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GUIDA
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COMPILATA
dall'Avv. NICOLA BERNARDINI
CON PREFAZIONE
DI
RUGGERO BONGHI
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R. TIPOGRAFIA. EDITRICE SALENTINA
DEI FRATELLI SPACCIANTE
LECCE — 1890
PREFAZIONE
Nicola Bernardini ha fatto un utile lavoro. Ha raccolto
insieme, con molta diligenza, informazioni di ogni genere
sulla stampa periodica in Italia e fuori, si nei tempi presenti,
e si negli anteriori e antichi. Non può essere studio com-
piuto alla prima; l'autore lo sa meglio di ogni altro. Biso-
gnano ancora ricerche e molte. Non ci ha forse soggetto che
nel rispetto storico, politico, sociale, statistico, morale meriti
maggiori ricerche; e certo se n'ha pochi che ne richiedano
di più minute. Ha tanto di luce e di tenebre, tanto di bene
e di male; e più di questo o di quello ch'esso abbia, é cosi
connaturato con tutto l'organismo attuale della società nostra,
ch'é quasi inutile decidere, se abbia più dell'uno o dell'altro,
giacché é necessario.
Lo sviluppo della stampa periodica attraverso i secoli — o
per i secoli anteriori all' invenzione della stampa di quello
che ne ha fatto, come ha potuto, le veci — é di grande in-
teresse storico. Ma certamente é di ancora più vivo interesse
il seguirne i passi giganteschi negli ultimi tempi. La rapi-
dità sua, difatti, in questi è uno dei tratti più significativi
del movimento della società moderna. Niente, forse ha più
contribuito a mutarla; niente la va mutando di più, quan-
tunque, se non erro, la sua forza d' impulso, per la molti-
plicazione delle mani, che la governano, mi par piuttosto
scemata che cresciuta ne' men lontani decenni. Da un qua-
dro statistico del Bernardini si trae che al 31 dicembre 1887
si pubblicavano 1606 giornali. Dal 1861 al 1887 il numero é
andato crescendo di continuo. Soprattutto è cresciuto quello
IV GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
dei giornali politici e a un soldo. Vuol dire, che, insieme colla
diffusione della cognizione primaria del leggere e dello scri-
vere tra il popolo, é cresciuto il numero delle pubblicazioni
intese a diffondere la curiosità delle cose pubbliche. Invece,
negli ultimi anni, par diminuito il numero dei giornali lette-
rari. Vuol dire che le menti, troppo occupate o sviate dalle
cose pubbliche, si distraggono dagli studii di lettere, o non
ne sono abbastanza attratte: il che, di certo, non é bene;
e ancora che l'istruzione é ordinata in modo da non lasciare
nel giovine il pungolo della curiosità estetica o intellettuale.
È appena un accenno questo a induzioni morali, che si
possono trarre dai fatti della stampa quotidiana, quando sieno
bene accertati.
Non può non essere succeduto, che il moltiplicarsi dei
giornali, l'indirizzarsi essi ora a più gran pubblico non abbia
modificato anche il lor modo di compilazione. I giornali,
che s'ostinano nei vecchi metodi — che davano maggior frutto
intellettuale — pagano il fio della loro costanza colla diminu-
zione dei lor lettori. Dal Bernardini imparo che il giornale
più diffuso d' Italia é il Secolo, il più diffuso di Roma il Mes-
saggiero. Non credo di dir cosa punto offensiva per i direttori
di questi periodici, osservando, che essi, di certo, non sono
i due, che costano più sforzo di mente ai loro scrittori, o
attendono a versare più dottrina nello spirito dei loro let-
tori. Io che pur troppo ho cominciato a scrivere nei gior-
nali a diciott'anni, e, ahimé, non ho ancora smesso, non potrei
scrivere ora in un giornale quei lunghi studii di diritto, di
storia che scrivevo prima. Il pubblico é diventato più im-
paziente; ha meno tempo, o piuttosto vuole spendere altri-
menti il suo tempo; crede alla scienza dei giornalisti meno
e questi ne hanno meno. Come si potrebbe sperare, che se ne
procurassero di più, quando é chiaro che non gliela chiede
nessuno? Perciò la materia é sminuzzata nel giornale assai
più che prima non si facesse. Occorrono articoli brevi; o
PREFAZIONE.
anche non ne occorrono. Si vogliono fatti ; soprattutto fat-
terelli ; e non importa sempre, se appurati bene. Il pubblico
li scorda, appena letti, e non distribuisce la sua stima sulla
stregua di quella delio scrittore. Questa é trasformazione
che si vede non solo in Italia, ma altrove; ma forse in Italia
é stata più sollecita. Solo in Inghilterra il giornale mantiene il
suo antico tipo; ma pure comincia ora a mostrare qualche
screpolatura.
E si potrebbero fare molte altre considerazioni, cui i
dati raccolti dal Bernardini darebbero facile occasione ; ma
non é qui il luogo di farle. Certo, a questo fenomeno
della stampa quotidiana si possono bene applicare i versi,
che Virgilio ha scritto della fama, quando se ne tolga il
primo ; (i)
Mobilitate viget, viresque acquirit eundo:
Parva metu primo, mox ses'e attollit in auras
Ingrediturque solo et caput inter nubila condir.
Varia, discorde, cieca, oculata, gelida, ardente, spregiu-
dicata, passionata, genera nuovi vizi e virtù. Dà più impres-
sioni che concetti, eccita ogni speranza, si fa eco di ogni
sfiducia; talora prosuntuosa per modo che sdegna ogni ob-
bedienza e sfida ogni potere, talora umile si, che si contenta
di servire e di lusingare, la stampa politica quotidiana ras-
somiglia e riproduce, più che altro fenomeno qualsiasi, la
società di cui è figliuola. Ogni giorno é condannata a sentirsi
dire dagli uni inatre pulchra filia pulcrkior, dagli altri appunto
il contrario, brutta figliuola di brutta madre; vivendo in
mezzo a' dissensi e costretta il più delle volte a fomentarli,
é oggetto del maggiore dissenso essa stessa.
Roma, 24 dicembre 1889.
R. Bonghi
(i) Fama, maiuni quo non aliuJ vclocius ullum.
Adi., IV, 174.
"hiel 1881 l'Associazione della Stampa periodica italiana, nel pubblicare una Strenna-
Album, esprimeva il volo che ogni provincia d' Italia pubblicasse la storia del proprio gior-
nalismo, per avere così, un giorno, la storia completa del giornalismo italiano.
Credetti per conto mio rispondere all'appello, e pubblicai nel 1886 un volume intitolato
Giornali e Giornalisti leccesi. 'Nel contempo, pur rir.onoscendo il compito superiore alle
mie for^e, ini proposi di fare un primo tentativo di assimilazione per agevolare il lavoro
al futuro storico: per parecchi anni non ho fatto che raccogliere, ricercare, frugare; per
parecchi anni ho studiato per dar forma concreta a questa materia della Stampa periodica,
così vasta, così varia, così mobile e fluttuante.
Il materiale raccolto è stato tanto e tale che per un momento ho dubitato di poterlo
ordinare tutto in un volume. Alcuni periodi, alcuni nomi, alcune circostanie, avrebbero
richiesto un intero volume; e allora dove sarei andato a cascare?
Come succede in simili casi, la passione soverchiava in me ogni misura di discretena,
e avrei voluto stampare magari un'enciclopedia del giornalismo italiano. E dovetti impormi
un limite: ebbi, cioè, un secondo momento difficile, an:(i più che difficile doloroso: dovetti
compiere un processo di eliminaiione. Da questo lavoro é venuta fuori la Guida della
Stampa Periodica Italiana.
Non credo quindi d'aver fatta un'opera assolutamente completa, ma ho l' immodesto
convincimento eh' essa sia la prima in Italia in cui possano riscontrarsi tutti i dati, gli
accenni e gli elementi per una storia della stampa periodica italiana, il che non sarebbe
poi mólto quando non si considerasse quante ardue difficoltà ho dovute sormontare, quanti
errori correggere, quanti silenti vincere, quante esagerazioni smorbare, quanti vuoti colmare.
E perchè non mi si desse alcuna taccia di parzialità, 0 di deferenza, ho inondata
l'Italia di tnigliaia e migliaia di bozz^ di stampa del mio libro, perchè tutti potessero
riparare agi' involontari errori od omissioni, in cui potevo essere caduto.
Moltissimi mi furono cortesi dei loro favori e non solo corressero quella parte che li
interessava, ma anche il resto; altri guardarono solo il proprio; gli ultimi, e sono i meno,
credendo il mio libro 0 un lavoro di speculazione 0 uno dei soliti cataloghi, risposero col
silenzio 0 addirittura con lo sprezzo- Comunque sia, il benevolo compatimento di coloro i
quali conoscono quante difficoltà presenti la trattazione di un soggetto così vario e mul-
tiforme, quaV è la stampa, può moralmente compensare V opera mia. A costoro io mi affido
perché mi giudichino imparzialmente.
L'ordine da me tenuto nell'esposizione della materia è questo: ho diviso il volume in
tre parli: la prima contiene la bibliografia del giornalismo italiano, le sue origini, la storia
generale, la sua legislazione, ecc.; la seconda, V esposizione in doppio ordine alfabetico dei
giornali attualmente in vita e di quelli cessati, richiami, accenni, atticoli e notizie sul gior-
nalismo di ciascuna provincia, e capitoli d' indole generale; la terza, l' esposizione dei gior-
nali attualmente in vita all'estero, scritti in italiano.
Per debito poi di riconoscenza devo dichiarare che al compimento del mio lavoro hanno
efficacemente cooperato l'on. Torraca e lo scrittore Onorato Roux.
E non aggiungo altro per non tediare il lettore.
N. Bernardini.
BIBLIOGRAFIA DEL GIORNALISMO ^'>
Calendario storico-tipografico. Notizie raccolte da Bernardo L. Centenari - Firenze, 1873.
Gaudenzio Claretta - Sulle avventure di Luca Assarino - estratto dagli Atti delia R. Ac-
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Giuseppe Giacchi - Il giornalismo in Italia - Storia, legislazione e critica. Roma, Li-
breria Alessandro Manzoni, 1883.
Antonio Manno e Vincenzo Promis - Bibliografia degli Stati della Monarchia di Sa-
voja - Voi. I - F.lli Bocca, 1884. (É il voi. III Jella Biblioteca Storica Italiana.)
Bolla di Pio V: « Constitutio contra scribentes, exemplantes et dictantes monita, vulgo
dieta gli Avisi et Ritorni. 1572.
Bolla di Gregorio XIII: « Ea est contra faraigeratores et menantes. » - i." sctt. 1572.
R. van der Meulen. - De Courant, geschiedkundig en vergelikend overzicht der nie-
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Vincenzo Pincherle - La Legge e la Stampa. Studio di dottrina e giurisprudenza pe-
nale. Premiato con medaglia d'oro al Concorso Ravizza del 1879. Un volume di
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N. Bernardini - Giornali e giornalisti leccesi - Un volume di pag. 340 con 2 tavole -
Lecce, tip L. Lazzaretti e fig'i, i88ó.
Associazione tipografico-libraria-italiana - Raccolta dei periodici presentata all' Espo-
sizione nazionale del 18S1 in Milano. Elenco per provincie con indice metodico
ed alfabetico (di Antonio Vismara, da Milano) - Milano, tip. Cagliati, [881 (2).
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Annuario statistico italiano per l'anno 1881 (pag. 325 a 329). Statistica della Stampa
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Annali di Statistica - Voi. Vili, serie 3.', tip. F.lli Bencini, i88j.
Annali di Statistica - Voi. Xll, serie 3 ", tip F.lli Bencini, Roma, 1884.
G. Ottino - La Stampa periodica, il commercio dei libri e la tipografia in Italia, pag ii.
Milano, 1875.
G. Spada - Storia della Rivoluzione di Roma - Firenze, 1868.
Atti Parlamentari - Sulla couvenie'jza di sostituire altro sistema a quello vigente per
la pubblicazione nei giornali degli annunzi legali - Tornata del 25 aprile 1876.
(i) Sodo escluse le pubblicazioni straniere di carattere essenzialmente locale e vi sono comprese quelle
che avendo un carattere generale, possono essere consultate per la istoria del giornalismo italiano.
(2) Importante statistica di 1287 giornali, compilata con quella pazienza che contraddistingue i lavori di
questo modesto ma operosissimo bibliografo.
N. Bernardini — Guida della Stampa periodica italiana — i.
GUIDA DELLA. STAMPA. PERIODICA ITALIANA.
Campori Giuseppe - Delle condizioni della Stampa nelle repubbliche e nel primo re-
gno d'Italia - Memorie dell' Accadetnia di scienie di Modena - v. XVII. Modena.
Cesare Cantù - lì Conciliatore e i Carbonari - Milano, Treves editore, 3 fr. 1878.
Legge 21 gennaio 1803, con cui ristabilivasi la censura preventiva della stampa.
Annuano della tipografia, libreria ed arti affini in Italia. Milano, 1884.
Antonio Ciscato - Il Crepuscolo di Carlo Tenca - ? - 1883.
Avv. Angelo Baroffio - Storia del Canton Ticino.
G. Ottino - La Stampa in Ancona - Milano, 1878.
Bersezio - Il Regno di Vittorio Emanuele II.
Bongi Salvatore - Le prime gazzette - Nuova Antologia, giugno 1869.
Buniva Giuseppe - Della libertà di stampa negli Stati Sardi - Rivista Italiana di To-
rino, p. 438-458, 1850.
Cantù Cesare - Parini e la Lombardia.
Cantù Cesare - Monti e l'età che fu sua. Milano, Treves, 1879.
Colletta Pietro - Storia del Reame di Napoli.
De Guer G. - La presse de province. Revue generale d'administration, t. II. 1879.
La Dérome - De la publicité dans ses rapport généraux avec les moeurs. Revue con-
temporaine, 85." e 87.°, 1866.
JulesEward - La legislation de la presse au i8.° siécle - Revue contemporaine , 90 °, 1867.
P. Ferrari - Il giornale rispetto alla storia. Politecnico. Voi. I. 1866.
Folliet - La presse italienne.
Girardin Emile - Les droits de la pensée: questions de presse.
Girardin Emile - L'impuissance de la presse - Paris, Plon, 1879.
Gualterio - Storia degli ultimi rivolgimenti italiani.
G. Guerzoni - La stampa odierna e la sua legislazione in Italia - Nuova Antologia, VII, '69.
Guizot - Idées sur la liberté de la presse.
J. P, D. Guzman - De la libertad de imprenta. Revista de Espana, Madrid, 1874.
HuUeman - Disputatio critica de annalibus maximis.
Karl Zeli - Ueber die Zeitungen der alten Roemer.
J. Victor Ledere - Les journaux chez les romains. Recherches précédées d'une me-
moire sur les Annales des Pontifes et suivies de fragments des journaux de l'an-
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Journalistes, astronomes er negromants à Rome dans le xvii° siécle - Revue Britan-
nique, v. VI, 1878.
Giornale de' letterati d' Italia; leggere l'introduzione di Apostolo Zeno.
Elenco dei fogli periodici politico-letterari che si stampano attualmente ne' Regi Stati
con autorizzazione della R. Segreteria per gli affari esteri (nel Calendario Gene-
rale) - Torino, anno XVIII, p. 596-603, 1841.
BIBLIOGRAFIA DEL GIORNALISMO.
Elenco de' giornali che in ventiquattr'anni nacquero e morirono in Torino - Messag-
giere Torinese j n. 28, p. 112, 1845
Tesauro (Conte Vincenzo) - Il Giornalismo, poemetto (sestine) - Possano, tip. Ber-
ruti, in-8.°, 1839
Alcune osservazioni di un militare sul giornalismo - Alessandria, tip. Guidetti, in-8.°,
p. 13, 183...
Osservazioni di fatto e di diritto intorno all'accusa di furto contro il Bianchi- Giovini,
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Buccellati - La libertà di stampa moderata dalla legge.
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telli Bencini, 8.°, p. 83. Contiene: i. Indice alfabetico dei giornali politici. 2. In-
dice topografico. 3. Indice dei direttori dei giornali. - Ministero della Pubblica
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Avv. Luigi Carlo Stivanello - I! Qjiarto Potere: Saggio sulla legislazione della Stampa.
Opera premiata colla grande medaglia d'oro al Concorso Ravizza - Milano, Fra-
telli Dumolard edit. in-i6.°, p 232. Fr. 4. 1885.
Saggio storico sulle tipografie del regno di Napoli - 2.' edizione, Napoli, 1817, p. 289.
Norme generali per la legatura dei periodici nelle pubbliche bibhoteche - Firenze,
tip. di G. Carnesecchi e figli, 1888, in 16.°, p. 21, autore Ernesto Palumbo.
(1) A pag. 5 dice: « Un amico nostro, Guglielmo Stefani, poche settimane prima della sua morte, quando
venivamo a raggiungerlo a Torino, parlavaci di una Storici del giornalismo, per la quale andava già racco-
gliendo .ippunti.
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Le Moniteur de la librairie ancienne et moderne, de la typographie et des Industries
qui s'y rattachent, et. et. Primière annóe - Paris, 1842, en. 8°
D. Macry-Correale - La Stampa - Siena, tip. Arciv. S. Bernardino, editrice, 1889.
Indice generale delle Riviste esistenti in tutte le Biblioteche del Regno - Roma, Mi-
nistero della Pubblica Istruzione, 1886 (i).
Il primo giornale bibliografico - articolo pubblicato nel fascicolo del febbraio 1886
della rivista parigina Le Livre.
L. G. Piccardi - Saggio di una storia sommaria della Stampa periodica - Un volume
in-8.°, pag. 236 - Roma, stabilimento tipografico Fratelli Bencini, 1886.
Strenna- Album dell' Associaz. della Stampa periodica in Italia - Roma, Forzani e C. , '81,
Insertions-Tarit und Zeitungs - Verzeicliniss der Annoncen - Expedition von Haa-
senstein & Vogler. 20 Auflage - Leipzig, 1881.
Detlev Freiherr v, Biederraann - Das Zeitungswesen fonft und jetzt - Leipzig, Wilhelm
Friedrich, 1882.
Anuario Bibliografico de la Republica Arjentina - fundido par Alberto Navarro Viola -
Anos 1885-86-87-88 - Imp. de M. Biedma, Belgrano 133 a 139, Buenos Aires.
Almanacco-Annunzi della Gaietta d' Italia pel 1874 - Anno I - Un volume di 550
pagine - Firenze, 1874.
Gaietta di Veneiia - del 2 gennaio 1875, Studio sulle prime gazzette italiane.
Giacomo Zanella - Storia della letteratura italiana - Milano, Vallardi.
H. P. Hubbard's - Newspaper and Bank Directory - 2 voi. in 8.° - New H wen (Stati
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Bulletin de l'Académie royale des sciences et belles lettres, di Bruxelles - (t. VI, sez. I,
pag. 469 e segg.)
Tommaso Watts - A letter to Antonio Panici on the reputed earliest printed newspaper
The english Mercurie 1588 - Londra, ...
Response de Renaudot a l'auteur des libelles intitulez Avis du Ga^ettier de Colonne a
celui de Paris - Parigi, 1648, in-4.''
Avv. Giulio Crivellari - La Stampa. Osservazioni critico-legislative e proposte. Un vo-
lume di pag. 456 - Venezia, Naratovich, 1868.
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Cucheval-Clarigny - La Presse au xix." siede, t. VI, Rei'ue des Deux Mondes, 1852.
P. S. Mancini - Della- compensazione delle ingiurie secondo il codice penale sardo -
(Giurisp. ital. 1853, p. I, pag. 522).
Predar! - I primi vagiti della hbertà italiana in Piemonte, Milano, 186 1.
Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio - Direzione generale della statistica -
Statistica della stampa periodica nell'anno jS8j. Tip. dell' Opinione, Roma, 1888.
Nicola Bernardini.
(i) A proposito di questa pubblicazione, Carlo Lozzi scrisse nel Bibliofilo di Bologna: <i In Italia le ri-
viste e i giornali letterarii o scientifici ebbero principio fino dal 1600 e crebbero tanto in numero eh' è impos-
sibile conoscere i soli titoli dei più importanti. »
I GIORNALI NELL'ANTICA ROMA
I.
La pubblicità legale ed ordinata non esisteva in tempi antichissimi.
Il primo periodo delle società umane si rassomiglia dovunque; in esso
l'oligarchia sacerdotale si sovrappone a tutto, e tutto governa, sorretta
dalla propria temuta autorità. Sono i sacerdoti quelli che, incominciando
a farsi civile l'umano consorzio, registrano gii avvenimenti; e la storia
sta scritta negli archivi dei templi. Né ciò si verifica soltanto nella so-
cietà primitiva; il fatto si rinnova nelle civiltà risorte.
La storia di Roma antica, di Roma pagana è là con i ricordi dei
suoi pontefici massimi, i soli che provvedessero, sulle prime con forma
quasi rudimentale, e meglio in appresso, a serbare ricordo scritto degli
eventi meritevoli di memoria.
E se, caduta la civiltà romana, passiamo ai secoli tenebrosi e al loro
svolgimento, il Guizot ebbe a notare che, dal quinto al duodecimo se-
colo, il clero scrisse quasi solo la storia. « Ciò avveniva, si dice, perchè
esso solo sapeva scrivere. Ma v'è un'altra ragione, e forse più potente.
L'idea stessa della storia non esisteva in quest'epoca che nello spirito
degli ecclesiastici; essi soli si preoccupavano del passato e dell'avvenire.
Per i barbari ignoranti, per l'antica popolazione, desolata ed avvilita, //
presente era tutto. Come questi uomini avrebbero potuto pensare a rac-
cogliere ricordi degli antenati, o a trasmettere i propri ai posteri? La
loro vista non oltrepassava i limiti della loro esistenza personale; essi
erano pressoché assorbiti nella passione, nell'interesse, nelle sofferenze,
nei pericoli del momento. »
Ricordato ciò a modo di preliminare, non è mio ufficio né di par-
lare degli annali dei pontefici, vissuti nei primi secoli di Roma, né dei
chiodi periodici infitti a segnare le epoche, né di altri speciali mezzi
destinati a perpetuare il ricordo di certi fatti ; voglio cercar solamente
se presso gli antichi romani esistessero diurnali, diari, o atti che ne te-
nessero il luogo; e se questi modi di render noti all'universale i fatti
straordinari, o degni di ricordo, fossero escogitati ed attuati per la prima
volta nei recinti dei sette colli, o fossero invece comuni ad altri popoli.
X
Si potrebbe dire che la civiltà è molto antica e che non incomin-
cia né con Pericle né con Augusto; che l'Italia e la Grecia sono state
precedute dall'incivilimento di altre nazioni; e che gli istrumenti morali
e materiali che servirono allo svolgimento delle vetuste genti non deb-
bono differire gran fatto da quelli delle più giovani. Gli usi e i costumi
comparati; gli ammaestramenti che vengono all'universale dalle opere
del genio; i progressi che si raggiungono nelle varie parti dell'umana
(3 GTJIDA DELLA STASIPA. PERIODICA ITALIANA.
economia; le industrie che grandeggiano in un paese, e s'arrestano in
un altro; il vario e difforme cammino delle arti, delle scienze e delle
lettere; i commerci, e la necessità che li accompagnano per riuscire a
maggiore o minore beneficio degli esercenti, inducono in noi la persua-
sione, per non dire la certezza, che, come noi, gli antichi dovessero stu-
diare i mezzi per abbreviare la distanza con le facili vie, con i canali,
con navi costruite per rapidissimi corsi, con tutti i mezzi che conducono
alla prosperità e al miglioramento sociale — che nella meccanica doves-
sero studiare l' incremento degli strumenti, che secondano ed agevolano
le arti e le industrie — che con rapida diffusione delle invenzioni, delle
scoperte, degli avvenimenti, e di tutto quello che può tornar vantag-
gioso, provvedessero alle esigenze del governo e dei popoli. Infine se
fuvvi una grande civiltà, tutto quello che la costituisce non dovè far
difetto.
Le moderne scoperte ci dicono che l'Egitto, la Caldea, l'Assiria
raggiunsero il colmo della civiltà nelle scienze, nelle arti, nelle industrie,
nelle lettere. Nessuna meraviglia quindi che un antichissimo Faraone
formasse, molti secoli prima dei Tolomei, una grande medicina dell'anima
in una biblioteca — né che ultimamente il mondo restasse attonito alla
scoperta della biblioteca di Assurbanipal. Tutto cammina con norme
eterne della Provvidenza.
X
Ma se è vero, per legge eterna della natura, che le varie civiltà
sono progressive, e si rassomigliano nelle tendenze, negli intenti, e nei
fatti esteriori, non è meno vero che i mezzi di svolgimento possono
essere e sono spesso difformi fra le diverse genti. Queste varietà si spie-
gano con le dissimili condizioni telluriche, atmosferiche, climatologiche,
topografiche.
E per questo le somiglianze fra i popoli, i diversi caratteri e le fi-
sonomie di essi si spiegano facilmente nello investigare le cause delle
differenze. In generale può dirsi, che v'hanno mezzi di miglioramenti
sociali naturalmente comuni a tutti; e ve n'hanno altri speciah a cia-
scun popolo.
I giornali, ad esempio, — non pensati dai popoli orientali, per quanto
da noi si sappia, o imperfettamente usati da alcuni popoli greci, col ti-
tolo di effemeridi — si vennero per necessità creando dal mondo romano.
X
Anche i mediocremente eruditi, ma in modo speciale gli studiosi
dei classici e degli storici di Roma, debbono essersi avveduti che i ro-
mani sicuramente ebbero qualche cosa che somigliava alla odierna pub-
blicità giornalistica: era come una necessità sociale.
L'impero romano comprendeva tutta l'Europa civile, l'Asia minore,
l'Asia centrale, l'Africa conosciuta. Le tre parti del mondo, suddivise in
numerose provincie, erano governate da consolari, da senatori, da cava-
lieri^ e nelle varie contrade stavano disseminate le legioni e le colonie.
Le leggi, gli usi e i costumi miravano ad unificare ed assimilare il mondo
i GIORNALI nell'antica ROMA.
romano: cosi gli interessi non erano più solamente locali; il movimento
e la vita delle provincie può dirsi che avesse il cuore in Roma; e da
Roma emanasse la vitalità omogenea di tante regioni. Da ciò è chiara
la necessità delle rapidissime comunicazioni fra il centro e le parti ; che
i timonieri delle provincie fossero subito informati di ciò che avveniva
in Roma, e che Roma fosse sempre avvertita di quello che succedeva
nelle provincie ; ed era non meno importante che le varie genti fossero
a giorno di ciò che avveniva nelle varie regioni. Se i ricordi rimastici
fossero stati anche minori, noi dovevamo credere che ai bisogni sociali
di un immenso impero civile provvedessero mezzi atti a soddisfarli.
X
Che i mezzi di pubbHcità fossero due, per i grandi avvenimenti, e
per quelli giornalieri, si trae da diversi scrittori, ma più specialmente
da un passo degli annali di Tacito, al decimoterzo.
« Nel consolato secondo di Nerone e di L. Pisane, poco fu da memo-
rare, chi non volesse impiastrar le carte, lodando i bei fondamenti e legnami
dell'anfiteatro di Cesare edificati nel campo di Marte; ma per dignità del
popolo romano s'vsa negli Annali scriver le cose illustri^ e le altre nei gior-
nali. » Dunque annali o storie per i grandi fatti, diurni, diurnali o gior-
nali per i fatti del giorno. E lo stesso Tacito altre volte ricorda queste
due fonti per illustrare gli avvenimenti passati, come allora che dice
(^Annal. Ili, 3.), parlando di Antonia madre, Annale non trovo, né gior-
nale che dica se Antonia sua madre ci fece atto notabile alcuno. Fra gli
altri antichi scrittori però è Svetonio quello che più spesso, e più avi-
damente consultò i giornali, per trarne specialmente gli aneddoti dei
quali infiorava le sue Vite; e cosi nelle sue citazioni storiche vediamo
spesso ricordati i libri, e i diurni — libri actorum diurni. — Per queste
e per ahre testimonianze moltissime non si può dunque, come vedremo,
dubitare della esistenza dei giornali romani; e ne vedremo le età.
E sebbene non possa dubitarsi che giornaU si compilassero e diffon-
dessero anche nelle provincie, pure in queste erano più avidamente letti
quelli della metropoli ed è ben naturale. Non è che noi lo supponiamo :
ce ne assicura Tacito: « 1 giornali di Roma si leggono con più atlen:^ione
nelle provincie e fra gli eserciti », ed erano aspettati con ansietà, come
apparisce da tante testimonianze, ma più specialmente da quelle delle
lettere di Cicerone, che spesso si lamentava dal fondo della Cilicia di
non ricevere gii acta. Da Ladicea egli scriveva ad Attico: a Io aveva
gli atti di Roma fino alle none di Mar^o »; ed a Celio: « Di Ocella
poco invero mi avevi scritto: ne v'era cenno negli atti. »
X
La materia di simili giornali non differiva gran fatto da quella dei
nostri. Ci è rimasta memoria di una compilazione, o raccolta giornali-
stica di un Chrestus, greco abitante in Roma, alla quale attinsero poi
diversi scrittori, come si fa nei nostri giornali moderni. Di questa rac-
colta poco ci è rimasto, ma sappiamo che conteneva un emporio di po-
lizie utili, e che anche di essa profittò M. Celio Rufo cavaliere romano,
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
amico e corrispondente di Cicerone quando questi era proconsole di Ci-
licia. Di lui si sa che era novellista, o giornalista; turbolento, dissipa-
tore, leggero, e nel tempo stesso un parlatore facondo ed efficace in
modo da meritare non facili lodatori, Quintiliano e Tacito; un uomo
che frequentava il bel mondo, dove s'innamorò di Clodia; che fu par-
tigiano di Catilina e amico di Cicerone; che occupò l'edilità, la pretura,
il tribunato. Dalle diciassette lettere rimasteci di esso abbiamo un'idea
dei giornali del suo tempo, e dei giornalisti. — I giornali sono, anche per
quei tempi, pieni di notizie vere e false; narravano di ciò che si era
detto alla tribuna nel Foro, dove prendevano posto i reporters, che fa-
cevano, quasi stenografate, le loro relazioni; erano chhmniì subrostrani
dallo star sotto i rostri, come fanno oggi gli stenografi che alla Camera
stanno sotto i seggi della presidenza. I novellisti si aggiravano special-
mente nel Foro, ma percorrevano tutti i quartieri della città. Si reca-
vano agli uffici pubblici, si affaticavano ad aver primi le notizie delle
Provincie. Un bel giorno annunziarono la morte di Cicerone che era vivo
e verde — spesso convertivano le scaramucce in battaglie, e le battaglie
in scaramuccie, secondo che favorivano o avversavano i diversi partiti.
Come oggi abbiamo, o avevamo cavurriani e mazziniani, cairoliani, sel-
liani, nicoterini, s'agitavano allora mariani e sillani, cesariani e pom-
peiani. V'erano anche allora gli appendicisti che andavano agli spettacoli,
e riferivano sulla valentia dei gladiatori e dei mimi, delle quali cose si
sdegnò un giorno Cicerone contro Celio che glie ne mandò gU estratti,
cavati dal giornale di Chresto. Da questa corrispondenza dunque di Celio
abbiamo le notizie giornalistiche di processi celebri, e fra gli altri di
quello di Messala, ingiustamente assoluto, secondo il giornalista, per la
eloquenza di Ortensio suo zio, il quale ne fu punito la sera dal popolo
che nel teatro lo accolse con gridi e fischi — vi si registrano esagerate
le SCO. fitte di Ctsare nella GaUia — i raggiri dei comizi — notizie molte
e salaci di divorzi — cenni di matrimoni pomposi — il divorzio di Do-
labella e le cure dello stesso Celio per fargU sposar Tullia — la sor-
presa in adulterio di Servio Ocella in luogo tanto strano da eccitare le
risa di Roma — articoli di fondo, e declamatori contro i vizi e la cor-
ruzione del secolo — invettive contro Cesare, non probo — epigrammi
contro Pompeo, mancante di spirito e di spedienti.
Due altre fonti di notizie, tratte dagli antichi giornali romani, sono
nelle lettere familiari di Cicerone a Quinto suo fratello, ed a Pompo-
nio Attico; e negli scolii di Asconio Pediano.
I cosi detti atti del popolo, o giornali, furono spogliati per più di
venti anni dall'oratore di Arpino per trasmetterne le notizie al fratello
e all'amico; e così quelle lettere restano a surrogare quasi la perduta
collezione. Asconio Pediano poi non solo rovistò i giornali, incomin-
ciando a svolgerli dal primo anno dopo il consolato di Cesare, ma ne
conservò dei frammenti autentici. Essi, ad esempio, ricordano i torbidi
di Roma del 69^ sotto il tribunato di Clodio, Pompeo assediato in sua
casa da Damicne il lé agosto di quell'anno; i lamenti di L. Novio,
tribuno bastonato e ferito dallo stesso Damione; i particolari della lotta
e del processo railonianoj Plinio vi lesse il ricordo di una pioggia di
t GIORNALI nell'antica ROMA.
sassi; vi si trovano gli estratti dei discorsi di Sallustio e di Q. Pompeo
nel giorno della uccisione di Clodio.
X
Giunto qui, debbo ricordare che per circa due secoli una serie di
atti pubblici del Senato, e di registri giornalistici furono la disperazione
degli eruditi, i più antichi dei quali li commendarono in mezzo all'en-
tusiasmo, e i più moderni li rigettarono come falsi. L'entrare in questa
controversia, anche per esporla soltanto, ci porterebbe ad una discus-
sione troppo archeologica, e non troppo rispondente all'indole del la-
voro, tanto più che io mi trovo d'accordo con i critici, che non accet-
tano quei monumenti (che non esistono) e con la supposizione dei quali
fu ingannata la buona fede dei primi illustratori. Il Marini, nei Fratelli
Arvaliy ha discusso abbastanza l'argomento.
In luogo però di questi documenti immaginari, abbiamo gli scrit-
tori dai quali possiamo trarre non solo la certezza dell'esistenza di questi
giornali, ma tanti frammenti di essi, e tante memorie che per essi si
conservarono. Fu Cesare che volle la pubblicità nei giornali degli atti
del Senato, e che poi, dal primo suo consolato alla dittatura, li volle
cumulati coi diurnali del popolo. Ciò era politico, anche per immaginare
qualche senato-consulto irregolare, opera qualche volta di pochi senatori
adunati in casa di qualche console p triumviro.
Cesare volle sempre abbassare il senato, e sollevare il popolo. La
pubblicità nei giornali degli atti senatoriali ne abbassava il prestigio a
prò delle plebi. Con questa trasformazione di pubblicità, i giornali, in-
terrotti quasi interamente ai tempi delle guerre civili, ripresero il loro
corso sotto Augusto, ma con poca libertà. Setto Tiberio e Domiziano
vennero sottoposti a durissima censura, e durante l'impero di quest'ul-
timo, gli atti del senato, fatto schiavo, tornarono segreti.
Nerone ridonò il suo diritto alla pubblicità anche riguardo al se-
nato, e negli imperi di Trajano, degli Antonini, di Alessandro Severo,
dei Gordiani, di Valeriano e di Probo, fino agli ultimi secoli dell'im-
pero, gh acta ebbero libero corso, ed in esso figurarono le bassezze del
trasformato Senato, come gli avvenimenti sociali in generale.
Con l'invasione dei barbari cessa la pubblicazione dei giornali, e
il mondo romano diventa selvaggio. È solo coi secoli che incomincia la
rinnovazione lenta: e solo quando di fanciullo il mondo ritorna adulto
si riproducono a poco a poco i fenomeni della civiltà e con essi, quasi
ultimo, quello della pubblicità diurna degli avvenimenti.
Mi piace conchiudere con un ravvicinamento. I giornali di Roma
antica si appellavano Acta-Diaria-diurnalia. La parola diarium ha tra-
versato i secoli ed ha preso sede nell'idioma italiano. Il giornale ufiì-
ciale si appellava qui nel passato secolo, e nella prima metà del presente,
Diario di Ronia, ed era prima diviso in diario ordinario e diario estero.
Abbiamo anche oggi gli atti ufficiali, gli atti non ufficiali, cioè gli
ACTA SENATUS, e gli ACTA POPULi : COSI le forme non sono per nulla va-
riate. E se la parola giorno non è latina, mentre abbiamo per essa i
GIORNALI, non abbiamo abbandonato il dies dei nostri padri coi nostri
DIARI,
10 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Un vivente e dotto scrittore francese sostiene che gli eredi dei ro-
mani non sono gli italiani, ma i Galli. Sarà possibile che riesca a fare
accettare quest'affermazione ad un solo italiano?
A. Gexnarelli.
IL
Disputatio de diitrnis aliisqiie Romanorum actis, aiictore J, W. Reussen,
Groningae, apud R. J. Schierbeck, 1857 in 8.° di pagine 77.
Nel 1838 Vittorio Le Clerc pubblicò a Parigi una memcria Sui
giornali presso i Romani (i) nella quale con molta amenità di discorso
e con erudizione squisita trattò la quistione di ogni sorta di atti pub-
blici-a Roma, e quindi degli Atti diurni, e di loro forma e materia e
vicende e importanza. Quanto alla origine egli stima probabile che i
giornali cominciassero tre arni dopo la caduta di Numanzia, cioè nel 62^,
quando cessarono gli Annali dei pontefici; congettura combattuta da altri,
i quali appoggiati ad un passo di Svetonio (2), interpretato in modo
diverso, riportarono al primo consolato di Cesare la prima pubblicazione
degli atti diurni. Più recentemente altri scrissero sullo stesso argomento
in Germania (3) e da ultimo uscì la memoria soprannunziata del Reus-
sen, nella quale si illustrano di nuovo gli Alti diurni del popolo, gli atti
del senato, gli atti militari, gli atti forensi, e si ricerca la loro forma,
e materia e va'ore, usando spesso di buona critica, e talvolta combat-
tendo con ipotesi non meglio fondate, le ipotesi antiche. Del che basti
citare un esempio. Il Le Clerc pensò e fu seguito da altri in questa opi
nione, che Cesare facesse pubblicare gli atti del senato per togliere ai
padri il prestigio del mistero in cui si avvolgevano e per diminuire la loro
autorità al cospetto del popolo. Il che secondo noi, non apparisce inve-
risimile e si accorda benissimo con la politica e cogli intendimenti del-
l'uomo che mirava a distruggere gli ordini antichi, e a recare tutto in
sua mano. Ma il nostro autore, tenendosi ad avviso contrario, nega sen-
z'altro questa spiegazione, e afferma che Cesare fece pubblicare gli atti
senatoriali pel suo amore alle lettere e ai monumenti (4).
Per ciò che spetta alla materia di cui discorriamo, dagli studi an-
(i) Des journaux chez les Roraaias. Recherches prècèdées d'une memoire sur les
Annales des Pontifes et suivies de fragments des journau.x de l'aucienne Rome, par
j. Victor Le Clerc, membro Istit. Frane. — Parigi, Firmin-Didot, 1838, in 8.°, 440
pagine.
(2) Inito honore, primus omnium (Caesar) instituit ut tara Senatus quam populi
diurna acta conficerentur et publicarentur. — Caes. 20 — Il Le Clerc crede più esatto
e più verisimile il vedere in queste parole il significato che Cesare introdusse l'uso di
pubblicare gli atti del senato come già si faceva di quelli del popolo: mentre altri
intendevano che Cesare fu il primo a far compilare gli atti diurni del popolo e quelli
del senato. V. Ernesti, Excursus ad Sveton. Caesar 20, e Reussen, p. 14.
(3) Lieberkunius — De diurnis Rem. actis, Vimar 1840; Schmit, Vindiciae, libr.
suspect, Lipsiae 1844; e Zeitschr f. Geschichtwissenchaft, 1844. t. I, p. 308, ecc.
(4; Pag. 38 e 39, op. cit.
I GIORNALI nell'antica ROMA. 11
tichi e recenti risulta chiaro che a Roma, negH ultimi tempi della re-
pubblica, e per tutto l'impero, vi erano giornali che in alcune parti ras-
somigliavano ai giornali moderni, e con vari appellativi chiamavansi diurna
popidi romani, diurna urbis acta, diurna actorum scriptum, populi diurna
acta, acta diurna, diurna commentarla, commentari rerum urhanorum, acta
rerum urbanorum, acta urbana, urbis acta, publica acta ed anche acta sen-
z'altro (i). Non ne rimane alcun brano che ci dia precisamente la forma
di essi, perchè i frammenti che si riportano fino all'anno 585 di Roma,
sono evidentemente un'impostura di qualche erudito del secolo XVI (2).
Ma rimangono molti fatti che gh scrittori tolsero da questi giornali, e
quindi è facile aver notizia della loro natura, delle cose che raccontavano
al pubblico e della fede che potevano meritare come monumenti di storia.
Quando la potenza romana fu molto ampliata, i cittadini che per
causa di affari pubblici o privati erano costretti a trattenersi in paesi
lontani, si ragguagliavano delle cose di Roma, per via di lettere, le quali,
istituiti i giornali, erano per lo più copie 0 estratti di essi. Le lettere
di Cicerone, e quelle a lui dirette da altri, ci danno per più anni pa-
recchie delle cose contenute in questi diari, i quali riportavano i senati-
consulti, gli edit'i decretati per pubblica autorità, le cose forensi, gl'in-
trighi dei comizi, i nomi dei migistratì designati, i processi, le ingiuste
assoluzioni, e fischiate fatte in teatro agli avvocati dei rei (3). Delle
cause celebri davano notizie più particolareggiate; sull'affare di Milone
Asconio Pediano trovò nei giornali mólti fatti con cui potè illustrar Ci-
cerone, e narrare i tumulti del tribunato di Clodio, un liberto del quale
assediò Pompeo in sua casa: e di là raccolse i particolari sullo scontro
a Boville, sul giorno preciso della uccisione di Clodio, sulle agitazioni
popolari e sui discorsi pronunziati nel fòro da Sallustio e da Quinto
Pompeo, tribuni turbolenti e particolari nemici di Milone (4).
Vi erano annunzi delle morti di uomini celebri, funerali, miserie e
ridicolezze degli uomini, scandali, chiacchiere, aneddoti di teatro, attori
(i) Tacito, Anaal. Ili, 3 ; XII, 24; XIII, 31 ; XVI, 22. Svetonio, Caes. 20; Claud. 41 ;
Aug. 64; Calig. 36. Plinio j Hp. V, 14; VII, 35; IX, 15; Paneg. 75. Petronio, Saty-
ric. 53. Lampridio, Commod. 13; Alex. Sever. 6. Cicerone, Ep. ad divers. II, 15;
VIII, 2, 11; XII, 23.
(2) Furono pubblicati dapprima negli Annali del Pighio (161 5), poi nelle iscri-
zioni del Reinesio (1682), con qualche dubbio; quindi con piena confidenza dal Grevio
nella sua edizione di Svetonio (1691); dal Dodwell con aggiunte (1692) e dal Mu-
ratori (1739). I più li crederono veri fino agli ultimi tempi, quantunque il Welser
fino dal 1596 non vi riconoscesse la venerabile antichità che si voleva loro attribuire.
Furono stimati opera di un falsario dal Moyle, dal Gibbon, dal Beaufort, dall' Ernesti,
da Gaetano Marini. Pure anche nei tempi recenti non mancò chi li ritenesse per veri,
e lo stesso Furlanetto nella sua edizione del Dizionario del Porcellini si lasciò indurre
in errore. Ma oggi è chiaro che sono manipolazioni di un falsario, come fra gli altri lo
ha provato il Le Clerc, che con critica nuova e profonda, ricercò gli elementi diversi
riuniti e combinati da un erudito del secolo xvi, del cui centone, sebbene fatto con
assai destrezza, si può facilmente ritrovare ogni frase tolta a Livio, a Cicerone, ad al-
tri (Des journaux ecc. p. 299).
(3) Cicer, Ad divers. II, 8; VIII, 2, 3, 4, 9, 11, 12, 14 ecc.
(4) Asconio Ped ad Cicer. Oratio prò iMilone, p. 44, 47,49 ecc.; ed Orelli 1833.
Vedi anche, ad Cicer. prò Scauro, p. 19
1^ GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
fischiati, avventure galanti, adulteri, nozze, divorzi, descrizioni di giuochi
di gladiatori, notiz'e di ciò che accadeva a Roma ogni giorno, notizie di
guerra, considerazioni politiche: lasciavasi travedere che Pompeo man-
cava di spirito e Cesare di probità; e poi dicevano dell'Italia invasa dal
vincitore delle Gallie (i). Avevano declamazioni contro i vizi e la cor-
ruzione del secolo (2); dicevano di feste religiose, di dedicazioni di
templi, di prodigi e portenti. Plinio trovò nei giornali che nel 710 erano
piovuti mattoni (3).
Più abbondanti sono i ricordi che si hanno dei giornali nei tempi
dei Cesari, e ci sono anch'essi testimoni dei costumi del tempo e di
quell'obbrobrioso servaggio. Crescono i chiacchiericci e le inezie raccolte
per fare ridere il popolo servo, e il dispotismo corrompe la pubblicità
a suo profitto. Cesare che sapeva benissimo volgere contro la libertà gli
strumenti di essa, usò a suo aiuto anche i giornali, senza curare di ve-
rità o di menzogna, e fece scrivere che Marco Antonio volle deferirgli
per ordine del popolo la potestà regia, e che egli non l'aveva accettata (4).
Augusto che pacificò con la libertà anche l'eloquenza e la storia (5), e
lasciò scrivere solo chi scriveva per lui mentre vietava la pubbUcazione
degli atti del senato ^6) tollerò i giornali, ma sottomettendoli a rigorosa
censura (7), la quale durò setto Tiberio come sotto gli altri tiranni (8).
E quindi Petronio ne fa la parodia riferendo nella forma e nello stile
dei giornali che nel predio Cennano di Trimalcione sono nati il 25 di
luglio 30 bambini e 40 bambine; che sono state messe nel granaio 500,000
moggia di grano; che si domarono 90 buoi; che fu posto in croce il
servo Mitridate per avere bestemmiato \\ genio di Caio; che si riposero
in cassa 100,000 sesterzi non potuti impiegare, e che nello stesso giorno
vi fu incendio negli orti Pompe] ani (9).
Quando tutto è in mano di un solo, i giornali narrano le cose della
reggia e le presentazioni di corte. Livia vi fece annunziare i nomi dei
senatori e dei cittadini che avevano chiesto di essere ammessi a salu-
tarla; il che ripetè anche Agrippina (io); Tiberio, tiranno più raffinato,
ne abusò turpemente : faceva mettere nei giornali articoli contro sé stesso,
e divulgava non solo le cose che altri avesse detto in segreto contro di
lui, ma ne aggiungeva altre di sua invenzione per trarne poscia pretesto
(i) Cicer. Epist ad divers. II, 15; Vili, i, 6, 7, 13, 15; XII, 8; ad Q.uin. Fratr.
I, 2; ad Brut. I. 3; Plinio, Nat. hist. VII, 54.
(2) Cicer. Ad divers Vili, 6, 17.
(3) Nat. hist. II, 37.
(4) Dione Cassio, XLIV, 11. Deve avvertirsi che nel passo di Dione, secondo
altri si parla degli atti del senato, non di quelli del popolo. Del resto, che Cesare
facesse falsificare a suo profitto gli atti del senato lo attesta anche Cicerone (Ep. ad
div. I, I, 2; IX, 15; X, 12, 16), come poi li falsificò Marc' Antonio (Cic. Phihppi V, 4;
Epis. ad div. XII, i)
(5) Tacito, Dialog, de Orat. 38.
(6) Svetonio, Aug. 36
(7) Le Clerc, p. 246.
(8) Dione Cassio, LVII, 21; LXVII, 11.
(9) Petronio, Satyric. 53.
(10) Dione Cassio, LVII, 12; LV, 3?.
I GIORNALI nell'antica ROMA. 13
a vendette (i); e mosso da invidia vietò che si scrivesse nei giornali il
nome di un famoso architetto che con mirabile arte avea rialzato un
portico cadente (2). Domiziano vietò di scrivere nei giornali ciò che a
lui non piaceva (3) e peggio di tutti fece Commodo, il quale amando
anche la celebrità e io scandalo che gli veniva dalle turpitudini, volle
che si pubblicassero tutte le sue crudeltà, tutte le sue prove di gladia-
tore, tutte le sue infamie (4).
Vi si divulgavano i rescritti, le costituzioni, gli editti, le opere edi-
lizie dei principi, le loro orazioni, e le vili acclamazioni dei senatori ri-
petute cinque, dieci e venti volte (5), e che sono le pagine più vergo-
gnose della storia romana; le proposizioni di templi a Nerone (6), l'apo-
teosi di Claudio (7), il titolo di nume a Domiziano (8); le quaU cose
stavano ora in luogo dei liberi suffragi con cui sotto la repubblica si
designavano i magistrati. Del servo senato regiscravansi anche le sen-
tenze e i discorsi, e nelle provincie, secondo la testimonianza di Tacito,
si leggevano gli atti per conoscere il contegno di Trasea, mentre tutti
i senatori adulavano e plaudivano alle crudeli follie di Nerone (9); e
ciò che Trasea non aveva fatto, era, come oggi direbbesi, l'avvenmiento
del giorno.
Largo spazio vi occupavano le varietà, i portenti, le favole, i fatti
memorabili. Nell'anno 800, sotto la censura di Claudio, i giornali an-
nunziarono che fu portala a Roma la Fenice ed esposta nel comizio (io).
Plinio vi lesse che agli 11 aprile del' 748, nel duodecimo consolato di
Augusto, un Crispino Ilaro di onesta famiglia plebea di Fiesole venne
a sacrificare in gran pompa nel tempio di Giove Capitolino, accompa-
gnato da 7 figli e 2 figlie, da 27 nipoti, da 8 nipoti femmine e da 27
pronipoti (11).
Vi lesse anche la storia del cocchiere della fazione rossa messo sul
rogo (12), e il fatto singolare occorso nella condanna capitale di Tizio
Sabino: come egli fu condannato a morte coi servi, il cane di uno di
essi lo segui alla prigione, aVe gemonie, e fino al Tevere, ove fece ogni
sforzo per sostenere sull'acqua il corpo del suo padrone (13).
(i) Dione Cassio, LVII, 23
(2) Id. LVII, 21.
(3) Id LXVII, II.
(4) Habuit praeterea morem, ut omnia, quae turpiter, quae impure, quae crude-
liter, quae gladiatorie, quae lenocine faceret Àctis Urbis indi juberet, ut Marii Maximi
scripta testantur. Lampridio, Commod. 15.
(5) V. Lampridio. Alex. Sev. 6, 12, 56; Capitolino, Cord. 5; M.ixirain. 16, 26, ecc.;
Pollione, Claud 4, 18; Vopisco, Aurei. 13, 14; Tacit, 4, 5; Prob. 11 ecc.
(6) Tacito, Annali XV, 74.
(7) Id. Annali XII, 74.
(8) Svetonio, Domit. 13; Dione Cassio, LXVII, 13.
(9) Tacito, Annali XVI, 22.
(io) Allatus est et in urbem, Claudi! principis censura, anno urbis DCCC, et in
comitio propositus, qvioà ti Actis testatum est; sed quem fulsum esse nemo dubitaret.
Plinio, Nat. hist. X, 2, Vedi anche Solino, XXXIII, 14.
(11) Plinio, loc. cit. VII, ir.
(12) Id. VII, 54.
(13) Id. Vili, 61.
14 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICà ITALIANA.
Svetonio che molto si dilettava della storia aneddotica, svolse molto
i diari e in essi trovò il di natalizio di Tiberio e il luogo in cui nacque
Caligola (i), e li cita anche a proposito delle tre nuove lettere intro-
dotte da Claudio nell'alfabeto latino, e poscia morte con lui (2). Tacito,
che ricorda (3) come nei giornali si lodassero gli edifizi e nominata-
mente l'anfiteatro costruito da Nerone nel campo Marzio, trovò in essi
documenti sul funerale di Germanico, e i nomi di quelli che v'inter-
vennero (4): e Giovenale ne attesta che vi si scrivevano i nomi dei
nati (5), e vi si pubbhcavaao le nozze (6). Gli atti diurni si perpetua-
rono sino alla fine dell'impero, e nel codice Teodosiano si ha quasi il
nome di giornalista nelìz parola, diurnarius (y); ma poco sappiamo della
pubblicazione e della forma di essi, malgrado le ricerche fatte dal Reus- .
sen nella sua accurata ed erudita memoria. La cura degli atti è noto
che fu affidata ai questori e poi ai prefetti dell'erario (8). È molto pro-
babile che i giornali non si pubblicassero prima di avere avuto l'appro-
vazione del principe; ciò voleva il dispotismo imperiale. Si scrivevano
in carta, e vi erano in Roma persone che vivevano di questa faccenda. Si
esponevano non si sa se per uno o due giorni: ognuno poteva leggerli
e copiarli, e in tal modo i presenti, e gli assenti delle provincie e degli
eserciti, avevano notizia delle cose di Roma. Pare che poi si portassero
nell'erario e nelle biblioteche.
Sulla forma esterna e sulla dettatura di essi non havvi memoria.
Solo Quintiliano si lamenta che anche i giornali attestassero della cor-
ruzione della lingua (9). Ad essi attinsero notizie Tacito, Svetonio, Plinio
ed i successivi scrittori delle vicende romane; e quantunque abusati e
corrotti dal dispotismo, per ciò che spetta ai luoghi dei fatti, alle date,
e a parecchie particolarità delle cose giornaliere di Roma, si tennero
come uno dei fonti della storia imperiale.
Atto Vannucci
(Archivio Storico Italiano, t. IX, 1859.)
III.
SALLUSTIO GIORNALISTA
Crispo Sallustio, allora giovane ancora, faceva quel che oggi si di-
rebbe il giornalista, e redigeva con l'aiuto di altri, e segnatamente di
Cesare, il Cotnmentarium rerum urbanaruw, il Moniteur d'allora, perchè
Roma fu prima ad avere una gazzetta A lui LucuUo prestava tre-
(i) Svetonio, Tib. 5; Calig, 8.
(2) Id. Claud. 41.
(3) Annali XIII, 31.
(4) Id. Ili, 3.
(5) Sat. IX. 84.
(6) Id. II, 156.
(7) Cod. Theod. VIII, 4, 8; Le Clerc p. 249.
(8) Tacit Ann. XIII, 28.
(9) Instit. Orat. IX, 3, 18.
I GIORNALI nell'antica ROMA. 15
cento liberti per moltiplicare le copie del Commentario. Ciascun liberto
gliene dava cinque copie al giorno. Uscendo tutte le settimane, nel di
sacro a Mercurio, ne circolavano 10,500 copie.
A una dramma per copia (ch'era il prezzo fissato) facevano 42,000
dramme al mese, salve le spese che non variavano 2000 dramme. Ciò
che significa 480,000 dramme all'anno (una dramma valeva 97 cente-
simi di nostra moneta).
E cotal rendita valeva quanto l'esser proconsolo in una delle ricche
Provincie dell'Asia, senza esser ladri come Verre.
Giuseppe Rovani
(dalla Giovine-^^a di Giulio Cesare)
IV.
UN GIORNALE DI VENTI SECOLI FA
Il più antico dei giornali è quello che usciva in Roma due secoli
prima di Cristo, intitolato Acta populi romani diurna.
Ecco un numero dell'anno 168 avanti Cristo:
« Il 29 mnrzo: il Console Livinio ha esercitato oggi le funzioni
governative. — Una violenta tempesta è scoppiata nella giornata di oggi;
la folgore è caduta sopra una quercia poco dopo mezzodì, nella prossi-
mità del colle Veli e l'ha spezzata in più parti. — Vi fu una rissa in
un albergo della città che ha per insegna l'orso, presso il colle Jano.
L'albergatore fu gravemente ferito. — L'Edile Titinio ha condannato i
beccai che spacciano la carne per aver venduto la loro merce senza averla
prima sottoposta all'ispezione delle autorità. Le ammende hanno servito
a costrurre una cappella. — Il cambiavalute Ausidio, la cui bottega ha
per insegna lo Scudo del Cimbro, è fuggito portando seco una somma
considerevole. Venne inseguito ed arrestato. Egli aveva ancora con sé
tutto il denaro rubato. Il pretore Fonteio l'ha condannato a restituire
immediatamente tutto il denaro a coloro che l'avevano depositato in sue
mani. — II capo dei briganti Denniphon, arrestato dal legato Neava, è
stato crocifisso oggi nel porto di Ostia. »
V.
Fra le opere dell'antichità romana che non sono giunte fino a noi,
vanno le Decadi di Tito Livio, alcuni libri delle Storie di Tacito e le
Storie di Sallustio.
Ebbene, il Moniteur Universe! annunziò nel 1886, che un giovane
erudito tedesco, il dottor Hauler, ha scoperto, in un manoscritto della
biblioteca di Orleans, cinque fogli che già facevano parte di un palim-
sesto sul quale erano state originariamente copiate le Storie di Caio Cri-
spo Sallustio. A forza di pazienza, il dottore Hauler è riuscito a poter
leggere quei frammei.'ti delle Storie, che si riferiscono ad una discussione
che ebbe luogo in senato in seguito ad un bollettino di vittoria spedito
da Pompeo, ed alle campagne intraprese contro Sertorio e contro i pirati.
§j)ecialità per ^ipogratia ed 4rti aSm
miiiii™ sìMiiSTi) ira»
NORBERTO 4RB1ZZ0NI
Borgo Milano, 18 - Ticino alla Stazione
Premiato anche con medaglia speciale dal R. Ministero d'Agricoltura,
Industria e Commercio.
Lo Stabilimento è dedicato esclusivamente alla costruzione
delle macelline ed attrezzi per la tipografìa ed affini. Tutte le
macchine, costruite con scelto materiale e con attenta cura, tanno
concorrenza a quelle fabbricate dalle più accreditate Case estere,
non solamente sui prezzi, ma anche sull'eleganza e solidità, pre-
cisione, celerità e leggerezza nei movimenti. _ ^
Specialmente ora che lo Stabilimento si e _ reso deliberata-
rio di tutto quanto era di pertinenza dell'antico Stabilimento
AMOS DELL' ORTO, è in grado di esperire qualsiasi commissione
ed assumere impianti completi di tipografìe in pochissimi giorni.
A richiesta si spedisce gratis e franco il Catalogo illustrato
Referenze primarie.
L'INVENZIONE DELLA STAMPA
Da molti anni si contestava a Grutemberg 1' invenzione della
stampa. I suoi titoli, infatti, erano difficili a stabilirsi, benché coloro
che volevano contrastargli la gloria non avessero argomenti molto
validi a opporgli. Il più antico documento che Ambroise Firmin-
Didot avesse trovato in favore di Gutemberg, rimontava al 1499.
Il signor Sieber, di Basilea, nel 1887 ne ha ^pubblicato un
altro di data anteriore al primo, cioè del 1472. È una lettera
latina di Guglielmo Fichet a Robert Gaguin, che menziona espres-
samente Gutemberg come 1' inventore dell'arte tipografica (qui 'pri-
mus omnium impressoriam artem excogitavit).
Questa lettera si trova stampata in testa del solo esemplare
conservato alla biblioteca di Basilea del trattato De Ortographia
di Gasparino da Bergamo, opera stampata coi torchi della Sorbona
nel 1472. Guglielmo Fichet, che aveva fondato la prima tipografìa
di Parigi, doveva sapere a chi attenersi poiché egli aveva impie-
gati tre operai istruiti da Gutemberg a Magonza e che egli no-
mina in questa stessa lettera : Ulrich Gering, Michel Friburger e
Martin Crantz « di già più abili, dice egli, dello stesso maestro ».
Nel 1884 fu scoperta la prima macchina tipografica di Gutem-
berg. Questa macchina datata dal 1441, fu ritrovata in un'antica
casa di Magonza dove Gutemberg aveva stabilita la sua tipografia
e che era nota col nome di Corte del Giovane.
La macchina porta il monogramma /. G. e il millesimo MCDXLI.
Essa è stata accuratamente riparata con l'aiuto di antichi disegni
di macchine tipografiche del xv secolo, che esistono ancora.
X
Ecco ora l'ordine cronologico seguito dall'arte della stampa,
nel diffondersi in Italia :
1467 — S' introduce a Roma la prima tipografia.
1469 — La terza città d'Italia ch'ebbe tipografia fu Venezia, la
quale in quest'anno ne apriva una.
1470 — Si fonda la prima tipografia in Verona.
1470 — Borgo S. Sepolcro in Toscana.
1471 — Pavia, Napoli, Treviso, Ferrara, Firenze. — A Bologna,
anche in quest'anno, Baldassarre Azoguidi impianta la
prima tipografìa.
1472 — Padova, Mondovì. Giovanni Fabri impianta per primo tor-
chi di stampa a Saluzzo. Pietro Adamo De Micheli è il
primo che stabilisce l'arte tipografìca a Mantova.
1473 — Brescia; a Messina, per opera di Rigo Elding, alemanno.
1474 — Torino, Savona, Como, Genova, Modena, Vicenza. Per opera
di due frati s' introduce la prima tipografìa a Ripoli (To-
scana) ; in essa lavorò come compositrice una monaca.
N, Bernardini — Guida delta Stampa periodica italiana — 2,
18 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
1475 — Città di Sant'Orso, Piacenza, Caselle (Comune), Jesi, Reg-
gio-Calabria.
1476 — Cagliari, Udine, Trento, Pagliano.
1477 — Perugia, Bergamo.
1478 — Pieve di Sacco, Tusculano, Colle; Andrea di "Wormazia
installa la prima tipografìa a Palermo.
1479 — Pinerolo, No\à, Saluzzo.
1480 — Cividale.
1482 — Pisa, Aquila.
1484 — Siena, Rimini.
1485 — Chivasso.
1486 — Casalmaggiore.
1488 — Viterbo, Gaeta.
1489 — Capua.
1490 — Lecce, Portese, Sora.
1491 — Nozzano, Lucca.
1492 — Cremona, Nizza.
149.3 — Alba.
1495 — Forlì, Virola-Algbise.
1622 — Catania.
1636 — Monteleone (Calabria). La fama di questa città supera tutte
le altre città calabresi, dopo Cosenza.
1645 (18 gennaio) — La Camera del Piemonte, ordinava in questo
giorno al Sinibaldo « di stampare, in Torino, ogni setti-
mana, ragguagli o siano avvisi generali delle occorrenze
del mondo, scritte da Pietro Antonio Soccino ».
1651 — Pier Griacinto Massa, introduce la stampa ad Imola.
X
Parrà strano cbe in Italia, ove l'arte tipografica era già tanto
in onore, non venisse subito adoperata per la stampa delle prime
gazzette. Gli è cbe gli scrittori di esse si sapevano più liberi dalla
censura, ed anche perchè i loro praticanti erano ghiotti di notizie
recondite, le quali a^Tebbero avuto assai minor pregio se fossero
state facilmente accessibili al pubblico.
Vedremo più innanzi la storia e le vicende dei primi giornali
stamjìati.
N. Bernardini.
BOLETIN DE LA LIBRERIA
de A. Bethencourt é Hijos
PERIODICO DEDICADO A AVISOS M E R C A N X 1 l_ E S
Sale el i.* y el i6 de cada mas
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CUEAZAO (Antilla Holandesa)
Il dornalismo nel 1500 e 1600
È noto che molto tempo innanzi alle gazzette, le notizie correvano
scritte a mano e si chiamavano avvisi o spacci.
Conviene credere che i giornalisti d'allora somigliassero molto a
certi giornalisti d'adesso, se monsignor Mariano Pierbenedetti, vescovo
di Martorano e governatore di Roma, pubblicò li ii ottobre 1586 un
Bando degno d'essere ricordato.
Dice monsignore essersi osservato per lunga esperienza che nello
scrivere da tutte le parti del mondo lettere d'avvisi « non si è mai visto
scrivere cose particolari con infamia et disohnore di nessuna sorte di
persone, et massimamente de Principi et persone graduate » come si fa
in Roma « capo della Religione et ricetto d'huomini virtuosi. »
Naturalmente, non erano questi uomini virtuosi gli autori di simili
enormità; ma « alcuni di tanto mala natura, scelerati, calunniosi et de-
trattori che senza timor di Dio et della giustizia sono partiti dalle patrie
loro così male avvezzi, che hanno pigliato l'occasione, per essercitare le
loro lingue pestifere, de scriver lettere d'avvisi da diverse parti, empiendo
le carte de bugie et calunnie, infamando et detrahendo, all'honore et repu-
tatione del prossimo, non considerando come Christiani, di quanto ca-
stigo siane degni quelli che cercano dr togliere la fama et l'honore altrui. »
Per la qual cosa ordina che nessuno scriva più simili lettere in
qualsivoglia idioma, né con cifra o figure.
Sanzione penale: La vita, confisca dei beni ed infamia perpetua.
Chiunque poi riceverà una di quelle lettere deve rivelarla subito ai
governatori o superiori; altrimenti sarà trattato come i trasgressori del
bando.
Il quale termina:
« Advertendo che si procederà per inquisitione, denunzie secrete
et ogni altro miglior modo per scoprir questi scelerati; se intercette-
ranno le lettere et s'userà ogni sorte de remedio, perchè s'habbino da
levar simili abusi, etc. »
Il bando del Pierbenedetti venne inserito nei Bandi generali che
furono il codice penale in molta parte d'Italia fino a tutto il secolo
passato, ove le lettere d'avviso furono confuse coi libelli o pasquinate,
e gli autori punibili, anche se esponessero la verità, nella vita, confisca-
zione di beni e perpetua infamia « secondo le qualità delle persone, o
almeno della Galera ad arbitrio di S. E. »
Bel fare il giornalista a quei lumi di luna!
X
P. L. Bruzzone scrive sullo stesso argomento:
Nel 1651 si fece una perquisizione a molti copisti di Roma, e pa-
recchi furono arrestati, tra cui Luca Scabioli.
In sua casa, il 22 aprile, fu trovato un avviso, e in questo era
notato quanto segue:
20 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
« Un tal signore Ugo MafFei marito della Catalana, stato cavalle-
rizzo del già cardinale di Valenza, sendo a questi giorni stato accusato
dal governatore di Roma che d'ordine dei Padroni se n'andasse fuori di
Roma, dicevasi per la Corte che questo facesse l'amore colla duchessa
di Ceri, et egli non obbedendo e seguitando l'impresa, il governatore
fu necessitato mandare li sbirri alla sua casa per farlo prigione, ma non
sendo stato trovato, d'ordine di detto governatore fu carcerato un suo
figliastro. »
La duchessa di Ceri, sopra citata, era donna molto galante; anzi
la cronaca del tempo dice, con fondamento, che avvelenò il marito colla
complicità della famigerata Giulia palermitana che fabbricava Vacqua
tofana.
Presso lo Scabioli non fu trovato solo l'avviso di cui sopra, ma pa-
recchi altri colla data di Anversa, Colonia, Venezia che erano allora i
centri dei principali ga:(ieltanti o spacciatori di notizie. Lo Scabioli era
un vero giornalista che aveva estesa corrispondenza. Egli se la cavò
con poco; ma non sempre andava cosi; anzi nel secolo xviii non meno
di tre giornalisti furono tradotti al patibolo, rei soltanto di pasquinate
o di scritti polemici o satirici. I tre giornalisti giustiziati furono Tri-
velli, Rivarola, Scatolari.
Nella perquisizione fatta allo Scabioli gli avvisi furono dai birri
trovati sotto il materasso del letto. Egli abitava in borgo Sant'Angelo,
ed era allora in trono Papa Pamphili. In uno di questi avvisi si parlava
anche della principessa di Rossano, nipote del Papa,
X
Circa venti anni prima erano avvenute perquisizioni per lo scopo
medesimo, e specialmente per trovare scritti di astrologia attribuiti al
padre Orazio Morandi, abbate di Santa Prassede, il quale fu arrestato.
Egli era uomo dottissimo e godeva l'amicizia di tutti i dotti del suo
tempo, compresa quella di Galileo del quale talvolta fu commensale.
Per lui l'astrologia era una cosa seria, ed egli aveva la fisima di volerla
ridurre a scienza.
Con lui vennero imprigionati tutti i frati di Santa Prassede! Nel
processo fu sentito come teste Cesare Tubiolo Ventone da Pesaro, il
quale così parlò:
« Io fo il copista e anche il computista nella bottega del signor Al-
legrucci et anco altrove. Prima fosse fatta la perquisizione alli copisti,
ci erano molte scritture malediche che andavano attorno. Io vidi certi
discorsi de Cardinali papabili et un pronostico nella bottega di Giuseppe
Argemento un giovane che si sa piemontese mi fece vedere altra —
scrittura intitolata Li pensieri notturnali de Parnaso. Mi furono mostrate
pure delle profezie di papi e mi ricordo che parlavasi di api e credo
riguardasse il papa che nell'arme sua sta l'ape. Si profetizzava: Conver-
tentur in apies et non mellificahunt nisi in cadavera christianonon ; auge-
bunt bella sub ejiis aculeo; pugnabunt reges fortes, sonabunt arma, clamabunt
tubce, strepitabtint juxfn asinorum.... »
Lo stemma colle api era quello dei Barberini, ossia del papa re-
LE PRIME GAZZETTE IN ITALIA. 21
gnante Urbano Vili. Il che vuol dire che, mentre gli uni trattavano
d'astrologia, gli altri volevano colpire il pontefice; senza rilevare che
anche l'astrologia colpiva il pontefice, perchè le profezie astrologiche
tendevano a dire che Urbano Vili sarebbe morto presto, onde facile
era la via ai nuovi papabili.
Lugubre fine ebbe questo processo dell'epoca Barberina.
L'abate di Santa Prassede, dopo pochi giorni di carcere, mori air im-
provviso in Tordinona. La voce pubblica vide il veneficio, e tale voce
era tutt'altro che fantastica.
X
Ecco un documento che può attestare quale era la paga de' copisti :
« Noi infrascritti facciamo piena et indubitata fede qualmente un giovine scrittore
il meno prezzo che possa guadagnare e si debba dare per giusta mercede è di uno
scudo il giorno.
« Et in fede della presente con verità la sottoscrivemo questo di 2j settembre 1661
« Io Giov. Battista Avitosi affermo quanto di sopra mano propria.
« Io Girolamo Berretta affermo quanto di sopra mano propria.
(Archivio Governatore di Roma — Processi.)
Per altre notizie sui menanti, avvisatori o ga:{:(ettanti può leggersi
un interessante studio intitolato Jotirnalistes, astronoines et m^romants a
Rome, dans le xvif siede, pubblicato nv^lla Revue Britannique, V. VI, 1878
e che per amore di brevità tralasciò.
LE PRIME GAZZETTE IN ITALIA
Fra le cose onde il secolo nostro sarà singolare nella storia,
e, almeno in apparenza, tanto dissimile da' precedenti, è a con-
tarsi principalissima la potenza che, specialmente per mezzo dei
giornali, esercita sulla società umana l'arte della stampa. La facilità
meccanica di imbrattare di inchiostro ogni giorno innumerevoli fogli
di carta, lia prodotto un cambiamento così profondo nel fatto del
leggere e dello scrivere, ohe di necessità ne sono venute conse-
guenze gravissime nel pensare e nell' operare degli uomini. Lo in-
gigantirsi continuo del giornalismo, il suo moltiplicarsi in ogni
angolo della terra; più l'essere i giornali non semplici espositori
de' fatti, ma giudici di quelli, anzi tramutati in cattedre e tri-
bune che sentenziano sulle ragioni della politica, su' diritti dei
popoli, e sopra ogni altra umana cosa, ha in se tanto di grandioso
e di prepotente, che il secolo nostro, innamorato di se medesimo,
se ne gloria quasi di miracolo e di vittoria sui tempi che furono.
L'opera individuale de' pensatori è fatta impotente sui popoli, a
fronte del lavoro collettivo e molteplice de' giornali. Il credito
che prima ottenevano i libri, de' quali si chiamavano autori degli
22 GUIDA DELLA. STAMPA. PERIODICA ITALIANA.
uomini conosciuti, e clie si argomentava averci speso, scrivendoli,
tutto ciò che poteva la loro mente, si concede oggi a de' fogli
composti all'improvviso, da gente di cui quasi sempre sono ignoti
il nome, la vita e gl'intendimenti, ma clie ne impongono col par-
lare a nome di molti o di tutti. Frattanto la presente generazione,
preso l'abito della lettura de' giornali, rapida, negligente ed oziosa,
si è quasi divezzata dallo studio ordinato ed assiduo, e dalla ri-
flessione fatta sul libro al lume della lucerna. I libri meditati, e
scritti con artifìcio diuturno, non sono più de' tempi nostri : e quando
anche non fosse venuta meno l'arte del comporli, troverebbero inetto
a studiarli il più gran numero de' leggitori, oramai usati a più
facile disciplina. La società, stanca dibattere le orme antiche, anche
per questa parte entrò risolutamente in una via inesplorata, fidan-
dosi alla scorta di nuovi maestri. Quale sarà, al chiudere dei conti,
l'effetto di questo nuovo indirizzo sulla civiltà vera del mondo, sa-
rebbe presunzione e vanità il volerlo prognosticare. In ogni modo,
lasciando ai filosofi lo speculare dubbiosi sopra le ultime conseguenze
del giornalismo, è naturale che si vada da ogni parte preparando
la storia di una istituzione, della quale veggiamo cosi grandi i
progressi. Già la Francia, il Belgio, la Germania, l' Inghilterra e
forse altre nazioni (1), possono vantarsi di lavori su questo soggetto ;
alcuni de' quali larghissimamente condotti, come quello dell'Hatin
per la Francia. Nissun moderno italiano, per quanto ci è noto,
prese fin qui a ricercare questa parte d'istoria ; dove prima invece
eravamo soliti dare agli altri l'esempio di ogni qualità di erudi-
zione. Talché a poche e sommarie notizie di enciclopedia e di simili
compilazioni si riduce tutto quello che sappiamo sulle origini delle
gazzette fra noi.
Coloro che vissero ne' due secoli passati erano troppo lontani
dal prevedere la futura importanza delle gazzette, perchè potesse
venir loro in mente di tramandarci notizie sulle medesime. Perciò
gli scrittori, non pochi né indegni, di istituzioni politiche che si
ebbero in Italia in que' tempi, e coloro che trattarono delle diverse
discipline civili, ne tacquero. Gli autori senza numero delle storie po-
litiche, sì generali come particolari, delle diverse città o Provin-
cie, quasi mai non si valsero di quelle, riputandole documenti
impuri e fallaci. Coloro che trattarono delle vicende delle nostre
lettere, non credettero neppur degni di menzione i menanti e le
loro scritture. Infine, anche i bibliografi, che pur tanto si affan-
narono intorno a cose di minimo valore, colla scusa della curio-
sità, non si degnarono di descrivere le gazzette, nemmeno quelle
che si pubblicarono in antico col mezzo della stampa. E pure l'I-
talia può vantare, ove in ciò stesse fondata ragione di merito, di
avere, forse prima delle altre nazioni civili, accolto l'uso di dif-
(i) Hatin, Vaudin, Deschiens scrissero la storia della stampa periodica in Francia;
Warzée, quella del Belgio; Prutz, quella della Germania; Andrews, quella dell'Inghil-
HvTAf ecc. ecc«
tÈ t^RIME GAZZETTE IN ITALIA. 23
fondere le notizie del giorno mediante l'arte dei gazzettieri. Così,
per quanto l'uso delle gazzette s'introducesse inosservato e quasi
furtivo nella società italiana, e a poco a poco si propagasse nelle
classi più numerose, questo non rimase di certo senza effetto sulla
vita della nazione, e dovette lentamente educare il popolo a nuove
idee, e preparare il terreno alla libertà.
Anche un cenno fuggitivo sulla storia delle prime gazzette
italiane può pertanto riuscire op^Jortuno, e forse non ingrato ai let-
tori. Dovendo però il più possibile esser brevi, avvertiremo che
intendiamo di stringere il discorso ai fogli portanti le nuove del
giorno, a quelli insomma che ne' secoli passati tenevano il luogo
delle odierne gazzette politiche. Per conseguenza non ha qui luogo
il parlare de' giornali di lettere e di scienze, già visti in sogno
dalla immaginazione fatidica del cavalier Marino avanti che fos-
sero (1), e che potrebbero riuscire soggetto di notevole storia;
giacche l'Italia n'ebbe molti e nobilissimi, e pur tuttavia manca
fin un. catalogo che li ricordi. Cosi non entrano nel concetto no-
stro gli antichi diarii, le storie annuali, le raccolte, anche perio-
diche, ma fatte in. forma di libro, dei documenti storici; e nep-
pure quelle relazioni, ora in prosa ora in rima, che via via si
spargevano in Italia ad ogni avvenimento importante o meravi-
glioso, e di cui i più antichi saggi stampati, rimontano ai primis-
simi tempi della tipografìa.
A tutti coloro, che hanno qualche pratica degli archivi, è oc-
corso frequente lo imbattersi in alcune lettere, fino del trecento,
che portano scritta o nel foglio stesso o in qualche carta aggiunta,
una serie di notizie correnti di diversi paesi, di quelle, cioè, che
oggi si direbbero politiche. Anzi in antico si sentivano le relazioni
che corrono tra i fatti pubblici e le vicende del commercio ; e perciò
questa diligenza d' informazioni usavano spesso verso i loro corri-
spondenti, gì' Italiani che si trattenevano fuori delle loro città, per
ragione di traffico. Gli oratori de' vari principi d' Italia erano' sol-
leciti di fornire a chi gli avea spediti tutte le notizie che facessero
capo nelle città dove fossero di permanenza o di passaggio ; ed anche
i cittadini abitanti fuori del paese proprio, benché senza pubblica
commissione, si facevano spesso un merito di mandare simili rag-
guagli ai loro governi. Questa voglia, anzi meglio, questa neces-
sità di informazioni, non restò nei soli principi e nei governi delle
repubbliche ; ma si estese ai signorotti, ai prelati, ai cortigiani, ed
anche ai cittadini curiosi e politicanti. Talché, chiedendosi da ogni
parte notizie, ne venne naturalmente che altri si offerisse di scri-
verle a prezzo : ed allora fu di fatto istaurato il mestiere dello spedire
i fogli di nuove, ad ogni corso di posta, eguali a più persone e
mediante mercede fissa ; la quale, si per essere scritti a mano ,
(i) Il cavalier Marino, iu una lettera scritta nel 1612, racconta di aver visto in
sogno il lago dell'oblio, dove affogavano molti volumi, dei quali egli poteva leggere
soltanto i titoli, in grazia di certi fogli accesi sui quali era scritto Giornale letterario.
Vedi Vallauri, Il cavalier Marino in Piemonte, Firenze, 1865, pag, 188.
24 CUTIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
e messi assieme con fatica e non senza pericolo, fu di prezzo non
piccolo. A quest'arte, cui occorreva una particolare attitudine, e
svariata e molteplice conoscenza di persone e di cose, si dettero
uomini intraprendenti, mezzo letterati e politici, la maggior parte
de' quali aveva appresa l'arte di scrivere e la pratica d' investigare
i fatti pubblici e privati, nelle innumerevoli segreterie de' signori
e de' prelati. I maestri delle poste ed i corrieri dettero mano a
questa nuova istituzione, che riusciva loro di utile singolarissimo.
I fogli di nuove, si chiamarono generalmente avvisi, e più parti-
colarmente gazzette, con nome di origine incerta (1). Gli scrittori
e propagatori di quelli furono confusamente chiamati gazzettanti (2),
avvisatori, foglicttanti, novellisti, e menaìiti; voce, anche quest'ul-
tima, di provenienza ignota (3).
Come avviene di tutte le usanze che lentamente si introducono
fra gli uomini, mancano memorie sicure del tempo e del luogo in cui
il "commercio delle gazzette avesse principio fra noi. È tradizione,
riferita ne' libri di erudizione comune, che queste cominciassero, in
Venezia circa l'anno 1563; e si aggiunge che sorsero dalla necessità
di aver notizie, il più possibile frequenti, sui moti de' Turchi, fatti
allora più che mai minacciosi sotto Solimano. L' invenzione era di
certo assai recente, allorquando nel 1572, Pio V e Gregorio XIII papi,
la chiamavano nelle loro bolle, arte ritrovata da poco, arte 7iuova.
Ma senza dubbio de' fogli di avviso, scritti a prezzo, si divulgarono
alcuni anni avanti il 15(33. L'abate Secondo Lancillotti, tutto infer-
vorato nell'esaltare le cose nuove, stima che fosse opera di bellis-
simo ingegno « la trovata di inviare gli avvisi de' successi, massime
de' prencipi di tutto il mondo, in ogni parte ». Ricordata quindi
« la conserva » che di tali scritture si trovava nella libreria del Duca
d' Urbino « da settanta anni in addietro » , conchiude che questi co-
minciassero ad essere in uso da che quei principi presero a farne la
(i) Il Ferrari ed il Menagio affermarono che i fogli di nuove si chiamassero ffl:^-
:{ette, perchè in principio si vendessero, o, come altri aggiungono, si dessero a leggere,
pagando una ganettaj moneta veneziana assai simile alla crazia toscana. Il Menagio
poi osserva ingenuamente che resterebbe a sapersi perchè la moneta in discorso
avesse quel nome. Tutti i dizionari, e le enciclopedie hanno accolto a occhi chiusi
questa etimologia, che ha in sé qualche cosa di cosi specioso, che non finisce di
persuadere. La parola leittufigen che si introdusse in Germania, e specialmente in Augu-
sta, per indicare i fogli di nuove scritti a mano, quasi contemporanei ai primi avvisi
italiani, potrebbe richiamare gli eruditi a nuove ricerche; e forse potrebbe ritrovarsi
nella gaietta italiana la corruzione di leitung, o di \eiU L'Hatin, Histoire de la presse
en Prance, I, 72, dice aver veduta messa in istampa per la prima volta la parola ga-
iette nel titolo di un opuscolo del 1604. Molto più anticamente si troverebbe stampata
quella parola, se il Senebier avesse riferito senza sbaglio di data, un altro opuscolo
politico in dialetto savoiardo. La Gaietta de la guerra lay \ay susay ^ay la velia et \ay
la Comba, 1568, in 8.° Hist. Litt. de Genève, I, jS.
(2) Gai^etlanie, e non ganettierej dicevano gli antichi.
(3) Il Menagio volendo trovare l'origine della parola menante, la dice venuta dal
Minare le mani che facevano i gazzettieri scrivendo frettolosamente. Prima di lui il
Vossio aveva argomentato che si dicessero menantes, quasi minanles, dal minare che
facevano essi la fama altrui. Q;:es:e etimologie non son tali da contentare alcuno, e
fori* sarebbe a ricercarsi anche l'origine della parola minante in altre lingue,
. LE PRIME GAZZETTE IN ITALIA. 25
raccolta (1). Scrivendo il Lancillotti nel 1623, ne viene che egli in-
tendesse l'arte de' gazzettieri esser cominciata poco dopo il 1550.
Sono infatti del 1554 i fogli più antichi di nuove, che si incontrano
negli archivi e che hanno l'aspetto, non d'informazioni diplomatiche
o private, ma di avvisi di menanti. Ed appunto circa a quell'anno
si trovano nei documenti pubblici e privati i primi accenni a questa
foggia di ragguagli. Come è certo che alcune delle x^rime gazzette
furono scritte da Venezia, altre pure se ne hanno di egual tempo
venute da Roma. Anzi troviamo che la fabbricazione degli avvisi
romani si allargasse più rapidamente, e trovassero credito e spaccio
sopra gli altri in Italia. I fogli veneziani, fino da principio, si mo-
strarono temperati e severi ; quelli romani invece apparvero , dal
nascere, inclinati a libertà ed alla critica, e talvolta pigliavano
l'aspetto di libelli. Il che ha la sua ragione nell'essere scritti in
mezzo ad una città appassionata e violenta, e divisa da fazioni,
quanto fu Roma sotto i pontificati dell'ultima metà del cinquecento.
Alla repubblica veneziana, cauta e uniforme nella sua politica, pare
che riuscisse fino da principio il regolare e disciplinare gli scrittori
de' fogli. Invece i gazzettanti di Roma avvezzi alle pasquinate,
nelle frequenti mutazioni di papi e di governi, e nello scompiglio
delle sedi vacanti, poterono spessissimo essere più che liberi ; ma
libertà vera e duratura non ebbero mai, che il governo gli fu
addosso di quando in quando con repressioni crudeli.
Alcuni indizi farebbero sospettare che quei libelli, per cui Nic-
colò Franco trovò la morte, fossero scritti a modo di avvisi ; poiché
il processo contro di lui fu contemporaneo alla prima persecuzione
de' gazzettieri di Roma. Infatti il primo segno della burrasca contro
di essi si ebbe nel concistoro del 10 febbraio 1569, nel quale il
rigidissimo Pio V « dopo aver deplorato le calamità de' tempi, fece
« un'invettiva contro quelli che scrivono nuove pregiudiciali del
« papa, de' cardinali, de' vescovi et delli altri prelati, contro dei
« quali disse di voler procedere senza rispetto alcuno ; ammonendo
« i cardinali avvertissino li loro segretari a volersi guardare da
« simili inconvenienti, perchè gli castigherebbe severamente » (2).
Cosi parlavano gli Avvisi di Venezia, i quali di li ad un mese rac-
contavano in questi termini il supplizio del beneventano: « Questa
« mattina messere Niccolò Franco, già servitore di Morone, è stato
« impiccato in Ponte. Si dice per avere infamati diversi signori
« illustrissimi, et per avere corrotti alcuni ministri di giustizia » (3).
Al supplizio di lui seguitavano altri rigori. « Un mio servitore
« (cosi scriveva Paolo Manuzio tutto pieno di paura) è stato cinque
« mesi prigione et ha tocco della corda, benché senza sua colpa,
(i) Lancilotti, V Hoggidì, II, 352. La collezione urbinate, oggi nella Vaticana, di-
stribuita in 22 volumi dal Codice Ottoboni, comincia infatti col 1554- La collezione
degli avvisi veneziani nell'Archivio Mediceo di Firenze, parte dal 1556.
(2) Avvisi di Veneiia, in data di Roma, n febbraio 1569. Collezione Medicea,
filza 3080.
(j) Stessi Avvisi, ia data. di Roma, n marzo 1569,
26 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
« solo per essere stato nominato da uno clie diceva avergli letto
« qui in casa alcune cose del Franco , il nome de] quale è atto
« a fare andare in prigione , non solo chi lo lia conversato , ma
« qualunque lia letto cosa sua » (1). Corse voce in quei giorni che
anche il fiscale Pallantieri, addosso a cui si fabbricava il processo
che ebbe fine colla sua morte, a vendetta della crudeltà e delle
frodi che alla sua volta avea egli usate nella inquisizione contro
i Caraffa, fosse convinto mediante la tortura « di haver avuta parte
« in que' libelli che scrisse il Franco, e per li quali fu impiccato »,
la qual cosa è al solito raccontata dal veneto informatore (2).
Ma bisogna dire che questi esempi di castighi patiti per avere
audacemente usata la penna, e la paura che dovea ispirare 1' in-
dole di Pio V, non fossero bastati a legare le mani de' menanti di
E-oma. Nuovi rigori si preparavano frattanto contro di loro. Nella
gazzetta che si spediva regolarmente al Granduca da Cosimo Bar-
toli suo legato in Venezia, così leggevasi in data di Roma, 23 feb-
braio 1571: « Il Papa ha mandato fuori un editto che proibisce a
« tutti li novellanti il potere più scrivere nove; oltreché ne ha
« fatti prendere tre o quattro, et si dubita non gli faccia impic-
« care. Si dice perchè scrivevano delle cose che non istavano
« bene» (3). Ci è ignoto- il tenore di questo ordine, il quale fu
pubblicato forse a modo di bando dal governatore di E-oma, o da
qualche altra magistratura. Di certo neppure questo riuscì all'in-
tento, imperocché troviamo che lo stesso pontefice dovette venire,
nell'anno appresso, a piìi solenne risoluzione. Ecco infatti quello
che annunziava il solito foglio veneziano, sulla fede di una lettera
di Roma del 22 marzo 1572: « Lunedi fu concistoro, dove Nostro
« Signore parlò assai acerbamente contro quelli che scrivono nove,
« rivelando li segreti, dicendo che scrivevano delle imperfezioni
« altrui, e che vi mescidavano di molte bugie, et con non poco
« scandalo ; cosa che non era da tollerare ; et che voleva mandar
« fuori una proibitione penale sopra loro, come poi ha fatto. Et
« esortò li cardinali a non penetrare questo alli lor familiari. »
E veramente, il 17 marzo di quell'anno Pio V segnava la bolla
Romani 2^on(tficis irrovidentia; la quale, di li a cinque giorni, si
affiggeva in Laterano e in Campo di Fiori col titolo di Constitutio
cantra scribentes, exemplantes et dictantes monita vulgo dieta Gli
Avvisi e Ritorni (4). In questo documento, che riuscirebbe troppo
lungo a riportarsi intero, si diceva che per quanto già le leggi
provvedessero contro i libelli famosi e contro le ingiurie scritte,
la crescente malizia degli uomini necessitava nuovi provvedimenti.
Imperocché sendo introdotta l'usanza di certe lettere scritte da
(i) P. Manuzio, lettera di Roma, 28 febbraio 1570. Leilere Manuiiane, ed. 1834, 181,
(2; Avvisi di Veneiia, già citati, settembre 1569.
(3) Avvisi di Veneiia, Roma 23 febbraio 1571. Collezione Medicea, filza 3081.
(4) Fu stampata in foglio a parte dal Biado, come le altre bolle: poi inserita nei
Bollarli speciali di Pio V e di Gregorio XIII.
LE PRIME GAZZETTE IN ITALIA. 27
autori ignoti, clie attentavano all'ordine pubblico ed alla fama dei
principi e de' privati, non solo narrando i fatti della città e delle
Provincie, ma con temerario giudizio prevedendo anche i futuri,
ne nascevano di frequente odii, inimicizie, risse ed uccisioni, con
offesa continua alla maestà pubblica, con pericolo delle anime, e
con mal esempio e scandalo di tutti. Perciò si ordinava che ogni
qualità di libelli famosi, e specialmente le lettere d'avviso offen-
sive alla fama di chicchessia, o portanti prognostici e giudizi di
cose future, si intendessero proibite ; e gli autori, non che quelli
che dessero loro aiuto in qualsiasi modo, o copiassero e divulgas-
sero esse scritture, o che anche capitandone loro in mano non le
presentassero immediate ai governatori di Roma o delle provincie,
si intendessero incorsi in ogni più grave pena, anche della morte
e della confisca.
Noi sappiamo quanto valgono a metter male nella società mo-
derna, tanto dissimile dall'antica e più mite, i cattivi giornali. Ma
non ci è dato di argomentare degnamente quanto potessero dei
fogli malevoli ed ingiuriosi contro le persone, in una città tutta
piena di sanguinose rappresaglie e di odii feroci, come era Roma
in quei giorni. Le parole del Pontefice, che dice gli avvisi di quella
natura cagione di mali gravissimi, di risse, di sedizioni e di ven-
dette, non potrebbero onestamemte tacciarsi di falsità ; e, cono-
scendo i tempi, di giudizio eccessivo. Paolo Alessandro Maffei,
scrittore di una Vita di Pio V, trova appunto le ragioni di tanto
rigore nelle inimicizie e nelle feroci emulazioni che laceravano la
città, e di cui le gazzette si erano fatte strumento. « La città di
« Roma (egli dice) ha da lungo tempo esperimentata la disgrazia
« di essere lacerata in strane maniere da' suoi medesimi cittadini.
« Era paruto lor poco il guasto dato a tante belle e suntuose fab-
« briche, per le quali la memoria almeno dell'antica sua grandezza
« si conservava, se non imperversavano ancora fra di loro colle
« sedizioni, colle nimicizie e colle stragi che spopolano le città.
« Finalmente essendo state le domestiche sanguinose discordie,
« per cura dei sommi pontefici sedate, restò in Roma una peste
« di uomini, che perdonando alla vita de' migliori e più quali-
« fìcati cittadini, tramò annerirne la riputazione e l'onore col far
« libelli famosi, che volgarmente si chiamano pasquinate, e col
« pubblicare lettere d'avvisi, che comunemente avvisi segreti sono
« chiamate. Per le prime s' impiegano sempre la vendetta e una
« disordinata vivacità di spirito, nelle altre ebbe parte l'avarizia
« e il guadagno ; in tutte poi la malvagità si conobbe interessata
« e accoppiata alla menzogna, non si dicendo ne avvisandosi ciò
« che è vero, ma ciò che basta per togliere la fama altrui, per
« fare avere spaccio maggiore a quegli indegni fogli, e cavarne
« maggior profìtto da quel mestiere d'iniquità » (1).
Frattanto pochissimi giorni dopo la pubblicazione della bolla,
(i) Maffei, Vita di San Pio V. Venezia, 1712, pag. joj.
28 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
si infermava, e quindi moriva, l'austero pontefice, I menanti ro-
mani speravano forse un successore più rimesso e benigno. Si in-
gannarono però, giaccliè Grregorio XIII, per quanto in molte cose
fosse differente dall'antecessore, in questa parte ne seguitò le ve-
stigio. Infatti si legge che nel luglio dello stesso anno 1572, il
nuovo pontefice fece dare la corda e carcerare tre o quattro « di
« quelli che non volevano cessare di scrivere nove contro l'editto
« di Pio V » (1). Di -più il 1.** settembre segnava la bolla Ea est,
intitolata Contra famigeratores et menantes, la quale cosi suona
tradotta in volgare. « È tanta la infelicità delle cose umane, che
« non solo i vizi vecchi contrastano con pertinacia alla solerzia
« de' legislatori, ed anche compressi con rigorosi supplizi rinascono,
« ma di giorno in giorno ne sopravvengono altri nuovi, ignoti ai
« secoli .trascorsi. Talché a noi, per obbligo ingiuntoci da Dio,
« tocca ad operare ogni fatica a fin di reprimerli nel loro prin-
« cipio, avanti che si assodino, ed a troncarli, per quanto pos-
« siamo, dalle radici. Essendo pertanto, non è molto tempo, emersa
« una nuova setta di uomini illecitamente curiosi, i quali ogni
« cosa riguardante i pubblici o privati affari, che venga loro in
« cognizione, o che per loro libidine inventino, sì del paese come
« di fuori, il falso, il vero e lo incerto mescolando senza ritegno
« nessuno, propongono, accettano e scrivono. In modo tale che di
« questo abbiamo già quasi istituita un'arte nuova ; e la maggior
« parte di loro, anche per una mercede vile, di queste notizie rac-
« colte da vani rumori del volgo, fattone certi piccoli commen-
« tari, senza nome di chi li scrisse, di qua e di là gli spediscono,
« ed anche come mandati prima da Roma in diversi luoghi, di
« poi li vendono come ritornati da altri luoghi in Roma (2) ; e
« non solo si fanno lecito di occuparsi delle cose avvenute, ma
« anche di quelle che debbono avvenire, scioccamente presagiscono.
« Noi che facilmente vediamo, anche per l'esperienza fattane, quanti
« mali da ciò scaturiscono, perchè -più spesso si divulga il falso
« che il vero, e perchè, per diretto o indirettamente, con false ap-
« parenze, si viola la fama e la riputazione altrui; volendo toglier
« di mezzo questi inconvenienti, per autorità della presente Co-
« stituzione, proibiamo che in futuro nessuno ardisca di compilare
« siffatti commentari, né quelli composti da altri, voglia ricevere,
« copiare, spargere o spedire altrui. E coloro che a questo ordine
« contravverranno, ipso facto, segnati con nota di perpetua infamia,
« senza speranza di perdono, saranno condannati alla galera, o
« a vita o a tempo secondo la qualità del caso. Quelli poi che ri-
« coveranno da qualsiasi parte siffatte scritture, senza indugio al-
« cuno, do^Tanno denunziarle e consegnarle al Governatore della
« città nostra. Il che se non faranno, essi pure si intenderanno
« incorsi negli stessi castighi. Intendendosi inoltre nel loro pieno
(i) Az'visi di Veneiia. Roma, 19 luglio 1572. Collezione Medicea, fìlza 3081,
(2) Ecco i Ritorni indicati nel titolo della bolla di Pio V.
LE PRIME GAZZETTE IN ITALIA. 29
« vigore le pene per lo innanzi assegnate agli scrittori ed ai cli-
« vulgatori dei libelli famosi » (1).
Dopo questo editto la condizione giuridica de' novellisti romani
non poteva farsi peggiore. Era proibita loro la continuazione dello
scrivere nuove, pena la galera ed il bollo ; e frattanto restava in
vigore e si confermava la Costituzione piana, clie minacciava un
castigo arbitrario, da giungere fino alla morte, ove fossero con-
vinti di libello famoso. Però, come sempre avviene delle leggi
troppo assolute, la proibizione dello scrivere non si osservò. Le
gazzette romane seguitarono a divulgarsi, forse percliè i menanti
si risolvettero a moderare la lingua, e si fecero tollerare, compia-
cendo a chi poteva usare la forza. Però non fu mai derogata nep-
pure quella assoluta proibizione di Gregorio, benché non si appli-
casse : e, quel che fu più grave, non si mitigò mai la terribile
minaccia contenuta nella bolla di Pio V contro i colpevoli di libello.
Anzi di questa si usò rinnovare la memoria nei bandi dei go-
vernatori di Eoma sotto vari pontificati (2), e non mancò chi ne
provasse alla occorrenza tutto il rigore. Tale fu il caso di uno
sciagurato prete, il quale dimenticato che a' suoi tempi regnava
chi voleva eseguita ogni più fiera legge, erasi fatto capo di una
setta di gazzettieri da cui partivano e si diffondevano notizie con-
dite dalla più fina malevolenza, a scredito del governo di Roma
e di private persone. Di lui così Scriveva un altro novellista ro-
mano il 2.3 ottobre 1587: « Quel capo de' novellanti Annibale
« Cappello, dopo essere stato scomunicato da Sua Santità, et ca-
« scafo in censure et pene ecclesiastiche, per avere scritto a diversi
<( principi, contro ogni dovere et giustizia cose poco lecite di questa
« corte, è stato finalmente preso a Pesaro, di dove se ne viene
« legato qua per ricevere il condegno castigo delle sue maldi-
« cenze » (3). Che castigo si aspettasse a chi veniva a Roma legato,
sotto la imputazione di un delitto, regnando Sisto V pontefice, è
facile indovinare. Infatti lo stesso gazzettiere, così poco compas-
sionevole verso il suo infelice collega, ebbe a scrivere di lui quanto
segue nel foglio del 14 novembre: « ler sera fu degradato in
« San Salvatore del Lauro quel Don Annibale Cappello, et questa
« mattina è stato condotto al luogo solito della giustizia in Ponte.
« Dove prima gli è stata mozza una mano, tagliato la lingua et
(i) Nel citato Bollarlo speciale di Pio V e Gregorio XIII.
(2) Il Farinaccio, Consiì., 145, cita a questo proposito un bando del Cardinale di
Camerino, del 1586, e altro de! Cardinale di S. Eusebio, del 1600. Il libello famoso
si puniva coU'ultimo supplizio anche nell'antico giure romano. Più mite, il gius ca-
nonico, lo voleva castigato colla frusta e colla scomunica. I dottori del cinquecento
oscitavano, e conchiudevano col dirlo delitto sottoposto a pena arbitraria, senza esclu-
dere la morte, come era appunto nella bolla piana. Farinaccio, Consti, 30, $ 25 Esso
giurista consigliava per la morte in un caso di libello famoso sottomesso al suo pa-
rere. E non valse che lo scritto, di cui si trattava, fosse uscito in tempo di sede
vacante, e si allegasse la censuetudine della licenza pubblica in quella occasione, per-
chè non ostante ciò, l'autore fu decapitato. Consil, 145.
(j) Avvisi di Roma, 23 ottobre 1587. Arch. mediceo, filza 4027.
30 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
« impiccato con tale discriptione. Per menante falso ^ detrattore
« per molti anni delti gradi di persone d'ogtii sorte, et come pro-
« fessore di tenere et mostrare figure oscene in diversi modi et atti
« libidinosi, in dispregio di Dio et de' Santi, et per havere scritto av-
« visi ai prencipi heretici y> (l). Erano stati lord Arundell e Maria
Stuarda, clie scrivendo al Pontefice poco avanti al loro supplizio, gli
avevano lasciato per ricordo di guardarsi da un insidioso informatore
elle da Roma rivelava i segreti della Corte papale alla regina Elisa-
betta ed al duca di Sassonia. Fatto processo al seguito di questo
Consiglio si vennero a scoprire le corrispondenze del Cappello e
le altre opere sue ; e fa allora che Sisto ebbe in concistoro a rim-
proverare i cardinali di non sapere tenere il segreto delle cose
trattate, perchè il menante non le avrebbe potute sapere, se essi
avessero taciuto (2). Il padre Don Angelo Grillo alludeva molto
probabilmente a questo sventurato, allorché scrivendo a Maurizio
Cattaneo, diceva di un menante romano fuggito dallo Stato della
Chiesa e . perseguitato per le sue scritture, « nelle quali haVea
« fatto della penna coltello contro la fama de' grandi, et resola
« insieme lacerabile appresso il mondo, et in ispecie presso coloro
« che non scorgono, dentro ai fiori delle mal simulate lodi, l'an-
ce gue velenoso delle male interpetrate azioni » (3). Dalla stessa
lettera si ricava quello che altrove non abbiamo trovato, che cioè
in tale occasione fosse proibita in Roma ogni qualità di avvisi ;
ma quindi dopo la cattura del menante colpevole, fossero rimessi
gli ovvisi innocenti ; il che è prova che, nemmeno ne' più pau-
rosi tempi di Sisto, Roma restasse senza gazzette.
E di vero, nelle collezioni e negli Archivi si hanno avvisi
romani senza interruzione di tempo, e sono anche noti alcuni dei
loro principali scrittori. Fra questi è Guido Gualtieri, il cui nome
è sottoscritto ne' fogli della sua fabbrica, e che però è a credersi
uno dei compilatori di avvisi innocenti, o prudenti, come dire si
voglia. Della stessa qualità erano pur quelli in cui aveva mano
il già nominato Maurizio Cattaneo, segretario del cardinale Albano,
e noto specialmente per l'amicizia sua e frequentissima corrispon-
denza col Tasso. Il che pure s'impara dalla medesima lettera del
Grillo, che dà lode aperta di moderazione e di veracità agli avvisi
che da lui riceveva. Chi fosse il gazzettiere romano che serviva
la repubblica di Lucca nel 1.593, non ci è riescito sa]3ere. Ma certo
doveva essersi mostrato di poca levatura, e soprattutto scarso di
notizie recondite, poiché fu presa la risoluzione di licenziarlo, e
di cercare la pratica di un novellista di miglior polso. A questo
fine si scriveva dal Cancelliere Maggiore ad un concittadino abitante
in Roma, al quale fu specialmente data commissione di far capo
al maestro della posta di Genova, sapendosi che gli ufficiali delle
(1) Avvisi di Roma, 14 novembre 1587, filza 4027.
(2) Tempesti, Vita di Sisto V, voi. I, pag. 20-29.
(3) Grillo, Lettere, ediz. 1612, pag. 723. Come molti altri epistolari del seicento,
le lettere di costui non portano la data.
LE PRIME GAZZETTE IN ITALIA. 31
poste avevano mano nello spaccio delle gazzette ed erano informati di
tutti i segreti di quel mestiere. A clie il luccliese rispondeva con que-
ste parole : « Mi sono andato informando, et dal mastro delle poste
« di Genova et da altri amici miei et exsperti nel particolare della
« menanteria, delli h.uomini clie sieno qui eccellenti in questo ge-
« nere ; et ho trovato clie non v'è altro che uno che avanzi gli altri
« di gran lunga, et questo non serve altro che prencipi, et non vi è
« prencipe in Italia che non gli dia provvisione ; et gli avvisi che di
« qua l'ambasciatore di Spagna manda alla corte del re, sono i suoi
« traslatati in lingua spagnuola, perchè in effetto costui ha li mi-
« gliori avvisi d'huom di Roma. Et poi ha giuditio, et non scrive
« mai bagattelle, come fanno gli menanti ordinari ; ma cose sode
« et degne delle orecchie de' prencipi. Ma gli vuole egli stesso
« indirizzare a chi vanno et metterli sulle poste con le sue mani,
« alle 4 o 5 ore di notte, perchè qui in Roma non se ne possi far
« copie, e valersi delle sue fatiche. Et dove alli altri menanti non
« si dà più di 15 iulii il mese, costui non si fa pagare meno di
« due scudi d'oro in oro, che sono 24 iulii et più. Et ho detto a
« un suo amico, che gli parlerà, domani, che io non guarderò a
« questo purché voglia servire ; et volendolo fare (come spero che
« farà) questa altra posta opererò che cominci» (1). Questa fenice
de' gazzettieri di Roma, che godeva l'onore di farsi leggere fino da Fi-
lippo II, era un Giovanni Poli, il cui nome è forse oggi ignoto ad ogni
uomo vivente. Esso difatti, accettato di servire la lucchese repubblica,
per molti anni durò; ed i suoi fogli, do' quali se ne conservano alcuni,
come son ricchi di scrittura, possono dirsi moderati ed imparziali.
Ma prima di esporre quel poco che n'è venuto fatto di sapere
sulle particolari gazzette e sugli autori, è bene che si dica in che
modo fu accolta dai contemporanei la istituzione di esse. Già ve-
demmo qual fosse la sentenza che àelVarte nuova pronunziava il
papato, e come di quella non si apprendessero che i pericoli e i
danni, vedendola specialmente in Roma, farsi strumento delle fa-
zioni e de' rancori. Cosi pure si disse che in generale i gazzettanti
erano mossi dalla cupidigia, e pronti per ragione di guadagno ad
eccitare la curiosità per mezzo della maldicenza. La qualità poi
di menzogneri si attribuì loro fino dai primissimi tempi ; e poiché
gli Italiani usavano già in metafora la parola carota^ per indicare
una spiritosa invenzione, Giovanni Maria Cecchi, fingeva che Mer-
curio avesse fatto nascere la gazzetta, per opera d' incantesimo,
da una carota avanzata al porco del bosco Erimanto (2). Alla ri-
(i) Arch. di Lucca. Magistrato de' Segretari, filza 66, e lettera di Muzio Vezzani
al Canceliier Maggiore, 27 agosto 1593. Anziani, filza 609.
(2) Cecchi, Poesie inedite, stampate a Napoli nel 1866, pag. 52.
« E la gazzetta quella mala strega
« Che va ciaramellando tanto tanto,
(( E che senza rispetto a ognun la frega.
« Mercurio la fé' nascere d' incanto
« D'una carota, che di propria mano,
« Scampò dinanzi al porco d' Erimanto. »
32 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA. ITALIANA.
putazione di bugia si associò anche un senso di noncuranza e di
dispregio ; e molte volte si affettava di non dare niun peso alle
ciance di que' fogli. Non è raro perciò di trovare nei documenti
della diplomazia de' concetti come questo clie scriveva un amba-
sciatore di Lucca: « Quanto alle cose del mondo fuori delle cose
« delle gazzette, che io non ne tengo conto, non vi è nulla di
« momento » (1). Il Cardinale Bentivoglio, richiesto di notizie da
un gazzettiere, usava questo linguaggio : « Le mie occupazioni ed
« il mio decoro non vorrebbero che io ricambiassi le triviali vostre
« gazzette di Verona con queste notizie eroiche nostre di Fiandra »,
e finiva col dire : « Ripiglio la mia persona di nunzio e lascio la
« vostra di gazzettante » (2). E che questi si tenessero in conto
di vii gente e mercenaria, lo dice anche il fatto che niun nobile
scrittore o storico di que' tempi si degnasse di far ricordo di loro,
nemmeno quando furono perseguitati ed uccisi. Il qual silenzio fu
cagione forse che i moderni, tanto solleciti a rivendicare la me-
moria di coloro che patirono per le istituzioni di cui si vantano,
non abbiano innalzata qualche statua a quelle prime vittime del
giornalismo. Da un altro lato i novellisti si tassavano di esser
troppo di frequente raccoglitori di inezie e di futilità ; come quando
il Tassoni scriveva da Roma a modo di scherzo, non aver egli
tempo da perdere nel raccontare le gite del Papa alle ville, e le
infermità de' cardinali « e altre tali meschinità che servono per
« compiere il foglio ai menanti » (3). La varietà degli umori dava
inoltre occasione a giudizi diversi e contrari. Gli scrupolosi abo-
minavano in generale le gazzette come spargitrici di falsità e di
scandali. Ad altri invece, pareva di vederci sotto la mano de' ge-
suiti e de' frati. I protestanti guardavano i fogli di Roma quali
strumenti del papismo; ed il cavalier Eduino Sandis, che scriveva
regnando Clemente Ylll^ scorgeva un tratto politico de' romanisti
nell'uso che si faceva degli avvisi e de' corrieri per dar voce dei
miracoli e delle conversioni (4). Alcuno avrebbe menato buono il
mestiere de' novellisti, se fossero stati contenti a riferire i casi se-
guiti ; ma quel volere profetizzare le cose future pareva che fosse
temerità ed un tentare la provvidenza. Non mancava però chi
tenesse della nuova istituzione concetto alquanto favorevole, e se
ne ha esempio nel libro già citato del Lancillotti. Il quale rac-
conta che sendo nella libreria del Duca di Urbino nell'atto di esa-
minare quella ricca collezione di settanta anni di avvisi ; e ma-
ravigliando che tanto accuratamente fossero stati conservati « non
« correndo voce di molta verità in essi », un gentiluomo suo com-
pagno negasse ciò, ed affermasse « che se alcuna volta ci è qualche
« cosa di opinione incerta o vana, vien sempre ne' seguenti fogli
(i) Lett. dell'Ambasciatore in Firenze, i8 giugno 1585. Arch. di Lucca.
(2) Bentivoglio, Lettere, ed. 1636, pag. 31
(3) Tassoni, Lettere. Venezia 1828, pag. 40.
(4) Nella sua notissima Relaiione sullo stato della religione, cap. XXIV della tra-
duzione del Diodati: Ginevra, 1625.
LE PRIME GAZZETTE IN ITALIA. 33
« od approvata o reprovata. Sì clie (soggiunge il Lancillotti) si
« acquistarono d'allora in qua qualclie reputazione appresso di me,
« tanto più vedendoli liaver luogo onorato appresso quel Serenis-
« simo » (1).
Ed invero, per quanto in apparenza corresse generalmente
nel mondo poca stima delle gazzette, queste erano pure ricercate,
e lette avidamente e a caro prezzo pagate. Oltre le pratiche clie
i principi, i governi delle repubbliclie ed i signorotti d' Italia, te-
nevano direttamente cogli scrittori di esse ; i loro ambasciatori,
e gli altri agenti diplomatici, trasmettevano assiduamente i sunti e
gli spogli di tutte le gazzette che comparivano nei luoghi di loro
residenza; come son quelli che Cosimo Bartoli e 1' Abbiosi man-
davano da Venezia ai Granduchi di Toscana. E benché gli antichi
avvisi non si conservassero generalmente, come si disperde la
maggior parte de' moderni giornali, pure fra le carte appartenute
ai principi ed ai signori, se ne trova quasi sempre de' seguiti più
o meno lunghi, o almeno qualche reliquia. La gazzetta romana del
Poli era inviata, per ogni corriere, a Filippo II di Spagna, e la
Infanta sua figliuola gliene faceva lettura. Anzi, avendoci essa
trovato un giorno l'annunzio di un suo futuro matrimonio col
Granduca di Toscana, condito di alcuni curiosi particolari, si sa
che l'augusta coppia ne fece un gran ridere (2). Principi, signori,
repubbliche e cortigiani usavano ogni opera per tenersi amici i
più riputati 0 temuti scrittori di fogli; e si intendeva che, pagando
que' grossi prezzi che costava la pratica, si avesse diritto ai loro
favori. E, per quanto i gazzettieri fossero nel concetto comune
tenuti come gente spregevole ed agguagliati a' più bassi confidenti
politici, oltre il prezzo de' fogli, si avevano per loro carezze e
regali, de' quali essi invero mai si stancavano di chiedere. Nel
Senato lucchese, al trattamento degli aifari succedeva la lettura
degli avvisi; ed anzi ne' tempi meno antichi fu legge in Lucca che
gli avvisi venuti per la posta ai cittadini privati, non si conse-
gnassero, e neppure si mostrassero ai singoli senatori, finche nel
Consiglio non ne fosse fatta lettura solenne (3). Insomma, nelle
opinioni contrarie che corsero fra gli uomini sul conto della isti-
tuzione nascente, stavano, per cosi dire, i germi dei giudizi svariati
e ripugnanti fra loro, che i moderni fanno del giornalismo presente.
Il quale, mentre da una parte è celebrato come mezzo meraviglioso di
civiltà e di libertà, da altri si giudica piuttosto atto a servire
di strumento ai governi ed alle fazioni, che a svolgere il buon
senso e la opinione sincera dei più. Tenuto da taluni come ca-
gione di progresso nella cultura de' popoli, da altri chiamato in
(0 Hoggidi, II, 352.
(2) Lettera del Compagni ambasciatore in Spagna, 4 febbraio 1589. Arch. Lucch.,
Anziani, n." 609.
(3) Consiglio generale di Lucca, 13 agosto 1700, 18 dicembre 1705, 28 dicem-
bre 173 1, 22 gennaio 1732, etc. etc.
N. Bbrmakdini — Guiia della Stampa periodica italiana — 3.
34 GUIDA BELLA. STAMPA PERIODICA ITALIANA.
colpa della decadenza degli studi e del generale stemperamento
degli ingegni; da tutti infine, e senza contrasto, riconosciuto quale
necessità invincibile ed autorità singolarissima de' tempi nostri (1).
Le prime gazzette italiane furono senza nissun material q ap-
parato, consistendo in fogli scritti a mano, a carattere corrente ed
affrettato, e con qualche particolare abbreviatura. Generalmente,
non portano altra indicazione in fronte, fuorcliè la data del giorno,
ed il luogo donde partivano. Alcune hanno in calce il nome del
compilatore, come quelle romane di Guido Gualtieri, di Orazio
Renzi (2), di G. Alleg. (3), i quali forse, sottoscrivendosi, inten-
devano di schivare le censure contenute nelle due bolle pontificie,
che parlano di fogli di autori ignoti. Mescolati agli avvisi ita-
liani, si trovano spesso nelle raccolte de' fogli a parte contenenti
copie di documenti politici, ed altri tutti pieni di notizie oltre-
montane, i quali erano come supplementi, che gli stessi avvisatori
fornivano ai loro clienti. I fogli si spedivano ogni settimana; quasi
tutti nel sabato, il gran giorno del lavoro per gì' italiani, corri-
spondente anche alla mossa de' corrieri ordinari da Roma, Venezia
Genova e Milano. Una maggior frequenza sarebbe parsa cosa ec-
cessiva e forse anche inutile; talché si teneva gran fatto, anche
sul volgere del seicento, che alcune gazzette forestiere stampate
uscissero due volte ogni settimana (4). Le notizie erano poste a
modo di piccoli paragrafi, senza precedenza ed ordine alcuno ; ed
ove fossero di paesi esteri o di città lontane, si avvertiva gene-
ralmente esser cavate da altri avvisi, o da lettere ; o arrivate per
via di corrieri e di spacci delle corti e di ambasciatori, de' quali
si faceva ogni sforzo per penetrare il segreto. Spesso dando un
sunto rapido di notizie portate da lettere, si costumava di ripetere
la particella die, in altrettanti capoversi. Del quale modo di scri-
vere può servire di esempio il ragguaglio della condanna del Car-
nesecchi e de' suoi compagni, tal quale si legge nella gazzetta
altre volte citata, che il Bartoli mandava da Venezia a Cosimo
Granduca, il quale forse non potè leggerla questa volta senza im-
pallidire :
« Per lettere di Roma de" 27 settembre 1567 (si ha)
« Che domenica nella Minerva si fecero abiurare 17 persone.,
(i) « La presse... doit savoir quel est son lot dans ce monde: elle est redoutée,
« elle est jalousce, elle est cajolée, courtisée méme; elle n'est pas aimée. Il faut qu'elle
« prenne soa parti de cette petite malveillance universelle, et se console d'ètre su-
« specte: elle est indispensable. » Hatin, op. cit., voi. Vili, pag. 637.
(2) Fra gli Avvisi della Magliabechiana, XXIV, 97.
(3) Con quest'abbreviatura sono sottoscritti molti avvisi romani della prima metà
del seicento, nelle Miscellanee dell' Arch. di Firenze.
(4) La gazzetta d'Olanda che si stampava senza titolo alcuno sulla fine di quel
secolo, da I. T. Dubreil, usciva il lunedi e il giovedì. Negli stessi due giorni si stam-
pava la gazzetta francese e inglese a Londra. Altri avvisi, tutti in inglese, si pubbli-
cavano in questo modo nella stessa città; il martedì il Fyng-Post, il giovedì il Post-man,
il sabato il Post-hoy. Coronelli, Viaggi, 1697, II, 153. Anche la Gaiette de France, la
prima che si stampasse a Parigi, cominciò a pubblicarsi una sola volta per settimana.
Il primo foglio quotidiano di Francia fu il Journal de Paris nel 1777.
LE PRniE GAZZETTE IN ITALIA. 35
« con intervento di 22 cardinali. Dove in prima il Carnesecclii,
« per aver dal 40 in qua tenute quasi tutte le false opinioni d'he-
« retici, con sottili interpetrazioni et intelligentie ; per ha ver avuto
« stretto commertio con lieretici ; per averne favoriti et sostentati
« molti con denari ; per liavere fatto lezioni liereticlie ad alcuni,
« in Fiorenza, in Padova, in Venetia et in Francia ; per liavere
« scritte lettere a varii signori, cercando di metter loro in capo
« le sue false opinioni ; per esser stato dubbioso, vario et inco-
« stante nel suo credere ; per essere stato d' animo di andare a
« Ginevra, dove diceva predicarsi sicuramente Cristo, se non fussi
« stato ritenuto da tre gran signori (sopra le quali cose si discorre
« assai, per esser stato ammonito da Paulo III, dichiarato heretico
« da Paulo IV et restituito da Pio IV, e sempre andato di male
« in peggio) ; et per ha vere ancora, stando prigione, cercato di
« scrivere lettere ad heretici ; fu dichiarato impenitente et incor-
re rigibile. Imperò, deposto et degradato, privato di honori, di offici,
« benefìci et di pensioni per 4 mila scudi di entrata, et di tutti
« i suoi beni, fu dato in mano della corte secolare.
« Che detto Carnesecchi nominò molti morti, et fra gli altri
« un Prioli viniziano. Marcantonio Flaminio et un Appollonio Me-
« renda, da' quali disse di haver imparato molte cose, una signora
« Isabella Brisegna, una principessa d' Italia, che alcuni discor-
« rono essere la Duchessa di Ferrara, et altri la signora Vittoria
« Colonna. Et che egli fusse pestilentissimo heretico dimostra la
« sua ostinatione, nella quale perseverò sino hieri, né per ancora
« mostra segno di pentirsi, con tutto che gli stieno attorno duoi
« frati scappuccini valenti huomini, et massimo il padre Pistoia,
« il quale mentre detto Carnesecchi era cattolico era molto suo
« amico. Et si differisco di far giustiza per acquistar quest'anima,
« ma ci è poca speranza.
« Il secondo fu Girolamo Manesio da Civital di Belluno, frate
€ di S. Francesco conventuale, condannato a morte, et consegnato
« ancor esso alla corte secolare insieme al Carnesecchi. Il quale
« quando gli fu messo l'abito giallo colle fiamme di fuoco disse :
« Padre, noi andiamo vestiti a livrea come se fussi di carnovale.—
« Et guardandolo un gentiluomo, che havea la vista corta, li
« disse : — Non vi afaticate tanto per vedere questo ricamo. — Et
« accostatosi a lui; — Ecco, — disse, — che ve lo mostro con como-
« dita. —
« Che detto Carnesecchi, mentre si lesse il processo, stette
« sempre su un palco basso, né fece mai altro che tenere una
« mano sotto la guancia, et con l'altra si stropicciava la barba.
« Pure, quando si venne alla sentenza, non si potette tenere che
« non alzassi le mani al cielo, spargendo gravissimi sospiri, che
« davano segno di animo travagliato.
« Che Sua Santità ha detto che la vita e la morte sta in mano
« del Carnesecchi, se si pente; ma, pentendosi, sarà condannato
« in carcere perpetua.
36 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
« Cile le sue abbazie si daranno, una di 1000 scudi, clie è nel
« Polesine, al cardinal Commendone ; et l'altra, che è nel regno,
« di 3 mila, clii dice al signor Don Antonio Caraffa, et chi al car-
« dinal di Trani.
« Che Matteo e Paulo Lupari fratelli, gentiluomini bolognesi,
« sono condannati ad esser murati in vita, et pagare 2 mila scudi
« per fare in Bologna una abitatione per gli heretici penitenti.
«. Che Antonio Aldovisi gentiluomo bolognese è condannato a
« perpetua carcere.
« Che Girolamo Guasta villani, gentiluomo, Filippo Capiduro
€ dottore di legge, et Ottaviano Fioravanti mercante bolognese,
« condannati ad esser murati in vita.
« Che Matteo Rubiani modanese, maestro di scuola in Bologna,
« condannato alla galera perpetua.
« Che maestro Antonio da Ferrara, libbraio in Bologna, per
« bavere venduti libri proibiti, et per alcuni altri inditii, abiurò
« come sospetto et fu confinato nel territorio di Bologna. Et tutti
4c li suddetti bolognesi saranno condotti alla lor patria a fare la
« medesima abiuratione.
€ Che Pietro Martire Providone, Battista, Francesco e Gio-
« vanni Locatelli, tutti da Forlì, saranno condannati a perpetua
« carcere.
« Che Girolamo dal Pozzo da Faenza sarà murato in vita, per
« essere inutile alla galera.
« Che Francesco Stagna da Faenza è condannato alla galera
« per 7 anni.
€ Che Giovanni Bone di Mini, ortolano da Faenza, è condan-
« nato cinque anni alla galera » (1).
L'esempio di Roma e di Venezia si propagò rapidamente nelle
altre principali città d' Italia, e specialmente in Genova ed in Mi-
lano, dove troviamo essere stabilite regolari corrispondenze di avvisi
fino dagli ultimi anni del cinquecento. Gli avvisi di Genova e di
Venezia applicavano soprattutto a di\nilgare le notizie venute dalla
via del mare e del commercio. Le nuove di Spagna, di Piemonte,
di Francia e delle altre regioni d'occidente; le mosse delle galere
e de' navigli del mediterraneo, le imprese de' barbareschi e de' cor-
sari affricani, si leggevano di prima mano ne' fogli genovesi. In
quelli di Venezia si aveano invece, più fresche ed abbondanti, le
novelle de' mari e de' paesi d'oriente e dell' impero germanico.
I milanesi raccoglievano a destra e a sinistra, e si allargavano poi
ne' fatti della corte di Spagna, in quella parte specialmente che
riguardava il governo reale in Italia; nonché ne' successi di Sviz-
zera, de' protestanti e della Fiandra. Ma le gazzette romane, spe-
cialmente de' loro tempi migliori, che furono gli ultimi del cin-
quecento ed i primi del secolo seguente, più estese di scrittura
(i) Archivio mediceo, Venezia, filza 3080, e. 27.
LE PRIME GAZZETTE IN ITALIA. 37
delle altre italiane (1), accoglievano le informazioni, che da ogni
parte del mondo facevano recapito in quel gran centro della cri-
stianità; ed erano poi, senza comparazione, più ricclie di ragguagli
di cose nostrali, specialmente delle provinole di mezzo e della bassa
Italia. Benché le villeggiature, la salute e funzioni del Papa, le
mosse, le promozioni, le malattie, le morti ed ogni minima cosa
della curia, de' cardinali, de' nipoti, de' prelati e de' signori romani,
prendano in quelle carte non piccolo luogo ; pure riescono singo-
larmente istruttive per la copia delle notizie, ed in generale pia-
cevoli a leggersi per la vivezza e franchezza dello stile. Per ordi-
nario le gazzette antiche, e specialmente queste di Roma, si esten-
dono anche al racconto de' fatti privati, più assai di quello che sia
conceduto onestamente ai fogli moderni. Ed anche le cose, che pur
oggi si riferiscono, erano dagli antichi novellisti esposte più alla
buona, con una certa confidenza e familiarità, che in questi parreb-
bero non convenire. Però le morti de' personaggi notevoli o per
dignità 0 per condizione, erano spesso dagli antichi annunziate co'
particolari de' testamenti, e talvolta col ragguaglio di quanto aves-
sero lasciato di roba agli eredi. Le quali cose anche oggi si ricer-
cano dagli uomini con molta curiosità, ma si tacciono per ordinario
dalle gazzette. Cosi si scrivevano le vicende e gli esiti delle liti
celebri, i fallimenti, le costruzioni delle fabbriche cospicue, le ven-
dite ed anche gli affitti dei grandi palazzi e dei possessi impor-
tanti, le vincite grosse fatte da alcuno giuocando, le villeggiature,
le nascite de' figliuoli, ed i matrimoni non solo delle case de' prin-
cipi, ma anche de' signori e de' cittadini più notevoli. Gran parte
toccava ai ricevimenti, ed agli arrivi e partenze dei gi'an perso-
naggi; ma anche gli annunzi di questi fatti, che tanto nolano il
lettore delle gazzette moderne, erano in quelle vecchie, abbelliti
quasi sempre da qualche curioso particolare de' cerimoniali, degli
apparati e delle vesti. La lingua schietta e viva, benché non pur-
gata ; lo stile senza ombra di affettazione, ed un certo odore di
buon senso, dovevano infine render grati a leggersi gli antichi fogli,
cosi lontani dal gergo, dall'artificio, dalle parole e dai concetti di
convenzione e di moda, che rendono uggiosi quelli moderni.
Valga, per esempio del raccontare la morte di alcuno, il modo
tenuto da una gazzetta genovese del 20 febbraio 1599, nell'annun-
ziare quella del doge Lazzaro Grimaldo, tanto diverso dal fare delle
odierne officiali necrologie: « Lunedi sera Sua Serenità, dopo bavere
« accomodato le cose dell'anima e del corpo, se ne passò di que-
« sta a miglior vita, alle ore 19 soprappreso da quel catarro che
« lo affogò. Che Dio l'abbia ricevuto in gloria! Et è compianto da
« tutta la città, perchè era benigno per i poveri, sollecito nelle
« cose del governo, et tanto per li poveri come per li ricchi, et
« amatore della osservatione delle leggi. Non ha mai avuto figli,
(i) Alcune gazzette romane, come quelle del Poli, erano di quattro carte e più,
cioè 8 pagine di scrittura.
38 GUIDA DELLA STAMPA. PERIODICA ITALIANA.
« et ha fatto un bellissimo testamento con molti capi et item.
« Lassò clie in tutto ascenderanno alla somma di ducati 24 mila
« di entrata ogni anno. Lassa a due suoi nipoti, figli di una sua
« sorella, quasi tutto; cioè al minora clie si dimanda Paolo Ago-
« stino Spinola, giovane galantissimo, per 10 mila ducati d'en-
« trata, con la casa in Genova et altri beni. Al signor Giovan Do-
^ menico, che è il maggiore, scudi 4 mila di entrata, la bellissima
« villa di Bisagno, et altre case et ville. Alla moglie per scudi 2000
« d'entrata ogni anno; che li goda fino che campa, con il suo pa-
« lazzo, con quelli minaggi di esso che li faranno di bisogno; e
« per il resto a detti suoi nipoti. Alli due ospedali lassa scudi 1000
€ cadauno : et a tutti li conventi di Genova scudi 25 per uno, per
« dir messe da morti, mentre che il pubblico va mettendo all'or-
be dine per farli l'esequie con grande honore. Passando ad altre
« cose diremo che di questa sua morte ne danno la colpa a di-
€ verse cose, et particolarmente che la giornata che entrò la regina
« non volse mangiare la mattina, risalvandosi farlo la sera, sebejie
« per ordinario soleva fare all'opposito, che la sera non cenava mai;
« et che si caricasse lo stomaco, che si mosse il catarro. Altri di-
« cono che nel ricevere la regina fece un errore, per disguido del
« Mastro di cerimonie, et che se lo avesse tanto a male che di
« dolore ne sia poi morto in tre giorni » (1). Gli annunzi dei ma-
trimoni non passavano mai senza particolarità della dote, come
appunto accade nell'ordinario discorso: « In questa settimana (cosi
€ scrive lo stesso gazzettiere) è seguito il matrimonio fra il figlio
« del signor Giovan Battista Doria del fu signor Antonio, con una
« figlia unica del fu signore Stefano Grillo ; et si dice che fra le
« facultà del padre, della quale essa resta erede, et la dote della
€ madre, quando però morirà, bavera di dote 1.50 mila scudi ; boc-
« Gone certo da far guastare il digiuno » (2). Da un altro lato così
si acconnava ad un futuro comparatico da un novellista romano:
« Il signor Enea figlio del signor Silvio Piccolomini, maritato dal
« Granduca ad una nobile fiorentina, che si trova omai vicina al
« parto, ha invitato questo serenissimo Gran Principe a volergli
« levare dal sacro fonte la creatura che doverà avere. Et havendo
« accettato 1' invito con conditione che la comare sia nobile, gra-
« ziosa et bella, ha esso invitato la principessa Sforza parente di
« S. A. , et ella, accettato parimente 1' invito, fa fare una ricchis-
« sima corona di gemme per presentarla alla signora Comare » (3).
Anche i dubbi delle gravidanze illustri avevano luogo nei fogli an-
tichi, e se ne ha esempio in altro numero della stessa gazzetta :
« È corso voce tutti questi giorni di nuova gravidanza della Du-
« chessa di Parma, per il che l'Eccellentissima signora Donna Olim-
« pia Aldobrandini fa fare molte orationi et distribuire gran limo-
(i) Avvisi di Genova, 20 febbraio 1599. Archivio di Lucca.
(2) Avvisi di Genova, 26 dicembre 1594. Ivi,
(3) Avvisi di Roma, 2 agosto 1608, Ivi.
LE PRIME GAZZETTE IN ITALIA. 39
« sine. Tuttavia alcuni dicono clie poi sia venuto nuovo avviso di
« là che il segno fusse stato contrario » (1).
Così le condanne ed i supplizi si raccontavano sempre; ma
freddamente, senza ostentare una compassione clie non si sentiva
e non era de' tempi. A mala pena traspare un senso di pietà nelle
parole del gazzettiere romano quando dovette narrare la miseranda
fine dei Cènci : « Questa mattina (egli scrive) hanno fatto la festa
« alli poveri Cènci, sendo Jacopo condotto in una carrozza per
« Roma, nudo e tanagliato, e poi in Ponte accoppato e poi squar-
« tato. In un'altra carrozza era Bernardo il giovanetto, ma col
« ferraiolo et coperto ; et è stato in Ponte a veder la giustizia,
« ma poi 1' hanno ricondotto prigione, et salvato per la ragione già
« scritta nelle passate (2) ; se bene dicono gii daranno il bando et
« forse l' essili© ad Hostia. Il poverino andava sempre piangendo;
« ma Jacopo sempre intrepido. Le donne furono menate a piedi;
« et in Ponte fu all'una et all'altra tronco il capo ; sendo prima la
« vecchia, poi la giovine stata spedita; e l'ultimo Jacopo. La vec-
« chia era tutta morta ; ma la zittella molto arditamente pose il
« capo sotto il ceppo. Sua Santità questa mattina è andata a S. Gio-
« vanni, et ha detto messa bassa per l'anima loro, havendo voluto
« saper come son morti contriti. Questa sera Jacopo è stato por-
« tato dalla Compagnia de' fiorentini al luogo solito, et le donne
« a S. Francesco portate dalla Compagnia delle Stimmate, alla
« quale, la zittella massimamente, si era lasciata et fatto un le-
« gato di 22 mila scudi se li bavera » (3). Si oda anche il laco-
nismo cupo e il disprezzo col quale nel foglio medesimo si annun-
zia la morte di Giordano Bruno: « Giovedì fu abbrugiato vivo in
« Campo di Fiori quel frate di S. Domenico di Nola, heretico per-
« tinace, con la lingua in giova, per le bruttissime parole che di-
« ceva, senza voler ascoltare ne confortatori né altri. Era stato
« dodici anni prigione al S. Offizio, dal quale fu un'altra volta li-
« berato » (4). Con eguale scarsità di parole è detta la fine tutta
religiosa e divota di un altro nobilissimo ingegno che i moderni
avrebbero per avventura umiliato vivente come fu allora, ma che
morto a\T.'ebbe empiuto dei suoi elogi tutte le gazzette. « Ieri mat-
« tina mori Torquato Tasso, et hieri sera con onorata pompa fu
« seppellito in S. Onofrio, accompagnato da infiniti religiosi et
« preti oltre famiglia tutta dell' illustrissimo S. Giorgio, al quale
« per gratitudine delle gratie ricevute in vita sua, ha lasciato in
(i) Avvisi di Roma, 23 febbraio 1608. Archivio di Lucca.
(2) Fra quelli che si erano mossi a corapassione di questo infehce giovanetto fu
il duca di Parma Ranuccio I, al quale scriveva una compassionevole lettera di ringra-
ziamento pochi giorni dopo l'eccidio della sua famiglia, cioè il 2 ottobre 1 599. Il pre-
zioso documento sta nell'Archivio parmense, e ci è stato gentilmente indicato dal ca-
valier Ronchini direttore del medesimo.
(3) Avvisi di Roma, 11 settembre 1599. Codice vaticano-urbinate, n. 1067.
(4) Avvisi di Roma, 19 febbraio 1600. Collezione suddetta, n, 1068. Ecco una
conferma non dubbia che il aolano fosse bruciato vivo.
40 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
« morte tutti li suoi scritti, che sono in grandissimo numero. »
Cosi sensi'altro scriveva un menante romano il 26 aprile 1595 (1).
I ragguagli delle festività e delle pubbliche divozioni, quando
avessero alcun che di straordinario, si riferivano specialmente nei
fogli romani. I quali non scordavano a maggior ragione di ripor-
tare le nuove di miracoli e di conversioni, che corressero nella
bocca del popolo. Amata feconda di voci di questa natura argo-
mentiamo che fosse il 1608, scorrendo pochi fogli della gazzetta
del Poli di quel tempo. In quello del 5 aprile si scriveva che le
campane della Chiesa di Loreto avessero miracolosamente suonato
da se, e che frattanto fosse comparsa in cielo una colonna di fuoco;
ma si aggiunge schiettamente noti ci si crede. Il 21 dello stesso
mese si annunziava correr fama che il -Gran Turco, mosso da un
evidente miracolo, accaduto nell'isola di Scio per opera di quel
vescovo cattolico, fosse sul punto di farsi cristiano ; a che il gaz-
zettiere aggiungeva: « Di qui si è rinnovata la memoria di quel
« glorioso pontefice Paolo III, quale dicono dicesse non aver m?ig-
« gior desiderio che di poter mettere il capo a una finestra nel-
« l'anno 1600 per vederlo, sicuro di mutazioni più che grandi in
« tutto l'universo. » Il 28 giugno si scrivevano la conferma ed i
particolari del famoso miracolo di Besanzone; e in altro foglio,
raccontato il viaggio di fra Fulgenzio verso Roma, per sottoporsi
all'emendazione, si aggiungeva che anche fra Paolo sarebbe ve-
nuto (2). Insomma ogni qualità di notizie e di voci che richiamas-
sero l'attenzione del pubblico, si accoglievano negli antichi avvisi;
ed anche in questa parte possono servire come di norma per giu-
dicare le condizioni di que' tempi. Ne' medesimi si mentovavano
pure le letture accademiche di grido, le pubblicazioni dei libri che
levassero fama, le opere d'arte; si indicavano le stagioni straordi-
narie, i raccolti, gli andamenti delle pestilenze, le disgrazie par-
ticolari, e tutto ciò che i moderni sogliono indicare sotto la rubrica
de' fatti diversi. Con particolar compiacenza si discorreva delle
giostre, de' balli, e in generale delle feste e degli apparati. Qualche
volta anche il teatro ci aveva la sua parte, e non mancava all'oc-
correnza il giudizio delle commedie e delle opere musicali rappre-
sentate. Di che valga per esempio ciò che leggiamo in una delle
solite gazzette di Roma, che questa volta parlava sulla fede dei
suoi corrispondenti fiorentini. « Dopo le sontuose nozze celebratesi
« alli 19 in Fiorenza, seguitandosi nelle feste variamente ogni
« giorno, danno conto della commedia del signor Michelangelo Buo-
« narroti, nipote del famoso Michelangelo, detta il Giudizio di Pa-
« ride., in versi sciolti recitata da' fiorentini, se ben con poca at-
« tentione. La quale ha allettato il popolo con li stupendi inter-
« medi ; sondo nel primo atto stato rappresentato la presa che fece
« Ulisse di Armeste, nel secondo un'aquila, dentro la quale la
(i) Avvisi di Roma, 26 aprile 1595. Collezione suddetta, n 1063.
(3) Avviii di Roma, 5, 3i e 2j aprile, 28 giugao i6o8. Archivio lucchese.
LE PRIME GAZZETTE IN ITALIA. 41
« cantatrice di Montalto recitò un'aria con tal soavità, che avea
« più dell'angelico che dell'umano; nel terzo apparse una nave che
« voltava per le scene, sembrando in mare, che era cosa da stu-
« pire; nel quarto fu rappresentato Vulcano, che battendo con i
« compagni sopra l' incudine andava a tempo con istrumenti musi-
« cali; et quinto un balletto in aere dentro una nuvola volante,
« accompagnato da una musica rarissima » (1). Non mancavano
infine le notizie riguardanti gli arrivi e le partenze delle navi, il
traffico ed i prezzi delle merci; le quali cose però, come è natu-
rale, più frequentemente ax3parivano ne' fogli di Venezia e di Ge-
nova. Annunzi propriamente detti, come quelli messi a prezzo e
nell'interesse privato nelle gazzette moderne, non vedemmo mai
nelle antiche scritte a mano, ed anche rarissimamente compari-
rono nelle prime che in Italia si stamparono.
Le città donde si spacciavano gli avvisi fra noi nei tempi più
antichi, furono, come si disse, Roma, Venezia, Genova e Milano.
Ma anche ad altre si estese presto la usanza; e specialmente nel
seicento e nel settecento, si ebbero novellisti di professione in
molte delle altre grosse città dell'Italia. Anzi vi furono italiani
che presero a mandare avvisi a prezzo, ed in lingua materna, da
paesi esteri, e ne vedemmo specialmente di Lione, di Vienna, di
Parigi e fino di Londra. Talché la storia delle gazzette italiane,
a chi volesse trattarla in tutti i èuoi particolari riuscirebbe per la
vastità e confusione sua di mirabile difficoltà, per non dire impos-
sibile. Sarebbe anzi non agevole e faticoso assai solo il determi-
nare quali fossero le principali officine di avvisi, ed indicare co-
loro che le dirigevano. Di alcuni ne venne fatto di ricordare i nomi
quasi per incidenza, di altri pochi diremo, tenendo specialmente
per guida le carte di Lucca, dove il Magistrato de' Segretari, che
oggi si direbbe la polizia, aveva, fra gli altri uffici, quello di pro-
curare ai governatori della repubblica le notizie de' successi del
mondo. Dei menanti romani che spedivano gli avvisi avanti il 1593,
non altro si trova scritto fuorché lo stipendio. Nell'anno seguente
si ebbe la pratica di quel Poli, già ricordato, il cui lavoro si pagò
da 20 a 24 scudi per anno, senza contare le mance d'uso nell'arte
della menanterìa (2). Dopo essersi valsi dell'opera di un gazzettiere
genovese, di cui non è detto il nome, e che nel 1591 riscuoteva
per l'annata altra somma di 24 scudi, si strinse il trattato in Ge-
(i) Avvisi di Roma, i novembre 1608. Archivio lucchese.
(2) Luca Assarino, chiedendo la solita mancia al governo di Lucca sulla fine
del 1648, diceva essere questa usata da' suoi praticanti (associati) di Roma, Firenze,
Napoli, Venezia, Vienna, Milano, Torino e Parigi; i quali a questo effetto pagavano
doppio il prezzo de' fogli del mese di dicembre. E soggiungeva al Cancellier Maggiore:
« Tanto più si «pera da lei quanto che il foglio segreto che le si manda non è, in
« fé' d'uomo d'honore, comune fuorché a due altri principi grandi.... La mancia poi
« (seguita esso) noi la cerchiamo da altri per gentilezza, perchè ci vien cercata da i
« nostri servitori, da i nostri giovani, da i nostri operai, per giustizia: e bisogna dar
« la mancia a tutti, altrimenti l' huomo non è servito bene. » Archivio lucchese, Scrit-
ture del Magistrato, auoo 1648,
42
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
nova con un tal Fulvio Costantini, la cui gazzetta si ricevette in
Lucca fino al 1624, a prezzo assai più discreto (1). De' più anticlii
avvisi che si ricevettero da Milano e da Venezia, ignoriamo pari-
mente gii autori, e solo troviamo clie per i primi si spendesse da
8 a 10 scudi ogni anno, e 15 per i secondi. Nel 1619 spariva il
foglio del Poli, o perchè cessasse, o perchè il Magistrato lucchese
si stancasse di pagare quella grossa mercede ; e s'ebbe un altro
gazzettiere romano, contento di soli 12 scudi e la mancia. Nel 1628
si prese la pratica del gazzettiere milanese Andrea Tresoli, il cui
foglio, pagato da 13 a 14 scudi, si tenne fino al 1630. Circa a que-
sto tempo, un tal Lucio Aresi, abitante in Venezia, levava grido
di A'alentissimo novellista. Fulvio Testi lo tirava al servizio del
duca di Modena con un regalo di due sottocoppe di argento del peso
di 35 ducatoni; e diceva esser assai esattamente informato degli
interessi e de' negozi che corrono, e « giovine che penetra anche
le cose più occulte e recondite » (2). Il governo di Lucca, mosso
ugualmente dalla celebrità del nuovo gazzettiere veneziano, ne, ot-
teneva la pratica nel 1633, mediante la bella somma di 50 scudi
annuali. Fu pure in Venezia e nell'anno stesso, che Ferrante Pal-
lavicino aveva preso a diffondere per lettere scritte a mano, gli
avvisi de' successi di Francia, cordialmente avversi a Spagna, e
che a lui si dicevano suggeriti da personaggi di alto affare, forse
anche dal ministero francese, che poi lo vendicò facendo ammaz-
zare chi lo tradì. Se però questi fossero venali e scritti a tempo
fisso, a modo delle altre gazzette, non è detto da chi allora scrisse
la vita di quell' infelice (3). Anche a Verona nei primi anni del
seicento fu una gazzetta compilata da quel cavaliere Tedeschi, al
quale così superbamente scriveva il Bentivoglio, come si disse.
Nel 1636 veniva a prestare i suoi servigi ai lucchesi un'altra
famosa penna, cioè Ippolito Valentini gazzettiere milanese, tiran-
done il salario di 40 scudi per anno. Era però costui uomo di ca-
rattere ardito ed avventuroso, e probabilmente non amico di
Spagna ; condizione cattiva per chi viveva e trattava la politica
in Milano. Infatti sappiamo che nel susseguente 1637, esso avea
dovuto nascondersi per causa di un omicidio, ma pur di soppiatto
seguitava a spedire gli avvisi « la qual pratica gli dava utile gran-
de dissimo » (4). Durò di fatto per qualche tempo, forse dopo essersi
liberato da quella prima imputazione. Quando ecco che a mezzo il
1640, venne nuova che il Valentini, « patito naufragio per causa
« di avvisi » era stato bandito da Milano ; e che la sua gazzetta
(i) Per regola generale tutte le notizie, delle quali non si cita il documento,
sono desunte dai conti del Magistrato de' Segretari, nell'Archivio lucchese. Lo scudo
lucchese equivaleva a peso d'argento a lire italiane s,6o.
(2) Testi, Opere scelte, II, 41.
(3) Vita di Ferrante, scritta dall'Aggirate accademico incognito, stampata in cima
alle opere scelte del medesimo, Villafranca, 1670.
(4) Lettera del Raffaelli, da Milano, 19 agosto 1637. Mag. Segr. di Lucca, Scrit-
ture; ad an,
LE PRIME GAZZETTE IN ITALIA. 43
avea dovuto cessare del tutto, avendo il Gran Cancelliere impedito
a Gio. Stefano Bressano di scrivere in sua vece per mantenere le
pratiche correnti (1). Il Tresoli era divenuto pazzo nel 1637 (2) ;
talché ne venne che non altri restasse in Milano a far professione
di novellista, fuorché un Filippo Perlasca, il quale dal sapersi che
godeva le grazie del Governatore, è facile dedurre che fosse ligio
alla fazione spagnuola. Frattanto il Valentini, scampato da Mi-
lano, avea trovato rifugio a Roma, e di qui intendeva di seguitare
il mestiere ; anzi un suo confidente scriveva « che forse i suoi av-
« visi non si manderanno più a mano, ma stampati, come si usa
« in Francia » (3).
Cosa non detta finora, per quanto crediamo, da nessun biblio-
grafo è in che tempo e in qual città d'Italia si introducesse l'uso
delle gazzette stampate. Fino nel 1570, in quella prima persecu-
zione di Eoma contro gli spacciatori di avvisi, erano stati « messi
« in prigione alcuni che vendevano le nuove stampate a Viterbo
« et a Fuligno et in altri luoghi per quella città » (I). Ma sif-
fatte stampe dovettero essere probabilmente di relazioni straordi-
narie, come tante se ne imprimevano in ogni parte d' Italia. Le
vere gazzette continue, a periodo fìsso, di cui si disse fìn qui,
furono tutte scritte a mano dai menanti. Se però nell'Italia nostra,
dove era tanto esteso l'esercizio della tipografia, e dove di questa,
oltre i libri, si usava in moltissinle occorrenze, non si era preso
a stampare le gazzette fino da' loro principii, non è a credere che
ciò accadesse perché a nissuno fosse venuta in mente cosi facile
invenzione. Ma questo é da attribuirsi per una parte alle discipline
pubbliche ed agli impacci delle censure, e per l'altra all'interesse
stesso degli autori de' fogli di nuove, i quali sapevano i loro clienti,
e specialmente quelli che più pagavano, vogliosi di leggere cose
esposte liberamente, e che non avessero l'aria di comuni e plateali.
Perciò nemmeno l'esempio di altre nazioni, dove da 'qualche anno
le gazzette si stampavano con assai regolarità, aveva operato fra
noi (5). Collo estendersi però la curiosità politica ad una parte
più numerosa della società italiana, specialmente allorché il popolo
prese ad appassionarsi più vivamente nel conflitto tra Francia e
Spagna, ne venne quasi per necessità che anche fra noi sorges-
sero le gazzette da poco prezzo e per ^tutti, il che non si poteva
conseguire senza l'aiuto della stampa. È forse anche questa una
delle molte cose che si presero a fare, prima che altrove, a Fi-
renze, dove fino dal 1597 si stampavano regolarmente i bullettini
(i) Scritture del Magistrato Segr. di Lucca, an, 1640.
(2) Magistrato stesso, deliberazioni del 1637, e. 15.
(3) Scritture del Magistrato, an. 1640. Lettera del Bressano da Milano, 4 luglio,
e di Gio. Pesaroni da Roma, 6 detto mese,
(4) Avvisi di Veneiia, Roma, 28 ottobre 1570. Archivio mediceo, filza jo8o.
(5) Per esempio il JVeekly News in Inghilterra, e la Gaiette del Renaudot in Fran-
cia, cominciata a pubblicarsi nel 1631.
44 aUlDA DELLA STA^IPA. PERIODICA ITALIANA.
settimanali de' cambi e delle mercuriali (1). Fu nella stamperia
di Amadore Massi e di Lorenzo Landi, aperta in quella città nel
1636 (2), elle si cominciò a dare in luce regolarmente una gazzetta,
copiata da altra di Venezia ; e si disse il Landi essere stato par-
ticolare inventore di questa nuovissima industria (3). Nel 1641 il
Granduca concedeva a Pietro Cecconcelli, altro stampatore fioren-
tino, il privilegio di una seconda gazzetta, da stamparsi egualmente
ogni settimana, ma limitata alle sole nuove della Germania (4).
Quindi il 16 dicembre 1643, procedutosi a Firenze ad un appalto
privilegiato delle pubbliclie stampe, questo toccò per il canone di
400 scudi annuali, ai tipografi associati Nesti e Signoretti ; e nel
contratto si comprese pure il privilegio della gazzetta che stam-.
pavano i Massi e Landi, senza pregiudizio però di quella del Cec-
concelli cbe si volle riservata. Se frattanto Ippolito Valentini scam-
pato da Milano avesse colorito il disegno di stampare in Roma i
suoi avvisi, non ci fu dato di scoprire. Sappiamo bensì clie sulla
fine del 1640, che fu l'anno stesso della fuga del Valentini, prese
a pubblicarsi in Roma una gazzetta a stampa, detta ora pubblica^
ora ordinaria^ di cui appariva autore un Giovacch.ino Bellini, che,
morto nel 1648, fu seguitata dal suo fratello Giovanni ; e questo
pure essendo alla sua volta mancato nel giugno dell'anno appresso,
ebbe un continuatore in Cammillo Rosaleoni (5). Cosi è pari-
mente sicuro che nel 1642 usciva un foglio stampato anche in Ge-
nova, messo assieme da Michele Castelli, di quella città (6). A
Torino madama Cristina reggente, imitava nel 164.5, l'esempio di
Firenze, sottoponendo la stampa di una gazzetta a pubblico pri-
vilegio e concedendolo a Pierantonio Boccini. Quando si vedessero
i primi fogli stampati di Milano non ci è riuscito sapere. A Ve-
nezia, per quanto gli avvisi di quella città fossero riputati e dif-
fusi, pure si tenne l'usanza di darli fuori solamente manoscritti ;
il che durava^ anche sulla fine del seicento, come diremo più sotto.
Giova però lo avvertire che questa novità della stampa, per
le stesse ragioni che aveano trattenuti per alcun tempo i gazzet-
tieri italiani ad accettarne l'uso anche a fronte dell'esempio fore-
(i) Carlo Gigli, fiorentino, fu inventore di siffatta pubblicazione e n'ebbe privi-
legio dal Granduca, a tempo, il 25 gennaio 1597, il quale poi seguitò nei suoi eredi.
A Giglio di Raffaele Gigli fu confermato tal privilegio il 15 map-gio 163 1. Archivio
delle Riformagioni di Firenze, filza 9 dell'aud. Dani, 176, e filza io, dell'aud. Usira-
bardi, 322, 323.
(2) Archivio delle Riformagioni di Firenze, filza 2, dell'auditore Vettori, carte 378.
(3) In una supplica (stampata) di Bernardo Landi diretta al Granduca, in occa-
sione del nuovo appalto delle gazzette messo a concorso nel 1653, è detto essere stato
r inventore delle gazzette la buon' « anima di Lazaro suo padre ». Archivio suddetto,
filza 7 dell'aud. Vettori, 329.
(4) Si vegga il privilegio del Cecconcelli, 16 marzo 1641, e informazioni annesse,
nell'Archivio medesimo, filza 4, del Vettori, e. 488; e gli altri documenti, ivi, 485,486,487.
(5) Magistrato de' Segretari, nell'Archivio lucchese. Scritture dal 1640-1649, e
specialmente lettera di Giovanni Bellini, 3 ottobre 1648, e altra di Camillo Rosaleoni,
19 giugno 1649.
(6) Magistrato sudd. , Scritture, an. 1643, lettere del Parpaglioni, da Genova.
LE PRIME GAZZETTE IN ITALIA. 45
stiero, non incontrò il gusto di tutti. La diffusione popolare che
ottenevano per questa via i fogli di notizie, ed il sapersi che cer-
tamente avevano dovuto scapitare nella libertà, sottoponendosi alle
censure ed alla tutela de' governi, fece perder loro gran parte di
riputazione. Le gazzette stampate si consideravano pertanto come
buone soltanto per i politicanti da dozzina. Anche per lo innanzi,
fra le stesse gazzette a mano, quelle più divulgate e di basso prezzo,
erano state pochissimo curate dai grandi, i quali ponevano ogni
studio per aver fogli riservati, quasi segreti, scritti da uomini che
lavorassero bensì a caro prezzo, ma per pochi, e fossero capaci, o
almeno creduti in grado di spingere gli occhi profani nei misteri
dei principi. A maggior ragione gli illustri politici di que' giorni
pochissimo si curarono di leggere le gazzette stampate, diventate
cosa di tutti, ma seguitarono a chiederne di recondite ed inac-
cessibili al volgo. Perciò il governo di Lucca, benché ricevesse la
gazzetta pubblica del Bellini, scelse nel 1642, un novellista a mano
delle cose di Roma, che fu Ippolito Vesaroni. Ma anche delle gaz-
zette segrete, purché i denari non facessero difetto, si incaricavano
alcuna volta gli stessi editori de' fogli stampati ; i quali cosi pre-
sero a fare il doppio lavoro di avvisatori pubblici e segreti. Quel
Michele Castelli, autore della gazzetta genovese stampata, serviva
alcuni suoi illustri padroni di un foglio segreto a mano, libero,
tutto pieno di quelle benedette notizie recondite tanto agognate.
Dal governo di Lucca riceveva per questo da 25 a 35 scudi per
anno ; e poteva dirsi buon mercato, se Mattias de' Medici pagava
lo stesso servizio 50 ducatoni, e cento scudi il duca di Modena (1).
Ma le gazzette genovesi in pochi anni andarono soggette a
molte vicende. Esso Castelli, il quale crediamo che fosse di fami-
glia addetta all'ufficio delle poste, e che avea per collaboratore nel
lavoro delle gazzette Alessandro suo figliuolo, « per certi degni
« rispetti » , che non è detto chiaro quali si fossero, cessava nel
febbraio 1646 dal pubblicare il foglio stampato; e cessò anche, per
quanto apparisce, dallo scrivere quello segreto (2). L'opera loro si
seguitava però da due altri genovesi, egualmente padre e figlio.
Furono questi un Giovambattista Oliva « persona di più che me-
diocre talento » che offeriva alla Signoria lucchese un altro foglio
segreto, chiedendone il salario di cento ducatoni, che ridusse a
50 scudi annuali da pagarsi a trimestre; ed il padre suo. Michele
Oliva, che pubblicava una qualità di avvisi a stampa, per un prezzo
equivalente ad otto scudi, parimente di Lucca (3). Ma ecco che a un
(i) Magistrato de' Segretari di Lucca, Scritture del 1644, lettera del Parpaglioni.
In una lettera del Testi al Castelli si conferma la corrispondenza di quest'ultimo col
Duca di Modena. Opere scelte, II, 395. Il gazzettiere è detto Marchese invece di Mi-
chele, per errore di stampa.
(2) Magistrato suddetto, Scritture, 1646. Lettera di Alessandro Castelli, 17 feb-
braio.
(3) Fra le stesse scritture an. 1645, lettere dell'Oliva 23 giugno e 17 luglio. De-
liberaz. del Magistrato, carta 94.
46 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
tratto, ne' primi giorni del 1647, giunge la nuova clie Giovambat-
tista Oliva era stato ammazzato, 'e frattanto la doppia spedizione
dei fogli resta interrotta (1). Compariva però di li a poco (an. 1648),
sulla stessa scena di Genova, un nuovo informatore politico, que-
sta volta non ignoto alle storie, bencliè non abbiano lasciato ri-
cordo che esercitasse tal professione. Fu costui Luca Assarino, au-
tore di romanzi e di compilazioni storiche, cbe a' giorni suoi ebbero
fama e lettori, ed oggi sono neglette e dimenticate, come tante
altre di quel secolo. Esso, oltre a pubblicare un foglio stampato,
che forse fu la continuazione di quello di Michele Oliva, prendeva
a divulgare una delle solite gazzette a mano ; e di più spediva ai
suoi clienti un terzo foglio di supplemento di notizie di Parigi ;
il quale, con vanto da ciarlatano, giurava costargli non poco di
rischio e di spesa, per esser cox3Ìa di una lettera, che un gran per-
sonaggio, ogni ordinario, mandava al Granduca, e che a lui in se-
greto era passata da un segretario infedele (2). Il foglio stampato
dall' Assarino era chiamato il Sincero^ e forse fu il primo in Italia
che portasse un titolo espresso ; il che è da notarsi, perchè anche
ne' tempi susseguenti, cioè nell'ultima metà del seicento e nella
prima del settecento, non si j)i'aticò in generale di mettere un
nome in fronte ai giornali (3). Si vide anche allora per la prima
volta, e nella stessa Genova, la pubblicazione contemporanea di
più gazzette, per ragione della differenza delle parti politiche. Un
tale Alessandro Botticella prese infatti a divulgare, a competenza
coli 'Assarino, un secondo foglio il quale fu di certo in corrente
dal 1650 al 1656 e si dava a prezzo più basso (4). Uno, de' soliti
documenti lucchesi ci fa sapere che, dei due gazzettieri l'uno se-
guitava le parti di Spagna e l'altro quelle di Francia; ma non è
detto chi fosse lo spagnuolo e quale il francese (5).
La gazzetta torinese, già conceduta al Soccini, passava nel
1658, sempre per privilegio del principe, nelle mani di Carlo Gia-
nelli ; e durò per più generazioni, forse fino alla conquista fran-
cese, nei suoi discendenti (6). A Firenze il monopolio delle gazzette,
unito con quello delle stampe pubbliche, e affittato, come si disse
nel 1643, per un decennio ai Signoretti e Nesti, si confermò per
(i) « Essendo stato ucciso Gio. Battista Oliva a Genova, che con la paga di
« 50 scudi all'anno mandava il foglio a mano di avvisi, ha risoluto che si stacchi la
« pratica. » Magistrato de' Segretari, Deliberaz. 2 gennaio 1647.
(2) Lettera dell' Assarino al cancelliere Orsucci, 12 dicembre 1648. Magistrato Se-
gret. , Scritture ad an.
(3) Dalle stesse scritture del 1648, conto del cancelliere Orsucci ; e deliberazione
del Magistrato, 25 gennaio 1652.
(4) 11 Sincero costava in Lucca una pezza da otto il mese, il foglio del Botti-
cella 4 scudi e mezzo lucchesi ogni anno. Si vegga una lettera del Botticella, fra le
solite scritture, anno 1656.
(3) Su questo punto assai importante della storia delle gazzette si consultino varie
lettere di Michele Oliva (padre dell'ucciso Gio. Battista) del novembre e dicembre 1652,
fra le Scritture del Magistrato lucchese.
(6) Vernazza, Diiionario dei tipografi te. che operarono negli Stati Sardi di Terra-
ferma. Torino, 1839, pag. 209.
LE PRIME GAZZETTE IN ITALIA. 47
altrettanto spazio di tempo nel solo Signorotti (an. 1653) ; e quindi
passato nel 1664 in Vincenzo Vangelisti e Pietro Matini (1), re-
stava forse, fìncliè regnarono i Medici fra i privilegi degli stam-
patori di Sua Altezza E e ale. Ma poca fama otteneva il privile-
giato foglietto di Firenze, il quale fu per lo più considerato come
compendio o ristampa dei fogli di Genova (2). La poca riputazione
delle gazzette fiorentine fu alquanto rialzata allorché, nel 1766,
sotto Pietro Leopoldo, si prese a pubblicare la Gazzetta Patrio,
e quindi la Gazzetta Universale ; le quali, dopo avere assunto di-
versi titoli e passate non poclie vicende, furono il ceppo di quel
foglio officiale e privilegiato, che durò finche la Toscana ebbe un
proprio governo. A Modena il primo saggio di giornali stampati
si vide nel 1658 ; e dopo esservi state gazzette che via via risor-
gevano e cessavano, restò verso la metà del secolo passato il Mes-
saggiere, il quale nel 1757 passò alla stamperia ducale, e fu gior-
nale d'ufficio del governo estense, fino probabilmente alla fuga del
Duca, seguita nel 1796 (3). Altre due gazzette si stampavano di
certo in Piacenza ed in Mantova fino dal 1680 ; e quest' ultima
ebbe spaccio e credito assai (4). Cosi verso la fine del seicento e
nel principio del secolo dopo, si prendevano a stampare de' fogli
politici in Milano, Parma (5), Bologna (6), Foligno (7) Lugano,
Napoli (8), Forlì (9) ed in altre città, la maggior parte con pri-
vilegio de' governi, e furono l'origine di fogli officiali de' diversi
Stati d'Italia. A Genova, dopo quo' primi di cui dicemmo gii au-
tori, altri ne succedettero senza interruzione, o almeno sempre fu
in quella città una gazzetta stampata, finche il governo aristocratico
(i) Arch. delle riformagioni fiorentino, filza i, dell'aud. Federighi, carte 418 ec.
Il privilegio particolare che aveva il Cecconcelli per le notizie di Germania, era ri-
masto nullo fin dal 1653, perchè nell'appalto delle gazzette generali si dichiarò non
esservi esclusione di ninna qualità di nuove.
(2) Nelle carte lucchesi la gazzetta fiorentina è detto essere quella di Genova
ristampata; perciò il Magistrato la rifiutava e prendeva la stampa originale a fine di
avere le nuove più fresche. Delib. 16 e 27 novembre 1652.
(5) Una preziosa miscellanea de' più antichi giornali modenesi a stampa, sta nel-
l'Archivio di Modena.
(4) Nel 1730 la Gazzetta di Mantova si stampava per Alberto Pazzoni, con licenza
de' superiori. Non avea, come del resto era in quasi tutti i fogli di questa natura, titolo
alcuno, oltre la data della città e del giorno. Nella prima iniziale era incisa l'arme im-
periale.
(5) Ne abbiamo viste le annate 1729 e 1730. Allora si stampava da Giuseppe
Rosati, con privilegio.
(6) Nel 1730 si stampava dai fratelli Sassi, con privilegio.
(7) Nel 1721 si stampava da Niccolò Campitelli.
(8) Nel catalogo de' libri rari di C. Minieri Riccio, si registrano gazzette napoli-
tane uscite dal 1694 al 1708, e stampate dal Parrino, Cavallo e Muzio.
(9) Nel 1701 si prese a pubblicare in Forlì un foglio, di cui una pagina col ti-
tolo di Giornale de' Novellisti, conteneva notizie politiche, l'altra intitolata Gran Gior-
nale, era destinata alle nuove letterarie. Cessò dopo cinque anni di vita, come rac-
conta Scipione Mafìei, nella introduzione al Giornale de Letterali d' Italia. Nuovamente
però si riprese a stampare a Forlì un giornale tutto politico, similissimo a quelli di
Bologna, Foligno, Mantova, ecc., il quale portava in fronte, invece di titolo, la indi-
cazione della città, del giorno, e dello stampatore privilegiato Dandi. Ne abbiamo esa-
minati de' fogli dell'annata 1730.
48 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
durò (1). Che discendenze avessero in Roma, le gazzette stampate
dai fratelli Bellini, e quindi seguitate da Camillo Rosaleoni, ci è
del tutto ignoto. Può darsi però che il Diario detto del Cracas,
quasi tutto diretto a registrare i fatti religiosi, ma con piccola e
innocente mistura di notizie politiche, fosse appunto una trasfor-
mazione di quelle. Che avvenisse in fine di una gazzetta, fatta a
imitazione di quella di Olanda, che nel 1745 si prese a pubblicare
in Todi, per cura di Paolo Rolli, non abbiamo trovato chi ce lo
insegni, ne i suoi biografi ne fanno pur cenno (2).
Ma perchè le gazzette italiane stampate, sottomesse a censura
e quasi del tutto ridotte al servizio de' governi, non contentavano
chi voleva informazioni libere e genuine, ne avvenne, come di-
cemmo, che durasse fra noi il costume de' fogli di avviso a mano,
più 0 meno segreti più o meno liberi. Avendo la storia delle gaz-
zette proceduto di pari passo anche nelle altre parti d'Europa, e
specialmente in Francia ed Inghilterra, così anche là si era pro-
dotto il fatto medesimo (.3). Nei nostri archivi pubblici e privati
si trovano avvisi manoscritti venuti da ogni parte d' Italia, fino
agli ultimi anni del secolo scorso ; e di piti si ha notizie qua e là
di alcuni de' principali avvisatori. Sappiamo per esempio che nei
primi anni del settecento era in Genova una specie di azienda di
avvisi segreti condotta da Giuseppe Merani associato ad un Pari-
sani; a mezzo del secolo quella di Don Francesco Emerigo, a cui
succedeva più modernamente Giuseppe de' Negri (4). Fra quelli
della stessa natura che sempre ebbe Milano, noteremo una libera
e vivace gazzetta a mano, che sulla fine del seicento spacciava
Pier Francesco Yalentini, forse della razza di quell' Ippolito che
facendo simil professione avea molti anni innanzi dovuto fuggire
da quella città (15). Circa il 1660 si pubblicava manoscritto a Fi-
renze un foglio di nuove oltremontane da un tal Ercole Taglia-
pietra, che però vi apponeva il suo nome sottoscritto (6). A Ve-
nezia, benché vi fosse tanto in fiore l'arte della stampa, si tenne
così tenacemente l'usanza delle gazzette a mano, che anche sulla
fine del seicento non se ne stampava nissuna. Di ciò si ebbe per
(i) Ci assicurano che la Ganeita di Genova che tuttavia si stampa, e che fu uà
giorno il foglio più universalmente letto di tutta l'Italia, abbia la sua origine dalla
Galletta Xaiionaìe Genovese, il cui primo numero si pubblicò il 17 giugno 1797. Non
sappiamo però se questa fosse proprio sorta tutta nuova in quel bollore democratico,
o fosse séguito e travestimento di una gazzetta più vecchia
(2) Il primo numero fu stampato a mezzo giugno 1745, come si ha da lettera
del Rolli al p. A. Berti, fra le lettere a quest'ultimo. Archivio di S. M. Cortelandini
in Lucca.
(3) Hatin, op. cit., I, 49, racconta come le nuove a mano durarono presso quelle
due nazioni anche quando le gazzette si stampavano, non ostante le pene rigorose
che furono stabilite per impedirle.
(4) Magistrato de' Segretari di Lucca. Il prezzo che generalmente si pagò in
Lucca a' gazzettieri segreti di Genova, nel secolo passato, fu di cinque ruspi o zec-
chini annuali.
C5) Ve ne sono due annate i6q8 e 1700 fra i manoscritti di S. Romano in Lucca.
(6) Magistrato de' Segretari di Lucca. Scritture del 1659-1660.
LE PRIME GAZZETTE IN ITALIA. 40
avventura la ragione in qualche ordine della Repubblica, del quale
però non abbiamo trovato indizio ne' libri di erudizione veneziana.
Del fatto però ne danno sicurtà le seguenti parole del Coronelli,
clie scriveva nel 1697. « Non è costume di stampare gli avvisi in
« questa città, ne si scrivono cbe col dovuto rispetto verso ogni
« nazione e riguardo a' particolari. I rapportisti che sono in gran
« numero ricevono il foglietto dalli due principali D. Pietro Do-
« nati e Antonio Minunni » (1). Anche il Dotti, in una delle sue
satire, accennava al recapito che nella bottega di quest'ultimo fa-
cevano i politicanti Veneziani, i quali rimprovera del tempo per-
duto (2). Degne di osservazione son anche le parole del Coronelli
quando afferma che i numerosi ra'px>07'tisti veneziani ricevessero
il foglio da due principali : perchè confermano quello che crediamo
avvenisse anche in altre città, che cioè vi fossero non pochi che
esercitassero il mestiero di seconda mano, non raccogliendo essi
direttamente le notizie, ma copiandole da altri fogli de' più repu-
tati. Non erano di certo di questa classe inferiore coloro che ser-
vivano i principi, come quel Gio. Francesco Alvisi, il quale nel
principio del secolo scorso, era lautamente pagato dalla repubblica
lucchese per i suoi avvisi veneziani. Ma più che a Genova, a Ve-
nezia ed in ogni altra città italiana, rimase viva in Roma l'arte
de' fogliettisti segreti. Raccolte più o meno numerose di fogli ro-
mani di questa natura, si trovano, negli archivi ; ed attestano che
l'usanza perseverò fino al pontificato di Pio VI, o, per dir meglio,
finche anche in Roma non si apri la breccia alla rivoluzione di
Francia. Fra gli informatori romani, dell'ultimo secolo ne vedemmo
alcuni quasi affatto occupati a registrare le nuove della Cm'ia e
le faccende ecclesiastiche ; altri invece piii larghi nel raccogliere
quelle esterne e politiche ; altri infine assidui nel riferire notizie
erudite ed artistiche. Diverse appariscono anche le indoli degli
scrittori ; che talvolta sono rimessi e moderati, non di rado liberi
e franchi giudicatori, ed anche satirici e maligni. Il IMilizia avrebbe
avuto particolare ingegno per questo modo di scrivere ; e leggendo
le sue lettere, specialmente quelle al conte di Sangiovanni, par
talvolta di avere in mano il lavoro di alcuno fra que' più liberi
ed arguti gazzettieri romani. Nel tempo delle sedi vacanti i modi
di costoro si facevano più che mai irreverenti ed audaci, e le gare
delle fazioni che si agitavano nei conclavi, aveano la loro corri-
(i) Coronelli, Viaggi. Venezia, 1697, I, 31
(2) Nella satira intitolata i Novellisti, tutta diretta contro i politici che perdevano
la testa ed il tempo a cianciare ne' caffè e nelle botteghe, si legge :
Son dell'ozio i pigri alunni
Con molti altri capi storti,
In bottega del Minunni
A sudar sopra i riporti.
Riporti e rapporti, si chiamano le gazzette e rapportisti i gazzettieri, anche in altri luoghi
di esso poeta. Il Dotti, morto assassinato nel 1712, avea scritte le sue satire negli
ultimi due decenni del secolo antecedente.
N. Bernardini — Guida dclU Stampa ^triudùa iialiuiia — 4.
50 GUIDA DELLA STAMPA PERIODiCà IT ALL'INA.
spondenza nelle gazzette. Cosi, per esempio, un novellista romano
cominciava il suo foglio del 10 aprile 1721: «Il conclave è pieno
€ di scissure, e poco mancò non sieno venuti alle mani Panfìlio
« et Albano, doppo essersene dette delle belle e delle buone. Rin-
€ facciando Panfilo all'altro il malgoverno, e 1' altro a quello la
« sua pazzia. Ancora con Altam ha altercato Albani, e Fabroni
€ con Corradini ; clie peggio non avrebber fatto due curati di villa,
« usciti ubbriaclii da qualche paio di nozze contadine » (1). A che
setta appartenessero gli avvisatori segreti di Roma, che ne' primi
tempi del settecento servirono la repubblica lucchese, non abbiamo
potuto sapere essendo disperse le carte che inviavano. Fra questi
furono un Giuseppe Pozzi, già stato dapprima a Firenze a eser-
citare lo stesso mestiere, un Panicali e un Gio. Battista Bondacca.
La persistenza in Roma delle gazzette malediche si deve attri-
buire al non essersi mai del tutto spente le fazioni e le nimicizie
fra le principali famiglie; ma più alla avidità del guadagno che
faceva sfidare le leggi. Anche in Francia gli ordini più crudeli e
le più assidue persecuzioni per lunghissimo tempo erano riuscite
vane contro i libellisti e gli scrittori di gazzette a mano (2). Il
dotto volterrano Maffei, che scriveva nel 1712 dopo aver raccon-
tato la severa legge di Pio V contro gli avvisi satirici, esclamava:
« Eppure, Dio buono, non è mai bastato qualunque rigore a li-
€ berar Roma da questa infermità che si nutrisce dell'avarizia, della
€ malizia e della menzogna » (3). Quali e quanti ebbero a soste-
nere questi rigori sarebbe impossibile il dire, senza esplorare i
documenti di Roma. Di alcuno che a prezzo della vita scontò in
quella città l'audacia dello scrivere già dicemmo in principio. D'un
altro che ebbe sorte eguale nei tempi più moderni, cioè sotto il
pontificato di Clemente XI, e che forse fu l'ultimo cui si appli-
casse in tutto il massimo rigore della bolla piana, troviamo ricordo
negli annali manoscritti della Colombaria di Firenze. « Si fa me-
« moria (così si legge in quel prezioso diario) come trovandosi l'As-
ce setato (4) di permanenza in Roma dall'anno 1718 al 1723, segui
€ che dopo sei mesi di prigionia sostenuta dall'abate Gaetano Vol-
« pini di Piperno, nell'anno 1719 e 20 carcerato e processato per
« foglicttante, con avere scritte a Vienna al Conte di Sizzendorff
« cose contro la vita et onestà del Santissimo padre Clemente X,
« e di Clementina Sobiescki sposa allora di Giacomo ITE Stuardo
« re della Gran Brettagna, fu finalmente condannato, come reo
« de' sopraccennati delitti, ad esser decapitato. Fu alzato il palco
« funesto in Campo Vaccino, e la mattina del sabato, precedente
« al sabato del carnevale di detto anno, si vedde detto abate Vol-
(i) Avvisi di Roma, io aprile 1721, presso lo scrittore.
