 

Bollettino  statistico  del  Comune  di  Lec- 
ce. Rivista  mensile  della  dt;mografia  locale. 
Esce  in  8  pagine  in-4.°  e  si  distribuisce 
alle  autorità,  ai  consiglieri  comunali,  ecc. 

Lecce. 

Il  Commercio  Salentino  -  Gazzetta  uffi- 
ciale della  Camera  di  Commercio,  nata  il 
6  gennaio  1890.  Esce  ogni  lunedì  in  4  pa- 
gine a  3  colonne.  Direttore:  Francesco  Mar- 
zano.  Abbonamento:  anno  L.  8:  per  i  con- 
tribuenti della  Camera  L.  4. 

Lecce. 

Cronaca  Salentina.  Giornale  politico,  li- 
berale, amministrativo,  fondato  nel  1882 
dall'avv. Angelo  Lo  Re,  abile  e  provato  gior- 
nalista. Dopo  tre  anni  il  giornale  sospese  le 
pubblicazioni,  ma  le  riprese  nel  1889.  La 
Cronaca  Salentina  esce  ogni  settimana  in 
4  pagine  a  4  colonne;  è  scritta  con  molto 
garbo  ed  è  ricca  d'informazioni,  ciò  che  le 
dà  credito  e  diffusione  nella  provincia.  Il  Lo 
Re,  abilissimo  e  vivace  nella  polemica,  ha 
gran  valore  e  competenza  in  materia  am- 
ministrativa. Abbonamento:  anno  L.  io. 
Un  numero  5  centesimi.  Via  Solferino. 

Lecce. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi,  fondato  il  30  novem- 
bre 1865.  Si  pubblica  ogni  mese  in  fasci- 
coli di  oltre  30  pagine  in-8  "  -  Non  si 
vende  a  numeri  separati  né  fa  abbonamenri. 

Lecce. 

Gazzetta  delle  Puglie.  Giornale  politico, 
amministrativo,  indipendente,  fondato  nel 
188 1  da  Quintino  Napoli,  che  lo  dirige 
tuttora.  Esce  ogni  sabato  in  4' grandissime 
pagine  a  6  colonne.  È  il  giornale  più  dif- 
fuso della  provincia,  perchè  ne  propugna 
con  garbo  i  più  vitali  interessi.  Ha  una 
tiratura  di  1200  a  1600  copie.  Abbona- 
mento: anno  L.  12,  semestre  6  -  Estero: 
anno  L.  18,  semestre  io.  Un  numero  j 
centesimi.  Inserzioni:  i."  pagina  L.  3  la 
linea,   2,"  L.  2,   3."  L.  i,  4."  cent.  20. 

Lecce. 


La  Luce.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, nato  nel  1888.  Esce  ogni  settimana 
in  4  pagine  a  4  colonne.  Direttore  :  Raf- 
faele Castrignanò.  Abbonamento  :  anno 
L.   IO.  Un  numero  5  centesimi. 

Lecce. 

Il  Propugnatore.  Giornale  politico,  am- 
ministrativo, fondato  nel  1860  da  Leo- 
nardo Cisaria,  vecchio  e  onesto  giornali- 
sta (vedi  Giornali  cessati).  Il  Propugnatore 
esce  ogni  lunedi  in  4  grandi  pagine  a  5 
colonne;  è  giornale  liberale  di  sinistra  pura. 
Pubblica  anche  versi,  bozzetti  e  romanzi. 
Abbonamento:  anno  L.  io,  semestre  5. 
Un  numero  5  centesimi.  Via  Tribunali,  33. 

Lecce. 

Il  Rinnovamento.  Giornale  politico,  li- 
berale, nato  nell'ottobre  del  1889.  Esce 
ogni  settimana  in  4  pagine  a  4  colonne  ed 
è  organo  del  Circolo  Democratico.  Diret- 
tore: avv.  Ernesto  Valentini.  Abbonamento: 
anno  L.   io.  Un  numero  5  centesimi. 

Lecce. 

Il  Risorgimento.  Giornale  politico,  am- 
ministrativo, nato  nel  1876.  Fedele  al  pro- 
gramma della  Sinistra  pura,  per  la  quale 
sorse,  esso  propugna  strenuamente  e  leal- 
mente le  idee  del  partito.  Si  occupa  di 
politica,  di  cose  scolastiche,  d'economia, 
di  commercio  e  di  questioni  agricole.  Lo 
dirige  un  garibaldino,  il  cav.  Carlo  Ar- 
righi di  Viareggio,  che  ne  è  anche  pro- 
prietario. Si  pubblica  la  domenica  in  4 
pagine  a  4  colonne.  Il  Risorgimento,  che 
ebbe  momenti  di  vero  splendore,  in  cui  fu 
il  giornale  più  autorevole  e  diffuso  della 
provincia,  tira  ora  dalle  600  alle  900  copie, 
ma  si  mantiene  sempre  giornale  onesto, 
rispettabile  e  rispettoso.  Abbonamento: 
anno  L.  io.  Un  numero  5  centesimi. 

Lecce. 

La  Sentinella.  Giornale  politico,  ammi- 
nistrativo, letterario,  fondato  nel  i88ó.  Si 
pubblica  ogni  settimana  in  4  pagine  a  4 
colonne.  In  politica  è  giornale  d'opposi- 
zione e  si  dice  ispirato  dall'on.  D'Àyala, 
perciò  è  in  continue  polemiche  con  la 
Foce  del  popolo  (vedi).  È  redatto  con  molto 
garbo  e  vivacità.  Fu  diretto  successivamen- 
te da  A.  Valente,  A.  Parabita  e  F.  Ric- 
ciardi. Ora  è  sottoscritto  dalla  Redazione. 


N.  Bernardini — Guida  della  Stampa  periodica  italiana — 51. 


482 


GUIDA  DELLA   STAMPA  PERIODICA   ITALIANA. 


Abbonamento:  anno  L.  7,  semestre  4,  tri- 
mestre 2.  Via  Duomo,  75. 

Taranto. 

Spartaco.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, nato  nel  1887.  Propugna  principii  re- 
pubblicani. Esce  ogni  settimana  in  4  pa- 
gine a  4  colonne.  Direttore  :  Giovanni  Cop- 
pola. Abbonamento:  anno  L.  7.  Un  nu- 
mero 5  centesimi. 

Si  stampa  a  Lecce. 

Gallipoli. 

Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Fondato  nel  i>^76,  contiene 
gli  annunzi  legali  e  si  pubblica  in  16  pa- 
gine, due  volte  alla  settimana.  Si  spedisce 
gratis  ai  sindaci. 

Lecce. 


Il  Vessillo  della  verità.  Periodico  set- 
timanale, religioso,  politico,  amministra- 
tivo, letterario,  nato  il  16  dicembre  1888. 
Esce  ogni  domenica  in  4  pagine  a  3  co- 
lonne. Abbonamento:  anno  L.  9. 

Lecce. 

La  Voce  del  popolo.  Giornale  politico, 
amministrativo,  scolastico,  sociale,  fondato 
nel  1S84.  È  organo  dell'associazione  «  Il 
Risorgimento  Costituzionale  »  di  cui  è 
presidente  l'avv.  Nicola  Lo  Re.  Si  pubblica 
ogni  settimana  in  4  pagine  a  4  colonne. 
Direttore:  Antonio  Rizzo,  maestro  elemen- 
tare. Abbonamento:  anno  L.  io,  seme- 
stre 5,  trimestre  3.  Inserzioni:  50  cente- 
simi la  linea.  Via  Seminario,  4. 

Taranto. 


Giornali  cessati: 

LECCE 

Il  primo  giornale  pubblicato  nella  provincia  di  Lecce  è  il  Giornale  d' Intendenza, 
fondato  nel  1808,  che  con  diversi  titoli  e  formati  dura  ancora  nel  Foglio  periodico 
della  Prefettura,  col  relativo  Supplemento  per  gli  annunci  amministrativi. 

Nel  1820  un  leccese,  Guglielmo  Paladini,  fondò  e  diresse  a  Napoli  un  giornale 
intitolato  il  Censore. 

Nel  1840  nacque  il  Giornale  di  economia  rurale,  che  nel  1868  si  trasformò  in  5o/- 
lettino  dd  Comizio  agrario. 

Nel  1842,  il  dott.  Giovanni  Pagano  e  il  dott.  Aureliano  De  Mitr}-,  fondarono  a 
Napoli  l'Igea  Salentina,  raccolta  quadrimestrale  di  medicina,  che  durò  un  anno  solo. 

Nel  1848  si  ebbero:  il  Folletto  di  Gaetano  Guercia,  settimanale,  molto  dif- 
fuso; l'Eco  del  Salento  di  Beniamino  Rossi,  di  breve  durata  per  l'arresto  e  condanna 
del  suo  direttore  ;  il  Troppo  Tardi,  nato  dopo  il  1 5  maggio  e  redatto  da  Enrico  Lu- 
pinacci,  B.  De  RinalJis,  L.  Tuzzo,  F.  Pisacane,  Duca  Castromediano  ed  altri;  il  gior- 
nale fu  soffocato;  venne  poscia  il  Salentino  diretto  da  Salvatore  Stampacchia  e  fu  su- 
bito soppresso;  fu  sostituito  dalla  Farfalla,  ma.  di  questo  si  ebbe  un  solo  numero;  lo 
stesso  B.  Rossi  pubblicò  per  pochi  numeri  la  fapigia.  Contemporaneamente  si  ebbero 
gli  At'i  del  Circolo  patriottico  salentino  (6  numeri)  e  gli  Atti  del  comitato  provvisorio 
di  salute  pubblica. 

Dal  1849  alla  prima  domenica  di  marzo  del  1854  non  si  ebbero  giornali  in  Lecce; 
in  quel  giorno  appunto  nacque  il  Filosofo  Barba-Bianca,  giornale  scientifico  letterario 
fatto  dal  libraio  Pietro  Parodi,  con  la  collaborazione  dei  migliori  ingegni  della  pro- 
vincia. Il  giornale  durò  circa  due  anni.  Poi  sino  al  1863  non  si  ebbero  altri  giornali. 

Il  primo  a  nascere  fu  il  Dittatore,  bisettimanale,  diretto  da  Salvatore  Morelli,  che 
poi  fu  deputato,  e  Leonardo  Cisaria.  Nel  dicembre  dello  stesso  anno  mutò  titolo  : 
V  Italia  Salentina,  settimanale,  redatta  dagli  stessi.  Dopo  un  anno  di  pubblicazioni  mutò 
nuovamente  titolo,  si  chiamò  il  Salentino,  settimanale,  diretto  dal  Cisaria  soltanto,  che 
nel  1862  lo  soppresse  per  fondare  il  Propugnatore,  che  vive  ancora  (vedi). 

Il  6  aprile  1861  nacque  il  Cittadino  Leccese,  ottimo  e  forte  giornale  moderato  di- 
retto dal  sac.  Enrico  Lupinacci  e  poscia  da  Salvatore  Grande,  entrambi  intelligenti  e 
provati  liberali.  Il  Cittadino  fu  giornale  ufficiale  per  molti  anni;  ebbe  una  grande  influenza 
sulle  sorti  politiche  della  provincia,  ed  una  notevole  diffusione;  ma  dopo  la  rivoluzione 
parlamentare  del  1876,  perdette  la  sua  importanza  e  dopo  un  anno  cessò  le  pubblicazioni. 

Nel  1862  nacque  la  Riforma,  diretta  da  B.  Rossi  e  Giustiniano  Gorgoni;  durò 
fino  all'aprile  del  1863. 

Il  4  agosto  1862  nacque  V Educatore,  politico  settimanale;  ebbe  brevissima  esi- 
stenza; il  15  dicembre  dello  stesso  anno  nacque  l'Eco  del  popolo,  democratico  setti- 
manale; ne  uscirono  pochi  numeri  e  cessò  per  i  sequestri  e  le  persecuzioni  contro  i  re- 
dattori. Poco  tempo  prima  era  vissuto  lo  Scarabeo,  umoristico,  senza  ordine  di  perio- 
dicità, redatto  da  A.  Bernardini,  S.  Sidoti  e  Antonio  Casetti,  che  poi  fu  preside  dd 
liceo  E.  Q,  Visconti  di  Roma  e  provveditore. 


PROVINCIA   DI   LECCE.  483 


Nel  1863  nacque  il  Credente,  giornale  religioso  diretto  dal  sac.  Sante  De  Santis. 
Durò  un  anno  e  cessò  violentemente,  bruciandosene  le  copie  sulla  piazza,  dai  liberali. 
II  2  dicembre  1864  nacque  il  primo  ed  unico  numero  deli'  Italiano  Apostolico,  cat- 
tolico-liberale. 

Nel  1868  nacquero  la  Falce  Fienaia,  giornale  di  agricoltura  e  la  Temi  Salentìna, 
di  giurisprudenza,  diretto  dall'avv.  Guercia.  La   Temi  durò  un  anno. 

Nell'aprile  1870  nacque  il  Diavoletto,  umoristico,  diretto  da  Udalrico  De  Vita; 
ebbe  breve  esistenza;  il  9  maggio  nacque  il  Birichino,  diretto  da  Carlo  Alberto  Cal- 
caterra,  con  caricarure  di  Francesco  Moles;  durò  sino  al  17  settembre.  Nel  1870  nacque 
pure  il  Vulcano,  molto   ben   redatto  dall'avv.  Vito  Magaldi,  ora  sottoprefetto. 

Il  16  agosto  1872  nacque  la  Provincia,  politico  amministrativo,  diretto  dall'avvo- 
cato Angelo  Lo  Re.  Il  giornale  cessò  nel  seguente  anno. 

Prima  però  ch'esso  cessasse  nacque  il  Risveglio,  politico  popolare,  diretto  da  Raf- 
faele Castrignanò.  Il  giornale  ebbe  gran  successo,  molte  polemiche  e  parecchi  sequestri. 

Il  7  febbraio  1873  nacque  la  Nuova  Riforma  diretta  da  B.  Rossi,  settimanale.  Visse 
un  trimestre  soltanto. 

Il  7  marzo  dello  stesso  anno  nacque  la  Voce  del  popolo,  democratico  settimanale, 
che  visse  a  sua  volta  un  trimestre. 

Il  3  aprile  l'avv.  Angelo  Lo  Re  fondò  la  Gaietta  di  Terra  d'  Otranto,  bisettima- 
nale; durò  qualche  tempo,  poi  fu  sospesa,  riapparve  diretta  da  Fedele  Albanese,  gior- 
nalista di  molto  merito  che  fini  a  Roma  miseramente  i  suoi  giorni,  direttore  del  Mo- 
nitore, suicidandosi.  Nel  1875  la  Gaietta  cessò  per  sempre. 

Nell'ottobre  1873  nacque  il  Don  Galeano,  umoristico  satirico,  redatto  da  Lo  Re, 
Sidoti  e  Casetti.  Cessò  nel  gennaio  1874;  rivisse  nello  stesso  mese,  ma  per  altre  mani 
e  con  altro  spirito. 

Il  30  ottobre  1874  nacque  il  Progresso,  organo  dell'on.  Brunetti,  diretto  da  Ar- 
turo Foscarini;  ebbe  un  semestre  di  vita.    ' 

Il  29  agosto  1874  mori  a  Lecce  Giuseppe  Libertini,  patriota  insigne,  cospiratore 
con  Mazzini  e  collaboratore  del  Pensiero  e  Anione  di  Londra,  del  Dovere  di  Genova 
e  della  Roma  del  popolo.  (Vedi  l'articolo  Macini  Giornalista  a  pag.  443.) 

Il  i.°  gennaio  1875  nacque  il  Figaro  leccese,  diretto  da  G.  De  Maria;  durò  solo 
pochi  numeri.  Nello  stesso  anno  nacque  il  Carattere,  diretto  da  Q.  Napoli. 

Sempre  nel  1S75  nacque  il  Menogiorno,  moderato,  settimanale,  ufficiale  per  le 
inserzioni  della  Prefettura,  diretto  da  R.  Castrignanò. 

Nel  1876  si  ebbero  questi  giornali:  lo  Spettatore,  fatto  dall'avv.  Angelo  Lo  Re; 
la  Nuova  Era  politica;  il  Risorgimento,  vivente  (vedi);  il  Pettine,  democratico  spinto, 
fatto  dal  Castrignanò;  la  Palestra,  letterario.  Il  Pettine  visse  sino  al  1879,  trasforman- 
dosi in  una  Vedetta  di  Lecce.  Morta,  risorse  nel  1881,  bisettimanale;  ma  poiché  non 
andava,  il  Castrignanò  la  soppresse  per  ricreare  il  Pettine;  cessato  anche  questo,  creò  la 
Puglia,  la  quale  visse  pochi  numeri. 

Altri  giornali  di  minore  importanza  vissuti  fra  ir77  e '78  furono:  lo  Sprone,  il 
Salento,  V Italia,  la  Speranza  e  l'Educatore  Salentino  che  visse  vari  anni  diretto  dal  pro- 
fessore Giorgio  Castriota. 

Il  i.°  novembre '77  nacque  la  Gaietta  di  Lecce,  liberale  indipendente,  diretta  da 
Ernesto  Valentini;  visse  un  anno  circa. 

Il  13  marzo  1878  nacque  l'Eco  della  z'^rzVà^  cattolico,  ch'ebbe  un  semestre  di  vita. 
Nello  stesso  tempo  un  Delfino,  settimanale  e  il  Ganettino  letterario,  quindicinale,  di- 
retto dal  prof.  Luigi  Tinelli,  uno  dei  valorosi  di  Villa  Glori.  Cessò  nel  1881  (_v.  pag.  99). 

Nel  1880  nsicquQro  la.  Destra,  diretta  dal  prof.  E.  Bicci,  toscano;  visse  un  anno  solo; 
il  Meridionale,  che  si  trasformò  in  Vespa,  umoristico;  sospeso,  fu  ripreso  un  anno 
dopo  e  durò,  con  altra  redazione,  circa  un  altro  anno. 

Il  20  ottobre  1881  nacque  l'Ordine,  diretto  dall'avv.  V.  Macchia  prima,  poi  dagli 
avvocati  Santoro  e  Fagiani.  Il  giornale,  molto  serio  e  ben  fatto,  durò  sino  al  1884. 
Riprese  le  pubblicazioni  nel  1888,  ma  le  sospese  nuovamente  nell'agosto  1889. 

Nel  1882  nacque  la  Sentinella,  democratico,  redatto  da  E.  Spezzaferri  e  T.  Nutricati. 

Tra  il  1880  e  il  1884  vissero:  la  Maestra  educatrice,  il  Consigliere  del  maestro  ele- 
mentare, le  Leggi  finanziarie,  diretto  da  F.  Marzano,  autore  di  un  pregevole  volume 
sulla  scienza  delle  finanze,  stampato  a  Roma;  una  Guida  pei  giuocatori  del  lotto,  tutti 
di  brevissima  durata. 

Nel  i88j  nacque  il  Corriere  di  Lecce  diretto  dal  prof.  Bicci;  durò  circa  due  anni^ 


484  GUIDA    DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Nella  stessa  epoca  nacquero  :  la  Voce  del  popolo,  in  piccolo  formato  e  il  Giusti, 
letterario,  organo  dell'associazione  omonima.  Ebbero  anch'essi  breve  esistenza. 

Nel  1884  nacque  il  Don  Ortensio,  settimanale,  umoristico,  con  pupazzetti,  diretto 
da  N.  Foscarini  e  redatto  dai  più  brillanti  ingegni  giovanili  di  Lecce.  Ebbe  un  suc- 
cesso di  fanatismo,  e  cessò  dopo  un  anno  giusto  in  causa  d'un  duello. 

Il  30  marzo  del  1884  nacque  il  Tribuno,  giornale  d'opposizione,  molto  serio,  di- 
retto da  Francesco  Rubichi,  attuale  deputato  al  Parlamento.  Anch'esso  durò  un  anno. 

Un  tentativo  di  giornale  letterario  si  ebbe  col  Ga^^ettino  della  domenica,  nel  1885. 

Nello  stesso  anno  nacque  il  Pungiglione,  umoristico,  che  visse  sino  al  1888.  Poi 
si  ebbe  il  Ga^-^ettino  di  Lecce,  dell'avv.  S.  Santoro,  con  vita  di  soli  12  numeri;  un  Resto 
del  sigaro,  poHtico  commerciale;  un  Salotto,  letterario,  elegantissimo,  diretto  da  Niccolò 
Foscarini  e  nel  quale  collaborarono  noti  scrittori  italiani;  il  Messapico,  amministrativo, 
letterario;  la  Lotta,  settimanale,  fatta  con  garbo  unico  e  nuovo  per  Lecce,  e  che 
raggiunse  una  diffusione  mai  ottenuta  né  prima  ne  dopo  da  altri  giornali  leccesi;  era 
diretta  dall'avv.  PietroTrinchera,  un  ingegno  vivace,  irrequieto,  fosforescente;  il  Moto, 
repubblicano;  nel  1886  Io  Sciocco,  che  fece  onore  al  proprio  nome. 

Nel  1887  nacquero  la  Coltura  salentina,  letterario,  diretto  da  Vito  Domenico  Pa- 
lumbo;  la  Democrazia,  settimanale;  Don  Limone,  umorìsùco,  settimanale,  illustrato;  il 
Progresso,  politico   settimanale,  organo   dell'on.  Brunetti. 

Nel  1888  nacquero  //  Popolo,  che  doveva  essere  quotidiano,  e  visse  un  sol  numero 
e  un'infehce  Aurora,  settimanale.  Nel  1889  La  Scuola  in  Terra  d'Otranto,  didattico 
quindicinale,  e  un  Sancio  Pania,  settimanale  politico  (i). 

BRINDISI 

—  Giornali  esistiti  dal  1865  al  1875:  la  Nuova  Brindisi,  l'Avvenire  di  Brindisi  (1874), 

il  Corriere  di  Brindisi,  la  Gaietta   di  Brindisi,  il  Giornale  di  Brindisi.  Nel    1868 
fu  fondato  da  G.  De  Roma  il  Brindisi. 

—  L'Eco  di  Brindisi,  amministrativo,  n.  6  maggio  1888;  direttore  G.  Arsenio. 

—  L' Equilibrio,   1 880-1 881,  diretto  da  G.  Arsenio  e  dal   prof.  A.  Tanzarella. 

—  II  Faro,  politico,  evangelico,  quindicinale,  n.  1886;  direttore  G.  Rodio. 

—  La  Luce,  n.  1884  e  diretto  da  G.  Arsenio,  per  incarico  di  un  comitato  progressista. 

—  II  Metro,  n.  1876,  direttore  LoUi.  Visse  circa  3  anni. 

—  Il  Padre  Guardiano,  n.  1876;  un  solo  numero. 

—  Il  Presente,  amministrativo,  letterario,  n.   12  ottobre  1882.- 

—  Lo  Sfaccendato,  settimanale,  di  cose  locali,  fondato  nel  1882,  di  brevissima  durata. 

—  II  Tempo,   1882,  direttore  Luciano  Rubini,  se'timanale;  mutò  titolo  in  Gaietta  di 

Brindisi,  diretta  dal  prof.  G.  Elia,  ma  nel  i8<'^'6  riassunse  il  primitivo. 

—  L'Unione  cittadina,  fondata  nel  1881  da  un  comitato  monarchico-liberale. 

CALIMERA 

—  Hèlios,  letterario,  domenicale,  n.  1889,  direttore  V.  D.  Palumbo;  i  numero. 

CEGLIE  MESSAPICA 

—  La  Scuola  laica,  pedagogico,  settimanale,  n.   1887;  direttore  prof.  G.  Elia.  Q,uesto 

giornale  battagliero  e  diffuso  per  tutta  Italia,  dopo  due  anni  circa  di  brillantissima 
vita,  fu  soffocato  dalle  persecuzioni  dei  clericali. 

GALATINA 

—  La  Falce,  n.  1881. 

—  Sbarbarino,  amministrativo,  locale,  n,   1SS7. 

GALLIPOLI 

—  L'Araldo  gallipolino,  n.  12  maggio  1872,  direttore  E.  Forleo-Casalini;  visse  2  anni. 

—  La  Cingallegra,  settimanale,  n.   1881,  diretto  da  M.  A.  Consiglio. 

^—  Il  Corriere  di  Gallipoli,  n.  nel  1869  ^  diretto  da  Nicola  Cataldi;  visse  un  anno. 

—  Il  Corriere  di  Gallipoli,  n.  1879,  direttore  L.  Forcignanò,  settimanale;  visse  un  anno. 

—  Il  Crivello,  amministrativo,  settimanale,  n.  15  gennaio  1888.  Visse  un  anno. 


(i)  Per  ulteriori  e  più  larghe  notizie,  vedi  il  volume  Giornali  e  Giornalisti  leccesi  di  N.  Bernardini,  Tipo- 
grafia Luigi  Lazzaretti  e  figli  —  Lecce,  z886  —  pag.  514  con  2  tavole  fotografiche. 


PROVINCIA  DI  LECCE.  485 


Il  Gallo,  fondato  il  22  maggio  1862  dal  dott.  Emanuele  Barba,  che  sin  dal  1848 
aveva  cominciato  a  scrivere  sul  Poliorama  pittoresco  di  Napoli,  sul  Peuceta  di  Bari, 
indi  sul  Propugnatore  e  la  Riforma  di  Lecce,  sulla  Colomba  di  Archita  di  Taranto 
e  su  altri  giornali  napoletani  e  leccesi. 

Il  Gallo,  fondato  nel  1875  ^^  Alberto  Consiglio,  segretario  comunale;  visse  2  anni. 

La  Libertà  d' insegnamento  (Gallipoli-Firenze),  n.  1875;  mensile,  scientifico-letterario. 

Il  Lucifero,  n.   1881,  radicale,  diretto  da  Nicola  Patitari,  settimanale;  visse  2  anni. 

Il  Popolo,   1879,  diretto  da  Giuseppe  Gallucci;  506  numeri  di  vita. 

Il  Presta,  organo  del  Comizio  agrario,  n.   1880. 

La  Stregghia,  a.   1884,  diretto  da  G.  Marzo,  settimanale,  amm.  Visse  un  semestre. 

GINOSA 
La  Lega  del  menogiorno,  scolastico,  letterario,  politico,  n.  15  aprile  1883;  direttore 
prof.  D.  Ventura.  Si  stampava  a  Rocca  S.  Casciano.  Cessò  dopo  203  numeri. 

MAGLIE 
Lo  Studente  magliese,  rivista  scolastica  letteraria. 

MARTANO 
La  Forbice,  poligrafato,  n.   1880  (?). 

NARDO 

Lo  Sprone,  settimanale,  n.  1883;  direttore  L.  M.  Persone.  Fu  sostituito  dalla  Ma- 
scella d'asino. 

ORIA 
La  Verità,  mensile,  n.  4  giugno  1884;  direttore  Gennaro  De  Angelis.  Si  stampava 
a  Saluzzo  presso  la  tipografia  Lobetti-Bodoni. 

SAVA 
Il  Cronista,  settimanale,  n.  1876,  direttore  Michele  Schifone;  visse  3  anni. 

TARANTO 
UAmico  del  popolo,   1882,  direttore  G.  Lecito-Bari. 
U Araldo,  1882,  direttore  Michele  Cacace-Maggi. 
Balilla....,  direttore  Gaetano  Piccione. 

La  Colomba  d'Archita,  1866,  direttori  Giuseppe  De  Cesare  ed  E.  Consiglio. 
Corriere  di  Taranto,  1876,  prima  diretto  da  Pupino-Carbonelli,  poi  dall'avv.  D.  Par- 
latane, finalmente  da  Filippo  Ricciardi. 
Don  Chisciotte,   15  ottobre    1883. 
Don  Fiiianicchio,  25  aprile  1885,  ogni  sabato. 

I  Due  Mari,   1881,  direttore  Antonio  Natale. 

V  Eco  dei  due  mari,  1864,  De  Vincenziis  e  Consiglio,  giovedì  e  domenica. 

V  Eco  del  Jonio,  1881,  direttore  Arcangelo  Valente. 
L'Elettore,   1876  e  poi  1882,  direttore  Pupino-Carbonelli. 

II  Fulmine,  1883. 

Gaietta  di  Taranto,  1883,  direttore  Pupino-Carbonelli. 

Galletta  Tarantina,  1878,  direttore  H.  Consiglio. 

Il  Gladiatore,  politico,  settimanale,  n.   1887. 

La  Lotta  elettorale,  novembre  1884. 

La  Luce,  1871,  direttori  G.  De  Cesare  e  F,  Colucci. 

Monitore  tarantino,   1872,  direttori  Luisi  ed  E.  Consiglio. 

Il  Nettuno,  1876,  direttore  Angelo  Solito  De  Solis. 

L'Operaio,  1882,  direttore  Giuseppe  Catapano. 

L'Operaio  tarantino,  1883. 

Paisiello,  1884,  direttore  V^incenzo  De  Noto, 

Il  Peripato,  letterario,  settimanale,  n.  8  maggio  1888,  direttore  E.  Consiglio. 

La  Replica,  1863,  E.  Consiglio  e  De  Vincenziis. 

Il  Rinnovamento,  1882,  direttori  Egidio  Pignatelli,  Filippo  Ricciardi. 

La  Scossa,  1863,  direttore  E.  Consiglio. 


486  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

—  La  Sferra,  1882,  direttore  Nicola   BafE. 

—  La  Sveglia,   1881,  direttore  Ettore  D'Elia. 

—  II  Tara,  1868-70,  direttori  P.  Pupino-Carboaelli  ed  E.  Consiglio,  bisettimanale. 

—  Il  Tarantino,   1869. 

—  La  Tarantola,  187 1,  direttore  P.  Pupino-Carbonelli. 

—  La  Tarantola,  1884,  direttore  Egidio  Pignatelli. 

—  Taras,  politico,  letterario,  settimanale,  n.  io  die.  1887;  direttore  prof.  L.  Veneziani. 

—  La  Tromba,  1882,  direttore  Antonio  Rizzo. 

—  La   Verità,   1881. 

—  Il  Vigile,  1877,  direttore  avv.  F.  A.  Rochira. 


L'UTILITÀ  D'UN  GIORNALE 

0  qual'è  l'utilità  d'un  giornale?  11  giornale  sopralutto  ha  il  privilegio  di  costar 
poco,  e  quando  s'è  finito  di  leggere,  non  si  può  neppur  dire  d'aver  (ulta  builata  via 
la  nostra  moneta,  dacché  ce  ne  serviamo  un'altra  volta  per  altri  usi  e  bisogni.  — 
Se  ne  serve  la  mamma  per  fare  al  suo  bambino  un  cappello  da  carabiniere,  con  0 
senza  pennacchio  importa  poco;  se  ne  servono  le  nostre  sorelle  per  farne  modelli  di 
vesti  e  di  corpeltlni,  se  ne  serve  il  salumaio  per  involtarvi  il  prosciutto,  la  serva  per 
accendere  il  fuoco,  il  conservatore  per  tenere  la  cronaca  dei  tempi;  infine,  che  vo- 
lete? me  ne  sono  servito  anch'io  facendo  all'amore  con  una  signorina.  Le  portavo 
ogni  giorno  il  mio  giornale,  colla  scusa  di  farglielo  leggere;  glielo  consegnavo  sotto 
gli  occhi  severi  del  babbo  0  della  mamma,  e  dentro,  all'angolo  più  remoto,  formalo 
dalle  piegature  della  carta,  vi  andava  sempre  una  letterina  profumala.  Il  giorno  dopo 
me  lo  restituiva,  ed  ero  certo  di  trovarvi  la  risposta. 

Con  cinque  0  dieci  centesimi  che  si  spendono,  ci  si  piglia  il  gusto  di  leggere 
una  mezz'oretta  in  campagna  0  in  città,  passeggiando.  Sopratutlo  in  città,  tanto  per 
darci  l'aria  di  uomini  politici,  anche  a  costo  di  essere  arrotali  0  d'andare  a  battere 
il  naso  nel  petto  d'un  creditore  spietato.  Per  gli  innamorati  poi  è  il  mezzo  più  sem- 
plice, è  il  pretesto  meglio  trovalo  per  stare  fermi  sotto  una  finestra  senza  dar  nel- 
l'occhio alla  gente  che  passa. 

Nessun  opuscolo,  nessun  libro,  nessun  lavoro  tipografico  può  darvi  la  stampa 
così  fresca  come  il  giornale.  E  De  Amicis  li  ha  descritti,  e  voi  li  avete  provali,  i 
godimenti  che  si  hanno  a  sentir  l'odore  dell'inchiostro.  Certe  volte  ci  vien  dato  il 
giornale  eh' è  umido  ancora,  anzi  addirittura  bagnalo.  Ve  lo  danno  i  monelli  lascian- 
dovi su  l'impronta  delle  loro  cinque  dita,  poco  pulite,  0  le  giornaliste  che  stanno 
allo  spaccio,  e  le  quali  conoscono  benissimo  che  il  giornale  da  loro  voi  lo  comprate 
per  un  pretesto,  mentre  il  sorriso  che  vi  rivolgono  è  difalti  il  vostro  fine.  Un  gior- 
nale ed  un  sorriso  per  un  soldo! 

Ma  non  basta.  Ancora  non  si  conosce  un  mezzo  che  dia  da  vivere  a  tanlì,  quanto 
il  giornale.  Vi  campa  su  un  mezzo  mondo:  i  fabbricanti  di  carta  e  di  tipi,  i  proti, 
gli  stampatori,  gli  scrittori,  gli  editori,  gli  artisti,  i  rivenditori  e  i  negozianti  d'ogni 
genere  e  specie.  Quanti  sono  stali  infalli  e  quanti  saranno  coloro  che  alla  vigilia  d'un 
lenimento  avendo  la  merce  a  perire  nelle  loro  botteghe  e  prossimi  a  una  spaventosa 
rovma,  si  son  salvali  0  si  salveranno  mercè  due  righi  di  reclame,  fatti  nella  terza  0 
quarta  pagina  d'un  giornale. 

E  notate  che  a  leggere  il  giornale  non  si  fa  soltanto  la  conoscenza  degl'indu- 
striali del  paese  e  dei  loro  prodotti,  ma  anche  gli  uomini  grandi,  gli  uomini  illustri 
ed  eminenti  e  di  cui  forse  non  sapevamo  neppure  il  nome,  ci  passano  davanti  col 
libro  della  vita  aperto  per  farsi  vedere  e  giudicare  da  noi.  Prefetti,  deputati,  sena* 
tori,  ministri  di  Stato,  presidenti  di  repubbliche,  re,  imperatori,  si  passano  tutti  a 
rassegna. 


l'utilitI  d'un  giornale.  487 

Talvolta  avviene  che  in  questa  folla  di  gente  si  trovino  le  nostre  simpatie,  quelli 
a  cui  stringeremmo  volentieri  la  mano  ed  altri  a  cui  volentieri  scaglieremmo  contro 
un  mondo  di  vituperi.  Intanto  coma  se  quegli  uomini  si  vedessero  e  si  sentissero 
davvero,  tutti  vestiti  di  gala,  rabescati  di  fregi  d'oro,  radianti  di  luce  si  presentano 
a  voi  tra  le  righe  apologetiche  d'un  articolo  di  fondo  o  poveri  annichiliti  e  rannicchiati 
per  la  vergogna  tra  una  virgola  e  l'altra  della  cronaca  nera. 

Con  un  giornale  alla  mano  voi  potete  benissimo,  anche  malgrado  la  vostra  pu- 
sillanimità, andare  sopra  un  campo  di  battaglia  o  in  un  paese  infetto  dall'epidemia, 
contare  i  morti  e  i  moribondi,  i  feriti  e  i  premiati  al  valore. 

Oh!  che  cosa  non  è  un  giornale!  Le?gendo  un  giornale,  qua  vedete  uno  che 
commette  un'indiscrezione,  là  assistete  ai  bisbigli  di  un'anticamera  e  da  questo  passate 
all'esame  d'una  nuova  macchina  inventala,  d'un  nuovo  pianeta  scoperto.  Entrate  in 
un  ospedale  per  ammirare  e  ringraziare  una  signora  che  ha  fatto  un'opera  pia,  uscite 
di  là  e  v'imbattete  in  un  viottolo  oscuro  ove  il  pugnale  dell'assassino  ha  attentato 
alla  vita  d'uà  uomo  onesto. 

Entrate  in  Parlamento  senza  essere  deputato,  sedete  nel  Senato  senz'essere  se- 
natore, andate  a  sentire  un  dramma  nuovo  ai  teatro,  e  trovate  chi  ha  pagato  per 
voi  il  biglietto  d'ingresso.  Giudicate  un  libro  senza  esservi  dato  la  pena  di  comprarlo 
e  tanto  meno  di  leggerlo.  Correte  a  zonzo  pel  mondo  fra  i  dispacci  della  Stefani 
senza  muovervi  di  casa,  anzi  qualche  volta  restando  proprio  a  letto.  Assistete  ad  una 
festa  da  ballo  senza  aver  avuto  bisogno  di  m.ettervi  in  marsina  e  cravatta  bianca;  ri- 
cevete il  campionario  dei  caratteri  per  i  biglietti  da  visita  senza  averlo  domandato. 
Si  dà  una  notizia  e  si  trova  già  chi  ha  fatto  per  voi  i  commenti.  Vostra  moglie  è 
assente?  e  voi  col  bollettino  meteorologico  ^lle  mani  potete  giudicare  se  sia  rimasta 
a  casa  o  sia  andata  a  passeggiare  al  sole.  Se  vi  scrive  che  è  uscita  e  eh' è  andata 
la  sera  in  piazza  o  al  pubblico  giardino  a  sentire  il  concerto,  voi  già  sapete  i 
pezzi  musicali  che  si  son  suonati,  senza  che  lei  si  sia  data  la  pena  di  notarveli.  Avre- 
ste pagato  Dio  sa  che  per  saperlo,  e  gratuitamente  invece  vi  viene  indicato  il  luogo, 
il  giorno  e  l'ora  per  andare  a  caccia.  Volete  fare  un'escursione  alpina  e  trovate  chi 
vi  accompagna.  Volete  avventurarvi  in  imprese  anche  più  balde,  volete  farvi  gli  sco- 
pritori di  nuove  terre  e  troverete  sempre  chi  vi  guidi.  Al  ritorno  se  siete  stanchi  e 
avete  bisogno  di  riposarvi  e  ricrearvi,  sedete  a  tavolino  e  vi  fate  una  partita  a  scac- 
chi con  un  avversario  ignoto.  Se  la  partila  è  andata  a  male,  il  giornale  vi  offre  un 
altro  mezzo  di  svago  e  di  divertimento:  c'è  una  sciarada  a  premio,  un  logogrifo, 
un  indovinello,  un  rebus  da  risolvere;  e  a  non  risolvere  nulla,  risolvete  sempre  però 
il  problema  di  passar^  il  tempo  utilmente  e  allegramente. 

Won  vi  dico  poi  quanto  sia  utile  ciò  a  tutti  coloro  che  vivono  in  provincia,  nei 
piccoli  paesi,  in  borgate  poverissime,  lontani  da  ogni  avvenimento,  da  ogni  civiltà, 
da  ogni  progresso.  Il  giornale  in  questo  caso  fa  da  filo  elettrico,  mettendo  in  comu- 
nione una  misera  catapecchia  con  quanto  accade  nel  mondo  incivilito.  Chi  vive  nei 
piccoli  paesi  e  si  associa  a  un  giornale,  aspetta  poi  l'ora  della  posta  con  maggior 
desiderio  che  se  fosse  quello  del  desinare.  Si  va  alla  posta  e  non  si  prova  il  rossore 
di  tornare  a  c^sa  colle  mani  vuote,  passando  fra  una  folla  di  gente  che  apre  gior- 
nali, rompe  il  sigillo  a  una  lettera  o  sfascicola  un  libro  nuovo. 

A  poco  a  poco  il  giornale  a  cui  siamo  abbonati  entra  nel  numero  delle  cose 
necessarie  della  nostra  casa.  Cominciamo  a  pigliarvi  affezione,  l'aspettiamo  con  ansietà, 
lo  leggiamo  con  interesse  e  lo  preferiamo  a  qualunque  altro  giornale,  a  qualunque 
altra  lettura. 

Se  tutta  la  stampa  periodica  del  regno  dà  una  notizia,  non  ci  si  crede;  aspet- 
tiamo che  il  nostro  giornale  ce  la  convalidi,  perchè  nessun  altro  giornale  è  me- 
glio informato  del  nostro,  il  più  autorevole,  il  più  accreditato,  il  più  bene  scritto 
dei  giornali. 

Dopo  un  certo  tempo  crediamo  perfino  di  conoscerne  i  redattori  uno  per  uno, 


488 


GUIDA   DELLA   STAMPA  PERIODICA   fTÀLIANA. 


senza  averli  mai  visti.  E  vogliamo  loro  bene  come  a  fratelli.  Se  a  qualcuno  di  quelli 
capita  qualche  iattura,  un  duello  per  esempio,  noi  ce  ne  interessiamo  vivamente,  e 
a  seconda  delle  sciabolate  che  dà  o  riceve,  noi  sorridiamo  di  soddisfazione  o  ci  ad- 
doloriamo precisamente  come  se  quelle  sciabolate  l'avessimo  date  o  ricevute  noi  altri 
in  persona. 

Si  viaggia?  ed  allora  è  un  altro  piacere  che  ci  procura  il  giornale,  un  piacere 
di  genere  tutto  nuovo.  Si  passa  per  qualche  stazione  p'-incipale  e  si  stende  il  braccio 
dallo  sportello  del  vagone  per  comprare  il  giornale  —  non  il  nostro  giornale  —  ma 
un  giornale  qualunque,  magari  un  giornale  di  provincia,  tanto  per  aver  che  leggere 
durante  il  viaggio.  Lo  leggiamo  lutto  da  capo  a  fondo,  dai  prezzi  d'abbonamento  fino 
all'ultimo  avviso  della  quarta  pagina.  Leggiamo  perfino  l'appendice,  uno  squarcio  di 
romanzo,  che  per  noi  non  ha  avuto,  né  avrà  forse,  ne  capo  né  coda,  nonpertanto 
noi  continuiamo  a  leggere,  mentre  la  signora  che  ci  sta  dirimpeito  si  strugge  dalla 
voglia  di  saper  da  noi  qualche  notizia,  e  suo  marito  che  le  siede  vicino,  tanto  per 
contentarla,  ci  fa,  timido  timido,  qualche  domanda,  e  noi  gli  si  risponde  con  un  tono 
da  deputato,  finché  comincia  a  parlare  anche  la  signora,  e  altre  domande  e  altre  ri- 
sposte SI  avvicendano  e  s' impegna  cosi  una  bella  questione....  galante. 

Riassumendo  :  il  giornale  dunque  é  utile  a  tutti  e  in  tutte  le  circostanze  della 
vita.  Per  l'uomo  pratico  esso  serve  per  lettura,  per  involgere  ciò  che  compra,  per 
procurare  una  distrazione  alla  suocera  che  patisce  di  nervi;  per  metterlo  sotto  ai  tap- 
peti se  è  ricco,  o  rimpiazzare  i  vetri  e  la  tovaglia  della  tavola  da  pranzo  se  è  povero; 
ma  ricchi  e  poveri  si  servono  tutti  del  giornale  in  certi  momenti  quotidiani  della  vita. 
Se  il  giornale,  generalmente  parlando,  è  utile,  in  quei  momenti  diventa  indispensabile. 

Giuseppe  Elia 


GRANDE  FABBRICA  NAZIONALE  DI  MACCHINE  TIPOGRAFICHE 

NORBERTO  ARBIZZONI,  MONZA 

Premiato  anche  dal  R.  Miaistero  d'Agricoltura,  Industria  e  Commercio 


Hacchins  Rotative  per  Carta  Continua  ed  a  Reazione  per  Giornali. 
W^  Vedi  Avviso  speciale  a  pag.  16 


PROVINCIA  DI  LIVORNO 


Tiiumero   dei   Comuni:    5  —  Popolazione:    121,612  — ■  Superficie: 
Pelloux,  Meyer. 


K.  q.    343  —  'Deputati   della   provincia: 


Corriere  mercantile.  Giornale  commer- 
ciale, agricolo,  nato  nel  1857.  Nel  1866  si 
trasferì  a  Firenze,  dove  si  pubblicò  fino 
al  1884,  epoca  in  cui  ritornò  a  Livorno. 
Esce  2  volte  la  settimana.  Direttore:  Esi- 
sto Pasquali.  Abbonamento:  anno  L.  io; 
semestre  5.  Un  numero  centesimi  30.  Al 
giornale  è  annessa  un'agenzia  farmaceu- 
tica. Via  S.  Francesco,  17, 

Livorno. 

La  Gazzetta  livornese.  Giornale  poli- 
tico, letterario,  commerciale,  quotidiano, 
fondato  nel  1873.  Si  occupa  molto  di  cose 
commerciali  e  marittime,  però  le  2  prime 
pagine  sono  dedicate  alla  politica.  Lo  di- 
rige Giuseppe  Bandi,  garibaldino  del  1866. 

La  Gaietta  è  giornale  moderato  non 
senza  avere  avuto  degli  amori  con  la  si- 
nistra, e  anzi  il  Bandi  fu  portato  una  volta 
anche  candidato  a  deputato  coi  radicali.  Si 
pubblica  la  mattina  alle  8  e  fa  due  edi- 
zioni; 4  pagine  grandi  a  6  colonne.  Tira- 
tura 1500  copie.  Abbonamento:  anno  L.  36, 
semestre  i8,triraestre  lO.Via  degli  Elisi,  19. 

Livorno. 

Nuova  rivista  degli  scacchi.  (Vedi  pro- 
vincia di  Roma.) 


La  Pratica  legale.  (V.  provincia  di  Bolo- 
gna. Si  stampa  a  Livorno  dall'editoreVigo.) 

Il  Popolano.  Giornaletto  politico,  ammi- 
nistrativo, fondato  nel  1886.  Si  pubblica 
il  giovedì  e  la  domenica  in  4  pagine  a  3 
colonne.  Tiratura  2500  copie.  Direttore: 
avv.  Bracci.  Abbonamento:  anno  L.  12, 
semestre  e  trimestre  in  proporzione.  Un 
numero  centesimi  io.  Via  Vittorio  Ema- 
nuele, 66. 

Livorno. 

Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Organo  ufficiale  per  gli  atti 
ammmistrativi  e  gli  annunzi  legali,  nato 
nel  1876.  Esce  due  volte  la  settimana  in 
un  numero  variabile  di  pagine. 

Livorno. 
■  Il  Telegrafo.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, mdipendente,  della  sera,  fondato 
nel  1877.  Si  pubblica  quotidianamente  in 
4  pagine  piccole  a  4  colonne.  Lo  dirige 
Giuseppe  Bandi,  che  è  anche  direttore  della 
Gaietta  livornese  (vedi).  Redattore:  Ra- 
veggi.  Tiratura  2000  copie  Abbonamento: 
anno  L.  17,  semestre  9,  trimestre  4,50. 
Via  degli  Elisi,  19,  terreno. 

Livorno. 


Criornali  cessati: 

L'Albo  dei  Fanciiilìi,  didattico,  quindicinale,  n.  1884. 

L'Amico,  organo  degl'impiegati  ferroviari,  n.  25  marzo  1880. 

La  Battaglia,  politico,  settimanale,  n.   1887. 

La  Bimba,  umoristico,  n.  4  maggio  1873,  direttori  Carlo  Angelini  e  G.  Cappelli. 

La  Bolla  di  sapone,  umoristico,  n.   1871. 

Bollettino  della  Società  Ginnastica  Fen:^i,  n.  1882. 

11  Caffè,  gaiiettino  livornese,  n,   1873,  direttore  avv.  Ettore  Toci, 

La  Campana,  democratico,  n.   1873,  direttore  C.  Formichini. 

Il  Commercio  di  Livorno,  quotidiano,  n.   1883,  direttore  Giacomo  Salmoni. 

Corriere  dell'Elba,  n.  1874,  a  Portoferraio,  direttore  C.  Cestari. 

Il  Cri- Cri,  umoristico,  illustrato,  n.   1877. 

La  Critica,  teatrale,  settimanale,  n.  1879,  direttore  Carlo  Ferrigni. 

Cronaca  minima,  letterario,  artistico,  settimanale,  n.   1887. 

Cronaca  rosa,  artistico,  letterario,  n.  1882,  direttore  Dario  G.  Rossi. 

Il  Democratico,  n.  11  maggio  1879,  settimanale. 

La  Domenica,  cattolico,  n.  1887  a  Livorno;  cessò  nel  1889. 

L'Eco  del  Tirreno,  indipendente,  trisettimanale,  1870-71. 

Eco  di  Livorno,  teatrale,  n.   1873. 

Il  Fanale,  politico,  quotidiano,  n.  1885. 

Il  Fiammijero,  umoristico,  n.  1888;  direttori  V.  Matteucci  e  M,  MoraÌ3. 

Francesco  Domenico  Guerra\ii,  letterario,  n,  1887,  direttore  Oscar  Bassano, 


490  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

—  Frou-Frou,  teatrale,  n.   1875. 

—  Gazzetta  finanziaria,  settimanale. 

Il  Guitarrero,  teatrale,  n.  1885,  direttore  A.  Toccafondi,  che  fondò  pure  un  Baiar  do. 

U Indicatore  livornese,  n.  1830,  direttore  Guerrazzi.  (Vedi  l'articolo  Ma^:(i«i  giorna- 
lista, a  pag.  443.  U  Indicatore,  attraverso  varie  trasformazioni  e  sospensioni  visse  fino 
al  1880.  Negli  ultimi  anni  era  giornale  socialista  dei  più  spinti,  diretto  da  Cesare 
Parrà.  Sofferse  molti  processi  per  ofìese  al  Re  e  alla  Regina. 

—  U Inflessibile,  democratico,  n.  1848,  direttore  Guerrazzi. 

—  V  Isola  d'  Elba,  settimanale,  n.   1880,  a  Portoferraio;  direttore  ing.  Giulio  PuUè. 

—  LHture  educative,  mensile,  n.   1880,  direttore  Francesco  Pera. 

—  Magazzino  toscano  d' istruzione  e  di  piacere,   1754,  Livorno,  Santini  editore. 

—  11  Mare,  letterario,  mensile,  n.   1S73. 

—  La  Margherita,  letterario,  n.   1879. 

—  Il  Momento,  n.   1S75  a  Pisa,  d'onde  si  trasferi  a  Livorno. 

—  Momo,  umoristico,  illustrato,  n.  16  marzo  1873,  direttore  Orazio  Girardi. 

—  Il  Moscone,  settimanale,  n.  2  settembre  1877. 

—  L'Onda,  settimanale,  n.   1889  a  Savignano,  direttore  Francesco  Legni. 

—  Ondina,  letterario,  n.  1883,  direttori  Ezio  Cappelli  ed  Emilio  Frediani. 

—  Il  Preludio,  organo  del  «  Nucleo  repubblicano  giovanile  »,  n.  3  novembre    1878, 

—  La  Provincia  di  Livorno,  settimanale,  n.  1887;  ces'^ò  nel  1888. 

—  Il  Reduce,  mensile,  n.  1883,  direttore  G.  Serraglini. 

—  La  Rondine,  politico,  letterario,  bisettimanale,  n.   1877,  direttore  Stefano  Bottazzi. 

—  La  Settimana  religiosa,  n.  1878  a  Livorno. 

—  Il  Sorriso,  letterario,  n.   188 1,  direttore  Ettore  Cheli. 

—  La  Speranza,  letterario,  litografato,  n.   1881. 

—  La  Stenografia,   io  volte  all'anno,  n.  1872,  direttore  Giovanni  Degani. 

Il  Telefono,  politico,  quotidiano,  n.   1881,  direttore  Agnoletti:  cessò  nel  1886. 

—  Il  Tirreno,  politico,  n.   1884,  direttore  Angelo  Consegli,  già  direttore  del  Telefono. 

—  Tuffolina,  gazzettino  estivo,  a.   1883,  redatto  da  E.  Cappelli  ed  E.  Frediani. 

—  L'  Unione,  elettorale,  n.   1889. 

—  La   Varietà,  n.   1S88,  settimanale,  direttore  L.  Gandolfì. 

—  Il   Vessillo,  n.   1887;  mutò  titolo  in  Indicatore  livornese. 

Corrispondenti  livornesi: 
Della  Tribuna  e  del  Don  Chisciotte  di  Roma:  Prof.  Vittorio  Matteucci. 
Del  Messaggero  di  Roma  e  del  Secolo  di  Milano:  Carlo  Ferrini. 
Della  Gazzetta  Piemontese  di  Torino:  Cap.  Raveggi. 

Dei  Corriere  della  Sera  di  Milano  e  del  Fanfidla  di  Roma:  Uberto  Guidotti. 
D dì' Epoca  di  Genova:  Arturo  Fornaciari. 

I  Giornali  d'Arte 

Un  giornale  dedicato  esclusivamente  alle  arti,  non  porterebbe  quegli  utili  che  si 
crede,  per  la  semplice  ragione  che  non  sarebbe  letto  da  nessuno,  neppure  dagli  artisti. 
È  nel  pubblico  che  bisogna  inspirare  amore,  interesse  per  l'arte  come  per  la  lettura. 
Perciò  a  nulla  giovano  giornali  nuovi  e  speciali  che  devono  essi  stessi  andare  in  cerca 
di  lettori;  ma  gioverebbe  assai  che  quelli  che  hanno  già  un  pubblico,  avessero  perio- 
diche rassegne  di  letteratura  e  d'arte,  scritte  sempre  da  uno  stesso  autore.  L'appen- 
dice teatrale  introdotta  regolarmente  da  qualche  anno  sui  fogli  quotidiani,  ha  finito 
coir  interessare  il  paese  al  teatro  italiano  e  col  far  nascere  qualche  nuovo  autore.  Oggi 
nessun  giornale  fa  a  meno  della  sua  appendice  teatrale;  perchè  non  potrebbe  intro- 
dursi regolarmente  l'appendice  letteraria  e  l'appendice  artistica?  Ciò  crea  la  vita,  il 
movimento,  l'interesse;  scrittori  ed  artisti  hanno  bisogno  che  si  parli  di  loro  inces- 
santemente, bene  0  male  —  ma  che  si  parli.  —  E.  Treves. 

Il  codice  pone  questo  solo  limite,  sostanziale,  alla  indipendenza  del  pensiero  e  della  parola;  il  rispetto  alla 
legge  che  i  più  hanno  riconosciuta  giusta  ed  accettata. 

Le  offese  al  re,  sono  punite  sempre  perchè  egli,  in   ogni    istante,  rappresenta  lo  Stato,  lo  personifica. 

Le  ofifese  ai  pubblici  funzionari  sono  invece  punite  soltanto  in  quanto  riguardano  l'esercizio  della  loro 
autorità,  il  momento  -  cioè  a  dire  -  in  cui  sono  gli  esecutori  della  legge,  i  rappresentanti  dello  Stato. 

Tranne  le  violenze  di  sostanza  e  di  forma  contro  il  re,  i  pubblici  funzionari  e  contro  le  istituzioni  sulle 
quali  personalmente  essi  vigilano,  tutto  deve  essere  ed  è  lecito  di  dire,  di  stampare,  di  far  sentire,  comunque, 
fX  pubblico,  perchè  tutto  il  resto  appartiene  alla  scienza  e  alla  coscienza  dei  cittadini. 


PROVINCIA  m  LUCCA 


'Kjuntero  dei  Comuni:  23  —  'Popoìaiione:   284,484  —  Superficie:    K.  q.   1,410  —  'Deputati   delia  provincia: 
Mordini,  Martini  F.,  Luporini,  Giovannini,  Pierotti. 


L' Eco  del  Serchio.  Giornaletto  politico, 
amm.,  fondato  nel  i«So.  Esce  ogni  settima- 
na in  4  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  6. 

Barga. 
L'Esare.  Giornale  cattolico  per  gl'inte- 
ressi locali,  fondato  il  24  dicembre  1886. 
Esce  il  mercoledì  e  il  sabato  in  4  pagine, 
formato  0,27x0,18.  Redattore  responsa- 
bile; Bernardino  Pieroni.  Abbonamento: 
anno  L.  3.  Un  numero  e.  2.  Via  S.  Chiara,  3. 

Lucca. 
Il  Figurinajo.  Giornale  politico  illustra- 
to, nato  nel   1(^89,  redatto  da  giovani. 

Lucca. 
Il  Fulmine  Secondo.  Foglio  popolare, 
politico,  amministrativo,  fondato  nel  1873. 
Si  pubblica  mercoledì  e  domenica  in  4 
pagine  a  3  colonne.  Tiratura  800  copie. 
Nel  1883  il  direttore  del  Fuìmine  fu  gra- 
vemente percosso  sulla  pubblica  via.  Ri- 
portò tre  ferite  al  capo.  Abbonamento  : 
anno  L.  7,  semestre  3,50  -  Estero:  anno 
L.  15,  semestre  7,50.  Via  della  Dogana,  1. 

Lucca. 


L'Imparziale.  Foglio  indipendente  dì 
Valdinievole,  nato  il  i.°  gennaio  1890. 
Esce  ogni  venerdì  in  4  pagine  a  3  colonne. 
Direttore:  Raffaello  Del  Vaso.  Un  numero 
centesimi  5.  Via  Orlandi,  18. 

Pescia. 

L'Indipendente.  Giornale  politico,  am- 
ministrativo, nato  nel  1886.  Esce  ogni  set- 
timana in  4  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  5.  Un  numero  5  centesimi. 

Lucca. 

La  Provincia  di  Lucca.  Giornale  poli- 
tico, amministrativo,  fondato  nel  1870.  Si 
pubblica  ogni  settimana  in  4  pagine.  Tira 
600  copie.  Abbonamento:  anno  L.  8.  Un 
numero  5  centesimi. 

Lucca. 

Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Organo  ufficiale  per  la  pub- 
blicazione degli  atti  amministrativi  ed  an- 
nunzi legali,  fondato  nel  1876.  Si  pubblica 
2  volte  la  settimana  in  4  pagine.  Abbo- 
mento:  anno  L.   10. 

Lucca. 


Giornali  cessati: 

—  V Agricoltore,  n.  1865,  a  Lucca,  direttore  Carlo  Puccinelli. 

—  L'Ancora,  settimanale,  n.   1882  a  V'iareggio. 

—  L'Ape,  agricolo  bimensile,  n.   1882  a  Pescia,  direttore  Giuntino  Giuntini. 

—  L'Aurora,  di  Viareggio,  cessò  nel  1883. 

—  Corriere  di  Valdinievole,  settimanale,  n.  1879  a  Pescia. 

—  Cronaca  estiva,  settimanale,  n.   i888  a  Pescia. 

—  Il  Destino,  politico,  n.  1889,  a  Pescia. 

—  Il  Fedele,  cattolico,  n.  1872,  a  Lucca;  direttore  cav.  Michele  Barsotto. 

—  La  Frusta,  indipendente,  n.   1888  a  Pescia,  direttore  R.  Del  Vaso. 

—  La  Galletta  di  Lucca,  democratico,  settimanale,  n.  1882, 

—  Il  Giardinetto,  cattolico,  settimanale,  di  Camajore. 

—  Lo  Jatrico,  mensile,  n.   1887  a  Pescia. 

—  La  Luce,  amministrativo,  settimanale,  n,  1885  a  Pescia. 

—  La  Nievole,  liberale,  settimanale,  n.  1884. 

—  La  Nuova   Valdinievole,  di  Pescia,  cessò  nel  1883. 

—  Il  Progresso,  politico,  settimanale,  n.  1876  a  Lucca. 

—  La  Ragioneria,  mensile,  n.  1887,  direttore  Aditeo  Tarchiani. 

—  Il  Tirreno,  di  Viareggio,  cessò  nel  1883. 

—  Il  Tordo,  amministrativo,  n.  1885  a  Montecarlo. 

La  stampa  e  la  suocera 

In  un  banchetto  datosi  a  Kew  York  un  giornalista  americano,  rispondendo  ad  un  toast  fatto  alla  stampa 
paragonò  quest'ultima  nientemeno  che....  ad  una  succerai 

«  La  stampa,  diss'egli,  ha  nella  vita  pubblica  la  stessa  posizione  della  suocera  nelle  famiglie.  Tutti  la  te* 
mono;  ma  nessuno  l'ama,  bino  a  che  essa  approva  è  rispettata,  ma  quando  comincia  a  biasimare,  ttltti  si  met- 
tono d'accordo  nello  stesso  desiderio:  il  diavolo  si  porti  la  suocera!...» 


PROVINCIA  DI  MACERATA 


Numero   dei    Comuni:    54  —  Popolazione:    239,713  —  Superficie:    K, 
Zucconi,  Costa  A. ,  Lazzarini,  Luzi,  Lunghini. 


I-  2,777  —  Deputati   della   provincia  i 


L'Appennino.  Periodico  amministrati- 
vo, letterario,  locale,  nato  il  i.°  ncem- 
bre  1875.  Si  pubblica  cjai  io  giorni  in  4 
pagine  a  2  colonne  con  illustrazioni.  Di- 
rettore: prof.  Aristide  cav.  Conti.  Tiratura 
1000  copie.  Abbonamento:  anno  L.  5.  Un 
numero  e.  25.  Piazza  Agnolo  Camerte. 

Camerino. 

CMenti  e  Potenza.  Giornale  politico, 
amministrativo,  nato  nel  1886.  Esce  quando 
può  in  4  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  4. 
Un  numero  20  centesimi. 

Camerino. 

L'  Eco  dei  commercianti.  Giornale  am- 
ministrativo e  di  cronaca  locale,  nato  nel 
1887.  Esce  2  volte  al  mese  in  4  pagine. 
Abbonamento:  anno  L.  3.  Un  numero  5 
centesimi. 

Macerata. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi,  fondato  nel  1865.  Esce 
ogni  mese  in  24  pagine,  e  si  distribuisce 
gratuitamente  ai  sindaci,  pretori,  ecc. 

Macerata. 

Il  Monitore  liturgico.  Periodico  eccle- 


siastico, fondato  il  l."  gennaio  1887.  Ha  per 
motto  :  Audi  Israel  coeremonias  atque  judi- 
cia,  quae  ego  loqiior  in  auribus  vestris  ba- 
die: discite  ea  et  opere  compiete  (Dauter. 
cap.  V,  vers.  I.).  Si  pubblica  il  i."  e  il  15 
d'ogni  mese  in  fascicoli  di  16  pagine  in-8.° 
Direttore:  sac.  Aristide  Gasparri.  Abbona- 
mento :  anno  L.  3,50.  Piazza  S.  Giorgio. 

Macerata. 

Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Fondato  nel  i'^76,  serve,  alla 
inserzione  degli  annunzi  legali.  Si  pub- 
blica 2  volte  la  settimana  in  fascicoli  da 
una  a  8  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  14. 

Macerata. 

Il  Vessillo  delle  Marche.  Giornale  po- 
litico, amministrativo,  letterario,  fondato 
nel  1863.  Esce  ogni  settimana  in  4  pagine 
a  3  colonne.  Tiratura  800  copie.  Direttore: 
Antonio  Bevilacqua. 

Abbonamento:  anno  L.  7,50,  semestre 
4,50  -  Estero:  anno  L.  io.  Un  numero 
10  centesimi.  Inserzioni:  3.*  pagina  30  cen- 
tesimi la  linea,  4.'  pagina  20  -  Comuni- 
cati 0,15  la  linea.  S.  Maria  della  Porta,  31. 

Macerata . 


Giornali  cessati: 

—  U. Ateneo  Maceratese,  letterario,  n.  1888  a  Macerata. 

—  Bollettino  della  Società  Eustachiana,  medico,  n.   1885  a  Camerino. 

—  Bollettino  del  Comizio  Agrario,  mensile,  n.   1868  a  Camerino. 

—  Bollettitto  di  numismatica  e  sfragistica,  di  Camerino,  direttore  Can.  Milziade  Santoni. 

—  Cronaca  marchigiana  di  sciente  lettere  ed  arti,  bimensile,  n.   1876  a  Camerino. 

—  U  Eco  del  Chienli,  amministrativo,  trisettiraanale,  n.  1888  a  Tolentino. 

—  U  Educatore,  democratico,  settimanale,  n.   1879  ^  Macerata. 

—  L' Educatore  del  popolo,  democratico,  n.  3  luglio  1847  a  Macerata. 

—  Francesco  Filelfo,  di  pubblicità,  n.   1887  a  Tolentino. 

—  La  Gaietta,  amministrativo,  trimensile,  n.  1887  a  Recanati. 

—  Le  Marche  e  V  Umbria,  mensile,  n.   1868  a  Camerino,  direttore  Luigi  Morandi. 

—  La  Montagna,  raiicale,  n.  1889  a  Camerino,  direttore  Dario  Gengarelli. 

—  Il  Progresso,  socialista,  n.   1885  a  Sarnano. 

—  La  Rivista  Misena,  n.  1878  a  Sinigaglia  (Ancona).  Mutò  titolo  nel   1881  in  Rivista 

Picena,  stampandosi  a  Camerino,  direttore  prof.  Alfredo  Margutti. 

—  La  Vedetta,  democratico,  settimanale,  n.  1877  a  Camerino,  direttore  G.  Tarlazzi. 

X 
Antiche  Gazzette  Marchigiane 

Il  prof.  Antonio  Gianandrea  nella  Xuoi'a  Rivista  Misena  di  Arcevia  (Ancona)  si  è 
occupato  diffusamente  delle  antiche  gazzette  deli'  Umbria  e  delle  Marche,  possedute  dalla 
Biblioteca  Planettiana  di  Jesi  (vedi  pag.  261). 

Queste  gazzette,  raccolte  la  34  buste,  vanno  dal  1655  al  1723,  Fra  esse  ve  n'ha 


PROVINCIA   DI   MACERATA.  493 

5  di  Foligno  di  diversi  editori,  due  delle  quali  contemporanee,  una  di  Todi,  una  di 
Spoleto,  una  di  Assisi,  una  di  Spello,  una  di  Terni,  ricordate  dal  dottor  Antonio  Man- 
ciuelli  nel  suo  bel  lavoro:  «  La  Stampa  neW  Umbria  e  la  R.  Tipografia  di  Feliciano 
Campitela  di  Foligno  »,  Poi  ve  ne  sono  3  d'Ancona,  una  delle  quali  anteriore  al  se- 
colo XVIII  e  due,  contemporanee,  del  primo  quarto  del  secolo  suddetto,  una  di  Ma- 
cerata, una  di  Senigallia,  tutte  a  stampa,  e  uni  di  Camerino  manoscritta.  Di  Ancona 
inoltre  v'ha  tra  gli  Avvisi  del  16S6-87  una  collezione  di  un  Giornale  del  Campo  Ce- 
sareo colla  doppia  data  Ancona-Venezia. 

Dalla  raccolta  della  Planettiana  si  rileva  dunque  che  in  Ancona  nel  1668  si  pub- 
blicava già  una  gazzetta  settimanale,  un'altra  nel  1673  ^  Macerata  e  una  terza  nel  1687 
a  SenigaUia.  Si  rileva  pure  che  quest'ultima  continuava  nel  1688  e  quella  di  Macerata 
nel  1682  e  1683.  Ma  quanto  a  questa  non  si  potrebbe  assicurare  che  nel  decennio 
non  abbia  avuto  alcuna  interruzione,  non  essendovi  a  prova  del  contrario  solo  un 
numero  dei  sette  anni  intermedi  tra  la  data  superiore  del  1673  ^  ^^  due  ultime.  Pro- 
babilmente possono  essere  andate  disperse.  La  vita  delle  tre  effemeridi  anconitane  è 
attestata  invece  per  la  più  parte  degli  anni  dal  1668  a  tutto  il  tempo  abbracciato  dalla 
raccolta.  Gli  anni  sono  i  seguenti:  1668,  1670,  1672  e  73,  1675,  1679,  1683  al  1685, 
16S9,  1691,  1699  ^^  I70''^>  1717  3I  1721.  Di  questi  vari  giornali  non  si  hanno  che 
pochi  numeri  innanzi  al  1680,  talvolta  uno  solo.  Cosi  della  gazzetta  anconitana  del  1668 
restano  soltanto  5  numeri,  di  quelle  del  1672, '75, '79  uno,  del  1672  sei,  del  1673 
quattro  e  un  solo  numero  resta  altresì  della  gazzetta  maceratese  del  1673.  Dopo  il 
1680  le  varie  colleziorti  di  Avvisi  sono  più  numerose  e  si  hanno  ancora  parecchie 
annate  complete.  Completa  è  l'annata  della  gazzetta  maceratese  del  1682  e  quasi  quella 
della  senigagliese  del  1687,  mancandone  solo  5  numeri;  e  restano  ancora  21  numeri 
dell'annata  1683  della  prima  e  poco  meno  dell'annata  1688  della  seconda.  Delle  di- 
verse gazzette  anconitane  dopo  il  1679  le  collezioni  annuali  sono  sempre  abbondanti, 
talvolta  intere. 

Il  prof.  Gianandrea,  fa  la  descrizione  di  queste  gazzette:  un  piccolo  foglio  di  35 
o  40  centimetri  di  altezza  per  20  o  25  di  larghezza,  poco  più  poco  meno,  di  una 
sola  colonna  di  stampa;  nella  testata  il  nome  della  città,  nudo  e  semplice,  col  numero 
progressivo  del  foglio,  del  quale  a  volte  si  faceva  anche  a  meno;  indi  la  sequela  delle 
notizie  precedute  dal  nome  del  luogo  da  cui  derivavano  o  a  cui  si  riferivano,  prima 
generalmente  le  notizie  italiane,  poi  le  straniere, non  senza  qualche  interpolazione;  in 
fine  e  a  piedi  della  4."  pagina  la  nota  tipografica.  La  cronaca  cittadina  o  regionale 
d'oggi,  vi  è  affatto  sconosciuta,  e  solo  alcuna  volta  vi  si  dà  a  grazia  qualche  notizia 
riguardante  la  città  ove  usciva  il  foglio  o  le  vicine  marchigiane. 

La  gazzetta  anconitana  del  1668  era  edita  dal  tipografo  Francesco  Serafini  con 
licenza  de' Signori  Superiori.  I  5  numeri  di  essa  portano  queste  date:  4  aprile,  9  mag- 
gio, 15  agosto,  19  e  26  settembre.  Di  notizie  italiane  si  hanno  in  tutti  5  i  fogli  quelle 
di  Roma,  Milano,  Venezia,  Genova  e  Napoli.  Nell'ultimo  v'è  anche  una  notizia  citta- 
dina. Le  notizie  straniere  sono  di  Parigi,  Varsavia,  Aquisgrana,  Amsterdam,  Amburgo, 
Londra,  Vienna,  Bruxelles,  Haja,  Neustadt  e  Argentina  (Strasburgo^.  Nelle  rubriche 
di  Ruma  si  dà  conto  del  movimento,  come  oggi  suol  dirsi,  nel  personale  amministra- 
tivo e  diplomatico,  di  elezioni  a  cariche,  arrivi  e  partenze  di  cardinali,  prelati  e  altri 
personaggi,  cappelle  papali,  arrivo  di  pellegrini,  concistori,  promozioni  di  vescovi,  ecc. 

Il  Gianandrea  riproduce  molti  brani  di  queste  notizie. 

La  gazzetta  maceratese  del  1673  si  pubblicava  dal  tipografo  Carlo  Zenobi.  L'unico 
foglio  che  se  ne  conserva  reca  il  N.  49  e  la  data  8  dicembre.  Il  carattere  è  di  due 
corpi  e  le  notizie  portano,  su  per  giù,  gli  stessi  nomi  di  paesi  più  sopra  citati. 

Le  altre  gazzette  maceratesi  del  1682  e  1683  sono  forse  continuazione  della  pre- 
cedente: certo  erano  stampate  dallo  stesso  tipografo,  duella  del  1682,  completa,  è 
composta  di  52  fogli  numerati  complessivamente;  l'ultimo  porta  il  N.  51  perchè  al  19.° 
fu  per  errore  ripetuto  il  N.  18.  Ogni  foglio  comincia  invariabilmente  con  le  notizie  di 
Roma;  nei  numeri  5,  6,  22,  25  e  31  visone  notizie  marchigiane  di  Macerata,  Came- 
rino ed  Ancona. 

Ecco  un  saggio  delle  notizie  contenutevi;  questa  da  Venezia  è  contenuta  nel  N.  2 
con  la  data  del  3  gennaio  : 

«  Q,u.isi  tutti  questi  Teatri  hanno  sospese  per  alcune  sere  le  recite  dell'  Opere  per  vari  accidenti  occorsi 
a  principali  musici,  essendo  Giuseppino  di  Baviera  stato  soprapreso  da  apoplessia,  Cortona  rotta  la  testa  per 
la  caduta  sopragli  d'una  tenda,  e  Margherita  la  più  firaosa  tra  queste  cautatrici  ha  perso  la  voce.  —  Ha  fatto 
ritorno  verso  Vienna  Clemcmiuo  musico  famoso  chiamato  dall'  Imperatore,  senza   essersi   impiegato  in  alcuno 


494  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 


di  questi  Teatri,  come  n'era  stato  vivamente  richiesto,  con  haver  però  cantato  da  Sua   Sereniti,  dal    Duca  di 
Mantova  e  Principe  Volfempitel,  dai  quali  ne  riportò  generosi  regali....  » 

Il  prof.  Gianandrea  riproduce  integralmente  le  notizie  contenute  nella  gazzetta, 
con  le  date  di  Camerino,  Ancona  e  Macerata,  e  che  noi,  per  brevità,  tralasciamo. 

I  22  fogli  della  gazzetta  maceratese  del  i68^,  vanno  dal  i.°  al  i8  senza  interru- 
zione, indi  seguono  i  numeri  20,  26,  27  e  43.  Gli  avvisi,  italiani  e  stranieri,  sono  su 
per  giù,  i  soliti,  né  vi  ha  alcuna  notizia  marchigiana. 

Le  due  gazzette  senigalliesi  del  16S7  e  1688  uscivano  dai  tipi  di  «  Paolo  Sera- 
fini Stampatore  episcopale  ».  Della  prima  si  conserva  quasi  un'  intera  annata,  man- 
candone solo  5  numeri,  cioè  quelli  del  7  gennaio,  del  18  e  25  marzo,  del  29  aprile 
e  del  20  maggio;  della  seconda  i  numeri  di  quattro  mesi  e  mezzo,  dal  7  gennaio  a! 
18  maggio,  meno  il  numero  del  28  aprile. 

La  disposizione  delle  notizie  è  la  medesima  che  nelle  altre  e  le  marchigiane  vi 
sono  più  frequenti  e  diffuse. 

I  giornali  che  diffamano 

Si  è  domandato  spesso  se  l'onorabilità  di  un  cittadino  dev'essere  in  balia  del 
primo  giornalista  venuto,  e  se  a  questo  proposito  la  legge  sia  difettosa. 

La  legge  in  effetti  non  è  difettosa.  La  responsabilità  del  male  che  può  derivare 
dalla  diffamazione,  può  attribuirsi  a  tre  categorie  di  persone:  ai  fannulloni  che  cam- 
pano di  pettegolezzi,  e  che  ci  sono  sempre  stati  e  ci  saranno;  ai  diffamati,  che  invece 
di  tirar  dritto  per  la  loro  via,  si  fermano,  rispondono,  discutono,  e  prendono  il  pub- 
blico per  testimonio,  ed  infine  ai  magistrati  che  applicano  con  soverchia  lentezza  la  legge. 

Varii  sono  i  rimedii  proposti:  uno  fra  questi,  di  giudicare  a  breve  termine  i  pro- 
cessi per  diffamazione,  senza  ricorrere  a  disposizioni  legislative;  di  non  ammettere 
differimenti  neanche  per  la  prova,  perchè  il  diffamatore  che  diffama  senz'avere  in  mano 
le  prove  è  già  degno  di  condanna.  Ma  con  questo  rimedio  si  chiederebbe  troppo  ai 
magistrati  nel  modo  di  applicare  la  legge,  mentre  c'è  maniera  d'intendersi. 

Lasciamo  da  parte  la  legge  sulla  stampa,  è  una  questione  delicatissima,  che  si 
discuterebbe  lungamente  senza  venire  a  capo  di  nulla.  La  quistione  è  dei  reati  e  del 
modo  di  colpirli.  Si  tratta  dunque  di  codice  penale  e  di  procedura  penale  —  di  codice 
penale  che  deve  avere  ed  ha  per  obbietto  i  mezzi,  e  sono  varii,  di  cui  può  servirsi 
un  diffamatore,  e  quindi  anche  la  stampa,  mezzo  potentissimo.  Si  tratta  poi  di  proce- 
dura penale,  perchè  il  sollecito  disbrigo  dei  processi,  il  diniego  di  una  proroga  per 
fornire  le  prove  dei  fatti  imputati,  ecc.,  non  si  possono  ottenere  col  pregarci  magi- 
strati di  volerne  stabilire  l'uso. 

Quindi  la  libertà  di  stampa  non  è  da  mettere  in  discussione.  Ma  se  nei  reati  di 
ingiurie,  di  diffamazione,  di  calunnia,  le  pene  sono  scarse  o  inefficaci,  se  il  pocedi- 
mento  è  lungo  0  intralciato,  bisogna  richiedere  che  tutto  ciò  si  riformi,  si  completi, 
si  modifichi. 


{Rivista   delle  Biblioteche 

Periodico   di   Biblioteconomia   e   di   Bibliografia 
diretto  dal  D."   GUIDO  BIAGI 

BIBLIOTECARIO   DELLA   R.    MARUCELLIANA   DI   FIRENZE 


Italia:  anno  L.  12.  Ogni  fascicolo  mensuale  L.  1,25.  —  Unione  Postale:  L.  15. 


'Direzione  e  amministrazione:  Via  Cavour,  47. 
FIRENZE  (V.  pag.  394.) 


PROVINCIA  DI  Mz\NTOVA 


"Njtimero    dei    Comuni:  68  —  Topolaiione:  295,728  —  Superficie:  K.  q.  2,359  —  "Deputati  della  provincia: 
Ferri  E. ,  Panizza,  D'Arco,  Moneta,  Debelli. 


L'Amico  del  popolo.  Giornale  politico, 
amministrativo,  fondato  il  15  aprile  1888. 
Esce  in  4  pagine,  formato  0,51  xo,2i.  Ab- 
bonamento: anno  L.  3.  Un  numero  cent.  5. 

Mantova. 
Atti  e  memorie  deirAccademia  Virgi- 
liana di  Mantova.  Pubblicazione  letteraria, 
storica,  scientifica.  Esce  a  grossi  fascicoli 
di  oltre  200  pagine  in-8.°  -  Vi  scrivono: 
G.  B.  Intra,  L.  Carnevali,  prof.  G.  Dal- 
l'Oca, cav.  A.  Portioli,  cav.  C.  Loria, 
cav.  L.  Sartoretti,  cav.  V.  Giacometti, 
F.  Bertolini,  B.  Zani,  dottor  S.  Davari, 
prof  G.  Quadri,  ecc.  Tipografia  Mondovi. 

Mantova. 
Bollettino  del  Comizio  agrario.  Gior- 
nale di  agricoltura,  industria  e  commercio, 
fondato  nel  1871.  Esce  ogni  mese  in  fa- 
scicoli di  16  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  2.  Non  si  vende  a  numeri  separati. 

Mantova. 
Il  Contadino.  Organo  della  federazione 
dei  contadini  del  Mantovano,  nato  l'S  giu- 
gno 1889.  Esce  ogni  domenica  in  4  pa- 
gine, formato  0,56x0,24.  Abbonamento: 
anno  L.  4.  Tipografia  A.  Zanetti. 

Mantova. 
Plora  del  Mincio.  Giornale  letterario, 
fondato  il  14  dicembre  18S6.  Si  pubblica 
ogni  domenica  in  8  pagine  in-4.''  con  co- 
pertina. Diresse  per  alcun  tempo  il  gior- 
nale il  prof.  cav.  Biagio  Guadagni;  poi  la 
direzione  passò  a  Giovanni  Scardovelli,  che 
dette  al  giornale  nuovo  impulso  di  vita. 
Vi  scrivono:  E.  d'Ancona,  V.  Maugeri- 
Zangàra,  V.  Julia,  L.  Conforti,  O.  Fava,  qcc. 
Splendido  fu  il  numero  straordinario  de- 
dicato alla  memoria  di  Isabella  d'Este  Gon- 
zaga e  pubblicato  nel  settembre  del  1888 
pei  tipi  Segna,  lodato  da  tutta  la  stampa 
italian,].  Abbonamento:  anno  L.  4.  Un 
numero  io  centesimi.  Via  Frattini,  6. 

Mantova. 
Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi,  fondato  nel  1867.  Si 
pubblica  ogni  mese  in  fascicoli  di  circa 
50  pagine.  Abbonamento:  anno  L.   12. 

Mantova 
Il  G-iornale  per  tutti.  Periodico  di  agri- 
coltura, commercio,    industria,  istruzione. 


pubblicità,  nato  il  29  giugno  1889.  Esce 
in  4  pagine,  formato  0,33x0,22.  Diret- 
tore: rag.  Luigi  Ceratelli. 

Castiglione  dèlie  Stìviere. 

Gazzetta  di  Mantova.  Giornale  politico, 
amministrativo,  fondato  nel  1863.  Si  pub- 
blica ogni  giorno,  meno  le  feste,  alle  ore 
7  pomeridiane,  in  4  pagine  a  4  colonne. 

Questo  giornale,  nel  quale  il  direttore 
S.  Cognetti  De  Martiis  combattè  valorosa- 
mente contro  uno  dei  più  colti  campioni 
della  stampa  radicale  (il  Suzzara-Verdi  di- 
rettore della  Favilla,  morto  di  poi),  passò 
nelle  mani  del  giovane  giornalista  Giusep- 
pe Monari-Rocca,  già  redattore  della  Gai- 
letta  d' Italia,  cronista  dei  cessati  Monitore 
di  Bologna  e  Alfiere,  e  direttore  del  Ra- 
vennate (vedi).  La  direzione  della  Gal- 
letta passò  poscia  al  signor  Alessandro 
Luzio. 

La  Galletta  riproduce  dal  foglio  d'an- 
nunzi gli  avvisi  giudiziari  e  amministrativi 
nel  giorno  successivo  a  quello  della  loro 
pubblicazione.  Tira  circa  2000  copie.  Ab- 
bonamento: anno  L.  20,  semestre  n,  tri- 
mestre 6.  Inserzioni  :  20  centesimi  la  li- 
nea. Corso  Vittorio  Emanuele,  5. 

Mantova. 

Mah  !  Giornale  umoristico,  politico,  am- 
ministrativo, redatto  jn  dialetto  manto- 
vano, nato  nel  1885.  Esce  ogni  settimana 
in  4  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  3.  Un 
numero  5  centesimi.  Tip.  Giovannazzi. 

Mantova. 

Il  Mendico.  Giornale  letterario  di  bene- 
ficenza, nato  nel  1881.  Esce  ogni  15  giorni 
in  16  pagine  a  2  colonne,  a  beneficio  del 
Ricovero  di  mendicità.  Direttore  :  Giuseppe 
Pietro  Lazze:  Vi  scrivono:  S.  Frezzolini, 
G.  Benvenuti,  Attilio  Portioli,  ecc.  Abbo- 
namento: anno  L.  1,70.  Un  numero  5  cente- 
simi. Tipografia   Segna.    Corso  V.  E.,  5. 

Mantova. 

La  Provincia  di  Mantova.  Giornale  po- 
litico, democratico,  quotidiano,  nato  il  2 
maggio  1887.  Fu  costituito  da  una  società 
per  azioni  ed  ebbe  per  primo  direttore  At- 
tilio Valentini,  che  ora  è  a  Buenos-Ayres 
alla  Patria  itaVana  (vedi).  Col  i.°  maggio 
1888  la  direzione  venne  assunta  da  C.  Baia, 
che  l'abbandonò  per  essere  assunta  da  Gio- 


496 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


vanni  Bacci.  Tiratura  2000  copie.  Abbona- 
mento: anno  L.  20.  Un  numero  cent.  5. 

Mantova. 
Rivista  storica  mantovana.  Pubblica- 
zione di  storia  patria,  fondata  nel  18S2. 
Si  pubblica  a  fascicoli.  Vi  scrivono:  Ales- 
sandro Luzio,  Stefano  Davari,  Rodolfo  Re- 
nier,  Guglielmo  Braghirolli,  F.  Novati,  ecc. 

Mantova. 
Satiro.  Giornaletto  politico,  amministra- 
tivo, fondato  nel  1871.  Si  pubblica  ogni 
settimana  in  4  pagine  a  3  colonne.  Non 
fa  abbonamenti.  Spesso  sospende  le  pub- 
blicazioni per  riapparire  più  tardi. 

Mantova. 
La  Sfinge  Virgiliana.  Periodico  enigma- 
tico a  premi,  nato  il  i."  gennaio  1889.  Si 


pubblica  il  i.°  d'ogni  mese  in  4  pagine, 
formato  0,26x0,16.  Abbonamento:  anno 
L.  2.  Un  numero  e.  io.  Via  S.  Martino,  i. 

Mantova. 
Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Fondato  nel  1876  per  la  pub- 
blicazione degli  annunzi  legali.  Esce  2  volte 
la  settimana  in  8  pagine.  Non  fa  abbona- 
menti. Un  numero  10  centesimi. 

Mantova. 
Vita  letteraria.  Giornale  di  scienze,  let- 
tere ed  arti,  fondato  il  i.°  maggio  1888. 
Si  pubblica  il  i,°  e  16  d'ogni  mese  in  8 
pagine  in-4.°  -  Direttore:  Riccardo  Salva- 
terra.  Abbonamento:  anno  L.  2,50.  Un 
numero  io  centesimi.  Corso  Garibaldi,  8. 

Mantova. 


Giornali  cessati: 

—  L'Affarista  alia  berlina,  socialista,  n,  1880  a  Mantova,  direttore  Luigi  Colli.  ' 

—  Bollettino  meteorologico,  n.   18Ó7  a  Mantova,  direttore  G.  Agostini. 

—  Il  Corriere  delle  Esposizioni  italiane,  n.  1881  a  Mantova,  direttore  ing.  A.  Ferretti. 

—  L'Eco  del  Po,  liberale,  n.   1848  a  Bozzolo. 

—  La  Favilla,  repubblicano,  n.  1866  a  Mantova,  bisettimanale,  direttore  Alcibiade  Mo- 

neta, redattore  Eugenio  Bucci.  11  Moneta  nel  1886  fu  eletto  deputato  mentre  era 
a  Barcellona  (Spagna)  per  sfuggire  ad  una  condanna  di  pochi  mesi  di  carcere. 
Nel  1879  mori  a  Mantova  Paride  Suzzara-Verdi,  giornalista  ultra-democratico,  che 
dirigeva  la  Favilla.  Fu  uno  dei  compromessi  di  Mantova  del  1852. 

—  La  Federazione  operaia,  bisettimanale,  n.  1885  a  Mantova. 

—  Il  Fiasco,  a.  188*8  a  Montechiari;  direttore  A.  Zadei. 

—  La  Fusione,  agricolo,  settimanale,  n.   1885  a  Suzzara. 

—  Giornale  della  Letteratura  italiana,  in-8.'',  n.  1793. 

—  La  Libera  parola,  n.   1882  a  Mantova,  direttore  G.  Benvenuti,  redattore  C.  Nizzoli. 

—  Il  Pellagroso,  amministrativo,  settimanale,  n.  1884  a  Mantova. 

—  La  Provincia  di  Mantova,  quotidiano,  n.   1872,  direttore  dott.  Cesare  Aroldi. 
• —  Rivista  scolastica  mantovana,  didattico,  mensile,  n.  1884  a  Mantova. 

—  La  Saetta,  socialista,  n.  1883  ad  Asola. 

—  Il  Tribuno,  democratico,  n.  1882  a  Mantova. 

—  Il  Vessillo  cattolico,  n,  1872  a  Mantova. 

X 

—  Il  25  febbraio  1876  morì  a  Milano  Luigi  Romani  di  Mantova,  che  era  uno  dei 
più  vecchi  giornalisti  teatrali.  Fin  dal  1847  fondò  il  Figaro,  poi  collaborò  alla  Fama 
e  in  altri  giornali  milanesi.  Scrisse  pure  novelle  e  romanzi,  pubblicò  una  preziosa  cro- 
nologia degli  spettacoli  datisi  alla  Scala,  dalla  fondazione  al  1862.  Nel  1875  ebbe  l'idea 
di  rientrare  nel  giornalismo  e  proprio  nel  politico.  La  sua  Galletta  Lombarda  non  visse 
che  3  giorni  e  fu  accompagnata  dai  lazzi  dei  confratelli.  Fra  gli  altri  fu  fatto  questo 
epigramma:  La  Gazzetta  Lombarda  giace  qui  —  Plissé  tre  giorni  soli  e  poi  mori  — 
Malgrado  i  ponti  di  cui  si  serviva  —  Xon  potette  raggiungere  la  riva,  alludendosi  ai 
fondi  forniti  da  un  banchiere  per  sostenerla.  L'ottimo  e  coscienzioso  Romani  se  ne 
accorò  tanto  che  ne  fece  una  grave  malattia,  e  n'ebbe  abbreviata  la  vita. 

—  Mario  Panizza,  deputato  di  Mantova,  nato  a  Moglia  di  Gonzaga,  fu  collabora- 
tore con  Quadrio  ddV Emancipazione  di  Roma,  ddV  Unità  Laliana  e  della  Roma  del 
Popolo.  Poi  fu  redattore  del  Diritto.  Diresse  la  Correspondence  Franco- Italienne,  la 
Costituente  e  V  Italia  Nova.  Per  un  articolo  sulle  riforme  finanziarie  venne  processato. 
Nel  1878,  dietro  invito  di  Garibaldi,  entrò  nella  Lega  della  Democrazia. 

—  Carlo  Arrivabene,  morto  nel  1874,  aveva  esulato  da  Mantova,  sua  patria,  in  In- 
ghilterra nel  1848.  Quivi  famigUarizzatosi  con  la  lingua  diventò  collaboratore  e  corri- 
spondente di  giornali  inglesi,  tra  cui  il  Daily  News.  In   questa  qualità  avendo  segui- 


PROVINCIA    DI  MANTOVA. 


497 


tato  Garibaldi  nella  campagna  del  '60,  fu  fatto  prigioniero  da'  napoletani  presso  Ca- 
pua  e  fu  condotto  a  Gaeta.  Il  ministro  inglese  ne  fece  rimostranza,  considerando  l'Ar- 
rivabene  come  suo  concittadino.  Fu  deputato  e  sedette  al  centro.  Nel  1870  segui  l'e- 
sercito a  Roma,  come  corrispondente  del  Daily  Tehgraph. 

X 

Le  nouvelles  à  la  main  (Vedi  pag.  21.) 

Ill.mo  Signor  mio  honoran.mo 
Hozi  per  uno  correre  del  signor  M.  Zo.  Aluysio  ho  l'annexa  et  le  nouelle  anno- 
tate in  la  inclusa  copia,  quale  mi  scrive  le  mandi  a  V.  M.  III.''  cura  pregarla  le  uogli 
tenner  secrete  0,  vero  non  nominarlo  quando  pur  glie  paressi  pubblicarle  cussi  la  prego 
raccomandandome  di  continuo  in  gratia  di  quella  Quo  din  feliciss.  sii. 
Riparoli  27  Martii  1499. 

Fidelissimus  S.or 

LoD.  De  Gonzaga 


IH.  Princip.  et  Ex  dora. 

dom.  hon.mo  d.no  Francisco 

Marcliioni  etc.  Mantue. 


electus    Manthu.ins    Marchio 


Auno  y.  -  1890. 


^-  .■»r-j>V.\.  .... .v«_>rtv\.y..j. 


LETTURE  ILLUSTRATE  PER  I  BAMBINI 


Nel   Resuo 


lire  Panno 


(per  gli  stati  europei  dell'ltnione  postale:  franchi  sei) 

Questo  giornale  che  ha  preso  un  grande  sviluppo,  è  diventato  la  simpatia  di 
tutti  i  bambini  italiani.  Come  i  «  grandi  »  hanno  per  cinque  centesimi  il  loro  gior- 
nalone,  cosi  i  «  piccini  »  hanno  per  lo  stesso  prezzo  il  loro  giornalino.  La  piccolezza 
ha  un  compenso  nella  bellezza  e  nella  eleganza;  in  ogni  pagina  ci  sono  delle  perfette 
incisioni  di  vivaci  scenette  infantili,  vedute  di  paesi  lontani,  quadri  di  storia,  alcuni 
dei  quali  sono  veri  capolavori  da  poter  adornare  un  salottino  da  studio.  I  bambini  vi 
trovano  inoltre  una  quantità  di  racconti  divertenti,  di  viaggi  e  d'avventure,  di  fiabe, 
di  novelle,  di  poesie  e  delle  commediole  da  recitare  nelle  varie  ricorrenze,  dei  gio- 
chetti da  passare  allegramente  le  lunghe  sere  d'inverno,  ed  indicazioni  e  consigli 
utili  agli  scolari.  Tutti  gli  scritti,  dettati  con  grande  cura,  da  ottimi  scrittori,  sono 
alla  portata  dei  bambini  dai  sette  ai  dodici  anni,  e  han  lo  scopo  di  procurar  loro 
un'utile  distrazione  nelle  ore  di  ricreazione.  —  Esce  ogni  giovedì. 

Per  comodità  degli  scolari  che  hanno  vacanza  il  giovedì,  il  MONDO  PICCINO  è 
posto  in  vendita  il  mercoledì.  Essi  lo  potranno  comperare  all'uscita  dalla  scuola 
presso  tutti  i  venditori  di  giornali. 

ESCE  OGXI  GIOVEDÌ  in  olio  pagine  riccamente  ilìuslrate. 

CENTESIMI       5      il  NUMERO 

•     DIRIGERE    COMMISSIONI    E    VAGlÌÀ""Ar  FRATELLI    TREVES,    EDITORI,    IN    MILANO. 
N.  Bernardini — Guida  della  Sumpa  periodica  ilalicina  —  32. 


PROVINCIA  DI  MASSA  E  CARRARA 


"Numero   dei    Comuni:  55  —  ^Popolazione :    169,469  —  Superficie:  K.  q.   1,678  —  Deputali   della   provincia: 
Fabbricotti,  Quartieri,  Fabrizi. 


Alpi  Apuane.  Giornale  amministrativo, 
nato  il  i.°  gennaio  1889.  Esce  ogni  setti- 
mana in  4  pagine,  formato  0,40  x  0,28.  Ab- 
bonamento: anno  L.  5.  Un  numero  io 
centesimi.  Via  Cavour,   18,  p.  p. 

Massa-  Carrara. 

Bollettino  del  Comizio  agrario  di  Massa. 
Fondato  nel  1^74.  Esce  ogni  mese  in  16 
pagine  con  copertina  in-S."  Si  occupa 
esclusivamente  di  materie  riguardanti  il 
Comizio  e  si  distribuisce  a  tutti  i  soci,  ed 
enti  morali  che  sussidiano  il  Comizio  stesso. 
Tipografia  Frediani  e  Medici. 

Massa. 

Corriere  di  Garfagnana.  Giornaletto 
settimanale  nato  nel  1S81.  Si  occupa  di 
amministrazione,  politica,  cronaca,  ed  an- 
che di  letteratura.  Abbonamento:  anno 
L.  3;  semestre  1,50. 

Castelnuovo. 

L'Eco  del  Carrione.  Giornale  ammini- 
strativo, industriale,  nato  nel  1S85.  Si  pub- 
blica ogni  settimana  in  4  pagine.  Abbona- 
mento: anno   L.  5.  Un  numero   io  cent. 

Carrara. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi,  nato  nel  1866.  Esce 
ogni  mese  in  fascicoli  di  30  pagine.  Abbo- 
namento: anno  L.  12.  Un  numero  L.   i. 

Massa. 

Il  Manicomio.  Periodico  quindicinale, 
umoristico-critico-letterario-politico-scien- 
tifico-musicale,  nito  il  17  febbraio   1889. 


Esce  in  4  pagine,  formato  0,31  x  0,23.  Ab- 
bonamento: semestre  L.  i.tJn  numero  5 
centesimi.  Piazza  Mercurio,  20. 

Massa-  Carrara. 

I!  Nuovo  Eco  del  Frigido.  Giornale  set- 
timanale, fondato  il  24  novembre  1886, 
Esce  ogni  domenica  in  4  pagine,  for- 
mato 0,35^0,24,  e  si  stampa  a  Sarzana. 
Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  numero  lO 
centesimi.  Via  Giardini,  9. 

Massa. 

L'OperajO.  Gazzetta  di  Massa,  nata  il  7 
luglio  1889.  Si  pubblica  ogni  domenica 
in  4  pagine,  formato  0,35  x  0,26,  col  motto 
Frangar,  non  flectar.  Abbonamento  :  anno 
L.  2,50.  Un  numero  5  centesimi.  Tipo- 
grafia G.  Mannucci. 

Massa. 

Lo  Svegliarino.  Giornale  politico,  de- 
mocratico, nato  il  2  luglio  1876.  Fondato 
dapprima  allo  scopo  di  tutelare  gì'  interessi 
degli  azionisti  nel  crac  della  Banca  del  po- 
polo, divenne  poco  dopo  esclusivamente 
politico.  Si  pubblica  ogni  settimana  in  4 
pagine  a  4  colonne,  formato  medio.  Di- 
rettore: Luigi  prof.  Picciati.  Abbonamento: 
anno  L.  4,  semestre  2. 

Carrara. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Fondato  nel  1876,  si  pubblica 
2  volte  la  settimana  e  contiene  gli  annunzi 
legali.  Abbonamento:  anno  L.  8.  Un  nu- 
mero 20  centesimi. 

Massa. 


Giornali  cessati: 

—  h' Apuano,  n.   1880  a  Massa. 

—  Il  Carrarese,  politico,  n.   1887  quotidiano,  poscia  bisettimanale. 

—  Il  Commercio  Carrarese,  ebdomadario,  n.   1880. 

—  Il  Corriere  Carrarese,  politico,  settimanale,  n.   1880. 

—  Cronaca  Massose,  politico,  settimanale,  n.   1883. 

—  h' Eco  del  Frigido,  amministrativo,  settimanale,  n.   1886  a  Massa. 

—  Ga^^^etta  di  Carrara,  politico,  settimanale,  n.  1874. 

—  Il  Progresso,  politico,  progressista,  settimanale,  n.  1882  a  Carrara. 

—  Lo  Squillo,  politico,  settimanale,  n.  1883  a  Massa. 


La  Stampa  è  la  gran  creazione  del  xix  secolo.  La  troviamo  da  per  tutto  intorno  a  noi.  È  la  senti- 
nella vigilante  che  mai  non  si  riposa;  è  l'Argo  dai  cento  occhi,  è  la  pubblicità  universale,  questa  salvaguar- 
dia della  giustizia,  è  il  controllo  permanente,  è  la  coscienza  dell'umanità'.  Vede  tutto,  sa  tutto,  è  la  messag- 
gera dei  grandi  avvenimenti;  l' interprete  della  scienza;  è  tutta  quanta  un'epoca.  Prepara  tutte  le  riforme, 
segnala  tutti  gli  errori.  Essa  serve  a  tutti  i  combattimenti,  nessuna  passione  le  è  sconosciuta;  nessun  principio 
di  saviezza  le  è  estraneo,  essa  opera,  ingrandisce,  nobilita  tutte  le  lotte  del  pensiero.  È  la  luce  del  mondo,  esSi 
istruisce  i  popoli  e  i  re. 

GuiLLERET,  giornalista  belga. 


PROVINCIA  DI  MESSINA 


Numero    dei    Comuni:  97  —    Popolazione:     460,024  —  Superficie:  K.   q.   3,227   —  Deputali  della   provincia: 
1.  Pulci,  Perroue-Paladini,  Picardi,  Zuccaro.  2.  Sciacca  della  Scala,  Di  Sant'Onofrio,  Florena,  Ceraolo. 


L'Aquila  latina.  Giornale  politico,  fon- 
dato dal  fu  editore  Tommaso  Capra  nel 
1861.  Esce  tutti  i  giorni  meno  i  festivi  in 
4  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  24. 

Messina. 
L'Armonia.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, nato  il  26  giugno  1889.  Esce  il 
mercoledì  in  4  pagine,  formato  0,39  y.  0,27. 
Ha  per  motto  :  Si  Deus  prò  nobis,  quii  can- 
tra nosì  Direttore  :  Luigi  Oliva.  Abbona- 
mento: anno  L.  4.  Un  numero  5  cente- 
simi. Corso  Cavour,   151. 

Messina. 
Caperai  Fracassa.  Giornale  umoristico, 
nato  nel  1884.  Esce  ogni  domenica  in  4 
pagine,  redatto  in  italiano  e  dialetto  sici- 
liano. Direttore:  Giovanni  Toro.  Abbona- 
mento: anno  L.  5.  Un  numero  5  centesimi. 

Messina. 
Corriere  della  Provincia.  Giornale  po- 
litico, commerciale,  letterario,  fondato  nel 
1884.  Esce  ogni  domenica  in  4  pagine  a 
4  colonne.  Direttore:  Filippo  Stilo.  Abbo- 
namento: anno  L.  5.  Un  numero  cent.  io. 
Barcellona  Poi^o  di  Gotto. 
Corriere  finanziario  (V. giornali  di  Roma) 
L'Eco.  Giornale  finanziario  mensile,  bol- 
lettino delle  esarazioni  di  prestiti  a  premi 
e  valori  mobiliari,  nato   nel    1889.  Diret- 
tore: G.  Melardi.  Abbonamento:  auno  L.  2. 
Un  nuraiTo  30  centesimi. 

Messina. 
Fede  ed  Avvenire.  Giornale  politico, 
amministrativo,  fondato  nel  ibóS.  Si  pub- 
blica ogni  settimana  in  4  pagine  a  4  co- 
lonne. Tiratura  800  copie.  Propugna  prin- 
cipii  democratici.  Ha  per  epigrafe:  Dio  e 
Popolo,  Pensiero  ed  Anione.  Abbonamento: 
anno  L.  8,  sem.  4.  Inserzioni:  50  centesimi 
la  linea.  Un  numero  io  centesimi.  Ammini- 
stratore: Antonio  Micali.Via  Cola  Pesce,  61. 

Messina. 
Foglio  periodico  della  Prefettura.  Fon- 
dato nel  iS66,  pubblica  gli  atti  ufficiali 
amministrativi.  Esce  3  volte  al  mese  in  fa- 
scicoli di  16  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  8.  Non  si  vende  a  numeri  separati. 

Messina. 
Il  Foro  messinese.  Giornale  di  giurispru- 
denza, fondato  nel  1882  dall'Associazione 
forense  omonima.  Si  pubblica  ogni  mese 


in  fascicoli  di  32  pa2;ine  Abbonamento: 
anno  L.  12.  Un  fascicolo  L.  1,50.  Ditta 
Editrice:  G.  Capra  e  C. 

Messina. 
Gazzetta  di  Messina.  Giornale  politico, 
quotidiano,  fondato  nel  1863.  Si  pubblica 
in  4  pagine  a  4  colonne.  È  giornale  mode- 
rato, ben  redatto,  ricco  d'informazioni  e 
cronaca  locale.  Ne  fu  redattore  capo  per 
quindici  anni  il  prof.  Romeo  Pavone.  Tira- 
tura oltre  1000  copie.  Fu  diretta  per  molti 
anni  dal  cav.  Stefano  Ribera,  che  mori  il  25 
agosto  1888  di  apoplessia  fulminante  fra  il 
compianto  dell'  intera  città.  Il  giornale, 
dopo  8  giorni  di  lutto,  ripreselo  pubblica- 
zioni, diretto  dall'avv.  Guido  Ribera,  tiglio 
del  defunto.  Abbonamento:  anno  L.  22, 
semestre  12,  trimestre  7.  Inserzioni:  20  cen- 
tesimi la  linea  in  4.'  pagina. 

Messina. 
La  Guardia.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, nato   nel  1887.  Esce   ogni    setti- 
mana  in   4   pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  3.  Un  numero  5  centesimi. 

5.  Angelo  di  Brolo. 
L'  Imparziale,  indicatore  politico-com- 
merciale,  nailo  nel  1886  dalla  fusione  àt\- 
V  Imparziale,  foglio  settimanale,  nato  nel 
1879,  coir  Indicatore  commerciale,  quoti- 
diano, fondato  nel  1834.  L' Imparziale  esce 
tutti  i  giorni,  meno  i  susseguenti  ai  fe- 
stivi, in  4  pagine.  Tira  3000  copie;  nel 
colera  del  1887  raggiunse  anche  le  loooo 
copie.  Direttore:  prof.  Salvatore  Arcidia- 
cono (Sotyr).  Redattori  :  L.  Bevacqua-Lom- 
bardo,  cronista;  Paolo  Arena-Capici,  re- 
dattore politico;  Giuseppe  La  Mesa,  redat- 
tore commerciale  e  proprietario;  Placido 
Cesareo,  redattore  letterario;  Francesco 
Vitali,  redattore  agronomo.  Abbonamento  : 
anno  L.  20.  Un  numero  5  centesimi.  Via 
Bocca  Barile,  15. 

Messina. 
La   Luce.   Giornale    cattolico,   politico, 
fondato  nel  1884.  Si  pubblica  ogni  setti- 
mana in  4  pagine.  Abbonamento:    anno 
L.  4.  Un  numero  io  centesimi. 

Messina. 
Mefistofele.    Giornale    della    domenica, 
nato  ii  17  novembre  1889.  Esce  in  4  pa- 
gine redatto  in  italiano  e  dialetto  siciliano. 


500 


GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Direttore:   Santi  Lazzaro.  Abbonamento: 
anno  L.   3.  Un  numero  5  centesimi. 

Messina. 
Pampini  e  Mirti.  Rivista  di  lettere,  arti 
e  agricoltura,  nata  il  1°  gennaio  l'-igo. 
Esce  ogni  mese  in  eleganti  fascicoli  di  16 
pagine.  Direttore  onorario:  F.  Italo  Giuf- 
frè.  Direttori  effeitivi;  A.  De  Periosam  e 

F.  Accordino.  Tiratura  500  copie.  Editore 

G.  Capra  e  C.  -  Un  numero  20  centesimi. 

Messina. 
Politica  e  Commercio.  Giornale  politico, 
commerciale,  fondato  nel  1857.  Si  pubblica 
tutti  i  giorni,  tranne  le  feste,  in  4  pagine 
a  4  colonne.  È  giornale  liberale,  redatto 
con  garbo  ed  abbondanza  di  notizie.  Tira 
600  copie.  Direttore:  Tripodo.  Abbona- 
mento: anno  L.  20,  semestre  11,  trime- 
stre 6  -  Estero  :  anno  L.  38.  Inserzioni: 
cent.  15  la  linea  in  4.°  pagina.  Un  numero 
IO  centesimi.  Via  Oratorio  di  S.  France- 
sco. 

Messina. 
La  Eagione.  Giornale  politico,  lettera- 
rio, nato  nel  1887,  Esce  ogni  settimana 
in  4  pagine  a  3  colonne.  Direttore:  Giu- 


seppe Orioles.  Abbonamento:  anno  L.   5, 
semestre  3.  Un  numero  5  centesimi. 

Messina. 

Il  Riscatto.  Giornale  socialista,  ammini- 
strativo, nato  nel  1S87.  Si  pubblica  ogni 
settimana  in  4  pagine.  Direttore:  Noè.  Ab- 
bonamento: anno  L.  4,  semestre  2.  Un  nu- 
mero 5  centesimi. 

Messina. 

La  Saetta.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, nato  in  cambio  della  cessata  Pie- 
tra infernale,  nata  nel  1882.  Esce  ogni  set- 
timana in  4  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.   3.  Un  numero  5  centesimi. 

Messina. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura,  Fondato  nel  1870,  si  pubblica 
2  volte  la  settimana  e  contiene  gli  annunzi 
legali.  Esce  in  fascicoli  di  8  pagine.  Ab- 
bonamento: anno  L.  1 1.  Un  numero  e.  io. 

Messina. 

Vita  nova.  Giornale  politico,  letterario, 
nato  il  15  ottobre  1889.  Esce  2  volte  al 
mese  in  4  pagine,  formato  0.37  x  0,26.  Ab- 
bonamento: anno  L.  3.  Via  Molinari,  192. 

-Vaio. 


Oioriiali  cessati: 

VAlba,  democratico,  quotidiano,  n.   1879  a  Messina. 

U Amico  cattolico,  bisettimanale,  n.   1884  a  Messina. 

Annali  dell'  istruzione,  n.  a  Messina. 

]J  Avvisatore  Messinese,  d'annunzi,  bisettimanale,  n.   1883. 

Beliebù,  umoristico,  n.   15  gen.iaio  1888  a  Messina. 

Il  Buon  Senso,  amministrativo,  n.  a  Messina. 

Il  Cantoniere,  ferroviario,  settimanale,  n.   1889  a  Messina. 

Il  Carattere,  quindicinale,  n.  6  febbraio  1887  a  Messina. 

Chicchirichì,  umoristico,  n.   1888  a  Messina;  direttore  Luigi  Soraci. 

Il  Cittadino,  n.   i.°  gennaio  1887  a  Messina. 

Il  Cittadino,  politico,  settimanale,  n.   1889  a  Messina;   i  numero. 

Corriere  di  Messina,  politico,  quotidiano,  n.  18S8,  direttore  Ernesto  Citarella. 

Cronaca  Mamertina,  letterario,  n.   1889  a  Messina. 

Cronaca  messinese,  letterario,  n.  1888  a  Messina;  direttore  Ferdinando  Calogero. 

Cronaca  Rosa,  settimanale,  n.   1887  a  Messina. 

Don  ^Viar:^/o^ politico,  bisettim.,  n.  1861  a  Messina, direttore  R.Villari: visse  oltre  ioanni. 

Don  Pirloncino  messinese,  umoristico,  settimanale,  n.  1889,  direttore  Letterio  Puglisi. 

Don  Sancio,  satirico,  n.  8  novembre    1885  a  Messina;    direttore   Guido  Ribera. 

U  Eco  peìoritano,  letterario,  n.  a  Messina. 

L'Elettore,  settimanale,  n.   1S89  a  Messina;  redattore  Domenico  Costa. 

Farfarello,  amministrativo,  settimanale,  n.   1887  a  Messina. 

Testa  rossa,  umoristico,  settimanale,  n.   1889  a  Messina. 

Flora,  artistico,  letterario,  n.  1885  a  Messina;  direttore  G.  A.  Corrieri. 

U  Indipendente,  politico,  settimanale,  n.  1882  a  Messina. 

U  Indo  lineilo,  di  giuochi,  n.  1880  a  Messina. 

L'Istitutore  peìoritano,  letterario,  n.  a  Messina. 

La  Lanterna,  politico,  bisettimanale,  n.  1883  a  Messina. 

Il  Lavoro,  commerciale,  mensile,  n.  1880  a  Messina;  direttori  Ravelli  e  Passalacqua. 

II  Leone  di  Caprera,  politico,  settimanale,  n.   1889  a  Messina. 

La  Libertà,  letterario,  settimanale,  n.  5  settembre  1889  a  Messina. 

La  Lotta,  politico,  settimanale,  n.  1889;  dopo  3  numeri, 


PROVINCIA  DI  MESSINA. 


501 


—  Lucifero,  letterario,  n.  1888  a  Messina;  direttore  Ferdinando  Calogero. 

—  Il  Magaiiino,  letterario,  n.  1882  a  Messina,  direttore  G.  A.  Cesareo. 

—  Malpighia,  botanico;   col  1889  si  trasportò  a  Genova  (vedi). 

—  Il  Marchese  Colombi,  letterario,  bisettimanale,  n.   1885  a  Messina. 

—  Piccolo  Giornale,  radicale,  trisettim. ,  n.  1889  a  Messina;  direttore  Giovanni  Lombardo. 

—  La  Pietra  infernale,  politico,  bisettimanale,  n.  18S2  a  Messina. 

—  Lo  Sbadiglio,  umoristico,  illustrato,  n.   18S2  a  Messina. 

—  Il  Signor  Fracassa,  umoristico,  settimanale,  n.  nel  novembre  1886  a  Messina. 

—  Lo  Siiidente,  n.  22  gennaio  18.S8  a  Messina. 

—  Lo  Studente,  settimanale,  n.   1889  a  Patti. 

—  Tethi  Zanclea,  legale;  sospeso  nel  1880,  fu  sostituito  dal  Foro  messinese, 

—  U  Unione  Democratica,  settimanale,  n.   1882  a  Messina. 

—  ÌJ  Usignuolo,  politico,  letterario,  n.  1883  a  Messina. 

—  Il  Vespro,  socialista,  settimanale,  n.  1888  a  Messina,  direttore  N.  Petrina. 

—  Il  48,  democratico,  n.   1880  a  Messina. 

Corrispondenti  messinesi: 
Paolo  Arena,  della  Tribuna;  Gaetano  Santantonio,  della  Riforma;  Alessio  Valore, 
àt\  Corriere  di  Napoli;  Bon^reno  Bonaretti,  del  5eco/o;  Lazzari,  del  Giornale  di  Sicilia; 
Ortisi,  del  Diritto;  Luigi  Soraci,  della  Capitale. 

I  giornali  pei  collettori  di  francobolli 

In  tutto  il  mondo  esistono  oltre  70  giornali  che  trattano  di  timbrofilia:  8  si  pub- 
blicano nella  Gran  Brettagna,  20  negli  Stati  Uniti,  i  nel  Brasile,  i  nel  Chili,  2  nella 
Colombia,  4  nel  Canada,  6  in  Francia,  i  nella  Svizzera,  2  in  Danimarca,  i  in  Ispa- 
gna,  I  in  Romania,  8  in  Austria,  12  in  Germania,  3  nel  Belgio,  i  nel  Giappone,  i 
in  Russia,  2  in  Australia.  In  totale  si  stampano  in  9  lingue  diverse.  Se  tutti  i  gior- 
nali di  timbrofilia  fondati  sino  ad  oggi,  fossero  vissuti,  se  ne  conterebbero  sino  a  500. 
A  Trieste,  qualche  anno  fa,  si  pubblicava  un  Corriere  dei  francobolli,  redatto  in  italiano 
da  un  certo  Teodoro  Mayer;  si  spediva  gratis  agli  amatori  e  conteneva  notizie  dei 
mercati  italiani  di  francobolli  (!).  Ma  cessò  ben  presto.  Del  resto  sulla  timbrofilia  esiste 
una  completa  letteratura,  coi  relativi  archivi,  musei  e  biblioteche. 


Il  Giornale  e  il  Libro. 

AI  giornale  spetta  la  missione  di  aprire  nelle  folle  la  via  al  libro.  Le  invoglia  del  libro.  Non  è  vero  in 
effetto  che  ne  le  distragga.  Il  giornale  politico  dà  altre  letture.  Quelli  che  immaginano  il  contrario,  osservino 
questo  fatto  solo:  la  produzione  del  libro,  in  arti,  in  lettere  e  scienza  abbonda  più  nei  paesi  nei  quali  abbonda 
anche  il  giornale  letterario,  quotidiano,  o  settimanale,  o  mensile  che  sia.  Ciò  che  importa  è  creare  lo  stimolo 
dèi  piacere  intellettuale. 


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de  France  et  de  Belgique 

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GRANDE  FABBRICA  NAZIONALE  DI  MACCHINE  TIPOGRAFICHE 

NORBERTO  ARBIZZONI,  MONZA 

Premiato  anche  dal  R.  Ministero  d'Agricoltura,  Industria  e  Commercio 


9^  Vedi  Avviso  speciale  a  pag.  16   ^Q 


COLLEZIONI  E  COLLETTORI  DI  GIORNALI 


Baudelaire  sostiene  che  ogni  uomo  può  astenersi  due  giorni  dal 
mangiare  ma  non  dalla  poesia.  A  più  buon  dritto  però  si  potrebbe  dire 
che  non  si  può  vivere  due  giorni  senza  giornali. 

Nella  nostra  epoca  in  cui  per  la  celerità  delle  comunicazioni  tutto 
il  mondo  è  paese,  la  vita  senza  giornali  sarebbe  impossibile. 

E  tuttavia  vi  fu  un  tempo  in  cui  il  pacifico  cittadino  non  poteva 
sapere  bevendo  la  mattina  il  caffè  ciò  che  si  facesse  a  Costantinopoli, 
o  ciò  che  si  pensasse  a  Parigi  e  a  Berlino. 

Eppure  quest'epoca  non  è  molto  lontana  da  noi,  perchè  le  prime 
pubblicazioni  periodiche  regolari  cominciarono  ad  apparire  solo  al  prin- 
cipio del  XVI  secolo. 

In  questi  due  ultimi  secoli  molte  cose  si  son  cangiate,  ma  nessun 
cangiamento  può  paragonarsi  a  quello  del  giornalismo  ed  i  successi  che 
furono  ottenuti  saranno  certamente  ancor  maggiori  se  non  si  considera 
soltanto  il  suo  sviluppo,  ma  si  riflette  quale  importante  fattore  di  pro- 
gresso e  di  civiltà  sia  il  giornale. 

Una  raccolta  di  giornali  che  rimonti  sino  all'epoca  in  cui  questi  eb- 
bero origine  sarebbe  una  vera  storia  dello  sviluppo  della  civiltà. 

Uno  fra  i  più  zelanti  collezionisti  di  giornali  è  il  Barone  Detlev 
de  Biedermann  di  Dresda  e  in  un  libro  da  lui  pubblicato  nel  1882  rende 
conto  dei  suoi  studi  e  delle  sue  ricerche  (i).  Quest'opera  non  è  certa- 
mente una  storia  esatta  del  giornah'smo  e  l'autore  non  ha  fatto  neppure 
il  tentativo  di  studiare  i  rapporti  del  giornalismo  con  la  civiltà;  ma  essa 
tuttavia  contiene  dati  che  non  sono  privi  d'interesse. 

Per  avere  un'idea  dell'immenso  sviluppo  preso  dal  giornalismo,  in 
poco  più  di  200  anni,  basta  notare  che  in  tutto  il  mondo  si  pubblicano 
dai  35  ai  36000  giornali. 

In  quanto  riguarda  le  lingue,  nel  giornalismo  ve  ne  sono  attual- 
mente rappresentate  61  e  pochi  certamente  sapranno  che  tra  queste  vi 
sono  anche  la  guzzaratese,  maratese,  carnatese,  cocincinese,  tamatese, 
telegu,  carnese,  malayadam  (tutte    asiatiche)  e  cherochese  (americana). 

Nella  raccolta  del  signor  de  Biedermann  si  trova  un  giornale  che  era 
destinato  soltanto  per  la  famiglia  Goesen.  I  membri  di  questa  famiglia, 
che  vivevano  lontani  uno  dall'altro,  mantenevano  le  relazioni  tra  loro 
mediante  questo  giornale. 

Nella  Biblioteca  Nazionale  Vittorio  Emanuele  di  Roma  vi  è  una 
ricca  collezione  di  giornali.  I  periodici  salgono  alla  bella  cifra  di  1127 
ed  occup.-mo  in  due  corridoi  84  scaffali.  I  periodici  non  più  in  corso, 
dispersi  per  la  Biblioteca,  furono  riscontrali,  riuniti  e  registrati.  Lo  stesso 


(i)  Il  libro,  di  piccola  mole,  che  l'autore  volle  gentilmente  donarmi,  ha  questo 
titolo:  Das  Zeitungswesen.  Il  Barone  de  Biedermann  oltre  al  suo  libro,  mi  ha  favorito 
gran  numero  di  giornali  per  arricchire  la  mia  collezione. 


504  GUTOA   DELLA   STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

si  è  fatto  per  gli  atti  di  Accademie  ed  Istituti  scientifici,  e  per  le  pub- 
blicazioni ufficiali  dei  ministeri  italiani  ed  esteri.  Inoltre  furono  raccolte, 
ordinate  e  registrate  le  collezioni  in  corso  e  le  opere  in  continuazione, 
prima  disseminate  per  la  Biblioteca  o  nuovamente  acquistate. 

E  poiché  le  collezioni  della  V.  E.,  salvo  poche,  incominciano  la  più 
parte,  dal  1876,  altre  dal  1880  o  dal  1881,  non  si  è  trascurata  occa- 
sione per  completare  od  arricchire  almeno  le  più  importanti.  Durante 
il  1882,  oltre  a  molte  delle  quali  sono  state  ricolmate  piccole  lacune, 
se  ne  completarono  24,  tra  le  quali  la  Revue  ^es  questions  historiques 
(dal  1866  al  1875),  gli  Annali  di  Giurisprudenza  italiana  (1867-1880);  gli 
Annali  Universali  di  medicina  (1802-1880),  Archivio  giuridico  (1868 -1875), 
i  Commentarti  dell' Ateneo  di  Brescia  (1820-1879),  la  Giurisprudenza  ita- 
liana (1848-1880),  il  Politecnico  (1839-1867),  V Hermes  (1866-1875), 
il  Philologus  (1846-1875),  il  Rheinischi's  Museum  (1833-1874),  V Histo- 
rische  Zeitschrift  (1859-1875),  lo  Zeitschrift  fiir  Handelesrecht  (1858-1875), 
lo  Zeitschrift  fiir  vergleichcnende  Sprachforschung  (1852-1874),  ecc.  ■ 

Altre  collezioni  parziali  d'importanti  periodici  sono  nellla  Biblioteca 
del  Ministero  degl'Interni,  di  Agricoltura,  nella  Casanatense,  tee. 

■X- 

Una  importante  collezione  si  va  formando  alla  Biblioteca  dell'Ar- 
senale di  Parigi.  Giulio  Ferry,  ministro  dell'istruzione  pubblica,  deside- 
rando di  giovare  agli  studi  sulla  storia  moderna,  decise  di  raccogliere 
nella  biblioteca  dell'Arsenale,  la  collezione  completa  dei  giornali  comparsi 
a  Parigi  nel  presente  secolo. 

Una  gran  sala  al  pianterreno  della  Biblioteca  anzidetta  fu  adattata 
a  tal  uopo.  Settecento  periodici  rilegati  sono  già  allogati  negli  scaffali, 
e  vi  è  una  sala  di  lavoro  alla  quale  si  accede  con  un  apposito  biglietto. 

Alla  Biblioteca  pervennero  doni  preziosi.  Lo  Stato  vi  ha  depositato 
i  giornali  che  teneva  di  sua  proprietà  negli  Archivi;  il  signor  Marquiset, 
deputato,  regalò  una  parte  dei  giornali  parigini  del  1848;  un  altro  i  pe- 
riodici comparsi  a  Versailles  durante  l'occupazione  prussiana,  un  terzo 
quella  dei  giornali  pubblicati  a  Metz  durante  l'assedio. 

A  questa  collezione  importantissima,  fu  poi  aggiunta  quella  dei 
giornali  della  Rivoluzione  francese,  dell'Impero,  della  Restaurazione,  del 
governo  di  luglio,  della  Repubblica  del  1848,  del  secondo  Impero,  del- 
l'assedio di  Parigi,  della  Comune  e  delle  quattro  Presidenze  della  Repub- 
blica. Non  v'ha  settimana  in  cui  questa  ricca  collezione  non  si  accresca 
di  qualche  rarità. 

Da  cinque  o  sei  anni  a  questa  parte  poi,  alla  collezione  ne  fu 
aggiunta  un'altra  che  la  completa,  vale  a  dire  la  collezione  dei  giornali 
pubblicati  nelle  colonie  francesi  per  difendervi  gl'interessi  dei  coioni  e 
della  Francia,  nonché  quelli  che  si  stampano  a  Parigi  e  fuori,  e  che  si 
prefiggono  lo  stesso  scopo  patriottico,  commerciale  e  marittimo. 

Infatti  alla  Biblioteca  dell'Arsenale,  l'Algeria  è  rappresentata  da  un 
centinaio  di  giornali,  grandi  e  piccoli,  politici  e  tecnici,  seri  ed  umori- 
stici, quotidiani,  ebdomadari  e  mensili,  che  si  occupano  di  tutti  gì'  in- 
teressi della  Francia  di  oltre  mare.  Fra  quei  giornali  ve  ne  sono  due  o 
tre  arabi,  tre  ebraici  ed  uno  spagnuolo. 


COLLEZIONI   E  COLLETTORI   DI   GIORNALI.  505 

La  Tunisia,  l'isola  della  Riunione,  Chaudernagor,  Saigon,  Noumea, 
il  Canada,  le  Antille,  il  Piata,  il  Senegal,  la  Romania  ed  altri  paesi 
hanno  pure  una  ricca  collezione  della  loro  stampa  periodica  alla  biblio- 
teca dell'Arsenale,  ch'è  aperta  agli  studiosi  ed  ai  cercatori. 

Nel  1884  fra  le  altre  cose  esposte  dall'Arrigoni  al  Pala^XP  del  Ri- 
sorgimento italiano  di  Torino,  fece  bella  mostra  e  molta  impressione  una 
raccolta  curiosa  e  rara  di  giornali  pubblicati  nel  1848. 

Ad  Aquisgrana  havvi  un  museo,  non  contenente  altro  che  gior- 
nali di  tutte  le  nazioni,  in  tutte  le  lingue  e  di  tutti  i  tempi  posteriori 
a  Guttemberg. 

Questo  museo  ha  ora  40,000  giornali  diversi,  avendo  fatto  acquisto 
della  preziosa  raccolta  di  periodici  dell'impiegato  postale  Sachs  di  Augusta, 
la  quale  contiene  rarissimi  esemplari  del  secolo  scorso,  di  grande  im- 
portanza per  la  storia. 

Nel  1885  a  Nizza,  promossa  dal  sig.  S.  Czarnowski,  dottore  in 
legge,  ebbe  luogo  un'esposizione  internazionale  di  giornali  e  scritti  pe- 
riodici d'ogni  genere,  stampati  in  diverse  lingue,  classificati  sistemati- 
camente, allo  scopo  di  far  conoscere  Io  sviluppo  letterario  contemporaneo. 

All'esposizione  Internazionale  di  Londra  del  1872  vi  era  una  gal- 
leria tappezzata  da  cima  a  fondo  e  in  tutta  la  sua  lunghezza  dei  giornali 
che  allora  pubblicavansi  nel  mondo.  Non  è  facile  farsi  un'  idea  di  questa 
produzione,  perchè  ogni  paese,  o^ni  città,  ogni  industria  ha  i  suoi  giornali. 
Ve  ne  erano  delle  Indie,  dell'  isola  Maurizio,  del  fondo  dell'America,  della 
Cina,  ecc.  Ma  non  occorre  andare  cosi  lontano  per  trovare  de'  caratteri 
stranieri  o  delle  parole  che,  quantunque  scritte  in  lettere  romane,  sfidano 
la  pronunzia  di  chi  le  conosce.  Allato  a'  giornali  orientali,  figuravano  i 
giornali  russi;  poi  i  greci,  i  bulgari,  ecc.  Un  giornale  del  paese  di  Galles, 
il  Gwladanur,  era  uno  di  quelli  il  cui  nome  offriva  maggiore  probabi- 
lità per  essere  pronunziato  da  una  bocca  non  gallese. 

Nel  1887  il  sig.  W.  Fiske,  offerse  alla  Biblioteca  Nazionale  centrale 
di  Firenze  alcune  annate  di  12  diversi  giornali  pubblicati  in  Islanda. 

.^ 
A  pag.  85,  anno  VI,  1885,  della  rivista  parigina  Le  Livre,  vi  è  una 
bellissima  lista  di  collezioni  di  giornali  francesi  venduti  a  Parigi  all'incanto. 

-X- 
Nel  1889  a  Meiningen  ebbe  luogo  un'esposizione  di  giornali  che 
contenevano  degli  articoli  sulla  morte  di  Guglielmo  I.  Questa  collezione 
non  presentava  meno  di  54  lingue,  fra  le  quali  s'intende,  tutte  le  europee 
coi  loro  diversi  dialetti;  vi  si  trovavano  inoltre  il  bengalese,  l'indiano,  il 
guzzariano,  il  chinese,  il  giapponese,  l'avaiano  ed  una  quantità  d'altri 
idiomi  ancora  meno  noti. 

9f 
Alla  Biblioteca  Nazionale  di  Parigi,  fra  i  libri  acquistati  dalla  col- 


506  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

lezione  del  defunto  Conte  H.  de  La  Bédoyére,  evvi  pure  una  raccolta 
di  circa  2000  giornali,  pubblicati  dal  1789  al  1800. 

Nel  Caffè  Peel  di  Londra  ai  numeri  177  e  178  della  Fleet-street, 
trovansi  raccolte  complete  di  tutte  le  gazzette  inglesi,  fra  cui  la  Ga:^ietta 
di  Londra  giornale  autentico  del  governo,  dal  1759  ;  il  Tìiiies  dal  1788;  la 
Chronicle  dal  1773;  la  Post  dal  1773;  V  Herald  dal  1784;  V  Advestiser 
dal  1795,  del  pari  che  i  fogli  della  sera  dalla  loro  fondazione,  cioè  il 
Globe  dal  1803;  il  Sim  dal  1791;  lo  Standart  dal  1827  e  r£"xpr^55,  che 
è  quasi  un  supplemento  del  T^aily  Nezus,  come  lo  Standart  lo  è  del- 
Herald  dal  1846.  Si  paga  uno  scellino  d'entrata  e  può  leggersi,  studiare, 
ricercare,  ecc. 

Un  altro  intelligente  collettore  di  giornali  è  il  sig.  Ciro  Battigalli 
di  Viterbo.  La  sua  collezione,  sebbene  non  conti  molti  anni  di  vita, 
avendo  avuto  principio  nel  1880,  ha  raggiunto  il  ragguardevole  numero 
di  oltre  2000  periodici,  politici,  scientifici,  letterari  ed  artistici  apparte- 
nenti ed  ogni  regione  d'Italia. 

Raccolti  e  con  razionale  sistema  ordinati,  offrono  luminosa  prova 
della  cura  indefessa  con  cui  il  Battigalli  si  è  accinto  a  quest'opera  che 
annovera  pubblicazioni  rare  e  pregevoli,  tra  le  quali  primeggiano  la  Ga;^- 
:(etta   Universale  di  Firenze  del  1806  ed  altre  del  1836,  38,  46,  49,  ecc. 

-^ 

Fra  i  collettori  di  giornali  mi  piace  anche  citare  il  sig.  Maurice  Pétre 
di  Parigi,  il  quale  ha  una  preziosa  raccolta  di  giornali  di  tutte  le  nazioni. 

7^ 

Nel  novero  delle  collezioni,  ultima  forse  per  formazione,  non  per 
valore,  credo  possa  entrare  la  mia. 

Comprende  non  solo  una  copia  di  tutti  i  giornali  italiani  ed  esteri, 
che  attualmente  si  pubblicano,  ma  anche  un  numero  sterminato  di  pe- 
riodici antichi,  alcuni  dei  quali  rimontano  al  secolo  passato  e  al  prin- 
cipio dell'attuale. 

La  raccolta  raggiunge  il  numero  di  oltre  20,000  giornali.  Il  Fan- 
fulla^  nel  parlarne  pochi  anni  fa,  disse  che  una  collezione  simile  non 
era  stata  fin  qui  né  fatta,  né  posseduta  da  alcuno. 

Questa  collezione  conta  delle  vere  rarità:  il  Foglio  Ordinario  di  Na- 
poli, del  1782,  tre  annate  della  Ga:(^:^etta  Universale  di  Firenze  (1803 -1806), 
varii  numeri  del  Diario  di  Roma,  del  1831,  1834,  1839,  1847,  1852, 
1855,  1864,  ecc.;  il  primo  numero  del  Don  Pirlone  dì  Roma,  del  1848; 
il  Somaro,  la  Lanterna  Magica,  Cassandrino  e  Un  Bajocco  pure  di  Roma 
e  del  1848;  lo  Spettatore  di  Firenze  del  1858,  il  Giornale  del  Regno  delle 
Due  Sicilie  del  1852;  Fatti  e  Parole  di  Venezia  del  1849;  il  Diario  Mo- 
denese del  1848;  la  Ga:(ietta  Privilegiata  di  Milano  del  1842;  moltissimi 
giornali  napoletani  del  1848  e  1860,  fra  cui  la  collezione  completa  del 
giornaletto  //  Garibaldi,  stampato  su  carta  cilestre,  contenente  giorno 
per  giorno  gli  avvenimenti  dell'ingresso  del  Dittatore  a  Napoli;  ecc. 

Fra  i  giornali  esteri  vi  è  un  numero  della  Dresdnische  Wochentliche 
Prag-und  An:(cigen  del  1761,  uno  del  Curagaosche  Courant  del  1833,  la 


COLLEZIONI   E   COLLETTORI    DI   GIORNALI.  507 

collezione  completa  del  Mois  di  Parigi  del  1848,  scritto  da  Alessandro 
Dumas;  il  Maghid,  giornale  ebraico  di  Lyck,  tutti  i  giornali  dell'Avana, 
della  Bulgaria,  il  Farhang  di  Ispaan  (Persia),  VAnnales  de  r Union  Ca- 
tboliqne  di  Port  Louis  (isola  Maurizio)  i  giornali  delle  repubbliche  di 
Honduras,  Salvador,  Costa-Rica,  Uraguay,  Paraguay,  Perù,  Bolivia,  del 
regno  di  Siam,  della  Guiana  inglese,  della  Tunisia,  del  Marocco,  del- 
l'Algeria, dell'Islanda,  Messico,  Chili,  Colombia,  Svezia  e  Norvegia,  Da- 
nimarca, Olanda  e  colonie  olandesi;  tutti  i  giornali  greci,  tedeschi,  fran- 
cesi, fra  cui  una  raccolta  di  quelli  pubblicati  a  Parigi  durante  la  guerra 
e  la  Com.une,  quasi  tutti  quelli  degli  Stati  Uniti,  della  Repubblica  Ar- 
gentina e  della  Patagonia,  quelli  dell'Austria-Ungheria,  della  Serbia  e  del 
Montenegro,  VOnent  di  Calcutta,  i  giornali  dello  Stretto,  Sumatra,  Giava 
e  Borneo;  il  Lat-Pau  Pres  chinese  di  Singapore,  i  giornali  del  Malabar 
(Indie  Orientali)  :  Keralopakari,  Malayala  Mittram,  Kerali  Mittram,  Tra- 
vancore  Time';,  Patekima  leraka,  Keraha  Chandrika,  Fidia  FHasini,  ecc.  ;  i 
giornali  di  Cochin,  il  Madagascar  Times,  la  Ga^ety  Malagasy  di  Antana- 
narivo,  la  Cloche  di  Tamatava,  il  Messager  de  Tahiti,  i  giornali  dell'A- 
frica meridionale  De  Tolk,  Paarl  Alverlentieblad,  Die  Afrikansse  Patriot, 
De  Getuige  di  Paarl;  i  giornali  russi,  finlandesi,  giapponesi,  cinesi,  turchi, 
arabi,  egiziani  coi  titoli  più  strani  e  più  difficili  a  scriversi  e  pronunziarsi. 

Senza  ulteriormente  diffondermi,  concluderò  col  dire  che  la  mia 
collezione  credo  sia  la  più  grande,  la  più  svariata,  la  più  preziosa  che 
esista  nel  mondo.  Essa  va  ogni  giorno  più  aumentandosi  per  le  gentili 
offerte  che  mi  vengono  fatte  da  amici,  letterati,  scienziati,  giornalisti, 
viaggiatori,  consoli  e  ministri  plenipotenziarii. 

A  questa  raccolta  poi  è  unita  una  collezione  di  pubblicazioni  sto- 
riche e  statistiche  sulla  stampa  periodica  italiana  ed  estera,  annuari  gior- 
nalistici francesi,  americani,  tedeschi,  spagnuoli,  delle  isole  Azzorre,  ecc. 

Nicola  Bernardini 


I  Giornali  geografici. 

Centoventisei  periodici  sono  esclusivamente  consacrati  alla  geografia;  42  si  pubblicano  in  Francia,  38  in 
Germania,  8  in  Russia,  7  in  Italia.  L'Inghilterra,  la  Spagna  ed  il  Portogallo  ne  hanno  ciascuna  sei;  la  Da- 
nimarca, r  Ungheria,  la  Svezia,  la  Romania  ed  il  Giappone  uno  per  ciascuna. 

È  provato,  in  tesi  generale,  che  almeno  un  poco  di  geografia  è  indispensabile  nel  mestiere  di  giornalista 
non  fosse  altro,  per  sapere  ove  andare  a  caccia  di  merli....  cioè  d'associati. 


IL  QUARTO  POTERE 

PROFILI    A    PENNA,    SCHIZZI    E    RICORDI   ANEDDOTICI 
di    FRA    ZENO    (redattore  del  Fischietto) 

Un    volume    di    pagine    160,    L.    1. 

0.  ALIPRANDI,  editore,  Via  S.  Pietro  all'orto,  16 


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IL  SECOLO  è  il  solo  giornale  che  pubblichi  Numeri  doppi  e  Supplementi  Illu- 
strati sugli  avvenimenti  più  importanti  del  giorno. 

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due  giornali  illustrati  settimanali,  un  Supplemento  Illustrato  almeno  mensile,  quadri 
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organo  di  pubblicità  tanto  in  Italia  come  all'estero. 

Nessun  giornale  può  competere  col  SECOLO  per  l'importanza  della  sua  corrispon- 
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resse e  per  fama  di  autore,  sono  pubblicati  dal  SECOLO,  che  ae  acquista  l'esclusivo 
diritto  e  pubblica  in  ciascun  numero  non  meno  di  due  romanzi  per  volta. 

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letta, Massaua  e  Assab »  24  —    »  12  —    »     6  — 

Alessandria  d' Egitto »  28  —    »  14  —    »     7  — 

Europa,  Stati  Uniti  d'America,  Canada,  Terranova,  Egit- 
to, Cipro,  Azzorre,  Madera,  Canarie  e  Marocco    .     .  »  40  —    »  20  —    »  10  — 

Stati    dell'America    Centrale    e   Meridionale,    Giappone, 

India,  Birmania,  Aden,  Ceylan  e  Oceania     .     .     .     .  »  60  —    »  30  —    »  15  — 

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i.°  A  tutti  i  numeri  che  verranno  pubblicati,  per  l'intiera  annata,  del  giornale  setti- 
manale illustrato  II  Secolo  Illustrato  della  Domenica. 

2.°  A  tutti  i  numeri  che  verranno  pubblicati,  per  l'intiera  annata,  del  giornale  setti- 
naie  Il  Giornale  Illustrato  dei  Viaggi. 

3.°  A  tutti  i  numeri  che   verranno    pubblicati,  per   l'intera   annata,  del    Supplemento 
mensile  illustrato  del  SECOLO:  COLLANA   DELLE  CENTO  CITTÀ  D' ITALIA. 

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LE  ASSOCIAZIONI  SI  RICEVONO  : 
In  Milano  presso  1'  Uflficio  del  Giornale  nello  Stabilimento  dell'editore  Edoardo  Sonzogno,  Via  Pasquirolo,  14. 
Fuori  di  Milano  mediante  l'invio  di  Vaglia  postale  con  lettera  affrancata. 

Accompao'nare  le  rinnovazioni  d'abbonamento,  reclami,  rettifiche  di  indirizzo,  ecc.,  con  una  fascetta  a  stampa 
del  giornale.  —  Non  si  restituiscono  i  manoscritti. 

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nuele,  18  Genova,  Via  Roma,   io  —  Torino,  Via  S.  Teresa,   13,  e  presso  tutte  le  altre   succursali  di 

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Numero  dei  Comuni:  297  —  Popolazione:  1,114,991  —  Superfici'':  K.  q.  3,143  —  Deputati  iella  provincia: 
I.  Cavallotti,  Mussi,  Maffi,  Marcerà,  Colombo.  2.  Campi,  liorromeo.  Bianchi,  Callotti,  Ganzi.  3.  Casati, 
Taverna,  Carmine,  Sola.  4.  Gagnola,  Conti,  Cremonesi.    ■ 


L'Agricoltura  illustrata.  Rassegna  mgn 
sile,  nata  nel  gennaio  dei  1889.  Fs-.  ^(i 
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pagine  in-4.°  Vi  collaborano  i  più  distinti 
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strata, fondata  nel  1886.  Si  occupa  di  agri- 
coltura, zootecnia,  allevamento,  caccia,  ecc. 
Direttore:  Alberto  Gemignani.  Vi  collabo- 
rano i  più  insigni  zooti^cnici,  veterinari  e 
allevatori  italiani  ed  esteri.  Abbonamento: 
anno  L.  6  -  Estero  7.  Via  Pasquirolo,  6. 
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nato  nel  1847  e  diretto  da  Deodato  Ven- 
turi. Si  occupa  esclusivamente  di  successi 
teatrali,  scritture,  ecc.  Si  pubblica  36  volte 
all'anno.  Abbonamento:  anno  L.  25  -  Este- 
ro 30.  Un  numero  0,50  Via  Pesce,  23. 

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nale religioso,  fondato  il  3  febbraio  1887. 
Esce  ogni  sabato  in  16  pagine  in-8.°  - 
Direttore:  sac.  Aquilino  Citerio,  missio- 
nario apostolico.  Abbonamento:  L.  3,50 
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nale di  giurisprudenza  religiosa,  fondato 
nel  1879  a  Roma,  dove  si  pubblicò  fino 
al  1806;  nel  1887  trasferi  la  sua  direzione 
a  Milano.  Si  pubblica  2  volte  al  mese  in 
fascicoli  di  16  pagine  a  2  colonne.  Diret- 
tore: Gaetano  conte  Agnelli  de'  Malherbi. 
Abbonamento:  anno  L.  6.  Non  si  vende 
a  numeri  separati.    Via  Solferino,  22. 

Milano. 
_  Annali  della  società  dei  zootecnici  ita- 
liani. Pubblicazione  scientifica,  nata  nel 
1882.  Esce  ogni  mese  in  fa=cicoli  di  24  pagi- 
ne in-8  °con  incisioni.  Direttore:  Lemoigne 
dott  cav.  Alessio.  Redattore:  Borea  dott. 
Eligio.  Editore:  Pietro  Agnelli.  Abbona- 
mento: anno  L.  10.  Via  Pietro  Verri,  16. 

Milano. 

Annali  di  chimica.  Giornale  di  chimica 


applicata  alla  medicina  e  farmaceutica,  fon- 
dato nel  1845,  perciò  uno  dei  più  antichi 
d'Italia  in  tal  genere.  Esce  ogni  mese  a 
fascicoli  di  64  pagine  e  tira  1000  copie. 
Negli  Annali  di  chiiiiica  trovansi  indicati 
tutti  i  progressi  della  chimica  e  tutte  le 
applicazioni  di  questa  scienza  alla  medicina, 
farmacia,  terapeutica,  tossicologia,  igiene 
e  dietetica.  La  direzione  è  affidata  ai  pro- 
fessori P.  Albertoni,  I.  Guareschi,  A.  Pa- 
vesi e  G.  Colombo,  coadiuvati  da  una  eletta 
schiera  di  collaboratori.  Abbonamento:  an- 
no L.  14  -  Estero  16  -  Per  gli  studenti 
universitari  12.  Editori:  Fratelli  Rechiedei. 

Milano. 
Annali  di  Matematica  pura  ed  appli- 
cata. Pubblicazione  scientifica;  esce  a  fa- 
scicoli di  IO  fogli  di  stampa,  4  all'anno. 
Direttore  :  Francesco  Brioschi.  Tipog.  Edi- 
trice C.  Rebeschini.  Via  Senato,  38. 

Milano. 
Annali  di  ostetricia  e  ginecologia.  Ri- 
vista medico-chirurgica,  fondata  nel  1879, 
diretta  dai  professori  Edoardo  Porro  e 
Luigi  Mangiagalli.  Vi  collaborano  quasi 
tutti  i  cultori  italiani  della  specialità  in- 
dicata. Esce  un  fascicolo  ogni  mese;  ogni 
anno  i  12  fascicoli  formano  un  volume 
complessivo  di  800  pagine.  Abbonamento: 
anno  L.  15  -Unione  postale  i8.ViaAsole,4. 

Milano. 
Annali  Francescani.  Periodico  cattolico, 
fondato  nel  1670  dal  P.  Egidio  da  Milano. 
Esce  2  volte  al  mese  in  32  pagine  per 
cura  dei  Padri  Cappuccini  lombardi.  È  al 
corrente  di  tutti  i  decreti  della  Sacra  Con- 
gregazione che  riguardano  il  Terz'Ordine 
Francescano.  Tiratura  2200  copie.  Abbona- 
mento: anno  L.  4.  Viale  Porta  Vittoria,  54. 

Milano. 
Annali  universali  di  medicina  e  chi- 
rurgia. Pubblicazione  di  scienze  mediche 
e  ma'erie  affini,  fondata  nel  181 5.  Esce 
in  2  parti  :  Parte  originale  e  Parte  Rivista 
in  fiisciccli  di  100  pagine  ciascuna.  Diret- 
tore :comm.  Alfonso  Corradi.  Tiratura  looo 
copie.  La  1.'  parte  costa  L.  30  l'inno,  com- 
presa la  parte  i?iV/i/fl;  questa  costa  12  lire 
l'anno,  separatamente.  Fratelli  Rechiedei, 
editori. 

Milano, 


510 


GUIDA   DELLA   STASIPA   PERIODICA   ITALIANA. 


L'Apicoltore.  Organo  dell'Associazione 
centrale  d'apicoltura  nato  nel  gennajo  1867. 
Esce  mensilmente  in  32  pagine  l'ccamente 
illustrate,  con  copertina.  Tira  1200  copie. 
Direttore  :  A.  Visconti  di  Saliceto.  Abbona- 
mento: anno  L.  5.  Piazza  Cavour,  4. 

Mihno. 

Archivio  di  ortopedia.  Giornale  meci- 
co-ortopedico,  fondato  nel  1S84.  Esce  ogni 
mese  in  fascicoli  illustrati  di  80  pagine. 
Abbonamento:  anno  L.  i  j. 

Milano. 

Archivio  glottologico  italiano.  Pubbli- 
cazione scientifica,  diretta  e  per  gran  parte 
scritta  da  G.  I.  Ascoli.  Vi  collaborano: 
F.  D' Ovidio,  G.  Flechia,  C.  Nigra,  B.  Bian- 
chi, ecc.  Esce  a  grossi  fascicoli  ÌQ-S.°  - 
Editore  E.  Loescher. 

Milano. 

Archivio  italiano  di  clinica  medica. 
Pubblicato  dai  professori  C.  Bozzolo,  G.  Bac- 
celli, C.  Bernabei,  A.  Cantani,  A.  Carda- 
relli, A.  De  Giovanni,  E.  De  Renzi,  E.  Gal- 
vagni,  B.  Luzzatto,  G.  B.  Queirolo,  A.  Riva, 
Salomone  Marino,  ecc.,  a  volumi  di  circa 
800  pagine  con  illustrazioni  e  tavole.  Esce 
a  puntate  in  numera  di  cinque.  Abbona- 
mento: anno  L.  i  s.  Casa  Editrice  dott.  Fran- 
cesco Vallardi.  Corso  Magenta,  4S. 

Milano. 

Archivio  italiano  per  le  malattie  ner- 
vose. Giornale  di  scienze  mediche,  nato 
nel  1864.  Esce  ogni  2  mesi  in  fiscicoli 
di  circa  100  pagine.  Tiratura  2000  copie. 
E  organo  della  Società  freniatrica  italiana, 
ed  è  diretto  dai  professori  Verga  e  Biffi. 
Abbonamento:  anno  L.  12.  Un  numero 
L.    2,50.   Fratelli  Rechiedei,   editori. 

Milano. 

Archivio  storico  di  Lodi.  Pubblicazione 
trimestrale,  nata  nel  maggio  del  iSSi.  Si 
pubblica  a  dispense  di  48  pagine  con  coper- 
tina e  si  occupa  esclusi%'amente  delle  cose 
storiche  della  città  e  comuni  del  circon- 
dario di  Lodi.  È  diretto  dal  sac.  Andrea 
Timolati.Vi  scrivono:  Alessandro  Riccardi, 
Emilio  Motta,  Giovanni  Agnelli,  ecc.  Ab- 
bonamento: anno  L.  3.  Corso  Roma,  14. 

Lodi. 

Archivio  storico  lombardo.  Organo  della 
Società  storica  lombarda,  nato  nel  1874. 
Esce  ogni  3  mesi  in  grossi  fascicoli  con 
illustrazioni.  Vi  scrivono:  P.  Tedeschi, 
A.  Bertolotti,  C.  Vignati,  G.  Mongeri,  G. 
Tamassia,  ecc.  Abbonamento:  anno  L.  20. 
Editori  Fratelli  Dumolard.ViaS.Giuseppe,4. 

Milano. 

L'Arte  del  traforo.  Collezione  di  di- 
segni per  trafori  in  legno,  metallo,  ecc.; 
nata  nel  1879  ^  disegnata  da  A,  Furaci, 


con  spiegazioni  in  diverse  lingue.  L'unica 
premiata  all'Esposizione  di  Torino  1884. 
Associazione  libera  per  52  numeri,  L.  11,50; 
un  numero  cent.  30.  Via  Cappellari,  3, 

Milano. 

L'Arte  drammatica.  Giornale  teatrale, 
nato  nel  1872.  Esce  ogni  sabato  in  4  pa- 
gine a  3  colonne.  Direttore  responsabile: 
dott.  Icilio  Santarnecchi.  Abbonamento: 
anno  L.  15,  semestre  8  -  Estero  spese  po- 
st"^ jn  più.  Un  numero  0,30  II  giornale  ha 
pù?è  un'.:genzia  teatrale.  Via  Bagutta,  20. 

Milano. 

L'Arte  stenografica.  Fondato  nel  1881 
è  organo  delle  società  stenografiche  di 
Como,  Cremona,  Poltre,  Milano,  Pavia, 
duinzano  Bresciano,  Torino,  Trieste,  Udi- 
ne, Venezia  e  Viterbo.  Contiene  gli  atti  del 
consiglio  direttivo  della  Federazione  steno- 
grafica regionale  lombarda.  Esce  mensil- 
mente in  16  pagine  in-i6.°  con  fogli  auto- 
grafati in  caratteri  stenografici.  Ha  pure 
una  rubrica  speciale  pel  Volapuk.  Diret- 
tore: Arnaldo  xMarin.  Abbonamento:  anno 
L.  3.  P'azza  del  Carmine,  4. 

Milano. 

Atti  dell'accademia  fisio-medico-stati- 
stica.  Giornale  di  fisiologia,  medicina  e 
statistica,  nato  nel  1845.  Esce  a  fascicoli 
e  a  periodi  indeterminati.  Ogni  fascicolo 
L.  4,  per  i  soci  corrispondenti  L.  3. 

Milano. 

Atti  della  Società  italiana  di  ostetricia 
e  ginecologia.  Pubblicazione  scientifica  pe- 
riodica, fondata  nel  1887.  Esce  a  volumi 
di  oltre  300  pagine  in-8.°  con  illustrazioni 
e  tavole.  Vi  scrivono:  D.  Chiara,  Fibbi, 
Mori,  E.  Piccinini,  V.  Lauro,  Masini,  Otta- 
vio Morisani,  ecc.  Tipografia  Pietro  Agnelli 

Milano. 

Atti  della  Società  italiana  di  scienze 
naturali.  Pubblicazione  scientifica  perio- 
dica. Vi  scrivono  :  Monticelli,  Sacco,  Pave- 
si, Molinari,  C,  J.  Forsh't  Major,  P.  Ma- 
gretti,  C.  F.  Parona,  ecc.  Esce  in  fascicoli  di 
200  pagine  in- 8.°  con  tavole  illustrative. 
Tip.  C.  R^beschini  e  C.  Via  Rovello,  14. 

Milano. 

L'Avvenire  letterario.  Giornale  quindi- 
cinale, nato  nel  i:-9o  per  sostituire  la  Cro- 
naca Rossa.  Direttori:  Vittorio  Luraghi  e 
Ulisse  Tanganelli.  Abbonamento:  anno  L.  2. 
Via  Maurilio,  18, 

Milano. 

Il  Bazar.  Giornale  illustrato  delle  fami- 
glie, fondato  nel  1866.  Si  occupa  esclusi- 
vamente di  mode  e  si  pubblica  in  2  edi- 
zioni, mensile  e  bimensile.  L'edizione  men- 
sile consta  di  un  fascicolo  con  copertina 
al  i.°  d'ogni  mese,  contenente  disegni  di 


PROVINCIA   DI    MILANO. 


511 


mode  e  ricami,  figurini  colorati,  modelli 
tagliati,  ecc.  Ha  una  tiratura  di  2500  co- 
pie. Ne  è  direttore  F.  Garbini;  precedente- 
mente fu  diretto  daG.  Cavallotti(i882-84), 
da  Assio  Cattilio  (1884-S8),  da  L.  Boc- 
cacci, ora  direttore  della  Gaietta  Provin- 
ciale di  Bergamo,  da  Dobrilla,  attuale  cor- 
rispondente romano  della  Lombardia,  ecc. 
Abbonamento:  anno  L.  1 2, setn.6,50, trim. 4. 
Estero:  anno  L.  15,  sem.  io,  trim.  6.  Edi- 
zione bimensile;  anno  L.  20,  sem.  10,50, 
trim.  5,50 -Estero:  anno  L.  27,  sem.  14, 
trim.  7.  Via  Solferino,  22. 

Milano. 
La  Bitliografia  italiana.  Giornale  let- 
terario, fondato  nel  1867.  Esce  2  volte  al 
mese  in  fascicoli  di  16  pagine.  Abbona- 
mento: anno  L.  15.  Non  si  vende  a  nu- 
meri separati. 

Milano. 
Biblioteca  legale  economica.  Giornale 
di  giurisprudenza,  nato  nel  1862,  Esce  a 
periodi  irregolari  in  un  numero  indeter- 
minato di  pagine.  Abbonamento:  L.  4,50 
aimo.  Un  fascicolo  50  centesimi. 

Milano. 
Bilslioteca  universale.  Pubblicazione  di 
storia,  poesia,  romanzi,  filosofia,  ecc.,  fon- 
dato nel  1882.  Si  pubblica  2  volte  al  mese 
in  fascicoli  di  un  numero  indeterminato  di 
pagine.  Direttore:  Carlo  Romussi.  Abbona- 
mento: anno  L.7.  Un  numero  25  centesimi. 

Milano. 

Bollettino  artistico  internazionale.Gior- 

nale  dell'arte  musicale,  fondato  nel   18S5. 

Si  pubblica  2  volte  al  mese  in  8  pagine. 

Abbonamento  :  anno  L.  6.  Un  numero  0,50. 

Mila  no. 
Bollettino  loibliograficc.  Giornale  di  arte 
tipografica  e  bibliogrufia.  Si  pubblica  dal 
1883,  ogni  sei  mesi.  È  organo  dello  stabi- 
limento Sonzogno.  Direttore  :  avv.  Carlo 
Romussi.  Un  numero  25  centesimi. 

Milano. 
Bollettino  Ijitliografico  delle  novità  li- 
brarie italiane  ed.  estere,  in  vendita  presso 
la  Ditta  Fratelli  Dumolard.  Distribuzione 
gratuita. 

Milano. 
Bollettino  bimensile  di  miscellanea  li- 
braria, nato  nel  giugno  1889  per  l'annun- 
zio di  nuov'  libri.  Esce  a  fascicoli.  Diret- 
tore: A.  Sormanni,  commissionario  i  li- 
bri. Piazzale  Stazione  Genova,  6. 

Milano. 
_  Bollettino  degli  atti  e  notizie  della  so- 
cietà italiana  degli  autori.  Pubblicazione 
bimensile,  fondata  nel  1885.  Esce  in  fasci- 
coli di  8  pagine.  Abbonamento:  sem.  1,50. 

Milano. 


Bollettino  dei  protesti  cambiari  del  re- 
gno d'Italia.  Pubblicazione  settimanale 
edita  per  cura  dell'amministrazione  del 
giornale  il  Commercio  di  Milano  (vedi), 
nata  nel  1885.  Contiene  per  ordine  alfa- 
betico i  protesti  avvenuti  ogni  mese.  Si 
pubblica  ogni  lunedi  in  4  pagine.  Abbo- 
namento: anno  L.  15.  Per  gli  associati  al 
Commercio  L.   10. 

Milano. 

Bollettino  dei  trasporti  e  dei  viaggi  in 
ferrovia.  Giornale  commerciale,  fondato 
nel  1884.  Si  pubblica  ogni  15  giorni  in  8 
pagine.  Abbonamento:  anno  L.  io.  Non 
si  vende  a  numeri  separati. 

Milano. 

Bollettino  del  Collegio  dei  ragionieri  in 
Milano.  Fondato  nel  i."  trimestre  del  1880, 
esce  in  fascicoli  di  32  pagine  in-S."  Diret- 
tore :  rag.  Eugenio  cav.  Banfi.  Si  accetta 
la  collaborazione  di  tutti  i  ragionieri  ita- 
liani. Ogni  fascicolo  L.   i.  Via  Pattari,  7. 

Milano. 

Bollettino  del  Comizio  agrario  Monzese. 
Giornale  agricolo,  industriale,  fondalo  nel 
1875.  Esce  ogni  mese  in  20  pagine  in-8.° 
piccolo.  Direttore  :  A.  Oriani.  Abbona- 
mento: anno  L.  3.  Tipografia  Corbetta. 

Monica. 

Bollettino  del  Museo  commerciale.  Nato 
per  cura  della  Camera  di  commercio  nel 
1S86,  si  pubblica  2  volte  al  mese  in  8 
pagine.  Contiene  informazioni  commerciali 
sopratutto  per  le  esportazioni  dei  nostri 
prodotti.  Dà  mensilmente  un  resoconto  dei 
campionari  merce  che  continuamente  per- 
vengono al  Museo,  nonché  i  principali  av- 
visi d'appalti  che  avvengano  nel  regno. 
Abbonamento:  anno  L.  6.  Via  S.'  Marta,  1 6. 

Milano. 

11  Bollettino  dell'agricoltura.  Organo 
della  Società  agraria  di  Lombardia,  del 
Comizio  e  del  Consorzio  agrario  di  Mi- 
lano, fondato  nel  1867.  Si  occupa  degl'in- 
teressi agricoli  nei  rapporti  scientifici  e 
pratici;  intorm.a  sulle  condizioni  dei  mer- 
cati e  pubblica  un  importante  listino  dei 
prezzi  i^i  granaglie,  latticini,  carni  ed  altro. 
Direttore:  ing.  F.  Clerici.  Abbonamento: 
anno  L.  6.  Non  si  vende  a  numeri  separati. 
Tiratura  1000  copie.  Per  abbonarsi  rivol- 
gersi ail'ufBcio  della  Società  agraria  in 
Milano,  piazza  Fontana,  nell'Arcivesco- 
vado. 

Milano. 

Bollettino  dell'Associazione  dei  fabbri- 
catori di  carta  ed  arti  affini  del  regno 
d'Italia.  Fondato  nell'agosto  del  1888, 
esce  in  fascicoli  di  oltre  20  pagine  in-8.'' 
con  illustrazioni.  Direttore:  dott.  Arnoldo 


512 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Usigli.  Abbonamento:  anno  L.  lO.  Un  nu- 
mero L.   I.  Via  Maravigli,  12. 

Milano. 

Bollettino  della  Consulta  del  Museo  ar- 
cheologico in  Milano  (Brera).  Si  pubblica 
in  fascicoli  di  varie  pagine  ia-8.°  -  Tipo- 
grafia Bortolotti  di  Giuseppe  Prato. 

Milano. 

Bollettino  della  poliambulanza  di  Mi- 
lano. Pubblicazione  scientifica,  fondata  nel 
gennaio  1888.  Si  pubblica  a  fascicoli  men- 
sili di  40  pagine  in-8.°  -  Vi  scrivono  : 
F.  Denti,  Caporali,  Panzeri,  Arcari  A.,  ecc. 
Editore:  dott.  Francesco  Vallardi.  Abbo- 
namento: anno  L.  5.  Via  Fieno,  io. 

Milano. 

Bollettino  ufficiale  della  Società  di  mu- 
tuo soccorso  tra  gl'impiegati.  Organo  spe- 
ciale fondato  nel  1872  per  la  pubblicazione 
degli  atti  della  società  ed  articoli  d'indole 
amministrativa.  Tiratura  2000  copie.  Esce 
in  fascicoli  di  16  pagine  ogni  3  mesi. 

Milano. 

Bollettino  della  Società  ginnastica  «  For- 
za e  Coraggio  ».  Nato  il  15  febbraio  1886, 
esce  ogni  mese  in  8  pagine  e  si  distribui- 
sce gratis  ai  soci  del  sodalizio.  Tratta  del- 
l'educazione fisica  e  si  occupa  d'ogni  ramo 
dello  sport.  Tira  2000  copie. 

Milano. 

Bollettino  della  Società  medico-farma- 
ceutica di  Pavia.  Fondato  nel  1888  e  re- 
datto dal  segretario  della  società  stessa 
dott.  A.  Guzzoni.  Esce  a  fascicoli  in-8.° 
Editore:  Francesco  Vallardi. 

Milano. 

Bollettino  delle  cliniche.  Giornale  di 
medicina  e  scienze  atfìni,  nato  nel  1885. 
Esce  ogni  mese  in  fascicoli  di  48  pagine. 
Abbonamento:  anno  L.  8.  Non  si  vende 
a  numeri  separati. 

Milano. 

Bollettino  delle  estrazioni.  Giornale 
delle  estrazioni  e  prestiti  italiani  ed  esteri, 
fondato  nel  1875.  Si  pubblica  ogni  mese 
in  4  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  2. 
Un  numero  30  centesimi. 

Milano. 

Bollettino  settimanale  delle  novità  pub- 
blicate dal  E.  Stabilimento  Ricordi.  Esce 
in  foglietti  colorati  e  si  dispensa  gratis. 

Milano. 

Bollettino  di  novità.  Catalogo  bibliogra- 
fico delle  pubblicazioni  dello  stabilimento 
Fratelli  Treves.  Si  distribuisce  gratis. 

Milano. 

Il  Buon  Pastore.  Periodico  religioso, 
fondato  nel  1864,  con  approvazione  del- 
l'autorità ecclesiastica.  Si  pubblica  il  i.°e 
il  3.*  lunedì  d'ogni  mese  in  32  pagine  a 


2  colonne,  oltre  4  pagine  di  copertina.  Ha 
pure  un  supplemento  mensile  che  contiene 
discorsi  religiosi  e  panegirici.  Direttore: 
Angelo  Bersani-Dossena,  vescovo  coadiu- 
tore di  Lodi.  Abbonamento:  col  supple- 
mento anno  L.  13,50,  semestre  8  -  Este- 
ro 16  -  Senza  supplemento:  anno  L.  io, 
semestre  6  -  Estero  13. 

Lodi. 

Caccia  e  Tiri.  Giornale  di  sport  fon- 
dato nel  1887  col  titolo  di  Caccia  e  Corse. 
Il  i.°  gennajo  1890  si  divise  in  due  gior- 
nali: Caccia  e  Tiri  e  Caccia  e  Scherma  (vedi). 
È  organo  ufficiale  del  Kennel  Club  ita- 
liano. Esce  il  giovedì  in  8  pagine  in-4.° 
su  carta  doppia,  paglierina,  a  2  colonne. 
È  redatto  con  gran  cura  ed  è  abbondante 
di  notizie.  Direttore  proprietario:  F.  Delor. 
Redattore  in  capo:  dotr.  G.  Pessina.  Abbo- 
namento: anno  L.  12,  sem.  6  -  Estero: 
anno  L.  18,  sem.  lo.Un  numero  0,30.  Corso 
Porta  Vittoria,  52. 

Milano. 

Caccia  e  Scherma.  Rivista  di  sport,  ve- 
locipedis:'no,  ginnastica,  lotte,  sport  pede- 
stre, nata  nel  1890.  È  organo  della  Società 
Lombarda  e  della  Società  dell'  Eiipili  per 
le  corse  dei  cavalli.  Esce  il  venerdì  in  8 
pagine  in-4.''  grande  su  carta  di  lusso, 
paglierina,  a  2  colonne.  Direzione:  per  la 
parte  Corse:  Conte  Emilio  Turati,  Via  Me- 
ravigli, 11;-  per  la  parte  Scherma  :  ing.  Al- 
fredo Dalgas,  Via  Durini,  24.  -  Ammini- 
strazione: Corso  Vittorio  Emanuele,  12-16. 
Abbonamento:  anno  L.  12,  semestre  7, 
trimestre  4  -  Estero,  anno  L.  18,  seme- 
stre IO,  trimestre  6.  Un  numero  separato 
cent.  30.  Questo  giornale  è  dato  come  pre- 
mio semigratuito  agli  associati  del  Secolo. 

Milano. 

Cafarnaum.  Giornale  di  annunzi. 

Milano. 

La  Cappelleria  italiana.  Giornale  indu- 
striale e  dell'arte  tintoria,  fondato  nel  1884. 
Esce  ogni  mese  in  8  pagine  e  tavole  di 
figurini  di  mode.  Abbonamento:  anno  L.  9. 
Non  si  vende  a  numeri  separati. 

Milano. 

Il  Caricaturista.  Giornale  umoristico, 
teatrale,  con  caricature,  nato  nel  1879  col 
titolo  di  Garibaldi  che  poi  mutò  nell'at- 
tuale. Si  pubblica  3  volte  al  mese  in  4  od 
8  pagine  a  3  colonne.  Al  giornale  è  an- 
nessa anche  un'agenzia  teitraie.  Proprie- 
tario: A.  ChiTiconi.  Redattore:  G.  Mauri. 
Abbonamento:  anno  L.  15,  semestre  7,50. 
Via  Passarella,  2. 

Milano. 

Il  Cittadino  di  Lodi.  Giornale  politico, 
letterario,  cattolico,  nato  nel  1889  per  so- 


PROVINCIA   DI   MILANO. 


513 


stituire  //  Lemene,  nato  nel  1887.  Redat- 
tori :  avv.  A.  Baroni,  prof,  sac.  L.  Raffaini. 
Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  numero  0,10. 

Lodi. 
La  Clinica  veterinaria.  Rivista  mensile 
di  medicina  e  chirurgia  pratica  degli  ani- 
mili domestici,  nata  nel  1878,  diretta  dal 
dott.  N.  Lan^illotti-Buonsanti  e  redatta 
dal  dott.  Alessandro  Lanzillotti-Buonsanti. 
Esce  l'ultimo  giorno  di  ogni  mese  in  48 
pagine  in-8.°  -  Abbonamento:  anno  L.  8, 
Unione  io.  R.  Scuola  superiore  di  medi- 
cina veterinaria. 

Milano. 
Copertina-Reclame.  Giornale  settiman.' 

Milano. 
Il  Commercio.  Giornale  commerciale,  in- 
dustriale, fondato  nel  1880  per  propugnare 
gl'interessi  e  la  moralità  nei  traffici.  Nel 
1883  divenne  bisettimanale  e  dal  1885 
esce  tutti  i  giorni,  meno  i  susseguenti  ai 
festivi,  in  4  pagine.  Direttore  :  G.  Sorniani. 
Abbonamento:  anno  L.  24,  semestre  12,50, 
trimestre  6,50,  un  mese  2,50.  Un  numero 
IO  centesimi  Corso  Vittorio  Emanuele, 
12-14-16.  (V.  avviso  speciale  a  pag.  190.) 

Milano. 
Il  Commercio  illustrato.  Periodico  men- 
sile d'annunzi  delle  famiglie,   fondato  nel 
1876,  della  Ditta  Romeo  Mangoni.  Si  spe- 
disce gratis  a  richiesta.  Corso  S.  Cels-^,  9. 

Milano. 
Il  Comune  di  Milano.  Giornale  politico, 
amministrativo,  quotidiano,  nato  il  19  ot- 
tobre 1889.  Esce  in  4  pagine,  formato 
0,43  X  0,29.  Direttore:  Ruggero  Baratozzi. 
L,  I  al  mese.  Via  Sempione. 

Milano. 
Il  Consigliere  medico  delle  famiglie.  Edi- 
zione periodica  trimestrale  medica, secondo 
il  metodo  di  Samuele  Thompson;  consi- 
gli agli  ammalati,  ricette,  ecc.  Si  distri- 
buisce gratis.  Tipografia  del  Commercio 
di  G.  Brambilla. 

Milano. 
Conversazioni  della  domenica.  Giornale 
letterario,  nato  il  3  gennaio  del  1886  in 
si'guito  alla  fusione  del  Pungolo  della  do- 
menica coi  Convegno.  DiviMors:  Leone  For- 
tis.  Il  Convegno  era  nato  nel  1883  ed  era 
diretto  da  Virgilio  Colombo.  Il  Pungolo 
della  domenica  era  stato  fondato  nel  feb- 
braio dello  stesso  anno  ed  era  diretto  dal 
Fortis.  Le  Conversazioni  escono  ogni  do- 
menica in  8  pagine  in-folio  piccolo  a  3 
colonne.  Abbonamento:  anno  L.  6,  seme- 
stre 3.  Tipografia  Editrice  Civel'i. 

Milano. 

La  Cooperazione  italiana.  Organo  della 

Federazione  delle   Cooperative,  nato   nel 

N,  Bernardini  —  Guida  della  Stampa  ptriodica  italiana — 3} 


1887.  Esce  ogni  mese  in  i6  pagine  in-S." 
Direttore:  avv.  Carlo  Romussi.  Abbona- 
mento: anno  L.  1,50.  Un  numero  15  cen- 
tesimi. 

Milano. 
Corriere  del  villaggio.  Giornale  agri- 
colo, commerciale,  nato  nel  18S1.  Esce 
giovedì  e  domenica  in  8  pagine.  Direttore: 
Giuseppe  Berrini.  Tiratura  2400  copie.  Ab- 
bonamento: anno  L.  5.  Via  Chiaravalle,  7. 

Milano. 

Il  Corriere  dell'Adda.  Giornale  politico, 
letterario,  artistico,  amministrativo,  fon- 
dato nel  1860.  Si  pubblica  ogni  settimana 
in  4  pagine  a  4  colonne.  È  molto  diffuso 
nel  lodigiano  perchè  se  ne  servono  i  ne- 
gozianti per  fare  la  reclame  alle  loro  merci. 
Abbonamento:  anno  L.  7,  sem.  4,  trira.  2,50. 
Inserzioni:  4.'  pagina  cent.  15  la  linea.  Un 
numero  cent.  io.  Per  le  inserzioni  rivolgersi 
a  L.  Formenti  e  C.  -  Tipografia  Wilmant. 

Lodi, 

Corriere  della  sera.  Giornale  politico, 
letterario,  commerciale  di  gran  formato  a 
5  colonne,  fondato  il  5  marzo  1876.  Esce 
ogni  giorno  ed  è  uno  dei  più  diffusi  e 
meglio  redatti  giornali  d'Italia.  Tira  50000 
ct)pie;  oggi  quindi  è  superato  per  tiratura 
soltanto  dal  Secolo  (i).  Dirige  il  giornale 
Eugenio  Torelli-Viollier. 

Il  Corriere  ha  per  programma  :  Statuto, 
libertà,  ordine,  onestà  ed  economia  nella 
condotta  della  cosa  pubblica.  È  completa- 
mente staccato  da  partiti  e  gruppi  politici. 
Mira  principalmente  a  dilucidare  le  que- 
stioni e  dare  ai  lettori  la  maggior  copia 
possibile  di  sollecite  e  sicure  informazioni, 
dueste  ultime  sempre  estesissime  ed  esatte, 
hanno  acquistata  al  giornale  grande  stima. 

Per  la  pubblicazione  del  Corriere  esiste 
una  società  E.  Torelli-Viollier  e  C.  (Euge- 
nio Torelli-Viollier,  responsabile,  Benigno 
Crespi,  accomandante)  con  un  capitale  di 
1 00,000  lire.  Nel  1888  il  Corriere  trasportò 
i  suoi  uffici  in  un  vasto  edificio  espressa- 
mente fabbricato  dalle  fondamenta. 

Scrivono  nel  Corriere:  Michele  Tor- 
raca  (i^),  Edoardo  Atbib,  Clemente  Corte, 
Enrico  Panzacchi,  prof.  C.  Lombroso,  A. 
Barattani,  R.  de  Cesare,  Vico  Mantegazza, 
G.  Raimondi,  E.  Teodori,  A.  G.  Bianchi, 
Paolo  Bernasconi  (da  Parigi),  Helen  Zira- 
mern  (da  Londra),  Ernesto  Gagliardi  (da 
Berlino),  Maffio  Milesi  (da  Roma),  L.  Ste- 
fanoni,  Giovanni  Marchese,  oltre  moltissimi 
corrispondenti  in  tutta  Italia.  Abbonamen- 
to: anno  L.  24,  sem.  12,  trim.  6  -  Estero: 


(i)  Nel  187S  tirava   7000    copie;    9000    nel 
20000  ««1  18S4;  35000  nel  1886;  45000  nel  1! 


514 


GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


anno  L.  4o,sem,  20,trim.  io. Un  numero  0,5. 
Premi  agli  abbonati.  Via  Pietro  Verri,  14. 

Milano. 
Corriere  litrario.  Periodico  trimestrale, 
fondato  nel  1871  ed  edito  dalla  libreria 
Gnocchi.  Si  spedisce  franco  a  chi  lo  do- 
manda. Via  S.  Damiano,  30-52. 

Milano. 
Cosmorama.  Giornale  letterario,  artisti- 
co, teatrale,  nato  nel  1836.  Esce  ogni  set- 
timana in  8  pagine  con  illustrazioni  e  ca- 
ricature, e  testo  a  3  colonne.  Tira  oltre 
2000  copie.  Proprietario-gerente:  France- 
sco lappert.  Abbonamento:  anno  L.  30, 
Europa  40,  America,  Asia,  Africa  50.  Un 
numero  50  centesimi.  Piazza  Filodramma- 
tici, 10. 

Milano. 
La  Cronaca  dell'istruzione  primaria  e 
secondaria.  (Vedi  Roma.) 

Milano. 
Cronaca  legislativa.  Giornale  di  legisla- 
zione e  giurisprudenza,  nato  nel  1859.  Esce 
a  periodi  irregolari,  in  8  pagine.  Abbona- 
mento: anno  L.   12. 

Milano. 
Il  Curatore  di  fallimento.  Rassegna  di 
amministrazione,  di  procedura  e  di  diritto 
ad  uso  dei  curatori,  ragionieri,  avvocati, 
cancellieri  ed  uffici  giudiziari,  fondato  nel 
1888.  Si  pubblica  ogni  mese  in  fascicoli 
di  8  o  16  pagine  in-8.°  Abbonamento: 
anno  L.  5.  Corso  S.  Celso,  13. 

Milano. 
Il  Disegnatore  della  ricamatrice.  Gior- 
nale di  lavori  femminili,  mode  e  lettera- 
tura, l'ondato  nel  1880.  Si  pubblica  ogni 
15  giorni  in  8  pagine  con  illustrazioni. 
Abbonamento:  anno  L.  6.  Un  numero  0,50. 

Milano. 
Il  Dispensatore.  Periodico  evangelico, 
consacrato  allo  studio  della  parola,  nato 
nel  Ii^69,  diretto  da  E.  L.  Bevir  e  pubbli- 
cato ogni  mese.  Esce  a  fascicoli  di  32  pa- 
gine con  copertina.  Tiratura  600  copie. 
Costa  2  lire  all'anno,  estero  4.  Un  nume- 
ro 0,25.  Giovanni  Biava.  Via  Pesce,  18. 

Milano. 
L'Eco  della  moda.  Giornale  per  le  si- 
gnore e  signorine,  fondato  il  i.°  gennaio 
1888.  Esce  in  16  pagine  in-4.°  con  illu- 
strazioni. Editori:  Fratelli  Trcves.  Abbo- 
namento: anno  L.  5.  Un  numero  cent.  io. 

Milano. 
L'Eco  delle  estrazioni.  Giornale  delle 
estrazioni  nazionali  ed  estere,  fondato  nel 
1877  a  Torino,  dove  si  pubblicò  fino 
al  1885;  poscia  per  qualche  tempo  a  Pa- 
dova, e  nel  1887  trasferi  la  sua  direzione 
a  Milano;  si  stampa  però  a  Torino.  Esce  2 


volte  al  mese  in  4  pagine.  Abbonamento: 
anno  L.  3.  Un  numero  15  centesimi. 

Milano. 

L'Eleganza.  Giornale  di  mode,  nato 
nel  1880.  Si  pubblica  ogni  15  giorni  in 
fascicoli  adorni  di  numerose  incisioni,  mo- 
delli tagliati,  disegni  di  ricami  e  lavori  di 
biancheria.  L'abbcnamento  è:  Edizione  con 
figurini  colorati  in  ogni  numero  ed  altri 
splendidi  annessi  anno  L.  12,  semestre  7  - 
Edizione  senza  figurino  colorato,  con  ta- 
vole, ricami,  modelli  tagliati,  ecc.,  anno 
L.  6,  semestre  3,50  -  Estero  spese  postali 
in  più.  Editori:  Treves.  (Vedi  avviso  spe- 
ciale a  pag.  350.) 

Milano. 

L'Elettricità.  Rivista  illustrata  di  ma- 
terie attinenti  alla  scienza  dell'elettricità. 
Fu  fondata  nel  1882  col  titolo  di  Giorno, 
che  poi  mutò  nell'attuale.  Si  pubblica  ogni 
domenica  in  fascicoli  di  20  pagine  a  2  co- 
lonne e  12  di  copertina  in-4.°  -  È  l'unica 
rivista  di  elettricità  che  si  pubblichi  in  Ita- 
lia, con  favore  sempre  crescente  e  con  la 
collaborazione  di  provetti  elettricisti  e  pro- 
fessori di  scienze  fisiche  e  naturali.  Que- 
sta rivista  è  stata  premiata  all'esposizione 
di  Parigi  1885,  di  Liverpool  1886  e  di 
Parma  188S.  Ne  è  direttore  E.  Bignami. 
Abbonamento  annuo:  Italia  L.  12,  unione 
postale  15,  altri  paesi  i8.  L'abbonamento 
decorre  dal  i.°  gennaio.  Un  numero  20 
centesimi,  arretrato  50.  Inserzioni:  una  pa- 
gina L.  30,  mezza  16,  un  quarto  9,  un 
ottavo  5.  Come  supplemento  ha  una  Bi- 
blioteca dell'Elettricità,  costituita  da  una  se- 
rie di  volumetti  dedicati  alle  scienze  elet- 
triche; ogni  volumetto  si  vende  separata- 
mente al  prezzo  di  L.  2.  Via  Meravigli,  2. 
(Vedi  avviso  speciale  a  pag.  302.) 

Milano. 

L'Emporio  della  ricamatrice.  Giornale 
speci-ìle  di  ricami  e  lavori  femminili,  nato 
nel  1883.  Esce  ogni  mese  in  8  pagine  con 
copertina.  Editore:  F.  Garbini.  Abbona- 
mento: anno  L.  4,50.  Un  numero  50  cen- 
tesimi. Via  Solferino,  22. 

Milano 

L'Esercente.  Giornale  nato  nel  1886  per 
per  la  tutela  e  lo  sviluppo  d  1  piccolo  com- 
mercio. Esce  ogni  domenica  in  4  pagine 
a  5  co'onne,  e  in  mezzo  foglio  ogni  gio- 
vedì. Tiratura  3000  copie.  Direttore:  An- 
nibale Rusco.  Abbonamento:  anno  L.  9,60; 
sem.  5,25  Estero  12,85.  Un  numero  5  cen- 
tesimi. Via  Valpetrosa,  7. 

Milano. 

L'Esplorazione  commerciale  e  l'Esplo- 
ratore. Organo  ufficiale  della  Società  di 
esploraiione   commerciale   in   Africa,  risul- 


PROVINCIA   DI    MILANO. 


515 


tante  dalla  fusione  dei  due  giornali,  Esplo- 
raiione,  nata  nel  1886,  ed  Esploratore,  nato 
nel  1877.  Il  primo  era  diretto  dal  conte  Pie- 
tro Porro,  massacrato  in  Africa  nel  1886,  il 
secondo  dal  capitano  Camperio.  U  Esplo- 
raiione  esce  ogni  mese  in  32  pagine  a  2 
colonne  illustrate,  sotto  la  direzione  e  re- 
dazione del  dott.  N.  Bolognini.  Abbona- 
mento: anno  L.  15,  semestre  8  -  Estero: 
anno  L.  16,50,  sem.  9.  Un  numero  L.  1,50. 
Via  Silvio  Pellico,  6. 

Milano. 
L'Esportazione,  Tribuna  pubblica.  Pe- 
riodico industriale  e  commerciale,  fondato 
nel  novembre  1887  Esce  in  4  pagine, 
formato  0,67x0,46.  Abbonamento:  anno 
L.  11,30;  Estero  L.  15.  Grandi  premii  agli 
abbonati.  Nel  gennaio  1890  con  V  Espor- 
tazione si  fuse  la  Tribuna  pubblica.  Diret- 
tore: L.  De  Micheli.  Corso  Loreto,  9. 

Milano. 
I  Fallimenti,  monitore  del  commercio. 
Genesi  e  procedura  giuridica-amministra- 
tiva-correzionale  dei  fallimenti.  Bollettino 
fondato  nel  1883.  Esce  ogni  giovedì  in  4 
pagine  e  contiene  tutte  le  dichinrazioni  di 
fallimento  dell'Italia  e  dell'estero,  le  no- 
tiz'e  delle  relative  procedure,  arenamenti 
e  sospensioni  di  pagamento.  Tutti  gli  ab- 
bonati hanno  diritto  di  muovere  quesiti 
alla  Direzione,  che  risponde  sul  giornale 
o  per  lettera.  Abbonamento:  anno  L.  5, 
estero  8. Un  numero  0,1  ".Via  del  Carmine,5. 

Milano. 
FanfuUa  da  Lodi.  Giornale  politico,  am- 
ministrativo, monarchico,  costituzionale, 
fondato  nel  1874  ddl  prof  Guerrino  Prina 
e  Gaspare  Oldrini  che  ne  furono  i  pro- 
prietari redattori.  Si  pubblica  ogni  setti- 
mana in  4  pagine,  dall'attuale  proprietario 
editore  Costantino  Dell'Avo.  Abbonamen- 
to: anno  L.-  6.  Un  numero  io  centesimi. 

Lodi. 
La  Fantasia.  Giornale  di  mode,  fondato 
nel  1885.  Si  pubblica  2  volte  al  mese  in 
fascicoli  illustrati  di  un  numero  indetermi- 
nato di  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  18. 
Un  numero  L.  i.  Editore:  Ferdinando  Gar- 
bini. Via  Solferino,  22. 

Milano. 
La  Farfalla  milanese.  Giornale  di  pub- 
blicità, nato  il  23  giugno  1889.  Esce  la  do- 
menica in    4  pagine,  formato  0,25x0,16. 
Via  S.  Pietro  all'Orto,   16. 

Milano. 
Farfarello.   Giornale   teatrale,   fondato 
nel  1685.  Esce  2  volte  al  mese  in  8  pa- 
gine. Abbonamento:  anno  L.  io.  Un  nu- 
mero 20  centesimi. 

Milano. 


Il  Filangieri.  Sorse  in  Napoli  nel  1876 
e  contò  fra  i  suoi  direttori  eminenti  giu- 
risti quali:  Pisanelli,  Polignani,  Pessina. 
Trasferitosi  l'editore  a  Milano  nel  1886  ne 
assunse  la  direzione  l'illustre  prof  Ercole 
Vidari  della  Università  di  Pavia.  È  uno  dei 
giornali  giuridici  più  diffusi  d'  Italia,  anche 
per  l'eccezionale  suo  buon  prezzo.  Si  pub- 
blica infatti  a  grossi  fascicoli  mensili  di  8 
fogli  —  4-5  per  la  parte  dottrinale  (archi- 
vio), 3-4  per  la  parte  pratica  (giurispru- 
denza) ed  offre  in  dono  agli  abbonati  un 
grosso  volume  ogni  anno  contenente  la 
Raccolta  delle  Leggi  e  Decreti,  essendo 
il  prezzo  d'abbonamento  a  sole  L.  16  l'anno. 
Avendo  l'editote  compiuta  da  poco  la  ri- 
stampa di  tutte  le  prime  annate  esaurite, 
chi  voglia  può  oggi  acquistare,  verso  un 
tenue  versamento  mensile,  l'intera  colle- 
zione di  questo  pregevole  periodico.  Non  si 
vende  a  numeri  separati.  Editore:  dott.  Leo- 
nardo Vallardi.  Via  Disciplini,  15. 

Milano. 
La  Finanza.  Giornale  commerciale  e  fi- 
nanziario, nato  nel  1876.  Si  occupa  degli 
interessi  materiali  e  degli  affari  dei  suoi 
clienti,  eseguisce  incassi  e  pagamenti,  com- 
pere e  vendite  di  valori,  ne  fa  la  verifica; 
contiene  notizie  bancarie,  ferroviarie,  in- 
dustriali, ecc.  Si  pubblica  ogni  sabato  in 
8  pagine  di  gran  formato.  Abbonamento  : 
anno  L.  6.  Via  Pietro  Verri. 