(2) Hatin, I, 54 e segg.
(3) Vita di S. Pio V, luog. cit.
(4) L'amico che ci ha comunicato questo curioso documento ci fa sapere che
l'accademico Assetato era il canonico Niccolò Liborio Verzoni di Prato.
LE PRIME GAZZETTE IN ITALIA. 51
« pini condotto al luogo del supplizio, accompagnato, secondo il
« solito, dalla Compagnia di S. Giovanni de' fiorentini, ed assi-
de stito di confortatore dal buon padre Galluzzi giesuita. Nel mentre
« clie si attendeva, da una infinità di popolo quivi concorso, il
« fine di questa sanguinosa scena, il detto Assetato senti un abate
« ad esso incognito, clie diceva ad alcuni suoi compagni la infra-
« scritta epigrafe, com]posta dal medesimo per incidersi in pietra
« sopra il di lui sepolcro: D. Caietanus Vulpinius Pipernas. Ve-
« RITATIS AMATOR. SuB CLEMENTINA TyRANNIDE CAPITE OBTRUNCATUS.
« VicTORiAE PALMAM OBTiNUiT. Ex S. C. S. P. Q. E,. — A Sentire
« tale empietà l'Assetato, conoscendo che quella non era buon'aria,
« subito se ne andò in altra parte » (1).
Mutate le condizioni di ogni Stato d'Italia col sopravvenire
della rivoluzione, e da ogni parte sorgendo giornali liberi, venne
meno l'usanza delle gazzette segrete. Anche avvenute le restaura-
zioni e ritornati i tempi del silenzio, gli informatori di quella sorte
non si riebbero, e forse i governi più scaltriti e sospettosi non li
avrebbero tollerati, come pure a malincuore avevano fatto gli an-
tichi. L'arte dei menanti scomparve dunque in quel generale rin-
novamento di uomini e di cose, che si ebbe sulla fine del secolo
passato, e fino la tradizione e la memoria del loro mestiere si spen-
sero. Collo estendersi in Italia la rivoluzione di Francia, si chiude
pertanto l'epoca prima, se cosi ci, è concesso parlare, del giorna-
lismo politico nostro, la cui importanza fu principalmente nelle
gazzette a mano che più o meno usarono la libertà dello scrivere.
Le fallacie, le incoerenze e le bugie ancora, che pur troppo deb-
bono abbondare in quo' fogli, e che son quasi necessaria conseguenza
di un lavoro afirettato ed immaturo, non debbono farci credere che
tutto sia in esse non vero. Anche quando altro non stessero a di-
mostrarci che le credenze, i pregiudizi dei tempi, e l'eco della fama
quotidiana, ci porgerebbero pur sempre un lato importante della
storia. Ma veramente, oltre a ciò, una certa qualità d' informazioni
e di particolari, che vanamente si cercano nei documenti pubblici e
nei libri, sono a trovarsi nelle gazzette : le quali studiate con giu-
dizio e bene adoperate, possono riuscire di gaiida e di sussidio alle
altre più nobili fonti della storia. Molte ricerche occorrerebbero
invero perchè le antiche gazzette, cosi varie e molteplici, fossero
distinte fra loro ; il loro valore individuale fosse singolarmente de-
terminato; e conosciuti gli autori, si scoprisse a quali idee ed a
quali parti, anche involontariamente servirono. Il che certo non
sarà possibile di conseguire senza studi accurati e pazienti, stante
anche la rarità grande di questi fogli, ed il trovarsi disseminati
in collezioni spesso disgregate e lontane. Ma se la storia delle
gazzette italiane riuscirà difficile e laboriosa, di tanto crescerà
il merito di chi saprà farsene autore. In noi sarebbe presun-
zione, se con questo che ci venne fatto di scrivere, credessimo di
(i) Annali della Società Colombaria di Firenze, voi. Ili, 115.
52
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
aver segnato le traccie del futuro lavoro. Invece ci chiameremo
contenti se saremo bastati a volgere l'attenzione degli eruditi so-
pra un soggetto fin qui trasciirato, e pure non infimo, ne indegno
di studio.
Salvatore Bongi.
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Médaille d'argent Erusielles 1888.
ADDO XXI.
GIORNALE TEATRALE INDIPENDENTE
Si pubblica tre volte al mese.
Direttore: G. GIUNTI.
Vìa del Campo di V\Carle, 2.
FIRENZE
(Vedi Provincia di Firenze.)
AssoclazioDe per la propagazioie ìel Umì in Italia
TORIKTO
Rivista Italiana di Yolapiik {Volapiikabled tctlik)
Abbona]viento annuo L. 4.
Grammatica e Lessicologia
IV Tiratura stereotipa
L. 2.
Metodo per imparare in 6 ore il Volapiik
0.° Migliaio
L. 0,50.
IL PRIMO GIORNALE STAMPATO
Non una, ma parecchie nazioni d'Europa, si contendono la gloria
di aver dato i natali al primo giornale stampato.
Per molti anni si è creduto che all'Inghilterra spettasse quest'onore.
Nel 1794 lo storico Chalmers nella sua biografia del grammatico Rud-
dimann richiamò per il primo l'attenzione su certi fogli conservati nel
British Museum, gli uni stampati e gli altri scritti e legati insieme in
un volume in folio. Narrasi che nel 1588, quando la famosa Armada
di Filippo II minacciava le coste del regno, lord Burleigh dimandò alla
regina Elisabetta il permesso d'informare il popolo del vero stato delle
cose e che avendolo ottenuto, mandò fuori un foglio intitolato The En-
glish Mercurie, che scritto da prima a mano, come le Notizie veneziane,
venne poscia stampato da Cristoforo Barker, tipografo della corte. Tra
gli esemplari del Museo britannico vi sono i numeri 50, 51 e 54; il
primo porta la data del 23 luglio 1588, Ma Tommaso Wats scoprì che
quei fogli erano apocrifi. Nel suo opuscolo A letter to Antonio Pani^:;i
on the rcputed earliest printcd neiuspaper The english Mercurie ij;8S, di-
mostra che quegli esemplari stampati non possono appartenere al tempo
indicato, ma ad un periodo ben posteriore; ed afferma che i manoscritti
sono sopra carta che ha per filigrana le iniziali G. R. (Georgius rex).
Probabilmente però questa pubblicazione, come l'altra fatta a No-
rimberga, Augusta e in altre città, non aveva nulla di permanente, ca-
rattere che non aveva neppure un avviso prodotto dalla Germania come
il suo primo giornale e intitolato Relation oder Zeitung was sich begeben
oder :(iigetragen hat in Dentschland nnd PVelschland, Spanien nnd Franh-
reich, in Ost-imd Wcst-Indien, fondato nel 1612 e che da taluni è ri-
guardato come il primo giornale regolare.
Di questo Avviso si cita il numero 14, ma questo foglio non sem-
bra noto che per una relazione fattane da un bibliografo della fine del
secolo scorso, ed è su questa citazione che i tedeschi considererebbero
questo Avviso come il più antico dei loro giornah (i). Se non che tre
anni dopo, nel 161 5, un libraio di Francoforte, Egenolph Emmel, pub-
blicava un foglio, di cui nessuno contesta il carattere, una gazzetta nu-
merata che compariva una volta la settimana. È questa gazzetta che
secondo il Brockhaus sarebbe oggi continuata dal Frankfurter Journal
attuale. L'anno dopo, ad esempio dell'Emmel, Jean de Birghden, ammi-
nistratore della posta imperiale, fondava la Frankfurter Oberpostamts-Zei-
tung che esisterebbe anche oggi sotto il titolo di Frankfurter Post^eitungy
preso il i.° aprile 1852. Questo giornale sarebbe venuto senza interru-
zione fino ai nostri giorni; però non se ne conosce un numero ante-
riore al 1658.
L' Olanda ha per sé delle probabilità di precedenza e nulla più. È
(i) Saggio di una storia sommaria della Stampa periodica, di L. G. Piccardi,
Roma, Beacini, 1886, pag. 7 e segg.
54 aUIDÀ DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
opinione ad Amsterdam che questa-città possedesse verso il 1617 0 il 1619
una gazzetta periodica che usciva due volte la settimana.
« Nondimeno, questa gloria di aver visto nascere il primo giornale
stampato è contestata a Francoforte da Anversa. Infatti Abraham Verhoeven
stampatore ottenne nel 1605 dagli arciduchi Alberto e Isabella, il privi-
legio di stampare e di imprimere su legno o metallo tutte le notizie
recenti (Alle de nietiwe Tydinghen), le vittorie, gli assedi e le presi delle
città che i detti principi farebbero o guadagnerebbero. Questo privilegio
è noto non per altro che per la conferma accordatane a Verhoeven
nel 1620. 1 più antichi numeri delle Nienwe Tydin^hen, esistenti alla bi-
blioteca reale di Bruxelles, non risalgono, è vero, al di là del 1616, ma
è lecito supporre che questo foglio comparisse in principio a intervalli
indeterminati, come resulterebbe da un avviso del 19 aprile 1617, nel
quale lo stampatore àìco. che per l'avvenire farà uscire regolarmente ogni
otto o nove giorni le principali notizie di quanto avviene nei paesi stra-
nieri. »
Più tardi la Mense di Liegi ha confermata quest'asserzione, dando
a Verhoeven, nato sd Anversa il 22 giugno 1580, il vanto di avere in-
ventate pel primo le gazzette stampate e illustrate. Questo padre del
giornalismo, membro della Saint-Lucasgilde stampava e pubblicava a
sue spese il giornale; ma pare ch'eg'i non fu troppo fortunato nella sua
intrapresa; bisogna credere che i suoi abbonati dovevano essere presi
per l'orecchio quando veniva presentata loro la quietanza, poiché il po-
veruomo vide confiscato tutto il suo avere e venduto all'incanto per
coprire le spese di stampa del foglio. Dicesi che nella biblioteca d'Anversa
si conservi un esemplare del giornale di Verhoeven.
La Francia pare abbia seguito più tardi le nazioni vicine, cioè nel 163 1.
Ma intanto, tutti coloro che si sono occupati di queste ricerche, as-
seriscono che il primo giornale francese data, realmente, dal 1494. Du-
rante la spedizione di Carlo VII, nel regno di Napoli, si sentiva gridare
per le vie di Parigi « Le journal à un sou, bulletin de la grande armèe
d' Italie ». Si è trovato qualche numero di quest'effemeride nella biblio-
teca di Nantes. Pare, di più, che questo giornale cessò nel 1495.
Ma il vero primo giornale francese data dal 30 maggio 163 1, epoca
nella quale la pubblicazione di un giornale non era più una novità.
Thèophraste Renaudot, medico di corte e amico del celebre padre Giu-
seppe, noto sotto il nome di Eminen:{a grigia, pubblicò la Gaiette, con
privilegio del Re.
Ecco, a titolo di curiosità, una citazione delle notizie datate, inserite
nel primo numero di questo giornale:
Da Costantinopoli, il 2 aprile; da Roma il 26 aprile, e sotto
questa rubrica si trovano le notizie di Spagna e Portogallo; dall'Alta
Alemagna, il 30 aprile; da Friestaad in Silesia, il i.° maggio; da Ve-
nezia, il 2; da Vienna, il 3; da Stettino e da Lubecca il 4; da Franco-
forte sull'Oder, il 5; da Magonza, il 6; da Amsterdam, il 17; da An-
versa, il 24 ecc.
Tenendo conto dei mezzi abbastanza ristretti di comunicazione a
quell'epoca, può dirsi che l'inizio non era cattivo.
IL PRIMO GIORNALE STAMPATO.
55
Questo giornale che si stampava una volta alla settimana, ebbe, po-
scia, quattro pagine piccole in-4.°, poi otto e talvolta anche dodici, divise
in due quaderni intitolati, l'uno Gaiette, l'altro Nouvelks ordinaires de
divers endroits.
Nella magnifica opera di H. P. Hubbard's, intitolata Newspaper and
Bank Directory, stampata a New Haven, Stati Uniti, nel 1882, voi. I,
p. 114 (i), si trova il fac-simile del giornale di Renaudot.
Il titolo di questo perio-
G
S.
RECVIL DES
A Z E T T E
de l'annee 163 1.
DEDIÉ AU ROY.
AVEC UNE PREFACE SERVANT
i l' intelligence des choses qui y sont conteuiies
Et une table alphabetique des matieres,
(Stemma)
Au Bureau d'Adrefie au Grand Coq rùe de la Calandre
fortant au marche neuf prés le Palais à Paris.
M. DC. XXXII
Auec Priuilége
dico, frammezzato anche dallo
stemma di Francia, è conce-
pito come qui accanto:
I francesi, riconoscenti,
nel settembre del 1887 appose-
ro una lapide in marmo bianco
al quai du Marché-Neuf, n." 4,
con la seguente iscrizione:
« Teofrasto Renaudot fondò
nel 163 1 il primo giornale
stampato a Parigi, la Ga:^ette,
nella casa del Grand-Coq, che
si elevava qui, ouvrant via
della Calandra e sortant al
Marché-Neuf. »
La collezione dell'antica
Gaiette è oggidì molto rara:
trovasene un esemplare nella
biblioteca reale.
Quanto all' Italia i suoi
titoli non sono disprezzabili.
Già fin dal 1570 erano stati
messi in prigione a Roma
« alcuni che vendevano le
nuove stampate a Viterbo et a Foligno » (Avvisi di Venezia, da Roma, 28 ot-
tobre ijyo, Archivio Mediceo, fil:(a )obo). Qualche scrittore però giudica
queste dovessero ritenersi come semplici relazioni di fatti straordinari,
senza alcun carattere di periodicità, e perciò da collegarsi più alla storia
dell'arte tipografica che a quella delle gazzette, o tutt'al più considerarsi
come i legittimi predecessori di quei tali foglietti che escono tratto tratto,
specialmente nelle provincie meridionali per raccontare qualche « fatto
meraviglioso » o qualche « orribile e tremendo delitto ».
Questo è però, secondo me, attendibile sino a un certo punto; per-
chè se le origini del giornalismo italiano si fanno risalire agli Ada diurna,
agli avvisi manoscritti che neanche avevano carattere di periodicità, non
trovo strano che legittimi predecessori delle attuali gazzette fossero i
foglietti stampati contenenti le nuove, fossero anche queste nuove fatti
(i) Rendo pubbliche grazie al signor H. P. Habbard's per la magnifica opera che
volle gentilmente inviarmi.
56 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Straordinari, o tremendi delitti. Certo all'epoca di cui parliamo non c'era
nel pubblico l'avidità di conoscere le notizie politiche, come oggi; quindi
la periodicità non è un elemento essenzialissimo per caratterizzare l'esi-
stenza del giornale.
Ad ogni modo a Firenze fin dal 1597 si stampavano regolarmente
i bollettini dei cambi e delle mercuriali; e nel 1636 cominciò a stam-
parsi una gazzetta, copiata da altra manoscritta di Venezia. Nel 1640
poi, anche a Roma eravi una gazzetta a stampa, detta ora pubblica, ora
ordinaria, e verso la stessa epoca altra gazzetta stampata pubblicavasi
pure a Genova, per cura di Michele Castelli (vedi pia innanzi l'articolo
Luca Assarino ed il Sincero). Un numero di questo giornale si conserva
nella bibUoteca Barberini di Roma e porta la data del 28 settembre 1630,
il che darebbe a Genova il primo posto per la stampa delle gazzette.
Ma pare che in questa data ci sia un errore di stampa e che invece
di 1630 debba leggersi 1640. Il numero veramente più antico, della col-
lezione Barberini, purta la data 2 luglio 1640. Negli avvisi della biblio-
teca Nazionale di Genova, il più antico porta la data del 29 luglio 1639.
Quasi nello stesso tempo, altre gazzette stampate comparvero a To-
rino, a Milano, a Bimini (i).
Lo storico inglese De Chalmers sostiene che il giornale stampato
più antico è la Gaietta di Veneiia, la cui origine rimonta al 1536, cioè
un secolo prima della Gaiette del Renaudot, ma altri sostengono che la
prima gazzetta uscì a Venezia nel 1562, epperò sempre l'Italia avrebbe
la precedenza sulle altre nazioni (2).
In Inghilterra il primo periodico fu il JFeckly news, che cominciò
a pubblicarsi il 22 maggio 1622, e recava le notizie di un altro gior-
nale olandese. In Germania, il primo foglio periodico apparve nel 1615
a Francoforte sul Meno. In Isvezia il primo giornale rimonta al 1643 e
si chiamò V Ordinaire Post Tidende. Il May jìover, eh' è il primo gior-
nale degli Stati Uniti, comparve nel 1673 a Cambridge ^^Massachusset),
Noi non abbiamo parlato che del primo giornale stampato d'Europa,*
ma se per poco varcassimo questi confini allora ci vedremmo subito pre-
ceduti dalla China, la quale in ogni scienza, in ogni arte, in ogni in-
dustria ha preceduto non di uno ma di parecchi secoH tutte le scienze,
le scoperte, i progressi europei. Il King-Pan, che si pubblica oggi a
Pekino, daterebbe nientemeno che dall'anno 911 dell'era nostra. Allora
si pubblicava a intermittenze, ma dal 135 1 ebbe realmente un'edizione
settimanale.
Sicché l'invenzione del ^/orwa/^, uscendo dall'Europa, non apparter-
rebbe né al Belgio, né all'Inghilterra, né alla Francia, ma bensì ai Ci-
nesi. Ma che cosa non hanno inventato i Cinesi prima degli Europei.?
Concludendo a me pare che, dopo tutto, le maggiori probabilità di
primato spettino all'Italia, le cui prove sono irrefragabili. Il giornalismo
ha avuto le sue radici, le sue origini nel mondo romano; era naturale
dunque che in Italia dovessero schiudersi i primi frutti di questa pianta.
(i) Strenna-Alb. Ass. Starnp. p. 265.
{ì) Vedi Provincia di Venezia,
LUCA assàrino e U Sincero, 57
E in Italia, proseguendo le tradizioni degli Ada diurna, si ebbero le prime
lettere di avviso, i foglietti alla mano, i fogli ordinari e finalmente le
gazzette. Questa soluzione di continuità, documentata in tutte le sue
epoche principali, può essere dimostrata ugualmente dalle altre nazioni?
Io non credo. Prova ne siano i tre numeri apocrifi dell' Englisch
Mercurie, addotti dall'Inghilterra per vantare il suo primato.
A complemento delle notizie riferite aggiungerò che queste prime
gazzette a stampa, al pari delle manoscritte non portavano in testa altra
indicazione tranne il luogo d'origine e la data, ed ^rano press'a poco
del formato di quella carta che ora chiamasi comuiumente protocollo.
Vedremo nell'articolo seguente quando e come nacque il primo
giornale con un titolo espresso.
N. Bernardini.
Luca Assàrino e II Sincero
Nel primo quarto del 1600 a Genova certi Michele ed Alessandro
Castelli, padre e figlio, pubblicavano una gazzetta a mano.
Nei 1646 i due Castelli annunziano che « per certi degni rispetti »
sospendevano il foglietto, senza addurre altro motivo in proposito; ma
di li a poco due altri genovesi, anch'essi padre e figlio. Giovambattista
e Michele Oliva, si fanno continuatori della piccola gazzetta.
Trascorse cosi tutto il 1646, quando sui primi dell'anno nuovo si
sparge per la città una strana notizia: Giovambattista Castelli essere stato
ammazzato e cessarsi per conseguenza la spedizione della gazzetta !
Figurarsi come dovessero rimanerne i lettori; in un anno vedersi
privati due volte della spedizione delle notizie.
Ma non andò guari e il foglio d'avvisi riprese le pubblicazioni; questa
volta però era fatto da uno solo e quel che più monta da un uomo già
abbastanza noto, non solo a Genova, ma quasi in tutta Italia: da Luca
Assàrino.
X
Sul cadere del 1599 Antonio Assàrino da Genova si era recato in
America e nelle Indie, alcuni dicono per diletto, altri, ed è più probabile,
per mercanteggiare in viai e cereali. In America il mercante genovese
ebbe successo; realizzò un guadagno di 150 mila zecchini e prese moglie
— una certa Giovanna Reloux. Da questo matrimonio il 18 ottobre 1602
a Potosi nacque il nostro Luca. E poiché Antonio Assàrino nel Nuovo
Mondo non ci aveva altro da fare, ritornò in patria.
Il bambino crebbe vispo e robusto e il padre non durò troppa fatica
58 GUIDA DELLA STAMPA. PERIODICA ITALIANA.
a tirarlo su, perchè egli ben presto manifestò uno spirito d' indipendenza
non comune.
A sedici anni non solo dava da pensare al padre, ma anche aMe auto-
rità, perchè i birri un giorno gli sequestrarono addosso un'arma insidiosa
e ci volle del bello e del buono, adducendo la sua minore età, per liberarlo
dalle noie giudiziarie. Ma pare poi che realmente egli, o in questo tempo
o poco dopo, avesse commesso in rissa un omicidio, pel quale fu relegato
in Corsica.
Scontata la punizione egli tornò in patria, ma per immischiarsi in
altre brighe, poiché prese parte ••— sebbene non troppo attiva — alla con-
giura vacheriana, e fu a grazia se, non risultando a suo carico gravi im-
putazioni, potette cavarsela con una lieve pena.
Il soggiorno in Corsica però gli aveva ispirato un certo amore alle
lettere — ed egli lo aveva coltivato e vi si era appassionato tanto che,
giovane ancora, era già noto per alcuni componimenti in versi e in prosa
messi attorno.
Cosi egli tentò un lavoro serio, e scrisse un romanzo Stratonica che,
cosa rara in quei tempi, ebbe in breve otto edizioni e fu tradotto per-
fino in francese. Cosi il giovanotto scapestrato e bislacco d'un tempo si
trovò a un tratto uomo di lettere, e non andò molto ch'egli, confer-
mando la fama che già s'era acquistata, dette in luce varii romanzi e
parecchie compilazioni storiche ch'ebbero fortuna a' suoi giorni e trova-
rono traduttori, benché oggi non si curano e giacciono polverosi nelle
biblioteche.
X
Uomo perspicace, d'indole piuttosto venale, e per le relazioni che
già s'era acquistate, l'Assarino non tardò ad accorgersi ch'egli aveva,
come suol dirsi, il mestiere per le mani: e divisò di pubblicare un foglio
stampato, di divulgare una delle solite gazzette a m.ano e di più di spedire
ai suoi clienti un terzo foglio di supplemento di notizie di Par'gi.
Parecchi storici, e fra questi il Bongi e il Neri, ritengono che il
nuovo giornale dell'Assarino non era poi altro che una continuazione
della gazzetta a mano dei CasteUi e degli Ohva.
Comunque sia, il primo numero del foglio di Assarino porta la
data del 21 aprile 1646, e a questo foglio il suo compilatore dette titolo
// Sincero, senza dubbio a testimonianza della veracità delle notizie in esso
contenute,
« Il foglio stampato dell'Assarino, dice il Bongi, forse fu il primo
in Italia che portasse un titolo espresso; il che è da notarsi, perchè anche
ne' tempi susseguenti, cioè nell'ultima metà del seicento e nella prima
metà del settecento non si praticò in generale di mettere un nome in
fronte a' giornah. »
E non è a credere che al tempo dell'Assarino l'abbonamento al
giornale costasse poco : a un abbonato di Lucca 11 Sincero costava una
pezza da 8 il mese !
Il giornale procedette allegramente per un certo tempo, senza com-
petitori e senza ostacoli ; l'Assarino nella sua gazzetta raccoglieva tutte le
LTJCA Ass ARINO E II Sincero. 59
notizie della città, degli stati vicini, e di Parigi ; anzi a quelle provenienti
da quest'ultimo luogo, dava una maggiore importanza e le esponeva ac-
curatamente, e da tutti era risaputo come egli parteggiasse per la Francia.
Poiché allora Genova si divideva in due partiti: uno che simpatiz-
zava con la Francia, l'altro con la Spagna. Ma mentre il partito di Francia
aveva la sua gazzetta, quello di Spagna ne difettava.
Ciò SUggeri a un tale Alessandro Botticella l'idea di divulgare un'altra
gazzetta a mano, in concorrenza di quella dell' Assarino, sia per le no-
tizie che per il prezzo d'associazione.
« Cosi, dice il Bongi, si vide per la prima voka, e nella stessa
Genova, la pubblicazione contemporanea di più gazzette, per ragione della
differenza delle parti politiche. »
Da una lettera del Botticella stesso, in data del 1656, si rileva
che il suo foglio costava 4 scudi e mezzo lucchesi ogni anno: una bella
differenza di prezzo dunque sul Sincero. La concorrenza era ui po' sfacciata.
Luca Assarino impensierito di un tal fatto, non tanto per la parte
economica, quanto per il dubbio che le sue notìzie potessero cadere in
discredito col moltiplicarsi delle gazzette, nel numero del 12 maggio 1646
del suo Sincero inseri un avvertimento col quale il Foglio dichiara al
lettore che i nomi scritti a m ino sul margine dei numeri della gazzetta
servono a distinguerli, affinchè altri non abbia a farli rinascere altrove
adulterati e che nel far ciò si appiglia volentieri alle letame per haver
propiitio l'ora prò me; e perciò ogni foglio è contrassegnato a penna dal
nome d'un santo sul margine dove si congiungono le due carte.
Il Senato genovese s' intromise anche nella faccenda e nel settembre
del 1647 tanto all'Assarino che al Botticella intimò un decreto intorno
al loro ufficio di compilatori di notizie.
X
E per rendere ancora più diffuso il suo giornale e acquistargh fama
e lettori, si mise in relazione con la Corte di Torino, fece dono delle
sue opere alla Duchessa Cristina, avida di adulazione, iniziò corrispon-
denza col marchese di S. Tommaso ed altrettanto fece col Cardinale
Mazzarino ; a questo anzi profferse i suoi servigi anche se avessero potuti
tornar utili alla corte francese.
Cosi l'Assarino col Sincero, col foglio a mano e col supplemento
segreto delle notizie di Parigi serviva le corti di Francia, di Savoja e la
repubbhca di Lucca.
E che egli volesse procurarsi con malizia, profumata mercede, per
i suoi segreti servigi, come dice il Neri, lo prova fra l'altro una lettera
che l'Assarino scrive in data del 12 dicembre 1648 ad Ottavio Orsucci,
segretario della repubbhca di Lucca. In essa lo avverte come da qualche
tempo riceva da Parigi con mnho dispendio un foglio ogni settimana
di cui gli manda copia, affinchè vegga se gli torna gradito, perchè in
tal caso rinnoverà l'invio. « Ma bisognerà (continua l'Assarino) che
« per la mercè d'esso V. S. si compiaccia di dichiarare il suo sentimento,
« sendo che a me costa denari e risico per essere (a dirla a Lei in con-
« fidenza) copia d'una Ietterà che persoaaggio grande scrive con ogni
60 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
« ordinario al Granduca di Firenze, et uno de' Segretari! di detto per-
« sonaggio ne manda una copia a me. Tornando poscia a' nostri inte-
« ressi io ho da dire a V. S. che i nostri fogli sono pagati conforme
« la pattuita condittione per tutto questo mese. Ma sendo per le feste
« di Natale solito in Roma, Firenze, Napoli, Venezia, Vienna, Milano,
a Torino e Parigi dar la mercè duplicata, si spera il medesimo dalla bontà
« di V. S. — E tanto più si spera da Lei quanto che il foglio segreto
« che le si manda non è, in fé' d'huomo d'onore, comune se non a due
« altri Principi Grandi. Óltre che detto foglio è sempre tanto abbondante
« di roba di sostanza quanto Ella stessa può vedere. Si che, senz'altro,
« aspetterò detta mercede; la quale finalmente, tralasciando che è cosa
« di pochissimo momento, viene poi una volta l'anno. E noi la cerchiamo
« da altri per gentilezza perché ci viene cercata dai nostri servitori, dai
« nostri giovani e dai nostri operai per giustizia, e bisogna dar la mancia
« a tutti altrimenti l'uomo non è servito bene. »
Il modo col quale l'Assarino fa la reclame alla propria merce sa un
poco del ciarlatano, come s'avvisa lo stesso Bongi, perchè effettivamente
queste notizie parigine pare che al nostro gazzettante non costassero né
rischio né spesa, essendo esse non altro che copia delle lettere-circolari
che il Cardinale Mazzarino « era solito inviare e ai confidenti, e ai suoi
parziali, e ai divulgatori di novelle ».
Tal fatto confermerebbe la voce unanime di tutti coloro che hanno
parlato dell'Assarino, che cioè egli fosse uomo avido di guadagni e che
pur di farne non guardava alla convenienza dei mezzi per procurarseli:
adulando in poesia la Duchessa Cristina di Savoja n'ebbe in dono un
anello preziosissimo e nel testamento di lei fu dichiarato legatario di 500
scadi; coltivando le lettere non tralasciava di far negozio di vini, e da
una ricevuta dal figlio Luigi rilasciata, si rileva ch'egh era anche al soldo
del governo genovese.
Quanto al modo poi di ottenere le notizie che dovevano servire
alla compilazioDe del Sincero, ecco quello che ci dicono i documenti:
gl'Inquisitori di Stato rivedevano le corrispondenze, perchè nominavano
i postieri a lor talento; le lettere quindi venivano aperte e secondo re-
putavasi opportuno se ne traeva copia e quindi tornandosi a chiudere
si spedivano a coloro cui erano dirette; talvolta i corrieri si trattenevano
appositamente a Palazzo, per eseguire un'accurata revisione; i soli pieghi
dei residenti e dei ministri non andavano soggetti a questa odiosa ed
abusiva consuetudine; mentre chi voleva sottrarsene era costretto ad ac-
cordarsi col corriere e mercè una buona mancia ritirava le lettere fuori
le porte della città. Di questo mezzo appunto si servivano i novellisti
per l'invio de' loro fogli manoscritti.
Non avendo usata questa previdenza, l'Assarino s'ebbe sequestrata
una sua missiva al Cardinale di S. Pietro, nella quale, secondo il solito
trasmetteva le nuove della città e del governo.
X
Quando il Sincero sia cessato non si sa bene. La sua raccolta, che
si conserva nell'Archivio di Stato di Genova, rilegata in due volumi,
LUCA ASSARiNo E 11 Sùicero.
61
cessa col 30 marzo 1652; ma realmente pare che l'Assarino abbia con-
tinuato anche dopo quest'anno a esercitare il suo mestiere di gazzettante
e sempre in competenza di altri, come può rilevarsi da questo fatto ac-
caduto nel 1653.
L'Assarino aveva avvertito un tal prete Giona di astenersi dallo
scrivere fogli a mano e divulgarli, perchè ciò nuoceva a lui che aveva
ottenuto il privilegio di stampare novelle.
Il prete, pare anche m.esso su, se n'indispettì in tal modo che in-
contrato un giorno l'Assarino sul Ponte Reale prese a svillaneggiarlo
audacemente e lo avrebbe anche ferito di coltello se un tal De Marini
non lo avesse trattenuto e dato agio cosi al compilatore del Sincero di
raccomandarsi alle gambe e rinchiudersi a casa.
Il fatto, specialmente per le persone che vi aveano partecipato, levò
un certo rumore e gli Eccellentissimi di Palazzo dovettero ammonire
severamente il prete per il tentato ferimento e perchè andava spargendo
attorno la voce di volersi vendicare.
Da un altro documento appare che nel 1656 l'Assarino inviava an-
cora i suoi avvisi segreti; sicché può dirsi quasi con sicurezza che egli,
finché rimase in Genova, cioè fino al 1660, esercitò sempre il mestiere
di novellista.
Poi andò a Milano e a Mantova; finalmente fu nominato istoriografo
ducale a Torino. Ammalatosi gravemente nel settembre del 1672, nel
successivo 7 ottobre cessò di vivere. '
N. Bernardini.
GRANDE FABBRICA NAZIONALE DI MACCHINE TIPOGRAFICHE
NORBERTO ARBIZZONI, MONZA
Premiato anche dal R. Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio.
Macchine Rotative per Carta Continua ed a Reazione per Giornali.
Vedi Avviso speciale a pag. 16
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LA TIPOGRAFÌA ARGENTINA
Revista Mensual, dedicada al Esiudio de las Artes Graficas.
Directores-proprietarios: Lluch y Raiicos
Calle General Lavalle, nùm. 982— BUENOS AIRES
Agentes en Italia: E. Ferino, Piana Colonna, Roma. — Fratelli Dumolard, Corso Vit-
torio Emanuele, Milano.
IL GIORNALISMO ITALIANO
In Italia, benché si sia scritto moltissimo sul giornalismo, come
può vedersi dalla Bibliografia più innanzi riportata, pure non si ha an-
cori una storia completa, esatta, diffusa del giornalismo italiano. Epperò
non è mia intenzione tracciarla ora, e perchè il grave comp'to non e
adequato alle mie forze, e perchè ancora molto lavoro e molte ricerche
rimangono a farsi su questo argomento.
Un egregio pubblicista, ch^ ha tracciato un breve cenno della n -
stra stampa (i) ha scritto, a questo proposito, che ogni centro d'Italia
può vantare una storia giornalistica sua propria e che raccogliere tutt3
queste storie, colpire le varie fisonomie del giornalismo italiano, colle-
garle insieme per trarne un concetto sintetico, sarebbe lavoro difficilis-
simo, per non dire impossibile, a chi volesse tentarlo da solo.
E aggiunge che più facle riuscirebbe invece, e più completo, ove
si chiamassero a concorrervi tutti coloro che ebbero larga parte nel mo-
vimento e possono parlarne per scienza propria (2).
« Fra venti anni, lo scrivere la storia del giornalismo italiano riu-
scirà impossibile forse, o di tale difficoltà da spaventare i più corag-
giosi Perchè non tentarlo adesso? »
Io non ho creduto di dover rifare una storia del giornalismo ita-
liano, perchè nulla di nuovo avrei potuto dire; sibbene, seguendo la
traccia di altri lavori consimili già pubblicati, ho ricostruito un lavoro
unico, servendomi di tutti gli elementi utiH. E per non meritarmi la
taccia di plagiario, avverto che a questo musaico storico nulla ho mu-
tato, neppure i periodi o le frasi dei diversi autori, contentandomi solo
qua e là di aggiungere quaj-he notizia, qualche particolare, qualche nome,
o qualche data, traiabciati e che a me sembravano di non poco rilievo.
X
Adottatasi la stampa per la pubblicazione delle gazzette, al giorna-
lismo avrebbe dovuto schiudersi un rapidissimo avvenire. Invece le gaz-
zette stampate non incontrarono il gusto di rutti, perchè esse si consi-
deravano buone tutt'al più per i politicanti da dozzina. I governi con-
tinuavano a servirsi delle gazzette manoscritte; a Roma esse durarono
sino allo scorcio del seco'o decorso.
Ma una volta dato l'impulso, gli t^z'i^m cominciarono man mano a
scomparire, e il numero delie gazzette stampate si andò moltiplicando
e a Modena, Parma, Piacenza, Macerata, Foligno, Napoli si ebbero le
(i) Aìhum-Strenna dell' Associazione della Stampa.
(2) Per mia conto ho contribuito a questo lavoro col volume Giornali e giorna-
listi leccesi, che la stampa itali.ma ed estera — contro i miei meriti — giudicò molto
benevolmente.
64 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
gazzette pubblicate con licenia dei superiori, inizio dei fogli ufficiali, ^ i
quali furono senza dubbio i più antichi in data e quelli ch'ebbero più
lunga vita.
Nel 1618 il Farinaccio cominciò a pubblicare le Decisioni della Rota
Romana, che possono considerarsi come il primo esempio dei periodici
di scienze giuridiche.
A Firenze, dalla tipografia Massi e Landi, nel 1636 si stampò una
gazzetta; nel 1640 ne uscì una in Roma, nel 1641 a Milano, rei 1642
a Genova, nel 1645 a Torino.
In quest'ultima cittcì fu Pietro Soncino che ottenne per primo di
stampare giornali. Il primo numero ha la data del i.° febbraio 1645 ^
comincia cosi:
« Essendosi compiaciuta Madama Reale per solo motivo della sua
« Real Benignità di concedere privilegio che si possano stampare in que-
« sta città ragguagli delle occorrenze quotidiane del mondo, tanto più
« volontieri si intraprende questo assunto, quanto che col mezzo di gratia
« cosi singolare e senza esempio si potranno pubMicare al mondo le
« maniere soavi e prudenti con che S. A. R. regge e governa questi
« popoli. »
La gazzetta torinese passava nel 1658 nelle mani di Carlo Gianelli
e durò per più generazioni, forse fino alla conquista francese, nei suoi
discendenti.
A Genova, durante la repubblica, si stampava una Ga:{:ietta segreta,
della quale parla il Foscarini nei dispacci al Senato veneto. Poi venne
il Sincero, del quale abbiamo discorso avanti.
A Rimini si stampò il primo giornale nel 1640.
A Firenze, dice il Piccardi, il monopolio delle gazzette restò forse,
finché regnarono i Medici, fra i privilegi degli stampatori di S. A. R.
Ma poca fama ebbe sempre la privilegiata gazzetta fiorentina, conside-
rata per lo più come compendio o ristampa dei fogli genovesi. La poca
riputazione delle gazzette fiorentine fu alquanto rialzata quando nel 1766,
sotto Pietro Leopoldo, cominciò la pubblicazione della Gaietta patria
e poi della Calzetta universale, le quali dopo avere assunti diversi titoli e
attraversate vicende non poche, furono il ceppo di quel foglio ufficiale
e privilegiato, che durò finché la Toscana ebbe un governo proprio (i).
Quest'ultima era più che centenaria quando nel 1870 meri o piuttosto
si fuse colla Gaietta del Popolo.
Fin dal 1667 si era anche impresa a Firenze la pubbhcazione degli
Atti dell' Accademia del Cimento, mentre a Roma, nel 1668, l'abate Na-
zarri fondò il primo giornale che prendesse nome di letterario.
A Modena, il primo saggio di giornali stampati si vide nel 1658;
verso il i686 l'abate Bacchini vi fondò un Giornale dei letterati, che durò
sino al 1697. Altre gazzette nacquero e cessarono, ma sopravvisse il
Messaggero che nel 1757 passò alla stamperia ducale e fu giornale uffi-
cioso del governo estense, fino alla fuga del duca, nel 1796 (2).
(i) Nella mia raccolta di giornali conservo due volumi della Gaietta Universale.
(2) V. prov. di Modena.
IL GIORNALISMO ITALIANO. 65
Altre due gazzette stampavansi in Piacenza ed in Mantova fin
dal 1680; anzi quella di Mantova ebbe molto credito e diffusione.
Nel 1696 si fonda a Venezia la Collana di Minerva; a Forlì il Gran
Giornale, mutato poi in Genio dei letterati, e nel 1710, Apostolo Zeno,
Scipione Maffei e Muratori danno mano, a Venezia, al Giortiale dei let-
terati d'Italia, che viene considerato come il capo stipite delle attuali
riviste.
Sempre a Venezia poi, che durante quasi tutto il xvii secolo fu il
centro più attivo del giornalismo italiano, pubblicavansi la Pallade Ve-
neta, che fu uno dei primi giornali col titolo; il Mercurio storico, tradotto
dal francese al pari della Gai:{etta francese di Olanda e del Postiglione
di Francoforte, che pubblicavansi dal 1741 in poi, a Padova; il Diario dì
Cristoforo Zane (1735); le Novelle della repubblica letteraria (ij ^9-^0);
la Ga:(:(etta delle Ga:(^ette; gV Influssi del Pasiello; il Foglio delle donne; il
Congresso dei Pellegrini e il Mondo morale, primi tentativi giornalistici
di Gaspare Gozzi, che doveva poi fondare per suo conto la Ga^^etta
Veneta nei primi del 1760 e redigerla per un anno. Questa Ga^c^^etta era
stata annunziata dallo stampatore Pietro Marcuzzi nell'intenzione di farne
un periodico sul tipo di quelli inglesi, tedeschi e francesi. « In essi veg-
gonsi, diceva il manifesto, notate le case vuote, le contrade ove sono e il
pre5^zo di quelle; qui il nome di un valente artefice giunto in paese, la sua
capacità, la dimora; quivi terreni, quadri, statue, medaglie o libri da ven-
dere e insomma altre mille particolarità che facilitano gli affari degli
uomini del paese. » Così concepita usciva la gazzetta il 2 febbraio 1760,
in-4.'' piccolo di 8 pagine, a due colonne « tenendo in ciò il modo più usato
nelle altre gazzette, alle quali sono già accostumati gli occhi dei leggitori ».
La Ga:(;;etta Veneta fu forse il primo giornale che prendesse a sfrut-
tare la pubblicità commerciale. Il suo sottotitolo era così concepito: Che
contiene tutto quello che e da vendere e da comprare, da darsi a fitto, le cose
mercate, le perdute, le trovate in Vene:(ìa e fuori, il pre:{io delle merci, il
valore dei cambi, ed altre noti:(ie parte dilettevoli e parie utili al pubblico (i).
Essa pubblicavasì due volte la settimana, il mercoledì e il sabato dopo
l'ora terza, e vendevasi 5 soldi il numero; l'abbonamento annuo era di
uno zecchino. Al qual proposito lo stampatore s'era affrettato a far sa-
pere che nei tempi « in cui le gazzette si vendevano al prezzo di una
gaceta (circa 15 centesimi) gli stracci erano a buon mercato; mentre
oggidì c'è carestia e la carta è più cara ».
Non si conosce qual'era la tiratura di questo giornale; ma il Pa-
triarchi dice ch'era assai applaudito e lo stesso Gozzi, in una sua cro-
naca, racconta che la gente affollavasi davanti alla bottega del libraio
all'ora della vendita, brontolando nei casi di ritardo.
(i) Oltre mezzo secolo prima però, pubblicavansi le Stolette, che erano bollettini
del movimento del porto. Nel 1785 cominciò a stamparsi un giornale intitolato Av-
visi pubblici, che fu forse il primo fra i fogli speciali d'annunzi. Vuoisi che l'attuale
Ga-!;7^etta di Venezia (vedi) sia la discendente diretta della Gaietta Veneta, trasforma-
tasi successivamente in Diario Veneto, poi in Ga::;^ictta Urbana Veneta (ijSy-iSi 2), poi
in Giornale del Dipartimento dell' Adriatico (^18 4y) e fin.ilmente in Gaietta di Venezia,
epoca alla quale pare si possa far risalire la discendenza diretta del foglio attuale.
N. Bernardini — Guida della Stampa periodica italiana — 5.
66 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Gli scritti del Gozzi, in questa gazzetta, dice Dario Papa, hanno
avuto una sorte ben diversa da quella che avranno molto probabilmente
gli scritti anche dei migliori fra i giornalisti odierni: sono passati in
retaggio della letteratura italiana: la loro storia si confonde con qual-
cuna delle chiare pagine della storia della nostra lingua.
Il Gozzi lasciò la Gaietta alla fine dell'anno per darsi intero alla
redazione àdV Osservatore Veneto, n2.x.o nd ijSi per opera di Pietro Val-
vasense stampatore e del libraio Colombari.
Era 10-4." piccolo di 8 pagine, a somiglianza delle antiche Notiiie
scritte o avvisi.
Redigendo l' Osservatore, il Gozzi allontaaavasi dalla tradizione delle
gazzette, poiché, come l'editore aveva dichiarato, scopo del giornale era
« di pubblicare alcuni fogli che a somiglianza dello Spettatore inglese rap-
presentino altrui molti ritratti universali di costumi, trattino vari argo-
menti, ora piacevoli, ora intorno alle buone arti, di qualche virtù 0 vizio
vestito d'invenzione allegorica, con quello stile che sarà convenevole ad
ogni argomento ».
Giacomo Zanella dice che la fama àdV Osservatore h zsszÀ maggiore
dei suoi meriti, né desso è paragonabile allo Spectator di Addison, i cui
600 numeri formano un tutto che ha l'interesse d'un romanzo. Del re-
sto si affaticherebbe invano chi nei giornali redatti dal Gozzi volesse
cercarvi traccia di cose politiche. Com'egli aveva confessato « il Signore
Iddio non l'aveva chiamato per questa strada ». E sì che i tempi che
allora correvano erano più che mai propizi alle notizie politiche. L'Europa
era tutta assorta in quel gran turbamento che le fu procacciato dalla
guerra dei sette anni, e nondimeno il Gozzi si contentava di starsene
a Venezia, girando pei caffè e pei teatri in cerca del fattarello piccante
su cui imbastire la novellina piacevole e da cui trarre bellamente la morale.
Altri giornali di Venezia furono la Nuova Gaietta Veneta, fatta
dal Caminer, scrittore pure della Curiosità d'ogni genere, A N-,velìista Ve-
neto (177 s)} il Progresso dello spirito umano (1783) — che si stampava
a Venezia con varia indicazione d'origine — il Diario Veneto (1765), le
Noti:(je del Mondo (1778), il Nuovo Postiglione ossia Novelle del Mondo,
giornale ebdomadario, che raccoglieva le notizie storico-politico-scienti-
fiche più recenti e si stampò nella tipografia Albrizzi a S. Benedetto,
in-4.'', dall'anno 1783 al 1812, e molti altri giornali di poco valore che
andarono man mano decadendo come decadeva il governo.
Frattanto a Roveredo (1764) usciva la Frusta letteraria del torinese
Baretti; il giornale, che era propriamente intitolato Frusta letteraria di
Aristarco Scannabue, si pubblicò prima a Roveredo, poi a Trento. Fon-
dato con elevato concetto di critica, trascese spesso a grossolanità e peg-
gio. Il Baretti fu accusato di scrivere, pagato, per incarico dei gesuiti;
ma egli se ne scagionò nella risposta al Bue pedagogo.
Del giornale di Baretti ecco come ne parla il Cantù :
« La Frusta letteraria fu forse il solo giornale che rimanesse di
fama popolare. Giuseppe Baretti (i) autore di capitoli, ch'egli stesso con-
(i) Baretti s'era recato a Milano con la speranza d'esservi impiegato, come gliene
aveva fatta promessa il Firraian ; ma avendo egli stampato il primo volume delle sue
IL GIORNALISMO ITALIì(N0. 67
fessava non valer nulla più dei tanti altri contemporanei, e di viaggi in
lettere rinzafFate d'accidenti minuti e generici e di leggera osservazione,
ma care per spigliato e rapido stile, il che rende poi incomparabili le
sue famigliari, cominciò in Venezia a sparnazzare le posticce immorta-
lità, e menare la « metaforica sua sferza rabbiosamente addosso a tutti
quei moderni goffi e sciagurati che andavano tutto di scarabocchiando
commedie impure, tragedie balorde, critiche puerili, romanzi bislacchi,
dissertazioni frivole, e prose e poesie d'ogni generazione, che non hanno
in sé la minima sostanza, la minimissima qualità da renderle o dilettose
o ragionevoli ai leggitori e alla patria. »
« Qual nobile arringo se egli avesse guardato a qualcosa più che la
forma; se avesse compreso l'importanza della franchezza e della since-
rità nell'arte, se alla sensata intuizione avesse accoppiato alti sentimenti,
veder largo, le corroboranti ispirazioni del patriottismo! Certo egli è lon-
tano dall'impertinenza di quel fu nostro contemporaneo che introdusse
di giudicare venti, trenta opere per ogni articolo di giornale, ma quanto
poco non sa egli! come sprezza ciò che non comprende! come abusa
della beffa invereconda contro gente da tanto più di lui ! come s'abban-
dona a irosa ed invida personalità, e tutto riferisce a sé stesso, senza
diicernere tempi e studi! Di Dante dice grossolanità non minori di quelle
del Bettinelli : il Filicaja pe' suoi sonetti all'Italia crede degno « d'una buona
staffilata sul deretano, per ogni verso » ; nel libro dei Delitti e delle pene
non vede che « una cosacela scritta molto bastardamente » e confonde
il Beccaria cogli Algarotti, coi Chiari ed « altri tali balordi che non
sanno neppure mediocremente la lingua del paese »; il Verri gli è « un
sacciutello che crede saper tutto e non sa nulla; una bestia piena d'al-
bagia come d'ignoranza, che mostra avere avuto dalla natura un buon
pajo di calcagna da ballerino, non una testa da politico e da filosofo o :
il Caffé « una delle più magre buff'onerie che si possano leggere » : gli
autori di esso « invincibili ignoranti », e peggior di tutti il Verri, cui
intima che « ci vuol altro per aggiungere all'altezza di scrittor perio-
dico », e protesta volerlo « render tanto ridicolo, da fargli maledire chi
gli ha insegnato l'alfabeto » Trascina alle gemonie come un pappa-
gallo senza ingegno quel Goldoni, che porrem sempre in testa ai comici
nostri, mentre é dimenticato quel Carlo Gozzi, ch'esso tentava opporgli
come il genio più meraviglioso dopo Shakspeare. Frate pazzo, frate bir-
bologo, scimunito arcade, sozzo majale, e tali altri abominj sputa sul
padre Appiano Buonafede, uomo eruditissimo e scrittore vibrato e age-
vole, il quale trattò temi seriissimi » ecc. (i).
Nella stessa epoca a Milano diffbndevasi il Cafc, il quale veniva
pubblicato anonimo e fuori di stato — a Brescia — per avere maggiore
libertà d'esame. In esso vi lavoravano, oltre al Verri ed al Beccaria, il
Lambertenghi, il Longo, il matematico Frisi, Pietro Secchi, Giuseppe
Lettere il ministro del Portogallo ne menò molto rumore e Baretti se ne andò ma
con gran rincrescimento.
(i) Per altre notizie vedi Cantù, Parini e la Lombardia. Vedi anche nell'appen-
dice dei Giornali italiani stampati all'estero di questo libro.
68 GUIDA DELLA STAMPA. PERIODICA ITALIANA.
Colpani, ecc. I fondatori, in uno dei primi numeri, dichiaravano che
« essendo nemicissimi d'ogni laccio ingiusto che imporre si voglia al-
l'onesta libertà dei pensieri e delle ragioni loro » erano venuti « in pa-
rere di fare solenne rinunzia alla toscana favella ».
Era in sostanza un manipolo di giovani milanesi, tutti entusiasti
per la enciclopedia e per le nuove scienze. Quei nobili giovani vollero
interessare anche il pubblico ai loro colloqui e intrapresero perciò il bi-
mensile Caffè, dove si proponevano combattere la tirannia dei pedanti e
far che « l'importante e onorato mestiere di letterato si spogli di quel
restante d' impostura, di frode, di livore, che pur tuttavia ha il suo par-
tito, benché assai minore di quello che coltiva in pace e in buona fede
1 vasti campi dell'umano sapere ».
A Milano stesso usciva la Galletta politica, di cui era direttore il
Monti, il quale vi diresse pure una Gaietta letteraria (1772-76); a Na-
poli usciva periodicamente un'Analisi raiionale dei nuovi libri, il Qiornale
letterario, il Giornale enciclopedico; a Modena (1762) uscivano gli Annali
letterari; a. Mantova un certo Volta stampava un Giornale della lettera-,
tura italiana, e poi il Giornale della letteratura straniera, e un Nuovo Gior-
nale enciclopedico, continuazione di quello di Venezia, usciva a Vicenza,
redatto da una valente donna, lodata dal Parini, la Elisabetta Caminer
Turro.
L'Europa letteraria, ora raccolta in 52 volumi, era un buon gior-
nale, che teneva corrispondenza con Parigi, Vienna, Berlino ed Amsterdam.
In Sicilia vi furono per quattro anni le Novelle miscellanee e le Me-
morie, per servire alla storia della Sicilia.
A Napoli nel 1708-1709 si stampava da D. A. Parrino una gaz-
zetta che ora è conservata nella Biblioteca Nazionale di Napoli.
Eleonora Fonseca Pimentel, condannata alla forca il 20 agosto 1799,
avea fondato il Monitore Napoletano, nel quale trasfuse tutta la sua anima
ardente, studiandosi di rendere impossibile il ritorno della tirannide. Ac-
cusata, imprigionata, fu condannata per avere scritto // Monitore Napo-
letano, e pochi momenti prima d'avviarsi al patibolo bevve del caffè e
pronunziò queste parole: Forsan et haec olim meminisse juvahit.
Gli altri giornali letterari si limitavano a dar un estratto delle opere
ed un giudizio per lo più benevolo, atto opportunissimo quando scar-
samente diifondevansi i libri; del resto essi non lasciarono che ben mo-
desta fama.
A Roma la stampa era a un livello bassissimo. Fin dnl 5 agosto 17 16
erasi preso a pubblicare una specie di giornale semi-politico, semi-reli-
gioso, sotto il titolo di Diario ordinario d' Ungheria, che mutò successi-
vamente in Diario estero, Diario interno, poi finalmente nel 1777 in Diario
di Roma, ed era più conosciuto poi sotto il nome di Cracas, da quello
del tipografo, che ne aveva avuto il privilegio (i). Questo, e le Notizie del
(i) Nel 1716, ìq data 5 agosto si cominciò a stampare il D/arfo Ordinario d'Un-
gheria (In Vienna, et in Roma, nella stamperia di Gio: Francesco Chracas, presso S. Marco
al Corso) ed allora il Diario non riportava che notizie, lettere, proclami, bollettini di
guerra, ecc., dall'Ungheria, Transilvania, Croazia ed altre terre di colà. Nel primo vo-
IL GIORNALISMO ITALIANO. 6§
giorno — diario assolutamente religioso — furono per un pezzo ì soli
giornali che si pubblicassero nella città dei Papi.
Più tardi uscirono: V Effemeridi letterarie di Roma (1771-87); il gior-
nale conteneva una bibliografia dei libri stampati durante l'anno. Si pub-
blicava ogni settimana in 8 pagine in-8.° grande a 2 colonne presso la
Libreria all' insegna d' Omero al Corso e i fascicoli si dispensavano da
Gregorio Settari Libraio al Corso a S. Marcello e Vassociaiione era aperta
per paoli dodici l'anno- c'era anche l'Antologia (1744-88) e il Giornale
arcadico, ma è ovvio dire che di libertà di stampa e di discussione po-
litica non vi fu nemmeno un lontano accenno.
Ci pare interessante, a questo proposito, riferire un giudizio di E. Q. Vi-
sconti sullo stato della letteratura romana in quest'epoca (i): « Tra gli
scrittori bibliografici posson riporsi i giornalisti delle lettere. Due fogli
periodici abbiamo settimanalmente in Roma : uno col titolo di Effemeridi
dà conto dei nuovi libri; l'altro col titolo di Antologia annunzia le no-
vità delle scienze. L'abate Pessuti che li dirige ha un gran merito nelle
matematiche; gli articoli perciò d^ìVEfemeridi, che trattan di libri ma-
tematici, sono eccellenti; gli altri per lo più deboli, e pieni di troppe
lodi agli autori. L'Antologia è ordinariamente un estratto d'altri giornali,
ove suol inserirsi un breve elogio dei letterati defunti...
« Il Giornale di Belle Arti è scritto con uno stile interessante, e più
lo rendon tale il criterio e le sode cognizioni del cav. Boni, cortonese,
lume si legge una corrispondenza Dal Campo Cesareo sotto il Seren. Principe Eugenio
di Savoia appresso Arania di là dal Tibisco.
Tre anni dopo, nel 17 19, in data 15 aprile, n.° 2j6, il Diario non si chiamò più
Diario Ordinario d' Ungheria, ma semplicemente Diario Ordinario, conservando la stessa
mansione tipografica : In Vienna et in Roma ecc. In quest'anno i fatti raccontati non
si riferiscono soltanto all'Ungheria, ma pur anco a Francia, Spagna, Portogallo, Dani-
marca, Svezia, Inghermanlandia, ecc. ecc.; e vi è qualche cosa pure di Venezia, Napoli
e Roma.
Più tardi, nel 1776, questo Diario aveva di nuovo cambiato anche mansione ti-
pografica. Si chiamava Diario Estero (In Roma MDCCLXXVI. Nella Stamperia Chracas
presso S. Marco al Corso). In quest'anno lo spazio maggiore è occupato dalla narra-
zione di fatti avvenuti in Italia. Il Diario continuò per gran tempo a comparire col
nome di Diario Estero, nome a sua volta cambiato per assumere quello più convene-
vole di Diario di Roma. Questo giornaletto, che usciva, secondo la mente dello stam-
patore, ad intervalli di io giorni, di 7, di 5, di 2, e talvolta ne uscirono 2 numeri in
un giorno solo, si stampò sempre a opuscolo in-32.'', dal 1716 al 1836, nel quale
ultimo anno portava questo titolo e questa mansione: Diario di Roma del... (giorno,
mese ed anno) num... (Nella Stamperia Cracas presso gli Alani con privilegio Pontificio).
Finita la guerra continuò le sue pubblicazioni col titolo Diario di Avvisi, e pare
che sin d'allora diventasse giornale ufficiale del governo. Nel 1808 prese il nome di
Diario di Roma. Col primo numero del 1837 comparve in foglio grande. Nel 1847
si pubblicava in quattro pagine a tre colonne; la prima pagina conteneva le notizie di
Roma e le leggi e decreti emanati dalla S. Sede; il resto notizie estere ricavate da gior-
nali. Costava a Roma 1,60 a trimestre, all'estero 1,90 franco ai confini. La mansione
tipografica diceva : Nella Stamperia Cracas al Corso presso gli Ajani con privilegio pon-
tificio. Nel 1849 il governo repubblicano lo intitolò Monitore di Roma. Pio IX, dopo il
ritorno da Gaeta lo ribattezzò col nome di Giornale di Roma che serbò sino al 1870.
Pare anche che per un certo tempo si chiamasse Gaietta di Roma; ma il popolino
non tenne conto di tutti questi battesimi e lo chiamò sempre Cracas o Cracasse.
(i) Due Discorsi inediti di E. Q. Visconti, con alcune sue lettere, ecc. — Milano,
Resaati, 1841, pag. 25 e segg.
70 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
che Stende gli articoli riguardanti l'architettura e l'incisione... (i). Un
foglio simile, arricchito di rami, pubblica una volta il mese l'abate Guat-
tani per le notizie antiquarie, ed è pregevole e scritto con spirito; non
s'impegna però a parlare dei libri. »
Cosi si arriva alla rivoluzione francese, cioè all'epoca in cui può
ben dirsi si chiuda il primo periodo del giornalismo italiano.
X
La rivoluzione francese parve dovesse aprire nuovi orizzonti alla
stampa politica italiana, ma fu periodo di breve durata. Una certa licenza
segnalò dal 1796 al 1797 i primordi della repubblica cisalpina (vedi
prov. di Milaìio).
Il Cantù, nel suo libro Monti e l'età che fu sua, ci parla di questo
periodo,- facendo i nomi dei giornalisti repubblicani prima, imperialisti
poi, italiani veramente mai.
Tra la folla, ebbra d'una libertà non acquistata, ma comandata, at-
tiravano a Milano l'attenzione e un certo rispetto il medico Rasori, redat-'
tore del Giornale sen:(a titolo, il Custodi, futuro barone, che col Salvador!
pubblicava il Termometro politico della Lombardia e il Tribuno popolare.
Il Termometro si cominciò a stampare da Luigi Veladini il 25 giu-
gno 1796 e fini forse nel 1798, in-8.°, uscendo due volte la settimana.
In principio ne fu redattore il Salvadori, e il giornale aveva per motto :
Mens agitat molem e nel secondo anno: Jura domosque dabo; poi passò
in mano di Francesco Salfi di Cosenza ; del Termometro dice il Cantù :
« non era il peggiore di quella fungaia di giornali, che allora pullulava e
moriva dopo sfogato un rancore, compita una vendetta, infamato un emulo,
incusso terrore; sen:(a criterio come sen^a scrupolo, sottilmente adulando le
passioni volgari, e usando l'arte solita di denigrare i nemici per aitare i
propri strumenti. Ivi egli batteva ogni giorno gli aristocratici, denun:(iava
i preti, apriva campo franco alle diatribe contro dei vecchi governi e prin-
cipalmente contro quello del papa ». Questo Salfi si trovò mescolato a
tutte le vicende pubbliche d'allora, come funzionario, agitatore, poeta,
oratore pubblico (2).
Altri giornali e giornalisti della stessa epoca sono il Taglìoretti re-
dattore della Galletta di Bergamo, il Compagnoni del Mercurio d' Italia ;
V Impar:(iah difensore, il Vero amico degli uomini, il Novelliere sollecito, tee.
Ma Napoleone non indugiò a mettere riparo alla licenza della stampa,
ripristinando la censura, con un ordine a cui die forme regolari più tardi,
quando assunse il titolo di Re d'Italia. La minima indiscrezione divenne
allora un delitto soggetto a punizioni arbitrarie. Era prudenza attingere
le notizie politiche dal Giornale italiano, organo ufficiale del governo,
(i) II periodico s'intitolava: Giornale delle Belle Arti e della incisione, antiquaria,
musica e poesia. Si stampò a Roma dal Casaletti dai 3 di gennaio 1784 al 13 dicem-
bre 1788, essendone direttore Onofrio Boni.
(2) L. Vicchi, di Fusignano, autore del libro V. Monti, h lettere e la politica, pos-
siede i tre volumi iT<^6-<^'j del Termometro t non ex zàQ all'esistenza dell'intera colle-
zione, avendola invano cercata nelle principali biblioteche del regno, specialmente
lombarde.
IL GIORNALISMO ITALIANO. 71
diretto da un tal Guillon, francese che tartassava gl'italiani con ogni
sorta d'insolenze (i), oppure dalla Gaietta di Milano che il viceré Euge-
nio aveva acquistata per farne un fof;lio semi ufficiale.
Con la lustra di aver soppresso il magistrato di revisione, si voleva
far credere che si era ristabilita una larva di libertà; ma se la forma
cambiava, il fondo rimaneva lo stesso. « Sotto le apparenze di libertà,
dice lo Sclopis, la stampa fu sottoposta all' ingerenza della poHzia, senza
garanzia di far valere le proprie ragioni contro gli arbitri del potere. »
In pratica, prima del '48, non si ebbe in Italia libertà di stampa, se non
nel breve periodo 1796-97, e 1' Ufficio della libertà della stampa, che se-
condo il decreto del viceré doveva essere un bienfait du gouverneinent à
l'egard des auteurs, divenne in realtà uno spegnitoio.
Quei pochi organi che non erano al servizio del governo, venivano
atrocemente perseguitati, e ogni indiscrezione veniva considerata come
un delitto di Stato.
Giovanni Giovio fu posto in arresto per avere usata nel suo giornale la
parola fettuccia, ritenuta da un censore ignorante quale peggiorativo e non
come sinonimo, ad indicare il nastro cavalleresco della Corona ferrea.
Orbano Lampredi, che aveva collaborato nel Monitore Romano, avendo
un giorno criticato un lavoro di Giuseppe Compagnoni (ex-prete, re-
dattore del Mercurio d'Italia e del Monitore Cisalpino) nel giornale il
Poligrafo da lui fondato col Monti, venne avvertito di non censurare
più opere d'impiegati regi perché questi non potevano e non dovevano
essere che degni di lode; e finì coU'essere costretto ad abbandonare Mi-
lano. — Nello stesso tempo un tal Lattanzi, che compilava un giornale
settimanale di moie, il Corriere delle dam', il primo che comparisse in
Italia, avendo riportata la notizia della prossima unione della Toscana
all'Impero con l'aggiunta di queste parole: « pare che i destini del-
l'Etruria sieno giunti al loro punto di maturità », fu punito atrocemente:
Napoleone irritato che questo fatto venisse annunziato prima ch'egli
avesse creduto opportuno divulgarlo, ordinò senz'altro che il Lattanzi
fosse chiuso nell'ospedale dei pazzi. E l'ordine crudele fu letteralmente
eseguito, e poco mancò che il disgraziato giornalista non ne perdesse
davvero la ragione (2).
Durante la dominazione napoleonica, a Napoli uscì con la data di
sabbato i.° marzo 1806 il Monitore Napolitano, che aveva per motto il
verso di Virgilio: Magnus ab integro saeculorum nascitur ordo. Il giornale
dava due fogli la settimana, uno nel mercoledì, l'altro nel sabbato. L'asso-
ciazione al foglio si faceva « in S. Pietro a Majella, e presso Luigi Aug-
gero rimpetto al Regal Teatro di S. Carlo n.° 42 » e costava 5 ducati
l'anno, 26 carlini il semestre e 15 il trimestre. Il giornale avea il for-
mato in 4 pagine in 4.° lungo e veniva stampato su carta cilestre. Nel
primo numero dice: « La Gaietta Napolitana b soppressa. La saviezza,
la dignità e la franchezza di un Governo ragionevole, generoso e giusto
(i) Dario Papa — // Giornalismo — p. 209 e segg.
(2) Intorno al Lattanzi, di cui sono celebri le polemiche col Monti, v. Cantù,
Monti e l'età che fu sua, e // Giornalismo di D. Papa, p. 218 e segg.
72 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
non dovea soffrire, che cosi vilmente si nascondesse, o si mascherasse
la verità agli occhi della nazione per servire ad una debole, sospettosa
e inconseguente politica. » ecc.
Un mese dopo, sempre a Napoli, fu annunziata la pubblicazione
dì un Giornale Enciclopedico, compilato da^li amici della gloria na:(ionah
e diretto dal signor De Cesare, traduttore àtW Agricola di Tacito. Il gior-
nale si dovea occupare a preferenza di chirurgia, medicina, fìsica, chi-
mica, storia naturale e agricoltura. Il giornale nacque nel maggio suc-
cessivo. Usciva il 1° e 15 d'ogni mese. L'abbonamento costava 48 carHni
l'anno.
Ma il più importante periodico del primo regno italico fu il Poligrafo,
che pubblicavasi a Verona e nel quale scriveva il Monti, nel 18 11, da
dittatore, da prepotente, da splendido insultatore, senza ombra di critica
vera. A sua volta, contro il Poligrafo era sorto un Anti-poligrafo dì
Francesco Contarini, veneziano, il quale parafrasando argutamente ogni
articolo dell'avversario, rendeva a lui in tanti spiccioli ciò che esso di-
stribuiva senza parsimonia a coloro che credea dessero ombra alla sua
fama. Secondo il solito sistema però, il criticare le persone che gode-
vano « della stima del governo », come diceva a questo proposito il
ministro dell'interno De Capitani in una sua lettera al prefetto di po-
lizia, venne considerato come offesa alla stessa autorità e V Anti-poligrafo
dovette presto cessare le sue pubblicazioni.
X
Caduto il governo napoleonico, caddero con esso tutti i giornali
che ancora restavano, lasciando sola padrona del campo la Ga^^etta di
Milano, divenuta a sua volta giornale ufficiale, fintantoché, per cura dello
stesso governatore, non venne fondata la Biblioteca italiana.
Foscolo ha scritto che il conte di Fiquelmont, quartiermastro del-
l'esercito austriaco, gli propose di dirigere a Milano un giornale favo-
revole al nuovo ordine di cose e che egli rifiutò, e poi andasse tempo-
reggiando, nell'idea di affidarlo ad altre mani. Pensò al Monti, e que-
sti rispose che il giornale « da che si appoggia alla colonna del governo
non può cadere ». Il Foscolo voleva un giornale che « non irritasse
partì e passioni politiche », del quale esso si sarebbe fatto mallevadore,
a patto che non vi fosse né censura, né revisione.
Per Foscolo, questo proo^etto era più che altro un mezzo per ac-
quistar tempo; però l'idea piacque e ne fu scritto a Vienna. Là pure
si trovò buono il progetto, ma in un rescritto del 24 maggio 18 15 si
giudicò dalla pohzia aulica Ugo Foscolo non essere adatto a pubblicare
il proposto giornale, consacrato a elaborare (sic) l'opinione pubblica in
Italia. Venne quindi affidato l'incarico al Monti, al naturaUsta Brocchi,
al Breislak, al Giordani e finalmente al bresciano Giuseppe Acerbi che
ne fu il direttore.
La Biblioteca italiana fu fondata nel gennaio del 1816; usciva a fa-
scicoli mensili di 150 pagine in-S." e durò con varia sorte sino al 1857.
Essa nacque non più sotto l'ispirazione del Fiquelmont, ma del gover-
natore Saurau, uomo abbastanza colto. Secondo la sua idea e i suoi ac*
IL GIORNALISMO ITALIANO. 73
cordi col governo, il giornale doveva da una parte avere per iscopo di
essere un punto di riunione dei letterati italiani, una saggia analisi delle
opere pubblicate nella penisola, e dall'altra rendere facile al governo « il
sorvegliare la pubblica opinione in Italia, e rettificare molti errori, pro-
pagati dal governo rivoluzionario ».
Ma il primo numero comparso, suscitò grandi ire, pel tono sprez-
zante con cui in un articolo di mad. di Stael si parlava della coltura
italiana. Ciò nonpertanto, dopo qualche mese, il conte Saurau, nelle sue
lettere a Metternich, se ne dichiarava contentissimo. Diceva che il pe-
riodico aveva languito a principio, in causa della guerra che gli facevano
i letterati, ma che poi era venuto sempre più diffondendosi. S'era data
opera perchè comuni, uffici, ambasciate all'estero ecc., vi si associassero.
Non s'era creduto prudente a principio dargli alcuna tendenza politica.
Pel momento premeva solo che gl'italiani si persuadessero che esisteva
una letteratura tedesca e cominciassero a studiarla.
L'Acerbi, direttore della Biblioteca, era ciò che si chiama un vero
direttore: attivissimo a ricercare articoli, domandarli, tracciarne lo schema
ai vari scrittori, strapazzandoli se indolenti. « Voi — scriveva un giorno
a Giovita Scalvini — sarete uno scrittore per la immortalità, ma non per
un giornale che ama e vuole più il presto che il perfetto. « E altrove :
« Ricordatevi poi dei vostri impegni e delle vostre promesse,..; è una
carriera che correte, e ogni carriera ha il suo bene e il suo male. » Ma
questi modi irritarono ben presto il Giordani, il Monti, lo Scalvini ed
altri ancora, i quali si svelenirono contro l'Acerbi iA tutti i modi. Il
Monti anzi ebbe a scrivere che l'Acerbi non essendo atto a porre nel
giornale una sola riga senza spropositi, forza era che tutto comprasse;
e tra coloro, diceva, che vilmente gli « hanno venduto per fiorini 40 al
foglio, la penna, non ha nessuno che sia pure alcun poco iniziato nel
bello scrivere. Quindi cessino le meraviglie sulla decadenza di quello
sciagurato giornale. Si è formata un'altra società, la quale ha presentato
al governo il progetto d'un nuovo foglio, complessivo come l'altro, di
ogni materia scientifica e letteraria. I sottoscritti sono Brocchi, Breislak,
Giordani, Labus e Monti per la compilazione; quanto agli aiuti, nessuna
letteraria confederazione si è mai veduta simile a questa... ».
E qui una lista di splendidi nomi. Ma poco dopo il Monti si ri-
conciliò col giornale austro-italico, e la Biblioteca, dice il Cantù, « con-
tinuò a esercitare una specie di dittatura nelle lettere italiane, non senza
merito al certo, ma con tono assoluto, avversando le novità, lodando
indiscretamente od astiando persone che il governo gradisse o no ».
Più tardi essa contò fra i suoi collaboratori, oltre al colto ed ele-
gante sgherro austriaco Zajotti, Domenico Romagnosi, Giuseppe Fer-
rari ecc. (i).
(i) Fondando la Biblioteca italiana il governo austrìaco aveva cercato di cattivarsi
gì' italiani per mezzo della letteratura. Oltre agli scrittori citati, erano stati chiamati a
collaborarvi i membri dell'Istituto e dell'Accademia.
Abbastanza franca in sulle prime, questa rivista si ridusse ben presto stromento
della polizia del governo 0 piuttosto della consorteria che vuole la potenza col farsi
74 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Di fronte alla Biblioteca ifaliana, e facendole viva opposizione, prese
posto subito lo Spettatore del BertolottI, al quale collaborarono Tomma-
seo, Leopardi, Sartorio, Cantù ecc. Il governo non credette opportuno
ingerirsi nella polemica e il giornale, avendo presa piuttosto voga,
compromise molto il successo della Biblioteca. Dopo due anni allo Spet-
tatore si aggiunse il Conciliatore, che doveva avere così breve, quanto il-
lustre vita.
Il Conciliatore stampato su carta azzurra, nacque il 3 settembre 18 18;
usciva il giovedì e la domenica e durò fino al 17 ottobre 1819; in tutto
118 numeri.
Il giornale bleti, come lo chiamavano per via della carta, era l'or-
gano di un gruppo di patriotti che volevano preparare il paese ad altri
desideratissimi eventi. V'era Silvio Pellico — l'anima dell'intrapresa —
v'erano Porro, che ne fu il fondatore, Pecchio, Berchet, De Bréme, Ma-
roncelli, Borsieri, Gonfalonieri...
« L'intitolammo Conciliatore — scriveva Pellico a Foscolo, invitan-
dolo a collaborare — perchè noi ci proponiamo conciliare e conciliamo
infatti non i leali coi falsi, ma tutti i sinceri amatori del vero. Già il
pubblico si accorge che questa non è impresa di mercenari, ma di let-
terati, se non tutti di grido, tutti collegati per sostenere, finché è pos-
sibile, la dignità del nome italiano. »
Ma il Foscolo rifiutò h sua collaborazione, come rifiutò ogni par-
tecipazione ai moti der2r.
Parlare aperto non si poteva, sarebbe stata inutile follia. Si dove-
vano dunque cercare i sottintesi, e la letteratura ne ofi'rì il pretesto. La
Biblioteca italiana era classica; il romanticismo divenne dunque per gli
uomini del Conciliatore un'arme di fiera opposizione, che nsscondevasi
tra le linee, ma sotto la veste letteraria lasciava trasparire l'intenzione
politica. Giò non poteva garbare al governo austriaco, al quale quella
piccola schiera di eletti ingegni doveva necessariamente riuscire sospetta,
e a CUI giungevano avvisi dal Vaticano di star attento, perchè i roman-
tici « erano in fin dei conti cospiratori d'accordo con un certo Pelle-
grino Rossi e con lord Byron ». È bene notare che nel Conciliatore
non si trattava soltanto di letteratura, ma bensì di storia, di filosofia, di
nuove scoperte, di economia ecc. Insomma il Conciliatore era. una rivista
liaia al governo. Secondò l'impresa contro il romanticismo anche la Gaietta privile-
giata del Pezzi.
In data del 21 gennaio 1817 Pietro Giordani si ritirò dalla Biblioteca, con lettera:
« Mi trovo in necessità di ritirarmi dal giornale la Biblioteca italiana. Mio padre e mia
madre, assai attempati e cagionevoli, mi vanno sollecitando da un pezzo di andare a
casa e star con loro almeno un tempo. Al che oltre l'affetto mi stringono ragione-
voli interessi a non contrastare. »
E consigliava in sua vece il D.r Labus, a già conosciuto e che non dee dispia-
cere al governo ».
Giacomo Leopardi che si tenne estraneo alle trame ed alle speranze d'allora, lo-
dava grandemente gli articoli del Giordani sulla Biblioteca. « Io penso che, se molti
dei nostri sapessero scrivere in quella maniera, non dico solamente quanto alle parole,
ma quanto al'e cose, la letteratura itaUana seguiterebbe ad essere la prima d'Europa,
come è già poco meno che l'ultima. »
IL GIORNALISMO ITALIANO. 75
letteraria quale oggi non c'è in Italia, tanto era fatta con coscienza e
serietà.
Pellico era il vero centro del giornale, come si può rilevare dalle
sue lettere. In esse si trova fin spiegato l'organismo della redazione del
giornale. Non si inseriva un articolo che non venisse approvato dalla
commissione dei collaboratori incaricata della cosa. Ciò procurava delle
noie, naturalmente, ma si teneva fermo. E Pellico cercava di confortare
alla meglio gli autori degli articoli cestinati, come .ora si direbbe.
La lotta fra classici e romantici si accese più che mai. L'austriaca
Ga^:{etta di Milatio colpiva con rabbia feroce gli uomini del Concilia-
tore; a darle mano la polizia aveva fondato il i8 novembre V Accatta-
brighe, ossia Classico-romantico-machia, giornale critico letterario stam-
pato a Milano in carta rosa. Principali redattori: il prof. Bernardo Bel-
lini e il conte Trussardo Caleppio, commissario di polizia, il quale di-
ceva i romantici nati-morti, sleali alla patria e al governo, simili all'asino
di Balaam che pretendeva insegnare al profeta che cosa dovesse fare
e dire.
Né è a credere che sì villana opposizione avrebbe ottenuto l'intento
suo, se il governo non ci si fosse messo lui, inferocendo dapprima colla
censura, complicando da ultimo, più o meno direttamente, il Concilia-
tore nel processo dei carbonari. Il Brcme, in una lettera a Federico Gon-
falonieri, dove gli raccomanda di trovare cambi di giornali all'estero e
abbonamenti fra le persone in alto, scrive bensì che V Accattabrighe, fra-
tello carnale della Ga^:(etta di Milano, « bestialissimo foglio » fa incon-
sapevolmente vantaggiare del 30 per cento, colla sua guerra, la tiratura
del Conciliatore, vaz è poi costretto a soggiungere: « // signor Strassoldo,
censore egli stesso del nostro foglio da qualche tempo in qua, mena la falce
sen:(a riguardo ne al buon senso ne alla buona creanza. Ne vengono riman-
dati gli articoli poche ore prima di dover distribuire il foglio; conviene sup-
plire alle lacune; talvolta sostituire interi articoli e sottoporli di nuovo alla
censura ...Io designai le castrazioni al pubblico disdegno con intere linee di
punti: venne fatta proibi:(ione di punteggiare gli spa^i. . . Domandai in iscritto
di poterne prevenire il pubblico; il mio foglio petiiionario fu lacerato di pro-
prio pugno dallo Strassoldo, e i pe^i ne furono portati dal tipografo del
giornale a casa Porro, mentre vi pranzavano venti persone. Nei passi can-
cellati dell'articolo di Pellico sopra Brougham eravi questa espressione : II
nobile bisogno della pubblica stima, e l'appoggio della opinione pub-
blica. Fra i commensali erano alcuni inglesi e russi che non si sapevano dar
pace di tanta immoralità.... Giorno verrà in cui raccoglieremo queste umi-
liazioni, e le intitoleremo Patologia del Conciliatore. »
Invece, poco dopo, giunse il giorno della morte del povero Brème
e dello stesso Conciliatore, Agli avvertimenti fatti dal Vaticano, s'erano
aggiunti nel maggio 1821 gl'informi del direttore di polizia a Milano
alla Commissione istituitasi a Venezia per giudicare i Carbonari, alla
quale si faceva sapere che il Conciliatore, obbligato a subire infinite mu-
tilazioni in causa della temeraria audacia dei suoi scrittori, aveva cessato
le pubblicazioni. Il che significava che il giornale era implicato nel pro-
cesso.
Difatti, dagli interrogatori; ora pubblicati, di Silvio Pellico, appare
76 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
che lo fu, e assai. Pellico confessò ch'egli, Bréme e Pecchio avevano
realmente in animo di propagare principi liberali, che fossero i prodromi
d'un mutamento di governo.
Il Conciliatore, dunque, dovette morire di morte violenta (i).
Soppressi successivamente tutti i fogh politici, non rimase in Mi-
lano che la Gaietta, divenuta organo ufficiale del governo, e compilata
da un giornalista stipendiato dall'Austria. I giornali ufficiali degli altri
stati italiani, compilati in generale da spie o da scrittori mercenari, non
meritano alcuna menzione. I pochi tentativi fatti qua e là per dare al-
l'Italia una stampa più liberale, rimasero pur troppo allora infruttuosi;
non si ebbero più per lunghi anni se non poche riviste o periodici set-
timanali, come V Indicatore genovese fondato nel 1828, e nel quale Maz-
zini iniziò la sua carriera di pubblicista (di cui discorreremo in altra
parte del libro), e V Indicatore livornese fondato nel 1829 da Guerrazzi.
Ma questi giornali ebbero breve esistenza.
In Toscana dominava unica la Ga^^etta di Firen:;;e, dove dal 1830
al '40, scriveva di tanto in tanto mordaci appendici teatrali il suo diret-
tore Giovanni Pedani, Questo giornale era il solo, o almeno uno dei
pochi, di cui fosse in quest'epoca gratificata o afflitta (il lettore può sce-
gliere il vocabolo a sua posta) la Toscana. E il giornale era peculiar-
mente laconico, rispetto a ciò che accadeva in Toscana, in Firenze, La
vita del cronista era una vita color di rosa : bastava parlare delle visite,
de' viaggi che faceva la famiglia regnante, e delle riunioni dell'Accademia
della Crusca e dei Georgofili, A Pisa per lunghi anni usci mensilmente
il Giornale dei letterati. Vieusseux fondò V Antologia, rivista mensile glo-
riosamente vissuta dal 1821 al 1832, Più, la Guida dell'educatore del-
l'abate Lambruschini e una settimanale Rivista di Firenze del Montazio,
E soppressa violentemente dal governo l'Antologia, nacque, per cura del
Vieusseux e di Gino Capponi, l'Archivio storico, poi l'Appendice all'Archi-
vio storico, ecc., oltre altri buoni giornali scientifici e specialmente agricoli,
A Napoli, nel 1832, sorse per opera di Carlo Troya un periodico
mensile, il Progresso, assai ben fatto, che si credette per qualche tempo
potesse surrogare l'Antologia di Firenze, cosicché taluni fra gU scrittori
di quest'ultima (tra i quali Centofanti e Tommaseo) emigrarono coi
loro articoli nel Progresso. E vissero pure a Napoli giornali forse male
scritti, ma ottimamente fatti e pensati, fra cui va ricordato il Lucifero
di Ferdinando Malpica.
Contemporaneamente a Palermo comparve la Ruota, durata due
anni e scritta quasi esclusivamente da Benedetto Castiglia, che cercò in-
vano demolire le opere poetiche del Manzoni (2), e nel 1834 il Giornale
di Statistica, compilato dal Ferrara per sei anni e poi soppresso.
(i) Venne fuori poi un opuscolo: La censure auirichienne patir V Italie, factum sur
le Conciliatore de Milan, che raccontò tutta la storia del giornale e delle sue perse-
cuzioni, capo ufficiale delle quali era il conte Strassoldo e cagnotti i suoi agenti, tra
cui vi erano fin quelli incaricati della seconda lettura e di capire gli articoli.
(2) Il Castiglia che fu esule a Parigi, dopo il 1859 diresse a Milano un giornale
politico quotidiano dal titolo U Momento e che riboccava di bizzarrie. Il Castiglia fu
poi deputato.
IL GIORNALISMO ITALIANO. 77
A Milano, oltre i già nominati, e il Ricoglitore trasformatosi poi in
Rivista Europea, usciva un giornale settimanale, VEco, non affatto spre-
gevole; e, quasi contemporaneo alla Rivista Europea, pubblicavasi il Po-
litecnico, diretto da quel robustissimo ingegno di Carlo Cattaneo, il quale,
fondandolo nel 1837, seppe dargli vita, impulso e vigore, essendo riu-
scito a formare un vero centro di vita intellettua'e intorno a cui si venne
raccogliendo man mano il fiore delle intelligenze di Lombardia. Il Po-
litecnico dovette cessare prima dei rivolgimenti del '47, e Cattaneo emigrò
a Lugano. Liberata la Lombardia nel '59 tornò a Milano e fece rivi-
vere il giornale per qualche tempo, ma poi accasciato dagli studi e dagli
anni ne abbandonò ad altri la direzione, ed il giornale fini per morire
definitivamente pochi anni dopo come rivista letteraria.
Nella Venezia fiorivano, all'epoca stessa, il Gondoliere, diretto per
vari anni da Luigi Carrer (i); a Trieste la Favilla, fondata da Pacifico
Valussi (2). Ai quali fogli settimanali sorgeva emulo a Padova, nel 1845,
Y Eiiganeo, pubblicato per cura di Guglielmo Stefani, giornale che poco
stante fu spalleggiato dal brioso suo fratello ebdomadario // Cajfè Pe-
drocchi.
Nel Piemonte, oltre la Ga:(^etta piemontese, diretta da Felice Romani
(il quale nella Vespa, che si pubblicava a Torino nel 1827, aveva scritto
roba da chiodi contro i Promessi Sposi di Manzoni), sorsero successiva-
mente a combattere il gesuitismo, colà sohdamente radicato, giornaU in
ispecial modo diretti all'istruzione ededucazione del popolo, come le Let-
ture popolari, addivenute poi, per decreto censorio, a cui la parola popolo
faceva paura. Letture di famiglia, e {'Emporio, fondati ambidue dall'operoso
Giuseppe Pomba, il principe degli editori italiani. A Torino si pubblicò
pure, nel 1830, il Museo, giornale illustrato edito dal Fontana, ed un
tentativo consimile, per mezzo della litografia, iniziò a Genova il tipo-
grafo Ponthenier.
Anche a Genova, dal 1841 al 1845, Federico Alizeri diresse un
giornale scientifico letterario, V Espero, che fu soppresso dalla polizia,
cui era sembrato pericoloso.
Poco appresso, cedendo alla pressione dell'opinione liberale e so-
praffatto dalla marea del progresso, il governo di Carlo Alberto permise
la pubblicazione del Messaggere Torinese, diretto da Angelo Brofferio, e
per 14 anni (1834-48) banditore di ardite verità, con spigliata forma,
in letteratura e per ultimo anco in politica. Il Brofferio era furente av-
versario del Romani, e col Messaggere, avendo con sé la coorte dei roman-
tici, lo punzecchiava, lo investiva, gli turbava i sonni.
(i) G. Biadego vice-bibliotecario a Verona ha pubblicato delle lettere inedite del
Carrer nelle quali appunto si parla del Gondoliere e delle vicissitudini cui andò sog-
getto. Il Biadego nella prefazione fa un po' di storia di questo giornale e riporta al-
cune lettere della contessa Zannini, in cui la nobile veneta parla delle condizioni cri-
tiche nelle quali versava l' impresa di cui era capo ed anima il Carrer. Questi poi in
una lettera del 28 luglio 1841, scrive: « 11 Gondoliere ha patito molto e patisce; noi
voglio tuttavia creder morto. » Dopo del Carrer, il Gondoliere fu diretto da Filippo
De Boni.
(2) Nella settimanale Favilla, Francesco Dall' Ongaro scrisse racconti e novelle
che sono fra le sue migliori cose.
78 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALL^NA.
Breve vita, ma non inonorata, ebbe pure il Subalpino (1836-39),
giornale mensile, di cui più tardi cercarono surrogare la mancanza V An-
tologia italiana e la Rivista contemporanea fondata nel 1854.
Negli Stati pontifici il giornalismo non potè mai essere in fiore.
Oltre i giornali nominati che uscivano a Roma, a Bologna fu pubbli-
cato dal 1843 ar47 per opera di Berti-Pichat e Augusto Aglebert, il
Felsineo, giornaletto settimanale che sotto umili apparenze si sforzava di
svolgere gravi problemi economici. Vi fece le sue prime armi iMarco
Minghetti. Il dottor Savino Savini, pure a Bologna, fece vivere per qual-
che tempo il giornale letterario La Parola.
A Modena, dove la stampa era sottoposta alla doppia censura civile
e religiosa, il Canossa aveva fondato un giornale sanfedista La Foce
della Ferità, comunemente chiamato 1' Urlo della menzogna, che venne
soppresso dal governo locale nel 1834 dietro domanda dell'Inghilterra.
Giovanni Sabbatini pubblicò un Educatore Storico, mensile. Un'altra gaz-
zetta sanfedista compariva a Recanati col titolo di Foce della ragione;
ma queste pubblicazioni non ottennero altro risultato che quello di cer-
tificare la propria impotenza a rallentare il progresso delle idee.
La impossibihtà di discutere nei fogli pubblici le questioni rebtive
alla libertà, doveva necessariamente provocare la formazione di una stampa
clandestina; onde avvenne che la maggior parte dei giornah rivoluzio-
nari venissero redatti e stampati all'estero, per essere poscia introdotti
di contrabbando in ItaUa.
Il solo giornale — se pur può chiamarsi cosi — che osasse rompere
il silenzio mortuario a cui era costretta la discussione politica, fu la
Giovane Italia che creò Mazzini nel 1832 allo scopo di propagare e di-
fendere i principi professati dalla società segreta di cui il giornale por-
tava il nome, e che annunciavasi come una « raccolta di scritti sulle
condizioni politiche, morali e letterarie d'Italia, tendenti alla sua rigene-
razione ». La Giovane Italia comparve, e non sempre regolarmente, fino
al 1834 a Marsiglia, ed aveva fra i suoi collaboratori, oltre il Mazzini,
il Sismondi, il Gioberti e Pietro Giannone. Le pene più severe, le più
rigorose sorveglianze, i premi ai delatori, le più arbitrarie persecuzioni,
non valsero ad impedire la pubblicazione, e per lungo tempo la Giovane
Italia continuò ad essere diffusa ovunque, riapparendo poi tratto tratto,
e tenendo sempre in allarme l'attività della polizia, come teneva acceso
negU animi il desiderio della riscossa. la seguito ai reclami delle corti
italiane, il governo francese espulse Mazzini ed i suoi collaboratori; ma
non per questo egli cessò le pubblicazioni del suo giornale che venne
clandestinamente stampato a Lugano, a Napoli, a Lucca, a Pisa, a Mi-
lano, ovunque era possibile insomma, in fascicoli, che gli stessi scrittori
componevano e magari trasportavano, a rischio della galera o della vita.
Una quantità di fogli rivoluzionari, stampati all'estero, succedette
alla Giovane Italia, fra gli altri V Italiano che vide la luce a Parigi nel 1836,
V Apostolato popolare fondato a Londra nel 1840, succeduto alla Giov^.ne
Italia e l'Ausonio che da Parigi fra il 1845 ^ ^^ 1S48 veniva spedito in
Italia. Quest'ultimo giornale era diretto dalla principessa Cristina Bel-
IL GIORNALISMO ITALIANO. 79
giojoso; aveva tendenze meno radicali della Giovane //a/m, quantunque
seguisse un programma repubblicano (i)
Se però questo periodo fu infausto al giornalismo politico, fu fa-
vorevole alla critica e al giornalismo teatrale. Ecco come ne discorre in
proposito l'egregio Dario Papa, giornalista coscenzioso e onesto : « Ci
furono allora — fra il 1815 e il 1848 — in Italia degli appendicisti non
indegni sicuramente di stare appetto ai più illustri che abbia avuto la
Francia. Il Locatelli a Venezia, il Romani a Torino, e più tardi il Ro-
vani a Milano, scrissero delle appendici che erano veri e seri studi d'arte,
non raffazzonamenti o temerità, non leggerezze ciarlatanesche, non colpe
di venalità. Una di quelle appendici era un avvenimento pei buongustai.
Son quasi tutte raccolte in volume, e meritano anche oggi d'esser lette
con attenzione. Sono la storia, seguita passo passo, della nostra grande
e insuperata arte musicale.
« Intanto in Toscana — la patria di Dante e.... della Crusca — si
erano fondati dei giornali che andavano battagliando specialmente per
quistioni di lingua, di teatri, di arte. Era una lotta non senza serietà
poiché vi partecipavano degli uomini di grande ingegno: ed è inutile
dire che, più o meno apparente, la questione politica faceva sempre ca-
poHno. Fu, credo, in una di queste avvisaglie che il Giusti scagliò un
sonetto (2) del quale io non saprei immaginare cosa si possa dire di più
(i) Fra i giornali pubblicati all'estero da emigrati, aventi per iscopo la propa-
ganda italiana, sono da ricordare V Esule (Parigi 1832); la Faligìa prima, poi la Staf-
fetta, fondata a Malta nel 1854 da Francesco Crispi, il Pensiero ed ^;(/o«e, fondato da
Mazzini a Londra nel 1858. È bene anche rammentare la vita giornalistica di Aurelio
Bianchi-Giovini all'estero. Egli, figlio a un custode di carceri, si recò a Capolago in
qualità di correttore di stampe e direttore letterario della tipografia Elvetica. I suoi
superiori gli affidarono la direzione di un giornale, ['Aurora, rivolto a combattere i
principi riformisti, professati in gran parte dagli abitanti del Canton Ticino. Ma Bianchi
si prestò mal volentieri a scriverlo. Dopo non molto cadde giornale e partito ed egli si
recò nel 1835 a Lugano, dove gli fu affidata la direzi<^ne del Repubblicano della Svi\-
i(era italiana, organo dei liberali. L'Aurora ch'era d'idee opposte mosse guerra al i?e-
pubblicano e accusò Bianchi come apostata. Questi ebbe dei dispiaceri e perfino un
processo, finché nel 1839 fu licenziato. Allora fondò Y Amnistia a Crono (Roveredo)
col quale volea combattere il governo nuovamente insediato a Lugano. U Amnistia
durò poco.
Anche FiHppo de Boni emigrato in Svizzera, stette a Zurigo fino al 1860, scri-
vendo una Cronaca mensile delle cose europee.
(2) Ecco il sonetto:
Il cognome V..., infamato
Di quante infamie rece la galera
E di quante una vile anima nera
Ne possa rovesciar sopra un casato.
Tu, basso scarpioncello avvelenato.
Tu, d'arlecchino addetto alla bandiera,
Tu, di razza incrociata e barattiera
In quello di M...,hai barattato.
Questo nome secondo in poco d'ora
Avvoltolasti nella turpe fogna
D'ogni vizio che ammorba e disonora:
E ti brucia la fronte e ti bisogna
Fango per fango apostatando ancora.
Tornare al primo per minor vergogna.
80 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
ingiurioso e terribile ad un uomo, sonetto ch'era diretto al M — , il
famoso corrispondente di Londra del giornale ufficiale austriaco di Mi-
lano, colui il quale vendette le lettere che compromisero Raffaele Son-
zogno. »
La stampa mazziniana che sola aveva rappresentato sino a questo
momento le aspirazioni liberali, cessò di funzionare nel 1845, allorquando
gli sforzi fatti dall'Italia per conquistare una vita politica indipendente
già cominciavano ad aprir nuove vie e rapidamente trovarono l'occasione
di manifestarsi alla luce.
X
Coi primi moti del 1847, ^^ giornalismo italiano, da piccoli, cheti
e lontani ruscelletti, si cambiò in una fiumana. L'avvenimento di Pio IX
al pontificato ed il movimento di riforma che egli provocò in tutta Italia,
ebbero per risultato di addolcire sensibilmente la legislazione della stampa
nella maggior parte degli stati italiani prima che l'uragano del 1848 ve-
nisse a rovesciare d'un tratto tutti gli ostacoli che la inceppavano ancora.
Già in Toscana, dice il Piccardi, la stampa aveva trovato terreno
meno ospitale che altrove, ne la censura si era mostrata quella rigida e
arcigna nemica che appariva negli altri stati italiani; tant'è vero che era
stato possibile a Gino Capponi e a Pietro Vieusseux di fondare nel 1821
e di continuare per 12 anni l'Antologia, la quale ebbe pure il Mazzini e il
Tommaseo fra i suoi redattori. E se nel 1833 il governo toscano pensò
bene di sopprimerla e di mandare in esilio il Tommaseo di null'altro
colpevole che di aver lanciato un epigramma contro l'Austria e la Rus-
sia, non per questo si può dire che un barlume di libera luce non ar-
ridesse ancora alla stampa toscana. E infatti lo stesso Vieusseux, non
solamente potè continuare il Giornale di Agricoltura che egli aveva fondato
nel 1827, ma nel 1842 gli fu possibile iniziare insieme col Capponi, e
sempre con intendimenti liberali, la pubblicazione à&ÌV Archivio storico,
che fu come preludio al Giornale storico degli Archivi toscani. Nello stesso
tempo, il Lambruschini, Pietro Thouar ed Atto Vannucci pubblicavano
la Guida dell' Educatore, che continuata di poi dal solo Thouar sotto il
titolo di Giornaletto del popolo, trasformata più tardi in rivista mensile
col titolo di Letture popolari, assunse finalmente quello di Letture di fa-
miglia, sotto il quale si pubblica ancora. Questa stampa modesta, la quale
con mille arti e mille sotterfugi ingegnavasi di dire quello che non era
permesso neppur di pensare, non fu certo senza efficacia sul movimento
che precedette e segui le prime riforme promulgate a Roma, a Firenze,
a Torino. Da quelle riforme si può dire abbia avuto principio in Italia
la vera stampa politica.
L'editto Pontificale del 15 marzo, la legge toscana del 6 maggio
e l'editto piemontese del 30 ottobre 1847, col fissare i limiti della cen-
sura preventiva, inaugurarono per la stampa italiana un nuovo e più
fecondo periodo che doveva condurla a poco a poco a prender posto
fra le istituzioni del paese.
Quali fossero prima di quest'epoca, le condizioni della stampa in
Piemonte, lo dice chiaramente il Predari, che vi era andato da Milano
IL GIORNALISMO ITALIANO. 81
nel novembre del 1844 per assumere la direzione della Nuova enciclopedia
popolare pnbbììc3.xa. dai Pombù.: « La stampa in balia della più arbitraria
e capricciosa ignoranza della doppia censura civile ed ecclesiastica ren-
deva impossibile, non dirò la libera manifestazione del pensiero, ma per-
sino l'esposizione di qualunque più ortodossa dottrina, se non conforma-
vasi alle individuali opinioni dei censori ecclesiastici. » I soli giornali dove
forse un sagace osservatore avrebbe potuto scoprire delle tendenze edu-
cative liberali, erano a quell'epoca a Torino le Letuire di famiglia, a cui
i fratelli Valerio e Domenico Berti avevan dato grandissimo impulso,
ed il Messaggere torinese, che il Brofferio aveva fondato nel 1834, Ma il
successo della Nuova Enciclopedia Popolare, la quale dopo un anno di
esistenza giunse a raccogliere fino a cinquemila abbonati, e le relazioni
che per mezzo deìV Enciclopedia il Predari potè contrarre coi principali
uomini del Piemonte, lo incoraggiarono a intraprendere la pubblicazione
di una rivista mensile, e che fosse cr>me la continuazione di quella sop-
pressa del Vieusseux. Così, nel luglio del 1846, vide la luce il primo fa-
scicolo dtW'Antologia italiana, la quale avea per collaboratori Lorenzo
Valerio, il Corn-^ro, Giovanni Lanza, Massimo d'Azeglio, il Santi, lo
Sclopis, il Brofferio, Cesare Balbo e colui che doveva essere più tardi
il fondatore dell'unità italiana, Camillo Cavour. A dare un' idea delle
difficoltà che importava a quell'epoca una simile intrapresa, basta questo
periodo che scrive il Predari stesso nei Primi vagiti deUa libertà italiana
in Piemonte : « Nella stampa di quei tempi era rigorosamente inibito
non che parlar di politica, nemmeno usarne il vocabolo, ed ogni volta
che mi occorse parlare di interessi politici mi fu forza, tramutando la
frase, parlar degV interessi civili: in luogo di Italia, di patria, di na:^ionef
imposto il vocabolo di paese: la parola costituzione vietata anche parlan-
dosi dei governi di Francia e d' Inghilterra, e surrogandovisi le frasi :
leggi o istitu:(ioìii: le voci libertà, liberale, liberalismo permesse in niun
senso; a rivoluzione surrogato sempre sconvolgimento, o anarchia, o go-
verno della violenta. Considerando a tante sentenze censorie, è facile im-
maginarsi contro quali e quanti ostacoli mi fu forza dar di petto per
conquistare, non dirò la chiesta autorizzazione, ma il frontespizio stesso
della Rivista perchè aveva assunto il nome di Antologia italiana; l'appel-
lativo italiana era fra le voci di reproba natura, quindi interdettone l'uso :
Antologia era insidiosa commemorazione di una effemeride stata spenta
sotto gli anatemi della politica austriaca, dispotica fin da allora anche in
Toscana; nel programma da me presentato in ogni periodo si vedeva
un agguato teso al censore per giuocarlo in faccia all'autorità. »
X
Pro'Tiulgate le riforme e verificatasi la sollevazione del '48, la stampa
ruppe ad un tratto il penoso silenzio a cui era stata assoggettata. Fu
come uno scatto di molla. Tutto l'ardore che per tanti anni era stato
compresso, scoppiò ad un tratto, cercò sfogo ovunque, nell'azione come
nel pensiero e s'improvvisarono giornali e giornalisti, come si erano
improvvisate barricate e soldati. Frammezzo però a questi giornalisti
improvvisati c'erano vecchi patrioti che avevano meditato lungamente
N. Bernardini — Guida della Stampa piriodica italiana — 6.
82 GUIDA DELLA ST.^IPa PERIODICA ITALIANA.
i loro articoli nel carcere e nell'esilio; pensatori che da lunghi anni non
aspettavano che un'occasione per manifestare i piani concepiti e matu-
rati nel silenzio del loro studio; uomini già noti pel loro splendido
ingegno. Fu quella l'età dell'oro del giornalismo italiano, e se si ebbero
in essa — come in tutte le manifestazioni pubbliche di quell'epoca glo-
riosa e dolorosa — esuberanza di vita e tutti i difetti della foga ecces-
siva, si ebbero altresì giornalisti come Mazzini, Cattaneo, Correnti, Ma-
miani, Cavour, Brofferio, Minghetti, Francesco Ferrara, Guerrazzi, Silvio
Spaventa, Montanelli, Centofanti, Petruccelli della Gattin !, Gioberti, La
Farina, Bianchi-Giovini, Valerio, Giacomo Durando, Luigi Carlo Farini,
Domenico Berti, Francesco De Sanctis, Domenico Carutti, Vegezzi-Ru-
scalla, Saredo, Giuseppe Revere, Giuseppe Torelli, Pietro Maestri, Ric-
cardo Sineo, Roberto d'Azeglio, Carlo Tenca, ecc.
Cogliendo il momento propizio, Cavour pensò di fondare un gior-
nale proprio il quale fosse interprete dei sentimenti del partito mode-
rato. Egli infatti scriveva il 12 novembre 1847 al professor De La Rive,
a Ginevra: « Nous aìlons faire paraitre un journal dirige par Balbo....
Je tacherai de moderer la politique éfrangére; quanfà la poUHque tnterieure,
je suis ceriain que je naurai aucun ejfort à faire pour rester dans une ligne
sage, le parti de l'ordre ètant, pour le momeìit^ le plus nombreux. » E il
20 novembre mandava al Cantieri: « Questo foglio avrà per mira di
propagare le idee esposte da Balbo in molti suoi scritti e in particolare
nelle Prime parole ai liguri-piemontesi che ella avrà certamente lette. »
Il primo numero del giornale, che fu il Risorgimento, potè uscire in
fatti il 15 decembre 1847, con un programma dettato e firmato da Ce-
sare Balbo, e che riepilogavasi in questi capi: indipendenza, unione fra
principi e popoli; progresso nella via delle riforme; lega dei principi
italiani; forte e ordinata moderazione. Il secondo numero del giornale,
in cui Camillo Cavour figurava come direttore estensore in capo e ge-
rente, usci il 21 dicembre. Le pubblicazioni regolari però non ebbero
principio che col primo gennaio dell'anno successivo (i).
Oltre il Cavour e il Balbo, nel giornale entrarono a far parte Mi-
chelangelo Castelli, Carlo Boncompagni e Teodoro Santa Rosa ; del Risor-
gimento, che doveva ben presto acquistare cosi grande influenza, ne fu
direttore e redattore principale il Cavour fino al 1850, epoca della sua
entrata al Ministero.
Contemporaneamente Lorenzo Valerio, Domenico Berti e Domenico
Carutti davano vita alla Concordia, organo del partito più avanzato; la
Concordia ebbe sulle prime maggior successo del Risorgimento. In essa
militavano un po' indisciplinatamente, Pietro iMazza poeta e filosofo, Do-
menico Marco, Federico Menabrea, Riccardo Sineo, Filippo De Boni,
Pier Dionigi Pinelli, Roberto d'Azeglio, Bandi di Vesme, e fra i più
ragguardevoli per vivacità d'ingegno, coltura letteraria, e fama già acqui-
stata, Giuseppe Revere, che dopo molti anni, ritiratosi dalla politica mi-
litante prese a dirigere il Bollettino consolare.
Ma sorta una scissura fra i redattori della Concordia, Giacomo Du-
(i) Vedi l'articolo Cavour giornalista.
IL GIORNALISMO ITALIANO.
rando fondò 1' Opinione, la quale prese posto intermedio fra la vivacità
progressista della Concordia e il prudente riserbo del Risorgimento. Il
programma deW Opinione era firmato da Durando, direttore, e da Bian-
chi-Giovini, Massimo di Montezemolo, Giovanni Lanza, Carlo Pellati,
Giuseppe Torelli, Giuseppe Cornerò e Nicolò Vineis (i). Il Bianchi-Gio-
vini ne fu sulle prime redattore-capo, poi dopo la partenza del Du-
rando ne divenne direttore. « Questi tre giornali, dice ancora il Pre-
dari, volevano la concordia italiana, lo sviluppo progressivo nelle riforme,
niuna gara, nessun antagonismo nelle loro politiche dottrine, tranne che
alcuni del Risorgimento volevano l'Italia più indipendente che libera; al-
cuni della Concordia volevano farla prima libera e poi indipendente; V Opi-
nione meno esplicita e più circospetta non parlava che delle riforme. »
Oltre i citati giornali, nasceva pure in quel tempo il Saggiatore di
Vincenzo Gioberti, e Felice Govean assieme a Bottero, Borella e Nor-
berto Rosa fondava la Gaietta del popolo, il primo numero della quale
uscì il i6 giugno 1848. Scopo del giornale era di combattere i pregiu-
dizi timorosi, gl'intrighi delle chiesuole, le viltà degli ambiziosi, gli
egoismi dei municipalisti; propugnava altamente l'idea nazionale, il
moto unitario, l'affrancamento dallo straniero. Bottero che non firmava
quasi mai i suoi articoli, rappresentava nella Ga:(:^etta il calmo e freddo
ragionatore, l'avvisato polemista, mentre il Govean la faceva da franco
tiratore, il Borella da Voltaire, il Rosa da Giovenale. Compilatore del
famoso Sacco nero, Bottero imprese una vera campagna giornalistica
contro il clero. La Ga:(^etta ben presto divenne il giornale più popolare
del Piemonte ed aveva grandissima influenza sulle elezioni al Parlamento
subalpino, sino a tirare talvolta 20,coo esemplari, numero allora vera-
mente straordinario (2).
Uscirono pure il Fischietto, la Lega italiana, la Confederaiione ita-
liana, la Voce del popolo diretta da Giuseppe Maestri e Romolo GriflBni,
la Legge di Giuseppe Massari, il National, la Democraiia italiana fondata
da Domenico Berti, la Nazione redatta da Promis, Vesme, Marchese
e molti altri (3), mentre il partito clericale era rappresentato dall'^r-
(i) Giuseppe Cornerò, di Alessandria, aveva dato il nome al partito della Giovane
Italia, da cui però si staccò.
(2) Il Bottero dopo la morte del Borella e del Rosa, e l'abbandono del Govean,
rimase solo alla Gaietta, che doveva dirigere poi per tanti annil II Bottero nacque
a Nizza; nel '48 Govean offerse al giovine dottore di entrare nella redazione del gior-
nale la Riforma, e il Bottero accettò di buon animo e si trovò in compagnia del
Cappellina, del Marenco, del Vineis, il quale ultimo fu nominato direttore. Ben presto
però il Vineis smanioso di stringere alleauTie impossibili, stancò il Bottero e Govean
e questi unitamente al dottor Borella diede mano alla Gaietta. Il Bottero fu poscia
deputato parecchie volte; monarchico, onesto, intemerato, dal '48 non ha disertatola
sua bandiera,
(3) Eccone un elenco di fondati nel decennio 1848-57: anno 1848, la Guida del
Popolo, la Cronaca di tutti i giorni, la Tribuna del popolo, tutti di Torino ; e il Car-
roccio di Casale redatto da Giuseppe Mellana e Pinelli in senso liberale moderato;
nel 1849, il Proletario e l'Istruttore del Popolo; nel 1850, la Frusta e la Gaietta Po-
polare; nel 185 1, la Bollente di Acqui; nel 1852, la Scintilla giornale umoristico e il
Monitore dei Comuni italiani; nel 1853, il Naiionale, nuova Gaietta del Popolo e il Ni^-
lardo, di Nizza; nel 1854, il Bollettino di Scienie, Lettere ed Arti di Francesco Predari,
84 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
monia diretta dal marchese Birago di Vische e redatta da Don Giacomo
Margotti; dalla Campana, giornale semi-libellista redatto da Don Gia-
como Ferrando e dal Baratta, e dallo Stendardo di Genova (i). Le teorie
demagogico-socialiste poi, avevano per organo lo Smascheratore, redatto
da quello stesso Sampol che nel 1860 doveva fondare a Firenze il Con-
temporaneo, detto dallo stesso suo direttore « l'organo più furibondo della
reazione dei clericali e dei principi spodestati ».
Quello però che più caratterizza il movimento giornalistico piemon-
tese, non è il numero dei giornali che sorsero a un tratto — perchè
questo vanto spetterebbe a Roma, repubblicana — ma la loro serietà e
l'autorità che seppero acquistarsi. Malgrado qualche esagerazione, utile
essa pure forse, perchè teneva in risveglio anche coloro che altrimenti
sarebbersi mostrati più timidi, la stampa del Piemonte collaborò poten-
temente ed indefessamente a consolidare le libertà acquistate, aiutando
le istituzioni e non minandole con vane recriminazioni e futili querele.
Discutevansi problemi, non riforme vaghe o mutamenti ideali, e
devesi certo al perfetto accordo fra la sincerità del governo e l'onestà
della stampa, se dopo i disastri del 1849 si potè realizzare l'aura rea-
zionaria che spirava. Al contrario di quanto avvenne negli altri stati —
e specialmente a Napoli, ove le belle frasi e le pompose promesse fu-
rono ben presto violate — la legge del 20 maggio 1848 prometteva
meno di quanto in realtà non si accordasse. Più fortunato degli altri
stati, il Piemonte non vide le sue libertà soffocate dai tristi eventi del 1849,
e la stampa piemontese, divenuta italiana pel concetto politico, potè con-
tinuare nella santa missione di diffondere il concetto della unificazione
e redenzione d'Italia.
I giornali di Torino e del Piemonte erano proibiti sì, negli altri
piccoli stati della penisola, ma pure si leggevano e portavano tanto mag-
gior frutto e apparivano tanto più audaci e persuasivi, quanto più grande
era il pericolo per procurarseli. Per un periodico che cessava le sue pub-
blicazioni, altri ne sorgevano in maggior numero, e ve n'ebbero perfino,
come il Piccolo Corriere d' Italia del La Farina, che stampavansi su carta
velina, per facilitarne la circolazione clandestina nelle altre provincie
d'Italia.
A Genova, fra gli altri giornali, esistevano a quest'epoca il Cor-
riere mercantile fondato alcuni anni avanti e la Leo^a italiana nella quale
il Mamiani difendeva le idee dei federalisti. Mei 1848 la stampa piemon-
tese era però superiore e per valore e per influenza a quella di tutto il
resto d'Italia; tanto è vero che quando nel 1849 la reazione riprese
la Patria del Conte di Revel e V Eco delle Alpi Co^ie di Pinerolo; nel 1855, la Ragione di
Ausonio Franchi; nel 1856, il Monitore Torinese, la Libera parola, la Critica e la Ri-
vista Ligure di Genova, di cui era direttore Enrico Gallardi; nel 1857, il Campanone,
la Staffetta, il Campanile, V Italia Conservatrice e, Y Indipendente e patriotta. Citerò a parte
VOrdiìie, organo reazionario fondato nel 1850 che sotto la firma del gerente portava
questa curiosa protesta : / tipografi dichiarano di stampare questo giornale onde adempiere
al contratto stipulato prima, declinando ogni possibile morale responsabilità.
(i) Fondato nei 1848, durò per moltissimi anni. Nella mia collezione vi è un
numero del 1863, anno XV.
IL GIORNALISMO ITALIANO. 85
il sopravvento, la stampa piemontese fu la sola che conservasse ancora
qualche importanza; perocché soltanto nel regno di Sardegna la costi-
tuzione lasciò sussistere una libera stampa, sebbene sottomessa a certe
restrizioni.
Il Brofferio, per non uscire dall'agone giornalistico, fondò la Foce
del deserto di cui affidò la direzione al napoletano La Cecilia; né a quel
giornale toccò miglior fortuna cambiando il proprio titolo epigramma-
tico e fatidico in quello di Foce della liberta.
Uccisa a Milano dalla reazione, l'Italia del popolo si trasportava a
Genova per trasformarsi poi in Italia e Popolo (i); sulle rovine della
Concordia si fondava il Progresso (2), e ucciso questo, il Diritto, organo
della Sinistra dapprima, poi del terzo partito di cui era anima il Kat-
tazzi; Bianchi-Giovini fondava l'Unione, Luigi Carlo Fs-nnì il Piemonte,
Antonio Scialoja il Costitn:(ionale Subalpirto, Urbano Rattazzi la Monar-
chia Naiionale, Ruggero Bonghi la Croce di Savoja, Cesana e Piacentini
r Espero.
E se il Risorgimento moriva, uscivano in suo luogo la Legge, il Par-
lamento, r Indipendent-', nello stesso modo come a surrogare il Subal-
pino — morto da parecchi anni — erano sorti la Rivista italiana di Do-
menico Berti e Domenico Carutti; l'Antologia italiana di Cesare Balbo
e Francesco Predari (1846) alla quale collaboravano Pier Dionigi Pinelli,
Gioberti, Roberto d'Azeglio, Giacinto Collegno, C. L. Farini, Massimo
d'Azeglio, tee; il Mondo illustrato del Pomba (1847) (3); diretto da Giu-
seppe Massari, e la Rivista contemporanea del Ghiaia (1854), diretta poi
dal Massari, alla quale collaboravano Bersezio, Gallenga, Guerrazzi, De
Sanctis, Vegezzi-Ruscalla, Carutti, Nigra e in genere tutto quanto eravi
di notevole fra l'emigrazione italiana, accorsa a Torino come in porto di
rifugio.
In quel torno nascevano pure due giornali francesi, ma con mire
italiane, quantunque sostenenti l'alleanza francese : L' Italie, fondato dalla
principessa Cristina Belgiojoso e Les Nationalitès, diretto dal signor Du-
casse, sotto gli auspici di Urbano Rattazzi. Anche Pascal Duprat, per
qualche tempo, pubblicava un ottimo giornale ebdomadario di economia
politica, L Italie Nouvelle.
Per dare un'idea dell'attiviti giornalistica negli Stati Sardi, basterà
dire che nel 1859 si pubblicavano 117 periodici, 58 dei quali nella sola
Torino. Ma se questo numero appare già molto rispettabile, é poca cosa
però, in confronto a quello dei giornali che sorsero durante e dopo il
(i) Nel 1861 diventò Unità italiana e passò a Firenze, poi a Milano, poi di nuovo
a Genova.
(2) Il Progresso fu fondato realmente come contro altare alla Concordia, da alcuni
scrittori che si ribellarono alla dittatura del Valerio. Vi collaboravano Bertrando Spa-
venta, Giuseppe Re, Eugenio Colombo, Eugenio Camerini, e, dopo uccisa la Concordia,
anche Francesco Crispi Ne furono direttori, prima Tecchio, poi Correnti. Dopo la
soppressione del Progresso, sorse il Diritto, la cui direzione politica era affidata ai depu-
tati Rebecchi, Depretis, Pareto, Correnti e Valerio.
(3) S'intitolava II Mondo illustrato, giornale universale illustrato di storia, lettera-
tura, viaggi, romanzi, ecc. Ogni settimana pubblicavansi due fogli di sesto reale 4
tre colonne.
86 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
glorioso periodo che condusse al risorgimento italiano. Rifugio di tutti
i patriotti d'Italia, centro di tutte le iniziative, il Piemonte fu anche il
primo a risentire gli effetti delle modificazioni da cui il giorna'ismo dovea
trarre naturalmente nuova vivacità, più vigoroso impulso, maggior forza
d'espansione.
X
Vediamo ora le condizioni della stampa toscana e dei ducati, nella
stessa epoca.
Di tutta Italia, la Toscana fu il paese ove il primo movimento ri-
voluzionario trovò minor numero di fautori, ed ove fu più male accetta
la dominazione francese.
Con la minore attività politica, doveva esservi naturalmente minore
attività giornalistica, per cui, allorquando fece ritorno il Granduca, e il
Giornale del Dipartimento dell'Arno — succeduto alla Gaietta Universale —
cadde insieme ai pochi altri, cedendo il posto alla vecchia ed ufficiale
Ga:^-^etta di Firenze, la mancanza di periodici fu meno sentita.
Nell'insieme però, il governo toscano era dei più miti, e meno av-
verso degli altri a tutto ciò che riguardava le manifestazioni dell'inge-
gno, per cui ben presto si ebbe nel Granducato un certo risvegho let-
terario, e Firenze divenne il più importante centro tipografico d'Itaha.
Ciò malgrado, tranne qualche tentativo del genere dell' Indicatore
livornese — subito soffocato com'erano soffocate le agitazioni che gli da-
vano vita — di stampa politica innanzi al 1846 non c'era da parlarne,
e si era ridotti per tutto pasto alla Gaietta di Firenze, fatta compilare
dal governo dall'abate Pedani, che Montanelli diceva essere « l'ideale
dello stupido », A colmare la lacuna, sorsero però notevohssimi perio-
dici, che battagliando per la lingua, le arti ed i teatri, lasciavano trape-
lare fra le righe qualche cosa dei loro intendimenti politici.
Fu così, che per impulso del Vieusseux, sorsero, come abbiamo vi-
sto, il Giornale /agrario, la Guida dell' Educatore, l'Archivio Storico, e primo
fra tutti, per ordine di data e d'importanza, la già citata Antologia (1821-32)
che fu senza dubbio la migliore fra le riviste italiane, ed è tuttora senza
rivali. L'importanza dell'Antologia, la sua influenza, furono enormi, e
devesi ad essa, ed alla perseverante attività del suo fondatore, la -spinta
data al movimento letterario toscano. Ne erano assidui scrittori Capponi,
Tommaseo, Romagnosi, Marzucchi, Carmignani, Sclopis, V. Salvagnoli,
Colletta, Mamiani, Fornaciari, G. B. Niccolini, F. Forti, Borghesi di Sa-
vignano. Vi scrissero pure Mazzini, Lambruschini, Sestini, Montani, Gu-
ghelmo Pepe ecc. E quando nel 1832, per alcune innocenti parole con-
tro la tirannia della Russia (i) l'Antologia venne soppressa, molti dei
(i) Ecco le precise parole — scritte dal Lambruschini facendo la rassegna biblio-
grafica del Pietro di Russia, poema di Angelo Curti — che motivarono la soppressione:
(ir Tacendo pertanto e di condotta e di stile, farò solo rimprovero al cav. Curti della de-
dica del suo poema. Cada in oblio, non solo questo migliaio di rime, ma qualunque opera
di eccelso ingegno, che abbaglialo dalle gemme di una corona, non ode e non vede il san'
gue, i gemiti e il disperato grido di una massacrata e dispersa nazione. »
IL GIORNALISMO ITALIANO. 87
suoi collaboratori cercarono una nuova tribuna nel Progresso di Napoli,
fondata allora allora da Giuseppe Ricciardi.
Fu nel 1846 che cominciarono le prime agitazioni, e la stampa clan-
destina, rifacendo con la sua opposizione diretta quanto avevano già co-
minciato a fare le poesie satiriche del Giusti — sparse dapprima, a cen-
tinaia di esemplari manoscritti, poi stampate a Lugano per ordine di
Mazzini — le rinfocolava sempre più.
A questa stampa clandestina, che spesso trasmodava, ma che la po-
lizia non riusciva a far tacere, i più moderati vollero opporre un gior-
nale che discutesse apertamente le quistioni che allora interessavano l'opi-
nione pubblica. All'atto pratico però, si formarono due correnti nel par-
tito e pur mirando ad uno stesso obbiettivo si differiva nella scelta dei
modi. E mentre Ricasoli, Salvagnoli, Lambruschini, presentavano ai primi
del marzo 1847 un tnemorandum nel quale chiedevasi fra le altre riforme
maggior libertà di stampa, pochi giorni dopo. Capponi, Ridolfi, Tabar-
rini, Peruzzi e Digny, chiedevano al Granduca il permesso di fondare
« un giornaletto settimanale più morale che politico ».
A questa domanda venne replicato subito che non volevasi fare
un'eccezione per un solo giornale, ma essere intenzione del Principe
emanare una legge che rendesse più larga la censura. Fu cosi che si
ebbe l'editto del 6 maggio, in cui le pubblicazioni erano regolate press'a
poco com'era stato stabilito dal recente editto di Pio IX.
Era un regime che lasciava molto a desiderare; il Guerrazzi cosi
ne scrive al Salvagnoli, in data 2 dicembre 1847: « Se vuoi sapere li-
bertà che sia in Toscana^ ti dirò che ad onta alla legge, alle garen:(ie e alla
censura repressiva, il marchese Ridolfì, infermante Pe:<;^iella Direttore di Po-
lizia, mi negava la facoltà di fare un giornale. » Ma bastò purtuttavia
perchè il giornalismo politico pigliasse il posto del letterario, e sorgesse
a un tratto una stampa numerosa, audace, con tutti gli ardori e le im-
prudenze della giovinezza e della inesperienza.
Il primo giornale politico di quel periodo fu l'Alba nata a Firenze
nel 1847 per opera del Lafarina e a spese del calcografo Bardi. Ebbe
subito 1500 abbonati.
Essa fu tosto seguita dalla Patria fondata dal Ricasoli e redatta in senso
moderato dal SalvagnoH e dal Lambruschini; daìV Italia di Pisa, fondata
senza denari, dai professori Montanelli e Centofanti. Un giornale romano
dell'epoca (Pallade) parlando di questi periodici scriveva: « La stampa
toscana seguita a godere di una larghezza assai commendevole. L'Alba
somiglia assai a un'alba tropicale, 1' //i//;a par vogha tenere l'apparenza
dei climi più temperati. Agli ultimi di giugno si aspettano oltre alla
Patria, anche una diecina di nuovi giornali. I giornali più rancidi co-
minciano ad acquistare quivi apparenza un po' più conforme al tempo.
Contrasti pure chi sa col tempo che incalza per ogni parte nelle vie
del progresso! » Visse pure nella stessa epoca una Costituente italiana,
compilata dal Montanelli, dal Tenca, dal Colombo e dal Revere; la Ri-
vista di Firenze cambiavasi in Rivista indipendente e diveniva quotidiana
e politica, ed usciva il Popolano di Enrico Montazio, come organo del
partito radicale. La primavera del 1848 vide nascere ancora a Firenze
88 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
il Conciliatore che venne soppresso un anno più tardi, allorché ritorna-
rono gli austriaci; senonchè essendo risorto col nuovo titolo Lo Statuto
riusci a mantenersi fino al'a caduta della costituzione toscana. La Costi-
tuzionale protestò con lui fino all'ultimo suo numero, contro gli sforzi
della reazione invadente; ma dovette pur essa soccombere (i).
Fra gli altri giornali che videro la luce in Toscana durante questo
periodo e che meritino di essere ricordati, sono // Popolo di Siena; La
Riforma di Lucca, dove pubblicavansi pure successivamente il Giornale
privilegiato di Lucca, la Campana del popolo, la Ga:(:(etta di Lucca, il Fa-
pore, l'Era Novella. Contemporaneamente a Livorno, come 25 anni prima
V Indicatore livornese era addivenuto l'organo di F. D. Guerrazzi, il Cor-
riere livornese, da semplice foglio di annunzi commerciali, divenne sotto
la sua direzione, il campione più ardente della democrazia; di più a Li-
vorno uscivano V Inferno, il Cittadino italiano, il Calabrone, V Italia repub-
blicana, il Courrier d'Italie, ecc.
A Pisa, V Italia già nominata aveva a compagni \' Italia dei giovani
e V Indicatore Pisano.
C'erano inoltre a Firenze: l'Avvenire, il Popolano, lo Specchio, la
Democra:(ia progressiva, il fournal universel polyglotte, la Guardia Nazio-
nale, il Giornale militare italiano, il Belfegor arcidiavolo, il Tribuno della
plebe, il Catechismo politico dei popolani, il Filo cattolico, il Ricoglitore, il
Commercio che si qualificava « giornale ricco di notizie e piacevole nelle
apparenze » (sic) (2), ecc. ecc. In quest'epoca a Lucca stessa moriva di
stento un gentile albo settimanale illustrato, il Messaggero delle donne
italiane, fondato da Vincenzo de Nobili.
Tutti questi giornali però, non avevano il passo libero nel Regno
delle Due Sicilie.
Frattanto le cose camminavano; nei primi del '48 sorsero una quan-
tità di giornaletti satirici: il 13 luglio Alessandro Ademollo fondò con
Leopoldo Redi, Carlo e Paolo Lorenzini, Pilade Tosi ed altri, il Lam-
pione, giornale per tutti, che riuscì davvero popolarissimo e durò fino
alla restaurazione granducale (5), la Lanterna magica, lo Charivari, la
Fespa e moltissimi altri.
Tornato il Granduca, alcuni di questi giornali — come la Patria,
trasformatasi prima in Nazionale, poi in Statuto, il Conservatore costitu-
(i) Bartolomeo Acquarone, storico ligure, il quale avea scritto nel 1842 per l'Ar-
chivio del Vieusseux e nel 1846 per VAlba, dopo d'essere ritornato dalla guerra di
Lombardia, assunse nel '49 la direzione del Costituzionale. Ner50 lasciò il giornale e
la Toscana e si recò a Torino; nominato professore ad Alessandria, vi si recò ed in-
segnò e diresse il Pontida, giornaletto politico.
(2) In questo giornale fece le prime armi Alessandro Ademollo, che scrisse poi
nel Popolano.
(3) Il Lampione risorse poi a varie riprese. Nella mia collezione ho un numero
di questo grazioso giornale che porta la data del 3 luglio 1849-60. Passata la burra-
sca della reazione toscana, l'Ademollo rientrò, nel 1852, nel giornalismo letterario,
dedicandosi specialmente alla critica drammatica; collaborò perciò n^WArte e nello
Scaramuccia di Firenze, alia Scena di Lucca e alla Revue franco-ilalienne, alYEurope
artiste ed al Messager di Parigi. Gli articoli delio Scaramuccia erano firmati Josuè Ma-
kdoìo. ìidì'Arte sostenne una vera campagna contro le traduzioni dal francese; scrisse
poi nel Bersagliere, nell' Opinione; fu corrispondente, non politico, da Torino al Pun-
g0Ìo milanese e da Roma alla Gaietta d' Italia col pseudonimo di Memo.
IL GIORNALISMO ITALIANO. 89
Rionale, la Rivista indipendente e pochi altri — si sostennero per qualche
tempo, ma dovettero presto cadere essi pure al pari degli altri di idee
più avanzate, e la Ga:i^etta di Firen:{e — divenuta Monitore toscano (i) —
ritornò padrona assoluta del campo.
Fu solo dopo un paio d'anni di calma — nel 185 1 che cominciò
a riprendersi un po' di vita giornalistica. Prime manifestazioni ne furono,
VArte di Giacomo Servadio — allora maestro di musica, poi banchiere
e deputato, cui fecero molta reclame vari processi di stampa — e la i?/-
vista Britannica di Sebastiano Fenzi, periodico quasi esclusivamente dedi-
cato alla letteratura inglese. Poi le Letture popolari risorgevano come
Letture di famii^lia. Cesare Donati fondava lo Spettatore settimanale as-
sieme a Celestino Bianchi; Atto Vannucci risuscitava la Rivista di Firenze.
e il Passatempo preparava il terreno al Piovano Arlotto, argutissimo gior-
nale semi-letterario mensile la cui prima idea apparteneva a Giusti e
che fu attuata da Raffaello Foresi e Pietro Fanfani. Il Piovano Arlotto
durò tre anni, battagliando continuamente contro la Civiltà cattolica e
contro i gesuiti, e se la lotta facevasi sul campo letterario, le bòtte non
erano meno forti e senza risparmio.
Quando accaddero le vicende del 1859, eranvi pure: V Impar:(iale
fiorentino, fondato dal Poniatowsky e diretto dall'Ugolini; V Indicatore,
che occupavasi di lettere, teatri, commercio, ed era diretto per la parte
letteraria da Celestino Bianchi; il Lampione, la Lente di Cesare Tellini,
la Lanterna del Bicchierai, ecc.
Dalla sollevazione del 27 aprile 1859 fino alla pace di Villafranca
non vi fu nessun mutamento nella stampa toscana, perchè Ricasoli non
volle permettere giornali politici. Fu solo dopo ricevuta la notizia del
trattato di Villafranca (2), che comparve la Nazione, la quale stampa-
vasi con privilegio, e fu fondata da Alessandro D'Ancona, Pietro Puc-
cioni, Bartolomeo Cempini e Tito Minichetti, sotto la direzione del D'An-
cona prima, poi del Viviani e del Puccioni.
Poco dopo, i professori Rigutini e Silvio Pacini fondavano la Ga:^-
:(etta del popolo, seguita subito — non appena avvenuta l'annessione ed
estese alla Toscana le leggi piemontesi — da una quantità di altri gior-
nali. Per dare in cifre un'idea esatta della espansione giornalistica in
Toscana, basterà dire che mentre avanti il 1858 avevansi in Toscana
27 giornali, nel 1864 erano oltre 50, che prima del 1870, nella sola
Firenze eran saliti a 100. Oggi i giornali di Firenze superano questo
numero, e per tutta la Toscana oltrepassano i 200.
X
Del giornalismo politico nei Ducati, nell'epoca di cui discorriamo,
c'è poco da dire (3).
(i) A questo giornale, del quale nella mia raccolta conservo qualche numero, di-
cesi collaborasse lo stesso granduca. Vedi l'articolo Sovrani giornalisti, e nella provin-
cia di Firenze il periodico 11 Giorno.
(2) Quando il Monitore Toscano annunciò la pace di Villafranca, la popolazione
fiorentina, esasperata, fece incetta dei numeri di quel giornale e li bruciò sulla piazza
del Grano, dov'era la tipografia del Monitore.
(}) Vedi più oltre l'articolo Storia del giornalismo modenese.
90 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
A Modena sopratutto, la doppia censura politica e religiosa rendeva
impossibile ogni più lontano accenno a manifestazioni liberali. Tranne
il Messaggere, giornale ufficiale, non eravi alcuno che osasse entrare in
certi gineprai, e quei pochissimi periodici che esistevano si guardavano
bene infatti dal toccare certi tasti (i).
Faceva eccezione, e merita di esser citata per la triste notorietà che
ebbe, la Foce della Verità che pubblicavasi a Modena nel 183 1, ed era
l'organo del più sfegatato sanfedismo.
La Voce della Verità — che i liberali avevano soprannominata l' Urlo
della men:(pgna — fu fondata dal principe di Canosa. Cacciato da Napoli,
espulso dalla Toscana, l'ex ministro della polizia borbonica aveva trovato
rifugio a Modena, ove divenne favorito del Duca, ed ove fondò questo
giornale di cui era direttore il prete Galvani, collaboratori il Canossa
stesso, il Garofolo direttore della polizia modenese, e talora pure, come
si è detto, Sua Altezza Serenissima Maria Beatrice, duchessa di Modena.
La Voce della Verità — a cui potrebbe far riscontro la Voce della
Ragione fondata a Recanati dal conte Monaldo Leopardi, se in questa
non fosse stata la sincerità e la buona fede che mancava nella prima —
durò circa quattro anni, e fu soppressa in seguito ad un incidente di-
plomatico che merita di essere riferito.
Esasperato dal trattato concluso fra Francia, Inghilterra, Spagna e
Portogallo, per l'espulsione dei pretendenti ai due troni iberici, ed abi-
tuato da un pezzo all' impunità, l'organo sanfedista chiamò questa qua-
druplice convenzione, quadrupede allean:(a. Male gliene colse, perchè l'In-
ghilterra trovò la facezia di cattivo gusto e chiese la soppressione del
giornale, che non si osò negarle.
Nel 1848 vi fu anche a Modena qualche pallido tentativo, e citerò
fra i pochissimi il Vessillo italiano, ma fu cosa insignificante, il Diario Mo-
denese nato il 23 marzo, bisettimanale, col motto: Ordine, Religione, Mora-
lità (2), e nel 1857 non si avevano nei Ducati che 8 soli giornali, cioè
5 a Modena e 3 a Parma.
X
Quando cominciò la bufera che sconvolse negli ultimi anni dello
scorso secolo, la stampa periodica — dopo di essere stata così fiorente
ai tempi delle prime gazzette — si trovava ridotta in Roma, come già
dissi, alle sue ultime espressioni.
Esistevano ancora il Cracas, divenuto Diario di Roma, e le Noti:(ie
del giorno, ma erano pubblicazioni che non avevano di politico e gior-
nalistico se non il nome. Limitandosi all'annuncio di cose sacre o a po-
che notizie incolori, mutilate, svisate dalle penne ufficiali, dividevano
coW Antologia di Roma, colV Effemeridi, e coWq Noti:(^ie letterarie, ìì nojoso
privilegio di far dormire il prossimo.
(1) Del Messaggere di Modena conservo due numeri, il 577 del 1852 e il 1467
del 1856; il giornale usciva il lunedi, mercoledì, venerdì e sabato in 4 pagine a 3 co-
lonne, con lo stemma ducale nella testata; un numero costava 25 centesimi e l'abbo-
namento 19 lire l'anno.
(2) Ho il i." e 3." numero di questo giornale.
IL GIORNALISMO ITALIANO. 91
Gli avvenimenti vennero presto a turbare questa quiete, ed ecco
nascere la Gaietta di Rina che divenne poscia Monitore di Roma e fu
il giornale del primo periodo rivoluzionario; poi il Cimpidoglio (1809), il
Giornale politico del Dipartimento di Roma (18 12), che sino al 4 marzo
continuò a stamparsi in due colonne, col testo francese a fronte; il Ca-
priccio (1809) ed altri parecchi, cessati poco dopo però col chiudersi
dell'era napoleonica.
Da allora sino al secondo periodo rivoluzionario, la stampa ricadde
nel profondo letargo da cui era stata scossa per poco tempo, e i romani
non ebbero, purtroppo, altri giornali tranne il Diario, le Notizie del giorno,
YArcadico, Y Album (i) e pochi altri periodici artistici e letterari, men-
tre le scarse notizie politiche che la censura permetteva erano date dalla
Galletta universale di Foligno, vissuta fino a pochi anni sono. Questa
mancanza di gazzette politiche era ben poco sentita, del resto, e non
fu se non verso il 1851 che si prese qualche interesse alla lettura dei
giornali ; ma tranne l' introduzione nello stato di qualche gazzetta fran-
cese od inglese, non si fece né poteva farsi verun tentativo per istituire
un giornalismo romano.
Più tardi, l'opinione che il pontefice non contrariasse una certa
franchezza nel discorrere delle cose pubbliche, aveva fatto si che uscis-
sero alla luce parecchie scritture più o meno temperate, ma tutte con
linguaggio non consueto in Roma. La censura continuando in potere
di quelli stessi che prima la esercitavano con rigore, aveva dato origine
alla stampa clandestina.
Contro di questa il 25 lugHo 1847 si pubblicò una severa ordinanza
di monsignor Progovernatore. In essa si avvertiva il pubblico che ove
apparissero alla luce stampe clandestine si era decisi di castigare con deten-
:(ione da sei mesi ad un anno e una multa ancora di se. /o ai }00 gli
autori, complici, detentori e spacciatori. La quale legge che dai bisogni e
rapporti internazionali certamente venne suggerita, si raccomandò dagli
stessi giornali che fosse osservata finché le prescrizioni della censura pre-
ventiva non avessero apportata quella dila:(ione che esigevano i bisogni e
che era stata promessa prima di questa ordinanza da uomini autorevoli
del governo.
Per impedire gli eccessi di questa stampa clandestina, alcuni savi
romani fecero proponimento di pubblicare un giornale.
Questo giornale fu il Contemporaneo; all'apparire del Contemporaneo
l'amore platonico pel giornalismo prese forma più concreta, e si comin-
ciò a invocare più 0 meno apertamente una maggiore libertà di stampa.
Il programma del Contemporaneo fu pubblicato in un foglietto il 17
settembre 1846. Il primo numero comparve il sabato 12 dicembre, in
quattro pagine grandissime a 5 colonne. Il programma, riprodotto in que-
(i) Il Giornale Arcadico di sciente, lettere ed arti, diretto da S. E, il Principe
D. Pietro Odescalchi, cominciò a pubblicarsi nel 18 19 ed ebbe lunghissima esistenza.
V Album, giornale letterario e di belle arti fu fondato nel 1834; usciva ogni set-
timana ed era diretto dal suo proprietario Cav. Prof. D. De Angelis, redattore del
Diario di Roma.
92 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Sto numero (i), è firmato da monsignor C. Gazola, marchese L. Po-
tenziani, Federico Torre, D.r L. Masi. Si dichiarava giornale di progresso,
ma temperato. Vi scrivevano Gino Capponi, il D.r Ratti, L. Scarabelli,
C. A. Vecchi, Cesare Balbo, il marchese Potenziani, il marchese Dra-
gonetti, Pietro Sterbini, qcc. Il Contemporaneo ebbe subito un gran suc-
cesso, benché non tutti i suoi collaboratori appartenessero allo stesso
partito. E quando lo Sterbini ne assunse la direzione, il Confcfnporaneo
diventò organo del partito estremo, velando sotto apparenza moderata
le sue tendenze radicali.
La censura ripugnante cercava porre ostacoli alla pubblicazione, ma
allora si ricorse per appoggi al pontefice.
L'editto pontificale che allargava gli stretti vincoli della censura,
fece sbocciare una miriade di nuovi giornah', mentre altri già esistenti,
trasformavansi da letterari in politici. Così fra gli altri accadde per Fan-
fulla, fondato nel 1846 dal Pompili, come continuazione deli' Osservatore
Dorico. 11 Pompili era contemporaneamente direttore della Speranza, re-
datta dal Mannucci, dal generale Giovanni Durando, dalla principessa di
Belgiojoso, dal Dall' Ongaro, e più tardi — allorché sotto la repubblica
romana diventò giornale di opposizione, col nome di Speran:(a dell'Epoca —
da Mamiani, Farini e dall'abate Perfetti.
Poco dopo il ConteìHporaneo, e di principii più moderati, sorse la
Bilancia, redatta dal viterbese prof. Orioli, dall'ex gesuita Muzio e da
monsignor Cattabeni. Con essa sorsero pure V Italico (febbraio 1847),
V Epoca, considerata come uno dei giornali più importanti di quel pe-
riodo (2), il Commercio e molti altri, fra cui notevolissima la Pallade
(16 giugno 1847) diretta da Giuseppe Checchetelli ed Edoardo Teodo-
rani, che divenne subito il giornale più popolare e diffuso, e il cui umo-
rismo non la perdonava ad alcuno (3).
Ma malgrado questi esempi, la stampa non aveva un'assoluta libertà
di parola; tanto è vero che il 9 dicembre del '47 i giornalisti romani
presentarono a monsignor Amici, presidente ucUa Commissione deputata
(i) Del i.° numero fu fatta una seconda edizione con la data del 2 gennaio 1847,
Il giornale si stampava nella tipografia Monaldi, era settimanale (sabato) e costava
scudi 3,6c all'anno, 1,80 a semestre. L'ufBcio era in via della Scrofa 114 primo piano no-
bile. Il Contemporaneo non si vendeva a numeri separati.
(2) L'Epoca, ispirata da Mamiani e fondata nel marzo 1848, si trasformò poi in
Speranza dell'Epoca e fu giornale di opposizione al governo repubblicano, e veniva
redatta da Diomede Pantaleoni, Mamiani e Farini; poscia continuò sempre a censu-
rare le intemperanze dei governo restaurato come avea censurato quelle dei repub-
blicani. Il 9 di luglio furono reintegrati nei loro uffici di direttore generale ed ispet-
tore delle poste il P.' Massimo e il P.' di Campagnano (Chigi), devotissimi al papa.
Il giorno II, nel n.° 139 la Speranza dell'Epoca criticò severamente quella reintegra-
zione, e il giornale fu soppresso. Quel giorno stesso, nell'articolo di fondo, il Mamiani
dichiarava impossibile il volere ripristinare in Roma il governo dei preti. Due setti-
mane dopo al Mamiani e al Pantaleoni fu consigliata la partenza da Roma.
(3) Nella biblioteca V. E. di Roma si conserva un volume della Pallade, dal 16
gidgno 1847 al 31 dicembre. La Pallade usciva ogni giorno in 4 pagine in-4.° a due
colonne. Ogni numero costava due bajocchi Si stampava nella tipografia di Clemente
Puccinelli in via Lata 211, presso il Collegio Romano. Nell'anno secondo si pubbli-
carono 134 numeri con molti supplementi. Sofferse una sospensione di una quindicina
di giorni, nell'ottobre. Nella mia raccolta di giornali, vi è il n. 323 del 19 agosto 1848.
IL GIORNALISMO ITALIANO. 93
alla riforma sulla stampa, un indirizzo nel quale esprimevano il bisogno
della civiltà dei tempi.
Nel dicembre dello stesso anno, la Pallade si lagnava che la stampa
romana non fosse propensa alla discussione, alla critica, all'opposizione,
che son principio di perfezionamento delle idee e delle cose umane. La
stampa romana in generale era tinta quasi tutta di bianco (son parole
della Palhide); compiva lentamente la sua missione e il pubblico non
vi trovava completa fiducia ed appoggio. Nella stessa epoca il citato gior-
nale conveniva che la stampa non aveva la completa libertà che deside-
rava nella Toscana e in Roma; « la stampa è elastica, più si comprime,
più in alto balza, la luce non si può abbracciare tutta in modo che da
qualche foro non brilli un raggio » ; dunque la Pallade domandava
« che una legge fosse emanata con la quale il governo imprendesse con
la sua autorità a secondare la detta forza ed accompagnarla » ; quindi
« la necessità di una lega dì stampa fra governi e popoli costituiti su-
gl'identici principii politici ». Ciò malgrado a Roma uscivano ogni giorno
nuovi periodici.
Sebbene antirivoluzionario, il Cassandrino dell'abate Ximenes ebbe
un certo successo per la sua vena satirica, e fu seguito subito da una
quantità di altri giornaletti umoristici di poca importanza (i). Fra essi
va distinto però il Don Pirlone, di cui lo Spada — disapprovandone na-
turalmente i principii, dice che «per spirito d'invenzione e per gusto
di caricature, superò benanco V Arlecchino di Napoli ». Il Don Pirlone
durò dal i.° settembre 1848 al 2 luglio 1849 e si disse vi scrivessero
anche Terenzio Mamiani, Michele Mannucci e Opprandino Arrivabene (2).
Un altro giornale di cui fu collaboratore Mamiani anche durante
il tempo in cui restò al potere — e nello stesso mentre che Pellegrino
Rossi firmava gli articoli scritti da Girolamo Amati — fu la Ga::jetta
di Roma, nata il 16 gennaio 1848 sulle rovine del Diario di Roma, tra-
sformatasi il 30 gennaio 1849 in Monitore Romano sotto la direzione di
Dall' Ongaro, e divenuta poi Giornale di Roma e foglio ufficiale ponti-
(i) Per la stampa di quest'epoca, vedi avanti l'articolo II Giornalismo Romano
nel 1846-4^.
Nella mia collezione di giornali trovansi due numeri del Cassandrino, cioè il 1 3
e 14 anno i.°, datati 163 agosto 1848. La testata è cosi concepita: « Giornale che
si pubblica il martedì, giovedì e sabato a che ora gli pare. Non e' è associazione : chi lo
vuol comprare lo compra per un bajocco: se no lo lascia stare. Si trova da per tutto, e
con più certezza sulle Piane Colonna, di Pasquino, della Rotonda, del Teatro Piano, dai
Tabbaccari progressisti ed in mano dei Sanculottes e Descamisados. » Si stampava nella
tipografia Paterno in via delle Coppelle, numeri 43 e 44, in quattro pagine piccole
in-4.° a due colonne, ed ò sottoscritto Domenico Del Basso direttore responsabile.
(2) Del Don Pirlone conservo il primo numero; è inùtohto Don Pirlone, giornale
di caricature politiche. La testata occupa metà della prima pagina; in essa è detto: Si
pubblica tutti i giorni (in 4 pagine a 2 colonne) eccetto le feste, e sempre con un disegno
litografico (in 4.* pagina), oltre alla vignetta eh' é in fronte al giornale. A\ea per motto:
Intendami chi può, eh' i' m' intendo io. Ogni numero costava 2 bajocchi. Veniva stam-
pato nella tipografia di A. Natali e n'era amministratore F. Caucci e responsabile Er-
mete Ciacci.
Altri giornali contemporanei di cui conservo copie sono: H Somaro, diretto da
G. Mariani; la Lanterna magica, diretta da R. Parma; Un Bajocco, L'Astrea, ecc.
94 GUIDA DELLA. STAMPA PERIODICA ITALLINÀ.
fido, il 6 luglio (i), subito dopo l'ingresso del corpo d'occupazione
francese (2).
Fra i molti altri giornali che meritano speciale menzione, citerò il
Positivo di monsignor Gazola e Biagio Miraglia; l'Interesse Na^ionale^
che si distribuiva gratis ; la Cronaca dell'Assemblea redatta dal padre Ga-
vazzi, morto a Roma nel 1889; il Costituzionale Romano, organo dei
conservatori; Le Capitole e la Correspondance de Rome, compilati da al-
cuni legittimisti francesi; il Labaro, che ebbe una certa notorietà nel 1848
e veniva chiamato Don Labaro; e il Giornale Romano, che era organo
diretto del Papa.
Sebbene abbia vissuto soltanto poche settimane — dal 2 aprile al
3 luglio 1849 — merita però menzione distinta {'Italia del popolo, foglio
quasi ufficiale del governo rivoluzionario durante gli ultimi mesi della
sua esistenza, ed al quale collaboravano oltre che il Mazzini, anche l'Avez-
zana, Quadrio, Lemmi e la principessa Belgiojoso.
Oltre tutti questi e quelli di cui si fa parola nel citato articolo sulla
stampa romana, circolarono pure nel '47-48 parecchi giornali clandestini,
come l'Amica Veritas, la Voce della Verità e della Giustizia, la Frusta, i
Misteri della polizia, la Sentinella dei buoni cittadini, la Sentinella del Cam-
pidoglio e lo Zibaldone e qualche altro (3), a cui sono da aggiungere
(i) Nei giorni 465 luglio non usci alcun giornale.
(2) Di questo giornale conservo vari numeri che rappresentano le sue diverse
fasi: del Diario di Roma il n. 78 anno 1831 in 4 paginette piccolissime a 3 colonne;
il n. 66 anno 1834 con un siipplimento; il n. 71 anno 1839 in 4 pagine più grandi,
ma sempre a 3 colonne; i numeri 27, 59 e 75 anno 1847; del Giornale di Roma: i
numeri 206 e 207 dell'anno 1852; il n. 123 dell'anno 1854; il n. 237 dell'anno 1855;
Un. 192 dell'anno 1864; il n. 32 dell'anno 1870.
Questo giornale che è una filiazione diretta del Diario d' Ungheria, di cui abbiamo
parlato a pagina 69, fu fatto risorgere nel maggio del 1877 dal prof Costantino Maes,
neir identico sesto, numero di pagine e carta, e col titolo popolare di Cracas.
(3) Di questi giornali è difficilissimo trovarne qualche esemplare. Nella Strenna-
Album dell' Associazione della Stampa j88i sono riprodotti i fac-simili, da alcune copie
che facevano parte della collezione Spada, molti dei cui documenti furono con grande
avvedutezza acquistati dal Ministero dell'Interno.
Nel 1850 a Roma si faceva un giornaletto alto centimetri 25 e largo 17, litogra-
fato, a due colonne, divise da una linea sormontata dall'impugnatura d'uno stocco.
La testata era cosi concepita :
'^'^s- 1850 _ , A-TT- A-ivr-p>o<=5T'0 r. , ^'"™- ^
Abbonamenti •*-• .^^ V .«.iVXX-%-»C3 X «>^ Si dispensa gratis
Libreria Bonifaci n^»7V»<*- j,«a„7^-„ Abbate jannetti
Uf. Cracas al Corso (•) Foglietto popolare _ ^^^^^^ responsabile
Il giornaletto comincia cosi :
« Che cosa ha fatto il Papa dopo il suo viaggio? Niente. Non osò nemmeno
salire a veruna loggia, come a Terracina, Velletri ed Albano per benedire, giacché le
commedie non si usa ripeterle che a richiesta del pubblico, e quello di Roma, memore
delle tragedie nazionali del 30 aprile e dell'assedio si è stancato delle farse pretesche. »
Dal 1863 al 1867 furono pubblicati a Roma due giornali clandestini: Cronaca Ro-
viana e Roma dei Romani. Essi figurarono all' Esposizione Nazionale di Torino del 1884,
nel Palazzo del Risorgimento Italiano. Anche nel 1863 il Comitato d'Azione aveva
fondato il giornale Roma 0 Morte. Nel settembre dello stesso anno il periodico clan-
destino fu sequestrato e il comitato lafariniauo fece irrompere nella tipografia, guastare
i tipi, lacerare le copie» ecc. Garibaldi aveva fatto adesione ed incoraggiato il giornale,
il quale poco dopo riprese le pubblicazioni sempre clandestinamente,
(*) È noto che U libreria Bonifaci e l'ufficio Cracas, erano i luoghi di ritrovo dei clericali più sfegatati.
IL GIORNALISMO ITALIANO. 95
due altri, ugualmente clandestini, il Catone e il Chi mena mena, ma che
rappresentavano le idee reazionarie.
Nelle Provincie pontificie la stampa sub! le stesse vicende che alla
capitale, e tranne la Ganeita Universale di Foligno, nessuno ve n'ebbe
che avesse anche mediocre importanza. Eran foglietti semi-privati, ad
uso e consumo dei governatori, del vescovo e dei funzionari civili e
religiosi.
Nel periodo 1846-49 però, anche nelle provincie il giornalismo
ebbe un subitaneo e vigoroso risveglio e sorsero molti periodici, ma
furono una pura e semplice riproduzione delle gazzette romane, e ces-
sarono col ritorno del Papa (i). Faceva eccezione il Felsineo fondato a
Bologna nel 1840 da Berti-Pichat. Esclusivamente agricolo ed economico
dapprima, nel 1847 divenne giornale politico e vi prese a collaborare
Marco Minghetti; poi il giornale mutò titolo e veste e si chiamò Vita-
liano, diretto sempre dal Berti-Pichat insieme con Aglebert (2).
Ristabilitosi il governo pontificio con l'entrata delle truppe francesi,
fu rimessa in vigore la censura preventiva e quei pochi giornali che
non erano ancora cessati per manc2n7a di redattori o perchè lo scopo
della loro pubblicazione era finito, vennero sospesi.
Pochissimi ebbero licenza di riprendere le pubblicazioni provviso-
riamente, e fra questi il Contemporaneo, che nel suo numero del 13 lu-
glio 1849, dopo parecchi giorni di sospensione, scriveva: « Con auto-
rizzazione superiore, il Contemporaneo riprende le sue pubblicazioni. —
La ragione delle armi ha dato causa vinta ai francesi, e noi lasciando
il passato al giudizio incorruttibile della storia, vergini di servo encomio
e di codardo oltraggio, studieremo di tenere informati i lettori di quanto
accade. — Durante lo stato d'assedio, eviteremo le polemiche, conser-
vando però sempre il giornale amico all'ordine ed al progresso, quale
si dichiarò fin dalla sua fondazione. — Il programma della occupazione
francese, porta il ritorno del S. Padre in Roma, con tutte le guarenti-
gie delle istituziotìi civili. — Come ciò possa accadere e come accadrà,
non sappiamo. L'avvenire è tuttora avvolto nella più fitta oscurità, »
Il Contemporaneo non aveva torto di dubitare dell'avvenire: due giorni
dopo il Giornale di Roma pubblicava un decreto che dichiarava soppressi
tutti i giornali, tranne l'ufficiale col titolo Giornale di Rema, aggiungendo
con eloquente concisione che ogni altro periodico sarebbe sequestrato ed
i suoi redattori puniti con tutto il rigore delle leggi.
Più lungo e più rigoroso che per qualsiasi altro stato italiano, que-
sto nuovo periodo di silenzio giornalistico durò fino al 20 settembre 1870,
cioè fino al giorno in cui le cannonate di Porta Pia aprirono all'Italia
le porte della sua capitale. Dei due soli giornali che esistevano allora,
V Osservatore Romano fondato nel settembre 1849, poi sospeso e ripreso
qualche anno dopo, e il Giornale di Roma, il primo soltanto rimase in
(i) Un elenco dei più notevoli si trova nell'articolo Tt Giornalismo Romano
nel 1846-4^.
(2) L'Italiano nato nel febbraio del 1847 usciva il 15 e l'ultimo d'ogni mese.
L'utile era destinato a benefìcio dei graziati indigenti L'ufficio era in piazza S Ste-
fano, 96.
96 GUIDA DELLA STAMPA. PERIODICA ITALIANA.
vita, soffocato però da un subisso di nuovi giornali, sorti il giorno stesso
dell'ingresso delle truppe italiane. Fra i primissimi citerò la Libertà, ìz
Ga:^^etta del popolo, la Capitale, il Romano, il Tribuno, ecc. (i).
X
Del giornalismo napoletano e siciliano anteriore al 1848, abbiamo
detto qualche cosa; di quello del '48 discorriamo più partitamente al-
trove (vedi prov. di Napoli).
Ora accenniamo soltanto qualche cosa sulle condizioni generali della
stampa meridionale nel periodo che precedette il i8éo.
Caduta la repubbhca partenopea, dal 1806 al 18 15 non si ebbe al-
tro periodico politico tranne il giornale ufficiale, che al ritorno dei Bor-
boni divenne il Giornale delle Due Sicilie, prese per breve tempo il nome
di Giornale Costituzionale delie Due Sicilie (1820-21), ma perdette presto
questo aggettivo (2).
Nel breve periodo rivoluzionario del 1820-21, sorseso altri giornali,
come r Imparziale, il Carteggio delle ombre e la Minerva napolitana di .cui
era collaboratore Carlo Troya, ma ebbero brevissima esistenza (3).
Soppressa la costituzione, e quindi quella larva di libertà di srampa
che era stata concessa, anche i giornali che da essa avevano avuto vita,
dovettero cessare. Fu solo dopo il 1830, che si ebbe qualche nuovo
tentativo giornalistico, e apparvero successivamente l' Omnibus letterario (4)
e V Omnibus pittoresco di Vincenzo Torelli, il Poliorama pittoresco (5) e il
Lucifero fondati e diretti da Giuseppe Cirelli, ed altri. Superiore a tutti
poi, ecco apparire il Progresso, che venne considerato, come già abbiamo
visto, quale legittimo successore deWAntologia di Firenze, allora allora
soppressa. Fondato e diretto da Giuseppe Ricciardi, venne diretto suc-
cessivamente — allorché questi fu costretto ad emigrare — dall'econo-
mista Bianchini, da Giuseppe De Cesare e da Pasquale De Virgili. Del
Progresso era collaboratore assiduo Carlo Troya e furono scrittori altresì
Gino Capponi, Tommaseo ed altri parecchi, fra coloro che avevano resa
cosi autorevole V Antologia.
Ci) Questi e molti altri giornali romani del 1870 si trovano nella mia collezione.
La Galletta del popolo, di cui conservo il primo numero, usci il 22 settembre in 4
pagine a 3 colonne, diretta da Edoardo Arbib.
(2) Lo riprese nel 1849; e nel 1860, durante la dittatura di Garibaldi, divenne il
Giornale di Napoli, sotto la direzione di Biagio Miraglia. Nella Biblioteca Nazionale
di Napoli si conserva l'intera collezione del Giornale del Regno delle Due Sicilie; io ne
conservo parecchi numeri.
(3) Della Minerva Napolitana ho il quaderno ir.°, in data 20 novembre 1820.
Questa rivista usciva ogni decade in quade'-ni di 3 fogli in 8.°, si stampava nella Ti-
pografia Francese e costava 24 carlini al trimestre.
Nel 1824 usci im'altra rivista, L' Utile passatempo, di mode, aneddoti, novelle, ecc.;
ne ho il fascicolo n. 19.
(4) Nel 1848 si trasformò in giornale politico, per ridivenire letterario, e nel 1863
ritornò ad occuparsi anche di politica. Torelli è morto pochi anni fa, ma il gi'^rnale
vive tuttora. Del vecchio Omnibus ho vari numeri.
(5) Nacque nell'agosto del 1836, in 8 pagine a 2 colonne. Vi scrivevano il cas-
sinese Tosti, Antonio Fazzini, Vincenzo Morgigni Novella, Cesare Malpica, Giuseppe
De Simone, ecc. Di questo giornale ho le complete annate i.% 2.*, 5.* e 7.*
IL GIORNALISMO ITALIANO. 97
Più tardi, verso il 1840, Pasquale Stanislao Mancini fondava Le Ore
solitarie (i), pregevole rivista che durò fino al 1847, e poco^ dopo a
Cosenza pubblicavasi il Calabrese, che nascondeva le sue aspirazioni libe-
rali sotto il pretesto di studiare e illustrare la storia paesana, e fu poi
l'organo della rivoluzione calabrese.
A questi — e sempre nel campo letterario e scientifico ben inteso,
perchè alla politica nonché scrivere, non era nemmeno permesso di pen-
sare — occorre aggiungere il Salvator Rosa, nel quale collaboravano Pe-
truccelli della Gattina, Achille De Lauzieres, Francesco Lattari e Benia-
mino Rossi, leccese; La Motì?rt, rivista decadecaria, h Rivista napoletana,
periodico mensile, il Museo di sciente, lettere ed arti, altra rivista men-
sile alla quale collaboravano i migliori ingegni napoletani; il Giornale
dei giovanetti, diretto da Cesare Malpica, ecc. (2).
Nel 1843 (24 agosto) nacque pure II Sibilo, giornale del giovedì,
letterario, teatrale e di mode, diretto da M. Augusto Mauro e Edoardo
Ciollaro (3).
Fu solo nel 1845, e colla pubblicazione di foglietti clandestini — i
quali a Napoli precedettero quegli degli altri paesi d'Italia — che si ebbe
nuovamente un principio di giornalismo politico. Vivacissima e attivis-
sima, questa stampa clandestina, se ebbe tutti i difetti che sono inerenti
a un tal genere di pubblicazioni, servì moltissimo alla causa liberale, e
preparò quel fermento che condusse poi alla Costituzione del 29 gen-
naio 1848, Il primo giornale che entrò apertamente nella discussione,
per quanto era possibile farlo, fu il Lume a f^as di Gaetano Somma (1847).
Con decreto dei 29 gennaio 1848, Ferdinando II distrusse quanto
aveva stabilito a riguardo della stampa il 19 gennaio: non più revisione
vessatoria, non più depositi in danaro, non più guarentigie : « La stampa
sarà libera, e soggetta ad una legge repressiva per tutto ciò che può
offendere la Religione, la morale, l'ordine pubblico, il Re, la Famiglia
Reale, i Sovrani Esteri e le loro Famiglie non che l'onore e gl'interessi
dei particolari. »
Con altro decreto fu abolita la sopratassa sui giornah, libri, stampe
ed opere periodiche. Questi avvenimenti dettero alla stampa un vigoroso
impulso e i giornali si moltiphcarono. Fra i principali del nuovo periodo
rivoluzionario, bisogna notare il Nazionale, diretto da Silvio Spaventa (4)
(i) Posseggo un numero di questo prezioso giornaletto, nel quale scrisse anche
Salvatore Stampacchia, leccese, che nel 1848 pubblicò in Lecce // Saìeniino, giornale
liberale, pel quale ebbe a soffrire non poche persecuzioni. A Lecce, nella stessa epoca
pubblicavasi il Troppo Tardi, valoroso giornale liberale.
(2) Il Giornale dei giovanetti, cominciato il 5 marzo 1840, si pubblicava in 8 pa-
gine ogni IO giorni in-4.° piccolo a 2 colonne, con illustrazioni litografiche nella prima
e talvolta nell'ultima pagina. Il Girelli del Poliorama ne era editore, del quale il com-
pilatore Malpica diceva nella prefazione: « Egli è animato da quel calore che sempre
lo investe peV tutto ciò che tende al progresso degl'ingegni.... Nel suo stabilimento vi
ha un giornale artistico, letterario, industriale ; v' ha un foglio pittoresco, un altro per
la moda, v'han torchi da stampa, torchi litografici, disegnatori e scrittori.... » Del
Giornale dei giovinetti possiedo i volumi i, 2, 3, 4, 5. 00
(3) Usciva in 8 pagine a 2 colonne con figurini. Ho tutti i numeri dal i." al 25.
(4) Vedi l'articolo // Giornalismo napoletano dopo il // maggio 1848.
N. Bernardini — Guida della Stampa periodica italiana — 7.
08 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
e a cui collaboravano i più ardenti patriotti napoletani; la Costitu:(ione^
fondata da Raffaele Mezzanotte e diretta da Francesco Lattari, che por-
tava per motto: Unità, Libertà, hidipcndenia ; il Tempo organo del partito
regionalista (i); il Mondo Vecchio e Mondo Nuovo, in cui Petruccelli
della Gattina sfoggiava il suo tagliente ingegno; grandissima influenza
ebbe pure in quei giorni V Arlecchino, foglio umoristico con caricature,
che rimase celebre per la sua mordacità e al quale collaboravano Achille
De Lauzieres, proprietario e direttore, Michelangiolo Tancredi, Orgitano,
Felice Niccolini ed altri (2); la Libertà, di cui era principale redattore
Antonio Scialoja; V Indipendente, che soppresso al cominciare della rea-
zione, risorse sotto il nome d Indipendenza; il Lampo, che era un sem-
plice bollettino di notizie (3); e il Tuono, che malgrado la meno rigorosa
censura veniva a ogni tratto soppresso, e ad ogni volta risorgeva inti-
tolandosi successivamente: / tuoni. Che tuoni! Oh! tuoni, ecc.
Nel marzo del 1848 nacque anche // Vapore, foglio giornaliero, in
4 pagine piccole a 2 colonne diretto da Pietro Roussel de' Rossi (4).
Nelle Provincie, il movimento giornalistico era quasi nullo, e m.e-
rita solo qualche menzione Vitaliano delle Calabrie, fondato a Cosenza
nel giugno del 1848, allo scoppiare dell'insurrezione calabrese, e redatto
da Biagio Miraglia.
Ma man mano che il governo si fortificò, la stampa andò depe-
rendo. La reazione prendeva il sopravvento : un decreto del 27 marzo 1849
modificò nuovam.ente la legge sulla stampa; si aumentarono le precau-
zioni, i rigori, e a ciò il governo fu spinto per gli attacchi violenti del
citato Indipendente. Il giornale ufiìciale a questo proposito stampava:
« Che intorno agli atti governativi le opinioni possano liberamente ma-
nifestarsi per mezzo della stampa periodica con iscopo di vera comune
utilità, è facoltà incontrastabile conceduta ad ogni cittadino dello stato.
Ma valersi di questo mezzo di manifestazione del pensiero per ispacciare
fatti immaginari o travisati, 0 per tacerne o negarne affatto altri tutti
positivi con lo scopo evidente di contrariare il governo e renderlo odioso
(i) Il Tempo ebbe a redattori il Troja, il Baldacchini, il Bonghi, il Caracciolo e
il Gatti. Al Tempo spetta l'iniziativa d'aver reclamato la cooperazione delle truppe
napoletane alia guerra d' indipendenza, e all'aprirsi della prima assemblea legislativa
la istituzione di un potere costituente che agisse d'accordo col Re. Questo giornale
ebbe una parte grandissima alla formazione del ministero Troja; ma dopo il colpo di
stato del 15 maggio 1848, passò agli stipendi del governo e mutata redazione conti-
nuò finche al governo parve necessario avere un organo proprio.
(2) Vedi oltre l'articolo 1' « Arlecchino » di Napoli nel 1848.
(3) Vedi oltre l'articolo « Il Lampo » di Napoli.
(4) Questo giornale usciva ogni giorno a 23 ore e costava un grano a numero.
Due delle sue pagine erano occupate dall'appendice l'Ebreo Errante di Sue. Nel n. 41
di questo giornale, che conservo, c'è questa data di cronaca: « Leggiamo quasi ogni
sera nel Giornale Costituzionale i versamenti che del contributo fondiario fanno antici-
patamente i proprietari anche stranieri stabiliti qui, nelle mani dei percettori, e con
ammirevole soddisfazione abbiam inteso che il Capo di Ripartimento D. Luigi Settem-
brini abbia ceduto in prò delle Finanze un terzo del suo soldo. Ora vedete come can-
gian le cose! In quei giorni ne' quali si sentiva che in Roma, ed in altre parti d'Italia
piovevan danari da ogni banda, qui in Napoli piovevan sassate, ed ora che in Italia
cadono nugoli di palle, in Napoli si comincia a vedere la pioggia delle monete. »
IL GIORNALISMO ITALIANO. 00
e d'ingenerare ed alimentare k pubblica scontentezza, è un attentare ai
santi diritti della verità, anteriori ad ogni altro, è un ingannare il paese
sui suoi reali interessi, è un dare sfogo a private passioni per ispirarne
alle moltitudini delle perniciose e sovversive. » E lo stesso giornale ri-
peteva spesso con ipocrisia: « Non si stanca Ferdinando di essere cle-
mente; ma si stancheranno essi gl'ingrati di essere ingrati? »
Gli scrittori più compromessi presero allora la via dell'esilio, sep-
pure non erano già nelle carceri dello stato e rimase soltanto il giornale
governativo, al quale fu tolto l'epiteto di costituzionale che gli era stato
appiccicato per la seconda volta.
Dal 1845 al 1855 si ebbe ancora un profondo silenzio (i) che co-
minciarono poi ad interrompere il Trtifaldino, la Rondinella (1855), il
Diorama, il Tornese (2), il Paiamo di Cristallo (1856), il Nomade (1857),
a cui collaboravano Carlo De Cesare, Giuseppe Lazzaro e Luigi Indelli,
V Epoca (1858), il Campanello (1859). Poco prima dei rivolgimenti del '60,
durante il breve periodo costituzionale di Francesco II, comparve 1' Opi-
nione Nazionale, insieme alla Nuova Italia di Pasquale De Virgilii, e alla
Patria di B. Miraglia e Francesco Lattari.
Proclamata la dittatura, la stampa politica si fece più attiva ed entrò
arditamente nel nuovo campo d'azione che i nuovi avvenimenti le schiu-
devano (3). Sorsero cosi il Pungolo fondato da Leone Fortis e diretto
da Jacopo Comin; il Nazionale, che fondato da Bonghi per ordine di
Cavour, trasportossi poi a Torino;' la Patria diretta prima dal Bianchi-
Giovini, poi da Paulo Fambri, rimasta per molti anni l'organo del par-
tito moderato; il Popolo d'Italia, organo dei repubblicani, fondato da
Filippo De Boni e diretto da Giorgio Asproni (4), il Roma fondato da Pie-
tro Sterbini, diretto prima da Diodato Lioy, poi da Giuseppe Lazzaro;
VJtalia, diretta da Luigi Settembrini, poi da Francesco De Sanctis; l'Azione
giornale mazziniano di Giovanni Matina (5), e moltissimi giornaletti
(i) Per farsi un concetto del regime a cui era ridotta la stampa in questo triste
periodo, basrerà dire che perfino la Civiltà Cattolica, rivista mensile religiosa, dovette
abbandonare Napoli e trasferirsi a Roma!
(2) Il Tornese, giornale universale, politico, scientifico, letterario, artistico, bernesco,
era nato ai primi del 1856; usciva ogni giorno in-8.° a due colonne e costava un
tornese a numero. Vi scrivevano T. RutTa, R. Pettinati, P. Distretto, Luigi Cassitto,
Alberto Grimaldi, ecc. L'ufficio era al vico S. Niccolò alla Carità 14. Nella mia col-
lezione ho un volume del Tornese, dal n. 73 al 163.
Nel 1850 nacque a Napoli l'Ordine giornale politico letterario quotidiano, stam-
pato su carta cilestre.
(3) Dal 20 luglio 1860, cioè prima dell'entrata di Garibaldi, fino agli ultimi mesi
dell'anno, si pubblicò a Napoli un giornaletto intitolato appunto II Garibaldi, in 4 pa-
gine in-4.'' a 2 colonne, su carta celeste, che fu l'organo quasi ufficiale del governo
provvisorio. Ne ho i primi 16 numeri.
(4) Il Popolo d'Italia fu fondato nel gennaio 1860; usciva ogni giorno in 4 pa-
gine a 4 colonne. Aveva il suo ufficio alla strada Sette Dolori 37, 2.° p."
(5) L'Anione, giornale quotidiano, fu fondato dopo Aspromonte. Lo dirigeva di
nome il deputato radicale Giovanni Matina, in fatto era compilato dal prof. Luigi Ti-
nelli, allora poco più che ventenne, che usciva dalla redazione del Popolo d' Italia, ed
ora è preside del liceo di Teramo. Neìì'Aiione scriveva d'ordinario Domenico Mauro,
patriotta e poeta calabrese, capo col Ricciardi della famosa resistenza di Campotenese,
uno degli esuli più illustri del dodicennio; i suoi articoli stupendi per la forma, alti
100 GUIDA DELLA STAMPA PERIODIC.i ITALLANA.
umoristici come il Diavoletto, il Tuono, la Torre di Babele, il Nuovo Ar-
lecchino, l'Arca di Noe, ecc. (i).
Ma in sostanza nessun giornale di qualche seria importanza potè
mai mantenersi a Napoli prima del 1870, dove, dopo la guerra der59
eransi formate due correnti nell'opinione pubblica e nella stampa quo-
tidiana. I liberali, che senza abbandonare le idee costituzionali desidera-
vano il mantenimento della indipendenza napoletana avevano scelto per
loro organo principale Y Italia citata, mentre a propugnare le idee del
partito unitario c'era il Na:{ionale, che cessò le pubblicazioni non appena
colla soppressione del vice-reame furono annientate le ultime traccie di
un'autonomia napoletana. Tutti i giornali citati e molti altri ancora eb-
bero una vita efimera ; soltanto pochi rimasero in piedi : il Pungolo che
fu sempre l'organo di un'opposizione mal definita e tira ora 12,000 co-
pie; il Roma, in origine organo di estrema sinistra, che tira 6000 copie;
il Piccolo, fondato da Rocco De Zerbi, che lo abbandonò un paio d'anni
fa e che tira circa 5000 copie
In quanto ai giornali surti qua e là nelle provincie napoletane, non
ve n'era che qualcuno che avesse raggiunto un po' d' importanza.
X
Diciamo ora qualche cosa del giornalismo siciliano.
In Sicilia non si ebbe vivace movimento giornaUstico se non nel
periodo 1848-49. Prima d'allora non eransi visti che pallidi tentativi di
giornalismo politico, e una stampa che doveva limitarsi a far della po-
litica solamente per analogia storica, applicando ad uno oi altro periodo
e vigorosi per il concetto, erano spesso violenti e colpivano a sangue il partito mo-
derato. Anche il Nicotera, sebbea di rado, vi collaborava. Redattori ordinari del gior-
nale erano: Nicola Buano, che poi fu deputato, e un tal Colajanni, basilisco; straor-
dinari Enrico e Camillo Fazio, Gaetano Cherubini, Pasquale Bàrbera e altri. 11 gior-
nale visse poco meno di un anno. In quel tempo le idee radicali non attecchivano
in Napoli; il giornale più diffuso era il Pungoìo, che allora era più moderato che pro-
gressista. L'Aiione fu pubblicata quasi a tutta perdita.