Milano. 
Foglio  periodico  della  Prefettura,  Gior- 
nale ufficiale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi  della  provincia,  fondato 
nel  1866.  Esce  ogni  mese  a  fascicoli.  Tira 
2003  copie. 

Milano. 
Frugolino.  Giornale  illustrato  per  i  fan- 
ciulli, fondato  nel  1886.  t:sce  ogni  giovedì 
in  12  pagine  illustrate.  Contiene  racconti, 
novelle,  commediole  e  lezioni  utilissime 
dettate  con  stile  semplice  e  con  quella 
forma  gioviale  che  tanto  alletta  i  nostri  gio- 
vinetti. Direttore  proprietario:  G.  A.  Mar- 
cati. Abbonamento:  anno  L.  2,50.  Un  nu- 
mero 5  centesimi.  Via  Parlai,  15. 

Milano. 

La  Frusta  teatrale.  Giornale  teatrale  e 

di  letteratura,  fondato  nel  1863.  Esce  ogni 

IO  giorni  in  4  pagine.  Abbonamento:  anno 

L.  30.  Un  numero  50  centesimi. 

Milano. 
Gazzetta  agricola  settimanale.  Giornale 
per  gli  agricoltori,  agronomi  e  produttori, 
fondato  il  25  dicembre  1887.  Esce  ogni 
domenica  in  4  pagine  a  4  colonne,  for- 
mato 0,44x0,32.  È  redatto  con  serietà 
di  propositi,  con  molta  cura  e  scienaa.  Di- 


516 


GUIDA    DELLA    STA]MPA   PERIODICA   ITALIANA. 


rettore:  L.  A.  Perussia.  Tiratura  5000  co- 
pie. Abbonamento:  anno  L.  3,50,  con  di- 
ritto per  l'associato  ad  un  premio  di  L  3 
in  libri  a  sua  scelta;  estero  5.  Un  numero 
5  centesimi.  Inserzioni:  4.'  pagina  25  cen- 
tesimi, 3.'  pagina  50,  Via  Sempione. 

Milano. 
Gazzetta  degli  affitti.  Giornale  settim. 

Milano. 
Gazzetta  degli  ospedali.  Giornale  di 
scienze  mediclie,  tondato  nel  1S80.  Si  pub- 
blica 2  volte  alla  settimana  in  16  pagine. 
Abbonamento:  anno  L.  15.  Non  si  vende 
a  numeri  separati. 

Milano. 
Gazzetta  dei  prestiti.  Giornale  finan- 
ziano, il  più  miportante  del  genere  che 
si  pubblichi  in  Italia.  É  proprietà  della  fa- 
miglia d'Hccheri,  e  fu  fondato  nel  1869. 
Ha  una  tiratura  di  5000  esemplari.  Si  oc- 
cupa di  operazioni  di  borsa,  estrazioni,  ecc. 
Si  pubblica  ogni  settimana  in  8  pagine. 
Abbonamento:  anno  L.  7. 

Milano. 
Gazzetta  dei  teatri.  Uno  dei  più  anti- 
chi, reputati  e  dilfusi  giornali  letterari  e 
teatrali  d'Italia,  essendo  stato  fondato  nel 
1839.  Esce  ogni  settimana  in  8  pagine  e 
copertina.  Tiratura  2000  copie.  È  diretto 
dal  noto  e  stimato  scrittore  cav.  Carlo 
d'Orraeville.  Abbonamento:  anno  L.  32. 
Un  numero  0,80.  Piazza  Filodrammatici,  i. 

Milano. 
Gazzetta  del  manicomio  della  provin- 
cia di  Milano  in  Mombello.  Pubblicazione 
nata  nel  1880.  Contiene  la  cronaca  del 
manicomio.  Si  pubblica  in  fascicoli  di  8 
pagine,  ogni  2  mesi.  Direttore:  dott.  Edoar- 
do Gonzales.  Redattore:  dott.  G.  B.  Verga. 
Abbonamento:  anno  L.  3.  Non  si  vende 
a  numeri  separati. 

Milano. 
Gazzetta  medica  italiana.  Giornale  di 
scienze  mediche,  fondato  nel  1841.  Ebbe 
a  primo  direttore  Agostino  Bertani.  Ora 
ne  è  direttore  il  prof.  G.  Strambio  e  re- 
dattore il  dott.  Giuseppe  Colombo,  coa- 
diuvati da  una  numerosa  e  valente  schiera 
di  collaboratori.  Si  pubblica  ogni  sabato  in 
16  pagine.  Tiratura  4000  copie.  Abbona- 
mento: anno  L.  20.  Fratelli  Rechiedei, 
editori-tipografi. 

Milano. 
Gazzetta  musicale.  Giornale  artistico, 
letterario,  musicale,  fondato  nel  1846  da 
Giovanni  Ricordi,  É  il  più  completo  e  più 
serio  giornale  musicale  italiano  illustrato. 
Si  pubblica  ogni  domenica  in  8  pagine 
in-folio  e  copertina  a  2  colonne.  Si  oc- 
cupa di  storia  musicale,  cronaca,  novità, 


teatri,  concerti;  pubblica  biografie,  novelle, 
riviste,  ecc.  Vi  scrivono:  R.  Barbiera,  A. 
Boito,  A.  de  Lauzières,  dott.  O.  Chilesetti, 
avv.  F.  Bonola,  M.  Caputo,  L.  Gualdo, 
V.  Cardini,  F.  Verdinois,  ecc.  ecc.  Diret- 
tore: Giulio  Ricordi.  Redattore:  Salvatore 
Farina.  Tiratura  loooo  copie.  Abbona- 
mento: anno  L.  20,  semestre  10,  trirae- 
tre  5.  Via  S.  Margherita,  9. 

Milano. 
Gazzetta  teatrale  italiana.  Monitore 
dei  teatri,  nato  nel  maggio  1872,  col  ti- 
tolo di  Asmodeo,  che  modificò  nell'attuale 
il  i.°  gennaio  1889.  Esce  ogni  domenica 
in  4  pagine  a  6  colonne,  con  illustrazioni. 
Tiratura  iSoo  copie.  Direttore  proprieta- 
rio: prof.  Enrico  Carozzi.  Abbonamento: 
anno  L.  25,  sem.  14  -  Estero:  anno  L.  40, 
sem.  22.  Un  numero  50  centesimi.  Piazza 
del  Duomo,  25. 

Milano. 
Il  Giardino,  l'orto  ed  il  frutteto.  Gior- 
nale agricolo,  nato  il  30  gennaio  1890. 
Esce  il  15  o  il  30  di  ogni  mese  in  16  pa- 
gine in-8.°;  riassume  tutto  quanto  con- 
cerne il  giardinaggio,  l'orticoltura  e  la  frut- 
ticoltura, sia  dal  lato  dell'utilità  che  da 
quello  dell'ornamento.  Si  occupa  in  par- 
ticolare dei  metodi  pratici  e  semplici  di 
educare  i  fiori,  ottenere  buoni  e  saporiti 
ortaggi  e  allevare  gli  alberi  fruttiferi,  in 
modo  che  torna  indispensabile  non  solo 
agli  orticultori  in  genere,  ma  anche  agli 
amatori  dei  bei  fiori,  dei  buoni  legumi 
e  degli  ottimi  frutti.  Agenzia  Agricola  di 
A.  Sorraanni.  Direttore:  cav.  rag.  Giacomo 
Sorraanni.  Abbonamento:  anno  L.  5;  este- 
ro L.  8.  Piazzale  Stazione  Genova,  6. 

Milano. 
Giornale  degli  affari.  Bollettino  utiìciale 
delle  aste,  fondato  nel  1875.  Esce  2  volte 
alla  settimana  in  4  pagine.  Abbonamento: 
anno  L.  20.  Non  si  vende  a  numeri  se- 
parati. Via  Silvio  Pellico,  6.  (Vedi  avviso 
speciale  a  pag.  297.) 

Milano. 
Giornale  dei  fanciulli.  Giornale  di  edu- 
cazione, istruzione  e  ricreazione  per  i  bam- 
bini, nato  nel  1881.  Si  pubblica  ogni  mese 
in  fascicoli  di  16  o  20  pagine,  stampato 
a  grandi  caratteri  a  2  colonne,  su  carta 
sopraffina,  con  un'elegante  copertina,  con 
giuochi  di  società,  sciarade,  rebus,  ecc. 
Nel  testo  collaborano  assiduamente  Carlo 
Anfosso,  D.  Ciampoli,  Onorato  Rou.x,  G. 
Gallina,  G.  L.  Patuzzi,  Achille  Tedeschi,  ecc. 
I  numerosi  disegni  sono  di  Paolocci,  E.  Xi- 
menes,  Matania,  Mazzanti.  Nel  1889  si  fuse 
col  Giornale  dei  bambini  di  Roma.  Diret- 
trice: Virginia  Treves  Tedeschi  {Cordelia)^ 


PROVINCIA   DI    MILANO. 


517 


Abbonamento:  anno  L.  3,  estero  4.  Pub- 
blica i  ritrattini  dei  fanciulli  premiati  nei 
concorsi  che  si  bandiscono  frequentemente 
dal  giornale.  Editori:  Fratelli  Treves. 

Milano. 

Giornale  dei  mugnai,  pilatori  e  panet- 
tieri. Periodico  tecnico  fondato  nel  1S82 
allo  scopo  di  diffondere  le  cognizioni 
più  utili  per  l'impianto  e  l'esercizio  dei 
molini  ed  industrie  affini.  Si  pubblica  ogni 
mese  in  fascicoli  di  12  pagine,  con  nume- 
rose incisioni.  Direttore:  ing.  Cesare  Sal- 
dini. Abbonamento:  anno  L.  8,  estero  io. 
Un  numero  L.  i.  Via  Unione,  9. 

Milano. 

Giornale  della  liljreria,  della  tipografia 
e  delle  arti  e  industrie  affini.  Supple- 
mento alla  Bibliografia  italiana  (vedij,  pub- 
blicato dall'associazione  tipogr.ifico-libra- 
ria  italiana,  nato  il  1."  gennaio  1888.  Esce 
ogni  domenica.  Abbonamento:  anno  L.  6. 
Tip.  Pagnoni  di  Colombo  e  Cordani.  Via 
S.  Giuseppe,  5.  (V.  avviso  speciale  a  p.  372.) 

Milano. 

Giornale  della  Beale  Società  italiana 
d'igiene.  Rassegna  d'igiene,  tisiologia  e 
scienze  mediche,  fondata  nel  1879.  Si  pub- 
blica ogni  2  mesi  in  fascicoli  di  circa  200 
pagine  in-S.",  con  ottimi  tipi  e  su  carta 
paglierina.  Contiene  memorie  originali,  va- 
rietà ed  annunzi,  riviste  d'igiene  e  gli  atti 
della  società.  Vi  scrivono:  G.  Sormani, 
A.  Giordano,  ecc.  É  fatta  a  spese  della  so- 
cietà, ai  cui  membri  si  distribuisce  gratuita- 
mente. Stabilimento  tipografico  Civelli. 

Milano. 

Giornale  delle  specialità.  Giornale  di 
medicina,  nato  uef  loùy.  Esce  ogni  '15 
giorni  in  12  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  5.  Non  SI  vende  a  numeri  separati. 

Milano. 

Giornale  illustrato  dei  viaggi  e  delle 
avventure  di  terra  e  di  mare.  Fondato 
li  5  settembre  1^78  da  Edoardo  Sonzogno. 
Esce  ogni  giovedì  in  8  pagine  in-4.°  - 
Pubblica  i  più  interessanti  racconti  di  viaggi 
e  le  avventure  di  terra  e  di  mare,  in  modo 
da  dar  luogo  alia  geografia,  alla  stona  na- 
turale nei  suoi  tre  regni,  la  fisica,  la  storia 
politica,  istruendo  e  dilettando.  È  giornale 
molto  ditìuso  ed  economico.  Abbonamen- 
to: anno  E.  2,50,  unione  postale  5,50.  Un 
numero  5  centesimi.  Premi  agli  abbonati. 
Via  Pasquirolo,  14. 

Milano. 

Giornale  italiano  delle  malattie  vene- 
ree e  della  pelle.  Giornale  speciale  di  me- 
dicina, tundaio  nei  lòbb.  Si  pubulica  ogni 
2  mesi  in  fascicoli  di  64  pagine  con  illu- 
strazioni. Tiratura  2000  copie.  Abbona- 


mento: anno  L.  io.  Non  si  vende  a  nu- 
meri separati. 

Milano. 

Giornale  italiano  di  filologia  e  lingui- 
stica classica.  Pubblicazione  letteraria  e 
scientifica  nata  nel  1886.  Abbonamento: 
anno  E.  15.  Editori:  Luigi  Ceci  (Milano) 
e  Giacomo  Cortese  (Roma).  Via  Solfe- 
rino, 7. 

Milano . 

Giornale  per  le  levatrici.  Fondato  nel 
1887  dalla  Guardia  ostetrica,  esce  ogni  15 
giorni  in  8  pagine  con  copertina  ed  è  di- 
retto dal  prof.  Alessandro  Guzzi.  Abbona- 
mento: anno  E.  5,  semestre  3. 

Milano. 

Giornale  per  le  modiste.  Edizione  spe- 
ciale-niodello  per  le  modiste.  Esce  al  5 
d'ogni  mese  con  4  grandi  cappelli-mo- 
dello, eseguiti  a  Parigi  dal  celebre  Guido 
Gonin  e  della  più  alta  novità.  Ea  coper- 
tina contiene  inoltre  diversi  modelli  di  cap- 
pelli, fusti,  dettagli,  ecc.  I  disegni  si  pre- 
stano egregiamente  per  metterli  in  cornice, 
adornando  il  magazzino.  Ferdinando  Gar- 
bini editore.  Via  Solferino,  22. 

Milano. 

il  Giudice  conciliatore  e  l' Ufficiale  dello 
stato  civile.  Giornale  di  giurisprudenza, 
fondato  nel  iSby.  Si  pubblica  r jni  setti- 
mana in  fascicoli  di  16  pagine.  Tiratura 
3000  copie.  Abbonamento  :  anno  E.   14. 

Milano. 

La  Gran  moda.  Giornale  di  mode  e  no- 
vità, nato  nel  1SS7.  Esce  2  volte  al  mese 
in  S  pagine  illustrate  :  la  grande  edizione 
prufessionale  di  sola  moda,  costa  all'anno 
L.  20  e  un  numero  E.  i  ;  l'edizione  ricca 
per  le  famiglie  costa  E.  ló  all'anno  e  80 
centesimi  al  numero.  F.  Garbini,  editore. 
Via  Solferino,  22. 

Milano. 

Guerin  Meschino.  Ciarle  milanesi  umo- 
risticne  illustrate,  fondate  il  15  febbraio  1882 
da  Carlo  Borghi,  Luigi  Filippo  Bolaffio, 
ing.  Guido  Pisani  e  Francesco  Pozza,  che 
ne  è  il  direttore.  La  testata  fu  disegnata  da 
Tranquillo  Cremona  e  mandata  in  dono 
da  Carlo  Dossi-Pisani.  11  Guerin  Meschino 
si  pubblica  ogni  domenica  in  4  pagine  a 
4  colonne  ed  ha  una  tiratura  di  9000  copie. 
La  satira  è  urbana  e  pungente;  sono  ciarle 
che  riassumono  ciò  che  è  avvenuto  di  sa- 
liente nella  settimana.  Il  giornale  non  ha,  si 
può  dire,  ufficio  di  redazione,  lo  si  scrive  in 
stamperia,  al  caffè  e  in  cento  ambienti  di- 
versi, 1  quali  ad  ogii  nota  ridicola  ripe- 
tono :  scriviamo  al  Giurino.  E'  intonazione 
del  giornale  è  artistica,  giovane,  avvenente. 
La  speculazione  è  bandita,  l'eatusiasmo,  se 


518 


GUIDA    DELLA   STAMPA   PERIODICA  ITALIANA. 


lirico  alle  volte,  è  sempre  sincero.  Spiri- 
tose le  caricature  schizzate  dal  Cagnoni  e 
dal  Conconi.  Scrivono  nel  giornale:  Fran- 
cesco Pozza,  Bordini,  Barattani,  Zorzi,  Pes- 
sina  e  la  solita  pleiade  dei  dilettanti.  Ab- 
bonamento: anno  L.  5,  estero  7,50.  Via 
Solferino,  7. 

Milano. 

La  Guida  finanziaria.  Gazzetta  ufficiale 
delle  estrazioni,  fondata  nel  1874  da  Mar- 
cello Cucchi,  che  n'è  tuttora  il  direttore 
proprietario.  Esce  ai  primi  d'ogni  mese 
in  grande  formato,  pubblica  tutte  le  estra- 
zioni italiane  a  premio  e  ad  interessi,  fer- 
r<)vie,  traraway,  ecc. ,  e  le  principali  estere. 
Verifica  gratuitamente  le  cartelle  per  tutto 
il  tempo  d'abbonamento,  dando  avviso  in 
caso  di  vincite.  Abbonamento:  L.  2  all'an- 
no. Tiratura  240  j  copie.  Piazza  S.  Vittore 
al  Teatro,  13. 

Milano. 

Guida-Orario-Rèclame.  Orari  delle  fer- 
rovie e  annunzi,  fondato  nel  1879,  Si  pub- 
blica ogni  mese  in  fascicoletti  di  un  nu- 
mero indeterminato  di  pagine.  Abbona- 
mento: anno  L.  1,20.  Un  numero  cent.  10. 

Milano. 

L'Illustrazione  italiana.  Rivista  degli 
avvenimenti  e  personaggi  contemporanei 
sopra  la  storia  del  giorno,  la  vita  pubblica 
e  sociale,  scienza,  belle  arti,  geografia  e 
viaggi,  musica,  teatri,  mode,  ecc.,  fondata 
nel  1874  col  titolo  di  lUustraj^ione  univer- 
sale italiana  che  dopo  poco  modificò  nel- 
l'attuale. U  Illustraitone  nacque  per  sosti- 
tuire r  Universo  illustrato,  pregevole  gior- 
nale settimanale  vissuto  lunghi  anni  e  re- 
datto con  una  cura  e  un  garbo  degni  del- 
l'attivissimo ed  intelligente  editore  Emilio 
Treves.  V  Illustrazione  italiana  è  il  solo 
giornale  illustrato  che  possa  competere  con 
quelli  dell'estero.  Si  pubblica  ogni  settima- 
na in  20  pagine  a  3  colonne  con  numerose 
insisioni.  Tira  15000  copie.  Vi  scrivono 
spesso:  E.  Treves,  L.  Archinti,  Molraenti, 
Farina,  Ciàmpoli,  Caccianiga,  C.  Boito, 
Giacosa,  R.  Barbiera,  D.  A.  Parodi,  M.  Sche- 
rillo,  la  Marchesa  Colombi,  ecc.  Abbona- 
mento: anno  L.  25.  Un  numero  50  cen- 
tesimi. Via  Palermo,  2.  (Vedi  avviso  spe- 
ciale a  pag.  292.) 

Milano. 

Illustrazione  militare  italiana.  Giornale 
mihtare,  fondato  il  i,°  gennaio  1887.  Esce 
in  8  pagine  in-4.''  con  illustrazioni  e  ta- 
vole, 2  volte  al  mese.  Direttore  :  cav.  Quinto 
Cenni.  Editore:  Antonio  Vallardi.  Abbona- 
mento: anno  L.  6.  Un  numero  30  cente- 
simi. Via  Moscova,  40. 

Milano. 


L' Illustrazione  popolare.  Giornale  d' i- 
struzione  ed  educazione,  nato  nel  1864. 
Esce  ogni  settimana  in  16  pagine  a  3  co- 
lonne con  numerose  incisioni.  Contiene 
romanzi  e  novelle,  poesie,  riviste  scienti- 
fiche, relazioni  di  viaggi,  rebus,  sciara- 
de, ecc.  È  il  migliore  e  più  economico 
giornale  illustrato  d'Italia.  Tiratura  30000 
copie.  Direttore:  Carlo  Raffaello  Barbiera. 
Abbonamento:  anno  L.  5,  estero  8.  Fratelli 
Treves,editori.(V.  avviso  speciale  a  p.  284.) 

Milano. 

L' Indicatore  generale  delle  Stamperie. 
Giornale  mensile. 

Milano. 

L'Indipendente.  Nacque  a  Milano  il  2 
giugno  dei  1872.  Esce  alla  luce  soltanto 
nelle  solennità,  e  il  suo  prodotto  torna  a 
profitto  delle  vedove  e  degli  orfani  degli 
operai  e  tipografi  milanesi. 

Milano. 

L'Industria.  Rivista  tecnica  ed  econo- 
mica, illustrata,  nata  il  3  gennaio  1887. 
Esce  ogni  domenica  in  16  pagine  per  cura 
di  una  società  d'industriali  italiani.  Abbo- 
namento: anno  L.  30.  Un  numero  L,  i. 
Via  Meravigli,  12. 

Milano. 

L'Italia.  Giornale  politico,  quotidiano. 
Con  questo  titolo  sono  vissuti  due  perio- 
dici la  cui  storia  tuttavia  si  concatena.  Il 
1.°  numero  àe.\V  Italia  usci  il  17  dicem- 
bre 1882  e  portava  per  sottotitolo  Gior- 
nale del  popolo.  Q.uesto  giornale  fu  diretto 
da  Carlo  Borghi  fino  al  giorno  della  sua 
morte,  avvenuta  il  16  aprile  1883.  A  par- 
tir? dal  i.°  maggio  1884  —  dopo  quindi 
l'intervallo  d'un  anno  —  passò  sotto  la 
direzione  di  Dario  Papa,  il  quale  gli  diede 
un  indirizzo  liberale,  indipendente  dai  par- 
titi, e  vi  introdusse  innovazioni  di  forma 
e  di  sostanza,  seguite  dipoi  in  tutto  od  in 
parte  da  altri  giornali  anche  fra  i  più  im- 
portanti. Col  31  luglio  1S85  V  Italia,  Gior- 
nale del  popolo,  cessò  d'esistere,  ed  i!  i." 
agosto  successivo  sorse  in  sua  vece  V  Ita- 
lia attuale,  sempre  diretta  da  Dario  Papa; 
ma  passata  sul  principio  del  1888  in  pro- 
prietà quasi  esclusiva  della  Ditta  A.  Man- 
zoni e  C. ,  e  avendo  il  Papa  dato  al  gior- 
nale un  programma  nettamente  repubbli- 
cano, nacquero  dissidii  fra  lui  e  la  ditta 
proprietaria.  Allora  egli,  nel  dicembre  1889 
abbandonò  con  tutta  la  redazione  questo 
giornale.  V  Italia  tira  9000  copie.  Abbo- 
namento: anno  L.  20,  sem.  10,  trim.  6- 
Estero:  anno  L.  40,  sem,  20,  trim.  io. 
Tipografia  Cesana. 

Milano. 

L'Italia  agricola.  È  uno  dei  più  impor- 


PROVINCIA   DI    MILANO. 


519 


tanti  giornali  agrari  d'Italia.  Nato  nel  1869 
è  diretto  dal  comra.  ing.  G.  Chizzolini, 
agricoltore  intelligente  e  coraggioso.  Ne  fu 
redattore-capo  per  circa  13  anni  L.  A.  Pe- 
russia,  che  uscendo  nel  1887  fondò  la 
Gaietta  Agricola  (vedi).  U Italia  agricola 
si  pubblica  3  volte  al  mese,  il  io,  20  e  3  j, 
in  fascicoli  di  16  pagine  a  gran  formato  e 
doppia  copertina.  Fu  premiato  alle  mostre 
di  Parigi  e  Vienna.  Tratta  diffusamente  la 
parte  scientifica  e  pratica  e  i  nomi  dei  suoi 
collaboratori  son  quelli  dei  più  illustri 
agronomi  ed  agricoltori  d'Italia.  È  corre- 
dato di  ricco  notiziario,  numerose  corri- 
spou'^enze  d'ogni  parte  d'Italia  e  dell'este- 
ro e  da  una  rassegna  dei  mercati.  A  richie- 
sta si  spedisce  un  numero  gratis  per  saggio. 
Tiratura  1600  copie.  Abbonamento  con 
premi:  anno  L.  15,  sern.  8  -  Unione  posta- 
le: anno  L.  18  -  Australia  e  colonie  L.  26. 
Via  Silvio  Pellico,  6. 

Milano. 
L' Italia  finanziaria.  Giornale  commer- 
ciale, induitriale,  nato  nel  1883  col  titolo 
di  Borsa,  che  mutò  nell'attuale.  Esce  tutti 
i  giorni  meno  i  festivi  in  4  pagine.  Non 
si  vende  a  numeri  separati.  Abbonamento: 
anno  L.  12. 

2\iilano. 
L'Italia  giovane.  Periodico  d'istruzione 
ed  educazione  per  giovanetti  e  giovanette 
dagli  8  ai  16  anni,  fondato  nell'ottobre 
del  1886.  Esce  ogni  mese  a  fascicoli  illu- 
strati di  64  pagme.  V  Italia  giovane  mira 
a  compire  l'insegnamento  della  scuola  e 
ad  agevolare  la  missione  dei  genitori,  edu- 
cando i  loro  figli  a  sentimenti  die  asso- 
cino al  rispetto  profondo  della  monile  il 
vivo  amore  alla  patria,  avviandoli  nell'età 
più  preziosa  a  entrare  da  soli  nel  mondo 
senza  temerità  e  senza  sgomento.  La  parte 
femminile  è  diretta  dalla  nota  scrittrice 
Anna  Vertua-Gentile.  Editore:  Hoepli.  Ab- 
bonamento: anno  L.  15.  Corso  V.  E  ,  37. 

Milano. 
L' Italia  monumentale,  artistica  e  indu- 
striale. Edita  da  S.  Pastono  e  C.  -  Esce 
mensilmente  in  volumi  di  circa  180  pagine, 
formato  0,17  y.  0,13  che  vengono  distribuiti 
gratuit;imente  ai  forestieri  che  arrivano 
a  Roma,  Napoli,  Milano,  Venezia,  Firenze, 
Torino,  Genova  e  Bologni.  Ciascuna  delle 
città  sopra  indicate  è  rappresentata  ila  ap- 
posito album  di  24  vedute  in  foto-litografia 
de' suoi  più  belli  monumenti,  con  analoga 
spiegazione  a  tergo  ed  esatta  descrizione 
topografica,  storica  e  statistica  della  città 
stessa.  La  parte  industriale  e  commerciale, 
•poi,  vi  è  rappresentata  dalla  pubblicità  dei 
migliori  esercenti  d'ogni  città,  e  fornisce 


in  tal  modo  al  forestiero  viaggiante  la  co- 
modità di  fare  acquisti  delle  migliori  cose 
che  desidera  o  che  eventualmente  gli  pos- 
sono abbisognare.  Via  Cappellari,  3 . 

Milano. 

y  Italia  termale,  Journal  d'  Italie. 
Giornale  di  politica,  viaggi,  annunzi  di  sta- 
bilimenti termali,  varietà,  qcc,  fondato 
nel  1882.  Si  pubblica  ogni  settimana  in  4 
pagine.  Direttore:  prof  Ippolito  Pederzolli. 
Abbonamento:  anno  L.  6;  pei  sanitari  L.  3. 
Un  numero  io  centesimi. 

Milano. 

La  Lanterna.  Giornale  umoristico,  let- 
terario, teatrale,  fondato  nel  1878.  Si  pub- 
blica 3  volte  al  mese  in  8  pagine.  Abbo- 
namento: anno  L.  io.  Un  numero  cent.  50. 

Milano. 

II  Lamlaro.  Giornaletto  politico,  ammi- 
nistrativo, fondato  nel  1885.  Si  pubblica 
ogni  settimana  in  4  pagine.  Abbonamento: 
anno  L.  3.  Un  numero  5  centesimi. 

Lavori  femminili.  Giornale  delle  donne, 
fondato  nel  1881.  Esce  ogni  mese  in  8 
pagine  con  copertina,  adorne  di  incisioni 
d'ogni  specie,  con  numerosi  annessi,  fra 
gli  altri  una  tavola  di  ricami  colorata,  ta- 
vola di  ricami  in  nero,  modelli  di  oggetti 
di  biancheria,  ecc.  -  Abbonamento:  anno 
L.  5,  estero  6  (oro).  Fratelli  Treves,  editori. 

Milano. 

Il  Lavoro  manuale.  Supplemento  men- 
sile al  giornale  il  Risveglio  educativo  (vedi) , 
fondaco  nel  1888.  Esce  in  4  pagine,  for- 
mato 0,36  y,  0,22,  con  illustrazioni.  Diret- 
tore proprietario:  prof  G.  A.  Marcati.  Ab- 
bonamento:  anno   L.  2.  Via  Parini,  15. 

Milano. 

La  Lega  lombarda.  Giornale  politico, 
amministrativo,  nato  nel  1886.  Esce  ogni 
giorno  nel  formato  dei  giornali  politici  di 
Milano  e  tira  circa  7000  copie.  Direttore: 
Giuseppe  cav.  Sacchetti.  Redattore  capo  : 
Saccardo  dott.  Francesco.  Abbonamento: 
anno  L.  22,  sem.  1 1 ,  trini.  5,50.  Un  numero 
5  centesimi.  Via  Carlo  Alberto,  30. 

Milano. 

Il  Lillipuziano.  Gazzetta  di  Codogno, 
amministrativa,  monarchico-  progressista, 
fondata  il  30  ottobre  1888.  Esce  a  periodi 
varii  in  4  pagine,  formato  0,37x0,27. 
ed  ha  per  motto  le  parole  di  Beaumar- 
chais  :  «  Solamente  gli  uomini  piccoli,  te- 
mono i  piccoli  scritti.  »  Direttore:  avv.  Gio- 
vanni Cairo.  Tiratura  700  copie.  Un  nu- 
mero 5  centesimi.  Via  Roma,  9. 

Codogno. 

La  Lombardia.  Giornale  politico  del 
mattino,  nato  nel   1859.    La   Lombardia, 


520 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


benché  abbia  subito  varie  vicende  politi- 
che, può  dirsi  uno  degli  organi  più  impor- 
tanti della  democrazia  italiana;  è  indipen- 
dente nei  propri  giudizi  e  nella  propria 
condotta;  propugna  le  idee  schiettamente 
democratiche  nell'orbita  delle  istituzioni; 
non  è  legata  da  vincoli  di  chiesuole  e  non 
sacrifica  la  propria  indipendenza  ad  idoli 
del  momento;  ha  grandissima  diffusione 
ed  è  molto  favorevolmente  considerata  in 
mezzo  al  giornalismo  democratico,  serio, 
indipendente  ed  autorevole  del  paese.  Ap- 
partiene dal  1S78  alla  Casa  editrice  Civelli, 
che  possiede  anche  il  Diritto  di  Roma,  il 
Corriere  italiano  di  Firenze  e  l'Adige  di  Ve- 
rona. La  Lombardia,  che  tira  dalle  12000 
alle  25000  copie  giornaliere,  è  diretta  dal 
dott.  Alfredo  Comandini,  fino  dal  18^3;  ha 
per  critico  d'arte  Gustavo  Macchi,  ed  ha  per 
redattori  l'avv.  Valdata,  Aristide  Goldba- 
cher,  Giuseppe  Bolognesi,  il  prof.  Celestino 
Mauro,  il  maestro  Dalla  Dea,  Alfredo  Co- 
lombini, ecc.  Ha  per  corrispondente  romano 
Luigi  Dobrilla,  genovese  Bald'no  Mozzi, 
napoletano  l'avv.  Colosino,  torinese  L.  Pi- 
colli,  parigino  L.  Berri;  ha  pei  corrispon- 
denti in  tutti  i  capoluoghi  di  provincia  e 
di  circondario  d-^^lla  Lombardia.  La  Lom- 
bardia esce  ogni  giorno  in  4  pagine  grandi 
a  5  colonne;  dà  in  premio  agli  associati  le 
Conversazioni  della  Domenica  (vedi),  un 
supplemento  illustrato  mensile  ed  altri  premi 
speciali  Abbonamento:  anno  L.  24,  sera.  12, 
trim.  6.  Unione  postale:  anno  L.  40,  sem.  20, 
trini.  IO.  Inserzioni:  30  centesimi  la  linea. 
Via  S.  Damiano,  16. 

Milano. 

Magazzino  delle  damigelle.  Giornale  il- 
lustrato di  mode,  letteratura,  economia  do- 
mestica, e.cc.,  nato  nel  1887.  Esce  ogni 
mese  in  8  pagine.  Direttrice:  Marchesa 
della  Rocca.  Abbonamento:  anno  L.  12. 
Un  numero  L.  1,25.  Premi  agli  associati. 
Via  Marsala,  4. 

Milano. 

Margherita.  Giornale  di  mode  e  lette- 
ratura, di  gran  lusso,  fondato  nel  1878. 
Esce  ogni  settimana  in  12  pagine  in-4.° 
grande  come  i  grandi  giornali  illustrati, 
su  carta  finissima,  con  caratteri  fusi  appo- 
sitamente, con  splendide  e  numerose  in- 
cisioni, con  copia  e  varietà  di  annessi  e 
ricchezza  di  figurini.  Anche  la  parte  let- 
teraria è  molto  accurata.  I  racconti  e  i  ro- 
manzi sono  tutti  originai  e  dovuti  alla 
penn.1  dei  nostri  migliori  scrittori,  come 
Barrili,  Castelnuovo,Serao,  Neera,  Bersezio, 
O.  Roux,ecc  Dà  pu'-e  disegni  di  nomi  e  ini- 
ziali a  richiesta  delle  assjciate,  alle  quali 
si  possono   dare   consigli   e  schiarimenti 


nella  «  Piccola  corrispondenza  ».  Abbo- 
namento: Edizione  con  figurino  colorato, 
anno  L.  24,  semestre  13,  trimestre  7,  per 
gli  stati  dell'unione  postale  L.  32  (oro)  - 
Edizione  senza  figurino  colorato,  anno  L .  1 2, 
semestre  6,50,  per  gli  stati  dell'unione  po- 
stale L.  t5  (oro).  Editori:  Fratelli  Treves. 
(Vedi  avviso  speciale  a  pag.  373.) 

Milano. 
Il  Mese  agricolo.  Giornale  mensile  illu- 
strato, nato  nel  i^'òi  sotto  la  direzione  del 
dott. Pantaleone  Lucchetti, già  della  R. Uni- 
versità di  Torino.  Il  Mese  agricolo  esce 
ogni  mese  in  fascicoli  di  16  pagine  pic- 
cole a  2  colonne.  È  un'importante  pub- 
blicazione molto  utile  agli  agricoltori,  pos- 
sidenti, industriali,  ecc.,  perchè  in  essa 
mese  per  mese  si  danno  dei  consigli  sulle 
semine,  sul  tempo  opportuno  di  farle,  si 
parla  di  orticoltura,  di  giardinaggio,  di  eco- 
nomia domestica  ed  agricola,  ecc.  Insomma 
il  Mese  agricolo  è  un'  indispensabile  guida 
per  coloro  che  si  dedicano  alla  coltivazione 
della  terra.  Come  varietà  poi  pubblica  ritratti 
e  biografie  di  grandi  uomini  che  si  resero 
benemeriti  dell'umanità  in  qualsiasi  modo. 
Abbonamento:  anno  L.  5,  col  diritto  ad 
un  premio.  Via  della  Palla,  3. 

Milano. 

Messaggero  teatrale.  Giornale  artistico, 

nato  nel   1887.  Esce  ogni  settimana  in  4 

pagine.  Abbonamento:  anno  L.  4,50.  Un 

numero  io  centesimi. 

Milano. 
Le  Missioni  cattoliche.  Giornale  reli- 
gioso, nato  nell'aprile  1872,  come  organo 
dell'opera  La  Propagaiione  della  Fede,  e 
continuazione  del  periodico  dello  stesso 
nome  cominci.uo  a  Lione  nel  186S.  Si 
pubblica  ogni  settira.ina  in  12  pagine  in-S." 
grande,  con  illustrazioni  e  copertina.  Ti- 
ratura 3000  copie.  Scopo  del  g  ornale  è 
promuovere  il  bene  di  tutte  le  missioni 
del  mondo,  e  dar  precise  notizie  ai  let- 
tori dei  paesi  lontani.  Direttore:  sac.  Gia- 
como Scurati.  Abbonamento:  anno  L.  io, 
sem.  6.  Non  si  vende  a  numeri  separati. 
Via  S.  Calogero,  9. 

Milano. 
La  Moda.  Giornale  delle  dame  molto 
ricco  e  diffuso  nelle  famiglie,  fondato  nel 
1878.  Si  pubblica  in  16  pagine  di  testo 
adorne  di  incisioni  di  moda  e  di  lavori 
intercalati  nel  testo:  un  figurino  colorato, 
un  figurino  nero,  una  tavola  di  ricami  e 
modelli,  modelli  tagliati,  una  tavola  colo- 
rata di  lavori  di  tappezzeria,  e  un  bellis- 
simo giuoco  di  società.  Sorprese,  oleogra- 
fie ed  altri  oggetti  di  ornamento.  Esce  il 
i.°  d'ogni  m. se,  edito  dalla  Casa  Treves. 


PROVINCIA    DI   MILANO. 


5^1 


Abbonamento  :  anno  L.  io,  sem.  5,  trim.  3  - 
Unione  postale:  anno  L.  13  (oro).  (Vedi 
oltre  avviso  speciale.) 

Milano. 

La  Moela  illustrata.  Giornale  di  mode, 
lavori  femminili  e  letteratura,  nato  il  j 
novembre  1886.  Si  pubblica  ogni  giovedì 
in  16  pagine  in-4.°  a  3  colonne  con  nu- 
merosissime incisioni.  È  uno  dei  migliori 
giornali  femminili,  specialmente  per  i  nu- 
merosi disegni  e  l'economicità  dell'abbona- 
mento. Editore:  E.  Sonzogno.  Abbonamen- 
to: anno  L.  5, sem.  3  -Estero:  anno  L.  8, 
sem.  4,50.  Un  numero  0,10.  Via  Pasqui- 
rolo,  14. 

Milano. 

Il  Mondo  artistico.  Giornale  teatrale, 
letterario,  fondato  nel  1867  da  Alessandro 
Fano  e  Filippo  Filippi.  Esce  ogni  setti- 
mana in  8  pagine  con  illustrazioni.  Tira- 
tura 1500  copie.  Direttore  :  A.  Fano.  Ab- 
bonamento: anno  L.  30.  Tipografia  Golio. 

Milano. 

Mondo  piccino.  Letture  illustrate  per  i 
bambini,  fondate  il  4  marzo  i8S6.  Il  gior- 
nale esce  ogni  giovedì  in  8  pagine  in-4.° 
piccolo  a  2  colonne.  Vi  scrivono:  O.  Roux, 
L.  Capuana,  E.  Fiorentino,  G.  Manzoni, 
Cordelia,  ecc.  -  Editori:  Fratelli  Treves. 
Abbonamento:  anno  L.  3.  Un  numero  5 
centesimi.  (V.  avviso  speciale  a  pag.  497.) 

Milano. 

Monitore  degl'impiegati.  Giornale  am- 
ministrativo, politico,  industriale,  fondato 
nel  1864.  Esce  ogni  settimana  in  4  pagine 
gran  formato  a  5  colonne.  Pubblica  le  va- 
canze d'impieghi,  gli  atti  e  le  notizie  di 
associazioni  fra  impiegati,  ecc.  -  Tiratura 
1000  copie.  Direttore:  G.  B.  Stampa.  Con- 
direttore ed  amministratore:  Giuseppe  Bo- 
sio.  Abbonamento:  anno  L.  8,  sem.  5, 
trim.  3  -  Estero:  anno  L.  11,  sera.  7, 
trim.  4.  Inserzioni:  cent.  15  la  linea.  Un 
numero  cent.  20.  Piazza  della  Scala,  4. 

Milano. 

Monitore  dei  prestiti.  Giornale  finan- 
ziario, industriale,  commerciale,  fondato 
nel  1875.  Esce  ogni  domenica  in  8  pagine 
in-4.°  a  3  colonne.  Ha  4000  abbonati.  Pub- 
blica tutti  i  prestiti  e  fa  servizio  gratuito 
agli  abbonati  per  la  verifica  di  detti  prestiti 
passati  e  futuri;  incassa  cuponi,  compra  e 
vende  obbligazioni  per  conto  degli  abbo- 
nati. Direttore  :  P.  B.  Bellini,  che  dirige 
anche  il  Sole  (vedi).  Abbonamento:  anno 
L.  5,  estero  8.  Via  Carmine,  5. 

Milano. 

Monitore  dei  tribunali.  Giornale  ebdo- 
madario di  legislazione  e  giurisprudenza, 
nato  nel   1859.  È  redatto  dagli  avvocati 


Porro  E.  Antonio,  Majno  prof.  Luigi,  e 
G.  B.  Calzini.  Vi  scrivono  anche  gli  avvo- 
cati Simone  Orefici,  A.  Scotti,  E.  Arrigoni, 
L.  Gallavrcsi,  ecc.  -  Esce  ogni  settimana 
in  fascicoli  di  un  numero  indeterminato  di 
pagine.  Ha  per  supplemento  la  Cronaca  le- 
gislativa (vedi).  Fratelli  Rechiedei,  editori. 
Abbonamento:  anno  L.  26.  Un  num.  L.  r. 

Milano. 

Il  Monitore  della  moda.  Giornale  illu- 
strato per  le  signore,  fondato  nel  1868. 
Grandi  figurini  colorati  e  disegnati,  grandi 
tavole  di  ricami,  ecc.  -  Tiratura  4000  co- 
pie. Abbonamento  all'edizione  settimanale  : 
anno  L.  24,  sem.  12,  trim.  6  -  Estero:  an- 
no L.  30,  sem.  16,  trim.  8  -  All'edizione 
quindicinale:  anno  L.  15,  sem.  8,  trime- 
stre 4,50  -  Estero:  anno  L.  18,  sera,  io, 
trim.  5,50  -  All'edizione  mensile:  anno 
L.  6,  sem.  3,50  -  Estero:  anno  L.  7,50, 
sem.  4.  Via  Solferino,  22. 

Milano. 

Monitore  tecnico  legale  degl'  ingegneri, 
architetti  e  impresari  di  lavori  pubblici 
e  privati  per  quanto  ha  rapporto  coll'ar- 
chitettura  e  ingegneria,  e  più  special- 
mente colla  responsabilità  civile  e  penale. 
Fondato  nel  1888,  si  pubblica  una  volta 
o  due  al  mese  in  fascicoli  di  48  pagine 
in-8.°  -  Abbonamento:  anno  L.  15.  Di- 
rettore: avv.  Francesco  Bufalini.  Ufficio 
tecnico  legale  per  gì' ingegneri-architetti. 
(Il  giornale  si  stampa  a  Siena  nella  Tipo- 
grafia arcivescovile  S.  Bernardino.) 

Milano. 

Il  Monzese.  Corriere  del  circondario, nato 
il  6  gennaio  1889.  Esce  ogni  domenica  in  4 
pagine,  formato  0,43  x  0,26.  Direttore:  Atti- 
lio Delfino.  Abbonamento:annoL.  3. Un  nu- 
mero 5  centesimi.  Piazza  del  Mercato,  14. 

Mon^a. 

Morgagni.  (Vedi  provincia  di  Napoli.) 

Il  Motto  per  ridere.  Giornale  umori- 
stico illustrato,  di  articoli,  novelle,  boz- 
zetti, stramberie,  ecc.,  nato  nel  1889.  Esce 
il  15  d'ogni  mese  in  16  pagine  in-8.° grande. 
Un  numero  0,25.  Carlo  Aliprandi,  editore. 
Via  S.  Pietro  all'Orto,  16. 

Milano. 

Il  Muratore.  Organo  della  Federazione 
muraria  italiana,  nato  il  31  agosto  1889. 
Esce  ogni  mese  in  4  pag.,  forra.  0,35  x  0,21. 
Tira  2000  copie.  Abbonamento:  anno  0,60. 
Un  numero  cent.  5.  Via  5.  Marta,  5. 

Milano. 

La  Musica  sacra.  Fondato  nel  1876,  si 
pubblica  ogni  raese  in  8  pagine  di  testo, 
oltre  16  di  musica:  8  per  organo  e  8  per 
canto.  Abbonamento:  anno  L.  io. 

Milano. 


522 


GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


La  Novità.  Corriere  delle  dame,  gior- 
nale delle  mode,  lavori  femminili  e  di  ele- 
ganza, fondato  nel  1864.  Esce  ogni  gio- 
vedì a  dispense  di  8  pagine  in  gran  for- 
mato, 50  figurini  grandi  colorati.  Tiratura 
6000  copie.  Nel  gennaio  del  1889  si  fuse 
col  Tesoro  delle  famiglie,  che  usciva  ogni 
15  giorni  dal  1865.  Abbonamento  :  Italia, 
anno  L.  24,  sem.  12,  trim.  6  -  Unione 
postale:  anno  L.  26,  sem.  13,  trim.  6,50  - 
Un  numero  L.  i.  Editore:  E.  Sonzogno. 

Milano. 
Nunal  (Il  Messaggero).  Organo  dell'As- 
sociazione centrale  per  la  propaganda  del 
volapuk,  nato  nel  maggio  18S9.  Esce  ogni 
mese  in  8  pagine  in-4.°  a  2  colonne.  Di- 
rettore :  Carlo  Giani.  Abbonamento  :  anno 
L.  3,50,  estero  4.  Via  Unione,  20. 

Milano. 
Nuovo  Eabadan.  Giornale  illustrato  del 
buon  umore  milanese,  fondato  nel  1878. 
Esce,  adesso,  una  volta  all'anno,  durante  gli 
ultimi  giorni  del  carnevale.  Contiene  prose 
e  poesie  in  dialetto  milanese  dei  più  noti 
scrittori  della  città.  Proprietario:  Angelo 
Gatti,  libraio-giornalista.  Piazza  Fontana. 

Milano. 
Il  Nuovo  Rosmini.  Periodico  scientifico, 
letterario,  nato  il  15  luglio  18S9.  Esce  il 
156  l'ultimo  d'ogni  mese  in  fascicoli  di  64 
pagine  in-8.''  grande;  i  fascicoli  di  un  se- 
mestre formano  un  volume  di  768  pagine, 
duesto  giornale  fu  preceduto  dal  Rosmini, 
che  si  pubblicò  pure  a  Milano.  Abbona- 
mento :  anno  L.  1 5,  sem.  8  -  Estero  :  anno 
L.  20,  sera.  II.  Editori:  Fratelli  Rechie- 
dei.  Via  S.  Pietro  all'Orto,  16. 

Milano. 
L'Osservatore  cattolico.  Giornale  poli- 
tico religioso,  nato  nel  1864,  per  cura  del 
vescovo  Caccia  Dominiani.  Nel  1868  as- 
sunse la  direzione  del  periodico  D.  Davide 
Albertario,  un  prete  intelligente,  ma  vio- 
lento, polemista,  in  guerra  sempre  con  la 
stampa  hberale,  la  quale  gli  ha  mosse  ac- 
cuse di  ogni  genere.  Su  D.  Albertario  i 
giornali  hanno  narrato  aneddoti  piccan- 
tissimi e  strani,  h' Osservatore,  malgrado 
tutto,  ebbe  dai  Pontefici  Pio  IX  e  Leo- 
ne XIII  ben  20  brevi  di  approvazione. 
Esce  ogni  giorno  in  4  pagine  a  4  colonne. 
Abbonamento:  anno  L.  25.Un  numero  0,10. 
Via  Vittorio  Alfieri,  4. 

Milano. 
Panfilo  Castaldi.  Foglio  della  omonima 
fonderia  e  tipografia  di  caratteri,  nato  nel 
1883.  Si  pubblica  ogni  mese  in  8  pagine 
in-4.°  a  2  colonne  con  illustrazioni.  Tira 
4000  copie  che  si  distribuiscono  gratis  ai 
tipografi  per  uso  di  reclame  della  Fonde- 


ria   Filippo   Piazza  e  C.  -  Corso  Luciano 
Manara,  4. 

Milano. 
La  Perseveranza.  Giornale  politico, quo- 
tidiano. Nel  1859,  appena  liberata  la  Lom- 
bardia, un  nucleo  di  cittadini,  per  la  mas- 
sima parte  milanesi,  i  quali,  quasi  tutti, 
avevano  in  vario  modo,  cooperato  a  pre- 
parare l'indipendenza  della  Nazione,  s'uni- 
va in  società  anonima  (ora  in  accoman- 
dita) e  fondò  la  Perseverania,  a  cui  ap- 
pose il  motto  :  usqtte  ad  finent.  Il  primo 
numero  usci  il  20  novembre  1859.  Nel  suo 
programma  si    leggevano   queste   parole: 

«  Noi  vogliamo  perseverare  nella  via  che  abbiamo 
cominciato  a  percorrere  come  Nazione,  e  la  vogliamo 
indipendente,  libera,  prospera,  ed  amata.  Perseverare 
vogliamo  fino  alla  fine  ;  e  qui  a  chi  sente  e  vuole  come 
l'Italia,  non  abbiamo  d'uopo  di  dare  definizioni.  » 

A  questo  programma  rimase  fedéle. 
Prima  Pacifico  Valussi,  il  decano  vero  dei 
giornalisti  italiani,  poi  Fon.  Bonghi  furono 
per  lunghi  anni  direttori  della  Perseveran:^a, 
facendole  acquistare  grande  importanza  e 
diffusione.  Ma  nel  1 874,  il  Bonghi,  nominato 
ministro,  dovette  abbandonarla.  La  direzio- 
ne fu  assunta  dal  dott.  Carlo  Landriani.  Il 
giornale  oltre  alla  parte  larghissima  che 
assegna  alle  quistioni  politiche,  parlamen- 
tari, economiche,  ecc.,  contiene  una  vasta 
parte  commerciale,  con  listini  telegrafici. 
La  Perseverania  ebbe  per  lunghi  anni,  co- 
me appendicista  artistico,  il  dotr.  Filippo 
Filippi,  il  più  celebre  critico  teatrale,  morto 
di  recente.  Corrispondente  romano:  Napo- 
poleone  Castellini.  La  Perseveranza  tira 
50000  copie.  Abbonamento:  anno  L.  34, 
sem.  17,  trini.  9,  un  mese  3,50-  Unione 
postale:  anno  L.  54,  sem.  27,  trim.  14,  un 
mese  5. Un  num. o,io.ViaTre  Alberghi,  28. 

Milano. 
Il  Piccolo  Messaggero.  Giornale  evan- 
gelico, fondato  a  Firenze  nel  1876.  Nel 
1883  si  trasportò  a  Milano.  Si  pubblica  2 
volte  al  mese  in  4  pagine.  Abbonamento: 
anno  L.  2.  Un  numero  5  centesimi. 

Milano. 
Il  Po.  Giornaletto  politico,  amministra- 
tivo, monarchico-conservatore,  economi- 
co, fondato  nel  1885.  Direttore:  avv.  A.D. 
Marchesi.  Esce  ogni  settimana  in  4  pagine 
a  5  colonne.  Tiratura  500  copie.  Abbona- 
mento: anno  L.  5.  Un  numero  cent.  lO. 

Codogno. 
Il  Politecnico.  Giornale  d'ingegneria,  ar- 
chitettura,arti  e  industrie,  fondato  nel  1853. 
Si  pubblica  ogni  mese  a  fascicoli  di  circa 
64  pagine  con  illustrazioni.  Tiratura  5000 
copie.  Abbonamento:  anno  L.  24. 

Milano. 


PROVINCIA    DI    MILANO. 


523 


Il  Popolo  cattolioo.  Giornale  politico, 
religioso,  settimanale,  fondato  nel  1873. 
Esce  in  4  pagine  gran  formato  a  5  co- 
lonne, con  illustrazioni  in  1/  pagina.  Ti- 
ratura 3000  copie.  Abbonamento:  anno 
L.  3  -  Estero  5.  Via  Vittorio  Alfieri,  4. 

Milano. 
La  Previdenza.  Monitore  dell'Associa- 
zione generale  tra  gl'impiegati  civili  in 
Milano  e  delle  Cooperative  consociate,  nato 
nel  1886.  Esce  ogni  mese  in  8  pagine  a 
2  colonne  in-4.'' Tiratura  3000  copie.  Ab- 
bonamento: anno  L.  3. Via  Silvio  Pellico,  8. 

Miìaìio. 
Pro  Patria,  Giornale  di  ginnastica,  fon- 
dato nel  1884.  Esce  ogni  mese  in  8  pa- 
gine. Abbonamento:  anno  L.  2.  Un  nu- 
mero 20  centesimi. 

Milano. 

I  Protesti  cam"biarii  in  tutto  il  regno 
d' Italia.  Supplemento  speciale  al  giornale 
i  Fallimenti  (vedi),  fondato  il  15  gennaio 
1885.  Esce  ogni  giovedì  in  4  pagine  in-4.'' 
grande.  Abbonamento:  anno  L.  12  -Este- 
ro 15.  Ogni  numero  0,30.  Via  Carmine,  5. 

Milano. 

II  Pungolo  -  Corriere  di  Milano.  Gior- 
nale politico,  letterario,  quotidiano,  fon-, 
dato  nel  1859  da  Leone  Fortis  (Doctor 
Veritas).  Sui  primi  tempi  il  Pungolo,  pic- 
colo giornale  della  sera  a  un  soldo,  an- 
dava a  vele  gonfie,  perchè  era  fatto  con 
grande  abilità  dal  suo  direttore,  uomo  in- 
tellettualmente superiore  a  tutti  i  suoi  ri- 
vali. Ma  il  Secolo  prima,  poi  il  Corriere  di 
Milano  fecero  una  concorrenza  spietata  al 
Pungolo;  il  quale  però,  mercè  una  combi- 
nazione finanziaria  si  fuse  col  Corriere 
fatto  dal  Treves,  e  cosi  la  sua  tiratura  salì 
a  12  o  13  mila  copie.  A  poco  a  poco  però 
essa  scemò  ed  attualmente  il  Pungolo  tira 
304  mila  copie.  Nell'agosto  del  1885  una 
nuova  crisi  finanziaria  mise  in  gran  peri- 
colo l'esistenza  del  Pungolo,  quindi  Fortis 
(che  aveva  fatto  a  Roma  molti  anni  prima 
la  Nuova  Roma)  fu  costretto  a  lasciare  la 
direzione  del  giornale  e  con  parecchi  buoni 
elementi  di  questo  fondò  un  Vecchio  Pun- 
golo. Ma  dopo  il  compromesso  avvenuto 
con  la  Ditta  Bertolotti,  la  quale  erasi  resa 
proprietaria  del  Pungolo,  il  Vecchio  Pungolo 
si  fuse  con  questo  e  Fortis  tornò  al  gior- 
nale. Scrissero  e  scrivono  nel  Pungolo  Vin- 
cenzo Broglio  e  Bignami.  Il  Pungolo  esce 
in  4  pagine  grandi  a  5  colonne;  è  giornale 
moderato,  liberale.  Abbonamento:  anno 
L.  24,  Sem.  12,  trim.  6  -  Unione  postale: 
anno  L.  40.  Inserzioni:  e.  40  la  linea  in  4.* 
pagina,  L.  1,50  in  3.^  Via  SoncinoMerati,  1 5, 

Milano, 


Raccolta  milanese  di  storia,  geografia 
ed  arte.  Periodico  mensile  illustrato,  nato 
nel  gennaio  1881,  diretto  dal  prof.  Gentile 
Pagani,  archivista  municipale,  colla  colla- 
borazione dell'arch.  prof.  Luca  Beltrarai. 
Esce  in  fascicoli  di  16  pagine  in-4.°  con 
tavole.  Abbonamento:  anno  L.  6.  Un  nu- 
mero 60  cent.  Via  S.  Carpoforo,  22. 

Milano. 

Il  Rappresentante.  Monitore  delle  espo- 
sizioni, nato  nel  1889;  esce  in  4  pagine 
a  3  colonne,  tira  10,000  copie  che  dispensa 
gratis  per  propugnare  l'estensione  del  com- 
mercio e  dell'industria  italiana.  Col  Rap- 
presentante nel  1890  si  fuse  il  giornale  d'an- 
nunzi tipografici  La  Vedetta.  Direttore:  Car- 
lo Sestagalli.  Via  Cesare  Correnti,  14. 

Milano. 

Rendiconto  del  R.  Istituto  lombardo  di 
scienze  e  lettere.  Bollettino  delle  adunanze, 
fondato  nel  1860.  Si  pubblica  a  fascicoli 
di  2  fogli  circa  in-S.",  a  20  fascicoli  l'anno 
che  formano  poi  uu  volume.  Abbonamento 
a  20  fascicoli  L.  15.  Libreria  Hoepli.  Gal- 
leria De  Cristoforis,  59,62. 

Milano. 

Rendita  settimanale  -  Testo  matematico 
dei  giuocatori  del  lotto.  Fondato  nel  1885, 
esce  2  volte  ni  mese  in  una  pagina.  Abbona- 
mento: anno  L.  35,  sem.  18,  trim.  io.  Non 
si  vende  a  numeri  separati.  Via  Bottonuto,  6. 

Milano. 

La  Riforma  finanziaria.  Giornale  biset- 
timanale, commerciale,  industriale,  finan- 
ziario, marittimo  e  di  assicurazioni.  Pub- 
blica tutte  le  estrazioni  nazionali  ed  estere. 
Gli  abbonati  hanno  diritto  alla  verifica  gra- 
tuita delle  estrazioni  de'  prestiti  a  premii, 
ed  altre  speciali  operazioni  di  indole  finan- 
ziaria. Fondato  nel  giugno  1889  da  G.  I. 
Parodi  (già  direttore  é^W Araldo  di  Como) 
ed  Enrico  Giunti,  notissimo  pubblicista, 
la  Riforma  finanziaria  ha  oggi  una  tiratura 
di  5000  copie.  È  il  più  diffuso  e  competente 
de'  giornali  finanziarli,  il  solo  che  abbia  un 
servizio  speciale  di  informazioni  con  appo- 
siti corrispondenti  a  Parigi,  Londra,  Ber- 
lino, Vienna  e  Romj,  e  dei  pochi  che  tratti 
le  questioni  con  indipendenza  e  larghezza, 
non  essendo  organo  di  nessun  gruppo  fi- 
nanziario. Pubblica  le  situazioni  mensili  e 
i  bilanci  delle  Banche,  Società,  acc.  -  Diret- 
tore: G.  I.  Parodi;  redattore  capo  :  E.  Giunti. 
Abbonamento:  anno  L.  io,  sem.  6-Estero: 
anno  L.  1 5,  sem.  8.  Gli  abbonati  ricevono 
in  dono  La  Gaietta  Agricola  (vedi).  Via 
Andegari,   15, 

Milano. 

Il  Risveglio  educativo.  Giornale  d'istru- 
zione ed  educazione,  nato  nel   1884  per 


524 


GUIDA   DELLA   STAMPA  PERIODICA.   ITALIANA. 


propugnare  gl'interessi  della  scuola  e  dei 
maestri.  É  uno  dei  più  diffusi  ed  autorevoli 
giornali  scolastici.  Esce  ogni  settimana  in 
20  pagine  in-4.°  a  2  colonne.  Direttore  pro- 
prietario :  G.  A.  Marcati.  Vi  scrivono  :  M.  Za- 
glia,  Sacchi,  A.  Bèrtoli,  G.  Fanti,  Vecchia, 
G.  Perez,  Compayrè,ecc.  Ha  2  supplementi: 
Frugolino  e  [[Lavoro  manuale  (vedi).  Abbo- 
namento: anno  L.  7,50.  Via  Parini,  15. 

Milano. 
Rivista  clinica.  Giornale  di  medicina  e 
scienze  affini,  nato  nel  1862.  Esce  ogni 
mese  in  fascicoli  illustrati  di  un  numero 
indeterminato  di  pagine  ed  ha  la  direzione 
a   Bologna,  Abbonamento:    anno   L.  15. 

Milano. 
Rivista  degli  avicultori.  Organo  delle 
società  colomboiìle  italiane,  nato  nel  1889. 
Esce  ogni  15  giorni.  Direttore:  Alberto 
Gemignani.  (  Vedi  ['Allevatore.  )  Abbona- 
mento: anno  L.  5.  Via  Pasquirolo,  6. 

Milano. 
Rivista  della  beneficenza  pubblica.  Gior- 
nale nato  nel  1^73  e  diretto  dal  comm.  avv. 
Giuseppe  Scotti.  Esce  ogni  mese  in  fascicoli 
di  circa  100  pagine  in-8.°  grande  e  si  occu- 
pa di  beneficenza  ed  istituti  di  previdenza. 
Abbonamento:  anno  L.  20.  Un  numero 
L.  3.  Via  deirOlraetto,  6. 

Milano. 
Rivista  di  bachicdtura.  Giornale  dedito 
agl'interessi  delia  bachicoltura  e  dell'in- 
dustria serica,  nato  nel  1869.  Esce  il  i.° 
e  16  d'ogni  mese  in  4  pagine  a  2  colonne; 
nei  mesi  di  maggio  e  giugno  esce  ogni 
lunedi.  Direttore:  Felice  Franceschini.  Ab- 
bonamento: anno  L.  4.  Un  numero  20 
centesimi.  Via  S.  Pietro  all'Orto,  15. 

Milano. 
Rivista  di  filosofia  scientifica.  Nata 
nel  1881,  esce  a  fascicoli  mensili  di  64 
pagine  in-8.°  grande,  formanti  un  volume 
annuo  di  circa  770  pagine  con  tavole  e 
figure.  Ciascun  numero  contiene  notevoli 
articoli  originali,  note  critiche, riviste  scien- 
tifiche analitiche,  bibliografiche,  e  studi 
accuratissimi  di  noti  scrittori.  La  parte  bi- 
bliografica è  fatta  con  molta  coscienza  e 
rigore  scientifico.  Direttore:  prof.  Enrico 
Morselli,  direttore  della  clinica  delle  ma- 
lattie mentali  nell'Università  di  Genova. 
(Via  Assarotti,  25).  Vi  scrivono:  G.  Sergi, 
Canestrini,  Boccardo,  Ardigò,  Trezza,  Vi- 
gnoh,  G.  Cantoni,  ecc.,  cioè  i  primi  filo- 
sofi e  scienziati  positivisti  italiani.  Abbo- 
namento: anno  L.  15.  Un  fascicolo  L.  2, 
Editori  :  Fratelli  Dumolard,  Corso  V.  E,  21. 

Milano. 

Rivista  delle  migliori  case  importatrici 

ed  esportatrici  d' Italia  Natali  io  giugno 


1888, esce  in  marzo,  giugno,  settembre  e  di- 
cembre con  numeri  intermedii  secondo  il 
bisogno,  in  32  pagine  in-4.°  Direttore:  Leo- 
poldo Carozzi.  Tiratura  4000  copie.  Abbo- 
namento: anno  L.  10.  Estero  L.  1 2.  Un  nu- 
mero L.  I.  La  i?zyàifl  viene  distribuita  gra- 
tuitamente alle  Camere  di  Commercio,  Con- 
solati italiani,  inserenti,  ecc.  Via  Volta,  5. 

Milano, 

Rivista  illustrata  settimanale.  Giornale 
istruttivo,  pittoresco,  di  notizie  ed  avve- 
nimenti di  attualità,  fondato  nel  1878.  Si 
pubblica  ogni  domenica  in  8  pagine  a  3 
colonne.  Cronaca  degli  avvenimenti  poli- 
tici, rassegne  artistiche  e  letterarie,  articoli 
di  scienze  e  di  storia,  dettati  in  forma  fa- 
cile e  naturale,  varietà,  racconti,  novelle, 
sciarade,  rebus,  ecc.  Questo  giornale  ha 
avuto  diversi  direttori.  Sino  al  1882  fu  di- 
retto da  Luigi  Boccacci,  ora  direttore  della 
Galletta  Provinciale  di  Bergamo  (vedi);  poi 
da  Giacomo  Cavallotti,  fino  al  1884;  dal 
1884  al  1888  fu  diretto  da  Assio  Cattilio, 
che  ne  portò  la  tiratura  a  8000  copie.  Ora 
è  diretto  dallo  stesso  editore  F.  Garbini. 
Tiratura  4000  copie.  Si  dà  in  dono  agli 
associati  del  Monitore  della  moda  (vedi).  Ab- 
bonamento: anno  L.  5,  sera.  3. -Estero: 
anno  L.  io,  sem.  6.  Via  Solferino,  22. 

Milano. 

Rivista  italiana  di  numismatica.  Pub- 
blicazione, scientifica,  nata  nei  maggio  1888 
e  diretta  dal  dott.  Solone  Ambrosoli  e  da 
un  consiglio  di  redazione.  Vi  scrivono: 
Francesco  ed  Ercole  Gnecchi,  U.  Rossi, 
G.  Mulazzani,  Emilio  Motta,  ecc.  Esce  in  fa- 
scicoli trimestrali  di  oltre  100  pagine  in-8.' 
con  tavole.  Abbonamento:  anno  L.  20.  Un 
fascicolo  L.  7.  Via  Pantano,  26. 

Milano. 

Rivista  italo-americana.  Giornale  di  po- 
litica, economia,  scienze,  storia,  letteratura, 
viaggi,  ecc.,  fondato  da  Mario  Mariani  il 
i.°  novembre  1889.  Esce  il  i.°  e  15  d'ogni 
mese  in  8  pagine  a  3  colonne  in  -  4." 
Redattori:  Mariani,  Cittadini,  fondatore 
della  Patria  Italiana  di  Buenos  Aires,  L. 
Mary,  Paul  Vibert,  Edmund  Jolly,  Oreste 
Gallo,  ecc.  Abbonamento:  anno  L.  lO, 
estero  15.  Via  Lazzaro  Palazzi,  19. 

Milano. 

Rivista  italiana  scientifica  -  bibliografi- 
ca. Giornale  letterario,  cattolico,  nato  il  i.° 
dicembre  1886.  Esce  una  volta  al  mese  in 
fascicoli  di  circa  100  pagine  in-S."  Abbona- 
mento: anno  L.  io.  Corso  S.  Celso,  26. 

Milano, 

Rivista  scientifico-letteraria.  Pubblica- 
zione nata  nel  1887.  Esce  ogni  mese  in 
un  numero  indeterminato  di  pagiae.  Non 


PROVINCIA   DI   MILANO. 


525 


fa  abbonamenti.  Si  dà  in  dono  agli  abbo- 
nati della  Perseveratila.  Un  numero  L.   i. 

Milano. 

Hivista  teatrale  melodrammatica.  Gior- 
nale artistico,  fondato  nel  1Ò83.  Esce  in  4 
grandi  pagine  a  4  colonne,  1'  i,  8,  15  e  25 
d'ogni  mese.  Contiene  le  notizie  di  tutto  il 
mondo  artistico, con  telegrammi  particolari 
dell'Italia  e  dell'estero.  Contiene  anche  un 
piccolo  notiziario  politico.  La  4.°  pagina  è 
tutta  occupata  dal  movimento  degli  artisti 
abbonati  al  giornale.  Abbonamento:  Italia, 
anno  L.  8,  Europa  15,  resto  20-  Per  gli 
artisti  di  canto  e  ballo:  anno  L.  30,  Il  gior- 
nale ha  un'agenzia  teatrale.  Galleria  V.  E. 

Milano. 

Romanzi  per  appendici  di  giornali.  Bol- 
lettino delle  novità  romantiche  francesi, 
spagnuole,  portoghesi  e  inglesi  per  appen- 
dici di  giornali,  nato  nel  i8<s8.  Esce  8010 
volte  all'anno  e  viene  spedito  gratuitamen- 
te. É  edito  dall' Agence  des  Gens  de  Lettres. 

Milano. 

La  Scienza  per  tutti.  Giornale  scienti- 
fico illustrato,  nato  il  2  marzo  1879.  Esce 
ogni  mese  in  16  pagine  in-4.''  e  4  di  co- 
pertina. Le  colonne  di  questo  giornale  sono 
aperte  a  tutti  i  lavori  d'interesse  generale 
che  gli  vengono  affidati  da  giovani  scien- 
ziati, e  contengono  scritti  originali  di  autori 
contemporanei  ben  noti  nel  mondo  scien- 
tifico. Tiene  i  lettori  al  corrente  delle  più 
notevoli  e  recenti  invenzioni  e  scoperte 
concernenti  la  fisica,  la  chimica  e  la  mec- 
canica, e  tratta  problemi  di  matematica 
singolari  o  quasi  sconosciuti.  Editore  : 
Edoardo  Sonzogno.  Abbonamento:  anno 
L.  2,50,  estero  3.  Un  numero  cent.  25. 

Milano. 

La  Scuola  cattolica.  Giornale  scientifico, 
religioso,  bimensile,  fondato  nel  1S73.  Esce 
in  fascicoli  di  95  pagine.  Tiratura  2000 
copie.  Abbonamento:  anno  L.  12.  Un  nu- 
mero L,  1,50.  Via  Conservatorio,  12. 

Milano. 

Le  Scuole  secondarie  -  Eco  dell'  Associa- 
zione nazionale  jra  gì'  insegnanti  delle  scuole 
secondarie.  Giornale  d'istruzione  ed  educa- 
zione, nato  nel  1883  a  Torino,  dove  si 
pubblicò  fino  al  18^7;  in  quell'anno  tra- 
sferi la  sua  direzione  a  Milano,  dove  si 
pubblica  2  volte  al  mese  durante  l'anno 
scolastico.  Abbonamento:  anno  L.  8.  Via 
Silvio  Pellico,  8. 

Milano, 

Il  Secolo  -  Gaietta  di  Milano.  Giornale 
politico,  democratico,  fondato  nel  1866.  Si 
pubblica  ogni  giorno,  nelle  ore  pomeri- 
diane, in  4  grandi  pagine  a  5  colonne.  È 
senza  confronto  il  più  difìuso  dei  giornali 


d'Italia;  tira  ogni  giorno  in  media  200,000 
copie;  pubblica  disegni  di  attualità  e  gran 
numero  di  telegrammi  e  corrispondenze 
da  ogni  parte  d'Italia  e  dall'estero.  Mercè 
questo  suo  servizio  telegrafico  è  il  gior- 
nale più  rapidamente  informato,  ciò  che 
insieme  colla  modicità  del  prezzo  di  ogni 
numero  e  di  abbonamento  gli  ha  procu- 
rato una  grande  diffusione.  Si  stampa 
con  cinque  macchine  rotative  Marinoni. 
Pubblica  mensilmente  degli  splendidi  sup- 
plementi illustrati.  Editore  proprietario  : 
Edoardo  Sonzogno.  Direttori  :  Ernesto 
Teodoro  Moneta  e  avv.  Carlo  Romussi. 
Redattori:  A.  Savini,  E.  Girardi,  A.  Maz- 
zucchetti,  A.  Polastri,  V.  Manfredi,  A.  Biz- 
zoni,  maestro  prof  A.  Galli,  maestro  V.  Val- 
le, N.  Daspuro  (Das),  S.  Bacchia,  G.  Eandi, 
G. Siccardi,ecc. ecc.  -  Collaboratori:  F.  Ca- 
vallotti, G.  Carducci,  E.  Morselli,  E.  Ferri, 
T.  Martello,  G.  Rosa,  I,  Scarabelli,  N.  Co- 
lajanni,  G.  Chiesi,  ecc.  ecc.  -  Abbona- 
mento: anno  L.  24,  sem.  12,  trim.  6.  Un 
numero  5  centesimi.  Premi  agli  abbonati. 
(Vedi  avviso  speciale  a  pag.  508.) 

Milano. 
Il  Secolo  illustrato  della  domenica.  Esce 
in  8  pagine  in-4.°  illustrate,  dal  6  otto- 
bre 1889.  Si  iuse  con  l' Emporio  pittoresco, 
nato  nel  1864  e  cessato  nel  1889,  ed  ha 
sostituito  il  Secolo  doppio.  Contiene  arti- 
coli e  incisioni  di  attualità,  racconti,  ecc. 
Abbonamento:  anno  L.  5,  sem.  3  -  Unio- 
ne: anno  L.  8,  sem.  4,50.  Un  numero  io 
centesimi.  Editore  :  Edoardo  Sonzogno. 

Milano. 
Il  Sempione.  Guida-orario  mensile. 

Milano. 
La  Settimana  religiosa.  Giornale  catto- 
lico, fondato  nel  i»7S  dalla  Società  di 
S.  Paolo  per  la  diffusione  della  buona 
stampa.  Esce  ogni  venerdì  in  16  pagine. 
Abbonamento:  anno  L.  3,50.  Un  numero 
IO  centesimi.  Via  Carlo  Alberto,  "30. 

Milano. 
Il  Sole.  Giornale  commerciale,  agricolo, 
industriale,  organo  della  Camera  di  com- 
mercio di  Milano  e  di  altri  istituti.  Fu  fon- 
dato nel  1064  e  si  pubblica  tutti  i  giorni 
di  borsa  in  4  pagine  a  5  colonne.  AU'espo- 
sizione  di  Parigi  del  1872  il  Sole  fu  pre- 
miato. È  il  giornale  commerciale  più  dif- 
fuso in  Italia  fra  gli  agricoltori,  gì'  indu- 
striali, i  commercianti,  gU  uomini  d'affari. 
Direttore:  F.  P.  Bellini,  direttore  anche 
del  Monitore  dei  prestiti  (vedi).  Collabora- 
tori fissi:  Achille  Bersellini,  Carlo  Vimer- 
cati,  cav.  R.  Paravicini,  F.  Podreider,  Carlo 
Menghini,  Francesco  Manganoni,  Osvaldo 
Gnocchi-Viani,  A.  Sbarbaro,  Felice  Carne- 


526 


GUIDA  DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


roni,  senatore  Rossi,  deputato  Luigi  Luz- 
zatti,comm.VittorioEilena,  Gabriele  Rosa. 
Il  Sole  ha  inoltre  circa  50  corrispondenti, 
la  maggior  parte  a  pagamento,  pel  com- 
mercio, l'industria  e  l'agricoltura.  Il  Sole 
è  l'unico  giornale  in  Italia  che,  alieno  da 
gare  politichi,  tratti  gl'interessi  materiali 
del  paese  e  goda  grande  fiducia  e  credito. 
Abbonamento:  annoL.26,sem.  14,  trira.7  - 
Estero:  anno  L.  48,  sem,  25,  trira.  ij.  In- 
serzioni: 0,40  la  linea.  Via  del  Carmine,  5. 

Milano. 

Lo  Sport  illustrato.  Giornale  quindici- 
nale di  corse,  caccia,  tiri,  regate,  scherma, 
armi,  high-life,  alpinismo,  ecc.;  nato  nel 
1S82.  Esce  ogni  giovedì  in  12  pagine  in 
folio  a  3  colonne  su  carta  paglierina,  adorne 
di  splendide  incisioni.  Questo  giornale  in 
seguito  alla  fusione  in  esso  avvenuta  dei 
tre  periodici,  V Eco  dello  Sport,  la  Caccia 
di  Milano  e  V  Eco  della  caccia  di  Roma, 
ha  occupato  in  modo  incontrastato  il  primo 
posto  fra  le  pubbhcazioni  italiane  di  sport. 

È  l'unico  giornale  in  cui  sono  trattate 
con  competenza  da  numerosi  redattori  le 
varie  materie  sportive;  e  le  molteplici  ade- 
renze ch'esso  possiede  in  Italia  ed  all'este- 
ro ne  formanj  il  periodico  meglio  infor- 
mato, sia  nel  ramo  Caccia  che  in  quello 
Ippica,  ecc.  -  Lo  Sport  illustrato  fa  fon- 
dato da  Ferdinando  Delor,  ora  direttore 
proprietario  del  Caccia  e  Tiri  (vedi).  Di- 
rettore: Ferdinando  Garbini.  Collaboratori  : 
Cesare  Ogliani,  Silvio  Pirola,  Assio  Cat- 
tilio,  Carlo  Tono,  ecc.  -  Abbonamento: 
anno  L.  15,  sem.  8,  trim.  5  -  Estero:  anno 
L.  20.  Un  numero  30  centesimi.  Editore: 
Ferdinando  Garbini.  Via  Solferino,  22. 

Milano. 

La  Stagione.  Splendido  giornale  di  mo- 
de, nato  nell'ottobre  del  1882.  Si  pubblica 
il  i.°  e  16  d'ogni  mese  in  16  pagine  grandi 
a  3  colonne.  Di  questo  giornale  si  fanno 
nelle  diverse  capitali  del  mondo  14  edi- 
zioni in  altrettante  lingue  tra  cui  l'italiana, 
ed  hanno  tutte  ass  eme  una  tiratura  di  ol- 
tre 750,000  copie.  LaSaison,  edizione  fran- 
cese, esce  a  Parigi  e  si  distribuisce  lo  stesso 
giorno  della  pubblicazione  a  Milano  presso 
l'ufficio  della  Stagione,  alle  stesse  condi- 
zioni d'abbonamento  dell'edizione  italiana. 
Editore  :  Ulrico  Hoepli.  Abbonjmento  : 
Grande  edizione  con  figurini  colorati,  anno 
L.  16,  sem.  9,  trim.  5,  un  numero  L.  i  - 
Piccola  edizione,  anno  L.  8,  sem.  4,50, 
trim.  2,50,  un  numero  50  centesimi.  Corso 
Vittorio  Emanuele,  37. 

Milano. 

Supplemento  agli  Annali  di  chimica 
medico-farmaceutioa  e  di  farmacologia, 


Continuazione  degli  Annali  di  chimica  ap- 
plicata alla  medicina  e  della  Rivista  di  chi- 
mica medica  e  farmaceutica;  intrapresa  nel 
gennaio  del  1885  è  diretta  dai  professori 
P.  Albertoni  e  I.  Guareschi;  condirettori 
in  Milano  il  prof  A.  Pavesi  e  il  dott.  G.  Co- 
lombo. Editori:  Fratelli  Rechiedei.  Esce 
in  fascicoli  in-8.°  di  64  pagine  con  illu- 
strazioni. Abbonamento:  anno  L.  14,  este- 
ro 16  -  Per  gli  studenti  universitari  L.  12. 

Milano. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Fondato  nel  1876,  contiene 
gli  annunzi  lega'i  amministrativi.  Si  pub- 
blica 2  volte  alla  settimana  in  fascicoli  di 
16  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  iS.  Uq 
numero  30  centesimi. 

Milano. 

Il  Teatro  illustrato  e  la  musica  popo- 
lare. Giornale  letterario,  artistico,  nato  il 
16  dicembre  1880.  Esce  ai  primi  d'ogni 
mese  in  16  pagine  a  3  colonne,  più  4  pa- 
gine di  musica.  Contiene,  oltre  il  testo 
pregevolissimo,  ritratti  di  maestri  ed  arti- 
sti celebri,  vedute  e  bozzetti  di  scene,  di- 
segni di  teatri  monumentali,  costumi  tea- 
trali, ornamentizioni,  <^cc.  -  Redattore  ca- 
po: .Amintore  Galli.  Collaboratori:  Berse- 
zio,  U.  Capetti,  Cavallotti,  Torelli,  N.  Laz- 
zaro, M.  C.  Caputo,  A.  Rupnik,  G.  Cam- 
poverde,  ecc.  -  Editore:  Edoardo  Sonzo- 
gno.  Abbonamento:  anno  L.  6,  sem.  3,50. 
Un  numero  cent.  50.  Via  Pasquirolo,  14. 

Milano. 

Il  Tesoro  per  tutti.  Supplemento  al  gior- 
nale la  Rendita  settimanale  (vedi),  giornale 
pei  giuocatori  del  lotto.  Direttore  ed  edi- 
tore: Gaetano  Pol'tti,  autore  di  libri  ca- 
balistici. 

Lenno. 

La  Tipografia  milanese.  Giornale  per  gli 
operai  tipografi,  nato  il  3  gennaio  1875  ; 
si  pubblica  ogni  mese  in  4  pagine  a  3  co- 
lonne. Non  si  occupa  di  politica  se  non 
per  quel  tanto  che  ha  relazione  con  l'arte 
tipografica;  del  resto,  il  giornale  non  è 
che  il  monitore  del  movimento  tipogra- 
fico, delle  società  e  istituzioni  tipografiche. 
Tiratura  400  copie.  Abbonamento:  anno 
L.  2.  Un  numero  15  centesimi.  S.  Vit- 
tore al  Teatro,  13. 

Milano. 

Il  Traforatore  italiano.  Giornale  spe- 
ciale dell'arte  del  traforo,  fondato  nel  1877, 
Si  pubblica  ogni  settimana  in  mezzo  fo- 
glio grande,  contenente  disegni.  Abbona- 
mento: anno  L.   11.  Un  numero  cent.  30. 

Milano, 

Il  Trovatore.  Giornale  teatrale,  lettera- 
rio, artistico,  con  caricature  ed  illustra 


PROVINCIA   DI    MILANO. 


527 


-ioni,  nato  nel  1854,  diretto  da  Carlo  Bro- 
sovich.  Si  pubblica  ogni  venerdì  in  12  pa- 
gine grandi  a  3  colonne.  Al  giornale  è 
annessa  un'agenzia  teatrale.  Le  illustrazioni 
sono  di  Camillo,  Dalsani,  Teja  e  Vespa. 
È  giornale  molto  diffuso,  uno  dei  migliori 
del  genere  e  redatto  con  molto  spirito. 
Tiratura  2000  copie.  Abbonamento:  anno 
L.  40,sem.  24  -  Europa:  anno  L.  47,  sem.  24- 
Oriente:anno  L.  54,  sem.  2S  -  Fuori  Europa: 
anno  L.  62.  Via  Monte  Napoleone,  22. 

Milano. 

L'Uomo  di  pietra.  Giornale  umoristico 
illustrato,  fondato  nel  1857  da  Cletto  Ar- 
righi, Moja,  Guttierez,  Gottardo  Cattaneo, 
Bernardino  Bianchi  e  Ajraghi,  per  fare 
colla  penna  un  po'  di  guerra  all'Austria. 
Il  primo  giorno  in  cui  fu  pubblicato  il 
giornale  si  fecero  229  associati,  e  nella 
via  S.  Vito  al  Pasquirolo,  dov'era  l'ufficio, 
la  fila  delle  carrozze  che  attendevano  il 
loro  turno  si  fece  cosi  lunga  che  toccò  ai 
poliziotti  far  sgombrare  la  contradetla  per- 
chè non  avvenissero  disgrafie,  come  stampò 
un  foglio  dell'epoca.  Uno  dei  migliori  col- 
laboratori fu  Emilio  Treves,  col  pseudo- 
nimo di  Pierano.  Sospeso  il  giornale,  fu 
ripreso  nel  1870  diretto  sempre  da  Cletto 
Arrighi.  Continuò  per  poco  e  poi  fu  nuo- 
vamente sospeso.  Nel  1878  riprese  le  pub- 
blicazioni, diretto  dal  nuovo  proprietario 
Camillo  Cima.  Cletto  Arrighi  nella  Cro- 
naca Bizantina,  anno  III,  N.  11,  parla  di 
questo  giornale,  nella  sua  prima  serie. 
L'Uomo  di  pietra  esce  ogni  sabato  in  4 
pagine  a  3  colonne.  Tira  dalle  5  alle  8  mila 
copie,  secondo  le  circostanze.  Abbonamen- 
to: anno  L.  6.  Via  S.  Pietro  all'Orto,  26. 

Milano. 

L'Utopista.  Giornale  letterario,  artistico, 
politico,  sociale,  nato  nel  1886.  Esce  ogni 
settimana  in  4  pagine  a  3  colonne.  Diret- 
tore: Francesco  Mottino.  Abbonamento: 
anno  L.  6,  per  gli  artisti  20.  Via  S.  Orsola. 

Milano. 


La  Valigia.  Giornale  illustrato  di  viaggi, 
nato  nel  1879.  Segue  con  interesse  il  mo- 
vimento geografico  e  riporta  relazioni  di 
viaggi  importanti  ed  esplorazioni,  notizie 
di  paesi  e  popoli  lontani,  avventure  di  cac- 
cia, varietà,  ecc.  -  Esce  ogni  settimana  in 
8  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  5, sem.  3  - 
Estero:  anno  L.  io,  sem.  6.  Un  numero 
S  centesimi.  F.  Garbini,  editore.  Via  Sol- 
ferino, 22. 

Milano. 

La  Vedetta.  Giornale  amministrativo, 
nato  il  15  febbraio  1890.  Esce  ogni  setti- 
mana in  4  pagine,  formato  0,64  ><  0,43,  a 
3  colonne.  Direttore:  Angiolo  Cabrini.  Un 
numero  5  centesimi.  Tipografia  Marina  (di 
Piacenza).  Via  Vittorio  Emanuele,  22. 

Codogno. 

Il  Velocipede.  Giornale  settimanale,  fon- 
dato il  31  dicembre  18.S9  per  propugnare 
lo  sviluppo  dello  sport  velocipedistico  in 
Italia.  f)irettore  :  Carlo  Ciocca.  Abbona- 
mento: anno  L.  6,  con  premio,  sem.  3.  Un 
numero  lO  centesimi.  Inserzioni:  cent.  50 
la  linea.   Via  Giuseppe  Giusti,  36 

Milano, 

Il  Viaggiatore  in  Italia  e  all'Estero. 
Pubblicazione  quindicinale,  fondata  il  12 
dicembre  1887  dalla  Casa  Fratelli  Gon- 
drand.  Contiene  orari  e  notizie  per  viag- 
giatori di  terra  e  di  mare.  Otto  pagine 
in-4.°  con  tavole  e  copctma.  Abbonamen- 
to: anno  L.  3.  Un  numero  io  centesimi. 
Galleria  Vittorio  Emanuele,  22-24. 

Milano, 

Il  Villaggio.  (Antica  Galletta  del  villag- 
gio). Giornale  agricolo,  commerciale,  nato 
nel  1876.  Esce  ogni  domenica  in  12  pa- 
gine grandi  con  supplementi.  Ha  una  ric- 
chissima parte  commerciale  e  corrispon- 
denti in  ogni  centro  agricolo.  Tiratura 
30,000  copie.  Direttore  proprietario:  Giu- 
seppe Gandolfi.  Abbonamento:  anno  L.  5. 
Via  Silvio  Pelhco,  8. 

Milano. 


Giornali  cessati: 

MILANO 

—  Absinthe,  giornale-Opuscolo  quindicinale,  n.   1889. 

—  L'Accattabrighe,  critico-letterario,  n.  8  novembre  18 18,  tipografia  Visconti  e  Mar- 

tinelli, Patclli  e  Fanfini  più  tardi  (vedi  pag.  75). 

—  L'Agricoltore  italiano,  bimensile,  n.   1869,  direttore  G.  Sormanni. 

—  L'Ambrosiano,  eco  dei  riformisti,  bisettimamle,  n.  1868,  direttore  C.  Zambelli. 

—  L'Amico  del  cuore,  religioso,  settimanale,  n.   1888. 

—  L'Amico  della  prima  età,  educativo,  settimanale,   1886-88. 

—  L'Amico  delle  famiglie,  catalogo  della  Ditta  Mangoni,  n.   1882. 

—  Annali  dell'  Ordine  dei  Frati  Minori  Cappuccini,  mensile. 

—  Annali  universali  di  statistica,  compilati  da  Fraticesco  Lampato;  a  tutto  giugno  1844 

pubblicò  80  volumi. 


528  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

—  h' Annuniiatore  generale  dei  comuni  e  delle  proinncie,  n.   1873. 

—  L'Anticlericale,  settimanale,  n.  11  febbraio  188 j. 

—  L'Ape  italiana,  in-8.'',  n.  1822. 

—  L'Arie  e  la  Moda,  bimensile,  n.  1889,  direttore  G.  A.  Lombardo. 

—  L'Avvenire  dell'  istruiione,   1866-67,  direttore  A.  Gianetti. 

—  L' Avvisatore  italiano,  commerciale,  mensile,  n.    1887. 

—  La  Bandiera,  settimanale,  n.  1879,  direttore  Achille  Bizzoni. 

• —  La  Bandiera  tricolore,  n.  13  luglio  1848,  tipografia  del  Commercio  di  G.  Redaelli. 

—  I  Benemeriti,  settimanale,  n.  1884. 

—  Il  Berni,  letterario,  umoristico,  n.  1873,  direttore  G.  Soldatini. 

—  Il  Bibliofilo,  trimestrale,  editore  Emilio  Croci. 

—  La  Bibliografia  italiana,  n.  1846  diretta  dalla  vedova  e  figlio    Stella;  aveva  molta 

importanza  e  la  collezione  può  ora  riuscire  utilissima  alle  ricerche  dei  letterati. 

—  Bollettino  della  Cassa  nai.d'assicur.per  gV  infortuni  degli  operai  sul  lavoro,  mens.,n.  1887. 

—  Bollettino  della  R.  Compagina  d' assicurai^ioni ,  bimen.,  n.  1872,  direttore  R.  Paravicini. 

—  Bollettino  farmaceutico,  cessò  nel  1883,  direttore  dott.  D.  Vitali. 

—  Bollettino  delle  Leggi  della  Repubblica  italiana,   1802. 

—  Bollettino  delle  Leggi  del  Regno  d' Italia,   1805. 

—  La  Busecca  de  Milan,  umoristico,  illustrato,  n.  1871,  direttore  Luca  Fornari. 

—  La  Caccia,  splendida  rivista  di  sport,  u.  1875,  direttore  T.  Strazza. 

—  Il  Caffè  -  Galletta  naiionale,  quotidiano,  conservatore,  15  maggio  1884-89. 

—  La  Capitale  inorale,   1879-83,  direttore  Adolfo  Lovati. 

—  Il  Capitalista,  settimanale,  n.  1885,  direttore  E.  Meregalli. 

—  La  Carabina,  socialista,  1888-giugno   1889. 

—  La  Concorrenia,  n.   1866,  annunzi  della  libreria  G.  Panzeri. 

—  Le  Conferenie  pedagogiche  d' Italia,  n.  1867,  direttore  G.  Marconi. 

—  Il  Consumatore  di  gas,  bimensile,  n.  1885,  direttore  L.  Ferrarlo. 

—  Il  Con'adino  che  pensa,  agricolo,  n.  1865,  ogni  io  giorni. 

—  Il  Convegno,  letterario,  n.  1873,  direttore  lì.  Arpesani. 

—  Corriere  illustrato  dei  processi  celebri  contemporanei,  settimanale,  n.   1888. 

—  Corriere  italo-americano,  commerciale,  trimensile,  n.  18S6,  direttore  C.  M.  Spreafico. 

—  Corriere  milanese,  n.  2  gennaio  1794,  cessò  il  3 1  dicembre  181 5,  editore  Veladini. 

—  La  Corte  d'Assise,  settimanale,  n.   1879. 

—  La  Croce  di  Savoia,  settimanale,  n.   1884,  direttore  A.  Pavesi. 

—  Il  Crociato  «  Italia  Una  »,  n.  18  aprile  1848  come  supplemento  aW Aicsonio ;  usciva 

martedì  e  venerdì  dalla  tipografia  Valentini  e  C. 

—  Cronaca  buja,  n.  9  marzo  1868,  direttore  Edoardo  Mendel. 

—  La  Cronaca  grigia,  n.   1867,  direttore  Cletto  Arrighi,  durò  circa  15  anni. 

—  Cronaca  mondana,  letterario,  quindicinale,  n.  1887,  direttore  G.  A.  Lombardo. 

—  Cronaca  rossa,  letterario,  quindicinale,  n.   1887,  direttore  A.  G.  Bianchi. 
• —  Don  Giovanni,  umoristico,  settimanale,  n.   1888. 

—  Il  Droghiere,  settimanale,  n.   1885,  direttore  G.  Cozzi. 

—  L' Eco  d'  Italia,  commerciale,  bisettimanale,  n.  1863. 

—  L' Educatore  italiano,  n.  1857;  visse  lunghi  anni. 

—  L' Elettricità,  direttore  A.  Cappanera. 

—  L'Emporio  commerciale,  di  annunzi,  n.   1870. 

—  Emporio  pittoresco,  artistico,  letterario,  n.   1864,  editore  Sonzogno. 

—  L'Enciclopedico,  mensile,  n.  1879. 

—  L'Epoca  di  Milano,  n.  26  luglio  1S52  per  sostituire  l'Era  nuova  e  la  Fenice. 

—  Ergon,  di  pubblicità,  n.   1889. 

—  Excelsior,  disegni  e  ricami,  n.   1885,  direttore  G.  Antonutti. 

—  La  Fama,  teatrale,  letterario,  fondato  nel  1829  da  Pietro  Cominazzi.  Per  un  tempo 

dettò  legge  in  teatro,  finché  i  nuovi  giornali  artistici  non  lo  rovinarono.   Cessò 
nel  1877  alla  morte  del  Cominazzi. 

—  La  Farfalla,  letterario,  fondato  a  Cagliari    da    Angelo  Sommaruga.    Nel    1877  si 

trasferi  a  Milano. 

—  Il  Faro  medico,  mensile,  n.  1888;  nel  1890  si  trasferi  ad  Alessandria. 

—  Il  Fascio  operaio,  socialista,  settimanale,  n.   1883. 

—  Foglio  di  illustraiioni  e  di  letture,  n.  1879,  editore  Garbini. 

—  La  Fratellania,  economico,  settimanale,  n.  1885. 


PROVINCIA   DI    MILANO.  529 


Frutta,  Vino  ed  Olio  di  uliva,  n.  1881,  direttore  G.  Sormanni. 

Il  Fulmine,  politico.  Nel  1870  per  avere  annunziato  l'alleanza  franco -italiana,  la 
partenza  di  Garibaldi  da  Caprera,  ecc.,  venne  sequestrato  e  ne  furono  airestati 
redattore  e  gerente. 

Galletta  degl'impiegati,  n.  1872,  direttore  G.  Penna, 

Galletta  de?l'  impiegati,  mensile,  n.  1880,  direttore  Felice  Gorini. 

Galletta  dei  pellami,  .... 

Galletta  dei  tribunali,  trisettimanale,  n.  1851,  tip.  G.  Radaelli. 

Galletta  dei  comuni,  annunzi,  quindicinale,  n.  1887. 

Galletta  di  Milano,  n.  1797,  tip.  dei  Fratelli  Pirola,  impressori  dell'amministra- 
zione generale  della  Lombardia  e  della  municipalità. 

Galletta  di  Milano:  un  decreto  del  governatore  conte  Saurau  del  14  novembre  18 15, 
ordinò  la  cessazione  del  Giornale  italiano  e  del  Corriere  milanese,  per  la  fine  del- 
l'anno e  la  pubblicazione  di  una  Ganetta  di  Milano  col  nuovo.  Non  fu  un  sem- 
plice cambiamento  di  titolo:  si  procedette  all'asta.  L'impresario,  redattore  ed  edi- 
tore (questi  erano  i  suoi  tre  titoli)  aggradito  dall'  i.  r.  Governo,  fu  un  prete,  Vin- 
cenzo Butti.  Egli  metteva  stamperia  e  uffi:i  propri.  Gli  estensori  del  Giornale  ita- 
liano, Gherardini,  Cherubini,  Paganini,  fecero  noto  al  pubblico  che  essi  non  avevano 
parte  veruna  nella  nuova  Ganetta  e  l'estensore  ed  editore  del  Corriere  milantse, 
Francesco  Pezzi,  ringraziò  i  suoi  vecchi  associati.  Nel  1875  la  Ganetla  di  Milano 
si  fuse  col  Secolo. 

La  Galletta  lombarda,  n.  1876  (V.  prov.  di  Mantova,  pag.  496). 

Galletta  per  tutti,  settimanale,  n.  1877. 

Gallette  di  Milano,  n.  1739;  tip.  Richino  Malatesta;  pare  durò  un  anno. 

11  Gaiiettino;  ne  assunse  la  direzione  Cavallotti  nel  1867,  poiché  A.  Bizzoni  che 
lo  faceva  era  stato  arrestato.  Al  titolo  del  giornale  Cavallotti  aggiunse  l'attributo  di 
rosa,  ma  il  periodico,  combattendo  a  viso  aperto  la  monarchia,  gli  procurò  pro- 
cessi e  duelli.  Nel  1.S68  Bizzoni  tornò  a  capo  del  Ganettino  e  Cavallotti  vi  col- 
laborò sempre.  Nel  '69  un  suo  entrefilet  suscitò  un  processo  contro  il  giornale, 
che  provocò  l'altro  processo  Lobbia.  Cavallotti  fu  colpito  dal  mandato  di  cattura 
assieme  ad  altri  redattori,  e  imprigionato;  ma  fus^gi  e  stette  latitante  a  Milano, 
mentre  lo  si  credeva  in  Isvizzera;  e  tornò  a  dirigere  il  Ganettino  datando  dal 
confine  svizzero  gli  articoli  che  il  fisco  sequestrava  ogni  mattina. 

Clanduja  al' Esposìssion,  umoristico,  settimanale,  n.  i88o. 

Il  Giardiniere,  mensile,  n.   1876. 

Il  Giardino  infantile,  mensile,  direttore  V.  De  Castro. 

Il  Giardino,  l'orto  e  il  frutteto,  mensile,  n.   1886,  direttore  G.  Sormanni. 

Giornale  dei  dibattim-nti,  settimanale,  n.  1889. 

Giornale  dei  sarti,  mensile,  n.  1858,  editore  Sonzogno. 

Giornale  dei  tribunali,  quotidiano,  n.  1871,  direttore  E.  Caberlotto. 

Giornale  della  domenica,  illustrato,  editore  Garbini. 

Giornale  delle  dame  e  damigelli,  n.  io  gennaio  1866. 

Giornale  dell'  Equitable,  di  assicurazioni,  quindicinale. 

Giornale  dell'  impiegato,  quindicinale,  n.  1886. 

Giornale  dello  studente,  mensile,  n.   1884. 

Giornale  di  corrispondenia  pei  dentisti,  trimestrale. 

Giornale  italiano,  n.   1804,  cessò  31   dicembre  181 5;  editore  Veladini. 

Giornale  popolare  di  viaggi,  n.  1867,  si  fuse  col  Giro  del  mondo  nel  1874. 

Il  Giovedì,  n.  1848,  direttore  Achille  Mauri;  su  questo  giornale  e  sul  Mauri,  Be- 
nedetto Prina  pubblicò  nel  1885  un  tiumero  unico  intitolato  appunto  //  Giovedì. 

La  Gioventù,  cattolico,  mensile,  n.  1886. 

Il  Giro  del  mondo,  n.  1865.  L'editore  Treves  ne  fece  uno  splendido  periodico  nel 
quale  comparvero  i  lavori  più  pregevoli  di  noti  viaggiatori.  Durò  circa  15  anni. 

Guida  dell'educatore,  settimanale,  1869-70,  direttore  Serrafini. 

L' Impariiale,  politico,  amministrativo,  n.  1882. 

L'Indicatore  agricolo,  mensile,  n.  1883,  direttore  C.  Zappelli. 

L' Indicatore  dei  prestiti,  mensile,  n.  1875. 

L' Indicatore  milanese,  di  annunzi,  n.  1864. 


Indice  di  giurisprudenia  pratica  civile  e  commerciale,  n.  1872. 
L' Industria  economica,  di  annunzi,  ri.  1882. 

N.  Bernardini  —  Guida  della  Stampa  periodica  italiana  —  ■')^. 


530  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

—  L' Industria  velocipedistica^  mensile,  n.  1887. 

—  U  Infanzia  e  l'adolescenza,  n.  1877,  direttrice  Felicita  Pozzoli. 

—  L'Iride,  cattolico,  n.  1882. 

—  In  terra  e  in  mare,  di  viaggi,  settimanale,  n.  18S6. 

—  L' Italia  coloniiiatrice,  settimanale,  n.   1889,  direttore  G.  Restellini. 

—  U  Italia  del  popolo,  diretta  da  Mazzini  (vedi  pag.  463). 

—  V  Italia  libera,  n.  22  marzo  1848. 

—  V  Italia  elegante,  1879-83,  direttore  Carlo  Sestagalli. 

—  V  Italiano,  politico,  n.  1881. 

—  Leonardo  da   Vin/^i,  cattolico,  quindicinale,  n.  1877, 

—  La  Letteratura  italiana,  settimanale,  n.  1882. 

—  Il  Libero  Pensiero,  direttore  jG.  B.  Deraora. 

—  La  Lince,  politico,  quotidiano,  n.  1863. 

—  La  Lombardia  scolastica,  triraensile,  1882-83,  direttore  R.  Ga)'. 

—  Il  Lombardo,  n.  22  marzo  1848;  all' 8."  numero  (6  aprile)  dovette  cedere  alle  mi- 

nacce d'incendio  e  peggio  fatte  contro  la  stamperia  Guglielmini  da  uomini  del 
Governo  Provvisorio. 

—  Il  Lombardo,  politico,  quotidiano,  n.  1862. 

—  La  Lotta,  socialista,  n.  1881,  direttore  Paolo  Valera. 

—  Magasin  des  arts  et^de  l'industrie,  n.  1876,  editore  Hoepli. 

—  Il  Mediatore  sen^a  provvigione,  settimanale,  n.  1885,  direttore  E.  Fontana. 

—  Mentana,  quotidiano,  n.  1887,  direttore  G.  Bacci. 

—  Messaggere  italo-americano,  commerciale,  n.   1870. 

—  Il  Messia,  evangelico,  settimanale,  n.  1885,  direttore  G.  Benedetti. 

—  Milano-Programma,  quotidiano,  n.  1884. 

—  La  Moda,  n.  1881,  editore  Ricordi. 

—  Il  Momento,  politico,  quotidiano,  n.   1889. 

—  Monitore  dei  calcolai,  mensile. 

—  Monitore  dei  Collegi-Convitti,  n.   1871,  direttore  P.  De-Nardi. 
■ —  Monitore  dei  teatri,  n.  1879,  direttore  Tettoni. 

—  Monitore  sud-americano,  quindicinale,  n.   1885. 

—  La  Mosca  d'oro,  letterario,  settimanale,  n.  1885. 

—  Movimento  artistico  melodrammatico,  n.  1882,  direttore  G.  Gernia. 

—  Movimento  mercantile,  bimestrale,  n.  1885. 

—  Museo  di  famiglia,  n.  4  gennaio  1874,  Treves  editori. 

—  Museo  popolare,  n.   1868,  editore  G.  Gnocchi. 

—  La  Natura,  scientifico,  dal  1881  al  1S85;  editori  Treves. 

—  Nobiltà  ed  arte,  artistico,  letterario,  n.   1888,  direttore  Davide  Besana. 

—  I  Nuovi  Goliardi,  storico-letterario,  n.  1881  a  Firenze,  d'onde  si  era  trasferito. 

—  Il  Nuovo  Rabadan,  umoristico,  n.   188-». 

—  Il  Nuovo  Tramway,  umoristico,  1878-83. 

—  L'Omnibus,  mensile,  di  annunzi,  n.  1882. 

—  L'Operaio,  socialista,  n.   1848,  direttori  Pietro  Perego  e  Ludovico  Lavelli,  il  primo 

dei  quali  si  res=!  poi  infame  mettendo  al  servizio  dell'Austria  vincitrice  la  sua  ma- 
lefica penna.  L'  Operaio,  in  piccolo  formato,  anziché  un  giornale  era  un  libello 
quotidiano,  una  imitazione  del  famoso  Pere  Duchesne  parigino,  ma  una  imitazione 
esagerata,  il  che  è  tutto  dire.  Il  giornale  era  scritto  e  ispirato  da  Enrico  Cernu- 
schi,  ora  milionario  a  Parigi. 

—  L'Organetto,  umoristico,  n.  giugno  1880. 

—  L'Orto  e  il  frutteto,  mensile,  n.  18S8. 

—  Papà  e  Mamma,  educativo,  fondato  nel  1881   da  Romildo  Gay,  uno  dei  fondatori 

dell'antica  Palestra  letteraria  e  poi  del  periodico  i  Giovani  Autori.  Il  Papà  e  Mamma 
cessò  subito;  il  Ga}-  poco  dopo  lo  fece  risorgere  col  titolo  La  Gente  per  bene, 
affidandone  la  direzione  a  Leo  Majanti.  Ma  cessò  anche  presto. 

—  Patria  e  Famiglia,  mensile,  n.  1880,  direttore  G.  Sacchi. 

—  Penombre,  letterario,  settimanale,  n.  1883,  direttore  avv.  Domenico  Oliva. 

—  Il  Piccolo,  organo  del  partito  operaio,  n.   1882. 

—  Il  Piccolo  Baiar,  di  mode,  n.  18S3. 

—  Il  Piccolo  illustrato,  politico,  quotidiano,  n.   18S7,  editore  Sonzogno. 

—  Piccolo  Monitore  degli  alberghi,  trattori,  osti,  ecc.,  mensile,  n.  1885. 


PROVINCIA   DI  MILANO.  531 


Il  Piccolo  Pitagora,  matematico,  quindicinale,  n.  1883. 

Il  Preludio,  quindicinale,  n.  1880,  direttore  A.  Ghisleri. 

Il  Presagio,  fondato  nel  1835  da  Correnti;  in  esso  pubblicò  i  saggi  del  suo  bril- 
lante ingegno  e  dei  suoi  studi  letterari  e  scientifici,  informando  ogni  lavoro  alla 
santa  idea  di  libertà.  Altri  scritti  pubblicò  negli  Annali  di  statistica  e  nella  Rivi- 
sta europea,  periodici  nati  a  Milano  prima  del  1848. 

La  Prima  età,  educativo,  n.  1868,  direttori  P.  Pomari,  F.  Morandi  e  G.  Tarra. 

I  Primi  passi  nel  mondo,  settimanale,  n.  1885. 

II  Poliglotta,  settimanale,  n.  1885. 

Il  Politecnico,  n.  1837,  diretto  da  Carlo  Cattaneo  (vedi  pag.  77). 

Il  Pollicultore  pratico,  mensile,  n.  1885. 

La  Posta,  commerciale,  settimanale,  n.  1882. 

I  Processi,  resoconti  giudiziari,  bisettimanale,  n.  1889. 

II  Progresso,  artistico,  30  volte  all'anno,  n.  1884. 
La  Pubblicità  economica,  settimanale,  n.  1886. 

La  Pubblicità  italiana,  settimanale,  n.  1884. 

Il  Raccoglitore,  agricolo,  quindicinale,  n.  1881. 

La  Ragione,  democratico,  quotidiano,  1877-83,  ultimo  direttore  A.  Luzzatto. 

Re  di  Picche,  umoristico,  n.  1885. 

Il  Ricamo  per  tutti,  mensile. 

Il  Ribelle,  socialista,  settimanale,  n.  1882. 

La  Ricreaiione,  educativo,  quindicinale,  n.  1880,  editori  Treves. 

Rivista  bibliografica  italiana,  n.  1881,  editore  Ambrosoli;  pochi  numeri. 

Rivista  internaiionaìe  del  socialismo,  mensile,  1878-80,  editori  Fratelli  Bignami. 

Rivista  marittima,  mensile. 

Rivista  mensile  della  vite  e  del  vino,  n.  1886,  direttore  Giacomo  Sorraanni. 

Rivista  minima,  n.  1871,  direttore  A.  Ghislanzoni,  poi  S.  Farina;  cessò  nel  1885. 

Rivista  operaia,  settimanale,  n.  1885,  direttore  Antonio  Maffi. 

Rivista  paglierina,  n.  1878,  direttore  V.  Colombo;  un  numero. 

Il  Romanziere  contemporaneo,  n.  1868,  editori  Treves. 

Il  Romanziere  delle  strade  ferrate  e  dei  tramwais,  n.  1879. 

Il  Romaniiere  illustrato,  settimanale,  n.  1865,  editore  Sonzogno. 

Sancii  Ambrosii,  cattolico,  n.  1880. 

Il  Sarto  elegante,  mensile,  n.  1884,  editore  HoepH. 

La  Scienza  nelV educazione,  quindicinale,  n.  1881,  direttore  prof.  Paolo  Riccardi. 

La  Scuola  classica,  mensile,  n.  1882. 

Il  Secolo  delle  novità,  catalogo  della  Ditta  Mangoni. 

Il  Sensale  agricolo,  settimanale,  n.  1884. 

La  Seta,  industriale,  bisettimanale,  n.  1884,  direttore  Remigio  Mezzabotta. 

La  Settimana  illustrata,  n.   1866,  editore  Sonzogno. 

Il  Sigaro,  corriere  del  mattino,  n.  18S6. 

Lo  Spirito  Folletto,  umoristico,  n.  6  giugno  1861;  diffusissimo  e  spiritoso. 

La  Stagione  agricola  illustrata,  trimensile,  n.   1887. 

La  Siella  delle  madri,  educativo,  settimanale,  n.  1876,  direttore  Raffaele   Altavilla. 

Il  Teatro  educativo,  editore  G.  Agnelli. 

II  Tram,  umoristico,  n.  1884,  direttore  T.  Anselmi. 

Il  Tramiuai,  umoristico,  settimanale,  n.   1887,  direttore  G.  Cozzi. 

Il  Travaso  della  bile,  umoristico,  n.   1885. 

Il  Travaso  delle  idee,  fondato  nel  1872  da  Tito  Livio  Cianchettini,  un  mattoide, 
che  lo  scriveva,  stampava  e  vendeva  da  sé  ;  recatosi  a  Roma  vi  stampò  Le  Ca- 
pere. L'Album-Strenna  dell'  Associazione  della  Stampa  (1882)  riprodusse  il  fac-simile 
di  un  numero  del  Travaso  a  titolo  di  curiosità,  aggiungendo  qualche  cenno  sullo 
strano  direttore  dell'ancora  più  strano  giornale. 

Le   Trombe  di  Gerico,  settimanale,  n.   1885,  direttori  V.  Tartaglia  ed  E.  Galli. 

L'Unione,  politico,  n.   1879,  direttore  Cletto  Arrighi. 

L'  Universo  musicale,  artistico,  n.  1877. 

L'Uomo  che  ride,  umoristico,  n.  1889. 

La  Varietà,  amene  letture,  n.  1873. 

Il  Vero  giornale  galante,  n.   1865. 

La  Vespa,  fondato  da  Giacinto  Battaglia  nel  1827;  mutò  titolo  in  Far/fl/Za.  _I1_ Bat- 
taglia fondò  anche  nel  1829  l'Indicatore  lombardo,  e  Troscia,  il  Barbiere  di  Siviglia. 


532  GUIDA    DELLA    STA.MPA    PERIODICA    ITALIANA. 

—  La  Villa  e  la  Fattoria,  quindicinale,  n.  1883,  direttore  G.  Sorraanni. 

—  La  Vispa  Teresa,  letterario,  settimanale,  n.   1887. 

—  La  Vita  in  campagna  e  la  Caccia  illustrata,  quindicinale. 

—  Vittoria  Colonna,  mensile,  letterario,  n.   1885. 

—  La  Voce  del  popolo,  n.  22  marzo  1S48,  direttori  Romolo  Griffini  e  Pietro  Maestri. 

—  Volapiik,  settimanale,  n.  1888. 

—  Zibaldone,  n.  1887. 

—  Zingaro,  settimanale,  politico,  n.  i."  dicembre  1888. 

BUSTO  ARSIZIO 

—  Eco  del  circondario  di  Gallarate,  n.  1873,  direttore  G.  AUieri. 

CODOGNO 

—  L'Eco,  la  Gaietta  di  Codogno,  la  Lupa,  la  Riviera. 

GALLARATE 

—  U Agricoltore,  mensile,  n.  1882,  organo  del  Comizio  agrario. 

—  Piccolo  Corriere,  amministrativo,  settimanale,  n.  i888. 

LODI 

—  V Angelo  del  sacerdote,  settimanale,  n,  1885. 

—  Il  Comune,  amministrativo,  settimanale,  n.  1888. 

—  U"  Eghe^zonio,  amministrativo. 

• —  Il  Frustino,  amministrativo,  settimanale,  n.  1885. 

—  \J  Indipendente,  settimanale,  n.  15  novembre  1884. 

—  Paolo  Gorini,  scientifico. 

—  La  Plebe,  fondato  nel  1868  da  Enrico  Bignami,  settimanale;  vi  collaboravano  Gnoc- 

chi-Viani,  Turati,  Pistoiesi,  Malon,  Valera,  Candelari,  ecc.  -  Nei  1875  si  trasferi 
a  Milano  e  divenne  poscia  mensile;  per  la  sua  indole  socialista  ebbe  molti  se- 
questri e  processi. 

MONZA 

—  Bollettino  del  Consorzio  esercenti  da\io  consumo,  n.  1884. 

SARONNO 

—  Saranno,  politico,  settimanale,  n.  188S. 

SEREGNO 

—  La  Medicina  comunale,  n.  1861,  direttore  dott.  Luigi  Ripa. 

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Chemmenizza,    Cologna,   Dresda  ^m»   Friburgo,    Genova,    Ginevra, 

Losanna,    Lipsia,   Lucerna,    Magdeburgo,    Monaco,    Pesth,    Praga, 

Stettino,  Stoccarda,  Strasburgo,  Torino,  Vienna,   Zurigo,    ecc.  ecc. 

Telegrammi:  Haaseustein. 


PROVINCIA  DI    MILANO.  533 


GIORNALI  E  GIORNALISTI  MILANESI 


La  Gazzetta  Enciclopedica 

(1780) 

In  porta  Ticinese,  al  Malcantone,  di  perduta  memoria,  presso  l'albergo  del  Pozzo 
era  la  tipografla  di  Gaetano  iVIotta.  Un  giorno  il  Molta  pensò  di  pubblicare  un  foglio 
periodico,  e  io  mise  in  luce,  infatti,  ai  primi  di  gennaio  del  1780  col  titolo  di  Gaz- 
zella Enciclopedica  di  Milano  e  col  motto  Vires  acquirat  eundo.  Il  formato  di 
esso  era  in  4.°,  a  2  colonne,  e  la  carta  su  cui  si  stampava,  fa  venire  1  bordoni  al  solo 
vederla.  Il  Motta  l'annunziò  con  un  prospetto  dei  redattori.  Dapprima  la  Gazzetta 
usciva  una  volta  la  settimana  e  si  distribuiva  al  lunedì  (subito  stampalo,  come  diceva 
il  prospetto)  al  prezzo  di  1  2  lire  anticipato,  per  l'associazione  di  un  anno,  «  a  carico 
restando  dei  signori  forestieri  il  porlo  della  medesima.  Il  prezzo  di  ciascuna  Gazzetta 
per  li  non  associati  sarà  infallibilmente  di  1 0  soldi.  »  La  Gazzetta  prometteva  di 
essere  sempre  «più  che  sarà  possibile  compita  e  interessante»,  di  parlare  dei  libri 
che  le  si  mandavano  in  dono  e  di  non  accettare  «  cose  alcune  da  inserirsi,  se  non 
da  persone  cognite,  e  firmate  da  esse  » .  Insieme  alla  Gazzetta  —  notizie  politiche  — 
il  Motta  dava  un  Supplemento  letterario,  ch'era  un  bollettino  bibliografico  contenente 
anche  le  osservazioni  meteorologiche. 

Il  giornale  proseguì  così  per  un  pezzo,  quando  sopraggiunse  il  periodo  della 
Repubblica  Cisalpina.  Nel  1796  la  Gazzetta  aveva  tutta  la  gravità  d'un  foglio  uffi- 
ciale; era  assai  bene  informala  e  il  servizio  di  corrispondenze  era  molto  ben  fatto. 
Ma  aveva  uno  scrupoloso  riserbo  per  tulli  gli  avvenimenti  che  di  quei  giorni  si 
compivano  in  Italia;  anzi  sui  falli  d'armi  dell'esercito  francese  guidato  dal  Bonaparte, 
non  aperse  bocca.  Ma  col  lo  maggio  1796,  la  Gazzetta,  sottomessa  mal  suo  grado 
all'Austria,  cambiò  tuono  e  il  terzo  giorno  dopo  l'ingresso  del  Bonaparte  in  Milano 
essa  sclamava:  «  L'aurora  felice  della  libertà  ha  rischiarato  il  nostro  orizzonte  e  le 
vittorie  delle  armate  francesi  ci  hanno  procurato  l'inestimabile  vantaggio  di  respirare 
le  aure  preziose  sotto  l'amparo  (sic)  della  repubblica  francese.  >  E  segue  di  questo 
passo  descrivendo  le  feste  fatte  dai  milanesi. 

Ma  non  eran  tutte  rose  quelle  che  sbocciavano,  e  la  Ga^zef^a  cominciò  a  mo- 
derare i  suoi  entusiasmi;  in  due  anni  di  repubblica  se  n'eran  viste  di  belle  e  di  brutte 
anche  dai  francesi,  come  quella,  per  esempio,  che  l'Italia  fosse  spogliata  de'  suoi  tesori 
artistici....  Così  quando  anche  la  Repubblica  Cisalpina  se  ne  andava,  la  Gazzetta 
strinse  i  denti  in  tal  modo  che  al  27  aprile  1799,  cioè  alla  dimane  della  battaglia 
di  Cassano,  non  disse  nulla.  E  si  era  sul  punto  di  cambiar  padrone l  11  quale  avve- 
nimento i  lettori  della  Gazzetta  ignorarono  sino  al  7  maggio,  quando  apparve,  cioè, 
il  num.  36  con  in  fronte  tanto  d'aquila  bicipite  I  E  in  quel  numero  si  parla  dei  buoni 
ordinamenti  del  nuovo  governo,  quello  cioè  degli  Auslro-Russi,  nell'ugne  dei  quali 
era  caduta,  non  che  Milano,  la  Lombardia  tutta.  E  di  questo  passo,  cioè  lodando  e 
magnificando  ogni  piccolo  alto  del  nuovo  governo,  il  foglio  del  Motta  tira  via  fino 
al  29  maggio  <800.  Senonchè  il  numero  del  2  giugno  di  quell'anno  non  porta  più  in 
fronte  l'aquila  bicipite,  perchè  le  condizioni  politiche  del  paese  si  sono  mutate,  e 
occorre  che  l'estensore  si  valga  di  tutta  la  disinvoltura  di  cui  è  capace  per  far  buon 
viso  ai  francesi.  E  il  foglio  milanese  rinfranciosato  cammina  senza  scomporsi  fino  al 
<802,  dopo  il  qual  anno  non  si  raccapezza  più  nulla  della  Gazzetta  la  cui  storia  è 
identica  a  quella  di  molti  uomini  che  per  vivere  tranquilli  si  accomodano  ai  tempi.  (1  ) 


(i)  Lodovico  Corio  —  Giornali  della  Repuhblica  Cisalpina,  ndì'Iìhistraiione  Ita- 
liana, anao  XII,  n.  32  e  seguenti,  Vedi  anche  a  pag.  70  del  presente  volume. 


534  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Il  Conciliatore  (1) 

(1818) 

Nelle  conversazioni  in  casa  del  marchese  Giacomo  Trivulzio  si  lamentava  spesso 
che  la  letteratura  snervata  ed  incolora  prosperasse  in  Italia  più  che  altrove;  il 
conte  Luigi  Porro  ne  attribuiva  la  colpa  alla  censura;  il  Bubna,  comandante  generale 
dell'esercito  in  Lombardia,  adduceva  le  condizioni,  pel  tempo  abbastanza  larghe,  su 
cui  la  censura  era  stabilita.  Il  Porro  propose  di  farne  esperimento  in  un  giornale. 
Così  nacque  l' idea  del  Conciliatore,  nome  che  rimase  quale  portainsegna  del  ro- 
manticismo. 

Realmente  un  succhio  di  vita  nuova  circolava  nella  letteratura  come  nella  po- 
litica e  nelle  arti,  e  il  romanticismo  voleva  diffondere  uno  spirito  d'emancipazione, 
sottraendosi  alle  regole  arbitrarie,  a  forme  logorate,  a  tradizioni  rimban)bite,  cercando 
un'originalità  acconcia  alle  idee  nuove,  alle  impressioni,  ai  senlmienti  dell'età  nostra 
come  ai  sentimenti  dell'età  loro  eransi  uniformati  i  grandi  classici. 

Organo  di  queste  idee,  il  Conciliatore,  stampalo  su  carta  azzurra,  sì  pubblicava 
il  giovedì  e  la  domenica;  e  cominciato  il  3  settembre  1818  durò  fino  al  17  otto- 
bre 1819.  Non  prc clamava  una  rivoluzione  letteraria,  ma  si  proponeva  di  conciliare 
lutti  i  sinceri  amatori  del  vero,  la  scuola  classica  con  la  romantica.  Qual  meraviglia 
se  gl'iniziatori  di  quest'opera  vennero  tacciati  di  cattivi  patrioti,  di  antinazionali?  e  da 
un'aspettata  conciliazione  nacque  una  sfucinala  di  quelle  baruffe  letterarie,  che  troppo 
spesso  contaminano  la  nostra  repubblica? 

Nel  Conciliatore  il  Porro  metteva  articoli  pratici  sul  vino,  sui  boschi,  su'le 
bigattiere  ;  il  medico  R&sori  vi  traduceva  liriche  di  Schiller;  Pecchio  dissertava  sulle 
scuole  e  sulle  industrie,  e  combatteva  il  protezionismo  del  Gioja;  Pellico  analizzava 
tragedie  e  drammi  nostrali  e  forestieri,  e  dava  lodi  ironiche  ai  tempi  correnti;  De  Breme 
compendiava  la  Storia  dell'Inquisizione  del  LIorente  e  la  Proposta  del  Monti,  e  dia- 
logava col  Tofino,  cane  che,  dalla  Russia  ov'era  morto  il  suo  padrone,  era  tornato 
a  posarsi  sulla  garetta  al  palazzo  reale  di  Milano,  ove  questi  soleva  slare  di  sen- 
tinella. 

Contemporaneamente  Ermes  Visconti  pubblicava  nel  senso  stesso  le  idee  elemen- 
tari  sulla  poesia  romantica;  Giovanni  Torti  la  sua  famosa  Epistola;  Giovanni  Berchet 
le  conversazioni  sul  Cacciatore  feroce;  Manzoni  la  lettera  sulle  unità  tragiche. 

Chi  legge  quella  collezione  vi  trova  sentimenti  e  giudizi  affatto  comuni  adesso, 
neppure  al  ora  peregrini,  ma  è  giusto  avvertire  che  gli  articoli  bisognava  scriverli 
con  cautela;  poi  erano  mutilali  dalla  censura:  e  le  mutilazioni  stesse  davano  luogo  a 
discussioni,  a  reclami,  più  eflìcaci  che  il  giornale.  Era  poi  un'occasione  di  trovarsi, 
di  discutere,  d'informarsi  delle  novità  nostrali  e  forestiere.  11  Governo  lo  qualificò 
congiura  e  non  ebbe  torto. 

I  primi  sospetti  contro  questa  eruzione  vulcanica  di  una  nuova  razza  letteraria 
erano  venuti  da  Roma,  ove  al  Cardinale  Consalvi,  segretario  di  Stato,  fu  riferito  che  : 

«  ....  a  Milano  erasi  formata  una  società  della  Romantica,  collo  scopo  d'in- 
segnare che  l'uomo  non  è  soggetto  ad  alcun  principio  di  religione  e  di  morale;  molti 
signori  esservi  ascritti  e  nominatamente  il  celebre  Pellegrino  Rossi,  il  quale  è  in  rela- 
zione con  Lord  Byron.  Questo  Byron  venne  a  Bologna  per  impiantarvi  tale  setta,  prese 
un  appartamento  in  casa  Merendoni. ...» 

II  governatore  di  Milano  rispondeva  a  quelle  comunicazioni  che  il  cardinale  si 
era  ingannato,  prendendo  per  società  politica  un'unione  affatto  letteraria  di  persone  che 
affettano  disprezzare  i  precetti  dei  classici,  considerandoli  come  impacci  al  genio.  Può 


(i)  //  Conciliatore  e  i  Carbonari,  episodio  di  Cesare  Cantù— Milano,  Treves,  1878» 
Vedi  pure  a  pag.  72  e  seguenti  del  presente  volume. 


Il  Conciliatore.  535 


essere  v'abbia  alcuni,  le  cui  opere  sentano  d'irreligione  e  d'ultra-liberalisntio,  e  perciò 
sono  sorvegliati  dal  Governo,  ma  non  possono  in  massa  considerarsi  come  una  co- 
spirazione politica. 

Però  presto  il  Conciliatore  diede  omb'-a  ai  governanti,  e  il  direttore  di  Polizia 
informava  la  Commissione  speciale,  la  quale  erasi  allora  cosliiuila  a  Venezia  per  giudicare 
dei  Carbonari,  sulla  «  ....  audacia  degli  estensori  a  pronunciare  le  opinioni  proprie  e  spe- 
cialmente in  merito  ai  sistemi  e  alle  cose  politiche  che  sottoponevano  alla  Censura  obbli- 
gando ad  infinite  mutilazioni.  Aver  richiamato  l'attenzione  del  sig.  Presidente  di  Governo, 
per  ordine  del  quale  fu  mes=o  in  avvertenza  il  signor  Silvio  Pellico  per  1'  articolo 
inserito  nel  numero  ^  1  9.  Offesi  forse  e  il  Pellico  ed  i  suoi  colleghi  della  intimazione 
fattagli,  e  dagli  altri  vincoli  coi  quali  s'imbrigliava  la  smania  che  avevano  di  render 
pubbliche  le  opinioni  loro,  fecero  spontaneamente  cessare  il  foglio,  col  disegno  di 
riprenderlo,  ecc.  »   (21    maggio   1821). 

Il  Conciliatore  non  fu  mai  soggetto  di  inquisizione  giuridica,  ma  era  impossibile 
non  se  ne  facesse  cenno  nel  processo  che  presto  dovettero  subire  alcuni  dei  suoi 
scrittori,  e  specialmente  Silvio  Pellico. 

Collaboratori  del  Conciliatore  erano  dunque,  di  Milano,  Porro,  Pell'co,  De  Breme, 
Gonfalonieri,  Berchet  (che  firmava  Grisosiomo),  Girolamo  Primo,  Ressi  professore  d'eco- 
nomia, Romagnosi  G.  B.  Uè  Gristo'oris,  Rasori  medico,  Giuseppe  e  Luigi  Pecchie, 
Pietro  Borsieri,  il  marchese  Ermes  Visconti  ;  di  Brescia,  il  barone  Camillo  Ugoni  e 
l'architetto  Vantini;  di  Ginevra  Sismondo  de  Sismondi;  di  Firenze  il  cavaliere  Ser- 
ristori  e  il  marchese  Ridoltì. 

Per  combattere  il  Conciliatore  si  organizzò  un  foglio  ebdomadario  col  titolo  di 
Accattabrighe  (V.  pag.  75),  destinato  a  raccogliere  ogni  sorta  d'ingiurie  personali  contro 
i  redattori  del  Conciliatore.  L'appendice  della  Gazzetta  quotidiana,  la  Biblioteca 
italiana,  almanacchi,  salire  grossolane,  fin  il  teatro  ebbero  incarico  di  screditare  i 
collaboratori  dell'unico  giornale  che  non  avesse  transatto  colla  Polizia  e  che  si  espo- 
neva alle  venture  della  Censura  ufficiale.  Il  conte  Slrassoldo  governatore,  di  umore 
aspro,  geloso  e  d'incerto  discernimento,  vedendo,  malgrado  le  istruzioni  severe  date 
ai  censori,  molti  articoli  eccitar  l'interesse  dei  lettori,  si  immaginò  che  il  pubblico  vi 
scorgesse  allusioni,  ond^  il  giornale  fu  sottoposto  a  doppia  censura,  eseguendosi  la 
seconda  nel  gabinetto  del  governatore  dai  suoi  affidati,  incaricati  di  capire  gli  arti- 
coli. Ben  presto  i  fogli  riprovati  furono  quanti  gli  approvati:  eppure  ciò  non  salvava 
gli  autori  dalla  responsabilità  verso  il  governo. 

1  redattori  risolsero  di  sospendere  la  pubblicazione  del  giornale.  Quattordici  mesi 
il  Conciliatore  lottò  contro  tante  vessazioni,  e  ia  giorni  migliori  gl'italiani  renderanno 
giustizia  all'abnegazione  dei  suoi  autori,  e  in  questa  raccolta  riconosceranno  le  membra 
sparse  della  sola  dottrina  sociale  che  oggi  è  onorevole  di  professare  nel  nostro  paese, 
e  della  sola  dottrina  letteraria  che  vi  armonizza. 


Carlo  Tenca  e  11  Crepuscolo 

Il  domani,  della  morte  di  Carlo  Tenca,  un  pubblicista  scriveva  ma« 
linconicamente  che  bisognava  esser  vecchi  per  «  ricordare  ».  Certo;  la 
massa  dimentica  presto:  e  i  nuovi  venuti  che  vanno  avanti  a  rotta 
di  collo,  non  s'accorgono  di  coloro  che  fra  i  pericoli  hanno  aperto  la  via. 

Il  Tenca  doveva  tutto  a  se  stesso.  Fra  le  angustie  della  povertà,  e 
insegnando  ai  suoi  coetanei  cominciò,  a  sedici  anni,  a  trarre  scarso  frutto 
dalle  sue  fitiche.  Non  poteva  continuare  gli  studii;  eppur  egli,  a  forza 
d'una  volontà  e  d'una  pertinacia  che  fu  la  massima  sua  forza,  continuò 


536  GUIDA  DELLA   STAMPA   PERIODICA  ITALIANA. 


a  Studiare,  e  a  farsi  un  po'  di  largo.  Al  rovescio  di  altri  che,  nati  nel- 
l'indigenza, sdegnano  di  ricordare  le  umili  origini,  il  Tenca  non  le  di- 
menticò mai:  sua  madre,  una  popolana,  fu  amata  da  lui  con  affetto 
sviscerato.  Dopo  morto,  si  trovò  fra  le  sue  carte  dei  versi  alla  propria 
madre,  ribeccanti  di  sentimento. 

Alcuni  anni  or  sono,  quando  la  casa  commerciale  cui  il  Tenca 
aveva  affidata  la  propria  modesta  fortuna,  frutto  di  lunghe  fatiche,  di 
sudore,  di  pene,  falli  d'un  tratto  ed  egli  si  trovò  quasi  sprovvisto  di  tutto, 
gli  amici  pensarano  di  raccogliere  dalle  riviste  e  dai  giornali,  dove  li 
aveva  sparsi,  i  più  moderiti  suoi  articoli;  e  già  le  associazioni  erano 
Dumerose,  e  lo  spaccio  dell'opera  e  un  buon  guadagno  assicurati,  ma 
egli,  appena  lo  seppe,  scongiurò  gli  amici  pietosi  di  desistere  :  non  volle 
mai  aiuti,  nemmeno  quelli  che  gli  venivano  offerti  con  cuore  aperto,  con 
squisita  delicatezza. 

Eppure,  sarebbe  utile  agli  studiosi  un  volume  accurato  che  conte- 
nesse i  migliori  articoh  letterari  del  Tenca!  In  questi  giorni  abbiamo  voluto 
esaminare  la  Rivista  Europea  del  183  8  e  la  raccolta  del  Crepuscolo,  di- 
ventata ormai  rara,  tanto  che,  in  una  biblioteca  nazionale  di  questo  mondo, 
non  si  può  nemmeno  trovare  completa,  mentre  è  documento  storico  del 
nostro  risorgimento,  documento  prezioso  e  splendido,  che  si  dovea  re- 
hgiosamente  conservare. 

La  Rivista  Europea,  diretta  prima  da  Giacinto  Battaglia  e  poi  dal 
Tenca,  era  una  rivista  accuratissima,  mirabile:  meno  grave  della  iVwoz/a 
Antologia,  più  varia,  più  amena  e  non  meno  seria.  Gii  articoli  erano 
firmati  tutti  e  trattavano  di  scienza  giuridica,  di  discipline  economiche 
e  filosofiche,  di  letteratura,  —  specialmente  di  letteratura  popolare  che 
allora  prendeva  gloriosa  l'aire.  Vi  leggiamo  i  nomi  d'autori  diventati 
poi  celebri  e  che  troveremo  nelle  pagine  del  Crepuscolo. 

Colla  sospettosa  polizia  d'allora,  Ja  fondazione  d'un  giornale  a  Mi- 
lano, era,  si  sa  bene,  cosa  più  seria  che  la  fondazione  d'una  metropoli, 
tanto  più  se  doveva  dirigerlo  un  Tenca,  un  ribelle  ostinato,  che  amava 
l'Austria  come  il  fumo  negli  occhi,  e  che  aveva  già  tenuta  la  direzione 
del  giornale  ufficiale  del  Governo  Provvisorio,  //  22  Mar^o,  direzione  che 
lasciò  ben  presto,  perchè  non  voleva  ricevere  l'imbeccata  da  alcuno. 
Il  Tenca  intendeva  fondare  lui  un  giornale  che  tenesse  desta  la  fede 
nella  risurrezione  della  patria,  viva  la  scintilla  della  riscossa,  viva  la  tra- 
dizione dei  buoni  studii  italiani,  e  che,  nello  stesso  tempo,  trattasse  se- 
riamente dei  progressi  degli  studii  all'estero. 

Come  quest'arduo  scopo  fosse  raggiunto,  tutti  ormai  sanno.  Milano, 
mercè  il  Crepuscolo,  non  era  solo  centro  di  movimento  liberale,  ma  centro 
di  alta  coltura. 

L'imperiale  autorità  dopo  infiniti  tentennamenti,  costretta  a  rispon- 
dere con  un  si  o  con  un  no  alla  domanda  di  cominciare  il  Crepuscolo, 
disse  al  Tenca:  —  Senta;  le  concediamo  pure  il  permesso;  ma  badi:  vi- 
gileremo 1  Guai  se  scopriamo  la  menoma  intenzione  di  censurare  il  go- 
verno. —  E  noi  rispose  colla  olimpica  sua  calma  il  Tenca,  voghamo 
tanto  rispettare  il  governo,  che  non  ne  parleremo  mai. 

£  cosi  fu:  l'Austria  non  era  mai  toccata  nel  Crepuscolo,   come  se 


Il  Crepuscolo  li  carlo  tenga.  537 

fosse  una  lebbrosa  !  Ma  quali  profonde  ironie  in  tutti  i  numeri  dei  po- 
tente giornale  !  Quali  allusioni,  che  a  mano  a  mano  che  avvicinavansi 
il  '58  e  il  '59  diventavano  aperti,  chiari,  magnanimi  eccitamenti  alla 
rivolta  !  Sulle  prime  il  Tenca  parlava  ironicamente  di  «  cinesi  »,  di 
«  muraglie  della  Cina  »  e  pungeva  certi  «  autori  bastardi  »  perchè  evi- 
dentemente puzzavano  di  regresso;  poi  usava  d'incisi  mordenti,  di  frasi 
taglienti  che  nel  laborioso  e  grave  suo  periodare  parevano  lame  affilate, 
nascoste  sotto  le  pieghe  d'una  clamide. 

11  carattere  costante  del  Crepuscolo  era  la  calma  imperturbata,  la 
compostezza,  la  dignità.  Nessuno  di  quei  collaboratori  andava  in  collera, 
nessuno  usciva  in  sfuriate.  Il  Tenca  teneva  in  freno  i  più  impazienti  : 
voleva  sgomentare  il  nemico  colla  impassibilità  eroica,  persuaso  che  la 
calma  è  segno  di  ragione,  è  forza. 

Rari  gli  articoli  firmati.  Il  Crepuscolo,  che  usciva  in  fascicoli,  a  due 
colonne,  dalla  tipografia  Valentini,  assumeva  anche  per  questo  un  aspetto 
severo  e  quasi  solenne. 

Troviamo,  sfogliando  la  voluminosa  raccolta,  vari  scritti  di  Emilio 
Visconti  Venosta,  il  quale  sostiene  principii  di  umanesimo  puro  parlando 
della  Capanna  dello  :(io  Tom  e  quindi  dell'abolizione  degli  schiavi  d'A- 
merica, con  allusioni  ad  altri  schiavi,  s'intende!  Scrive  sul  Cannig,  e 
fra  altro  una  novella  patetica  Giulia,  che  fa  piangere  le  signore. 

Giuseppe  Zanardelli  continua  pei:  venti  numeri  e  più  a  parlare  del- 
l'esposizione d'arte  ed  industria  bresciana  nel  1855  :  un  vero  tour  de  force  l 
Questi  articoli  non  fiai?cono  mai.  Eppure  tutti  li  leggono  perchè  il  fu- 
turo ministro  vi  mette  dentro  di  tutto  come  nella  caldaia  delle  streghe 
del  Machéti}.  Tulio  Massarani,  denunciato  già  falsamente  da  un  Perego, 
come  complice  dell'Orsini,  apparisce  fremente.  Una  settimana  scrive  sugli 
studii  italiani  in  Francia,  o  sui  popoli  della  Romania,  con  un  diavolio 
d'allusioni;  un'altra  settimana,  primo  in  Italia,  parlerà  diffusamente  d'En- 
rico Heine,  ma  per  discorrere  anche  del  Kòrner  e  d'altri  campion',  im- 
molati alla  libertà;  poscia  buttate  in  un  canto  le  metafore,  firmerà  co- 
raggiosamente, e  farà  sequestrare  il  giornale. 

A  Romolo  Griffini  sta  grandemente  a  cuore  la  salute  degi'itafiani, 
cui  dà  frequenti  consigli  igienici. 

Giacomo  Battagfia,  figlio  di  Giacinto  e  autore  d'un  dramma,  Olgiato, 
pubblica  un  lavoro  sul  romanzo  in  Italia  che  vorremmo  far  leggere  a 
certi  criticuzzi.  Egli  mori  a  San  Fermo,  il  povero  Battaglia,  mori  da  eroe 
con  una  palla  in  fronte. 

E  a  San  Fermo  cadde  quel  Carlo  De  Cristoforis,  pure  milanese, 
capitano  dei  cacciatori  delle  Alpi  che  nei  Crepuscolo,  -  singolare  accoppia- 
mento di  facoltà  !  -  scriveva  lodatissimo  di  cose  mihtari  e  sul  credito. 

Carlo  Cattaneo  e  l'Allievi  trattavano  di  economia.  Non  ci  era  qui- 
stione  d'istituti  cittadini  che  non  venisse  largamente  discussa.  Gaetano 
Cantani  s'occupa  d'agricoltura;  Innocente  Decio  di  cose  giuridiche  ed 
economiche;  Enrico  Fano  compila  succosi  riassunti  delle  sedute  dei  Par- 
lamento Subalpino  e  scrive  sulla  condizione  degli  operai.  Bisogna  sen- 
tire qual  sano  soffio  democratico  spira  per  tutte  le  pagine  del  Crepuscolo! 
Ma  sono  tutti  radicali  questi  signori,  si  esclama:  e  della  più  bell'acquai 


53S  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Togliamo  un  momento  dall'ombra  del  sepolcro  dove  è  sceso,  pla- 
cido e  carico  di  anni  uno  strano  e  vecchio  tedesco  che,  nel  Crepuscolo, 
scriveva,  in  italiano,  corrispondenze  da  Berlino  sullo  stato  della  Ger- 
mania. Si  chiamava  barone  Francesco  Neugebaur;  era  consigliere  aulico 
di  Prussia,  e  già  console,  e  diplomatico,  ecc.  ecc.,  un  galantuomo,  un 
valentuomo.  Benché  vecchio  come  JMatusalemme,  nutriva  odio  inestm- 
guibile  contro  l'Austria  non  solo,  ma  contro  tutto  ciò  che  sapeva  di 
feudalismo  nell'intera  tedescheria.  Gli  davano  ai  nervi  i  tedeschi  feu- 
dali, gli  aristocratici  puritani,  i  sostenitori  superbi  del  diritto  divino:  e 
amava  l'Italia  con  affetto  tenerissimo,  e  avrebbe  sagrificati  i  suoi  baffi 
bianchi  impegolati  per  vederci  un  po'  meno  infelici.  Ogni  volta  che  ar- 
rivavano agli  uffici  del  Crepuscolo  le  corrispondenze  del  barone  berlinese, 
era,  ci  dicono,  un  ridere  da  matti.  Il  linguaggio  di  quelle  lettere  era 
difatti  il  più  intedescato  itaUano  che  gendarme  austriaco  avesse  mai  bor- 
bottato in  un  corpo  di  guardia.  Scriveva:  homo,  siijjali,  lì  12X0.  star  fec- 
chia  canaglia...  Frenato  quando  Dio  voleva  il  parossismo  dell'ilarità,  il 
Tenca  correggeva  e  spesso  rifaceva  di  pianta  la  corrispondenza,  salvando 
dall'eccidio  le  notizie  appetitose  e  certe  finezze  tedesche  pungenti. 

La  polizia  austriaca  si  occupava  poco  di  cotesti  squarci:  lasciava 
correre.  —  Aguzzava  invece  la  vista  sulle  rassegne  politiche  e  letterarie 
che  in  ogni  numero  scriveva,  senza  firma,  il  Tenca,  e  più  sulla  duplice 
corrispondenza  dal  Piemonte,  politica  e  letteraria:  —  la  politica  scritta 
da  A.  Colombo,  un  lombardo  emigrato,  e  la  letteraria  da  Eugenio  Ca- 
merini. Gli  articoli  dell'illustre  critico  anconitano  erano  veramente  briosi, 
scintillanti;  e  perciò  letti  e  molto  ricercaci.  Egli,  il  pover'uomo,  che  do- 
veva finire  in  miseria,  era  il  brillante  della  compagnia  !  Pieno  la  testa 
di  Prati  e  di  Hugo,  non  incontrava  sempre,  a  dir  vero,  i  gusti  del  ri- 
gido Tenca,  che  abborriva  in  letteratura  dalle  esuberanze  fantastiche, 
dalle  gonfiezze  di  stile  e  perciò  vedeva  di  malocchio  il  borire  della  scuola 
pratiana.  Goni'  è  bello  uno  studio  (che  è  certo  del  Tenca)  su  Silvio  Pel- 
lico 1  Che  forza  critica,  che  limpidezza  di  giudizio  1 

Nel  Crepuscolo  si  notano  politicamente  due  tasi:  sulle  prime  (era 
cominciato  nel  1849)  domina,  benché  velato,  in  uno  stile  alla  Mazzini 
il  principio  repubblicano  degU  Stati  Uniti,  alla  Wasington.  Poi,  quando 
si  vide  il  ponte  lanciato  dal  grande  ex-dittaiore  Daniele  Manin  fra  re- 
pubblica e  monarchia  e  si  videro  la  spedizione  di  Crimea  e  la  politica 
sapiente  del  Cavour,  i  giovani  repubblicani  s'accorsero  che  il  sole  della 
libertà  non  poteva  sorgere  presto  che  dalle  balze  del  Piemonte,  e  il  Cre- 
puscolo cominciò  ad  attenersi  a  quel  programma  politico  che  faceva  capo 
a  un  esercito,  ad  uno  statuto,  ad  una  dinastia  nazionale. 

Il  governo  austriaco  aveva  avuto  sentore  di  quanto  Napoleone  III, 
Cavour  e  Vittorio  Emanuele  stavano  combinando  nell'ombra  per  la 
liberazione  d'Italia:  perciò  concepì  la  folle  speranza  di  conciharsi  con 
abili  espedienti  il  Lombardo- Veneto,  servo  si,  ma  fremebondo.  Ed  ecco 
discendere  a  Milano  Missimiliano  arciduca,  collo  scopo  di  calmare  le  ir- 
ritazioni, di  sorridere  ai  malcontenti.  Massimiliano  spiegò  allora  abihtà, 
finezza,  e  dimostrò  che  se  destini  meno  malvagi  lo  avessero  chiamato 
a  reggere  un  popolo  suo,  non  sarebbe  parso  volgare;   aveva  coltura, 


Il  Crepuscolo  m  carlo  tenga.  539 

penetrazione,  ed  era  cavaliere  seducente.  Nella  capitale  lombarda,  non 
fioriva  uomo  d'ingegno  ch'egli  non  mostrasse  di  apprezzare;  lo  invi- 
tava premuroso  a  colazione,  andava  a  trovarlo  come  un  semplice  mor- 
tale :  persino  un  operaio,  De  Toma,  autore  di  commedie  vernacole,  fu 
invitato  alla  reggia  !  Scendeva  lieto  negli  studii  degli  artisti,  e,  fra  gli 
altri,  andò  a  visitare  il  pittore  Domenico  Induno,  cui  commise  li  per 
li  due  quadri  de'  quali  l'uno  doveva  rappresentare  Eugenio  di  Savoia  ! 
Manco  a  dirlo,  l' Induno  accolse  con  cortesia  si,  ma  freddamente  l'ar- 
ciduca, e  non  dipinse  nessun  Eugenio.  Massimiliano  non  tardò  a  ten- 
dere le  sue  reti  anche  agli  scrittori  del  Crepuscolo,  persuaso  che  se  con- 
quistava le  intelligenze,  conquistava  anche  il  resto;  ma  fu  giuoco  spre- 
cato, mentre  altri,  pur  troppo,  affamati  d'onori,  illusi  forse,  vi  casca- 
rono e  non  ne  uscirono  che  sfatati.  Tranne  in  un  punto,  è  esatto  il 
particolare  narrato  da  un  giornale  intorno  a  un  eroico  rifiuto  in  quel 
tempo  opposto  da  Carlo  Tenca. 

Il  governatore  di  xMilano  aveva  pregato  il  direttore  del  Crepuscolo 
di  passare  un  momento  dal  suo  ufficio  :  -  M'ascolti,  aveva  detto  il  Bur- 
ger,  non  occorrono  elogi,  ne  lunghi  articoli,  se  non  si  sentono  in  ^rado 
di  scriverne,  pazienza  !  ma  stampino  almeno  sul  Crepuscolo  queste  sem- 
plici parole  :  «  Oggi  è  arrivato  a  Milano  S.  M.  l' Imperatore.  »  Lei  ha 
detto  di  no  al  commissario  di  polizia  che  le  aveva  fatta  la  stessa  pre- 
ghiera: non  dica  di  no  a  me,  la  prego:  altrimenti  l'avverto  che  con  mio 
vivo  dispiacere  sarò  costretto  a  sopprimerle  il  giornale. 

Era  strano  che  un  alto  magistrato,  d'un  governo  assoluto  in  quei 
tempi,  parlasse  cosi  a  un  povero  redattore  indifeso  !  Quanti  non  avreb- 
bero detto:  «  Via!  accontentiamolo  una  volta;  in  fine,  che  importa  a 
noi  dell'imperatore?  »  —  E  il  Tenca,  invece,  non  esitò  un  istante 
e  rispose  un  no  tanto  fatto  e  il  Crepuscolo  non  fu  soppresso  (come  si 
scrisse)  ma  fu  sospeso  per  alcuni  mesi  con  danno  pecuniario  del  Tenca 
che  da  esso  ritraeva  l'unico  mezzo  della  propria  esistenza.  Quando  più 
tardi  ricomparve,  le  ire  degli  austriacanti  si  rovesciarono  più  furibonde 
che  mai  sugli  scrittori  del  Crepuscolo.  Abbiamo  potuto  procurarci  alcune 
copie  d'un  giornalaccio.  La  Sferra,  che  aveva  appunto  l'incarico  di  con- 
tristare 1  degni  patrioti  lombardi  colle  diffamazioni,  cogli  scherni.  Lo 
scrivevano  due  ribaldi;  il  famigerato  Perego  e  certo  Mazzoldi,  stipen- 
diati entrambi  da  Vienna  e  già  nel  '48  vociatori  fervidissimi  di  libertà, 
il  Mazzoldi  specialmente  che  nei  teatri  predicava  il  comunismo  !  Vi  sono 
versi  e  prose,  i  versi  dedicati  a  S.  S.  Pio  IX  e  ai  regnanti,  per  esal- 
tarli ;  la  prosa  per  eccitare  lo  sprezzo  pubblico  verso  gli  onesti. 

Spuntò  alla  fine  la  libertà.  A  Milano  si  pensò  di  fondare  allora, 
con  larghi  fondi,  un  giornale  di  grande  formato,  la  Terseveran:(^a,  la  cui 
direzione  venne  offerta  al  Tenca.  Ma,  a  rovescio  di  quanto  si  scrisse, 
non  solo  egli  non  accettò  quella  direzione  volendo  serbarsi  indipendente, 
in  tutto  e  per  tutto,  ma  non  ne  fu  mai  neanche  collaboratore.  Continuò 
invece,  quasi  solo,  abbandonato,  il  suo  Crepuscolo,  che  fu  soffocato,  co- 
m'egU  stesso  previde,  dal  nuovo  potente  giornale.  Quattro  collegi  elet- 
toraU,  compreso  uno  di  Milano,  lo  elessero  a  deputato  dandogU  cosi 
un  solenne  attestato  di  stima,  e  confortandolo  delle  amarezze  che  stoica» 
mente  egli  si  sforzava  di  nascondere. 


540 


GTJIDÀ   BELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Alla  Camera  fu  diligentissimo  per  sei  legislature  e  lavorò  instan- 
cabile negli  uffici.  Quando  sedeva  segretario  della  presidenza,  gli  avversari 
della  sinistra  lo  chiamavano  per  celia  il  gran  sacerdote  egiziano:  ed  egli 
ne  sorrideva.  E  avea  forse  del  jeratico,  con  quel  viso  pallido  e  impas- 
sibile, con  quegli  sguardi  lenti,  con  quella  sua  posa  immobile.  Anche 
in  conversazione  serbava  un  nobile  e  serio  contegno:  grave  la  parola, 
raro  il  sorriso.  Quando  egli  parlava,  tutti  stavano  ad  ascoltarlo  rive- 
renti. Coi  giovani  e  colle  signore  era  gentilissimo.  Egli  aveva  scritto  una 
Storia  d' Italia  per  le  donne  italiane,  aveva  collaborato  al  vecchio  e  gra- 
zioso Corriere  delle  Dame  che  si  fuse  poi  colla  Ricamatrice.  Collaborò 
anche  al  Costituente  di  Firenze  vol  Mordini  e   col   Maestri. 

Da  qualche  tempo,  aiìranto,  si  era  ritirato  dalle  cariche  onorifiche. — 
Il  Municipio  di  Milano  gli  deve  in  gran  parte  il  riordinamento  delle  lo- 
date sue  scuole.  Il  Consiglio  superiore  della  I.  P.  in  cui  sedette,  ricorda 
ì  pazienti  e  lunghi  lavori  di  lui,  sull'  insegnamento  e  sul  profitto  delle 
scuole,  sui  programmi:  l'Italia  deve  ricordare  sempre  in  lui  il  prepa- 
ratore, il  soldato  della  vigilia. 

Era  nato  a  Milano  il  1817,  vi  morì  il  4  settembre  1883. 


GRANDE  FABBRICA  NAZIONALE  DI  MACCHINE  TIPOGRAFICHE 

NORBERTO  ARBIZZONI,  MONZA 

Premiato  anche  dal  R.  Ministero  d'Agricoltura,  Industria  e  Commercio 


•Tagliacarte  a  Vapore  CslerissimQ 
Vedi  Avviso  speciale  a  pag.  16 


PROVINCIA   DI   MILA.no.  541 


I  GIORNALI  ILLUSTRATI  ITALIANI 


Il  primo  giornale  che  si  sia  pubblicato  in  Italia,  illustrato  e  di  gran  formnto,  fu 
il  Mondo  illustrato,  fondato  dall'industriale  Pornba  nel  gennaio  del  1847,  e  in  cui 
scriveva  Slrafforello,  Ghedini,  Balbo,  Cesare  Canlù,  Massari,  Ghiossone,  Giacomo  Dina, 
D.  Garutli,G.  MatteuccieBonghi.Un  pittore  torinese  Gonin,  e  l'incisore  V&jani,  eseguivano 
le  figure.  11  Mondo  illustrato  ebbe  3500  assofinii,  troppo  pochi  per  potere  far  fronte 
alle  spese  che  il  povero  Pomba  incontrava  nella  pubblicazione  del  giornale,  che  non 
era  ammesso  nel  Lombardo -Vone'o,  negli  Slati  Pontifici  e  nel  Regno  delle  due  Si- 
cilie e  perciò  veniva  a  soffrire  moltissimo. 

Il  Pomba  fece  dei  calorosi  appelli,  e  la  fortuna  lo  favorì;  poiché  si  formò  una 
società  per  azioni  di  400  lire  l'una.  Le  azioni  raccolte  furono  quasi  100,  e  il  Mondo 
illustrato,  che  era  per  poco  morto  verso  la  fine  del  1847,  ricomparve  nel  principio 
del  1848.  Ma  la  guerra  dovea  essergli  faiale;  nuovamente  molte  provincie  furono 
rioccupate  dagli  austriaci  e  il  foglio  dovette  morire  verso  la  fine  del  18  49.  Dieci  anni 
dopo,  rimessi  i  tempi,  risorse  il  Mondo  illustrato,  mal  redatto,  trascurato  nelle  in- 
cisioni e  nella  materia.  Nel  1860  morì  nuovamente  senza  alcun  rimpianto.  Ma  final- 
mente dovea  giungere  un  tempo  felice,  opportuno  al  fermento  giornalistico  che  era 
in  animo  di  tutti.  Le  scienze  e  le  arti  avevano  fatto  dei  seri  progressi,  specie  l'arte 
tipografica  che  preparava  il  suo  risorgimento. 

Ecco  infatti  che  Milano  ne  dà  l'esempio.  Camillo  Cima  pubblica  nei  186  4  V  Il- 
lustrazione italiana  ed  Eduardo  Sonzngno  ['Illustrazione  universale. 

Naturalmente  fra  i  due  giornali  dediti  al  medesimo  scopo,  dovea  impegnarsi  una 
lotta  nella  quale  uno  dovea  soccombere.  Vi  soccombette  Y  Illustrazione  italiana  del 
Cima,  che  portava  vignette  litografate,  e  non  incise. 

Ma  neppure  V  Illustrazione  universale  fbbe  lunga  vita.  Il  confronto  fra  V  Illu- 
stririe  Zeitung  di  Vienna,  il  Monde  illustre  di  Parigi,  V  Ilhistrated  London,  ecc., 
con  quella  del  Sonzogno  non  reggeva  al  paragone.  Ci  njancava  quel  pregio  che  rende 
accetto  qualunque  giornale,  e  che  si  chiama  attualità.  Epperò  Sonzogno  non  si  sco- 
raggiò; ingrandì  il  giornale,  poi  lo  impiccolì,  da  8  lo  portò  a  12  pagine,  poi  a  18, 
lo  pubblicò  ogni  settimana,  poi  2  volte  la  settimana;  finalmente  stanco  d'un' intrapresa 
infruttuosa,  difficile,  dopo  quattro  anni  di  onorata  ma  multiforme  esistenza  Io  sospese. 

Cinque  anni  dopo  (14  dicembre  1873)  l'antica  Illustrazione  universale  rìcom- 
parve  a  Milano,  ma  tanto  editori    che  re 'attori  erano  perfettamente  altri. 

L'infaticabile  Emilio  Trevps,  quello  che  aveva  abbandonata  la  pubblicazione  im- 
portante dtìW  Universo  illusi)  ato,  forse  unico  giornale  illustralo  fallo  con  garbo  in 
Italia,  intraprese  quella  deW Illustrazione  italiana. 

Non  è  superflua  una  osservazione:  V Illustroted  Land  News  che  tiene  il  primato, 
costa  47  lire;  il  Graphic,  suo  rivale  nato  nel  1871,  e  che  già  lo  supera  dal  lato  ar- 
tistico, 47;  V  Illustrirte  Zeitung  di  Lipsia,  46,50;  l'antica  lllustration  45;  il  Monde 
illustre  32.  A  colali  prezzi  in  Italia  non  si  trovano  1000  associali,  lanto  da  morire 
pieni  di  debili  come  il  Mondo  illustrato  del  Pomba. 

Pareggiare  quegli  organi  stranieri  che  a  prezzi  sì  foni  contano  a  centomila  gli 
associati  e  a  migliaia  gli  annunzi,  è  addirittura  impossibile  in  un  paese,  ove  il  pub- 
blico leggente  è  così  scarso  e  così  avaro.  E  si  badi  ancora  che  pur  crescendo  la 
coltura  lelK^raria  nazionale,  il  mercato  del  giornale  italiano  sarà  sempre  ristretto  al- 
l'Italia, mentre  la  stampa  estera  ha  per  commercio  il  mondo. 

La  prima  macchina  per  fondere  i  caratteri  tipografici 

A  Davide  Bruge,  scozzese,  si  attribuisce  l'iiivenzioue  della  prima  macchina  per  fondere  i  caratteri  da  stam- 
pare. Col  fratello  Giorgio,  che  riusci  a  perfezionarla,  nel  1827  Davide  la  fece  comparire  nel  mondo  tipografico. 
Passarono  molti  anni  prima  che  i  fonditori  europei  la  prendessero  in  considerazione.  Frattanto  in  America  se 
ne  fece  buon  uso  e  se  ne  ricavarono  i  primi  frutti. 


542  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 


Eugenio  Torelli-Tiollier 

direttore  del  Corriere  della  sera 

Il  Torelli  è  un  uomo  che,  anche  in  una  città  positiva  come  Milano, 
pare  un  tipo  singolare,  perchè  ha  una  virtù  pochissimo  italiana:  il  ca- 
rattere. Che  cosa  significhi  questa  parola,  la  quale  oramai  è  diventata 
argomento  di  esercitazioni  scolastiche  e  di  componimenti  ginnasiali,  non 
è  difficile  si  sappia.  Più  difficile  è  trovarne  una   incarnazione   positiva. 

Torelli  vi  dà  l'immagine  esatta  di  quegli  uomini  che  abbondano 
nei  libri  di  Smiles, 

Sebbene  meridionale,  è  un  uomo  che  ha  la  grande  virtù  di  saper 
parlare.  Alto,  biondo,  con  una  lunga  barba,  con  gli  occhi  un  po'  am- 
malati, gentilissimo  di  maniere,  guarda,  ascolta  e  raramente  parla. 

Questo  è  il  gran  peccato,  a  cui  deve  la  sua  odiosa  leggenda.  I  suoi 
nemici  hanno  dato  a  credere  che  sotto  a  quel  riserbo  inglese  si  nascon- 
desse l'orgogho  e  l'invidia.  Poi,  questa  medesima  rigidità  esterna,  è  in 
tutto  il  carattere  del  Torelli:  ne'  suoi  affari,  nel  suo  lavoro,  ne'  suoi  cri- 
terii  giornalistici,  persino  ne'  suoi  passatempi. 

La  sua  vita  è  ben  semplice  e  ben  limpida:  non  avventure  clamorose, 
non  processi,  non  duelli,  non  polemiche  rumorose.  Egli  non  fa  altro  che 
lavorare,  tranquillamente,  tenacemente,  continuamente,  pel  giornale  a 
cui  ha  attaccato  la  sua  esistenza. 

Egli  ha  inteso  benissimo  che  nella  vita  d'un  giornale  vi  sono  due 
parti  ben  distinte,  la  redazione  e  la  vendita,  e  che  cosi  l'una  come  l'altra 
toccano  al  Direttore,  il  quale  deve  insieme  essere  un  giornalista  e  un 
industriale.  Egli  ha  saputo  essere  Tuna  cosa  e  l'altra:  di  più,  ha  saputo 
anche  essere  un'altra  cosa  difficilissima  a  trovare  nel  pandemonio  della 
carta  stampata:  giornalista  onesto,  e  industriale  corretto  sino  allo  scrupolo. 

Ecco  il  segreto  del  successo  del  suo  giornale. 

Pure,  il  ToreUi,  quando  si  trova  in  compagnia  degli  amici  che  ama, 
è  un  piacevole  commensale,  un  fine  parlatore,  e  sopratutto  un  ascoltatore 
meraviglioso.  Non  gli  sfugge  una  parola,  e  voi  vi  avvedete  subito,  dalla 
gradazione  del  suo  risolino  solitario,  del  giudizio  silenzioso  ch'egli  porta  nel 
suo  intimo  tribunale  sopra  le  idee  e  i  paradossi  della  conversizione  corrente. 

Ora  quest'uomo  che  si  è  fatto  da  sé,  veramente,  lottando  con  tutte 
le  necessità  della  vita,  costruendosi  pietruzza  a  pietruzza  l'edifizio  della 
propria  fortuna,  quest'uomo  che  dopo  vent'anni  di  lotta,  si  è  conquistato 
un  posto  altissimo  nella  considerazione  della  cittadinanza  milanese  e  di 
tutta  la  gente  onesta  d'Italia,  non  molto  tempo  addietro  era  chiamato 
venduto,  spia  borbonica,  uomo  immondo,  ed  era  accusato  di  aver  fondato 
il  suo  giornale  coi  denari  della  Questura  ! 

Paolo  Joanna. 


Alfredo  Comandini 

direttore  della  Lombardia 

Nato  a  Faenza  il  4  dicembre  1853,  fece  a  Vicenza  le  prime  prove  e 
con  amore  dirigendo  il  Paese  per  tre  anni.  Di  là  fu  chiamalo  a  Verona 


PROVINCIA   DI  MILANO. 


543 


e  vi  diresse  l'Adige,  e  poscia  collaborò  assiduamente  nella  stampa  de- 
mocratica. 

È  un  polemista,  un  dialettico  di  primissimo  ordine:  i  suoi  lunghi 
articoli  polemici  sulla  Lombardia,  che  il  pubblico  legge  con  interesse 
grandissimo,  dovranno  essere  consultati  da  chi  vorrà  fare  la  storia  del 
giornalismo  italiano  nell'ultimo  ventennio. 

Comandini  ha  compiuto  ciò  che  in  giornalismo  si  considera  come 
un  miracolo;  ha,  di  un  giornale  esangue,  quasi  finito,  qual'era  la  Lom- 
bardia, prima  che  ne  assumesse  la  direzione,  fatto  un  fiorente,  prosperoso 
periodico  che  tutta  la  Milano  mattiniera  compera  e  legge.  Questo  mi 
pare  il  miglior  elogio  che  del  giornalista  si  possa  fare.  Quanto  all'uomo, 
Comandini  è  uno  dei  più  amabili  e  simpatici  giovani  che  si  possano 
conoscere.  È  studiosissimo  delle  questioni  politiche  ed  appassionato  col- 
lezionista di  medaglie,  sino  a  farsi  socio  fondatore  di  una  rivista  di  nu- 
mismatica, nella  quale  va  pubblicando  dotti  articoli,  gustati  solo  nella 
stretta  cerchia  dei  non  profani. 

Figlio  di  un  antico  e  forte  patriota  romagnolo,  che  stette  12  anni 
nella  galera  papale  di  Paliano,  non  ha  smentito  il  sangue.  A  Villa  Ruffi 
fu  il  più  giovane  degli  arrestati  mazziniani,  ed  oggi,  sulla  Lombardia,  Co- 
mandini non  ne  perdona  una  al  suo  am.ico  e  compagno  di  manette  Ales- 
sandro Fortis, 


/^il/\nIo 
FRAflLLlTREyES£orTOfJ 


GIOrPIKO 

\^  CE1ìCaJ1_ FORTUNA 

E  una  strenna  per  i  fan- 
ciulli, è  un  teatrino  di  ma- 
rionette, è  un  giocattolo. — 
Ci  sono 

8  quadri  a  colori! 
e  i  personaggi  si  muovono!! 
Quanto  costa  questa  bel- 
lezza?—  Cinque  lire....  e 
anche  si  regala. —  Ah!  —  A 
quei  bravi  fanciulli  e  fan- 
ciulle che  leggono  ogni  set- 
timana il  loro  giornale. — 
Sicuro,  Gioppino  in  cerca 
di  fortuna   va    a    trovare 

GRATIS  e  franco  di  porto 
tutti  quelli  che,  mandando 
L.  12,50  *  si  associano  al 
Giornale  dei  Fanciulli  pel 
1890. 

*  Per  gli  Stati  Europei  dell' U.  P.,  Fr.  19. 


GIORNALE  SETTIMANALE  PER  LE  SIGNORE  E  LE  SIGNORINE        ' 

(Anno  III  - 1890)   a  Centesimi  IO  il   numero.   (Anno  in  - 1890) 


^^^^t^V'^ 


¥1: 


Questo  giormlc  fu  fin  da  prin- 
cipio accolto  con  molto  entusia- 
smo nelle  famiglie  in  cui  il  lusso 
di  un  giornale  di  mode  come 
quelli  esistenti  poteva  portare  un 
po'  di  scapito  al  bilancio  di  casa. 
Stante  la  mite  spesa  è  alla  por- 
tata di  tutte  le  borse.  È  un  so<'no 
realizzato  per  quelle  madri  di  fa- 
miglia ehe  coi  nostri  consigli  e 
colle  nostre  spiegazioni  possono 
accomodare  da  sé  e  con  poca  spesa 
un  vestito  dell'anno  scorso  e  fare 
delle  graziose  vestine  pei  loro 
bimbi  senza  ricorrere  al  consiglio 
o  alla  mano  d'opera  d'una  sarta. 
Mercè  del  nostro  giornale  potran- 
no anche  dedicarsi  ad  eseguire 
svariati  lavori  femminili  e  una 
infinità  di  gingilli  che  adorneranno 
elegantemente  la  loro  casetta.  I- 
noltre  farà  passar  loro  piacevol- 
mente qualche  ora  con  delle  letture 
istruttive,  dei  romanzi  interessanti 
e  tali  da  potersi  leggere  dai  figli 
senza  timore.  Vi  sono  racconti 
morali,  varietà,  ricette,  economia 
domestica,  regole  di  buona  società, 
sciarade,  e  i  migliori  metodi  per 
ben  accudire  a  una  casa  di  fami^Ha. 


Esce  ogni  settimana  un 
numero  di  16  pagine  con 
più  di  50  incisioni  di  mo- 
de e  lavori. 


Per 
gli  Stati 

Europei 
dell'Unioni 

Postale 
LIRE  OTTC 


PREMIO:  Elegante  Almanacco  in  cromolitografìa  pel  1890,  in  gran  formato 

DIRIGERE    COMMISSIONI    E    VAGLIA    Al    FRATELLI    TREYES,    EDITORI,    IN    MILAKO. 


PROVINCIA  DI  MODENA 


Numero    dei    Comuni:    45  —  Popolazione:    279,254  —  Superficie:    K.  (j.  2,573  —  Deputati  della  provincia: 
GaiiJolfi,  Tabacchi,  Donasi,  Menotti,  .  .  . 


Annuario  della  Società  dei  naturalisti 
di  Modena.  Nato  nel  1866,  si  pubblica  in 
2  o  più  fascicoli  annuali  per  cura  della 
direzione  della  Società  stessa.  Abbona- 
mento: anno  L.  12. 

Modena. 

L'Angelo  delle  Vergini.  Giornale  catto- 
lico, nato  nel  1869.  Esce  ogni  mese  in  32 
pagine  e  copertina.  Suo  scopo  è  di  far  ri- 
vivere l'opera  di  S.  Angela  Merici.  Abbo- 
namento: anno  L.  2.  Non  si  vende  a  nu- 
meri separati.  Tipografia  dell'Immacolata 
Concezione. 

Modena. 

L'Annunziatore  modenese.  Giornale  di 
annunzi  commerciali  e  tipografici,  nato  il 
2  settembre  1889.  Esce  ogni  lunedì  in  4 
pagine,  formato  0,37  y.  0,27.  Direttore  :  Sola 
Luigi.  Si  distribuisce  gratis.  Tipo-litogra- 
fia A.  Namias.  Via  Farini,  11. 

Modena. 

Atti  e  Memorie  della  E.  Deputazione 
di  Storia  patria  per  le  Provincie  di  Ro- 
magna. Pubblicazione  di  storia  locale.  Esce 
a  fascicoli  di  oltre  100  pagine  in-8.°  con 
tavole  illustrative.  Vi  scrivono:  E.  Brizio, 
C.  Albicini,  Balduzzi,  G.  Malagola,  F.  von 
Duhn.  Bologna,  presso  la  Deputazione  di 
Storia  patria.  Tip.  Vincenzi  e  Nipoti. 

Modena. 

Atti  e  Memorie  delle  UH.  Deputazioni 
di  Storia  patria  per  le  Provincie  mode- 
nesi e  parmensi.  Pubblicazione  di  storia 
locale.  Esce  a  grossi  fascicoli  in-S."  -  Vi 
scrivono  i  membri  attivi  e  soci  corrispon- 
denti delle  Deputazioni.  Tipografia  Vin- 
cenzi e  Nipoti. 

Modena. 

Bollettino  della  Stazione  agraria  di 
Modena.  Pubblicazione  fondata  nel  1871 
(nuova  serie).  Esce  periodicamente  in  fa- 
scicoli in-S."  di  oltre  loo  pagine.  Tipo- 
grafia Vincenzi  e  Nipoti. 

Modena. 

Bollettino  ufficiale  della  Federazione 
delle  Società  magistrali  mandamentali. 
Giornale  di  didattica  ed  educazione,  fon- 
dato nel  1884.  Esce  ogni  mese  in  8  pa- 
gine. Si  spedisce  gratis  ai  membri  delle 
Società  magistrali  federate  della  provincia. 

Modena. 


Il  Cittadino.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, commerciale,  fondato  nel  1877. 
É  ufficiale  per  le  inserzioni  della  Camera 
di  commercio  ed  arti  della  provincia.  Si 
pubblica  ogni  giorno  in  4  pagine  a  4  co- 
lonne. Tiratura  2000  copie  circa.  Abbo- 
namento: anno  L.  19,  sem.  io,  trim.  5, 
Inserzioni:   10  centesimi  la  linea. 

Modena. 

Collezione  di  letture  amene  ed  oneste. 
Giornale  cattolico,  letterario,  morale,  fon- 
dato nel  1858.  Esce  ogni  2  mesi  in  volumi 
di  circa  200  pagine  in-S."  -  Tiratura  2300 
copie.  Abbonamento:  anno  L.  5.  Ogni  vo- 
lume L.  I,  Tipografia  dell'Immacolata 
Concezione, 

Modena. 

Il  Devoto  di  S.  Giuseppe.  Giornale  cat- 
tolico, nato  nel  1865.  Esce  ogni  mese  in 
48  pagine.  Tiratura  2000  copie  circa.  Fu 
il  primo  periodico  in  Italia,  ed  il  secondo 
in  Europa  fondato  allo  scopo  di  propagare 
il  culto  di  S.  Giuseppe,  proponendolo  come 
esemplare  ai  capi  di  famiglia,  e  tipo  agli 
operai.  Abbonamento:  anno  L.  3.  Non  si 
vende  a  numeri  separati.  Tipografia  del- 
l'Immacolata Concezione. 

Modena. 

Il  Diritto  cattolico.  Giornale  politico, 
letterario,  quotidiano,  nato  nel  1867  in 
continuazione  del  Difensore.  Ne  fu  primo 
direttore  l'abate  prof.  Pietro  Balan.  Tira- 
tura 600  copie.  Abbonamento:  anno  L.  19, 
sem.  IO,  trim.  5.  Inserzioni:  15  centesimi 
la  linea.  Via  Emilia,  36. 

Modena. 

Ercolani.  Periodico  di  medicina  veteri- 
naria, nato  nel  gennaio  del  1888.  Si  pub- 
blica una  volta  al  mese  in  fascicoli  di  32 
pagine  in-8.°,  con  tavole  illustrative.  Di- 
rettore: prof  G.  Generali.  Vi  scrivono: 
G.  Tampellini,  F.  Bazzola,  V.  Lari,  ecc. 
Abbonamento:  anno  L.  6.  Un  numero  L.  i. 
Tipografia  Domenico  Tonietto. 

Modena. 

Fiori  di  Nazaret.  Giornale  cattolico, 
nato  nel  1874.  Esce  2  volte  al  mese  in 
32  pagine.  Esso  si  indirizza  alle  Congre- 
gazioni delle  giovinette  figlie  di  Maria,  e 
tratta  tutti  quegli  argomenti  che  reputa 
meglio  acconci  ad  iastillare  in  esse  una 


N.  Bernardini  —  G«>ia  iella  Stampa  periodica  italiana — 35. 


546 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 


soda  pietà,  l'amore  della  famiglia,  e  tutte 
quelle  virtù  che  si  addicono  al  loro  stato. 
Abbonamento:  anno  L.  2,75.  Non  si  vende 
a  numeri  separati.  Tipografìa  dell'Imma- 
colata Concezione. 

Modena. 

Foglio  periodioo  della  Prefettura.  Fon- 
dato nel  i^'65,  contiene  gli  atti  ufficiali 
amministrativi.  Si  pubblica  ogni  mese  in 
fascicoli  di  circa  20  pagine.  Abbonamento: 
anno  L.  io-  Non  si  vende  a  numeri  separati. 

Modena. 

Fulvio  Testi.  Giornale  nato  nel  1890. 

Modena. 

Guida  degli  affari.  Giornale  economico, 
commerciale,  nato  nel  1888.  Esce  ogni 
mese  in  12  pagine  a  2  colonne  in-4.°  - 
Tira  5000  copie.  Direttore:  Decio  Bona- 
cini.  Al  giornale  è  annessa  un'agenzia  di 
affari.  Abbonamento:  anno  L.  2,50,  se- 
mestre 1,50.  Un  num.  0,25.  Via  S.  Carlo,  8. 

Modena. 

L'Indicatore  mirandolese. Periodico  di 
memorie  patrie,  nato  nel  1877.  Esce  ogni 
mese  in  16  pagine  in-8.°  a  2  colonne.  Ab- 
bonamento: anno  L.   1,20.  Un  nura.  0,10. 

Mirandola. 

La  Luce.  Gazzetta  democratica  di  Carpi, 
nata  il  28  luglio  1889.  Esce  ogni  dome- 
nica in  4  pagine,  formato  0,42;^  0,31.  Di- 
rettore: dott.  Ferruccio  Rizzatti.  Abbona- 
mento: anno  L.  5.  Un  numero  5  cente- 
simi. Via  Menotti,  8. 

Carpi. 

11  Panaro  -  Gaietta  di  Modena.  Fondata 
nel  1876,  si  pubblica  ogni  giorno  in  4  pa- 
gine a  4  colonne.  Tira  circa  1000  copie. 
In  politica  è  giornale  di  sentimenti  libe- 
rali. Ha  per  motto:  Libertà  -  Pace.  Abbo- 
namento: anno  L.  19,  sem.  io,  trim.  5. 
Inserzioni  :  i  5  centesimi  la  linea,  in  3.*  pa- 
gina 30  centesimi.  Un  numero  5  cente- 
simi. Via  Farini,  palazzo  Valentini,  11. 

Modena. 

11  Fotta  di  Modena.  Giornale  umoristi- 


co, illustrato  a  colori,  nato  nel  1S89.  Esce 
ogni  domenica. 

Modena. 

Rassegna  Emiliana  di  storia,  lettera- 
tura ed  arte,  fondata  nel  maggio  iò88. 
Esce  ogni  mese  in  fascicoli  di  64  pagine 
in-S."  -  Direttori:  Annibale  Campani  e 
Adolfo  Venturi.  Vi  scrivono:  G.  Mazzoni, 
R.  Renier,  G.  Bargilli,  V.  Santi,  A.  Graf, 
M.  Campori,  ecc.  -  Abbonamento:  anno 
L.  12.  Un  numero  L.  1,50.  Via  San  Vin- 
cenzo, 2. 

Modena. 

La  Rassegna  delle  scienze  mediche.  Or- 
gano uiFiciule  della  Società  medico-chirur- 
gica di  Modena,  nato  nel  1866.  Esce  ogni 
mese  in  fascicoli  di  48  pagine  in-8.°  -  Di- 
rettore: dott.  cav.  C.  Bergonzini.  Abbona- 
mento: anno  L.  8.  Non  si  vende  a  numeri 
separati.  Editori:  Vincenzi  e  Nipoti, 

Modena. 

La  Rondine.  Giornale  umorist'co,  lito- 
grafato, illustrato.  Esce  a  intervalli  diversi. 
Vi  scrivono:  U.  Urbini,  F.  Rizzatti,  ecc. 
Disegni  di  Carlo  Grossi.  Un  numero  0,15. 

Carpi. 

Spallanzani.  (Vedi  provincia  di  Roma.) 

Studi  letterari  e  morali  ed  Atti  del- 
l'Accademia ecclesiastica  modenese  di  San 
Tomaso  d'Atluino.  Pubblicazione  scientifica, 
letteraria,  morale,  cattolica,  nata  nel  1887. 
Esce  ogni  2  mesi  in  fascicoli  di  circa  160 
pagine.  Abbonamento:  anno  L.  11.  Non 
si  vende  a  numeri  separati. 

Modena. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Fondato  nel  i87ó,  esce  2  volte 
alla  settimana  in  4  pagine,  e  contiene  gli 
annunzi  legali  amministrativi.  Abbonamen- 
to: anno  L.  8. 

Modena, 

Tampel.  Giornale  umoristico,  settima- 
nale, nato  nel  1888.  Abbonamento:  anno 
L.  3,50,  sem.  2,  trim.  1,25. 

Modena. 


Oiomali  cessati: 

\J Aurora  letteraria,  n.   1872  a  Modena,  direttrice  Adele  Woena. 

Bollettino  del  Comizio  agrario,  n.  1S71  a  Modena;  si  fuse  (1882)  col  Campagnuolo. 

Il  Campagnuolo,  agricolo,  quindicinale,  n.  1878  a  Modena. 

Il  Capriccio,  n.   1883  a  Modena. 

Il  Carpigianello,  n.   18S1  a  Carpi. 

Il  Diavoletto,  umoristico,  teatrale,  n.   15  dicembre  1870  a  Modena. 

V Ebetismo,  n.   1883  a  Modena. 

Giornale  di  Modena,  ufficiale,  trisettimanale,  n.  1869  a  Modena. 

Labaro,  n.  1882  a  Modena. 

La  Licambèa  Saetta,  umoristico,  n.   1887  a  Modena,  direttore  A.  Monzani. 

Il  Lunedi,  agricolo,  n.  a  Modena,  direttore  prof.  T.  Poggi. 

Menotti,  democratico,  quotidiano,  1869-70,  Modena. 


PROVINCIA   DI   MODENA.  547 


La  Moglie  dì  Labaro,  n.  1S82  a  Modena. 

Il  Montanaro,  amministrativo,  mensile,  n.  1883  a  Pievelago. 

Il  Naviglio,  democratico,  settimanale,  n.  1884  a  Modena. 

Pierticcio,  n.  188 1  a  Carpi,  direttore  Ferruccio  Rizzatti. 

Rassegna  minuscola,  letterario,  n.   188 1  a  Modena. 

Rivista  legale  parmense  modenese,  mensile,  n.   1877  a  Modena. 

La  Secchia  rapita,  letterario,  settimanale,  n.  1885  a  Modena. 

La  Sveglia,  elettorale,  u.   1887  a  Modena,  7  numeri. 

La  Trivella,  n.   1883  a  Modena. 

Trivellino,  a.  1883  a  Modena. 


GIORNALI  E  GIORNALISTI  MODENESI 


Le  più  antiche  gazzette  modenesi,  quelle  cioè  della  collezione  Vaticana,  datano 
dal  1542.  Altri  avvisi  che  ricevevano  i  Duchi  Estensi  si  conservano  negli  archivi  di 
Stato  di  Modena.  Nel  1658,  fervendo  in  Lombardia  la  guerra  fra  Spagna  e  Francia, 
a  capo  dell'armata  di  quest'ultima  essendo  Francesco  I  d'Este  Duca  di  Modena,  lo 
stampatore  ducale  Andrea  Cassiani  pubblicò  periodicamente  avvisi  o  ragguagli.  Nel- 
l'archivio di  Stato  di  Modena  se  ne  conservano  quattro  in  data  6,  13,  20  e  26  lu- 
glio 1658.  Il  conte  Montecuccoli,  in  data  del  io  agosto  1658  scriveva  da  Modena  a 
monsignor  Onofrio  Campori:  «Qui  non  si  stampano  ne  si  stamperanno  piti  Avvisi,  come 
si  era  cominciato,  non  havendo  voluto  il  pren.  Ser.  Padrone  che  si  seguiti.  »  E  il  21  agosto 
allo  stesso  :  «  Qui  si  è  lasciato  di  stampare  gli  Avvisi  e  . .  .s' è  dato  principio  a  ristampare 
quei  di  Torino.  »  Fu  per  volere  sovrano  che  ne  cessò  la  pubblicazione. 

Dal  1677  al  1700  Modena  ebbe  un  foglietto  settimanale,  fatto  dallo  stampatore 
Demetrio  Degni.  Nell'archivio  di  Stato  se  ne  conserva  una  raccolta  incompleta,  ma 
preziosa.  Il  più  antico  è  segnato  col  numero  progressivo  17  e  datato  li  28  aprile  1677, 
il  più  recente  ha  il  numero  34  con  la  data  21  agosto  1700.  È  più  abbondante  la  col- 
lezione del  March.  Giuseppe  Campori,  e  le  date  dei  foglietti  che  la  compongono  vanno 
dal  1677  al  1700.  Uno  solo  ne  conserva  il  Museo  Civico  e  precisamente  il  n.  9  del 
i.°  marzo  1692.  Non  ne  esiste  una  raccolta  completa,  quindi  non  può  precisarsi  il  tempo 
in  cui  questa  gazzetta  cominciò  e  cessò.  Essa  non  ha  titolo,  e  per  la  compilazione  non 
differisce  dalle  altre  di  cui  abbiamo  discorso  alla  pagina  493.  I  foglietti  del  Degni,  che 
cangiarono  spesso  formato,  constano  di  4  pagine  e  sono  alti  (computando  solo  la  parte 
stampata)  mm.   190  e  larghi  130,  altri,  i  più  recenti,  alti  225,  larghi  140. 

Nel  1686  in  Parma  il  P.  Benedetto  Bacchiai  cominciò  a  stampare  un  giornale 
letterario  e  lo  continuò  in  5  tomi  a  tutto  il  1690.  Interrotto  nel  1691  fu  ripigliato 
in  Modena  con  questo  titolo:  Giornale  de'  Letterati  del  16^2  e  primo  di  Modena.  -In 
Modena  per  gli  Eredi  Cassiani  ad  istanza  de  Co^:^.  e  Capponi  Stampatori  Vescovili. 
Il  Bacchini  se  ne  palesò  autore,  ciò  che  non  aveva  fatto  pei  giornali  precedenti  stam- 
pati a  Parma,  e  lo  dedicò  a  Francesco  II  d'Este  duca  di  Modena.  Nel  1693  il  giornale 
fu  stampato  parte  in  Parma  e  parte  in  Modena;  nel  1694-95  non  sorti;  nel  1696-97  fu 
pubblicato  in  Modena,  cessando  cosi  dopo  nove  volumi. 

Dal  1701  al  1748  Modena  non  ebbe  giornah.  Per  i8  anni  l'abate  Antonio  Ber- 
nardi aveva  pubblicato  a  Venezia  un  foglio  intitolato  L'Europa;  lasciata  Venezia  venne 
a  stabilirsi  a  Modena,  dove  il  2  gennaio  1749  fondò  il  Messaggiere,  primo  giornale 
modenese  che  portasse  un  titolo  espresso,  inizio  del  foglio  ufficiale  del  ducato  di  Mo- 
dena, che  col  titolo  appunto  di  Messaggiere  durò  sino  al  giugno  1859.  Ormai  da  7 
anni  il  Bernardi,  che  percepiva  dal  Duca  40  lire  mensili  e  dagli  avventori  circa  1000 
all'anno,  pubblicava  il  Messaggiere  nella  sua  stamperia  presso  la  Corte,  quando  per  un 
articolo  comparso  nel  numero  31  (27  luglio  1756)  che  spiacque  al  ministro  ducale  abate 
Bianchi,  fu  privato  del  privilegio  della  pubblicazione  e  dello  stipendio;  il  giornale, 
pubblicatosi  regolarmente  ogni  settimana,  fini  col  numero  35  (25  agosto  1756).  Contein- 
poraneamente,  cioè  nel  1750,  si  pubblicò  a  Modena  un  giornale  mensile  il  Mercurio, 
edito,  a  quel  che  pare,  dallo  stesso  abate  Bernardi. 

La  direzione  del  Messaggiere  col  numero  36  (i.°  settembre  1756)  fu  assunta  dal 
dottor  Pellegrino  Nicolò  Loschi,  avendo  a  revisore  il  Galaffasi.  Epperò  il  Duca,  an- 
noiato degl'impicci  che  in  Austria  il  foglio  gli  procurava,  ordinò  (1759)  ^^  nomina 


548  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

di  un  altro  revisore,  il  prevosto  Giovanardi,  che  tre  mesi  dopo  fu  sostituito  dal  ca- 
nonico Camillo  Tori.  Ma  si  l'uno  che  l'altro  fecero  cattiva  prova,  sicché  la  direzione 
del  foglio  nel  1761  fu  data  all'avv.  Renza.  Nel  1770  poi  un  tal  GioselTo  Maria  Cavi 
era  estensore  del  Messaggiere  e  direttore  della  stamperia  ducale  e  durò  in  tal  carica 
sino  al  1782,  in  cui  il  conte  G.  B.  Munarini,  occupavasi  della  revisione  della  gazzetta. 
II  Messaggiere  dopo  40  anni  di  vita  cessò  col  numero  18  (4  maggio  1796). 

Dal  1763  al  1790  coi  tipi  degli  eredi  di  Bartolomeo  Soiiani,  si  stampò  un  Foglio 
d'avviso  trimestrale  riguardante  lo  spaccio  del  sale  catartico  subamaro  di  Modena,  scoperto 
nella  villa  S.  Faustino  e  messo  in  commercio  dal  dottor  G.  B.  Moreali  e  poscia  dai 
suoi  eredi,  continuatori  anche  del  Foglio. 