(i) Nell'agosto del 1864 a Napoli doveva avvenire uno scontro alla sciabola fra
il deputato Alfieri d'Evandro e il signor F. Alessandroni, direttore proprietario del-
l'.^n:a di Noè. Ma sul punto che i due avversari avevano imbrandite le armi per bat-
tersi, l'Alessandronl, preso da panico, scappò, fra l'ilarità degli altri convenuti. (Do-
vere, 27, II.)
Ecco una lista, sebbene non completa, di giornali napoletani comparsi in questo
periodo e di cui ho rintracciato qualche esemplare nella mia collezione: 1861: U Ple-
biscito, quotidiano; L'Indipendente, quotidiano, diretto da Dumas (vedi oltre Alessandro
Dumas giornalista a Napoli); La Pietra Infernale, diretta da Giovanni Gervasi; 1862: il
Corriere d'Italia, quotidiano, di Antonio D'Alessandro; l'Epoca, trisettimanale; l'Eco
di Napoli, religioso, trisettimanale; la Sentinella, trisettimanale; la Gaietta di Napoli,
quotidiana, in 6 pagine piccolissime : Napoli e Torino, trisettimanale religioso ; // Cat-
tolico, trisettimanale; Il Monitore, giornale che fa piangere e fa ridere, trisettimanale; //
Difensore Cattolico, trisettimanale; La Stampa Napolitana, trisettimanale cattolico (so-
spese le puiblica^ioni il ji gennaio iSój); l'Avvenire, quotidiano, di Antonio Turchia-
rulo; l'Osservatore Napolitano, trisettimanale cattolico, di Armand Dubarr}^; 1863: La
Libertà italiana, quotidiano, di Luigi Indelh; L'Italia, organo dell'Associazione Uni-
taria costituzionale; Il Conciliatore, quotidiano, di Ercole Giordano; La Pagnotta, umo-
ristico; La Bilancia, cattolico, e poi il Corriere del Mattino, la Libertà Cattolica, Lo
Trovatore, in dialetto, la Nuova Roma, ecc. ecc.
IL GIORNALISMO ITALIANO. 101
antico, quelle considerazioni che gli scrittori avrebbero voluto fare sulle
cose e gli uomini del giorno.
Citerò il Periodico (1811-15) e il Giornale dei dibattimenti, poi, dopo
il 1857, rocchio, di Parlatore, V Oreteo, di Francesco Crispi, il Giornale
di scienie, lettere ed arti di Mortillaro, l' Effemeride Siciliana di Malvica e
Pignatelli, il Giornale di Statistica di Francesco Ferrara (1834-40) (i), la
Ruota di Benedetto Castiglia, il Contemporaneo e il Peloritano di Messina.
Costretti come dissi, a far della politica di due secoli addietro, o
a non lasciare il campo letterario e scientifico, questi giornali coglievano
però ogni occasione per esprimere i sentimenti e le vaghe aspirazioni
che cominciavano a farsi strada nell'animo dei patriotti. Gli è cosi che
quando si prese a discutere intorno alla convenienza di conservare o
abolire la doppia dogana, la quistione prese subito aspetto politico. E
questo momento psicologico del giornalismo siciliano è tanto più inte-
ressante, inquantochè fu allora che cominciò a rivelarsi il partito italiano
unionista, che voleva la dogana unica per tutto il regno delle Due Si-
cilie, mentre il partito autonomista voleva la doppia dogana per Napoli
e per Sicilia. Cosa curiosa : al partito unionista appartenevano allora que-
gli stessi uomini che poi furono i più ardenti e pertinaci campioni del-
l'autonomia siciliana.
Venuto il 1848, in ogni centro dell'isola sorsero giornali, e la stampa
ebbe allora un periodo di attività che non raggiunse mai più. Primo
fra tutti fu il Precursore, organo del Comitato di difesa, fondato in Pa-
lermo da Crispi, in mezzo alle barricate, e scritto col fucile in spalla.
Sempre a Palermo, si ebbero poi, la Indipendenza e la Lega, che era
diretta da Francesco Ferrara e rappresentava le idee del partito più mode-
rato; la Democrazia italiana di Giuseppe La Farina; il Cittadino; la Falce
di Beltrani; la Luce di Cordova; la Costanza di Crispi, Raffaele e De
Pasquali, ecc. ecc. (2).
Come negli altri paesi d' Italia, la restaurazione fece strage di tutti
questi giornah, e rimasero in vita soltanto. Cerere, giornale ufficiale di
Sicilia — che mutato governo divenne poi l'attuale Giornale di Sicilia —
e V Armonia, giornale di sfegatata reazione.
L'eroica spedizione di Marsala venne a mutare questo stato di cose
e fece risorgere per opera dello stesso Crispi, quel Precursore che nel '48
era stato il primo giornale di rivolta, ed ora doveva, non più preannun-
ciare tempi nuovi e nuove vicende, ma constatare il feUce avverarsi di
tanti sospirati desideri. Il Precursore fu per lungo tempo il foglio più
diffuso dell'isola, più diffuso che non fosse il Corriere Siciliano fondato
a sostenere il governo del partito liberale moderato. Ma fra i giornali
palermitani, più popolare di tutti era V Amico del popolo che apparteneva
all'opposizione moderata e che tuttora si pubbhca.
(i) Emeiico Amari, palermitano, giovanissimo collaborava già nel Giornale di Sta'
tistica; esule in Piemonte nel 1849 dettò col Ferrara il periodico La Croce di Savoja.
(2) Giacinto Carini, palermitano, fallita l' insurrezione siciliana del '48, esulò a Pa-
rigi, ove con Ferrari ed altri connazionali fondò un giornale con Io scopo di proteg-
gere gl'interessi industriali e commerciali degl'italiani; ir giornale intitolossi prima
Revut francO'italienne, poi Courrier franco-italien.
102 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
In quanto alla stampa di Messina essa presentava in generale un
carattere di maggiore benevolenza verso il governo, che non avesse la
stampa palermitana.
Nel 1868 a Palermo si pubblicavano 27 giornali.
In tutta la Sicilia nel 1870 si pubblicavano 79 giornali e riviste
periodiche.
La sola Palermo ne contava 31, e solo essa ne aveva di scienze,
lettere ed arti. Vi erano le Nuove effemeridi siciliane e la Rivista Sicilia,
quest'ultima, la prima rivista di scienze, lettere ed arti, nata nel 1869
a fascicoli mensili di 90 pagine; il Giornale del Consiglio di perfe:(iona-
w^w/o si occupava di scienze naturali ed economiche; la Ga:(:ietta medica,
la Galletta clinica, l'Osservatore medico, il Pisani, gli Annali della medicina
omeopatica per la Sicilia, di scienze mediche; gli Annali di costruzioni di
scienze esatte; gli Annali di Agricoltura Siciliana; gli Atti della Società
di acclima:^ione ; il Giornale ed Atti della Commissione di agricoltura e pa-
stori:(ia per la Sicilia, di scienza, industria ed interesse agricolo; il Circolo
Giuridico, di scienze legali, ch'esce tuttora; V Evemero, di filosofia ra-
zionalista; il Vittorino da Feltre, V Istruzione ed Educazione, la Rivista
italiana d'istruzione pubbhca; l'Arte, il Diogene, la. Gazzetta artistica, la
Rivista drammatica, di arte specialmente drammatica e musicale; il Gior-
nale della Camera di Commercio e il Commercio di Sicilia, quest'ultimo
ancora esistente; il Giornale di Sicilia, il Precursore, l'Amico del popolo
che escono sempre e la Regione, la Gazzetta di Palermo, V Emancipazione,
la Luce e l'Umanitario, tutti di cose politiche.
Tra le principali città di provincia, Messina ne contava 12: l'Epoca,
il Corriere messinese, l'Operaio, il Barbiere, Don Marcio, Fede e Ragione, il
Normanno, il Ficcanaso, la Gazzetta di Messina, creata nel 1863, l'Aquila
latina fondata nel 1861, Politica e Commercio nel 1857, tutti politici e
tutti morti, meno i tre ultimi, e la Temi Zanclea di materie legali.
Catania aveva lo Studente, periodico di pubblica istruzione e il Mo-
nitore uella Provincia, la Sveglia, la Redenzione, 'l'Apostolato, la Gazz^t^^
di Catania, Fede ed Avvenire e Don Pancrazio, tutti politici.
Siracusa aveva l'Avvisatore Siracusano, il Popolano, la Cronaca, la
Gazz^ti'^ di Siracusa, la Camera di Commercio, cessati.
Trapani aveva V Imparziale ed Esopo.
Girgenti il Giornale della Provincia e V Empedocle.
Caltanissetta il Messaggere.
Vari comuni avevano anch'essi il loro giornale, attualmente cessati :
Lentini la Voce del popolo, il Presagio e il Patriota; Ragusa l'Omnibus
e l'Eco dei monti; Noto la Voce del Sud; Modica il Campailla; Comiso il
Mentore popolare; AcivQaÌQ il Cittadino ; Ghrra la. Stella polare; Barcellona
pozzo di Gotto l'Eco del Longano e l'Operaio; Mistreita l'Amastratino.
Messina, Girgenti, Bivona, Caltagirone, Noto, Mistretta avevano ciascuna
il loro Bollettino del Comizio Agrario, che ora manca a parecchie di que-
ste città.
Nel 1870, c'è da osservare che, uscendo da Palermo non s'incon-
travano che giornali di commercio, di amministrazione e di politica;
ehe la più parte di essi erano settimanali 0 quindicinali,
IL GIORNALISMO ITALIANO. 103
Nello Stesso anno da due mesi erano stati sospesi tre giornali cat-
tolici: VApe Ibka di Palermo (i), la Parola Cattolica di Messina e la
Tromba Nisseria di Caltanissetta.
X
Anche la Lombardia e la Venezia, subito dopo la vittoria del po-
polo sugli austriaci e la liberazione del 1848 videro sorgere un gran
numero di giornali di tutti i colori politici. L'organo del governo prov-
visorio di Milano e nel tempo stesso del partito moderato lombardo,
era // 22 Mar^o, in 4 pagine a 4 colonne, grande, nel suo formato,
come le speranze lombarde e come esse mal determinato ne' suoi scopi
ed incerto nelle sue mosse, fondato e diretto dal Broglio e dal Tenca
e che cessò le pubblicazioni al ritorno degli austriaci. Contemporanea-
mente Romolo GrifEni e Pietro Maestri pubblicavano la Voce del popolo^
anch'essa abbastanza diffusa e relativamente moderata, sebbene non sem-
pre andasse d'accordo col governo provvisorio. Nel maggio 1848 era
pure apparsa a Milano V Italia del popolo, organo di Mazzini, redatta in
principio dal Revere; ma entrati gh austriaci a Milano, il giornale fu
trasportato a Roma, dove venne soppresso nel marzo 1849. Nello stesso
tempo una folla di giornaletti da teatrali s'erano trasformati in politici,
come V Operaio, foglio di colore quasi socialista, compilato da Enrico
Cernuschi, Pietro Perego e Lavelli (2); anche i giornah umoristici pro-
speravano: allora cominciò a farsi nome il briosissimo Caccianiga di
Treviso con lo Spirilo Folletto, modellato sullo Charivari parigino di quei
tempi.
Con l'entrata degli austriaci a Milano, rimasero in piedi soltanto
pochi giornali, la Ga:(^etta di Milano, foglio ufficiale (3), il Pirata, gior-
nale artistico letterario (4), il Cosmorama Pittorico parimenti letterario
e artistico (5) e qualche altro.
La Bilancia, organo di feroce reazione, vi ebbe breve esistenza. Per
(i) Era stata fondata nel 1868; usciva tutti i giorni in 4 pagine a 4 colonne, con
la tiara e le chiavi apostoliche e tre lettere di Pio IX nella testata! Ho il n. 200
del 1870.
(2) Cernuschi, oggi speculatore milionario a Parigi, in quel tempo fu l'anima
delle barricate di Milano; fu due volte imprigionato, dal governo provvisorio di Mi-
lano, perchè svelava nel suo giornale le mene dei fusionisti, e nel '49 a Roma dai
francesi per l'accusa di avere eccitato il popolo ad insorgere contro di essi nel loro
ingresso a Roma. Il Perego, dopo breve soggiorno a Torino, diventò giornalista a sti-
pendio della polizia austriaca a Verona, dove mori, a quanto corse voce, di veleno
propinatogli da mano clericale. Lavelli, ignoto affatto, mori esule ed ancora giovane
in uno spedale di pazzi a Londra.
(3) Usciva da parecchi anni in 4 pagine a 3 colonne con l'aquila bicipede nella
testata. Ne ho due numeri: uno del 1842, con un supplemento letterario; allora il
titolo era Gaietta privilegiata di Milano; ed un altro del 1849.
(4) Era nato nel 1856; si pubblicava il martedì e venerdì in 4 pagine a 3 co-
lonne; ne era estensore proprietario F. Regli. Ne ho un numero del 2 giugno 1840.
(5) Era stato fondato nel 1835; usciva in 8 pagine in-4 ° a due colonne. Ne con-
servo un numero del 1845.
Verso la stessa epoca, cioè nel 1833, era nato anche il Figaro, giornale di lette-
ratura, belle arti, critica e teatri, compilato da G. Battaglia ed O. Arrivabene. Usciva
in 4 pagine a 3 colonne. Ho il n. x.°, anno V, del 4 gennaio 1837.
104 GUIDA DELLA STAilPA PERIODICA ITALIANA.
contro, nato nel 1852, seppe mantenersi in vita sino alla seconda riscossa
degl'italiani nel 1859 il Crepuscolo, professante principi italianissimi, in-
stillati e proclamati in una forma alquanto nebulosa e con un frasario di
difficile intelligenza affine di sfuggire allo spegnitoio ed alle forbici austria-
che. Del Crepuscolo fu principale direttore e redattore Carlo Tenca, che
aveva cominciato a scrivere, alcuni anni prima, nel Corriere delle dame (i).
Accanto al Crepuscolo sorsero giornaletti minori, di poco conto, come
il Caffè del De Castro e il Fug^iloiio del Viviani, ed altri, assai più utili
alla causa nazionale, come il Quel che si vede e quel che non si vede del
Fortis, e il Pungolo illustralo pure del Fortis, 1' Uomo di Pietra (2),
giornaletti, quest'ultimi, che qualche cosa dicevano dì quel che era nel-
l'animo di tutti. Ma quella non era e non poteva essere vita: era mal
represso desiderio di vita, null'altro.
A Venezia, nel 1848, oltre la Gaietta veneta (3), organo di Da-
niele Manin, diretta sempre dal Locatelli, videro la luce V Indipendente,
V Unione e lo spiritoso giornale satirico Sior Antonio Rioba, fondato da
Francesco Berlan (4).
Nello stesso anno nasceva per opera di Pacifico Valussi, un onesto
e coraggioso pubblicista, il giornaletto Fatti e Parole (5), un bell'esem-
pio di cronaca popolare che concorse a sostenere lo spirito dell'eroica
popolazione veneziana durante l'assedio del 1848-49; nasceva pure l'Av-
visatore mercantile, foglio ufficiale della Camera di Commercio, vissuto
oltre 20 anni, sotto la direzione di Tommaso Locatelli (6).
Ma dopo il 1848-49, come negli altri stati, anche a Venezia non
rimasero in vita se non gli organi ufficiali del governo, non sempre
sussidiati da quelU del clericalismo, ed in ispecie del gesuitismo, troppo
ansioso di tirar l'acqua al proprio mulino (7).
Vi furono altri tentativi, ma molto innocui: nel 1850 u^ci il Caffé,
giornale ebdomadario di scienze, lettere ed arti (8), nel 1853 un altro
consimile intitolato / Fiori, ed altri di poca importanza.
Venezia non ebbe stampa libera e fiorente che alla sua liberazione.
Ed è strano: mentre Venezia può ritenersi la culla del giornalismo, in
(i) Vedi più oltre l'articolo Cario Tenca e II Crepuscolo.
(2) Vedi più oltre l'articolo L' Uomo di Pietra (18 ^y), di Cletto Arrighi.
(3) Sotto la dominazione austriaca s'intitolava Gaietta privilegiata di Venezia.
Usciva ogni giorno in 4 pagine a 3 colonne, con l'aquila bicipede nella testata, con
G. A. Perlini e T. O. Locatelli, proprietari, compilatori ed editori. Di questo giornale
ho il n. 26 del 3 febbraio 1S35. Sotto la repubblica il diario si intitolò Gaietta di
Venezia, foglio ufficiale, col leone di S. Marco invece dell'aquila austriaca. Di quest'epoca
ho il n. 304 del 20 novembre 1848.
(4) Vedi nella provincia di Venezia il giornale l' Ombra del Sior Antonio Rioba.
(5) Ho il n. 205 del 6 gennaio 1849. Usciva in 4 pagine in-S." a 2 colonne, senza
data di paese, anno e tipografìa.
(6) Ho il n. 9 anno XVII del 1864 di questo giornale.
(7) Dario Papa, 11 Giornalismo, p. 253.
(8) Ho il 2." numero di questo giornale. In esso e' è un articolo in cui si lagna
delle brutte coudizioni della stampa e della pessima accoglienza fatta dal pubblico.
Conchiude col dire che nel bel paese cui
.... il mar circonda e l'Alpe
La vita, degli stenti è per k talpe,
IL GIORNALISMO ITALIANO. 105
essa la stampa vi ebbe, più tardi che in qualunque altra regione, vita
prospera e attiva.
X
Nei dieci anni che corsero dalla restaurazione ai moti nazionali
del '59, la storia del giornalismo politico italiano si riassume quasi in-
teramente nella storia del giornalismo piemontese (i). E per quanto la
maggior parte dei fogli pubblicati durante questo periodo in Piemonte, e
specie a Torino, non abbiano avuto che una breve esistenza, pur non-
dimeno fu il Piemonte il solo paese d'Italia ove la libera discussione
potè trovare un asilo. Dei tanti periodici nati nel 1848, i soli che si
mantennero in vita nel decennio e che sieno giunti sino a noi, sono
la Ga:(^etta del popolo e l'Opinione che difendeva allora le idee moderate
del patriziato lombardo. Più tardi quando essa passò sotto la direzione del
Dina (2), il Bianchi-Giovini fondò 1' Unione che si distinse ben presto
per la sua polemica contro il clero. In quanto alla frazione democratica
dell'emigrazione lombarba essa aveva trovato in principio il suo organo
nel Progresso a cui collaboravano il Crispi e il Correnti e più tardi nel
Diritto, fondato dal Robecchi, Correnti e Depretis nel 1854. Un altro
giornale di opposizione, la Libertà del Brofferio, combattè per lungo
tempo la politica del Cavour, il quale aveva trovato a sua volta uno
zelante difensore nel Parlamento, che mutò poi nome nel 185) e di-
venne il Piemonte sotto la direzione del Farini (3).
Il centro condotto dal Rattazzi, e chiamato allora ter^o partito, aveva
fondato nel 1854 la Croce di Savoja di Amari e Ferrara, ma che durò
(i) Per questa parte mi riporto quasi letteralmente al libro del Piccardi.
(2) Vedi oltre l'articolo Giacomo Dina e V Opinione.
Bianchi-Giovini si ritirò àaìV Opinione nel 1852, perchè il comitato che aveva fon-
dato il giornale voleva porre un freno alle sue polemiche e ridurgli lo stipendio. Nel-
y Opinione era entrato per opera di Predari e Broflerio che aveano indotto Durando
direttore, riluttante. Da quel giorno cominciò pel Bianchi-Giovini la attiva carriera
giornalistica, fida ad una sola bandiera, impavida contro le minacele e gli strepiti che
gli andarono incessantemente movendo e clericali e repubblicani, contro cui vibrò sem-
pre colpi gagliardi e di spada e di stocco, i quali, purtroppo talvolta andando oltre
ai segno, furono ritorti contro di esso. Nel 1849 eletto deputato, dal giornale II Po-
polo Sovrano fu accusato di furto; il deputato savojardo Ginet fece un'interpellanza; la
Camera passò all'ordine del giorno. Bianchi-Giovini scrisse una lettera al Presidente
della Camera, dichiarando che per delicatezza non sarebbe più intervenuto alle sedute.
Notevole la sua viva polemica con Brofferio, della quale dovette occuparsi la giustizia.
Più volte incorse nel fisco per critiche religiose da lui pubblicate. Causa due condanne,
le cui sentenze furono pubblicate nell'Optmowe del 26 dicembre 1850 e 20 agosto i85i,fu
chiuso nella cittadella di Torino.
Nel 1853 fondò 1' Unione, che attraverso infinite peripezie, compilò sin verso la
metà del 1861. Per ragioni di salute si recò a Milano; voleva continuare V Unione ma
l'impresa falli; recossi a Napoli con l'intera famiglia facendo gravi sacrifici, e quando
già il senno cominciava a vacillargli per un colpo apopletico ; a Napoli prese a diri-
gere la Patria, ma il giornale non potè giovarsi dell'opera sua. Morì il 16 maggio 1862.
Vittorio Emanuele assegnò dalla sua cassetta privata 2000 lire annue alla vedova e la
Ga:(^eUa del popolo di Torino raccolse sottoscrizioni.
(3) Il Piemonte, di cui ho un numero del 1869, usciva ogni giorno io 4 pagine
a 3 colonne; il suo ufficio era in Borgo Nuovo via S. Lazzaro 4.
106 GtJIDA DELLA STAMPA. PERIODICA ITALIANA.
poco tempo. Alla stessa frazione apparteneva il Ciltadino di Asti di cui
Gatti era redattore.
Il partito mazziniano, che dal 1848 al 1851 erasi contentato di
pubblicare a Londra una semplice rivista sotto il titolo favorito à! Italia
del popolo, credendo giunto il momento opportuno di continuare la sua
propaganda per mezzo di un giornale quotidiano che uscisse in Italia
sotto la protezione del Piemonte, fondò a Genova nel 1852 V Italia e
popolo, giornale repubblicano che cessò le sue pubblicazioni nel 1857;
ma 2i\V Italia e popolo tennero dietro immediatamente V Italia del popolo
che pubblicossi regolarmente a Genova nel 1857-58 ed una rivista Pen-
siero ed Anione redatta pure nel senso mazziniano. L'organo di un altro
partito anticostituzionale, la clericale Armonia, perdette tutta la sua im-
portanza, quando, dopo la morte del Birago, don Margotti ebbe fondata
r Unità Cattolica, che dura ancora.
Insomma, durante questo periodo della reazione, non trovasi in
Italia, ove si eccettuino gli stati di Sardegna, che una stamipa esclusi-
vamente officiale. Tutte le iniziative che si tentarono qua e là per creare
giornali indipendenti andarono pur troppo fallite.
Fortunatamente la rivoluzione del 1859 doveva aprire nuovi e più
larghi orizzonti alla stampa italiana. Spezzate ormai le barriere che te-
nevano l'un dall'altro divisi i popoli della penisola, estesa a tutto il gio-
vine regno quella libertà della stampa che già vigeva in Piemonte, la
trasformazione politica che fu il resultato di quel movimento doveva
di necessità provocare la creazione di un numero grandissimo di gior-
nah. La stampa di Torino, la quale più di ogni altra avea contribuito
a preparare la rivoluzione, era pur quella che trovavasi nelle migliori
condizioni per secondarla e dirigerla. U Opinione cho. nel 1859, perme-
glio popolarizzare i principii liberali moderati, aveva abbassato il suo
prezzo da io a 5 centesimi, era giunta a tirare nel 1860 fino a 15,000
esemplari quotidiani. Molto diffuso era pure in quel tempo il Diritto,
organo della democrazia. Nello stesso anno e precisamente nel mese di
gennaio, un gruppo di uomini politici i quali disapprovando la pohtica
timida del Rattazzi volevano il ritorno di Cavour al potere, fondavano
la Gaietta di Torino che ebbe il Piacentini ed il Cesana a principali
collaboratori. Nel 1859 Jacottet e Taylor avevano fondato a Milano
V Italie Nouvelle; ma l'anno dopo la società si era disciolta e il Jacottet
aveva trasferito a Torino il suo giornale a cui dette il nuovo titolo
à' Italie che essa porta tuttora, a Roma; la Gaietta del popolo del Dot-
terò col nuovo ordine di cose avea presa una posizione importantissima;
e nel 1861 era surta La Stampa, che avea a collaboratori principali Bon-
ghi, Spaventa e Fambri, creato principalmente per contrabbilanciare nel-
l'opinione pubblica r influenza piemontese (i). Inoltre vedeva la luce fin
dal gennaio del 1855 il decano dei giornali umoristici italiani, il Pa-
squino, fondato già dal Cesana e dal Piacentini ed a cui il bizzarro in-
(i) La Stampa nacque il i.° febbraio 1862, in formato piccolo che ingrandi no-
tevolmente un anno dopo. Usciva ogni sera in 4 pagine a 5 colonne. Ne era ammi-
nistratore Oreste Portaluppi, anch'esso napoletano. Ho il numero del 26 maggio 1863.
IL GIORNALISMO ITALIANO. 107
gegno del caricaturista Teja aveva procacciato fama e lettori per tutta
Italia. (Fedi questo giornale nella prov. di Torino.)
Ma più tardi, quando per la convenzione del settembre 1864 venne
pattuito fra la Francia e l' Italia il trasporto della capitale, V Opinione, il
Diritto e ì' Italie non esitarono ad emigrare da Torino. La Stampa, come
quella che avea ormai esaurito il suo programma, cessava le pubblica-
zioni. Ed i soli giornali di qualche importanza che rimanessero a To-
rino dopo il trasporto della capitale a Firenze, furono 1' Unità Cattolica
di Don Margotti che andò sempre più prosperando d'allora in poi, la
Gai:^etta di Torino e la Ga:(^etta del popolo del Dotterò, organo del par-
tito piemontese, la quale mal sopportando il trasporto della capitale a
Firenze, era diventata l'alleata dell'opposizione radicale.
Cosi Firenze divenne dal 1865 al '70, vale a dire fino alla presa di
Roma, il nuovo centro del giornalismo italiano. Già fino dal 1859 vi si pub-
blicava la Nazione, che Celestino Bianchi, il Galeotti e il Papini avean
fondata in senso hberale moderato e che era allora, com'è oggi, il me-
glio fatto ed il più autorevole dei giornali toscani. Già esisteva, organo
anch'essa del partito moderato, la Ga^^t?//a del popolo, che tale era il ti-
tolo sotto cui erasi trasformata la Lente fondata nel 1852 dal Tellini.
Ed insieme a questi fogli ed a quelli che eran venuti a Firenze a ri-
morchio della capitale, altri moltissimi ne vennero man mano sorgendo
a rappresentare tutte le sfumature dei diversi partiti. Cosi il Crispi e il
De Boni nel 1866 fondavano con programma d'opposizione la Riforma,
che rimasta soppesa nel 1873 riprese poi nel 1875 le sue pubblicazioni
e le continua ancora, a Roma. Cosi sul finire del 1865, il Pancrazi
fondò la Gaietta d'Italia, la quale, finché la capitale fu a Firenze, fu
tra i più diff'usi e ricercati giornali italiani. Il Cesma che aveva lasciato
la redazione della Ga:(ietta di Torino fondava contemporaneamente a Fi-
renze il Corriere italiano che ebbe un periodo di splendida popolarità
durante la guerra del 1866, tantocchè giunse a tirare fino a 25,000 co-
pie. Ed ahri ancora videro la luce, fino al Fanfulla che fondato da Ce-
sana, da Piacentini e L)e Renzis nel giugno 1870 ebbe un successo
rapidissimo, pienamente giustificato dalla briosa novità della forma, la
quale dovea produrre nel giornalismo italiano una vera rivoluzione.
Né minore incremento avea preso la stampa, dopoché il regno erasi
costituito ad unità, nelle diverse provincie italiane.
A Genova le idee moderate contavano due validi sostenitori nel-
l'antica Gaietta di Genova e nel coraggioso Corriere mercantile, mentre
il Movimento, fondato fino dal 1854, combatteva per l'opposizione. Ed a
Genova avea pure stabilito il partito repubblicano il suo quarticr gene-
rale, dandovi mano nel 1860 a.ìV Unità italiana, organo principale di
Mazzini. A Milano, dopo la caduta del dominio austriaco, la ricca ari-
stocrazia lombarda avea fondato la Perseveranza che fu diretta prima
dall'Allievi (i) e poscia dal Bonghi, il quale era riuscito a farne il migliore
(i) L'Allievi, che in principio era guidatore di oche, nel 1848 fu seguace delle
teorie mazziniane e collaboratore assiduo del Pio IX e della Voce del popolo durante
i brevissimi giorni di Ubertà che potè godersi la Lombardia. Poscia collaborò nel
Crepuscolo del Teaca.
108 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
e il più autorevole dei giornali italiani; tantoché d'allora in poi la Per-
severanza è stata sempre in grado di poter sostenere il confronto coi
primi giornali degli altri paesi d' Europa. Parimente il Pungolo, trasfor-
mato in giornale politico, da letterario ch'era prima del '59, era diven-
tato, setto la direzione di Leone Fortis, l'organo delle classi medie, ed
avea acquistato in Lombardia grandissima diffusione. E più tardi, nel 1866,
la casa editrice Sonzogno avea fondato pare a Milano il Secolo, che surto
dapprima con prograq;ima moderato, andò poi trasformandosi, tantoché
oggi esso è il principale portavoce del partito radicale italiano.
In quanto a Venezia, il cambiamento di regime che fu il resul-
tato della guerra del 1866, avea portato immediatamente la trasforma-
zione della ufficiale Gaietta di Vene:{ia in un foglio liberale e nazio-
nale, ma non die vita ad alcun giornale che meriti particolare men-
zione.
In quanto poi agli altri fogli che erano venuti pubblicandosi man
mano nelle antiche provincie dopo l'annessione, ben pochi erano stati
quelli che avevan potuto raggiungere una certa importanza ed esercitare
qualche influenza. Ove si faccia eccezione pel Corriere dell'Emilia e per
la Ga~:;ietta delle Romagne, ambedue pubblicati a Bologna a sostegno delle
idee moderate, per il Corriere delle Marche, pel Patriota d'Ancona, e per
l'Amico del popolo, organo del partito democratico parmense, non v' ha
guari altro giornale che meriti di essere citato.
X
L'indomani dell'ingresso delle truppe nazionali a Roma, uscì, come
abbiamo visto a pag. ^6, il primo giornale italiano, la Libertà, gazzetta
dei popolo, fondata con programma costituzionale dall'Arbib, e che di-
venne in breve l'organo del partito liberale moderato romano. Quasi
contemporaneamente, Raffaele Sonzogno pubbHcava la Capitale che fu
l'organo del partito radicale. Ma dei moki giornali italiani che sboccia-
rono 1 Roma uno dopo l'altro in quel primo periodo, la Libertà e la
Capitale furono i soli che riuscirono a mantenersi ed a prender piede;
gli altri furono costretti a cessare dopo un'esistenza più o meno effimera.
In quanto al partito clericale, esso aveva ancora a sostenitore delle sue
idee Y Osservatore Romano che si vide sorgere a fianco poco più tardi la
Foce della Verità^ fondata e diretta da Monsignor Nardi e che fu d'allora
in poi l'organo del partito dissidente del Vaticano. Con tutto ciò, il primo
ed il più autorevole dei giornali clericali italiani è sempre rimasta V Unità
Cattolica di Torino.
L'Opinione, il Diritto e V Italie, che già avean seguito la capitale
nella sua trasmigrazione da Torino a Firenze, non tardarono a seguirla
a Roma. E dei nuovi giornali che erano stati fondati a Firenze vennero
pure a Roma la Riforma del Crispi ed il Fanfulla, che sotto la direzione
dell'Avanzini avea preso in breve un posto autorevole fra i principali
posti del partito liberale moderato.
Il solo fra i giornali nati a Roma prima del 1876, e che sia riuscito
a conquistare tanta influenza da poter competere coi principali fogli ita-
liani, è il Popolo romano. Fondato da Leone Fortis e da Guglielmo Canori
IL GIORNALISMO ITALIANO. 109
nei primi mesi del 1873, esso condusse in principio una ben misera
esistenza, finché venuto due anni dopo in proprietà dello Chauvet, questi
riuscì a dargli tale vitalità che in breve divenne uno dei più diffusi
giornali romani. In quanto alla stampa delle provincie essa rimase press'a
poco la stessa qual'era nel 1870. Ben pochi furono i tentativi fatti per
dar vita a nuovi fogli prima del 1876; e di questi pochi, pochissimi
ebbero buon resultato. Come eccezioni, più che altro, vogliono essere
citati il Caffaro di Genova, fondato nel 1874 da Anton Giulio Barrili
con programma di sinistra temperata, ed il Corriere della sera di Milano,
pubblicato nel 1875 da Torelli- Viollier con programma di destra, e che
fin dal giorno della sua prima apparizione andò man mano acquistando
credito sempre maggiore, tantoché oggi esso va fra i più autorevoli or-
gani che il partito moderato conti nella Lombardia. Frattanto nel Pie-
monte, in seguito alla cessazione delle Alpi, organo della Permanente,
era venuta afforzandosi la Ga:(^etta piemontese fondata con programma
d'opposizione, nel 1866: mentre il Piccolo fondato a Napoli nel 1867 a
sostegno delle idee moderate da Rocco De Zerbi, era andato acquistando
una notevole diffusione nelle provincie del mezzogiorno, principalmente
in grazia del vivace spirito polemico del suo direttore.
Un certo risveglio si produsse però nella stampa italiana in seguito
alla crisi del 18 marzo 1876 ed al successivo avvenimento della sinistra
parlamentare al potere. Non solo la stampa di opposizione prese d'allora
in poi maggior consistenza, ma la vivacità stessa della lotta che si im-
pegnò dipoi fra i partiti valse a dare al giornalismo un certo incremento
che ebbe la sua manifestazione in una vera colluvie di periodici nuovi,
la maggior parte dei quali non ebbe però che brevissima durata. Tut-
tavia un progresso reale si verificò nel giornalismo italiano. Prima del 1876,
la Ga:^ietta d' Italia che ancora pubMicavasi a Firenze, era forse il solo
fra i grandi giornali di provincia che tenesse a Roma un corrispondente
speciale incaricato di spedire in extenso il resoconto telegrafico delle se-
dute parlamentari. La stessa Perseveranza di Milano non riceveva per
telegrafo che un resoconto sommario. I giornali più autorevoli delle pro-
vincie appagavansi di ricevere da Roma delle corrispondenze per lettera,
dove le notizie parlamentari tenevano la parte principale, e che venivano
pagate ordinariamente non più di cinque lire ciascuna. Ma con tutto questo
eran ben pochi i giornali che potevano permettersi codesta spesa. In una
parola il servizio telegrafico che ha preso tanta importanza in questi ul-
timi anni, era allora quasi assolutamente negletto non tanto dai gior-
nali di provincia, quanto dai fogli più autorevoli della capitale. Le cor-
rispondenze per lettera che oggimai van facendosi ogni giorno più rare
e mostrano sempre più la loro tendenza a scomparire, erano allora il
mezzo di informazione comunemente usato nei rapporti fra i centri delle
Provincie o dell'estero e i fogli della capitale. Un giornale che avesse
un corrispondente proprio a Parigi, formava già un'eccezione. Rarissimi
erano poi quei periodici che si curassero di ricevere dall'interno o dal-
l'estero maggior copia di informazioni telegrafiche, di quelle fornite loro
quotidianamente dall'agenzia. Oggi non c'è quasi più giornalucolo di
provincia che non abbia, a Parlamento aperto, il suo telegramma par-
110 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALL^NA.
ticolare da Roma, e che non riceva almeno una volta al mese, una let-
tera da Parigi, da Vienna o da Berlino.
Troppo ci vorrebbe a chi pretendesse ricordare tutti i giornali nuovi
che furono creati dopo il 1876 a sostenere i principii dell'opposizione
od a rappresentare le idee delle diverse frazioni nelle quali la maggio-
ranza parlamentare man mano si divise. Il partito moderato, quantunque
all'idomani del 18 marzo si trovasse in condizioni di lotta non buone,
non pensò affatto a creare giornali nuovi e si contentò di sostenere la
battaglia con quelli che già possedeva. Salvo rare eccezioni, tutti i giornali
fondati dopo il 18 marzo 1876, comparvero con programma di sinistra.
Con programma di sinistra fu fondato a Roma da Federico Pugno il
Bersagliere, che divenuto poi organo ufficioso del ministro Nicotera, passò
sotto la direzione di Giuseppe Turco il quale lo continuò fino al 1885.
Con programma di sinistra il Turco, il Vassallo ed il Giovagnoli fon-
darono nel 1879 il Capitati Fracassa per dare all'opposizione un giornale
polemico del genere FanfuUa, tentativo che ebbe eccellente resultato,
perocché il nuovo giornale riusci immediatamente a consolidarsi ed a
trovare lettori in tutta Italia. Il partito moderato vide sorgere a Roma,
negli ultimi mesi del 1876 l'Araldo del iMaggiorani, e nei primi del 1877
il Cittadino del Giannelìi; ma questi due fogli non ebbero lieta for-
tuna.
Mancava però ancora all' Italia un giornale politico e letterario che
facesse larga parte alle discussioni elevate di ordine sociale ed economico,
ad esempio dei periodici ebdomadarii inglesi; quando venne in mente
ai signori Sidney Sennino ed Augusto Franchetti di fondare la Rassegna
settimanale. Serbare nella parte politica una indipendente benevolenza verso
il Ministero; mantenere la polemica nel campo dei principii senza mai
scendere a personalità; trattare colla massima elevatezza e colla maggior
competenza possibile tutte le questioni attinenti alla finanza, all'ammini-
strazione, ai servizi pubblici, al progressivo svolgimento economico ed ai
bisogni sociali del paese; occuparsi con una critica seria ed iniparziale
di letteratura e di belle arti; aprire sotto una comune bandiera una specie
di campo franco a tutti gli scrittori più autorevoli di Italia nella economia,
nella politica, nelle lettere, tale era il piano della Rassegna settimanale
di cui il primo numero apparve nel gennaio 1878 in un fascicolo di
quarantotto pagine in quarto, a due colonne ad imitazione dei Maga:iiini
inglesi. La Rassegna, diretta con grandissima cura, acquistò subito molta
importanza presso il pubblico cólto; ma la sua importanza fu sempre
maggiore della sua diifusione. Pubblicata in vista della classe più eletta
della cittadinanza, redatta al di fuori delle pressioni vive di parte, trat-
tando le quistioni con un linguaggio freddo e misurato, poco accessibile
alla gran massa del pubblico italiano che vuole in tutte le cose un certo
calore, essa non riuscì mai ad estendersi al di là di un piccolo cerchio
di lettori. Per conseguenza il tentativo, sebbene lodevolissimo, non ebbe
che un resultato passivo : dimodoché dopo quattro anni di vita la Ras':egna
settimanale cessava le sue pubbHcazioni per cedere il suo posto alla Ras-
segna, giornale quotidiano a cui gli stessi fondatori della Rassegna setti-
manale dettero vita nel 1880. Questo periodico divenuto organo dei dis-
IL GIORNALISMO ITALIANO. Ili
sideriti del centro, non ebbe mai larga diffusione; ma seppe acquistarsi,
pel modo com'era redatto, molta autorità (i).
Il partito radicale che fino al 1880 non aveva avuto a Roma altro
organo proprio, eccezione fatta pel Dovere il quale più che altro rappre-
sentava le idee della frazione mazziniana senza esser riuscito ad acquistare
nel pubblico una notevole diffusione, fondava nei primi giorni del 1880
la Lega, la quale continuò le sue pubblicazioni finché visse Alberto Mario
che ne fu il direttore. Morta la Lega, lo stesso partito fondava a breve
distanza il Fascio della Democra:(ia h cui esistenza non si protrasse però
oltre il primo anno; ed il partito radicale sarebbe rimasto a Roma senza
un foglio che ne sostenesse esclusivamente le idee, se ai primi del 1886
non fosse sorta la Democrazia la quale però sospendeva le sue pubblica-
zioni dopo sei mesi di vita.
Frattanto, sul principio del 1879 Luigi Cesana avea fondato il Mes-
saggero, che essendo specialmente redatto in vista delle classi popolari,
venne acquistando in breve tale diffusione, che esso oggi va nel numero
dei giornali italiani che vantano una maggior tiratura. Il Messaggero me-
rita qui una speciale menzione, non per altro se non perchè esso ha
offerto in Italia il primo esempio di un giornale che sia riuscito a pro-
sperare traendo tutto il suo vantaggio dalla minuta vendita delle copie,
senza fare alcun calcolo sugli abbuonati. Come è noto, il sistema del-
l'abbuonamento è la norma costante del giornalismo italiano, come del
giornalismo francese. In generale i giornali italiani, essendo ancora ben
lontani dal ritrarre dagli annunzii i lauti profitti che ne ritraggono i
giornali inglesi o francesi, si sostengono principalmente per dato e fatto
degli abbuonati. Al prezzo ormai doventato normale di 5 centesimi per
numero, la vendita delle copie al minuto, per un giornale che abbia un
formato medio, riesce quasi sempre passiva. Nei grandi centri le esigenze
dei rivenditori sono tali da assorbire quasi più della metà del prodotto.
Per la provincia poi, l'amministrazione di un giornale ha da contare
sulla restituzione delle copie invendute, sul diritto di posta e sui fre-
quenti casi di insolvibilità, tantoché a ragguagliare a 2 centesimi netti
per copia il prodotto degli esemplari venduti non si va molto lungi dal
vero. È sopra questi due centesimi che ricadono dunque intieramente
le spese di amministrazione e di redazione, il costo della carta e le spese di
tipografia. Ora, calcolando che la sola carta importa sempre qualche cosa
di più di un centesimo per i fogli di formato medio, ed un centesimo
e mezzo per quelli di gran formato, l'utile su cui l'amministrazione del
giornale può fare fondamento per tener fronte a tutte le spese fisse di
produzione, si riduce ad una frazione che varia da mezzo centesimo a
nove decimi di un centesimo. Per avere dunque un utile dalla vendita
occorrerebbe che la tiratura raggiungesse delle proporzioni assolutamente
straordinarie.
Il Messaggero, attenendosi ad un formato che gli permette di fare
(i) La Rassegna cessò nell'ottobre del 1886. Per maggiori notizie vedi l'opuscolo
Per la fine del giornale La Rassegna, giudiiH della stampa italiana, Roma, Tip. Nazio-
nale 1886 — e più oltre il profilo del Torraca.
112 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
sulla carta la maggior possibile economia^ contando per la distribuzione
della spesa fissa sopra una tiratura superiore a un dato numero di mi-
gliaia di copie, ha potuto realizzare sulla minuta vendita un profitto di
un terzo di centesimo per esemplare.
Cosi esso può permettersi di non tener calcolo alcuno degli abbuo-
nati e di respingere gli annunzi, guadagnando in questo modo l'intera
quarta pagina alle materie del giornale. Degli altri giornali politici che
han visto la luce a Roma in questi ultimi tempi, citeremo la Stampa,
organo semi-officioso del ministero dell' interno, la Tribuna organo del-
l'opposizione, fondata nel novembre del 1883, e che potè in grazia di
un servizio telegrafico eccezionale raggiungere una larghissima diffusione;
e finalmente il Corriere di Roma surto per opera dei coniugi Scarfoglio
con programma apertamente conservatore e che dopo un anno di grama
esistenza trasportarono a Napoli, dove divenne proprietà del signor Mat-
teo Schilizzi e mutò nome in Corriere di Napoli.
Nel numero dei tentativi non riusciti ricorderemo il Conservatore
di Roberto Stuart, e il Monitore di Fedele Albanese, che condusse il .suo
fondatore a sì deplorevole fine.
In quanto alla stampa di provincia, malgrado il risveglio apparente
operatosi in lei dopo l'avvenimento del partito di sinistra al potere, essa
è rimasta press'a poco la stessa, qual'era prima del 1876. Molti furono è
vero i giornali nuovi che videro la luce in seguito alla crisi del 18 marzo;
ma la più gran parte furono costretti a cessare le loro pubblicazioni
dopo un breve periodo di non gloriosa esistenza; né fra i pochissimi
che poterono consolidarsi ve n'ha alcuno che sia riuscito a diminuire
a proprio profitto l'importanza di quelli che esistevano già prima di lui.
In conclusione, i giornali di provincia che godono anch'oggi maggiore
autorità e diffusione in Italia, sono presso a poco gli stessi che erano
i più autorevoli e i più diffusi anche prima del 1876.
Il tentativo fatto sul finire del 1878 a Torino per dar vita ad un
nuovo Risorgimento, quasi a continuare il glorioso programma dell'an-
tico organo di Cavour, ncn ebbe che un resultato infelice. Il giornale
dovette cessare pur troppo le sue pubbhcazioni dopo quattro anni di
non prospera vita. A Firenze, dove la Nazione gode ancora la maggiore
autorità, videro la luce dopo la emigrazione della Ga:{:;etta d' Italia, due
piccoli giornali: il Fieramosca ed il Telegrafo, i quali continuansi tuttora.
Nel numero dei giornali fondati a Milano, merita di essere ricordata
Y Italia, specialmente per le innovazioni organiche introdotte dal suo di-
rettore Dario Papa nel sistema della sua redazione, innovazioni che tutti
gh altri giornah di provincia si sono affrettati più o meno ad imitare.
A Dario Papa si muove da taluni il rimprovero di avere introdotto l'ame-
ricanismo nella stampa italiana, o per lasciare in disparte le grosse frasi
che dicono sempre più della loro intenzione, gli si muove colpa di avere
inalzato nelle proprie corrispondenze telegrafiche il più semphce fatta-
rello di cronaca all'importanza di una preziosa informazione. In sostanza,
Dario Papa, tornato entusiasta da un suo viaggio in America, ha voluto
più che altro apphcare al giornalismo italiano lo stesso sistema eccen-
trico che il Benett adottò già per il New- York Herald, Come il New- York
IL GIORNALISMO ITALIANO. 113
Herald anche l'Italia ha fatto per un certo tempo, e continua a farlo
tuttora, sebbene in minori proporzioni, un grande abuso di caratteri maiu-
scoli, di titoli e di sotto-titoli, senza esser però riuscita, malgrado que-
sti sforzi, non a raggiungere la larghissima diffusione del giornale ame-
ricano, ma a competere per la sua tiratura con i principali giornali mi-
lanesi. Con tutto ciò torna indubbiamente a merito di Dario Papa, l'aver
messo col suo esempio i giornali della provincia in grado di fare una
concorrenza vittoriosa ai giornali della capitale. Prima infatti che ì' Italia
ne offrisse l'esempio, le notizie telegrafiche spedite dai corrispondenti ai
loro giornali della provincia, limitavansi quasi esclusivamente ai reso-
conti della camera ed alle notizie parlamentari. Adesso invece non c'è
avvenimento notevole della giornata, un fattarello di cronaca per quanto
comune che non venga subito telegrafato da Roma a Torino, a Napoli,
a Milano. Così avviene che non solo i giornaU che si pubblicano nella
provincia al mattino possono offrire ai loro lettori le stesse notizie che
si leggevano la sera nei fogli della capitale; ma hanno per giunta tutte
quelle della notte, feste, ricevimenti, dimostrazioni, successi teatrali, che
i giornali della capitale non sono in grado di pubblicare che dodici
ore dopo.
Dato un paese come l'Italia, dove la stampa non ha come in Fran-
cia il suo unico grande centro alla capitale, ma dove i centri importanti
sono quante erano le città capitali degli antichi Stati; data la stessa sua
conformazione geografica, la quale per alcuni di questi centri assicura
alle notizie telegrafiche spedite da Roma una precedenza di ventiquattro
ore su quelle che arrivano per ferrovia, è facile immaginare quali e
quante difficoltà di concorrenza l'adozione di questo sistema abbia su-
scitate al giornalismo della capitale. Senza poi tener conto di un'altra
circostanza importantissima ed è questa : che appena usciti dalla cerchia
della loro città i fogli di Torino e di Milano trovano subito facile dii-
fusione in una zona popolosa e fiorente di piccoli e grandi paesi, tan-
toché il Secolo, per dirne una, può essere gridato a Bergamo, a Brescia,
a Verona, a Pavia, a Novara, a Varese, quasi nella stessa ora in cui
gridasi a Milano; mentre a Roma avviene, che il giornale appena uscito
fuori delle mura cittadine, nuU'altro incontri all' infuori del deserto, ed
abbia bisogno di correre parecchie ore per ferrovia prima di trovare
volenterosi lettori.
La qual cosa spiega come possa avvenire in Italia questo fatto: che
alcuni dei principali giornali di provincia abbiano assai più larga diffu-
sione che non hanno i principali fogli della capitale. Infatti il giornale
italiano che conti attualmente la maggior tiratura, e che per la vendita
delle sue copie possa stare a confronto coi più diffusi fogli di Francia,
è il Secolo di Milano. Dopo il Secolo vengono immediatamente, in or-
dine di tiratura, altri due fogli di provincia, la radicale Epoca di Genova,
e la clericale Unità cattolica di Torino. Fra i giornali di Roma quello
che vanta maggior diffusione è il Messaggero la cui tiratura, sebbene su-
peri le trentamila copie quotidiane, rimane però d'assai inferiore a quella
del giornale radicale milanese.
A conti fatti i giornali di Milano e quelli di Torino sono quasi i
N. Bernardini — Gttida della Stampa periodica italiatia — 8.
114 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
soli che presentino vantaggiose intraprese. E d'altronde cosa assai natu-
rale che i cittadini di Casale o di Lecco preferiscano leggere le notizie
politiche della giornata sulla Gaietta piemontese o sul Corriere della sera,
anziché attendere ventiquattro ore che sieno loro portate da un giornale
di Roma. In quanto ai fogli della capitale, possono considerarsi quasi
come un'eccezione quelli che facendo soltanto assegnamento sulla ren-
dita della quarta pagina, sugli introiti della vendita e degli abbuona-
menti, possono ancora presentare un profìtto al termine della gestione
annuale.
Oltre la grande concorrenza che da un certo tempo i giornali di
Roma subiscono per parte dei loro confratelli della provincia, essi hanno
eziandio a loro svantaggio la maggior gravità delle spese fisse di pro-
duzione. In Italia, dove l'influenza politica dei giornali è pochissima, pe-
rocché essi traggono la maggiore o minore importanza commerciale
più dalla somma delle notizie che arrecano che non dai principii che
essi sostengono o dal modo con cui li sostengono, l'essere redatto e
stampato a Roma non basta per dare a un giornale autorevolezza mag-
giore di quella che avrebbe se fosse stampato invece a Napoli od a Fi-
renze. E questo è tanto vero, che il giornale più autorevole del partito
liberale moderato, per citare un esempio, è appunto un foglio di pro-
vincia: la Perseveranza di Milano.
Del resto, non sono queste soltanto le cause che han potuto dare
origine ad una simile condizione di cose; ed altre ve ne hanno di un
ordine più elevato, ma che qui è affatto inutile di rintracciare. In con-
clusione, l'incremento materiale verificatosi nella stampa itahana dopo
il 1876, é tornato assai più a vantaggio dei fogli di provincia che non
di quelli della capitale. E fra i fogli di provincia, assai più a vantaggio di
quelli che già esistevano antecedentemente, che non degli altri creati
dipoi. Né sulle prospere condizioni della stampa italiana c'è da farsi
grandi illusioni. Basta dare un'occhiata alle statistiche pubbficate in que-
sti due ultimi anni, per convincersi che se in Italia i giornali nascono
facilmente, muoiono pure colla stessa facihtà. Né una statistica dei gior-
nali italiani, per molte ragioni che è ovvio comprendere, può farsi in
maniera che essa ridica — come ad esempio le statistiche dei giornali
di Inghilterra e degli Stati Uniti — l'entità della loro diffusione. Noi dob-
biamo appagarci di sapere che il tal giornale esiste fino da tal giorno,
che pubblicasi nella tale città, che esso esce quotidianamente oppure una
o due volte la settimana e nulla più. E questo è troppo poco a dare
un'idea esatta dello sviluppo della stampa nazionale, tanto più quando
si pensi che altrettanto si presentano favorevoli le condizioni alla stampa
politica nei grandi centri, altrettanto esse sono miserevoli nelle città se-
condarie; sebbene non v'abbia in Itaha capoluogo di provincia o sotto-
prefettura dove non si trovino almeno due, talvolta tre, quattro e per-
fino cinque fogU periodici. Una domanda sola ci sarebbe da fare: quanti
sono nel gran numero dei giornali che vanno sotto il nome di politici,
quelli che hanno una tiratura superiore ai 500 esemplari? E di questi,
quanti sono che numerino le loro copie oltre le 2000?
Ad ogni modo, il giornalismo italiano è, come tale, di origine troppo
IL GIORNALISMO ITALIANO, 115
recente, perchè abbia potuto dare i frutti della maturità. Si può dire che
esso si trova tuttora nella sua infanzia ed il non aver trovato gli ostacoli
della censura sul suo cammino, più che non gli abbia giovato, ha forse
contribuito a ritardarne lo sviluppo. II giornalismo italiano ha avuto
inoltre la disgrazia di nascere troppo gran signore. Prima che la nazione
vedesse rivendicata la sua unità, tutte le volte che un gruppo di patrioti
stimava necessario un giornale per la propaganda delle idee hberali, lo
fondava senz'altro, non preoccupandosi affatto dei sagrifici pecuniari che
l'intrapresa quasi sempre portava. Ond' è che da questa origine il gior-
nalismo italiano dovea trarre, come ha tratto difatti, una tal quale ri-
pugnanza istintiva a domandare agli annunzi i mezzi della sua esistenza.
È incontestato che per quanto si trovi in condizioni non liete, il gior-
nalismo italiano non ha forse l'uguale in Europa per la signorile disin-
voltura con cui profonde disinteressatamente le centinaia di migliaia di
lire in reclame gratuita, senza pretendere neppure di essere ringraziato.
Eppure allo stesso modo che il giornalismo inglese ha tratto digli an-
nunzi la sua grandissima forza, ed il giornalismo americano la sua in-
vidiabile fortuna, è forse probabile che il giornalismo italiano trovi negli
annunzii il suo avvenire. In Italia, si suol dire, gli annunzii non si pa-
gano perchè poco son letti e meno creduti. Ma l'asserzione non è vera
che in parte. Hai momento che è così facile l'averli gratuiti, è ben na-
turale che gli annunzi non si paghino che da coloro soltanto i quali li
vogliono ad ogni costo pagare.
Un notevole progresso reale è stato tuttavia raggiunto in questi
ultimi anni della stampa italiana in tuttociò che riguarda la forma let-
teraria e la compilazione di un giornale. Prima del 1870 non era pos-
sibile che un articolo politico pretendesse di avere un po' di autorità, se
non fosse architettato sulla base classica del « non pertanto » e dei
« conciossiacosaché ». Lo spazio rilasciato alle notizie, anche nei periodici
più importanti, era limitatissimo. La prima e la seconda pagina venivano
quasi esclusivamente occupate da lunghissimi articoli di fondo, tre, quattro
e magari cinque in uno stesso numero, tutti redatti nel bello stile ac-
cademico, insaldati nei grandi periodi sonori. La polemica, salvo il caso
in cui scendesse alle personalità, pigliava il tono delle discussioni legali,
come se il lettore dovesse giudicare fra i contendenti vestito di tocco e
di toga. Passati ormai gli slanci della grande rettorica patriottica del 1859
e del iSéo, era rimasto retaggio del giornalismo uno stil gonfio e vuoto,
roteante attorno alle piccole cose. Pochissimi erano invero i giornali italiani
che a cotesta regola osassero fare eccezione, ed erano per lo più giornali
satirici e letterari che all'importanza politica tenevano assai poco. Sol-
tanto a Firenze si notava nello stile giornalistico un po' più di vivacità,
grazie alle buone tradizioni lasciate da Raffaele Foresi, l'arguto autore
del Pievano Arlotto, e dalla allegra schiera dei pubblicisti che avean tenuto
il campo già nel 1848; Antonio Fantocci, Zanobi Bicchierai, Pirro Giacchi,
Girolamo Cioni, il Ciofi e il Lorenzini. Tanto che la Naiione, vale a
dire il maggiore e più autorevole foglio surto a Firenze dopo il 1859,
potea permettersi di accogliere, senza derogare dalla sua gravità, i viva-
cissimi corrieri e le belle spigliate rassegne di Yorick, redatte con un brio
che era rimasto ignoto fino allora ai giornali italiani.
l\Q GUIDA DELLA Sl.^LMPA PERIODICA ITALLàJ^A.
Tuttavia queste eccezioni stavano più che altro a confermare la re-
gola, quando nel 1870 nacque il Fanfulla, ed in buon punto, perocché
anche la stampa fiorentina avea già cominciato ad imbastardirsi per la
intromissione degli elementi non toscani. Al Fanfulla spetta il merito di
avere iniziato questa rivoluzione che si è compiuta nella forma del gior-
nalismo italiano, dalla sua comparsa in poi. Fatto ad esempio dei giornali
mondani francesi, portando nella discussione e nella satira tutte le arguzie
del bizzarro spirito fiorentino, era ben naturale che il nuovo periodico
trovasse subito numerosi lettori. Nessun altro giornale italiano ebbe mai
nella sua origine cosi pronto e cosi grande successo. Era una grande
novità per i lettori un giornale che discorreva delle cose dello Stato
nello stile familiare di tutti i giorni, e che si esprimeva sul conto degli
uomini politici colla stessa naturale disinvoltura e colla arguta franchezza
con cui possono parlarne le persone di talento e di spirito al circolo od
al caffè. Il successo dovea produrre i soliti resultati e gli imitatori non
mancarono. Tantoché, quando il Fanfulla fu trasportato da Firenze a
Roma e la crisi ministeriale del marzo 1876 venne a rompere un po' la,
crosta che s'era formata attorno al giornalismo italiano, tutti i fogli nuovi
che furono fondati dipoi, presero a modellarsi sul Fanfulla, adottandone
con lievi modificazioni il formato, ed adoperando in quanto era loro pos-
sibile lo stesso metodo di polemica e di discussione. Ed anche quei gior-
nali che vantavano più lunga esistenza ed erano in voce di essere i mag-
giori organi del partito, dovettero risentire a poco a poco l'influenza
della nuova scuola, tantoché essi portano oggi nella discussione e nella
polemica assai maggiore spigliatezza che non vi portassero in antico. Del
resto il giornalismo italiano, per quanto sia di origine recente, ha avuto
modo di svolgere largamente la sua influenza in tutti i campi dell'atti-
vità sociale, (i)
Nel mondo giornalistico attuale, e' é invero minor numero di quegli
elettissimi ingegni che nel periodo di rivoluzione si servivano della stampa
come di un'arma di battaglia, ed ora possono cercare altrove un mezzo
con cui adoperarsi al bene del paese, ma i giornaH come giornali, hanno
migliorato d'assai, sia per la copia delle notizie, sia per la varietà delle
materie che contengono, sia per la cura con cui cercano di soddisfare
a tutti i bisogni del pubblico.
La nostra stampa periodica rimane, purtroppo, al disotto di quella
delle altre grandi nazioni, e come importanza reale, e come autorità, e
come livello intellettuale; ma se teniamo conto della ristrettezza dei mezzi
con cui i giornali debbono sopperire a tutte le esigenze, se si considera
il numero esiguo di redattori di cui possono disporre, e le molteplici
attribuzioni, bisognerà convenire che davvero si fanno miracoli.
E qui avrei finito.
Solo, come conclusione, mi piace dichiarare che a questo breve studio
ricalcato su altri più succinti, io non ho creduto di aggiungere nessun
giudizio, perchè a me non pare che la stampa italiana, almeno per quella
parte che va dal 1860 sino ad oggi, sia entrata nel periodo di storia,
(i) Piccardi — Saggio di una storia sommaria della stampa periodica — ^a^. 223.
tL GIORNALISMO ITALIANO.
ìli
in modo che possa essere esaminata e vagliata imparzialmente. Molti
giornali e molti giornalisti di quell'epoca vivono tuttora, quale militando
nello stesso campo in cui nacque o si formò, quale in un campo asso-
lutamente diverso; la storia ha bisogno di moltissimi anni di osserva-
zione; le indagini e le deduzioni fatte oggi, potrebbero riportatela taccia
di intempestive e parziali.
In Italia una stona completa del giornalismo può farsi oggi sino
all'anno 1860; ma richiederebbe uno scrittore coraggioso e paziente, il quale
frugando, ricercando, esaminando, riuscisse a unire le fila di questo im-
mane lavoro, che a differenza di quello degli altri stati, manca di unità,
per le condizioni politiche e geografiche diverse delle varie regioni italiane.
Io, che da oltre dieci anni raccolgo notizie intorno a questo argo-
mento non mi son creduto capace di tessere una storia minuta e com-
pleta della stampa itaHana, epperò giovandomi della materia capitatami
sotto mano in tanti anni, ho messo assieme questo volume, il quale, spero,
potrà essere consultato con qualche interesse da chi vorrà tentare l'ar-
dua impresa.
Nicola Bernardini
GRANDE FABBRICA NAZIONALE DI MACCHINE TIPOGRAFICHE
NORBERTO ARBIZZOSI, MONZA
Premiato anche d-il R, Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio
Macchine Rotative per Carta Continua ed a Reazione per Giornali
Vedi Avviso speciale a pag. 16 -ipb
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Dreniiala cod 35 meflaglie fl'oro e ùrgente
milLAI^O CORSO VENEZIA Num. 03
FILIALE E MAGAZZENI A BARI — Via Sparano
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poMipe Cancleo o 4^aro!la e in soÌ-
f\3f atavici pei* eombattere la pero-
nospora.
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illustrato.
LA
TYPOGRAPHIE FRANQAISE
OEGANE OFFICIEL
DE LA
Fédération frangaìse des travailleurs du livre
Paraissant le l"" e le 16 de chaque mois.
France et Algerie . . . 4 fr.
Union Postai 5 »
Le numero 0,13
PARIS ^ io ruQ de Savoje - PARIS
LETTElìATUlìA ITALIANA PERIODICA
Uno dei caratteri più distinti e prominenti del nostro secolo
si è la circolazione e la propagazione delle opere periodiche. Se
queste debbano riputarsi oggetti di abuso anziché di utilità, se
rechino vantaggio o detrimento alla politica, alla morale, alle arti,
alle scienze, alle lettere, al genio, ecco le questioni che ci pre-
pariamo ad esaminare. Ad ogni modo, la forza dell'usanza ha trion-
fato, in questa come in ogni altra cosa, degli argomenti addotti
dagli oppositori delle opere di questo genere, e di tutte le leggi
proibitive dei governi dispotici. Qualche principe è riuscito a impor
silenzio a' suoi sudditi; ma né le loro censure, né le loro inqui-
sizioni religiose o politiche, né i loro gastighi arbitrarli, sono stati
capaci di impedire agli abitanti dei palazzi, delle capanne o delle
carceri di leggere tutto ciò che si scrive dalle altre nazioni. Ai
di nostri l'Europa intera pare un' immensa assemblea, nella quale
molti espongono la propria opinione, e tutti ascoltano con ardore.
Il leggere, il pensare e il ragionare, sono diventati una necessità
irresistibile. Che la generalità degli uomini dedicata a una vita
più operosa che speculativa, debba necessariamente legger male,
pensar male, ragionar male, è verità troppo chiara per abbisognare
di prove ; ed è chiaro egualmente che questo bisogno nuovo e cre-
scente di aumentare i piaceri dei mortali, li sottopone nel tempo
medesimo a nuove fatiche e a nuovi dolori.
Amurat IV, seguendo l' esempio di tutti i principi di quel
tempo, aveva, sotto pena di morte, proibito 1' uso del tabacco a
tutti i suoi sudditi ; egli era solito di girare travestito per le strade
di Costantinopoli, esercitando cosi contro gli sfortunati fumatori,
il triforme impiego di spia, di giudice, e di carnefice ; ma trovò
che i Turchi si rassegnavano più facilmente alla morte che al non
fumare. Le opere periodiche ci dimostrano, che 1' Austria e tutti
i viceré dell'Austria, i quali sotto il titolo di principi indipendenti
governano il resto della penisola, seguono saggiamente l'esempio
dell' imperatore ottomano.
Fatto sta che l'Italia, sebbene non sia stata mai tanto schiava
e tanto sistematicamente condannata al silenzio quanto lo é ai
giorni nostri, possiede più giornali e di maggior merito che non
ne possedesse 30 anni fa, quando la libertà dello scrivere e dello
stampare era non solamente tollerata, ma incoraggiata e protetta.
Prima della rivoluzione, l'Italia era sottoposta al sindacato dei vari
principi, che, sebbene non fossero in guerra aperta fra loro, non
per questo si mantenevano sempre in relazioni amichevoli, e molti
dei quali, essendo indipendenti, come per esempio il re di Napoli,
permettevano che nei loro stati si scrivesse liberamente sulle pre-
120 GUIDA DELLA STAJrPA PERIODICA ITALIANA.
tensioui temporali di Roma. A Roma era permesso lo scrivere contro
la riforma ecclesiastica introdotta dall'Austria ; e a Venezia nn in-
quisitore del Santo Ufìzio era nominato per formalità, ma la re-
pubblica non gli permetteva d' imprigionare, di torturare e neanclie
di esaminare gli accusati di eresia. Qualcbe volta il reverendo
padre, per non violare le istruzioni ricevute da Roma, ricusava V im-
primatur agli scrittori ; ma ciò non impediva clie i libri si stam-
passero e si vendessero, e l'approvazione dei magistrati veneti ba-
stava a proteggerli contro le persecuzioni. 1j Enciclopedia^ quan-
tunque messa dal papa all'indice dei libri proibiti, fu pubblicamente
ristampata a Padova per uso della università. — Si crederebbe cbe
in tante magnifiche ca^iitali di varii stati, ognuno dei quali pos-
sedeva una università, le opere periodicbe dovessero moltiplicare
e perfezionarsi; pure, benché molte se ne cominciassero, pochissime
andavano avanti : nessuna diede guadagno e qualcheduna rovinò
gli editori. Caddero sempre tutte in grembo all' oblio per conse-
guenza di quelle miserande discordie fra provincia e provincia, da
cui, come da perenne fonte, derivano tutte le sventure degli Ita-
liani, e tutti gli obbrobri che pesano sul loro nome.
Quando l'epidemia delle gelosie e delle meschine discordie di
provincia invade un paese, gli uomini di lettere si lasciano anche
essi infettare dalla sua influenza ; e, invece di parlare alla intera
nazione, si dichiarano scrittori di parte, e con ambizione dispre-
gevole fanno continua guerra di penna a favore dei pregiudizi ri-
dicoli della loro provincia, dei metodi particolari seguitati dalle
loro rispettive università e delle pretensioni alla preeminenza,
reclamata dalle loro accademie municipali. Indipendentemente da
questa disgrazia particolare all'Italia, e. che ha reso tanto difiicile
lo stabilimento di opere periodiche nazionali, 1' esperienza degli
altri paesi dimostra che, sebbene un giornale letterario sia consi-
derato come inferiore a molti altri lavori d' ingegno, ad ogni modo
è una intrapresa che richiede più tempo, più studio e più perse-
veranza di ogni altra, e che difficilmente ^uò essere condotta alla
perfezione negativa di riescire più utile che dannosa.
Fra i Greci e i Romani non si è scoperta la benché minima
traccia di opere periodiche. Essi aveano pubblici registri in cui
giornalmente ricordavano in succinto gli avvenimenti che reputa-
vano degni di essere tramandati alla posterità. Sotto gli imperatori,
si fa spesso menzione dei diarii^ che pare avessero moltissima so-
miglianza colle gazzette ufficiali dei governi dei tempi nostri, e che
in mezzo all' adulazione e alle esagerazioni inseparabili da brevi
registri tenuti in quel modo, pare contenessero molti fatti utili alla
storia. — Perciò Tacito si riporta spesso ai diarii^ come a docu-
menti per lo meno probabilmente corretti. Mentre però questa specie
di giornali era impiegata a registrare le notizie civili e politiche
e gli aneddoti giornalieri, non pare che contenesse alcun raggmaglio
relativo alle lettere. La difficoltà di trascriverne un numero ba-
staste di copie per supplire alla rapida circolazione necessaria a
letterattjra italiana periodica. 121
un' opera periodica, difficoltà clie solamente l'arte della stampa po-
teva levar di mezzo, era più che bastante a scoraggiare chiunque
aver potesse 1' idea di pubblicare un giornale. Ma non sembra pro-
babile che qualcuno degli antichi concepisse la possibilità di tale
intrapresa; e noi non ce ne faremo argomento di meraviglia, ri-
flettendo che 1' arte tipografica fiori in tutta 1' Europa due secoli
prima che le lettere possedessero un solo giornale. GÌ' Italiani, che
veramente furono i primi a dare l'esempio in quasi tutti i generi
di letteratura, sono costretti a rinunziare alla lode di essere stati
gì' inventori delle opere periodiche. Mettendo attenzione alle date,
conosceremo che l'Inghilterra e la Francia hanno sole il merito
di reclamare il diritto della precedenza, che, sia detto per amore
d' imparzialità, sembra appartenere alla Francia. Il Journal des
Savants e le Pìulosophical transactions furono intrapresi e pub-
blicati, il primo in Francia e l'altro in Inghilterra nell'anno me-
desimo (1665). Ma il Journal des Savants ebbe uno scopo più po-
polare, e tutti i requisiti essenziali a una pubblicazione periodica,
mentre le Pliilosophical transactions jpare fossero destinate esclu-
sivamente agli scenziati ed ai pubblici stabilimenti.
Gli articoli dei giornalisti francesi ebbero dapprima minor
merito delle dissertazioni dei filosofi inglesi; ma la collezione in-
glese, senza decadere dalla reputazione di prima, offre pochi mi-
glioramenti, mentre il .Journal dés Savants acquistò vigore cogli
anni, e fu riputato, durante un lungo periodo di tempo, come il
più illuminato tribunale di scienze e di lettere.
Gli Italiani, come tutte le nazioni e gli individui decaduti dal-
l'antico splendore, consolano la propria vanità ricorrendo alla me-
moria dei passati giorni, e non di rado esagerando i meriti dei
propri antenati; ma ciò non toglie che sieno costretti a confes-
sare che le loro prime opere periodiche fossero posteriori a quelle
della Francia e della Inghilterra, e a contentarsi della pretensione,
che 1' Europa sia debitrice, se non altro, della prima idea di questa
specie di letteratura ad Anton Francesco Doni, un fiorentino che
verso la metà del sesto secolo compilava estratti di vari libri, e
censurava non solamente gli scritti di tutti i suoi contemporanei,
ma anche le opere inedite che gli capitavano fra le mani. Egli
divise la sua opera in due parti, e l' intitolò : Libreria. La prima
tratta dei libri stampati, e la seconda dei manoscritti. Non può
negarsi che tutti gii scrittori, i quali, compreso 1' illustre Boyle,
adottarono il nome di Biblioteca pei loro giornali letterari, ab-
biano imitato in questo particolare il Doni ; ma la loro imitazione,
0 fosse casuale o meditata, non andò oltre il titolo ; ne veramente
il Doni meritava di essere imitato sotto qualunque aspetto.
Egli era un composto d' ignoranza, di arroganza e di scel-
leratezza : faceva professione aperta di censurare, o lodare gli autori,
secondo che era pagato per farlo: era sempre pronto a spargere
1' unzione della lode o il fiele della satira, a proporzione della somma
stipulata. Fu contemporaneo e dapprima amico, poi nemico acer-
122 GUIDA DELLA STAMPA. PERIODICA ITALIANA.
bissimo di Pietro Aretino soprannominato dagli Italiani V infame^
di cui si continua a parlare più di quel che si meriti. Madama di
Staél si credè in dovere di visitare la tomba dell'Aretino, e di farci
sopra le sue meditazioni ; ma queste disgraziatamente erano fuori
di luogo sotto ogni aspetto, e quel sepolcro conteneva le ossa di un
infame scrittore solamente nei sogni della sua immaginazione,
mentre racchiude invece le ceneri di un gTand' uomo nato un se-
colo e mezzo prima che Pietro Aretino nascesse. Questo è un av-
viso dato per parentesi a quei viaggiatori che tornano al loro paese
ricchi di notizie classiche, di novità, di bozzetti topografici e di
aneddoti ignoti assolutamente a tutti gli abitanti dei paesi tra-
versati da tali industriosi turisti.
Ma per tornare al Doni, sebbene di poco differisse dall'x4.re-
tino nel genio e nelle disposizioni, pure meritava di esser meno
dimenticato, perchè egli era uno dei più strani e fantastici ani-
mali umani formati dalla mano della natura, e perchè il suo ca-
rattere serve a illustrare i costumi dell'età nella quale ei viàse.
Sebbene fosse membro di un ordine religioso di cui aveva abban-
donato il convento, e sebbene, in virtù degli ordini sacri che aveva
ricevuto e di cui non poteva spogliarsi, fosse obbligato a rimaner
prete, egli apertamente rideva della religione, e si abbassava fino
a guadagnarsi il pane contraffacendo le ciarlatanerie messe in opera
dal clero. Poche parole di una sua lettera basteranno a dare un'idea
dei suoi principii e del suo stile : « Non è il mio un benefìcio di
« traditore, né ho l'entrata d'un ladro: non scampano j9ro defun-
« ctis^ e non canto gaudeamus; e in vita mai non buscai un
« soldo ne di San Gregorio, né di San Lazzaro ; non scuffiai mai
« una pagnotta che non fosse sudata dal mio cervello, » Questo
stile composto di parole prese dal mercato e dalla società dei bor-
saiuoli, possiede una certa energia inerente al nativo vigore di
tutte le lingue popolari, e specialmente del dialetto fiorentino.
Un estratto di una delle sue lettere al granduca Cosimo I, suo
sovrano naturale, basterà a farci conoscere con un solo sguardo
1' individuo e lo spirito di quel tempo. — « Io sono un prete che
« famigliarmente favello con V. S. illustrissima, e mi chiamo il
« Doni; son musico, scrittore d'otto in volgare et di nove per
« greco : son poeta, il eh' io doveva dire innanzi ; e perchè mi
« conosciate chi io mi sono, oltre l'essere vassallo affezionato, et
« vivo bene, mando ai cantori di V. E. una canzone. Pur se voi
« fiutastemi, io non so nulla di prete, ma puzzo piuttosto di pazzo. >
Queste lettere furono pubblicate dal Doni ; e il granduca Co-
simo, mentre o rideva della singolare professione di fede del prete
cinico, 0 per lo meno ne lasciava impunite le stravaganze, abban-
donava la filosofìa e quanto a lei si riferiva al Santo Uffizio del-
l' Inquisizione, Cosimo lasciò che Pietro Carnesecchi, suo suddito
e suo famigliare, fosse sostenuto in Firenze dal P. Maestro del
Sacro Palazzo, e, tradotto a Roma, vi fosse processato come ere-
tico, decapitato ed arso nel 1567, Tale era in Italia la moda di
LETTERATURA ITALIANA PERIODICA. 123
pensare e di agire durante quel secolo. I principi, il clero, gli
stessi monaci ridevano del seguente epigramma a guisa d'epitaffio,
die si crede fosse composto dal Doni ]3er 1' Aretino (1) prima della
sua morte, e lo consideravano come un eccellente tratto di spirito :
Qui giace l'Aretin poeta tosco
Che d'ognun disse mal fuorché di Dio,
Scusandosi col dir — Non lo conosco. —
Quest'epigramma, dopo quasi tre secoli, è oggi ripetuto dalla
plebe d' Italia ; e lo sarà indubitatamente per molte generazioni
avvenire con detrimento della religione, maggiore di quello clie
il clero temeva dalle teorie fìlosoficlie inintelligibili al popolo. —
Del resto, non fanno atto di saviezza quegl' Italiani che citano la
Lihy^eria del Doni per provare che l' invenzione delle opere perio-
diche si deve a lui. — Vero è che queste due compilazioni somi-
gliano ai nostri giornali letterari, ma non comparivano periodica-
mente, contenevano pochi fatti e molta declamazione ; la critica
che gli accompagnava non era ne illuminata ne giusta : lo spirito
dello scrittore consisteva in una certa energia di espressioni idio-
matiche, e nell'audacia delle invettive, che egli spargeva senza ri-
sparmio, mescolate a qualche lampo di genio, e in una cognizione
bastantemente profonda di quelle debolezze e follie dell'umanità,
che provocano il riso. In una parola, i suoi giudizi letterari sono
libelli velenosi contro i suoi nomici (e i suoi nemici sono tutti coloro
che non gli danno danari) mentre la sua maniera di adular chiunque
per vanità o per paura comprava le sue grazie, è impudente e vol-
gare. Avendo dedicata una delle sue opere a un gentiluomo, dal
quale non ebbe la ricompensa che se ne aspettava, il giorno dopo
ristampò la dedica con una satira violenta contro lo sfortunato
mecenate, e dedicò l'opera a qualche Giove anonimo. Un uomo
simile può sicuramente riguardarsi come il più grande , se non
come il più antico fra i patriarchi della letteratura venale, i cui
discendenti si sono moltiplicati in numero maraviglioso in tutti i
paesi dell'Europa, e si distinguono dappertutto in grazia degli
stessi segni caratteristici. Essi aspirano alla fama e alle oneste ri-
compense della letteratura, senza il sapere che può dare l'una e
le altre, e senza il rispetto dovuto al mondo letterario, da cui le
loro arroganti pretensioni basterebbero a escluderli. Ne viene per
conseguenza, che persone di tal natura non solamente si trovano
nella misera situazione di un uomo veramente d' ingegno, obbli-
gato a scrivere per guadagnarsi il pane, ma sono anche costrette
a prendere impegni al disopra delle proprie forze, e ad aspirare a
emolumenti che non possono mai ottenere. Ne viene per conse-
guenza, che tutti gli avventurieri letterati i quali vagheggiano la
fortuna e la fama nei libelli, nelle gazzette e nei magazzini, fini-
(i) Altri eoa più rajgìone l'attribuisce a Monsignor Giovio. L'Aretino gli rispose
ÉoU' altro: Qui giace il Giovio storicone amplissimo, ecc.
124 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
scono col diventare imbroglioni, impudenti, e sfacciati impostori.
Assumendo l'aria di autori di professione, arrivano a credersi real-
mente quello che sono interessati a comparire; e mentre tentano
di darla ad intendere altrui, per qualche tempo riescono a darla
ad intendere a se stessi. Finalmente, vedendo crudelmente deluse
le loro pretensioni alla celebrità, vani pur sempre, indispettiti dal
colpo, e posseduti dalla libidine di fama, cadono nella smania della
notorietà. Diventano litigiosi, violenti e temerari; e quando le
illnsioni sotto la cui impressione hanno agito , rimangono final-
mente dissipate, sono allora istintivamente pronti a inverniciare
di qualche apparenza di verità quella menzogna alla quale si at-
taccano appassionatamente. Secondato dalla forza dell'abitudine,
questo istinto aumenta la loro capacità, e fatto audace dalla riu-
scita, arriva a uccidere nelle loro menti quella facoltà che distin-
gue il vero dal falso. Essi diventano calunniatori senza inten-
zione di esserlo ; e quando banno la disgrazia di far traffico di
quella bassa letteratura cbe pubblica scandali anonimi, diventano
oppositori temibili, ed anche più temibili amici. Il Doni aveva
preparato tre manoscritti per mortificare e agitare i suoi contem-
poranei anche dal sepolcro. Nel primo, adottando le forme mer-
cantili, aveva registrato in due colonne i beneficii e le ingiurie
ricevute e pagate cogl' interessi : il secondo conteneva tutte le ri-
trattazioni delle lodi bugiarde per le quali egli fu pagato, e di tutte
le calunnie vomitate nell'amarezza del suo cuore : nel terzo scrisse
la propria vita. Se qualche zelante della moralità pubblica non
avesse distrutto quei manoscritti, vero è che avrebbero aggiunta
un'altra pagina al catalogo dell'umana depravazione; ma ci avreb-
bero anche messi in possesso di un gran numero di fatti e di aned-
doti illustrativi sullo stato e sullo spirito del xvi secolo. Possiamo
aggiungere, che una più intima conoscenza dei costumi, della mente
e del cuore del più impudente e vendicativo fra i critici, ci avrebbe
fatto acquistare una cognizione più perfetta della razza intera, e
fatti capaci a star più in guardia contro di essa. Se dunque il
Doni può essere riguardato come il più impudente degli editori e
scrittori di critica letteraria, non per questo ha diritto alla lode
di essere l'iniziatore originale delle opere periodiche. Il primo
giornale letterario italiano comparve in Roma nel 1669, tre anni
dopo la comparsa del Journal des Sacants e delle Philosophical
transactions, e continuò per quasi venti anni, termine a cui rara-
mente è arrivata altra opera periodica di quella nazione. Tutti i
giornali letterari che vennero dietro a questo primo tentativo, eb-
bero cattivo esito, eccettuata la Galleria di Minerva, e più parti-
colarmente il Giornale dei Letterati, che cominciò nel 1710, e
continuò con crescente plauso. Veramente se tutti i suoi articoli
fossero di egual pregio che quelli sull'argomento delle antichità,
avrebbe meritato un posto in ogni pubblica libreria. I compilatori
di questa opera letteraria erano alcuni fra i più illustri antiquari
d' Italia — un Maffei, un Zeno, un Bianchini e un Muratori, Essa
LETTERATURA ITALIANA PERIODICA. 125
illustrava le epoche, i costiTini, le leggi dell'antica Italia, dell'O-
riente, della Grecia e di Roma, e spargeva luce fra le tenebre
clie avevano fino allora oscurato la storia del medio evo. Di fatti
questa era l'età della gigantesca scienza antiquaria. Quando, per con-
seguenza, noi abbiamo occasione di esaminare il presente stato degli
studi antiquari in Italia, dobbiamo sempre riferirci a quel tempo, di
cui poco si sa da lontano. I benefizi cbe questi grandi uomini fecero
alla storia della loro nazione, ed ai secoli barbari cbe precederono
il nuovo inci^àlimento dell'Europa, sono stati nascosti da certi au-
tori eloquenti, cbe senza le fatiche di quei non curati scrittori, non
avrebbero posseduto i materiali per le loro opere celebri. Mentre
peraltro tanta attenzione era diretta verso le ricerche d'antiquaria;
la poesia, l'eloquenza, la filosofia morale e politica, e tutte quelle
parti della letteratura che parlano all'immaginazione, al cuore e
all' interesse pubblico del genere umano, erano, se non interamente
neglette, coltivate con poco gusto e con meno ardore. Nessuna opera
può sperare di diventar popolare, se richiede lettori letterati di
professione: la maggiorità degli uomini può esser condotta alla ri-
cerca del bello, del giusto e del vero, e imparare a pregiarli, non
per mezzo dell'erudizione, delle materie di fatto, e degli argomenti
logici; ma per via di forti e piacevoli sensazioni, eccitate per mezzo
di uno stile e modo di narrazione che, interessando l'immagina-
zione e il cuore, possa eccitare la memoria, il criterio e tutte le
altre facoltà della mente, a un esercizio elegante e piacevole. Delle
opere scritte con questo intento d'ammaestrare una intera nazione
sotto forma di pubblicazioni periodiche, gl'Italiani, tanto ricchi in
altri tesori letterari, sono tuttavia assai poveri. Le numerose uni-
versità, e le troppe capitali dell' Italia, come abbiamo già osservato,
producono l'effetto d'impedire a tutti gli uomini di eminente in-
gegno, a tutti gli artisti, a tutte le nuove pubblicazioni, e a tutti
i progressi e le invenzioni del genio, di concentrarsi in un unico
focolare, e diffondere il loro splendore combinato da una sola città.
GÌ' inconvenienti di questa moltitudine di corti e di città capitali,
sono fatti maggiori dalle leggi, dalle istituzioni e dai costumi, in-
compatibili con un'opera periodica. Gli scrittori possono mescolarsi
nelle materie politiche, ma solamente nel caso di un conflitto d' in-
teressi locali fra due stati italiani ; e allora la disputa essendo na-
turalmente incrudelita da animosità miserabili, e affogata in mi-
nuziose circostanze, poco importanti per se medesime e poco intel-
ligibili perchè estranee alla lite, fa si che la curiosità e l' interesse
degli altri Italiani sieno o punto, o debolmente eccitati.
Eppure anche gli argomenti di si meschina natura potrebbero
essere trattati con una certa nobiltà, e acquistare nella forma il
merito di cui mancano nella materia, poiché è certo che la mente
di uno scrittore libero e illuminato può salire ai principii generali,
e dedurre conseguenze utili dall'esame dei fatti minuti, e dalle
quistioni apparentemente insignificanti.
Lo storico che più profondamente penetrò nel cuore dei prin-
126 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA,
cipi, e che lia più fortemente e originalmente descritte le vicissi-
tudini del più grande impero clie abbia mai esistito, non isdegnava
gii eventi comuni che sembrano di poco momento, perchè in quelli
si scopre spesso l'origine delle grandi rivoluzioni, e qualcuno dei
precetti che sono più utili alla condotta della vita. Ma neanche il
vigoroso intelletto di un Tacito sarebbe stato capace di trarre ri-
flessioni profonde e sublimi da fatti per se stessi minutissimi e
comuni, coli' ingrandirli e nobilitarli, quand'anche il terrore e le
catene avessero costretto lo scrittore ad assumere quell'incarico.
In Italia, nel tempo di cui parlammo, e anche ai dì nostri, lo scrit-
tore che imprendesse a illustrare le quistioni politiche per via dei
principii generali, a speculare sulle migliori forme di amministra-
zione, a proporre nuove teorie, a fare allusioni alla situazione degli
altri governi europei ; in una parola, ad additare tutte le imperfe-
zioni che si trovano nelle costituzioni e nelle leggi attuali del
paese nel quale egli scrive, quand'anche quel paese fosse la sua
terra natia, sarebbe reo di altrettanti delitti di alto tradimento.
La debolezza dei vari stati gli obbliga a limitare le loro guerre
reciproche alle battaglie della penna ; e in tali occasioni gli scrit-
tori delle parti litiganti non hanno il permesso di deviare, neanche
nelle più piccole particolarità, dal punto della questione ; dimanie-
rachè, invece di pensare e parlare colla libertà e l'eloquenza d'uo-
mini di stato, essi fanno precisamente la parte degli avvocati ar-
mati di sofismi; mettono fuori gli argomenti che furono loro det-
tati, e declamano con una virulenza proporzionata alla paga che
ricevono. Ne viene per conseguenza, che se uno scrittore favore-
vole a un governo particolare era perseguitato da un altro prin-
cipe, a dispetto del suo merito letterario e del suo amore di patria,
era sempre sicuro di essere sacrificato alle rimostranze dell'amba-
sciatore estero. Il Giannone è un esempio di questa verità. Avendo
egli pubblicata la sua Storia civile dei regno di Napoli^ fu ridotto
a morire in carcere. Quest'opera era letta e lodata universalmente
in segreto da tutta l' Italia ; ma i giornalisti, non che fame men-
zione, temevano fino di pronunziare il nome del suo autore, conver-
sando. Troviamo in una lettera del celebre Zeno, l'editore e il
principale contribuente alla Galleria di Minerva^ di cui abbiamo
appunto fatto menzione, e che si pubblicava in Venezia, il seguente
aneddoto caratteristico. Il G-iannone, quando era perseguitato, cercò
asilo in Venezia, come nella più libera e indipendente città del
resto d' Italia, e perchè egli medesimo era suddito veneto. Le dot-
trine che egli nella sua storia ha illustrate e difese contro il po-
tere temporale del papa, concordavano colle costituzioni della repub-
blica veneta. Ma i Veneziani, contenti di essere a quel tempo tanto
liberi quanto esserlo potevano dal giogo del Vaticano, e temendo
di cominciare nuove liti colla Santa Sede, abbandonarono al suo
destino il difensore dei principii fondamentali del loro governo nelle
materie ecclesiastiche. Il Giannone oppresso dagli anni e dalle in-
fermità, povero ed esule, fu bandito da tutti i dominii della repub-
LETTERATURA ITALIANA PERIODICA. 127
blica di cui era suddito ; ma anche prima clie il senato ricorresse
al suo codardo espediente, i letterati di Venezia e del resto d' Italia
evitavano di visitare il Giannone, o si rifugiavano in campagna per
timore di essere visitati o incontrati da lui. Molti lo ammiravano
per la sua coraggiosa difesa della causa della verità, molti lo com-
piangevano in segreto, ma nessuno osò offrirgli soccorso o conso-
lazione, È chiaro esservi tempi e governi nei quali anche gli uo-
mini giusti, generosi e illuminati, si trovano nella necessità di
provvedere alla propria sicurezza individuale, assumendo la crudele
pusillanimità dei barbari che tremano sotto i terrori del dispotismo
asiatico.
Continueremo a fermarci sopra quella età che sotto ogni aspetto
presentava un' immagine della schiavitù a cui gli attuali editori di
opere periodiche si trovano ora ridotti in Italia, e che al tempo
medesimo ci offre l'opportunità di descrivere il passato e il pre-
sente. La filosofia morale era allora poco meno che schiava della
politica. Le riflessioni sopra la natura umana, le indagini circa i
laberinti del cuore, e quei precetti per la condotta della vita che
non erano affatto conformi al catechismo dei preti, sottoponevano
lo scrittore al pericolo di essere accusato di eresia. La critica lette-
raria e l'esame delle opere d' immaginazione, non potevano otte-
nere giudici illuminati e imparziali ; perchè, siccome i preti aveano
in Italia, come in tutto il resto del mondo, l'educazione della gio-
ventù nelle loro mani, cosi cospiravano a estollere al cielo tutto
ciò che era scritto dalla propria confraternita o da gente che le ap-
partenesse, e a deprimere il merito di quelli scrittori che non si
adattavano a sottomettersi alla loro letteraria tirannide. Noi non
neghiamo, e siamo anche disposti a riconoscere i benefizi che i
gesuiti hanno fatto a tanti paesi, e particolarmente alla Francia,
senza peraltro avere prima esaminati tutti i fatti necessari a pro-
vare fino a qual punto queste lodi sieno giuste ; ma rispetto all' Ita-
lia, i cui annali abbiamo attentamente studiati, possiamo, senza
tema di contradizione, asserire, che la bella, la sublime, la nazio-
nale letteratura disparve dall' Italia precisamente in quel periodo
che successe alla fondazione delle scuole dei gesuiti. Il dominio dei
forestieri, e particolarmente quello degli Spagnuoli, e la rovina
della indipendenza di quasi tutte le città italiane che contempo-
raneamente alla fondazione di queste scuole ne derivò, deve senza
dubbio avere potentemente contribuito a estenuare e impoverire le
lettere. Tuttavia, né il dispotismo straniero, né 1' influenza dell' in-
quisizione poterono costringere il Genio a starsene contento dello
stato di prostrazione, a cui lo aveva.no ridotto le ingiurie sistema-
tiche della confraternita: Igneus est olii vigor, et coelestis erigo.
Quando il Genio ha cominciato a spargere su i popoli il suo
raggio animatore, illmninandoli della sua luce, e fa loro udire la
sua voce divina non vi é potere umano che valga ad ottenebrarlo,
e imporgli silenzio. L'educazione può essere contrariata cosi da non
produrre altro che abilità mediocri. I collegi dei gesuiti popolarono
128 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
l'Italia di rimatori, di declamatori e di autorelli, pieni di affetta-
zione e di cattivo gusto; ma la poesia, l'eloquenza e il vigore dello
stile avevano finito di esistere. PocM scrittori, per esempio un Fi-
licaia e un Guidi, raggiunsero un alto grado di celebrità, ma ciò
fu non tanto per l'altezza del merito, quanto per la penuria di
buoni poeti; e se quell'età produsse qualche uomo degno dell'am-
mirazione e della gratitudine della posterità, vediamo che visse e
scrisse in una pericolosa e continua guerra coi gesuiti. Qualcbeduno
fra gli scrittori di quell'ordine fu utile, nessuno gTande; e fra i
molti italiani- che cominciarono e completarono la loro educazione
letteraria in quei collegi, non vi è esempio di un solo che scri-
vesse con originalità di stile, o profondità di pensiero. Pare che i
gesuiti avessero trovato l'arte di esaltare le piccole abilità e umi-
liare quelle di un ordine superiore, riducendole tutte al livello
della mediocrità, o sostituendo la vanità dei plausi accademici al-
l'amore della gloria. Perciò le opere intraprese o protette dai ge-
suiti tendevano invariabilmente a diffondere le loro dottrine, fossero
religiose, politiche, morali o retoriche, e ad opprimere i loro av-
versari.— Ne venne per conseguenza che la loro critica letteraria fu
parziale e limitata a certi precetti e dottrine scolastiche, al di là
delle quali non era permesso inoltrarsi.
Direttamente o indirettamente, l'influenza di questa corpora-
zione trapelava in tutti i giornali di quel tempo: essi divennero i
dispensatori arbitrari della lode e della censura, per la quale non
vi era appello. Se una eccezione isolata avea luogo talvolta, se
qualche giornalista rimaneva incontaminato dallo spirito gesuitico,
tendente a guastare ogni cosa, non era permesso di smascherare il
male impunemente ; ed egli si trovava obbligato a coadiuvarlo col
suo silenzio. Il secolo tendeva nonostante a uno di quei cangia-
menti periodici, che la natura di continuo, sebbene in modo quasi
impercettibile, sta preparando nel mondo, e che scoppiano sempre
con una veemenza x^roporzionata alla resistenza che incontrano, si-
mili alla polvere che più si trova compressa dentro la mina, e più
spande vaste rovine intorno a se.
La tendenza del secolo menò seco tale rivoluzione nelle opi-
nioni, da distruggere istantaneamente l'onnipotenza dei gesuiti.
La causa medesima fece si che l' imperatore Giuseppe II promo-
vesse molte riforme politiche ed ecclesiastiche nelle sue province
d' Italia. La repubblica veneta ridusse i suoi stati a una specie di
portofranco per favorire il commercio letterario. La stampa rias-
sunse la sua rediviva attività : i limiti della letteratura nazionale
si allargarono per causa delle traduzioni e della ristampa di varie
opere francesi, state già anatemizzate dalla Chiesa di Roma. Fu a
quel tempo che alcuni individui, i quali all' intelletto illuminato
univano ricchezza di patrimonio e nobiltà di natali, stabilirono a
Milano una specie di colonia filosofica, che corrispondeva cogli en-
ciclopedisti e gli economisti di Francia, e intraprese un'opera perio-
dica intitolata il Caffè. La libertà del pensiero spiegata dalli scrit-
LETTERATURA ITALIANA PERIODICA. 129
tori di quegli articoli, gli fece considerare come uomini di mente
generosa e esaltata; e mentre i lettori ammiravano nell'opera un
coraggio sconosciuto a quei tempi, non potevano separarlo nel loro
pensiero dal merito letterario. Ma quando i volumi dei grandi scrit-
tori forestieri ebbero il passo libero nell' Italia, meno strettamente
custodita, e cominciarono a esservi conosciuti, il Caffè non parve
più che un tentativo puerile, confrontato coi giornali d' Inghilterra
e di Francia. Qualche anno dopo, per onorare la memoria dello
stampatore, degli editori, degli scrittori degli articoli e dei corret-
tori delle prove di stampa, che erano tutti Milanesi, una nuova
edizione del Caffè fu fatta a Milano, ove anche al dì d'oggi è molto
lodata, sebbene sia letta di rado, e non se ne faccia mai menzione
nelle altre parti d'Italia. — L'essere stati, molti fra i contribuenti
a questo disgraziato giornale, uomini di mente superiore, prova
l'aggiustatezza della nostra osservazione, che le opere periodiche
sono intese e portate avanti con difficoltà, perchè il genio, la dot-
trina e la diligenza non valgono a tanto, se le opere stesse non
sono condotte a seconda dello spirito del tempo, e soprattutto
con una ben intesa cognizione del gusto e della niente di chi
legge-
fi da aggiungere che la suddivisione della penisola in tanti
governi, ognuno dei quali ha i suoi piccoli impiagati, i suoi acca-
demici, i suoi inquisitori e censori (che tutti seguono le loro leggi
e i loro metodi particolari), e l'assoluta mancanza di mezzi pub-
blici di trasporto per far circolare le opero periodiche colla neces-
saria rapidità da una parte della nazione all'altra, le obbliga a
contentarsi del numero ristretto di lettori e sottoscrittori da tro-
varsi nello stato ove l'opera si pubblica; e per conseguenza, le
spese risultanti da tale intrapresa devono per la maggior parte su-
perare la rendita.
La sola pubblicazione periodica che, oggi quasi dimenticata,
sia pur degna di ristampa per la purezza della lingua e per la schietta
descrizione delle usanze singolarissime di Venezia, è V Osservatore,
che compariva settimanalmente in quella città, scritto intieramente
dalla penna del conte Gasparo Gozzi. Questi, pensatore non pro-
fondo, scrutava nondimeno i misteri del cuore umano con occhio
sagace, e nell' intendimento d' istillare una morale più benevola e
gentile, usò le armi del ridicolo; ma di un ridicolo dettato dalla
compassione, anziché dal disprezzo o dall'odio dell'umanità. H suo
stile, tuttoché senza fuoco, non mancava mai di quel calore che,
continuato, attrae insensibilmente ; il suo dettato era a guisa d'un
ruscello sgorgato di vivo fonte, che limpido scorre placidamente
fra l'erbe con lene mormorio. Egli dee aversi per uno dei pochi
eletti fra quegli Italiani che studiando e scrivendo la loro lingua,
ne raccolgono le grazie natie, senza guastarle per alcuna affetta-
zione sia di raffazzonamenti filosofici, sia di purismo pedantesco,
o scansando quella verbosità che tanto è cospicua nella turba degli
scrittori italiani. A quelli fra gl'Inglesi che lamentano il poco nu-
N. Bernardini — Guida della Stampa feriodica italiana — 9.
130 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
mero di prosatori italiani da potere esser letti senza noia, noi vor-
remmo raccomandare V Osservatoì^e di Gaspare Gozzi.
Gli alti encomi prodigati poco fa a Carlo Gozzi da un celebre
poeta tedesco, e poi ripetuti da molti critici, vogliono essere al-
quanto meditati da tutti coloro die aspirano a fama letteraria. I
due fratelli ebbero scrivendo diversi fini. Gaspare mirava a ingen-
tilire il gusto, lo stile e i costumi de' suoi concittadini. Carlo si
ridea dello studio, dello stile e del gusto ; scrisse a capriccio, e
foggiò a commedia certi suoi ghiribizzi, che poi le balie veneziane
canterellavano sulle culle de' bimbi per addormentarli. Il popolo
affluiva a vedere que' drammi, e rideva come un fanciullo a quelle
follie : il poeta rideva delle follie del popolo, e gli uomini culti si
rideano del poeta ; e ninno allora avrebbe sognato che questo fab-
bro di celie, dopo la sua morte sarebbe per essere esaltato dagli
stranieri come uomo di genio originale, mentre gli eleganti scritti
elaborati dal suo fratello con tanto amore e tanto studio, e che
degnamente gli ottennero il titolo di Addison veneziano, sarebbero
appena ricordati dalla generazione venuta dopo di lui.
n pregio dell' Osservatore di Gaspare Gozzi fu fatto manifesto
agi' Italiani da un critico rigidissimo, il quale aveva fornita, se
non pur cominciata, la propria educazione letteraria in Inghil-
terra, e fu primo a introdurre in Italia il nuovo codice di critica,
ch'egli avea ricevuto dal dottor Johnson. Molti de' nostri lettori
hanno già inteso che noi alludiamo al Baretti, il quale mori in
Londra l'anno 1789. Visse il Baretti fino ad età avanzatissima,
dotato d'una forza irresistibile di attrazione e ripulsione, tantoché
chiunque non avesse la fortuna di divenirgli o amico del cuore o
nemico implacabile, dovea rinunziare alla sua conoscenza. Molti
ancora vivono, che lo conobbero, e continuano ad amare o a de-
testare la sua memoria; ma a pochi è noto per quali vie fortuna
e natura congiurassero per formare un carattere tanto strano. Po-
vero discendente de' marchesi di Carretto in Piemonte, i quali
avean coperto di debiti tutto il patrimonio, volea pur qualche volta
gratificare all'orgoglio, viaggiando con arme e titoli gentilizi ; ma
egli era nato più orgoglioso che vano, e però avea la mente del
continuo travagliata e tormentata dal timore o d'esser creduto un
plebeo, 0 d'esser messo giustamente in ridicolo come colui che affet-
tava titoli e onori di patrizio, mentre buscava il pane col sudor
della fronte. La professione d'ecclesiastico, e il nome di abate in
Italia pareggia tutti, nobili e plebei ; e da prima il Baretti questo
stato di vita vagheggiò ; ma perciò che non si sentiva acconcio a
prender voto di celibato, come la Chiesa cattolica prescrive, s'ap-
pigliò ben tosto allo studio dell'architettura: qui poscia conside-
rando ch'era di vista corta, e che gli occhi d'un buon artista non
possono aver prò dagli occhiali, si voltò alla professione della legge.
Noiato in breve de' lunghi e gotici modi di grammatica, riputati
necessari a quel tempo a chi volesse saper di latino, nella qual
lingua insegnavasi allora la giurisprudenza, si ridusse al mestiere
LETTERATURA ITALIANA PERIODICA. 131
di scrivano in un banco, ove più tempo consumò sopra libri di let-
teratura cbe non sopra il giornale del banchiere. Finalmente pen-
sando che non potea ne doveva ubbidire a padroni che non erano
nobili pari suoi, ed erano assai meno liberali e assai più ignoranti
di lui, prese l'infelice risoluzione di scrivere per librai. L'intrat-
tabilità della sua natura, a cui si può attribuire la bizzarria, l' im-
pazienza e l' irrequietezza della mente, cui non valsero a mitigare
le potenti e soavi cure materne, fu inacerbita dall'odio, o come
altri vuole, dall'amore che concepì verso la madrigna. Il padre del
Baretti, rimasto vedovo, erasi ammogliato a una giovane, la quale,,
giustificata dall'uso de' tempi e del paese, divenne la platonica adul-
tera d'un uomo di corte, favorito del re, e delle dame di Piemonte.
Il giovine Baretti, o innamorato, o geloso, o forse per vendetta
dell' onor di suo padre, tentò di lavar nel sangue dell'offensore
quell'offesa, della quale ne leggi, ne giudici, ne preti promettevano
riparazione. Non vi riusci ; e per salvarsi, fu costretto a fuggirsene '
dal suo paese. Cosi, senza il bene dell'educazione, non esperto d'al-
cuna professione utile, si trovò senza patria nel fior dell'età. La
sventura, che pur talora ammollisce le menti, rese la sua più severa
e più rigida. Egli sacrificò sempre la sua pace all'ambizione di non
mai perdonare un'offesa, di nulla mai concedere all'ignoranza e
alla debolezza umana.
Quel velo di passione, a traverso del quale riguardò sempre
le umane fragilità, l'ostinata veemenza onde mantenne le sue opi-
nioni, e 1' inflessibile asprezza delle sue ammonizioni erano proprie
a rendere men docili i suoi lettori; ma quand'era in umore di pia-
cevolezza, diveniva più indulgente ai compagni de' suoi passatempi ;
tutta l'anima sua, tutte le sue parole prendeano graziosita e gaiezza,
e d'ogni più gentile virtù addolcivasi la sua vita domestica, apren-
dosi all'esercizio di tutte le più amabili inclinazioni del cuore umano.
Ondechè tutti gli amici lo ammiravano e compativano come una
specie di Catone letterario, mentre per gli altri non era che un
cinico, il quale al randello di Diogene aggiungea l'armi e la ferocia
d'un soldato. Tutti sanno come il Baretti si prese vendetta di sua
mano, allorché fu assalito per le strade di Londra da una banda
di ladri e femminacce, e come si rese colpevole d'omicidio; ed è
pur opinione di molti, che in quel tristo frangente egli avesse mo-
strato men disposizione alla difesa che alla vendetta. Né sarebbe
valso a salvarlo la patita provocazione di que' ribaldi, ne l'elo-
quenza della sua difesa, ove il Jw^y non avesse inclinato l'orecchio
ad uomini rispettabili, specialmente letterati, che si fecero innanzi
attestando della vita incolpevole del Baretti, non d'altro imputa-
bile che di naturale impazienza a sopportare 1' ingiurie, e di pron-
tezza a respingerle. Così continuò fino a' quarantacinque anni, non
avendo di che provvedere alla imminente vecchiezza, se non appi-
gliandosi a insegnare 1' italiano, compilando dizionari, opere gram-
maticali, edizioni d'autori italiani ad uso de' suoi allievi; co' quali
peraltro non ebbe l'arte di vivere in pace per lungo tempo. Chi
132 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA. ITALIANA,
si diletta di pettegolezzi può trovarne im tesoro ne' volumi di Bo-
swell, il quale dicenda et tacenda locutus, lia pubblicate non so
che querele domestiche fra il Baretti e la signora Thrale, la cui
figlia stavasi allora sotto la disciplina di lui. È proprio da com-
piangere che il Baretti, dopo esser vissuto come ospite, familiare,
maestro ed amico in casa di quella signora, e dopo esserne stato
lontano per piìi che vent' anni, portasse seco l'ira fino all'estrema
vecchiezza, quando, sull'orlo del sepolcro, lanciò improperi contro
di lei, allora divenuta signora Piozzi, infatuato della vanità di far
sapere al mondo che dessa avea corrisposto al dottor Johnson. Ma
quando il Baretti ebbe opportunità di secondare il talento naturale
per la discussione, il suo ingegno, la sua mente espandeasi, e si
sollevava col subietto. Il suo ragionamento contro Voltaire a difesa
di Shakspeare fu vòlto a diffondere i principii di critica poetica,
applicati già da tutti gì' inglesi, ma fin allora sconosciuti in Fran-
cia e in Italia; e ne trattò con quell'abbondante eloquenza, con
queir ironia, e con lo stesso spirito, insolenza e sprezzo superbo,
che aveano reso il dittatore della letteratura europea oppositor for-
midabile. Questo ragionamento è scritto in francese. Uno de' pregi
del Baretti era una grande facilità a impadronirsi delle lingue stra-
niere. Se in tutte ei scrivesse correttamente, noi non siamo in
grado di giudicare ; ma ne dubitiamo. Non è poco per un uomo il
possedere perfettamente tutte le ricchezze della propria lingua : in
quelle degli altri paesi dovrà sempre pensare e ripensare ai modi
da usare, massime se vorrà esprimere idee di carattere profondo. Il
Baretti non era profondo pensatore : concepiva i suoi pensieri in una
guisa bizzarra, ed esprimeali in tutte le lingue che sapeva con quella
caldezza e quella libertà che fanno perdonare ai difetti di gramma-
tica, come que' cavalieri che non usi al maneggio de' cavalli, si
slanciano a tutto galoppo, e sono ammirati pel loro coraggio.
Nondimeno, a dispetto dell'audace confidenza nella propria
forza, il Baretti, tra per ammirazione e per necessità d' istruirsi,
e tra per moda e spirito di speculazione, si professò discepolo e
imitatore del dottor Johnson. Ma la mente universale e intuitiva
di Johnson, la superiorità che tenea fra' contemporanei, la preci-
sione ed originalità della sua eloquenza, e principalmente la gra-
vità del suo carattere conferivano un che di venerazione anche alle
baie che cadeano dalle sue labbra; laddove le arroganti, subitanee
e talor volgari maniere del Baretti riuscivano a detrarre allo splen-
dore e alla dignità eziandio del vero. Johnson e Baretti aveano
imparato di per se stessi, e però aveano il grandissimo vantaggio
di pensare e di esprimersi a modo interamente loro proprio : le
loro menti non erano state preoccupate dalle forme servili, dalla
pedanteria, àdXVesjìrit de corps del collegio e dell'università ; ma
peraltro, come avviene di tutti quelli che hanno imparato di per
se stessi, si davano a credere che qualunque cosa, da essi impa-
rata senza maestro, non fosse stata mai per l' innanzi conosciuta
ne insegnata da altri. Il legger confuso, tumultuario, e spesso in-
LETTERATURA ITALIANA PERIODICA. 133
terrotto, in gran varietà di libri, quand'eran giovani, aveva abi-
tuate le loro facoltà mentali alla sconnessione, al disordine, all' im-
pazienza ; e non appena un raggio di verità balenava su loro, si
affrettavano ambiziosamente a comporne massime generali ed as-
siomi, arrivando talora a conseguenze che non erano affatto dedotte
da' principii cbe aveano posti. I fatti intorno a' quali ragionavano,
non erano moltiplicati per ripetLite ricerche, non esaminati né con-
frontati diligentemente, e le date, senza le quali gli effetti si paion
cause e le cause effetti, di raro si trovano esatte ne' loro scritti ;
ond' è che, mentre di tutto disputavano e sempre e con tutti, le loro
magistrali sentenze non erano scevre di errori e di contradizioni.
Avevano spesso ricorso ai sofismi, qualche volta ai sarcasmi; e
combattevano più per vanità, che per amore del vero. Erano am-
bidue avventurieri, e faceano sfoggio di loro ricchezze con tutto
il fasto e la pompa de' nuovi ricchi. Ma le ricchezze della mente
di Johnson si davano spontanee, nuove, svariate, infinite, come
sono le produzioni del genio, qualunque educazione abbia ricevuto.
Il Baretti all'incontro non avea scintilla di genio: la natura gli
avea dato quella specie d' ingegno, che conosce come adoperar
destramente e con una cert'aria di novità quel eh' è stato inven-
tato da altri, ma è affatto impotente a scoprire o inventare alcuna
cosa da se stesso. Era acuto, perseverante, trasmutabile, e quando
volea convincer altrui di errore, talvolta avventurato. Quell' istinto
irresistibile che lo stimolava a continue battaglie di penna, padro-
neggiava siffattamente tutte le sue facoltà, che non potea ne leg-
gere ne pensare di cose che pur accrescevano dovizia alle sue co-
gnizioni, senza che non rimproverasse nel tempo stesso a qualche-
duno povertà o fiacchezza d' intelletto. Il meglio delle sue poche
dovizie letterarie gli derivò dal conversare con Johnson. Checché
Johnson dicesse e scrivesse, rivelava l'uomo di mente superiore,
che sapea di essere nato in bassa condizione, e d'avere spesa la
miglior parte della primavera della vita in occupazioni sconosciute
al suo alto intelletto, alla nobiltà della sua mente ; e come per
cancellar dalla propria memoria, non che dall'altrui, la bassezza
anteriore del suo stato, sembra che pigliasse l'uso di parlar sem-
pre con più pompa ed autorità, e con meno buon gusto che non
avrebbe fatto, se avesse sortito nascita più ragguardevole e men
contraria fortuna; e però diede splendore, magnificenza e sonora
rotondità di stile anche agli scherzi, e alle idee più comuni. Ma
il suo discepolo italiano fin dalla prima giovinezza era stato con-
dannato a vagare come un reietto, ed era cresciuto in un paese
dove e corte e nobili ed anche magistrati impunemente oltraggia-
vano spesso le leggi, cosicché chi non volea portarsi in silenzio
l'ingiustizia e l'insulto, afferrava qualsivoglia occasione di vendi-
carsene con armi e sangue. Ebbe casa raramente fuorché nelle
osterie e nelle taverne fra gente abietta, e sovente pessima ; ed
inclinando, come il maestro Johnson, a sensualità e crapula, ma
meno di lui scrupoloso nella scelta de' compagni, il Baretti con,-
134 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
trasse maniere volgari, clie diventarono sua seconda natura, ed in-
fluirono ne' suoi scritti. Infatti, o clie fosse per un pensiero istin-
tivo o da esperienza, sentì clie 1' imitare la solennità dello stile di
Jolinson lo avrebbe fatto ridicolo; ed anzi, fin nella propria lin-
gua, trascurò gli autori cbe scrissero con dignità, e studiò poesia
nel Berni, prosa in Benvenuto Cellini, autori che lo poteano for-
nire solo d' idiotismi. Non fece sua ne la grazia spontanea del primo,
nò l'energia del secondo. Vero è, che se l'autobiografìa del Cellini
cominciò ad esser pregiata più che per 1' innanzi in Italia, grazie
al Baretti, il quale concesse all'artista fiorentino la palma sox3ra
tutti gli scrittori toscani, abbenchè esagerate fossero tante lodi,
ne venne pur questo di bene, che molti italiani impararono da
queir opera, come il pensar fortemente e il concepire potente-
mente quel che si scrive, è mezzo più efficace a formar lo stile,
che non tutti i retori grammaticali, e i grammatisti retorici delle
loro accademie. L'espressione italiana del Baretti corrisponde al-
l'energia della sua mente; e quantunque egli non sia ad aversi
in conto di scrittore veramente puro, e le sue opere (aggirandosi
nella maggior parte intorno a subietti grammaticali, o lizze lette-
rarie, fra le quali passò la vita) non abbiano grande importanza,
in grazia nondimeno dello stile, sono tuttavia ristampate e lette.
Chiunque sapesse tanto d' italiano e d' inglese da poter pronunziare
un giudizio, direbbe forse che il modello che il Baretti s'era messo
davanti per lo stile e pe' modi, era Swift.
Con siffatte abilità, con quel carattere, sapore e stile, il Ba-
retti lasciò 1' Inghilterra e tornò in Italia, dove nel 1765 die prin-
cipio ad un'opera periodica, intitolata : Frusta letteraria di Ari-
starco Scannabue. GÌ' Italiani, e specialmente i Fiorentini, danno
nome di bue agli uomini corpulenti, e agli scrittori stupidi. Con-
venienti al suo nuovo nome e al titolo del giornale furono le opi-
nioni \ere, false o dubbiose, i numerosi paradossi, pregiudizi e so-
fismi che disseminò fra i suoi connazionali. Le opinioni, talvolta
avventate e non sempre giuste, della critica inglese, ma che pro-
nunziate a modo d'oracoli, si erano procacciata venerazione fra la
moltitudine dei lettori, allorché furono con minacciosa arroganza
ripetute dal Baretti, provocarono ad un esame più severo; e quelle
ch'eran parziali, o almeno dubbiose, furono riprovate siccome in-
giuste e maligne. Le molte verità, le nuove luminose illustrazioni
del Johnson, applicabili alla letteratura di ogni popolo e di ogni
età, ed insieme convincentissime, come quelle che sembrano mosse
da ispirazione di mente quasi divina, furono adoperate dal Baretti, in
tal guisa da far credere che, più che il beneficare la patria, avesse
per suo proposito I' invilimento e la detrazione degli uomini più
stimati della nazione, il sovvertimento di tutte le teorie consacrate
dal tempo, la diffusione di scandali e d'eresie letterarie nelle ac-
cademie e nelle scuole. Forse l' Italia non era ancora in grado di
accogliere quelle verità; ma comunque ciò fosse, perchè meno osti-
nata fosse la ripulsione, bisognava uno scrittore più insinuante, ©
LETTERATURA ITALIANA PERIODICA. 135
men fanatico dell'infallibilità del suo precettore. L'artista, il quale
per bizzarria figurò la signora Thrale che, vestita alla montanina,
guida ad una fiera il formidabile dottore in figura d'un orso, avrebbe
compiuta la pittura se avesse messo il Baretti sulla schiena del-
l'orso in figura di scimmia. Fino a quel tempo i poeti italiani si
eran considerati da meno de' poeti di Grecia e di Roma : credevano
che gli usi, la religione o il linguaggio degli antichi fossero meglio
adatti a poesia, o che natura avesse cessato di produrre genii straor-
dinari; e non videro che, indipendentemente da quelle circostanze,
parte vere, parte esagerate e parte immaginarie, la poesia degli
antichi consisteva nel disegno, nel colorito del pensiero, nell'unità
e proporzione delle immagini, e però in una perfezione, cui niun
genio può arrivare se è incatenato dall' imperiosa necessità della
rima. I tentativi di avvicinarsi alla maniera degli antichi per
mezzo del verso sciolto ^ erano riusciti miseramente per molti anni,
finche a' tempi del Baretti comparvero alcuni bei saggi, onde co-
minciossi a sperare che la poesia italiana si sarebbe potuta trattare
in guisa da ottener molti, se non tutti, i meravigliosi effetti del-
l'esametro. Indi a non molto, a cotal perfezione fu condotto il verso
sciolto, che il linguaggio, i pensieri, la poesia presero assai più di
larghezza, di abbondanza, di splendore, e un aspetto nuovo del
tutto. Infatti la letteratura italiana s' è agerandita mercè de' versi
sciolti, e ha stabilito un'epoca importantissima, che non è stata fin
qui abbastanza notata e descritta. Ma il Baretti o non vide, o si era
determinato a non vedere l'avvenuto miglioramento; e poiché il
suo dottor Johnson erasi professato contrario al verso sciolto, con-
verti quell'avversione in anatema superstizioso e ridicolo. Se uo-
mini versati in cotali studi confrontassero coll'originale una delle
satire di Giovenale imitata dal dottor Johnson, scorgerebbero a
un tratto che il verso del poeta antico, non tiranneggiato dalla
rima, concedeva al poeta di far presenti i suoi pensieri, disegnati,
formati, incarnati in vivissime immagini. Le massime generali, i
fatti, le allusioni si trovano nel satirista latino sotto forma di numi
e di genii irati, e par di vedere la lor minacciosa attitudine, e
par di udire quelle parole severamente ammonitrici; e quelli stessi
pensieri, laddove sono angustiati fra le rime, si mutano in sen-
tenze epigrammatiche, che nell'armonia e nel vigore dell'espres-
sione ci danno a sentire l'oratore, il filosofo, il profondo osserva-
tore del cuore umano e il perfetto verseggiatore; ma di raro, se
pur qualche volta, il poeta. Vero è, che Johnson non parve fatto
dalla natura per essere gran poeta ; ond'egli, forse di ciò consa-
pevole, fece agire tutte le altre potenti facoltà del suo spirito afiin
di costituirsi giudice profondo ed originale in quell'arte, nella quale
i suoi primi sperimenti non erano stati uguali alla sua ambizione.
Il Baretti die principio alla sua ^carriera con la traduzione delle
opere drammatiche del Corneille. E raro che la poesia rimata, quella
principalmente de' Francesi, fornisca il traduttore di tanto colorito
e disegno, e di tante immagini che possa essere trasportata nel verso
136 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
sciolto con effetto ; ed il Baretti fece la traduzione in verso sciolto,
e riuscì deplorabile. Imputò egli la caduta alla mancanza della
rima ; ma egli avrebbe ben potuto querelarsi con la poesia del suo
originale, o con la rima, e massimamente col suo ingegno antipoe-
tico. E' par veramente ch'egli ciò riconoscesse, dacché si distolse
affatto dai versi, e tutto si volse alla formazione di quel suo stile
in prosa, che riuscì formidabile appunto ai poeti, fra' quali non gli
era stato possibile di essere annoverato. E ciò stesso fu cagione che
Johnson si desse con tanta compiacenza a fabbricare solenni periodi
per farci sapere che Milton, quand'era ragazzo, fu battuto in col-
legio dal maestro ; che Milton, in vecchiaia, quantunque già intre-
pido propugnatore di libertà, era naturalmente tiranno, perchè, in-
fermo, cieco, solitario, cercava aiuto ed esistenza dal sesso più
debole, ed altrettali maligne induzioni, — per non mentovare quelle
che con poco accorgimento e meno dignità estorse da una came-
riera, per tassare il Pope di ghiottoneria, e di stravaganze puerili,
e d'altre miserie comuni a tutti gli uomini. Tutto ciò è prova,
che il critico, arrabbiato colla natura che non avealo destinato
poeta, se ne vendicava contro i poeti di grandissima fama ; e che
quando le loro opere e il consenso dell'umanità lo impedirono di
oltraggiare il Genio, adoperossi a sparger sospetti sulle loro inten-
zioni e sulla loro vita. Johnson si contentò nondimeno di lodare
o vilipendere i morti; non già il Baretti. Il Baretti colla sua Fru-
sta letteraria flagellò spietatamente i vivi ; e qualche volta a' suoi
colpi risposero minacce di spada e di pugnale. Vi fu un bresciano,
mezzo poeta e mezzo gentiluomo, il quale intimò al Baretti che,
0 censurato o lodato che lo avesse nel suo giornale. Aristarco Scan-
nabue, sarebbe stato trovato egli stesso scannato, qualche notte,
per le vie di Brescia; città famosa a que' tempi per atti quotidiani
di quella specie, commessi impunemente. La minaccia era vile, e
il Baretti la disprezzò. Ma benché tai querele non finiscano gene-
ralmente nel sangue, cagionano sem]3re acerbità d' invettive, ma-
lignità velenosa, bassezza e volgarità di strapazzi, che per amore
alla causa della letteratura dovrebbero essere lasciate al disprezzo
e all'oblio. Quanto a noi, ce ne ricordiamo con indignazione pro-
fonda, senza peraltro voler far ingiuria al retto sentire degl' Ita-
liani moderni, i quali, tuttoché non affatto purgati del lievito di
quell'antica colpa, peccano in ciò assai meno de' loro antenati. E
come liberarsene affatto in un paese, dove ciascuna capitale, cia-
scuna accademia, ciascun collegio, ciascun municipio affetta premi-
nenza in letteratura? dove tutti, sforzati al silenzio ed all'inope-
rosità negli affari di gran rilievo, si danno a mettere importanza
nelle frivolezze? dove padroni stranieri si compiacciono nell' umi-
liare, nell' avvilire gli uomini nati ad educare, ammaestrare, ed
onorar la patria loro, e dove perciò le guerre di penna, divenute
ridicole altrove, vivono ancora ? E in Italia degenerano in odii ci-
vili, che accrescono le discordie, la debolezza, la ignoranza e la
schiavitù di tutta quanta la nazione !
LETTERATTJRA ITALIANA PERIODICA. 137
Il sentimento religioso, predominante nel carattere di Jolinson
e tendente a superstizione, era forse ugualmente sincero, quantun-
que meno intenso, nella mente del Baretti. Come Johnson in In-
ghilterra non volle andare ad un sermone recitato dall'illustre sto-
rico di Carlo V, perchè quegli predicava calvinismo, cosi il Baretti
in Italia si sentì ispirato a flagellare colla sua Frusta letieraria
chiunque non era scrupoloso veneratore di tutti i dommi della
Chiesa cattolica. Ma non perciò gli venne fatto d'ammorbidire i preti
e i frati, i quali erano allora, e pare che oggi sieno per ridive-
nire, soli essi i poeti e i critici della nazione, come sono i mae-
stri, i commensali, i confessori, i buffoni, e ben sovente i compu-
tisti e i maestri di casa ne' palagi de' ricchi e de' nobili ; e prin-
cipalmente i professori de' collegi e delle università, e non di rado
le spie de' governi. Invano, nel censurare i versi di certi preti e
frati, il Baretti si professa campione della religione, e adoratore
de' loro conventi, de' loro istituti. Alla fine ebbe a confessare che
dovea dai preti riconoscere tutte le nere calunnie ond'era stato
coperto, e tutti i pericoli ch'avea corsi d'esser carcerato come va-
gabondo, condannato come reo di ribellione, arso vivo dal San.-
t' Uffizio come eretico.
E poiché tutte le opinioni del dottor Johnson erano nel credo
del Baretti, egli trasfuse nella Frusta letteraria anche il tori-
smo del suo maestro, e non ebbe pietà per alcuno di quegi' Ita-
liani che si erano esposti a rischi e fatiche a fine di liberare la
patria dalle leggi e dagli usi tramandati dai secoli della barbarie.
Il marchese Beccaria stimolato da irresistibile amore per la verità
e per la patria, ebbe coraggio di comporre l'opera Dei delitti e
delle pene ; ma sgomentato dello spirito dei tempi e del paese, la
scrisse di nascosto, e la pubblicò senza nome. Tutti i governi d'Ita-
lia misero una taglia, come al capo d'un malandrino, al nome del-
l'autore perchè fosse scoperto.
Se il popolo cominciava finalmente a distinguere fra peccati
che si debbono rimettere al giudizio di Dio, e delitti che fanno
responsabile il reo davanti alle leggi umane ; se la tortura comin-
ciò ad essere abolita in Europa ; se il processo criminale si scoperse
in tutta la sua originale spaventevole deformità, solo il Beccaria ne
ha merito ; e sopra lui nondimeno il Baretti si avventò senza mi-
sericordia. Strano e miserevole a dirsi ! che mentre gi' Italiani si
sforzavano in ogni modo a risvegliarsi dal profondo letargo della
schiavitù, un loro connazionale, lungamente vissuto fra un popolo
avventuroso per libere costituzioni, dovesse venir d' Inghilterra a
sostenere leggi, usi ed abusi, sol perchè consacrati dalla prescri-
zione degli anni, e dal volere d'un papa. Né stette molto il Ba-
retti a sapere, che la condizione politica della sua patria non con-
feriva gran fatto ne sicurezza, ne pace. Egli avea scritto e provato
ohe il cardinal Bembo non era stato altro che un poeta mediocre ;
e gì' inquisitori di stato proibirono la continuazione della Frusta
Wtteraria in Venezia, cacciando dal territorio della repubblica il
138 GUIDA DELLA STAIVIPA PERIODICA ITALIANA.
critico, cLe avea avuta l'audacia d'asserire die tre secoli prima un
cardinale veneziano avea composto un certo numero di sonetti insi-
pidi. — La Frusta ricomparve negli stati del papa; ma colà avendo,
non senza ragione, notato d'ipocrisia e d'eresia l'abate de' Bene-
dettini, prelato ed autore di molti libri allora celebri, adesso quasi
dimenticati, il Baretti si vide costretto a cercar nuovo asilo in
Lombardia. — La casa d'Austria, osservando che gì' Italiani di quel
tempo erano troppo devoti ai loro nobili e preti, incominciò ad
avvisar modo d'umiliare questi ultimi, e s'ingegnò di trarre a se
l'amore e l'obbedienza del popolo per larghe promesse di miglio-
ramenti, sebbene in appresso abbia fatto rivivere tutte le vecchie
e barbariche leggi che le procacciano ubbidienza e odio. Era in
quel tempo al governo di Lombardia il conte Firmian, stimato
ed amato, specialmente fra gii uomini di lettere, per popolarità
nell'amministrazione : ma quando il Baretti si disponeva a pubbli-
care in Milano i suoi Viaggi di Portogallo, il conte gli mandò di-
cendo, che in quel libro non si sarebbe potuto parlare di ninna
cosa che si riferisse a politica. Un altro ministro che affettava
grande ammirazione alla letteratura, invitò il Baretti a visitarlo,
e lo ricevè nella camera j)ropria, dove non era che una sedia, e
questa occupata dal ministro ; il che vedendo il Baretti, fredda-
mente si mise a sedere sul letto. Questo tratto, ed altri della stessa
specie bastarono a procurargli un ordine di esilio da tutti gli stati
italiani; e cosi tornossene in Inghilterra, dove, attenendosi in teo-
ria alle dottrine dell'ubbidienza passiva, continuò fino al settante-
simo anno di vita, pensando, parlando, scrivendo e operando li-
berissimamente ; e morì pochi mesi dopo il suo maestro Johnson.
Continua povertà avealo avvezzato alla frugalità più severa, ma
le lunghe astinenze lo indussero qualche volta a godersi i suoi
guadagni con troppo poca economia. La Real Accademia di Lon-
dra gli conferi titolo di segretario della corrispondenza straniera,
coU'annuo stipendio di 25 lire, cresciuto poi fino a 80. È probabi-
lissimo che senza questo aiuto non avrebbe lasciato di che pagare
le spese del suo funerale.
La Frusta letteraria era giunta al secondo anno, e là si ri-
mase. Temporanei furono i mali che fece, permanenti i benefizi.
A quel tempo la letteratura italiana, sotto le vecchie regole sco-
lastiche giaceva in profondo letargo ; ne del tutto è da biasimare
il Baretti se, per iscuoterla da quella stupefazione, armossi di ri-
dicolo, di passione, di minacce magistrali, e costituì la pedanteria
in una specie di dittatura. Tutte le sciocchezze che poterono com-
mettersi nella repubblica letteraria, ebbero a provarne la severa
autorità, umiliate tutte quasi sempre sotto i colpi d'un uomo fatto
e nudrito per battaglie di quella specie. La folla de' lettori, ai
quali il senso comune aveva già detto come gii storici prezzolati
delle case sovrane, gli oratori dei panegirici ai santi, gli ammirati
poetastri de' sonetti petrarcheschi e delle canzonette prosaiche, e
gli scrittori delle dissertazioni accademiche erau nulli e peggio che
LETTERATURA ITALIANA PERIODICA. 139
nulli, si rallegrò vedendoli precipitar d' improvviso da quelle sedi
accademicb.e sulle quali fin allora eran parati sacri e inviolabili.
La misera vanità degl' Italiani clie si credeano maestri al mondo,
fu pur fatta vergognare alquanto dal Baretti, il quale non restava
mai dal gridare die ben gli stranieri, già più secoli prima, avean
mestieri di condursi alle scuole d' Italia in cerca d' insegnamento ;
ma ch.e al presente gl'Italiani farebbero bene a non isdegnar di
ricorrere a quelle degli stranieri. In somma, da' nuovi principii
inculcati dal Baretti emanarono assai corollari pregni di verità ne-
cessarie ad essere intese e messe in atto dagl'Italiani: questo fra
gli altri — che tutti gli uomini, e fra tutti principalmente quelli
dotati di genio, debbono riguardare più al fine ch'ai mezzi; e che
laddove i precetti d'un' arte non pieghino al fine, si debba abban-
donarli. — Sciaguratamente gi' Italiani, per voler mettere in azione
i mezzi a seconda di certe regole, smarrirono la vista del fine, e
quegli fu tra' poeti e scrittori il più lodato, che più religiosamente
erasi attenuto alla poetica d'Aristotile, alla rettorica di Quintiliano,
e al vocabolario della Crusca : in una parola, sol che potessero so-
disfare ai critici, tolleravano lietamente che tutto il resto del genere
umano li giudicasse melensi. D'altronde i pregiudizi politici e re-
ligiosi del Baretti non avrebbero potuto a que' tempi prender radice;
ne egli, né Johnson, né chiunque altro degli scrittori che tenevano
il campo, sarebbero bastati a dare impaccio allo riforme che per
tutta Europa andavano maturando. La lotta per l' indipendenza in
America, la diffusione della filosofìa francese e l'eloquenza de' capi
della parte wliig in Inghilterra ; le controversie col papa, vinte da
Giuseppe II in Germania e da Leopoldo in Toscana ; lo spirito filo-
sofico tanto sottilmente professato da Federigo II di Prussia, l'eroe
del suo tempo ; e finalmente il continuato progredire della scienza
obbligarono gli uomini d'ogni paese, d'ogni partito, d'ogni setta
ad agire a dispetto di sé stessi, e talvolta senza saperselo, in op-
posto a quello ch'aveano fatto i loro padri. Il Baretti, anche allora
che nemicava ogni tentativo di libertà politica e religiosa, predi-
cava riforme e liberissimi principii in letteratura, non pensando
mai che, rigenerata per nuovi principii la letteratura, ne viene
presto 0 tardi, inevitabilmente, il rinnovamento politico e religioso.
Di ciò debbono gì' Italiani esser grati al Baretti che quelle dot-
trine diffuse, e al dottor Johnson che primo le promulgò.
Ne' trent'anni trascorsi dalla sparizione della Frusta letteraria
alla rivoluzione francese, le opere periodiche crebbero in numero,
non in valore. Le più continuarono, come già notammo ne' tempi
anteriori, ad uscire da qualche università, dove i professori che
individualmente si odiavano l'un l'altro, si univano in lega offen-
siva e difensiva contro le università, i professori, gli scrittori e i
giornali degli altri piccoli stati. I pochi, paurosi d'attaccar brighe
per dispute inutili, o che sdegnassero trafficar lodi e censure, o
giustamente spregiassero i giornali d'Italia, erano assaliti d'ogni
parte ; ed Alfieri più duramente ohe altri. Quelli di minor merito j
140 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
ma ]3Ìù sperti nell'arte d'usurpare celebrità, adulavano tutti i cri-
tici d' Italia, e ne erano adulati a ricambio ; ed un autore cbe fosse
nobile e allungasse il suo nome con una coda di titoli o derivati
dalla famiglia o da uffizio di professore o d'altra carica, vedeva
gareggiare i giornalisti a far echeggiare que' titoli dalle Alpi in
Piemonte fino all' Etna in Sicilia. Poche sono le opere periodiche
pubblicate da cinquant'anni in qua, dove non trovisi registrato il
nome e l'elogio del cìUarissimo signor conte Gian Francesco Ga-
leani Napione da Cocconato, che ben ci richiama alla memoria il
nome e i pregi di Lady Carolina Wilhehnina Amelia Sheggs del
BUON Vicario di Wakefield. Per verità, questo cltiarissimo signor
coìite Gian Francesco Galeani Napione da Cocconato pubblicò circa
trent'anni fa un trattato in due volumi Sui pregi della lingua ita-
liana, abbondante d'erudizione e non ignudo di buon senso ; ma
scrittore mediocre e freddissimo, non sa l'arte d'abbellire lo stile
con le ricchezze di quella lingua di cui è si largo lodatore ; e dei
grammatici, che per tutti accettarono i suoi precetti, non uno
seppe farne un'applicazione. L'opera sembra composta veramente
per adulare la povera vanità degl' Italiani, ai quali il nobile autore
intende di provare « essere la loro favella un armonioso gravicem-
«. baio, e ogni altra lingua non altro che una chitarra ». Ma dov' è
chi possa oggi toccar con effetto il meraviglioso istrumento? e per-
chè, sotto le mani del suo panegirista 1' istrumento è quasi sempre
fuor di tono, e sempre monotono ? Molti altri libri composti, o da
esser composti dal nobile autore si trovano portati a cielo nelle
opere periodiche di quel tempo, ma noi non abbiamo potuto rin-
tracciarli ; e quelli cui ci volgemmo per averne contezza, tutti ne
assicurano non averli veduti mai, nò sapere se pur mai fossero pub-
blicati. Noi non avremmo mentovato questo nobile autore, se, come
il più antico e venerando fra i molti idoli viventi che si godono la
periodica adorazione de' giornalisti italiani, non fosse stato oppor-
tuno a porgere un'idea dell'aristocrazia letteraria. Ed oggi, quando
il nobile autore possiede la veneranda maestà degli anni, e la so-
lenne gravità di essersi proposto a' suoi concittadini insegnatore
dell'arte difficilissima di scordare tutto quel che hanno imparato
dal. 1790 fino a questi tempi; oggi, quando tutti i nostri giorna-
listi scrivono a dettatura dei governi, di quei governi ove i reg-
gitori non han fede che nei consiglieri consultati dai padri loro ;
oggi più che mai, da Torino a Palermo, tutti i giornali risuonano
dei sonante nome dei chiarissimo signor conte Gian Francesco
Galeani Napione da Cocconato l
La rivoluzione fatta dai Francesi in Italia trasse seco la li-
bertà della stampa ; ma i giornali e le opere periodiche non se ne
avvantaggiarono affatto, però che tutti ad un punto degenerarono
in gazzette politiche. Napoleone, dopo dieci anni dalla sua con-
quista d' Italia, riunì tutte le province settentrionali della penisola,
e le chiamò regno d' Italia ; ed allora volle convertire tutti, tranne
pochi, i letterati in professori d'università, in niembri del Senato,
LETTERATURA ITALIANA PERIODICA. 141
e dell' Istituto Reale, panegiristi e cantori delle alte sue gesta,
editori e censori de' suoi giornali. Favorì le scienze, e tenne basse
le lettere, avendo queste in si vii pregio clie non dubitò d'abolire
nelle università le cattedre d'istoria, d'eloquenza, di lingue anti-
che e orientali, non eccettuata la greca. Era, si, tollerabile qualclie
opera periodica allorcliè trattasse di calcoli algebrici e di sperimenti
fisici; ma all'incontro gli articoli che riferivansi a' prodotti del-
l' immaginazione erano soioccliissimi ed estremamente abietti, dettati
dalla paura o dall'adulazione. Ne venne che molti scrittori accet-
tassero allegramente il giogo della schiavitù per poter fare del-
l'apostasia un mezzo di utilità a sé, e di ruina altrui: perciò isti-
tuirono un giornale, chiamato 11 Poligrafo, nel quale si professa-
rono sostenitori della dottrina : « Che chiunque censuri le opere o
le opinioni d'uno scrittore stipendiato dal re, è reo di satira con-
tro il re ; imperciocché se il re proteggesse un cattivo scrittore, il
re sarebbe ignorante e melenso ; ora, siccome il re non può essere
accusato d' ignoranza e di melensaggine da ninno de' sudditi, né
direttamente né indirettamente, se ne ha per legittima conseguenza
che quel critico il quale disapprovi le opere, le dissertazioni, i
poemi, sonetti, canzonette e giornali scritti da un professore mem-
bro dell' istituto, senatore, o addetto alla corte, censura indiretta-
mente la dottrina e il giudizio del re, e per ciò dev'essere punito
come reo di crimenlese. »
Ad uomini nati in paese non interamente schiavo parrà incre-
dibile, che siesi potuta mai sostenere una dottrina di tal fatta ; ma
coloro che conoscono a prova che cosa voglia dire governo assoluto,
non si stupiranno mai di qualunque artifizio e sofisma inventato
a favore della schiavitù. Se quelli che largheggiano tanto in lode
di que' principi che sparsero danaro sui letterati, esaminassero più
freddamente la storia di tutti i tempi e di tutti i popoli, sarebbero
accorti, che fu sempre usanza de' governi comprare gli uomini di
genio come altrettanti strumenti ad affrettare la servitù delle na-
zioni.
L'Austria co' suoi alleati rovesciò Napoleone, e riebbe stato
in Italia non tanto per forza d'armi, quanto per promesse di libe-
rali istituzioni — promesse che anche Napoleone sul principio aveva
adoperate con buona fortuna contro i monarchi d' Europa, e che i
monarchi d'Europa, come ne venne loro il destro, rivoltarono, ado-
perandole anch'essi, contro di lui efficacemente. A' nostri dì, vincerà
sempre certamente colui, che meglio degli altri saprà cattivarsi le
orecchie di quella moltitudine di creduli animali chiamata uma-
nità, sempre pronta a fidarsi di chi la pasce di speranze, e a tre-
mare sotto la sferza di chi, dopo averla ingannata, l'opprime. Per-
tanto gli Austriaci furon solleciti di tirare alla lor parte gli scrittori
più acconci ad esagerare i mali passati del dispotismo francese, e
le paterne intenzioni del nuovo dispotismo tedesco. Molti nondi-
meno, fra coloro che non avean riputato ignominia lo adorare con
servilità superstiziosa e fanatica il genio potente di Bonaparte, sen-
142 GUIDA DELLA STAMPA. PERIODICA ITALIANA.
tirono elle sacrificar del pari la verità e la patria ai Tedeschi li
avrebbe coperti dell'abominio, dell'esecrazione universale. Comun-
que fosse, fu allora fondato in Milano sotto gli aus^^ici austriaci il
giornale letterario intitolato La Biblioteca Italiana. Ben sapeano
gli editori, che se si fossero apertamente professati partigiani del
nuovo governo, si sarebbero tirato addosso l'odio del pubblico; e
però con un artifiizio insidioso e perseverante si contentarono di
denigrare il merito letterario, e deridere le opinioni di quanti erano
conosciuti per partigiani dell'unione e indipendenza d'Italia. Con
tutto ciò, alcuni de' suoi articoli meritano d'esser letti; molti, nep-
pure d'esser confutati.
Un altro giornale letterario, istituito sei anni appresso col
nome di Conciliatore, fu uno sfortunato tentativo di contrabilan-
ciare le triste tendenze della Biblioteca Italiana. I cooperatori ave-
vano più d' intelletto e di buone intenzioni, che di prudenza e di
esperienza. Le pagine del loro giornale, date quasi del tutto a favo-
rire i partigiani del romanticismo contro a' partigiani del classi-
cismo, eran giudicate assai j)0vera cosa dalla generalità dei lettori,
i quali domandano opere d' immaginazione già fatte, e non dispute
interminabili sul modo di farle ; e siccome agli editori della Bi-
blioteca Italiana agevolmente riusciva di dare ad intendere a' par-
tigiani del classicismo, che gli altri divulgatori di letterarie inno-
vazioni non fossero altro che una colonia di Carbonari sott' altro
nome, e che loro scopo era lo sconvolgimento d'ogni antica isti-
tuzione, il governo austriaco soppresse il Conciliatore ', ne il pub-
blico ne pianse gran fatto.
Un altro giornale. Il Ricoglitore, e scevro di qualunque ten-
denza politica. Comparve, son pochi anni, a Milano col nome di
Spettatore Italiano, e poi di Spettatore Stratiiero. Poche cose ine-
dite vi si contengono, e si compone di molti estratti d'opere ita-
liane già pubblicate, e di traduzioni di articoli da opere periodiche
francesi, e inglesi. E' pare che non salisse mai in grande stima,
perchè specialmente l'editore non metteva verun pensiero a pub-
blicarlo periodicamente.
Il giornale avente per titolo Nuova collezione di opuscoli scien-
tifici e letterari comparisce mensilmente in Bologna, ed è compo-
sto di opuscoli 0 antichi o moderni, latini o italiani, che non sieno
stati mai pubblicati, e sieno secondo le intenzioni degli editori.
Ma salvo alcune iscrizioni monumentali che sono modelli della più
pura latinità, vi s' incontrano pochi articoli, degni di lode o di cen-
sura. Quanto è delle iscrizioni, sembra che l'università di Bologna
mantenga quella superiorità che in siffatta specie di componimenti
gì' Italiani tennero sempre. Più grande attenzione è dovuta in que-
sta collezione agli articoli scientifici; e fra tutti vogliamo notato
nel terzo numero un Saggio sulla Prognosi delle malattie, che me-
riterebbe esser tratto fuori dell'oscurità d'un giornale, e svolto in
un trattato, per bene de' medici e dell'umanità.
In Roma il Giornale Arcadico è giunto al 75.° volume. Molto
LETTERATURA ITALIANA PERIODICA. 143
gusto e poco genio dimostra questo giornale, e quel gusto, a dir
vero, solamente ne' subietti di letteratura classica, e antichità. Negli
scavi intrapresi a Roma per opera della duchessa di Devonshire,
si scoprirono assai frammenti de' Fasti Capitolini, tanto ed invano
desiderati fin allora. La scoperta è stata occasione perchè il signor
Bartolomeo Borghese in due volumi d' illustrazioni correggesse molti
errori d' istoria, e accertasse la data di alcuni avvenimenti negli
annali della repubblica romana, che non erano ben conosciuti. La
critica intorno a questi monumenti e la loro illustrazione nel Gior-
nale Arcadico, sono scritte veramente con penna maestra ; e lo
stesso potrebbe dirsi delle osservazioni fatte nel medesimo giornale
intorno a' Codici antichi scoperti e pubblicati dall'abate Mai, bi-
bliotecario del Vaticano, se non fosse la troppo esagerata ammira-
zione per l'antichità, e la troppo implicita deferenza alle opinioni
dell'erudito ricercatore e scopritore di que' tesori. D'altronde que-
sto giornale può trattare solamente di que' subietti, di cui la di-
scussione è permessa nella capitale del papa. Ha nondimanco il
merito del non farsi della religione un pretesto ad inveire contro
le opinioni politiche ; e se tutti i numeri somigliano a quelli che
ora ci stanno dinanzi, dee credersi che gli editori siensi determi-
nati a tenersi severamente entro i limiti della letteratura e delle
scienze.
Il più stimabile fra gli editori di opere periodiche in Italia,
il solo che — longo secl proximus ititer^mllo — si avvicini agli edi-
tori de' giornali più popolari dell'Inghilterra, è l'editore dell' An-
f elogia di Firenze. Benché in questo giornale non sieno tutti di
egual pregio gli scritti contribuiti, e benché spesso vi si abbia a
notare uno strano contrasto, trovandovisi de' tratti d'eloquentissima
filosofìa tramezzati a discussioni piene di fredda pedanteria, pur
nondimeno, considerata nel totale, l'opera è condotta con perspi-
cacia e diligenza. I suoi principii, lontani dalla temerità e dal-
l' imprudenza, son liberali ; le critiche, scevre dello spirito di ge-
losia municipale ; e quando il giornale non può adornarsi di buoni
articoli originali, proferisce assai saviamente di tradurre da gior-
nali stranieri estratti di racconti di peregrinazioni e viaggi, che
alla fin fine sono le opere più istruttive e gradevoli, ed agi' Ita-
liani necessarie. Generalmente V Antologia e scritta in uno stile
assai più vivace che non qualunque altra delle opere periodiche
italiane, ma assai meno di quanto vuoisi a toccare la perfezione in
opere di questa specie. Gli editori sono certamente uomini dotti
ed abili a condurre un giornale, hanno studiato con gran cura la
lingua, e fattosi uno stile che piace ; ma con tutto ciò manca loro
quell'avventurosa facilità che si desidera in opere pubblicate per
lettori d'ogni età, d'ogni classe e d'ogni sesso. Tale facilità non
è tanto l'effetto del sapere e dell'ingegno, quanto dell'abito di
comporre quotidianamente, e d'osservare le peculiari inclinazioni
del pubblico pel quale si scrive. A dir vero, il gusto universale
non può essere accertato fra gì' Italiani, i quali, parlo dei viventi, non
144 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
sono un popolo clie ami di leggere quanto altre nazioni d' Europa.
Non sarebbe forse esagerazione l'asserire cbe piìi grande è in In-
ghilterra il numero degli autori, clie in Italia il numero di quei
elle leggono. L'abito di scrivere tutti i giorni, sia per diletto, sia
per vanità, sia per faccenda, raffina la mente e conferisce fluidità
e abbondanza anche alla penna dei men privilegiati dalla natura,
dei men saviamente educati in loro gioventù. Senza un abito sif-
fatto, potrà un uomo di genio per lungo studio e meditazione giun-
gere a comporre un'opera degna della posterità, come quelle degli
autori di Grecia e di Roma, ma non potrà competere coi giorna-
listi moderni, ne gittare in carta, currenti calamo, un articolo che
non faccia addormentare i lettori. Quel verso del Voltaire:
Tel brille au second rang qui s'cclipse au premier
sarebbe del pari verissimo, benché d'una verità di men subita evi-
denza, se dicesse :
Tel brille au premier rang qui s'ùclipse au second.
(1824).
Ugo Foscolo (1).
(i) A completare lo studio del Foscolo, scritto, come si vede, molti anni fa, ag-
giungerò poche altre notizie sul giornalismo letterario italiano. Abbiamo visto le vi-
cende del Giornale dei letterati (1697), della Galleria di Minerva fondata a Venezia (1696),
del nuovo Giornale dei letterati (1716), àtW Osservatore Veneto del Gozzi (1761), del
Caffè dei fratelli Verri e Beccaria (1772), del Conciliatore e àtW Antologia del Vieusseux,
soppressa nel 1833. — Ora vediamo le vicende del giornalismo letterario da quest'epoca
sino ad oggi. Nel luglio del 1846 il Predari riusci in mezzo ad ostacoli innumerevoli
a dar vita a Torino all'Antologia italiana; più tardi, nel novembre del 1853, fu fon-
data anche a Torino un'altra pubblicazione mensile, la Rivista Contemporanea, allo scopo
di sostenere le idee liberali ed unitarie; in essa scrissero il Correnti, il De Sanctis, il
Massari, l'Arrivabene ed altri molti, ed ebbe un successo sempre crescente fino al'éo
e durò fino al trasporto della capitale a Firenze, epoca in cui dovette sostenere la con-
correnza delle nuove pubblicazioni letterarie che videro la luce man mano nelle prin-
cipali città d'Italia. Fra queste la più notevole e che ancora occupa il primo posto, fu
la Nuova Antologia che il prof. Protonotari intraprese a pubblicare a fascicoli mensili
a Firenze il 6 febbraio 1866, quasi a riallacciare le splendide tradizioni della famosa
rivista del Vieusseux. Malgrado le difficoltà finanziarie dei primi anni, al Protonotari
riusci nel 1878 a pubblicare la Nuova Antologia ogni 15 giorni. Qualche anno dopo
la trasportò a Roma, dove la diresse sino al 30 marzo 1888, anno in cui il Protono-
tari morì. La Nuova Antologia è rimasta fin dal suo primo apparire la più importante
delle nostre riviste letterarie. — Altri periodici letterari vennero in seguito alla Nuova
Antologia, fra questi la Rivista Europea fondata, a Firenze dal Pancrazi' nel 1873 e che
sospese le sue pubblicazioni in capo a pochi anni. — Tuttavia la stampa letteraria li-
mitavasi alle riviste e a qualche modesto foglio pubblicato qua e là, ma di poca im-
portanza. Nel 1877 a Torino nacque la Gai:(etta letteraria (come supplemento a quella
Piemontese), che vive tuttora e prosperosa — Il 23 lugHo 1879 uscì il primo numero
del Fanfulla della domenica (vedi prov. di Roma) diretto da Ferdinando Martini; era
il primo tentativo serio di un giornale letterario settimanale fatto alla capitale. Il suc-
cesso sulle prime fu tale che quasi tutti i giornali politici di qualche importanza vollero
avere il loro supplemento letterario; cosi si ebbe V Opinione della domenica, la Ganetta
del popolo della domenica, il Pungolo della domenica, il Giornale napoletano della dome-
nica, la Domenica del Fracassa, ecc. Questo giornalismo fu battezzato col nome di let-
teratura della domenica. Ma tutti questi giornali non ebbero gran fortuna e soltanto
STATISTICA DELLA STAMPA
Prima di vedere quanti giornali si pubblicano attualmente in Italia,
vediamo quanti se ne pubblicano in tutto il mondo, per stabilire dei
confronti molto istruttivi.
In tutto il mondo, secondo una statistica piuttosto recente, si pub-
blicano 34,700 giornali, uno più uno meno, s'intende, i quali diffondono
annualmente 1 1 miliardi circa di copie. Sono cifre che si fa presto a leg-
gerle, ma a pensarci su vengono le vertigini. Che immensa quantità di idee,
ogni giorno, gettata sul pubblico mercato e subito comprata e in poche
ore divorata! Che sforzi poderosi d'ingegno, che lotta titanica fra l'im-
mobilità ed il progresso, fra la luce e le tenebre ! Ma sopratutto che
meraviglioso cammino in pochi anni !
Ci vollero 18 secoli per arrivare dal Diaria dd Koma.nì a\V Osserva-
tore Veneto di Gaspare Gozzi: bastarono 50 anni per giungere da questo
al Times.
E il movimento continua, s'allarga: invano si alzano dighe, invano
si stabiliscono barriere. Questa fiumana di carta sfonda ogni resistenza,
portando dappertutto, nelle case, per le vie, nei pubblici ritrovi, fin negli
ultimi villaggi, con l'odore dell'officina, l'idea nuova, la coscienza della
civiltà. Questo coro di 54,0.^0 voci che si rinnovellano più fresche, più
limpide, più argentine, pare che voglia dire all'umanità stanca e scorag-
giata: avanti, avanti sempre ! Insomma, come una volta si misurava la
civiltà di un popolo dalla quantità di sapone che consumava, oggi la si
misura dalla quantità di giornali che possiede.
Su 34,700 giornali stampati in tutto il globo, 4,024 sono quotidiani,
con una diffusione di 6,724,728,126 copie.
L'Europa e l'America del Nord, i campi più fecondi del giornalismo,
vantano assieme 31,957 periodici.
pochi ne sopravvivono; rimase, fra gii altri, il FanfuTìa della domenica, malgrado che
il Martini l'avesse abbandonato per fondare la Domenica Letteraria morta dopo tre soli
anni di vita. Ad onore del vero però bisogna dire che quest'ultimo giornale per la
varietà degli articoli, per l'abbondanza della cronaca italiana ed estera riusciva più in-
teressante del Fanfuìla della domenica, il quale ora, diretto da Eugenio Checchi, è tal-
volta di una pesantezza intollerabile. Merita pure di essere ricordata la Cronaca Bizan-
tina fondata dall'editore e scrittore Angelo Sommaruga nel 1881, e redatta con molto
buon gusto. Sospesa nel 1885 in seguito al famoso processo, pel quale il Sommaruga,
condannato con soverchia severità, scappò a Buenos Avres, fu ripresa nuovamente per
iniziativa della Tribuna, al principio del i886, sotto la direzione di Gabriele D'Annun-
zio. Ma non riusci pur troppo a riconquistare l'antico terreno, ed in capo a tre o quattro
mesi fu ridotta a dover sospendere le pubblicazioni. Un'altra rivista. Lettere ed arti, è
stata fondata sui primi del 1889 a Bologna, diretta dal Panzacchi. Ma né questa ne
altri giornali letterari godono esistenza molto florida. Per ora la letteratura periodica
italiana non sembra destinata ad aver fortuna; ci vorranno molti anni ancora prima di
giungere al livello della Francia, della Germania o dell'Inghilterra dove i viaganini
letterari, numerosissimi, godono una vita prospera e rigogliosa.
N. Bernardini — Guida della Stampa periodica italiana — io.
146 GUIDA' DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
L'Europa è alla testa per il numero, la circolazione e l'influenza
con 19,557 giornali, fra cui 2403 quotidiani. Seguono: l'America del
Nord con 13,402 (113 6 quotidiani); l'Asia con 785 (154 quotidiani);
l'America del Sud con 6<^<) (208 quotidiani); l'Australia con 182 (25
quotidiani); l'Africa con 50.
Questi giornali consumano in media annualmente 750 milioni di
chilogrammi di carta.
Venendo più davvicino ad occuparci delle condizioni della stampa
nel continente europeo, troviamo l'Inghilterra al centro del mondo gior-
nalistico, non tanto per il numero, quanto per il privilegio incontrasta-
bile della libertà e per la estesa influenza dei suoi periodici.
Dal Neiuspaper Press Directory pel 1886 si rileva che il numero to-
tale delle pubblicazioni periodiche d'ogni genere che vede la luce nella
Gran Brettagna e Irlanda è di 2,093, ^^^^^ quali 400 escono a Londra,
1,225 ^^^^^ ^1^^^ provincia, 83 nel paese di Galles, 193 nella Scozia,
162 nell'Irlanda e 21 nelle piccole isole di Man, Wight, ecc.
Il numero dei giornali quotidiani era di 187, quello dei nmganini
mensili e trimestrali di 1368, di cui 397 religiosi. — Dal punto di vista
delle opinioni i 187 giornali quotidiani possono dividersi così : 65 libe-
rali, 42 conservatori, il resto indipendenti e neutrali.
Ecco ora un piccolo quadro finanziario dei principali giornali di
Londra :
Il Times, trent'anni fa dichiarava in un articolo di fondo che il suo
introito lordo equiparava quello del più fiorente principato tedesco; oggi,
dà la cifra di almeno 1,036,000 lire sterline, per un anno — oltre a
25,900,000 franchi. Il Daily Telegrapìi, 3,000,000; lo Standard, 1,500,000;
il Daily Neius, 750,000; il Morning Post, 250,000. Il Daily Telegraph
viene stampato con dieci macchine Hoe, che buttan fuori 120,000 copie
all'ora; la tiratura quotidiana somma a circa 300,000. Il peso della carta
adoperata ogni giorno è di 21 tonnellate, il che, messo in buona linea
retta, misura la bagattella di 260 miglia. La spedizione di Stanley in
Africa costò al giornale 400,000 franchi.
Lo Standard si stampa con 8 macchine, di cui 7 danno una tiratura
di 14,000 copie per ora; l'ottava stampa e taglia i fogli, combacia le
due metà e piega il foglio, beli' e pronto per la fascia — dandone per
12,500 all'ora. La carta impiegata per questo giornale (che ha due edi-
zioni quotidiane) ammontò lo scorso anno a 4,277 tonnellate — in lun-
ghezza 50,000 miglia. Lo staf dello Standard si compone di 500 im-
piegati, e costa, in puro stipendio settimanale, 37,500 franchi.
Il Daily Cbroìiicle, fino a pochi anni or sono, non era che un gior-
nale locale della City. Il signor Lloyd lo comperò per 30,000 sterline,
collo scopo di formarne un vero e completo giornale quotidiano di
Londra, inspirato a principii liberali.
Egli calcolava che, prima di raggiungere il voluto successo, altre
170,000 hre sterline dovevano spendervisi attorno. Ordinò subito nuove
macchine da stampa pel valore di 200 mila franchi. Gli uffici in Fleet
Street costano al signor Lloyd 1,000,000 di franchi.
Queste cifre, purtroppo, fanno venire l'acquolina in bocca a più
d'uno dei proprietari dei nostri giornali 1
STATISTICA DELLA STAMPA. 147
La stampa della Germania è superiore per importanza numerica a
quella dell'Inghilterra, ma le è inferiore quanto a circolazione; essa
conta 5529 pubblicazioni, di cui 865 quotidiane; 5000 circa sono scritte
in tedesco e oltre 200 in lingue straniere. Tra i detti periodici, circa
450 escono nella capitale.
In Germania si è fatta una curiosa statistica : quella dei giornalisti.
Si è trovato che vi sono 19,350 persone, l'occupazione principale delle
quali è quella di redattori di periodici, scrittori, autori, ecc.
Di questi appartengono al sesso maschile 19,000 e 550 sono donne;
8,142 non avevano altra occupazione che quella di giornalisti e 11,208
coprivano anche altri ufficii. Si occupano saltuariamente di collaborazione
in giornali 2,221 altre persone, cioè 2,140 uomini e 81 donne. Riassu-
mendo, 21,571 persene, maschi e femmine, hanno il carattere assoluto
od accessorio di redattori, scrittori, autori, ecc. e dai loro lavori letterari
traggono i principali mezzi di sussistenza.
Paris c'est la Pmnce. è tanto vero parlando di giornali quanto di
ogni altra cosa. Nella Francia circolano circa 3800 periodici, ma di questi,
secondo una statistica pubblicata nel dicembre del 1888, 1648 escono a
Parigi, 150 giornali quotidiani parigini mettono in circolazione 900,000,000
di copie, cioè tre volte tanto quanto uniti tutti i quotidiani della Francia.
I 1648 giornali di Parigi vanno divisi cosi: 94 politici, 56 letterarii,
66 illustrati, 16 diplomatici ed economici, 17 di assicurazioni, 63 catto-
lici, 21 protestanti, 2 israelitici, 23 massonici, 27 militari, 25 di sport,
146 finanziarli, 85 industriali, 20 teatrali, 84 di giurisprudenza, 34 di
annunzi, 60 di mode, 66 commerciali e 143 di diversi generi.
Le riviste si possono cosi dividere in gruppi:
Letterarie e politiche 83, medicina e farmacia 134, belle arti, lavori
pubblici, tecnologia 128, scienze 71, istruzione ed educazione 72, ammi-
nistrazione 34, agricoltura e orticoltura 48, bibliografia 32.
L'anno 1S87 ha visto nascere 493 periodici di cui 243 morivano
prima d'aver visto l'anno 1888.
La stampa dell'Austria, che con la varietà delle favelle costituisce
addirittura un musaico linguistico, a paragone degli altri stati ha una
diffusione ben limitata; conta 1400 giornali e riviste.
Nel 1850 l'Austria cisleitana contava solamente 251 giornali; nel 1851
erano 238, di cui 50 in italiano.
Nell'Ungheria, si stampavano nel 1886 708 giornali; cioè 516 un-
gheresi, 160 tedeschi, 45 slavi, 27 rumeni, 6 italiani, 2 francesi e i
ebraico.
II giornalismo ungherese è di data recente, ma ha avuto uno svi-
luppo rapidissimo in pochi anni. Il primo giornale ungherese, Magyar
H ir mondò (Il iMessaggere ungherese) comparve il i." gennaio 1780 sotto
la direzione di Matteo Rach in Prcsburg. A Budapest comparve VS ot-
tobre 1788 il primo nuniero di un vero periodico ungherese, il Magyar
Merkurius, il quale si stampava due volte per settimana coi caratteri di
Francesco Paczko. Il secondo giornale ungherese in Budapest, intitolato
Ha^ai-Tudositòl (Notizie patrie) fu fondato il 2 luglio dell'anno 1806
da Stefano KulcsAr. Fu il primo giornale in 4.° che ebbe qualche durata.
148 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Nel 1829 l'Ungheria contava 12 giornali; nel 1830 ve n'erano io
in lingua ungherese; nel 1840 erano 26; nel 1850 soli 9; nel 1861 ar-
rivarono a 53; nel 1870 erano 146 e io anni dopo erano 368, che
nel 1883 raggiunsero la cifra di 646 e nel 1886 di 708!
In Ispagna si pubblicano 888 periodici, di cui 220 quotidiani. —
Nel 1848 vedevano la luce 53 giornali a Madrid e 35 a Barcellona;
nel 1850 quelli di Madrid erano saUti a 6). Durame il 1851-52, regnando
Isabella, la stampa spagnuola subì durissime angarie. Di 14 giornali che
nel 1852 si pubblicavano a Madrid, i soli tre ministeriali. La Gaceta,
La Espana e L'Orden continuarono a vedere la luce; gli altri non com-
parirono più fino a che non trovarono un direttore responsabile colle
condizioni volute dalla nuova legge. Lo stesso avvenne dei 19 giornali
che si pubblicavano nelle provincie. Degli 888 giornali che oggi si pub-
blicano nella Spagna, 230 escono a Madrid. Per le materie si dividono
così: politici, 60 a Madrid e 194 in provincia; letterarii, 5 a Madrid,
31 in provincia; illustrati, 19 nella capitale, 26 nelle provincie; catto-
lici. Ila Madrid e 82 nelle altre città; ecc.
Il Belgio per la diffusione dei suoi 801 giornali occupa il primo
posto subito dopo l'Inghilterra. Degli 801 giornali e riviste periodiche
che vi si pubblicano, 297 si stampano a Bruxelles e di questi loi sono
politici (25 quotidiani e 76 non quotidiani), 18 finanziari, 30 di agri-
coltura, commerciali e industriali, 148 di diversa specie.
Dal 1873 al 1883 il numero dei giornali che si pubblicano nella
Svizzera è aumentato di un terzo. Nel 1873 erano 409, nel 1883 saH-
rono a 576. Uno solo de' giornali che pubblicansi ora nella Svizzera data
dal 1700. Al principio del secolo se ne pubblicavano solo 11; nel 1829
erano 16; nel 1848 erano saliti a 50, Dei 576 giornali ora esistenti, 70
sono quotidiani, 180 escono da due a cinque volte la settimana, 174
ogni settimana, gli altri 152 sono mensili, bimensili e trimestrali.
Nel 1884 la Svezia e la Norvegia unite avevano 484 giornnli, di
cui 98 stampavansi a Stocoima.
In Olanda si pubblicano 433 giornali; questa nazione — come ab-
biamo visto — si contende la gloria di avere pubblicato il primo gior-
nale (i).
Nel Portogallo si pubblicano poco più di 200 giornali.
In Grecia nel 1851 uscivano 81 periodici; nel 1866 ne uscivano 77,
di cui 34 ad Atene. Nel 1883, 52 giornaU politici uscivano ad Atene, di
cui 2 in francese. Quanto ai giornali delle provincie erano ripartiti
cosi: Cicladi 14, di cui io a Sira; Peloponneso 22; continente greco
(i) A complemento di ciò che ho detto a p. 53 aggiungo qualche altra notizia,
ricavata da una recente pubblicazione fatta da R. van der Meulen, bibliotecario del
Circolo di lettura a Rotterdam; in essa è detto che oramai è quasi certo che prima
del 1607 si pubblicavano in Amsterdam de' giornali ebdomadari e quotidiani, abbenchè
non si conservi nessun esemplare di queste pubblicazioni. Il più antico numero di
giornale che si conservi è del 5 aprile 1621. La Biblioteca reale dell'Ha^'a è in pos-
sesso d'un certo numero di copie della Courante uyt Italien en Duytschìand (Notizie
d'Italia e di Germania), giornale che rimonta al 25 aprile 1626, e dei Tydinghe uyt
verscheyde Quartiere. (Notizie dei differenti paesi) che datano dal 1629.
STATISTICA DELLA STAMPA. 149
ed Eubea 6; isole jonie 13; Tessalia ed Epiro 12. Una ventina di gior-
nali in lingua greca si pubblicano fuori della Grecia. Il numero di riviste
e periodici s' eleva a 30, di cui 20 escono ad Atene (i).
In Turchia si pubblicano circa 80 giornali; a Costantinopoli 21, di
cui 9 quotidiani e 12 riviste. Una notizia curiosa: Costantinopoli ha 68
tipografie !
Negl' immensi domini della Russia a mala pena si stampano 766
periodici, cioè: 197 a Pietroburgo, 79 a Varsavia; 75 a Mosca, 36 a
Helsingfors, 23 a Riga, 21 a Tiflis, 20 a Kiew, 19 a Odessa, 11 a Kazan,
II a Charlov/, 9 a Reval, 8 a Dorpat e altri 8 a Mitau.
In Romania escono 42 riviste, io diari umoristici, 60 politici e 7
organi ufficiali; in tutto 121 giornali.
Negli Stati Uniti d'America e Canada escono 13,402 giornali e ri-
viste periodiche. In un anno, dal 1883 al 1884 vi fu un aumento di
1600 giornali e in io anni di 5618!
Lo spazio e la natura del libro non ci permette un esame minu-
zioso di questa statistica anche per gfi altri continenti, epperò diamo
alcuni particolari intorno alle lingue adoperate dai giornali: primeggia
fra tutte la lingua inglese con 16,500 periodici; viene seconda la tedesca
con 7800; terza la francese con 3850; quarta la spagnuola con 1600;
r italiana, ecc. &cc.
Ora vediamo la statistica della stampa in Italia, alla fine del 1887.
Il numero dei giornali e delle riviste è cresciuto di circa nove volte
dal 1836 in poi, cioè da quando si hanno notizie ufficiali o private. Si
contavano nel territorio degli antichi stati, corrispondenti all'attuale Regno,
185 periodici, ed ora sono 1,606. E siccome nello stesso spazio di tempo
la popolazione è salita, entro gfi stessi confini territoriali, da 22 mifioni
scarsi a oltre 30 milioni di abitanti, cosi il numero dei periodici si rag-
guagfiava ad i per 118,785 abitanti nel 1836, ed ora si ragguaglia ad
I per 18,842.
Se il ragguaglio si fa colla sola parte della popolazione che sa leg-
gere, si trova un periodico per 9,474 persone nel 1871, uno per 6,409
persone nel 1880, ed uno per circa 6,949 persone nel 1887.
Il giornale che conta più anni di vita è la Ga:^:(etta di Genova, fon-
data nel 1798, e che si fuse recentemente col Commercio. Fra le riviste
scientifiche, la più antica è quella intitolata: ^///^(?//a R. Accademia dei
Lincei, la cui fondazione risale al 1604, e che ora si pubofica a Roma.
Poi ve ne sono: uno fondato nel 1805, ^^^ '^cl 18 15, uno nel 1822
(la Collezione Celerifera delle le^gi e dei decreti dello Stato, che si stampa
pure a Roma); uno nel 1825, due nel 1829 (gli Annali dell' Istituto di
cornspondenia archeologica germanica, e 1' altro il Bollettino dell' Istituto
medesimo, tutt'e due pubblicati a Roma); uno nel 1830, due nel 1835
(uno dei quali è VActa 5. Sedis, edito nella capitale), ecc.
Tra i giornafi quotidiani di Roma, i più antichi sono l'Opinione (1847),
il Diritto (1854), ['Italie (1860), la Gaietta Ufficiale e l'Osservatore Ko-
(i) Nella mia collezione di giornali ho la raccolta completa dei periodici greci.
150 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
mano (1861), la Galletta d'Italia (1866), la Riforma (1867), la Capitale,
la Libertà e il Fanfulla (1870).
Dei 1,606 periodici che si pubblicavano nel 1887, erano quoti-
diani 135, uscivano due o tre volte la settimana, o ad intervalli minori
di una settimana 138, erano settimanali 529, uscivano tre volte al mese 23,
ogni due settimane o ad intervalli mmori di un mese 262, erano men-
sili 371, bimensili 39, trimestrali 29, 9 ad intervalli maggiori d'un
trimestre, e infine 70 di pubblicità occasionale od irregolare.
La Lombardia ha il primo posto con 271 pubblicazioni periodiche
poi viene Roma con 246, ultiina la Basilicata con soli 5 periodici.
Dei 1606 periodici, erano politici 429; politico-religiosi 72; am-
ministrativi, giuridici, economici o di scienze sociali 183; agricoli, indu-
striali, finanziarli, commerciali 198; d'annunzi (compresi gli orari delle
ferrovie) 38; letterarii, letterario-scientifici, storici,' archeologici, bio-
grafici, ecc. 108; didattici ed educativi 67; religiosi 115; di scienza 31 ;
13 militari; di medicina, chirurgia, igiene, antropologia e storia natu-
rale 89; IO di geografia e viaggi, 34 musicali e drammatici; 9 di belle
arti; 22 di mode; umoristici (non politici) 42; non classificabili
infine 46.
200 fra questi periodici erano illustrati.
Il numero dei periodici fondati nell'anno e ancora esistenti al 31
dicembre 1887 era di 251 — di queUi cessati nell'anno stati fondali ante-
riormente di 217 — di quelli che nacquero e morirono nello stesso
anno fu di 192. La maggior parte dei giornali erano di 4 pagine (734)
o di 8 pagine (222). Riguardo ai prezzi di vendita si trova che i periodici
più numerosi sono quelli da 5 centesimi al numero (475) e da meno
di 5 lire di abbonamento all'anno (603).
Dei 1,606 giornali, 41 erano scritti in dialetti italiani, 36 in lingue
estere e 6 in hngua latina.
Fra le città che hanno maggior numero di periodici viene prima
Roma con 237 pubblicazioni periodiche e quindi Milano con 172 e
mentre che a Roma non si pubblica che un solo giornale di mode,
Milano invece ne ha 16; a queste città seguono Tonno con 105;
Firenze con 76; Napoli con 75; Palermo con 50; Bologna con 47; Genova
con ^y, Venezia con 26.
In Roma dal 1861 a questa parte non è mancato anno che non si
sia fondato un nuovo giornale, anzi sono soh due gh anni ('64 e '6^)
in cui se n'è fondato uno. A Firenze dal '69 in poi è venuto fuori un
periodico almeno ogni anno; a Milano dal '72; a Torino dal '75; a
Napoli dal '79. L'anno in cui tutte le città, meno Catania e Ravenna,
hanno sentito il bisogno di fondare un giornale almeno, è stato il 1876,
che è stato pure il più fecondo dal 1861 al 1884, perchè dette vita a no
periodici, nel 1885 si fondarono 115 periodici, nei 1886, 160; e final-
mente nel 1887, 251.
Fra le provincie e compartimenti che fondarono maggior numero
di giornali in un anno vien prima la Lombardia con 42 nel. 1887 e
poi Roma con 31 nello stesso anno.
Ecco ora due tavole con notizie più particolareggiate:
STATISTICA DELLA STAMPA.
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GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
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Bari delle Puglie
Foggia. . . .
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Potenza - Basilicata
Catanzaro . . .
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Reggio di Calabria
Calabrie .
Caltanissetta .
Catania
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Messina
Palermo
Siracusa
Trapani
Sicilia
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STATISTICA DELLA STAMPA.
153
Queste cifre assolute hanno scarso valore di per sé ; è necessario
paragonarle alla popolazione delle singole regioni; e non basterebbe,
perchè, più che il numero dei giornali, è il numero dei lettori quello
che ci darebbe la misura del grado d' influenza che la stampa periodica
può esercitare sull'educazione politica, letteraria e scientifica di un popolo.
Questa notizia, la quale si desumerebbe in via approssimativa, dal nu-
mero della tiratura di ogni giornale, la statistica ufficiale come abbiamo
pure detto a pagina 114, non la registra e ne siamo dolenti. Ripetiamo,
sarebbe una notizia approssimativa, perchè mentre da una parte un
giornale può avere più lettori, una sola persona può leggere più giornali.
Ma è evidente che fra due paesi che abbiano 100 giornali ciascuno,
ma nell'uno con una tiratura complessiva di 50,000 esemplari e nel-
l'altro con una di 200,000, la differenza è enorme.
E i giornali morti chi li conta? Una statistica dei periodici estinti
ci manca interamente. II Ministero dell'Interno avrebbe nei suoi archivi
gH elementi per formarla; altri li avrebbero le più importanti biblioteche
del regno e i collezionisti di cui parliamo più avanti ; sarebbe pregio
dell'opera che l'esempio dato dalla Commissione Centrale di Statistica
in Austria venisse raccolto anche dalla nostra Direzione Generale di
Statistica, che sotto le cure dell'illustre Comm. Luigi Bodio, ha mo-
strato di saper superare difficoltà ben più gravi di questa.
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e Uno dei più famosi collezionisti di giornali di tutto il mondo, forse il più famoso fra tutti, il si-
gnor Nicola Bernardini da Lecce, che prepara da anni ed anni, un lavoro colossale su' giornali di tutto l'uni-
verso, come saggio di ciò ch'egli intende fare, ha messo fiaori un volume intitolato : Giornali e Giornalisti
leccesi .... E un lavoro coscenzioso, di polso, che rivela nel Bernardini studii severi e pazienza da certosino,
e mostra come egli farà tra non guari un lavoro molto utile pel giornalismo italiano, mettendo fuori il primo
dei volumi che intende stampare sul giornalismo delle principali nazioni (Guida della Slampa periodica italiana).
Questo primo saggio, tutto di colore locale, non è privo di attrattive anche per chi non sia nato nel leccese. . . .
Il bibliofilo e lo storico possono trovare in esso notizie preziosissime. » ecc.
Pungolo, XXVII, 251.
c( Un libro che si occupi di giornali e di giornalisti, che degli uni e degli altri faccia la storia, forse è
nuovo nel genere. Sapere chi è stato il fondatore d'un giornale, chi lo abbia diretto, chi vi abbia scritto ; le
principali evoluzioni sue, le diverse vicende attraverso le quali è passato; e poi un mondo di aneddoti, riguar-
danti tanto la sua esistenza, quanto la vita di chi vi è stato dentro; è cosa certo non priva di allettamento,
né priva di utilità. Questo lavoro ha fatto il signor Kicola Bernardini, scrivendo una storia dei Giornali e
Giornalisti leccesi, un volume curioso e piacevole a leggersi. ...»
Corriere del mattino, XV, 228.
R È un volume di trecento e più pagine, dove v' è la storia minuziosa e punto nojosa, di qualche cen-
tinaio di giornali, dal primo apparso in Terra d'Otranto, fino a quelli che si pubblicano oggi. Quante notizie
bizzarre, che fantasmagoria, che considerazioni amene! . . . L'A. ha saputo alla storia del giornalismo leccese
annodare quella del giornalismo italiano in Terra d'Otranto; la storia di tanti fatti importanti di quella re-
gione ; la vita di molti illustri cittadini di essa. ...»
Piccolo, XIX, 243.
« Vorrei avere autorità o abilità da invogliare molti a leggere, anche a meditare questo libro. . . . L'A.
ti mostra di giornali una serie lunghissima. ... E per ciascuno ti fa sapere che lo facevano il tale o il tal'altro,
con queste e quelle idee, con quello e questo scopo; ed era stampato di tal formato, dalla tipografia tale. E
su i redattori del giornale, e sulle loro idee, e su i loro scopi, e sul loro giornale ti presenta in poche parole
quanto puoi desiderare, anche quello che non penseresti di chiedere, con amabile e spigliata arguzia. . . . L'A. è
sempre sereno; non toglie su né la toga dello storico, né la cera del moralista, né la sferza del critico: fa il
cronista, ecco tutto, e parla chiaro e forte. ...»
// Tempo di Brindisi, V, 29.
Parlarono anche di questo libro, fra gli altri moltissimi, questi giornali: Pic-
che (Napoli); Galletta di Bari ; La Rassegna (Roma); Fanfulla (Id.); La Tribuna (Id.);
M Risorgimento (Lecce); La Lotta (Lecce); La Staffetta (Napoli); Roma (Id.); L'Ope-
raio Italiano (Buenos .■\ires); L' Italia (Moutevideo); L'Unità Cattolica (Torino); La Seri'
tinella (Taf amo); Fanfulla della Domenica (Roma); La Rassegna Pugliese (Tiaai); ecc.
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forza d' un uomo solo per il movimento. — Tutti i più distinti enologi raccjomandano il
diraspamento dell'uva, perchè con questa pratica si ha un vino più fino, più morbido,
più aleoolieo, più conservativo, di maggior colore, e molto più facile a
rischiararsi. Esso resiste a lunghi viaggi senza intorbidire, ciò che non si è mai ot-
tenuto facendo fermentare il mosto col graspo, essendo assurdo che il graspo di qualun-
que qualità di uva, sia di qualche vantaggio nella fermentazione — il costo di questa mac-
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IL &IORMLISMO NELLA LE&ISLAZIONE
LEGGE SULLA STAMPA 2G MARZO 1848 ^^^
CARLO ALBERTO
PER GRAZIA DI DIO
RE DI SARDEGNA, DI CIPRO E DI GERUSALEMME, ECC. ECC.
La libertà della stampa, clie è necessaria guarentigia delle
istituzioni d'ogni ben ordinato Governo ra^oprosentativo, non meno
che precipuo istromento d'ogni estesa comunicazione di utili pen-
sieri, vuol essere mantenuta e protetta in quel modo clie meglio
valga ad assicurarne i salutari effetti. E siccome l'uso della libertà
cessa di essere propizio allorché degenera in licenza; quando, in-
vece di servire ad un generoso svolgimento di idee, si assoggetta
all' impero di malaugurate passioni ; cosi la correzione degli eccessi
deve essere diretta e praticata in guisa che si abbia sempre per
tutela ragionata del bene, non mai per restrizione arbitraria.
Mossi noi da queste considerazioni, dopo di avere nello Sta-
tuto fondamentale dichiarato che la stampa sarà libera ma soggetta
a leggi repressive, ci siamo disposti a stabilire le regole colle quali
si abbia da tenere nei nostri Stati l'esercizio di quella libertà. E,
mentre si è per noi inteso che la presente legge ritraesse in ogni
sua parte dei sovra esposti principii, abbiamo voluto che il sistema
di repressione in essa contenuto si conformasse quanto più fosse
possibile alle disposizioni del vigente nostro Codice penale, evi-
tando cosi la non necessaria deviazione dalla legge comune, e che
(i) L'art. 28 dello Statuto fondamentale del Regno pubblicato il 4 marzo 1848
dichiarava che ìa stampa è libera, ma una legge ne reprime gli abusi; questa legge è
appunto l'editto presente, che venne promulgato di moto proprio da Cario Alberto.
Quest'editto fu opera principalmente di Federico Sclopis, il quale pu-- prendendo a
modello le leggi francesi, seppe discostarvisi nei punti dove esse si informavano a con-
cetti eccessivamente severi ed attenersi invece scrupolosamente a quei principii di vera
libertà, pei quali alcune delle prime leggi del Piemonte costituzionale vanno a buon
diritto superbe. Suo merito principale è, come fu detto esattamente, d'essere una legge
leale e generosa, scevra di reticenze, di paure, d' inganni più o meno orpellati, di falsa
libertà o di falsa giustizia E mentre la Francia mutò venti volte in mezzo secolo la
sua legge sulla stampa, in Italia la parola dello Statuto, fu sempre fedelmente man-
tenuta. E se due volte — nel 1852 e nel 1858 — si toccò l'editto, non fu mai per re-
stringere la libertà.
158 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
nel modo di amministrare la giustizia sui reati della stampa entrasse
l'elemento essenziale dell'opinione pubblica saggiamente rappre-
sentata.
Epperò per il presente Editto, sulla relazione del nostro Guar-
dasigilli Ministro Segretario di Stato per gli affari ecclesiastici, di
grazia e giustizia, avuto il parere del nostro Consiglio dei Mini-
stri, abbiamo ordinato ed ordiniamo quanto segue :
CAPO I.
Disposizioni generali.
Art. 1. La manifestazione del pensiero per mezzo della stampa
e di qualsivoglia artifìcio meccanico atto a riprodurre segni figu-
rativi è libera; quindi ogni pubblicazione di stampati, incisioni,
litografìe, oggetti di plastica e simili è permessa con che si osser-
vino le norme seguenti.
Art. 2. Ogni stampato così in caratteri tipografici come in
litografìa od altro simile artifìcio dovrà indicare il luogo, la offi-
cina e l'anno in cui fu impresso, ed il nome dello stampatore ;
La sottoscrizione dell'editore o dell'autore non è obbliga-
toria. (1)
Art.' 3. Ogni stampato cbe non abbia le indicazioni di cui
nell'articolo precedente sarà considerato come proveniente da of-
ficina clandestina, e lo stampatore sarà punito per questo solo fatto
con una multa da lire 100 a 300. (2)
Art. 4. Le azioni penali stabilite dal presente Editto, salve
le eccezioni per le pubblicazioni periodiclie, saranno esercitate in
primo luogo contro l'autore, secondo contro l'editore, se l'uno o
l'altro siano sottoscritti od altrimenti conosciuti, e finalmente contro
lo stampatore, in modo che l' uno sia sempre tenuto in sussidio
dell'altro. (3
(i) Le disposizioni di quest'articolo e del seguente, secondo le quali ogni
stampato deve avere certe indicazioni (se no, si ritiene la tipografia clandestina, o stam-
pato alla viacchia), e la prima copia dev'essere presentata all'ufEcio del P. M., riguar-
dano non già qualsiasi stampato nel senso più ampio di questa voce, ma quelli sol-
tanto che contengono una manifestazione del pensiero, un concetto abbastanza definito
e determinato nei rapporti della legge sulla libertà della stampa.
La Cass. di Roma (12 marzo '84), ritenne che la mancanza di una sola delle in-
dicazioni prescritte, dà luogo a contravvenzione. (V. pure Riv. Peti. XIX, 549 ; Giur.
Peii., 482)
(2) Se clandestino è ciò che si opera di nascosto a coloro che han diritto di saperlo,
e contro la legge, non si può esigere, nel medesimo tempo, che a costoro fosse fatto
palese quello che appunto verso di essi si fece celatamente e furtivamente. Chi ha fatto
una stampa claiidestitia... la volle tale verso l'autorità; e non sarebbe possibile che il
legislatore lo punisse per questo fatto non solo, ma anche perchè egli non rese palese
al pubblico ministero quello che volle fare di soppiatto; in altri termini perchè non
denunciò la propria colpa, il reato già consumato. (Cass. Torino 2S nov. 1806, Frediano.)
(3} L'azione penale in ordine ai reati di stampa deve esercitarsi innanzi tutto contro
IL GIORNALISMO NELLA LEGISLAZIONE. 139
Art. 5. L'azione esercitata contro l'autore o l'editore non
potrà estendersi allo stampatore per il solo fatto della stampa, a
meno die non consti che egli operò scientemente e in modo da
dovere essere considerato come complice. (1)
Art. 6. Nulla è innovato alle leggi e regolamenti in vigore per
lo stabilimento ed esercizio di ogni specie di officina di stampa. (2)
Art. 7. Ogni stampatore dovrà presentare la prima copia di
qualsiasi stampato, se nella provincia dove risiede un Magistrato
d'Appello, all' ufficio dell'Avvocato fiscale generale ; se nelle altre
all' ufficio dell'Avvocato fiscale presso il Tribunale di prefettura ;
ciò tutto salvo il disposto dal presente Editto circa le pubblica-
zioni periodiche.
La trasgressione del prescritto di questo articolo verrà punita
con multa estensibile a lire 300.
Art. 8. Gfli stampatori e riproduttori degli oggetti contem-
plati nell'articolo 1 dovranno, nel termine di giorni dieci succes-
sivi alla pubblicazione di qualsiasi opera per essi riprodotta, con-
segnarne una copia agli archivi di Corte ed una alla Biblioteca
dell' Università nel cui circondario è seguita la pubblicazione.
Lo stampatore o riproduttore che fosse in ritardo nell' eseguire
la consegna sopraddetta sarà punito coll'ammenda di lire 50.
Il tutto senza pregiudizio di quanto è stabilito dalle leggi re-
lative all'acquisto ed alla conservazione della proprietà letteraria. ^3)
l'autore, in qualunque modo esso venga ad essere conosciuto, salvo la estensione della
condanna anche al gerente come complice del delitto e delle contravvenzioni com-
messe colle pubblicazioni fatte nel suo giornale (V. Cass. di Firenze, 15 sett. '81).
É solo per le trasgressioni contemplate dal capo Vili (art 47), che è responsa-
bile in prima fila il gerente, e l'autore sol quando abbia sottoscritto l'articolo inserito
nel giornale. (Cass. di Roma, i giugno '81).
— Il tipografo che stampa uno scritto ingiurioso e ne capisce l'importanza e com-
prende che esso va a ferire una personalità, e, lungi dal rigettare, come dovrebbe, l'in-
carico o la commissione altrui, l'accetta, non ix opera da buon cittadino, ingiuria ed
offende coll'animo d' ingiuriare il soggetto che si prende di mira nello scritto tuttoché
non abbia personale rapporto con lui. Cosi VApp. Ancona 24 settembre '86 (Tonna-
relli — Giorn. Marche, 1887, 20) il quale riferendosi alla specie discussa, ha soggiunto:
« V animus jnjuriandi si rivela nella specie anche dal fatto che lo stampatore si studia
di tenere occulto e nel mistero l'autore vero, e presenta invece l'autore finto. . »
(0 La legge con quest'articolo prevede il caso dell'assoluta mancanza di ogni
colpabilità da parte dello stampatore. Non è giusto infatti, come ad altri è sembrato,
che non conosciuto l'autore dello scritto, eh' è il vero autore del reato, paghi il fio
l'editore o lo stampatore. E fu anzi espressamente dichiarato dalla giurisprudenza {Cass.
Torino, 27 aprile '76, Foro Ital, '76, II, 184), in applicazione e retta interpretazione
di quest'articolo che non basta che lo stampatore abbia conosciuto il tenore dello scritto,
ma che occorra ne sia stato autore od abbia partecipato in qualche modo all'opera
dell'autore.
(2) V. articoli 51, 52, 55, 54, SS> 56 e 67 della Legge di Pub. Sic.
(3) Il Ministero di Grazia e Giustizia che con circolare ^0 gennaio 1880 n. 867
aveva prescritto agli uffici del P. M. di trasmettere a lui direttamente gli stampati
presentati, e con successiva circolare 27 ottobre 1880 n. 944 aveva invece ordinato
che la trasmissione suddetta si facesse direttamente alla Biblioteca Vittorio Emanuele
di Roma, con una 3 * circolare 7 novembre (885, richiamò in vigore la prima, per
cui ora gli uffici del P. M. dovranno spedire gli stampati al suddetto ministero (Di-
160 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Art. 9. Gli stampatori che riprodurranno uno scritto qualunque,
il quale fosse già stato condannato a termini dal presente Editto,
saranno puniti con pena non minore del doppio di quella stata
pronunciata dalla sentenza che avrà condannato lo scritto. (1)
Art. 10. È vietato, nel render conto dei giudizi vertenti o ver-
titi pei reati di stampa, di pubblicare il nome dei giudici del fatto
e le discussioni ed i voti individuali, così di quelli come dei giu-
dici di diritto.
È pure vietata la pubblicazione delle discussioni e delibera-
zioni segrete del Senato e della Camera dei Deputati, a meno cbo
se ne^ sia ottenuta dai rispettivi corpi la facoltà.
E in egual modo vietata la pubblicazione dei dibattimenti
davanti ai Magistrati o Tribunali che abbiano avuto luogo a porte
chiuse.
La trasgressione del prescritto di quest' articolo sarà punita
con multa da lire 100 a 500, oltre la soppressione dello stam-
pato. (2j
Art. 11. Sotto la medesima pena è vietata la pubblicazione
degli atti d' istruttoria criminale o dibattimenti pubblici per cause
d' insulti o d' ingiurie nei casi in cui la prova dei fatti infamanti
od ingiuriosi non è permessa dalla legge.
Art. 12. Qualunque azione penale nascente da reati di stampa
sarà prescritta con lo spazio di tre mesi dalla data della consegna
della copia al Pubblico Ministero ; e in quanto ai periodici, dalla
data della loro pubblicazione, salvo il prescritto dell'art. 52. (3)
visione VII) Le opere periodiche, per desiderio espresso in quest' ultima circolare,
nonché le riviste ed i giornali di scienze giuridico-econoniico-mediche ed anche let-
terarie, devono spedirsi immediatamente, e le altre opere non oltre i tre mesi dalla
data della consegna. La spedizione dovrà pure essere accompagnata da uo doppio
elenco (BoUet. Minisi. G. e G., 455).
Vedi art. 42 e note.
— La consegna di una copia dello stampato, fatta a mente degli art 7 e 42,
ofiire una presunzione della già seguita pubblicazione. Ma questa presunzione ;«m /a«/«j«
può essere distrutta dalla prova del fatto contrario, di non essere cioè uscito alcun
esemplare dalla officina tipografica. In base a questo principio la Cassazione di Torino
(8 aprile 1885) ritenne avvenuta la pubblicazione nel caso in cui il sequestro degli
stampati era stato operato fuori della tipografia, e la escluse (decis. 28 aprile 1880),
nel caso che tutte le copie di un opuscolo già completo furono sequestrate dentro
della tipografia.
(i) V. art. 42 e note.
(2) Il resoconto dei dibattimenti seguiti a porte chiuse è vietato dalla legge senza
distinzione fra caso e caso. È inutile quindi indagare se il resoconto non contenga
nulla contro la pubblica morale. (Cass. Torino, 14 gennaio 18S5.)
— Il famoso art. 49 della legge 8 giugno 1874 n. 1837, serie 2, intorno all'or-
dinamento dei giurati, col quale si portavano gravi restrizioni al principio della libertà
di pubblicazione, con la legge 6 maggio 1887 e in seguito ai pessimi risultati del-
l'esperienza, venne soppresso ed in conseguenza il principio della lib rtà di pubblicazione,
è tuttora applicabile in tutta la sua estensione.
(3) Gli atti di procedura interrompono la prescrizione dell'azione penale nei reati
di stampa. Ciò è conforme ai principi del diritto comune, per i quali l'atto di proce-
dura, risolvendosi nel vero e proprio esercizio dell'azione, impedisce che questa si
prescriva. Né a tali principi si é derogato con questa legge; che anzi nel proemio
IL GIORNALISMO NELLA LEGISLAZIONE. 161
CAPO II.
Della provocazione pubblica a commettere reati.
Art. 13. CHunque, con gli oggetti contemplati nell'articolo 1,
tanto separati quanto uniti con cose di diversa natura, sia che si
vendano o distribuiscano, o si pongano in _ vendita, o si espon-
gano in luoglii o riunioni pubbliche, o si distribuiscano in modo
della medesima si è detto espressamente di volere evitare la « non necessaria devia-
zione dalla legge comune ». L'art. 50 non offre argomento contrario a questa mas-
sima; imperocché se il legislatore volle espressamente che il principio generale sulla
interruttività della prescrizione valer debba per le contravvenzioni di minor conto,
forza è ritenere che non intendesse escluderla per i reati di ben maggiore gravità, che
colla stampa si possano commettere. Anzi è a credersi che abbia voluto con una di-
sposizione speciale eliminare il dubbio che su tale proposito avrebbe potuto ingenerare
il suo silenzio, quando si fosse trattato di cont'-aweazi ni di cosi poco momento, come
sono quelle a cui l'art. 50 si riferisce (Cass. Palermo, 15 marzo 1886).
— I reati di diffamizione o d'ingiuria, in quils'asi modo commessi, sono per
loro natura reati comuni, contemplati e repressi dal Codice Penale comune, alle cui
regole non possono essere sottratti anche se commessi mediante la stampa ("giornale)
La legge sulla stampa, dove ha voluto derogare alle norme comuni, lo ha espressa-
mente sancito, e nel resto (come si legge nel proemio della legge) si è voluto che
il sistema di repre^^sione si conformasse quaijto più fosse possibile alle disposizioni del
Cod. Pen. D'altra parte, il vigente Codice, occupandosi delle ingiurie e diffamazioni com-
messe colla stampa, dovrebbe, perchè posteriore, prevalere alla legge sulla stampa che
lo precedette, ed a cui sarebbesi in questa parte derogato a termini dell'art. 692 detto
codice. (Cass. Torino, 18 maggio 1888).
— La prescrizione pei reati commessi mediante un giornale decorre dal giorno
in cui il giornale fu pubblicato, poiché é colla pubblicazione che i reati stessi si deb-
bono intendere perfetti e consumati. Tale pubblicazione, fino a prova contraria, deve
ritenersi seguita nel giorno stesso della data che porta il giornale. (Cass. Torino, 9
febbraio 1888).
— La Cass. Firenze (19 aprile 1884) decise che la speciale prescrizione di que-
st'articolo va soggetta ad essere interrotta secondo le norme del diritto comune. Ri-
conferma della massima che anche questa prescrizione va regolata colle norme del
diritto comune, e che può quindi essere interrotta dagli atti di procedimento.
L'articolo 12 non accenna ad atti di procedura, e quindi, coerentemente a quanto
è dichiarato nel proemio alla legge, devesi ricorrere al Codice comune, pel quale la
prescrizione (meno un caso, art. 140) resta interrotta da cotesti atti (Cass. Napoli, 9
maggio 1884).
— Che la prescrizione pe' reati di stampa sia regolata secondo le norme comuni,
ritengono pure le Cass. Roma (io marzo 1884) e Tormo (i aprile 1885). Di conseguenza:
la I.* ha ravvisato atti interruttivi della prescrizione le pratiche prescritte dall'art. 45
dello Statuto per ottenere il consenso a procedere penalmente contro un deputato,
perchè tali pratiche, se non costituiscono veramente la procedura sul merito stesso
della causa, costituiscono però sempre altrettanti atti di procedura preliminari e ne-
cessari, quando trattisi che l'imputato sia un deputato; la 2.' ha ritenuto pure inter-
ruttivi gli atti che apparecchiano il giudizio di Cassazione (deposito del ricorso, avviso
ai difensori, comunicazione degli atti al P. M. ecc.) imperocché, se atto di procedura
non è che il moto del processo, nel senso che come fa nascere il processo stesso cosi
vale a farlo progredire verso la sua meta, non potrassi contrastare la qualità di atti
a tutte quelle pratiche che sono necessarie, perchè dalla legge imposte, al compimento
del giudizio in Cassazione. Nel commento alla Legge sulla stampa, fatto dall'avv. Cla-
varino, c'è l'elenco delle principali decisioni che ammettono 0 negano la interruzione
della prescrizione sancita dall'are. 12.
N. Berkardini — Guida della Slampa periodica ilaliana — 11.
162 GUIDA DELLA STAAIPA PERIODICA ITALIANA.
che tenda a dare loro pubblicità, avrà provocato a commettere un
crimine, un delitto od una contravvenzione, sarà punito, se si
tratta di crimine, col carcere estensibile a tre mesi e con multa
estensibile a lire 2000 ; se di delitto, col carcere estensibile a
lire 500; se di contravvenzione, con gli arresti, giuntavi l'am-
monizione secondo i casi, e con multa estensibile a lire 100.
Art. 14. La provocazione per altro a commettere uno dei cri-
mini di cui negli articoli 183 e 184 (1) del Codice penale sarà
punita col carcere per anni due e con multa di lire 4000. (2)
Art. 15. Sarà punito colle stesse pene l'impiego di qualunque
dei mezzi indicati nell'articolo 1 per impugnare formalmente la
inviolabilità della persona del Re, l'ordine della successione al
Trono, l'autorità costituzionale del Re e delle Camere.
CAPO in.
Dei reati contro la religione dello Stato,
gli altri culti ed il buon costume.
Art. 16. Chiunque, con uno dei mezzi indicati nell'articolo 1
di questo Editto commetta uno dei crimini, contemplati negli ar-
ticoli 164 e 165 (3) del Codice penale, sarà punito secondo i casi
cogli arresti o col carcere estensibile ad un anno, e con multa
estensibile a lire 200.
Art. 17. Chiunque offenda i buoni costumi con uno dei mezzi
contemplati nell'articolo 1 di questo Editto sarà punito col car-
cere non maggiore di un anno, o con pena di polizia secondo le
circostanze.
Nei casi nei quali si abbiano ad applicare pene correzionali
sarà aggiunta una multa estensibile a lire 1000.
Art. 18. Chiunque, con uno dei mezzi indicati nell'articolo 1,
deridesse od oltraggiasse alcuna delle religioni o culti permessi nello
Stato sarà punito col carcere estensibile a mesi sei e con una multa
estensibile a lire 500. (4)
(i) Articolo 153 e 154 del nuovo Codice penale del 1859.
(2) La Cass di Torino (5 luglio 1858. Giurisp Ital , 1858, p. I, 904) ha deciso
che « di regola la provocazione ed istigazione ad un reato non diventa punibile se
non quando il reato è commesso o tentato. Ma le provocazioni col mezzo della stampa,
specialmente se relative ad un crimine contro la sicurezza dello Stato, sono punibili
e punite anche non seguite da effetto, costituendo allora non una complici''à ma uno
speciale reato, un reato di stampa. Se poi l'effetto segui l' istigatore, il provocatore
diviene un vero complice. »
(3) Articolo 185, alinea, del nuovo Codice penale del 1859
(4) Per l'editto del 1848 fa d'uopo distinguere: o il reato preveduto e specificato
dall'art. 185 del C. P. è commesso contro la religione dello Stato, ed allora è ap-
plicabile l'art. 16; o il reato medesimo è commesso contro un'altra qualsiasi delle
religioni o culti tollerati dallo Stato, ed allora è applicabile l'art. 18 che commina
una pena minore.
IL GIORNALISMO NELLA LEGISLAZIONE. 163
CAPO IV.
Offese pubbliche contro la persona del Re.
Art. 19. Chiunque, con uno dei mezzi contemplati nell'arti-
colo 1, si sarà reso colpevole di offesa verso la Sacra persona del
Re o Reale famiglia o Principi del sangue, sarà punito col carcere
estensibile a due anni e con multa non minore di lire 1000 e non
maggiore di lire .3000, avuto riguardo alla persona contro cui è
diretta l'offesa, alle circostanze di tempo e di luogo ed alla qualità
e gravezza del reato.
Art. 20. Chiunque farà risalire alla Sacra persona del Re il
biasimo o la responsabilità degli atti del suo Governo sarà punito
col carcere da un mese ad un anno e con una multa di lire 100
a 1000.
CAPO V.
Offese pubbliche contro il Senato o la Camera dei Deputati, i sovrani
ed i capi dei governi esteri, ed i membri del corpo diplomatico.
Art. 21. Chiunque con uno dei mezzi contemplati nell'arti-
colo 1 di questo Editto oltraggi il Senato o la Camera dei Depu-
tati sarà punito colle pene di cui all'articolo 19.
Art. 22. Saranno puniti colle stesse pene coloro che avranno
fatto pubblicamente atto di adesione con uno dei mezzi contemplati
nell'articolo 1 a qualunque altra forma di Governo, o coloro che
avranno manifestato voto o minaccia della distruzione dell'ordine
Monarchico Costituzionale. (1)
Art. 23. Saranno puniti colle stesse pene coloro che divul-
gassero segreti che possano compromettere la sicurezza esterna
dello Stato, o giovare direttamente ai nemici del medesimo.
Art. 24. Qualunque offesa contro la inviolabilità del diritto
di proprietà, la santità del giuramento, il rispetto dovuto alle leggi,
ogni apologia di fatti qualificati crimini o delitti dalla legge pe-
nale, ogni provocazione all'odio fra le varie condizioni sociali e
contro l'ordinamento della famiglia sarà punito colle pene di cui
all'articolo 17.
(i) L'articolo cosi com'è redatto, è incompleto, giacché non contempla il caso
di adesione a monarcliie costituzionali decadute, o semplicemente a nuove dinastie.
La legge parla di forma, e per forma non si può intendere altro se non repubblica,
monarchia, o teocrayia, e quindi non si potrebbe, a pirer nostro, punire coll'articolo
che esaminiamo colui che, per es., stampasse desiderare egli la conservazione dell'or-
dine monarchico-costituzionale attuale con a capo però la dinastia dei Lorena o dei
Borboni. Il che è una lacuna che vuol essere colmata, se pure si vuole che l'articolo
possa in caso di bisogno avere tutta la efficacia che forse era nell' intenzione dei le-
gislatore di dargli.
164 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Art. 25. Le offese contro i Sovrani o i Capi dei Governi
stranieri saranno punite col carcere estensibile a sei mesi e con
multa da lire 100 a 1000. (1)
Art. 26. Le offese contro gli Ambasciatori, i Ministri ed Liviati,
od altri Agenti diplomatici delle Potenze estere accreditati presso
il Re od il Groverno, saranno punite colle pene pronunciate per
le offese contro i privati, raddoppiata però la multa.
CAPO VI.
Delle diffamazioni, ingiurie pubbliche
e dei libelli famosi.
Art. 27. CHunque con uno dei mezzi contemplati nell'articolo 1
del presente Editto si renderà colpevole del reato contemplato nel-
l'articolo 617 (2) del codice penale sarà punito col carcere da sei
mesi ad un anno e con multa da lire 200 a lire 2000.
Art. 28. Chiunque con uno dei mezzi contemplati nel detto
articolo 1 si renderà colpevole di uno dei reati di cui negli arti-
coli 616, 618 e 620 (3) del Codice penale sarà punito, se si trat-
terà di diffamazione, col carcere estensibile a sei mesi e con multa
estensibile a lire 500.
Art. 29. Nei casi di offesa contro i depositari o gli agenti
dell'autorità pubblica per fatti relativi all'esercizio delle loro fun-
zioni, l'autore della stampa incriminata sarà ammesso a sommi-
nistrare la prova dei fatti da esso imputati.
Questa prova libera l'accusato di offesa da ogni pena, salvo
da quelle per le ingiurie che non fossero necessariamente dipen-
denti dai fatti medesimi.
CAPO Yil.
Disposizioni speciali.
Art. 30. Non potranno dar luogo ad azione la pubblicazione
dei discorsi tenuti nel Senato o nella Camera dei Deputati, le rela-
zioni o qualunque altro scritto stampato per ordine delle medesime.
Art. 31. Non darà neppur luogo ad azione il rendiconto esatto,
fatto in buona fede, delle discussioni del Senato o della Camera
dei Deputati.
Art. 32. Non darà luogo all'azione la pubblicazione degli scritti
prodotti avanti i Tribunali.
(i) Vedasi la legge 20 giugno 1858.
(2) Articolo 571 del nuovo Codice penale 1859,
(5) Articoli 570, 572 e 573 del detto Codice penale.
IL GIORNALISMO NELLA LEGISLAZIONE. 165
Il Magistrato o Tribunale, pronunciando nel merito, potrà or-
dinare la sospensione degli scritti ingiuriosi e dicliiarare la parte
colpevole tenuta ai danni.
Art. 33. In caso di recidiva nei delitti o nelle contravven-
zioni previste da questo stesso Editto, le multe saranno accresciute
della metà.
Art. 34. Il carcere nel quale si dovranno scontare le pene
portate da questo stesso Editto sarà sempre distinto da quello sta-
bilito per i delinquenti per reati comuni.
CAPO Vili.
Delle pubblicazioni periodiche.
Art. 35. Qualunque suddito del Re, il quale sia maggiore
d'età ^1) e goda del libero esercizio dei diritti civili, qualunque so-
cietà anonima o in commandita, qualunque corpo morale legal-
mente costituito nei regi Stati, potrà pubblicare un giornale o scritto
periodico, purcliè si uniformi al disposto dei seguenti articoli.
Art. 36. Chi intende pubblicare un giornale od altro scritto
periodico dovrà presentare alla Segreteria di Stato per gli affari
interni, prima della pubblicazione, una dichiarazione in iscritto
corredata degli opportuni documenti dai quali risulti :
1." Il concorso delle qualità richieste dall'articolo precedente,
sia in chi vuole pubblicare il giornale, sia nel gerente ;
2." La natura della pubblicazione, il nome della tipografia
legalmente autorizzata in cui si farà la stampa, il nome e la di-
mora del tipografo ;
3.° Il nome e la dimora del gerente responsabile. (2)
(i) Il Ministero dell' interno dopo avere inteso il Consiglio di Stato ha dichiarato,
che non dovendosi la pubblicazione d'un giornale considerare solo come un'impresa
commerciale ma ancora doversi riguardare la cosa sotto il suo aspetto morale e po-
litico, può negarsi la autorizzazione di pubblicarlo, a chi pure essendo emancipato non
è tuttavia ancora maggiore d'età, in quanto che l'emancipazione non conferisce l'in-
tera capacità del maggiorenne, come è voluta dalla legge sulla stampa.
(2) La sempHce lettura dell'art. 56 persuade essere bastevole per la pubblicazione
d'un giornale la previa presentazione al Ministero dell' interno della dichiarazione coi
richiesti documenti; né altro esige la disposizione repressiva dell'art. 40 della stessa
legge. La risposta o l'accettazione o l'autorizzazione del Ministero, la dichiarazione che
se ne sia preso atto non è affatto richiesta dalla legge, e sarebbe arbitrario e contrario
all'ermeneutica legale il richiederla; perchè le leggi penaU o che restringono l'esercizio
dei diritti non sono estensibili ai casi non espressi (art. 4 disp. prelim.). Di più il ri-
chiedere una risposta adesiva o non contraria dal Ministero farebbe dipendere da lui
la pubblicazione del giornale: ciò che è contrario allo spirito della legge. È certo più
sicuro attendere la risposta adesiva del ministero per non esporsi al pericolo di vio-
lare la legge, se la pubblicazione del giornale avvenga prima che la suddetta dichia-
razione giunga di fatto al ministero, o vi giunga con documenti incompleti j l'obbli-
gatorietà però non esiste (App. Macerata, io luglio '85).
166 GUIDA DELLA. STA.MP\ PERIODICA ITaLTA^TA.
Art. 37. Ogni giornale dovrà avere un gerente responsabile. (1)
Art. 38. Qualunque mutazione avvenisse in una delle condi-
zioni espresse nella dicMarazioue sovra prescritta dovrà essere no-
tificata alla Segreteria di Stato dell' interno, a diligenza del ge-
rente o dei suoi eredi e successori, entro lo spazio di giorni otto,
eccettuati i casi nei quali è altrimenti provveduto da questo Editto.
In difetto il contravventore sarà punito, con multa estensibile
a lire 300.
Salvo riguardo alla vedova o ai successori del gerente o pro-
prietario quanto \T.ene stabilito dall'articolo seguente.
Art. 39. ]\Iancando o rendendosi incapace improvvisamente il
gerente a coprire le sue funzioni, ove esso non sia proprietario
unico, gì' interessati potranno presentare un redattore responsabile
all'Avvocato fiscale generale nelle residenze dei Magistrati d'Ap-
pello, nei capoluoghi di provincia agli avvocati fiscali, negli altri
luogM ai giudici di mandamento, il quale redattore faccia le veci
di gerente.
Tale provvisoria incombenza non potrà protrarsi al di là di due
mesi.
Eguale facoltà viene accordata alla vedova o successori del ge-
rente, ove sia proprietario unico del giornale.
Art. 40. Chiunque, senza avere adempiuto al prescritto del-
l'art. 36, o dopo la pronunciata sospensione, o dopo la cessazione
del giornale, ne facesse seguire la pubblicazione incorrerà nella
pena del carcere da uno a sei mesi e in una multa da lire 100 a 500.
Art. 41. Il gerente di un giornale sarà obbligato a sottoscri-
vere la minuta del primo esemplare di esso che sarà stampato, e
tutti gli altri esemplari dovranno riprodurre la stessa sottoscrizione
in stampa.
La trasgressione di questo articolo sarà punita con multa esten-
sibile a lire 300. (2)
(i) L'istituzione del gerente responsabile non esime dall'eventuale responsabilità
il direttore del giornale (V. art. 47).
Il gerente di un giornale è per questa sua qualità responsabile dei reati com-
messi col mezzo del giornale stesso, senza che occorra esaminare se egli fosse addi-
venuto volontariamente e con intenzione di nuocere, alla pubblicazione incriminata.
(Cass. Torino, 30 dicembre 84.)
(2) La firma del gerente del giornale, richiesta da quest'articolo, nel primo esem-
plare da presentarsi alla procura, vale ed è realmente la garanzia del sottoscrittore, per
rispondere cosi delle contravvenzioni che come complice dei delitti commessi con
pubblicazioni fatte nel periodico. Ond' è che falsificandosi la firma del gerente respon-
sabile nella minuta del primo esemplare, da rilasciarsi al P. M., il gerente può bene
eccepire la sua irresponsabilità e non rispondere in giudizio penale degli articoli in-
criminati. Da ciò il danno potenziale che risente la società, alla quale verrebbe a man-
care la persona che per la legge certamente dovrebbe rispondere dei reati, commessi
per mezzo dei periodici; da ciò il vantagqjio del gerente responsabile che per opera
della falsità da altri commessa, si aprirebbe la via a frodare la legge. La falsificazione
quindi è punibile a termini dell'art 363 Cod. Pen. (Cass. Palermo, 5 settembre 1887.)
— La contravvenzione agli articoli 2 e 41, in ordine alla pubblicazione ha luogo
ael momento stesso della consegna dello stampato all'autorità giudiziaria, rendendosene
ì"c3poasabile il gerente se tutti gli esemplari non portano la di lui firma e l'indica-
ÌL GIORNALISMO NELLA LEGlSLAZlONE. 167
Art. 42. Al momento della pubblicazione del giornale il ge-
rente farà consegnare la copia da lui sottoscritta in minuta all'uf-
fizio dell'Avvocato fiscale generale, o dell'Avvocato fiscale, o del
giudice di mandamento, secondo la distinzione stabilita nell'art. 39.
Quest' obbligo non potrà sospendere o ritardare la spedizione
o distribuzione del giornale o scritto o periodico. (1)
La contravvenzione a quest'articolo sarà punita con multa esten-
sibile a lire 500.
Art. 43. I gerenti saranno tenuti d'inserire, non più tardi
della seconda pubblicazione successiva al giorno in cui le avranno
ricevute, le risposte o le dichiarazioni delle persone nominate o
indicate nelle loro pubblicazioni. L' inserzione della risposta deve
essere intiera e gratuita.
Nel caso per altro la risposta eccedesse il doppio dell'articolo
al quale è diretta, l'eccedente dovrà essere pagato al prezzo stabi-
lito per gli annunzi in quel giornale o pubblicazione.
Trattandosi di giornali clie non ricevono annunzi, sarà corri-
sposto per l'eccedente un prezzo eguale a quello che pagasi per
gli annunzi nelle gazzette destinate alle inserzioni giudiziali.
Il rifiuto o la tardanza ad accettare o pubblicare le dette ri-
sposte verrà punito con una multa non minore di lire 100 e non
maggiore di lire 1000. (2)
zione della tipografia da cui provengono. Anzi la Cassazione di Torino (23 luglio '74)
giudicò che la semplice impostazione del giornale deve considerarsi come pubblica-
zione, indipendentemente dalla distribuzione e dal non essersi ancora consegnata la
copia al P. del R. Nel concetto della pubblicazione comprendesi pure la distribuzione
gratuita dello stampato o giornale, senza uopo della messa in commercio del mede-
simo. Siffatta contravvenzione sta a carico dell'esercente la stamperia e non del diret-
tore di questa. (Cass. Torino, 19 novembre '79).
(i) La legge, senza fare eccezioni di sorta, prescrive che in ogni pubblicazione, e
contemporaneamente alla medesima, debba farsi la presentazione della copia al P. M., per-
chè questi possa, prontamente e con effetto, reprimere gli eccessi eventualmente commessi
collo stampato. Né trattandosi di una ristampa può obbiettarsi che, soppresso l'articolo
incriminato, trattasi di una continuazione della stampa di un fogho già noto al P. M.;
imperocché è giudizio a posteriori quello relativo alla non avvenuta riproduzione dello
scritto per cui si effettuò il sequestro ed il nuovo stampato ben potrebbe contenere
cose non consentite né permesse, e quindi, mancando la presentazione, potrebbe rima-
nere elusa la vigilanza del P. R. (Cass. Firenze, 6 aprile 1887). La Temi Veneta (242, '87)
osserva che questa massima potrebbe parere soverchiamente rigorosa quando si tratti
di semplice ristampa del numero sequestrato, coU'omissione dell'articolo incriminato.
Non è in questo caso uno stampato nuovo, ma nn edizione corretta di (juello già pre-
sentato al P. M. La Cass. Francese, 18 aprile 1830 (Dalloz. XXXVI, p. 483) ha deciso
che il deposito di un esemplare non dispensa il gerente dal deposito stesso per qua-
lunque altra edizione che contenesse articoli differenti: donde si può arguire che diversa
sarebbe la soluzione della controversia se quel primo esemplare venisse riprodotto tal
quale.
— Non è giustificata la mancata consegna della copia dal fatto che il periodico
si pubblica in ora nella quale l'uffizio del P. del Re è chiuso. Ammettendo infatti un
contrario principio, sarebbe facile eludere lo scopo di questa disposizione (Cass. Firenze,
6 aprile 1887).
(2) Intenzione del legislatore, nel dettare questa disposizione, quella si fu di
mantenere una perfetta parità di trattamento tra il gerente di un giornale, che nelle
sue pubblicazioni si fa a nominare una qualche persona, e la persoaa cosi nominata
168 OTJIDA DELLA STAMPA PERIODICA. IT ALL'INA.
Art. 44. Rimarrà, nonostante questa multa, salvo il diritto a
promuovere ogni azione clie potesse competere al Ministero pub-
blico o ai terzi contro l'articolo a cui si sarà risposto.
Art. 45. Ogni gerente sarà obbligato d'inserire in capo al suo
giornale o scritto periodico qualsiasi titolo officiale, relazione au-
tentica, indirizzo o rettificazione, o qualunque altro scritto nell' in-
teresse del Governo, cbe gli venisse mandato da un'autorità legal-
mente costituita.
L' inserzione avrà luogo non più tardi della seconda pubbli-
cazione successiva al giorno in cui ne sarà stata fatta la ri-
dde sta.
L' inserzione sarà fatta mediante pagamento dei prezzi indi-
cati nell'art. 43.
ed indicata, la quale creda di contrapporre una risposta o dichiarazione, sia nel proprio
interesse, sia anche soltanto in quello della verità. Alla pubblicità data dal giornale
col mezzo della stampa alle notizie riguardanti tale persona, il legislatore volle che
collo stesso mezzo e nello stesso giornale, tenesse dietro la pubblicazione della ret-
tifica; quindi l'obbligo imposto ai gerenti d'inserire la risposta per intero, gratuita-
mente ed entro un dato termine. Che se non ha prescritto la modalità con cui dovesse
venir fatta la pubblicazione della risposta, ciò fece perchè non lo ritenne necessario,
essendo naturale che la risposta, se non matematicamente nella corrispondente pagina,
e cogli stessi caratteri usati per l'articolo che vi diede luogo dovesse però sempre
essere resa pubblica in modo confacente e tale da poter naturalmente cadere sotto lo
sguardo di chi aveva letto il precedente articolo, sicché la difesa o rettifica dovesse
essere fatta di ragione pubblica cosi e come era stata pubblica la notizia data o l'at-
tacco.— In base a queste considerazioni ì'App. Milano (19 novembre 1886), giudicò
che non soddisfaceva alle esigenze della legge, la inserzione della risposta fatta con
caratteri minutissimi di seguito ed immediatamente dopo il « Bollettino Meteorolo-
gico », e senza alcun distacco da questo, per modo che con questo pareva confuso.
11 Monitore dei Tribunali (1887, 112) fece plauso al principio sostenuto da questa
sentenza, e ricorda che la legge tedesca e la legge austriaca prescrivono che la ri-
sposta dev'essere pubblicata « senza interpolazioni od omissioni.... » nella stessa parte
dello stampato e con gli stessi tipi con cui ecc.. (Vedi Pincherle, pag. 276; Manfredi,
lì Diriuo penale della stampa, p. 410).
— La legge fa obbligo al gerente solamente d' inserire « le risposte o le dichia-
razioni ecc. » nel suo giornale; ma non gì' impone, e quindi non si può pretendere,
che quella inserzione sia pubblicata nello stesso posto del giornale in cui fu pub-
blicato lo scritto che ha dato occasione alla rettifica e cogli stessi caratteri per quelli
adoperati. Di conformità disponevano le leggi sulla stampa in Francia (9 settembre 1835)
ed in Austria (27 maggio 1852), dal che si può indurre che il nostro legislatore si
è informato ai principi di diritto allora dominanti in materia di stampa. Inoltre l'ar-
ticolo 45 di questa legge fa obbligo al gerente d' inserire in capo al giornale i co-
municati delle autorità : quindi è che essendo questa prescrizione un' eccezione, vale
la regola che per l'articolo intestato non impone alcuna modalità al gerente per le
inserzioni ivi indicate. Nella specie il gerente del Berico (giornale di Vicenza) aveva
pubblicata la risposta di persona nominata in un articolo del giornale stesso, stam-
pandola con caratteri minuti, in quarta pagina, e dopo un avviso sulla « Vera fonte
di Peio » ; e l'App. Venezia, 7 aprile, ha ritenuto che con tale forma di pubblicazione
quel gerente avesse bastantemente ottemperato alla legge.
— La persona nominata in un articolo di giornale ha diritto all' inserzione di
una sola risposta all'articolo medesimo. Né può pretendere, sotto pretesto di riserve
fatte nella prima risposta, di ottenere la pubblicazione di risposte successive; impe-
rocché ciò ammettendo, ne verrebbe l'assurdo che, a forza di dichiarazioni dilatorie o
riserve, l'obbligo del gerente si protrarrebbe all' infinito. Nella specie discussa, il ri-
Sjpondente aveva dichiarato, e questa sua dichiarazione era stata pubblicata, che aspet-
IL GIORNALISMO NELLA LEGISLAZIONE. 169
Il rifiuto o ritardo nella pubblicazione verrà punito con una
multa estensibile a lire 500.
Art. 46. In caso di condanna contro un gerente a pena af-
flittiva per reato di stampa, la pubblicazione verrà sospesa mentre
egli sta scontando la pena, a meno cbe non siasene surrogato un
altro elle riempia le condizioni volute dalla legge.
Art. 47. Tutte le disposizioni penali portate da questo capo
sono applicabili ai gerenti dei giornali e agli autori che avranno
sottoscritti gli articoli in essi inseriti.
La condanna pronunciata contro l'autore sarà pure estesa al
gerente, clie verrà sempre considerato come complice dei delitti e
contravvenzioni commesse con pubblicazioni fatte nel suo gior-
nale. (1)
tava il verdetto d'un giuri (cui era stata sottoposta la vertenza alla quale riferivasi
l'articolo del giornale) per pubblicare le sue ragioni, e pretendeva successivamente
che fosse inserita una ulteriore sua dichiarazione sullo stesso proposito (Cass. Torino,
2 marzo 1887).
— La legge non designa propriamente che la risposta o dichiarazione da inse-
rirsi nel giornale debba essere rigorosamente notificata al gerente a mezzo di usciere,
e colle forme ordinarie stabilite per le intimazioni di atti di procedura penale o civile,
ma si contenta anche di quella qualunque notificazione, la quale sia tale però da gua-
rentire che lo scritto di risposta sia stato dal gerente ricevuto, non esclusa quella che
sia stata fatta anche mediante consegna dello scritto alla direzione del giornale (Cass.
Torino, 16 marzo 1888).
— Le rettifiche ad un articolo contenente diffamazione pubblicate nei numeri
successivi, non bastano a cancellare il reato, il quale è in ogni sua parte perfetto e
consumato fin dal momento in cui segue la pubblicazione del numero del giornale
contenente l'articolo querelato. Tali rettifiche potranno valere come circostanze atte-
nuanti. (Cass. Torino, 30 dicembre 1884).
(i) Cass. Palermo (15 agosto 1886;. Pur ammettendo che il solo fatto della
pubblicazione di un articolo diffamatorio non porti la responsabilità penale pel di-
rettore, ha ritenuto, che le quante volte esso direttore, dolosamente acconsente alla
inserzione nel suo periodico di uno scritto contenente ingiurie, si rende complice del
reato coU'autore dello scritto stesso.
— Il gerente invece è responsabile sempre dei reati che si commettono con scritti
pubblicati nel suo giornale. Il dolo nel gerente è presunto di diritto nel fatto stesso
della pubblicazione. Quindi è che, sporta querela per libello contro l'autore di un ar-
ticolo inserito in un periodico, giustamente il P. M. estende il procedimento anche
contro il gerente di quel periodico, quantunque il querelante non abbia fatto contro
il medesimo alcuna istanza. (App. Ancona, 3 agosto 1886 — Ceneri — Giorn. Marche 25).
— Il direttore d'un giornale il quale coopera scientemente col fatto proprio alla
pubblicazione di un articolo contenente diffamazione od ingiurie contro una persona,
rispondere deve penalmente col gerente. (Cass. Torino, 15 dicembre 1886).
— Nei reati di stampa, la responsabilità del gerente è cosi intimamente con-
nessa con quella dell' autore della pubblicazione incriminata da seguirne le sorti
in modo che, venendo a mancare la responsabilità dell'uno, deve conseguentemente
dichiararsi esclusa quella dell'altro. Perciò se, in seguito a recesso del querelante a
favore dell' autore, si dichiara in suo confronto non farsi luogo a procedere, eguale
dichiarazione deve farsi pel gerente: e se il primo ricorre in Cassazione e la sentenza
è annullata il giudizio si rinnova anche nell' interesse del secondo. (Cass. Palermo,
20 settembre 1886).
— Stabilito che un articolo pubblicato in un giornale è ingiurioso, 0 costituisce
altro reato, la responsabilità del gerente rimane stabilita, senza che sia necessario in»
dagare sulla sua intenzione (Cass. Torino, 2 febbraio 1887).
«- Colui che senza averne ottenuta regolarmente la facoltà, assunte arbitraria»
170 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Art. 48. In caso di recidività per parte dello stesso gerente
e nello stesso giornale le multe potranno essere, secondo le circo-
stanze, accresciute sino al doppio.
Art. 49. I gerenti saranno tenuti a pubblicare, non più tardi
di due giorni dopo clie loro ne sarà fatta 1' intimazione, le sentenze
di condanna pronunciate contro di essi per fatti previsti da questo
Editto.
In difetto saranno puniti con una multa da lire 100 a 500. (1)
Art. 50. L'azione per le multe dovute per rifiuto o ritardo
delle pubblicazioni, di cui agli articoli 43 e 45, sarà prescritta collo
mente la qualità di gerente provvisorio e riesce cosi a far continuare le pubblicazioni
di un periodico, deve rispondere dei reati che coj quel giornale si commettono, alla
pari del gerente regolarmente conosciuto. £d in vero, la sottoscrizione del giornale
costituisce quel fatto volontario che importa la responsabilità del sottoscrittore per
quanto il giornale contiene, e ciò indipendentemente dalla circostanza che costui abbia
o meno ottemperato al disposto degli articoli 36 e seguenti. E come la pubblicazione
del giornale crea il delitto, cosi chi è riuscito a seguirla col mezzo spontaneamente
intrapreso di firmare come gerente provvisorio, deve in questa qualità rispondere dei
reati di stampa. La contravvenzione, per non essere la gerenza regolare, non esclude
il reato di stampa. Anzi l'art. 40 prevedendo il caso della pubblicazione di periodico
senza gerente, e riguardando quale contravventore chiunque abbia fatto questa pub-
blicazione include che pei reati di stampa ivi incorsi, si tenga responsabile colui che
ha sottoscritto come gerente provvisorio senza esserlo. Sarebbe troppo facilmente eluso
lo scopo della legge che vuole una determinata persona responsabile per i reati com-
messi coi periodici, se nel caso in esame si venisse a contraria conclusione (Cass. Fi-
renze, 30 dicembre 1885).
(i) I. La necessità della notificazione, di cui l'articolo, si estende anche alla sen-
tenza di conferma d'appello, e soltanto dalla data in cui la medesima viene notificata
comincia a decorrere il termine dei giorni prefissi dal tribunale per la pubblicazione
della condanna, e dalla notifica pure incomincia a decorrere il termine prescrizionale
per reato di omessa pubblicazione della condanna.
2. Essendo la pubblicazione una parziale riparazione dell'offesa recata all'onore
della parte civile, può questa fare procedere essa stessa alla medesima, mancandovi
l'imputato {Cassazione Torino, 11 luglio '83).
— La pubblicazione cui sono tenuti i gerenti, può venire estesa ad altri giornali
oltre quello incriminato, non resistendovi l'articolo stesso, se lo reclamino speciali
circostanze. La qualità delle persone offese, i loro rapporti con un istituto, l' impor-
tanza dell' istituto possono richiedere una più estesa riparazione della patita ingiuria.
(Cassaiione Firenze, io aprile 81.)
— La pubblicazione imposta al gerente non si trova fra le pene designate dagli
articoli 13, 26, 35, 38 C. P., però, trattandosi di legge speciale, regolata da norme
speciali di penalità, non si deve ricorrere al Codice comune per chiarire il dubbio e
considerarla come un'indennità morale pel diffamato. Occorre piuttosto tener conto
degli effetti dell'inosservanza la quale è repressa con multa e carcere sussidiario. In
ogni modo, è un aggravamento di pena quando, come nella specie, il condannato, non
rivestendo più le qualità di gerente del giornale, che ha cessato le sue pubblicazioni,
non può inserirvi la condanna e gli si impone più di quello che prescrive l'art. 49,
la pubblicazione, cioè, in altri giornali, dei quali non può disporre se non pagando il
prezzo dell'inserzione. L'art. 49 parlando di gerente, contempla soltanto l'obbligo della
pubblicazione nel giornale diffamante, per cui anche se non è una pena, aggrava di
certo quella inflitta per il delitto di stampa, l'ordine delia pubblicazione in altri due
giornali.
Di conseguenza, la pubblicazione, non può essere ordinata ex novo dal giudice
d'appello, quando sia appellante il solo imputato, come quella che serve ad ulteriore
riparazione dell'ingiuriato ed aggrava la condizione dell' ingiuriante condannato. (C«-
sa^ione Firenze, 25 luglio '8).)
IL GIORNALISMO NELLA LEGISLAZIONE. 17l
spazio di due mesi dalla data della contravvenzione, o dell' inter-
ruzione degli atti giuridici se vi è stato procedimento.
CAPO IX.
Dei disegni, incisioni, litografie ed altri emblemi di qualsiasi sorta.
Art. 51. Ogni oggetto contemplato nell'rr'icolo 1, che non
sia uno scritto, dovrà essere consegnato agli uiìizi indicati nell'ar-
ticolo 7 ventiquattro ore prima che sia esposto o messo in circola-
zione, (1)
Art. 52. L'Avvocato fiscale generale, l'Avvocato fiscale o il
giudice di mandamento potranno rispettivamente, nell' intervallo
sopra espresso, far procedere al sequestro di tutti gli esemplari
degli oggetti che riconoscessero contrari alle disposizioni del pre-
sente Editto, nel quale caso entro il termine di 2-4 ore si dovrà
da loro promuovere l'opportuno procedimento.
Art. 53. Nel caso in cui i suddetti oggetti non siano stati
esposti 0 messi in circolazione, ma si trovino in luoghi aperti al
pubblico, e si riconoscano dal Magistrato o Tribunale contrari al
disposto del presente Editto, non si farà luogo ad altra pena che
a quella della distruzione degli oggetti medesimi.
CAPO X. (2)
Della competenza, della composizione del Magistrato e del procedimento.
Art. 54. La cognizione dei reati previsti dagli articoli 14, 15,
17, 19, 20, 21, 22, 23, 24 e 25 e della provocazione ad alcuno di
essi è attribuita esclusivamente al magistrato d'Appello , coll'ag-
giunta dei giudici del fatto. (3)
(i) La disposizione di questo articolo, siccome d'ordine generale e concepita in
termini assoluti, è da riferirsi anche a disegni, incisioni e litografie di periodici che
contengano pure degli scritti, perciò incorre nella contravvenzione all'articolo stesso
il gerente di un giornale illustrato che non ne cura la consegna di una copia all'uf-
ficio della Procura generale, 24 ore prima che sia esposto o messo in circolazione.
La responsabilità del gerente è estesa ad ogni parte del giornale la cui pubblicazione
viene considerata dalla legge come un fatto suo proprio. Né può trarsi una conse-
guenza contraria dagli articoli 4, 7 e 47 di questa legge, imperocché dal i." e dal 2.° sono
espressamente eccettuate le pubblicazioni periodiche ed il 3.° restringe la responsabilità
del gerente nei limiti di una complicità nel caso di procedimento contro l'autore co-
nosciuto di articoli inseriti nel giornale, e tale complicità non è nemmeno conce-
pibile nel caso di contravvenzioni costituite da semplici ommissioni. (Cassazione. To-
rino 20 giugno '83.)
(2) Vedasi il capo II del titolo preliminare ed il capo V del titolo III del Codice
di procedura penale del 20 novembre 1859,
(3) Riguardo ai reati contemplati nell'ar. 25 vedasi la legge del 26 febbraio 1852,
e quella del 20 giugno 1858.
172 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Art. 55. La cognizione di tutti gli altri reati si esercita se-
condo le competenze e colle forme stabilite dalle leggi ordinarie.
Art. 56. L'azione penale per i reati contemplati in questo
Editto sarà esercitata d'uffizio colle avvertenze seguenti :
Nei casi di offesa verso il Senato o la Camera dei Deputati,
l'azione penale non sarà esercitata se non precede l'autorizzazione
del corpo contro cui fosse diretta l'offesa.
Nel caso di offesa contro i Sovrani od i Capi dei Governi esteri,
l'azione penale non verrà esercitata clie in seguito a richiesta per
parte dei Sovrani o dei Capi degli stessi Governi. (1)
Nei casi di offesa contro i Magistrati, Tribunali od altri Corpi
costituiti, l'azione penale non verrà esercitata clie dopo delibera-
zione presa dai corpi medesimi in adunanza generale.
Nel caso di offesa contro persone rivestite in qualche modo
dell'Autorità pubblica o contro gì' Inviati ed Agenti diplomatici
stranieri accreditati presso il Re od il Governo, o contro privati,
l'azione non verrà esercitata che in seguito alla querela sporta dalla
persona che si reputa offesa. (2)
Art. 57. Il pubblico Ministero nelle sue istanze, quando eser-
cita l'azione penale d'ufficio, o il querelante nella sua querela,
sono tenuti di specificare le provocazioni, gì' insulti, offese, oltraggi,
fatti difìamatorii od ingiurie che danno luogo all' istanza o querela,
sotto pena di nullità.
Art. 58. Immediatamente dopo l'istanza o querela, 1' istruttore
potrà ordinare il sequestro degli scritti o stampati che vi abbiano
dato luogo.
Art. 59. L'ordine di sequestro ed il relativo verbale saranno
notificati, entro lo sx^azio di 24 ore, alla persona contro la quale
avrà avuto luogo il sequestro medesimo.
Art. 60, Il procedimento, ritenuto l'ordine delle competenze,
di cui agli articoli 54 e 55, avrà luogo nelle forme prescritte dal
Codice di procedura criminale, colle modificazioni di cui infra.
Art. 61. Quando il reato di stampa non si presenti come com-
plicità di un crimine, il Magistrato o Tribunale dovrà, sulla do-
manda dell' imputato, e sentito il pubblico Ministero, concedere
all' inquisito la libertà provvisoria mediante idonea cauzione di
(i) Vedasi la legge 26 febbraio 1852.
(2} L'articolo intestato non ha altra portata, che quella di mettere in mano del P. M.
l'azione penale, quando un corpo costituito deliberi in adunanza generale di portar
querela; ma con ciò il legislatore non ha certo voluto impedire, che, in caso di si-
lenzio da parte del corpo costituito, uno o più dei suoi membri, che si reputino per-
sonalmente offesi, non possano nel loro speciale interesse portar querela contro un
articolo di giornale, e tanto più quando la loro persona vi si trovi nominativamente
indicata. {Cassaiione Torino, 29 dicembre 1886.)
— La deliberazione preventiva prescritta è necessaria solo quando l'offesa colpisca
direttamente l'ente 0 corpo costituito. L'offeso, anche se fa psrte di una personalità
collettiva, non perde la sua individualità e il diritto di difenderla, quando pure l'offesa
rifletta indirettamente l'amministrazione cui appartiene o l' ufficio che disimpegna.
(Cassai^ione Firen\e, 5 novembre 1887.)
IL GIORNALISMO NELLA LEGISLAZIONE. 173
presentarsi a tutti gli atti del processo e per l'esecuzione della
sentenza in conformità degli articoli 190, 192 e seguenti del Co-
dice di procedura criminale, sino aL 204 inclusivamente (1).
Art. 62. Il pubblico Ministero potrà far citare direttamente
gì' inquisiti a comparire nel termine di tre giorni davanti al Ma-
gistrato o Tribunale, quando anche si fosse precedentemente ese-
guito il sequestro degli scritti, disegni, incisioni, litografie, meda-
glie od emblemi.
In questo caso però la citazione non potrà essere intimata che
dopo la notificazione all' inquisito del verbale di sequestro.
Art. 63. I giudizi per reati di stampa di competenza del Ma-
gistrato di Appello saranno portati davanti alla classe incaricata
degli appelli dalle sentenze in materia correzionale.
Saranno inoltre alla medesima aggiunti dodici Giudici del
fatto.
Art. 64. Tosto aperta la seduta, il presidente leggerà ai Giu-
dici del fatto la seguente formola di giuramento:
« Voi giurate in faccia a Dio e in faccia agli uomini di esa-
« minare colla più scrupolosa attenzione le accuse portate contro
« N. N. ; di non tradire i diritti dell'accusato, ne quelli della so-
« cietà e dello Stato che lo accusa; di non comunicare con chic-
« chessia sino dopo la vostra dichiarazione ; di non dare ascolto
« ne all'odio, ne ad altro malvagio sentimento, ne al timore, ne
« all'affetto ; di decidere solamente allo stato dell'accusa e delle
« fatte difese secondo la vostra coscienza e il vostro intimo con-
« vincimento coli' imparzialità e la fermezza che si . convengono ad
«. un uomo probo e libero. »
Chiamerà quindi ciascuno di detti Giudici secondo l'ordine
della estrazione loro, e questi, toccata colla destra la formola del
giuramento, risponderà: Lo giuro.
Art. 65. Terminato il dibattimento, il Presidente farà un rias-
sunto della discussione, farà notare ai Giudici del fatto le princi-
pali ragioni in favore e contro l'accusato, e rammenterà loro i do-
veri che sono chiamati ad adempiere.
Art. 66. Formolerà in iscritto le questioni alle quali sono
chiamati a rispondere nel modo seguente :
Le parole (saranno indicate) ovvero lo scritto od altro oggetto
che è presentato, contiene esso il reato (specificandolo) indicato
nella istanza ì (2).
Art. 67. Se l'accusato ha meno di sedici anni, il Presidente
aggiungerà la seguente interrogazione :
U accusato ha egli agito con discernimento ì
(i) Articoli 200, 204 e seguenti, sino al 217 inclusivamente, del nuovo Codice
di procedura penale.
(2) L'articolo 66 venne abrogato dal Codice di procedura penale entrato in vi-
gore il i.° gennaio 1866, che stabili regole comuni a tutti i giudizi, compresi quelli
nei quali intervengono giurati, e che, a sua volta, venne in proposito, modificato dalla
legge 8 giugno 1874.
174 GODA DELLA STAjNIPA PERIODICA ITALIANA.
Trattandosi di reato commesso in un periodico, la risposta ne-
gativa dei Giudici del fatto su tale questione non potrà mai dimi-
nuire l'imputabilità del gerente per gli effetti di cui nell'arti-
colo 47.
Art, 68. Il Presidente farà ritirare l' inquisito, e leggerà ai
Giudici del fatto la seguente dichiarazione :
« La legge non domanda ai Giudici del fatto veruna discus-
« sione o esame del valore dei termini isolati, del senso più o meno
« lato elle a ciascuno di essi in particolare attribuire si possa, ma
« impone loro di interrogare se stessi nel silenzio e nel raccogli-
« mento, e di esaminare nella sincerità della loro coscienza quale
« eifetto abbia prodotto sull'animo loro il complesso dello scritto
« incriminato.
<( I Giudici del fatto non devono trascorrere col pensiero al-
« l'applicazione della pena, alle conseguenze di essa. L'oggetto
« per cui sono chiamati dalla legge non è tale.
« Essi non devono mirare ad altro scopo se non a pronunciare
« nella loro coscienza se credano o no l'accusato colpevole del reato
« che gli è imputato. »
Copia di questa dichiarazione dovrà essere affissa, scritta in
grandi caratteri, nella camera delle deliberazioni dei Giudici del
fatto.
Art. 69. I Giudici del fatto entreranno tosto nella camera
delle loro deliberazioni.
Nessuno avrà ingresso in essa durante la deliberazione, salvo
in forza di ordine in iscritto del Presidente della classe che deve
giudicare .
Quest'ordine verrà ritirato dall'usciere posto a custodia del-
l'entrata della camera.
Art. 70. I Giudici del fatto non ne potranno uscire che dopo
che avranno terminata la loro deliberazione.
Art. 71. Il capo dei Giudici del fatto interrogherà ciascuno
di essi, ed il rispondente dirà :
Si, l'accusato è colpevole] ovvero. No, l'accusato none colpevole.
E nei casi in cui sarà aggiunta l'interrogazione portata dal-
l'articolo 67, ciascuno risponderà:
Sì, l'accusato ha agito con discernimento; ovvero. No, l'accu-
sato non ha agito con discernimento.
Art. 72. La deliberazione dei Giudici del fatto in favore o
contro l'inquisito sarà presa a maggioranza di voti, e in caso di
parità di voti, prevarrà l'opinione favorevole all'accusato.
Art. 73. Se tuttavia l'accusato sarà dichiarato colpevole alla
maggioranza di un sol voto, i Giudici del diritto delibereranno tra
loro sul punto medesimo; e se l'opinione della minoranza dei Giu-
dici del fatto viene adottata dalla maggioranza dei Giudici di di-
ritto, in guisa che, congiungendo il numero dei voti, questo superi
quello della maggioranza dei Giudici del fatto, prevarrà l'opinione
favorevole all'accusato.
IL GIORNALISMO NELLA LEGISLAZIONE. 175
La maggioranza s'intenderà acqnistata a favore dell'accusato
colla sola metà dei voti dei Giudici del diritto, a mente dell'arti-
colo 435 del Codice di procedura criminale.
Ciò terminato, i Giudici del fatto rientreranno nella sala del-
l'udienza, e riprenderanno il loro posto.
Art. 74. Il Presidente della classe domanderà loro quale è il
risultamento della loro deliberazione.
Allora il capo dei Giudici del fatto si alzerà in piedi, e tenendo
la mano sul cuore dirà : « Sul mio onore e sulla mia coscienza, avanti
<K a Dio ed avanti agli uomini, la dichiarazione dei Giudici del fatto
« è : Si, l'accusato è, ecc. ; ovvero. No, l'accusato non è, ecc. >
Dicliiarerà pure, in caso che l'accusato sia stato dichiarato col-
pevole, se la deliberazione fu presa alla semplice maggioranza.
Art. 75. La dicliiarazione dei Giudici del fatto sarà dal loro
capo sottoscritta e consegnata nelle mani del Presidente della
classe.
Il Presidente la sottoscriverà e la farà sottoscrivere dal Segre-
tario.
Art. 76. Rispetto all'appello ed al ricorso per cassazione nei
giudizi dipendenti da questo Editto si seguiranno le norme stabi-
lite dalle leggi in vigore per tutti gli altri giudizi.
Art. 77. Il Magistrato o Tribunale potrà, ogniqualvolta lo
creda opportuno, ordinare che i dibattimenti abbiano luogo a porte
chiuse e proibire che vengano stampate le difese pronunziate dai
difensori.
CAPO XI. (1)
Dei Giudici del fatto.
Art. 78. I Giudici del fatto in numero di 200 por ogni di-
stretto dei Magistrati di Appello saranno tratti a sorte dalle liste
degli elettori politici (2).
Art. 79. L'estrazione si farà ogni 0 mesi dall' Intendente della
provincia, dove risiede il Magistrato d'appello, alla presenza del
Consiglio d'intendenza.
Si stenderà verbale di questa estrazione (3).
Art. 80. L' intendente ne trasmetterà la nota al primo Pre-
sidente del Magistrato di Appello. La lista rimarrà affissa nel pub-
blico uditorio (4).
Art. 81. Il primo Presidente nella prima udienza pubblica di
ogni mese farà l'estrazione di cinquanta nomi tra i compresi nella
(i) Vedansi le disposizioni contenute nelle sezioni 2 e 3 del capo IV, titolo II
della legge del 13 novembre 1859 sull'ordinamento giudiziario.
(2) Articoli niodilìciti dalla legge 10 giugno itìjS.
(3) Id. id.
(4) Id. id.
176 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
lista suddetta, i quali designeranno i Giudici del fatto clie dovranno
prestare ser\àzio durante detto mese.
Art. 82. L'avviso per le sedute in cui dovrà intervenire cia-
scun Giudice del fatto sarà a questo recato individualmente per
cura del primo Presidente cinque giorni prima della seduta.
Art. 83. Il primo Presidente del Magistrato di Appello ven-
tiquattr'ore prima dell'udienza farà dare al Ministero pubblico ed
all'accusato comunicazione dell' intiera nota dei cinquanta Giudici
del fatto di servizio in quel mese.
Art. 84. Le persone state estratte a sorte a Giudici del fatto,
ove, senza giusta causa legalmente provata, si rifiutassero di assu-
mere 1' incarico o non intervenissero all'udienza, saranno punite
con una multa non minore di lire 300, estensibile alle lire 1000,
da infliggersi dalla classe nella medesima seduta prima di aprire
il dibattimento.
Art. 85. Le cause di dispensa dal servizio in qualità di Giu-
dici del fatto saranno le medesime clie quelle ammesse per dispensa
dal servizio della milizia comunale, meno quelle provenienti dal-
l'età e dalle fìsiche imperfezioni.
Art. 86. Prima clie incominci l'udienza, il Presidente, previo
appello nominale, imbussolerà i nomi di tutti i Giudici del fatto
presenti.
Eitiratisi poscia essi giudici in luogo a parte, s'introdurranno
il pubblico Ministero e l'accusato assistito dal proprio difensore
e si procederà all'estrazione a sorte dei quattordici Giudici del fatto
necessari per quel giudizio.
Art. 87. Tanto il Ministero pubblico quanto l'imputato po-
tranno ricusarli sino al numero di sei per ciascheduno.
La ricusazione dovrà essere fatta al momento dell'estrazione (1).
Art. 88. Il primo estratto non ricusato sarà capo dei Giudici
del fatto, i due ultimi saranno supplementari ed assisteranno al
dibattimento onde surrogare nella deliberazione quello o quelli che
per qualche improvvisa causa fossero nell' impossibilità di conti-
nuare.
Disposizioni transitorie.
Art. 89. Fino al 1." di maggio prossimo, nella quale epoca
sarà posto in vigore il Codice d' istruzione criminale e si assumerà
dal Magistrato di Cassazione l'esercizio delle sue attribuzioni, la
cognizione dei reati mentovata nell'articolo 54 del presente Editto
apparterrà ai nostri Magistrati di Appello, i quali dovranno intanto
uniformarsi per le forme dei giudizi alle regole di procedura at-
tualmente vigenti, non ritardata per altro l'esecuzione delle dispo-
sizioni di questo stesso Editto circa i Giudici del fatto.
(i) Articolo modificato dalla legge 20 giugno 1858.
IL GIORNALISMO NELLA LEGISLAZIONE. 177
Art. 90. Sino all'attivazione della nuova legge comunale
l'estrazione dei Griudici del fatto sarà eseguita in Torino ed in
Genova dai Sindaci alla presenza della ragioneria, e nelle altre
residenze dei Magistrati d'Appello dall' Intendente in presenza del
Consiglio civico.
Art. 91. Ci riserbiamo di proporre nella prossima Sessione
delle Camere una legge concernente l' introduzione dall'estero di
libri e stampe, la quale, soddisfacendo alle condizioni dei tempi,
risponda al particolare importantissimo bisogno di favorire l'unione
italiana.
Deroghiamo a qualunque disposizione contraria al prescritto
del presente Editto.
Dato in Torino, il 26 marzo 1848.
CARLO ALBERTO.
Vincenzo Ricci — Di Revel — Di Collegno.
SCLOPIS.
26 febbraio 1852.
VITTORIO EMANUELE II
RE DI SARDEGNA, DI CIPRO E DI GERUSALEMME, ECC. ECC.
Il Senato e la Camera dei Deputati hanno adottato;
Noi abbiamo ordinato ed ordiniamo quanto segue:
Articolo unico. Per esercitare l'azione penale pei reati previsti dall'articolo 25
dell'Editto 26 marzo 1848, non meno che per qualunque procedimento relativo,
basterà al pubblico Ministero di dichiarare l'esistenza della richiesta menzionata nel
secondo alinea dell'articolo 56 di detto Editto, senza essere tenuto di esibirla.
È abrogato in quanto a colali reati il disposto dell'articolo 54 del medesimo
Editto, e sarà agli slessi applicabile il prescritto dell'articolo 55.
Il nostro Guardasigilli, Ministro Segretario di Slato per gli affari ecclesiastici di
grazia e giustizia, è incaricato dell'esecuzione della presente legge, che sarà registrata
al controllo generale, pubblicata ed inserita nella raccolta degli atti del Governo.
Dato in MoìKalieri, il 26 febbraio 1852.
VITTORIO EMANUELE.
Calvagno — C. Cavour — Colla.
De Foresta.
20 giugno 1858.
VITTORIO EMANUELE II
RE DI SARDEGNA, DI CIPRO E DI GERUSALEMME, ECC. ECC.
Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato;
Noi abbiamo sanzionalo e promulghiamo quanto segue:
Art. 1. La cospirazione coniro la vita del Capo di un Governo straniero, ma-
nifestala con fatti preparatorii della esecuzione del reato, è punita colla reclusione.
N. Bernardini — Guida della Stamfa f triadica italiana — 12.
178 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
l colpevoli possono inoltre essere posti sotto la sorveglianza speciale della po-
lizia per lo spazio di cinque anni.
Art. 2. L'apologia dell'assassinio politico per mezzo della stampa o di alcun
altro dei mezzi indicati nell'articolo 1 della legge 26 marzo 1848 è punito a termini
dell'articolo 24 della stessa legge, escluse sempre le pene di polizia, sia che venga
l'assassinio espressamente approvato, sia che si cerchi soltanto di giustificarlo.
Art. 3. Sino al 31 dicembre 1862 agli articoli 78, 79, 80 e 87 delia legge
26 marzo 1848 sono surrogate le seguenti disposizioni:
« Art. 78. Sono Giudici del fatto tutti gì' inscritti nella lista degli elettori po-
litici delle città nelle quali siede una Corte d'appello.
flt Art. 79. Nei primi quindici giorni dei mesi di giugno e di dicembre d'ogni
anno una Commissione, composta del sindaco, che ne è il presidente, o di chi in
caso di vacanza o di legittimo impedimento ne fa le veci, di due consiglieri pro-
vinciali e di due consiglieri comunali, forma la lista dei giurati che durante il semestre
successivo possono essere chiamati a dare giudizio.
« I consiglieri provinciali e comunali che devono far parte della Commissione
per la formazione delle liste dei giurati sono nominati dai rispettivi Consigli a mag-
gioranza assoluta di voti.
« 1 Consigli provinciali e comunali nominano inoltre nel modo suindicato due
consiglieri supplenti, i quali sono chiamati per ordine di voti, e, in caso di parità
di voti, per rar.go di età, a supplire ai membri effettivi quando manchino questi
ultimi 0 siano legittimamente impediti.
€ La nomina dei consiglieri provinciali e comunali è rinnovala in ogni anno dal
Consiglio provinciale nelle annuali Sessioni ordinarie e dal Consiglio comunale nella
tornata di primavera.
« Il numero dei giurati che le Commissioni devono inscrivere nelle liste è di
trecento per Torino e Genova e di centocinquanta per le altre città.
« Gli impiegati stipendiali dal Governo ed in attività di servizio non possono
essere inscritti nelle liste in numero maggiore del quarto della totalità degli inscritti.
« 1 giurati inscritti in una lista semestrale non possono essere inscritti in quella
del semestre immediatamente successivo.
« Art. 80. La lista semestrale, sottoscritta da tutti i membri componenti la Com-
missione deve, nei tre giorni successivi alla sua formazione, essere trasmessa dal Pre-
sidente della Commissione stessa al primo Presidente della Corte d'appello, il quale prov-
vede affinchè sia subito affissa all'uditorio della Corte e vi rimanga durante il semestre.
1 Art. 87. Tanto il pubblico Ministero quanto l' imputato possono ricusare i
Giudici del fatto stati estratti a sorte senza addurre motivi, sino a che rimangano
nell'urna tanti nomi, che uniti a quelli già estratti e non ricusati, raggiungano il
numero di quattordici.
« La ricusazione deve essere fatta al momento dell'estrazione. »
Art. 4. Per la prima volta la lista semestrale dei giurati è fatta nei trenta
giorni immediatamente successivi alla pubblicazione di questa legge, e non ha effetto
che pel semestre corrente all'epoca in cui si sarà formata.
I Consigli provinciali e comunali saranno con decreto reale, da emanare contem-
poraneamente alla presente legge, convocati entro quindici giorni in adunanza straor-
dinaria per fare la scelta dei consiglieri che devono comporre la Commissione di cui
nei precedenti articoli.
Ordiniamo che ia presente, munita del sigillo dello Stato, sia inserta nella rac-
colta d^gli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla
osservare come legge dello Stato.
Dato a Sommariva Perno, il 20 giugno 1858.
VITTORIO EMANUELE.
De Foresta.
IL GIORNALISMO NELLA LEGISLAZIONE. 179
Titolo di giornale.
Appropriazione di esso vietata nonostante accessoria modificazione.
Per ciò che riguarda il titolo d'un giornale o d'una pubblica-
zione periodica, costituente anclie esso una specie di proprietà ri-
spettabile, giova dar contezza di una sentenza profferita dal Tri-
bunale di Commercio di Nizza (13 marzo 1880) contro il direttore
ed il gerente del giornale il Nuovo Figaro^ che si pubblicava in
detta città, con la loro condanna a togliere entro tre giorni la pa-
rola Figaro dalla intitolazione del giornale, sotto pena di 500 fran-
chi per ciascun numero che uscisse dopo il termine fissato. Il Tri-
bunale giustamente osservava, che il titolo d'un giornale è proprietà
esclusiva di chi lo assume e lo usa, ed il fatto di dare quel titolo
ad un'altra pubblicazione, ancorché lo si differenzia con una qua-
lificazione accessoria, come Nuovo od altra simile od analoga, co-
stituisce un'appropriazione dell'altrui proprietà ed un atto di con-
correnza sleale. Ne vi è d'uopo provare che la concorrenza sia
di mala fede, bastando che sia possibile la confusione, e questa può
verificarsi per avere i due giornali la stessa forma, per essere tutti
e due letterarii, compilati col medesimo intento e destinati al me-
desimo genere di lettori ; poco importando che uno sia pubblicato
in una città, l'altro in un'altra, stantechè il giornale va dapper-
tutto e dappertutto si legge e si vende. — Ne rileva se, essendo
il primo politico e quotidiano, e il secondo letterario e settimanale,
giacche questo può diventare anch'esso politico e quotidiano, e la
difi'erenza di periodicità non varrebbe ad impedire la confusione
nell'atto della vendita.
Pirateria di giornalismo punita.
Il giornale Le Réveil pubblicava alcuni brani o capitoli d'altrui
proprietà letteraria, senza neppure citare l'opera da cui li aveva
presi. L'autore fece noto al gerente il danno che gli recava tal
fatto e lo invitò a desistere da ogni pubblicazione; ma invano.
Allora lo citò avanti il Tribunale di Commercio di Parigi chiedendo
1500 franchi a titolo danni-interessi. Il convenuto non potendo
impugnare i fatti e le regolari intenzioni, pretendeva liberarsi col
pagamento di una piccola somma quasi a titolo e in proporzione
della fatta inserzione; ma il tribunale con sentenza dell' 11 mar-
zo 1880 lo condannò per questa principale ragione:
« Que, s' il est vrai que souvent des conventions intervien-
nent entre éditeurs et journalistes pour un abonnement de répro-
duction au prix de 5 centimes la ligne, le directeur-gérant du
'Réveil qui a reproduit des articles sans l'autorisation de..., ne sau-
rait lui imposer un tarif qui n'a pas été sollicité et encore moins
accordé ; que l'atteinte porte aux droits de l'editeur proprietaire,
la continuation des réproduction prohibées, et les mépris où ont
été tenues les défenses faites, ont cause a un préjudice dont
réparation lui est due, et dont le Tribunal, a l'aide des éléments
180 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
d'appreciation qu' il possedè, fìxe l' importance à 1000 francs, au
payement desquels le directeur-gérant du Réveil doit ètrè tenu. »
Giornali ufficiali — Appalto — Monopolio — Numero di copie illi-
mitato per associazione annua — Spaccio giornaliero per nu-
mero.
In grado di appello nel febbraio del 1880 il Tribunale di Com-
mercio di Ginevra decise questa causa.
Un agente per la vendita dei giornali aveva domandato al-
l'editore del Feuille des Avis officiels di Ginevra 20 abbonamenti
per l'anno 1880, ma questi li rifiutò sotto pretesto cbe quegli aveva
intenzione di rivendere il giornale a numeri separati. Questo ri-
fiuto era in parte determinato dal fatto che il prezzo d'abbonamento
a quel giornale è fissato ufiicialmente a 7 franchi l'anno. Ond' è
nell'interesse dell'editore di dare il minor numero possibile d'esem-
plari a prezzo d'abbonamento, essendo più elevato il prezzo a un
numero per volta. Il tribunale gli diede torto, e lo condannò a
somministrare immediatamente all'attore i 20 abbonamenti, e in
mancanza a pagargli un franco per ogni giorno di ritardo a titolo
di danni-interessi.
Ecco le ragioni principali addotte in questa sentenza: L'edi-
tore del giornale non può ricusarsi di dare più abbonamenti ad
una sola e medesima persona sotto pretesto che questa non giu-
stifichi l'interesse che abbia a ricevere dal numero dei reclamati
abbonamenti. Tanto meno fondata è tal pretesa in quanto quel
giornale destinato segnatamente per gli atti o avvisi officiali e
giudiziari, costituisce a suo profitto un vero monopolio, essendo
vietato a qualunque altro stampatore di Ginevra pubblicarne uno
simile ; e il monopolio fu sempre ritenuto di stretto diritto e però
da non estendere a casi non espressamente contemplati dal legisla-
tore; e nel contratto non v' è alcuna clausola che limiti il numero
delle copie da fornire a ciascun abbonato. Il prezzo d'associazione
annua è bensi fissato per l'articolo 22 a 7 franchi per Ginevra.
Atteso che il Feuille essendo pubblicato a scopo d' interesse gene-
rale, non può la estimazione del limite di siffatto interesse farsi
dipendere dall'arbitrio dell'appaltatore e menargli buona la pretesa
di esigere dall'attore, prima di concedergli i chiesti abbonamenti,
l'adduzione dei motivi che lo muovono a tal domanda. — Chiunque
desideri un numero più o meno grande d'abbonamenti è il solo
giudice di ciò che gli convenga e però l'editore non può conte-
stargli questa convenienza. — Non è lecito all'editore fare antici-
pate supposizioni sull'uso che può fare l'abbonato de' suoi abbona-
menti stimandolo sin da ora abusivo, dacché la frode e la mala-
fede non si presumono. — Aspetti dunque che si verifichi la ri-
vendita a numeri per parte dell'agente, o qualunque altro pregiu-
dizievole fatto e poi sperimenti la sua azione per cui gli son ri-
servati tutti i diritti.
IL GIORNALISMO NELLA LEGISLAZIONE. 181
Diifamazione — Azione Civile ~ Prescrizione.
Allorché il pregiudizio di cui si domanda riparazione è basato
su di un delitto di diffamazione commesso a mezzo della stampa,
l'azione civile intentata in riparazione di questo pregiudizio si pre-
scrive dopo tre mesi, conforme all'articolo 65 Legge sulla Stampa
29 luglio 1881. {Corte d'App. di Montpìellier — 26 luglio 1880.)
Carcere pei Giornalisti.
In vista della espressa sanzione della legge sulla stampa, l'am-
ministrazione carceraria lia disposto perchè un locale apposito sia
destinato a questa categoria di condannati, e intanto :
1." Che sia impedita qualunque comunicazione tra i condan-
nati per reati comuni e quelli per reati di stampa ;
2.° Che a questi ultimi siano prolungate le ore di passeg-
gio, che sia loro data facoltà di tenere libri e tutto l'occorrente
per scrivere nella propria camera, sotto l'osservanza, ben inteso,
delle ordinarie cautele ;
3." Che sia ad essi permesso di provvedersi, se credono, a
loro spese, di mobili ed effetti letterecci e di ricevere il vitto che
vogliono alle ore stabilite ;
4." Che sia loro acconsentito di aver colloquio in camera
riservata, più volte la settimana, previo il permesso del direttore.
Uno speciale regolamento verrà compilato, riconoscendo il go-
verno che i condannati per reati di stampa non possono certamente
essere sottoposti al trattamento stabilito ai detenuti o condannati
per reati comuni nelle carceri giudiziarie. (Dal gior. La Stampa,
di Roma.)
Proprietà del titolo d'un giornale.
La legge sulla stampa francese del 29 luglio 1881 è muta sulla
garanzia della proprietà d'un titolo di giornale. Il deposito sem-
plice del titolo, quantunque fatto in esecuzione dell'articolo 7 della
legge citata, e seguendo la formola officiale, non costituisce per
se medesimo la proprietà del titolo depositato. Per stabilire questa
proprietà bisogna che il giornale sia stato pubblicato almeno una
volta ; e risulta dalla giurisprudenza stabilita specialmente dal Tri-
bunale di Commercio della Senna, che il titolo del giornale di cui
il primo numero è apparso diventa proprietà del depositante, e che
questa proprietà sia a lui garantita per un anno e un giorno, a
cominciare dall'apparizione del primo numero, o che il titolo de-
positato sia portato a conoscenza del pubblico con annunzi o affissi
sufficienti affinchè non si possa addurre l' ignoranza del titolo de-
positato.
Diffamazione di una società.
In tema di diffamazione commessa contro una società da un
gerente di giornale, l' imputato non può valersi della disposizione
182 GUIDA DELLA STAMPA PERIODrCA ITALLA.NA.
contenuta nell'art. 579 Cod, P., poicliè è manifesto che la qualità
di gerente non autorizza a denigrare le operazioni di una società
commerciale (nella specie compagnia di assicurazioni) con infondate
imputazioni e contumeliose espressioni. (Cass, Torino, 4 luglio ^83).
Quando la pubblicazione di un giornale sia atto di commercio.
(Art. 3 Cod. Comm.)
La pubblicazione di un periodico, qualunque sia il suo indi-
rizzo, e foss'anche preponderante nel medesimo la parte politica
e scientifica a quella semplicemente e materialmente collettiva di
notizie, può essere intesa, oltreché nel senso di appoggiare e fa-
vorire un principio od un partito, anche nel senso proprio lucrativo
e di speculazione commerciale. Quando la maggior materia pub-
blicata consista in semplici notizie qua e là spigolate da altri
giornali, quando il giornale sia pubblicato con tipografìa propria,
quando la 3.'' e 4/'' pagina siano destinate ad inserzioni a pagamento^
allora vi sono poi tutti gli elementi a caratterizzare quella pubbli-
cazione per una vera operazione continuata ed abituale di commer-
cio nei termini dell'articolo intestato, n. 10. Ne a mutarne 1' indole
predominante varrebbe che s' inserissero nel giornale anche articoli
letterarii e politici, siccome accessorio affatto inconcludente rim-
petto air intento predominante di speculazione. [App. Milano,
16 aprile 1886.)
Affissione di Avvisi.
L' affissione pubblica di avvisi stampati muniti di marche da
bollo non annullate nei modi dalla legge prescritti, si può provare
mediante verbale dei reali carabinieri. Per promuovere il relativo
giudizio penale, non v'ha legge che imponga gli esperimenti di
conciliazione. Non è valido l'annullamento di queste marche me-
diante una croce fatta a mano. (Cass. di Roma, 10 gennaio 1887.)
Se e quando il direttore proprietario di un giornale sia civil-
mente responsabile degli articoli redatti da altri.
L'azione civile contro il direttore di un giornale che non sia
incorso nella responsabilità penale, per non essere stato né autore,
né complice di un reato di diffamazione commesso per mezzo del
giornale medesimo, non deriva già dalla condanna pronunciata
contro il gerente o contro l'autore della diffamazione, ma trae il
suo fondamento dalle norme degli articoli 1151, 1152, 1153 C. C,
La prescrizione di quest'ultimo articolo è assoluta, e da essa
risulta che il padrone o committente deve rispondere del fatto del
suo domestico o commesso, quando costoro commettano un fatto
dannoso nell'esercizio delle loro incombenze, il padrone ne risponde
civilmente (Leg. 7 Dig. naut. caup. stabul. ; Leg. I Dig. De exercit.
Act. ; Leg. 5 Dig. De obb. et act.) Né importa che il fatto derivi
da colpa lieve o lievissima, perchè la legge non distingue il grado
della colpa. Come pure non importa che il padrone non abbia
IL GIORNALISMO NELLA LEGISLAZIONE. 183
espressamente ordinato il lavoro, durante il quale avvenne il danno,
bastando che il domestico abbia agito eius rei gratta, cui prae-
positus fuerat.
Il direttore proprietario di un giornale deve considerarsi come
un preponente o committente rispetto all' autore dell' articolo in-
criminato, ed anche rispetto ai collaboratori ed al gerente, essendo
egli quello che sceglie il personale, lo paga, e sorveglia e dirige
il lavoro, come introita gli utili, ed ha quindi egli il diritto ed
il dovere d' impedire la pubblicazione di un articolo offensivo del-
l'altrui reputazione. Anzi, mancando ad un tale dovere, deve ri-
spondere prima di colpa dipendente dal fatto proprio o dalla propria
negligenza, secondo che abbia avuto conoscenza dell' articolo of-
fensivo e malgrado ciò ne abbia permesso la pubblicazione, o abbia
trascurato di sorvegliare affinchè quella pubblicazione non avve-
nisse. Non vale opporre che il giornale è opera collettiva di molti
collaboratori, ad ognuno dei quali è affidata una parte determinata;
perchè il direttore ha la sorveglianza generale sull'opera comune,
e deve esercitarla in modo efficace. Come del pari non gioverebbe
la circostanza che il direttore sia stato assente, nel tempo della
inserzione, dal luogo della pubblicazione del giornale, o che l'in-
serzione medesima siasi fatta nell'edizione notturna, affidata alla
sorveglianza di altri ; giacche si rientra sempre nei termini della
teoria sulla responsabilità del preponente o committente, suespressa,
i cui principi non sarebbero per tali circostanze meno applicabili,
perchè qui alium facit per se ipsum facere videtur. (App. Roma,
30 maggio 1887. — Vedi anche AppeL Milano, 23 genn. 1888 —
Cavallotti e Sonzogno e. Nasi — Mon. trib., 114; Annali, 3; Foro
it. 101; Consul. Comm., 60; Giuris. ital., 215; Filangieri, 349.)
Gerente.
Non può essere considerato come gerente colui che non è di-
rettore d'un giornale che per la parte amministrativa. (Cass. Pa-
rigi, 4 nov. '84.)
— È incapace d'essere gerente d'un giornale l' individuo eh' è
stato dichiarato fallito (id. id. 17 die. '86).
Il gerente può querelarsi contro un giornale?
Il tribunale correzionale di Palermo nella querela intentata
dal gerente dieW Arlecchino di Napoli contro il giornale La Sicilia,
stabilì : essere inammissibile la querela, poiché il gerente non ha
il diritto di promuovere azioni a nome del giornale, e che lo rap-
presenta soltanto per le azioni che sono intentate contro il pe-
riodico.
Per contrario, la Corte d'Appello di Torino ha stabilito (6 di-
cembre 1881):
Un articolo ingiurioso, inserto in un periodico ai danni di al-
tro periodico, dà luogo ad azione penale. (Confr. : V. C. App. Mo-
dena 11 die. 1861.)
184 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
n gerente di un giornale ha veste e qualità a porgere querela
contro il gerente di altro giornale contenente un articolo ingiurioso
al periodico da lui rappresentato, e contro l'autore dell'articolo.
Scrocco.
Costituisce delitto di scrocco l'esibizione, sulla pubblica via,
e la vendita d'un foglio di cui il titolo, stampato in grossi carat-
teri è destinato ad accreditare la notizia che esso annunzia e che
non contiene, in realtà, che des grossièì^es plaisanteries (Cass. Pa-
rigi, 10 die. '84).
— Si rende complice di questo reato colui che ha stampato
questo foglio che procura agli autori di esso il mezzo di commet-
terlo (id. 30 ott. '86).
Luogo di pubblicazione.
La Cassazione di Firenze ritenne (IG ap. '84) che la 'pubblica-
zione di un giornale avviene quando le copie escono dalla stam-
peria perchè circolino e si diffondano nel pubblico, quantunque la
distribuzione si faccia dopo qualche tempo in luogo diverso.
Da ciò dedusse che la consegna della copia per parte del ge-
rente bene è fatta all'autorità del luogo dove il giornale si stampa,
non essendo prescritto si faccia anche dove si distribuisce. Altri-
menti si avrebbe una semplice consegna che la legge non richiede,
e, d'altronde, si verrebbe ad ammettere che il momento della pub-
blicazione fosse duplice, mentre ripugna ad ogni regola lo indurre
la duplicità di un onere e la ripetizione di un atto che, eseguito
nel luogo in cui il giornale viene stampato e pubblicato soddisfa
al fine della legge di esercitare la vigilanza occorrènte a reprimere
abusi e reati cui può servire di mezzo la stampa.
Disposizioni governative pei corrispondenti d'Africa.
1. Ogni corrispondente di giornali o di agenzie telegrafiche
deve essere munito di una licenza personale accordata dal Mini-
stero della guerra o dal comandante in capo delle truppe in Africa.
Nella licenza saranno indicati i giornali o l'agenzia che il corri-
spondente è autorizzato a rappresentare ; e questi non potrà scri-
vere o telegrafare che per i giornali o le agenzie specificati nel-
l' ottenuta licenza.
2. Il Ministero della guerra e il comandante in capo in Africa,
prima di accordare le licenze, si accerteranno dell'onorabilità di chi
le domanda, ed avranno diritto di negarle senza addurne i motivi.
3. Salvo particolare autorizzazione del comandante in capo, e
vietato ai corrispondenti di giornali o di agenzie telegrafiche di
valersi di cifrari o di linguaggio convenzionale per le loro comu-
IL GIORNALISMO NELLA LEGISLAZIONE. 185
nicazioni telegraficlie o scritte. Per queste comunicazioni devono
esclusivamente valersi della lingua italiana, della francese od inglese.
4. I corrispondenti non possono allontanarsi dalla sede loro fis-
sata dal comandante in capo, ne seguire le truppe spedite per ope-
razioni militari, senza particolare permesso del comandante in capo.
5. È stretto dovere dei corrispondenti di astenersi dal man-
dare ai giornali od alle agenzie notizie non accertate nel modo pia
sicuro, e clie possono destare l'allarme in paese. Essi dovranno del
pari astenersi nelle loro corrispondenze da ogni fra o, apprezzamento
o giudizio che possa in qualche modo intaccare la disciplina, o riu-
scire a danno dell'autorità e del prestigio dei comandanti delle
truppe,
6. Nei loro privati rapporti coi militari, e specialmente con
quelli di truppa, i corrispondenti dovranno astenersi nel modo più
assoluto, dal tenere discorsi che possano scuotere il morale, meno-
mare l'autorità di chi comanda o produrre effetti dannosi all'osser-
vanza della disciplina.
7. I corrispondenti faranno capo ad un ufficiale che verrà de-
signato dal comandante in capo, e sarà particolarmente incaricato
di mantenere relazioni con essi, di servire loro d' intermediario nei
rapporti col comandante, di comunicare loro le informazioni che
possono venire pubblicate, di agevolarli per quanto sia possibile
nello accertamento delle notizie, nella trasmissione dei telegrammi
e delle corrispondenze, ed in qualunque altra cosa potesse loro oc-
correre, invigilando ad un tempo perchè essi osservino le discipline
stabilite dalle presenti istruzioni.
8. I corrispondenti dei giornali in Africa sono sottoposti alle
prescrizioni del Codice penale militare.
9. L' ufficiale incaricato di invigilare l'osservanza delle pre-
senti norme può esigere gli sia data visione delle corrispondenze
e dei telegrammi prima che siano spediti ; ed egli potrà soppri-
mere o modificare le pubblicazioni che gli sembrassero dannose
nell'interesse delle operazioni militari o della disciplina dell'eser-
cito. Il comandante in capo potrà inoltre autorizzare quest' ufficiale
ad esigere dai corrispondenti che gli venga mandata copia di tutti
i numeri dei giornali da essi rappresentati.
10. Ai corrispondenti che mancassero ad uno dei doveri im-
posti loro dalle presenti istruzioni, il comandante in capo potrà
ritirare la licenza ed anche imporre lo sfratto.
1 1 . Le licenze potranno inoltre venir temporaneamente sospese
in qualunque momento dal comandante in capo, quand'anche con-
cesse dal Ministero della guerra, ogni qualvolta il predetto coman-
dante ritenesse un tale provvedimento richiesto dall'interesse delle
operazioni militari.
12. Tutti coloro che aspirano ad ottenere la licenza come cor-
rispondenti di giornali o di agenzia telegrafica dovranno firmare
una copia delle presenti prescrizioni, dichiarando d'averne perfetta
conoscenza ed obbligandosi ad attenervisi.
186 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
LA NUOTA LEGGE SULLA STAMPA
Ecco il nuovo progetto di legge non ancora presentato al Parlamento, per rifor-
mare la vigente legge sulla stampa del 1848.
Emanata in condizioni specialissime, costretta a contemplare reati non previsti
da un codice che non era in armonia col nuovo istituto, e modificare le sanzioni penali
per altri, questa legge riusci necessariamente imperfetta.
Ciò malgrado non si ardi mai toccarla, lasciando sempre intangibile quella scialba,
meschina e immorale figura del gerente responsabile — copia adulterata del gerente
o gestore francese — cui il legislatore non chiede altra capacità che quella di saper
disegnare il proprio nome, e aver la fedina criminale pulita.
Ragioni politiche, una certa ripugnanza a portar la mano sopra una legge consi-
derata per il suo carattere fra le fondamentali del regno, consighavano questo partito.
Gli è perciò che la prima Commissione nominata nel 1860 per procedere alla revi-
sione del codice penale, credette bene non imitare l'esempio di altri paesi che ave-
vano già applicato il diritto comune ai reati di stampa, e si astenne di fare inno-
vazioni.
Le alte magistrature del regno furono discordi però nell'apprezzare questo ■ par-
tito — appoggiato più che altro su considerazioni di opportunità politica — e la seconda
Com.missione nominata l'anno seguente, andando all'estremo opposto, soppresse addi-
rittura — nel progetto che fu sottoposto al Senato — la legislazione speciale in fatto
di stampa. Nominata però una terza Commissione nel 1876, questa, sulla proposta del
guardasigilli Mancini, stralciò dal progetto tutto quanto riferivasi ai reati di stampa,
giudicando difettiva una riforma parziale della legge sulla stampa per le sole penalità,
e ritenendo anch'essa inopportuno un rimaneggiamento totale.
Nominato guardasigilli l'onorevole Zanardelli e preso ad esaminare egli pure il
progetto sul Codice penale, credette girare le difficoltà riassumendo sotto il nome
di reati commessi pubblicamente, tanto queUi che potevano essere commessi colle parole,
quanto quelli collo scritto o colla matita.
L'onorevole Giannuzzi-Savelli, più radicale, presentò una riforma della legge sulla
stampa, hmitata alle norme per l'esercizio della medesima.
Ecco senz'altro il testo del progetto di legge, tal quale fu distribuito in piccolo
numero di copie ai membri della Commissione sul codice penale e ad alcuni magi-
strati supremi ed ex-ministri:
Progetto di Legge
per modificazioni alla Legge sulla stampa 26 marzo 1848 (i).
CAPO L — Disposizioni generali.
Art. 1 (1). — La manifestazione del pensiero per mezzo della stampa o di
qualsivoglia altro artifizio atto a riprodurlo con segni figurativi, e quindi ogni pubbli-
cazione di stampati, incisioni, litografie, oggetti di plastica e simili, è libera, con che
si osservino le norme seguenti, e salve le sanzioni del codice penale.
Ogni qualvolta nella presente legge si parla di stampati, s'intende compreso qua-
lunque prodotto della specie suindicata.
Abt. 2. — Ogni stampato deve indicare il luogo, l'officina e l'anno in cui fu
impresso, ed il nome o la ditta dello stampatore.
Questa disposiz'one non è applicabile agli stampati che servono unicamente ai
(i) I numeri posti fra parentesi, vicino a quelli progressivi degli articoli, indicano
gli articoh della legge vigente con cui sono in relazione.
IL GIORNALISMO NELLA LEGISLAZIONE. 187
bisogni dell'industria o del commercio, od agli usi famigliari o di società, come mo-
duli, listini di prezzi, etichette, carte da visita e simili.
Il contravvfntore al disposto della prima parte di questo articolo è punito, per
questo solo fatto, con l'ammenda da lire ventuna a cinquanta.
Art. 3 (7). — Lo stampatore deve presentare la prima copia di qualsiasi stam-
pato all'ufficio del procuratore generale presso la Corte d'appello, nei circondari dei
tribunali in cui ha sede la Corte stessa, e negli altri circondari, all'ufficio del procu-
ratore del re presso il tribunale; salvo quanto è disposto dalla presente legge per le
pubblicazioni periodiche.
Il contravventore è punito con l'ammenda da lira ventunn a duecentocinquanta.
Art. i (8). — Gli stampatori degli oggetti contemplati nell'articolo 1 devono,
nel termine di gio'"ni dieci successivi alla pubblicazione di qualsiasi opera, depositarne
una copia alla Biblioteca nazionale di Firenze ed una a quella Biblioteca universitaria
che sarà determinata con decreto reale.
In caso di contravvenzione, lo stampatore è punito con ammenda da lire ven-
tuna a cinquanta.
CAPO II. — Delle pubblicazioni periodiche.
Art. 5 (33). — Qualunque citt;idino italiano, maggiore d'età, che abbia il libero
esercizio dei diritti civili, qualunque Società anonima o in accomandita, qualunque
corpo morale legalmente costituito nel regno può pubblicare un giornale o scritto pe-
riodico, purché si uniformi al disposto dei seguenti ariicoli.
Art. ò (37). — Ogni giornale o scritto periodico deve aveì-e un direttore re-
sponsabile.
Art. 7 (36). — Chi intende pubblicare un giornale o altro scritto periodico,
deve presentare, prima della pubblicazione, all'ullicio del procuratore generale presso
la Corte d'appello nel cui distretto il giornale o scritto periodico sarà pubblicato, una
dichiarazione cnrreddta dagli opportuni documenti, dai quali risulti:
\.° Il concorso delle qualità richieste nell'articolo S, sia in chi vuole pubbli-
care il giornale, sia nel direttore;
2.° Il nome e la dimora del direttore;
3.° La natura e il titolo della pubblicazione, il nome della tipografia, legal-
mente dichiarata, in cui si farà la stampa, il nome e la dimora del tipografo.
Art. 8. — Qualora nella dichiarazione prescritta dall'articolo precedente sia
stata falsamente indicata la persona del direttore effettivo, il dichiarante è punito
con l'arresto da due mesi ed un giorno ad otto mesi e con ammenda da lire due-
centocinquantuna a mille.
Le stesse pene si applicano a chi, non essendo il direttore effettivo, ha con-
sentito d'essere indicato come tale nella dichiarazione suddetta, ed a chi esercita
effettivamente le funzioni di direttore, sapendo di non essere stato indicato come
tale nella dichiarazione medesima.
Art. 9 (38). — Qualunque mutamento avvenisse in una delle condizioni espresse
nella dichiarazione di cui all'articolo 7, dev'essere notificato entro otto giorni all'uf-
ficio ivi indicato, a diligenza del direttore, ed in sua mancanza, degli interessati.
11 contravventore sarà punito con l'ammenda da lire ventuna a duecentocinquanla,
salvo il disposto dell'articolo seguente.
Art. 10 (39-46). — Mancando o divenendo incapace improvvisamente il diret-
tore ad esercitare le sue funzioni, gli interessati, ove esso non sia proprietario unico,
possono presentare un redattore responsabile, il quale faccia le veci del direttore, al-
l'utTicio del procuratore generale nelle sedi delle Corti d'appello, del procuratore del
re, nelle altre sedi dei tribunali civili e correzionali, e del pretore negli altri luoghi.
Questa provvisoria incombenza non può durare oltre due mesi.
188 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALI ArJÀ.
Eguale facoltà è accordata alla vedova e ai successori del direttore, ove sia pro-
prietario unico del giornale.
Art. H (46). — Quando il direttore sia stato condannato per reato di stampa
a pena restrittiva della libertà personale, la pubblicazione rimane sospesa durante la
espiazione della pena, a meno che non ne sia stato surrogato un altro che riunisca
le condizioni richieste dalla legge.
Art. 12 (40). — Chiunque, senza avere adempiuto al prescritto dell'articolo 7,
ovvero senz'aver presentato il redattore provvisorio o surrogato un novello direttore
nei casi preveduti dagli articoli 10 e 11, facesse seguire la pubblicazione del giornale
0 scritto periodico, è punito con l'arresto da un mese e un giorno a cinque mesi, e
con l'ammenda da lire centouna a cinquecento.
Art. 13 (41). — Il direttore è tenuto di sottoscrivere la prima copia di ogni
numero del giornale, e tutte le altre copie devono riprodurre la stessa sottoscrizione
in stampa.
In caso di contravvenzione si applica l'ammenda da lire ventuna a cento.
Art. 14 (42). — Al momento della pubblicazione del giornale, il direttore è
tenuto, sotto pena dell'ammenda da lire ventuna a cinquecento, di far consegnare la
copia da lui sottoscritta all'ufficio del procuratore generale o del procuratore del re
0 del pretore, secondo la distinzione stabilita nell'articolo 10.
Quest'obbligo non può sospendere o ritardare la spedizione o distribuzione del
giornale o scritto periodico.
Art. Io (43). — Il direttore è tenuto di inserire in capo al suo giornale o scritto
periodico qualsiasi titolo ufficiale, relazione autentica, indirizzo o rettificazione, o qual-
siasi altro scritto nell'interesse del governo, che gli venisse mandato da un'autorità
legalmente costituita.
L'inserzione deve essere fatta non più tardi della seconda pubblicazione succes-
siva al giorno in cui avvenne la richiesta, e mediante pagamento del prezzo a norma
dell'articolo seguente.
In caso di rifiuto o di ritardo nella pubblicazione, si applica l'ammenda da lire
ventuna a cinquecento.
Art. 16 (43-44). — Il direttore è tenuto di inserire, non più tardi della seconda
pubblicazione successiva al giorno in cui le ha ricevute, le risposte o le dichiarazioni
delle persone nominate o indicate nel giornale o scritto periodico, che abbiano per
isoopo di rettificare i fatti o gli apprezzamenti intorno ai medesimi.
L'inserzione dev'essere fatta per intero, gratuitamente, nel medesimo posto e con
gli stessi caratteri dell'articolo a cui si riferisce la rettificazione. Nel caso per altro
che la rettificazione eccedesse il doppio dell'articolo al quale si riferisce, l'ecced-^nte
dev'essere pagato al prezzo stabilito per gli annunzi in quel giornale o scritto perio^
dico; e se questo non riceve annunzi, al prezzo degli annunzi nelle gazzette destinate
alle inserzioni giudiziali.
In caso di rifiuto o di ritardo ad accettare o pubblicare le dette rettificazioni,
si applica l'ammenda da lire centouna a mille.
Non ostante questa condanna all'ammenda, o la inserzione della risposta, resta
salva ogni azione che potesse competere al pubblico ministero o agli interessati per
l'articolo a cui la rettificazione si riferisce.
Art. 17 (50). — L'azione penale per il rifiuto o ritardo delle pubblicazioni, di
cui agli articoli 15 e 16, si prescrive in due mesi dal giorno della contravvenzione,
0 dell' interruzione degli atti giudiziari, se vi è stato procedimento.
Art. 18, — U azione penale per delitti commessi col mezzo della stampa pe-
riodica si esercita contro il direttore del giornale.
Se però lo scritto che dà luogo ad azione penale è firmato dal suo autore,
ovvero se il direttore produce una dichiarazione sottoscritta dall'autore con cui
questi ne assume la responsabilità, l'azione penale sì esercita anche contro l'autore
IL GIORNALISMO NELLA LEGISLAZIONE. 189
il quale soggiace alla pena stabilita dalla legge per il delitto commesso, e la pena
del direttore è diminuita da tino a due gradi.
Art. 19 (49). — Il direttore è tenuto di pubblicare, non più tardi di due giorni
dalla intimazione avutane, o nel numero immediatamente successivo, se il periodico
è pubblicato dopo i due giorni, le sentenze di condanna pronunciate contro di esso
per delitti commessi col mezzo della stampa, sotto pena dell'ammenda da lire centouna
a cinquecento.
CAPO III. — Dei disegni, delle incisioni, delle litografie
e di altri emblemi di qualsiasi sorta.
Art. 20 (51). — Ogni oggetto contemplato nell'articolo 1, che non sia uno
scritto, deve essere consegnato agli uffici indicati nell'arlicolo 3 ventiquattro ore prima
che sia esposto o messo in circolazione.
Art. 21 (32). — Il procuratore generale, il procuratore del re o il pretore pos-
sono rispettivamente, nelle dette ventiqualtr'ore, far procedere al sequestro di tutti
gli esemplari degli oggetti che riconoscessero contrari alle disposizioni della presente
legge 0 del codice penale, nel qual caso, entro il termine di ventiquattr'ore, essi de-
vono promuovere l'opportuno procedimento.
Art. 22 (53). — Qualora gli oggetti suindicati non siano stati esposti o messi
in circolazione, ma si trovino in luoghi aperti al pubblico, e si riconoscano dall'auto-
rità giudiziaria contrari al disposto della presente legge o del codice penale, non si
fa luogo ad altra pena che a quella della distruzione degli oggetti medesimi.
CAPO IV. — Eelle pubblicazioni relative- a discorsi e resoconti parlamentari,
ad atti e dibattimenti giudiziari.
Art. 23 (30-31). — Non danno luogo ad azione penale la pubblicazione dei
discorsi tenuti nel Senato e nella Camera dei deputati, le relazioni o qualunque altro
scritto stampato per ordine delle assemblee medesime; né il rendiconto esatto, fatto
in buona fede, delle loro discussioni.
Art. 24 (32). — Non dà luogo parimenti ad azione penale la pubblicazione
delle scritture prodotte avanti l'autorità giudiziaria.
L'autorità medesima, pronunciando nel merito, può ordinare la soppressione delle
scritture ingiuriose e dichiarare la parte colpevole tenuta ai danni.
Art. 25 (10, ed anche legge 6 dicembre 1877). — É vietato, sotto pena del-
l'ammenda da lire centouna a cinquecento, la pubblicazione per mezzo della stampa:
1.° Degli alti della procedura scritta, delle sentenze e degli atti di accusa nei
giudizi penali fino a che il processo non sia chiuso o col pubblico dibattimento o con
la pronuncia di non farsi luogo a procedimento penale;
2.° Dei nomi dei giurali, o dei magistrati giudicanti, quando sia accompagnata
dalla indicazione dei loro voti individuali nelle deliberazioni dei verdetti e delle sentenze;
3.° Dei resoconti dei dibattimenti a porte chiuse avanti l'autorità giudiziaria;
4.° Degli atti d'istruttoria penale o dibattimenti pubblici nelle cause di
diffamazione o di ingiuria, nelle quali non è ammessa la prova della verità;
5.*" Delle discussioni e deliberazioni segrete del Senato e della Camera dei
deputati, a meno che se ne sia ottenuta dai rispellivi corpi la facoltà.
CAPO V. — Della prescrizione, del procedimento e della recidiva.
Art. 26 (12). — L'azione penale per le contravvenzioni prevedute nella presente
legge si prescrive in tre mesi, a cominciare, quanto agli stampati periodici, dal giorno
della loro pubblicazione, e quanto agli altri stampati, dalla data della consegna della
copia al pubblico ministero, salvo il disposto degli articoli 17 e 21.
190 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Art. 27 (57). — Nei procedimenti per delitti commessi per mezzo delia stampa,
il pubblico ministero nelle sue istanze, quando esercita l'azione penale d'ufficio, o il
querelante nella sua querela, sono tenuti, a pena di nullità, di specificare le provoca-
zioni, le offese, gli oltraggi, i fatti diffamatori o le ingiurie, che danno luogo alla
istanza o querela.
Art. 28 (58). — Immediatamente dopo la istanza o la querela, il giudice istrut-
tore, 0 il pretore nei luoghi ove non risiede il giudice istruttore, può ordinare il se-
questro degli scritti o stampati » cui la istanza o la querela si riferisce.
Art. 29 (59). — L'ordinanza per il sequestro e il verbale della sua esecuzione
sono notificati, entro il termine di ventiquattr'ore, alla persona contro la quale ha
avuto luogo il sequestro medesimo.
Art. 30 (33). — (n caso di recidiva nelle contravvenzioni prevedute dalla pre-
sente legge, l'ammenda è accresciuta della metà.
Abbiamo scritto in corsivo gii articoli 6, 8, i8 e parte del 25, perchè sono quelli
che in realtà stabiliscono le differenze essenziali fra la vecchia e la nuova legislazione.
Eliminato, come dicemmo, tatto quanto riferiscesi alla sanzione penale per i reati,
restava soltanto da regolare il modo, l'esercizio del diritto di stampa e la questione
della responsabilità. All'antico gerente è stato sostituito un direttore responsabile o cor-
responsabile, secondo i casi, e alla tacita sua complicità nella immorale finzione che
trasformava in capo, direttore, gestore di un giornale un povero analfabeta, la nuova
legge sostituisce una pena abbastanza grave, sia per colui che si prestasse a questa
finzione, sia per chi ne approfittasse per nascondere la propria responsabilità.
Quanto alla responsabihtà degli autori, è stabilita molto più largamente e moral-
mente. Adesso, perchè l'autore sia incriminato, occorre che abbia apposta la sua firma
a piedi dell'articolo, altrimenti — a stretto rigore — non gli basta neppure il palesarsi
per acquistare diritto a rivendicare la sua parte di responsabilità. Col nuovo progetto,
questa immorale complicità della legge è eliminata, e siccome la rivelaiione dell'autore
diminuisce la reità del direttore, cosi questi penserà a garantirsi, e in tal modo il vero
colpevole andrà meno facilmente impunito.
Un'altra disposizione nuova è quella che riguarda il veto di pubblicare i dibatti-
menti nelle querele per diffamazione. Questa pubblicazione costituiva il più delle volte
una replica del veto per cui procedevasi, ed è giusto portarvi riparo.
In sostanza, la nuova legge, abbandonando il sistema francese — di cui s'era tra-
dito del resto l'istituto principale, mutando il gerente o gestore reale, in una testa di
legno — camminerebbe sulle traccie delle legislazioni inglese, tedesca e austriaca, che
per i giornali esigono anzitutto la responsabilità del ^/li/ù/jero compilatore principale,
e lo ritengono come complice anche allorquando è noto e processato lo scrittore del-
l'articolo.
ANNO XI — 1889
IL COMMERCIO
MONITORE DEI FALLIMENTI.
Organo degli interessi mercantili d'Italia.
Unico premiato con medaglia all'Esposizione tipografica di Milano 1887.
Direttore: G. SORMANI.
Abbonamento: 24 fr. anno; Estero 40 fr.
Corso Vittorio Emanuele, 12-Ì4-Ì6.
(Vedi Provincia di MILANO.)
LA LIBERTÀ DI STAMPA^'-
Sommario : — 1. Libertà del pensiero e delle sue manifestazioni in genere. — 2. Libertà
di parola e suoi limiti. — 3. Grandezza e potenza della stampa. — 4. Mo-
dernità della sua libertà. — 5. Libertà della stampa in Inghilterra. — 6. In
Francia. — 7. In Belgio, in Germania e in Svizzera. — 8. Legislazione ita-
liana.— 9. duesiti costituzionali sulla libertà della stampa. — 10. Obbie-
zioni alla sua libertà. — 11. Ragioni in favore — 12. Limiti alla medesima, —
13. Prevenzioni inammissibili. Censura ed autorizzazioni. — 14. Altri mezzi
preventivi. Polizia sulle stamperie. Obbligo di previe dichiarazioni, rico-
gnizioni e presentazioni delle pubblicazioni periodiche. — 15. Bollo.—
16. Cauzione, — 17. Firma degli articoli. — 18. Ammonizioni, sospensioni
e soppressioni amministrative — 19. Sequestro provvisorio. — 20 Sistema
repressivo. — 21. Persone responsabili di reati mediante la stampa. —
22. Gerente responsabile — 23- I giurati nei reati di stampa. — 24. La
libertà della stampa nei casi di gravi guerre, rivoluzioni e disordini. —
25. Valore giuridico attuale del secondo comma dell'art. 28 dello Statuto.
1. Ciò che vi ha di più intimo nell'uomo è il pensiero. Sia che esso
si volga al concetto di Dio o alle credenze religiose, sia alle cose dello
Stato, alla politica ed all'amministrazione, sia alle questioni sociali ed
economiche, sia alle lettere, alle scienze ed alle arti, sia al modo di
vivere ed alle azioni degli altri uomini, il pensiero, poiché resta nel
chiuso della propria mente, è la cosa più libera che si possa immagi-
nare. Gli è vero che in altri tempi non mancarono dei governi che
procurarono di penetrare nell'interno della mente e del cuore dell'uomo,
investigando i menomi indizi di animo contrario a ciò che essi impo-
nevano come ordine religioso o politico, ed elevandoli a certezza di gra-
vissimi reati. Ma tali esempi di tirannia non han d'uopo di confutazione.
Oggi è certamente incontestato che il pensiero è assolutamente sacro
all'azione degli altri uomini e del potere pubbhco.
Ma il pensiero non è fatto per restar chiuso nella mente, l'uomo
anzi è nato per la società politica, religiosa, civile in genere; e non si
potrebbe parlare di libertà dell'uomo, se non si avesse la libera facoltà
di manifestare il proprio pensiero in una qualunque delle forme di
espressione del medesimo, mediante la parola parlata e la scritta. Quindi
le varie hbert^, di parola, di corrispondenza epistolare, di predicazione,
di stampa, d' insegnamento.
Qui però, in queste manifestazioni esterne del pensiero, sorgono
le difficoltà e le questioni; perocché in tutte esse, il mio pensiero po-
tendo riuscire lesivo del diritto altrui, privato e pubblico, come nel-
l'abuso simile d'ogni altra libertà, gh altri cittadini han diritto di esser
difesi e guarentiti, e Io Stato ha il dovere di tracciare dei limiti alla
libertà, e di punire le violazioni del diritto.
(i) Questo importantissimo capitolo è tolto dal Trattato di Diritto Costituiionah
di Luigi Palma, già professore nella R. Università di Roma, ora Consigliere di Stato.
192 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
2. La prima e più generale forma di espressione del pensiero è certo
la parola parlata. Tacito rimpianse quella rara temporum felicitas ubi
sentire qtiae velis et qtiae sentias dicere licei. Sarebbe assurdo assoggettare
le parole degli uomini a un sindacato preventivo; evidentemente la pa-
rola non può essere soggetta ad altro freno che a quello repressivo
comune del codice penale e del potere giudiziario, come in tutte le altre
libertà più naturali, per esempio, quella di camminare, di mangiare, di
portare un bastone. Certamente non ne segue che si possa camminare
nella casa altrui, dar di piglio nel pane altrui, portare il bastone sulle
altrui spalle, sotto pena di essere punito secondo le leggi.
Così anche la parola libera può riuscire cagione di male, di lesione
del diritto altrui può riuscire minacciosa, ingiuriosa, oltraggiosa, diffa-
matrice, provocatrice a reati, a ribellioni e disordini. E se la libertà
della parola dev'essere sacra, non può esserlo meno l'onore dei cittadini
e l'ordine pubblico. E come è punibile chi, secondo i criteri comuni
dell' imputabilità, attenta alla proprietà altrui, dev'essere ancora punito
chi offende colla parola l'altrui onore o diritto, la pubblica pace. Quindi
i tanti articoli del nostro Codice penale sui reati pubblici e privati, me-
diante la parola: dei quali ci basta soltanto notare gli art. 183, 185, 187,
sulle violazioni della libertà e dell'ordine religioso, gli art. 268, 269,
sugli abusi mediante la parola dei ministri dei culti nell'esercizio delle
loro funzioni; gli art. 268, 469, 471 sulle provocazioni a commettere
reati; gli art. 570, 572, 583 sulle diffamazioni e sulle ingiurie. Noi
non abbiamo ad occuparcene, si tratta semplicemente di reati e di Co-
dice penale, siamo fuori del campo e dei termini del diritto costitu-
zionale.
Alcune eccezioni fanno le nostre leggi costituzionali a questi prin-
cipe di comune diritto punitivo, e sono l'irresponsabilità del Re, quella
sancita per il Papa nella legge delle Guarentigie, e l'altra dei discorsi
dei deputati e dei senatori nel Parlamento, conforme all'art. 51 dello
Statuto. Noi non abbiamo a tornare qui sulla irresponsabilità del Re,
né a commentare quella del Sommo Pontefice. Rammentiamo soltanto
che quella dei membri delle Camere, giustificatissima, è limitata, se
non dal Codice penale 0 dal potere giudiziario, dal Regolamento e dal
potere del Presidente; ed ove la presidenza non bastasse potrebbe prov-
vedere in certo modo il diritto del potere regio di proroga e di chiu-
sura delle Camere, e di dissoluzione di quella dei deputati.
Una considerazione particolare meriterebbe però, per le attinenze
costituzionali, la libertà della parola, degli oratori nelle pubbliche riu-
nioni ed associazioni, degl' insegnanti nelle scuole, dei predicatori nelle
scuole. Ma noi della libertà di riunione e di associazione, e di quella
di insegnamento, discorriamo a parte in altri capitoh di questo libro;
e di quella delle Chiese e dei loro ministri non intendiamo discorrere
di proposito in questo volume. Ci accontentiamo di osservare sempli-
cemente che i mmistri delle Chiese, i predicatori ecclesiastici sono in
una condizione particolare, non parlano come un individuo qualsiasi.
Parlando a dei credenti che debbono considerarli investiti di una mis-
sione divina, nella casa di Dio, nel nome di un Dio, se offendono il
LA LIBERTÀ DI STAMPA. 193
diritto dello Stato entro il quale vivono, e da cui sono protetti nella
stessa loro libertà religiosa, commettono uà reato più q;rave di un altro
cittadino che pronunciasse un' ingiuria comune, che oltraggiasse le isti-
tuzioni, le leggi dello Staro, che ne provocasse alla disobbedienzi e alle
ribellioni, e han d'uopo di speciali e maggiori freni; senza che per ciò
si leda o l'eguaglianza dei cittadini davanti alla legge o la giusta libertà
religiosa.
3. Le questioni veramente gravi sono sulla stampa. Molte invenzioni
hanno più o meno grandemente mutato l'aspetto della società, l'alfabeto,
la moneta, la polvere, la bussola, la scoperta di America, la cambiale,
il biglietto di banca; ai giorni nostri il vapore ed il telegrafo elettrico;
ma è dubbio se, tranne l'alfabeto, a^cun'altra invenzione possa compa-
rarsi in efficacia civile alla stampa. La moneta, rimontante ai primissimi
tempi, ha potuto fare uscire il commercio degli uomini dalle angustie
del b'ratto, e fare scambiare insieme facilmente i prodotti della umana
famiglia ; la cambiale ed il biglietto di banca han potuto perfezionare
esso commercio; la bussola ci ha aperto le vie dell'Oceano; i fucili e
le artiglierie, togliendo il monopolio dell'arte della guerra agli uomini
di ferro della cavalleria, han potuto valere potentemente ad abbattere
le castella feudali e il dominio dell'aristocrazia; la scoperta di America
ha potuto allargare i confini dell'attività umana; il vapore oggi e il
telegrafo hanno maravigliosamente accresciuto il commercio intellettuale
morale ed economico degli uomini e, delle nazioni, aumentato a un
tempo i mezzi di governo degli Stati, e la libertà degli uomini sulla
terra di comunicazione e di azione. Ma la stampa non ha solo conser-
vato e assicurato e diffuso i tesori intellettuali del mondo antico, dif-
fonde, conserva e assicura ogni progresso della umana famiglia; ma ha
combattuto e vinto un'infinità di errori, ha dato le ali al pensiero umano,
ha fatto e fa vivere milioni e milioni d' uomini della vita intellettuale
e politica, fa penetrare nel più umile casolare i discorsi e i fatti della
politica, i pensieri religiosi, i capolavori dell'arte, le verità della scienza;
ha provocato uno sviluppo ignoto ai secoli precedenti, di libertà intel-
lettuale, di eguaglianza e di libertà politica, religiosa, morale e civile,
crea un'opinione pubblica illuminata e potente davanti ai poteri dello
Stato.
Se però da una parte la stampa ha tanto potere pel bene, non può
negarsi che l'abbia ancora grandissimo pel male; quel libro, quel gior-
nale cosi potente a diffondere il bello, il giusto, il vero e il buono, a
farli trionfare mettendo in comune le idee e gli sforzi, possono essere
impiegati invece a inculcare il male, l'osceno, il falso, l' ingiusto; a in-
giuriare, a calunniare, a diffamare, a destare tristi e malvagi sentimenti,
e provocare reati privati e pubblici.
4. Quindi l'eterna lotta tra i fautori e i nemici della sua libertà, e
il perchè dell'essere, come la religione, l'ultima venuta nella serie delle
libertà civili. La libertà politica propriamente detta, di partecipare al
governo del proprio paese è antica, la conobbero in diverso grado e
modo i Fenicii, i Cartaginesi, la razza ellenica e l'italica, Atene e Roma,
Firenze e le altre repubbliche italiane; l'eguaglianza è per lo meno
N. Bernardini — Guida della Stampa (leriodica italiana — i^.
194 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA. ITALIANA.
scritta nell'Evangelo; il diritto di non essere imprigionati che secondo
le leggi, di non essere giudicati che dai cittadini medesimi e secondo le
leggi, sono scritti nella Magna carta d'Inghilterra; ma il diritto di
pubblicare liberamente i pensieri mediante la stampa, è una libertà af-
fatto moderna. La libera Atene s'intende che non potesse avere libertà
di stampa, ma possiamo ritenere che non l'avrebbe sancita, quando
rammentiamo che vi fu conriannato Socrate a bere la cicuta, perchè
parlava sul conto degli Dei diversamente dalla maggioranza; e con tutto
che la sua parola dovesse avere ben minore efficacia di quella pubbli-
cata in un giornale, in una rivista o in un libro da un eminente pen-
satore moderno. Non la ebbero naturalmente e del pari gli uomini liberi
del Medio Evo e delle nostre repubbliche, anteriori alla sua invenzione.
La rigettarono e s' intende bene per l' indole del cattolicismo poggiante
sull'autorità, i Papi (i); ma anche la sconobbero i riformatori religiosi
di Germania e d' Inghilterra, Lutero e Calvino, i Puritani, i fondatori
del governo parlamentare inglese, delle repubbliche olandesi e svizzere,
della democrazia coloniale americana o della Nuova Inghilterra. La
stampa potè sembrar meno serva, sotto alcuni rispetti, a Venezia, perchè
vi si potevano pubblicare dei libri che non erano tollerati, per esempio,
a Roma, a Madrid o a Napoli ; potè sembrar libera in Olanda, perchè
vi si potevano discutere la monarchia ed altre cose di Stato e di Chiesa
che non sarebbero state permesse nei regni contemporanei; ma in realtà
prima del 1789 la libertà di stampa non s'aveva che in Inghilterra, ed
anche colà da non molto tempo, e dopo molti contrasti, e non del tutto
perfettamente 0 legalmente (2).
5. Colà il diritto comune non conosceva e non poteva conoscere
la censura, ma non perciò vi si conobbe in origine la libertà della
stampa.
Gli scrittori vi furono obbligati alla censura preventiva dalla fa-
mosa commissione regia, detta Camera stellata; e queUi che spiacevano
alla Regia erano soggetti alle più barbare pene, dalle multe e dallo
esilio, alla Torre di Londra, al taglio delle orecchie e della destra. È
famoso sotto EHsabetta il fatto di John Stubbs, il quale avendo pub-
blicato un opuscolo contro il progetto di matrimonio della regina col
duca di Angiò, fu condannato alla pena di aver tronco il pugno; e si
trattava di uno scrittore cosi realista, che dopo l'esecuzione, gli storici
(i) Papa Pio IV, che sanzionò e proclamò i canoni del concilio di Trento, colla
sua bolla dei 26 gennaio 1564, vi aggiunse persino la proibizione di commentarli o
interpretarli : « Ad vitandum praeterea perversionem et confusionem, quae oriri posset,
si unicuiquae liceret, prout ei liberei, in decreta Concilii comentarios et interpretationes
suas edere. Apostolica auctoritate inhibemus omnibus, ne quis sine auctoritate nostra
audeat ullos comentarios, glossas, admonitiones, scholia, ullunve interpretationis genus
super ipsius Concilii decretis, quocumque modo edere, aut quidam quocumque nomine,
etiam sub praetesta majoris decretorum corroborationis, aut executionis; aliave quaestio
colore, statuere ».
(2) Si dà lode dal Lieber (On Civil Liberty, Ch. XIII) all' assemblea del Mas-
sachusset di essere stata il primo corpo legislativo che avesse autorizzata la pubblicità
nelle cose pubbliche ; ma si tratta di un piccolo paese remoto e inglese, e di un
atto del 1766.
La libertà dt stampa, 195
raccontano che coU'altra mano gittò iì cappello in aria, e gridò: Viva
la Regina (i).
Ma lisciando stare e i Tudors, e Giacomo I e Carlo I Stuardi,
non fu meno severo verso la stampa il Lungo Parlamento. Basta ri-
cordare che una sua legge del 1643 istituiva speciali censure pei libri
di teologia e di giurispruden'^a, gli opuscoli, i disegni, gli almanacchi ;
erano sottoposti alla censura comune le opere di chirurgia e di fisica.
Quel governo repubblicano a 20 settembre 1647 decretò che, non optante
ogni privilegio in contrario, nessun libro potesse essere stamparo senza
essere prima letto e permesso dal censore pubbl'co: che fossero per-
messe le investigazioni domiciliari pei libri e gli stampati proibiti; che
la posta trasporterebbe soltanto i libri innocenti; eh- dovessero indicarsi
all'autorità tutte le stamp^Tie, che gli stampatori ed autori fossero sog-
getti a fornire cauzione, le vendite dei libri stran'eri ad autorizzazione:
che fossero imprigionati e frustati i librai ambulanti come i cantatori
di ballate.
Quindi lo statuto di Carlo II del 1662, limitò il numero degli
stampatori a venti, circoscriiti a Londra, York, Oxford e Cambridge;
e li obbligò alla patente, e alla censura preventiva, nelle cose di diritto,
del Gran Cancelliere o di uno d^i capi delle corti superiori (Chief ju-
stice) ; per le C( se di storia e di politica, di uno dei segretarii di Stato;
per la filosofia, la teolo^'ia, la fisica ecc., del vescovo di Londra o del-
l'arcivescovo di Conterbury. Inutile aggiungere le esorbitanti sanzioni
penali. Nel 1666 la censura fu tolta alla Chiesa ed avocata al Re, ma
la severità del sistema durò fino al 1679 (2). Per allora era riuscita
vana la difesa della libertà della stampa di M'iton, nel suo opuscolo
Jreopa^iticay in cui lo sostenne contro i pregiudizi dei suoi contempo-
ranei; e il quale, se è meno famoso del Paradiso perduto, non è meno
glorioso, essendo stato forse il primo tra i pensatori moderni a difendervi
vigorosamente la libertà di pubblicare i proprii pensieri.
Senonchè ai 26 maggio 1679, spirando l'atto che regolava la stampa,
essa per un breve tratto divenne alquanto libera, cioè soggetta soltanto
al diritto comune. Ma ciò poco giovava alla libera manifestazione del
pensiero, per l'immaturità dei tempi e la qualità del sentimento pubblico.
Il timore delle gravi punizioni, che non mancavano mai d'inflig-
gere i giurati, suppliva alla mancanza della censura. La università di
Oxford, il giorno che fu messo a morte Russel, adottò con solenne atto
pubblico la teoria di Filmer, e ordinò che fossero solennemente bruciati
i libri di Buchaman, di Milton e di Baxter (3).
Si era così rigorosi, che sotto Giacomo II il Samuele Johnson, per
avere scritto un indirizzo violento all'armata contro i papisti, stimato
atto ad ammutinare i soldati, fu condannato ad essere spogliato degli
abiti sacerdotali e frustato, ed ebbe non meno di 317 colpi di frusta
che sostenne con immensa fortezza (4).
(i) Hallaman, Storia costituzionale d'Inghilterra. Capo V.
(2) Hallaman, Capo XIII.
(3) Macaulay, History of Englancl, II, p. 266.
(4) Id. VI, 338-340.
196 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Si può notare che nel 1685 non esistesse che la sola Ga:(^:(etta di Lon-
dra, in quello stesso anno 1685 si tornò al sistema preventivo speciale,
mediante il cosi detto Licensing Act, ossia atto per preventre gli abusi della
stampa di opuscoli sediziosi e non forniti di licen:(a, che sopravvisse
per alcuni anni alla caduta degli Stuardi e del governo arbitrario.
In conclusione, l'Inghilterra al 1688 poteva avere tutte le libertà
tranne quella della stampa, e di fatti essa non è stata annoverata nella
dichiarazione dei diritti; non faceva parte del diritto storico inglese, non
era nella coscienza pubblica.
Il nuovo governo cominciò col mantenere i vecchi vincoli sulla
stampa e quindi la censura preventiva. Vero é che, non ostante essa,
la stampa giacobita fu sempre attivissima, ma si vendicavano colle più
fiere repressioni.
Le idee comuni sulla stampa di quei liberali eran tali che Gu-
glielmo Anderson, nel 1693, scoperto come autore di scritti giacobiti
stampati clandestinamente, fu condannato a morte e giustiziato. In quello
stesso anno il deputato Huight avendo pronunciato alla Camera un vio-
lento discorso, e stampatolo senza licenza, per isfuggire alla reclusione
nella Torre di Londra, dovè supplicare la Camera a disdirsi: ma il
discorso fu dichiarato scandaloso e sedizioso, ed arso dal boia nel cor-
tile del palazzo (i).
Bisogna aggiungere che la mantenuta censura in principio non levò
rumore contro di sé, non solo per le idee del tempo favorevoli a quelle
restrizioni, ma anche perchè il nuovo censore, Lestrange, che tenne
l'ufficio nei primi tre anni di re Guglielmo era luhig, e coi suoi prin-
cipii liberali di quel partito si poteva dire di avere praticamente una
qualche libertà. Ma succeduto a lui il tory Bohun, le lagnanze furono
tali che fu censurato dai Comuni e quindi dimesso. E merita di es-
sere ricordato nella storia delle astuzie politiche il mezzo che fu usato
per rovinarlo. Egli professava l'opinione che Guglielmo era Re, non per
il diritto del popolo inglese di considerare come rinunciante e di deporre
Giacomo II, ma per diritto di conquista. Un perverso uomo, il Blonut,
che voleva vendicarsi di lui, gli tese l'ingegnosa trappola di far pub-
blicare un opuscolo, secondo le idee del censore; il quale opuscolo
naturalmente piacque, e pose in sospetto e in uggia il censore e la
censura presso i Comuni, i quali si erano fondati su ben altri principia
In poche parole il Licensing act fu prolungato soltanto per altri due
anni, e scaduto nel 1694 non fu più voluto rinnovare dai Comuni, non
ostante l'approvazione dei Lordi, e i tentativi di ristabihrlo, ripetutisi
fino al 1698.
Cosi si trovò stabilita la libertà, cioè l'abolizione della censura e
il ritorno al regime repressivo del diritto comune.
Macaulay però osserva che si era ben lungi di sospettare l'impor-
tanza di quello che si faceva e della nuova potenza che si fondava. La
censura fu abolita propriamente per cause secondarie, per non sancire
le restrizioni commerciali e le visite domiciliari che richiedeva, non per
(i) Macaulay, History of England, XX, p. 298.
LA LIBERTÀ DI STAMPA. 197
i grandi principi! di diritto e di libertà che vi si annettevano ; e passò
così inosservata che non è stata neppur menzionata nei diarii e nei
dispacci olandesi che informavano di tutte le Provincie Unite (i).
Lo storico illustre, il quale narrò cosi splendidamente quel ricco
periodo di vita della sua nobile patria, racconta che si vide allora sor-
gere una folla di giornali e di scritti, e accadere che l'Opposizione fosse
meno violenta: a suo avviso per questa ragione che, sotto la censura
l'Opposizione moderata era impedita, e trovava luogo soltanto la stampa
clandestina e violenta. Tra i molti che avevano l'abitudine di scrivere
contro il governo, vi era appena un uomo solo di giudizio, temperanza
ed integrità. Il solo fatto di dovere agire contro la legge corrompeva,
e dava le abitudini dei contrabbandieri. Non potendosi evitare le critiche,
era non solo conforme al diritto ma alla buona politica farvi partecipare
i migliori avversari!.
« L'emancipazione della stampa produsse un grande e salutare can-
giamento. I migliori e più saggi uomini nelle file dell'Opposizione as-
sunsero ora un ufficio che era stato fin allora abbandonato ai cervelli
caldi e agU uomini senza principii. Furono scritti dei trattati contro il
governo in uno stile non isconveniente ad uomini di Stato e a genti-
luomini; ed anche le composizioni della più bassa e fiera classe dei
malcontenti divennero in qualche modo meno brutali e meno ribalde
che nei giorni della censura. Alcuni uomini deboli avevano immaginato
che la religione e la moralità avevano bisogno della protezione del cen-
sore. Il fatto provò potentemente che essi erano in errore. In verità la
censura aveva appena messo un freno alla licenza o alla empietà. Il Pa-
radiso perduto a mala pena era sfuggito alla mutilazione, perchè era
l'opera di un uomo la cui politica era odiosa al potere governante . . .
(mentre i hbri licenziosi dei cortigiani erano stampati liberamente). Dal
giorno che fu compiuta l'emancipazione della nostra letteratura, inco-
minciò ancora la sua purificazione. La purificazione non fu eff"etto del-
l'intervento di senati o di magistrati, ma dell'opinione del gran corpo
degli Inglesi colti, avanti ai quali era presentato il male e il bene, e
che erano stati lasciati liberi di fare la loro scelta. Durante i6o anni
la libertà della nostra stampa è divenuta costantemente sempre più com-
pleta, e durante codesti i6o anni il freno imposto agli scrittori dal sen-
timento dei lettori è stato costantemente sempre più ristretto. In fine
anche quella classe di opere in cui dapprima si pensava avere il privi-
legio di una voluttuosa fantasia, come i canti amorosi, le commedie, i
romanzi, sono divenuti più decorosi dei sermoni del secolo xvii » (2).
La più libera stampa di Europa è divenuta la più schifiltosa. Cosi l' In-
ghilterra, come in altre parti del viver libero moderno, si procacciò la
gloria di essere stata la prima delle nazioni a lasciar libera la stampa
e a goderne i beneficii. Si errerebbe però a credere che anche in quel
paese la libertà della stampa fosse dal 1694 *^osl piena ed incontestata
come si ammira e si gode oggidì. Oltreché le pene contro i libelli erano
(i) Macaulay, History of Englaad — XXI, 4-6.
(2) Id. Id. p. 69-70.
198 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
sempre gravissime; per lungo tempo la magistratura, organo dei con-
cetti restrittivi di un'altra età, pretese che i giurati, i quali erano chia-
mati a pronunciare il loro verdetto sulle accuse di reati di stampa, do-
vessero limitarsi a dichiarare se l'accusato era l'autore o pubblicatore
dello scritto incriminato, ma il giudizio sulla colpabilità dello scritto
stesso, se era o pur no un Hbello, era loro sottratto e spettava unica-
mente ai giudici; il che effettivamente sottraeva il giudizio dei reati di
stampa ai giudici popolari, e li poneva in balla dei giudici regii, più
ombrosi e severi. Non fu che nel 1773, nel famoso caso del decano di
Saint-Asaph che il più illustre avvocato inglese di quell'epoca, Erskine,
più che la causa del suo cliente, difese quella della libertà della stampa,
combattendo vigorosamente ed eL^quentemente le pretese della magi-
stratura. E non fu che nel 1792 che Fox riuscì a fare approvare dai
Comuni con una nuova legge una tale interpretazione.
La libertà della stampa era inoltre limitata dagli antichissimi privi-
legi, nei secoli scorsi esercitati severissimamente, dei Lordi e dei Co-
muni di tradurre davanti a sé, e di punire di multa e di prigionia ogni
scrittore accusato di libello o d'ingiuria verso il Parlamento o alcuno
dei suoi membri. E tali privilegi sono ben lungi di essere aboliti, seb-
bene oggidì la diversità dei tempi e dei costumi più non li faccia eser-
citare, e li faccia soltanto conservare come armi di riserva. Però anche
nel 1834 l'editore del Mommi; Post venne fatto imprigionare dai
Lordi per avere offeso il Cancelliere Lord Brougham. Né vi ha altro
freno in ciò che la moderazione delle stesse Camere, la loro giurisdi-
zione in fatto dei loro privilegi essendo assoluta; vale a dire ogni que-
stione circa i privilegi dei Lordi e dei Comuni dev'essere decisa, non
già secondo le leggi dai tribunali inferiori, ma unicamente a norma degli
usi e delle consuetudini del Parlamento.
Il vecchio diritto inglese vietava perfino, e severamente, di pubblicare i
dibattimenti parlamentari; anche ai membri era vietato di pubblicare i loro
discorsi. L'ordinanza della Camera dei Comuni del 1641 stabiliva: « Nes-
sun membro aver facoltà di pubblicare un discorso, o di lasciare copia
senza licenza della Camera. » E poiché collo sviluppo del governo par-
lamentare, interessava troppo al pubblico di conoscere ciò che si faceva
al Parlamento, divennero Celebri nel secolo passato i resoconti che se
ne facevano con nomi fìnti, ma trasp.irenti, quale quello del senato di
Lilliput. La pubblicazione regolare fu osata nel 1770 da un tal Miller,
e ne venne una fiera lotta, nella quale Miller essendo srato protetto dalla
città di Londra, la Camera dei Lomuni ordinò di mandarsi alla Torre
il Lord Mayor e gli assessori.
Allora l'Opposizione stancò la maggioranza con ventitre votazioni.
La lotta si rinnovò persino nel secolo presente tra O' Connel e il Times.
Vero è che, mutati tanto i costumi e le idee, oggi la pubblicazione delle
tornate parlamentari è considerata come una vera necessità della vita
libera. La legge inoltre per lungo tempo, oltre al dazio sulla carta, im-
pose ai giornali un gravissimo bollo, a fine di scoraggiare ciò che in
Francia si chiama la piccola stampa a buon mercato, e cosi dare mag-
gior luogo ai giornali costosi, organi delle classi colte: dazio e bollo
non aboliti che nei 1855.
LA LIBERTA DI STAMPA.
199
A ogni modo la libertà inglese della stampa non si prenda come
illimitata facoltà di poter pubblicare ciò che piaccia, senza avere a ren-
derne mai conto. Vuol dire soltanto abolizione della censura preventiva ;
ma quando si abusi della stampa a danno altrui, e dello Stato, gravi
pene colpiscono i libelli. E si noti, che se i giureconsulti non sono stati
concordi a definire cosa sia libello, oramai si ritiene essere libello e me-
ritarne le pene ogni pubblicazione « tendente a eccitare contro il Re e
la sua amministrazione, contro la costituzione e il governo o semplice-
mente contro l'amministrazione, un grande odio e pubblico disprezzo
(great and public baie and conlempt). » È libello ancora, secondo il Cox,
ogni pubblicazione non giustificata, o senza scusa legale, concepita allo
scopo di far torto alla riputazione altrui, esponendo una persona all'odio,
al disprezzo o al ridicolo. E la legge XI-XII della Regina Vittoria, ar-
ticolo 12, punisce come fellonia, ossia con morte o deportazione a vita,
ogni eccitamento, mediante stampa, scritto o parole tendenti alla depo-
sizione della Regina, alla guerra, o generalmente all'impiego della forza,
sia contro di lei, sia contro il Parlamento, o a un'invasione del paese.
E l'altro atto VI e VII della stessa Regina, e. ^G, punisce col carcere
fino ad un anno gli editori di hbelli, ancora che non avessero intenzione
di offendere, e quando una tale intenzione vi sia, con due, e in ogni
caso li assoggetta al pagamento dei danni ed interessi. E quel che è più
non si sono appigliati allo strano sistema di un uomo da nulla come
il gerente responsabile italiano, che discuteremo fra poco, ma se la pren-
dono principalmente cogli editori, poi cogli stampatori, il che assoggetta
gli autori al loro freno. D'altra parte la legge inglese con gravi misure
di prevenzione si assicura che il danno possa essere riparato o le pene
pecuniarie siano applicate. Difatti in Inghilterra più non esiste la cen-
sura, non vi ha alcun vincolo agli stampatori e ai librai, di patente, auto-
rizzazioni e simili. Ma chi vuol pubblicare un giornale deve farne di-
chiarazione al ministero dell'interno a Londra, all'ufficio per la stampa
nei distretti; e indicarne il titolo, il luogo della stampa, il proprietario
o i proprietari od azionisti, mancando alla quale, sono soggetti alla multa
di lire Italiane 1250. I proprietari del giornale debbono poi farsi gua-
rentire, per le multe nelle quali possono incorrere, e per le riparazioni
dei danni da due noti e solidi possidenti, di pagare, a Londra, fino a 10,000
lire itahane, nelle provincie 7,500; non che da altri due che attestino la loro
morahtà e solvibilità. Ed ogni numero che esca prima di tali guarentigie
dà luogo alla multa di 500 lire. La stampa inglese merita senza dubbio
le grandi lodi che le si tributano; ma ammettendo pienamente l'efficacia
su questi risultati della libertà, non che dei costumi e dei giurati che
le sono favorevoli, non sarebbe giusto dimenticare la parte che possono
avervi le vigorose repressioni della legge stessa, ed anche le accennate
minute prevenzioni.
6. In Francia, nella Dichiarazione dei diritti dell'uomo dei 26 ago-
sto 1789, e quindi nella costituzione del 179 1, sancendosi la libertà
della stampa, non si era dimenticato di parlare della sua responsabihtà.
L'art. XI difatti statuì: « La libera comunicazione dei pensieri e delle
opinioni è uno dei diritti più preziosi dell'uomo; ogni cittadino pug
200 GTTIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
dunque parlare, scrivere o stampare liberamente, salvo a rispondere del-
l'abuso di questa libertà nei casi determinati dalia legs:e. » E sotto il
titolo I, contenente le disposizioni fondamentali guarentite da essa co-
stituzione, si aggiunse: « La costituzione guarentisce.. .. la libertà ad
ogni uomo di parlare, di scrivere, di stampare e pubblicare i suoi pen-
sieri, senza che i suoi scritti possano essere soggetti ad alcuna censura
né ispezione prima della loro pubblicazione. »
Ma, come è ben noto, in Francia si va facilmente agli eccessi e
alle reazioni. Durante la Rivoluzione, prima ancora della costituzione
del 1791, la libertà della stampa essendo di fatto illimitatissima, un de-
creto dell'Assemblea costituente, ai 31 luglio 1790, ingiunse al potere
esecutivo di far tradurre in giudizio, come colpevoli del crimine di lesa
nazione: « tutti gli autori, stampatori o venditori ambulanti di scritti
eccitanti il popolo all'insurrezione contro la legge, allo spargimento di
sangue e al rovesciamento della costituzione: tutti gli autori o distribu-
tori di scritti invitanti i principi stranieri a invadere il territorio fran-
cese ».
Similmente la costituzione democratica dei 24 giugno 1793 pro-
clamò la libertà della stampa; però il decreto del 29 marzo dello stesso
anno aveva statuito: « Art. 2°. Chiunque avrà composto o stampato
degli scritti che provochino allo scioglimento della rappresentanza na-
zionale, al ristabilimento della monarchia o di ogni altro potere atten-
tante alla sovranità del popolo, sarà tradotto davanti al Tribunale straor-
dinario e punito di morte. » Del pari quella del 1795 confermò la li-
bertà della stampa, art. ^^y^ e la legge del 27 germile anno IV (lé
aprile 1796) art. i.° statui: « Sono colpevoli di crimine contro la si-
curezza interna della repubblica e contro la sicurezza individuale dei cit-
tadini, e saranno puniti di morte tutti quelli che pei loro discorsi,
pei loro scritti stampati, sia distribuiti, sia affissi, provochino lo sciogli-
mento dell'Assemblea nazionale, o quella del direttorio esecutivo, o l'as-
sassinio di tutti o di alcuno dei membri che lo compongono, o il ri-
stabilimento della monarchia, o quello della costituzione del 1793 o
del 1791 o di ogni altra diversa dalla costituzione dell'anno III (!) ac-
cettata dal prpolo francese, o l'invasione delle proprietà pubbliche, o il
saccheggio o la divisione delle proprietà particolari, sotto nome di legge
agraria, o in altra maniera. » Solo in caso di circostanze attenuanti,
alla morte si sostituiva la deportazione. S'impose ancora agli autori degli
articoli nei giornali la pubblicazione dei loro nomi.
Curiosi quei repubblicani! Punivano di morte quei che volevano
una costituzione diversa dalla loro, fossero pur quelle cosi vantate del 1791
e del 1793! Inutile parlare per mmuto del ferreo redime di Napoleone.
Ci basti ricordare che la sua costituzione consolare tacque della libertà
della stampa, e che il celebre decreto consolare dei 17 gennaio 1800
(27 nevoso, anno Vili), il quale durò fino al 1814, assoggettò tutti i
giornali politici all'autorizzazione preventiva; e commise al prefetto di
polizia di sopprimere tutti i giornali, i quali inserissero articoli contrari
« al rispetto dovuto al patto sociale, alla sovranità del popolo ed alla
gloria delle armate, e che pubblicassero delle invettive coatro i governi
LA LIBERTI' DI STAIMPÀ. 20 1
e le nazioni amiche o alleate della repubblica ». Quei bavagli non val-
sero tuttavia a salvare la Convenzione, non il Direttorio, non il Con-
solato e l'Impero.
Caduto Napoleone si seguitò in Francia a mutare e rimutare il re-
gime della stampa. Dal 1814 al 1819 vi si sono contate ben diciotto
leggi in proposito. Nella Carta del 18 14 (art. 8) si era ripetuta la ce-
lebre dichiarazione dei diritti dell'uomo : « I francesi han diritto di pub-
blicare e di stampare le loro opinioni, purché si conformino alle leggi
che devono reprimere gli abusi di questa libertà. » Ma la legge dei 21
ottobre dello stesso anno, prorogata a'28 febbraio e ai 30 settembre 1817,
ordinò che i giornali non potessero comparire che coli'autorizzazione del
Re; e gli scritti di meno di 20 fogli di stampa vennero assoggettati
alla censura preventiva, gU stampatori e i librai obbligati a regia patente,
a giuramento e a rigorose disposizioni di polizia. La censura e l'auto-
rizzazione preventiva dei giornali vennero abolite ai 9 giugno 18 19 dalla
terza delle leggi De Serre, tanto lodate dal Rossi (i); le quali si accon-
tentarono invece della cauzione e del bollo, e della responsabilità col-
lettiva degli autori e dei proprietari o editori davanti ai giurati. Ma indi
a poco, avvenuto il tristo caso dell'assassinio del duca di Berry, nel 1820,
si ristabilirono ai 31 marzo la censura e l'autorizzazione preventiva:
legge di reazione che l'anno appresso (luglio 1821) venne prorogata a
tempo indeterminato. Non contenti di ciò si ebbe l'anno seguente l'altra
famosa legge sulla stampa del marzo 1822, il cui art. 3, vero oltraggio
ai progressi del diritto penale sui criteri dell'imputabilità, creava un
nuovo delitto nella stampa, il delitto di tendenza: « Nei casi in cui
l'esprit di un giornale o scritto periodico, risultante da una successione
di articoli, sia di natura da attentare alla pace pubblica, al rispetto do-
vuto alla religione dello Stato, ed alle altre religioni legalm.ente ricono-
sciute in Francia, all'autorità del Re, alla stabilità delle istituzioni costi-
tuzionali, delle rendite dei demanii nazionali, ed al tranquillo possesso
di questi beni; le Corti reah, nella cui giurisdizione essi siano stabiliti,
potranno in udienza solenne a camere riunite, e dopo avere inteso il
procuratore generale o le parti, pronunciare la sospensione del giornale
o scritto periodico, per un tempo determinato, che non potrà eccedere
un mese la prima volta, e tre mesi la seconda. Dopo queste due so-
spensioni e nel caso di recidiva potrà essere ordinata la sospensione
definitiva. »
Il sistema venne rafforzato dall'obbligo deh'autorizzazione preven-
tiva imposta ai giornali, dalla facoltà data al governo di ristabilire la
censura nell'intervallo delle sessioni, e dalla sottrazione ai giurati dei
giudizi sui reati di stanpa. Fu una meteora la legge più liberale del mi-
nistero Martignac del 18 luglio 1828, che, abolendo di nuovo la censura
(i) Je ne veux pas dire que toutes Ics dispositions des trois lois de 1819 fussent
à l'abri de toute reproche; mais il n'est pas moins vrai que le systeme de ces trois
lois prises daus leur ensemble est un beau monument legislatif sur cette maticre, un
monument d'autant plus remarquable que, pour la première fois depuis trente ans
qu'on promettait à la France la liberté de la presse, c'est alors qu'on se trouva théo-
riquement et pratiqueraent sur le vrai terrain des principes. Lee. LV,
202 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
e l'autorizzazione preventiva dei giornali, si contentava delle cauzioni e
dei gerenti responsabili. Carlo X stanco dei freni costituzionali volle
farne senza, e tentò tagliare i nodi colle famose ordinanze di luglio.
Parigi raccolse il guanto di sfida, e precipitò i Borboni.
La nuova costituzione del i8jo sancì alla sua volta nell'art. 7: « I
Francesi hanno il diritto di pubblicare e di far stampare le loro opinioni
conformandosi alle leggi. La censura non potrà essere mai ristabilita. »
Ma non perciò la Francia, né sotto la monarchia di luglio, né sotto la
repubblica del 1848, né sotto il secondo Impero, né sotto la repubblica
presente, é riuscita a ordinare stabilmente e convenientemente la libertà
della stampa. Leggi sono succedute a leggi; dal 1830 al 1835 soltanto
se ne_ ebbero sette od otto. Quest'ultima volle pei giornali quotidiani,
che si pubblicassero nei dipartimenti della Senna, della Senna e Oise,
della Senna e Marna, la cauzione di 100,000 franchi, di 75,000 per
quelli che uscissero due volte la settimana, di 50,000 pei settimanali.
La rivoluzione del 1848 recò la libertà illimitata della stampa, ma
avvenute le giornate di maggio e giugno, si ebbero successivamente,' ai
^ agosto 1848, ai 27 luglio 1849, al 16 giugno 1850, parecchie nuove
leggi colle quali si aggravavano le pene per gli accresciuti reati di stampa,
si ristabilirono le cauzioni ed il bollo, s'impose la firma degli articoli.
Quindi il famoso decreto organico sulla stampa di Napoleone II! dei
17 febbraio 1852, col quale si assoggettarono alla licenza i tipografi, i
librai, gli editori e rivenditori, licenze soggette a revocazione; si assog-
gettarono i giornali politici e sociali ad autorizzazione preventiva, al
bollo ed alle cauzioni, si vietavano le collette per rifarsi delle condanne :
si rendevano i reati di stampa giudicabili non dai giurati ma dai tribu-
nali correzionali, si obbligavano gli scrittori alla firma degli articoli, e
si dava al governo il diritto di ammonire, sospendere e sopprimere i
giornali amministrativamente.
Ma anche sotto l'Impero quel sistema di compressione non potè
durare, e una nuova legge, quella degli 11 maggio 1868 aboliva l'ob-
bligo delle autorizzazioni preventive, non che il diritto di sospensione
e sopprebsione dei giornali altrimenti che per condanne giudiziarie; man-
teneva però le cauzioni, il bollo, il divieto di attaccare la vita privata,
l'obbligo di firmare gli articoli. La nuova repubblica nei dipartimenti
soggetti lungamente allo stato di assedio, segnatamente in Parigi, ritor-
nava ai vecchi mezzi dell'Impero; e quando abolì lo stato di assedio
non si accontentava della legge del 1868, ma con altra legge dei 3 gen-
naio 1876 sottraeva al giudizio dei giurati, fra gli altri casi, quelli di
diffamazione, di oltraggio e d'ingiuria pubblica contro ogni persona
ed ogni autorità costituita, le offese contro il Presidente della repubblica,
le Camere, i sovrani o 1 capi dei governi stranieri, i delitti di pubbli-
cazione o riproduzione di notizie false, di documenti foggiati o falsificati
o bugiardamente attribuiti a terzi, di provocazione a commetter delitti,
di apologia di fatti qualificati dalla legge crimini o delitti, o di grida
sediziose proferite pubblicamente, di delitti contro i buoni costumi.
In conclusione la Francia dal 1789 in poi, come in altre parti del
viver libero, non ha saputo finora appagarsi di alcuna legge sulla stampa;
LA LIBERTÀ DI STAMPA. 203
ha tentato tutti i sistemi a vicenda, non è riuscita in nessuno; è stata ed
è sempre travagliata da quella sua infermità di non saper tollerare i
freni e di non sapere usare della libertà, intesa finora sempre dai suoi
varii discordi elementi come un arnese diretto ad abbattere il governo.
7. Fra le costituzioni dei popoli più liberi, meglio ordinati, notiamo
la belga, la quale nell'art. i8 ha sancito: « La stampa è libera, la cen-
sura non potrà esser mai ristabilita; non potrà chiedersi alcuna cauzione
dagli scrittori, editori o stampatori, — Quando l'autore è conosciuto e
domiciliato nel Belgio, l'editore, lo stampatore o il distributore non pos-
sono essere soggetti a persecuzione. » Sulla quale ultima parte dell'ar-
ticolo il Thonisseu osserva che « questa disposizione costituisce una
deroga formale ai principii essenziali del diritto penale; in virtù dei
quah tutti quei che hanno scientemente aiutato o assistito l'autore di
un crimine o di un delitto, nei fatti che lo hanno preparato, facilitato
o consumato, sono considerati come complici e in tale qualità passibili
d'una pena criminale » (i). Si tratta insomma di un vero privilegio,
noi lo discuteremo più innanzi, in favore della libertà della stampa, e
in particolare degli editori e degli stampatori, senza dei quali non po-
trebbe appunto aver luogo il reato stesso di stampa.
In Germania fino alla metà del presente secolo signoreggiava sulla
stampa il sistema proibitivo o preventivo (2). La nuova legge dei 7
maggio 1874 ha finalmente adottato per tutti gli Stati dell'Impero il si-
stema repressivo dei popoli civili odierni (3), Sono scomparse le cen-
sure, le autorizzazioni preventive o concessioni governative, il bollo, le
cauzioni. La legge però impone che ogni stampato pirti l'indicazione
del nome e della dimora dello stampatore, dell'editore (Verleger) e del
pubblicatore (Herausgeber); i periodici debbono portare in ogni numero
il nome del redattore responsabile. L'editore di ogni stampato o perio-
dico deve inoltre presentarne, al momento della distribuzione, un esem-
plare alla polizia locale. La legge ammette dei casi nei quali gli stam-
pati possono essere sequestrati fuori dell'azione dell'autorità giudiziaria.
Il cancelliere dell'Impero, in tempo di guerra o di pericolo di guerra,
ha diritto di vietare, per pubblio avviso, ogni pubblicazione sui movi-
menti delle truppe o dei mezzi di difesa; la legge vieta ancora ai gior-
nali i pubblici appelli per sottoscrizioni a pagamento di ammende o spese
incorse a motivo di azioni dehttuose. La responsabilità per reati di
stampa (art, 20J è determinata dalle leggi penali ordinarie; e se si tratta
di stampati periodici ne è punibile il redattore responsabile come autore
del delitto, salvo che la presunzione che egli ne sia l'autore non sia di-
strutta da circostanze particolari. Esso redattore responsabile però, non
che l'editore, lo stampatore e il propagatore, quando non debbono esser
puniti come autori o complici in virtù del citato art. 20, sono punibili
con ammenda o detenzione in ragione della loro negligenza.
(i) Thonisseu. La Constilution belge. Comm. all'art. 18, n. 109.
(2) Meyer. Lehrbuch des deutschen Staatsrechts, Leipzig, 1878, § 221.
(3) Annuaire cit., voi. IV, p. 76. Ne ha fatto un ampio e pregiatissimo commento
il Berner nel suo Lehrbuch des deutschen Pressrechts, Leipzig, 1876.
204 GITIDA DELLA STAMPA. PERIODICA ITALIANA.
La costituzione svizzera dei 29 maggio 1874 con molto senno pra-
tico ha sancito nel suo art. 55: « La libertà della stampa è guarentita.
Tuttavia le leggi cantonali statuiscono i provvedimenti necessari! alla
repressione degli abusi; queste leggi sono sottoposte all'approvazione
del Consiglio federale. La Confederazione può statuire delle pene per
reprimere gli abusi diretti contro di essa e le sue autorità. « Cosi il
codice penale di Zurigo punisce in primo luogo l'autore, poi l'editore,
il pubblicatore e lo stampatore; e inoltre regola il sequestro preventivo
degli stampati, considerati come punibili, da parte della polizia giudi-
ziaria (i): sequestro preventivo, ammesso in quasi tutte le leggi sulla
stampa della Svizzera, siccome derivante dalla essenza della polizia giu-
diziaria e del diritto dello Stato d'intervenire a tempo contro il de-
litto (2).
8. La legislazione italiana è delle più larghe, non è meno liberale della
inglese, della belga e delle svizzere, non parliamo della repubblica fran-
cese, o della imperiale germanica, paesi inferiori a noi in libertà effet-
tiva. Giova riassumerla innanzi di esaminare le gravi questioni costitu-
zionali che essa solleva.
Il nostro Statuto non ha altro sulla stampa che l'art. 28 : « La
stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli abusi. — Tuttavia le
Bibbie, i catechismi, i libri liturgici e di preghiere non potranno essere
stampati senza il preventivo permesso del Vescovo. »
Il complesso della nostra legislazione sulla stampa consiste, nello
Editto dei 26 marzo 1848, opera principalmente di Sclopis, allora Guar-
dasigilli, che aveva dinanzi le leggi francesi, ma seppe affrancarsi delle
loro paure e infedeltà agli accolti principii; nelle leggi modificatrici dei
26 febbraio 1852 e dei 20 giugno 1858; in alcuni articoli del codice
(i) Art. 222. I fatti punibili commessi con la stampa soggiacciono alle dispo-
sizioni penali stabilite pel reato relativo, salvo le regole seguenti :
Alt. 223. « Di tali fatti è responsabile delle spese del processo l'autore imme-
diato all'opera stampata. Ma se la pubblicazione o diffusione hanno avuto luogo a
insaputa di lui e senza suo volere, oppure se egli non può essere scoperto e tratto
innanzi ai tribunali di Zurigo, deve risponderne l'editore ; in suo difetto il pubblicatore.
e se anche questi non può essere chiamato in giudizio innanzi ai tribunali, Io stam-
patore.
Art. 224. Sono sussidiariamente responsabili delle spese del processo e dell' in-
dennizzo, che non possono rifondersi del condannato, le persone indicate, e nell'ordine
stabilito coU'art. 223. Chiunque le paga ha il regresso contro il suo precedente ga-
rante obbligato.
Art. 225. Queste disposizioni valgono anche nei reati commessi mediante incisioni
in rame o in acciaio, pietra litografica, intagHo in legno, fotografia, e simiH mezzi di
riproduzione.
Art. 226. Ogni opera a stampa edita nel cantone di Zurigo deve portare il nome
dello stampatore. La trasgressione di questa disposizione è punita colla multa di polizia
fino a 500 franchi.
Art. 227. Q.uando vengono commessi reati, sia mediante la stampa, sia mediante
i mezzi di riproduzione indicati nell'art. 225, ovvero quando non è stata eseguita la
prescrizione dell'art. 226 sull'edizione dell'opera stampata, può essere ordinato il se-
questro preventivo dell'opera,. .. ed ingiunta in sentenza la soppressione degh esemplari
ancora esistenti ».
(2) Bluraer, Handbuch des Schuveizerischen Bundesstaatsrechtes. Basel, 1877.
Volume I,'
LA LIBERTÀ DI STAMPA. 205
penale del 1859, quali il 103 e 104 che concernono la complicità, gli
art, 268 e 270 che concernono i reati dei ministri religiosi, gli art. 468 a
473 concernenti le provocazioni a commettere reati, gli art. 570 a 586
che concernono le pene contro le diffamazioni, i libelli famosi o le ingiurie,
e l'art. 9 del codice di procedura penale che attribuisce ai giurati anche
il giudizio dei reati più gravi commessi col mezzo della stampa. La
legge delle prerogative della Santa Sede del 13 maggio 1871 ha infine
pareggiato le offese fatte mediante la stampa al Papa a quelle fatte al
Re, e le ha attribuite del pari alle Corti di Assise. Giova aggiungere
che allo editto sulla stampa del 1848 e alle leggi che l'hanno modifi-
cato corrispondono nelle provincie napoletane e siciliane i decreti luogo-
tenenziali del I e 17 dicembre 1860.
La nostra legge organica si può considerare come divisa in due
parti. Nella prima che, salvo alcune modificazioni, è ancora in vigore,
si tratta delle disposizioni generali e fondamentali sulla libertà, sulla
responsabilità, sui reati di stampa; nella seconda si tratta della proce-
dura giudiziaria, che è stata abrogata dal nuovo codice di procedura
penale e dalle nuove leggi sull'ordinamento dei giurati.
L'art. I comincia col dichiarare libera la manifestazione del pensiero
mediante la stampa ed ogni altro artificio meccanico atto a riprodurre
segni figurativi: litografia, incisioni e simili. Ognuna però di queste
manifestazioni deve indicare il luogo, l'officina e l'anno dell'impressione,
non che il nome dello stampatore. Sono esenti dalla sottoscrizione l'edi-
tore e l'autore. Mancando lo stampatore all'accennata prescrizione è sog-
getto alla multa da 100 a 300 lire (art. 3).
Oltracciò la legge ha ordinato una certa polizia sulla stampa. Non
vi ha alcuna censura, ma lo stampatore (non parliamo ora delle dispo-
sizioni speciali sulle pubblicazioni periodiche) deve presentare la prima
copia di ogni suo stampato alla procura generale o reale, ovvero alla
pretura locale, sotto pena di multa fino a L. 300; e nel termine di dieci
giorni deve presentarne altre due, agli archivii di Corte cui per dispo-
sizione del Governo è stata sostituita la biblioteca nazionale, ed alla
biblioteca dell'Università della circoscrizione, sotto ammenda di 50 lire
(art. 7 e 8), La nostra legislazione ha rispettato inoltre la libertà della
stampa, astenendosi dallo assoggettare l'industria tipografica a quelle
cautele preventive, nei cui eccessi si è tanto segnalata la Francia. Da
noi su questo riguardo la legge sulla stampa si rimette alle leggi speciali
in argomento, ma non vi ha altro in proposito che gli articoli 5 1 a 56 della
legge sulla pubblica sicurezza, e l'art. 67 del Regolamento corrispondente,
semplicissimi. Per essi non occorre altro per l'esercizio della industria
tipografica che una dichiarazione all'autorità locale di sicurezza. Soltanto
lo smercio delle sentenze e degli atti di procedura criminale per le vie
è subordinato all'autorizzazione del Pubblico Ministero, e i pubbhci
affissi sulle vie, salvo i commerciali, han d' uopo della licenza dell' au-
torità di sicurezza pubblica.
La legge (art. 9, io e 11) vieta la riproduzione degli scritti con-
dannati, del nome dei giurati di una causa, di voti individuali dei giudici ;
delle discussioni segrete del Senato, della Camera dei deputati, e dei
tribunali.
206 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
La legge sull'ordinamento dei giurati degli 8 maggio 1874 aveva
col suo art. 49 aggiunto la proibizione di pubblicare gli atti e i reso-
conti dei dibattimenti penali prima della sentenza; ma un tal divieto
venne abrogato dalla legge dei 6 maggio 1877.
Sono ancora considerati come reati di stampa, e quindi variamente
puniti, le provoca:;ioni mediante la stampa a commettere crimini, delitti
e contrav\enzioni, segnatamente i crimini contemplati negli articoli 153
e 154 del codice penale, cioè gli attentati contro il Re e la famiglia reale
(art. 14 dello Editto); a l'impugnare formalmente 1' inviolabilità della
persona del Re, l'ordine della successione al Trono, 1' autorità costitu-
zionale del Re e delle Camere » (art. 15); le contumelie, gli oltraggi,
le offese e l'eccitamento al disprezzo verso la religione dello Stato (ar-
ticolo 16 dell'Editto, 185 dei codice penale), la derisione e Toltraggio
verso gli altri culti permessi nello Stato (art. 18), le offese ai buoni
costumi (art. 17); le offese verso la persona del Re (art. 19), cui sono
state pareggiate dalla legge delle Guarentigie (art, 2) quelle verso la
persona del Papa; il far risalire al Re la responsabilità degli atti del
Governo (art. 20); gli oltraggi al Senato o alla Camera dei deputati
(art. 21), che però a torto han d'uopo della loro istanza; Vntto di ade-
sione puhblicanunte ad altra forma di Governo, la manifestazione di voti
o le minaccie di distruzione dell'ordine monarchico costituzionale (ar-
ticolo 22); il compromettere colla divulg;zione dei segreti di Stato la
sicurezza esterna dello Stato, e il giovamento diretto ai suoi nemici
(art. 23); «qualunque offesa contro l'inviolabilità del diritto di pro-
prietà, la santità del giuramento, il rispetto dovuto alle leggi, ogni apo-
logia di fatti qualifi.ati crimini o delitti dalla legge penale, ogni pro-
vocazione all'odio fra le varie 'condizioni sociali e contro l'ordinamento
della famiglia » (art. 24). La legge del 1858 a questo proposito punì
più gravemente l'apologia dell'assassinio politico « sia che venga espres-
samente approvato, sia che si cerchi soltanto di giustificarlo ». L'art. 25
punisce le offese contro i sovrani o i capi dei governi stranieri e i loro
inviati diplomatici.
Sono ancora punite le offese contro gli ufficiali pubblici (art. i^iy,
le diffamazioni e i libelli famosi contro i privati, gli scritti importanti
fatti determinati che offendono l'onore, la riputazione altrui, e che li
esporrebbero all'odio e al disprezzo (art. 570 e seguenti del codice pe-
nale). « Nei casi di offesa contro i depositari! od agenti dell'autorità
pubblica per fatti relativi all'esercizio delle loro funzioni, l'autore della
stampa incriminata sarà ammesso a somministrare la prova dei fatti da
esso imputati » (art. 29).
Sono libere da imputazione le pubblicazioni dei discorsi od atti
delle due Camere e degli scritti avanti ai tribunali.