Contemporaneamente,  cioè  dal  1773  al  1790,  visse  pure  il  Nuovo  Giornale  dei 
letterati  d' Italia,  bimestrale,  in  cui,  fra  gli  altri,  collaborò  il  Tiraboschi. 

Dal  18  ottobre  1796  al  17  settembre  1798  Modena  ebbe  il  Giornale  repubblicano 
di  pubblica  istruzione,  scritto  dall'avv.  Luigi  Tirelli  modenese  e  Gregorio  Agnini  di 
Finale.  Usciva  il  martedì  e  venerdì  mattina  in-4.°  piccolo.  Fu  soppresso  dal  Direttorio 
Esecutivo  in  Milano,  in  seguito  alla  pubblicazione  dei  numeri  95  e  94  del  4.°  semestre. 

A  fare  opposizione  a  questo  giornale  sul  finire  del  marzo  1797  nacque  un  altro 
foglio  dal  titolo  Memorie  di  morale,  di  politica  e  di  letteratura,  edito  dal  libraio  Anto- 
nio Tamanini  e  redatto  dai  cittadini  Sante  Fattori  e  Giovanni  Moreali.  Ma  nel  set- 
tembre dello  stesso  anno,  col  numero  26  il  giornale  cessò. 

A  continuazione  del  Giornale  repubblicano,  dal  16  novembre  all' 11  dicembre  1798 
uscirono  8  numeri  del  Repubblicano  redivivo,  redatto,  come  si  suppone  da  Gregorio 
Agnini  del  Giornale  repubblicano. 

E  anche  come  continuazione  delle  Memorie,  il  citato  Fattori  fondò  il  9  gennaio  1800 
il  Vaglio  critico  ossia  Memorie  critico-letterarie  di  Aristarco  Scannabufali,  che  però  visse 
solo  17  numeri. 

Il  22  gennaio  1800  ricomparve  pei  tipi  dei  Soiiani  il  soppresso  Messaggiere,  ma 
cessò  nello  stesso  anno  col  numero  22  (18  giugno;,  al  ritorno  del  governo  repubbli- 
cano. Adattandosi  però  i  tipografi  al  nuovo  stato  di  cose,  ripresero  il  giornale  il  16 
gennaio  1S05  e  lo  continuarono  fino  ai  primi  del  1806. 

Il  4  gennaio  181 5  il  Messaggiere  ricomparve  con  l'epiteto  di  Modenese,  bisettimanale  a 
2  colonne.  Gli  eredi  Soiiani  continuarono  a  stamparlo  sino  alla  metà  del  1822  e  la  tipo- 
grafia camerale  lo  stampò  sino  al  12  marzo  1848,  salvo  un'interruzione  nel  i8ji,  in  cui, 
dal  19  febbraio  al  5  marzo,  pei  moti  rivoluzionari,  fu  sostituito  dal  Monitore  modenese. 

Per  33  anni,  cioè  dal  1822  al  1855,  gli  eredi  Soiiani  pubblicarono  pure  il  perio- 
dico Memorie  di  religione,  di  morale  e  di  letteratura  fondato  e  diretto,  finché  visse,  da 
mons'gnor  Giuseppe  Baraldi  e  nel  1824  il  giornaletto  Alcuni  trattenimenti  morali  e  let- 
terari, redatto  da  Mauro  Sabbatini,  Francesco  Carpi  e  Giovanni  Brignoli. 

A  porre  un  freno  alla  stampa  liberale,  il  martedì  5  luglio  183 1  Cesare  Galvani, 
guardia  nobile  d'onore  e  addetto  alla  Biblioteca  Estense,  fondò  la  gazzetta  cattolica 
La  Voce  della  verità  che  usciva  il  martedì,  giovedì  e  sabato  dalla  tipografia  Camerale. 
Il  Galvani,  dopo  alcuni  anni,  abbandonata  la  direzione  e  la  collaborazione  del  foglio,  si 
fece  prete  e  fu  monsignore.  La  Voce  della  verità  cessò  il  lunedi  28  giugno  1841  col 
numero  1548,  per  volontà  dei  compilatori,  che  vedevano  calmata  l'effervescenza  pro- 
dotta dai  moti  del  '31. 

Nell'anno  stesso  in  cui  nacque  la  Voce,  Francesco  Galvani  fondava  il  2  novem- 
bre 183 1  V Amico  della  gioventù,  giornale  morale,  storico,  politico  e  letterario,  a  fasci- 
coli bimestrali  di  2  fogli  di  stampa  ia-8.°  —  L'Amico  durò  fino  al  15  gennaio  1837. 
Nell'aprile  seguente  ricomparve  in  altro  formato  e  soltanto  letterario;  visse  altri  9 
mesi.  A  sostituirlo  il  Galvani  fondò  il  Giornale  scientifico  letterario,  mensile,  che  visse 
dal  gennaio  al  settembre  1838.  Obbligata  la  direzione  a  trasportare  altrove  la  stampa  del 
fogho,  il  Giornale  risorse  a  Bologna  nel  gennaio  1839.  Senonchè  il  dott.  Filippo  Pal- 
mieri si  fece  continuatore  del  primo  in  Modena,  modificando  il  titolo  in  Giornale  let- 
terario scientifico  modenese,  pubblicandone  12  fascicoli  mensili. 

Una  colonia  di  portoghesi  residenti  a  Modena,  ebbe  anch'essa  un  giornale  redatto 
nella  lingua  di  Camoens.  Il  3  agosto  1835  il  dottor  De  Garaa  fondò  O  Precursor, 
miscellanea  de  critica,  de  litleratura  e  de  politica;  ne  uscirono  in  tutto  18  numeri  di  8 
pagine  a  2  colonne,  e  cessò  nell'ottobre  dello  stesso  anno. 

Dal  9  maggio  1836  al  27  aprile  1849  visse  uà  Indicatore  economico,  agricolo,  coni* 
Jtìefciale,  dapprima  bimensile,  poscia  settimanale. 


PROVINCIA  DI  MODENA.  549 


Dal  luglio  1839  al  giugno  1840  uscì  ogni  mese  in  fascicoli  di  12  pagine  un  Bol- 
lettino di  chimica  e  farmacia,  compilato  da  G.  C.  dal  Bue. 

11  i.°  aprile  1841,  pei  tipi  degli  editori  proprietari  Vincenzi  e  Rossi  Msciìì  Silfo, 
giornaletto  letterario,  artistico,  teatrale,  diretto  dal  dott.  Antonio  Peretti.  Usciva  3  volte 
al  mese  e  cessò  col  numero  36  il  20  giugno  1842. 

Col  cessare  della  Voce  della  verità  sorse  il  6  luglio  1841  il  Foglio  di  Modena  il 
quale,  edito  dall'avv.  Filippo  Palmieri,  cessò  il  20  marzo  1848  o  meglio  si  trasformò 
nel  Diario  modenese,  che  usci  ogni  lunedi  e  giovedì  dal  23  marzo  al  30  agosto  1848, 
trasformandosi  a  sua  volta  nel  Messaggere,  foglio  di  Modena,  organo  ufficiale,  il  quale 
visse  dal  i.°  settembre  1848  al  io  giugno  1859,  dapprima  trisettimanale,  poi  quatri- 
settimanale. 

Dal  1844  al  1848  visse  l'Educatore  storico,  quindicinale,  diretto  da  Giovanni  Sab- 
batini  prima  e  da  Antonio  Peretti  poscia;  e  dal  settembre  1845  al  gennaio  1846  una 
Rivista  di  sciente,  lettere  ed  arti,  giornale  modenese,  mensile,  edito  da  Francesco  Zuccardi. 

Col  cessare  del  governo  ducale,  nacque  V  Italia  centrale,  gioraaìt  politico  lettera- 
rio, dapprima  in  bollettini,  poi  in  numeri  regolari,  diretto  da  Giovanni  Sabbatini.  Visse 
dal  22  marzo  all' 8  giugno  1848.  Contemporaneamente,  cioè  dal  26  marzo  all' 8  giu- 
gno, visse  V Indipendenza  italiana;  giornale  politico  letterario,  diretto  dal  dott.  Cesare 
Rovighi  ed  edito  da  Nicola  Zanichelli. 

Dal  29  aprile  al  30  ottobre  1848  si  ebbe  pure  la  Bonìssima,  giornale  del  popolo, 
i  cui  27  numeri  sono  quasi  tutti  scritti  da  Antonio  Peretti.  Nello  stesso  anno,  dal 
23  maggio  al  3  agosto,  uscirono  58  numeri  del  Ganettino  del  Melodi,  giornaletto 
italiano  politico,  letterario,  compilato  da  Giuseppe  Pini,  impiegato  presso  la  tipografia 
di  Andrea  Rossi. 

Il  IO  giugno  1848,  dalla  fusione  dei  citati  Indipendenza  italiana  e  Italia  centrale, 
nacque  il  Vessillo  italiano,  dapprima  trisettimanale  e  poscia  quotidiano.  Ma  non  visse 
che  soli  33  numeri,  cessando  cioè  il  3  agosto  1848.  Dal  19  giugno  al  31  luglio  dello 
stesso  anno  uscirono  13  numeri  del  Na\ionale,  giornale  politico,  scientifico,  letterario, 
d'agricoltura  e  commercio,  in  cui  scrissero  i  dottori  Soragni,  Cannonieri,  C.  Rovighi, 
Carlo  Rusconi,  Grosoii  e  Malagoli.  Questi  due  ultimi  il  29  luglio  1848  fondarono 
pure  la  Lettura  dell'artigiano,  giornaletto  del  sabato,  ma  non  visse  che  un  numero. 

Dopo  le  vicende  del  1848  il  giornalismo  modenese  tacque  e  fu  solo  il  5  luglio  185 1 
che  nacque  ì' Indicatore  modenese,  giornale  di  lettere,  agricoltura,  industria  e  varietà  con 
bollettino  commerciale,  compilato  dal  doti.  Luigi  Maini.  Usciva  ogni  settimana  e  durò 
fino  al  25  dicembre  1852;  a  continuarlo  il  i.°  gennaio  1853  uscì  h  Ghirlandina,  gior- 
naletto settimanale,  che  visse  però  solo  26  numeri.  Lo  stesso  dott.  Maini  pubblicò,  ogni 
sabato,  dal  16  dicembre  1854  al  24  marzo  1855  il  Divoto  dell'  Immacolata  Concezione  di 
M.  V.,  florilegio  di  notizie  relative  alla  dommatica  definizione  del  mistero. 

Dal  3  aprile  1855  al  9  giugno  1859,  visse  il  Dwfr/T^Miore^  trisettimanale,  agricolo, 
commerciale.  Contemporaneamente,  cioè  dal  22  dicembre  1855  all' 8  gennaio  1859 
l'editore  Andrea  Rossi  pubblicò  un  Bollettino  commerciale,  su  mezzo  foglietto. 

Nel  1857  l'avv.  Bartolomeo  Veratti  iniziò  la  pubblicazione  di  un  periodico  inti- 
tolato Opuscoli  religiosi,  letterari  e  morali,  che  continuarono  sino  a  pochi  anni  fa. 
Dall'agosto  del  1857  al  giugno  1858  uscirono  pure  6  fascicoli  del  periodico  bime- 
strale il  Lumicino,  diretto  dal  dott.  D.  G.  Silingardi  (i). 

Ecco  ora,  per  ordine  di  data,  il  titolo  di  molti  altri  giornali  esistiti  a  Modena: 

Gazzetta  di  Modena,  quotidiano,  1859-1862;  la  Croce  di  Savoia,  quotidiano,  22 
luglio  1859-2  aprile  1860;  la  Confederazione  italiana,  bisettimanale,  6-24  settembre  1859; 
l'Avvenire,  28  settembre  1859-9  ottobre  1860;  il  Progresso,  novembre-dicembre  1859; 
l'Aristarco,  1859;  il  Frustino  dell'  Emilia,  31  gennaio-22  maggio  1860;  lo  Scrutatore 
modenese,  1860  ;  l'Unitario,  quotidiano,  i.°  luglio  1860-29  novembre  1862;  l'Elettore 
indipendente,  1860-61;  l'Artigiano,  1861;  il  Difensore,  quotidiano,  cattolico,  1861-67; 
la  Buonissima,  1861;  l' Imparziale,  1S61  ;  h  Strega,  186^-64,  il  Crepuscolo,  1864-65;  la 
Cronaca  verde,  1865;  la  Fortuna,  quotidiano,  1865;  Corriere  della  guerra,  quotidia- 
no, 1866;  la  Camicia  rossa,  1866;  il  Bene  pubblico,  i8ó6;  l' Imparziale,  1867-68;  la 
Libertà,  1869;  Corriere  della  guerra,  1870;  Gazzettino  operaio,  1872-74;  il  Mura-^ 
tori,  1873-74;  Educazione  e  Diritto,  cattolico,  1875-70, 


(i)  Le  notizie  fin  qui  esposte  le  ho  riassunte  dalle  annate  VI  e  VII  di  un  accurato  almanacco  modenese 
ia  Trivella  di  Agricola  Fermo, 


PROVINCIA  DI  NAPOLI 


'}Z>umero  dei  Comuni:'6S  —  popolazione  :  1,001,245  —  Superficie:  K.  q.  871  —  Deputati  della  provincia: 
I.  Giusso,  Billi,  Turi,  Ungaro,  Di  Belmonte.  2.  Di  San  Donato,  Simeoni,  Carrelli,  De  Bernardis,  Rocco. 
3.  Placido,  flauti,  Curati,  Vastariiii-Cresi,   Della  Rocca.  4.  Petriccione,  Sorrentino,  Zainy. 


L'Amico  della  giustizia.  Gazzetta  di  giu- 
risprudenza teorica  e  critica,  sostenitrice 
dell'ordine  e  della  legge,  fondata  il  1 5  mag- 
gio 1889  e  diretta  dagli  avvocati  Costan- 
tino De  Francesco,  proprietario  di  essa,  e 
Achille  Callotti.  È  organo  dei  Consigli 
dell'ordine  e  dei  Consigli  di  disciplina. 

La  sua  specialità,  che  lo  rende  unico  in 
Italia,  è  la  confutazione  delle  sentenze  in- 
giuste, a  richiesta  delle  parti  lese,  e  la  il- 
lustrazione di  ogni  sentenza  con  note  e 
commenti,  e  con  la  compendiosa  esposi- 
zione della  fattispecie.  Contiene:  Sentenze 
con  note  e  commenti,  Massime,  Monogra- 
fie, Leggi,  Pronun^iati  dei  Consiglio  di 
Stato,  Corte  dei  Conti,  Bibliografia,  Re- 
clami. Vi  scrivono:  Amore,  Arcoleo,  Chi- 
mirri.  Ferri,  Fusco,  Garofalo,  Gianturco, 
Girardi,  Lombroso,  Marghieri,  Miraglia 
presidente  della  Cassazione,  Pessina,  Piz- 
zuti, Telesio,  Vastarini-Cresi  ed  altri.  Esce 
ogni  15  giorni  in  32  pagine  in-4."' -  Ab- 
bonamento, decorribile  dal  i."  gennaio: 
anno  L.  15.  Chi  paga  l'abbonamento  per 
IO  copie  ne  riceve  una  in  dono.  Un  nu- 
mero L.  I.  Vico  Giganti,  20. 

Napoli. 

L'Amorino.  Periodico  settimanale  di  let- 
teratura smena.  Direttore:  Edoardo  Par- 
ris.  Via  Chiaja,  4. 

Napoli. 

Annali  clinici  dell'  Ospedale  degl'  Incu- 
rabili. Boilcttmoscient. hco,  uato  nel  1ÌJ74. 
Esce  ogni  2  mesi.  Direttore:  proh  Mariano 
Semmola. 

Napoli. 

Annali  della  Santa  Infanzia.  Bollettino 
bimestrale  religioso,  nato  nel  i8)0.  Diret- 
tore: sac,  Giuseppe  M.  Serio.  Trinità  Mag- 
giore, 42. 

Napoli. 

Annali  della  Scuola  Agraria  di  Portici. 
Pubblicazione  scientifica  a  fascicoli. 

Portici. 

Annali  dell'  Istituto  Tecnico  e  Nautico 
&=  B.  della  Porta.  Fondati  nel  1884. 

Napoli. 

L'Anomalo.  Gazzettino  antropologico, 
psichiatrico,  medico-legale,  con  pagina  di 
letteratura  dei  folli  ed  appendice  varia  del 
medico  generico,  Fondato  nel  gennaio  1889 


esce  ogni  mese  a  fascicoli  di  }2  pagine 
in-8.°  -  Direttore:  dott.  Angelo  Zuccarelli. 
Abbonamento:  anno  L.  6.  Un  numero  50 
centesimi.  Via  Salvator  Rosa,  44. 

Napoli. 
L'Aq,UÌla.  Giornale   cabalistico  settima- 
nale. iJirettore:  F.  Guardini.  Strada  Spe- 
ranzella,  61. 

Napoli. 
Archivio  italiano  di  Pediatria.  Perio- 
dico bimestrale,  premiato  con  due  meda- 
glie di  bronzo  alle  esposizioni  mediche  di 
Perugia  e  Padova,  fondato  nel  1885  dal 
prof.  Luigi  Somma  e  diretto  dal  professor 
cav.  Giuseppe  Somma  con  la  collabora- 
zione dei  più  distinti  pediatri  esteri  e  na- 
zionali. Esce  in  48  a  56  pagine  ogni  2 
mesi  e  si  occupa  di  patologia  infantile,  so- 
pratutto in  Italia,  e  del  movimento  teo- 
rico-pratico di  questa  branca  dello  scibile 
medico.  Tratta  argomenti  di  patologia,  dia- 
gnostica e  terapeutica  delle  malattie  infan- 
tili, seguendo  sempre  un  indirizzo  che  ha 
per  base  la  clinica  e  l'anatomia  patologica. 
Pubblica  pure  una  rivista  di  opere,  opu- 
scoli ed  articoli  di  giornali  che  contengono 
argomenti  di  pediatria.  Abbonamento  :  anno 
L.  6.  Piazza  Donnaregina,  4. 

Napoli. 
Archivio  storico  per  le  provmcie  me- 
ridionali- Fondato  nel  187Ó,  esce  ogni  3 
mesi  in  fascicoli  di  oltre  100  pagine  in-8.° 
con  tavole.  È  pubblicato  per  cura  della 
Società  di  stona  patria.  Vi  scrivono:  Nic- 
cola  Barone,  B.  Maresca,  A.  Colombo,  Mi- 
chele Schipa,  D.  Giampietro,  G.  Racioppi, 
G.  De  Blasiis,  B.  Capasse,  ecc.  -  Abbo- 
namento: anno  L.  24.  Un  fascicolo  L.  8. 
F.  Furcheim,  editore. 

Napoli. 
L'Arlecchino.  Giornale  politico,  umori- 
stico, fonaaco  nel  1Ó79.  ^^'^^  ^  ^°^'^  ^^^^ 
settimana  in  4  pagine  con  caricature.  Ab- 
bonamento: anno  L.  12.  Un  numero  0,05. 

Napoli. 
L'Ateneo.  Giornale  dell'Istituto  Galileo 
Galilei.  Direttore:  prof.  Leopoldo  Di  Majo, 
Via  Sapienza,  io. 

Napoli. 

Atti  dell'Accademia  Pontaniana.  Escono 

dal  1810  con  i  discorsi  più  importanti  dei 


PROVINCIA    DI    NAPOLI, 


551 


soci,  memorie  scientifiche,  ecc.  -  Volumi 
finora  pubblicati  19. 

Napoli. 

Atti  della  E.  Accademia  delle  scienze 
fisiche  e  matematiche  (Società  reale  di  Na- 
polij.  Pubblicazione  a  vo'umi  ia-4.°  illu- 
strati. -  Vi  pubblicano  memorie:  A.  Ca- 
pelli, Costa,  E.  Villari,  Palmieri,  A.  Oglia- 
rolo,  G.  Guiscardi,  G.  Battaglini,  ecc. 

Napoli. 

Atti  della  Beale  Accademia  di  archeo- 
logia, lettere  e  helle  arti.  Pubbli-azione 
scientifica,  a  grossi  volumi  in-4.°  figurati. 
Vi  scrivono:  Kerbaker,  Pomari,  Capasso, 
Mancini,  ecc.  -  Tip.,  della   R.  Università. 

Napoli. 

Atti  della  Reale  Accademia  di  scienze 
morali  e  politiche.  Un  volume  all'anno. 
Collegio  del  Salvatore  (Università). 

Napoli. 

Atti  della  Società  dei  naturalisti.  Pub- 
blicazione illustrata  di  storia  naturale,  nata 
nel  1866. 

Napoli. 

Atti  del  R.  Istituto  d' incoraggiamento. 
Annuario  di  scienze  economiche  e  tecno- 
logiche, fondato  con  l'istallazione  dell'  isti- 
tuto. Strada  fuori  Porta  Medina,  locale  di 
Tarsia. 

Napoli. 

L'Aurora.  Giornale  amministrativo,  po- 
litico, commerciale,  organo  dei  segretari  ed 
impiegati  comunali  delle  provincie  meri- 
dionali. Si  pubblica  2  volte  al  mese,  con 
supplementi,  nel  proprio  Stabilimento  tipo- 
grafica dei  Segretari  comunali.  Annunzia  i 
concorsi  e  i  posti  vacanti,  riporta  le  nuove 
leggi,  ecc.  Direttore:  uff'.  Nicola  Volpe. 
Abbonamento:  anno  L.  3;  sem.2;  trim.  i. 

At:{ano. 

Biblioteca  di  S.  Francesco  di  Sales. 
Fondata  per  la  diff"usione  della  buona 
stampa  e  diretta  dal  P.  de  Martinis.  Sal- 
vator Rosa,  5 15. 

Napoli. 

Bohème.  Giornale  letterario,  nato  nel 
1889.  Direttore:  Ernesto  Serao. 

Napoli. 

Il  Bollettino  dei  prestiti.  Monitore  uf- 
ficiale di  tutte  le  estrazioni  dei  valori  mo- 
biliari nazionali  ed  esteri,  eco  delle  ban- 
che. Fondato  nel  1876,  si  pubblica  il  i." 
d'ogni  mese  in  8  pagine  a  3  colonne.  Di- 
rettore proprietario:  F.  S.  Nocera.  Abbo- 
namento: anno  L.  2,  estero  3.  Un  numero 
secentesimi.  Inserzioni:  L.  5  la  linea,  in 
8."  pagina  50  centesimi.  Piazza  Dante,  89. 

Napoli. 

Bollettino  dei  protesti  cambiari  della 
provincia  di  Napoli.  Pubblicazione  ufficiale 


nata  nel  1883  per  cura  della  Camera  di 
commercio.  È  compilata  su  dati  ufficiali, 
e  quindi  è  la  vera  guida  degli  aff'ari  di  un 
commerciante  oculato,  indicando  per  ogni 
protesto  nome  e  domicilio  dell'accettante, 
del  traente,  e  richiedente,  la  somma  del- 
l'eff'etto.  Direttore:  A.  Betocchi.  Abbona- 
mento: anno  L.  5. 

Napoli. 

Bollettino  del  Circolo  degli  insegnanti. 
Giornale  di  istruzione  ed  educazione,  uf- 
ficiale per  gli  atti  del  Circolo,  nato  nel  1S86. 
Esce  ogni  mese  in  8  pagine.  Abbonamen- 
to: anno  L.  2.  Un  numero  15  centesimi. 

Napoli. 

Bollettino  del  Collegio  degli  ingegneri 
ed  architetti.  Interessante  pubblicazione 
tecnica  illustrata,  diretta  dal  march.  G.  Pe- 
pe. Vi  scrivono:  P.  Boubée,  V.  di  Matteo, 
G.  D'  Orso,  Rossetti,  V.  Puzio,  ecc.  -  Con- 
tiene articoli  originali  su  materie  tecniche, 
progetti,  studi,  massime  di  giurisprudenza 
tecnica,  ecc.  -  Tipografia  Tocco  e  C. 

Napoli. 

Bollettino  della  E.  Accademia  medico- 
chirurgica  di  Napoli.  Fondato  nel  gen- 
naio-feDbraio  1889,  si  pubblica  in  fascicoli 
di  12  pagine  in -8."  diretto  dal  dott.  Fran- 
cesco Vizioli.  Tipografia  A.  Tocco  e  C. 

Napoli. 

Bollettino  delle  cliniche.  Redattore  re- 
sponsabile: C.  Maglieri.  Largo  Pignaseccaj. 

Napoli. 

Bollettino  delle  estrazioni.  Nato  nel 
1874,  esce  ogni  mese.  Direttore:  L.Di  Mau- 
ro. Via  Nilo,  28. 

Napoli. 

Bollettino  del  manicomio  privato  Fleu- 
rant.  Direttore:  Achille  Aveta.  Uflìcio  nel 
manicomio  a  Capodichino. 

Napoli. 
Bollettino  del  R.  Economato  generale. 
Giornale  economico,  amministrativo,  nato 
nel  1881.  Esce  ogni  mese  in  8  pagine.  Ab- 
bonamento: anno  L.  j.  Un  numero  0,50. 
Direttore:  Massimo  Chiossi.  Strada  Ccdro- 
nia,  31. 

Napoli. 
Bollettino  meteorologico  della  R.  Ma- 
rina. Direzione  nel  Comando  stesso. 

Napoli. 
Bollettino  veterinario.  Nato  nel  1870, 
si  pubblica  per  cura  della  R.  Scuola  Ve- 
terinaria. Direttore:  prof.  Pietro  Oreste. 

Napoli. 
Il  Buon  Genio.  Giornale  letterario  quin- 
dicinale. Direttore:  prof.  Saverio  Bisogni 
Travesio.Vico  S.  Severo  a  S.  Domenico,  i  o . 

Napoli. 
Caperai  Terribile.  Giornale  umoristico, 


552 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


nato  1*8  maggio  1881.  Esce  ogni  dome- 
nica in  4  pagine  a  2  colonne  con  carica- 
ture di  Delf  (Delfico).  Direttore  :  Enoch 
(marchese  Francesco  de  Gregorio  dei  prin- 
cipi di  S.  Elia).  Abbonamento:  anno  L.  8, 
sera.  4  -  Per  gli  artisti  di  canto  e  ballo: 
anno  L.  20,  per  gli  artisti  di  prosa  15. 
Un  numero  io  centesimi.  Strada  Monte 
di  Dio  a  Pizzofalcone,  66. 

Napoli. 

La  Carità.  Rivista  religiosa,  scientifica, 
letteraria,  fondata  nel  1865  dal  padre  Lu- 
dovico da  Casoria.  Vi  hanno  scritto  e  vi 
scrivono  mons.  Capecelatro,  Persico,  At- 
tanasio, Palladino,  Cenni,  il  conte  Cam- 
pello,  il  bar.  Taccone  Gallucci,  De  Mar- 
tinis,  ecc.  -  É  redatto  dagli  aderenti  al  3.° 
ordine  di  S.  Francesco.  Si  pubblica  in  qua- 
derni mensili  di  80  a  120  pagine.  Abbo- 
namento: anno  L.  13,  sera.  7.  Un  numero 
L.  1,50.  S.  Raffaele  a  Materdei. 

'Napoli. 

Cicco  e  Cola.  Supplemento  mensile  mu- 
sicale al  San  Carlino  (vedi),  nato  il  7  ot- 
tobre 1888.  Esce  in  4  pagine  a  3  colonne. 
Direttore  proprietario:  Leopoldo  Spinelli. 
Ex-convento  S.  Maria  La  Nova. 

Napoli. 

La  Civiltà  evangelica  -  Sveglia  contem- 
poranea. Periodico  settimanale  del  movi- 
mento religioso  in  Italia,  nato  nel  1874. 
Esce  ogni  mercoledì  in  8  pagine  a  2  co- 
lonne in-4.°  -  Contiene  parafrasi  sui  motti 
del  Vangelo,  gli  atti  delle  chiese  prote- 
stanti, le  celebrazioni  di  matrimoni  fra  que- 
sti fedeli, ecc.  -  Direttore:  Tommaso  Jo- 
nes. Vi  scrivono:  F.  Sciarelli,  G.  Moreno, 
N.  G.  Rosa,  ecc.  -  Tiratura  1000  copie. 
Abbonamento:  anno  L.  3,50,  sera.  2  - 
Estero  L.  5,50,  Inghilterra  8,  America  io. 
VicoTiratojoMaddalenelladegliSpagnuoli. 

Napoli. 

Clinica  di  Vienna.  Giornale  illustrato  di 
medicina  pratica,  nato  nel  1884.  Esce  in 
32  pagine,  con  tavole.  Abbonamento:  anno 
L.  8.  Non  si  vende  a  fascicoli  separati. 

Napoli. 

Il  Commercio  ài  Napoli.  Giornale  agri- 
colo,commerciale,  nato  rS  novembre  1887. 
Esce  il  1°,  8,  16  e  24  d'ogni  mese  in  4  pa- 
gine, formato  0,42  >■.  0,28.  Direttore:  Anto- 
tonio  Manco.  Abbonamento:  anno  L.  12. 
Un  numero  L.  i.  Via  dei  Caserti,  38. 

Napoli. 

Il  Commercio  vinicolo  e  bollettino  di 
agricoltura,  industria  e  commercio.  Gior- 
nale quindicinale  di  viticoltura  ed  enolo- 
gia. Direttore:  cav.avv.  Girolamo  Congedo, 
fondatore  e  presidente  della  Società  di  M.S. 
fra  i  vinai  di  Napoli,  unica  in  Italia.  Edi- 


tore :  G.  Gervasio.    Abbonamento  :  anno 
L.   12.  Toledo,  12. 

Napoli. 

Il  Corriere  del  sottufficiale.  Periodico 
letterario,  amministrativo,  biografico,  mili- 
tare, organo  dei  sottufficiali  e  scrivani  lo- 
cali nato  il  17  luglio  1888.  Esce  ogni  8  gior- 
ni in  4  pag.,  formato  0,3  2  x  0,22.  Direttore  : 
Stefano  Drudi.  Abbonamento:  anno  L.  4. 
Un  numero  0,10.  Via  S.  Paolo,  io. 

Napoli. 

Corriere  di  Napoli.  Giornale  politico, 
amministrativo,  nato  il  2  gennaio  1888  con 
la  fusione  del  Corriere  di  Roma  e  il  Corriere 
del  mattino,  quest'ultimo  fondato  dal  com- 
pianto Martino  Cafiero  nel  1873.  Il  Corriere 
di  Napoli  hWg'xomaìt  più  accreditato  del  na- 
poletano,perchè  ne  propugna  strenuamente 
gl'interessi.  Il  suo  proprietario  Matteo  Schi- 
lizzi  e  il  direttore  Edoardo  Scarfoglio,  .un 
pubblicista  vivace,  vigoroso,  intelligente, 
hanno  saputo  riunire  intorno  al  giornale  i 
pubblicisti  più  noti  e  stimati  d' Italia  :  Matil- 
de Scrao,  Antonio  Salandra,  Giorgio  Arco- 
leo,  Raff^aele  De  Cesare,  Lorenzo  Zammarano 
(Delta),  Roberto  Bracco  (baby),  Luigi  Mer- 
catelli,  Arbib,  Maldini,  ecc. -Il  giornale  con- 
tiene in  ogni  numero  moltissime  corrispon- 
denze da  tutta  Italia.  Ha  una  tiratura  di 
circa  50,000  copie.  Abbonamento:  anno 
L.  12,  sera.  6,  trim.  3.  Un  numero  5  cen- 
tesimi. Piazza  Trinità  Maggiore,  21.  (Vedi 
avviso  speciale). 

Napoli. 

Il  Corrispondente.  Giornale  di  commer- 
cio e  industria,  fondato  nel  1885.  Sj  pub- 
blica ogni  settimana  in  fascicoli  di  ló  pa- 
gine. Abbonamento:  anno  L.  11.  Non  si 
vende  a  numeri  separati. 

Napoli. 

La  Discussione.  Giornale,  politico,  catto- 
lico, fondato  nel  1873.  Esce  ogn'  sera  in 
4  pagine  a  4  colonne.  Direttore:  cav.  Gio- 
vanni De  Torrenteros.  Il  giornale,  che  è 
discretamente  redatto,  è  munito  di  un  breve 
di  Pio  IX  del  24  giugno  1874.  Tiratura 
2000  copie.  Abbonamento:  anno  L.  21, 
sem.  II,  trim.  6.  Un  numero  5  centesimi. 
Vico  S.  Nicola  alla  Carità,  5,  p.  p. 

Napoli. 

L'  Eco  -  Rivista  settimanale  dei  comuni. 
Nata  il  24  marzo  1S89,  esce  in  4  pagine, 
formato  0,32  y.  0,24.  Direttore:  avv.  Enrico 
Di  Stasio,  già  direttore  dei  periodici  La 
Società  e  La  Famiglia.  Redattore-capo:  M. 
d'Ambra.  Abbonamento:  anno  L.  4, sem.  3. 
Un  numero  0,10.  Via  Oronzio  Costa,  45. 

Napoli. 

Eco  delle  Cliniche.  Rivista  di  chirurgia, 
nata  nel  1883,  Esce  ogni  15  giorni  iu  8 


PROVINCIA   DI   NAPOLI, 


553 


pagine.  Abbonamento:  anno  L.  5.  Non  si 
vende  a  numeri  separati. 

Napoli. 

L' Eco  di  S.  Agostino.  Periodico  catto- 
lico nato  nel  i88ó  e  redatto  dai  Padri  Ago- 
stiniani della  Congregazione  di  S.  Giovan- 
ni a  Carbonara.  Esce  ogni  mese  in  24  pa- 
gine in-S."  a  2  colonne.  Abbonamento: 
anno  L.  3.  Estero  4.  Corso  V.  E.  Via  Cupa 
Vecchia  Villa  Driscoll. 

Napoli. 

L'Eco  di  San  Francesco  d'Assisi.  Rivista 
sacro-francescana,  illustrata^  nata  nel  1872. 
Esce  2  volte  al  mese  in  40  pagine  in-S." 
Direttore:  padre  Bonaventura  da  Sorrento, 
cappuccino.  Abbonamento:  anno  L.  io. 
S.  Agnello  di  Sorrento. 

La  Farmacia  sperimentale  e  chimica 
clinica.  Giornale  di  farmaceutica,  nato  nel 
1887.  Esce  ogni  3  mesi. 

Napoli. 

Il  Filangieri.  (V.  Provincia  di  Milano.) 

Il  Fiorellino.  Giornale  letterario,  scien- 
tifico, settimanale.  Direttore:  Giovanni  Ai- 
barella  d'Afflitto.  Via  Montesanto,  14. 

Napoli. 

Fiori  cattolici  e  bullettino  ecclesiastico. 
Pubblicazione  mensile  a  fascicoli  di  16  pa- 
gine a  2  colonne  con  copertina,  nata  nel 
1842.  Si  occupa  di  cose  esclusivamente  ec- 
clesiastiche. Direttore:  sac.  Luigi  Maria  Se- 
rio; redattore  capo:  sac.  Alfonso  Lomona- 
co.  Abbonamento:  anno  L.  2.Via  Duomo,87. 

Napoli. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi,  nato  nel  i  .Sój.  Esce  ogni 
mese  in  circa  40  pagine.  Non  fa  abbona- 
menti e  non  si  vende  a  numeri  separati. 

Napoli. 

Il  Folletto  rosa.  Giornaletto  letterario, 
umoristico,  nato  il  i.°  febbraio  1889.  Esce 
2  volte  al  mese.  Direttore:  Pasquale  Du- 
mont.  Abbonamento:  anno  L.  1,30.  Un  nu- 
mero 5  centesimi.  Vico  Spadari  a  Porto,  28. 

Napoli. 

La  Follia.  Giornaletto  umoristico,  italo- 
napolitano,  nato  nel  1887.  Dopo  qualche 
tempo  modificò  il  titolo  in  quello  di  Pul- 
cinella e  la  Follia,  che  nuovamente  mutò 
nel  primitivo.  Esce  ogni  domenica  in  4 
pagine  a  3  colonne.  Tiratura  5000  copie. 
Proprietario:  Antonino  Teodoro.  Direttore: 
avv.  Giuseppe  Adabbo  (Nondarò).  Abbo- 
namento: anno  L.  4,80,  sem.  2,40.  Estero 
L.  IO.  Un  numero  0,05.  Via  Tribunali,  1 38. 

Napoli. 

Fortunio.  Giornale  della  domenica,  let- 
terario, artistico,  illustrato,  nato  nel  1888. 
Esce  in  4  pagine  a  4  colonne.  Direttore: 


G.  M.  Scalinger.  Vi  scrivono:  Arturo  Co- 
lautti,  Michele  Ricciardi,  G.  De  Marco, 
A.  Compagna,  Duca  di  Maddaloni,  D.  Co- 
glievina,  ecc.  Abbonamento:  anno  L.  6.  Un 
numero  0,10.  Piazza  Trinità  Maggiore,  33. 

Napoli. 

Gazzetta.  Giornale  di  amministrazione 

e  letteratura,  nato  nel  1886.  Esce  2  volte 

al  mese  in  4  pagine.  Abbonamento:  anno 

L.  5.  Un  numero  5  centesimi. 

Castellammare  di  Stabia. 
Gazzetta  dei  Notai.    Giornale    di  legi- 
slazione e  giurisprudenza,  nato  nel  1886. 
Esce  ogni  15  giorni  in  fascicoli  di  32  pa- 
gine. Abbonamento:  anno  L.   12. 

Napoli. 
Gazzetta  del  Procuratore.  Rivista  cri- 
tica di  legislazione  e  di  giurisprudenza, 
fondata  nel  1866,  e  diretta  dagli  avvocati 
Francesco  Stellacci  e  G.B.  di  Lorenzo.  Esce 
ogni  settimana  in  12  pagine,  in  4.°  a  3  co- 
lonne. Abbonamento:  anno  L.  16, sem.  8,25, 
trira.  4,25.  Un  num.  0,50.  Sette  Dolori,  77. 

Napoli. 
Gazzetta  delle  Preture.  Collezione  delle 
sentenze  delle  corti  di  cassazione,  corti  di 
appello  e  tribunali  del  regno,  nata  il  15 
marzo  1877,  per  uso  dei  pretori  ed  avvocati 
di  pretura.  Esce  ogni  settimana  in  1 6  pagine 
in-4.°  a  2  colonne.  Direttore:  avv.  France- 
sco Nardelli.  Editore:  N.  Jovene  e  C.  Ab- 
bonamento: anno  L.  14,  sem.  7,50.  Un  nu- 
mero 0,50.  Via  Trinità  Maggiore,  6. 

Napoli. 
Gazzetta  di  Napoli  -  Rivista  economica 
finanziaria.  Giornale  politico,  amministrati- 
vo, nato  nel  1871,  come  continuazione  del 
Giornale  di  Napoli  e  questo  del  Giornale  delle 
Due  Sicilie.  La  Gaietta  fu  diretta  per  lunghi 
anni  dal  Marchese  di  Pascarola;  era  giornale 
quotidiano  ed  ora  è  bisettimanale,  dopo  una 
causa  con  l'amministratore,  che,  aggiungen- 
do al  titolo  di  Gaietta,  l'epiteto  di  Nuova, 
ne  fece,  per  pochi  giorni,  un  giornale  cleri- 
cale. Dopo  il  1886  l'avv.  Carlo  Gambuzzi, 
direttore  della  Rivista  economica  finanzia- 
ria, ne  assunse  la  direzione.  La  Gaietta  ora 
si  pubblica  giovedì  e  domenica  in  4  pagine 
a  4  colonne,  formato  0,49  ><  0,36.  Abbona- 
mento: anno  L.  5,  sem.  3.  Un  numero  cen- 
tesimi 5.  Fontana  Medina,  61. 

Napoli. 
Giambattista  Basile.  Archivio  di  lette- 
ratura popolare,  fondato  il  15  gennaio  1883 
da  Luigi  Molinaro.  Vi  collaborano  B.  Ca- 
passo,  M.  Scherillo,  L.  Carrera,  G.  Amalfi, 
R.  Kòhler,  F.  Brandileone,  M.  di  Marti- 
no, ecc.  Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  nu- 
mero 0,50.  Calata  Capodichino,  56. 

Napoli. 


554 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA, 


Le  Golfe  de  Naples.  Giornale  politico, 
letterario  e  commerciale  dei  touristes,  nato 
nel  1879.  Si  pubblica  ogni  settimana  in  4 
pagine  a  6  colonne,  redatto  in  francese,  in- 
glese ed  italiano.  È  poco  diffuso  in  Napoli, 
ma  in  contracambio  va  all'estero  e  perfino  in 
Australia.  Direttore  proprietario:  Gaetano 
Case;  redattore  capo:  Francesco  Macedo- 
nio. Abbonamento:  anno  L.  20,  sem.  12  - 
Estero,  anno  L.  16.  Largo  Vasto,  Villa  Prota. 

Napoli. 

Giornale  di  nevropatologia.  Rivista  delle 
malattie  nervose, nata  nell'ottobre  1883  e  di- 
retta dal  prof.  Francesco  Vizioli.  Esce  ogni 
2  mesi  in  So  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  6.  Strada  Costantinopoli,  94. 

Napoli. 

Gl'Incurabili.  Giornale  di  medicina  e 
chirurgia,  fondato  nel  gennaio  del  1886. 
Si  pubblica  il  i.°  e  15  d'ogni  mese  in  fa- 
scicoli di  52  pagine  ia-8.'  grande  con  co- 
pertina. Direttore:  dott.  Giuseppe  Ria.  Vi 
scrivono:  Ungaro,  Cardarelli,  Mazziotti, 
Gatta,  ecc.  -  Abbonamento:  anno  L.  io. 
Un  numero  L.  i.  Via  del  Duomo,  61. 

Napoli. 

L'Indemoniato.  Giornale  cabalistico,  di- 
retto da  Federico  Gatti.  Un  numero  0,50. 
Il  supplemento  L.  2.  Via  del  Duomo,  189. 

Napoli. 

L'Infallibile.  Giornale  cabalistico  diretto 
da  P.  Savarese.  Esce  ogni  mese  con  supple- 
menti. Abbonamento:  anno  L.  iS,  sera.  io. 
Un  n.°L.  I.  Largo  S. Rocco  a  Capodimonte. 

Napoli. 

La  Lampada.  Periodico  settimanale  in- 
glese di  amena  lettura,  nato  nel  1883,  volto 
in  italiano  dalla  signora  Mary  Grace  Mor- 
ley  Howard.  Il  giornale  è  raccomandato 
dai  cardinali  Manning,  Sanfelice  e  Cape- 
celatro.  Ogni  mese  escono  2  fascicoli  di 
16  pagine  in-8.°  massimo,  con  copertina, 
a  cui  è  annesso  un  foglietto  di  romanzo,  da 
formare  volume.  Abbonamento:  anno  L.  6, 
estero  8.  Un  numero  0,30.  Via  Luzzi,  17. 
S.  Giorgio  a  Crtmano. 

La  Lega  del  bene.  Rivista  politica,  let- 
teraria, amministrativa,  storica  ed  artistica, 
fondata  nel  1886  e  diretta  dal  prof.  Raffaele 
Parisi,  egregio  giornalista.  La  Lega  esce 
ogni  settimana  in  8  pagine  a  3  colonne  e 
pubblica  bellissimi  versi  in  dialetto  e  docu- 
menti storici  preziosissimi.  Abbonamento: 
anno  L.  io, sem.  6,  trim.  4.  Un  numero  0,05. 
Largo  Orticello,  41. 

Napoli. 

Letture  cattoliche.  Giornale  mensile  cat- 
tolico, diretto  dal  sac.  G.  M.  Serio.  Abbona- 
mento: anno  L.  3.  Trinità  Maggiore,  32. 

Napoli. 


La  Libertà  cattolica.  Giornale  politico, 
religioso,  fondato  nel  1866  dall'abate  Gi- 
rolamo Milone,  fratello  dell'attuale  diret- 
tore. Esce  tutti  i  giorni  tranne  i  seguenti 
ai  festivi  in  4  pagine  a  3  colonne,  ed  ha 
per  scopo  la  difesa  della  Chiesa  e  del  pon- 
tificato romano.  Tira  2400  copie.  Diret- 
tore: mons.  Cristoforo  Milone.  Abbona- 
mento: anno  L.  18,  sem.  9,  trim.  5.  Se- 
dile Capuano,  21. 

Napoli. 

Listino  commerciale.  Giornale  di  noti- 
zie commerciali,  nato  nel  1877.  Esce  ogni 
giorno  in  mezzo  foglio.  Abbonamento: 
anno  L.   18.  Un  numero  5  centesimi. 

Castellammare. 

Magazzino  delle  damigelle.  Guida  com- 
pleta per  mode  e  lavori  donneschi,  nata 
nel  1854.  Esce  ogni  mese  in  2  fascicoli, 
cioè  dal  i."  al  5,  dal  15  al  20.  Abbona- 
mento: anno  L.  20,  sem.  11,  trim.  6.  Ditta 
A.  Savaresi  e  L.  Volpe  Griffo.  Via  Ghia- 
ja,  244.  (Il  giornale  si  stampa  a  Milano.) 

Napoli, 

La  Medicina  popolare.  Organo  della  Far- 
macia del  Sole,  nato  nel  maggio  del  1886, 
Si  pubblica  ogni  mese  in  4  pagine  e  si  spe- 
disce gratis.  Direttore:  Pietro  Sedati.  Sa- 
lita Madonna  delle  Grazie  a  Toledo,  8-6 r. 

Napoli. 

La  Medicina  preventiva.  Gazzetta  men- 
sile d'igiene,clinicae  terapia, nata  nel  1884. 
Esce  in  32  pagine  in-8.°  -  Direttore  pro- 
prietario: prof.  Domenico  Franco.  Abbo- 
namento: anno  L.  5,  sera.  3  -  Estero: 
anno  L.  6.  Un  numero  50  centesimi.  Ca- 
lata Trinità  Maggiore,  53. 

Napoli. 

Il  Morgagni.  É  una  delle  più  antiche, 
delle  più  riputate  e  più  diffuse  effemeridi 
mediche  italiane,  quella  che  più  d'ogni  al- 
tra contribuì  al  trionfo,  anche  in  Italia, 
del  nuovo  indirizzo  fondato  sul  positivi- 
smo. Nata  nel  1839,  ebbe  a  direttore  fino 
alla  sua  morte  l' illustre  Salvatore  Tora- 
masi.  Si  pubblica  in  due  parti:  un  fasci- 
colo di  4  fogli  da  16  pagine  ogni  mese 
di  memorie  originali  ed  un  foglio  di  16 
pagine  ogni  settimana  di  riviste.  Gli  ab- 
bonati che  anticipano  a  gennaio  l'intero 
prezzo  d'abbonamento  (L.  12)  ricevono 
un  dono  splendido  :  il  Bollettino  delle  clini- 
che, pubblicazione  mensile  di  casuistica  cli- 
nica di  una  utilità  incontestabile  pel  me- 
dico pratico  (un  fascicolo  mensile  di  48 
pagine).  Inoltre  aggiungendo  alle  suddette 
L.  12  cent.  60  (per  rimborso  di  affranca- 
zione postale)  gli  abbonati  ricevono  a  gen- 
naio la  Strenna  Morgagni,  elegante  vade 
mectim  legato  in  tela  con   due  taschette, 


PROVINCIA.   DI  NAPOLI. 


555 


calendario,  libretto  di  note  amovibile,  for- 
mulario clinico  (nuovo  ogni  anno)  ed  al- 
tre notizie  di  interesse  generale.  Editore: 
dott.  Leonardo  Vallardi  (Milano). 

Napoli. 

Il  Napoletano.  Giornale  politico,  popo- 
lare, nato  il  13  aprile  1889.  Si  pubblica 
il  mercoledì  e  il  sabato  in  4  pagine,  for- 
mato 0,37x0,26.  -  Abbonamento:  anno 
L.   1 2.  Un  numero  0,05.  Via  Pignatelli,  1 6. 

Napoli. 

Il  Napoli.  Giornale  politico,  commer- 
ciale, nato  nel  1886  col  titolo  di  Guida 
di  Napoli  che  nel  1S87  modificò  nell'at- 
tuale. Esce  ogni  settimana  in  4  pagine 
grandi  a  5  colonne.  Direttore  :  Franz  Sa- 
voia di  Cangiano.  Redattore:  prof  Vitto- 
rio Catapano.  Abbonamento:  anno  L.  7, 
Sem.  4.  Un  numero  lO  centesimi.  Strada 
S.  Maria  Antesecula,  126. 

Napoli. 

Il  Paese.  Giornale  quotidiano,  politico, 
amministrativo,  nato  il  15  giugno  1889. 
Si  pubblica  tutte  le  sere  in  4  grandi  pa- 
gine, formato  0,51  yi  0,36,  a  5  colonne.  Ab- 
bonamento: anno  L.  20,  sem.  11,  trim.  6. 
Un  numero  5  centesimi.  Palazzo  della  Cas- 
sazione a  Monteoliveto. 

Napoli. 

Il  Piccolo.  Giornale  della  sera,  politico, 
quotidiano,  fondato  nel  1868  da  Rocco 
De  Zerbi  che  lo  diresse  per  lungliissirai 
anni.  11  Piccolo  è  uno  dei  più  stimati  gior- 
nali politici  delle  Provincie  meridionali. 
Col  i.°  gennaio  1888  la  direzione  fu  as- 
sunta da  Dario  Peruzy,  suo  corrispondente 
romano.  Ma  qualche  tempo  dopo,  essen- 
dosi il  Peruzy  ritirato,  assunse  la  direzione 
Arturo  Colautti.  Il  Piccolo  esce  ogni  sera 
in  4  pagine  a  5  colonne.  Tira  6000  copie 
ed  è  diffuso  specialmente  nel  ceto  aristo- 
cratico. Abbonamento  :  anno  L.  20,  sem.  1 1, 
trira.  6,  Vico  Freddo  alla  Piguasecca,  2. 

Napoli. 

Il  Pitagora.  Cronaca  periodica  di  scien- 
ze, lettere  ed  arti,  fondata  nel  1873.  Di- 
rettore :  avv.  cav.  F.  Caivano  Schipani.  Vice 
direttore:  Carlo  Carafa  di  Noja.  Esce  in 
8  pagine  a  2  colonne.  Abbonamento:  anno 
L.  5,  sem.  3.  Un  numero  o,50.Via  Solitaria. 

Napoli. 

Il  Progresso  medico.  Rivista  di  medi- 
cina, nata  nel  iS«7.  Esce  ogni  15  giorni 
in  50  pagine  circa.  Abbonamento:  anno 
L.  10.  Non  si  vende  a  numeri  separati. 

Napoli. 

11  Promotore  óLella  devozione  verso  S.Giu- 
seppe.  Giornale  cattolico,  mensile, illus-^Ab- 
bonamemo;  anno  L.  3 .  Trinità  Maggiore,  42. 

Napoli. 


Il  Propugnatore  medico.  Nato  a  Ferrara 
nell'agosto  del  1882,  si  trasferi  a  Napoli 
nel  1884.  Tratta  degl'interessi  morali  ed 
economici  dei  medici  chirurgici  esercenti 
ed  in  condotta,  veterinari,  farmacisti,  ecc. 
Direttore:  dott.  Luigi  De  Paolis.  Esce  in 
fascicoli  quindicinali  di  8  pagine  in-4.''  e 
si  occupa  anche  di  amministrazione.  Abbo- 
namento: anno  L.  1,70.  Via  Gavone,  70. 

Napoli. 

Pro  Veritate.  Giornale  amministrativo, 
letterario,  cattolico,  nato  nel  1887.  Esce 
ogni  settimana  in  4  pagine.  Abbonamento  : 
anno  L.  4.  Un  numero  5  centesimi. 

Castellainmare  di  Stabia. 

Il  Pungolo.  Giornale  politico,  quotidiano, 
democratico  della  sera,  fondato  nel  1860. 
Il  giornale  ha  una  diffusione  da  io  a  12 
mila  copie.  È  redatto  molto  accuratamente 
specialmente  nella  parte  politica,  avendo 
molti  telegrammi  e  corrispondenze.  Diret- 
tore: Jacopo  Comin,  deputato.  La  4.*  pa- 
gina del  Pungolo  frutta  30^000  lire  annue. 
Abbonamento:  anno  L.  26.  Un  num.  0,05. 

Napoli. 

Eassegna  critica  internazionale  delle 
malattie  del  naso,  gola  e  orecchio.  Pub- 
blicazione scieniilica  fondata  nel  gennaio 
del  1888.  Si  pubblica  ogni  3  mesi  in  fa- 
scicoli di  32  pagiae  in-8.''  per  cura  del 
dott.  Pietro  Masucci.  Abbonamento:  anno 
L.  3.  Via  S.  Margherita  a  Fonseca,  40. 

Napoli. 

Rassegna  diplomatica  e  consolare,  con 
la  giurisprudenza  italiana  e  straniera  nelle 
questioni  di  diritto  civile,  commerciale  e 
penale  internazionale,  fondata  nel  gennaio 
del  1889  e  diretta  dall' avv.  Francesco 
P.  Contuzzi.  Si  pubblica  ogni  mese  in  fa- 
scicoli di  64  pagine  in-S."- Abbonamento: 
anno  L.  20.  Un  numero  L.  2. Via  Roma,  143. 

Napoli. 

Resoconto  delle  ordinanze  e  dei  lavori 
della  R.  Accademia  chirurgica  di  Napoli. 
Pubblicazione  scientifica,  nata  nel  i847' 
Esce  ogni  3  mesi  in  fascicoli  di  un  nu- 
mero indeterminato  di  pagine.  Abbona- 
mento: anno  L.   lO. 

Napoli. 

La  Ricreazione.  Giornaletto  educativo 
per  gli  alunni  dell'Ateneo  Chierchia.  Fon- 
dato il  12  novembre  del  i8«7,  si  pubblica 
ogni  settimana  in  4  pag.,  form.  0,32  ^  0,24. 
Direttore:  Giuseppe  Rogati.  Abbonamen- 
to: So  centesimi  al  mese.  Un  numero  io 
centesimi.  S.  Giovanni  a  Carbonara,  112. 

Napoli. 

La  Riforma  medica.  Giornale  di  medi- 
cina e  chirurgia,  fondato  nel  1885.  Si  pub- 
blica ogni  giorno  in  8  pagine.  Direttore  ; 


556 


GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


prof  Gaetano  Ruramo.  Redattore  capo: 
dott.  Alfredo  Rubino.  La  Riforma  medica 
fu  premiata  con  medaglia  d'oro  al  XIII 
Congresso  medico  di  Padova  del  1889.  Ab- 
bonamento: anno  L.  20.  Un  numero  o,to. 

Napoli. 

La  Rinascenza.  Rivista  di  scienze,  poli- 
tica, lettere  ed  arte,  nata  nel  marzo  1889. 
Esce  il  i."  e  15  d'ogni  mese  in  fascicoli 
di  64  pagine  in-S."  -  Direttore:  G.  Vi- 
scardi.  Abbonamento:  sem.  L.  8.  Un  fa- 
scicolo 75  centesimi.  Via  Roma,  429. 

Napoli. 

La  Eisorsa.  Giornale  cabalistico,  diretto 
da  Vincenzo  Rossi.  Trimestre  L.  12.  Un 
numero  L.  5.  Si  pubblica  ogni  mese.  Lar- 
ghetto S.  Tommaso  d'Aquino,  2.°  piano. 

Napoli. 

Il  Risveglio  irpino.  Giornale  politico,  let- 
terario, fondato  nel  1883.  Esce  ogni  set- 
timana in  4  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  6.  Un  numero  5  centesimi. 

Napoli. 

La  Rivista.  Giornale  scolastico  d'istruzio- 
ne ed  educazione,  nato  il  23  gennaio  1887. 
Esce  ogni  settimana  in  8  pagine  a  2  co- 
lonne. Direttore:  Pio  Siraonetti.  Abbona- 
mento: anno  L.  4.  Un  numero  io  cente- 
simi. Vico  Lungo  Gelso,  122. 

Napoli. 

Rivista  clinica  e  terapeutica.  Giornale 
di  medicina  e  materie  affini,  fondato  nel 
1879.  Si  pubblica  ogni  mese  a  fascicoli  di 
56 pagine.  Abbonamento:  anno  L.  14. 

Napoli. 

Rivista  d' igiene  pratica  e  sperimentale. 
Periodico  d'igiene,  demografìa  e  mgegne- 
ria  sanitaria,  fondato  nel  1888  come  sup- 
plemento al  Progresso  medico  (vedi).  Esce 
ogni  3  mesi  in  fascicoli  di  48  pagine  in-S." 
Direttore:  prof.  Achille  Spatuzzi.  Abbona- 
mento: anno  L.  6.  Tipografia  De  Angelis. 

Napoli. 

Rivista  economica.  Giornale  ufficiale  per 
gli  atti  della  Camera  di  commercio  ed  arti, 
fondato  nel  1877.  Direttore:  Alessandro 
Betocchi.  Esce  in  4  pagine  ogni  lunedi.  Si 
occupa  solo  di  commercio  e  nel  suo  genere 
è  giornale  molto  importante  e  diffuso.  Ab- 
bonamento: anno  L.  6.  Un  numero  0,50. 
Inserzioni:  L.  5  la  linea.  Via  Roma,  122. 

Napoli. 

Rivista  internazionale  d'igiene.  Pubbli- 
cazione scientifica,  fondata  negli  ultimi  del 
1889  dal  prof.  Eugenio  Fazio  docente  d'i- 
giene all'Università  di  Napoli.  Q,uesta  ri- 
vista si  raccomanda  per  la  serietà  e  per  la 
competenza  degl'illustri  collaboratori  di 
tutte  le  parti  d'Europa  e  d'America  a  quanti 
(gogono  le  discipline  igieniche  le  oaore. 


Esce  alla  fine  d'ogni  mese  in  fascicoli  di 
64  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  12.  Via 
Costantinopoli,  104. 

Napoli. 

Roma.  Giornale  politico,  progressista, 
fondato  il  22  agosto  1862  dal  celebre  Ster- 
bini,  in  piccolo  formato  poscia  mano  mano 
ingrandito.  Ora  si  pubblica  in  4  pagine  a 
5  colonne  ogni  giorno  alle  2  pora.  -  È  di- 
retto dal  deputato  Giuseppe  Lazzaro,  vec- 
chio giornalista  napoletano.  Uno  dei  redat- 
tori principali  è  il  prof.  Diodato  Lioy.  Il 
Roma,  è  uno  dei  giornali  più  diffusi  di  Na- 
poli e  delle  Provincie  meridionali  e  tira  sino 
a  12,000  copie.  Deve  questo  successo  in  gran 
parte  alla  estesissim.a  cronaca  e  ai  romanzi 
napoletani  di  F.  Mastriani,  che  il  popolino 
legge  avidamente.  Diresse  pure  il  Roma  per 
qualche  tempo  l'on.  Billi,  che  a  17  anni  era 
impiegato  al  telegrafo  e  fu  destituito  e  tenu- 
to 2  mesi  in  prigione  sotto  il  sospetto  di  co- 
municare i. dispacci  al  Comitato  rivoluzio- 
nario. Poi  entrò  nella  redazione  del  Roma. 
Ebbe  numerosi  duelli,  fra  gli  altri  uno  con 
De  Zerbi,  nel  quale  riportò  una  ferita  al 
braccio  che  quasi  gli  ha  reso  inutili  il  pol- 
lice e  l'indice  della  destra.  Fu  accusato  di 
avere  fatto  il  commediante  e  venduto  i  te- 
legrammi in  Borsa.  Abbonamento:  anno 
L.  26. 

Napoli. 

Il  Rosario  e  la  Nuova  Pompei.  Periodico 
cattolico,  nato  il  7  marzo  1884.  Esce  in 
fascicoli  di  48  pagine  in-S."  -  É  stato  bene- 
detto 3  volte  da  S.  S.  Leone  XIII.  Tira 
50,000  copie.  È  diffuso  per  tutte  le  nazioni. 
Propugna  il  risorgimento  dell'antica  Pom- 
pei; narra  la  storia  di  quel  santuario  che 
raccoglie  quanto  di  bello  e  di  grande  ha 
raggiunto  l'arte  italiana  moderna.  Direttore 
proprietario  avv.  Bartolo  Longo.  Abbona- 
mento :  anno  L.  4,  estero  5. 

Valle  di  Pompei. 

San  Carlino  -  Giornale  eccentrico  settima- 
nale j  redatto  in  diverse  lingue  e  orribili  fa- 
velle. Fondato  nel  febbraio  del  1884  per 
mantenere  vivo  il  nome  del  teatro  omo- 
nimo, demolito  nell'istesso  anno.  Si  pub- 
blica ogni  giovedì,  in  4  pagine  a  3  colonne, 
redatto  in  italiano  e  dialetto  napoletano. 
Pubblica  poesie,  pupazzetti,  riviste  teatra- 
li, ecc.  Tiratura  dalle  io  alle  18,000  copie. 
Direttore:  Leopoldo  Spinelli  (Pellinis).  Ab- 
bonamento: anno  L.  5,  sem.  2,50,  con  di- 
ritto agli  abbonati  di  avere  ogni  mese  Cicco 
e  Cola  (vedi).  E.x-convento  di  S.  M.  la  Nova. 

Napoli. 

Stabia.  Gazzetta  dei  comuni  del  circon- 
dario, politica,  amministrativa,  fondata  nel 
1877,  Si  pubblica  il  giovedì  e  la  domenica. 


PROVINCIA  DI    NAPOLI. 


557 


in  4  pagine  a  4  colonne.  È  giornale  ben 
redatto  e  diffuso  nel  circondario.  Direttore: 
avv.  Federigo  Ciampitti.  Abbonamento: 
trim.  L.  3,50,  estero  7,  sem.  ed  anno  in 
proporzione.  Inserzioni:  4.*  pagina  60  cen- 
tesimi la  linea,  2."  pagina  L.  i.  Corso  V.  E. 
Castellammare  di  Slahia. 

Stelle  e  Fiori.  Periodico  settimanale,  fon- 
dato nel  1878,  organo  ufficiale  della  Pia 
Lega  del  Suffragio  Sacerdotale,  che  porta  per 
motto  Preghiera,  Aliane,  Sacrificio,  Educa- 
zione, Istruzione,  Diletto,  il  quale  dovrebbe 
entrare  in  tutte  le  famiglie  ed  istituti.  È 
diretto  dal  P.  Bonaventura  da  Sorrento  cap- 
puccino e  fa  seguito  all'Eco  di  San  Fran- 
cesco (vedi).  Abbonamento:  anno  L.  4,  per 
gli  associati  aXVEco  L.  3. 

S.  Agnello  di  Sorrento. 

La  Stenografia-  Rivista  stenografica  se- 
condo il  sistema  Gabelsberger-Noe,  fon- 
data a  Venezia  nel  1872;  è  organo  della 
società  stenografica  partenopea,  della  prima 
società  stenografica  calabrese  ecc.  Si  pubbli- 
ca ogni  mese  a  fascicoli  di  8  pagine  in-4.°in 
caratteri  stenografici  e  4  pagine  a  stampa. 
Contiene  spesso  anche  illustrazioni.  Diret- 
tore proprietario  :  avv.  Enrico  Majetti.  Vi 
collaborano:  O.  Baldi,  Henri  Krieg,  U.  Mo- 
relli, dott.  Nicola  Veratti,  Oscar  Greco,  Raf- 
faele Majetti,  dott.  Alessandro  della  Corte. 
Abbonamento:  anno  L.  2,50.  Cavone  a 
Piazza  Dante,  196. 

Napoli. 

Strenna  del  Terziario  Francesoano.  Gior- 
nale mensile  illustrato.  Esce  in  8  pagine 
e  si  dà  come  supplemento  al  periodico  Eco 
di  S.  Francesco  (vedi).  Abbonamento:  anno 
L.  2.  Un  numero  5  centesimi. 

5.  Agnello  di  Sorrento. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 

Prefettura.  Fondato  nel  1076,  contiene  gli 
annunzi  legali.  Si  pubblica  2  volte  alla  set- 
timana in  fascicoli  di  8  a  32  pagine.  Ab- 
bonaraento:  anno  L.  36. 

I^Japoli. 

Le  Tavole  evangeliche.  Con  queste 
tavole,  dice  lo  stesso  giornale,  ognuno  può 
ritrovare  facilmente  il  numero  e  vincere 
quanto  vuole.  Una  tavola  costa  L.  50,  due 
100,  tre  200.  Ne  è  direttore  Stanislao  De 
Giacomo.  Corso  Garibaldi,  90. 

Portici. 

Teoria  del  codice  penale  di  procedura. 

Giornale  di  giurisprudenza,  nato  nel  1886. 
Esce  ogni  mese  in  fascicoli  di  80  pagine, 
Abbonamento  :  anno  L.  24.  Un  numero  L.  2. 

ì'Japoli. 
La  Tipografia  napoletana.  Rivista  de- 
gl'interessi degli  operai  tipografi,  nata  nel 
i886,  Esce  ogni  mese  in  4  pagine,  Abbo« 


namento  :  anno  L.  1,50.  Un  numero  0,10. 

Napoli. 

Trattato  di  medicina  legale.   Rivista 

scientifica;  esce  ogni  mese  in  48  pagine. 

Abbonamento:  annoL.  12.  Un  numero  L.  i 

Napoli. 
La  Tribuna  giudiziaria.  Gazzetta  setti- 
manale illustrata,  nata  nel  novembre  1887. 
Esce  in  8  pagine  a  3  colonne  e  contiene 
resoconti  di  processi  celebri,  sentenze,  giu- 
risprudenza, cronnca.  qcc.  -Direttore:  avv. 
Alessandro  Lioy.  .abbonamento:  anno  L.12. 
Un  numero  io  centesimi.  Toledo,  424. 

Napoli. 
L'  Unione  operaia.  Giornale  fondato  nel 
1887,  come  organo  della  Unione  operaia 
Umberto  I  e  del  Circolo  promotore  partenopeo 
G.  B.  Vico.  È  un  giornaletto  ispirato  a  prin- 
cipi liberali  e  retti,  e  vien  redatto  con  molto 
garbo.  Direttore:  Domenico  Jaccarino,  au- 
tore di  molte  produzioni  letterarie,  special- 
mente in  dialetto  napoletano.  Ira  cui  la  Divi- 
na Commedia.  Il  giornale  esce  ogni  mese. 

Napoli. 
La  Vera  unione  cabalistica.  Giornale  pei 
giuocatori  del  lotto,  nato  nel  1875.  Esce 
ogni  settimana,con  supplementi.  Un  numero 
L.  IO.  Supplemento  L.  30.  Direttore:  R.  Cu- 
scino. Via  Forno  Vecchio  alla  Pignatella,  5. 

Napoli. 
Il  Vero  Guelfo.  Giornale  cattolico,  po- 
litico, nato  nel  iò86.  Esce  ogni  mattina  in 
4  pagine  grandi  a  5  colonne.  È  organo  del 
Circolo  «  Federazione  Naijoletana  »  e  del- 
l' «  Associaz.  operaia  cattolica  Leone  XIII  ». 
Direttore:  avv.Vinc.  Menzione.  Abbonamen- 
to: anno  L.  24,  sem.  e  trim.  in  proporzione. 
Un  mese  L.  2.   Via  Pellegrini  a  Toledo. 

Napoli. 
La  Voce  cattolica.  Giornale  religioso, 
diretto  dal  sac.  Luigi  Barbieri. 

Napoli. 
Il  Vulcano.  Giornale  cabalistico,  settima- 
nale. Abbonamento:  L.  5  la  ruota.  Tutte 
le  8  ruote  L.  30.  Direttore:  A.  Di  Cunio. 
Strada  Speranzella,  61. 

Napoli. 
Il  Zelatore  del  SS.  Nome  di  Gesù.  Gior- 
nale religioso,  mensile,  nato  nel  1S70.  Di- 
rettore: rev.  Gio.  De  Luca.  Liceo  Arcivesc* 

Napoli. 
Il  Zoofilo.  Giornale  della  Società  Zoofila 
napoletana,  nato  nel  1876.  Contiene  gli  atti 
della  società,  memorie  e  corrispondenze  re- 
lative alla  protezione  degli  animali,  zoo- 
tecnia, zoologia  ed  igiene  veterinaria.  Esce 
ogni  mese  in  4  pagine  a  3  colonne.  Tira- 
tura 1300  copie.  Abbonamento:  anno  L.  i. 
Estero  L.  1,50.  Un  numero  0,05. 

Napoli, 


558  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 


Giornali  cessati: 

NAPOLI 
L'Abbate  Taccarella,  n.  1869,  direttore  Lorenzo  Rocco. 
L'Alcione,  letterario,  1875-76,  direttore  duca  Carlo  Carafa  di  Noja. 
V Amico  delle  Jo?i«e,  letterario,  mensile,  n.  1S73,  direttore  conte  P.  Milano  d'Aragona. 
L'Amico  delle  scuole  popolari,  n.  1S60,  redattori  M.  Valente,  C.  Dal  Pino,  Melga,  ecc. 
L'Amministratore,  quindicinale,  n.   1SS3,  direttore  A.  Abeille. 
L'Annun-^iatore,  letterario,  biografico,  n.   1880. 
Apollo,  teatrale,  settimanale,  n.   1880,  direttore  L.  F.  Guerra. 
L'Aquila  romana,  scienze  e  lettere,  settimanale,  n.  1885. 
Aracne,  educativo,  n.  1872,  direttore  P.  BafE. 
L'Araldo,  quotidiano,  n.  26  ottobre  1882,  direttore  V.  Ferrara. 
L'Arcadia,  letterario,  settimanale,  n.   1883,  direttore  C.  Parlagreco. 
L'Arca  di  Noè,  umoristico,  illustrato,  quotidiano,  n.   1863. 
Archivio  italiano  di  laringologia,  trimestrale,  n.   188 1. 
L'Archivio  musicale,  quindicinale,  n.   1882. 
Aristarco,  letterario,  settimanale,  n.   1882. 
Arte  Sebe^ia,  letterario,  quindicinale,  n.   1889. 
L'Asino,  quotidiano,  n.  1887. 
Aurora,  letterario,  quindicinale,  n.   1885. 
L'Avanzo  del  sigaro,  quotidiano,  n.   1885. 

L'Avvenire,  politico,  quotidiano,  n.  1862,  direttore  Antonio  Turchiarulo. 
L'Avvisatore,  commerciale,  settimanale,  n.  1862. 
Bajardo,  politico,  quotidiano,  n.   188 1,  direttore  Alberto  Landi. 
La  Bandiera,  democratico,  quotidiano,  n.  1884,  direttore  Ettore  VoUo. 
Bello  Gasparro,  umoristico,  n.   1882,  direttore  Manganare. 
Bibliografia  giuridica  italiana  e  straniera,  mensile,  n.  1885,  editore  Detken. 
La  Bilancia,  cattolico,  trisettiraanale,  n.   1864. 
Il  Blasone,  mondano,  settimanale,  n.  1886,  direttore  A.  Quinto. 
Bollettino  degli  atti  ed  Annali  del  Circolo  promotore  partenopeo  G.  B.   Vico,  n.  1875. 
Bollettino  della  Società  africana,  mensile,  n.  1882. 
Bollettino  di  pubblicità,  bimensile,  n.   1883. 
Bollettino  napoletano,  organo  dell' Assoc.  Naz.  presieduta  dal  De  Sanctis,  n.  27  gen.  1879 

per  combattere  gli  onorevoli  Sandonato,  Fusco  e  Billi  ;  redattori  M.  Torraca  e  R.  Parisi. 
Il  Caporale  di  settimana,  letterario,  n.  1882. 
Caprera,  radicale,  n,   1883. 
Il  Cattolico,  trisettiraanale,  a.   1862. 
Il  Cernitore,  n.  18S2. 

Chiachieppe,  umoristico,  in  dialetto,  settimanale,  n.  1887. 
La  Chronique  pour  tous,  n.   1882. 

Il  Cigno,  teatrale,  n.   1877  a  Genova,  cessò  nel  1883  a  Napoli;  direttore  Pulini. 
La  Città  di  Napoli,  quotidiano,  n.  1882,  direttore  Ciro  Formisano. 
La  Civiltà,  letterario,  n.   1878,  direttore  L.  D'Auria. 
Cola  Capasso,  umoristico,  settimanale,  n,  188 1. 
La  Collana  artistica,  settimanale,  n.   1882,  direttore  S.  MasuUi. 
Il  Commercio  di  Napoli,  quotidiano,  n.   1882. 
Il  Conciliatore,  cattolico,  quotidiano,  n.   1863,  direttore  E.  Giordano,  poscia  S.  Co- 

gnetti  Giampaolo. 
Il  Contemporaneo  di  Napoli,  cattolico,  n.  1871. 
Corriere  d'Africa,  n.  1888,  direttore  G.  Gervasio. 
Corriere  del  mattino,  quotidiano,  n.   1865,  ^^  8  pagine  piccole. 
Il  Corriere  d'Italia,  liberale,  quotidiano,  n.  1862,  direttore  A.  D'Alessandro. 
Il  Cosmopolita,  letterario,  n.  1S74,  direttori  E.  W.  Foulques  e  D.  Gambardella. 
Il  Credito,  finanziario,  settimanale,  n.  1883. 
La  Crisalide,  letterario,  n.  1881,  direttore  Pompilio  Petitti. 
Il  Criterio,  artistico,  letterario,  n.  1880. 

La  Critica  sul  movimento  degli  studi,  n.  1871,  direttore  A.  Alquiè. 
Il  Crivello,  amministrativo,  n.  1880. 


PROVINCIA   DI   NAPOLI.  559 


-  Il  Crociato,  cattolico,  quotidiano,  1880-83,  direttore  San  Poi. 

-  Cronaca  aniirra,  letteraria,  settimanale,  n.  1883,  direttore  Ferrara  Vincenzo. 

-  Cronaca  letteraria,  quindicinale,  n.   1888,  direttore  M.  A.  Marnili. 

-  Cronaca  napoletana,  letterario,  settimanale,  n.   1888,  direttore  C.  Parlagreco. 

-  Cronaca  rosa,  letterario,  artistico,  settimanale,  n.   188 1. 

-  Cronaca  sibarita,  quindicinale,  letterario,  n.   1884. 

-  Il  Cronista,  politico,  quotidiano,  n.   1S84,  direttore  A.  di  Castelnuovo. 

-  Lo  Cuorpo  de  Napole  e  lo  Sebbeto,  umoristico,  in  dialetto,  n,  1889,  direttore  L.  Stellato. 

-  La  Democrazia,  amministrativo,  n.   1889. 

-  Il  Difensore  cattolico,  trisettimanale,  1862-63. 

-  La  Dinamite  letteraria,  n.   1883. 

-  Il  Diritto,  legale,  bisettimanale,  n.  1884,  direttore  A.  Cecaro. 

-  La  Donna,  letterario,  settimanale,  n.   1867,  direttore  G.  Florenzano. 

-  Donna  Juanita,  letterario,  n.   1882. 

-  Donna  Marianna  la  Capa  de  Napole,  in  dialetto,  n.  1883,  direttore  Lorenzo  Rocco. 

-  Don  Chisciotte,  letterario,  artistico,  quindicinale,  n.  1886,  direttore  V.  Di  Napoli- Vita. 

■  Don  Pasquale,  cabalistico,  direttore  F.  D'Andrea. 

-  II  Dovere,  biografico,  n.   1882. 

-  Le  Due  Sicilie,  borbonico,  trisettimanale,  n.   1882. 

•  U Eco  dei  giovani,  letterario,  mensile,  n.   1888,  direttore  R.  De  Fillppis. 

■  ÌJ  Eco  del  Sabato,   1885,  n.  ad  Avellino,  e  trasportato  a  Napoli. 

•  L' Eco  di  Napoli,  cattolico,  trisettimanale,  n.   1862. 

•  L' Econo'nia,  n.   1878. 

■  U  Eguaglianza,  politico,  letterario,  n.   187 1,  direttore  M.  Ferrari. 

•  V Esplorazione,  quindic,  n.  1883,  direttore  G.  B.  Licata,  massacrato  in  Africa  nel  1886. 

•  U  Et  incelle,  letterario,  settimanale,  n.   1882,  redatto  in  francese  da  E.  W.  Foulques. 

•  L' Evoluzione,  letterario,  settimanale,  n.   1884,  direttore  C.  Parlagreco. 

■  Excelsior,  indipendente,  settimanale,  n.   1884,  direttore  P.  Pesce. 

•  Farfariello,  umoristico,  in  dialetto,  n.   1869,  trisettimanale. 

■  Il  Farmacista  italiano,  mensile,  n.   1876. 

'  Figaro,  amministrativo,  settimanale,  n.   1885,  direttore  G.  B.  Sassano. 

•  Il  Filiatre  Sebezio,  mensile,  direttore  Salvatore  De  Renzi. 

•  Le  Forbici,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.   1889. 
'  Fortis  Juventa,  letterario,  quindicinale,  n.   1885. 

La  Forza,  politico,  n.  1869  col  titolo  di  Nuova  Vespa,  che  poscia  mutò. 

Le  Fouret,  n.   1881,  redatto  in  francese. 

La  Frusta,  biografico,  bisettimanale,  n.   18S6. 

Galiani,  cattolico,  settimanale,  n.   1874,  direttore  Duca  di  Castellaneta. 

Il  Garibaldi,  (vedi  pag.  99  e  506). 

Il  Garibaldi,   1881-83,  trisettimanale,  direttore  V.  Pagano. 

Gazzetta  amtninistrativa,  quindicinale,  n.   1885. 

Gazzetta  dei  chincaglieri,  quindicinale. 

Gazzetta  dei  prestiti,  n.   1880,  direttore  Raffaele  Santacroce. 

Gazzetta  dei  tribunali,  settimanale,  n.   1845. 

Gazzetta  di  Napoli,  quotidiano,  n.   1862. 

Gazzettino  degV  impieghi  vacanti,  settimanale,  n.  1874. 

Gazz^'ttino  rosa,  letterario,  teatrale,  settimanale,  n.  1887. 

Il  Genio  agricolo,  n.  1872,  direttore  Paolo  Rocco. 

Il  Geroglifico,  letterario,  n.   188 1. 

Giacomo  Leopardi,  letterario,  quindicinale,  n.   1887. 

Giordano  Bruno,  settimanale,  democratico,  n,   1885. 

Il  Giornale  dei  predicatori,  anticlericale,  bisettimanale,  n.   1888. 

Giornale  del  commercio,  trisettimanale,  n.   1885. 

Giornale  della  sera,  commerciale,  n.    18S1. 

Giornale  napoletano  di  filosofia  e  lettere,  bimestr.,n.  1875,  direttore  prof.  F.  Fiorentino. 

Giornale  universale,  commerciale,  trisettimanale,  n.   1889. 

Girella,  umoristico,  n.  1884. 

Il  Giurista,  36  volte  l'anno,  n.   1856. 

La  Giustizia,  democratico,  settimanale,  n.   1888,  direttore  V.  Franchini. 

Il  Guelfo,  cattolico,  quotidiano,  n.  1885. 


560  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


—  L'Idea,  letterario,  n.  1886,  direnare  aw.  L.  Mastrocinque. 

—  L'Idolo  delle  conversazioni,  di  varietà,  n.  1887,  direttore  G.  Gervasio. 

—  L' Indipendente,  politico,  commerciale,  settimanale,  n.   1889, 

—  L' Indipendenza,  cattolico. 

—  L' Infornmtore  commerciale,  settimanale,  n.  1884. 

—  L' Intransigente,  amministrativo,  bisettimanale,  n.  1887. 

—  L' Iride,  letterario,  quindicinale,  n.  1888. 

—  L' Italia  all'estero,  commerciale,  settimanale,  n.  1888. 

—  L' Italia  coloniale,  agricola,  industriale,  mensile,  n.  1887,  direttore  L.  D'Auria, 

—  L'Italia  reale,  cattolico,  quotidiano,  18S0-84,  direttore  Duca  di  Casteiianeta. 

—  Il  Labaro  greco-latino,  n.   1883,  direttori  A.  De  Cesare  e  M.  M.  xMelillo.  _ 

—  La  Lanterna,  bisettimanale,  repubblicano,  n.  18S2,  direttore  Luigi  Belardi. 

—  La  Leva  del  commercio,  settimanale,  n.  1887. 

—  La  Libertà,  politico,  quotidiano,  n.  1869. 

—  La  Lotta,  democratico,  bisettimanale,  n.  1877. 

—  La  Luce,  letterario,  settimanale,  n.  1879,  direttore  aw.  P.  Galli. 
■ —  Il  Manicomio,  umoristico,  settimanale,  n.  1886. 

—  Masaniello,  politico,  quotidiano,  n.  1883. 

—  Le  Maschere,  politico,  bisettimanale,  n.  1882. 

—  Mefstofele,  teatrale,  n.  1869,  direttore  Salvatore  Chiarelli. 

—  Mergellina,  letterario,  quindicinale,  1S76-79,  direttore  Duca  Carlo  Carafa  di  Noja. 

—  Mergellina,  letterario,  n.   1885. 

—  Il  Messaggero  di  Xapoli,  quotidiano,  n.  1888. 

—  11  Microscopio,  letterario,  settimanale,  n.   1883,  direttore  P.  Ceracchio. 

—  Mignon,  letterario,  quindicinale,  n.  1888,  direttori  V.  Catapano  e  C.  Trapani. 

—  La  Monarchia,  radicale,  n.  188}. 

—  Il  Monitore,  cattolico,  triscttimanale,  n.  1862. 

—  Il  Monitore,  amministrativo,  settimanale,  n.   1889. 

—  Monitore  degli  annunci,  n.  1885. 

—  Il  Movimento  medico-chirurgico,  n.  1868,  direttore  dott.  Michele  Del  Monte. 

—  La  Musica,  direttore  cav.  Ruta. 

—  Nabab,  letterario,  n.  21  novembre  1886. 

—  Napoli,  quotidiano,  n.   1876,  direttore  S.  Cognetti  Giampaolo. 

—  Napoli,  politico,  quotidiano,  n.  1884,  direttore  Martino  Cafìero. 

—  Napoli  artistica,  quindicinale,  n.   1888. 

—  Napoli  commerciale,  bisettimanale,  n.  1886,  direttore  Franz  Savoia. 

—  Napoli  elegante,  mensile,  n.   1886,  direttore  G.  AUiaud. 

—  Napoli  e   Torino,  trisettiraanale,  cattolico,  n.  1862. 

—  Napoli  letteraria,  settimanale,  n.   1884,  direttore  Mario  Mandalari. 

—  Napoli  musicale,  n.   1866,  direttore  L.  Mazzone. 

—  Napoli  stenografica,  mensile,  n.  1884,  direttore  E.  Muca. 

—  I  Nostri  bimbi,  didattico,  quindicinale,  n.   1887. 

—  Il  Novelliere,  letterario,  settimanale,  n.   1887. 

—  La  Novità  del  giorno,  mensile,  n.   1887. 

—  Nuova  giurisprudenza  amministrativa,  settimanale,  n.   1860. 

—  V  Occhialetto,  letterario,  artistico,  settimanale,  n.  1872.    , 

—  L'Omnibus,  politico,  fondato  nel  1833  da  Vincenzo  Torelli,  morto  nel  1882. 

—  Gli  Operai  di  Napoli,  settimanale,  n.  x88i,  direttore  Carlo  Cigliano. 

—  L'Ordine,  politico,  quotidiano,  n.  1850  (vedi  pag.  99). 

—  L'Ordine,  politico,  settimanale,  n.  1877,  direttore  Pietro  Gambardella. 

—  L'  Orfanello,  francescano. 

—  L'Osservatore  cattolico,  n.  1882  (?). 

—  Padre  Rocco,  politico,  quotidiano,  n.  1889,  direttore  Giuseppe  Turco. 

—  La  Pagnotta,  umoristico,  quotidiano,  n.  1S63,  diretto  da  Vincenzo   Salvatore   che 

esordi  nel  giornalismo  con  un  periodico  intitolato  //  Tuono,  indi  fu  direttore  dei 
Tuoni.  In  questi  giornali  si  mostrò  giornalista  unitario,  ma  poi  cambiò  opinione 
e  diresse  la  Babilonia,  poi  la  Campana  del  popolo,  ìndi  la  Campana  di  San  Mar- 
tino. Finalmente  pubblicò  un  opuscolo  intitolato  la  Verità  sui  preti  liberali,  col 
quale  voleva  dimostrare  i  motivi  che  indussero  alcuni  preti  dal  1855  al '60  a  fare 
i  liberali.  L'opuscolo  levò  gran  rumore  e  gli  costò  un  duello,  con  un  capitano, 
nel  quale  fu  ferito.  Ora  il  Salvatore  è  direttore  di  una  succursale  del  Banco  di  Napoli. 


PROVINCIA   DI  NAPOLI.  561 


Il  Palcoscenico,  teatrale,  settimanale,  n.  1885. 
La  Palestra  partenopea,  letterario,  a.  1882. 
Le  Papere,  umoristico,  settimanale,  n.  1888. 
Il  Parlamento  italiano,  quotidiano,  n.   1883. 

■  Il  Parnaso,  letterario,  quindicinale,  n.  1870,  direttore  N.  Mosca. 
•  La  Parola,  letterario,  quindicinale,  n,  1880. 

■  Partenope,  quindicinale,  n.  1885,  direttore  L.  Cuccurullo. 
Parlenope,  letterario,  settimanale,  n.  1887,  direttore  M.  D'Andrea. 
La  Partenope,  n.   1877,  direttore  Domenico  Jaccarino. 

■  Parva  favilla,  scientifico,  letterario,  n.  1888. 

La  Pa/n'fl,  conservatore,  n.  1870,  redatta  daTuriello,  De  Cesare,  Imbriani, Conforti,  ecc. 

Pa:(:(ariello,  umoristico,  settimanale,  n.  1887,  direttore  R.  E.  Autorino. 

Picche,  letterario,  settimanale,  n.  1886,  direttore  F.  Verdinois. 

Il  Piccone,  amministrativo,  settimanale,  n.   1885. 

La  Pietra  infernale,  popolare,  di  piccolo  formato,  n.   1861,  diretto  da  G.  Gervasi. 

Il  Plebiscito,  politico,  n.   i86i. 

La  Poletnica,  didattico,  letterario,  settimanale,  n.  1887,  direttore  G.  Magrini. 

Il  Politecnico,  medico,  n.  j88o. 

Pompei,  archeologico,  illustrato,  in  gran  formato,  n.  1881. 

Il  Popolo,  amministrativo,  trisettimanale,  n.   1887. 

Il  Popolo  d' Italia,  mazziniano,  n.   1860,  direttore  Carlo  Mileti. 

Il  Popolo  napoletano,  sociale,  settimanale,  a.   1877. 

La  Posta,  politico,  quotidiano,  1879-82. 

Il  Precursore,  mensile,  direttore  O.  Vallo. 

Primo  Albore,  letterario,  n.   1882. 

Il  Prisma,  n.  1880,  supplemento  del  Politecnico. 

Programma  giornaliero  degli  spettacoli  piMlici,  n.   1839. 

Il  Progresso  educativo,  mensile,  n.   1869,  direttore  Edoardo  Fusco. 

La  Provincia,  amministrativo,  quindicinale,  n.  1888,  direttore  F.  De  Jorio. 

Psichiatria  e  Neuropatologia,  medico,  trimestrale,  n.  1883. 

Rabagas, 

Rassegna  critica  di  opere  scientifiche  e  letterarie,  n.  i88r,  direttore  Andrea  AngiuUi. 

La  Realtà,  gai^zetta  del  popolo,  n.  i88o,  direttore  V.  Dramis. 

La  Riforma  sociale,  progressista,  quotidiano,  n.  1882,  direttore  Domenico  Calati. 

Rigoletto,  letterario,  n.   1882. 

Il  Rinnovamento,  politico,  quotidiano,  n.  1883,  direttore  Francesco  Pasca. 

La  Riscossa,  amministrativo,  settimanale,  n.   1887. 

La  Rivendicaiione  del  popolo,  radicale,  bisettimanale,  n.   1880,  direttore  M.  Melillo. 

Rivista  critica  di  sciente,  lettere  ed  arti,  n.  1871. 

Rivista  economico- finanziaria,  n.   1889,  si  fuse  con  la  Galletta  di  Napoli  (vedi). 

Rivista  interna:{ionale  di  medicina  e  chirurgia,  mensile,  cessò  nel   1888. 

Rivista  d'igiene,  n.   1883,  direttore  Adolfo  Fasano. 

Rivista  rosa,  letterario,  quindicinale,  n.   1S80,  direttore  P.  Farnese. 

La  Rondinella,   1853,  direttore  Francesco  Mastriani. 

Sagabar,  trisettimanale,  democratico,  n.   i88r. 

Lo  Scacciapensieri,  lett.,  sett.,  1871-72,  redatto  da  G.  Trucchi  e  C.  Carafa  di  Noja. 

La  Scienza  e  la  Fede,  cattolico. 

Sciosciammocca,  umoristico,  n.   1886. 

La  Scuola  italiana,  settimanale,  n.  1886,  direttore  Domenico  Brunetti. 

La  Scuola  evangelica,  mensile,  n.   1870. 

La  Scuola  medica  napoletana,  direttori  Matone  e  Franco. 

La  Scuola  tecnica,  n.   1869,  stampato  a  Napoli  con  la  data  di  Canosa  di  Puglia. 

La  Settimana  religiosa,  n.   1881. 

Il  Sibilo,  teatrale,  n.   1843.  Ho  la  i."  annata  completa. 

Il  Si  dice,  politico,  settimanale,  n.  1888,  direttore  F.  Cangiano. 

La  Sirena  artistica,   1869-70,  direttore  Alberto  Laudi. 

La  Soluzione,  politico,  letterario,  settimanale,  n.   1882,  direttore  M.  Melillo. 

Spes,  letterario,  quindicinale,  n.   1S89,  direttore  A.  Crisci. 

Lo  S[)ort,  quindicinale,  n.   1880,  direttore  Raffaele  Basilone. 

Lo  Sprone  educativo,  didattico,  mensile,  n.   1879. 

N,  Bbrkardini  —  Guida  della  Stampa  ptriodica  italiana— ■^6. 


562  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

—  La  Staffetta,  settimanale,  n.   1867,  direttore  G.  P.  Giustini. 

—  Lo  Staffile,  pubblica  istruzione,  n.  1880. 

—  La  Stampa,  politico,  quotidiano,  n.  1S78,  direttore  Eugenio  Tofano, 

—  La  Stampa  napolitana,  cattolico,  trisettiraanale,  1S62-63. 

—  La  Stella  di  Napoli,  cattolico,  quotidiano,  n.   1871. 

—  La  Sveglia,  amministrativo,  settimanale,  direttore  A.  De  Cesare. 

—  Il  Teatro,  n.   1884,  direttore  Giocondo  Guerriero. 

—  La  Toletta,  di  mode,  n.   1838. 

—  Il  Tornese,  quotidiano,  politico,  n.  1856,  di  piccolissimo  formato. 

—  Il  Tramonto,  letterario,  n.   1885,  direttore  P.  L.  Fabiani. 

—  La  Tromba,  politico,  commerciale,  direttore  F.  Cangiano. 

—  Lo  Trovatore,  politico,  popolare,  bisettimanale,  in  dialetto,  n.  1865. 

—  U  Umanitario,  sociale,  settimanale,  n.   1881,  direttrice  E.  NapoUon. 

—  U  Unione,  politico,  settimanale,  n.  1881. 

—  U  Universo,  cattolico,  quotidiano,  n.  1887. 

—  Verbena,  letterario,  n.   1889,  direttore  V.  Catapano. 

—  La  Verità,  amministrativo,  settimanale,  n.  1884. 

—  Il  Vero  Messaggiero  del  mattino,  cattolico,  n.  1S70. 

—  Virtù  e  Vi^io,  biografico,  n.   1883. 

—  La  Vita  pubblica,  amministrativo,  settimanale,  n.  1888. 

—  La  Vita  napoletana,  artistico,  letterario,  settimanale,  n.  1886,  direttore  G.  Bellezza. 

—  Vittorio  Alfieri,  letterario,  settimanale,  n.  1888. 

—  La  Voce  del  popolo,  cattolico,  direttore  Mauro. 

—  Lo  Zingaro,  umoristico,  1883. 

CAIVANO-CARDITO 

—  Il  Corriere  Atellano,  amministrativo,  quindicinale,  n.  1881,  direttore  I.  Buonomo. 

CASTELLAMMARE 

—  V Amico  del  popolo,  amministrativo,  settimanale,  n.  1882,  direttore  F.  Giraci. 

—  Gaietta  dei  comuni,  settimanale,  n.   1887,  direttore  Raffaele  Olivieri. 

GRUMO-NEVANO 

—  Domenico  Cirillo,  amministrativo,  settimanale,  n.  1881,  direttore  Davide   Calenda. 

ISCHIA 

—  Epomeo,  amministrativo,  settimanale,  n.  1881,  direttore  F.  Irabò,  che  diresse  anche 

il  Libro  nero  a  Napoli. 

PIEDIMONTE  D'ALIFE 

—  Il  Risveglio  operaio,  n.  15  gennaio  1887. 

PORTICI 

—  U Agricoltura  meridionale,  quindicinale,  n.   1878. 

—  Plinio,  amministrativo,  settimanale,  1881-83,  direttore  Antonio  Lo  Re. 

—  Il  Vesuvio,  amministrativo,  settimanale,  n.  1878. 

POZZUOLI 

—  U Emporio  puteolano ,  amministrativo,  commerciale,  settimanale,  n.  1885. 

S.  AGNELLO  DI  SORRENTO 

—  La  Piccola  Biblioteca,  francescano,  mensile. 

S.  ANASTASIA 

—  La  Palestra  vesuviana,  amministrativo,  settimanale,  n.  1889,  direttore  Ernesto  Nappi. 

TORRE  ANNUNZIATA 

—  Il  Commercio  Torrese,  settimanale,  n.   1886. 

—  Excelsior,  politico,  letterario,  quindicinale,  n.   1887, 

—  V  Usignuolo,  letterario,  settimanale,  n.  1884,  direttore  F,  Vasquez. 


Anno  XVIII  —  Numero  249 


Sabato -Domenica  —  7-8  Settembre  1889 


corriere  aì  NAPOLI 

Con    gli    ultimi    telegrammi    della    notte    ricevuti    da    corrispondenti    speciali    dall'Italia    e    dall'Estero 
e    col    Resoconto    telegrafico    del    Parlamento 


corriere  fli  NAPOLI 

Organo  delle  provincie 
meridionali  -  II  giornale  più 
diffuso  e  meglio  informato 
d'Italia  —  Offre  condizioni 
vantaggiosissime  di  abbona- 
mento e  di  pubblicità. 


MATTEO    SCHILIZZl 

PROPRIETARIO 

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Un  numero  5  cent. 
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EDOARDO  SCARFOGLIO 

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fie, etc.  e  per  inserzioni  re- 
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Rivolgersi  esclusivamente 
alV Amministraiione  del  Cor- 
riere di  Napoli,  via  Roma,  67. 

Vi  collaborano  Edoardo 
Scarfoglio  (direttore),  Ma- 
tilde Serao,  Salvatore  Di  Gia- 
como, Roberto  Bracco,  2am- 
mirano,  De  Cesare,  D'An- 
nunzio, Panzaochi,  Giacosa, 
gli  onorevoli  Deputati  Sa- 
landra,  Arbib,  Maldini,  Mar- 
tini, Arcoleo,  Bonghi,  e  le 
più  notevoli  personalità  po- 
litiche, letterarie  e  scientifi- 
che della  Penisola,  oltre  uno 
stuolo  di  egregi  corrispon- 
denti all'Estero  e  l'illustre 
Avv.  Mercatelli,  inviato  ap- 
positamente in  ABISSINIA. 


Da  Homa  Carlo  Cecconi, 
da  Torino  Federico  Musso, 
da  Genova  Giovanni  Della 
Cella,  da  Milano  Antonio 
Gramola,  da  Venezia  Attilio 
Centelli,  da  Bologna  Cesare 
Chiusoli,  da  Firenze  Arturo 
Pardo,  da  Livomo  V.  E.  A- 
gnoletti,  da  Caserta  Alfonso 
Ruggiero,  da  Bari  Pilade  Mo- 
retti, da  Lecce  Nicola  Bernar- 
dini, da  Catanzaro  France- 
sco Bona,  da  Messina  Ales- 
sio Valori,  da  Catania  Fer- 
ruccio Beritelli,  da  Palermo 
Gerolamo  Ragusa  Meleti,  da 
Parigi  Riccardo  Alt, daVien- 
na  Andrea  Cantalupi,  da  Ber- 
lino Ferruccio  Nicolini,  in- 
viano   giornalmente    al 

corriere  di  NAPOLI 

le   notizie   telegrafiche   del- 
l'Italia e  del  Mondo. 

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dite e  pubblicità  dirigersi  al- 
l'Amministrazione del  gior- 
nale,VIA  ROMA,  67.  NAPOLI 


Api,  Mosconi  e  Vespe 

Guida  della  stampa  periodica  italiana. 

Questa  pubblicazione,  a  cui  l'av- 
vocato Nicola  Bernardini  dedica  tanta 
pazienza,  tanta  intelligenza  e  tanto 
tempo,  è  già  molto  innanzi-  Nelle  272 
pagine  che  ho  sotto  gli  occhi  trovo  un 
tesoro  di  nozioni  e  di  notizie  riguar- 
danti il  giornalismo  italiano.  II  quale 
tesoro,  quando  l'opera  sarà  pubblica- 
ta, sarà  veramente  inapprezzabile  e 
rappresenterà  una  fonte  inesauribile 
di  utilità  per  tutti  coloro  che,  diretta- 
mente o  indirettamente,  s'  interes- 
sano al  giornalismo.  Tutto  ciò  che 
è  inerente  alla  stampa  —  storia,  leg- 
gi, statistica,  rassegne,  profili,  in- 
dicazioni d'ogni  sorta,  commenti, 
schiarimenti  evia  discorrendo  —  sarà 
contenuto  in  questa  Guida,  che  è 
ben  concepita,  bene  ordinata,  bene 
scritta  e  bene  stampata. 

Ed  è  degno  di  ogni  considerazio- 
ne il  serio  e  audace  intendimento 
dell'avvocato  Nicola  Bernardini.  Egli 
vuole  che  la  sua  Guida  sia  sempli- 
cemente una  parte  di  un  Dizionario 
storico-biograjìco-statistico  di  tutti  i 
giornali  del  mondo.  Scusate  se  è  po- 


co !  Egli  possiede  già  una  collezione 
di  oltre  ventimila  giornali  di  tutto  il 
mondo,  uno  diverso  dall'altro,  e  una 
messe  copiosissima  di  notizie  riguar- 
danti il  giornalismo  mondiale. 

Io  auguro  all'avvocato  Nicola  Ber- 
nardini di  poter  compiere  il  suo  mo- 
struoso dizionario    e  auguro    a    me 
di  poterlo  leggere  tutto  intero. 
gibus 


ALESSANDRO  DUMAS 

giornalista    a    Napoli 

(i8éo) 

Alessandro  Dumas  avea  preso  stan- 
za nel  palazzetto  del  Chiatamone,  in 
riva  al  mare,  e  vi  teneva  tavola  sem- 
pre imbandita.  In  casa  sua  festa  tutti 
i  giorni;  entrava  chi  voleva:  special- 
mente scrocconi,  che  seguono  sem- 
pre gli  eserciti,  e  fiutano  dove  e'  è 
da  far  bottino:  non  mai  un  uomo  fu 
svaligiato  come  il  povero  Dumas  al 
Chiatamone.  Gli  rubarono  tutto  quel- 
lo che  potevano,  perfino  un  cavallo. 
Egli  lo  sapeva  e  rideva,  nella  sua  su- 
perba noncuranza.  Un  giorno  mi  dis- 
se che  cinquanta  affamati,  di  tutte  le 
parti  del  mondo,  si  satollavano  alla 
sua  tavola.... 

Il  buon  Dumas  non  chiese  nulla  per 
sé,  salvo  la  direzione  del  Museo  e 
degli  Scavi  e  non  l'accettò  che  a  due 
condizioni:  che  fosse  gratuita,  il  che 
gli  fu  facilmente  accordato,  e  la  se- 
conda che  non  gli  si  richiedesse  di  giu- 
rar fedeltà  a  Vittorio  Emanuele,  per 
ragione  che  non  aveva  mai  prestato 
giuramento  a  un  re.  Questo  fu  più 
difficile  a  ottenere.  Il  ministro  Tour- 
nesol,uorao  rigoroso, non  ammetteva 
di  tali  esclusioni  in  favore  di  alcuno. 

Il  Dittatore  intervenne,  e  Dumas  fu 
esentato  dal  giuramento  :  però  non 
mise  mai  piede  nel  Museo,  e  non  vi- 
sitò mai  gli  scavi  :  si  mise  invece  a 
scrivere  un  giornale  quotidiano,  l'/n- 
dipendente,  di  cui  Garibaldi  tu  padri- 
no. Io  ho  avuto  nelle  mie  mani  l'atto 
di  battesimo:  —  «  Il  giornale,  che  il 
mio  amico  Dumas  vuole  fondare,  avrà 
per  titolo  V  Indipendente,  e  meriterà 
viepiù  un  simile  titolo  poiché  comin- 
cerà dal  non  risparmiar  neppur  me, 
se  mi  allontanerò  dai  doveri  di  figlio 
del  popolo,  e  dai  miei  principii  uraa- 
nitarii.  —  G.   Gakibalddi.  " 

yieW  Indipendente  Dumas  pubblicò 
nuovi  romanzi  sulla  storia  di  Napoli. 


Un  giornale  pubblica  profili  e  ri- 
tratti sotto  la  rubrica  «  Amici  e  ne- 
mici ».  Uno  dei  già  profilati  che  rice- 
ve ogni  sorta  di  gentilezze  dal  diret- 
tore, domanda  : 

—  A  proposito,  quando  principia- 
te la  serie  degli  Amici? 


564  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


GIORNALI  E  GIORNALISTI  NAPOLETANI 


Il  Monitore  napoletano 

(1799) 

Eleonora  marchesa  di  Fonseca  Pimentel,  dama  d'onore  della  regina  Carolina, 
avendo  seguito  con  ardore  le  parti  della  rivoluzione,  allorché  l'anno  1799  il  governo 
monarchico  di  Napoli  si  mutò  in  repubblica,  prese  a  compilare  il  Monitore  napole- 
tano, giornale  favorevole  alle  nuove  dottrine;  ma  ristabilitasi  la  sovranità  dei  Borboni 
per  le  vittorie  del  cardinale  Ruffo,  la  Fonseca  fu  imprigionata  e  impiccata  il  20  ago- 
sto dello  stesso  anno   1799. 

Uno  dei  pochissimi  esemplari  completi  del  Monitore  è  posseduto  da  B.  Croce 
di  Trani.  È  composto  di  33  numeri  e  finisce  il  20  Pratile,  sabato  8  giugno  1799. 
Ha  numerazione  continua,  da  pagina  1  a  1  46,  compresi  due  supplementi  al  numero  1 
e  al  numero  2  di  due  facciate  l'uno,  e  meno  un  supplemento  di  4  facciate,  messo 
dopo  il  numero  9.  Il  primo  trimestre,  25  numeri,  porta  in  vari  fogli  la  segnatura: 
Presso  il  cittadino  Gennaro  Giaccio.  Il  numero  26  comincia  la  s^^gnatura  nella  Stam- 
peria Nazionale,  che  potrebbe  darsi  non  fosse  varietà  di  stamperia,  ma  di  nome  di 
stamperia.  Usciva  di  regola  il  sabato  e  il  martedì;  ma  talvolta,  come  tra  il  numero  13 
e  14,  tra  il  14  e  il  4  5,  ecc.,  è  saltato  un  martedì.  Viceversa  i  numeri  23  e  24, 
32  e  33  sono  copie  uscite  in  un  sol  sabato.  Il  numero  26  usci  un  giovedì  invece 
di  martedì,  e  il  numero  34  un  mercoledì. 


Il  Progresso  delle  scienze,  delle  lettere  e  delle  arti 

(1830) 

A  generalizzare  il  movimento  intellettuale  italiano  contribuirono  efficacemente  le 
effemeridi,  le  novelle,  le  strenne,  specialità  letteraria  napoletana.  E  qui,  mei  lascino 
dire,  l'unità  morale  d'Italia  fu  anzitutto  dal  giornalismo  napoletano  annunziala.  Il  Pro- 
gresso delle  scienze,  delle  lettere  e  d'elle  arti,  cominciato  a  pubblicarsi  nel  1832  e 
compilato  da  Giuseppe  Ricciardi,  Blanc,  Michele  Ruggiero,  Carlo  Troja,  Giuseppe 
Ferrigni  ed  altri  egregi,  nel  suo  proemio  diceva:  «  Abbiamo  in  animo  di  registrare 
gli  uomini  che  vanta  la  patria  e  le  lor  cose.  E  perchè  di  frequente  egli  accade  in 
Italia  che  una  provincia  pochissimo  sappia  di  quello  cui  l'altra  dà  opera,  intendiamo 
per  quanto  n' è  dato  sporre  all'Italia  i  tesori  di  ogni  maniera  che  in  questa  e  in 
quella  racchiude.  »  (Nisco  —  Storia  civile  d' Italia,  I,  p.  35.) 

X 

(1836) 

Nel  Progresso  Carlo  Tortora  Brayda  pubblicò  nel  1836  un  articolo  sui  giornali 
napoletani  di  quell'epoca,  lodandone  l'impresa  e  nel  contempo  suggerendo  qualche 
consiglio  pratico  sul  modo  di  redigerli.  Fra  le  altre  cose  dice:  a  Non  sarà  tra  noi 
chi  ignori  come  in  questa  estrema  parte  d'Italia  si  era  non  ha  guari  quasi  al  tutto 
perduto  l'uso  dei  giornali  e  dei  fogli  periodaci,  e  poi  come  a  poco  a  poco  nuova- 
mente ne  abbiamo  veduti  sorgere  in  tanta  copia  che  i  giornali  napolitani  ora  sono 
non  piccola  parte  del  novero  dei  giornali  di  tutta  Italia.  E  qualora  si  ponesse  mente 
solo  al  loro  numero  ed  ai  loro  nomi  ci  sarebbe  di  che  consolarsi,  come  ci  conso- 
liamo in  vedendo  cresciuto  il  numero  dei  leggitori,  e  non  mancare  anche  qualche 
bottega  di  artigiano  dove  alcuno  si  occupi  di  queste  letture..  .  » 

E  in  fine  dell'artico'o  fa  un  elenco  dei  giornali  napoletani  di  quell'epoca,  che 
noi  crediamo  pregio  dell'opera  riprodurre  testualmente: 


GIORNALISMO  NAPOLETANO   DEL  184S. 


565 


Titolo  e  Subbietto 


Luogo  e  tempo  della  pubblicaz.  Prezzo  di  un  anno 


Annali  Civili  del  Regno  delle  Due  Sicilie.  —  Amministrazione 
civile,  orfanotrofi,  ospedali,  economia  pubblica,  agricoltura, 
pastorizia,  manifatture,  industrie,  macchine,  miniere,  com- 
mercio, navigazione,  opere  pubbliche,  acque  e  boschi,  istru- 
zione pubblica,  scienze  e  belle  arti,  scavamenti,  musei,  bi- 
blioteche, commenti  delle  leggi,   ecc.  .  .  .  . 

Antologia  Militare.  —  Cose  militari  (con  carte  top.  e  ritratti). 

Aristide  (L')  —  Giurisprudenza  penale.  .         .         .         . 

Cesta  dei  Fiori  per  le  Dante  (La).  —  Novelle,  storie,  lette- 
ratura (con  litografie).       ....... 

Coltivatore  dello  Spirito  (II).  —  Religione.    .         .         .         . 

Curiosi  (I).  —  Scienze,  lettere,  arti,  varietà,  ecc. 

Dubbj  e  controversie  di  commercio,  —  Giurisprudenza  commerciale. 

Eco  dell'Industria  (L').  —  Agricoltura,  arti,  manifatture. 

Esculapio  Napoletano.  —  Medicina,  chirurgia,  farmacia  . 

Filiatre  Sebe^io.  —  Scienze  med.     ...... 

Filologia  Abru^^ese.  —  Scienze,  lettere,  arti    .         ,         .         . 

Geronta  Sebe^io.  —  Arcani  gentileschi     .         .         .         .         . 

Giornale  del  Regno  delle  Due  Sicilie.  —  Notizie  politiche,  atti 
del  governo,  varieti,  osserv.  meteorol.,  avvisi  giudiz.,  ecc. 

Giornale  agrario  della  Capitanata.  —  Agric,  past.,  varietà,  ecc. 

Giornale  Ecotiomico-rustuo  di  Molise.  —  Agricoltura,  pasto- 
rizia, arti,  industrie,  commercio         .         .         .         .         . 

Giurista  (II).  —   Legislazione  e  giurisprudenza 

Globo  aereostatico(\\). — Scienze,  lettere,  arti,  rassegna  di  giorn. 

Gran  Sasso  d'Italia.  —  Med.  chirurg.;  farmac,  storia  naturale. 

Indicatore.  —  Scienze,  lettere,  arti,  contrattazioni,  avvisi . 

Interprete  commerciale  (L')  —  Scienze,  arti,  lett.,  comm.,  teatro. 

Industriale.  —  Scoperte,  invenzioni,  economia  rustica,  ecc. 

Istitutore  (L').  —  Scienze,  lettere.         .         .         .         .         . 

Omnibus  (L').  —  Scienze,  lettere,  arti,  varietà,  ecc.,  , 

Ore  solitarie  (Le).  —  Letteratura  amena  (con  litografie) 

Ortodosso  (L').  —  Pietà  e  religione        .         .         .         .         . 

Osservatore  Medico.  —  Medicina   e    scienze  affini    . 

Osservatore  Posidono.  —  Scienze,  lettere,  arti. 

Padre  di  Famiglia  (H).  —  Educazione.         .         .         .         . 

Pirata  (II).  —  Scienze,  lettere,  arti,  ecc 

Poliorama  pittoresco.  —  Scienze,  lettere  e  belle  arti,  mestieri, 
scoverte  (  con  litografie  )  . 

Progresso.  —  Scienze,  lettere  ed  arti.      .         .         .         .  . 

Ricreaì^ione  de'  Fanciulli  (Lù.').  —  Letture  piacevoli  (con  figure). 

Severino  (  Il  ).  —  Medicina  e  chirurgia 

Specola  (La).  —  Scienze,  lettere,  arti 

Saccente,  i  Poeti  e  il  Novelliere  (11).   Lettere  e  scienze. 

Tesoro  della  'R^eligione  (II).  —  Scienze  e  lettere  riguardanti 
la  religione         ......... 

Telescopio.  —  Lettere       ........ 

Utili  conoscente  (Le).  —  Polizia  civile,  cose  natur  ,  econ.  agr. 

Utile  passatempo  (L').  —  Lettere,  arti,  scienze,  invenzioni, 
viaggi,  ecc.         ......... 


Napoli 


Chieti 
Napoli 

Foggia 

Campobasso 
Napoli 

Aquila 
Napoli 


ogni  2  mesi 
»  6  mesi 
1)     settimana 


»  2  mesi 

»  settimana 

»  15   giorni 

»  mese 


settimana 
giorno 


2  mesi 
settimana 


mese 
settimana 


15  giorni 


settimana 


2  mesi 
mese 


mese 

IO  giorni 

2  mesi 


voi. 


6;  due. 

2;  due, 

due. 

6;  due. 
-  due. 
due. 
12;  due. 
12;  due. 
12;  due. 
12;  due. 

12;    due. 

due. 


6,00 
1,60 
2,80 

1,80 
1,40 
1,40 
2,40 
3,00 
3,40 
2,40 
2,40 
2,40 


—       due.  9,80 


voi.    6; 


—  due. 

—  due. 

—  due. 

—  due. 
12;  due. 

—  due. 

—  due. 
24;  due. 
24;  due. 
24;  due. 
24;  due. 

—  due. 

—  due. 

—  due. 
6;  due. 

12;  due. 
12;  due. 

—  due. 

—  due. 

12;  due. 

—  due. 
6;  due. 


2,40 
2,40 

3, fio 
2,40 
1,20 
1,50 
2,40 
2,40 
2,40 
2,40 
1,20 
1,40 
2,40 

2,40 
3,00 
4,40 
2,40 
1,40 
2,00 

3,40 
0,60 
4,80 


12;  due.  3,40 


IL  GIORNALISMO  NAPOLETANO  DEL  1848 


Con  decreto  de'  29  gennaio  1848  Ferdinando  II  distrusse  quanto 
aveva  stabilito  a  riguardo  della  stampa  il  19  gennaio:  non  più  revisione 
vessatoria,  non  più  depositi  in  danaro,  non  più  guarentigie.  «  La  stampa 
sarà  libera,  e  soggetta  ad  una  legge  repressiva  per  tutto  ciò  che  può  offen- 
dere la  religione,  la  morale,  l'ordine  pubblico,  il  Re,  la  Famiglia  Reale,  i  So- 
vrani esteri  e  le  loro  famiglie,  nonché  l'onore  e  gl'interessi  dei  particolari.  » 

Con  altro  decreto  fu  abolita  la  sopratassa  sui  giornali,  libri,  stampe 
ed  opere  periodiche. 

Con  decreto  del  17  febbraio  fu  ribassato  il  dazio  sui  caratteri  da 
stampa  da  ducati  5  a  ducati  2  e  grana  50  il  cantajo  per  proteggere  le 
tipografie  chi  sono  in  evidente  progresso. 


566  aUlDA  DELLA  STAMPA  PERIODICA  ITALIANA. 

Ma  le  cose  dovevano  mutare  ben  presto.  L'on.  Massari,  in  quel 
prezioso  libretto  che  ha  per  titolo  I casi  di  Napoli,  hz  scritto: 

«  La  stampa  periodica  si  scagliò  con  veemenza  contro  le  immanità 
del  15  maggio;  ma  eran  parole,  e  le  parole  in  politica  non  giovano  a 
niente,  anzi  nuocciono  perchè  muovono  a  sdegno  inutilmente  i  potenti 
contro  i  quali  vengono  dirette...  Lo  stato  d'  assedio  della  città  di  Na- 
poli, venne  tolto  il  15  giugno,  il  giorno  appunto  nel  quale  fu  proceduto 
alle  nuove  elezioni  dei  deputati;  questo  forse  fu  il  solo  attestato  di  ri- 
verenza che  il  ministero  del  16  maggio  porgesse  alle  libertà  costituzio- 
nali. Il  giornalismo  che  durante  un  mese  era  stato  taciturno,  ricominciò 
le  sue  pubblicazioni;  parlo  del  giornalismo  indipendente,  non  della  stampa 
servile  e  prezzolata,  la  quale  com'è  facile  indovinare,  non  avendo  nulla 
a  temere  dai  rigori  dello  stato  d'assedio,  non  cessò  mai  dal  venire  alla 
luce.  » 

Due  giorni  dopo  la  terribile  giornata,  il  generale  Labrano,  coman- 
dante della  piazza  e  che  in  sé  ogni  potestà  riuniva,  in  nome  dello  stato 
d'assedio  proibiva  la  stampa  e  l'affissione  di  qualsiasi  avviso  e  la  ven- 
dita dei  giornah  da  spacciatori  non  autorizzati. 

Con  decreto  del  25  maggio  la  stampa  fu  nuovamente  imbavagliata; 
i  direttori  ed  editori  dei  giornali  furono  circondati  da  mille  precauzioni 
poliziesche.  Di  più  si  dava  facoltà  agli  agenti  del  Pubbhco  Ministero 
di  sospendere  i  giornali,  e  alle  Gran  Corti  CriminaU  di  decidere  in  due 
giorni  sulla  sorte  del  giornale. 

Quella  larva  di  libertà  di  stampa  concessa  con  la  Costituzione,  aveva 
commciato  a  turbare  il  cervello  del  governo,  che  volle  subito  ritoglierla, 
col  pretesto  che  lungi  dal  servire  a  perfezionare  la  mente  e  il  cuore, 
non  era  stata  intesa  che  a  corrompere  i  costumi  e  ad  ottenebrare  gl'in- 
telletti invece  di  rischiararli. 

Era  un  pretesto  insomma  per  soffocare  quei  pochi  giornali  che  an- 
cora animosi  vedevano  la  luce  m  qualche  provincia  e  che  davano  ombra 
al  governo.  L'autorizzazione  a  pubblicare  un  giornale  fu  circoscritta  da 
tante  condizioni  vessatorie,  che  nessuno  più  certamente  avrebbe  ricorso 
al  mezzo  dalla  stampa  per  far  valere  la  ragione  degli  oppressi  e  scuo- 
tere l'esoso  governo.  E  per  colmo  d'ironia  la  revisione  dei  giornali  in 
provincia  non  dipese  più  da  alcuna  autorità  intelligente,  ma  dalla  polizia! 

Lo  scopo  era  di  sgominare,  come  ha  scritto  il  Nisco,  le  forze  di- 
rettive del  partito  hberale;  quindi  i  nemici  del  politico  e  nazionale  rin- 
novamento proscrissero  quasi  tutti  i  giornali,  e  non  potendo  trovare 
cagione  a  proibire  //  Tempo  «  istituito  al  consolidamento  della  libertà 
costituzionale  unica  àncora  di  salute  pel  paese  »  si  maneggiarono,  for- 
nendone i  fondi  con  danaro  dello  stato,  a  farne  divenire  proprietario 
Tommaso  d'Agiout,  che  prometteva,  e  la  promessa  mantenne,  di  soste- 
nere il  maligno  indirizzo  del  governo. 

//  Tempo  era  stato  fondato  da  Carlo  Troya,  Saverio  Baldacchini, 
Achille  Rossi,  Camillo  Caracciolo  e  Ruggero  Bonghi. 

Organo  del  partito  moderato  regionista,  era  giornale  libero,  indi- 
pendente, banditore  e  difensore  sagace  de'  veri  principii  liberali;  i  suoi 
redattori,  facendo  sacrificio  del  proprio,  senza  chiedere  compensi  ad  al- 


GIORNALISMO   NAPOLETANO   DEL    1848.  567 

cune,  cercavano  di  procacciare  il  consolidamento  della  libertà  costitu- 
zionale nel  disgraziato  regno  delle  Due  Sicilie. 

Ma  nei  primi  d'aprile,  la  redazione  si  smembrò:  il  Trùya  dovette 
assumere  la  presidenza  del  consiglio  dei  ministri;  il  Baldacchini  fu  eletto 
deputato  e  il  Rossi  chiamato  a  capo  del  dipartimento  della  P.  I.;  sicché 
il  Tempo  rimase  in  mano  dei  due  più  giovani,  il  Caracciolo  e  il  Bonghi,  i 
quali  fecero  del  loro  meglio  per  menare  avanti  l'impresa. 

Sopraggiunto  il  15  maggio,  anche  i  due  ultimi  compilatori  dovet- 
tero abbandonarla.  In  questo  tempo  era  venuto  a  Napoli  un  francese 
certo  Thomas  d'Agiout,  con  la  missione  di  fornire  l'esercito  d'armi  di 
nuovo  modello;  viceversa  egli  ebbe  incarico  segreto  di  fondare  un  giornale 
officioso,  che  prendesse  a  difendere  il  trono,  l'altare,  il  ministero  tutto, 
meno  il  regime  costituzionale.  E  all'uopo  ebbe  vistosi  fondi.  Egli,  da  uomo 
accorto,  mise  gli  occhi  sul  Tempo,  e  sollecitò,  con  danari  sonanti,  l'acquisto 
di  una  parte  di  proprietà  del  giornale.  Il  governo,  cui  questo  pareva  ben 
poco,  gii  promise  un  compenso  di  11,000  ducati,  se  avesse  saputo  ven- 
dergli la  libertà  e  l'indipendenza  di  quel  giornale. 

L'impresa  all'Agiout  riusci  facile;  i  due  giovani  redattori  del  Tempo, 
e  perchè  gli  avvenimenti  imperversavano  e  perchè  non  avrebbero  potuto 
mai  indovinare  i  disegni  dell'agente  francese,  cedettero  il  giornale. 

Così  il  Tempo,  la  cui  opera  era  stata  lodata  e  incoraggiata  dai  buoni, 
da  un  mese  all'altro,  divenne  il  «  monitore  ufficiale  di  tutte  le  rabbie 
reazionarie,  l'Omero  della  Iliade  delle  incostituzionalità  ministeriali  » 
come  lasciò  scritto  il  citato  Massari. 

L'Agiout  compiva  il  suo  ufficio  di  giornalista,  dettando  articoH  in 
francese  a  miseri  scribacchiatoti,  che  li  volgevano  in  italiano.  Quale 
fosse  la  sorpresa  dei  vecchi  redattori  del  Tempo,  sospettati  per  un  mo- 
mento di  volubiUtà,  può  immaginarsi:  non  potendo  arrestare  questo  empio 
giuoco,  con  la  data  del  io  giugno,  pubblicarono  neih  Libertà  Italiana, 
del  Melisurgo,  una  lettera  in  cui  dichiaravano  ch'essi  non  eran  punto 
tenuti  della  transa:(ione  avvenuta  per  far  passare  il  giornale  in  altre  mani. 

Tutta  la  stampa  liberale  napoletana  si  scagliò  contro  il  Tempo,  at- 
taccandolo vivamente;  la  Libertà  Italiana,  in  ispecie,  ebbe  con  esso  pole- 
miche vivacissime. 

Al  Tempo,  scrive  il  Nisco,  si  aggiunsero  per  encomiare  e  sostenere 
il  governo,  altri  tre  giornali  che  rappresentavano  la  polizia,  l'esercito  e  la 
politica  di  quello,  cioè  VOrdinc,  V Araldo  e  la  Sentinella.  Il  primo,  com- 
pilato nel  gabinetto  del  Peccheneda  da  una  schiera  di  soldati  scrittorelli, 
con  le  interminabih  insinuazioni,  le  lodi  perenni  degli  abusi  più  spu- 
dorati, il  continuo  favoleggiare  sette  e  congiure,  esprimeva  l'animo  di 
lui  che  lo  informava,  destava  le  inquietudini  dei  cittadini,  e  manteneva 
l'animo  del  re  travaghato  dalle  paure  e  dai  sospetti.  V  Araldo,  diretto 
da  Michele  Rota,  uffiziale  nel  i.°  reggimento  degli  Ussari,  e  di  cui  prin- 
cipale, attivissimo  compilatore  er  •  Domenico  Moschitt),  sotto  la  ispezione 
del  circolo  del  Caffè  del  Gigante,  rappresentava  la  reazione  militare,  che 
dalla  reggia  si  spandeva  nei  quartieri,  dal  generale  passava  sino  all'ultimo 
tamburino,  e  che  finì  per  rendere  demorahzzato  ed  indiscipHnato  quell'eser- 
cito al  quale  Ferdinando  aveva  con  grande  amore  consacrato  solerti 


568  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

cure  nel  primo  periodo  del  suo  regno.  A  dare  conte;(j(a  di  quanto  si 
passa  ovunque,  la  direzione  àdV Araldo  fondava  la  Sentinella,  giornale 
di  piccolo  formato,  che  con  la  sua  costante  quotidiana  attenzione  veglia  a 
tenere  d'occhio  tutti  gli  avvenimenti  del  giorno,  e  col  grido  «  all'erta  sto  » 
indica  all'esercito  la  sua  diretta  via.  (i) 

L'esistenza  del  Na^ioìiale  non  fu  più  lieta  di  quella  del   Tempo. 

Il  Nazionale,  al  quale  avevano  preso  a  collaborare  i  più  ardenti  pa- 
trioti, era  nato  nel  mese  di  marzo  sotto  la  direzione  di  Silvio  Spaventa, 
allora  giovanissimo,  ma  già  noto  in  tutta  Italia.  Infatti  l'anno  avanti  era 
scampato  alla  carcere  per  l'aiuto  efficace,  parrebbe  impossibile  se  non  fosse 
vero,  dello  stesso  Bozzelli,  allora  cospiratore.  «  Un  anno  dopo,  dice  l'o- 
norevole Massari,  il  povero  esule  reduce  in  patria  rimaneva  fedele  alle 
sue  antiche  convinzioni,  ed  a  nome  di  esse  contraddiceva  vigorosa- 
mente gli  atti  del  suo  antico  amico,  diventato  ministro  della  reazione.  » 
Sin  dal  48  lo  Spaventa  si  faceva  conoscere  «  negli  studi  filosofici  oltre 
ogni  dire  versato,  pensatore  profondo,  italiano  de'  tempi  antichi,  anima 
forte  e  vigorosa,  limpido  e  nerboruto  scrittore,  avversario  incorruttibile 
d'ogni  sopruso  e  d'ogni  iniquità  ».  Con  coraggio  degno  della  causa  che 
aff"rontava  «  questo  giovane  aureo  e  generoso  mosse  coraggiosamente 
aspra  guerra  al  ministero  a  nome  dell'italianità  ».  Il  Nazionale  era  l'organo 
dei  liberali  progressisti  ed  unitari  delle  provincie  napoletane.  Ma  il 
15  maggio  Spaventa  fu  costretto  a  sospendere  le  pubblicazioni.  Le  ri- 
prese un  mese  dopo,  attirandosi  sempre  la  stima  e  l'ammirazione  degli 
onesti  e  dei  liberali.  N'ebbe  in  ricompensa  il  mandato  di  deputato  che 
i  concittadini  gli  conferirono  fiduciosi. 

Nel  frattempo  era  stata  promulgata  una  legge  repressiva  della  stampa, 
A  detta  dei  più  moderati  periodici  dell'epoca,  questa  legge  era  bene  la 
espressione  della  politica  subdola  del  ministero,  poiché  essa,  senza  deter- 
minare le  colpe,  determinava  le  punizioni. 

Questa  legge  pose  nelle  mani  del  governo  una  spada,  come  quella 
di  Damocle,  pronta  sempre  a  ferire  chiunque  avesse  avuto  il  coraggio 
civile  di  levare  alta  la  voce  contro  le  illegalità  che  si  commettevano.  È 
ben  vero  che  una  legge  che  ponesse  un  freno  alla  stampa  gettatasi  nel 
fango  e  che  ofi'endeva  gravemente  la  morale  pubblica,  si  reclamava  da 
tutti;  il  ministero  del  29  gennaio,  che  non  aveva  saputo  o  avuto  la  forza 
di  mettere  questo  freno,  risorto  dopo  il  16  maggio  cercò  riparare  l'er- 
rore con  la  legge  di  giugno,  cioè  troppo  tardi  e  come  non  desideravano 
gli  onesti  e  quanti  amavano  l'ordine  pubblico,  polche  dietro  questa  frase  si 
trincerava  per  coprire  l'arbitrio. 

I  primi  giornali  che  dovettero  sperimentare  i  rigori  di  questa  legge 
violenta,  furono  il  Telegrafo  e  Mondo  vecchio  e  Mondo  nuovo;  dietro  i 
solleciti  uffici  del  prefetto  di  polizia,  il  procuratore  generale  della  Gran 
Corte  speciale  sospese  e  processò  i  giornali  e  fu  fortuna  se  quest'ultima, 
non  secondando  il  caldo  zelo  de'  suoi  funzionari,  con  decisione  pronun- 
ziata in  Camera  di  Consiglio,  riabilitò  i  giornali.  Ma  non  per  questo  ces- 
sarono le  persecuzioni  ai  loro  redattori  :  Giuseppe  Madia,  ch'era  uno  dei 


^l)  ibisco -^  Storia  Civile  del  Regno  d'Italia,  p.  475. 


GIORNALISMO   NAPOLETANO   DEL   1848.  5Ó9 

tredici  dei  Mondo  vecchio  e  Mondo  nuovo  e  vi  aveva  rimesso  tutto  il  suo 
patrimonio,  dopo  d'aver  fondato  il  Salvator  Rosa  e  collaborato  nell'/w- 
dipendente,  fu  costretto  ad  esulare  a  iVIalta,  poi  a  Genova  e  finalmente 
a  Torino,  dove  creò  coi  fratelli  Mezzacapo  la  Biblioteca  Militare. 

Ma  torniamo  al  Nazionale.  Il  giornale  di  Silvio  Spaventa,  durante 
Io  stato  d'assedio,  pubblicò  un  supplemento  straordinario  nel  quale  si 
narrava  la  battaglia  di  Coito  e  se  ne  accompagnava  il  racconto  con  pa- 
role eroiche,  riboccanti  di  civile  e  sviscerato  amore  per  l'Italia  e  pel  ma- 
gnanimo re,  che  per  essa  valorosamente  pugnava.  Questo  racconto, 
naturalmente,  non  entusiasmò  i  borbonici,  specialmente  gli  ufficiali  del- 
l'esercito, che  potevano  vedere  il  Naiionale  come  il  fumo  negli  occhi. 

A  questo  proposito  il  citato  Massari  dice:  «  La  persecuzione  mossa 
da  alcuni  uffiziali  dell'esercito  contro  la  stampa  periodica,  fu  veramente 
ignominiosa  e  scellerata.  Guai  al  giornale  cui  toccava  la  mala  sorte  di 
eccitare  il  loro  sdegno:  ad  un  tratto  la  sua  officina  era  visitata  dai  non 
desiderati  ospiti,  i  quali  la  scompighavano,  rompevano  i  torchi,  basto- 
navano chi  prima  si  faceva  loro  iucontro,  e  non  si  ritraevano  se  non 
dopo  avere  manomesso  uomini  e  cose.  »  Del  resto  poteva  la  stampa 
onesta  fare  a  meno  di  biasimare  le  immaniù  del  15  maggio  e  di  adem- 
piere all'obbligo  che  liberi  scrittori  Uberamente  s'erano  imposto.^ 

La  truppa  se  ne  adirò  oltre  ogni  dire  e  violentemente  cercò  di  sfo- 
gare il  suo  dispetto;  il  Na:{ionale  fu  il  bersaglio  prediletto  dai  furori 
soldateschi.  Avendo  parlato  della  disfatta  che  le  truppe  regie  avevano 
toccata  in  Calabria  e  dell'assassinio  di  Pizzo,  cento  volte  superiore  al- 
l'eccidio del  15  maggio,  la  sera  del  2  lugUo  molti  ufficiali  si  recarono 
al  Ca^è  De  Angelis  per  insultare  e  minacciare,  con  le  sciabole  in  mano, 
lo  Spaventa  che  era  ivi.  Il  futuro  ministro  protestò  sulla  inviolabilità 
della  sua  persona  di  deputato  al  parlamento  e  disse  ai  ribaldi  che  se 
nulla  avevano  a  ripetere  dal  suo  giornale  si  fossero  rivoltij  con  le  vie 
legali,  al  gerente,  certo  Seguin.  Gli  ufficiali  corrono  dal  Seguin;  questi 
invoca  la  sua  nazionalità  e  li  manda  dal  ministro  francese.  Invece  essi 
tornano  nuovamente  al  caffè  per  inveire  contro  Silvio  Spaventa;  ma 
questa  volta  gli  eroi  trovano  una  quarantina  di  giovani  corraggiosi, 
pronti  a  difendere  il  giornalista  da  qualunque  violenza  e  la  cosa,  per 
fortuna,  non  ebbe  altro  seguito  in  quella  sera.  —  Nò  questa  volta  sol- 
tanto lo  Spaventa  ebbe  a  patire  minacce,  e  perfino  della  vita,  ma  pa- 
recchie altre  volte.  «  Alla  prepotenza  ed  al  sopruso,  dice  il  Massari,  l' in- 
trepido giovane  opponeva  il  contegno  sereno  ed  imperturbabile  di  chi  sa 
di  patire  per  la  causa  del  diritto  e  della  libertà....  Gli  ufficiali  non  sa- 
pevano perdonare  al  giovane  scrittore  la  franca  imparzialità,  con  cui  egli 
giudicava  le  gesta  del  generale  Nunziante  e  dt'  suoi  commilitoni.  » 

Ma  la  reazione  feroce  ed  insistente  fini  per  soffocare  anche  il  iVa^/o- 
nale,  come  aveva  soffocati  tanti  altri  onesti  periodici.  E  il  povero  Spaventa 
anuò  a  scontare  in  galera  le  aspirazioni  nobili  e  generose  del  suo  cuore  (i). 

(i)  Lo  Spaventa,  che  pel  libro  che  preparavo,  ebbe  sempre  parole  incoraggianti 
e  consigli  dei  quali  mi  sono  grandemente  giovato,  avendo  letto  una  parte  di  questo 
capitolo  che  pubblicai  nel  Piccolo  di  Napoli,  gentilmente  e  con  quella  modestia  che 
tanto  lo  distingue,  mi  scrisse  :  a  Vi  ringraiio.  Sta  benissimo,  salvo  alcuni  colori  troppi) 
lusinghieri  dati  alla  mia  figura,  » 


570  GUIDA  DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Per  farsi  un  concetto  del  regime  a  cui  era  ridotta  la  stampa  in  questo 
triste  periodo;  basterà  accennare  che  perfino  la  Cwiltà  Cattolica,  rivista 
religiosa  mensile,  dovette  abbandonare  Napoli  e  trasferirsi  a  Roma  ! 

Fra  i  giornali  riapparsi,  appena  tolto  lo  stato  d'assedio,  vi  fu  anche 
V  Arlecchino,  giornale  umoristico  fatto  con  tanto  brio  che  lo  stesso  Fer- 
dinando II  non  andava  a  dormire  se  non  lo  avesse  letto.  Fondato  pochi 
giorni  dopo  che  era  stato  largito  lo  Statuto,  veniva  redatto  da  quattro 
giornalisti  designati  da  quattro  lettere  dell'alfibeto  che  per  combinazione 
si  seguivano:  L,  M,  N,  O,  cioè:  Achille  De  Lauziéres,  oggi  a  Parigi  cri- 
tico musicale  della  Patrie;  Emanuele  Melisurgo,  che  faceva  le  funzioni 
di  direttore  del  giornale;  Felice  Niccolini,  distinto  archeologo,  poscia  di- 
rettore del  Museo  di  Napoli;  Giuseppe  Orgitano,  uno  dei  primi  redattori 
dell'attuale  Fanjulla.  Più  tardi  vi  si  aggiunsero  Luigi  Coppola,  il  compianto 
Pompiere,  Domenico  Ventimiglia  e  Michelangelo  Tancredi. 

V Arlecchino^  come  può  facilmente  immaginarsi,  s'era  assunto  il  com- 
pito di  flaggellare  con  l'arma  del  ridicolo  i  nemici  della  libertà.  Il  suo 
spirito  fine,  pungente,  vivacissimo  richiamò  subito  l'attenzione  del  pub- 
blico; i  suoi  articoli,  che  si  rileggono  anche  oggi  con  piacere,  erano 
dettati,  come  fu  ben  detto,  dall'elegante  mordacità  di  Luciano.  Le  cari- 
cature, spiritosissime,  erano  fatte  dal  pittore  Mattei. 

«  \J Arlecchino,  ha  lasciato  scritto  lo  stesso  Coppola,  in  brevissimo 
tempo  scavalcò  le  muraglie  della  Cina,  che  in  quell'epoca  dividevano  Na- 
poli dal  resto  d'Italia,  e  si  fece  ammirare  ed  applaudire  da  tutti  i  fra- 
telli domiciliati  al  di  là  del  Tronto.  » 

Ma  il  chiasso  fatto  à^XY Arlecchino  durò  appena  tre  mesi;  anch'esso 
doveva  soccombere  colle  barricate  del  15  maggio.  I  suoi  redattori  lascia- 
rono la  penna  per  impugnare  il  fucile;  dal  loro  ufficio  all'angolo  di  via 
Toledo  e  S.  Brigida  fecero  convincere  più  d'uno  svizzero  che  non 
sempre  Arlecchino  è  destinato  a  prender  botte.  Abbattute  le  barricate, 
cessato  lo  stato  d'assedio,  il  giornale  ricomparve.  Ma  era  proprio  il  caso 
di  ridere  e  fare  ridere  sugli  avvenimenti  che  si  andavano  svolgendo  ? 

«  Singolare  fenomeno  !  dice  il  Massari  :  tranne  pochissime  eccezioni 
la  stampa  napoletana  dal  29  gennaio  al  15  maggio  48  mal  corrispose 
alle  speranze,  che  destava  la  memoria  di  quella  del  1820,  e  sopramtto 
nel  mese  di  aprile  fu  licenziosa,  scurrile,  sediziosa  ed  insipiente;  dopo 
il  15  maggio  invece  diventò  ferma,  coraggiosa,  assennata,  e  dignitosis- 
sima; non  più  declamazioni  stupide  e  plateali,  non  più  basse  contumelie 
e  nauseabonde  ingiurie,  ma  ragionamenti  pacati  e  severi,  critiche  forti 
ed  austere,  contraddizioni  energiche  e  decorose.  In  seno  all'oppressione 
germogliava  il  coraggio  non  disgiunto  dal  senno  e  governato  dalla  mo- 
derazione; le  virtù  che  non  eransi  appalesate  al  giorno  della  libertà  sor- 
gevano adulte  e  splendenti  a  rischiarare  col  loro  esempio  magnanimo  la 
lugubre  e  tenebrosa  notte  della  reazione  ». 

Furono  queste  considerazioni  —  fu  la  reazione  —  fu  il  convincimento 
che  la  stampa  periodica  in  quel  momento  aveva  l'obbligo  d'essere  grave 
e  militante,  che  persuasero  i  redattori  didì' Arlecchino  ad  abbandonare  il 
foglio  umoristico  per  fondarne  invece  uno  quotidiano,  di  gran  formato, 
sempre  d'opposizione:  la  Libertà  italiana,  di  cui   divenne  principale  re- 


il  Lampo.  571 

dattore  Antonio  Scialoia.  «  Naturalmente,  dice  il  De  Lauziéres,  il  giornale 
fu  preso  di  mira  dal  ministero;  avvertito,  sospeso,  per  ultimo  fu  soppresso. 
Riapparve  il  giorno  appresso  col  titolo  la  Stampa  italiana^  né  perde  uno 
solo  dei  suoi  lettori.  » 

Ma  sul  più  bello  Ferdinando  II,  col  pretesto  di  ritirarla  per  conce- 
derne una  più  larga,  tolse  la  Costituzione.  E  allora  la  Stampa  italiana  fu 
pur  essa  soppressa. 

E  la  stessa  sorte  seguirono  la  Costituzione,  fondata  da  Raffaele 
Mezzanotte  e  diretta  da  Francesco  Lattari,  che  recava  per  motto  :  Unità, 
Libertà,  Indipendenia  ;  il  Mondo  vecchio  e  Mondo  nuovo,  in  cui  il  Petruccelli 
della  Gattina  sfoggiava  il  suo  tagliente  ingegno;  l'/nJ/p^wJm/^,  che,  sop- 
presso al  cominciare  della  reazione,  risorse  col  titolo  L'Indipendenza;  il 
Lampo,  ch'era  un  semplice  bollettino  di  notizie;  il  Tuono  e  molti  e  molti 
altri  di  minore  importanza. 

Rimase  padrone  del  campo  il  solo  Giornale  costituzionale  del  Regno 
delle  Due  Sicilie,  il  quale,  per  togliere  ogni  barlume  di  speranza  a  quelli 
che  ancora  avevano  fede,  soppresse  l'epiteto  di  costituzionale  al  suo  titolo. 

Gli  scrittori  liberali,  i  patrioti  presero  la  via  dell'esilio  o  popolarono 
le  prigioni  di  Stato.  E  dal  49  al  55  la  stampa  periodica  napoletana  segnò 
un  profondo  silenzio. 

Nicola  Bernardini. 


IL    LAMPO 

Se  domandate  notizie  dei  giornali  del  1848  a  qualcuno  dei  napo- 
letani che  vissero  in  quell'epoca  agitata,  il  primo  nome  che  gli  spunterà 
sulle  labbra  sarà  il  Lampo. 

Il  Lampo  fu,  durante  la  rivoluzione,  il  giornale  più  popolare,  più 
diffuso,  che  ha  lasciato  maggiori  ricordi  nella  mente  dei  nostri  babbi. 
Non  ebbe  nessuna  importanza  politica,  nessuna  efficacia  sulle  sorti  del 
suo  paese,  nessun  potere  sulla  pubblica  opinione,  pure  fu  il  giornale 
più  diffuso,  desiderato  da  tutti,  aspettato  con  impazienza,  letto  con  avidità. 

Usciva  verso  sera  e  gli  strilloni,  quando  lo  vendevano  per  le  strade 
della  città,  facevano  un  baccano  da  non  potersi  dire:  U  lampi  u  lampi 
i  nutizie  i  guerra,  u  lampi  Ed  il  successo  gli  veniva,  oltre  che  dal  modo 
con  cui  era  fatto,  da  quel  suo  titolo  breve  e  facile  il  quale  permetteva 
che  i  venditori  potessero  pronunciarlo  facilmente. 

In  Napoli  la  fortuna  dei  giornali  dipende  in  buona  parte  dagli  stril- 
loni. Un  titolo  lungo,  non  facilmente  pronunziabile,  costituisce  serrtpre 
un  ostacolo  per  la  riuscita  del  giornale  che  lo  porta;  mentre  un  nome 
breve,  facile,  intelligibile,  ha  in  suo  favore  gli  strilloni,  ossia  un  grande 
elemento  di  successo. 

Perciò  quel  nome  breve  —  il  Lampo  —  di  due  sole  sillabe,  facil- 
mente traducibile  in  dialetto,  si  diffuse  con  grande  rapidità,  ed  il  gior- 
nale penetrò  dovunque,  propagando  le  sue  notizie  esagerate,  i  racconti 
di  battaglie  che  non  si  erano  mai  combattute,  di  rivoluzioni  che  non 


572  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

erano  mai  scoppiate,  le  informazioni  attinte  da  un'ottima  fonte:  la  vi- 
vace e  feconda  fantasia  del  compilatore. 

In  quell'epoca,  gli  animi  erano  agitatissimi,  avidi  di  forti  emozioni, 
disposti  a  prestare  fede  a  tutte  le  notizie  false  o  esagerate  che  si  dif- 
fondevano per  la  città.  Si  viveva  in  grande  incertezza,  fra  i  continui 
mutamenti  che  succedevano  in  tutta  Italia,  sicché  tutti  erano  ansiosi  di 
conoscere  quello  che  avveniva  fuori  del  regno  e  da  cui  dipendevano 
le  sorti  di  Napoli  e  della  libertà.  Della  lealtà  di  Ferdinando  II  che  aveva 
date  il  29  gennaio  le  franchigie  costituzionali,  tutti  dubitavano  —  me- 
mori che  i  Borboni  in  ogni  circostanza  avevano  mostrato  una  spudorata 
e  vigliacca  mala  fede.  I  Hberali  erano  scissi,  divisi,  nemici  gli  uni  degli 
altri,  inabili  a  governare  lo  Stato,  inabili  a  dominare  le  loro  piccole 
passioni,  i  loro  asti,  le  loro  gelosie. 

La  guerra  all'Austria  era  desiderata  da  tutti,  ma  si  sapeva  che  il 
re  vi  era  alieno  per  tradizione  della  sua  politica  e  per  aderenze  dome- 
stiche. Nel  resto  d'Italia  vivissima  era  l'agitazione,  e  gli  avvenimenti, 
che  si  succedevano  con  straordinaria  rapidità,  aumentavano  ogni  giorno 
le  speranze,  le  paure,  le  ansie  delle  popolazioni.  In  Francia,  in  Austria 
scoppiò  la  rivoluzione. 

Che  momenti  fortunati  per  un  giornalista  abile  ed  intraprendente  ! 
Le  notizie  di  tutta  Italia,  anzi  di  tutta  Europa,  erano  favorevoli  ai  li- 
berali. Ferdinando  II  perciò  faceva  mille  sorrisi  e  carezze  a  quelli  che 
qualche  anno  prima  avrebbe  ospitato  nelle  sue  carceri  e  nei  suoi  erga- 
stoli, ed  apriva  loro  le  porte  della  reggia,  sorridendo  alle  manifestazioni 
di  meraviglia  e  di  timidezza  a  cui  si  abbandonavano  i  parvenus.  Ogni 
giorno  a  Toledo  e  nelle  altre  strade  adiacenti,  gli  studenti,  cosi  per 
svago,  gridavano  Viva  Gioberti,  Viva  Fio  IX,  gturra  all'Austria,  e,  si- 
milmente per  svago,  ogni  sera  si  facevano  dimostrazioni  sotto  il  palazzo 
reale  e  si  chiedeva  la  caduta  di  questo  o  di  quel  ministro.  Il  re  non 
se  lo  faceva  dire  due  volte,  e  cambiava  ogni  momento  un  ministero, 
contento  della  gazzarra  che  discreditava  le  nuove  istituzioni  liberali. 

Fu  in  questi  momenti  che  venne  alla  luce  il  Lampo.  Non  era  pro- 
priamente un  giornale  come  lo  intendiamo  noi,  era  semplicemente  un 
bollettino  di  notizie,  ed  infatti  i  suoi  numeri  si  chiamavano  hulkttini. 
Era  di  due  pagine  solamente,  a  tre  colonne  ciascuna,  piene  zeppe  di  no- 
tizie, di  informazioni  venute  da  ogni  parte,  prese  da  tutti  i  giornali 
d'Italia  e  di  Francia  e  messe  alla  rinfusa  come  capitavano  sotto  la  penna, 
o,  meglio,  sotto  le  forbici  del  giornalista,  senza  ordine,  senza  criterio. 

Veramente  un  criterio  c'era  :  quello  di  fare  impressione,  di  colpire 
l'immaginazione,  di  esagerare  i  fatti,  di  dirle  grosse,_  grossiss;me,  in 
modo  da  richiamare  l'attenzione  del  pubbhco.  Quei  giornali  che  ora 
inventano  le  notizie  più  strane,  che  esagerano,  gontiano  i  particolari  di 
Qom  avvenimento,  che  in  ogni  disgrazia  raddoppiano,  triphcano  il  nu- 
mero dei  feriti  o  dei  morti,  tanto  per  fare  impressione,  che  vi  danno  i 
particolari  più  minuti  e  più  esatti  di  un  fatto....  cosi  come  li  raccolgono 
nella  loro  fantasia  —  questi  giornali  non  inorgogliscano  dell'opera  loro. 
Essi  non  hanno  il  mento  dell'originalità  :  vi  fu  chi  li  precede  ed  ottenne 
in  un  ambiente  non  abituato  alle  arti  giornalistiche  un  successo  che  essi 


Il  Lampo.  573 

ora  non  possono  sperare,  perchè  oramai  siamo  pratici  di  giornali  e  sap- 
piamo come  e  dove  si  fabbrichino  certe  notizie. 

L'intenzione  di  fare  effetto  appariva  evidente,  appena  capitava  sot- 
t'occhio  una  copia  di  quei  bullettini.  Sotto  il  titolo  II  Lampo  era  stam- 
pato a  grossi  caratteri,  come  la  mostra  di  un  negozio,  l'argomento  prin- 
cipale di  cui  il  giornale  si  occupava.  Per  esempio,  era   stampato  così: 

IL  LAMPO 

Rivoluzione  di  Francia. 
oppure  : 

IL  LAMPO 
Nuovo  Ministero  e  programma. 

Tutte  le  notizie  venivano  pubblicate  in  vario  carattere  secondo  la 
loro  importanza  e  secondo  l'effetto  che  dovevano  produrre  sui  lettori, 
sicché  quelle  destinate  a  fare  impressione  erano  stampate  a  caratteri  gros- 
sissimi,  in  modo  da  richiamare  l'attenzione  del  pubblico. 

Nel  3.°  bullettino  si  leggevano,  stampate  naturalmente,  col  piiJ:  forte 
carattere  che  era  in  tipografìa,  le  seguenti  parole:  A  TriesU  vi  é  stato 
un  Vespro.  Non  una  parola  di  più,  non  una  di  meno.  Cosa  fosse  poi 
questo  vespro,  quali  le  cause,  il  carattere,  le  conseguenze,  il  giornale  non 
dice,  né  nei  bullettini  seguenti  la  notizia  è  confermata  o  smentita. 

Ecco  altri  esempi  di  notizie  date  dal  Lampo: 

Nel  bullettino  del  io  marzo,  sempre  a  grossi  caratteri: 

«  Firenze,  4  marzo  ore  3  : 
«  Qui  circolano  varie  notizie  più  che  strepitose: 
«  Si  dice  dunque  : 

«  i.°  Carlo  Alberto  è  entrato  in  Lombardia  risoluto  di  scacciare  gli  austriaci 
«  fino  ad  uno. 

«  2.°  A  Vienna  è  proclamata  la  Repubblica.  L'Imperatore  ha  abdicato.  L' Im- 
«  peratrice  ha  avuto  mano  nell'abdicazione  del  marito.  Oggi  qua  verrà  fuori  una  no- 
«  tificazione  con  cui  si  ordina  una  leva   forzata  da  18  a  30  anni.  » 

Dopo  pochi  giorni  si  leggeva  nel  Lampo,  sempre  a  grossi  caratteroni: 

((  Da  Roma  —  Per  lettera. 

«  Oh!  quali  e  quante  notizie,  caro  amico!  L'Italia  è  in  fuoco:  a  Milano,  a  Ve- 
«  nezia,  a  Modena  SI  BATTONO  (quel  si  battono  era  in  tutte  lettere  maiuscole);  l'Im- 
«  peratore  d'Austria  ha  abdicato. 

«  Metternich  fugge,  a  Roma  il  Papa  HA  PROCLAMATO  (anche  in  viaiiiscolo 
«  come  sopra')  una  crociata  per  volare  in  soccorso  dell'Alta  Italia.  Oggi  stesso  tutta 
«  la  truppa  di  linea  disponibile  parte  da  Roma  :  parecchie  migliaia  di  volontari  si  re- 
«  elutano  sotto  le  bandiere  civiche  per  correre  a  Milano.  Viva  l'Italia  una!  Addio!  » 

Oggi  una  corrispondenza  simile  farebbe  ridere,  allora  entusiasmava. 

Naturalmente,  vista  l'indole  del  giornale,  di  articoli  di  fondo  non 
c'era  proprio  bisogno,  che  il  Lampo  ne  faceva  a  meno  volentieri.  Ne 
comparivano  pochissimi,  a  qualche  mese  di  distanza  l'uno  dall'altro, 
tradotti  in  buona  parte  dai  giornali  francesi.  Trovavano  per  lo  più,  il 
loro  posto  nei  supplementi  che  il  Lampo  pubblicava  tratto  tratto,  e  nei 
quali  essi  venivano  cacciati  tutti  alla  rinfusa,  come  roba  quasi  inutile, 
insieme  agli  annunzi  degli  unguenti  miracolosi  e  dei  rimedi  infallibili. 
Non  era  raro  il  caso  di  veder  stampati  con  lo  stesso  carattere,  e  l'uno 
dopo  l'altro,  un  sonetto  all'Italia,  l'annunzio  di  un'acqua   meravigliosa 


574  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

per  la  cura  degli  occhi  e  poi  qualche  scritto  di  Gioberti,  di  Guerrazzi 
e  di  Massari.  Del  resto,  chi  badava  a  questo  disordine?  Il  supplemento 
si  vendeva  come  si  vendevano  i  bullettini,  e  qualche  volta,  quando  pro- 
prio la  confusione  era  massima,  il  giornale  si  scusava  dicendo  che  le 
notizie  erano  moltissime,  che  la  posta  di  Francia  era  arrivata  tardi  e 
che  era  mancato  il  tempo  di  mettere  ogni  cosa  a  posto. 

Questi  supplementi  divennero  sempre  più  frequenti  sino  ad  essere 
quasi  quotidiani.  In  fine,  si  unirono  ai  bullettini  e  si  fece  un  giornale 
solo  di  4  pagine. 

Quando  cominciò  le  sue  pubblicazioni,  il  Lampo  non  era  quoti- 
diano: i  bullettini  si  pubblicavano  ogni  due  o  tre  giorni,  quando  v'erano 
notizie  importanti  e  quando  arrivavano  giornali  di  Francia  e  dell'Alta 
Italia.  Poi,  poco  per  volta,  a  misura  che  aumentava  il  numero  dei  let- 
tori e  che  gli  avvenimenti  si  succedevano  con  maggiore  rapidità,  i  bul- 
lettini divennero  più  frequenti,  fino  a  diventar  quotidiani.  Qualche  volta 
ve  ne  furono  due  al  giorno  e  nel  28  marzo  1848  ne  uscirono  tre,  a 
poche  ore  d'intervallo  l'uno  dall'altro,  e  tutti  pieni  zeppi  di  notizie  di 
sommosse,  rivoluzioni,  fughe  di  principi,  battaglie,  ecc. 

Si  capisce  che  il  giornaUsta  curava  di  dare  le  notizie  favorevoli  alla 
causa  della  libertà,  dell'indipendenza  dei  popoli,  favorevoli  agl'italiani. 
Gli  austriaci  in  tutti  gli  scontri  —  specialmente  in  quelli  che  creava  la 
fantasia  del  giornalista  —  erano  sempre  vergognosamente  sconfitti,  la- 
sciando sul  terreno  migliaia  di  morti  e  di  feriti.  Se  si  volessero  contare 
tutti  gli  austriaci  morti....  sulle  colonne  del  giornale,  il  loro  numero  su- 
pererebbe quello  di  tutti  i  soldati  che  componevano  l'esercito  imperiale. 

Il  direttore  e  proprietario  del  giornale  era  un  tipografo  diventato 
ricco  con  la  sua  abilità  ed  il  suo  ingegno  —  il  signor  Gaetano  Nobile. 
Aveva  pochissima  cultura,  ma  invece  naso  fino  e  grande  conoscenza  dei 
tempi  e  degli  uomini.  In  quei  giorni  di  agitazione  fu  proprio  abile  e 
fortunato.  Aveva  il  suo  ufficio  a  Toledo,  in  un  elegante  magazzino  del 
palazzo  dei  ministeri,  dove  sono  ora  il  Municipio,  il  Banco  di  Napoli, 
l'Intendenza  di  Finanza. 

In  quel  negozio,  in  cui  si  vendevano  anche  i  giornali  dell'Italia 
settentrionale,  conveniva  tutto  ciò  che  v'era  di  elevato,  di  intelligente 
in  Napoli,  tutti  gli  elementi  liberali  che  la  rivoluzione  aveva  messi  su 
e  che  si  riunivano  là  a  discutere  sulle  sorti  del  paese,  sulle  intenzioni 
di  Ferdinando  II,  ed  a  leggere  i  numerosi  giornali  che  arrivavano  da 
ogni  parte  d'Italia  e  dalla  Francia. 

Il  proprietario,  piccolo,  tozzo,  aveva  una  vivacità  tutta  meridionale 
di  gesti  e  di  parole:  chiacchierava  con  tutti,  a  tutti  dava  ascolto,  da  tutti 
ricavava  notizie,  non  trascurando  i  suoi  affari,  dando  uno  sguardo  alla 
strada  dove  si  preparavano  ogni  giorno  nuove  dimostrazioni  ed  uno 
sguardo  al  negozio  dove  si  stampavano,  insieme  al  giornale,  una  quan- 
tità di  libri  di  occasione. 

Allora  naturalmente  il  vento  soffiava  a  libertà  e  dallo  stabilimento 
del  signor  Nobile  uscivano  i  libri  di  Balbo,  di  D'Azeglio,  di  Gioberti, 
l'opuscolo  di  Cormenin  sull'indipendenza  italiana,  tradotto  dal  Massari, 
le  storie  del  Thiers  et  similia. 


Il  Lampo.  575 

Cosi  il  signor  Nobile  arricchì.  Il  Lampo  fu  per  lui  una  miniera: 
gli  costava  pochissimo  e  produceva  immensamente,  perchè  del  giornale 
si  vendevano  migliaia  di  copie.  Il  fortunato  direttore  apri  un  altro  ne- 
gozio alia  Concezione  a  Toledo,  ed  il  suo  stabilimento  tipografico  di- 
venne il  più  importante  della  città. 

Se  egh  avesse  continuato  cosi,  avrebbe  certamente  messo  su  una 
fortuna  considerevole.  Ma  vennero  i  giorni  tristi.  Con  la  reazione,  l'edi- 
tore perde  molta  parte  del  suo  pubblico,  né  egli,  malgrado  la  sua  straor- 
dinaria abilità  nel  navigar  fra  gli  scogli,  seppe  farsi  completamente  per- 
donare le  sue  velleità  liberali.  Col  1860  pareva  che  fossero  tornati  i  bei 
tempi  del  48,  ma  la  voce  del  cantor  non  era  più  quella.  Obeso,  adi- 
poso, con  una  famiglia  legittima  e  qualche  altra  un  po'  meno  legittima 
della  prima,  stanco,  avanzato  negli  anni,  egli  non  era  l'uomo  dei  tempi 
nuovi.  Fu  commendatore,  fu  tipografo  di  S.  M,  il  Re  d'Italia,  come 
fece  stampare  nella  vecchia  tabella  del  suo  negozio,  il  quale,  andando 
di  male  in  peggio,  si  ridusse  alla  strada  Ventaglieri.  Rivali  giovani  ed 
arditi  fecero  concorrenza  al  vecchio  tipografo  e  lo  vinsero.  Lo  stabili- 
mento, di  decadenza  in  decadenza,  finì  col  pubblicare  la  Dottrina  cri- 
stiana di  monsignor  Riario  Sforza  per  uso  delle  scuole  infantili,  e,  a 
capo  d'anno,  il  calendario  di  Barbanera,  con  le  morti  dei  principi  e  gli 
altri  orribili  cataclismi  che  avranno  luogo  nel  corso  dell'anno. 

E  il  Lampo? 

Segui  le  sorti  della  rivoluzione.  Nel  15  maggio,  il  giorno  delle 
barricate,  sospese  le  sue  pubblicazioni,  come  fecero  gli  altri  giornali 
della  città,  e  non  le  riprese  se  non  al  22,  senza  dire  una  parola  sola 
dell'orribile  tragedia  che  era  avvenuta  nelle  strade  della  città.  Conservò 
l'intonazione  hberale,  continuò  a  pubblicare  le  lettere  di  Gioberti  e  le 
considerazioni  del  Massari;  ma  gli  entusiasmi  erano  svaniti,  il  giornale 
era  più  quieto,  più  serio.  Il  giornalista  cominciava  ad  aprir  gli  occhi 
ed  a  comprendere  quale  fosse  la  via  per  la  quale  s'era  messo  il  regno. 

Al  primo  gennaio  il  Lampo,  già  trasformato,  usci  a  4  pagine  e  con- 
servò sempre  lo  stesso  formato,  pubblicando  lunghe  discussioni  del  Par- 
lamento subalpino  e  del  napoletano.  Poi  queste  ultime  gli  furono  vietate 
perchè  dovevano  essere  copiate,  nella  loro  integrità,  dal  Giornale  ufficiale. 

La  causa  della  libertà,  intanto,  era  vinta  in  tutta  Italia.  Il  Lampo, 
di  concessione  in  concessione,  fini  coU'annunziare,  nell'agosto  del  1849, 
che  la  Santità  di  N.  S.  Pio  IX  si  é  degnato  di  inviare  al  signor  generate 
Oudinot  la  Gran  Croce  dell'ordine  Piano  in  brillanti  e  col  pubblicare  il 
proclama  del  generale  Haynau  alle  sue  truppe  col  quale  quella  belva 
si  congratulava  con  i  suoi  feroci  soldati  delle  opere  da  essi    compiute. 

Che  brutta  fine! 

Vincenzo  Riccio 


Federigo  Verdinois 

Incominciò  tardi  a  scrivere  per  le  stampe;  aveva   tentato  il  teatro 
con  un  certo  successo  ;  a  Salerno  fondò  un  Osservatore  e  «  non  sapendo, 


576  GUIDA   DELLA.    STAMPA.   PERIODICA   ITALIANA. 

ha  scritto  egli  stesso,  con  precisione  come  i  giornali  si  facessero,  lo 
scrivevo  tutto  da  me,  articolo,  corrispondenza,  appendice,  varietà,  scia- 
rada e  via  discorrendo.  Nessuno  lo  lesse.  In  capo  a  2  mesi  contavo  la 
bellezza  di  13  abbonati  ».  Tornò  a  Napoli  e  stampò  un  romanzo  nella 
Palria  di  Pasquale  Turiello;  lo  stampatore  di  Salerno  lo  pagò  vincendo 
un  numero  al  lotto  per  una  combinazione  stranissima  che  egli  stesso  ha 
raccontata  briosamente  nella  Strenna  Album  della  Stampa  del  1881.  Po- 
scia entrò  come  cronista  nell'  Unità  Nazionale  del  Bonghi,  ma  ne  fu 
congedato  dopo  io  giorni  per  poca  capacità. 

Entrato  nel  Gioviale  di  Napoli  a  far  da  critico  drammatico  con 
14  lire  mensili,  dopo  4  mesi  fu  promosso  a  cronista  con  75  lire  e  dopo  un 
anno,  senza  volerlo,  si  trovò  direttore.  Fu  in  quel  tempo  che  entrò  a 
far  parte  del  Fanfiilla  con  lo  pseudonimo  di  Picche. 

Federigo  Verdinois  è  uno  dei  più  geniali,  intelligenti  e  fecondi  gior- 
nalisti napoletani.  Ha  scritto  e  scrive  sempre  articoli  di  critica  letteraria 
ed  artistica,  novelle,  corrispondenze,  ecc.  Ha  collaborato  nel  Corriere  del 
mattino  letterario,  nel  Fanfulla  della  Domenica,  neW Illustrazione  Italiana 
e  Popolare,  nella  Tribuna,  ecc.  Diresse,  o  meglio  scrisse  per  un  anno, 
dalla  prima  all'ultima  colonna,  un  giornale  letterario  :  PzW;^.  Ha  pub- 
blicato pure  un  volume  di  profili,  indovinatissimi,  fra  i  quali  il  proprio. 


GIORNALISMO    PRECOCE 

A  F.  Verdinois. 

A  voi,  che  siete  uno  dei  più  valorosi  cultori  della  letteratura  gior- 
nalistica o  del  giornalismo  letterario,  deve  fare  una  certa  impress'one  il 
pullulamento  che,  da  qualche  tempo,  sta  avvenendo  nel  nostro  bel  paese, 
dove,  con  pari  facilità  spuntano  le  rose  e  le  barbabietole.  Giornali  nascono 
e  muoiono  con  una  frequenza  ed  una  rapidità  prodigiosa. 

Chiunque  ha  qualche  migliaio  di  lire  da  buttar  via  e  vuol  mettersi 
in  evidenza,  cerca  un  titolo  attraente,  —  o  che  a  lui  sembri  tale  —  e 
fonda  un  giornale  letterario,  stampando  nel  primo  numero  un  programma 
rimbombante,  nel  quale  si  dichiara  che  vi  era  un  vuoto  da  riempire  e 
che  il  suo  giornale  è  destinato  a  quest'alta  missione  riempitiva.  Sciorina 
un  elenco  di  collaboratori  ipotetici,  saccheggia  articoli  di  persone  illustri 
da  altri  giornali  di  vecchia  data  e  li  fa  seguire  dai  parti  più  o  meno 
poetici  di  amici  della  redazione. 

Dopo  tre  o  quattro  numeri  il  giornale  non  esce  più  per  mancanza 
di  fondi,  o  di  lettori. 

Il  pubblico  non  si  accorge  nemmeno  di  questa  morte  spietata  e  del 
vuoto  che  hi  lasciato  nel  campo  letterario. 

Ma  r esempio  più  originale  in  questo  genere  è  quello  dei  giornali 
fatti  dai  ragazzi.  Notate,  non  parlo  di  quelli  per  i  raga^^i,  ma  di  queUi 
diretti  e  scritti  da  ragazzi. 

Il  direttore  del  giornale  non  ha  ancora  quattordici  anni.  In  un  mo- 
mento felice  della  sua  esistenza  gli  sorge  nell'animo  il  desiderio  di  fare 


GIORNALISMO   PRECOCE.  577 


un  giornale.  Lo  fanno  tutti  !  Non  ci  dorme  sopra.  Passa  una  notte  agi- 
tatissima.  Sogna  già  il  suo  nome  stampato,  le  ore  passate  in  tipografia, 
il  bollo  di  caout-choiit  per  le  fascette,  il  registro  delle  ricevute.  Ma,  sopra 
tutto,  quello  che  maggiormente  lo  preoccupa  è  il  titolo.  Oh  il  titolo! 
Trovarne  uno  che  sia  tutto  un  programma,  che  faccia  pensare,  che  sia 
gentile,  profumato!  Ah  ecco:  per  esempio,  il  Fuscellino  non  ci  sarebbe 
male;  no,  la  Signorina  è  più  galante,  oppure  V Eco  della  gioventù:  buono 
questo!  sembra  il  vessillo  della  nascente  generazione. 

Finalmente,  trovato  il  titolo  perfetto,  al  futuro  giornalista  paiono 
mille  anni  di  recarsi  a  scuola  per  comunicare  ai  compagni  la  grandiosa  idea. 

I  migliori  alunni  in  lingua  italiana  sono  chiamati  a  far  parte  della 
redazione.  Compresi  dell'alto  apostolato,  si  riuniscono  nel  vestibolo  della 
scuola,  dopo  l'ultima  lezione,  invece  di  andare  a  casa  per  il  pranzo.  Che 
cosa  importa  il  pranzo,  quando  c'è  nell'arte  una  lacuna  da  colmare  ? 

Non  è  più  importante  ed  urgente  di  riempire  il  vuoto  della  lette- 
ratura contemporanea,  che  quello  dello  stomaco?  Si  recano  dal  tipografo 
che  li  accoglie  con  entusiasmo.  I  tipografi  adorano  queste  smanie  precoci 
di  giornalismo.  Stabiliscono  il  formato,  i  caratteri,  il  colore  della  carta, 
variante  fra  le  tinte  più  sfumate  del  burro  o  della  rosa.  Lesinano  sul 
prezzo,  promettendo  un  aumento  dopo  i  primi  successi,  ai  quali  il  tipografo 
pessimista  non  vuole  prestare  fede. 

Al  direttore  del  giornale  è  affidato  il  delicato  incarico  di  presentarsi 
agli  scrittori  illustri  per  chiedere  un  articolo,  o  anche  una  strofa,  un 
pensiero,  una  parola  con  la  sua  firma. 

Quante  volte,  caro  Verdinois,  hanno  salito  le  scale  della  vostra  casa 
ed  anno  bussato  alia  vostra  porta  questi  colleghi  della  stampa,  questi 
Verdinois  in  64.°  del  secolo  futuro  .!*  Come  hanno  sfidato  la  vostra  pazienza? 
Come  avete  fatto  per  convincerli  a  non  seccarvi  ? 

Ma  ne  voi,  né  altri  può  convincere  questi  genii  incompresi  !  Voi 
e  gli  altri  parlate  per  invidia.  La  loro  futura  grandezza  vi  dà  ombra 
troppo  presto  ! 

Ed  essi  vanno  via  rassegnati,  ma  sempre  più  convinti  che  la  loro 
opera  è  necessaria,  indispensabile  alla  povera  umanità. 

È  la  convinzione  degli  apostoli  di  un'idea! 

Finalmente  il  primo  numero  è  pronto. 

Or  ora  è  uscito  dalla  macchina:  cinquecento  copie. 

L  piombo  non  si  scompone.  Potrebbe  esservi  richiesta  superiore  ad 
ogni  aspettativa.  È  sempre  saggio  e  prudente  di  aspettare. 

II  sommario  del  primo  numero  è  svariato,  attraente.  Vi  è  il  pro- 
gramma del  giornale,  firmato:  La  Direzione. 

Una  novella  del  miglior  alunno  di  lingua  italiana,  una  poesia  leopar- 
diana, un  pensiero  di  Bovio,  una  cronaca  delle  novità  letterarie,  una 
fantasia  dedicata  alla  soave  lettrice,  la  Piccola  posta,  in  cui  si  risponde 
sprezzantemente  a  compagni  inesperti  che  hanno  mandato  scritti  destinati 
al  cestino,  una  sciarada  col  premio  della  Tostuma  di  Stecchetti... 

Non  potrebbe  essere  più  abbondante  ! 

Le  prime  copie  si  mandano  in  omaggio  ai  collaboratori  ipotetici  ed 
ai  giornali  cittadini,  perchè  ne  riproducano  il  sommario  —  o  agli  altri 

N.  Bernardini  —  Guida  dtUa  Slampa  periodica  italiana  —  57, 


578  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 

periodici  letterari,  cliiedendo  il  cambio   e,   prima  di  tutti,  al   Fanfulla 
della  Domenica. 

E  perchè  no  ?  La  Signorina  o  il  Pensiero,  o  il  Papavero,  o  il  Fuscellino, 
o  VEco,  o  il  Dante  Alighieri,  o  il  Ga^iettino  verde-pisello  non  sono  anch'essi 
giornali  letterari  settimanali  ? 

Le  altre  copie  si  mandano  ai  rivenditori,  con  l'avvertenza  di  metterle 
bene  esposte,  in  modo  che  si  vegga  la  testa  del  giornale,  appositamente 
incisa  in  legno. 

Poi  vengono  le  critiche,  le  discussioni,  le  promesse,  le  vili  quistioni 
finanziarie,  la  correzione  delle  bozze  di  stampa,  tutto  un  cumolo,  una 
valanga  di  operazioni  e  di  noie.  C  è  un  mondo  di  cose  da  fare  !  La 
grave  missione  del  giornalista  coscenzioso  è  piena  di  triboli  ! 

La  direzione  non  pensa  più  ad  altro.  Ieri  vi  sono  stati  due  zeri  in 
matematica,  uno  per  il  direttore  e  l'altro  per  il  redattore  capo.  Che  importa  ? 

Quel  pedante  di  professore  di  aritmetica  non  sa  a  quale  più  alta 
missione  sono  chiamati  i  suoi  alunni  ! 

Ma  essi  sfidano  le  difficoltà,  le  opposizioni,  le  invidie  dei  letterati, 
le  prime  delusioni,  le  gelosie  degli  altri  giornalisti  —  essi  sfidano  persmo 
l'indifferenza  del  pubblico  che  ha  comperato  solo  dieci  copie  del  primo 
numero  —  e  raccolgono  i  manoscritti  per  comporre  il  secondo. 

Caro  Verdinois,  quanto  volete  scommettere  che  in  questo  anno 
uscirà  un  giornale  redatto  dagli  alunni  dell'Asilo  infantile  e  che  si  occuperà 
del  nuovo  indirizzo  poetico  e  delle  gravi  quistioni  fra  idealismo  e  verismo? 

Credete  di  no?  Ed  io  vi  dico  che  presto  verrà  a  trovarvi  un  bambino 
col  grembialetto  bianco,  condotto  a  mano  dalla  sua  mamma,  il  quale 
vi  passerà  la  sua  carta  di  visita  :  Tal  dei  Tali,  pubblicista  e  direttore  della 
rivista  letteraria:  L' evolti ^ione  psichica. 

Egli  verrà  a  chiedervi  un  articolo,  un  pensiero,  una  parola. 

Siate  prudente!  Non  fate  trapelare  l'invidia  che  egli  vi  susciterà 
nell'animo,  e  dategli  il  vostro  miglior  articolo. 

Onorato  Fava 


Il  Duca  di  San  Donato  giornalista 

Durante  la  rivoluzione  napoletana,  il  Duca  di  Sandonato  riparò  a  Genova,  e  da  Genova  in  Francia  e 
scrisse  su  parecchi  giornali  francesi  sfolgorando  le  infamie  del  governo  di  Ferdinando  IL  Espulso  dalla  Fran- 
cia andò  in  Inghilterra,  poi  in  Piemonte  dove  divenne  collaboratore  dell'  Unione  di  Bianchi-Giovini.  Fondò  poi 
un  gioroale,  Le  Courrier  d' Italie,  che  ebbe  vita  brevissima  a  causa  dei  rigori   del   generale    Espinasse   che   ne 

proibì  l'introduzione  in  Francia. 


PREMim  FONDERIA  DI  CARATTERI 
D.    BACCIGALUPPI    C&    C. 


Vedi  Avviso   speciale   a    pag.    155 


PROVINCIA  DI  NOVARA 


Numero  dei  Comuni:  437  —  Popolazione:  675,926  —  Superficie:  K.  q.  6,614  —  Deputati  della  provincia: 
I.  Ricotti,  Pranzi,  Franzosini,  Cerruti,  Parona.  2.  Ricci,  Curioai,  Trompeo,  Mosca.  3.  Lucca,  Faldella, 
Di  Collobiano. 


L'Avvenire.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, commerciale,  fondato  nel  1880. 
Esce  2  volte  alla  settimana  in  4  pagine. 
Ne  fu  direttore  l'avv.  Attilio  Carotti.  Ab- 
bonamento: anno  L.  5.  Un  numero  5  cen- 
tesimi. Tipografia  Gaddi. 

Novara. 

L'Avvisatore  internazionale.  Giornale 
per  l'industria  della  latta  meccanica  e  la- 
vori in  metalli,  nato  il  15  marzo  1889. 
Esce  il  i."  e  15  d'ogni  mese  in  8  pagine 
in-folio.  Tiratura  5000  copie.  Tipografia 
Brusa  e  Macchi. 

Arona. 

Il  Besoapè  -  Ganelta  novarese.  Giornale 
politico,  cattolico,  nato  nel  1882.  Esce  ogni 
settimana  in  4  pagine  a  3  colonne.  Il  ti- 
tolo di  Bescapè  è  preso  dal  nome  di  un 
vescovo  novarese  vissuto  ai  tempi  di  San 
Carlo  Borromeo,  di  cui  fu  per  molti  anni 
il  braccio  forte.  Abbonamento  :  anno  L.  4, 
sem.  2,50.  Un  numero  0,05.  Tip.  Reina. 

Novara. 

Biella  cattolica.  Giornale  politico,  cat- 
tolico e  d'interessi  privati,  nato  nel  1887. 
Esce  ogni  settimana  in  4  pagine.  Abbo- 
namento :  anno  L.  5.  Un  numero  cent.  io. 

Biella. 

Bollettino  del  Comizio  agrario.  Giornale 
di  agricoltura,  fondato  nel  1808.  Esce  ogni 
mese  in  fascicoli  di  16  pagine.  Si  distri- 
buisce gratuitamente  ai  soci  del  Comizio. 

Novara. 

Bollettino  del  Comizio  agrario.  Organo 
ufficiale  del  sodalizio,  fondato  nel  1876. 
Esce  ogni  mese  in  16  pagine  e  tratta  esclu- 
sivamente di  agricoltura, 

Vercelli. 

Bollettino  del  Comizio  agrario  di  Biella. 
Giornale  agrìcolo,  londato  nel  1 866.  Esce 
Ogni  mese  a  fascicoli  di  12  o  16  pagine 
in-8.°  con  copertina.  Direttore:  Paolo  An- 
toniotti.  Si  distribuisce  gratis  ai  soci  del 
Comizio  e  della  Società  orto-agricola  di 
Biella  e  circondario.  Tipografia  Chiorino. 

Biella. 

Bollettino  del  Comizio  agrario  Ossolano. 
Giornale  agricolo,  fondato  nel  i8ò8.  Esce 
ogni  mese  in  fascicoli  di  16  pagine.  Ab- 
bonamento: anno  L.  3.  Un  numero  0,30. 
Domodossola. 


Bollettino  dell'Associazione  dell'indu- 
stria laniera  italiana.  Giornale  tecnico, 
industriale,  commerciale,  illustrato,  nato 
nel  1887.  Esce  ogni  mese  in  16  pag.  a  2  col. 
Abbonamento:  anno  L.  8.  Un  numero  0,75. 

Biella. 

Bollettino  della  Consociazione  coopera- 
tiva vercellese.  Nato  nel  1886,  esce  ogni 
mese  in  4  pagine  e  contiene  gli  atti  le- 
gali e  le  comunicazioni  ufficiali  delle  so- 
cietà cooperative  consociate. 

Vercelli. 

Corriere  di  Novara.  Periodico  politico, 
amministrativo,  commerciale,  nato  nel  1885. 
Rappresenta  il  partito  monarchico  liberale 
progressista.  Esce  giovedì  e  domenica  in 
4  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  5.  Inser- 
zioni: 3.'  pag.  0,30  la  linea,  4."  pag.  0,15. 
Un  numero  cent.  5.  Ne  è  proprietaria  la 
tipografia  novarese  di  Rizzotti  e  Merati. 
Corso  Garibaldi,  3-5. 

Novara. 

L' Eco  dell'  industria  -  Gaietta  biellese. 
Giornale  politico,  amministrativo,  organo 
degl'  interessi  dell'  industria  laniera  italia- 
na, fondato  nel  1864.  Si  pubblica  2  volte 
la  settimana  in  4  pagine.  Direttore  :  avvo- 
cato cav.  Bracco.  Tira  2000  copie  circa. 
Abbonamento  :  anno  L.  7.  Un  numero  0,05. 

Biella. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Esce 
dal  18Ó6  in  60  e  più  pagine,  2  volte  al 
mese.  Abbonamento:  anno  L.  8. 

Novara. 

Gaudenzio  Ferrari  -  Gaietta  della  Val- 
sesia.  Giornale  politico,  amministrativo, 
fondato  nel  1884.  Si  pubblica  ogni  sabato 
in  4  pagine  a  4  colonne.  Abbonamento  : 
anno  L.  8,  sem.  5,  trim.  3.  Un  numero  0,10. 

Varallo. 

La  Giustizia.  Libro-giornale  popolare, 
nato  nel  1881^.  Esce  2  volte  al  mese  e  si 
propone  la  rivelazione  di  curiosissimi  fatti, 
nuovi  al  mondo,  scoperti  in  manoscritti 
del  XVI  secolo.  Abbonamento  :  anno  L.  4. 

Arona. 

Guida  al  terziario  francescano  nel  se- 
colo. Giornale  cattolico,  nato  nel  1887. 
Esce  ogni  mese  in  32  pagine.  Abbona* 
mento:  anno  L.  2,50,  Un  numero  0,15. 

Novara* 


580 


GUIDA    DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Il  Lavoro.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, organo  delle  società  operaie  e 
cooperative  vercellesi,  fondato  il  15  lu- 
glio 1888.  Si  pubblica  in  4  pagine,  for- 
mato 0,39^0,27.  -  Abbonamento:  anno 
L.  4,50.  Via  Monte  di  Pietà,  5. 

Vercelli. 

Il  Monte  Uosa  -  Gaietta  della  Valsesia. 
Giornale  politico,  arammistrativo,  lettera- 
rio, nato  nel  1861.  Esce  ogni  sabato  in  4 
pagine  a  j  colonne.  Proprietario-gerente: 
Aldo  Colleoni.  Abbonamento:  anno  L.  8, 
sera.  5,  irim.  3.  Un  numero  io  centesimi. 

Farallo. 

Il  Museo  storico  ed  artistico  valsesiano. 
Pubblicazione  di  storia  ed  arte,  fondata 
nel  1883.  Esce  ogni  mese  in  ló  pagine 
illustrate.  Abbonamento:  anno  L.  8  per 
ciascuna  serie.  Un  fascicolo  L.   i. 

Farallo. 

La  Nuova  Vercelli.  Giornale  politico, 
amministrativo,  moderato,  fondato  nel  1880. 
Si  pubblica  il  martedì,  venerdì  e  dome- 
nica in  4  pagine  a  4  colonne.  Tira  800 
copie.  Ha  programma  liberale  e  si  occupa 
di  politica  e  di  cose  amministrative.  Ab- 
bonamento: anno  L.  9,  sera.  5,  trim.  2,75. 
Inserzioni:  25  centesimi  la  linea.  Un  nu- 
mero cent.  5.  Corso  Carlo  Alberto,  47. 

Vercelli. 

L'Operaio  biellese.  Giornaletto  politico, 
monarchico-liberale,  amministrativo,  com- 
merciale, nato  nel  18Ò2.  Esce  ogni  setti- 
mana in  4  pagine  a  4  colonne  in  Creva- 
cuore,  centro  della  Valle  Sessera,  una  delle 
più  industri  regioni  d'Italia.  Tiratura  3800 
copie.  Direttore:  Giacomo  Perino.  Abbo- 
namento: anno  L.  4,  sem.  2,50  -  Unione: 
anno  L.  6,  sem.  3,50.  Inserzioni:  4.*  pa- 
gina 0,25,  3.*  pagina  0,50.  Un  numero  0,10. 

Crevacuore. 

11  Pietro  Micca.  Giornale  del  circonda- 
rio di  Biella,  nato  il  20  settembre  1888. 
Esce  ogni  domenica  in  4  pagine  a  4  co- 
lonne, formato  0,48  x  0,32.  Tiratura  iioo 
copie.  Direttore:  avv.  P.  O.  Angiono.  Ab- 
bonamento: anno  L.  5.  Un  numero  5  cen- 
tesimi. Via  Umberto,  23. 

Biella. 

La  Rivista  agraria.  Giornale  di  agri- 
coltura, tondato  nel  1884.  Esce  ogni  mese 
in  fascicoli  di  16  pagine,  ed  è  organo  del 
Comizio  agrario  di  Varallo.  Si  distribuisce 
gratis  ai  soci  del  Comizio.  Abbonamento: 
anno  L.  2.  Un  numero  20  centesimi. 

Varallo. 

Bavoiat  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, fondato  nel  1885.  Esce  ogni  settimana 
in  4  pagine  e  rappresenta  il  partito  mo- 
narchico-iiberale-moderato  della  città  e 
provincia.  Abboaamemo:  anno  L.  4.  Un 


numero  5  centesimi.  Tip.  Fratelli  Miglio. 

Novara. 

La  Sesia.  Giornale  in  origine  ebdoma- 
dario, di  carattere  essenzialmente  locale, 
fondato  per  azioni  1*8  gennaio  1871  dal 
partito  liberale  vercellese.  Gli  azionisti  ne 
affidarono  la  direzione  a  Cesare  Faccio, 
il  quale  la  tenne,  salvo  una  lacuna  (dal 
marzo  1871  al  febbraio  1872),  fino  al  gen- 
naio del  1881,  in  cui  la  Sesia,  diventata 
organo  dell'associazione  liberale  progres- 
sista, ampliò  il  formato  e  divenne  triset- 
timanale  sotto  la  direzione  del  cav.  Luigi 
Pietracqua  il  quale  avendo  abbandonato 
l'ufficio,  questo  fu  riassunto  e  tenuto  dal 
Faccio  fino  al  marzo  del  1887,  epoca  in 
cui  l'associazione  progressista,  essendosene 
egli  ritirato,  chiamava  a  sostituirlo  l'at- 
tuale direttore  avv.  Flaminio  Fumo.  Si 
pubblica  martedì,  venerdì  e  doraenica'in  4 
pagine.  Tiratura  800  copie.  Abbonamento: 
anno  L.  5,  sem.  5.  Inserzioni:  50  cente- 
simi il  centimetro  quadrato  in  4.'  pjgina. 
Un  numero  5  centesimi.  Tip.  dell'  Erra. 

Vercelli. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Fondato  nel  187Ó,  esce  2  volte 
alla  settimana  e  contiene  gli  annunzi  le- 
gah  amministrativi.  Abbonamento  :  anno 
L.   IO.  Un  numero  20  centesimi. 

Novara. 

Il  Toce.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, nato  nel  1880.  Esce  ogni  sabato  in  4 
pagine  a  3  colonne.  Ha  per  motto:  Pro- 
giesso.  Si  occupa  più  specialmente  d'inte- 
ressi locali,  di  commercio  e  d'industrie. 
Abbonamento:  anno  L.  5,  sem.  3,50.  Un 
numero  io  centesimi. 

Fallatila. 

La  Valsesia.  Giornale  politico,  ammi- 
nistrativo, settimanale,  di  piccolo  formato, 
fondato  nel  1877.  Esce  in  4  pagine  a  3 
colonne.  Abbonamento:  anno  L.  6,  seme- 
stre 4,50,  trimestre  2,50. 

Varallo. 

La  Vedetta.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, nato  nel  1886.  Esce  ogni  setti- 
mana in  4  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  4.  Un  numero  io  centesimi. 

Intra. 

La  Voce  del  Lago  Maggiore  e  dell'  Os- 
sola. Giornale  politico,  amministrativo,  na- 
to il  3  gennaio  1865.  Esce  ogni  martedì 
e  venerdì  in  4  pagine  a  4  colonne.  Ha 
una  discreta  diffusione,  perchè  è  redatto 
con  molta  cura  ed  è  l'unico  giornale  che 
esista  neir  Ossola.  Tira  1000  copie.  Abbo- 
namento: anno  L.  io,  sem.  5,50,  trira.  3  - 
Unione;  anno  L.  15,  sem.  8,  trira.  4,50. 
Inserzioni:  20  centesimi  la  linea, 

Intra, 


PROVINCIA  DI  NOVARA,  58l 


Giornali  cessati: 

—  L'Allievo  ragioniere,  quindicinale,  n.  1880,  direttore  G.  Massa. 

—  Il  Biscottino,  umoristico,  settimanale,  n.   1885  a  Novara, 

—  La  Boje,  socialista,  n.  1885  a  Vercelli. 

—  Bollettino  d' inserzioni,  quindicinale,  n.   1887  a  Biella. 