Il carcere per reati di stampa deve essere-*distinto da quello sta-
biUto pei delinquenti di reati comuni (art. 34).
Speciali disposizioni reggono le pubblicazioni periodiche. Ogni cit-
tadino maggiore d'età, ogni società o corpo morale può pubblicare uno
scritto periodico (art. 35), purché presenti al Ministero dell'Interno prima
della pubblicazione una dichiarazione in iscritto, documentata, da cui
LA LIBERTÀ DI STAMPA. 207
risultino le condizioni dell'articolo precedente, la natura della pubblica-
zione, il nome della tipografia, il nome e la dimora del gerente respon-
sabile, indispensabile ad ogni giornale (art. ^6 e 37). Mancando im-
provvisamente il gerente, si deve provvisoriamente presentare all'autorità
locale come responsabile un redattore.
Il gerente deve sottoscrivere la minuta del primo esemplare di ciò
che sarà stampato, ed ogni copia dovrà riprodurla, e al momento della
pubblicazione presentare la minuta alla procura. Il gerente è obbligato,
non più tardi della seconda pubblicazione successiva al secondo giorno
del ricevimento, d' inserire le risposte delle persone indicate o nominate,
che non oltrepassino il doppio dello articolo che li concerne; deve pub-
blicare (a pagamento però) le comunicazioni o rettificazioni del Governo
e delle autorità costituite, le sentenze di condanna contro di loro.
Il Procuratore Generale, ii Procuratore del Re e i Pretori, hanno
rispettivamente il diritto di ordinare il sequestro preventivo degli stam-
pati contrarli alla legge sulla stampa, salvo a promuovere fra 24 ore
il procedimento opportuno (art- 52).
Il punto importantissimo della competenza è cosi regolato. I reati più
gravi e d'indole politica, contemplati negli accennati articoli 14 a 24(1)
dell'editto sulla stampa, e nell'art. 2 della legge sulle Guarentigie (2),
i reati cioè contro la sicurezza interna od esterna dello Stato, contro
il Re, il Papa, le Camere, la religione, i buoni costumi, la costituzione
politica e sociale sono attribuiti alle Corti di Assisie: gli altri reati, se-
gnatamente quelli contro i privati, e anche quelli contro i depositarli
della pubblica autorità, come tali, spettano ai Tribunali civili e corre-
zionali. A questi spettano ancora i giudizii nei casi di offese contro i
Sovrani, o i capi dei governi stranieri, in virtù della legge del 26 feb-
braio 1852, fatta approvare da Cavour per motivi prlitici di riguardo
verso la Francia, offesa dagli eccessi dei giornali in odio ai fatti del 185 1,
ampiamente da lui svolti nel suo discorso dei 5 gennaio di quell'anno
alla Camera dei deputati (3).
(i) Gli articoli 16 e 18 sono stati aggiunti alla competenza dei giurati dall'art 9
del Codice di procedura penale.
(2) Giova averne presente il testo: « L'attentato contro la persona del Sommo
Pontefice e la provocazione a commetterlo sono punibili colle stesse pene stabilite
per l'attentato e per la provocazione a commetterlo contro la persona del Re. — Le
offese e le ingiurie pubbliche, commesse direttamente contro la persona del Pontefice
con discorsi, con fatti o coi mezzi indicati nell'art. 1.° della legge sulla srampa, sono
puniti colle pene stabilite all'art. 19 della legge stessa. — I detti articoli sono di azione
pubblica e di competenza della Corte di Assisie. — La discussione sulle materie religiose
é pienamente libera. »
(3) « Non sarò, fra le altre cose egli disse, tacciato di esagerazione, se aff'ermo
che quando la stampa di uno Stato insulta di continuo i capi degli esteri governi,
crea in questi un sentimento di malevolenza rispetto alla nazione dove tali scritti sono
divulgati. Nelle presenti condizioni di Europa noi non abbiamo soltanto relazioni di-
plomatiche coi nostri vicini, ma trattiamo ogni giorno con essi un' infinità d'interessi
privati. Un grande numero di nostri concittadini abita nei vicini paesi. In Francia
hannovi forse un cinquanta o sessanta mila dei nostri connazionali, i quali hanno
un' infinità d' interessi, ed hanno bisogno d' invocare ad ogni piò sospinto l' intervento
del proprio Governo presso quello dello Stato in cui hanno fermato la propria dimora.
Ora se la stampa giunge a creare un sistema di animosità contro di noi, non credete
208 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Di somma importanza sono in particolare i due articoli che con-
cernono la responsabilità. L'art. 4 statuisce: « Le azioni penali stabilite
dal presente Editto, salvo le eccezioni per le pnhblicn^ìoni periodiche^ sa-
ranno esercitate in primo luogo contro l'autore, secondo contro l'editore,
se l'uno o l'altro siano sottoscritti od altrimenti conosciuti, e finalmente
contro lo stampatore, in modo che l'uno sia sempre tenuto in sussidio
dell'altro. » L'art. 47 invece, nel capo delle pubblicazioni periodiche, ha
sancito: « Tutte le sanzioni penali, portate da questo capo, sono appli-
cabili ai gerenti dei giornali e agli autori che avranno sottoscritti gli
articoli in essi giornali inseriti. — La condanna pronunciata contro l'au-
tore sarà pure estesa contro il gerente, che verrà sempre considerato
come complice dei delitti e contravvenzioni commesse con pubblicazioni
fatte nel suo giornale. »
In altri termini, nei reati commessi mediante la stampa non pe-
riodica, la responsabilità è senza alcun dubbio tutta dell'autore in primo
luogo, e in secondo dell'editore, quando siano sottoscritti o noti altri-
menti; lo stampatore non viene che in terzo luogo, e in via sus-
sidiaria; salvo che, avendo operato scientemente, non abbia a conside-
rarsi come complice secondo il diritto comune sulla complicità. La
questione gravissima è sulla stampa periodica, se si possano imputare
coraulativamante, il gerente responsabile che per legge esplicita lo è
sempre, e gli autori non sottoscritti, ma altrimenti conosciuti; in altri
termini se l'art. 47 renda nella stampa periodica inapplicabile l'art. 4.°
o pur no.
La dottrina e la giurisprudenza si sono divise in proposito. Gli uni
hanno negato e negano la responsabilità dell'autore non sottoscritto, ar-
gomentando dal principio dirigente della nostra legge, la libertà della
stampa periodica, e di non sottoscrizione; dalla lettera dell'articolo che
eccettua dalla responsabilità, successivamente, dell'autore, dell'editore e
dello stampatore, le pubblicazioni periodiche, rette invece dall'art. 47,
il quale non chiama responsabile che il gerente, e, solo quando fosse
sottoscritto, l'autore (i).
Gli altri in contrario osservano che l'art. 47, rettamente letto e in-
terpretato, si riferisce alle contravvenzioni, alle disposizioni della legge
sulla stampa ordinata nel capo Vili, non già alla responsabilità dei reati
di stampa in genere, regolata sempre dall'art. 4.° che è sotto il capo
delle disposizioni generali; in altri termini, se trattasi di contravvenzioni
speciah al capo Vili sono responsabili, conforme all'art. 47, i gerenti e
gli autori che si sieno sottoscritti; ma se trattasi di reati propri dello
scritto si applicano i principii generali o di diritto comune sulla stampa
contenuti nell'art, 4.
voi che renderà molto più difficile l' intervento che il nostro Governo è chiamato ad
esercitare ogni giorno nell'interesse dei nostri concittadini? Credete voi che il nostro
ambasciatore possa compiere facilmente il suo mandato, quando deve presentarsi nei
ministeri per parlare in favore di qualunque connazionale, se trova sullo scrittoio dei
ministri la Maga od il Fischietto? »
(i) Corte di appello di Roma, 27 febbraio 1877; Foro ital. 1877, II, 142. —
Corte di appello di Genova, dei 21 dicembre 1853; Giurisp. italiana 1853, p. II, 802.
LA LIBERTÀ DI STàMPA. 209
Difatti il Pisanelli nella riproduzione riveduta della legge, da lui
fatta sanzionare a Napoli dal luogotenente del Re nel 1860 per le pro-
vince meridionali, scrisse esplicitamente nell'art. 48 : « Tutte le dispo-
sizioni penali sanzionate da questa legge sono applicabili ai gerenti dei
giornali e scritti periodici, e agli autori e compilatori degli articoli in
essi giornali periodici inseriti, sia che li abbiano sottoscritti, sia che ve-
nissero ad essere altrimenti conosciuti. »
Non si deve dimenticare che lo stesso legislatore ha scritto nel
preambolo della legge: « Abbiamo voluto che il sistema di repressione
in essa legge contenuto, si conformasse quanto più fosse possibile alle
disposizioni del vigente nostro codice penale, evitando così la non ne-
cessaria deviazione dalla legge comune. » Non bisogna inoltre dimen-
ticare che l'interpretazione contraria renderebbe legale l'assurdità morale
di punire esclusivamente il gerente, che è un reo fittizio, e gli autori
sottoscritti, e lasciare impuniti i veri rei, e quelli meno meritevoli di
assoluzione, gli autori non sottoscritti; tanto più che il nostro codice
penale (art. 570 e seg.) punisce gli autori della diffamazione anche col
mei:(o della stampa, e se contentandosi del solo gerente responsabile, non
s'investigassero e punissero gli autori, quegli articoli resterebbero lettera
morta. La maggioranza della nostra magistratura ha accolto queste ra-
gioni (i), e noi siamo dello stesso avviso. Con simili principii si è de-
ciso ancora che il direttore, il quale non è contemplato affatto dalla
legge, non sia responsabile degli articoli del giornale da lui diretto, se
non quando si pruova avere agito con dolo secondo il diritto comune
sulla complicità (2); e che degli articoli firmati Li Direzione, siano re-
sponsabili tutti i suoi membri, secondo il diritto comune sui reati cui
abbiano concorso più persone, salvo pruove di non avere preso parte
al reato (3).
9. Se noi ora vogliamo formarci un concetto complessivo di questa
nostra legislazione, possiamo dire che bisogna distinguere due categorie
di manifestazioni del pensiero mediante la stampa e suoi equivalenti, le
pubbhcazioni non periodiche e le periodiche. Amendue non sono sog-
gette ai mezzi preventivi della censura, a nessuna autorizzazione, o sot-
toscrizione di autori od editori, nemmeno a tasse speciali di bollo ed a
cauzioni, ammesse da molte legislazioni di popoli liberi. Vi ha soltanto
una certa polizia della stampa, consistente nell'obbligo delle indicazioni
(i) Cassazione di Torino, 28 gennaio 1875; Giur. Ital. 1875, p. I, sez. i.', 204. —
Cassazione di Torino, 7 aprile 1869; Annali di Giuris. 1869, pi, sez II, 42 — Cas-
sazione di Milano, 19 febbraio 1802; Giuris. Ita!. 1862: p. I. 229. — Cassazione di Fi-
renze, 29 gennaio 1873 ; Giuris. Ital. 1873, p. I, 85. — Cassazione di Torino 4 gen-
naio 1854; Giuris. Ital. 1854, p. I, 24. — Cassazione di Torino, 21 aprile 1876;
Foro ital. 1876, p. II, 264. — Corte di Appello di Venezia, 15 novembre 1877; Foro
ital. 1878, II, 48. — Corte di appello di Parma, 24 maggio 1872; Giur. ital. 1872,
p. II, 331. — Cassazione di Torino, 17 luglio 1857; Giuris. ital. 1857, p. I, 757. —
Raccolta di Leggi speciali di Pacifici Mazzoni. V. I. Commento dei Clavarino alla legge
sulla stampa, art. 47.
(2) Cassazione di Torino, 21 aprile 1876; Foro ital. 1876; II 264 — Tribunale
di Cagliari, 1872; La Legge 1873, p. I, 334.
(3) Cassazione di Torino, 28 giugno 1853; Giuris. ital, 1854, p. I, 559.
N. Bernardini — Guida della Stampa periodica italiana — 14.
210 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
sullo Stampato del luogo, dell'oflScina, dell'anno della impressione, del
nome dello stampatore, delle semplici dichiarazioni occorrenti per l'e-
sercizio dell'arte tipografica; della presentazione delle prime copie degli
stampati, e per le pubblicazioni periodiche, previa la presentazione di un
gerente responsabile.
Propriamente si affida al sistema repressivo. La legge, traccia ceni
limiti al diritto di libera stampa, a tutela del diritto pubblico e privato:
determina una responsabilità, crea per le pubblicazioni periodiche un ge-
rente risponsabile; dà al Pubblico Ministero diritto di sequestro degli
scritti incriminati, commina delle pene ai varii violatori del diritto.
Le pene sono miti. I giudizii, nei casi più gravi e in quelli d'in-
dole politica, han luogo mediante i giurati.
Infine, né la legge sulla stampa, né il codice penale dispone:ono cosa
alcuna sulla pubblicazione delle Bibbie e dei libri liturgici dell'art. 28
dello Statuto.
Lasciando stare le minute questioni di applicazioni od interpretazione,
e di ordine meramente di diritto e di procedura penale, tutto ciò solleva
parecchie gravi questioni di diritto costituzionale:
Può ammettersi la libertà della stampa assolutamente, senza censura
e senza autorizzazioni di giornali ?
Sono contrari alla libertà della stampa i mezzi di prevenz'one, ve
ne ha di ammissibili e quali ?
Lo sono il bollo, le cauzioni e l'obbligo di firmare gli articoli?
Sono contrarli al diritto altri mezzi amministrativi, quali le ammo-
nizioni, le sospensioni e le soppressioni, i sequestri preventivi ?
In che consiste il sistema repressivo ?
Chi deve esser tenuto a rispondere dei reati di stampa ?
Si può giustificare l'istituzione, nelle pubblicazioni periodiche, del
gerente responsabile ?
Quid del giudizio dei reati di stampa mediante i giurati ?
Si può in qualche caso sospendere la libertà della stampa ?
Qual valore giuridico può avere presenti-mente in Italia il secondo
comma dell'art. 28 dello Statuto ?
10. La libertà della stampa, massime della periodica, é da tempo segno
d'inestinguibile odio e d'indomato amore. Coloro i quali non l'am-
mettono osservano che essa è stata ed é fonte di mali inestimabili. Vi
ha nella società civile alcuni principii che assolutamente debbono essere
sacri, al di fuori d'ogni discussione, sia nell'ordine morale, sia nel po-
litico e sociale; per esempio, Dio, l'immortalità dell'anima, il principio
di autorità, la costituzione politica, la proprietà, la santità della famigha.
La libera stampa vuol dire che é lecito ad ognuno di attaccare codeste
fondamenta della società ed eccitare gl'istinti più brutali e malvagi. Il
mondo è pieno d'inesperti, di cupidi, di tristi; e il male è per propria
natura di gran lunga più diffuso del bene, è eminentemente contagioso.
Vi ha un numero troppo grande d'uomini, su cui le declamazioni
contro Dio, contro l'ordine pohtico e sociale, hanno gran presa, e che
non leggono altro. I giornali sono specialmente pericolosissimi. Parlando
di tutto ciò che può soddisfare agli svariati gusti del pubblico, delle
LA LIBERTÀ DI STAMPA. 211
notizie politiche giornaliere dello Stato e del mondo intero, dando no-
tizie delle discussioni parlamentari e giudiziarie, dei fatti varii quotidiani,
di storia, di lettere, di arti; pubblicando matrimonii, morti, reati, suicidi,
annuncii commerciali, soddisfano la curiosità universale, anche la più
malsana; sbocconcellando il sapere, si adattano a tutte le iatelligenze, a
tutte le professioni; uscendo ogni giorno, periodicamente, diventano
un'abitudine, un bisogno della vita; e potendo battere ogni giorno so-
pra un chiodo, parlando, non al nome di un individuo, ma di un par-
tito politico, religioso, sociale, diventano una vera potenza. Non senza
ragione gl'Inglesi han chiamato così la stampa il quarto potere dello
Stato.
Il giornale a buon mercato, segnatamente, leggiero, pettegolo, pieno
di fatti varii e di allettamenti, penetra da per tutto, va per le mani di
tutti, insegna a tutti a non aver nulla di sacro e di fermo, demohsce
tutti.
Nessun principio morale o sociale, nessuna costituzione, nessuna
autorità o riputazione, può quindi resistere all'attacco di scrittori senza
vera dottrina, senza coscienza, che non possono non abbondare in
qualsiasi società, i quali ogni giorno avventino sofismi e dileggi contro
tutti e contro tutto, ed eccitino le passioni. E qui citano diversi governi
che sono stati demoliti dalla stampa anarchica, specialmente quelli della
Francia, al tempo della prima rivoluzione sul finire del secolo scorso,
al 1848, al 1869 e 70. Colla libertà della stampa è facilissimo ai cosi
detti briganti della penna di attentare, non solo all'autorità e ai gover-
nanti mettendoli ogni giorno in odio e in dileggio, alla costituzione,
alla reh'gione, alla proprietà, alla famiglia, ma anche di attentare all'o-
nore degl'individui, per vendetta, per lucro e per altra maligna passione.
Gh è vero che vi sono le leggi repressive, si dice, ma si potrà punire
quando il male è già fatto, quando l'animo altrui è corrotto, la ripu-
tazione altrui distrutta, il rispetto a ogni autorità perduto ? Non sarebbe
megho prevenire prima che il male sia fatto ? Si prevengono i mali de-
rivanti dalla fabbricazione o dalla vendita dei veleni materiali, perchè non
si prevengono quelli dei veleni morali ?
11. Senonchè si risponde che il pensiero dell'uomo è, dev'esser libero,
non solo in sé ma anche nelle sue manifestazioni. Si dice che vi ha
alcuni principii superiori inattaccabili. Quali ?
Nell'ordine scientifico nessuna dottrina può dirsi infallibile, perchè
la storia c'insegna che tutte le generazioni umane, tutti i grandi uomini
sono soggetti ad errare. Troppi principii reputati per secoli verissimi,
e non solo dai governi e dalle Chiese, ma da tutti, sono stati di poi
dimostrati falsi dal libero spirito dell'uomo: e malgrado le paure l'u-
manità lungi di averne alcun danno ne ha avuto il più gran beneficio.
Socrate fu stimato un corrompitore della gioventù e fu condannato a
bere la cicuta. Cristo alla croce, i primi cristiani vennero dati in preda
alle fiere, i liberi pensatori all'Inquisizione. In altri tempi erano consi-
derate universalmente erronee e sovversive la dottrina di Galileo sul moto
della terra, quella dei difensori della inviolabilità della hbera coscienza
umana. E si noti che parteciparono troppo spesso all'errore, professato
212 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
universalmente per vero, gli uomini più eminenti del tempo. Aristotile
difese la schiavitù, Platone il comunismo, i cristiani furono perseguitati
meno da uomini come Nerone o Caligola che da un Traiano e da un
Marco Aurelio. Chi ci assicura che ciò che noi reputiamo una verità
indispensabile non sia invece ancora un errore ? Ma ammettiamo pure che il
principio che si vorrebbe ritenere per vero lo sia effettivamente, la verità
risplende, penetra e si rafferma negli animi, più in seguito al contrasto
coi suoi oppositori, che coll'affermazione dogmatica.
Stuart Miil osservava a tal riguardo: « Se l'opinione è giusta si
priva l'umanità della possibilità di lasciare l'errore per la verità; se è
falsa, si perde un beneficio quasi grande altrettanto, la percezione più
chiara e l'impressione più viva della verità, prodotta dalla sua collisione
coU'errore » (i).
Ma ammesso ancora, l'eminente filosofo aggiungeva, che « l'opi-
nione ridotta al silenzio fosse un errore, essa può contenere, e ciò anzi
accade il più delle volte, una parte di vero; e poiché l'opinione generale
o dominante sopra qual si voglia argomento, di rado è, non mai è tutta
la verità, non si ha probabilità di conoscerla interamente, che per la
collisione colle opinioni avverse .... Ancora che la opinione ricevuta con-
tenesse la verità e tutta la verità, la si professerà come un pregiudizio,
senza comprendere o sentire i suoi principii razionali, se essa non può
essere discussa vigorosamente e lealmente. Il senso della dottrina mede-
sima corre rischio di essere perduto, indebolito o privato del suo effetto
vitale sul carattere o sulla condotta, perchè il dogma diventerà una sem-
plice formola inefficace pel bene, che ingombrerà il terreno, ed impedirà
il nascimento d'ogni convinzione fondata sulla ragione o sulla esperienza
personale » (2).
Ebbe ragione il Guizot una volta ad osservare che « non sono gli
uomini, i quali hanno inventato l'analogia del bene colla luce, del male
colle tenebre; questa idea comune a tutte le religioni è il simbolo della
prima delle verità ».
Adunque se noi consideriamo la libertà della stampa nella sua prima
forma, la libertà della discussione scientifica anche di quei principii ri-
tenuti superiori ad ogni contestazione, essa resiste a tutte le critiche,
ed è fonte del maggior bene, anzi la condizione indispensabile della co-
gnizione della verità e dell'altezza del pensiero degli individui come delle
nazioni. Non s'intenderebbe la libertà se non si avesse questa illimitata
libertà.
D'altra parte a chi confidare questo immane potere di limitare an-
ticipatamente la libertà di pubblicazione delle investigazioni dello spirito
umano ? Alle Chiese ? Ma esse sono per natura dommatiche; ciò che è
fuori della loro credenza è riputato errore e darebbe luogo, come nella
vecchia Atene, a Gerusalemme, nel mondo cattolico, anglicano, puritano
e ginevrino, alla più tirannica intolleranza. Ai Governi ? ma possono i
Governi, cioè i partiti politici in maggioranza, reputarsi nell'esclusivo
(i) Stuart Mill, Oa Liberty, C. I, p. 2.
(2) Id. C. II, p. 185.
LA LIBERTI DI STAMPA. ^13
possesso del vero ? Alla scienza ? ma i dotti sono esclusivi, e si creerebbe
il monopolio degli aristotelici a fronte dei platonici, degl' idealisti a fronte
dei positivisti, e simili.
La stampa dunque dev'essere assolutamente libera.
Le idee false non debbono essere soppresse, ma discusse; la verità
non potrà brillare che di una luce più rispledente e più feconda; non
debbono essere combattute colla forza ma con altre ragioni; parlando
allo spirito debbono essere combattute colle stesse armi dello spirito, il
ragionamento e la parola.
Ma si dice, quanto alla libertà della stampa politica, i Governi, l'or-
dine pubblico non possono resistere agli attacchi dei loro nemici, me-
diante la libera stampa giornaliera.
Errore. La storia c'insegna che un'infinità di governi son caduti
quando la stampa non solo non era libera, ma non era nemmeno stata
inventata. Chi ha fatto cadere, non parliamo dei tanti despoti d'Oriente,
i primi Re della Grecia e di Roma, chi ha prodotto le leggi agrarie,
chi ha imposto la Magna Carta a tanti Re d'Inghilterra, chi ha fatto
cadere gU Stuardi, Napoleone I, i Borboni di Francia e d'Italia, Isa-
bella II di Spagna ? La libera stampa ? Non la si aveva. Essa invece ha
reso e rende più saldo il governo inglese, lo svizzero, l'americano, il
belga, l'olandese, l'italiano presente, ecc. Per potere ammettere che essa
renda inevitabili le rivoluzioni, bisognerebbe provare che rivoluzioni
prima della stampa non ce ne fossero. Le rivoluzioni sono malattie for-
midabili che hanno molteplici cagioni; la stampa può aiutarle, coope-
rarvi, ma non le produce; anzi quando non è libera, le idee, i sentimenti
avversi esistenti non si sopprimono, dan luogo alla stampa clandestina
più pericolosa, per la maggior difficoltà di difendersene, e pel prestigio
di cui in mezzo alla universale servitù è circondata. La libertà della stampa,
se può esporre a vigorosi assalti, dà modo anche di avere gagliardi, onesti
ed autorevoli difensori. In ogni società, se vi hanno elementi anarchici
e dissolvitori, non possono mancare quelli dell'ordine e del diritto che è
la condizione naturale o normale delle società politiche, e la ragione non
può parlare invano alla mente e al cuore dei popoli.
Oltre a ciò la libera stampa, segnatamente la periodica, è realmente
una delle principali condizioni del Governo libero, come l'arma più ef-
ficace per l'individuo, le minoranze e la Società rispetto agli abusi dei
Governi; i quali tutti, non bastando i freni dei congegni dei meglio or-
dinati poteri pubblici, facilmente eccederebbero, per lo meno si addor-
menterebbero. Senza di essa i poteri pubblici vivrebbero isolati, né il
popolo potrebbe conoscere facilmente, e giornalmente e liberamente, i
fatti pubblici, le cose del Parlamento, le proposte di legge, gli errori e
gli abusi dei governanti, le idee dei ministri e dell'Opposizione, le ra-
gioni dei partiti; né il Parlamento, i ministri o il Governo, gli abusi
dei subordinati, le voci dell'opinione pubblica. Per la Hbera stampa anche
il cittadino non deputato né senatore e nemmeno elettore, tutti, quando
gli elettori ed il Parlamento stanno in riposo, possono partecipare, avere
azione sulla cosa pubblica, sindacare l'esecutivo, illuminare il legislativo.
Sopratutto forse la libera stampa è T inestimabile correttivo dell'onni-
214 GUIDA DELLA STAMPA PERIODIC(\. ITALIANA.
potenza parlamentare che cosi facilmente diviene prepotenza. Per essa
le minoranze non rappresentate o imperfettamente rappresentate nel Par-
lamet'to, impotenti davanti alle maggioranze governanti, possono fare
appello alla ragione pubblica, conquistare la pubblica opinione, frenare,
ravvivare e anche mutare Parlamento e Ministeri.
12. D'altra parte la libertà della stampa non vuol dire la sua irre-
sponsabilità; nessuna libertà si può intendere come non soggetta a
qualche legge o limite, non tenuta al rispetto del diritto altrui, e a quello
dello Stato medesimo. « La libertà illimitata della parola e della stampa,
bene osservava Chassan, cioè la facoltà di tutto dire e tutto pubblicare,
senza essere esposto né ad una repressione, né ad una responsabilità
qualunque, é non un'utopia, ma un assurdo, che non può esistere nella
legislazione di alcun popolo civile » (i).
Il diritto di stampar tutto non esiste più di quello di dire o di
far tutto, e ogni libertà é inseparabile da una responsabilità. Della stampa
si può abusare come di ogni altra libertà ; anche se si porta in mano
un bastone, anzi se si ha le braccia libere, si può abusarne bastonando
e schiaffeggiando a dritta e a manca ; ma da una tale possibilità di
abuso non segue che non si debba esser liberi di portare un bastone
o che si debbano portar legate le braccia, come si fa ai cani vaganti
colle museruole. Il paragone coi veleni non regge, perocché tranne de-
terminati casi nei quali servono come rimedii, essi sono essenzialmente
medicinali; e quindi é giusto che la società civile ne regoli la fabbri-
cazione e lo spaccio. La libertà di stampare se non può dirsi un dritto
innato, perchè tutti i diritti, e particolarmente questo, si acquistano dal-
l'uomo nascendo in società, e coordinatamente agli altri diritti e doveri
corrispondenti, certo è fondata sulla ragione; e comunque se ne possa
abusare e possa divenire fonte di mali, lo é pure di grandissimi beni.
La società civile dunque non deve proscriverla, ma soltanto proteggere
il diritto altrui, il privato ed il pubblico, contro le offese che ad essi,
come mediante ogni altro strumento di bene o di male, si possa ar-
recare. La questione non può essere che di modo, di limiti, di gua-
rentigie.
13. Il primo sistema che si tentò, anche nella libera Inghilterra, per
impedire i possibili abusi della stampa fu il preventivo assoluto della
censura. Si die alla Chiesa e allo Stato il diritto di esaminare anticipa-
tamente gli scritti che s' intendesse di stampare, a fine di permettere
quelli che si reputassero innocenti, vietare quelli che no. Fu l'età aurea
della famosa vecchia massima De Deo panca de Re^e nihiì. Evidente-
mente un tal sistema doveva riuscire alla negazione della libertà di espres-
sione del pensiero umano, soggetta com'era assolutamente al benepla-
cito, cioè all'arbitrio di un censore. Si elevava il criterio p'-ilitico, reli-
gioso, morale, scientifico, letterario, di uno o di pochi delegati di Re
e di governi, a rappresentante esclusivo del vero, del giusto, del bene ;
lo strumento più adatto per comprimere lo spirito umano nella scienza
(i) Chassan, Traile des délits et des contraventions de la parole et de la presse,
Vel. I, ùota alla pag. j, 2.' ed. del i8ji.
LA LIBERTI DI STAMPA. 21 5
e nelle lettere, come nella religione e nella politica. Si rendeva segna-
tamente impossibile la critica dei governanti, la pubblicazione, l'espres-
sione del sentimento pubblico. Se la libera stampa è cosi necessaria e
preziosa per sindacare i poteri pubblici, c.>me si potrebbe far dipendere
da loro medesimi la facoltà di sindacarli ? Tanto varrebbe far nominare
dai tutori e dagli amministratori quelli che debbono rivedere i loro conti.
Gli è perciò che il mondo civile, il quale aveva dapprima e dappertutto
ammesso la censura, oggi dappertutto l'ha rigettata, e si è affidato in-
vece segnatamente al sistema di reprimere gli abusi della libertà.
Per le stesse ragioni è stato anche rigettato il sistema della pre-
ventiva autorizzazione governativa dei giornah. Evidentemente si rende-
rebbe la pubblicazione di un giornale un privilegio dei governi, si
darebbe loro il potere di vietare quelh propugnanti idee loro antipatiche,
si darebbe alimento alla stampa clandestina ; si porrebbe in balta dei
governanti, delle loro paure e delle loro intolleranze, il diritto di pub-
blicare un giornale, di manifestarvi i proprii pensieri, di discutere
le cose dello Stato e della Chiesa, di esaminare 1' azione dei poteri
pubblici.
14. Ma se il sistema di prevenire i possibili abusi della stampa, me-
diante l'istituzione della censura e delle previe autorizzazioni, non è
ammissibile, può dirsi altrettanto di ogni sorta di prevenzioni? Sarebbe
un eccesso opposto. « Vi ha, osservò Pellegrino Rossi, delle misure
preventive che impediscono l'esercizio d«4le facoltà cui esse si applicano.
Gli è un provvedimento preventivo di questa specie la proibizione di
vendere dei veleni quando non si è farmacista; perocché impedisce lo
esercizio della facoltà di cui si tratta. Ecco un esempio materiale. La
censura rientra nella categoria di questi mezzi preventivi. Ma vi ha una se-
conda categoria. Cosi, per riprendere l'esempio dei veleni, egli è permesso
ai farmacisti di venderne, ma sono obbligati nelle loro vendite a confor-
marsi a certe regole. Sono obbligati ad avere un registro e ad iscrivervi il
nome delle persone a cui hanno venduto dei veleni, non possono ven-
derne che sull'ordine di un medico, e in molti paesi sono obbhgati a
conservar le ricette affine di poterle presentare quando occorra. Questi
sono mezzi preventivi, ma non impediscono l'esercizio della facoltà:
hanno soltanto per iscopo, se è commesso un delitto di facilitare la
ricerca del colpevole » (i). Nella stampa la censura e le previe auto-
rizzazioni sono prevenzioni della prima specie, sono efficaci, anzi le sole
efficaci per impedire il male; ma lo sono anco più per impedire il bene,
per modo che sono affatto contrarie ai principii superiori di libertà e al
diritto. Ma vi sono altri mezzi preventivi della seconda specie che non
li offendono, e sui quali si può discutere.
Un primo mezzo di prevenzione ammissibile sarebbe una certa po-
lizia sulle stamperie. Alcune legislazioni hanno assoggettato od assog-
gettano la professione di stampatore, od anche di spacciatore di stam-
pati, ad autorizzazione governativa. Ma in questa forma sarebbe ancora
eccessiva ed inammissibile. La libertà del lavoro non deve esser soggetta
(i) P. Rossi, Op. cit. L. LV. p. 78.
216 GUIDA DELLA STAlMPA PERIODICA ITALIANA.
a beneplacito governativo, né la professione di stampatore o venditore
di libri e giornali è tale, da richiedere condizioni di sesso, di nazionalità
e di godimento di diritti politici, o di qualità scientifiche o letterarie;
come per esempio si fa generalmente pei medici, gli avvocati, gì' inge-
gneri, e spessissimo per gì' insegnanti. Quello solo che si può esigere
si è che ogni stampatore aprendo un negozio di stamperia ne faccia
dichiarazione all'autorità, perchè questa sappia chi ne sia il proprietario,
e il suo domicilio. Certamente è giustissimo obbligare a segnare in ogni
stampato il nome dello stampatore, il luogo e 1' anno della stampa, e
a presentare i primi esemplari all'autorità.
Questi sono mezzi bensì di prevenzione, ma razionali, perchè non
vincolano la libertà, il diritto del lavoro mediante l' industria della ti-
pografia, servono a mettere l'autorità in condizione di tutelare il diritto
dello Stato e dei cittadini in caso di violazione della legge, sequestrando
il corpo del reato, e procedendo nel suo accertamento e nella sua re-
pressione 0 punizione.
Del pari non tutte le prevenzioni rispetto alle pubblicazioni perio-
diche sono da rigettare. Se lo è senza dubbio l'esaminato sistema di
assoggettarle a previa autorizzazione governativa, non si può dire lo
stesso dell' altro sistema del semplice obbligo di dichiarazione al go-
verno dell'intendimento di volere pubblicare un giornale o un periodico;
indicando il titolo del periodico, il luogo e l'officina della pubblicazione,
il nome dello stampatore e delle persone responsabili della pubblicazione.
La legge italiana è informata a codesto sistema, colla variante (arti-
coli 35, 36, 3S) del diritto di ricognizione, nel Governo, dell'adempi-
mento delle facili e liberali condizioni prescritte dalla legge, innanzi di
por mano a esse pubblicazioni periodiche.
Tranne ciò che concerne il gerente responsabile, istituzione che di-
scuteremo più innanzi, il nostro sistema è razionale e liberale a un
tempo. Prescritte alcune speciali e giuste condizioni alla pubblicazione
di un giornale, in'lipendenti da partiti politici e religiosi, non è un'offesa
alla libertà l'accertamento preventivo del loro adempimento.
La libertà di fondare una famiglia, od una società commerciale, non
è offesa dall'obbligo di far riconoscere l'adempimento delle condizioni
imposte dalla legge per tutelare i diritti pubblici o privati, come le pre-
sentazioni di atti di nascita e di stato libero, di consenso di genitori o
di tutori, e di pubblicazioni. Sono codesti mezzi preventivi legittimi che
giustificano una legge speciale sulla libercà della stampa: se potesse ba-
stare la pura repressione comune basterebbe a rigore il codice penale
generale.
15. Altre leggi, come per lungo tempo la stessa inglese, hanno ob-
bligato i giornali a un diritto di bollo. In Italia ne siamo affatto esenti,
perchè il bollo postale non è propriamente un'imposta, è il prezzo di
un servizio che non paga forse nemmeno le spese, e poi non è obbli-
gatorio, potendo i giornali essere trasportati con altri mezzi. Il diritto
del bollo, propriamente detto, è tutt'altra cosa, è un'imposta: e come
tale, considerato cioè dal lato puramente fiscale, potrebbe essere giudi-
cato eoi criteri finanziari. Esso però non è stato imposto a solo titolo
LA LIBERTI DI STAMPA. 217
fiscale, ma si è avuto in mira, accrescendo il costo della produzione dei
giornali in genere, di rendere più difficile, quello dei giornali, in cui
può scriver chiunque e che possono andare per le mani di tutti. Si
voleva lasciare il campo ai giornali costosi che più facilmente sono scritti
meglio, e che non tanto facilmente hanno i difetti della così detta pic-
cola stampa.
Un tal mezzo di prevenzione è arbitrario, muove dal preconcetto
che la stampa a buon mercato è cattiva, e che questo buon mercato
deve essere impedito artificialmente dalla legge; viene a riuscire un dazio
sulla diff"usione delle conoscenze. Giustamente perciò è stato abolito in
Inghilterra, ed è rigettato dalla nostra legislazione.
16. Maggiori dispute può sollevare ragionevolmente l'altro sistema
classico inglese, ammesso ancora dalla Repubblica francese e dall'Impero
germanico. Esso consiste nell'obbligo imposto ad ogni giornale di dare
all'autorità una cauzione in denaro, una guarentigia materiale da assicu-
rare, non dirò della solidità finanziaria dell'impresa, ma del pagamento
delle condanne di multa, e dei danni ed interessi cui il giornale possa
esporsi. La nostra legge non ne esige; da noi chiunque, maggiore di
età, può pubblicare un giornale, una rivista grande o piccola, quotidiana,
settimanale o mensile; non è soggetto non dico a censura, ad autoriz-
zazione, a bollo, ma a nessuna cauzione, non è obbligato a raccogliere
capitali, ad assicurarsi una certa solidità finanziaria, nemmeno a presen-
tare una guarentigia di fideiussori. Là cauzione, è innegabile, condiziona
l'esercizio di un diritto al possesso di un capitale, che immobilizza, di
cui toglie il libero uso; è un limite alla libertà, favoreggia i giornali
grandi e potenti, a fronte dei piccoli che oggi possono essere fatti da
nullatenenti. Si capisce dunque come, se si volessero introdurre le cau-
zioni da noi, sarebbero per lo meno, acerbamente combattute.
Tuttavia noi non sapremmo annoverarle tra i mezzi illegittimi di
prevenzione. A mostrare la fallacia degli argomenti avversari baste-
rebbe soltanto il fatto dell'Inghilterra; ove le cauzioni sono gravis-
sime, come si è visto, e nessuno può dire che la stampa non vi sia li-
bera. Razionalmente, siccome la vera libertà suppone la responsabilità,
cosi non si può dire assicurata la vera libertà, senza avere assicurato la
responsabilità. E questa non lo è, quando si potrà condannare come
si voglia a multe e a ristoro di danni gli autori del male, ma se essi,
come in Italia, sono meramente presunti e non hanno come pagare, la
legge resta vuota di effetto. Egli è quindi ragionevole che chiunque colla
stampa di un giornale si espone a violare il diritto altrui dia guarenti-
gie di poter ristorare il male.
Da noi si è andato cosi lungi in questo concetto di non assicurare
il pagamento delle multe e dei danni, per paura di offendere la libertà
della stampa periodica, che si è trascurato di statuire che, condannato
un giornale al pagamento di una multa o di un'indennità, esso rima-
nesse sospeso fino all'effettivo pagamento di essa indennità o multa.
17. Qualche altra legislazione, come l'austriaca del 27 maggio 1852,
aveva imposto un'altra misura preventiva, certe qualità scientifiche del
redattore 0 direttore eff"ettivo. E difatti non mancherebbero delle ragioni
S18 GUIDA. DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
per tali esigenze; si richiedono pei medici, per gli avvocati, gl'ingegneri,
i nota', gl'insegnanti; in Germania anche pei sacerdoti. Crediamo abbia
fatto meglio la legge italiana a non richiederle nella stampa periodica,
e ad abolirle la stessa Austria colla legge 17 dicembre 1862. Óltre alle
ragioni generali in favore della libertà, ed alla difficoltà somma, per non
dire impassibilità, di dimostrare la ragionevolezza di condizionare a un
diploma la capacità all'esercizio di una professione cosi essenzialmente
libera come la stampa, sarebbe un'esigenza che non guarentirebbe nulla.
Da una parte si cercherebbe di eluderla facilmente presentando dei di-
rettori nominali, dall'altra è difficile che un uomo possa avere una certa
azione sul pubblico senza una certa cultura; facile ad acquistare o a far
presumere con un grado accademico, che di necessità non potrebbe ele-
varsi alla laurea universitaria, ma discendere a un diploma di ordine
inferiore e più comune. E da quando in qua l'acquisto di una licenza
liceale o tecnica, ed anche di una laurea universitaria, è una guarentigia
di spirito, di ordine, e di qualità morah? (i).
La Francia ha introdotto un altro mezzo, repressivo ad un tempo
e preventivo, la firma obbligatoria degli articoli p-'r parte dell'autore, il
che dovrebbe secondo i suoi fautori prevenire i reati di stampa colla
responsabilità personale, morale e giuridica che impone agli scrittori.
Noi discuteremo più innanzi su codesta responsabilità degli autori veri
dei mali che si arrecano mediante la stampa, ma codesto sistema di ob-
bligare alla firma degli articoli restringe la libertà senza compensi o
ragioni sufficienti. In alcuni casi, come massimamente nei corrispondenti
stranieri, è inesplicabile; vi ha inoltre parecchi casi nei quali il tacere
il proprio nome non è segno di mal animo o di poco coraggio civile;
può essere richiesto da legittime condizioni p^^rsonali, ed anche dal de-
siderio di togliere ad un'opinione la possibilità di essere disprezzata o
rifiutata in odio o in vista di persone determinate. Ha l'inconveniente
di togliere ai giornali il pregio della col'ettività, di farli essere la voce
non di un individuo, ma di un partito, l'espressione di un'opinione;
forse sopra ogni altra cosa arreca un inconveniente direttamente con-
trario allo scopo degli autori della disposizione, cioè alimentata la va-
nità dei cattivi scrittori, crea a quelli che pensan meno, ai più leggieri
e meno degn', una celebrità che non possono acquistare e godere mol-
tissimi altri cittadini che lavorano in libri serii, negli uffici pubblici e
nelle altre professioni più dotte e più meritevoli. In Francia stessa, ove
quest'obbligo è stato mantenuto dalla presente repubblica, pare sia an-
dato o vada cadendo in desuetudine.
18. La Francia imperiale, non potendo stabiUre la censura, e repu-
tando non bastare alla sua protezione gli altri mezzi preventivi testé di-
scussi, né i repressivi, immaginò contro gH abusi ed assalti altri prov-
vedimenti, quali le ammonizioni, le sospensioni e le soppressioni. Si è
conferito al potere esecutivo, custode dell'ordine pubblico, il diritto di
vedere se un giornale eccedeva i limiti della libera discussione, della
libera significazione dei propri pensieri, del legittimo sindacato delle cose
(i) Vedi più oltre l'articolo \' Insegnamento del giornalismo.
LA LIBERTÀ DI STAMPA. 219
pubbliche, e trascorresse invece ad attentare alle fondamenta della so-
cietà, al diritto pubblico o privato; e in tali casi gli dava podestà di
ammonire esso giornale, anzi persistendo nella condotta biasimata, di so-
spenderlo ed anche di sopprimerlo addirittura.
Un diritto simile nei governi si comprende soltanto in tempi ec-
cezionali di legali poteri straordinari o di dittatura, per causa di guerra
nazionale, di rivoluzione, di stato di assedio. Come ordinamento nor-
male di un paese libero tali mezzi sono affatto inammissibili, perchè
equivalgono a dare al potere amministrativo un diritto discrezionale sulla
libertà e sulla proprietà dei cittadini. Difatti è nell'essenza della libertà,
che giudice dei suoi eccessi dev'essere non l'amministrazione ma la ma-
gistratura, la quale indipendente come è, o dovrebbe e potrebbe essere,
è la sola atta a giudicare. Il governo è un partito di maggioranza, che
deve avere bensì nelle mani una gran parte del potere pubblico, ma si-
curamente non può aver quello di comminar delle pene. E l'ammoni-
zione, e più ancora la sospensione e la soppressione, sono delle gravis-
sime pene, senza nessuna delle guarentigie del diritto comune sulla ap-
plicazione di esse.
Un giornale è una proprietà, e l'investimento di un capitale, lo
esercizio di un lavoro e di un diritto pubblico; la sospensione e la sop-
pressione interdicono ai suoi scrittori di manifestarvi i propri pensieri
sulla cosa pubblica, anzi di lavorare^ rendono incerto, e distruggono il
capitale. Che tutto ciò sia legittimo come pena, non vi può esser dubbio ;
ma vi bisognano le condizioni dell'ordine giuridico penale, l'inamovi-
bilità e l'indipendenza dei giudici, la libera difesa, la pubblicità dei giudizii,
e cosi via seguendo. Se non si può comminare una pena pecuniaria o
corporale, di privazione di Hbertà personale e d'interdizione dai diritti
politici, senza un regolare giudizio, come ammettere che nella stampa
il governo possa applicare tali pene gravissime senza le guarentigie del
diritto comune ?
La stessa censura con tutti i suoi torti, causava la lesione della pro-
prietà; i citati mezzi amministrativi pongono tutto in preda all'arbitrio
governativo.
19. Il solo potere che si può ammettere nel governo, lo abbiam visto
in particolare della Svizzera, è quello del sequestro provvisorio, salvo il
successivo giudizio regolare del potere giudiziario. Gli è vero che anche
questo diritto di sequestrare provvisoriamente ma preventivamente un
giornale, un libro, è un potere pericoloso, perchè rende impossibile la
pubblicazione effettiva del proprio pensiero, la distribuzione, la vendita
delle cose proprie. Ma lo Stato ha anche il diritto, nei casi e nei modi
determinati dalla legge, di arrestare un individuo semplicemente impu-
tato, comunque non condannato e che perciò si possa presumere inno-
cente. È ad esso analogo questo diritto di sequestro provvisorio e si giu-
stifica con simili ragioni. Difatti il giornale ed anche il libro possono
esser ben tali che diffondendosi liberamente, quando poi la magistratura
li condannasse, il reo potrà esser punito, ma il male sarà compiuto e
irreparabile. Il Governo, che deve tutelare l'ordine pubblico e il diritto
dei privati, come ha il diritto di sciogliere un assembramento, quando
220 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
si chiarisce pericoloso all'ordine pubblico, di arrestare un individuo, non
dico quando è colto in flagrante, ma anche quando ci sieno indizi ragio-
nevoli di reità, deve avere il diritto di sequestrare un proclama incendiario,
un libro osceno, un giornale attentante al rispetto dovuto alle credenze
religiose della cittadinanza o al potere sovrano. Quello solo che si può
esigere al riguardo si è che sia al possibile regolato in guisa da causare
gli arbitrii. — Quindi si deve trattare di sequestro, e non di confisca o
di distruzione, si può ordinare dal Pubblico Ministero, come consente il
citato art. 52 della nostra legge sulla stampa, e ricordò il ministro Villa
colla sua circolare dei 2^ luglio 1880, ma deve essere deferito al più
presto per il relativo procedimento al potere giudiziario. (Circolare del
ministro Mancini dei 16 maggio 1876, confermata dal Conforti ai 19
aprile 1878.)
Stanno inoltre a guarentigia del legittimo uso di questo diritto, la
comunanza d'interesse degli altri giornali ossia del resto della stampa,
la responsabilità avanti al Parlamento, cioè il sindacato di esso sull'eser-
cizio dei poteri pubblici; forse ancora lo stesso interesse del Governo,
di non creare coi sequestri, cioè coll'attrattiva del frutto proibito, una
certa popolarità ai libri ed ai giornali sequestrati.
20. Il vero mezzo connaturale allo spirito della vita libera in ordine
agli abusi della libertà della stampa, senza dubbio si è la repressione
propriamente detta. La legge deve determinare i limiti della libertà della
stampa, le pene ai reati che con essa si possono commettere, stabilire
chi debba esserne responsabile, ordinare i giudizii corrispondenti.
Però tutto ciò non è facile.
Quanto alla determinazione dei limiti della libertà della stampa, dei
reati che si possono con essa commettere, delle pene loro comminate,
la nostra legge evita le paure di molte straniere legislazioni, le quali
concedendo la libertà, la rendevano una vana parola colle gravi e ingiu-
stificabili eccezioni (i). Da noi abbiam visto che molte cose son vietate
alla b'bera stampa, ma senza farne una minuta disamina che non è com-
pito nostro, i limiti si giust'ficano trattandosi di veri reati contro l'or-
dine giuridico, politico, morale e sociale. Sicuramente la stampa non deve
essere impedita nella libertà della discussione scientifica delle religioni,
dei governi, della sovranità, della proprietà, dell'ordinamento della fami-
(i) Giusti pose in ridicolo tali slealtà colla sua satira sul VII Congresso, che sta-
biliva la libertà della starapa a questa guisa ;
E tolta la statistica
Che pubblica i segreti,
La Chimica e la Fisica
Che impermalisce i preti;
Tolto il commercio libero.
Tolta l'Economia,
Gli studii geologici,
E la frenologia;
Posto un sacro silenzio
D'ogni e qualunque scuola,
Del resto a tutti libera
Concede la parola.
LA LIBERTÀ DI STAMPA. 221
glia, e simili; ma altro è l'analisi e la critica scientifica, indispensabile
alla libertà e al progresso dello spirito umano, la censura dell'operato
della pubblica autorità; altro è l'offesa alle credenze, al diritto, all'onore
altrui, la provocazione a commettere reati contro Re, Papi, Camere,
contro la costituzione dello Stato, il suo ordine politico, morale e sociale,
ovvero contro i privati cittadini. Si sa ancora che la provocazione me-
diante la stampa, non è la provocazione comune che richiede una certa
relazione tra l'agente provocatore e il provocato, ma è una provocazione
sui generis, retta perciò dalle condizioni speciali inerenti alla sua natura (r).
Da noi non si possono fare delle giuste critiche sopra alcuni par-
ticolari, non vi sono, per esempio contemplate le sottoscrizioni per in-
dennizzare i colpiti di condanne giudiziarie; sottoscrizioni che sicuramente
dovrebbero esser punite, perchè essendo le decisioni della giustizia ema-
nazioni della legge si offende essa legge, quando si glorifica ciò che i
tribunali han condannato, e si cambia la condanna in trionfo (2). A ogni
modo in Italia la libertà della srampa, specialmente se si considera la
larghezza con cui la legge è stata ed è interpretata, è cosi ampia che
ragionevolmente non porrebbe esser maggiore.
21. La questione però è gravissima sulle persone che abbiano a essere
responsabili dei reati di stampa. Da noi abbiam visto che nei libri e nelle
pubblicazioni non periodiche sono responsabili, prima l'autore, poi in se-
condo luogo, sussidiariamente l'editore, da ultimo lo stampatore; nelle
periodiche il gerente responsabile e gli autori sottoscritti; ma sebbene la
giurisprudenza tenda ad accoglierli si disputa se possano esserlo ancora
gli autori non sottoscritti. È ammissibile un tale ordinamento di respon-
sabiUtà ?
Chi è veramente il reo nel reato di stampa ? Sicuramente vi con-
corrono parecchi; l'autore perchè egli ha concretato il suo pensiero in
manoscritto che poi diviene stampato, l'editore che ne assume la pub-
blicazione, il tipografo o stampatore che lo fa divenire stampato, il di-
stributore o spacciatore.
Si è voluto dire che il reo è propriamente lo editore, da altri lo
stampatore. L'autore quando pensa lo scritto certamente non è imputa-
bile, e quindi non è punibile, perchè il pensiero, il puro pensiero sfugge
all'azione del potere pubblico, e questo è vero. E si è aggiunto che
anche quando scrive, lo scritto è cosa privata, diventa lesivo dell'ordine
giuridico, del diritto dello Stato e dei privati quando diventa stampato;
l'edizione dunque, la stampa di esso costituisce il reato, l'editore, e lo
stampatore sono imputabili, lo scrittore non può essere considerato che
come complice, per aver fornito all'editore e allo stampatore lo strumento
del delitto.
Tutto ciò è un vero sovvertimento sofistico di ogni buon senso giu-
(i) « Di regola la provocazione od istigazioae ad un reato non diventa punibile,
se non quando il reato è commesso o tentato. Ma le provocazioni col mezzo della
stampa; specialmente se relative ad un crimine contro la sicurezza dello Stato, sono
punibili e punite, anche se non seguite da effetto ». Corte di Cassazione di Torino,
5 luglio 1858. Bettini, Giuris. Pratica, Voi. X, I, 904.
(2) Cassan, Op. cit. Voi. I, 354. — Crivellari, La Stampa, Capo XIX e XX.
222 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
ridico e pratico. Aveva ragione l'Hello ad osservare: « Lo scritto non
è ristrumento del delitto, è il corpo del delitto stesso; il fatto della
pubblicazione non si concepisce indipendentemente dallo scritto pubbli-
cato. La situazione legale dello scrittore non è dunque quella del com-
plice. Aggiungiamo che in un delitto di questa natura la parte dello
scrittore non può essere secondaria; gli effetti buoni o cattivi del libro
eran tutti nel suo pensiero, egli è a lui sopratutto che spetta il merito
ed il demerito della pubblicazione. Si sarebbe fuori del vero se si riget-
tasse il delitto principale sopra uno dei due ultimi agenti, che stampando
e pubblicando hanno esercitato un'industria di cui vivono, e fatto un
atto della loro professione » (i).
Senza dubbio ancora non vi ha reato di stampa senza pubblica-
zione, ma la pubblicazione è la condizione necessaria del reato, non è
l'essenza. Lo scritto è essenzialmente colpevole, la pubblicazione non
è che un fatto esterno, senza del quale in verità esso non cade sotto
la giurisdizione penale; non v'ha delitto punibile che dopo la pubbli-
cazione, ma la colpabilità è nello scritto.
Da ciò discende, secondo il d ritto comune, che l'editore e lo stam-
patore sono bensì imputabili, ma non possono esserlo senza l'autore,
questi è non il complice, ma il vero reo principale. Lo stampatore è
una persona, il cui mestiere è quello di stampare, il suo ufficio non
è propriamente di esaminare gli scritti, di valutarne il merito, la portata,
gli effetti, forse non avrebbe talvolta a ciò nemmeno la capacità, per lo
meno questa non è richiesta all'esercizio della sua arte; ma egli ha la
libertà di non stampare, e in ogni caso dovrebbe vedere quello che
stampa, e non stampare ciò che è lesivo del diritto. L'editore poi, per
la natura della sua professione, deve essere una persona più colta, deve
conoscere il valore degh scritti, e saperli apprezzare per comperarli od
assumerne l'edizione; perciò è giustamente più imputabile,
Q_uelle legislazioni sulla stampa, dunque, le quaU hanno reso im-
putabile l'editore e lo stampatore senza ricercare l'autore, e quelle le
quali imputano l'autore, lasciando immuni, quando esso sia conosciuto,
gli editori e lo srampaiore, deviano dal diritto comune sulla responsa-
bilità. Tutti invece sono rei, sebbene in diverso grado; prima l'autore,
poi l'editore, quindi specialmente quando i primi siano ignoti, lo stam-
patore. Vero è che l'esenzione dall'imputabiUtà dell'editore e dello stampa-
tore sembra stata inventata per sottrarre gli scrittori in certo modo
alla potente censura degli editori e dei tipografi, come guarentigia della
libertà della stampa; ma non perciò è men vero che è un'eccezione al
diritto comune, un privilegio, che come tutti i privilegi potrà avere
le sue ragioni di essere ed anche le sue giustificazioni, ma occorrono
sempre queste giustificazioni; e in ogni caso, come in tutti i privilegi,
l'esenzione della responsabiliià del diritto comune deve essere applicata
o interpretata ristrittivamente, deve avere i suoi più stretti limiti.
22. Di maggiori critiche è degna l'istituzione del gerente responsa-
bile delle pubblicazioni periodiche, da noi imitato dalla legge francese
(i) Hello. Du Regime Constitutionnel, P. I. T. IV, p. i/
LA LIBERTÀ DI STAMPA. 223
del 1828. Non vi ha dubbio che un giornale, persona fittizia, ha biso-
gno di un rappresentante che parli, agisca, stipuli, risponda per esso,
che fornisca la cauzione se è richiesta, faccia le prescritte dichiarazioni
e presentazioni degli stampati, e simili.
È giusto perciò che la legge apponga a cotali gerenti le facili con-
dizioni convenienti di età, di diritti civili, e così via seguendo. Ma non è qui
la questione, non si tratta di questa rappresentanza del giornale, e della
responsabilità delle contravvenzioni alle prescrizioni amministrative sulla
stampa periodica. Il gerente responsabile della nostra legge è ben altro,
la legge lo ha reso responsabile del reato contenuto nella qualità dello
scritto pubblicato; e si deve domandare se avendo uno scrittore fatto pub-
blicare un suo articolo di giornale, può presentarsi un altro a rispon-
derne davanti alla giustizia, e se basta che la legge positiva abbia ordinato
così perchè questa responsabilità sia giusta (i).
Non occorre combattere più oltre h ragione che se ne è data, cioè
che il reato consistendo nella pubblicazione è giusto che ne risponda
il gerente il quale si è incaricato della pubblicazione. Più importante
sarebbe l'argomento tratto dagl' interessi superiori della libertà della
stampa, la quale non sarebbe intera, se la giustizia ricercasse gli autori
che non hanno stimato, sottoscrivendosi, di assumere la responsabilità.
Ma può la legge sconoscere le condizioni più essenziali della imputa-
bilità? La legge morale che attribuisce la responsabihtà al cattivo uso
della libertà è una legge fondamentale, cui la legge umana non può
derogare.
Abbiam visto, in ordine all'inviolabilità regia, che la responsabilità
dei ministri in tanto può aver luogo in quanto si tratta di liberi con-
siglieri della Corona, responsabili non dell'operato di questa, ma del
consiglio che hanno dato liberamente, e di cui liberamente si son fatti
esecutori. La responsabilità non è cosa ufficiale, nessuna legge al mondo
può giustamente rendere responsabile chi non è l'autore del reato, non
può cosi sconoscere i principi! elementari di diritto, anzi del più comune
buon senso; pei quali non ci può essere imputabilità e quindi pena,
quando manca l'intendimento di commettere il reato, la coscienza del
fatto punibile, quando non si è l'autore, la causa del reato, quando la
pena non può avere su lui azione morale di emenda, per lo meno di
espiazione. Il gerente non è l'autore dello scritto, non è nemmeno il diret-
tore del giornale, che ha potuto ordinarlo, che lo accoglie in esso, non
ne è l'editore, non lo stampatore; è una finzione della legge, buona a
rendere illusorie le condanne a pena pecuniaria, scegliendosi apposta
chi non ha nulla; è un miserabile che può sapere appena sottoscrivere
il suo nome, ma che non ha altra parte nel giornale che firmarne i
numeri, ed esporsi per qualche lira al giorno a essere nutrito in carcere
per il reato di un altro, dichiarandosi responsabile di ciò che non ha
pensato né fatto, di ciò che non legge, che non saprebbe forse nem-
meno leggere, che certamente non saprebbe capire (2).
(i) Hello. Du Regime Constitutionnel, p. 151.
(2) « Da cotali disposizioni, osserva ancora l'Ellero, emergono questi strani prin-
cipi!: che una persona possa essere esonerata dalla propria responsabilità penale, in
224 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Gli è perciò che l'istituzione del gerente responsabile è divenuta
argomento di pubblica derisione, anche nei teatri. Quindi ancora lo scan-
dalo di tanti processi di stampa, nei quali i giurati, contro l'evidenza
dichiararono l' incolpabilità: eloquentissima protesta contro le offese
alla coscienza giuridica ed al senso morale di chiamare responsabile, per
arbitrio del legislatore, non il reo, ma un terzo cui la legge permette
un'opera cosi umiliante, qual'è quella di un ignorante, di un miserabile
che per sfamarsi si contenta di andare in prigione per conto e pei falli
altrui. Si è vituperata la surrogazione militare, e si è considerata come
una istituzione liberale e morale la surrogazione penale! Bisognerebbe
fare sparire al più presto dal nostro diritto pubblico un'istituzione si-
mile, la negazione dei più saldi principii di diritto comune e penale,
che corrompe la libertà della stampa, rendendo impossibile ed ingiusta
l'applicazione della sua responsabilità; vera vergogna della legislazione
di un popolo civile.
23. Quanto ai giudizi sui reati di stampa mediante le Corti di As-
sise, noi non abbiamo a ripetere quanto abbiamo detto a suo luogo sui
giurati (i). Questi sono preziosissimi nei giudizi politici, e in cui è
parte il governo, perchè si tratta non di giudici nominati, e più o meno
in qualche dipendenza da esso, ma di cittadini comuni. Ma siamo lungi
dal celebrare una tal cosa come un ideale assoluto, e senza inconve-
nienti. Difatti, se gl'imputati hanno presso i giurati maggiori probabi-
lità di assoluzione nelle offese politiche, lo Stato naturalmente ne ha
minori guarentigie di vedere rispettato il diritto che gli compete; e se
è sacra la libertà dei privati, non si può dimenticare che essa è condi-
zionata alla giusta autorità dovuta allo Stato. Poi bisogna ricordare che
i giurati sono indipendenti per un modo di dire, cioè possono essere
indipendenti dal Governo, ma sono più facilmente schiavi dei pregiudizi
del pubblico, degli umori di una cittadinanza, delle intolleranze di un
partito politico in maggioranza, di quello che possano esserlo dei giu-
dici costituiti. Perciò si può ammettere in alcuni casi il giudizio dei
reati di stampa mediante i giurati, ma si deve approvare la legge che
in quelli almeno di ordine privato li commetta ai tribunali correzionali;
non solo perchè ciò è più conforme al diritto comune sulla competenza
nei reati correzionali, ma anche perchè in tal guisa l'ordine giuridico è
meglio guarentito.
24:. Ciò che abbiamo detto nel capo precedente sulla libertà indivi-
duale nei casi di guerra, di rivoluzione, e di gravi perturbazioni sociali,
ci dispensa dal ripetere lungamente lo stesso in fatto di stampa. Come si
è fatto spesso nella Gran Brettagna, e nella stessa Italia nel 1859 e
nel 1866, si deve ammettere negh organi legislativi dello Stato il di-
caso che un altro si sobbarchi in sua vece; che viceversa s'incorra nella responsabi-
lità altrui quando il vero delinquente non si possa colpire ; che un delinquente sia te-
nuto dei propri talli solo quando sottoscriva gli atti incriminati; che un autore possa
essere tenuto pei fatti del gerente a cui è alieno; e che il gerente possa esser tenuto
dei falh dell'autore, che egli non volle, non previde, non temette, non comprese
punto. » Archivio giuridico 1869, p. 226.
(X) Voi. II, capo XIU.
La libertà di stampa. 225
ritto di provvedere alla salute pubblica, sospendendo temporaneamente
quelle libertà il cui uso, come nei corpi umani colpiti da certe malat-
tie quello dei cibi più sani, renderebbe impossibile quel vigore nel Go-
verno che gli abbisogna, ora per difendere la patria contro uno Stato
straniero, ora per reprimere una pericolosa rivoluzione, o qualche altra
grave perturbazione interna. Occorrono a ciò queste tre principali con-
dizioni: i.° approvazione del Parlamento; 2.° che realmente si tratti di
sospensione temporanea, limitata alla necessità ben dimostrata del caso
attuale; 3.° che se ne renda poi conto al Parlamento stesso.
25. Un ultimo punto da considerare intorno alla Ubertà di stampa in
ItaUa si è ciò che concerne la censura preventiva spettante ai vescovi
in ordine alla stampa delle bibbie, dei catechismi e dei libri liturgici.
Questa disposizione del secondo comma dell'art. 28 del nostro Statuto,
tratta dal decreto di Napoleone I dei 7 germile, anno XIII, non ha
avuto alcuna sanzione penale, ed è affatto caduta in desuetudine. E così
doveva essere, tanto ripugna a tutto lo Statuto e alle parti del nostro diritto.
In Francia medesima, quando poteva avere un valore pratico, recò
aspre dispute. I vescovi interpretarono quel diritto loro conferito di per-
mettere la stampa dei libri citati, come il diritto di conferire lo esclu-
sivo privilegio di stamparli. Ma si opposero il Consiglio di Stato, i Tri-
bunah, la Corte di Cassazione; la quale ai 28 maggio 1836 ben a ra-
gione decise i vescovi, per i decreti del Concilio di Trento e per le leggi
dello Stato, non poter rifiutare l'approvazione loro quando la revisione
fosse ortodossa.
In ItaHa lo Statuto ha senza dubbio abolito la censura, e questa
dei vescovi sarebbe il suo mantenimento. Ne sorgerebbero inoltre le più
gravi contraddizioni ed assurdità. Da noi gli altri culti, dice lo Statuto,
sono tollerati, e abbiam visto che praticamente, pei principii gene-
rali dello Statuto medesimo, debbono essere egualmente liberi, perciò
anche i protestanti debbono avere la libertà di pubblicare le loro bib-
bie, i loro catechismi, i loro libri liturgici. Ora si deve, per stamparli,
ricorrere ai vescovi cattolici ? Ripugnerebbe al più comune buon senso.
Se son libere insomma le dissidenze religiose, è impossibile negare ai
dissidenti la pubblicazione di libri religiosi che siano l'espressione di esse
legittime dissidenze.
Noi possiamo ritenere che la coscienza giuridica della nazione ita-
liana, osservando come una tale disposizione è inconciliabile cogli altri
articoli dello Statuto riguardanti la libertà della coscienza e dei culti,
l'eguaglianza e la libertà dei cittadini, nel suo fibero sviluppo, non ha
potuto munirla di sanzioni penali, non ha potuto contemplarla nelle leggi
dello Stato. Se può avere una qualche legittima significazione non può
essere che questa, la sola conciliabile col diritto comune e fondamentale,
che chiunque voglia pubblicare un libro liturgico, una bibbia, come opere
di una determinata diocesi, debba avere l'approvazione preventiva del suo
capo legale, il vescovo. In ogni altro senso si deve considerare come
abrogata da tutto il nostro diritto pubblico.
N. Bbruardini — Guida della Stampa periodica italiana — 15.
LA LIBERTÀ DI STAMPA E IL CODICE PENALE <'^
Tra le facoltà che il Governo chiede col presente disegno di legge,
è quella di sopprimere alcuni articoli dell'editto Albertino sulla stampa e
di sostituirli con altri nel Codice penale.
Sono gli articoli che riguardano la diffamazione e l'ingiuria. Sui
motivi della soppressione e sostituzione non ho nulla a ridire. La mia
tesi è ben altra, ed è delicata e difficile. Difficile, perchè ha contro sé,
armata, la più rigorosa ragione giuridica. Delicata, perchè urta anche
un po' contro sentimenti diversi, i quali mescolandosi fanno non lieve
intoppo.
Tuttavia esporrò con schiettezza, confidando nella benevolenza vo-
stra, le mie apprensioni di antico giornalista e le mie modeste osserva-
zioni di studioso della politica in rapporto colla scienza sociale e morale.
Prevenendo un rischio che potrei correre, quello d'essere frainteso,
indico subito i termini della questione come io la vedo. Non ho bisogno
di protestare, e sarebbe offensivo per voi e per me, che è lungi dal mio
pensiero il far la causa dei diffamatori.
La difesa dell'uomo privato, dell'onore e della riputazione sua, io
voglio forte e sicura come voi la volete. Ma quando l'uomo esce dalla
sfera privata ed entra nella vita pubblica, vogUo che si possa discuterlo
e scrutarlo, sicuramente anche, e senza restrizioni. Allora, alla difesa
dell'uomo privato subentra una difesa di ben altra importanza, la difesa
politica e sociale. Precisare e garantire i limiti fra l'una e l'altra, fra il
diritto individuale e il diritto sociale, ecco il problema della legislazione
sulla stampa, problema che l'editto Albertino non aveva risoluto e che,
mi duole il dirlo, le nuove disposizioni del Codice penale non risolvono
nemmeno, ma forse complicano ed aggravano.
Se mi si consente, io distinguo due specie di diffamazione, l'una
tanto diversa dall'altra, quanto il commettere un certo delitto è diverso
dall' impedire che se ne commetta uno maggiore.
« Non vi ha essere più spregevole », dice l'onorevole Zanardelli
nella sua relazione, ed io ripeto con lui, « non vi ha essere più spre-
gevole del diffamatore che crea artificiosamente il discredito, il disonore,
l'ignominia, per impulso di rivalità o di vendetta o per malvagia natura,
e talora anche per bassa speculazione. »
Ma, signori, al tempo stesso, non vi ha essere politicamente e so-
cialmente pericoloso e temibile più di colui che, sotto oneste sembianze,
tende pubblico agguato alla pubblica buona fede, per carpirne fiducia,
autorità, favori, che poi potrà volgere a suo profitto ed a comune danno.
Togliere o tentar di togliere la fama di onesti agli onesti, è turpe
delitto, meritevole dei più severi gastighi; ma strappare la fama di onesti
(i) Osservazioni del deputato Torraca alla Camera dei Deputati, nella tornata
del 6 giugno 1888.
LA LIBERTÀ DI STAMPA E IL CODICE PENALE. 227
a coloro che la usurpano, per ingannare le popolazioni, è merito ed è
dovere. Il primo può essere delitto talvolta degl' ignobili profanatori del
giornalismo; il secondo vuol esser merito e dovere del giornalismo conscio
del fine per il quale la libertà di stampa è garanzia di ogni altra libertà
e tutela dell'interesse generale.
E di più, bisogna distinguere due sentimenti, o signori : l'uno è il
giusto sdegno, il naturale ribrezzo, che si prova contro il rettile che
morde ed avvelena, ed è il sentimento vostro, di uomini onesti e per
bene. Ma badate, che di questo nobile sentimento vostro, non prenda
l'apparenza, e non tenda a confondersi in esso, un sentimento ben di-
verso.
La Frode, descritta dall' immortale Ferrarese, nascondeva le sue fat-
tezze prave sotto lungo abito e largo ; e vi è la paura della Frode, che
teme di vedersi stracciato addosso il lungo abito e largo e di vedere
scoverte le sue fattezze prave. E naturalmente essa tenterà di sfruttare
il vostro sdegno, il vostro ribrezzo, a profitto della sua paura.
Chiarito cosi il mio concetto, vengo alle disposizioni del Codice
penale.
Mentre quello del 1859 applica ai reati di diffamazione, per mezzo
della stampa, il carcere da 6 mesi ad un anno ; ed il toscano, da 6 mesi
a due anni; e il progetto senatorio comminava la detenzione da 4 mesi
a tre anni; il progetto dell'onorevole Zanardelli infligge la pena della
reclusione da uno a cinque anni e la multa oltre a mille lire. Sicché,
rispetto alla legge sulla stampa del 1848, si va non al doppio, non al
triplo, ma al decuplo addirittura, ed anche più in là, se si considera che
la pena della reclusione sarà la più severa ed afilittiva.
Or, se io fossi certo che saranno colpiti soltanto gli abbietti diffa-
matori, manderei anch'io quel sospiro di soddisfazione che usci l'altro
giorno dal petto del nostro onorevole collega Della Rocca.
Ma, se pur commendevole è il concetto nel quale si son trovati
d'accordo l'onorevole ministro e la Commissione, io temo che le con-
seguenze possano esserne talvolta inique per il giornalismo, in generale,
pericolose per la libera stampa, nocive pel bene pubblico.
L'argomento, o signori, mi sembra che meriti la vostra attenzione.
10 so di avere anche contro di me le prevenzioni non guari oggi
favorevoli ai giornalisti. Dei giornalisti si è detto e si dice gran bene
e gran male, e forse più male che bene; ma è un fato che essi hanno
comune con molti, per esempio, cogli avvocati. Anzi, è singolare la coin-
cidenza tra le lodi e le censure che si fanno degli uni e quelle che si
fanno degli altri.
Ed io lo noto, perchè serve alla mia tesi e gioverà a cattivarmi un
po' di benevolenza da parte degli illustri avvocati che siedono intorno
a quel banco.
11 libro nero contro il giornalismo è recente, e va, se non isbaglio,
da Vittorio Alfieri all'onorevole Crispi, che vi ha scritto non ha guari
un periodo abbastanza duro. Ma il libro nero contro gH avvocati è an-
tichissimo, e comincia da Sofocle. In fondo si equivalgono.
Il rimprovero che si muove agli uni ed agli altri è di rassomigliare
22S GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
un po' troppo ai sofisti flagellati da Platone; di attendere non a scoprire
la verità molte volte, ma ad oscurarla, mutando il bianco in nero ed il
nero in bianco, a comodo della causa o del partito; di mirare, nella
lode o nel biasimo, nell'accusa o nella difesa, al tornaconto del cliente
o degli amici, ed al danno degli avversari; di fomentare le querele,
compiacersi nelle discordie, amare la briga e la licenza; tutte cause di
pubblici mali.
Questo è il lato non brillante, una parte del lato non brillante della
medaglia; ma se guardate il rovescio, vedrete che si può ripetere del
giornalista, parola per parola, ciò che, per citare un'autorità sola, l'ono-
revole Zanardelli disse dell'avvocato, in uno dei suoi magnifici discorsi
sull'avvocatura:
« Involto in tutte le agitazioni, in tutte le tempeste, in tutte le
lotte della società, l'avvocato, dice l'onorevole Zanardelli (ed io dico il
giornalista) deve continuamente difendere i diritti che voglionsi concul-
care, le persone di coloro su cui si grava la odiosa mano dell'arbitrio;
deve afi"rcntare con serena costanza ogni amarezza ed ogni pericolo, per
combattere impavidamente,
« Pensoso più d'altrui che di sé stesso,
qualsiasi ingiustizia, oppressione od abuso, sia che debba pugnare contro
la formidabile ed onnipotente persecuzione del potere minaccioso e vio-
lento, sia che debba resistere al cieco fanatismo ed all'urlo infuriato delle
plebi. ))
Lo stesso onorevole Zanardelli ha detto che l'avvocatura è una isti-
tuzione legata all'ordinamento sociale ; e Tommaso Jefferson esclamava :
« Vorrei piuttosto vivere in un paese che non abbia Governo ed abbia
giornali, anzi che in un paese che abbia Governo e non abbia giornali. »
Veramente, io preferisco vivere in un paese che abbia Governo, ed
abbia giornali, onesti e liberi giornali. Forse mi spingerei a credere che
oggi si possa fare a meno degli avvocati più facilmente che dei gior-
nalisti. Checché ne sia, vi è grande connessità fra l'ordine degli uni e
la classe degli altri ; lo che fa si che abbiano comuni molti pregi e molti
difetti, perchè gli uni e gli altri adoperano lo stesso mezzo, la pubblica
parola; gli uni e gli altri una causa quasi ordinariamente difendono ed
esaltano, ed un'altra combattono e deprimono; gli uni e gli altri la loro
professione mettono a difesa della giustizia, ma possono anche abbassare
a strumento della ingiustizia e del sopruso, a danno dell'innocente, a
trionfo dell'iniquo.
Ora, o signori, io devo notare, non senza qualche rammarico, che
gli illustri avvocati, ministri e commissari, compilatori di questo Codice,
abbiano avuto cura di mantenere per sé ogni cautela, e di abbandonare
la stampa ad ogni pericolo.
L'art. 372 dell'allegato dice: « Se il delitto (di diffamazione) è
commesso in documento pubblico o con scritti o disegni divulgati ecc.,
la pena è della reclusione da uno a cinque anni e della multa non mi-
nore di 1000 lire ».
Ma nell'art. $76 è detto che se il documento offensivo 0 l'atto pub-
LA LIBERTÀ DI ST4.MPA E IL CODICE PENALE. 229
blico è di avvocati, presentato all'autorità giudiziaria, relativo alle contro-
versie, non dà luogo a procedimento penale; ed il giudice può, pronun-
ciando nel merito della causa, ordinare una riparazione pecuniaria a favore
dell'offeso, e la soppressione in tutto o in parte delle scritture offensive.
Ecco la garanzia per gli avvocati : chiara, sicura, che non dà luogo
ad equivoche interpretazioni, e lascia al giudice, non la facoltà di punire
dal massimo al minimo; ma quella soltanto di non punire addirittura.
Il perchè è chiaro. Voi, onorevole relatore Villa, lo dite nella vostra
relazione : nei casi contemplati dal Codice, l'avvocato ha creduto di agire
come agì, animo defendendi, per impedire che la giustizia potesse andar
manomessa. E lo ammetto.
Ma viceversa, quando vi si obbietta che in più di un caso lo scrit-
tore, il pubblicista è mosso dalla coscienza di adempiere anch'egli ad una
nobile ed elevata missione; che anch'egli ha creduto di agire siccome
agi, per impedire che la fede pubblica o qualsivoglia altro interesse po-
tesse andar manomesso, voi che cosa rispondete ?
È vero, voi dite; ma sotto il pretesto che la stampa sia chiamata
ad un altissimo ufficio, che ad essa spetti di fornire alla coscienza pub-
blica i mezzi con cui questa possa maturare i suoi giudizi, non deve
trovare schermo la malvagia brutalità del sicario che attenta al più pre-
zioso dei beni.
Ed aggiungete: « no: il delitto -non può snaturarsi: commesso con
qualunque mezzo di pubblicità e diffusione, non cessa di essere qual' è,
l'aggressione e l'offesa ai diritti della personalità umana ».
D'accordo.
Ma potrei osservare che se il delitto, commesso con qualunque
mezzo di pubblicità, non cessa di essere quello che è, l'offesa alla persona-
lità umana, delitto è quello dell'avvocato, delitto è quello dello scrittore !
E potrei dire con voi, mutando una vostra frase: basterà che, sotto
il pretesto che l'avvocatura sia chiamata ad un altissimo ufficio e ad
essa spetti di fornire alla coscienza dei magistrati i mezzi coi quali po-
tranno maturare i loro giudizi, abbia a trovare schermo la malvagia
brutalità del sicario ?
Voi mi osserverete che, se l'avvocato offende una persona, difende
la giustizia.
Ed io noto che ben di più fa lo scrittore: può offendere talvolta
una persona, ma perchè ? per impedire che essa inganni la pubblica fede
ed assuma pubblici uffici che non saprebbe esercitare od eserciterebbe
con pubblico danno.
Ma tutto questo lo valuterà il giudice, voi dite, ed il giudice as-
solverà. Il giudice ! Ma se voi avete questa certezza a priori, perchè non
affidate al giudice l'avvocatura, come gli avete affidata la stampa. L'av-
vocatura ha la sua garanzia al di sopra del giudice; ma l'onesto e co-
raggioso giornalista non avrà altra garanzia che l'indipendenza, l'impar-
zialità e l'intelligenza del giudice, cose tutte non sicure, ma contingenti.
E badate, o signori, che la Commissione stessa dimostra di non aver
molta fede nel giudice, poiché a pagina 292 della sua relazione, su questo
argomento, ci ia sapere di aver respinta una proposta, per quanto vali-
230 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
daraente sostenuta, di rendere facoltativa al giudice una più larga dimi-
nuzione di pena e la commutazione di quella corporale in pecuniaria,
per non riaprire (sono sue parole) nuovamente l'adito a quell'abituale
e deplorevole mitezza che nelle controversie giudiziarie di questa specie
si sono verificate.
Ora, o signori, io francamente vi dichiaro, non come giornalista,
ma come deputato devoto alla hbertà, che preferisco la mitezza anche
per gh abusi, se questa vale ad impedire un'iniquità contro il buon uso.
Riandate, o signori, col pensiero ai giorni delle acri lotte, delle
contese acerbe di parte; pensate alla possibilità di soprusi e violenze da
parte di una maggioranza di cui sia strumento il Governo, e garantirete
il giudice ? Voi, hberali, siete certi che la libertà non debba attraver-
sare alcuna ora procellosa ? Voi che, a volta a volta, foste minoranza,
siete sicuri di trovare in ogni caso l'equità e la imparzialità del giudice ?
E badate, o signori, che quando più preme l'arbitrio, il giornalista
dev'essere più vigile e vivace, ed allora è maggiore il pericolo di non
trovare il giudice forte ed imparziale. E quale sarà, in quel momento,
la sorte riserbata al'a libera stampa, con questo vostro Codice ?
V è un argomento nelle parole su citate dell'onorevole Villa che
io posso ritorcere. Basterà, egli dice, il pretesto che la libera stampa è
chiamata ad altissimo ufficio, per dare schermo alla brutalità del sicario ?
Ed io vi rispondo: il pretesto di colpire il sicario non può dare
arma a colpire la libera stampa ?
Ecco il pericolo, o signori, contro il quale io non vedo alcuna si-
cura difesa.
Non è pericolo immaginario, perchè lo hanno visto e provato tanti,
pubblicisti e statisti, i quali perciò hanno detto, come io diceva testé:
tolleriamo anche l'abuso, affinchè non s'inceppi il buon uso. E questa,
praticamente, è la libertà.
Un celebre nostro statista pronunciò nella Camera queste parole :
« il conciliare l'esercizio della libertà di stampa con la repressione degli
abusi è impresa nonché difficile, oso dire impossibile; quindi la neces-
sità di contentarsi di leggi imperfette ».
Torno a dire, o signori, che io comprendo il vostro nobile scopo
e partecipo allo sdegno vostro. Voi volete colpire il malfattore che at-
tenta al più prezioso dei beni umani.
E questo malfattore si caccia fra i giornalisti e deturpa e profana
la stampa. E quindi la buona stampa deve esser la prima a difendersi
da quella malvagia intrusione; a voler scacciato, colpito, flagellato l'in-
truso. Doppio è il maleficio che questo compie: mentre uccide, conta-
mina l'arma di cui si serve e la rende inetta a quei servigi di alta utilità
pubblica pei quali essa è temprata. Siamo dunque d'accordo nello scopo.
Ma questa è una sola parte del vostro scopo, la difesa individuale.
E l'altra ? E la difesa sociale ?
Voi confondete tutto e tutti, il perfido sicario e la vigile sentinella,
e ci trattate come gli Albigesi, lasciando a Dio la cura di scernere i
suoi. Lo che mi par crudele, e più che crudele improvvido.
Considerate, o signori, che ì'exceptio verUatis non sempre può va-
LA LIBERTÀ DI STAMPA E IL CODICE PENALE. 231
lere, né sempre è facile addurre la prova. E vi sono uomini altrettanto
indegni della pubblica stima quanto abili nel nascondere le proprie ma-
gagne e nel portare la maschera. Che deve fare la stampa che abbia
coscienza del suo apostolato ? Lasciar correre e vedere l' impudenza trion-
fante e la ipocrisia riderle in faccia, sotto la corazza del vostro Codice
formidabile ? O gettarsi nella mischia e, facendo sacrificio di sé, urtare
contro quella corazza e ferirsi ?
Voi non incoraggiate, o signori, questi sacrifici, doverosi sacrifici,
dell'onesto giornalismo che tante volte hi potuto dire: ho affrontatola
condanna, ma sono riuscito a chiudere la porta del mio comune, della
provincia, del Parlamento, ad un impostore.
Non è dunque sull'esercizio abusivo della libertà che si aggrava la
vostra mano; ma voi l'aggravate anche sull'esercizio legittimo.
Sento dire che molti problemi avete felicemente risoluti con questo
Codice penale, ed io lo credo, e vi applaudo; ma il problema di con-
ciUare il sacro rispetto dovuto all'uomo privato, col diritto della pubblica
discussione dell'uomo pubblico o di colui che al pubblico si affaccia per
averne fiducia e favori, questo problema voi non l'avete risolto, e nem-
meno considerato abbastanza. Sicché, mentre crederete di aver fatta opera
da meritarvi il plauso degli onesti, se ne compiaceranno e loderanno,
in segreto, coloro che hanno ragione di temere di sé e della pubblica
discussione, e che ora potranno affrontarla impavidi e invulnerabili. In
altri termini, avrete diminuita, svigorita, la difesa sociale, ed accresciuta
la baldanza dei tristi.
Qual' é, o signori, la grande minaccia degli ordini liberi e delle so-
cietà democratiche? È questa: che vengano fuori a ghermire i pubblici
ufiìci, coloro che non hanno le qualità per esercitarli, gente da preda,
avida, faccendiera, senza scrupoli; e voi l'unico argine contro la torbida
piena indebolite, e la piena stessa, non volendo, ingrossate !
E poi, signori, bisogna considerare le cose da un altro aspetto.
Voi tutti avete viva la memoria di scandali recentissimi, enormi,
strepitosi, che hanno agitata l'Italia per mezzo della stampa. La psichiatria
ha detto : « sono dei mattoidi ! » Si, erano casi di patologia individuale,
ma questa patologia individuale ha trovato larga rispondenza in una pa-
tologia sociale e politica.
Una corda stridente ha fatto risuonare tutte le corde stridenti della
penisola. Di qui il rumore, il frastuono, la voga ! Perché, o signori ?
Vi era qualche cosa che io non saprei qualificare. Dirò che i buoni
figU di Noè, i Sem ed i Jafet del giornalismo, avevano volto gli occhi
altrove per non vedere, o avevano voluto coprire.
E si é trovato qualche Cam cinico e sfacciato che ha scoverto vio-
lentemente e sconciamente.
Ed il pubblico ha battuto le mani.
Il giornalismo buono era forse venuto m.eno ai suoi doveri, ed ir-
ruppe a sostituirlo, a modo suo, il giornalismo cattivo e diffamatore,
che in un momento allagò il bel paese.
Io non so se fu tutto male codesto; ma, o signori, badate ai risultati.
Qui, in questa Camera, sono egregi pubblicisti, i quali prima di ve-
232 GUIDA DELLA STAMPà PERIODICA ITALIANA.
nire qua dentro hanno dovuto lottare per molti anni e vincere aspre
difficoltà. Al contrario, col rapido tirocinio di quella che fu giudicata
diffamazione ed ingiuria, altri immediatamente avete veduto venire in
mezzo a voi !
I giudici li avevano colpiti; ma gli elettori hanno sforzate le porte
della prigione per farli uscire, e spalancate quelle di Montecitorio per
farli entrare.
Tutto questo, o signori, è storia ben grave, storia di ieri; non ab-
bastanza studiata come si conveniva ad uomini politici previdenti e prov-
videnti.
E voi, onorevole Zanardelli, guardando a questo fenomeno di pa-
tologia sociale e politica, più come giurista che come statista, sperate di
impedirne le manifestazioni, accrescendo i rigori del Codice penale. Ma
credo v'inganniate.
II Codice penale potrà diventare strumento più attivo di candida-
ture eteroclite ed avariate. Quando vi è qualcosa di guasto di quella
natura occorrono altri rimedi ed altre ricette.
Sicché io temo che il probabile risultato dei vostri provvedimenti
sarà questo : impedendo ai cattivi umori di erompere e venir fuori, rende-
rete più attiva r interna cancrena. E questo ritengo per certo, che non isra-
dicherete la mala erba ed avrete compresso i germogli della buona; non
avrete mozzi gli artigli al giornalismo pravo, ed avrete scemato il co-
raggio dell'onesto.
E questa stampa italiana che alcuni dicono decaduta, non si risol-
leverà di certo. Riderà, scherzerà, fìngerà di non vedere, lascerà passare
e correre. Questa stampa farà, come faceva Cicerone, ed erano i tempi
nei quaH finiva la repubblica romana. Intorno a Cicerone (dice un fran-
cese, F. Chasles, che ha saputo mettere il dito sulle piaghe della Francia
e della razza latina), intorno a Cicerone i caratteri si abbassavano, l'e-
goismo cresceva, l'ombra invadeva. EgU lo vedeva bene; con grazia friz-
zava i difetti ed i vizi dei contemporanei; se ne affliggeva senza collera;
se ne divertiva tristamente.
Voi dunque non avrete provveduto alla difesa sociale; e per voler
comprimere la licenza, avrete come ho detto, resa più attiva la cancrena
di dentro.
Che se una riforma volevate, dovevate cercarla nel Codice di pro-
cedura penale. Questo è che ingrossa gli scandali, che centuplica le dif-
famazioni e le ingiurie; ed è per questo che un disgraziato offeso si vede
ludibrio dell'offensore per lunghi e lunghi giorni, che sono i giorni della
gogna; è per questo, come ben dite, onorevole Villa, che diventa illu-
soria e talvolta perfino ridicola e dannosa la protezione della legge.
Chi va in tribunale per cercare riparazione, non trova che maggior
detrimento. L'offensore e l'avvocato di questo lo aggrediscono, lo sgraf-
fiano, lo dilaniano; e l'avvocato è sempre più crudele dell'offensore, e
sempre più forte del presidente. Riformate la procedura e sarà bene.
Ed un'altra riforma ancora. Io voglio la libertà, ma voglio la re-
sponsabilità; la responsabilità diretta dei giornali; e dico con un pub-
biisista francese: « quando penso che gli scrittori si nascondono dietro
LA LIBERTÀ DI STAMPA E IL CODICE PENALE. 233
teste di legno, arrossisco ». Ecco le riforme efficaci e sicure; ma quanto
alle pene, non aggravate, signori, poiché non potete distinguere, né pre-
vedere. Per me basterebbe una pena sola. Convinto il diffamatore, vorrei
che su tutti i giornali e sulla Gai:^etta ufficiale fosse pubblicato: « Tizio
è diffamatore ! » Basterebbe, e sarebbe finito.
Mi affretto a conchiudere. Le leggi di libertà sono quelle che sono,
sono quello che è la libertà. Donde il detto antico : preferisco la libertà
colle sue tempeste, alla servitù colla sua bonaccia. E più e più volte
furono chieste restrizioni e furono reclamati rigori; ma nessun partito,
nessun uomo di Stato die retta ai reclami. Una sola modificazione si fece
nei primi tempi, e fu per garantire i nostri rapporti internazionali. Ma
quando Cavour propose quella modificazione, d'accordo con Rattazzi,
non cessò dal ripetere e protestare che, per gli effetti interni della legge
del 1848, egli la voleva inviolata osservando che un maggior rigore
contro gli eccessi e gli errori della stampa, avrebbe condotto a conse-
guenze contrarie a quelle desiderate. E più tardi ricordò i tempi del 1849,
la temuta reazione ed un suo articolo sul Risorgimento che aveva per
motto : Non toccale la stampa. Io ho ricercato questo articolo e ve ne
leggerò due linee sole, che sono poi diventate un luogo comune, ma
non ancora un pratico insegnamento: « Gli amici della libertà sanno
che non è possibile godere i vantaggi della libera stampa, senza soffrirne
gl'inconvenienti. »
E notate che vi si parla, non degli abusi politici soltanto, ma anche
di quelli dovuti alla malvagità umana. E forse non vi fu uomo di Stato
più calunniato di Camillo Cavour.
Ora io domando se proprio dopo 40 anni dalla inaugurata libertà
in Italia si debba ritornare indietro e reputare efficace quello che fu re-
spinto nel 1849, nel 1850 e nel 185 1. È progresso cotesto.^ Voi mi di-
rete che il costume pubblico non ha progredito, e non ha progredito
la stampa. Io lo nego : ma fosse vero ! Fosse pur vero che la stampa è
decaduta, sapete che cosa vorrebbe dir ciò. La stampa è specchio fedele:
essa riflette la pohtica come è e la società nei suoi atteggiamenti. I suoi
vizii sono i nostri vizii.
Or badate che non vi accada quello che accadde alla scimmia :
ruppe lo specchio che rifletteva la sua brutta figura; ma la brutta figura
essa vide non più in uno specchio solo, ma in cento.
Prego dunque vivamente l'onorevole ministro a voler considerare
le sue proposte.
Duolmi di aver detto che in questa questione il giureconsulto ha
sopraffatto un po' lo statista; ma è una quistione di indole essenzialmente
politica, ed io lo prego a volervi ritornare su, coi criteri di uomo politico.
Io lo prego a voler ristudiare il problema, che innanzi ho accen-
nato, ed a non far sì che la buona stampa, confusa con la cattiva, sia
abbandonata alla discrezione dei giudici, pericolosa per la libertà. Che
se il problema dovesse rimanere insoluto, lasci le cose come sono, poiché,
giova ripeterlo, la libertà con le sue tempeste è preferibile alla servitù
con la sua bonaccia. E spero che la Camera si assoderà al mio voto.
(Benissimo l Bravo l )
Mm&M&%
- é Z'ad iiìtove ai tina^ua tz^anccòc
e i^^a^^cò^' - loz^i^i^cc a -wiiii co'\vèi^iowi aco-Ht-a'te
vcZ'Oioni ci tow\a'n^i iz^awccyi ed iwa'ic':>i pcz ap-
ipcwcioi ci (xiozivati,
Jia a dixÀXio di izadu^Àonc di r>azccc^vi zoman^^^i di ArsénC
Houssaye, Henry Gréville, Jules Claretie, Juliette Lamber,
Xavier de Montépen, Guy de Moupassant, Paul Mahalin,
Evariste Carrance, Henry Révoil, Marie Leroyer, Alexandre
Rocoffort, Qcc.
9\ivot^ersi per te trattative a Sinorato §oaz, Roma, Via
D^iodena, 41, p. jf.
E FABBRICA NAZIONALE DI MACCHIA TIPOGRAFICHE
NORBERTO ARBIZZONI, MONZA
Premiato anche dal R. Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio
Tagliacarte a Vapore Celerissimo
£!•* Vedi Avviso speciale a pag. 16
PSEUDONIMI
Abate E . . . — Raffaele De Cesare.
Adii (da Palermo al Co5worama di Milano) — Antonino Diliberto.
Adimaro (Fracassa) — Guido Biagi.
Adrianns {Fracassa) — Rocco De Zerbi.
Ahasvero — Dott. Giulio Guerrieri.
A. L. {Diritto) — Luigi Arcliinti.
Alcesto (Occhialetto) — Carlo Cav. Carafa Duca di Noja.
Aldo — Giovanni De Castro di Vincenzo.
Aldo ( Vedetta) — Tommaso Glieradi Del Testa.
Alfa {Gazzetta di Venezia) — Achille Lanzi.
A. Libri — Cesare Cavara (morto nel 1880).
Alin (Commedia Umana e Capitale) — Antonio De Piro.
Ambrosia {hidovinello, Messina) — Gaetano Arcadipane.
Amer Carlo {Conversazioni Domenicali) — Aldo Carrera.
Amerigo Vespncci (Giornale delle dotine, Torino) — Giuseppe Sarti.
Amica (L') dei Bimbi — (Vedi Cordelia).
Amico (L') dei Bambini {Paradiso dei Bambini) — Onorato Roux.
Anastasio Buonsenso — Carlo Bara valle.
Angelo di Cabruna — Matilde Serao.
Anselmo Rivalta — Luigi Castellazzo.
Appio Fiorini — Filippo Airoli.
Araby — Costa Luigi.
Ariele — Giuseppe Franclii-Verney.
Aristo (Fanfidla) — Giuseppe Marcotti.
Arnould Arturo — A. Mathey.
Arrigo Jonico — Prof. Ciro Gojorani (Pescia).
Arturo (nei giornali sardi) — Salvatore Delogu.
Asdrubale (Italia, Milano) — Maffio Milesi.
Assio Oattilio — Attilio Cassio.
Asso I
At+ T 11 {Sole, Milano) — Felice Cameroni.
Augusto {Cittadino di Genova) — Luigi Augusto Corvetto.
Ausonio De Liberi — Silvio Antonio Caligo.
Ausonio Franchi — ex-sac. Cristoforo Bonavino.
Ausonio Liberi — G. A. Giustina.
Ausonio Liberto — G. Levantini-Pieroni.
Ave (Gazzetta Musicale, Milano) — Dott. Angelo Vecchi.
B. A. G. {Giornale per i 'bambini) — Guido Biagi.
Baby (Fracassa) — ^ohQxio Bracco.
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Baldassarre Boni (Libertà) —Alessandro Arbib.
Barbita (Corriere della sera) — Viglienzoni.
Bardi Ugo — Giuseppe Bianchi.
Barone Cicogna (il) (Fì^acassa) — Giuseppe Turco.
Barone De Vida — Davide Rabeno (morto).
Bianchi E. (Illustrazione per tutti) — Giacinto Stiavelli.
Bibliofilo (Illustrazione italiana) — Emilio Treves.
Bici (Fanfulla e Tribuna) — Augusto Sindici.
Blasco (Fatifulla) — Emanuele Navarro della Miraglia.
Bobby {Fanfulla) — Roberto Montgomery-Stuart.
Brigada (Fanfulla) — Gabardo Gabardi.
Brrrr ! (Fischietto e Pasquino) — G. A. Cesana.
Bruno Sperani — Beatrice Speraz.
Btz (Fischietto) — Piacentini.
Burraschino (id.) — Vittorio Turletti.
Caffaro [Caffaro sino al 1883) — Anton Giulio Barrili.
Caligola Eeinomi {Patria di Bologna) — Prof. Emilio Roncaglia.
Cam (Giornale toscano) — D. R. Segre.
Camillo (Fischietto) — Camillo Marietti.
Canella Tommaso (Fanfulla) — G. A. Cesana.
Canellino (fanfulla) — Luigi Cesana.
Capitano Nemo {Paradiso dei bambini) — Ruggero Roux.
Caramba {Don Chisciotte) — Eduardo Boutet.
Carbonilla — Olga Ossani-Lodi.
Carlo Dossi — Alberto Pisani.
Carmandino (nel Caffaro sino al 1883) — Anton Giulio Barrili.
Carmilein {Ehi! ch'ai scusa) — Carmelo Cantalamessa.
Castelnuovo (Di) Leo — Conte Leopoldo Pullè (figlio).
Cast&lnuovo Eiccardo — Conte Pullè (padre).
Castelvecchio Riccardo {Babilonia, Firenze) — Conte G. Pullè.
0. C. {Prime letture) — Cesare Cantù.
C. Collodi — Carlo Lorenzini.
Cecco d'Ascoli — Giuseppe Revere.
Cece {Piovano Arlotto di Firenze 1858-60) — Pirro Giacchi.
Cerosa {Ehi! ch'ai scusa) — Cesare Chiusoli.
Cesare Moscata {Gazzetta dell' Emilia) — Cesare Dailanoce.
Cetego — Lucio Jacobelli.
Ch. {Pojìolo Romano) — Costanzo Chauvet.
Chiquita (Fracassa) — prima Ernesto Mezzabotta, poi Matilde Serao.
Chirtani Luigi {Illustrazione italiana) — Luigi Archinti.
Cicala {Caffaro) — Vedi Lanfranco.
Cicito {Fanfulla) — Capitano Francesco Giganti (morto).
Cicco e Cola (Illustrazione italiana) — Emilio Treves e Ugo Pesci.
Cimbro — Giovanni Faldella.
Cimone {Fracassa e Don Chisciotte) — Emilio Faelli,
Gino (El) {Ehi ch'ai scusa) — Avv. Gustavo Vicini.
PSEUDONIMI. 237
Cintraco (II) (Caffaro) — Prof. Giacinto Angelo Frascare.
Ciriaco {Fanfulla) — Michele Maroni (?).
Ciro D'Arco — Giusepx^e Torelli.
Claudio Frollo {Fracassa) — Arturo Colautti.
Ciotto Arrighi — Carlo Righetti.
Cernito {Caffaro; fu anche usato da Vittorio Augusto Vecchi) —
Prof. Giacinto Angelo Frascare.
Compare Turiddu [Gazzetta dell' Emilia) — Oreste Cenacchi.
Conte Lara — Domenico Milelli.
Contessa Lara {Fracassa) — Eva Cottermole Mancini.
Contessina Bice — Anna Bencivenni.
Conway Ugo — F, I. Fargus.
Cordelia {Giornale dei fanciulli) — Virginia Treves.
Cordùla — Contessa Irene della Rocca.
Criket {Fanfulla) — L. Carli.
Crisalide {Farfalla, Milano, e Preludio, Bologna) — Luigi Lodi.
Cugmein 489 (Ehi ch'ai scusa) — Giovanni Zanotti,
Cuique suum (Gazzetta d'Italia) — G. G. Ferenzona (morto).
C. Yols {Gazzetta del Contadino) — Toso Flaminio.
dal {Fanfulla) — G. Vigna dal Ferro.
D'Alma viva — Giulio Piccini.
Dama Bianca (La) (Don Chisciotte) — Olga Ossani-Lodi.
Das. {Secolo) — Nicola Daspuro.
Dea — Dejanira Ugolini.
Delta {Corriere di Napoli) — Lorenzo Zammarano.
De Rosa Ludovico — Luisa Saredo.
Dick {Fanfulla, da Londra) — Cimino.
Dick, figlio di dp. {Italia) — Dario Papa.
D'Ine. — Ernesta Napollon (morta nel 1885).
Dino Berni — Ing. Francesco Bernardini.
Disilluso — Giuseppe Cimbali.
Doctor Veritas {Conversazioni domenicali) — Leone Fortis.
Don Abbondio {Fracassa) — Enrico Onufrio.
Don Benedicite {Caffaro) — Anton Giulio Barrili prima, poi Erne
sto Morando ed altri.
Don Cesare di Bazan {Don Chisciotte) — Leone Vicchi.
Don Fuso — Arnaldo Fusinato (morto).
Don Lumachine — Francesco Giarelli.
Don Pandolfo {Fracassa) — Giuseppe Turco.
Don Poppino {Fanfulla) — Guglielmo De Toth.
Don Samuele {Fracassa) — Eugenio Rubichi.
Dora [Paradiso dei Bambini) — Eleonora Costa.
Dora D'Istria — Principessa Elena Ghika (morta).
Dottor Pertica {Cronaca Bizantina) — Davide Besana.
dp. {Italia) — Dario Papa.
Dragonio {Fanfulla) — Giuseppe Dragonetti.
238 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
D. H. S. {Fracassa) — ■ Davide Rubens Segre.
Duca Minimo [Tribuna) — Gabriele d'Annunzio.
Lue Ajaci (I) — Silvio Rossi e Arturo Belcredi.
E. — Ernesta Napollon (morta).
E. Caro (Fanfulla) — Baldassarre Avanzini.
Edmondo Guidi — Ludovico Biagi.
Edoardo [Libertà] — Edoardo Arbib.
Edoardo De Albertis [Giornale delle donne) — Cristina Guidiccini in
Tabellini.
E. Enne [Fracassa) — Gaetano Malenotti.
Ego [Fanfulla) — Vincenzo Salvatore.
E. Liandore [Ordine, di Ancona) — Enrico Andreoli.
Elio Stalieno [Caffaro) — Luigi Arnaldo Vassallo.
Eliseo Hopping — Luigi Arcbinti.
Elmo di Mambrino [Fracassa) — Ferruccio Rizzatti.
E. M. [Dailìj News) — Enrico Montazio (morto).
Emilia del Po — Emilia Rossi.
Enotrie Emiliano [Gazzetta di Ferrara) — Giuseppe Barbicinti.
Enotrie Italico — Prof. Ottavio Ottavi (Casale).
Enotrie Romano — Giosuè Carducci.
Erastotene — Attilio Brunialti.
Erik — Erik Lumbroso.
Ercta [Fanfulla) — G. Ragusa-Moleti (Palermo).
Ersace Nairige — Cesare Gianeri.
Esperico Veri [Tipografo) — G. Bobbio.
Espronceda — Tullio Minelli.
Essebi [Tribuna] — Salvatore Barzilai.
e. t. [Illustrazione italiana) — Emilio Treves.
Etcarro — E. C. Rossetti.
Falsariga — Raffaele Martire.
Falucci Ettore — Felice Cottrau (morto).
Fanfulla — Barone Guglielmo Collotti (siciliano).
Fantasie [Fanfulla) — Ferdinando Martini.
Fante di cuori — Giovanni De Rossi.
F. Antony — Conte Fantoni.
- , ... \ Attilia Morando (Genova).
Fata Nijj \ s^^^^^-^ (?) .
Faust — Vittorio Palmeri.
Fausto [Faìifulla) — Rinaldo de Sterlich..
Febea [Fracassa) — Olga Ossani Lodi.
T ébo (Fanfulla) — Federico Bonola (Cairo).
Feroso [Ordine, di Ancona) — Avv. Micbele Maroni.
Filantropo (II) — Prof. Tallarigo.
Filadelfo — Domenico Beisso.
PSEUDONIMI. 239
Pìlopantì OiUirico — Giuseppe Berilli.
Fischio (da Genova, Fanfulla) — Giovanni Daneo.
F. Larra {Commedia Umana) — Mario Giusto Calvi.
Flaviani Flaviana {Mamma e La Donna) — Gualberta Alaide Beccari.
Flaviani T. 0. — Prof. Luigi Patalano.
Flavio G-ioja {Caffaro) — Federigo Verdinois.
Floro Bruzio — Gabriele d'Annunzio.
Foglietta {Caffaro) — Avv. Enrico Brusco.
Folchetto {Fanfulla) — Jacopo Caponi (Parigi).
Forese {Fanfulla) — Emma Perodi.
Fortunio {Commedia Umana e Capitale) — Acliille Bizzoni.
Fortunio {Fracassa) — L. Montecorboli.
Fortunio {Sfinge d Antenore) — Italo Mazzon.
Forsan {Caffaro) — Guido Biagi.
Forward {Fracassa) — Onorato Roux.
Fourchambault — Luigi Rasi.
Fox — Ferdinando Martini.
Fra Chichibio {Fischietto) — Carlo Avallo (morto).
Fra Fazio ( Vedetta) — Guido Carocci.
Fra Fusina — Arnaldo Fusinato.
Fra Galdino {Fiscìiietto) — Desiderato Chiaves.
Fra Giocondo {id.) — Luigi Pietracqua.
Francolino {Fracassa) — Giuseppe Gentili (Parigi).
Fritz — Giacinto Gallenga.
Frosch — M. Titone.
Frou-Frou {Fanfulla) — Barone Francesco de Renzis.
Fucile {Fanfulla) — Oreste Baratieri.
Fulminant {Ehi! ch'ai scusa) — Enrico Stuffler.
Furio Minestri {Fanfulla) — Giustino Ferri.
Galaor {Corriere di Roma, ora di Napoli) — Nicola Bernardini.
Gandolin [Don Chisciotte) — Luigi Arnaldo Vassallo.
Gavroche {Commedia Umana) — Achille Bizzoni.
G. Dalsani (pei disegni della Luna di Torino) — Giorgio Ansaldi.
Geografo (II) {Fracassa) — Donati.
Geronimo {Fanfulla) — Giovanni Faldella.
Ghizi Gero {Don Chisciotte) — Aristide Morini.
Gian Bono Cortese {Caffaro) — Girolamo Vassallo.
Gibus {Corriere di Napoli) — Eduardo Scarfoglio e Matilde Serao.
Gigo Redi — Cosimo De Giorgi.
Gii {Fracassa — Antonio Bernabei (morto).
Gilbert {Courrier fraìico-italienne) — Gilberto Govi.
Gilui Nolastelca — Luigi Castellano.
Gino Chidimmi {Ehi! ch'ai scusa) — Giuseppe Domenichini.
Giorgio Gandi {Roma) — Medoro Savini (morto).
Giorgio Palma {Giornale delle donne e Tribuna) — Emilia Luzzatto,
Giovannino — G. B. Cajafa.
240 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Giovanni Scriba {Italia) — Dario Papa.
Girovago (II) {Fracassa) — Benedetto Cirmeni.
Giselda {Caffaro e Fracassa) — Giselda Rapisardi-Fojanesi.
Giallo Antimaco — Eugenio Camerini (morto).
Giulio Pippi {Caffaro) — (Giulio ? Pietro) Guastavino.
Glauco Preludio) — Argemiro Gustavo Morelli.
Glauco {Caff'aro, sino al 1883) — Anton Giulio Barrili.
G. M. Labronio — Giovanni Marradi, di Livorno.
Golia Boscherecci {Fracassa) — Piero Carboni.
Gorrio Tobia — Arrigo Boito.
Graff {Fischietto) — Giacinto Gallenga.
Grisostomo iConciliatOì^e) — G. Bercliet (morto).
Guidi Tommasina — Cristina Guidicini-Tabellini.
Guido Cinelli {Rivista contemporanea, Torino) — E. Camerini (m.).
Gustavo Chambery {Progresso, Piacenza) — Gustavo Paroletti.
H
Hahhh ! ! ! {D. Ortensio, e Lotta, di Lecce) — Conte di Pisignano.
Hettorre {Fan f ulta) — Ferdinando Martini.
Hierro {Rivista eurojtea, Fanfulla e Fracassa) — Gio. Alfredo Cesareo.
Homunculus {Pungolo) — Felice Uda (sardo).
Homunculus — Giacomo Racioppi.
Ibis {Iside in Alfea, Pisa) — Cav. Luigi E. Pintor Navoni.
lopolito {Fanfulla) — Ippolito Lavalletta Francki.
Ippolito d'Albano {Gazzetta d'Italia) — Prof. G. A. Biaggi.
Italo Franchi {Cronaca Bizantina) — Enrico Montazio (morto).
Italo Sveno {Caffaro) — G. Gaufridy.
Italicus (da Tripoli nel Fanfulla) — Parmenio Bettoli.
Italus {Daily News) — Enrico Montazio (morto).
Ituzzira {Cronaca dell' istruzione e Rivista Didascalica) — Antonio
Rizzuti.
Ivan {Fracassa) — Giovanni Zannoni.
Jacopo {Fanfulla) — J. G. Vitale.
Jacopo Doria {Caffaro) — Giuseppe Pizzorni.
Jacopo Moeniacoeli — Vittorio Imbriani (morto).
Jack la Bolina {Fanfulla) — Vittorio Vecchi.
Jago {Fan/'ulla) — Prof. Targioni Tozzetti.
Jarro — Giulio Piccini.
Jobi — Ildebrando Benci venni.
Josuè — Alessandro AdemoUo.
Junius Eedivivus — Gustavo Strafforello.
Eappa d' Ics (Fanfulla) — Giustino Ferri.
PSEUDONIMI. 241
K (Corriere della sera) — Michele Torraca.
L. {Dovere, cessato) — Antonio Fratti.
L. A. C. {Cittadino di Genova) — Luigi Augusto Cervettc.
L'rf^ngelo {Cronaca Bizantina) — Davide Besana.
L<*afrailCO Cicala (nel Caffaro, comune a chi scrive di musica; fu
usato da Luigi Ponthenier, poi da E. Morando, oggi da Pietro
Guastavino).
Lanfranco Pevere {Caffaro) — Cav. Giuseppe Pizzorni.
Lanzerotto (nel Caffaro lo usò Barrili, poi Ernesto Morando, oggi
è comune a diversi scrittori).
Laura — Giovanni De Castro.
Leandro — Luigi Castellano,
"leandro {Cronaca Bizantina) — G. L. Ferri.
Leggerino {Pensiero di Verona) — Silvio Barbieri.
Lelio {Fanfidla) — Gian Leopoldo Piccardi.
Libero {Rassegna, cessato) — Francesco Torraca.
Lino da Volterra {Corriere di Napoli) — Raffaele De Cesare.
Lippo Lippi — 0. F. Bianco.
Luciano Montaspro — Ludovico Merlini.
Lucifero — Francesco Paresce.
Lucio Giunio Veronico — Mons. Luigi Gaiter.
Lucius — Francesco Cerone.
Ludovico de Sose — Luisa Saredo.
Lyricus — Eduardo Cirillo.
M. {Cittadino di Genova) — Avv. Ernesto Caligari.
M. (nel Piccolo) — Vincenzo Morello.
Maccietta {Ehi! ch'ai scusa di Bologna) — E. Malaguti.
Macìa {Don Chisciotte) — Adolfo Rossi.
Macobrio {Caffaro) — Avv. Augusto Pescio.
Maf {Fanfidla) — March. Alessandro Fiaschi (di Ferrara).
Malacarne — Matteucci.
Malcontento (Un) — S. Laudi.
Maledolo — Alessandro Ademollo.
Mambrino Arnaldo {Birichin, Torino) — Carlo Giordano.
Mandarein (Bl) {Ehi! ch'ai scusa) — Maggiore G. Bernardi.
Mansueto (Fra) {Corriere di Sicilia, Palermo) — Giuseppe Cimbali.
Manfredo — Ida Baccini.
Marcantonio negoziante di fagiuoli — Avv. Dalmazzo.
Marchesa Colombi — Maria Torelli-Torriani.
Marchese di Carabas {Fanfulla) — Giustino L. Ferri.
Marco (da Madrid alla Gazzetta d' Italia) — Madama Rattazzi.
Marco {Ordine, di Ancona) — Goffredo Passarini.
Marin Sanudo {Caffaro) — C arulli.
Mario {Fracassa) — Martino Cafiero (morto).
N. Bbkkardini — Guida iella Stampa periodica italiana — x6.
S42 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Mario de' riori — Gabriele D'Annunzio.
Martino {Eco dei teatri, cessato) — Ferdinando Martini.
Mariula {Fan/ulta della Domenica) — Maria de Gioannini.
Massinelli {Ehi! ch'ai scusa) — Cav. Gaetano Faccliinetti.
Matamoros {Fracassa) — Aristide Morini.
Mefistofele {Spartaco, di Spoleto) — Avv. Micliele Sette.
Melton {Fanfidla) — Conte Pietro Porro (morto in Africa).
Mercutio — Giosuè Carducci.
Messer Milione — Prof. Domenico Razzano.
Micco Spadaro (Fracassa) — Aristide Morini.
Mikròf {Cittadino di Genova) — Avv. Ernesto Caligari.
Miles (Fanfidla — Oreste Baratieri.
Minimus (Fracassa) — Guido Mazzoni.
Misantropo — Vittorio Imbriani (morto).
Misovulgo {Caffè e Corriere della sera) — Aldo Noseda.
Modesta Miosotide — Egle Pinelli.
Molosso (Fanfidla) — Paulo Fambri.
Momo (Fanfidla) — Girolamo Amato.
Monarchico (Un) — Vittorio Imbriani (morto).
Monte Barca {Gazzetta di Catania) — Giuseppe Cimbali.
Mortimer (Corriere di Najìoli) — Richard Alt.
Morto da Peltre (Fracassa) — Domenico Ciampoli.
Muzio Semola (Biricìnn, Torino) — Carlo Origlia.
MyT — Boner Edoardo.
Nabab — Menotti Bianchi.
Nabucco — Angiolo Spadini.
Nachor — Carlo Carafa Duca di Noja.
Nadegda (Fracassa) — Livia Bellini delle Stelle.
Napoleone Giotti — Carlo Jouhaud.
Narcotico (Fracassa) — Armando Angelucci.
Neera — Elena Zuccari-Radius.
Nemesio — Marchese Bracci de Cambini.
Nemo (Fanfidla) — Giuseppe Orgitano.
Nemo (Ehi! ch'ai scusa) — Corrado Ricci.
Nemo (Gazzetta d'Italia) — Alessandro Ademollo.
Neo Ginesio — Avv. Carlo Mascaretti.
Neri Tanfucìo — Renato Fucini.
Nevermore J. W. (Fanfulla) — Giustino Ferri.
Niceforo Fiiatete (Annali dello spiritismo) — Prof . Vincenzo G. Scarpa.
Nino Nix (Fracassa) — Alberto Boccardi, triestino.
Niobe (Piccolo) — Nicola Bernardini.
N. Nanni (Fanfidla) — Comune ai redattori.
Nobody (Tribuna e Fracassa) — Federico Verdinois.
Nomade (Fanfulla) — Angelo Rizzetti.
PSEUDONIMI. 243
O
0. A. {Piccolo) — Olindo Amore.
Oberto Cancelliere (ora comune nel Caffaró) — Girolamo Vassallo.
Obsrto della Torre iCaffaro) — Nicola Mameli.
0. Gruger {Giornale illustrato di Storia naturale) — Ruggero Roux.
Omicron {Appemnno, di Firenze) — Giovanni Sabbatini (morto).
Onateag Bnapidacra {Indovinello, Messina) — Gaetano Arcadipane.
Jnorato Italico — Germano Ottorino Annichini.
0. "Bi. {Ordine di Ancona) — Onorato Roux.
Orobius {Cittadino di Genova) — Angelo Sommariva.
Oscar {Fanfidla) — Carlo Scarabelli.
Ostricaro (L') {Corriere di Roma, ora di Napoli) — R. Gervasi.
Ottocentottantotto (888) {Gazzettino Rosa, cessato) — Davide Besana.
Ottone di Banzole — Alfredo Oriani.
Ottone Rufo {Casaro) — Ernesto Morando.
Oyster {Tribuna) — Emilio Evangelisti.
Faccine — Pasquale Martire.
Padre Zappata {Fanfidla) — Girolamo Amati.
Pagano Della Volta {Caff^aro) — Girolamo Vassallo.
Paladino (II) [Riforma) — Carlo Paladini.
Paolo — Tito De Amicis.
Paolo Joanna [Corriere di Napoli) — Matilde Serao.
Paolo Spada — Matilde Serao.
Papavero {Fracassa) — Eduardo Scarfoglio.
Papilinncuhs {Farfalla) — Cesario Testa.
Pariete {Cittadino, Genova) — Prof. G. Battista Caprile.
Parte cipatio [Caffaró] — Giovanni Minuto.
Pastorerè — Davide Carrieri.
P. C. [Messaggero, da Camerino) — Paolo Costa.
Pedante (II) (Fracassa) — Ernesto Mezzabotta.
Peronella {Ordine, di Ancona) — Arnaudo Angelucci.
Pertichino {Bajardo, di Napoli, cessato) — Romolo Reboa.
Pessimista {Sole) — Felice Cameroni.
Petronio {Fanfulld) — Carlo Scarabelli.
Petronio Stanga {Ehi! ch'ai scusa) — Olindo Guerrini.
P. G. {Messaggero, da Napoli) — Pasquale Guarino.
Picche {Fanfidla) — Federico Verdinois.
Picchio {Corriere di Naj)oli) — Giuseppe Petrai.
Pictor [Don Chisciotte) — Cesare Pascarella.
Pier d'Ambra {Nazione) — Camillo Jacopo Cavallucci.
Pietrine (Fracassa, da Pisa) — Prof. Pietro Lapucci (morto ' 87) ,
Pif Fischietto, Torino) — Piclietti (morto).
Pifagna {Fracassa) — Ugo Fleres.
Piovano {Uomo di pietra, 1861) — Emilio Treves.
Plinio Arcas — Carlo Pisani (morto).
244 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALI A>' A.
Pofere Maurizio (Fanfulla) — Giovanni Faldella.
Pompiere (II) {Fanfulla) — Luigi Coppola (morto).
Prete Pero — Paolo TedescM, triestino.
Primo yRij'orraa) — Primo Levi.
Principe Nero {Fracassa) — G-. A. Cesareo.
Procaccino (II) (Commedia Umana e Cafìitale) — Palmiro Premoli.
Psiche {Farfalla) — Carlo Giarelli.
P. T. Barti — Parmenio Bettoli.
Py.) {Piccolo) — Dario Peruzy.
Q
OiUalcuno {Fanfulla) — Fedele Albanese (morto).
Quattro Asterischi {Fanfulla) — Vittorio Imbriani (morto).
Quidam {Cittadino, Genova) — Giuseppe Lombardi.
Quidam {Fanfulla^ — Giuseppe Orgitano (morto).
Racanella — Pietro Monferini.
Rafbèl {Ehi! ch'ai scusa) — Prof. Raffaele Belluzzi.
Raffaello {Fracassa) — Emilio Faelli.
Eastignac {Corriere di Roma, ora di Napoli e Capitan Fracassa) —
Vincenzo Morello.
Razzola {Fanfulla) — Giustino Ferri.
Redivivo {Cittadino, Genova) — Prof. G. Battista Caprile.
Regina di Saba {Messaggero) — Adele Mezzabotta.
Regolo {Tribuna) — Attilio Luzzatto.
Remigio Sena — March.. Gaspare Invrea.
Renato {Babilonia, Firenze) — F. R. Pittoreggi.
René de Lanty — Montecorboli.
Revisore (II) {Fracassa) — Benedetto Cirmeni.
Richel {Tribuna) — Avv. Eugenio Rubiclii.
Ricordano Malespini ( Caffaro) — Giselda Rapisardi-Fojanesi.
R. Michely — Principessa Maria della Rocca nata Ebden Heine.
R. 0. Molo {Commedia Umana) — Giuseppe Boselli.
Rondine {Risorgimento di Lecce) — Avv. Giuseppe Pellegrino.
Resini Cesare — Domenico Gnoli.
Ruggero {Paradiso dei bamhini) — Ruggero Roux.
Rusticus {Fanfulla) — Adoperato per lo più dal De Toth.
Sandor ( Tribuna e Fracassa) — Alessandro Lupinacci.
Sandrone {Fanfulla) — Capitano Alessandro Ballanti (morto ISSV
Sans-Souci — Carlo Cav. Carafa Duca di Noja.
Sara — Signora Tardy (morta).
Saraceno (111 {Fracassa e Don Chisciotte) — Luigi Lodi.
Satiro {Corriere di Napìoli) — Eduardo Scarfoglio.
Scapoli {Fanfulla) — Barone De Renzis.
Scarabocchia — Giovanni Visibelli.
PSEUDONIMI. 245
Scaramuccia {Fracassa) — Usato più spesso da G-ennaro Minervini.
Scevola — Ing. G-iacinto Gallenga.
Scherezade {Fracassa) — Ugo Fleres.
Scivas lizXo [Commedia Umana, Capitale, Paradiso dei baìnbim) —
Onorato Roux.
Scriba (Tribuna) — Stanislao Manca.
Segretario (II) (Fan/ulla) — Cesana Luigi.
Sgner Pirein (El) {Ehi! ch'ai scusa) — Antonio Fiacclii.
Shane Dymas — Ing. Ercole Michele tti.
Siebel — Francesco Anelli.
Signor Tutti (II) (FanfuUa) — Griuseppe Turco.
Silex {FanfuUa della Domenica) — G-. L. Ferri.
S. Ilvia {Giornale illustrato di storia naturale, cessato) — 0. Roux.
Silvius {Fanfidla) — Giovanni Piacentini.
Simmaco — Raffaele De Cesare.
Sior Momolo {Faiifulla) — Pompeo Gherardo Molmenti.
S. Nasi — Giulio Piccini.
Spiritus Asper — Gustavo Strafforello.
Spleen {FanfuUa) — Giuseppe Turco.
Sofia A . . . {Illustrazione e Perseveranza) — Sofìa Albini-Bisi.
Solatium (caricaturista) — Buonsollazzo, di Napoli.
Sordello (Fracassa) — Dino Manto-vani.
Staccio (corrispondente romano) — Montocchi.
Stecchetti Lorenzo — Dott. Olindo Guerrini.
Stello — Luigi Guelpa.
Stoico — Felice Cameroni.
Suerga Molaragi — Gerolamo Ragusa-Moleti.
Sutor {Gazzetta dell'Emilia) — Avv. Samoggia.
Tamigi (da Londra al FanfuUa) — Carlo Mazzono.
Tar chini Luigi — Luigi Archinti.
Tartarin {Corriere di Napoli) — Eduardo Scarfoglio.
T. C. (corrisx^ondente da Parma alla Gazz. di Milano) — Tullio Catelli,
Tellicola Pisano — Prof. Rasino Locatelli.
Teofilo {FanfuUa) — Teofìlo Sgambella (^Smirne).
Teofilo Coreni — Enrico Dalmazzo.
Theophilus Eleuterus — Pietro Ceretti.
Tiochet Oarlin {Birichin, Torino) — Carlo Alfredo Occhetti.
Tirascene (II) — Comm. Giuseppe Costetti.
Tita — Zoe Sciamanna in Piccirilli.
Tisento {Fracassa, Ehi! ch'ai scusa) — Alfredo Testoni.
T. 0. Cesardi {Ehi! ch'ai scusa e Patria, Bologna e Tribuna) —
Dott. Eugenio Sacerdoti.
Toga-Rasa {Gazzetta Piemontese) — Avv. Giovanni Saragat.
Tom {Fanfidla) — Eugenio Checchi.
Toni {FanfuUa) — Damiani (da Genova),
Tornano {Caffaro) — Francesco Giarelli,
246 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Trìlussa [Rugantino] — Carlo Alberto Saliistri.
Tugnètt {Ehi! di' al scusa) — Dott. A. Bernardi.
U
Ubi — Ulisse Barbieri.
Ugo (FanfuUa e Illustrazione llaliana) — Ugo Pesci.
Ugo Bardi — Giuseppe Bianclii.
Ugo di Monsoprano [Preludio) — Argemiro Gustavo Morelli.
Ugo di Valchiusa — Filippo Marucclii.
Ugo Falcando (Fracassa) — Alfredo Baccelli.
Un Anonimo [Corriere del mattino, cessato) — Matilde Serao.
Uno di Montecitorio (Fracassa) — Raffaello Giovagnoli.
Urbain de Chatillon (Italie) — Eaffaele De Cesare.
Uriel (Fracassa) — Ugo Fleres.
Uxor (FanfuUa) — Onorato Roux.
V
Vamba (Fracassa) — Giuseppe Luigi Bertelli.
Vandalo (FanfuUa) — Arnaldo Mengarini.
Vattelapesca [Uomo di pietra, cessato) — Dott. Bernardino Bianchi.
Verax {FanfuUa) — Luigi Chiala.
Veritas (Fanfidla) — Barone Guglielmo Collotti.
Vero Marchese Colombi (FanfuUa) — Paolo Ferrari (morto).
Vesulus — Avv. Stefano Tempia.
Vice-Bibliofilo Cittadino, Genova) — Avv. Ernesto Caligari.
Vico (FanfuUa) — Ludovico Mantegazza.
Viola Tricolor — Ermelinda Fornari.
Violino di spalla (FanfuUa) — Samuele Ghiron.
Vittore (FanfuUa) — Raffaele De Cesare.
Vittorio Catualdi — Oscar De Hassek.
Ylang-Ylang [Fracassa) — E. Augusto Berta.
Yole C. (Gazzetta del Contadino) — Flaminio Toso.
Yorick — Avv. Piero Ferrigni.
Yorickson (FanfuUa) — Umberto Ferrigni.
Ypsilon [Fanfidla e Pasquino) — Luigi Coppola (morto).
Z (Piccolo) — Rocco De Zerbi.
Zeffirìno Bellocci (Corriere di Napoli) — Giuseppe Petrai.
Sozimo — Angelo Garrone.
Suanin (Farfalla) — Amilcare Scarpetti.
ZM (FanfuUa) — Giulio Del Valle.
Nicola Bernaedini.
PROVINCIA DI ALESSANDRIA
Inumerò dei Comuni: 343 — Popolazione: 729,710 — Superficie: K. q. 4,937 — Deputati della provincia:
I. Di Groppello, Ercole, Oddone, Bobbio. 2. Villa, Salussoglia, Serra. V. 3. Bertana, Morini, Mensio,
4. Raggio, Ferraris M. , Borgatta.
L'Agricoltore alla luce. Giornale poli-
tico, agricolo, religioso, fondato nel 1887.
Esce ogni settimana in 8 pagine con illu-
strazioni. Abbonamento: anno L 5. Un
numero io centesimi. (Si stampa in Ales-
sandria )
'Ni:^\a Monferrato.
L'Avvenire. Giornale politico, liberale,
amministrativo, nato nel marzo del 1882.
Per qualclie anno fu l'organo ufficioso del
partito progressista, sotto la direzione del
cav. Napoleone Corazzini, attuale corrispon-
dente della Tribuna e dell' Ilhistraiione
italiana dall'Africa e redattore-capo del
Piccolo di Napoli.
L'Avvenire, mantenuto da azioni in prin-
cipio, si sostenne in seguito, e da settima-
nale divenne bisettimanale, per forza pro-
pria; ed ora, benché continui a combattere
per principi! liberali, non è più legato ad
alcun partito. In questo, cioè nella sua
completa indipendenza fondata su principii
liberali-progressisti, sta il segreto della sua
florida vita.
L'Avvenire presentemente è il più dif-
fuso giornale del Monferrato.
Si pubblica due volte alla settimana in
4 pagine. Abbonamento : anno L. 6, se-
mestre L. 3,50. Inserzioni 5 centesimi la
linea. Via dell'Asilo, 40.
Casale Monferrato.
L'Avvisatore Alessandrine. Giornale po-
litico, amministrativo, fondato nel 185^ É
uno dei più antichi giornali della provincia.
Esce 3 volte la settimana, lunedi, giovedì e
sabato, in 4 pagine a 4 colonne. Tira 800
copie. Abbonamento : L. 8,80 anno. Un
numero 5 centesimi.
Alessandria.
Il Bacologo italiano. Giornale di ba-
chicoltura, londato nel 1878. Esce ogni
settimana in fascicoli di 8 pagine, con co-
pertina. È diretto dal prof. V. Sini e vi
collaborano: Rosa, Ottavi, Vlacovitch, Bol-
le, Pasteur, Verson, ecc. Abbonamento;
L. 8 anno. Un numero 25 centesimi.
Casale Monferrato.
La Bollente. Giornale amministrativo,
politico, letterario della città e circondario
di Acqui, nato il 25 gennaio 1887. Esce il
jnancdi d'ogni settimana in 4 pagine, for-
mato 0,45 y- 0,32. Abbonamento: L. 3 anno.
Un nuniero 5 centesimi. Tipo-lit. A. Ti-
relli. É diretto dall'avv. Braggio con la
collaborazione degli avvocati De Benedetti
e Alberto Selmi.
Acgui.
Bollettino ufficiale del Comizio agrario.
Giornale agricolo, fondato nel 1870. Esce
ogni mese in 4 pagine e si dà gratis ai
soci del Comizio.
Asti.
Il Cittadino. Giornale politico, com-
merciale, fondato nd 185 1. Esce la dome-
nica e il mercoledì in 4 pagine a 3 co-
lonne. Ha idee politiche piuttosto avan-
zate; è redatto però con molto garbo ed
ha una diffusione di 1000 esemplari. Ab-
bonamento: L 6 anno, semestre 3,50 In-
serzioni 15 centesimi la linea. Un numero
5 centesimi. Tip. Paglieri e Raspi.
Asti.
Il Coltivatore. Giornale d'agricoltura
pratica, fondato nel 1855. Si pubblica 4
volte al mese in fascicoli di 32 pagine in 8.°
con illustrazioni. È il migliore, più accre-
ditato e diffuso giornale agricolo italiano.
È diretto dai fratelli Ottavi e vi collabo-
rano i più eminenti agronomi italiani. Tira
circa 3000 copie. Alcune volte questo gior-
nale ha raggiunto una tiratura veramente
eccezionale : così, per esempio, il primo
numero del 1889, stampato nello stabili-
mento Cassone, fu tirato a 100,000 co-
pie. Questa tiratura durò una ventina di
giorni. Abbonamento: L. 15 anno.
Casale Monferrato.
Corriere Astigiano. Giornale politico,
amministrativo, commerciale, fondato nel
1870. Esce due volte alla settimana in
4 pagine. Tiratura 800 copie. Abbona-
mento : L. 6,50 anno; L. 4 sem. Un nu-
mero 5 cent.
Asti.
II Cristiane. Giornale cattolico, fon-
dato nell'aprile del 1888. Si pubblica il
I.' d'ogni mese in 8 pagine in 4.° Ha per
motto : « Se alcuno patisce come cristiano,
non si vergogni, an^i glorifichi Iddio. »
S. Pietro, IV, 16. Direttore: Modoa Fran»
Cesco. Abbonamento: L. i anno.
250
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
L' Elettore. Giornale politico, organo
dell'Associazione costituzionale del circon-
dario, fondato sullo scorcio del dicem-
bre 1874, alla morte di Filippo Mellana,
per propugnare la candidatura dell'avvo-
cato Aristide cav. Oggero, capo del par-
tito moderato, successore in Parlamento
dell'antico deputato casalese.
Sorta col 1879 l'Associazione costituzio-
nale del circondario di Casale — la prima
in Piemonte e della quale più tardi fu pre-
sidente Giovanni Lanz^, fino a morte, —
Y Elettore fu ed è tuttora l'interprete di
quella. Giovanni Lanza vi scriveva sovente.
L'Elettore si pubblica il venerdì nelle ore
del mattino in 4 pagine a 3 colonne. É
diretto dal signor Eugenio Nallino, corri-
spondente di giornali politici. Questi, nel
settembre del 1885 ebbe un duello con
l'avv. Mario Guala, il quale lo ferì.
Il giornale tratta degl'interessi politici
ed economici della provincia ed in ispecie
di Casale e del suo circondario, nonché
cronaca e fatti vari locali. Tira 800 co-
pie. Abbonamento : L. j anno, L. 5 seme-
stre. Inserzioni: 20 centesimi a linea.
Casale Monferrato.
Foglio periodico della Prefettura. Gior-
nale amministrativo olBciale per gli atti
legali, fondato nel 1865. Esce ogni 1 5 giorni
in 48 pagine. Tira 1,200 copie. Abbona-
mento: L. 15 anno. Un numero 90 cen-
tesimi. Tip. Cazzotti e C.
Alessandria.
Fra Tranquillo. Giornaletto politico,
umoristico, fondato nel 1880. Esce ogni
domenica in 4 pagine a 3 colonne, quando
non gli rompono le scatole. Direttore : G. M.
Piccone. Un num. 5 cent. Corso Roma, 36.
Alessandria.
Gazzetta commerciale. Periodico fon-
dato ai primi del 1S89. Si pubblica ogni
mese in 4 pagine a 3 colonne e contiene
gli annunzi d'impieghi vacanti privati, com-
merciali e pubblici. Direttore responsabile:
G. Lavagnini. Abbonamento : L. j anno,
3 semestre - per gli aspiranti impieghi:
anno L. io, semestre L. 5. Inserzioni: nel
corpo del giornale L. i la linea; in 4.'
pagina cent. 20. I municipi, corpi morali
e privati abbonati richiedenti personale,
hanno diritto alle inserzioni gratis, Piazza
del Duomo.
Tortona.
Gazzetta d'Acqui. Giornale amministra-
tivo e di cronaca locale, fondato nel 1871 ;
col titolo di Giovane Acqui nacque nel 1879
un altro giornale che nel settembre di detto
anno acquistò la Ganetta d'Acqui, sotto il
quale titolo continuò.. Si pubblica una volta
la settimana in 4 pagine, sotto la direzione
del proprietario signor Flaminio Toso, il
quale nel novembre del 1882 in seguito a
polemiche suscitate in occasione delle ele-
zioni politiche ebbe uno scontro alla scia-
bola col signor Giacinto Lavezzari, redat-
tore di altro periodico locale, ferendolo al
braccio destro.
Altri redattori sono : avv. Maggiorino
Ferraris (eletto deputato nel 1886), avvo-
cato Macciò, avv. Vitta, Castellani, ecc.
Tiratura 800 copie. Abbon. : L. 3 anno.
Acqui.
Gazzetta del Contadino. Giornale po-
polare di agricoltura pratica, nato nel-
l'ottobre del 1880. È redatto in forma af-
fatto popolare perchè possa andare per le
mani anche dei più digiuni nelle scienze
agricole. Esce ogni 15 giorni in 8 pagine
a 2 colonne con vignette intercalate nel
testo. Si occupa di agricoltura, enologia,
economia rurale, viticoltura, invenzioni e
scoperte, chimica agricola, ecc. Vi scri-
vono: D. Pinolin, A. Paoletti, P. A. Mi-
noli, Alberto Cencelli, ecc. Direttore pro-
prietario: Flaminio Toso (C. Yole). Ammi-
nistratore responsabile : S. Dina. Abbona-
mento: anno L 3. Unione postale: L. 4.
Inserzioni cent. 25 la linea.
Acqui.
Gazzetta di Casale Giornale politico,
religioso (cattolico), fondato nel 1883. Si
pubblica ogni settimana in 4 pagine. Ab-
bon. ; L. 4 anno. Un numero 5 cent.
Casale Monferrato.
Gazzetta di Novi. Giornale politico
amministrativo, fondato il 14 marzo 1889.
Esce il giovedì e la domenica in 4 pa-
gine, formato 0,37 k-, 0,27. Direttore: Vit-
torio Bozzola. Abbonamento: L. 6 anno.
Un numero 5 centesimi. Tip. Sociale.
(^Questo giornale cesserà nelVoilobre del iSS^.)
Novi Ligure.
Gazzettino per tipografie e litografie.
Giornale mensile per la reclame, fondato
il 15 marzo 1888. Si pubblica il 15 d'ogni
mese in 4 pagine in-4.° a 2 colonne, presso
10 stabilimento tipo-litografico Alfonso Ti-
relli già Scovazzi. Si spedisce gratis a tutte
le principali tipografie e litografie del re-
gno. Inserzioni: una pagina L. 140; mezza
pagina 75; un quarto 40; un ottavo 25.
11 pagamento delle inserzioni si accetta
anche in merce.
Acqui.
Giornale vinicolo italiano. Giornale eno-
logico, industriale, commerciale e agri-
colo, fondato nel 1875 da O. Ottavi ed
I, Macagno. Si pubblica ogni domenica
io 16 pagine in-4.' a 2 colonne, con 8 pjv*
PROVINCIA DI ALESSANDRIA.
251
gine di copertina e illustrazioni. È giornale
molto serio e ben fatto ; ha una tiratura
di 3000 copie. Direttore: prof. Ottavio
Ottavi, agronomo distintissimo. Collabo-
ratori: dott. E. Ottavi, dott. A. Carpenè,
O. Cinelli, comm S. Zirlili, prof, C. Hu-
gues, prof V. Sini, N. Meloni, dott. G. Ciot-
ti, ecc. Il giornale ha corrispondenti in
tutte le Provincie italiane ed all'estero. Se-
gretario della redazione: agr. C. Marchese.
Abbonamento: anno L. io, semestre 5,50,
trimestre 5,50. Estero L. 12 anno. Abbo-
namento comulativo col giornale il Colti-
vatore (vedi) anno L. 22 - Estero 27.
Presso il Giornale vinicolo esiste un de-
posito di macchine enologiche, barbatelle
di viti, ecc. ; e inoltre un gabinetto di crit-
togamìa ed un altro chimico, dei quali gli
abbonati possono servirsi per consultazioni,
esperimenti, ecc.
Casale Monferrato.
La Giurisprudenza Casalese. Ciornale
di scienze giuridiche, fondato nel 188 1
in sostituzione del giornale Temi Casalese,
cessato. Si pubblica ogni mese in fascicoli
di 32 pagine; contiene la collezione delle
sentenze in materia civile e commerciale
della Corte d'appello di Casale. Direttori :
avv. Ivugenio Bagna e avv. Filippo Prato.
Abbonamento: anno L. 14. Un numero
L. 1,25. C. Cassone, editore.
Casale Monferrato.
L' Indicatore - Impieghi. Giornale fon-
dato nel novembre 1888. Pubblica gli
impieghi vacanti privati, commerciali e
pubblici. Esce ai primi d'ogni mese in 8 pa-
gine in-4 ° Abbonamento: L. 3,50 anno.
Via Porta Alessandria, 3.
Tortona.
La Lega. Giornale politico, ammini-
strativo e letterario, fondalo il 12 apri-
le 1885. Si pubblica ogni domenica in 4
pagine in-fol. Abbonamento: L. 3,50 anno.
Un numero 5 centesimi. Tip. Cazzotti e C.
Alessandria.
Il Marchese Colombi. Giornale di let-
tere, scienze ed arti, nato il 6 gennaio 1889
e diretto dal prof. Gustavo Tanti e avv. Giu-
seppe Muffone. Esce ogni settimana in 4
pagine formato 0,43 x 0,30. Abbonamento:
L. 3 anno. Un numero 5 centesimi. Ditta
Chiari, Romano e Filippa; via S Dalraazzo,
orfanotrofio maschile.
Alessandria.
Il Monferrino. Giornale politico, am-
ministrativo, fondato nel 1885. Esce ogni
domenica in 4 pagine. Abbonamento: L. 3
anno. Un numero 5 centesimi.
Casale Monferrato.
Il Monitore, Giornale degl' impiegati,
fondato nel marzo 1888. Si pubblica i primi
d'ogni mese, in 4 pag., formato 0,3 1 x 0,21.
Pubblica gl'impieghi vacanti, commerciali
e pubblici. Direttore : Oreste Trinchieri.
Abbonamento: L. 9 anno. Via Garetti, i.
Asti.
Omnibus. Gazzetta del circondario di
Novi Ligure, fondata il 4 dicembre 1874.
Tratti di politica, agricoltura, industria e
commercio. Esce ogni domenica in 4 pa-
gine grandi a 3 colonne. Direttore: Salvi
M. Pasquale. Tiratura 1000 copie. Ha tipo-
grafia propria, corrispondente alla capitale
e telegrammi particolari. Abbonamento:
anno L. 6. Inserzioni: 25 centesimi a
linea.
Novi Ligure.
L'Osservatore, gazzetta di Alessan-
dria. Giornale politico, amministrativo,
commerciale, liberale progressista , fon-
dato nel 1865. Si pubblica il mattino di
ogni mercoledì e sabato. È ufficiale per
gli atti della Camera di commercio ed arti
della proviacia. Tiratura media 1200 co-
pie. Abbonamento: anno L. 6, semestre
L. 3,50, trimestre L. 2. Un numero cen-
tesimi IO. Inserzioni 4." pagina cent. 20.
Ceduto dal cav. Andrea Rossi nel 1881
ne assunse la nuova direzione il geom. De-
fendente Mellana, attuale direttore. Da
quell'epoca non fu mai legato a nessun par-
tito. Nella sua assoluta indipendenza è ripo-
sto il suo continuo ed incessante sviluppo.
Alessandria.
Il Piemonte agricolo. Giornale popo-
lare di agricoltura, nato il i.° ottobre 1883
col titolo di Monferrato vinicolo che poi
mutò nell'attuale. Esce ogni domenica in
4 pagine a 4 colonne, sotto la direzione
di Gaspare Bonzi, il quale per la sua pe-
rizia e competenza ha saputo rendere il
giornale diffusissimo e conosciuto non solo
nella propria regione ma in molte altre.
Abbonamento: L. io anno. Un numero
20 centesimi.
Alessandria.
La Scrivia. Giornale politico, ammi-
nistrativo, democratico, fondato nel 1873,
e diretto dall'avv. Michele Romagnoli, e.x
deputato al Parlamento. Si pubblica ogni
settimana in 4 pagine. Tira circa 500 co-
pie. Abbonamento : L. 5 anno. Un nu-
mero 5 centesimi.
Tortona.
La Società. Periodico del circondario
di Novi Ligure, fondato nel 1866. Si oc-
cupa di poUtica, agricoltura e finanza. Esce
ogni domenica in 4 pagine a 4 colonne.
Dapprima in formato piccolissimo, si in-
grandì nel 1880, diramandosi e rendendo:?!
252
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
popolare non solo in città, ma nel ricco
circondario.
Nel 1870 il proprietario prof. Andrea
Reali, acquistò una piccola tipografia con
torchio in legno, ed oggi detta tipografia
trovasi fornita di macchina celere Marinoni.
Tiratura 2500 copie. Abbonamento: anno
L. 5, semestre 3. Un numero io centesimi.
Inserzioni 25 centesimi la linea. Via Gi-
rardenghi.
Novi Ligure.
Supplemento al foglie periodico della
Prefettura. Esce due volte alla settimana
dal 1876, in 20 pagine, e contiene gli an-
nunzi legali amministrativi. Abbonamento:
L. 15 anno. Tip. Cazzotti e C.
Alessandria
Verità e Fede, Gazzetta Alessandri-
na. Giornale religioso, letterario, scien-
tifico, nato il primo sabato del 1879. Fu
fondato dal vescovo monsignor Pietro Gio-
condo Salvay. Si pubblica ogni sabato in
4 pagine. È redatto da sacerdoti, e ne fu
sempre, come ne è tuttora, direttore il ca-
nonico Giuseppe Prelli. Il giornale non
pati mai alcun sequestro. Ha una tiratura
ordinaria di 500 copie. Abbonamento :
anno L. 3, semestre 2. Un numero 5 cen-
tesimi. Via Savonarola, 5.
Alessandria.
Il Vessillo israelitico. Periodico per
la scienza e la letteratura israelitica, fon-
dato a Vercelli nel 1853 col titolo di Edu-
catore israelita dai professori G. Levi ed
E. Pontremoli, e continuato poi in Casale,
ove esce dal 1874. Si pubblica ogni mese
in fascicoli di 32 e spesso 40 pagine É
unico nel suo genere in Italia. Direttore :
cav. F. Servi. Il giornale si occupa spe-
cialmente di storia, tenendo dietro ai fatti
più salienti che avvengono fra gl'israeliti
del mondo, e contiene imltre biografie,
varietà, cronache, racconti e notizie che
interessano gli studi geografici e linguistici.
Diffuso in tutta Italia e all'estero, ha col-
laboratori valenti e numerosi. Abbona-
mento: L 10 anno. Un numero i lira (i)
Casale.
(i) Vedi l'articolo sul Giornalismo israelitico in Italia.
IMPRESA GENERALE DI PUBBLICITI ITALIANA
per affissione permanente di manifesti sopra tavole metalliche e
volante ai muri, fondata nel 1881.
Proprietario Geom. Defendente Mellana — Alessandria.
Giornali cessati:
V Asino, politico umoristico, nato 1876.
U Astese, n. 1870, fu soppresso;. dette luogo al Pipistrello, n. 1871; usciva due volte
al mese in 4 pagine con caricature.
U Avvenire, politico, commerciale, letterario, settimanale, n. a Nizza Monferrato, 1881,
Bollettino del Comizio Agrario, n. ad Alessandria nel 1867, diretto da Carlo Cal-
derara.
Il Capo Musica, giornale per le bande, fondato nel i88x col titolo di Gara Musicale,
bimensuale, a Casale Monferrato.
La Concordia, n. 1863 a Casale Monferrato, bisettimanale, ufficiale della provincia.
Durò IO anni circa.
Il Corriere d'Acqui, settimanale, n. 1879.
Don Chisciotte, umoristico, n. 12 aprile 1885, settimanale, ad Asti.
La Feluca, rivista della città, n. 1888 ad Acqui, cessò dopo tre sole pubblicazioni.
La Fiaccola, n. 1884 ad Alessandria, mensile.
La Forinola Nuova, n. a Moncalvo nel 1880, direttore avv. cav. Agostino Della Sala
Spada. Il Della Sala era repubblicano in principio, poscia, in omaggio alla libertà
delle opinioni successive, divenne clericale e nelle elezioni politiche del 1882 si
presentò candidato a Casale.
La Gaietta di Alessandria, n. 1871, durò oltre 12 anni; bisettimanale. Fu ceduta
gratis al geom. Defendente Mellana, attuale direttore dell' Osservatore (vedi) il 7
novembre 1882 che ne sospese le pubblicazioni il i.° gennaio 1883.
La Galletta di Casale, n. 1876, di principii progressisti, diretta dai professori Ot-
tavi, V. Sini, G. Solerlo, da non confondersi con l'attuale Gaietta di Casale, gior-
;iale clericale.
PROVINCIA DI ALESSANDRIA. 253
— Ga\xeita di Valenza, n. 1888, direttore Edoardo Bonelli.
— Gaiieltino di Valenza, n. 1888, direttore Giusto Calvi.
— U Iride, periodico religioso, n. 1885, mensile di Casale.
— La Luce, n. a Tortona nel 1885, settimanale.
— Il Monferrato, n. 1871 a Casale, bisettimanale, organo dell'Associazione liberale pro-
gressista. Visse oltre 12 anni.
— Nuova Gaietta d'Asti e Corriere del Monferrato, n. 1880, bisettimanale politico.
— Il Politeama sociale, giornale di annunzi teatrali e commerciali, n. 1885 a Casale,
settimanale.
— La Riscossa, politico settimanale n. a Tortona nel 1884, direttore avv. A. Faggiuoli.
— La Scimia, n. ad Alessandria nel 1887.
— La Staffetta, quotidiano, n. 1880 ad Alessandria, progressista.
— Sta^iello, settimanale, n. 1885 ad Acqui.
— La Vedetta, n. 21 marzo 1885 a Tortona, settimanale.
— Il Vecchio Monferrato, politico progressista, n. 1882 a Casale.
— La Viticoltura pratica e ragionale, n. 1886 ad Acqui, settimanale.
— Nell'agosto del 1875 un esimio giornalista già direttore del Carroccio morì a Ca-
sale, lasciando per testamento una rendita di 1500 franchi da impegnarsi fino alla sua
estinzione, a liberare e mantenere i cani che fossero pigliati al laccio in quella città
dal pubblico accalappiatore. I giornalisti fanno tuttodì molto male ai cani, ed è giusto
che uno finalmente abbia voluto compensarli dei danni sofferti. Il cane è una vittima
del giornalista. Siamo giusti tuttavia: anche il giornalist:: ha cuore.
Quando un cane muore avvelenato sulla pubblica via n'è commosso ed il giorno
dopo inveisce contro il solito assessore, che permette si ricorra a questi barbari mezzi
di distruzione. — (Da un articolo di C. Anfosso.)
— Ecco un elenco completo dei giornali nati e cessati a Novi Ligure :
Il Vaglio (1840) - Critico, scientifico, artistico, letterario - Direttore: F. Ravelli -
Redattori: L. Scarabelli, B. Silorata, F. Mazzi - Tip. Moretti Giacinto.
Il Provveditore (1849) - Domestico, istorico, critico - Direttore Capurro Giù. Fran-
cesco - Tip. Camusso.
U Educatore popolare (1852) - Istruzione pratica, morale, letteratura - Direttore pro-
fessor Paterno - Tip. Salvi.
Il Vessillo italiano (1853) - Istruzione, politica, letteratura - Direttore prof Paolo Del-
fino - Tip. Camusso.
Il Progresso (1854) - Politico, filosofico, amministrativo - Direttore prof. G. Galli -
Tip. Camusso.
L'Aurora (1854) - Politico amministrativo della Provincia - Tip. Camusso.
Galletta di Novi (1854) - Politico commerciale d'annunzi per la Provincia - Tipo-
grafia Colombo.
La Forbice (1854) - Giornale della Provincia - Direttore Cristoforo Colombo - Tipo-
grafia Colombo.
L'Eco di Novi (1854) - Gazzetta popolare della Provincia - Direttore Giuseppe Ca-
musso - Tip. Subalpina, Torino.
Il Lemme (1856) - Politico, letterario, commerciale - Direttore prof Rossari - Tipo-
grafia Salvi.
Memorie e Documenti per servire alla storia della Città e Provincia di Novi (1856) -
Direttore Capurro Giù. Francesco - Tip. Salvi.
La Civetta (1857) - Umoristico - Direttore Salvi M. Pasquale - Tip. Camusso.
Il Messaggiere (1859) - Pohtico letterario - Direttore F. Banchero - Tip. Camusso.
Avvisi utili (1859) - Pubblicazioni commerciali - Direttore Salvi M. Pasquale - Ti-
pografia propria.
Monitore del Circondario (1862) - Politico commerciale - Direttore Salvi M. Pasquale -
Tip. propria.
Novi-ligure - Organo di pubblicità pel commercio - Direttore prof. Luigi Ragazzoni -
Tip. Camusso.
Il Telegrafo alfabetico (1S68) - Amministrativo, critico, grammaticale - Direttore An-
drea ReaU - Tip. Rossi e C,
Il Bollettino commerciale della piazza di Novi (1872) - Direttore Salvi M. Pasquale -
Tip. Salvi.
254 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Il Faglio (1873) - Commercio, industria, lettere - Direttore Eugenio Brachi - Tipo-
grafia propria.
Repertorio generale di giurisprndenia - Sentenze e disposizioni legislative - Direttore
avv. Fazio Giacomo - Tip. Salvi
Il Sistema Caparro ossia guerra all'alfabetismo (1878) - Critico didattico - Direttore
Rovere Ane^elo - Tip. Reali.
Il Risveglio, loglio oradese (i88j) - Direttore avv. G. Traverso - Tip. Prosino.
Bollettino del Codi ìlio agrario (1884) - Direttore Baffi prof. Pietro - Tip Reali.
La Raccolta (1884) - Indipendente politico - Direttore Bruto Millelire (suicidatosi nel 188 j
nei giardini pubblici, mentre suonava il concerto militare) - Tip. Picone (Alessandria).
L'Agricoltore pratico del Circondario (1885) - Direttore Baffi prof Pietro - Tip. So-
ciale.
Il Telegrafo fi886) - Giornale quotidiano: ebbe pochi giorni di vita - Direttore Ca-
musso Giuseppe - Tip. Salvi.
L'Eco dello Scrivia, gazzetta di Busola (1888) - Direttore E. V Brunetti - Tip. So-
ciale.
Il Cattolico Novese (1889) - Organo della buona stampa: uscirono soli 2 numeri -
Direttore Fesse Don Luigi.
GIORNALI E GIORNALISTI ALESSANDRINI
Fra Chicliibio.
Fra Chichibio era Carlo A. Valle, che si compiaceva tanto di questo suo pseu-
donimo, Carlo A. Valle nacque a San Salvatore, provincia di Alessandria, da geni-
lori che non dovevano essere ricchi, se si deve giudicare dalle condizioni di fortuna
in cui egli venne primieramente ir. Torino, lo lo conobbi a Torino nel 1846. Aveva
allora, a un dipresso, una trentina d'anni. Era stato nel seminario di Alessandria, poi
aveva smesso l'abito di chierico, aveva lasciato la sua provincia, era venuto a Torino
neil' intendimento di trovar fortuna colle sue cognizioni letterarie. S'era legato d'ami-
cizia con parecchi giovani amantissimi delle lettere, Domenico Capellina, Giuseppe Ber-
toldi, Domenico Carbone, e altri. Aveva studiato molto la storia d'Italia, segnatamente
il medioevo, faceva delle liriche, volgeva al religioso, mostrava un po' di tendenza allo
ascetismo. Per campar la vita aveva trovato un posto di correttore in una stamperia.
All'università, nella scuola d'eloquenza del professor Paravia, il sabato, leggeva
dei brani di un suo poema medioevale che pubblirò poi in un volumetto.
Chi avrebbe detto allora ciò che doveva seguir cosi poco tempo dopo? Chi
avrebbe detto che l'anno 18 48 sarebbe slato così diverso dal 1845 e fecondo di
così strani rivolgimenti?
Fra i rivolgimenti che trasse seco il 1848 vi fu questo cui nessuno badò, per-
chè seguiva ben altro: Carlo A, Valle sbucò fuori scrittore satirico in versi sul neonato
Fischietto, collo pseudonimo di F'-a Chichibio. Il Fischietto fu iniziato dallo A. Valle
per lo scritto, e dal Redenti per le caricature. Il Redenti era caricaturista valentis-
simo. Il Fischietto era una novità quanto si possa dire attraente per dei lettori che
uscivano allora dal regime della censura.
Tanto il Redenti quanto lo A. Valle attribuivano ciascun dei due a sé stesso la
grande riuscita del giornale. Riuscita, del resto, che arricchiva l'editore Cassone, non
loro. Avevano uno stipendietto e nulla più. in quel tempo era una cosa siffattamente
fuori d'ogni consuetudine che i versi e i disegni potessero arricchire un uomo, che
il caricaturista e Io scrittore si tenevano abbastanza paghi del guadagno, relativamente
piccolo, che venivano facendo. Soltanto, il credersi che facevano l'uno e l'altro il so-
stegno necessario del giornale non poteva a meno di far nascere della discordia fra
PROVINCIA DI ALESSANDRIA.
255
loro, la qua! discordia non dispiaceva all'editore che conosceva il precetto di dividere
per imperare.
La discordia condusse a questo risultato, che lo A. Valle abbandonò il giornale,
che fu preso allora da Chiaves, Piacentini e B'jrsezio. Una sciabolata sulla testa data
al Berst-zio portò anche più avanti la fortuna del giornale, che non aveva, del resto,
affatto bisogno di questo mezzo energico per mettersi in vista.
Lo A. Valle tentò di fare un Suoco Fischietto, e nessuno ci badò. Ttntò di
proseguire alcuni lavori drammatici, perchè aveva avuto qualche successo di occasione
in teatro, e dovette smettere. Si trovò a terra.
Allora egli fece ciò che abbiamo fatto tutti. Si fece professore. Il municipio di
Alessandria gli diede anche qualche incarico di lavori storici locali. Fece in quella
città un giornale: Il Gagliardo. Poi dal liceo di Alessandria venne professore in un
liceo di Torino. Seguitò, nelle scuole, a divorar preii (insegnava la storia) come aveva
fatto nel giornale.
Fece anche un Dizionario di lettere, scienze ed arti, ecc. ecc., e lo fece in col-
laborazione con me. L'editore Treves diceva che questo grande dizionario era fatto
da una società di dotti sotto la direzione di A. Valle e la mia. In verità lo facevamo
tutto noi due, lui ed io. E ancora, io non ne scrissi una riga. La mia parte la fece
tutta mia moglie. Io mi contentava di dare la mia alta approvazione.
Ma, da che sono in vena di sincerità, devo aggiungere che quel dizionario mia
moglie lo fece quasi tutto essa sola.
Carlo A. Valle non ci accompagnò che breve tratto, fino alla lettera D. Scrisse
rarticolo Dramma e morì.
Michele Lessona.
Biagio Caranti.
Benché nato a Sezzc Monferrato nel 1 839, Biagio Caranti è di Caste'nuovo Bor-
midf.. Suo padre dotto ed integro magistrato, sua madre donna per affetto, intelligenza
a nessuna seconda, lo educarono ai principii palrioitici e liberali del secolo. Giovanis-
simo ancora, ebbe la fortuna di conoscere il venerando marchese Giorgio Pallavicino
Trivuizio, che egli amò sempre qual secondo p^dre. E in casa di Pallavicino che
Biagio Caranti conobbi Giuseppe Garibaldi, La Farina e i principali cospiratori per la
indipendenza e la grandezza d' Italia. Il marchese Pallavicino conosciuto l' ingegno del
giovane Biagio non mancò di coltivarlo e con tutta l'espansione di padre lo prese
ad amare.
Lo volle seco nella Società Nazionale, di cui lo fece segretario. Ed è per essa
che il diciottenne Caranti scrisse il Catechismo po/ilico, opuscolo, il quale venne di-
chiarato unico nel suo genere per la semplicità della forma, ppr la chiarezza dei con-
cetti, per la naturalezza del colorito, per l'evidenza delle similitudini. Nel 1859 colla
marchesa Pallavicino fu l'anima del Gomitato, dall'illustre donna organizzato, per ve-
nire in soccorso dei feriti. Sul finire del '59 noi lo vediamo applicato al gabinf^ito
del Ratlazzi, allora ministro per l'interno. L'anello di congiunzione in quei giorni tra
l'illustre alessandrino e l'eroe di Caprera, era il giovane Caranti.
Garibaldi intraprende la spedizione di Marsala e Caranti amato da Raltazzi, sti-
mato da Cavour, tenuto per figlio dal Pallavicini, corre volontario tra le schiere dei
garibaldini. Il 1.° ottobre 1860 in Napoli egli assunse le funzioni di s-ìgretario del
prodittatore Pallavicino.
Il Caranti, come dissi, pubblicò: il Catechismo politico pei contadini che fu
dichiarato una vera specialità pel suo genere: Alcune notizie sul plebiscito napole-
tano; e numerosi opuscoli. Dopo il 1860 fu chiamalo a capo della divisione centrale
256 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
del Ministero d'agiicollura e commercio; vi rimase per otlo anni. A lui è dovutala
fondazione del grande Istituto forestale di Vallombrosa. Durante la guerra del 1866
ebbe una missione segreta nei Principati danubiani. Da ultimo, fu presidente del Con-
siglio d'amministrazione dei Canali Cavour, nominatovi dal Sella.
Del Carenti scrittore abbiamo, Ira le altre cose, un lavoro sulla Colonizzazione
delle Nicobare, lavoro di amministrazione che mostra in lui molta passione per gli studi
geografici. Co'^ì di-^asi della breve, ma ben fatta biografia del Lewingston; delle Me-
morie storiche sulla Certosa di Pesio, che devono essergli costate non poche fatiche.
Altri scritti sono tutti di natura politica, e ricordiamo con quanta vivacità il Guer-
razzi lo attaccò quando pubblicò la fìoina Isuova.
Biagio Carenti dopo il 18 marzo 1876, visto com.e il Piemonte e Torino non
avessero alcun giornale che difendesse gli atti del partito moderato, ne spiegasse gli
intendimenti, ne patrocinasse le idee, e parendogli importante che la culla vera di esso
partito non rimanesse più oltre in piena balìa di un giornalismo coalizzato di parte
contraria, fondò il Risorgimento, rialzando come bandiera di resistenza questo gior-
nale già creato da Cesare Balbo e dal Conte di Cavour e ne tenne la direzione per
oltre due anni e mezzo. La lasciò quindi per ragioni di salute e per apprezzamenti
politici, continuando però a collaborarvi.
Biagio Carenti, dopo di avere appartenuto al partito garibaldino, dopo di avere
per qualche tempo seduto al centro della Camera, è oggi uno dei leader della Con-
sorteria piemontese.
Egli appartiene alle stampa torinese che loda in lui l'avversario gentile ed inge-
gnoso, lo scrittore semplice, pieno di verve, il quale conosce per bene le questioni
politiche del giorno e fugge dai rumori di una retorica che sa di pulpito o di meeting.
Il Giornalismo Israelitico in Italia.
Per chi vorrà un giorno fare la storia del giornalismo in Italia non saranno inutili
questi cenni, che riduco alla maggior brevità possibile.
La libertà civile degli Israeliti in Italia — lasciando da pane l'epoca napoleo-
nice — data dalla proclamazione dello Statuto, ma questa legge di fratellanza fu pre-
parata dalla manifestezione delle stempa onesta e liberale. E vi contribuì il giornalismo
israelitico eziandio. 11 primo periodico che sorgesse in Italia a trattare le cose attinenti
alla letteratura e morale giudaica — per isvelare ai concittadini d'altra fede i senti-
menti civili e patriottici, onde gl'israelitici sono animali — fu la Rivista Israelitica,
che vide la luce in Parma nel 18 45-1848 (I). Ne era direttore quel chiarissimo
ingegno del dottor Cesare Rovighi da Modena, che poi datosi alla milizia nel 1848
fu colonnello comandante il distretto militare di Monza, ufficiale d'ordinanza di S, M. il
defunto re Vittorio Emanuele, ed è altresì autore di une Storia dell'arte militare
ed altre opere pregiatissime.
Cessata la Rivista Israelitica — a cagion della guerra dell'indipendenza, a cui
tutte le menti erano rivolte — fino al 1853 niun organo speciale ebbe il giudaismo
italiano.
Comparve in quell'anno a Vercelli V Educatore Israelita, diretto dai professori
Giuseppe Levi ed E. Pontremoli, giornale che seppe con molta dottrina e coraggio
difendere il principio per cui lottava.
(i) Cosi il giornalismo israelitico in Italia non conta che 35 anni. In Germania
vi sono giornali israelitici da circa un secolo; in Francia da oltre 40 anni (ove non si
voglia tener conto di qualche tentativo fatto anteriormente ma abortito); in Inghil-
terra da 39.
PROVINCIA DI ALESSANDRIA. 257
Morto nel luglio 187 4 il cav. prof. Levi, il giornale venne continuato sotto il
nome di Vessillo Israelitico, in Cisale Monferrato, dal cav. Flaminio Servi, che, più
giovane d'anni, seppe infondergli nuova vita e renderlo diffuso all'Italia ed all'estero.
Questo è ora l'unico giornale israelitico che si stampi nel regno.
Nel i866, uscì per un anno in Livorno un altro giornale intitolato L'Israelita,
diretto dal prof. L. Racah, ma cessò dopo breve tempo.
Giornalismo Casalese
Nel 1869 la stampa politica Casalese era rappresentata dalla vecchia Concorrfm,
che divenuto giornale ufficiale per le inserzioni giudiziarie con un utile annuo di piià
di 20 mila lire, aveva perduto ogni fibra ed ogni autorità.
Il parlilo mellaniano che formava nella provincia di Alessandria la legione più
imperlante del partito Rattazzi, per la inerzia e ingratitudine di molti tra coloro che
erano stati dal Mellana e dal Rattazzi beneficati, anda qugempre più perdendo terreno.
11 giornale la Tribuna fondato allo scopo di far ironie al partito del Lanza mo-
riva in poco tempo senza aver dato neanche la prova di saper combattere. Fu allora
che sorsero tre giovani pieni di fede e di coraggio, fondando il Casalese nel di-
cembre del 1869 per sostenere politicamente le idee della sinistra parlamentare e
proteggere amministrativanicnte gì' interessi cittadini. Questi tre giovani erano l'Avv.
Massimo Martinotti, il Prof. Oitavio Ottavi e l'Avv. Alessandro Ubertis. Ai due legali
spettava la parte politica, all'Ottavi le riviste musicali e drammatiche.
Era il primo giornale del tipo veramente moderno ed era pieno di brio e di
festività.
L'impronta forte e vigorosa nella polemica era data dal Martinotti.
Uscì prima l'Ottavi dalla redazione perchè occupato nei suoi studi prediletti delle
scienze positive: dopo un certo tempo usciva anche l'Ubertis: restò il Martinoiti a
combattere da solo le idee liberali con una nota marcatamente energica.
Furono epoche quelle di battaglie aspre e difficili pei partiti politici di Casale,
ma epoche di discussioni vantaggiose nelle quali appariva in tutta la sua vitalità la
forte fibra monferrina. Le polemiche si succedevano alle polemiche, i duelli ai duelli,
portali sempre con perfetta cavalleria, e per tutti e contro di tulli sulla breccia si
trovava sempre il Martinotti.
Il Casalese lasciò le sue pubblicazioni nel 1875 per dar luogo al Progresso,
organo dell'associazione liberale che si era fortemente organizzata in Casale in occa-
sione della nuova èra politica che si apriva per la chiaojata al potere dei capi della
Sinistra nel marzo del 1876. A dirigere il Progresso fu anche chiamato il Marti-
notti e il giornale fu viilorioso in tulle le campagne politiche in allora combattute.
Nominalo il Martinetti Commissario Regio a Montemagno per riorganizzare la
importante amministrezione di quel comune della Provincia di Alessandria, il Pro-
gresso si trasfuse nel giornale il Monferrato, che mentre prima era avverso, si decise
allora a patrocinare le idee di coloro che erano contrari al partito moderato.
Ora la stampa progressista in Casale è rappresentala dal giornale V Avvenire che
raccolse la eredità dei passati ciiati giornali, ma è viva sempre la memoria del Ca-
salese e del Progresso: sia per la impronta che lasciarono per lungo periodo di anni
nella storia dei partiti cittadini, sia per la fede nei principii che sostenevano, sia per
il disinteresse con cui erano redatti, sia per una splendida vigoria di forma che ri-
fletteva- la coltura, il caratlere e la costanza, nonché la fermezza di propositi di chi
li dirigeva.
Ed ora non è senza interesse sapere alcun che della vita dei fondatori di quel
giornale che battagliò quando la grande politica italiana riceveva il suo indirizzo da
N. Bernardini — Guida dilla Stampa periodica italiana — 17.
258
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
due uomini illustri che se erano di idee opposte erano concordi nella idea nobil'ssima
di far grande la patria: voglio dire Rattazzi e Lanza; quando con uno scherzo che
aveva un gran fondamento nella verità il Consiglio Provinciale di Alessandria si chia-
mava il parlamentino e Mellana il viceré di Casale; quando a Lanza toccava la
grande ventura di guidare le sorti dell'Italia a Roma.
11 Cav. Ottavi quale successore all'illustre padre suo, dirige ora il giornale agri-
colo il Coltivatore e si trova a far parte in Casale di svariate aziende industriali e
commerciali, coadiuvalo dal fratello e dal cognato Prof. Vincenzo Sini direttore del
Bacologo.
L'Avv. Alessandro Ubertis entrato nella carriera delle Prefetture, moriva giova-
nissimo a Palermo nel 1875.
Il Cav. Massimo Marlinotti, dalla stampa giornalistica, nella quale resistette vi-
gorosamente per circa un decennio, passò nella carriera amministrativa, vincendo ci-
menti diflìcilissimi nei Commissariati Regi di iMontemagno e di Castello D'Annone,
finche nel 1881 entrava nella carriera giudiziaria quale sostituto Procuratore del Re.
Dalle residenze di Brescia e di Napoli passava a quella di Roma, ove otteneva
la nomina a Procuratore der^-.e di Reggio Emilia.
Non lasciò l'amore alle pubblicazioni e la slampa di Roma si occupava que-
st'anno diffusamente di un suo lavoro fatto in occasione dell' inaugurazione dell'anno
giuridico e che parve una novità del giorno.
Anno
"• IMPRESA fli POBBLICITÀ ei AFFISSIONE
Anno ZI.
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Servizio immediato — Prezzi eccezionali.
COMMISSIONI — RAPPRESENTANZE — DEPOSITI.
PROVINCIA DI ANCONA
Numero dei Comuni: 51 — Popolazione: 267,338 — Superficie: K. q. : 2,0^1
riotti F., Elia, Briganti-Bellini, Brusdiettini, Bosd^ri.
Deputali della provincia : Ma-
L'Agricoltura della Provincia d' Ancona.
Giornale agricolo, fondato nel 1885. Si
pubblica ogni mese in fascicoli di 16 pa-
gine. Abbonamento: L 3,50 arino. Un nu-
mero 30 centesimi.
Jesi.
Le Api e i Fiori. Periodico mensile
per la diffusione dell' apicoltura razio-
nale, fondato nel 1883. Esce in 16 pagine
in-S." ed è diretto dal prof. Alessandro
Chiappetti. Abbonamento : anno L. 3.
Estero L. 3,50. Un numero 20 cente-
simi.
Jesi.
La Bilancia. Giornale politico demo-
cratico settimanale, nato nel 1886. Esce
ogni sabato in 4 pagine a 3 colonne. Di-
rettore: Pietro Girombelli. Ha pure una
parte letteraria; pubblica in appendice
buoni romanzi Abbonamento : anno L. 4,
semestre 2. Un numero 5 centesimi.
Jesi.
Bollettino trimestrale dell'Ospedale di
S. Casa di Loreto. Fondato nell'ottobre
del 1887. Si pubblica a fascicoli di oltre
60 pagine in-8.° È organo dell'Associa-
zione medica marchegiana, ed ha per
iscopo il miglioramento delle condizioni
igieniche della regione. Direttori: dott. Tom-
maso Casali ed Ettore Marchei. Tip. Ni-
cola Brancondi.
Loreto.
Cronaca del Manicomio Anconitano. Re-
soconto dell'ospizio degli alienati. Fon-
dato nel 1874, si pubblica ogni mese in
un numero indeterminato di pagine e si
distribuisce gratuitamente. Direttore: dott.
G. Riva. (Vedi Diario di S. Benedetto di Pe-
saro, e l'articolo Giornali per gli alienati.)
Ancona.
L'Eco della S. Casa di Loreto. Gior-
nale religioso (cattolico) fondato nel 1882.
Si pubblica ogni mese a fascicoli di 12 pa-
gine. Direttore: Gioacchino Maria Tede-
schi. Abbonamento: L. 2 anno. Non si
vende a numeri separati.
Loreto.
Foglio periodico della Prefettura. Gior-
nale delle leggi e decreti della prefettura,
fondato nel 1866 col titolo di Bulletlino
della Prefettura. Esce ogni settimana in fa-
scicoli di 4 a 12 pagine. Abbonamento:
L. 20 anno.
Ancona.
Giornale di Agricoltura. Rivista agri-
cola fondata nel 1870. Esce ogni mese
in fascicoli di 16 pagine; contiene gli atti
del R. Istituto tecnico di Jesi e della
R. Scuola pratica di agricoltura di Fa-
briano. É organo del Comizio agrario per
cura del quale si pubblica. Direttori: pro-
fessor Ruggero Rossi, prof. Nicola Ma-
riani, prof Arzeglio Felcini. Tiratura 1000
copie. Abbonamento: L. 2 anno.
Jesi.
Giornale giuridico delle Marche e del-
l'Umbria. Rivista di giurisprudenza, fon-
dato nel 1886. Direttore: avvocato E. Fos-
sa-Mancini. Vi collaborano distinti av-
vocati e giureconsulti. Si pubblica a fa-
scicoli di 48 pagine una volta al mese.
Contiene le sentenze dei tribunali e corti
di appello di Ancona, Macerata, Peru-
gia, ecc. Si stampa a Castelptanio. Abbo-
namento: L. 16 anno. Un numero L. 1,50.
Tip. Romagnoli e C.
Jesi.
Il Libero Patto. Periodico socialista,
fondato il 3 febbraio 1889. Esce ogni 15
giorni in 4 pagine formato 0,40 -y. 0,29.
Ha per motto : « Non voglio dettare, ne ri-
cevere leggi, » Condorcet. — Abbonamento :
L. 2 anno; un numero 5 centesimi. Presso
Cesare Agostinelli, piazza Roma.
Ancona.
Lucifero. Giornale politico democra-
tico, fondato nel 1870. Si pubblica ogni
domenica in 4 pagine a 4 colonne. Ha
per motto le parole di Mazzini: Se no, no.
In politica è spinto oltremisura; ha sof-
ferto perciò sequestri e sospensioni. Tira
circa 500 copie. Direttore: Domenico Ba-
rilari. Abbonamento : L. 4 anno, L. 2 se-
mestre. Estero : 6 fr. anno. Inserzioni :
3.* pagina 30 centesimi la linea; 4.' pa-
gina IO centesimi. Un numero 5 centesimi.