—  La  Concordia,  educativo,  quindicinale,  n.  1884  a  Novara,  direttore  prof.  C.  Paoli. 

—  Il  Corriere  biellese,  politico,  settimanale,  n.  1876  a  Biella,  direttore   Carlo  lacazio. 

—  Cronaca  aronese,  amministrativo,  settimanale,  n.  1884  ad  Arona. 

—  L' Educatore  cattolico,  settimanale,  n.  a  Novara. 

—  L' Educatore  israelita,  n.  1853  (vedi  pag.  256), 

—  La  Fratellania  artigiana,  democratico,  settimanale,  n.  1888  a  Vercelli. 

—  L' Indicatore  agricolo-commerciale,  mensile,  n.   1884  a  Vercelli, 

—  L' Indipendente  verhanese,  amministrativo,  settimanale,  n.  1885  a  Intra. 

—  La  Libertà,  amministrativo,  bisettimanale,  n.   1884  a  Novara. 

—  La  Metropoli  eusebiana,  cattolico,  1875- 1889  a  Vercelli. 

—  La  Nuova  Intra,  amministr.,  bisettim.,  n.  1887  a  Intra,  direttore  F.  Cagnani;  3  mesi. 

—  L' Opportuno,  amministrativo,  progressista,  n.  188 J  a  Vercelli. 

—  L'  Osservatore  cattolico  biellese,  settimanale,  n.  1883;  mutò  titolo  in  Oropa. 

—  Pierrot,  giornaletto  dei  tanciulli,  settimanale,  n.   1885  a  Vercelli. 

—  Il  Prealpino,  monitore  del  Verbano,  amministrativo,  bisettimanale,  1884-89,  Arona. 

—  Il  Progresso,  politico,  n.  a  Vergano,  direttore  Mario  Bellini. 

—  Il  Ragioniere,  settimanale,  n.  1879  ^  Novara,  direttore  G.  Massa. 

—  Rivista  di  niatemalica  elementare,  mensile,  n.  1874  a  Novara,  direttore  prof.  F.  Gastaldi. 

—  Rivista  orticola,  n.  1SÒ7  a  Pallanza,  mensile,  direttore  Enrico  Rovelli. 

—  Sancio  Pancia,  umoristico,  bimensile,  n.   1885  a  Vercelli. 

—  La  Sveglia,  democr.,  sett.,  n.  1881  a  Biella,  redatto  da  P.  O.  Angiono  e  L.  Guelpa. 

—  La  Valsessera,  amministrativo,  quindicinale,  n.  1 88 1  a  Coggiola,  direttore  G.  Ferino. 

—  La  Verità,  amministrativo,  settimanale,  n.   1887  a  Vercelli. 

—  Lo  Svegliarino,  settimanale,  n.  1882  a  Pallanza,  direttore  R.  Giambattistelli. 

X 

Qualche  tempo  prima  del  1848  Giovacchino  De  Agostini,  liberale  piemontese, 
fondò  a  Vercelli  il  Vessillo  d' Italia,  quasi  tutto  da  lui  scritto,  ed  in  cui  non  faceva 
lode  agli  amici  ed  a  quanti  destavano  le  sue  simpatie.  Egli  colla  stampa  e  coli' in- 
segnamento propugnò  sempre  la  causa  del  progresso  e  dell'indipendenza  italiana. 

—  Luigi  Guala  di  Vercelli,  prima  del  1856  scrisse  con  Tommaso  Villa  e  Cesare 
Faccio  il  Gojjredo  Mameli,  giornale  stampato  in  carta  verde  e  rosseggiante  del  colore 
politico  più  vivo.  Con  Medoro  Savini  poi  scrisse  1' £i'a  r«ien/a,  giornale  compilato  da 
sole  donne,  come  diceva  il  manifesto;  poi  la  Sfinge  col  Piola  e  con  altri. 


GRANDE  FABBRICA  NAZIONALI'  DI  MAITHINE  TIPOGRAFICHE 

NORBERTO  ARBIZZONI,  MONZA 

Premiato  anche  dal  R.  Ministero  d'Agricoltura,  Industria  e  Commercio 


Macchina  a  reazione  per  giornali. 
p^  Vedi  Avviso  speciale  a  pag.  16  ■'«B 


PROVINCIA  DI  PADOVA 


'Njumero  dei  Comuni:   103  —  'Popolazione :   397,762  —  Superficie:  K.  q.  2,063  —  "Deputali  della  provincia! 
I,  Luzzatti,  Cittadella,  Maluta.  2.  Romanin-Jacour,  Chinaglia,  Tenani. 


Atti  e  memorie  della  B.  Accademia  di 
scienze,  lettere  ed  arti  in  Padova.  Si  pub- 
blicano sia  dall'anno  13^9,  in  volumi  di 
oltre  400  pagine  in-8.°  -  Contengono  la- 
vori di  tutti  gli  accademici  e  sono  pub- 
blicati dal  segretario  per  le  scienze,  An- 
tonio comm.    Favaro.  Tip.  G.  B.  Randi. 

Padova. 
Bollettino  dell'  Associazione  popolare 
«  Savoja  »  e  delle  istituzioni  di  previ- 
denza della  provincia  di  Padova.  Nato 
nel  iS6ó,  esce  ogni  15  giorni  in  S  pagine 
a  2  colonne.  Abbonamento  :  anno  L.  i. 
Via  Maggiore,  699. 

Padova. 

Bollettino    di   bachicoltura.    Giornale 

speciale  dell'arte  di  allevare  i  bachi,  nato 

nel  iV<'j4.  Esce  ogni  mese  in    16  pagine. 

Abbonamento:  anno  L.  5. 

Padova. 
Bollettino  mensile  della  Società  gene- 
rale di  mutua  assicurazione  a  quota  fissa 
contro  i  danni  della  grandine  e  dell'in- 
cendio, fondata  in  Padova  l'anno  1875. 
Nato  nel  maggio  del  1880,  esce  in  »  pa- 
gine ia-4.°  e  si  distribuisce  gratis.  Diret- 
tore: Luigi  Carisi.  Via  Falcone,  1200. 

Padova. 
La  Cooperazione  rurale.  Periodico  nato 
il  15  gennaio  1885  e  dedicato  alla  ditìu- 
sione  delle  Casse  di  prestiti,  Circoli  agri- 
coli e  altre  istituzioni  cooperative  e  di  pre- 
videnza nelle  campagne,  e  di  cui  pubblica 
gii  atti  e  le  comunicazioni.  Il  periodico  è 
stato  istituito  ed  è  diretto  da  C.  WoUem- 
borg.  Esce  il  15  d'ogni  mese  in  26  pagine 
in-8.°  con  copertina.  Vi  scrivono:  F.  W. 
Raitfeisen,  E.  De  Laveleye,  P.  von  Do- 
brauszky,  F.  Vigano,  G.  A.  Ottavi,  ecc. 
Redattore  responsabile:  dott.  V.  A,  Tat- 
tara.  Abbonamento:  anno  L.  5,  estero  6. 
Un  numero  60  centesimi.  Via  Selciato  del 
Santo,  4367. 

Padova. 
L'Euganeo.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, quotidiano,  nato  nel  1882,  dopo 
la  cessazione  dell'antico  e  reputato  Gior- 
nale di  Padova.  Il  i.°  numero  di  quest'ul- 
timo giornale  fu  pubblicato  il  2  settem- 
bre 1866.  Fondato  dal  cav.  Francesco  Sac- 
chetto, ne  assumevano  la  direzione  distinte 


persone  della  città.  Più  tardi  veniva  affi- 
data al  cav.  Francesco  Beltrame.  Nel  1882, 
costituitasi  una  società  per  azioni,  il  gior- 
nale prese  il  nome  di  Euganeo  e  la  dire- 
zione fu  assunta  prima  da  Arturo  Colautti, 
e  poi  dal  cav.  Cesare  Gueltrini  (i),  dal 
quale  passava  nuovamente  al  cav.  France- 
sco Beltrame,  ex  capitano  dell'esercito,  vec- 
chio e  provato  patriota.  Il  giornale  sostenne 
sempre  i  principii  della  libertà  con  l'or- 
dine. Abbonamento:  anno  L.  24,sem.  12,50, 
trim.  6,50.  Inserzioni:  4.'  pagina  25  cen- 
tesimi la  linea.  Via  Spirito  Santo. 

Padova. 

Il  Foglietto  della  domenica.  Periodico 
religioso,  popolare,  nato  nel  1873.  Esce 
in  4  pagine  a  2  colonne  ed  è  munito  di  un 
breve  di  Pio  IX.  Direttore:  prof.  D.  Carlo 
Sartori.  Abbonamento:  anno  L.  1,52.  Ti- 
pogralìa  del  Seminario. 

Padova. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Nato 
nel  1667  per  la  pubblicazione  degli  atti 
amministrativi,  esce  2  volte  al  mese  in  16 
pagine.  Si  distribuisce  gratis  ai  comuni. 

Padova. 

Guida  del  pollicultore.  Periodico  per 
gli  allevatori  di  animali  da  cortile,  nato 
il  i."  gennaio  1889.  Esce  2  volte  al  mese 
in  16  pagine  in-iò."  con  copertina,  ricca- 
mente illustrato.  È  organo  speciale  per 
l'apistica,  avicoltura,  piscicoltura,  caccia,  ec. 
Tira  12000  copie.  Direttore:  Azzo  Tol- 
mani.  Proprietario  :  I.  Mazzon.  Abbona- 
mento: anno  L.  4,  sem.  2,50, 

Villa/tanca  Padovana. 

Interessi  italiani.  Giornale  commercia- 
le, industriale  ed  agricolo,  nato  nel  gen- 
naio 1883.  Esce  2  volte  al  mese  in  8  pa- 
gine a  3  colonne  e  si  occupa  di  borse, 
società,  banche,  ferrovie,  ecc.  -  Abbona- 
mento: anno  L.  6.  Inserzioni:  L.  3  la  li- 
nea, dopo  la  firma  del  gerente  0,30.  Via 
Musaragni,  1196. 

Padova. 

L'Operaio.  Periodico  settimanale,  poli- 
tico, amministrativo,  in  4  pagine,  nato  nel 


(i)  Il  Gueltrini,  creato  cavaliere  a.  i6  anni,  era  gior- 
nalista intelligentissimo  e  intransigente.  Costretto  a  la- 
vorare per  vivere,  nel  gennaio  del  1BS9  si  suicidò. 


PROVINCIA   DI    PADOVA. 


583 


novembre  1889.  Abbonamento:  anno  L.  3, 
sera.  1,50.  Via  Gigantessa,  1280. 

Padova. 

La  Palestra  di  Padova.  Giornale  di  gin- 
nastica, nato  nel  1883.  Esce  ogni  mese  in 
4  pagine,  ed  è  organo  ufficiale  del  Club 
di  scherma  e  ginnastica  di  Padova.  Diret- 
tore: Federico  Cesarano.  Abbonamento: 
anno  L.  2. 

Padova. 

Pubblicità  commerciale.  Giornale  trime- 
strale per  le  famiglie,  della  ditta  Antonio 
Vescovi,  nato  il  i  "  luglio  1889.  Esce  in 
4  pagine,  formato  0,43^^0,30,  e  si  spedi- 
sce a  chi  lo  richiede.  Via  S.  Giorgio,  1071. 

Padova. 

Il  Raccoglitore.  Rivista  di  agricoltura, 
economia  rurale  e  scienze  affini,  nata  nel 
1878.  È  organo  del  Comizio  agrario  di 
Padova.  Esce  ogni  15  giorni  in  16  pagine 
illustrate.  Direttore:  ing.  V.  Nicoli.  Abbo- 
namento: anno  L.  5.  Un  numero  cent.  25. 

Padova. 

Rivista  di  mineralogia  e  cristallografia 
italiana.  Nata  nel  18.S7,  esce  ogni  mese 
in  16  pagine  con  tavole  litografate  e  in- 
cisioni. Direttore:  prof.  R.  Panebianco. 
Abbonamento:  anno  L.  io,  sem.  5.  Tipo- 
grafia Fratelli  Salmin. 

Padova. 

La  Salute.  Periodico  medico,  popolare, 
nato  nel  luglio  1889,  Esce  ogni  mese  in 
4  pagine,  formato  0,30x0,20.  Direttore: 
dott.  Pietro    Cogo.   Abbonamento:    anno 


L.  I.  Un  num.  0,05.  Piazza  del  Santo,  3950. 

Padova. 

La  Specola.  Giornaletto  politico,  reli- 
gioso, nato  nel  1882  e  pubblicato  a  cura 
del  Comitato  diocesano  per  l'opera  dei 
congressi  cattolici  in  Italia.  Esce  ogni  sa- 
bato in  4  pagine  a  4  colonne.  Abbona- 
mento: anno  L.  4,  sem.  2,  trim.   i. 

Padova, 

Lo  Stenografo.  Giornale  dell'arte  steno- 
grafica, fondato  il  15  ottobre  1867  dal- 
l'avv.  Leone  Bolaffio.  É  il  più  antico  gior- 
nale stenografico  d'Italia,  ed  è  organo  della 
prima  società  stenografica  italiana.  Diret- 
tore: avv.  Ambrogio  Negri.  Esce  ogni 
me<;e  in  8  pagine  in-8.''  -  Abbonamento  : 
anno  L.  2,50;  col  supplemento  stenogra- 
fico L.  5. 

Padova. 

Lo  Studente.  Giornale  letterario. 

Padova. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Nato  nel  1876,  esce  2  volte 
la  settimana  in  un  numero  indeterminato 
di  pagine  e  contiene  gli  annunzi  legali  am- 
ministrativi.   Abbonamento:    anno  L,  15, 

Padova. 

Il  Veneto.  Corriere  di  Padova,  politico, 
amministrativo,  nato  il  24  aprile  1888.  Esce 
ogni  giorno  in  4  pag  ,  formato  0,43  x  0,33. 
Direttore:  co.  F.  G.  Zon.  Abbonamento: 
anno  L.  22,  sem.  12,  trim.  6,50.  Un  nu- 
mero 5  centesimi.  Via  Gigantesca,  1331. 

Padova. 


Giornali  cessati: 

V Avvenire,  politico,  n.  1870  a  Padova, 

Il  Bacchiglione,  politico,  democratico,  quotidiano,  n.  1871  a  Padova;  fu  diretto  da 
Vittorio  Podrecca  prima,  poi  da  F,  P.  Erizzo.  Fu  sostituito  dal  Veneto  (vedi). 
Il  Birichino,  umoristico,  settimanale,  n.   1873  ^  Padova. 
Bollettino  della  Società  veneto-trentina  di  sciente  naturali,  n.  1872  a  Padova. 
L'Eco  dei  giovani,  letterario,  bimestrale,  n,  1872  a  Padova. 

V Educatore  popolare,  democr.,  settimanale,  n.  1867  a  Padova,  direttore  A.  Maleraan. 
Giornale  commerciale  di  pubblicità,  mensile,  1888-89,  Padova. 
Giornale  degli  eruditi  e  curiosi,  letterario,  n.   1882  a  Padova, 
Il  Globo,  politico,  finanziario,  n.   1884  a  Padova, 
La  Lira,  teatrale,  n.  1884  a  Padova. 
Notarisia,  scientifico,  trimestrale,  n.  a  Padova. 
Padova  cattolica,  settimanale,  n.  188 1,  direttore  dott.  Pietro  Cogo. 
La  Penisola,  politico,  bisettimanale,  n.  1885  a  Padova. 
La  Regione  veneta,  organo  di  pubblicità,  settimanale,  n.   1889  a  Padova. 
Il  Risveglio,  democratico,  n.   1882  a  Padova,  direttore  avv.  M.  Fanoli. 
Il  Santo  di  Padova,  cattolico,  mensile,  n.  1885,  direttore  sac.  Locatelli. 
Sempre  avanti!!!,  politico,  bisettimanale,  1870-71,  Padova. 
La  Sentinella,  politico,  quotidiano,  n.  1884  a  Padova. 

La  Sfinge  d  Antenore,  rebus  e  sciarade,  mensile,  n.  1882  a  Villafranca  Padovana. 
Il  Timido,  letterario,  umoristico,  settimanale,  n,  1887  a  Padova, 
Ugo  Foscolo,  letterario,  mensile,  n.  1885  a  Padova, 


PROVINCIA  DI  PALERMO 


'Njumero  dei  Comuni:  76  —  'Popolazione:  699,151  —  Superficie:  K.  q.  5,142  —  'Deputati  della  provincia: 
I.  Indelicato,  Cuccia,  Crispi,  Puglia,  G.  Amato-Pojero.  2.  Finocchiaro,  Chiara,  Figlia.  3.  Palizzolo, 
Di  Bauciaa,  Levante. 


L'Amico  del  popolo.  Giornale  politico, 
amministrativo,  nato  nel  1860.  Esce  ogni 
giorno  in  4  pagine;  ha  grande  diffusione 
essendo  giornale  antico,  umoristico  e  re- 
datto, in  parte,  in  dialetto  siciliano.  In 
politica  appartiene  alla  sinistra.  É  diretto 
da  Michele  Serra  Caracciolo.  Tira  da  i  a 
2  mila  copie.  Abbonamento:  anno  L.  18. 
Un  numero  5  centesimi. 

Palermo. 

L'Annunziatore.  Giornale  commerciale 
e  di  pubblicità,  nato  il  30  dicembre  1888. 
Esce  ogni  settimana  in  4  pagine,  formato 
0,43  ;^o,32.  Abbonamento:  anno  L.  3.  Un 
numero  cent.  5.  Via  Emerico  Amari,  35. 

Palermo. 

Archivio  per  lo  studio  delle  tradizioni 
popolari.  Ottima  pubblicazione,  graditis- 
sima non  solo  ai  cosi  detti  folk-loristi,  ma 
anche  a  quanti  si  occupano  di  filologia 
romanza  e  in  ispecie  di  dialettologia  ita- 
liana. Esce  ogni  3  mesi  in  160  pagine;  è 
nata  nel  1882  ed  è  diretta  dal  dott.  G.  Pi- 
trè  e  Salomone-Marino.  -  Abbonamento: 
anno  L.  14.  Un  fascicolo  L.  i.  Editore: 
Carlo  Clausen. 

Palermo. 

Archivio  storico  siciliano.  Pubblicazione 
periodica  fondata  nel  l'Syó  per  cura  della 
Società  paleografica  di  Palermo.  Esce  4 
volte  all'anno  in  fascicoli  di  128  a  156 
pagine.  Ora  è  organo  della  Società  sici- 
liana di  storia  patria.  Vi  scrivono  :  R.  Star- 
rabba,  S.  Cusa,  V.  Di  Giovanni,  ecc.  - 
Editore:  Lao.  Abbonamento;  anno  L.  12. 

Palermo. 

L'Arco.  Giornale  politico,  cattolico,  nato 
nel  1884.  Esce  ogni  settimana  in  4  pagine. 
Abbonamento:  anno  L.  3,25.  Un  num.  0,05. 

Palermo. 

L'Arte  decorativa  illustrata.  Periodico 
artistico,  nato  il  15  settembre  1888.  Esce 
ogni  mese  in  8  pagine  in-folio  figurate. 
Direttore:  Giuseppe  Pepe.  Abbonamento: 
anno  L.  6.  Via  Cintorinai,  62. 

Palermo. 

Atti  del  Collegio  degli  ingegneri  ed 
architetti  di  Palermo.  Pubblicazione  nata 
nel  1878,  riguardante  esclusivamente  ma- 
terie d'architettura,  ingegneria  e  matema- 
tica. Esce  da  2  a  4  volte   all'anno  in  fa- 


scicoli illustrati  di  un-  numero  variabile  di 
pagine.  Si  dà  gratis  ai  soci  ordinari  e  ai 
soci  corrispondenti  ;  agli  estranei  costa 
da  2  a  4  lire  il  fascicolo.  Porta  Felice, 
Piazzetta  S.  Spirito,  2. 

Palermo. 

Atti  dell'Accademia  Heale  di  scienze, 
lettere  ed  arti.  Pubblicazione  scientifica, 
nata  nel  1845.  Esce  ogni  203  anni  a  volumi 
di  250  a  300  pagine.  Vi  scrivono:  profes- 
sor G.  Cacciatore,  S.  Reyes,  avv.  G.  B.  Rus- 
so, prof.  G.  Bozzo,  ecc.  -  Non  si  vende 
a  numeri.  Ai  soci  dell'Accademia  si  distri- 
buisce gratis.  (V.  Bollettino  della  R.  Acca- 
demia di  sciente,  lettere  ed  arti). 

Palermo. 

L'Avvenire  educativo.  Rivista  di  peda- 
gogia e  didattica,  nata  nel  1886.  Esce  ogni 
settimana  in  32  pagine  in-8.°  grande  a  2 
colonne,  con  illustrazioni.  Ogni  fascicolo 
ha  8  pagine  di  didattica  pel  corso  elemen- 
tare completo  e  per  le  scuole  rurali  e  8 
di  atti  ufficiali,  cronaca,  ecc.  -  Pubblica 
interessanti  articoli  sulle  questioni  più  gravi 
che  riguardano  la  scuola,  il  lavoro  ma- 
nuale, ecc.  -  Direttore:  prof.  Gabriele  Ga- 
brielli (Asmodeo).  Redattore  capo:  Salva- 
tore Raccuglia  (Aporema).  Abbonamento: 
anno  L.  7,50,  sera.  4,50,  trim.  2,50  -  Este- 
ro: anno  L.  io.  Libreria  Sandron,  Corso 
Vittorio  Emanuele,  324. 

Palermo. 

L'Avvenire  librario.  Periodico  della  li- 
breria italiana  e  stranieia  Remo  Sandron 
di  Palermo.  Esce  ogni  3  mesi,  dall'otto- 
bre 18S9,  in  24  pagine  in-8.°  -  Corso 
Vittorio  Emanuele,  324. 

Palermo. 

L'Avvisatore  marittimo.  Giornale  di 
commercio  e  navigazione,  nato  nel  1868. 
Esce  tutti  i  giorni  in  2  pagine.  Abbona- 
mento: anno  L.  36.  Non  si  vende  a  nu- 
meri separati. 

Palermo. 

Bollettino  del  Comizio  agrario  circon- 
riale  di  Cefalù.  Nato  nel  marzo  1889,  esce 
l'ultimo  di  ogni  mese  in  16  pagine  in-S.° 
Abbonamento:  anno  L.  3.  Un  numero  30 
centesimi.  Corso  Ruggiero,  loi. 

Cefalù. 

Bollettino  della  Biblioteca  nazionale  di 


PROVINCIA   DI   PALERMO, 


585 


Palermo.  Nato  nel  marzo  1889,  esce  a  fa- 
scicoli trimestrali  di  circa  40  pagine  ia-8.° 
in  edizione  di  soli  250  esemplari.  Tip.  Lao. 

Palermo. 

Eellettino  della  H.  Accademia  di  scien- 
ze, lettere  ed  arti.  Supplemento  agli  Atti 
dell'  Accademia  Reale  di  sciente,  lettere  ed 
arti  (vedi),  nato  nel  1884.  Esce  ogni  2 
mesi  in  16  pagine  e  contiene  i  verbali  del- 
l'Accademia, bibliografie,  ecc.  -  Si  dispensa 
gratis  ai  soci. 

Palermo. 

Bollettino  meteorologico.  Nato  nel  1880, 
esce  per  cura  del  R.  Osservatorio  Valverde, 
centrale  della  provincia. 

Palermo. 

Bollettino  ufficiale  della  Camera  di  com- 
mercio ed  arti.  Giornale  commerciale,  nato 
nel  1887.  Esce  ogni  mese  in  16  pagine. 
Abbonamento:  anno  L.  6. Un  numero  L.  i. 

Palermo. 

Il  Caperai  terribile.  Giornale  politico, 
amministrativo,  teatrale,  nato  il  i.°  gen- 
naio 1887.  Esce  ogni  settimana  in  4  pa- 
gine, formato  0,39^0,25.  Nel  novembre 
del  1889  fra  il  direttore  del  cessato  gior- 
nale la  Forbice,  Danna,  e  il  direttore  del 
Caporale,  signor  Zitello,  avvenne  un  duello 
alla  pistola,  per  polemiche  giornalistiche. 
Il  Danna  rimase  ucciso  al  quarto  colpo.  Il 
Caporal  terribile  non  fa  abbonamenti.  Un 
numero  5  centesimi.  Tipografia  Giannone. 

Palermo. 

Circolo  giuridico.  Rivista  di  giurispru- 
denza e  legislazione,  nata  nel  1870.  Esce 
ogni  mese  in  80  pagine.  Direttore:  Luigi 
Sampolo.  Vi  scrivono  i  soci  del  Circolo 
omonimo.  Tira  750  copie.  Abbonamento: 
anno  L.  16.  Un  fascicolo  L.  2.  Tip.  Virzi. 

Palermo. 

Comizio  agrario.  Pubblicazione  di  ma- 
terie agricole,  nata  nel  1868.  Esce  ogni  3 
mesi  in  56  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  8.  Non  si  vende  a  numeri  separati. 

Palerì)io. 

Diogene.  Giornale  scientifico,  letterario, 
nato  nel  1858.  Esce  ogni  settimana  in  4 
pagine  a  3  colonne,  diretto  da  Mariano 
Sansone  fu  Paolo.  Tiratura  1400  copie. 
Abbonamento:  anno  L.  26. 

Palermo. 

Diritto  e  giustizia.  Organo  della  società 
omonima;  giornale  politico,  amministra- 
tivo, artistico,  letterario,  nato  il  20  mag- 
gio 1886.  Esce  in  4  pag.,  form.  0,44  x  o,  3 1 . 
Direttore  :  L.  Garofalo.  Abbonamento:  anno 
L.  8.  Un  numero  cent.  5.  Tip.  S.  Costa. 

Palermo. 

L' Eco  delle  provinole  -  Corriere  di  Si- 
cilia. (Vedi  provincia  di  Roma.) 


L'Eco  della  marina.  Organo  delle  so- 
cietà di  mutuo  soccorso  marittime  confe- 
derate, nato  il  i.°  luglio  1889.  Esce  in  4 
pagine  a  3  colonne.  Direttore:  Pietro  La 
Commare.  Abbonamento:  anno  L.  1,50, 
Via  Borgo  S.  Lucia,  242,  p.  p. 

Palermo. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano uiBciale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi,  nato  nel  1871.  Esce 
ogni  mese  in  28  pagine  circa.  Abbona- 
mento: anno  L.  24.  Un  fascicolo  L.  2. 

Palermo. 

Gazzetta  municipale.  Giornale  di  am- 
ministrazione e  statistica,  nato  nel  1871, 
Esce  ogni  is  giorni  in  16  pagine  ed  è 
organo  ufìfìciale  del  municipio  di  Palermo. 
Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  numero  io 
centesimi.  Tipografia  Amenta. 

Palermo. 

Giornale  di  scienze  naturali  ed  econo- 
miche. Pubblicazione  scientifica  periodica, 
fatta  per  cura  della  Società  di  scienze  na- 
turali ed  economiche  di  Palermo.  Esce  in 
fascicoli  di  oltre  100  pagine  in-4.°  -  Vi 
scrivono  :  dott.  G.  di  Stefano,  dott.  P.  Car- 
dani, A.  Ricco,  C.  Zona,  M.  Lojacono, 
G.  de  Lisa,  G.  G.  Gemmellaro,  ecc.  -  Ti- 
pografia Amenta. 

Palermo. 

Giornale  di  Sicilia.  Periodico  politico, 
fondato  nel  1861  per  succedere  al  Gior- 
nale ufficiale  di  Sicilia.  Esce  ogni  giorno 
in  4  pagine  a  5  colonne  e  tira  da  14  a 
18000  copie.  Fa  due  edizioni,  una  alla 
sera  e  una  alla  mattina.  È  il  primo  e  più 
importante  giornale  della  Sicilia.  Direttore: 
Girolamo  Ardizzone,  che  nel  1840  aveva 
fondato  a  Palermo  l' Osservatore,  giornale 
letterario,  e  nel  1862  aveva  diretto  il  Gior- 
nale ufficiale  di  Sicilia.  II  Giornale  di  Sici- 
lia è  redatto  molto  bene  specialmente  nella 
parte  che  riguarda  telegrammi  e  informa- 
zioni. Il  Giornale  ha  tipografia  propria.  Ab- 
bonamento: anno  L.  24,  sem.  12,  trim.  6  - 
Unione  postale:  anno  L.  26,  sem.  18, 
trim.  9.  Inserzioni:  0,25  la  linea  da  7  punti. 
Un  numero  5  centesimi.  Via  Macqueda,  21. 

PalerìHO. 

Giornale  ed  atti  del  Comizio  agrario. 
Periodico  di  agricoltura,  nato  nel  1868. 
Esce  2  volte  al  mese  in  56  pagine.  Ab- 
bonamento :  anno  L.  8.  Non  si  vende  a 
numeri  separati. 

Palermo. 

Giornale  ed  atti  della  Società  di  accli- 
matazione e  agricoltura  di  Sicilia.  Perio- 
dico di  agraria,  pastorizia  ed  economia  ru- 
rale, nato  nel  1861.  Esce  ogni  2  mesi  in 
fascicoli  in-8.''   con   illustrazioni.  Vi  scri- 

*     37 


586 


GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


vono  i  soci  della   Società.  Si  distribuisce 
gratis  ai  soci.  Tip.  Giovanni   Lorsnaider. 

Palermo. 

Giornale  ed  atti  della  Società  italiana 
di  economia  politica.  Pubblicazione  nata 
nel  1S75.  Si  occupa  esclusivamente  di  eco- 
nomia politica.  Esce  ogni  4  mesi  in  fasci- 
coli di  40  a  64  pagine.  Non  fa  abbona- 
menti. Si  distribuisce  gratis  ai  soci. 

Palermo. 

Il  Giullare.  Giornale  illustrato  di  arte 
musicale  e  drammatica,  nato  nel  1885  e 
diretto  dal  cav.  Salvo  Trabucco.  Esce  ogni 
15  giorni  in  8  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  5.  Un  numero  0,15.  Via  S.  Basilio,  42. 

Palermo. 

Letture  domenicali.  Pubblicazione  set- 
timanale, religiosa,  popolare,  organo  del- 
l'Opera di  S.Francesco  di  Sales  in  Sici- 
lia. É  nato  nel  18S0  ed  esce  in  16  pagine 
di  piccolo  formato  a  2  colonne.  Direttore: 
sac.  Carmelo  Arena.  Abbonamento:  anno 
L.  2,50,  estero  4,50.  Un  numero  3  cente- 
simi. Via  S.  Agata  della  Guitta,  5. 

Palermo. 

Menippo.  Giornale  nato  nel  1890.  Di- 
rettore: Salvatore  Di  Stefano. 

Palermo. 

Il  Notariato  italiano.  Giornale  di  dot- 
trina, legislazione  e  giurisprudenza,  intorno 
al  notariato  ed  alle  tasse  sugli  affari,  nato 
nel  1S77.  Esce  ogni  15  giorni  in  20  pa- 
gine in-8.°  -  Direttore:  cav.  P.  Mosca- 
tello. Abbonamento:  anno  L.  io.  Un  nu- 
mero L.  I.  Via  Garibaldi,  52. 

Palermo. 

L' Odontologia.  Rivista  mensile  di  odon- 
tologia, nata  nel  1876,  diretta  da  Luigi 
Ribolla  Nicodenii  col  concorso  dei  dottori 
Giuseppe  Noè  Cenni,  Orazio  De  Albertis, 
G.  Aricò,  Vito  ZappuUa,  L.  Martini,  F.  Lir- 
letti.  Aniello  Sorrentino,  M.  Cacciaguerra. 
Esce  in  20  pagine  con  copertina.  Tiratura 
1000  copie.  Abbonamento  per  tutta  l'unio- 
ne postale:  anno  L.  6.  Via  Vittorio  Ema- 
nuele, 367. 

Palermo. 

L' Omnibus.  Giornale  di  pubblicità.  Si 
distribuisce  gratis. 

Pai  er  7110. 

L'Opposizione.  Giornale  politico,  ammi- 
nistrativo, liberale,  progressista,  nato  il  6 
ottobre  1889.  Esce  la  domenica  in  4  pa- 
gine, formato  0,42  ><  0,27.  Direttore:  Giu- 
seppe Varese.  Redattore  capo:  Edoardo 
Alfani.  Abbonamento:  anno  L.  io.  Via 
Vittorio  Emanuele,  vicolo  Paterno,  20. 

Palermo. 

L'Oreto.  Giornale  politico,  teatrale,  eb- 
domadario, nato  nel  1883.  Abbonamento: 


anno  L.  io,  sera.  5,50,  trim.  3.  Inserzioni: 
1 5  centesimi  la  linea  in  4.*  pagina. 

Palermo. 
La  Patria.  Giornale   politico,  ammini- 
strativo, nato  il  5  maggio  1889.  Esce  ogni 
settimana  in  4  pagine,  formato  0,45  y.  0,31. 
Abbonamento:  anno  L.  12.  Un  num.  0,05. 

Palermo. 
Piff-Paff.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, umoristico,  nato  nel    1878.  Non  ha 
ordine  detcrminato  di  periodicità.  Esce  in 
4  pagine  a  3  colonne.  Un  numero  0,05. 

Palermo. 
Poliantea  oratoria.  Pubblicazione  catto- 
lica, fondata  nel  1880  col  titolo  Poliantea 
polemica  ed  oratoria  che  poi  mutò  nell'at- 
tuale. Esce  ogni  15  giorni  in  28  pagine 
e  contiene  orazioni  sacre,  prediche,  ecc. 
Abbonamento:  anno  L.  6. 

Palermo. 
II  Progresso.  Eco  dei  comuni  dell'isola, 
giornale  politico,  amministrativo,  artistico, 
letterario,  nato  il  30  settembre  1888.  Esce 
ogni  settimana,  in  4  pagine,  formato 
0,43  ><  0,31.  Direttore:  Gius.  Bruno  Gallo. 
Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  numero  0,05. 

Palermo. 
Psiche.  Giornale  artistico  illustrato,  nato 
il  16  maggio  1885.  Nell'estate  dello  stesso 
anno  sospese  le  pubblicazioni  a  causa  del 
colera.  Le  riprese  nel  dicembre.  Si  oc- 
cupa di  arte,  letteratura,  gran  mondo,  tea- 
tri, sport,  varietà,  ecc.  Si  pubblica  in  4  pa- 
gine a  4  colonne,  ogni  domenica.  Diret- 
tore: A.  Biondo  Sangiorgi.  Abbonamento: 
anno  L.  io. Un  numero  0,30. Via  Divisi,  20. 

Palermo. 
Rassegna  siciliana  di  storia,  lettera- 
tura e  arte.  Periodico  quindicinale  lette- 
rario, artistico,  nato  il  i.°  gennajo  18S8, 
col  titolo  Fila  letteraria,  che  dopo  2  anni 
mutò  nell'attuale.  Si  pubblica  il  i.°  e  15 
d'ogni  mese,  in  8  pagine  in-4.°  Direttore: 
G.  Pipitone-Federico.  Abbonamento:  anno 
L.  IO.  Un  numero  0,20.  Via  Macqueda,  92. 

Palermo. 
Lai  Eiforma  scolastica.  Periodico  di  pe- 
dagogia e  didattica,  fondato  il  i.°  dicem- 
bre 1888.  Esce  il  i.°  e  16  d'ogni  mese, 
in  16  pagine  in-8.°  Direttori:  Girolamo 
Amoroso  Basile  e  Francesco  Paolo  Sca- 
glione. Abbonamento:  anno  L.  4.  Tipogra- 
fìa M.  Amenta,  corso  Vittorio  Eman. ,  350. 

Palermo. 
Scuola  e  Famiglia.  Giornale  educativo 
dell'istituto  Randazzo,  nato  il  1°  genn.  1873. 
Esce  il  I ."  e  16  d'ogni  mese  in  8  pag.  a  2  col. 
Direttore:  prof.  Camillo  Randazzo.  Abbo- 
namento: anno  L.  3,50.  Via  Alloro,  48. 

Palermo. 


PROVINCIA    DI    PALERMO. 


587 


La  Settimana  commerciale  ed  indu- 
striale. Giornale  di  commercio,  industria, 
prezzi  correnti,  ecc.,  fondato  nel  1S83.  Si 
pubblica  ogni  settimana  in  8  pagine.  Ab- 
bonamento: anno  L.  12  Un  numero  0,20. 

Palermo. 

La  Sicilia  agricola.  Giornale  di  agricol- 
tura ed  economia  politica,  fondato  nel  1883 
dal  barone  Nicolò  Turrisi-Colonna.  Esce 
ogni  IO  giorni  in  24  pagine  illustrate.  Di- 
rettore: dott.  Angelo  Puglia.  Abbonamen- 
to: anno  L.  io.  Un  fascicolo  0,25. 

Palermo. 

La  Sicilia  cattolica.  Giornale  politico, 
religioso,  nato  nel  186*^.  Esce  tutti  i  giorni 
meno  i  seguenti  ai  festivi,  in  4  pagine.  E 
diretto  dall'ex  gesuita  Orlando.  Tiratura 
1000  copie.  Abbonamento:  anno  L.  20. 

Paknno. 

La  Sicilia  letteraria.  Rivista  quindici- 
nale, nata  nel  luglio  del  1883.  Sospese  le 
pubblicazioni,  le  riprese  il  20  maggio  1888. 
Esce  in  8  pagine  in-8.°  grande.  Direttore: 
F.  Colnago  Muzio.  Redattori:  G.  Finazzi 


ed  E.  Sicardi.  Abbonamento:  anno  L.  3, 
sem.  1,50.  Tipografìa  G.  Spinnato. 

Palernio. 
La  Sicilia  medica.  Giornale  scientifico, 
nato  nel  gennaio  del  1889.  Si  pubblica 
ogni  mese  a  fascicoli  di  80  pagine  in-S." 
con  tavole.  Vi  collaborano:  V.  Cervello, 
G.  Caruso-Pecoraro,  V.  Piazza-Martini,  G. 
Lipari,  G.  Cosentino,  G.  Lo  Grasso,  L. 
Giuffrè,  G.  Dotto,  ecc.  -  Consiglio  di  re- 
dazione: L.  Giuffrè,  C.  Lazzaro,  B.  Pernice, 
A.  Russo-Giliberto  e  F.  Spallitta.  Abbo- 
namento: anno  L.  12.  Via  Università,  9. 

Palermo, 
Società  laicale  cattolica  per  la  diffusione 
gratuita  dei  buoni  libri,  nata  nel  1882.  Di- 
rettore: Salvatore  Randazzo-Gueli. 

Palermo. 
Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Fondato  nel  1876,  si  pubblica 
2  volte  la  settimana  in  fascicoli  di  12  pa- 
gine circa  e  contiene  gli  annunzi  legali. 
Abbonamento:  anno  L.  24.  Un  numero  0,50. 

Palermo. 


Giornali  cessati: 

Annali  dell'agricoltura  siciliana,  n.  nel  1851  a  Palermo  e  diretti  da  G.  Inzegna  fino 

al  1881,  in  cui  questi  mori. 
L'Ape  Iblea,  quotidiano,  cattolico,  n.  1868  a  Palermo. 
L'Aquila,  amministrativo,  bisettimanale,  n.  1888  a  Palermo. 
Aspromonte,  democratico,  1863,  Palermo. 

Gli  Atomi,  repubblicano,  letterario,  quindicinale,  n.   1875  a  Palermo. 
L'Avvenire,  politico,  settimanale,  n.  1887  a  Palermo,  direttore  D.  Lalicata. 
V Avvenire  d' Italia,  quotidiano,  conservatore,  n.  1870  a  Palermo. 
Il  Canla-storie,  amministrativo,  settimanale,  n.   1887  a  Palermo. 
Carmen,  letterario,  quindicinale,  n.   1888,  a  Palermo,  direttore  E.  Balsano. 
La  Cartolina  postale,  letterario,  quindicinale,  n.  1884  a  Palermo;  direttore  prof.  Jacchi. 
Il  Commercio  di  Sicilia,  n.   1860  a  Palermo,  direttore  Domenico  Lo  Bianco. 
Corriere  agrumario  mercantile,  quotidiano,  n.   1885  a  Palermo. 
Corriere  dei  Comuni,  politico,  settimanale,  n.   1884  a  Palermo. 
Corriere  del  commercio,  quotidiano,  n.  1885  a  Palermo. 
Corriere  del  mattino,  n.   1882  a  Palermo. 

Corriere  della  domenica,  letterario,  settiman.,  n.  1882  a  Palermo;  direttore  N.  G.  Carini. 
Corriere  della  Sicilia,  politico,  quotidiano,  n.  1872. 

Il  Corriere  dell'  Italia,  politico,  quotidiano,  n.  1888  a  Palermo;  direttore  Enrico  Minucci. 
Corriere  di  Palermo,  politico,  bisettimanale,  n.  1883  a  Palermo. 
Corriere  eUttorale,  quotidiano,  n.   1888  a  Palermo;  direttore  Vittorio  Palmeri. 
Corriere  siciliano,  conservatore,  Palermo. 

La  Croce  dei  Vespri,  politico,  n.  1882  a  Palermo;  direttore  Gioacchino  Vizzini. 
Il  Democratico,  quindicinale,  n.   1884  a  Palermo. 
La  Democrazia,  n.  1885  col  titolo  di   Vipera. 
La  Democrazia  di  Sicilia,  quotidiano,  n.   1882  a  Palermo,  coi  titolo  di  Popolo. 

Il  Diavolo  Zoppo,  umoristico,  n.  1872  a  Palermo. 

■  Dio  e  Popolo,  democratico,  settimanale,  n.  1885   a  Palermo. 

■  Dio  e  Popolo,  politico,  letterario,  n.  1888  a  Palermo,  direttore  Enrico  Sparti. 
Il  Diritto,  amministrativo,  n.   1889  a  Palermo. 

•  Don  Bucefalo,  politico,  quindicinale,  n.   1876  a  Palermo. 

■  Ebe,  letterario,  settimanale,  n.   1S87  a  Palermo. 

•  L  Eco  della  democrazia,  amministrativo,  settimanale,  n.  1889  a  Termini  Imerese. 


588  GUIDA   DELLA   STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 


V Elettore  politico,  quotidiano,  n.  1885  a  Palermo;  direttore  V.  Ferlazzo. 

—  Le  Elezioni  generali,  amministrativo,  quotidiano,  n.  1889  a  Palermo. 

Espero,  letterario,  quindicinale,  n    1882  a  Termini  Imerese;  direttore  Gius.  Oddo. 

—  La  Falce,  letterario,  n.  1881,  direttore  Salvatore  Malato  Todaro. 

—  Faust,  letterario,  n.  1881  a  Palermo,  direttore  V.  Palmeri. 

—  Farfarello,  umoristico,  settimanale,  n.   1889  a  Palermo. 

—  Ferro  e  fuoco,  amministrativo,  n    1888  a  Palermo,  direttore  Luigi  Glorioso. 

—  Ferrovia  e  Commercio,  settimanale,  n.   1889  a  Palermo. 

—  Le  Feste  di  Xerone,  amministrativo,  settimanale,  n.   1886  a  Palermo, 
— ■  Figaro,  politico,  letterario,  n.  1S86  a  Palermo. 

—  Foglio  di  pubblicità,  della  ditta  P.  Tranchida  di  Palermo. 

—  La  Forbice,  umorist.,  poi,  n.  1848  a  Palermo,  rinacque  nel  1860,  direttore  Puglisi. 

—  La  Forbice,  politico,  quotidiano,  n.   1889  a  Palermo. 

—  Le  Forche  Caudine,  amministrativo,  settimanale,  n.   1889  a  Pakrmo. 

—  Il  Forsennato,  settimanale,  n.  1889  a  Palermo. 

—  Fra  Diavolo,  politico,  settimanale,  n.  1887  a  Palermo. 

—  La  Frusta,  politico,  settimanale,  n.   1885  a  Palermo. 

—  Il  Fulmine,  amministrativo,  n.   1888  a  Palermo. 

—  Gaietta  chimica  italiana,   10  volte  all'anno,  n.  1871   a  Palermo. 
Gai:{etta  clinica  di  elettroterapia,  trimestrale,  n.  1882  a  Palermo. 

Galletta  di  Palermo,  politico,  quotidiano,  n.  1870;  fu  sostituita  dalla  Nuova  Gal- 
letta di  Palermo,  diretta  da  G.  Romano- Taibbi. 

Caiiettino  commerciale,  n.  1889  a  Palermo;  direttore  Andrea  Di  Franco  Decaro. 

Gaiieltino  giudiiiario,  settimanale,  n.  1888  a  Palermo;  direttore  Emanuele  Agnello. 

Gaiieltino  roseo,  politico,  letterario,  settimanale,  n.   1880  a  Palermo. 

Il  Generale  Puh- Puh,  umoristico,  n.  1883  a  Palermo. 

Le  Gesta  di  Giulio  Cesare,  n.  18S5  a  Palermo. 

Giufà,  umoristico,  politico,  settimanale,  n.  1883  a  Palermo. 

—  I  Goliardi,  letterario,  settimanale,  n.  1888  a  Palermo,  direttore  Ignazio  Salemi. 
]_'  Indicatore  amministrativo  commerciale,  settimanale,  n.  1889  a  Palermo. 

U  Indispensabile,  finanziario,  n.   1880  a  Palermo. 

V  Indovinello  siculo,  mensile,  n.    1887  a  Palermo. 

. Ingrassia,  medico,  bimestrale,  n.   1885  a  Palermo. 

V Iniiiaiore,  democratico,  quotidiano,  a.   1885  a  Palerm.o. 

V  Isola,  politico,  quotidiano,  n.  1888  a  Palermo. 

U Isola,  politico,  quotidiano,  n.  1889  a  Palermo,  direttore  G.  Scinia-Cutelli. 

Il  Leone  di  Caprera,  politico,  n.   1885  a  Palermo. 

La  Libera  stampa,  democratico,  quotidiano,  n.   1870. 

La  Libertà,  politico,  quotidiano,  n.  1889  a  Palermo. 

La  Lince,  politico,  teatrale,  n.  1870  a  Palermo. 

La  Luce,  popolare,  quotidiano,  1870-71, 

La  Mano  nera,  politico,  settimanale,  n.  1883  a  Palermo. 

Le  Maschere,  artistico,  umoristico,  n.   1888  a  Palermo. 

Il  Messaggero  siciliano,  amministrativo,  settimanale,  n.   1886  a  Palermo, 

La  Mestola,  progressista,  n.   1880  a  Palermo,  direttore  Benedetto  Tommasi. 

Il  Microbo,  umoristico,  settimanale,  n.  1885  a  Palermo. 

_  Il  Momento,  letterario,  quindicinale,  n.  1883  a  Palermo. 

, Il  Mondo  letterario,  eco  dei  giovani,  sett.,  n.  1878,  direttori  E.  Messeri  e  A.  Cassio. 

Il  Normanno,  letterario,  amministrativo,  settimanale,  n.  1889  a  Palermo. 

Il  Nostro  Vessillo,  politico,  letterario,  settimanale,  n,   1885  a  Palermo. 

Nuova  èra  del  popolo,  democratico,  settimanale,  n.   1888  a  Palermo. 

La  Nuova  età,  politico,  n.  1883  a  Palermo. 

Nuova  Palermo,  amministrativo,  settimanale,  n.  1888, 

La  Nuova  Riforma,  poi.,  comra.,  sett.,  n.   1888  a  Palermo,  direttore  R.  Morvillo. 

La  Nuova  Sicilia,  amministrativo,  settimanale,  n.   1887  a  Palermo. 

Nuove  Effetneridi  siciliane,  1874,  Palermo. 

Nuovo  Giornale  di  Sicilia,  di  pubblicità,  n,  1885  a  Palermo,  quindicinale. 

....  Nuovo  Pensiero,  politico,  n.  1885  a  Palermo, 

i^  Nuovo  Precursore,  politico,  quotidiano,  n.  1869,  direttore  Giuseppe  Tristano. 

^  ìiuovo  Pungolo,  politico,  quotidiano,  n,  1886  a  Palermo, 


PROVINCIA    DI   PALERMO.  589 


V  Oppugnatore,  politico,  settimanale,  n.  1882  a  Palermo. 
L' Oreteo,  a.   1827  a  Palermo  (pag.  477). 

U  Or  eleo,  n.  1839  a  Palermo,  diretto  da  Francesco  Crispi  (pag.  477). 
Il  Paese,  politico,  quotidiano,  n.   1879  a  Palermo,  direttore  avv.   De  Luca- Aprile. 
Il  Palermo,  amministrativo,  direttore  Giovanni  Perez. 
Panormus,  commerciale,  settimanale,  n.  1887. 
La  Pentarchia,  politico,  settimanale,  n.  1885  a  Palermo. 
La  Piccola  forbice,  politico,  quotidiano,  n.  1S83  a  Palermo. 
11  Piccolo  giornale  di  Sicilia,  politico,  settimanale,  n.   1885  a  Palermo. 
La  Pietra  infernale,  amministrativo,  sett.,  n.   1889  a  Palermo,  redattore    G.  Rizzo. 
Il  Pisani,  scientifico,  n.  1881  a  Palermo. 
Il  Popolano,  settimanale,  n.  13  luglio  1888  a  Palermo. 
Il  Popolo,  politico,  n.   1882  a  Palermo. 
La  Posta  dell'isola,  politico,  settimanale,  n.  1885  a  Palermo. 
Il  Precursore,  politico,  quotidiano,  n.  1860  a  Palermo. 

Il  Precursore  di  Sicilia,  quotidiano,  n.   1888  a  Palermo,  direttore  Michele  Aprile. 
Il  Presente,  amministrativo,  n.   1888  a  Palermo,  direttore  Enrico  Ardito. 
Prime  pagine,  letterario,  n.   1879. 

Prometeo,  letterario,  n.   1885  a  Palermo  in  sostituzione  della  Repubblica  letteraria  e 
del  Lucifero;  settimanale. 
La  Proprietà,  n.  18S2  a  Palermo,  direttore  cav.  B.  Galletti. 
Il  Quattro  aprile,  politico,  settimanale,  n.  1885  a  Palermo. 
Il  Radicale,  politico,  n.   1882. 

Il  Resto  al  sigaro,  politico,  quotidiano,  n.   1885  a  Palermo. 
La  Riforma  religiosa,  evangelico,  settimanale,  n.   1881  a  Palermo. 
Il  Risveglio,  politico,  n.   1883  a  Palermo. 
Il  Risveglio,  politico,  n.  1889  a  Palermo.- 
Rivista  aiìiministraliva,  settimanale,  n.   1886  a  Palermo. 

Rivista  della  domenica,  letterario,  politico,  n.  1888  a  Palermo,  direttore  V.  Ciancio. 
La  Rivista  italiana,  n.   1871. 

La  Rupe  Tarpea,  politico,  settimanale,  n.  1885  a  Palermo. 
La  Salute,  d'igiene,   quindicinale,  n.   1885  a  Palermo. 

Sancio  Pancia,  umoristico,  n.   1888  a  Palermo,  direttore  Giuseppe  Napolitani. 
Il  Saraceno,  n.  2  dicembre   1888  a  Palermo. 
La  Scapigliatura,  letterario,  settimanale,  n.   i88i  a  Palermo. 
La  Seller  ma,  illustrato,  n.  1887  a  Palermo. 

La  Scuola  cattolica,  settimanale,  n.   1887  a  Palermo,  direttore  Esperio  Felice. 
La  Scuola  moderna,  pedagogico,  settimanale,  n.   1886  a  Palermo. 
La  Scuola  nuova,  letterario,  n.  1882  a  Palermo,  direttore  Gabriele  Gabrielli. 
La  Sentinella,  quotidiano,  n.   188S  a  Palermo. 
La  Sicilia,  politico,  quotidiano,  n.  1878  a  Palermo. 
La  Sicilia  artistica,  quindicinale,  n.  1S83  a  Palermo. 
La  Sinistra,  politico,  settimanale,  n.  1883  a  Palermo. 
La  Speranza,  cattolico,  settimanale,  n.   1884  a  Palermo. 

Gli  Stati  Uniti  d'Italia,  politico,  n.  1860  a  Partinico,  direttore  Sebastiano  Cannizzo. 
Lo  Statuto,  politico,  quotidiano,  n.   1876  a  Palermo. 

Il  Tempo,  <\\xox.,u.  1878  a  Palermo,  direttore  ing.  Albanese  prima,  G.  Ragusa  Moleti  poi. 
La  Tribuna,  amministrativo,  n.  22  settembre  1889  a  Palermo. 

V  Umanitario,  settimanale,  massonico,  1868-70,  Palermo,  direttore  Andrea  Crispo. 
U  Unione  commerciale,  di  annunzi,  settimanale,  n.   1889  a  Palermo. 

V  Unione  liberale  siciliana,  quotidiano,  progressista,  n.  1882  per  sostituire  il  Vero; 
direttore  Salvatore  Salafia  Galici. 

L'  Utile,  tìnanziario,  quindicinale,  n.  a  Palermo. 

La  Vespa,  politico,  settimanale,  n.   1882  a  Palermo,  direttore  Olivieri  Melilione. 

Il  Vespro,  politico,  n.  1881  a  Palermo,  direttore  Andrea  Montaperto. 

Il  Vessillo  cattolico,  di  Palermo. 

La  Vita  pubblica,  democratico,  quotidiano,  n.  1883  a  Palermo. 

La  Voce  del  popolo,  n.  1880  a  Palermo,  direttore  G.  Tristano. 

Yorick,  letterario,  n.  1885  a  Palermo. 

Il  27  Maggio,  amministrativo,  n.  12  maggio  1888  a  Palermo. 

L'8^  del  Secolo,  politico,  settimanale,  n.  1886  a  Palermo. 


590  GUIDA   DELLA    STAAIPA   PERIODICA    ITALIANA. 

Il  l8  gennaio  1848  Ferdinando  II  firmava  un  decreto  col  quale  si  metteva  la 
stampa  S'aito  la  sola  dipendenza  del  ministero  della  pubblica  istruzione  che  doveva 
stabilire  una  commissione  di  revisione  suprema  in  Napoli  ed  un'altra  in  Palermo;  e 
si  faceva  ampia  facoltà  di  pubblicare  scritti  su  qualunque  soggetto,  senza  escludere 
quelli  che  trattavano  di  pubblica  amministrazione,  e  di  stampare  giornali  politici,  di- 
chiarando il  direttore  esclusivamente  responsabile,  e  subordinando  la  concessione  di 
fogli  periodici  ad  una  cauzione  di  400  ducati  almeno  e  di  800  al  più. 

—  Nel  1848,  scoppiata  la  rivoluzione  in  Sicilia,  Raffaele  Giovanni,  che  poi  fu  se- 
natore, partecipò  al  movimento,  e  fu  membro  del  Pariam'^nto  siciliano,  dove  sedeva 
fra  il  gruppo  dei  radicali.  In  quel  tempo  egli  dirigeva  un  giornale  violentissimo,  che 
aveva  per  titolo  la  Vipera.  Ritornato  il  Borbone  in  Sicilia,  Raffaele  cospirò  e  fece  parte 
in  Napoli  del  comitato  siculo-napoletano  del  quale  erano  membri  Crispi,  Poerio  e 
molti  altri  uomini  insigni  della  rivoluzione.  Mandò  anche  delle  lettere  palermitane  al- 
l' Opinion  Naiionale  di  Parigi,  in  cui  svelò  gli  abusi  e  le  soperchierie  della  tirannide 
borbonica.  Mori  a  70  anni  nell'ottobre  1882. 

—  Nel  1888  il  ministro  Crispi  creò  presso  il  ministero  dell'interno  l'ufficio  della 
stampa,  e  a  dirigerlo  chiamò  Gerolamo  De  Luca  Aprile,  giornalista  palermitano  di 
molto  ingegno  e  di  buoni  studi.  Il  De  Luca  fu  direttore  del  Bersagliere  dopo  De  Ren- 
zis,  direttore  della  Riforma  dopo  Oliva,  direttore  di  molti  giornali  democratici  a  Pa- 
lermo. In  tre  o  quattro  anni  di  giornalismo  ebbe  47  duelli  in  ogni  parte  d' Italia  ! 
Dopo  due  anni  di  prova  l'ufficio  della  stampa  fu  abolito. 

PUBBLICAZIONI  DEL  PROF.  0.  GABRIELLI 


■{? 


1.  Scritti   di   Pedagogia    e   Didattica,   un  volume,  di  pag.  400.  Palermo. 

Tip.  Amenta,   1S8} L.  3, — 

2.  Saggio  sull'insegnamento  del  comporre,  opus.   Torino,  Camilla  e  Ber- 

tolero,  1882 »   I, — 

3.  Lo  Stato  e  l'Educazione,  opus.  Palermo,  Araenta,  1883 »  i,— 

4.  Saggio  sui  Criteri  scientifici  dell'educazione  morale,  voi.  Palermo,  San- 

dron,   iN^6 , »   I, — 

5.  Proposte  pratiche  per  introdurre  il  lavoro  manuale  nelle  scuole  pri- 

marie e  normali  d'Italia,  opuscolo.  Palermo,  Sandron,   1880  ...      »   i,— 

6.  Il  lavoro  manuale  nell'istruz.  primaria,  conferenza,  Palermo,  Sandron,  1888.      »  0,50 

7.  storia  del  lavoro  manuale  (  pubblicata  neW  Avvenire  Educativo,  anno  II). 

8.  Una  riforma  necessaria  nell'insegnamento  della  Calligrafia.  (Studi  e  pro- 

poste, pubblicate  ncW Avvenire  Educativo,  anno  II.) 

9.  La  Riforma  delle  scuole  normali  italiane  -  Desideri  e  proposte,  (com- 

prende uno  studio  sulla  Riforma  delle  Scuole  Normali  -  La  critica  del 
Nuovo  Regolamento  (i8Sg) per  le  Scuole  Normali,  e  uno  studio  sullo  In- 
segnamento della  Pedagogia  nelle  Scuole  Normali).  Palermo, Sandron,  1890.      »   1,50 

10.  Un  istituto  privato  al  E.  Museo  Pedagogico  di  Palermo  (studio  pubbli- 

cato neìl'Arclìivio  di  Pedagogia  e  Sciente  affini,  anno  IV  disp.  I). 

11.  Il  maestro  in  iscuola  -  Cinque  volumi  di  lezioni  pratiche  ed  esercizi  per 

le  cinque  classi  del  corso  elementare.  Palermo,  Sandron,  1890.     .     .      »  5, — 

Nuovo  corso  di  libri  di  lettura  : 

12.  Per  cominciare  -  Sillabario  fonico,  illustr.  Palermo,  Sandron      .     .     .     .  L.  0,20 

13.  Primi  Affetti.    Compimento  al  Sillabario,  illustrato  .     , »  0,20 

14.  Storie  Piccine  -  Per  la  2.^  classe  elementare  (seguito  del  precedente)   .  »  0,50 

15.  Cuore  e  Vita  -  Per  la  3.'  classe  elementare  (seguito  del  precedente)     .  »  i, — 

16.  Vittorie  e  Sconfitte  -  Per  la  4.'  classe  elem.  (seguito  del  precedente)  .  »   1,50 

17.  Alba  ed  Aurora  -  Per  la  5.'  classe  elementare  (seguito  del  precedente)  »  2, — 

Giornali  : 

18.  La  Scuola  Nuova  -  Giornale  di  Pedagogia  pratica  -  anno  I.  (1883)  e 

anno  II.  (  ^884)  esaurito. 

19.  L' Avvenire  Educativo  -  Rivista  illustrata  di  Pedagogia  e  Didattica  -  anno  I. 

(1886-87),  anno  H.  (1887-89),  anno  III.  (1S88-89),  anno  IV.  (1889-90). 
Un  anno  L.  7.  Un  sem.  L.  4,50.  Un  trim.  L.  2,50.  Presso  l'editore 
R,  Sandron  -  Palermo,  Corso  V.  E.  324. 


PROVINCIA  DI  PARMA 


Numero    dei    Comuni:     50  —  Popolazione:    267,506  —  Superficie:    K.  q.   3,310  —  Deputati  della  provincia  1 
Sanguinetti,  Peyrano,  Lagasi,  Pellegri,  Sanvitale. 


Ateneo  medico  parmense.  Rivista  di 
scienze  mediche,  nata  nel  1887.  Si  pubblica 
ogni  tre  mesi  in  un  volume  di  100  a 
120  pagine.  Consiglio  di  direzione  :  profes- 
sori G.  Calderini,  A.  Ferrari,  C.  Gallenaa, 
G.  Rattone,  A.  Riva,  G.  Inzani,  D.  Ma- 
jocchi,  A.  Molina,  e  L.  Tenchini,  segre- 
tario. Vi  collaborano  poi  numerosissimi 
scrittori  di  cose  mediche.  Abbonamento: 
anno  L.  6.  Estero  8.  -  Ogni  volume  L.  2. 
Editore:  Luigi  Battei. 

Panna. 

Bollettino  del  comizio  agrario  parmense. 
Giornale  agrario,  nato  nel  1867.  Esce  ogni 
mese  in  16  pagine.  Si  manda  a  tutti  i  soci 
che  pagano  la  tassa  annua  al  Comizio,  ai 
municipi  e  ad  altre  pubbliche  amministra- 
zioni. Non  si  vende  a  numeri  separati. 

Parma. 

Bullettino  di  paletnologia.  Giornale 
scientifico,  fondato  nel  1875.  Esce  ogni 
mese  in  fascicoli.  Abbonamento:  L.  6. 

Parma. 

Il  Comune.  Periodico  amministrativo, 
nato  il  6  luglio  1889.  Esce  ogni  settimana 
in  4  pagine,  formato  0,3  3  x  0,24.  Direttore  : 
Giuseppe Tommasini.  Abbonamento:  anno 
L.  3.  Vi.t  Garibaldi. 

Borgo  S.  Donnino. 

Corriere  di  Parma.  Giornale  politico, 
letterario,  nato  il  9  febbraio  1889.  Esce 
ogni  giorno  in  4  pagine  for.  0,51  •■<  o,'}6, 
a  5  colonne.  Editore-proprietario  Luigi 
Battei.  Direttore:  prof.  Oreste  Bruni.  Cor- 
rispondente politico:  Giulio  Bricchi  (Pi- 
lade) ;  letterario:  Onorato  Rcux  ;  artistico- 
teatrale  :  Luigi  Zoppis  (Gigi  del  Tosco.)  Ab- 
bonamento; anno  L  18,  sem.  9,  trim.  5, 
un  mese  1,80.  Inserzioni:  3.*  pagina  40 
cent.,  4.' 0,10.  Via  Macedonio  Mellnni,  io. 

Parma. 

L' Eoo  di  S.  Tommaso  d'Aquino.  Rivista 
di  letteratura  e  religione,  fondata  nel  1881. 
Esce  ogni  mese  in  16  pagine,  redatta  in 
italiano  e  latino.  Abbonamento:  anno  L.  2. 
Un  numero  0,20. 

Parma. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  gli  atti  amministrativi, 
creato  nel  1865.  Esce  quando  occorre  in 
16  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  6. 

Parma. 


Gazzetta  di  Parma.  Giornale  politico, 
amministrativo,  letterario,  nato  nel  1860. 
Esce  ogni  giorno,  in  4  pagine  a  5  colonne. 
La  Galletta  fu  diretta  dal  1861  al  1876  da 
Davide  RabHeno,  egregio  pubblicista, morto 
nel  1882.  Un  giornale  milanese,  nel  1886, 
parlando  della  Ganetta  scrisse  :  «  Il  più 
antico  giornale  d'Italia  è  la  Gai'^etta  di 
Parma,  la  quale  fu_ fondata  il  i.°gen.  1760, 
vale  a  dire  38  anni  prima  del  Commercio 
di  Genova.  »  Al  che  il  Fracassa  di  Roma 
rispose  :  «  Perfettamente.  Q.i:ella  Gaietta  era 
e  rimase  il  giornale  ufficiale,  dei  Borboni 
prima,  della  dominazione  francese  e  di  Ma- 
ria Luigia  poi,  e  anche  una  volta  dei  Bor- 
boni. Prese  quel  titolo  un  giornale  nuovo 
e  non  ufficiale  nel  1860,  ed  è  quello  che 
vive  ancora.  Avrà  dunque  la  Ga^i^etta  di 
Parma  126  anni,  ma  a  patto  che  accetti 
l'eredità  del  borbonismo  ufficiale.  Ci  sta  la 
consorella?  »  LuGanetta  tira  oltre  2000  co- 
pie. Abbonamento  :  anno  L.  19,  sem.  10,50, 
trim.  5,75.  Un  num.  0,05  Inserzioni:  3.' 
pagina  0,20  4.*  0,10.  Piazza  Grande,  27. 

Parma. 
Indicatore  commerciale  ed  industriale 
della  regione  dell'Emilia.  Fondato  il  7 
gennaio  del  1888,  esce  in  4  pagine,  for- 
mato 0,36  X  0,26.  Tipografia  di  Pietro  Gra- 
zioh.  Strada  Benedetta,  16. 

Parma. 
Il  Maestro  e  la  scuola.  Giornale  peda- 
gogico, diretto  dal  prof.  Roberto  Chierici. 
Editore:  L.  Battei. 

Parma. 
Il  Mentore  delle  famiglie.  Giornale  let- 
terario, nato  il  3  novembre  1888.  Esce  il 
mercoledì  e  sabato  in  4  pagine,  formato 
0,37x0,27.  Redattore:  Buttafoco  Ercole. 
Abbonamento:  anno  L.  7.  Un  numero  0,05. 

Parma. 
Parma  giovane.  Giornale  letterario,  set- 
timanale, nato  nel  1889.  Direttore  :  Alberto 
Lisoni. 

Parma. 
La  Sveglia.  Giornale  politico,  cattolico. 

Parma. 

Supplemento  al  foglio  periodico  della 

Prefettura.  Creato  nel   1876,  esce  2  volte 

alla  settimana  in  non  meno  di  8  pagine. 

Abbonamento:  anno  L.6.  Un  numero  0,80. 

Parma, 


592 


GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 


Giornali  cessati: 

II  Barabba,  umoristico,  settimanale,  n.   1871  a  Parma. 

Bollettino  della  Camera  di  Commercio  di  Parma,  mensile,  a.    1868. 

La  Buona  Volontà,  educativo,  n.  1880  a  Guastalla;  direttore  prof.  P.  Rabitti. 

La  Caccia  illustrata,  settimanale,  n.   1885  a  Parma. 

Le  Campane  d'Italia,  varietà,  settimanale,  n.  1886  a  Parma;  editore  L.  Battei. 

Comizio  agrario  circondariale  di  Borgo  S.  Donnino,  boli,  mensile  di  notizie,  n.     18I 

La  Formica,  teatrale,  bisettimanale,  n.   1882  a  Parma. 

Fra  Diavolo,  teatrale,  n.  1883  a  Parma. 

Gaietta  della  domenica,  letterario,  n.   1880  a  Pa^ma;  direttore  Roberto  Fava. 

Il  Lavoratore,  socialista,  settimanale,  n.   1882,  a  Parma. 

La  Luce,  cattolico,  quotidiano,  n.   1879  a  Parma;  direttore  Caricati. 

II  Movimento  letterario  italiano,  n.   1879  a  Parma;  direttore  A.  Ferrari- Aggradi. 

II  Nuovo  Patriota,  politico,  quotidiano,  n.   1870  a  Parma. 

Il  Patriota,  politico,  quotidiano,  n.   1859  a  Parma. 

II  Presente,  democratico,  quotidiano,  n.   1867  a  Parma. 

La  Provincia,  politico,  quotidiano,  n.   1884  a  Parma. 

Rassegna  artistica,  letteraria,  teatrale,  n.   1885. 

Rivista  popolare,  officiale  liberale,  1848,  Polesine. 

La  Settimana  elettorale,  democratico,  n.   1889  a  Parma. 

La  Soffitta,  letterario,  mensile,  n.   t88i  a  Parma. 

II  Taverna,  educativo,  n.  1873  a  Parma;  direttore  P.  Gabrielli. 


IL.     COLORE     DEL     QIORNALE 
Il  colore  politico  di  un  giornale  è  una  livrea  che  si  depone  uscendo  dall'ufficio. 


Raspail. 


Qualunque  giornale  è  una  bottega,  nella  quale  sì  vendono  al  pubblico  delle  parole  del  colore  che  il  pub- 
blico vuole. 

Balzac. 


filìW'nf-  FARRIÌICA  NAZIONALE  Di  MACCHINI;  TIPOGRAFICHE 
NORBERTO  ARBIZZONI,  MONZA 

Premiato  anche  dal  R.  Ministero  d'Agricoltura,  Industria  e  Commercio 


Torchio  tipografico  sistema  inglese  a  leva 

Vedi  Avviso  speciale  a  pag.   16 


PROVINCIA  DI  PAVIA 


'Hjumero  dei  Comuni:  223  —  'Popola::^ione:  /)69,83i   —  Superficie:  K.  q.   3,399  —  "Deputati  della  provincia: 
I.  Sbarbaro,  D'Adda,   Cavallini,  Arnaboldi,  Calvi.  2.  Bottini,  Mazza,  Meardi. 


Annali  di  oftalmologia.  Giornale  di 
scienze  mediche,  nato  nel  1872.  Esce  6 
volte  all'anno  in  un  numero  indeterminato 
di  pagine  in-8.°  -  Direttore:  dott.  A.  Qua- 
glino. Redattori:  A.  Rampoldi,  L.  Guaita, 
T.  Cicardi.  Vi  scrivono:  D.  Parisotti,  Car- 
melo Addario,  Camillo  Callenga,  Gala- 
zowski,  G.  Ficano,  T.  Cicardi,  ecc.  Abbo- 
namento: anno  L.  15.  Tipografia  Bizzoni. 

Pavia. 

L'Appello.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, nato  nel  1887.  Esce  ogni  setti- 
mana in  4  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  3.  Un  numero  3  centesimi. 

Mede. 

Bollettino  del  Comizio  agrario.  Giornale 
agricolo,  nato  nel  1887.  Esce  ogni  mese 
in  8  pagine  e  si  distribuisce  gratuitamente 
ai  soci  del  Comizio. 

Mortara. 

Bollettino  del  Comizio  agrario.  Nacque 
nel  1864  col  titolo  di  Giornale  del  Coviiiio 
agrario  del  circondario  di  Voghera  ed  usciva 
2  volte  al  mese  in  8  pagine  in-8.";  ora 
esce  in  16  pagine  il  20  di  ogni  mese  e 
contiene  gli  atti  del  Comizio.  Di-ettore: 
C.  GiLilietti.  Si  distribuisce  gratuitamente 
ai  soci  del  Comizio.  Tipografia  Gatti. 

Veglierà. 

Bollettino  scientifico.  Pubblicazione  me- 
dica illustrata,  iuta  nel  1879.  Esce  4  volte 
all'anno  in  32  pagine,  redatta  da  Leopoldo 
Maggi,  Giovanni  Zoja  e  Achille  De  Gio- 
vanni. Abbonamento:  anno  L.  8. 

Pavia. 

Corriere  ticinese.  Giornale  politico,  quo- 
tidiano, indipendente,  fondato  il  lO  apri- 
le 1885  da  una  società  per  azioni.  É  l'unico 
giornale  quotidiano  della  provincia  ed  è 
redatto  con  molta  cura  e  abbondanza  di 
notizia'.  Ebbe  a  direttori  Luigi  M.issuero 
prima,  il  dott.  B.  Maguglini  poi,  e  dal  i.° 
gennaio  1888  il  dott.  Piero  Corbellini  che 
ne  è  divenuto  proprietario.  Abbonamento: 
anno  L.  16,  sem.  9,  trim.  5.  Inserzioni: 
4."  pagina  20  centesimi,  3.'  pagina  40,  nel 
corpo  del  giornale  L.   i.  Via  Mentana,  7. 

Pavia. 

Cronaca  del  Manicomio  provinciale  di 
Pavia.  Giornale  di  scienze  mediche,  nato 
nel   1881.  Esce   ogni  mese  in  8  pagine. 


Abbonamento:  anno  L. 4.  Un  numero  cen- 
tesimi 5. 

Voghera. 

Il  Divin  Cuore  trafitto.  Bollettino  bi- 
mensile della  guardia  d'onore  e  della  sacra 
lega  di  riparazione  al  SS.  Cuore  di  Gesù. 
Nato  nel  gennaio  1889,  esce  in  32  pagine 
in-S."  per  cura  di  Mons.  Bandi.  Abbonamen- 
to :  anno  L.  3.  Un  numero  0,30. 

Vigevano. 

Il  Dovere.  Giornale,  politico,  ammini- 
strativo. 

Pavia. 

Fasoulin.  Giornale  umoristico,  illustrato, 
nato  nel  1889.  Esce  ogni  settimana  in  4 
pagine.  Abbonamento:  anno  L.  3.  Un  nu- 
mero 5  centesimi. 

Pavia. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Nato 
nel  1865,  pubblica  gli  atti  amministrativi. 
Esce  quando  occorre  in  20  pagine.  Abbo- 
namento: anno  L.  4. 

Pavia. 

Giornale  per  le  levatrici.  Rivista  di  oste- 
tricia, nata  nel  1887.  Esce  ogni  15  giorni 
in  8  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  5. 

Pavia. 

La  Giovine  Lomellina.  Giornale  politico, 
agiicolo,  amministrativo,  nato  nel  1S86. 
Esce  ogni  settimana  in  4  pagine.  Abbo- 
namento :  anno  L.  4.  Un  numero  cent.  5. 

Mortara. 

L'Iride.  Giornale  cattolico,  letterario, 
morale,  nato  nel  1885.  Esce  ogni  mese  in 
16  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  3.  Un 
numero  centesimi  5.  Si  stampa  a  Casale 
Monferrato. 

Candia  Lomellina. 

Juventus.  Giornale  letterario,  nato  il  2 
marzo  1890.  Esce  2  volte  al  mese.  Abbo- 
namento :  anno  L.   2.  Tip.  F.  Baratta. 

Voghera. 

Monitore  del  commercio.  Giornale  di 
commercio,  industria  ed  amministrazione, 
nato  nel  1884.  Esce  irregolarmente  in  4 
pagine  e  si  distribuisce  gratis. 

Pavia. 

La  Patria  italiana.  Giornale  della  città 
e  provincia  di  Pavia,  ufficiale  per  gli  atti 
provinciali  e  per  quelli  dei  comuni,  nato 
nel  1SS9.  Hauna  forte  diflfusione,  special- 


N.  BjiRNARuiNj — Guida  della  Stampa  periodica  italiana — 58. 


594 


GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


mente  nella  provincia,  per  la  cura  con  cui 
è  redatta  la  sua  cronaca,  Esce  il  martedì, 
giovedì  e  sabato  in  4  pagine  a  5  colonne, 
formato  0,49  y,  0,31.  Più  che  di  politica  si 
occupa  di  interessi  locali.  Appartiene  al 
partito  liberale  moderato.  Abbonamento: 
anno  L.  12,  sem.  7,  trim.  3,50.  Inserzioni: 
4.*  pagina  15  centesimi  la  linea,  3.'  pa- 
gina 50,  nel  corpo  del  giornale  L.  1,50. 
Un  numero  cent.  5.  Via  Filippo  Cossa,  3. 

Pavia. 

L'Opportuno.  Giornale  cattolico,  nato 
nel  ibb^.  Esce  ogni  settimana  in  4  pagine 
a  3  colonne.  Abbonamento:  anno  L.  3,50, 
sem,  2.  Un  numero  5  centesimi. 

Vigevano. 

Pier  Candido  Decembrio.  Giornaletto 
popolare  di  istruzione,  educazione  e  va- 
rietà, nato  nel  1870.  Esce  ogni  settimana 
in  4  pagine  a  2  colonne.  Tiratura  500  co- 
pie. È  diretto  dall'avv.  Gerolamo  cav.  Spar- 
gella.  Abbonamento:  anno  L.  6,  trim.  1,50. 
Via  Mercanti,  i. 

Vigevano. 

La  Provincia  Pavese.  Giornale  politico, 
amministrativo,  nato  nel  1870.  Esce  3  volte 
alla  settimana  in  4  pagine  a  4  colonne. 
In  politica  è  giornale  democratico  anticle- 
ricale. Fu  diretto  per  lungo  tempo  da  Sil- 
vio Secchia.  Abbonamento:  anno  L.  6, 
sem.  6,50,  trim,  3,50.  Inserzioni:   4.*  pa- 


gina 15  centesimi  la  linea,  3.*  pagina  40. 
Un  numero  5  centesimi.  Via  Mazzini,  ij. 

Pavia. 

Il  Risveglio.  Giornale  amministrativo, 
politico,  nato  nel  1890.  Esce  ogni  dome- 
nica in  4  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  4, 
sem,  2,25.  Un  numero  5  centesimi. 

Vigevano. 

Il  Risveglio  Iriense.  Giornale  politico, 
settimanale,  nato  nel  1885.  Esce  in  4  pa- 
gine. Abbonamento:  anno  L.  2,50.  Un 
numero  5  centesimi. 

Voghera. 

La  Staffora.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, liberale  indipendente,  nato  nel 
1887.  Esce  ogni  martedì  in  4  pagine  a  4 
colonne.  Tiratura  2000  copie.  Abbona- 
mento: anno  L  3,50,  sem.  2,20,  trim.  1,50. 
Un  numero  5  centesimi.  Via  Plana,  18. 

Voghera. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Nato  nel  1876,  esce  2  volte 
alla  settimana  in  8  pagine  e  contiene  gli 
annunzi  legali  amministrativi.  -  Abbona- 
mento: anno  L.  14.  Un  numero  cent.  20. 

Pavia. 

Il  Ticino.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, nato  nel  1889.  Esce  ogni  settimana 
in  4  pagine.  Direttore:  Renzo  Aggradi. 
Un  numero  5  centesimi. 

Vigevano. 


Giornali  cessati: 

L'Agricoltore  lomeììino  e  novarese,  settimanale,  n.  1879  a  Mortara,    mutò  titolo  in 

Agricoltore,  Gaietta  ìomeìlina. 
Biblioteca  dei  predicatori,  mensile,  n.   1884  a  Vigevano. 
Bollettino  speciale  dell'  Ufficio  internazionale  di  pubblicità,  n.  1888  a  Voghera. 
La  Campagna,  letterario,  sociale,  n.  1871  ad  Abbiategrasso;  direttore  avv.  V.  Boldrini. 
La  Canaglia,  democratico,  n.   1869  a  Pavia. 

Il  Circondario  Vogherese,  politico,  settimanale,  n.  1885  a  Voghera. 
II  Cittadino,  amministrativo,  settimanale,  n.  1869  a  Voghera. 
Il  Corriere  lotnellino,  amm.,  trisettim. ,  n.  1887  a  Vigevano;  direttore  prof.  P.  Preda. 
II  Drappello,  letterario,  amministrativo,  settimanale,  n.  1883  a  Vigevano. 
L' Eco  della  Lomellina,  cattolico,  n.  1880  a  Vigevano;  successe  alV Indicatore  Vigevanese. 
La  Gara  ginnica,  mensile,  n.  1887  a  Pavia. 

Gaietta  di  Commissioni,  mensile,  di  annunzi,  n.   1882  a  Voghera. 
Giornale  di  fisica,  n.  1820,  a  Pavia. 

Il  Libero  operaio,  politico,  bisettim. ,  n.  1874  a  Vigevano;  direttore  Antonio  Balbiani. 
La  Lomellina,  amministrativo,  n.  a  Mortara. 
La  Martinella,  amministrativo,  n.   1881  a  Mede. 
Mercurio,  commerciale,  quindicinale,  n.  1885  .1  Stradella. 
Il  Messaggere  Vogherese,  amministrativo,  n.  a  Voghera. 

UOriiionte,  amministrativo,  settim.,  n.  1888  a  Voghera;  direttore  Ernesto  Majocchi. 
La  Patria,  amministrativo,  trisettimanale,  n.  1889  a  Pavia;  direttore  Giacomo  Brambati. 
Il  Patriota,  politico,  liberale,  trisettim.,  n.  1864  a  Pavia;  direttore  Piero  Corbellini. 
Il  Pileo,  settimanale,  n.  a  Broni;  direttore  C.  del  Bo. 
La  Rivista  Lomellina,  amministrativo,  n.  a  Mortara. 
Rivista  Minima,  pedagogico,  n.  1881  a  Pavia;  direttore  F.  Agabitti. 
La  Tribuna,  poHtico,  amministrativo,  n.  a  Pavia. 
La  Vera  Stajfora,  amministrativo,  n.  1889  a  Voghera. 


PROVINCIA  DI  PERUGIA 


Numero  dei  Comuni:  152  —    Popolazione:    572,060  —  Superficie:  K.  q.  9,474  —  Deputati  della  provincia^ 
I.  Franchetti,  Faina,  Fani,  Pompili,  Pantano.  2.  Loreuzini,  Arbib,  Franceschini,  Amadei,  Ferrari  E. 


Annali  dell'Università  di  Perugia.  Pub- 
blicazione scientifica  di  giurisprudenza,  me- 
dicina e  chirurgia,  nata  nel  1885.  Esce  a 
fascicoli  in-8.°  di  un  numero  variabile  di 
pagine.  Vi  scrivono  gl'insegnanti  dell'Uni- 
versità, gli  assistenti  e  qualche  studente. 

Perugia. 
Archivio  storico  per  le  Marche  e  l' Um- 
bria. Rivista  di  storia  patria,  fondata  nel 
1884  da  Michele  Faloci  Pulignani,  Giu- 
seppe Mazzatinti  e  Milziade  Santoni.  Esce 
ogni  3  mesi  in  fascicoli  che  formano  un 
volume  di  800  pagine  ogni  anno.  Con- 
tiene documenti  e  studi  storici,  letterari, 
artistici,  ecc.  -  Abbonamento:  anno  L.  15. 
Non  si  vende  a  numeri  separati. 

Foligno. 
Bollettino  critico-librario.  Giornale  nato 
nel  1S89.  Si  occupa  di  libri  antichi  e  mo- 
derni, di  messali  antichi,  codici,  novità  li- 
brarie, curiosità,  desiderata,  offerte  di  ven- 
dita, acquisti,  ecc.,  e  di  quanto  altro  può 
riguardare  il  commercio  dei  libri.  Pubblica 
recensioni  critiche,  descrizioni  di  codici, 
manoscritti,  miniature,  ecc.  -  Esce  ogni 
mese  in  8  pagine  in-S."  a  2  colonne.  Di- 
rettore: avv.  Franco  Franchi.  Abbonamen- 
to :  anno  L.  2.  Inserzioni  :  0,05  a  parola. 

Todi. 
Bollettino  del  Collegio  dei  ragionieri. 
Nato   nel   1882,  esce  a  fascicoli   mensili. 
Direttore:  rag.  Carlo  Rosati. 

Perugia. 
Bollettino  della  Casa  editrice  S.  Lapi 
in  Città  di  Castello.  Esce  ogni  3  mesi  in 
8  pagine.  Abbonamento:  anno  30  cente- 
simi, estero  50.  (Vedi  pag.  599.) 

Cina  di  Castello. 
Bollettino  dell'Associazione  pedagogica 
tra  gl'insegnanti  delle  scuole  normali. 
Giornale  mensile,  nato  il  1."  marzo  1889. 
Esce  in  8  pagine  in-4.°  -  Abbonamento: 
anno  L.  3.  Tipografia  Fioebel  del  Colle- 
gio Principe  di  Napoli. 

Assisi. 
Bollettino  industriale  e  commerciale. 
Organo  della  Camera  di  commercio  del- 
l'Umbria, nato  il  3  marzo  1889.  Esce  ogni 
domenica  in  8  pagine  m-^."  -  Abbona- 
mento: anno  L.  2,50. 

Foligno. 


Il  Cittadino.  Giornale  amministrativo, 
nato  l'S  luglio  1888.  Esce  ogni  domenica 
in  4  pagine,  formato  0,33  ^0,25,  a  3  co- 
lonne. Direttore:  A.  Maglioni.  Abbona- 
mento: anno  L.  4,  sem.  2.  Inserzioni:  0,15 
la  linea  in  ogni  pagina.  Un  numero  0,05. 

Orvieto. 
La  Favilla.  Rivista  letteraria  dell'  Um- 
bria e  delle  Marche,  nata  nel  1869.  Esce 
in  32  pagine  ogni  mese.  -  Vi  scrivono: 
M.  Alinda  Brunamonti,  Quirina  Alippi- 
Fabretti,  dott.  Zeno  Zanetti,  Domenico  Mi- 
lelli,  Ragusa  Meleti,  O.  Roux,  Giovagnoli, 
L.  Pianciani,  L.  Cappelletti,  Aristide  Mat- 
tioli, Ulisse  Poggi,  Italina  Montaguti-Bo- 
netti,  ecc.  -"Direttore  e  fondatore:  Leo- 
poldo Tiberi.  È  il  più  antico  e  reputato 
periodico  della  regione  umbro-marchigia- 
na. Tira  1200  esemplari.  Abbonamento: 
anno  L.  8.  Un  fascicolo  L.  i. 

Perugia. 
Foglio  periodico  della  Prefettura.  Nato 
nel  1866,  per  la  pubblicazione  degli  atti 
amministrativi.  Esce  2  volte  al  mese  in 
fascicoli.  Non  fa  abbonamenti.  Un  numero 
separato  di  16  pagine  20  centesimi. 

Perugia. 
Gazzetta  di  Foligno.  Giornale  politico, 
cattolico,  amministrativo,  letterario,  fon- 
dato nel  1886  dal  sac.  Michele  Faloci-Pu- 
lignani  che  lo  diresse  con  molta  cura,  spe- 
cialmente per  ciò  che  riguarda  le  cose  e 
la  storia  locale.  Il  nome  di  Gaietta  fu  so- 
stituito nell'aprile  1888  per  ragioni  ammi- 
nistrative a  quello  di  Giornale  col  quale 
fu  fondato.  Il  fondatore  nel  dicembre  1888 
si  ritirò  e  cede  la  proprietà  e  la  direzione 
della  Galletta,  che  da  quel  tempo,  pur 
mantenendo  il  vecchio  programma,  ha  mu- 
tato indirizzo.  Esce  ogni  settimana  in  4 
pagine  a  4  colonne.  Abbonamento:  anno 
L.  5,  sem.  3  -  Estero:  anno  L.  8.  Inser- 
zioni: 4.' pagina  15  centesimi  la  linea,  3.° 
pagina  25.  Un  numero  5  centesimi. 

Foligno. 
Il  Mio  Paese.  Periodico  politico,  ammi- 
nistrativo, settimanale,  nato  nel  18S6.  Esce 
in  4  pagine  a  3  colonne.  Si  occupa  prin- 
cipalmente degli  interessi  locali.  Direttore 
proprietario:  avv.  Franco  Franchi,  già  re- 
dattore àtW  Italia  di  Milano  e  della  Tri- 


596 


GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 


iuna  di  Roma,  di  cui  è  attualmente  cor- 
rispondente per  la  provincia  di  Perugia, 
con  lo  pseudonimo  di  N^.  F.  Cora.  Il  Mio 
Paese  tira  1500  esemplari.  Abbonamento: 
anno  L.  5. 

Todi. 

Miscellanea  francescana  di  storia,  di 
lettere  e  di  arti.  Nata  nel  1886,  si  pro- 
pone di  pubblicare  con  sana  critica  e  con 
opportuna  erudizione  studi  e  documenti 
di  cose  francescane,  segnalando  tutte  le 
opere  che  si  occupano  di  tal  soggetto. 
Direttore:  sac.  D.  Michele  Faloci-Puli- 
gnani.  Vi  scrivono,  oltre  il  direttore,  De 
Rossi,  R.  Renier,  F.  Xovati,  F.  Ehrle  S.  J., 
A.  Palmucci  Geuolini,  prof.  G.  Mazza- 
tinti,  ecc.  -  Esce  a  fascicoli  bimestrali  in-4.° 
a  2  colonne.  Abbonamento:  anno  L.  6. 

Foligno. 

La  Nuova  scienza.  Rivista  dell'istruzione 
superiore  per  la  costruzione  d'una  filosofia 
esatta,  sulla  base  delle  scienze  naturali  e 
storiche,  nata  nel  18S3.  Esce  ogni  6  mesi 
in  fascicoli.  Direttore:  prof  Enrico  Capo- 
rali. Abbonamento:  anno  L.  15.  Un  fa- 
scicolo L.  4. 

Todi. 

L'Obolo  del  povero.  Giornale  di  educa- 
zione degli  orfani,  nato  nel  1883.  Esce  in 
8  pagine  ogni  mese  e  si  stampa  a  Rieti. 
Abbonamento:  anno  L.  1,50. Un num.  0,10. 
Rocca  Sinihaìda. 

L'Oriente  serafico.  Periodico  del  terz'or- 
dine  francescnno,  istruttivo,  morale,  asce- 
tico, letterario,  ricreativo,  nato  il  30  gen- 
naio 1889.  Esce  il  30  d'ogni  mese  in  32 
pagine  in-8.°  -  Abbonamento:  anno  L.  3. 
S.  Maria  degli  Angeli. 

Il  Paese.  Giornale  politico,  cattolico, 
nato  nel  1876.  Fu  fondato  da  Leone  XIII 
quando  era  a  capo  della  diocesi  perugina. 
Esce  ogni  settimana  in  4  pagine.  Tira  circa 
2000  copie.  Abbonamento:  anno  L.  5.  Un 
numero  io  centesimi. 

Perugia. 

Il  Piccolo  Monitore.  Giornale  politico  e 
bollettino  delle  associazioni  cattoliche  del- 
l'Umbria,  nato  nel  1887.  Esce  ogni  setti- 
mana in  4  pagine.  Al  Piccolo  Monitore  è 
annessa  (perchè  pubblicata  nella  4.^  pa- 
gina) la  pubblicazione  storica  archeologica 
della  Miscellanea  di  memorie  ecclesiastiche 
perugine,  redatta  per  cura  del  sac.  D.  Um- 
berto Benigni  e  di  alcuni  altri  ecclesiastici 
perugini.  Abbonamento;  anno  L.  2,50.  Un 
numero  5  centesimi. 

Perugia. 

La  Provincia  dell'Umbria.  Giornale  po- 
litico, amministrativo,  nato  nel  1374.  Fu 
dapprima  settimanale,  poi  nel  1884  quo- 


tidiano, poi  diventò  nuovamente  settima- 
nale nel  1887.  Ne  fu  direttore  per  parec- 
chi anni  il  prof.  Leopoldo  Tiberi.  Esce 
ogni  giove'iì  in  4  pagine  a  4  colonne.  - 
Tira  circa  2500  copie.  Abbonamento  :  anno 
L.  3,  sera.   1,5'^.  Inserzioni:  0,15  la  linea. 

Perugia. 

Rivista  omeopatica.  Giornale  cattolico 
di  medicina  e  scienze  affini,  nato  nel  1885. 
Esce  ogni  mese  in  32  pagine  e  si  stampa 
a  Rocca  S.  Casciano.  Abbonamento:  anno 
L.  IO.  Un  fascicolo  L.  i. 

S[)oleto. 

La  Sacra  Famiglia.  Bollettino  deir.A.s- 
sociazione  delle  lamiglie,  fondato  nel  1880 
col  titolo  L' Apostolato  della  S.  Famiglia  che 
dopo  2  anni  mutò  nell'attuale.  Direttore: 
rev.  D.  Pietro  Bonilli,  parroco.  Esce  2  volte 
al  mese  in  16  pagine.  Si  occupa  esclusi- 
vamente di  cose  religiose.  A  questo  pe- 
riodico va  unito  un  supplemento  intitolato 
Bollettino  Nazareno,  il  quale  riporta  tratti 
edificanti  sulla  carità  e  si  distribuisce  gra- 
tis. Abbonamento:  anno  L.  3. 

Trevi. 

La  Salute  pubblica.  Giornale  d'igiene 
pubblica  e  privata,  nato  nel  1889.  Esce  il 
15  d'ogni  mese  in  elegante  fascicolo  di  32 
pagine  in-S.^a  2  colonne.  Direttore:  dot- 
tor Carlo  Ruata.  Abbonamento:  anno  L.  6. 
Un  numero  60  centesimi. Via  Francolina,  8, 

Perugia. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Nato  nel  1870,  pubblica  gli 
annunzi  legali  amministrativi.  Esce  2  volte 
alla  settimana.  Non  fa  abbonamenti.  I  nu- 
meri costano  in  ragione  di  cent.  3  la  pagina. 

Perugia. 

Il  Tabernacolo  dell'Amore.  Periodico 
mensile,  nato  nel  gennaio  1889,  in  onore 
dei  SS.  Sacramento.  Esce  in  32  pagine 
in-8.°  -  Abbonamento:  anno  L.  2. 

Trevi. 

L'Umbria  agricola.  Rivista  di  economia 
rurale  e  industrie  campestri,  organo  dei 
Comizi  agrari  di  Perugia,  Spoleto,  Terni, 
Rieti  e  Orvieto,  fondato  nel  1881  in  luogo 
del  cessato  Agricoltore  umbro.  Esce  il  15 
e  30  d'ogni  mese  in  16  pagine  in-4.°  a  2 
colonne  con  copertina.  Direttore  :  Gamba 
prof.  Riccardo.  Abbonamento:  anno  L.  5. 

Perugia. 

L' Unione  liberale.  Giornale  politico, 
letterario,  commerciale,  nato  nel  1879,  suc- 
ceduto ad  altro  giornale  dal  titolo  Citta- 
dino Ternano,  che  cessò  per  un  processo 
di  diffamazione  contro  gli  amministratori 
del  Comune.  A  sostituirlo  nacque  1'  Unione 
che  a  differenza  del  Cittadino  scrive  delle 
cose  buone  ed  è  ben  redatto  e  diffuso, 


PROVINCIA   DI   PERUGIA.. 


597 


Esce  ogni  domenica  in  4  pagine  a  4  co- 
lonne. Direttore:  avv.  Stefano  Lazzari.  Ab- 
bonamento: anno  L.  4,  sem.  2  -  Estero: 
anno  L.  5.  Inserzioni:  4."  pagina  20  cen- 
tesimi la  linea,  3."  pagina  75. 

Terni. 
L' Unione  liberale  -  Corriere  dell'  Um- 
Z'n'a.  Giornale  politico,  amministrativo,  nato 
nel  giugno  1882.  È  organo  dell'Unione 
monnrchico-liberale.  U  Unione  fu  fondata 
in  sostituzione  del  Progresso,  cessato  nello 
stesso  tempo.  Esce  tutti  i  giorni  in  4  pa- 
gine a  4  colonne.  Vi  scrivono  i  migliori 
pubblicisti  di  Perugia.  Tira  4000  copie. 
Tra  i  diversi  direttori  che  si  son  succeduti 
va  notato  Arturo  Colautti,  uno  d.?i  gior- 
nalisti più  originali  e  più  valenti  d'  Italia. 
Ora  è  diretto  dall'avv.  Ciro  Moroni,  pe- 
rugino, noto  per  varie  pubbl'ca^ioni  ac- 
colte dal  pubblico  molto  favorevolmente. 


Abbonamento:  anno  L.  15.  Inserzioni:  15 
centesimi  la  linea.  Un  numero  cent.  5. 
Piazza  Vittorio  Emanuele,  palazzo  Calde- 
rini,  5,  interno. 

Perugia. 
La  Xilografia.  Fu  fondata  nel  maggio 
del  1887  dall'avv.  G.  Antonio  Pier.mi,  che 
n'è  direttore,  allo  scopo  di  trattare  con 
serietà  di  propositi  tutte  le  questioni  an- 
che d'indole  e'onomica  e  tutte  le  scoperte 
riguardanti  le  arti  grafiche  ed  aiEni.  In 
breve  tempo  si  è  .icquistato  un  posto  emi- 
nentissimo  nella  stampa  professionale.  Ne 
è  proprietaria  la  rinomata  ditta  pniigrafìca 
F.  Salvati,  e  si  pubblica  mensilmente  in 
un  elegante  fascicolo  di  8  pagine  illustrate 
con  copertina  riservata  agli  annunzi.  Edi- 
tore :  Francesco  Salvati.  -  Abbonamento: 
anno  L.  4,  estero  5. 

Foligno. 


Giornali  cessati: 

—  VAnminiiatore  Umbro-Sabino,  politico,  settimanale,  n.   1883  a  Terni;  mutò  titolo 

in  Corriere  Umbro-Sabino;  proprietario  Virgilio  Alterocca. 

—  Il  Banderaro,  democratico,  n.   1889  a  Terni;  direttore  Nicasio  Rasi. 

—  Bolktlino  trimestrale  dell' Aswcia^ione  generale  italiana  de'  rappresentanti  commerciali, 

di  Assisi;  direttore  Ugo  Basso  della  Rovere, 

—  Il  Cìitunno,  letterario,  settimanale,  n.  1887  a  Spoleto. 

—  Cornelio  Tacito,  letterario,  artistico,  n.  1884  a  Terni;  3  volte  al  mese. 

—  Corriere  dell'  Umbria,  politico.quotidiano,  n.  1870  a  Perugia,  direttore  avv.  O.Santarelli. 

—  Folchetlo,  letterario,  n.  i88i  a  Perugia,  direttore  E.  Mestica.   (Vedi  pag.  600.) 

—  Il  Forca,  amministrativo,  settimanale,  n.   1889  a  Perugia. 

—  Giornale  di  erudiiione  artistica,  mensile, n.  1872  a  Perugia;  direttore  prof.  Adamo  Rossi. 

—  Il  Grillo,  letterario,  n.   1881  a  Gualdo  Tadino,  direttore  ing.  Ercole  Micheletti. 

—  L'Italia  educatrice,  didattico,  mensile,  n.   1887  a  Foligno. 

—  La  Leva  del  commercio,  settimanale,  n.   18S7  a  Perugia. 

—  Il  Municipio,  mensile,  n.  1884  a  Città  di  Castello  col  titolo  di  Bollettino  amministrativo. 

—  La  Nuova  Umbria,  settimanale,  democratico,  n.   1879  a  Spoleto. 

—  UOniologia  scientifico-letteraria,  n.  1833  a  Perugia,  direttore  Filippo  Polidori,  di  Fano. 

—  Orvieto,  amministrativo,  settim. ,  n.   1888  a  Città  di  Castello;  direttore  A.  Marciani. 

—  Il  Polifono,  amministrativo,  settimanale,    n.   1883    a   Foligno;    direttore   Francesco 

Bocci,  editore  Feliciano  Campitelli. 

—  Il  Progresso  agricolo,  quindicinale,  n.   1881   a  Foligno. 

—  Il  Risveglio  operaio,  democratico,  settimanale,  n.   1888  a  Terni. 

—  11  Risveglio  sabino,  democratico,  settimanale,  n.  1887  a  Rieti;   direttore  G.  Aureli. 

—  Rivista  critica  delle  sciente  giuridiche  e  sociali,  n.  1883  a  Città  di  Castello;  editore  Lapi. 

—  La  Sabina,  amministrativo,  n.   1882  a  Rieti;  direttore  Teofilo  Mariantoni. 

—  La  Scintilla,  amministrativo,  settimanale,  n.   1885  a  Città  di  Castello. 

—  La  Settimana  amerina,  ammin.,  settim.,  n.   1889  ad  Amelia;  direttore  M.  G.  Calati. 

—  Spartaco,  democratico,  settimanale,  n.  1884  a  Spoleto;  direttore  Michele  Sette. 

—  Il  Telefono,  n.   1882  a  Foligno. 

—  Il   Topino,  gaietta  dell'Umbria,  amministrativo,  settimanale,  n.   1884  a  Foligno. 

—  L'Umbria  industriale,  bimensile,  n.   1887  n  Terni,  direttore  U.  Moriconi. 

—  L'Umbria,  rassegna  settimanale  dell'  industria,  n.  1887  a  Terni. 

—  Il  Velino,  didattico,  letterario,  n.   1879  a  Rieti;  direttore  prof.  B.  Vincenti. 


corriere 


*-'-,   J^    Con  gli  ultimi  telegrammi  della  notte  ricevuti 
. -^  .»    ■k'^ì'i'   da  corrispondenti  speciali  dall'Italia  e  dall'Estero 
'^^|_^\^^(^J|j5o    *    '"'    Resoconto   telegrafico    del    Parlamento 


Vedi  Avviso   speciale   a   pag,  563 


598  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


LL  STAMPA  NELL'UMBRIA  (1) 


Fino  dal  1696  Niccolò  Gampitelli  di  Foligno  pubblicava  un  giornale  settimanale 
di  4  pagine,  senza  titolo,  di  cui  si  conservano  copie  nelle  biblioteche  Angelica  e 
Barberiniana  di  Roma;  nella  Pianettiana  di  Jesi  ve  ne  sono  pure  parecchi  numeri. 
Se  non  vi  furono  interruzioni  sono  16  anni  di  vita  che  ha  avuto  il  giorna'e  del  Gampitelli. 
Nella  slessa  Pianettiana  conservasi  il  giornale  edito  da  Antonio  iMariotii  in  Foligno 
dal  21  agosto  1680  al  1702.  Yi  è  il  numero  del  6  dicembre  1686  di  Marco  quondam 
Barugi,  i  numeri  dal  1686  al  1695  di  Carlo  Zenobi,  quelli  dal  1711  al  1723  di 
Pompeo  Campana.  Si  conservano  pure  i  giornali  di  Giovanni  Dumenico  Faostini, 
Todi,  ^684;  di  Giuseppe  Giuliani,  Spoleto,  1697;  del  Mastici,  Assisi,  1701;  di  Gre- 
gorio Ubaldo  Mariotti,  Spello  1704-1705,  e  inline  del  Saluzzi,  Terni,  1706.  E  tutti 
sono  di  4  pagine,  di  grandezza  poco  disuguale  fra  di  loro,  senza  titolo,  portando  invece 
scritto  in  fronte  il  nome  della  città  in  cui  si  pubblicavano,  a  grandi  caratteri,  seguito 
dalla  data  e  dal  numero  d'ordine,  il  che  parimenti  si  praticava  in  altre  città,  come 
in  Ancona  dai  contemporanei  Francesco  Serafini  e  Giovanni  Battista  Franceschetti  e 
Gomp.  nel  1688,  da  G.  B.  Salvioni  il  1673  e  da  Pietro  Paolo  Ridolfi  il  1699;  in 
Macerata  il  1682  da  Carlo  Zenobi;  in  Senigallia  il  1687  da  Paolo  Serafini;  in  Mantova 
il  1697  da  G.  B.  Grana;  in  Ferrara  il  1b97  da  Girolamo  Filoni;  in  Rimini  il  1699 
da  Diego  Domenico  Ferraris;  in  Forlì  il  1705  dal  Tandi,  ecc. 

Dopo  il  primo  quarto  del  secolo  passato  scema  ad  un  tratto  la  varietà  e  quantità 
di  tutti  questi  giornali  senza  titolo,  sebbene  col  doppio  nome  di  Ancona  e  Venezia 
vedesse  la  luce  nel  1686  il  cosi  detto  Giornale  dal  Campo  Cesareo.  Nondimeno  la 
Ditta  Gampitelli  di  Foligno  ctntinua  nell'opera  sua  pili  ardimento;a  degli  altri  suoi 
confratelli  di  professione  e  dà  al  suo  giornale  il  titolo,  alquanto  pomposo,  di  Notizie 
del  Mondo;  di  questo  nuovo  periodico  si  conosce  il  numero  29  di  venerdì  22  lu- 
glio MDccLxxxv  per  Feliciano  Gampitelli,  di  4  pagine  in  piccolo  formato.  Una  famiglia 
di  Foligno  ne  possiede  parecchi  numeri  trovati  Ira  le  carte  di  una  eredità  avuta  da  Trevi. 

Nel  1799  pei  tipi  di  Giovanni  Tomassini  ^nbbWcdVàiWi' Estratto  di  notizie  iute' 
ressanti,  seguito  poi  nel  vederdì  3  gennaio  1800  dalla  Gazzetta  Universale  durata 
oltre  al  1870. 


UN  ANTICO  PERIODICO  SPQLETINO 


li  signor  Giuseppe  Sordini,  rovistando  qualche  anno  fa  nelle  soffitte  del  palazzo 
dei  duchi  di  Ferenfdlo,  fra  le  molle  cose  belle  e  interessanti,  ritrovò  anche  una  col- 
lezione di  nove  annate  di  un  antico  e  sconosciuto  periodico  spolelino.  Di  questo  pe- 
riodico non  fa  menzione  la  Strenna- Album  della  Stampa  pubblicata  nel  1881.  E 
non  si  comprende  come  mai  di  un  periodico  durato  nove  anni  e  forse  più  non  si  sia 
rinvenuta  altra  copia  fuori  di  quella  che  il  Sordini  ebbe  la  fortuna  di  rinvenire. 

Il  periodico  spolelino,  come  quasi  tutti  i  suoi  coeiani,  non  ha  titolo.  Esso  pre- 
sentasi all'occhio  sotto  la  modesta  forma  di  un  semplice  foglio  di  grossa  carta,  piegato 
in-4°  un  po' bastardo,  contenente  in  4  pagine  di  iìita  stampa,  le  notizie  politiche  e 
commerciali  di  lutto  il  mondo.  Nella  testata,  vicino  al  margine  esterno  di  ciascun 
foglio,  reca  impresso  il  numero  d'ordine  in  carattere  romano;  nel  centro  della  me- 
desima campeggia  lo  stemma  di  Spoleto  inquadrato  con  la  croce  rossa;  a  sinistra  in 


(i)  Dai  fascicoio  La  Stampa  neW Umbria  e  la  R.  Tipografia  di  Feliciano  Campitelli 
di  Foligno,  cenni  storici  di  Antonio  Mancinelli,  Foligno  iStìó, 


PROVINCIA    DI   PERUGIA.  599 


grandi  lettere  majuscole  si  legge  Spoleto,  a  destra,  sotto  il  numero  d'ordine,  il  giorno, 
il  mese  e  Tanno.  Stampandosi  a  Spoleto,  naturalmente  le  notizie  di  Roma  hanno 
sempre  il  posto  d'onore,  onde  è  che  le  prime  righe  di  ogni  foglio  sono  tagliate  da 
un  grande  quadralo,  in  cui  su  fondo  scuro  vedesi  una  R  maiuscola  intrecciata  con 
fogliami  di  una  maniera  tanto  semplice  e  di  un  gusto  c«3Ì  delicato  da  sembrar  cosa 
di  tutt'altro  tempo.  1  nomi  delle  città,  di  cui  il  periodico  reca  notizie,  sono  sempre 
posti  a  capoverso  e  stampati  in  tutte  majuscole.  In  fondo  alla  4.^  pagina  poi,  trovasi 
costantemente  impresso  in  una  sola  riga:  In  Spoleti,  Per  Giuseppe  Parenti  (1720-8). 
Con  licenza  dei  Superiori. 

Ma  nel  numero  più  prossimo  al  Natale  il  buon  Tipografo  Editore  spoletino  si 
crede  in  obbligo  di  aggiungere,  dopo  la  data  soprascritta,  il  seguente  augurio,  che 
merita  di  essere  rìprodoHo:  La  prossima  Solennità  del  Nascente  Redentore  mi  porge 
favorevole  la  congiuntura  di  augurare  felicissime  e  ricolme  d'ogni  prosperità  te 
Santissime  Feste,  col  nuovo  Anno,  a'  miei  Signori  Avventori,  pregando  loro  dal 
Divino  Bambino  il  pieno  influsso  delle  sue  Celesti  Benedizioni. 

Un  altro  particolare  assai  curioso  e  degno  di  nota  ppr  certi  speciali  riscontri,  mi 
sembra  questo,  che  nel  1728,  nella  testata  del  foglio,  riformata  come  ho  notalo  più 
sopra,  leggesi  non  più  Spoleto,  ma  Spoleti,  come  appunto  il  Parenti  aveva,  fin  da 
principio,  costantemente  stampato  in  fondo  alla  4.*  pagina  e  che  poteva  parere  quasi 
una  reminiscenza  della  forma  latina  Spoletii. 

La  collezione  del  giornale  va  senza  interruzioni  dal  1."  gennaio  1720  fino  a  tutto 
die  mbre  1728.  Però  è  probabile  sia  durato  anche  dopo  e  si  può  supporlo  dal  ve- 
dere che  nel  1729  aveva  subile  alcune  modificazioni,  come  sarebbe  un  miglioramento 
ne'  caratteri,  la  perdita  dello  stemma  ed  in  conse^^uenza  un  aumento  di  spazio.  E  non 
è  improbabile  tale  supposizione,  anche  perchè  il  Parenti  fu  uno  de'  più  solerti  ed  in- 
dustriosi tipografi  spoletini  e  pare  si  piacesse  molto  delia  stampa  di  effemeridi.  Infatti, 
oltre  varie  cose  di  tal  genere  uscite  dai  suoi  torchi  e  ben  conosciute,  stampò  anche  la 
Relazione  \  Delle  Feste  fatte  nella  Ducal  Citta  di  Smieti  \  Capo  dell'Umbria  \ 
per  V Esaltazione  della  Santità  di  Nostro  Signore  |  Benedetto  XIII  \  Con  la  de- 
scrizione della  Macchina  in  tal'occasione  inalzatasi  |  in  Spoleti,  Per  Giuseppe 
Parenti  Stampatore  Pubblico  1724  —  Con  licenza  de'  Superiori.—  E  anche  questo 
un  foglietto  volante  di   4  pagine  di  slampa,   molto  interessante  e  raro. 


^_jfii    editore 

con   StaCii-^-mento    ^ipo-titoqzaiico    e    i^ondczia   di   cazattezi 

Città  ìli  Castello 


(Eseguisce  (]Urtliinqnc  liiuoro  tanto  tu  Sipograftn    dje    in    Cttografiu    a  pvejji  ecce^innolt. 

Speìiisce  i  sudi  proìiotti  ìli  fouìiciia    a    lutti    quei    collegi)»  cl)c   gliene   fauno    ricijiesta. 

©arnntisce  Tnccurota  esecuzione  ci)  il  materiale  ì)i  ottima  lega. 

{Jrejjt    spccioli    in    caratteri    "òa    opera     tanto     ordinari    clje    el?euiri. 

§'§é$l§  l'indice  del  campionario  di  fonderia 
ed  il  catalogo  delle  edizioni. 


PROVINCIA  DI  PESARO  E  URBINO 


'Njumero    dei    Comuni:  73  —  "Popolazione :   223,043  —  Superficie;  K.  q.   5,023 
Corvetto,  Penserini,  Vaccai,  Mariotti  R. 


'Deputati  delia  provincia  i 


L'Adriatico  -  Ganelta  di  Pesaro.  Giornale 
politico,  amministrativo,  nato  nel  1879. 
Esce  ogni  mercoledì  in  4  pagine  a  5  co- 
lonne; è  ufficiale  per  gli  atti  della  Camera 
di  Comercio.  Direttore:  G.  A.  Bolis.  Ti- 
ratura 1500  copie.  Abbonamento:  anno 
L.  4,  sem,  2,  trini,   i.  Via  Branca,  13. 

Pesaro. 

L'Alfiere.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, industriale,  nato  il  9  dicembre  1888. 
Esce  ogni  domenica  in  4  pagine,  formato 
0,35x0,25.  Abbonamento:  anno  L.  4.  Un 
numero,  0,05.  Via  del  Fallo,  7. 

Pesaro. 

L'Annunziatore.  Bollettino  amministra- 
tivo e  di  pubblicità,  fondato  nel  1871.  Esce 
ogni  settmiana  in  4  pagine  a  4  colonne. 
Tiratura  1400  copie.  Abbonamento:  anno 
L.  4.  Un  numero  io  centesimi. 

Fano. 

Il  Bene.  Periodico  settimanale,  fondato 
il  3  febbraio  18S9.  Esce  in  4  pagine,  for- 
mato, 0,27  -A  0,19.  Abbonamento:annoL. 3. 
Un  num.ero  5  centesimi.  Tip.  Righi, 

Urbino. 

Diario  di  San  Benedetto.  Periodico  men- 
sile, nato  nel  1872,  organo  ufficiale  del 
manicomio  di  talnome.È  composto  e  stam- 
pato da  matti.  Esce  in  4  pagine  a  2  colonne, 
e  si  distribuisce  gratis. 

Pesaro. 

La  Farfalla.  Periodico,  settimanale  degli 


studenti  del  R.  Liceo  Mamiani.  Fondato 
il  9  dicembre  1888,  esce  in  4  pagine,  for- 
mato 0,29x0,18.  Direttore:  Marchionni 
Gaetano.  Un  numero,  0,05.  Via  S.  Cas- 
siano,  14. 

Pesaro. 
Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale,  creato  nel  i  866,  per  la  pub- 
blicazione degli  atti  amministrativi.    Esce 
ogni  mese  in  60  pagine  circa. 

Pesaro. 
11  Piccolo.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, nato  nel  1887.  Esce  ogni  settimana 
in   4  pagine.   Abbonamento:    anno    L.  2. 

Pesaro. 
Il    Revisore.    Giornale    amministrativo, 
nato  nel  1886.  Abbonamento:  anno  L.  2. 
Fossombrone. 
Rossiniana.  Giornale  di  musica  per  ban- 
da e  pianoforte.  Esce  ogni   15  giorni  in  8 
pagine  di  musica.  Abbonamento  :anno  L.  i. 

Pesaro. 
Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Creato  nel  1876,  esce  2  volte 
la  settimana,  con  gli  annunzi  legali.  Abbo- 
namento:  anno  L.   15. 

Pesaro. 
La  Valle  del  Metauro.  Giornale  ammi- 
nistrativo, economico,  commerciale,  nato 
nel   1SS7.  E-^ce  ogni  1 5  giorni  in  4  pagine. 
Abbonamento:  anno  L.  2.  Un  numero,  0,05, 

Urbania 


Oioriiali  cessati: 

Corriere  tnetaiirense,  amministrativo,  settimanale,  n.   1885  a  Urbino. 

La  Democrazia,  amministrativo,  sett,,  n.   1885  a  Pesaro,  direttore  avv.  F.  Budassi. 

L'Eco  della  città  e  delia  campagna,  settimanale,  n.   i<S83  a  Pesaro. 

Eco  delia  medicina,  mensile,  n.   1881  a  Pesaro,  direttore  dott.  F.  Carbone. 

U  Educatore,  religioso,  n.  a  Pesaro. 

La  Ferrovia  metaurense ,  tecnico, n.  1880  a  Fossombrone,  direttore  conte  G.B.  Torricelli. 

Folchetlo,  letterario,  n.   i88t  a  Fano,  direttore  Enrico  Mestica.  (V^dì  pag.  597.) 

Fra  Cipolla,  umoristico,  n.   1603  a  Pesaro 

L'  Indipenden:^a,  amministrativo,  settimanale,  n.   1885  a  Pesaro. 

In  marciai,  politico,  settimanale,  n.   1885  a  Fano. 

Letture  di  famiglia,  quindicinale,  n.   1867  a  Urbino. 

Libellula,  letterario,  n.  1881   a  Fano  in  sostituzione  della  Coltura  giovanile. 

Il  Popolano,  politico,  settimanale,  n.   1875  a  Pesaro. 

li  Raffaello,  artistico,  trimensile,  n.   1S71   a  Urbino. 

La  Striglia,  amministrativo,  quindicinale,  n.  1881   a  S.  Angelo  in  Vado. 

Vittorino  da  Felire,  artistico,  n.   1880  a  Pesaro, 


PROVINCIA  DI  PIACENZA 


Numero    dei    Comuni:    47  —  Popolazione  :    226,717 
Rjispoli,  Calciati,  Pasquali,  Cipelli, 


—  Superficie:    K.  q.   2,555  —  Deputati  della  provincia: 


L'Alta.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, nato  il  19  maggio  i8<s6.  Esce  ogni 
domenica  in  4  pagine,  formato  0,29  x  0,19 
Direttore:  Lizio  Busnelli.  Un  numero  0,05 
Si  stampa  a  Piacenza  nella  Tip.  G.  Marina 
Castel  S.  Giovanni 

L'Amico  del  popolo.  Giornale  politico, 
cattolico,  letterario,  nato  nel  1886.  Esce 
2  volte  alla  settimana  in  4  pagine.  Abbo- 
namento: anno  L.  7.  Un  numero,  0,05, 

Piacenza. 

La  Campagna.  Giornale  cattolico,  nato 
nel  1886.  Esce  2  volte  al  mese  in  4  pagine. 
Abbonamento  :  anno  L.  2.  Un  numero  0,05. 

Piacenia. 

Il  Catechismo  in  famiglia.  Giornale  cat- 
tolico, nato  nel  18S9. 

Piacenza. 

Il  Catechista  cattolico,  ©iornale  religio- 
so, nato  nel  1876.  Esce  ogni  mese  in  16 
pagine.  Abbonamento:  anno  L.  1,50.  Un 
numero  15  centesimi. 

Piacenza. 

DivUS  Thomas.  Rivista  tomistica,  fondata 
nel  1880.  Esce  ogni  mese  in  16  pagine, 
in-4.°  redatta  in  latino.  Redattore: Giovanni 
Vincati.  Abbonamento:  anno  L.  4.  Un  nu- 
mero 50  centesimi. 

Piacenia. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi,  nato  nel  1876.  Esce 
ogni  mese  in  16  pagine.  Si  distribuisce 
gratis  ai  comuni  della  provincia. 

Piacenza. 

Giardinetto  di  Maria  -  Eco  di  Lourdes. 
Giornale  cattolico,  nato  nel  1884.  Esce 
ogni  mese  in  32  pagine.  Abbonamento: 
anno  L.  2,  estero  3.  Non  si  vende  a  nu- 
meri separati.  Via  S.  Siro,  76. 

Piacenia. 

La  Libertà.  -  Corriere  di  Piacenza.  Gior- 
nale politico,  amministrativo,  fondato  nel 
febbraio  del  1883  da  una  società  di  azionisti, 
con  a  capo  il  dott.  Ernesto  Prati,  per  sosti- 
tuire VOrdine,  giornale  quotidiano  mode- 
rato, vissuto  molti  anni.  La  Libertà  è  gior- 
nale d'idee  liberali  monarchiche;  è  l'organo 
degl'interessi  agricoli  e  commerciali  della 
provincia,  ed  ha  tipografia  propria.  Esce  in 
4  pagine  a  5  colonne,  tutti  i  giorni,  meno  i 


seguenti  ai  festivi.  Tiratura  2000  copie.  Di- 
rettore: dott.  Ernesto  Prati.  Abbonamento: 
anno  L.  15,  sem.  7,50,  trim.  3,75.  Un  nu- 
mero 0,05.  Via  Dritta,  ?.o. 

Piacenza. 

Il  Piccolo.  Giornale  politico,  della  demo- 
crazia, nato  nel  1877.  Esce  il  mattino  di 
ogni  mercoledì  e  domenica  in  4  pagine 
a  4  colonne.  Ne  è  direttore  responsabile 
Prospero  Crescio.  Il  giornale  è  piuttosto 
ben  redatto  e  i  suoi  articoli  hanno  una 
forma  temperata.  Abbonamento:  anno  L.  7, 
sem.  3,50.  Via  S.  Niccolò,  14. 

Piaceni^a. 

Il  Progresso  -  Gaietta  di  Piacenza.  Gior- 
nale politico,  quotidiano,  nato  nel  1867. 
Esce  ogni  giorno  meno  i  seguenti  ai  festivi 
in  4  pagine.  Ne  fu  direttore  per  molti 
anni  l'avv.  Raffo.  Ora  il  Progresso  è  diretto 
da  Gustavo  Paroletti  (Gustavo  Chambery ), 
noto  anche  per  un  processo  mossogli  dal 
ministero  della  guerra  nel  1889.  Redattori: 
Angelo  Morelli,  Angelo  Quadrelli.  Abbo- 
namento: anno  L.  17.    Un   numero  0,15, 

Piaceiiia. 

Rivista  italiana  di  terapia  e  d'igiene. 
Giornale  di  scienze  mediche,  nato  nel  188 1. 
Esce  ogni  mese  in  32  pagine,  in- 8."  più 
un  formulario  di  8,  e  un  Memoriale  dei 
rimedi  nuovi,  pure  di  8  pagine.  Direttore: 
dott.  Giuseppe  Galli.  Abbonamento:  anno 
L.  6.  Un  fascicolo  L.  i.  Via  S.  Antonio,  20. 

Piaceni^a. 

Lo  Svegliarino.  Giornale  amministrativo, 
nato  il  6  luglio  1885.  Esce  ogni  settimana 
in  4  pagine  in-folio.  Direttore:  Ermene- 
gildo Lavezzi.  Un  numero  5  centesimi. 
Tipografia  Sociale. 

Castel  S.  Giovanni. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Fondato  nel  1876,  esce  ogni 
me^e  in  fascicoli  di  12  pagine  e  contiene 
gli  annunzi  legali  amministrativi.  Abbona- 
mento: anno  L.  12.  Prezzo  d'ogni  numero 
in  ragione  di  3  centesimi  per  pagina. 

Piacenza. 

Il  Comune.  Giornaletto  politico,  nato  nel 
1SS9.  Esce  ogni  sabato  in  4  pagine.  Di- 
rettore: avv.  Tancredi  Rafì'o.  Abbonamento: 
anno  L.  4.  Un  numero  0,05.  Tip.  Favari. 

Pìacen-^a. 

*    38 


602 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 


Il  Gotico.  Giornale  illustrato,  satirico- 
umoristico,  nato  nel  '1890.  Esce  ogni  do- 
menica in  4  pagine.  Abbonamento:  anno 


L.  5.  Un   numero  0,05.   Tipografia  della 
«  Libertà  ». 

Piacenza, 


Giornali  cessati: 

—  L'Agricoltore,  n.  1880  a  Piacenza,  direttore  prof.  Andrea  Vivenza. 

—  Bollettino  agricolo  commerciale,  bimensile,  n.  1882  a  Piacenza,  direttore  Carlo  Botti. 

—  Bollettino  del  Comiiio  Agrario  di  Fioren\nola  d'Arda,  n.  186S. 

—  U  Indicatore  piacentino,  cattolico,  bisettimanale,  n.   1885  a  Piacenza, 

—  L'Ordine,  Corriere  di  Piacenia,  quotidiano,  n.  1882,  direttore  dott.   Lelio  Gobbi. 

—  Il  Penitente,  socialista,  bimens.,  n.  18S2  a  Piacenza,  direttore  Giacomo  Donglas-Scotti. 

—  La  Stella,  bisettimanale,  n.   1S88  a  Piacenza,  direttore  Carlo  Giarelli. 


Le  stranezze  della  stampa  (V.  pag.  419) 


Un  giornale  che  si  mangia. 

Un  fabbricante  di  paste  di  Baltimora,  ba  fondato  un 
«  periodico  commestibile  ».  E  un  foglio  fatto  di  una 
pasta  squisitissima,  nel  quale  le  novità  del  giorno,  i 
programmi  dei  teatri,  ecc.  sono  stampati  col  cioccolatte. 
Quando  il  lettore  ha  terminato  la  lettura  del  periodico 
può  mangiarselo,  senza  inconveniente  alcuno. 

Giornali -fazzoletti. 

Qualche  anno  fa  si  pubblicavano  a  New- York  due 
curiosi  giornali  :  uno  intitolato  il  Fa^^oletto  da  naso, 
che  dopo  letto  poteva  benissimo  usarsi  per  lo  scopo 
designato  nel  titolo,  e  l'altro,  la  Cravatta,  fatto  in 
modo  che,  lavato,  potesse  legarsi  al  collo. 

Nella  mia  collezione  di  giornali  ho  un  numero  dal- 
l' Italia  di  Montevideo  del  12  ottobre  1885,  stampato 
nitidamente  su  magnifica  tela. 

Il  giornale  pei  fumatori. 

A  Barcellona  (Spagna)  nel  1888  nacque  un  giorna- 
letto, El  Chiti-Chiii,  in  62  pagine  illustrate,  che  aveva 
la  particolarità  di  essere  stampato  su  carta  finissima, 
eccellent-;  per  le  sigarette.  Inoltre  all'ultima  pagina 
aveva  incollata  una  scatoletta  con  un  centinaio  di  fiam- 
miferi. Il  giornaletto  non  costava  in  tutto  che  5  cen- 


tesimi !    Ecco    la  riproduzione  della  prima  pagi 
suo  formato  precìso  : 


Barcelona  6   Mayo  1888 

EL  CHIN-CIIIN 

periodico  senianal 


ina  nel 


Ano 
I. 


OFICINAS 
Poniente,   5  -  bis  - 
Entres  uè  lo 


NUESTRO    GRABADO, 

Persistiendo  en  nuestra  ta- 
rea  de  dar  a  conocer  a  nue- 
stros  lectores  los  monumentos 
mas  notables  de  està  Capital, 
damos  boy  el  grabado  del  ma- 
gnifico edificio  de  la  Plaz,a  de 
Palacio,  denorainado  Casa 
Lonja. 


Grand©  Fabbrica  Nazionale  di  Macchine  Tipografiche,  N.  Arbizzoni,  Monza 

Premiato  anche  dal  R.  Ministero  d'Agricoltura,  Industria  e  Commercio 


Macchina  tipografica  celere  «  LA  NECESSARIA  » 

Vedi  Avviso  speciale  a  pag.   16 


PROVINCIA  DI  PISA 


"Njumero    dei  Comuni:  40  —  'Popola:(ioue :    283,563  —  Superficie:    K.  q.  3,123 
Dilli,  Toscanelli,  Pelosini,  Orsini,  Panattoni. 


'Deptilali  della  provincia  : 


Annali  della  B.  Scuola  normale  supe- 
riore. Pubblicazione  di  filosofia  e  filologia. 
Esce  a  volumi  in-8.°  -  Vi  scrivono:  Fla- 
mini, Levi,  Kirner,  ecc.  Tip.  T.  Nistri  e  C. 

Pisa. 

Archivio  giuricliCO.  Rivista  di  giurispru- 
denza ed  economia,  fondata  nel  rSóS  a 
Bologna,  dove  si  stampa,  e  dove  si  pub- 
blicò fino  al  1874;  in  quell'anno  trasferi 
la  sua  direzione  a  Pisa.  Esce  ogni  mese  in 
ICQ  pagine.  Direttore:  avv.  Filippo  Sera- 
fini, condirettore  del  Diritto  commerciale 
(vedi).  Vi  scrivono  i  professori  V.Scialoja, 
D'Apel,  F.  Buonamici,  L.  Landucci,  Co- 
gliolo,  N.  Tamassia,  Schupfer,  Ceneri  ed  al- 
tri. Abbonamento  :  anno  L.  20.  Un  fase.  L.  2. 

Pisa. 

Il  Corazziere.  Giornale  politico,  ammi- 
nistrativo, nato  nel  1882.  Esce  ogni  setti- 
mana in  4  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  3.  Un  numero  3  centesimi. 

Volterra. 

Il  Corriere  dell'Arno.  Giornale  politico, 
amministrativo,  nato  nel  1873.  Esce  ogni 
domenica  in  4  pagine.  Si  occupa  più  par- 
ticolarmente degl'interessi  locali  ammini- 
strativi e  della  cronaca  della  città  e  pro- 
vincia. Abbonamento:  anno  L.  3.  Un  nu- 
mero 0,05.  Tip.  L.  Citi.  Via  S.  Anna,  9. 

Pisa. 

La  Croce  pisana.  Giornale  politico,  re- 
ligioso, ammmistrativo,  nato  nel  i''^73.  Esce 
il  sabato  in  4  pagine  a  4  colonne.  È  mu- 
nito di  un  breve  di  Pio  IX.  È  assai  diffuso 
in  provincia  per  i  suoi  articoli  polemici 
e  di  storia  patria,  racconti  e  sciarade  a 
premio.  -  Abbonamento:  anno  L.  4,60, 
sem.  2,30,  trim.  1,15.  Via  S.  Giuseppe,  18. 

Pisa. 

Il  Diritto  commerciale.  Rivista  perio- 
dica e  critica  di  giurisprudenza  e  di  legi- 
slazione, diretta  dall'avv.  Davide  Supino, 
professore  di  diritto  commerciale,  e  dal- 
l'avv. Filippo  Serafini,  professore  di  diritto 
romano  nella  R.  Università  di  Pisa.  Que- 
sto giornale,  nato  nel  1882,  esce  in  fasci- 
coli a  doppia  colonna  con  copertina,  in 
modo  da  formare  ogni  anno  un  volume 
di  almeno  800  colonne.  Abbonamento: 
anno  L.  12.  Via  Santa  Cecilia,  14. 

Pisa. 


L'Eco  dell'Era,  Giornale  amministra- 
tivo, democratica.,  letterario,  nato  il  15  ot- 
tobre 1887.  Esce  ogni  settimana  in  4  pa- 
gine a  4  colonne,  formato  0,60  x  0,43.  Di- 
rettore proprietario:  Alfredo  Di  Sandro. 
Tiratura  2000  copie.  Abbonamento:  anno 
L.  3,50,  sera.  2.  Un  numero  5  centesimi. 

Peccioli. 

L'Elettrico.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, quotidiano.  Direttore  :    A.  Borsi. 

Pisa. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Nato 
nel  1876,  pubblica  gli  atti  amministrativi. 
Esce  ogni  mese  in  fascicoli  da  16  a  20  pa- 
gine. Si  distribuisce  gratis  ai  comuni. 

Pisa. 

Giornale  araldico-genealogico-diploma- 
tiCO.  Rivista  araldica,  nata  nel  1874  e  pub- 
blicata per  cura  della  R.  Accademia  aral- 
dica italiana.  È  diretta  dal  comm.  G.  B. 
cav.  Di  Crollalanza.  Esce  ogni  30  giorni 
in  32  pagine  a  2  colonne  con  copertina. 
Tira  1500  esemplari.  Abbonamento:  anno 
L.  1 5,  sem.  8  -  Estero  :  anno  L.  20,  sem.  1 1. 
Un  numero  L.   1,50.  Via  Filonacci,  6. 

Pisa. 

Giornale  di  anatomia,  fisiologia  e  pa- 
tologia degli  animali.  Rivista  di  veterina- 
ria, fondata  nel  18Ó9  dai  professori  Lom- 
bardini  ed  Oreste;  nel  1870  passò  di  esclu- 
siva proprietà  del  prof.  Luigi  Lombardini, 
direttore  della  R.  Scuola  di  medicina  ve- 
terinaria di  Pisa,  coadiuvato  dai  professori 
Rivolta,  Silvestrini,  Baraldi,  Vachetta,  Vi- 
gezzi,  Fogliata  e  Micellone.  Il  giornale 
esce  ogni  2  mesi  in  64  pagine.  Abbona- 
mento: anno  L.  8.  Un  fascicolo  L.  2. 

Pisa. 

Giornale  d'ippologia.  Nato  il  16  feb- 
braio 1888,  esce  2  volte  al  mese  in  4  pa- 
gine, formato  0,56x0,26.  Fu  fondato  dal 
dott.  Giorgio  Cini  e  dal  cav.  prof.  Gia- 
cinto Fogliata,  medico  veterinario  delle 
RR.  Razze  in  S.  Rossore.  S' interessa  in 
particolare  del  miglioramento  delle  razze 
equine  e  di  tinto  ciò  che  ha  attinenza  con 
r  ippologia.  Molto  ricercato  in  Italia  e  al- 
l'estero. Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  nu- 
mero 5  centesimi.  Via  S.  Anna,  9. 

Pisa. 

Il  Nuovo  cimento.  Giornale  di  fisica  e 


604 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA.   ITALIANA. 


chimica,  fondato  nel  1844  dai  professori 
C.  Matteucci  e  R.  Piria  e  continuato  per 
la  fisica  sperimentale  e  matematica  dai  pro- 
fessori E.  Betti  e  R.  Felici.  Esce  ogni  mese 
in  48  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  10,50. 
Tipografia  Pieraccini. 

Pisa. 

Il  Piccolo.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, settimanale. 

Pontedera. 

La  Provincia  di  Pisa.  Giornale  politico, 
amministrativo,  nato  nel  i'^64,  ufficiale  per 
gli  atti  del  Consiglio  comunale  e  provin- 
ciale. Esce  il  giovedì  e  la  domenica  in  4 
pagine  a  4  colonne.  Abbonamento:  anno 
L.  IO,  sera.  5,  trim.  2,50.  Inserzioni:  0,25 
la  linea.  Un  numero  o,io.Via  del  Monte,  1 2. 

Pisa. 

Bivista  generale  italiana  di  clinica  me- 
dica. Nata  il  25  marzo  1889,  esce  ogni  15 
giorni  in  32  pagine  in-8.°  -  Direttore: 
prof.  Grocco.  Abbonamento:  anno  L.  12. 
Tipografia  Nistri. 

Pisa. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Nato  nel  1876,  esce  2  volte 
alla  settimana  e  contiene  gli  annunzi  le- 
gali amministrativi.  Abbonamento:  anno 
L.  12.  Prezzo  d'ogni  numero  in  ragione 
di  3  centesimi  per  pagina. 

Pisa. 


Volterra.  Giornale  amministrativo,  po- 
litico, nato  il  3  marzo  1888.  Esce  ogni 
settimana  in  4  pagine  a  3  colonne,  for- 
mato 0,33  >^  0,23.  Redattore:  Enrico  Gen- 
nai. Abbonamento:  anno  L.  3,  sem.  2.  Un 
numero  5  centesimi.  Via  Garibaldi,  4. 

Volterra. 

La  Zanzara.  Giornale  democratico,  an- 
ticlericale della  domenica,  nato  il  22  lu- 
glio 1888.  Esce  in  4  pag.,  forra.  0,41  x  0,27. 
Direttore:  Belli  Abele.  Tiratura  2000  co- 
pie. Abbonamento:  anno  L.  3,10.  Un  nu- 
mero 5  centesimi.  Via  Circondaria,  45. 

Pontedera. 


'R  GIOLNALE  KOVO 

(in  dialetto  pisano) 

Beppe,  di  su,  piantiamolo  'n  giolnale  ? 
L'alticcio  di  fondo  lo  face' io, 
E  tu  sarai  gerente  responsale. 
Con  cronaca,  notizie  e  che  so  io. 

Già  si  fa  plesto,   'n  ci  vor  tanto  sale, 
Si  dice  de'  ministri  'r  ben  di  Dio, 
Che  ci  vor  la  repubbria  sociale 
E  che  'r  popol  1'  è  'r  unto  da  Dio. 

Li  aS'ali  di  'ìttà  sono  in  tu  mani; 

Ma   gualda  di  di  giù  loba  da  iodi ...  ! 
Poi  si  spoltrona  tutto  V  di  alla  piazza, 

E,  se  quarcun  ci  parla  fuor  di  modi, 
Kui  senz'aspetta,   facciamo  bazza. 
Te  l'aspettiamo  e  giù  .  .  .  botte  da  'ani. 


Giornali  cessati: 

Il  Cavallo,  ippico,  n,   1885  a  Livorno,  poscia  trasferitosi  a  Pisa. 

Dal  Campo  alla  Stalla,  mensile,  1881-82,  a  Guardistallo,  direttore  dott.  G  Rossi. 

Ettore  Fieratnosca,  letterario,  settimanale,  n.   188 1  a  Pisa. 

Il  Gaiiettino,  amministrativo,  bisettimanale,  n.   1889  a  Pontedera. 

Guardai  Guardai,  umoristico,  settimanale,  n.   1888  a  Pisa. 

V  Italia,  politico,  19  giugno  1847-  i-°  agosto  1848,  gr.  in-fol. ,  Pisa. 

Il  Messaggiere  pisano,  quotidiano,  indipendente,  n.    1870. 

Il  'Suovo  elettore,  settimanale,  n.   1S82  a  Pisa;  mutò  titolo  in  Popolo  Pisano. 

Nuovo  Giornale  dei  letterati,  n.   1820  (?)  a  Pisa,  in-8.° 

Orlando  Furioso,  letterario,  settimanale,  n.   1885  a  Pisa. 

Pisa  artistica,  trasformatosi  in   Tramway  nel  1884,  sett.,    direttore  F.  Da  Scorno. 

Il  Popolo  maremmano,  amministrativo,  quindicinale,  n.   1887  a  Cecina. 

Il  Prisma,  letterario,  quindicinale,  n.  1881  a  Pisa. 

Il  Risveglio,  amministrativo,  settimanale,  n.  1SS8  a  Pisa,  direttore  Enrico  Mazzarini. 

La  Rondine,  letterario,  n.  a  Pisa,  direttore  dott.  Bottazzi. 

La  Sentinella  pisana,  quotidiano,  n.   1880. 

La  Sveglia,  amministrativo,  settimanale,  n.   1S85  a  Pontedera. 

Il  Torneo,  letterario,  quindicinale,  1880-83  a  Lari,  direttore  A.  L.  Bacci-Tani. 

Volterra,  settimanale,  amministrativo,  n.  a  Volterra. 


corriere  di 


Vedi  Avviso  speciale  a  pag.  563 


PROVINCIA  DI  PORTO  MAURIZIO 


Numero  dei  Comuni:    loé  —  Popola:(io7te: 
BiaQcheri,  Massabò,  Berlo. 


132,251  —  Superficie:    K.  q.   1,213  —  Deputati   della   provincia: 


Cronaca  ligure.  Rivista  settimanale  di 
politica,  amministrazione,  scienze  e  lette- 
ratura, nata  il  19  ottobre  1S89.  Esce  ogni 
sabato  in  8  pagine  ia-4.°  -  Direttore:  An- 
gelo Vivaldi.  Abbonamento  :  anno  L.  7. 
Un  num.  0,10.  Presso  Sebastiano  Capponi. 

Taggia. 

La  Democrazia.  Giornale  politico,  am- 
ministrativo, settimanale. 

Onegìia. 

lì  Dottor  Antonio.  Gazzetta  di  Bordi- 
ghera,  nata  il  i.°  gennaio  1887,  Direttore: 
Giulio  Orengo.  Ha  per  motto:  Ediicaiione 
del  cuore  -  Libertà  di  pensiero.  Esce  in  4 
pagine,  formato  0,35x0,21.  Abbonamen- 
to: anno  L.  8.  Un  numero  0,05.  Via  Vit- 
torio Emanuele,  35. 

Bordighera. 

Foglio  perioclico  della  Prefettura.  Nato 
nel  1866,  pubblica  gli  atti  amministrativi. 
Esce  quando  occorre  e  si  stampa  a  One- 
gìia. Abbonamento:  anno  L.    lO. 

Porto  Mauri:(io. 
_  Gazzetta  di  San  Remo.  Giornale  poli- 
tico, commerciale,  letterario,  nato  nel  1882. 
Esce  ogni  giovedì  in  4  pagine  a  4  colonne. 
Direttore:  Rossi  Placido.  -  Vi  scrivono: 
prof.  Ustraldi,  Antonio  Sesti  ed  altri.  Ab- 
bonamento: anno  L.  4,  sem.  2,  trini.  1. 
Inserzioni  :  3.*  pagina  40  centesimi  la  linea, 
4."  pagina  25.  Via  Vittorio  Emanuele,  22. 

San  Remo. 

L'Indipendenza.  Gazzetta   di    Ventimi- 


glia,  nata  il  4  novembre  1888.  Esce  ogni 
domenica  in  4  pagine  a  4  colonne,  for- 
mato 0,35x0,24.  -  Direttore:  Giovenale 
Tessitore.  Abbonamento:  anno  L.  3,50, 
sem.  2.  Un  numero  5  centesimi. 

VentimigUa. 

Il  Pensiero  di  San  Remo.  Giornale  po- 
litico, amministrativo,  commerciale  e  let- 
terario, nato  il  4  marzo  1888.  Esce  la  do- 
menica in  4  pagine,  formato  0,37x0,25. 
Direttore:  Angelo  Semeria.  Abbonamento: 
anno  L.  5.  Un  numero  5  centesimi. 

San  Remo. 

Portomaurizio.  Giornale  politico,  ammi- 
nistrativo, settimanale,  nato  nel  1890. 

Porlo  Maurilio. 

Il  Risorgimento.  Giornale  politico,  am- 
itìinistrativo,  settimanale. 

Porto  Mauri:(to. 

Rivista  commerciale  della  provincia  di 
Porto  Maurizio.  Organo  ufficiale  della  Ca- 
mera di  commercio  ed  arti,  nato  il  i." 
febbraio  1888.  Esce  il  i.°  e  16  d'ogni  mese 
in  16  pagine  in-8.°  -  Abbonamento:  anno 
L.  4.  Un  numero  20  centesimi. 

Porto  Maurilio. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Nato  nel  187Ó,  esce  2  volte 
la  settimana  ;  si  stampa  a  Oneglia  e  con- 
tiene gli  annunzi  legali  amministrativi.  Ab- 
bonamento :  anno  L.  io.  Prezzo  d'ogni 
numero  in  ragione  di  cent.  3  la  pagina. 
'  Porto  Maurilio. 


Giornali  cessati: 

Il  Confine  ligure,  democratico,  n.  a  Porto  Maurizio. 

Il  Corriere  di  Porto  Maurilio,  amministrativo,  n.   1888,  direttore  G.  Ricci. 

Il  Corriere  di  San  Remo,  amministrativo,  settimanale,  n.  1887. 

Il  Corriere  ligure,  democratico,  n.  a  Porto  Maurizio. 

L'Eco,  amministrativo,  trisettimanale,  n.  1881  a  San  Remo, 

L' Echo  du  lilloral,  settimanale,  n.   1886  a  San  Remo,  direttore  G.  Franciosi." 

L' Educatore,  cattolico,  mensile,  u.  1887  a  Ventimiglia. 

h'  Indicateur  de  S.  Remo,  amministrativo,  settimanale,  n.  1881. 

L'Iride,  letterario,  mensile,  n.   1885  a  San  Remo. 

La  Liguria,  amministrativo,  settimanale,  n.   1883  a  Oneglia. 

La  Liguria  agricola,  mensile,  n.  1885  a  Oneglia  come  supplemento  della  Liguria, 

Liste  des  étrangers  de  Bordighera,  locale,  settimanale,  n.  1883. 

Le  Littoral,  settimanale,  n.  1876  a  San  Remo,  direttore  Charreton. 

L'Opinione  pubblica,  democratico,  n.  a  Porto  Maurizio. 

La  Palestra  enigmatica,  giuochi  a  premio,  n.  1885  a  Porto  Maurizio. 


606  GTTIDA  DELLA   STAMPA  PERIODICA  ITALIANA. 

La  Pipa,  amministrativo,  settimanale,  n.  1883  a  Ventimiglia. 

—  Il  Popolano  ligure,  settimanale,  n.  1887  a  San  Remo. 

Il  Popolo,  democratico,  quindicinale,  n.   1883  a  Porto  Maurizio,  direttore  F.  Ricci. 

—  La  Provincia,  amministrativo,  settimanale,  n.   1880  a  Porto  Maurizio. 

—  Revue  italienne,  quindicinale,  n.  1884  a  San  Remo. 

—  Scarincio,  amministrativo,  settimanale,  n.   1886  a  Porto  Maurizio. 

—  Lo  Scoglio,  galletta  di  S.  Remo,  amm.,  bisett.,  n.   1885,  direttore  P.  Ghignone. 

—  La  Scuola  maniniana,  democratico,  bimensile,  n.  a  Oneglia. 

—  La  Stella  ligure,  amministrativo,  settimanale,  n.   1888  a  Oneglia. 

—  Il  Torneo  letterario,  quindicinale,  n.  1884  a  Porto  Maurizio. 

—  La  Verità,  amministrativo,  settimanale,  n.  i8S3  a  Oneglia,  redattore  Antonio  Sesti. 

—  Il  Vessillo,  politico,  letterario,  settimanale,  n.  1888  a  San  Remo. 

—  La  Viola  mammola,  letterario,  quindicinale,  n.   1887  a  San  Remo. 

IL    DIRETTORE   D'UN    GIORNALE 

....  «  Egli  domina  ma  non  governa.  —  È  un  cattivo  direttore  di  giornale  quello  che 
è  indispensabile  per  il  lavoro  giornaliero  di  redazione. 

«  Egli  deve,  è  vero,  essere  inizialo  in  tutu  i  dettagli  di  un  giornale:  deve  co- 
noscere la  costruzione  tecnica,  il  meccanismo  dell'amministrazione  e  deve  essere  in 
grado  di  riempire  qualunque  lacuna  neila  redazione,  sia  di  fare  il  servizio  di  un  re- 
porter, sia  di  scrivere  il  così  detto  articolo  di  fondo,  ma  l'apparato  di  un  giornale 
deve  essere  —  come  dicono  con  frase  efficace  gli  inglesi  —  self  acting. 

<t  La  macchina  deve  andare  da  sé,  senza  che  il  direttore  abbia  bisogno  di  mon- 
tarla e  di  metterla  in  moto  tutti  i  giarni.  Egli  è  il  meccanico  che  ha  costrutto  da 
sé  la  sua  macchina,  e  deve  essere  in  grado  di  riconoscerne  a  prima  vista  i  difetti 
e  di  correggerli  senza  perdere  un  istante.  —  Quando  l'ingranaggio  è  in  moto,  il  com- 
pito del   direttore  si  limila  a  sorvegliarlo  ed  a  conservarlo  in  buone  condizioni. 

«  Le  doli  morali  ed  intellettuali  che  il  direttore  di  un  giornale  deve  possedere 
sono  abbastanza  notevoli. 

«  Nella  vita  sociale  deve  star  fuori  d'ogni  partilo,  e  non  assimilarsi  con  alcuna 
conventicola  locale.  Uomo  d'affari,  non  deve  averne  i  modi;  buon  amministratore, 
deve  essere  scevro  di  ogni  meticolosa  pedanteria. 

a  L'invidia  e  le  antipatie  rendono  incapace  di  essere  un  buon  direttore,  giacché 
uno  dei  suoi  compiti  p'ù  importanti  è  quello  di  rintracciare  ed  incoraggiare  nuovi  talenti. 

«  Anche  quando  i  successi  del  giornale  sono  grandiosi,  anche  quando  il  suo 
foglio  gode  tulle  le  simpatie  del  pubblico,  il  direttore  non  deve  essere  soddisfatto, 
ma  cercare  ancora  di  renderlo  piti  perfetto. 

«  Disinttresse,  sprezzo  delle  pompe  esterne,  di  onori  e  di  decorazioni,  devozione 
agli  ideali  ed  intelletto  pei  bisogni  della  vita  pratica,  e  molte  altre  ancora  sono  le 
doti  del  direttore  di  un  giornale  come  dev'essere. 

«  È  raro  il  caso  che  un  generale  si  metta  alla  testa  di  un  reggimento,  ma  se  ne 
scorge  la  necessità,  il  direttore  deve  saper  maneggiare  la  sua  arma,  la  penna,  non  solo 
come  l'ultimo  dei  suoi  soldati,  meglio  del  migliore  dei  suoi  subalterni,  ed  entro  e  fuori  della 
redazione,  si  deve  subito  comprendere  che  questo  0  quell'articolo  fu  scritto  dal  direttore. 

«  Ben  più  importante  dello  scrivere  è  la  ricchezza  delle  idee.  La  conversazione 
del  <lirellore  coi  suoi  collaboratori  deve  essere  sempre  feconda  giornalisticamente  e 
ciò  non  soltanto  quando  egli  prescrive  le  linee  di  un  articolo  0  lo  ispira,  ma  eziandio 
in  tutte  le  occasioni:  si  tratti  di  formali  conferenze  di  redazione,  0  di  colloqui  fortuiti. 

«  Egli  cerca  di  riparare  i  danni,  di  rimuovere  gli  attriti,  ha  cura  che  non  man- 
chi il  materiale:  la  sua  operosità  é  anzitutto  organizzatrice. 

«  Ma  ciò  non  basta.  Egli  deve  avere  una  forza  creatrice:  avere  idee;  ed  i  suoi 
progetti  devono  estendersi  ben  più  oltre  del  bisogno  giornaliero.  Il  suo  sguardo  deve 
essere  diretto  sempre  in  avanti,  e  mentre  i  diplomatici  stringono  trat'.ati  di  pace,  ed 
il  iiìondo  si  culla  nelle  speranze  pacifiche,  il  direttore  di  un  giornale  deve  essere  pronto 
alle  eventualità  di  una  guerra.  »  (Dal  libro  di  Wehle:  Die  Zeiiung.)—  (V.  pag.  338.) 


PROVINCIA  DI  POTENZA 


Numero   dei   Comuni:   124  —  Popolazione:    524,504  —  Superficie:  K.  q.  10,354  —  Deputati  delia   provincia  : 
I.  Branca,  Fortunato,  Piastino.  2.  Senise,  Lacava,  Levito,  Rinaldi  A.   3.  Gianturco,   Torraca,  Materi. 


L'  Eoo  -  Giornale  della  Lucania.  Perio- 
dico amministrative,  economico,  letterario, 
nato  il  2Ó  gennaio  1888.  Esce  ogni  do- 
menica in  4  pagine,  formato  0,34  y.  0,45. 
Direttore:  Arcangelo  Pomarici.  Abbona- 
mento: anno  L.   5.  Via  Pretoria,  300. 

Potenza. 
Foglio  degli  annunzi  legali.  Creato  nel 
1876  esce  2  volte  la  settimana  e  contiene 
gli  annunzi  legali  amministrativi.  Abbona- 
mento: anno  L.  24.  Costa  cent.  3  la  pagina. 

Potenia. 


Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  mensile,  creato  nel  1860  per 
gli  atti  amministrativi.  Abbonamento:  an- 
no L.   14,50.  Un  fascicolo  L.  1,25. 

Potenia. 

La  Stella  d'Anglona. Pubblicazione  men- 
sile di  scienze  e  lettere  con  varie  notizie 
religiose  e  politiche,  nata  nell'ottobre  1887 
e  diretta  da  Mons.  Daniello  Virgallita.  Esce 
in  fascicoli  di  32  pagine  in-8.°  a  2  colonne. 
Abbonamento:  anno  L.  5,  sera.   3. 

Chiaramonte. 


Giornali  cessati: 

Bollettino  del  Consiglio  provinciale  scolastico  di  Basilicata,  mensile,  n.  1888  a  Potenza, 

direttore  Pietro  Bianco. 
Brancaleone,  bimensile,  n.   1888  a  Venosa,  direttore  Francesco  Pierro. 
h'  Educatore  lucano,  letterario,  n.   1882  a  Rionero  in  Volture. 
Gaietta  F^H05/«a^  amministrativo,  n.  1885  a  Venosa;  fu  sostituito  dalla  Nuova  Ga^- 

:^etta  Venosina,  ^jure  cessata. 

Il  Gaiiettino  di  Basilicata,  amministrativo,  settimanale,  n.   1884  a  Potenza. 
h'  Indipendente,  amministrativo,  settimanale,  n.   1878  a  Potenza. 
La  Lucania  letteraria,  settimanale,  u.   1885  a  Potenza. 
Mario  Pagano,  giuridico,  quindicinale,  n.   1886  a  Potenza. 
Il  Monitore  ecclesiastico,  mensile,  n.  1875  a  Marat ea. 
Nerina,  letterario,  trimensile,  n.  1883  a  Napoli  e  trasportato  a  Potenza;  direttori: 

G.  De  Sanctis  e  G.  Fitlipaldi. 
L'Operaio,  amministrativo,  quindicinale,  n.   iN'^3  a  Lagonegro. 
Il  Popolo  lucano,  amministrativo,  settimanale,  n.   1879  a  Potenza. 
Il  Risveglio,  amministrativo,  settimanale,  n.   1879  a  Potenza. 


Petruccelli  della  Gattina.  Nato  a  Lagonegro  nel  1816,  prese  parte  ai  moti  del  1848 
e  fu  arrestato;  nel  1849  emigrò  in  Inghilterra  e  si  addottorò  in  medicina.  Quindi  si 
recò  a  Parigi  ed  entrò  nel  giornalismo,  scrivendo  nella  Presse,  nei  Débats,  n^ìì'  Indé- 
pendance  Belge,  nella  Lihertè,  nel  Paris  Journal,  nella  Revue  de  Paris  di  Balzac,  nella 
Cloche,  nel  Daily  Telegraph,  nel  Morning  Star,  nel  Cornì)ill  Magatine,  nel  Daily  News, 
nella  Petite  Presse,  ncìì'  Evenement  e  in  molti  altri  giornali  italiani.  Scrisse  anche  ro- 
manzi, drammi,  storie,  le  Memorie  di  Giuda  che  levarono  tanto  rumore,  ecc.  Fu  depu- 
tato; tornò  a  Londra  e  scrive  tuttora  corrispondenze  per  molti  giornali,  fra  gli  altri 
pel  Diario  e  la  Patria  Italiana  di  Buenos  Aires. 

—  Michele  Torraca  è  uno  fra  i  più  noti  e  stimati  giornalisti  italiani.  Figlio  della 
forte  Basilicata,  è  entrato  giovanissimo  nel  giornalismo,  facendo  le  prime  armi  a  Na- 
poli. Poi  fu  direttore  del  Diritto;  quando  nel  1882  il  banchiere  Oblieght  fu  accusato 
di  voler  vendere,  alla  clericale  casa  Fremy  di  Parigi,  parecchi  giornali  liberali  romani,  il 
Torraca  usci  dal  Diritto.  L'on.  Sonnino,  credendo  che  fosse  un  buon  momento,  con- 
verti in  un  giornale  quotidiano  col  titolo  di  Rassegna  quella  sua  Rassegna  settimanale, 
che  fu  una  delle  riviste  più  serie  e  meglio  fatte  d'Italia,  e  chiamò  a  dirigere  il  nuovo 
periodico  il  Torraca.  La  Rassegna  fu  il  giornale  del  trasformismo;  inventò  la  parola 
pentarchia,  contribuì  a  demolire  vari  ministri,  si  acquistò,    se   non  una  grande  diffu- 


608  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 

sione,  un'autorità  incontrastabile.  Gli  uomini  della  Rassegna,  Sennino,  Franchetti,  Ca- 
valieri, Fortunato,  Guicciardini,  Lacava,  ecc.  trovarono  nel  Torraca  il  giornalista  unico 
per  interpretare  le  loro  idee  e  i  loro  sentimenti.  Sotto  l'apparenza  di  un  uomo  an- 
nojato,  stanco,  freddissimo,  che  di  nulla  s'interessa,  egli  nasconde  uno  spirito  appas- 
sionato per  la  politica,  una  volontà  di  lavoro  che  nulla  arriva  a  domare,  una  fermezza 
e  un  ardore  di  carattere,  oramai  rari  in  questi  tempi  di  gente  mediocre  e  indifferente. 
Egli  ha  però  una  sola  passione,  l'unica:  la  politica.  E  ne  ha  l'ascetismo,  il  misticismo, 
tutte  le  forme  del  sacrificio.  Cosi  la  Rassegna  fu  un  giornale  esclusivamente,  eccezio- 
nalmente politico.  L'austerità  dei  caratisti  e  quella  di  Torraca  non  ammetteva,  nel 
giornale,  la  letteratura,  la  varietà,  la  mondanità,  il  fatto  diverso:  niente.  Dooo  5  anni 
di  vita  non  ingloriosa,  né  inefficace,  la  Rassegna,  per  un  dissenso  sorto  fra  il  Torraca  e 
alcuni  degli  amici  fondatori  e  proprietari  di  essa,  sulla  situazione  parlamentare  e  i 
doveri  che  questa  imponeva,  dovette  cessare  e  il  Torraca,  pel  momento,  si  ritrasse  dal 
giornalismo.  Dopo  due  anni  vi  rientrò  ed  ora  dirige  V Opinione  (vedi). 


LA       8XAIIII*A 


La  stampa  è  la  forza.   Perchè?  perchè  è  la  intelligenza. 

Essa  è  la  tromba  vivente,  essa  suona  la  diana  dei  popoli,  annunzia  ad  alta  voce 
r incoronamento  del  diritto,  non  lien  conto  della  notte  che  per  salutare  l'aurora,  in- 
dovina il  giorno,  avverte  il  mondo. 

Qua!' è  l'aiuto  valido  del  patriota?  la  stampa. 

Qual'è  lo  spaucacchio  del  retrogrado  e  del   traditore?  la  stampa. 

Io  ben  il  so,  la  stampa  è  odiata,  e  questa  è  gran  ragione  ad  amarla. 

Tutte  le  iniquità,  tutte  le  persecuzioni,  tutti  i  fanatismi  la  denunciano,  l'insultano 
e  l'ingiuriano  come  possono,  lo  mi  richiamo  ad  un'enciclica  celebre,  alcune  frasi  no- 
tevoli delia  quale  mi  sono  rimaste  impresse  nella  mente.  . 

In  questa  enciclica  un  papa,  nostro  contemporaneo,  Gregorio  XVI,  nemico  del 
suo  secolo  ed  avente  sempre  innanzi  agli  occhi  l'antico  dragone  e  la  bestia  dell'Apo- 
calisse, qualifica  così  la  stampa  nel  suo  latino  da  monaco  camaldolese:  Gula  ignea, 
caligo,  immanis  cinn  strepito  horrendo. 

10  non  ci  metto  parola  sopra:  il  ritratto  è  ben  rassomigliante.  Bocca  di  fuoco, 
fumo,  rapidità  prodigiosa,  strepilo  formidabile.  Ecco  la  locomotiva  che  passa!  è  la 
slampa,  l' immensa,  la  santa  locomotiva  del  progresso. 

Dove  essa  corre?  Dove  essa  trae  la  civiltà?  Dove  reca  ad  approdare  i  popoli, 
questo  valido  rimorchiatore? 

11  cammino  è  lungo,  oscuro  e  terribile.  Per  il  che  può  ben  dirsi  che  la  uma- 
nità sia  ancora  sotto  terra,  tanto  la  materia  ancora  la  inviluppa  e  ''impaccia,  tanto  le 
superstizioni,  i  pregiudizi  e  le  tirannie  le  fanno  una  pesante  volta  sul  capo,  laute  te- 
nebre ancora  la  circondano. 

Dacché  l'uomo  esiste,  la  storia  intera,  ahimè,  è  sotterranea:  non  ha  ricevuto 
neppure  una  parte  del  raggio  divino.  Ma  nel  secolo  xix,  dopo  la  rivoluzione  francese, 
avvi  luogo  a  sperare;  anzi  avvi  certezza  di  meglio. 

Laggiù,  sul  nostro  lontano  orizzonte,  un  punto  luminoso  apparisce;  a  poco  a  poco 
si  allarga,  ed  è  l'avvenire,  la  realizzazione,  la  fine  delle  miserie;  è  l'alba  dei  piaceri,  è 
Canaan,  è  la  terra  promessa,  dove  l'uomo  non  avrà  più  a  sé  d'intorno  che  dei  fra- 
telli e  sopra  di  se  non  aliro  che  il  cielo. 

Avanti,  sacra  locomotiva  !  coraggio,  0  pensatore  !  Avanti,  0  scienza  I  avanti  filo- 
sofia! avanti,  0  stampa!  avanti  voi  tutte,  0  intelligenze!  Si  avvicina  l'ora  nella  quale 
l'umanità,  liberata  finalmente  dal  nero  involucro  di  sei  mila  anni,  smarrita,  messa  ad 
un  tratto  in  faccia  al  sole  dell'  ideale,  farà  nel  massimo  splendore  la  sua  sublime  com- 
parsa. 

Victor  Hugo. 


PROVINCIA  DI  RAVENNA 


Inumerò    dei    Comuni:  21  —  Topola^ione :  225,764 
Baccarini,  Costa  A. ,  Caldesi,  Gamba. 


Superficie:  K.  (j.    2,154  —   "Depulali   della  provincia: 


L'Alpe.  Giornale  politico,  amministrati- 
vo, nato  nel  1889.  É  redatto  dai  fratelli  Gio- 
vanni e  Sebastiano  Mercatelli. 

Alfonsine. 

L'Amico  degli  asili.  Giornale  educativo, 
nato  nel  1885.  Esce  ogni  mese  in  S  pa- 
gine illustrate  con  copertina.  Direttore  : 
prof.  Eurico  Parini.  Abbonamento:  anno 
L.  12;  sem.  6.  Un  numero  L.   1,50. 

Faenza. 

Bollettino  dell'  Associazione  generale 
degli  operai-braccianti  del  comune  di 
Ravenna.  Nato  il  i.°  novembre  i88s,  esce 
il  1.°  e  15  d'ogni  mese  in  4  pagine,  forma- 
to 0,30  ><;  0,20.  Abbonamento:  anno  L.  1,50. 
Un  nuti'ero  0,05.  Via  Massimo  d'Azeglio,  2. 

Ravenna. 

Bollettino  delle  ferrovie  portatili.  Gior- 
nale di  meccanica  applicata  all'agricoltura, 
nato  nel  1882.  Esce  in  fascicoli  illustrati 
di  20  pagine  in-8.°  È  scritto  dall' ing.  Luigi 
Biffi.  Si  distribuisce  gratuitamente,  ed  ha 
per  scopo  di  diffondere  il  PorUtir  Decativiììe. 

Faenza. 

Gazzetta  Romagnola.  Giornale  politico, 
mon:irchico,  amministrativo,  ufficiale  per 
gli  atti  del  Comizio  Agrario,  nato  il  21 
marzo  1888.  Esce  giovedì  e  domenica  in 
4  pagine,  formato  0,43  ><o,30.  Redattori- 
comproprietari:  Zama,  Galamini  e  Chiarini. 
Abbonamento:  anno  L.  8.  Un  num.  0,05. 

Faeni^a. 

Il  Lamone.  Giornale  politico,  democra- 
tico, nato  nel  1884.  Esce  ogni  domenica 
in  4  pagine  a  4  colonne.  Redattore:  Giu- 
seppe Masoni.  Abbonamento:  anno  L.  3  ; 
estero  3,50.  Via  Marescalchi,  205. 

Faeni^a. 

Il  Lavoro,  Giornale  politico,  ammini- 
strativo e  di  educazione  popolare,  nato  nel- 
l'ottobre 1871.  Esce  ogni  domenica  in  4 
pagine  a  3  colonne.  Abbonamento:  anno 
L.  6,  sem.  3,50,  trim.  2.  Un  numero  0,05. 

Ltcgo. 

La   Libera  parola.    Giornale   politico, 


amministrativo,  nato  il  7  novembre  1888. 
Esce  ogni  settimana  in  4  pagine,  formato 
0,37  y.  0,28.  Direttore:  Ottorino  Raimondi. 
Abbonamento:  anno  L.  3,50.  Un  numero 
cent.  5.  Corso  Vittorio  Emanuele,  2. 

Lugo. 

La  Lotta.  Organo  degl'interessi  ammi- 
nistrativi del  partito  radicale  del  circon- 
dario, nato  1' 8  maggio  1889.  Esce  ogni 
mercoledì  in  4  pagine,  formato  0,37  x  0,27. 
Un  numero  0,05. 

Lugo. 

Il  Ravennate  -  Corriere  delle  Romagne. 
Giornale  politico,  liberale,  amministrativo, 
quotidiano,  nato  nel  1864.  Nel  1886  si  fuse 
col  Corriere  delle  Romagne,  politico,  quo- 
tidiano, nato  nel  18S5.  Il  Ravennate  fu 
dapprima  diretto  dal  dott.  G.  André,  poscia 
daG.  Monari-Rocca,  pel  quale,  essendo  gio- 
vanissimo, l'impresa  era  un  po'  pericolosa. 
Volendosene  sdebitare  con  onore,  ci  voleva 
per  lo  meno  del  coraggio  e  molto:  un 
giornale  moderato  in  Romagna,  come  il 
Ravennate,  non  è  certo  un  letto  di  rose 
per  un  giornalista.  I  giovani  del  Romagnolo, 
altro  giornale  locale,  presero  a  combattere 
accanitamente  il  Monari  che  dovette  bat- 
tersi e  subire  in  teatro  una  dimostrazione 
di  fischi.  Il  Monari  mori  nel  iSSi,asoli 
24  anni.  Poi  il  giornale  fu  diretto  da  Giulio 
Bricchi,  ed  ora  ha  per  direttore  F.  Savigni 
e  per  cronista  Sebastiano  Petroncini.  Il  Ra- 
vennate, che  è  proprietà  dell'editore  Euge- 
nio Lavagna,  è  il  solo  giornale  quotidiano 
della  provincia  e  tira  6000  copie.  Esce  tutti 
i  giorni  meno  i  fe.stivi  in  4  pagine.  Ab- 
bonamento: anno  L.  16,  sem.  9,  trim.  5, 
un  mese  2.  Un  numero  0,05. 

Ravetììia. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Organo  ufficiale  per  la  pubbli- 
cazione degli  annunzi  amministrativi,  fon- 
dato nel  1876.  Esce  2  volte  la  settimana  in 
fascicoli.  Abbonamento:  anno  L.   io. 

Ravenna. 


Giornali  cessati: 

—  Il  Comune,  socialista,  bisettimanale,  n.   1883  a  Ravenna. 

—  La  Cronaca  radicale,  n.  a  Ravenna. 

—  Eccetera!,  umoristico,  settimanale,  n.  a  Faenza. 

N.  Bernardini — Guida  dtlla  Stampa  periodica  italiana — 39. 


610 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 


—  La  Fiaccola,  n.  1879;  si  trasportò  da  Faenza  a  Firenze  mutando  titolo  in  Evangelista. 

—  Foìchetto,  umoristico  letterario,  n.  1884  a  Faenza. 

—  U  Irupariiale,  scienze,  lettere,  arti,  n.   1840  a  Faenza,  in-4. 

—  L' Imparziale,  amministrativo,  n.   1888  a  Faenza,  direttore  Zama. 

—  L' Internaiionale,  n.  a  Ravenna. 

—  Il  Lupo,  democratico,  settimanale,  n.  1885  a  Ravenna. 

—  Monitore  delle  Romagne,  radicale,  n.  a  Ravenna. 

—  La  Montagna,  democratico,  n.   1883  3  Faenza. 

—  La  Palestra  romagnola,  settimanale,   n.  1883    a   Ravenna,  direttore  F.  Savigni. 

—  Il  Ribelle,  settimanale,  n.  1884  a  Ravenna. 

—  La  Romagna  del  popolo,  amministrativo,  bisettimanale,  n.  1887  a  Ravenna. 

—  Il  Roma^nclo,  radicale,  n.  a  Ravenna. 

—  La  Vespa,  politico,  n.  1885  a  Brisighella. 


Le  stranezze  della  stampa  (V.  pag.  602) 


Tutto  è  inedito. 

Teofilo  Gautier  ha  detto,  parlando  della  letteratura: 
«  on  peut  toujours  tout  réimprimer  :  iout  est  inèiit  n . 

I  cronisti  non  se  lo  sono  lasciati  dire  due  volte. 
Hanno  allargato  la  teorica  del  gran  Theo;  ci  hanno 
fatto  entrare  anche  il  giornalismo  —  e  non  io  vi  starò 
a  dire  se  ne  hanno  abusato,  e  se  ne  abusano,  del  per- 
messo da  lui  dato....  Ci  sono  dei  ricorsi  storici,  an- 
che nel  giornalismo  —  specialmente  nel  giornalismo, 
anzi.  A  date  fisse,  si  riproduce  l'articolo  dell'anno 
aranti  —  eh'  e  poi  quello  di  due  anni  fa,  e  che  sarà 
quello  —  potete  giurarci  —  dell'anno  venturo. 

Ho  sentito  raccontare  che  Yorick,  papà  Yorick,  uno 
dei  santi  padri  del  giornalismo  italico,  un  anno,  dette 
alla  Nazione  un  articolo  sul  giovtdi  santo.  Celestino 
Bianchi,  direttore  del  giornale,  per  combinazione,  lo 
lesse  prima  che  andasse  «  in  composizione  u.  Chiamò 
Yorick  : 

—  Sai?  l'articolo  è  bellissimo;  ma  è  troppo  scol- 
lacciato  quei  pizzicotti  dati  alle  serve  nella  chiesa.... 

—  To'  !  —  proruppe  Y^orick  —  o  se  è  quattr'anni 
che  questo  stesso  articolo  compare  il  giovedì  santo 
sulla  Nazione.... 

L'arricolo  era  inedito  pel  direttore  della  Nazione: 
figurarsi  pei  lettori  !... 

E  ce  ne  sono  parecchie  di  queste  date  fisse,  e  quindi 
di  questi  articoli  d'obbligo  :  l'apertura  della  cacci.i,  le 
prime  rondinelle,  il  Derby  reale,  l'estate  che  arriva, 
l'estate  che  se  ne  va,  l'articolo  dei  bagni,  quello  sul 
carnevale....  Del  resto,  se  la  cosa  è  la  stessa  —  per- 
chè rifar  la  fatica  a  descriverla?  Una  sforbiciata  —  e 
via  :   iout  est  inédit. 

Anzi,  Aureliano  Scholl  —  un  altro  del  maestri,  co- 
me Y'orick,  del  giornalismo  —  pretende  che  questo  sia 
un  dovere  del  cronista,  che  bisogna  fare  cosi.  L'ab- 
bonato di  provincia  è  abituato  ad  avere  col  tale  giorno 
il  tale  articolo:  guai  a  defraudamelo.  E  se  il  gior- 
nalista ritarda,  arrivano  letterine  di  rimprovero  : 

Siamo  a  luglio,  perchè  ritarda  l'articolo  balneare  ? 

Oppure  : 

Non  so  spiegarm  i  com'  è  che  ancora  non  abbia  letto 


il  fatto  del  vecchio  di  127  anni  che  vive  nell'America 
del  Sud,  o  quello  della  donna  che  partorisce  un  bam- 
bino colla  testa  di  vitello,  che  il  giornale  suole  pub- 
blicare nella  prima  quindicina  di  settembre.  Che  cosa 
aspettate  a  darceli? 

E  finché  non  vede  il  vecchio  centenario  o  la  testa 
di  vitello  nel  suo  giornale  —  l'abbonato  non  è  con- 
tento. 


I  giornali  più  grandi  e  più  piccoli 

del  mondo. 

Nel  museo  giornalistico  di  Aqjisgrana  (V.  pag.  505) 
vi  è  un  numero  di  giornale  che  s' intitola  llluminated 
Quadruple  Constellation.  Vide  la  luce  a  New  Y'ork 
nel  1850.  E  grande  quanto  un  biliardo,  consta  di  8  pa- 
gine di  13  colonne  ciascuna,  alte  48  pollici.  E  di  car- 
ta cosi  forte  che  pesa  un  quintale  e  mei^o.  Si  pubblica 
una  volta  ogni  secolo  nella  ricorrenza  della  festa  del- 
l' indipendenza  degli  Stati  Uniti  ;  40  persone  spesero 
3  mesi  a  scriverlo,  comporlo  e  stamparlo.  Costava 
50  centesimi  e  se  ne  tirarono  28,000  copie. 

Il  giornale  più  piccolo  del  mondo  è  El  Telegrania, 
che  pubblicasi  a  Guadalayara.  Solo  con  200  copie  dello 
stesso  si  può  coprire  l'altro  gigantesco  confratello. 
Un  altro  giornale  anche  piccolissimo  è  il  Medoc  Star. 

Il  giornale  più  grande  che  ora  si  stampa  nel  mondo 
è  il  Norlh  British  Advcrtistr  :  61  per  6i  cm. 

Il  giornale  più  settentrionale, 
il  più  meridionale  e  il  più  alto. 

II  giornale  più  settentrionale  si  pubblica  a  Ham- 
merfest;  il  più  meridionale  nella  Nuova  Zelanda  a 
Dunedin;  il  più  alto  a  Kokonio.  nel  Colorado.  Que- 
sto viene  stampato  a  11,860  piedi  sul  livello  del  mare 
e  porta  quindi  l'iscrizione:  Published  at  a  higher  al- 
ti tude  ihan  any  olher  paper . . .  .!£,  poi  si  dica  che  la 
stampa  non  tende  a  mantenersi  all'altezza  della  sua 
missione  ! 


GRANDE  FABBRICA  NAZIONALE  DI  MACCHINE  TIPOGRAFlCnE 

NORBERTO  ARBIZZONI,  MONZA 

Premiato  anche  dal  R.  Ministero  d'Agricoltura,  Industria  e  Commercio 

Vedi  Avviso  speciale  a  pag.  16 


PROVINCIA  DI  EEfìGIO  CALABRIA 


KjUtnero  dei  Comuni:    io6  —   Topolaiione:    372,723   —  Superficie:  K.   q.   3,177  —   Depulati  della   provincia: 
I.  De  Lieto,  De  Biasio  L.  ,  Nanni,  VoUaro.  2.  Pliuino,  De  Zerbi,  De  Biasio  V. 


L'Aurora.  Giornale  amministrativo,  let- 
terario, settimanale,  nato  il  i6  novem- 
bre 1889.  Esce  in  4  pagine  a  4  colonne, 
formato  0,5  5  ><  0,25.  È  diretto  da  Diego  Ar- 
mando M:idari,  che  nel  1888  faceva  l'altro 
giornale  Raggio  di  sole.  Abbonamento  :  an- 
no L.  4,  sem.  2,  trini,  i.  Un  numero  0,05. 
Strada  S.  Lucia,  palazzo  Canova. 

Reggio  Calabria. 

Bollettino  di  annunzi.  Nato  nell'otto- 
bre del  1888,  si  pubblica  dalla  ditta  tipo- 
grafica Luigi  Ceruso  fu  Giuseppe.  Si  spe- 
fUsce  gratis  a  chi  lo  richiede.  Corso  Ga- 
ribaldi, 287. 

Reggio  Calabria. 

Calopinace  -  Ganetta  di  Reggio  Calabria, 
politica,  liberale,  progressista, amministra- 
tiva, nata  nel  18.82.  Esce  ogni  domenica 
in  4  pagine  a  4  colonne.  Il  nome  è  tolto 
a  un  fiume  del  luogo.  Fu  direttore  del 
giornale  Vincenzo  Di  Francia  (corrispon- 
dente del  Corriere  di  Napoli  col  pseudo- 
nimo di  Adriano  Soldrini),  il  quale  nel  1890 
abbandonò  la  direzione  del  Calopinace  che 
fu  a'^sunta  da  Alessandro  Grimaldi,  e  ce- 
dette la  proprietà  al  tipografo  Lombardi. 
Abbonamento:  anno  L.  4,  sem.  2. 

Reggio  Calabria. 

Ferruocio.  Giornale  politico,  del  popolo, 
fondato  nel  1878.  Esce  ogni  settimana  in 
4  pagine  a  5  colonne.  Direttore:  avv.  Con- 
solato Condò;  redattore  capo:  R.  Lofà- 
ro;  proprietario:  Luigi  Ceruso  fu  Giu- 
seppe, nel  cui  stabilimento  tipografico  si 
stampa.  Abbonamento:  trini    L.  1,50,  se- 


mestre ed  anno  in  proporzione.  Corso  Ga- 
ribaldi, 287-288-289. 

Reggio  Calabria. 
Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  creato  nel  i8S3,perla  pub- 
blicazione degli  atti  amministrativi.  Si  pub- 
blica ogni  mese  in  fascicoli  di  16  pagine. 
Abbonamento  :  anno  L.  12.  Un  num.  L.  i. 

Reggio  Calabria, 
lì  Martello.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, nato  nel  1879.  É  diretto  da  Do- 
menico Enrico  Barilla,  vecchio  giornalista 
nella  stampa  romana.  Si  pubblica  ogni  set- 
timana in  4  pagine.  Abbonamento:  an- 
no L.  6.  Un  numero  5  centesimi. 

Reggio  Calabria. 
Il  Risveglio.  Gazzetta  di  medicina,  chi- 
rurgia e  farmacia,  fondata  nel  maggio  1 88  5. 
Esce  ogni  mese  in  fascicoli  di  16  pagine 
in-8.°  Direttore:  Dott.  Vincenzo  Malsano. 
Abbonamento:  anno  L.  4,  sem.  2,50.  Un 
numero  0,25.  Via  Carmine,  pai.  Catizzone. 

Reggio  Calabria. 
Spartaco.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, nato  il  4  novembre  1888.  Esce  il 
giovedì  in  4  pagine.  Abbonamento:  an- 
no L.  4,  sem.  2.  Corso  Garibaldi. 

Reggio  Calabria. 
Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Creato  nel  1876,  cioè  prima 
del  Foglio  Periodico  (vedi)  ,  si  pubblica  due 
volte  alla  settimana  in  8  pagine  e  contiene 
gli  atti  legali  amministrativi.  Abbonamen- 
to :  anno  L.  6.  Un  numero  50  centesimi. 

Reggio  Calabria. 


Gioruali  cess.ati: 

V Argine,  amministrativo,  settimanale,  n.   1885  a  Reggio. 

L'Avvenire,  politico,  settimanale. 

Cajo  Gracco,  amministrativo,  settimanale,  n.   1889  a  Reggio. 

Corriere  di  Palmi,  amministrativo,  settimanale,  n.   1888. 

La  Folgore,  amministrativo,  settimanale,  n.  1S85  a  Reggio. 

Il  Jonio,  amministrativo,  settimanale,  n.   1888  a  Gerace  Marina. 

Il  Lanternino,  sctrimnnale,  n.   1881   a  Palmi. 

La  Luce,  amministrativo,  settimanale,  n.   1885  a  Palmi. 

La  Magna  Grecia,  amministntivo,  settimanale,  n.  1889  a  Gerace  Marina. 

L'Operaio,  democratico^  settimanale,  n.   188S  a  Reggio. 

La  Patria,  amministritivo,  settimanale,  n.   1885  a  Reggio. 

Il  Popolano,  settimanale,  n.  1880  a  Palmi. 

La  Provincia,  politico,  setiim.  n.  1878  a  Reggio,   direttore    avv.  B.  Camagna. 


612  GUIDA   DELLA    STAMPA.    PERIODICA   ITALIANA. 

> 

—  La  Ragione,  amministrativo,  settimanale,  n.  1886  a  Palmi. 

—  La  Rigenerazione,  amministrativo,  settimanale,  n.   1889  a  Palmi. 

—  La  Spira,  indipendente,  settimanale,  n.  1888  a  Reggio. 

—  Vita  nova,  ^minist.  settim.  n.  1887  a  Reggio,    direttore   Aurelio  Barillari. 

—  La  Zàgara,  cattolico,  quindicinale,  n.  1875  a  Reggio,   mutò  titolo  in  Cittadino  e 

poscia  in  Fede  e  Civiltà. 


GIORNALI    E    GIORNALISTI    CALABRESI 


La  Fata  Morgana  di  Reggio  (1843-44) 

Tutte  le  d'uà  dell'Italia  meridionale  avevano  i  loro  maestri  di  Grammatica,  vai 
quanto  dire,  i  maestri  di  libertà  e  d'indipendenza,  i  quali  ricordando  le  persecuzioni, 
il  carcere,  le  confische,  i  patiboli,  insegnavano  quanto  sarebbe  stato  necessario  nei 
prossimi  avvenimenti  del  1848. 

Reggio  non  era,  in  ciò,  differente  dalle  altre  città  sorelle:  Demetrio  Nava  si 
può  considerare  come  il  Basilio  Puoti  della  estrema  Calabria;  e  c'erano  intorno  a 
lui  don  Paolo  Pellicano  (che,  canonico,  nel  *48  predicò  a  Napoli,  con  un  crofiGsso 
in  mano,  la  rivoluzione  delle  barricate),  Domenico  Zerbi  (padre  di  Rocco),  Antonino 
Fiutino  e  Domenico  Spanò-Bolani.  Tutti  questi  bravi  giovani  volevano  fondare  un' Ac 
cademia:  uno  dei  soliti  mezzi  di  raccoglimento.  Ma  l'Accademia,  per  la  morte  de 
Nava,  non  venne  fondata;  nacque  invece  un  giornale:  La  Fata  Morgana:  un  gior 
naie  esclusivamente  letterario,  nel  quale  i  giovani  scrittori  diffondevano  la  nuova  scuola 
e,  senza  tener  desta  l'attenzione  dei  lettori  con  articoli  indiscreti  o  pornografìi'i,  siu 
diavano  i  più  belli  argomenti  di  storia  patria,  illustravano  i  monumenti,  spiegavano 
le  iscrizioni  e,  senza  dirlo,  erano  più  liberali  e  patrioti  dei  giovani  scrittori  del  g'orno 
d'oggi.  I  nomi  di  coloro  che  vi  scrissero,  e  che  poscia  cospirarono,  chi  più  chi  meno, 
sono  i  seguenti:  Domenico  Zerbi,  Michele  Palestine,  Antonino  Fiutino,  don  Pietro 
Paolo  Moschella,  don  Paolo  Pellicano,  Saverio  Calorco,  Alessandro  Nava,  Giuseppe 
Surace,  Giuseppe  De  Nava,  Domenico  Spanò-Bolani,  Felice  Valentino,  Ant-^nino  Giuf- 
Ire,  Carlo  Guarna-Logoteta,  Diego  Logoteta-Mari  e  Francesco  Montica.  Questi  erano 
i  giovani,  ma  dietro  le  quinte  ci  erano  quelli  che  ispiravano  gli  articoli,  li  correg- 
gevano, confortavano  i  giovani  coi  loro  consigli.  Questi  vecchi  generosi  erano  :  Gi- 
rolamo Arcovito,  Salvatore  Arcovito,  Antonino  Cantica,  Tommaso  Vitrioli,  Felice 
Musitano,  don  Gaetano  Paturzo  e  Domenico  Muratori. 

In  una  città  piccola  (allora  Reggio  non  aveva  la  popolazione  che  ha  oggi),  quel 
numero  di  scrittori  è  già,  per  sé  stesso,  grande,  e  rivela  le  cagioni  più  vere  del 
giorno  2  settembre. 

Nell'ottobre  del  1842  Giuseppe  Regaldi  stette  a  Reggio  e  nel  teatro  dette  due 
accademie  d'improvvisnzionp.  Fra  gli  a'tri  argomenti  pospostigli  ci  fu  quello  della 
Fata  Morgana.  Il  Regaldi  parlò  di  patria,  di  libertà,  d'indipendenza,  di  stranieri,  ecc. 
La  poesia  usci  proprio  dal  cuore.  1  giovani  la  pubblicarono  subito  nel  loro  giornale 
omonimo,  e  l'Intendente  lo  permise.  Ma  quando  i  giornali  napoletani  vollero  ristam- 
parla, la  polizia  negò  loro  il  permesso,  avendo  intraveduto  il  senso  riposto  di  quei 
versi.  Poi  il  Regaldi  andò  via,  né  ricordò  più  la  poesia  ;  anzi  credette  che  i  giovani 
non  l'avessero  mai  raccolta  nel  teatro  per  paura  della  po'izia.  Seppe  l'esistenza  solo 
nel  1871,  e  volle  una  copia,  che  gli  fu  spedita  dallo  Spanò-Bolani,  togliendola  al 
suo  giornale  del  1843. 

Rocco  De  Zerbi  è  uno  dei  più  brillanti  e  dei  più  eruditi  pubblicisti  d'  Italia. 
Nel  1860,  a  17  anni,  fuggi  di  Calabria  per  arruolarsi  volontario  in  Sicilia,  e  divenne, 
sotto  Garibaldi,  sergente  d'artiglieria.  Indi  entrò  nella  scuola  militare  d'Ivrea,  ne  usci 
sottotenente  e  combattendo  valorosamente  contro  i  briganti  in  provincia  di  Avellino, 
si  guadagnò  nel  1864  la  medaglia  al  valor  militare.  Dopo  la  guerra  del  '66,  chiesta 


PROMNCIA   DI   REGGIO   CALABRIA.  613 

l'aspettativa,  accettò  il  modesto  ufficio  di  correttore  di  bozze  nel  giornale  la  Patria, 
dove  non  lo  si  credeva  capace  di  altro.  Ma  a  un  tratto  rimase  solo  al  giornale;  lo 
sostenne,  lo  sollevò,  cominciò  a  farsi  conoscere.  E  parendogli  la  Patria  troppo  con- 
sorte, fondò  il  Piccolo,  un  giornale  brioso,  pieno  di  fuoco  e  di  gioventù,  scritto  bene. 
Fu  una  rivelazione;  d'allora  in  poi  il  De  Zerbi  fu  conosciuto,  ricercato,  festeggiato; 
scrisse  e  scrive  di  politica,  di  letteratura,  di  storia,  di  arte,  di  tutto,  con  un'impronta 
di  originalità  tutta  sua  che  mostra  l'uomo  che  studia  gli  argomenti  di  cui  si  occupa. 
Durante  la  sua  lunga  direzione,  il  Piccolo,  in  cui  firmava  gli  articoli  con  un  i,  acquistò 
una  sana  popolarità,  e  fruttò  al  suo  giovane  direttore,  per  varie  volte,  il  posto  di  de- 
putato nel  5.°  collegio  di  Napoli.  Ora  si  è  quasi  completamente  ritirato  dal  giornalismo 
militante  ed  è  deputato  della  sua  provincia. 

Lo  origini  della  pubblicità  commerciale  e  industriale. 


La  reclame  non  é  invenzione  recente.  Tutt' altro! 

Non  sarebbe  difficile  rintracciarne  le  origini  nei  tenipi  più  remoti. 

Non  parliamo  dei  pubblici  banditori,  che  quelli  hanno  sempre  esistito.  Giove 
s'annunziava  con  un  tuono,  lehova  egualmente. 