Piazza Roma.
Ancona.
Nuova Rivista Misena. Periodico mar-
chigiano d' erudizione storico - artistica ,
di letteratura e d' interessi locali, fondato
nell'ottobre 1888. Esce alla fine d'ogni
260
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
mese in i6 pagine in 8.° e si stampa a
Jesi nella tipografia Rocchetti. Direttore:
dott. Anselmo Anselmi. Abbonamento :
L. 4 anno. Un numero 40 centesimi. Corso
Vittorio Emanuele.
Arcevia.
V Ordine, Corriere delle Marche. Gior-
nale politico quotidiano, fondato nel 1860
col titolo di Corriere delie Marche, che
tenne sino al 1882, diretto da Arturo
Vecchini che si ritirò dalla direzione per
non prestarsi alla fusione progressista-mo-
derata. Si pubblica ogni giorno in 4 pa-
gine a 5 colonne, e la domenica in 2 pa-
gine. È redatto accuratamente ed ha una
diffusione di 500 copie. Pubblica in ap-
pendice buoni romanzi italiani. Incaricato
delle recensioni bibliografiche è Onorato
Roux.
Direttore- Giacomo Vettori; redattore-
capo: Goffredo Passarini.
Il Vettori ebbe nel 1880 un duello con
Narciso Borgognoni, redattore del Messag-
gero di Roma.
La causa del duello furono alcuni re-
soconti del processo per il furto dei due
milioni e mezzo a danno della Banca Na-
zionale.
In questo processo figurò come testi-
mone il cav. Vettori. Il Borgognoni, an-
conetano, e che nutriva, pare, antichi ran-
cori contro il Vettori, rendendo conto della
di lui deposizione sul Messaggero si per-
mise commenti ed insinuazioni offensive,
per le quaU il Vettori si risenti vivamente
e scrisse una severa lettera al Borgognoni.
La lettera fu pubblicata suU' Ordine.
Il Borgognoni si recò in Ancona in com-
pagnia di un redattore del Messaggero e
di un ufficiale dell'esercito a chiedere ri-
parazione con le armi al Vettori. Lo scon-
tro ebbe assai gravi conseguenze.
Ai primi colpi ed abbenchè fosse as-
sai più esperto dell'avversario nella scher-
ma, toccò al povero Vettori una ferita
profondissima al braccio destro, ferita che
gh staccò la nocella del braccio stesso,
ed un'altra (per lo stesso colpo) al petto,
larga circa cinque centimetri e profonda
fino ad intaccare l'osso.
Il cav. Giacomo Vettori è un pubblici-
sta di molto ingegno e di rnolto valore.
Egh dette prova sovente di un raro co-
raggio personale ed ebbe molti dueUi, la
maggior parte dei quali fortunati.
L' Ordine si fuse col Corriere delle Mar-
die, giornale ufficiale di gran formato, che
durò circa io anni, allo scopo di unire
i costituzionali in un partito di Gover-
no, cancellare le tracce di quelle divi-
sioni che non hanno più causa, e procu-
rare nelle cose generali come nelle locali
la concordia di coloro che hanno affinità
di opinioni e comunanza d'intendimenti.
Abbonamento: anno L. 20, semestre, io,
trimestre 5; un mese 2. Vicolo della Ca-
tena, 2.
Ancona.
La Sentinella. Giornale politico setti-
manale, nato nel ,1887, col titolo di Sen-
tinella del Musone È giornale indipendente,
ma con tendenze democratiche. Si occupa
anche degl'interessi locali; pubblica boz-
zetti, cose letterarie, una larga cronaca
ed un notiziario. È fatto con un certo
garbo ed è diffuso. Si pubbhca due volte
alla settimana in 4 pagine grandi a 4 co-
lonne. Abbonamento: anno L. 3, seme-
stre 1,75, trimestre i.
Osiino.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Creato nel 1876, si pubblica
2 volte la settimana e più, quando occorra,
e contiene gli annunzi legali della prefet-
tura. Il prezzo dell'abbonamento annuo è
in facoltà dell'appaltatore. Un numero 30
centesimi.
Ancona.
Giornali cessati:
Il Corriere di Fabriano, bisettimanale, n. 1888, diretto da R. Grassetti.
La Giovine Marca, n. 1883 ad Ancona, bisettimanale democratico, diretto da U. Luzzi.
L' Imparziale, gazzetta delle Marche, n. ad Ancona 1883, quotidiano, diretto da
A. Alvino.
L' Intransigente, n. 1885, a Jesi, settimanale, direttore Torello Petrini; durò circa
tre anni.
Le Letture popolari, settimanale didattico, n. ad Ancona 1864, direttore Cesare Rosa.
Mefistofele, settimanale, n. 1888 ad Ancona.
Il Monitore della 7niliiia territoriale, bimensile, fondato ad Ancona.
Ondine, corriere dei bagni, n. 1880 ad Ancona. Direttori: Armando Angelucci e
Avv. De Bosis.
L'Oppresso, settimanale politico, n. 1883 a Pergola.
Il Paria, politico settimanale, n. 1885 ad Ancona.
PROVINCIA DI ANCONA. 261
— Prehidio, rivista letteraria, n. 1877 ad Ancona, diretto da A. Vecchini e A. G. Mo-
relli. Vi scrivevano i migliori ingegni italiani.
— Il Quattro Mario, organo elettorale quotidiano, vissuto ad Ancona poco peno di
un mese nel febbraio 1888, per sostenere la candidatura dell'avv. Bonacci. Diret-
tore: avv. Riccardo Grassetti.
— Raggio di Sole, settimanale, n. nel 1887 a Senigallia; cessò nel gennaio 1888.
— Stamura, giornale artistico, critico, letterario, n. ad Ancona 30 marzo 1884, Re-
dattore-capo: Enrico Giacobini.
— La Voce degli operai italiani, settimanale, n. ad Ancona nel 1884, direttore Giu-
seppe Novelli.
Per altri giornali esistiti durante la dominazione papale, vedi l'articolo II Giornalismo
Romano.
X
Fra le miscellanee della Biblioteca planettiana di Jesi, ve ne ha una distribuita
in quattro volumi o buste e classificata col nome generico di Avvisi e che leggesi
ripetuto sul dorso di ciascun volume. Gli Avvisi o Fogli di Avvisi sono, come si sa,
le antiche gazzette, che in proporzioni molto modeste e a periodo per lo pviù setti-
manale tenevano luogo, fino a un secolo fa, de' giornali politici d'oggi.
Di cotali effemeridi la miscellanea suddetta racchiude una collezione abbastanza
ricca e in ogni modo molto importante, come quella che rimonta ai primi tempi della
stampa, che suolsi oggi chiamare periodica. Le varie serie di Avvisi incominciano
infatti, a non tener conto di due fogH manoscritti del 1655, con 19 fogli di una gaz-
zetta di Fuligno del 1680 e vengon giù fino al 1706, comprendendo parecchie annate
complete, e molti fogli sparsi di varie gazzette straniere, a stampa nella quasi totalità,
ma in parte, e massime le straniere, manoscritte. Ma una ricchezza anche maggiore
contengono que' volumi; ed è un gran numero di opuscoli e fogli volanti, a stampa
pur essi o manoscritti, interoolati ai fogli d'avvisi e concernenti gli avvenimenti circa
l'assedio di Vienna e gli altri fatti d'arme della gueria turca.
I FREMII DEI GIORNALI
Quello di metlere fra i premii agli abbonati dei giornali i libri appena usciti dalle
mani dei legatori è, certamente, per l'Italia, come per l'estero, un coslume nuovo.
Da pochi anni che si usa di raccomandare l'abbonamento a un periodico col regalo
di qualche volume, il criterio e i modi pratici delle amministrazioni interessate erano
semplicissimi: un mese avanti le scadenze più grosse, spedivano una lettera assolu-
tamente riservata a un editore, ad un libraio dei più conosciuti e dicevano loro : —
Avete molti avanzi d'un'opera che non sia addirittura venduta e di cui possiate cedere
le copie rimanenti per pochi centesimi? Non importa né la materia, nò l'autore; ro-
manzo, racconti di viaggi 0 storia, ma si preferirebbe che l'edizione fosse illustrata.
Perchè allora si può aggiungere nell'avviso: la migliore e più elegante strenna che
un buon padre di famiglia possa offrire a' suoi figliuoli amorosi.
L'editore così interrogato andava a tirar fuori una storia d' Italia non voluta da
nessuno 0 una traduzione di romanzo inglese moralissimo ma da cui il pubblico si
allontana con un senso vivissimo di ribrezzo, 0 uno degli ultimi pasticci di Giulio
Verne, quelli che hanno fatto un fiasco colossale, e cedeva a buoni patti, per il peso
di carta, tutta quella roba all'amministrazione del giornale disperala nella caccia all'ab-
bonato.
Quella allora faceva dei belli avvisi, eloquenti di calcoli aritmetici fantastici e di
tenerezza paterna, e aiutava, senza spese, la diffusione dei libri cattivi 0 infelici.
Il Sommaruga, a un tratto, mostrò dei criterii diversi e fece una rivoluzione in
questi metodi economici; egli non si curava delle proteste dei librai che vantavano
262
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
la privativa di vendere soltanto essi i volumi che altri stampano ; non si dava pen-
siero delle proteste degli autori che si vedovano messi alla pari coi più fischiati: egli
regalava ugualmente agli abbonati dei giornali che stampava un libro del Carducci o
del De Amicis; regalava i libri sui quali aveva fondate previsioni di vendita, appena
terminava di stamparli.
È una innovazione che può avere non poche conseguenze, per l'economia del
commercio librario e per la letteratura d'Italia: quella, per esempio, fra le altre, di
mettere termine, o almeno, di mettere dei freni alla tirannia dei librai, una delle cause
che peggio contrastano alla diffusione delle opere stampate fra noi.
Giacché questi buoni librai hanno a poco a poco acquistate pretensioni straor-
dinarie in questi u'timi anni: non si contentano neppure dello sconto, ornai consueto
e già altissimo, del venticinque per cento, ma vogliono il trenta, magari il trentaoinque,
la tredicesima copia, regalata sopra di ogni dodici copie comperale, il diritto di re-
stituire gli esemplari invenduti: una ferocia, una feroce moltitudine di pretensioni che
costituisce una dispotica categoria di privilegi.
I quali, però, costringendo l'editore a tener alto il prezzo dei volumi che stampa,
lusingano l'abitudine del pubblico a non spendere quattrini per la carta stampata.
li neir indole del giornalismo di suscitare più risen-
timenti e lagnanze dell'eloquenza deliberativa; ma
quando si cita il glorioso pseudonimo di Junius, i
nomi di Swift e di Bolingbroke in Inghilterra ed in
Francia i nomi di Chateaubriand e di Beniamino Con-
stant senz'aggiungere altri nomi presenti a tutte le
memorie, è difficile impugnare essere questo un genere
di letteratura che ha, come ogni altro genere, le sue
regole, i suoi modelli, i suoi capilavori, benché in ge-
nerale manchi a questi la durata.
Prévost-Paradol.
V orrci vivere piuttosto in un paese che aon abbia
governo ma abbia giornali, anziché in un paese che
non abbia giornali ma abbia un governo.
TOM. Jefferson.
Un giornalista, che nel suo giornale metteva pochi
articoli e molte notizie, diceva : « L'articolo di fondo
è un uomo che parla ad altri uomini, mentre le no-
tìzie sono la Provvidenza stessa che parla agli uomini. •
ER SERVITORE A SP.\SSO
CHE VUOL DIVENTARE SPACCIATORE DI GIORNALI
A me ? me pare d'ave vinto un terno
De nu' sta più a servì quell'assassino
De l'avvocato. 'Na vita d' inferno
Da méttecese a letto 'gnitantino.
Quer che m'ha fatto fatica st' inverno!
Manco m'avesse preso pe' facchino.
E po' n'aria, perdio, ch'er Padreterno
Appett' a lui diventa un regazzino.
Adesso ? ! Già ci 'ho quarche cosa in vista,
Ma casomai che fusse un po' spallata,
C' é la carriera mo der giornalista.
Le cianche ce 1' ho sverte, e un ber vocione,
S'arricapézza 'na bona giornata,
E po', si nun foss'antro : la struzzione!
Ferretti.
L^AVVISATORE
degli Irapleglii vacasti (JoTernativi, MtmiciBali eà AmiiiiDistfalivi
Prezzo per un anno L. 5.
Si pubblica 3 volte al mese.
\J Avvisatore stampato a più migliaia di copie e diffuso in presso che tutti i
Comuni delle provinole del Regno si può affermare essere il solo mezzo di una estesa
pubblicità per i Municipi e per le pubbliche Amministrazioni. Unico che sia corredato
di tutti gli avvisi di concorso a posti diversi è addivenuto indispensabile per gli aspi-
rami ad impieghi e per chi ama migliorare la propria condizione. Spedire Vaglia po-
stale all'indirizzo AUGUSTO CILLA, Roma, via Uffici del Vicario, 45,
rROVINClA DI AQUILA
Numero dei Comuni: 127 — Popolazione: 353,027 — Superficie: K. q. 625 — Depulati della provincia : 1. Cap-
pelli, Colonna-Seiarra, Colajanni, Palitti. 2. Marselli, Angeloni, Sardi.
L'Aufinate. Bollettino mensile di storia
ed archeologia per i comuni di Bussi, Ca-
pestrano, Calaselo, Carapelle, CoUepietro,
Casteldelmonte, Caporciano, Navelli, Ofe-
na, S. Stefano, fondato il 24 gennaio 1889.
Esce a fascicoli di 16 pagine in-8.° Diret-
tore: Filippo Corsi. Vi scrivono: G. Celli,
F. Cerasoli, Tamerlano, ecc. Abbonamen-
to: L. 4 anno. Un numero 40 centesimi.
Tip. Pollione di V. Gialloreto.
Aquila.
Eollettino della Società di storia patria
Anton Ludovico Antinori negli Abruzzi.
Fondato il 15 gennaio 1889; esce in due
puntate semestrali di oltre 100 pagine in 8."
il 15 gennaio e il 15 luglio. Vi scrivono:
G. Dragonetti, E. Casti, P, Bonelli, A. Fa-
iani, G. Bragagnolo, P. Bilancini, ecc.
Abbonamento : L. 5 anno ; una puntata L. 3.
Simeone Santini, editore. Tip. Aternina.
Aquila.
Foglio periodico della Prefettura. Gior-
nale per annunzi legali, fondato nel 1865.
Esce ogni mese in fascicoli di circa 40 pa-
gine. Un numero L. 1,50.
Aquila.
Gazzetta commerciale. Giornale di agri-
coltura, industria e commercio, fondato
nel 1879. Sospese per alcun tempo le pub-
blicazioni, che riprese nel 1889. Si pubblica
due volte al mese in 4 pagine. È organo
della Camera di Commercio. Abbonamen-
to: L. 3 anno. Un numero 5 centesimi.
Aquila.
Il Gran Sasso d'Italia. È nato nel gen-
naio del 1880 e si pubblica il 15 di ogni
mese. È giornale didattico, scientifico, let-
terario, di 8 pagine piccole a due colonne
con copertina (i). Lo dirige il Cav. Ignazio
(l) Nel 1881 nacque ad Aquila il Gran Sasso, bi-
settimanale politico. Durò fino al febbraio del 18S2.
Un altro giornale con lo stesso titolo visse dal 1878
al 1883 a Silvi (Teramo).
Cerasoli e vi collaborano valenti pedago-
gisti e letterati, specialmente abruzzesi.
Tira 1000 copie ed è redatto con cura ed
amore. Costa un anno L. 4, sei mesi 2,50.
Si stampa a Lanciano (Chieti).
Popoli.
Letteratura montanara. Periodico bi-
mensile, nato il i6 gennaio 1888. Si pub-
blica il i." e 16 d'ogni mese in 12 pagine
in folio. Abbonamento: L. 6 anno. Palazzo
Giorgi.
Aquila.
La Palestra Aternina. Periodico reli-
gioso, scientifico e letterario, nato nel
1883. Si pubblica ogni mese in fascicoli
di 48 pagine. Abbonamento : L. 5 anno.
Un numero 25 centesimi. Tip. Vecchioni.
Aquila.
Il Risveglio. Giornale politico, scien-
tifico, letterario, fondato il i." gennaio 1888.
Si pubblica ogni domenica in 4 pagine
a 4 colonne, formato 0,51 >iO,^6. Tiratura
1000 copie. Abbonamento: L. 5 anno. Un
numero 5 centesimi.
Aquila.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Fondato nel 1876, esce due
volte alla settimana a fascicoli.
Aquila.
Il Telefono. (V. provincia di Chieti.)
Il Tesoro del Commercio. Rivista setti-
manale commerciale, agricola, industriale
e d'annunzi, fondata nel 1886. Si pubblica
ogni giovedì in 4 pagine a 4 colonne; è gior-
nale di pubblicità; proprietà dell'Impresa
Omnibus Commerciale. Redattore responsa-
bile: Nicola De Pamphilis. Abbonamento:
anno L. 8, seni. 4, trim. 2,50. Estero, spese
postali in più. Un numero 25 centesimi.
Inserzioni: i.' pagina 20 centesimi, 3.* pa-
gina IO, 4." pagina 5. Numeri di saggio
gratis a richiesta. Corso Ovidio, 62.
Solmona,
Giornali cessati:
— VAhruiio letterario, quindicinale, n. 1884 ad Aquila.
— L'Aquila, bimensile, letterario, n. 15 marzo 1885, a Solmona.
— Corriere degli Ab r uni, n. 1875 ad Aquila, politico, ammin. e giuridico, bisettimanalci
— V Esposiiione d'Aquila, n. 1888, direttore Alfredo Fabrizi.
— Gaietta d'Aquila, a. 1874, politico trisettimanale, diretto dall'avv. Tito Fabj.
— Galletta popolare di Solmona, n. 1884 col titolo di C/ca/a, che poi mutò; settim^-*
naie, cattolico.
264
GTTIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Gira, gira, Bimba, n. 1888 ad Aquila, settimanale.
Montecorno, bisettimanale, politico, liberale, n. a Solmona. Direttore Cesare Canzanese.
— Il Popolo F«5/!»o, settimanale, democratico, n. 1881 ad Aquila, dirett, Orazio D'Angelo.
— L' Umbrone, settimanale, politico amministrativo, n. ad Avezzano il 25 agosto 1885.
Grande Fabbrica Nazionale di Macchine Tipografiche, N. Arbizzoni, Monza
Premiato anche dal R. Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio
Macchina a reazione per giornali.
Vedi Avviso speciale a pag. 16 ^«o
^IVI%0 II.
ABILONIA
KiViM'A CMiiKISTlCO-LETTEHAHlA CON ILLlSTKAZloM
diretta da CARLO CARAFA DI NOJA (Nachor)
Direiione ed u^imministra:;ton& — FIRENZE — 2 Via 3\CarsiUo Ficitto
Abbonamento annuo:
per riia'ia L. 5 — Estero L. 1 0 — per Firenze L. 3.
Si pubblica il 10 ed il 25 d'ogni mese.
In ottava pagina avvisi economici, convenientissimi per il commercio
BABlLOXl.-i esundo metto diffusa nelle vane colonie straniere nonché nella buona società.
COLLABOEATOEI PRINCIPALI: Appio Fiorilli (Filippo Airoli) - A. Arcuno -
E. Asse - E. Asse - I. Baocini - A. L. Bevilacqua - V. Bersezio - Bici (A. Sindici) -
A. G. Bianchi - H. Buffenoir - N. Bernardini - A. Barbaro-Forleo - F. Bernardini -
A. Blengini - Baudet - B. Bontempo - R. Castelvecchio (Conte G. Pullé; - R. Ca-
stelli - S. Ghiaia - &. Costetti - G. Coronare - V. Cava - V. Catapano - G. Cattellani -
E. Costanzo - E. Dalla Porta - E. Dominici - G. D'Hailly - N. Daspuro - A. De Ce-
sare - M. De Bellis - A. Denati - P. Devillaire - S, Favitta - F. Forcignanò -
S. Fenzi - G. Gamberncci di Prata - G. Gamberucci - G. Gatteschi - I. Gelli -
E, Guarducci-Giaconi - Il Duca di Maddaloni - L. Mayo - E. Marescotti - U. Ma-
tini - E. Melino - P. G. Molmenti - B, Miraglia - G. Pennuti - V. Maugeri-Zan-
gàra - A. Migliorini - Momo (C. Coppinij - E, Michelozzi-Giacomini (Conte; - D. Ma-
oryCorreale di Santacroce - E. Montecorbcli - R. Mondolfi - Nabucco (A. Spadini) -
0. A. Ocohetti - E. Panzacchi - V. D. Palumbo - F. R, Pittoreggi - M. Pulci-Doria -
N, Parente - F, Riccio - 0. Riccicni - U, Romagnoli - R. Salvaterra - D. Sarteschi -
0, Servi - V, Sinoncelli - G. Sabalioh - M. Serao-Scarfoglio - E. Serao - P. Sani -
A. Serao - N. Segnian - R. Tarantelli - A. Torelli - E. Thiaudière - F, Vanzi-Mus-
Sisi - G, Ventafrida - F, Verdinois - A. Viriglio - P. Vibert - Vinoebo - C, Yriarte -
l'i gampini-Salazato - Fr SI. Sandrino ' U, Zanni,
SOVRANI GIORNALISTI
Non è guari, parlandosi di una visita fatta dai nostri sovrani
a Firenze, un reporter bene informato descrisse la giornata della
i-egina Margherita ; e fra le altre cose fece sapere clie ella abitual-
mente legge molti giornali; fra questi: la Nazione, la Vedetta e
il Fieramosca di Firenze, il Fanfulla e il Fracassa di Roma, il
Secolo e il Corriere della sera di Milano.
Per una sovrana che studia, che dipinge ad acquarello, che
riceve ed ha sempre qualche istituto da visitare, è anche troppo
se trova il tempo disponibile per leggere sette giornali quotidiani.
Questo spiegherebbe l' interesse che i nostri sovrani prendono
al giornalismo italiano, se pure con ciò non si volesse dar ragione
a ciò che un giornale russo, la Gazety Warszawsky, stampò l'anno
scorso.
La Gazety dunque annunciò con tutta la serietà di questo
mondo che la regina d' Italia scrive per la Gazzetta di Parma dei
resoconti teatrali anonimi. E aggiungeva anche che uno dei col-
leglli di penna avesse scoperto che l'augusta autrice era caduta in
flagrante plagio, corroborando, a maggior dimostrazione del fatto,
il racconto con 1' indicazione del libro, da cui ella aveva attinto
senza cambiamento di sorta. La Regina per altro provò, sempre
secondo il giornale russo, che ella stessa aveva scritto quel libro
due anni prima, e il critico allora abbassò le orecchie, senza però
rinunziare a credere che copiare i propri libri non fa certamente
parte delle qualità proprie di un giornalista.
Proprio cosi. Ancora però non si è saputo come il giornale
russo avesse fatto a inventare la fantastica storiella, che ci darebbe
la nostra regina come appendicista teatrale di un modesto gior-
nale di provincia!
Che ne legga non è meraviglia: oggi chi può sottrarsi all' in-
fluenza della stampa? Nessuno.
A volta a volta parecchi sovrani hanno mostrato di occuparsi
e preoccuparsi di questo, che è chiamato quarto potere dello Slato.
Non è vero dunque, come diceva il Figaro parlando del presidente
Grévy, che i capi dello Stato non leggono mai giornali.
Può essere benissimo che il signor Grévy non ne legga; ma
è anche vero che il nostro re Umberto si alza ogni giorno prima
del sole e legge da cima a fondo alcune decine di giornali italiani
ed esteri, prendendo appunti, di cui si serve più tardi per chie-
dere inform.azioni a chi ha l'obbligo di fornirle. Quando Umberto
ha terminato la noiosa rassegna, si trova quasi affogato da un
mucchio di giornali, che letteralmente descrivono una muraglia
intorno alla sua poltrona ; perchè, dopo averne letto uno, lo lascia
cadere sul pavimento, senza ripiegarlo, per leggerne un altro,
g6(ì GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Anclie Vittorio Emanuele dedicava qualclie ora del giorno alla
lettura dei piìi importanti giornali italiani ed esteri.
Lo stesso Negus d'Abissinia era lettore assiduo del Journal des
Béhats e del Times, di cui era abbonato.
Pio IX coi suoi numerosi brevi allietò la magra esistenza di
tutti i periodici cattolici comparsi durante il suo lungo pontificato.
Leone XIII corregge di proprio pugno le bozze di stampa delle
encicliche, che V Osservatore Romano con filiale fedeltà pubblica
tradotte. E si vuole ch'egli avesse fondato e diretto il Paese di
Perugia, quando il futuro pontefice si trovava in questa città come
capo della diocesi.
Ma un tratto di spirito abbastanza interessante di Leone XIII,
si rivela nel tiro ch'egli fece parecchi anni fa a un giornalista :
il 1.° luglio del 1880 la Voce della Verità, nel parlare di Sant'Igna-
zio di Loyola, tessè i meriti di lui copiando parola per parola
l'elogio dal Gesuita moderno di Gioberti.
Copiare da un libro messo all' indice è grave per un giorna-
lista cattolico, che, firmando con un X l'articolo, faceva passare
per propria la roba altrui. Ma Leone XIII, ammiratore del Gio-
berti quando non era ancora papa, lesse l'articolo e mandò a chia-
mare il redattore X a cui fece i migliori complimenti. X rispose
modestamente che la grandezza dell'argomento soltanto lo aveva
inspirato. Allora il papa lo pregò a fargli un pochino di lettura,
perchè gli occhi gli dolevano assai. E gli porse il volume del Gio-
berti aperto, ove comincia l'elogio a Sant'Ignazio.
Può immaginarsi con che naso rimanesse X ! Ma bisognava
leggere e lesse. Quand'ebbe terminato, il papa lo congedò, dicen-
dogli : — Vade in pacem et noli amplius peccare !
Ma tutto questo non proverebbe nulla di quello che io intendo
provare : e voglio provare che il mestiere di giornalista, tanto ca-
lunniato in versi e in prosa dal Foscolo, dall'Alfieri e dal Casti,
lo hanno fatto e lo fanno anche dei sovrani.
In questo caso, se la storiella della Gazetij Warszawsliy è
piuttosto fantastica, non manca di riscontri storici e reali.
Procediamo dunque con ordine.
Margherita di Savoia non sarebbe stata la sola sovrana dedita
al giornalismo, se dobbiamo credere a quel che di Livia scrive
Dione Cassio : essa faceva inserire negli Ada pudlica i nomi di
tutti coloro, senatori e plebei, che erano stati ammessi la mattina
all'onore di salutarla. E lo stesso avrebbe fatto pure Agrippina,
madre di Nerone.
Giuseppe Rovani nella sua Giovinezza di Cesare ci racconta
che questo potente imperatore aiutava attivamente Crispo Sallustio
nella redazione del Commentarium rerum urbanarum, il Moniteur
d'allora, perchè Roma fu la prima ad avere una gazzetta.... (V. pa-
gina 14.^
SOVRANI GIORNALISTI. S67
Questi però sono esempi di data molto remota e non li mol-
tiplichiamo.
Facendoci quindi in un'epoca più vicina a noi, ricorderò la
famosa Gazette de France, il primo giornale francese, creato da
Teofrasto Renaudot, il 30 maggio 1631, sotto gii auspici del car-
dinale Riclielieu.
In questo giornale Luigi XIII collaborò di sovente e segre-
tamente per narrarvi le noie ed i fastidii politici della sua vita
intima.
In fatti l'esistenza di questo re fu priva di grandezza e di
splendore e Luigi XIII che, del resto, aveva già pubblicati col
proprio nome tre libri, trovò uno sfogo al suo animo oppresso dalle
prepotenze del suo gran ministro in una pubblicazione ebdomada-
ria, che doveva di poi segnare 1' inizio di un gran rivolgimento
nel mondo delle lettere : il giornale.
E Carlo II d' Inghilterra, che aveva passato la sua giovinezza
alla corte di Francia, volle che il suo paese avesse un giornale
ufficiale a similitudine della Gazette de France e creò la Gazzetta
di Oxfo7^d, il cui primo numero apparve il 13 novembre 1665.
Ma la Gazette de France — che vive tuttora — non doveva
contare fra i suoi redattori un sovrano soltanto.
Napoleone I è stato forse il solo regnante, che della stampa
abbia fatto una delle sue occupazioni principali, a volte per repri-
merla e a volte per aiutarne il successo.
L'occupazione di Malta e l'intervento francese negli affari del
governo svizzero suscitarono atroci accuse contro Napoleone, primo
Console, e la Francia, da parte del giornalismo inglese. Bonaparte
dettava egli stesso ai suoi giornalisti ufficiosi le risposte scorrette,
rudi, ma efficaci, agli articoli ed ai libelli che si pubblicavano a
Londra.
Effettivamente egli non amava molto la stampa : aveva troppo
orgoglio e troppa fiducia in sé stesso per permettere ad altri di
giudicare pubblicamente i suoi atti. Ogni sua cura quindi fu diretta
ad allontanare coloro, nei quali sospettava tanti avversari ai suoi
vasti piani, e a circondarsi di giornalisti che su tutti i toni gli
cantassero le lau.di.
Fu cosi ch'egli fondò di propria iniziativa il Coxi7^rier de l'Ar-
mée d' Italie, il Coiirrier d' Egypte, la Dècade égyptienne e il Bul-
letin de Paris, del quale ultimo Deschiens scrive : « On assure
que ce journal a eté redige dans le cabinet et sous le ijeux de Bo-
naparte, qui dictait des articles. »
Ma nessuno dei giornali fondati da lui e sorvegliati dal suo
accorto ministro di polizia Fouché, ebbe gran successo. Rivolse
gli occhi altrove ; ma innegabilmente egli aveva il genio del gior-
nalista in grande ; e può provarlo, fra l'altro, questa lettera, pub-
blicata qualche anno fa dalla Neue Freje Presse insieme ad alcune
altre non comprese nella voluminosa corrispondenza del gran con-
quistatore, pubblicata da Napoleone III:
268 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Milano, 22 marzo 1805.
« A Fouclié,
« La Qazette de France mi pare clie sia un giornale assai
bene ispirato.
« Ha l'abilità di procurarsi a tempo le notizie di Londra, è
animato da spirito nazionale, anche il suo titolo felicemente scelto
ne giustifica l'esistenza. Essa non risveglia alcuna triste remini-
scenza della rivoluzione.
« Sostenete il giornale nel migliore modo possibile, comuni-
candogli tutte le notizie, che vi pervengono.
« Vi ho già fatto conoscere la mia intenzione di nominare un
censore al Journal des Débats. Questo giornale mi pare che vada
affatto indietro.
« Non dà che notizie stantie dall' estero. Forse sarebbe op-
portuno unire l'appendice di questo giornale con la Gazette de
France. Allora però sarebbe necessario che i redattori di quest'ul-
timo giornale non venissero cambiati e il signor Geoffroy conti-
nuasse a redigere il feuilletton (1).
« Del resto non vanno più bene i titoli : Leggi del potere le-
gislatico, Atti del governo, ecc.
« Sarebbe assai vantaggioso togliere il Débats dalle mani di
Bertin, questo agente di intrighi e di tradimenti. Se la cosa non
si può ottenere con le buone, voi preparatelo, perchè al primo
cattivo articolo lo scx^primo (2).
« Fate scrivere degli articoli contro la principessa Doulgoruki,
che a Roma dà fuori in forme di discorrere sconvenienti e ridicole.
Voi sapete che essa ha vissuto un pezzo con un cantante : che i
suoi diamanti, coi quali fa tanto sfoggio, le vengono da Potemkin
e che sono il frutto delle vergogne di lei (3).
« Vi riescirà di avere delle notizie sul conto suo per farla
rendere ridicola.
€ Vuol passare per una dama di spirito, è legata in amicizia
con la Regina di Napoli e — ciò che è altrettanto scandaloso — con
la signora di Staél (4).
N. >
(i) L'abate Geofifroy è l' inventore dell'appendice e a lui i Débats devono il loro
successo. Le prime appendici non avevano però i romanzi come oggi; esse contene-
vano critiche letterarie o teatrali, e in una di queste ultime Geoffroy ebbe lo stomaco
di chiamare il Don Giovanni di Mozart un « charivari gennanique ». I Débats avevano
due formati : l' in 4° senza feuilletton, e l' in folio col feuilletton ; poco dopo questo
formato divenne l'unico.
(2) Bertin aveva comprato per 20,000 franchi la proprietà dei Tébats. Dopo poco
tempo il giornale aveva 32,000 abbonati. Napoleone non soffriva Bertin, perchè questi
era amico di tutti coloro che facevano un'opposizione letteraria all' impero. — Sei anni
dopo la lettera che riporto, la proprietà dei Débats fu confiscata al Bertin che non
ebbe alcuna indennità. Solo il 31 marzo 1814, cadendo l'impero, gli fu restituita.^
(3) Potemkim Gregorio Alessandro principe e feld-maresciallo russo, già favorito
di Caterina II.
(4) Si sa che la baronessa di Staèl era chiamata dai francesi il Voltaire fem-
minino.
SOVRANI GIORNALISTI. 269
Ora elle abbiamo visto Napoleone il grande in qual modo di-
spotico si serviva dei giornali, vediamo Napoleone III modesto
scrittore di articoli in giornali repubblicani, o alle prese con la
fortuna per fondare un giornale.
Nel 1832 era stato creato a Marsiglia, per opera di Mazzini,
La Cecilia, Ruffini, Lamberti ed altri il periodico La Giovane
Italia. Era il solo giornale liberale avanzato, italiano, olie del-
l' Italia parlasse apertamente, tanto apertamente che ogni articolo
in esso contenuto costava spesso una condanna all'autore ed il leg-
gerlo solamente procurava i lavori forzati e magari la pena di morte.
Luigi Napoleone, allora semplice ed oscuro pretendente, fece
pervenire al La Cecilia, che s' incaricava della compilazione e
correzione del giornale — a mezzo del colonnello Vaudreuy, uno
scritto ohe desiderava veder pubblicato nella Giovane Italia.
Questo scritto, redatto con molta cura, tendeva a combattere
il pregiudizio dell'odor militare., che si era inoculato negli eserciti
per resistere strenuamente ad ogni rivoluzione popolare, che mi-
rasse a distruggere governi dispotici ed anche rappresentativi, ma
violatori del patto costituzionale.
Luigi Napoleone voleva dimostrare che il soldato dovesse ra-
gionare e che lungi dall' impugnare le armi contro il popolo, di cui
era parte integrante, avesse l'obbligo di aiutarlo nell' insurrezione.
Il La Cecilia domanda : « Non mostrava forse lo scritto cor-
redato di note e istruzioni storiche i primi bagliori del 2 dicembre ?
Luigi Napoleone però protestava allora d' essere repubblicano, di
volere la repubblica, tanto in Italia che in Francia, »
Lo scritto fu mandato a Mazzini che rivedeva sempre tutti
gli articoli destinati ad essere inseriti nella Giovine Italia.
Mazzini rispose :
« Lo scritto sull'odor militare., scritto commende volissimo per
intenzioni, dottrina ed • esposizione chiara e convincente, verrà in-
serito con vero piacere nella Giovine Italia.
« Ecco le sole modificazioni che sarebbero necessarie, onde non
offendere il concetto d' unità che la Giovine Italia deve serbare
gelosamente, »
E quindi seguivano le osservazioni, pagina per pagina. Fini-
vano cosi :
« Conchiudendo, l'articolo è buono è riescirà utile. Le osser-
vazioni fatte non devono apporsi a spirito d' assolutismo. Se lo
scritto dovesse stamparsi solo, e con nome d'autore, chi scrive si
guarderebbe dal riprovare e fare le osservazioni, che possono anche
non essere fondate ; ma come direttore d'un giornale, e centro di
un'opinione determinata e organizzata, egli non può ammettere
una sola linea, che provi contraddizione, o che leghi il giornale
nell'avvenire.
« Il direttore della Giovine Italia vorrebbe poi — e questa non
è che una preghiera — che rivedendolo, l'autore ristringesse quanto
può. Forse sottraendo frasi solamente, potrebbe farsi.
270 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
« Alcune altre cose merameiLte d'erudizione, p. e., la descri-
zione minuta del trionfo al capo Vili (che basterebbe accennare),
varie particolarità del capo X, e altre clie non hanno strettis-
sima relazione col soggetto, potrebbero essere tagliate "\T.a senza
nuocere all'articolo. Gioverebbe anzi il ridurlo alla più stretta con-
cisione. I militari da noi non amano le cose che van per le lunghe:
droit au bout, è la loro divisa. È d'uopo riflettere che l'articolo
è lungo molto, le pagine Alaste e lo scritto abbastanza serrato. Il
giornale deve sostenersi colla varietà, e conviene fare in modo che
due numeri possano contenerlo tutto.
« Sollecitudine nelle risposte.
« Molte delle note potrebbero troncarsi ugualmente. Le cose
bastano : le citazioni poco montano.
« Il direttore del giornale
Giuseppe Mazzini. »
Le osservazioni, o emende furono accettate, e lo scritto fu
messo a stampa.
Ma non sempre la fortuna arrise a Napoleone III, e può dirsi
ch'egli fu giornalista più fortunato quando era un modesto preten-
dente e riceveva le istruzioni di Mazzini come un redattore qua-
lunque, che quando era già additato col nome di imperatore dei
Francesi.
Il contrasto è notevole e interessante.
Gli elementi ci vengono forniti da alcune lettere scritte da
Luigi Napoleone quando era prigioniero nel castello Ham, e pub-
blicate dal Tetnps di Parigi qualche anno fa.
Quando Luigi Napoleone scriveva articoli per la Giovine Italia
e le lettere che più innanzi riportiamo, forse non sognava nep-
pure lo splendore, che lo attendeva sul trono di Luigi XIV; e lo
vediamo, specialmente in queste ultime, povero, senza credito e
senza danaro, battere a diverse porte per cercare i fondi, che do-
vevano sostenere un giornale, ch'egli aveva in animo di fondare
per la sua causa.
Le lettere sono dirette a Pauger, direttore della Stamperia
Nazionale^ onesto valentuomo e provato repubblicano, il quale fu
amico sincero di Napoleone nel tempo della sua prigionia e poscia
non volle associarsi alla politica dell'Eliseo, e mantenne le dimis-
sioni, malgrado le insistenze del futuro imperatore.
Ram, 3 luglio.
« Mio caro signor Pauger,
« Alcune occupazioni mi hanno impedito di ringraziarvi prima
dell'articolo, che avete fatto inserire. L'ho trovato perfetto e scritto
con molto tatto. Seguendo la stessa linea mi si può rendere dei
grandi servigi, e son felice di riscontrare in voi le qualità più
essenziali per essere a Parigi il miglior rappresentante. Doman-
date ad E. de Padoue una risposta definitiva, ma non lo spaventate
SOVRANI GIORNALISTI. 271
con parole, che per ogauno hanno un significato. Lui e suo padre
sono rimasti imperialisti puri.
« Io non sono più avanti di voi e nulla so delle decisioni
delle persone, alle quali vi ho indirizzato.
« Scrissi al signor de la Chartre nel senso da voi dettomi,
ma non gli ho mandato l'opuscolo; potete portarglielo, giudican-
dolo conveniente,... »
Ham, 31 luglio.
« Sono completamente del vostro parere in quanto alla linea
da tenersi con gli uomini della Rè forme. Non bisogna mischiarsi
dei loro afi'ari, ma far loro capire che se continuano la loro poli-
tica irragionevole, essi perderanno l'appoggio di uomini importanti.
In quanto a J... comincio a narrare i fatti.
«Ho incaricato J..., è già un anno, di negoziare per me un
imprestito di un milione in Inghilterra. Ma, mi ha egli detto ulti-
mamente che non essendo riuscito è andato ad Angers, ma anche
là ha parimente fallito. (Fingete ignorare quello che vi dico). Ma,
mi ha egli ha detto, mi son trovato in una falsa posizione a An-
gers, perchè hanno risposto a Grandménil che egli non aveva bi-
sogno di J... per comunicare col pr. Luigi. Ignoravo, ha soggiunto,
che il signor Pauger, il loro rappresentante, sia venuto a vedervi.
« Ecco tutto quello che è stato detto su quest'affare ; ma ho
visto che J... vi attribuisce una grande influenza sulle persone di
Angers che stima molto, e molto elogia. Credo dunque che potete
dire a J... che se la Réforme continua la sua politica irritante e
ingiusta, non solo voi disponete i vostri amici a non dar nulla,
ma anche a non far nulla.
« J... è dispostissimo e credo poter contare su lui, ma ciò non
basta ; bisogna controbilanciare 1' influenza di Cavegnac che m' è
ostile.... »
Ham, 18 settembre 1844,
« Capisco il piano proposto, e faccio di tutto perchè riesca.
Più diflicile è raggranellare la somma. Prima di tutto cercate d'ot-
tenere l'adesione di Abatucci. Parlate di ciò a Temblaire, che mi
ha scritto, perchè ogni principio è difficile, e bisognerebbe poter
mettere innanzi questo deputato per averne altri. M' incarico quando
vedrò de B — di fargli delle proposte.
« Fate capire a Temblaire che questo progetto non gli nuoce,
anzi al contrario. Credo che fareste bene d'andare a trovare Aba-
tucci ; poiché, ve lo ripeto, bisogna almeno avere la sua adesione,
per trascinare le altre. »
Haìn, 30 settembre 1844.
« Mio caro Pauger,
« Risponderò con la stessa franchezza alla domanda fattami.
« Per me l' idea di un giornale non è che la conseguenza del
272 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
mio legame con voi. Cosiccliè, senza voi non vorrei giornale, ed
ecco perchè. Ho sempre sentito la necessità di nn organo, e ne ho
creati molti ; ma nello stesso tempo ero nella posizione di un uomo
che compra dei cavalli, una bella carrozza, ma che non trova un
cocchiere che sappia guidare l'equipaggio nel quale si trova.
« A volta m'hanno condotto a precipizio, rovinando ogni cosa,
altre m'hanno fatto rinculare. Avevo voglia di pregare che pren-
dessero un'andatura franca ma ordinaria, quando la strada era piana
e che rallentassero nei punti difficili !
« Non ho mai trovato nessuno che mi capisse , e allora ho
giurato una cosa, che quando sarò in grado di comprare un equi-
paggio, non lo farò fino a quando non son sicuro del cocchiere.
« Scusate il lungo paragone ma è. esatto.
« Quando vi vidi, dissi: — Ecco l'uomo che mi ci vuole per
rappresentare la mia causa, perchè non solo divide le idee, ma ha
lo stesso modo di presentarle. Il suo carattere onorevole, i suoi
antecedenti, tutto, insomma, in lui va d'accordo per rappresentare
questa ^ parte.
« È vero che non conosco il vostro talento di scrittore ; ma
secondo quello che mi hanno detto, vai bene quello degli altri redat-
tori di Parigi ; eppoi la rettitudine e la nettezza delle idee, ecco
l'essenziale. Per molte ragioni, è necessario, specialmente se questo
giornale vien fuori, non sia dal bel principio Jiay^oleonico : non
riusciremmo se cosi fosse : bisogna pigliare il coltello dalla parte
del manico e non dalla lama....
« Ebbi la stessa vostra idea, sull" imprestito pel giornale. Ho
visto Fouquier d'Heronel, di cui, Laity vi parlerà ; è un ricco pro-
prietario, banchiere, nipote del famoso Fouquier-Tinville, antica
guardia del campo, oggi repubblicano di nome, domani tutto quello
che vorrà... Ha promesso occuparsene. Verrà a vedervi il 16 ot-
tobre a Parigi. Cercate d' istruirlo, ma io sono impacciatissimo
(trés lete) quando si tratta di chieder danaro... »
In due altre letterine del 23 ottobre e 19 novembre, insiste
perchè Abatucci vada a trovarlo per averne l'adesione e dice che
De Beaumont approva il Comitato di direzione del giornale com-
posto da Beaumont stesso, Abatucci, Vieillard, Larabit e De Courtais.
Pochi giorni dopo, il 28 novembre, torna a scrivere:
« Ho parlato vagamente a P... del vostro progetto, più chia-
ramente a Pain, per il quale vi mando una lettera, e che po-
trebbe trovare i fondi necessaria Per interessarlo bisogna promet-
tergli una somma per il suo giornale, che è il Corsaire-Satane :
del resto lo vedrete, ma è un uomo astuto e furbo in affari. »
E ritorna su Abatucci e si stizza del suo silenzio ; i fondi tar-
dano a trovarsi:
« ... Ho parlato del vostro progetto (scrive in data del 10
dicembre) a Gordon : conosce tre o quattro persone che potrebbero
prendere una gran parte alla sottoscrizione. Voi conoscete dei ban-
chieri che forse acconsentirebbero ad anticipare la somma iieces-
SOVRANI GIORNALISTI. 273
saria die non e' è pericolo di perdere. Cercate e credo che a Pa-
rigi troverete.
« Fate in modo di conoscere Nitot, gioielliere dell' imperatore :
non lo conosco, ma son sicuro eh' è rimasto bonapartista. »
In data del 3 febbraio 1845 scrive :
« Vi devo due risposte per ringraziarvi delle costanti testi-
monianze di amicizia di cui stimo tutto il valore ; ma ciò che mi
ha impedito di scrivervi, è stato di non avere altro da dirvi che
ripetere le solite frasi banali per quanto di sincera amicizia. Spero
come voi, ma dispero spesso di non avere più a mia disposizione
le risorse, che ebbi altra volta, oggi che ho in voi un uomo capace
di farle fecondare. Quel che mi è sempre mancato in altri tempi,
sono stati gli uomini ; oggi sono i mozzi. Ma io credo alla fatalità ;
se il mio corpo è sfuggito miracolosamente a tutti i pericoli, se
l'anima mia s' è sottratta da tante cause di scoraggiamento , ciò
prova che io son chiamato a fare qualche cosa.
« Eicevete, vi prego, di nuovo la sicurezza della mia più sin-
cera amicizia.
Luigi Napoleone >
Napoleone III è tutto intero in queste lettere : spirito inquieto
e turbolento, si agita, si dà moto per fondare un giornale nel 1844,
con lo stesso ardore che qualche anno dopo , per conquistare il
trono, impiega nel colpo di Stato.
Del resto Napoleone III dopo d'aver provato egli stesso le ansie
del giornalista, quelle stesse ansie che provò, per esempio. Fedele
Albanese, dopo d'aver fondato quel Monitore che lo condusse a
una fine cosi tragica, ebbe per i giornalisti un sincero attaccamento.
I nomi di quelli da lui amati, protetti, beneficati sono innu-
merevoli.
Racconto un aneddoto per tutti.
Napoleone un giorno era solo e fumava. Vivier, il celebre croni-
sta, entra e l' imperatore gli offre una sigaretta; ma il cronista rifiuta.
— Perchè rifiutare ? So bene che fumate.
— Eh ! Sire, rispose Vivier, io non oso prendermi questa li-
bertà perchè mi conosco. So che se oggi accetto una sigaretta,
domani oserei domandarvi un sigaro, doman l'altro un -pacco di
sigari e poi, chi sa che non finirei per domandarvi un'intera di-
spensa di tabacchi.
— Oh ! che gran cosa ! fece Napoleone ; vi concedo il magaz-
zino pieno !
I due Napoleoni, il primo ed il terzo, non sono stati i soli
Bonaparte ad avere che fare coi giornali e coi giornalisti.
Qualche tempo prima del 1869 il principe Achille Murat si
sentì offeso da un Corriere di Parigi che Rochefort pubblicò nel
proprio giornale.
N. BiRNARDiNi — GMida dilla Slampa firiodic* italiana— iZ.
274 GUIDA DELLA. STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Napoleone III sulle prime non voleva clie il duello avesse
luogo, poi acconsenti che il principe, allora sottotenente si bat-
tesse ; cosi il duello, che avvenne al maneggio del quartiere di
Saint-Germain, ebbe un carattere quasi ufficiale.
L'arma scelta fu la spada. Rochefort, che sapeva appena te-
nerla in mano, rimase ferito all'anca.
Un anno dopo, il Principe Pietro Bonaparte scrisse un articolo
in un giornale della Corsica, contro gì' irreconciliabili di quell'isola,
alludendo a un certo Pascal Grousset, collaboratore della Mar-
seillaise.
Costui rispose nel giornale violentemente, e allora il principe
offeso mandò pubblica sfida a Rochefort, direttore del giornale.
Mentre attendeva l'esito, si presentarono a lui i padi'ini di
Grousset: Vittorio Noir e Fonville.
Come si sa, il principe Pietro montato in collera trasse la ri-
voltella e con un colpo ammazzò Noir, mentre Fonville si metteva
in salvo.
Il fatto levò un rumore indiavolato e la sera la Marseillaise,
benché sequestrata per una filippica atroce contro la dinastia, fu
venduta a prezzi favolosi sui boulevards.
Tutti sanno come finì l'affare, come pure tutti ricorderanno
che undici anni dopo a Parigi si parlò moltissimo del prossimo
matrimonio della figlia del principe Pietro Bonaparte coire... dei
giornalisti, Bennet del New-York Herald.
Ma e' è ancora dell'altro.
Il 3 ottobre 1870 comparve a Londra un giornale intitolato
La Situation. Era stato fondato da esuli bonapartisti ; ma una voce
insistente disse che il giornale era diretto dall' imperatrice Eugenia
in persona. Ad avvalorare la voce, in uno dei numeri della Si-
tuation comparve un manifesto di Napoleone III, che si asseriva
proprio scritto dal sovrano spodestato, a Wilhelmshóe. Il documento
fu riprodotto da tutta la stampa europea ; ma tre giorni dopo la
pubblicazione, il segretario particolare di Napoleone telegrafò che
il manifesto era apocrifo.
Più tardi, il figlio di Napoleone III, lo sventurato principe
Luigi, ucciso dagli Zulù, espresse queste idee avanzate sulla li-
bertà di stampa, non parendogli neppure sufficiente quella con-
cessa in America e in Inghilterra:
« Ciò che desidero non è tanto la libertà della stampa, quanto
la sua completa anarchia. » Spiegò poi quello che intendesse per
anarcliia, dicendo che non voleva cauzioni, ne firme forzate, ne
avvertimenti di nessun genere. « Oggi la stampa non è solo sotto
il regime dell'arbitrio, che è già dannoso, ma sotto quello del
capriccio che è intollerabile. Voglio che un giornale sia capace di
vivere con soli 200 abbonati ; voglio che di questi giornali ce ne
siano cinque o seicento ; i loro errori e le loro menzogne si neu-
tralizzerebbero.
« Ma finché i giornali d'opposizione discuteranno il principio
SOVRANI GIORNALISTI. 275
di governo e la dinastia, avremo sempre dei delitti di stampa. In
Inghilterra si è in pratica abbandonato il sequestro, perchè simili
questioni non vengono mai sollevate. Là nessuno scrive contro il
cristianesimo, contro i re e contro la proprietà. »
Buone idee, senza dubbio, ma non attuabili in Francia.
Ancora un particolare sui Borboni giornalisti : tempo fa un
principe della casa di Napoli, il fratello del principe Luigi, si sposò
con la signora Jankoska, madre di una giovane molto elegante,
certa madama Sauteran, il marito della quale fondò un giornale
di sport. La nuora del principe di Borbone s'era assunto l' inca-
rico di scrivere alcune cronache, col pseudonimo di Nojg.
La schiera dei sovrani e dei principi che hanno gustato le
delizie del mestiere di giornalista, non è ancora completa.
Se ne consolino quei martiri della penna che per un momento
avessero provato dispetto e vergogna delle sfuriate poetiche di Fo-
scolo e di Alfieri, e delle parole roventi di Bismarck che vorrebbe
essere un Omar moderno per dar fuoco a tutti i libri e giornali
che esistono.
Certamente Bismark non è nato giornalista ; se però la brama
dell'oro per un momento lo avesse vinto, il suo profondo disprezzo
contro giornali e giornalisti sarebbe stato ben punito.
Figurarsi! nel 1880 un giornale americano (e solo in America
poteva nascere quest'idea) offerse al gran cancelliere 130,000 dol-
lari, cioè 650,000 lire all'anno, per la collaborazione di un arti-
colo alla settimana, ciò che corrisponde alla bellezza di oltre 12,000
lire per articolo !
Ma Bismarck, beato lui! non trovò l'affare di sua convenienza!
Io però scommetto che se il gran cancelliere si fosse rivolto per
consiglio al suo vecchio sovrano, o al principe ereditario, questi
entrambi lo avrebbero indotto ad accettare.
Infatti l'imperatore Guglielmo fu un po' giornalista anche lui.
Un tempo, quando viveva la Gazzetta di Spener, l'imperatore se
la faceva leggere dalla prima all'ultima riga dal signor Luigi
Schneider, corrispondente berlinese d'alta bussola, che si valeva
per le sue lettere delle informazioni privatissime che 1' imperatore
di Germania riceveva dallo czar suo nipote.
Poi le preferenze di Guglielmo furono pel Fremdenblait .Qimnào,
alcuni anni fa, il Berliner Taghlatt stampò in appendice il Diluvio
di Spielhagen, Guglielmo I ordinò a Schneider di leggergli questo
romanzo ogni mattina. Lo gustò molto, ma ne disapprovò la fine.
Il signor Schneider comunicò tosto il giudizio doli' imperatore al
romanziere, che s'affrettò a scrivere un'altra fine, ed i lettori del
Berliner Taghlatt, che credevano annegati e finiti per sempre i
personaggi di Spielhagen, li videro, con grande loro stupore, ri-
comparire nell'appendice.
L'imperatore Guglielmo si divertiva molto a veder riprodotte
276 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
dai giornali le notizie spesso piccanti che riceveva da Pietroburgo.
Anzi una volta volle provarsi al mestiere del giornalista poco tempo
dopo la guerra del 1866, e scrisse per la Gazzetta di Spetier un
lungo articolo in cui tentava dimostrare clie la sua politica era la
continuazione di quella di Federigo Guglielmo IV. Il signor Schnei-
der conservò devotamente il manoscritto dopo averlo copiato.
Lo sventurato Federigo, principe ereditario e clie poi fu per
soli mesi Federigo III, fu qualche cosa di più di un giornalista :
era tipografo addirittura. Egli nella sua giovinezza apprese a per-
fezione l'arte tipografica da un compositore della tipografia Hanel.
Essendosi posta una volta in dubbio la verità di questo fatto, per-
chè c'era chi sosteneva che non era il principe ma l'imperatore che
in sua gioventù avea fatto il tipografo e composto le leggi e i de-
creti della gazzetta ufficiale del regno di Prussia, il direttore del
Giornale per V Arte ti^jografica si rivolse direttamente al principe
ereditario, il quale fece rispondere che tutto era verissimo indi-
scutibilmente.
Federigo era un grande lavoratore e nel periodo di un de-
cennio, o poco più, scrisse pregevoli opere che lo onorano assai.
Prima un libro di prosa; poi Quindici giorni sul Danubio — Un
viaggio in Oriente; un opuscolo sullo spiritismo, che egli combattè
a tutta oltranza come una solenne mistificazione: infine l'opera
colossale cui stava attendendo in questi ultimi tempi : La monar-
chia austriaca descritta ed illustrata.
Ma egli non si dilettava solo di lettere e di scienze ; si dilet-
tava anche, e profondamente, di giornalismo ; scrivendo tratto tratto
articoli salienti ora di politica, ora di scienze, ora di letteratura.
Leggeva con speciale predilezione la Wolkszeitung, il più ra-
dicale di tutti i periodici di Berlino. Una volta, un funzionario
di corte, vedendo questo giornale sul tavolo dell'infelice impera-
tore, propose di sostituirlo con un altro ministeriale. Il buon Fe-
derigo si oppose formalmente dicendo:
— Quel che pensa il governo lo so già ; quel che desidero co-
noscere sono le opinioni dei suoi avversari!
Se Federigo III avesse coltivato il mestiere di tipografo as-
sieme a quello di giornalista, non avrebbe avuto nulla da invidiare
al brioso redattore del Figaro, noto sotto lo pseudonimo di Leo
Lespes, il quale, mentre immaginava gli articoli, li componeva da
sé stesso senza neanche scriverli.
C è però un sovrano che ha fatto precisamente così : Leo-
poldo II di Toscana. Questo sovrano faceva il tornitore ed il ti-
pografo. Vicino alla stanza del tornio, ha raccontato recentemente
un giornale, c'era un'altra piccola sala piena di casse di caratteri,
di torchi e di altri arnesi dell'arte.
Il granduca, dinanzi alla cassa, in piedi, vestito della sua
Mouse turchina, componeva con la sveltezza di un operaio pagato
a un tanto la linea. Qualche volta il Monitore Toscano, diretto
dall'abate Casali, morto recentemente, pubblicò, senza che i lettori
SOVRANI GIORNALISTI. 27T
ne sapessero nulla, qiialclie modesto entrefllet dettato e composto
dal granduca in uno dei suoi tanti momenti di buonumore.
« Oggi è davvero l'epoca dei principi letterati, scienziati ed
artisti » diceva un corrispondente viennese, nel Cap/ian Fracassa.
« L'esempio di Carmen Sylva ha giovato. Il re di Svezia scrive
romanzi cavallereschi e drammi tratti dalle cronache patrie ; l'ar-
ciduca ereditario d'Austria detta impressioni di viaggio e si fa ini-
ziatore di grandi opere artistiche.
« Negli ultimi fascicoli dell' Oestereich in Wort und Bild,
l'opera magnifica che si pubblica a Vienna con la collaborazione
e per iniziativa dell'arciduca Rodolfo, c'è un disegno (un paesag-
gio presso Luxenburg) eseguito dall'arciduchessa Stefania.
« Una rivista illustrata, che corre per le mani della haute
viennese riproduce quel disegno e narra che l'amministrazione del-
l'opera suaccennata ha voluto che anche questa eccelsa coopera-
trice avesse il compenso guadagnato ool proprio lavoro. E furon
dieci ducati, che l'amministrazione disse a lei spettanti. »
Nei primi mesi del 1889 dalla Regina del Belgio e dalla Prin-
cipessa Clementina, sua figlia, fu fondato un nuovo giornale per
lo giovinette, La Jeiine Fille. La liegina vi si occupa di critica
musicale. La poetessa della redazione è un'altra regina, quella di
Romania, Carmen Sylva.
C'è un altro granduca che ha fatto pur esso il giornalista:
Costantino di Russia, già governatore di Varsavia. E — curioso —
egli ha fatto il giornalista rivoluzionario. Le sue opinioni liberali
son note : ebbene, finché egli stette a Pietroburgo fu corrispon-
dente del Bell, organo rivoluzionario di Herzen, stampato in
Svizzera.
La cosa certo non piaceva a Corte e lo czar ne era indispet-
tito, anche per un fatto strano, che gli era occorso. Una sera, ri-
tirandosi per andare a letto, trovò sotto la sua camicia da notte
un pacco di quell'amabile giornale nichilista ch'era il Zemljà i
Volta (1), e mentre si facevano delle ricerche per conoscere gli
autori del tiro, si scoperse un proclama incendiario nel gabinetto !
Strane ricompense, in vero, per un discondente di Pietro il
Grande, il quale fu il primo che nel 1774, assieme alla civiltà, in-
trodusse il giornalismo in Russia.
E poiché ho citato Varsavia, ricordo che in questa città nel 1880
nacque un giornale intitolato Wiezory Rod zinne (Le serate di fa-
miglia), di letteratura ed economia domestica, redatto in polacco,
settimanale, con una tiratura di 900 copie, diretto da Luisa Hanke,
zia di Alessandro di Battemberg, la quale firma anche come re-
dattrice responsabile.
(i) Nella mia collezione di tutti i giornali del mondo ho una copia di questo
periodico, stampato nitidamente su carta velina, favoritami dallo scenziato Eliseo Reclus,
illustre geografo e rivoluzionario anche lui.
27^ GUIDA DELIA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Il Principe di Bulgaria scrive articoli di ornitologia in riviste
speciali.
E per associazione di idee ricordo un altro principe russo, an-
ch'esso giornalista : il principe di Mingrelia di cui tanto si parlò
nel 1886, per la sua candidatura al trono di Bulgaria.
Bisogna sapere che nella sua piccola corte egli dirigeva un
giornale manoscritto maldicente e anche un pochino scandaloso.
Il piccolo foglio clandestino diceva un mondo di male di tutta
la corte, e non risparmiava neppure la principessa madre.
Il principe ne conserva religiosamente la collezione, e la portò
con se ultimamente a Pietroburgo, dove chi ha avuto la fortuna
di vederla trovò il giornaletto manoscritto (istituzione finora fiorita
soltanto nei ginnasi) molto divertente.
Dalla Russia passiamo in Norvegia; qui il caso è ancora più
strano.
Il Re Oscar è non solo poeta, ma scrittore politico, come
dicono.
Un paio d'anni fa il Ministero domandò alla Camera i fondi
per offrire una corona d'oro a Oscar II.
La Camera respinse la domanda.
Ripresentata due altre volte, fu tutte e due volte respinta, e
il Re dovette sottostare alla volontà del Parlamento.
Allora Bjòrnson, il famoso giornalista e poeta, sopra un gior-
nale separatista di Cristiania, piaudi alla triplice negativa della
Camera.
Un giornale di Stocolma, in fama di essere l'organo personale
di Oscar II, rispose al giornalista con un attacco violento ; anzi
tu detto che l'articolo fosse scritto dal re in persona.
Un giornale dell'epoca, occupandosi del fatto, scrisse :
€ La cosa fu per commuovere tutta la Norvegia. Come rispose
Bjòrnson ? Nientemeno che inviando un cartello di sfida in regola,
al re di Svezia e Norvegia. Il giornalista sfidava un altro gior-
nalista ; lo scrittore gentiluomo Bjòrnson invitava lo scrittore gen-
tiluomo Oscar II a incrociare una spada con lui. »
Si può immaginare quanto rumore facesse la cosa nelle corti
europee e quanti commenti si accumulassero sul capo di Re Oscar
che come un modesto giornalista scriveva articoli e ingaggiava po-
lemiche aspre e violente.
Breve: Bjòrnson dovette riparare a Parigi.
Non parlo della principessa Elena Grhika e della regina Eli-
sabetta di Romania, perchè della prima tutti avranno letto qualche
articolo firmato col poetico pseudonimo di Dora d'Istria e della
seconda i bei romanzi sentimentali a firma Carmen Sylva, Dito e
idem, pubblicati nelle appendici dei più importanti giornali d' Italia
SOVRANI GIORNALISTI. 279
e dell'estero; ne parlo del Principe di Monaco che ha pubblicato
nella Revue des deux mondes delle memorie di viaggio.
Ma invece facciamo una corsa nella lontana Australia, alla
corte di Kalakaua I, re delle isole Sandwik, un re operoso, civile,
progressista che ha tenuto in educazione un figlio ed un nipote in
Italia e che fece un viaggio in Europa per attingere migliori idee
sulle istituzioni moderne.
Ebbene — non si crederebbe — egli è il vero re dei giornalisti.
Dal 186.3 si pubblica ad Honolulu, la capitale del regno, un
giornale politico The Haivaiian Gazette, di cui re Kalakaua è
proprietario, editore e redattore capo.
Il giornale ha il formato grande, voluminoso dei periodici in-
glesi ; si pubblica una volta alla settimana e il re firma i suoi ar-
ticoli col pseudonimo di Modus in rebus (1). Quando Kalakaua
venne in Italia, V Haioaiian Gazette pubblicò le impressioni di viag-
gio di Sua Maestà, in appendice.
Nel giornale scrive anche la principessa Ruth Keelikolani,
nipote del re, reggente durante l'assenza del sovrano. Essa pub-
blicò anche un romanzo in questo giornale, intitolato LatOS, la
cui azione si svolge in Ungheria e nell'arcipelago avaiano.
Naturalmente Kalakaiia rivede tutto ciò che si pubblica nel
giornale ; il quale fra le altre cose contiene nmnerosi decreti di
condanna ad ammende di 5 e 10 dollari per delitto d' ubbriachezza;
e nella 4." pagina, oltre agli annunzi di pubblici divertimenti e
d' inserzioni industriali, qualche poesia.
Essere re e giornalista è già un bel portato della civiltà, ma
è certamente molto più bello da giornalista diventare re.
L'esempio è autentico e rimonta a pochi anni fa.
Huntley, americano, era redattore della Tribune di Chicago,
importantissimo giornale che tira 20,000 copie al giorno.
Poco tempo avanti la resa di Sitting-Bull, Huntley fu inca-
ricato di recarsi presso il vincitore e intervistarlo, come si direbbe
Giunto a Wood-Mountain , territorio inglese, per unirsi al
maggiore Wath, incontrò ivi accampati dei vecchi e degli squaivs
Sioux (popoli selvaggi dell'America, celebrati da Verno) e con essi
il vecchio re Little Kuiff, a cui l'età cadente impediva di com-
battere, si che ne stava tranquillo con la moglie e i quattro figli,
due maschi e due femmine.
Un giorno Huntley, mentre faceva una relazione al giornale,
sente uno strepito di voci, di scudi e di tamburi ; accorro e trova
che il povero re Little Kuiff, caduto di cavallo, s'era lussata gra-
vemente una gamba.
Il vecchio re, con la gamba gonfia, smaniava fra la vita e
la morte, mentre gli esorcismi dei medici locali erano inutilmente
sperimentati.
(i) Nella mia collezione di tutti i giornali del mondo si trova la raccolta com-
pleta dì quelli che si pubblicano a Honolulu, non esclusa VHawaiian Gaiette.
280 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Allora Huiitley ebbe iiii' ispirazione : prese un cert' olio e del-
l'erbe e fece una vigorosa frizione alla gamba del paziente, cbe a
poco a poco stette meglio e guarì del tutto.
La gratitudine di re Little fu tanta che adottò Huntley per
figlio. Dopo un certo tempo mori e i due figli si succedettero al trono,
finche morti anche questi, il redattore della Trihuna fu acclamato
re e sollevato agli onori divini come un imperatore romano.
Andiamo oltre.
A Bangkok, nel Siam, si pubblica dal luglio del 1882 la gaz-
zetta ufficiale, con questo titolo preciso : Rahcha-Kech-Chaìim Bake-
Sha, ^e scusate s' è poco.
È giornale buddista, mensile, stampato perfettamente su carta
bianca; il frontespizio porta l'arme dello Stato. Il testo è variato
e uno dei redattori è Ohulalongchon, il re del Siam, che come
dicono, è un'autorità in fatto di letteratura siamese.
Malgrado però la collaborazione sovrana, il giornale tira sole
300 copie, segno evidente che i siamesi non s' interessano troppo
alla prosa di re Ohulalongchon.
E per non uscire dall'estremo oriente riferirò che la madre
dell'attuale sovrano del celeste impero rivedeva essa stessa, pa-
recchi anni or sono, tutto ciò che si pubblicava nella King-Pau
(Gazzetta di Pekino), organo ufficiale di palazzo ed essa stessa ne
ispirava e correggeva i principali articoli.
Essa si chiama Tzu-Ann, e non è una tartara, ma una cinese.
Suo padre era membro del Collegio di Hanlin (Accademia delle
scienze), al quale Collegio è, come si sa, affidata la redazione della
Gazzetta di Pekino. (1)
Quando il marito, imperatore Hien Fong, mori, il 18 ottobre 1861
nel Manduschu, ove era fuggito dopo la presa di Pekino da parte
dell'esercito anglo-francese, la Gazzetta di Pekino dovette recare
le seguenti parole, che 1' imperatrice aveva scritto di proprio pugno:
« L' imperatrice Tzu-Ann partecipa ai suoi fedeli sudditi che
r imperatore Hien-Fong non trovasi più al suo fianco.
« Undici giorni fa egli è stato trasportato in cielo — a cavallo
del Drago che gli Dei avevano mandato a prenderlo — ove egli
soggiorna ora nel mezzo dei suoi augusti avoli.
« Prima di partire egli ha consegnato il sigillo dell' impera-
tore alla sua prima moglie Tzu-Ann e le ha affidato il governo
dell' Impero. »
Tutto potrebbe far supporre che l' imparzialità della Gazzetta
di Pekino debba soffrirne. Niente di tutto ciò. Lo prova il fatto
ch'essa pubblicò, or non è molto, la lettera di Wu-ko-tu, commis-
sario dell'Ufficio civile; egli la scrisse prima di uccidersi ed in
(i) Il Barone von Biedermaan di Dresda, autore di pregevoli pubblicazioni sul
glornalisraoj mi favorì molti periodici cinesi, fra cui una copia della King-Pm.
SOVRANI GIORNALISTI. 281
essa parlò diffusamente e con severità delle usurpazioni commesse
dalle imperatrici regnanti.
Questo documento aveva lo scopo di costringerle ad abdicare,
e le argomentazioni in esso contenute erano gravissime. Un de-
spota civilizzato avrebbe forse creduto opportuno di sopprimere
quella sediziosa pubblicazione ; ma i governanti cinesi, consci della
propria forza, dettero invece prova del loro buon senso dando a
quel documento la pubblicità che l'autore poteva desiderare.
Alspahan, l'antica capitale della Persia, nell'ottobre del 1880,
fu fondato il Farhang, giornale politico bisettimanale, da Sua Al-
tezza Imperiale il Sultan Mashoud, primogenito dello Scià, gover-
natore generale delle provinole centrali e la più alta intelligenza
progressista dell'Asia, senza fare offesa a re Chulalongchon.
Dei presidenti degli Stati Uniti non parlo percbè quasi tutti,
cbi più e chi meno, hanno esercitato il nobile mestiere del gior-
nalista ; anzi è stato appunto il giornalismo che — come per gli
uomini politici della Francia (Thiers, ad esempio) — li ha condotti
al potere. E parecchi, cessato di occupare l'alta carica, son tornati
all'antica professione.
Così Ulisse G-rant, negli ultimi mesi di sua vita, si era messo
d'accordo con gli editori della Century di scrivere venti articoli,
contenenti gli episodi più interessanti della guerra di successione,
dietro un compenso di 10,000 dollari.
Ma avanti di cominciare fu colto dalla malattia, che poi lo
ridusse alla tomba.
Fra i sovrani pubblicisti ricorderò pure i nomi di Arturo De
Merino, presidente della Eepubblica di S. Domingo ; Don Fedro II
imperatore del Brasile ; Giovanni di Sassonia, che col pseudonimo
di Filoteto fu attivissimo scrittore e traduttore della Dicina Com-
media: il re di Portogallo; il Duca di Modena, che come narrali
Pistelli, si serviva dell'organo del suo partito, la Voce della Ve-
rità, per sfogare tutta la sua ira ed inveire contro i liberali, sui
quali cercava di attirare l'odio della gente.
Questo giornale anzi, fondato dal principe di Canosa, si dice
avesse per collaboratrice Sua Altezza Serenissima Maria Beatrice
di Savoia, duchessa di Modena.
Ma il segretario dell'Accademia Tassoniana, nel verbale della
tornata del 10 febbraio 1881, smenti quest'ultima asserzione.
*
Chiudo la lunga lista con un motto di re Umberto; visitato
qualche anno fa da un corrispondente del Neio York Herald, il re
d' Italia si accomiatò da lui col dirgli :
— Se io non fossi re, vorrei visitare il mondo come reporter.
Nicola Bernardini,
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Tomraasi-Crudeli, Santi, Passerini, Martini G. B.
- Superficie: K.
Diligenti.
q. 3,297 — 'Deputali della provincia:
L'Appennino. Giornale della città e pro-
vincia di Arezzo, fondato il 16 luglio 1887.
Si pubblica il sabato in 4 pagine, formato
0,38 X 0,27, a 3 colonne. Il giornale è fatto
piuttosro bene, ed è ricco d' infornriazioni
e notizie della provincia. Diiettore: avvo-
cato O. Cocci. Abbonamento: aaiio L 5,
semestre 2,50. Un numero 5 centesimi.
Inserzioni : prezzi da convenirsi. Ha tipo-
grafìa propria ed è diffusissimo. Corso Vit-
torio Emanuele, 18.
Bollettino del Comizio Agrario Vegni.
Giornale di agricoltura e scien/e affini,
fondato nel 1885. Esce ogni 2 mesi in fa-
scicoli di 16 pagine. Abbonamento: L. 5
anno. Un numero L i.
Cortona.
Foglio periodico della Prefettura. Pub-
blicazione per gii atti ufficiali amministra-
tivi della provincia. Si pubblica dal 1866
ogni mese , a fascicoli. Abbonamento :
L. 20 anno.
Areno.
_ La Provincia di Arezzo. Giornale poli-
tico, amministrativo, fondato nel 1865 a
cura di una società di persone del paese.
Dopo due anni circa lo pubblicazioni fu-
rono continuate e la direzione assunta dal
cav. avv. Luigi Guillicliiui, che ne è sem-
pre il direttore.
La Provincia è giornale conservatore;
esce ogni settimana m 4 pagine e tira
circa 800 copie. Abbonamento: L. 5 anno.
Un numero io centesimi.
Are:(7i0.
Il Eisorgimento agricolo. Giornale agri-
colo industriale, f ndato nel 1887. Esce due
volte A mese iu fascicoli di 8 pagine. Abbo-
namento: L. 3 anno. Un numero 15 cent
Bibbiena
Rivista d'agricoltura e commercio. Boi
lettino della Camera di Commercio ed Arti
e dei Comizi Agrari della Provincia di
Arezzo. Fondata nel 1877. Si pubblica ogni
mese a fascicoli di 32 pagine in-S." Di-
rettori: Cav. Rag. Carlo Signorini, segreta-
rio della Camera^di Commercio, e Ing.Van-
nuccini, direttore della Scuola Pratica di
Agricoltu'a. Abbonamento: L. 5 anno. Un
numero 50 centesimi. Via Guido Monaco, 3.
Are:(lo.
Rivista mensile di agricoltura per la
valle superiore del Tevere. Giornale di
agricoltura e materie affini, fondato nel
1855. Esce ogni mese in fascicoli di 8 pa-
gine. Abbonamento : L. 5 anno. Un nu-
mero jo centesimi.
Anghiari.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Contiene gli annunzi legali;
è stato fondato nel 1876 e si pubblica 2
volte la settimana.
Giornali cessati:
U Aretino, settimanale amministrativo, n. 1878 a Montevarchi; durò 3 anni circa.
Campaldino, bimensile amministrativo, n. 1882 a Poppi.
Il Risveglio, n. 1880 col titolo di Argo, che poi mutò; irregolare; a Bibbiena.
La Stajfetta, agricolo, amministrativo, commerciale, n. 1883 ad Arezzo, settimanale.
Lo Studente Italiano, periodico didattico letterario, n. 1886 ad Arezzo, quindicinale,
diretto dal prof. N. Borghini.
Vita nuova, settimanale, n. 1885 ad Arezzo.
Anno n. Impfgsj di pjljlilijjlà jj iljssioiig Anno II.
ANNUNZI IN TUTTI I GIORNALI
SEailE ERNESTO - ^S
Vedi Avviso speciale a pag. 258 -^a
GIORNALE PER LE FAMIGLIE
Tiratura: Copie 70,000 |i esce ogni domenica j Tiratiira: CopÌ3 70,000
a centesimi IO il numero
Ogni settimana una dispensa di IG pagine di testo a 3 colonne
e 8 o 9 incisioni.
Nel
Regno
5 lire l'anno
(Per gli Siali Europei dell' Unione Postale, Fr. 8)
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nale per tutti; tutto varietà, tutto brio.
I fatti più notevoli del giorno, sia nella politica, sia nell'arte, sia nelle scienze,
sono rammentati in questo periodico, che a fin d'anno diventa un volume prezioso,
anche per la sua ricchezza unica di bozzetti, novelle, racconti, i più belli ch'escano
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letteratura amt;na, conversazioni scientifiche, e nella Galleria dei Contemporanei, ritratti
e biografie dei più celebri uomini del giorno.
L'Illustrazione Popolare tien deste le più gloriose tradiiioni italiane, consa-
crando anche numeri speciali ai ricordi patriotici.
Nessun giornale pubblica tanti gustosi aneddoti come 1' Illustrazione Popolare
e tanti giuochi svariati per l'Ora d'o{io delle famiglie.
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hanno per iscopo: annoiar mai, divertire e istruir sempre.
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l'Unione Postale, Fr. i.)
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Vedi Avviso speciale a pag. 16
PROVINCIA DI ASCOLI-PICENO
'Kjumero dei Cinnuni : 70 — Vopola^ioue : 209,185 — Superficie: K. (j. 1,995 — "Deputati della provincia:
Marcatili, Caetani O. , Sacconi, De-Dominicis.
Foglio periodico della Prefettura. Fon-
dato nel i8fc)6. Esce ogni settimana in fa-
scicoli di 32 pagine; ed è ufficiale per gli
atti governativi. Abbonamento : L. 1 2 anno.
Ascoli- Piceno.
Giornale dei Pollicultori. Periodico agri-
colo, industriale, illustrato, unico nel suo
genere in Italia, fondato nell'aprile 1888
dal marchese Girolamo Trevisani, che ne
è il direttore proprietario. Il giornale si
pubblica due volte al mese in 8 pagine
in-4.°, ed ha per iscopo di promuovere
in Italia l'industria dell'allevamento razio-
nale del pollame, affinchè questo possa
essere oggetto di buona rendita, come lo
è in Francia, nel Belgio e nell'Inghilterra.
Abbonamento: L. 7 anno. Un numero 25
centesimi.
Fermo.
L'Indispensabile. Giornale amministra-
• tivo, che annunzia gl'impieghi vacanti,
fondato nel 1885. Si pubblica ogni setti-
mana in 4 pagine. Abbonamento: L 2,80
anno. Un numero 5 cent. Tip. U. Delbello.
Montegioroio.
L'Istituto industriale di Fermo. Eco
degli antichi alunni. Nato il 12 agosto
1888, esce ogni tre mesi in 20 pagine
10-8", con tavole illunrative. Direttore:
prof. Giuseppe Agostini. Abbonamento:
L. 12 anno. Tip. G. Bacher.
Ferino.
La Luce elettrica. Periodico democra-
tico, politico, amministrativo, letterario,
nato il 22 marzo 1889. Esce ogni setti-
mana in 4 pagine, formato 0,34x0,21.
Ha per motto: « lustitia et pax osciilatae
sunt ». Abbonamento: anno L. 3,50. Un
numero 5 centesimi. Via Cialdini, 5.
Fermo.
Pape Satan. Giornale umoristico, poli-
tico, amministrativo, fondato nel 1887. Si
pubblica ogni settimana in 4 pagine. Ab-
bonamento: L. 4 anno. Un numero 5 cen-
tesimi.
Ascoli-Piceno.
Il Piceno- Giornale politico amministra-
tivo, fondato nel 1886 a scopo elettorale.
Il 17 agosto 1887 fu ceduto dallo stabi-
limento tipografico Cesari, in assoluta pro-
prietà al suo nuovo direttore geometra
G. B. Albanesi, lasciando il partito mode-
rato di cui era organo, per tutelare gfi
interessi dei liberali democratici. È organo
del Comizio agrario, delle Società operaie,
Banche, Casse di risparmio. Congregazioni
di carità e Municipi della Provincia. Si
pubblica ogni settimana in 4 pagine, con
una tiratura media di 1000 copie. Abbo-
namento: L. 3 anno. Un numero 5 cen-
tesimi.
Ascoli-Piceno.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Pubblicazione fondata nel 1876
per gli annunzi legali amministrativi. Esce
2 volte alla settimana in 2 o 3 pagine.
Abbonamento : L. 6 anno.
Ascoli-Piceno.
L'Unione liberale. Giornale della pro-
vincia di Ascoli-Piceno, nato il 25 dicem-
bre 1887. Esce ogni settimana in 4 pa-
gine, formato 0,41 >^ 0,29. Un numero 5
centesimi. Tip. Cesari.
Ascoli-Piceno.
La Voce dell'Asino. Giornale critico,
satirico, umoristico, letterario, nato il 14
luglio 1889. Esce ogni 15 giorni in 4 pa-
gine, formato 0,31x0,23. Direttore: Cri-
spo Nicola. Abbonamento: L. 2 anno.
Ascoli-Piceno.
La Voce dell'Operaio. Giornale ammini-
strativo, delia provincia di Ascoli- Piceno,
fondato il 25 febbraio 1888, Esce in 4 pa-
gine, formato 0,58 x 0,28. Un numero 5
centesimi.
Ascoli-Piceno.
Giornali cessati:
— VAgeniia di Ascoli, n. 1883, politico, letterario, artistico, bimensile.
— V Agricoltore Piceno, n. gennaio 18S5, mensile, ad Ascoli.
— n Corriere dei Progressisti, politico amministrativo, n. a Fermo 18 aprile 1885, set-
timanale, tip. Mecchi. Nell'ottobre dello stesso anno sospese le pubblicazioni.
— Corriere di Ascoli, n. 17 die. 1882 col titolo Corriere Piceno che mutò dopo un anno.
286
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— Corriere provinciale, n. 8 febbraio 1885 ad Ascoli, domenicale.
— U Eco dei Tronto, gazzetta ufficiale per le inserzioni giudiziarie ed annunzi della Pro-
vincia di Ascoli, n. 1863 ad Ascoli, durò oltre 7 anni, diretta da Vincenzo Panichi.
— La Ferma Fede liberale, n. 6 agosto 1885 a Fermo, politico, amministrativo, lette-
rario, settimanale. Direttore : Giuseppe Branca.
— Gaietta d'Ascoli Piceno, n, 1878; durò 5 anni, settimanale.
— L'Operaio, n. ad Ascoli 1884, settimanale. Direttore: Vincenzo Panichi.
— La Riscossa, n. a Fermo 1885.
— Scuola elementare marchigiana, n. aMontegiorgio 1883, diretta da C. Tommasi Spina.
Sospese le pubblicazioni dopo tre anni.
— La Sveglia, n. 1884 ad Ascoli. Ne fecero parte i redattori dell' Unione.
— "L'Unione, n. ad Ascoli 1884. Direttore: Giuseppe Alfonzi,
— Il Volere, n. a Montegiorgio, scientifico letterario.
Il Oiornalismo giudicato dai giornalisti
La ragione dell'alto grado di considerazione a cui è
arrivato il giornalismo in paesi esteri, va attribuita per
una parte ai sentimento che in quei paesi i giornalisti
hanno della solidarietà loro e dei comuni doveri ed
interessi all' infuori degl'interessi generali e di quelli
dei partiti. Questo sentimento e questa coscienza sono
ancora allo stadio embrionale e non accennano a svot
gersi che faticosamente i n Italia. I più autorevoli gior-
nalisti nostri farebbero opera grandemente savia e be-
nemerita cooperando agli sforzi che possono tentarsi
per dare impulso a questo svolgimento e per agevo-
larlo in modo rapido ed efEcace. Dopo di che saranno
accresciute di molto le probabilità che la libera stampa
corrisponda pienamente anche fra noi alla sua nobi-
lissima missione.
Avv. EuGBKio Ferro.
B
onghi ebbe a dire in un giorno di stizza, che dal
minor numero dei lettori si conosce, a parità di cir-
costanze, la maggiore bontà di un giornale in con-
fronto di un altro.
Il giornale somiglia alle chicche; dev'essere mangiato
appena uscito dal forno.
E. Aboct.
V>ontate i giornali di un popolo: avrete il suo li-
vello nella civiltà.
Laboulate.
u
n giornale non è fatto dai suoi redattori, ma dai
suoi abbonati.
vJiornalista per obbedienza, non sono mai stato amico
del giornalismo, e fin dal 1856 divisava un libro sui
danni che porta alla letteratura, alla politica ed alla
morale. Col passare del tempo restai sempre più per-
suaso di questa verità. Il giornalista è un poeta im-
provvisatore, costretto ad improvvisare, non sonetti e
madrigali, ma economia politica, gius pubblico, apo-
logia cattolica. Né può dire, a sua scusa : a s' improv-
visa, o signori, e non si stampa » , dovendo l'improv-
visazione essere più presto stampata, che finita. E bi-
sogna ogni giorno improvvisare, e sempre a rime ob-
bligate, e su quello che si sa e su quello che non 5Ì sa.
Laonde il giornalista sta alla letteratura, alla politica,
alla morale, come l'improvvisatore alla poesia, al go-
verno ed alla predica. Che se altri si compiacque in
Torino dello sciopero degli operai compositori di Mi-
lano per ragioni di concorrenza tipografica, io sono
tentato di compiacermene per ragioni letterarie, poli-
tiche e morali, giacché, a mio avviso, i giornali, non
pubblicandosi, fecero il maggior bene che possa fare
il giornalismo.
Torino, 1880.
Giacomo Margotti.
La stampa qualche volta protegge l'onore e la libertà
del paese più degli eserciti costosamente armati ed ag-
guerriti alle spese dei popoli.
il borghese di Parigi è il re che ha ogni mattina un
cortigiano al suo svegliarsi, il quale racconta venti
storielle. Non è obbligato d'invitarlo e colezione; lo
fa tacere quando vuole, e gli rende la parola a suo
talento. Questo docile amico gli è tanto più caro in
quanto che é lo specchio dell'anima sua e gli dice ogni
giorno la sua opinione in termini un poco migliori di
quelli che potrebbe adoperare lui. Toglietegli quest'ami-
co, gli parrà che il mondo si fermi; questo specchio,
quest'oracolo, questo parassita poco dispendioso è il
giornale.
Alfredo de Vigkt.
Vj^jual posto occupa, fra le libertà necessarie, la li-
bertà della stampa ? Non è la più attraente, ma è la
più necessaria. È la libertà di pensare. Quando una na-
zione vuol fare i suoi affari, bisogna che ci pensi, che
possa pensarvi liberamente, formolare delle volontà e
farle prevalere. Dunque la libertà della stampa è teo-
ricamente e praticamente la più necessaria di tutte.
A. Thiers, 1872.
La SlaiiiDa e il Gerettte resiioiisaliile, LSe'.foifp^'^SL'ro'uf?;:
In questo studio l'autore, dopo di aver esaminato gli effetti politici e sociali della
libertà di stampa, istituisce un parallelo di legislazione comparata fra la nostra legge
e quelle delle principali nazioni d'Europa, e ne conchiude combattendo l'istituto del
gerente responsabile a cui vorrebbe surrogato il direttore responsabile.
PROVINCIA DI AVELLINO
"inumerò dei Comuni: 128 — ^Popolazione : 679,499 — Superficie: K, q. 3,034 — 'Deputati della provincia :
I. Capozzi, Napodano, Dei-Balzo, Di Marzo, Capone. 2, N. N. , Anzani, De Renzi.
Foglio periodico della Prefettura. Gior-
nale officiale per gli atti amministrativi
delia provincia, fondato nel 1876. Esce
ogni mese ed anche due volte al mese in
fascicoli di circa 48 pagine. Abbonamento:
L. 24 anno. Un numero L. 2.
Avellino.
Gazzetta di Avellino. Giornale politico,
amministrativo, conservatore, fondato nel
1874. Esce ogni settimana in 4 pagine e
tira 600 copie. Abbonamento : L. 6 anno.
Avellino
La Nuova giurisprudenza amministra-
tiva. Giornale amministrativo, fondato nel
1869. Si pubblica ogni settimana in 8 pa-
gine. Abbonamento: L io anno. Non si
vende a numeri separati.
Avellino.
Rinaldo. Giornale politico, amministra-
tivo, letterario, fondato nel 1888. Esce ogni
doraen. in 4 pag. Direttore: Gino Jannone.
Avellino.
La Sentinella Irpina. Giornale, ammi-
nistrativo, letterario e di cose locali, fon-
dato nel 1879. Si pubblica due volte la
settimana in 4 pagine a 4 colonne. Abbo-
namento: anno L. 5, semestre 4. Un nu-
mero 5 centesimi. Inserzioni: secentesimi
la linea in 4.' pagina. Corso Vittorio Ema-
nuele.
Avellino.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Pubblicazione creata nel 1876
per r inserzione degli annunzi legali am-
ministrativi. Si pubblica 2 volte alla set-
timana in 4 pagine.
Avellino.
La Voce del popolo. Giornale politico,
amministrativo, letterario, nato nel 1886.
Esce due volte al mese, in 4 pagine. Ab-
'bonamento: L. 2 anno. Un numero 5 cen-
tesimi.
Avellino.
Giornali cessati:
L'Avvisatore Irpino, politico, settimanale, n. 1878 ad Avellino. Direttore: prof. Pom-
pilio Urciuoli.
l\ Babbeo, n. 1%"] ^30. Avellino, settimanale, indipendente. Direttore: Achille Vetroni.
La Campagna irpina, n. 1876, organo del Comizio agrario di Avellino.
ÌJ Eco del villaggio, n. 1883 a Villanova del Battista. Direttore: G. Jovizzo.
Francesco De Sanctis, letterario, settimanale, n. 1889 ad Avellino: direttore: F. Wal-
dimiro Testa.
Gaiiettino di Ariano, n. febbraio 1880, amministrativo, repubblicano, settimanale.
Direttore: avv. Giuseppe Luparella.
La Ricreazione, giornale pei fanciuUi, n. 1884 ad Altavilla Irpina. Direttore : Fran-
cesco Ippolito Bruno.
La Vespa, letterario, amministrativo, n. 1882 ad Avellino, quindicinale.
L'INSEGNAMENTO DEL GIORNALISMO
Un giorno a Don Giacomo Margotti, l'arguto direttore dell'i/na'tò Caltolica, fu
domandata la sua idea in tatto di giornalismo, ed egli risposp : « — Il giornalista è
un poeta improvvisatore, coslre'lo ad improvvisare, non sonelli e madrigali, ma eco-
nomia politica, gius pubblico, apologia cattolica. Né può dire, a sua scusa: — « S'im-
provvisa, 0 signori, e non si stampa » dovendo 1' improvvisazione essere più presto
stampata, che finita. E bisogna improvvisare, e sempre a rime obbligate, e su quello
che si sa e su quello che non si sa. Laonde il giornalista sta alla letter?iura, alla
politica, alla morale, come l'improvvisatore alla poesia, al governo e alla predica. »
288 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Dunque, secondo Don Margotti, il giornalista dovrebbe avere una competenza
profonda e completa su tutto ciò che scrive, per non essere tacciato d' improvvisatore.
A farlo apposta, da un anno a questa parte i giornali ci vanno parlando di una nuova
istituzione che è per sorgere, e che in America e in Inghilterra, anzi, sarebbe già un
fatto compiuto : le scuole di giornalismo !
Non si era ancora sospettato nemmanco che il giornalismo si potesse insegnare
dalla cattedra come il latino, il greco e le matematiche, ma ad ogni modo è un' isti-
tuzione ed un esperimento curioso che solo gli anglo-americani potevano ideare.
L'Associazione dei giornalisti inglesi, fondata da qualche anno, decise nel 1889
di trasformarsi in Istituto, allo scopo di imprimere alla stampa inglese un impulso più
vigoroso e nello stesso tempo più alto.
L'Istituto conta duecento membri, i quali hanno stabilito che, d'ora in poi, co-
loro che vorranno entrare nella nuova istituzione dovranno subire un esame perchè
si possa constatare se essi sono atti ad esercitare la professione di giornalisti.
Ma c'è di più.
La Aa/m di Nuova - York, in un suo numero dell' anno scorso, annunziò che
diverse scuole superiori degli Siati Uniti d' America hanno creato delle cattedre di
giornalismo. 1 rettori di quelle scuole avevano saputo che i redattori dei giornali ri-
cevevano di continuo lettere di studenti che manifestavano il desiderio di dedicarsi
al giornalismo, e ciò li indusse a stabilire delle cattedre apposite.
Queste scuole di giornalismo hanno dato mollo da scrivere.
Il National di Parigi ideò un plebiscito alla guisa della Pali Mail Gazette,
una specie di consultazione dei più grandi giornalisti parigini sulle qualità essenziali
per bene riuscire nel giornalismo.
Ecco le risposte:
Eduardo Hervè: Un buon giornalista deve saper tutto: e, sapendo tutto, su tutto
esprimersi col minor numero possibile di parole.
Enrico Fovquier: Deve tutto sapere, scrivere su tutto, e specialmente dappertutto.
Spuller : Deve pensare prima di scrivere.
Fernando Xau: Oppure scriver bene prima di pensare.
Catulle Mendès: Un buon articolo non si scrive. // se trousse... si butta giù!
E. Bergerat: Si nasce giornalisti, se no non lo si è.
John Lento inne : Allora, bisogna nascere ai... Dèbats.
Sc/ierer : 0 al Temps.
Armand Silvestre: 11 buon giornalista è un pallone che si sgonfia a tempo.
Ch. Laurent: Il buon giornalista è... V ivipaginatore !
A. Edwards: È il telegrafista.
Ma la definizione più succosa sul giornalista ce la dà Ch. Lalou: Ha egli bi-
sogno di sapere scrivere ?
Difatii ..
Certamente in Italia il desiderio insano di stabilire scuole di giornalisti non na-
scerà in nessuno: non c'è direttore di giornale italiano che guadagni quanto il più mode-
sto reporter di un giornale americano, e quando mi capita di sentire qualcuno che, dopo
di aver letto per un soldo un giornale come il Secolo o la Tribuna, esclama: — Ma
in questi fogli non c'è nulla! — vorrei potergli rispondere: — Pagateli bene i gior-
nali e li avrete buoni; avrete della gente che al giornalismo si dedicherà esclusivamente,
e ne farà la sua professione ordinaria.
Ma con questo io non dico che il giornalismo si possa insegnare dalla cattedra,
come si farebbe appunto del greco e del latino. In Italia non e' è che l'onorevole Bon-
ghi che lo creda.
Che cosa si dovrebbe sapere per essere un giornalista vero, per avere un di-
ploma di giornalismo, come un diploma d'avvocato o di medico ? Uhm ! provatevi
a fissare i limiti delle svariatissime quistioni che un giornale è chiamato ogni giorno a
trattare, e allora saprò dir velo.
l'insegnamento del giornalismo, 289
Un giornalista parigino commentando la notizia delia Nation ci si è provato,
naturalmente per colpire col ridicolo la nuova istituzione americana.
Un buon giornalista, egli ha detto, deve sempre essere pronto a dire come la
pensa sulle quistioni di politica estera, che presuppongono la conoscenza della storia
universale, della storia rispettiva dei popoli e dei secreti di tutte le cancellerie; esso
deve abbordare con sicurezza tutto ciò che interessa il perfezionamento della marina,
la tattica e la strategia ; criticare l'amministrazione della giustizia, e preparare la ri-
forma delle leggi ; fornire la istantanea soluzione di tutti i problemi penitenziari, igienici,
ospedalieri, statistici ; trattare di morale, di metafìsica, di religione e risolvere en
passant i problemi sociali; avere un' opinione sul modo di allevare la gioventù e
sull'impulso da darsi alle arti, alla letteratura e al gusto del pubblico; affrontare con
la stessa tranquillità il lato tecnico o economico delle ferrovie, delle miniere e dei
canali; sorvegliare il funzionamento delle poste e dei telegrafi; nulla ignorare di ciò
che ha relazione con l'agricoltura, con l' industria e col commercio; conoscere a fondo
le istituzioni fiscali e tenersi all'altezza di tutti i progressi della scienza.
E niente altro ? a me pare che il giornalista parigino si contenti anche di poco
per avere — sarei per dire — un uomo enciclopedico.
E in quanti anni si può avere un diploma di giornalista ? Mi viene il sospetto
che in Cina, dove si ha una laurea di dottore a quaranta anni, l' istituzione potrebbe
attecchire. E infatti nel celeste impero la redazione della Gazzetta uflìciale è affidata
a un collegio imperiale di scenziati !
Dunque l'istituzione americana — almeno per l'Europa — non può avere un'ap-
plicazione pratica.
Forse è per questo che David Anderson allievo di Carlo Dikens e redattore di
parecchi giornali inglesi per circa trent'annij fautore egli stesso dell' insegnamento del
giornalismo, ha fatta una nuova proposta che sarebbe un tempcf-amento a quella americana.
Anch'egli vuol fondare una scuola di giornalismo, ed ecco quel che si propone
di fare:
« Ogni mattina andrò al mio ufTicio, aprirò le mie lettere, leggerò i giornali e
distribuirò il lavoro ai miei allievi come se fossero miei redattori.
« All'uno dirò :
« — Alle undici c'è una rivista ad Hyde Park. Alle tre me ne darete il re-
soconto in cento linee.
« All'altro :
ff — Ecco un articolo di due colonne; riassumetelo.
« Un terzo andrà a visitare un'esposizione di pittura ; un quarto andrà a vedere
un nuovo lavoro ecc.
« Quando avrò riconosciuto le attitudini dei miei allievi, mi darò a svilupparle. »
Dunque il signor Anderson vuol tenere un altro programma : sviluppare le diverse
attitudini di ciascuno studente di giornalismo.
Io non so di quanti studenti si componga già la scuola del signor Anderson, —
perchè bisogna sapere fra 1' altro, che essi devono pagare alla scuola una retta an-
nuale di 2500 lire — ma dubito molto ch'essa possa attecchire.
Ammesso che ci siano degli aspiranti giornalisti che dispongano già di 2500
franchi all'anno, a quali risultati condurrebbe la scuola del signor Anderson? Ad avere,
se non sbaglio, dei redattori competenti soltanto nelle materie in cui scrivono. Fa-
temi un giornale redatto lutto da scrittori competenti nella propria materia, e prova-
tevi a leggerlo ogni giorno. A chi basterebbe il coraggio di farlo ?
Balzac ha detto in un suo curioso aforisma :
« Ci fu un giornalista, che confessava aver fatto ogni giorno Io stesso articolo
durame dodici anni : questa confessione, divenuta celebre, fa sorridere e dovrebbe
far tremare : per rovesciare il più bell'edifizio, un muratore non darebbe ogni giorno
Io slesso colpo di piccone ? »
N. Bernardini — Guida dilla Stampa ^triadica italiana — 19.
290 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Si ! ma quanti giornali cosiffatti potrebbero vivere a lungo ?
Non e' è che 1' on. Bonghi che lo creda : egli in un giorno di stizza ebbe a
dire che dal minor numero di lettori si conosce, a parità di circostanze, la maggiore
bontà di un giornale in confronto di un altro.
Se tutti credessero lo stesso, vedremmo scemare precipitosamente il numero dei
giornali e ciascun lettore si trasformerebbe in uno studioso che apre il giornale come
un piccolo trattato quotidiano di scienze.
Scomparirebbe insomma dal giornalismo tutto ciò che crea la vita, il movimento
l'interesse, la polemica che alletta ed aguzza l'ingegno. Che importa se ciò che ha
detto oggi il tal giornale sarà corretto, smentito, calunniato domani dal tal'altro ? Bene
0 male che esso abbia detto non monta : il suo scopo non è quello di pronunziare
dogmi dall'alto del pergamo; ha qualche cosa di più importante da compiere: deve
soddisfare ogni giorno, ogni ora, ogni minuto la curiosità del pubblico che vuole il nuovo,
il moderno, l'attuale e lo vuole nella forma e nel modo che solo il giornale può dare.
A questo modo il giornalista compie in una settimana il decuplo del lavoro che
avrebbe compiuto il redattore competente, ma se avesse fatto diversamente nessuno
lo avrebbe letto e ben pochi lo avrebbero capito. È vero che questo lavoro può con-
durre al cretinismo un uomo di molto spirito e tramutare un poeta in affarista, come
crede il buon Ghislanzoni, il quale sostiene che per abbrutirsi senza il soccorso del-
l'assenzio 0 del bitter, basta dedicarsi per una diecina d'anni a scrivere quotidiana-
mente l'articolo di fondo in un giornale politico, ma non è men vero che il bene e
il male detto da un giornalista finirà per produrre ciò che accade al seminatore di
cui parla il vecchio Pacifico Valussi: molte delle sue sementi andranno perdute, ma
qualcheduna caduta su buon terreno fruttificherà e così la parola « gettata tutti i giorni
in mezzo al pubblico cade in molte menti ed in molti cuori e vi desta pensieri e
sentimenti che non si arresteranno in que' soli che li hanno in se raccolti, ma potranno
produrre buoni effetti, che poi si estendano da sé nello spazio e nel tempo: un po' di
fieno della campagna romana, in cui era avvolta una statua di Thorwaldsen, portato
con essa a Copenaghen, seminò in Danimarca più di trenta nuove erbe, che non vi
erano mai cresciute. »
Non ricordo più qual papa di buon senso abbia detto un giorno eh' egli leggeva
qualunque libro gli capitasse sottomano, perchè, per poco buono ch'esso fosse, qualche
cosa di nuovo da imparare certamente avrebbe trovato.
Ed è così che uno scrittore francese recentemente ha compilato un volume sulla
Langue vert dei giornali parigini, cioè tutte le insolenze, le maleparole, le frasi san-
guinose che i giornalisti si sono scambiate in venti anni di vita e che hanno prodotto
duelli, processi e scandali piccanti, di modo che se oggi un altro giornalista volesse usare
la stessa frase che usò il suo confratello, sa quello ch'essa può fruttargli.
Provatevi dunque ora a insegnare il giornalismo dalla cattedra, a uniformare il
mestiere con statuti e regolamenti, a reggimentare una schiera numerosissima in cui
i migliori e i più coraggiosi, sono tutti volontari !
Quanti riusciranno ?
Io conosco scrittori dotti e profondi che hanno insegnato ad una generazione di
giovani, riscuotendo stima e ammirazione, diventali nojosi e pesanti quando si sono
provati a scrivere in un giornale.
I veri giornalisti si fanno da se, giorno per giorno, volta per volta, lottando con
le necessità della vita, con le asprezze del mestiere: ci sono giornalisti famosi, veri
giornalisti, che hanno cominciato facendo i tipografi o i correttori di bozze, scrivendo
venti pagine per vederne pubblicata una, maledicendo il giornalismo come l'ultimo
dei mestieri, e ritornando sempre ad esso come agli antichi amori.
« E la sola scuola civile, in questo momento, ha detto Zola ; è così che si di-
venta uomo fra gli uomini e si indurisce nelle lotte; è pure cosi, sotto l'aspetto spe-
ciale del mestiere, che l'uomo può formare il suo stile sulla terribile incudine dell'ar-
ticolo giorno per giorno. »
l'insegnamento del giornalismo.
291
E questa dello stile giornalistico, è secondo me, la quistione più ardua, l'ostacolo
più serio che qualunque scuola di giornalismo, con qualsiasi programma e sistema essa
voglia costituirsi, incontrerà sempre.
Come si fa a insegnare lo stile da adoperarsi in un giornale ? esso è uno stile
speciale, uno stile a sé, che non si assomiglia a nessuno, ed è di tutti; è lo stile che
solo il giornalista condannato al supplizio atroce di leggere tanti giornali, in forme,
lingue e stili diversi, può adoperare.
Un giornale che non sia redatto nello stile che adoperano tutti i giornalisti, sarebbe
una eccentricità predestinata a cessare dopo una settimana di prova.
Qualche anno fa il direttore di un giornale svizzero — un ingenuo, senza dubbio —
stabilì un sistema di multe per i suoi redattori che avessero adoperate delle frasi come
queste — Ael momento di andare in macchina; — il pugnale della vendetta — gli
annali del delitto — il grido della coscienza — la bilancia della giustizia — il
nostro corrispondente bene informato che ha attinto a buone [otiti — i circoli bene
informati — le persone degne di fede, ecc.
Un coro unanime d'ilarità si levò da tutte le parli, e i giornali nel riprodurre
dall'uno all'altro la lunga lista di frasi, sentenziarono che i redattori di questo fortunato
giornale potevano infrangere la penna, essendo loro resa impossibile la vita.
Dopo tutto questo, ditemi ancora che fra qualche anno le nostre università avranno
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Bollettino mensile dell'associazione com-
merciale ed industriale di Bari. Nato Tu
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mercio.
Bari.
Il Comune. Giornale popolare, nato il
3 febbraio 1889. Esce la domenica in 4 pa-
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pografia P. Musti, di Trani.
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sano, già redattore della Gaietta d' Italia:
scrive anche spesso nel Fanfulla con lo
pseudonimo di Alabardiere; egli è un gio-
vane che ha la rara virtù di conoscere a
fondo l'organismo delia macchina giorna-
listica. Martino Cassano non è un brillante
scrittore di articoli di fondo; ma ha una
facilità di concezione che lo rende prezioso,
ha l'ardimento dell'impresa che lo rende
simpatico, ha la tenacità dei propositi che
spesso lo avvicina alla vittoria.
Il Corriere ha tipografia propria.
Il giornale ha buoni articoh politici, ab-
bondante cronaca, un esteso servizio di
telegrammi. In politica propugna principi!
liberali moderati. Ha speciaU corrispon-
denti dai centri più iniportanti delle Pro-
vincie di Bari, Foggia e Lecce.
Abbonamento: anno L. 20, semestre io,
trimestre 5. Estero: 35, 20, 12. Un nu-
mero 5 centesimi. Inserzioni : 50 centesimi
la linea in 4/ pagina; in 3.' pagina L. i.
Via Andrea da Bari, 21, 23 e 25.
Bari.
Corriere giudiziario. Pubblicazione quin-
dicinale, nata il 13 marzo 1889. Esce in
fascicoli di 16 pagine in-4."' - Direttori:
Deputato Nicola Balenzano e Giuseppe
Alberto Pugliese. Abbonamento: L. 12
'anno. Un numero 50 centesimi. Via de'
Rossi, 20.
Bari.
Don Ficcanaso. Giornale umoristico set-
timanale, fondato nel 1887. Esce in 4 pa-
gine piccole a 3 colonne. Abbonamento :
anno L. 5, semestre 3. Un numero 5 cen-
tesimi. Tip. del Commercio.
Bari.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per gli atti amministrativi
della provincia, fondato nel 1860. Si pub-
blica una o due volte il mese in fascicoli
di circa 16 pagine, e tira circa 600 copie.
Abbonamento: anno L. 12. Un numero
IO centesimi.
Bari.
Fra Melitene. Giornale politico, umo-
ristico, fondato nel 1885. È il giornale
meglio scritto e cosi finamente illustrato,
ogni settimana, dal valoroso caricaturista
Bianchi. Vi si scrive di arte, di polirica,
di letteratura, e magari di filosofia, ma
sempre con quel garbo e schietto spirito
che non scende mai alla volgarità.
I redattori sono tutti frati; e in mezzo
ad essi folgoreggia la cavalleresca figura
del padre guardiano, — Peppino Catinel-
la, come tutti lo chiamano, — che è un
fiero templare, perduto, chi sa come, nei
viali dei nostri giorni.
II giornale, pieno di spirito e di brio,
si fabbrica alla sera, aella sala maggiore
294
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
del convento; mentre spumeggia negli
chops la birra.
Esce ogni domenica in 4 pagine a 4
colonne. Abbonamento: anno L. 4, seme-
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Gimma, 179. Convento proprio.
Bari.
La Crioventù. Giornaletto letterario umo-
ristico, locale, fondato nel 1885. Esce ogni
settimana in 4 pagine a 2 colonne. Diret-
tore: V. A. Picca. Abbonamento: anno
L. 3, semestre 1,50. Inserzioni: 15 cente-
simi la linea. Piazza Umberto, 17.
Molfeita.
Il Grillo. Giornale politico, amministra-
tivo, letterario, nato il 21 luglio 1889. Si
pubblica la domenica in 4 pagine, for-
mato 0,34 ••10,23. Direttore: C. Coratelli.
Abbonamento: anno L. 3. Un numero 5
centesimi.
Bari.
Juvenilia. Periodico artistico, letterario,
quindicinale, nato il 31 marzo 1889. Esce
in 4 pagine, formato 0,33 ^0,22. Abbona-
mento: L. I per 4 mesi. Un numero 5
centesimi.
Allamura.
Latoremus. Giornale democratico, edu-
cativo, nato nel gennaio del 1889 « a solo
scopo educativo di progresso civile, e per
ricordare agli amici ed alle città sorelle
della gran patria che noi viviamo di vita
operosa ». Si pubblica due volte al mese.
Direttore proprietario : Cav. Vito Saraceno.
Tipografìa e locali propri.
Spinai:(ola.
La Parola. Gazzetta del popolo, nata il
25 novembre 1888. Si pubblica ogni set-
timana in 4 pagine a 4 colonne. Abbona-
mento: anno L. 5, semestre 3. Un numero
5 centesimi. Inserzioni: 50 centesimi la
linea.
Barletta.
'A Pazzaria Pugliese. Giornale lettera-
rio, amministrativo, umoristico, nato nel
1887. Si pubblica ogni settimana in 4 pa-
gine a 3 colonne ed è redatto in italiano
e dialetto napoletano. Direttore: Francesco
Piscopo. Abbonamento: anno L. 4, seme-
stre 2. Un numero 5 centesimi.
Trani.
Pro Christo. Giornale cattolico, fondato
il i.° aprile 1888. Esce in 4 pagine, for-
mato 0,24 X 0,15. Direttore: Emilio Todi-
sco-Grande. Trani, tipo-litografia Fratelli
Maizzani.
Bisceglie.
Eassegna Pugliese. Rivista di scienze,
lettere ed arti, nata nel 1884. Si pubblica
ft fascicoli di 16 pagine a 2 colonne 2
volte al mese. Editore: cav. Valdemaro
Vecchi. Vi scrivono : il prof. Salandra, Gia-
como Arditi, G. Beltrani, C. De Giorgi,
C. Bertacchi, Orazio Spagnoletti, E. Scorti-
cati, Giuseppe Gigli, R. De Cesare, Bovio,
De Luca, Jatta, C. Massa, Michele Sini-
scalchi, ecc.
È giornale ben redatto e stampato con
molta venustà di forma per cura del Vec-
chi, che ha saputo suscitare un certo ri-
sveglio nella morta gora della letteratura
pugliese.
Il Vecchi non solo è un intelligente e
solerte editore, ma ha gusto fine e deli-
cato per la buona produzione.
Abbonamento: anno L. 7,50 - Estero
L. 9,50. Via Stazione, Palazzo Sarri.
Trani.
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litico commerciale, nato nel 18S5. Nel 1887
mutò il titolo in quello di Movimento Pu-
gliese, poscia in Bollettino di notizie com-
merciali. Sospese le pubblicazioni, le ri-
prese il i.° agosto 1888. Esce ogni set-
timana in 4 pagine.
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Rivista di giureprudenza. Fondata nel
1876 e diretta dall'avv. Giuseppe Alberto
Pugliese.
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trinali, ed una estesa rivista bibliografica.
Di questo periodico si pubblicano 1000
pagine all'anno, in fascicoli di 100 a 200
pagine in-8.°
Editore: cav. V. Vecchi.
Abbonamento: anno L. 12. Un fasci-
colo L. 2.
Trani.
La Stampa libera. Giornale politico am-
ministrativo, nato nel 1889. Direttore:
Carlo Filangieri. Si occupa in ispecial modo
degl' interessi della città di Bari e provin-
cia. Si pubblica ogni giovedì ed all'occor-
renza può essere anche quotidiano. For-
mato in 4 pagine a 4 colonne; abbona-
mento annuo: L. 3. Un numero e. 5. Edi-
tori proprietari Fratelli Pansini. Corso Vit-
torio Emanuele, 135 e 139.
Bari.
Supplemento al Toglio periodico della
Prefettura. Organo per gli annunzi legali
PROVINCIA DI BARI.
295
della provincia, fondato nel 1876. Esce due
volte alla settimana in 4 pagine. Abbona-
mento: anno L. 15.
Bari.
La Zanzara. Giornale politico, ammini-
strativo, fondato nel 1887. Esce ogni do-
menica in 4 pagine a 4 colonne. Direttore
proprietario responsabile : Giuseppe La-
serra. Abbonamento: anno L. 5 - seme-
stre 3. Un numero 5 centesimi. Inserzioni
50 centesimi la linea.
Barletta.
Giornali cessati:
L'Abate Storiecchia, umoristico, n. 1887 a Bari.
U Aculeo, di Andria, diretto da Raffaele Frascolla fu Federico.
L'Araldo di Bari, n. 14 marzo 1881, politico, settimanale.
Gli Asini, umoristico, settimanale, n. 1887 a Bari.
L'Asino d'Oro, umoristico, settimanale, n. 1887 a Bari.
L'Avvenire delle Puglie, politico, quotidiano, n. 1884.
L'Avvenire di Bari, n. 1883 col titolo di Spartaco, che poi mutò.
Il Bari, n. 1876, quotidiano.
Barion, quotidiano, di pubblicità, n. 1882.
Bollettino della guerra, n. 1870 a Bari, quotidiano, a mezzo foglio, diretto da Nicola
Vito Pesce.
Bollettino di notizie commerciali, n. 1888 a Bari.
Il Campidoglio, n. 1883 a Bitonto; organo uiBciale del Circolo Savoja.
Capitan Barione, umoristico, settimanale, n. 13 agosto 1888. Direttore: V. Stasi.
Il Censore, n. 1863 a Bari, settimanale, politico, redatto da Pietro Arrainio Azzella,
Vito Orofino, ecc.
Il Cittadino, n. 1876 a Bari, politico, settimanale. Visse 6 anni.
Il Cittadino Pugliese, di Barletta.
Il Corriere di Bari, n. 1867, quotidiano;' visse una dozzina di anni diretto dal dot-
tor F. Colucci.
Il Costituzionale, n. 1876 a Trani, e poi stampato a Bari, settimanale, moderato,
diretto dall'avv. Nicola Festa-Campanile. Visse 5 anni.
Il Democratico, n. 1882 a Trani, settimanale; ebbe breve esistenza.
L' Eco Cattolica, n. 1882 a Bari, bisettimanale. Visse un paio d'anni.
Galletta di Bari, n. 1879 col titolo di Operaio Barese, che mutò nel 1883.
Gaietta giuridica delle Puglie, n. 1872 a Bari, importante pubblicazione dècade a
grossi fascicoli, diretta dagli avvocati G. Capruzzi, N. Balenzano e F. Lattanzio.
Durò vari anni.
Il Gaiiettino, poi Ganettino del popolo, n. 1870 a Bari, quotidiano, minuscolo, di-
retto dall'avv. Alessandro Niccolò De Divis.
Il Calettino, n. 1882 ad Andria, politico, settimanale.
Il Giornale di Bari, n. 1884, quotidiano.
L' Indipendente, n. 1882 a Trani.
Il Liceo Davaniati, n. a Trani neir84 sotto la direzione del prof. Giuseppe Giu-
liani. Giornale letterario, scientifico.
La Lima, n. 1880 a Bari, quotidiano.
Machiavelli, politico amministrativo, n. 1882 a Bari. Direttori: avvocati G. Capaldi
e Carlo Caracciolo.
Manfredi, n. 1881 a Bari, politico settimanale.
Il Mattino, n. 1888 a Bari, quotidiano; fu diretto per 5 mesi da Francesco Terra-
nova, poscia da Carlo Filangieri.
Mefistofele, umoristico, settimanale, n. 15 luglio 1888 a Bari.
Il Meridionale, n. 1883 a Bari, politico, commerciale, settimanale.
Il Mascherino, n. 1878 a Bari, bisettimanale, diretto dal prof. Giovanni Sisto.
La Nuova Falange, n. 1882 a Bari, politico indipendente.
La Nuova Gaietta, n. 1879 a Bari, politico settimanale. Durò un paio d'anni.
L'Ombra di Banco, giornale democratico, settimanale, n. 1888 a Bari. Direttore:
Domenico Giusto.
Pantagruel, n. 1887 a Trani, letterario settimanale, diretto da Giovanni Mennuti e
redatto da una schiera elettissima di giovani scrittori. Visse un anno soltanto.
■ Parva Lux, n. 1881 a Gioja del Colle; mutò titolo in Sannace; quindicinale, po-
litico, diretto dal cav, Vincenzo Jacobellis.
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Peuceiia, giornale commerciale, n. 1887 a Bari, settimanale.
Il Piccolo Corriere di Bari, n. 1865, politico quotidiano; visse oltre 12 anni.
Il Popolo Barese, politico, settimanale, n. 1887 a Bari. Direttore: G. Gambatesa.
La Posta Pugliese, n. 1883 a Bari, quotidiano, diretto da Giuseppe Margiotta. Visse
pochi mesi
Il Progresso, politico, settimanale, n. 1886 a Bari.
La Prosperità del Commercio, n. 1882 a Barletta, mensile, diretto da Gio. Gervasio.
La Puglia Agricola, n. 1878 a Bari, mensile, diretto da Sabino Fiorese.
La Puglia industriale, n. 1887 a Bari.
La Riscossa, n. 1885 a Bisceglie, quindicinale.
La Risveglia, n. 1877 a Bari, politico settimanale; visse tre anni.
Il Risveglio, n. 1883 a Trani, politico, sociale, settimanale, diretto da Emanuele Bucci.
La Rivoluiione, n 1865 a Bari, politico.
La Rondine Bitontina, n. 1883 a Bitonto, politico, letterario, quindicinale.
Lo Scioglimento, amministrativo, settimanale, n. 1887 a Valenzano.
La Settimana, n. 1885 a Bari, settimanale politico, diretto da Martino Cassano.
La Sinistra, politico, settimanale, n. 1882 a Bari.
Spartaco, n. 29 luglio 1882 a Bari, politico, settimanale, democratico.
Lo Studente Appido, n. 1881 a Trani, letterario, scientifico, diretto da Stanislao
A. Manfredi e Nicola Spadavecchia.
La Vedetta, n. 1882 a Bari.
Giuseppe Massari
Giuseppe Massari nacque nel 1821 (i).
Nel 1835 il Massari fu mandato a Napoli a studiarvi matematica.
Ma egli credendosi chiamato a diventare un gran medico, studiò invece
medicina fino a quando, avvedutosi che la sua era una vocazione sba-
gliata, si diede allo studio delle lettere, della filosofia e delle altre scienze
morali. Nel 1838 lasciò Napoli e tornò in provincia; il padre creden-
dolo compromesso nella Giovine Italia lo fece imbarcare per Marsiglia.
Da Marsiglia egli andò a Parigi dove si strinse con gli esuli italiani
più chiari.
Venuto il 1848 fu chiamato a Torino alla direzione del Mondo il-
lustralo, compilato da quasi tutti i più chiari letterati di quel tempo, e
del quale egli scrisse la parte politica, occupandosi specialmente delle
cose e degli uomini di Francia e d' Inghilterra in relazione all' Italia,
scrivendo di Pio IX col più ardente entusiasmo, e coi concetti fonda-
mentali del Gioberti.
Nel gennaio del 1848 fu chiamato a Firenze dal Salvagnoli per
collaborare alla Patria.
Rivide Napoli dopo dieci anni d'esilio. Ma ben presto fu costretto
a esulare di nuovo. Giunse a Torino poco dopo un mese dalla batta-
glia di Novara. Scrisse prima nel Saggiatore, fondato dal Gioberti; poi
diresse la Legge, che ebbe breve vita, e finalmente entrò collaboratore
(i) Bari, nel 1885, con intervento dell'on. Spaventa, inaugurò un busto all'on. Mas-
sari. Come semplice ricordo faccio notare che a pag. 182 dell'opuscolo I Casi di Na-
poli, dal 29 gennaio 1848 in poi, di Giuseppe Massari, stampato a Torino 1849, tipo-
grafia Ferrerò e Franco, si legge : a Nelle più lontane Provincie ardeva l'entusiasmo per
l' italiana guerra e per i suoi campioni valorosi; una sera nel teatro della città di Lecce,
capoluogo della mia provincia nativa, si fecero strepitosi applausi a Carlo Alberto ed ai
iUQÌ augusti figliuoli, compagni dei suoi pericoli gloriosi, emuli delle sue nobili gesta. »
PROVINCIA DI BARI. 297
della Gaietta Ufficiale Piemontesey della quale, dopo il 1856, divenne
direttore.
Scrittore di giornali italiani e corrispondente di giornali esteri, de-
putato dalla VII alla XV legislatura, non ebbe altro scopo che quello
di difendere la causa italiana, commentando utilmente la politica^ del
Conte di Cavour, della quale fece apprezzare la grandezza e chiarì gli
intenti anche fuori d'Italia, al quale scopo egli aveva contratte amiche-
voli relazioni coi più autorevoli diplomatici francesi e inglesi.
Collaboratore della Perseveranza e del Fanjulla per buona parte de-
gli ultimi suoi anni, lo fu con uno scrupolo singolare, ispirato sempre
ad un sentimento alto di responsabilità, che è quasi scomparso nelle
pubblicazioni delle notizie politiche.
Carlo De Cesare, che poi fu ministro per poco tempo nel 1860,
era corrispondente segreto da Spinazzola della Rivista Contemporanea di
Torino e dell'Archivio Storico del Vieusseux, nel quale ultimo tra il '57
e ' 58 comparve un lungo articolo sul Progressivo svolgimento degli studti
storici nel reame di Napoli e di Sicilia dalla 2" metà del secolo 18" fino
alla metà del secolo i^". Quest'articolo fece gran rumore, perchè vi si
asseriva che l'allegorico veltro del primo canto della Divina Commedia,
altri non era che Vittorio Emmanuele. Quando il , governo borbonico
scoperse la paternità di tale articolo,- confinò per tre mesi il De Cesare
a Torre del Greco.
GIORNALE DEGLI AFFARI
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Abbonamento : anno L. 20 — semestre L. 1 2 — trimestre L. 7 — un mese L. 2,50
Esso pubblica dal 1875, due volte la settimana, colla maggiore solleoitudine, e se-
guendole nelle loro fasi, coi rispettivi richiami ai numeri precedenti, tutte le aste pub-
bliche del Regno, e grandissima parte di affari privati, prime e seconde aste, ventesime,
definitive, i definitivi aggiudicatari, il tutto in ispcciali rubriche distinte, nell'ordine seguente:
AGGIUDICAZIONI DEFINITIVE — FORNITURE CIVILI e MILITARI -LAVORI
PUBBLICI— VENDITE. GIUDIZIARIE, volontarie, demaniali, LEGNAMI, diverse. Ma-
teriale ferroviario — Trasporti diversi — AfEari diversi,— Costituzioni e^modifiche^di
società — Notizie^varieiCinteressantissime) — Avvisi a pagamento.
Esso è indispensabile a tutti i signori appaltatori, ingegneri, periti, costruttori, for-
nitori, fabbricanti d'ogni genere, banchieri, capitalisti, possidenti, fiitabili, commercianti,
negoiianti, commissionari, rappresentanti, grossisti, avvocati, notai, procuratori, ragionieri,
geometri, società industriali e commerciali, agenzie d'ogni sorta, caffettieri ed affaristi in
genere, ecc., dei quali dovrebbe essere il VADE-MEOUM costante.
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PROVINCIA DI BELLUNO
Numero dei Comuni: 6(> — Popolazione : 174,140 — Superficie: K. q. 3,347
Pascolato, Ricci, Rizzardi.
Deputati della provincia :
L'Alpigiano. Giornale politico, ammini-
strativo e commerciale, fondato il 24 set-
tembre del 1884. Si pubblica il lunedì, il
mercoledì e il venerdì di ogni settimana
in 4 pagine in fol. a 4 colonne. Ha una
tiratura di circa 1000 copie. Redattore:
Francesco Sandoni, il quale è anche cor-
rispondente del Corriere delia sera e della
Gaietta di Vme\ia. Proprietario-Direttore:
Avv. Giovanni Maresio-Bazolle. Abbona-
mento: L. 12 anno; semestre e trimestre
in proporzione. Un numero 5 cent. Inser-
zioni: In 2.' pagina ogni linea 0 spazio
di linea L. i. In 3.* pagina, prima della
firma del gerente, centesimi 50; dopo la
firma del gerente e. 25. In 4.' pagina e. io.
Per inserzioni ripetute prezzi da convenirsi.
Il giornale ha tipografia propria. Mercato
del Pesce.
Belluno.
Il Cadore. Giornale politico, ammini-
strativo, nato nel giugno del 1889. Esce
ogni quindici giorni. Abbonamento: anno
L. 5.
Pieve di Cadore.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per gli atti amministrativi
della provincia, fondato nel 1866. Si pub-
blica ogni mese a fascicoli, e si distribui-
sce gratis ai comuni.
Belluno.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Creato nel 1876; si pubblica
2 volte alla settimana e più quando oc-
corra. Contiene gli annunzi legali.
Belluno.
Il Vittorino da Feltro. Conversazioni bi-
raensuali educative, nate il 6 gennaio 1889.
Esce la prima e la terza domenica del mese
in fascicoli di 12 pagine in 8.°, per cura di
G. Giudici. Abbonamento: L. 4 anno; un
numero 20 cent. Tip. Castaldi. Redattore:
prof. Antonio Vecellio.
Feìtre.
Giornali cessati:
Bollettino dei Comici Agrari di Belluno e Feltre, mensile, sospese le pubblicazioni
nel 1888.
Bollettino dei protesti cambiari del Tribunale di Belluno.
Gaietta di Belluno, n. agosto 1881 in sostituzione della cessata Provincia di Belluno.
Panfilo Castaldi, n. 18Ó7 a Feltre, politico, scientifico, letterario, organo del Comi-
zio Agrario.
Il Risveglio Stenografico, n. 1883 a Feltre, mensile.
Il Tomitano, religioso, letterario, politico, n. 1872 a Feltre, quindicinale. Sospese
le pubblicazioni ed ora è sostituito dal Vittorino da Feltre (vedi).
L'Ufficio d'Affari, n. 1884 a Pieve di Cadore, amministrativo, commerciale.
LA LEGGENDA DEL GIORNALISTA
Dopoché il buon Dio, creati gli uomini, pensò che era bene che
ciascuno si mantenesse col suo lavoro, un giorno, fatto dar di fiato alle
trombe dagli arcangeli, li radunò tutti sopra una grande piazza.
E quando tutti gli uomini furono radunati, e Dio li ebbe tutti con-
tati, si fece portare un gran sacco — il sacco dei mestieri e delle pro-
fessioni — e si mise a distribuirli ad uno ad uno. E cosi fece che ciascun
uomo avesse il proprio mestiere, procurando di far le cose meglio che
300 GUIDA DELLA. STAMPA PERIODICA ITALIANA.
fosse possibile per seguir la giustizia. E così — per 'esempio — a chi
vide coi denti e colla lingua lunga, diede l'avvocatura e la procuratura,
chi conobbe manesco, fece militare, chi veloce di gambe, cassiere... e cosi
via via sino a quelli che creò maestri elementari e segretari comunali
in penitenza dei loro peccati.
Finita la distribuzione, il buon Dio già stava per congedare gli
uomini, quando dietro al trono divino una voce beffarda si udì che escla-
mava: « Ed a me, o Signore, non darai la professione? »
Stupì il buon Dio: difatti egli si era dimenticato di un uomo che,
o fosse caso o fosse arte, era rimasto nascosto fra le pieghe della por-
pora celeste, forse per ascoltare, e poi criticare !
— Ma ahimè ! — disse il buon Dio, oramai la distribuzione è fatta:
come tu vedi il sacco è vuoto, e io non ho più professioni disponibili —
Ah ! soggiunse poi — volgendosi agli altri uomini — da bravi fighuoli,
aiutatevi voi fra tutti a mettere insieme una professione per costui, se
no chissà che scandali si faranno.
Gli uomini — sebbene mormorando — non poterono dire di no,
ma come avviene di chi deve regolare qualche cosa per forza, natural-
mente ciascuno procurò di dare la parte peggiore della propria profes-
sione... E l'avvocato per esempio, diede le sue bugie, e l'artista le sue
invidie, il militare la manìa duellesca... e persino i maestri elementari
diedero parte delle loro miserie... Solo un poeta diede i suoi sogni e il
suo entusiasmo.
Immaginate allora che miscuglio di professioni usci fuori da quel
racimolare — 11 buon Dio ne era desolato... — Ma insomma — diceva —
che cosa ne faremo di costui con questo minestrone ?...
Ma l'uomo dalla voce beffarda si fé' innanzi e disse:
— Bah ! Signore ! non mi resta che fare il giornalista !
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Premiato anche dal R. Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio
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im^ Vedi Avviso speciale a pag. 16
PROVINCIA DI BENEVENTO
Niimiro dei Comuni: 73 — Popolazione: 238,425 — Superficie:
Sanna, Riola, Mellusì, Polvere, Moscatelli.
K. q. : 2,ié8 — Deputati della provincia :
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per gli atti amministrativi
della provincia, fondato nel 1865. Si pub-
blica ogni mese a fascicoli di 30 pagine
e si distribuisce gratuitamente alle ammi-
nistrazioni provinciali. Tira circa 200 copie.
Benevento.
Gazzetta di Benevento. Giornale poli-
tico amministrativo, fondato un mese dopo
che un'insurrezione popolare avea abbat-
tuti gli stemmi pontifici, e proclamata
nel 1860 l'annessione della città di Bene-
vento al regno d'Italia.
Questo giornale fu dichiarato ufficiale
nel 1869, e coll'abohzione dei giornali uf-
ficiah, che ebbe luogo a proposta del mi-
nistro Nicotera, non sospese le sue pub-
bhcazioni.
La Gaietta di Benevento è uno dei perio-
dici più antichi delle provincie meridionali
ed ha corrispondenti in molte città d' Italia.
Si pubblica ogni settimana in 4 pagine
a 4 colonne. Direttore : avv. prof, iìnrico
Isernia. Collaboratori : avv. Alfonso Meo-
martini, Congedo avv. Girolamo, Mellusi
avv. Antonio, Di Fazio avv. Vincenzo, Ca-
pozzi prof. Vincenzo, ecc. Abbonamento:
anno L. 8, semestre 4. Un numero io cen-
tesimi. Corso Garibaldi, 428.
Benevento.
Mefistofele. Giornale politico ammini-
strativo, fondato nel 1884. Esce, in 4 pa-
gine a 4 colonne, giovedì e domenica; la
domenica in doppio formato (16 pagine).
Tiratura 1500 copie. Direttore: Francesco
Anfossi. Abbonamento: anno L. 7, seme-
stre 3,50. Un numero 5 centesimi. Ufficio
e tipografia propriì: Largo Triggio, 99
(con Ufficio di pubblicità).
Benevento.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Creato nel 1876, si pubblica
203 volte la settimana, e contiene gli
annunzi legali. Un numero 15 centesimi.
Non fa abbonamenti.
Benevento.
Giornali cessati:
Bollettino dei Comici Agrari dei Circondari di Benevento e di S. Bartolomeno in Caldo,
n. 1869, mensile, diretto dai professori P. De Caro, Orazio e Vincenzo Albino.
Bollettino del Comi:^io Agrario del Circondario di S. Bartolomeo in Caldo, n. 1880,
mensile, diretto dall'avv. Liberatore De Paola.
La Costituzione, politico quotidiano, n. 1878 a Benevento; direttore: Cav. Ernesto
De Simone.
Il Crivello, politico amministrativo, n. 1885 a Benevento, diretto dall'avv. Vin-
cenzo Navarra.
Jole, rivista quindicinale, letteraria, n. il 13 gennaio 1889, diretta da E. A. Scalzilli,
sospese dopo pochi mesi le pubblicazioni.
Niccolò Franco, politico settimanale, n. 1888, direttore avv. N. Cosentini.
Il Sabato, politico indipendente, n. 188 1 a Benevento. Visse un anno.
Il Veltro, pohtico amministrativo, n. 1888, settimanale, dirett. avv. Cesare Pellegrini.
I Giornali per i ciechi
Iq Francia i cicchi hanno tre giornali. Uno non costa che sette franchi. È interessante veder leggere questi
giornali con lo dita altrettanto presto, che noi con gli occhi.
Due di questi giornali si pubblicano a Parigi. Uno è intitolato Le Volanti Hany ed è stampato con ca-
ratteri comuni; questo giornale è dedicato ai direttori e professori degli stabilimenti consacrati ai ciechi, ai
padri di bambini ciechi e finalmente a quanti s'interessano dei quarantamila ciechi che ha la Francia.
L'altro, il Louis Braille, stamp.ato con caratteri in rilievo secondo l'ingegnoso sistema di questo nome,
è dedicato esclusivamente ai ciechi e si divide in due parti. La prima dà ai suoi lettori tattili tutte le notizie
e consigli che possono loro essere utili e che altrove non potrebbero trovare. La seconda, intitolata Supple-
mento letterario, scientifico e musicale mette i ciechi istruiti al corrente del movimento intellettuale, artistico,
senza il soccorso di chi ha la fortuna di vedere.
Il Louis Braille tiene abbonati in Francia, Belgio, Svizzera, Canada e dovunque si parla francese.
Direttore di queste due pubblicazioni ò Maurizio de la Sizerane, anche lui cieco 1
^Mcio del giornale ii<M(SÌ'MM^MM
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venta, Cucchi L. , Suardo, Agliardi. 2. Roncalli, Silvestri, Tubi.
L'Alto della Giovinezza. Giornale di
didattica, educazione e letteratura, nato
nel 1887. È diretto da Lucia Brasi e com-
pilato da signore e signorine con gusto
artistico. Si pubblica 2 volte al mese in
8 pagine. Abbonamento: anno L. 5. Tip.
Fratelli Bolis.
Ikrgamo.
Atti della Società industriale berga-
masca. Pubblicazione scientifica. Esce a fa-
scicoli di oltre 60 pagine in-8.° Tip. Pa-
gnoncelli.
Bergamo.
Bollettino annuale dei doni ed acquisti
della Biblioteca Civica di Bergamo. Fon-
dato nel 1879. Si pubblica a fascicoli di
oltre 20 pagine in-8.°
Bergamo.
Il Campanone. Giornale popolare catto-
lico, fondato il 2 gennaio 1885, dal Co-
mitato Diocesano. Si pubblica ogni dome-
nica in 4 pagine a 4 colonne, spesso con
illustrazioni in litografia. Abbonamento:
anno L. 3. Un numero 5 centesimi. Tip.
S. Alessandro.
Bergamo.
Cronaca Trevigliese. Giornale politico
amministrativo, fondato nel 1885. Si pub-
blicò ogni settimana in principio. Dal i."
del 1888 esce 5 volte la settimana; i nu-
meri di martedì e sabato trattano di am-
ministrazione ed interessi municipali della
città e paesi circostanti. Il numero del gio-
vedì è totalmente dedicato all'agricoltura.
Direttore: Carlo Razzi. — Il giornale as-
sunse il motto che Giuseppe Giusti desi-
gnava per un giornale che intendeva man-
dar fuori: « Ordine e libertà, quanta ce ne
cape: ecco la mia bandiera.» — Abbona-
mento : anno L. 3,30. Un numero 5 cent.
Treviglio.
Cuore e Critica. Rivista letteraria, fon-
data nel 1887 e pubblicata da alcuni scrit-
tori eccentrici e solitarii. Direttore : Arcan-
gelo prof. Ghisleri. Esce ogni mese a fa-
scicoli di 16 pagine in 4° a 2 colonne.
Si occupa di letteratura, filosofia, storia,
scienze penali, economia sociale, ecc. Vi
collaborano dotti e brillanti scrittori d'ogni
parte d'ItaHa, fira' quali: F. Turati, Giov.
Bovio, D.' Vittorio Bennini, ing. P. Bre-
sadola, M. Mariani, ecc. Pubblica pure un
supplemento trimestrale, dedicato a qual-
che questione speciale. Il giornale si stam-
pa a Savona. Abbonamento: L 7,50 anno;
sem. L. 4; trim. 2,25 ; un num-ero cent. 60.
Bergamo.
L'Eco di Bergamo. Giornale politico
cattolico, nato il i." maggio 1880. Ven-
ne fondato da una società di ecclesiastici
e di laici per sostenere e diffondere nella
provincia e diocesi di Bergamo il movi-
mento cattolico e gì' interessi amministra-
tivi, commerciali, iridustriali e agricoli della
città e provincia. È diretto fin dalla sua
origine dal cav. prof. Gio. Battista Caironi.
Esce tutti i giorni non festivi, in 4 pagine.
Abbonamento: anno L. 18. Un numero e. j.
Bergamo.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per gli atti amministrativi,
fondato nel 1864. Si pubblica ogni mese
a fascicoli di un numero indeterminato di
pagine. Abbonamento : anno L. 6.
Bergamo.
Gazzetta provinciale di Bergamo. Gior-
nale politico, liberale, amministrativo, fon-
dato nel 1872. Si pubblica tutti i giorni
meno i festivi in 4 pagine a 4 colonne.
Nel settembre del 1882 la direzione fu as-
sunta dal signor Carlo Pellican, ma passò
tosto al signor Luigi Boccacci. L'avea te-
nuta anche Augusto Bàrattani. È redatto
accuratamente ed è ricco di notizie e te-
legrammi. Abbonamento: anno L. 18, se-
mestre 9,50, trimestre 5. Inserzioni: 4.'
pagina 25 centesimi la linea.
Bergamo.
Memorandum. Giornale commerciale e
industriale, nato nel 1886. Esce 2 volte
al mese in 4 pagine e si distribuisce gratis.
Bergamo.
Monitore delle pubbliche amministra-
zioni. Giornale di giurisprudenza ammini-
strativa, fondato nel 1875. Si pubblica 2
volte ai mese in fascicoli di 12 pagine.
Tiratura 1200 copie. Abbonamento: anno
L. IO. Un numero 50 centesimi.
Treviglio.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Contiene gli annunzi legali;
fu creato nel 1876. Si pubbfica 2 volte la
settimana. Abbonamento: anno L. io.
Bergamo.
304 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Giornali cessati:
— U Agricoltore Bergamasco, n. 1882, mensile, diretto dal dott. Cav. G. Grassi- Soncini.
— Bergamo "Nuova, politico, democratico, quotidiano, n. 1879.
— L' Educaiioìie fisica, n, 1885 a Bergamo, quindicinale.
— Gaietta di Bergamo, n. 18 14; durò circa 60 anni. Estensore proprietario G. B. Cre-
monesi.
— La Libertà d' insegnamento, didattico, educativo, n. 1879 a Bergamo, settimanale,
diretto dal prof. Niccolò Rezzara.
— Il Movimento, politico, n. 1883 a Bergamo.
— La Pubblicità Economica, giornale d'annunzi n. 1887 a Bergamo.
— Scaramuccia, giornale umoristico, n. 1888 a Bergamo.
— La Sferra, politico radicale, n. a Bergamo.
Forse oggi saremmo immersi nell'ignoranza e nel dispotismo de' secoli andati, se la mirabile invenzione
dell'arte tipografica non fosse giunta in tempo per generalizzare lo studio, per diffondere le idee, per procla-
mare le verità.
Sesso, Grandi invenzioni.
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stampato con Macelline Marinoni a carta continua, noncliè CENTO
e più Giornali editi nelle principali Città d' Italia, vengono im-
pressi con inchiostri della Fabbrica
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DEPOSITI E RAPPRESENTANZE
EOMA -- Carlo Paisio -- Via S. Ignazio, 28-29.
NAPOLI -- Fratelli Olivari — Via Carlo Doria al Museo.
GENOVA — Pedevilla & Preti — S. Lorenzo, 3.
A richiesta si spediscono i prezzi correnti.
PROVINCIA DI BOLOGNA
'K,umero dei Comuni: 58 — Topolaiione : 457,474 — Superficie: K. q. 3,593
I. Lu^li, Baldini, Ruggì, Sacchetti, Zanolini. 2, Filopanti, Inviti, Musini,
'Depulati della provincia t
Annali della Società agraria provin-
ciale di Bologna, in continuaiione delle Me-
morie della Società medesima. Escono a vo-
lumi di oltre loo pagine in 8." Vi scri-
vono: Cesare Coretti, Gino Cugini, Luigi
Bombicci, Antonio Bernardi, Ferdinando
Belvederi, ecc. Tipografia G. Cenerelli.
Bologna.
Archivio giuridico. Rivista di scienze
giuridiche e diritto, fondata nel 1870. Si
pubblica ogni mese in fascicoli di 80 pa-
gine. Tira oltre 500 copie. Direttore :
avv. F. Serafini. Vi scrivono: Olivi, Cri-
vellari, Perez-Caballero, Perenzone, ecc.
Abbonamento: anno L. 20. Estero: L. 24.
Non si vende a numeri separati. Tipogra-
fìa Fava e Garagnani.
Bologna.
L'Arpa. Giornale letterario, artistico e
teatrale, ufficiale per la pubblicazione degli
atti della Reale Accademia filarmonica bo-
lognese, fondato nel 1854 dal dott. cav.
Carlo Cardini. Si pubblicano non meno
di 36 numeri all'anno in 4 pagine a 5 co-
lonne. Tutti i più distinti letterati bolo-
gnesi vi collaborano
Il 21 agosto 1857 la direzione fu as-
sunti dal prof. cav. Gustavo Sangiorgi che
la cedette al conte cav. Pierfrancesco Al-
bicini nel luglio 1S88.
È uno dei giornali più stimati e più
letti perchè ha corrispondenti da tutti i
principali centri artistici d'Europa e d'A-
merica, e perchè contiene articoli di cri-
tica assennata e non vive di reclame agli
artisti come la più parte dei giornali tea-
trali.
Tiratura: 1000 copie.
Abbonamento: per gli artisti di canto
e ballo, anno L. 20, semestre io. Unione
Postale: anno L. 24, semestre 13. Per gli
altri Stati: anno L. 40, semestre 20. Per
i non artisti: anno L. lO; Unione Postale:
L. 12; altri Stati L. 15. Inserzioni: 50 cen-
tesimi la linea. Via Guido Reni, 7.
Bologna.
Atti e memorie della E. Deputazione
di Storia patria per le provinole di Ro-
magna. Periodico di storia locale, arte, ar-
cheologia, ecc., fondato nel 1862. Si stampa
a Bologna e si pubblica ogni 204 mesi
in fascicoli che formano un volume annuo
di circa 500 pagine, con tavole. Abbona-
mento: anno L. 20. Un fascicolo L. 5.
Bologna.
Il Baragazzino. Giornale che esce quan-
do gli pare e piace in casa di Vattelape-
sca, nato il 5 marzo 1889, in 4 pagine,
formato 0,37 >< 0,27. Si stampa nella tipo-
grafia Legale di Bologna,
Baraga^^a.
Battaglia Bizantina. Giornale letterario,
artistico, scientifico, nato nel 1886. Si pub-
blica ogni domenica in 4 pagine, su carta
paglierina con caratteri elzeviri a due co-
lori dalla tipografia Azzoguidi. Tiratura
3000 copie.
Il direttore, Antonio Cervi, che firma
Gace^ è autore dei Minareti, libro di prose
e di versi. Il redattore capo, Orazio Spa-
gnoletti, che firma Rolla, ha pubblicato
vari saggi di letteratura latina e le Thalas-
siane, volume di poesie. Nella Bizantina
collaborano i principali scrittori itahani.
Nel gennaio del 18S7, il direttore di
questo giornale ebbe un duello con uno
studente, per polemiche giornalistiche.
Abbonamento: anno L. s- Un numero
IO centesimi. Via Cartoleria, 16
Bologna .
Il Bibliofilo. Giornale bibliografico fon-
dato nel gennaio del 1880. Tratta quistioni
di bibliografia antica, di bibliotecnia e di
biblioteche; annunzia i libri nuovi, ne fa
le recensioni; si occupa di curiosità lette-
rarie, libri antichi, cimeli, autografi, ecc.
Si pubblica ogni mese in fascicoli di 16 pa-
gine con copertina. È diretto dal com-
mendatore Carlo Lozzi, coadiuvato dal fi-
gho Antonio e da una società di profes-
sori e amatori, fra i quali: F. Roediger,
E. Facili, P. Riccardi, M. Caffi, G. Ange-
lini, E. Motta, C. Arlia, A. Bertolotti, N. Ba-
rone, G. Travali, ecc.
Abbonamento: anno L. 6 - Unione po-
stale 8. Non si vende a numeri separati.
Possiede copie della collezione completa.
Via Cane, 2, palazzo della Banca Nazio-
nale.
Bologna.
Bollettino dell'associazione di previ-
denza e mutuo soccorso fra il personale
N. BiRNARDiNi — Guida itila Stampa periodica italiana — 20.
306
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
delle strade ferrate, sedente in Bologna.
Fondato nel gennaio del 1889, esce il i.*
d'ogni mese in 4 pag., formato 0,23 -a 0,1 5.
Direttore: Giuseppe Corsi. Abbonamento:
anno L. 1,50. Via Galliera, palazzo Mon-
tanari.
Bologna.
Bollettino dell'associazione generale fra
gì' impiegati civili. Fondato il 1 2 marzo
1889, esce in 8 pagine in 8." - Via Gal-
liera, 20.
Bologna.
Bollettino delle scienze mediche. Gior-
nale scientifico, fondato nel 1.^29. Si pub-
blica ogni mese a fascicoli di 72 pagine,
con illustrazioni. Ha una tiratura di 1000
copie. Abbonamento: anno L. 12. Non si
vende a numeri separati.
Bologna.
Bononia ridet. Rivista artistica, lettera-
ria, universitaria, settimanale, nata nel 1888
in occasione dell' Vili Centenario e del-
l'esposizione di Bologna. Esce ogni setti-
mana in 4 pagine a 4 colonne con nume-
rose illustrazioni, pupazzetti e caricature.
Direttore: Guido Podrecca. Abbonamen-
to: anno L. 5. Un numero 10 centesimi.
Litografia Casanova.
Bologna.
La Bussola, Organo di chi viaggia, con
pubblici spettacoli, nato il 15 aprile 1889.
Esce il i." e 15 d'ogni mese in 8 pagine
in-4.° - Direttore: Gallassi Ettore. Abbo-
namento: anno L. 5. Tip. Legale.
Bologna.
Camera di Commercio ed Arti. Organo
del sodalizio omonimo. Si pubblica dal
1864, senza periodicità fissa, in 4 pagine.
Tira oltre 1000 copie. Abbonamento: anno
L. 2. Un numero 15 centesimi.
Bologna.
Corriere della domenica. Giornale poli-
tico, economico, agricolo, fondato nel 1883.
Si pubblica ogni settimana in 4 pagine.
Abbonamento : anno L. 6. Non si vende
a numeri separati.
Bologna.
Il Credito. Gazzetta degli istituti di cre-
dito e previdenza, fondato nel 1887. Si
pubblica due volte al mese in 8 pagine
in-fol. a 2 colonne. Direttore proprietario
responsabile: R. Landini. Vi collaborano
i migliori economisti italiani. Abbonamen-
to : anno L. 20. Un numero 30 centesimi,
arretrato 50. Piazza S. Martino, i.
Bologna.
Il Disegnatore di ricami. Giornale spe-
ciale per le ricamatrici, fondato nel 1884,
adottato dal Municipio di Bologna e dagli
Educandati del Regno. Premiato all'Espo-
sizione Emiliana del 1888. Esce il 1° e 15
d'ogni mese, in 8 pagine con copertina
illustrata. Direttore: G Lippi. Abbona-
mento: anno L. io; semestre 5; trime-
stre 2,50; un numero 0,50. All'ufficio del
giornale è annesso un laboratorio dove si
eseguisce qualunque commissione di di-
segni. Via Leprosetti, 5.
Bologna.
La Donna. Pubblicazione bimensuale a
fascicoli di 16 pagine, fondata a Venezia
nel 1868 da Gualberta Alaide Beccari che
la dirige. La Donna, trasferita poi a Bo-
logna, propugna i diritti femminili con
idee ispirate ai principii mazziniani. Vi
collaborano scrittrici italiane e straniere,
come dice la testata. Tira 500 copie. Costa
in Italia L. io all'anno, all'estero 12.
Bologna.
L'Eco del Purgatorio. Periodico reli-
gioso, mensile. Direttore: Don Eduardo
Pesci. Via Galliera, 11.
Bologna
Ehi ! ch'ai scusa. Giornaletto umoristico
scritto in dialetto bolognese, nato nel 1880.
Si pubblica ogni settimana in 4 pagine a
5 colonne con schizzi e caricature, e si
occupa di tutto e di tutti umoristicamente.
È molto diffuso in Bologna, e vi ha un'in-
fluenza non indiff"erente. Tira 3500 copie.
Spesso esce in numeri doppi e anche a
colori. Durante l'Esposizione Emiliana pub-
blicò 25 numeri in cromolitografia, illu-
strando l'avvenimento con caricature che
fecero molto chiasso. Direttore: Alfredo
Testoni. Abbonamento: anno L. 4. Un nu-
mero 5 centesimi. Via Garofalo, 6.
Bologna.
Empcrio di pubblicità, meccanico, agri-
colo, industriale. Foglio di annunzi com-
merciali, agricoli e industriali, fondato nel
1882. Si pubblica il i.'e 15 d'ogni mese
in 8 pagine, con illustrazioni, dalla ditta
E. Krell e C. Si distribuisce gratuitamente.
Inserzioni : 20 centesimi la linea. Via Bat-
tisasso, 14.
Bologna.
Farfallina. Giornaletto politico ammi-
nistrativo, nato nel 1889.
Baricella.
Farfarello. Giornale delle scuole secon-
darie, nato il 2 aprile 18S9. Esce ogni set-
timana in 4 pagine, formato 0,29 x 0,20.
Un numero 5 centesimi. Via Cavalie-
ra, 24
Bologna.
La Figlia dell' Immacolata. Giornale
cattolico, fondato nel 1877. Si pubblica 2
volte al mese in fascicoli di 12 pagine.
Tira oltre 1000 copie. Abbonamento :
PROVINCIA DI BOLOGNA.
307
anno L. 2,75. Non si vende a numeri se-
parati.
Bologna.
Fiori del Carmelo. Giornale cattolico.
Si pubblica a fascicoli ogni mese e tira
300 copie.
Bologna.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per la pubblicazione degli
atti amministrativi della provincia, fondato
nel 1S66. Non ha ordine fìsso di periodi-
cità e si pubblica a fascicoli di un numero
indeterminato di pagine. Abbonamento:
anno L. 18. Non si vende a numeri se-
parati.
Bologna.
Gazzetta dell' Emilia. Giornale politico
quotidiano, fondato nel 1860, all'epoca cioè
della liberazione della città dal dominio
pontificio. É il più vecchio dei giornali
bolognesi, il più importante ed il più dif-
fuso. Fu fondato dai f-atelli Cuzzocrea, ca-
labresi, che anche col mezzo delle inser-
zioni ufficiali di cui hanno goduto per gran
tempo il beneficio, vi si sono pacificamente
arricchiti.
La direzione del giornale fu affidata
dapprincipio al comm. A. Cuzzocrea, poi fu
tenuta dal D/ Gualtiero Belvederi, poi nuo-
vamente dal primo e finalmente dal secon-
do. Nel novembre del 188S, essendosi riti-
rato il comm. Cuzzocrea, la direzione e la
proprietà del giornale furono assunte dal
Belvederi. Il 3 1 maggio 18S9 Ugo Pesci as-
sunse la direzione del giornale in seguito
a cessione fattane dal Belvederi al gruppo
che formava la sciolta Associazione costitu-
zionale. Insieme col Belvederi si allontanò
dalla Ga^^ietta gran parte della vecchia reda-
zione, lo sforzo del Belvederi di dare al
giornale una intonazione democratica lib>
rale essendo fallito.
Ugo Pesci, assumendo la direzione della
Galletta, in un articolo in cui, da provetto
giornalista, delineava il suo programma,
respinse l'accusa d' intransigenza alle idee
moderate affibbiatagli da qualche giornale.
Fedele ai principii fondamentali politici
della parte costituzionale ammise l'evolu-
zione progressiva del pensiero umano, ag-
giungendo queste parole:
n L'immobilità è, secondo me, contraria alle leggi
naturali politiche e sociali ; ma progredire vuol dire
camminare, nou correre all' impazzata a rischio del-
l'osso del collo. Per camminare sicuri, senza timore
d'essere obbligati a fermarsi od a retrocedere momen-
taneamente, bisogna guardar bene dove si mettono i
piedi e sgombrare pazientemente la strada. Per non
fare alcun passo falso bisogna tener sempre d'occhio
1 principii astratti e non gli uomini clic sembrano im-
personarli. Gli uomini possono ingannarsi e passano;
i principii sono immutabili e restano. La politica per-
sonale propria degli Stati giovani da poco tempo co-
stituiti, ha fatto oramai in Italia il suo tempo, né è
certo lontano il giorno nel quale i partiti politici si
delineeranno spiccatamente sopra una questione teorica,
e si denomineranno non più da un uomo ma da un'idea.»
La Galletta ebbe sempre a ispiratore lo
illustre e compianto Marco Minghetti.
La Galletta si pubblica ogni giorno in
4 pagine a 4 colonne; tira circa 6000 co-
pie e gode molta stima per le sue esatte
informazioni ed i sennati articoli che con-
tiene.
Abbonamento: anno L. 18, trimestre 5,
un mese 2. Estero: spese postali in più.
Inserzioni: 15 centesimi la linea in 4.* pa-
gina, 50 in 3.*, una lira nel corpo del gior-
nale. Un numero 5 centesimi. Via Gari-
baldi, 3.
Bologna.
Gazzetta magnetico-scientifica. Bollet-
tino della Società magnetica d'Italia e del
gabinetto di consultazioni magnetiche del
prof D'Amico. Fondato nel 1869, si pub-
blica per trimestre il i." di ogni mese di
gennaio, aprile, luglio e ottobre in 4 pa-
gine a 2 colonne, e si spedisce in Italia e
all'estero gratuitamente Direttore : profes-
sor Pietro D'Amico. Via Ugo Bassi, 29.
Bologna^
MAGNETISrvlO
Trent' anni di
felice successo ha
ottenuto la cele-
bre sonnambula
ANNA D'AMICO
e continua con e-
sito a dare con-
sulti per malattie.
I signori che desiderano consultarla per
corrispondenza, scrivano i principali sin-
tomi della malattia e spediscano, se pro-
veniente d'Italia, un vaglia di L. 5,20 e
dall'estero di L. 5,25 al Professor Pietro
D'Amico, Via Ugo Bassi, 2<), Bologna
(Italia).
Il Giornale degli Economisti. Mancando
in Italia un giornale che pel formato e
r indole potesse accogliere monografie
scientifiche originali d'economia politica
e seguire il movimento economico in Ita-
Ha e all'estero, fu fondato a Bologna nel-
l'anno 1886 questo giornale che nel 1878
aveva sospese le sue pubblicazioni a Pa-
dova. Vi scrivono: Boccardo, Errerà, Lam-
pertìco, Laveleye, Rossi, Salandra, Cognet-
ti, Magaldi, ecc.É diretto dal dott. Alberto
Zorli. Esce a fascicoli di 120 pagine ogni
due mesi. Abbonamento: anno L. 14 -
308
GUIDA DELLA. STAMPA. PERIODICA ITALIANA.
Unione postale i6. Un fascicolo L. 3. Via
Indipendenza, 14.
Bologna.
Giornale dell'operaio. Periodico di am-
ministrazione comunale e per gl'interessi
delle classi lavoratrici, nato nel 18.S7. Si
pubblica 2 volte al mese in 4 pagine. Ab-
bonamento : anno L. 6 per il pubblico -
24 per i soci patroni - io per i sindaci
e funzionari pubblici. Un numero io cent.
Bologna.
Giornale di Agricoltura. Rivista agri-
cola, commerciale, industriale, fondata nel
1864 dal prof. F. L. Botter. Si pubblica
2 volte al mese in fascicoli di 24 pagine,
con illustrazioni. Direttore: Ing. Alessan-
dro Ferretti. Redattore: prof. Giovanni Rai-
neri. Abbonamento: anno L. 12. Non si
vende a numeri separati. Ha un ufficio suc-
cursale a Piacenza. È organo di molti Co-
mizi agrari italiani. Fu premiato con me-
daglia d'oro all'Esposizione di Bologna.
Via Ugo Bassi, 24.
-Bologna.
Interessi locali. Giornale politico, am-
ministrativo, economico, fondato nel 1885.
Si pubblica ogni settimana in 4 pagine.
Abbonamento: anno L. lO. Non si vende
a numeri separati.
Bologna.
L'Italia industre, agricola e commer-
ciale. Giornale di annunzi commerciali
e industriali. Incominciò le sue pubblica-
zioni nel 1883 con un giornaletto in mezzo
foglio; ora ha un metodo tutto speciale e
che è immensamente piaciuto in patria
ed all'estero. Quattro volte all'anno, oltre
il giornale in fogho pubblica varie edizioni
di libri di utilità popolare, inserendo bel-
lamente le ditte le più rispettabili che ten-
gono l'articolo, 0 la fabbricazione dell'og-
getto indicato dal libro come utile e ne-
cessario. La novità consiste in questo, che
un libro d'utilità pubblica si conserva, si
rilegge, e perciò si ha sempre ricordata
questa o quella ditta. Direttore: Roberto
Mazzoni.
Abbonamento: anno L. 2 - 1,50 per
chi fa delle inserzioni e gratis ai municipi,
notabilità, ecc.
Monte S. Pietro.
Lettere ed arti. Rivista letteraria, scien-
tifica, artistica, fondata il 26 gennaio 1889.
Esce ogni sabato in 16 pagine in-4.' Di-
rettore : Enrico Panzacchi. Vi scrivono :
Carducci, Nencioni, Cesareo, A. Altobelli,
U. Pesci, A. Franchetti, Ernesto Masi, T. Si-
gnorini, O. Roux, ecc. Abbonamento: anno
L. 15. Un numero e. 25. Via Cavaliera, 24.
Bologna.
Letture della domenica. Rivista lettera-
ria, religiosa, fondata nel 1864. Si pubblica
a fascicoli 7 volte all'anno. Tira parecchie
migliaia di copie. Abbonamento: L. 12
anno. Tipografia Arcivescovile.
Bologna.
Mamma. Giornaletto letterario educativo
per i bambini, fondato nel 18S6. Esce 2
volte al mese, in 8 pagine, con illustra-
zioni. Direttrice: Gualberta Alaide Beccari.
Tiratura: 4000 copie. Abbonamento: anno
L. I. Un numero 2 centesimi. Si stampa a
Rocca San Casciano.
Bologna.
Memorie della R. Accademia delle scien-
ze dell' Istituto di Bologna. Pubblicazione
periodica scientifica, fatta a fascicoli in-4.''
di oltre 200 pagine. Vi scrivono: C. Bel-
luzzi, L. Pesci, R. Fabri, L. Farini, G. Tas-
sinari, G. V. Giaccio, L. Calori, F. P. Ruf-
fini, S. Pincherle, F. Verardini, A. Righi,
C. Taruffi, A. Gavazzi, ecc. Tipografia Gam-
berini e Parmeggiani.
Bologna.
Il Mercurio. Indicatore comm erciale, nato
il 9 luglio 1889. Esce ogni sabato in 8 pa-
gine, formato 0,41 x 0,28. Direttore : Luigi
Ornati. Borsa di Commercio, 2.
Bologna.
Monitore dell'elettromeopatia. Giornale
della nuova scienza medica del conte Ce-
sare Mattei, fondato nel l'SUo col titolo di
Elettromeopatia, che poi mutò nell'attuale.
Si pubblica 2 volte al mese in fascicoli di
8 pagine, con copertina in colore di 8 pa-
gine in tre edizioni distinte, italiana, fran-
cese e inglese. Abbonamento : anno L. 6.
Unione Postale 8 fr. Via Mazzini, 46.
Bologna.
Il Movimento cattolico. Bollettino offi-
ciale deìV Opera dei Congressi nato nel 1880.
Si pubblica ogni mese in fascicoli di 32 pa-
gine, e riporta tutte le notizie che riflet-
tono il movimento cattohco. Questo gior-
nale usciva a Venezia, ma dal i." gen-
naio 1887 si trasferi a Bologna. Abbona-
mento: anno L. 3. Un numero 20 cente-
simi.
Bologna.
Nouvelle revue électro-homéopatique.
Giornale di medicina omeopatica e scienze
affini, fondato nel 1883. Si pubblica due
volte al mese in fascicoli di 8 pagine, re-
datto in francese. Abbonamento: L. 4 anno.
Un numero 15 centesimi.
Bologna.
L'Opinione conservatrice. Giornale po-
litico, agricolo, industriale, fondato nel 1885
col titolo di Gaietta Amministrativa, che
mutò nell'attuale. Si pubblica ogni setti-
PROVINCIA DI BOLOGNA.
809
mana in 8 pagine. Abbonamento: L. 8
anno. Un numero io centesimi.
Bologna.
11 Papagallo. Primo giornale politico umo-
ristico italiano, come dice nella testata, fon-
dato il 5 gennaio del 1873. Esce ogni sa-
bato in 4 pagine a 4 colonne. Ha una
tiratura di 24,000 copie. Le due pagine
interne sono sempre occupate da una ca-
ricatura a colori, le altre due da motti,
freddure, popsie, sciarade, aneddoti, ecc.
Direttore: Augusto Grossi.
Il Papagallo fa anche un'edizione fran-
cese intitolata Le Perroquet.
Abbonamento : anno L. 8,50 - seme-
stre 4,50 - trimestre 2,30 (per l'Italia,
Alessandria d'Egitto, Tunisi e Tripoli) —
Europa e America del Nord : anno 10,60 -
semestre 5,60 - trimestre 3,10 — Ame-
rica-Sud : anno 1 5,80 - semestre 8 - tri-
mestre 4,20. Via Venezia, 5.
Bologna.
11 Petroniano. Giornale umoristico di sto-
ria patria e cronaca locale, fondato nel 1872
e redatto in lingua italiana e dialetto bolo-
gnese. Si pubblica 48 volte all'anno in 4 pa-
gine a 3 colonne. Direttore: F. Guidicini.
Tiratura 1400 copie. Abbonamento: anno
L. 6,50. Non si vende a numeri separati.
Società tipografica già Compositori.
Bologna.
Piocolo Faust. Grazioso periodico arti-
stico teatrale che si pubblica dal 19 gen-
naio 1874 sotto la direzione di Alarico
Lambertini proprietario responsabile e la
redazione di O. Cenacchi per la parte arti-
stica. Il Piccolo Faust è stampato con bel-
lissimi tipi e magnifica carta; è organo del-
l'Agenzia Pietro Ravizza di Milano, e ad
esso è unita un'agenzia per le trattative di
vari teatri. Esce ogni giovedì in 4 pagine
a 3 colonne. É un giornaletto noto e pre-
gevole e tira 900 copie. Costa L. 6 all'anno.
Per l'estero ed artisti di canto L. 8. Dire-
zione: Via Garofalo, 2.
Bologna.
Il Pompiere italiano. Giornale per gli
incendi, dedicato ai pompieri. È un'utile
pubblicazione nata nel gennaio del 1883.
Si pubblica il i.° d'ogni mese in 8 pagine
con illustrazioni, a 2 colonne. Segnala il
movimento dei pompieri, delle operazioni
compiute da essi, delle nuove macchi-
ne, ecc. Fondatore: Costantino Reyer. Di-
rettori proprietari : dott. Emilio Baumann
e dutt. F. G. Valle. Abbonamento: anno
L. 5. Non si vende a numeri separati.
Bologna.
La Pratica legale. Monitore giuridico,
penale, commerciale, amministrativo, mili-
tare, fondato nel 1886. Si pubblica 2 volte
al mese in fascicoli di 8 pagine, e 2 volte al
mese dal 1877 pubblica pure un Bollettino,
come supplemento, in 16 pagine, al prezzo
di L. 6 all'anno. Direttore: avv. Angelo
Pallotti. Editore proprietario : cav. uff. Fraa-
ctsco Vigo, di Livorno. Abbonamento:
anno L. 12. Un numero 50 centesimi. Via
Indipendenza, 33.
Bologna.
II Propugnatore (Nuova Serie). Rivista
di studi filologici, storici e bibliografici,
diretta da Giosuè Carducci e compilata da
A. Bacchi della Lega, T. Casini, C. Frati,
G. Mazzoni, S. Morpurgo, A. Zenatti, O.Ze-
natti. Abbonamento (obbligatorio per un
anno): L. 18; estero L. 20.
Bologna.
La Provincia. Giornale poHtico, nato il
20 aprile 1889. Esce in 4 pagine, for-
mato 0,41 X 0,30. Un numero 5 centesimi.
Via Lame, 113, p. 2."
Bologna.
La Rana. Antico e reputato giornale
politico umoristico, fondato nel 1865. Si
pubblica ogni settimana in 4 pagine a 3
colonne. Le due pagine interne sono oc-
cupate da caricature. Tira circa 4000 co-
pie. Abbonamento: anno L. 5. Un numero
IO centesimi.
Bologna.
Il Eesto del carlino - La Patria. Gior-
nale politico amministrativo, nato il 2i
marzo 1885. Era allora il più piccolo gior-
nale di Bologna e forse d'Italia, giacché
misurava un quarto dell'attuale formato e
si vendeva a 2 centesimi. Incontrò subito
il favore del pubblico e divenne popolare.
Acquistato nel 1886 dall'avv. Amilcare Za-
morani, che ne assunse la direzione, au-
mentò le dimensioni e il prezzo, mante-
nendo per Bologna una difìusione ecce-
zionale. In politica è giornale liberale in-
dipendente; si pubblica ogni giorno in 4
pagine grandi a 5 colonne, ed è stampato
e redatto con molta cura. Nel 1887 com-
prò l'altro giornale locale quotidiano La
Patria. Giornale sinceramente liberale, ric-
co d' informazioni, distribuito per la ma-
teria con avvedutezza e sapienza, incontra
sempre più le simpatie dei lettori, ed at-
tualmente è il giornale più diffuso della
regione emiliana, raggiungendo le 20,000
copie. Direttore : avv. Amilcare Zaraorani.
Redattore responsabile: dott. Alberto Car-
boni. Vi scrive assiduamente anche il pro-
fessor Quirico Filopanti. Abbonamento:
anno L 18 - semestre 9,50 - trimestre 5.
Estero: francatura in più. Un numero 5
centesimi. Inserzioni : 4.* pagina L. 0,20,
310
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
3/ pagina 0,50, nel corpo del giornale 1,20.
Viale Garibaldi, 3.
Bologna.
Eivista clinica di Bologna. Pubblicazione
di scienze mediche, fondata nel 1870. Si
pubblica ogni mese in fascicoli illustrati
di un numero indeterminato di pagine. Ti-
ratura 1000 copie. Abbonamento: L. 15
anno. Non si vende a fascicoli separati.
/joJogna.
La Rivista giuridica. Giornale teorico
pratico di giurisprudenza civile e commer-
ciale, nato nel 1873, diretto dagli avvocati
Gerardo Mazzoli e Giuseppe Diversi. Si
pubblica 2 volte al mese in fascicoli di
32 pagine. Tira 500 copie. Abbonamento:
anno L. 12. Un numero 60 centesimi.
yiologna.
Rivista italiana del socialismo. Giornale
politico, nato nel 1Ò86. Esce ogni mese
in fascicoli di 32 pagine. L'amministra-
zione è in Imola ove la Rivista si pubblica
e si stampa; l'ufficio di redazione è a Lugo.
Abbonamento : anno L. 6. Un numero 50
centesimi,
Imola.
Rivista penale. Pubblicazione di dot-
trina, legislazione e giurisprudenza, nata
nel 1875. Direttore: Luigi Lucchini, pro-
fessore dell'università di Bologna. La Ri-
vista, edita e stampata a Torino, si pub-
blica ogni mese in fascicoli di ioo pagine
in-S." grande, formanti due volumi ogni
anno, oltre la CoUeiione di Leggi e Codici
ed il Bollettino bibliografico. Abbonamento:
anno L. 24, estero 28. Un fascicolo L. 4.
Unione Tipografica Editrice Torinese.
Bologna.
Santa Cecilia. Giornale di musica, fon-
dato il 14 maggio 1889. Si pubblica a fa-
scicoli bimensili di 8 pagine in-fol. e con-
tiene eleganti composizioni musicali dei
propri abbonati, pagine di buona musica,
insegnamenti pratici, ecc. Direttore : Erne-
sto Zucchi. Il giornale si stampa a Firenze
nello stabilimento tipografico Cappelli. Ab-
bonamento: L. 24 al mese. Via Gari-
baldi, 7.
Bologna.
La Scienza italiana. Rivista di filosofia,
medicina e scienze naturali, fondata nel
1876. Si pubblica ogni mese in fascicoli
di circa 100 pagine con illustrazioni. Di-
rettore: Comm. Prof. M. Venturoli. Abbo-
namento: anno L, 12. Un fascicolo L. 1,25.
Via Marsala, 6.
Bologna.
II Servo di Maria. Giornale religioso,
fondato il 14 gennaio 1888. Esce ogni 2
mesi in guaderai di 32 pagine in-S." Di«
rettore: Carlo Acquaderni. Abbonamento:
annoL. 5.Tip.Arcivescovile.Via Mazzini, 94.
Bologna.
La Striglia. Giornale politico, ammini-
strativo, di critica e cronaca locale, nato
nel 1886. Si pubblica ogni settimana in 4
pagine. Non fa abbonamenti. Direttore:
Ing. Giuseppe Ceri. Un numero 5 cent.
Bologna.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Fondato nel 1876, si pubblica
203 volte la settimana in un numero
indeterminato di pagine e contiene gli an-
nunzi legali amministrativi. Non fa abbo-
namenti.
Bologna.
La Tromta Apocalistica. Giornale cat-
tolico, fondato nel 1879. Si pubblica ogni
settimana in 8 pagine. Direttore : Don Ber-
nardino Negroni, ex-frate. Abbonamento:
anno L. 5. Un numero io centesimi;
/ìologna.
L'Unione. Giornale politico quotidiano
clericale, fondato nel 1879, ufficiale per le
inserzioni degli atti e dei comunicati della
Segreteria generale dell'opera dei Con-
gressi cattolici in Italia. Sospese le pubbli-
cazioni per qualche tempo; ma le riprese
nell'agosto del 1882. Esce in 4 pagine a
4 colonne, con illustrazioni, su buona carta
e con ottimi tipi. Tira 1000 copie. Abbona-
mento: anno L. 20, semestre io, trime-
stre 5. Ebbe un supplemento letterario:
L' Unione del Lunedì. Piazza S Martino,
Palazzo Santinelli, i.
Bologna.
L'Università. Rivista dell'istruzione su-
periore, fondata nel 1887 da una società
di professori, allo scopo di rappresentare
l'espressione generale, nazionale e indipen-
dente degl'interessi morali e impersonali
dell' insegnamento superiore e di tutti gli
Istituti che, nel loro armonico insieme,
compongono l'organismo scolastico della
scienza in Italia.
L'opera quindi che si prefigge 1' Univer-
sità è di trattare le più importanti questioni
che riguardano l'insegnamento; discutere
le riforme organiche e disciplinari; tutelare
i diritti e inculcare i doveri inerenti agli
uffici scolastici; promuovere ogni progres-
so nello studio, ecc.
Vi scrivono: Villari, Martello, Ceneri,
Carducci, Cogliolo, Virgilio, Bertolini, Re-
gnoli, Brunialti, ecc. Esce 2 volte al mese
in fascicoli di 64 pagine in-8.'' L'abbona-
mento annuo è di L. 5 per gli studenti,
IO per i professori, 15 per ogni altra per-
sona. Non si vende a numeri separati,
Boìognat
iPROVINCIA DI BOLOGNA. 311
Giornali cessati:
Alberghetti, giornale del Comizio Agrario, n. 1881 ad Imola.
L'Amico del popolo, di Bologna, fu sospeso nel 1869 dai generale Cadorna per mi-
sure politiche.
L'Amico del popolo, socialista, n. 2 marzo 1889 a Bologna, direttore G. B. Lolh.
L'Ancora, politico, cattolico, n. 1868 a Bologna; durò sino al 1879 nel quale anno
cessò per dar luogo al giornale La Pace, in gran formato, che durò anche poco.
Il Bajardo, politico, amministrativo, n. io febbraio 18S9 a Bologna.
Il Banditore, n. 1S83 a Bologna, quotidiano.
Il Banditore Cattolico, n. 1882, settimanale, cattolico, di pubblicità.
La Città, giornale d'annunzi, settimanale, n. 1884 a Bologna.
Don Chisciotte, politico, democratico, quotidiano, n. i." maggio 1881 a Bologna;
ebbe gran successo e diffusione; vi scriveva anche Carducci. Nel 1883 di quoti-
diano divenne settimanale e poscia fini del tutto. Direttore: Avv. Barbanti; redat-
tore capo: Luigi Lodi.
Don Giovanni, rivista mondana, settimanale, illustrata, n. 7 gennaio 1888 a Bolo-
gna, diretta da Virginio Rossi.