Le  autorità  militari  e  sacerdolali  si  son  sempre  fatte  precedere  dai  tamburi, 
dalie  trombe  e  dagli  oricalchi,  intendiamo  qui  parlare  sollanlo  della  pubblicità  com- 
merciale e  industriale,  la  quale  ha  sempre  avuto  i  suoi  fautori.  La  merce  nei  tempi 
antichi  si  annu'ziava  con  grida  e  rumori  diversi  come  negli  attuali  mercati.  Gì'  in- 
gegnosi nel  soverchiare  gli  altri  non  sono, mancati  mai.  Fra  i  bjndi  ufficiali  si  sono 
sempre  frammischiali  gli  annunzi  particolari.  L'albo  pretorio  era  un  libro  aperto,  che 
serviva  d'esempio  ai  banditori.  Le  gazzette  prima  dell'invenzione  della  stampa  esi- 
stevano. Son  famose  le  tavolette  romane. 

in  Francia  il  primo  annunzio  stampato  comparve  nel  1629. 

Gli  annunzi  di  quel  tempo  sono  assai  curiosi  ed  è  interessante  la  storia  loro. 
Eran  semplicissimi,  ma  le  notizie  che  contengono,  son  preziose.  Sono  notevoli  i  nu- 
merosi avvisi  per  rintracciare  i  domestici  fuggiaschi  che  avevano  derubalo  i  loro 
padroni.  Fra  i  connotati  che  si  damano  dei  fuggitivi,  frequentissimo  era  questo;  segnato 
di  vaiuolo.  Fin  dal  1680  eran  frequenti  in  Francia  i  servitori  negri.  Ecco  un  an- 
nunzio caraiterislico:   «  Di  cedersi  al  caffè  La  Fleur  un  piccolo  negro  di   i 2  anni». 

il  30  settembre  «lei  1638  fu  per  la  prima  volta  annunzialo  l'arrivo  in  Francia  di  un 
carico  di  liiè.  L'annunzio  diceva:  «  una  eccellente  bevanda  cinese,  approvala  dai  medici 
cinesi  e  che  ha  nome  lay  0  tchè.  Si  vende  all'  insegna  del  Pan  di  Zucchero  a  S.  Dionigi  » . 

Già  sin  d' allora  s'annunziavano  sui  pubblici  fogli  le  polveri  nervose,  le  paste 
pettorali,  ecc.  lontane  precorritrici  delle  pillole  Holloway  e  Geraudel,  che  occupano 
cosi  grande  spazio  nella  quarta  pagina  dei  giornali. 

Più  tardi  la  pubblicità  si  estende  a  moltissimi  soggetti  e  finisce  per  abbracciare 
lutto,  i  piccoli  avvisi  ornati  da  un  semplice  filetto  sono  sostituiti  da  un  quadretto  e 
sovente  da  un  disegno.  Una  delle  prime  vignette  che  si  conoscano,  rappresenta  un 
gatto  che  si  specchia  maraviglialo  in  uno  stivale  ben  vernicialo. 

Oggi  la  pubblicità  ha  per  tutti  la  massima  importanza  :  è  utile  ai  produttore 
come  al  consumatore.  Pei  giornali  poi  è  assolutamente  necessaria.  Per  farsi  un'idea 
della  sua  importanza,  basterà  notare  che  in  Isvizzera  si  stampa  un  giornale  per  ogni 
5073  abitanti  e  che  molti  di  essi  hanno  una  tiratura  di  oltre   16,000  copie. 

in  inghilierra,  in  Francia,  in  Germania,  in  America,  la  pubblicità  sulla  4.*  pa- 
gina è  comunissima  ed  è  fonte  di  lauti  guadag:)i.  In  lia!ii  siamo  ancora  assai  lon- 
tani dblla  prosperità  degli  annunzi;  eppure  sono  easi  che  aiutano  la  diflusione  del 
giornale  e  che  gli  somministrano  il  più  forte  alimento. 

Il  ricchissimo  negoziante  americano  N.  G.  Stewart  soleva  dire;  —  Seno  gli 
annunzi  che  han  fatto  la  mia  fortuna. 


014  GUIDA   DELLA   STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

Il  paese  in  cui  mapgiormenle  fiorisce  codesto  mezzo  di  arricchire  è  quello  deg  li 
Slali-Uniti  d'America.  1  fabbricami  di  colà  non  sanno  più  come  fare  per  inventare 
nuovi  modi  di  reclame.  1  giornali,  i  muri,  ì  iramwais,  i  vagoni,  le  navi,  lutto  è  ormai 
esaurito.  Il  fabbricante  di  saponi  Smith  ne  inventò  una  nuova.  Lungo  le  sponde  del- 
l'Hudson fece  scolpire  sulle  grandi  roccie  a  caratteri  cubitali  questo  avviso:  —  Non 
vi  servite  che  del  sapone  Smith! 

Per  lungo  tempo,  l'emulo  di  quel  fabbricante,  il  signor  lones,  cercò  come  sor- 
passare il  suo  rivale;  alla  fine  vi  riuscì.  Con  spese  considerevoli  fece  scolpire  sotto 
la  scritta  dello  Smith  queste  parole  in  grossissimi  caratteri:  «  Se  non  trovale  del 
sapone  lones.  »  E  inutile  ossi'rvare  che  si  parlò  a  lungo  della  lolla  dei  due  fabbri- 
canti di  sapone,  ed  ceco  raggiunto  lo  scopo. 

Da  noi  si  pone  poca  cura  nell'ordinare  gli  avvisi,  eppure  l'ordine  che  si  deve 
dare  ad  essi,  è  di  capitale  importanza,  perchè  agevola  le  ricerche  del  lettore,  e  gli 
mede  solfo  gli  occhi  quelli  di  cui  ha  maggiormenie  bisogno.  In  Ingliillerra,  e  in 
America,  sono  distribuiti  per  materie  ed  anche  per  ordine  alfabf^lico. 

1  giornali  esteri  devono  la  loro  fortuna  agli  annunzi.  Se  non  fosse  per  le  immense 
entrate  che  procura  loro  la  reclame,  nessun  giornale  americano,  nessun  giornale  in- 
glese, potrebbe  fare  la  metà  delle  spese  che  fa.  È  cosi  che  il  New  York  Herald 
ha  potuto  stabilire,  per  sé  soln,  un  cavo  transatlantico,  e  che  il  Times  hi  un  tronco  di 
ferrovia  che  si  allaccia  alla  lini-a  principale,  e  un  treno  proprio  pel  suo  servizio. 

I  nostri  giornali  a  un  so'do,  e  per  giunta  poveri  di  avvisi,  non  ci  daranno  mai 
nemmeno  una  linea  d'omnibus. 

La  reclame  dei  giornali  italiani 

Fra  i  molti  giornali  che  riceviamo  dall'  Italia  e  dall'estero,  dovemmo  più  volte  rilevare  che  nel  nostro 
paese  a  confronto  degli  altri,  gli  .-lunuazi  e  la  reclame  non  solamente  non  sono  apprezzati,  ma  tutti  e  la  mag- 
gior parte  dei  lettori  li  trascurano. 

La  stampa  francese,  tedesca,  inglese  e  di  altrove  ne  ricava  quotidianamente  guadagni  immensi  e  ciò 
avviene  perche  gli  industriali  e  commercianti,  tutti  vi  sanno  calcolare  i  vantaggi  della  pubblicità. 

Perchè  dunque  il  commercio  italiano  non  dovrebbe  sapere  imitare  il  commercio  di  Vienna,  di  Londra, 
di  Parigi,  di  Berlino,  di  Bruxelles,  di  Nuova  York,  dove  la  pubblicità  è  costosissima  mentre  da  noi  è  molto  a 
buon  mercato  ? 

I  giornali  dei  forestieri,  ad  esempio,  che  si  pubblicano  a  Vichy,  a  Mentone,  a  Aix-les-Bains,  a  Gine- 
vra, ecc.  ,  aanno  tutti  diedri  o  quindici  pagine  di  fittissima  reclame  ;  e  pensare  che  essi  non  pubblicano  un  an- 
nunzio  se  anticipatamente  non  vengono  sborsate  cinque  o  sei  lire  e  forse  anche  più  per  ogni  riga. 

II  commercio  si  lamenta  fra  noi,  che  si  fanno  pochi  aEFari  ;  noi  crediamo  che  ciò  provenga  in  parte 
principale  dal  difetto  d'annunzi  e  di  opportuni  richiami. 

Seguano  dunque  qui  da  noi  l'esempio  degli  altri  popoli  fra  cui  è  prospera  e  floridissima  l' industria. 

nmm  fonderia  di  caratteri 

D.    BACCIGALUPPI    &    C. 
iviix-i  Aisro 

S^  Vedi   Avviso    speciale    a    pag*.    155  *^S1 

Ufficio  SDCCBrsale  flel  GlorDali  Italiani  efl  Esìeri 

Inserzioni,  Rappresentanze,  Depositi, 
FIRENZE  (V.  pag.  380) 


PROVINCIA.  DI  REGGIO  NELL'EMILIA 


Numero   dei   Comuni:    45  —  Popolazione:    244,959  —  Superficie:    K.  q.    2,109 
Fornaciari,  Levi,  Gherardiui,  Bonfadiiii,  Basetti. 


Deputati  della  provincia 


Bollettino  commerciale.  Organo  dell'as- 
sociazione fra  industriali,  commercianti  ed 
esercenti,  e  della  Camera  di  Commercio, 
nato  nel  1887.  Esce  ogni  mese  in  8  pa- 
gine a  3  colonne.  Si  distribuisce  gratis  ai 
commercianti  iscritti  presso  la  Camera. 

Reggio  Emilia. 
BuUettino  ài  paletnologia  italiana.  Gior- 
nale scientifico,  nato  nel  1876.  Direttori: 
G.  Chierici,  L.  Pigorini  e  Strobel,  Abbo- 
namento: anno  L.  6.  Tip.  degli  Artigianelli. 

Reggio  Emilia. 
Il  Caseificio  italiano  illustrato.  Rivista 
pratica,  scientifica,  commerciale,  dedicata 
alle  latterie  italiane,  nata  nel  1889.  Esce 
tutti  i  venerdì.  Abbonamento:  anno  L.  6. 
Tipografia  Artigianelli.  Via  S.  Caterina,  12. 

Reggio  Eìiiilia. 
Foglio  periodico  della  Prefettura.  Nato 
nel  1865  per  la  pubblicazione  degli  atti 
amministrativi.  Esce  ogni  mese  in  fasci- 
coli di  IO  pagine  circa.  Abbonamento: 
anno  L.  12.  Non  si  vende  a  numeri  separati. 

Reggio  Eiitilia. 
Girumetta.  Giornale  umoristico,  nato 
nel  18S5  e  redatto  in  italiano  e  dialetto 
reggiano.  Esce  a  lunghi  intervalli  in  4  pa- 
gine. Non  fa  abbonamenti.  Un  numero  0,05. 

Reggio  Eniilia. 
La  Giustizia,  Difesa  degli  sfruitati.  Gior- 
nale socialista,  nato  nel  1886.  Esce  ogni 
settimana  in  4  pagine  a  4  colonne.  Abbo- 
namento: anno  L.  3.  Un  numero  cent.  5. 

Reggio  Emilia. 
L'Italia  centrale.  Giornale  politico,  am- 
ministrativo, nato  il  3  novembre  1863  sotto 
la  direzione  del  dott.  Enrico  Peri.  Dap- 
prima si  pubblicò  3  volte  la  settimana,  ora 
tutti  i  giorni  in  4  pagine  a  5  colonne. 
L'Italia  centrale  sostenne  sempre,  nono- 
stante i  mutamenti  avvenuti  nella  sua  di- 
rezione, i  principii  del  partito  moderato  e 
con  lealtà  e  franchezza  si  comportò  sem- 
pre nelle  quistioni  di  vitale  interesse  sia 
politiche  che  amministrative,  rispettando 
le  persone  dei  suoi  avversari  politici.  Oggi 
ancora  batte  la  stessa  via  ed  è  il  giornale 
più  diffuso  ed  accreditato  della  città.  Di- 


rettore :  prof.  Venceslao  Cherubini.  Pro- 
prietario: Leopoldo  Bassi.  Abbonamento: 
anno  L.  18,  sera.  9,  trim.  4,50.  Inserzioni: 
4.°  pagina  cent.  25.  Via   S.  Caterina,  12. 

Reggio  Emilia. 
Il  Reggianello  -  Piccolo  Corriere.  Gior- 
nale politico,  cattolico,  nato  nel  1887.  Esce 
ogni  settimana  in  4  pagine.  Abbonamento  : 
anno  L.  4.  Un  numero  5  centesimi. 

Reggio  Emilia^ 
La  Riscossa.  Giornale  politico,  monar- 
chico, liberale,  nato  nel  1890.  Esce  ogni 
domenica  in  4  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  3,50.  Un  numero  5  centesimi. 

Reggio  Emilia. 
Il  Risveglio  zootecnico.  Giornale  popo- 
lare, nato  il  15  marzo  1889,  dedicato  al 
miglioramento  del  bestiame  :  è  organo  uffi- 
ciale dell'Associazione  zootecnica  provin- 
ciale di  Reggio  Emiha.  Esce  in  4  pagine 
formato  0,32x0,23,  con  illustrazioni.  Di- 
rettore :  R.  Zappa.Via  Emilia  a  S.  Pietro,  24. 

Reggio  Emilia. 
Rivista  sperimentale  di  freniatria  e  di 
medicina  legale.  Diretta  dai  professori 
A.  Tamburini,  Golgi,  Tamassia,  Mortelli, 
e  redatta  da  molti  specialisti.  Segretario 
della  redazione:  dott.  E.  Belmondo.  Esce 
ogni  3  mesi  in  192  pagine  in-S."  con  ta- 
vole. Abbonamento:  anno  L.  18.  Un  fasci- 
colo L.  4,50.  Presso  il  Frenocomio. 

Reggio  Emilia. 
La  Sinistra.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, liberale,  democratico,  nato  nel 
1887.  Esce  ogni  giorno  in  4  pagine  a  5 
colonne.  Tira  2000  copie.  Proprietario: 
Cattani-Coffarri.  Direttore:  dott.  Angelo 
Jori.  Abbonamento:  anno  L,  15,  sem.  8, 
trim.  4,50.  Un  numero  5  centesimi.  Corso 
Garibaldi,  20. 

Reggio  Emilia. 
Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Nato  nel  i«76,  esce  in  media 
in  4  pagine  2  volte  alla  settimana  e  con- 
tiene gli  annunzi  legali  amministrativi.  Ab- 
bonamento: anno  L.  6.  Ogni  numero  in 
ragione  di  3  centesimi  la  pagina, 

Reggio  Emilia, 


616 


GUIDA  DELLA   STAMPA   PERIODICA  ITALIANA. 


Giornali  cessati: 

Il  Caporale  di  settimana,  amministrativo,  settimanale,  n.  1878  a  Correggio. 

Il  Corrierino,  politico,  settimanale,  n.   1885  a  Reggio. 

Il  Diavolo  loppo,  teatrale,  settimanale,  n.   1885  a  Guastalla. 

Don  Chisciotte,  commerciale,  n.   1886  a  Reggio  Emilia. 

L'Eco  di  Correggio,  amministrativo,  settimanale,  n.  1885. 

Gajetè,  illustrato,  n.   1S87  a  Reggio  Emilia. 

Il  Genio  cattolico,  bimensile,  letterario,  n.   1868  a  Reggio,  direttore  C.  Fornaciari. 

La  Minoranza  intransigente,  radicale,  settimanale,  n.   1882  a  Reggio. 

La  Nuova  Ragioneria  italiana,  mensile,  n.  a  Reggio,  direttore  Giovanni  Rossi. 

La  Previdenia,  didattico,  n.   1887  a  Reggio,  direttore  prof.  A.  Mordini. 

Reggio  Nova,  amministrativo,  settimanale,  n.  1S84. 

Il  Ribelle,  n.   1884  a  Reggio  Emilia. 

I!  Risveglio,  amministrativo,  settimanale,  n.   1885  a  Reggio  Emilia. 

Rivista  provinciale,  bisettimanale,  politico,  n.   1879  a  Reggio 

Lo  Scamiciato,  socialista,  n.   1882  a  Reggio,  direttore  Cesare  Masona. 

Il  Veridico,  cattolico,  bisettimanale,  n.   1874  a  Reggio  Emilia. 


Duelli  giornalistici 

Ecco  i  particolari  di  un  duello  abbastanza  strano  : 

Un  redattore  di  giornale  riceveva  da  uno  dei  suoi  lettori  la  lettera  seguente  : 
«  Signore, 

«  Non  si  mandano  testimoni  ad  un  brigante  della  vostra  sorte.  Lo  si  schiaÉfeggia.  Io  non  ho  altra  in- 
tenzione. Voi  siete,  adunque,  schiaffeggiato  su  tutte  e  due  le  guance.  Ringraziatemi  di  non  aver  ricorso  al  frustino.  » 

Seguiva  la  firma. 

Il  redattore,  afferrata  la  palla  al  balzo,  prese  la  penna  e  rispose  cosi: 

«  Avversario  senza  esempio  ! 

«  Vi  ringrazio  di  avermi  indirizzato,  secondo  i  vostri  desideri!,  per  lettera  degli  schiaffi  anziché  dei 
colpi  di  frustino.  Schiaffeggiato  per  iscritto,  vi  mando,  sempre  per  iscritto,  sei  palle  di  revolver  nella  testa  e 
voi  siete,  conseguentemente,  un  uomo  ucciso  per  iscritto.  Consideratevi  quindi,  all'ultima  riga  di  questa  lettera, 
per  un  uomo  morto. 

«  Saluto  il  vostro  cadavere.  » 

Ed  ecco  i  particolari  di  un  altro  duello  consimile  : 

Or  son  due  o  tre  anni,  mentre  ferveva  «  la  guerra  di  penne  »  fra  la  stampa  di  Russia  e  di  Germania, 
la  Ga^^etta  di  Piclroburgo  pubblicò  un  articolo  oltremodo  offensivo  per  le  donne  tedesche.  Pochi  giorni  dopo  la 
pubblicazione  l'autore  dell'articolo  ricevette  la  seguente  lettera  : 

«  Berlino,   50  ottobre. 

«  È  una  buona  fortuna  per  voi,  signor  R....  che  abitiate  in  una  città  distante  da  Berlino,  perchè  altri- 
menti vi  punirei  in  modo  esemplare  per  il  vostro  articolo  contro  le  donne  tedes.he.  Ma  siccome  non  posso 
farlo  per  causa  della  distanza  che  ci  separa,  vi  prego  di  considerarvi  come  bastonato. 

«    R.    ROCHSTETTER 

a  Oranienslrasse,  N.   122.  » 
Rochstetter  ricevette  immediatamente  la  seguente  risposta  : 

«  Onorevole  signore, 
«  Nel  medesimo  momento  in  cui  voi  alzaste  il  bastone  per  colpirmi,  mi  riesci  di  trarre  dalla  tasca  un 
revolver  e  di  uccidervi  stante  pedc.  Vi  prego  perciò  di  riguardarvi  come  morto. 
«  Il  mio  indirizzo  è  Pietroburgo,   ÌVladimirkaja,  N.  14.  » 
Se  tutti  i  duellisti  adottassero  questa  procedura  1 


Ufficio  Centrale  di  PiiÌ3Ì)Iicità 


ra 


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I 


\\m 


Vedi  Avviso  speciale  a  pag.  442 


Ul 


PROVINCIA  DI  ROMA 


Numero  dei  Comuni:  227  —  Popolazione:  903,472  —  Superficie:  K.  q.  12,170  —  Deputali  della  provincia: 
1.  Garibaldi  R. ,  Baccelli  G. ,  Pianciani,  Siacci,  Coccapieller.  2.  Garibaldi  M. ,  Ferrari  E,,  Baccelli  A,, 
Piacentini.  3.  Tittoni,  OJescalchi,   ....  4.  Ellena,  Narducci,  Balestra. 


L'Accademia  romana  di  S.  Tommaso 
d'Aquino.  Periodico  di  fìlosofìj.  Vi  scri- 
vono: G.  Fabri,  F.  Satolli,  G.  M.  Comcldi, 
Nunzio,  Signoriello,  G.  Prisco,  P.  Matteo 
Liberatore,  ecc.  -  Esce  in  fascicoli  di  ol- 
tre 2C0  pagine.  Tipografia  Befani. 

Roma. 

Acta  Ordinis  Minorum.  (vedi  provincia 
di  Firenze.) 

Acta  S.  Sedis,  in  compendium  opportune 
redacta  et  illustrata  studio  et  cura  Victorii 
Piaiiesi  iuris  utrisque  doctoris.  Pubblica- 
zione nata  nel  1833.  Esce  ogni  mese  in 
64  pagine,  redatta  in  latino  e  contiene  gli 
atti  della  S.  Sede.  Abbonamento:  anno 
L.  12.  Un  fascicolo  L.  i.  Tip.  Propaganda. 

Roma. 

L'Amico  degli  scolari.  Giornale  educa- 
tivo, nato  nel  1886.  Esce  2  volte  al  mese 
in  <S  pagine  illustrate.  Direttore  :  Federico 
Bassi.  Abbonamento:  anno  L.  2.  Un  nu- 
mero  10  centesimi.  Via  dell'Agnello,  25. 

Roma. 

L'Amico  dei  fanciulli.  Nato  il  30  giu- 
gno 1881,  esce  ogni  mese  per  cura  della 
Società  cattolica  istruttiva.  Costa  una  lira 
all'anno.  Contiene  racconti,  biografie,  dia- 
loghi, ecc.  Borgo  Vecchio,  165. 

Roi)!a. 

L'Amico  del  clero.  Periodico  religioso, 
artistico,  morale  e  scientifico,  nato  il  16 
giugno  1888.  Esce  ogni  settimana  in  ló  pa- 
gine in-8.°  -  Direttore  :  don  Bernardino 
Castaldi.  Abbonamento:  anno  L.  5.  Via 
del  Polverone,  i,  p.  2.° 

Roma. 

L'Amico  dell'arma.  Giornale  teorico- 
pratico  legale,  ad  uso  dei  sottufficiali  e 
militari  dell'arma  dei  reali  carabinieri  e  di 
ogni  altro  ufficiale  di  polizia  giudiziaria 
ed  agente  della  forza  pubblica,  natoli  15 
gennaio  1887.  Esce  ogni  15  giorni  in  48 
pagine  in-8.°  -  Direttore:  avv.  cav.  Fran- 
cesco Ardizzone  Bracci.  Abbonamento  : 
anno  L.  6.  Via  Principe  Eugenio,  10. 

Roma. 

L'Amico  del  popold  Giornale  cattolico, 
politico,  letterario,  fondato  nel  1850  dal 
prof  Domenico  Venturini.  Cessato  nel  1 863 , 
riprese  le  pubblicazioni  nel  1S76.  Esce  ogni 
l)  giurai  in  S  pagine  in-4,''a  J  colonne= 


Direttore  :  cav.  Temistocle  Montenovesi. 
Abbonamento:  anno  L.  2,5o.Via  Bonella,  i. 

Roma. 
L'Amministrazione  italiana.  Rassegna 
settimanale,  economica,  finanziaria,  ammi- 
nistrativa e  computistica,  organo  degl'im- 
piegati, nato  nel  1871.  Esce  in  16  pagine 
in-4.°  a  3  colonne.  Fu  diretto  per  alcuni 
anni  da  F.  Roani  e  da  L  Tarchiani.  Ora 
è  diretta  dal  cav.  Enrico  del  Guerra.  Ab- 
bonamento: anno  L.  io,  sem.  6,  trim.  3 
Via  Cavour,  91  (Est). 

Roma, 
Anacleta  ordinis  minorum  cappuccino- 
rum.  Periodico  cattolico,  mensile,  nato 
nel  1884.  Non  fa  abbonamenti. 

Roma. 
.  Annali  del  credito  e  della  previdenza. 
Pubblicazione  ufficiale  del  Ministero  di 
Agricoltura,  nata  nel  1883.  Viene  compi- 
lata dalla  divisione  Industria,  Commercio 
e  Credito.  Esce  a  volumi  in-8.°,  che  va- 
riano sempre  nel  numero  delle  pagine  e 
nel  prezzo.  Non  fa  abbonamenti.  Tip.  Botta. 

Roma. 
Annali  della  società  degl'ingegneri  e 
degli  architetti  italiani.  Nati  nei  1Ò86, 
so-jo  pubblicati  per  cura  della  presidenza 
sotto  la  direzione  del  segretario  ingegnere 
G.  C.  Baravelli.  Escono  in  volumi  in-S." 
di  un  numero  variabile  di  pagine.  Vi  scri- 
vono: F.  Marcucci,  G.  Chistoni,  V.  Sol- 
dati,Pio  Piacentini,  Giuseppe  Kaiser,  G.Tor- 
ricelli, ecc.  -  Tipografia  Centenari. 

Roma. 
Annali  delle  strade  obbligatorie.  Perio- 
dico mensile.  Piazza  ò.  Ignazio,  1 27  e  1 5 1  -A. 

Roma. 

Annali  dell'  industria  e  del  commercio. 

Pubblicazione  del  Ministero  di  Agricoltura, 

nata  nel  1878.  Esce  in  grossi  fascicoli  in-S," 

Tipografìa  Botta. 

Roma. 
Annali  dell'istituto  d'igiene  sperimen* 
tale  della  E.  Università  di  Eoma.  Gior- 
nale scientifico,  nato  nel  1869  e  diretto 
dal  prof.  Angelo  Celli,  direttore  dell'  Isti- 
tuto. GU  Annali  trattano  argomenti  im- 
portanti e  vitali  per  la  pubblica  igiene,  e 
contengono  studi  utilissimi  per  conoscere 
e  prevenire  k  malattie  sociali.       Roma, 


618 


GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Annali  del  Sacro  Cuore  di  Gesù.  Perio- 
dico cattolico,  nato  nel  1888,  scritto  dai 
PP.  Missionari  del  Sacro  Cuore  e  diretto 
dal  R.  P.  Giulio  Chevalier.  Esce  ogni  mese 
in  32  pagine  in-i6.°  -  Abbonamento:  anno 
L.  2.  Via  della  Sapienza,  32. 

Roma. 

Annali  di  agricoltura.  Pubblicazione  in- 
coni'Qciata  nel  1S78  per  cura  del  Ministero 
di  Agricoltura  (Direzione  generale  dell'agri- 
coltura, direttore  generale  comm.  Miraglia). 
Gii  Annali  si  pubblicano  in  volumi  in-8.°  di 
vario  prezzo  e  non  ha  periodicità  fissa.  Con- 
tengono pregevoli  monografie  intorno  al- 
l'agricoltura, alle  industrie  agrarie,  agli 
allevamenti,  ecc.  -  Tipografia  Botta. 

Roma. 

Annali  di  Nostra  Signora  del  S.  Cuore 
di  Gesù.  Organo  ufficiale  della  devozione 
verso  Nostra  Signora  del  S.  Cuore  e  del- 
l'Aroiconfraternita  universale  sotto  lo  stes- 
so titolo,  fondato  dal  R.  P.  Giulio  Cheva- 
lier in  Issoudun  (Francia)  nel  1866.  Nel 
1872  si  stabili  in  Italia,  a  Osimo,  nel  1S79 
a  Roma,  sotto  la  direzione  dpi  PP.  Mis- 
sionari del  S.  Cuore.  Gii  Annali  si  occu- 
pano dei  progressi  dell'Arciconfraternita, 
delie  missioni  estere  nell'Oceania,  della 
Piccola  Opera  del  S.  Cuore,  ecc.,  e  sono 
diretti  dal  P.  Vittore  louet.  Escono  ogni 
mese  in  32  pagine  in-16  °  -  Abbonamento  : 
anno  L.  2.  \^ia  della  Sapienza,  32. 

Roma. 

Annali  di  S.  Giuseppe,  amico  del  Sa- 
cro Cuore.  Giornale  cattolico,  nato  nel  gen- 
naio 1007.  Esce  una  volta  al  mese  in  32 
pagine  in-ió."  -  Abbonamento:  anno  L.  2. 
Via  della  Sapienza,  32. 

Roma. 

Annali  di  statistica.  Pubblicazione  molto 
importante,  iucommciata  nel  1878  per  cura 
del  Ministero  d'Agricoltura  (Direzione  ge- 
nerale della  statistica  -  direttore  comm.  Bo- 
dio).  Gli  Annali  si  pubblicano  in  grossi 
volumi  in-8.°  -  Vi  scrivono  :  dott.  V.  Ma- 
galdi,  C.  Tedaldi,  G.  Florenzano,  A.  Angeli, 
Brachelli,  A.  Arbib,  ecc. 

Roma. 

L'Annunzio  illustrato.  Giornale  di  arte, 
scienza,  tìnaaze,  biografia  e  varietà,  nato 
nel  1880.  Esce  ogni  mese  in  32  pagine. 
Direttore:  Luigi  Gorza.  -  Abbonamento: 
anno  L.  2,50.  Piazza  Borghese,  91. 

Roma. 

L'Antologia  delle  famiglie.  Periodico 
quindicinale.  Direttore:  Matì'ei  dott.  Gia- 
como. Borgo  Nuovo,  Si. 

Roma, 

L'Arcadia.  Periodico  mensile  di  scienze, 
lettere  ed  arti,  nato  nel  gennaio   1889  e 


diretto  da  una  commissione  di  Arcadi,  pre- 
sieduta dal  custode  generale.  Esce  il  15  di 
ogni  mese  in  64  pagine  in-S."  Vi  scrivo- 
no: Lucido  Maria  Parocchi,  Alfonso  Ca- 
pecebtro.  Agostino  Bartolini  ,  Alfredo 
Monaci,  Isidoro  Carini,  Virginio  Prinzi- 
valli,  G.  Biroccini,  G.  Tuccimei,  ecc.  Abbo- 
namento: anno  L.  10.  Piazza  Borghese,  91. 

Roma. 

Archivio  clinico  italiano.  Giornale  di 
medicina  e  chirurgia,  nato  nel  1870.  Esce 
ogni  settimana  ia  8  pagine.  Abbonamento: 
anno  L.   io. 

Roma. 

Archivio  della  Società  romana  di  storia 
patria.  Pubblicazione  trimestrale,  nata  nel 
1875.  Esce  in  fascicoli  di  un  numero  in- 
determinato di  pagine.  Abbonamento  :  an- 
no L.  15.  Biblioteca  Vallicelliana,  ex  con- 
vento dei  Filippini. 

Roma. 

Archivio  storico  dell'arte.  Splendida  ri- 
vista mensile,  artistica,  illustrata,  nata  nel 
1888  e  diretta  dal  conte  Domenico  Gnoli, 
prefetto  della  biblioteca  V.  E.  di  Roma. 
Questa  rivista,  che  si  pubblica  in  fascicoli, 
non  ha  avuto  precedenti  in  Italia,  e  all'e- 
stero ha  trovato  favore  straordinario  fra  i 
tecnici,  come  dimostrano  i  nomi  dei  suoi 
collaboratori  stranieri:  Calvin,  Fisher,  Gey- 
MùUer,  Muntz,  Tschu di,  ecc.  -  I  collabo- 
ratori italiani  sono  i  più  valenti  cultori  di 
storia  dell'arte  e  d'archeologia  artistica: 
Boito ,  Cantalamessa,  conte  Caudini,  conte 
Manzoni,  Tulio  Massarmi,  Milanesi,  Pan- 
zacchi.  De  Rossi,  Ricci,  Venturi,  ecc.  - 
Tiratura  1000  copie.  Abbonamento:  an- 
no L.  36,  Sem.  20.  -  Unione:  anno  L.  40, 
sem.  25.  Un  fase.  L.  5.  Piazza  di  Spagna,  3. 

Rotna. 

L'Armonia.  Giornale  musicale,  mensile, 
nato  nel  1888,  per  fornire  le  bande  musi- 
cali di  composizioni  e  riduzioni  di  musica 
strumentale.  Direttore:  Alessandro  Vassel- 
la,  direttore  del  concerto  municipale  di 
Roma. 

Roma. 

Arrivé  des  étrangers  à  Rome.  Giorna'e 
di  annunzi,  liste  di  forestieri,  ecc.,  nato 
nel  1846.  Esce  3  volta  alla  settimana,  ia 
4  pagine,  redatto  in  francese.  Abbona- 
mento: anno  L.  36.  Un  numero  0,10. 

Roma. 

L'Artigianello.  Giornale  cattolico,  nato 
nel  1880.  Esce  2  volte  al  mese  e  si  oc- 
cupa di  arte  e  letteratura.  Abbonamento  : 
anno  L.  4.  Borgo  Vecchio,  165. 

Roma. 

L'Assicurazione.  Monitore  della  società 
e  del  pubblico,  nato  nel  1884.  Esce  ogni 


PROVINCIA   DI   ROMA. 


619 


1  s  giorni  in  8  pagine.  Direttore  :  Vittorio 
Bario.  Abbonamento:  anno  L.  io,  estero  1 5. 
Un  num.  0,50.  Via  Venti  Settembre,  11. 

Roma. 

L'Ateneo   italiano.  Giornale   letterario, 

artistico,  educativo,  nato  a  Forlì  nel  1S70 

col  titolo  di  Ateneo  Romagnolo  che  poi  mutò 

neU'  attuale  trasportandosi  a  Roma.  Esce 

2  volte  al  mese  in  16  pagine  con  coper- 
tina. Direttore:  Tito  Mammoli.  Abbona- 
mento: anno  L.  3.  Via  Giovanni  Lanza,  126. 

Roma. 
Atti  del  consiglio  comunale  di  Roma. 
Pubblicazione  amministrativa,  periodica. 
Esce  in  fascicoli   in-4.'*  Tip.  Cecchini. 

Roma. 
Atti  dell'Accademia  pontificia  de'  Nuovi 
Lincei.  Nati  nel  1847,  escono  7  volte  al- 
l'anno in  fascicoli  di  un  numero  indeter- 
minato di  pagine.  Sono  compilati  dal  se- 
gretario dell'Accademia:  De  Rossi  M.  S. 
Piazza  Aracoeli. 

Ro)ita. 
Atti  della  R.  Accademia  dei  Lincei.  Fon- 
data quest'accademia  nel  1603  cominciò 
a  pubblicare  a  volumi  separati  le  memorie 
dei  suoi  soci.  Gregorio  XVI  nel  1840  la 
chiuse;  la  riapri  Pio  IX  nel  1847  chia- 
mandola Accademia  Pontificia  dei  Nuovi 
Lincei.  Nel  i''^7o,  riunitasi  Roma  all'Italia, 
la  società  ebbe  statuto  propriì,  ricono- 
scimento governativo  e  s'intitolò  R.  Ac- 
cademia dei  Lincei.  Le  sue  pubbFcazioni 
cominciarono  nel  1849;  i  primi  23  volumi 
(i.*  serie)  appartengono  ali' Acc.  Ponti/.; 
ì  2  seguenti  alla  Reale;  poscia  pubblicò 
altre  3  serie  che  comprendono  note  e  me- 
morie di  soci.  I  Rendiconti  si  pubblicano 
2  volte  al  mese;  le  Memorie  a  liberi  in- 
tervalli. L'Accademia  pubblica  pure  i  Mo- 
numenti di  antichità  e  le  Notizie  degli  scavi 
(mensile).  Le  pubblicazioni  accademiche 
si  distribuiscono  gratis  ai  soci. 

Roma. 
Atti  della  B.  Accademia  medica.  Un  vo- 
lume all'anno,  corrpilato  dai  consiglieri 
delegati  per  la  stampa,  prof.  E.  Marchia- 
fava  e  prof.  G.  Colasanti,  con  numerose 
tavole.  Un  voi.  L.  io.  Presso  l'Università. 

Roma. 
L'Avvenire  del  maestro  elementare.  Pe- 
riodico quindicinale,  fondato  nel  ibSoda  una 
società  d'insegnanti.  Direttore:  Giovanni 
Merighi.  L'Avvenire  esce  in  quaderni  di  24 
pagine  a  2  colonne.  Tratta  di  riforme,  ordi- 
namenti, esami,  pedagogia  e  cose  letterarie. 
Esce  4  volte  al  mese  durante  l'anno  sco- 
lastico e  2  volte  al  mese  nelle  vacanze 
autunnali.  Abbonamento:  anno  L.  3.  Un 
numero  0,20.  Roma. 


L'Avvenire  del  Lazio.  Giornale  poli- 
tico, democratico,  amministrativo,  nato 
nel  1876.  Esce  giovedì  e  domenica  in  4 
pagine  a  4  colonne.  Direttore  :  Ubaldo 
Mancini.  Abbonamento: anno  L.  lO.sem.  5, 
trim.  2,50.  Inserzioni,  0,20  la  linea. 

Albano. 

L'Avviamento.  Giornale  pei  giovanetti 
che  incominciano  il  tirocinio  letterario, 
nato  il  23  marzo  1889.  Esce  ogni  sabato 
in  8  pagine  in-4.''  Abbonamento  :  anno 
L.  3.  Un  numero  0,05.  Borgo  Nuovo,  1 50. 

Ro)na. 

L'Avvisatore  degli  impieghi  vacanti.  Pe- 
riodico nato  nel  1871,  necessario  ai  me- 
dici, chirurghi,  segretari  comunali,  maestri, 
direttori  di  concerto,  farmacisti,  notai  e 
a  tutti  coloro  che  amano  procurarsi  un 
impiego  e  migliorare  la  loro  attuale  po- 
sizione. Esce  3  volte  al  mese.  Abbona- 
mento: anno  L.  5,  sem.  3.  Direttore:  Au- 
gusto Cilla.  Via  Offici  del  Vicario,  45. 
(vedi  avvisi  speciali  a  pagine  262  e  380.) 

Roìua. 

La  Bandiera  del  popolo.  Giornale  ammi- 
nistrativo, nato  nel  1887.  Esce  ogni  setti- 
mana in  4  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  5.  Direttore:  Luigi  Giovannucci.  Un 
numero  3  centesimi.  Via  Larga. 

Roma. 

La  Biblioteca.  Periodico  mensile  per  la 
diffusione  della  buona  stampa  Si  distri- 
buisce gratis  a  tutti  i  clienti  della  Librt  ria 
Filiziani.  Pozzo  Cornacchie,  7,  8. 

Rotna. 

Bollettino  consolare.  Pubblicazione  uffi- 
ciale del  Ministero  degli  Esteri.  Nel  gior- 
nalismo questo  Bollettino  vive  isolato  come 
un  misantropo;  non  si  porge  ai  suoi  col- 
leghi, non  accetta  cambi,  e  con  ciò  nega 
a  fé  stesso  tutti  i  beneficii  della  pubbli- 
cità. Scritto  per  far  conoscere  quello  che 
fanno  i  consoli,  non  è  letto  che  da  con- 
soli. Fondato  nel  1861,  esce  ogni  mesca 
fascicoli  in-8.°  in  un  numero  indetermi- 
nato di  pagine,  redatto  in  italiano  e  fran- 
cese. Abbonamento:  anno  L.  12. 

Roma. 

Bollettino  degli  atti  del  comune  di  Ti- 
voli. Giornale  creato  il  9  marzo  1884,  per 
dare  maggiore  pubblicità  agli  atti  ammi- 
nistrativi. Esce  in  4  pagine  a  3  colonne. 
Un  numero   0,05. 

Tivoli, 

Bollettino  degli  atti  puTstlicati  della 
Giunta  municipale  di  Roma.  Esce  perio- 
dicamente in  fascicoh  di  oltre  200  pagine 
in- 16.°  Tipografìa  Boncini. 

Roma, 

Bollettino  del  collegio  dei  ragionieri  ia 


620 


GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Boma.  Nato  nel  1882  per  la  pubblica- 
zione degli  atti  del  collegio,  esce  a  periodi 
indeterminati  in  loo  e  più  pagine  in-8.° 
Direttore:  Adolfo  Salvatori.  Si  distribui- 
sce gratis   ai  soci.  Via  Torino. 

Roììia. 

Bollettino  dell'  Associazione  generale 
italiana  dei  fabbricanti  e  commercianti 
di  alcools  e  liquori.  Nato  il  15  marzo 
1889,  esce  in  4  pagine,  formato  0,37  x  0,25. 
Direttore  :  Ranieri  Pini.  Via  Venti  Set- 
tembre, 98  B. 

Roma. 

Bollettino  dell'  Associazione  italiana 
della  Croce  Rossa.  Nato  nel  1879,  cessò 
nel  1881;  nel  i^só  rinacque  ed  esce  ogni 
anno  in  fascicoli  di  oltre  200  pagine  con 
gli  atti  dell'associazione. 

Roma. 

Bollettino  della  commissione  archeolo- 
gica. Nato  nel  1873,  esce  in  fascicoli  il- 
lustrati ogni  3  mesi.  Abbonamento:  anno 
L.  16.  Non  si  vende  a  numeri  separati. 

Roma. 

Bollettino  della  missione  della  chiesa 
evangelica  valdese.  Nato  nel  1883,  esce 
ogni  mese  in  fascicoli.  Direttore  :  G.  B.  Tron. 
Abbonamento:  anno  L,  io.  Gratis  ai  fre- 
quentatori della  chiesa. 

Roma. 

Bollettino  della  H.  Accademia  medica. 
Nato  nel  1875,  esce  ogni  mese  in  64  pa- 
gine. É  redatto  dai  professori  E.  Marchia- 
fava  e  G.  Colasanti.  Abbonamento:  anno 
L.  8.  Non  si  vende  a  numeri  separati. 
Presso  la  R.  Università. 

Roma. 

Bollettino  della  società  della  gioventù 
cattolica.  Pubblicazione  religiosa,  nata  nel 
1881.  Esce  ogni  mese  in  8  pagine.  Redat- 
tore: Giovacchiuo  Sibatucci.  Abbonamen- 
to: anno  L.  2,50.  Via  dell'Impresa,  27. 

Roma. 

Bollettino  della  società  geografica  ita- 
liana. Nato  nel  i!^ó7,  esce  ogni  mese  in 
fascicoli  di  almeno  So  pagine  in-S."  -  Di- 
rettore: prof.  G.  Dalla  Vedova.  Vi  scri- 
vono :  F.  Cardon,  S.  Raineri,  G.  A.  Co- 
lini, ecc.  -  Abbonamento:  anno  L.  36,  pei 
soci  21,50.  Via  del  Collegio  Romano,  26. 

Roma. 

Bollettino  delle  casse  di  risparmio.  Nato 
nel  1884,  esce  ogni  6  mesi  m  fascicoli  a 
cura  del  Ministero  d'Agricoltura. 

Roma. 

Bollettino  delle  estrazioni  e  dei  pre- 
stiti italiani.  Nato  nel  1872,  esce  ogni 
mese  in  una  pagina.  Abbonamento:  anno 
L.  3.  Un  numero  5  centesimi. 

Roma, 


Bollettino  delle  finanze,  ferrovie  e  in- 
dustrie. Giornale  finanziario,  economico, 
industriale,  di  lavori  pubblici,  commercio, 
appalti,  estrazioni,  nato  nel  1867  a  Firenze 
e  trasportato  poscia  a  Roma,  dove  esce 
ogni  domenica  in  32  pagine  a  2  colonne. 
Direttore:  I.  De  Benedetti.  Abbonamento: 
anno  L.  15,  sem.  8  -  Estero:  anno  L.  18, 
Sem.   IO.  Piazza  S.  Silvestro,  75. 

Roma. 

Bollettino  delle  opere  moderne  stra- 
niere acquistate  dalle  biblioteche  pubbli- 
che governative  del  regno  d' Italia.  Nato 
nel  gennaio  1886,  esce  ogni  2  mesi  per 
cura  della  Biblioteca  Nazionale  V.  E. 

Roma. 

Bollettino  delle  primarie  associazioni 
artistiche  ed  operaie  di  carità.  Nato  nel 
1877,  esce  ogni  mese  in  4  pagine  e  con- 
tiene, fra  le  altre  cose,  gli  atti  della  società. 
Direttore  :  cav.  Federico  Melandri.  Gratis 
ai  soci.  Via  Testa  Spaccata,  26-A. 

Roma. 

Bollettino  dell'  Istituto  storico  italiano. 
Nato  nell'aprile  1886,  esce  in  fascicoli  di 
oltre  60  pagine  in-8.°  -  Si  occupa  del 
movimento  dell'istituto, segnala  le  discus- 
sioni e  proposte,  qcc.  -  Tip.  del  Senato. 

Roma. 

Bollettino  del  museo  di  zoologia  della 
E.  Università  di  Roma.  Nato  nel  1888, 
esce  in  fascicoli  in-8.°  -  Tipografia  Frasca 
alle  Terme  Diocleziane. 

Roma. 

Bollettino  del  E.  Comitato  geologico 
d'Italia.  Nato  nel  1870,  esce  ogni  2  mesi 
in  fascicoli  di  4  a  8  fogli  di  stampa  in-8.° 
formanti  un  volume  ogni  anno  di  oltre 
500  pagine  con  tavole  e  incisioni.  Abbo- 
namento: anno  L.  8,  estero  lO.  Un  fasci- 
colo  L.  2.  Tipografia  Nazionale. 

Roma. 

Bollettino  di  giurisprudenza  ammini- 
strativa-finanziaria.  Nato  nel  1887,  si  di- 
vide in  3  parti  e  di  cadauna  esce  un  fasci- 
colo al  mese  di  32  pagine.  Abbonamento 
annuo:  L.  5  per  una  parte,  8  per  due,  io 
per  le  tre  parti. 

Roma. 

Bollettino  di  notizie  commerciali.  Pub- 
blicazione del  Ministero  di  agricoltura,  ini- 
ziata nel  1880. 

Rovta. 

Bollettino  di  notizie  sul  credito  e  la 
previdenza.  Pubblicazione  del  Ministero 
di  Agricoltura,  divisione  Industria,  Com- 
mercio e  Credito,  nata  il  6  agosto  1883. 
Esce  in  fascicoli  mensili.  Abbonamento  : 
anno  L.  3,50. 

Roma, 


PROVINCIA    DI   ROMA. 


621 


Bollettino  farmaceutico.  Giornale  di  me- 
dicina, chimica  e  scienze  affini,  nato  nel 
1862.  Esce  ogni  mese  in  32  pagine.  Ab- 
bonamento: anno  L.  5.  Un  numero  L.  1,50. 

Roma. 

Bollettino  librario.  Periodico  quindici- 
nale gratuito  dello  Stabilimento  tipogra- 
fico Ferino.  Via  del  Lavatore,  88. 

Roma. 

Bollettino  mensile  delle  situazioni  dei 
conti  degli  istituti  di  emissione.  Pubbli- 
cazione del  Ministero  di  Agricoltura,  nata 
nel  1870. 

Roma. 

Bollettino  meteorico  dell'ufficio  cen- 
trale di  meteorologia  e  geodinamica.  Nato 
nel  i''^79,  si  pubblica  ogni  giorno  con  le 
notizie  che  per  telegrafo  gli  pervengono 
non  solo  dagli  os<;ervatori  principali  del 
regno,  ma  anche  dai  principali  d'  Europa, 
e  dà  il  presagio  probabile  del  tempo  nelle 
24  ore  per  l'Italia.  Abbonamento:  anno 
L.  16,  estero  24.  L'Ufficio  poi  pubblica 
gli  annali  di  meteorologia  e  di  geodina- 
mica, nonché  una  rivista  meteorica-agra- 
ria  decadica,  ma  per  queste  pubblicazioni 
non  fa  abbonamenti.  Le  anzidette  pubbli- 
cazioni, che  hanno  acquistata  una  grande 
importanza  per  la  navigazione  e  per  l'agri- 
coltura sono  dirette  dall'illustre  astronomo 
comm.  Pietro  Tacchini.  Via  Caravita,  7-A. 

Roma. 

Bollettino  semestrale  del  credito  coo- 
perativo, ordinario,  agrario  e  fondiario. 
Fondato  dal  Ministero  d'Agricoltura  nel 
1883,  esce  in  fascicoli  rilegati  in-4.°  di 
oltre  100  pagine.  Contiene  le  situazioni 
dei  conti  trasmesse  dalle  società  coopera- 
tive di  credito,  banche  popolari;  dà  noti- 
zie delle  operazioni  di  sconto  e  di  antici- 
pazione, ecc.  -  Un  fascicolo  L.  i.  Tipo- 
grafia Eredi  Botta. 

Roìiia. 

Bollettino  ufficiale  ampelografico.  Nato 
nel  \i>y6,  esce  irregolarmente  in  fascicoli 
e  contiene  gli  atti  del  comitato  centrale 
ampelografico.  Non  fa  abbonamenti. 

Roma. 

Bollettino  ufficiale  del  Comizio  agrario 
di  Fresinone.  Giornale  agricolo,  nato  nei 
1887.  Esce  ogni  mese  in  8  pagine.  Abbo- 
n.imento:  anno  L.  2.  Un  numero  cent.  io. 

Prosinone 

Bollettino  ufficiale  della  Direzione  delle 
carceri.  (Vedi  Rivista  delle  discipline  car- 
cerarie.) 

Roma. 

Bollettino  ufficiale  della  Direzione  ge- 
nerale del  demanio  e  delle  tasse.  Pubbli- 
cazione amministrativa,  periodica,  fatta  dal 


Ministero  delle  finanze.  Esce  a  dispense 
in-8.°  -  Tipografia  Eredi  Botta. 

Roma. 
Bollettino  ufficiale  della  proprietà  in- 
dustriale, letteraria  ed  artistica.  Nacque 
nel  febbraio  1886  in  sostituzione  del  sop- 
presso Bollettino  ufficiale  della  proprietà  in- 
dustriale ed  eUnco  delle  opere  riservate  per 
diritti  d'autore.  Il  Bollettino  è  inviato  ogni 
15  giorni  gratuitamente  alle  prefetture, 
procuratori  del  re,  tribunali  e  camere  di 
commercio ,  rappresentanze  commerciali 
italiane  all'estero,  musei  commerciali  e  al- 
l'ufficio internazionale  dell'unione  per  la 
proprietà  industriale  a  Berna.  Abbonamen- 
to: anno  L.  6.  Un  numero  30  centesimi. 

Roma. 
Bollettino  ufficiale  della  ragioneria  ge- 
nerale della  direzione  generale  del  tesoro 
e  della  direzione  generale  del  debito  pub- 
blico. Organo  ufficiale  del  Ministero  delle 
Finanze. 

Roma. 
Bollettino  ufficiale  delle  privative  in- 
dustriali. Nato  nel  1835,  esce  ogni  mese 
in  fascicoli  e  contiene  la  descrizione  e  i 
disegni  delle  invenzioni  munite  di  privativa. 
Presso  il  Ministero  d'Agricoltura.  Abbona- 
mento: anno  L.  30.  Un  numero  L.  2,50. 

Roma. 
Bollettino  ufficiale  delle  Società  per 
azioni.  Nato  nel  1883,  viene  pubblicato 
dai  Ministero  di  Agricoltura  in  2  parti:  la 
I.'  contiene  gli  atti  costitutivi  e  modifica- 
tivi ed  i  bilanci  delle  società  commerciali  in 
genere,  ed  esce  settimanalmente  in  fascicoli 
in-8.'';  la  2."  contiene  le  situazioni  mensili 
dei  conti  delle  società  aventi  per  principale 
oggetto  l'esercizio  del  credito  ed  esce  ogni 
mese  in  fascicoli  di  oltre  500  pagine  in-8.'' 
grande.  Abbonamento  al  Bollettino  setti- 
manale: anno  L.  30,  un  numero  L.  i  -  al 
Bollettino  mensile:  anno  L.  12,  un  numero 
L.  2.  Eredi  Botta,  editori. 

Roma. 
Bollettino  ufficiale  del  Ministero  della 
pubblica  istruzione.  Pubblicazione  men- 
sile in  fascicoli  in-8.",  nata  nel  1876.  Con- 
tiene gli  atti  ufficiali,  le  massime  di  giu- 
risprudenza scolastica,  trasferimenti,  pro- 
mozioni, cronaca  della  legislazione  stra- 
niera, ecc.  -  Abbonamento:  anno  L.  8,  con 
lo  stato  del  personale  insegnante  L.  9. 

Roma. 
Bollettino  ufficiale  del  Ministero  di  Gra- 
zia e  Giustizia.  Nato  nel  1880,  esce  ogni 
settimana  in  16  o  24  pagine  con  gli  atti 
del  Ministero.  Abbonamento  :  anno  L.  4,50. 
Un  numero  50  centesimi. 

Roma. 


622 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Bollettino  ufficiale  di  legislazione  e  sta- 
tistica doganale  e  commerciale.  Nato  nel 
1884,  si  pubblica  ogni  mese  dal  Ministero 
delle  finanze  (Direzione  generale  delle  ga- 
belle) in  fascicoli  rilegati  in-4.'  -  Tipo- 
grafia E'edi  Botta. 

Roma. 
Bollettino  ufficiale  di  notizie  agrarie. 
Nato  nel  i''79,  esce  a  fascicoli  in  epoche 
indetermin.!U-  e  contiene  notizie  di  agri- 
coltura e  meteorologia.  Non  fa  abbona- 
menti. 

Roma. 
Bollettino  ufficiale  di  notizie  commer- 
ciali. Nato  nel  1876,  isce  ogni  settimana 
in  fascicoli.  Abbonamento:  anno  L.  12. 
Un  numero  30  centesimi. 

Roma. 
Bollettino  ufficiale  per  l'amministra- 
zione dei  pesi  e  misure  e  saggio  e  mar- 
chio dei  metalli  preziosi.  Nato  nel  1886, 
esce  ogni  3  mesi  in  un  numero  indeter- 
minato di  pagine. 

Roma. 
Bollettino  ufficiale  per  l'amministra- 
zione forestale  italiana.  Nato  nel  186S, 
esce  ogni  5  mesi.  Abbonamento:  anno 
L.  2,50.  Un  numero  80  centesimi. 

Roma. 
Bollettino  ufficiale  postale.  Organo  del 
Ministero  delle  poste,  contenente  decreti, 
promozioni,  regolamenti,  disposizioni,  qcc, 
concernenti  il  servizio  delle  poste,  nato 
nel  1861.  Esce  a  fascicoli  in-8.°  ogni  mese. 
Tipografia  Bencini. 

Roma. 

Bollettino  ufficiale  telegrafico.  Nato  nel 

1S65,  esce  ogni  mese  in   30  o   50  pagine 

e  contiene   le   disposizioni  per  il  servizio 

telegrafico.  Abbonamento:  anno  L.  6. 

Roma. 

Bulletin  de  l'Institut  international  de 

statistiljue.  Nato  nel  1886,    esce   ogni  3 

mesi  in  150  pagine.  Abbonamento:  anno 

L.  12.  Un  fascicolo  L.  3. 

Roma. 
Bulletin  financier  international.  Nato 
nel  1887,  ebbe  vita  propria  come  supple- 
mento settimanale  della  Revue  internatio- 
ìiale  (vedi),  nel  luglio  1888.  Questo  perio- 
dico, redatto  in  francese,  è  dedicato  spe- 
cialmente all'esame  ed  alla  difesa  degl'in- 
teressi dei  mercati  italiani,  ed  è  una  rivi- 
sta completa  delle  borse  italiane  ed  estere. 
Direttore:  Augusto  Fantoni.  Abbonamen- 
to: anno  L.  15.  Un  numero  50  centesimi. 
Corso  Vittorio  Emanuele,  51. 

Roma. 

Bullettino  della  commissione  speciale 

d'igiene    del   municipio  di  Homa.  Nato 


nel  1880,  esce  ogni  mese  in  un  fascicolo 
in-S."  di  2  o  più  fogli  di  stampa.  Abbo- 
namento: anno  L.  8,  estero  9. 

Roma. 

Bullettino  dell'Imperiale  istituto  ar- 
cheologico germanico.  Nato  nel  1029,  tra- 
sformato nel  1886,  esce  a  fascicoli  trime- 
strali. Vi  pubblicano  memorie:  F.  Barna- 
bei.  Cozza,  F.  Duemmler,  Graef,  Ch.  Huel- 
sen,  A.  Michaelis,  E.  Petersen,  Studniczka, 
Wissowa,  ecc.  -  Loescher  e  C,  editori. 

Roma. 

Bullettinj  dell'Istituto  di  diritto  ro- 
mano. Fondjto  e  pubblicato  nel  [888  per 
cura  del  segretario  perpetuo  prof  Vittorio 
Scialoja,  esce  a  liberi  intervalli  in  fasci- 
coli di  oltre  60  pagine  in-S."  -  Vi  scri- 
vono: Alibrandi,  Ferrini,  Padda,  Bonfante, 
Brandileone,  De  Ruggiero,  Ascoli,  Trin- 
cheri,  ecc.  -  Abbonamento:  anno  L.  15. 
Loreto  Pasqualucci,  editore. 

Roma. 

Bullettino  del  vulcanismo  italiano.  Pe- 
riodico dell'osservatorio  ed  archivio  cen- 
trale geodinamico  presso  il  R.  Comitato 
geologico,  nato  nel  1S73  e  redatto  dal 
cav.  prof.  Michele  Stefano  De  Rossi.  Piazza 
della  Pace,  35. 

Roma. 

Bullettino  di  archeologia  cristiana.  Pre- 
gevole periodico  scientifico,  nato  nel  1863 
e  dovuto  all'operosità  straordinaria  del  prin- 
cipe dell'archeolo/^ia  cristiana,  G.  B.  De 
Ressi.  Esce  ogni  mese  in  40  pagine  illu- 
strate. Abbonamento:  anno  L.   10,75. 

Roma. 

Il  Buonarroti.  Giornale  di  lettere,  scienze 
ed  arti,  fondato  nel  1863  da  Benvenuto 
Gasparoni.  Non  ha  ordine  fisso  di  perio- 
dicità ed  ha  dovuto  sospe.idere  varie  volte 
le  pubblicazioni  per  la  censura  pontificia. 
Nei  1867  intraprese  una  nuova  serie  sotto  la 
direzione  di  Errico  Narducci.  Vi  scrivono  : 
G.  Uzielli,  C.  Corvisieri,  G.  Milanesi,  Gre- 
gorovius,  B.  Capogrossi,  ecc.  -  Abbona- 
mento: L.  12  ogni  12  fascicoli  di  circa  32 
pagine.  Un  fascicolo  L.  i.  Tipografia  delle 
Scienze  matematiche.  Quartiere  Ludovisi, 
Casino  dell'Aurora. 

Roma. 

La  Capitale.  Giornale  politico,  democra- 
tico, quotidiano,  fondato  il  20  settem- 
bre 1870  da  Raffaele  Sonzogno,  che  fino 
a  quel  tempo  aveva  diretta  la  Ga^elta  di 
Milano.  La  sera  del  6  febbraio  1875,  il  Son- 
zogno fu  assassinato  nel  proprio  ufficio, 
per  gelosie  politiche,  per  mandato  di  un 
suo  redattore,  Giuseppe  Luciani,  che  oltre 
a  essere  collaboratore  della  Capitale,  era 
stato  redattore  della  Gaietta  del  popolo  di 


PROVINCIA   DI   R05IA. 


623 


Torino  e  per  pochissimi  voti  non  era  riu- 
scito deputato,  portato  dai  radicali  in  un 
collegio  di  Roma.  La  Capitale  sino  a  po- 
chi anni  fa  ebbe  il  titolo  di  Gaietta  della 
capitale  che  poi  semplificò  nell'attuale.  - 
Dopo  la  morte  del  Sonzogno  prese  la  di- 
rezione del  giornale  Ferdinando  Dobelli, 
lombardo;  i  suoi  genitori  erano  poveri 
contadini,  ed  egli  riusci,  a  forza  di  volontà, 
ad  acquist.jre  tanta  coltura  da  diventare 
maestro  nelle  scuole  municipali  di  Milano. 
Fu  costretto  ad  uscirne  dopo  che  ebbe 
stampato  un  libercolo  intitolato  Nemhrot, 
che  fu  processato  per  offesa  a  Vittorio 
Emanuele.  Entrò  allora  nella  redazione 
della  Gaietta  di  Milano  e  passò  alla  Ca- 
pitale dopo  la  morte  di  quel  giornale. 
La  Capitale  esce  ogni  giorno  alle  2  pom. 
in  4  pagine  a  5  colonne.  Tira  7000  copie. 
Abbonamento:  anno  L.  24.  Un  numero 
5  centesimi.  Via  Pie  di  Marmo,  37. 

Roma 
La  Capitale  artistica.  Giornale  teatrale, 
quindicinale,  nato  nel  novembre  1883.  Di- 
rettore: Torquato  Lombardi.  Un  numero 
25  centesimi.  Via  dei  Coronari,  31. 

Roma. 
Capitan  Fracassa.  Giornale  politico,  fon- 
dato nel  1X80  da  Raffaello  Giovagnoli  e 
Luigi  Arnaldo  Vassallo.  Il  Fracassa  portò 
un'innovazione  al  giornalismo:  i  pupa{- 
:(etti.  Il  Fracassa  ebbe  subito  un  gran  suc- 
cesso; i  più  noti  pubblicisti  vi  presero  a 
colLiborare,  anche  perchè  la  redazione  ave- 
va dei  salons  elegantissimi  in  cui  si  riuni- 
vano ogni  sera  artisti,  letterati,  pubblicisti, 
deputati,  ecc.  -  Ma  poco  dopo  il  Giova- 
gnoli abb:.ndonò  il  giornale  e  rimase  solo 
il  Vassallo,  finché  anche  questi  lo  lasciò, 
continuando  però  sempre  a  scrivervi.  Ne 
assunsero  la  direzione  Giuseppe  Turco  e 
Federigo  Napoli.  Nei  1 880  il  Turco  andò 
a  Napoli  a  dirigere  il  Padre  Rocco,  ora 
cessato;  nel  1S90  abbandonò  la  direzione, 
che  fu  assunta  da  E.  Panzacciii,  avendo  a 
redattore  capoE.Sacerdoti.il  Fracassa,  [c\i\ 
redattori  furono  accolti  quasi  tutti  dal  Don 
Chisciotte  (vedi),  ebbe  tempi  splendidi  e 
tirò  sino  a  20,000  copie.  Ora  ne  tira  5000 
ed  è  giornale  ministeriale  e  non  più  umr- 
ristico.  Vi  scrivono:  Benedetto  Cirmeni, 
Orazio  Contadini,  Capuana,  E.  Della  Lio- 
cessa,  Ettore  Moschino,  O.  Roux,  ecc.  - 
Esce  ogni  giorno  in  4  pa:',inc  a  5  colonne. 
Abbonamento:  anno  L.  20.  Via  della  Co- 
lonna, 35. 

Roma. 

Il  CaralDiniere.  Cronaca   del  corpo  dei 

reali  carabinieri,  nata  nel  1873.  Esce  ogni 

settimana  in  8  pagine  illustrate.  Direttore  : 


Carlo  Voghera,  Abbonamento  :  anno  L.  8. 
Via  Nazionale,  201. 

Roma. 

Il  Carabiniere  italiano.  Giornale  mili- 
tare, nato  nel  18S5  per  suscitare  nell'arma 
il  sentimento  del  dovere,  dell'emulazione 
e  della  disciplina.  Esce  il  mercoledì  e  sa- 
bato in  4  pagine  a  4  colonne.  Contiene 
la  cronaca  politica,  le  nonii-ie  e  promo- 
zioni, le  disposizioni  ministeriali,  leggi,  de- 
creti, fatti  vari,  qcc.  -  Direttore  :  Agamen- 
none Bellin.  -  Proprietario  responsabile: 
G.  Astengo.  Abbonamento:  anno  L.  6, 
sem.  3.  Un  numero  0,10.  Via  Palermo,  i. 

Roma. 

Il  Carro  di  Tespi.  Giornale  artistico,  tea- 
trale, nato  nel  1889.  Esce  ogni  domenica 
in  4  pagine  a  4  colonne,  -  È  diretto  da 
Edoardo  Boutet,  noto  e  stimato  giornali- 
sta napoletano.  Vi  scrivono:  Olga  Ossani, 
D'Arcais,  Duca  Proto,  ecc.  -  Abbonamen- 
to: anno  L.  7,  estero  9,  Un  numero  lO 
centesimi.  Tritone,  185. 

Roma. 

La  Caserma.  Giornale  di  letture  pei  sol- 
dati, fondato  nel  1886  da  G.  A.  Cesana, 
Esce  ogni  15  giorni  in  32  pagine  illustrate. 
Abbonamento:  anno  L.  2.  Un  numero  5 
centesimi.  Piazza  Firenze,  24. 

Roma. 

La  Cassazione  unica.  Giornale  giudizia- 
rio, nato  il  16  aprile  1889.  Esce  in  8  pa- 
gine in-4.''  a  2  colonne,  È  diretta  dagli 
avvocati  De  Benedetti  e  Lessona, 

Roma. 

Il  Cicerone.  Giornale  d'arte,  industria  e 
pubblicità,  nato  nel  1886,  Esce  giovedì 
e  domenica  in  4  od  8  pagine  a  4  colonne, 
con  incisioni  e  caricature.  Direttore:  Luigi 
Bellinzoni.  Abbonamento:  anno  L.  8,  se- 
mestre 5.  Un  numero  0,05. Via  Condotti,  42. 

Roma. 

Collezione  celerifera  delle  leggi  e  dei 
decreti  dello  Stato.  Pubblicazione  quindi- 
cinale. Ulta  nel  1.S22.  Abbonamento:  anno 
L.  15.  Un  numero  0,40.  Stamperia  Reale, 

Roma. 

Il  Colonnello  Bomba.  Giornale-opuscolo 
umoristico,  settimanale,  nato  nel  marzo 
1890,  Esce  ogni  domenica  in  24  pagine 
in-8.°  illustrate.  Direttore:  Aldo  Chierici 
{Bombarda).  Abbonamento:  anno  L.  8, 
sem.  4.  Un  numero  15  centesimi.  Perino, 
editore.  Via  del  Lavatore,  88. 

Roma. 

La  Coltura.  Rivista  di  scienze,  lettere 
ed  arti,  diretta  da  R.  Bonghi.  È  nata  nel 
1881  ed  esce  ogni  mese  in  60  pagine  in-8.'' 
Si  occupa  di  critica  e  bibliografia  e  lo  fa 
con  tanto  garbo  e  con  tanto  fine  criterio, 


624 


GUIDA    DELLA   STAMPA   PERIODICA   I-PALIANA. 


che  pare  addirittura  un  fenomeno  che  in 
Italia,  dove  sinora  s'era  creduto  quasi  im- 
possibile potesse  attecchire  un  tal  genere 
di  pubblicazioni,  la  Coltura  viva  e  fiorisca. 
E  fiorisce  specialmente  per  le  grandi  cure 
che  ne  ha  il  Bonghi  e  perchè  molti  pro- 
fessori di  scuole  secondarie  hanno  com- 
preso come  il  collaborarvi  con  coscienza 
ed  attività  possa  essere  per  loro  ottima 
palestra.  L.i  Coltwa  è  un  giornale  che 
senza  servire  di  passatempo  ai  lettori  di 
novelle  e  di  romanzi  si  propone  esclusi- 
vamente di  essere  di  aiuto  e  stimolo  a 
tutti  coloro  che  vogliono  aumentare  la 
propria  coltura  intellettuale  ed  artistica  e 
ciò  ha  potuto  ottenerlo  soltanto  il  Bonghi 
trovando  il  vero  modo  di  intendere  la  cri- 
tica letteraria  e  scientifica.  La  Coltura  è 
quasi  sempre  sobria,  obbiettiva,  moderata, 
poco  pungente  e  lontana  da  ogni  acre- 
dine come  da  qualunque  sorta  d'incensa- 
mento. Nel  giornale  sono  accolte  e  di- 
scusse tutte  le  opinioni,  senza  distinzione 
o  preferenza  di  scuole  e  chiesuole.  Spesso 
la  critica  non  si  mostra  neppure  o  appena 
si  lascia  vedere,  e  del  libro,  quando  dav- 
vero è  importante,  si  dà  una  breve  ed 
esatta  esposizione  del  contenuto  e  di  ciò 
che  può  aver  di  nuovo  per  la  scienza. 
Cosi,  mentre  per  una  via  il  giornale  diviene 
istrumento  di  progresso  negli  studi,  per 
quest'altra  raggiunge  il  suo  scopo  princi- 
pale, la  difi'usione  maggiore  della  coltura. 
Editore:  dott.  Leonardo  Vallardi,  via  Di- 
sciplini, 15,  Milano.  Abbonamento:  anno 
L.  12,  Unione  15,  Stati  Uniti  17,  America 
raerid.  20.  Direzione:  Via  Vicenza,  5. 

Roma. 
Il  Comandante  di  Stazione  dei  reali  ca- 
rabinieri. Periodico  politico,  militare  e 
giudiziario,  nato  nel  is86.  Esce  ogni  set- 
timana in  4  pagine.  Direttore;  Simoncini 
Eugenio.  Abbonamento:  anno  L.  5.  Un 
numero  10  centesimi. 

Roma. 

Il  Compasso.  Giornale  di  edilizia,   nato 

nel  1884.  Esce  ogni  settimana  in  4  pagine. 

Direttore:  Carlo  MacuLmi.  Abbonamento  : 

anno  L.  io.  Un  numero  0,10. 

Roma. 
La  Confederazione  teatrale.  Giornale  il- 
lustrato, scientifico,  artistico,  critico,  nato 
il  4  luglio  1889.  È  organo  della  Confedera- 
zione centrale  teatrale  d'incoraggiamento 
e  mutuo  soccorso  all'arte  drammatica  e  mu- 
sica d'Italia,  residente  in  Roma.  Esce  in  4 
pagine,  formato  0,39  x  0,26.  Direttore  :  avv. 
cav.  D'Antonio.  Abbonamento  :  anno  L.  20. 
Via  Pontefici,  51. 

Roma. 


Il  Consulente  commerciale.  Giornale  de- 
gli uomini  di  legge  e  di  affari,  nato  nel 
1884.  Esce  in  fascicoli  quindicinali  di  20 
pagine  con  copertina.  Direttore:  avv.  Augu- 
sto Santini. Vi  scrivono:  S.  Picardi,  R.  G.  Cat- 
taneo, avv.  Turchi,  avv.  cav.  V.  Magaldi, 
comm.  avv.  Indelli,avv.  Caperle,  avv.  Ma- 
nara,  ecc.  Abbonamento:  anno  L.  io.  Via 
Ripresa  dei  Barberi,  8. 

Roma. 

Conversazioni  bizantine.  Giornale  lette- 
rario, artistico,  mondano,  nato  il  21  otto- 
bre 1889  Esce  ogni  15  giorni  in  8  pagine 
in-  4.'  Redattore  capo  :  Prof.  Giovanni 
P.  Di  Properzio.  Abbonamento:  anno  L.  3. 
Campo  Orsino,  6. 

Civitavecchia. 

Il  Coraggio  del  vero.  Giornale  politico, 
amministrativo,  nato  il  13  maggio  1888. 
Esce  ogni  domenica  in  4  pagine  a  4  co- 
lonne. Direttore  :  Francesco  Bidischini.  Ab- 
bonamento: anno  L.  6,  sem.  4.  Un  nu- 
mero 0,10.  Via  del  Mortaro  al  Tritone,  41. 

Roma 

Il  Corpo  morale.  Rivista  bimensile  delle 
imposte  e  della  giurisprudenza  per  gli  enti 
morali,  nata  nel  dicembre  1886.  Raccoglie 
la  giurisprudenza  e  le  decisioni  delle  au- 
torità amministrative  in  materia  di  enti 
morali,  abbiano  essi  scopi  pii  o  di  culto, 
laicali  od  ecclesiastici.  Esce  in  8  pagine 
in-8.°  Direttore:  Federico  Rossi  Sabatelli. 
Abbonamento:  anno  L.  6.  Via  Rasella,  64. 

Roma. 

Il  Corriere  dei  comuni.  Giornale  ammi- 
nistrativo, organo  ufficiai  dell'Associazione 
generale  dei  segretari  ed  impiegati  comu- 
nali, nato  nel  1878.  Esce  il  lunedì,  merco- 
ledì e  sabato  in  4  pagine  a  4  colonne.  An- 
nunzia gl'impieghi  vacanti,  i  concorsi,  ecc. 
Direttore:  Pietro  Tassi.  Redattore  capo: 
Giulio  Cesare  Bonasi.  Abbonamento:  anno 
L.  10,  sem.  6,  trim.  4.  Un  numero  0,10. 
Inserzioni:  4'p3ginao,i5  lalinea.Corso,642. 

Roma. 

Corriere  del  Tuscolo,  Giornale  ammini- 
s'.rativo,  cattolico,  nato  nel  1884.  Esce  ogni 
domenica  in  4  pagine  a  3  colonne.  Redat- 
tore :  can.  D.  Domenico  Spagnoli.  Abbo- 
namento: anno  L.  4.  Via  Gioberti,  90. 

Frascati. 

Corriere  finanziario.  Nato  nel  1S87,  esce 
ogni  mese  in  4  pagine  a  4  colonne.  Di- 
rettore: cav.  M.  Ravot-Carboni.  Abbona- 
mento: anno  L.   io.  Via  Due  Macelli,  66. 

Rotna. 

La  Corrispondenza  finanziaria.  Giornale 
fondato  nel  1887,  per  sostituire  la  Borsa  nata 
a  Milano  nel  1883  e  V  Italia  finanziaria  che 
la  segui  e  cessò  a  Roma  nel   1887.   La 


PROVINCIA    DI   ROMA. 


625 


Corrispondenza  esce  4  volte  al  mese  in  4 
pagine  a  3  colonne  ed  è  diretta  da  Giacomo 
Leoni,  antico  banchiere  ed  agente  di  cam- 
bio. La  Corrispondenza  non  pubblica  né  in- 
formazioni, né  listini,  ma  studia  la  situa- 
zione generale  dei  mercati,  i  principali 
valori  negoziati  alle  borse  e  serve  di  com- 
plemento a  tutte  le  riviste  finanziarie  ita- 
liane. Abbonamento:  anno  L.  12.  Via  Mer- 
cede, 50. 

Roma. 

La  Corte  suprema  di  Eoma.  Pubblica- 
zione di  atti  legislativi,  iniziata  nel  1S76. 
Esce  ogni  mese  in  80  pagine.  Abbona- 
mento: anno  L.   io.  Un  numero  L.  i. 

Roma. 

Cri-Kri.  Giornale  umoristico,  nato  il  1 5 
maggio  1887.  Esce  ogni  domenica  in  6 
pagine  a  3  colonne  con  illustrazioni  in  cro- 
mo. Tira  45,000  copie.  Direttore:  Leone 
Brizi.  Editore,  Ferino.  Abbonamento:  anno 
L.  3.  Un  numero  0,05.  Via  del  Lavatore,  88. 

Ro}na. 

La  Croce  bianca.  Bollettino  mensile  delle 
associazioni  italiane  per  la  pubblica  assi- 
stenza, nato  il  15  febbraio  1888.  Esce  in 
4  pagine,  formato  0,29  x  0,20,  il  1 5  d'ogni 
mese.  Direttore:  dott.  Ruggiero  Olivieri. 
Abbonamento: anno L.  i.  Un  numero 0,03. 
Via  Bocca  di  Leone,  54. 

Roma. 

La  Cronaca  forense.  Organo  degl'inte- 
ressi del  ceto  legale  e  commerciale,  nato 
nel  1 889.  Esce  il  1 5  e  l'ultimo  di  ciascun  me- 
se in  4  pagine  formato  0,30  x  0,21. Direttore: 
avv.Vito  Luciani.  Abbonamento:  anno  L.  3. 
Un  numero  0,1 5.  Via  del  Lavatore,  30. 

Roma. 

Cronachetta  mensuale  di  scienze  natu- 
rali e  d'archeologia.  Nata  nel  1867,  esce 
in  16  pagine  in-8.°  -  Direttore:  prof.  Ma- 
riano Armellini.  Via  Lata,  3. 

Roma. 

Cronachetta  scientifica  delle  più  impor- 
tanti scoperte  moderne.  Giornale  di  scienze 
naturali  e  loro  applicazioni,  nato  nel  1861. 
Esce  ogni  mese  in  16  pagine.  Abbona- 
mento: anno  L.  6.  Un  numero  0,50. 

Roma. 

Il  Dazio  consumo.  Manuale  amministra- 
tivo ad  uso  degli  appaltatori,  ricevitori  dei 
dazi  sul  consumo,  e  delle  amministrazioni 
comunali,  nato  nel  1875.  Esce  ogni  setti- 
mana in  8  pagine  in-4.°  a  2  colonne.  Diret- 
tore :  avv.  Giuseppe  Fazio.  Abbonamento: 
anno  L.  12;  col  supplemento  Cronaca  Da- 
ziaria L.  20.  Corso,  448. 

Roìiia. 

Il  Devoto  del  Sacro  Cuore.  Supplemento 
al  Messaggere  del  Sacro  Cuore  (vedi),  fon- 


dato nel  1887  e  diretto  dal  P.  Ant.  Maria 
Maresca,  barnabita,  leccese.  Esce  ogni  mese 
in  48  pagine  in-8.°  Abbonamento:  anno 
L.  3.  S.  Carlo  a  Catinari. 

Roma. 
Il  Diritto.  Giornale  della  democrazia 
italiana,  sorto  a  Torino  dal  Progresso  e 
questo  dalla  Concordia,  il  3  aprile  1854. 
Ebbe  a  primi  direttori,  ispiratori  e  colla- 
boratori molte  notabilità  politiche,  quali 
Mordini,  Correnti,  EUena,  Depretis,  Civi- 
nini,  Pareto,  Robecchi,Valerio,  Mussi,  Mae- 
stri, Trezza,  ecc.  -  Dal  1861  al  63  fu  di- 
retto da  Angelo  Bargoni,  che  fu  mini- 
stro. Seguendo  la  sede  della  capitale,  da 
Torino  passò  a  Firenze  e  poscia  a  Roma. 
Fu  diretto  dipoi  dal  barone  Annibale  Ma- 
razio  e  indi  per  lunghi  anni  dall'ing.  Cle- 
mente Maraini,  poi  dal  prof.  Michele  Tor- 
raca.  Acquistato  dal  comm.  G.  Civelli,  la 
direzione  venne  assunta  dall'on.  Del  Vec- 
chio, che  la  tenne  circa  2  anni.  Il  gior- 
nale, sempre  serbando  una  scrupolosa  in- 
dipendenza, ha  la  seguente  redazione:  re- 
dattore-capo, cav.  G.  B.  Ballesio;  redattori  : 
avv.  E.  Popovic,  dott.  A.  Magni,  F.  Od- 
done, G.  Duprà,  prof.  luliani,  ecc.,  oltre 
numerosi  collaboratori  in  Italia  e  all'estero. 
Il  Diritto  esce  ogni  giorno  in  4  pagine 
grandi  a  6  colonne  e  tira  circa  4000  co- 
pie. Abbonamento:  anno  L.  24,  sera.  12, 
trim.  6  -  Estero  :  anno  L.  40,  sera.  20, 
trim.  IO.  Un  nura.  0,05.  Via  Incurabili,  5. 

Roma. 
Il  Divin  Salvatore.  Giornale  cattolico, 
nato  nel  1865.  Esce  il  mercoledì  e  sabato 
in  16  pagine.  Direttore:  corara.  P.  Men- 
cacci.  Abbonamento:  anno  L.  15.  Via  dei 
Fornari,  16. 

Roma. 
Don  Chisciotte  della  Mancia.  Giornale 
politico,  umoristico,  nato  il  20  dicembre 
1887.  Esce  ogni  giorno  in  4  pagine  a  4 
colonne,  con  numerosi  e  graziosissirai^w- 
pa^zetti.  Tira  9000  copie  ed  è  proprietà 
della  società  dichiarata  L.  A.  Vassallo, 
L.  Lodi  e  L.  Vicchi.  È  diretto  da  Luigi 
Arnaldo  Vassallo  (GandoUn),  già  direttore 
del  Fracassa ,  dei  quale  giornale  quasi  tutti 
i^coUaboratori  son  passati  al  Don  Chisciotte. 
Redattore  capo:  Luigi  Lodi.  Redattori 
ordinari:  Luigi  Bartelli  (Famba),  Emilio 
Facili  (Ci?Hone),  Olga  Ossani-Lodi  (Febea), 
ecc.  -  Abbonamento  :  anno  L.  20,  sera,  io, 
trim.  5,  un  mese  2.  Corso,  160. 

Roma. 

L'Eco  della  gioventù  cattolica  italiana. 

Bollettino  della  Società  omonima,  nato  nel 

1869  a  Bologna,  e  trasferito  poi  a  Roma. 

Esce  il  15   e  l'ultimo   d'ogni   mese   in  8 


N.  Bernardini  —  Guida  della  Stampa  ptriodica  italiana  —  40. 


626 


GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 


pagine  in-8.°  e  contiene  gli  atti  della  so- 
cietà. Tira  900  copie.  Redattore  :  Raffaele 
Cuccoli.  Abbonamento  :  anno  L.  2,  este- 
ro 4,50. 

Roma. 

V  Eco  delle  Provincie  -  Corriere  di  Si- 
cilia. Giornale  politico,  amministrativo  e 
commerciale,  nato  nel  1883.  Esce  giovedì 
e  domenica  in  4  pagine  a  4  colonne.  Con- 
tiene moltissime  corrispondenze  dalla  Si- 
cilia ed  è  un  giornale  redatto  con  cura. 
Direttore:  Pietro  De  Gregorio.  Abbona- 
mento: anno  L.  io.  Un  numero  io  cen- 
tesimi. Via  Merulana,  94. 

Roma. 

L'Eco  del  pontificato.  Periodico  illustra- 
to, religioso,  politico,  nato  nel  1S76.  Esce 
il  15  e  30  di  ogni  mese.  Direttore:  can. 
Luigi  Grimaldi.  Abbonamento  :  anno  L.  8. 
Corso  V.  E.,  284,  palazzo  Sforza  Cesarini. 

Roma. 

L'Eco  di  Berna.  Giornale  politico,  reli- 
gioso, scientifico,  letterario,  nato  il  6  gen- 
naio 1889.  Esce  ogni  settimana  in  8  pa- 
gine in-folio.  -  Direttore:  A.  Mondello 
Nestler.  Abbonamento:  anno  L.  8,  sem.  6. 
Pozzo  delle  Cornacchie,  7  e  8. 

Roma. 

L'Economista  d'Italia.  Rassegna  setti- 
manale di  economia,  finanza,  industria, 
commercio,  ferrovie,  statistica,  assicura- 
zioni, nata  nel  1868.  Esce  in  16  pagine 
in-4.''  a  3  colonne.  Direttore:  Santi  Ven- 
timiglia.  Abbonamento:  anno  L.  20,  seme- 
stre 12,  trim.  6  -  Estero:  anno  L.  30, 
sera.  16.  trim.  8.  Via  della  Vite,  18. 

Roma. 

L'Educazione  nazionale.  Rivista  per  la 
istruzione  primaria  e  secondaria,  nata  il 
i.°  ottobre  1889.  Esce  ogni  sabato  del- 
l'anno scolastico  e  2  volte  al  mese  nelle 
vacanze,  in  12  pagine  in-4.°  e  copertina. 
Direttore:  prof.  Pietro  Garue.  Casa  edi- 
trice Trevisini.  Abbonamento  :  anno  L.  6,50, 
sem.  4,50.  Un  numero  0,15.  Via  Poli,  13. 

Roma. 

L'Emancipazione. Giornale  settimanale, 
politico,  democratico;  monitore  delle  so- 
cietà operaie  affratellate.  Direttore  :  Felice 
Albani.  Vicolo  del  Boccaccio,  18. 

Roma. 

Ephemerides  ecolesiasticae,  seu  quae- 
stionum  quae  penes  congregatone  roma- 
nas  agitantur  ezpositiones  et  resolutiones 
in  compendium  redactae.  Nato  nel  mar- 
zo 1889,  esce  ogni  mese  in  32  pagine  in-8.° 
Abbonamento:  anno  L.  4.  Tipografia  edi- 
trice Romana. 

Roma. 

Ephemerides  parocorum.  Giornale  cat- 


tolico, nato  nel  1887.  Esce  ogni  mese  in 
16  pagine  redatto  in  latino.  -  Direttore: 
G.  Pistoiesi.  Abbonamento:  anno  L.  3. 

Roma. 

Esattore  e  Comune.  Giornale  ammini- 
strativo, nato  nel  1 874.  Esce  ogni  1 5  giorni 
in  16  pagine.  Direttore:  avv.  Giuseppe  Fa- 
zio. Abbonamento:  anno  L.  io.  Corso,  448. 

Roma. 

L'Esercito  italiano.  Giornale  militare, 
nato  nel  1880.  Esce  tutti  giorni  meno  i 
festivi  in  4  pagine  a  5  colonne  e  contiene 
notizie  militari,  nomine,  promozioni,  in- 
venzioni e  scoperte,  disposizioni  ministe- 
riali, ecc.  -  L'Esercito  non  è  giornale  uf- 
ficiale, ma  ha  pel  Ministero  il  rispetto  e 
i  riguardi  di  un  buon  soldato  pei  suoi  su- 
periori. Non  vi  si  trova  mai  nulla  che  si- 
gnifichi indisciplina,  ma  neppure  officio- 
sità. Ne  è  direttore  il  cav.  Francesco  De 
Luigi,  milanese,  uno  dei  più  simpatici  gior- 
nalisti della  capitale,  uomo  di  spirito  e  di 
carattere,  autore  di  un  voluminoso  roman- 
zo. Memorie  di  un  ex-ufficiale,  che  è  pia- 
ciuto a  molti,  quantunque  non  abbia  levato 
gran  rumore.  L'Esercito,  che  dovette  su- 
perare una  crisi  che  ritorna  a  onore  del 
direttore  e  a  disdoro  di  altri,  gode  molto 
credito  fra  gli  ufficiali  ed  ha  una  diffusione 
di  oltre  4000  copie.  Abbonamento:  anno 
L.  22,  sem.  12,  trim.  6,  un  mese  2  -  Estero: 
anno  L.  37,  sem.  20,  trim.  io,  un  mese  3,50. 
Un  .numero  0,10.  Via  Venti  Settembre. 

Roma. 

Fanfulla.  Giornale  politico,  umoristico, 
quotidiano,  fondato  il  16  giugno  1870  a 
Firenze  dal  barone  De  Renzis,  G.  A.  Ce- 
sana  e  Giovanni  Piacentini.  La  fortuna  di 
questo  giornale  è  stata  davvero  meravi- 
gliosa e  meritata  ed  il  merito  spetta  spe- 
cialmente al  direttore,  Baldassarre  Avan- 
zini. Quando  nacque  il  Fanfulla,  la  stampa 
fiorentina  cominciava  a  imbastardirsi  per 
l'introTiissione  di  elementi  non  toscani. 
Al  Fanfulla  dunque  spetta  il  merito  di 
avere  iniziato  quesia  rivoluzione  che  si  è 
compiuta  nella  forma  del  giornalismo  ita- 
liano, dalla  sua  comparsa  in  poi.  Fatto  ad 
esempio  dei  giornali  mondani  francesi,  por- 
tando nella  discussione  e  nella  satira  tutte 
le  arguzie  del  bizzarro  spirito  fiorentino, 
era  ben  naturale  che  il  nuovo  periodico 
trovasse  subito  numerosi  lettori.  Nessun 
altro  giornale  italiano  ebbe  mai  nella  sua 
origine  cosi  pronto  e  cosi  grande  successo. 
Era  una  grande  novità  per  i  lettori  un 
giornale  che  discorreva  delle  cose  dello 
Stato  aello  stile  familiare  di  tutti  i  giorni 
e  che  si  esprimeva  sul  conto  degli  uomini 
politici  colla  stessa  naturale  disinvoltura  e 


PROVINCIA   DI   ROMA. 


6g7 


coll'arguta  franchezza  con  cui  possoro  par- 
larne le  persone  di  talento  e  di  spirito  al 
circolo  od  al  caffè.  Il  successo  dovt  a  pro- 
durre i  soliti  risultati  e  gì' imitato 'i  non 
mancarono.  Tantoché,  quando  il  Fanfulla 
fu  trasportato  da  Firenze  a  Roma  (21  ot- 
tobre 1871)  e  la  crisi  ministeriale  del 
marzo  1876  venne  a  rompere  un  po' la 
crosta  che  s'era  formata  attorno  ax  gior- 
nalismo italiano,  tutti  i  fogli  nuovi  che  fu- 
rono fondati  di  poi,  presero  a  modellarsi 
sul  Fnnfuìl a,  il  qunìe  fino  all'avvenimento 
del  trasformismo  fu  sempre  giornale  di 
destra,  d'opposizione,  sicché  era  più  felice 
negli  attacchi  e  più  spiritoso  nella  pole- 
mica. Diventando  giornale  trasformista  e 
abbandonato  anche  da  molti  valorosi  re- 
dattori, la  tiratura  del  Fanfulla  è  ;cesa  a 
poco  più  di  6000  esemplari.  Redattori  capo 
del  giornale  é  Lelio,  al  secolo  Giai  Leo- 
poldo Piccardi,  toscano,  ex-impiega?o  alla 
statistica,  giornalista  di  vaglia  ed  autore 
di  un  Saggio  di  ima  storia  sommaria,  della 
stampa  periodica.  La  proprietà  del  Fanfulla 
è  passata  per  parecchie  mani:  fu  fondato 
con  un  meschino  capitale,  ed  appartenne 
da  principio  ai  signori  Piacentini,  De  Ren- 
zis  e  Cesana.  Poi  Piacentini  passò  alla 
Gaietta  ufficiale,  il  barone  De  Renzis  fondò 
il  Bersagliere  (1875),  giornale  nicoterino 
spigliato  e  ben  fatto  durato  sino  a!  1885 
e  diretto  da  Giuseppe  Turco,  che  nel  Fan- 
fulla si  firmava  il  Signor  Tutti.  A  tempo 
del  18  marzo  1876  un  terzo,  salvo  errore, 
della  proprietà  del  Fanfulla  era  nelle  mani 
del  De  Renzis;  sembrando  sconveniente  e 
pericoloso  che  un  deputato  di  sinistra 
avesse  tanta  parte  in  un  giornale  mode- 
rato, la  sua  proprietà  fu  riscattata  e  divisa 
in  azioni,  che  furono  collocate  a  Milano 
ed  a  Roma.  Altre  azioni  furono  acquistate 
nel  1880  dal  signor  Obheght,  che  divenne 
non  soltanto  comproprietario  ma  ainmini- 
stratore  del  giornale.  Ma  avendo  l' O  jlieght 
cerrato  di  vendere,  in  blocco,  nel  1882, 
alla  casa  Fremy  di  Parigi,  il  Fanfulla,  il 
Diritto,  la  Libertà,  V Italie,  ecc.,  ì'Aw.mzìnì 
riscattò  il  Fanfulla  diventandone  il  solo 
proprietario.  11  Fanfulla  esce  ogni  S(;ra  in  4 
pagine  a  4  colonne.  Abbonamento:  anno 
L.  24,  sera.  12,  trim.  6  -  Europa:  anno 
L.  44,  sem.  22,  trim.  11.  Un  numero  5 
centesimi.  Via  Uffici  del  Vicario,  38. 

Roma. 
Fanfulla  della  domenica.  Giornale  let- 
terario, nato  il  27  luglio  1879.  In  ordine 
di  tempo  è  uno  dei  primi  giornali  letterarii 
d'Italia;  ed  ha  assistito  ed  assiste  con  be- 
nevola curiosità  alle  tentate  imitazioni  del- 
l'opera sua,  finite  tutte  o  in  procinto  di 


finire  miseramente,  come  è  la  sorte  di  tutte 
le  imitazioni.  Al  Fanfulla  della  domenica 
è  anche  toccata  questa  singolare  fortuna, 
di  saper  suscitare  importanti  questioni,  e 
di  saper  rimanere  nel  campo  sereno  delle 
idee  mentre  gli  altri  si  sbizzarrivano  in  po- 
lemiche di  parole:  di  qui  la  fedeltà  inal- 
terata di  tutti  i  suoi  collaboratori  più  emi- 
nenti, resa  anche  più  agevole  dall'ampia 
libertà  di  discussione  a  tutti  loro  concessa. 
Ebbe  per  primo  direttore  Ferdinando  Mar- 
tini, poscia  Enrico  Nencioni,  Luigi  Ca- 
puana ed  Eugenio  Checchi  (Tom),  che  lo 
dirige  attualmente.  Vi  scrivono:  Verga, 
D'Annunzio,  Bonghi,  D'Ancona,  Matilde 
Serao,  Panzacchi,  Masi,  Fogazzaro,  Emma 
Ferodi,  Contessa  Lara,  Ricci,  Setti,  Costetti, 
Di  Roberto,  Roux,  D'Ovidio,  Verdinois, 
Rod,  ecc.  Esce  in  4  pagine  a  4  colonne. 
Abbonamento:  anno  L.  5,  estero  8.  Un 
numero  0,10.  Uffici  del  Vicario,  38, 

Roma. 

La  Fedeltà.  Giornale  politico,  cattolico, 
nato  nel  187 1.  È  organo  della  Società  ro- 
mana dei  reduci  delle  patrie  battaglie  in  di- 
fesa del  Papato.  Esce  ogni  domenica  in 
8  pagine  a  2  colonne  in-4.''  Direttore:  Luigi 
Palombi.  Abbonamento:  anno  L.  3,  sera. 
L.  1,50.  Via  Carbonari,  12. 

Roma. 

La  Fiaccola.  Giornale  evangelico,  me- 
todista episcopale,  nato  nel  luglio  1878. 
Esce  ogni  mese  in  4  pagine.  Direttore: 
Dr.  Lerog  M.  Vernon.  Abbonamento:  anno 
L.   I.  Un  numero  0,10.  Piazza  Poli,  2. 

Roma. 

La  Figlia  di  Maria.  Periodico  cattoli- 
co per  giovinette,  nato  nel  1868.  Esce  2 
volte  al  mese  in  16  pagine  con  illustra- 
zioni. Direttore:  D.  Romano  Costetti.  Ab- 
bonamento: anno  L.  3.  Un  numero  0,15. 
S.  Pietro  in  Vincoli,  44. 

Roma. 

Foglio  periodico  della  prefettura.  Nato 
nel  1871,  pubblica  gli  atti  amministrativi. 
Esce  ogni  settimana  in  un  numero  inde- 
terminato di  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  22.  Non  si  vende  a  numeri  separati. 

Rotna. 

Il  Foro  Italiano.  Raccolta  generale  di 
giurisprudenza  civile,  commerciale,  penale 
ed  amministrativa,  iniziata  nel  1876.  Esce 
in  24  dispense  quindicinali  di  almeno  5 
fogli  di  stampa  ciascuna,  in-4.''  ^  2  colonne. 
Direttori:  Scialoja  avv.  Enrico  e  Sabbatini 
avv.  Giunio.  Abbonamento:  anno  L.  24, 
col  repertorio  generale  in  fine  d'anno.  Via 
Palermo,  34,  e  Via  Genova,  24. 

Roma. 

Il  Foro  Bomano.  Giornale  di  giurispru- 


628 


GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


denza,  nato  nel  1885.  Esce  ogni  settimana 
in  4  pagine.    Abbonamento:    anno    L.  8. 

Roma. 
Gazzetta  dei  Comuni.  Giornale  pei  con- 
corsi agl'impieghi  comunali,  fondato  dal 
dott.  Rebeggiani  nel  1849  e  continuato  da 
Luigi  Ferreri.  Esce  3  volte  al  mese  in  4 
pagine.  Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  nu- 
mero 0,25.  Via  Principe  Amedeo,  128. 

Rotna. 

Gazzetta  del  Clero,  già  Rkreaiione  del 

Sacerdote;  giornale  cattolico  nato  nel  1S76. 

Abbonamento:  anno  L.  5.  CorsoV.  E.,  2S4. 

Roma. 
Gazzetta  d'  Italia.  Giornale  politico, 
quotidiano,  nato  a  Firenze  nel  1866.  Nel 
1881  si  trasportò  a  Roma,  ma  perdette 
tutta  la  sua  autorità  e  diffusione.  Fondato 
da  Carlo  Pancrazi,  un  giornalista  abile,  po- 
deroso, come  pochi  esistono  in  Italia,  tu 
per  molti  anni  l'organo  della  vecchia  de- 
stra, e  al  tempo  del  processo  Nicotera 
ebbe  un  successo  clamoroso  ed  una  guerra 
a  coltello  degna  di  storia.  A  Roma  'a  Gal- 
letta d' Italia  non  ebbe  fortuna  e  subisce 
spesso  delle  interruzioni  più  o  meno  lun- 
ghe. Esce  ogni  giorno  in  4  pagine  a  6  co- 
lonne. Direttore:  cav.  C.  Pancrazi.  Abbo- 
namento: anno  L.  24,  sem.  12,  trini.  6. 
Un  numero  0,05.  Piazza  S.  Bernardo,  109. 

Roma. 
Gazzetta  medica  di  Eoma.  Giornale  di 
medicina  e  scienze  affini,  nato  nel  1875. 
Esce  2  volte  al  mese  in  24  pagine  in-S." 
e  copertina.  Direttore:  Cerasi  dott.  Filippo. 
Abbonamento:  anno  L.  13.  Un  numero 
L.  I.  Via  del  Corso,  12. 

Roma. 
Gazzetta  Ufficiale  del  Hegno  d' Italia. 
Organo  governativo  per  la  pubblicazione 
dei  decreti  reah,  ministeriali,  ecc. ,  fondato 
nel  1861  a  Torino,  poscia  trasferito  a  Fi- 
renze e  quindi  nel  1870  a  Roma.  Esce  ogni 
giorno  a  fascicoli  in-folio  di  un  numero 
indeterminato  di  pagine.  Direttore:  avv, 
Giovanni  Piacentini.  Abbonamento:  alla 
sola  Gaietta,  anno  L.  36,  sem.  19,  trim.  io. 
Estero:  anno  L.  80,  sem.  41,  trim.  22.  Un 
numero  0,10.  Alla  Galletta  coi  resoconti 
stenografati:  anno  L.  44,  estero  L.  125. 
Piazza  Madama,  17. 

Roma. 
Il  Ginnasiarca»  Organo  tecnico  della 
educazione  fisica  in  Italia,  nato  nel  gen- 
naio del  1887.  Si  pubblica  due  volte  al 
mese,  in  8  pagine  in-4.°  Direttore:  E.  Bau- 
mann.  Abbonamento:  anno  L.  5.  Si  stampa 
a  Bologna,  alla  tipografia  Azzoguidi. 

Roma, 

liorsftle  dei  lavori  publslioi  e  delle 


strade  ferrate.  Rivista  di  meccanka,  la- 
vori pubblici  e  ferrovie,  fondata  nel  1874 
dall'ing.  Trevellini,  e  comperata  nel  1876 
dall' ing.  Adolfo  Brunicardi,  attuale  diret- 
tore. Esce  ogni  settimana  in  20  pagine  e 
contiene  articoli  e  memorie  originali  delle 
più  importanti  opere  pubbliche  che  si  co- 
struiscono in  Italia  e  all'Estero.  Tira  2000 
copie.  Abbonamento:  anno  L.  20.  Via  de- 
gl' Incurabili,  5-A. 

Roma. 

Giornale  dei  Notari.  Giornale  di  giu- 
risprudenza notarile,  nato  nel  1876.  Esce 
ogni  15  giorni  in  52  pagine.  Direttore: 
cav.  Giuseppe  Valentini.  Abbonamento: 
anno  L.  io.  Via  Giulia,  50. 

Roma. 

Giornale  del  Genio  Civile.  Pubblicazione 
fatta  a  cura  del  Ministero  dei  Lavori  Pub- 
blici, nata  nel  1863.  Consta  di  2  parti:  la 
parte  ufficiale,  che  contiene  le  leggi,  i  de- 
creti, circolari,  lettere,  decisioni,  ecc.  che 
emanano  dal  Ministero  e  la  parte  non  uffi- 
ciale, che  contiene  memorie,  studi,  pareri, 
estratti  di  periodici,  ecc.  Esce  a  grossi  fa- 
scicoli ogni  1 5  giorni.  Direttore:  A.  De  Gae- 
tani.  Abbonamento  annuo  :  Italia  L.  24, 
Europa  ed  Egitto  28,  America  Nord  30, 
America  Sud  34.  Via  Torre  Argentina,  47. 

Roma. 

Giornale  di  Agricoltura  pratica.  Orga- 
no degl'interessi  agricoli  e  nazionali,  nato 
il  30  gennaio  1887.  Esce  il  giorno  15  e 
l'ultimo  d'ogni  mese  in  32  pagine  a  2  co- 
lonne in-8.°  e  forma  a  fin  d'anno  un  vo- 
lume di  circa  800  pagine.  Direttare:  G.  L. 
Piccardi  (Lelio  del  FanfuUa).  Collaboratori 
ordinari:  Baldeschi  G. ,  Bencini  G. .  Ber- 
tacchi  A.,  Bertagnoli  C. ,  Carlucci  M., 
Borzi  A,,  Cavanna  G. ,  Comes,  De  Cesare, 
Grilli  M. ,  Magaldi  V.,  Malinverni  A. ,  Pa- 
squi  T. ,  Pavoncelli  G. ,  Perroncito  O. , 
Pieri  P, ,  Pini  R. ,  Spallanzani  P. ,  Strin- 
gher  B. ,  ZanelliA. ,  Zappa  R.  Il  giornale 
fa  la  cronaca  agricola  della  quindicina,  si 
occupa  di  legislazione  agrana,  concorsi, 
produzioni,  esperimenti,  ecc.  Abbonamento: 
anno  L.  12;  estero  15.  Un  numero  0,80. 
Via  della  Torretta,  31. 

Rotna. 

Giornale  d'Artiglieria  e  Genio.  Contie- 
ne tutte  le  innovazioni  del  materiale  delle 
due  armi  introdotto  in  servizio,  ed  è  illu- 
strato da  tavole.  Si  pubblica  per  cura  del 
Ministero  della  Guerra,  Direzione  Generale 
d'Artiglieria.  Abbonamento;  anno  L.  4j 
pei  non  militari  L.  io.  Via  Astalli,  15. 

Roma, 

Giornale  Medico  del  H.  Esercito  e  della 
B,  Marisa.  Pubblicazione  scientifica,  nata 


PROVINCIA   DI  ROMA. 


629 


nel  185 1.  Esce  ogni  mese  in  fasclcol-  di 
circa  150  pagine.  Direttore:  dott.  Felice 
Baroffio.  Redattore:  Claudio  Sforza.  Abbo- 
namento: anno  L.  12.  Un  numero  L.  i. 
Editore:  Voghera. 

Roma. 

Giornale  militare  della  Marina.  Nato 
nel  1863,  esce  ogni  settimana  a  fascicoli. 
Abbonamento:  anno  L.  5.  Non  si  veade 
a  numeri  separati.  Ministero  della  Marina. 

Roma. 

Criornale  militare  ufficiale.  Organo  del 
Ministero  della  Guerra  per  la  pubblicazione 
dei  decreti,  leggi,  disposizioni  militari,  ecc. , 
creato  a  Torino  nel  1850,  col  titolo  di 
Gaietta  militare  italiana,  diretta  da  C,  F. 
Valdesio.  Trasportatosi  a  Roma  nel  1S70 
modificò  il  titolo  nell'attuale.  Esce  ogni 
settimana  in  fascicoli  in-8.°  di  un  nun;ero 
indeterminato  di  pagine.  Al  Giornale  è  an- 
nesso anche  un  Bollettino  militare  delle  no- 
mine e  promozioni.  Abbonamento:  anno 
L.  12.  Un  numero  0,20. 

Roma. 

Giurisprudenza  del  Tribunale  Supremo 
di  Guerra  e  Marina.  Pubblicazione  giu- 
ridica iniziata  nel  1877.  Esce  ogni  mese  a 
fascicoli,  diretta  dall'avv.  Raffaele  Genovesi. 
Abbonamento:  anno  L.  io.  Corso,  219. 

Roma. 

Igea.  Rivista  sanitaria,  nata  nel  1 886.  Esce 
ogni  settimana  in  8  pagine.  Direttore:  Gof- 
fredo Ricci.  Abbonamento:  anno  L.  1 5, sem. 
L.  8.  Un  numero  0,50,  Via  in  Arcione,  1 1 1. 

Roma. 

L'Impiegato.  Organo  dell'Associazione 
generale  fra  i  funzionari  governativi  dello 
Stato,  nato  nel  1879.  Esce  2  volte  al  mese 
in  4  pagine.  Direttore:  Francesco  Tosco. 
Pubblica  la  lista  dei  traslochi,  nomine,  po- 
sti vacanti,  ecc.  Abbonamento:  anno  L.  6, 
sera.  3.  Un  numero  0,10,  Via  Convertite, 8, 

Roma. 

L'Indicatore.  Giornale  settimanale,  eco 
dei  reclami  del  pubblico  in  materia  di  fi- 
nanza, commercio,  industria  e  pubblica  am- 
ministrazione, fondato  r  II  febbraio  1888. 
Esce  in  4  pagine,  formato  0,39  x:  0,26.  Ab- 
bonamento: anno  L.  20.  Un  numero  0,20. 
Via  Giovanni  Lanza,  83. 

Rotna. 

Indicatore  generale  del  Hegno  d' Italia. 
Nato  nel  1883,  contiene  l'orario  pei  viag- 
giatori sulle  ferrovie,  tramvai  e  piroscafi. 
Esce  ogni  mese  in  200  e  più  pagine.  Ogni 
numero  L.  i.  Piazza  Sciarra,  71. 

Roma, 

L' Indispensabile.  Giornale  finanziario, 
nato  a  Palermo  il  15  ottobre  1881  e  nel 
1887  trasportato  a  Roma,  Esce  ogni  15 


giorni  in  4  pagine  a  4  colonne.  È  organo 
della  Banca  Eugenio  Messeri,  casa  di  emis- 
sioni e  commissioni;  pubblica  tutte  le 
estrazioni  di  prestiti  a  premi  e  fa  gratui- 
tamente la  verifica  delle  cartelle  agli  ab- 
bonati. Abbonamento:  anno L.  2.  Corso,3 9 1 . 

Roma. 

L' Industria  Italiana.  Organo  de'  com- 
mercianti, industriali  e  inventori,  nato  il 
i.°  marzo  1886.  Esce  il  i.°  e  il  15  d'ogni 
mese  in  1 6  pagine  in-folio  e  8  di  copertina. 
Direttore:  T.  Magnoni.  Abbonamento:  anno 
L,  3,50.  Un  numero  o,30.Testa  Spaccata,  1 8. 

Roma. 

L'Industria  tipografica  e  tutte  le  sue 
arti  affini.  Rivista  tecnica  per  i  tipografi, 
nata  il  28  ottobre  1887.  Esce  ogni  setti- 
mana in  16  pagine  in-4.''  Abbonamento: 
anno  L.  5.  Via  della  Stamperia,  69, 

Roma. 

L'  Insegnamento  tecnico  industriale. 
Rivista  di  pedagogia  e  didattica  tecnica  e 
industriale,  nata  il  15  gennaio  1889.  Esce 
in  16  pagine  in-8.'  sotto  la  direzione  di 
Attiho  Capaccini.  Abbonamento:  anno  L.  8. 
Un  numero  L.  i.  Via  Capocci,  16. 

Roma. 

L' Italia  amministrativa,  giudiziaria  e 
commerciale.  Gazzetta  illustrata  degl'  im- 
piegati, nata  nel  1890.  Esce  ogni  15  giorni. 
Abbonamento:  anno  L,  3.  Un  numero  0,50. 

Roma. 

Italia  a  monthly  Magazine.  Nato  nel 
gennaio  del  1888,  esce  a  fascicoli  di  80  pa- 
gine in-S.",  redatto  in  inglese.  Abbona- 
mento: anno  L.  15.  Piazza  S.  Ignazio,  127. 

Roma. 

L' Italia  artistica.  Giornale  artistico, 
nato  nel  1860.  Esce  2  volte  al  mese  in  4 
pagine  e  si  stampa  a  Livorno.  Abbona- 
mento: anno  L.  12.  Un  numero  0,40. 

Roma. 

L' Italia  enologica.  Rassegna  dell'  indu- 
stria e  del  commercio  dei  vini,  organo  del 
Circolo  Enofilo  Italiano,  nato  il  1 5  gennaio 
1887.  Esce  il  15  e  30  di  ogni  mese.  Vi 
scrivono:  R.  De  Cesare,  T.  Pasqui,  O.  Fo- 
cardi.  Abbonamento:  anno  L.  8;  estero  io. 
Santa  Maria  in  Via,  40. 

Roma. 

L' Italia  Militare  e  Marina.  Giornale 
delle  armi  di  terra  e  di  mare,  nato  il  2 
aprile  1890,  a  sostituire  {'Italia  militare, 
cessata  da  qualche  anno.  Esce  il  lunedì, 
mercoledì  e  sabato  in  4  pagine.  Diretto- 
re: cav.  Voghera. 

Roma, 

L' Italia  pedagogica.  Giornale  didattico, 
educativo,  nato  nel  1880  col  titolo  di  Eco 
dell'  Associazione  na:^ionale  fra  i  maestri  eh- 


630 


GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


vientari,  che  poi  mutò  nell'attuale.  Esce 
5  volte  al  mese  in  i6  pagine.  Abbona- 
mento: anno  L.  4.  Un  numero  0,20. 

Roma. 

L'  Italie.  Giornale  politico,  quotidiano, 
fondato  nel  1859  a  Milano  col  titolo  V Italie 
Nouvelle  da  Constante  Jaccotet.  Nel  1860 
il  giornale  fu  trasportato  a  Torino,  mu- 
tandogli titolo  in  quello  d'  Italie  e  met- 
tendolo sotto  gli  auspici  di  Cavour.  Po- 
scia fu  trasportato  a  Firenze  e  finalmente 
a  Roma  nel  1870.  L' Italie  esce  ogni  gior- 
no in  4  pagine  a  6  colonne,  redatto  in 
francese.  Tira  3000  copie.  Direttore:  G.  A. 
Cesana.  Abbonamento:  anno  L.  36,sem.  19, 
trim.  IO.  Unione:  anno  L.  51,  sem.  26, 
trim.  14.  Un  numero  0,10.  Piazza  Mon- 
tecitorio, 127. 

Roma. 

La  Legge.  Monitore  giudiziario  e  am- 
ministrativo del  regno  d'Italia,  nato  nel 
1861.  Contiene  la  giurisprudenja  della 
Cassazione;  pareri  del  Consiglio  di  Stato; 
testo  delle  leggi;  studi  teorico-pratici  di 
diritto  penale,  civile,  commerciale,  ecc. 
Direttori:  Giuseppe  Saredo,  Consigliere  di 
Stato,  Filippo  Serafini  dell'  Università  di 
Pisa.  Redattori  ordinari:  A.  Corsi,  E.  Cuz- 
zeri,E.  Galluppi,R.  Pavesi, L.  Ottavi, L.Luc- 
chini, L.  Maurizi,  ecc.  Proprietario-ammi- 
nistratore: Marco  Saredo.  Abbonamento: 
anno  L.  36,  estero  41,20.  Corso,  219. 

Roma. 

La  Leva  militare.  Rivista  nata  nel  1871, 
contenente  le  leggi,  i  decreti,  i  regola- 
menti, le  decisioni  di  massima,  le  sentenze 
dei  tribunali  e  le  notizie  relative  al  servizio 
di  leva,  al  volontariato  di  un  anno,  all'am- 
missione alle  scuole  militari,  ecc.  Esce  il  1 5 
e  30  d'ogni  mese  in  16  pagine  in-S."  Ab- 
bonamento: anno  L.  8,  sem.  5.  Un  nume- 
ro 0,50.  Via  Incurabili  al  Corso,  5. 

Roma. 

Il  Locatore.  Giornale  utile  per  coloro 
che  hanno  bisogno  di  affittare  alloggi  vuoti 
e  mobigliati,  nato  nel  1875.  Esce  ogni  set- 
timana in  4  pagine.  Direttore:  Francesco 
Tosco.  Inserzioni:  alloggi  ogni  vano  L.  3. 
Un  numero  0,20.  Non  fa  abbonamenti. 
Via  Convertite,  8. 

Roma. 

Lux.  Bollettino  dell'accademia  interna- 
zionale per  gli  studi  spiritici  e  magnetici, 
nato  nel  gennaio  1888.  Esce  ogni  mese  in 
32  pagine  in-8.°  Direttore:  Efisio  Ungher. 
Abbonamento;  anno  L.  i o.  Un  numero  0,80. 
Casella  postale,  11  a. 

Roma, 

Manuale  degli  Amministratori  Comu- 
aali,  Provinciali  e  delle  Opere  pie.  Pub- 


blicazione amministrativa,  nata  nel  1862. 
Esce  ogni  15  giorni  in  16  pagine.  Abbo- 
namento: anno  L.  8.  Un  numero  0,50, 

Roma. 
Manuale  del  funzionario  di  sicurezza 
pubblica  e  di  polizia  giudiziaria.  Raccolta 
mensile  di  articoli  teorico-pratici  sulle 
leggi  di  P.  S.,  decreti,  circolari,  decisioni, 
cronaca,  ecc.,  fondata  nel  1863  e  diretta 
dal  comm.  Carlo  Astengo,  con  la  collabo- 
razione di  Santagostino,  Locatelli,  Gallim- 
berti,  Banchieri  e  Leonardi  cav.  Francesco, 
che  ne  è  il  direttore.  Esce  ogni  mese  in 
24  pagine  e  copertina  a  2  colonne.  Ab- 
bonamento: anno  L.  6,50. 

Roma. 
Marina  e  Commercio  -  Giornale  delle  co- 
lonie. Periodico  settimanale,  nato  nel  1877 
a  Palermo  dove  visse  per  5  anni.  Nel  1882 
si  trasportò  a  Roma  e  si  fuse  col  Gior- 
nale delle  colonie;  questa  fusione  diretta  allo 
scopo  di  rafforzare  i  comuni  intendimenti, 
di  propugnare  cioè  gì'  interessi  dell'  indu- 
stria del  mare  e  dei  traffici  italiani,  accrebbe 
importanza  e  diflfusione  al  giornale  che  è 
l'unico  e  più  stimato  di  tal  genere  in  Italia. 
Redattori:  avv.  Salmona,  Luigi  Zoppis,  ecc. 
Esce  in  16  pagine  a  3  colonne.  Abbona- 
mento: anno  L.   io,  sem.  6.    Corso,  495. 

Roma. 
Il  Martello.  Giornale  per  la  difesa  dei 
lavoratori,  socialista,  amministrativo,  nato 
il  2  febbraio  1890.  Esce  2  volte  al  mese 
in  4  pagine.  Redattore:  Antonio  Brunelli. 
Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  numero  0,05. 
Via  Cavour,  palazzo  Nicolini  (Est). 

Roma. 
Massimario  giuridico.  Periodico  quin- 
dicinale per  uso  degli  esattori  e  cassieri 
comunali,  degli  appaltatori  del  dazio  con- 
sumo, ecc.,  nato  il  i."  gennaio  1885.  Esce 
in  8  pagine  in-8.°  a  2  colonne.  Direttore: 
Giuseppe  Berni.  Tipografia  del  Corriere  dei 
Comuni. 

Roma. 
Mercurio.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, bisettimanale,  nato  il  15  settembre 
1889.  Si  propone  di  seguire  lo  sviluppo 
delia  città;  ricercare  le  fonti  delle  vecchie 
disposizioni  che  hanno  rapporto  coi  biso- 
gni moderni  e  rinnovellare  la  memoria  di 
ciò  che  fu  l'interesse,  il  costume,  il  pia- 
cere e  la  gloria  di  Roma.  Il  Mercurio  è  un 
giornale  essenzialmente  romano,  scritto  per 
ogni  genere  di  famiglie,  ameno  ed  utile. 
Direttore:  cav.  Leone  Vicchi.  Abbonamen- 
to: anno  L.  15,  sem.  8.  Via   Ripetta,  70. 

Roma, 

Il  Messaggiere  del  Sacro  Cuore  di  &esù. 

Giornale  rehgioso,  fondato  nel  1864  in  Par- 


PROVINCIA   DI  ROMA. 


631 


ma  dal  P.  Antonio  M.'  Marasca,  barnabita, 
leccese,  e  nel  1875  trasportato  in  Roma. 
Esce  ogni  mese  in  48  pagine.  Abbona- 
mento: anno  L.  3.  Un  numero  0,25.  Piazza 
S.  Carlo  a'  Catinari. 

Roma. 

II  Messaggero.  Giornale  quotidiano,  de- 
mocratico, nato  nel  1878.  Ebbe  per  diret- 
tore Fedele  Albanese,  poi  L.  A.  Vassallo. 
Ora  è  diretto  da  Luigi  Cesana,  ed  ha  per 
redattori:  Narciso  Borgognoni,  Arnaldo 
Bertini,  Antonio  Depiro,  Angelo  Gerardi, 
Raflfaele  Lucente,  Luigi  Mostardi,  ecc.  Il 
Messaggero  si  occupa  più  specialmente  di 
cronaca  locale  e  di  fatti  vari.  Tira  45,000 
copie.  Abbonamento:  anno  L.  14.  Un  nu- 
mero 0,05.  Via  del  Bufalo,  125. 

Roma. 

Il  MètaToo  -  Galletta  di  Veììelri.  Giornale 
politico,  amministrativo,  nato  nel  1880. 
Esce  la  prima  domenica  d'ogni  mese  in 
4  pagine  a  4  colonne.  Direttore:  Alfredo 
Cavallo.  Abbonamento:  anno  L.  3;  sem.  2; 
trim.  I.  Un  numero  0,05. 

Velletri. 

Le  Milizie  -  Bollettino  per  gli  ufficiali  in 
congedo.  Nato  nel  1883,  esce  ogni  15  giorni 
in  16  o  32  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  6. 

Roma. 

Il  Missionario.  Bollettino  mensile  pei 
cooperatori  e  cooperatrici  delia  Società 
Cattolica  Istruttiva,  nato  nel  1881.  Esce  in 
16  pagine  in-8.''  gr.  a  2  colonne.  Abbo- 
namento: anno  L.  2;  Estero  L.  3.  Borgo 
Vecchio,  165. 

Roma. 

Moniteur  de  Rome.  Giornale  politico, 
cattolico,  nato  nel  1882  in  sostituzione  del 
Journal  de  Rome  che  la  Società  Cattolica 
comperò  e  fece  morire  per  sostituirgli  il 
Moniteur  de  Rome,  internalional  et  quotidien. 
Il  Moniteur  è  compilato  dalla  stessa  re- 
dazione del  Journal  de  Rome.  Nell'articolo 
programma  si  leggevano    queste    parole: 

«  Le  Moniteur  de  Rome,  en  venant  prendre  une  place 
dans  la  presse  sincérement  et  esdusivement  catholique, 
n'  a  qu'un  but  :  défendre  la  sainte  et  grande  cause  de  la 
Papauté  et  de  1'  Église.  » 

È  giornale  di  combattimento  ma  mo- 
derato. Dicono  che  esprima  le  idee  del 
Papa.  Capo  della  redazione  e  monsignor 
Galimberti.  Direttore:  Francesco  Carry. 
Esce  ogni  giorno  in  4  pagine,  redatto  tutto 
in  francese.  Tira  3000  copie.  Abbonamento: 
anno  L.  31,  sem.  18,  trim.  9.  Unione:  anno 
L.  50,  sem.  25.  Un  numero  0,10.  Via  Gelsa 
presso  Piazza  del  Gesù,  8. 

Roma. 

Moniteur  hebdomadaire  de  Rome.  Gior- 


nale politico,  cattolico,  nato  nel  1883.  Esce 
ogni  settimana  in  8  pagine,  redatto  in  fran- 
cese. Abbonamento:  anno  L.  ó. 

Roma. 
Il  Monitore  dei  farmacisti.  Giornale 
scientifico,  professionale,  nato  il  5  giugno 
1887,  per  tutelare  gì'  interessi  della  classe 
dei  farmacisti.  Esce  ogni  settimana  in  16 
pagine.  Direttore:  Giulio  Bricchi.  Editori: 
L.  Roux  e  C.  Abbonamento:  anno  L.  6. 
Un  numero  0,15.  Via  del   Tritone,    197. 

Roma. 
Il  Monitore  dei  RR.  Caralsinieri.  Gior- 
nale politico  militare,  dedicato  essenzial- 
mente agi'  interessi  dei  carabinieri,  nato 
nel  1873.  Esce  giovedie  domenica  in  4 
pagine  a  4  colonne.  È  molto  diffuso  per 
la  copiosità  delie  notizie  e  il  modo  com'è 
redatto.  Ne  è  proprietario  Innocenzo  Ar- 
tero.  Abbonamento:  anno  L.  8,  sem.  4. 
Un  numero  0,25.  Montecitorio,  125. 

Roma. 
Il  Monitore  delle  guardie  di  Finanza. 
Nato  r  II  luglio  1S89,  esce  ogni  settimana 
in  4  pagine.  E  l'unico  giornale  italiano 
che  propugni  gl'interessi  del  corpo  delle 
guardie  di  finanza.  Proprietario:  Innocenzo 
Artero.  Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  nu- 
mero 0,15.  Piazza  Montecitorio,  125. 

Roììia. 
Il  Monitore  forense.  Giornale  settima- 
nale di  giurisprudenza.  Abbonamento:  an- 
no L.   12. 

Roma. 
Monitore  industriale  italiano.  Rassegna 
settimanale  tecnico-scientifica  ,  nata  nel 
1876,  col  titolo  di  Gaietta  delle  tramvie, 
che  poi  mutò  nell'attuale.  Esce  in  8  pagine 
a  3  colonne.  Contiene  tutti  gli  avvisi  d'asta 
per  le  forniture  dei  Ministeri  della  marina 
e  della  guerra  e  l'elenco  dei  brevetti  d' in- 
venzione, accordati  dal  Governo.  Direttore: 
Carocci  Domenico.  Abbonamento:  anno 
L.  6,  sem.  3,50.  Via  S.  Basilio,  54. 

Roma. 
Monitore  italiano.  Periodico  politico, 
cattolico,  illustrato,  nato  il  15  ottobre  1887. 
Esce  2  volte  la  settimana  in  16  pagine 
in-4.°  a  2  colonne.  Direttore:  F.  Boiani. 
Abbonamento:  anno  L.  io,  sem.  6,  trim.  3. 
Un  numero  0,10.  Via  Nazionale,  132. 

Roma. 
Il  Movimento  medico-farmaceutico  in- 
dustriale. Nato  nel  1884,  esce  ogni  mese 
a  fascicoli  che  si  stampano  a  Soriano  nel 
Cimino.  Abbonamento:  anno  L.  i. 

Roma. 

Nuntius  Romanus.   Giornale  cattolico, 

organo  dell'Accademia  dei  Letterati,  nato 

nel  1882,  Esce  ogni  mese  in  24  pagine, 


632 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PEK IODICA   ITALIANA. 


redatto  in  latino.  Abbonamento:  anno  L.  3; 
Estero  L.  4.  Via  Borgo  Vecchio,  165. 

Roma. 
Nuova  Antologia.  Rivista  di  scienze,  let- 
tere ed  arti,  fondata  il  6  febbraio  1866  a 
Firenze  dal  prof.  Francesco  Protonotari, 
che  la  diresse  sino  al  30  marzo  1888,  anno 
in  cui  mori.  Nel  1877  si  trasportò  a  Roma 
e  si  pubblica  il  i.°  e  15  d'ogni  mese  in 
fascicoH  di  circa  200  pagine  in-8.°  grande. 
Nel  1888,  morto  Francesco  Protonotari,  la 
direzione  fu  assunta  dal  fratello  dott.  Giu- 
seppe. Vi  scrivono  i  più  chiari  pubblicisti 
del  regno:  Bonghi,  Nencioni,  Cavallotti, 
P.  F.  Denza,  C.  Pozzolini-Siciliani,  F.  D'Ar- 
cais,  G.  Boglietti,  C.  Bertagnolii,  O.  Grandi, 
F.  Sabatini,  C.  Boito,  Matilde  Serao,  De 
Renzis,  V.  Giachi,  G.  Finali,  Panzacchi, 
Bertolini,  De  Zerbi,  ecc.  La  Nuova  Anto- 
logia contiene  anche  critiche  letterarie,  ras- 
segne finanziarie  e  politiche,  ecc.  Tira  2700 
copie.  Abbonamento:  anno  L.  42,  sem.  23. 
Unione  postale:  anno  L.  46,  sera.  25.  Cor- 
so, 466. 

Roma. 
Nuova  rivista  degli  scacchi.  Giornale 
speciale  per  il  giuoco  degh  scacchi,  nato 
nel  1875  a  Livorno,  dove  si  è  pubblicato 
per  una  decina  d'anni.  Poi  si  trasportò  a 
Roma.  Esce  ogni  mese  in  32  pagine  in-8.° 
con  copertina.  Contiene  importanti  noti- 
zie, discussioni,  problemi,  soluzioni,  cro- 
naca scacchistica,  ecc.  Abbonamento:  anno 
L.  io;  Estero  12.  Non  si  vende  a  numeri 
separati.  Piazza  di  Spagna,  io. 

Roma. 
Il  Nuovo  educatore.  Rivista  settimanale 
della  istruzione  primaria,  fondata  nel  1880 
e  diretta  dal  prof  Giacomo  Veniali;  ne  è 
vice-direttore  Siro  Corti.  È  giornale  uti- 
le ai  maestri  poiché  pubblica  gli  atti  uffi- 
ciali che  riguardano  l'insegnamento;  pub- 
blica scritti  suir  istruzione  elementare  e 
normale,  i  suoi  maestri,  i  suoi  metodi,  i 
suoi  programmi  e  le  sue  materie;  pubblica 
esercizi  e  temi  di  nomenclatura,  gramma- 
tica e  aritmetica;  disegni,  calhgrafia,  gin- 
nastica, ecc.  Notizie  bibliografiche  e  sco- 
lastiche nazionali  e  straniere,  ecc.  Abbo- 
namento: anno  L.  4,  sem.  2,50.  Un  nu- 
mero 0,20.  Ditta  Paravia,  editrice. 

Roma. 
L'Opinione.  Giornale  politico,  liberale, 
moderato,  quotidiano,  nato  a  Torino  il  27 
dicembre  1848.  Il  programma  fu  firmato 
da  Lanza,  Giacomo  Durando,  Bianchi  Gio- 
vini.  Massimo  di  Montezemolo,  Giuseppe 
Torelli,  Carlo  Pellati,  Giuseppe  Cornerò 
e  Niccolò  Vineis.  Segui  la  capitale  prima  a 
Firenze,  poi  a  Roma,   diretta   sempre  da 


Giacomo  Dina.  Dopo  la  morte  del  Dina,  as- 
sunse la  direzione  il  marchese  Francesco 
D'Arcais,  che  del  giornale  era  stato  per 
36  £nni  valentissimo  e  stimato  critico  mu- 
sica.e.  Ma  nel  1889  anche  il  D'Arcais  la- 
sciò r  Opinione,  che  venne  affidata  all'on. 
Mic'iele  Torraca  (V.  pag.  607).  L'Opinione 
è  uro  dei  più  importanti  ed  autorevoli  gior- 
nali italiani,  tenuto  anche  in  gran  conto 
all'i  stero.  Per  la  sua  età,  dai  giornalisti  le 
è  dato  il  nomignolo  di  Nonna.  Tira  8000 
copie.  È  proprietà  di  una  Società  in  nome 
collettivo  di  60  carati.  Redattore-capo: 
avv.  on.  Rizzo.  Redattori  e  collaboratori: 
on.  L.  Luzzatti,  dott.  Monti  Guarnieri,  conte 
T.  Sanfelice,  cav.  Pizi,  ing.  Mancini,  dott. 
Annibale  Gabrielli,  cav.  Carraresi,  ecc.  Ab- 
bonamento: anno  L.  26,  sera.  14,  trini.  7. 
Estero:  anno  L.  56,  sera.  29,  trira.  15,  Via 
Uffici  del  Vicario,  43. 

Roma. 
L'Osservatore  romano.  Giornale  politico, 
cattolico,  fondato  nel  1861  dal  governo 
pontificio,  di  cui  era  l'organo  uff.ciale.  Esce 
ogni  giorno  in  4  pagine.  Nei  prirai  anni 
era  di  piccolo  formato  a  3  colonne.  Nel 
settembre  1870  sospese  momentaneamente 
le  pubblicazioni.  Fra  i  giornali  cattolici  è 
dei  meno  arrabbiati  e  dei  più  diffusi  e  ac- 
creditati. Tira  6000  copie.  Direttore:  Mar- 
chese Cesare  Crispolti.  Redattori:  Filippo 
Crispolti,  Bonetti,  Giulio  Maldura,  ecc.  Ab- 
bonamento: anno  L.  27.  Via  dei  Burro,  145. 

Roma. 
Il  Palcoscenico.  Periodico  artistico,  teatra- 
le, nato  nel  febbraio  1889.  Esce  in  4  pagine, 
formato  0,38x0,25.  Abbonamento:  anno 
L.  lO.  Un  numero  o,iO.  Piazza  S.  Igna- 
zio,   151-A. 

Roma. 
La  Palestra  del  Clero.  Periodico  bimen- 
sile, cattolico,  scientifico,  illustrato,  fonda- 
to nel  1878  da  Don  Bernardino  Castaldi, 
di  Prosinone,  dove  pubblicò  un  Corriere 
de'  Volsci.  Il  Castaldi  a  Roma  diresse  la 
Frusta,  scrisse  nel)'  Eco  del  Pontificato,  nel 
BoVettino  dei  parroci,  nella  Vergine  e  final- 
mente fondò  la  Palestra,  che  esce  in  32  pa- 
gine a  2  colonne.  Direttore  -  proprieta- 
rio :  Benini  Quintilio.  Abbonamento:  anno 
L.  i,^o;  Estero  9,50.  Piazza  Sforza  Cesa- 
rini,  II. 

Roma. 
Palestra  giuridica  amministrativa.  Na- 
ta nel  1SS5,  esce  ogni  settimana  in  24  pa- 
gine. Direttore:  F.  T.  Franchi  e  L.  Beha. 
Abbonamento:  anno  L.  24.  Un  numero  L.  i . 
Piazza  delle  Terme,  59-A. 

Roma. 
La  Palestra  Musicale.  Periodico,   arti- 


PROVINCIA.    DI    ROMA. 


633 


stico,  scientifico,  bimensile,  nato  nel  1871. 
Pubblica  gli  atti  ufficiali  dell'Accademia 
di  S.  Cecilia  e  di  altri  istituti  musicali  del 
regno.  Esce  in  4  pagine  con  copertina  a 
3  colonne.  Direttore:  prof.  G.  B.  Zuliani. 
Abbonamento:  anno  L.  24,  sem.  13.  Un  nu- 
mero 0,50.  Via  Torre  Argentina,  34. 

Roma. 
Il  Paradiso  dei  Bambini,  già  Giornale 
iìlustrato  per  i  ragadi.  Nato  nel  1886,  esce 
ogni  giovedì  in  8  pagine  a  2  colonne,  sotto 
la  direzione  del  fecondo  ed  infaticabile  scrit- 
tore Onorato  Roux.  Editore:  E.  Ferino. 
Tiratura  6000  copie.  Abbonamento:  anno 
L.  3.  Un  numero  0,05.  Via  del  Lavato- 
re, 88. 

Roma. 
Il  Parlamento.  Giornale  elettorale,  po- 
litico, amministrativo,  nato  il  i.°  mag- 
gio 1890.  Esce  ogni  settimana  in  4  grandi 
pagine  a  6  colonne.  Abbonamento:  50  nu- 
meri L.  5.  Via  Borgognona,  47. 

Roma. 

Il  Patriotta.    Giornale    amministrativo, 

nato  il  15  luglio  1S88.  Esce  ogni  domenica 

in  4  pagine,  formato  0,30  xo,2i.  Direttore: 

Oreste  Fortuna.  Abbonamento:  anno  L.  4. 

Fresinone. 
II  Patto  di  fratellanza.  Cronaca  della 
previdenza  operaja  e  delle  società  di  M.  S. 
cooperative  d'Italia,  fondata  il  12  mag- 
gio 1S72  e  diretta  da  Achille  Grandi.  Esce 
il  IO,  20  e  30  d'ogni  mese  in  16  pagi- 
ne in-8.°  È  stata  premiata  alle  mostre 
di  Milano  (1881)  e  Torino  (1884).  Abbo- 
namento: anno  L.  5.  Un  numero  0,10.  Via 
Belsiana,  90. 

Roma 
Periodico  di  matematica.  Rivista  per 
r  insegnamento  secondario,  nata  nel  gen- 
naio 1886.  Esce  ogni  2  mesi  in  20  pagine 
in-8.°  Direttore:  prof  Davide  Besso  del 
R.  Istituto  Tecnico  di  Roma.  Via  Lata,  3. 

Roma. 
La  Pietra.  Giornale  politico,  eco  del- 
l' Irlanda  d' Italia  (Sicilia),  nato  nel  18S6. 
Direttore:  avv.  Vincenzo  Macaluso.  Esce 
ogni  settimana  in  4  pagine  a  3  colonne. 
Abbonamento:  anno  L.  6.  Corscj,  495. 

Roma. 
Il  Popolo  Romano.  Giomile  politico,  li- 
berale, quotidiano,  fondato  da  Leone  Fortis 
e  Guglielmo  Canori  il  i.°  settembre  1873. 
Nel  1875  fu  acquistato  da  Costanzo  Chau- 
vet,  che  lo  ingrandi  e  curò  in  modo  da 
renderlo  uno  dei  più  diffusi  giornali  della 
Capitale.  Il  Popolo  Roìuano  infatti  tira  ol- 
tre 35,000  copie,  ed  è  il  solo  giornale  ro- 
mano che  coi  propri  mezzi  abbia  costruito 
dalle  fondamenta  un  edificio  per  i  suoi  uf- 


fici di  direzione  ed  amministrazione.  Ai 
tempi  di  Depretis  il  Popolo  era  l'organo 
di  quel  ministro.  È  diretto  sempre  dallo 
Chauvet,  e  ne  sono  redattori:  Poggi,  Giu- 
seppe Carrara,  Francesco  Filippini,  Gino 
Monaldi,  E.  Varda,  Vigna  dal  Ferro,  Fi- 
lippo Clementi,  ecc.  Il  Popolo  esce  ogni 
giorno  in  4  pagine  a  5  colonne.  Abbona- 
mento: anno  L.  24,  sem.  12,  trim.  6.  Unio- 
ne: anno  L.  40,  sem.  20,  trim.  io.  Un  nu- 
mero 0,05.  Via  Due  Macelli. 

Roma. 

Posta  e  Telegrafo.  Rivista  nata  nel  1884 
per  propugnare  gl'interessi  del  personale 
postale  e  telegrafico.  Esce  3  volte  al  mese 
in  8  pagine.  Abbonamento:  anno  L.   5. 

Roma. 

Il  Progresso.  Giornale  politico,  ammi- 
nistrativo e  agricolo,  nato  nel  1S85.  Esce 
ogni  settimana  in  4  pagine  Abbonamento: 
anno  L.  3,30.  Un  numero  0,05. 

Roma. 

Il  Progresso.  Giornale  liberale,  ammi- 
nistrativo, nato  il  23  marzo  1890.  Esce 
ogni  domenica  in  4  pagine.  Direttore:  dott. 
Raffaello  Scipione  Maffei.  Abbonamento: 
anno  L.  5;    sem.  2,50.  Un  numero  0,05. 

Viterbo. 

Il  Propagatore.  Antologia  cattolica  delle 
famiglie,  nata  nel  1884.  Esce  2  volte  al 
mese  in  1 6  pagine  in-8.°  Direttore:  comm. 
Giuffrendis.  Abbonamento  :  anno  L.  5  , 
sem.  2,50,  trim.  1,25.  Via  Borgo  Nuovo,  81. 

Roma. 

I  Protesti  cambiari.  Fondato  nel  1883, 
col  titolo  di  Bollettino  dei  protesti  cambiari 
di  Roma  che  poi  modificò  nell'attuale,  esce 
ogni  mese  in  16  pagine  e  viene  redatto 
nei  modi  voluti  dall'art.  6S9  del  Codice  di 
Commercio.  Abbonamento:  anno  L.  io. 
Un  numero  L.   1.  Tipografia  Dc'siderj. 

Roma. 

Eaccolta  ufficiale  delle  Leggi  e  Decreti. 
Atti  del  governo,  iniziati  nel  i86[.  Escono 
a  dispense  di  16  pagine.  Abbonamento: 
anno  L.   12.  Stamperia  Reale. 

Roma. 

Rassegna  di  Letteratura  popolare  e 
dialettale.  Periodico  speciale  p<iifo!k-lo- 
risti,  nato  nel  gennaio  1890  e  diretto  da 
M.  Menghini,  A.  Parisotti  e  F.  Sabatini. 
Esce  ogni  mese  in  8  pagine  a  2  colonne. 
Abbonamento:  anno  L.  5  ;  un  numero  0,50. 
Piazza  PoUarola,  33  (Centro). 

Roma. 

Repertorio  di  Musica  Sacra.  200  pagi- 
ne in  12  dispense  mensili.  Direttore:  Mae- 
stro Tonizzo.  Abbonamento:  anno  L.  io. 
Piazza  Borghese,  78. 

Roma. 


634 


GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


La  Restaurazione  del  sentimento  ita- 
liano. Giornale  politico,  cattolico,  nato 
nel  1885.  Esce  ogni  settimana  in  16  pa- 
gine. Abbonamento:  anno  L.  6. 

Roma. 

Eevue  des  intéréts  matériels  en  Italie. 
Rivista  tecnica,  fondata  il  io  aprile  1889. 
Esce  il  IO  e  25  d'ogni  mese,  in  fascicoli 
di  oltre  100  pagine  in-S.",  redatta  in  fran- 
cese. Direttore:  G.  A.  Sartini.  Abbinamen- 
to: anno  L.  50;  ogni  fascicolo  L.  2,50. 
Tip.  Editrice  Romana. 

Roma. 

Revue  Internationale.  Periodico  scien- 
tifico, letterario,  nato  nel  1883.  Esce  il  io 
e  25  d'ogni  mese,  in  fascicoli  di  oltre  100 
pagine  in-S.",  redatto  in  francese.  Diret- 
tore: Augusto  Fantoni.  Abbonamento:  an- 
no L.  40,  sem.  22,  trim.  12.  Estero:  anno 
L.  45.  Un  fascicolo  L.  2,50,  Corso  V.  E. ,  51. 

Roma. 

La  Ricamatrice.  Giornale  album  di  la- 
vori femminili,  d'ogni  genere,  nato  nel 
1890.  Esce  giovedì  e  domenica.  Editore, 
Ferino.  Abbonamento  a  50  numeri:  L.  2,50. 
Un  numero  0,05.  Via  del  Lavatore,  88. 

Roma. 

La  Ricreazione  del  Sacerdote.  Giornale 
cattolico,  nato  nel  1877.  Esce  ogni  setti- 
mana in  8  pagine  a  2  colonne.  Direttore: 
can.  Luigi  Grimaldi.  Abbonamento:  anno 
L.  51.  Via  S.  Apollinare,  16. 

Roma. 

La  Riforma.  Giornale  politico  liberale, 
nato  nel  1867.  Esce  ogni  giorno  in  4  pa- 
gine di  gran  formato  ed  ha  una  tiratura 
di  9000  copie  circa.  Direttore:  Primo  Levi. 
Redattore  capo:  Luigi  Perelli.  Redattori 
ordinari  :  Ettore  Bernabei,  Stanislao  Monti, 
Carlo  Paladini,  ecc.  Sulla  Riforma  ecco 
quanto  ha  scritto  di  recente  nel  suo  libro 
Francesco  Crispi,  il  signor  Vincenzo  Riccio: 

«  II  giornale  sorse  nel  1867,  interprete  delle  idee 
della  Sinistra  parlamentare.  Il  Diritto  (vedi),  che  per 
molto  tempo  era  stato  l'organo  del  partito,  allora  non 
affidava  più,  per  mille  deviamenti,  per  mille  transa- 
zioni con  il  Centro,  cominciate  specialmente  quando 
ne  aveva  assunto  la  direzione  il  Civinini.  Il  programma 
della  Riforma,  scritto  da  Crispi,  fu  sottoscritto  anche 
da  De  Boni,  Cairoli,  Cariassi  e  Bertaui.  In  uno  stile 
involuto,  nebuloso,  non  chiaro  e  limpido,  si  enunciava 
in  quel  programma  il  proposito  di  nuove  lotte  per  la 
libertà,  dopo  quelle  che  avevano  assicurata  l'unità. 
«  La  quale  —  diceva  il  giornale  —  fa  fatta  male  ed  in 
fretta.  Avrebbe  dovuto  essere  accompagnata  da  una 
Costituente  che  avesse  fissato  le  basi  del  nuovo  Stato. 
Perciò  inadatto,  insufficiente,  apparve,  fin  dai  primi 
giorni,  lo  Statuto.  >>  —  Premesso  ciò,  il  programma 
chiedeva  :  il  suflFragio  universale  con  lo  scrutinio  di 
lista  ;  libertà  completa  ed  uguale  per  tutte  le  credenze; 
riforma  militare  con  l'abolizione  della  leva  e  progres- 
siva trasformazione  degli  eserciti  permanenti  in  mi- 
lizia nazionale;  la  responsabilità  ministeriale  ;  la  giu- 
stizia più  accessibile  ai  poveri;  estesa  la  libertà  prov- 
visoria; applicato  in  tutta  l'amministrazione  pubblica 


il  massimo  decentramento;  l'imposta  proporzionale  e 
progressiva;  aboliti  i  monopoli  bancari,  le  dogane,  gli 
impedimenti  daziari,  le  imposte  sul  consumo  ;  vendita 
completa  di  tutti  i  beni  dell'Asse  ecclesiastico,  ecc. — 
La  Riforma  ebbe  fortuna  rapida  e  meritata.  Fu  per 
un  certo  tempo  l'organo  del  partito,  il  quale  vedeva 
ia  esso  l'espressione  più  completa  e  più  vivace  delle 
sue  idee.  Si  conservano  ancora,  presso  gli  uffici  del 
giornale,  alcune  lettere  in  cui  Agostino  Depretis  rac- 
comandava agli  amici  di  procurar  lettori  ed  abbonati 
alla  Riforma.  Nel  1868  Crispi  pubblicò  su  quel  gior- 
nale alcune  lettere  che  destarono  rumore  grandissimo, 
col  titolo:  /  doveri  del  Ministero  ilenabrea.  In  esse 
si  chiedevano  riforme  radicali  e  si  ripeteva  I'  instau- 
ratio  ab  imis  funiamentis,  che  fu  ed  è  il  motto  del 
giornale.  Nel  1869  la  Riforma  sostenne  lotte  aspris- 
sime.  Fu  tra  i  giornali  più  violenti  a  battagliare  per 
i  fatti  della  Regia.  Lo  dirigeva  allora  il  deputato  Oliva, 
giornalista  e  patriota  colto  e  coraggioso,  spirito  cau- 
stico e  battagliero,  che  fini  miseramente  nel  1886  di 
crepacuore,  vittima  delle  atroci  ingiurie  a  cui  fu  fatto 
segno  da  Cavallotti  e  da  altri  suoi  antichi  compagni 
di  combattimento.  La  Riforma  sub!  vicende  diverse. 
Dopo  il  1870,  venne  trasportata  a  Roma,  dove  ebbe 
momenti  difficili,  e  sospese  le  pubblicazioni  parecchie 
volte.  Le  riprese  nel  1872,  sotto  la  direzione  di  un 
Comitato  composto  di  Crispi,  Nicotera,  Olivi,  Co- 
lonna di  Cesarò,  Seismit-Doda.  Le  sospese  nel  1873 
e  le  riprese  definitivamente  nel  1878  per  continuare 
senza  interruzione  Ora  è  in  fiore,  perché  redatta  da 
giovani  intelligenti  e  colti.  Esprime  le  idee  di  Crispi, 
che,  fino  agli  ultimi  tempi,  vi  scriveva  tratto  tratto 
degli  articoli  aridi,  qualche  volta  contorti  nella  forma, 
ma  con  idee  chiare  e  precise.  »   (i) 

Abbonamento:  anno  L.  24,  sem.  12, 
trim.  6;  estero,  anno  L.  42,  sem.  21,  trim.  11. 
Un  numero  0,05.  Via  Marco  Minghetti. 

Roma. 

Rimedi  nuovi.  Rivista  mensile  di  farma- 
cologia, terapeutica,  chimica  medica  e  idro- 
logia, fondata  il  20  ottobre  1888  dal  pro- 
fessor Gioacchino  Armani. 

Roma.. 

Il  Rinnovamento.  Giornaletto  ammini- 
strativo, nato  il  4  aprile  1886.  Come  disse 
nel  programma  è  «  indipendente  da  ogni 
partito,  ligio  solo  al  bene  ed  alla  prospe- 
rità di  Viterbo  e  del  suo  circondario  ». 
Esce  la  domenica  in  4  pagine  a  3  colonne 
stampato  con  tipi  nitidi  e  buona  carta.  Ab- 
bonamento: anno  L.  5.  Un  numero  0,05. 
Soriano  nel  Cimino. 

I!  Risorgimento.  Giornale  politico,  am- 
ministrativo, nato  nel  1882  col  titolo  di 
Faro  che  mutò  nell'attuale.  Esce  ogni  set- 
timana in  4  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  6,50.  Un  numero  5  centesimi. 

Civitavecchia. 

Il  Risveglio.  Giornale  della  lega  latina, 
sezione  di  Vellelri,  nato  il  27  ottobre  1889. 
Esce  ogni  domenica  in  4  pagine,  formato 


(i)  In  occasione  di  una  lettera  scritta  nel  1878  ai 
redattori  del  Bacchiglione,  Crispi,  diceva,   fra  l'altro: 

«  Io  non  divido  —  voi  lo  sapete  meglio  di  ogni  al- 
tro —  tutte  le  idee  della  Riforma.  11  giornale  nei  suoi 
articoli  non  rappresenta  sempre  le  mie  opinioni,  ma 
quelle  dei  deputati  dell'antica  Sinistra.  ...»  Vedi  pure 
a  pag.  476  l'articolo  Crispi  giornalista. 


t^ROVmCIA   DI  ROMA. 


635 


0,37  X  0,29.  Abbonamento:  anno  L.  6.  Un 
numero  5  centesimi.  Via  V,  E.,  99-100. 

Felktri. 

Eivista  agricola  romana.  Nata  nel  1870, 
è  organo  del  Comizio  agrario  e  della  So- 
cietà Orticola  e  colombofila  di  Roma.  Esce 
una  volta  al  mese  in  32  pagine.  Direttore: 
Augusto  Poggi.  -  Abbonamento  :  anno 
L.  12.  Un  numero  L.   i. 

Roma. 
Rivista  COmmerciale.Pubblicazione  men- 
sile, nara  nel  1Ò88.  Esce  in  fascicoli  in-8.° 
Direttore:  avv.  Alessandro  Cavallini.  Ab- 
bonamento: annoL.  io.  Via  della  Paglia,  3 6. 

Roma. 
Rivista  daziaria.  Periodico  amministra- 
tivo, nato  il  i.°  gennaio  1885.  Esce  ogni 
settimana  in  8  pagine  in-8.°  grande  a  2 
colonne.  Direttore:  avv.  De  Siano  Nicola. 
Abbonamento:  anno  L.  io.  Un  numero  50 
centesimi.  Tipografia  Agostiniana. 

Roma. 
Rivista  della  beneficenza  pubblica  (vedi 
provincia  di  Milano). 

Rivista  della  massoneria  italiana.  Nata 
nel  1873,  esce  ogni  mese  in  un  numero 
indeterminato  di  pagine  è  tira  oltre  2000 
copie.  Direttore  :  Ulisse  Bacci.  Abbona- 
mento: anno  L.  io.  Un  numero  cent.  50. 

Roma. 
Rivista  delle  cancellerie  e  segreterie 
giudiziarie.  Giornale  di  giurisprudenza  am- 
ministrativa, nato  nel  i88ó.  Esce  ogni  15 
giorni  in  8  pagine.  Direttori:  avv.  Martini 
Giovanni  e  Zanghiari  Virginio.  Abbona- 
mento: anno  L.  5.  Quattro  Fontane,  33. 

Roma. 
Rivista  del  movimento  medico.  Gior- 
nale mensile.  Abbonamento:  anno  L.  i. 

Roma. 
Rivista  di  agricoltura,  industria  e  com- 
mercio. Giornale  mensile.  Abbonamento: 
anno  L.  20. 

Roma. 
Rivista  di  artiglieria  e  genio.  Perio- 
dico mensile  di  circa  200  pagine  in-8.° 
con  numerose  tavole  intercalate  nel  testo, 
nato  nel  1874.  Questa  rivista  si  è  acqui- 
stata una  meritata  fama  fra  gli  ufficiali  per 
le  accurate  monografie  che  pubblica  su 
tutte  le  materie  attinenti  all'artiglieria  ed 
al  genio.  Vi  è  molto  curata  la  parte  estera 
per  guisa  che  i  lettori  possono  seguire  i 
perfezionamenti  che  le  due  armi  subiscono 
nelle  principali  nazioni  d'Europa.  La  rivi- 
sta è  corredata  d'un  ricco  bollettino  bi- 
bliografico indicante  il  titolo  degli  articoli 
e  dei  libri  pubblicati  in  tutte  le  lingue. 
Come  supplemento  e  in  fogli  di  stampa 
Staccati  pubblica  anche  opere  di  maggiore 


importanza  che  sono  date  in  dono  agli  asso- 
ciatavi scrivono  gli  ufficiali  Mariani,  Slacci, 
Parodi,  Lo  Forte,  Figari,  ecc.  Abbonamento: 
pei  militari  anno  L.  12  e  pei  non  militari  24, 
estero  25.  Un  numero  L.  3.  Via  Astalli,  15. 

Roma. 

Rivista  di  Cavalleria.  Giornale  militare 
nato  nel  i86ó  e  diretto  dall'avv.  Augusto 
Sindici.  Tratta  non  solo  le  materie  atti- 
nenti all'arma,  ma  anche  quelle  che  val- 
gano a  fare  dell'ufficiale  un  uomo  di  guerra 
e  un  perfetto  spoiiman.  La  Rivista  è  ac- 
colta con  gran  favore  nell'esercito  e  fuori, 
a  incominciare  dal  Re  e  dai  principi  di  fa- 
miglia reale.  Vi  scrivono:  F.  A.  Sguazzardi, 
F.  Boselli,  Radicati  di  Petterano,  G.  Solina, 
dott.  A.  Costa  ed  altri  molti.  Ogni  fasci- 
colo si  compone  di  circa  200  pagine  in-8.° 
con  splendide  incisioni  e  tavole,  ed  esce 
una  volta  al  mese.  Abbonamento:  (obbli- 
gatorio per  un  anno,  i."  gennaio-31  di- 
cembre) L.  24;  Unione  L.  30.  Un  fasci- 
«olo  L.   3.  Vicolo  Sciarra,  64. 

Roma. 

Rivista  di  discipline  carcerarie.  Nata 
nel  i.'^77,  esce  ogni  mese  in  fascicoli  di 
72  pagine  e  tratta  delle  discipline  in  rela- 
zione con  l'antropologia,  il  diritto  penale 
e  la  statistica.  Tira  1500  copie.  Direttori: 
comm.  Beltrani  Scalia  e  comm.  N.  Vazio. 
Redattore  responsabile:  cav.  Giuseppe  Ba- 
rini.  Redattore:  cav.  Aristide  Bernabò-Si- 
lorata.  Vi  è  annesso  un  Bollettino  Ufficiale 
della  Direzione  Generale  delle  Carceri,  che 
si  dà  anche  a  parte.  Scrivono  in  entrambi 
i  periodici:  Gianoelia,  Buccellati,  Serfi,  To- 
lomei,  Cecchetti,  Chicherio,  Bernardi,  Bon- 
gi,  Garofalo,  ecc.  Abbonamento:  anno  L.  io; 
estero  15.  Un  fascicolo  L.  2.  Il  solo  Bol- 
lettino, anno  L.  5.  Ministero  dell'  Interno. 

Roma. 

Rivista  di  topografia  e  catasto.  Supple- 
mento al  Giornale  dei  lavori  pubblici  e  delle 
strade  ferrate  (vedi),  nato  nel  1888.  Si  oc- 
cupa di  geodesia,  topografia,  stima  dei  fon- 
di, ecc.  Esce  in  20  pagine  in-4.''  con  ta- 
vole illustrative.  Abbonamento:  annoL.  12. 

Roma. 

Rivista  indipendente.  Periodico  politico, 
agricolo,  artistico,  letterario.  Esce  ogni  set- 
timana. Direttore:  Leopoldo  Pasquali.  Via 
Tordinona,  74. 

Roma. 

Rivista  internazionale  di  scienze  far- 
maceutiche. Giornale  mensile.  Abbona- 
mento :  anno  L.   i. 

Ronta. 

Rivista  italiana  di  filosofia.  Questa  ri- 
vista, fondata  nel  1886  e  diretta  dal  prof. 
Luigi  Ferri  dell'Università  di  Roma,  si  prò- 


636 


GUIDA   DELLA    STA.MPA    PERIODICA    ITALIANA. 


pone  di  sostituire  la  Filosofia  delie  scuole 
italiane,  fondata  da  Terenzio  Mamiani  e  che 
con  lui  si  spense.  L'indirizzo  che  segue  la 
Rivista  è  quello  di  un  largo  criticismo,  che 
studi  i  sistemi  in  se  stessi,  rilevandone  le 
lacune  e  i  difetti  logici,  serbmdo  però  ri- 
verenza al  sentimento  e  al  principio  reli- 
gioso. Esce  ogni  2  mesi  in  1 30  pagine  circa. 
Abbonamento:  anno  L.  12.  Via  del  Go- 
verno Vecchio,  121. 

Roma. 

Rivista  italiana  per  le  scienze  giuri- 
diche. Pubblicazione  nata  nel  1886  m  so- 
stituzione della  cessata  Rivista  critica  delle 
scienie  giuridiche  e  sociali  (1883).  Scopo 
della  Rivista  italiana,  fondata  dai  profes- 
sori F.  Schupfer  e  G.  Fusinato  è  di  svol- 
gere, fin  dove  è  possibile,  un  indirizzo 
giuridico  italiano,  raccomandandolo  alle 
nostre  buone  tradizioni,  ma  non  perdendo 
di  vista  la  coltura  straniera,  specie  la  te- 
"desca;  mantenere  un  connubio  fecondo  fra 
le  astrazioni  scientifiche  e  le  necessità  le- 
gislative e  forensi.  Le  monografie  che  vi 
si  contengono  riflettono  una  ricca  varietà 
di  argomenti,  alcuni  dei  quali  hanno  anche 
un'importanza  pratica  attuale.  Esce  in  160 
pagine  in-S.°  ogni  2  mesi.  Vi  scrivono: 
A.  Bonasi,C.F.  Ferrini,  Vivante,  Bolaffio, 
Filomusi-Guelfi.  E.  Ferrerò,  Perozzi,  C.  F. 
Ferraris,  Nani,  V.  Scialoja,  ecc.  -  Si  stampa 
a  Città  di  Castello.  Ermanno  Lojscher, 
editore.  Piazza  dell'Esquilino,  12,  2.°  piano. 

Roma. 

Rivista  marittinoa.  Periodico  speciale 
per  le  costruzioni  navali,  lavori  marittimi, 
viaggi,  ecc.,  nato  nel  isós.  Esce  il  15 
d'ogni  mese  in  fascicoli  in-8.°  di  un  numero 
variabile  di  pagine  illustrate  da  tavole  e 
carte.  Vi  scrivono:  Fincati,  Maldini,  F.  Ma- 
riani, C.  Romano,  ecc.  Direttore:  Tancredi 
Fogliani.  Abbonamento:  anno  L.  18.  Un  fa- 
scicolo L.  3.  Presso  il  cav.  Gaetano  Som- 
ma, economo  del  ministero  della  marina. 

Roma. 

Rivista  militare  italiana.  Pubb'icazione 
di  arti,  scienze  e  storia  militare,  nata  a 
Torino  nel  185Ó  e  trasportata  poi  a  Roma. 
Esce  ogni  mese  in  fascicoli  di  circa  óo  pa- 
gine. Tira  1600  copie.  Fu  diretta  da  Oreste 
Baratieri;  ora  la  dirige  il  maggiore  Lodo- 
vico Cisotti.  Abbonamento:  anno  L.  24. 
Ogni  fascicolo  L.   3. 

Roma. 

Rivista  universale  di  giurisprudenza  e 

dottrina.  Rivista  legale  nata  nel  1886;  è 
utììciale  per  gli  atti  del  Consiglio  dell'Or- 
dine degli  avvocati  in  Roma.  Esce  il  15 
e  30  d'ogni  mese  in  32  pagine  in-4.°  Di- 
rettore: avv,  Ettore  Cioffi,  Redattore  capo 


per  la  parte  civile  :  avv.  Ezio  Marabini  ;  per 
la  parte  penale:  avv.  Pilade  Mazza.  Abbo- 
namento: anno  L.  6.  Via  Frattina,  107. 

Roma. 
Roma  Antologia.  Cronaca  artistica,  Ir-tte- 
raria  ed  amministrativa,  nata  nel  i838.  Esce 
ogni  domenica  in  8  pagine  in-4.°  a  3  co- 
lonne: Direttore:  Edoardo  Martinetti,  Ab- 
bonamento: anno  L.  8,  estero  10,20.  Un 
numero  15  centesimi.  Via  Gelsa,  8. 

Roma. 
The  Roman  Herald.  Giornale  d'informa- 
zioni generali,  archeologia,  letteratura  e 
arte,  nato  il  4  novemb-^e  1887.  Esce  ogni 
sabato,  in  8  pagine,  formato  0,55:^0,35, 
redatto  in  inglese.  Direttore:  Olinto  L.  Spa- 
doni. Abbonamento:  anno  L.  10.  Un  nu- 
mero 20  centesimi.  Piazza  di  Spagna,  20. 

Roma. 
Rome  Directory  &  BuUetin.  Guida  pei  fo- 
restieri e  cronaca  cittadina.  Esce  dal  1873 
ogni  15  giorni  in  4  pagine  a  4  colonne, 
redatto  in  inglese.  Abbonamento:  anno 
L.  2,50.  Un  numero  0,20.  Via  Babuino,  93. 

Roììia. 
Il  Rosario.  Memorie  domenicane,  fon- 
date nel  1884  a  Ferrara.  Escono  2  volte 
al  mese  in  52  pagine,  a  Roma,  dove  ha 
trasferito  la  direzione.  Abbonamento:  anno 
L.  4.  Via  Panetteria,  51. 

Roma. 
Rugantino.  Giornale  umoristico  in  dia- 
letto romanesco,  nato  nel  settembre  1887. 
Esce  giovedì  e  domenica  in  4  pagine  a  4 
colonne,  diretto  da  Gigi  Zanazzo,  poeta 
vernacolo  ed  autore  drammatico.  E  fatto 
con  molto  brio  e  con  gran  garbo.  Abbo- 
namento: anno  L.  3.  Un  numero  5  cente- 
simi. Ferino,  editore.  Via  del  Lavatore,  88. 

Roma. 
La  Scienza  dei  conti  -  Rivista  di  ragio- 
neria e  contabilità.  Nata  nel  1881,  esce  ogni 
mese  in  40  pagine.  Dii-ettore  :  Annibale 
Taddei.  Abbonamento:  anno  L.  12.  Un 
numero  50  centesimi. 

Roma. 
La  Scuola  romana.  Rivista  letteraria, 
nata  nel  1882  e  diretta  dal  comm.  Giu- 
seppe Cugnoni,  uno  dei  pochi,  m;i  eletti 
rappresentanti  della  cosi  detta  Scuola  ro- 
mana, che  si  è  attenuta  alle  più  splendide 
tradizioni  classiche  della  forma  e  dello  stile, 
e  dalla  quale  è  sorto  il  Cossa.  Conserva- 
tore della  biblioteca  Chigi,  professare  alla 
Sapienzi,  il  Cugnoni  trova  il  modo  e  il 
tempo  di  redigere  per  la  massima  parte 
la  Scuola  romana  e  di  curare  le  edizioni  di 
opere  interessanti  e  utili.  La  Scuola  romana 
esce  in  fascicoli  mensili  di  28  pagine.  Vi 
scrivono;  Basilio  Magni,  A.  Caroselli,  Gu- 


PROVINCIA   DI   ROMA. 


637 


stavo  Tirinelli,  P.  E.  Castagnola,  ecc.  - 
Abbonamento:  anno  L.  3,  estero  4.  Non 
si  vende  a  numeri  separati.  Via  deli'  U- 
miltà,  49. 

Roma. 

La  Sera.  Giornale  politiso,  quotidiano, 
nato  il  3  maggio  1890.  Esce  in  4  pagine 
a  4  colonne.  Abbonamento:  anno  L.  16, 
sem.  8,  trim.  4.  Un  numero  5  centesimi. 
Via  dell'Unità,  79. 

Roma. 

La  Settimana  vinicola.  Monitore  della 
produzione  e  del  commercio  dei  vini  e 
degli  spiriti,  nato  nel  1880.  Esce  in  8  pa- 
gine a  3  colonne  in-4.°  ogni  settimana. 
Direttore:  dott.  Ludovico  Fusco.  Redattore 
capo:  Ranieri  Pini.  Abbonamento:  anno 
L.  IO,  sem.  6  -  Estero:  anno  L.  12,  se- 
mestre 7.  Via  Frattina,  99. 

Roma. 

Sinossi  giuridica.  Rivista  di  giurispru- 
denza, nata  nel  giugno  1883.  Contiene  de- 
cisioni, pareri,  monografie  relative  a  con- 
troversie del  diritto  costituito,  ecc.  -  Esce 
ogni  mese  in  fascicoli  iu-4.°  di  un  numero 
variabile  di  pagine.  È  edita  per  cura  del 
fondatore  avv.  Ernesto  Verona  e  diretta 
da  questo  cogli  avvocati  Pietro  Muratori 
e  Vito  Porto.  Pubblica  un  supplemento, 
Cronaca  della  Sinossi  giuridica^  nato  il  29 
aprile  1886,  il  quale  esce  in  fascicoli  di  20 
pagine  in-4.°  a  2  colonne.  Abbonamento: 
anno  L.  26.  Torre  Argentina,  21. 

Roma. 

Spallanzani.  Rivista  di  scienze  mediche, 
nata  nel  1872  a  Modena.  Esce  ogni  mese 
in  48  pagine.  Direttore:  prof.  (Jarruccio 
Antonio.  Tira  1200  copie.  Abbonamento: 
anno  L.  io.  Non  si  vende  a  numeri  se- 
parati. Via  Tordinova,  15. 

Roma. 

La  Squilla.  Giornale  politico,  cattolico, 
nato  il  20  marzo  1887.  Esce  ogni  giorno 
meno  i  seguenti  alle  feste  in  4  pagine  a 
4  colonne.  Ha  per  programma  la  chiesa 
e  la  patria,  il  papato  e  l'Italia.  È  diretto 
da  Alessandro  Pelliccioni,  già  direttore  del 
cessato  Mastro  Pappe.  Tira  2000  copie.  Ab- 
bonamento: anno  L.  18,  sem.  9,  trim.  5. 
Un  numero  5  centesimi.  Via  Colonnette,  7. 

Roma. 

Statistica  del  commercio  speciale  di 
importazione  e  di  esportazione.  Pubblica- 
zione mensile  di  circa  100  pagine  della 
Direzione  generale  delle  Gabelle, 

Roma. 

Statistica  delle  fablsriche  di  spirito, 
birra,  acque  gazzose,  zucchero,  glucosio, 
cicoria  preparata  e  polveri  piriche,  0 
delle  tasse  rispettive,   Pubblicazione  bi- 


mestrale di  circa  60  pagine  della  Direzione 
generale  delle  Gabelle. 

Roma. 

Studi  e  documenti  di  storia  e  diritto. 
Organo  dell'Accademia  di  conferenze  sto- 
rico-giuridiche, nato  nel  1880.  Esce  ogni 
mese  in  fascicoli  di  oltre  loo  pagine  in-4.'' 
Direttore:  prof.  Giuseppe  Gatti.  Vi  scri- 
vono: V.  Puntoni,  A.  Battandier,  prof.  C.  Re, 
dott.  C.  Calisse,  ecc.  -  Tipografìa  della 
Pace,  di  F.  Cuggiani. 

Roma. 

Gli  Studi  in  Italia.  Periodico  didattico, 
scientifico  e  letterario,  nato  nel  gennaio 
1878.  Ha  articoli  di  G.  B.  De  Rossi,  T.  Ar- 
mellini, P.  G.  Giordano  e  di  altri.  Esce  a 
fascicoli  ogni  settimana.  Abbonamento  : 
anno  L.  16,  sem.  9,  trim.  5  -  Estero:  anno 
L.  20,  sem.   1 1,  trim.  6.  Tip,  della  Pace. 

Roma. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Giornale  mensile  per  gli  an- 
nunzi legali  amministrativi,  nato  nel  1876. 

Rotna. 

Il  Telegrafista.  Giornale  per  l'insegna- 
mento della  telegrafia,  nato  nel  18S1.  Esce 
'Ogni  mese  in  36  pagine.  Direttore:  G.  Del- 
l'Oro,  capo-sezione  al  Ministero  delle  po- 
ste e  telegrafi.  Abbonamento:  anno  L.  io. 
Un  fascicolo  L.   1,50.  Via  Cernala,  13. 

Roma. 

Il  Tiro  a  segno  nazionale.  Dopo  un  lun- 
go sonno,  cioè  dopo  che  cessarono  i  tiri 
a  segno  della  Guardia  nazionale,  nel  giu- 
gno i8(S3  comparve  questo  giornale,  allo 
scopo  di  rendere  popolare  l' istituzione,  di- 
mostrare i  vantag2:i  del  Tiro  per  l'educa- 
zione nazionale,  presentare  la  sua  utilità 
di  fronte  all'obbligo  generale  e  personale 
al  servizio  militare,  diffondere  i  forti  e  pa- 
triottici sentimenti  ed  alimentare  una  no- 
bile emulazione  fra  le  società  e  i  tiratori 
d'ogni  parte  d'Italia  e  dell'estero.  Esce 
ogni  sabato  in  8  pagine  in-4.''  ^  3  colonne. 
Contiene  notizie  sulle  gare  provinciali,  atti 
utìiciali,  cronaca  del  tiro,  notizie  varie,  ecc. 
Direttore:  cav,  Ludovico  Cisotti.  Abbona- 
mento: anno  L.  8,  sem.  5  -  Estero:  anno 
L.   16,  sem.  IO.  Via  Napoleone  III,  48. 

Roma. 

Tirone.  Gazzetta  della  stenografia  ita- 
liana, nata  il  i."  gennaio  1873.  Esce  ogni 
mese  in  16  pagine,  8  di  testo  a  stampa  e 
8  di  testo  stenografato.  Tira  500  copie. 
Contiene  gli  atti  della  Società  stenografica 
centrale  italiana,  e  propugna  Li  diffusione 
del  sistema  stenografico  Gabelsberger-Nòe: 
Ne  sono  principali  collaboratori  il  profes- 
sor L,  Morpurgo,  D.  Manzoni,  R.  Fonta- 
neive,  C.  Fea,  0.  Greco,  ecc.  -  Direttore, 


638 


GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Pietro    Rem-Picei.    Abbonamento:    anno 
L.  2,50.  Via  del  Collegio  romano,  26. 

Roma. 

La  Tribuna.  Giornale  politico,  quoti- 
diano, fondato  il  27  novembre  1883  da 
un  gruppo  di  uomini  politici,  con  a  capo 
il  principe  Maffeo  Sciarra.  È  organo  di  op- 
posizione, e  in  grazia  di  un  servizio  tele- 
grafico eccezionale  ha  potuto  raggiungere 
in  breve  una  larghissima  diffusi>^ne.  Esce 
ogni  giorno  in  2  edizioni,  una  che  va  in 
provincia  e  l'altra  che  si  vende  in  Roma 
alle  9  di  sera,  in  4  pagine  a  6  colonne. 
Direttore:  avv.  Attilio  Luzzatto.  Redattore 
capo:  Federico  Fabbri.  Redattori:  Barzilai, 
Belcredi,  L.  Brizi,  E.  Rubichi  (Richel), 
G.  De  Sena,  Evaristo  Evangelisti,  S.  Man- 
ca, E.  Spagnolo,  A.  Fabrizi,  R.  Bertini. 
Direttore  amministrativo:  conte  Edoardo 
Bertoletti.  La  Tribuna  ha  una  palazzina 
propria  ove  han  sede  gli  uffici  di  direzione 
ed  amministrazione,  la  zincotlpia,  la  lega- 
toria, ecc.  -  Si  stampi  con  4  macchine 
rotative  Derriey,  una  delle  quali  tira  40000 
copie  all'ora,  le  altre  20000.  Ai  i.°  piano 
della  palazzina  vi  è  un  gran  salone,  dove 
spesso  si  tengono  riunioni  politiche,  con- 
certi, conferenze,  ecc.  -  Vi  è  anche  una 
ricca  biblioteca.  Abbonamento:  anno  L.  18, 
semestre  10,  trimestre  5  -  Estero:  anno 
L.  37,  semestre  20,  trimestre  io.  Ins^'r- 
zioni:  4.'  pagina  20  centesimi  la  linea, 
3.*  pagina  50.  Un  numero  5  centesimi. 
Via  delle  Vergini,  lO. 

Roma. 

La  Tribuna  illustrata.  Nata  nel  1890, 
esce  ogni  settimana  con  2  plantes  a  colori, 
una  nella  prima  pagina  e  l'altra  nelle  2 
centrali.  Vi  collaborano  i  migliori  scrittori 
e  i  più  valenti  artisti  italiani.  Contiene  ar- 
ticoli e  illustrazioni  sugli  avvenimenti  di 
politica,  di  cronaca,  di  sport,  di  moda,  ecc. 
Direttore:  Vincenzo  Morello.  Abbonamen- 
to: anno  L.  18,  semestre  io,  trimestre  5  - 
alle  due  Tribune  quotidiana  e  illustrata: 
anno  L.  24,  semestre  13,  trimestre  7. 
Un  numero  50  centesimi.  Via  delle  Ver- 
gini,  IO. 

Roì7ta. 

L'  Ultima  moda  -  Messaggero  dell'  ele- 
gan^a.  Nato  il  31  ottobre  1886,  esce  ogni 
domenica  in  8  pagine  a  3  colonne,  con 
numerosi  figurini  e  disegni  di  lavori  fem- 
minili. Il  giornale  mira  a  diventare  utile 
e  necessario  alle  famiglie,  non  ai  sarti,  alle 
modiste,  ai  negozi  di  mode.  Direttrice: 
Contessa  Olga  (Cesareo  Testa).  Abbona- 
mento: anno  L.  6,  sem.  3.  Estero:  anno 


L.  IO,  sem.  5.  Ferino,  editore.  Via  del  La- 
vatore, 88. 

Roma, 

L'Unione  liberale.  Periodico  politico, 
commerciale  e  amministrativo,  nato  il  16 
dicembre  1888.  Esce  ogni  domenica  in  4 
pagine,  formato 0,44  x  0,3 1.  Direttore:  Rug- 
gero Giannelli:  Abbonamento:  anno  L.  5. 
Un  numero  5  centesimi.  Tip.  V.  Strambi. 
Civitavecchia. 

La  Vedetta  forense.  Giornale  di  cro- 
naca giuridica,  nato  nel  i38o.  Esce  ogni 
sabato  in  8  pagine  in-4.°  a  2  colonne.  Di- 
rettore: avv.  Luigi  Canetto.  Abbonamento: 
anno  L.  io,  sem.  6,50,  trim.  4.  Un  nu- 
mero 25  centesimi.  Corso,  448. 

Roma. 

La  Vergine  del  Sosario.  Periodico  m^'n- 
sile,  nato  il  30  ottobre  i>;87  per  promuo- 
vere la  divozione  del  Rosario  in  tutte  le 
famiglie.  Esce  ogni  mese  in  32  pagine  in-4.° 
Direttore:  comm.  Massimiliano  Zara.  Ab- 
bonamento: anno  L.  3.  Via  S.  Chiara,  39. 

Roma. 

La  Vergine  Immacolata.  Giornale  reli- 
gioso, nato  nel  1^64.  Esce  2  volte  al  mese 
in  ló  pagine  e  copertina.  Direttore:  De 
Giovanni  cav.  Edoardo.  Tira  1^00  copie. 
Abbonamento:  anno  L.  5.  Via  Minerva,  46. 

Roma. 

La  Vespa.  Giornaletto  popolare,  nato  il 
6  aprile  1886.  Esce  ogni  settimana  in  4 
pagine  a  3  colonne.  Ha  per  iscopo  di  con- 
ciliare la  classe  operaia  con  l'aristocrazia 
e  di  risolvere  le  quistioni  fra  questa  e  quella. 
Direttore  proprietario:  Giovanni  Leopoldo 
Bianconi.  Abbonamento:  anno  L.  20.  Un 
numero  5  centesimi.  Via  Palestro,  14. 

Roma. 

Vittoria  Colonna.  Periodico  letterario, 
artistico,  teatrale,  illustrato,  nato  il  15  mag- 
gio 1889.  Esce  il  i.°e  15  d'ogni  mese  in 
4  pagine  in-4.°  -  Redattore  capo  :  Giu- 
seppe Cerasi.  Abbonamento:  anno  L.  5. 
Un  num.  0,10.  Via  Dogana  Vecchia,  11,  p.p. 

Roma. 

La  Voce  della  verità.  Giornale  politico, 
cattolico,  organo  della  Società  primaria 
romana  per  gl'interessi  cattolici,  nato  nel 
1871.  Esce  tutti  i  giorni  meno  i  seguenti 
ai  festivi  in  4  pagine  a  3  colonne.  É  munito 
di  un  breve  di  Pio  IX  del  25  gennaio  1873 
e  tira  oltre  4000  copie.  Nel  1879  la  dire- 
zione della  Vo:e  fu  assunta  da  Enrico  Ma- 
stracchi,  leccese;  ora  è  tenuta  dall'avv.  Giu- 
seppe Sacchetti,  Abbonamento:  anno  L.  20. 
Un  numero  cent.  5.  Tor  Sanguigna,  13. 

Roma. 


PROVINCIA    DI    ROMA.  639 


Gioruali  cessati: 

ROMA 

-  L'Acqua,  idraulico,  quiudicinale,  1882;  direttore  A.  Maillet. 

-  L'A^rofloj  quindicinale,  n.   1885;  direttore  S.  Pastore. 

■  Album  artistico,  settimanale,  n.   1888;  direttore  A.  Bianchi. 

■  L'Alfabeto,  politico- liberale,  n.   1847. 

-  L'Amico  delle  famiglie,  mensile,  n.  1887,  organo  del  Circolo  della  S.  Famiglia. 

-  L'Amministrazione  militare,  quindicinale,  n.   i^jó;  direttore  Giovanni  Santanera. 

■  L'Angelo  Custode  delle  famiglie,  settimanale,  n.   1877;  direttore  Alons.  L.  Grimaldi. 

■  Annali  dell'  Istituto  di  corrispondenza  archeologica  germanica,  n.   1829. 

■  L'Annotatore,  didascalico,  mensile,  n.   1875;  direttore  P.  Bernabò-Silorata. 

•  L'Ape  letteraria,  settimanale,  n.   1871-73. 

•  Apollo,  teatrale,  settimanale,  n.   1884. 

■  L'Araldo,  politico,  quotidiano,  1S75-77. 

•  L'Araldo,  quotidiano,  illustrato,  a.   1882;  direttore  Vincenzo  Ferrara. 

■  L'Araldo,  storia  e  araldica,  quindicinale,  n.   1883. 

■  Archivio  di  medicina,  chirurgia  ed  igiene,  mensile,   1872-76. 

•  Archivio  economico  amministrativo,  n.   1878. 

■  Archivio  paleografico,  n.   1882;  direttore  Ernesto  Monaci. 

•  Archivio  storico,  artistico,  archeologico  e  letterario. 

■  L'Arte,  quindicinale,  illustrato,  n.   1882. 

■  L'Art  en  Italie,  settimanale,  n.  1884. 

'  Arte  Nuova,  bimensile,  teatrale,  n.   1887;  direttore  Carlo  Calcaterra. 

•  Arte  e  Scienza,  letterario-scientifico,  settimanale,  n.   1874. 

•  L'Arte  industriale  illustrata,  bisettimanale, 'n.  1889;  editore  Ferino. 
L'Aurora,  cattolico,  quotidiano,  n.   1880-81. 

Avvenimenti  edificanti  con  morali  ed  utili  istruzioni,  n.   1840. 

L'Avvenire  nazionale,  politico,  quotidiano,  n.  1870. 

L'Avvisatore  teatrale,  settimanale,  1871-72. 

Babau,  politico,  elettorale,  n.   1886;  direttore  V.  Fiorini. 

La  Banda,  teatrale,  mensile,   1874-75. 

La  Banda  Musicale,  mensile,  n.  1873. 

La  Bandiera  della  gioventù  italiana,  politico,  letterario,  settimanale,  n.   1886. 

Il  Bazar,  letterario,  ameno,  n.  1847. 

Il  Barbiere  di  Siviglia,  umoristico-letterario,  n.   1874. 

Il  Bersagliere,  politico,  quotidiano,  progressista,  n.   1875;  direttore  G.  Turco. 

Biblioteca  delle  scuole  francesi  di  Atene  e  di  Roma. 

Biblioteca  dell'artigiano,  mensile,  educativo. 

Biblioteca  di  un  curioso,  mensile. 

Bollettino  Commerciale  italiano,  settimanale,  n.  1876. 

Bollettino  dell'  Associazione  della  Stampa  periodica  italiana,  trimestrale,  n.   1S78. 

Bollettino  dell'  Associazione  dei  medici  condotti,  n.   1875. 

Bollettino  dei  parrochi,  cattolico. 

Bollettino  di  bibliografia  e  di  storia  delle  scienze  matematiche  e  fisiche,  mensile,  1868-1877. 

Bullettino  dei  Santi  Tabernacoli,  trimestrale,  n.   1881. 

Il  Buon  Augurio,  cabalistico: 

Il  Buon  Coltivatore,  settimanale,  n.   1884. 

Il  Buon  Senso,  cattolico,  cessò  nel  1871;  direttore  Monsignor  Nardi. 

Il  Buon  genere,  per  sarti,  cappellai,  ecc.,  n.  1847. 

La  Burocrazia,  politico,  amministrativo,  1874-76. 

Il  Cacciatore  italiano,  quindicinale,  n.   1885. 

La  Campagna,  agricolo,  settimanale,  n.   1884. 

La  Campana  di  S.  Pietro,  settimanale,  n.   1875. 

Il  Campo  di  Marte,  letterario,  sportivo,  educativo,  quindicinale,  n.    1884. 

Cancellieri,  segretari  ed  uscieri  giudiziari,  amministrativo,  trimensile,  n.   1884. 

Le  Capitole,  politico,  n.  1848. 

La  Caricatura,  umoristico,  settimanale,  1875-76. 

Il  Carro  di  Checca,  umoristico,  n.   1882. 


640  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 

—  La  Cassa  di  risparmio,  finanziario,  bimensile,  1872-73. 

—  Cassandrìno,  umoristico,  bisettimanale,  1872-74. 

—  Le  Catholique  de  Rome,  1871-74. 

—  Chicchiricchì,  quotidiano,  politico,  illustrato,  n.   1882. 

—  Il  Cigno,  letterario,  artistico,  1871-73. 

—  Il  Cittadino  cailoìico,  settimanale,  n.   1884. 

—  Il  Cittadino  romano,  politico,  quotidiano,  n.  1876. 

—  Il  Colosseo,  poi.,  corani.,  quot.,  n.  25  settembre  1870;  direttore  A.  L.  Consolini. 

—  La  Commedia  umana,  politico,  n.   18S4  a  Milano;  direttore  Achille  Bizzoni. 

—  La  Concordia,  politico,  quotidiano,  n.   1870,  direttore  Carlo  Pisani. 

—  La  Confeder anione  latina,  politico,  sett.,  n.   1882;  direttore  senatore  B.  Amante. 

—  Il  Conservatore,  quotidiano,  n.  1879;  direttore  Roberto  Stuart. 

—  11  Conlabile,  quindicinale,  n.   1886. 

—  Correspondance  de  Rome,  cattolico,  settimanale,  n.   1882. 

—  Correspondance  franco-itaìienne,  politico,  trisettimanale,  n.   1876. 

—  A  Correspondencia  de  Roma,  cattolico,  portoghese,  settimanale,  n.   1878. 

—  Corriere  arlistico-letterario-teatrale,  mensile,  n.  1888;  direttore  E.  A.  Riraola. 

—  Corriere  dell'edilizia,  settimanale,  0.  1888. 

—  Corriere  di  Roma,  quotidiano,  liberale,  n.  16  settembre  1870;  direttore  C.  Peverada. 

—  Corriere  di  Roma  illustrato,  poi,  demQcr.,n.  1885;  direttori  E.  Scarfoglio  e  M.  Serao. 

—  Il  Corrispondente  del  clero,  settimanale,  n.   1881. 

—  Corrispondenza  politica  dalla  Romania,  a.   1882;  direttore  Mitilenu. 

—  La  Coscienza  pubblica,  mensile;  direttore  Ernesto  Nathan. 

—  Il  Cosmopolita,  redatto  in  italiano,  francese,  inglese  e  tedesco,  1875-77. 

—  La  Costituente,  quotidiano,  repubblicano,  n.   1872. 

—  Il  Costituzionale,  elettorale,  n.   1880. 

—  Courrier  d' Italie,  settimanale,  n.  1878;  direttore  Cesana. 

—  Il  Cristiano  romano,  evangelico,  mensile,  n.  1886. 

—  La  Cronaca,  politico,  quotidiano,  n.   1876. 

—  La  Cronaca,  quotidiano,  n.  i.°  gennaio  1885. 

—  Cronaca  azzurra  di  Roma,  letterario,  n.  20  marzo  1881. 

—  Cronaca  Bizantina,  letterario,  1881-85,  fondato  da  Angelo  Sommaruga. 

—  Cronaca  dei  lavori  pubblici,  n.  1885;  direttore  ing.  Luciano  Paris. 

—  Cronaca  illustrala,  quotidiano,  n.   1883;  cessò  nell'anno. 

—  Cronaca  nera,  organo  del  basso  clero,  quotidiano,  n.  1889. 

—  Cronaca  romana,  letterario,  storico,  settimanale,  n.  1885;  direttore  P.  Carboni. 

—  Cronaca  verde,  quotidiano,  trasformista,  n.   1886, 

—  La  Democrazia,  politico,  quotidiano,  n.  1886;  direttore  Ettore  Socci. 

—  Il  Diavolo  color  di  rosa,  umoristico,  quotidiano,  n.   1871;  direttore  R.  Giovagnoli. 

—  La  Diplomazia,  mensile,  n.  1884;  direttore  G.  B.  Geranio. 

—  La  Domenica  del  Fracassa,  letterario,  n.  1884;  direttore  Chiarini. 

—  La  Domenica  letteraria,  n.  febbraio  1881;  direttore  F.  Martini. 

—  Don  Chisciotte,  umoristico,  artistico,  settimanale,  n.   1872. 

—  Donna  e  lavoro,  quindicinale,  n.  1883;  direttrice  Marta  Saflfratti. 

—  Don  Pirloncino,  umoristico,  settimanale,  n.   1871. 

—  Il  Don  Pirlone,  elettorale,  n.  1889. 

—  Don  Pirlone  figlio,  politico-umoristico,  trisettimanale,  1870-72. 

—  U  Eco  del  mezzogiorno,  settimanale,  1872-73. 

—  L'Eco  della  caccia,  quindicinale,  n.   1S89. 

—  L'Eco  dell'operaio,  quotidiano,  n.  1882;  direttore  F.  Coccapieller. 

—  L'Eco  di  Roma,  cattolico,  n.  1889;  direttore  A.  Mondello  Nestler. 

—  U  Educatore,  sett.,  n.  2  gennaio  1847;  direttori  sacerdoti  D.  Zanelli  e  S.  Ciccolini. 

—  L'Educatore  cattolico,  a.   1872;  cessò  nel  1874. 

—  L' Educatore  del  corpo,  di  ginnastica,  mensile,  n.   1884. 

—  L' Emancipazione,  politico,  settimanale,  1872-77. 

—  L' Emancipazione,  politico,  repubblicano,  settimanale,  n.  1886. 

—  L'Energia  elettrica,  mensile,  n.  1887. 

—  L' Eptacordo,  artistico-teatrale,  settimanale,  1870-72. 

—  L'Esercito  della  domenica,  illustrato,  n.  1881. 

—  L' Esposizione  mondiale,  artistico,  mensile,  n.  1880;  direttore  Gilberto  Ambrosi. 


PROVINCIA    DI   ROMA.  641 


U  Etoiìe  d' Italie,  mensile,  1876-77. 

Elio  II  ossia  il  carro  di  Checca,  politico,  n.  1876;  direttore  F.  Coccapieller. 

Il  Faro,  settimanale,  di  pubblicità,  n.  1885;  direttore  P.  Parodi. 

La  Festa,  relij^ioso,  settimanale,   1872-76. 

La  Fiaccola  di  Roma,  catto'ico  settimanale,  n.   i83o;  direttore  Paolo  Fortini. 