L' Eco del Valicano, cattolico, bisettimanale, n. 1883, a Bologna.
Eco della Gioventù Cattolica italiana, bimensile, n. 1869 a Bologna, si pubblica ora
a Roma.
L'Elettore, politico, quotidiano, n. 1872 a Bologna, visse tutto il tempo delle ele-
zioni.
Esposiiione illustrata delle Provincie dell'Emilia, n. 1887 a Bologna; 40 numeri.
Il Fa per tutti, settimanale, di pubblicità, n. 1870 a Bologna.
Il Felsineo, di pubblicità, settimanale, n. 15 marzo 1888 a Bologna.
Giornale per l'abolizione della pena di morte, fondato nel 1861 a Bologna, da Pietro
Ellero, che poscia fondò l'Archivio giuridico. L'Ellero fu anche redattore della
Lega della Democraiia, di Roma, diretta da Alberto Mario.
Il Giubileo Sacerdotale del Sommo Pontefice Leone XIII, n. 1885 a Bologna, mensile.
Gtiida per le arti e mestieri, n 1869 a Bologna, rivista per le classi operaie, lavo-
ratrici e industriali.
L'Idea, politica, letteraria, socialista, in-folio, mensile, n. 1884 a Bologna, diretta
da E. Gaetani-Tamburini, che poi ha dato vita a numerosi altri giornali, che hanno
avuta brevissima esistenza.
La Libera Parola, politico, amministrativo, settimanale, n. 2 agosto 1885 a Medicina.
La Luce, politico, anticlericale, n. 1886 a Bologna.
Monitore commerciale italiano, n. 1880 a Bologna, giornale d'annunzi.
Il Monitore di Bologna, politico, quotidiano, n. 1860. Visse oltre 15 anni. France-
sco Carega di Muricce, nato in Toscana, nei primi mesi del 1876 assunse la di-
rezione del Monitore di Bologna, che dopo la prigionia del barone Franco Mistrali
era passato a servizio del partito moderato. Il Monitore cessò le pubblicazioni il
30 giugno dello stesso anno e il di successivo il marchese Carega fondò e di-
resse un nuovo giornale impetuoso e battagliero intitolato L'Alfiere. Il giornale
visse solo quattro mesi, perchè il Carega lo abbandonò a causa di dispiaceri e
disillusioni che gli cagionò la politica. Il Carega, che fu anche deputato, si recò
poscia in America donde scrisse lettere magnifiche alla Gaietta d'Italia.
■ Il Moto, politico, economico, democratico, n. i88o a Imola, bimensile.
• L' Operaio 'Nazionale, rivista settimanale, agricola, commerciale per le associazioni
di mutuo soccorso in Italia, n. 1879 a Roma, poscia trasferitosi a Bologna; di-
rettore Alfonso Gibelli, redattore Enrico Zirani.
■ Pagine Sparse (Preludio), n. 1876 a Bologna, fondato da Edoardo Alvisi, storico
insigne, con la collaborazione di valenti scrittori, fra cui Carducci e Panzacchi.
• La Patria, politico, quotidiano, progressista, n. 1874 a Bologna, direttore Eugenio
Sacerdoti. Si fuse col Resto del Carlino (vedi).
• Il Pensiero di Bologna, politico, letterario, settimanale.
- Il Reno, politico, quotidiano, n. 2 gennaio 1888 a Bologna; direttore: Telesforo Sarti.
■ La Riforma Sociale, organo dei religiosi e terziari francescani, n. a Bologna, settira.
- La Romagna, giornale politico quotidiano, organo della Consociazione repubblicana
romagnola, n. i.' gennaio 1885 a Bologna; redattore Giuseppe Nardi,
312 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— La Rondine, letterario, settimanale, n. 4 aprile 1886 a Bologna. Direttore: Camillo
Vincenti.
— La Settimana, politico commerciale, n. 17 gennaio 1883 a Bologna col titolo di
Banditore che conservò sino al 1885, nel quale anno cambiando titolo diventò
di quotidiano settimanale.
— Staffile II, politico, satirico, settimanale, n. 1871 a Bologna.
— La Stella d'Italia, politico, quotidiano, fondato nel 1878 a Bologna dal barone Mi-
strali, appena uscito di carcere, dove si trovava per delitti comuni. Il Mistrali mori
nel 1880 e il giornale continuò sino a pochi anni fa, come organo dell'on. Gio-
vanni Lugli. Diressero il giornale successivamente l'avv. Luigi Roversi, l'mg. Ve-
rardini, il signor Ruggero Bonatozzi e finalmente il signor F. A. Lanza (1885).
^ Supplemento all' Aunuario Teatrale, settimanale, n. 1881 a Bologna, diretto da Pie-
tro D. Sudriè.
— La Voce Cattolica, di Bologna.
— Utile-Dulci, a. 1844 ad Imola, era fatto dal Galeati e diretto dallo storiografo An-
tonio Vesi.
X
Il senatore Berti-Pichat, morto a Bologna nel 1878, fondò nel 1840 11 Felsineo, il
quale benché non potesse occuparsi che solo di cose agricole, pur trovava modo di sinda-
care il governo pontificio e invocarne uno migliore. Nel giornale avevano parte Augu-
sto Aglebert, Marco Minghetti, morto nel dicembre del 1886, ed altri patrioti. Nel 1846
(luglio) il Berti intraprese opportunamente le pubblicazioni à&W Italiano, il cui titolo
era tutto un programma, e il quale predicava l'indipendenza della nazione e la guerra
allo straniero. Proclamata la guerra, il Berti, nell'ultimo numero di quel foglio, dichiarò
che per lui come pei suoi coetanei era giunto il momento di cessare dalle parole e
d'impugnare la spada. Smise il giornale e parti pel Veneto.
Nella dotta Bologna, il giornalismo è tutto rappresentato da fogli di piccole pro-
porzioni, abbastanza accaniti fra di loro, abbastanza diffusi e abbastanza letti avida-
mente ; ma non abbastanza autorevoli, se si tien conto dell'antica e classica importanza
della città donde escono.
(Giornale dei Giornali, i88o.)
GIORNALI E GIORNALISTI BOLOGNESI
La Gazzetta di Bologna
(1796)
Nell'anno di grazia 1796 Bologna aveva un giornale che si chiamava appunto
Gazzetta di Bologna. Sua Saniiià papa Pio VI permetteva che i suoi fedeli sudditi
sapessero pur qualche cosa di quel che succedeva a questo mondo, ma voleva altresì
che le notizie fossero comunicale omeopaticamente ed in ogni caso col correttivo
delle riflessioni ortodosse.
La Gazzetta di Bologna veniva alla luce ad ogni tre giorni in quattro carte
stampate in doppia colonna, con caratteri orribili. 11 foglietto, alto una spanna, con-
centrava in sé le notizie dell'universo mondo, tagliale e potate ad uso dei sudditi
pontificii. Ma è curioso leggere quel che fu stampato nei momenti più critici.
Il sabato 18 giugno 1796, il giornale cominciava cosi: « La Santità di Nostro
PROVINCIA DI BOLOGNA. 313
Signore con sommo contento dei suoi amatissimi sudditi, mediante il beneficio di una
sanguigna, non solo si è liberata dal raffreddore, ma anche da una tosse convulsa
assai penosa k E le notizie della guerra d'Italia sono fatte in modo che tutto lo
sforzo del generale Bonaparte sembra concentrarsi sopra Mantova. Chi sta a quei fogli
vede la pace e la sicurezza rfgnare negli stati pontifici. Troviamo notizie di delitti
commessi da soldati francesi in Lombardia, ma per quel che riguarda lo Stato Re-
mino non si trovano che canonizzazioni di santi o complimenti ai cardinali. L'età
dell'oro in uno Stato teocratico.
Eppure la tempesta era vicina. Tra il numero 49 e il numero 50 della povera
Gazzetta di Bologna passi quasi un mese, poiché quest'ultimo numero non esce che
il martedì 12 luglio. Ed ecco come la povera Gazzetta se la cava: riporto le sue
parole perchè sono un documento storico di qualche importanza: < Nel breve tempo
che qui, come in altri paesi, è cessato l'ordinario corso di questi fogli periodici, al-
cuni di altre città non hanno omesso di pubblicare con egual lode ed ammirazione
quanto è presso di noi avvenuto nel corso di pochi giorni. Ripigliandosi però ora la
pubblicazione degli stessi fogli, nulla abbiamo noi da aggiungere a ciò che ha sparso
già ampiamente la fama intorno a questo avvenimento, ed è soltanto nostro dovere
a propagare per mezzo della fama medesima i sentimenti della nostra gratitudine.
Questa sola virtù tiene luogo di tutti quegli encomi che non ci sarebbe possibile tri-
butare alla generosa nazione francese, e per essa all'invitto supremo comandante delle
vittoriose sue truppe. »
Si vede che i redattori della Gazzetta ringraziavano a denti stretti, e che il
loro entusiasmo non era così grande come vorrebbero far credere. Essi protestano
che della vera libertà « perchè appoggiata sull'osservanza delle patrie leggi daranno
sempre incontrastabili prove nei loro fogli ; » e come prima prova della loro docilità
alla libertà nuova, protestano che riferiranno « ognora imparzialmente quanto verrà
loro scritto da ogni parte, attenendosi specialmente alle notizie ministeriali, senza mai
nulla affermare o contraddire che da questa parte non derivi. » Nientemeno ! Questo
si chiama proprio essere ingenui. Un giornale ministeriale di questi giorni non con-
fesserebbe così tranquillamente la propria officiosità.
E a suggello della propria officiosità, la Gazzetta porta un manifesto del quale
ecco la parte piiì importante :
« Il signor generale Bonaparte comandante in capite dell'armata della repub-
blica francese in Italia, ha chiamato a sé il Senato di questa città; gli ha significato
che informato egli, anche prima del suo arrivo, delle antiche prerogative e privilegi
lasciati alla città e provincia quando venne in poter dei pontefici e come questi sieno
stati in ogni tempo lesi, intende di restituire alla città stessa la sostanza del suo antico
governo.
« In conseguenza di ciò rimane abolita ogni autorità vegliante fin ora, e tutto il
potere legislativo e governativo si riconcentra per ora nel Senato, onde dar luogo a
più matura deliberazione per ridonarle, dipendentemente anche dall'opinione pubblica,
quella forma di governo che si approssimi all' antica, dovendosi però dal Senato
istesso prestare in di lui mani il giuramento di fedeltà alla repubblica francese e di
esercitare questo potere sotto la dipendenza di lui stesso, finché qui si trattenga, ed
in di lui assenza, di quel comandante che deputerà a far le sue veci. Il qual giu-
ramento si dovrà ugualmente dare in mino del Senato dai deputati, » ecc.
Dunque, quando poi le provinole conquistate si dolsero di essere cadute sotto
la sferza dei francesi e più tardi sotto la tirannide napoleonica, avevano torto. Na-
poleone aveva parlato chiaro ed avea detto alto, ed in atti ufficiali, che i poteri
legislativo e governativo dovevano agire sotto la dipendenza dei francesi e prestare
giuramento di fedeltà, il giornale ufficioso nello stesso numero mostra coli' esempio
quel che costi il non accettare volentieri la libertà napoleonica e narra gli eccidi di
Lugo evidentemente dedicandoli ai cittadini come ammaestramento. Dice ;
314 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALLA.NA.
« Per il più deplorabile accecamento, la misera città di Lugo nella Romagna bassa,
cui si unirono molte genti delle terre vicine, determinatasi a volere colle armi re-
sistere alle vittoriose truppe francesi, si è procacciata, colla morte di molti suoi abitanti,
il saccheggio di tutte le sue sostanze, e senza un tratto della francese generosità sa-
rebbe stata dai fondamenti distrutta. La punizione di quei miseri che, siccome è ben
da credere, non costi alle armi francesi che l' impiego di poche ore, ha ugualmente
servito di salutare esempio a chi fosse tentato d' imitarli, ed ha maggiormente fatto
conoscere la prudenza di quelli che volontariamente e di buon animo sonosi affidati
alle immancabili promesse di una nazione invitta, » ecc....
Mi pare che questo sia parlar chiaro. Dipendenza dalla repubblica francese, giu-
ramento di fedeltà, repressione e saccheggio in caso di resistenza che razza di
libertà potevano sperare i cittadini dalle armi francesi ? Nessuna. Perchè dunque si
seguita a dire da molti storici che la speranza di libertà so'ievò i popoli a muovere
entusiasticamente incontro a Napoleone ? Ma 1 così si scrive la storia !
0. GUERRINI.
Minghetti giornalista
Dal libro di Memorie di Marco Minghetti pubblicato dalla solerte
casa editrice L. Roux, togliamo questo tratto che illustra un periodo
poco noto della vita dell'uomo di Stato bolognese.
Ho detto che nelle nostre Conferenze Agrarie delle quali era organo il Felsineo,
si toccavano anche prima, sebbene timidamente, argomenti economici e morali. Ora
questa parte pigliava il primato e distaccavasi dall'altra e si facevano adunanze setti-
manali, delle quali io era Presidente, o come dicevasi allora, moderatore. Anche il
Felsineo mutava indole. Alle materie agrarie sottentravano le materie civili, al Pichat,
direttore-proprietario, una Società Editrice.
Trovo che questa Società si rivolse al Governo per ottenerne il permesso, e nella
petizione diceva: una difficoltà assai rilevante nella pubblicazione di ogni opera perio-
dica è la molteplicità dei censori. Perchè al presente tale è l'ordine che in Bologna
regge la stampa in questa materia :
1 . Approvazione del Censore letterario.
2. Id. Id. ecclesiastico.
3. Id. Id. politico.
4. Id. id. del Sant'Ufficio.
5. Publicetur del Vescovado.
6. Id. della Polizia.
7. Ultima verifica del Sant'Ufficio.
Ora, dicevamo noi, egli è evidente che il doversi munire di tutti questi per-
messi genera delle difficoltà che non si riscontrano presso alcun Governo, comecché
assoluto, e formano un ostacolo alla spedita e regolare pubblicazione.
I sottoscritti adunque invocherebbero dall'autorità superiore che fosse delegato
specialmente un Revisore o due al più, e loro si rimettesse tutto il carico dell'esa-
minare e permettere la stampa degli articoli per il giornale.
Già con questa domanda s' indicava la necessità di una legge sulla stampa che
venne di poi.
Eccomi dunque fatto giornalista insieme al Pizzo'!, al Montanari che era abate,
e a Rodolfo Audinot, oltre i due antichi collaboratori. Non mai fu intrapresa opera
con maggior sincerità, e con più viva speranza di giovare, e oggi riguardando indietro,
ne fo questo giudizio che il giornale aveva assai men valore di quello che per la cir-
costanza dei tempi gli fu attribuito universalmente. Ma nei sette mesi i he lo diressi ho
PROVINCIA DI BOLOGNA.
315
coscienza di non esser mai venuto meno consapevolmente alla verità e di non avere
mai adulato né privati uomini, né Governo, ne popolo per andare ai versi di qualcuno.
Questa è la prima ed unica volta che sono stato giornalista, perchè dopo quel tempo,
sebbene talvolta e ad opportunità, abbia scritto qualche articolo, non ho mai più par-
tecipato alla redazione di un giornale. Cosa difficilissima quand'è presa sul serio; ma
pur troppo spesso non è che un ludo d'impudenza, un traffico delle lettere, uno sfogo
di ire partigiane. E la stampa non fu piccola cagione dei guai dell'Italia negli anni
successivi a quello di che parliamo. Quando gli uomini moderati che avevano preso
la direzione della stampa furono assunti al governo della cosa pubblica, i demagoghi
s' impossessarono dei giornali e ne furono strumento di passione e di disordine . .
Un giorno, veni'anni più tardi. Luigi Napoleone, Imperatore dei Francesi, conver-
sando con Emilio Visconti-Venosta sul destino avvenire d'Europa, gli addimandava
se egli credesse che la libertà della stampa potesse essere istituzione durevole. La
dimanda è strana in un uomo del nostro tempo e che aveva come lui fatto tante
esperienze dal carcere al trono. Risiaurare la censura in un regime di libertà non è
cosa possibile, e bisognerebbe che questa fosse tutta sommersa perchè quella perisse.
La stessa facilità meccanica di raccogliere la parola e di riprodurla a infinite copie,
rende vana ogni congettura di freni. E questo ben vedeva Pellegrino Rossi sin dal
tempo del quale parlo, il quale ragionando meno di una legge sulla stampa, soleva
ripetere essere impossibile, e tranne la querela dell'offesa privata, al restante solo ri-
medio potersi trovare nel costume.
Adunque fui giornalista per sette mesi, ma non passarono guari settimane che
fra noi e gli antichi scrittori, come il Pichat, nacquero dissensi, sicché il Pichat portò
i suoi penati in un altro giornale che intitolò V Italiano. Già nel 1847 cominciavano
a manifestarsi certi screzi d'opinioni. Per noi la condizione attuale delle cose era una
base sulla quale dovevasi costruire un edificio di governi savii e liberali; per altra
via un mezzo a fini diversi politici, e questi erano quelli che gridavano più alto Viva
Pio JX, e rimproveravano a noi di essere tiepidi ammiratori di quel principe che
ora sollevavano sugli altari per rovesciamelo poco appresso.
Il Matto
Non è molto un amico, mostrandomi la sua piccola biblioteca ove sono tanti
appetitosi ricordi d'arte e di storia bolognesi, mi posò sotto gli occhi un piccolo car-
tolare rosso in mezzo al quale campeggiava, a piccole lettere dorate, la misteriosa
leggenda: Opera pia.
Apersi la copertina e trovai con mio grande stupore la collezione del Matto, il bril-
lante e battagliero giornale pubblicatosi quindici anni or sono (1 874) con tanto successo.
Non si tratta che di tredici numeri; ma quale sfolgorio in quelle poche pagine;
che scintillio di ingegno; che gagliardia di polemica fiera e simpatica !
Allora io era poco più che un ragazzo; ma ho viva ancora nella mente l'ansia,
l'aspettazione intensa che precedeva ogni numero.
Perchè quel piccolo foglio di carta stampata rappresentava il grido di indigna-
zione e di protesta di tutta una città contro un uomo solo che, padrone di due gior-
nali, vituperava quotidianamente gli uomini e le cose più sacre alla patria, predicando
la moralità egli che in nessun modo poteva invocarla e neppure ne aveva alcun diritto.
Ma per ben comprendere non solo il favore dal pubblico accordato al Matto,
e il meritato elogio di opera pia datogli molto giustamente dai posteri, sarebbe n
316 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
cessarlo tornare col pensiero a parecchi anni addietro, a quei periodo fatale, in cui
la cittadinanza assisteva quotidianamente allo spettacolo ributtante di un uomo senza
principi, senza fede e senza moralità, il lenone di tutti i partiti politici, e sensale di
tutti gli affari loschi, il diffamatore di tutte le notabilità e di tutte le onestà più pure
e immacolate, il protettore di tutti gli ingegni vili e mediocri che s'imponeva collo
scandalo, che minacciava col libello, che tentava di pervertire la coscienza degli uomini
con tutti i lenocinli della penna.
Quando venne a Bologna, si seppe una cosa: che a Milano, alcuni galantuomini
nauseati del nefando spettacolo, che aveva dato di se, e delle ingiurie sparse a piene
mani dappertutto, gli avevano somministrata una solenne dose di legnate, esponendo
poi nella vetrina di uno dei principali negozi! della Galleria Vittorio Emanuele il ba-
stone del quale si erano serviti con un cartellino che diceva:
— Questo bastone si è spezzato sulla gobba del barone F... M-
Appena arrivato però incorniciò la sua opera di distruzione sulle colonne del
Monitore e del Piccolo Monitore che egli fondava contemporaneamente, e dove alla
sua continua apologia faceva seguire quotidianamente il vituperio disgustoso di tutti
i buoni, e l'esaltazione di tutti i cattivi.
Tale cosa naturalmente piiì che stancare stomacò; e fu essa che diede argomento
ad un pugno di giovani valorosi alla fondazione di un giornale che raccogliesse il
grido di indignazione della nostra città.
E con vero entusiasmo fu salutala l'apparizione del primo numero del Matto al
quale collaborarono con uguale entusiasmo e fortuna : Giosuè Carducci, Lorenzo Stec-
chetti, Raffaele Belluzzi, Emilio Roncaglia, Giovanni Vigna dal Ferro, quanto insomma
rappresentava a Bologna l'ingegno, la coltura, l'onestà.
Fu nel Matto che Lorenzo Stecchetti fece con tanto successo le sue prime armi
di poeta; egli rammenta ancora con orgoglio i g'orni in cui compiuto un sonetto lo
portava trionfalmente a Vigna dal Ferro che ora va ramingando per il mondo facendo
un po' di tutto.
Gli strali del Matto furono dir^^tti unicamente contro Franco Mistrali.
Cito, a semplice cagion d'esempio, questi pochi versi tolti dalla storia di %in
brillante ufficiale di marina :
Dove l'eroe sia nato non ve lo voglio dire
Perchè un comune intero ne potrebbe arrossire ;
Solo vi dirò questo, che al tempo di Radeschi
Per l'amor sviscerato che portava ai tedeschi
E uà poco pel suo nome di cattivo soggetto
Entrò in marina col grado di cadetto.
Alto un metro e quattordici era piuttosto tozzo,
Anzi nano: più nano d'un mozzo... molto mozzo,
Tanto che i camerati, i mozzi e i marinari
Si prendevano il gusto di saltarlo a pie' pari...
Le allusioni certo non velate, riempivano di fiele l'anima del libellista celebre e
il Matto dal canto suo gioiva, confortato dal plauso dell'intera cittadinanza che gridava:
— Avanti ! avanti 1 nell'opera di redenzione !
A ogni numero la tiratura del Matto aumentava, e fu un grido d'entusiasmo
quando si seppe che Franco Mistrali per affari piuttosto loschi era stato carcerato e
su di lui pendeva un processo pel quale sarebbe comparso innanzi alla Corte d'assise.
Tutti credettero che tale risoluzione avrebbe liberata Bologna, dall'uomo temuto
e dai suoi paladini; ma cosi non fu. Un po' colla minaccia di scandali, un po' colle
aderenze dei timidi, egli ottenne di poter seguitare a scrivere, non solo; ma addirittura
di dirigere l'opinione pubblica dalle carceri di S. Lodovico ov'era rinchiuso.
PROVINCIA DI BOLOGNA. 317
Ciò naturalmente esasperò i redattori del Matto, e fu allora, che uno dei pala-
dini di Franco Mistrali chiamando a raccolta tutto il suo coraggio, tentò una sfida ca-
valleresca, e avendola questi rifiutata, nel Piccolo Monitore li chiamò coi nomi di
birboni, canaglia, la lega del male, e con tanti altri epiteti più o meno scurrili.
Fu allora che Merenzio, trovò anche una volta la nota arguta e spigliata con
questi versi:
Noi siamo gentaglia.
Birboni, canaglia.
La lega del male
Che affila il pugnale.
Che a tutti ha venduto
La propria vergogna !
Noi siamo il rifiuto
Di tutta Bologna 1
Noi siamo sicari
Tenetelo impresso;
Gli onesti, miei cari,
Son sotto processo.
Nello stesso tempo comparve nella Gazzetta dell' Emilia il seguente comunicato:
Bologna, 23 marzo 1874.
Il Piccolo Monitore è montalo sul cavallo di battaglia.
Ha cercato il Matto e non l'ha trovato, sapendo bene che un giornaletto largo
un palmo, e che esce a salti, non ha redattori domiciliali alla stamperia.
A quelli che desiderassero conoscere chi scrive il Matto e perchè, diremo:
Noi sottoscritti abbiamo iniziato, aiutalo e pubblicato il Matto e seguiteremo a
pubblicarlo, finché ne avremo voglia, convinti di fare un'opera di doverosa riparazione
sociale, levando la voce contro uno stato di cose che non ha riscontro nella storia
della stampa.
Noi combattiamo i nostri avversari con l'arma del ridicolo, la sola che sia degna
di loro. Comballiamo contro chi pretende parlare a nome di questa onesta e patriot-
tica Bologna senza averne il diritto. Noi, uomini di parliti diversi, combatteremo sempre
uniti e concordi, quando si tratta di onestà, e quando sia in causa l'onore di una
città intiera.
Comballeremo, e non daremo mai nessuna di quelle soddisfazioni, che si danno
fra gentiluomini, a Franco Mistrali, agli stipendiati suoi, ed a chiunque si presentasse
in nome suo.
Ecco le nostre firme;
G. Vigna del Ferro, direttore — 0. Gnerrini — R. Belluzzi — G. Carducci
— Emilio Roncaglia.
L'incarcerazione di Mistrali diede naturalmente occasione a continue staffilate; la
cronaca, s'intitolava: Ciarle... al buio, oppure Ciarle al sole, o Ciarle fra quattro
mwa, e cosi via, ed erano sempre sferzale sanguinanti, alle quali i paladini del gran
libellista rispondevano con ferocia.
Ma ahimè ! una volta il gran furbo, cadde egli stesso in un innocenlissimo tra-
nello perpetrato da Lorenzo Stecchetti.
Era uscito in quei giorni un libro di versi di G. Aurelio Costanzo che aveva
sollevalo grande rumore.
Una mattina nel suo carcere oscuro di S. Lodovico, Franco Mistrali ricevette
una bibliografia di quel volume di grande attualità.
318 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Egli lesse, ammirò, trovò citato un sonetto che gli parve un capolavoro e diede
ordine immediato di pubblicare la bellissima bibliografia.
Infelice, il sonetto, scritto da Lorenzo Stecchetti, era un acrostico, felicissimo
che fece allibire gli stessi lettori del Monitore.
Lo riproduco perchè Io merita davvero :
Bada Mevio che mordi e che avveleni
Il morso suo colla calunnia infame,
Ribaldo Mevio, se il tuo cuor non freni,
Bada, ti schiaccerò sul suo letame !
Onesto sarai tu che al trivio meni
Kuda la musa tua morta di fame ?
Maschera taci ! - de' tuoi versi osceni
■o lacerar potrei l'empio velame !
Sorrida Ciacco alle viltadi avvezzo
Tremi alle tue minacce - io la tua lode
Respingo ed il tuo scherno - io ti disprezzo !
JL te protenda le plaudenti braccia
La plebe vii che dell'infamia gode
lo sol mi levo per spularti in faccia.
E figuratevi il compiacimento del Matto quando potò narrare al pubblico il tiro
birbone riuscito perfettamente.
Per Franco Mistrali fu un colpo anche più funesto della sentenza che dopo pochi
giorni pronunciava la Corte d'assise condannandolo a cinque anni di galera.
Quel giorno il Matto cessava le sue pubblicazioni rimpianto da tutta Bologna.
Le parole di congedo erano brevi :
« Noi combattemmo l'influenza di Mistrali quando egli aveva due giornali a sua
disposizione per difendere sé ed offendere gli altri e quando egli aveva la velleità e
l'indipendenza di voler dirigere dalle carceri di S Lodovico la pubblica opinione del
nostro paese; ora che egli è nella impossibilità di rispondere deponiamo le armi. »
E conch'udendo, si rivolgeva a Franco Mistrali dicendogli :
— ... E che la Corte d'assise le sia leggiera.
La morte del Matto fu festeggiata con un banchetto, nel quale banchetto Lo-
renzo Stecchetti trovò con un brindisi breve la consueta nota originale e satirica :
Ecco un brindisi breve
Null'altro che un sonetto.
Perchè quando si beve
I versi fan dispetto.
Giuda quando riceve
Certi attacchi al sacchetto
Si sa, risponder deve
A colpi di soffietto.
Ma poiché soffia invano
Chiama il proprio nemico
Ateo, porco e pagano.
Giuda che gabbi il fico
Senti s' io son cristiano,
— Bevo a San Lodovico 1 —
PROVINCIA DI BOLOGNA. 319
Molt'acqua è passata sotto i ponti; ma il ricordo di certe battaglie torna sempre
caro al pensiero.
Don Abbondio
11 Preludio
Il movimento o, meglio, quella specie di primavera intellettuale, che crebbe su
la penisola tra il ^ 877 e 79, fiorì, si mostrò e si sfogò principalmente in tre campi,
tre piccole aiuole apparse a un tratto, per superfetazione spontanea, dalla gran palude
della patria letteratura : aiuole, che, per uscire una buona volta dalle compara zioni e
da' tropi, furono poi tre giornali: Il Preludio, bolognese. La Farfalla, di Milano,
1 Nuovi Goliardi, fiorentini.
Questi tre fogli, con qualche intemperanza, con più d'una debolezza in mezzo,
in varia guisa rispecchiando, per diverse forme, le condizioni degli studi e degli animi,
diedero però a vedere molla vigorìa d'ingegno, d'intendimenti, di speranze e una
nuova serietà di lavoro nei giovani italiani ; fecero crescere illusioni e, per poco, tras-
sero buona parte della penisola a guardare, con affettuosa aspettazione, quel geniale
spampanamento di forze, di propositi, di giovinezza.
Disgraziatamente non era una primavera; era una estate di San Martino.
Comunque, mentre dura o incombe ancora sopra di noi, fumido ed accidioso:
l'autunno, seguitato a quel breve prorompere di sole, a quella sana e gagliarda fre-
schezza d' intelletti, a me pare utile e mi torna gradito il raccoglierne alcuni ricordi,
come, per avere qualche conforto di sorrisi per se ed ammaestramenti per gli altri,
i vecchi amano di rammentare i primi amori e le imprese e le follie dei vent'anni.
Anche noi, ora, siamo vecchi.
Comincerò dal Preludio bolognese, per amor del natio luogo e un po' anche
per orgoglio di quel po' che nella vita mi è riuscito di fare o di promettere.
Veramente ebbe da prima un altro nome; il giornale o il campo della gioventù
bolognese s'intitolò, nascendo. Pagine sparse.
Deliberammo di metterlo al mondo, agli ultimi di novembre o ai primi di di-
cembre del 76, un giorno in cui ci raccogliemmo, dodici o quattordici, in una sala
grande, tutta tappezzata di libri e d'opuscoli legali, ch'era lo studio d'un avvocato,
Lodovico Mattioli.
C'erano, fra gli altri, Edoardo Alvisi, affaticato, in quei giorni, a illustrare gli
ultimi documenti del governo di Cesare Borgia, in Romagna, Abdon Altobelli, che,
d'allora, disegnava in mente un romanzo e ne raccontava lo schema, Carlo Malagola,
fresco d'avere stampato una dotta monografia sul Copernico all'Università bolognese,
Federico Marzocchi, che era, per i suoi versi settimanali in un giornaletto allegro, e
per la sua buona e dolce bellezza, l'anìmirazione e il desiderio della gioventù del-
l'uno e dell'altro sesso; c'era Roberto Della Cella, Ugo Brilli, quanti, insomma, nella
antica città di Guido avevano già preso il male, o lo stavano prendendo, di scrivere.
La discussione fu lunga e tempestosa, non sull'argomento di fondare o no il
giornale in cui tutti combinavamo, ma sul titolo da darglisi : si chiacchierò, si gridò,
e poi alla fine, come in Parlamento retto con buoni metodi, si votò per la sospen-
siva. Nominammo, cioè, una commissione la quale avesse l'incarico di ordinare ogni
cosa, cominciando dal nome della nostra opera collettiva; e la commissione, per vo-
lontà dell'Alvisi, anche allora, e forse più d'ora taglialo al dispotismo, impose a quel
nascituro l'ombra di una romanticheria reltorica in fronte : Pagine sparse, Ne sarebbe
320 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
uscito, ai primi di gennaio del nuovo anno, il primo fascicoletto, di 64 pagine in ot-
tavo, con copertina; intanto io ne scrissi l'annuncio, o, come si diceva noi, il pro-
gramma, e s' incominciò la caccia all'abbonato.
Ma, la caccia non riusciva fruttuosa, la commissione direttrice trovava molte
difficoltà nel mettersi d'accordo fra i suoi tre componenti e col tipografo per il for-
mato decisivo, per la carta, pei caratteri e per il prezzo; tanto che il primo fascicolo
non uscì se non alla fine di febbraio.
E fu un fiasco, specialmente per l'aspetto di lunario disgraziato che aveva.
Tuttavia non ne rimanemmo schiacciati; si tirò avanti per altri cinque o sei
mesi a mettere fuori quel libriccino avvoltolato in una copertina grigiastra scura, che
destava orrore, e nel mentre gli abbonati, p'ù o meno spontanei, crebbero, crebbero
fino a trecento.
Allora prendemmo coraggio, e principiammo le pubblicazioni quindicinali, che
divennero poi seitimanali ed ebbero il titolo melodioso di Preludio.
Negli ultimi tempi, nel periodo più glorioso e più vivo, si aveva affittato una
stanza, con ingresso libero, su della via più frequentata, per farne l'ufficio di reda-
zione, ma in realtà non ci andava mai nessuno, perchè era troppo bassa, troppo pic-
cola, troppo buia ; non ci andava che l'amministratore, un giovinolo molto ricco,
platonicamente appassionato di letteratura, il quale vi aveva fatto deposito di franco-
bolli usati, rarissimi e costosi.
L'ufficio reale, costantemente aperto, con assiduità diurna e notturna frequentato,
era il caffè; un caftè ampio, con un gran salone verde in cui ci raccoglievamo tutti,
a discorrere, a discutere, qualche volta a fare un articolo o una dimostrazione.
E di là veniva fuori il Preludio, completo nei suoi vari elementi di poesia, di
letteratura, di critica e sino di geografia.
Ai poeti appartenevano Ugo Bassini, che avea saputo, in quel folgorare di gloria
stecchettiana, trovare una nota sua, flebile, quasi timorosa, piena di tristezza, e che
quando diede fuori il volume dei suoi versi, con organica intuizione, riassunse nel
titolo Morti; Giovanni Pascoli, arrivalo allora all' Università con moltissima erudizione
di classici antichi e una mitezza nel viso e una chioma pel collo di tipo raffaellesco ;
Federico Marzocchi, che nella lirica a intonazione seria riusciva meno bene che in
quell? birichina del giornale settimanale, ma ohe, tuttavia, scrisse alcuni sonetti bel-
lissimi, e, cosa strana, d'una malinconia lacrimosa.
La letteratura pura era fatta principa'mente dall'Altobelli, che in quei due anni
scrisse, con una sorta di furia, una cinquantina di novelle e di bozzetti, dei quali io
vorrei che buona parte fosse ristampala, da un editore di moda, perchè si vedesse
come si facesse allora, da giovani, dei racconti non volgarmente brutali, con ossequio
scrupoloso della grammatica e una finezza, un gusto, un'aristocrazia signorile di im-
magini, di colore, d'invenzione. L'Aliobelli, allora, ripeteva bene nella novella le qua-
lità solide di disegno e di eleganza che il Busi recava nella pittura di genere: faceva
quadretti per salotto, pitture di mirabile dolcezza.
La geografia vi era spiegata da Pellegrino Maiteucci, che stampò nel Preludio
la bella monografia sugli Àkka, e da Giuseppe Barbanti, che vi mise i primi capitoli
del suo libro, utile e piacevole, sulla Serbia. Ma la parte maggiore, tirannicamente
invadente, del giornale, era serbata alla critica, una vera e costante batlagHa, tumul-
tuosa nella forma, anche un po' negli intenti, contro le glorie e le fame dominanti.
Assalimmo tutti, milanesi, piemontesi, siciliani, quanti ci vennero incontro.
11 Brilli fece la polemica», in bella prosa carducciana, per le odi barbare; il Della
Cella assalì il Rapisardi che aveva stampato il Lucife>'o ; io me la presi un po' con
tutti, incominciando dal De Amicis, per terminare, dopo aver passato sopra Paolo
Ferrari, il Marenco, il Fortis, il Farina, a Paolino Valera.
PROVINCIA DI BOLOGNA. 321
Avevamo un feroce desiderio di novità vera, e i più avevano anche un viatico
forte e onorevole di studi, di ricerche, di coltura : quella letteratura borghese venuta
su dopo la rivoluzione ci metteva rabbia, e avremmo voluto distruggerla in un giorno
solo, applicandole il rigore d'una buona legge stataria. La principale delle nostre ac-
cuse era quella dell' ignoranza : il grido di guerra, con cui marciavamo sulle opere,
e magari sul corpo dell'avversario, era: Asino!
E in fondo, fra quelle intemperanze, tra gli sbollimenti di quegli impeti giova-
nili, c'era uno schietto e alto sentimento della dignità letteraria, un amore vero del-
l'arte e del sapere, una onestà d'intendimenti e di metodo, che non avevano quei
poeti, quei novellieri, quei drammaturghi o quei critici della letteratura borghese d'al-
lora, che si gloriava di metter fuori, in un tempo solo, il Mio figlio del Farina, il
Trionfo d'amore del Giacosa, le Due dame del Ferrari e le Conversazioni del Fortis,
dando a intendere d'aver provveduto di romanzi, di drammi medioevali, di commedie
sociali e di precetti di buon gusto l'Italia.
Di questi elementi indigeni si componeva il nocciuolo del Preludio, ma aveva
ancora molti e onorevoli cooperatori dal di fuori, in quasi ogni città d'Italia.
V'era Papiliunoulus, nella maggiore e un po' selvaggia espansione della sua
vena; v'era il Ragusa- Moleti, v'era l'Onufrio e Remigio Zena, derivanti tutti dal
gruppo milanese della Farfalla e logicamente più uniti ad esso. Corrado Corredino
gli diede alcune fra le sue migliori e più spontanee liriche. Benedetto Giussani alcuni
bozzetti festevoli, Domenico Milelli le sue prime odi barbare.
Poi, di quando in quando, quelle povere pagine, colore di paglia smorta, s'al-
largavano nel chiarore d'un gran colpo di sole, il sole della gloria.
Il Carducci donò al Preludio gli articoli sul De Amicis, sul Giacosa, sullo Heine,
e la risposta a Gigi Alberti; il Guerrini vi stampò la sua Annunciazione; il Pan-
zacchi la Serenata romana e non pochi dei sonetti di che si formò poi il volume
intitolato Vecchio ideale; il Chiarini due capitoli deWAtta Troll e uno della Germania.
11 modesto giornale bolognese andava acquistando una gran fama e una discreta
diffusione: si parlava di lui, se ne riproducevano gli articoli migliori, si discutevano
i giudizi più recisi e meno aspettati. Ci fu un momento in cui si parve celebri anche
noi, ed a Milano, io ed un amico che al Preludio aveva riempita qualche colonna,
trovammo, orgogliosamente meravigliali, annunciato il nostro arrivo in un giornale
sparso a moltissime copie, sotto la rubrica: ospiti illustri.
Poi, a un tratto, sembrò che una disgrazia, un castigo fatale fosse caduto tra
di noi: la compagine si sciolse; si sfasciò dalla violenza della necessità o della morte,
e non ci vedemmo più che a tratti lontani, mutati e stanchi od afflitti.
11 Preludio non resse, e con lui parve precipitare e spegnersi anche tutta quella
giovinezza che aveva mostrato ardita nel mondo il suo lavoro e i suoi ideali.
Ugo Bassini, d'allora, non scrisse più che circolari e ordinamenti interni per la
Università di cui è segretario; Federico INlarzocchi contristò la sua vena e la sua bel-
lezza facendo coiiti e studi sulla produzione agraria dell'Italia, per ordine del Governo;
Giovanni Pascoli e Ugo Brilli hanno finito in un Liceo governativo a insegnare il
greco, e Della Cella, povero e amorevole amico, è andato a morire in Sicilia, a 24
anni, dove lo avevano mandato anche lui a insegnare letteratura italiana.
La brina ò veramente caduta su quel radioso estate di S. Martino, ed io, ricor-
dando quelle pagine scritte con tanta vigoria e tanta fede di gioventù, sento come
un brivido di tristezza : mi sembra di camminare sopra foglie morte.
Ma sugli alberi, che erano forti, qualche buon seme e umore di novella vita è
rimasto.
L. Lodi.
N. Bernardini — Guida della Siampa ptnodica italiana — 2i.
322 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Carducci giornalista
Nel 1858 il Carducci fondò a Firenze un giornale letterario intitolato // Poliziano che visse poco però
e nel quale l'illustre poeta pubblicò i suoi primi saggi critici.
Il Carducci una volta scriveva più spesso nei giornali, non a lunghi intervalli, quasi con assiduità. Il
grande erudito ha una qualità fondamentale del vero temperamento giornalistico : durante una profonda com-
mozione, egli sente il bisogno di rivolgersi al pubblico, di comunicargli i suoi sentimenti, di fargli provare una
parte del suo dolore o del suo entusiasmo. E, infatti, il Carducci, se non avesse dovuto essere tante altre cose
ben maggiori e più degne, sarebbe stato un potentissimo giornalista. A parte il vigore della polemica, di cui
restano monumenti giganteschi nelle Conjessioni e Battaglie, egli ha veramente la misura, la forma, la conci-
tazione lirica opportuna all'articolo di giornale nel suo miglior significato, quando doveva essere un'alta per-
suasione e non una raccolta di frasucce spiritose. Si ricordano quelli ch'egli scrisse il giorno della morte di
Napoleone III e per la condanna di Alberto Mario : quei due articoli sono esempi solenni di prosa giornalistica.
E ci fu un'epoca non breve, tra il '68 e 1' 82 in cui egli scrisse fi-equentemente pei giornali democratici che
successivamente si pubblicarono a Bologna : l'Amico del Popolo, la F^oce del Popolo, il Don Chisciotte, e non
solo di letteratura, ma anche, qualche volta, di politica. E scriveva con impeto, brevemente, con una facilità
che alcuni affettano di credere propria a' mestieranti soltanto, sopra le cartelle ch'egli va raccogliendo con una
specie d'industre cura. Perchè nel rovescio delle circolari, nel foglio bianco delle lettere che riceve egli mette
la prosa corrente che noa vuol serbare, che non destina a futuri volumi. In quelle cartelle, egli faceva gli ar-
ticoli che dava ai giornali, i quali non si son mai sognati di avere da dargli perciò un centesimo solo. Anzi
gli chiedevano uno o parecchi abbonamenti, ch'egli puntualmente pagava. Così, si può dire, che quegli che sa-
rebbe stato, se avesse voluto, il più fone de' giornalisti italiani, dalla stampa periodica non ha mai raccolto
altro frutto che di doverci rimettere di tasca.
SOLILOQUIO
Ma se un giornale nuovo non uscisse con l'intenzione di com-
battere in un modo o in un altro gli altri giornali e con lo stomaco,
all'occasione, di mangiarseli e assorbire i loro associati e lettori, o che
ci verrebbe a fare nel mondo? La lotta per l'esistenza è formola nuova
d'un fatto vecchio da quanto la vita e più : l'antropofagia è la ragion
suprema della questione sociale: gustare a spizzichi la carne e sorbillare
a goccie il sangue del prcssimo chiamasi civiltà; e questa dieta si fa
per piacere, come chi mangia poco alla volta ma spesso e bene.
Lasciando da parte l'antropofagia, nel caso poi d'un giornale, mas-
sime letterario, in Italia, combattere e, potendo, abbattere i così detti
confratelli, è una necessità: morale, come ogni necessità vera.
I direttori o compilatori di fogli letterari italiani mi paiono come
tenenti case di coltura: hanno in custodia e in mostra le Muse, non
per guadagnarne, s' intende, o per fecondarle essi, si per farle fecondare
e produrre a guadagno della nazione e ad incremento dell'arte nazionale.
Ma per questa benedetta fecondazione, siccome i fecondatori, o creduti
o credentisi tali, non sono in Italia molti, i su lodati tenitori debbono
rifare sempre il giro dei soliti, pregandoli, sollecitandoli, magari sfor-
zandoli con gli ordini d'un ministero, a venire a far la novena della
funzione generativa tutti e ciascuno in ciascheduna delle case alla volta.
Quando quei tali fecondatori non si trovano o non ne posson più,
bisognando a quelle coniglie di Muse italiane essere a ogni modo fecon-
date ogni settimana od ogni quindicina, bisogna pur ammettere tutti
quelli che si presentano. Cosi avviene che le Muse italiane siano sem-
pre fecondate e non partoriscano mai; e, mentre i fecondatori di prima
bussola s'illanguidiscono e pigliano in fastidio quella funzione, la cana-
glia dei fecondatori invece ci piglia gusto, e tira sassi ai lampioni e alle
PROVINCIA DI BOLOGNA. 323
finestre delle case di coltura, e schiamazza. — Noi siamo giovani e
forti. — Noi siamo vecchi rubizzi. — Vedete! — Vogliamo le Muse! —
Dateci delle Muse ! —
Quello che sia da fare delle Muse, lo vedremo un'altra volta; per
intanto riuscire a far chiudere qualcuna di quelle case, sarebbe sempre
un'opera buona: da troppo dura lo scandalo.
Veramente il vero e sano popolo d'Italia non s'interessa né si turba
di molto per si fatte scioperataggini viziose. Ma e' è la turba italiana, il
volgo vile degli antichi vecchi e dei nuovi giovani, degli scimuniti eterni,
che han bisogno di soffregarsi gli uni agli altri per grattare il prudore
della rogna arcadica. Campato per forza d'inerzia e d'inezia dall'agita-
zione laboriosa della ricostituzione nazionale, eccolo qui questo volgo
italiano, sempre arcade, sempre dilettante, sempre cameriere, quale tre
secoli di servitù e i prelati e gli abati e i frati e la falsa famiglia e la
falsa scuola e i falsi ideali lo fazionarono. Ahimè, in venticinque anni
l'Italia non ebbe anche un alito di vita nuova da soiEar via cotesto
volgo: correggerlo, non mette conto.
Correggerlo s'era proposto nei primi anni suoi il Fanfuìla della
Domenica, la cui apparizione svegliò tanti fremiti di speranza e tanti so-
spiri di contentezza. Io, a dir vero, non mi commossi più che tanto, e
mi condussi di mala gamba a dargli dei miei scritti; perchè conoscendo
l'umore degl'italiani e l'andazzo, temei non la letteratura facile, sin al-
lora pozzanghera, dilagasse. E non mi apposi male. Ben presto, tutti i
santi giorni del signore, tutta l'Italia, dall'Alpi all'Adriatico, fu adug-
giata di fogli settimanali, che ci coprivano il sole perchè sbadigliassimo
all'ombra.
Nei primi anni il Fanfuìla domenicale era le assai volte fatto bene,
e qualche volta diceva anche verità sante. Ora, quando in Italia qual-
cuno fa una cosa bene, c'è sempre qualchedun altro che crede quella
cosa sia stata fatta bene a danno e dispetto suo : dissi, in Italia : potevo
dire, forse, in tutti i paesi. Quello che avviene solo in Italia è: che,
quando si dice certe verità amare agl'italiani, ciascuna regione crede
quelle verità siano state dette contro sola sé, con ispirito di parzialità
municipale. Cosi ebbero origine e vita più o meno organica prima i
fogli domenicali degli altri diarii politici contro il Fanfuìla, poi i fogli
domenicali delle regioni contro il toscanesimo accentrato a Roma nel
Fanfuìla. Questi ultimi almeno divertivano.
E poi vennero i bimbi d'Italia, che, è risaputo, son tutti Balilla.
E pensarono. — Che ci vuole a farsi leggere volentieri come il Fanfuìla?
Prima di tutto un foglio solo e piccolo — E pensarono ancora. — Il
Fanfuìla ha una novella per numero: noi metteremo due novelle e un
bozzetto. Il Fanfuìla ha di quando in quando una poesia: noi mette-
remo cinque poeti in ogni numero. Il Fanfuìla fa la critica letteraria
secondo la grammatica e la prosodia antica: noi la faremo con una
grammatica e prosodia nuova a uso nostro. Il Fanfuììa pretende a certa
erudizione elegante: noi faremo delle filastrocche su Massacucco. Il Fan-
fuìla è, dicono, realista: noi porcheggeremo. — Cosi queste care spe-
ranze della patria ci sfilaron davanti con un certo impostamento che
324 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
diceva — Guardate come siam imbecilli di gusto ! Vedete come siamo
birboni di cuore ! Mirate come siam ben disposti a essere vigliacchi ! —
Non che dicessero queste proprie e formate parole: non per nulla noi
italiani abbiamo nell'ossa tanti secoli di educazione pretesca: la ipocrisia
è insieme un omaggio alla virtù e un adornamento insigne della natura
istrionica nostra. Com'erano buffi quando ci affrontavano con aria tra
di preghiera e di rimprovero — Ma se i nostri maestri ci lasciano così
soli e deserti, che dovremo o che potremo fare? — Io pensavo un mio
disegno di legge per la istruzione classica: articolo 30) quel professore
di letteratura un cui alunno dia a stampare versi o prose prima del pieno
decorrimento di almeno tre anni dall'esame di licenza e di baccellierato,
sia destituito. — Articolo 31) quel professore un cui alunno dia a stam-
pare versi o prose essendo ancora inscritto alla scuola, sia passato per
le verghe.
1 fogli letterari degli adolescenti sono, grazie agli dei, morti i più,
moribondi il resto. Ma vivono, con grande affligimento d'ostinazione
per noi e per loro, i giornali della gente matura. Povera gente matura !
quanta pietà a vedere gli sforzi che fanno per illuminare e divertire
originalmente il prossimo! O classiche brenne, o romantiche rozze, o
filosofici ronzini attaccati al tramway della letteratura periodica che ha
da trasportare il popolo per bene alle varie stazioni dell'arte e della
coltura, come tristamente scotete i poveri capi meditabondi, come stra-
scicate sbuffando i benemeriti fianchi! E c'è pur tra voi qualche bestia
di razza, che a certi rumori drizza ancora le generose orecchie e manda
nitriti malinconici ai venti.
Ecco là l'onorevole Bonghi, tutto trafelato dell'avere per tutti i mesi
dello scorso anno trascinato a spasso col suo trottetto duro le madonne
Orette del Fanfnlla per le feste romane, e già faticoso in vista dell'averle
a condurre questo nuovo anno due volte al mese (capite?) per tutti i
luoghi della campagna romana dove qualche cosa successe. Gè ne sarà
per tutta la vita, se ci basta. E Fon. Bonghi si è un bel giorno tra una
trottata e l'altra impuntato, e scotendo la scarsa criniera bianca ha Ti-
gnato e parlato — oh platonico ronzino memore dei cavalli d'Achille! —
annunziando l'ultimo e prossimo fato alla letteratura italiana. Già : l'ono-
revole Bonghi fece in uno dei numeri del Fanfulla il suo esame di con-
scienza, dicendo, più che a sé, verità verissime, anche se crudissime,
agli scrittori e ai lettori italiani, massime di giornali. — Siamo allo sfa-
celo — conclude. E anch'egli s'è condotto a scrivere periodi come que-
sto: « La mia mente corre rapida lungo tutto il corso della letteratura
« nostra, dai primi poeti, che, anche innanzi che Dante s'alzasse a così
« gran volo, tentarono le incerte ali su per i campi ancor non disso-
« dati di essa, insino agH ultimi che la tomba ha rinchiuso da poco. > —
Ah ah ah, profetica anima mia! Siamo proprio allo sfacelo. La lettera-
tura itahana è alla fine divenuta popolare in Italia. E le ombre del Ma-
chiavelli e del Foscolo son vendicate.
Del resto l'onorevole Bonghi ha pienamente ragione. La nostra let-
teratura è come la nostra politica : rassomigliano tutt'e due que' cagnetti
piccini che vedendo un cagnone alzar la cianca di dietro a una canto-
PROVINCIA DI BOLOGNA. 325
nata vogliono fare lo stesso, e il cagnone si volta e con un rigno e una
stretta di denti li scaraventa in mezzo la strada a guair nella polvere.
L' ingegno italiano non ha reni, e ha le tentazioni inutili e poco pulite
dell'impotenza. La fantasia italiana è un utero ammalato.
Ma che importa?
Che importa se il romanzo e il teatro sono per noi due baie peg-
gio che quella di Assab? Non per ciò invidierà Bacco le viti ai colli
almeno del mezzogiorno. Che importa se la poesia tira il gambetto?
Non per ciò Pallade fiorirà meno di olivi i miti inverni su i colli che
riguardano il divino tirreno. Che importa se il genio musicale mentisce
il suo esaurimento con sforzi stentati di originalità laboriosamente con-
traffatta? Tanti strimpellatori e canterini di meno, tanti lavoratori di
più. Già, di musica italiana moderna a me non piace che quella delle
trombe dei bersaglieri. La nostra pittura è gaglioffa? Meglio così. Fi-
liamo e tessiamo le nostre canape e le nostre sete, e scaviamo un po' più
umanamente gli zolfi in Romagna e in Sicilia. Le nostre statue son
brutte ? Così devono essere, e non possono non esser così. I nostri ne-
poti metteranno in pezzi quelle di marmo, e ne faranno calce per fab-
bricare case buone per tutti; metteranno in pezzi quelle di bronzo, e
ne faranno soldi e cazzeruole, e coi soldi compreranno del vitello e dei
polli, e li cuoceranno nelle cazzeruole, imprecando alla rea memoria
dei loro padri, che per alzare quei brutti monumenti facevano o lascia-
vano morire d'appetito e di pellagra i loro fratelli.
Ahimè, or sono appena dieci anni e io scrivevo che l'Itaha per
mezzo secolo potea fare a meno di letteratura e d'arte, che l'Italia
per mezzo secolo era megho lavorasse al suo inventario e si educasse
con interiore preparazione e trasformazione a un nuovo officio nel mondo.
Credo ancora la prima cosa, non credo più la seconda. Questa gente
bizantina non si prepara ne si preparerà mai a nulla, si trasformerà
sempre in peggio. Sparirà, senza lume né di canto né di pensiero, senza
eroismo né di lotta ne di sacrifizio, sparirà frantumata sotto la valanga
della vendetta plebea. Un po' di sapienza e d'amore ci potrebbe ancora
salvare dalla rivoluzione sociale. Ce ne scamperà forse la espansione della
giovine Slavia e l'intervento degli Americani.
Giosuè Carducci.
I Giornali a caratteri luminosi
Dopo l'invenzione degli orologi luminosi, quale meraviglia se un giorno o l'altro dovessimo avere an"
clie i giornali a caratteri luminosi? Fino ad oggi per quanto io mi sappia nessun giornale che si stampa sulla
faccia della terra è dotato di una tale virtù.
Però nel 1881 ci fu un tentativo. L'annunzio fece un chiasso indiavolato nella stampa.
Si annunziò infatti che il 3 febbraio 18S1 sarebbe uscito a Torino un giornale quotidiano, il Merlin Co-
cajo, il quale mercè una nuova e curiosa invenzione sarebbe stato stampato in modo che le lettere di esso,
diventando luminose di notte, si poteva leggere il giornale da capo a fondo senza l'aiuto del lume. Il giorno
stabilito infatti il giornale diretto da Neo Ginesio (Carlo Mascaretti) usci, ma stampato regolarmente in caratteri
comuni ; però aggiungeva nel programma-: n I maligni immagineranno che gli annunzi tatti dell'applicazione
delle materie radianti alla stampa, non sia stata che una spiritosa invenzione dovuta alla Musa Reclame, la
più fervida dei nostri tempi.... La scoperta esiste realmente e segnerà senza alcun dubbio una delle più grandi
conquiste del progresso. Nei saggi che ci furono mostrati, le lettere impresse sulla carta col nuovo sistema
diventano luminose nell'oscurità, cosicché si leggono benissimo e senza alcuno stento. Per l'avvenire sui lavori del
pensiero non scenderà più la notte ; si stamperannojibri e giornali che si potranno leggere in letto, passeggiando,
viaggiando, senza alcun bisogno di lume. 1 viaggiatori non malediranno più ai barlumi vagonali, gl'insonni
potranno trascorrere tranquillamente le ore notturne con la massima economia, ed i romantici, appollajati nelle
notti estive sugli alberi, somiglieranno a tanti luccioloni d'un fantastico mondo.... >>
La trovata, per una reclame, è senza dubbio ingegnosa.
G. GREINER & C.
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i molti e splendidi risultati ottenuti dalle suddette specialità nelle molteplici
malattie dello stomaco, qualche speculatore ha voluto farne imitazione, ma che
però sia ddl lato organolettico, sia per le proprietà mediche, da non confon-
dersi con quelle che per squisitezza di gusto e per costanza di preparazione
si fabbricano nella Farmacia Zarri - Bologna. — Ognuna di queste due spe-
cialità è accompagnata da relativa istruzione. A scanso di inconvenienti, do-
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PROVINCIA DI BRESCIA
Inumerò dei Comuni: 280 — "Popolazione: 471,568 — Superficie: K. q. 4,779 — 'Deputali della provincia:
I. Zanardelli, Gerardi, Bonardi, Baratieri, Comini. 2. Gorio, Papa, Pavoni, Barbieri.
Bollettino degli atti ufBciali in mate-
ria ecclesiastica. Fondato nel 1885, si pub-
blica ogni 15 giorni in 8 pagine e contiene
le leggi, decreti e regolamenti ecclesiastici.
Abbonamento: anno L. 4. Non si vende
a numeri separati.
B^-escia.
Bollettino generale degli atti ufficiali
del regno. Fondato il 24 dicembre 1887,
contiene leggi, decreti, regolamenti, istru-
zioni, circolari, note, dispacci, massime,
pareri, ecc. Si pubblica ogni sabato mat-
tina in 8 pagine in-4.° - Abbonamento:
anno L. 4. Un numero 5 centesimi. Sta-
bilimento tipografico Savoldi. Contrada
Fontana Coperta.
Brescia.
Il Cittadino di Brescia. Giornale poli-
tico, cattolico, fondato il i.° aprile 1878,
in continuazione d'altri giornali del mede-
simo spirito e collo stesso titolo che eb-
bero a succedersi dal 1860 al 1878. Si pub-
blica tutti i giorni, meno i festivi, in 4
pagine a 5 colonne. Ha subito un seque-
stro e un processo per offese alla persona
reale. Costituito da una società per azioni,
queste cessarono col i." gennaio 1888. Ha
tipografia propria con sei macchine e con
motore Otto. Ufficio speciale nel centro
della città per le inserzioni. Concorse col
suo appoggio morale alla fondazione di
alcune opere di pubblica utilità. L'attuale
direttore è il dottor Giorgio Mantini. È am-
ministrato da un consigHo d'amministrazio-
ne, presidente del quale è il cav. avv. Giu-
seppe Tovini. Abbonamento : anno L. 20,
semestre 10, trimestre 5. Estero: spese po-
stali in più. Un numero 5 centesimi. Inser-
zioni: 20 centesimi la linea. Corso Ma-
genta (i).
Brescia.
(1) Kell'ottobre del i8Si il Corriere del mattino di
Napoli stampava :
« Reclame all'americana!.... — L'altro di abbiamo
annunziato che un foglio americano dichiarava avere
stipulato con ricche ereditiere contratti, coi quali si
obbligano a non sposare che abbonati di un anno a
quel giornale. Pareva il non plus ultra àeWa. reclame!
11 Cittadino, giornale clericale di Brescia, va forse
più in là, perché annunzia a lettere di scatola, che
nell'udienza pontificia del 17, il Santo Padre dava
una particolare benedizione agli associati del Cittadino.
Farfarello. Giornale politico, ammini-
strativo, umoristico, fondato nel 1879. Si
pubblica ogni settimana in 8 pagine. Un
numero 5 centesimi. Non fa abbonamenti.
Brescia.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per la pubblicazione degli
atti amministrativi della provincia, fondato
nel 1865. Si pubblica 2 volte al mese
in un numero indeterminato di pagine.
Abbonamento : anno L. 8. Non si vende
a numeri separati.
Brescia.
La Madre cattolica. Periodico mensile,
fondato il i." maggio 1888. Esce in fa-
scicoli di 16 pagine in-8.° - Direttrice:
Marietta Bianchini. Abbonamento: L. 2
anno. Via Tre Spade, vicolo irregolare, 178.
Brescia.
La Provincia di Brescia. Giornale di po-
litica ed economia, fondato nel novembre
del 1870. Si pubblica tutti i giorni in 4
pagine a 5 colonne. É organo dell'on. Za-
nardelli. Tira 3400 copie. Fu diretto dal
dott. Paolo Aureggi dal 1870 al 1880; po-
scia dal dott.Vitaliano Gennaro sino al 1888,
e ora nuovamente dall' Aureggi. La costanza
e la veemenza con cui per lunghi anni la
Provincia ha combattuto il partito mode-
rato bresciano le hanno creato d'attorno
un caldo ambiente di entusiastiche ammi-
razioni e di rivalità implacabili. Abbona-
mento : anno L. 20, semestre io, trime-
stre 5 ; un numero 5 centesimi. Piazza
Duomo, 1298.
Brescia,
La Sentinella Bresciana. Giornale po-
litico, amministrativo, fondato nel 1859.
Si pubblica ogni giorno in 4 pagine a 4
colonne. È giornale ben redatto e ricco
di notizie e cronaca. É organo del partito
« Non sappiamo se fruiscano del beneficio i soli ab-
bonati annuali, come nel giornale americano, o anche
i semestrali, ma ci pare che il genere di reclame, inau-
gurato dal Cittadino di Brescia meriti di essere rac-
comandato alle amministrazioni dei giornali clericali.
« Se si va di questo passo, vedremo annunziato
come premio agli associati di un anno un' indulgenza
plenaria o una dispensa dal mangiar di magro. Noi
abbiamo l' ingenuità di credere che questo genere di
reclame non sia gradito in Vaticano!.... »
328
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
moderato bresciano. Tira circa looo co-
pie. Direttore : Angelo Gallottini. Inser-
zioni : 4.' pagina 25 centesimi la linea,
3.' pagina 75, prima della firma del ge-
rente L. 1,25. Abbonamento: anno L. 24,
semestre 12, trimestre 6 - Estero: anno
L. 40, semestre 20, trimestre io. Un nu-
mero 5 centesimi. Portici del Granajuo-
lo, 1217.
Brescia.
Lo Strone. Giornale popolare, politico,
amministrativo, industriale della bassa bre-
sciana, fondato il 15 maggio 1889. Si
pubblica il giovedì in 4 pagine, formato
0,28 y. 0,18. Abbonamento: anno L. 3. Un
numero 5 centesimi. Piazza Vittorio Em-
manuele, io.
Veroìanuova.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Creato nel 1876 per la pub-
blicazione ufficiale degli annunzi legali.
Si pubblica 2 volte la settimana. Abbona-
mento: anno L. 20. Per gli abbonamenti
rivolgersi alla Tipografia Giudiziaria R. Co-
dignola.
Brescia.
La Vedetta Lombarda. Giornale didat-
tico, nato nel 1882. Esce 2 volte al mese
in fascicoli di 16 pagine. Abbonamento:
anno L. 5. Non si vende a numeri sepa-
rati.
Brescia.
La Vita. Giornale popolare , fondato
nel 1882 dalla Società Bresciana d'igiene.
Esce 2 volte al mese in fascicoli di 8 o
12 pagine in-4.° a 2 colonne. Contiene gli
atti della società, articoli originali, notizie,
resoconti di congressi d' igiene, ecc.
La Vita può essere lasciata con tutta
libertà nelle mani di chicchessia, e perciò
si raccomanda alle famiglie.
Dedicata principalmente ai bisogni igie-
nici della città e della provincia di Brescia,
la Fita si vale della collaborazione di molti
sanitari e di altri scrittori della provincia
bresciana, e si onora eziandio della colla-
borazione di illustri professori docenti in
Università d'Italia. Ha per motto: Salus
publica suprema lex esio.
Abbonamento: anno L. 3 - Estero 4.
Via Cavalletto, 1474.
Brescia.
Giornali cessati:
All'Armi, amministrativo, n. 1881 a Brescia; ebbe breve esistenza.
L'Amico del Popolo, democratico, settimanale, n. 22 ottobre 1888 a Brescia; redat-
tore : Giovanni Franzoni.
L'Avamposto, repubblicano, bisettimanale, n. 1879 a Brescia; diretto da Gabriele
Rosa.
La Bassa Bresciana, politico amministrativo, n. 1882 a Veroìanuova, settimanale.
Il Bombardone, satirico, settimanale, n. 1881 a Brescia; direttore Chiappa; ebbe
breve esistenza.
Bre^ia Agricola, n. 1884, settimanale.
Il Camuno, amministrativo settimanale, n. 1881 a Breno.
Il Commercio, n. 1885 ^ Brescia; diretto da Giovanni Senni.
Il Corriere agricolo, n. 1867 a Locato, bimensile, diretto da A. L. Consolini.
Il Corriere Bresciano, politico quotidiano, n. 1870. Ebbe breve esistenza.
La Donna del latte, umoristico, settimanale, n. 1880 a Brescia; direttore: Chiappa;
tip. Codignola: 4 mesi di vita.
L'Elettore, amministrativo, settim.anale, n. 1880 a Brescia; direttore: Chiappa.
Farfarello Primo, umoristico, settimanale, n. 1879 a Brescia.
La Fiamma, repubblicano, settimanale, n. 1579 a Brescia, tip. Codignola, 5 mesi
di vita.
Il Fischio, politico, n. 5 gennaio 1887 a Brescia.
Il Frustino, hbello clericale antipatriottico, settimanale, n. 1879 a Brescia.
Il Frustone, settimanale, anticlericale, n. 1879 a Brescia, tip. Rivetti e Scalvini; durò
2 anni.
Il Galletto, umoristico, settimanale, n. 1881 a Brescia, tip. Codignola; visse 4 mesi.
Gioani delle Strisce, satirico, settimanale, n. 1881 a Brescia, direttore Ferrano;
tip. Commerciale.
Giovanni Polli, periodico di farmacia, medicina, chimica e igiene, n. a Veroìanuova;
settimanale.
Il Grillo, umoristico, settimanale, n. 1879 a Brescia. Ebbe breve esistenza.
V Impariiale, umoristico, settimanale, n. 1880; tip. Rivetti e Scalvini; ebbe breve
esistenza.
PRO^STNCIA DI BRESCU. 329
— La Luna, settimanale, umoristico, illustrato, n. 9 aprile 1885 a Brescia.
— I Macc de le ure ione e hatesta, umoristico, settimanale, n. 13 gennaio 1889 a Brescia.
— Il Misto con panerà, umoristico, settimanale, n. 1879 ^ Brescia; direttore Chiappa;
tip. Codignola; ebbe breve esistenza.
— El Mostosù delle Cossere, politico, amministrativo, settimanale, n. 1880 a Brescia;
visse 2 anni. Tip. Commerciale.
— La Nuova Brescia, bisettimanale, politico, popolare, n. 1880.
— La Nuova Chiari, politico, settimanale, n. 1882 a Chiari, tip, Buffoli.
— L'Ordine, politico, repubblicano, settimanale, n. 1882 a Brescia; visse 2 anni; ti-
pog. Rivetti e Scalvini.
— Il Proletario, democratico, settimanale, n. l'ii gennaio 1885 a Brescia.
— La Pubblicità Economica, giornale d'annunzi, n. 1885 a Brescia, settimanale.
— II Risveglio, politico, amministrativo, settimanale, n. 8 settembre 1888 a Brescia;
direttore: Arturo Savoldi.
— Il Sorriso, giornale illustrato settimanale, n. 1879 a Brescia; tip. Novelli; ebbe breve
esistenza.
— Lo Sperimentale, economico, sociale, n. 1886 a Brescia, direttore: Giovanni Rossi.
— Lo Spiffero, satirico, settimanale, n. 1879 a Brescia; tip. Novelli; visse 2 anni.
— La Squilla, rivista scientifica letteraria, bimensile, n. 1879 a Brescia; direttore Giu-
seppe Benetti. Ebbe breve esistenza.
— Il Tantolo, scientifico, settimanale, n. 1880 a Brescia; direttore: Avv. Lanzoni; ti-
pografia Rivetti e Scalvini; visse 6 mesi.
— Tito Speri, politico, settimanale, n. 1881 a Brescia. Visse 5 mesi. Tip. Commerciale.
— Il Trombone, satirico, settimanale, n. 1881 a Brescia; direttore: Chiappa; tip. Co-
dignola; ebbe breve esistenza.
— La Voce del Caffaro, amministrativo, n. 1885 a Bagolino.
X
Nel novembre del 1887 morì a Chiari (Brescia) Giovanni Mussi. Cominciò la sua
carriera come collaboratore del Sole a Milano; poi assunse la direzione del Diritto a
Firenze, surrogandovi l'ingegnere Maraini. Il giornalismo lo condusse alla Camera;
poi fu prefetto.
GIORNALI E GIORNALISTI BRESCIANI
A Brescia ci sono tre giornali, che fanno per trenta, tanto sono
animati da reciproca, fraterna antipatia.
La Sentir.ella è il più vecchio di tutti, ed è anzi fra i più vecchi
campioni del giornalismo italiano. Nacque col 1859; nacque piena di
vigore, di vita, di simpatia per V Italia irredenta d'allora, la quale era
un pochino più vasta ed importante di quella d'adesso. Primo diret-
tore ne fu il signor avvocato Bottarelli, del quale, in morte, Yorick tessè
un mesto e memorabile elogio. Mori il Bottarelli di lungo e lento ma-
lore, dopo essere sfuggito (secondo narra la leggenda) alla morte per
colpo d'arma da fuoco in grazia d'un accidente non tanto comune : in-
fatti in un duello alla pistola, per quistioni inerenti al giornale, al Bot-
tarelli sarebbe stato — sempre secondo la leggenda — dall'avversario spez-
zata in mano l'arma.
Poi la direzione della Sentinella passò in mano dell'avvocato Angelo
Gallottini, il quale è tutto ciò che di più bresciano si possa dare pel
carattere, la vivacità dell' ingegno, la bontà del cuore, l'attività, il corag-
330 aUIDA DELLA. STAMPA PERIODICA ITALIANA.
gio, il patriottismo. É un ammalato che sta sempre bene. Infatti, men-
tre la sua complessione fisica è realmente delicatissima ed esposta a fa-
cili malanni, egli è cosi pieno di vigoria nella volontà, che lavora ed
ha lavorato sempre come pochi lavorano: ha fatto quattro campagne di
guerra, ed è stato ferito a Monte Snello; ha studiato per divenire ra-
gioniere, avvocato, professore, e divenne ragioniere, avvocato, profes-
sore; ha studiato per riuscire un giornalista colto e competente nelle
materie economiche, ed il suo giornale è infatti dei più stimabili di pro-
vincia; gli articoli in materia economica, firmati A. G., sono letti da
tutti con piacere e con vivo interesse. Gli rimproverano d'essere troppo
« moderato « ; ma egli non lo è, o lo è solo in quanto ciò lo distin-
gua megho dalla progresseria, per la quale nutre una invincibile avver-
sione, pur essendo in buonissima relazione personale con molti di quel
partito a Brescia. Non però collo Zanardelli.... Questi ha nella Provin-
cia — l'avversaria nata e battezzata della Sentinella — la sua tromba, il
suo organo, il suo araldo.
Essendo cosi efiicace allo Zanardelli, che è ed era, specialmente in
passato, uomo di partito per eccellenza (senza bisticci) è anch'essa gior-
nale partigiano, con tutte quindi le concomitanze d'una tale qualità, cosi
che la teoria dei due pesi e delle due misure, quella dei silenzi neces-
sari, l'altra dell'ingrandire le inezie, ecc. ecc., non le sono cose punto
ignote. Ma, tra noi, a costo di far strabiliare alcuni nostri amici, dob-
biamo soggiungere che, considerata la Provincia da un punto di vista
meno esclusivamente bresciano di quel che la considerano essi, la tro-
viamo uno dei giornali progressisti più seri, calmi e rispettabili. Qual-
che volta stampa articoli contro gli avversari politici.... non bresciani, che
fanno onore alla sua temperanza.
Non cosi pensa però il Cittadino, giornale bresciano clericale fon-
dato nel 1879 con 60,000 lire di capitale, che colla Provincia è sempre
in bega. Pareva, appena sorto, che volesse essere clericale senza furori
e senza anatemi. Ma non fu tale che per poco. Poi divenne come tutti
gli altri. Al suo nome si collega un celebre pesce d'aprile del 1879, pe-
sce che ebbe la forza di attirare a Brescia una moltitudine di parroci e
curati della diocesi, ai quali era stato annunciato che si era aperto un
ricco testamento in loro favore.
Il Cittadino in quell'occasione andò straordinariamente in collera.
(Dal Giornale dei Giornali, Milano 1880.)
I giornali liberi sono il miglior tribunale del mondo, perchè nei pareri e nelle decisioni, nelle sentenze e nelle
condanne sono imparziali ; e pormo essere imparziali, perchè non soggetti né a lusinghe corrompitrici, né a paure
servili, negazioni assolute di giustizia e di miglioramento.
Benevento - Giornale IIEF'ISXOF'EI^E
con Ufficio di [Pubblicità
0*^ Vedi Avviso speciale a pag. 302
PROVINCIA DI CAGLIARI
Numero dei Comuni: 257 — Popolaiione: 420,655 — Superficie: K. q. 13,683 — Deputati della provincia:
I. Saliris, Laj, Castoldi, Palomba, 2. Parpaglia, Solinas-Apostoli, Cocco-Ortu.
L'Avvenire di Sardegna. Giornale po-
litico, amministrativo, fondato nel 1871.SÌ
pubblica ogni giorno in 4 pagine grandi
a 5 colonne. É diretto da Giovanni De
Francesco, il quale fondò il giornale arabo
Mostakeì, riuscito cosi ostico ai francesi
quando diedero la caccia ai fantastici cru-
miri. Il De Francesco è stato a tutte le
campagne dal ,1860 al 1870, nel 5.° reg-
gimento volontari, facendo sempre il cor-
rispondente dal campo. Un altro redattore
del giornale è Emilio Spagnuolo, ora cor-
rispondente da Roma, ch'ebbe un duello
col cav. Merardo Riccio, direttore della
Sardegna di Sassari. Il giornale è organo
della colonia italiana nella Tunisia. È redatto
con molto garbo. Prima che lo Spagnuolo
ne fosse il corrispondente. Giacinto Stia-
velli mandava aW Avvenire le sue briose
lettere da Roma.
Tira 1,800 copie. Abbonamento: anno
L. 20, semestre io, trimestre 5. Un nu-
mero 5 centesimi. Inserzioni: in 4.' pagina
25 centesimi la linea. Bastione S. Croce, 5.
Cagliari.
Bertoldo. Rivista serio-umoristica con
caricature, nata 1' 11 settembre 1887. Esce
in 4 pagine, formato 0,3 1 x 0,20, ed è re-
datto in italiano e dialetto sardo. Abbo-
namento: anno L. 5. Un numero io cen-
tesimi. Tipografia dell'Avvenire di Sar-
degna.
Cagliari.
Il Faro di Cagliari. Giornale politico,
amministrativo, letterario, ecc., natoli 12
aprile 1889. Ha per motto: » Frangar non
flectar ». Esce ogni settimana in 4 pagine,
formato 0,37 ;< 0,26. Abbonamento: anno
L. 6. Un numero ro centesimi. Vico Bar-
cellona, 6.
Cagliari.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per la pubblicazione degli
atti amministrativi, fondato nel 1866. Si
pubblica ogni mese in fascicoli di 16 a 32
pagine. Abbonamento : anno L. 8. Non si
vende a numeri separati.
Cagliari.
La Giovine Sardegna. Giornale politico,
amministrativo, nato nel 1889.
Cagliari.
Il Risveglio. Giornale politico, ammini-
strativo, cattolico, fondato il i." ottobre
1882. Si pubblica il martedì in 4 pagine
a 4 colonne. É redatto piuttosto bene, con
idee franche e liberali. Direttore: dottor
Francesco Dorè. Collaboratori : Polito De-
pau e Giuseppe Borgna, avvocati. Abbo-
namento: anno L. 6, semestre 3, trime-
stre 1,50. Un numero io centesimi. In-
serzioni: cent. 20 la linea in 4.' pagina.
Cagliari.
La Rivista Mariana. Giornale cattolico,
fondato nel 1881. Si pubblica ogni mese
in fascicoH di 16 pagine. Abbonamento:
anno L. 3. Un numero 30 centesimi.
Cagliari.
Sancio Panza. Giornale umoristico, am-
ministrativo, nato nel 1889.
Cagliari.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Creato nel 1876 per la pub-
blicazione degli annunzi legali. Esce 2 volte
la settimana in 8 o 16 pagine. Abbona-
mento: anno L. x8. Un numero cent. 40.
Cagliari.
Giornali cessati:
— U Amico del Popolo e del Governo, 1849, Cagliari.
— U Arena, politico, amministrativo, n. 1885, a Cagliari.
— A Ventanni, n. a CagHari nel 1869.
— \S Avvisatore Sardo, politico quotidiano, n. 1862 a Cagliari; durò fino al 1877, poi
rivisse nel i88g e cessò nuovamente.
— La Bandiera democratica, 1872, Cagliari.
— La Bandiera Sarda e Tunisina, n. 1881 a Cagliari.
— La Bandiera Sarda, n. 1881 a Caghari, politico indipendente, bisettimanale; diret-
tore avv. Arturo Santini.
332 GOTDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— Bollettino Archeologico Sardo, n. 1855 a Cagliari, diretto per dieci anni dal Cano-
nico Giovanni Spano. Nel 1884 fu ripreso da Ettore Pais, direttore del Museo
di Cagliari.
— Bollettino del Comizio Agrario del Circondario di Lanusei, n. 1880, usciva a fasci-
coli di 32 pagine e si stampava a Cagliari.
— La Bomba, n, 1881 a Cagliari.
— La Bugia, 1874, Cagliari.
— Il Buonumore, satirico, letterario, domenicale, n. 1877 a Cagliari; durò fino al 1880.
— La Bussola, politico bisettimanale, visse a Cagliari nel 1862-63.
— La Candela Magica, 1870, Cagliari.
— Il Capricorno, visse a Cagliari nel 1856-57.
— Il Commercio, 1867, Cagliari.
— 11 Compilatore delle cognizioni utili, 1832, Cagliari.
— La Cornamusa, n. 1856 a Cagliari.
— Corriere di Sardegna, politico quotidiano, di gran formato, n. 1864, visse lunghi
anni.
— La Cronaca, n. a Cagliari, visse negli anni 1866-67-69-70-71.
— Il Diavolo, 1S66, Cagliari.
— Il Diritto, rivista di giurisprudenza, n. 1882 a Cagliari, mensile, 'fascicoli di 64
pagine.
— L'Eco dei Comuni, 1882, Cagliari.
— Eco dei Comuni della Sardegna, n. 1856 a Cagliari.
— V Eco di Carloforte, n. 1881.
— Era Nuova, n. 1870 a Cagliari.
— La Farfalla, letterario, n. 18S7 a Cagliari.
— Il Faro di Cagliari, n. 1875,
— La Favilla, n. 1856 a Cagliari.
— Il Filòpono, politico, amministrativo, letterario, settimanale, n. 1877 a Cagliari.
— Fiori e Suoni, 1860, Cagliari.
— Il Flagello, 1852, Cagliari.
— Gaietta del Corriere di Sardegna, visse a Cagliari dal 1864 al 1878.
— Gaietta di Cagliari, politico, amministrativo, bisettimanale, n. 1887.
— Galletta popolare, n. a Cagliari, visse dal 1850 al 1869; poi riprese le pubblica-
zioni nel 1879, ma le cessò subito.
— Galletta di Sardegna, n. 1876 a Cagliari.
— Il Gaiiettino, n. 1881 a Cagliari.
— Giornale medico- chirurgico e farmaceutico, n. 1857 a Cagliari.
— Giornale Ujficiale - Ganetta di Sardegna, n. 1852.
— La Gioventù Sarda, 1877, Cagliari.
— L' Icnusa, visse a Cagliari dal 1856 al 1859.
— L' Impariiale, politico, amministrativo, settimanale, n. a Bosa 9 agosto 1885, diret-
tore Giuseppe Poddighe.
— L'Indicatore Sardo, n. 1850 a Cagliari.
— L' Indipendenia italiana, 1848, Cagliari.
— L' Italia insulare, n. 1880 a Cagliari.
— Il Lamento, n. a Cagliari 1859.
— La Lanterna Magica, n. 1884 a Cagliari.
— La Lanterna Magica, umoristico, n. 26 gennaio 1889 a Cagliari.
— La Lealtà, 1872, Cagliari.
— Il Legista, n. a Cagliari 1870.
— Letture popolari della domenica, n. a Cagliari 1858.
— La Lucciola, 1870, Cagliari.
— Il Lumino, politico, letterario, n. 1887 a Cagliari.
— La Maschera, politico settimanale di gran formato, n. a Cagliari 1880; visse oltre
3 anni.
— La Mejerdah, n. 1885 a Tunisi; poi si trasferi a Cagliari. (Vedi nell'Appendice i
Giornali italiani stampati all'estero.)
— La Meteora, visse a Cagliari nel 1878-79.
— Il Movimento Sardo, n. a Cagliari 1876.
— Il Naiionale, n. 1848 a Cagliari,
PROVINCIA DI CAGLIARI. 333
— Il 'Nuovo Avvisatore, commerciale, mensile, n. 1884 a Cagliari.
— VOgliastra, politico, amministrativo, settimanale, n. 1883 a Lanusei.
— L'Operaio cattolico, 1S73, Cagliari.
— L' Osservatore, n. 1870 a Cagliari.
— Il Paese, n. 1880 a Cagliari, direttore Ghivizzani.
— La Pietra Infernale, 1S74, Cagliari.
— Il Popolo, politico, amministrativo, letterario, , settimanale, n. 12 gennaio 1885 a
Cagliari.
— Il Positivo, 1867, Cagliari. _
— La Posta, amministrativo, settimanale, n. 2 maggio 1889 a Cagliari.
— Rassegna Medica, 1864, Cagliari.
— Il Risparmio, n. 1880 a Cagliari.
— Sa Frunia, 1866, Cagliari, in dialetto,
— San Michele, 1866, Cagliari._
— Lo Scroccone, i8j8, Cagliari.
— La Sentinella, amministrativo, letterario, settimanale, n. 1887 a Cagliari.
— Le Serate letterarie, 1880, Cagliari.
— La Sardegna, n. 1869 a Cagliari.
— La Scintilla, n. 1882 a Cagliari.
— La Speranza, n. 1870 a Cagliari.
— Lo Statuto, visse a Cagliari dal 1854 al 1859.
— Il Tempo, n. 1880 a Cagliari, settimanale, politico, letterario, stampato su carta
rosa, formato album. Dopo poco tempo cambiò titolo in quello di Tempo. ...rale,
ma anche con questo visse poco.
— Il Tirreno, 1861, Cagliari.
— Il Trich-Trach, n. 1880 a Cagliari.
— La Vecchia Spada, n. 1870 a Cagliari,
— La Verità, n. 1870 a Cagliari.
— Vita di pensiero, letterario, visse a Cagliari nel 1878-79,
— La Voce del Popolo, politico, amministrativo, settimanale, n. 6 gennaio 1885 a Cagliari.
— La Voce della Sardegna, visse a Cagliari nel 1878-79.
— Voltaire, 1857, Cagliari.
— La Zanzara, amministrativo, settimanale, n. 11 dicembre 1887 a Cagliari,
X
Stanislao Caboni, nato a Cagliari nel 1795, eminente giureconsulto, letterato e
poscia deputato, fnndó nel 1827 in Cagliari il primo periodico, intitolato Giornale di
Cagliari, che si pubblicava mensilmente a fascicoli, dove si stampavano notizie di po-
htica interna ed estera, insieme con precetti letterari e nozioni di agricoltura. Tale
periodico visse un triennio.
X
Nel 1843 S. A. Augusto De Castro che poi fu canonico e deputato al Parlamento
Subalpino, fondò a Cagliari con gli amici Gavino Nino, Alberto de Gioannis e Bat-
tista Murgia, il giornale la Meteora, informato a spiriti liberali, alle nuove idee che
venivano svolgendosi e propagandosi rapidamente. Ma questo giornale, su cui la cen-
sura esercitò ampiamente il suo potere dispotico, durò tre anni soltanto.
X
Nel 1881 nacque a Cagliari un giornale arabo in 4 pagine a 3 colonne, intitolato
El Mostakel. Questo giornale levò un rumore indiavolato, specialmente in Francia, per-
chè la sua pubblicazione fu attribuita al governo italiano che mirava in quel momento
all'occupazione di Tunisi. Direttore del Mostakel si manifestò un Giuseppe Bokos, il
quale in un numero del periodico scrisse queste parole:
« Non ho la pretesa di essere letterato, ma certamente non sono un tunisino, ed alquanto ho studiato a
Bayruth, ove m'ebbi i natali. Non disegno di battere in breccia contro un tapino come il primo ministro della
Tunisia, col quale si perderebbero e la polvere ed i proiettili, ma un nobile pensiero mosse me ed alcuni miei
compatriotti ad abbandonare le coste della Siria e domandare l'ospitalità ad un paese dove accanto all'ordine,
noi uomini dell'Oriente, ammiriamo la tolleranza di tutte le convinzioni ed il rispetto sincero della libertà in-
dividuale.
334
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
« Noi arabi, cristiani o mussulmani, slamo convinti di avere le attitudini per essere nazione civile, e rav-
visiamo nella nostra eventuale risurrezione, non che un pericolo per chicchessia, la garanzia della cessazione
di ogni rivalità nel Mediterraneo.
a Queste idee sono venuto ad esporre ia Italia, per mezzo del Mostakel. Ma si dirà : perchè in Italia e
non altrove? Perchè so che nella penisola non si oppone ostacolo alla libera manifestazione dei pensiero,
e perchè gli antichi monumenti, che noi arabi abbiamo sotto gli occhi, di altra grandezza non ci parlano che
di quella romana. »
Si disse dai giornali francesi che.il Mostahel ricevesse forti sovvenzioni. A questo
proposito il signor G. De Francesco, fondatore del giornale e direttore àtW Avvenire
di Sardegna, diresse ai fogli italiani questa lettera:
« Signor direttore,
« Non le incresca che io dia qualche spiegazione intorno ad una ragguardevole somma che un giornale
francese asserisce essere stata pagata al Mostakel da una casa bancaria di Roma.
« A me, propiictario del dovizioso giornale arabo, furono consegnate, l'estate scorsa, dalla ditta Wagner
circa ottantamila lire trasmessemi dal credito agricolo di Cagliari per versarle all'avvocato Domenico Salini,
dimorante in via del Governo Vecchio, J4, per conto dei suoi clienti, signori Story, scultore americano, e
Visconti, archeologo, teste defunto.
« Son disposto a cedere al Soir 70 mila delle 75 mila lire che generosamente la sua fantasia fa cadere
nelle mie mani, qualora vengagli fatto di dimostrai;e che altre somme, e per iscopo diverso da quello che ho
indicato, riscossi presso qualsivoglia altra banca.
Dev. suo
G. De Francesco. »
Nella mia collezione di tutti i giornali del mondo ho un numero del Mostahel: è
redatto tutto in arabo, con tipi mobili, nitidissimi; si stampava nella tipografìa del-
V Avvenire di Sardegna, sola indicazione in tutto il giornale, in lingua italiana.
La lecture du Journal a remplacé l'examen de conscicnce.
Bersot, La Providence.
DELLO SCRIVERE PER LE GAZZETTE
5degno di far più misere
Con diuturno assalto
Le splendide miserie
Di chi vacilla in alto:
Sdegno, vigliacco astuto.
Insultare al cadavere
JDell'orgoglio caduto.
ì^iè bassa contumelia
Che l'uomo in volto accenna.
Né svergognato ossequio.
Mi brutterà la penna ;
La penna a cui frementi
Spirano un voi più libero
Più liberi ardimenti.
Oh! se talor, negl'impeti
Ciechi dell'ira prima.
In aperto motteggio
Travierà la rima,
A lacerar le carte
Tu vergognando aiutami,
0 casto amor dell'arte.
Il riso malinconico
Non suoni adulterato
Dall'odio o dall'invidia
Dal ghigno avvelen.ito.
Né ambizion delusa
Sfiori la guancia ingenua
Alla vergine Musa.
Nell'inutil silenzio
Dei giorni sonnolenti.
Con periglioso aculeo
Osai tentar le genti :
Osai ritrarmi, quando
Cadde Seiano e sorsero
1 Bruti cinguettando.
Seco Licurghi e Socrati,
Catoni e Cincinnati,
E Gracchi pullularono
D'ozio nell'ozio nati ;
Come in pianura molle
Scoppia fungaia marcida
Di suolo che ribolle.
Ahi, rapida nel mobile
Bagiior della speranza
Non vide allora il vacuo
Di facile jattanza
L'illusa anima mia.
Che s'abbandona a credere
11 ben che più desia !
E le fu gioja il subito
Gridar di tutti a festa
E sparir nelle tenebre
La ciurma disonesta.
Ed io pago e sicuro
Aver posato il pungolo
Che ripigliar m' é duro.
O libertà, magnanimo
Freno e desio severo
Di quanti in petto onorano
Con te l'onesto e il vero :
Se del tuo vecchio amico
Saldo tutt'or nell'animo
Vive l'amore antico;
Reggi all'usato termine
La mano e la parola.
Quando in argute pagine
Caldo il pensier mi vola.
Quando in civile arringo
La combattuta patria
A sostener m'accingo.
Teco, in aperta insidia
O in pubblico bordello.
Dell'adulato popolo
Non mi farò sgabello ;
All'amico le gote
Non segnerò col bacio
Di Giuda Iscariote.
Dell'orgia, ove frenetica
Licenza osa e schiamazza.
Con alta verecondia
Respingerò la tazza :
Con verecondia eguale
Respinsi un tempo i calici
Di lirce in regie sale.
O veneranda Italia,
Sempre al tuo santo nome
Religioso brivido
Il cor mi scosse, come
Nomando un caro obietto
Lega le labbra il trepido
E reverente affetto.
Povera madre ! il gaudio
Vano, i superbi vanti.
Le garrule discordie.
Perdona ai figli erranti ;
Perdona a me le amare
Dubbiezze, e il labbro attonito
Nelle fraterne gare.
Sai che nel primo strazio
Di colpo irapreveduto.
Per l'abbondar soverchio
Anche il dolor è muto ;
E sai qual duro peso
M'ha tronchi i nervi e l'igneo
Vigor dell'alma offeso.
Se trarti di miseria
A me non si concede.
Basti l'amor non timido
E l'incorrotta fede;
Basti che in tresca oscena
Mano non pòrsi a cingerti
Nuova e peggior catena.
8, G. Giusti.
PROVINCIA DI CALTANISSETTA
'Hjumero dei Comuni: zS — Topolaitone: 266,379 — Superficie: K. q. 3,289 — 'Deputati della, provincia:
Di Pisa, Giudici G., Morana, Puglicse-Giannone.
Bollettino della Società dei licenziati
dalla r. scuola mineraria di Caltanissetta.
Fondato il i.° gennaio 1889, esce in 4 pa-
gine, formato 0,28 xi 0,18 e si distribuisce
gratis. Tipografia Panfilo Castaldi.
Caltanissetta.
Il Ccmune. Giornale amministrativo de-
mocratico, fondato il 2 settembre 1888.
Esce ogni domenica in 4 pagine, for-
mato 0,40 X 0,29. Direttore : Vittorio Augu-
sto Rusconi. Abbonamento: anno L. 4.
Caltanissetta.
II Corriere. Giornale politico, ammini-
strativo, fondato l'ii marzo 1888. Esce
ogni domenica in 4 pag., form. 0,36 -a 0,26.
Abbonamento: anno L. 4. Un numero 5
centesimi. Tipografia del Progresso.
Caltanissetta.
Cronaca siciliana di lettere ed arti.
Giornale artistico letterario, fondato il i.°
febbraio 1888. Esce in 4 pagine, formato
0,41 X 0,31, ogni 15 giorni. Direttore: Prof.
Vincenzo Maugeri-Zangàra, redattore del
Diritto di Roma con lo pseudonimo di Blair,
e già direttore àtiYArte di Catania, dell' Ini-
par:(iale di Giarre e àeìV Omnibus di Mi-
stretta. Collaboratori : A. Fischietti-Aprile,
D. Pianaroli, Onorato Roux, Enrico Li-
cardi, R. Mascari, G. Verga, M. Rapisardi,
R. P. Vassallo, L. Capuana, ecc. Abbona-
mento: anno L. 5. Un numero io cent.
Terranova di Sicilia.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per la pubblicazione degli
atti amministrativi, fondato nel 1869. Si
pubblica ogni mese in fascicoli di 40 pa-
gine circa. Si spedisce gratuitamente a tutti
i sindaci della provincia. Non si vende a
numeri separati.
Caltanissetta.
Il Monitore religioso della diocesi. Gior-
nale cattolico.
Pia^a Armerina.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Fondato nel 1876 per la pub-
blicazione degli annunzi legali; esce due
volte la settimana in fascicoli di circa 16
pagine. Abbonamento: anno L. 12. Un
numero 30 centesimi.
Caltanissetta.
La Sveglia. Giornale amministrativo,
nato il 27 giugno 1889. Si pubblica ogni
giovedì in 4 pagine, formato 0,57x0,27.
Abbonamento : anno L. 6. Tipografia Gia-
copino.
Caltanissetta.
Giornali cessati:
Bollettino francescano, mensile, religioso, n. a Caltanissetta.
L'Eco educativa, giornale per le famiglie, quindicinale, n. i." giugno 1885 a San
Cataldo.
La Favilla, politico, amministrativo, settimanale, n. 1883 a Caltanissetta.
U Imparziale , politico, amministrativo, n. 1888 a Caltanissetta.
La Luce, politico, artistico, letterario, n. 1883 a Caltanissetta.
11 Martello, politico, democratico, settimanale, n. 1881 a Terranova, diretto da
A. Fischietti-Aprile.
Il Mei^ogiorno, politico, settimanale, organo dell'Associazione Costituzionale, nato
il 25 luglio 1881, diretto da F. P. Provenza, giovane indipendente e di carattere,
provetto giornalista, per avere diretto altri giornali, come La Provincia, giornale
liberale moderato che cessò di pubblicarsi nel novembre del 1880 e il Costituiio-
nale, che cessò nell'ottobre del 1880.
Il Sud, giornale politico, n. 1860 a Terranova, diretto da Francesco Camerata Sco-
vazzo, già esule in Piemonte e in Inghilterra pei f'itti del 1848. Col Sud lo Scovazzo
propugnò l'annessione della Sicilia al regno di Vittorio Emanuele ; poscia fu de-
putato più volte.
La Tramontana, giornale politico, letterario, settimanale, n. 1885 a Caltanissetta.
336
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Giudizi sulla Stampa
Me
lolto approvo che tu non voglia avere alcuna parte
in codeste personali dispute scandalose, di cui sono
cosi di sovente infetti i nostri giornali, che io qui non
m'arrischio mai di prestarvene un foglio, se prima non
l' ho percorso. Metto da banda e non lascio vedere
quelli che potrebbero farci sinistramente giudicare dagli
stranieri, e suggerir loro un'osservazione simile a
quella che un tale fece in un cafi'é, ove due birbac-
cioni quistionavano. Dopo d'essersi reciprocamente
dato di farabutto, mariuolo, birba, furfante, costoro
volevano che quel forestiero entrasse giudice della loro
lite; ma egli rispose: « Io ignoro chi voi siate, non
so nulla del fatto vostro; vedo solo che voi vi cono-
scett l'un l'altro molto bene «. Il redattore di un gior-
nale, pare a me che dovrebbe considerarsi, in certa
guisa, come depositario dell'onore della sua patria ; e
pertanto non dar luogo nel suo periodico ad articoli
che l'offendessero. Coloro ai quali preme tanto di far
noto al pubblico gì' improperii che tra loro si scam-
biano, perchè non li stampano sopra foglietti volanti,
e non li fanno essi medesimi circolare dove credono me-
glio ? .
E un'assurdità molestare il pubblico con queste
vituperevoli contese ; ed è anche un pregiudizio che si
fa agli abbonati l'empire cosi i giornali, ch'essi pagano,
di articoli tanto inutili e stomachevoli.
B. Frakklik.
Oecondo me, niente c'è più d'inutile al mondo dei
giornfli. Essi non servono che a rendere la vita diffi-
cile agli uomini e sopratutto ai governi.
In luogo di guidare l'opinione pubblica, la sviano:
in luogo di redigere, per gli storici avvenire, la cro-
naca degli avvenimenti, propagano delle false notizie,
in cui prestntano i fatti sotto una falsa luce, circon-
dandoli di particolari menzogneri.
E tutto ciò perchè i giornalisti (gente che e fallita
alla propria vocazione ! ) non hanno appreso che una
cosa : a scrivere ; perchè sono uomini che non sanno
niente del mondo, nulla sopratutto della politica — il
tacco dei miei stivali ne sa più di loro ; uomini che
si pronunciano come oracoli a proposito di cose di cui
non capiscono una parola. Si dovrebbe proibire loro
di riferire altro che dei fatti, dei semplici fatti; si do-
vrebbe proibire loro ogni discussione; anzi si dovrebbe
addirittura sopprimerli.
BlSMARCH.
luò darsi che nell'avvenire il giornale riesca ad am-
mazzare il libro: non sarà, forse, un gran male. Ma
pel presente io credo che gli abbia anzi giovato. Il
libro ha dovuto smettere l'aria arcigna, il tono cat-
tedratico di una volta ; è diventato una conversazione,
una discussione alla buona col lettore: non è questo
un gran guadagno ?
Luigi Capuana.
Jl giornale, quale lo intendiamo noi, cioè potente
mezzo di diffusione del pensiero, rapido veicolo dei
fatti, dell'idee e delle dottrine, ausiliario d'ogni pro-
gresso, è l'opera speciale del secolo xix. Ogni volta
che l'umanità, nel suo cammino, sente un bisogno
nuovo, trova lo strumento che deve soddisfarla. Nel
XVI secolo ebbe bisogno del libro ed inventò la tipo-
grafia; nel secolo xix le bisognò una diffusione più
rapida, istantanea, per cosi dire, e inventò il giornale,
che produsse nel mondo delle lettere una rivoluzione
non minore dell' invenzione di Guttemberg, di cui è
una delle conseguenze lontane, ma necessarie.
Larousse.
Il mondo è veramente sottile, e ogni giorno più s i
assottiglia, tanto che si ridurrà impercettibile. Per e-
scmpio il ritrovato delle Gazzette, che è cosa del no-
stro secolo, non è egli un bel risparmiare istorie ?
Perché infatti da che non si opera più nessuna cosa
che meriti di esser risaputa ci è entrata la smania fre-
netica di sapere settimanalmente quello che si opera in
ogni cantuccio di questo globo. Ed in questo mettia-
mo auche grande amore ; perché le son Ci )Se che se
non si sanno calde calde le non si sanno mai più.
Vittorio Alfieri. (1798)
L'Alfieri aveva la frenesia settimanale; che direbbe
oggi che si vuole la ga^;^etla due volte al giorno ì
CORRIERE DI CALTANISSETTA
s 1
PERIODICO SETTIMAN.\LE POLITICO AMMIJilSTRATIVO
PUBBLICA OGNI DOMENICA
ABBONAMENTO :
Un anno ........ L. 4,00
Un semestre . y » 2,50
I INSERZIONI:
I Nella j.' pagina, dopo la firma del gerente,
j L. 0,30 la linea, di 7 punti ; nella 4.' L. 0,40.
È il periodico più diffuso che vede la luce nella città centro della Sicilia.
Rivolgersi esclusivamente: all'aniministrazione del Corriere di Cal-
tanissetta.
Anno II.
Anno II.
Impresa fli Pnìlillcità oi AissioDe
ANNUNZI IN TUTTI I GIORNALI
SEGmE EIIMESTO - J.STI
II** Vedi Avviso speciale a pag. 258
PfiOVINCIA DI CAMPOBASSO
"tijuntiro dei Comuni: 135 — Topola^ione : 365,454 — Superficie: K. q. 4,416 — Deputati dtUa provincia:
i. Di Biasio S., Caterini, Di Belgioioso, Mascilli, 2. Cardarelli, Fazio, Falconi.
Aquilonia. Giornale politico, amministra-
tivo, letterario, fondato nel 1884. Esce 2
volte al mese in 4 pagine. Abbonamento :
anno L. 3. Un numero 15 centesimi.
Agnone.
L'Età fanciulla. Giornale didattico edu-
cativo, illustrato, nato nel 1887. Esce una
volta al mese in 8 pagine in-8.° a 2 co-
lonne. Direttore: Antonio Di Siro. Abbo-
namento: anno L. i; per le scuole ogni
numero 5 centesimi.
Venafro.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per la pubblicazione degli
atti amministrativi, fondato nel 1860. Si
pubblica ogni mese in fascicoli di 30 pa-
gine circa. Abbonamento: anno L. 8. Non
si vende a numeri separati.
Campobasso.
Il Grillo. Periodico amministrativo, de-
mocratico sannita, nato nel 1886. Esce
ogni settimana in 4 pagine. Abbonamento:
anno L. 5. Un numero io centesimi.
Isernia.
La Mosca. Giornaletto quindicinale, nato
il 26 agosto 1888. Esce in 4 pagine a 2 co-
lonne, formato 0,25 x 0,16. Redattore: Cav.
V. De Lisio. Abbonamento: anno L. 3, se-
mestre L. 1,50. Un numero 5 centesimi.
Tipografia propria.
Lupara.
Il Pensiero dei giovani. Giornale lette-
rario, nato nel 1886. Esce 2 volte al mese
in 4 pagine e si stampa a Campobasso.
Abbonamento: anno L. 3,80. Un numero
5 centesimi.
S. Martino in Pensilis.
Il Risveglio. Periodico quindicinale, nato
il IO settembre 1888.
Ha per motto :
Avanti, avanti, avanti
Con la fiaccola in pugno....
Esce il IO e 25 d'ogni mese in 4 pagine,
formato 0,36 >< 0,25. Abbonamento: anno
L. 3. Un numero 15 centesimi. Corso Vit-
torio Emanuele, 65.
Agnone.
Il Sannio. Giornale politico, amministra-
tivo, letterario, nato il 12 gennaio 1882. Si
pubblica ogni giovedì in 4 pagine, sotto la
direzione del suo fondatore barone comm.
L. De Luca. 11 Sannio, d' indole economica
ed amministrativa, rare volte entra nel
campo politico, dove segue la bandiera
costituzionale progressista; è piuttosto ben
redatto e ricco di cronaca locale. Sorto
per combattere pubblicazioni ispirate a pri-
vati interessi, lottò strenuamente per l'in-
teresse pubblico, e cessarono per opera
sua ben cinque giornali, cioè la Nuova
Provincia, il Progresso, la Spada di Damo-
cle, il Biferno e il Risveglio Frentano. Ab-
bonamento: anno L. 7. Un numero io
centesimi. Via Ghiaia, 53.
Campobasso.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Fondato nel 1876, si pubblica
2 volte la settimana e contiene gli annunzi
legali amministrativi. Abbonamento : anno
L. 20. Un numero 30 centesimi.
Campobasso.
L'Unione. Giornale politico, amministra-
tivo, letterario, nato nel 1886. Esce ogni
settimana in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 6. Un numero 5 centesimi.
Camt>obasso.
Venafro. Periodico politico, amministra-
tivo, letterario, fondato il 3 giugno 1888.
Si pubblica la 1.' eia 3.* domenica d'ogni
mese in 4 pagine, formato 0,43x0,32, a
4 colonne. È organo uificiale della spetta-
bile Società internazionale d'incoraggiamen-
to, sedente in Napoli. Direttore: Vincenzo
De Biasio, giovine d'ingegno sveltissimo
e di ottimi principia Abbonamento: an-
no L. 3 - Estero 6. Un numero io cen-
tesimi. Tipografìa Sociale Simonetti-Izzi.
Venafro.
Giornali cessati:
— Il Biferno, politico, commerciale, settimanale, n. 1881 a Larino, poscia à stampò
a Campobasso; direttore Benedetto Meoli, che ora è in America.
— U Educatore del Molise, didattico, settimanale, n. 1886 a Isernia.
— Il Frentano, letterario, scientifico, n. 1871 a Larino, diretto dal cav. Barbieri.
N. Bermardimi — Guid» dtlla Stampa ptriodica italiana — 22.
338 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— La Lega del Sannio, politico, amministrativo, letterario, a. 1882 a Napoli. Ebbe
breve vita.
— La Nuova Provincia di Molise, n. 188 1 a Campobasso, settimanale, politico, lette-
rario; nel 1882 si fuse col Pensiero del Sannio; direttore Enrico Melillo.
— La Palestra del Sannio, settimanale, in 8 pagine in-4.°, fa. 1870 a Campobasso;
direttore Gennaro Carissimi.
— II Progresso, politico, letterario, agricolo, n. 21 dicembre 1882 a Campobasso, di-
rettore Pasquale D'Abate.
— Il Risveglio Frentano, politico, amministrativo, settimanale, n. 1885 a Larino.
— La Spinta, politico, amministrativo, settimanale, n. 1885 a Isernia.
— Vittorino da Feltre, didattico, mensile, n. 1884 ad Agnone.
IL GIORNALE IN YIAGGIO
Il signor I. H. Wehle, nel suo libro Die Zeitung, descrivendo la reda-
zione di un giornale, si è altresì occupato della parte che il giornale ha nella
vita di famiglia e in quella degl'individui, ed ha descritto, al vivo, il lettore
di giornali che al caffè o al club vuole avere la primizia dei fogli che ar-
rivano e, perciò, raccoglie tutti i giornali che trova sui tavoli, e, fattane
una catasta, o vi si siede su o li mette sopra una sedia accanto a se e
brontola ogni qualvolta qualcuno si avvicina e vuol toccare quella che
egli considera sua proprietà.
E ci tratteggia pure l'assiduo che al mattino, immancabilmente, si
fa servire il caffè e il giornale ancora umido, uscito allora allora dalla
macchina.
Ma oltre ai circoli della famiglia, ed ai locali pubblici, vi è un luogo,
in cui il giornale ha una parte molto importante, cioè il vagone di ferrovia.
Osservate attentamente una stazione da cui il treno stia per par-
tire, e vedrete che si possono fare degli studi molto curiosi in proposito.
Dai giornali che uno compra o respinge, si possono fare degli studi
sulla sua posizione sociale, sulle sue idee politiche, sulle sue debolezze
personali.
La venditrice dei giornali — per lo più una donna in età, di forme
pronunciate, che provano come calunni il giornale chi assicura che fac-
cia morire di fame — troneggia fra un fascio di giornali, porgendo ora
l'uno ora l'altro ai viaggiatori affannati, accogliendo con un sorriso i
gentili, con fiero cipiglio i burberi, ed intascando, sopratutto, soldi so-
pra soldi.
Lo scalo dei passeggeri diventa prima della partenza del treno un
gabinetto di lettura, ed i viaggiatori si sprofondano, cacciano il naso
nelle pieghe dell'ampio foglio — un lenzuolo, talvolta, che spesso avvol-
gerà un dormiente. Finalmente suona la campanella ed allora viaggia-
tori e viaggiatrici colla borsa da viaggio in una mano ed il giornale
nell'altra, si precipitano per conquistare un posto nel vagone, e per po-
tere, non appena riusciti nell'ardua impresa, continuare l'interrotta lettura.
Per l'attento osservatore, la cosa più curiosa ed istruttiva è di badare
quale rubrica del giornale è letta, per la prima, dai singoli viaggiatori.
Quel signore un po' avanzato in età, vestito alla buona, piuttosto
PROVINCIA DI CAMPOBASSO. 339
pingue, il che prova come egli sia soddisfatto della vita — che si getta
con ingordigia sulla « Rivista della Borsa » scorre il listino, divora i
telegrammi e quindi fissa la sua attenzione sui « Fatti varii » è certo
un banchiere od un uomo d'affari.
La sua vicina, una giovane e bella signora, la cui toilette sarebbe
però più adatta ad un salotto che non ad un vagone di ferrovia, tra-
scorre con sguardo di suprema indifferenza sui listini, sulle borse e sui
telegrammi, sugli articoli di fondo e sulle corrispondenze e concentra
tutto il suo interesse sulla rubrica « Teatri e notizie artistiche ». Essa
cerca forse una critica benevola sulla sua amica X o Y, e se è artista
di teatro, o d'operette, o ballerina, legge con compiacenza i propri elogi
od una critica fulminante della sua rivale.
Il suo vis-à-vis — un giovanotto in giacca a scacchi e cravatta à
plastron con una spilla a ferro di cavallo — sta fiutando con naso fino
a che genere, numero e caso appartenga la bella signora o signorina e
nelle pause in cui i suoi occhi non si posano sulla incognita, egli scorre
le notizie dello sport, la cronaca locale e sembra che gusti molto quelle
letture.
Quel giovanotto è un viveur, uno sportman vero o falso, un uomo cui
piacciono le donne ed i cavalli — specialmente quando sono degli altri.
Quel viaggiatore che legge distrattamente ed a salti il giornale, ha
certamente una gran fretta di giungere alla sua destinazione; quella fan-
ciulla che sospira e fissa macchinalmente gli occhi rossi sul foglio senza
leggere una riga è un'innamorata separatasi allora dall'amante: quell'al-
tra che smania e lo spiegazza irrequieta è un essere felice che la miseria
della vita non tange, perchè vola nelle braccia del suo diletto.
Un genio incompreso e che ahimè! lo resterà sempre, getta con
ira via da sé il giornale che lo tartassa: un tenore fortunato sorride in-
vece di compiacenza alla lettura degli elogi che la critica ammiratrice
gli profonde; il parroco di campagna legge dapprima con serietà i ru-
giadosi articoli del giornale del suo cuore e poi, per sua fortuna, si addor-
menta.
Il giornale in ferrovia è anche un mezzo di attaccare un discorso ;
esso serve ad avvicinare le persone. Dopo aver letto il giornale lo si
scambia col vicino che ne ha un altro e si cominciano a scambiare,
dopo i giornali, le proprie idee sul loro contenuto, ciò che spesso con-
duce a discussioni molto vivaci.
Intanto si giunge alla stazione.
Dal modo in cui ciascuno dei proprietari tratta il giornale si può
dedurre il suo carattere.
L'uomo leggiero, incurante, lascia il giornale sui cuscini o per terra ;
il riflessivo lo piega con cura e se lo mette in tasca pensando che a
qualche cosa quella carta sarà buona, mentre il filantropo lo dà ad un
rivenditore o ad un povero affinchè ne ricavi un soldo per sfamarsi.
Nei treni della sera invece i giornali vengono letti da tutti distrat-
tamente, sia perchè le provvide società ferroviarie non vogliono che i
viaggiatori si guastino la vista — sia perchè il passeggiero è stanco dalle
emozioni della giornata e vuol dormire.
340 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Il giornale celebra il suo vero trionfo in ferrovia nei lunghi viaggi.
Allora la noia diventa la fida compagna della curiosità, ed i gior-
nali si compitano sino all'ultima riga di annunzi, e le persone che in
vita loro non si sono mai occupate di rialzi o ribassi della rendita —
perchè non hanno rendita — leggono attentamente i listini, le notizie sui
raccolti ed i resoconti delle assemblee generali degli azionisti del Canale
di Suez,
Il giovine elegante si interessa straordinariamente alle notizie me-
teorologiche come l'agricoltore, la cui prosperità dipende dalla pioggia
e dal bel tempo, e l'artista si solleva sino all'altezza dell'articolo di fondo o
della crisi in Bulgaria — che in tempi normah si permette di ignorare
completamente.
Il treno intanto continua sbuffante la sua corsa vertiginosa, ma più
veloce delle ruote della macchina vola la storia contemporanea che il
giornale riassume in tutte le sue fasi....
GRANDE FABBRICA NAZIONALE DI MACCHINE TIPOGRAFICHE
KORBERTO ARBIZZONI, MONZA
Premiato anche dal R. Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio
Torchio tipografico sistema inglese a leva
Vedi Avviso speciale a pag. 16
Benevento - Giornale .liJEFISXOFEI^E
con UflSeio di Pubblicità
©•* Vedi Avviso speciale a pag. 302 -•«
PROVINCIA DI CASERTA
Numero dei Comuni: iSé — Popoìas^ione : 714,131 — Superficie: K. q. 5,412 — Deputati della provincia :
j. Borrelli, Tcti, Comin, Cocozza, Novelli. 2. Rosano, De Renzis, De Simone, Petronio, Gaetani R.
5. Testa, Visocchi, Grossi, Buonomo.
L'Ago. Giornale politico amministrativo,
nato nell'agosto del 1889. É organo del
partito monarchico costituzionale e cura
gli interessi amministrativi locali. Diret-
tore: avv. Domenico Marcheciano.
Sessa Aurunca.
L'Araldo. Giornale di Terra di Lavoro,
fondato il 19 gennaio 1889. Esce in 4 pa-
gine, formato 0,46x0,32. Abbonamento:
anno L. 6. Corso Campano, 49.
Caserta.
Bollettino amministrativo. Giornale di
amministrazione e giurisprudenza, fondato
nel 1876. Si pubblica 2 volte al mese in
fascicoli di 16 pagine. Abbonamento: anno
L. 6. (Si stampa a 'Napoli.)
Caserta.
Bollettino dell'Amministrazione provin-
ciale. Giornale amministrativo, fondato
nel 1877. Si pubblica ogni mese in fasci-
coli di 18 pagine. È ufficiale per gli atti
delle amministrazioni provinciali. Abbona-
mento: anno L. 12. Non si vende a nu-
meri separati. Stabilimento tipo-litografico
« La Minerva ».
Caserta.
Bollettino della cooperazione italiana.
Giornale economico sociale, nato nel 1886.
Si pubblica ogni 2 mesi in fascicoli di pag. 1 6
in-8.°, a spese delle Società cooperative ita-
liane. Stabilim. tipo-litog. « La Minerva ».
Caserta.
Il Corriere Diocesano. Diario religioso,
scientifico, letterario, artistico della diocesi
di Aversa, fondato nel dicembre 1888-gen-
naio 1889. Si pubblica 2 volte al mese in
20 pagine in-8.° per cura di D. Antonio
Gallerò. Abbonamento: anno L. 4. Un nu-
mero 30 centesimi. Curia vescovile.
Aversa.
L'Economia nazionale. Giornale di com-
mercio, economia, politica, pubblicità ed
amministrazione, fondato nel 1887. Organo
delle Società operaje cooperative, di mu-
tuo soccorso e d'incoraggiamento, degli
istituti di credito e previdenza — Corriere
dei Comuni e delle Provincie. — Esce ogni
settimana in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 3. Un numero 5 centesimi. Direttore
proprietario: Vincenzo Zaza d'Aulisio.
Maddaloni.
Farfariello. Giornale locale, umoristico,
letterario, nato il 13 novembre 1887. Esce
ogni 15 giorni, in 4 pag., form, 0,3 1 x 0,20,
redatto in lingua italiana e dialetto napo-
letano, diretto dal signor Achille Patierno.
Abbonamento: anno L. 2.
Aversa.
La Farmacia. Periodico mensile, organo
ufficiale dell'Associazione farmaceutica ita-
liana, fondato nel gennaio del 1889. Esce
in fascicoli di 16 pagine in-4.° a 2 colonne
con copertina. Direttore : Vincenzo Zaza
d'Aulisio. Abbonamento: anno L. 3, per
i soci L. 2. Un numero 25 centesimi. In-
serzioni: una pagina L. 20; mezza pagina
L. 12. Via Ponte Carolino, 21.
Maddaloni.
. Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale fondato nel 1860 per la pub-
blicazione degli atti amministrativi. Esce
ogni mese in 16 pagine. Abbonamento:
anno L io. Non si vende a numeri se-
parati.
Caserta.
Il Gallo della Campania. Cronaca aver-
sana, nata il 21 luglio 1889. Esce 2 volte
al mese in 4 pagine, formato 0,37 >^ 0,25,
e si stampa a Napoli. Direttore : dott. Da-
vid Calenda. Un numero 5 centesimi. Villa
Maza.
Aversa.
Gazzettino di Pubblicità. Supplemento
speciale z\V Econoiìiia naiionaìe. Distribu-
zione gratuita di 2000 copie settimanali.
Per inserzioni e condizioni da convenirsi
coir Ufficio di Pubblicità V. Zaza d'Aulisio,
che ne è il proprietario.
Maddaloni.
Il Monitore Acerrano. Giornale politico,
amministrativo, letterario, nato il 14 ago-
sto 1887. Ha per motto:
Mentre che il danno e la vergogna dura.
Buonarroti.
Si stampa a Napoli nella tipografia dei Fra-
telli Orfeo, in 4 pagine, formato 0,3 1 x 0,22.
Direttore: avv. Beniamino Tortora. Abbo-
namento: anno L. 3. Arcopinto, 6.
Acerra.
Monitore Campano. Giornale politico,
amministrativo, letterario, fondato nel 1884,
Si pubblica ogni domenica in 4 pagine
342
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
grandi a 5 colonne, redatto con molta cura,
con abbondanza e varietà di articoli e cor-
rispondenze dei varii comuni della provin-
cia. Tira 4000 copie. Direttore : avv. Eu-
genio Liguori. Abbonamento: anno L. 5;
semestre 2,80; un numero 5 centesimi.
Inserzioni: in 3.* pagina cent. 60; in 4.'
cent. 20. Amministratore: Angelo Ferra-
iuolo. Tip. Schoefìer.
5. Maria Capua Vetere.
La Nuova Bilancia. Organo del Circolo
progressista aversano, nato il io gennaio
1889. Esce due volte al mese in 4 pagine,
formato 0,38x0,28. Abbonamento: anno
L. 3. Un numero 5 centesimi. Via Seg-
gio, palazzo Sagliano.
Aversa.
Il Progresso. Giornale politico, ammini-
strativo, fondato nel 1885. Verso la fine
del 18S6 sospese per qualche tempo le
pubblicazioni, che riprese nel 1887, aumen-
tando il suo formato. Si pubblica ogni do-
menica in 4 pagine. Abbonamento : anno
L. IO. Un numero io centesimi.
Caserta.
La Salute Campana. Giornale d'igiene
e scienza medica, fondato nel gennaio 1878,
col titolo di Campania medica che poi mutò
nell'attuale. Si pubblica ogni mese in fa-
scicoli di 16 pagine. Direttore: cav. dott.
Accettella. Abbonamento : anno L. 4. Non
si vende a numeri separati.
Capua.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Fondato nel i!>76, si pubblica
2 volte la settimana in 8 pagine e con-
tiene gli annunzi legali amministrativi. Ab-
bonamento: anno L. io. Un numero cent. 5.
Caserta.
La Verità. Giornale politico, ammini-
strativo, letterario, fondato nell'agosto 1 889.
Esce ogni settimana in 4 pagine. Direttore :
Antonio De Simone. Un numero cent.- io.
Maddaloni.
Giornali cessati:
— Un Acca fra le lettere, umoristico, settimanale, n. 1887 a Caserta, stampato a Na-
poli e diretto da Luigi Casaburi. Cessò nel 1888.
— IS Amico del popolo, n. 18S5 a Caserta.
— U Ancora, n. 1884 a Teano.
— Aslrea, giornale legale, mensile, n. 1886 a S. Maria Capua Vetere. Cessò nel 1887.
— Il Bando elettorale, 1881, Acerra.
— Il Battagliero, n. 18S5 a Caserta.
— La Bertuccia, n. 1879 a Maddaloni.
— Bollettino del Comi:(io agrario, n. 1871 a Gaeta.
— Bollettino della Camera di Commercio, mensile, n. 1880 a Caserta.
— La Campania, politico, amministrativo, settimanale, n. 1887 a Caserta. Editore Al-
fonso Costabile. Cessò nel 18S8.
— La Campania democratica, n. 1882 a Capua col titolo di Campania libera, che
poi mutò.
— La Campania Sacra, cattolico, mensile, n. 1882 a Capua.
— II Capua, n. 1874 a Capua; direttore S. Garofano.
— La Civetta, n. 1882 a Caserta; direttore T. De Angelis.
— Corriere di Terra di Lavoro, n. 18S3 a Caserta.
— Corriere di Mignano, n. 1883.
— Corriere Nolano, n. 1883; durò tutto il 1885.
— Crepuscoli, n. 1885 a Teano.
— Il Diavolo Nero, n. 1884 a Caserta; direttore Dentice- Accadia.
— L'Eco di Caserta, n. 1884 a Caserta; direttore Paolo Arena.
— U Economia nazionale, commerciale, amministrativo, mensile, n. 1887 a Maddaloni.
— L'Elettore, n. 1885 a Cassino.
— La Favilla, n. 1889, settimanale, Caserta.
— Il Ferramosca, n. 1883 a Capua.
— Le Forbici di un pano, n. 188 1 a Maddaloni.
— Il Foro Campano, giuridico, mensile, n. 1886 a S. Maria Capua Vetere. Cessò nel 1888.
— Gaietta di Terra di Lavoro, n. 1883 a Caserta; direttore Giuseppe Manzi.
— Ga\iettino Aversano, n. 1885 ad Aversa.
— Gaiiettino Campano, n. 1885 a Capua.
— Justitia, 1886; direttore avv. Beniamino Tortora, Acerra.
=-» La Lince, n. 1887 a Caserta; direttore Edoardo Oddone.
?» La Luce, n. 188^ a Teano.
PROVINCIA DI CASERTA. 343
La Luct, amministrativo, settimanale, n. 1888 a Cassino.
La Luce, amministrativo, n. 23 settembre 1888 ad Acerra.
Luigi Taniillo, n. 1883 a Nola.
Il Matese, n. 1883 a Piedimonte d'Alife; direttore M. Perrotti.
II Messaggiero di Maddaloni, politico, amministrativo, settimanale, n. 20 gennaio 1889,
direttore Angelo Bertoni.
Il Monitore, n. 1884 a S. Maria Capua Vetere.
Il Monitore naiionaìe, n. 1880 a Maddaloni; direttore V. Zaza d'Aulisio.
Il Passero solitario, n. 1880 ad Acerra.
La Penna di Ferro, n. 1887 a S. Maria; direttore F. Marzocchi.
Piccola Gaietta, n. f883 a Sora.
La Provincia, n. 188 1 a Caserta; direttore A. Ruggiero.
La Riscossa, politico d'opposizione, n. 1889 a Capua.
La Riscossa, amministrativo, settimanale, n. 12 agosto 1888 a S. Nicola La Strada.
Il Risveglio, politico, amministrativo, settimanale, n. 1887 a Maddaloni.
Il Risveglio Cittadino, anno 1876-80; direttore Domenico Calzolajo, Acerra.
Scuola Dante, n. 1883 ad Acerra.
Il Serino, n. 1883 a S. Maria Capua Vetere.
Il Sirino, 1885; direttore Tommaso de Angelis, S. Maria a Vico.
La Sinistra, n. 1883 a Caserta.
La Sinistra, 1884, direttore Tommaso de Angelis, Caserta.
Lo Smascheratore, amministrativo, n. 7 ottobre 18 38 ad Acerra.
Spartaco, n. 1882 a Caserta.
La Striglia, numero saggio, anno 1885, 24 maggio, Acerra.
La Sveglia, n. 1875 a Capua; direttore avv. Eugenio Pizzi; si fuse col Cittadino
di S. Maria Capua Vetere di cui era direttore l'avv. Gennaro Faucher, assumendo
il nome di Sveglia Cittadina.
Terra di Lavoro, politico, amministrativo, settimanale, n. 1887 a S. Maria Capua
Vetere. Cessò nel 188S.
Tifatino, n. 1871 a Caserta.
Il Vegliante, anno 1880; direttore avv. Costantino Biemraa, Acerra.
Il Volturno, u. 1883 a Caserta; direttore Carlo Pignone.
L'ARRIVO DEL GIORNALE
Eccolo il giornale arrecatoci dal fattorino instivalato, impillaccherato,
colla cintura ben stretta, coi capelli cospersi di neve. Messaggiero del
mondo e dei suoi confusi rumori, buon giorno ! eccoti adunque colle
novelle di tutte le nazioni, cullate sulle tue spalle !
Tu ten vai zufolando, senza curarti di quel che porti e una volta
gettato nel vicino albergo il tuo involtino (i), tu riparti allegro, can-
ticchiando sempre, soffiandoti nelle dita raggranchite, col cuor leggiero,
collo spirito contento.
Incendi! e morti, matrimoni! e nascite, fondi pubblici che cadono,
che si rialzano, tutto ciò è racchiuso nel giornale che tu ci porti.
Le nostre truppe si battono esse in qualche parte del globo ?....
L'antica India è dessa libera e ridente, felice e adorna del suo vetusto
diadema, oppure geme essa sempre sotto le torture e le vessazioni che
da noi le vengono inflitte ?....
(1) I giornali inglesi e americani sono strettamente avvoltolati e chiusi in una fascia
che h copre quasi intieramente.
344 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Ed i nostri oratori ed i nostri grandi uomini, che cos' è di loro ?
che cosa fanno? Vediamo un po'; discussioni, logica, replica, triplica,
epigrammi, insulto, obgiurgazione, scherno, facezia.... che cosa diven-
gono tutte queste cose ?.... Sono curioso di saperlo.
Diamo la libertà a questi prigionieri !.... Chiudete bene le imposte
delle finestre, fate cadere in fitte pieghe i cortinaggi, e brilli la fiamma
del caminetto. Accostate il canapè: leggiamo, mentre l'urna bollente
lascia sfuggire con rumore la sua colonna di vapori odorosi : preparate
le coppe in cui sari versata la calda bevanda, madre della allegria senza
ebbrezza.
Ecco l'in-folio di quattro pagine che si svolge con fracasso: libro
dalle immense colonne che la critica non ha il tempo di criticare, che
tutti stanno ad udire avidamente, anco le donne, i giovani e le belle,
silenziose ed attente.
È una vera carta geografica dei nostri guadagni e delle nosfre per-
dite: dei nostri interessi, dei nostri pensieri, della nostra vita intiera,
dei suoi rapporti fluttuanti e delle sue singolari varietà.
Questa arida giogaia di montagne conduce al picco ghiacciato del
ministero. Quel gran pantano è il palude in cui cadono le ambizioni
deluse. Ecco il sentiero perduto per cui si avvia il demagogo quando
vuol raggiungere il nuovo trionfatore e dargli il formidabile gambetto.
Qui scorrono ad auree ondate i flutti melliflui d'una giovane elo-
quenza parlamentare: essa è modesta, umile, e timida: poco spera, nulla
domanda, poco promette e tutto attiene. Più lungi, l'enfasi si rovescia
in rumorose cateratte: la prolissità delle parole stende il suo oceano sopra
un deserto d'idee, e lo scherzo e la piacenteria si dan bel tempo alle
spese d'una nazione che soff're.
Più lungi ancora, e proprio in fondo, ecco il caos più ameno e
grazioso del mondo: meraviglie su meraviglie: capelli pei calvi, rose per
le pallide guance, gigli per chiunque ne vuole, salute pei moribondi,
cielo e terra ai vostri comandi. Dio e V inferno posti a sovvallo, ru-
giade olimpiche, nettari che rendono la vita ai defunti, sermoni e feste
di ballo, canzonette e palloni volanti, ciarlatani di piazza e ciarlatani di
società !
Oh come è delizioso, pel pensatore e pel poeta, l'osservare dalle
feritoie della propria cittadella, accuratamente chiusa e custodita, i mo-
vimenti e la mischia di questo grande combattimento quotidiano; di
vedere agitarsi l'enorme Babele e di non sentirne l'urto e la pressione:
di ascoltare da lungi e senza pericolo l'incerto mormorio di quei flutti
confusi che vengono a morire chetamente al nostro orecchio.
Di tal modo, tranquillo, seduto al canto del mio focolare, col gior-
nale nelle mani, veggo dall'alto il mondo e tutto quanto lo agita, e mi
sembra d'aver valicato qualche vetta serena in cui sono qualche cosa più
che un mortale, donde contemplo a mia voglia le razze, le generazioni,
li imperii. Osservo questo grande tumulto, mentre me ne sto in tutta
pace.
(Dal poema di Cowper - The Task.)
PROVINCIA DI CATANIA
'Hjumero dei Comuni: 63 — Topolaiione > 563,457 — Superficie: K. q. 5,102 — Deputati della provincia:
I. Bonaiuto, Di S. Giuliano, Carnazza-Amari. 2. Grassi-Pasiai, Nicolosi, Quattrocchi. 3. Arcoleo, De Cri-
stofaro, Pandolfi.
L'Agricoltore Calabro -siculo. Giornale
di agricoltura pratica, fondato nel 1^75 a
Caltanissetta. Col 15 marzo 1883 si trasferi
a Catania, allargando di molto il formato,
migliorando la carta e aggiungendo una
copertina alle 28 pagine, in cui si pub-
blica. Nel 1881 fu premiato con medaglia
all'Esposizione nazionale di Milano. Si oc-
cupa dell'agricoltura delle provincie meri-
dionali ed in ispecie della Sicilia, nella
quale regione è diffusissimo. Esce 2 volte
al mese, ed è diretto dal cav. Antonio Aloi,
professore al R. Istituto tecnico. Abbona-
mento: anno L. 6. Piazza Stesicoro, Pa-
lazzo Beneventano.
Catania.
Antologia giuridica. Giornale di giuri-
sprudenza e letteratura, fondato nel 1887.
Ha pubblicato interessanti lavori dei fra-
telli Enrico e Giuseppe Cimbali. Abbona-
mento : anno L. 20. Un fascicolo, di circa
100 pagine, L. 2.
Catania.
Atti dell'Accademia Gioenia. Rivista il-
lustrata di scienze naturali. Vi scrivono:
L. Ricciardi, Antonio Aloi, D. Maccaluso,
O. Silvestri, ecc.
Catania.
Bollettino commerciale. Giornale setti-
manale, fondato il 14 novembre 1888. Con-
tiene informazioni giuridiche, correzionali,
dei fallimenti, con supplemento speciale dei
protesti delle cambiali per Catania e pro-
vincia. Esce ogni mercoledì in 4 pagine,
formato 0,42x0,30. Abbonamento: anno
L. IO. Un numero 5 centesimi. Via San
Giuseppe, casa Fazio, p.° p."
Catania.
La Campana. Giornale politico, catto-
lico, fondato nel 1872. Si pubblica il gio-
vedì e la domenica in 4 pagine a 3 co-
lonne. Tiratura 800 copie. È organo del
Circolo cattolico di S. Euplio e del Co-
mitato diocesano dei Circoli cattolici. Di-
rettore proprietario ; Rosario Bonsignore.
Abbonamento: anno L. 6, semestre 3,50.
Un numero 5 centesimi. Inserzioni: in 4.'
pagina 20 centesimi la linea. Via S. Gae-
tano alla Grotta, 3.
Catania.
Il Corriere. Giornale ammiaistrativo,
nato il 2 febbraio 1889. Esce ogni setti-
mana in 4 pagine, formato 0,28 x 0,20.
Abbonamento: anno L. 4. Un numero 5
centesimi. Via Vittorio Emanuele, 89.
Caltagirone.
Il Corriere. Giornale politico ammini-
strativo, fondato il 4 novembre 1888. Esce
in 4 pagine, formato 0,30x0,20.
Caltagirone.
Corriere di Acireale. Giornale ammini-
strativo, fondato il 31 marzo 1889. Si pub-
blica una volta alla settimana in 4 pagine,
formato 0,355^0,24. Abbonamento: anno
L. 5. Tipografia Mario Ragonisi.
Acireale.
Corriere di Catania. Giornale politico,
amministrativo, commerciale, fondato nel
1879. Si pubblica tutti i giorni in 4 pa-
gine a 4 colonne. Tira 8000 copie. Diret-
tore : Luigi Garano. Il giornale è ufficiale
per gli atti della Camera di commercio; è
redatto con sufficiente cura e professa sani
principii liberali. Abbonamento: anno L. 18,
semestre io, trimestre 5 - Estero: 30, 16,8.
Un numero 5 centesimi. Inserzioni: in 4.*
pagina 20 centesimi la linea. Largo Spi-
rito Sauto, 19.
Catania.
Toglio periodico della Prefettura. Pub-
blicazione ufficiale fondata nel 1860 per
gli atti amministrativi della provincia. Esce
ogni mese in fascicoli di 40 pagine. Ab-
bonamento : anno L. io. Un numero 30
centesimi.
Catania.
Gazzetta degli Etnei. Periodico ammi-
nistrativo, nato il 2 giugno 1889. Esce
ogni settimana in 4 pag., form. 0,40 x 0,28.
Abbonamento: anno L. 4. Via De Gae-
tani, 52.
Catania.
Gazzetta del popolo. Giornale politico
amministrativo, fondato nel 1884. Esce 2
volte alla settimana in 4 pagine. Abbona-
mento: anno L. 6. Un numero 5 cente-
simi.
Catania.
Gazzetta di Catania. Giornale politico
amministrativo, fondato nel 1870. Si pub-
blicava ogni giorno, meno il lunedì, in 4
pagine a 5 colonne, Sospese le pubblica-
346
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
zioni per qualche tempo; le riprese nel
1881 per opera del deputato Giuseppe Bo-
najuto. Poscia venne ceduta con regolare
contratto ai signori Barbagallo e Scuderi,
tipografi editori, e continuò a pubblicarsi
settimanalmente, seguendo il programma
tracciato dal fondatore, che è quello della
sinistra democratica. Oggi la Gai:(etta è
uno dei giornali ebdomadari più difiusi,
specialmente nella provincia di Siracusa,
alla cui cronaca spesso dedica una in-
tera pagina del proprio formato Vi scrive
E. Minneci (Ignotus). Abbonamento: an-
no L. 15, semestre 8, trimestre 4. Un nu-
mero 5 centesimi. Piazza Spirito Santo.
Catania.
Giornale dell'Impiegato. Bollettino del-
l'associazione tra gì' impiegati civili in Ca-
tania, fondato il 15 settembre 1888. Esce il
i.° e 15 d'ogni mese in 4 pagine, formato
0,38^0,24. Abbonamento: anno L. 1,60.
Un numero 5 centesimi. S. Giuliano.
Catania.
L'Indipendente. Periodico politico am-
ministrativo, nato il 6 aprile 1889. Esce
ogni giovedì in 4 pag., form. 0,46 >< 0,33,
a 5 colonne. Ha per motto : « Unicuique
suum: sia lode 0 hiasmo ». É giornale re-
datto molto bene, con abbondanza di no-
tizie e varietà d'articoli. Vi scrive C. Ca-
li {Asiatico). Abbonamento: anno L. 5. Un
numero 5 centesimi. Via Vittorio Em. 19S.
Catania.
La Lilaertà. Giornale politico, nato il 2
dicembre 1888, come organo del Circolo
costituzionale Umberto L Esce 2 volte alla
settimana in 4 pagine, formato 0,44 -a 0,30.
Ha per epigrafe: « Italia e Savoia sarà il
nostro programma, e con questo ideale com-
Imtteremo ». Abbonamento: anno L. 6. Un
numero 5 centesimi. Via Vittorio Ema-
nuele, 316.
Catania.
Il Messaggiero di S. Agata e S. Lucia.
Giornale cattolico, nato il 13 luglio 1889.
É organo dell'associazione omonima e del
Circolo Catanese di S. Agata. Esce una
volta al mese in 8 pagine in-fol. a 2 colon-
ne, con copertina. Direttore: sac. Giuseppe
Caff. Abbonamento: anno L. 2. Un nu-
mero 20 centesimi. Tipografia Roma di
Rosario Bonsignore.
Catania.
Il Monitore religioso. Giornale politico,
nato nel 1872 a Piazza Armerina; dal 1887
si è trasferito a Caltagirone. Esce 2 volte
al mese in 4 pagine. Abbonamento : anno
L. 2. Un numero 5 centesimi.
Caltagirone.
La Palestra oattolioa. Giornale clericale
mensile, redatto dai preti di Acireale,
che, oltre allo scopo di riportare le enci-
cliche e le circolari dei vescovi, ha anche
quello di mettere in canzonatura tutto quel-
lo che si va facendo di bello e di buono in
Italia, con articoli e versi irriverenti. Nel
paese però ha molta diffusione, predomi-
nandovi l'elemento cattolico. È stato fon-
dato nel 1S85 e si pubblica in fascicoli di
32 pagine. Abbonamento: anno L. 2. Un
numero 25 centesimi.
Acireale.
La Patria. Periodico politico, letterario,
amministrativo, fondato nel 1879. Esce
ogni settimana in 4 pagine a 3 colonne.
Nell'ottobre del 1886 sospese temporanea-
mente le pubblicazioni. In cambio agli ab-
bonati veniva spedito un altro giornaletto
locale, il Camillo. Abbonamento : anno
L. 6,50, semestre 3,25. Un numero io cen-
tesimi. Via Teatro BeUini, 49.
Acireale.
Il Piccolo giornale. Giornale ammini-
strativo, nato il 21 aprile 1889. Esce ogni
1 5 giorni, in 4 pagine, formato 0,38 x 0,23.
Un numero io centesimi. Si stampa a Ca-
tania, alla tipografia Francesco Calati.
Scordia.
La Pietra infernale. Giornale caustico,
frisante, anti- cancrenoso, nato il 9 lu-
glio 1SN9. Esce in 4 pag.,form. 0,43 x 0,29.
Abbonamento: anno L. 5. Un numero 5
centesimi. Tip. Pacini di G. Riccioli.
Catania.
II Potere. Giornale amministrativo e di
interessi locali, nato nel 1887. Esce ogni
settimana in 4 pagine. Abbonamento: an-
no L. 3. Un numero 5 centesimi.
Caltagirone.
Il Predicatore cattolico. Giornale catto-
lico, fondato nel 1885. Si pubblica ogni
mese in fascicoli di 32 pagine. Abbona-
mento: anno L. 5. Non si vende a numeri
separati.
Giarre.
La Pubblicità. Pubblicazione periodica
settimanale, fondata i'8 luglio 1888. Esce
in 4 pagine, formato 0,43x0,30. Si di-
spensa gratis. Via Zurria, 14.
Catania.
Hivista delle scienze botanica e zoolo-
gica. Pubblicazione scientifica, fondata il
i." gennaio i88S. Si pubblica 2 volte al
mese in fascicoli di 16 pagine in-8.° - Vi
scrivono: B. Grassi, N. Rioso, A. Gerdi,
G. Rovelli, A. Palumbo, F. Samperi, ecc.
Editore: Filippo Tropea. Abbonamento:
anno L. 8.
Catania.
La Sicilia vinicola. Giornale settimanale
PROVINCIA DI CATANIA.
847
di enologia e viticoltura, organo del com-
mercio vinicolo internazionale , fondato
nel 1886. Si pubblica ogni domenica in 4
pagine in-folio a 4 colonne, in 2 edizioni,
italiana e francese. Direttore: comm. dot-
tor Odoardo Turchetti. Redattore capo:
prof. Nicola Rossi. Vi scrivono : G. Fro-
sini, dott. L. Beretta, Enrico Canepa, G. Vi-
tali, ecc. Abbonamento: edizione italiana
o francese L 9,50 anno, estero 12,50. Un
numero 20 centesimi. Via Fiesolana, 31.
Riposto.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Fondato nel 1876, si pubblica
2 volte la settimana in 8 pagine e con-
tiene gli annunzi legali amministrativi. Ab-
bonamento: anno L. ló. Un numero cent. 30.
Catania.
Il Telefono - Eco dell'Isola. Giornale
politico, amministrativo, letterario, fondato
nel 1887. Esce ogni giorno in 4 pagine a
5 colonne. Direttore : Enrico Minneci. Re-
dattore: Ottavio De Sica. Ha per motto:
Avanti Savoia! Abbonamento: anno L. 16,
semestre 9, trimestre 5,25, Un numero 5
centesimi. Piazza Massarello, 2-3.
Catania.
L'Unione. Giornale politico amministra-
tivo, fondato nel 1880 col titolo di Nuova
Montagna, che poi mutò nell'attuale. É
organo del Circolo repubblicano. Si pub-
blica ogni settiman^i, in 4 pagine a 4 co-
lonne. Direttore: Di Felice. Abbonamen-
to: anno L. 5, semestre 2,75. Un numero
5 centesimi. Via Trinità, casa Calvagna.
Catania.
Vita Libera. Giornale letterario, scien-
tifico, settimanale, fondato il 18 marzo
1888. Esce in 8 pagine in-4.° - Direttore :
Carmelo Ventura. Abbonamento: semestre
L. 3. Un numero io centesimi.
Caltagirone.
Giornali cessati:
UAceddu di lu ^iu Titta, umoristico, n. 1888 a Catania, in dialetto.
L'Amico della verità, n. 1885 a Catania.
U Amministrazione, n. 1882 a Catania.
Arte, n. 1885 a Catania; direttore V. Màugeri Zangàra.
U Asino, umoristico, n. 1887 a Catania.
'L'Avvisatore commerciale, n. 1881 a Catania.
Bajardo, politico, amministrativo, settimanale, n. 1887 a Catania.
Il Bellini, n. 187Ó a Catania.
Il Cimento, n. 1885 a Caltagirone.
Corriere dell'Etna, politico, amministrativo, settimanale, n. 1888 a Catania.
Cronaca Catanese, politico, settimanale, n. 1888 a Catania.
D'Artagnan, umoristico, illustrato, settimanale, n. 1889 a Catania.
Don Mariio, umoristico, settimanale, n. 1889 a Catania.
Don Pancrazio, n. 1870 a Catania; direttore F. Maltese.
L'Emporio italiano, n. 1885 a Catania.
L'Etna, n. 1883 a Catania; direttore Alberto Carnevale.
L'Etna, n. 1885 a Giarre,
Le Feste Agonali, letterario, n. 1885 a Catania, direttore Vincenzo Crescimone.
Fieramosca, politico, settimanale, n. 30 luglio 1888 a Catania.
Il Foro Catanese, n. i88i a Catania.
Fracassa II, n. 1885 a Catania.
Fra Diavolo, n. 1887 a Catania.
La Frusta, a. a Catania, direttore Petrina.
Gaiiettino della sera, n. 1883 a Catania.
La Giurisprudenia, n. 1871 a Catania; direttore Pasquale Bellini.
L' H nell'abbiccì, politico, amministrativo, settimanale, n. 1888 a Catania.
L' Imparziale, n. 1885 a Giarre.
L'Italia e Dante, n. 1872 a Catania; direttore Diego Amore.
La Luce, di Catania.
Mastru Staci, umoristico, in dialetto, settimanale, n. 1887 a Catania.
Il Mongibello, n. 1885 a Catania.
L'Omnibus, n. 1886 a Catania; direttore C. Cali-Pragala.
Il Passatempo, n. 1885 a Caltagirone.
l\ Plebiscito, n. 1862 a Catania, direttore Tenerelli; nel 1882 riprese sotto la dire-
zione dell'avv. G. Coviglio le pubblicazioni da più anni sospese, ma cessò nuo-
vamente; ricomparso col titolo di Corriere della sera, quotidiano, cessò del tutto
Del 1883.
348 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— Il Popolo, n. 1884 ad Aci S. Antonio; direttore F. Romeo de Maria.
— Ras Alida, politico, settimanale, n. 22 gennaio 1888 a Catania.
— La Sferra, politico, settimanale, n. 17 maggio 1888 a Catania.
— Spartaco, n. 1882 a Catania; direttore Luigi Paraci.
— Il Teatro Massimo, n. 1887 a Catania.
— Il Timoleonte, n. 1881 a Catania.
— Vita Nuova, n. 1884 a Catania.
UrV GIOKIVALF
Quando io prendo in mano un giornale, e l'esamino e considero
la varietà delle cose e la ricchezza delle notizie che esso contiene, mi
vien fatto di provare un sentimento d'orgoglio per il mio secolo, e di
compassione per i secoli che non conobbero questo portento dell'intel-
ligenza umana: l'opera più miracolosa di tutte le opere sue. Comprendo
che vi siano società senza macchine a vapore, senza telegrafi, senza le
tante meraviglie, che la industria ha sparso nella via trionfale del pro-
gresso, ornata di monumenti immortali; ma non comprendo una società,
senza quell'immenso libro della stampa quotidiana, in cui una legione
di scrittori, che dovrebbero essere tenuti sacri dai popoli, notano le nostre
angustie, le nostre esitanze, i nostri timori, e i gradi di perfezione che
si raggiungono nell'opera di attuare un ideale di giustizia sopra la terra.
Io comprendo anche la vita monastica, anche la solitudine di un
uomo, che rinunzia all'espansione della sua intelligenza nelli società e
all'espansione del suo cuore nella famiglia, per consacrarsi tutto a Dio,
alla scienza, alla carità, alla meditazione, all'ozio, se vuoisi, in una di
quelle isole morali, che si chiamano monasteri. Ma non comprendo che
quest'uomo rinunzi a leggere un giornale, a pensare, ogni giorno, con
il cervello di tutto il genere umano, a sentire con il cuore di tutti gli
uomini, a mescolar la sua vita all'oceano della vita umana, e a veder
fiottare sulle sue onde il vento di tutte le idee. Gli anticlii cinesi ave-
vano un'istituzione portentosa, una istituzione di storiografi. Chiusi in
un palazzo circondato di sontuosi giardini, si consacravano essi, nel si-
lenzio, a scrivere i fatti giornalieri, con la severa maestà dicevole a giu-
dici del tempo, a persone che conferivano l'immortalità. A lato della
dinastia celeste degl'imperatori si rinveniva questa rigida dinastia tribu-
nalizia. Erano più che magistrati, erano sacerdoti, e tutti li avevano in
rispetto come rappresentanti della coscienza umana e come gli esecutori
della divina giustizia. Il loro ministero era il descrivere in pagine im-
mortali, che dovevano conservarsi come il vincolo delle generazioni,
i più rilevanti avvenimenti dell'Impero. Giammai alcun popolo onorò i
suoi sacerdoti, come questi primi originatori della storia, che rimasero
poi in una infanzia eterna, onorarono i loro storiografi.
Or bene ; io dico che i popoli moderni dovrebbero rendere eguale
onoranza ai giornalisti. Mercè questi singolarissimi testimoni, si diffon-
dono raggi di luce nel nostro orizzonte; mercè le loro sentenze, la co-
scienza umana perviene ad ottenere un definitivo e formulato giudizio
PROVINCIA DI CATANIA. 349
sui fatti universali. A poco monta la passione di partito, senza la quale,
forse, non potrebbe sussistere quest'opera portentosa, che, come tutte le
opere umane, ha bisogno per muoversi dell'eccitamento di una grande
passione. Poco importa il silenzio, tenuto ad ingegno, in tale occasione,
la parzialità osservata in tal'altra, la ingiustizia sino alla menzogna, poiché
da questa guerra delle forze spirituali risulta la vita totale, come dalle
ombre risulta l'armonia di un quadro. Meglio sarebbe che non vi fossero
cosiffatti mali, come sarebbe meglio che infermità fisiche e disgrazie mo-
rah non esistessero; ma è tanto difficile il cambiare la società quanto
il cambiar la natura, e le leggi di essa sono complicate come le leggi
meccaniche dell'universo, e talora sono fatali. Ed è una fatalità delle
leggi a cui è ordinato il civile consorzio, che il progresso debba trovare
ostacoli nelle grandi opere fornite per agevolarlo ; che il passato risorga
con i suoi errori e si valga dello strumento che doveva distruggerlo;
che serva a formare il mondo caliginoso della menzogna, fulgentissimo
etere, sparso a torrenti per formare il mondo della verità. Ma se un
giorno fossero convocate in giudizio tutte le istituzioni, di cui tanto si
vantano i popoli, e si presentassero recando ciascuna in una mano i
beni che ha fatto, e nell'altra i mali, forse nessuna meriterebbe una più
giusta benedizione dalla coscienza umana.
Opera meravigliosissima è quella di un giornale, opera di scienza
e di arte. Sei secoli non bastarono a compiere la cattedrale di Colonia,
ed un giorno basta a compiere l'opera immensa di un periodico. Non
si possono computare i gradi di vita, di luce, di progresso che sono in
ogni foglio del libro immortale, che forma il giornalismo. In esso, le
spicciolate notizie relative agli esseri più sconosciuti, e il discorso che
risuona nella più alta tribuna e commuove tutte le intelligenze; in esso,
le fugaci descrizioni di un ballo e le opere d'arte che entrano serene
nella regione della immortalità. Questa pagina meravigliosa è l'enciclo-
pedia del nostro tempo; enciclopedia che richiede una scienza incom-
mensurabile, una scienza la cui forza non può oggi stimare la nostra
generazione; scienza che è come la essenza dello spirito di tutto un
secolo.
Quando io penso ad Atene, la immagino splendida, con le sue le-
gioni di scultori e di poeti; con le sue assemblee, ove ogni discorso
era un inno; con i suoi cantanti; quel teatro che aveva per fondo le
onde del Mediterraneo; con quelle processioni in cui le vergini greche
andavano, coronate di fiori, danzando al suono delle cetre; con quelle
statue che raffiguravano il bello ideale della squisitezza plastica; con gli
oHmpici ludi, ove i bianchi cavalli trascinavano nel carro d'oro i giuo-
catori armati di lancia, come Giove del fulmine; con le sue scuole, in
cui imparavasi, al tempo stesso, la metafisica, la ginnastica, la musica e
la geometria; con tutta la sua vita, che era il culto divino della grazia
e dell'arte. Ma mi porge tristezza quella civiltà, orribile tristezza, con-
siderando che non vi erano giornali; poiché il giornale fa si che, di
semplici individui di una città, noi diveniamo cittadini del mondo.
Cultori del giornaUsmo, scrittori modesti e oscuri, mai non avete
potuto stimar tutta l'importanza dell'opera vostra, imperocché, essendo
350
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
nati in mezzo ad essa, la considerate quasi una parte dell'esser vostro.
Ma, purtroppo ! senza di voi gli uomini più cospicui rimarrebbero igno-
rati, le glorie maggiori sarebbero come campane che suonassero nel
vuoto. Voi recate a ciascuno i dolori di tutti. Voi recate agli afflitti le
speranze di tutti. Le vostre penne sono come i fili elettrici che uniscono
le regioni del pianeta. Le vostre idee sono come gli atomi dell'aere, in
cui respirano le nostre anime; sono come l'atmosfera morale del globo.
È necessario comprendere tutta la dignità di questo ministero, per poter
esercitarlo con la maestà e con la grandezza ad esso dicevole. È uno
dei più sublimi, riservati all'umano intendimento.
E. Castelar.
FaYoloso buon mercato. — Per sole 6 Lire l'anno.
PER GLI STATI EUHOPEI DELL'UNIONE POSTALE, FRANCHI NOVE
È il solo giornale che unisca all'eleganza dell'edizione, alla ricchezza e varietà
delle incisioni, uno straordinario buon mercato, tanto che in soli dieci anni ha rag-
giunto una tiratura di 20,000 copie. Tutte le signore che hanno domandato un nu-
mero di saggio sono rimaste sorprese di tanta ricchezza per prezzo cosi mite, e si sono
afirettate ad associarsi facendo propaganda del giornale fra le loro amiche.
Esce ogni quindici giorni in otto pagine di gran formato a tre colonne. — Ogni
fascicolo contiene circa 100 magnifiche incisioni di viode e lavori, una grandissima ta-
vola di ricami e modelli, oppure un modello tagliato d'oggetti d'altissima novità. Spiega-
zioni delle incisioni e degli annessi chiare e precise.
In ogni fascicolo, Corriere di Parigi, scritto da una signora dell'alta società. Cor-
riere della moda, racconti interessanti, articoli di varietà. Utili consigli nella Piccola
corrispondenza, economia domestica, ricette, notizie utili e interessanti.
DISEGNI di nomi e iniziali a richiesta delle associate.
Dell' ELE&ANSA si fa pure un'edizione speciale con uno splendido figurino
colorato in ogni numero.
Per r ITALIA, L. 12. — Per l'Unione Postale, Fr. 15.
DIRIGERE COMMISSIONI E VAGLIA AI FRATELLI TREVHS, EDITORI, IN MILANO.
PROVINCIA DI CATANZARO
Numero dei Comuni: 152 — Popolazione : 433,975 — Superficie: K. q. 5,174 — Deputati della provinctA
I. Grimaldi, De Seta, Chirairri, Oliverio. 2. Cefaly, Curcio, Fraucica, Cordopatri.
Bollettino del Comizio Agrario. Gior-
nale di agricoltura e pastorizia, fondato
nel 1881. Non ha data fissa di pubblicità.
Esce in fascicoli di 12 pagine. Non si vende
a numeri separati e si distribuisce gratis
ai soci del Comizio. Abbonamento: anno
L. 4.
Catanzaro
La Calabria. Rivista di letteratura po-
polare, nata il 15 settembre 1888. Esce
una volta al mese in 8 pagine in-4.'' -
Contiene studi letterari, novelle e poesie
in greco e albanese con la versione ita-
liana. Direttore : Luigi Bruzzano. Abbona-
mento: anno L. 5. Un numero L. i.
Monteìeone.
Il Calabro. Giornale politico, dell'oppo-
sizione liberale, nato nel 1869 Si pubblica
martedì, giovedì e sabato in 4 pagine a 4
colonne, redatto con molto garbo. Ha una
diffusione di 1400 copie. Inserzioni: 3.' pa-
gina 50 centesimi la linea, 4.' pagina 30.
Abbonamento: anno L. 12, semestre 6,
trimestre 3, so - Estero: spese postali in
più. Un numero io cent. Via Duomo, 49.
Catatf^aro.
Corriere Calabrese - Gaiietta di Catan-
:^aro. Giornale politico, amministrativo, let-
terario, commerciale, fondato nel 1881. Si
pubblica il mercoledì e il sabato in 4 pa-
gine a 4 colonne; contiene gli atti della
Camera di Commercio e della Società de-
gl'Impiegati nelle Calabrie. Fu direttore
del giornale il prof. Capasso, a cui suc-
cesse poi, a tutto il 1884, il prof. Michele
Vitale, e dal gennaio al maggio 1885 la
direzione fu tenuta dall'avv. cav. Alfonso
Gironda Veraldi; ora ne è direttore Be-
niamino Fera. Abbonamento : semestre
1^. 6 - Estero 18 - Anno in proporzione.
Inserzioni : 80 centesimi la linea. Un nu-
mero IO centesimi. Via Liceo, 23.
Catan:(aro.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale, nato nel 1^67 per la pub-
blicazione degli atti amministrativi della
provincia. Si pubblica ogni mese a fasci-
coli di un numero indeterminato di pa-
gine. Abbonamento: anuo L. io. Non si
vende a numeri separati.
Catan:^aro.
Le Forbici. Giornale democratico setti-
manale, nato il 7 luglio 18S9. Esce ogni
mercoledì in 4 pagine, formato 0,36x10,23.
Dopo il primo numero Giovanni Ansani
si ritirò dalla direzione, che passò all'av-
vocato Francesco Mannarino, attuale pro-
prietario del giornale. Redattore-capo: An-
tonio Mirante. Abbonamento : anno L. 4.
Un numero cent. 5. Via S. Francesco, r.
Catan:^aro.
Il Fra Diavolo. Giornale politico, am-
ministrativo, fondato nel settembre del
1889. Esce 2 volte la settimana. Diret-
tore: Nicola Scioscia.
Catan:{aro.
11 Giornale di Calabria. Giornale poli-
tico, amministrativo, fondato il i.° agosto
del 1889. Esce 2 volte la settimana. Di-
rettore: Francesco Lapiccola. Tiratura 3000
copie. Trimestre L. 5.
Catan:(a.ro.
La Giovine Calabria. Giornale politico
letterario, fondato 1' 1 1 novembre 1887. Si
pubblica il lunedì e il venerdì in 4 pagine,
formato 0,39 >^ 0,26, a 4 colonne. Diret-
tore: prof. Michele Vitale. Abbonamento:
anno L. 8, semestre 5. Inserzioni: 4.* pa-
gina 20 centesimi, 3.' pagina 75. Un nu-
mero cent. 5. Corso Vittorio Emanuele, 257.
Catan:{aro.
La Giurisprudenza Calabrese. Organo
del foro di Catanzaro; periodico mensile,
fondato nel luglio 1888. Esce a fascicoli di
40 pagine in 8." - Redattore: Cav. Avv. Fi-
lippo Catanzaro. Abbonamento: anno L. 12.
Catan:{aro.
Giustizia. Giornale politico amministra-
tivo, fondato nel 1888. Esce ogni dome-
nica in 4 pagine a 5 colonne. Direttore:
Umberto Lanocita. Abbonamento: anno
L. 4. Un numero 5 centesimi. Inserzioni:
dopo la firma del gerente L. 1,30 la linea.
Tipografia T. Pirozzi.
Cotrone.
L'Indipendente. Giornale politico, am-
ministrativo, letterario, fondato nel 1887.
Esce ogni settimana in 4 pagine a 3 co-
lonne. Ha per motto i versi del Giusti:
n Non porterò giammai di Tizio o Caio,
Oltrsinontane o arcadiche livree,
Né per lisciarle affogherò l' idee
Nel calamaio. »
352
GUIDA DELLA STAINIPA PERIODICA ITALIANA.
Dirige il giornale N. Vatalaro.
Abbonamento: anno L. 5, semestre 2,50,
trimestre 1,50. Un numero io centesimi.
Piazzetta del Duomo, 5.
Nicastro
La Luce. Gazzetta di Monteieone, nata
il 6 gennaio 1889, Si pubblica una volta
la settimana in 4 pagine, form. 0,37 ^ 0,26.
Abbonamento: anno L. 5. Un numero io
centesimi. Via Chitarrari, 7.
Monteieone.
Il Martello. Giornale amministrativo lo-
cale, letterario, fondato nel 18S2. Si pub-
blica ogni settimana in 4 pagine piccole.
Abbonamento: anno L. 4. Un numero io
centesimi.
Filadelfia.
La Nuova Stampa. Giornale politico
letterario, fondato nel giugno del 1889.
Esce ogni mercoledì in 4 pagine a 4 co-
lonne. Direttore: avv. F. Pacenza. Il gior-
nale, ispirato a sani principi! di libertà, è
fatto con molto garbo. Abbonamento ì
anno L. 5, semestre 2,90, trimestre 1,50.
Un numero io centesimi. Inserzioni: 20
centesimi la linea. Piazzetta del Duomo, 5.
Nicastro.
La Padella. Giornale di cronaca locale
e letteratura, nato nel 1886; i due primi
numeri si stamparono a Catanzaro. Esce
ogni settimana in 4 pagine. Abbonamento :
anno L. 6. Un numero 10 centesimi.
Nicastro.
Il Sisorgimento. Giornale politico, am-
ministrativo, letterario, nato nel 1 888. Esce
ogni settimana in 4 pagine a 4 colonne.
Proprietario responsabile: Francesco Be-
vilacqua.
Nicastro.
Lo Scudiscio. Giornaletto amministra-
tivo, fondato nel 1879. Si pubblica ogni
settimana in 4 pagine a 2 colonne. Abbo-
namento: anno L. 4,20. Un numero e. io.
Cataniaro.
U Strolacu. Giornale amministrativo,
nato il 14 marzo 1889. Esce ogni giovedì
in 4 pagine, formato 0,36 x 0,23, redatto in
dialetto calabrese. Direttore: Raffaele Co-
tronei. Abbonamento: anno L. 5. Un nu-
mero 5 centesimi. Scesa Pastaiuoli. 18.
Catanzaro.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Fondato nel 1876 per la pub-
blicazione degli annunzi amministrativi le-
gali. Esce 2 volte la settimana in fascicoli
di 16 pagine. Cent. 5 per ogni pagina^
acquistando un numero separato.
Catanzaro.
Giornali cessati:
L'Avvenire Vihonese, politico, amministrativo, settimanale, n. 1882 a Monteieone;
direttore prof. Eugenio Scalfari.
Il Diluvio, politico, amministrativo, settimanale, n. 1882 a Nicastro.
L' Eco degli studenti, letterario, n. 1885 a Catanzaro.
V Evoluiione, giornale di storia, morale e letteratura, n. 1883 a Nicotera.
La Gaiia-ladra, di Nicastro.
Gai~etta del progresso della sericoltura, n. 1887 a Catanzaro, mensile.
Galletta di pubblicità, n. 1883 a Catanzaro, organo mensile di un'agenzia omonima,
diretto da T. Garelli.
Gaiiettino Nicastrese, politico, amministrativo, settimanale, n. 1S84.
La Luce, di Nicastro.
Il Nuovo periodo, visse a Catanzaro nel 1870-71.
Il Progresso, politico, amministrativo, settimanale, n. 1885 a Nicastro.
U Spatrunatu, amministrativo, n. 13 maggio 1889 a Catanzaro, settimanale, in
dialetto.
La Verità - Gaietta Calabrese, politico amministrativo, n. 1872 a Catanzaro, biset-
timanale ; direttore Alfonso De Guzzis.
I GIORNALI NUOVI
Nell'epoca in cui l'anno è per finire o per principiare non c'è scrittore
o scrittorello, che non vegga piovere nel suo studio una quantità stupe-
facente d'annunci di giornali ruovi, accompagnati da una preghiera, da
un invito o da un'intimazione di collaborarci.
PROVINCIA DI CATANZARO. 353
Dissi preghiera, invito, o intimazione, perchè dei fondatori di gior-
nali ve ne sono di varie specie. Vi sono i giovinetti sentimentali, che,
nell'esaltazione del primo amore, hanno scritto una romanza gemebonda
o una novella a lieto fine, nella quale due cuori innamorati riescono ad
unirsi beatamente con o senza l'intervento del sindaco. I giovani autori
si struggono di far conoscere al pubblico il loro figliolo letterario, e
molti altri simili, che si sentono palpitare nel seno. iMa ne giornalisti
né editori li sanno apprezzare, ed allora, nel loro entusiasmo d'autori,
e nella loro ingenuità da giovinerti, risolvono di fondare un giornale
per pubblicarvi i loro lavori. Ed annunciano fiduciosamente : « In Italia
è altamente sentito il bisogno del nuovo periodico La palestra degli in-
compresi, il quale non si curerà né di politica, né di critica, né di altre
cose noiose. Il suo scopo é di offrire un campo agli sfoghi più o meno
lirici dei giovani scrittori. »
Dieci, venti compagni di sventura spediscono, franco di porto, il
loro scritterello, colla copertina fregiata di mezzi bolli postali sfuggiti
dalla fascia, i quali narrano la storia di parecchi viaggi d'andata e ri-
torno alle direzioni di giornali meno pietosi. Ed esce il primo, e qualche
volta il secondo numero; ma il pubblico, che non trova fra quei re-
dattori nessuno dei nomi, coi quali ha im.parato a fare a fidanza, non
arrischia l'abbonamento; e l'Italia arrischia di perdere dopo pochi nu-
meri il periodico, di cui aveva altamente sentito il bisogno. « Appena vidi
il sol che ne fui priva, a Ed é allora che la Direzione si rivolge agli
scrittori che, meritamente o no, hanno una rinomanza, implorando un
articoletto, una novellina, una strofa, un periodo, una virgola, nulla, pur-
ché porti la loro firma ; magari soltanto il permesso di mettere il loro
nome fra quelli dei collaboratori. Queste sono le domande in forma di
preghiera; domande ingenue, umili. — Sanno di chiedere un favore, e
si profondono in ringraziamenti e scuse.
Ma vi sono le domande sotto forma d'intimidazione, che sono più
amene ancora — « In Italia era altamente sentito il bisogno del nuovo
periodico: Diri:(^ar le gambe ai cani, destinato ad educare la gioventù,
a moralizzare la gente matura, a riveder le bucce a tutto il mondo. Nel
fondare questa panacea universale, noi ci sacrifichiamo pel bene dell'u-
manità, senza mire d'interesse; (prezzo d'abbonamento lire tanto) —
Tutti gli scrittori, che hanno viscere umane, hanno aderito a collaborare
nel nostro giornale senza pretese di compenso. Abbiamo troppa stima
di lei, per dubitare che non voglia fare altrettanto. » —
Sono i Don Chisciotte della letteratura, i quali ammettono che i
medici, gU avvocati, i maestri si facciano pagare le loro oneste fatiche
per guarire gli infermi, per proteggere gli orfani e le vedove, per ispe:^iare
il pan', della scienza; ma, se uno scrittore domanda d'essere pagato un
tanto per articolo, colonna o linea... orrore !
Poi vi sono gli spiriti inventivi, i quali pensano di sedurre il pub-
blico colle stranezze. Uno immagina di fare il monitore microscopico;
un giornale d'un formato minimo, appena visibile, che entri nel porta-
monete d'una signora; un altro inventa un giornale d'una dimensione
enorme, non mai vista, al cui confronto il Times abbia a sembrare un
N BiRNARD INI — GmW» iella Stampa pnioikn italiana — 23.
354 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
giornaletto. — Conobbi un originale, il quale vagheggiava un giornale
d'una sola colonna, e non più larga delle colonne dei giornali comuni,
ma lunga, lunga parecchie diecine di metri; un altro voleva fare il suo
periodico in un modo qualunque; la sostanza della cosa non lo preoc-
cupava; tutta la sorpresa doveva stare nel modo di suggellarlo, che do-
veva mutare ad ogni numero e presentare un problema sempre nuovo
ai lettori circa la maniera d'aprirlo. Ciascuno poi ha, nei giornali che
legge, la rubrica che preferisce, ed alla quale attribuisce la fortuna del
periodico in cui figura: « Il pregio del tale, sta nel romanzo originale
italiano, che dà sempre in appendice. — La gran diffusione del tal'altro,
si deve a quei romanzi francesi a tinte forti che piacciono alla gente
grossa. — Il buon successo del tal periodico è dovuto alla quarta pagina.
Il tal altro si compera pel rebus e per la sciarada. » Queste considera-
zioni affatto personali danno origine ad una quantità di fogli e foglietti
stravaganti: // romanziere. Italiano; Il roman::^iere straniero; un giornale
esclusivamente d'annunci, tutto quarta pagina ; La palestra degli indovini,
tutta sciarade e rebus e indovinelli.
Ogni anno nuovo fa nascere una quantità di queste idee bislacche,
le quali si annunciano in grandi affissi alle cantonate, in circolari ac-
compagnate da schede d'abbonamento, in numeri che invadono le quarte
pagine dei giornali più accreditati. Tutti questi neonati si dichiarano ro-
busti, sicuri di vivere lungamente e di prosperare, e fanno grandi pro-
messe in compenso dell'ospitalità che domandano. Ma come nell'uma-
nità, cosi nei giornali la mortalità è assai maggiore nel principio della
vita, che fra la gente cresciuta. Dopo qualche mese, sovente più presto,
si comincia a notare una decadenza nel giornale. I nomi illustri cessano
di figurare nella redazione attiva; fra i lavori originali si introduce tratto
tratto qualche traduzione più o meno felice; poi s'arriva alle intermit-
tenze nella pubblicazione, e difficilmente si varca il primo semestre prima
che il foglio, tanto vigoroso e ricco di promesse, sia morto d'anemia.
L'Italia non ne patisce, sebbene avesse altamente sentito il bisogno di
quel nuovo giornale; ma ne patisce la gente credula che ha preso l'ab-
bonamento, ne patisce l'infelice inventore, che ha fatta una cattiva spe-
culazione, e ne patiscono gU autori, che non hanno cavato il debito com-
penso dai loro lavori.
Dopo moki anni, che questo scherzo dura, tutti si sono agguerriti ;
il pubblico è restio ad abbonarsi, e gli scrittori, che su questo argo-
mento la sanno lunga, sono anche più restii a mandare manoscritti. E
una specie di lotta, o meglio di caccia, che ogni anno ricomincia, tra
chi vuol fondare un giornale e chi deve contribuire al bnon esito di
esso; una strana caccia, dove chi ha più probabilità di rimaner morto
o ferito è il cacciatore; è dunque una prova di coraggio, ed una gua-
rentigia di forza soltanto il tentare l'impresa.
La Marchesa Colombi
Per adempiere con autorità ed efficacia al delicato, intimo e geloso ufficio di pubblicista si dovrebbe una
buona volta imitare l'esempio di A. Bianchi Giovini, di Rocco de Zerbi, di Carlo Pisani, di Dario Papa, C. De
Luca e firmare le proprie scritture come faceva e voleva che si facesse da tutti il Gioberti
P. Sbarbaro.
PROVINCIA DI CHIETI
Numero dei Comuni: 120 — Popolazione: 343,948 — Superficie: K. q. 3,092 — Deputali itila provincia:
I. Auriti, Baglioni, Della Valle, Raffaele. 2. Maranca-Antiuori, Sigismondi, Castelli.
Gli Animali parlanti. Giornale politico,
artistico, letterario, commerciale, fondato
il 3 giugno 18S8. Si pubblica una volta
alla settimana in 4 pag., forra. 0,41 y. 0,29
a 3 colonne. Direttore : Francesco Batta-
gliai. Abbonamento: anno L. 4. Un nu-
mero 5 centesimi. Piazza Vittorio Ema-
nuele, palazzo comunale.
Chieti.
Il Foro Abruzzese. Giornale di giuri-
sprudenza civile, commerciale, penale, am-
ministrativa, nato nel gennaio 1885. Diret-
tore: avv. Domenico Auriti.
Si pubblica una volta il mese in fasci-
coli di 24 pagine in-8.° - Abbonamento :
anno L. 6. Tipografia R. Carabba.
Lanciano.
Poglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per la pubblicazione degli
atti amministrativi della provincia, fondato
nel 1882, cioè dopo il Supplemento al fo-
glio periodico (vedi). Si pubblica ogni mese
in fascicoli di 20 pagine. Abbonamento:
anno L. 15. Un numero L. 1,50.
Chieti.
Il Giovine Abruzzo. Giornale politico,
amministrativo, fondato nel 1S87. Esce
ogni settimana in 4 pagine. Direttore :
Francesco Nardone. Abbonamento: anno
L. 5. Un numero 5 centesimi. Tipografia
R. Carabba.
Lanciano.
Istonio. Pubblicazione settimanale, fon-
data il 13 maggio f888. Esce in 4 pagine,
formato 0,32 x; 0,21. Direttore: Emilio Mo-
nacelli. Abbonamento: anno L. 5. Un nu-
mero 10 centesimi. Corso Plebiscito, 44.
Vasto.
La Mosche. Organo operaio, ammini-
strativo, satirico, umoristico, nato nel 1887.
Esce ogni settimana in 4 pagine, redatto
in lingua italiana e dialetto chietino. Ab-
bonamento : anno L. 4. Un numero 5 cen-
tesimi.
Chieti.
Il Fallano. Giornale di cronaca abruz-
zese, fondato nel 1878 dal cav. Rocco Ca-
rabba. Si pubblica ogni domenica in 4 pa-
gine a 4 colonne. È redatto con molta
cura ed è uno dei giornali più diffusi della
provincia. Abbonamento : anno L. 5, se-
mestre 3. Strada dei Frentani, i.
Lanciano.
Il Fopolo Abruzzese. Giornale politico,
amministrativo, nato nel 1886. Esce ogni
settimana in 4 pagine. Direttore: Filandro
Colacito. Abbonamento: anno L. 6. Un
numero 5 centesimi.
Chieti.
Lo Svegliarino. Giornale politico, am-
ministrativo, commerciale e notizie diverse,
fondato nel 1885. Esce ogni settimana in
4 pagine a 4 colonne. Direttore : Giuseppe
Marchionne, operaio. Abbonamento: anno
L. 5. Un numero 5 centesimi,
Chieti.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Fondato nel 1876, si pubblica
2 volte la settimana e contiene gli annunzi
legali amministrativi. Esce in fascicoli di
8 pagine.
Chieti.
I Tre Abruzzi. Giornale amministrativo
ed agricolo, fondato il 5 settembre 1888.
Esce ogni settimana in 4 pagine, formato
0,41 >< 0,27. Abbonamento: anno L. 5. Un
numero io centesimi. Strada Tribunali, 28.
Lanciano.
(xiornali cessati:
Gli Ahrii^i, politico, amministrativo, settimanale, n. 12 luglio 1885 a Chieti.
L'Alba, politico, democratico, settimanale, n. 1882 a Fraacavilla al mare; direttore
G. B. De Matteis.
L'Asino, politico, amministrativo, n. 1886 a Chieti.
L'Avvenire, politico, settimanale, n. 15 novembre 1883 a Chieti. Fu diretto per 6
mesi da Giuseppe Mezzanotte.
Bollettino della Società educativa Marrucina-Frentana, pedagogico, ogni due mesi,
n. 1882 a Chieti; direttore prof. L. De Bernardo.
Camera di commercio, organo dell'istituto omonimo, n. 1884, mensile; per 6 mesi
fu diretto da Giuseppe Mezzanotte.