Figaro,  umoristico,  n.  1871. 

La  Filosofia  delle  scuole  italiane,  bim.'strale,  n.   1872-76, 

I  Fiori  di  Nazareth,  cattolico,  settimanale,   187  5- 1876. 

II  Folletto,  illustrato,  n.   1S81,  cessò  dopo  pochi  numeri. 
La  Fondiaria,  bisettimanale,  n.   1886. 

Le  Forche  caudine,  politico,  letterario,  settimanale,  n.  18S4;  direttore  Pietro  Sbarbaro. 

La  Fornarina,  letterario,  artistico,  n.   1882;  direttore  R.  Giovagnoli. 

La  Frusta,  politico,  quotidiano,  1871-75. 

Il  Gallo,  politico,  quotidiano,  n.   1886. 

Gar^antua,  letterario,  n.   5  marzo  1885;  direttore  Domenico  Milelli. 

Il  Gastronomo  italiano,  n.    1886. 

La  Gaiia,  umoristico,  n.   1875,  cessò  nell'anno. 

Galletta  dei  tribunali,  settimanale,  1875-77. 

Galletta  dei  tribunali,  settimanale,  n.   i88ó;  direttore  G.  D.  Bartocci-Fontana. 

Galletta  delle  tramiuie,  settimanale. 

Galletta  del  villaggio,  settimanale,  n.  1871;  direttore  Giacomo  Sormanni. 

Galletta  di  annunii,  settimanale,  1S74-75. 

Galletta  finaniiaria,  settimanale,  1875-77. 

Galletta  illustrata  di  Roma,  artistico,  settimanale,  1 87 1-77. 

Galletta  italiana,  letterario,  illustrato,  settimanale,  n.   18.S3;  editori  Bocca, 

Ga:iietta  romana,  atti  ufficiali  dell'Impero  francese,  5  aprile  180S-50  giugno  1809. 

Galletta  teatrale,  n.   188};  direttori  Parm^nio  Bettoli  e  Telesforo  Sarti. 

Galletta  teatrale  di  Roma,  n.   1872,  cessò  nell'anno. 

Galletta  ufficiale  di  Roma,  quotidiano,  n.  1870;  direttore  Quirino  Leoni. 

Il  Gaiiettino,  quotidiano,  n.   1885,  piccolo  formato. 

Gaiiettino  del  diavolo,  settimanale,  n    1874. 

Giornale  degli  spiriti,  n.  1S76,  cessò  nell'anno. 

Il  Giornale  bianco,  settimanale,  illustrato,  n.   1876. 

Giornale  degV  impiegati,  poi  La  Penna;  n.   1889,  settimanale;  direttore  Riberi, 

Giornale  del  Campidoglio,  ufficiale  dell'Impero  francese,  i.°  luglio-31  dicembre  1809. 

Giornale  della  giurispr.  e  del  foro  criminale,  mensile,  n.  1847;  direttore  avv.  O  Raggi. 

Giornale  d'annunii,  settimanale,  n.   1873. 

Giornale  illustralo  di  storia  naturai",  seitimanale,  n.    i<8.x6;  editore  Perino, 

Giornale  per  i  bambini,  n.   i38i,  si  (asc  col  Giornale  dei  fanciulli  di  Milano  (vedi). 

La  Giovane  Roma,  amministrativo,  mensile,  1876-77. 

La  Gioventù  italiana,  letterai-'o,  settimanale,  n.   18S1;  direttore  G    Cerasi. 

Il  Globo  artistico-teatrale,  trimensile,   1872-73. 

Il  Goffredo,  cattolico,  quotidiano,  n.   1S82. 

Il  Grande  romaniiere  illustrato,  settimanale,   1875-77. 

Il  Grido  di  guerra,  organo  dell'esercito  della  salvezzi,  n,    1887. 

fournal  de  Rome,  politico,  quotidiano,  n.   1874,  cessò  nell'anno. 

fournal  poliliqne  da  départemenl  de  Rome,  n.   1812. 

IS Illustr anione,  artistico,  settimanale,  n.   i.°  gennaio  1874. 

U  Ilhistraiione  cattolica,  settimanale,  n.   1882. 

U  Illuslraiione  per  tutti,  settimanale,  n.   1885;  editore  Perino, 

U Impariiale,  diretto  dal  cav.  Giubilei,  cessò  nel   187 1. 

U  Indicatore,  commerciale,  settimanale,   1872-73. 

L'Indicatore,  artistico,  lett"ravio,  n.   1862;  diretto  per  oltre  20  anni  da  F.  Galvani. 

h' Indicatore  romano,  commeiciale,  settimanale,   1872-73. 

\J  Inevitabile,  annunzi,  quotidiano,  n.   1888, 

U  Iride,  politico,  umoristico,  con  caricature,   1876-1877, 

\J  Italia,  artistico,  quindicinale,  illustrato,  n,   1882. 

L'Italia  cattolica,  n.   1879. 

L'Italia  marittima,  settimanale,  n.  1872-73, 

L'Italia  militare,  trisettimanale,  1862-87;  direttore  Lodovico  Cisotti. 

N.  Bernardini  —  Guida  della  Stampa  periodica  italiana  —  41, 


642  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

—  U  Ilalia  nuova,  politico,  quotidiano,  n.  1872,  cessò  nell'anno. 

—  V Italia  pedagogica,  scolastico,  n.   1884;  ogni   io  giorni;  direttore  A.  Pavesi. 

—  Italian  Times,  politico,  letterario,  1881-85;  direttore  Morgan. 

—  lialienische  Aìlgemeine  Correspotideni,  settimanale,  1875-77. 

—  lialienische  Nachricbten,  politico,  settimanale,  1872-77. 

—  Il  Labaro,  cattolico,  n.  1847;  redattore  can.  Ciccolini. 

—  Il  Labaro,  politico,  quotidiano,  n.  1882;  direttore  ex-sacerdote  conte  di  Campello. 

—  La  Lanterna  di  Diogene,  umoristico,  quindicinale,  n.   1874;  cessò  nell'anno. 

—  La  Lanterna  magica,  umoristico,  settim.,  1888;  editore  Ferino;  direttore  G.  Petrai. 

—  Lega  della  democrazia,  poHtxo,  n,  1879. 

—  Letture  popolari,  bimensile,  n.   1888;  direttore  M.  Zara. 

—  La  Libera  Roma,  politico,  quotidiano,  n.   1871;  cessò  nell'anno. 

—  La  Libertà,  politico,  quotidiano,  n.  1870.  Dopo  oltre  16  anni  di  vita  brillantissima 

si  trasformò  in  settimanale  e  poi  cessò  del  tutto.  Fu  diretto  sempre  da  Edoardo 
Arbib,  toscano  ed  israelita,  nato  il  27  luglio  1840.  L'Arbib  ha  un  bel  passato: 
entrato  come  compositore  nella  tipografia  Barbera,  tu  poscia  correttore.  Nel '59  fu 
volontario  fra'  cacciatori  delle  Alpi.  Poi  tornò  con  Garibaldi  in  Sicilia;  fu  promosso 
sottotenente;  nel '66  combattè,  poi  si  ritirò;  avendo  rara  attitudine  al  giornalismo 
collaborò  nella  Nazione  di  Firenze,  diresse  il  Corriere  della  Venezia,  la  Ganetla  del 
Popolo  di  Firenze  e  finalmente,  appena  le  truppe  italiane  entrarono  in  Roma,  fondò 
la  Libertà,  uno  dei  giornali  di  destra  più  autorevoli,  perchè  alieno  da  ogni  gretta 
partigianeria.  Nel  '79  l'Arbib  fu  eletto  deputato  di  Viterbo,  e  lo  è  tuttora.  Con  lo 
pseudonimo  di  Edoardo  pubblicò  pure  parecchi  interessanti  romanzi.  Scrittore  sem- 
plice, chiaro  ed  elegante,  ha  molta  autorità  nel  giornalismo. 

—  Il  Marchese  Colombi,  letterario,  settimanale,  n.  1893;  direttore  C.  A.  Salustri. 

—  Marco  Polo,  letterario,  commerciale,  n.   1885. 

—  Marforio,  umoristico,  settimanale,  n.  1883;  direttore  Giacomo  Dotterò. 

La  Maremma  agricola,  poi  Guerra  alla  malaria,  quindic.  n  1882  ;  direttore  C  Caravella. 

Massimo  d'Azeglio,  artistico,  quind.cinale,  n.   1881;  direttore  A.  Murri. 

i_  Mastro  Peppe,  cattolico,  quotidiano,  umoristico,  n.  1884;  direttore  Pelliccioni. 

-_  Il  Mattino,  cattolico,  quotidiano,  1 084-8 5. 

Il  Mecenate,  teatrale,  settimanale,  n.   1872,  cessò  nell'anno. 

—  Il  Mefistofele,  umoristico,  n.  1872,  cessò  nell'anno. 

Il  Mefistofele,  teatrale,  settimanale,  n.  1875,  cessò  nell'anno. 

Mefistofele,  teatrale,  settimanale,  illustrato,  n.  1885;  direttore  Carlo  Piva. 

Mente  e  Cuore,  ossia  la  donzella,  letterario,  mensile,  n.   1872. 

—  Il  Mercurio  italiano,  finanziario,  settimanale,  n.   1872. 
Il  Messaggere  illustrato,  quotidiano,  n.  1884. 

—  Il  Messaggere  universale,  commerciale,  settimanale,  1871-72. 

—  Il  Miglioramento,  politico,  quotidiano,  n.  1870. 

—  La  Minerva,  rivista  quotidiana  della  pubblica  istruzione,  n.  1885. 

—  The  Minerve,  letterario,  scientifico,  mensile,  n.   1S80;  direttore  Pericle    Tzikos. 

—  Il  Mondo  cattolico  illustrato,  settimanale,  n.   1888;  editori  Vercellini. 

—  Il  Mottitore,  politico,  quotidiano,   1875-76 

—  Il  Monitore,  politico,  quotidiano,  n.  1881;  direttore  Fedele  Albanese. 

—  Monitore  degli  uffici  di  stato  civile,  settimanale,  1875-76. 

—  Monitore  del  da^io,  settimanale,  n.   1885. 

—  Monitore  della  miliiia  territoriale,  n.   15   marzo   188 j. 

—  Monitore  delle  Associaiioni,  mensile,   1871-76. 

—  Monitore  di  giurisprudenza  e  legislazione  commerciale,  il  Casaregis,  mensile,  1872-77. 

—  Monitore  finanziario  internazionale,  commerciale,  settimanale,   1871-75. 

—  Il  Monitore  romano,  cattolico,  mensile,  1881. 

—  Il  Moschettiere,  politico,  quotidiano,  n.   18-5;  direttore  Ernesto  Mezzabotta. 

—  'L  Mul'  umoristico,  in  dialetto  piemontese,  settimanale,  1877-78. 

—  Nabab,  politico,  quotidiano,  n.   1084;  editore  Sommaruga,  direttore  E.  Panzacchi. 

—  Il  Nomade,  politico,  settimanale,   1876-77. 

—  Nuova  enciclopedia  italica,  mensile   1871-76. 

—  La  Nuova  frusta,  politico,  quotidiano,   1875-76. 

—  La  Nuova  Roma,  politico,  quotidiano,  1871-73. 

—  La  Nuova  Roma,  politico,  n.   1882. 

—  Le  Nuove  forche  caudine,  settimanale,  n.  1889;  direttore  F.  Menghini. 


PROVINCIA    DI    ROMA.  643 


Il  Nuovo  eco  d'Italia,  amministrativo,  settimanale,  o.   1881;  direttore  P.  Carducci. 

Il  Nuovo  giornale  illustrato,  letterario,  artistico,  settimanale,   1871-76. 

L'Oca,  politico,  umoristico,  settimanale,  n.   1887;  direttore  Adolfo  Rossi. 

L'Omnibus,  quotidiano,  illustrato,  di  fatti  vari,  n.    1881. 

L'Operaio,  politico,  quotidiano,  n.   1882. 

Il  Paese,  politico,  quotidiano,  n.  1875. 

La  Palestra,  politico,  quotidiano,   1871-72. 

La  Palestra  musicale,  quindicinale,   1875-76. 

Il  Parlamentarismo,  politico,  settimanale,  n.   1885;  direttore  D.  Bellini. 

la  Parola,  politico,  settimanale,  n.   1887;  direttore  Pietro  Sbarbaro. 

Il  Partito  operaio,  settimanale,  n.   1885;  direttore  Uriele  Cavagnari. 

II  Pedagogo,  educativo,  settimanale,  n.   1871;  cessò  nell'anno. 

La  Penna  di  Pietro  Sbarbaro,  settimanale,  n.   1886;  si  modificò  in  Penna  d'oro. 

La  Piccola   Tribuna,  supplemento  alla  Tribuna,  n.   16  novembre  1885. 

Il  Piccolo  italiano,  politico,  quotidimo,  n.   1881. 

La  Pietra,  politico,  bisettimanale,  n.  1875;  cessò  nell'anno. 

Pietro  Micca,  politico,  quotidiano,  n.   27  marzo   18S8. 

Il  Pipistrello,  umoristico,  bisettimanale,  n.   1871,  cessò  nell'anno. 

Pippetto,  umoristico,  settimanale,  n.    1887. 

Il  Popolare,  politico,  n.   i.°  febbraio   1887. 

Precetti  sul  modo  di  bene  insegnare,  mensile,  1870-72. 

Il  Progresso,  commerciale,  industriale,  1871-72, 

Il  Progresso,  medico,  bimensile   1871-76. 

Il  Progresso  musicale,  quindicinale,   1876-77. 

Il  Propagatore  del  culto  a  N.  S.  del  S.  C.  di  Gesù,  mensile,  n.  1874. 

La  Proprietà  intellectuelle,  n.  1882;  direttore  Francesco  Antonio  De  Marchi. 

La  Provincia  di  Roma,  n.  23   dicembre '1886. 

La  Pubblicità,  comnerclile,  settimanale,  1875-76. 

Il  Pupaiietto,  umoristico,  mensile,  n.   1886;  direttore  Gandolin  (L.  A.  Vassallo). 

Il  Raccoglimento,  quotidiano,  politico,  n.  1882. 

La  Raspa,  umoristico,  illus'rato,  settimanale,  1871-72;  direttore  E.  Verzaschi. 

Rassegna  degl'  interessi  femminili,  bimens.,  u.  1887;  direttrice  F.  Zampini-Salazzaro. 

Rassegna  italiana,  sci  nze,  lettere  ed  arti,  mensile,  n.   1881. 

Rassegna  parlamentare,  mensile,  n.   1885,  direttore  Telesforo  Sarti. 

Register  of  arrivals  and  visitor s  Directory  in  Roma,  n.  1887;  direttore  F.  Collari. 

La  Repubblica  Argentina,  bisettimanale,  n.  1888;  direttore  Mariano  Avitabile. 

r  Resto  del  sigaro,  quotidiano,  n.   1885. 

La  Ribalta,  teatrale,  settimanale,  n.   1882. 

11  Risorgimento,  politico,  quotidiano,  n.   1881;  cessò  nell'anno. 

Rivista  degli  sports  naiionali  ed  esteri,  settimanale,  n.  18S1. 

Rivista  liberale  italiana,  settimanale,  n.  1S84;  direttore  mag.  G.  Clementi. 

Rivista  settimanale,  politico,  letterario,  n.   1876;  cessò  nell'anno. 

La  Rivista  settimanale,  politico,  lett.,  n.  1866  a  Napoli;  nel '79  si  trasportò  a  Roma. 

Roma,  gazzetta  della  capitale,  quotidiano,  n.  5  aprile  1883. 

Roma-borsa,  finanziario,  settimanale,  n.   1886. 

La  Roma  del  popolo,  politico,  settimanale,  n.   1871,  (vedi  a  pa?.  473). 

Roma  e  l'arte,  settimanale,  n.  188;;  direttore  Gius.  Gaudenzi-Venier. 

Ro/na  evangelica,  settimanale,  1871-75. 

Roman  Times,  commerciale,  settimanale,  n.  1872,  cessò  nell'anno. 

Il  Romanziere  per  tutti,  settimanale,  n.   1885,  editore  Ferino. 

Rome,  politico,  quotidiano,   1875-77. 

Rome  Journal,  commerciale,  settimanale,  n.   1872,  cessò  nell'anno. 

Rome  ou  la  patrie  catholique,  politico,  settimanale*,   1871-72. 

Romiscììe  Bliilter,  politico,  settimanale,  1872-75  ;  direttore  J.  M.  Flammer. 

La  Saison,  guide-journal,  settimanale,  n.  1875,  cessò  nell'anno. 

La  Scintilla,  letterario,  n.   18S0;  direttore  Ernesto  Mezzabotta. 

La  Scuola  italica,  settimanale,  n.   1875;  direttore  Carlo  Lotti. 

11  Secolo  illustrato,  quotidiano,  n.   1887;  direttore  Luigi  Mercatelli. 

La  Sega  e  il  carcialepre,  umoristico,  settimanale,  1S72-73. 

La  Sentinella  garibaldina,  politico,  quotidiano,  n.   1872,  cessò  nell'anno. 


644 


GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 


La  Sinistra,  quotidiano  n.   1S79;  direttore  avv.  De  Luca-Aprile  (vedi  p.   590). 
Spartaco,  artistico,  letterario,  n.  1878;  direttore  Carlo  Mascaretti. 
La  Stampa,  politico,  quotidiano,  n.    1882. 
La  Stampa  libera,  settimanale,  n.  1885. 
La  Stella,  politico,  settimanale,  1S70-76. 

Il  Suffragio  universale,  politico,  quotidiano,  n.  15  settembre  1872;  direttore  R.  Erculei, 
La  Tavoloi^a,  teatrale,  settimanale,  n.  1886. 
Il  Tempo,  politico,  quotidiano,  1871-72. 
II  Tevere,  politico,  quotidiano,   1870-71. 
The  Tiher,  commerciale,  settimanale,   i ■'^7 2-7 3. 
La  Tipografia  italiana,  1868-72. 
Il  Tipografo,  settimanale,  n.   1874. 
Il  Tribuno  d' Italia,  politico,  quotidiano,  n.   1871. 
Il  Trionfo,  giornale  del  popolo,  quotidiano,  n.   i."  ottobre  1870. 
\S Universo,  politico,  quotidiano,  n.   1876. 

VUotno  che  ride,  politico,  letterario,  n.   1S89;  direttrice  Clementina  Hugo. 
UUtile-dulci,  giornale  per  le  donne,  n.   1847. 
Il  Vapore,  d'annunzi,  settimanale,  1871-72. 
Il  Veridico,  popolare,  settimanale,  n.  1860-70. 
Il  Viminale,  compilato  da  una  società  di  romani,  n.  1848,  in-4.° 
La  Vita  del  pensiero,  mensile,  n.   1886. 
La  Vita  italiana,  letterario,  quindicinale,  1887. 
•  La  Vita  nuova,  letterario,  settimanale,  1871-72. 
La   Voce  dell'operaio,  politico,  settimanale,  1872-75. 
La  Voce  pelasga,  masonico,  n,   1876,  cessò  nell'anno. 
JVeekly  Post,  religioso-protestante,  settimanale,  1875-75. 

ALBANO  LAZIALE  * 

V Imparziale,  amministrativo,  settimanale,  n.   1884. 

ANAGNI 

-  La  Luce,  amministrativo,  settimanale,  n.   1882. 

ARICCIA 

-  Il  Monitore  medico- chirurgico,  quindicinale,  n.   1884;  direttore  dott.  N.  Perotti. 

CANEPINA 

-  Buone  letture,  mensile,  n.  1885. 

-  Il  Lupo,  settimanale,  n.   1886;  direttore  Domenico  Boccolino. 

CECCANO 

-  Vita  nuova,  letterario,  n.  1885;  direttore  Cesare  Bragaglia. 

CIVITA  CASTELLANA 

-  La  Lucciola,  letterario,  settimanale,  n.  1886;  direttore  E.  Del  Frate. 

CIVITAVECCHIA 

-  Corriere  artistico-letterario,  settimanale,  n.  1885;  direttori  C.  Manzi  e  G.  Caddi. 

-  La  Falce,  amministrativo,  settimanale,  n.  1883. 

-  Il  Faro,  amministrativo,  settimanale,  n.  1882. 

-  Fiorello,  amministrativo,  settimanale,  n.  1886;  direttore  C.  Manzi;  visse  4  rnesi. 

-  Mefistofele,  amministrativo,  settimanale,  n.   1882, 

-  Lo  Svegliarino,  amministrativo,  settimanale,  n.   18S6. 

FERENTINO 

-  Il  Nuovo  Censore,  amministrativo,  n.  3  maggio  1885. 

PROSINONE 

-  V Amico  del  popolo,  settimanale,  n.  1881  ;  mutò  titolo  in  Censore. 

-  L'Eco  del  Laiio,  cattolico,  settimanale,  n.  1884. 


PROVINCIA    DI   ROMA. 


645 


La  Falce,  democratico,  settimanale,  n.   1881;  direttore  A.  Fortuna. 

Ricciottij  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  1884;  direttore  A.  Fortuna. 

RONCIGLIONE 
L'Eco  della  foresta,  mensile,  n.  1886. 

SEZZE 
Le  Pa/?i(ii /)o«//«e,  amministrativo,  settimanale,  u.  1886;  direttore  Costantino  Cima. 

SORIANO  NEL  CIMINO 
Corriere  del  Cimino,  amministrativo,  settimanale,  n.   1883;  direttore  B.  Bordari. 
La  Difesa,  amministrativo,  n.   1S86. 
La  Guardia  carceraria,  quindicinale,  n.  18S5. 
La  Lupa,  localo,  settimanale,  n.  1885. 
II  Ter^o  Collegio  di  Roma,  elettorale,  n.   1886;  direttore  Candido  Acciaresi. 

VELLETRI 
Camicia  rossa,  democratico,  settimanale,  n.   1884;  trasportato  a  Roma  nel  1887. 
Il  Nuovo  Censore,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.   1882. 

VITERBO 

ÌJ Avvenire,  locale,  settimanale,  n.   1881;  direttore  Francesco  Tosoni. 

II  Baccanaccio,  ricreativo,  settimanale,  n.   1882;  direttore  L.  Sedatori. 

Bollettino  dall'  esposizione  agricola  industriale,  quindicinale,  n.   1887. 

Corriere  di  Viterbo,  amministrativo,  :i.   1870. 

Frisigello,  umoristico,  illustrato,  n.   i88i. 

Gaietta  di  Viterbo,  n.   1871;  direttore  avv.  G.  Oddi. 

L'Unione,  amministrativo,  settimanale,  n.  2  luglio  18S2;  direttore  P,  Gentili. 

Zin-Zin,  umoristico,  settimanale,  n.   188 1. 


'o  V  Con  gli  ultimi  telegrammi  della  notte  ricevuti 
r£i^'  /2n£  '^r^  'fimJ  'iaJÌA  '^^  corrispondenti  speciali  dall'Italia  e  dall'Estero 
\ )'\ ^'v«_7  ^^^o(^S<0    ^    '^"'     Resoconto   telegrafico    del    Parlamento 

Vedi  Avviso  speciale  a  pa^.  563  -«o 


1  Colonnello  BOMBA 


GiornaU-Op'ascolo 

SatiTico-Umcris.Ico  - 

i  oliti  co  -  illustrato. 

Cónt.  t  5  il  Kumsro 

S:  pubblica  ogni 
Ddinmicaecoiitieue 
24  pagine  fra  testo 
ediìliisLrazioni. 

Ablion.inieoti: 
Un  anno    X..   8 
Sei  mesi       »    4 
con  diritto  a  pn  mi  «5 
ili  :ib  i  per  il  valore  ^ 
d  irabboiiarafiiito; 


Coinuiissioni   e,  Va  © 
ì  gliaall'Edit  E.  Ferino,  TiadiiLaTatoreSS-Roma.  © 


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646  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

IL  GIORNALISMO  ROMANO 

dal  1846  al  1849  (i) 


Roma  era  lanciata  nella  vita  pubblica,  la  stella  polare  era  la  poli- 
tica, e  ad  essa  l'attenzione  pressoché  universale  era  rivolta.  A  questo  fine 
gli  elementi  interni  non  scarseggiavano,  ma  gli  esterni,  formati  in  gran 
parte  dagli  amnistiati  e  dai  loro  amici,  non  potevano  più  contenersi. 
Il  regno  del  pensiero  era  instaurato,  e  forza  umana  non  sarebbe  riu- 
scita sd  arrestarne  la  potenza  irresistibile. 

In  Roma  avevansi  gli  uomini  nuovi  della  rivoluzione,  ed  i  vecchi 
convertiti  a  più  moderare  opinioni,  come  gli  Armandi,  gli  Oriol',  i  Sil- 
vani, i  quali  erano  stati  i  direttori  supremi  della  rivoluzione  del  183 1. 
Questi  rappresentavano  la  parie  che  trattener  volea  il  movimento  af- 
finchè non  trasmodasse,  e  con  questi  andava  di  conserva  il  d'Azeglio, 
che  chiamavano  il  factotum  del  giusto  mezzo.  Gli  Sterbini  poi,  i  Masi, 
i  Dragonetti,  i  Torre,  i  Gizòla,  i  Canino,  i  Matthey,  i  Zauli-Saiani, 
avrebber  voluto  il  progresso  indefinito. 

Andare  avanti  era  il  loro  motto,  spingere  alla  rivoluzione  il  loro 
desiderio. 

Di  leggieri  quindi  persuaderassi  ognuno  che  siccome  ove  regna  il 
pensiero  gli  scrittori  divengono  essi  gli  arbitri  della  pubblica  opinione, 
così  Roma,  fra  i  direttori  di  stampa  vecchia  e  quelli  di  srampa  nuova, 
era  caduta  setto  l'impero  dei  direttori  del  pensiero,  i  quali,  vogliasi  o 
no,  tracciavan  di  fatto  il  compito  della  vita  pubblica.  Essi  insomma  gli 
educatori,  i  consiglieri,  i  ministri  e  Roma  la  pupilla  affidata  a  cosiffatti 
tutori,  fra  i  quali,  è  bene  rammentare,   non  vi  aveva  un  solo  romano. 

Gli  aderenti  al  governo  poi,  sia  in  Roma  sia  altrove,  numerosi, 
ma  inetti.  Inetti  non  solo  ncH'agire,  ma  perfin  nel  sostenerlo  e  difen- 
derlo dagli  attacchi  continuati  dei  suoi  nemici.  Ovunque  la  prudenza 
comandò  il  silenzio,  e  cosi  l'ardire  dei  pochi  prevalse  alla  prudenza  dei 
molti.  L'immenso  numero  poi  degli  egoisti,  banderuole  di  ogni  vento 
e  che  nella  classe  dei  burocratici  non  scarseggiano,  davnn  sempre,  co 
me  al  solito,  ragione  all'ultimo  che  parla,  e  questi  son  da  tenersi  a  cal- 
colo; cosichè  alla  irruzione  sempre  crescente  delle  idee  nuove  non  sentivi 
e  non  vedevi  opposizione  vei  unn,  e  già  prevedevasi  che  di  questa  guisa 
procedeado,  sarebbe  rimasto  loro  aperto  il  non  contrastato   passo. 

L'autorità  pure  era  peritosa,  e  non  teneva  sempre  un  linguaggio 
franco  e  deciso.  Se  negli  altri  la  piudenza  era  grande,  in  essa  compa- 
riva grandissima.    Quasi    avresti    detto,   esaminandone   gli   atti,   esservi 


(i)  Questo  capitolo,  meno  le  aggiunte  messe  da  me,  è  tolto  dalla  S'.orìa  della  Rivo- 
ìuiione  di  Rotila  e  della  Restauraiione  del  Governo  Pontificio  dal  i  giugno  1S46  al  // 
luglio  184^  del  Coinm.  G.  Spada  (Firenze  —  Pellas,  editore,  i86s)  e  abbenchè  scritto 
sotto  r  ispirazione  di  principii  cattolici,  pure  ha  moltissimi  importanza  per  la  varietà 
ed  esattezza  delle  notizie,  scarsissime  in  tutti  gli  altri  storici  che  hanno  scritto  sullo 
Stesso  argomento.  Per  altre  notizie  vedi  a  pag.  63   l' articolo  11  Giornalismo  Italiano, 

N.  B. 


Il  giornalismo  romano  dal  1846  al  1849.  64t 

qualche  cosa  di  simile  fra  il  volere  e  il  disvolere  al  tempo  stesso.  Non 
rimproveri  agl'intemperanti,  non  parole  confortevoli  ai  sostenitori  delle 
sane  dottrine. 

Intanto  il  fuoco  ardeva  nascostamente,  e  conveniva  provvedervi 
perchè  non  divampasse.  Già  i  foglietti  clandestini  io  Toscana  esercitavan 
la  loro  pressura  su  quel  governo,  che  inquietato  dalla  loro  petulanza, 
fini  col  promulgare  la  legge  sulla  stampa. 

Anche  in  Roma,  racconta  il  Montanelli,  fu  messo  su  da  Pietro 
Sterbini  il  giornaletto  clandestino  la  Sentinella  del  Cainpiiogl'O  e  che  per 
farlo  tacere,  e  distruggere  ad  un  tempo  l'esempio  pernicioso  di  cosiffatte 
produzioni,  si  credette  di  ricorrere  alla  legge  sulla  stampa,  la  quale,  vero 
o  non  vero  l'asserto  del  Montanelli,  venne  promulgata  il  15  marzo  1847. 
Esso  la  qualificò  siccome  la  prima  concessione  di  qualche  momento  dopo 
l'amnistia.  Detta  legge  portava  una  censura  preventiva  ed  i  censori  de- 
signati furono:  Coppi  abate  Antonio;  Amici  marchese  Carlo;  Betti 
prof.  cav.  Salvatore  e  Vannutelli  avv.  Giuseppe. 

Era  ammesso  il  ricorso  in  appello  alla  commissione  riunita. 

Letta  appena  la  legge,  il  pubblico  parve  allietarcene,  perchè  diceva  : 
Siam  sul  pendio.  Meglio  una  qualche  cosa  che  nulla,  meglio  una  strada, 
che  se  pure  non  ci  permetterà  di  correre,  e  impedirà  di  andare  alla  sbrigliata 
col  pericolo  di  romperci  il  collo.  Questa  la  impressione,  questi  furono  i 
discorsi  del  primo  giorno. 

L'indomani  però  era  tutto  cambiato,  perchè  indettatisi  gli  esagerati, 
e  formulato  il  motto  d'ordine,  non  sentivansi  che  clamori  e  vociferazioni  e 
disapprovazioni  ad  alta  voce,  e  ciò  nei  caffè  pubblici  sopratutto.  La  legge 
era  qualificata  in  somma  poco  meno  che  una  iniquità. 

Strani  giudizi!  per  verità  in  allora  facevansi,  perché  strani  erano  i 
tempi  in  cui  si  viveva.  Si  era  vissuto  senza  libertà  legale  e  senza  legge 
di  stampa  per  secoli  e  secoli.  Si  apriva  uno  spiraglio  di  luce,  ed  in 
luogo  di  congratularsene,  'Se  ne  diceva  plagas. 

Fu  allora  che  per  calmare  la  concitazione  degli  animi  il  partito 
dottrinario  si  fece  avanti,  e  per  mezzo  dei  suoi  campioni,  il  prof.  Fran- 
cesco Orioli  e  Massimo  d'Azeglio,  mise  fuori  subito  due  opuscoli,  in 
difesa  della  legge.  Più  tardi  vide  la  luce  altro  opuscolo  attribuito  da  ta- 
luno allo  Sterbini,  da  talun  altro  al  marchese  Dragonetti.  Si  reclamava 
con  esso  libertà  di  stampa  senza  ne  ceppi  né  pastoie,  e  vituperavansi  ad 
un  tetnpo  e  la  legge  e  i  suoi  difensori.  Ne  parlarono  il  Farini  e  il  Ra- 
nalli  nelle  loro  opere  storiche,  e  questo  secondo,  critica  la  legge  dicendo  : 
«  Lasciamo  la  manifesta  ingiustizia  d'incarcerare  il  pensiero  avanti  che 
si  sia  reso  colpevole.  » 

Strana  pretesa  per  verità  ci  sembra  quella  di  aspettare  che  il  pen- 
siero si  renda  colpevole  per  castigarlo.  Ciò  equivarrebbe  a  non  volere 
puntellare  una  casa  che  minaccia  rovina  a  danno  e  del  proprietario  e 
dei  terzi.  Si  vorrebbe  dunque  lasciarla  cadere  per  indennizzare  poscia 
i  sofferenti.?  E  non  sarebbe  le  centomila  volte  meglio  il  prevenire  la  sua 
caduta  ? 

I  Censori  però  adattaronsi  ai  tempi  e  agli  uomini,  e  lungi  dal  mo- 
strarsi rigorosi  e  tenaci,  abbondaroDO  in  larghezze.  E  di  ciò  avemmo 


648  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

un  esempio  nei  giornali  che  di  già  pubblicavansi,  e  in  quelli  che  co- 
minciarono subito  dopo  a  correre  l'arringo,  fra  i  quali,  in  quel  tempo, 
il  Contemporaneo  teneva  il  primato.  Ma  di  questo  più  innanzi.  Basti  per 
ora  il  dire  che  colla  lej^e  sì  ebbe  infrenata,  ma  col  fatto  si  ebbe  quasi 
libera  stampa.  E  giova  poi  non  perdere  di  vista  eh'  eravamo  in  Roma 
papale,  e  che  per  la  Roma,  centro  del  governo  ecclesiastico,  la  legge 
in  questione  peccava  di  troppo. 

Prese  opportunamente  la  difesa  della  legge  il  Felsineo  di  Bologna, 
e  nell'Educatore  dell'abate  Zanelli  se  ne  parla  e  si  riporta  l'articolo,  ch'è 
notevole  per  moderazione  di  linguaggio  e  assennatezza  di  ragioni. 

Ecco  intanto  la  legge  sulla  stampa:  (i) 

L'  E  mo  e  R.rao  sig.  Cardinal  Gizzi  Segretario  di  St.ito  di  S.  Santità  ha  emanato 
il  giorno  13  del  corrente  (15  marzo  1S47)  il  seguente  Editto: 

La  stampa,  siccome  quella  tra  le  moderne  invenzioni  che  doveva  di  tanto  am- 
pliare la  potenza  della  parola,  e  moltiplicare  i  beni  e  i  nuli,  le  verità  e  gli  errori, 
fu  fin  dai  suoi  principii  argomento  ai  Sommi  Pontefici  di  gravissime  sollecitudmi,  si 
per  favorirne  gli  uiili  incrementi,  e  si  per  toglierne  i  pericoli.  Di  che  sono  illustri 
monumenti  le  tipografie  venute  a  grandissima  celebrità  in  Roma  sotto  la  proiezione 
dei  Pontefici,  e  fuori  per  quell.i  dei  Vescovi,  e  le  leggi  con  cui  si  vennero  fr-.aando 
gli  abusi  di  quest'arte  nobilissima,  affinchè  mentre  volevansi  per  essa  giovare  e  arric- 
chire gl'ingegni,  non  si  corrompesse  la  fede  né  si  guadagnassero  i  costumi  dei  popoli. 

La  forma  però  di  queste  leggi  ebbe  di  mano  in  mano  a  mutarsi,  secondo  che 
crescendo  il  numero  degli  autori  e  il  lavoro  dei  tipografi,  riusciva  troppo  lenta  o 
imperfetta  la  revisione  per  opera  di  quei  tali  Censori,  a  cui  era  stata  dapprima  rac- 
comandata, duindi  fu  provvido  C'jnsiglio  della  si.  me.  di  Leone  XII  il  rendere  la 
censura  più  spedita  e  più  sicura,  mediante  l'Editto  pubblicato  daU'E.mo  Cardinal  Suo 
Vicario  il  18  agosto  1825:  il  quale  è  mente  della  Santità  di  Nostro  Signore  felice- 
mente regnante  che  rimanga  in  vigore  per  quanto  appartiene  alla  censura  scientifica, 
morale  e  religiosa.  Ma  per  quanto  è  della  censura  politica  disponeva  l'Editto  mede- 
simo nel  §  8  del  titolo  I,  che  dove  le  scritture  da  mettersi  a  stampa  potessero  dar 
cagione  di  lamento  agli  esteri  Governi,  o  suscitare  nello  stato  pericolose  controversie, 
si  avesse  a  chiedere  dalli  Seg'eteria  di  Stato  la  facoltà  di  pubblicarle.  Ora  in  tanta 
copia  di  produzioni,  a  cui  dà  occasione  la  qualità  dei  tempi,  e  in  cui  direttamente  o 
indirettamente,  in  tutto  o  in  parte,  si  viene  a  parlare  di  cose  che  alla  politica  si  ri- 
feriscono, è  divenuto  impossibile  che  la  Segreteria  di  Stato  soddisfaccia  a  tutte  le 
richieste  con  la  prontezza  dagli  autori  desiderata. 

Volendo  adunque  la  Santità  Sua  che  non  per  questo  si  scemasse  la  onesta  libertà 
dello  stampare,  né  per  altra  partt;  si  lasciasse  degenerare  in  dannosa  licenza,  inteso  il 
parere  delle  competenti  Auto-ita,  Ci  ha  ordinato  di  costituire  cosi  in  Roma  come 
nelle  Provincie  un  Consiglio  di  censura,  al  quale  i  Revisori  Ecclesiastici  ordinari  do- 
vranno d'ora  in  poi  rimandare  tutte  le  scritture  di  politico  argomento,  dopo  di  averle 
esaminate  essi  stessi  per  conoscere  se  aicuna  cosa  vi  si  contenga  contraria  alla  Reli- 
gione, alia  sana  morale  ed  alle  leggi  della  Chiesa. 

In  esecuzione  pertanto  dei  sovrani  voleri  e  con  Sovrana  approvazione  abbiamo 
stabilito  il  seguente  Regolamento: 

TITOLO  I.  —  Del  Consiglio  di  Censura. 

i.°  In  Roma  il  Consiglio  di  Censura  sarà  presieduto  dal  P.  Maestro  del  S.  Palazzo, 
e  composto  di  non  più  che  ci.ique  membri,  nominati  dalla  Santità  Sua  fra  gli  uomini 
cospicui  per  lettere. 

2.°  Nei  Capoluoghi  delle  Province  il  Consiglio  sarà  composto  di  due  Censori,  eletti 
parimente  da  Sua  Santità,  a  proposta  del  Capo  della  Provincia,  il  quale  sosterrà  le 
veci  di  presidente. 


(i)  Lo  Spada  omette  quest'editto;  io,  a  maggior  chiarezza,  lo  aggiungo  a  questo 
sapitoio,  riproducendolo  dal  Diario  di  Roma,  n.  23  (20  marzo  1847;. 


IL  aiORNALlSMO  ROMANO  DAL  1846  AL  1849.         649 

3.°  I  Consiglieri  si  rinnoveranno  per  metà  ogni  cinque  anni.  La  prima  volta  a  sorte. 
Potranno  però  essere  per  Sovrano  beneplacito  confermati. 

4.°  I  Membri  del  Consiglio  ripartiranno  fra  loro  i  vari  argomenti  scientifici  o  poli- 
tici di  ciascun  giornale,  o  d'altra  opera  soggetta  al  loro  giudizio,  con  l'ordine  e  il 
metodo  che  dal  Presidente  sarà  determinato.  E  dal  voto  di  un  Consigliere,  quando 
tocchi  la  sostanza  delle  scritture  proposte  ad  esaminarsi,  si  potrà  appellare  all'  intero 
Consiglio:  come  pure  sarà  libero  a  ciascuno  dei  Consiglieri  di  proporre  all'intero  Con- 
siglio quelle  cose  che  non  credesse  di  non  potere  sicuramente   giudicare  da  sé  solo. 

5.°  Il  Consiglio  di  Censura  in  Roma  risolverà  inappellabilmente  con  le  norme  spie- 
gate qui  appresso,  e  sotto  la  propria  responsabilità  verso  il  Governo,  le  domande  che 
gli  saranno  presentate. 

6."  11  voto  dei  Censori  delle  Province  sarà  sottoposto  in  e  ,0  di  disparità,  al  giu- 
dizio del  Preside,  il  quale  sarà  inappellabile  si  tratti  di  articoli  di  giornali  o  di  opuscoli: 
ove  poi  si  tratti  di  opere  di  maggiore  importanza,  il  Preside  medesimo  darà  l'appello 
dal  suo  Consiglio  a  quello  di  Remi. 

7.°  Uno  scritto  disapprovato  dal  Consiglio  di  Roma  non  potrà  essere  presentato  ad 
alcuno  de'  Consigli  di  Provincia,  e  sarebbe  nulla  l'approvazione  che  si  ottenesse  in 
questo  modo. 

TITOLO  II.  —  Regole  da  seguirsi  dal  Consiglio  di  Censura. 

i.°  11  Consiglio  di  Censura  non  potrà  approvare  un  giornale  o  altra  pubblicazione 
periodica  nuova,  senza  farne  prima  relazione  alla  Dit-ezione  Generale  di  Polizia,  la 
quale  darà  per  iscritto  le  necessarie  facoltà  quando  siano  dichiarati  gli  argomenti  del 
giornale,  i  romi  dei  principali  collaboratori,  i  modi  di  pubblicazione,  i  modi  da  soste- 
nere l'impresa,  e  quando  un  editore  responsabile  assicuri  con  proporzionata  cauzione 
l'adempimento  delle  leggi  sopra  la  stampa. 

2."  Sarà  lecito  di  trattare  ogni  argomento' di  scienze,  lettere  ed  arti;  la  storia  con- 
temporanea, e  le  materie  appartenenti  alla  pubblica  amministrazione,  con  le  cautele 
qui  appresso  spiegate;  e  tutto  ciò  che  giovi  a  promuovere  l'agricoltura,  l'industria,  il 
commercio,  la  navigazione,  le  imprese  di  opere  pubbliche.  Sarà  lecito  ancora  di  ri- 
produrre gli  atti  del  Governo,  quando  si  ino  già  pubblicati  nel  giornale  ufficiale,  e  di 
inserire  gli  annunzi  delle  feste  religiose,  de'  pubblici  spettacoli,  della  pubblicazione 
di  opere  a  stampa  o  altri  annunzi  (non  però  giudiziari)  confermandosi  per  altro  esat- 
tamente al  disposto  del  regolamenio  sul  b-illo  e  registro  del  29  dicembre  1827  art.  219  : 
per  la  esecuzione  dei  quale   articolo  vegb'eranno  le  competenti  Autorità. 

3.°  É  vietato  non  solamente  ogni  co^a  che  torni  in  dispregio  della  Religione,  della 
Chiesa,  delle  sue  Dignità,  e  de' suoi  Mn's'ri;  ma  tutto  ancora  che  offenda  l'onore  dei 
Magistrati,  della  milizia,  delle  private  famiglie  e  dei  cittadini,  dei  Governi  e  delle 
potenze  estere,  delle  famiglie  regnanti  e  dei  loro  pubblici  rappresentanti. 

4.°  È  vietato  parimenti  ogni  discorso,  per  cui  direttamente  o  indirettamente  si  ren- 
dano odiosi  ai  sudditi  gli  atti,  le  forme,  gl'istituti  del  Governo  PoTtificio,  o  si  alimen- 
tino le  fazioni,  o  si  eccitino  movimenti  popolari  contro  la  legge. 

5.°  É  vietato  di  riprodurre  a  stampa  i  discorsi  tenuti  in  adunanze  non  legalmente 
autorizzate. 

6.°  Il  Consiglio  sarà  in  obbligo  d' informare  il  Governo  ogni  volta  che  le  stampe 
non  riescano  conformi  ai  manoscritti  da  essi  approvati.  Secondo  queste  relazioni  del 
Consiglio,  e  sentite  le  difese  degli  avvocati,  si  procederà  dal  Ministero  politico  all'ap- 
plicazione delle  pene,  o  contro  l'editore  responsabile  se  si  tratti  di  giornali  auto- 
rizzati, 0  contro  gli  stampatori  e  distributori  negli  altri  casi.  Le  quali  pene  consiste- 
ranno nella  confìsca  degli  esemplari,  ed  in  una  multa  che  potrà  variare  fra  i  dieci  e 
i  cento  scudi;  aggiuntavi  una  temporanea  sospensione  della  loro  industria,  se  i  rei 
sieno  recidivi. 

E  ciò  senza  pregiudizio  dell'azione  civile  e  criminale,  che  in  forza  delle  vigenti 
leggi  e  secondo  la  natura  della  delinquenza  le  parti  offese  volessero  esercitare  contro 
i  colpevoli  avanti  i  tribunali  competenti. 

% 
Attenendo  la  nostra  promessa    consacreremo   ora   tutto   intero  un 
capitolo  al  giornalismo,  il  quale  costituì  una  delle  molle  principali  nella 
macchina  della  romana  rivoluzione. 


650  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALL^NA. 

Fin  da  quella  del  1830  io  Francia,  erasi  introdotto  in  Roma  il  gusto 
del  giornalismo.  I  giovani  specialmente  amavano  i  giornali  francesi,  e 
quelli  di  temperatura  più  calda  erano  i  preferiti,  perchè  ritenevano  che 
più  parlassero  un  linguaggio  alto  e  risentito,  e  pm  fossero  stimabili  e 
sinceri. 

Diffusa  la  istruzione  e  introdotto  lo  studio  della  inglese  favella, 
s'introdusse  il  gusto  eziandio  di  leggere  i  giornali  inglesi,  e  gli  articoli 
sopratutto  più  risentiti  e  piccanti  venivan  letti  e  copiati  avidamente. 

Mngnificavansi  il  Times,  il  Globe  tW  Gaìigna-ii  im  ^Vmg\ts\,\\  Con- 
stilntionnel,  la  Press:  e  il  Débats  fra  i  francesi.  Dei  francesi  oratori  poi 
dicevansi  mir.bilia,  e  molti  leggevano  e  ricantavano  i  discorsi  dei  La- 
fitte,  dei  Lafayette,  dei  Foy,  dei  Sebastiani  e  dei  Lamarque,  che  come 
santi  padri  in  politica  predicavansi.  Tanta  era  la  illusione  di  quei  temfji. 

Frammiste  poi  alle  ledi  pei  governi  che  permettevano  tali  discorsi, 
ed  i  giornali  che  riportavanli,  intrecciavansi  le  gratulazioni  pei  popoli 
che  di  quelle  letture  fruivano. 

A  fronte  poi  delie  esagerate  simpatie  per  gli  esteri  giornali,  e  delle 
lodi  entusiastiche  (figlie  dell'ardente  immaginazione  dei  popoli  meri- 
dionali) che  loro  predicavansi,  tu  sentivi  far  le  beffe  del  nostro  Diario 
e  di  chi  avevalo  fra  le  mani,  massimamente  quando  si  leggevano  quelle 
usate  formole:  «  con  biglietto  di  se^reteni  di  stato  »  colle  quali  s'ini- 
ziavano i  suoi  articoli,  o  quando  si  leggeva  negli  atti  pubblici,  ripor- 
tati dal  Diario  stesso,  la  menzione  di  certe  commozioni,  che  mal  sona- 
vano alle  orecchie  dei  maligni. 

S'immagini  intanto  ognuno  con  quale  favore  venisse  accolto  il  nuovo 
giornalismo  in  Roma,  la  quale  avrebbe  ambito  di  rivaleggiare  da  questo 
lato  con  le  tante  esahate  Londra  e  Parigi. 

E  prima  di  tutti  il  Contemporaneo  attrasse  le  simpatie  dell'universale 
col  suo  numero  di  saggio  del  12  dicembre  1846. 

Quegli  articoli  variati  e  dotti,  quei  nomi  che  vi  spiccavano,  i  bei 
caratteri,  la  carta,  il  formato,  tutto  raccomandavalo,  e  quindi  lo  asso- 
ciarvisi  era  rite'iuto  come  segno  di  gusto,  di  generosità  e  di  civile  pro- 
gresso. Aumentato  di  troppo  il  numero  dei  suoi  associati,  fu  forza  ricor- 
rere ad  una  seconda  edizione.  Il  Contemporaneo  per  tanto,  massime  nel 
1847,  fu  considerato  siccome  il  giornale  per  eccellenia. 

Furono  promotori  del  medesimiO  tutti  individui  estranei  a  Roma. 
Eccone  i  nomi:  Potenziani  marchese  Ludovico,  di  Rieti;  Gazòla  monsi- 
gnor Carlo,  parmigiano  o  piacentino;  Torre  Federigo,  beneventano;  Masi 
dottor  Luigi,  perugino;  Dragonetti  marchese  Luigi,  aquilano;  Sterbini  dot- 
tor Pietro,  di  Vico,  il  quale  quantunque  non  figurasse  fra  i  promotori, 
erane  uno  dei  capi  ;  e  difitti  il  Contemporaneo  passò  sempre  per  giornale 
dello  Sterbini.  (i) 

Vi  scrissero  molti  ch'erano  in  voce  di  dotti,  e  fra  quesai  un  Ce- 
sare Agostini  di  Foligno,  un  avv.  Filippo  Ugolini  di  Urbania,  un  pro- 
fessore Don  Eusebio  Reali  di  Orvieto,  un  colonnello  Alessandro  Cialdi 
di  Civitavecchia,  un  Luciano  Scarabelli  di  Bologna,  un  Tommaso  Tom- 


(i)  Vedi  GuALTERio,  voi.  I,  parte  II,  Riforme,  p.  242  e  seg, 


IL   GIORNALISMO   ROMANO   DAL    1846    AL    1849.  051 

masoni  di  Fano,  un  avv.  Achille  Gennarelli  di  Fermo,  un  avv.  Carlo  Armel- 
lini di  Roma,  un  Filippo  Paradisi,  del  quondam  Tiberio,  di  Nepi  ed  altri. 

11  favore  esclusivo  del  Contemporaneo  sì  Yxmhò  aìWnno  1847,  perchè 
nel  1848,  sia  per  molti  altri  giornali  subentrati,  sia  per  le  partenze  di 
molti  dei  suoi  promotori,  perdette  il  primato,  e  si  confuse  colla  mol- 
titudine degli  altri. 

La  conseguenza  che  si  ebbe  però  fu  che  il  pubblico  romano,  uomini 
e  donce,  perchè  a  tutti  era  venuto  il  ticchio  di  leggere,  venivasi  cosi 
gradatamente  liberalizzando  collo  avere  adottato  a  suoi  istruttori  o  maestri 
di  liberalismo,  che  allora  chiamavansi  papalini  progressisti,  o  liberali  mo- 
derati, uno  Sterbini,  un  Torre,  un  JVIasi,  un  Dragonetti,  un  Gazòla, 
italiani  tutti  bensi,  ma  estranei  a  Roma. 

Non  aveva  esistito  a  Roma  per  tanti  anni  che  un  solo  giornale 
politico,  come  dicemmo,  il  Diario  di  Roma,  ma  senza  polemica,  e  quindi 
destituito  di  quell'interesse  che  ovunque  destava  il  giornalismo,  ed  al- 
cuni giornali  scientifici,  artistici  e  letterari  come  l'Arcadico,  gli  Annali 
delle  Scicn{e  religiose^  il  Saggiatore  di  Gennarelli  e  Mario,  la  Rivista  teatrale 
di  Tosi,  la  Pallade  di  Gerardi,  il  Giornale  del  Foro,  V Album,  il  Fanfulla 
ed  il  Messaggiero  o  V Edenico.  La  Rivista  e  la  Pallade  erano  molto  letti 
nei  primordi  del  movimento  rom.mo,  perchè  diffondevansi  nel  narrarne 
le  particolarità. 

Intanto  il  Fanfulla,  \\  quale  non  èra  che  un  giornale  scientifico  e 
letterario,  compilato  dallo  spoletino  Pompili,  incominciò  ad  occuparsi 
pur  esso  del  movimento  italiano. 

Fino  dal  secondo  semestre  del  1846  si  vide  sorgere  un  giornale 
scritto  in  lingua  inglese,  sotto  il  nome  di  Roman  Advertiser,  per  opera 
dell'irlandese  Hemans,  al  quale  succedefe  poi  l'inglese  Strutt.  Era  di 
formato  in-4.° 

Si  ebbe  anche  la  SperanT^a,  in  foglio,  scritta  dallo  spoletino  Pom- 
pili, e  sostenuta  coi  loro  articoli  d^i  seguenti:  Michele  Mannucci  to- 
scano, principessa  Cristina  Trivulzio  di  Belgiojoso  milanese,  Corrado 
Politi  di  Recanati,  generale  Giovanni  Durando  piemontese,  Francesco 
Dali'Ongaro  friulano.  Achille  Gennarelli  di  Fermo.  Ed  allorquando  questo 
giornale,  divenuto  giornale  di  opposizione  sotto  la  repubblica  romana, 
assunse  il  nome  di  Speran:^a  dell  Epoca,  vi  scrissero  :  il  conte  Terenzio 
Mamiani  pesarese,  il  dottore  Carlo  Luigi  Farini  di  Russi,  l'abate  Fi- 
lippo Perfetti  marchigiano,  il  dottore  Diomede  Pantaleoni  di  Pesaro. 

Surse  nel  febbraio  del  1847  l'/ZaZ/co  nel  quale  scrivevano  Domenico 
Venturini  marchegiano,  Leopoldo  Spini  ravennate,  Michelangelo  Finto 
romano,  Tommaso  Zauli-Sajani  di  Forlì,  marchese  Orazio  Antinori  di 
Perugia,  Tommaso  Tommasoni  di  Fano,  principe  Cosimo  Conti  roma- 
no, Ottavio  Gigli  romano  ed  altri. 

La  Bilancia  nacque  il  7  maggio  1847,  co  ne  dicemmo  più  sopra, 
sotto  gli  auspicii  del  prof.  Orioli  viterbese,  cui  si  associarono  come  col- 
laboratori l'avv.  Andrea  Cattab^^ni  di  Senigallia  e  Paolo  Mazio  romano. 
Vi  scrissero  talvolta  l'avv.  Giuseppe  Gabussi  di  Bologna,  l'avv.  Angelo 
Carnevalini  di  Viterbo,  il  colonneUo  Pietro  Armandi  di  Fusignano, 
l'avv.  Rinaldi  Petrocchi  romano. 


652  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

Terminata  la  Bilancia,  venne  fuori  VEpoca,  giornale  in  foglio,  che 
fu  uno  dei  pin  importanti  e  più  ricchi  di  notizie  della  romana  rivolu- 
zione, il  quale  veniva  considerato  siccome  il  giornale  del  conte  Mamiani. 
Associaronsi  al  medesimo  per  sostv'tnerlo,  l'avv.  Cattabeni,  Leopoldo  Spini, 
Michelamzelo  Pinto,  nominato  di  sopra.  Michele  Mannucci  toscano  e 
Filippo  Caucci  di  paese  incognito.  Detto  giornale  però  fu  ben  lungi  dal 
conservare  la  moderazione  della  Bilancia. 

Si  die  in  luce  ancora  il  i6  marso  1847  il  Commercio,  in  foglio,  di 
Vittorio  Pascoli  di  Ravenna,  che  fece  seguilo  al  Binditore,  di  cui  non 
si  ebbe  che  un  scio  numero  del  15  dicembre  1846. 

Il  Popolare  cominciò  a  pubblicarsi  il  15  marzo  1847.  Ne  era  diret- 
tore il  romano  Emilio  Malvotti,  e  secondo  la  Paìlade  di  Gerardi,  ne 
furono  fondatori,  monsignor  Gazòla  parmigiano  o  piacentino,  Federigo 
Torre,  Luigi  Masi,  Luciano  Car^; belli,  nominati  di  sopra. 

Il  medesimo  giornale  non  visse  che  otto  mes'. 

La  Donna  italiana,  giornale  in  foglio,  vide  la  luce  nell'aprile  del 
1848  sotto  la  direzione  di  Cesare  Bordiga  romagnolo,  e  non  durò  che 
poco  più  di  due  mesi. 

Ma  h  Pallade  che  venne  in  luce  il  16  giugno  1847  ^^  '^  gic male 
più  popolare  di  tutti  e  più  diffuso,  per  il  modico  prezzo,  per  il  comodo 
formato  in  4.°,  e  perchè  si  affiggevi  per  le  pubbliche  strade.  Esso  era 
di  sua  natura  umoristico  e  scherzevole,  e  romanescamente  dicevasi  pet- 
tegolo. Esso  terminò  il  22  giugno  1849,  abbracciando  nientemeno  che 
563  numeri.  I  primi  direttori  del  meJesimo  furono  il  romano  Giuseppe 
Checchetelli  e  il  rom.-'gnolo  avv.  Edoardo  Teodorani.  Quindi  venne  sotto 
la  direzione  di  Filippo  Meucci,  e  durante  la  repubblica,  sotto  quella  del 
sopramenz'onato  Bord  ga. 

Per  chi  voglia  conoscere  meglio  lo  spirito  e  le  particolarità  della 
romana  rivoluzione,  è  il  giornale  da  consult^irsi  a  preferenza  di  ogni 
altro,  (i) 

Avemmo  inoltre  il  Giornale  dei  Dibattimenti  del  piemontese  Pietro 
Baullari  in  foglio.  Avemmo  pure  la  Guardia  Na:[ionah  in  foglio  pic- 
colo del  napoletano  Domenico  Parente:  giornale  importantissimo  per  le 
indicazioni. 

Ma  in  fatto  d'indicazioni,  specialmente  pel  movimento  del  perso- 
nale degl'impiegati  civili  e  militari,  il  giornale  più  ricco  e  più  esatto 
di  tutti  era  Vlndicatort  in  foglio  piccolo,  redatto  dal  faentino  Rebeggiani 
avv.  Giuseppe,  che  incominciò  col  3  marzo  1848  e  terminò  coll'ingresso 
dei  francesi  in  Roma  il  3  luglio   1849. 

Quando  però  la  rivoluzione  trovossi  più  avanzata  avemmo:  il  Po- 
sitivo in  foglio  grande  del  più  volte  menzionato  monsignore  Carlo  Ga- 
zòla nel  quale  scriveva  ancori  un  Biagio  Miraglia  calabrese,  autore  di 
una  storia  àulle  cose  della  repubblica:  il  Tribuno  in  foglio  piccolo  di 
Filippo  De  Boni  di  Feltre,  che  nacque  nel  gennaio  e  terminò  nel  feb- 
braio del  1849:  {'Italia  del  Popolo  di  Giuseppe  Mazzini  genovese,  in 
foglio,  che  ebbe  col  2  di  aprile  1849  il  suo  incominciamento,  e  terminò 


(i)  Vedi  GuALTERio,  voi,  I,  parte  II,  Riforme,  Firenze  1851,  p.  249. 


IL  GIORN\LISMO  ROMANO  DAL  1846  AL  1849.  653 

il  3  luglio  coU'tntrare  dei  francesi  in  Roma.  Esso  può  riguardarsi  sic- 
come il  giornale  repubblicano  per  eccellenza.  Oltre  il  Mazzini,  vi  scri- 
vevano Lizabe  RufFoni  di  Ferrara,  la  principessa  di  Belgioioso,  nominata 
di  sopra,  e  Giacomo  Bertoni  di  Faenza.  E  siccome  fra  i  nomi  degli  am- 
ministratori, ca  sieri,  o  collaboratori  troviamo  quelli  di  un  Numa  Pa- 
lazzini  di  paese  incerto,  di  Giuseppe  Avezzana  genovese,  di  Maurizio 
Quadrio,  Adriano  Lemm-,  Gualdo  Bonis,  tutti  di  paese  incognito;  così 
potrà  dirsi  che  Yltalia  del  Popolo  fu  un  giornale  romano,  per  la  sol.i 
ragione  che  pubblicavasi  a  Roma,  ma  dove   niun  romano  prese   parte. 

Venne  nella  state  del  1848  in  luce  un  giornaletto  in-4,°  intitolato 
il  Cassandrino,  vero  tipo  del  cosi  detto  codinismo,  ma  che  coi  suoi  le- 
pori, e  coi  suoi  frizzi  anti-rivoluzionarii,  faceva  moltissimo  incontro  presso 
il  popolo.  Il  compilava  l'abate  Francesco  Ximenes  giovane  di  sveglino 
ingegno,  al  quale  essendo  stato  confitto  proditoriamente  un  pugnale  nel 
seno  il  25  di  luglio  dell'anno  1848,  ?i  die  a  conoscere  non  essere  quello 
il  tempo  di  avversare  apertamente  la  rivoluzione,  e  cosi  si  ebbe  un  saggio 
evidente  della  libertà  individuale  che  godevasi  in  Roma. 

Incoraggiati  alcuni  speculatori,  quantunque  di  colore  diverso  da 
quello  del  Cassandrino,  dall'incontro  che  il  detto  foglio  faceva  nel  pub- 
blico, vendendosi  per  le  vie  di  Roma  ad  un  baiocco  a  numero,  vennero 
ad  infestarci  con  un  profluvio  di  giornaletti,  che  accenneremo  soltanto 
affinchè  i  lettori  possan  formarsi  una  Idea  del  movimento  giornalistico 
di  quel  tempo. 

I.  La  Befana  -  2.  Il  Biricchiao  -  3.  Il  Casotto  dei  hmii\.\.\n\,  con  vignette,  del  na- 
poletano Giiicci  -  4.  Il  Cicerone  -  5.  La  conversazione  di  alcuni  giovani  -  6.  La  Com- 
media -  7.  Il  Cassandrino  vero  -  8.  Il  Cassandrino  repubblicano,  del  toscano  Valeriani  - 
9.  Il  nipote  di  Cassandrino  -  io.  Il  Don  Ciccio  -  11.  Il  Diavolo  Zoppo  -  12.  Il  Dia- 
voletto -  13.  La  Donna  bizzarra  -  14.  La  Democrazia  -  15.  La  Frusta  -  16.  11  Gior- 
nale pei  fanciulli  -  17.  Un  giornale  senza  titolo  -  18.  La  Lanterna  magica,  con  vi- 
gnette -  19.  Il  Lanternino  del  Diavolo  -  20.  Il  Menirapippo  -  21.  Il  Mentore  -  22.  I 
Misteri  di  Roma  -  23.  Il  Nemico  del  Diavolo  zoppo  -  24.  Il  Periodico  municipale  - 
25,  II  Pallon  volante  -  26.  Il  Pappagallo,  co»  z'/o'»<'«e  -  27.  Il  Rugantino  -  28  II  So- 
maro -  29.  Lo  Scontento  -  30.  Il  Tevere  -  31.  La  Torre  di  B.ibele  (titolo  adatto  ai 
tempi  che  correvano)  -  32  II  Tedesco  -  33.  La  Voce  di  un  popolano  -  34.  La  Voce 
del  Campidoglio. 

Questi  giornaletti  non  visser  tutti  insieme,  ma  ebber  corso  preci- 
puamente nel  secondo  semestre  del  1848.  Taluni  di  essi  morirono  ap- 
pena nat'.  Avemmo  inoltre  due  giornali  scrii  1'  Unione  e  la  LoconvHiva. 
Erano  entrambi  di  formato  in-4  e  trattavano  esclusivamente  delle  strade 
ferrate.  Ne  era  direttore  Ottavio  Gigli  del  quale  abbiamo  parlato  parecchie 
volte.  Ne  parleremo  ancora  per  dire  che  al  medesimo  si  debbe  una  rac- 
colta di  letture  piacevoli  ed  istruttive  pei  fanciulli,  che  pubblicavasi  sotto 
il  titolo  àe\VArt:;iiancllOy  il  quale,  incomi..ciato  nel  1845,  terminò  nel- 
l'ottobre del  1848  formando  quattro  volumi  in-8. 

Avemmo  pure  il  Giornale  del  Popolo  in-4,  dell'avvocato  Francesco 
Pieromaldi  frusinate. 

La  Ga^ia  ladra,  in-4  ^^1  napoletano  Domenico  Parente, 

L'Interesse  Na:^ionale,  che  il  cavalier  Pietro  Righetti  romano  distri- 
buiva gratis  per  ammaestrare  il  pubblico  sulle  cose  di  finauza. 


654  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

L'Italia  libera  in-4  grande  del  calabrese  Domenico  Cuzzocrea. 

La  Cronaca  dclV Assemblea  Jel   P.  Alessandro    Gavazzi   di   Bologna. 

Il  Pasquino  ga:(7^etliere  quotidiano^  in  foglio,  di  cui  fu  direttore  R.  Parma 
di  paese  incerto. 

Nei  primi  del  1847  pubblicaronsi  ^li  Annali  di  Giurisprudenza  cri- 
minale dell'avv.  Giuseppe  Petroni  di  Bologna,  quello  stesso  che  in  epoche 
più  recenti  chiamossi  il  vicario  di  Mazzni.  Essi  pubblicavansi  a  fascicoli. 

UAstrco,  giornale  teorico-pratico  di  giurisprudenza  de'l'avv.  Luigi 
Cerrati  romano.  Pubblicavasi  a  fascicoli  in-4. 

Gli  Annali  di  Giurisprudenza  e  del  Foro  Criminale,  dell'avv.  Oreste 
Raggi  di  Carrara.  Il  medesimo  ancora  pubblicavasi  a  fascicoli. 

Il  Didascalico  per  istruzione  della  gioventù  dell'abate  Ximenes,  in-8 
(lo  stesso  autore  del  Cassandrino).  A  detto  giornale  successe  il  Mentore 
menzionato  p'ù  sopra. 

Quanto  al  giornale  ufficiale  di  Roma,  che  sotto  il  titolo  di  Diario 
di  Roma  fini  il  16  gennaio  1848,  il  giorno  17  dello  stesso  mese  ed  .anno 
assunse  la  denominazione  di  Gazzetta  di  Roma,  che  conservò  sino  al  29 
gennajo  1849.  Il  30  cambiò  il  titolo  ancora  e  chiamossi  il  Monitore  romano, 
e  durò  fino  al  giorno  3  di  luglio  in  cui  entrarono  i  francesi.  N'era  stata 
confidata  la  direzione  al  friulano  Dall' Ongaro.  Dopo  entrati  i  francesi 
chiamossi  il  Giornale  di  Roma,  ed  incominciò  il  6  luglio  1849,  cosicché 
nei  giorni  465  non  si  ebbe  giornale  veruno.  Nella  Gazzetta  di  Roma 
scrivevano,  mentre  erano  ministri,  tanto  il  conte  Terenzio  Mamiani  di 
Pesaro,  quanto  il  conte  Pellegrino  Rossi  di  Carrara.  Vi  scrissero  pure 
l'abate  Antonio  Coppi  piemontese,  il  professore  Salvatore  Betti  marche- 
giano,  l'avvocato  Carnevalini,  e  l'abate  Perfetti. 

Dal  18  settembre  al  20  novembre  1847  avemmo  pure  un  giornale 
in  foglio  atlantico  che  intitolavasi  VOcea^ìo,  foglio  ebd'^madale  enciclopedico, 
di  Erasmo  Pistoiesi.  Detto  giornale  era  letterario  soltanto  e  non  vi  si 
parlava  né  punto  ne  poco  di  politica. 

Negli  anni  1846  e  1847  si  aveva  il  Giornale  degli  architetti,  e  nel 
1848  il  Girovago-Farfalla  in-4.°  del  romagnolo  Francesco  Gasparoni. 
Erano  essi  estranei  del  tutto  alla  politica. 

Ora  parleremo  del  celebre  giornale  il  Don  Pirlone.  Era  di  formato 
in-4.°;  usciva  ogni  giorno  in  luce  e  conteneva  una  vignetta.  Incominciò 
il  i,"  settembre  1848  e  termmò  il  2  luglio  1849,  essendo  234  numeri 
in  tutto.  Si  d'sse  che  vi  scrivesse  il  conte  Mamiani,  G.  Borioni  di  An- 
cona, e  Michele  Mannucci  toscano,  e  qualche  volta  anche  il  co.ite  Op- 
prandino  Arrivabene  lombardo. 

Non  vorremmo  parlare  del  testo,  che  stante  i  nostri  principii  do- 
vrem.mo  disapprovare  altamente,  nò  della  improprietà  e  sconvenevolezza 
di  moltissimi  tra  i  soggetti  trattaf";  diremo  sjIo  che  per  ispirilo  d'in- 
venzione, e  per  gusto  nelle  caricature,  tenne  il  primato,  e  superò  ben 
anco  l'Arlecchino  di  Napoli. 

Questi  furono  i  giornali,  che  per  la  quasi  totalità  ci  dette  la  rivo- 
luzione, ma  ae  avemmo  pure  alcuni  nel  senso  conservatore,  e  di  questi 
ora  parleremo. 

Le  Capitole,  per  esempio  e  la  Correspondance  de  Rome  erano  di  que- 


IL  GIORNALISMO  ROMANO  DAL  1846  AL  1849.  655 

Sto  numero,  e  venivano  compilati  da  legittimisti  francesi,  ed  in  lingua 
francese  pubbiicavansi. 

Il  Costitu^ionak  romano^  del  marchese  De  Malherbe  francese. 

L'Educatore  in-4.''  dell'abate  Domenico  Zmelli  parmigiano. 

Il  Labaro  scritto  da  alcuni  ecclesiastici,  che  in  sui  primi  parlando 
ancor  essi  di  libertà  e  d'indipendenza  eran  venuti  in  grazia  dei  liberali; 
ma  che  poi,  assunto  un  linguaggio  più  mite  e  conservatore,  si  attira- 
rono il  'oro  odio  e  le  loro  rampogne.  Il  loro  giornale  allora  per  dileg- 
gio chiamavasi  11  Don  Labari'.  Nel  1848  ebbe  moka  celebrità.  Il  suo  for- 
mato era  in  foglio,  ed  era  succeduto  al  Fimirnle,  ch'era  un  periodico 
in-4."'  compilato  da  una  società  di  romani,  e  che  conservossi  estraneo 
alla  politica. 

Il  Giornale  romano  si  disse  essere  il  giornale  che  riceveva  la  inspi- 
razione dal  pala7zo  pontificio,  perchè  venne  introdotto  appunto  per  ri- 
portare con  fedeltà  ed  esattezza  i  discorsi,  le  risposte  e  gii  atti  tutti  del 
Santo  Padre.  Era  in  foglio  e  ne  fu  confidata  la  direzione  ad  Antonio 
Tosi,  già  autore  della  Rivista.  Visse  dall' 8  luglio  al  21  novembre  1848. 

Questi  giornali  che  rappresentavano  presso  a  poco  la  stampa  con- 
servatrice, chi  li  leggeva?  Quei  tali  che  per  la  st^^bilità  dei  loro  prin- 
cipe avevano  meno  bifogno  di  leggerli.  Egli  è  un  fatto  che  o  per  cor- 
rere appresso  alla  moda  che  seguiva  i  vessilli  del  progresso,  o  per  ti- 
more di  accettare  la  voce  di  oscurantista,  quasi  tutti  si  trattenevano 
dal  leggerli. 

Ma  vi  è  di  più.  Senza  parlare  dei  saloni,  ove  tu  trovavi  il  Contem- 
paranco,  V Epoca  e  gli  altri  giornali  della  stessa  risma,  e  mai  un  solo  dei 
giornali  conservatori,  anche  nei  catìfè  o  nei  quartieri  civici  i  giornali  con- 
servatori non  vi  erano,  e  quelli  della  rivoluzione  s'. 

Lo  spirito  dunque  della  popolazione  fu  formato  e  mantenuto  dalla 
lettura  soltanto  dei  giornali  del  movimento  più  o  meno  pronunziato;  e 
siccome  la  quasi  totalità  dei  loro  scrittori  era  estranei  a  Roma,  ne  con- 
segue che  l'educazione  pubblica  per  ciò  che  riguarda  la  politica,  e  ciò 
che  ne  risultò,  si  dovette  precipuamente  agli  clementi  eterogenei  che  in 
Roma  eransi  riuniti. 

Ma  se  abbiam  parlato  dei  giornali  che  videro  la  pubblica  luce,  dei 
quali  si  conobbero  e  autori  e  stampatori,  è  giusto  che  diamo  un  cenno 
ben  anco  dei  giornali  clandestini,  che  dicevansi  stampati  alla  macchia,  i 
quali  sopratutto  negli  anni  1847  e  1848  circolarono  e  furono  i  seguenti: 

I.  L'Amica  Veritas  -  2.  La  Voce  della  Verità  -  3.  La  Frusta  -  4.  I  Misteri  della 
polizia  -  5.  La  Sentinella  dei  buoni   cittadini  -  6.  La  Sentinella   del    Campidoglio  - 

7.  Lo  Zibaldone. 

Andiamo  ora  a  riepilogare  i  nomi  di  tutti  i  giornali  grandi  o  pic- 
coli, moderati  o  esaltati,  di  lunga  o  di  corta  durata,  ch'ebber  corso  in 
Roma  dal  1846  al  1849: 

I.  L'Album  -  2  L'Artigianello  -  3.  L'Astrea  -  4.  Annali  di  giurisprudenza  - 
5.  Annali  delle  scienze  religio'.e  -  6.  L'Amica  Veritas,  clandestino  -  7   II  Biricchino  - 

8.  La  Befana  -  9.  La  Bilancia  -  io.  Il  Banditore  -  il.  Il  Commercio  -  12.  Il  Con- 
temporaneo -  13.  Le  Capitole  -  14.  Il  Costituzionale  romano  -  15.  La  Correspondance 
de  Rome  -   16.  La  Corrispondenza  scientifica  -  17.  II  Casotto  dei  Burattini  -   18.  II 


656  GUIDA    DELLA    STA.MP\    PERIODICA    ITALIANA. 

Cicerone  -  19.  La  Coaversazioiie  di  alcuni  giovani  -  20.  La  Commedia  -  21.  La 
Cronaca  dell'Assemblea  -  22.  Il  Cassa-idrino  -  23.  Il  Cassandrino  vero  -  24.  Il  Cas- 
sandrino  repubblicano  -  25.  Il  Don  Ci:cio  -  26.  Il  Diavolo  zoppo  -  27.  Il  Diavo- 
letto -  28.  La  Donna  bizzarra  -  29.  La  Democrazia  -  30.  Il  Diario  di  Roma  e  le  No- 
tizie del  giorno  -  31.  Il  Didascalico  -  32.  La  Donna  italiana  -  33.  L'Epoca  -  34.  L'Edu- 
catore -  35.  Il  Fanfulla  -  36.  La  Frusta,  in-4.  -  37.  Un  Foglio  -  38.  La  Frusta,  cìan- 
destino  -  39.  La  Gazzetta  di  Roma  -  40.  Il  Giornale  degli  architetti  -  41.  Il  Girovago 
Farfalla  -  42.  II  Giornale  di  Roma  -  45.  Il  Giornale  romano  -  44.  Giornaletto  pei 
fanciulli  -  45.  Giornale  senza  titolo  -  46.  Giornale  dei  dibattimenti  -  47.  Giornale 
del  fóro  -  48,  La  Guardia  nazionale  -  49.  La  Gazza  Ladra  -  50.  Giornale  del  po- 
po'o  -  51.  Giornale  della  giurisprudenza  e  del  fòro  criminale  -  52.  L'Italico  -  53.  L'in- 
dicatore -  54.  L'Interesse  nazionale  -  55.  L'Italia  libera  -  56.  L'Italia  del  popolo  - 
57.  Il  Labaro  -  58.  La  Lanterna  magica  -  59.  Il  Lanternino  del  Diavolo  -  60.  La 
Locomotiva  -  61.  Il  Monitore  romano  -  62.  11  Menimpippo  -  63.  Il  Messaggero  o 
l'Eclettico  -  64.  La  Miscellanea  istruttiva  -  65  II  Mentore  -  66.  I  Misteri  di  Roma  • 
67.  1  Misteri  della  polizia,  cìandestino  -  6S.  Il  Nemico  del  Diavolo  zoppo  -  69.  L'O- 
ceano -  70.  La  Pallade,  in-folio  -  71.  La  Pallade,  in-4.  -  72.  11  Don  Pirlone  -  73.  Il 
Popolare  -  74.  Il  Pasquino,  Gazzettiere  popolare  -  75.  Il  Periodico  municipale  - 
76.  11  Positivo  -  77.  Il  Pallon  volante  -  yi.  11  Pappagallo,  con  vignette  -  79.  Il  Pa- 
norama artistico  -  .So.  The  Roman  Advertiser  -  81.  La  Rivista  -  62.  Il  Rugantino  - 
83.  Il  Saggiatore  -  84.  La  Sentinella  d-^i  buoni  cittadini,  clandestino  -  85.  La  Senti- 
nella del  Campidoglio,  id.  -  86.  La  Speranza  -  87.  La  Speranza  italiana  -  88.  La 
Speranza  dell'Epoca  -  89.  Il  Somaro  -  90.  Lo  Scontento  -  91.  Il  Tribuno  -  92.  II 
Tevere  -  93.  La  Torre  di  Babele  -  94.  Il  Tedesco  -  95.  L'Unione  -  96.  Il  Vimi- 
nale -  97.  La  Voce  di  un  popolano  -  9S.  La  Voce  del  Campidoglio  -  99.  La  Voce 
della  verità,  clandestino  -   100.  Lo  Zibaldone,  id. 

Volendo  noi  provare,  coerentemente  al  nostro  assunto,  la  discre- 
panza immensa  fra  il  numero  dei  romani  che  preser  parte  al  giornali- 
smo, e  quello  dei  non  romani,  sottoponiamo  e  nome  e  paese  di  nascita 
degli  scrittori  tanto  progress  sti,  qua-to  conservatori  o  'ndifferenti: 

I.  Agostini  Cesare,  Fo'igno  -  2.  Arrivabene  conte  Opprandino,  Lombardia  - 
3.  Armandi  colonnello  Pietro,  Fusignano  -  4.  Antinori  march.  Orazio,  Perugia  -  5.  Avez- 
zana  Giuseppe,  Genova  -  6.  Bordiga  Cesare,  Romagna  -  7.  Ballauri  avv.  Pietro,  Pie- 
monte -  8.  Bertoni  Giacomo,  Faenza  -  9.  Bonis  Gualdo,  non  romano  -  io.  Belgiojoso 
principessa  Cristina,  Milano  -  11.  Borioni  G.,  Ancona-  12.  Betti  Salvatore,  Marche  - 
13.  Cattabene  avv.  Andrea,  Sinigallia  -  14.  Cirnevalini  avv.  Angelo,  Viterbo  -  15  Caucci 
Filippo,  incerto  -  16.  Cialdi  colonnello  Alessandro,  Civitavecchia  -  17.  Cuzzocrea  Do- 
menico, Calabria  -  18.  Coppi  abate  Antonio,  Piemonte  -  19.  Durando  generale  Gio- 
vanni, id.  -  20.  DaU'Ongaro  abate  Francesco,  Friuli  -  21.  De  Boni  Filippo,  Feltre  - 
22.  Dragonetti  marchese  Luigi,  Aquila  -  23.  Farini  dott.  Carlo  Luigi,  Russi  -  24.  Gen- 
narelli  avv.  Achille,  Fermo  -  25.  Gabussi  avv.  Giuseppe,  Bologna  -  26.  Ciucci  Gae- 
tano, Napoli  -  27.  Gavazzi  padre  Ale.ssandro,  Bologna  -  28.  Gasparoni  Francesco,  Fu- 
signano -  29.  Gazòla  mons.  Carlo,  Parma  -  30.  Hemans  Carlo  Isidoro,  Irlanda  - 
31.  Lizabe  Ruffoni,  Ferrara  -  32.  Lemmi  Adriano,  incerto  -  33.  Mazzini  Giuseppe, 
Genova  -  34.  Masi  Luigi,  Perugia  -  35.  Mannucci  Michele,  Toscana  -  36.  Mamiaui 
conte  Terenzio,  Pesaro  -  57.  De  Malherbe  marchese,  Francia  -  38.  Miraglia  Biagio, 
Stromboli  -  39  Orioli  prof.  Francesco,  Viterbo  -  40.  Potenziani  marchese  Ludovico, 
Rieti  -  41.  Paradisi  Filippo,  Nepi  -  42.  Pompilio  Gioacchino,  Spoleto  -  43.  Politi 
Corrado,  R^canati  -  44.  Pantaleoni  dott.  Diomede,  Pesaro  -  45.  Perfetti  abate  Filippo, 
Romagna  -  46.  Pasroli  Vittorio,  Ravenna  -  47.  Palazzini  Numa,  incerto  -  48.  Parente 
Domenico,  Napoli  -  49.  Patroni  avv.  Giuseppe,  Bologna  -  50.  Pieromaldi  avv.  Fran- 
cesco, Prosinone  -  51.  Parma  R.,  incerto  -  52.  Quadrio  Maurizio,  id.  -  53.  Rossi 
conte  Pellegrino,  Carrara  -  54.  Rebeggiani  avv.  Giuseppe,  Faenza  -  55.  Regnoii  av- 
vocato Oreste,  Romagna  -  56.  Reali  prof.  Eusebio,  Orvieto  -  57.  Raggi  avv.  Oreste, 
Carrara  -  58.  Sterbini  Pietro,  Vico  -  59.  Spini  Leopoldo,  Ravenna  -  60.  Scarabelli 
Luciano,  Bologna  -  6(.  Struit  Arturo,  Inghilterra  -  62.  Torre  Federigo,  Benevento  - 
63.  Teodorani  avv.  Eduardo,  Cesena  -  64.  Tommaseo  Niccolò,  Venezia  -  65.  Tom- 


IL  GIORNALISMO  ROMANO  DAL  1846  AL  1849.         657 

masoni  Tommaso,  Fano  -  66.  Ugolini  avv.  Filippo,  Urbania  -  67.  Valeriani  G.,  To- 
scana -  68.  Venturini  Domenico,  Marche  -  69.  Ximenes  abate  Francesco,  incerto  - 
70.  Zauli-Saiani  avv.  Tommaso,  Forlì  -  71.  Zanelli  abate  Domenico,  Parma. 

Seguono  gli  scrittori  romani: 

I.  Armellini  avv.  Carlo  -  2,  Conti  principe  Cosimo  -  3.  Checchetelli  Giuseppe  - 
4.  Cerroti  avv.  Luigi  -  5.  Gerardi  Filippo  -  6.  Gigli  Ottavio  -  7.  Mazio  Paolo  - 
8.  Meucci  Filippo  -  9.  Malvolti  Emilio  -  io.  Finto  Michelangelo  -  11.  Pistolesmi 
Erasmo  -   12.  Petrocchi  avv.  Rinaldo  -   13.  Righetti  cav.  Pietro  -   14.  Tosi  Antonio. 

Abbiamo  cosi  accozzato  alla  meglio  86  nomi,  tra  romani  e  non  ro- 
mani scrittori,  o  direttori  di  giornali.  I  primi  però  non  essendo  che  14 
sopra  86,  rappresentano  un  sesto  del  numero,  mentre  gli  altri  cinque 
sesti  son  rappresentati  da  individui  estranei  a  Roma,  e  quindi  anche  da 
questo  lato  provammo  fino  all'ultima  evidenza  quanto  prevalessero  in 
Roma  gli  esteri  elementi. 

Vogliamo  ora  sottoporre  ai  nostri  lettori  il  titolo  degli  altri  gior- 
nali dello  stato  pontificio;  ma  non  di  tutti  quelli  che  hanno  esistito, 
bensì  di  quelli  che  vennero  in  nostre  mani  e  che  possediamo  tuttora. 
Essi  sono  i  seguenti  : 

Ancona:   i.  La  Gazzetta  di  Ancona  -  2.  Il  Piceno. 

Bologna:  i.  La  Gazzetta  di  Bologna  -  2.  La  Farfalla  -  3.  Il  9  febbraio  -  4.  La  Dieta 
italiana  -  5.  Il  Felsineo  -  6.  L'Unità  -  7.  Il  BuUettino  del  popolo  bolognese  - 
8.  L'Eco  -  9.  L'Utile  Dulci  -  io.  Notizie  del  giorno  -  11.  Il  Quotidiano  - 
12.  Il  Povero  Diavolo  -  13.  Le  Strade  ferrate  -  14.  La  Costituente  italiana  - 
15.  Il  Messageiero  bolognese  -   16.  L'Italiano  -   17.  Un  Esperimento. 

Faenza;   i.  L'Imparziale. 

Foligno:   i.  La  Gazzetta  universale. 

Forlì:  I.  L'Emilia. 

Ferrara:   i-  La  Gazzetta  di  Ferrara  -  2.  La  Campana  democratica. 

Grottamare:  i.  Frate  Crispino. 

Macerata:   i.  Legalità  e  Progresso  -  2.  L'Educatore  del  popolo. 

Ravenna:   i.  La  Gazzetta  di  Romagna  -  2.  Il  Romagnolo. 

Sinigallia:  i.  L'Eco  del  Misa. 

Terni:   i.  Foglio  settimanale. 

Affinchè  poi  non  si  perda  la  memoria  di  quei  giornali  ch'ebbero 
corso  nelle  altre  città  d'Italia  m  detto  periodo,  cioè  dal  1846  al  1849, 
poniam  qui  la  indicazione  di  quelli  soltanto  di  cui  possediamo  qualche 
numero.  C;ò  servirà  eziandio  per  somministrare  un'idea  di  quelle  città, 
ove  più  vigorosamente  si  svolse  la  vita  pubblica.  Eccone  i  nomi: 

Cremona:   i.  La  Gazzetta  privilegiata. 

Cagliari:  L'Indipendenza  italiana. 

Firenze:  i.  Il  Monitore  toscano  -  2.  L'Alba  -  3.  La  Patria  -  4.  L'avvenire  -  5.  Il 
Nazionale  -  6.  Lo  Statuto  -  7.  Il  Popolano  -  s.  II  Lampione  -  9.  Lo  Specchio  - 
10.  La  Vespa  -  11.  La  Democrazia  progressiva  -  12.  Journal  universel  poli- 
glotte -  13.  La  Guardia  nazionale  -  14. 11  Ferruccio  -  15.  Giornale  militare  ita- 
liano e  di  varietà  -  16.  Belfagor  Arcidiavolo  -  17.  Il  Tribuno  della  plebe  - 
18.  Giornaletto,  o  catechismo  politico  pei  popolani  -  19.  La  Costituente  italiana  - 
20.  Il  Ricoglitore  -   21.  Il  Filo-Cattolico  -  22.  La  Rivista  di  Firenze. 

Genova:  i.  La  Gazzetta  di  Genova  -  2.  L'Imparziale  ligure  -  3.  Il  Corriere  mercan- 
tile -  4.  Il  Pensiero  italiano  -  5.  La  Gazzetta  dei  tribunali  -  6.  Il  Censore  - 
7.  Il  Cattolico  di  Genova  -  8.  II  Balilla  -  9.  Il  Diario  del  popolo. 

Livorno:  i.  Il  Corriere  livornese  -  2.  Il  Cittadino  italiano  -  3.  Il  Calambrone  -  4.  L'Ita- 
lia repubblicana  -   5.  Le  Courrier  d'Italie. 

N.  Berkardini— GMiia  dtlla  Stampa  ptrtodica  italiana  —  42. 


658  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 


Lucca:  I.  Giornale  privilegiato  di  Lucca  -  2.  La  Riformi  -  3.  Bollettino  quotidiano 
di  notizie  -  4.  Campana    del    popolo  -   5.  Gazzetta   di    Lucca  -  6.  Il  Vapore  - 

7.  L'Era  novella. 

Milano:  i.  La  Gazzetta  di  Milano  -  2.  La  Voce  del  popolo  -  5.  Lo  Spirito  Folletto  - 
4.  L'Operaio  -  5.  La  Bandiera  tricolore  -  6.  L'Italia  del  popolo  -  7.  Il  Pirata  - 

8.  L'Italia  rigenerata  -  9.  La  Moda  -   io.  L'Eco  della  Borsa. 

Napoli:  I.  Giornale  costituzionale  del  regno  delle  Due  Sicilie  -  2.  La  Libertà  -  3.  La 
libertà    italiana  -  4.  Religione    e    Libertà  -   s-  La    Nazione  -  6.  Il    Nazionale  - 

7.  Il  Secolo  -  8.  La  Piccola  Posta  -  9.  Il  Quirinale  -  io.  Il  Lampo  -  11.  Il  Te- 
legrafo -  12.  Il  Mondo  Vecchio  e  il  Mondo  Nuovo  -  13.  Uà  altro  Mondo  - 
14.  L'Omnibus  -  15.  L'Eco  della  l'bertà  -  16.  L'Arlecchino  -  17.  La  Stampa  - 
18.  Il  Tempo  -  19.  Verità  e  Libertà  -  20.  La  Sentinella  dell'esercito  -  21.  Co- 
raggio e  l'eseveranza  -  22.  La  Costituzione  -  23.  Un  nuovo  inferno  -  24.  L'Araldo. 

Novara:  i-  L'Iride  novarese. 

Nizza:   i-  Il  Popolare  nizzardo. 

Parma:   r.  FogUo  ufficiale  di  Parma  -  2.  Il  Riverbero  -  3.  L'Unione  italiana. 

Pisa:   I.  L'Italia  dei  giovani  -  2.  L' Indie uore  pisano  -  3    L'It^lia. 

Palermo:  i-  Giornale  ufficiale  del  Governo  di  Sicilia  -  2.  Il  12  Gennaro  -  i-  Il  Cit- 
tadino -  4.  L'Apostolato  -  5.  La  Costanza  -  6.  La  Democrazia  -  7.  L'Indipen- 
denza e  la  Lega. 

Padova:   i.  Il  Caflè  Pedrocchi  -  2.  Il  Tornaconto. 

Siena;   r.  Un'ora  di  lettura  per  la  plebe  -  2.  Un'ora  di  lettura  per  l'artigiano. 

S.  Vito  al  Tagliamento  :  i    L'Amico  del  contadino. 

Torino:  i.  H  Mondo  illustrato  -  2.  La  Democrazia  italiana  -  3.  L'Istruttore  del  po- 
polo -  4.  La  Cronaca  di  tutti  i  giorni  -  5.  L'Armonia  -  6.  L'Opinione  -  7.  Il 
Risort>imento  -  8.  Il  Costituzionale  subalpino  -  9.  La  Concordia  -  io.  La  Legt^e  - 
II.  Il  Saggiatore  -  12.  Abracadabra  -  13.  Confed -razione  italiana-  14.  Gazzetta 
del  popolo-  15.  Gazzetta  piemontese  -  16.  Il  Fischietto  -  17.  Il  Messaggero  to- 
rinese -    18.  Il  Conciliatore  torinese  -   19.  La  Nazione. 

Treviso:  i.  Il  Popolano. 

Venezia:  i-  La  Gazzetta  di  Venezia  -  2.  Sior  Antonio  Rioba  -  3.  Il  Mondo  nuovo  - 
4.  L'Indipendente  -   5.  Il  Biricchino  -  6.  L'Italia  nuova  -  7,  Il  Libero  italiano  - 

8.  Asmodeo,  diavolo  zoppo  -  9.  Lega  italiana  dii  popoli  -   io.  Lega  italiana. 

Quanmnque  da  noi  non  si  pretenda  di  aver  posto  sott'occhio  tutti 
i  giornali  che  pubblicavansi  nelle  principali  città  d'Italia,  pure  confron- 
tati quelli  che  circolarono  in  Roma  con  quei  ch'cbber  corso  in  altre 
città,  ci  seaibra  potere  stabilire  che  Ron:a  le  superò  tutte  in  fatto  di 
sviluppo  dì  vita  pubblica,  ma  per  opera  bensì  d'individui  a  Roma  estranei. 

Se  si  consideri  adunque  che  Roma  aveva  nel  tempo  stesso  un  70 
o  80  giornali,  che  tutti  leggevano  avidamente,  una  dozzina  o  quindi- 
cina di  casini  0  circoli  sempre  in  attività,  ed  una  dozzina  di  quartieri 
civici  aperti  pei  quattordici  rioni  di  Romi,  ove  tutto  giorno  mintene- 
vasi  coi  discorsi  e  cogli  scritti  il  fuoco  defila  rivoluzione:  se  si  rifletta 
alla  quantità  delle  dimostrazioni  in  piazza,  dei  banchet'i  che  si  d?:ttero 
all'aperto  ed  a  porte  chiuse,  ed  alle  processioni  funebri  numerosissime 
ch'ebber  luogo  nei  prim.i  due  anni,  e  che  formarono  una  delle  occupa- 
zioni principali  della  città  di  Roma:  se  infine  si  ponga  mente  che  vi 
furono  elezioni  per  le  cariche  nei  circoli,  elezioni  per  l'ufficialità  del'a 
civica,  elezioni  pti  deputati  nel  1848,  elezioni  per  la  Costituente  e  pel 
nuovo  municipio  nel  1849,  sarà  forza  il  convenire  che  la  città  ch'era 
dianzi  la  più  tranquilla  di  tutto  il  mondo,  erasi  trasformata  in  una  vera 
torre  di  Babele. 

Queste  nuove  occupazioni  dei  cittadini,  questo  movimento  insolito 
che  invadeva  tutte  le  classi,  Lee  sì  che  gli  uffici  pubblici  e  privati,  le 


IL    GIORNALISMO   ROMANO   DAL    1846    AL    1849. 


659 


segreterie,  gli  studi  legali  ed  i  negozi  commerciali  trovaronsi  in  un  ar- 
retrato di  scritture  sempre  crescente,  perchè  o  per  un  motivo  o  per 
l'altro,  in  tanta  distrazione  e  commovimento  di  vita  pubblica,  l'assen- 
tarsi dagli  uffici  per  necessità  o  per  abuso  era  divenuta  una  cosa  ovvia. 

Né  avevasi  il  coraggio  dai  capi  di  ufficio  di  fare  rimostranza  ve- 
runa, perchè  sarebbesi  loro  risposto:  «  che  cosi  voleva  la  salute  della 
patria  »,  e  avrebber  corso  rischio  di  porgere  al  giornale  la  Pallade  il 
pretesto  di  punzecchiarli  coi  suoi  pungenti  articoli,  e  designarli  alla  pub- 
blica riprovazione.  Pareva  insomma  che  si  volesse  imitare  quegli  stoici, 
i  quali,  mentre  segavansi  lor  le  gambe,  affefavar^o  tranquillità,  e  si  van- 
tavano di  non  sentir  dolore. 

Cosi  coloro  i  quali  sentivan  pur  troppo  avversione  a  quel  turbine 
che  tutto  e  tutti  iravolgei  nei  vortici  suoi,  se  ne  mostravan  contenti, 
e  dichiaravano  anzi  che  quello  scompiolh  era  una  bella  cosa;  e  per  tal 
modo  permettendo  tutto  o  per  prudenza  o  per  paura,  non  tanto  si  tace- 
vano, quanto  facevan  mostra  di  allietarsene.  Questa  fu  la  vera  condi- 
zione di  Roma. 

Giuseppe  Spada 


MARIAdMAGDALA 

Illustrata  da  50  Disegni  di  A  FISHA 


Splendido  tipo  che  ha  ispirato  i  più 
gran  ji  artisti,  la  bella  peccatrice  Madda- 
lena, redenta  dall'amore,  getta  uno  sprazzo 
lii  rosea  luce  nella  Storia  Cristiana  e 
commuove  coli'  intensità  della  passione 
e  la  purezza  del  pentimento 

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Via  del  Lvatore  88,  ROMA  -  sarà  ab- 
bonalo nll'Opera. 
Domand  te  U  prime  Eispense  a  tutti  1  Li- 
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PREMIàTA  FOMSRIA  DI  CARATTERI 
BACCIGALUPPI   & 

Vedi   Avviso    speciale    a    pag.    155 


e. 


PROVINCIA  DI  ROVIGO 


"bLumero    dei    Comuni:  63  —  'Popolazione:  217,700  —  Superficie:  K.  q.    1,665  —  Depulali   della  provincia: 
Badaloni,  Mario,  Villanova,  Tedeschi. 


Bollettino  della  Santa  Lega  contro  le 
cattive  letture.  Nato  il  5  aprile  i'S8  5,  esce 
la  I.*  domenica  d'ogni  mese  in  4  pagine 
in-4.°  a  3  colonne.  Tira  1200  copie.  Ab- 
bonamento: anno  L.    i.  Tip.  Buffetti. 

Lendinara. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Nato 
nel  1ÌÌ67,  pubblica  gli  atti  amministrativi. 
Esce  ogni  mese  in  fascicoli  da  40  a  50 
pagine.  Abbonamento:  anno  L.  io. 

Rovigo. 

Il  Polesine  agricolo.  Bollettino  degl'in- 


teressi agrari  della  provincia,  nato  il  30 
novembre  1886.  Esce  il  i.°  e  15  d'*ogni 
mese  in  16  pagine  in-8.°  -  Direttore:  cav. 
Pergentino  Doni.  Abbonamento:  anno  L.  5. 
Un  numero  0,30.  Tip.  di  G.  Vianello. 

Rovigo. 
Supplemento  al  Foglio  periodico  deila 
Prefettura.  Nato  nel  1876,  esce  2  volte 
alla  settimana  in  4  pagine  e  contiene  gli 
annunzi  legali  amministrativi.  Abbonamen- 
to: anno  L.   io. 

Rovigo. 


Giornali  cessati: 

11  Conciliatore,  amministrativo,  settimanale,  n.  1885  a  Rovigo;  direttore  G.  Rubini. 

La  Farfalla,  letterario,  quindicinale,  n.   1885  a  Rovigo. 

Il  Grillo  del  focolare,  letterario    nato    1879   a    Lendinara;    direttore   Adolfo   Rossi, 

che  poi  diresse  il  Progresso  italo-americano  di  New  York  ed  ora  è  redattore  del 

Don  Chisciotte  di  Roma  {Re  Parler  e  Macia). 
Rivista  settimanale  del  Polesine,  radicale,  n.  1882  a  Rovigo. 


GRANDE  FABBRICA  N'AZIONALE  DI  MACCHINE  TIPOGRAFICHE 

NORBERTO  ARBIZZONI,  MONZA 

Premiato  anche  dal  R.  Ministero  d'Agricoltura,  Industria  e  Commercio 


Torchio  tipografico  sistema  inglese  a  leva 

Vedi  Avviso  speciale  a  pag.   16 


PROVINCIA  DI  SALERNO 


Numero  dei  Comuni:  158  —  Popola<^ione :  $50,157  —  Superficie:  K.  q.  5,071  —  Deputati  dilla  provincia: 
I.  Nicotera,  Pellegrino  G. ,  Farina  N. ,  Tajani,  Lazzaro.  2.  Spirito,  Alarlo,  Giampietro.  3.  Guglielmini, 
Mazziotti,  Florenzano,  Riccio. 


Agostino  Bertani.  Periodico  d'igiene, 
medicina  popolare,  e  sociologia,  nato  nel 
gennaio  i8S7._Esce  ogni  mese  in  i6  pa- 
gine in-8.°  -  È  redatto  dal  dott.  Giuseppe 
Angrisani,  medico  condotto  in  Bracigliano, 
con  la  collaborazione  di  distinti  professori. 
Abbonamento:  anno  L.  ?. 

Mercato  Sanseverino. 

Aurora.  Giornale  letterario, artistico,  nato 
nel  gennaio  1S88.  Esce  ogni  mese  in  4  pa- 
gine, formato  0,26^^0,18.  Direttore:  Do- 
menico Majolo.  Abbonamento:  annoL.2,75. 
Tip.  Fratelli  Jovane. 

Salerno. 

L'Avvenire.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, nato  nel  1889. 

Salerno. 

La  Campana  del  Mezzodì.  Giornale  po- 
litico, cattolico,  nato  nel  1007.  Esce  2  volte 
la  settimana  in  4  pagine.  Abbonamento: 
anno  L.  6.  Un  numero  0,05. 

Scafati. 

Corriere  Salernitano.  Giornale  politico, 
industriale,  nato  i'8  gennaio  1888.  Esce  il 
giovedì  e  la  domenica  in  4  pagine,  for- 
mato 0,38^^0,27.  Direttore  proprietario: 
Oronzio  Nola.  Il  Corriere,  giornale  nicote- 
rino,  risulta  ddlla  fusione  di  due  altri  gior- 
nali, V  Indipendente  e  VEcodei  Comuni,  sotto 
l'unico  titolo  di  Unione,  col  quale  si  pub- 
blicò sino  al  22  dicembre  1887.  Prima  aveva 
avuto  il  nome  di  Caporale  Mena-Botta,  col 
quale  aveva  preso  a  pubblicarsi  il  20  giu- 
gno 1885.  Abbonamento  :  anno  L.  7;  seni.  4. 
Corso  Vittorio  Emanuele. 

Nocera  Inferiore. 

Don  CheCOO.  Periodico  umoristico,  nato 
nel  1889.  Abbonamento:  anno  L.  4. 

Salerno. 

Foglio  Periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano mensile  ufficiale  fondato  nel  1S61, 
per  la  pubblicazione  degli  atti  amministra- 
tivi. Il  prezzo  di  ogni  numero  varia  a  se- 
conda delle  pagine. 

Salerno. 

La  Frusta.  Cronaca  politica  del  popolo, 
nata  nel  1876.  Esce  3  volte  la  settimana 
in  4  pagine  a  3  colonne.  Propugna  prin- 
cipii  di  sinistra.  Abbonamento  :  anno  L.  io, 
sem.  6.  Porta  di  Ronca,  2. 

Salerno. 


La  Giovine  Lucania.  Giornale  letterario, 
educativo,  politico,  nato  il  15  gennaio  1888. 
Esce  la  domenica  in  4  pagine  piccole  a  3 
colonne.  Direttore:  Barbato  sac.  Caputi. 
Abbonamento:  anno  L.  5. 

Vallo  della  Lucania. 

Il  Giurista.  Giornale  di  giurisprudenza, 
nato  nel  dicembre  1882,  e  diretto  dagli 
avvocati  Andrea  de  Leo  e  F.  A.  Acconcia. 
Esce  due  volte  al  mese  in  8  pagine.  Mi- 
gliaccio, editore.  Non  si  vende  a  numeri 
separati.  Abbonamento:  anno  L.  5. 

Salerno. 

La  Luce.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, letterario,  nato  nel  1880.  Esce  2  volte 
la  settimana  in  4  pagine  a  4  colonne,  sotto 
la  direzione  di  Giuseppe  De  Luca.  Il  gior- 
nale è  più  tosto  ben  redatto,  ricco  d' in- 
formazioni e  corrispondenze.  Abbonamento: 
anno  L.  8,  sem.  4,50.  Inserzioni:  3.*  pa- 
gina 0,75,4."  pag.  0,30.  Vicolo  S.Giorgio,!. 

Salerno. 

Il  Manicomio  moderno.  Giornale  di  psi- 
chiatria, nato  nel  1885,  organo  del  manico- 
mio interprovinciale  V.  E.  II.  Direttore  : 
Giovannangelo  cav.  Limoncelli.  Redattori  : 
dottori  Ventra,  Roscioli,  Canger,  Grimaldi, 
con  la  collabor.izione  di  molti  specialisti. 
Esce  3  volte  all'anno  in  fascicoli  di  170 
pagine  in-8.°  -  Abbonamento:  anno  L.  7  ; 
estero  9.  Tip.  del  Manicomio. 

Nocera  Inferiori'.. 

Il  Nuovo  Istitutore.  Giornale  d'istruzione 
ed  educazione,  nato  nel  1869,  premiato  con 
medaglia  d'argento  al  VII  congresso  pe- 
dagogico. Esce  tre  volte  al  mese,  in  fasci- 
coli da  8  a  16  pagine.  Direttore:  prof.  Giu- 
seppe Olivieri.  Abbonamento:  anno  L.  5, 
semestre  3. 

Salerno. 

Il  Picentino.  Giornale  di  agricoltura  e 
commercio,  nato  nel  1858.  Esce  ogni  mese 
in  32  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  6. 
Non  si  vende  a  numeri  separati. 

Salerno. 

La  Provincia.  Galena  di  Salerno.  Gior- 
nale politico,  amministrativo,natOQel  1889. 
Esce  il  mercoledì  e  sabato  in  4  pagine  a 
4  colonne.  Direttore:  avv.  Pasquale  Nad- 
deo.  Abbonamento:  anno  L.  5,  seni.  3. 
Inserzioni:  3.*  pagina  0,75  la  linea;  4.'  pa- 


662  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


ginao,30.  Unnum.o,o5.ViaFIavioGioia,  1 3. 

Salerno. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 

Prefettura.  Creato  nel  1876,  esce  due  volte 

la  settim:)na  in  8    pagine    e    contiene   gli 


amministrativo,  nato  nel  1888.  Esce  ogni 
raercoledi  in  4  pagine  a  4  colonne.  Abbo- 
namento: anno  L.  5;  semestre  3;  estero 
anno  7,50,  sem.  4,50.  Corso  Garibaldi,  75. 

Saìerno. 


annunzi  legali  amministrativi.  Abbonamen-  Il  Volceiano.  Periodico  quindicinale  bue- 

cinese,  nato  il  20  maggio  1888.  Esce  in  4 
pagine,  formato  0,28  x  0,22  Direttore  :  avv. 
Gius.  Sacco.  Abbonamento:  anno  L.  3,50. 
Un  numero   5  cenresimi.  Buccino. 


to:  anno  L.  21.   Il  prezzo  d'ogni  numero 
è  in  ragione  di  3  centesimi  per  pagina. 

Saìerno. 
Il  Vero.  Giornale  politico,  indipendente 

Giornali  cessati  : 

—  Babele,  amministrativo,  quindicinale,  n.  1885  a  Pagano. 

—  La  Buona  Novella,  cattolico,  settimanal -,  n.   1885  a  Salerno. 

—  Caporal  Mei^a-Bolta,  settimanale,  n.  1885  a  Nocera;  direttore  Stefano  Malinconico. 

—  Il  Censore,  di  Salerno. 

—  La  Conciliaiione,  bisettimanale,  n.   1878  a  Salerno. 

—  Cronaca  del  Manicomio   V   E.,  mensile,  1888-90,  Nocera  Inferiore. 

—  Don  Paolino,  umoristico,  settimanale,  .1.   1887  a  Salerno;  direttore  Nicola  Marmo. 

—  U"  Eco  delle  Due  Valli,  aminin.  settim.,  n.  1884  a  Sala  Consiiina;  direttore  D  Falcone. 

—  h' Eco  elettorale,  settimanale,  n.   1882,  a  Vallo  della  Lucania;  direttore  G.  Rascio. 

—  Flavio  Gioia,  amministrativo,  settimanale,  n.   1885  ad   Amalfi. 

—  La  Gaietta  di  Sala,  n.   1882  a  Vallo  della  Lucania. 

—  La  Galletta  di  Salerno,  bisettimanale,  n.  1870;  direttore  avv.  F.  Gaeta. 

—  La  Giovine  Lucania,  amministrativo,  settimanale,  n.   1884  a  Polla. 

—  U Indipendente,  am;ninhirmvo,senim.,n.  i8S2,a  N'ocera  Inferiore;  direttore  O.  Nola. 

—  L' Imparziale,  bisettimanale,  n.    1870  a  Salerno;   F.  Gaeta. 

—  11  Lampo,  amministrativo,  settimanale,  n    18S4  a  Vallo  della  Lucania. 

—  Il  Mariano  del  Mezzodì ,  cattolico,  mensil -,  n.    1881   a  Scafali. 

—  Il  Mese  Mariano,  cattolico,  mensile,  n.   iSSo  a  Scafati. 

—  Nocera  risorta,  amministrativo,  n.   1S87;  mutò  poi  titolo  in   Nocera. 

—  La  Palestra,  settimanale,  n.   1881   a  Salerno;  direttore  Federico  Notaro. 

—  Il  Popolo,  politico,  bisettimanale,  n.  18S4  a  Cava  dei  Tirreni  ;  diret.  Rodolfo  Pezzoli. 

—  La  Pubblicità,  di  annunzi,  n.   1881   a  Scafati. 

—  Il  Punto  interrogativo,  umoristico,  amministrativo,  settimanale,  1887-88,  a  Nocera. 

—  Il   Tanagro,  elettorale,  bisettimanale,  n.   i88ó. 

—  Il   Tirreno,  politico,  letterario,  bisettiman  ile,  n.   18S1   a  Cava. 

—  La  Zingarella  e  lo  Spassaticmpo,  in  dialetto,  1881 -83,  a  Scafati,  dir.  F.  Morlicchio. 

11  decalogo  del  giornalista 

I.  Ti  abbonerai  e  starai  in  regola  col  pagamento  anticipato. 
II.   Ci  porterai  delle  notizie  più  che  puoi,  ma  ti  fermerai  p.-co  in  ufficio. 

III.  Ci  scriverai,  occorrendo,  ma  breve,  chiaro,  da  una  parte  sola  del  foglio,  mai  a  tergo. 

IV.  Non  verrai  mai  a  pregarci  di  sopprimere  fatti  e  nomi.  Tientelo  a  mente:    non 

li  sopprimeremo. 
V.  Rammenterai  che  il  giornale  è  fatto  pel  pubblico  tutto,  non  pei  soli  dilettanti  di 
battibecchi  tra  giornalisti. 

VI.  Se  avrai  la  malinconia  di  mandarci  a  sfidare  avrai  anche  l'avvertenza  di  non  sce- 
gliere per  padrini  degli  avvocati. 
Vii.  Le  lunghe  relazioni  su  banchetti,  discorsi  politici,  funerali,  premiazioni,  ecc.  ;  e  in 
generale  le  cose  noiose,  le  manderai  agli  altri  giornali.  Se  le  stamperanno,  avrai 
la  nostra  gratitudine. 
Vili.  Non  ci  raccomanderai  di  far  soffietti  a  prime  donne,  tenori,  baritoni,  neo-cava- 
lieri, candidati  di  nessuna  specie. 

IX.  Non  ci  farai  prediche  sulla  inviolabilità  della  vita  privata  quando  noi  attaccheremo 
i  poco  di  buono  della  vita  pubblica. 

X.  Ricorderai  che  l'editore  e  proprietario  del  giornale  non  ha  e  non    vuole   avere 
alcuna  ingerenza  nella  redazione  del  giornale  stesso. 

XI.  Ti  terrai  persuaso  che  noi  siamo  l'organo  di...  noi  stessi  e  di  nessun  altro.  Non 
abbiamo,  per  fortuna,  che  un  capo:  quello  che  ci  sta  sovra  le  spalle. 

Xn.  Farai  abbonati  al  nostro  giornale  e  Dio  te  ne  darà  merito  in  questa  e  nell'altra  vita. 


PROVINCIA  DI  SASSARI 


Numiro  dei  Comuni:   107  —  Popolazione:    261,367  —  Superficie:     K.  q.     10,159 
Ferracciù,  Pais-Serra,  Umana,  Giordani-Apostoli. 


Deputali  della  provintia  : 


Amsicora.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, indipiindente,  nato  nel  18S7.  Esce 
ogni  settimana  in  4  pagine  a  4  colonne, 
redatto  in  italiano  e  dialetto  sassarese.  Re- 
dattore :  C.  Tonox.  Abbonamento:  anno 
L.  7,  sem.  4,  trini.  2.  Un  numero  5  cen- 
tesimi. Via  delle  Finanze. 

Sassari. 

Caprera.  Giornale  amministrativo,  let- 
terario, nato  nel  i'^S7.  Esce  ogni  settimana 
in  4  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  5.  Un 
numero  5  centesimi. 

Sassari. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Nato 
nel  1866,  pubblica  gli  atti  ufficiali  ammi- 
nistrativi. Esce  ogni  mese  in  16  pagine. 
Tira  1800 copie.  Abbonamento:  anno  L.  io. 

Sassari. 

La  Sardegna.  Giornale  politico,  quoti- 
diano, nato  il  i."  maggio  1S82.  È  un  pe- 
riodico che  fa  onore  all'isola  :  redatto  assai 
bene,  ben  fornito  di  corrispondenze  e  te- 
legrammi, sostiene  il    programma  dell'U- 


nione monarchico-I'berale.  Esce  in  4  pa- 
gine grandi  a  4  colonne,  pubblica  corri- 
spondenze da  Roma  e  da  tutte  parti  del- 
l'isola. È  redatto  con  vigoria  e  spigliatezza. 
Nella  parte  letteraria  collaborano  buoni 
scrittori.  Ha  telegrammi,  listini  di  borsa, 
annunzi,  ecc.  Ne  fu  direttore  pei  primi  tempi 
De  Cachapuz,  ora  Io  dirige  il  cav.  Merardo 
Riccio.  È  molto  diffuso.  Abbonamento: 
anno  L.  18,  sem.  9, 50,  trim.  5  -  Estero  :  anno 
L.  36,  sem.  19,  trim.  10.  Via  Carlo  Alberto. 

Sassari. 
Il  Sardo.  Periodico  politico,  amministra- 
tivo, indipendente,  nato  il  4  novembre  i  iVgS. 
Esce  ogni  domenica  in  4  pagine,  formato 
0,44  >■■  0,30.  Un  num.  0,05.  Via  Finanze,  16. 

Sassari. 
'  Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Nato  nel  1870,  contiene  gli 
annunzi  legali  amministrativi.  Esce  ogni 
settimana  in  fascicoli.  Abbonamento:  anno 
L.   10.  Un  numero  50  centesimi. 

Sassari. 


Giornali  cessati: 

Donna  e  Civiltà,  mensile,  educativo,  letterario,  nato  a  Sassari. 

L'Eco  di  Gallura,  amministrativo,  settimanale,  n.  iSSò  a  Tempio  Pausania. 

La  Farina,  commerciale,  n.  a  Sassari. 

La  Gallura,  settimanale,  amministrar.,  n.  1883  a  Tempio  Pausania;  direttore  S.  Cossu. 

La  Ga:(^etta  di  Sassari,  quotidiano. 

Il  Promotore,   1840-43,  a  Sissari;  direttore  prof.  Francesco  Sulis. 

La  Provincia  di  Sassari,  bisettimanale,  n.   1881. 

La  Sardegna  agricola,  quindicinale,  n.  a  Nuoro;  direttore  L.  Intina. 

La  Stella  di  Sardegna,  settimanale,  democratico,  n.   1878  a  Sassari. 

La  Squilla,  democratico,  trisettimanale,  molto  diffuso,  n.  a  Sassari. 

Lo  Svegliarino,  amministrativo,  settimanale,  n.  1887  a  Sassari. 

La  Temperanza,  bisettimanale,  n.  a  Sassari. 


niÉ  Mmk  dei  Giornali  ItaìiaQi  ed  Esteri 

Inserzioni,  Rjippresentanvie,  Depositi. 
FIRENZE  (V.  pag.  380) 


PROVINCIA  DI  SIENA 


Inumerò    dei    Comuni:   37  —  "Popolazione:  105,926  —  Superficie:  K.  q.   5,826  —  "Deputati  della  provincia; 
Chigi,  Luchini  O. ,  Moceuni,.  Barazzuoli. 


L'  Amico  del  clero.  Giornale  cattolico, 
nato  nel  1SS7.  Non  ha  ordine  di  periodi- 
cità. Esce  in  24  pagine  e  si  distribuisce 
gratis  al  clero  italiano. 

Siena. 

Atti  del  Circolo  giuridico  della  R.  Uni- 
versità di  Siena.  Escono  a  fascicoli. 

Siena. 

Atti  della  E.  Accademia  dei  Fisiocri- 
tici.  Si  pubblicano  da  antico  a  periodi  che 
hanno  molto  variato.  Ora  ne  escono  6  fa- 
scicoli all'anno. 

Siena, 

Bollettino  del  Comizio  Agrario.  Nato 
nel  1863,  esce  ogni  2  mesi  in  48  pagine 
e  tratta  esclusivamente  di  agricoltura.  Ab- 
bonamento :  anno  L.  5.  Non  si  vende  a 
numeri  separati. 

S'ena. 

Eollettino  della  Camera  di  commercio 
ed  arti  di  Siena  e  Grosseto.  Nato  nel  1883, 
esce  2  volte  al  mese  in  8  pagine.  Abbo- 
namento: anno  L.  2.  Non  si  vende  a  nu- 
meri separati. 

Siena. 

Bollettino  del  naturalista  collettore  al- 
levatore e  coltivatore.  Supplemento  men- 
sile alla  Rivista  italiana  di  scienie  naturali, 
per  le  reciproche  comunicazioni  fra  pro- 
fessori, preparatori  e  studiosi  di  scienze 
fìsiche  e  naturali,  direttori  di  musei  e  giar- 
dini, dilettanti  di  caccia,  orticoltura  e  giar- 
dinaggio, allevatori,  acclimatatori  di  ani- 
mali, piante,  tee,  nato  nel  1881.  Esce  in 
16  pagine  con  copertina.  Direttore  :  cav.  Si- 
gismondo Brogi.  Abbonamento:  anno  L.  3. 
Via  di  Città,  14. 

Siena. 

Bollettino  di  storia  patria.  Nato  nel 
1867,  si  pubblica  per  cura  della  R.  Acca- 
demia dei  Rozzi,  a  periodi  indeterminati. 
Non  fa  abbonamenti. 

Siena. 

La  Campagna.  Giornale  di  agricoltura, 
nato  nel  18S1.  Esce  il  i.°  e  il  15  d'ogni 
mese  in  12  pagine.  Abbonamento:  anno 
L.  3.  Un  numero  20  centesimi. 

Siena. 

Oronaca  del  manicomio  di  Siena.  Nata 
nel  1876,  esce  ogni  2  mesi  in  16  pagine. 
Direttore  :  P.  Funaioli.  Abbonamento  :  an- 


no L.  2.  Non  si  vende  a  numeri  separati. 

Siena. 

La  Donna  italiana.  Giornale  letterario, 
italiano-francese,  nato  nel  gennaio  1889. 
Esce  ogni  mese  in  16  pagine  in-4.°  -  Ab- 
bonamento :  anno  L.  4.  Un  numero  0,20. 
Tip.  S.  Bernardino. 

Siena . 

L'Eco  del  popolo.  Giornale  politico,  ra- 
dicale, amministrativo,  nato  il  17  giugno 
1888.  Esce  ogni  settimana  in  4  pagine, 
formato  0,59  ><  0,27  a  4  colonne.  Abbona- 
mento: anno  L.  5,  sem.  3,  trim.  1,50.  Un 
numero  0,0 j.  Via  dei  Maestri,  35. 

Siena. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Nato 
nel  1^87,  es:e  ogni  mese  in  io  pagine,  e 
contiene  gli  atti  ufficiali  amministrativi. 
Abbonamento:  anno  L.  2,50. 

Siena. 

Il  Libero  cittadino.  Giornale  politico, 
amminis:rativo,  nato  nel  1866.  Esce  il  gio- 
vedì e  la  domenica  in  4  pagine  piccole  a 

3  colonne.  Abbonamento  :  anno  L.  6, 
sera.  4.  Un  nura.  0,05.  Via  delle  Terme,  23 

Siena 

Litertas.  Giornale  politico,  amministra 

tivo,   settimanale,   nato   nel   marzo    1890 

Abbonamento:  anno  L.  5;  sem.  3;  trim.  1,50 

Siena 
La  Martinella.  Giornale  politico,  demo 
cratico,  di  cronaca  locale,  e  delle  provincie 
toscane,  nato  nel  1882,  col  titolo  di  A^MOZ/a 
Elsa  che  mutò  dopo  2  anni.  Esce  ogni 
sabato  in  s  pagine  a  4  colonne  e  si  stampa 
a  Siena,  Nel  1885  fu  querelato  e  condan- 
nato, avendo  fatto  delle  gravi  rivelazioni 
contro  il  deputato  Dari  a  proposito  della 
costruzione  d'una  ferrovia.  Abbonamento  : 
anno  L.  3,  sem.  2.  Un  numero  0,05.  Via 
Garibaldi,  30. 

Colle  Val  d'Elsa. 

Mira  I    mira  !    Giornaletto    umoristico, 

nato  nel  1884.   Esce   quando  gli   pare  in 

4  pagine  a  2  colonne  con  illustrazioni,  re- 
datto in  lingua  italiana  e  dialetto  senese. 
Non  fa  abbonamenti.  Ogni  numero  0,05, 

Siena. 

Il  Poliziano.    Giornale    amministrativo, 

agricolo,  letterario,  nato  nel    1884.    Esce 

30  volte  all'anno  in  4  pagine  a  4  colonne. 


PROVINCIA    DI   SIENA. 


665 


Abbonamento:  anno  L.  3,  sem.  1,50.  Un 
numero  io  centesimi. 

Montepulciano. 

Eivista  italiana  di  scienze  naturali. 
Giornale  scientifico,  nato  nel  i88r.  Esce 
ogni  mese  in  fascicoli  con  illustrazioni,  me- 
morie originali  e  rassegne.  È  diretto  dal 
cav.  Sigismondo  Brogi  e  vi  collaborano  più 
di  40  distinti  professori  i  quali  tengono  a 
corrente  i  lettori  di  tutti  i  progressi  della 
storia  naturale.  Abbonamento:  anno  L.  5. 
Via  di  città,  14. 

Siena. 

Lo'  Spettatore.  Giornale  cattolico,  poli- 
tico, amministrativo,  nato  nel  1883.  Esce 
ogni  sabato  in  4  pagine  a  4  colonne.  Abbo- 
namento: anno  L.  5,  sem.  2.  Un  num.  0,05. 

Siena. 


La  Stella  del  Carmelo.  Giornale  cat- 
tolico, nato  nel  1874.  Esce  ogni  mese  in 
16  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  2.  Non 
si  vende  a  numeri  separati. 

Siena. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Nato  nel  1876,  esce  2  volte 
la  settimana  in  2  pagine  e  contiene  gli 
annunzi  legali  amministrativi.  Abbona- 
mento: anno  L.  4.  Ogni  numero  in  ragione 
di  3  centesimi  per  pagina. 

Siena. 

La  Vergine  Benincasa,  S.  Caterina  da 
Siena.  Giornale  cattolico,  nato  nel  1866. 
Esce  ogni  mese  in  16  pagine.  Abbona- 
mento: anno  L.  3.  Non  si  vende  a  nu- 
meri separati. 

Siena. 


Giornali  cessati: 

—  U  Agitatore,  Siena. 

—  Bollettino  d' anntinii,  n.    1883   a  Poggibonsi. 

—  Bollettino  del  Coniiiio  agrario  di  Colle  Val  d' Elsa,  mens.  n.  1881  ;  direttore  R.  Salvetti. 

—  Bollettino  della  Società  anonima  per  la  ricostituitone  e  rimborso  delle  spese  «  La  Pre- 

videnza »  ,  n.   1(885  a  Siena. 

—  Bollettino  della  Società  dei  cultori  di  sciente  mediche  in  Siena. 

—  Bollettino  di  notizie  commerciali,  quindicinale,  n.  18S5  a  Siena. 

—  La  Campagna,  agricolo,  quindicinale,  1881-87,  Siena. 

—  La  Farfalla,  quindicinale,  artistico,  letterario,  n.  1885. 

—  Galletta  ufficiale  di  Siena,  n.   1872,  6  volte  al  mese. 

—  Giornale  amministrativo  ad  uso  delle  autorità  costituite,  e  delle  famiglie  degli  stati 

componenti  la  già  Toscana,  n.   1.°  ottobre  1808,  cessò  ottobre  1809,  53   numeri, 
in-4.'',  compilatore   Giovanni  Crivelli. 

—  Giornale  letterario  di  Siena,  1776-77,  in  8.°. 

—  L'Indipendente,  Siena. 

—  La  Lupa,  amministrativo,  settimanale,  n.   1882  a  Siena. 

—  Messaggere  della  settimana,  cattolico,  n.  1874  a  Siena. 

—  Messaggiere  delle  cancellerie  di  preture,  quindicinale,  n.   1885  a  Pienza. 

—  Il  Nuovo  Brandano,  opuscolo  domenicale,  n.    18S5  a  Siena,  Poggibonsi. 

—  Il  Nuovo  Paese,  democratico,  n.  a  Siena;  diretto  da  Cellesi,  condannato  nel  1S78 

a  3  anni  di  carcere  e  2000  lire  di  multa  per  articoli  politici  incriminati. 

—  L'Operaio,  amministrativo,  settimanale,  n.   1885  a  Siena. 

—  Il  Paese,  politico,  liberale,  n.   1874  a  Siena. 

—  Il  Pensiero,  politico,  letterario,  settimanale,  n.   1882  a  Siena. 

—  Il  Plebiscito,  amministrativo,  settimanale,  n.   1883;  mutò  titolo  in  Nuova  Lupa. 

—  Il  Progresso,  amministrativo,  settimanale,  n.   1885  a  Siena. 

—  Il  Progresso  nelle  arti  e  nelle  industrie  senesi,  settimanale,  n.  1885  a  Siena. 

—  La  Provincia  di  Siena. 

—  Rivista  mensile  di  agric.  pratica  per  la  Valle  superiore  del  Tevere,  n.  1885  ad  Anghiari. 

—  Rivista  scientifica  della  F.  Accademia  dei  Fisiocritici,  Siena. 

—  Il  Risveglio,  n.  a  Siena. 

—  Scienza  e  lettere,  cattolico,  mensile,  n.   1883  a  Siena. 

—  Studi  senesi,  giuridico,  storico,  di  Siena. 

—  L'  Unione,  amministrativo,  settimanale,  n.   1882  a  Siena. 

—  La  Vita  Nuova,  n.  a  Siena. 

Con  gli  ultimi  telegrammi  della  notte  ricevuti 

da  corrispondenti  speciali  dall'Italia  e  dall'Estero 

col     Resoconto   telegrafico    del    Parlamento 

{V.  Avviso  speciale  a  pag.  jó^.) 


corriere 


PROVINCIA  DI  SIRACUSA 


IZjUmero    dei    Comuni:   52  —  "Popolazione:    541,526  —  Superficie:  K.  q.   5,729  —  'Depulati   della  provincia: 
i.  Di  Rudini,  Reale,  Bucceri.  2.   Di  Camporeale,  Bufardeci,  Antoci. 


Il  Coltivatore  netino.  Bollettino  del 
Comizio  agrario  di  Noto.  Nato  nel  1887, 
esce  ogni  mese  in  16  pagine  in-8.°  Di- 
rettore: cav.  Nicola  Di  Lorenzo  Nicolaci. 
Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  numero 
centesimi  60. 

Noto. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale,  nato  nel  1884,  per  la  pub- 
blicazione degli  atti  amministrativi.  Esce 
ogni  mese  in  20  pagine.  Abbonamento: 
anno  L.  30.  Non  si  vende  a  numeri  se- 
parati. 

Siracusa. 

La  Provincia  di  Siracusa.  Giornale  po- 
litico, amministrativo,  letterario,  fondato 
l'ii  dicembre  1884.  Si  pubblica  ogni  set- 
timana in  4  pagine  in-fol.  Abbonamento  : 


anno  L.  5;  sem.  3.  Un  num.  0,05. Tip. Norcia. 

Siracusa. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  N^to  nel  1^76,  cioè  prima  del 
Foglio  periodico,  esce  2  volte  alla  settimana 
in  j  o  4  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  20. 
Ogni  numero  in  ragione  di  0,03  la  pagina. 

Siracusa. 

Il  Tamburo.  Giornale  politico,  organo 
degl'interessi  morali  ed  economici  di  Si- 
racusa, nato  il  26  settembre  1880.  Esce 
ogni  settimana  in  4  pagine  a  4  colonne. 
È  redatto  piuttosto  bene  e  ha  una  discreta 
diffusione.  Lo  dirige  G.  Manca.  Abbona- 
mento: anno  L.  6;  sem.  3,50.  Inserzioni: 
in  3.*  pagina  0,15  la  linea,  in  4.*  0,10. 
Piazza  del  Duomo,  Palazzo  Targia. 

Siracusa. 


Giornali  cessati: 

L' Agricollore  delia  Contea,  mensile,  n.   1888  a  Modica;  direttore  C.  Grimaldi. 

L'Alba,  amministrativo,  letterario,  settimanale,  n.   1884  a  Noto. 

L'Aurora,  letterario,  quindicinale,  n.  1S79  a  Ragusa;  direttore  S.  Puglisi-Lo  Magno. 

L'Avvenire,  politico,  settimanale,  n.   1883  a  Siracusa. 

La  Bilancia,  amministrativo,  settimanale,  n.  1888  a  Floridia. 

Carlo  Papa,  letter.  massonico,  mens.,  n.  1881  a  Modica;  direr.  avv.  G.  De  Benedictis. 

La  Cicala,  locale,  settimanale,  n.   1880  a  Noto;  era  il  più  piccolo  giornale  italiano; 

la  Strenna  della  stampa  nel  188 1  ne  riportò  il  fac-simile  in  confronto  col  più  grande 

giornale  italiano  d'allora,  la  Ganetta  d'Italia. 
Corriere  Ragusano,  artistico,  letterario,  settimanale;  direttore  Giovanni  Caserta. 
ÌJ  Eco  Iblèo,  settimanale,  n.  a  Ragusa  Inferiore. 
Gazzetta  di  Siracusa,  politico,  trisettimanale,  n.  ottobre  1870. 
L' Impariiale,  amministrativo,  settimanale,  n.   1888  a  Lentini. 
Indice  della  giurisprudenza  del  Tribunale  di  Modica,  mensile,  n.   1SS6. 
Libellula,  letterario,  quindicinale,  n.   1884  a  Siracusa;  direttore  Sampieri  Mollica. 
La  Lima,  amministrativo,  settimanale,  d.  1887  a  Noto. 
Luce  vera,  cattolico,  mensile,  n.   1873  a  Noto. 

Movimento  della  provincia  di  Siracusa,  quind.,  n.  1885  a  Siracusa;  diret.  R.  Castagnino. 
L'Ordine,  amministrativo,  settimanale,  n,  1884  a  Noto. 
Il  Popolo  Nuovo,  amministrativo,  settimanale  n    1889  a  Siracusa. 
Prometeo,  radicale,  bimensile,  n.   1882  a  Pach-no;  direttore  R.  Ceraci. 
Il  Risveglio,  amministrativo,  settimanale,  n.    1886  a  Modica. 
Sancio  Pallia,  amministratilo,  letterario,  n.   1886  a  Modica. 

La  Spada,  democratico,  settimanale,  n.  1885  a  Noto;  direttore  Scipione    Corradi. 
Lo  Spillo,  settimanale,  n.   1889  a  Siracusa;  direttore  G.  De  Silvestro. 
Il  Telegrafo,  settimanale,  n.   1888  a  Ragusa;  direttore  E.  Spadaro. 
Vittorino,  didattico,  quindicinale,  n.  1886  a  Noto. 


11.  s 


GAZZETTA     DI      IVIIL.A.N'O 

(V.  Avviso  speciale  a  pag.  ;o8.) 


PROVINCIA  DI  SONDRIO 


Numero    dei    Comuni:  78  —    Popolazione:     120, 554  —  Superficie:  K.  q.   3,123  —  Deputati  della   provincia: 
Cucchi,  Mazzoleni. 


L'Alpe  Retica.  Foglietto  popolare  val- 
tellinese  nato  nel  1876.  Esce  ogni  giovedì 
in  4  pjgine  a  2  colonne.  È  giornale  ra- 
dicale, .'abbonamento  :  anno  L.  6,  sem.  3,50. 
Estero  :  anno  L.  8. 

Chiavenna. 

Bollettino  della  Camera  di  Commercio 
ed  Arti  di  Chiavenna.  Nato  nel  1872,  esce 
una  volta  al  m.'se  in  12  pagine;  si  occupa 
di  giurisprudenza  commerciale,  concorsi, 
esposizioni  agricole,  ecc.  —  Si  spedisce  gra- 
tis ai  Municipi  della  provincia  ed  ai  com- 
mercianti che  ne   facciano  richiesta. 

Chiavenna. 

Cerere.  Giornale  di  agricoltura  e  com- 
mercio nato  nel  1882.  Esce  3  volte  al  mese 
in  16  pagine  con  copertina.  Direttore:  ing. 
Paolo  Rossi.  Abbon.  anno  L.  6;  sem.  3,50. 

Sondrio. 

Il  Contadino  Valtellinese.  Giornaletto 
settimanale,  cattolico,  nato  il  28  settem- 
bre 1888.  Esce  il  venerdì  in  4  pagine,  for- 
mato 0,28x0,21.  Presso  Pedroletti  Giu- 
seppe. Abbonamento:  anno  L.  4 

Chiavenna. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Fon- 
dato nel  1865  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi,  esce  2  volte  al  mese 
in  fas:icoli.  Abbonamento:  anno  L.  20. 
Ogni  numero  in  ragione   di  centesimi  2 


la  pagina.    Tipo-litografia  E    Qiiadrio. 

Sondrio. 

L' Eco  della  Provincia  di  Sondrio.  Gior- 
nale politico,  amministrativo,  nato  nel  1881. 
Esce  ogni  giovedì  in  4  pagine  a  4  colonne 
e  propugna  idee  liberali.  É  redatto  con 
molta  cura  ed  ha  una  discreta  diffusione. 
Direttore:  Gio.  Robustelli  (Grosotto).  Ab- 
bonamento: anno  L.6,  sem.  3,50.  Estero:  an- 
no L.  8.  Inserzioni:  3.'  pag.  0,50  la  linea  4.* 
pag.  0,10.  Un  numero  0,10.  Tip.  Bonozzi. 

Tirano. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Nato  nel  1876,  esce  2  volte 
alla  settimana  in  4  pagine,  e  contiene  gli 
annunzi  legali  amministrativi.  Abbonamen- 
to: anno  L.  6.  Ogni  numero  in  ragione 
di  centesimi  3  per  pagina.  Tip.  Quadrio. 

Sondrio. 

La  Valtellina.  Gaietta  della  Provincia 
di  Sondrio.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, democratico,  nato  nel  iS6o,  col  se- 
condo titolo,  che  mutò  nel  1888  fondendosi 
con  la  Provincia.  Emilio  Q.uadrio,  che  di- 
rigeva quest'ultimo  giornale,  assunse  la 
direzione  della  Valtellina  e  la  proprietà  della 
tipografia.  La  Valtellina  esce  ogni  settimana 
in  4  pagine  a  4  colonne.  Abbonamento: 
anno  L.  6,   sem.  3,50.    Un  numero  0,10. 

Sondrio 


Giornali  cessati: 

—  Lo  Stelvio,  politico,  n.   1874  a  Sondrio,  direttore  Carlo  Bonadei. 

—  Bollettino  commerciale  valtellinese,  settimanale,  n.  3  novembre  1884  a  Sondrio. 

—  Gaiiettino-annuniio  valtellinese,  mensile,  n.    1885   a  Morbegno. 

—  Il  Naturalista  valtellinese,  mensile,  n.   1885  a  Sondrio,  direttore  M.  Cermenati, 

La  mano  del  compositore 

Ponendo  che  un  compositore,  in  media,  lavorando  dieci  ore  per  giorno,  giunga 
a  comporre  12,000  lettere,  in  un  anno,  contando  300  giorni  di  lavoro,  egli  comporrà 
3,600,000  lettere.  E  da  un  minuto  calcolo  del  tragitto  dalla  cassa  al  compositojo  e 
dal  compositojo  alla  cassa,  risulta  che  in  un  anno  il  viaggio  fatto  dalla  mano  del  com- 
positore-tipografo, è,  in  media,  di  circa  300  miglia  geografiche. 


Grande  Fabbrica  Nazionale  di  Macchine  Tipografiche,  N.  Arbizzoni,  Monza 

Premiato  anche  dal  R.  Ministero  d'Agricoltura,  Industria  e  Commercio 


(T,  Avviso  speciale  a  pag,  16,) 


PROVINCIA  DI  TERAMO 


Numero    dei    Comuni:  74  —  Popolazione:    2 $4,806  —  Superficie: 
De  Riseis,  Costaatini,  Cerulli,  Scarselli,  Forcella. 


K.  q.  2,875  -~  Deputati    della    provincia: 


L'Abruzzo  agricolo.  Giornale  illustrato 
di  agricoltura  pratica,  nato  nel  1887.  Esce 
ogni  15  giorni  in  8  pagine  in-i6.°  con 
copertina.  Al  giornale  è  annessa  un'agen- 
zia agricola  con  deposito  di  macchine,  semi, 
piante,  animali,  ecc.  Direttore:  agronomo 
V.  De  Michetti.  Abbonamento:  anno  L.  5, 
sem.  3.  Un  numero  20  centesimi.  Via 
della  Misericordia,  10. 

Teramo. 
Corriere  abruzzese.  Giornale  politico, 
letterario,  fondato  nel  1875  per  azioni  e 
in  opposizione  al  governo  di  destra.  Esce 
il  mercoledì  e  sabato  in  4  pagine  a  4  co- 
lonne. Sostiene  il  programma  della  sinistra 
parlamentare.  Direttore:  Francesco  Taffio- 
relli.  Il  Corriere  ha  tipografia  propria.  Ab- 
bonamento: anno  L.  io,  sem.  5,  trim.  3. 
Inserzioni:  3."  pagina  20  centesimi  la  linea, 
4.'  pagina  15.  Un  numero  ic  centesimi. 
Piazza  della  Cittadella. 

Teramo. 
L'Eco  del  popolo.  Giornale  politico,  am- 
niinis-rativo,  nato  il  16  maggio  1S89.  Esce 
ogni  settimana  in  4  pag.,  forra.  0,34  x  0,24.. 
Abbonamento:  anno  L.  4.  Un  numero  5 
centesimi.  Tipografia  Bezzi- Appignani  e  C. 

Teramo. 
Foglio  periodico  della  Prefettura.  Or- 
gano ufficiale  per  la  pubblicazione  degli 
atti  amministrativi,  nato  nel  1866.  Esce 
ogni  mese  in  40  pagine  circa.  Abbona- 
mento: anno  L.   13. 

Teramo. 
Il  Messaggero  abruzzese.  Giornale  po- 
litico, amministrativo,   nato   il   29   luglio 


1888.  Esce  la  domenica  in  4  pagine,  for- 
mato 0,33  y.  0,24.  È  molto  diffuso  in  tutte 
tre  le  provmcie  d'Abruzzo  ed  ha  per  re- 
dattori i  migliori  scrittori  abruzzesi,  come 
A.  De  Nino  e  G.  Mezzanotte.  Direttore: 
G.  C.  Canzanese.  Abbonamento:  anno  L.  6, 
Un  numero  cent.  5.  Via  dell'Anfiteatro,  2, 

Teramo. 

La  Provincia.  Giornale  politico,  lettera- 
rio, nato  nel  1876.  Esce  ogni  settirnana 
in  4  pagine  a  3  colonne.  Abbonamento: 
anno  L.  6,  sem.  5.  Inserzioni:  0,10  la  linea. 

Teramo. 

Hivista  abruzzese  di  scienze  e  lettere. 
Nata  nel  1&86,  esce  ogni  mese  in  48  pa- 
gine. Abbonamento:  anno  L.  lO.  Un  nu- 
mero L.  I.  Tipografia  del  Corriere  abru\:{ese. 

Teramo. 

Rivista  minima.  Periodico  di  lettere, 
arti  e  scienze,  nato  il  i."  giugno  1888. 
Esce  il  15  e  20  d'ogni  mese  in  fascicoli 
elegantissimi  di  16  pagine  in-4.°  grande 
e  splendida  copertina  a  colori.  Direttori: 
Francesco  Contaldi  e  Battista  De  Luca. 
Collaboratori,  i  più  distinti  letterati  d'Abruz- 
zo e  fuori.  Si  fanno  speciali  ed  estese  re- 
censioni di  tutti  i  libri  inviati  io  dono. 
Abbonamento:  anno  L.  5,  sem.  3.  Un  nu- 
icero  25  centesimi.  Via  dell'  Orologio,  5. 

Giuìianova. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Nato  nel  1870,  esce  2  volte 
la  settimana  in  3  pagine  circa  e  contiene 
gli  annunzi  legali  amministrativi.  Abbona- 
mento: anno  L.  12.  Un  numero  cent.  io. 

Teramo. 


Giornali  cessati: 

—  U Agricoltore  ahrunese,  organo  del  Comizio   agrario,  mensile,  n.  1881  a  Teramo. 

—  Doctor  Faust,  artistico,  amministrativo,  quindicinale,  n.   1885  a  Giuìianova. 
• —  U  Elettore  operaio,  n.   1889  a  Teramo. 

—  Il  Gran  Sasso,  amministrativo,  bimensile,  1878-83,  a  Silvi;  direttore  L.  F.  de  Virgiliis. 

—  La  Palestra  pedagogica,  quindicinale,  n.  1887  a  Teramo. 

—  Paolo  Bejolco,  umoristico,  n.   1885  a  Teramo. 

—  Il  Popolo  abru^iese,  politico,  n.  3  settembre  1883  a  Teramo. 

—  La  Vedetta,  amministrativo,  bisettimanale,  n.   1886  a  Teramo. 

—  Il  Velocipede,  mensile,  n.   1887  a  Giuìianova;  direttore  A.  Bucci. 


Ca  fon^iaina 


Coììipagnia  d'assicurazione  a  premio  fisso. 

(V.  Avviso  speciale  a  pag.  62.') 


PROVINCIA  DI  TORINO 


Numero  dei  Comuni:  443  —  Popolazione:  1,029,214  —  Superficie:  K.  q.  10,452  —  Deputati  della,  provincia: 
I.  Brin,  De  Maria,  Favale,  Chiaves,  Badini.  2.  Frola,  Palberti,  Cibrario.  3.  Berti,  Chiapusso,  Morra. 
4.  Tegas,  Geyraet,  Peyrot.   5.  Compans,  Ghiaia,  Vigna,  Chiesa,  De   RoUand. 


L'Agricoltore  pinerolese.  Giornale  uffi- 
ciale del  Comizio  agrario,  nato  il  7  gen- 
naio 1888.  Esce  ogni  sabato  in  4  pagine, 
formato  0,57x0,28.  Oltre  la  parte  agraria 
contiene  una  rivista  politica  e  la  cronaca 
circondariale.  Direttore:  A.  Fracasso.  Ab- 
bonamento: anno  L.  6. 

Pinerolo. 

L'Alpino.  Giornale  della  Valle  d'Aosta, 
nato  il  3  gennaio  1890  in  sostituzione 
ddì'Echo  du  Val  d'Aoste.  Esce  ogni  venerdì 
in  4  pag.  a  5  colonne.  Proprietario:  Luigi 
Mensio.  Direttore  :  avv.  Desiderato  Lucat. 
Abbonamento:  anno   L.  7,50,  sem.  4,25. 

Aosta. 

L'Amica  delle  fanciulle.  Foglio  quindi- 
cinale di  mode,  nato  nel  1882  e  diretto 
da  Egle  Pinelli  e  Francesco  Giordano-Or- 
sini. Esce  in  16  pagine  e  copertina  colo- 
rata, elegantemente  stampato  ed  illustrato. 
Ogni  fascicolo  ha  commediole  per  bam- 
bine, racconti,  nozioni  istruttive,  scritti 
educativi,  poesie,  conversazioni  scientifi- 
che, ecc.  -  Ha  pure  un  supplemento  per 
la  lingua  francese  e  la  musica.  Abbona- 
mento: anno  L.  5,  sem.  3.  Via  Roma,  41. 

Torino. 

Annali  dello  spiritismo  in  Italia.  Ras- 
segna psicologica,  nata  nel  i<^64.  Esce 
ogni  mese  in  52  pagine.  Direttore:  Nice- 
foro  Filalete.  Abbonamento:  anno  L.  8. 
Tip.  Baglione.  Via  S.  Massimo,  5. 

Torino. 

Annuario  di  Giurisprudenza  contempo- 
ranea amministrativa  e  finanziaria.  Ri- 
vista bimensile  di  amministrazione  e  finan- 
za, nata  nel  1880.  Abbonamento:  anno 
L.    16.  Un  numero  L.   i. 

Torino. 

L'Ape  biblica.  Periodico  mensile,  cat- 
tolico, nato  nel  1883.  Esce  in  24  pagine 
in-i6.°  Direttore:  O.  Cocorda.  Abbona- 
mento:  anno  L.  2,  estero  3.  Un  nuni.  0,50. 

Pinerolo. 

L'Architettura  pratica.  Pubblicazione 
mensile  di  disegni  di  ed;rizi  rispondenti  ai 
bisogni  moderni,  nata  nel  luglio  1889.  Fa- 
scicoii  con  tavole  e  testo  in-8.°  Editori  : 
Camilla  e  Beitolcro,  Abbonamento:  anno 
L.  20.  Via  Ospedale,  18. 

Torino. 


Archivio  delle  scienze  mediche.  Pub- 
blicazione scientifici.  Direttore:  G.  Bizzoz- 
zero.  Vi  scrivono  :  L.  Griffini,  C.  Mondi- 
no, G.  Rattone,  F.  Coppola,  C.  Golgi, 
A.  Rovighi,  G.  Salvioli,  N.  Manfredi,  G. 
Tizzani,  F.  Tartufari,  P.  Foà,  E.  Marchia- 
fava,  ecc.  -  Esce  a  volumi  di  oltre  200 
pagine  in-8.°  Editore:  Loescher.  Tip.  Bona. 

Torino. 
Archivio  di  Letteratura  biblica  ed  orien- 
tale. Nato  nel  1879,  esce  nella  prima  metà 
d'ogni  mese.  Si  propone  di  riunire  mate- 
riali che  servano  ad  agevolare  l'intelligenza 
della  Sacra  Scrittura  e  la  soluzione  di  quelle 
difficoltà  che  il  moderno  criticismo  oppo- 
ne ;  di  fare  conoscere  gli  studii  sui  mo- 
numenti dell'antico  Oriente  ed  i  risultati 
ottenuti.  I  monumenti  di  cui  specialmente 
V Archivio  si  occupa  sono  i  Veda,  lo  Zen- 
davesta,  le  iscrizioni  cuneiformi,  i  testi  ge- 
roglifici dell'Egitto  e  le  epigrafi  fenicie. 
Abbonamento:  anno  L.  8,  sem.  4.  Estero 
L.  9.  Paravia,  editore. 

Torino. 
Archivio  di  psichiatria,  scienze  penali 
ed  antropologia  criminale.  Rivista  di  scien- 
ze, per  servire  allo  studio  dell'uomo  alie- 
nato e  delinquente,  nata  nel  gennaio  i88j. 
Esce  in  fascicoli  bimestrali  in-S.°  da  for- 
mare un  volume  di  650  pagine.  Direttori  : 
C.  Lombroso,  E.  Ferri,  R.  Garofalo,  E. 
Morselli.  Vi  scrivono  numerosi  giuristi  e 
psichiatri,  italiani  ed  esteri.  Abbonamento  : 
anno  L.  18.  Un  fascic.  L.  5.  Editori  :  Bocca. 

Tonno. 
Archivio  tipografico.  Rivista  tecnica,  de- 
dicata alle  arti  grafiche,  fondata  nel  gen- 
naio 1889  dalla  Ditta  Nebiolo  e  C.  Esce 
ogni  mese  in  16  pagine  a  3  colonne.  Stra- 
da Regio  Parco,  3. 

Torino. 
L'Ateneo.  Giornale  illustrato,  religioso, 
scientifico,  letterario,  educativo,  nato  il 
4  gennaio  1S69.  Esce  ogni  domenica,  in 
16  pagine  in-4.°  a  3  colonne,  ed  ha  una 
tiratura  di  1600  copie.  L'^/e«(JO  era  in  ori- 
gine di  indole  strettamente  religiosa,  tanto 
negli  articoli  quanto  nelle  illustrazioni.  Ma 
il  suo  direttore,  teologo  Luigi  Biginelli, 
non  tardò  ad  accorgersi  che  era  bene  lai- 
cizzarlo un  poco  per  allargare  il  campo 


670 


GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA  ITALIANA. 


delle  trattazioni  e  per  estendere  la  sua  sfera 
d'azione  nel  campo  laicale.  Cosi  fu  fatto, 
ed  oggi,  sebbene  gl'interessi  religiosi  sie- 
dano sempre  in  cima,  pure  non  mancano 
in  ogni  numero  elementi  vari  di  scienze, 
lettere,  arti  ed  educazione.  Abbonamento  : 
anno  L.  io,  sem.  5,50  -  Estero  :  anno 
L.  12,50,  sem.  7.  Via  Orfane,  17. 

Torino. 

Atti  della  B.  Accademia  delle  scienze. 
Pubblicazione  scientilirn,  nata  nel  1S65. 
Esce  ogni  mese  in  fas;icoli  di  circa  100 
pagine  con  illustrazioni.  Abbonamento  : 
anno  L.   12.  Un  fascicolo  L.   i, 

Torino. 

L'Avvisatore  alpino.  Giornale  politico, 
economico,  amministrativo,  nato  nel  1S82. 
Esce  ogni  settimana  in  4  pagine.  Abbona- 
mento: anno  L.  2,50. 

Torre- Pellice. 

Biblioteca  delle  scuole  italiane.  Perio- 
dico di  scienze,  lettere  e  materie  scola- 
stiche, nato  il  i."  gennaio  1889.  Esce  m 
fascicoli  quindicinali  di  24  pagine  in-4.° 
Direttore:  prof  Giuseppe  Pinzi.  Vi  scri- 
vono: Bonghi,  D'Ancona,  Barzellotti,  Rai- 
na,  Fornelli,  Gentile,  D'Ovidio,  ecc.-Ab- 
bonamento:  anno  L.  6,50.  Un  numero  30 
centesimi.  Via  Garibaldi,  22. 

Torino. 

Biblioteca  di  lettere  ascetiche.  Gior- 
nale cattolico,  bimestrale,  nato  nel  1886. 
Abbonamento:  anno  L.  6.  Un  num.  L.   i. 

Torino. 

Biblioteca  dell'operaio.  Giornale  cattoli- 
co, nato  nel  iS8).  Esce  ogni  3  mesi  in  fa- 
scicoli di  un  numero  indeterminato  di  pag. 
Abbonamento:  anno  L.   i.  Un  num.  0,25. 

Torino. 

LsL  Bibliografia  Salesiana.  Giornale  bi- 
bliografico, cattolico,  nato  nel  i8S5.Esce 
in  fascicoli  di  4  a  16  pagine,  senza  ordine 
fìsso  di  periodicità.  Si   distribuisce  gratis. 

Torino. 

'L  Birichin.  Giornal  piemonteis,  nato  nel 
18S6.  A  seurt  al  saba,  in  4  pagine  a  4  co- 
lonne, redatto,  e  con  un  certo  garbo  e 
spirito,  tutto  in  dialetto,  con  caricature. 
Direttore:  G.  B.  Ferrerò.  Abbonamento: 
anno  L.  3,50.  Via  S.  Massimo,  5. 

Torino. 

Bollettino  annuale  della  biblioteca  ci- 
vica di  Torino.  Nato  nel  1884,  esce  a  vo- 
lumi in  un  numero  variabile  di  pagine 
iu-8.°  Direttore:  D.  Sassi.  Editori:  Botta. 

Torino. 

Bollettino  bimestrale  della  Ditta  G.  B. 
Paravia  e  Comp.  nato  nel  1S69.  Contiene 
tutte  le  nuove  pubblicazioni  e  l'elenco  del 
materiale  scolastico  vendibile,  Esce  in  12 


pagine  a  3  colonne.  Si  spedisce   gratis  a 
richiesta. 

Torino. 

Bollettino  delle  assicurazioni.  Organo 
internazionale  degli  assicuratori  e  degli  as- 
sicurati, nato  nel  1878.  Esce  il  5  e  il  20 
d'ogni  mese  in  16  pagine  in-4,°  a  3  co- 
lonne e  8  pagine  di  copertina,  sotto  la 
direzione  di  A.  C.  Pancini.  Inserzioni:  0,25 
la  linea.  Abbonamento:  anno  L.  5,  sem.  3. 
Unione:  anno  L.  8,  sem.  s-  Un  numero 
25  centesimi.  Via  Mazzini,  2. 

Torino. 

Bollettino  delle  associazioni  evangeliche 
italiane.  Organo  del  comitato  nazionale 
delle  associazioni  evangeliche  nazionali, 
nato  il  1.°  gennaio  18S8.  Esce  ogni  mese 
in  8  pagine  in-S."  Direttore:  Vincenzo 
Morglia.  Redattore:  ing.  Emilio  Eynard. 
Abbonamento:  anno  L.  i.  Un  numero  15 
centesimi.  Corso  Re  Umberto,  1 5. 

Torino. 

Bollettino  generale  finanziario.  Gior- 
nale delle  estrazioni  nazionali  ed  estere, 
nato  nel  1869.  Esce  4  volte  al  mese  in 
12  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  7.  Un 
numero  o,2o.Via  S.  Francesco  da  Paola,  1 5. 

Torino. 

Bollettino  mensile  delle  opere  d'inge- 
gneria, architettura,  belle  arti,  ecc.  Esce 
in  fascicoli  in-8.''  di  16  pagine  a  2  colonne 
e  contiene  il  catalogo  dei  libri  di  archi- 
tettura in  vendita  presso  la  tipografìa  e 
litografìa  Camilli  e  Bertolero,  editori  pre- 
miati con  medaglia  d'argento  dai  Ministeri 
d'Agricoltura  e  dell'Istruzione  pubblica.  Il 
bollettino  è  spedito  a  chi  ne  fa  domanda 
e  in  esso  si  annunciano  le  opere  di  cui  è 
mandata  copia  digli  autori  o  editori.  Via 
Ospedale,  18. 

Torino. 

Bollettino  mensuale  della  società  di 
previdenza  e  mutuo  soccorso  fra  gli  ec- 
clesiastici. Pubblicazione  cattolica  per  fe- 
condare gì'  interessi  della  società  e  della 
religione,  nato  nel  1885.  Esce  in  fascicoli 
di  12  pag.  e  si  distribuisce  gratis  ai  soci. 

Torino. 

Bollettino  mensuale  della  Società  Me- 
teorologica italiana.  Nato  nel  i8ó6,  si 
pubblica  per  cura  dell'  Osservatorio  Cen- 
trale del  R.  Collegio  Alberto  in  Mon:a- 
lieri.  Esce  ogni  mese  in  16  pagine  in-4.'* 
Abbonamento:  anno  L.  io.  Non  si  vende  a 
numeri  separati.  Si  stampa  a  Torino. 

Moncaìieri. 

Bollettino  notarile.  Giornale  di  scienze 
legali,  fondato  nel  1883  dall'avv.  cav.  Gio- 
vanni Ferraris,  che  lo  dirige.  Esce  il  156 
30  d'ogni  mese  in  16  pagine  in-8,'  coq 


PROVINCIA    DI   TORINO. 


671 


copertina  ed  è  organo  autorevole  ed  il 
più  diffuso  del  ceto  legale  notarile  italiano 
e  degli  archivi,  ufficiale  pei  distrettti  no- 
tarili delle  Corti  d'  Appello  di  Torino  e 
Casale  Monferrato.  Abbonamento:  anno 
L.  5.  Un  numero  io  centesimi. 

Pineroìo, 
Bollettino  Salesiano.  Giornale  mensile, 
cattolico,  per  la  devozione  di  S.  France- 
sco di  Sales,  nato  nell'agosto  del  187S  col 
titolo  di  Bibliofilo  callolico  0  BoUeltino  Sa- 
lesiano ;  quindi  lasciato  il  primo,  ritenne 
soltanto  il  secondo  (gennaio  1878).  11  suo 
scopo  è  di  eccitare  i  lettori  a  cooperare 
a  beneficio  delle  opere  istituite  dal  sacer- 
dote D.  Giovanni  ]3osco  alla  educazione  e 
istruzione  della  gioventù,  specialmente  po- 
vera e  abbandonata,  tanto  nei  paesi  civili 
quanto  nei  paesi  ancora  selvaggi  e  ciò 
mediante  istituti  di  carità,  ospizi,  labora 
tori,  giardini  di  ricreazione,  ecc.  -  A  que- 
st'uopo il  periodico  si  pubblica  non  solo 
in  italiano,  ma  in  Francesce  e  spagnuolo, 
nelle  lingue  cioè  di  quelle  nazioni  presso 
cui  oggidì  la  Congregazione  Salesiana  tiene 
già  aperte  varie  case  di  beneficenza  pei 
figli  del  popolo.  La  tiratura  del  Bollettino 
italiano  è  di  40,000  copie  al  mese,  del  fran- 
cese di  15,000,  dello  spagnuolo  di  5,000.  Il 
prezzo  d'associazione  sarebbe  di  L.  3  annue; 
ma  non  è  condizione  sine  qua  non,  poiché 
s'invia  i]  periodico  anche  a  quelli  che  con- 
tribuiscono in  meno,  purché  lo  si  legga 
e  lo  si  faccia  leggere  dai  conoscenti  ed 
amici  per  destare  nell'animo  altrui  senti- 
menti di  carità  e  di  filantropia  a  vantaggio 
di  tanti  poveri  orfanelli  e  derelitti.  Diret- 
tore :  Don  Rua.  Redattore  capo  :  sacerdote 
Don  Giovanni  Bonetti.  Tip.  Salesiana. 

Torino. 
•  Bulletin  de  la  societé  académique  re- 
ligieuse  et  scientifique  àu  àuchè  d'Aoste. 
Pubblicazione  cattolica,  storica.  Viscrivono 
Mons.  Due,  Ab.  P.  L.  Vescoz,  ecc.  -  Esce 
a  fascicoli  di  oltre  300  pagine  in  8.°  Ogni 
fascicolo  L.  6.  Tipografia  Edouard  Due. 

Torino. 
La  Buona  settimana.  Periodico  cattolico, 
popolare,  nato  nel  1856  per  opera  di  varii 
sacerdoti,  fra'  quali  l'ab.  Bc-rnardo  Miche- 
lotti  e  MoDS.  Carlo  Savio.  Esce  ogni  dome- 
nica in  16  pagine  a  2  colonne  in  4.°  É 
munito  di  un  breve  di  Pio  IX,  del  3  gen- 
naio 1872.  Tiratura  10,000  copie.  Abbo- 
namento: anno  L.  3;  estero  5.  Editori: 
Giulio  Speirani,  e  figli.  Via   Bertela,    54. 

To''ino. 

Calendario  amministrativo.  Giornale  di 

materie  amministrative,  nato  nel  1867  col 

titolo  di   Calendario  Municipale  che   poi, 


dopo  parecchi  anni,  mutò  nell'attuale.  Esce 
ogni  mese  in  fascicoli  di  un  numero  in- 
determinato di  pagine.  Abbonamento  :  anno 
L.  2.  Non  si  vende  a  numeri  separati. 

Torino. 
Il  Calzolaio  moderno.  Giornale  tecnico 
speciale,  pel  perfezionamento  della  calzo- 
leria, nato  nel  1882.  Esce  una  volta  al  mese 
in  4  pagine  con  illustrazioni.  Abbonamento: 
anno  L.  io.  Via  Garibaldi,  9. 

Torino. 
Il  Canavesano.  Giornale  politico,  ammi- 
nistrativo, degl'interessi  del  Canavese  e 
della  Valle  d'Aosta.  Esce  ogni  settimana 
in  4  pagine  a  4  colonne.  Ha  molta  diffu- 
sione in  provincia  ed  è  redatto  con  abbon- 
danza di  notizie,  sentimenti  liberali  e  buona 
lingua.  Direttore:  avv.  Giacomo  Sandino. 
Abbonamento:  anno  L.  5,50;  sem.  3;  tri- 
mest.  1,75.  Inserzioni:  0,15  la  la  linea.  Un 
numero  0,10.  Via  Palestre,   io. 

Ivrea. 
Carmen.   Giornale   artistico,   letterario, 
teatrale,  illustrato,    quindicinale.    Abbona- 
mento: anno  L.  5;  per  gli  artisti  12.  Via 
Mazzini,  40. 

Torino. 
Il  Collaboratore  della  scuola.  Periodico 
letterario,  didattico  educativo  per  gl'inse- 
gnanti delle  scuole  elementari,  e  degli  asili 
infantili,  nato  nel  1880.  Esce  ogni  setti- 
mana in  16  pagine  con  8  di  copertina  È 
diretto  dal  prof.  Francesco  Giordano-Or- 
sini, da  Egle  Giordano-Orsini  e  da  Modesta 
Miosotide.  Abbonamento:  anno  L.  7;  se- 
mestre 4.  Via  Roma,  41. 

Torino. 
Collana  di  letture  drammatiche.  Pub- 
blicazione morale,  cattolica,  nata  nel  1885. 
Esce  ogni  mese  in  fascicoli  di  un  numero 
indeterminato  di  pagine.  Abbonamento: 
anno  L.  4.  Un  numero  0,40. 

Torino. 
Compare  Bonom.  Giornale  in  dialetto 
piemontese,  natj  nel  1889.  Esce  ogni  sa- 
bato in  4  pagine.  Direttore:  Luigi  Pie- 
tracqua.  Abbonamento:  anno  L.  4.  Un  nu- 
mero 0,40. 

Torino. 
Il  Conciatore.  Giornale  speciale  per  l'in- 
dustria ed  il  commercio  del  cuoio,  nato 
nel  1884.  Esce  ogni  15  giorni  in  12  pa- 
gine e  copertina  in-S."  -  E  organo  ufficiale 
dell'Associazione  taliana  dei  Conciatori  e 
Rifinitori.  Direttore:  Borello  Camillo,  biel- 
lese.  Abbonamento:  anno  L.  12.  Un  nu- 
mese  0,15.  Tipografia  Candeletti. 

Torino. 

Consorzio  nazionale.  Bollettino  ufficiale 

del  Comitato  centrale,  nato  nel  i866.  Esce 


672 


GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


2  volte  al  mese  in  8  pagine  a  2  colonne. 
Direttore:  comm.  Girolamo  Salati.  Abbo- 
namento: anno  L.  7,20.  Un  numero  0,20. 

Torino. 

Corriere  delle  Alpi.  Giornale  politico, 
amministrativo,  agricolo  del  circondario 
di  Susa,  nato  il  7  marzo  1889.  Esce  ogni 
giovedì  in  4  pagine,  formato  0,37  x  0,26. 
Direttore:  Vittorio  Piccini.  Il  giornale  si 
stampa  a  Torino,  ove  ha  l'ufficio  in  Piazza 
Castello,  16.  Abbonamento:  anno  L.  4. 
Un  numero  io  centesimi. 

Susa. 

Corriere  nazionale.  Giornale  cattolico, 
politico,  amministrativo,  nato  il  2  ottobre 
1S87,  in  continuazione  deli' Emporio  popo- 
lare nato  nel  1875.  Ha  per  programma  la 
riconciliazione  dello  Stato  con  la  Chiesa, 
ed  oltre  .illa  parte  politica,  commerciale  e 
finanziaria,  pubblica  conferenze  domenicali 
di  oratori  contemporanei.  Direttore  pro- 
prietario :  avv.  Stefano  Scala.  Collaboratori: 
conte  Cesare  Balbo,  prof.  G.  B.  Ghirardi, 
can.  V.  Marchese,  P.  Denza,  avv.  Marchisio, 
C.  Rosa-Fornelli,  ing.  A.  Bufìi,  ecc.  -  Esce 
ogni  giorno  in  4  pagine  a  5  colonne,  e 
tira  1 5,000  copie.  Abbonamento:  anno  L.20. 
Un  numero  0,05.  Via  Principe  Amedeo,  16. 

Torino. 

Cosmos.  Giornale  geografico,  nato  nel 
1873  e  diretto  dal  prof  GuiJo  Cora.  È 
organo  della  Società  di  geografia  ed  etno- 
logia di  Torino.  Si  occupa  dei  progressi 
più  recenti  e  notevoli  della  geografia  e 
scienze  affini.  Vi  scrivono:  Lovisato,  C.  F. 
Crema,  F.  Giordano,  C.  Bertolla,  ecc.  - 
Esce  a  fascicoli  mensili  di  4  fogli  di  stampa 
in-4.°  -  Abbonamento:  anno  L.  15,  un  fa- 
scicolo L.  2.  -  Unione:  anno  L.  16,50,  un 
fascicolo  L.  2,1 5.  Corso  V.  E.  II,  74. 

Torino. 

La  Crociata.  Periodico  mensile  religioso, 
nato  nel  186S  pel  movimento  cattolico  ed 
in  i<;pecie  per  la  diffusione  del  Terz'ordine 
di  S.  Francesco  d'Assisi.  Sospese  le  pub- 
blicazioni nel  1870,  le  riprese  nel  1884. 
Proprietario:  avv.  Stefano  Scala.  Abbona- 
mento: anno  L.  i.  Via  Princ.  Amedeo,  16. 

Torino. 

Cronaca  dei  Tribunali.  Giornale  giudi- 
ziario, nato  nel  1878.  Esce  ogni  sabato  in 
4  pagine,  con  i  resoconti  dei  processi  che 
si  svolgono  dinanzi  ai  tribunali  di  Torino, 
ed  alle  corti  italiane  ed  estere.  Direttore: 
G.  A.  Giustina  (Ausonio  Liberi).  Abbona- 
mento :  anno  L.  3.  Un  numero  0,05.  Ti- 
pografia G.  Candeletta 

Torino. 

Il  Cuor  di  Maria.  Bollettino  italiano  del- 
l'Arciconfraternita  del  Sacro  ed  Immaco- 


lato Cuor  di  Maria  per  la  conversione  dei 
peccatori,  fondato  nel  1866  da  Massimi- 
liano Bardesono  ed  ora  pubblicato  dal  can. 
Agostino  Berteu,  Rettore  del  Conservato- 
rio del  Suffragio.  Esce  a  fascicoletti  di  20 
pagine  in-8.°,  il  i."  e  15  d'ogni  mese.  Ab- 
bonamento: anno  L.  2;  estero  3,50.  Via 
S.  Donato,  31. 

Torino. 

Das  Deutsche  in  Italien,  Giornale  quin- 
dicinale nato  nel  1890  ad  uso  degli  italiani 
che  vogliono  imparare  presto,  bene,  e  senza 
maestro  la  lingua  tedesca.  Direttore  pro- 
prietario: Prof.  A.  Nino  Malagoli.  Abbo- 
namento: anno  L.  4.  Saggi  gratis.  (Vedi 
oltre  avviso  speciale.) 

Torino. 

Il  Diavolo  Eosa.  Giornale  umoristico, 
fantastico,  sociale,  nato  il  27  dicembre  1879. 
Esce  ogni  sabato  in  8  pagine  a  2  colonne 
illustrato  da  graziosissime  caricature  a  co- 
lori di  E.  Tacchi,  Frit^,  ecc.  Abbonamento  : 
anno  L.  7,  sera.  4,  trim.  2,50.  Inserzioni: 
0,25  la  linea.  Un  num.  0,15.  Via  Nizza,  12. 

Torino. 

La  Dora  Baltea.  Giornaletto  ammini- 
strativo, politico,  letterario,  nato  nel  1849. 
Esce  ogni  giovedì  in  4  pagine  a  4  colonne. 
Ha  colore  liberale  moderato,  ma  si  occupa 
più  specialmente  degl'interessi  materiali 
del  Canavese.  Ne  fu  per  lungo  tempo  edi- 
tore -  gerente  -  proprietario  F.  L.  Curbis, 
morto  nel  1890.  È  un  giornaletto  fatto 
molto  bene  ed  è  diffuso  ed  apprezzato. 
Abbonamento:  anno  L.  6,50,  sem.  4,  tri- 
raest.  2,50.  Un  numero   lO  centesimi. 

Ivrea. 

Dosimetria.  Giornale  di  scienze  mediche, 
nato  nel  18S3.  Esce  ogni  mese  in  32  pa- 
gine. Direttore:  comm.  Laura.  Abbona- 
mento :  anno  L.  6. 

Torilto. 

L'Eco  delle  Alpi  Cozie.  Giornaletto  di 
agricoltura  ed  amministrazione,  nato  nel 
1853.  Esce  ogni  sabato  in  4  pagine  a  3 
colonne.  Pubblica  gli  atti  del  Comizio  a- 
grario.  Abbonamento  :  anno  L.  6,  sem.  3,50. 
Inserzioni:  0,10  la  linea.  Un  numero  0,05, 

Pinerolo. 

L'Economia  rurale,  le  arti  e  il  com- 
mercio. Giornale  tecnico,  scientifico,  nato 
nel  1857.  Esce  2  volte  al  mese  in  52  pa- 
gine. Abbonamento:  anno  L.  12.  Un  nu- 
mero 80  centesimi. 

Torino. 

L' Educazione  dei  bambini.  Giornale  per 
le  famiglie  e  per  gl'istituti  infantili,  fon- 
dato allo  scopo  di  diffondere  quei  prin- 
cipii  pratici  e  teorici  che  valgano  a  dare 
all'educazione  dell'  infanzia  un  indirizzo pra- 


PROVINCIA   DI   TORINO. 


673 


tico  ed  utile.  Esce  con  la  data  di  Roma 
il  i.°  e  15  d'ogni  mese;  in  luglio  agosto 
e  settembre  esce  un  solo  numero.  Diret- 
tore: Adolfo  Pich.  Vice  direttore:  G.  Pi- 
lotti.  Abbonamento:  anno  L.  5;  sem.  3. 
Presso  G.  B.  Paravia. 

Torino. 

The  English  in  Italy.  Giornale  quindi- 
cinale nato  nel  1889,  dedicato  agli  stu- 
diosi della  lingua  inglese.  Direttore  pro- 
prietario :  A.  Nino  Malagoli.  Un  anno  L.  4. 
(Vedi  oltre  avviso  speciale.) 

Torino. 

El  Espanol  en  Italia.  Giornale  per  ap- 
prendere senza  maestro  la  lingua  spagnuo- 
la,  nato  nel  1889.  Esce  ogni  15  giorni 
in  8  pagine  a  2  colonne.  Direttore  :  prof. 
A.  Nino  Malagoli.  Abbonamento:  anno 
L.  4.  Via  Po,  32.  (Vedi  oltre  avviso  spe- 
ciale.) 

Torino. 

Feuille  d'Aoste.  Giornale  politico,  cat- 
tolico, amministrativo,  fondato  nel  1842  dal 
tipografo  Damien  Lyboz  col  titolo  di  Feuil- 
le d' Annonces ,  giornale  bimensile.  Nel 
1854  sospese  le  pubblicazioni,  ma  le  riprese 
nel  1855  col  titolo  attuale.  Ne  fu  redattore 
per  due  o  tre  anni  il  can.  Carrel;  lo  di- 
resse poi  il  can.  Bérard  fino  al  31  dicem- 
bre 1871;  quindi  assunse  la  direzione  Jo- 
seph Antoine  leantet,  che  la  abbandonò 
dopo  due  anni,  ma  la  riprese  nel  settem- 
bre 1881.  Il  periodico  è  diffuso  nella  città 
e  nella  Valle  d'Aosta,  nel  Piemonte,  in 
Francia  e  ovunque  trovansi  valdostani.  Esce 
ogni  mercoledì  in  4  pagine  e  tira  600  copie. 
Abbonamento:  anno  L.  6,50;   sem.  5,50. 

Aosta. 

Il  Filotecnico.  Rivista  mensile  di  scienze, 
lettere  ed  arti,  fondatali  15  dicembre  1885 
per  cura  della  Società  filotecnica  di  To- 
rino. Vi  scrivono  :  Garelli  della  Morea, 
avv.  Luigi  Prato,  Desiderato  Chiaves,  V. 
Bersezio,  A.  Bortolotti,  ecc.  -  Esce  in  18 
pagine  in-8.°  grande.  Abbonamento:  anno 
L.  io;  estero  12,50  oltre  le  spese  postali. 
Un  numero  L.  i.  Piazza  Castello,  12. 

Torino. 

Il  Fischietto.  Giornale  umoristico  illu- 
strato, fondato  da  Carlo  A.  Valle  il  2  no- 
vembre 1848.  Morto  Carlo  A.Valle  (1873), 
che  era  poeta  e  letterato  distinto,  il  giornale 
continuò  le  sue  spiritose  pubblicazioni, 
essendo  successivamente  ditetto  da  Pichetti, 
Cesana  e  Luigi  Pietracqua.  Dal  1869  è  di- 
retto da  Camillo  Marietti.  Il  Valle  firmava 
col  pseudonimo  di  Fra  Cìiicìiibio  le  sue 
graziose  poesie  satiriche  ed  umoristiche 
che  lo  fecero  noto  in  tutto  il  Piemonte; 
però  non  potè  sollevarsi  né  alla  posizione 


né  alla  fama  che  meritava  il  suo  ingegno. 
Vi  scriveva  anche  Desiderato  Chiaves,  di- 
stinto commediografo  e  deputato  di  destra. 
Collaborarono  gli  artisti  Pedrone,  Redenti, 
Teja,  Virginio,  Camillo,  Dalsani,  ecc.  -  Di 
scrittori  ebbe  sempre  una  scelta  schiera  e 
nel  Fischietto  fecero  le  prime  armi  i  migliori 
umoristi  d'Italia,  parecchi  dei  quali  salirono 
alle  più  alte  cariche  dello  Stato  ed  a  meritata 
celebrità.  Tutti  gli  avvenimenti  importanti 
d'Europa,  tutte  le  personalità  salienti  del 
secolo  figurano  nel  Fischietto  che  si  può 
dire  la  più  completa  storia  politica  illu- 
strata d'Europa  dal  1848  in  qua.  Esce  al 
martedì  e  sabato  in  8  pagine  illustrate. 
Abbonamento:  anno  L.  24.  Un  num.  0,25. 
Via  Magenta,  11, 

Torino. 

Flora  mirabilis.  Periodico  artistico,  let- 
terario, teatrale,  il'ustrato,  nato  il  12  feb- 
braio 1888.  Esce  3  volte  al  mese  in  4 
pagine  a  4  colonne,  formato  0,38  ><  0,27. 
Vi  scrivono:  Rapisardi,  Neera,  L.  Conforti, 
Luraghi,  Elvira  Simonetti,  ecc.  Direttore- 
proprietario  :  Nicolò  Temesio.  Abbona- 
mento :  anno  L.  5,  per  gli  artisti  io.  Un 
numero  centesimi  io.  Via  Roma,  2. 

Torino. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Nato 
nel  1865,  pubblica  gli  atti  amministrativi. 
Esce  a  fascicoli  in  un  numero  indeterminato 
di  pagine.  Abbonamento  :  anno  L.  1 2.  Ogni 
numero  in  ragione  di  2  centesimi  la  pa- 
gina. Editore  Solaro.  Via  Mazzini,  40. 

Torino. 

La  Fondiaria.  Giornale  di  affari  com- 
merciali, industriali,  prestiti,  ecc.,  nato  nel 
1884.  Esce  ogni  settimana  in  4  pagine. 
Direttore:  A.  Bussone.  Abbonamento  :  an- 
no L.  5.  Un  numero  centesimi  20.  Ai 
primarii  istituti  di  credito,  ai  banchieri, 
ecc.,  si  distribuisce  gratis. 

Torino. 

Le  Franqais  en  Italie.  Giornale  com- 
pilato in  francese,  colla  traduzione  italiana 
tra  riga  e  riga,  nato  il  4  aprile  1889.  Con- 
tiene esercizi  di  lettura  francese,  colla  re- 
lativa pronunzia  e  concorsi  a  premio  in 
varie  lingue.  Esce  ogni  1 5  giorni  in  8  pa- 
gine. Tira  5000  copie.  Direttore:  Prof.  A, 
Nino  Malagoli.  Abbonamento:  anno  L.  4. 
Un  numero  0,10.  Via  Po,  32,  (Vedi  oltre 
avviso  speciale.) 

Torino. 

Le  FranQais.  Nouvelle  d'Italie.  Pubbli- 
cazione periodica,  nata  il  6  aprile  1889, 
per  abilitare  gl'italiani  allo  studio  della 
lingua  francese.  Esce  ogni  sabato  in  4  pa- 
gine, formato  0,43  x  028.  Direttore  :  prof. 
Emilio  Savini.  Abbonamento  ;  anno  L.  6. 


N.  Bbrkàkdini  —  (/u><i(t  della  Stampa  ptriodica  italiana  —  43. 


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GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA.   ITALIANA. 


Un  numero   o,io.   Tipografia   L.    Ciani. 
Via  Accademia  Albertina. 

Torino. 

Gazzetta  delle  campagne.  Giornale  agri- 
colo, illustrato,  nato  nel  1874.  Esce  il  io 
e  20  d'ogni  mese  in  8  pagine  a  2  colonne. 
Direttore:  Enrico  Barbero,  geometra.  In- 
serzioni 0,15  la  linea.  Abbonamento:  anno 
L.  5,  estero  7.  Via  Urbano  Rattazzi,  5. 

Torino. 

Gazzetta  del  popolo.  Giornale  politico, 
amministrativo,  nato  il  16  giugno  1848. 
Esce  nelle  ore  antimeridiane  di  tutti  i 
giorni  in  8  pagine  in-4.''  a  2  colonne. 
Tira  25,000  copie.  Direttore:  Giovambat- 
tista fiotterò,  uno  dei  più  vecchi  giorna- 
listi d'Italia.  Redattore-capo-comproprie- 
tario :  Baldassarre  Cerri.  Redattori  :  avv. 
Moglia,  Augusto  Berta,  avv.  Lettel,  avv. 
Deabate.  Abbonamento  :  anno  L.  19,20. 
Un  numero  centesimi  5.  S.  Agostino,  6. 

Torino. 

Gazzetta  del  popolo  della  domenica. 
Supplemento  letterario,  artistico,  illustrato 
della  Gaietta  del  popolo,  nato  il  25  mar- 
zo 1883.  Esce  in  8  pagine  piccole  a  j  co- 
lonne con  buoni  scritti  originali  di  chiari 
giornalisti  e  illustrazioni.  Direttore:  E.  Au- 
gusto Berta.  Abbonamento:  anno  L.  4,50, 
sem.  2,50.  Per  gli  abbonati  alla  Gai:{etta 
del  popolo  quotidiana  :  anno  L.  3,50,  sem.  2; 
Unione:  anno  L.  6,50,  sera.  3,50.  Un  nu- 
mero centesimi  5. 

Torino. 

Gazzetta  di  Pinerolo.  Giornale  politico, 
amministrativo,  economico,  nato  il  i.°  gen- 
naio 1868.  Esce  ogni  sabato  in  4  pagine. 
Abbonamento  :  anno  L.  5.  Un  numero  0,10 

Pinerolo. 

Gazzetta  di  Torino.  Giornale  politico, 
amministrativo,  nato  il  i."  gennaio  1860, 
in  continuazione  della  Stafjetta  fatta  dal- 
l'avv.  Piacentini,  Cesana,  Bianchi  e  Mon- 
tignani.  Col  i.°  settembre  1866,  la  dire- 
zione fu  assunta  dal  marchese  Aristide  Ca- 
iani, che  divenne  in  seguito  proprietario 
del  giornale.  Il  Caiani  ha  fatto  la  campa- 
gna d'Africa  nell'esercito  francese,  ha  pub- 
blicate le  Scene  della.  Vita  militare  in  Al- 
geria (3  volumi) ,  le  Scene  della  Vita  mi- 
litare in  Crimea  (2  volumi),  le  Scene  del- 
rinsurreiione  indiana,  e  il  Parlamento  del 
regno  d  Italia;  scrive  con  spigliatezza  ed 
è  instancabile  raccoglitore  di  offerte  dai 
ricchi  a  prò  dei  poveri.  La  Galletta  esce 
ogni  giorno  in  4  pagine  a  5  colonne;  ha 
tipografia  propria  e  tira  circa  25,000  co- 
pie. In  politica  è  giornale  progressista  tem- 
perato. Abbonamento:  anno  L.  20,  sem. 
11,50,  trim.  6,  un  mese  2,25;  Estero:  anno 


L.  58,40,  sem.  19,70,  trim.  10,10.  Un  nu- 
mero centesimi  5.  Via  S.  Anselmo,  i. 

Torino. 
Gazzetta  letteraria.  Giornale  artistico, 
letterario,  nato  nel  1876,  come  supple- 
mento alla  Ga:(ietta  Piemontese.  Esce  ogni 
sabato  in  8  pagine  in-4.°  a  2  colonne.  È 
uno  dei  migliori  giornali  letterari  d'Italia. 
Tira  7000  copie.  Vi  scrivono:  G.  Biadego, 
A.  Brunialti,  G.  Verga,  E.  Navarro  della 
Miraglia,  V.  Bersezio,  ecc.  Direttore:  avv, 
Giuseppe  Depanis.  Editori:  Roux  e  Comp. 
Abbonamento  :    anno     L.    4,    sem.  2,50. 

Torino. 
Gazzetta  piemontese.  Giornale  poHtico, 
amministrativo,  quotidiano,  nato  il  9  feb- 
braio 1867,  per  sostituire  la  Provincia  che 
avendo  l'inserzione  degli  atti  giudiziari  era 
ufficiale  per  la  provincia.  Tentò  allora  il 
governo  di  fare  pressioni  su  quel  foglio, 
per  mutarne  l'indirizzo  politico  ed  il  Ber- 
sezio con  tutta  la  redazione  nobilmente  re- 
sistette e  ritirandosi  fondò  la  Galletta. 
L'antica  Provincia  continuò  a  pubblicarsi 
per  tutta  la  durata  del  contratto  col  go- 
verno, spogliata  però  di  quanto,  anche  alla 
lontana,  accennasse  a  politica.  La  Piemon- 
tese lino  al  gennaio  1880  fu  diretta  dall'in- 
faticabile giornalista,  fecondo  romanziere 
e  brioso  commediografo  Vittorio  Bersezio; 
quindi  gli  succedette  l'avv.  on.  Luigi  Roux, 
giovane  intelligente  ed  attivo,  continuando 
le  tradizioni  del  giornale  più  o  meno  pro- 
gressista. La  Gaietta  è  ricca  d'informa- 
zioni telegrafiche  e  la  sua  tiratura,  che  va 
aumentando  ogni  giorno,  è  di  25,000  co- 
pie e  viene  fatta  su  rotoli  di  carta  lunghi 
da  6  a  7  chilometri  stampati  con  la  nuova 
macchina  Konig  e  Bauer.  Sono  redattori 
della  Gai::etta  :  Banzatti  Vittorio,  Cremo- 
nesi Pietro,  Pettinati  Nino,  ecc.  -  Abbona- 
mento: anno  L.  22,  sem.  12,  trim.  6,50, 
un  mese  2,25,  Unione  :  anno  L.  3  2,  sem.  20, 
trim.  IO.  Unnum.  0,05.  Piazza  Solferino,  20. 

Torino. 
Il  Giardinaggio.  Giornale  illustrato  per 
i  dilettanti  di  fioricoltura,  nato  il  io  gen- 
naio 1885.  Esce  al  principio  d'ogni  mese 
in  8  pagine  a  2  colonne.  Si  occupa  della 
coltivazione  dei  fiori  da  giardino,  da  serra 
ed  appartamento,  costruzioni  di  giardini, 
giuochi  d'acqua,  ponti  e  cancellate  rusti- 
che, piante  ornamentali,  ecc.  Abbonamento: 
anno  L.  3.  Unione  L  4.  Inserzioni:  25  cen- 
tesimi la  linea.  Via  Alfieri,  7. 

Torino. 
Giornale  della  U.  Accademia  di  medi- 
cina. Rivista  di  materie  mediche  e  scienze 
atfini,  nata  nel  1838.  Si  pubblica  ogni  mese 
in  fascicoli  di  oltre  150  pagine  in-8.°  per 


PÉOVINCIÀ   DI   TORINO. 


675 


cura  dell'ufficio  di  presidenza  dell'Acca- 
demia. Abbonamento:  anno  L.  io.  Un 
fascicolo  L.  I.  Unione  Tipografìco-Editrice 
Torinese.  Via  Carlo  Alberto,  33. 

Torino. 

Giornale  delle  donne.  Nato  nel  1869, 
ha  per  bandiera  :  istruire  dilettando.  La  parte 
letteraria  diretta  da  A.  Vespucci  esce  2 
volte  al  mese  e  costa  all'anno  L.  io  e 
all'estero  12.  La  parte  mode  esce  una  volta 
al  mese  con  figurini  di  Parigi,  ricami,  mo- 
delli tagliati,  ecc.  e  costa  all'anno  L.  8 
e  12  all'estero.  Le  due  edizioni  unite  co- 
stano L.  16  pel  regno  e  20  all'  estero. 
Via  Po,  I,  piano  3.° 

Torino. 

Giornale  dell'  industria  serica.  Nato 
nel  18Ó7  e  diretto  allo  sviluppo  dell'in- 
dustria della  seta,  è  uno  di  quei  giornali 
cosi  detti  speciali,  che  purtroppo  mancano 
in  Italia  e  che  sono  i  soli  che  possono 
realmente  contribuire  allo  sviluppo  di  un'in- 
dustria. Esce  ogni  sabato  in  8  pagine.  Di- 
rettore: G.  B.  Debernardi.  Abbonamento: 
anno  L.  12,  estero  16.  Un  numero  cen- 
tesimi 20.  Via  Andrea  Doria,  13. 

Torino. 

Giornale  di  farmacia,  di  chimica  e  di 
scienze  affini.  Nato  nel  1852,  esce  a  fa- 
scicoli men'iili  di  48  pagine  ciascuno  e 
forma  ogni  anno  un  volume  di  576  pagine. 
Abbonamento:  anno  L.  8.  Farmacia  Schiap- 
parelli, Piazza  San  Giovanni. 

Torino. 

Giornale  di  medicina  veterinaria  pra- 
tica e  zootecnia.  Fu  l'ondato  nel  1852,  dal 
corpo  insegnante  della  R.  Scuola  Veteri- 
naria di  Torino  dal  quale  fu  redatto  e  pub- 
blicato sino  al  1858  col  titolo  di  Giornale 
di  medicina  veterinaria.  Venne  allora  ce- 
duto alla  nascente  Società  di  medicina  ve- 
terinaria, della  quale  divenne  proprietà  ed 
organo  ufficiale.  Dal  1858  sino  al  feb- 
braio 1877  fu  redatto  e  diretto  dal  prof, 
cav.  Francesco  Papa.  Avvenuta  la  morte 
di  questo  benemerito  ippiatra  (1876)  la 
direzione  fu  assunta  dal  cav.  Prof.  Anto- 
nio De  Silvestri.  Esce  ogni  mese  in  48 
pagine  in-S."  Abbonamento:  anno  L.  io. 
Non  si  vende  a  numeri  separati.  Tipo- 
grafia G.  Candeletti. 

Torino. 

Il  Giovedì.  Letture  famigliari,  illustrate, 
educative,  curiose,  allegre,  nate  il  5  gen- 
naio 1888.  Esce  ogni  giovedì  in  8  pagine 
in-4.°  Il  numero  del  i.°  giovedì  d'ogni 
mese  è  di  16  pagine  e  pubblica  concorsi 
con  premii  di  100  lire  e  di  medaglie  d'oro 
e  d'argento.  Direttore  :  cav.  prof.  G.  B. 
Cipani.   Editori:   Giulio  Speirani  e  figli. 


Tiratura  20,000  copie.  Abbonamento  :  anno 
L.  3.  Un  numero  0,05,  Via  Bertola,  54. 

Torin  0. 
La  Giurisprudenza  civile  e  penale.  Ri- 
vista legale  iniziata  nel  1864  e  diretta  dal- 
l'avv.  prof  Alberto  Piccaroli.  Esce  ogni 
settimana  in  fascicoli  di  un  numero  inde- 
terminato di  pagine.  Un  fascicolo  0,60.  Ab- 
bonamento :  amo  L.  22.  Tipografia  Legale. 

Torino. 
Giurisprudenza  Italiana.  Raccolta  ge- 
nerale, periodica  e  critica  di  giurispru- 
denza, legislazione  e  dottrina  in  materia 
civile,  commerciale,  penale,  amministrativa 
e  di  diritto  ''ubblico,  diretta  dai  profes- 
sori avvocati  Ricci  Francesco,  Lozzi  Carlo 
e  lannuzzi  Riccardo  colla  collaborazione 
di  un'  eletta  di  giureconsulti  italiani.  Si 
pubbhca  a  dispense  di  non  meno  di  fo- 
gli 9,  pari  a  pagine  72.  Ogni  annata  forma 
un  volume  di  pagine  1400  circa,  in-S.°  a 
due  colonne.  Il  prezzo  di  ciascuna  dispensa 
è  di  L.  2;  pagando  anticipatamente  con 
vaglia  postale:  a  semestre  L.  18,  annata 
L.  35.  Unione  Tipografica  Editrice. 

Torino. 
Guida  ai  lavori  femminili.  Supplemento 
al  Collaboratore  della  scuola  (vedi)  ,  nato 
nel  1880.  Esce  il  i."  e  16  d'ogni  mese  e 
nel  luglio,  agosto  e  settembre  una  sola 
volta  in  8  pagine  con  copertina  e  con  due 
grandi  tavole  di  figurini,  disegni  di  la- 
vori, ecc.  Si  occupa  di  lavori  femminili, 
mode,  ricami,  lezioni  d'ago  e  di  taglio,  let- 
teratura, ecc.  -  Nella  copertina  pubblica 
ricette  famigliari,  indicazioni  utili,  qcc.  -  È 
diretto  da  Egle  Giordano-Orsini.  Abbona- 
mento :  anno  L.  5,  sem.  2,50.  ViaRoma,4i. 

Torino. 
_  La  Guida  del  maestro  elementare  ita- 
liano. Giornale  didattico  esplicativo  delle 
materie  d' insegnamento  secondo  i  pro- 
grammi governativi  per  le  4  classi  ele- 
mentari, nato  nel  1864  e  diretto  da  An- 
tonio Parato.  Esce  il  mercoledì  nel  corso 
dell'anno  scolastico,  e  3  volte  al  mese  nelle 
ferie  autunnali.  Non  si  vende  a  numeri 
separati.  Abbonamento;  anno  L.  6,  sem. 
3,50,  trim.  2.  Presso  Paravia. 

Torino. 
Indicatore  ufficiale  delle  strade-fer- 
rate, navigazione,  telegrafia  e  poste  del 
Eegno  d'Italia.  Pubblicazione  mensile,  a 
fascicoli  di  circa  300  pagine,  nata  nel  1865  ; 
contiene  gli  orari  di  tutte  le  ferrovie,  ar- 
rivi e  partenze,  ecc.  Editori-proprietari  : 
Fratelli  Pozzo.  Un  numero  0,20.  Abbona- 
mento: anno  L.  1 2.  Estero  L.  1 6. Via  Nizza, 1 2. 

Torino. 
L' Indipendente.  Gazzetta  di  Susa  e  cir- 


676 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


condario,  politica,  amministrativa  e  com- 
merciale, nata  il  2  gennaio  1887.  Esce 
tutte  le  domeniche  in  4  pagine,  formato 
0,30x0,19,  a  3  colonne.  Direttore:  avv. 
Ruraiano  Luigi.  Abbonamento:  anno  L. 4, 
sem.  2,30.  Un  numero  centesimi  io. 

Susa. 

L'Ingegneria  civile  e  le  arti  industriali. 
Periodico  speciale  per  gì'  ingegneri  ed 
architetti  e  per  i  costruttori  meccanici  in 
generale,  nato  nel  gennaio  1875.  Esce  ogni 
mese  in  16  pagine  ed  è  diretto  dall'  ing. 
cav.  Sacheri  Giovanni.  Questo  giornale 
fino  dai  suoi  primordi  incontrò  favore 
presso  gì'  ingegneri  ai  quali  è  particolar- 
mente rivolto,  e  trovasi  uniformemente 
diffuso  in  tutte  indistintamente  le  Provin- 
cie d'Italia.  I  giudizi  di  questo  giornale 
sulle  opere  eseguite  o  sulle  pubblicazioni, 
furono  sempre  molto  stimati.  Uliig.  Civ. 
pubblica  i  disegni  di  opere  già  eseguite, 
non  mai  di  quelle  in  progetto  ed  ha  es- 
senzialmente per  iscopo  di  far  vedere  i 
vantaggi  che  si  ricavano  dall'applicazione 
delle  sane  teorie  ai  problemi  della  pratica, 
quale  aiuto  vicendevole  abbiano  sempre 
avuto  la  scienza  e  l'esperienza.  All'Espo- 
sizione di  Parigi  del  1878  ebbe  la  meda- 
glia di  bronzo,  e  all'Esposizione  Nazionale 
di  Milano  del  1881  la  medaglia  d'argento. 
Abbonamento:  anno  L.  12;  Estero  L.  15. 
Non  si  vende  a  numeri  separati.  Editori 
Camilla  e  Bertolero.  Via  Ospedale,  18. 

Torino. 

L'Ingegneria  Sanitaria.  Rivista  tecnico- 
igienica,  nata  il  30  gennaio  1890. É  il  primo 
giornale  italiano  di  tal  genere,  creato  per 
trattare  le  vitali  quistioni  che  interessano 
a  un  tempo  l' igienista  e  l' ingegnere.  É 
un'utilissima  pubblicazione  pti  sanitari  in 
generale,  per  gl'ingegneri,  municipii,  genio 
militare,  fabbricanti,  ecc.  Esce  ogni  mese 
in  16  pagine  con  tavole  e  figure  interca- 
late nel  testo.  Direttore:  ing.  Francesco 
Corradini.  Abbonamento  :  anno  L.  12; 
Estero  15.  Editori:  L.  Roux  e  C. 

Torino. 

L'Istitutore,  Foglio  didattico  illustrato, 
nato  nel  1852,  in  continuazione  del  Gior- 
nale della  Società  d'istruzione  e  di  educazione 
diretto  dal  prof.  Domenico  Berti.  Per  17 
anni,  cioè  fino  al  1870,  fu  diretto  dal  prof. 
Sac.  Giuseppe  Lanza,  quindi  dal  prof.  An- 
tonio Pattini,  dal  prof.  V.  G.  Scarpa  e  fi- 
nalmente dal  prof  Donato  Bocci.  L'Istitu- 
tore esce  ogni  sabato  in  fascicoli,  durante 
l'anno  scolastico,  di  24  pagine,  e  nelle 
vacanze  autunnali  di  16  pagine  di  stampa 
in-S."  grande  con  copertina.  L'Istitutore, 
?he  è  il  più  vecchio  giornale  didattico  ita- 


liano, fu  premiato  con  medaglia  d'argento 
dalla  Società  Pedagogica  italiana  nel  1879 
e  con  due  medaglie  d'argento  e  di  bronzo 
nell'XI  Congresso  pedagogico  di  Roma 
del  1880.  Abbon.  anno  L.  6;  sem.  3,50; 
Estero,  spese  postali  in  più.  Presso  Paravia. 

Torino. 

Italian  News.  Nato  il  20  giugno  1888, 
raccoglie  le  piccole  ed  interessanti  notizie 
d'argomento  italiano  dai  giornali  inglesi. 
Sotto  ogni  vocabolo  è  il  corrispondente 
italiano  e  sopra  vi  è  la  pronuncia.  Cosi 
uno,  per  poca  cognizione  che  abbia  del- 
l'idioma inglese,  riesce  a  perfezionarsi  in 
esso,  trovando,  invece  dell'  aridità  delle 
grammatiche,  1'  interesse  che  può  procu- 
rare la  lettura  d'un  buon  giornale.  L'Italian 
Keii's  esce  2  volte  al  mese  in  4  pagine. 
Abbonamento:  anno  L.  11.  Un  numero 
15  centesimi.    Via   Accademia  Albertina. 

Torino. 

Italienische  Nachrichten.  Giornale  te- 
desco nato  il  16  aprile  1888.  Raccoglie  le 
notizie  d'argomento  italiano  dai  giornali 
tedeschi,  allo  scopo  di  abilitare  gl'italiani 
a  capire  il  tedesco.  Esce  4  volte  al  mese 
in  4  pagine,  formato  0,45  x  0,30.  Diretto- 
re :  prof.  Savini.  Abbonamento  :  trim.  L.  5. 
Un  nura.  0,15.  Via  Accademia  Albertina. 

Torino. 

La  Lanterna  pinerolese.  Giornaletto  po- 
litico, amministrativo,  nato  nel  1882.  Esce 
ogni  settimana  in  4  pag.  Abbonamento  : 
anno  L.  3.  Un  numero  5  centesimi. 

Pinerolo. 

La  Letteratura.  Giornale  quindicinale, 
nato  il  20  dicembre  1885.  Esce  il  i.°  e 
15  d'ogni  mese  in  4  pagine  a  4  colonne 
e  si  occupa  di  critica,  arte,  stona,  poesia  ; 
pubblica  recensioni,  novelle  e  bozzetti.  Ab- 
bonam.:  anno  L.  2,50.  Via  S.  Massimo,  42. 

Torino. 

Letture  cattoliche.  Giornale  religioso, 
nato  nel  1854.  Esce  ogni  mese  in  fasci- 
coli di  108  pagine.  Contiene  istruzioni 
morali,  racconti,  storie,  ecc.  -  Tiratura 
15,000  copie.  Abbonamento:  anno  L.  2,25, 
sem.  1,25.  Via  Cottolengo,  32. 

Torino. 

La  Libreria.  Periodico  della  casa  edi- 
trice L.  Roux  e  C,  nato  il  io  ottobre  1889. 
Esce  in  8  pagine  a  2  colonne  e  contiene 
l'elenco  dei  hbri  italiani  ed  esteri  deposi- 
tati presso  la  casa  Roux.  Abbonamento  : 
anno  L.  2.  Piazza  Solferino. 

Torino. 

La  Lingua  francese  nelle  scuole  secon- 
darie d'Italia.  Periodico  di  filologia  com- 
parata, grammatica  ragionata  e  didattica, 
nato  nel  1883.  £  diretto  dai  prof.  Candido 


PROVINCIA  Di  TORINO. 


677 


Ghiotti  e  Giustino  Dogliani.  Esce  in  3  dif- 
ferenti edizioni  il  i,"  ed  il  16  d'ogni  mese 
per  tutta  la  durata  dell'anno  scolastico.  Il 
periodico  è  diviso  in  parecchie  rubriche: 
la  parte  letteraria,  la  parte  filologica  e  sto- 
rica, la  parte  didattica,  ed  oltre  ad  essere 
un  aiuto  per  quelli  che  studiano  e  inse- 
gnano il  francese,  può  essere  evidente- 
mente una  buona  guida  a  quanti,  senza  mae- 
stro, vogliono  imparare  la  lingua  francese. 
Abbon.  :  anno  L.  5.  L.  Roux  e  C,  editori. 

Torino. 

La  Luna.  Giornale  umoristico  di  teatri, 
nato  nel  1881.  Esce  al  giovedì  d'ogni  quarto 
di  luna,  in  8  pagine  illustrate.  La  Luna  si 
dà  in  dono  agli  associati  del  Fisdiietto (vedi'). 
Ne  è  direttore  responsabile  Giorgio  An- 
saldi  (Dalsani).  Abbonamento:  anno  L.  6, 
sera,  3  -  Estero  :  anno  L.  8,  sem,  4.  Via 
Magenta,  11. 

Torino. 

Il  Maestro  elementare  italiano.  Gior- 
nale di  didattica  ed  educazione,  nato  nel 
1875.  Esce  ogni  15  giorni  in  16  pagine 
in  8."  e  copertina,  redatto  dagl'insegnanti 
Domenico  Civardi  e  Fernando  Medoni, 
col  concorso  di  valenti  pedagogisti.  Ab- 
bonamento: anno  L.  4.  Un  numero  0,20. 
Tarizzo,  editore.  Via  dei  Mille,  6. 

Torino. 

Il  Medico  ZOOiatro.  Giornale  di  medici- 
na, zootecnia  e  materie  affini,  nato  nel 
1853  col  titolo  di  Medico  veterinario,  che 
dopo  moltissimi  anni  mutò  nell'  attuale. 
Esce  ogni  mese  in  48  pagine.  Abbona- 
mento: anno   L.  8. 

Torino. 

Memorie  di  un  architetto.  Pubblica- 
zione mensile,  nata  nel  1887,  contenente 
particolari  e  progetti  architettonici  raccolti 
col  concorso  di  egregi  architetti  ed  artisti. 
Abbonamento:  anno  L,  6,  estero  8.  Ca- 
milla e  Bertolero,  editori.  Via  Ospedale,  18. 

Torino. 

'L  Neuv  Falabrach  già  'L  Falahrach, 
Giornal  scassa  fastidi.  Esce  ogni  domenica 
in  4  pagine  a  3  colonne,  redatto  in  dia- 
letto piemontese.  É  molto  diffuso  e  ap- 
prezzato, perchè  lo  stesso  giornale,  fondato 
il  3  giugno  1877  ha  vissuto  con  successo 
fino  nel  1888,  data  in  cui  gli  si  impose  il 
nome  attuale.  Direttore:  C.  A.  Occhetti. 
Abbonamento:  anno  L.  5,  Europa  6.  Gal- 
leria Natta,  3. 

Torino. 

Il  Novelliere  illustrato.  Nato  nel  gen- 
naio del  1890,  pubblica  racconti  e  romanzi 
originali,  novelle  interessanti,  curiose,  edu- 
cative, scritti  appositamente  da  ottimi  scrit- 
tori e  eoa  illustrazioni  espressamente  ese- 


guite da  valentissimi  artisti.  Editori:  Giulio 
Speirani,  e  figh.  Esce  ogni  domenica  in  8 
pagine  e  tira  1 2,000  copie.  Abbonamento: 
anno  L.  3. Un  numero  0,05.  Via  Bertola,  54. 

Torino. 
La  Nuova  Italia.  Giornale  politico,  de- 
mocratico, nato  nel  1890  in  sostituzione 
della  cessata  Montagna.  Direttore  :  prof. 
Armando.  Tipografia  propria. 

Torino. 
L'Omiopatia  in  Italia.  Giornale  di  scien- 
ze mediche,  nato  ad  1886. 

Torino. 
L'Orticoltura.  Giornale  illustrato,  nato 
nel  gennaio  188S  e  diretto  dai  fratelli  Roda. 
Esce  il  i.°  d'ogni  mese  in  16  pagine  in-S." 
e  4  di  copertina.  Abbonamento:  anno 
L.  8.  Un  numero  0,10.  Via  Thesauro,  2. 

Torino. 
L' Osservatore  -  Ganelta  medica  di  To- 
rino. Giornale  scientifico,  nato  nel  1854 
in  continuazione  della  Gaietta  delle  cli- 
ìiiche  e  della  Gaietta  medica,  nata  nel  1840. 
È  giornale  di  medicina,  chirurgia  e  scienze 
affini  ed  è  indirizzato  ai  progressi  delle 
scienze  e  dell'arte  medica.  Direttore:  dott. 
Giuseppe  Berutti.  Condirettore:  dott.  Ge- 
rolamo Mo.  Redattori  ordinari  :  G.  B.  Bono, 
G.  Calderini,  D.  Chiara,  G.  Giacomini,  G. 
Martinotti,  S.  Varaglia.  Esce  in  32  pagine 
il  5,  15  e  25  di  ogni  mese.  Abbonamento: 
anno  L.   10.  Tipografia  L.  Roux. 

Torino. 
L'Osservatore  scolastico.  Giornale  d'i- 
struzione ed  educazione,  nato  nel  1886. 
Esce  ogni  settimana  in  24  pagine.  Diret- 
tori :  cav.  prof.  Giovanni  Borgogno  e  prof. 
Carlo  Ferraris.  Abbonamento:  anno  L.  6. 
Un  numero  0,20. 

Torino. 
Il  Pasq,UÌno.  Giornale  umoristico,  illu- 
strato, fondato  nel  1856  da  Teja,  Cesana 
e  Piacentini.  Ebbe  subito  un  successo  cla- 
moroso e  meritato,  come  può  rilevarsi 
dall'articolo  a  parte  che  segu§,  su  questo 
periodico.  Esce  ogni  settimana  in  i2  pa- 
gine in-4.''  a  3  colonne.  Abbonamento: 
anno  L.  22.Un  num.  o,40.Via  S.Massimo,  42. 

Torino. 
Pazientino.  Raccolta  con  premi  di  rebus, 
sciarade,  logogrifi,  ecc.,  nata  il  io  gen- 
naio 1889.  Esce  ogni  mese  in  4  pagine. 
Direttore:  A.  Nino  Malagoli.  Abbonamento: 
anno  L.  1,50.  Via  Po,  32. 

Torino. 
Il  Pirata.  Giornale  teatrale  con  ritratti, 
fondato  nel  1834  da  F.  Regli  e  diretto  dal- 
l'avv.  Giovanni  Carotti.  È  il  più  vecchio 
giornale  teatrale  d'Italia  e  nei  primi  tempi 
vi  collaborarono  molti  valenti  scrittori,  fra  i 


6?§ 


GUIDA  DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


quali  Felice  Romani  e  Marcello.  Nel  1 884  fu 
premiato  con  medaglia  all'Esposizione  di 
Torino.  Esce  ogni  settimana  in  4  pagine. 
Abbonamento:  anno  L.  30.  Un  numero 
50  centesimi.  Via  S.  Agostino,  3. 

Torino. 
Il  Policlinico.  Giornale  di  medicina  pra- 
tica, pubblicato  dai  medici  direttori  del 
Policlinico  generale  di  Torino  e  diretto 
dal  prof.  Carlo  Forlanini,  direttore  della 
Clinica  Propedeutica.  Esce  in  32  pagine 
ogni  15  giorni.  Abbonamento:  anno  L.  12. 
EditoreErmannoLoescher.  Corso  V.  E.,  16. 

Torino. 
II  Progresso.  Rivista  quindicinale  illu- 
strata delle  nuove  invenzioni  e  scoperte, 
notizie  scientifiche,  industriali  e  commer- 
ciali; elenco  generale  dei  brevetti  d'inven- 
zione, ecc.  Pubblica  ogni  mese  un  elenco 
dei  brevetti  d'invenzione  e  privative  indu- 
striali. Il  Progresso  è  nato  nel  1873  ed  esce 
il  15  e  30  d'ogni  mese  in  16  pagine  con 
copertina.  Abbonamento:  annoL.  8.  Unio- 
ne IO.  Un  numero  0,30.  Via  Principe  A- 
medeo,   3. 

Torino. 
Il  Pulsblicc.  Giornale  mensile  per  tutti, 
fondato  nel  1884  dal  cav.  Enrico  Amour. 
Esce  in  8  pagine  in-8.°  grande  a  2  colonne. 
Spiega  in  ogni  numero  graziosi  giuochi 
di  prestigio  e  di  società.  Abbonamento: 
anno  L.  2.  Via  Sagliano,  i. 

Torino. 
Rassegna  di  diritto  commerciale  ita- 
liano e  straniero.  Raccolta  internazionale 
di  dottrina,  gmrisprudenza  e  legislazione 
commerciale  comparata,  nata  nel  1883  e 
redatta  sotto  gli  auspici!  dei  membri  del- 
l'Instilut  de  Droit  International  e  diretta 
dall'avv,  Ferdinando  Maria  Fiore-Goria. 
Esce  in  fascicoli  mensili  di  non  meno  di 
536  fogli  di  stampa.  Abbonamento:  anno 
L.  30.  Via  Alfieri,  io. 

Torino. 
Rivista  amministrativa  del  Regno.  Gior- 
nale ufficiale  delle  amministrazioni  centrali 
e  provinciali,  dei  comuni  e  degl'istituti  di 
beneficenza,  fondata  nel  1850  dal  coram. 
Vincenzo  Aliberti  e  continuata  e  diretta 
da  suo  figlio  avv.  Paolo  Aliberti.  Esce  ogni 
mese  in  fascicoli  di  un  numero  indeter- 
minato di  pagine  in-8.°  Contiene  deci- 
sioni e  provvedimenti  ministeriali,  pareri 
del  Consiglio  di  Stato,  giurisprudenza  am- 
ministrativa, atti  dei  consigli  provinciali, 
delle  prefetture,  leggi  organiche  di  pub- 
bhca  amministrazione,  ecc.  -  Abbonamen- 
to :  anno  L.  14.  Non  si  vende  a  numeri 
separati.  Via  Giannone,  12. 

Torino. 


Rivista  mensile  del  Club  alpino  italia- 
no. Nata  nel  1882,  contiene  gli  atti  del 
Club,  racconti  di  gite,  scoperte,  ecc.  Esce 
in  52  pagine  in-8.°  e  tira  5000  copie.  Re- 
dattore capo:  eav.  dott.  Scipione  Cainer. 
Un  numero  L.  i.  Tipografia  Candeletti. 

Torino, 
Rivista  italiana  delle  Assicurazioni. 
Nata  nel  gennaio  1889,  esce  2  volte  al 
mese  in  12  pagine  in-4.''  -  Direttore: 
avv.  Gaetano  Agrati.  Abbonamento:  anno 
L.  15.  Via  Gioberti,  12  bis. 

Torino. 
Rivista  di  filosofia  scientifica.  (Vedi 
provincia  di  Milano.) 

Rivista  storica  italiana.  Raccolta  perio- 
dica di  storia,  nata  nel  febbraio  1884.  Esce 
ogni  3  mesi  in  fascicoli  e  pubblica  nume- 
rosi ed  interessanti  documenti.  Abbona- 
mento: anno  L.  20.  Un  fascicolo  L.  i. 
Editore:  Bocca. 

Torino. 
Rivista  velocipedistica.  Giornale  spe- 
ciale per  i  velocipedisti,  nato  il  i."  ago- 
sto 1883.  Esce  ogni  15  giorni  in  12  pa- 
gine e  copertina  a  2  colonne.  Si  occupa 
di  velocipedi  e  di  clubs  velocipedistici,  e 
inoltre  di  molte  notizie  utili  per  gli  ama- 
tori di  tale  esercizio.  È  l'unico  giornale 
italiano  di  questo  genere.  Tira  2000  co- 
pie. Direttore:  bar.  Vincenzo  Fenoglio-En- 
rici.  Redattori:  avv.  C.  Toscani,  avv.  F.  Vil- 
la, L.  Spanna,  avv.  C.  Goria-Gatti,  O.  Co- 
molli,  T.  E.  Magnasco.  Abbonamento:  anno 
L.  10.  Un  numero  20  centesimi.  Via  Venti 
Settembre,  62. 

Torino. 
La  Scuola  nazionale.  Rassegna  d'educa- 
zione e  d'istruzione,  specialmente  per  le 
scuole  elementari  e  normali  e  per  gl'isti- 
tuti d'infanzia,  nata  nel  1890.  Esce  ogni 
mercoledì,  e  2  volte  al  mese  nelle  vacanze, 
in  24  pagine  a  2  colonne  e  copertina.  Di- 
rettore: Bartolomeo  Rinaldi.  Editore:  cav. 
Grato  Scioldo.  Abbonamento:  anno  L.  7, 
sera.  4,  trim.  2,50.  Un  numero  25  cente- 
simi. Corso  Re  Umberto,  6. 

Torino. 
Silvio  Pellico.  Giornale  educativo-lette- 
rario  nato  nel  1877  col  titolo  Ora  di  ricrea- 
lione,  che  mutò  nell'attuale  nel  1885.  Esce 
ogni  domenica  in  8  pagine  e  tira  6000 
copie.  Editori:  Giulio  Speirani  e  figli.  Ab- 
bonamento: anno  L.  3.  Un  numero  0,05. 
Via  Bertola,  54. 

Torino. 
Lo  Sport  nautico.  Splendida  rivista  men- 
sile di  rowing  e   di  yachting,    nata    il   15 
giugno  1889.  Esce  in  12  pagine  ia-8.°  il- 
lustrate. Direttore  :  F.  Fenoglio  Earici.  Ab- 


PROVINCIA    DI    TORINO. 


670 


bonamento  anno  L.  5.  Un  numero  0,50. 
Via  Venti  Settembre,  62.  (Vedi  avviso  spe- 
ciale a  pag.  502.) 

Torino. 

Lo  Stenografo  italiano.  Giornale  steno- 
grafico, nato  a  Milano  e  trasportatosi  po- 
scia a  Torino.  Esce  2  volte  al  mese  in  16 
pagine,  8  di  testo  e  8  di  caratteri  steno- 
grafici. Si  stampa  a  Mondovi.  Abbona- 
mento: anno  L.  4.  Un  numero  0,20. 

Torino. 

Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  Nato  nel  1076,  esce  2  volte 
la  settimana  e  contiene  gli  annunzi  legali 
amministrativi.  Abbonamento:  anno  L.  15; 
sem.  8,  trim.  5.  Ogni  numero  costa  in  ra- 
gione di  3  centesimi  per  pagina.  Tipogra- 
fia L.  Roux  e  C. 

Torino. 

11  Telefono.  Rivista  umoristica  della  vita 
torinese,  nata  nel  1887.  Esce  ogni  setti- 
mana in  4  pagine,  con  numerosissime  ca- 
ricature e  pupazzetti.  Direttore:  L.  Lavini. 
Abbonamento:  anno  L.  6,  sem.  3,50  -  E- 
stero:  anno  L.  7.  Un  numero  o,io.  Via 
Plana,  4. 

Torino. 

Le  Témoin.  Giornale  politico,  evange- 
lico, nato  nel  1875.  Esce  ogni  settimana 
in  8  pagine,  redatto  in  fi-ancese.  Abbona- 
mento: anno  L.  3.  Un  numero  0,10. 

Pinerolo. 

Torino  commerciale  -  Giornale  degli  al- 
loggi. Nato  nel  1873,  contiene  annunzi  di 
alloggi,  compre;  vendite,  mutui,  sconti,  rap- 
presentanze, ecc.  -  Esce  2  volte  la  setti- 
mana in  4  pagine.  Annessa  al  giornale  vi 
e  un'agenzia  per  rappresentanze  di  com- 
mercio, operazioni  finanziarie,  informazio- 
ni, ecc.  Abbonamento:  anno  L.  10.  Un 
numero  0,10.  Via  Lagrange,  42,  e  Piazza 
Carlo  Felice,  9, 

Torino. 

L' Unione  dei  maestri  elementari  d'  I- 
talia.  Giornale  didattico,  pedagogico,  let- 
terario, nato  ne!  1870.  Esce  ogni  setti- 
mana in  16  pagine,  e  contiene  articoli, 
corrispondenze,  notize  e  quanto  altro  possa 
interessare  i  maestri  elementari.  Direttore: 
prof.  Giuseppe  A.  Silvestri.  Abbonamento: 
anno  L.  5.  Un  numero  centesimi  20. 
Via  Carlo  Alberto,  29. 

Torino. 
_  Unione  velocipedistica  italiana.  Bollet- 
tino ufficiale  mensile  per  gli  atti  e  comu- 
nicazioni della  società.  Nato  nel  1887,  esce 
in  8  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  2,50. 

Torino. 

L'Unità  cattolica.  Giornale  politico,  am- 
ministrativo, cattolico,  nato  nel  1863.  Esce 


tutti  i  giorni  meno  i  seguenti  ai  festivi, 
in  4  pagine  a  4  colonne.  Tira  8000  co- 
pie. È  munito  di  un  breve  di  Pio  IX  e  dal 
1870  esce  listato  di  nero.  Ha  una  storia 
lunga  e  interessante,  come  può  vedersi 
più  innanzi.  Abbonamento:  anno  L.  28,  se- 
mestre 15,  trim.  8  -  Estero:  anno  L.  37. 
Inserzioni:  25  centesimi  la  linea.  Via  Car- 
lo Alberto,  7. 

Torino. 

Le  Valdotain.  Giornale  politico,  ammi- 
nistrativo, agricolo,  nato  il  4  gennaio  188S. 
Esce  il  mercoledì  in  4  pagine,  formato 
0,40x0,29.  É  redatto  in  francese.  Abbo- 
namento: anno  L.  6,50. 

Aosta. 

Il  Venerdì  della  Contessa.  Pubblicazio- 
ne mondana,  letteraria,  settimanale,  nata 
nel  1889  come  supplemento  della  Rivista 
velocipedistica  (vedi).  Il  titolo  spiega  l' in- 
dole del  giornale:  è  come  un  salotto  in 
cui  si  riunisca  una  società  colta  a  ciarlare 
d'arte,  di  poesia,  di  novità,  di  mode,  a  rac- 
contar novelle,  ecc.  Direttore:  Bar.  Vin- 
cenzo Fenoglio-Enrici.  Tira  5000  copie. 
Abbonamento:  anno  L.  3,50,  trim.  i.  Un 
numero  0,05.  Via  Venti  Settembre,  62. 

Torino, 

La  Véritéi  Giornale  mensile,  nato  il  1 5 
gennaio  i8S8,  destinato  specialmente  allo 
studio  popolare  della  parola  di  Dio.  Esce 
ogni  mese  in  8  pagine  in-8.°,  redatto  in 
francese.  Direttore:  Louis  Long.  Abbona- 
mento: anno  L.  1,50.  Si  stampa  a  Pine- 
rolo nella  tipografia  Chiantore-Mascarelli. 
Torre- Pellice. 

La  Voce  dell'operaio.  Giornale  cattolico, 
politico,  amministrativo,  nato  nel  1876. 
Esce  2  volte  al  mese  in  4  pagine.  Abbo- 
namento: anno  L.   i. 

Torino. 

Volapiikabled  Tàlik.  Organo  dell'As- 
sociazione per  la  propagazione  del  volapiik, 
nato  il  15  gennaio  1888.  Esce  una  volta 
al  mese  in  8  pagine  in-4.°  a  2  colonne. 
Direttore:  Vincenzo  Amoretti.  Condiret- 
tori :  Gustavo  avv.  Brignone  e  Appiani 
prof  rag.  Giovanni.  Abbonamento:  anno 
L.  4.  Un  numero  0,25.  Via  Zecca,  io. 

Torino. 

Il  Zootecnico.  Nato  nel  gennaio  1875, 
si  occupa  della  riproduzione,  allevamento, 
miglioramento  ed  utilizzazione  degli  ani- 
mali domestici.  Esce  ogni  settmiana  in  12 
pagine  in-4.°  con  copertina.  Direttore:  cav. 
prof.  Antonio  De  Silvestri.  Il  De  Silvestri 
ha  avuto  il  conforto  di  vedere  diff'ondere 
il  suo  periodico  non  solo  in  Italia,  ma  an- 
che in  Francia,  in  Bulgaria,  in  America,  ecc., 
e  di  vedere  accolte  ed  attuate  dal   Mini- 


680  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


Stero  d'agricoltura  molte  cose  da  lui  pro- 
pugnate, e,  dopo  la  sua  propaganda,  costi- 
tuita  una   Società  dei   zootecnici  italiani. 


Abbonamento:  anno  L.  io.  Corso  Vittorio 
Emanuele,  65. 

Torino. 


Giornali  cessati: 

TORINO 

—  L'Abracadabra,  taumaturgico-politico,  11-24  febbraio  1848;  direttore  F.  Predar]. 

—  Adamo  ed  Eva,  umoristico,  illustrato,  settimanale,  n.   1889. 

—  V Album,  artistico,  letterario,  n.   1877;  direttore  G.  I.  Armandi. 

—  Le  Alpi,  quotidiano,  1S65-66,  inspirato  da  D.  Berti;  mutò  titolo  in  Libertà. 

—  L'Americano  del  sud,  commerciale,  settimanale,  n.  1S88;  direttore  G.  C.  Sicco. 

—  L'Amico  dei  frati,  ossia   ga\\ettino   claustrale   ragionato,   a.  IX;    direttore    F.  Maria 

Ponza  da  Cavour,  cappuccino. 

—  L'Amico  dei  maestri,  mensile,  n.   1883. 

—  L'Amico  della  patria,  4  fruttidoro  a.  VIII-4  brumaio  3.  IX;  32  numeri. 

—  L'Amico  d' Italia,   1822-29;  direttore  march.  Cesare  d'Azeglio,  padre  di  Massimo. 

—  Amor,  letterario,  quindicinale,  n,  1889;  direttore  A.  Blengiai. 

—  L'Analitico  subalpino,  n.  1810  (24  numeri);  direttore  cav.  Luigi  Andrioli. 

—  Annali  del  R.  Istituto  tecnico  <<  Germano  Sommeiller  »  ;  cessò  nel  1888. 

—  Annali  di  giurisprudenza,  n.   1838. 

—  Annali  di  veterinaria,  bimensile,  n.  luglio  1838. 

—  L'Anno  patriottico,  varietà   istruttive,  1800;   7   volumi    in- 24.°;   continuò  sotto  la 

repubblica. 

—  L'Annotatore  degli  errori  di  lingua,   1829-32. 

—  L'Anticristo,  repubblicano,  i.°  gennaio- 12  maggio  1872;  direttore  G.  Eandi. 

—  Antologia  italiana,   1846-48;  direttore  F.  Predari. 

—  Antologia  straniera,  n.   1830. 

—  L'Ape  subalpina,  settimanale,  letterario,  n.  5  gennaio  181 1. 

—  L'Ape  torinese,  del  laicato  cattolico,  n.  1863  ;  direttore  R.  Cugia  Delitala,  sardo. 

—  L'Aracne,  lavori  femminili,  n.  1878;  direttore  I.  Bencivenni. 

—  L'Armonia,  politico,  cattolico,  quotidiano,  n.   1848. 

—  L'Arte  in  Italia,  mensile,  n.   1869. 

—  L'Arte  moderna  della  ricamatrice,  mensile,  n.   1876. 

—  L'Artigiano,  giornale  dell'operaio,  n.   1880. 

—  L'Artista,  politico,  21  luglio  1 86 1-63;  direttore  Luigi  Tamagno,  operaio. 

—  L'Artista,  artistico,  letterario,  qumdicinale,  n.   1885;  direttore  G.  Battelli. 

—  L'Asino,  n.  1882;  si  mutò  in  Fede  naiionale ;  direttore  Girolamo  Savorgnan  d'Osopp. 

—  Asinus,  umoristico,  settimanale,  n.  28  aprile  1 888. 

—  Assab,  gazzetta  italo-africana,  settimanale,  n.  1885. 

—  L'Ateneo,  politico,  io  dicembre  1860-10  gennaio  1861  ;  direttore  F.  G.  Argenta; 

si  trasformò  in  Roma  e   Veneiia. 

—  Atti  della  filotecnica,  n.   1879;  cessarono  con  la  comparsa  del  Filotecnico  (vedi). 

—  L'Avanguardia,  democratico,  quotidiano,  27  gennaio- 31  ottobre  1865. 

—  L'Avvenire  della  scuola,  quindicinale;  direttore  A.  Pasquale. 

—  L'Avvenire  dell'operaio,  1865-70;  direttore  Gian  Tommaso  Beccaria. 

—  Il  Babbeo,  settimanale,   1880-81. 

—  La  Bandiera  dello  studente,  1865-67;  direttore  L.  Onetti. 

—  La  Bandiera  di  Savoja,  29  giugno   1852-16  aprile  1853;  direttore  P.  Miotti. 

—  La  Bandiera  nazionale,  bisettimanale,  5  marzo-27  aprile  1853;  direttore  P.  Miotti. 

—  Il  Baretti,  letterario,  settimanale,  n.   1871;  direttore  G.  S.  Perosino. 

—  Il  Bene  pubblico,  politico,  settim.,  12  febbraio-6  marzo  1860;  direttore  E.  Bianchi. 

—  Il  Bibliofilo  cattolico,  trimestrale,  n.   1875;  direttore  sac.  Giovanni  Bosco. 

—  Biblioteca  della  gioventù  italiana,  cattolico,  mensile,  n.   1869. 

—  Biblioteca  del  sacerdote  cattolico,  mensile. 

—  Biblioteca  italiana,  della  società  letteraria,  n.  1797,  in-8.° 

—  Biblioteca  oltramontana,   1787-1793,  in-8.° 

—  Bibliotheque  italienne,  dall'anno  XI  al  XII,  5  fascicoli  in- 8.' 

—  'L  Bicerin,  umoristico,  in  dialetto,  settimanale,  n.  1883. 

—  Boccaccio,  umoristico,  settimanale,  illustrato,  n.  1888. 


PROVINCIA    DI    TORINO.  681 


La  Bollella,  giornale  dei  disperati,  n.  i.°  febbraio  1867. 

Bollettino  del  Club  italiano,  n.  1S64. 

Bollettino  delle  privative  industriali  del  regno  d' Italia. 

Bollettino  delle  strade  ferrate,  1850-64. 

Bollettino  dell'istmo  di  Siiii,  18  luglio  1856-59;  direttore  Ugo  Calindri. 

Bollettino  di  sciente,  lettere,  arti,  industrie  italiane  e  straniere,  1853-54;  direttore  Pre- 

dari;  si  mutò  in  Rivista  enciclopedica  italiana,  1855-56,  direttore  La  Farina. 
'L  Bougianen,  umoristico,  settimanale,  n.  1878;  direttore  G.  Ubaldo  Cassone. 
'L  Bougianen,  umoristico,  in  dialetto,  n.  1889. 

I  Bougianen!,  2  giugno  1879-2  febbraio  18S0. 
Bricciche,  letterario,  artistico,  quindicinale,  n.   1885. 

La  Buona  novella,  evangelico,  1851-80;  direttore  L  P.  Melile;  si  trasferi  a  Firenze. 
La  Buona  slampa,  cattolico,  mensile,  n.  1884. 

II  Buon  soldato,  militare,  3-20  marzo  1849;  direttore  Pietro  Peverelli;  8  numeri. 
Il  Buontempone,  umoristico,  settimanale,  n.  1884. 

Il  Buon  umore,  5  giugno-25  dicembre  1864. 

Il  Buonumore,  n.  1869;  direttore  Roberto  Moncalvo,  che  da  tipografo  divenne  vi- 
vacissimo scrittore. 

Il  Buon  umore,  n.  3   dicembre  1876;  direttore  D.  L.  Beccari. 

Le  Cabinet  littèraire,  mensile,  n.  1836. 

Il  Caffè,  redatto  da  studenti,  n.  6  marzo  1883;  il  primo  numero  fu  sequestrato. 

La  Campana,  30  marzo  1850-13  maggio  1854;  direttore  sac.  Giacomo  Ferrando; 
si  trasformò  in  Campanone,  quotidiano,   1854-57,  e  poscia  in  Campanile,  1857-62. 

La  Campana  degli  studenti,  n.   1889;  direttore  Camillo  Sacerdote. 

Il  Capriccio,  umoristico,  n.  gennaio  1881;  redattore  Federigo  Sticca. 

Il  Capriccioso,  n.   1837,  in-8.° 

La  Caricatura,  \?>6';)-66;  vi  disegnavano 'e  scrivevano  Teja,  Camillo,  Villa,  Allis,  ecc. 

Catalogo  ragionato  di  libri  nuovi  italiani  e  francesi,  n.  1789,  in-8.' 

Il  Censore,  quot.,  religioso,  i.°  febbraio-4  marzo   1862;  direttore  Maurizio  Navone. 

Cerea,  umoristico,  in  dialetto  piemontese,  n.   1889. 

Chiesa  libera  in  libero  Stato,  politico,  i.°  novembre  1861-5  gennaio  1862. 

Cica-Cica... ,  politico,  umoristico,  settimanale,  n.  1884;  direttore  Neo  Ginesio. 

Il  Cigno,  teatrale,  1867-75. 

II  Cimento,  lettere,  scienze  ed  arti,  1852-56;  direttore  Z,  Cesari. 

Il  Cittadino  cattolico,  democratico,  n.   1849;  direttore  sac.  Edoardo  Borgna. 

Il  Commercio,  5  febbraio- 31  dicembre  1862;  direttore  colonnello  Baroni. 

Il  Conciliatore,  quot.,  6  febbraio-22  luglio  1854;  redattori  P.  C.  Boggio  e  L.   Re. 

Il  Conciliatore  torinese,  cattolico,  n.  15  luglio  1849;  direttore  D.  Lorenzo  Castaldi. 

Il  Concilio  Ecumenico,  settimanale,  24  ottobre  1869-24  luglio  1870. 

La  Concordia,  quotidiano,  n.   1848,  direttore  Lorenzo  Valerio. 

La  Conquista,  politico,  artistico,  settimanale,  n.  1887. 

Il  Conte  Cavour,  quotidiano,  n.  13  febbraio  1865;  direttore  F.  Govean,  poi  Gandolfi. 

Correspondance  italienne  lithographièe,  1862-63;  si  mutò  in  Corresp.  franco-italienne. 

Corrine  dei  tribunali,  giuridico,  settimanale,  n.   1887. 

Il  Corriere  del  commercio,  1869-70;  direttore  L.  Tesio. 

Il  Corriere  delle  Alpi,  operaio,  2  aprile-24  luglio  1870. 

Corriere  di  Torino,  politico,  cattolico,  n.  1873  in  sostituzione  dell'Emporio  popo- 
lare; fu  diretto  successivamente  dall'avv.  Stefano  Scala,  prof.  Pietro  Balan,  sac.  An- 
tonio Pellicani,  avv.  Enrico  Mastracchi,  Giacomo  Hamilton-Cavalletti  e  poi  di 
nuovo  dall'avv.  Scala  in  unione  di  G.  Marchese.  Cessò  nel  1887  e  fu  sostituito 
dall'attuale  Corriere  na:^ionale  (vedi). 

Il  Corriere  medicale  delle  famiglie,  16  luglio- 1.°  dicembre  1860. 

Il  Costituzionale,  politico,  militare,  i.°-3i  marzo   1854. 

Il  Costituiionale  subalpino,  quotidiano,  fondato  i."  marzo  1848  da  Antonio  Scialoja 
e  diretto  dall'avv.  Luigi  Vigna. 

La  Costituiione,  politico,  1861-62. 

'L  Courè  d'  Turin,  n.  6  gennaio  1867;  visse  pure  dal  1869  al  1871. 

Le  Courrier  d' Italie,  poi.,  2  gennaio-24  marzo  1858;  direttore  Duca  di  San  Donato. 

Le  Courrier  de  Turin,  politico,  letterario,  1808-13. 

La  Critica,  2  febbraio-20  marzo  1856. 

«43 


682  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

—  La  Critica  dell'  istruiione  pubblica  e  privata,  n.   1873;  direttore  A.  Foraaris. 

—  Il  Critico  delle  Alpi,   1800;  numeri  i,  2  e  3  e  supplementi. 

—  La  Croce  di  Savoja,  fondato  22  giugno  1830  da  Bonghi;    visse   fino  al    1852;  ri- 

preso dall'avv.  R.  Maccia  visse  dal  1863  al  1864. 

—  Cronaca  dei  tribunali,  n.   1878;  direttore  G.  A.  Giustina. 

—  Cronaca  dell'  Esposizione,  illustrato  splendidamente,  1882-84. 

—  La  Cronaca  di  tutti  i  giorni,  15  giugno-28    ottobre    1848;  direttore  E.  L.  Scolari 

di  Maggiate;  mutò  titolo  in  Confederaiione  italiana. 

—  U  Cronista,   1856-57;  direttore  Giuseppe  Torelli;  vi  scrisse  D'Azeglio. 

—  Il  Curioso,  umoristico,  17  dicembre  1854-55. 

—  Il  Dagherolipo,  1840-42;  direttore  BrofFerio,  poi  p.  V.  Angius;  gli  succedette  il  Liceo. 

—  La  D^wocra^ta,  quotidiano,  11  die.  i868-i4teb.  1869;  nel '70  fu  ripreso  da  G.Beghelli. 

—  La  Democrazia  italiana,  quotid.,  31   agosto  1848-15  sett.  1849,  fondatore  D.  Berti. 

—  Diario  forense  universale,   1823-58,  direttore  avv.  Giusepppe  Maria  Regis. 

—  Diario  torinese,  23  fiorile,  1799  ^  VII- 1800,  in-4.° 

—  Il  Diavolo,  umoristico,  1862-72;  si  mutò  in  Messaggere  torinese,  1873, 

—  Il  Diavolo,  umoristico,  illustrato,  settimanale,  4  giugno  8  ottobre  1882. 

—  Il  Diavolo  di  Mongibello,  umoristico,  n.  6  aprile   1867. 

—  II  Diavolo  verde,  umoristico,  illustrato,  settimanale,  n.  1888. 

—  La  Difesa  agraria,  settimanale,  n.   1885. 

La  Difesa  nazionale,  gennaio-febbraio  1882  (6  numeri);  direttore  Oreste  Corsi. 

—  La  Discussione,  4  agosto  1862-1864,  diretto  da  Boggio,  morto  a  Lissa   nel    1866. 

—  Il  Dispensatore,  protestante,  bimensile,  n.   1870  (8  numeri);  direttore  G.  Biava. 
La  Domenica  d'arte,  letterario,  n.   15  dicembre   1889;  direttore  Cesare  Sobrero. 

—  Don  Pirlone  a  Torino,  umoristico,  politico,  17  ottobre- 1."  dicembre  1852. 

—  Il  Dovere,  n.  ottobre  1876. 

—  Il  Dulcamara,  teatrale  n.  1863. 

—  Eche  de  la  presse  èlrangére,  quotidiano,  21  giugno-i."  agosto  1829. 

—  L'Eco  amministrativa,   settimanale,  1862-68;  direttore    R.    Traversa. 

—  V  Eco  dei  prestiti,  finanziario,  mensile,  n.   1888. 

Eco  dell' Ass.  nai-  fra  gì'  insegnanti  delle  scuole  secondarie,  quindicinale,  n.   1884. 

—  L'Eco  dell'  industria  e  del  commercio,  settimanale,  n.  1878. 

—  L'Eco  della  Sardegna,  14  agosto  1852-19  gennaio  1853;  dir.  S.  Sampol-Gandolfo. 

—  U Economista,  domenicale,  14  giugno  1855-11   maggio  1856;  diret.  C.  Caccialupi. 

—  V  Economista,  settimanale,  20  dicembre  1862- 1864. 

—  L'Educatore  cattolico,  settimanale,  1886. 

—  V Educatore  del  popolo,  settimanale,  n.   1862. 

—  V  Educatore  del  popolo,  politico,  monarchico,  settimanale,  n.    1869;  mutò  titolo  in 

Operaio  italiano,  e  nel  18S5  in  Educatore  del  popolo;  direttore  avv.  Cesare  Revel. 

—  L'Educatore  primario,  n.  io  gennaio   1845;  direttore  sac.  Agostino  Feccia. 

—  L' Educazione  infantile,  n.  6  novembre  1879;  direttori  coniugi  Benci venni. 

—  Effemeridi  fisico-mediche,  settimanale,  n.   1856. 

—  L'Egeria,  n.  aprile  1867;  direttore  R.  Maccia. 

—  L'Egida,  n.  1881,  bisettimanale. 

—  L'Elettore  indipendente,  6-15  maggio  1880, 

—  L'Elettore  subalpino,  quotidiano,  n.  24  settembre  1876. 

—  L'Elettrico,  quotidiano,  politico,  21  giugno- 20  luglio  1852. 

—  L' Emporio,  n.  1844. 

—  Emporio  di  utili  cognizioni,  mensile,  n.   1835. 

—  V  Enciclopedìa  piemontese,  aprile  1791-1792,  8  fascic,  in-8.°;  diret.  G.  G,_  Andrà. 

—  L'Enigma,  giuochi  a  premio,  quindicinale,  n.  1878;  direttore  C.  Galeazzi. 

—  L'Epoca  nuova,  spiritico,  1866-67;  direttore  Felice  Scifoni. 

—  L' Eridano,   1841-42,  compilatore  Giorgio  Briano. 

—  Esculapio,  di  medicina  popolare,  settimanale,  n.   1883;  direttore  dott.  A.  De  Lucis. 

—  L' Esercente,  comm.,  ^  m^rzo-i)  ottobre  1864,  si  fuse  con  l'I/a/ja,  diretta  da  Clerici. 

—  Espero,  letterario,  settimanale,  7  marzo-settembre  1880. 

—  V Espera,-^oùd.,  23  gennaio  1853-1862,  redatto  da  Cesana,  Piacentini  e  Bersezio. 

—  L'Etoile  d'Italie,  29  giugno  1879-1880;  direttore  E.  Louvet-Gay. 

—  Eva,  gazzettino  delle  dame,  settimanale,  n.   1885. 

—  L'Eva  redenta,  scritto  da  donne,  n.   1855;  direttore  M.  Savini. 

—  La  Farfalla,  settimanale,  n.  1838. 


PROVINCIA    DI    TORINO.  683 

La  Farfalla,  umoristico  della  domenica,  n.  1864. 

II  Faro,  letterario,  illustrato,  settimanale,  n.  1887;  direttore  S.  Colombo. 

Il  Ficcanaso,  politico,  umoristico,  quotidiano,  1868-76;  direttore  Onetti. 

Figaro  a  Torino,  umoristico,  27  novembre   1859-20  maggio  1860. 

Il  Fisco,  con  caricature,  21  gennaio-28  febbraio   1869. 

Flora  d'Esperia,  letterario,  teatrale,  n.  1889;  direttore  A.  Blengini. 

La  Fortuna,  umoristico,  illustrato,  i."  maggio-21  luglio  1864. 

Fra  Bombarda,  n.  io  ottobre  1882;  direttore  avv.  Luigi  Onetti. 

La  Frusta,  27  marzo-30  novembre  1850. 

Il  Furetto,  n.  gennaio   1838. 

Galleria  contemporanea,  n.  30  giugno  1845;  direttore  Brofferio. 

La  Gara  degV  indovini,  giuochi,  sciarade,  rebus,  mensile,  n.  1875. 

Garibaldi,  n.  giugno  1882. 

Gasala  d'  Gianduja,  trisettimanale,  in  dialetto,  n.   1866. 

Gasparo  Morardo,  giornale  per  gli  ecclesiastici  dell'  uno  e  dell'altro  clero,  1800,  tip.  Bonfà 
e  Ceresole,  n.  I-XLVII,  dopo  il  quale  fu  proibito  dal  Governo  per  le  sue  esagerazioni. 

Gaietta  commerciale,  7  gennaio-31   agosto   1862. 

Ganetta  degV  impiegati,  amministrativo,  i.°  gennaio  1864-65. 

Gaietta  degli  studenti,  n.   1873. 

Galletta  dei  comuni  italiani,  n.   i.°  gennaio  1879. 

Ga:(^etta  dei  ladri,  settimanale,  cronaca  delle  truffe,  1868-69. 

Ga:{7^ella  dei  tribunali,  settimanale,  n.   1877. 

Gaizetta  delle  Provincie,  n.  1852,  visse  pochi  mesi. 

La  Ga\ietta  di  Gianduja,  16  raaggio-4  luglio  1880,  direttore  L.  Pietracqua. 

La  Gaietta  d' Italia,  quotidiano,  n.  1861. 

Ga'^ielta  di  Torino  e  notizie  particolari,  2  gennaio  1795-96;  usciva  mercoledì  e  sabato 
in  8  pagine  in-8.°,  presso  Masserano.  Gli  successe  la  Galletta  piemontese  diretta  dal 
segretario  di  Stato  Vincenzo  Valsecchi  (1797-99).  Ebbe  quindi  il  titolo  //  Repub- 
blicano piemontese  (20  frimaio  anno  VII- io  dicembre  179^}  e  fu  redatto  da  Modesto 
Paroletti.  Riprese  quindi  il  nome  di  Galletta  piemontese  (sabato  4  gennaio  1800) 
modificato  in  Galletta  nazionale  piemontese  (21  termidoro  anno  VII- 19  agosto  1800, 
col  berretto  frigio  e  l'archipenzolo)  Furongli  succedanei  :  la  Gaietta  del  Piemonte 
(29  nov.  1800-22  aprile  1801);  quindi  II  Francese  Subalpino,  Eridania,  2  fiorile, 
anno  IX  (22  aprile  1801);  e  3  giorni  dopo  si  nominò  Le  Frangais  Subalpin  (Eri- 
dania, quintidi,  5  florcal,  a.  IX);  e  il  30  dello  stesso  aprile  i8oi  Journal  des  Alpes; 
nello  stesso  anno  si  trasformò  in  Gaietta  torinese.  Alla  restaurazione  fu  alla  di- 
pendenza del  ministro  dell'Estero  e  intitolata  Gaietta  piemontese,  iìao  nììa  procìa- 
mazione  del  regno  d'Italia,  diretta  da  P.  L.  Raby  e  poscia  da  F.  Romani  (vedi 
oltre),  quindi  dal  Dr.  E.  Leone,  da  G.  Torelli,  da  G.  Massari,  e  dall'avv.  Canuti. 

Gaietta  di  Torino,  n.  1854,  da  non  confondersi  con  l'attuale. 

Gaietta  militare,  n.  1853;  nel  1858  pubblicavasi  ancora. 

Ga;^:(e//a  operaia,  politico  settimanale,  n.  1887. 

Il  Gaiieltino,  politico,  i.°-2i  giugno  1868. 

Ga^iettino,  n.  14  maggio  1882. 

Ga:^iettino  della  sera,  quotidiano,  i.°  ottobre-9  novembre  1863. 

Il  Gaiiellino  della  sera,  politico,    i."  maggio  1869,  7  numeri;  diret.  S.  Carlevaris. 

Il  Gerdil,  settimanale,  religioso,  1867-69. 

Gesù  Cristo,  anticlericale,  n.  ottobre  1882. 

Gianduja,  n.  1862;  dal  i."  gennaio  al  25  marzo  1864. 

Gianduja  e  il  Caporal  Fabiola,  umoristico,  16  maggio- 19  giugno  1858. 

Gii  Blas  di  Santillana,  umoristico,  settimanale,  1871-72;  direttore  Carlo  Giletti. 

La  Ginnastica  educativa,  quindicinale,  n.   1865;  direttore  prof.  G.  Borgna. 

Giornale  degli  affari,  quindicinale,  n.   1888. 

Giornale  degli  elettori,   conser.,   24  nov.-22  die.  1849;  diret.  prof.  G.  G.  Pasquale. 

Giornale  degli  operai,  n.  1848;  direttore  Sampol;  si  mutò  in  Smascheratore,  1849-50. 

Giornale  degli  operai,  settimanale,  n.  6  dicembre  1884. 

Giornale  della  società  nazionale  delle  corse,  n.  31   gennaio   1855. 

Giornale  delle  arti  e  delle  industrie,  3  marzo  1835;  direttore  avv.  M.  Mannucci. 

Giornale  delle  guardie  naiionali  e  municipalità  piemontesi,  composto  da  una  società 
di  patrioti;  usci  il  solo  programma,  senza  anno,  stamp.  Davico  e  Picco. 


684  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

— .  Giornale  dell'industria  serica  e  della  Borsa,  n.   1867. 

—  Giornale  delle  scienie  mediche,  n.  1838. 

—  Giornale  del  Piemonte,  1787-92,  presso  il  Masserano,  4  pagine  in -8." 

—  Giornale  del  popolo,  settimanale  n.   1867. 

—  Giornale  di  filologia  romanza;  direttore  prof.  Ernesto  Monaci, 

—  Giornale  d' istruzione  ed  educazione,  n.   1854. 

—  Giornale  di  olftalmogia  italiana,  n.  1857;  direttore  G.  B.  Borelli. 

—  Giornale  di  storia  della  letteratura  italiana,  n.   1883. 

—  Giornale  di   Torino  e  di  tutti  gli  Stali  di  S.  Maestà,  n.  5  gennaio    1780,  in  2  edi- 

zioni, in-8.°  italiano  e  francese;  presso  Ignazio  Soffietti;  direttore  Des  Roches. 

—  Giornale  illustrato,  5  giugno  1864-27  maggio  1865. 

—  Giornale  illustrato  dei  fanciulli,   5  giugno  1865-66;  direttore  Giulio  Nazzari. 

—  Giornale  internazionale,  autografato,  ital.  e  ted.,  n.  28  gen.  1873;  dir.  A.  V.  Sthaly. 

—  Giornale  pei  viaggiatori,  racconti,  novelle,  n.  1882;  direttore  A.  Stella. 

—  Giornale  per  ridere,  settimanale,  n.   1880;  direttore  E.  Sorteschi,  poi  E.  Mosca. 

—  Giornale  scientifico  letterario  e  delle  arti  di  una  società  filologica  di  Torino,  1789-91, 

in-8.°dir.  da  G.  A.Giobert  e  Dr.  C.Giulio, poscia  da  P.E.  Leone  e  dal  prof.  Michelotti. 

—  La  Giovane  Italia,  educativo,  settimanale,  n.  1889. 

—  Il  Giovane  Piemonte,  repubblicano,  settim.,  n.  16  marzo  1882;  8  numeri,  4  sequestri. 

—  Il  Giovedì,  n.  1858;  direttore  avv.  Sabbatini. 

—  Goffredo  Mameli,  25  giugno-27  dicembre  1854. 

—  La  Grande  Esposizione  di  Londra,  n.  24  maggio  18  51, 

La  Guardia  nazionale,  quot.,  14  raaggio-20  giugno  1849;  febbraio-io  maggio  185 1. 

La  Guida  del  popolo,  quotidiano,  16  agosio  1848-31  gennaio  1849. 

V  Idolo  d'oro,  rivista  eccentrica,  quindicinale,  n.   1889;  direttore  A.  Blengini. 

L'Igea  Marziale,  medico,  3  luglio-27  novembre  185 1,  direttore  L.  Colombo. 

_  L'Illustratore  cattolico,   1876-77, 

L'Imparziale,  5  febbraio  1853-28  luglio   1855;  direttore  G.  A.  Ghisolfi. 

—  L'Indicatore  meccanico-commerciale,  mensile,  n.  1884, 

L' Indipendente,  politico,  17  luglio- 2 3  ottobre  1852;  direttore  G.  A.  Ghisolfi. 

L'Indipendenza,  militare  1860-61;  direttore  Filiberto  Balegno. 

L' Indipendenza  italiana,  quotidiano,  1864-65;  direttore  D.  F.  Botto,  genovese,  ucciso 

in  duello  da  un  altro  giornalista. 

—  L'Industriale  metallurgico,  quindicinale,  n.   1888;  direttore  C.  De  Vivaldi. 

—  L'Intruso,  teatrale,  letterario,  n.  1885,  6  volte  al  mese;  direttore  G.  Battelli. 

—  L'Inventore,  2  novembre  1S55-67;  direttore  Luigi  Bassini. 

L' Llruttore  del  popolo,  quotidiano,  1849-50;  direttore  C.  De  Vivaldi. 

Istruzione  e  lavoro,  settimanale,  n.   16  novembre   1869;  direttore  G.  C.  Mascaretti. 

—  L'Italia,  politico  letterario,  u.  29  gennaio  1859. 

—  L'Italia  conservatrice,  6  ottobre  1857-19  gennaio  1858;  direttore  G.  Briano. 

—  L'Italia  contemporanea,   i."  febbraio-luglio  1874, 

—  L'Italia  del  popolo,  20  settembre  1873-74. 

L'Italia  del  popolo,  21  giugno- r."  novembre  1879;  direttore  D.  Narratone. 

L'Italia  letteraria,  n.  15  gennaio  1862;  direttore  De  Gubernatis, 

—  L'Italie  nouvelh,  27  luglio  1862-64;  direttore  P.  Duprat, 

—  La  Italia  y  el  Piala,  spagnolo  e  francese,  1874-75;  direttore  Ettore  Fravarela. 

—  Journal  de  la  rèunion,  ou  l'ami  des  frangais,  23-77  febb.  1790,  in-4.'',  3  numeri. 

—  Journal  de  la  2j.«  division  de  la  Rìpublique  frangais,   1802  (5  numeri). 

—  Journal  de   Turin,  n,  decadi,  10  brumaire  a  X,  1802  (4  numeri), 

—  Journal  de  Turin,  politico,  letterario,  5  aprile- 16  ottobre  1852, 

—  La  Juslice,  9  aprile- 11  giugno  1852. 

—  Il  Krumiro,  politico-letterario,  n.   1881,  direttore  Stanislao  Carlevaris. 

—  Lavoro  e  diletto,  di  mode,  quindicinale,  n.   1883. 

—  La  Lega  pacifica,   i.°  febbraio- io  marzo  1868,  39  numeri. 

—  La  Letteratura  civile,  settim.  n.   1859,  direttore  De  Gubernatis,  allora  studente. 

—  Letture  per  le  giovinette,  mensile,  1883-89,  direttrice  contessa  Della  Rocca. 

—  Letture  popolari,  n.  1837,  direttore  Lorenzo  Valerio:  soppresso  riapparve  col  titolo 

di  Letture  di  famiglia. 

—  La  Libera  parola,  anticlericale,  settimanale,  n.   1885,  direttore  A.  Daniele. 

—  La  Libera  stampa,  8  ottobre  1873-74,  direttore  G.  V.  Vitale, 


PROVINCIA   DI   TORINO.  685 


II  Libero  elettore,  21  ottobre-14  novembre  1857. 

La  Libertà,  politico,  n.   1863. 

La  Libertà  cattolica,  settimanale,  n.  1885. 

La  Lince,  letterario,  artistico,  settimanale,  n.  1887,  direttore  Gerolamo  La  Manna. 

La  Ltice,  settimanale,  7  maggio-4  novembre  1876,  direttore  G.  Paolino. 

La  Luce,  artistico,  letterario,  settimanale,  n.  14  aprile  1888,  dirett.  Giov.  Gigli. 

La  Luce  evangelica,  1854-55,  direttore  Vincenzo  Albarella. 

Luce  e  verità,  politico,  n.  14  giugno  1868,  bisettimanale,  }7  numeri. 

La  Luna,  settimanale,  umoristico,  3  dicembre  1856-22  gennaio  i8j8. 

Il  Maestro  degli  adulti,  n.  1867,  direttore  prof.  V.  Garelli. 

Il  Maestro  di  ricami,  bimensile,  1845-47,  direttore  Luigi  Rocca. 

Il  Magnetofilo,  organo  della  Società  Magnetica .... 

Il  Mago,  i.°  aprile  a  3  settembre  1875. 

Il  Mago  torinese,  umoristico,  illustrato,  1872-73. 

Il  Malcontento,  n.  novembre  1884. 

Il  Maldicente,  già  Nuovo  Pirata,  umoristico,  n.  1869,  19  numeri. 

Marforio,  umoristico,  io  gennaio-26  settembre  1863. 

Margutte,  artistico,  letterario,  settimanale,  n.   1888. 

Il  Massinelli,  artistico,  letterario,  settimanale,  n.  1888. 

Il  Mattino,  quotidiano,  18S3,  direttori  G.  Godio  e  N.  Pettinati. 

Il  Mediatore,  settimanale,  n.  1862,  direttore  ex-gesuita  Passaglia. 

Il  Mentore  delle  scuole  elementari,  n.   1866. 

La  Meridiana  del  tempo  medio,  n.   1882. 

Merlin  Coccaio,  sett.,  n.  3  febbraio  i88i,  15  numeri,  direttore  Neo  Ginesio  (V.  p.  325). 

Il  Mermerista,  n.   19  agosto   1855,  direttore  E.  Allix. 

Il  Messaggiere,  settimanale,  3  luglio-7  agosto  1851. 

Il  Messaggiere  del  commercio  e  dell'  industria,  a.   1873,  5  numeri,  direttore  L.  Tesio. 

Il  Messaggiere  italiano,  politico,  i.°  gennaio  X873,  direttore  G.  A.  Garberoglio. 

Messaggiere  Torinese,  n.   1832  e  diretto  dal  cartolaio  Gabetti;  in  seguito  da  Angelo 

Brofferio  che  lo  trasformò  facendone  un  gran  giornale  politico,  cessò  il  29  die.  1849. 
Il  Microbo,  umoristico,  settimanale,  n.   1888. 
La  Milizia  e  la  Riserva,  militare,  n.   i."  febbraio   1875. 

La  Minerva,  artistico,  industriale,  quindicinale,  nato  1883,  direttore  M.  Bassetto. 
La  Moda,  dal  io  ottobre  1850  al  9  agosto  1851. 
La  Monarchia  nazionale,  quotidiano,  i."  gennaio  1862- 1865. 
Il  Mondo,  politico,  n.   1871  ;  direttore  Teologo  Davide  Emanuelli. 
Il  Mondo    illustrato,    1847-49    e  1860-61,    direttore   Massari,   poi  Cicconi,    infine 

Montazio  (V.  p.  541). 
Il  Mondo  letterario,  1858-59,  si  mutò  in  Rivista  settimanale,  direttore  G.  Stefani. 
Il  Monitore  dei  comuni,  4  maggio  1862-63. 
Monitore  dei  comuni  italiani,  n.   1852,  direttore  F.  Predari. 
Il  Monitore  delle  bestie,  settimanale,  illustrato,  n.  i.°  settembre  1868. 
Monitore  delle  Jamiglie  e  delle  scuole,  n.   1862. 
Monitore  delle  strade  ferrate  sarde,  navigaiione,  telegrafi,  ecc.,  n.  27  ottobre  1865,  si 

mutò  in  Monitore  torinese  (1856-60),   mutato  a  sua  volta  in  Libera  parola. 
Monitore  finanziario  comunale,  bisettimanale,  n.  1885. 
La  Montagna,  democratico,  quotidiano,  n.  1889,  direttore  S.  Becchia. 
Il  Mosaico,  illustrato,  n.  21  gennaio  1852. 
Il  Movimento  letterario  italiano,  quindicinale,  n.   1879. 
Il  Muratore,  organo  della  classe  muraria,  quindicinale,  n.  1888. 
Museo  scientifico,  letterario  ed  artistico,  settimanale,  1839-50,  direttore  Luigi  Cicconi, 

poi  Pier  Angelo  Fiorentino  (1S43)  infine  Pietro  Gorelli. 
Le  National  de  Tur  in,  politico,  1849-50. 
Les  Nationalitès,  politico,  letterario,  1860-63. 

II  Naiionale,  popolare,  1853-54;  gli  successe  V Italia  e  Roma;  i  mese. 
La  Nazione,  quotidiano,  2  gennaio-23   maggio  1849. 

Nuova  Gaietta  operaia,  democratico,  settimanale,  n.  1888;  direttore  A.  Builio. 
La  Nuova  Rivista,  mensile,  letterario,  n.   1881. 
Il  Nuovo  Don  Marcio,  teatrale,  24  gennaio  1863-67. 
Nuovo  giornale  per  ridere,  illustrato;  direttore  A.  Gulinelli. 


686  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

—  La  Nuova  Torino,  politico,  liberale,  quotidiano,  1874-79;  direttore  Oreste  Corsi, 

—  L'Oca,  umoristico,  illustrato,  settimanale,  n.  1686;  direttore  U.  C.  Danesio, 

—  L'Olivo  di  pace,  religioso,  5  gennaio-ii   maggio  1858;  direttore  ab.  Vachetta. 

—  L'Operaio,  settimanale,  6  gennaio  1S72-6  febbraio  1873. 

—  L'Operaio  italiano,  organo  delle  società  italiane  di  mutuo  soccorso,  n.   1869. 

—  L'Ordine,  politico,  16  novembre  1850-15  gennaio  185 1. 

—  L' Osservatore  piemontese,  bibliografico,  n.  179S,  iu-4.'';  direttore  Felice  Buzan. 

■ —  Osservazioni  letterarie  del  Piemonte  (programma  di  giornale)  pubblicate  nel  1781  dal 
libraio  Beltramo  Antonio  Re,  il  quale  poco  dopo  pubblicò  un  altro  programma 
di  giornale  intitolato  Novelle  letterarie  del  Piemonte. 

—  Otello,  teatrale,  quindicinale,  n.   1887;  direttore  E.  A.  Filippa. 

—  Oli  letterari,  miscellanea  storica,  n.  17^7;  3  volumi  in-S." 

—  La  Pace,  quotidiano,  religioso,  1863-04;  d  rettore  ex-gesuita  Passaglia. 

—  Pagliaccio,  umoristico,  illustrato,  26  maggio  1864-26  maggio  1865. 

—  Pagliaccio  a   Torino,  15  dicembre  1857-58. 

—  La  Palestra,  tiro  a  segno,  1864-67;  direttori  A.  Cajmi  ed  E.  De  Paoli. 

—  Il  Panettiere  italiano,  sociale,  mens.,n.  1885  a  Milano;  nel  1886  si  trasportò  a  Torino. 

—  Panorama  universale,   19  maggio   1855-56. 

—  Papà  Camillo,  quotidiano,  politico,  1875-76;  direttore  Felice  Govean. 

—  Il  Parlamento,  2  gennaio   1853-54. 

—  La  Parola  libera,  settimanale,  n.  1885. 

—  Il  Passatempo,  21  aprile-8  settembre  1855;  direttore  A.  Baratta. 

—  Il  Passatempo,   i.°  luglio  1864-31  dicembre  1865. 

—  La  Patria,  quotidiano,  26  maggio  1852-53;  risorse  nel  1856;  direttore  G.  Briano. 

—  Il  Patriota,  politico,  letterario,  i.°  aprile-20  agosto  1858. 

—  Perkèo,  dal  4  maggio  al   19  ottobre   1882. 

—  La  Piccola  Antologia,  letterario,  artistico,  n.  1879;  direttore  I.  Bencivenni. 

—  Il  Piccolo  Corriere  d'Italia,  1860-61,  clandestino;  direttore  La  Farina. 

—  Il  Piccolo  Monitore  di  Torino,  politico,  commerciale,  i.°  dicembre  1S62-68. 

—  Il  Piccolo  Osservatore,  di  varietà,  n.  1888. 

—  Il  Piemonte,  quotidiano,  1858-59. 

—  Il  Pipì,  giornale  per  vedove  e  zitelle,  illustrato,  n.   1888. 

—  Pietro  Micca,  n.   1."  giugno   1881;   3   numeri. 

.—  Poesia  dell'artigiano,  raccolta  di  disegni  ornamentali,  bimensile;  cessò   1890. 

—  Il  Poligrafo  torinese,  n.   1839;  compilatore  Giacinto  Ra velli. 

—  Il  Proletario,  5  luglio- 30  settembre  1849;  direttore  Alessandro  Pesce. 

—  Il  Proletario,  socialista,  1870-73;  lo  sostituì  la  Discussione  sino  al  2  agosto  1874;. 

direttore  Carlo  Terzaghi. 

—  Il  Propagatore,  industriale,  agricolo,  n.  1824;  direttore  dott.  G.  Finazzi. 

—  Il  Propagatore  religioso,   1836-41;  direttore  sac.  Sacchi. 

—  La  Provincia,  n.  i.°  giugno  1865  (vedi  Gaietta  piemontese). 
Proximus  tuus,  socialista,  9  aprile-7  ottobre  1882. 

Il  Pubblicista,  economico,  n.   17  gennaio  1863;  27  numeri. 

—  La  Pulce,  umoristico,  1874-75;  direttore  L.  Onetti,  quindi  A.  Franzoi. 
Punch,  umoristico,  18  febbraio- 18  marzo   1855. 

Le  Quattro  stagioni,  di  mode,  quindicinale,  n.  1884. 

—  La  Questione  sociale,  democratico,  quindicinale,  n.  1883. 

—  Il  Raccoglitore  imparziale,  marzo-26  luglio  1852;  direttore  O.  Ricotti. 

—  Raccolta  dei  giornali  stampati  in  Torino,   1746-51,  compilato  da  Tamietti. 

—  La  Ragione,  n.   1854;  direttore  Ausonio  Franchi. 

—  Il  Ragioniere,  quindicinale,  n.  1879;  direttore  V.  Gritti. 

—  Ras  Alida,  illustrato,  settimanale,  n.  1887;  direttore  R.  de  Spigliati. 

—  Rassegna  del  commercio  e  delle  industrie,  settimanale,  n.  1881. 

—  La  Redenzione,  per  l'emancipazione  delle  donne,  settimanale,  n.  1880. 

—  Il  Regno  d'Italia,  quotidiano,  politico,  n.  17  marzo  1868. 

—  Repertorio  d' agricoltura  e  di  sciente  economiche  e  industriali,  n.  1828;  dirett.  R.  Ragazzoni. 

—  Repertorio  delle  scienze  fisico-mediche  del  Piemonte,  bimensile,  n.   1821;  direttori  De 

Rolandis  e  Trompeo. 

—  Re  Pipino,  umoristico,  settimanale,  illustrato,  n.  1889;  redattore  L.  Sapelli. 

—  Il  Resto  al  sigaro,  politico,  letterario,  settimanale,  n.  1888;  direttore  A.  OlivazzL 


PROVINCIA    DI   TORINO.  687 


Reviie  financière,  industrieUe  et  commerciale,  settimanale,  n.  1863. 

Il  Ricamo  artistico,  mensile,  n.  1885. 

La  Ricreaiione,  n,  luglio  1853;  direttore  G.  Bertoldi. 

La  Riforma,  26  novembre  1854-55;  direttore  avv.  F.  Ronfigli. 

La  Riforma,  settimanale,  0.  2  aprile  18Ó7;  direttore  Camillo  Ferrati. 

La  Riforma  delle  scuole  elementari,  didattico,  n.  1866;  direttore  G.  Castrogiovanai. 

La  Riscossa,  settimanale,  n.   1884. 

Il  Risveglio,  operaio,  settimanale,  n.   1889;  direttore  Giuseppe  Morra. 

Rivista  commerciale  del  Piemonte,  settimanale,  n.  19  febbraio  1888. 

Rivista  contemporanea,  1853-70;  direttore  G.  Saredo,  poi  L.  Ghiaia. 

La  Rivista  democratica,  n.  1882;  si  mutò  in  Italia  del  popolo  (vedi). 

Rivista  di  filolologia  e  d' istruiione  cUssica,  bimestrale,  n.  1873. 

Rivista  di  statistica,  economia  e  giurisprudenza,  n.  1874. 

Rivista  e  biblioteca  contemporanea,  cattolico,  1854-35. 

Rivista  economica,  dal   lO  gennaio  1864  al  1865. 

Rivista  illustrata,  n.  1855;  direttore  Saredo, 

Rivista  militare,  mensile,  n.  1856. 

Rivista  naiionale  di  diritto  amministrativo,  economia  polìtica  e  statistica,  n.  1862. 

Rivista  pedagogica  italiana,  quindicinale,  n.   1885;  direttore  F.  Veniali. 

Rogantino  piemontese,  anticlericale  e  protestante,  2  ottobre-9  novembre  1853. 

Il  Romanziere  popolare,   1879-80,  direttore  G.  A.  Giustina. 

Saffo,  letterario,  artistico,  quindicinale,  illustrato,  n,  1888;  direttore  G.  Ferreri. 

Il  Saggiatore,  quotidiano,  2  aprile-7  luglio  1849;  direttore  Gioberti,  poi  Massari; 
si  mutò  in  Legge,  9  luglio  1849. 

Il  Saggiatore  scolastico,  n.  13  gennaio  1854. 

La  Sapienza,  rivista  di  filosofia,  mensile,  .n.  1879;  direttore  sac.  Vincenzo  Papa. 

Il  Sarto  italiano,  mensile,  n.  1889;  direttore  Benedetto  Giuseppe. 

Il  Satana,  settimanale,  3  gennaio-28  giugno  1856;  direttore  Saredo. 

Scienc  et  art,  letterario,  quindicinale,  n.   1880. 

La  Scintilla,  ricreativo,  mensile,  n.  1889;  direttore  A.  Poncini  Celso. 

Le  Scintille,  teatrale,  16  ottobre  1852-58. 

Le  Scintille,  teatrale,  n.  1861;  direttore  F.  De  Lorenzo. 

Lo  Schiavo  bianco,  giornale  per  gli  operai,  24  maggio- 12  luglio  1874. 

La  Scuola  italiana,  n.   1875;  direttore  I.  Bencivenni. 

La  Sentinella,  trisettimanale,  militare,  n.  i.°  gennaio  1850;  direttore  Matteo  Dho. 

Il  Segnale,  democratico,  settimanale,  n.   1883;  direttore  G.  Benedetto. 

Seneftlder,  rivista  litografica,  n.  1879,  mensile;  direttore  P.  Tamagno. 

Le  Serate  italiane,  letterario,  n.  1879. 

Serate  torinesi,  letterario,  settimanale,  n.   1882. 
.  La  Sferra,  politico,  critico,  sociale,  n.  28  maggio  1871. 
.  La  Sfinge,  illustrato,  2  febbraio-2  marzo  1856. 
.  Il  Soldato  italiano,  bimensile,  n.   1881. 
.  Il  Sole,  umoristico,  n.   1883;  direttore  A.  Ferrando. 
■  11  Somaro,  1857-26  maggio  1858. 
.  La  Speranza,  operaio,  15  settembre- 15  novembre  1855. 
.  Lo  Spettatore,  i.°  aprile-25  maggio  1861. 

.  Lo  Spettatore  subalpino,  i.*  gennaio  1846-15  aprile  1847;  direttore  G.  E.  Fava. 
.  Lo  Sport  italiano,  settimanale,  n.  30  dicembre  1886. 
.  Lo  Sport  subalpino,  quindicinale,  n.   1885;  direttore  A.  Stella. 
.  La  Squilla,  politico,  mensile,  n.  1880;  direttore  Dario  G.  Rossi. 

-  La  Staffetta,  quotidiano,  i.°  gennaio  1856-59. 

.  La  Stampa,  quotidiano,  6  febbraio  1862-65;  redatto  da  napoletani. 

.  La  Stella  d' Italia,  cattolico,  22  agosto   1857-58. 

.  Lo  Stendardo  italiano,  15  dicembre  1859-60;  direttore  avv.  Carlo  Beolchì. 

•  Le  Strade  ferrate  d' Italia,  di  pubblicità,  bisettimanale,  n.  1867. 

-  Lo  Studente  italiano,  trimensile,  n.  1880. 

-  Il  Subalpino,   1836-38;  direttori  Massimo  di  Montezemolo  e  Gaspare   Gorresio;  si 

mutò  in  Rivista  italiana,  diretta  da  Domenico  Berti  e  Domenico  Carutti. 

-  Il  Supalpino,  clericale,  4  giugno  1S62-65. 

-  La  Sveglia,  cattolico,  settimanale,  20  marzo-25  dicembre  1869. 


688  GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

—  Il  Tagliacode,  in  versi,  22  febbraio-12  luglio  1851,  direttore  A.  Biadacci. 

—  La  Talpa  letteraria,  settimanale,  n.  1888. 

• —  Il  Teatro  italiano,  settiminale,  16  novembre  1858-24  aprile   1S59. 

—  Il  Teatro  Universale,  n.   1883,  direttore  Davide  Bertolotti. 

—  Il  Tecnico,  mensile,  dal  185S  al  1860. 

—  Il  Telefono,  politico,  illustrato,  16  luglio-i8  agosto  18S1;  15  numeri. 

—  Il   Telegrafo,  4  gennaio-20  dicembre  1843,  estensori  Rocca,  Re  e  Rota. 

—  Il  Tipografo,  n.  1S73,  ogni  io  giorni. 

—  Il  Torinese,  6  gennaio  1844-45,  direttore  Antonio  Barotta. 

—  La  Torinese,  gazzetta  del  popolo  italiano,  n.  1865;  direttore  C.  Peverada. 
• —  Il  Torino,  politico,  quotidiano,  1878-79,  direttore  Oreste  Corsi. 

—  La  Tribuna  del  popolo,  26  luglio-25  novembre  1848,  G.  G.  Pasquale, 

—  Il  Tribuno,  n.  2  gennaio  1862,  direttore  C.  Muratori;  si  trasferì  a  Napoli. 

—  La   Tromba,  quotidiano,  3-10  novembre  1853,  direttore  avv.  Lattes. 

—  Il   Trovatore,  4  luglio  1854-59,  direttore  M.  Marcello. 

—  L'  Uguaglianza,  giornale  del  popolo,  i.°  gennaio- 1.°  agosto  1851. 

—  L'Unione,  20  novembre   1855-59;  direttore  Aurelio  Bianchi-Giovini. 

—  L'Unione  dti  maestri  elementari  d'Italia,  n.  1880. 

—  L'Unione  liberale,  elettorale,  n.  9  febbraio  1860. 
■ —  Le  Unioni  operaie  cattoliche,  .... 

—  L'Unità  cristiana,  5  genn.-27  die.  1868;  si  mutò  in  Unità  politica,  3  genn.  1869-70. 

—  L'Uomo  che  ride,  illustrato,  settimanale,  1876-77. 

—  Un  Soldo,  umoristico,  con  caricature,  22  novembre  1863-9  "^^ggio  1866. 

—  Il   Vecchio  Piemonte,  n.   1.°  gennaio  1880,  35  numeri;  direttore  S.  Carlevaris. 

—  Il  Venerabile  Pietro  Aretino  flagello  de  Principi,  opera  periodica  politica,  anno  VII  repub. 

—  La  Verità,  n.  1844;  direttore  avv.  Fava. 

—  La  Verità,  artistico,  letterario,  n.  1863;  direttore  G.  Arbib. 

—  La  Verità,  settima.iale,  legale,  n.  1866. 

—  Verità  e  Bugie,  teatrale,  1854-55. 

—  La  Vespa,  n.  15  luglio  1850,  6  numeri. 

—  Il  Vessillo  italiano,  militare,  dal  1855  al  1857. 

—  Vita  allegra,  teatrale,  settimanale,  n.  1888. 

—  La   Vita  italiana,  letterario,  artistico,  n.   1879;  direttore  F.  De  Bottazzi. 

—  La  Vita  torinese,  1868-69,  risorse  nel  1878;  direttore  S.  Carlevaris. 
• —  La  Voce  del  popolo,  quotidiano,  n.  27  luglio  1870. 

—  La   Voce  del  popolo,  democratico,  settimanale,  n.  1876;  direttore  avv.  G.  Basilio. 

—  La   Voce  delle  estraiioni,  finanziario,  quindicinale,  n.  1880. 

—  La  Voce  italiana,  politico,  letterario,  settimanale,  n.  1880;  direttore  V.  da  Camino. 

—  La  Voce  nel  deserio,  1850-55,  direttore  Brofferio;  si  mutò  in  Voce  della  libertà,  di- 

retto da  La  Cecilia,  e  poscia  in  Voce  del  progresso  col  Broflferio. 

AOSTA 

—  Bullettin  du  Val  d'Aoste,  cessò  nel  1883. 

—  L'Eco  du  Val  d'Aoste,  politico,  agric,  settim,,  n.  1872;  è  sostituito  àa\\' Alpino  (vedi), 

CHIERI 

—  San  Giorgio,  amministrativo,  settimanale,  n.  1886, 

IVREA 

—  Annuario  critico  della  giurisprudenia  commerciale,  n.   1883. 

—  L' Eporediese,  cattolico,  settimanale,  u.  1883. 

PINEROLO 

—  L'Amico  del  popolo,  1S49;  si  fuse  con  l'Istruttore  del  popolo,  di  Torino  (vedi). 

RIVAROLO  CANAVESE 

—  Bollettino  del  comizio  agrario,  cessò  nel  1883. 

—  Galletta  di  Susa,  amministrativo,  settimanale,  n.  1881;  direttore  Ugo  Rosa. 

—  La  Dora  Riparia,  politico,  settimanale,  1883. 

—  L'Orco,  amministrativo,  n.  1881. 


PROVmCIA   DI   TORINO. 


689 


—  S' hanno  notizie  di  gazzettieri  a  servizio  di  Savoia  fin  dai  tempi  di  Emanuele 
Filiberto,  ma  non  eranvi  gazzette  a  stampa  propriamente  dette.  Con  quietanza  dei  30 
gennaio  1577  vennero  pagate  somme  al  Generale  delle  poste  Capone  per  lo  stipendio 
0  sia  tratenimento  di  coloro  che  scrivono  avisi  a  Sua  Altera  da  Roma,  Venetia  et  Parigi.... 
come  appare  per  lettere,  0  sia  stabilimento  di  detto  stipendio  dato  li  9  novembre  i^y^  (T.  G. , 
1576,  2."  f.  60  v.  cap.  47.) 

—  Dopo  il  Socini,  di  cui  parliamo  più  oltre,  fu  stampatore  privilegiato  delle  gaz- 
zette Carlo  Gonelli,  al  quale  concedevasi  «  per  patenti  8  di  aprile  1658  e  24  dicem- 
bre 1659,  permissione  di  stampare,  et  far  stampare,  lui  solo  et  non  altri,  gli  auisi  di 
Francia  et  Italia,  relationi  et  ogni  altra  cosa,  concernente  nouellari  tanto  stampati  che 
manuscritti  com' anche  li  caoitoli  della  pace  et  ogni  altra  cosa  da  essa  dependente». 
Il  I.*  foglio  della  ^a:(e/'fl  del  Gianelli  usci  dalla  sua  bottega  vicino  al  Senato  con  que- 
st'annotazione: «  Ristampata  in  Torino  li  11  maggio  1658  ».  Il  privilegio  della  ga:^- 
\etta  fu  concesso  per  patenti  del  7  aprile  1660  a  Giovanni  Antonio  e  Giuseppe  An- 
tonio fratelli  Gianelli,  figliuoli  di  Carlo,  ancora  vivente.  Carlo  mori  poco  dopo.  La 
galletta  de'  15  aprile  1660  è  stampata  da  Giovanni  Antonio  e  Giuseppe  Antonio  fi- 
gliuoli del  fu  Carlo. 

—  Al  tempo  dei  francesi  in  Piemonte  pubblicavansi  questi  giornali  nei  varii  di- 
partimenti: Dora  I  politico  e  giudiziario;  Genova  5  politici;  Po  i  politico  e  giudiziario; 
Sesia  I  amministrativo;  Stura  i  politico  giudiziario  (Vedi  La  Censura  sous  le  premier 
empire,  Paris  1882,  di  H.  Welschinger). 


Per  ulteriori  e  piij  larghe  notizie  sul  giornalismo  torinese,  vedi  la  bellissima  opera 
Bibliografia  storica  degli  Stati  della  Monarchia  di  Savoia  di  Manno  e  Promis.  Vedi  pure 
il  recente  volume  di  G.  A.  Cesana,  Ricordi  di  un  giornalista,  pubblicato  in  quest'anno. 


CASA 


EDITRICE    DI    PUBBLICAZIONI    SPECIALI 
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N.  Bernardini  —  Guida  della  Stamp.i  periodica  italiana  —  44. 


690  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


GIORNALI   E    GIORNALISTI   TORINESI 


Un  giornalista  torinese  del  secolo  XYII. 

Sulla  mela  del  seicento  anclie  Torino,  alcuni  anni  più  tardi  di  altre  città  italiane, 
vide  uscire  la  prima  gazzetta.  11  15  gennaio  del  1645  Madama  Reale  concedeva  pri- 
vilegio al  prete  Pietro  Antonio  Socini  «  di  poter  per  anni  cinque  prossimi  avvenire 
far  stampare  »  in  Torino  «  ogni  settimana  ragguagli,  ossiano  avvisi  generali  delle  oc- 
correnze del  mondo;  »  ed  ordinava  allo  stampatore  ducale  Sinibaldo  «  di  stampare 
detti  ragguagli  ossia  avvisi  a  spese  della  Camera  dei  conti.  »  A  rimunerare  poi  i 
servizi  del  compilatore,  gli  erano  assegnate,  a  titolo  di  pensione  annuale,  1  00  lire  di 
argento.  (1) 

Ma  la  venalità  di  questi  novellisti  era  giunta  a  quei  tempi  ad  un  altissimo  segno  ; 
il  che  non  deve  far  meraviglia  se  anche  gli  scrittori  di  storie  si  trovano  intinti  della 
medesima  pece:  onde  non  conlenti  del  lucro  che  licavavano  dal  governo  a  cui  ser- 
vivano, vendevano  la  penna  ai  principi  ed  ai  ministri  d'altri  Stati,  mandando  loro  i 
segreti  ragguagli  delle  cose  pulitiche  e  mantenendo  una  corrispondenza  sempre  colpevole," 
bene  spesso  dannosa.  Di  questa  natura  si  palesò  assai  presto  anche  il  Socini;  il  quale 
già  nel  1649  carteggia  col  cardinale  Mazzarino,  e  ne  riceve  testimonianze  di  grati- 
tudine con  lettere  cortesi  e  con  danaro  sonante;  né  tuttavia  si  rista  dal  chiedere, 
spingendo  le  sue  prelese  sino  a  sollecitare  un  benefìzio  del  Delfìnato.  Con  lutto  ciò, 
oltre  la  sua  pensione  consueta,  sa  spillare  nel  tempo  stesso  (marzo  1650)  dal  duca 
Carlo  Emanuele  un  dono  di  1000  lire  d'argento,  «  in  considerazione  della  servitù 
che  ci  rende,  e  diverse  fatiche  fatte  per  nostro  servizio.  » 

Se  non  che  indi  a  breve  cominciarono  i  guai.  Era  venuto  a  Torino  il  conte 
Massimiliano  Kurtz,  detto  italianamente  nelle  carte  il  conte  Curzio,  invialo  dalla  corte 
di  Baviera  per  compiere  in  nome  del  principe  Ferdinando  il  rito  nuziale  con  Adelaide 
di  Savoia  ;  e  trattenutosi  quanto  richiedeva  il  suo  ufficio,  non  potendosi  per  allora 
unire  gli  sposi  a  cagione  della  loro  tenera  età,  se  ne  ritornò  in  patria.  Il  Socini, 
facendosi  eco  dei  molti  pettegolezzi  suscitali  in  córte  ducale,  non  polè  frenare  la  sua 
lingua  maledica,  e  tutto  lieto  d'aver  materia  da  narrare  aneddoti  maligni,  i  quali 
piacciono  sempre  a  chi  sta  sulle  minute  notizie  correnti,  nei  suoi  foglietti  clandestini 
incominciò  a  tagliare  i  panni  addosso  al  conte  Kurtz,  notandolo,  col  racconto  di 
mordaci  particolari,  d'uomo  gretto,  spilorcio  ed  ignorante;  né  si  tenne  dallo  scoccare 
i  suoi  dardi  avvelenati  contro  la  corte  di  Monaco.  Per  mala  ventura  gli  avvisi  caddero 
in  mano  del  conte  e  dell'Elettore;  onde  le  ire  vivissime,  ed  i  reclami  diplomatici 
contro  il  gazzettiere,  i  Le  comunico  »  cosi  il  Kurtz  al  marchese  di  Pianezza  «  una 
gazzetta  malignamente  divulgata  da  quel  furfante  del  Pier  Antonio  Socini,  la  quale, 
ancorché  sia  piena  di  bugie,  calunnie  e  falsità,  l'ha  però  egli  colla  sua  innata  malizia 
cosi  sfacciatamente  compilata,  che  non  può  se  non  causar  sospetti  e  sinistri  giudizi, 
massime  appresso  a  quelli  a  cui  piacciono  le  maldicenze  e  mancano  informazioni  dei 
nostri  negoziati...  Ho  voluto  d'ordine  di  LL.  A  A.  EE.  pregar  V.  E.  che  faccia  che 
questa  lingua  maledica  sia  castigata  a  soddisfazione  di  LL.  AA.  EE.  e  conforme  i 
di  lui  demeriti,  astringendo  detto  furfante  non  solo  a  riirallar  queste  bugie  pubblica- 
mente come  le  ha  divulgale  per  lutto,  ma  che  essendo  egli  già  stato  maturato  alle 
forche  per  simili  eccessi  dalla   repubblica  di  Venezia,  egli  sia  poi  messo   per   debito 


(i)  Fonti:  Clarbtta,  Storia  delia  Regg.  di  Cristina,  ecc.,  II,  578-82,  e  Adelaide 
di  Savoia  duchessa  di  Baviera,  25,  33-39.  —  Estratti  dai  carteggi  nell'Arch.  Estense, 
comunicatimi  per  cortesia  del  marchese  G.  Campori  —  Archivio  di  Genova,  Secretorum 
ad  annum.  —  La  Ganetia  di  Torino  fu  dimenticata  nella  monografia  Giornali  e  Giornalisti 
nella  Strenna  Assoc.  St.  Per.  1881,  pag.  257. 


UN   GIORNALISTA    TORINESE    DEL   SECOLO   XVII.  691 


castigo  in  una  galera  col  remo  in  mano.  Del  qual  castigo,  ancorché  non  sia  propor- 
zionato ai  suo  delitto,  si  conlenta  S.  A.  E.  e  soprassederà  di  fargli  dare  Ella  slessa 
quello  il  quale,  se  non  fosse  il  rispetto  che  detta  A.  E.  porta  a  quei  serenissimi, 
alla  corte  de'  quali  questo  detrattore  si  trova,  non  avria  mancato  di  fargli  sentire  in 
maniera  tale  che  ne  essa  ne  altri  gran  principi  avranno  occasione  d'incontrare  da  qui 
avanti  simile  maldicenza.  »  Quanto  a  se  poi  gli  rincresce,  in  luogo  del  ritratto  del- 
l'Elettore, «  del  quale  questa  bestia  così  straparla,  »  non  avergli  «  fatto  dare  cento 
bastonate,  acciocché  non  avendo  servito  la  casa  »  sua  i  d'altro  che  d'uno  spione, 
scrocco,  ed  infame,  ricevesse  il  guiderdone  che  ai  furfanti  pari  suoi  è  prezzo.  >>  Tutti 
questi  fulmini  però  che  s'addensavano  sul  capo  del  Socini,  rimasero  senza  effetto, 
perchè,  sebbene  fosse  carcerato  pare  ebbe  promesse  di  futuri  beneGci  e  non  gli  man- 
carono tutti  gii  agi,  fino  a  godere  le  vivande  della  stessa  mensa  ducale;  prova  certa 
che  le  sue  imprudenze  erano  state  mosse  dall'alto.  Anche  dal  carcere  fu  ben  presto 
liberato,  ne  gli  mancò  mai  la  sua  pensione:  di  ciò  si  lagnava  il  conte  Kurtz,  facendo 
istanza  che  almeno  fosse  trattenuto  in  carcere  fino  alla  partenza  della  sposa,  fissata 
nella  primavera  del  1652.  Ma  l'uccello  era  già  fuor  di  gabbia,  benché  gli  fosse  stalo 
imposto  di  starsene  per  alcun  ter^po  a  Bene.  Di  qui  m?nteneva  corrispondenza  col 
duca  di  Modena  e  col  cardinal  d'Este,  ritraendo  e  dall'uno  e  dall'altro  dei  doni  in 
compenso  dei  suoi  servigi.  Anzi  tanto  si  adoperò  da  indurre  il  duca  ad  interporsi 
per  la  sua  liberazione  definitiva;  infatti  nel  giugno  del  1652  ottenne  di  poter  ritornare 
a  Torino,  dove  riprese  il  suo  ufficio  di  novellista  pubblico  e  segreto. 

Le  cose  si  passarono  tranquille  fino  all'aprile  del  1655,  nel  qual  tempo  il  Socini 
vide  «  sì  fieramente  rinnovata  a  torto  »  nella  corte  torinese  «  la  persecutione,  che 
per  sfuggire  maggiori  dispule  e  pericoli,  » ,  delibera  di  ritirarsi  t  in  Italia,  »  avendo 
ottenuto  dal  duca  il  suo  benservito  «  e  l'ordine  per  il  pagamento  »  della  sua  «  pensione 
decorsa,  »  sebbene  trovasse  «  delle  difficoltà  e  longhezze  con  i  finanzieri.  »  Di  ciò 
egli  non  poteva  capacitarsi,  ma  sperava  saperne  «  il  netto  »  fra  poco;  intanto  il  suo 
pensiero  era  di  recarsi  a  Modena,  per  at*tesfare  di  presenza  la  sua  devozione  al  duca, 
ed  offrirgli  la  sua  servitù.  V'andò  dlfalti,  e  trattenutovisi  alquanti  giorni,  se  ne  venne 
a  Genova.  Quivi  non  giungeva  sconosciuto,  che,  oltre  ad  essere  ben  noto  per  il 
pubblico  ufficio  di  gazzettiere,  il  suo  ni>me  si  trovava  scritto  nelle  carte  degl'Inquisitori 
di  Slato.  Alcune  sue  lettere  sequestrate  qualche  anno  innanzi  a  Felice  Asplanati,  prete 
e  novellista  della  stessa  risma,  davano  bastevole  conoscenza  della  sua  condizione  e 
dei  suoi  maneggi.  Ora  però  che  lo  avevano  sotto  le  mani,  gl'Inquisitori  ne  vollero 
informazioni  più  larghe,  e  seppero  com'egli  non  fosse  fiorentino  secondo  si  spacciava, 
ma  di  Bagnone,  suddito  in  ogni  modo  del  granduca  di  Toscana,  così  poco  benevolo 
verso  la  Repubblica;  rilevarono  poi  le  cagioni  per  cui  era  partito  da  Torino,  non 
che  i  luoghi  dove  si  era  fermalo  prima  di  recarsi  a  Genova;  conclusero  doversi  tener 
d'occhio.  Il  Socini  invece  di  starsene  quieto  e  governarsi  con  prudenza,  non  solo 
riappiccò  il  filo  delle  sue  corrispondenze  novellistiche  col  Mazzarino,  con  il  Rosin  a 
Roma,  col  bali  Gondi  primo  segretario  di  Stato  a  Firenze,  e  cogli  Estensi,  ma  stretta 
amicizia  col  Botticelli,  pubblicatore  degli  Avvisi  di  Genova,  si  fece  suo  cooperatore  ; 
anzi  essendo  quegli  caduto  infermo  scriveva  lui  le  notizie  in  nome  del  collega  ;  né 
sempre  con  prudenza,  poiché  qualche  volta  l'Inquisitore  di  mese  fu  obbligato  a  can- 
cellare alcune  espressioni.  Il  vigile  magistrato  messo  così  in  sospetto,  sottopose  aa 
un  segreto  esame  le  corrispondenze  del  Socini  prima  che  fossero  spedite,  non  dando 
corso  a  quelle  reputate  dannose;  in  questo  modo  venne  in  chi&ro  delle  sovvenzioni 
elargite  dal  Mazzarino,  e  dello  spirito  ond'erano  informate  le  sue  lettere  agli  accennati 
corrispondenti.  Ed  avendo  specialmente  per  mandato  d' invigilare  «  e  considerare 
tutte  quello  coso  che  potessero  essere  di  pregiudizio  allo  Stato,  con  osservare  anco 
quelle  persone  delle  quali  vi  possa  essere  qualche  occasione  di  sospetto,  »  non  mancò 
d'informare  il  Senato  intorno  al  Socini,  sottoponendo  alla  sua  considerazione  se  era 
«  prudente  consiglio  il  permellere  (per  lutto  quello  potesse  seguire)  che   un    uomo 


692  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

quale  è  prete...,  suddito  del  Granduca,  corrispondente  con  diversi  principi,  et  uomo 
di  abilità,  e  che  si  vede  ohe  altre  volte  ha  dato  orecchie  e  si  è  ingerito  in  trattar 
macchine  a  maneggi  di  considerazioni,  che  dimostrava  non  mancare  egli  d'iniromeliersi 
volentieri  nelle  cose  di  Stato,  si  trattenga  »  in  Genova  «  per  novellista  ».  Il  Senato 
stimò  ce  ne  fosse  d'avanzo,  e  gli  fece  subito  intimare  lo  sfratto  dal  dominio  entro 
Ire  giorni,  nonché  la  proibizione  di  tornarvi  senza  licenia. 

Eccolo  dunque  di  nuovo  in  viaggio,  e  noi  lo  ritroviamo  nell'ottobre  del  1636 
a  Casale,  dove  traduce  dal  francese  la  narrazione  dell'assedio  di  Valenza  ad  istanza 
del  cardinal  Mazzarino,  ed  a  maggior  gloria  del  duca  di  Modena.  (I)  Ma  nei  primi 
mesi  dell'anno  seguente  ritorna  a  Torino,  e  riprende  l'invio  delle  notizie  correnti, 
adoperandosi  intanto  per  riottenere  il  permesso  di  pubblicare  la  Gazzetta  :  forse  a 
questo  fine  mosse  istanza  al  duca  di  Alodena  affinchè  io  facesse  «  conoscere  per  suo 
servitore  »  in  Torino,  che  se  a  ciò  non  voleva  indursi  direttamente,  «  si  potrebbe 
far  rappresentare  per  mezzo  dell'ambasciatore  di  Francia.  »  Non  tralascia  però  la' 
buona  occasione  di  pregare  il  duca  che  raccomandi  i  suoi  interessi  al  cardina'e  «  per 
quell'aiuto  di  costa  gli  ha  promesso  annualmente  »,  senza  del  quale  non  può  so- 
stentarsi. Se  il  cardinale  gli  mandasse  aiuto  di  denaro  non  so;  sembra  bensì  abbia 
interposti  i  suoi  uffici  perchè  gli  fosse  permesso  di  riprendere  la  composizione  della 
Gazzetta;  ne  ebbe  in  risposta  un  reciso  diniego.  Nel  tempo  stesso  però  veniva  concesso 
allo  stampatore  di  riprodurre  tradotti  i  novellari  di  Francia,  coll'assoluto  divieto  di 
«  toccare  le  cose  del  paese  salvo  un  ordine  preciso;  »  se  non  che  adoperando  in 
ciò  persone  poco  adatte  e  poco  pratiche,  la  corte  ed  il  pubblico  non  se  ne  mo- 
strarono soddisfatti,  onde  si  fece  intendere  al  tipografo  che  se  si  fosse  servito  del 
Socini  non  sarebbe  tornato  discaro. 

Sulle  prime  egli  stette  un  poco  sulle  sue,  ma  accortosi  da  qual  parte  venivano 
le  sollecitazioni  cedette.  A  fine  poi  di  farsi  nuovi  meriti  cogli  Estensi  scriveva  di  essersi 
indotto  a  questo  «  per  rappresentare  al  mondo  le  operazioni  di  S.  A.  in  quella  forma 
che  più  gli  gradirà,  e  di  secondare  il  gusto  di  Sua  Em'nenza;  »  ma  appena  che 
s'avvidero  nella  corte  torinese  dai  primi  fogli,  com'egli  avesse  cominciato  «  a  di- 
spensare »  i  suoi  «  arbitrii  »  ai  suoi  «r  padroni  r^  levarono  subito  «  l'ordine  e  tacita 
permissione  allo  stampatore  di  prevalersi  »  di  lui,  i  sotto  pretesto  che  il  conte  Curzio 
se  ne  accorgerebbe  e  dorrebbe.  »  Tuttavia  aveva  trovato  modo  di  fare  inserire  nel 
foglietto  alcuni  «  capitoli  »,  e  si  proponeva  «  di  far  il  medesimo  su  quello  del  sabato 
delle  cose  d'Italia,  che  si  manda  in  Francia  »,  quando  gli  saranno  «  accennate  le 
operationi  e  i  sentimenti  »   del  duca  di  Modena. 

Non  andò  molto  però  che  gli  fu  riconfermata  licenza  di  stampare  la  Gazzetta 
come  prima,  e  così  trascorsero  alcuni  anni  senza  ch'egli  avesse  molestie;  e  mantenne 
pur  sempre  la  sua  corrispondenza  col  cardinal  d'Este  e  colla  Francia,  ritraendone 
a  quando  a  quando  degli  «  aiuti  di  costa.  »  Anzi  perchè  questa  generosità  precaria 
diventasse  stabile,  sollecitò  uno  dei  pingui  benefici  dipendenti  dalla  ricchissima  abbazia 
di  Cluny;  ma  non  l'ottenne. 

Qualche  nuova  imprudenza  commessa  nel  luglio  del  <662,  gli  procurò  un  altro 
bando  da  Torino,  e  la  relegazione  a  Pinerolo,  dove,  a  quanto  par;^,  se  la  passava 
maluccio  essendogli  slata  sospesa  la  solita  pensione  da  Carlo  Emanuele.  Perciò  sup- 
plicava il  cardinale  che  gli  procacciasse  un  qualche  impiego,  o  almeno  scrivesse  al 
duca  suo  nipote  affinchè  gli  volesse  «  continuare  ancora  un  poco  il  soccorso,  »  essendo 
le  cose  sue  «  in  malo  stato  » ,  e  vivendo  «  da  diciotto  mesi  »  a  Pinerolo  «  senza 
alcuna  sorta  di  proveccio  » .  Tuttavia  potè  in  qualche  modo  uS'^ire  anche  da  questa 
disdetta,  e  riavere  l'impiego  di  giornalista.  Se  non  che  pareva  ormai  colpito  dalla 
iettatura;  per  uno  sbaglio  di  nome  venne  offesa  dalla  Gazzetta  la  Francia,  e  il  Duca 


(i)  Ce  ne  sono  due  edizioni  del  1657,  una  di  Torino  e  l'altra  di  Modena. 


FELICE   ROMANI.  693 


senz'altro  ne  fece  sequestrare  gli  esemplari  e  mandò  in  carcere  il  Socini.  Dopo  questo 
fatto,  cessano  le  memorie  di  lui;  fa  dunque  l'ultimo  colpo  pel  nostro  gazzettiere,  il 
quale  in  un  ventennio  di  brighe,  di  noie,  e  di  umiliazioni  avrà  finito  forse  con  im- 
parare a  sue  spese,  come  la  vita  del  giornalista  non  trascorra  sopra  un  letto  di  rose. 

A.  Neri. 


Felice  Romani 

Felice  Romani  fu  giornalista.  Nei  1834  Carlo  Alberto  lo  chiamò  a 
dirigere  la  Ga^^etta  ufficiale  piemontese,  nominandolo  cavaliere  del  merito 
civile  di  Savoia,  onore  oggi  raro,  in  quei  tempi  rarissimo.  Ma  si  ebbe 
dei  grattacapi,  il  povero  Romani.  Ora  l'autorità  superiore  vietava  la  pub- 
blicazione d'un  articolo  del  tutto  innocuo;  ora  si  ammoniva  il  direttore 
che:  «  Ogni  cenno  relativo  a  opere  concernenti  forme  di  governo  di- 
verse del  nostro,  tutto  che  dettato  con  sani  principii  e  da  autori  d'ogni 
eccezione  maggiori,  non  verrebbe  approvato  dalla  revisione  della  Gaietta.» 

Poi  lo  si  avvertiva  che  certe  poesie  erano  troppo  libere,  o  che  certe 
frasi  pulsavano  di  liberalesco.  Basti  dire  che,  per  avere  criticato  una  brutta 
poesia,  di  cui  il  Re  aveva  accettato  la  dedica,  fu  rimproverato  acerbamente. 

—  Trattandosi  di  cose  letterarie  dedicate  al  Sovrano  —  gli  dissero 
i  censori  —  e  da  lui  gradite,  si  doveva  parlarne  bene  o  tacere. 

—  Il  Sovrano  —  rispose  il  Romani  —  accetta  e  compensa  le  buone 
inten  ioni  degli  scrittori  ma...  non  ne  sancisce  gli  spropositi. 

As,re  furono  le  polemiche  avvenute  tra  il  Romani  e  il  Brofferio. 
Pare  che  il  Brolftrio  aspirasse  a  soppiantarlo.  I  lettori  si  divisero  in  brof- 
feriani  e  romanisti  e  si  guardarono  in  cagnesco.  Il  Messaggero  lonnese, 
la  Ga:i-^etta  piemontese^  il  l'uretto  avevano  articoli  di  fuoco. 

Ma  il  Romani  e  il  Brofferia  eran  due  anime  generose.  Nel  1846, 
si  trovarono  ambedue  a  Napoli,  per  il  convegno  degh  scienziati,  e  s'in- 
contrarono, in  vettura,  a  Toledo.  Il  Brofferio  fece  fermare  la  carrozza, 
scese,  abbracciò  e  baciò,  con  grandi  esclamazioni  di  tenerezza,  il  suo  av- 
versario e  cosi  la  pace  fu  fatta. 

Morto  Carlo  Alberto,  il  Romani  fu  invitalo  dal  Pinelli  —  allora  mi- 
nistro dell'interno — a  scrivere  qualche  poesia  per  la  traslazione  della 
salma  da  Oporto  a  Torino.  Egli  ideò  una  cantica  in  terza  rima  e  tre 
canti:  Cielo  e  terra.  Questa  cantica  fu  per  il  poeta  un  vaso  di  Pandora. 

Egli,  per  la  direzione  della  Gaietta,  aveva  8  mila  lire  annue.  Per 
quell'epoca  era  una  fortuna.  Non  mancarono  gli  invidiosi,  né  i  maligni. 
Si  disse  che  il  Romani  guadagnava  troppo,  che  la  Gaietta  era  una  si- 
necura e  altre  storie.  Nel  1S48  i  fratelli  Casimiro  e  Carlo  Favale,  tipo- 
grafi e  cassieri  della  Gaietta  —  fecero  bancarotta.  La  Ga:(^etta  passò  alla 
dipendenza  diretta  del  ministro  degli  interni. 

Il  Romani  fini  la  sua  cantica  e  la  presentò  al  ministero  dell'interno, 
volendola  dedicare  al  Re.  Il  ministro  Pinelli  osservò  che  il  poeta  chiamava 
vergognoso  patto  l'armistizio  di  Novara,  sottoscritto  dal  Re,  e  gli  suggerii 
di  cambiare  in  doloroso.  Il  poeta  accettò. 


694  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 

Tutto  pareva  appianato.  La  Ga:(j(etta  cominciò  la  pubblicazione  della 
cantica,  ma  dopo  tre  giorni  arrivò  quest'ordine: 

—  D'ora  in  poi,  si  mandino  al  ministero  anche  le  bozze  della  can- 
tica, perchè  si  riveggano  come  le  altre  cose. 

Sicuro  !  I  nemici  del  Romani,  a  ogni  parola  che  si  prestasse  all'e- 
quivoco, facevano  un  diavolio.  Il  ministro  volle,  per  esempio,  che  il  Ro- 
mani dichiarasse  di  non  avere  accusato  né  l'esercito,  uè  i  suoi  capi,  in 
questa  terzina: 

E  le  arti  che  in  Novara  han  combattuto 
Più  che  la  spada,  e  il  doloroso  patto 
Che  l'eroe  persuase  al  gran  rifiuto. 

Felice  Romani  esclamò,  con  l'Anelli  : 

—  Siamo  a  tempi  in  cui  le  parole  non  dicon  quel  che  dicono,  ma 
quel  che  si  vuole  ! 

I  pettegolezzi  furono  tanti  che  il  ministro  Galvagno,  succeduto  al 
Pinelli,  distrusse  il  contratto  e  il  Romani  lasciò  la  direzione  della  Gai:(etta. 

II  Bellini,  tanto  simpatico  di  fisionomia,  negligentnva  molto  la  toilette, 
aveva  modi  impacciati,  pareva  uno  studente  di  provincia.  Il  Romani,  in- 
vece, era  lindo,  attillato,  elegante,  curava  molto  il  vestire,  il  portamento, 
si  compiaceva  assai  dei  suoi  piccoli  piedi  e  della  sua  mano  aristocratica. 

Il  Romani  spesso  motteggiava  il  catanese  per  la  ineleganza  della 
sua  mise,  ma  il  Bellini  ci  rideva  e  crollava  le  spalle. 

All'ultima  prova  d'orchestra  del  Pirata,  il  Romani  disse  al  maestro: 

—  Ma  dimmi  un  po'  :  fai  conto,  domani  sera,  di  presentarti  al  pub- 
blico della  Scala,  di  sedere  sullo  sgabello  di  direttore  d'orchestra  in  quel- 
l'arnese da  collegiale  ? 

Il  Bellini  si  guardò  in  uno  specchio,  parve  mezzo  mortificato,  ma 
poi  fece  una  piroetta,  diede  una  rialzatina  al  suo  bel  ciuffo  biondo  e  disse: 

—  Non  ci  ho  pensato  e  ora  è  tardi. 

—  Provati  un  po'  gli  abiti  miei. 

Il  poeta  si  spoglia  e  il  maestro  infila  gli  abiti  del  Romani  che  gli 
vanno  a  pennello.  E  fu  con  quel  vestito  che,  la  sera  appresso,  il  Bellini 
gioì  del  trionfo  col  Pirata. 

Maestro  e  poeta,  sopra  invito  della  duchessa  Maria  Luigia,  si  reca- 
rono a  Parma  per  metere  in  scena  la  Zaira. 

Tre  giorni  dopo  l'arrivo  a  Parma,  si  presenta  al  Romani  un  signore 
di  modi  cortesi  e  gli  dice: 

—  Sa  :  ogni  forastiero,  dopo  tre  giorni  di  permanenza  negli  stati 
ducali,  si  deve  conformare  alle  leggi... 

—  Dica,  dica:  eccomi  qua. 

—  Lei  bisogna  che  si  tagli  i  baffi. 

—  Possibile  ? 

—  La  legge  vuole  cosi. 

Il  Romani  si  accarezza  i  lunghi  baffi,  dei  quali  era  molto  superbo, 
poi  dice  di  scatto,  guardando  l'orologio: 

—  La  diligenza  non  è  ancora  part'.ta  :  preferisco  andarmene  da  Parma, 


CAVotfu  GIORNALISTA  E  11  Risorgimento  di  Torino.  695 

Il  maestro,  gli  artisti,  l'impresario,  tutti  supplicano  il  Romani  di 
restare,  anche  a  costo  dei  baffi.  Egli  resiste. 

Allora,  il  conte  Stefano  Sanvitale  —  direttore  degli  spettacoli  — 
corre  al  palazzo  ducale  e  torna  con  questo  decreto  : 

—  S.  A.  I.  la  Duchessa  Maria  Luigia  permette  al  signor  Felice 
Romani,  Letterato  e  Poeta,  nativo  di  Genova,  di  portare  barba  e  baffi 
ne'  suoi  Ducali  Stati. 


Cavour  giornalista  e  //  Risorgimento  di  Torino 
(1847) 

Cavour  pubblicò  alcuni  articoli  di  argomento  agrario  ed  economico 
sulla  Bihìio'heque  Uuiverselle  di  Ginevra,  di  cui  erano  compilatori  Sismondi, 
Bellot,  Dumond,  De  CandoUe,  De  la  Rive  e  Pellegrino  Rossi.  Poi  con 
Pio  IX  spirò  un'aura  di  libertà  e  nacquero  pubblicazioni  di  ogni  ge- 
nere (1846). 

Cavour  scrisse  dotti  e  applauditi  articoli  si^W Antologia  italiana  e  sul 
Mondo  Illustrato,  e  quindi  sul  finire  del  1847  fondò  con  Balbo  il  Ri- 
sorgimento, che  divenne  uno  degli  organi  più  accreditati  dell'opinione 
pubblica  in  Piemonte. 

Il  primo  numero  di  questo  giornale  fu  pubblicato  il  15  dicembre  1847 
e  portava,  oltre  al  programma  firmato  da  Cesare  Balbo,  articoli  di  Ca- 
millo Cavour,  di  Michelangelo  Castelli  e  di  Pietro  di  Santa  Rosa. 

Il  pensiero  di  fondare  il  Risorgimento  venne  al  conte  di  Cavour  una 
sera  che  uscito  col  Castelli  e* con  Balbo  dall'adunanza  deli'  Associaiione 
agraria  tutti  e  tre  lagnavansi  della  insufficienza  di  questo  istituto  e  del 
suo  giornale  per  la  propaganda  delle  idee  liberali,  economiche  e  politiche. 

Fermarono  allora  il  disegno  di  un  giornale  politico  da  fondarsi  per 
azioni;  gli  azionisti  furono  ben  presto  trovati  in  gran  parte,  fra  i  socii 
stessi  dell'  Agraria,  e  a  metà  dicembre  il  giornale  divenne  un  fatto 
compiuto. 

Lo  chiamarono  il  Risorgimento  perchè  subito  il  nome  ne  significasse 
il  programma  che  Cesare  Balbo  epilogò  in  cinque  proposizioni:  /.  In- 
dipendenza -  //.  Unione  tra  principi  e  popoli  -  III.  Progresso  nelle  vie 
delle  riforme  -  IT.  Lega  dei  principi  italiani  tra  sé  -  V.  Forte  ed  ordinata 
moderazione. 

I  primordi  del  giornale  furono  difficilissimi,  che,  a  dirla  schietta, 
nessun  giornale  fu  di  quei  giorni  più  impopolare,  né  più  di  lui  bersaglio 
agli  strali  della  parte  avanzata. 

Causa  prima  della  impopolarità  sua,  era  il  nome  del  Direttore  :  di 
Camillo  Cavour.  Strano  a  dirsi  !  Eppure  bisogna  proprio  tornare  col  pen- 
siero a  quei  giorni  per  rendersene  persuasi.  Cavour  era  nome  che  avea 
lasciato  dietro  di  se  rancori  vivissimi  in  tutto  il  Piemonte  a  motivo 
della  Vicaria  tenuta  dal  marchese  Benso  di  Cavour,  padre  al  grande  Ca- 
millo, onde  su  questi  ne  ridondò  parte  non  piccola,  che  lasciava  gli  animi 
a  lui  più  benevoh,  sospettosi  del  liberalismo  che  nei  discorsi  e  negli 
scritti  egli  andava  rivelando. 


696  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 

L'ufficio  del  Risorgimento  era  chiamato,  a  piacere,  antro,  caverna,  spe- 
lonca, e  il  personale  che  vi  collaborava  i  nobili  del  Risorgiìnento,  perchè 
infatti  di  casa  erano  in  quei  primi  tempi  quattro  collaboratori. 

La  redazione  del  giornale  subì  diversi  cangiamenti,  perchè  alcuni 
dei  primi  collaboratori  del  giornale  ne  vennero  man  mano  distolti  dallo 
svolgersi  delle  nuove  istituzioni  che  li  chiamarono  ad  altri  uffici.  La  vita 
del  giornale  però  può  nettamente  dividersi  in  tre  periodi  dai  tre  Diret- 
tori che  si  succedettero.  La  direzione  del  conte  Cavour,  quella  di  L.  C.  Fa- 
rini  e  quella  del  conte  Carlo  Alfieri. 

I  collaboratori  ordinarli  furono:  Cesare  Balbo,  dai  15  dicembre  1847, 
al  15  marzo  1848,  M.  A.  Castelli,  Pietro  di  Santa  Rosa,  B.  Boncora- 
pagni,  Roberto  D'Azeglio,  Ercole  Ricotti,  Pier  Carlo  Boggio,  Francesco 
Ferrara  (finché  non  si  ritirò  per  fondare  altro  giornale),  Giuseppe  To- 
relli, Filippo  Cordova,  Luigi  Re,  Giorgio  Briano  e  Giovanni  Vico. 
Questi  due  ultimi  ebbero  la  parte  artistica  e  letteraria,  il  Vico  ebbe  tutta 
a  sé,  finché  rimase  al  giornale,  l'appendice  teatrale. 

A  diletto  molti  altri  collaboratori;  ricordansi  il  Rignon,  il  Reta,  il 
Sauli,  il  Galvagno,  Franchi  di  Pont,  lo  Scialoja,  il  Prati. 

II  Risorgimento  ebbe  a  sormontare  difficoltà  gravissime  non  soltanto 
politiche,  ma  anche  economiche.  Il  tipografo,  sobillato  dagli  avversarli, 
poneva  ogni  studio  a  rovinare  il  giornale;  indi  guasti  nella  macchina, 
ritardi  nelle  spedizioni  agii  abbonati,  e  tutte  le  altre  molteplici  trovate 
di  un  tipografo  ostile. 

Il  conte  di  Cavour  accortosi  un  bel  giorno  del  giuoco  e  avute  in 
mano  le  prove  della  malafede  dello  stampatore,  ricorse  ai  tribunali,  can- 
giando ipso  facto  di  tipografia;  ma,  coipe  avviene  in  simili  casi,  non 
gli  fu  possibile  sottrarsi  alle  esorbitanti  pretese  della  nuova,  e  non  potè 
rimediare  al  danno  che  più  tardi,  fermando  contratto,  con  altra  stam- 
peria, al  quale  condussero  appunto  le  trattative  accennate  nella  lettera 
del  Vico  (i). 

Il  Risorgimento  fu  più  una  felice  operazione  politica  che  una  buona 
speculazione  economica.  Per  questo  lato  fu  ventura  se  all'ultimo  gli  azio- 


(i)  Ecco  questa  lettera,  di  cui  la  Strenna- Album  dell' Associaiione  della  stampa  pe- 
riodica italiana  del  iSSi  pubblicò  il  facsimile.  Si  deve  alla  cortesia  del  cav.  Vico,  cui 
fu  indirizzata.  Essa  non  reca  alcuna  data  ma  si  può  dedurre  dal  giorno  in  cui  fu  pub- 
blicato nel  Risorgimento  (25  gennaio  1849;  l'articolo  ddi' Economist  indicato  nella  let- 
tera stessa,  scritta  due  giorni  prima: 
«  Illustrissimo  Signore, 
«  Le  trasmetto  qui  acchiusa  la  nota  del    sig.  avv.  Corno.    Vedrà  quant'  essa   sia 
esagerata.  La  prego  di  esaminarla,  e  di  corredarla  delle  sue  osservazioni,  e  quindi  di 
andare  in  persona  discuterla  col  prefato  sig.  Avvocato,  facendole  le  mie  scuse  se  un 
doloroso  dovere  che  mi  obbliga  ad  andare  oggi  a  Sartana  non  consente  che  io  vada  seco. 
«  Ho  segnato  ntìì' Economist  un  articolo  sul  commercio  serico  del  1848  in  Inghil- 
terra ch'io  crederei  pregio  dell'opera  il  tradurre  per  inserirlo  nel  nostro  giornale. 
«  Le  rinnovo  i  miei  complimenti  e  me  le  dico 

«  Devotissimo  servitore 
«  C.  Cavour  » 
«  Airillustrissirao  Signore, 
«  Il  signor  Vico,  collaboratore  del  Risorgimento 
«  Torino  » 


DON   GIACOMO   MARGOTTI.  697 

nisti  in  genere,  non  ebbero  a  perdere  il  loro,  come  a  principio  vi  fu 
ragione  di  credere  ;  gli  azionisti  collaboratori  ci  rimisero  l'opera,  e  il  conte 
di  Cavour  anche  non  lieve  somma.  Il  bilancio  morale  però  si  chiuse 
molto  meglio. 

Per  chi  conosce  la  storia  del  giornalismo  italiano  e  del  piemontese 
in  ispecie,  è  facile  comprendere  l'importanza  del  Risorgimento,  e  l'influenza 
che  ha  esercitata  per  lo  sviluppo  della  politica  cavouriana,  quando  il 
Conte,  arbitro  fra  i  conservatori  e  i  radicah,  volle  porre  la  Monarchia 
di  Savoia  a  capo  del  movimento  nazionale. 

Il  Risorgimento  avrà  sempre  una  pagina  gloriola  nella  storia  delle 
riforme.  Quando  nel  gennaio  del  1848,  accaduti  i  tumulti  di  Genova, 
la  deputazione  di  questa  città  si  portò  a  Torino  per  recare  al  Re  i  voti  di 
quella  popolazione  che  chiedeva  la  Civica  e  l'espulsione  dei  Gesuiti,  nella 
capitale  fu  tenuta  un'adunanza  dei  rappresentami  della  stampa,  per  deli- 
berare una  linea  di  condotta  comune.  Fu  lungo  e  vario  il  dibattito,  ma 
quei  del  Risorgimento,  che  prima  avevano  formato  il  loro  disegno,  per 
bocca  del  conte  di  Cavour  proposero  si  chiedesse  senz'  altro  al  Re  lo 
Statuto,  che  venne  poco  dopo  accordato. 

E  fu  certamente  anche  per  questo  primo  passo,  mosso  dal  Risorgi- 
mento,c\ìq  nel  1849  Massimo  d'Azeglio,  innanzi  di  sottoporre  al  Re  Vittorio 
il  proclama  di  Moncalieri  mandò  il  Galvagno,  ministro  dell'Ioterno,  nel- 
l'ufficio del  giornale  a  darne  lettura  al  Cavour  e  al  Castelli  che  vi  sug- 
gerirono alcune  modifiche  accettate  dal  Mmistero. 

Dal  Risorgimento  uscirono  vere  illustrazioni  della  patria,  e  uomini 
che  presero  parte  in  diversi  tempi  al  governo  della  cosa  pubblica  ;  basti 
ricordare  il  Cavour,  il  Farini,  il  Santa  Rosa,  il  Boncompagni,  il  Cor- 
dova, il  Ferrara,  lo  Scialoja,  il  Boggio,  il  Castelli,  il  Ricotti. 

Pochissimi  i  superstiti  di  tanti  che  vi  colbbyrarono  .... 

L'ultimo  numero  del  Risorgimento  fu  pubblicato  il  31  dicembre  1852 
e  il  primo  gerente  del  giornale  (ne  vadano  orgogliosi  questi  paria  della 
libera  stampa)  fu  Camillo  Cavour. 


Don  Griacomo  Margotti 

Mori  a  Torino  nelle  ore  pomeridiane  del  6  maggio  1887.  Era  nsto 
nel  1823.  Con  lui  si  estinse  il  più  valente  e  il  più  battagliero  dei  gior- 
nalisti cattolici.  E  il  più  intransigente!  Ma  intransigente  fu  solo  colla  penna 
in  maro  per  la  difesa  della  causa  che  egli  aveva  sposata.  Del  resto,  fuori 
degli  ufiizii  ^t\Y  Unità  Cattolica  era  uomo  di  spirito,  amante  della  buona 
e  scelta  compagnia,  tanto  che  la  sua  presenza  in  società  era  molto  ap- 
prezzata, e  tornava  piacevole. 

Nato  da  umilissimi  genitori,  ma  pieno  di  talento  e  di  energia,  non 
tardò  a  tarsi  strada  e  a  conquistare  una  posizione  sociale  che  fu  sempre 
oggetto  d'invidia  per  i  giornalisti  del  suo  partito. 

Arrivato  a  Tonno  dalla  naiia  San  Remo  nel  1845,  povero  e  male 
in  arnese,  vi  mori  poco  meno  che  milionario.  Lasciò  terre,  case,  ville 
e  capitaH.  Si  può  dire  di  lui  -  più  esattamente  che  di  tanti  altri  -  che  fu 
figlio  delle  sue  opere, 


698  GUID.V   DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

Dalla  dea  Fortuna  non  ebbe  altro  aiuto  che  quello  di  vivere  in  tempi 
di  lotta.  E  nessuno  nel  nostro  giornalismo  fu  lottatore  più  strenuo  e  più 
costante  di  lui. 

Nel  1848,  compiuti  i  suoi  studi  teologici  di  perfezionamento  nel- 
l'Accademia di  Superga,  entrò  a  far  parte  della  redazione  del  giornale 
l'Armonia,  creato  in  quell'anno  dal  marchese  Biragjo  di  Vische  e  da  Don 
Guglielmo  Audisio,  morto  pochi  anni  sono  in  Roma  canonico  di  Saa 
Pietro  in  Vaticano. 

Cominciò  la  sua  carriera  di  giornalista  colle  più  modeste  attribuzioni 
del  mestiere^  e  tre  anni  dopo,  nel  185 1,  era  già  lo  scrittore  principale, 
l'anima,  l'arbitro  dall'Armonia.  Il  marchese  Birago  che  faceva  i  fondi  del 
giornale,  e  Don  Guglielmo  Audisio  che  ne  era  direttore  in  titolo,  si  tro- 
varono in  breve  sopraffatti  dal  focoso  Margotti,  e  per  la  loro  tranquil- 
lità finirono  con  lasciarsi  rimorchiare.  Ma  non  nascondevano  tuttavia  il 
loro  malcontento. 

Al  Marchese  Birago  -  gentiluomo  in  tutto  il  significato  della  parola  - 
ripugnava  il  linguaggio  troppo  vivace,  spasso  scortese,  e  qualche  volta 
perfino  triviale  del  bollente  redattole.  A  Don  Guglielmo  Audisio,  uomo 
serio,  colto  e  prudente,  dispiacevano  certi  attacchi  coatro  le  nuove  isti- 
tuzioni del  Piemonte. 

Ma  Don  Margotti  tivava  via  senza  preoccuparsi  delle  osservazioni 
e  delle  censure  dei  suoi  padroni  e  benefattori.  E  quando  l'Audisio,  in 
seguito  ai  torbidi  avvenuti  in  Torino  per  i  funerali  del  ministro  San- 
tarosa,  dovette  lasciare  il  Piemonte  e  ritirarsi  a  Roma,  Don  Margotti  si 
senti  libero  da  ogni  vincolo,  e  non  conobbe  più  freno  di  sorta.  L'Armonia 
sotto  la  sua  penna  diventò  un  libello  pericoloso;  e  i  fulmini  del  pro- 
curatore del  re  incominciarono  a  colpirlo  con  frequenza.  Ma  che  impor- 
tava a  lui  ?  Le  multe  le  pagava  il  marchese  Birago,  e  in  Cittadella  ci 
andava  il  gerente  responsabile  ! ... 

Sebbene  residente  a  Roma,  l'Audisio  si  era  riserbata  l'alta  direzione 
del  giornale,  e  mandava  a  Don  Margotti  di  tanto  in  tanto  savii  consigli 
e  raccomandazioni,  affinchè  non  si  spingessero  troppo  oltre  gli  attacchi, 
specie  contro  la  Casa  Savoia. 

Ma  consigli  e  raccomandazioni  rimanevano  sempre  senza  risultato. 
Don  Margotti  si  trincerava  dietro  gli  ordini  diretti  ricevuti  da  Pio  IX. 

Una  voha  -  nel  1863  -  l'Audisio  infastidito  di  tali  risposte  stereo- 
tipate, si  arrischiò  a  scrivere  riservatamente  al  suo  alter  ego  che  non  bi- 
sognava sempre  eseguire  gli  ordini  del  Papa  perchè  questi  era  capric- 
cioso e  spesso  non  sapeva  neppur  lui  ciò  che  si  volesse. 

Don  Margotti  inviò  la  lettera  confidenziale  ricevuta,  a  Pio  IX  in  per- 
sona, che  saltò  su  tutte  le  furie  e  fece  chiamare  alla  sua  presenza  l'Audisio. 

—  L'avete  scritto  voi  questo  foglio }  -  gli  chiese  poiché  fu  dinanzi. 
Il  povero  canonico  di  San  Pietro,  riconosciuta  la  lettera  rimase  come 

fulminato  e  non  seppe  che  rispondere. 

—  Siete  anche  voi  un  piemontesaccio  come  tutti  gli  altri  I  -  sclamò 
pio  IX  con  accento  del  più  alto  disprezzo. 


DON    GIACOMO   MARGOTTI.  609 

E  voltategli  le  spalle,  se  n'andò  senza  aggiungere  altro. 

Ma  l'incidente  non  ebbe  ulteriori  conseguenze  per  l'Audisio.  Pio  IX 
era  capriccioso,  infatti;  ma  in  fondo  era  buono,  e  giudicava  uomini  e 
cose  più  col  cuore  che  col  cervello.  Tuttavia  egli  fu  il  primo  a  capire 
che  Audisio  e  Margotti  non  potevano  più  stare  insieme,  e  consigliò  que- 
st'ultimo ad  uscire  daìV Armonia  e  a  fondare  un  giornale  suo  proprio  in 
cui  fosse  più  indipendente  nella  difesa  dei  diritti  della  Santa  Sede. 

E  cosi  nacque  V Unità  Cattolica;  e  cosi  cominciò  la  fortuna  di  Don 
Margotti. 

Il  nuovo  giornale  raggiunse  in  breve  un  numero  straordinario  di 
abbonati.  Ci  fu  un  tempo  in  cui  esso  fu  il  più  diffuso  fra  i  periodici 
italiani,  ed  anche  ora  ha  posto  fra  i  più  diffusi. 

Ad  impinguare  la  cassa  di  Don  Margotti  concorse  anche  la  sotto- 
scrizione da  lui  aperta  e  continuata  per  l'obolo  di  San  Pietro.  Chi  disse 
che  il  Vaticano  gli  accordasse  una  provvigione  sulle  somme  raccolte  e 
versate;  chi  disse,  invece,  che  a  titolo  di  compenso  gli  fosse  concesso 
di  fare  i  versamenti  ogni  sei  mesi,  lasciando  a  lui  il  godimento  degli 
interessi  delle  somme  che  egli  depos-tava  man  mano  in  conto  corrente, 
presso  una  banca,  fino  al  giorno  che  le  inviava  a  Roma. 

Comunque  sia,  tutti  sono  d'accordo  nell'ammettere  che  l'obolo  di 
San  Pietro  ha  sempre  fruttato  -  lecitamente,  s'intende  -  all'amministra- 
zione ddì' Unità  Cattolica. 

-X- 

Ma  sarebbe  ingiustizia  non  riconoscere  che  se  Don  Margotti  è  morto 
ricco,  la  ricchezza  non  gli  è  piovuta  dal  cielo,  sebbene  del  cielo  si  ser- 
visse un  po'  troppo  liberamente  nel  suo  giornale. 

Diventò  rixo  perchè  seppe  far  valere  il  suo  ingegno  e  la  sua  col- 
tura con  una  laboriosità  veramente  straordinaria. 

Fu  maestro  nel  suo  mestiere. 

Dotato  di  una  memoria  di  ferro,  egli  seppe  sussidiarla,  per  i  suoi 
scopi,  anche  con  mezzi  artificiali,  seguendo  in  ciò  l'esempio  lasciato  da 
Emilio  de  Girardin. 

Gli  uffizii  dell'Unità  Cattolica  posseggono  un  vero  archivio  pieno 
zeppo  di  registri,  di  rubriche  e  di  schedarli,  in  cui  dal  1863  in  p-'-i  vennero 
deposti  giorno  per  giorno  i  sunti  dei  fatti  più  importanti,  dei  discorsi 
degli  uomini  politici  più  in  evidenza,  degli  articoli  dei  giornali  più  au- 
torevoli, ecc.  ecc. 

I  grandi  archivii  di  polizia  di  Londra,  di  Parigi,  di  Pietroburgo,  non 
potrebbero  essere  meglio  impiantati. 

Con  questo  sistema  Don  Margotti  poteva  mettere  a  confronto  -  per 
esempio  -  le  parole  pronunziate  da  un  ministro,  da  un  deputato  dieci 
anni  fa,  con  quelle  pronunziate  jeri;  e  guai  se  ci  trovava  contraddizioni  ! 

Nessun  altro  giornalista  in  Italia  seppe  fare  altrettanto,  che  io  mi 
sappia. 

Ecco  chi  era  Don  Margotti. 

Io  non  so,  se  scomparso  lui,  l'Unità  Cattolica  potrà  conservare  il 
carattere  speciale  ch'egli  le  aveva  impresso.  Ne  dubito. 


700  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

Don  Margotti  possedeva  l'arte  invidiabile  di  farsi  leggere;  spesso  - 
forse  troppo  spesso  -  colle  sue  intemperanze  irritava  il  lettore  liberale; 
si  gettava  via  il  foglio  con  dispetto  mx  all'  indomani  si  ritornava  a  leggerlo. 

In  una  cosa  sola  Don  Margotti  non  fa  fortunato:  nelle  profezie  ! 

Aveva  la  mania  di  farne  ogni  tanto,  ma  morì  senza  la  consolazione 
di  vederne  una  -  una  sola  -  compiersi. 

La  profezia  era  il  suo  tallone  d'Achille. 

Tommaso  Canella. 


11  Pasquino. 

Il  27  gennaio  1856  venne  fuori,  per  la  prima  volta,  a  Torino,  il 
Pasquino. 

Erano  quei  giorni  in  cui  non  è  retorica  dire  che  i  destini  dell'Italia 
maturavano,  e  maturavano  tanto  nelle  intelligenze  dei  governatori  su- 
balpini da  Vittorio  a  Cavour,  quanto  nei  cuori  dei  sudditi,  dagli  scrit- 
tori del  Risorgimento  ai  poeti  delie  canzoni  popolari.  Si  sentiva  la  so- 
lennità di  un'epoca  di  vigilia,  e  il  Piemonte  si  preparava.  Anche  il  riso 
e  la  salirà  sono  armi  di  preparazione,  e  le  aveva  già  bene  affilate  l'umo- 
ristico Fischietto  nelle  cui  colonne  sferzava  la  penna  di  Carlo  Avalle, 
sotto  il  pseudonimo  di  Fra  Chichibio  (i),  di  Desiderato  Chiavcs,  mantellato 
da  Fra  Galdino  e  di  Secondo  Bersezio,  fratello  di  Vittorio,  di  tragica 
memoria,  e  di  tanti  altri.  Se  le  penne  pungevano  acute,  anche  le  ma- 
tite e  i  bulini  non  scherzavano.  I  disegni  e  le  caricature  dei  Redenti, 
sono  ancora  impresse  nella  memoria  di  chi  una  volta  le  ha  vedute,  e 
più  volte  le  ha  graffiate  anche  l'unghia  del  fisco.  Al  Redenti  si  univa 
il  Virginio,  suo  cognato,  ed  all'uno  ed  aii'altro  portava  aiuto  di  novità  e 
di  umorismo  Casimiro  Teja. 

Ma  un  giorno  Casinnro,  assieme  al  Qtsza^.  (^Tommaso  Canella  del 
Fanfulla)  ed  a  Piacentini,  l'attuale  direttore  delia  Gaietta  ujjiciale,  de- 
ciselo di  fondare  essi  stessi  un  altro  giornale  umoristico,  che  senza  essere 
in  contrapposto  al  Fischietto,  fosse  di  quello  meno  audace,  anche  perchè 
così  essendo  potesse  prevalere  laddove  il  progenitore  si  era  fatto  esclu- 
dere con  tanto  di  decreto  e  di  trattati.  E  si  intitolò,  il  nuovo  foglio, 
Pasquino,  e  col  titolo  gli  si  diede  per  emblema  il  famoso  torso  di  pa- 
lazzo Brasvhi  che  fu  per  tanto  tempo  la  tribuna  dell'umorismo  di  Roma. 

Pasquino  trasportato  sulle  rive  del  Po,  incontrò  subito  fortuna.  Come 
avevan  voluto  i  suoi  fondatori  era  mite  e  sui  principii  non  s' impacciava 
di  politica;  le  avventure  cittadine,  le  piccole  beghe  di  società,  1  costumi 
popolari,  1  palcoscenici,  qualche  salotto,  erano  il  suo  campo  favorito  e 
vi  mieteva  una  messe  di  baona  qualità,  allegra,  spiritosa,  urbanamente 
frizzante,  proprio  da  buontempone.  Si  diffuse  non  solo  nello  Stato  Sardo, 
ma  passò  in  quasi  tutti  gli  statereUi  dell'Italia,  dal  ducato  di  Parma  al 
principato  di  Monaco,  giacché  a  nessuna  polizia  dava  ombra  il  giornale 
che  faceva  semplicemente  ridere  parlando  mhil  de  Principe  parum  de  Deo. 


(i)  Vedi  l'articolo  Fra  Chichibio  a  pag.  254. 


Il   Pasquino.  701 

Ma  Pasquino  voleva  solo  farsi  strada.  Quando  i  tempi  cominciarono 
ad  intorbidarsi  e  l'agitazione  politica  era  divenuta  tanta  in  Piemonte 
che  dal  sovrano  agli  uscieri  del  Parlamento  tutti  sentirono  i  gridi  di 
dolore,  Pasquino  vide  che  il  tempo  era  venuto  anche  per  lui  e  la  po- 
litica s'infiltrò  nelle  sue  pagine 

Curioso    ricordo!    Vi   si   infiltrò   cominciando   sui bollettini  di 

borsa:  certi  bollettini  redatti  ad  nsum Pasquini  i  quali  davano  noti- 
zie di  Cavour  reduce  dai  congressi parlavano  dei  titoli tedeschi, 

dei  ribassi  delle  anioni  Estensi,  ecc.  tee Le  polizie  per  un  poco  non 

se  ne  accorsero,  Pasquino  circolava  sempre  liberamente;  ma  un  giorno 

il  giuoco  fu  scoperto  e  il  giornale  fu  messo  all'  indice  politico Ciò 

che  vuol  dire  semplicemente  che  fu  cercato  e  letto  più  di  prima  e  non 
potendolo  trovare  così  facilmente  lo  si  pagava  più  caro  e  certi  numeri 
salirono  perfino  a  prezzi  fenomenali. 

I  tre  fondatori,  coll'epigramma  gli  uni,  colla  matita  l'altro,  rappre- 
sentavano a  Torino  una  triade  gloriosa  :  i  numeri  di  Pasquino  nei  mo- 
menti politici  più  agitati  erano  attesi  con  vera  impazienza:  una  mac- 
chietta di  un  uomo  politico,  un  frizzo  messo  in  bocca  ad  un  altro,  fa- 
cevano le  spese  della  conversazione  settimanale.  È  bensì  vero  che  il 
Pasquino  ebbe  sempre  una  certa  tinta  aristocratica  e  ben  più  spesso  si 
trovava  alleato  cogli  uomini  di  governo  che  non  coi  suoi  oppositori. 
Tuttavia  anche  colle  sue  simpatie  conservatrici  nel  cuore,  la  forma  esterio- 
re con  cui  egli  disegnava  e  scriveva,  gli  conciliava  pure  le  simpatie  popolari. 

Piaceva  al  popolo  cui  pareva  una  specie  di  rivincita  vedere  tutte  le 
settimane  i  ministri  che  imponevano  le  tasse  e  votavano  la  cessione 
di  Nizza  e  Savoia,  vestiti  cogli  abiti  a  cenci,  o  col  cappello  rotto,  o  gli 
scarponi  ferrati,  o  in  costume  di  ballerini  e  di  guerrieri  in  lotta,  ora  in 

atto  di  picchiarsi  fra  loro,  ora  trasfigurati  in  magi  e  beati In  queste 

bizzarrìe  la  matita  di  Teja  era  e  si  manteneva  insuperabile:  ritraeva  le 
fisionomie  con  una  felicità  da  fotografo;  sapeva  colpire  il  lato  ridicolo 
d'ogni  persona  come  un  bersagliere  il  centro;  due  suoi  tratti,  uno  sgor- 
bietto,  riuscivano  più  espressivi  che  qualunque  biografia  limata  e  pensata. 

Oltredichè,  l'umorismo  del  caricaturista  era  sempre  di  buona  lega, 
non  traboccava  mai  nel  licenzioso  né  nel  grottesco;  il  suo  riso  non  era 
di  fiele  ma  di  sana  comicità;  punzecchiava  ma  non  stilettava  e  sebbene 
avesse  le  sue  vittime  favorite  non  inveiva  mai  colle  personalità.  Ma  una 
nota  si  trova  specialmente  nelle  colonne  del  Pasquino  che  lo  rendeva 
caro  anche  a  quelli  che  qualchevolta  si  indispettivano  di  lui,  ed  era  una 
nota  elevata,  chiara,  emergente  sopra  tutte  le  persone  e  tutte  le  idee: 
quella  del  patriottismo. 

Pasquino  non  rideva  mai  quando  si  parlava  di  patria,  e  se  sovente 
caserme  e  soldati  erano  i  suoi  soggetti  e  faceva  dell'umorismo  con  loro, 
era  sempre  per  mettere  in  evidenza  i  lati  migliori  dell'esercito,  il  difen- 
sore della  patria.  Ogni  macchietta  di  coscritto,  ogni  figura  di  vecchio 
caporale  troupier,  ogni  scenetta  di  ufficiale  e  di  ordinanza  aveva  in  fondo 
la  sua  vibrazione  patriottica. 

—  Caporale  —  chiedeva  il  tenente  al  suo  subalterno  —  che  è  quella 
lettera  indirizzata  al  giornale  che  avete  in  mano?  —  Signor  tenente  — 


702  GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

rispondeva  il  caporale  —  abbiamo  sentito  dire  che  tutte  le  fortezze  sono 
state  occupate  e  vogliamo  annunziare  nel  Popolo  che  ne  cerchiamo  una 
da  occupare  .... 

Ad  un  altro  ufficiale  si  presenta  un  coscritto  chiedendo  tre  giorni 
per  andare  a  casa  .... 

—  Ma  se  sono  appena  dieci  giorni  da  che  sei  venuto  .... 

—  Sissignore,  ma  allora  non  ero  vestito  da  italiano  .... 

E  ben  presto  le  caricature  di  Teja  fecero  nei  momenti  solenni  quasi 
divenire  epico  Pasquino;  le  sue  pagine  di  disegni  e  di  teste  dedicate  alle 
vittorie  delle  truppe,  quelle  degli  emigrati,  dei  plebisciti,  ecc.,  erano  vere 
pagine  d'arte,  erano  piene  di  eloquenza  e  di  commozione,  erano  veri  quadri 
che  il  patriottismo  dei  nostri  padri  ha  fatto  conservare  come  memorie 
alle  medaglie  commemorative,  e  glieli  ha  fatti  appendere  sovente  ai  ca- 
pezzali dove  essi  le  rivedono  ancora  oggidì  con  un  memore  fremito  nel 
cuore  ed  un  saluto  di  riconoscenza  per  chi  le  ha  scritte  e  disegnate. 

Quando  nel  1865  la  capitale  del  regno  passò  a  Firenze,  il  Teja  ri- 
mase a  Torino  unico  direttore  del  Pasquino,  giacché  il  Cesana  era  an- 
dato dietro  alla  capitale.  Però  il  Pasquino  acquistò  la  collaborazione  di 
Luigi  Coppola,  il  creatore  della  pompiera'a,  che  dovè  morire  di  crepa- 
cuore capo-sezione  e  nulla  più,  perchè  in  Itah'a  è  grave  colpa,  per  chi 
possiede  pubblici  offici,  avere  dello  spirito.  Egli,  con  la  firma  d'  Ypsilonne, 
e  Teja  continuavano  la  loro  esistenza  indissolubile  diventando  l'uno  si- 
nonimo dell'altro  ed  illustrandosi  sempre  l'uno  coU'altro  e  viceversa. 

Il  giornale,  è  vero,  diventando  vecchio,  qualche  volta  fece  sentire 
un  poco  di  malumore  senile,  e  quella  sua  tendenza  conservatrice  con 
cui  era  nato,  talvolta  in  questi  ultimi  tempi  si  accentuò  .... 

Ma  Pasquino  era  ed  è  sempre  un  vecchio  di  buona  indole,  arguto, 
buon  compagnone,  che  scherza  coi  fanti  e  lascia  stare  i  santi,  e  che  in 
fondo  non  farebbe  male  ad  una  mosca,  anche  se  questa  mosca  sedesse 
nei  banchi  della  sinistra;  e  tutte  le  volte  che  l'occasione  buona  si  pre- 
senta, il  Pasquino,  non  ostante  la  sua  lunga  carriera  colla  quale  avrebbe 
tutti  i  diritti  ad  una  buona  giubilazione,  mostra  ancora  adesso  un  vi- 
gore giovanile  che  strappa  gli  applausi. 

Quanto  poi  a  Casimiro  Teja,  è  ora,  come  fu  e  sarà  sempre,  una 
delle  più  simpatiche  figure  di  uomo  e  di  artista.  Oggidì  quell'ometto 
di  statura  meno  che  media,  un  po'  tondo,  deve  avere  i  suoi  cinquanta- 
cinque anni  suonati,  ma  non  glieli  accusereste  davvero. 

È  pieno  di  vita,  di  brio,  di  slancio,  di  festività.  Sebbene  sia  stato 
uno  dei  più  indefessi  lavoratori  del  giornalismo,  il  lavoro  non  l'ha  esau- 
rito e  ancor  adesso  fa  una  pietra  colla  stessa  faciliià  con  cui  fuma  un 
sigaro.  Scapolo  ed  impenitente,  fa  imbizzire  la  sua  mamma,  una  buona 
e  cara  vecchietta  colla  quale  convive,  perchè  va  a  casa  troppo  tardi .... 
Ma,  Dio  buono!  come  può  andare  a  casa  presto  Casimiro  Teja?  Posto 
pure  che  s'incammini  a  buon'ora  verso  il  suo  alloggio,  che  è  un  vero 
nido  d'arte  nel  corso  Vittorio  Emanuele,  egli  ttova  per  la  strada  tanti 
amici  e  conoscenti  che  prima  che  li  abbia  s:?lutati  tutti  la  buona  ora 
diventa  cattiva.  E  lui  conosce  tutti  come  tutti  conoscono  lui. 


BERSEZIO   GIORNALISTA.  703 


Dal  conte  Sambuy  al  capitano  dei  pompieri,  dal  venditore  di  sol- 
fini  al  presidente  del  Circolo  degli  artisti,  non  sono  passati  un  poco  tutti 
sotto  la  sua  matita  caricaturistica?  E,  curioso  fenomeno,  tutti  quelli  che 
sono  passati  sotto  la  sua  caricatura  sono  rimasti  o  sono  diventati  suoi 
amici  ....  Ma  egli,  poi,  non  può  andare  a  casa  presto  perchè  alla  sera, 
quasi  sempre,  ha  da  ritrovarsi  nei  crocchi  degli  amiconi  che  lo  aspettano 
o  al  circolo  o  nel  tal  salotto  o  più  sovente  nel  famoso  mezzanino  della 
Meridiana.  Là,  coi  Giacosa,  i  De  Amicis,  i  Doridei,  i  Mosso  e  compa- 
gnia  bella,  Casimiro  Teja  è  nel  suo  trionfo,  è  nel  suo  paradiso.  È  di 
prammatica  che  là  dentro  ciascuno  tempesta  e  grida  come  vuole,  ma 
Teja,  colla  sua  voce  chioccia,  si  impone  sopra  tutti  e  si  fa  ascoltare. 

Se  i  nervi  non  lo  irritano  (qualche  volta  soffre  di  nervi  ....),  se 
la  bottiglia  è  buona  e  se  Giacosa  non  interrompe  gridando:  Roba  veda, 
come  Ferraviila.  Casimiro  Teja  dà  la  stura  alla  parlantina  e  ne  racconta, 
ne  racconta  di  quelle!  ...  C'è  da  crepar  dal  ridere  a  sentire  gli  aned- 
doti del  direttore  del  Pasquino,  aneddoti  che  egli  non  inventa,  ma  sono 
veri,  genuini,  sono  la  millesin  a  parte  di  quelli  pressoché  immensi  che 
egli  ha  potuto  raccogliere  nella  sua  avventurosa  vita  di  artista  e  di  gior- 
nalista ... .  Inoltre  egli  ha  girato  mezzo  mondo:  ha  avuti  rapporti  cogli 
uomini  di  tutti  i  ceti  più  elevati:  Cavour  lo  ha  fatto  fare  cavaliere; 
Vittorio  Emanuele  lo  ebbe  compagno  alle  caccie;  con  Quintino  Sella 
faceva  sovente  colazione;  di  Lanza,  di  Brofferio,  di  Rattazzi,  ecc.  ecc., 
possiede  lettere  e  ricordi  a  bizzeffe  ....  Quanti  dietro-scena  egli  ha  co- 
nosciut',  quante  confidenze  ha  intese,  quante  mani  illustri  hanno  toccato 
la  sua,  per  dirgli:  Bravo!  e  grazie!  Né  egli  se  ne  è  punto  insuperbito: 
neppure  è  arricchito  e  si  è  sempre  contentato  di  vivere  del  suo  lavoro, 
fedele  sempre  alla  sua  coscienza  ed  ai  suoi  amici. 

Di  questi  il  più  grande  è  Edmondo  De  Amicis.  L'autore  dei  Bo^- 
:(etli  militari  e  il  direttore  del  Pasquino  si  vogliono  un  bene  da  fratelli 
ed  appunto  quando  la  sera  Casimiro  rincasa  tardi,  dice  alla  sua  vecchietta, 
per  abbonirla:  —  Sai,  sono  stato  coi  Edmondo  .... 


Bersezio  giornalista 

(Ricordi  autobiografici)  (i) 

Rovesci  di  fortuna  m''mponevano  l'obbligo  imperioso  di  venire  in 
aiuto  alla  famiglia  col  mio  lavoro.  Avevo  preso  la  laurea  in  leggi; 
studiato  a  casacco  da  me,  più  per  svago  che  per  altro,  un  po'  di  let- 
teratura, di  filosofia  e  di  stor'a  :  sapevo  dunque  pochino,  pochino,  ed 
ero  buono  a  nulla.  Vincenzo  Miglietii,  mio  cognato,  avvocato  di  grido, 
mi  consigliò  il  patrocinio:  mi  ci  provai  sotto  la  sua  scorta,  e  dovetti 
ben  presto  chiarir  me  e  lui  che  ero  meno  buono  ancora  che  a  tutto 
il  resto. 


(i)  Questi  ricordi  formano  parte  di  un  magnifico  articolo  del  Bersezio  su  Camillo 
Cavour,  pubblicato  in  un  numero  del  Fanjulla  delia  Domenica  del  1886. 


701  GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

In  simili  condizioni,  qual'è  la  prima  idea  che  possa  affacciarsi  ad 
un  giovane  della  moderna  borghesia?  Que'la  di  procurarsi  il  pane  ed 
anche  il  companatico  dalle  casse  dello  Stato,  sotto  preresto  di  un  im- 
piego governativo:  e  fu  l'idea  luminosa  che  venne  ai  miei  e  che  io 
accettai,  bisogna  dirlo,  senza  punte  ripugnanze. 

—  Ne  parlerò  al  Cavour,  -  mi  disse  il  Miglietti,  che  era  deputato 
e  non  de'  meno  influenti,  -  egli  impazientito  e  infastidito  dalle  remore 
della  routine,  l'arca  santa,  il  misterioso  gergo  delle  segreterie  di  Stato, 
vuole  infonderi  nuovo  sangue  di  giovani  n.lle  vene  della  onesta,  com- 
passata, gretta,  laboriosa,  pedante  nostra  burocrazia.  Da  presidente  del 
Consiglio  dei  ministri  e  da  ministro  delle  finanze,  egli  caccia  il  naso 
e  lo  zampino  in  tutti  i  dicasteri;  la  sua  attività  dà  la  spinta  a  tutta  la 
macchina  dell'organismo  amministrativo.  Accoglierà  volentieri  un  gio- 
vane d'un  po' d'ingegno  e  di  molta  buona  volontà:  fa' di  metterci  que- 
st'ultima, ed  egli  qua  o  là  un  cantuccio  da  allogarti  te  lo  saprà  trovare. 

Chinai  capo  ed  orecchi:  l'ingegno,  in  parola  d'onore,  non  me  lo 
sentivo,  la  buona  volontà  mi  sfogavo  a  farla  venire,  ma  mi  lusingavo 
che  col  tempo  e  coli'  occasione  sarebbe  venuta.  Se  il  Miglietti  si  fosse 
dimenticato  di  me  e  del  suo  disegno  a  mio  riguardo,  non  mi  sarebbe 
niente  dispiaciuto;  ma  egli,  mi  voleva  troppo  bene.  Un  giorno  venne 
da  me  trionfante. 

—  Ho  parlato  di  te  al  Cavour,  -  mi  disse:  -  t'aspetta  domani 
mattina  alle  cinque  e  mezzo  al  suo  palazzo.  Presentati,  nominati,  e 
sarai  introdotto. 

■y- 

—  Ella  dunque  desidera  un  impiego?  mi  domandò  il  Cavour  dopo 
un  poco. 

Non  trovai  altra  risposta  che  un  volgarissimo: 

—  Si  signore. 

—  Ha  preso  la  laurea  d'  avvocato  ? 

—  Si  signore. 

—  Non  vuole  prendere  la  carriera  della  magistratura? 

—  No  signore. 

—  Il  Miglietti  m'ha  detto  per  non  essere  mandato  fuori  di  Torino 
e  non  abbandonare  la  madre  vecchia? 

—  Si  signore. 

E  il  patrocinio  non  le  piace? 

—  No  signore. 

Pensai  a  quel  punto  che  il  mio  interlocutore  doveva  credermi  ad- 
dirittura un  imbecille,  e  sentii  crescere  in  me  la  timidezza  e  il  disagio. 

—  Eppure,  -  ripigliava  il  ministro  -  il  patrocinio  è  una  bella  car- 
riera, nobile,  indipendente. 

—  Ma  io  non  ci  potrei  riuscire. 

—  Perchè? 

—  Non  sono  buono  a  parlare  in  pubblico...  e  certe  volte  neppure 
in  privato. 

Vidi  una  lieve  ombra  di  sorriso  su  quelle  labbra  sottili,  e  un  laxpo 
di  buon  umore  guizzare  dietro  quegli  occhiali. 


BERSEZIO   GIORNALISTA.  705 


—  Dicerto,  la  timidezza  non  è  dote  che  si  confaccia  agii  avvocati. 
(  Una  breve  pausa;  e  poi:) 

—  Ha  Ella  fatto  qualche  studio  speciale?  (Chinai  il  capo)...  Per 
esempio  di  economia  politica? 

—  Ho  letto  i  trattati  elementari  dello  Scialoia  e  del  Boccardo,  ho 
assistito  a  qualche  lezione  del  Ferrara  e  sono  associato  alla  Biblioteca 
degli  Economisti  del  Pomba...  ma  ne  ho  rispettati  i  fogli  intonsi. 

Sorriso  più  spiegato  sulle  labbra  del  Cavour. 

—  Lei  ha  fatto  rappresentare  un  dramma  al  teatro  Carignano? 
— ■  Si  signore:  'Pietro  Micca. 

—  È  piaciuto? 

—  Non  m'hanno  ammazzato. 

—  Ha  scritto  qualche  cosa  su  pei  giornali? 

—  O  Dio!  si  poca  cosa... 

—  Perchè  non  si  applica  alle  lettere?  al  giornalismo? 

—  Le  lettere  nel  nostro  paese  possono  sostenere  una  famiglia?.. 
Quanto  al  giornalismo... 

M'interruppe  vivamente  ridendo: 

—  Non  dica  male  dei  giornalisti,  sa!  Io  ho  cominciato  nel  gior- 
nalismo la  mia  carriera.  Se  domani  cado  dal  ministero,  riprenderò  con 
lena  la  penna  dell'articolista.  I  giornali  possono  far  del  male,  ma  pos- 
sono pure  giovare  di  molto.  Quanto  alle  lettere  chi  dice  a  Lei  che  le 
condizioni  del  nostro  paese  non  cambieranno  a  questo  riguardo?  Chi 
ha  ingegno,  attività  e  bravura,  deve  aspirare  a  sostenere  nel  mondo  una 
parte  di  attore  e  non  di  comparsa.  E  gl'impiegati,  salvo  le  eccezioni, 
sono  comparse... 

Mi  parlò  per  dieci  minuti  delle  tribolazioni  degl'impiegati.  Le  sue 
parole  mi  penetravano,  e  s'imprimevano  nel  cervello. 

—  Ad  ogni  modo,  -  concluse,  -  se  vuole  entrare  in  questo  grande 
esercito  dei  funzionari  dello  Stato,  io  l'accetto  benvolentieri  nel  mio 
dicastero.  Passi  oggi  stesso  dall'Oytana  (che  era  segretario  generale): 
io  gliene  avrò  già  parlato,  e  s'intenderanno. 

Mi  alzai:  il  Cavour  fece  battere  il  martelletto  sul  timpano;  e  il 
maggiordomo  lungo,  nero,  taciturno  comparve  fra  le  portiere  di 
panno  verde. 

—  Ebbene  ?  Come  ti  ha  accolto  il  Cavour  -  mi  domandò  mio  cognato. 

—  Benone  !  Mi  ha  parlato  con  una  cortese  familiarità,  con  una 
specie  d'interessamento... 

—  E  in  sostanza  ti  ha  detto? 

—  Molte  cose:  dalle  quali  ho  concluso  che  farei  molto  meglio  a 
non  cercare  un  impiego  governativo. 

Grande  stupore,  un  po'  di  malumore  nei  miei.  Mi  recai  ad  ogni 
modo  dall' Oytana,  gentiluomo  squisitissimo,  gentilissimo,  e  di  più  co- 
noscente della  mia  famiglia. 

—  Cavour  mi  ha  parlato...  È  già  beli'  e  pronto  il  decreto  che  lo 
nomina  volontario. 

Mi  grattai  impacciato  l'orecchio. 

M.  BiKNAKDjNi  —  Guida  dilla  Stampa  ptriodica  italiana  —  ^^. 


706  GITIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 

—  Volontario!  -  balbettai  :  -  indica  uno  che  abbia  di  molta  volontà  : 
io  ne  ho  ormai  tanta  poca,  che  mi  par  quasi  di  non  averne  più  niente.  . 
Se  lasciassi  il  posto  ad  un  altro?.. 

—  Ci  sono  dozzine  che  lo  domandano...  farebbe  felice  uno  di 
quel  numero. 

—  È  cosa  si  lusinghiera  far  dei  felici  sulla  terra...  Rinunziò  al 
volontariato. 

Nell'autunno  di  qu.'U'anno  fondavo  il  giornale  L'Espcro  col  Pia- 
centini e  col  Cesana  (i);  poi  passavo  alla  direzione  del  Fischietto;  e 
quasi  otto  anni  più  tardi  mettevo  in  scena  le  Miseri'-  (T  Mnnsù   Travet. 

Vittorio  Bersezio. 


(i)  In  questo  giornale,  fondato  nel  1853,  il  Bersezio  pubblicò  una  serie  di  profili 
parlamentari  che  destarono  viva  curiosità  in  tutta  Torino  e  nel  Conte  di  Cavour.  Il 
Bersezio  lasciò  la  direzione  del  Fischietto  dopo  un  anno,  non  piacendogli  il  continuo 
malignare  a  carico  del  prossimo.  Nel  1857  e  '58  scrisse  pel  Courrier  Franco- Italici 
del  Carini  e  pel  Courrier  de  Paris.  Tosto  gli  venne  affidata  la  parte  letteraria  della 
Galletta  Ufficiale  piemoniess,  già  tenuta  da  Felice  Romani  per  molti  anni.  In  quel  posto 
rimase  sino  al  1865.  In  quest'anno  Lanza  lo  invitò  a  dirigere  la  Galletta  Ufficiale  di 
Firenze.  Rifiutò,  assumendo  invece  a  Torino  la  direzione  della  Provincia,  quindi  fondò 
la  Galletta  Piemontese  (vedi),  a  cui  aggiunse  la  Gaietta  letteraria  settimanale. 


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PROVINCIA  DI  TRAPANI 


'Hjumero    dei    Comuni:  20  —  'Popolazione:  283,977  —  Superficie:  K.  q.   2,406  —    'Deputati  della  provincia 
Damiani,  Saporito,  Di  S.  Giuseppe,  Nasi. 


L'Aurora.  Periodico  settimanale,  nato 
il  22  giugno  1S88.  Esce  ogni  domenica 
in  4  pagine  formato  0,36  y.  0,27.  Direttore: 
prof.  Giuseppe  Pagano.  Abbonamento:  an- 
no L.  5.  Un  numero  5  centesimi. 

Trapani. 

L'Avvenire  ■  Corriere  di  Ma\ara.  Gior- 
nale politico,  amministrativo,  nato  il  14 
aprile  1879.  Esce  ogni  15  giorni  in  4  pag. , 
formato  0,36  ><:  0,24.  Abbonamento:  anno 
L.  2.  Si  stampa  a  Trapani.  Via  S.  Nicolò,  14. 

Matura. 

Il  Corriere.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, letterario,  nato  nel  1890.  Esce  la 
domenica  in  4  pagine,  formato  0,36  x  0,27. 
Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  numero  5 
centesimi.  Tipografia  Gervasi-Modica. 

Trapani. 

Il  Corriere  di  Marsala.  Periodico  agri- 
colo, industriale,  commerciale,  amministra- 
tivo, nato  il  16  ottobre  1887.  Esce  2  volte 
al  mese  in  4  pagine,  formato  0,41  x  0,29. 
Direttore:  Ignazio  Tumbarello.  Abbona- 
mento: anno  L.  3.  Un  numero  5  cente- 
simi. Via  Cassero,  67. 

Marsala. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Nato 
nel  1861,  pubblica  gli  atti  amministrativi. 
Esce  ogni  mese  a  fascicoli.  Abbonamento: 
anno  L.  40.  Trapani. 


La  Nuova  Riscossa.  Giornale  politico, 
letterario,  nato  il  12  settembre  1889.  Esce 
ogni  settimana  in  4  pag.,  forni.  0,36  x  0,27. 
Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  numero  5 
centesimi.  Via  Gallo,   55. 

Trapani. 

L' Opposizione  -  Gaietta  della  provincia 
di  Trapani.  Nata  il  26  gennaio  1890,  esce 
ogni  domenica  in  4  pag.,  form.  0,36  x  0,27. 
Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  numero  5 
centesimi.  Via  Gallo,  55. 

Trapani. 

La  Provincia.  Giornale  di  commercio  e 
agricoltura,  nato  nel  1877.  Esce  ogni  mese 
in  4  pagine  ed  è  organo  della  Camera  di 
commercio  ed  arti  di  Trapani.  Abbona- 
mento: anno  L.   5. 

Trapani. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Nato  nel  1876,  esce  2  volte 
la  settimana  e  contiene  gli  annunzi  legali 
amministrativi.  Abbonamento:  anno  L.  24. 
Un  numero  30  centesimi. 

Trapani. 

La  Valigia.  Giornale  politico,  commer- 
ciale, letterario,  nato  nel  1877.  Esce  ogni 
15  giorni  in  4  pagine  ed  è  redatto  in  ita- 
liano e  dialetto  siciliano.  Abbonamento  : 
anno  L.  4.  Un  numero  5  centesimi. 

Alcamo. 


Criornali  cessati: 

—  Cri-Cri,  amministrativo,  settimanale,  n.   1886  a  Trapani. 

—  Il  Faro,  politico,  amministrativo,  n.   1882  a  Trapani. 

—  Galletta  della  provincia  di  Trapani,  settimanale,  n.   1882. 

—  Il  Gaiieitino,  amministrativo,  quindicinale,  n.   1888  a  Trapani. 

—  La  Luce,  amministrativo,  n.  1885  ad  Alcamo. 

—  Il  Meriggio,  amministrativo,  settimanale,  n.  1888  a  Trapani. 

—  La  Nicova  età,  amministrativo,  settimanale,  n.  1886  a  Marsala. 

—  La  Riscossa,  politico,  letterario,  settimanale,  n.   1889  a  Trapani. 

—  La  Salute,  igienico,  quindicinale,  n.   1886  a  Trapani. 

—  La  5c2«;j7/fl,  amministrativo,  settimanale, n.  1889  a  Trapani;  direttore  G.  B.  Fontana. 

—  La  Verità,  amministrativo,  settimanale,  n.  1888  a  Trapani. 

Giornali  di  ladri  e  giornali  di  carcerati. 

Negli  Stati  Uniti  i  ladri  hanno  il  loro  giornale  ufficiale;  vi  si  raccontano  le  imprese  compiute,  le  retate 
fatte  dalla  polizia;  si  mettono  sull'avviso  gli  abbonali  dai  possibili  agguati,  ecc. 

Ma  v'  ha  anche  di  pij  :  nel  riformatorio  penitenziario  dello  Stato,  a  Elmira,  dal  1888  si  pubblica  un  gior- 
nale ebdomadario,  in  8  pagine  in-8.  gr. ,  il  quale  è  redatto,  impresso  e  pubblicato  nella  prigione.  Anche  in 
Italia  si  stampano  giornali  dai  carcerati,  ma  quello  d'America  non  ha  nulla  a  che  vedere  con  questi,  poiché  fatto 
da  carcerati  non  ha  per  lettori  e  abbonati  che  i  soli  detenuti. 


PROVINCIA  DI  TREVISO 


'Kiumero    dei    Comuni:  95  —  Vopolaiione :   375,704  —  Superficie:  K.  q. 
I .  Di  Broglio,  Rinaldi  P. ,  Andolfato.  2.  Bonghi,  Mei. 


2,467  —   Tìep'iUti  ilelìa  provincia: 


L'Angelo  delle  famiglie.  Giornale  cat- 
tolico, mensile,  in  32  pagine  in-8.°  a  dop- 
pia copertina,  nato  in  sostituzione  della 
Marca.  Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  nu- 
mero 0,50.  Tip.  Istituto  Mander,  editrice. 

Treviso. 

Bollettino  del  E.  Osservatorio  ed  Isti- 
tuto bacologico  di  Vittorio.  Giornale  per 
gl'interessi  dei  bachicultori  delle  provincie 
venete,  nato  nel  luglio  1888.  Esce  quando 
occorre  in  8  pagine  in-folio.  Direttore: 
C.  Pasqualis.  Si  distribuisce  gratis. 

Vittorio. 

Coltura  e  lavoro.  Periodico  fondato  nel 
1860  dall'abate  Quirico  Turazza  a  vantag- 
gio dei  Pii  Istituti  Turazza  per  la  gioventù 
abbandonata.  Nel  18S4  modificò  il  primi- 
tivo titolo  di  Lavoro  nell'attuale.  Esce  ogni 
mese  in  24  pagine  con  copertina.  Contiene 
articoli  originali  e  riprodotti,  e  tratta  ar- 
gomenti morali,  scientifici,  industriali,  con- 
servandosi affatto  alieno  dalla  politica.  Pub- 
blicandosi presso  la  tipografia  dell'Istituto 
stesso,  oltre  a  procacciare  all'opera  pia  una 
discreta  risorsa,  porge  occasione  a  molti 
alunni  di  avviarsi  alla  professione  di  tipo- 
grafi. Compilatore  :  Sebastiano  Marcoliu. 
Abbonamento:  anno  L.  io.  Un  num.  0,80. 

Treviso. 

Il  Contadino.  Giornale  di  agricoltura  pra- 
tica e  materie  affini,  nato  nel  1880.  É  or- 
gano del  Comizio  agrario.  Esce  2  volte  al 
mese  in  8  pagine  a  3  colonne.  Direttore: 
dott.  Giuseppe  Benzi.  Vi  scrivono  i  dot- 
tori G.  B.  Zava,  G.  Scarpa,  qcc.  -  Abbo- 
namento: anno  L.  6.  Via  Cavour,  1292. 

Treviso. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Nato 
nel  1867,  pubblica  gli  atti  amministrativi. 
Esce  ogni  mese  in  30  pagine  circa.  Ogni 
numero  costa  in  ragione  di  3  centesimi 
la  pagina.  Abbonamento:  anno  L.  5.  Edi- 
tore-tipografo: G.  Nardi. 

Treviso. 

La  Gazzetta  di  Treviso.  Giornale  po- 


litico, quotidiano,  nato  il  18  ottobre  1884. 
Esce  in  4  pagine  in-folio  a  5  colonne.  Ne 
fu  direttore  prima  il  sig.  Centelli,  ora  è 
diretto  da  A.  Santalena.  É  giornale  liberale 
moderato,  serio  e  diffuso  nella  provincia. 
Abbonamento:  anno  L.  20,  sem.  10,50, 
trim.  5,50,  un  mese  1,80.  Un  numero  5 
centesimi.  Tipografia  propria. 

Treviso. 

L'Indipendente.  Giornale  politico,  am- 
ministrativo, liberale,  progressista.  Diret- 
tore: Giovanni  Piazzi.  Abbonamento:  anno 
L.  16.  G.  Nardi,  editore. 

Treviso. 

Monitore  agricolo.  Giornale  di  agricol- 
tura pratica  e  pubblicità,  nato  nel  1887. 
Si  pubblica  ogni  3  mesi  in  4  pagine  e  si 
distribuisce  gratis  per  cura  della  premiata 
Fabbrica  Superfosfati  e  concimi  chimici 
I.  A.  Coletti. 

Treviso. 

Nuova  rassegna  di  viticoltura  ed  eno- 
logia. Periodico  tecnico,  nato  nel  1887 
come  organo  della  R.  Scuola  di  Cone- 
gliano.  Esce  2  volte  al  mese  in  32  pagine 
in-8.°,  diretta  dai  dottori  G.  Grazzi  Son- 
cini,  E.  Comboni  e  A.  Carpane.  Segreta- 
rio: P.  Tornasi.  Abbonamento:  anno  L.  12. 
Un  numero  50  centesimi. 

Conegliano. 

Il  Segretario  comunale.  Giornale-guida 
dei  segretari  comunali,  nato  nel  1878.  Esce 
4  volte  al  mese  in  8  pagine  in-4.°  a  2 
colonne.  Direttore:  Guglielmo  Nardi.  Ab- 
bonamento: anno  L.  5.  Si  dà  gratis  ai  Co- 
muni che  si  forniscono  degli  stampati  di 
ufficio  dalla  tipografia  Nardi. 

Treviso. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
j  Prefettura.  Nato  nel  1S70,  esce  2  volte 
la  settimana  in  4  pagine  e  contiene  gli 
annunzi  legali  amministrativi.  -  Abbona- 
mento: anno  L.  12.  Ogni  numero  costa 
in  ragione  di  3  centesimi  la  pagina. 

Treviso. 


Giornali  cessati: 

—  Il  Chiampo,  politico,  commerciale,  bisettimanale,  n.   1870  ad  Arzignano. 

—  Corriere  di  Treviso,  politico,  quotidiano,  n.  20  settembre  1882. 

—  L' Eco  del  Siìe,  cattolico,  quotidiano,  n.  1878;  nel  1881  si  trasformò  in  Siìe,  diretto 

prima  dal  cav.  Giuseppe  Novelli,  poi  da  Luigi  Ferrari  di  Venezia;  cessò  nel  1883. 


PROVINCIA   DI   TREVISO.  709 


—  Galletta  di  Treviso j  n.  1870. 

—  Giorgione,  amministrativo,  settimanale,  n.  1885  a  Castelfranco  Veneto. 

—  Il  Grillo  del  focolare,  giornale  della  Horaenica,  n.   1884  a  Treviso, 

—  La  Marca,  cattolico,  settimanale,  n.  1883  a  Treviso. 

—  II  Progresso,  politico,  quotidiano,  n.   1882  a  Treviso. 

—  Rivista  di  viticoltura  ed  enologia  italiana,  quindicinale,  n.  1873  a  Conegliano. 

—  El  Schieson  Trevisan,  umoristico,  settimanale,  n.   1883  a  Treviso. 

—  La  Scuola  e  la  /aw/^/m,  lett.,  educ,  quind.,  n.  1886  a  Treviso;  direttore  P.  Piccinini. 

I  giornali  per  i  bambini 

Lo  sconfortante  scetticismo  moderno  ha  inventato  il  motto  non  esservi  più  ragazzi  nel  mondo  ;  ma  la 
falsità  del  dettato  si  palesa  ogni  giorno  di  più,  in  questa  crescente  e  feconda  preoccupazione  d'interessare  e 
dilettare  le  piccole  generazioni.  Mai  come  oggi  assistemmo  a  tanto  vivace  fervore  di  pubblicazioni  periodiche 
per  la  infanzia;  e  le  due  arti  della  parola  e  del  disegno  non  furono  mai  vedute  affratellarsi  altrettanto,  nel- 
l'operosa attività  d'una  rapida  produzione.  La  letteratura  per  gli  adulti  non  fa  il  viso  arcigno  a  quest'altra, 
che  sorridendo  s'insinua  e  si  propaga;  e  si  son  visti  e  tutti  i  giorni  si  vedono  scrittori  di  prim'ordine,  non 
sdegnare  di  scendere  fino  ai  piccoli  e  mormorare  al  loro  orecchio  le  care  armonie  d'una  nuova  e  fresca  lette- 
ratura che  oramai  anche  l'Italia  possiede. 

C'è  perfino  da  nutrire  il  sospetto  che  si  faccia  un  po' troppo:  che  l'incessante  e  crescente  domanda, 
male  proporzionata  all'offerta,  aiuti  a  smarrire  il  concetto  dell'estetica  misura,  onde  facilmente  il  semplice  può 
diventare  volgarità,  e  la  grazia  trasformarsi  in  manierismo  lezioso.  Nella  letteratura  destinata  all'  infanzia  e 
alla  prima  gioventù  questo  pericolo  già  si  manifesta,  e  come  non  tutti  gli  scrittori  hanno  dato  prova  di  sapersi 
acconciamente  piegare  al  più  umile  linguaggio  dei  fanciulli,  cosi  molti  ve  n'  hanno,  che  ributtati  indietro  sulla 
porta  della  letteratura  più  seria,  credono  sé  adattatissimi  per  l'opera  non  meno  difficile  di  ammaestrare  e  di- 
lettare l'infanzia. 

Il  problema  è  assai  grave,  e  meriterebbe  uno  studio  lungo  e  coscienzioso. 

V.™    BOY  VE  Ali  " 

i...  ì  1)  I*  a  ì  I*  i  e     E  t  !•  a  fi  g  é  I*  e 

22,  7'ue  de  la  Banque,  prés  la  Bourse 


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POUR  LA  FRANGE 

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Ufficio  Sncciirsale  kì  Gloriiali  IlallaEi  ed  Esteri 

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Inserzioni,  Eappresentanze,  Depositi. 
FIRENZE  (V.  pag.  380) 

PPRWPT-RRAMPA  ^^^   ^•"'  ^^^^^^  ^i  Milano,  i  soli  che 

■  iliililii  ■    vilAiiUn  ne  posseggono  il  vero  e  genuino  preparato. 

(  Vedi  pag.  S74-) 


PROVINCIA  DI  UDINE 


TLumero  dei  Comuni:  179  —  Topolaiione:  501,745  —  Superficie:  K.  q.  1,619  —  'Depulalt  iella  provineia: 
I.  Solimbergo,  Seismit-Doda,  Fabbrls.  2.  De  Bassecourt,  Marzin,  Marchiori.  3.  Cavalletto,  Chiaradia, 
Paroncilli. 


Annali  del  Regio  Istituto  tecnico  An- 
tonio Zanon.  Iniziati  nel  1 -"^3,  escono  ;i  vo- 
lumi in-8.°  di  circa  300  pagine.  Tipogra- 
fia Giuseppe  Seitz. 

Udine. 

L' Ape  giuridico-amministrativa.  Ras- 
segna critico-bibliografica  di  studi  legali 
sociologici,  contenente  :  dottrina,  pratica 
e  giurisprudenza  civile,  penale,  ammini- 
strativa, finanziaria  e  commerciale.  Nata  a 
Milano  il  i.°  marzo  1X85,  usciva  ogni  15 
giorni;  trasportata  a  Udine  nel  1886  esce 
ogni  settimana  in  16  pigine  a  2  colonne 
con  copertina.  Direttore:  Giacomo  De  To- 
si. Collaboratori:  Foscliini,  Lioy,  Liron- 
curti,  Lucchini,  Mei,  Meucci,  Nocito,  Vi- 
dari,  Scamuzzi,  ecc.  -  Abbonamento:  anno 
L.   IO.  Un  numero  0,40.  Viale  Venezia,  37. 

Udine. 

Atti  dell'Accademia  di  Udine.  Pubbli- 
cazione scientifica  e  storica.  Vi  scrivono; 
Carollo,  Frauzolini,  Romano,  Marinoni, 
Braida,  G.  Clodig,  Della  Bona,  Bonini, 
Asti,  dott.  Piutti,  Pari,  Occioni-Bonaffons, 
Ostermann,Baldissera,  Measso,  ecc.  -  Esce 
periodicamente  a  fascicoli  in-8.°  di  oltre 
200  pagine.  Tipografia  Doretti. 

Udine. 

Bollettino  dell'  Associazione  Agricola 
friulana.  Periodico  agricolo,  industriale, 
organo  dell'  associazione  agricola  locale. 
Nato  nel  1855,  esce  2  volte  al  mese  in 
16  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  io.  Un 
numero  40  centesimi. 

Udine. 

11  Cittadino  italiano.  Giornale  cattolico, 
politico,  amministrativo,  nato  nel  1878. 
Esce  tutti  i  giorni  meno  i  successivi  ai 
festivi  in  4  pagine  a  4  colonne.  Abbona- 
mento: anno  L.  20.  Un  numero  0,50. 

Udine. 

La  Diga.  Gazzettino  popolare  domeni- 
cale illustrato,  nato  il  23  dicembre  1888. 
Esce  in  4  pagine,  formato  0,29  x  0,19.  Ha 
per  mottj:  «  A  ognuno  il  suo  ».  Pubblica 
saporiti  bozzetti  sui  grandi  uomini  della 
città  e  provincia  ed  è  molto  diffuso.  Un  nu- 
mero 0,05.  Tipografia  Jacob  e  Calraegna. 

Udine. 

Toglio  periodico  della  Prefettura.  Nato 
nel  18Ó7,  esce  ogni  15  giorni  con  gli  an- 


nunzi  amminisirativi.  Abbonamento:  an- 
no L.  15. 

Udine. 
Porunijulii.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, nato  nel  1884.  Esce  ogni  sabato 
in  4  pagine  a  4  colonne.  Abbonamento  : 
anno  L.  3,30,  sem.  2  -  Unione  L.  6. 

Cividale. 
Il  Friuli.  Giornale  del  popolo,  politico, 
amministrativo,  letterario ,  commerciale, 
nato  nel  18S3.  Esce  tutti  i  giorni  meno 
le  domeniche  in  4  pagine  grandi  a  3  co- 
lonne, È  redatto  con  molta  cura  ed  è  ricco 
di  notizie.  È  proprietà  della  tipografia  Bar- 
dusco.  Abbonamento  :  anno  L.  16,  scm.  8, 
trim.  4  -  Estero:  anno  L.  28.  Via  Da- 
niele Manin. 

Udine. 
Giornale  di  Udine,  e  del  Veneto  orien- 
tale. Politico,  commerciale,  letterario,  nato 
nel  1867.  Esce  tutti  i  giorni  meno  le  do- 
meniche in  4  pagine  a  5  colonne.  Tira 
500  copie  e  il  venerdì  600.  Ne  è  diret- 
tore Pacifico  Vakissi,  uno  dei  più  vecchi 
e  bravi  giornalisti  italiani,  che  fece  le  sue 
prime  armi  a  Trieste  nella  Favilla  e  poi 
a  Venezia.  Nel  1889  Valussi  ha  compito 
il  50.°  anno  di  vita  giornalistica  ;  è  quindi  il 
vero  decano  della  stampa  italiana.  Redat- 
tore: Guido  Maffei.  Proprietario:  G.  B. 
Doretti.  Abbonamento:  anno  L.  20.  Inser- 
zioni: 15  centesimi  la  linea.  Un  num.  0,05. 

Udine. 

Giornale  di  veterinaria  militare.  Ri- 
vista mensile  di  scienze  ippiche  militari, 
clinica  veterinaria,  igiene  del  cavallo  di 
truppa,  ippotecuica,  tee,  nata  il  31  gen- 
naio 1888.  Esce  ogni  mese  in  32  pagine 
in-8.°  -  Redattori  :  G.  Regis  e  L.  Baru- 
chello.  ^'abbonamento:  anno  L.  8.  Un  nu- 
mero L.  I.  Via  Savorgnana,  19. 

Udine. 

In  Alto.  Organo  bimestrale  della  Società 
Alpina  Friulana,  nata  il  i.°  gennaio  1890, 
in  sostituzio'ie  della  Cronaca  della  S.  A.  F. 
Esce  in  un  numero  variabile  di  pagine 
in-4.°  a  2  colonne.  Redattore  :  Federico 
Cantarutti.  Abbonamento:  anno  L.  3  - 
Estero  :  anno  L.  4.  Un  numero  0,50. 

Udine. 

L'Indipendente  friulano.  Periodico  pò- 


PROVINCIA   DI   UDINE. 


711 


polare,  nato  il  6  febbraio  1890.  Esce  ogni 
giovedì  in  4  pagine,  formato  0,33  >^  0,22. 
Direttore:  Giovanni  Italico  Jacob.  Abbo- 
namenti^: anno  L.  4.  Un  numero  5  cen- 
tesimi. Tipografia  Economica. 

Udine. 

Noncello.  Giornale  amministrativo,  po- 
litico, letterario,  nato  il  14  marzo  1889. 
Esce  ogni  sabato  in  4  pagine,  formato 
0,38x0,25.  Direttore:  avv.  L.  D.  Galeazzi. 
Abbonamento:  anno  L.  5,  semestre  3. 
Un  numero  centesimi  io.  Via  Vittorio 
Emanuele,  43. 

Pordenone. 

Pagine  friulane.  Periodico  mensile  di 
storia,  letteratura  e  folk-iore  del  Friuli, 
nato  il  29  gennaio  1888.  Esce  in  16  pa- 
pagine  in-4.''  -  Abbonamento:  anno  L.  3. 
Un  numero  0,40.  Del  Bianco  Domenico. 
Tipografia  «  Patria  del  Friuli  ». 

Udine. 

La  Pastorizia  nel  veneto.  Rivista  di 
zootecnia,  agricoltura  e  veterinaria,  nata 
nel   1883.  Esce  il  io  e  25  d'ogni  mese  in 


8  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  6.  Uà 
numero  50  centesimi. 

Udine. 

La  Patria  del  Friuli.  Giornale  politico, 
amministrativo,  commerciale^  letterario, 
nato  nel  1S77.  Direttore  proprietario  :  pro- 
fessore C.  Giussaui.  Esce  tutti  i  giorni 
meno  i  festivi  in  4  pagine  a  5  colonne. 
Abbon.  :  anno  L.  24,  sem.  12,  trim.  6,  un 
mese  2.  Via  Gorghi,    io. 

Udine. 

Supplemento  al  foglio  periodico  della 
Prefettura.  .'>ato  ne!  1876,  esce  2  volte 
alla  settimana,  e  più  quando  occorra,  con 
gli  annunzi  legali  amministrativi.  Abbo- 
namento :  anno  L.  15.  Ogni  numero  in 
ragione  di   3  centesimi  la  pagina. 

Udine. 

Il  Tagliamento.  Giornale  politico,  am- 
ministrativo, nato  nel  1871.  Esce  ogni  sa- 
bato in  4  pagine  e  3  colonne.  Abbona- 
mento: anno  L.  6.  Inserzioni:  in  4.'  pa- 
gina 20  centesimi  la  linea. 

Pordenone. 


Giornali  cessati  : 

Bertoldo,  popolare,  in  dialetto,  settimanale,  n.  1888  a  Udine, 

Bollettino  della  società  operaia  cooperativa,  n.  1868  a  Udine,  settim.;  dirett.  G.  Mason. 

Bollettino  uff.  della  società  fra  gl'insegnanti  primari  del  mand.  di  Pordenone,  n.   1884. 

Il  Buon  maestro,  cattolico,  settimanale,  n.   1884  a  Udine. 

La  Campana  del  comune,  organo  dei  segretari  comunali,  mensile,  n.  1888  a  Cividale. 

L'Esaminatore  friulano,  polit ,  catt.,  settim.,  n.  1875  a  Udine;  dirett.  P.  G.  Vagrig. 

Florean  dal  Palan,  settimanale,  n.  1884  a  Udine. 

Fole,  in  dialetto,  n.  1882  a  Udine. 

La  Legge,  settimanale,  n.  1889  a  Udine;  direttore  A.  Francesconi. 

La  Madonna  delle  graiie,  settimanale,  n.   1870  a  Udine. 

Il  Martello,  umoristico,  settimanale,  n.   1870  a  S.  Daniele. 

Il  Natisone,  morale  e  istruttivo,  n.   1809  a  Cividale. 

Il   Nuovo  Friuli,  quotidiano,  progressista,  n.  1876  a  Udine. 

La  Palestra,  mensile,  ammin.  n.   1880  a  Spilimbergo;  dirett.    dott.  Luigi  Fognici. 

Il  Popolo,  democratico,  trisettimanale,  n.   1882  a  Udine. 

La  Provincia  del  Friuli,  settimanale,  politico,  n.   1870  a  Udine. 

Sior  Antonio   Tamburo,  settimanale,  n.   15  novembre   1884  a  Udine. 

Venturin,  umoristico,  settimanale,  in  dialetto,  n.   1885  a  Udine. 


Giacomo    ^ez^ino 


e. 


XlV 


tato 


'Direttore  det  giornale  L' Qperaio   (Biellese 

{V.  pag.  5S0.) 


Cou  Ufficio  in  Biella  ogni  Giovedì,  Via  del  Ricovero,  8. 


(  Novara  ) 


PROVINCIA  DI  VENEZIA 


Numero    dei    Comuni:  51  —    Popolazione:     556,708  —  Superficie:  K.  q.   1,8 
I.  Maurogonato,  Mattei,  Maldini.  2.  Papadopoli,  Gabelli  A.,  Galli  R. 


Deputati  della   provincia  ; 


L'Adriatico  -  Ganetta  del  Veneto.  Gior- 
nale politico,  commerciale,  nato  nel  1876. 
Esce  tutti  i  giorni  in  4  pagine  grandi  a 
5  colonne.  L'Adriatico  va  in  macchina 
alle  2  e  mezza  ed  esce  alle  4  del  mattino 
e  si  distribuisce  col  primo  corriere  in  tutte 
le  città  del  Veneto.  Sostiene  le  idee  di 
sinistra,  insieme  col  Tempo  (vedi),  quan- 
tunque non  vadano  sempre  d'accordo.  Del- 
V Adriatico  è  proprietario  l'ex-deputato  Tec- 
chio.  Abbonamento:  anno  L.  24,  sem.  12, 
trim.  6.  Campo  S.  Maria  del  Giglio,  2465. 

Veneiia. 

L'Album  dello  studente  di  belle  arti. 
Periodico  bimensile,  nato  il  i.°  aprile  1889. 
Esce  in  8  pagine  in-4.''  con  illustrazioni. 
Abbonamento:  trim.  L.  3.  Un  numero  25 
centesimi.  Presso  Antonio  Beni,  r.  Acca- 
demia di  Belle  Arti. 

Feneiia. 

Annali  di  Nostra  Signora  di  Lourdes. 
Giornale  cattolico,  nato  nel  1874.  Esce 
ogni  mese  in  24  pagine.  Direttore:  D.  Aure- 
lio Lischiutta.  Abbonamento:  anno  L.  3. 
Tipog.  ex-Cordella,  SS.  Giovanni  e  Paolo. 

Veneiia. 

L'Archivio  veneto.  Giornale  di  storia 
patria,  molto  importante,  fondato  nel  1871 
dai  professori  Fulin  e  Bartoli.  Mercè  il 
concorso  del  Ministero  della  pubblica  istru- 
zione l'Archivio  andò  ognora  migliorando 
ed  aumentando  i  propri  associati.  V Archi- 
vio illustra  con  diligenza  e  con  sana  cri- 
tica molte  parti  della  storia  veneta,  e 
pubblica  documenti  e  memorie  originali 
di  molto  valore.  Vi  scrivono:  G.  B.  Men- 
ticolo,  P.  Pinton,  C.  Cipolla,  G.  Boni,  A.  di 
Prampero,  G.  da  Re,  P.  Sgulmero,  ecc. 
Esce  ogni  3  mesi  in  250  pagine.  Abbo- 
namento: anno  L.  21.  Un  fascicolo  L.  7. 

Veneiia. 

L' Ateneo  veneto.  Rivista  mensile  di 
scienze,  lettere  ed  arti,  nata  nel  1877.  Esce 
in  fascicoli  di  64  pagine  in-S."  grande. 
Direttori:  prof  A.  S.  De  Kiriaki  e  G.  Gam- 
bari.  Vi  scrivono:  Fambri,  Franciosi,  Mol- 
menti,  Orefice,  Turazza,  Romano,  De  Gu- 
bernatis,  Tocco,  ecc.  Abbonamento;  anno 
L.  24;  pei  soci  dell'Istituto  e  corpi  morali 
L.  12,  sera.  L.  6.  Un  fascicolo  L.  2. 

Venezia. 


Atti  del  S>.  Istituto  veneto  di  scienze, 
lettere  ed  arti.  Pubblicazione  periodica 
scientifica,  a  grossi  volumi  in-8.°  -  Vi 
scrivono:  G.  Canestrini,  prof.  A.  Roiti, 
L.  Zambelli,  A.  Tamassia,  dott.  G.  Vicen- 
tini, prof.  G.  Luzzatti,  prof  F.  L.  PuUè, 
G.  Veronese,  G.  Bizio,  abate  G.  Beltra- 
me, ecc.  -  Tipografia  Antonelli. 

Venezia. 

Bollettino  di  bibliografia  veneta.  Nato 
nel  i8S8,  è  la  continuazione  di  quello  già 
dallo  egregio  bibliografo  Bertoldi  pubbli- 
cato dall' 83  in  poi.  In  questo  bollettino 
si  trovano  indicati  quasi  sempre  con  le 
note  pili  precise,  tutti  i  lavori  i  quali  pos- 
sono avere  attinenza  colia  storia  veneta. 
Visentin!,  editore. 

Venezia. 

La  Difesa.  Giornale  religioso,  politico, 
amministrativo,  nato  nel  1867  col  titolo 
di  Veneto  cattolico,  col  quale  si  pubblicò 
sino  al  1S82,  e  che  mutò  nell'attuale.  Esce 
tutti  i  giorni  meno  i  festivi  in  4  pagine 
a  4  colonne  ed  è  munito  di  un  breve  di 
Pio  IX  del  4  aprile  1867.  Difende  gl'in- 
teressi del  partito  cattolico.  Abbonamento: 
anno  L.  20,  sem.  ìi,  trim  6  -  Estero: 
anno  L,  30,  sem.  17,  trim.  9.  Campo  San 
Severo,  5000. 

Venezia. 

La  Domenica.  Giornale  cattolico,  nato 
nel  1867.  Esce  ogni  settimana  in  4  pa- 
gine. Abbonamento:  anno  L.  2.  Un  nu- 
mero 2  centesimi. 

Venezia. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Nato 
nel  1867,  pubblica  gii  atti  amministrativi. 
Esce  ogni  mese  a  fascicoli. 

Venezia. 

Gazzetta  di  Venezia.  Giornale  politico, 
amministrativo, commerciale,nato  nel  1741. 
Deriva  dall'antica  Gaietta  di  Venezia,  e 
perciò  è  il  più  antico  giornale  italiano, 
ed  ha  una  storia  lunga  e  gloriosa.  Baste- 
rebbe rammentare,  fra  l'altro,  che  il  suo 
primo  direttore,  quando  iniziò  le  pubblica- 
zioni regolari,  fu  Gaspare  Gozzi.  È  com- 
pilato bene,  con  cura  ed  ha  una  clientela 
numerosa  e  rispettabile,  specialmente  nella 
buona  società,  che  più  che  un  giornale 
considera  la  Gaietta  come  un'istituzione 


PROVINCIA   DI  VENEZIA. 


713 


cittadina.  Fino  a  tutto  il  i8S8  h  Ganetta 
fu  giornale  moderato  intransigente.  Ma 
col  i.°  gennaio  1889  un  manipolo  di  gio- 
vani giornalisti  l'acquistò,  rinnovellandola 
nei  principi!,  secondo  le  mutate  condizioni 
dei  tempi.  La  dirige  Ferruccio  Macola,  che 
fu  fondatore  e  direttore  del  Secolo  XIX  di 
Genova.  Redattore  capo:  Gustavo  Mairar- 
guez,  staccatosi  dalla  Venezia.  Redattori  : 
Usigli,  Allegri,  Centelli,  ecc.  -  Fra  i  col- 
laboratori conta  molti  uomini  politici  del 
Veneto  e  molti  letterati  come  il  Molmenti, 
il  Barrili,  il  Caccianiga,  il  Rovetta,  ecc.  - 
La  Gaix.eUa  esce  in  provincia  ogni  mat- 
tina e  in  città  ogni  sera  alle  5  in  4  pa- 
gine a  5  colonne.  Abbonamento:  anno 
L.  18,  Sem.  9,  trim.  5  -  Estero:  anno  L.  36, 
sem.  18,  trim.  9.  Un  numero  5  centesimi. 
S.  Angelo,  Calle  Caotorta,  3565. 

Vene'^ia. 

La  Gondola.  Giornaletto  politico,  lette- 
rario, amministrativo,  nato  nel  1886.  Esce 
ogni  domenica  in  4  pagine  a  4  colonne. 
Direttore:  C.  Enrico  Zanin.  Abbonamento: 
anno  L.  io,  sem.  5,  trim.  3.  Un  numero 
cent.  5.  S.  Salvatore,  Calle  Stagneri,  5236. 

Vene,:^ia. 

Merletti  e  trine.  Giornale  nato  nel  1887 
allo  scopo  di  mostrare  la  grande  impor- 
tanza che  potrebbe  raggiungere  in  Italia 
l'industria  dei  merletti.  È  edito  per  cura 
della  ditta  M.  Jesurum  e  C.  -  Si  spedisce 
gratis  alle  signore  che  ne  fanno  richiesta. 

Veneiia. 

La  Nuova  scena.  Giornale  teatrale,  ar- 
tistico, letterario,  nato  nel  1883.  Esce  3 
volte  al  mese  in  8  pagine.  Direttore:  L.  Ba- 
gattin.  Abbonamento:  anno  L.  io.  Un  nu- 
mero 40  centesimi.  S.  Maurizio,  2725. 

Venezia. 

La  Palestra  musicale  italiana.  Rivista 
bimensile,  nata  il  15  luglio  1889.  Esce  il 
i.°  e  15  d'ogni  mese  in  4  od  8  pagine  in-4.° 
Abbonamento:  anno  L.  5.  Un  numero  0,25. 
Tipo-litografia  successori  M.  Fontana. 

Venezia. 

Il  Risveglio.  Giornale  quotidiano,  poli- 
tico, ammmistrativo,  commerciale,  nato  il 
23  giugno  1889.  Esce  in  4  pagine,  for- 
mato 0,43x0,28.  Direttore:  Luigi  Rubi- 
nato.  Abbonamento:  anno  L.  io.  Un  nu- 
mero 0,05.  S.  Stefano,  ponte  Vetturi,  2493. 

Venezia. 

Rivista  veneta  di  scienze  mediche.  Pub- 
blicazione scientifica,  nata  nel  1884.  Esce 
ogni  mese  in  fascicoli  di  non  meno  di  96 
pagine.  Direttori  :  dott.  Angelo  Minich  e 
prof.  Achille  De  Giovanni.  Redattori:  dot- 
tori Giacomo  Cini  e  Marco  Luzzatto.  Ab- 
bonamento: anno  L.  12.  Veneiia, 


La  Scintilla.  Rivista  letteraria,  settima- 
nale, nata  il  16  gennaio  1887.  Esce  ogni 
domenica  in  4  pagine,  formato  0,43  x  0,29. 
Direttore  :  Francesco  Saccardo.  Abbona- 
mento: anno  L.  6,  sem.  3.  Un  numero  io 
centesimi.  Tipografia  ex  Cordella,  SS.  Gio- 
vanni e  Paolo,  ponte  Cavallo,  6381. 

Feneiia. 

Sior  Tonin  Bonagrazia.  Giornale  umo- 
ristico, fondato  nel  1884  da  Carlo  Ferrari, 
tipografo.  Esce  ogni  settimana  in  4  pagine, 
redatto  in  dialetto  veneziano.  Abbonamen- 
to: anno  L.  3.  Un  numero  5  centesimi. 
S.  Salvatore,  Calle  delle  acque,  5007. 

Venezia. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Nato  nel  1876,  esce  2  volte 
la  settimana  e  contiene  gli  annunzi  legali 
amministrativi.  Abbonamento:  anno  L.  io. 
Un  numero  25  centesimi. 

Venezia. 

Temi  veneta  -  Eco  dei  Tribunali.  Rivi- 
sta di  giurisprudenza,  legislazione  e  dot- 
trina nata  nel  gennaio  1886  e  diretta  dal 
prof.  Leone  avv.  Bolaffio.  Esce  ogni  do- 
menica in  12  pagine  a  2  colonne  in-4.'' 
Abbonamento:  anno  L.  20.  M.  Fontana, 
editore,  S.  Fantin,   1893. 

Veneiia. 

Il  Tempo.  Giornale  politico,  commer- 
ciale, letterario,  fondato  nel  1858  a  Trie- 
ste dai  fratelli  Antonaz.  Ebbe  vita  ri- 
gogliosa, ma,  bandito,  venne  a  Venezia, 
ove  il  giovane  Pier  Luigi  prof.  Galli,  av- 
vocato e  notaio,  ne  divenne  proprietario 
il  29  marzo  1869  conservando  i  medesimi 
compilatori  e  mantenendosi  fedele  ai  prin- 
cipi! della  sinistra  storica,  pur  combattendo 
strenuamente  fra  molte  difficoltà  e  sacri- 
ficando lavoro  e  sostanza.  Il  Tempo  esce 
ogni  mattina,  meno  le  domeniche,  in  4 
grandi  pagine  a  5  colonne.  È  diretto  dal 
cav.  Roberto  dott.  Galli,  deputato  al  Par- 
lamento. Abbonamento:  anno  L.  24,  se- 
mestre 12,  trim.  6.  Un  numero  5  cente- 
simi. Corte  del  Rosario,  4286. 

Venezia. 

Il  Veneto  agricolo.  Giornale  agrario  e 
di  scienze  affini,  fondato  nel  1881  e  di- 
retto dal  prof.  A.  S.  De  Kiriaki.  Esce  ogni 
2  mesi  in  fascicoli  di  32  pagine.  Abbona- 
mento: anno  L,  6.  Un  numero  L.  i. 

Venezia. 
La  Venezia.  Giornale  politico,  ammini- 
strativo, organo  dell'Associazione  costitu- 
zionale, nato  nel  1876.  Esce  tutti  i  giorni 
in  4  pagine  grandi  a  5  colonne,  è  ben 
redatto  ed  ha  una  discreta  diffusione.  Fu 
diretto  per  lunghi  anni  dal  noto  e  stimato 
giornalista  Carlo  Pisani,  morto  nel  1889, 


714 


GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 


A  succedergli  fu  chiamato  Arturo  Colautti, 
e  la  proprietà  del  giornale  passò  nelle 
mani  di  un  avvocato  danaroso;  ma  nel 
settembre  dello  stesso  anno  Colautti  ce- 
dette il  posto  a  Paulo  Fambri,  già  redat- 
tore della  Venezia.  -  Abbonamento:  anno 
L.  24.  Un  numero  5  centesimi.  Via  Ven- 
tidue Marzo. 

La  Voce  di  Murano.  Giornaletto  speciale 
per  r  industria   dell'arte    vetraria,  fondato 


nel  1867  dall'abate  Vincenzo  Zanetti  e  dal 
dott.  Carlo  Salvatori.  Esce  il  15  e  30  di 
ogni  mese  in  4  pagine.  Il  Zanetti,  morto 
nel  1883,  dedicò  tutta  la  sua  vita  al  lustro 
di  Murano  e  all'  industria  vetraria,  scriven- 
done di  proposito  in  libri,  opuscoli,  gior- 
nali, fondando  laboratori,  ecc.  -  La  Voce 
è  ora  diretta  da  Angelo  Santi,  segretario 
del  Museo.  Abbonamento:  anno  L.  5.  Un 
numero   15  centesimi. 

Murano. 


Giornali  cessati: 

V Aìetoscopio ,  cronaca  settim. ,  n.  1869  a  Venezia;  direttore  Plinio  Arcas  (Carlo  Pisani). 

V  Amico  del  popolo,  leu. ,  comm. ,  storico,  n.  4ap.  1848  a  Venezia;  dir.  Giacomo  Zanardi. 

L'Ape,  letterario,  a  beneficio  dei  lavoranti  della  Fabbrica  naz.  dei  tabacchi  a  Venezia. 

L'Apostolo,  evangelico,  bisettimanale,  n.  1867  a  Venezia;  direttore  P.  Degan. 

Barababao,  settimanale,  umoristico,  n.  1881. 

BuUettino  di  arti,  industrie  e  curiosità  veneziane,  trim.  ;  dir.  M.  U.  De  Ghelfort,  Venezia. 

Camera  di  Commercio  ed  Arti,  settimanale,  n.  1865  a  Venezia;  direttore  P.  Narathovich. 

La  Campana,  democratico,  settimanale,  n.   1883,  a  Venezia. 

Il  Cieco  di  .<4(ir/a,  ammin.,  settimanale,  n.  1868  ad  Adria;  direttore  dott.  F.  Bottani. 

Il  Comune  di  Venezia,  bisettimanale,  n.   1868  a  Venezia;  direttore  Carlo  Salvadori. 

Corriere  della  Fene^ia,  politico,  quotidiano,  n.   1866  a  Venezia. 

Cronaca  turchina,  settimanale,  n.   1867;  direttore  Augusto  Tironi. 

Diario  del  ^.^  Congresso  internaiionale  geografico,  n.   1881  a  Venezia. 

Diavolo,  umoristico,  in  dialetto,  settimanale,  n.   1885  a  Venezia. 

Don  Marcio,  umoristico,  settimanale,  n.   1885  a  Venezia. 

Il  Dottor  Faust,  letterario,  settimanale,  n.   1881  a  Venezia;  direttore  A.  R.  Levi. 

Il  Dragone,  settimanale,  n.  1885  a  Venezia;  direttore  Gaetano  Fortunato. 

L'Eco  di  Cbioggia,  amministrativo,  settimanale,  n.   1883. 

L'Economista  veneto,  1882-83,  Venezia;  direttore  G.  Salbe. 

L' Educazione  moderna,  mensile,  n.  1882  a  Venezia. 

L'Elettore,  quotidiano,  n.   1872  a  Venezia. 

L'Elettore,  liberale,  n.  20  settembre  1889  a  Chioggia. 

L' Enciclopedico,  popolare,  didattico,  n.   1883  a  Venezia. 

Fatti  e  Parole,  creato  da  Dall'  Ongaro  nel  1848  e  diretto  da  Pacifico  Valussi  (V.  p.  104). 

Il  Ficcanaso,  umoristico,  settimanale,  n.   1871  a  Venezia;  direttore  B.  Zich. 

Il  Filodrammatico,  quindicinale,  n.  1878  a  Venezia, 

I  Fiori,  scienze,  lettere,  arti,  n.  1853  a  Venezia. 

Fra  Paolo  Sarpi,  evangelico,  settimanale,  n.  1882  a  Venezia;  direttore  A.  Zanovello. 

La  Galleria  di  Minerva,  ovvero  notizie  universali  di  quanto  è  stato  scritto  da  let- 
terati di  Europa,  non  solo  nel  presente  secolo,  ma  ancora  nei  già  trascorsi  in  qua- 
lunque materia  sacra  e  profana  con  intagli  di  rami  opportuni  a'  suoi  luoghi,  ecc. 
Venezia,  Albrizzi  dal  1696  al  17 17. 

II  Gambero,  giornale  di  passaggio,  n.  1869  a  Venezia. 
Gaietta  del  popolo,  democratico,  quotidiano,  n.   1869. 

Il  Gaiiettino,  amministrativo,  quotidiano,  n.  1887  a  Venezia. 

Giornale  de'  letterati  d' Italia,  n.   17 io  a  Venezia. 

Giornale  uff.deìla  Camera  di  Coinm.ed  Arti  di  Venezia,  1 865-70, settim.,  dir.A.Antonelli. 

La  Giovane  Chioggia,  amministrativo,  settimanale,  n.   1886  a  Chioggia. 

La  Gioventù  italiana,  letterario,  artistico,  n.   1867  a  Venezia;  direttore  A.  Talaraini. 

La  Gioventù  italiana,  letterario,  artistico,  n.  1880  a  Venezia;  direttore  Attilio  Sarfatti. 

L'Igiene  infantile,  quindicinale,  n.  1879  a  Venezia. 

Istruzione  e  Lavoro,  quindicinale,  n.  1887  a  Venezia;  direttore  Carlo  Benvegnù, 

Il  Lampo,  settimanale,  amministrativo,  n.  1882  a  Dolo. 

Il  Leone  di  S.  Marco,  n.   1866  a  Venezia. 

Il  Lido,  corriere  dei  bagni,  settimanale,  n.  1888  a  Venezia;  direttore  G.  B.  Carlini. 

I  Malnutriti,  politico,  quotidiano,  n.  1888  a  Venezia. 


PROVINCIA  DI  VENEZIA.  715 


—  Il  Marchese  Colombi,  letterario,  umoristxo,  settimanale,  n.  1888  a  Venezia, 

—  Il  Memini,  umoristico,  politico,  n.  1867  a  Venezia;  direttore  S.  Franchia. 

—  Il  Mercurio  d' Italia,  politico-letterario,  mens.,  n.  genn.  1 796  a  Venezia  ;  tip.  Pepoliana. 

—  Miriam,  cattolico,  settimanale,  n.   i?68  a  Venezia. 

—  La  Nuova  Chioggia,  politico,  settimanale,  n.  1872. 

—  Il  Nuovo  Postiglione,  ossia  Novelle  del  inondo,   1783- 181 2  (V.  p.  66), 

—  VOca,  umoristico,  n,   1866  a  Venezia;  direttore  Augusto  Tironi, 

—  L'Ombra  del  Sior  Antonio  Rioba,  umoristico,  quotidiano,  n.  1873  a  Venezia. 

—  L'Operaio,  settimanale,  n.   1878  a  Venezia;  direttore  V.  Ferrari. 

—  L'Osservatore  veneto,  quotidiano,  politico,  n.  1873  a  Venezia;  direttore  L.  Rubinato. 

—  L' Ottantanove,  socialista,  settimanale,  n.  8  gennaio  1888  a  Venezia. 
■ —  Pagine  mestrine,  letterario,  quindicinale,  n.   1889  a  Mestre. 

—  Il  Pettegolo,  politico,  indipendente,  quotidiano,  n.  1884  a  Venezia;  direttore  E.  Zanin. 

—  Petit  Moniteur  des  étrangers,  n.   1872;  direttore  Lui^i  Marossi. 

—  Il  Piccolo,  politico,  amministrativo,  quotidiano,  n.   1885  a  Venezia. 

—  Piffero   Trombone,  umoristico,  settimanale,  n.  1888  a  Venezia. 

—  Po^maveb,  letterario,  armeno,  n.  1840  a  Venezia;  dir.'ttore  Aiwazowski,  6  anni. 

—  La  Pubblica  istruitone,  n.   1865  a  Venezia,  settimanale. 

—  Il  Rinnovamento,  quotidiano,  politico,  n.   1866  a  Venezia;  diretto  da  Carlo  Pisani. 

—  Il  Risorgimento,  amministrativo,  settimanale,  n.   1887  a  Chioggia. 

—  Rivista  dell' associazione  veneta  di  pubblica  utilità,  bimensile,  n.   1872  a  Venezia. 

—  La  Scena,  teatrale,  ogni   ro  giorni,  n.   1865  a  Venezia;  direttore  E.  Dal  Torso. 

—  Senza  pretese,  amministrativo,  n.  1887  a  Venezia. 

—  La  Sera,  quotidiano,  n.  1884  a  Venezia. 

—  Sior  Antonio  Rioba,  satirico,  n.   1848  a  Venezia;  direttore  Francesco  Berlan. 

—  Sior  Luigi  Nosela,  in  dialetto,  quindicinale,  ,n.   1872. 

—  Sior  Pantalon  dei  bisognosi,  tris.itimanale,  umoristico,  n.   1868  a  Venezia. 

—  Sior  Tonin  Bonagra^ia,  umoristico,  n.   1870  a  Venezij. 

—  Lo  Spensierato,  umoristico,  trisettimanale,  n.   1867  a  Venezia 

—  Spes,  letterario,  settimanale,  n.  1882  a  Venezia. 

—  La  Stampa,  politico,  n.  1869  a  Venezia. 

—  La  Sveglia,  democratico,  settimanale,  n.   1870  ad  Adria. 

—  La  Ter^a  Italia,  letCerario-scientifìco,  n.   1883  a  Venezia;  direttore  F.  Albanese. 

—  La  Torre  di  Bel/redo,  amministrativo,  n.   1872  a  Mestre;  direttore  A.  Lanzerotti. 

—  Veglie  Veneziane,  letterario,  1880-82,  Venezia. 

—  Il  Veneto  cristiano,  evangelico,  settimanale;  direttore  V.  Bellandi,  Venezia. 

—  The   Fenice  Neius,  letterario,  artistico  e  d'annunzi,  n.   1883;  direttore  V.  Pinzi. 

—  Vivarini,  amministrativo,  letterario,  settimanale,  n.   1886  a   Murano. 

—  La   Volontà,  popolare,  mensile,  n.   1871   a  Venezia;  direttore  Lorenzo  Rossetto. 

—  La  Vita  nuova,  letterario,  n.  1870  a  Venezia. 

—  Nel  1562  a  Venezia  compariva  la  prima  Gazzetta  e  dicesi  che  fosse  la  prima 
d' Europa.  Secondo  lo  storico  inglese  De  Chalmers,  il  giornale  stampato  più  antico  è 
la  Galletta  di  Veneiia,  la  cui  origine  rimonta  al  1556.  Fu  pubblicata  in  occasione  della 
guerra  che  il  potente  sultano  Soliman  fece  a  Venezia,  alla  quale  dovette  cedere  tutti 
i  suoi  possedimenti  d'Oriente.  Venezia  era  allora  il  primo  stato  marittimo.  I  cittadini 
di  questa  repubblica  e  di  tutta  Italia,  seguirono  col  più  vivo  interesse  e  con  certa  an- 
sietà, le  differenti  fasi  d\  questa  guerra.  Senza  dubbio,  le  notizie  le  più  importanti,  co- 
municate per  via  di  corrispondenze  firmate,  giungevano  eoa  un  certo  ritardo  a  cono- 
scenza del  pubblico. 

Si  concepì  allora  l'idea  di  rimetterle  stampate  in  fogh  volanti,  ciò  che  permise 
di  vederle  circolate  con  rapidità  fra  i  curiosi;  ogni  foglio  costava  una  ganelta,  che 
era  una  piccola  moneta  di  Venezia,  ragione  per  la  quale,  i  primi  giornali  pubblicati 
presero  la  denominazione  di  ganetta,    nome  conservatosi  sino  ai  nostri  giorni. 

Nella  biblioteca  Maghabecchiana  di  Firenze  si  ha  di  questa  prima  gazzetta  una 
collezione  di  60  anni. 

La  gelosa  oligarchia  di  Venezia  non  volle  sulle  prime  permettere  la  stampa  di 
queste  notizie  0  relazioni,  ma  dovette  finire  col  cedere. 

—  Nel  1735  a  Venezia  vi  erano  in  esercizio  95  torchi  tipografici,  ma  nel  1752 
non  se  ne  trovavano  che  56,  la  maggior  parte  dei  quali  eia  impegnata  «  in  lavoro  che  non 
apporta  esterno  commercio  ».  Né  si  può  dire  che  dopo  il  1752  le  cose  migliorassero, 
poiché  nel  1790  i  torchi  erano  59,  nel  1791  erano  58, nel  1792  erano  55  e  57  nel  1793. 


716  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


GIORNALI  E  GIORNALISTI  VENEZIANI 


Mezzo  secolo  addietro 

Rovistando  gli  angoli  d'un  ripostiglio  di  roba  vecchia  mi  è  venuto  alle  mani  un 
pacchetto  di  giornali  ingiallili,  parecchi  numeri  della  Gazzetta  privilegiata  di  Ve- 
nezia, 1839.  Senza  telegrammi,  senza  informazioni  particolari,  senza  romanzi  in  ap- 
pendice, senza  cronaca  scandalosa,  senza  le  mille  invenzioni  che  noi  adoperiamo  per 
interessare  e  divertire  il  pubblico,  eppure  i  giornali  vecchi  io  li  trovo  molto  più  inte- 
ressanti e  divertenti  dei  contemporanei.  Gli  e  che  que4i  riproducono  una  società  che 
noi  conosciamo  benissimo;  per  quanto  ogni  giorno  diano  la  caccia  alla  novità,  con- 
tengano ciascun  giorno  forse  appena  qualche  riga  di  veramente  nuovo  Quelli  invece 
rivelano  un  mondo  che  i  giovani  non  hanno  mai  veduto  e  che  gli  attempali  ricor- 
dano a  mala  pena;  già  appartengono  alla  storia  e  sono  ricchi  di  novità  retrospettiva. 
Pensate  che  nel  1839  ben  pochi  in  Italia  prima  di  arrivare  ai  20  anni  di  età  legge- 
vano i  giornali:  per  chi  non  è  settuagenario  un  tjiornale  del  1  839  ha  tutta  l'attrattiva 
del  documento  inedito,  senza  difficoltà  poleograliche,  anzi  su  carta  e  con  caratteri  che 
ne  rendono  la  lettura  molto  più  agevole  che  nei  prodotti  della  perfez  onata  arte  tipo- 
grafica d'oggidì. 

Il  giornale  allora  aveva  del  proprio  valore  una  coscienza  che  oggi  verrebbe  tac- 
ciata d'ingenuità:  noi  non  pretendiamo  di  scrivere  che  alla  giornata  e  per  la  gior- 
nata; anzi  i  giornali  a  più  edizioni  si  accontentano  di  mezza  giornata  e  anche  meno  : 
sappiamo  bene  a  quali  usi  veniamo  destinati  appena  letti...  La  Gazzetta  di  Venezia 
nel  1839,  invece,  persuasa  di  essere  duraturo  e  autorevole  documento,  pubblicava 
ciascun  mese  il  proprio  indice  analitico  ! 

Eh!  da  allora  il  mondo  è  molto  cambiato.  Sapete  che  nel  1839  la  così  detta 
quarta  pagina  consisteva  di  poche  righe  ogni  tanto  ?  Allora  faceva  chiasso  la  Vita 
di  Cristo,.,  del  Renan  forse?  no,  del  dottore  Strauss:  allora  il  pceta  alla  moda  era 
Lamartine:  allora  c'erano  i  bombardieri  ne\\'arl\g\\e\\a,  e  si  chiamavano  amanti  quelli 
che  pretendevano  alla  mano  d'una  signora. 

Nel  1839  eravamo  così  lontani  dalle  Forche  caudine,  i  cronisti  avevano  tale  un 
riserbo  circa  la  vita  privata,  che  descrivendo  il  carnevale  veneziano  indicavano  ap- 
pena con  discrete  iniziali  le  nobili  case  che  davano  i  più  fioriti  festini.  Che  carnevali 
e  che  teatri  !  per  dir  solo  delle  ballerine,  l' Europa  si  disputava  allora  le  grazie  di 
Fanny  Essier,  e  lo  Czar  donava  alla  signorina  Taglioni  un  mazzetto  di  diamanti  del 
valore  di  25,000  rubli  ! 

Eppure  già  allora  la  Prussia  preparava  l'unificazione  degli  eserciti  germanici: 
<r  S.  M.  il  re  di  Annover,  avendo  osservalo  che  i  pifferi  non  tengono  il  tuono  dei 
pifferi  prussiani,  ha  ordinato  che  siano  ridotti  come  quelli  ;  e  se  ciò  non  potesse  farsi, 
se  ne  dovranno  acquistare  di  nuovi  che  siano  intuonati  alla  prussiana  ».  Così  man- 
dava i  tamburini  a  Magdeburgo  perchè  imparassero  a  battere  il  tamburo  alla  prus- 
siana; e  da  Magdeburgo  riceveva  il  modello  delle  capannuccie  da  sentinelle  prussiane. 

In  Italia,  di  eserciti  non  si  discorreva:  bastava  l'Austria  per  tutti:  gli  Italiani 
cospiravano....  (e  di  ciò  naturalmente  la  Gazzetta  non  dice  verbo)  e  avevano  l'aria 
di  non  pensare  che  a  godersi  la  vita.  Fmito  il  carnevale,  c'erano  per  la  quaresima 
il  Barbieri,  il  Defendi  e  altri  p'^ùìu  tenon  del  pergamo:  il  Pedrocchi,  a  Padova,  co- 
struiva un'oftelleria  di  stile  gotico  per  vendervi  <t  le  fre-che  e  ghiotte  ciambelle  da 
insubre  mano  condite  »  ;  il  Piccoli  di  Udine  mandava  fino  a  Ronaa  le  sue  famose 
focaccie  pasquali,  emule  del  panettone  milanese.. 

Da  Parigi  vennero  fuori  nel  1839  due  novità:  il  rfa^uerroft;oo,  padre  della  foto- 
grafia, e  l'uso  dei  vestiti  da  ballo  in  velluto  e  in  raso.  I  leggeri  tessuti  di  garza  e 
di  merlo  vennero  lasciati  alle  ragazze.  I  cronisti  parigini  tuonarono  invano  contro  il 
lusso  che  così  invadeva  le  contraddanze:  giacché  allora  la  buona  società  non  ara- 


PROVINCIA   DI   VENEZIA.  717 

metteva  che  le  composte  contraddanze.  Nessuno  avrebbe  osato  pensare  che  i  vestiti 
di  velluto  e  di  raso  potessero  ballare  il  valtzer  o  il  galop.  Approvavano  invece  un 
altro  nuovo  raffinamento  :  «  Dopo  alcune  contraddanze,  i  guanti  e  le  scarpe  perdono 
naturalmente  gran  parte  della  loro  freschezza:  ogni  bella  va  quindi  a  cangiare  sì  gli 
uni  che  le  altre  in  una  sala  a  ciò  predisposta  ».  Le  ricchissime  inglesi,  dal  canto 
loro,  usavano  fazzoletti  da  naso  ricamati  d'oro  che  costavano  fino  a  cinquecento  franchi. 
E  la  letteratura?  Già  vi  ho  detto  che  il  Lamartine  era  alla  moda:  lo  Chatea- 
briaiid  aveva  già  perduto,  Victor  Hugo  non  aveva  ancora  conquistato  lo  scettro:  il 
Dumas  apparteneva  all'avvenire,  le  audacie  delio  Zola  nessuno  sognava.  In  Francia 
pareva  ancora  troppo  ardito  il  Balzac.in  Italia  il  critico  della  Gazzetta  tuonava 
contro  La  giovinezza,  odi  di  Pippo  de'  Boni,  allora  giovanetto;  questi  veniva  giudi- 
cato come  un  matto  seguace  dei  novatori  francesi,  perchè  professava  «  la  vera  poesia 
dover  esser  sempre  la  formola  delle  somm»  verità,  e  contener  sempre  un  concetto 
storico  e  morale».  Che  cosa  direbbe,  quel  critico  anonimo,  che  probabilmente  dorme 
da  un  pezzo  l'ultimo  sonno  in  un' isoletta  delle  lagune,  se  potesse  leggere  le  contem- 
poranee produzioni  dal  nudo  ? 

in  Italia  era  invece  alla  moda  come  poeta  il  cavalier  Majfei:  e  questi  infatti 
descriveva  elegantemente  nel  1839  il  quadro  di  Francesco  Hayez:  Maria  Teresa  alla 
Dieta  ungherese: 

Lo  sparso  delle  vesti  ampio  volume 

Che  i  tuoi  pennelli  aiuta 

Qui  le  ongariche  usanze  han  posto  in  bando. 

Censura  qui   da  gallico  costpme 

È  la  giovine  chioma  alla  canuta, 

E  quasi  invidiando 

All'umana  bellezza,  osò  la  moda 

Bruttarne  il  capo  di  deforme  coda. 

In  confidenza:  trovate  che  fossero  proprio  da  compiangere  quelli  del  '39,  perchè 
non  avevano  poesie  sataniche  e  metri  barbari? 

Certo,  libertà  ne  avevano  poca:  vigeva  sempre  il  parum  de  Beo,  nihil  de  prin- 
cipe: le  notizie  politiche  della  Gazzetta  di  Venezia  non  riguardavano  che  l'estero:  si 
direbbe  che  nell'impero  austriaco  non  accadesse  altro  fuor  che  le  nomine  e  promo- 
zioni. Ma  per  l'estero  la  censura  non  impediva  le  estese  informazioni,  e  dei  principi 
esteri  lasciava  parlare  con  sulìiciente  disinvoltura. 

Il  principe  Luigi  Napoleone  non  veniva  solamente  citato  come  uno  dei  lions 
della  società  inglese;  si  vedeva  in  lui  un  pretendente  ricco  di  avvenire,  e  la  Gazzetta 
non  ne  faceva  mistero. 

Quanto  alla  regina  d'Inghilterra,  se  ne  criticavano  le  innocenti  divaga7Ìoni  gio- 
vanili senza  riguardo.  Leggesi  nella  Literary-Gazete  :  «  Non  sapremmo  abbastanza 
esprimere  il  nostro  dispiacere  per  le  frequenti  visite  di  Sua  Maestà  al  teatro  di  Dru- 
rylane,  per  vedervi  dar  da  mangiare  alle  fiere  del  serraglio  di  Yan  Amburg.  La  Re- 
gina è  per  certo  in  questo  male  consigliata.  È  quello  uno  spettacolo  non  solo  tutt'altro 
che  regale,  ma  rozzo  e  comune,  sconveniente  alla  presenz^a  di  una  giovine  principessa. 
In  che  cosa  dovranno  dunque  ricrearsi  i  garzoni  macellai  ed  i  cacciatori  di  tori,  se 
i  piaceri  ad  essi  omogenei  formano  parto  essenziale  del  dramma  nazionale  sotto  il  pa- 
trocinio della  Regina?» 

0  sentite:  cinquant'anni  fa,  come  abbiamo  veduto,  il  mondo  era  molto  diverso 
dal  presente:  ma  da  questa  indiscretissima  critica  e  dai  guazzabugli  parlamentari  fran- 
cesi che  nella  Gazzetta  eran  riprodotti  per  intero,  mi  persuado  che  anche  allora  era 
molto  vero  ciò  che  disse  Vittorio  Emanuele  del  mestieio  di  re  costituzionale:  «  un 
mestiere  da  cani  » . 

Ma  giova  almeno  ai  popoli  il  sistema  parlamentare?  Lo  sapranno  dire  con  cognizione 
di  causa  coloro  che  fra  cinquant'anni  scriveranno  articoli  intitolati:  Mezzo  secolo  addietro. 

Aristo 


PROVINCIA  DI  VERONA 


Numero  dei  Comuni:   113  —  Popolazione:    394,065  —  Superficie:    K.  q.    3,181  —  Deputali   della   provincia  ; 
I.  Pullè,  Righi,  Miniscalchi.  2,  Giudici,  Fagiuoli,  Guglielmi. 


L'Alighieri.  Rivista  di  cose  dantesche, 
nata  nell'aprile  1859.  Esce  ogni  mese  in 
42  pagine  in-S.°  -  Direttore:  F.  Pasqua- 
ligo.  Abbonamento:  anno  L.  20.  Un  nu- 
mero L.  2  Editore:  Leo  S.  Olschki.  Piazza 
S.  Anastasia,  2. 

Verona. 

L'Adige.  Giornale  politico,  letterjrio, 
commerciale,  nato  nel  i<S66.  Esce  ogni 
giorno  in  4  grandi  p-igina    a    5    colonne. 

È  uno  dei  più  vecchi  e  meglio  redatti 
giornali  di  Verona,  epperò  ha  una  note- 
vole diffusione  anche  fuori  della  provincia. 
Fu  direttore  àcW Adige  Antonio  Caumo, 
già  direttore  del  Messaggero  del  Trentino. 
Diresse  poi  l'Adige  il  dott.  Alfredo  Co- 
mandini,  che  passò  alla  Lombardia  di  Mi- 
lano, affidando  l'Adige  al  s'gnor  Dobrilla 
prima  e  poi  all'avv.  R.  Gianderini.  L'Adige 
è  proprietà  della  Ditta  Civelli.  Abbona- 
mento: anno  L.  24,  sem.  12,  trini.  6  - 
Estero:  anno  L.  42. 

Verona. 

L'Agricoltore  veronese.  Giornale  agri- 
colo, industriale,  nato  nel  1883.  Esce  2 
volte  al  mese  in  8  pagine.  Abbonamento: 
anno  L.   5.  Un  numero  25  centesimi. 

Verona. 

L'Amico  dei  giovanetti.  Periodico  set- 
timanale, educativo,  letterario,  ameno,  il- 
lustrato, nato  il  21  giugno  1S88.  Esce  in 
8  pagine  con  copertina,  formato  0,29  y.  0,20. 
Abbonamento:  anno  L.  2,50.  Libreria  .Mar- 
chiori  e  Gurisatti. 

Verona. 

Archivio  storico  veronese.  Giornale  di 
storia  e  letteratura  locale,  nato  nel  1879. 
Esce  a  volumi  di  oltre  loo  pagine  ogni 
mese.  Abbonamento:  anno  L.  18.  Un  fa- 
scicolo L.   1,50. 

Verona. 

L'Arena.  Giornale  politico,  quotidiano, 
nato  il  16  ottobre  1866,  cioè  il  giorno  in 
cui  entrarono  in  Verona  le  truppe  libera- 
trici. L'Arena  fu  sempre  giornale  liberale 
moderato  per  quanto  si  siano  mutati  i  suoi 
direttori  Fino  al  1870  fu  diretta  da  Ales- 
sandro Pandiaj  e  poscia  da  Ponti-Caccia; 
nel  1875  venne  Dario  Papa,  giornalista 
valentissimo,  autore  di  un  pregevole  libro 
sul  Giornalismo,  e  vi  rimase  sino  al  1880, 


anno  in  cui  si  recò  in  America.  Gli  suc- 
cesse Ruggiero  Giannelli  che  diresse  il 
giornale  per  due  anni  con  nobiltà  ed  acu- 
me; a  lui  tenne  dietro  Cesare  Gueltrini 
che  dopo  un  anno  lasciò  il  posto  a  sua 
volta  a  Dario  i^apa,  tornato  d'America  con 
idee  grandiose.  Ma  a  Papa  falli  il  tenta- 
tivo di  fare  dell'Arena  il  Corriere  della  sera 
del  Veneto  come  diffusione  e  ciò  per  gli 
insufficienti  mezzi  di  comunicazione.  L'e- 
minente giornalista  dopo  4  mesi  abban- 
donò l'Arena  (aprile  1884)  per  recarsi  a 
Milano  ad  assumere  la  direzione  dell'Ita- 
lia, che  tenne  sino  al  1889.  La  direzione 
dAì'Arena  fu  allora  affidata  al  giovane  e 
valente  giornalista  Giovanni  Antonio  .\y- 
mo,  che  fu  per  3  anni  direttore  della  Scin- 
tilla italiana  e  del  Corriere  universale  nel 
Messico,  giornali  da  lui  creati  L'Aymo  è 
spirito  molto  battagliero,  ed  a  Verona  sono 
indimenticabili  le  sue  polemiche  elettorali. 
Osservatore  acuto  e  imparziale,  dice  la  ve- 
rità schiettamente  ad  amici  ed  avversarli. 
É  colto,  conosce  parecchie  lingue,  ha  pub- 
blicato un  volume  di  novelle,  ed  in  poli- 
tica è  più  realista  del  re.  È  nativo  dì  Mon- 
dovì,  conta  29  anni,  ed  ha  avuto  5  duelli. 
L'Arena  esce  ogni  giorno  in  4  pag.  a  5  col. 
e  tira  loooo  copie.  Ne  è  proprietario  l'edito- 
re A.  Franchini.  Abbonamento:  anno  L.  i  5. 

Verona. 
Bollettino  antiquario  librario.  È  un  pre- 
gevole periodico,  molto  ricco  specialmente 
di  cose  dantesche,  incunabo'i  e  storie  mu- 
nicipali italiane.  Si  spedisce  gratis  a  richie- 
sta. Editore:  Leo  S.  Olschki. 

Verona. 
Il  Consultore  amministrativo.  Giornale 
settimanale  di  giurisprudenza,  legislazione, 
dottrina  ed  interessi  amministrativi,  nato 
nel  1860.  Esce  il  lunedi  in  8  pagine  a  2 
colonne  in-4.°,  diretto  dal  dott.  Alberto 
Alberti.  Editore  proprietario:  Giuseppe  Ci- 
velli. Abbonamento:  anno  L.  25,  compreso 
un  Supplemento  mensile. 

Verona. 
Foglio  periodico  della  Prefettura.  Nato 
nel  1:66,  pubblica  gli  atti  amministrativi. 
Esce  ogni  mese  in  un  numero  indetermi- 
nato di  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  6. 

Verona. 


PROVINCIA    DI    VERONA. 


719 


La  Lingua  tedesca.  Giornale  didattico, 
letterario,  per  l'insegnamento  della  lingua 
tedesca,  nato  nel  1866.  Esce  ogni  mese 
in  16  pagine.  Abbonamento:  anno  L.  5. 
Editore:  Leo  S.  Olschki. 

Verona. 

La  Nigrizia.  Questo  giornale  nacque 
nel  1872  col  titolo  di  Annali  dell'  Associa- 
lione  del  Buon  Pastore^  col  quale  si  pub- 
blicò per  parecchi  anni,  cambiandolo  nel- 
l'attuale nel  1883.  Esce  6  volte  all'anno 
per  cura  del  Collegio  delle  Missioni  Afri- 
cane, in  32  pagine  in-S."  -  Riceve  dal- 
l'Africa relazioni  del  movimento  compiuto 
dai  missionari.  Abbonamento:  anno  L.  3,50, 
estero  4.  Via  Seminario,   12. 

Verona. 


Il  Popolo.  Giornale  amministrativo,  set- 
timanale, nato  nel  1889  per  sostituire  il 
cessato  Negro.  Abbonamento:  anno  L.  3. 

Verona. 
Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Nato  nel  1876,  pubblica  gli 
annunzi  legali.  Esce  2  volte  la  settimana 
in  un  numero  indeterminato  di  pagine. 
Abbonamento:  anno  L.  12. 

Verona. 
Verona  fedele.  Giornale  politico,  catto- 
lico, conmierciale,  letterario,  nato  nel  1872. 
Esce  tutti  i  giorni  meno  i  festivi  in  4  pa- 
gine grandi  a  6  colonne.  Abbonamento  : 
anno  L.  20,  sera,  io,  trim.  5,50.  Un  nu- 
mero 5  centesimi.  Via  S.  Cosimo,  lO. 

Verona. 


Giornali  cessati: 

L'Alba,  educativo,  mensile,  n.  1869  e  Verona. 

L'Albo  dei  giovani,  letterario,  1872-73:  direttore  Pier  Emilio  Bernardini. 

L'Araldo  Veronese,  politico,  quotidiano,  n.   1884. 

11  Campanello,  n.   1876  a  Verona;  direttore  Giovanni  Rasori. 

Can  da  la  scala,  umoristico,  settimanale,  n.  1889  a  Verona. 

Corriere  di  Verona,  cattolico,  quotidiano,  a.   1883. 

Cronaca  rosa,  letterario,  settimanale,  n.   1880  a  Verona. 

La  Cronaca  rosa,  letterario,  settimanale,  n.  1889  a  Verona. 

L'Eco  delle  glorie  di  S.  Giuseppe,  settimanale,  n.   1870  a  Verona. 

L'Evoluzione,  politico,  settimanale,  n.  1889  a  Verona. 

La  Gaietta,  politico,  n.  1885  a  Verona. 

La  Gaietta  legale,  n.  a  Verona;  direttore  cav.  E.  Cazzeri. 

Giornale  agrario  industriale  veronese,  bimens.,  n.  1889  a  Verona;  dirett.  A.  Manganotti. 

11  Mercurio,  finanziario,  n.  a  Verona. 

El  Negro,  amministrativo,  umoristico,  settimanale,  n.   1885  a  Verona. 

La  Nuova  arena,  polit.,  quot.,  n.   1882  a  Verona;  direttore  Ruggero  Giannelli. 

Il  Poligrafo,  giornale  di  scienze,  lettere  ed  arti.  Verona,  in-8,°,  nuova  serie,  1834. 

11  Riposo  domenicale,  cattolico,  S'.-ttimanale,  n.   1873  a  Verona. 

La  Ronda,  lett.,  settim.  n.   1883  a  Verona;  direttore  Pier  Emilio  Francesconi. 

Se  vegno  mi  eh!,  umorist.,  bisett.,  n.   i838  a  Verona;  dirett.  Ciro  Contarini. 

Spartaco,  democratico,  settimanale,  n.  1888  a  Verona. 

Lo  Svegliarino  del  segretario  municipale,  mensile,  n.   1887  a  Verona. 


Grande  Fabbrica  Nazionale  di  Macchine  Tipografiche,  N.  Arbizzoni,  Monza 

Premiato  anche  dal  R.  Ministero  d'Agricoltura,  Industria  e  Commercio 


Macchina  a  reazione  per  giornali 
(F.  Avviso  speciale  a  pag,  16.) 


PROVINCIA  DI  VICENZA 


Inumerò  dei  Comuni:   123  —  'Popolazione:    396,549  —  Superficie:  K.  q.  2,785  —  "Deputali  della  provincia  : 
I.  Brunialti,  Cavalli,  Clementi,  Lucchiai  G.  a.  Toaldi,  Di  Breganze,  Vendramini. 


Il  Berico.  Giornale  politico,  cattolico, 
nato  il  26  maggio  1876.  Ha  un  breve  di 
Pio  IX  del  3  ottobre  1876.  Il  Berico,  fa- 
moso per  i  suoi  attacchi  e  per  i  suoi  se- 
questri, esce  ogni  giorno  in  4  pagine  a  4 
colonne.  È  diretto  da  una  commissione 
di  5  membri  eletta  ogni  anno  dal  Circolo 
S.  Giuseppe  e  S.  Gaetano  della  Gioventù 
cattolica  italiana,  che  ne  è  il  proprietario. 
Redattori:  sacerdoti  De  Luchi  e  Navarotto. 
Abbonamento:  anno  L.  12.  Ponte  Pusterla. 

Vicenza. 

Bollettino  del  Comizio  agrario  di  Vi- 
cenza e  dei  Comizi  della  Provincia.  Nato 
nel  1868,  esce  ogni  mese  in  52  pagine. 
Abbonamento:  anno  L.  6. 

Vicen-^a. 

Bollettino  mensile  della  Camera  di  com- 
mercio. Nato  nel  1869,  si  occupa  esclusi- 
vamente di  cose  industriali  e  commerciali. 
Esce  ogni  mese  in  4  pagine  a  2  colonne. 
Abbonamento:  anno  L.   1,50. 

Vicenza. 

Bollettino  della  sezione  di  Vicenza  del 
Club  alpino  italiano.  Giornale  industriale 
alpinistico,  nato  nel  1883.  Esce  ogni  mese 
in  4  pagine  e  si  dispensa  gratis  ai  soci. 
Direttore:  dott.  Alessandro  Ceta. 

Vicen'^a. 

Foglio  periodico  della  Prefettura.  Nato 
nel  1866,  pubblica  gli  atti  amministrativi. 


Esce   ogni   mese  in   24   pagine.  Abbona- 
mento: anno  L.  24. 

Vicenza. 

L'OperajO  cattolico.  Bollettino  della  fe- 
derazione fra  le  società  cattoliche  operaje, 
nato  nel  gennaio  1889.  Esce  in  4  pagine 
in-S.°  a  2  colonne.  Abbonamento:  anno 
IO  copie  L.  3.  Tipografia  S.  Giuseppe. 

Vicen';^a. 

La  Provincia  di  Vicenza.  Giornale  po- 
litico, amministrativo,  quotidiano,  nato  il 
25  settembre  1S82  per  sostituire  il  Gior- 
nale della  Provincia  di  Vicenza  da  cui  de- 
riva. Fu  diretto  fino  all'ottobre  1883  da 
Roberto  Corniani,  poscia  dal  dott.  Scipione 
Cainer.  Nel  1884  la  direzione  fu  assunta 
dal  dott.  Enrico  Sperotti,  che  la  tiene  tut- 
tora. La  Provincia  esce  ogni  giorno  in  4 
pagine  a  4  colonne  ed  è  il  giornale  più 
diffuso  ed  autorevole  del  Vicentino.  Ab- 
bonamento: anno  L.  15,  sem.  8,  trim.  4. 
Inserzioni:  4.*  pagina  20  centesimi  la  linea. 
Corso  Principe  Umberto. 

Vicenia. 

Supplemento  al  Foglio  periodico  della 
Prefettura.  Nato  nel  1876,  esce  2  volte 
la  settimana  in  4  pagine  e  contiene  gli 
annunzi  legali  amministrativi.  -  Abbona- 
mento: anno  L.  12,  Ogni  numero  in  ra- 
gione di  4  centesimi  !a  pagina. 

Vicenza. 


Oiornalì  cessati: 

Il  Brenta,  politico,  econom. ,  quotid.,  1865-66,  a  Bassano;  dirett.  Enrico  D.' Caporali. 

Corriere  di  Vicenza,  liberale,  1876-83. 

V Elettore  liberale,  politico,  n.   17  dicembre  1888  a  Vicenza. 

Foglietto  di  Vicenza,  cattolico;  direttore  F.  Mercante. 

El  Giornal  Visentin,  operaio,  settimanale,  n.  1888  a  Vicenza. 

U  Iride,  letterario,  settimanale,  n.  1882  a  Vicenza. 

Il  Lavoro,  quindicinale,  n.  29  marzo  1885  a  Vicenza. 

El  Novo  Visentin,  umoristico,  settimanale,  n.  1885  a  Vicenza. 

Patatrak,  umoristico,  quindicinale,  n.   1887  ad  Arzignano. 

Raccolta  di  disegni  architettonici  per  edifici  pubblici  e  privati  di  città   e  campagne, 

mensile,  n.  1882  a  Vicenza;  direttore  ing.  A.  Negrin. 
La  Rondine,  letterario,  settimanale,  n.   1888  a  Vicenza. 

I  Sette  Comuni,  settimanale,  amministrativo,  n.  1887  ad  Asiago;  direttore  C.  Rigoni. 
El  Visentin,  amministrativo,  umoristico,  n.  1870  a  Vicenza. 


APPENDICE 


GIORNALI  ITALIANI  STAMPATI  ALL'ESTERO 


EUROPA 


AUSTRIA 


L'Adria.  Giornale  politico,  amministra- 
tivo, officioso,  supplemento  a\V Osservatore 
triestino  (vedi).  Esce  ogni  giorno  in  2  pa- 
gine a  5  colonne  e  tira  2500  copie.  Re- 
dattore :  Dr.  Antonio  De  Bersa.  Abbona- 
mento: anno  4  fiorini.  Corsia  Stadion,  6. 

Trieste. 

L'Agricoltore.  Organo  degli  interessi  e- 
conomici  rurali  del  Trentino.  Fondato  dal 
Consorzio  Agrario  di  Trento  nel  1S72  subì 
varie  vicissitudini  più  di  forma  che  di  so- 
stanza. Fuso  nel  1882  col  Giornale  agrario 
di  Rovereto,  fu  redatto  collo  stesso  spirito 
popolare  e  nazionale  dal  Dr.  Francesco  Ce- 
rosa fino  a  tutto  il  1888.  Ora  continua  sulla 
stessa  via  quale  organo  del  Consorzio  Agra- 
rio Trentino,  Società  Agraria  roveretana  e 
Banche  popolari,  redatto  da  Carlo  Nardelli. 
Esce  ogni  mese  in  24  pagine  Tiratura  1200 
copie.  Abbonamento  per  l'Estero:  anno 
L.   5.  Via  Larga,   12. 

Trento. 

L'Amico  dei  campi.  Giornale  agricolo, 
industriile.  Esce  a  fascicoli  ogni  mese  e 
tira  300  copie. 

Trieste. 

Archeografo  triestino.  Rivista  di  storia 
patria,  edita  per  cura  della  Società  del  Ga- 
binetto di  Minerva  e  diretto  dal  prof.  Al- 
berto Puschi  con  la  cooperazione  del  dott. 
Attilio  Hortis  e  del  dott.  Pietro  Pervanoglù. 
Esce  ogni  semestre  a  fasciceli  di  almeno 
200  pagine;  2  fascicoli  formano  un  volume. 
Abbonamento  per  l'Estero:  anno  L.  15. 
Via  del  Pesce,  4. 

Trieste. 

Archivio  marittimo.  Rivista  mensile,  fon- 
data nel  1867  da  Iginio  Mikocz. 

Trieste. 


Archivio  trentino.  Rivista  semestrale  de- 
stinata a  illustrare  il  Trentino  e  la  sua 
storia,  nata  nel  18S2  e  pubblicata  per  cura 
della  direzione  della  Biblioteca  e  del  Museo 
comunale  di  Trento.  É  un'ottima  pubblica- 
zione che  pubblica  importantissimi  docu- 
menti e  memorie. 

Trento. 
L'Arte.  Rassegna  di  teatri,  belle  arti  e 
letteratura,  nata  nel  1870.  Esce  i  o  2  volte 
al  mese  in  4  pagine  a  3  colonne.  Redat- 
tore responsabile  proprietario:  Giovanni 
Simonetta  Direttore:  M.  Buono.  Al  gior- 
nale è  annessa  un'agenzia  teatrale.  Tira 
circa  700  copie.  Abbonamento  :  anno  6  fio- 
rini, Italia  L.  32,  altri  Stati  d'Europa  40, 
fuori  Europa  50.  Inserzioni:  0,80  la  linea. 

Trieste. 
Atti  dell'Accademia  degli  Agiati  di  Ro- 
vereto. Pubblicazione  scientifica,  nata  nel 
1751,  anno  in  cui  si  costituì  l'Accademia. 
Esce  a  fascicoli  in-8.°  di  circa  200  pagine. 
Vi  scrivono:  F.  Paoli,  G.  Bettanza,  A.  Fi- 
schi, G.  Manincor,  A.  Strosio,  D.  Valen- 
tiaelli,  ecc.  -  Tipografia  Giorgio  Grigoletti. 

Rovereto. 

Atti  e  memorie.  Organo  della   società 

agraria.  Esce  ogni  mese  e  tira  500  copie. 

Gorilla. 
Atti  e  memorie  della  Società  istriana 
di  archeologia  e  storia  patria.  Pubblica- 
zione fondata  nel  1^84  dalla  società  omo- 
nima. Esce  a  fascicoli  in-ió."  di  250  pa- 
gine circa,  con  tavole  illustrative.  Q.uesta 
rivista  è  di  specialissima  importanza  perchè 
dimosira  l'alta  italianità  dell'Istria  in  tutti 
i  secoli  decorsi.  Abbonamento:  anno  fio- 
rini 4.  -  Tipografia  Gaetano  Coana. 

Parenio, 


N.  Bernardiki — Guida  della  Stampa  periodica  italiana  —  46. 


722 


GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 


L'Avvisatore  dalmate.  Giornale  politico 
e  di  annunzi,  ufficiale,  redatto  in  italiano 
e  slavo,  nato  nel  1S70.  Esce  mercoledì  e 
sabato  in  8  pagine  a  2  colonne  e  tira  1200 
copie.  Redattore  responsabile:  Niccolò  Kat- 
nic.  Abbonamento:  anno  fiorini  3,10,  se- 
mestre e  trimestre  in  proporzione.  Tipo- 
grafia governativa. 

Zara. 

Bollettino  agrario  della  Dalmazia.  Gior- 
naletto di  agricoltura  e  pastorizia,  natoli 
i.°  marzo  1872.  Esce' il  i.°  e  15  d'ogni 
mese  in  8  pag'ne  piccole  a  2  colonne  e 
tira  200  copie.  È  redatto  metà  in  italiano 
e  metà  in  slavo.  Si  pubblica  per  cura  del 
Comizio  Agrario  di  Zara.  Editore  e  redat- 
tore responsabile:  D.  Matteo  Nekic.  Ab- 
bonamento: anno  2  fiorini,  estero  7.  In- 
serzioni: 8  soldi  la  linea. 

Zara. 

Bollettino  dell'Assooiazione  medica  tri- 
dentina. Rivista  medica,  nat.i  nel  1882. 
Esce  ogni  mese  in  24  pagine  in-^."  -  Di- 
rettore: dott.  G.  Gerloni.  Abbonamento: 
anno  2  fiorini,  estero  L.  5.  Tipografia  Edi- 
trice Mariett'. 

Trento. 

Bollettino  della  Sezione  di  Trento  del 
Consiglio  provinciale  di  agricoltura  pel  Ti- 
rolo,  ecc.  Esce  ogni  mese  in  40  pagine 
con  copertina  redatto  da  Giovanni  DeZotti. 
Abbonamento:  Italia  anno  L.  3. 

Trento. 

Bellettino  d'archeologia  e  storia  dal- 
mata. Pubblicazione  scientifica  molto  in- 
teressante. Esce  a  fascicoli  ogni  mese  ed 
ha  una  diffusione  di  300  copie. 

Spalato. 

Bollettino  mensile  della  società  zoofila. 
Giornale  di  zoologia,  contenente  gli  atti 
dellasocietà.  Esce  ogni  mese  e  tira  200  copie. 

Trieste. 

Il  Cittadino.  Giornale  politico,  quotidia- 
no, nato  nel  1886.  Esce  in  4  pagine  a  5 
colonne  e  tira  io,coo  copie.  Direttore  :  Do- 
menico Antonaz.  Redattori  :  Pietro  Degan, 
Luigi  Egidi  ed  altri.  Abbonamento  :  Unione 
anno  L.  50,  semestre  e  trimestre  in  pro- 
porzione. Un  numero  6  soldi.  Via  Piazza 
Vecchia,  i. 

Trieste. 

La  Confederazione  operaia.  Organo  della 
società  omonima,  fondato  nel  1889.  Esce 

2  volte  al  mese  e  propugna  gì'  interessi 
della  classe  lavoratrice.  Redattore:  G.  Par- 
dubitzki.  Abbonamento  :  Ital.  anno  fior.  1 .60. 

Trieste. 

II  Corriere  di  Gorizia.  Giornale  politico, 

nazionale,  liberale,  fondato  nel  18S3.  Esce 

3  volte   la  settimana   in   4  pagine;   è  un 


giornale  modello  per  una  città  di  provincia. 
Direttrice:  Carolina  Luzzatto. 

Gorizia. 
Cronaca  dalmatica.  Giornale  letterario, 
artistico.  Direttore:  Giuseppe  Sabalich.  Nel 
1889  la  Cronaca  si  fuse  col   giornale  let- 
terario Scintille  pure  di  Zara,  nato  nel  1886. 

Zara. 
Il  Dalmata.  Giornale  politico,  economico, 
letterario.  Esce  mercoledì  e  sabato  e  tira 
500  copie.  Abbonamento:  Austria-Unghe- 
ria anno  9  fiorini,  sem.  4,50,  trini.  2,20. 
Unione:  anno  12  fiorini,  sem.  6,  trim.  3. 
Un  numero  10  soldi. 

Zara. 
Il  Diritto  croato.  Giornale  politico,  am- 
ministrativo. 

Fola. 
L'Eoo  del  Littorale.  Giornale  clericale- 
papista,  nato  nel  1871.  Esce  3    volte  alla 
settimana  in  4  pagine. 

Gorizia. 
L'Eco  dell'Alpe  Giulia.  Organo  del  Cir- 
colo Garibaldi  di  Trieste  in  prò  dell'Italia 
irredenta,  nato  nel  1885.  Esce  a  periodi 
indeterminati  in  4  pagine  a  4  colonne. 
Abbonamento  :  anno  L.  4.  Ricapiti  pel  gior- 
nale: Bologna,  editore  Zanichelli  -  Milano, 
editore  Levino  Robecchi,  via  S.  Paolo,  19. 

Trieste. 
L'Eco  di  Pola.  Giornale   politico,  nato 
nel   1884,  redatto  in  italiano. 

Pola. 
Foglio  delle  ordinanze  dell'  I.  B.  Mini- 
stero delle  finanze.  Giornale  ufficiale  per 
la  pubblicazione  degli  atti  finanziari  che 
rigujrd.mo  i  paesi  italiani  sotto  il  dominio 
austriaco.  Esce  a  fascicoli  senza  epoca  fissa 
di  pubblicità  e  tira  400  copie. 

Vienna 
Foglio  delle  ordinanze  postali.  Bollet- 
tino ufficiale  delle  poste,  contenente  le  di- 
sposizioni, regolamenti,  ecc.  -  Non  ha  pe- 
riodicità fissa.  Tira  200  copie. 

Trieste. 
Gazzetta  dei  tribunali.  Giornale  di  giu- 
risprudenza. Esce  2  volte  al  mese  ed   ha 
una  tiratura  di  300  copie. 

Trieste. 
Gazzetta  di  Trento.  Antico  giornale  uf- 
ficiale, politico,  quotidiano,  di  gran  formato. 
Esce  in  4  pagine  a  5  colonne  alle  6  e 
mezza  d'ogni  sera.  Redattore  responsabile  : 
Enrico  Seiser.  Tira  lOoo  copie.  La  dome- 
nica esce  in  mezzo  foglio.  Abbonamento: 
anno  fiorini  12,50.  -  Estero:  spese  postali 
in  più.  Inserzioni:  in  4."  pagina  io  linee 
72  soldi  per  una  volta;  per  3  volte  90  soldi. 
Piazza  d'Armi,  Casa  Seiser. 

Trento. 


ÒIORNALI   ITALIANI    STAMPATI    ALL' ESTERO. 


723 


II  Griovane  pensiero.  Giornale  politico, 
liberale. 

Poh. 

L'Indipendente.  Giornale  politico,  let- 
terario, commerciale,  nato  nel  giugno  1877, 
dopo  la  soppressione  del  Nuovo  Tergesteo 
e  del  bando  di  Ugo  Sogliani.  Era  neces- 
sario un  nuovo  foglio  liberale  monarchico 
che  difendesse  giorno  per  giorno  la  na- 
zionalità italiana  djgli  attacchi  nemici, 
e  questo  foglio  fu  V  Indipendente.  Diretto 
dapprima  da  Matcovich,  passò  nelle  mani 
di  Enrico  Jurettig,  eh-'  processato  e  con- 
dannato a  5  anni  di  carcere,  mori  nel  i'"577. 
La  direzione  fu  quindi  assunta  da  Cesare 
Rossi,  che  arrestato  e  condannato  nel  1889, 
costrinse  il  giornale  a  una  breve  interru- 
zione. Ora  la  redazione  è  composta  di 
elementi  giovani,  pieni  di  coraggio  e  di 
buona  volontà.  Direttore:  dott.  Oscar  Reg- 
gio, di  Gorizia.  Esce  ogni  giorno  in  4  pa- 
gine e  tira  circa  3000  copie.  Abbonamento: 
jinno  L.  28,  sem.  14.  Via  S.  Catterina,  i. 

Trieste. 

L'Istria.  Giornale  politico,  nato  il  i.° 
gennaio  1882.  É  giornale  di  sentimenti 
eminentemente  italiani.  Esce  ogni  sabato 
in  4  pagine  a  4  colonne.  Direttore  :  dott. 
Marco  Tamaro.  Abbonamento  :  anno  6  fio- 
rini, sem.  3.  Civ.  Nro,  222. 

Parenio. 

Il  Mattino.  Giornale  politico,  quotidiano, 
Direttore:  Enrico  Matkovic. 

Trieste. 

Il  Mercurio  triestino.  Giornale  delle 
estrazioni,  dei  prestiti  e  rivista  commer- 
ciale e  finanziaria.  Esce  dal  1872  in  8  pa- 
gine a  2  colonne  4  volte  al  mese.  Diret- 
tore: P.  Montanelli.  Redattore  responsa- 
bile: Pietro  Frank.  Tira  3000  copie.  Ab- 
bonamento: anno  fiorini  2,40,  sem.  1,40, 
Italia:  anno  L.  8.  Via  nuova,   18. 

Trieste. 

Il  Nazionale.  Giornale  politico,  bisetti- 
manale. Tiratura  2co  copie. 

Zara. 

L' Operaio.  Organo  della  Società  operaia 
triestina  per  gli  atti  sociali,  nato  nel  1870. 
Esce  2  volte  al  mese  in  4  pagine  a  4  co- 
lonne. Redattore  responsabile:  Ambrogio 
Mariani.  Ogni  socio  ha  diritto  al  giornale. 
Piazza  Nuova,  2. 

Trieste. 

L'Osservatore  di  Trento.  Giornale  po- 
litico italiano.  Esce  due  volte  la  settimana 
e  tira  300  copie. 

Trieste. 

L'Osservatore  triestino.  Giornale  poli- 
tico, ufficiale,  nato  nel  1774.  Esce  o^ni 
sera,  ad  eccezione  delle  feste,  in  4  pagine 


a  5  colonne.  Ha  un  supplemento  anche 
quotidiano  l'Adria  (vedi),  che  si  pubblica 
alla  mattina.  L'Osservatore  contiene  tutti 
gli  editti  del  governo  di  Trieste.  Redat- 
tore responsabile:  dott.  Antonio  De  Bersa. 
Abbonamento  :  anno  26  fiorini  (compresa 
l'Adria).  Un  num.  io  soldi.  Corsia  Stadion. 

Trieste. 

Il  Piccolo.  Giornale  politico,  popolare, 
nato  nel  1881.  Esce  ogni  giorno  in  2  pagine 
a  5  colonne,  e  ogni  sera  pubblica  un  sup- 
plemento col  titolo  il  Piccolo  delia  sera.  Ha 
programma  liberale  -  nazionale  e  difende 
strenuamente  gl'interessi  degl'italiani.  Il 
Piccolo  è  il  più  diflTuso  giornale  di  Trieste, 
l'unico  che  abbia  tipografi;!  propria  e  di- 
sponga d'un  servizio  particolare  telegrafico. 
Direttore:  Teodoro  Mayer.  Redattore  re- 
sponsabile: Aug.  Rocco.   Via   Nuova,  21. 

Trieste. 

Il  Popolo  Roveretano.  Giornale  d'istru- 
zione-morale e  di  politica,  nato  nel  1889 
per  sostituire  il  cessato  Lagarino.  Esce  il 
lunedi,  mercoledì  e  venerdì  in  4  pagine  a 
4  colonne.  Giorgio  Grigoletti,  tipografo 
editore  e  redattore  responsabile.  Abbona- 
mento per  l'Italia:  anno  L.  18;  sem.  9; 
trim.  4,50.  Un  numero  5  soldi. 

Rovereto. 

Prezzo  corrente  compilato  dalla  dire- 
zione di  torsa.  Pubblicazione  finanziaria 
e  commerciale.  Esce  ogni  settimana  e  tira 
300  copie. 

Trieste. 

La  Provincia  dell'Istria.  Giornale  po- 
litico, letterario  e  storico,  fondato  nel  1867 
da  Nicolò  de  Madonizza  per  trattare  de- 
gl'interessi civili  economici  e  amministra- 
tivi dell'Istria.  Nel  1883  la  redazione  fu 
assunta  da  Pietro  Madonizza  e  marchese 
Anteo  Gravini,  e  dopo  la  morte  di  que- 
st'ultimo, è  tenuta  solo  dal  primo,  con  lo 
stesso  programma.  Esce  il  i.°  e  16  d'ogni 
mese  in  8  pagine.  Tira  800  copie.  Abbo- 
namento: anno  3  fiorini,  sera.  1,50,  tr.  0,75. 
Capo  d' Istria. 

La  Pulce.  Giornale  umoristico-satirico 
con  caricature,  nato  nel  1887.  Esce  ogni 
domenica  in  8  pagine  con  copertina  in-4.° 
È  redatto  in  italiano  e  dialetto.  Editore  e 
redattore  responsabile:  Giuseppe  Marinich, 
Abbonamento:  anno  L.  io.  Via  Stadion,  6, 

Trieste. 

Il  EaOCOglitore.  Giornale  politico,  com- 
merciale, nato  nel  1868.  Esce  martedì,  gio- 
vedì e  sabato  in  4  pagine  a  4  colonne  ed 
è  redatto  tutto  in  italiano.  Tira  1000  copie. 
Il  Raccoglitore  è  molto  ben  fatto,  ricco 
di  notizie  e  telegrammi  particolari  ed  ha 
una  larga  diffusione.  Abbonamento  ;  Mo- 


724 


GUIDA   DELLA    STA^fPA.    PERIODICA   ITALIANA. 


narchiaanno  fiorini  6,So,seni.  3,40, tr.  1,70. 
Italia:  anno  L.  10,  sem.  5,  trim.  2,50. 

Rovereto, 

divista  dalmatica  mensile  di  scienze, 
lettere  ed  arti.  Giornale  letterario.  Esce 
a  fascicoli  e  tira  800  copie. 

Spalato. 

La  Valsugana.  Giornale  politico  italiano. 
Esce  ogni  settimana  e  trae  il  nome  dal 
circondario.  Tira  500  copie. 

Borgo. 

La  Voce  cattolica.  Giornale  religioso, 
politico,  letterario,  nato  nel  1866.  Esce 
martedì,  giovedì  e  sabato  non  festivi  in  4 
pagine  a  4  colonne.  Editore  e  compilatore 


responsabile:  sac.  E.  Bazzanella.  Tira  500 
copie  circa.  Abbonamento:  Austria  8  fio- 
rini, sera.  4,  trim.  2.  -  Estero:  anno  L.  24, 
sem.  12,  trim.  6. 

Trento. 


Archivio  per  Trieste,  l' Istria  e  il  Tren- 
tino. Importante  pubblicazione  storica,  di- 
retta dai  professori  Zenatti  e  Morpurgo  ed 
intesa  a  illustrare  con  documenti  la  italia- 
nità delle  Provincie  dell'Austria.  Vi  scri- 
vono :  C.  Cipolla,  C.  De  Pesti,  G.  Bia- 
dego,  ecc. 

Rovia. 


Giornali  cessati: 

—  Nel  1785  usci  in  luce  a  Vienna  il  primo  numero  d'un  giornale  italiano.  S'.in- 
titolava:  Foglietto  di  Vienna,  si  pubblicava  2  volte  la  settimana,  e  un  tale  Del  Sasso 
n'era  il  redattore.  Si  vendeva  presso  un  tabaccaio  al  Kolmarkt,  e  costava  d'abbona- 
mento annuo  8  fiorini  (20  lire  delle  nostre).  Non  si  sa  l'anno  della  sua  cessazione. 
Ma  si  può  quasi  affermare  ch'egli  fu  il  babbo  di  tutti  gli  odierni  giornali  viennesi. 

Al  tempo  del  Foglietto  di  Vienna  fioriva  sul  Danubio  il  poeta  cesareo  Pietro  Me- 
tastasio,  e  la  cantante  Bulgorini,  sotto  le  spoglie  di  Didone,  di  Semiramide  e  delle 
altre  eroine  del  poeta,  era  la  delizia  della  Corte  e  dell'alta  società  viennese. 

L'arte  in  quel  tempo  a  Vienna  era  italiana,  e  si  manifestava  in  italiano.  Quale 
meraviglia  se  anche  la  politica  aveva  adottata  la  nostra  lingua? 

—  Il  31  luglio  1836  nacque  a  Trieste,  per  opera  di  Antonio  Madonizza,  Fran- 
cesco DairOngaro,  Antonio  G  izzoletti,  Antonio  Somma  e  il  libraio  Giovanni  Orlan- 
dini,  il  periodico  La  Favilla,  che  visse  11  anni  di  vita  onoratissima  e  nella  quale  scris- 
sero uomini  colti  e  stimati.  Pacifico  Valussi,  ora  direttore  del  Giornale  di  Udine,  vi 
fece  le  sue  prime  armi.  La  Favilla  mori  nel  1846  per  l'ingrossare  dei  tempi;  nell'ul- 
l'ultima  pagina  stampò  quest'epitaffio  :  Vissi  undici  anni  -  Povera  ma  fida  alla  mia  na- 
tura -  Malignata  e  compianta  -  Come  ogni  vita  -  Rientrai  nella  selce  nativa  -  Aspet- 
tando l'attrito  fecondo  -  Che  mi  risvegli.  Vedi  per  maggiori  notizie  l'opuscolo  «  Della 
Favilla,  giornale  triestino  »,  del  dott.  Alberto  Boccardi,  tip.  Caprin,  Trieste  1888. 

—  Nel  1850  nell'impero  austriaco  si  pubblicavano  251  giornali;  di  questi  30  usci- 
vano a  Milano  e  30  a  Brescia  In  tutto  l'impero  erano  75  i  giornali  stampati  in  italiano. 

—  La  stampa  fu  introdotta  a  Rovereto  verso  il  1600. 1  tipografi  Marchesani  pub- 
blicarono per  non  meno  di  9S  anni  il  Messaggere  tirolese;  nella  stessa  tipografia  fu 
stampato  negli  anni  1763-64  la  Frusta  letteraria  del  Baretti,  che  in  Rovereto  trovò 
sicuro  asilo,  allorquando  per  gare  e  bisticci  letterari,  fu  espulso  dalla  serenissima  re- 
pubblica di  Venezia, 

—  A  Vienna  nel  1854  si  pubblicava  un  Corriere  italiano.  Felice  Orsini  nel  par- 
larne in  una  lettera  datata  da  Vienna  i.°  dicembre  1854,  dice:  «  .,..  Dicasi  altret- 
tanto della  Casa  Sarda,  che  vien  posta  in  ridicolo  co'  suoi  soldati.  Bisogna  poi  leg- 
gere i  giornali,  massime  il  Corriere  italiano,  e  se  un  Italiano  non  arrabbia  bisogna 
dire  che  è  un  bastardo.  »  -  Di  questo  giornale  era  estensore  un  tal  Mauroner,  spia 
appunto  degl'italiani  presso  la  polizia  tedesca  e  parecchi  per  sua  delazione  furono  ar- 
restati e  martirizzati.  Il  giornale  era  organo  del  Mmistero  che  tendeva  a  screditare  il 
governo  militare  per  la  mala  amministrazione  dal  medesimo  tenuta,  che  poscia  imitò 
quando  il  governo  militare  fu  tolto.  Era  un  ladro  che  tacciava  un  altro.  Dalle  Memo- 
rie dell'Orsini  si  conosce  come  il  Maurcner  e  certo  Formiggini  si  fossero  fatti  delatori 
alla  polizia  di  Vienna  contro  l'Orsini  stesso.  Questi  scrisse  al  giornale  di  Vienna,  a 
sfogo  della  sua  giusta  ira,  un'acerbissima  lettera. 

X 

=-•  L'Alabarda  di  Trieste,  poi.,  quot.,  n.  1883  a  Trieste;  redattore  Leopoldo  Schuwert. 
—  L'Alba^  commerciale,  letterario,  quindicinale,  n,  a  Trieste. 


725 

L'Jpe,  letterario,  scientifico,  bimensile,  n.  1885  a  Trieste. 

L'Avvenire,  politico,  trisettirnanale,  n.  1880  a  Spalato;  ne  fu  per  alcun  tempo  di- 
rettore Arturo  Colautti. 

Il  Benaco,  locale,  artistico,  letterario,  n.  a  Riva. 

Il  Caleidoscopio,  letterario,  1842-46,  Trieste;  redattore  Adalberto  Thiergen. 

Il  Chiaroveggente,  politico,  quindicinale,  n.  a  Trieste. 

Collana  di  romanci,  quindicinale,  n.  a  Trieste. 

Il  Commercio,  quotidiano,  n.   1870  a  Trieste. 

Corriere  dei  francobolli,  n.  1875  a  Trieste;  direttore  Teodoro  Mayer. 

Corriere  di  Gorizia, .... 

Corriere  israelitico,  mensile,  n.  a  Trieste. 

Cronaca  ai{urra,  quindicinale,  n.  a  Trieste. 

La  Dijesa,  politico,  amministrativo,  n.  a  Spalato. 

V Elettore,  progressista,  quindicinale,  n.   1880  a  Trieste. 

La  Favilla,  n.  a  Trieste;  direttore  Hermct;  diversa  da  quella  del  1836. 

Gaietta  stenografica,  mensile,  n.  a  Trieste, 

Gaiiettino  del  popolo,  quindicinale,  u.  a  Trieste. 

Giornale  agrario  di  Rovereto,  quind.,  n.  1870;  si  fuse  con  ['Agricoltore  di  Trento  (vedij. 

Giornale  di  Trieste,  a.  184S;  direttore  Pietro  Chcvallier. 

Il  Giovane  gradiscano,  politico,  militare,  quindicinale,  n.  a  Gradisca. 

V Imparziale,  politico,  quindicinale,  n.  a  Gorizia;  cessò  nel   18S1. 

V Indispensabile,  commerciale,  agricolo,  settimanale,  n.  a  Trieste. 

\J  Inevitabile,  di  pubblicitii,  n.  a  Trieste. 

U  Isonzo,  settimanale,  n.   187 1   a  Gorizia;  direttore  E.  Juretlig. 

Il  Lagarino,  istruttivo  e  morale,  sett.,  n.  1882  a  Rovereto;  direttore  G.  Grigoletti. 

Libertà  e  lavoro,  letture  illustrate,  quind.,- n.   1874  a  Trieste;  direttore  G.  Caprin. 

Il  Littorale,  letterario,  pedagogico,  mensile,  n.  a  Trieste. 

La  Maschera,  artistico,  quindicinale,  n.  a  Trieste. 

Mente  e  Cuore,  scienze  e  lettere,  meas.,  n.  1874  a  Trieste;  direttore  Odoardo  Weis. 

Mente  sana  in  corpo  sano,  educativo,  mensile,  n.  a  Trieste. 

Messaggiere  di  Rovereto,  poi.,  quot.,  n.  1816;  visse  oltre  50  anni;  editore  A.  Caumo. 

Monitore  delle  assicurazioni,  quind.,  n.  1872  a  Trieste;  direttore  Vincenzo  Gerolini. 

La  Musica,  teatralt^,  mensile,  n.   1884  a  Trieste;  direttore  Umberto  Depery. 

Nuovo  giornale,  politico,  n.   1880  a  Gorizia. 

L' Osservatore  Dalmata,  poi.,  quatrisett.,  n.   1852  a  Zara;  direttore  G.  Chiaudina. 

La  Palestra,  letterario,  quindicinale,  n.  a  Zara. 

La  Penna,  letterario,  n.  1887  a  Rovigno;  direttore  G.  E.  Nani  Mocenigo. 

Il  Politeama,  artistico,  quindicinale,  n.  a  Trieste. 

Pro  patria  nostra,  politico,  letteraiio,  n.  1890  a  Trieste;  cessò  nell'anno;  direttrice 
Giuseppina  Martinuzzi. 

Il  Raccoglitore,  finanziario,  commerciale,  n.  1881  a  Gorizia;  cessò  nel  1881. 

Il  Risorgimento,  politico,  amministrativo,  settimanale,  n.  a  Foia. 

Il  Risveglio,  organo  degl'interessi  del  Goriziano,  mensile,  n.  a  Trieste. 

Sandro,  politico,  umoristico,  settimanale,  n.  a  Trieste. 

La  Settimana,  n.  1849  a  Trieste;  direttore  Pietro  Chevallier. 

La  Staffetta,  amministr.,  settim.,  n.   1881  a  Trieste;  direttore  Arturo  Migliorini. 

Il  Teatro,  n.  a  Trieste. 

Il  Trentino,  quotidiano,  1868-71,  Trento;  direttore  G.  Degasperi. 

Il  Trentino,  quotidiano,  n.  1872  a  Trento;  direttore  Bernardo  Moser. 

Il  Tramioay,  letterario,  industriale,  quindicinale,  n.  a  Trieste. 

L'Umanità,  quindicinale,  n.   1872  a  Trieste;  direttore  Laerte  Tolentini. 

L'Unione,  locale,  bimensile,  n.  1875  a  Capodistria;  redattore  Domenico  Manzoni. 

La  Vigilanza,  politico,  quindicinale,  n.  a  Trieste. 


FIASCHI  BECCARO 

(Vedi  pag.  156.) 


726  GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


L'inserzione  a  pagamento 

Più  che  la  poca  accresciuta  istruzione  popolare,  più  che  l'ardire  degli  editori,  e 
più  che  gli  esempi  strabilianti  venutici  dall'estero,  ebbe  una  grande  parte  nel  miglio- 
ramento del  moderno  giornalismo  italiano,  l'accresciuto  valore  della  pubblicità. 

La  quarta  pagina,  oggi,  spiega  molte  cose,  spiega  lutto. 

Spiega,  per  esempio,  come  si  possa  fare  un  giornale  composto  per  la  massima 
parte  di  cortisiiimi  telegrammi;  spiega  la  n'imerosa  sch'era  di  reporters  addetta  a 
ciascuna  redazione;  Sjve^a  la  valanga  dei  premi  che  un  giornale  può  regalare  ai  propri 
associali. 

Dal  giorno  in  cui  gli  industriali  capirono  l' iniportanza  della  pubblicità,  gradino 
per  gradino,  le  inserzioni  andarono  continuamente  aumentando,  i  giornali  migliorarono 
le  loro  edizioni,  perfezionarono  i  loro  servizi  e  cominciarono  a  meritare  l'onore  del 
loro  nome,  avviandosi  sulla  strada  del  giornalismo  inglese  ed  americano,  maestri  di 
coloro  che  sanno. 

Venticinque  anni  sono,  la  pubblicità  era  ad  un  livello  deplorevole. 

Si  trovavano  ben  pochi  industriali  che  arrischiassero  una  sommetta  per  vedere 
i  loro  prodotti  elencati  nel  fondo  d'una  quarta  pagina  ;  nessuno  poi  che  avesse  nel 
proprio  bilancio  un  capitale,  già  preventivato  per  gli  avvisi  deli'snno.  Fosse  matto! 
«  Denari  che  non  si  sa  se  ritornano  in  casa  !  Un  negoziante  serio,  che  ha  sempre 
fatto  i  suoi  affari  al  banco  od  al  tavolo,  che  ha  in  giro  per  le  Provincie  i  suoi  viag- 
giatori, e  che  ha  a  cuore  il  decoro  della  casa,  non  deve  esporsi  a  vedere  il  suu  buoQ 
nome  stampato  nel'a  quarta  pagina  di  un  giornale.  Oh  guai  1  »  Così  ragionavano  molti, 
la  maggioranza;  e  brigavano  invece  per  farsi  amici  del  cronista;  lo  lisciavano,  lo  re- 
galavano e  non  gli  davano  pace  se  non  quando  aveva  parlato,  in  un  ariicoleito  di  cro- 
naca, del  loro  negozio  o  del  loro  ritrovato. 

Ed  era  una  volta  tanto,   nel  corsi  di  tutta  la  vita.  Ma  in  quarta  pagina?  oh,  mai! 

C'erano  bensì  gli  avvisi  ufficiali  coi  quali  il  governo  compensava  i  giornali  del 
suo  cuore,  ma  erano  avvisi  di  asta,  di  appalti,  di  contralti  la  cui  pubblicazione  ser- 
viva per  gli  effetti  di  legge,  noi  a  scopo  di  reclame 

In  seguito  col  nascere  di  nuove  industrie  desiderose  di  farsi  conoscere,  collo 
sprone  della  concorrenza,  C(»l  moltiplicarsi  degli  scambi,  e  col  rinsanguarsi  dell'opinione, 
la  pubblicità  divenne  un  ingrediente  indispensabile  nella  cucina  commerciale,  o  la 
quarta  pagina  venne  riconosciuta  per  una  delle  autorità  costituite.  Oggi  giorno  si  può 
calcolare  ad  occhio  e  croce,  che  !a  spesa  della  carta  adoperala  per  stampare  il  gior- 
nale viene  coperta  dal  ricavo  delle  inserzioni. 

È  inutile  il  voler  negarlo,  oggigiorno  la  reclame  ò  la  leva  di  ogni  affare  per 
quanto  serio,  e  chi  l'ha  capila  ne  coglie  buoni  fruiti. 

Un  esempio  di  reclame  americana  ci  viene  dato  dalla  dilla  Bertelli  di  Milano 
per  le  sue  pillv^le  di  Catramina  o  per  il  Sapol.  Il  sig,  Bertelli  non  si  accontentò  che 
i  medici  gli  dicessero  essere  soddisfattissimi  dei  suoi  prodotti  farmaceutici,  non  si 
accontenlò  di  avere  una  riconoscente  clientela  ma  limitala  alla  sua  città  o  poco  più  ; 
volle  invece  estendere  i  propri  affari  e  procurarsi  clienti  non  solo  in  tuila  Italia  ma 
anche  fuori,  e  ci  riusci  ma  a  palio  di  profondere  una  intera  sostanzi  (calcolasi  che 
in  due  anni  abbia  speso  più  di  400,000  lire)  in  pubblicità.  Oggi  chi  non  conosce, 
chi  non  usa  i  prodotti  della  dilla  Bertelli?  Ceno  le  400,000  lire  furono  bene  im- 
piegate, e  il  sig.  Bertelli  merita  una  fortuna  che  farà  di  sicuro  in  barba  a  tutti  i  bo- 
toli invidiosi  che  gli  si  attaccano  alle  calcagna. 

Con  questo  esempio,  eloquenlissimo,  chiudo,  augurando  che  anche  i  eodinoni 
s'abbiano  a  convertire  e  non  arricciare  il  naso  quando  un  industriale  o  negoziante  gli 
offre  la  sua  mercanzia  a  mezzo  della  quarta  pagina  del  giornale. 

Otto  Cima 


GIORNALI   ITALIANI    STAMPATI    ALL'eSTERO. 


727 


FRANCIA 


Gazzetta  delle  cartiere  italiane.  Gior- 
nale tecnico,  nato  nel  1873.  Si  pubblica 
ogni  mese  in  fascicoli  di  20  pagine  in-8.° 
Redattore-proprietario:  ing  E.  Bourdilliat. 
Inserzioni:  una  pagina  L.  15;  mezza  pagi- 
na L.  8;  la  linea  0,80. 

Grenoble. 

Il  Pensiero  di  Nizza.  Giornale  politico, 
scientifico,  letterario,  nato  nel  1871.  Esce 
tutti  i  giorni,  tranne  i  festivi,  in  4  pagine 
a  4  colonne.  In  politica  è  separatista,  cioè 
propugna  strenuamente  la  separazione  di 
Nizza  dalla  Francia.  È  fatto  con  molto 
garbo  ed  ha  una  diffusione  di  circa  1000 
copie.  Direttore:  a vv.  André.  Abbonamento 


per  l'Italia:  anno  L.  44,  semestre  23,  tri- 
mestre 12.  Inserzioni:  3.*  pagina  0,50  la 
linea,  4.'  pagina  0,25.  Baluardo  del  Pon- 
tenuovo,  io. 

La  Production  fran^aise-italienne.  Or- 
gano dell'esportazione  e  dell'importazione, 
nato  nel  1886.  Esce  ogni  settimana  in  8 
pagine  a  3  colonne  ed  è  redatto  in  fran- 
cese ed  italiano.  Si  occupa  di  politica,  in- 
dustrie, commercio,  scienze  e  lettere.  Re- 
dattore capo:  Paul  Capus.  Abbonamento: 
anno  L.  12,  sem.  6  -  Estero:  anno  L.  15. 
Annunzi:  0,50  la  linea.  Rue  Saint  Georges,  9. 

Parigi. 


Giornali  cessati: 

—  L'Aìiiico  dei  popolo  italiano,  n.  1832  a  Parigi;  si  proponeva  insegnare  quali  erano 

nel  secolo  XIX  i  doveri  dei  popoli  e  dei  re. 

—  U Ausonio,  n.  1846  a  Parigi;  direttrice  principessa  Belgiojoso. 

—  Il  Corriere  italiano,  poi.,  econ.,  sett.,  n.   1887  a  Parigi;  direttore  Ermolao  Boni. 

—  Courrier  Jranco-italien,  n.  a  Parigi;  direttore  Carini  (vedi  pag.   lOl). 

—  Il  Dovere  del  popolo,  repubblicano,  n.   18S8  a  Nizza. 

—  U  Eco  della  Corsica,  fondato  a  Bastia  nel  1793  da  Filippo  Buonarroti  di  S.  Miniato, 

allo  scopo  di  eccitare  a  libertà  la  Toscana,  dalla  quale  era  stato  esiliato  nel  1790 
per  avere  fondato  V Amico  della  libertà  italiana. 

—  Le  Franco-italien,  n.  14  luglio  1882  a  Parigi;  direttori  Clovis  Hugues  e  B.  Melzi. 
'—  Il  Garibaldi,  settimanale,  n.  1886  a  Marsiglia;  direttore  Giovanni  Dulcetti. 

—  Gaiette  franco-italienne,  n.  1882  a  Parigi;  direttori  Gentili  e  Rezasco. 

—  La  Gallette  du  soir,  or gane  franco  itaìien,  u.   1882  a  Parigi;   50  numeri. 

—  La  Guida  del  popolo,  istruttivo,  educativo,  n.  a  Bislia  (Corsica);  cessò  nel  1852; 

nel  188 1  cessò  un'altra  Guida  del  popolo. 

—  U Italia,  settimanale,  n.  9  gennaio  1885  a  Parigi;  direttore  G.  Turrio. 

—  L'Italiano,  letterario,  184.,.. 

—  L'7/ii/i'fl«o,  politico,  letterario,  settimanale,  n.  1884  a  Parigi;  direttore  Nino  Malagoli. 

—  La  Lega  latina,  bisettimanale,  n.   1881  a  Marsiglia. 

—  La  Lega  latina,  poi.,  comm.,  sett.,  n.   1884  a  Marsiglia;  direttore  Filippo  Lupis. 

—  Parigi-Roma,  politico,  letterario,  settimanale,  n.   1883  a  Parigi. 

X 

—  Un  italiano  ebbe  nell'anno  V  della  repubblica  francese  l'idea  di  pubblicare  a 
Parigi  un  giornale  che  intitolò  //  Venerabile  Pietro  Aretino;  Flagello  dei  Principi  per 
r  istruzione  dei  popoli.  Opera  periodica,  politica,  morale,  dedicata  alle  case  regnanti.  Non 
ne  fu  pubblicato  che  un  solo  numero  divenuto  rarissimo,  ma  che  esiste  nella  impor- 
tante collezione  dei  giornali  rivoluzionari  della  Biblioteca  di  Via  Richelieu.  (G.  Tre- 
ves.  -  Vedi  pure  a  pag.  688,  È  lo  stesso?) 

GRECIA 

L' Italo-Elleno.  Giornale  politico-letterario.  Direttore:  Antonio  Frabasilis.  Proprie- 
tario: G.  Mazara. 

Atene. 

Giornali  cessati: 

—  Atene,  settimanale,  di  scienze  e  lettere,  n.  1882;   redatto   in   greco,  meno  una  ri- 

vista del  movimento  politico  e  letterario  della  settimana,  scritta  in  italiano. 
— •  La  Gaxxtita  di  Corfù,  n.  1852. 


728 


GUIDA    DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


INGHILTERRA 


Londra-Roma.  Giornale  liberale,  politi- 
co, commerciale,  monitore  degl'interessi 
e  del  movimento  anglo-italiano,  nato  nel 
1888.  Esce  in  4  pagine  a  4  colonne,  re- 
datto e  stampato  nella  tipografia  propria 


con  grande  accuratezza.  Direttore:  prof.  Pie- 
tro Rava.  Abbonamento:  anno  L.  6,25. 
12,  Theobald's  Road,  W,  C. 

Londra. 


Gìoruali  cessati: 

—  V  Apostolato  popolare,  n.   1840  a  Londra,  (V.  p.  461.) 

—  Pensiero  e  Aliane,  a.   1858  a  Londra,  (V.  p.  406.) 

—  «  Si  denunziò  (1823)  alla  Polizia  lombarda  che  a  Londra  pubblicavasi  un  giornale 

La  bella  italiana  (  L'  Abeille  italienne)  alla  cui  testa  era  Ugo  Foscolo.  »  (Cantù,  // 
Condì,  e  i  Carb.,  pag.  203). 


MALTA 


L'Afrique  maltaise.  Giornale  ebdoma- 
dario, antischiavista,  organo  degl'interessi 
generali  dei  maltesi  residenti  in  Algeria, 
Tunisia  e  Tripolitania.  È  redatto  in  inglese, 
italiano,  francese  e  maltese.  Direttore-pro- 
prietario: avv.  Enrico  Zammit. 

Valletta. 

I  Crepuscoli.  Giornale  letterario,  ricrea- 
tivo ed  artistico,  nato  nel  1890. 

Valletta. 
L'Eco  di  Nazareth.  Giornale  cattolico, 
organo  della  Società  di  S.  Vincenzo  di  Pao- 
la. Esce  tre  volte  al  mese  e  tira  poco  più 
di  100  copie. 

Valletta. 
Fede  ed  Azione.  Giornale  cattolico,  Esce 
2  volte  la  settimana  in  4  pagine.  Tira  poco 
più  di  100  copie. 

Valletta. 
Lloyd  maltese.  Giornale  commerciale, 
marittimo  e  d'avvisi,  nato  nel  1840.  Esce 
tutti  i  giorni  eccetto  i  festivi  in  4  pagine 
a  3  colonne,  redatto  in  italiano.  È  ufficiale 
per  gli  atti  della  Camera  di  commercio. 
Strada  S.  Paolo,  206. 

Valletta. 
Malta.  Giornale  politico,  letterario,  fon- 
dato nel  18S3  dall'avv.  F.  Mizzi,  che  lo  di- 
resse per  alcun  tempo.  Esce  ogni  giorno 
in  4  pagine  a  5  colonne.  Abbonamento: 
anno  20  scellini;  estero  spese  in  più. 

Valletta. 
Malta  Government  Gazette.  Giornale 
ufficiale  per  la  pubblicazione  degli  atti  go- 
vernativi, il  primo  fondato  a  Malta  dopo 
l'occupazione  inglese.  Esce  a  intervalli  ed 
è  redatto  in  inglese  ed  in  italiano.  Tira 
300  copie.  Abbonamentoi  anno  8  scellini. 
Tip.  di  Governo. 

Valletta. 

II  Messaggiere  di  Maria.  Giornale  cat- 


tolico, organo  della  Curia  locale.  Esce  2 
volte  al  mese  ed  è  molto  diffuso  nel 
clero. 

Valletta. 
Monitore  geografico  e  scientifico.  Orga- 
no della  Società  geografica  maltese.  Si  pub- 
blicano non  meno  di  6  fascicoli  ad  anno 
di  1 2  a  20  pagine.  Direttore:  M.  A.  M.  Mizzi. 
Abbonamento:  anno  8,  scellini  (L.  io). 

Valletta. 
Il  Movimento.  Organo  della  democrazia, 
nato  nel  1890.  Esce  ogni  settimana  in  4 
pagine.  Direttore:  Ernesto  Manara,  già  me- 
dico del  R.  Esercito  italimo. 

Valletta. 
L'Ordine.  Giornale  politico,  religioso, 
nato  nel  1859.  Esce  ogni  mercoledì  in  4 
pagine  a  4  colonne,  medesimi  tipi,  formato 
e  redazione  del  Portafoglio,  di  cui  è  sup- 
plemento. Col  Lloyd  maltese  qu(  sti  tre  gior- 
nali formano  la  stampa  più  vecchia  di  tutta 
l'isola.  Essi  sono  preferiti  dal  governo  per 
la  pubblicazione  degli  avvisi  governativi. 
Abbonamento:  trini.  2  scellini  e  6  denari; 
estero  4  scellini.  Inserzioni:  2  denari  a  li- 
nea. Strada  Stretta,  155. 

Valletta. 
L' Otello.  Giornale  letterario,  ricreativo 
ed  artistico,  nato  nel  1890  e  redatto  da 
giovani. 

Valletta. 
Politica  e  Commercio.  Giornale  officioso, 
in  cui  scrivono  ordinariamente  i  membri 
del  Consiglio  di  Governo. 

Valletta. 
Il  Portafoglio  maltese.  Giornale  politico, 
cattolico,  nato  nel  1838.  Esce  il  lunedi  e 
giovedì  in  4  pagine  a  4  colonne,  redatto 
tutto  in  italiano,  ricco  di  notizie  telegra- 
fiche e  di  cronaca  locale.  È  diffuso  nel- 
r  isola  ed  un  poco   anche   all'estero,  non 


GIORNALI   ITALIANI    STAMPATI   ALL' ESTERO 


729 


tanto  in  grazia  delle  sue  opinioni,  che  spesse 
volte  lo  trascinano  a  polenvche  violenti, 
quanto  per  la  sua  autorità  di  giornale  vec- 
chio. Abbonamento  annuo:  Estero  L.  30, 
fuori  dell'Unione  40.  Si  fanno  abbona- 
menti per  semestre  e  trimestre.  Inserzioni: 
IO  soldi  ogni  5  linee.  Strada  Stretta.  135. 

Faìletta. 
Il  Bisorgimento.  Giornale  politico  libe- 
rale, commerciale,  fondato  il  6  sett  176  dal 
negoziante  e  deputalo  del  popolo  a!  Consi- 
glio di  Governo,  Francesco  Saverio  De  Ce- 
sare, il  quale  aveva  tipografia  propria  forni- 
tissima. Nel  1884  giornale  e  tipografia  pas- 
sarono in  proprietà  di  Roberto  De  Cesare, 
fratello  di  Frane.  Saverio  e  già  direttore  del- 
V Amico  del  popolo.  Il  programma  del  Risor- 
gimento è  di  opposizione,  ma  monarchico  e 
fedele  alle  attuali  istituzioni.  Nel  Risorgimen- 


to scrivono  i  più  eletti  ingegni  dil  paese,  fra 
cui  l'illustre  scrittore  e  geografo  M.  A.  M. 
Mizzi.  Il  Risorgimento  esce  ogni  giorno  in 
4  pagine  a  4  colonne  e  tira  500  copie 
circa.  -  Abbonamento  :  anno  20  scellini, 
estero  spese  in  più.  Strada  Ponente,  3. 

Valletta. 
La  Rivista  medica.  Giornale  scientifico, 
mensile. 

Valletta. 
Stenterello.  Giornale  umoristico,  poli- 
tico. Esce  ogni  settimana. 

Valletta. 
Lo  Studente.  Gara  letteraria,  nata  il  i." 
gennaio  i"!85.  Esce  3  volte  al  mese.  Di- 
rettore: Luigi  Ballion.  Abbonamento:  anno 
6  scellini,  estero  L.  10  -  semestre  e  tri- 
mestre in  proporzione.  Strada  Forni,  133. 

Valletta. 


Giornali  cessati: 

—  U  Allegria,  mensile. 

—  L'^wico  tftj//'o/7o/o,democr., quotidiano. comm.,  n.  1879;  direttore  Roberto  De  Cesare. 

—  Corriere  Mercantile  maltese,  quotidia.no,  n.   1857;  direttore  G.  B.  Diacono;  è  durato 

lunghissimi  anni. 

—  La  Croce  di  Malta,  cattolico,  letterario,  j  volte  al  mese. 

—  11  Diritto  di  Malta,  politico,  progressista,  sett.,  n.  1880;  direttore  Antonio  Calleja. 

—  La  Rigenerazione,  politico,  cattolico,  settimanale. 

—  Rivista  geografica  internazionale,  bimensile,  n.    1880. 

—  Il  Mediterraneo,  si  pubblicava  a  Malta  nel   1844;  i  fratelli  Bandiera  vi  pubblicarono 

una  dichiarazione. 

—  La  Frusta, .... 

—  Vittorio  Barzoni  di  Lonato  (Broscia)  ridottosi  in  Malta  (1811)  per  le  perse- 
cuzioni di  Napoleone,  vi  pubblicò  opuscoli  ostili  al  Bonaparte  e  il  giornale  //  Cartaginese  ; 
né  mai  cessò  finché  caduto  l'eroe,  egli  tornò  in  patria  vivendo  di  unn  pensione  fattagli 
dall'Inghilterra.  (Per  maggiori  e  interessanti  notizie  €u  questo  giornalista  vedi  l'articolo 
di  Ulisse  Papa  nel  fascicolo  di  giugno  l'^So  della  Nuova  Antologia.) 

ROMANIA 

Giornali  cessati: 

—  Nel  1881  nacque  a  Bukarcst  un  giornale  politico,  letterario  intitolato  Fratia 
romdna-italiana  (Fratellanza  rumena-italiana) ;  usciva  ogni  15  giorni  in  8  pagine  in-4.* 
con  copertina,  redatto  in  rumeno  ed  italiano.  Era  diretto  da  Luigi  Cazavillan,  e  vi 
scrivevano  O.  Turchetti,  Vezze/zi-Ruscalla,  ecc. 

SAN   MARINO  (REPUBBLICA    DI) 

Giornali  cessati  : 

—  Il  primo  giornale  che  vide  la  luce  nel  piccolo  Stato  fu  La  Nefelocchighia,  nata 
nel  18S1.  Cessò  dopo  due  numeri  perchè  i  compilatori  si  unirono  ai  redattori  del 
Giovane  Titano,  giornale  nuovo  che  usci  ai  primi  di  maggio  del  1881  e  continuò  ogni 
settimana  fino  a  tutto  l'ottobre  dell'anno.  Ricomparve,  ma  per  pochi  numeri,  nel  1882.  — 
Nell'ottobre  del  1881  nacque  La  Repubblica  di  S.  Marino  per  opera  dell'avv.  Giuseppe 
Masi  e  non  durò  mclto  sebbene  uscisse  circa  una  volta  al  mese.  —  Successivamente 
nacque  La  Lotta  che  cessò  dopo  il  primo  o  il  secondo  numero.  Cosi  dopo  pochi 
numeri  tacque  II  Radicale  ch'era  nato  nel  1888. 

•  46 


730 


GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 


SVIZZERA 


L'Agricoltore  ticinese.  Giornale  econo- 
mico, agrario,  nato  nel  i86S.  E  organo 
della  Società  Cantonale  di  Agricoltura  e 
Selvicoltura.  Esce  il  15  e  30  d'ogni  mese 
in  fascicoli  di  20  pagine  in-8.°  e  tira  1300 
copie.  Direttore:  ing.  Giovanni  Lubini.  Ab- 
bonamento: anno  L.  2  per  i  soci  agricoli; 
4  pei  non  soci  ed  estero,  con  le  spese  po- 
stali in  più.  Tipografia.  Veladini. 

Lugano. 
_  Bollettino  medico  della  Svizzera  ita- 
liana. Giornale  di  medicina,  farmacia  e 
scienze  affini,  nato  nel  gennaio  \>iS).  Esce 
ogni  mese  a  fascicoli.  Vi  scrivono:  P.  Pe- 
drazzini.  dott.  G.  Reali,  dott.  Casella,  ecc. 
È  organo  della  Società  medica  e  farma- 
ceutica della  Svizzera  italiana.  Abbona- 
mento: anno  L.  6.  -  Unione  postai»:  anno 
L.  6,60.  Tipografia  Bertolotti. 

Locamo. 
_  Bollettino  storico  della  Svizzera  ita- 
liana. Rivista  storica  letteraria  di  molta 
importanza,  nata  nel  1S79.  Esce  ogni  mese 
in  fascicoli  di  16  a  24  pagine  e  tira  500 
copie.  Direttore:  Emilio  Motta.  Abbona- 
mento: anno  L.  j,  estero  6.  Tip.  Colombi. 

Bellin-^ona. 

Il  Credente  cattolico.  Giornale  religioso, 
b'settimanale,  nato  nel  1856  a  Bellinzona 
e  trasportato  poscia  a  Lugano.  Ne  è  di- 
rettore il  can.  Gianola,  professore  al  Liceo 
di  Lugano.  Tira  lOoo  copie:  Inserzioni: 
IO  centesimi  la  linea.  Tip.  Degiorgi. 

Lugano. 

Il  Dovere.  Giornale  dei  liberali  ticinesi, 
fondato  il  i.°  luglio  1878,  da  R.  Simen  e 
avv.  A.  Mordasini.  Esce  tutti  i  giorni  non 
festivi  in  4  pagine  a  3  colonne.  È  fatto 
con  molta  cura  ed  ha  una  diffusione  di 
2000  copie.  Direttore-redattore  in  capo: 
Rinaldo  Simen.  Abbonamento  :  anno  L.  1 5, 
sem.  8,  trim.  4.  Unione  postale  :  anno  L.  24, 
Sem.  12,  trim.  6.  Inserzioni  :  3.'  pagina  0,20 
la  linea,  4.'  pagina,  0,10.  Un  numero  0,10. 

Locamo. 

L'Educatore  della  Svizzera  italiana. 
Giornale  letterario  d'istruzione  ed  educa- 
zione, nato  nel  1855.  L'anno  seguente  so- 
spese le  pubblicazioni  e  le  riprese  nel  1859. 
Esce  ogni  15  giorni  in  16  pagine  in-i6.° 
grande  ed  ha  una  tiratura  di  800  copie. 
Abbonamento:  anno  L.  5,50.  L^nione  7. 
Tipografia  Colombi. 

Bellinzona. 

Foglio  ofBciale  ticinese.  Bollettino  uffi- 
ciale fondato  il  7  gennaio  1844  per  la  pub- 
blicazione degli  atti  amministrativi  del  Can- 


tone Ticinese.  Esce  ogni  settimana  e  tira 
1000  copie. 

Locamo. 

Gazzetta  ticinese.  Antico  e  reputato 
gio''nale  italiano  liberale,  nato  nel  1800, 
edito  e  diretto  dai  fratelli  Veladini,  pro- 
prietari. Esce  ogni  giorno  meno  i  festivi 
in  4  pagine  a  5  colonne;  le  sue  notizie 
esattissime  ed  interessanti  sono  spesso  se- 
gnalate dalle  agenzie  telegrafiche  europee. 
Tira  3000  esemplari.  Abbonamento:  anno 
L.  18,50,  sera.  9,50,  trim.  4,75.  -  Europa 
e  America:  anno  L.  31,  sem.  16,  tr.  8,20. 
Inserzioni:  io  centesimi  la  linea. 

Lugano. 

Il  Grigione  italiano.  Giornaletto  cqm- 
merciale  e  d' interessi  locali,  nato  nel  1853. 
È  uno  dei  più  antichi  giornali  svizzeri  e 
benché  piccolo  di  formato  è  molto  apprez- 
zato per  la  sua  serietà  e  per  il  carattere 
indipendente  e  liberale.  Di  politica  si  oc- 
cupa poco  e  dà  soltanto  notizie  generali. 
Esce  ogni  sabato  in  4  pagine  a  3  colonne. 
Ne  sono  redattori  responsabili  :  Marchioli 
dott  Daniele  e  Giuseppe  Lanfranchi.  Tira 
700  copie.  Abbonamento:  anno  L.  5.  - 
Estero  :  anno  L.  7,  sem.  3,50,  trim.   1,80. 

Poschiavo. 

Il  Lago  Maggiore.  Giornaletto  politico, 
commerciale  ed  industriale,  nato  nel  1857 
a  Intra.  Nel  1S69  si  trasferi  ad  Ascona. 
Esce  ogni  giorno  in  4  pagine  a  3  colonne. 
É  fatto  con  molto  g.irbo;  e  propugn.i  prin- 
cipe lib-'rali.  Pubblica  molte  corrispondenze 
dai  paesi  limitrofi  italiani.  Ne  è  direttore 
ed  editore  l'avv.  F.  Pancaldi-Ferretti  e 
tira  700  copie.  Abbonamento  per  l' Italia  : 
anno  L.  8,  sem.  4,50. 

Ascona. 

La  Libertà.  Organo  del  partito  liberale- 
conservatore,  nato  a  Lugano  nel  1866,  tra- 
sportato a  Locamo  nel  1875,  indi  passalo 
a  Bellinzona  e  tornato  col  1890  a  Locamo. 
Esce  ogni  giorno  in  4  pagine  e  tira  2000 
copie.  É  giornale  molto  ben  redatto,  apprez- 
zato e  diffuso.  Abbonamento  :  anno  L.  14.  In- 
serzioni: 0,10  la  linea.  T.  Alberto  Pedrazzini. 

Locarne. 

Il  Mera.  Gazzettino  della  Bregaglia,  nato 
il  15  gennaio  1889.  Esce  ogni  15  giorni 
in  4  pagine,  formato  0,42  x  0,28.  Direttore: 
G.  Martinelli.  Abbonamento:  anno  L.  5, 
estero  6,50.  Un  numero  0;20.  Si  stampa 
nella  Tip.  Antonio  Ogna  di  Chiavenna. 

Sondo. 

Il  Pancacciere.  Giornale  letterario,  nato 
nel  1887.  Esce  2  volte  al  mese  in  4  pa- 


GIORNALI   ITALIANI    STAMPATI    ALL  ESTERO. 


731 


gine  a  3  colonne  e  si  stampa  a  Bellinzona 
nella  tipo-litografia  Salvioni.  Redattore  : 
Gio.  Airoldi.  Abbonamento  per  la  Svizzera 
e  l'Italia:  anno  L.  4,  sem.  2,50,  trira.  1,23. 
Via  Bandoria,  259. 

Lugano. 

11  Patriota.  Giornale  politico,  liberale, 
Esce  ogni  settimana  e  tira  400  copie. 

Chnr. 

Repertorio  di  giurisprudenza  patria. 
Rivista  giuridica,  settiraanal-,  fondata  nel 
1866  dali'avv.  G.  B.  Meschini,  il  quaie  la 
diresse  sino  al  1878,  anno  in  cui  rivista  e 
fondatore  morirono.  11  4  luglio  1881  il  Re- 
pertorio fu  ripreso  dagli  avvocati  Luigi  Co- 
lombi e  Stefano  Gabuzzi,  che  attualmente 
lo  dirigono.  Il  Repertorio  esce  il  15  e  50 
d'ogni  mese  in  48  pagine  in-8.°  -  Riporta 
le  sentenze  di  massima  del  tribunale  fede- 
rale, la  giurisprudenza  d.M  tribunali  ticinesi 
del  consiglio  e  delle  camere  federali,  ecc.  - 
Abbonamento:  anno  L.  12.  -  Estero  spese 
postali  in  più.  Un  fase.  L.  i  ,50.Tip.  Colombi. 

Bellin{^ona. 

La  Ricreazione.  Giornale  d'istruzione  ed 
educazione,  nato  nel  1877,  organo  dell'I- 
stituto internazionale  Baragiola  in  Riva 
S.  Vitale.  Tipografìa  G.  Prina. 

Mendrisio. 

La  Riforma.  Giornìle  politico,  commer- 


ciale, quotidiano.  Direttore:  avv.  Brenno 
Bertoni.  Abbonamento  :  anno  L.  15,  sera.  8, 
trim.  4.  -  Estero:  anno  L.  30, sem.  16.  Ti- 
pografia Colombi. 

Bellinzona. 

La  Scintilla.  Giornale  politico,  letterario, 
artistico,  nato  nel  1889.  Esce  2  volte  al 
mese  in  4  pagine  a  2  colonne.  Direttore: 
Tito  Bahjo  Galliano.  Abbonamento:  anno 
L.  6;  sem.  3.  Ob.  Kirchgasse  58,  II. 

Zurigo. 

La  Scintilla.  Giornale  evangelico,  nato 
nel  iS8:>.  Esce  ogni  mese  in  x6  pagine  e 
copertina.  Direttore:  Paolo  Calvino.  Ab- 
bonamento Italia:  anno  L.  1,80. 

B  lasca. 

Lo  Svegliarino.  Giornale  politico,  con- 
servatore, organo  della  gioventù  ticinese, 
nato  nel  gennaio  1881.  Esce  2  volte  al 
mese  in  8  pagine  in-folio  piccolo  e  tira 
600  copie.  Abbonamento:  anno  L.  2,60. 
Tipografia  Traversi  e  Degiorgi. 

Lugano. 

Vita  Nova.  Giornale  politico,  letterario, 
umoristico,  nato  nel  18S4,  col  titolo  di 
Ve^pa  che  poi  mutò  nell'attuale.  Esce  ogni 
sabato  in  4  pagine  a  }  colonne  illustrate. 
Abbonamento  :  anno  L.  6,50.  Unione  8,50. 
Un  numero  0,20.  Rue  du  Rhòne,  38. 

Ginevra. 


Giornali  cessati: 

L'Agitatore,  internazionalista,  n.   1S74  a  Lugano. 

L'Amica  di  casa,  istruttivo,  mensile,  1861-62  a  Locamo;  si  mutò  in  Furo  delle  Alpi. 
L'Amico  della  riforma,  liberale,  settimanale,  1838-39,  Lugano. 
L'Amico  del  popolo,  politico,  1847-52,  a  Lugano,  poi  a  Bellinzona. 
L'Amico  del  popolo,  interessi  locali,  settimanale,  1881-82,  Grono. 
L'Amnistia,  n.   1841   a  Grono;  direttore  A.  Bianchi-Giovini. 
L'Ape,  giornale  per  le  famiglie,  settimanale,  n.    1859  ad  Airolo. 
L'Ape,  pedagogico,  bimensile,  n.   1882  a  Locafno. 

L'Ape  del  Ceresio,  politico,  economico,  n.  1856  a  Lugano;  direttore  ab.  G.  Stabile. 
L'Ape  delie  cognizioni  utili,  mensile,  1833-35  a  Capolago,  1835-41  a  Milano. 
L'Araldo  ticinese,  commerciale,  industriale,  n.   1875  a  Lugano. 
Atti  della  società  ticinese  d'utilità  pubblica,   1829-34  a  Lugano. 
L'Aurora,  politico,  1830-32  a  Lugano;  redattore  Aurelio  Bianchi-Giovini. 
L'Aurora,  politico,  umoristico,  settimanale,  1S59-60  a  Locamo. 
Bollettino  del  Cantone  Ticino,  n.   1807  a  Lugano. 

Bollettino  delle  leg^i  e  decreti  della  Repubblica  Elvetica,  u:  iSoi  a  Lugano. 
Il  Buon  umore,  1859-62,  illustr.,  sett.,  a  Bellinzona,  poi  a  Lugano  e  quindi  a  Locamo. 
Il  Carabiniere  ticinese,  progressista,  bisettimanale,  n.    1873   a  Locamo. 
Il  Cattolico,  bimensile,  1833-50  a  Lugano;  redattori  G.  Riva  e  can.  G.  B.  Torricelli. 
Il  Ceresio,  politico,  n.  1881  a  Lugano;  mori  nell'anno. 
Il  Cittadino  ticinese,  bisettimanile,   1S62-66  a  Lugano. 
Il  Confed>'ralo  ticinese,  conserv.itare,  bisettimanale,   1847-50  a  Lugano. 
Il  Contadino,  popolare,  1863-65,  settimanale,  a  Cavagnago. 
Il  Contadino  che  pensa,  agricolo,  settimanale,  n.   1857  a  Bellinzona. 
Corriere  svii{ero,  bisett.,  n.  i*^2j;  nel  1830  si  fuse  con  {'Osservatore  del  Ceresio  (vedi). 
Il  Carrier  Zoppo,  0  sia  Mercurio  storico  e  politico,  n.  dicembre  1756  a  Lugano,  men- 
sile, ia-i2.°;  pare  cessò  nel  1762. 


732  GUIDA    DELLA    STA.MPA   PERIODICA   ITALIANA. 

—  La  Costituiione,  politico,  popolare,  quotidiano,  n.   1871  a  Bcllinzona. 

—  Il  Democratico,  a.  186S  a  Locamo;  redattore  Riletti. 

—  La  Democrazia,  politico,  popolare,  1852-62  a  Bailiiizona  ;  risorse  poi  nel  1868-70. 

—  U  Educazione,  mensile,  1874-75  a  Lugano. 

—  L'Elettore  ticinese,   1852-54,  settimanale,  a  Lugano;  direttore  G.  Airoldi. 

—  U Elvezia,  politico,  progressista,  bisettimanale,   1863-65  a  Lugano. 

—  \J  Emigrante  ticinese,  democratico,  mensile,  n.   1873  a  Ginevra. 

—  U Euterpe  ticinese,  mensile,  n.   1833  a  Lugano. 

—  Foglio  d'annunci  dell' Agenzia  italo-svizzera,  quindicinale,  1863-64  a  Locamo. 

—  Foglio  d'annunzi  nel  Ticino,  bimensile,  n.   1875  a  Lugano. 

—  Ga:^^e//a  del  popolo  ticinese,  quotidiano,  liberale,  1862-67  a  Bellinzona. 

—  GazZ'^l^i^'O  del  popolo,  ufficiale  del  Direttorio  Elvetico,  n.   1799  ^  Lugano,  in-4.°  a 

2  colonne;  visse  pochissimo. 

—  Il  Ginnasta,  bimensile,  1869-80  a  Locamo;  direttore  Simen. 

—  Il  Giornale  della  festa,  del  tiro  federale,  n.   1883  a  Lugano;   15  numeri. 

—  Giornale  delle  Società  ticinesi  d'utilità  pubblica,  della  Cassa  di  risparmio  e  degli  Amici 

dell'educazione  del  popolo,  mensile,   1841-47  a  Lugano. 

—  Il  Giovine  ticino,  radicale,  settimanale,  1875-80  a  Lugano. 

—  Il  Gottardo,  liberale,  trisettimanale,  1873-78  a  Lugano. 

—  V  Illustraz'one  ticinese,  n.  1S74  a  Lugano. 

—  L' Imparziale,  settimanale,  conservatore,  n.   1852  a  Lugano;  25  numeri. 

—  L'Impavido,   1870-75,  bisettimanale,  n.  ad  Ascona. 

—  L' Indipendente  svizzero,  bisettimanale,  1833-36  a  Capolago. 

—  U Industre,  mensile,  n.   1833  a  Lugano. 

—  L'Iride,  reazionario,   1836-38  a  Bellinzona;  direttore  G.  A.  Molo. 

—  L'Istruttore  del  popolo,  mensile,  in-8.°,  1833-35  a  Lugano;  redattore  Francesco  Pa- 

stori, parmigiano. 

—  Il  Lavoratore,  settimanale,  n.   1854  a  Lugano. 

—  Il  Lavoratore,  socialista,  settimanale,  n.   1S88  a  Lugano. 

—  Il  Maestro  elementare,  1859-60  a  Lugano. 

—  li  Maestro  in  esercizio,  mensile,  1871-73  a  Lugano. 

—  Il  Martello,  quindicinale,  n.   1864  a  Lugano  (effettivamente  stampato  a  Milano). 

—  Il  Mefistofele,  umoristico,  quindicinale,  n.   1877  a  Lugano. 

—  La  Minerva  ticinese,  n.   1830  a  Lugano. 

—  Monitore  della  tipografia  elvetica,  mensile,  storico,  bibliografico,  1 85 1-5 3  a  Capolago. 

—  Il  Monte  Cenere,  progressista,  trisettimanale,  1859-60  a  Lugano. 

—  La  Suova  Gazz^lta,  reazionario,  settimanale,  n.   1839  ^  Locamo. 

—  Nuove  di  diverse  corti  e  paesi,  settimanale,  n.   1746  a  Lugano;  nel  1797    mutò  ti- 

tolo in  Cazzano,  di  Lugano,  8  pagine  in-4.°  a  2  colonne.  Cessò    nell'aprile   1799 
essendo  stato  suo  compilatore  l'abate  Vanolli  ucciso  dalla  rivoluzione. 

—  L'Operaio,  democratico,  settimanale,  1851-53  a  Lugan?. 

—  L'  Osservatore  del  Ceresio,   1830-34  a  Lugano;  redattori  Franscini,  P.  Peri  e  C.  Lu- 

rati.  (P  trla  di  questo  giornale  e  di  altri,  della  libertà  di  stampa  nel  Cantone,  l'av- 
vocato Angelo  Baroffio,  nella  sua  Storia  del  Canton  Ticino  dal  i8oj  al  18^0.) 

—  La  Palestra,  mensile,  radicale,  1875-77  a  Berna. 

—  Il  Parlamento,  n.   1854  a  Lugano. 

—  Il  Patriota  del  Ticino,  bisettimanale,  1852-55,  a  Faido. 

—  Il  Popolo,  bisettimanale,  ultraradicale,  1853-58  a  Lugano. 

—  Il  Popolino,  giornale  dell' Unioie   ticinese,  supplemento  al  Popolo,   1854-55  a  Lu- 

gano, illustrato,  settimanale. 

—  Il  Portafogli  del  maestro  elementare,  mensile,  1872-73  a  Lugano. 

—  li  Progresso,  politico,  industriale,  bisettimanale,  1864-67  a  Locamo. 

—  Il  Propagatore  svizzero  delle  utili  notizie,   1838-39  a  Lugano,  mensile;  direttore  Ste- 

fano Franscini. 

—  La  Pubblicità  della  Syi^^era  italiana,  n.    1881   a  Lugano. 

—  Il  Pungolo,  n.  1835  a  Mmdrisio,  settimanale,  con  supplemento  La  Valigia, 

—  La  Riforma,  trisettimanale,  n.  1857  a  Lugano. 

—  La  Riforma  federale,  bisettimanale,  n.   1872  a  Lugano. 
i Il  Risveglio,  bimensile,  n.   1878  a  Chiasso. 

•-*  La  Rivista  ferroviaria,  settimanale,  a.  1866  a  Lugano. 


GIORNALI    ITALIANI    STAMPATI   ALL' ESTERO. 


733 


—  Rivista  scientifica  svinerà,  n.  1882  a  Locamo,  mensile. 

—  Lo  Svi:fj{ero,  educativo,  bimensile,  n.  1853  a  Lugano. 

—  Il   Telegrafo  delle  Alpi,  politico,  n.  1801  a  Lugano;  dal   1806  al  18 14  si  mutò  in 

Corriere  del  Ceresio;  dal  1814  al  1821   in  Ganetta  di  Lugano;  col  1821  si  mutò 
definitivamente  in   Gaietta  ticinese  (vedi). 

—  11  Tempo,  pop.,  trisett.,  1874-78  a  Locamo;  fu  sostituito  dal  presente  Dovere  (vedi), 

—  La   Tribuna,  democratico,  bisettiminale,  n    1868  a  Lugano. 

—  Il   Tribuno,  giornale  secondario  alla  Giovine  Italia,  n.  1833  a  Lugano;  tip.  Ruggia. 

—  L' Umanità,  politico,  commerciale,  bisettimanale,  185S-63  a  Locamo. 

—  L'  Unione,  politico,  n.   1884  a  Ginevra. 

—  L'Unione  del  popolo,  n.   1854  a  Lugino. 

—  L'  Universo,  ebdomadario,  ozioso  e  senza   scopo,  n.   1833   a  Lugano. 

—  La  Verità,  settimanale,  conservatore,  1877-79  a  Lugano. 

—  La  Voce  del  popolo,  conservatore,  bisett.,  1859-62  a  Lugano;  direttore  B.  Lurati. 

—  Per  maggiori  chiarimenti  sulla  stampa  italiana  nella  Svizzera,  può  consultarsi 
l'opuscolo  //  Giornalismo  del  Cantone  Ticino  dai  1746  al  iSSj  -  Locamo,  tipografia 
D.  Mariotta,  1885. 


TURCHIA 


Giornale  commerciale.  Organo  della  Ca- 
mera italiana  di  Commercio  ed  Arti,  nato 
nel  1887.  Si  pubblica  z  volte  al  mese  in 
fascicoli  di  8  pagine  a  3  colonne  e  coper- 
tina in-folio.  Abbonamento  per  l'Italia: 
anno  L.  1 0.  Strada  Vivoda,Bo  iltazzi  Han, 69. 
Costantinopoli. 


Eivista  marittima.  Pubblicazione  inter- 
mittente, redatta  in  italiano,  nata  nel  1876. 
Ebce  su  mezzo  foglio,  poligrafota.  Contiene 
la  lista  dei  legni  in  arrivo  e  partenza  nel 
Bosforo. 

Costantinopoli. 


Giornali  cessati: 

—  U Eco  d'Italia,  politico,  n.   1884  a  Smirne. 

—  Giornale  Nazionale,  politico,  sett.,  redatto  in  italiano  ed  ebraico,  n,  a  Costantinopoli. 

—  Il  Levantino,  bisettimanile,  greco-italiano,  n.  Costantinopoli: 

—  Museum  Internationale,  politico,  letterario,  italiano,  bisettimanale,  n.  a  Smirne. 

—  Telegraph-  Tempo,  politico,  quotidiano,  italiano,  ebraico  e  persiano,  n.  a  Costantinopoli. 


UNGHERIA 


La  Bilancia.  Giornale  politico,  commer- 
ciale, marittimo,  quotidiano,  fondato  nel 
1867  e  diretto  da  Emidio  Mohovic.  É  il 
solo  giornale  politico  quotidiano  che  si  pub- 
blichi in  lingua  italiana  nel  regno  d'Un- 
gheria, che  riporti  i  resoconti  delle  diete 
di  Budapest  e  Zagabria  (Agram).  Esce  la 
sera  in  gran  formato,  4  pagine  a  5  colonne. 
Ha  un  programma" liberale,  antipanslavista. 
É  molto  difl^uso  nel  litorale  ungaro-croato, 
Istria,  Dalmazia  e  nelle  isole  del  Quarnero. 
Tira  3000  copie.  Abbonamento  :  16  fiorini 
per  Fiume,  18  per  la  Monarchia,  24  per 
l'Unione   postale.    Inserzioni  :  20   soldi  la 


linea  la  i."  volta,  soldi   io  le  successive. 

Fiumi, 
La  Varietà.  Giornale  per  tutti,  fondato 
nel  1882  e  diretto  dal  signor  Adolfo  Pel- 
legrini. È  un  giornale  molto  popolare,  quo- 
tidiano, non  politico  ed  esce  in  4  pagine 
a  5*colonne.  Contiene  notizie  locali,  fatti 
divers',  varietà,  qcc  -  Tira  2000  copie.  Ab- 
bonamento :  6  fiorini  all'anno  per  Fiume, 
IO  per  la  Monarchia,  14  per  l'Unione  po- 
stale -  semestre  e  trimestre  in  proporzione. 
Inserzioni:  soldi  io  la  linea  la  i.*  volta, 
soldi  5  le  successive.  Via  Governo,    567. 

Fiume. 


Giornali    cessati: 

—  Giornale  di  Fiume,  politico,  quotidiano,  n.   1871;  direttore  Dott.  Carlo  Salvadori. 

—  Rivista  umoristica,  mensile,  n.  a  Fiume. 

—  Studio  e  Lavoro,  letterario,  educativo,  settimanale,  n.  a  Fiume;  editore  Karletzki, 


734 


GUIDA   DELLA    STAMPA    PERIODICA   ITALIANA. 


AFRICA 


EGITTO 


L'Eco  d' Italia,  Giornale  politico,  demo- 
cratico, commerciale,  nato  nel  1889  per 
difendere  gli  interessi  itiliani.  Esce  ogni 
giorno  in  4  pagine  a  4  colonne.  Tira  1 500 
copie.  Abbonamento:  anno  L.  26;  sem.  13. 
Estero  spese  postali  in  più. 

Alessandria. 

La  Giovent'i  italiana.  Giornale  lettera- 
rio, nato  nel  1889.  Esce  ogni  15  giorni  ed 
è  redatto  con  molto  garbo.  Direttore:  avv. 
Duranti. 

Cairo. 

Il  Messaggiero  egiziano.  Giornale  poli- 
tico, e  di  notizie  vane,  nato  nel  1876.  Esce 
ogni  giorno  in  4  pagine  a  5  colonne  e  tira 
1000  copie.  Direttore  proprietario:  Enrico 
Debono.  Il  Messaggiero  è  designato  per  gli 
atti  ufficiali  dei  consolati  italiano  e  spa- 
gnuolo.  Abbonamento:  annoL.  60;  sem.  30. 


Estero,  spese  postali  in  più.  Un  numero 
I  p.  t.  Inserzioni:  i.'  pagina  L.  i  la  linea, 
3.*  pagina   50  centesimi,  4.'  pagina  25. 

Alessandria. 
Rivista  quindicinale.  Nata  il  i.°  marzo 
1889,  si  pubblicava  ogni  mese  in  48  pagine 
in-4.°  Ora  esce  il  io  e  il  25  d'ogni  mese 
in  24  pagine  e  si  occupa  di  scienze,  let- 
tere ed  arti.  È  fatta  con  molta  cura  e  com- 
petenza: dà,  sull'Egitto  sopratutto,  articoli 
scientifici,  letterarii,  teatrali  di  storia  e  geo- 
grafia,commerciali,  finanziarli,  bibliografici, 
di  pubblica  utilità,  novelle,  versi,  musica, 
occupandosi  in  una  parola  di  tutto  quanto 
può  riuscire  utile  e  gradevole  ai  propri 
lettori.  Direttore:  Luigi  Biaglni.  Abbona- 
mento: anno  L.  16  per  tutta  l'Unione.  Ti- 
po-litografia Pennason. 

Alessandria. 


Gioruali  cessati: 

V  Affrica,  politico,  comra.,  quotid.,  n.  1885  ad  Alessandria,  redattore  E.  LeoQcavallo. 

U Avvisatore  egiziano,  quindicinale,  d'annunzi,  commerciale,  Alessandria. 

Il  Cairo,  teatrale,  artistico,  commerciale,  n.  1870;  direttore  V.  Jannarelli. 

Il  Diritto,  politico,  commerciale,  trisettimanale,  u.  1885  al  Cairo;  redattore  R.  Fichera. 

Don  Marcio,  settimanale,  umoristico,  illustrato,  n.   1879  ad  Alessandria. 

U  Economista,  commerciale,  n.  1874  al  Cairo,  bisettimanale;  direttore  Cesare  Boccaro. 

Giornale  ebdomadario  d'arrivi  e  partente,  n.  ad  Alessandria. 

Idotea,  letterario,  n.  1870  ad  Alessandria;  direttore  F.  F.  Oddi  e  L.  Co  Dalla  Decima. 

Monitore  Commerciale  di  Cairo,  bisettimanale,  n.   1870,  direttore  S.  Flek. 

La  Piastra  Egiiiana,  n.   1872  al  Cairo;  direttore  Dott.  J  H.  Zatb. 

Il  Risorgimento  del  Cairo,  teatrale,  letterario,  n.   1870;  direttore  V.  Jannarelli. 

La  Rivista,  settimanale,  letterario,  commerciale,  n.  1872  al  Cairo. 

Il  Semi-Serio,  bisettimanale,  n,   1870  al  Cairo;  direttore  V.  Jannarelli. 

La  Staffetta,  politico,  commerc,  settim.,  n.   1878  ad  Alessandria;  direttore  M.  Mieli. 

La  Sentinella,  Alessandria. 

La  Trombetta,  quotidiano,  politico,  commerciale,  n.  1859  ad  Alessandria.  Fu  di- 
retto per  molti  anni  da  Gimelli,  morto  nel  massacro  del  1882;  poi  da  N.  Grasso 
e  finalmente  da  Leone  Leoncavallo. 


TUNISI 


Bollettino    ufficiale   della   Camera   di 
Commercio  ed  arti  di  Tunisi.  Tip.  Finzi. 

Tunisi. 
Corriere   Tunisino.    Giornale  politico, 
nato  nel    1887   per  sostenere  gl'interessi 
italiani. 

Tunisi. 
L'Operaio.  Giornale  politico  locale,  nato 
il  20  novembre  1887. 

Tunisi. 
V  Unione.   Giornale  politico,  commer- 


ciale, nato  nell'aprile  del  1886.  È  soste- 
nuto dalla  Camera  di  Commercio  ed  Arti 
italiana,  che  fece  venire  appositamente  dal- 
l'Italia il  direttore,  C.  Fabbri.  Propugna 
la  conciliazione  e  l'opera  del  progresso  e 
della  civiltà.  Esce  il  giovedì  e  domenica 
in  4  pagine  a  5  colonne  ed  è  redatto  eoa 
molta  cura.  Abbonamento:  anno  L.  14, 
sem.  8,  trim.  4.  Un  numero  centesimi  io. 
Rue  de  Constantine,  11. 

Tunisi, 


GIORNALI    ITALIANI    STAMPATI    ALL  ESTERO. 


735 


Giornali  cessati: 

—  Il  14  aprile  del  1883  nacque  a  Tunisi  un  giornale  settimanale  italiano  intitolilo  La 
Medyerda.  Il  successo  fu  grandissimo  pel  suo  programma  puramente  tunisino;  la  prima 
edizione  del  primo  numero  fu  completamente  esaurita  e  si  fece  la  seconda.  Ma  sic- 
come il  giornale  era  stato  pubblicato  senza  la  preventiva  autorizzazione  del  Bey,  il 
governo  tunisino  ne  ordinò  il  sequestro  e  si  rivolse  per  1'  esecuzione  ai  Consolati  d'In- 
ghilterra, essendo  inglese  lo  stampatore  ed  italiano   il  gerente. 

Non  essendo  mai  stata  contrastata  l'efficacia  della  legge  locale  in  materia  di  stampa, 
entrambi  i  Consoli  pubblicarono  un  avviso  per  vietare  la  vendita  del  giornale  ed  ordinare 
il  sequestro.  Il  Console  italiano,  il  quale  aveva  già  preventivamente  avvertito  i!  gerente 
e  gii  altri  interessati  italiani  dell'obbligo  dell'autorizzazione,  rinnovò  l'avvertenza  al  ge- 
rente stesso  dopo  l'avvenuto  sequestro.  Dal  canto  suo  il  Console  inglese  intimò  allo 
stampatore  di  cessare  ogni  pubblicazione,  con  la  comminatoria  di  fargli  chiudere  la 
tipografia.  QjLiesto  fatto  irritò  la  colonia  italiana  di  Tunisi;  allora  il  giornale  si  trasferi 
a  Cagliari,  ma  cessò  subito. 


AMERICA 


ARGENTINA    (REPUBBLICA) 


L'Amico  del  popolo.  C'ornale  democra- 
tico, nato  nel  1S69.  Esce  ogni  settimana 
in  8  pagine  in-4.°  a  2  colonne.  E  organo 
del  Centro  repubblicano  italiano.  Abbona- 
mento mensile  ps.  1 5  me.  Un  numero  4 
d.  -  Reconquista,  567. 

Buenos  Ayres. 

Bollettino  mensile  della  Camera  di  Com- 
mercio ed  Arti  in  Buenos  Ayres.  Fondato 
nel  11:^85,  esce  ogni  mese  in  io  pagine 
a  4  colonne,  in-folio,  ottima  carta  e  buoni 
tipi.  Contiene  gli  atti  della  Camera,  prezzi 
correnti,  mercuriale  dei  grani,  movimenti 
marittimi,  cambi,  sconti,  titoli  ed  azioni, 
corrispondenze  e  notizie,  ecc.  Il  Bollettino 
è  distribuito  gratis  alle  Camere  di  com- 
mercio; a  tutti  i  soci  contribuenti;  ai  gior- 
nali commerciali  che  chiedessero  il  cambio, 
alle  biblioteche  nazionali  e  straniere.  Tutti 
gli  altri  pagano  :  anno  L.  8,  seni.  4.  In- 
serzioni :  uno  spazio  L.  40  all'anno,  spazio 
doppio  70,  quadruplo  I2c.  Via  Cerrito,  445. 
Buenos  Ayres. 

Bollettino  mensile  della  Camera  di  Com- 
mercio ed  Arti  di  Bosario  di  Santa  Fé. 
Organo  ufficiale  per  gli  atti  commerciali 
della  Camera.  Esce  a  fascicoli  redatto  in 
italiano. 

Rosario  di  Santa  Fé. 

Il  Commercio  italiano  dell'  Argentina. 
Giornale  d'industria  e  commercio,  nato 
nel  1889,  Direttore:  Gerolamo  Canepa 

Buenos  Ayres. 


L'Eco  delle  società  italiane.  Periodico 
illustrato,  nato  nel  1889.  Esce  il  lunedi 
in  4  pagine  a  3  colonne.  Direttore  :  prof. 
I.  Martignetti.  -  Tucuman,   1501. 

Buenos  Ayres. 

Il  Maldicente.  Giornale  umoristico,  or- 
gano della  S/,  M,*^  A,%  nato  nel  1.876. 
Esce  o>;ni  domenica  in  8  pagine  a  3  co- 
lonne. -  Salta,  80. 

Buenos  Ayres. 

La  Nazione  italiana.  Giornale  politico 
della  sera,  nato  nel  1S82.  Esce  in  4  pagine 
a  6  colonne.  Editori  proprietari  :  fratelli 
Barbieri.  Abbonamento:  Unione,  anno  L.96, 
sem.  50.  -  Calle  Reconquista,  492. 

Buenos  Ayres. 

L'Operaio  italiano.  Giornale  politico 
commerciale,  organo  degl'  interessi  italiani 
al  Piata,  nato  nel  1S75.  Esce  ogni  mattina 
in  4  pagine  grandissime  a  7  colonne.  Si 
occupa  di  politica,  commercio,  industria, 
scienze,  belle  arti,  letteratura,  notizie  ed 
avvisi.  È  proprietà  della  società  anonima 
r  Operaio  Valiano.  Ha  corrispondenze  da 
Roma,  da  Parigi,  abbondante  cronaca  e 
numerosissimi  avvisi.  Amministratore-ge- 
rente: Alessandro  De  Rossi.  Fu  direttore 
deirO/)era/o  l'avv.  Annibale  Blosi.  Nel  1883 
gli  azionisti  dell'Impresa  Editrice  àtW Ope- 
raio, il  cui  stato  di  prosperità  invidiabile 
è  dovuto  alla  meritata  popolarità  di  cui 
gode  pel  senno  com'è  diretto,  si  riunirono 
e  stabilirono  lodevolmente  di  impiegare  il 


GUIDA    DELLA    STAMPA    PERIODICA    ITALIANA. 


dividendo  ad  aumentare  il  material'^  tipo- 
grafico. Ora  dirige  V  Operaio  LuÌ3Ì  Otto- 
lini.  Abbonamento:  Ps.  i,oo  m|m.  All'este- 
ro un  mese  L.  1,45.  -  267,  Calle  Cuyo. 
Buenos  Ayres. 
La  Patria  italiana.  Importante  giornale 
politico,  letterario,  commerciale,    f-indato 


in  4  pagine  gran  formato  a  9  colonne. 
Tira  14000  copie.  È  il  più  importante  e  dif- 
irso  giornale  italiano  dell'Argentina.  Abbo- 
namento: Unione  postale,  annoi-.  90  (oro), 
Sem.   50.  -  Florida,  266. 

Buenos  Ayres. 
Rovista  sud-americana.  Pregevole  gior- 


nel  1K77  da  B.  Cittadini,  col  titolo  la  Pa-  naie  politico,  commerciale,  artistico,  nato 
/r/fl,  al  quale  fu  aggiunta  la  qualifica  d'r/a-  nel  iSso.  Esce  ogni  settimana  in  16  pa- 
ìiana,  senza  mutar  nulla  del  programma.  :  gine  in-4  °  a  3  colonne,  redatto  in  spa- 
É  diretto  dal  dott.  A.  Valentini.  La  prò-  [  gnuolo  ed  italiano.  Direttore:  Guglielmo 
prittà  della  P^i/ria  fu  comprata  da  Angelo  Godio.  -  Calle  Corrientes,  159. 
Sommaruga,  ora  libraio  a  Buenos  A3'res,  ;  Buenos  Ayres. 

Rivista  italiana  settimanale.  Giornale 
politico,  commerciale,  n;ito  nel  1889.  Di- 
rettore: dott.  Giusto  Calvi. 

Buenos  Ayres. 


per  L.  600,000.  Dall'Italia  mandano  al 
giornale  articoli  e  corrispondenze  :  Rosa, 
Mazzoleni,  Luzzatti,  Giarelli,  De  Zerbi, 
E.  Ferri,  ed  altri.  La  Patria  esce  ogni  giorno. 


Giornali  cessati: 

—  L'Araldo  platense,  n.   1885  a  La  Piata;  direttore  V.  Garruli. 

—  La  Bandiera  italiana,  quotidiano,  n.   18S7  a  Cordoba;    direttore  Giorgio  De  Vita. 

—  Il  Bersagliere,  politico,   1885-S7  a  Rosario;  direttore  Boccio. 

—  La  Carila,  politico,  liberale,  settimanale.  1881-87  a  Rosario;  direttore  G.  Ferretti. 

—  Il  Carroccio,  n.  a  Rosario;  cessò  nel   1887. 

—  Il  Corriere  italiano,  poi.,  quot.,  n    1884  a  Buenos  Ayres;  direttore  A.  Incrocio. 

—  L'Eco  delle  colonie,  politico,  comm.,  n.   1880  a  Rosario;  direttore    Lorenzo   Fazio. 

—  L'Eco  del   Ticino,  n.  a  Buenos  Ayres. 

—  L'Eco  d'Italia,  n.   1869;  direttori  Blosi  e  Camagni;  nel  1871  si  fuse    con  la  Na- 

zione italiana,  che  nel   1873   diede  vita  all'attuale  Operaio  italiano  (vedi). 
• —  L'Industria  italiana  al  Piata,  n.   1884  a  Buenos  Ayres 

—  L'Italiano,  poi.,  indipendente,  n.  dicembre  1883  a  Rosario;  direttore  B.  Giovannetti. 

—  La  Legione  italiana,  n.   1854  a  Buenos  Ayres;.  direttore  G.  B.  Cuneo;  si  mutò  in 

Legione  agricola  (vedi  pag,  460). 

—  La  Libertà,  illustrato,  n.   1885  a  Buenos  Ayres;  direttore  Barone  di  Castelnuovo. 

—  La  Naiione  Haliana,  n.   1869  a  Buenos  Ayres;  direttore  dott.  Cittadini. 

—  Il  Nuovo  educatore,  poi.,  lett.,  sett.,  n.   1885  a  Buenos  Ayres;  direttore  L.  Fazio. 

—  L' Opinione  italiana,  politico,  quotidiano,  n.    1883  a  La  Piata. 

—  La  Patria  italiana,   1883-85  a  Buenos  Ayres;  direttore    Angelo    Rigoni    Stern;  si 

mutò  in  Patria  degV  italiani. 

—  Il  Pungolo,  n.   1867  a  Buenos  Ayres. 

—  La  Rassegna  italiana,  poi.,  quot.,  n.   1885  a  Buenos  Ayres;  direttore  Michele  Oro. 

—  Il  Repubblicano,  n.   1869  a  Buenos  Ayres;  direttore  dott.  Cittadini. 

—  Roma,  politico,  quotidiano,  n.  1S84  a  La  Piata;  direttore  C.  Fabbricatore. 

—  Il  Socialista,  «ettimanale,  n,  24  luglio   1887  a  Buenos  x\yres;  cessò  nell'anno. 

—  Il  Sospiro  dell'Esule,  n.    1857  a  Buenos  Ayes;  direttore  Cesare  Orsini. 

—  Il  Vessillo    dell'arte,    illustrato,    settimanale,  n.    1887    a    Buenos    Ayres;    direttore 

E.   Corte;  cessò  nell'anno. 

—  La   Vipera,  politico,  n.   1885  a  Buenos  Ayres;  cessò  nell'anno. 

Vedi  l'articolo  Società  e  Stampa  italiana  in  America,  aelV  Ilìustraiione  italiana,  an- 
mero  50,  XIV. 

BRASILE 

11  Brasile.  Rivista  agricola,  comn 'retale,  |  G.  P.  Malan.  Abbonamento  per  l'Italia  : 
industriale  e  finanziarli,  nata  nel  gennaio  an'V^  L.  1 5;  un  numero  L.  2,50.  Via  Santa 
1887.  Esce  ogni  mese   in   fascicoli  ìq-3.°      Alessandrina,  28,  Villa  Mootebello. 

di  oltre  80  pagiue.  Direttore  :   cav.   prof,  j  Rio  Janeiro. 


GIORNALI    ITALIANI    STAMPATI   ALL' ESTERO. 


737 


La  Voce  del  Popolo.  Periodico  demo- 
cratico settimanale,  fondato  nel  1884.  Esce 
ogni  domenica  in  4  pagine  a  5  colonne, 
e  difende  e  propugna  gl'interessi  degl'ita- 
liani al  Brasile.  Ha  molte  informazioni  dal- 


l'Italia ed  è  redatto  con  cura.  Direttore 
proprietario:  Giovanni  Luglio.  Abbona- 
mento: anno  reis  12,000,  sem.  6,000, 
trim,  5,300.  Rua  do  Senado,  31,  p.  i.° 

Rio  Janeiro^ 


Oiornali  cessati: 

Il  Corriere  d' Italia,  politico,  settimanale,  n.  a  S.  Paulo. 

Il  Costnopolita,  politico,  letterario,  italiano,  francese,  inglese,  tedesco  e  portoghese, 

bisettimanale,  n.  1883  a  Rio  Janeiro. 
L'Eco  d'Italia,    indipendente,    settimanale,    n.    1882    a    S.   Paulo,   direttore   prof. 

Attilio  Bucci. 

Il  Garibaldi,  democratico,  settimanale,  n.   1885  a  S,  Paulo,  direttore  F.  Turchi. 
Il  Giornale    italiano,  indipendente,    settimanale,   n.  1883  a    Rio  Janeiro,  direttore 

Giorgio  Ambroselli. 

V  Italia,  settimanale,  n.  1885  a  Rio  Janeiro. 
La  Nuova  Roma,  politico,  letterario,  sett.,  n.  1884  a  S.  Paulo,  direttore  G.  N.  Ferri. 


STATI  UNITI 


Bollettino  del  commercio.  Giornale  set- 
timanale degl'interessi  commerciali  fra  l'I- 
talia e  l'America,  nato  il  27  ottobre  1S85. 
Esce  il  martedì  in  8  pagine  a  3  colonne. 
Editori  proprietari:  Carbone,  Balletto  e  C. 
Abbonamento  per  l'Unione:  anno  L.  15, 
sem.  8.  Un  numero  0,05.  148.  Chatham  St. 

New  York. 

Bollettino  mensile  della  Camera  di  Com- 
mercio Italiana  in  New  York.  Nato  nel 
1888  esce  in  4  pagine  a  5  colonne  e  con- 
tiene informazioni  commerciali  utilissime 
e  importanti.  Redattori  :  L.  Contencin, 
presidente  d^Ila  Camera,  C.  Barsotti  e  C. 
A.  Barattoni.  Abbonamento  per  l'Italia: 
anno  L.  5.  -  24,  State  Street,  Room  313. 

Nezu  York. 

La  Colonia  italiana.  Giornale  politico 
illustrato,  nato  il  18  novembre  1883.  Esce 
ogni  settimana  in  4  pagine  a  4  colonne. 
Editori  proprietari  :  P.  Girardi  e  A.  Ber- 
gamo, Redattore:  Giov.  Lordi.  Abbona- 
mento: anno  due  dollari,  sem.  1,25.-46, 
Mulberry  Street. 

Neiu  York. 

Il  Bollettino.  Foglio  ufficiale  della  so- 
cietà liberale  La  Ticinese,  nato  il  16  gen- 
naio 1883. 

S.  Francisco. 

Cristoforo  Colombo.  Giornale  politico. 
New  York. 

L'  Eco  d' Italia.  Giornale  politico,  fon- 
dato nel  1849  dal  cav.  G.  F.  Secchi  dei 
Casali,  morto  nel  1885.  Esce  ogni  giorno 
in  4  pagine  grandi  a  8  colonne.  Direttore: 
Felice  Tocci.  Redattore  capo:  prof.  Giu- 
seppe Cadicarao;  redattori  avv.  Michele 
Crivelli    e   Angelo    Legniti    (Scarta/o glio) 


È  fatto  con  molta  cura  ed  è  ricco  d'inte- 
ressanti notizie.  L'Eco  pubblica  pure  una 
edizione  settimanale  intitolata  Rivista  Ita- 
lo-Americana. Abbonamento:  anno  8,00  d., 
'  sem.  4,00,  trim.  2,00.  -  Estero  spese  in  più. 
Inserzioni:  io  centesimi  a  linea. -P.  O. 
Box  615,  22  Centre  Street. 

New   York. 
L'Elvezia.  Giornale  politico,   nato  nel- 
l'anno 1888. 

San  Francisco. 

Il  Ficcanaso.  Giornale  politico  italiano, 

nato  nel  1888.  Direttore:  Dotr.  G.  Ronga, 

Chicago. 
L'Italia.  Giornale  politico,  fondato  nel 
1888  da  una  Società  Editrice  Italiana.. 

San  Francisco. 
L'Italia.  Giornale  politico. 

Chicago. 
L'Italo- Americano.  Giornale  politico  de- 
mocratico, nato  il  7  novembre  1885.  Esce 
il  sabato  in  4  pagine  a  5  colonne.  Editore 
proprietario:  A.  L.  Rubino.  Abbonamento: 
per  l'Unione,  anno  dollari  3,50.  sem.  2, 
trim.  1,25.-71,  St.  Louis  Street. 

Nuova  Orleans. 
Il  Messaggiere.  Giornale  pohtico  italiano. 

Chicago. 
Il  Progresso  italo  -  americano.  Pruno 
giornale  italiano,  quotidiano,  fondato  negli 
Stati  Uniti  da  C.  Barsotti  e  V.  Polidori, 
nel  iSSo.  E  un  giornale  veramente  im- 
portante si  per  gl'italiani  dimoranti  in  Ame- 
rica, quanto  per  i  connazionali  d' Italia, 
poiché  è  ricchissimo  di  notizie,  telegrammi, 
informazioni,  resoconti  ecc.  Esce  ogni  gior- 
no in  4  grandissime  pagine  a  8  colonne. 
Ha  una  larga  diffusione  in  America  e  al- 


K.  Bernardini — Guida  della  Stampa  periodica  italiana  —  47. 


738 


GUIDA   DELLA    STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 


l'estero.  Tanto  il  Progresso  che  1' -Eco  d'I- 
talia (vedi)  hanno  grande  importanza  in 
politica,  quando  rivolgono  la  loro  forza 
editoriale  a  sostenere  una  scheda  od  un 
candidato;  ma  essi  non  sono  identificati 
positivamente  con  un  partito  o  con  una 
organizzazione.  Abbonamento  :  anno  dol- 
lari 7,  sem.  4,  trira.  2.  -  N.  2  e  4  Centre 
Street,  P.  O.  Box,  1320. 

Nezu   York. 

Rivista  del  mercato  di  New  York.  Nata 
il  6  aprile  1886,  in  4  pagine  a  3  colonne 
si  pubblica  dalla  ditta  A.  M.  Capen  -N.  2  e 
4  Stone  Street  e  19  e  21  Bridge  Street. 

New    York. 

Il  Trovatore.  Giornale  politico,  artistico 

Filadelfia. 

Il  Vesuvio.  Giornale  politico,  fondato 
nel  1S86  dal  prof.  E.  J.  Scannapieco,  che 
ne  è  il  direttore  e  proprietario.  È  giornale 
repubblicano,  organo  della  colonia  italiana. 
Esce  ogni  settimana  in  8  pagine  a  5  co- 
lonne, e  tira  fino  a  6,000  copie.  Il  Vesu- 
vio ha  corrispondenti  in  ogni  parte  d'  1- 
talia  e  difende  strenuamente  gì'  interessi 
dei  connazionali.  Abbonamento:  anno  dol- 
lari 2,  sem.  1,23.  -  Estero    3.    Un  nume- 


ro 3  soldi.   Inserzioni:   io  soldi  la    linea. 
769,  So.  Eigth  St. 

Filadelfia. 
La  Voce  del  popolo.  Giornale  politico, 
nato  nel  1S59  col  titolo  di  Eco  della  pa- 
tria che  nel  1867  mutò  nell'attuale.  È  il 
primo  e  il  più  vecchio  giornale  scritto  in 
lingua  italiana  che  sia  uscito  in  California 
ed  il  secondo  par  anzianità  negli  Stati 
Uniti.  Nel  1880  si  fuse  col  giornale  di  S. 
Francisco  La  Scintilla  italiana.  La  Voce  è 
giornale  politico,  repubblicano,  progres- 
sista, commerciale,  letterario;  passa  in  ri- 
vista ogni  novifà  mondiale  e  reca  la  cro- 
naca di  ogni  paese.  Breve  e  conciso  è 
molto  ben  patrocinato  da  italiani  e  sviz- 
zeri, che  in  Cahfornia  formano  due  colo- 
nie rispettate  e  ricche.  Ne  sono  editori 
proprietari  G.  B.  Cevasco  e  C.  Ha  corri- 
spondenti in  ogni  centro  d'Italia.  Si  pùb- 
blica tutti  i  giorni  in  4  pagine  a  8  colonne; 
ha  10,000  abbonati,  ma  i  suoi  lettori  ascen- 
dono a  parecchie  migliaia  di  più.  Abbo- 
namento: anno  dollari  6,  semestre  3,25, 
trimestre  1,75.  -  Estero  7  dollari  (Italia 
anno  L.  35). 

San  Francisco. 


Giornali  cessati: 

Americo   Vespucci,  n.  1884  a  New  York. 

Bollettino  della  Società  patriottica  «  La  Ticinese  »,  n.  1883  a  S.  Francisco. 
Il  Ficcanaso,   1880-81  a  S.  Francisco,  sett.,  italo-svizzero;  direttore  Luigi  Migliore. 
V Indipendente,  democratico,  bisettimanale,  n.  1880  a  S.  Francisco;  editori-proprie- 
tari E.  C.  Zeiro  e  C. 
La  Lanterna,  sett.,  n.  15  gennaio  1883  a  S.  Francisco;  direttore  Luigi  Migliore. 
La  Luce,  mensile,  n.  i.°  agosto   1883  a  New  York. 

Il  Lunedì,  politico,  artistico,  n.  1883  a  New  York;  direttori  Fratelli  Metelli. 
Roma,  commerciale,  settimanale,  n,  1884  a  New  York;  direttore  G.  Giordano. 
L'Unione,  settimanale,  n.  1881  a  New  York. 


URUGUAY 


L' Italia.  Giornale  politico,  commercia- 
le, artistico,  letterario,  fondato  il  12  otto- 
bre 1881,  da  una  parte  della  redazione 
dell' £rfl  italiana,  che  creata  3  anni  prima, 
cessò  poscia.  Esce  ogni  giorno  in  4  pa- 
gine grandissime  a  6  colonne.  Ne  è  ge- 
rente-proprietario G.  M.  Navarro,  e  ne 
sono  redattori  L.  D.  Desteffanis  e  G.  Odi- 
cini  y  Sagra,  due  distinti  patrioti,  operosis- 
simi ed  inteUigenti,  che  onorano  nel  Piata 
il  nome  italiano.  V  Italia,  com'  è  naturale, 
ha  colore  democratico  repubblicano,    ma 


di  quella  democrazia  sana  e  ragionevole, 
atta  ad  affratellare  gì'  Italiani  sul  lontano 
continente  d'America.  Il  giornale  è  diffuso 
tanto  sul  luogo  che  in  Italia,  dove  ha  re- 
dattori e  corrispondenti.  Abbonamento: 
anno  L.  12,  sem.  6,50,  un  mese  1,20.  Este- 
ro, spese  postali  in  più.  Via  Misiones,  121. 

Montevideo. 
L' Operaio  italiano.  Giornale  politico,  di 
gran  formato,  nato  nel    1889.    Direttore: 
U.  Falconi. 

Montevideo. 


Giornali  cessati: 

—  L'Artista,  n.  1881  a  Montevideo. 

—  La  Bandiera  italiana,  politico,  quotidiano,  n.  a  Montevideo;  direttore  E.  Vollo. 


GIORNALI   ITALIANI   STAMPATI   ALl'eSTERO. 


739 


L'Era  italiana,  12  ottobre  1879-81  a  Montevideo. 
L'Europa,  n.  1864  a  Montevideo;  direttore  Gustavo  Minelli. 
La  Frusta,  a.  1881  a  Montevideo. 

Il  Garibaldino,  n.  1866  a  Montevideo;  direttore  G.  B.  Montanaro. 
La  Guerra  d' Italia,  n.   1859  a  Montevideo;  direttore  Giacinto  Moreno. 
L' Indipendente,  repubblicano,  quot.,  fondato  nel  1883  a  Montevideo  da  Totò  Nicosìa. 
L'Italiano,  n.  1839  a  Montevideo;  direttore  G.  B.  Cuneo  (vedi  pag.  460). 
L'Italiano,  monarchico,  1863-64  a  Montevideo;  direttore  Gustavo  Minelli. 
L'Italia  del  giorno,  mazziniano,  1863-64  a  Montevideo;  direttore  dott.  Odicinì. 
Il  Popolo,  n.   1842  a  Montevideo;  direttore  G.  B.  Cuneo. 
Il  Propagatore  italiano,  n.   1864  a  Montevideo;  direttore  Alessandro  Pesce. 
La    Speranza,   fondato   nel    1860   a   Buenos  Ayres  da   Silva,  milanese,   diretto   da 
G.  Moreno. 
L'Unità  italiana,  1871-72  a  Montevideo;  direttore  B.  Bossi. 


DAS  ZEITUNGS-MUSEUM 

Zeitschrift  flir  Zeitungswesen. 

Organ  des  Zeitungsmuseums  in  Aachen. 

Herausgeber:  OSCAR  v.  rORCKENBECK.  —  Redacteur:  MAX  SOHLESINaER. 

Aachen   (Allemagne) 


PREZZI    D'ABBONAMENTO 

alla  Stagione 

Esce  a  MILANO  il  i.°  e  16  d'ogni  mese 


per  !' ITALIA  Anno       Sem.      Trim. 

Piccola  Edizione  L.    8.—  4.50  2.50 
Grande       »         »  16, —  9. —  5. — 


per  r  ESTERO  (Un.  Post.)    Anno       Sem.      Trim. 

Piccola  Edizione  L.  11. —  6  —  3.50 
Grande       »         »  20. — 12.—  6.50 


Sì  accettano  abbonamenti  ogni  giorno,  ma, 
a  piacere  di  chi  li  ordina,  essi  devono  però 
cominciare  da  una  delle  seguenti  date  1°  Gen- 
naio, 1°  Aprile,  r  Luglio,  1°  Ottobre. 

Per  associarsi  dirigere  Lettere  e  Fa- 
glia fl//' Ufficio  Periodici-HOBPLI 
37  -  Corso  Vittorio  Emanuele  -  37 


Numeri  di  saggio  a  ohiunque  li  domandi. 


PREZZI    D'ABBONAJMENTO 

alla  <^Smsony> 

Esce  aPARIG-I,  ma  si  distribuisce  a  MILANO 
contemporaneamente  alla  Stagione 


per  ['ITALIA 

Piccola  Edizione 
Grande       » 


Anno        Sem.       Trim. 

L.   8.—  4.50  2.50 
»  16.—  9.-  5.— 


Per  i  reclami  che  possono  eventualmente 
esser  fatti,  preghiamo  le  nostre  Abbonate  a 
scriverci  ogni  volta  chiaramente  il  loro  no- 
me e  cognome,  aggiungendovi  l'indirizzo, 
l' Edizione  e  la  durata  della  associazione. 


Si  accettano  abbonamenti  ogni  giorno,  ma, 
a  piacere  di  chi  li  ordina,  essi  debbono  però 
cominciare  da  una  delle  seguenti  date  1°  éen- 
naio,  1°  Aprile,  1°  Luglio,  1°  Ottobre. 

Per  associarsi  dirigere  Lettere  e  Va- 
glia a//' Ufficio  Periodici-HOEPLI 
37  -  Corso  Vittorio  Emanuele  -  37 


Numeri  di  saggio  a  chiunque  li  domandi, 


TOSSI 

BRONCHITI 

CATARRI 


e  tutte  le  malattie  di  petto,  catarri  e  infiammazioni  della  vescica  e 
degli  intestini,  sono  prontamente  guariti  coU'uso  delle  tanto  rinomate 
pillole  di 

CATEAMINA    BERTELLI 

lodate  e  prescritte  da  tutti  i  medici.  Essa  è  la  sola  specialità  pre- 
miata al  Congresso  Medico  di  Pavia,  brevettata  dal  Ministero  e  dal 
Governo  delle  principali  Nazioni  d' Europa  e  d'America.  Ora  nuo- 
vamente premiata  al  2.°  Congresso  d'Igiene  di  Brescia,  ed  all'Espo- 
sizione Universale  di  Barcellona  e  di  Bruxelles  1888. 

La  voga  acquistata  da  questo  medicinale,  dovuta  alla  sua  com- 
provata efficacia,  ha  destato  l'invidia  di  alcuni  concorrenti  i  quali 
credettero  di  avvalorare  i  loro  prodotti,  denigrando  questa  Specialità. 
Contro  di  essi  e  contro  quelli  che  tentarono  e  tenteranno  la  falsifi- 
cazione delle  Pillole  di  Catramina  Bertelli  si  procede  a  norma  di 
legge.  Intanto  i  signori  Medici  ed  il  Pubblico  restano  avvisati  che 
le  Pillole  di  Catramina  Bertelli  sono  l'unico  rimedio  di  Catramina 
ora  in  vendita  presso  le  Farmacie,  e  che  questo  rimedio,  come  pure 
il  vocabolo  t(  Catramina  »  brevettato,  è  di  esclusiva  invenzione  e 
proprietà  della  Ditta  A.  BERTELLI  Si  C  Chimici-Farmacisti  di  Mi- 
lano, la  quale  se  ne  è  riservato  esclusivamente  il  secreto  di  prepa- 
razione. 

Calcolata  la  grande  efficacia  medicamentosa  di  tali  pillole,  esse  sono 
assai  economiche,  ed  in  confronto  a  tutti  gli  altri  medicinali  e  specialità, 
si  risparmiano  settimane  e  settimane  di  malattia  e  infinite  spese.  «  Spende 
poco  chi  spende  bene.  »  Prezzo  L.  2,50.  —  Trovasi  da  tutti  i  Farma- 
cisti e  da  A.  Bertelli  e  C.  chimici-farmacisti.  Via  Monforte,  6,  MILANO. 

Concessionari  per  l'America  del  Sud 
Carlo   F.  Hofer   e    Comp.   di  Genova. 


È  il  miglior  sapone  da  toeletta,  bre- 
td  vetta  lo,  igienico,  medicinale,  antiset- 
^^  tico.  Guarisce  tutte  le  malattie  ed  im- 
o    purità  della  pelle. —  L.   1,23  il  pezzo 

S:^^    più  Cent.  30   per  posta — due   pezzi 
1    P    L.  2,50   franco  di   porto  dai  proprie- 
-  tari  A.   BERTELLI   e    C.°,   chimici- 

farmacisii,  via  Monforte,  6,  Milano;    da  A.  Manzoni    e  G.°  31i!ano-Roma-Napoli; 
ed  in  tutte  le  Farmacie,  Drogherie,  Profumerie  del  Regno  0  dell'estero. 


INDICE  DELLE  MATERIE 


Prefazione  -  R.  Bonghi pag.    ni 

Bibliografia  del  giornalismo  -  N.  Bernardini        .        .        .        .        .        .  »  i 

I  Giornali  nell'antica  Roma  -  A.  Gennarelli »  5 

—  Disputatio  de  diurnis  aliisque  Romanorum  actis  -  Atto  Vannucci        .  »  io 

—  Sallustio  giornalista  -  Giuseppe  Rovani »  14 

—  Un  giornale  di  20  secoli  la »  15 

L'Invenzione  della  stampa  -  N.  Bernardini »  17 

II  Giornalismo  nel  1500  e  1600 »  19 

Le  Prime  Gazzette  in  Italia  -  Salvatore  Bongi »  21 

Il  primo  giornale  stampato  -  N.  Bernardini »  53 

Luca  Assarino  ed  //  Sincero  -  N.  Bernardini »  57 

Il  Giornalismo  italiano  (Storia  della  stampa  italiana)  -  N.  Bernardini        .  »  63 

Letteratura  italiana  periodica  -  Ugo  Foscolo »  119 

Statistica  della  stampa  -  N.  Bernardini »  i45 

Il  Giornalismo  nella  legislazione »  i57 

—  Legge  sulla  stampa  26  marzo  1848  (commentata) »  » 

—  Titolo  di  giornale;  appropriazione  di  esso  vietata  nonostante  modificazione  »  179 

—  Pirateria  di  giornalismo  punita ....»» 

—  Giornali  ufficiali  -  Appalto  -  Monopolio,  ecc »  180 

—  Difi^amazione  -  Azione  civile  -  Prescrizione  -  Carcere  pei  giornalisti      .  »  '81 

—  Proprietà  del  titolo  d'un  giornale  -  Diffamazione  di  una  società       .         .  »  » 

—  Quando  la  pubblicazione  di  un  giornale  sia  atto  di  commercio        .         .  »  182 

—  Affissione  di  avvisi »  » 

—  Se  e  quando  il  direttore  proprietario  di  un  giornale  sia  civilmente  respon- 

sabile degli  articoli  redatti  da  altri  . »  » 

—  Gerente  -  Il  gerente  può  querelarsi  contro  un  giornale?          .         .        .  »  185 

—  Scrocco  -  Luogo  di  pubblicazione »  184 

Disposizioni  governative  pei  corrispondenti  d'Africa       .         ....»» 

La  nuova  Legge   sulla  stampa  (Modificazioni  alla  Legge  1848)     .         .         .  »  186 

La  Libertà  di  stampa  -  Luigi  Palma »  191 

La  Libertà  di  stampa  e  il  Codice  penale  -  Michele  Torraca     .        .        .  »  226 

Pseudonimi  (500  pseudonimi  usati  da  giornalisti  italiani)  -  N.  Bernardini.  »  235 

Dizionario  dei  giornali  italiani »  247 

Provincia  di  Alessandria »  249 

Giornali  e  giornalisti  alessandrini:  Fra  Chichihio  -  Michele  Lessona  .         .  »  254 

—  Biagio  Garanti »  255 

—  II  Giornalismo  israelitico  in  Italia ...»  256 

—  Giornalismo  casalese »  257 

Provincia  di  Ancona »  259 

—  I  Premi  dei  giornali »  261 

—  Sentenze »  262 

—  Er  servitore  a  spasso  (sonetto  romanesco) »  » 

Provincia  di  Aquila          ............  263 

—  Sovrani   giornalisti   {Margherita,  Umberto  I,  Leone  XIII,  Luigi  XIII,  Na- 

poleone I,  Napoleone  III,  Guglielmo  I,  Federigo  III,  Oscar  II,  Elisabetta  I, 
Granduca  Costantino,  Kalakaua  I,  Maria  Beatrice  di  Savoja,  Leopoldo  II, 

Giovanni  di  Sassonia,  ecc.)  -  Nicola  Bernardini »  265 

Provincia  di  Arezzo »  283 

Provincia  di  Ascoli-Piceno »  285 

—  Il  giornalismo  giudicato  dai  giornalisti »  286 

Provincia  di  Avellino .  »  287 

—  L'Insegnamento  del  giornalismo  -  N.  Bernardini »  » 

Provincia  di  Bari »  293 

—  Giuseppe  Massari »  296 

—  Carlo  De  Cesare ....»» 

Provincia  di  Belluno »  299 


742  GUIDA   DELLA   STAMPA   PERIODICA   ITALIANA. 

—  La  leggenda  del  giornalista pag.  299 

Provincia  di  Benevento »  301 

—  I  giornali  per  i  ciechi ,...»» 

Provincia  di  Bergamo »  305 

Provincia  di  Bologna ...»  305 

Giornali  e  giornalisti  bolognesi  : 

—  La  Galletta  di  Bologna  (1796)  -  O.  Guerrini »  312 

—  Minghetti  giornalista »  314 

—  Il  Matto  -  Don  Abbondio »  3^5 

—  Il  Preludio  -  L.  Lodi        .        .        .        .         .        .        ,        .        .        .  »  319 

—  Carducci  giornalista »  322 

—  Soliloquio  -  G.  Carducci »  » 

—  I  giornali  a  caratteri  luminosi »  325 

Provincia  di  Brescia         .         .         .         .     * »  327 

—  Giornali  e  giornalisti  bresciani »  329 

Provincia  di  Cagliari »33i 

—  Dello  scrivere  per  le  gazzette  -  G.  Giusti       .         .         .        .        .        .  »  334 

Provincia  di  Caltanissetta »  33S 

—  Giudizi  sulla  stampa  (Franklin,  Bismark,  Capuana,  Larousse,  Alfieri)       .  »  336 
Provincia  di  Campobasso »  337 

—  Il  giornale  in  viaggio »  3 38 

Provincia  di  Caserta >»  341 

—  L'arrivo  del  giornale  -  Cowper »  343 

Provincia  di  Catania        ............  345 

—  Un  giornale  -  E.  Castelar »  348 

Provincia  di  Catanzaro    .         .         .         .         .         .         .         .         .         .         .  »  351 

—  I  giornali  nuovi  -  Marchesa  Colombi »  352 

Provincia  di  Chieti »  35S 

—  Gettatevi  a  capofitto  nella  stampa  -  Emilio  Zola »  356 

Provincia  di  Como »  357 

—  Antonio  Ghislanzoni »  360 

—  Il  .Manzoni  giornalista  -  Giovanni  Sforza »  » 

Provincia  di  Cosenza       ............  363 

—  Luigi  Stocchi »  365 

—  I  giornali  che  non  esistono  -  N.  Bernardini »  » 

Provincia  di  Cremona »  369 

—  11  problema  del  giornalismo »  37i 

Provincia  di  Cuneo 375 

—  I  lettori  dell'articolo  di  fondo    .......,.»  377 

—  L'eloquenza  delle  cifre »  379 

—  Giudizi  sulla  stampa  (Draper,  Girardin,  Lafontaine,  Piacennni)         .         .  »  » 
Provincia  di  Ferrara »  381 

—  La  carcere  comune  pei  giornalisti  -  il  Saraceno    .         .        .'        .        .  »  382 

—  Epigrafia  giornalistica »  383 

—  Olla  podrida »  » 

Provincia  di  Firenze »  3^5 

Giornali  e  giornalisti  fiorentini: 

—  Il  Cardinale  di  Stato  e  le  gazzette   fiorentine   nell'incoronazione   di   Go- 

rilla (1776)  -  A.  Ademollo »  402 

—  La  soppressione  dell'Antologia  (1833)  -  E.  Del  Cerro    .         .         .         .  »  406 

—  Il  giornalismo  fiorentino  dal  1850  al  1859  -  A.  Arbib    .         .         .         .  »  410 

—  Mata  -  Vamba »  416 

—  Yorick »  419 

—  Le  stranezze  della  stampa:  Il  periodico  meno  diffuso  -  Un  giornale  stam- 

pato a  mare »  » 

Provincia  di  Foggia »  422 

—  I  cavalli  di  ritorno »  421 

Provincia  di  Forlì •         .         .         .  »  425 

—  Libertà,  libertà  -  sonetto  di  G.  Rizzi »  424 

—  Nella  tipografia  d'un  giornale  -  sonetto  di  Romolo  Prati     .        .        .  »  » 

—  L'arte  tipografica  a  Forlì »  425 


INDICE   DELLE   MATERIE.  743 


—  La  carta  -  Il  consumo  della  carta pag.  425 

—  La  durata  della  carta »  426 

—  Carta  di  tela  di  ragno »  » 

—  La  lettura  dei  giornali  e  l'Inquisizione »  » 

Provincia  di  Genova »  427 

—  Come  scrive  Barrili »  43^ 

Giornali  e  giornalisti  genovesi: 

—  Un  giornalista  della  rivoluzione  genovese  (1797)  -  Achille  Neri  .        .  »  437 

—  Mazzini  giornalista  -  Nicola  Bernardini »  443 

Provincia  di  Girgenti »  475 

Giornali  e  giornalisti  di  Girgenti: 

—  Navarro  della  Miraglia »  47^ 

—  Saverio  Friscia »  » 

—  Francesco  Crispi  giornalista  -  N.  Bernardini »  » 

Provincia  di  Grosseto »  480 

—  1  giornali  di  statistica  in  Italia »  » 

Provincia  di  Lecce.         .         .         .         . »  481 

—  L'utilità  d'un  giornale  -  Giuseppe  Elia »  486 

Provincia  di  Livorno »  4^9 

—  I  giornali  d'arte »  49° 

Provincia  di  Lucca »  491 

—  La  stampa  e  la  suocera »  » 

Provincia  di  Macerata      . »  492 

—  Antiche  gazzette  marchigiane »  » 

—  I  giornali  che  diffamano »  494 

Provincia  di  Mantova      .         .         .         .       , »  495 

—  Luigi  Romani »  49^ 

—  Mario  Panizza »  » 

—  Carlo  Arrivabene »  » 

—  Le  nouvelles  à  la  main »  497 

Provincia  di  Massa  e  Carrara »  49^ 

Provincia  di  Messina »  499 

—  I  giornali  pei  collettori  di  francobolli »  501 

—  Il  giornale  e  il  libro  .........•»» 

—  Collezioni  e  collettori  di  giornali  -  N.  Bernardini         .        ...»  505 

—  I  giornali  geografici »  5^7 

Provincia  di  Milano »  509 

Giornali  e  giornalisti  milanesi  : 

—  La  Gaietta  enciclopedica  (1780) .         •  "  533 

—  Il  Conciliatore  (1818) »  534 

—  Carlo  Tenca  e  il  Crepuscolo •"535 

—  I  giornali  illustrati  italiani »  541 

—  La  prima  macchina  per  fondere  i  caratteri  tipografici       .         .        .         .  »  » 

—  Eugenio  Torelli-Violher »  542 

—  Alfredo  Comandini     . »  » 

Provincia  di  Modena »  545 

—  Giornali  e  giornalisti  modenesi  (1542-1876) »  547 

Provincia  di  Napoli •  "  55° 

Giornali  e  giornalisti  napoletani: 

—  Il  Monitore  napoletano  (1799) »  564 

—  Il  Progresso  delle  sciente,  lettere  ed  arti  (1830) »  » 

—  I  giornali  napoletani  del  1836 »  » 

—  Il  giornalismo  napoletano  del  184S  -  N.  Bernardini      .        .        .        .  »  565 

—  Il  Lampo  -  Vincenzo  Riccio .         .        .  »  571 

—  Federigo  Verdinois »  575 

—  Giornalismo  precoce  -  Onorato  Fava »  576 

—  Il  Duca  di  San  Donato  giornalista »  578 

Provincia  di  Novara »  579 

—  Gioacchino  De  Agostini  —  Luigi  Guala »  581 

Provincia  di  Padova ...»  582 

Provincia  di  Palermo »  584 


744  GUIDA   DELLA.    STAMPA   PERIODICA    ITALIANA. 

Provincia  di  Parma pag.  591 

—  Il  colore  del  giornale »  592 

Provincia  di  Pavia »  593 

Provincia  di  Perugia »  595 

—  La  stampa  nell'Umbria »  598 

—  Un  antico  periodico  spoletino  (1720) »       » 

Provincia  di  Pesaro  e  Urbino »  600 

Provincia  di  Piacenza »  601 

—  Le  stranezze  della  stampa  :  Un  giornale  che  si  mangia  -  Giornali-fazzo- 

letti -  Il  giornale  pei  fumatori        . »  602 

Provincia  di  Pisa     .............  603 

—  'R  Giolnale  novo  (sonetto  in  dialetto  pisano)  .......  604 

Provincia  di  Porto  Maurizio »  605 

—  Il  Direttore  d'un  giornale »  606 

Provincia  di  Potenza »  607' 

—  Petruccelli  della  Gattina .     »       » 

—  Michele  Torraca ....»» 

—  La  stampa  -  Victor  Hugo »  608 

Provincia  di  Ravenna »  609 

—  Le  stranezze  della  stampa:  Tutto  è  inedito  -  I  giornali  più  grandi  e  più 

piccoli  del  mondo  -  Il  giornale  più  settentrionale,  ecc.  .        .         .         .     »  610 

Provincia  di  Reggio  Calabria »  611 

GiornaH  e  giornalisti  calabresi: 

—  La  Fata  Morgana  di  Reggio  (1843-44)    .         .         .         .         .         .         .     »  612 

—  Rocco  De  Zerbi »       » 

—  Le  origini  della  pubblicità  commerciale  e  industriale       .        .        .        .     »  613 

—  La  reclame  dei  giornali  italiani »  614 

Provincia  di  Reggio  nell'Emilia .         .     »  615 

—  Duelli  giornalistici »  616 

Provincia  di  Roma.         .         .         , .         .     »  617 

—  Il  giornalismo  romano  dal  1846  al  1849  -  Giuseppe  Spada.   .        .         .     »  646 

Provincia  di  Rovigo         ............  660 

Provincia  di  Salerno ...»  661 

—  Il  decalogo  del  giornalista »  662 

Provincia  di  Sassari ...»  663 

Provincia  di  Siena  , .         .         .         .         .     »  664 

Provincia  di  Siracusa »  666 

Provincia  di  Sondrio »  667 

—  La  mano  del  compositore ....»» 

Provincia  di  Teramo       .         .         .         .         .    ' »  668 

Provincia  di  Torino ...»  669 

Giornali  e  giornalisti  torinesi: 

—  Gazzettieri  al  servizio  di  Casa  Savoia  (1577)  -  Carlo  Gianelli  (1658)     .     »  689 

—  Un  giornalista  torinese  del  secolo  xvii  (Socini)  -  A.  Neri     .         .         .     »  690 

—  Felice  Romani   ....:.......»  693 

—  Cavour  giornalista  e  il  Risorgimento  di  Torino »  695 

—  Don  Giacomo  Margotti »  697 

—  //  Pasquino »  700 

—  Bersezio  giornalista 703 

Provincia  di  Trapani 707 

—  Giornali  di  ladri  e  giornali  di  carcerati     .......»» 

Provincia  di  Treviso       ............  708 

^  I  giornali  per  i  bambini 709 

Provincia  di  Udine  .         . »  710 

Provincia  di  Venezia »  712 

—  La  Galletta  privilegiata  di  Venezia »  716 

Provincia  di  Verona .         .         .     »  718 

Provincia  di  Vicenza       . »  720 

Appendice  -  Giornali  italiani  stampati  all'estero »  721 

—  L'inserzione  a  pagamento  -  Otto  Cima »  726 

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