356 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— La Coltura stenografica, n. 1886 a Lanciano, mensile; direttore Edoardo Tucci;
mori sul nascere.
— Il Diavolo Zoppo, artistico, letterario, quindicinale, n. i.° febbraio 1885 a Chieti.
— Ebe, scientifico, letterario, n. 5 febbraio 1889 a Chieti.
— L'Eco dei giovani, letterario, mensile, n. 1882 a Chieti.
— Galiani, giornale della domenica, n. 26 febbraio 1888, cessato il 51 dicembre stesso
anno, diretto da Giuseppe Mezzanotte.
— Gai^ettino di Chieti, settimanale, n. 1878; visse 4 anni. Direttore Francesco Vicoli.
— Giornale di Chieti, politico, progressista, n. 1881, settimanale. Fu diretto per 18
mesi da G. Mezzanotte.
— Il Gladiatore, politico, letterario, trisettimanale, n. 1863 ^ Chieti. Direttore Ferdi-
nando Santoni De Sio.
— Il Messaggiero ahrii^jese, giornale di annunzi letterari, industriali, artistici e com-
merciali, settimanale; visse dal 1877 all' 80 a Chieti.
— Il Mutuo soccorso, organo della Società operaia, n. 4 marzo 1888.
— Il Kicate, politico, letterario, commerciale, ufficiale per gli atti giudiziari ed am-
ministrativi della provincia di Chieti; 2 volte alla settimana, il giovedì e dome-
nica, 2 anni di vita 1875-76 a Chieti.
— Il Nuovo Abruiio, politico, amministrativo, settimanale, n. 1885 a Pescara; diret-
tore Nicola Poilucci.
— Il Sangro, amministrativo, settimanale, n. 1882 ad Atessa.
— Lo Scorpione, giornale incoerente, n. 1887 a Chieri; pubblicò 7 numeri illustrati;
direttore Giuseppe Mezzanotte.
— 11 Telefono, commerciale, settimanale, n. 30 settembre 1888 a Chieti. Cessò nello
stesso anno.
— La Vipera, politico, democratico, n. 1884 a Lanciano. Ebbe io sequestri; nell'ot-
tobre '88 riprese le pubblicazioni che aveva sospese per la carcerazione del ge-
rente; ma fu un conato di risurrezione: il giornale non fu più pubblicato.
— La Voce del popolo, amministrativo, settimanale, n. 1883 a Chieti.
Gettatevi a capofitto nella stampa!
Ad Ogni giovane scrittore che mi consulterà io risponderò: Gettatevi nella stampa a capofitto, come l'uo-
mo si getta nell'acqua per imparare a nuotare. È la sola scuola virile, in questo momento ; è cosi che si diventa
uomo fra gli uomini e si indurisce nelle lotte; è pure cosi, sotto l'aspetto speciale del mestiere, che l'uomo
può foimare il suo stile sulla terribile incudine dell'articolo giorno per giorno. So bene che si accusa 11 gior-
nalismo di rendere vacua la gente, di sviarla dagli studi seri, dalle ambizioni letterarie più elevate. Certamente
esso rende vuota la gente che ha nulla nel ventre, esso trattiene gli infingardi ed i letterati d'un tanto la doz-
zina, la cui ambizione è facile a contentarsi. Ma che importa? Io non parlo pei mediocri. Costoro restano
nella melma della stampa, come sarebbero rimasti nella melma del commercio o del notariato. Io parlo pei
ferti, per coloro che lavorano e che vogliono. Ch'essi entrino senza timore nel giornalismo ....
I migliori fra noi, oggidì, non sono forse passati per questa prova? Noi slamo figli della stampa, noi vi
conquistammo tutti i nostri primi gradi. È dessa che ha formato il nostro stile, e che ci ha dato la maggior
parte dei nostri documenti ....
Coteste sono per altro lezioni pratiche che i più energici pagano assai caro. Parlo per me, che l'ho ma-
ledetta, tanto sono cocenti le sue ferite.
Quante volte mi sono stupito, perchè riprendeva contro essa le accuse de' miei predecessori ! Il mestiere
di giornalista è l'ultimo dei mestieri; sarebbe stato meglio (gridavo) accattare il fango delle vie, spezzare
pietre, dedicarsi a lavori grossolani ed infami.
E questi lamenti li ripetevo ogni volta che un dolore mi stringeva il cuore davanti a qualche lordura bru-
scamente scoperta. Nella stampa succede di dover cadere ad un tratto in tal guisa sopra gore d'imbecillità e
di mala fede. Noi ci troviamo lordati, morsicati, divorati, senza potere stabilire esattamente se dobbiamo pi-
gliarcela colla asineria o colla malvagità della gente ....
Ma la collera ed il disgusto se ne vanno, e la stampa rimane onnipotente. Si ritoma ad essa come ad an-
tichi amori. Essa è la vita, l'azione, è ciò che inebbria e trionfa ; ....e lungi dal serbarle rancore, si ritoma
a chiederle armi ad ogni necessità di battaglia.
EuiLio Zola,
PROVINCIA DI COMO
'Kjumero dei Comuni: 513 — 'Popolazione: 515,050 — Superficie: K. q. 2,796 — 'Deputati delia provincia:
I. Speroni, Veiini, Adaraoli, Carcano, Bertolotti. 2. Merzario, Rubini, Vigoui, Prinetti.
L'Araldo. Giornale indipendente, poli-
tico, amministrativo, letterario , fondato
nel 1 881. Si pubblica ogni giorno meno i
festivi in 4 pagine a 5 colonne gran for-
mato. In politica propugna idee di destra.
'DqW Araldo fu proprietario il dott. Fran-
cesco Ambrosoli; ora lo è il Circolo mo-
narchico Ordine e Libertà. U Araldo fu di-
retto dal prof. F. M. Maranzana, e ne fu re-
dattore principale sino al dicembre del 1882
in cui mori 332 anni, Ettore Broggi, egre-
gio giornalista, già redattore prima e diret-
tore poi del Corriere del Lario, cessato (i).
U Araldo pubblica gli atti ufficiali della
Camera di commercio ed arti di Como,
e contiene numerose corrispondenze della
provincia e dalle città principali d' Italia,
riviste scientifiche quindicinali, riviste let-
terarie, appendici interessanti e famigliari.
Pubblicò pure importanti studi di ricerche
storiche di Ettore Mola.
U Araldo ha molta diffusione ed impor-
tanza, tiene tipografìa propria. Abbona-
mento: anno L. 18, semestre 9, trime-
stre 4,50 - Unione postale 32, 16, 8. Un
numero 5 centesimi.
Como.
Bollettino del Comizio agrario. Gior-
nale agricolo, commerciale, fondato nel
1869 e ripreso nel 1872. Contiene anche
gli atti del Comizio. Si pubblicò 2 volte
al mese prima in 2 poi in 4 pagine,
fino al 1884. Ora esce una volta al mese
in fascicoli di 16 pagine e copertina. Ab-
bonamento: anno L. 1,50. Un numero
30 centesimi.
Como.
_ Bollettino tipografico commerciale. Pe-
riodico trimestrale dei prezzi degli stam-
pati ferroviari italiani e per trasporti in-
ternazionali, per case commerciali e per
cartolai, con articoli di cancelleria, nato
nel 1886. Si pubblica dalla tipografia Maj
e Malnati e si distribuisce gratuitamente.
Varese.
(1) Nel 1883 il Corriere del Lario, giornale che per
J3 anni tenne alta la sua bandiera schiettamente libe-
rale e fu primo fra i primi a propugnare la trasfor-
mazione, cessò di pubblicarsi. Lo dirigeva un provato
patriota: il ragioniere Mazzucchelli. Era redatto da
un egregio gentiluomo; Lessa Paranhos,
Il Corriere del Vertano. Giornaletto
politico, amministrativo, commerciale, fon-
dato nei 1879. Si pubblica ogni mercoledì
in 4 pagine a 3 colonne. Tiratura 1200
copie. Direttore: F. A. Branca. Abbona-
mento: anno L. 6, semestre 5,50 - Estero:
anno L. 8, semestre 4,50. Inserzioni: 4."
pagina io centesimi, 3.' pagina 20. Un
numero io centesimi.
Luvino.
Cronaca prealpina. Gazzetta dei tre la-
ghi, fondata il 2 dicembre 1888. Esce il
giovedì e la domenica in 4 pagine, for-
mato 0,46x0,^2. Direttore: G. Bagaini.
Un numero 5 centesimi. Via Vincenzo
Dandolo, 3.
Varese.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per la pubblicazione degli
atti amministrativi della provincia, fondato
nel 1866. Si pubblica 3 volte al mese in
8 pagine. Abbonamento: anno L. io. Non
si vende a numeri separati.
Como.
La Gazzetta di Como. Giornale politico
amministrativo, fondato il 14 gennaio 1888.
Si pubblica ogni sabato in 4 pagine, for-
mato 0,36 >< 0,25. È ufficiale per gli atti
della Camera di commercio. Abbonamen-
to: anno L. 6. Un numero io centesimi.
Via Unione, 117.
Como.
II Lavoratore Comasco. Pubblicazione
del Circolo istruttivo popolare di Como,
fondata il 18 febbraio 1888. Esce ogni
sabato in 4 pagine, formato 0,35 ;< 0,25.
Ha per motto: « Andiam che la via lutila
ne sospinge ». Redattore capo : Alessandro
Severo. Abbonamento: anno L. 1,50. Un
numero 5 centesimi. Piazza Mazzini, 6.
Como,
Monitore del lago di Como. Giornale di
annunzi commerciali, nato nel 1887. Esce
ogni settimana in 4 pagine e si distribui-
sce gratis.
Menaggio.
L' Ordine. Giornale politico clericale,
fondato nel 1879. Si pubblica tutti i giorni
meno i festivi in 4 pagine. Tiratura 500
copie. Nel 1883 V Ordine fu condannato a
100 lire di multa per un articolo diUama-
358
GUTOA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
torio coatro l'ex deputato Luzzani. Abbo-
namento: anno L. i8. Un numero 5 cen-
tesimi.
Como.
Bassegna mensile della Camera di com-
mercio ed arti. Contiene gli atti della Ca-
mera di commercio ed arti e del Comizio
agrario del circondario di Varese. È stata
fondata nel marzo del 1885. Esce ogni
mese a fascicoli di 16 pagine in-4.' a 2
colonne. Redattore responsabile : Luigi
dottor Zanzi. Abbonamento: anno L. 5.
Un numero cent. 20. Piazza Marsala, 5.
Varese.
11 Resegone. Giornaletto politico, con-
servatore, clericale, nato nel 1882. Si pub-
blica ogni settimana in 4 pagine a 4 co-
lonne, formato 0,48 x 0,3'^. Ha una tiratura
di 2000 a 2500 copie. Pubblica molte no-
tizie di cronaca e degli articoletti tutti
fuoco contro i liberali. Abbonamento : anno
L. 3,50, semestre 2 - Estero: anno L. 5,50,
semestre 2,75. Inserzioni: 4.* pagina 20
centesimi, nel corpo del giornale 30. Un
numero 5 centesimi.
Lecco.
Bivìsta archeologica della provincia di
Como. Fondata nel 1872, esce a fascicoli
semestrali. Si stampò in Como da Carlo
Franchi fino al dicembre 1878; dal giu-
gno 1879 al dicembre 1884 a Milano in
appendice aìV Archivio storico della Società
storica lombarda, e nel 1887 fu ripigliata
la pubblicazione come autonoma in Como
coi tipi prima di Carlo Franchi, poi di
Romeo Longatti.
Como.
Bivista di amministrazione e contabi-
lità. Fondata nel 1881 dal prof. Ettore
cav. Mondini. Si pubblica ogni mese in 8
pagine. Abbonamento: anno L. 4 - Este-
ro 5. Un numero 25 centesimi.
Como.
La Settimana Varesina. Foglio politico
amministrativo di Varese e circondario,
fondato il 4 gennaio 1S85. Esce 2 volte
alla settimana in 4 pagine in-folio a 4 co-
lonne. È giornale molto ben fatto ed ha
una discreta diffusione. Direttore : Giu-
seppe Canna. Abbonamento: anno L. 6,50.
Un numero lO centesimi. Tipografia Ma]
e Malnati.
Varese.
Società storica per la provincia è an-
tica diocesi di Como. Pubblicazione scien-
tifica di archeologia e storia patria, nata
nel 1879. Esce irregolarmente a fascicoli
di un numero indeterminato di pagine ed
è sussidiato dal Ministero della pubblica
istruzione. Non fa abbonamenti.
Como.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Fondato nel 1876, contiene
gli annunzi legali amministrativi. Si pub-
blica 2 volte la settimana in 4 pagine.
Como.
Giornali cessati:
VApe Varesina, settimanale, n. i." febbraio 1885, cessato il 50 novembre 1888.
L'Arte cronometrica, rivista per i costruttori d'orologi, mensile, redatta da F. Nico-
lai; visse a Como dal marzo 1880 al 31 dicembre 1883; 114 numeri di 8 pagine
illustrate. Tipografia Giorgetti in Como, poi Colio in Milano, poi Colombo e
Cordoni in Milano, finalmente di nuovo Giorgetti in Como.
U Asino, umoristico, illustrato, n. 1882 a Varese; direttore A. Ogheri.
Associaiione medica italiana, bollettino del comitato provinciale di Como; visse dal
settembre 1S63 al luglio 1865; direttore dott. Raimondo Parrà vricini. Tipografia
A. Giorgetti.
Il Baradello, umoristico, illustrato, settimanale, n. 9 luglio 1878 a Como; cessato
il 12 luglio 1884 (304 numeri); entrando nel 6.° anno (1883) diventò giornale
politico amministrativo della Lega della Democrazia. Direttore Giovanni Bacci
(Ruggero Xolano); principale redattore Leone Beltramini; corrispondente da Roma
Onorato Roux. Tipografia Bellassi e Bazzorro.
Biagio da Viggiuto, umoristico, settimanale, n. i.° settembre 1888 a Viggiù; cessò
nel 1889.
Bollettino d' agricoltura, industria e commercio, organo di pubblicità del Comizio agra-
rio, contenente le comunicazioni della Camera di commercio di Lecco, Nato
nel 1873, cessò nel 1883, salvo errore. Tipografia fratelli Grassi.
Bollettino del commercio serico, settimanale, visse a Como dal 5 febbraio al i." ot-
tobre 1857 (35 numeri); direttore rag. Cattaneo. Tipografia Giorgetti.
Bollettino dell' Associazione serica, a. maggio 1889 a Como.
11 Corriere del Lario, n, a Como; visse dal 7 agosto 1850 al 30 gennaio 1883;
politico, commerciale, settimanale dapprima, poi bisettimanale e trisettimanale;
PROVINCIA DI COMO. 359
fondato e diretto per molti anni da Annibale Cressoni, in fine dal rag. Antonio
Mazzucchelli. Tipografia A. Giorgetti.
Il Corriere di Lecco, politico, commerciale, bisettimanale, n. 1882, cessò il 19 feb-
braio 1887 col n. 434; s'incorporò col Nuovo Lario. Tipografia fratelli Grassi.
Cronaca mensile del Manicomio provinciale di Como, n. gennaio 1884, mensile, di-
rettore Brunati dott. Agostino; cessò nel dicembre i886; 36 numeri di 8 pagine
l'uno. Tipografia Vanossi e C, poi tipografia Comense.
Cronaca Fare««a^ amministrativo, politico, n. 1866, settimanale; durò lunghissimi
anni.
Il Garibaldino, umoristico, illustrato, n. 1884 a Varese; direttore G. Ganna.
Gaietta della provincia di Como, dal 7 aprile al 29 dicembre 1838, 39 numeri, col
supplemento degli atti ufficiali ed avvisi; estensore ed editore il prof. Antonio
Odescalchi. Tipografia Figli di C. A. Ostinelli.
Ga:(ietta di Como, settimanale, dal 28 febbraio 1867 al 27 marzo 1869 (^^9 '^^'
meri). Tipografia di Carlo Franchi.
Gaietta numismatica, mensile, diretta dal dott. Solone Ambrosoli ; visse dal 1 5
maggio 188 1 al 31 dicembre 18S7 (84 numeri di 8 pagine ciascuno illustrati).
Como, tipografia Carlo Franchi.
L'Indicatore lombardo, di Como, esisteva nel 1831; vi collaborò Cesare Cantù,
pubblicando uno studio sui Promessi Sposi con materiali fornitigli dallo stesso
Manzoni. Dopo le 5 giornate (1849) il Cantù tornò a Milano a dirigervi la Guar-
dia nazionale.
ÌJ Indicatore varesino, n. 1875, cessato nel 1882.
Il Lariano, di Como, visse dal 7 ottobre 1810 al 30 dicembre 18 11 (65 numeri).
Tipografia di C. A. Ostinelli.
Il Lario, foglio ufficiale vissuto a Como dal 1." aprile al 2 agosto 1848 (36 nu-
meri); estensore l'abate prof Giuseppe, Brambilla. Tipografia di Carlo e Felice
Ostinelli di C. A.
Il Libero campagnuolo, agricolo, settimanale, amministrativo, n. 1883 a Menaggio.
Gli successe il Nuovo Lario (vedi).
La Libertà, politico, settimanale, n. 1863 a Varese; direttore Vittore Prestini.
La Manifattura serica, settimanale, visse a Como dal 7 gennaio 1878 al 28 dicem-
bre 1887. Tipografia Carlo Franchi, poi dtlV Araldo di F. Ambrosoli.
Il Nuovo Lario, politico, agricolo, settimanale, visse dal 12 aprile 1884 al 15 ago-
sto 1889 (257 numeri); direttore Antonio Balbiani; nel 1886 si fuse col Libero
campagnuolo e nel 1887 col Corriere di Lecco. Cessò per la morte del direttore.
Si pubblicava a Menaggio, ma era stampato a Lecco dalle tipografie Angelo Vi-
gano, Carlo Canobbio, e poi fratelli Grassi.
U Operaio, politico, economico, quindicinale, n. 30 aprile 1881 a Como; cessò il
18 agosto 1884. Tipografia Bellassi e Bazzorro.
La Palestra enigmatica, mensile, n. 12 febbraio 1885 a Lecco, tipografia Corti.
Il Patriota, giornale del papato, bisettimanale; visse a Como dall' 8 marzo al 31
maggio 1860 (27 numeri).
Il Progresso, settimanale; visse a Como dal 3 settembre 1876 al 12 luglio 1879
(145 numeri). Tipografia Bellassi e Bazzorro, poi fratelH Giorgetti di A.
Il Progresso farmaceutico, mensile, visse a Como dal gennaio 1S87 al dicembre 1888.
Redattore Giuseppe Barone, farmacista a Balerna. Tipografia deli' Araldo.
La Provincia di Como, politico, progressista, trisettimanale, n. 2 gennaio 1883 ;
collaboratori: prof Scalabrini, avv. Getti, A. Pizzarro; cessoli 5 lugho 1885 (364
numeri). Tipografia F. Ostinelli, poi Vanossi e quindi Comense.
La Quintana, politico, liberale, settimanale, n. 8 aprile 1885 a Luvino; tipografia
Bologni Pusterla.
Il Sabato, se ne pubblicarono 3 numeri a Como nel luglio ed agosto 1848; esten-
sore l'abate Domenico Pressoni.
La Scuola, visse a Varese nel 1885-86.
La Sibilla, mensile di giuochi a premi, n. 1886 a Varese.
Vincenzo Dandolo, visse a Como nel 1868 come organo dei Comizi agrari di Como,
Lecco, Varese e Gallarate.
Volta, visse a Como dal 2. gennaio al 2 maggio 1879 (27 numeri), settimanale^
redatto da studenti liceali. Tipografia A. Giorgetti,
360 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— Il 26 Maggio, politico, industriale, n. 1885 a Varese.
— Il 27 Maggio, politico, amministrativo, settimanale; visse a Como dal i.° luglio 1869
al 31 dicembre 1870 (77 numeri). Tipografia C. Pietro Ostinelli.
X
Nel gennaio del 1877 Antonio Ghislanzoni fondò a Lecco il idi." dei giornali
da lui fatti, intitolato Giornale-Capriccio. Egli cosi ne scrisse: « Questa pubblica-
zione da me intrapresa nella mia città nativa, fu la sola che mi abbia arrecato qual-
che vantaggio pecuniario, sebbene io non contassi nei miei elenchi che otto abbonati
concittadini ! » — Ghislanzoni collaborò anche nel Cosmorama Pittorico, nel Corriere
delie Dame, nella Gaietta di Milano, nell' Illustrazione, ntW Alleanza, nella Cicala po-
litica. Diresse V Italia musicale per due anni, l'Uomo di pietra un anno circa, il Secolo
per quattro mesi, la Gaietta musicale per tre anni. Fondò e diresse il Repubblicano (1848),
il Dialogo del popolo, il Figaro, la Rivista minima, la Petite Revue, il Lombardo, Io
Straordinario e finalmente il Giornale- Capriccio.
11 Manzoni giornalista
Vi fu un tempo che non c'era modo che un galantuomo scendesse nel cataletto
senza aver prima S'Titto una canzone 0 un sonetto. Adesso le Muse sono in ribasso,
e a stento si tollerano, con un vesiituccio all'elzeviriana che loro faccia da figlio di
via ; ma un uomo a garbo, posto che sappia leggere e scrivere, te lo voglio a tirar
le calze, senza aver per lo meno sulla coscienza un articolo di giornale 1
Una vera eccezione alla regola pareva che fosse Alessandro Manzoni ; ma una
sua lettera a Gabrio Gasati viene ora a fare la più ampia testimonianza che anche
l'autore dei Promessi Sposi ha pagato il suo tributo al giornalismo, il potente e te-
muto signore del secolo XIX !
Fu il 48 che ce Io tirò proprio per i capelli, quell'anno di tante speranze e di
tanti disinganni, in cui il poeta scosse la polvere alla vecchia e pur sempre giovane
ode : Soffermati, e v'aggiunse l'ultima strofa, cosi piena di vita e calda d'entusiasmo.
Dopo l'armistizio Salasco riparò a Lesa, e mentre tutti disperavano della fortuna
d'Italia, egli invece più che mai sentiva nel cuore viva e sicura fede ne' patrii destini;
e all'abate Luigi Gobianchi d' Intra scriveva alla fine d'agosto: « Io spero nelle trai-
<t tative, spero nella ripresa delle ostilità, spero in ogni cosa, perchè se la nostra causa
« è inferma, la nemica non lo è niente meno, e di più la nostra è giovane, e quella
< è vecchia. »
Eletto, di lì a poco, deputato del Gollegio d'Arona, rinunzia. Nota è la sua lettera,
del 4 3 ottobre, al Presidente della Gamera Piemontese; anche più nota quella che
scrisse lo stesso giorno a Giorgio Briano, il quale con tutte le forze aveva promossa
e caldeggiata la sua elezione. Invece è affatto ignota una terza lettera, che pur ri-
guarda quell'episodio della vita dei Manzoni, e che ho ripescata nelle colonne del gior-
nale torinese la Concordia.
Porta la data del 18 settembre; è indirizzata a Lorenzo Valerio, che n'era il
direttore, e dice cesi:
€ Il pericolo che qualche suffragio, mosso da un'autorità troppo indulgente, cada
« invano sul mio nome, m' impone il dovere di protestare, 0 piuttosto di confessare,
e che io sono assolutamente inetto, e per piìi di un verso, a prendere parte a di-
PROVINCIA DI COMO. 361
« scussioni pubbliche. Ci sono dei casi in cui per un benefico compenso della Prov-
« videnza è impossibile anche l'accecamento dell'amor proprio, e un alto onore, come
« quello a cui l'eccessiva bontà sua voleva che io fossi chiamato, non può nemmeno
« essere oggetto di cupidigia, e questo caso è il mio. Voglia adunque, chiarissimo
« Signore, ovviare a un lai pericolo, col pubblicare questa mia lettera, e voglia in-
« sieme gradire l'espressione della mia viva e umile riconoscenza, e le proteste del
« distinto ossequio, col quale ho l'onore di dirmi ecc. »
La Concordia, il piìi avanzato dei giornali piemontesi d'allora, ebbe vita dopo
le riforme del 47, per opera di Lorenzo Valerio, che ne fu il Direttore. N'erano re-
dattori ordinari il Chiaves, il Pacchiotti e il Bertoldi; tra gli altri vi collaborarono il
Berti e il Carutti. Dopo l'armistizio dell'agosto i8 divenne l'organo degli emigrati
lombardi, e prese una forte tinta di radicalismo, non senza qualche spruzzaglia re-
pubblicana.
Francesco Predari nel suo libro / primi vagiti della libertà italiana in Pie-
monte così ne racconta la nascita : « Cesare Balbo e Camillo Cavour diedero vita al
« Risorgimento. Lorenzo Valerio, aiutato dagli uomini che stavano con lui nelle di-
sc scussioni àeW Associazione Agraria, pensò pure all'istituzione d'un giornale, il quale,
« non ostante avesse avuto il battesimo di Concordia, minacciò, non ancor nato, morir
« di discordia, pei dissidi che il Valerio, coi consueti suoi modi dispotici e repulsivi,
« gettò fra i membri della società editrice... Mentre io stava attendendo la comparsa
« del giornale valeriano, che ogni dì parea dovesse mettere i suoi primi vagiti, ecco
« un mattino venir nel mio studio il Dott. Lanza, uno degli azionisti del giornale
« aspettato, istantemente pregandomi perchè io, fra i tanti scrittori e uomini di lettere,
« coi quali avea pratica, volessi suggerirne uno che fosse idoneo a dirigere un nuovo
« giornale politico, che egli, con parecchi suoi amici, intendeva pubblicare, ma affatto
« indipendente, così dal potere governativo, come dal dispotismo del signor Valerio.
« E conobbi allora tutti i particolari della discordia insorta.... In questa discordia ebbe
« vita ['Opinione. »
La Concordia fu appunto il giornale in cui il Manzoni spezzò, per una volta sola
peraltro, la sua lancia come pubblicista. (I)
Ecco la lettera a Gabrio Casati, scritta da Lesa il 13 novembre del 48, che svela
il segreto. Viene adesso alla luce per la prima volta, e ne sono debitore alla squisita
gentilezza del senatore Luigi Casati degno figlio di Gabrio, che ne possiede l'autografo.
« Carissimo e pregiatissimo amico,
« Al vedere nella soprascritta i miei riveriti caratteri, tu ti sei aspettata una sec-
« calura, e non ti sei ingannato. Un articolo di giornale m'ha fallo saltare (cosa nova
< per me) il grillo di scriverne un altro, e per conseguenza vorrei vederlo pubblicalo,
« ma serbando il più stretto incognito. Ricorro quindi a le, e in segreto di confes-
« sione, che come sai meglio di me, esclude anche il cenno più lontano. M'immagino
ot che conoscerai qualcheduno de' redattori della Concordia, o almeno qualcheduno
f che conosca qualcheduno. In questo caso, li prego di presentare, a quella Direzione
« l'articolo accluso, e se è possibile, a persona che non dica neppure d'averlo avuto
(i) II Cantù scrive : « Alessandro Manzoni mostrava rispetto o sdegao dei giornali
e si vantava di non avere mai scritta una riga in alcuno. »
Come si vede dall'articolo che riproduco, neppure il Manzoni andò immune dal
giornalismo, e del resto chi ne è restato immune?
N, B.
È62 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALL^A.
« da te. Bea inteso, che l'articolo non deve essere raccomandato, ma semplicemente
« cfferto, di maniera che possa essere rifiutato, se non gradisse, senza timore di mancar
« di riguardo a te. Nel qual caso ti prego di bruciarlo, come ti prego di bruciar
« questa lettera, affinchè non rimanga traccia veruna della cosa.
« Non so se in tanti affari, che hai avuti e hai probabilmente per le mani, te
« ne sarà mai capitato uno così piccolo e insieme ravvolto in tanto mistero. Ma tu
« sai, che i piccoli possidenti sono più gelosi da' latifondiari, e che ai più angusti
« campicelli si mettono le siepi più fitte. Potrà parere forse più strano, che un pro-
« prietariuzzo faccia con tanta libertà suo procuratore per un affaruccio chi deve pen-
« sare a de' latifondi; ma a questo ho una scusa anche migliore, la tua antica e inal-
<f terata bontà per me. Con la speranza di rivederti in tempi più lieti, se Dio mi
« lascia ancora un pochino quaggiù, e senza bisogno di esprimerti quei sentimenti
« di stima e d'affetto, che ti sono abbastanza noti, t'abbraccio e sono
« 2\io dev.mo a/f'.mo amico
a Alessandro Manzoni j>
Il povero Alessandro tirò il conto senza l'oste ! Voleva che il Casati bruciasse
questa lettera « affinchè non rimanga traccia veruna della cosa b e l'amico gli fa il
brutto tiro di conservarla, ed io quello anche più brutto (quasi quasi n'ho rimorso 1)
di stamparla, e dar proprio in mano al pubblico quel benedetto « segreto, » che
nientemeno avrebbe desiderato restasse « un segreto di confessione. »
Provatevi, se vi riesce, a essere uomini grandi, e poi sappiatemi dire se sta nel-
l'ordine del possibile che il coko pubblico non vi conti anche i sospiri !
Ora resta a sapere se l'articolo fu stampato, lo inclinerei a credere di sì. [1 Casati
(c'è da giurarlo) avrà fatto ogni suo meglio per contentare l'amico; e un articolo del
Manzoni, per quanto anonimo, è sempre un articolo del Manzoni — vale a dire che
non è tanto facile che i giornali ne becchino spesso; — e dopo lettolo, la redazione
della Concordia l'avrà consegnalo al proto, e con che prontezza 1
Restano finalmente a spogliarsi le colonne del giornale valeriano, e ripescarlo;
e qui proprio sta il difficile ! Lo stile del Manzoni ha il campanello, e per trovarlo
non ci vuole un bracco. Ma e' è da scommettere che quel furbo d'Alessandro avrà
messo in opera tutta la sua malizia per non farsi riconoscere, per nascondersi, per
sviare da sé anche il più lontano sospetto. Sarà un'impresa ardua, ma pure va tentata.
Coraggio dunque, e la fortuna sia propizia al nuovo Colombo.
Giovanni Sforza
LIBRI PER BAMBINI
FIABE
DI
OIsrOFl-A.TO FLOUX
Direttore del Paradiso dei Bambini
Nei Regni Incantati - Fiabe illustrate da 20 disegni di L. Edel - Roma, E. Pa-
rino, 1S89 L. 1,00
Nel Paese delle Fate - Fiabe illustrate da 20 disegni di L. Edel - Roma, E. Fe-
rino, X889 , » 1,00
Kondo Fantastico - Fiabe illustrate da 22 disegni di E. Mezzanotte - Mi-
lano, E. Trevisini, 1889 » 1,25
Beppino e la sua famiglia - Racconto illustrato da 18 disegni di E. Mazzanti -
Firenze, F. Paggi, 1889 « 1,00
Rivolgersi all'Autore — Roma, Via Modena, 41, p. 3."
PROVINCIA DI COSENZA
Numero dei Comuni: 151 — Popola:^ione : 451,185 — Superficie: K. q. 6,698 — Deputati della provincia:
I. Del Giudice, Miceli, Baracco, Nicoletti, Baroui. 2. Compagna, Sprovieri, Alimena, Morelli, Toscano.
L'Avanguardia. Giornale politico, am-
ministrativo, letterario, fondato nel 1876.
Esce 2 volte alla settimana in 4 pagine a
4 colonne. Vi scrivono: Alfonso Florio ed
altri. Direttore: Domenico Bianchi. Il gior-
nale è redatto con garbo ed ha una discreta
diffusione. Abbonamento: anno L. io, se-
mestre 5, trimestre 3. Inserzioni: 50 cen-
tesimi la linea. Un numero io centesimi.
Via S. Francesco d'Assisi.
Cosenza.
L'Avanguardia letteraria. Giornale di
lettere ed arti, nato nel 1889. Esce una
volta al mese in 4 pagine. Direttore:
D. Bianchi.Vi scrivono : V, Pagano, F. Can-
taldi, V. Julia, G. Storino, F. Pietropaolo,
G. Falcone, Onorato Roux, ecc. Abbona-
mento: anno L. i.
CosenT^a
La Calandra. Giornale politico, ammi-
nistrativo, nato nel 1886. Esce 3 volte al
mese in 4 pagine a 3 colonne. Si stampa
a Corigliano Calabro. Abbonamento: anno
L. 4, semestre 2. Un numero 5 cente-
simi. Per vaglia, reclami e corrispondenze
dirigersi al signor Gennaro Gradilone, via
Garibaldi, 304.
Rossano.
Il Contadino calabrese. Bollettino men-
sile del Comizio Agrario e della R. Scuola
Pratica di Agricoltura, fondato nel 1884.
Esce in fascicoli di 16 pagine con coper-
tina, diretto dal professore dott. Michele
Fera. Abbonamento: anno L. 5; pei soci
L. 2.
Cosen:^a.
La Cronaca orientale. Giornale ammi-
nistrativo, letterario, nato nell'ottobre 1889.
Direttore: A. Morabello.
Paola.
L'Eco della verità. Giornale poHtico,
letterario, amministrativo, fondato il 27 lu-
glio 1888. Si pubblica 2 volte al mese in
4 pagine, formato 0,30 y. 0,20 a 3 colonne.
Abbonamento: anno L. 2. Un numero 5
centesimi.
Corigliano Calabro.
L' Educatore Calabro. Rivista per l' istru-
zione primaria, nata nel J889. Si occupa
di letteratura e pedagogia. Esce 2 volte al
mese in 16 pagine in 8.° grande. Direttore:
Luigi Bartelli. Abbonamento: anno L. 8,
sera. 4.
Cosenza.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per la pubbHcazione degli
atti amministrativi, fondato nel 1861. Si
pubblica ogni mese in fascicoli di circa
60 pagine. Abbonamento: annoL. 15. Non
si vende a numeri separati.
Cosenza.
La Lotta. Giornale politico, amministra-
tivo, nato nel 1 889. Direttore : avv. Eugenio
Castiglione Morelli. Abbonamento: anno
L. 8, per gli operai 4. Ha tipografia propria.
Cosen:^a.
Monitore delle cancellerie e segreterie
giudiziarie. Giornale di legislazione e pra-
tica giudiziaria, giurisprudenza civile, pe-
nale, finanziaria e delle pensioni, con un
bollettino delle nomine, promozioni e di-
sposizioni sul personale degli alunni e
uscieri del regno. Il giornale è nato nel
1887. Si pubblica ogni 15 giorni in fasci-
coli di 8 pagine a 2 colonne. Direttore :
Giovanni Giuliani. Scopo della pubblica-
zione ò il miglioramento della classe dei
funzionari delle cancellerie e segreterie giu-
diziarie, e la bontà degli articoli dimostra
la piena competenza del direttore sulla
materia. Abbonamento: anno L. 8.
Corigliano Calabro.
Il Popolano. Giornale politico, ammini-
strativo, letterario, democratico, fondato
nel 1883. Si pubblica 2 volte al mese in
4 pagine, formato 0,40x0,50. Direttore:
Francesco Dragosei. Abbonamento: anno
L. 2. Un numero 5 centesimi.
Corigliano Calabro.
La Sinistra - Corriere di Cosenza. Gior-
nale politico, amministrativo, letterario,
fondato nel 1S82, poco prima delle ele-
zioni generali, dal senatore Vincenzo Spro-
vieri. Ad elezioni finite, il giornale venne
ceduto al redattore Luigi Bartelli, che di-
venuto direttore e proprietario, è riuscito
a renderlo l'organo più diffuso e stimato
della provincia di Cosenza. Ne fu anche
direttore per parecchi mesi Pasquale Mar-
tire, giovane scrittore calabrese fra i più
valenti. Si pubblica ogni settimana in 4
pagine a 5 colonne e contiene gli atti della
364
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Deputazione Provinciale. Abbonamento :
anno L. 6; sem. 3. Un numero io cen-
tesimi. Via Campana degli Angeli.
Cosen:(a.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Fondato nel 1876 per la pub-
blicazione degli annunzi legali amministra--
tivi. Si pubblica 2 volte la settimana in 4
pagine. Abbonamento: anno L. 12.
Cosenia.
Vita paesana. Giornale letterario, arti-
stico, nato nel 1888. Esce 2 volte al mese
in 8 pagine a 2 colonne in-4.° - Diret-
tore : Pietro Martire. Editore proprietario :
Francesco Principe. Vi scrivono: S. M.
Greco, D. Milelli, Ida Baccini, L. Grilli,
L. Cretella, O. Roux, B. Alimena, N. Mi-
sasi, D. Oliva, Panzacchi, Padula, ecc. È
una pubblicazione molto diffusa e apprez-
zata, che ha il vanto di avere prodotto un
risveglio letterario nella provincia di Co-
senza. Abbonamento : anno L. 4, seme-
stre 2. Un numero 20 centesimi.
Cosenia.
Giornali cessati:
L'Abate Gioacchino, politico, umoristico, settimanale, n. 1881 a Cosenza; nel i88j
sospese le pubblicazioni, ma le riprese nel 1886 sotto la direzione dell'avv. F. Mar-
tire, che mori nel 1887 e redatto da Pietro Martire. Corrispondenti da Roma Raf-
faello e Pasquale Martire (Faccino).
V Adolescenza , letterario, educativo, mensile, n. 5 marzo 1882 a Corigliano Cala-
bro; direttore prof. Giuseppe Cadicamo.
U Amico del popolo, settimanale repubblicano, diretto da Francesco Catalano.
L'Ape, di Rossano, cessò nel 1883.
L'Aurora calabrese, n. 1888 a Cosenza. Direttore Giovanni Viafora. Corrispondente
da Roma Antonio De Pico (Fierod) ora redattore del Messaggiero romano.
L'Avvenire calabrese, politico, agricolo, quindicinale, n. 18ÌÌ5 a Cosenza.
La Battaglia, giornale elettorale, diretto da Pietro Martire.
La Bilancia, di Cosenza, nata e morta nel 1880; direttore ing. D. LupinaccL
Il Bisignanes" , n. 1887 a Bisignano; si stampava a Corigliano Calabro.
Il Brillio, il primo ed il miglior giornale di Cosenza nei primi tempi di libertà.
Era diretto dal Padula.
Il Buon senso, politico, costituzionale, n. 1882 a Cosenza; direttore avv. Mariano
Compagna.
Il Busento, amministrativo, bimensile, n. 1881 a Cosenza; direttore L. BartelJi.
La Bussola, scientifico, letterario, settimanale, diretto dal dott. Felice Migliori.
Il Calabrese, scientifico, letterario, quindicinale, n. 1842 a Cosenza; nel 1877 fu ri-
preso dal prof. Luigi Stocchi e tenuto in vita sino al 1887.
La Calabria letteraria: direttore D. Milelli; redattore Pietro Martire. Visse un anno
ed ebbe numeri interessantissimi, specie quelli in cui il Milelli polemizzò intorno
alla letteratura antica calabrese, col prof. V. Julia di Acri.
Il Cittadino, politico, amministrativo, settimanale, n. 1886 a Corigliano Calabro.
Il Coraggio civile, cattolico, n. 1884 a Cosenza col titolo di Vaticano Regio che
poi mutò; quindicinale. Era diretto dal sacerdote Gaspare Nudi, un prete hberale
che ebbe persecuzioni inaudite.
Il Crati, amministrativo, settimanale, n. 1882 a Cosenza.
Il Democratico, politico, amministrativo, settimanale, n. 1883 a Cosenza; direttore
avv. D. Angotti.
Don Ciarlone, politico, amministrativo, letterario, n. 1885 a Cosenza; direttore av-
vocato S. Arnone, redattore Pietro Martiie. Visse un anno.
Don Flaminio, n. 1886 a Cosenza; cessò dopo il 3.° numero.
L'Eco, di Rossano, cessò nel 1883.
L'Eco del Savuto, di Scighano, cessò nel 1883.
L'Era Nuova, rivista letteraria quindicinale, diretta dal Cav. Pietro M. Greco.
L'Erpice, quindicinale, letterario, n. a Cosenza; cessò nel 1880, diretto da Fran-
cesco Bartelli.
L' Esploratore, di Cosenza; direttore L. Scarnati,
Fanfullino, brioso giornale quindicinale.
Fiàmuri Arbèrit (La Bandiera dell' Albania), letterario, mensile, □, 1883 a Corigliano
Calabro, redatto in italiano ed albanese,
Gaiiettino Rossanese, cessò nel 1883,
PROVINCIA DI COSENZA. 365
— L'Italiano calabrese, n. 1848 a Cosenza. Era il giornale ufficiale del Comitato di
salute pubblica.
— Il fugale, umoristico popolare della domenica; si pubblicò in Cosenza per quasi
un anno, nel 1887; fu diretto da L. Bartelli.
— Margherita, educativo, letterario, bimensile, n. 1883 a Cosenza; direttore Pasquale
Martire. Vi collaboravano i migliori scrittori italiani.
— Il Movimento calabrese, politico, amministrativo, letterario, n. 1887 a Castrovillari,
d'onde si trasferi a Cosenza; bimensile; cessò dopo un trimestre.
— Nova Bruita, letterario, quindicinale, n. io febbraio 1885 a Rossano; si stampava
a Corigliano Calabro.
— L'Operaio elettorale, di Cosenza, cessò nel 1883.
— La Pietra infernale, politico, umoristico, letterario, n. 188.3 a Fiumefreddo Bru^io;
si stampava a Paola e usciva ogni 10 giorni.
— Il Popolo calabrese, di Cosenza, cessò nel 1883.
— Il Risveglio, cessò nel 1883 a Cosenza.
— Il Risveglio calabrese, politico, settimanale, n. 1S86 a Paola.
— Rivista calabrese, politico, letterario, mensile, n. 1885 a Cosenza.
— La Sentinella, politico, amministrativo, quindicinale, n. 1881 a Paola.
— Il Sibari, n. 15 febbraio 1870 a Castrovillari, primo giornale pubblicatovi dopo
il 1860; bimensile, diretto da Ferdinando Perna; ebbe breve esistenza.
— Telesio, rivista scientifico-letteraria, n. 28 febbraio 1886 a Cosenza, mensile, a fa-
scicoli di circa 100 pagine; direttori V. Julia e D, Bianchi. Cessò dopo un semestre.
— Il Tiro, di Cosenza, cessò nel 1883.
X
Luigi Stocchi, poeta e letterato calabrese, professore di letteratura italiana e pedago-
gia, già direttore di scuole magistrali maschili e femminili in varie provincie dal 1862
al 1865, poscia R. Ispettore scolastico di circondario in Castrovillari, dove stampò il
Calabrese, effemeride scientifica, letteraria, artistica, educativa delle Calabrie, nacque a
Cosenza nel 1835. Fece i primi studi nel liceo cosentino; diede il primo saggio del suo
ingegno e dei suoi studi dal 1851 al 1858, con la qualità di candidato presso la pa-
tria Accademia, fondata nel secolo xv dal Telesio e dal Parrasio; compilò e diresse,
dal 1861 sino ad oggi, i seguenti giornali: il Calabrese, il Rossanese, la Palestra ma-
gistrale, Io Spigolature ed il Corriere delle Calabrie, ecc. Diede alle stampe dal 1858
al 1880 parecchie raccolte di poesie lodate, biografie, discorsi, articoli critici, bozzetti,
che gli diedero nominanza fra i principali scrittori calabresi. Ora trovasi R. Ispettore
scolastico in Napoli e vice-presidente del Circolo calabrese in quella città.
I GIORNALI CHE NON ESISTONO
Una volta, a Napoli, mi è accaduto uà fatto abbastanza curioso.
Un bel mattino il portalettere mi reca un elegante giornale sotto
fascia. Apro e in testa alla prima colonna della prima pagina, sotto la
rubrica Schifi e profili, leggo il mio riverito nome.
Confesso che la cosa mi riusciva del tutto inattesa, nuova; potevo
avere un vago sospetto che il mio oscuro e modesto nome avesse va-
licato i confini della provincia natia, ma non credevo davvero che i miei
meriti, oltre ad avere valicato questi confini, meritassero l'onore di due
o tre colonne di prosa.
Comunque sia, mi metto a leggere, curioso io stesso di sapere quali
servigi avessi resi all'umanità languente nei brevi anni di mia vita, e,
di questi, quali dovessero tramandare il mio nome alla più lontana po-
sterità riconoscente.
366 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
E devo dire che la mia vanità — se mai ne avessi avuta — non
poteva essere maggiormente lusingata: un articoletto pubblicato sull'//-
lustraiione popolare, diventava uno studio accurato e profondo; qualche
modesta corrispondenza alla Ga:{^etta d' Italia o al Piccolo, quistioni so-
ciali trattate coU'umorismo aguzzo di Swift e di Heine; una rassegna
teatrale, un poema di sentimentalismo degno di Taine; un libro, sem-
plicemente annunziato, forse neanche scritto, un capolavoro di scienza,
di erudizione, degno di essere tradotto da un capo all'altro del mondo.
Bersezio, Farina, Bonghi, de Zerbi non potevano desiderare una
profusione maggiore di lodi, d'incoraggiamenti, di ammirazioni sincere
e cordiali.
Il periodico — di cui mi duole di non ricordare il titolo — aveva
altri cinque o sei profili, in ognuno dei quali gli aggettivi laudatori sup-
plivano all'assenza completa di fatti e di date.
X
Il giorno dopo, quando non mi ero ancora riavuto della sorpresa,
ricevo per la posta una lettera dell'amministratore del giornale, il quale —
coi modi più insinuanti del mondo — gentilmente m'invitava a prendere
l'abbonamento al periodico, che appartenendo alla stampa onesta, non
poteva vivere che d'abbonamenti; dopo poi un diluvio di gentilezze,
l'amministratore mi faceva sapere che qualora avessi desiderato, stam-
pato a parte, il mio profilo, h spesa era minima: 50 lire ogni cento co-
pie — e che se per caso avessi voluto intercalare il ritratto nel profilo,
bastava aggiungere sole altre io lire alle 50.
Si poteva essere più discreti?
Pure io non risposi alle offerte e alle richieste, non tanto perchè
volessi stoicamente seppellire col mio corpo il mio nome, ma perchè fra
i miei meriti vantati dal generoso giornale, non era detto che io fossi
un merlo.
X
Il giornale dei profili apparteneva alla categoria dei giornali che non
esìstono.
Un Tizio qualunque — a cui ripugna la professione sfacciata e vol-
gare del borsaiuolo, ma che si trova alle prese con la fame, conosce
soltanto di nome cinque o sei persone rispettabilissime non meno che
ignote al mondo intero.
Queste cinque o sei persone, perdute nelle più lontane e disparate
Provincie, diventano i soggetti di altrettanti profili, infarciti di frasi pom-
pose e di lodi sperticate.
Poi, il neo-giornalista si rivolge a una tipografia qualunque; fa al
proto il racconto immaginario di una divergenza insorta fra lui e il tipo-
grafo Tal dei Tali, che voleva aumentare le spese di stampa del gior-
nale, e domanda che questo gli si pubblichi subito, per non far soffrire
ritardi agli abbonati.
Del giornale — s' intende — si tirano solo una cinquantina di co-
pie, tante quanto bastano. Lo Specchio, il Libro d'oro, il Cernitore o il
PROVINCIA DI COSENZA. 367
Crivello — sono in generale i titoli scelti da questo genere di giornali —
i quali non contano mai meno di io o 12 anni d'esistenza.... immaginaria.
I profilati non sempre sono persone a giorno di queste magagne
giornalistiche : in generale i soggetti si cercano fra i segretari comunali,
fra i sindaci di microscopici paeselli, fra letteratucoli smaniosi di noto-
rietà, o magari fra i decorati dei Salvatori di Francia, iva. i consoli ono-
rari della repubblica di S. Marino e quelli del regno di Araucania-Pa-
tagonia.
I merli che si lasciano prendere alla rete, commossi che il loro
nome sia noto a Napoli o a Roma e che finalmente i propri meriti si
vadano facendo strada nel pubblico scettico, si affrettano — non richie-
sti — a mandare il prezzo d'abbonamento, che non è mai inferiore alle
20 o 30 lire e non son pochi quelli che chiedono anche l'estratto del
giornale, per procurarsi la soddisfazione di dispensarne una copia al far-
macista, una all'arciprete 0 ai consiglieri comunali.
Ma dopo una settimana i merli ricevono una circolare manoscritta
dell'amministratore del giornale, il quale annunzia che il periodico —
per la prolungata assenza di un redattore e l'improvvisa malattia del
direttore — sospende le pubblicazioni, le quali però saranno riprese appena
le difficoltà verranno rimosse.
II giornale — con un altro titolo — va in cerca di un nuovo uc-
cellame.
X
Non è raro il caso che uno dei gabbati, mentre si gode in santa
pace la celebrità acquistatasi per una miseria di 50 franchi, un mese
dopo riceva un nuovo giornale di formato diverso perfettamente dal
primo, con titolo diverso, perfino con redazione diversa; ma questa volta
egli, invece di trovare due colonne di lodi al suo indirizzo, rinviene, in
terza pagina, fra due asterischi ben marcati, un articoletto cosi concepito :
« Nel N. tale, del giornale tale, abbiamo letto, or non è guari, un
lungo articolo sul signor Tal dei Tali. La Redazione del nostro egregio
confratello dev'essere stata tratta in errore sul conto di costui; egh è
un poco di buono e disimpegna molto male l'ufficio affidatogli, senza
dire che usa due pesi e due misure a seconda delle convenienze. Noi
diremo in altro numero chi sia precisamente questo messere: se nonio
facciamo oggi è perchè stiamo consultando alcuni documenti importanti
sul suo conto. »
Il povero diavolo non sa come gli capiti questa tegola fra capo e
collo: tiene sotto chiave il giornale maledetto per timore che anche l'aria
glielo legga e intanto, senza perder tempo, scrive al direttore del gior-
nale di risparmiarlo, di non rovinarlo, perchè, si sa, la calunnia anche
quando non ha basi solide, trova sempre creduli.
Il direttore del giornale risponde che non potrebbe usare verso di
lui una parzialità, ma che per soli cortesia sospenderà la pubblicazione dei
documenti, della cui spesa sopportata per procurarseli, egli, il soggetto,
deve rivalere il giornale: non si tratta che di 50 hre e la partita è ac-
comodata. E il merlo cava fuori le altre 30 lire, senza avere neppure
368 GUIDA DELLA STAilPA PERIODICA ITALIANA.
alla lontana sospettato che tanto lo scrittore laudatorio del profilo, quanto
il Catone minaccioso coi documenti alla mano, erano la stessa ed unica
persona.
X
Nella specie di questi giornali che non esistono, cssia esistono per
una volta soltanto, si trova un'altra varietà e questa più comunemente
a Napoli.
A Napoli il giuoco del lotto è una mania, una frenesia, una pas-
sione morbosa, cieca.
Tutti giuocano al lotto; basterebbe a provarlo il fatto che sul
totale dei giuocatori, due terzi appartengono a Napoli, l'altro a tutto il
regno.
I giornali cabalistici che si stampano a Napoli sono, per conseguenza,
innumerevoli; fra questi ve ne sono parecchi di quelli che non esistono.
Alla porta di un banco-lotto, sotto un gran cartello che contiene
dei numeri smisurati a colori vivaci, ce un modesto avviso di questo
genere :
« Fatti e non parole, questo nostro giornaletto che da 15 anni
forma la provvidenza settimanale dei giuocatori del lotto, anche in questa
estrazione è stato fortunato: i suoi calcoli non si sbagliano. Il foglio
passato dava per sicuri tutti e cinque i numeri, che infatti sono usciti
sabato ultimo alla ruota di Napoli »
E qui i cinque numeri realmente estratti nella settimana, stampati
a caratteri grossi e marcati.
Poi più giù :
« Prezzo di ogni copia del giornale cabalistico Fatti e non parole,
cinque franchi.
« N. B. Il giornale si vende in busta suggellata. »
Ci sono tanti poveri travet, tanti disgraziati padri di famiglia che,
lusingati dall'evidenza dei fatti, bruciano l'ultima cartuccia, sacrificando
cinque lire tolte al sostentamento quotidiano.
Comprano la misteriosa busta suggellata, giuocano i numeri in essa
contenuti, ma questa volta la sorte non è meno crudele dell' ultimo
sabato.
II giornale Fatti e non parole, s'intende, non si vede più. Un altro
giornale, ossia lo stesso con titolo diverso, per esempio il Pescatore, at-
tacca al banco-lotto l'avviso medesimo dei Fatti e non parole; non vi
sostituisce che i numeri ultimi estratti.
E cosi si gabba il pubblico credulo.
X
Chi ha rubato un pezzo di pane, vinto dalla forza irresistibile della
fame, sta in galera come ladro; queste canaglie che ricattano i vanitosi
e i creduli o lusingano l'ii spiantati, passeggiano accanto ai galantuo-
mini, in guanti e tuba.
Nicola Bernardini
PROVINCIA DI CREMONA
'Mumero dei Comuni: 135 — Topolaiione : 502,138 — Superficie: K. q. 1,778 — "Deputati della provincia :
1. Vaechelli, Sacchi, Cadolini. 2. Cenala, Rossi, Boneschi.
Annali del Santo Volto. Rivista mensile
dell'opera di riparazione e ricordi di Leone
Diipont e di suor Maria Saint-Pierre, fon-
data nel luglio 188S. Si pubblica in fasci-
coli di 40 pagine in-i6.° Direttore: Sac. Gu-
glielmo Capellini. Abbonamento: L. 3 an-
no. Palazzo S. Secondo, 119.
Cremona.
Bollettino del Comitato Medico. Gior-
nale di medicina e scienze affini, fondato
nel r8Si. Si pubblica ogni due mesi in fa-
scicoli di circa 40 pagine, con illustrazioni.
Abbonamento: anno L. 8. Non si vende
a numeri separati.
Cremona.
Bollettino del Comizio agrario di Cre-
mona. Giornale di agricoltura, nato nel
1870. Si pubblica 2 volte al mese in 8
pagine grandi e lo dirige Celeste Rug-
gieri. È un pregevole periodico, anche
perchè ben redatto. Costa io centesimi il
numero e si spedisce gratis ai soci del
Comune e ai sindaci del Circondario. Ti-
ratura 1000 copie.
Cremona.
Bollettino del Comizio agrario. Perio-
dico ufficiale per gli atti del Comizio, fon-
dato nel 1868. Esce ogni mese a fascicoli
di 16 pagine. Direttore: rag. Monferrini
Emilio. Tiratura 250 copie. Un numero
30 centesimi. Si distribuisce gratis ai soci
del Comizio.
Crema.
Cremete - Ganetta popolare, nata il 6
luglio 1889. Si pubblica il subato in 4 pa-
gine, formato 0,36 ■^, 0,26, a 3 colonne. Di-
rettore: Luigi Barbieri. Un numero 5 cen-
tesimi. Via Serio, 14.
Crema.
Tal Serio. Giornale liberale, monarchico,
nato il ■."gennaio 1887. Esce ogni sabato
in 4 pagine, formato 0,33x0,24. Diret-
tore: G. Donati. Abbonamento: anno L. 3.
Un numero 5 centesimi. Via Vittorio Ema-
nuele, 13.
Crema.
L'Eco del popolo. Giornale politico, am-
ministrativo, nato il 4. gennaio 1889. Si
pubblica una volta alla settimana in 4 pa-
gine, formato 0,58 x 0,25. Direttore: Leo-
nida Bissolati. Abbonamento : semestre
N. Bernardini— G((»ii«» dilla Stampa periodica italiana — 24
L. 2. Un numero 5 centesimi. Via Ca-
prara, io.
Cremona.
L' Eridano. Giornale amministrativo, set-
timanale, nato il 3 novembre 1888. Esce
ogni sabato in 4 pagine, form. 0,38 x 0,25.
Direttore : rag. Slerca Edoardo. Un nu-
mero 5 centesimi. Via Caprara, io.
Cremona.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per la pubblicazione degli
atti amministrativi della provincia, fondato
nel 1866. Si pubblica ogni mese a fasci-
coli di IO a 20 pagine. Abbonamento:
anno L. 4. Un numero 20 centesimi.
Cremona.
Gl'Interessi cremaschi. Giornale agri-
colo, commerciale, industriale, fondato nel
'1880. Si pubblica ogni settimana in 4 pa-
gine. Abbonamento: anno L. 4. Un nu-
mero IO centesimi.
Crema.
Interessi cremonesi. Giornale politico,
letterario, commerciale, monitore del pro-
gresso agricolo, fondato nel 1875. Lsce il
lunedi, mercoledì e sabato di ogni setti-
mana nelle ore pomeridiane in 4 pagine
a 4 colonne. Direttore: G. Frisi. Tiratura
1300 copie. Abbonamento: anno L. 15,
I mese L. 1,25. Inserzioni : cent, io la linea.
Un numero cent. 5. Corso Porta Venezia.
Cremona.
Il Lavoratore. Giornale politico, ammi-
nistrativo, n:ro nel 1887. Esce ogni setti-
mana in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 5. Un numero 5 centesimi.
Cremona.
Il Messaggiere di Cremona. Giornale
politico, cattolico, fondato nel 1874 col
titolo di Bugna famiglia, che mutò nei 188 1
nell'attuale. Si pubbhca 2 volte la setti-
mana in 4 pagine a 4 colonne. Abbona-
mento: anno L. 7. Un numero 5 cente-
simi. Corso Garibaldi, 27.
• Cremona.
Minuscolo. Letture mensili per le fami-
glie, fondate nell'aprile del 1888, in fasci-
coli di 48 pagine in-i6.° - Direttore : Giu-
seppe Verdi. Abbonamento: anno L. 4.
Un numero 40 centesimi.
Cremona.
370
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Nuovo Corriere di Crema. Giornale po-
litico, amministrativo, agricolo, fondato
nel 1885. Si pubblica ogni settimana in 4
pagine. Abbonamento : anno L. 6. Un nu-
mero IO centesimi.
Crema.
Papà Buonsenso. Giornale per il popolo,
pubblicato dall'Associazione anticlericale
cremonese, fondato nel 1877. Si pubblica
ogni mercoledì in 4 pagine a 3 colonne.
Redattore responsabile: Diomede Berg.x-
maschi. Non fa abbonamenti e si distri-
buisce gratis ai soci. Un numero 5 cen-
tesimi. Corso Venezia.
Cremona.
Il Proletario. Periodico radicale, socia-
lista, nato 18 luglio 1888. Esce ogni sabato
in 4 pagine, formato 0,25^0,19. Cent. 50
al mese. Corso Vittorio Emanuele, 21.
Casalmag giare.
La Provincia - Corriere di Cremona.
Giornale politico, amministrativo, fondato
nel 1879. Si pubblica il lunedì, mercoledì
e sabato nelle ore antimeridiane in 4 pa-
gine a 4 colonne. Direttore : Ettore Sac-
chi. Fu direttore del giornale il prof. Te-
lesforo Sarti, che nel gennaio del 1883
fu insultato sulla pubblica via per un ar-
ticolo da lui scritto contro i promotori
delle dimostrazioni piazzajuole. Il giornale
è redatto molto bene ed è piuttosto dif-
fuso. Corrispondente da Roma: E. Bian-
chi. Abbonamento: anno L. 14, seme-
stre 7, trimestre 3,50. Un numero 5 cen-
tesimi. Inserzioni: 4." pagina 15 centesimi,
3.' pagina 30.
Cremona.
La Puttlicità. Giornale commerciale e
industriale, nato nel 1886. Si pubblica ogni
settimana in 4 pagine e si distribuisce gratis.
Cremona.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura, Fondato nel 1876 per la pub-
blicazione degli annunzi legali amministra-
tivi. Esce una o più volte la settimana in
un numero indeterminato di pagine. Ab-
bonamento : anno L. 5.
Cremona.
Giornali cessati:
Bau, letterario, commerciale, settimanale, in dialetto, n. 1887 a Cremona.
La Cavallina, politico, amministrativo, n. 3 agosto 1884 a Soresina; direttore Paolo
Massiraini.
Corriere della campagna, cattolico, di Cremona.
Corriere di Casahnaggiore, politico, amministrativo, bimensile, n. 1884.
Corriere di Cremona, politico, amministrativo, quotidiano, diretto da Luigi Filippo
Bolaffio (188 1).
La Croce di Savoia, politico, settimanale, n. 1880 a Cremona.
II Democratico, n. 2 giugno 1888 a Cremona, trisettiraanale, diretto da Attilio Va-
lentini, il quale è ora in America.
Farfallino, teatrale, letterario, n. 1880 a Cremona, trimensile.
Foglio d'annunii commerciali, n. 25 luglio 18S5 a Cremona, bimensile.
La Freccia, politico, amministrativo, repubblicano, settimanale, n. 16 agosto 1884
a Cremona.
Gl'Interessi casalesi, poHtico, amministrativo, bimensile, n. 1881 a Casalraaggiore ;
direttore dott. Stefano Passeri.
Il Martello, politico, sociale, quindicinale, n. 1886 a Cremona; direttore Giuseppe
Rodini.
Monitore ecclesiastico della Diocesi di Cremona, n. 8 aprile 1882; direttore Don Pie-
tro Mariani.
La Palestra, educativa, letteraria, mensile, n. 1883 a Crema.
Parelio, democratico, n. 1879 a Cremona.
Il Popolano crfiwonwe, politico, settimanale, n. 1865; direttore avv. Francesco Pozzi.
Visse fin oltre il 1870.
Il Popolo, poHtico, amministrativo, settimanale, n. 1883 a Cremona.
Il Preludio, scientifico, letterario, n. 1876 a Cremona.
La Sveglia, politico, amministrativo, n. 18 agosto 1885 a Cremona.
Il Torraiio, democratico, settimanale, n. 1880 a Cremona; direttore Leonida Bis-
solati.
■ Il Vessillo deir educatore, didattico, quindicinale, n. 1884 a Cremona.
IL PROBLEMA DEL GIORNALISMO
Qualche anno fa, un ministro francese disse che la cagione princi-
pale della decadenza degli studi letterari in Francia era la preponderanza
dei giornalisti, e la diffusione che prendeva il giornalismo; disse cioè che
i giornalisti erano la negazione del progresso letterario e che dove essi
si moltiplicavano, il fervore degli studi andava necessariamente scemando.
E non aveva tutti i torti.
Il problema del giornalismo è più difficile a risolversi in ItaHa che
altrove. Non è una potenza come in Inghilterra e in America; non ha
sulle menti l'influenza che ha acquistato in Francia; ma pure attira
molte intelligenze elette, le distrae dagli studi, le corrompe per quella
forzata facilità di pensare e di scrivere a cui sono condannate, le disa-
mora da ogni disciplina un po' seria.
Noi siamo ancora tanto lontani dall'avere una falange di giornalisti
buoni, capaci, dedicati esclusivamente a codesto indispensabile ramo della
vita intellettuale di un popolo, quanto siamo poveri di cultori operosi
delle disciphne letterarie, appunto per la smania che tutti invade di cor-
rere codesto facile arringo — facile in apparenza — della stampa perio-
dica. E perchè non c'è ancora in noi l'abitudine della cosa, e il gior-
nalismo è appena entrato, per così dire, nelle consuetudini del paese,
l'effetto non corrisponde all'affaccendarsi universale.
Gl'italiani non leggono: quindi la grama vita d'una gran parte del
giornahsmo — dicono alcuni. Noi crediamo che tutte le buone disposi-
zioni al leggere vi siano; ma la gran massa del pubblico non si accon-
tenta dei giornali come sono fatti oggi.
L'educazione di un popolo libero si dovrebbe fare anche col gior-
nalismo: educazione politica, letteraria, morale; poiché i giornali, ren-
dendo conto del movimento che spinge innanzi l'umanità nella cerchia
dei fatti e delle idee, affratellano l'un popolo con l'altro, suscitano le
feconde polemiche fra nazione e nazione, fanno vivere tutti di una vita
comune. Tale dovrebbe essere la meta del giornahsmo; ma in Itaha
non si spinge l'occhio al di fuori del paese; anzi il giornalismo da noi
esce di rado dalla provincia o dalla regione. E v'è di peggio. In Fran-
cia, in Inghilterra, in Germania, ogni famiglia ha il suo giornale, pia-
cevole e fruttuoso passatempo goduto in comune nelle domestiche riu-
nioni della sera. In Italia invece cotesta abitudine manca, principalmente,
perchè sono pochi i giornaU che possono leggersi dal primo all'ultimo
articolo, senza tema di fate arrossire una fanciulla, E colla diffusione del
giornalismo gli studi letterari languono abbujati in una inerte medio-
crità: Aurea mediocrìtas!
Quante opere sono venute alla luce in quest'ultimo periodo che
rivelassero un nuovo e potente ingegno ? I soli uomini che apparecchia-
rono la rivoluzione politica tenendo alta la bandiera della letteratura na-
zionale, cotesti soU hanno continuato, decimati nel numero dalla morte,
con magnanima pertinacia ad onorare le lettere; ma meno fortunati di
Orfeo che muoveva gli alberi e i sassi col canto, i letterati e i poeti
372
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
nostri non riuscirono a chiamare sulle proprie orme che una piccola,
piccolissima schiera volonterosa di giovani. Il giornalismo l'assorbe, rav-
vivata di rado, dagli splendori d'intelligenze elettissime, sono pochi ed
ingrati i frutti che si raccolgono.
mmmi mmm-mm iiiiim
MILANO — Tia S. Giuseppe, N. 5 - MILANO
GIORNALE DELLA LIBREKIA
BIBLIOGRAFIA ITALIANA
La Bibliografia Italiana è il Bollettino ufficiale di tutte le pubblicazioni che escono
nel Regno d'Italia; ed è compilato per cura della Biblioteca Nazionale di Firenze, che
riceve a tnore di legge una copia d'ogni pubblicazione. La Bibliografia esce due volte
al mese, in i6 pagine e più, secondo il bisogno. In fine d'anno dà copiosi indici per
alfabeto e per materie.
Il Giornale della Libreria esce ogni domenica, ed è l'organo non solo della li-
breria italiana ma ancora di tutte le arti, professioni ed industrie che con la libreria
hanno relazione. Può anche dirsi un vero Giornale della Letteratura. Nella prima pa-
gina di ciascun numero registra le Piibhlicaiioni della settimana, divise per editore al-
fabeticamente. Altre due pagine sono destinate ad articoli di fondo, a notizie tecniche,
commerciali e lett'irarie, a comunicazioni di interesse generale; vi sono menzionate le
disposizioni legislative e amministrative che si riferiscono alle nostre arti, la giuri-
sprudenza speciale, le nuove ditte, i fallimenti, ecc. ecc. Nel primo numero di ogni
mese sono registrate le dichiarazioni di proprietà letteraria ; nell'ultimo numero d'ogni
mese, l' Indice ddle Riviste italiane, comprendendovi i giornali settimanali letterari!. Le
altre pagine sono dedicate alle inserzioni, che comprendono libri nuovi, le opere in
associ jzione, gli annunzii di prossime pubblicazioni, gli avvi<;i di macchine, inchiostri, ecc.,
la ricerca (desiderata) e l'offerta di libri antichi, e le circolari per informazioni di nuove
ditte o ditte trasformate, per res^olare gli sconti, per richiamare opere esaurite, ecc. ecc.,
domande d'impieghi, le aste e ogni genere d'altri affari di libreria.
CONDIZIONI D'ASSOCIAZIONE
11 Giornale della Libreria esce ogni domenica in un
foglio di 8 pagine in quarto. Il numero delle pagine
può essere aumentato o diminuito, a seconda della ma-
teria. Nei mesi che formano la cosi detta stagione morta,
può essere pubblicato un numero ogni 15 giorni.
Prezzo: lire 6 l'anno per tutto il Regno d'Italia;
per gli altri Stati dell' Unione postale lire io.
La Bibliografia Italiana, che registra tutte le pub-
blicazioni che a tenore di legge vengono mandate alla
Biblioteca Nazionale di Firenze, ed è compilata dalla
Biblioteca stessa in ordine metodico, esce ogni 1 5 giorni
in 16 a 20 pagine o più.
Prezzo, insieme col Giornale della Libreria: lire 20
l'anno in tutto il Regno ; per gli Stati dell' Unione po-
stale lire 26.
1 Membri dell'Associazione Tipografico-Libraria ri-
cevono gratuitamente i giornali ; ma importando il Gior-
nale delta Libreria spese speciali, sopratutto per la
spedizione settimanale, aggiungeranno alla quota che
pagano come membri, altre lire 3,50 l'anno; e i mem-
bri stranieri lire 7.
PREZZI DELLE INSERZIONI
Ogni spazio di linea in tre colonne cent, io ; in 2
colonne cent. 15.
Pagina iutiera lire 18 ; mezza pagina lire io.
I Membri dell'Associazione Tipografico-Libraria go-
dono la riduzione di un terzo sul prezzo di queste in-
serzioni.
Per le Desiderata ogni spàzio di linea in 5 colonne
cent. 1 5 netti ; in 2 colonne cent. 20 netti.
Per le Pubblicazioni della settimana, ogni opera è
registrata gratis.
ANNESSI AL GIORNALE.
Questa è una novità che è riuscita molto utile e gra-
dita, e ha trovalo una pronta e larga applicazione.
Ogni membro dell'Associazione può unire al Gior-
nale manifesti, o cataloghi o saggi, in qualunque for-
mato ; per ciò pagherà un diritto fisso di lire 5 a lire so
secondo il formato e la mole, più il porto postale.
Dovrà dare il numero necessario di copie per tutti i
soci, e mettere in testa alle copie: Supplemento al
Giornale della Libreria.
Dirigere le associazioni, i vaglia, le inserzioni e ogni comunicazione airufficio
dell'Associazione Tipografico-Libraria, in Milano, via S. Giuseppe, 5.
SETTiiVlANALi: Di GRftW LUSSO, DI MJO£ E LElTERAfUBA
ANNO Xll. — 1889-1890.
Questo giornale, che porta il nome della nostra graziosissiraa Eegina, in nove
anni di vita cboe uuo suaordmano successo, e venne riconosciuto
IL PIÙ SPLENDIDO ED IL PIÙ RICCO GIORNALE DI QUESTO aENERE.
bsce ogni scuuiiaua iu uodici pagme m-4 grande, come 1 grandi giornali illustrati,
su carta tinissiiiia, eoa caraitcri lusi appositamente, con splendide e numerose incisioni,
con copia e varieià di annessi e nccnezza di figurini, hàso è l'unico in questo genere
che possa degnamente adornare il salutio delie Signore eleganti, e che possa compe-
tere COI giurnau ui Mode stranieri più celébiati.
Anche la parte letteraria è molto accurata. 1 racconti ed i romanzi sono tutti ori-
ginah e dovuti alla penna dei nostri migliori scrittori, come: Barrili, Berseiio, Castel-
nuovo, Caccianiga, LorUdia, Memini, Neera, Paolo Tedeschi, Onorato Fava, Egle Pinelli,
Alberto lìoccardi, ecc.
Una settimana esce un fascicolo tutto dedicato alle mode e ai lavori, ricco di
circa 60 incisioni; l'auro, invece, e dedicato alle letture, ed anche questo è splendi-
damente Uiustrato da disegni e da incisioni di mode. Pero ad ogni tascicolo, tanto a
quello ui mode come a quello letterario, va sempre unito un bellissimo figurino co-
lorato, ed altri variati annessi di mode e lavori. A tutti 1 numeri va unita una ele^^ante
copertina piena di notizie utili ed interessanti.
Una novità da poco introdotta nel nostro giornale sono i Corrieri di Parigi,
scritti espressamente da una signora della più eletta società parigina. — Q.uestioni
icmmimh della Contessa Lara. — Curneri della moda, notizie dell'alta società, piccoli
corrieri, ecc. — Corrieri di Koma, di Guido; di Napoli, di Labaro; di Firenze, di
Gabardi; di Torino, di Argo.
Nei tascicolo mode nessuna parte dell'abbighamento femminile è trascurata. Vi
sono modelh ed accurati disegni di vestiti da ianciulie, ragazzi, signore di tutte le età.
Anche per la parte che riguarda la biancheria ed i lavori temminili di ricamo, all'ago,
ali uncinetto, nulla lascia a desiderare. Vi sono tavole di ricami con disegni ele-
ganti, con citre e iniziali per marcare la biancneria, tanto ricercati dalle nostre signore.
òplenduie oleografie, oggelli di adornamenlo, tavole colorate di lavori.
Disegni di nomi e iniziali a richiesta delle associate,
insomma, la MAtt&riiiiii'rA e una vera r,nciclopedia per le signore della buona società.
Auuo, L. 21. - Semestre, 13. - Trimestre, L. 7.
Per gh Siati Europei dell' Unione Postale, Fr. 32.
Per corrispondere al desiderio di molte signore, ricettiamo pure a disposizione del pub-
blico un'edizione economica della MARGHiiRirA (cioè senza dgunno e annesso co-
lorati) al prezzo di L. 12 l'anno. {Per gli Siati deli Unione Postale, tr. iH l'anno.)
8pleu(lìdi premii agli abbonati.
DIRIGERE COMMISSIONI E VAGLIA AI FRATELLI TREVES, EDITORI, IN MILANO.
FERNET-BRANCA
SEI FRATELLI BRANCA SI MILANO
Via Broletto, 35
e/ óoiir cne ne AoJieciana il ■v-ey^a e aenumo Ar^oceSo-
Diploma di 1.° grado all'Esposizione di Londra 1888
Medaglie d'oro all'Esposizioni Nazionali di Milano 1881, Torino 1881
ed all3 Esposizioni Universali di
Parigi 1878, Nizza 1883, Anversa 1885, Melbourne 1881,
Sydney 1880, Filadelfia 1876 e Vienna 1873
ed anohe diverse altre ricompense
Il FEMET-BRANCA è il liquore più igienico
conosciuto. — Venticinque anni di pieno successo
ottenuto in Europa, nelle Americhe ed in Oriente.
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usato in molti ospedali. Il FERNET-BRANCA non
si deve confondere con molti Fernet messi in com-
mercio da poco tempo e che non sono che imper-
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estingue la sete, facilita la digestione, stimola l'ap-
petito, guarisce le febbri intermittenti, il mal di
capo, capogiri, mal di fegato, spleen, mal di mare,
nausee in genere.
Esso è VERMIFUGO-ANTICOLERICO.
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PRhZZO BOTTIGLiA GRAì^Dc Lo ^ - PICCOLA L» S
Guardarsi dalle coutraffazioai e da quelle portanti la dicitura
Feruct uso ifirauea
PROVINCIA DI CUNEO
Numero dei Comuni: 265 — Popolazione: 635,400 — Superficie: K. q. 7,491 — Deputati della provincia:
I. Giolitti, Galimberti, Roux. 2. Buttini, Plebaao, Giordano. }. Coppino, Gianolio, Vayra. 4. Garelli.
Del Vecchio, Basteris.
L'Alpinista. Giornale politico, nato il 21
agosto i«Si. Si pubblica 2 volte alla set-
timana in 4 pagine a 3 colonne. Ha per
motto: Savoia avanti, inciso in una bella
vignetta disegnata a Roma dall'ingegnere
cav. Adriano. U Alpinista è ispirato a no-
bile intento e propugna idee liberali. Di-
rettore: Luigi Boeri. Tiratura: 600 esem-
plari. Abbonamento : anno L. 8, seme-
stre 4,50. Un numero 5 centesimi.
Mondavi.
Bollettino del Comizio agrario. Giornale
agricolo, fondato nel iiSò2. Si pubblica
ogni mese in fascicoli di 16 pagine. Ab-
bonamento: anno L. 3. Un numero 30
centesimi.
Salui:i;o.
Bollettino del Comizio agrario. Giornale
di agricoltura, economia, pastorizia, ecc.,
fondato nel 1S67. Si pubblica ogni mese
a fascicoli di ló pagine. Abbonamento:
anno L. 5. Un numero jO centesimi.
Mondavi.
Il Coltivatore cuneese - Boìhttina del
Comizio agraria circondariale di Cuneo. Or-
gano ufficiale della Commissione ampelo-
grafica, del Comitato forestale della pro-
vincia e del Comizio agrario , fondato
nel 1870, Esce ogni mese in fascicoli di
lò pagine in-S.° con copertina. Direttore:
Arnaud ing. Alessandro. Tiratura 500 co-
pie. Abbonamento: anno L. 6. Ogni fasci-
colo 50 centesimi. Si distribuisce gratui-
tamente ai soci.
Unitamente al Coltivatore viene dato ai
soci ed agli abbonati Y Almanacco del col-
tivatore, strenna agraria nata nel 1874.
Cuneo.
L'Eco della Macra. Giornale politico,
amministrativo, loudato nel i»7b. Si pub-
blica 2 volte la settimana in 4 pagine. Ab-
bonamento: anno L. 5,50. Un numero 5
centesimi.
11 Corriere della sera di Milano, parlando
di un processo dibattutosi a Saluzzo, con-
teneva questa corrispondenza in data del
25 luglio 1889:
« Vive in Racconigi un giornale, 1' £1:0 della Ma-
cra, organo della candidatura politica, provinciale, am-
ministrativa dell'avv. Ferrero-Gola. Questo giornale
suscitò querele e ire contro di se. Ottenne, or è poco
tempo, un severo giudizio dal Tribunale, il quale con-
dannava l'on. cav. Ferrero-Gola per diffamazione ad
un mese di carcere quale direttore di questo giornale,
e a tre mesi il gerente Soldano.
« L'avv. Ferrero-Gola pensò, a sua volta, di que-
relarsi contro il giornale avversario lo Svegliarino per
tre numeri che disse diffamatori, ingiuriosi, lesivi del
suo onore e della sua riputazione di privato e di con-
sigliere provinciale, ed intaccò l'avv. Gola, direttore
del giornale, Don Galvagno, autore di un articolo in-
giurioso, e il gerente Bori.
« Cinque furono i giorni di discussione dinanzi al
pretore di Saluzzo per questa querela di ingiuria pub-
blica ; passò un drappello di testi di parte civile, preti
ed abati che furono accusati di ficcare il naso nell' Eco
della Macra e di scriverne gli articoli più appetitosi,
e dopo arringhe, repliche e contro repliche degli av-
vocati Ambrogi, Pivano, Cantamessa per la parte ci-
vile, e Bracale del foro torinese, per la difesa del ge-
rente (gli altri imputati erano contumaci) il pretore
condannò... Don Galvagno a due lire d'ammenda, Gola
a lire :o e Bori a lire 20. E non permise alla parte
civile, che ne aveva fatta istanza, la pubblicazione della
sentenza. Fu quindi una vera tempesta in un bicchier
, d'acqua.
« Una specialità giornalistica fu questa. L'avv. Fer-
rero-Gola credette i' ìvapi\.AT& penalmente il tipografo
del giornale.
« Difeso dagli avvocati Buttini ed Alais, il tipografo
ottenne assolutoria, ed il querelante non ebbe diritto
a nessuno dei reclamati danni civili. »
Racconigi.
Effemeride del manicomio di Cuneo. Cro-
naca del manicomio provinciale, nata nel
1887. Si stampa a Milano ed esce ogni
mese in 8 pagine. Abbonamento: anno L. 8.
Racconigi.
Il Falconiere. Giornale politico, liberale,
amministrativo e d' interessi locali, fondato
nel 1885. Si pubblica ogni domenica in 4
pagine a 3 colonne. Editore responsabile:
Giuseppe Randazzo. Abbonamento: anno
L. 4. Un numero 5 centesimi.
Ceva.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per la pubblicazione degli
atti amministrativi, fondato nel 1S64. Si
pubblica 2 volte al mese in fascicoli di
16 pagine. Tira 1 100 copie. Abbonamento :
anno L. 6. Un numero 50 centesimi.
Cuneo.
Il Fossanese. Giornale amministrativo,
agricolo, fondato nel 1868, con principii
liberali progressisti, non però ultra. Si pub-
blica ogni domenica in 8 pagine e tratta
gl'interessi locali. Direttore editore : G. Sac-
cone. Collaboratori: cav. dott. Gatti, avv.
Antonio Della Torre, Gianangelo Minoia,
Francesco Fiorito, ecc. Tiratura da 1200
376
GTJIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
a 1500 copie. Abbonamento: anno L. 6.
Un numero 5 centesimi. Inserzioni: 20 cent.
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Gazzetta di Alba. Giornale politico, am-
ministrativo, cattolico, fondato nel 1862.
Esce ogni settimana in 4 pagine. Abbona-
mento: anno L. 4. Un numero 5 centesimi.
Alba.
Gazzetta di Era e dei dintorni - Eco
della Zizzola. Giornale amministrativo,
economico, fondato il 27 febbraio 1885 (i).
Si pubblica ogni venerdì in 4 pagine in-fol.
Abbonamento: anno L. 3. Un numero 5
centesimi. Tipografìa Racca.
Era.
Gazzetta di Mondovì. Giornale politico,
amministrativo, fondato nell'aprile del 1869
da Pietro Del Vecchio, che poi fu depu-
tato e nel 1877 assunse la direzione del
Movimento di Genova (^vedi) che tenue
con lode per parecchi anni e poscia il Di-
ritto di Roma (vedi). La Galena di Mon-
dovì si pubblica il martedì, giovedì e sa-
bato in 4 pagine a 4 colonne, sotto la di-
rezione dell'avv. G. L. Salomone. Editore:
A. Fracchia. Abbonamento: anno L. io,
semestre 6, trimestre 4. Inserzioni: 15 cen-
tesimi la linea in 4.* pagina. Un numero
5 centesimi.
Mondavi.
Gazzetta di Saluzzo. Giornale politico,
amministrativo, fondato nei 1869. Si pub-
blica 2 volte alla settimana in 4 pagine.
Tiratura 1 800 copie. Abbonamento: anno
L. 5. Un numero 5 centesimi.
Saluto.
La Lega degli insegnanti elementari.
Fondata nel 1^06 è organo dell'Associa-
zione magistrale della provincia, pubblica
gli atti dell'Associazione e del Consiglio
scolastico provinciale e tratta di pedago-
gia, didattica, agricoltura, igiene, lettera-
tura, ecc. Esce 2 volte al mese in 8 pa-
gine a 2 colonne ìn-b." - Direttore: pro-
fessor Michelangelo Bassignano. Abbona-
mento: anno L. 4, semestre 2,50. Un nu-
mero 20 centesimi. Via Fossano, i.
Cuneo,
Letture francescane. Giornale cattolico,
fondato nel 187 1. Esce ogni mese in fa-
scicoli di un numero indeterminato di pa-
gine. Viene compilato dai P. P. Riformati
e contiene dialoghi e una Galleria di Vite
dei Santi. Tiratura 850 copie. Abbona-
mento: anno L. 1,50. Non si vende a nu-
meri separati.
Cuneo,
(i) Dal 1885 al 1885 visse il Corriere di Bn, set-
limanale, eha cessò per dar luogo alla Ga^\etta di Bra,
Messaggiere degli insegnanti elemen-
tari. Giornale d'istruzione e didattica, fon-
dato nel 1883. Si pubblica ogni mese e
talvolta ogni 1 5 giorni, in fascicoli di 8 pa-
gine. Abbonamento: anno L. 3. Un nu-
mero 40 centesimi.
Saluto.
La Missione della donna. Giornale let-
terario, educativo, fondato nel 1874. Si
pubblica ogni 15 giorni in fascicoli di 16
pagine. Sino alla fine del 18S5 la direzione
di questo periodico fu in Alba; nel 1886
si trasferi a Roma. Abbonamento: anno
L. 5. Un numero 25 centesimi.
Alba.
Il Monviso. Giornale politico, ammini-
strativo, letterario, fondato nel 1883. Esce
2 volte alla settimana in 4 pagine. Abbo-
namento: anno L. 6. Un numero cent. 5.
Saluto.
Nuove letture popolari. Giornaletto'mo-
rale, cattolico, fondato nel 1878. Si pub-
blica ugni 2 mesi in fascicoli di 32 pagine
in-i6.° - Abbonamento: per 10 copie al
bimestre, anno L. 3. Un numero cent. io.
Editore: E. Ghiotti, tipografo vescovile.
Mondavi.
Il Saviglianese. Giornale ufficiale del
Comizio agrario, delle pubblicazioni della
Banca e degli atti del Municipio. È nato
nel 1874. Si pubblica il venerdì in 4 pa-
gine piccole. Tira 1500 copie. Non si oc-
cupa di politica. Costa un anno L. 3 -
Estero: aumento postale. Un numero 5
centesimi.
Savigliano.
La Sentinella delle Alpi. Giornale po-
litico, amministrativo, fondato nei 1850.
Si pubblica tutti i giorni meno i festivi,
in 4 pagine piccole. Ha molta diffusione
nella provincia. Direttore: avv. Niccolò Vi-
neis. Ne fu già direttore il proprietario,
on. Galimberti, che ora ne è redattore prin-
cipale. Tiratura circa 20oc copie. Abbona-
mento: anno L. 18. Un numero cent. 5.
Cuneo.
La Settimana - Galletta di Bra. Gior-
naletto amministrativo e commerciale, fon-
dato nel 1874. Esce ogni settimana in 4
pagine. Tira circa 1000 copie. Abbona-
mento: anno L. 5,50. Un numero cent. 5.
Bra.
Stato indicativo degli atti del Governo.
Giornale, amministrativo, fondato nel 1^04.
Esce Ogni mese in 4 a 8 pagine. Abbo-
nam-^nto : anno L. 2.
Saluto,
La Stella di Mondovi. Periodico politico
e d'interessi locali, fondato nel 1887. Si
pubblica ogni settimana in 4 pagine a 4
PROVINCIA m CUNEO.
377
colonne. È redatto con molto p-arbo e molta
profusione di notizie. Abbonamento: anno
L. 4, semestre 2,25, trimestre 1,25. Inser-
zioni : 4.' pagina cent. 20, 3.° pagina ?o.
Un numero 5 centesimi. Tipografia Fra-
telli Blengini.
Mondavi.
Supplemento a^ foglio periodico della
Prefettura. Pubblicazione di annunzi le-
gali amministrativi, fondata nel 1076. Esce
2 volte la settimana in 4 pagine. Abbona-
mento: anno L. 12. Un numero 25 cen-
tesimi.
Cuneo.
Giornali cessati:
L'Amico del contadino, agricolo, n. 1880 a Cuneo; si stampava a Possano dall'edi-
tore Saccone; direttore dott. G. Vassotti.
L'Apologista cattolico, di Mondovì.
Il Caseificio italiano, agricolo, industriale, bimensile, n. 1883 a Savigliano.
Corriere delle Alpi, gaietta provinciale di Cuneo, politico, cattolico, quotidiano, n. 1885.
Gaietta di Cuneo, politico, am:iiinistrativo, bisettimanale, n. 4 settembre 1888.
Gaietta di Racconigi, politico, amministrativo, n. 1876.
La Musica in famiglia, musicale, letterario, mensile, n. 1881 a Cuneo.
Palestra scientifico-letteraria, quindicinale, n. 1886 a Mondovì.
Il Racconigiese, politico, amministrativo, quindicinale, n. 1885 a Racconigi. Si stam-
pava a Torino.
Il Subalpino, politico, quotidiano, n. 26 dicembre 1882 a Cuneo, diretto da Ales-
sandro Arbib, già redattore del Diritto e della Libertà di Roma.
Lo Svegliarino, settimanale, amministrativo, n. 5 luglio 1888 a Racconigi.
Il Tanaro, politico, amministrativo, settimanale, n. 7 febbraio 1880 ad Alba; si
fuse con l'altro giornale II Po, anche cessato.
Le Viti americane, agricolo, mensile, n., 1882 ad Alba. Si fuse nel 1889 col Gior-
nale di agricoltura di Bologna-Piacenza (vedi).
La Vo^^e del Tanaro, politico, bisettimanale prima, settimanale poi, n. maggio 1881
a Ceva, diretto dal prof. Mattia Ortalda e cessato alla fine del 1882.
G. B. Borelli, nativo di Boves (Cuneo) nel 1850 fondò la Gaietta medica degli
Stati Italiani, poi il Giornale di oftalmologia.
1 LETTORI DELL'ARTICOLO Di fO:^DO
Si suol chiamare articolo di fondo, nei giornali, quell'articolo in
cui il giornale, per mezzo del suo direttore o di uno dei suoi redattori,
commenta qualche tatto notevole, politico od amministrativo, 0 discute
con altri giornah su qualche questione importante.
Questa espressione alquanto curiosa, « articolo di fondo », è forse
venuta dalla considerazione che quella è, o almeno è stata fino ad ora,
la parte più importante, più sena, più consistente del giornale.... Come
chi dicesse il fondamento, la parte sostanziale.
Gii inglesi, più precisi nel loro linguaggio, lo chiamano leading ar-
/zV /e o articolo principale; i francesi, gli spagnuoli lo dicono « articolo »
senz'altro.
%
Abbiamo detto che l'articolo di fondo era fino ad ora la parte più
importante del giornale. Ora il giornale, come tutte le manifestazioni
della vita intellettuale, artistica, scientifica, ha subito l'influenza del tempo
nostro; s'è risentito delle tendenze positiviste, realiste della società odierna;
ha dovuto corrispondere alle esigenze del pubblico il cui desiderio più
378 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
vivo, il cui bisogno morale più intenso, potrebbesi dire, è quello il sa-
pere presto, diffusamente, dettagliatamente....
Oggi la parte più importante del giornale è — checché si dica —
quella in cui sono raccolte le notizie telegrafiche.... Il giornale vive di
telegrafo. Il telegramma è diventato l'articolo di fondo, cioè la parte
più sostanziale, il resto è passato in seconda linea. Infatti non c'è in-
dividuo che abbia un po' di pratica nella lettura dei giornali, che apren-
done uno non incominci dal leggere i dispacci terminando all'articolo
di fondo, quando ha tempo di leggerlo.
Non bisogna credere tuttavia che l'articolo di fondo sia oramai da
relegarsi fra il ciarpame del giornalismo, e che codesta parte possa, in
un giornale, abolirsi totalmente. Qutsto sarebbe un errore, specialmente
nel nostro paese ove si vive tanto di abitudine, di tradizione, ove la
routine eatra sempre per molto nei costumi del popolo.
Non esageriamo. L'articolo di fondo non è più la parte principale,
necessaria nel giornale, ma esso conta ancora un gran numero di fedeli.
C'è il lettore che compra da trent'anni il giornale del suo partito
e che vuole vedere stampati quei lamenti, quelle recriminazioni, quegh
elogi al tale uomo politico, e quel biasimo al tale ministro, che costi-
tuiscono come un bisogno dell'animo suo. Per questo lettore si verifica
un fenomeno curioso: poco a poco egli assorbe le idee, le opinioni, i
criteri e perfino la forma nella quale queste idee, queste opinioni, questi
criteri vengono quotidianamente espressi; e siccome non s'accorge di
questo lento processo di assimilazione, arriva a persuadersi che l'artico-
lista del giornale esprime con maravigliosa esattezza quello che egli —
l'assiduo lettore — pensa e giudica.
Inutile dire che per questo lettore l'articolo di fondo è una parte
essenziale : è — si può dire — carne della sua carne, sangue dei san-
gue suo.
C'è poi il lettore exploiteur dell'articolo di fondo: l'individuo che
appena arriva il giornale — in campagna, nel piccolo centro, nel villag-
gio — si chiude in camera e divora l'aiticolo, assorbendone le idee e le
frasi; anzi più queste che quelle. Poi va al pranzo del signor tale o del
tal altro; in società dalla marchesa X... o dalla contessa Y...; al caffè,
al club o alla farmacia e là sciorina il suo bravo attacco al Ministero, la
sua critica all'ultimo discorso politico, la sua censura all'ultima legge
approvata, il suo biasimo aUa condotta del Prefetto o dei Consiglio pro-
vinciale, procurando di ripetere anche quelle frasi, dell'articolo che ha
letto, che gh sembrano più atte a produrre impressione nell'uditorio.
E l'uditorio il giorno dopo rimane a bocca aperta leggendo il gior-
nale e trovando che regna un accordo perfetto tra l'articolista e il si-
gnor Caio che la sera innanzi ha catechizzato al club, al caffè o alla
farmacia....
■X-
C'è poi il lettore che legge l'articolo di fondo per prendere riso-
lutamente, recisamente un parere opposto a quello sostenuto dal gior*
MOVINCIA DI CUNEO.
379
naie; confortato in questo suo sistema dalla piena fiducia che ha del
proprio criterio e dalla nessuna stima che accorda ai giornali in genere
e a quello a cui è abbonato in specie.
Finalmente — ed è la classe più numerosa — ci sono i lettori che
appena vedono nel giornale l'articolo di fondo si fanno un sacro dovere
di saltarlo a pie pari — tanto è l'orrore che provano a quella colonna
o due di commenti e di osservazioni speculative....
Ordinariamente sono appunto questi gli « assidui » che se consta-
tano per due numeri di seguito la mancanza dell'articolo, con una smorfia
di gente noiata, esclamano :
— È inutile! Questo giornale non si può leggere.... Ci fosse mai
un articolo di fondo....
In conclusione l'articolo di fondo in un giornale accuratamente com-
pilato e ricco di notizie, è come il formaggio in un gran pranzo. Nes-
suno, o quasi, ne assaggia; ma se s'accorgessero che, al dessert, manca,
tutti reclamerebbero scandalizzati:
— Che diavolo! questo è un pranzo incompleto!... — b.
L'eloqueuza delle cifre
La media fra il numero dei periodici e gli abitanti
dei principali Stati del mondo, dà le seguenti cifre :
Stati Uniti, un giornale ogni 4,433 abitanti.
Svizzera, i ogni 5,073.
Danimarca, i ogni 6,022.
Belgio, I ogni 6,659.
Francia, l ogni 8,642.
Germania, i ogni 9,474.
Gran Brettagna, i ogni 11,409.
Svezia, I ogni 13,120.
Austria, i ogni 14,832.
Italia, I ogni 20,356.
Ungheria, 1 ogni 24,543.
Russia, I ogni 109,611.
Secondo gli esperimenti fatti da un medico spagnuolo,
le persone che usano molto la penna scrivono da 25 a
30 parole al minuto, essendo 30 parole la cifra media
fra il pensare e lo scrivere. I g ioraalisti scrivono più
sollecitamente di tutti. Generalmente scrivono da 40
a 50 parole al minuto, e vi sono molti che superano
anche questa cifra, la qual cosa può credersi facil-
mente quando si guardino le loro cartelle, piene di
geroglitici, indecifrabili per chicchessia, meno per l'au-
tore e pel compositore. L'autore di questi calcoli, ha
fatto esperimenti con gran numero di persone, fra cui
Edison. Costui ha lettere magnifiche, cosi perfette che
ciò che scrive pare stampato. Però non scrive più di 1 5
a 25 parole per minuto. A 40 parole per minuto, le
lettere sono molto imperfette, ma si leggono però.
A 50 parole le lettere si convertono in segni, impos-
sibili a decifrarsi.
.... In Italia, più di un soldo per un foglio di carta
non lo si vuole spendere ; il che non è mai confor-
tante per noi che sporchiamo tanta di carta. Almeno
non si lamentassero se i nostri giornali sono cosi in-
feriori agli stranieri ; in nessun paese sono dati a cosi
vii prezzo; e il latino canta: qualis pagatio, talis la-
boratio.
Oindizi sulla Stampa
Se si limitassero a descrivere la vita interiore del
luogo in cui vivono, i giornali diverrebbero davvero
una scuola di efficace insegnamento per tutti, grandi
e piccini.
Drapek.
Quando un giornale dice di un ministro : è un mi-
nistro tecnico — significa : è una bestia in politica.
Quando si dice di uu giornale : è accreditato — si-
gnifica: nessuno lo compra.
E viceversa, quando si dice : è volgare, è fatto per
la folla — significa: tutti lo comprano.
Cavour amava la stampa libera fino al punto da re-
putare dannosa la pubblicazione delle idee del governo
fatta in forma ufficiale ed ufficiosa. Egli diceva : — Se
la vostra causa e buona, troverete facilmente,, senza
pagarli, scrittori che difenderanno con maggior zelo
ed ingegno che non giornalisti stipendiati.
Il giornalismo conduce a tutto, a condizione di
uscirne.
E. DE Girardi;^.
Vi è tirannide laddove non havvi libertà individuale.
Vi è tirannia laddove non havvi libertà di stampa.
Beniamino Constant.
Tout faiseur de journal doit tribut au malin.
Lafontaine.
Se ben si riguarda, coloro che dicono il più gran
male de' giornali e de' giornalisti sono quelli che ne
mendicarono o sperarono la lode e il suffragio — e non
l'ottennero. In questo i giornalisti sono pari alle don-
re, delle quali vogliono mostrare maggior dispregio
coloro che ne chiesero più ferventemente — ma indar»
no — i favori.
G. Piacentini.
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Il suddetto periodico pubblica spe-
ciali avvisi a colori intercalati nel
testo degli articoli.
DiCassimo delle parole 40.
11 testo dell'avviso può esser cam-
biato anche ad ogni inserzione. —
11 giornale consta di sei pagine le
cui due ultime, sono destinate inte-
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pei giornale i.a Tribuna di
Roma.
PROVINCIA DI FERRARA
Numero dei Comuni: 16 — Popolazione: 230,807 — Superficie: K. q. 2,627 — Deputali iella provincia^
Sani, Gattelli, Turbiglio G., Cavalieri.
L'Aurora. Giornale politico, amministra-
tivo fondato nel 1887. Esce ogni setti-
mana in 4 pagine. Abbonamento : anno
L. 2. Un numero 5 centesimi. Si stampa
a Ferrara.
Copparo.
Bollettino del Manicomio provinciale.
Cronaca mensile dell'istituto, fondata nel
1874. Si pubblica in 8 pagine. Abbona-
mento : anno L. 2. Non si vende a nu-
meri separati.
Ferrara.
Chiohett da Frara. Giornaletto umori-
stico, nato nel 1886, redatto in dialetto
ferrarese. Esce ogni settimana in 4 pagine.
Abbonamento: anno L. 3. Un numero 5
centesimi.
Ferrara.
Il Cittadino. Giornale politico, ammini-
strativo, nato nel 1886. Esce ogni setti-
mana in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 3,50. Un numero 5 centesimi.
Codigoro.
Eco della Camera di commercio e del
Comizio agrario. Giornale commerciale,
industriale, agricolo, fondato nel 1881. Si
pubblica ogni mese in 8 pagine. Ha un
supplemento settimanale che contiene l'in-
dicazione dei prezzi delle derrate. Abbo-
namento: anno L. 2. Un numero cent. io.
Ferrara.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per la pubblicazione degli
atti amministrativi della provincia, fondato
nel 1.S66. Esce ogni mese a fascicoli e si
distribuisce gratuitamente ai sindaci dei
comuni.
Ferrara.
Gazzetta ferrarese. Giornale politico,
amministrativo, fondato nei 184S. Si pub-
blica tutti i giorni meno i festivi in 4 pa-
gine a 4 colonne. Direttore responsabile:
Paolo Cavalieri. Abbonamento: anno L. 20,
semestre io, trimestre 5. Inserzioni: 3.* pa-
gina 25 centesimi la linea, 4.* pagina 15.
Un numero 5 centesimi. Via Borgo Leo-
ni, 24.
Ferrara.
La Rivista. Giornale politico, ammini-
strativo, fondato nel 1876. Esce la sera del
martedì, giovedì e doinenica in 4 pagine
piccole a 4 colonne. È organo della de-
mocrazia ferrarese. Ne fu direttore Giovanni
Bacci che ora dirige la Provincia di Mantova
(vedi), e corrispondente da Roma Onorato
Roux. È redatto con molta cura ed ab-
bondanza di notizie. Il suo programma è
di combattere per il trionfo degl'ideali di
Mazzini e Garibaldi. È diretto ora da Al-
dino Aldini. Tiratura 1000 copie. Abbo-
namento: anno L. 7, semestre 4, trime-
stre 2,50. Inserzioni: 4.* pagina 15 cen-
tesimi la linea. Un numero 5 centesimi.
Vicolo Spadari, i.
Ferrara.
Il Eosario. (Vedi Provincia di Roma.)
La Sabadina. Giornaletto umoristico il-
lustrato, nato nell'aprile del 188S. Esce
ogni settimana in 4 pagine a 5 colonne,
redatto in italiano e dialetto ferrarese. Di-
rettore: R. Ghirlanda. Abbonamento: anno
L. 2,50 ; sem. 1,50.
Ferrara.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Fondato a--l i^'jb, si pubblica
2 voltj la settimana in 4 pagine e serve
per la pubblicazione degli annunzi legali
della provincia. Abbonamento: anno L. 12.
Un numero 12 centesimi.
Ferrara.
Giornali cessati:
L'Alleania, n. 1872 a Ferrara, fu soppressa.
L'Annunciatore della Tipografia, Libreria t Cartoleria, settimanale, n. a Ferrara i.°
dicembre i8oò; redattore F. Solimani.
Il Buon giovinetto, religioso, quindicinale, n. 1875 '* Ferrara; direttore N. Boari.
Il Cammello popolare, n. 1872 a Ferrara.
La Campana a martello, n. a Ferrara.
Giornale di agricoltura, prima diretto a Ferrara dal prof. Botter che lo trasportò
poi a Bologna, dove tuttora si pubblica. Morto il Botter fu d'retto dal prof. Ti-
moleone Belleughi, morto anch' egli nel 1877.
382 GTJTOA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— La Lanterna - Rivista sociale, settimanale, n. 1875 a Ferrara.
— La Luce, amministrativo, n. 1885 a Comacchio.
— La Palestra, letterario, artistico, n. 1882 a Ferrara; direttore G. Bacci.
— II Popolo, cattolico, n. a Ferrara.
— Il Povero, repubblicano, settimanale, n. 1872 a Ferrara.
— Il Precursore, organo governativo, esisteva a Ferrara nel 183 1.
— La Rivista dell' inondaiione, n. 1872 a Ferrara, diretta da M. R. Jacchia.
— Schifanoja, umoristico, n. 11 maggio 1885 a Ferrara; direttore Vittore Mantovani.
— Lo Svegliarino, politico, trisettimanale, n. 1872 a Ferrara.
— Il Tamburo, n. a Ferrara.
— L' Unione, n. a Ferrara.
— La Verità, amministrativo, quindicinale, n. 188} ad Argenta.
LA CARCERE COMUNE PEI GIORNALISTI
Non si vuole costituire una disuguaglianza fra i colpevoli, reclamare
un privilegio o dei privilegi per una classe a parte di cittadini; si do-
manda che sia rispettata la legge scritta dello Stato e che un savio e
utile principio di moralità pubblica sia inteso e applicato.
Il delitto di stampa non è un delitto comune; nel codice ha — per
usare i vocaboli prescritti — una figura e delle pene speciali : giacche il
legislatore non può condannare la frase che, inconsiderata, sale sino a
sgretolare un articolo dello Statuto o d'un regolamento; un'idea che si
mostra nella sua aspra e ingenua spontaneità come una coltellata ficcata,
di notte, a tradimento, tra costola e costola d'un nemico, come il furto
fatto nella casa dell'ospite, come la calunnia, come il falso.
Non si può abbassare il giornalismo, quest'alto esercizio dell'inge-
gno, questa tribuna, da cui non dovrebbe parlare che una fede nobil-
mente operosa, sino al livello della pistola corta, del coltello colla susta.
Infatti, il codice considera a sé, in una categoria propria, il reato
commesso colla stampa, a cui pertanto conseguono pene speciali, del
tutto diverse, più lievi dell'altre.
E la differenza fra l'un genere e l'altro di delitti è data da questo :
che la condanna per una frase, o per un pensiero messo in un libro o
in un articolo non porta seco, fatalmente, l' infamia, e la moralità del
processato rimane sempre intatta, come prima d'ogni sentenza contro di lui.
La comunanza del carcere con un aggressore, con un bancarottiere,
con uno strangolatore, inflitta ad un giornalista è, dunque, una ingiustizia.
Ma è anche qualche cosa di più : — è un errore morale.
Giacché, chi è in alto, al governo, ha non solo il dovere di rispet-
tare i diritti della stampa, questo tribunato moderno più ampio, più bene-
fico e più pericoloso dell'antico, ma quello ancora di tutelarne la dignità,
di difenderla dai facili sospetti, di renderla rispettabile, perchè sia forte.
La vita nostra, che incominciammo col giornalismo in Italia, è un
po' quella dei maestri elementari, lavoratori di tutte le ore, non com-
pensati ne di danaro e d'affetto; diamo il nostro ingegno, quello che
abbiamo imparato, tutto il qualsiasi patrimonio che siamo riusciti ad
avere per una gloriosa speranza : quella di far migliore l'avvenire e che
coloro, almeno, i quali verranno dopo di noi, a esercitare lo stesso me-
stiere, saranno meno infelici e più utili. Intanto a chi tocca la più grave
PROVINCIA DI FERRARA.
583
fatica siamo noi, maestri elementari del sillabario o della educazione ci-
vile del paese, che dobbiamo insegnare le prime nozioni, fare scuola alle
classi inferiori, tutte, quasi piene d'analfabeti.
E il governo ci tratta tutti ugualmente, o insegnanti dell'abbaco o
fondatori di questo grande libro nazionale che dovrebbe essere la stampa:
indistintamente ci colpisce di disprezzo, ci contrista con una persecuzione
costante che toglie a noi ogni autorità.
Negli altri paesi il giornalista è una specie di ufficiale pubblico : gli
impiegati dello Stato lo aiutano e lo rispettano, i cittadini sentono di
avere in lui un amico, un avvocato, un protettore armato.
Da noi, la gente ci sospetta ancora, come ha sospettato il vapore,
il traìn, tutto quello che gli appare nuovo e straordinario; il governo
che nelle sue feste ci lascia alla coda, fra i Menecrati più dispregevoli, che
non ci dà né privilegi né aiuti, finisce ora per accomunarci, in carcere,
coi. malfattori più tristi, coi ladri, coi falsari, con gli accusati d'eccitare
la puerizia alla corruzione.
I nostri legislatori mostrano di aver dimenticato — fra tante altre
cose — oltre il codice, anche i nomi dei primi iniziatori del giornalismo
fra noi: i nomi di Cavour, di Mazzini, di Guerrazzi, di BrofFerio: la
nobiltà dell' ingegno e del carattere italiano in questi ultimi quarant'anni.
Per queste memorie, per il sentimento dell'ufficio che noi tutti,
modesti e ostinati lavoratori, adempiamo ogni giorno, ogni ora, potrei
forse, invocare qualche riguardo, magari qualche privilegio: ma mi li-
mito a chiedere una carcere, al sole, pulita, sana, senza compagnie nau-
seabonde e insultanti — condanna peggiore di tutte — per il giorno che
può venire, in cui l'adempimento coraggioso ed intero della nostra pro-
fessione, una frase o una idea, ci meriti dai giudici una condanna.
Non mi pare d'essere indiscreto: domando solo che il Governo
d'Italia tratti la stampa in un modo diverso da quello dei Borboni.
il Saraceno.
Epigrafia giornalìstica
Nacque
Per colmare un vuoto
Visse vita breve ma
Ebdomadaria
Non mori — Si fuse.
S. Farina.
Qui posa quel giornale
Che disse mah e bene :
Ma il ben lo disse male
E il mal lo disse bene.
La Ga:^ietla Lombarda giace qui,
Visse tre giorni soli e poi mori.
Malgrado i ponti di cui si serviva
Non ha potuto guadagnar la riva.
(Quesi' epitaffio fu scritto nel iSyj, in cui, per la
prima volta dacché la slampa era libera a Milano, mori
la Gazzetta Lombarda, non per mancanza di fondi,
ma per mancanza di scrittori. Finora è avvenuto sem-
pre il caso contrario : molti scrittori, troppi scrittori,
pochi danari. La Gazzetta Lombarda era sostenuta da
un uomo afflitto da parecchi milioni!)
Olla podrida
Da p.irecchi amici nostri tedeschi ed inglesi ci è
stata fatta più volte l'osservazione che i giornali ita-
liani, in larga proporzione, si occupano più delle fac-
cende degli altri paesi che di quelle del paese proprio.
Ed è vero. I giornali tedeschi, inglesi, francesi son
fatti, meno rare eccezioni, con articoli, notizie, corri-
spondenze, telegrammi ; tutta roba originale. 1 gior-
nali italiani vivono per quattro quinti di spoglio: spo-
glio dai confratelli delle altre provincie, spoglio dai
confratelli dell'estero.
Anche i telegrammi della Stefani non anticipano che
d'un giorno sui giornali tedeschi, inglesi e francesi su
cui si leggono, molto più estesi, i telegrammi delle Agen-
zie TVolff, Reuter ed Havas.
(Piccolo, XIV, i88)
Il pubblico non vuole il libro, non sopporta nean-
che la Rivista, che è la incubatrice che in Francia, per
esempio, fa nascere il romanzo; vuole il giornale che
gli agevoli la digestione dopo desinare e qualche ora
più tardi finisca di sgombrare il campo a nuova dige-
stione. Il libro costa quiittro lire, e vuole un posto a
sé, preparato per lui, per lui custodito: ohibò!
(Domenica letteraria)
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per incarico del R.mo P. Ministro Generale.
Esce ogni mese a fascicoli di i6 pagine
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fondata nel 1882 a Roma, dove si pubblicò
sino al 1887; nel quale anno trasferi la sua
direzione a Brozzi. Non fa abbonamenti e
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colo, fondato nel i>''T). Si pubblica ogni
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È diretto dal prof. Girolamo Caruso, di-
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versità di Pisa. Vi scrivono: Del Chicca,
Macchiati, Perugia, Della Pace, Pedrazzini,
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mizio agrario di Firenze, nato nel gennaio
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cenzo, avvocato. Scopo del giornale è
quello di promuovere il progresso dell'arfe
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che del Comizio fiorentino. Nel 1883 col-
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strativo, cattolico, nato nel 1884. Esce ogni
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blicati dai professori Chiara, Porro, Fab-
bri, Mangiagalli, Morisani, Negri, Pasquali,
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Via degli Alfaui, 62.
Firenze.
L'Apicoltura razionale risorta in Ita-
lia. Giornale di apicoltura ed economia,
fondato nel gennaio 1885. Si pubblica ogni
mese in fascicoli illustrati di 16 pagine
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Firenze.
386
GUIDA DELLA. STAMPA PERIODICA ITALIANA.
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mese in volumetti di un numero variabile
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L. 5. Un numero 50 centesimi
Firen:^e.
L'Araldo. Giornale letterario, artistico,
teatrale, umoristico, fondato nel 1882. Si
pubblica ogni 15 giorni in 8 pagine. Ab-
bonamento: anno L. 15. Un numero 40
centesimi.
Firenie.
Archives italiennes de ìjiologie. Riviste,
riassunti, riproduzioni di lavori scientifici
italiani, tradotti in francese. Direttori: C.
Emery e A Mosso. Si pubblica in volumi
di IO fogli di stampa in- ^° - 3 fascicoli
formano un volume di 500 pagine con
numerose tavole. Ogni volume L. 20. Edi-
tore: Ermanno Loeschcr.
Firenze.
Archivio per l'antropologia e l'etnolo-
gia. Organo della Società italiana di an-
tropologia, etnologia e psicologia compa-
rata, fondato nel 1870 e pubblicato d.jl
dott. Paolo Maategazz', illustre scrittore
di cose scientifiche, viaggi itore fortunato,
redattore di moltissime pubblicazioni. L'Ar-
chivio esce in fascicoli quadrimestrali, con-
tenenti ciascuno non meno di 8 fogli di
stampa, con illustrazioni. Vi scrivono:
P. Riccardi, M. Buonfanti, F. Danielli, ecc.
Abbonamento: anno L. 20 - Estero 25
(pagabili in due rate). Un numero L. 7.
Le associaziorii in Firenze si ricevono dal
dott. Raffaello Zannetti, Via dei Conti, i.
Firen:;^e.
Archivio storico italiano. Rivista lette-
raria, storica e di critica artistica, fondata
nel 1848 da G. P. Vieusseux, che ebbe
tanta parte nello sviluppo della letteratura
italiana e che tenne per primo e principale
collaboratore Gino Capponi. Si pubblica
ogni mese in grossi fascicoli di 170 pagine
in-S." a cura della R. Deputazione di sto-
ria patria per le provincie della Toscana,
Umbria e Àlarche. Vi scrivono : A. Medio,
Pietro Santini, F. Tocco, G. Silingardi,
Girolamo Rossi, G Occioni-Bonaffons, ecc.
Abbonamento: anno L. 21 - Unione po-
stale: 24. Un fascicolo L. 3,50. Tipografia
Galilejana.
Firenie.
L'Arte. Giornale letterario, scientifico,
artistico, fondato il i." luglio 1873 da En-
rico Carlo Pini che ne cedeva poi quasi
subito la direzione a Carlo Alberto La>chi.
Il giornale che cambiò più volte formato
esce oggi in eleganti fascicoli di io pagine
con copertina a colori. Si occupa di arte,
teatri, letteratura, società, ecc Tiratura
1000 copie. Il giornale, del quale è pro-
prietario lo stesso Laschi, è molto diffuso
nel campo teatrale e nella più scelta ari-
stocrazia fiorentina. Abbonamento: anno
L. 8. Un numero 30 centesimi.
Firenie.
L'Arte della stampa. Monitore per le
tipografie, fondato il 20 maggio i" 69 dal
suo attuale direttore. Esce ogni mese in
fascicoli di 8 pagine a 2 colonne e coper-
tina con incisioni, splendidamente stam-
pa'^o. È uno dei migliori giornali profes-
sionali che si stampino in Europa. Diret-
tore: cav. Salvadore Laudi. Abbonamento:
anno L. 6 - Estero 8. Un numero L. i.
Inserzioni: una pagina L. 50, mezza 30,
un quarto 20. Via Pandolfini, 4.
Firenze.
Arte e Storia- Giornale letterario, arti-
stico, storico, fondato nel 1882. Si pubblica
ogni settimana in 8 pagine a 2 coloone
in-4.°, in carta elievira. Direttore: Guido
C.-'rccci. Egli si è procurato in ogni parte
d'Italia collaboratori fra i migliori cultori
degli studi archeologici ed artistici; cosi
in ogni numero del giornale compaiono
buoni scritti, frutto di ricerche archivisti-
che e di studi artistici antichi e moderni.
Il Carocci m ;rita lode per aver saputo ti-
rare su questo giornale, che nel suo genere
si può dire unico in Italia, la quale, ben-
ché culla delle belle arti, scarseggia di pe-
riodici speciali di tali studi. UArte e Storia
è pure una salvaguardia dei monumenti,
perchè appena sospetta qualche atto van-
dalico ne segnala l'attentato in modo da
impedirne l'esecuzione, e seguendo anche
i lavori moderni mette in luce i mono-
poli, le camarille a danno dei veri artisti.
Vi scrivono : Alfredo Melano, cav. Mat-
teo Camera, conte prof Carlo Cipolla,
avv. Giuseppe Oddi, cav. prof Gaetano
Clerici, ing. cav. Vincenzo Funghini, ecc.
Abbonamento: anno L. 6, semestre 3,50.
Un numero 30 centesimi. Via S. Apollo-
nia, 33, 2." p.°
Firenie.
Atti dell'Accademia del B. Istituto
musicale di Firenze. Pubblicazione fon-
data nel 1862. Esce a fascicoli di oltre 60
pagine in-8." - Vi scrivono: E. Cianchi,
Luigi Bicchierai, Giovacchino Bimboni,
Agostino Sauvage, ecc. Tipografia Galletti
e Cocci.
Firenze.
Atti della B. Accademia della Crusca.
Pubblicazione peno lica, scientifica, lette-
raria. Esce a fascicoli di oltre 100 pagine
PROVINCIA DI FIRENZE.
387
in-S." - Vi scrivono: C. Guasti, M. Ric-
ci, ecc. Tipografia Celliai e C.
Firen':(e.
Atti della Reale Accademia economicc-
agraria dei Georgofìli di Firenze. Antica
pubblicazione agrario-economica, organo
dell'istituto omonimo.
Firenie.
L'Avvenire. Giornale politico, ammini-
strativo, fimdato nel 18S5. Esce ogni set-
timana in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 2,80. Un numero 5 centesimi.
Pistoja.
L'Avvisatore universale. Giornale biset-
timanale d'annunzi commerciali, industriali
e agricoli, nato nel giugno 1886. Si pubblica
in 4 p-igine, formato 0,40 x 0,28. Diret-
tore; Cav. Giovanni Lucili. Se ne distri-
buiscono gratuitamente 10,000 copie. Via
del Corso, 21 bis.
Firenze.
L'Avvocatura italiana. Rivista legale,
fondata il 13 giugno 1885. Organo degli
avvocati e dei procuratori. É un'impor-
tante pubblicazione i cui collaboratori, che
sono tutti giureconsulti distinti d'ogni parte
d'Italia, vantano fra loro uno Zanardelli,
un Giuriati, un Guala, un Cacacc, un Lu-
chiui ed altri molti, onore del foro e del
pari? mento. Esce 2 volte al mese in fasci-
coli di almeno 16 pagine, e costa L. io
l'anno, decorrente dal i.° novembre. Un
fascicolo L. I. Direttore: Rodolfo Cala-
mandrei. Vi scrivono: aw. V. De Rossi,
Anacleto Girolami, avv. M. Palatini, ecc.
Tipografia L. NicLolai.
Firen:{e.
Babilonia. Rivista umoristica, letteraria,
illustrata, fondata l'S luglio 18SS. Esce ogni
settimana in 8 pagine in-4.° a 2 colonne, con
illustrazioni, diretta da Nachor (cav. Carlo
Carafa du^^a di Noja). Non si occupa di
politica, ma esclusiv.imente di letteratura,
arte e scienza. Abbonamento: Firenze, an-
no L. 3; Italia L. 5; Unione postale: io.
Un numero 25 centesimi. Via Marsilio Fi-
cino, 2. (Vedi avviso speciale a pag. 264.)
Firenie.
Baiardo, senia macchia e senia paura.
Giornale letterario, artistico, nato il 7 lu-
glio 1889. Esce ogni domenica in 4 pa-
gine, formato 0,4^^0,30, con pupazzetti.
Direttore: Oscar Mercatelli. Abbonamento:
anno L. 8. Un numero 5 centesimi. Via
Folco Porti nari, 3 bis.
Firenze.
La Battaglia. Giornale liberale, monar-
chico, nato nel settembre 1S89. Si pub-
blica il giovedì e la domenica in 4 pagine
a 4 colonne. Direttore: Arturo Pardo. Ab-
bonamento: anno L. 10, semestre 5. Via
dell' Orivolo, 33.
Firen:(e.
Bellini. Periodico musicale, fondato nel
18S6, come organo della Ditta A. De Lue-
chi e C. Abbonamento: anno L. io; se-
mestre 6; trim. 4.
Firen:(^g.
Il Bisenzio. Periodico democratico, fon-
dato il 2 settembre 1888. Esce ogni setti-
mana in 4 pagine, formato 0,30 x 0,26. Ab-
bonamento: anno L. 3. Via Carraia, 50.
Prato.
Bollettino degli atti della Camera di
commercio ed arti di Firenze. Fondato
il 13 gennaio 1885. Si pubblica a fascicoli
in-4.° - Tipografia Carnesecchi.
Firenze,
Bollettino delle malattie dell'orecchio,
della gola e del naso. Giornale di medi-
cina, nato nel gennaio del 18S3, sotto la
direzione del Prof V. Grazzi. Si occupa
di otojatria, laringoscopia, rinologia. Si
pubblica ogni 2 mesi in fascicoli di 32 pa-
gine, illustrate, con copertina. Abbona-
mento: anno L. 3 - Estero 4. Per gli stu-
. denti di medicina, la metà. Un fascicolo
L. 1. Direzione: Borgo dei Greci, 8.
Firen:(e.
Bollettino della E. Società toscana di
orticoltura. Fondato dalla presidenza della
stessa Società nel 1873. Esce ogni mese
in un fascicolo di 32 pagine, illustrato con
incisioni e tavole, delle quali in un snno
6 in cromolitografia e 6 in litografia. Tanto
le incisioni che le tavole rappresentano spe-
cie e varietà di piante, fiori, frutta nuove
o poco diffuse. Ha numerosi collaborarori e
corrispondenti in Italia ed all'estero. Con-
tiene oltre agli atti della Società, articoli
originali sopra argomenti riguardanti i vari
rami della orticoltura, descrizioni di piante
nuove, notizie di viaggi, riviste ed estratti
di pubblicazioni estere, rassegna mensile
orticola e meteorologica, ecc. Dietro ri-
chiesta si spedisce gratis un numero di
saggio. Vi scrivono: Augusto Dufour, An-
drea Garbocci, G. Piergrossi, G. Ugolini,
F. Burvenich, dott. Kònig, M. Grilli, E.
Bergman, F. Meucci, ecc. Abbonamen-o:
anno L. io. Un numero L. i. Via S. Gil-
lo, 31. (Vedi avviso speciale a pag. 380).
Firen le.
Bollettino della Sezione fiorentina della
Società africana d'Italia. Fondato nel
marzo del 1883, si pubblica ogni 3 mesi
in fascicoli legati in-8.* - Direttore : P. Ste-
fanelli. Il bollettino contiene rel'zicni di
viaggi, atti della Società, ecc. Vi scrivono :
U. Valle, A. Mori, U. Ugolini-Borgio-
388
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
ni, ecc. Abbonamento: anno L. 4 - Unione
postale 5. Un numero L. i.Via S. Gallo, 33.
Firenze.
Bollettino della Società entomologica
italiana. Giornale di entomologia pura ed
applicata, fondato nel 1869. Si pubblica
ogni 3 mesi in fascicoli di un numero
variabile di pagine e tavole. Si distribuisce
gratuitamente ai membri della Società. Per
i non soci, abbonamento: anno L. 15. Via
Romana, 19.
Firenze.
Bollettino della Società Fotografica Ita-
liana. Organo della Società omonima, fon-
dato nel luglio iS,S9. Abbonamento: anno
L. 18. Tip. di Salvadcre Landi.
Firenze.
Bollettino della Società protettrice de-
gli animali. Giornale fondato nel 1S78
come organo della Società, di cui pubblica
gli atti e le operazioni. Esce 304 volte
all'anno in fascicoli di 24 pagine. Ogni
numero costa 50 centesimi. Ai soci si di-
stribuisce gratis. Direttore: Conte France-
sco Pelion di Persano. Via dell'Orivolo, 41.
Firenie.
Bollettino delle varianti per la guida
pratica di servizio militare. Fondato il
30 aprile 18^5, si pubblica una volta al
mese a fascicoli di circa 40 pagine in-8.°
Abbonamento: anno L. 2,50. Un numero
50 centesimi. Collini, editore. Tipografia
Cooperativa.
Firenze.
Bollettino delle pubtlicazioni italiane
ricevute per diritto di stampa dalla Bi-
blioteca centrale di Firenze. Pubblicazione
periodica ufficiale, fondata nel 1867 e fatta
per cura della Biblioteca nazionale centrale
di Firenze. Esce ogni 1 5 giorni in fasci-
coli di 24 pagine in-8.'' a 2 colonne. È
il più completo catalogo di tutte le pub-
blicazioni italiane. Si spedisce a tutte le
biblioteche del regno. Abbonamento: anno
L. 1 5. Tipografia dei successori Le Mou-
nier.
Firen:(e.
Bollettino di agricoltura, agronomia e
chimica agraria. Fondato nel gennaio 1889
si pubblica a cura della scuola agraria di
Scandicci e del Comizio agrario di Firenze
ogni mese in fascicoli di 32 pagine in-8.'
Direttore: N. Passerini. Vi scrivono anche
C. Marchi, V, Fazzini, ecc. Abbonamento:
anno L. 6. Un numero L. i. Borgo Santa
Croce, 5.
Firenie.
Bollettino di oculistica. Giornale me-
dico, speciale per le cure degli occhi, di-
retto dal dottor Andrea Simi e fondato
nel 1879. Si pubblica il i.° d'ogni mese
e contiene scritti originali illustrati, riviste
della stampa italiana ed estera in materia
d'oculistica, formulari; annunzi bibliogra-
fici, ecc. Abbonamento: anno L. 4 - Este-
ro 5. Ogni fascicolo di 16 pagine 50 cen-
tesimi. Gli abbonamenti cominciano col
i." settembre. Direzione: Via dei Servi, 9.
Firen:i^e.
Bollettino di annunzi agrari, industriali
e commerciali. Fondato nel 1886, esce a
periodi irregolari in 4 pagine. Un numero
5 centesimi.
Pistoja.
Bollettino mensile della fabbrica Ettore
Magnolfi e C. - Organo del lavoro ed in-
venzioni inerenti alla fabbricazione della
carta, feltri per cartiere ed affini, fondato
il i.° marzo 1888. Si pubblica il i.° d'ogni
mese in 8 pagine in-4.'' e si spedisce gratis.
Prato.
La Camera oscura. Giornale scientifico
dell'arte fotografica, fondato nel 1883. Si
pubblica ogni mese in fascicoli di 16 pa-
gine. Abbonamento: anno L. 8. Non si
vende a numeri separati.
Prato.
Il Campanello. Giornale politico, ammi-
nistrativo, nato nel 1889.
Prato.
La Chiacchiera. Giornaletto umoristico
nato nel 1874. Si pubblica la domenica e
il giovedì in piccolo formato a 3 colonne.
Si occupa di tutto e di tutti e pubblica
anche delle caricature. Pubblica raccontini,
aneddoti, poesie, sciarade, dialoghi, ecc.
Abbonamento: anno L. 5, semestre 2,50.
Un numero cent. 5. Piazza S. Croce, 28.
Firenie.
La Ciarla. Corriere dei bagni di Mon-
tecatini, nato il 9 luglio 1889. Esce ogni
domenica in 4 pagine, formato 0,37 x 0,24,
con illustrazioni. Un numero io centesimi.
Via della Madonna, palazzo Ippolito.
Pistoja.
La Civiltà cattolica. (Vedi provincia di
Roma.)
Il Commercio. Giornale finanziario, com-
merciale e di pubblicità, nato nel 1886.
Si pubblica ogni mese in 4 pagine a 4
colonne. Direttore: Silvio Laschi. Abbo-
namento: anno L. 6. Via dell'Agnolo, 88.
Firenze.
Il Commercio toscano. Giornale bisetti-
manale, commerciale, nato nel 1889. Esce
in 4 pagine a 4 colonne. Direttore: Giu-
seppe Tonarelli. Pubblica articoli finanziari,
commerciali, industriali, agricoli, cambia-
menti e costituzioni di società, protesti
cambiarli, appalti, mercati della Toscana
PROVINCIA DI FIRENZE.
389
e principali piazze del regno, ecc. Abbo-
namento: anno L. io; Unione postale L. 14;
un numero io cent. Via de' Servi, 2 bis.
Firenie.
Il Consultore giuridico, civile ed eccle-
siastico. Fondato nel 1878, esce bimensil-
mente in 12 pagine in-4.° - Direttore:
avv. G. M. Grassi. Abbonamento: anno
L. 7. Borgo Albizzi, 21.
Firefìie.
Cordelia. Giornale di letture per le gio-
vinette italiane, fondato il 6 novembre
del 1 881. Il primo direttore fu Angelo De
Gubernatis. Ora è diretto da Ida Baccini,
nota autrice di opere pedagogiche e di-
dattiche. Vi collaborano numerosissimi let-
terati italiani e stranieri. Si pubblica ogni
domenica, in fascicoli di 8 pagine e co-
pertina. Ha per scopo principale l'edu-
cazione femminile. Editori: Ademollo e C.
Abbonamento: anno L. 5 - Estero 8. Un
numero io centesimi. Via S, Gallo, 33.
Firenie.
Corriere artistico. Nato il 26 mag-
gio 1889, si occupa di lettere, arti, teatri,
varietà e contiene graziose illustrazioni.
Esce il IO, 17 e 25 d'ogni mese. Ha an-
nessa un'agenzia teatrale diretta dal cava-
liere G. Bacci. Direttore: Paolo Mosti.
Abbonamento: anno _L. io. Via Anguil-
lara, 18.
Firenie.
Il Corriere italiano. Giornale politico
liberale, fondato nel 1865. Esce ogni giorno
in 4 pagine in-folio, gran formato, a 5 co-
lonne. Riceve corrispondenze da Roma,
Parigi, ecc. In politica propugna idee di
sinistra. È redatto con molta cura e per-
ciò gode grande stima in Toscana. Ti-
ratura 4000 copie. È edito dallo stabili-
mento Giuseppe Civelli. Fu diretto sino
al 19 aprile 1889, dal cav. Emilio Bira-
ghi, che mori in quel giorno appunto.
Abbonamento: anno L. 24, semestre 12,
trimestre 6 - Estero (unione postale) an-
no L. 40, semestre 20, trimestre io. Via
Faenza, 91.
Firenze.
Deutsche Zeitung fw Italiener, lu Un-
terrichtsi^iuecken, ìnrausgegeben von W. Gol-
dschagg. — È nato il ó ottobre 1888 e si
pubbliv:a una volta la settimana in 8 pa-
gine in-4.'' - Portando in hngua tedesca
le cose più interessanti e scritte dai primi
autori della Germania, per mezzo di note
marginali con traduzioni dei vocaboli meno
comuni e con osservazioni grammaticali
ed etnologiche, mette in grado anche i
meno provetti a leggere con facilità tutti
gli articoli e procurarsi cosi in breve tempo
e senza difficoltà e pedanterie una profonda
conoscenza della lingua tedesca. Abbona-
mento: trimestre L. 5. Via Tornabuoni, 15,
libreria H. F. Mùnster, edit.
Firen:^e.
La Domenica fiorentina. Giornale ebdo-
madario letterario, politico, fondato 1' 8
gennaio i8<s8. Esce ogni settimana in 4
pagine e straordinariamente in 6, forma-
to 0,45 X 0,30, a 4 colonne. Direttore: Na-
poleone Panerai. Scopo precipuo di que-
sta pubblicazione periodica è l'offrire in
una rassegna politica, in una cronaca lo-
cale e internazionale, nell'esame, nella
critica e nella discussione degli affari
municipali, nelle riviste dei teatri, nelle
recensioni bibliografiche, nelle notizie ge-
nerali interessanti la pubblica curiosità, e
sopratutto nella produzione letteraria, affi-
data alle penne più valenti d' Italia (Yo-
rick, Cicitino, Panzacchi, De Zerbi, Bac-
cini, ecc.), una lettura domenicale attraente,
piacevole ed onesta, lontana cosi dalla pe-
danteria spigolistra, nojosa ed ipocrita,
come dalla salacità scurrile, corruttrice ed
immorale. Ha raggiunto una ragguarde-
vole tiratura ed offre ai commercianti una
pubblicità efficacissima dovuta alla sua
clientela. Editori proprietari: L. Monte-
latici e C. - Abbonimento: anno L. 3,50 -
Estero 6. Un numero 5 centesimi - in
provincia 10. Via delle Farine, 2. (Vedi
avviso speciale a pag. 380.)
Firen:{e.
L'Eco amministrativa. Rivista quindici-
nale, nata il i <; febbraio 1889, ad uso degli
uffizi comunali. Esce in 8 pagine in-4.''
Abbonamento: anno L. 8. Stabilimento ti-
pografico Cappelli.
Firenie-Poggihonsi.
Eoo degl'impiegati ferroviari. Giornale
fondato nel 18.S3 a Firenze per propugnare
gl'interessi del personale ferroviario; nel
1886 si trasferi a Pisa, poscia nel 1887
tornò a pubblicarsi a Firenze. Esce ogni
1 5 giorni in 4 pagine. Abbonamento : anno
L. 6. Un numero io centesimi.
Firenze.
L'Eco del parrucchiere. Organo degli
interessi dei parrucchieri, fondato nel 1884
col titolo di Parrucchiere italiano. Sospese
le pubblicazioni per qualche tempo, le ri-
prese nel 1889 col titolo attuale. Si pub-
blica ogni domenica in 4 pagine a 5 co-
lonne in-folio. Oltre a difendere gl'inte-
ressi dei parrucchieri, il giornale si pro-
pone lo scopo di divertire i clienti dei
medesimi e perciò pubblica poesie, novelle
e romanzi. Fu direttore della prima serie
Virgilio Dolfi ; ora dirige il giornale Gio-
390
GUIDA DELLA STATUPA PERIODICA ITALIANA.
berlo De Palma. Abbonamento: anno L. 6,
semestre 3 - Estero: anno L. 8,6">, seme-
stre 4,30. Un numero 15 centesimi. Inser-
zioni: 30 centesimi la linea in 4.' pagina.
Gli abbonamenti cominciano il i.° e 15
d'ogni mese. Via Folco Portinari, 3 bis.
Firenie.
L'Economista. Giornale finanziario, eco-
nomico, commerciale, fondato nel 1874.
Si pubblica ogni settimana in fascicoli di
16 pagine a 2 colonna con illustrazioni.
Direttore: avv. Giulio Franco. Vi scrivono:
Carlo Fontanelli, Arturo De Johannis,
Ferruccio Stefani, Tullio Martello, ecc. È
un giornale ben redatto e molto stimato
per la serietà ed accuratezza con cui è fatto.
Tira oltre 1000 copie. Abbonamento: anno
L. 20, semestre io, trimestre 5 - Estero:
anno L. 23, semestre 12. Un numero 50
centesimi. Via Cavour, i.
Firenze.
L'Educatore. Giornale scolastico, didat-
tico, fondato nel 1869. Si pubblica 2 volte
al mese in fas'ticoli di i6 pagine. É com-
pilato dai migliori insegnanti e pedagogi-
sti italiani. È organo ufficiale della Società
d'incoraggiamento letterario per gli alunni
e le alunne delle scuole d'Italia. Direttore
proprietario: cav. prof. Oza Giuntini. Vi
scrivono: Maggiorelli, Ferraris, Giuntini,
Fondelli, Fedi, Bardi, Caciotti, Trillini, ecc.
Abbonamento: anno L. 4, semestre 2,50.
Inserzioni: 20 centesimi la linea. Un nu-
mero 50 centesimi. Via Pandolfìni, 2.
Firenie.
L'Elettrico. Giornale politico della sera,
nato nel novembre del 1884. Sospese dopo
qualche anno le pubblicazioni; le riprese
nel 1889, É giornale trasformista, ben re-
datto, in 4 pagine a 4 colonne. Fu diretto da
Erik Lunibroso, ora avvocato a Tunisi, e
V. E. Agnolctti. Hi una tiratura di 20,000
copie. Abbonamento: anno L. 16, seme-
stre e trimestre in proporzione - Estero:
anno L. 32. Via dell' Orivolo, 33.
Firenze.
Ferruccio. Corriere toscano della sera,
nato nel 1878. Si pubblxa ogni giorno,
eccettuati i festivi, in 4 pagine a 5 co-
lonne, sotto la direzione di Giacomo Fer-
nando Ponis. È giornale ben redatto e
tira oltre 1000 copie. Fino al 1885 ebbe
il titolo di Ferruccio, che poi modificò
in quello di Capitan Ferruccio abbando-
nato pure per assumere quello di Popolo,
che lasciò definitivamente per tornare al
primitivo. Abbonamento: anno L. 20, se-
mestre 10, trimestre 5. Inserzioni: 20 cen-
tesimi la linea, Via Folco Portinari, 3.
Firenze,
Fieramosca. Giornale politico del popolo,
nato nel 1881. Si pubblica ogni giorno in
4 pagine in-folio a 5 colonne, sotto la di-
rezione del dott. Gaetano Malenotti, che
ne fu il fondatore (i). Il Fieramosca ha una
diffusione di 30,000 copie perchè è fatto
con molto amore ed arte: mostra spirito ed
acutezza nei suoi articoli e abbonda di no-
tizie e telegrammi particolari. Propugna
idee liberali progressiste. Fa 3 edizioni, una
al tocco, l'altra alle 4 ij2 e la terza alle
9 pom. Abbonamento: anno L. 18, seme-
stre 9, trimestre 4,50 - Estero: spese po-
stali in più. Piazza Madonna, 9.
Firenie.
Firenze -Alhambra. Giornale politico,
artistico, letterario, nato nel 18SS. Esce
ogni settimana in 4 pagine a 3 colonne,
illustrato. Si dispensa gratis. Via Carlo
Alberto, 5.
Firen:^e.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per la pubblicazione degli
atti amministrativi, fondato nel 1865 (2).
Non ha ordine fisso di periodicità e si pub-
blica in fascicoli di un numero variabile
di pagine. Non fa abbonamenti.
Firen:^e.
La Fratellanza artigiana. Periodico del
Comune artigiano cht iì3. sede in Firenze;
è stato fondato nel 1875 e si pubblica 2
volte al mese in 8 pagine piccole a 3 co-
lonne. Si occupa dei congressi operai, delle
società di mutuo soccorso e pubblica gli
atti del Comune artigiano. In principio il
giornale fu diretto da F. G. Piccini; ora
ne è direttore Luigi Minuti. AbboDamen-
to: 50 centesimi al semestre pei soci, 75
pei non soci. Via Pandolfini, 17.
Firen:(e.
Il Giglio fiorentino. Diario ecclesiastico,
fondato nel 18Ó9. r, un'utilissima pubbli-
cazione periodica. L'uso che di essa fanno
anche i giornali politici, mostra che i so-
lerti editori nella compilazione del perio-
dico studiano di soddisfare ad un bisogno
del pubbhco, che ama di essere informato
di tutto ciò che attiene alle feste del culto,
agli usi e consuetudini della vasta arcidio-
cesi fiorentina. Sicché il Giglio è una fonte
autorevole d'informazioni, e un fedele con-
servatore delle belle tradizioni del popolo.
Tipografia Bencini.
Firen:(^e.
(i) Il Malenotti nel 1881 assieme con Guido Carocci
aveva fondato un giornale quotidiano, Fra Diavolo^
ch'ebbe però vita brevissima.
(2) Dal trasporto della capitale a Firenze fino al
trasporto della medesima a Roma, si pubblicò la Cra^-
i^etia Ufficialt del Regno d' Italia in 4 pagine grandi
a 5 colonne.
PROVINCIA DI FIRENZE.
391
Giornale della Società fiorentina d' Igie-
ne. Fondato nel iSH^ col titolo di Bui-
lettino che gli rimase fino al 1889. Que-
sta pubblicazione ha sostenuto la fonda-
zione di società autonome d'igiene nei
grandi centri italiani e la loro unione in
un lascio federale, il che si effettuò con
la Federazione delle Società italiane d'Igie-
ne, che tiene congressi annuali. Questo
giornale comprende una parte originale,
una di atti della Società, una rivista dei
progressi dell' igiene, cronaca, bibliogra-
fia, ecc. Esce 4 volte all'anno in fascicoli
di 8c-iio pagine in-8.° con tavole. Ab-
bonamento per i non soci: anno L. 6; se-
mestre L. 3,50. Un fascicolo L. 2. Redat-
tore: cav. prof. Ansaldo Bianchi. Direttore:
comm. prof Cesare Paoli. Editore Civelli.
Via Tornabuoni, 4.
Firenze.
Giornale delle arti e delle industrie.
Organo degli interessi economici del re-
gno d'Italia, fondato nel 1855. Si pubblica
il mercoledì in 8 pagine a 3 colonne.
Tratta di arti, industrie, agricoltura, fi-
nanza, economia, ferrovie, marina, igiene,
belle arti, ecc. L'ufficio del giornale s' in-
carica di ottenere attestati di privativa,
brevetti d' invenzione, dal Governo italiano
e da quelli esteri. Abbonamento : anno
L. 12, semestre 7, trimestre 4 - Estero:
anno L. 18, semestre io, trimestre 6. Via
Montebello, 54.
Firetiie.
Giornale di erudizione. Corrispondenza
letteraria, artistica e scientifica, fondata il
15 dicembre 1885 in sostituzione del Gior-
nale degli eruditi e curiosi di Padova, fon-
dato a sua volta il 5 novembre 1882. Scopo
del giornale è di tener viva una corrispon-
denza di domande e risposte su questioni
di fingua, storia, archeologia, ecc., come
fanno ['Intermediarie francese, le Notes and
Queries inglese, ecc. Direttore del giornale
è Filippo Orlando che per il passato di-
resse le Letture di famiglia.
Il Giornale di erudiiione si pubblica 2
o 3 volte il mese, in fascicoli di ló pagine
in-8.'' piccolo, in carta a mano, con co-
pertina pure in carta a mano, stampata a
2 colori. Ventiquattro fascicoli formano
un volume che tia, oltre il frontispizio e
l' indice copiosissimo, una coperta elegante.
L'associazione è a volumi. Prezzo per ogni
volume L. 12. Un numero L, i.
Ojaesto giornale, unico in Italia nel suo
genere, sia per l'importanza dello scopo
che si propone, sia per la ricchezza del-
l'edizione, ha trovato per tutto la più fa-
vorevole accoglienza. Le associazioni si
ricevono dai Fratelli Bo::ca, editori, Fi-
renze. Via del Fosso, 40.
FirertT^e.
Il Giorno. Giornale cattolico, politico,
amministrativo, fondato nel marzo 1880.
É la continuazione, in linea politica, dtì-
V Armonia e del Messaggiere, ed è ora prin-
cipale ed autorevole organo del partito
cattolico in Toscana. Si pubblica ogni
giorno in 4 pagine a 4 colonne. Fu di-
rettore dal 1880 fino al 1887 l'abate Ca-
sali, che morì nel gennaio di quell'anno (i).
Il giornale fu iniziato dall'editore-tipografo
M. Ricci, ma dopo 18 mesi passò al mar-
chese Gherardo Gherardi Del Turco, che
ora lo dirige. La pubblicazione di questo
giornale è ricercatissima dai negozianti e
privati perchè sanno, con questo mezzo,
di rivolgersi ad un ceto serio e denaroso.
Ne è concessionaria la Ditti Luigi Mon-
telatici e C. Abbonamento: anno L. 18,
semestre 9, trimestre s- P>^i parrochi: anno
L. 15 Un numero 5 centesimi. Via delle
Farine, 2. (Vedi avviso speciale a pag. 380.)
Firen:^e.
Guittoncino. Periodico pistojese artisti-
co, letterario, fondato il i.° maggio 1S89.
Si pubblica 2 volte al mese in 4 pagine,
formato 0,37;^ 0,25. Redattore: Torquato
Cacialli. Abbonamento: anno L. 1,50. Un
numero 5 cent. Corso Vittorio Em. , 1039.
Pistoja.
L'Idrologia e la climatologia medica.
Gazzetta delie stazioni idrologiche e cli-
matiche specialmente italiane, fondata nel
1879 e diretta dai dottori L. Chiminelli
e G. Faralli. Si pubblica a fascicoli di 32
pagine il 25 di ciascun mese. Abbona-
mento: anno L. 6, semestre 3,50, trime-
stre 2 - Unione postale: anno L. 7. Un
numero L. i. Via Monalda, i.
Firen:{e.
L' Italia. Orario delle ferrovie e piro-
(i) Par quali straae e complicite vicende l'ardito
giovmotto romaguolo, il rivoluzionario ardente e re-
pubblicano del 1851, il Casali, fini poi direttore di uà
giornaletto clericale, sarebbe troppo lungo il dire.
Soldato della libertà prima che prete, il Casali, nella
sua lunghissima vita, satura sempre di disinganni, con-
servò inalterato, accanto a quello di Dio, il culto della
patria. Non ebbe mai contro questo e contro le sue libe-
rali istituzioni nessuno di quelli sfoghi rabbiosi si comu-
ni nei suoi collcghi. Diceva sempre che — se si trattasse
di dare ancora una volta il suo saugue per l'Italia — egli,
benché vecchio e cadente, non vi si sarebbe rifiutato.
E sotto il regime granducale, quando il Casali di-
rigeva l'ufficiale Monitore toscano, poi dalle modeste
colonne del Giorno, l'anima onesta dello scrittore con-
vinto, ma non intransigente, traspariva a tratti luminosi.
£d è perciò che il Casali non fu mai in odore di
santità presso i suoi superiori ecclesiastici ; ed è per-
ciò che perfettamente immune da propine e prebende,
viveva povero in una povera stanzuccia
A proposito del Monitore diretto dal Casali vedi a
pag. 89 e l'articolo Sovrani giornalisti a pag. 2yó,
392
GUIDA DELLA STA:MPA PERIODICA ITALIANA.
scafi, fondato nel i8So. Esce ogni mese
in fascicoli di circa 300 pagine. Editore:
G. Arnaboldi. Abbonamento: anno L. io.
Un fascicolo L. i. (Vedi Appennino e Su-
balpino.)
Firenze.
L'Italia evangelica. Giornale delle chie-
se, delle famiglie e delle scuole, fondato
il 1.° gennaio 1881, diretto da A. Melile
prima, poi da Bartolomeo Pons. È pro-
prietà della Società per le pubblicazioni
evangeliche italiane. Si pubblica ogni set-
timana in 8 pagine a 5 colonne, con illu-
strazioni. Abbonamento: anno L. 5, seme-
stre 2,50 - Estero: anno L. 8, semestre 4.
Direzione: Via dei Serragli, 51.
Firenze.
Il Liceo. È nato il 15 febbraio 18S2 e
si pubblica il 15 di ogni mese in fascicoli
di bo pagine in-S." piccolo, esclusi i mesi
delle vacanze. È pubblicazione che si oc-
cupa esclusivamente degli studi dei gio-
vani che cerca di aiutare e facilitare.
Un fascicolo costa L. i. Abbonamento:
anno L. 8, semestre 5 - Estero : anno
L. io. Direttore: Tito Celliui, editore e
comproprietario del giornale.Via Faenza,72.
Firen:{e.
Liste des étrangers - Courier fashiona-
ble de l' Italie centrale. Giornale per gli ar-
rivi e partenze dei forestieri, fondato nel
1885. Si pubblica 203 volte la settimana
in 4 pagine. Abbonamento: anno L. 8. Un
numero 20 centesimi.
Firenze.
La Mammola - La Violette. Giornale
per le signore, letterario, artistico, nato
nel 1806. Esce una volta al mese in 8 pa-
gine e copertina a 2 colonne, redatto in
italiano e francese. Direttrice: Bice Mira-
glia. Redattore capo: V. Sinoncelli. Ab-
bonamento: anno L. 5. Un numero io
centesimi. Posta Centrale Piazza della Si-
gnoria,
Firen:{e.
Massime - Giornale del registro e del no-
tariato. Periodico di giurisprudenza ammi-
nistrativa, fondato nel 1865 a Torino; poi
si trasferi a Roma e dal i8a6 si pubblica
a Firenze. Esce 2 volte al mese in fasci-
coli di 24 pagine. Non si vende a numeri
separati. Abbonamento: anno L. 12.
Firenze.
Miscellanea fiorentina di erudizione e
storia. Pubbiicazioae di storia, docu->ien-
ti, ecc., fondata nel gennaio del 1886 da
Jodoco Del Badia. Esce ogni mese a fa-
scicoli di 16 pag'ue. Abbonamento: anno
L. 6. Un numero L. i.
Firenie,
Il Mentore dei ciechi. Giornale per la
educazione ed istruzione dei ciechi, fon-
dato nel 1878. Si pubblica ogni mese in
8 pagine. Si distribuisce gratuitamente.
(Vedi l'articolo nel testo Giornali per i
ciechi a pag. 301.)
Firenze.
Messaggero del Mugello. Giornale po-
litico, commerciale, fondato nel 1885. Si
pubblica ogni settimana in 4 pagine. Ab-
bonamento: anno L. 4. Un numero 5 cent.
Borgo S. Lorenio.
II Messaggio. Giornale politito, ammi-
nistrativo, fondato il i.° febbraio 1888. Esce
ogni giorno in 4 pagine, form. 0,40 -^i 0,28.
Direttore : G. Angelini. Abbonamento :
anno L. 14. Un numero 5 centesimi. Via
dei Bardi, 13, p. p.
Firenze.
Monitore dei pretori. Giornale di giu-
risprudenza, fondato nel 1875. Si pubblica
ogni settimana in 8 pagine e copertina.
Abbonamento : anno L. 9. Un numero 50
centesimi.
Firenze.
La Nazione. Giornale politico, ammini-
strativo, quotidiano. Il primo numero fu
pubblicato il 14 luglio 1859, il giorno cioè
nel quale arrivò in Firenze la notizia della
stipulazione della pace di Villatranca, al
fine di coadiuvare il Governo, diretto dai
barone Ricasoli, a superar^" coll'appcggio
del paese le gravissime difficoltà che al
trionfo della causa dell'unità italiana sem-
brava opporre queU' impreveduto avveni-
mento. Lo fondarono Alessandro d'Ancona,
Piero Puccioni, Bartolomeo Cempini e
Tito Menichetti, sotto la direzione del
d'Ancona prima, poi d.-l Viviani e del Puc-
cioni. Fu diretto poscia per parecchi anni
da Celestino Bianchi (i^.
(i) Celestino Bianchi nato in Toscana nel 1817, co-
minciò subito a tradurre e scrivere pei giornali. Nei
moti del '48 collaborò nella Patria, fondata a Firenze
da Ricasoli, Salvagnoli e Lambruscbini; più tardi si
mise a dirigere il Nazionale, propugnando l'indipen-
denza e la libertà italiana sotto il vessillo di Casa
Savoia.
Avvenuta la restaurazione lorenese, dopo varie vi-
cissitudini e traversie gli fu soppresso il giornale (1850);
allora scrisse ùi letteratura sotto lo pseudonimo di Pier
itorone ; finché nel 1855 gli venne fatto di creare lo
Spettatore, periodico letterario da cui trapelavano pro-
positi politici nazionali.
È famoso il suo opuscolo Toscana e Austria pub-
blicato nel 1858. Nel 1860 fu eletto deputato. Nel '72
assunse la direzione della Nazione, che rappresentava
le idee dei dissidenti toscani.
Celestino Bianchi ebbe vivacissimo l' ingegno, vasta
la coltura, e quasi tutti i doni dello scrittore. Ma il
letterato ed il filologo furono in lui soggiogati dal
polemista, e il tempo e l'agio gli mancarono per rac-
comandare il proprio nome a libri di geniale lettera-
tura.
Visse poveramente, con l'insegnamento privato, fino
PROVINCIA DI FIRENZE.
393
Nella Nazione scrivono Yorik, Carlo Levi
le corrispondenze da Roma, Beatrice Spe-
raz (Bruno Sperani) quelle da Milano, il
prof. Biagi le critiche musicali, ecc.
La 'Nazione si pubblica ora nella tipo-
grafia dei successori Le Mounier, e ne è
attualmente proprietario e direttore il com-
mendatore avv. Niccolò Nobili. È il gior-
nale più autorevole delle provincie toscane.
Esce ogni giorno in 4 grandi pagine a 6
colonne. Tira 4000 copie Abbonamento:
anno L. 36, semestre 18, trimestre 9. Un
numero io centesimi.
Firenie.
Nuova rivista forestale. Giornale dedi-
cato alla coltura forestale, fondato nel '878.
Si pubblica ogni 2 mesi in fjscicoli di 50
pagine con illustrazioni. Abbonamento:
anno L. 8. Un numero L. 1,50.
Firenze.
Nuovo giornale botanico italiano. Pub-
blicazione agricola fondata nel 1^69. Esce
quattro volte all'anno, in gennaio, aprile,
luglio e ottobre, a fascicoli di 20 fogli di
stampa in 8.° grande, illustrati. Direttore:
Teodoro Carnei. Abbonamento: anno L. 20;
un fascicolo L. 5. R. Museo di storia na-
turale.
Firen-{e.
Nuovo monitore degl'impiegati. Gior-
nale politico, amministrativo, fondato nel
1878 in piccolo formato, che poi allargò
subito. Difende gi' interessi degl'impiegati
di cui annunzia le nomine e promozioni;
pubblica gli elenchi dei posti vacanti, i
concorsi, contratta mutui pe»- enti morali e
per privati, ecc. Fu primo direttore del gior-
nale Pio Benizzi. Ora ne è '^irettore-pro-
prietario Dante Guarducci. Tiratura 15000
copie. Si pubblica ogni sabato in 4 pagine
a 4 colonne. Abbonamento: anno L. 6,
semestre 4 - Estero: anno L. 9, seme-
stre 6. Via del Corso, 23.
Firen:^e.
al '59: avuta parte al governo della pubblica cosa,
tutte le volte che il barone Ricasoli saliva al potere,
ritornava sereno alla vita modesta di scrittore, biso-
gnoso sempre di lavorare per vivere. Segretario gene-
rale del governo provvisorio in Toscana, poi due volte
segretario generale al ministero dell'interno nel regno
d' Italia, usci sempre di palazzo volgendosi intorno,
come persona a. cui un pronto lavoro sia indispensa-
bile.
Ricordiamo un aneddoto. Caduto nel 1862 il mini-
stero Ricasoli e succedutogli il ministero Rattazzi, il
nuovo presidente del Consiglio andò in persona a cer-
care Celestino Bianchi dimissionario, e gli offerse quella
prefettura che più gli fosse piaciuta.
E rifiutando egli l'offerta, perché intendeva di rima-
ner fedele alla causa della p;irte caduta, il Rattazzi
fece capire velatamente che quel rifiuto poneva il Bian-
chi in «.ondizioni economiche assai difficili, e questa
cosa eli doleva assai.
— Ringrazio Vostra Eccellenza — rispose il dimis-
L' Opinione nazionale. Giornale politico,
indipendente, amministrativo, fondato nel
1S67. Si pubblica tutti i giorni in 4 pa-
gine a 5 colonne. Direttore proprietario :
L. Mariani. Ha una tiratura piuttosto gran-
de: 30,000 copie, come dicono i suoi av-
visi di reclame. Certamente occupa un po-
sto molto importante nel giornalismo di
Firenze. Abbonamento: anno L. 20, se-
mestre IO, trimestre 5 - Unione postale :
anno L. 50, semestre 25, trimestre 12,50.
Un numero 5 centesimi. Tipografia Cop-
pini e Bacconi. Via del Proconsolo, 21.
Firen:(e.
L'Orosi. Giornale di chimica, farmacia
e scienze affini, pubblicato per cura del-
l'associazione chimico-farmaceutica fioren-
tina in fascicoli di 36 pagine con copertina.
È un importante giornale nato nel 1877,
redatto da chiari professori, come il dot-
tor Cesare Stroppa, prof L. Guerri, D. P.
Chiappe, prof. Giorgio Papasogli, A. Ar-
timini, Vincenzo Papandrea, ecc. Tiratura
600 copie. Costa L. 5 all'anno - Estero 6.
Direttore: Vincenzo Ghilli, farmacista in
via del Corso, 6.
Firen:^e.
' II Paese. Giornale politico, amministra-
tivo, fondato nel 1886. Esce non meno di
3 volte al mese in 4 pagine. Abbona-
mento: anno L. 1,80. Un numero 5 cent.
Pìstoja.
Il Pianista moderno. Pubblicazione quin-
dicinale di musica originale per pianoforte,
nata nel 1886. Contiene notturni, trascri-
zioni, pezzi caratteristici, rèveries, balla-
bili, ecc. L'edizione si pubblica a pezzi se-
parati dalle 5 alle io pagine di musica
con frontespizio a litografia. Editori : Ro-
vito, Locarti e C. - Abbonamento: anno
L. 6 - Unione postale, 8. Abbonamenti
semestrali e trimestrali in proporzione.
Ogni numero 25 centesimi.
Firen:^e.
sionario — dell'interesse che mi dimostra, ma do-
mani tornerò a scrivere articoli per la Galletta di
Torino.
E rimase giornalista sempre, meno il breve inter-
vallo dell'ultimo ministero Ricasoli nel 1866.
Come deputato Celestino Bianchi ebbe parte in quat-
tro legislature, e usci dalla Camera quando per la legge
delle incompatibilità parlamentari la sua rielezione non
sarebbe stata valida. Direttore del giornale la Nazione
per parecchi anni, egli patrocinò sempre i grandi inte-
ressi delle libertà politiche, economiche e amministra-
tive, e rappresentò nella capitale della Toscana la cor-
tese temperanza delle opiaioni liberali.
Celestino Bianchi, lavoratore per cinquant'anni e in-
faticabile sempre nell'adempimento dei suoi doveri,
mori quasi setta itenne e povero nel giugno 1885. Il
sogno della sua vita, raggiungere una modesta agia-
tezza e assicurare l'indipendenza della famiglia, non
fu potuto realizzare. La morte i stata più crudelmeutt
sollecita di lui.
394
GUIDA DELLA STA^fPA PERIODICA ITALIANA.
Il Piccolo. Giornale letterario, um-^ri-
stico, foadato il iS novembre 1888. Esce
ogni I 5 giorni in 4 pag., form. 0,50 y, 0,19.
Direttore: Domizio Giantielli. Un numero
5 centesimi.
Santa Croce sulV Anto.
La Plebe. Giornale politico, amministra-
tivo, fondato nel 18S7. Esce ogni mese in
4 pagine. Abb. inamento: anno L. i. Un
numero 5 centesimi.
Prato.
Il Popolo pistojese. Giornale politico,
amministrativo, letterario, fondato nel 1881
col titolo di Popolo di Pistoja che poi mutò
nell'attuale. Si pubblica in 4 pagine a 3
colonne ogni sabato. Abbonamento: anno
L. 2,60. Un numero 5 centesimi.
Pistoja.
Rassegna di scienze sociali e politiche.
Pubblicazione importante fondata nel raar-
zo del 1885 dal marchese Carlo Ridolti e
Guido Rossi. Vi collaborano indefessa-
mente De Zerbi, Bonghi, Brunialti, Palma,
Fiorini, Corico ed a tri. Si pubblica 2 volte
al mese in fascicoli di 48 pagine in-S."-
Direttore proprietario: Carlo Ridolfi. Se-
gretario di redazione : prof. A. Azut:los.
Editore: M. Ricci. Abbonamento: anno
L. 20 - Estero: spese postali in più. Un
numero L i. Via San Gallo, 31. (Vedi av-
viso speciale a pag. 380.)
Firenze.
La Rassegna nazionale. Giornale lette-
rario, scieutiHco, storico di molta impor-
tanza per le sue idee conservatrici e per
la scelta dei suoi collaboratori. Cattolico,
liberale, monarchico, fondato nel 1879, ri-
conosce i fatti compiuti, con Roma capi-
tale, e la necessità assoluta di non pen-
sare più a un ritorno d'un potere tempo-
rale dei Papi; ma con l'assoluta necessità
di riconoscere nel Pontefice l'autorità su-
prema spirituale, di conservare, rispettare
il sentimento religioso specialmente nella
gioventù, di non scristianizzare l'Italia. -
Sono principali collaboratori della Rasse-
gna Cantù, Enrico Cenni, Augusto Conti,
Roberto Corniani, Vico d'Arisbo ( Lodo-
vico de' Conti Bosdari), Isidoro Del Lungo,
Vincenzo De Vit, Vincenzo Di Giovanni,
Guido Falorsi, Salvatore Farina, Benedetto
Prina, Matteo Ricci, Vincenzo Sartini, An-
tonio Stoppani, Conte del Pezzo, M. Bil-
lia. Bonghi, A. Brunialti, Conte Paolo di
Garapello, Paulo Fambri, Edoardo Sode-
rini. Riva Sanseverino, Alessandro Rossi,
prof. Ferrini, G. Fortebracci, G. Grabinski,
L. Grottanelli e molti altri. - Segretario
della direzione: Ariodante Le Bruu. - La
Rassegna si pubblica 2 volte al mese, a
fascicoli di 200 pagine. Abbonamento :
anno L. 26, semestre 14. Un fascicolo
L. 2,50. Via Faenza, 72.
Firenze.
Eicordi d'architettura. Giornale di ar-
chitettura, fondato nel 187S. Esce ogni
m 'se in fascicoli, contenenti tavole di di-
segno sen?a testo (i). Si distribuisce gratis
ai soci architetti.
Firenze.
Il Risveglio. Giornale politico, ammini-
strativo, nato nell'ottobre 1S89, come or-
gano dei moderati.
Prato.
Il Risveglio cattolico. Giornale poHtico,
nato nel i6'ìJ. Esce tutte le domeniche e
le feste dell'intero precetto in 4 pagine.
Abbonamento: anno L. 5. Un numero 7
centesimi.
Firen:^e.
Rivista contemporanea di letteratura,
scienze e arti. Pubblicazione mensile, nata
nel 1889 e diretta da D. Macry-Correale.
Fireii'^e- Empoli.
_ Rivista critica della letteratura ita-
liana. Giornale letterario, fondato nel lu-
glio del 18S4. Si pubblica ogni mese in
fascicoli di 32 pagine. É diretta da T. Ca-
sini, S. Morpurgo e A. Zenatti. Collabo-
ratori: Biigi, Carducci, Chiarini, Guerrini,
Mazzoni, F. Torraca, E. Teza, Panzacchi, ecc.
L'avere a brevi intervalli una serie di
notizie e di avvertimenti intorno alle nuove
pubblicazioni, ordinata ad informai^e abba-
stanza spesso i ricercatori di ciò che con-
ferisce realmente al progresso dei loro
studi, a metterli in guardia contro i lavori
inutili e di ricomp;lazione, e finalmente
ai avvertirli di tutto ciò che altrimenti
potrebbe sfuggire alla loro attenzione :
questo è il fine propostosi dai direttori, e
gl'intendimenti coi quali è scritto il gior-
nale. Abbonamento: anno L. 6. Un fasci-
colo 60 centesimi. Piazza d'Arno, i.
Firenze.
Rivista delle biblioteche. Periodico men-
sile di biblioteconomia e di bibliografia,
fondato nel gennaio del 1888 e diretto dal
dottor Guido Biagi, bibliotecario della
R. Marucelhana di Firenze. Si pubblica a
fascicoli di oltre 30 pagine in-8.'' - Vi
scrivono importanti articoli: A. Bruschi,
C. Castellani, C. Paoli, B. Podestà, L. Gen-
tile, G. Fumagalli, G. Ottino, L. Frati, ecc.
La Rivista ha inoltre recensioni biblio-
(i) Uno dei primi giornali di questo genere fu il Ga^'
ì^^ettine delle arti del disegno che si pubblicò in Firenze
nel 1867; nel 1872-73 poi usci il Giornale artistico;
nell'uno e nell'altro Telemaco Signorini fece ie sue
prove dj critico d'arte, encomiatissime.
PROVINCIA DI FIRENZE.
395
grafiche, rassegne degli articoli che tro-
vatisi nei periodici tecnici italiani e stra-
nieri, notizie, ecc. Abbonamento: anno
L. 12. Piazza d'Arno, i.
Firenze.
La Rivista di Firenze. Giornale quo-
tidiano, politico, letterario, artistico, com-
merciale, fondato nel 1887. Esce in 4 pa-
gine a 4 colonne, con cronaca e telegrammi
abbondanti Abbonamento: anno L. 14, se-
mestre 7, trimestre 5,50. Inserzioni: L. i la
linea. Un numero 5 centesimi. Piazza S. Cro-
ce, 23.
Firenze.
Rivista generale delle ferrovie e dei
lavori pubblioi. Pubblicazione tecnica, fon-
data nel ISN5 col titolo di Rivista gene-
rale delle ferrovie e della marina, che mutò
nell'attuale. Esce ogni settimana in fasci-
coli di 16 pagine a 2 colonne, redatta in
italiano e tedesco; si occupa di materie
ferroviarie, marine e di lavori pubblici.
Abbonamento: anno L. 20, semestre 11,
trimestre 6 - Estero: anno L. 24. Inser-
zioni: 20 centesimi la linea. Via Gmori, 6.
Firen-{e.
Rivista industriale. Giornale delle in-
dustrie e del commercio, fondato nel 1884
Esce ogni settimana in 8 pagine. Abbo-
namento: anno L. 12. Un numero 25 cen-
tesimi.
Firenie.
Rivista italiana di scienze, lettere, arti
e teatri. Giornale letterario, scientifico, ar-
tis'ico, illustrato, fondato nel 1872. Si pub-
blica 2 volte al mese in fascicoli di 16 pa-
gine, con copertina a 2 colonne. Direttore:
cav. Carlo Catanzaro. Vi collaborano: G.
Dell'Armi, Bersezio, Carocci, Montecorboli,
Suner, ecc. Abbonamento: anno L. io, se-
mestre 6 - Per gli artisti L. 20. Un numero
50 centesimi. Via del Campuccio, 59.
Firenze.
Rivista scientifico-industriale. Giornale
di astronomia, meteorologia, chimica, geo-
logia, fisica, ecc. , fondato nel 1869. Si pub-
blica 2 volte al mese in fascicoli di 20 pa-
gine e copertina in-s.°, con illustrazioni. È
stato premiato dal Ministero della Pubblica
Istruzione e all'Esposizione di Torino del
1884. Direttore: Ing^, Guido Vimercati.
Abbonamento: anno L. io - Estero 12.
Un numero L. i. Lungarno della Zecca, 2.
FireriT^e.
Rolandino - Monitore del notariato. Gior-
nale di giurisprudenza notarile, fondato
nel i88i. Si pubblica in fascicoli di 16 pa-
gine in-8.°, con copertina, ogni 1 5 giorni.
Direttore: Cav. Gino Michclozzi. Il gior-
nale si stampa a Pistoja. Ufficio di Dire-
zione: Roma, Via Sediari, 24. Abbonamento:
anno L. io. Un numero L. r.
Firenze- Ro in a.
Il Romanziere delle famiglie. Pubblica-
zione di romanzi dei migliori autori ita-
liani e stranieri, edita dai Fratelli Bcltrami.
Non si vende a numeri separati.
Firenze.
Scaramuccia. Giornale di arte musicale,
drammatica e letteratura, fondato nel 1869.
Si pubblica 5 volte al mese nelle stagioni
di autunno, carn.v.ie e quaresima; nelle
altre 2 volte soltanto, in 6 pagine a 3
colonne. Direttore: G. Giunti. Abbona-
mento: anno L. io - per gli artisti 15,
Inserzioni da convenirsi. Un numero 50
centesimi. Via del Campo di Marte, 2. -
(Vedi avviso speciale a pag. 52.)
Firenj^e.
La Scena illustrata. Giornale di lette-
ratura, musica e drammatica, fondato nel
1865 '^ol titolo di Corriere di Firenze col
quale si pubblicò sino al giugno 1886, in
cui mutò titolo, formato, redazione e in-
dirizzo.
La Scena illustrata esce ora in edizione
splendidissima dalla Tipografia dell'Arte
della Stampa in 8 pagine in-folio con co-
pertina, su carta finissima e adorna di bel-
lissime incisioni, ogni 15 giorni La dirige
ring. Pilade Pollazzi che dirigev.i il pre-
cedente Corriere. Vi scrivono : Giuseppe
Cimbjli, L. Visalli, Delfino Orsi, Egisto
Roggero, Amilcare Lauria, Vittorio Be-
nini, O. Roux, ecc. Redattore capo : Al-
berto Manzi. Tira 14,000 copie. Abbona-
mento: anno L. io, estero 15 -Per gli ar-
tisti: anno L. 30, estero 40. Non fa abbo-
namenti semestrali. Via S. Gallo, 33.
Firenie.
La Scienza dentaria. Rivista mensile,
fondata nel marzo 1889, sotto gli auspici
della società fiorentina dei dentisti. Redat-
tore: Francesso Cianchi. Esce a fascicoli
di 16 pagine in-8.° - Abbonamento: anno
L. 6. Tipografia Campolrai.
Firenze.
Scuola e famiglia. Giornale pei giovi-
netti delle scuole elementari, fondato il
i.° maggio 1885. Esce il i.° e 15 d'ogni
mese in 8 pagine in-4.'' piccolo a 2 co-
lonne. Direttore: Giuseppe Chiara. Abbo-
namento: anno L. 2,50. Un numero io
centesimi. Tipografia C. Ademollo e C.
Firenie,
La Scuola fiorentina. Giornale didattico,
diretto dal prof. G. Colombini.
Firenze,
Il Sistro. Giornale teatrale, artistico, let-
terario, con agenzia annessa. È nato nel
396
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
1859 ^ 'o dirige A, Ciotti. Si pubblica ogni
9 giorni ed è redatto con un certo garbo.
Tira 1500 copie e costa in Italia 24 lire
all'anno, all'estero 30. Le inserzioni si pa-
gano in ragione di 50 centesimi la linea.
Un numero 50 centesimi. Direzione: Via
dei Conti, io.
Firenze.
Lo Sperimentale. Giornale di scienze
mediche. Lbbe principio nel 1849-50 con
una pubblicazione in foglio intitolata il
Progresso, diretta dai dottori Vincenzo Ba-
locchi, Pasquale Laudi e Carlo Minati.
Nel 1852 prese nome di Gaietta medica
italiana toscana diretta dagli stessi. Nel 1855
ne prese la direzione il prof. Maurizio
Bufalini; compilatori: Balocchi, Fallani,
Ghinozzi, Poggiali. Nel 1858 dal formato
in foglio prese quello di fascicolo col ti-
tolo di Sperimentale, ovvero Giornale cri-
tico ài medicina e chirurgia, diretto sempre
dal prof. Bufalini e compilatori Balocchi,
Fallani, Ghinozzi, Ranzi. Alla morte del
prof Bufalini ne prese la direzione il pro-
fessor Ghinozzi e dal 1S79 sino ad oggi
è retto per la parte scientifica da un Con-
siglio di direzione.
Lo Sperimentale è uno dei più vecchi e
reputati giornali medici d'Italia Si pub-
blica a fascicoli mensili di 7 fogli o più,
formanti due grossi volumi all'anno. Ab-
bonamento: anno L. 15. Un fascicolo
L. 2,50.
Firenie.
Lo Staffile. Giornale di lettere, arti,
teatri e sport, fondato nel 1880. Si pub-
blica ogni IO giorni in 4 pagine a 3 co-
lonne in elegante edizione, con illustra-
zione in I." pagina, ritratti e caricature.
Contiene articoh d'arte, di teatri, di lette-
ratura, bozzetti, riviste dell'andamento ar-
tistico e letterario in Italia e all'estero;
biografìe, poesie, varietà, aneddoti, scia-
rade, rebus, ecc. Direttore: Leopoldo De
Rada. Abbonamento: anno L. 8 - artisti
di canto e ballo 20 - drammatici io. Un
numero 30 centesimi. Via Fiesolana, 6.
Firenze.
La Stella cattolica. Giornale politico,
religioso, fondato nel 187 1. Si pubblica
ogni settimana in 4 pagine. Abbonamento:
anno L. 4. Un numero 7 centesimi.
Firenie.
La Stella di Lourdes. Giornale catto-
lico, nato nel 18^7. lìsce ogni 15 giorni
in 8 pagine. Si distribuisce gratuitamente.
Firenze,
Lo Stenofilo. Periodico mensile, or-
gano aeila propaganda stenografica, fon-
dato nel i8bó. Si pubblica in 8 pagina; a
2 colonne. Direttore: T. Berni. Abbona-
mento: anno L. 5. Piazza S. Firenze, 7.
Firenze
Il Subalpino. Orario delle ferrovie e pi-
roscafi, fondato nel 18S0. Si pubblica ogni
mese in volumetti di 80 pagine. Editore:
G. Arnaboldi. Abbonamento: anno L. 2,50.
Un numero 20 centesimi.
Firen:(e,
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Fondato nel 1876 per la pub-
blicazione degli annunzi legali amministra-
tivi. Esce 2 volte la settimana in fascicoli.
Abbonamento: anno L. 24.
Firenze.
La Terra Santa. Periodico mensile il-
lustrato, contenente le notizie della Pale-
stina e articoli relativi alla storia e geogra-
fìa biblica. Nato nel 1875 si pubblica in 8
pagine con copertina. Ogni incisione ritrae
uno dei più famosi luoghi di Terra Santa.
É stampato con cura e serietà di propo-
siti. Direttore: Niccolò Martelli. Riceve
interessanti corrispondenze dai Luoghi
Santi, nei quali è molto diffuso. Costa
L. 4 all'anno. Via della Forca, 8.
Firen:^e,
La Toscana politico-letteraria. Giornale
fondato nel 1687. Esce ogni settimana in
4 pagine. Abbonamento: anno L. 5,50.
Un numero 5 centesimi.
Firen^je.
L'Union. Giornale di annunzi, industria
e commercio, fondato il 30 ottobre 1885
allo scopo di favorire l' importazione e
l'esportazione. Si pubblica ogni mese in
6 edizioni (il 5 in tedesco, il io in in-
glese, il 1 5 in francese, il 20 in spagnuolo,
il 25 in russo e il 30 in italiano^ in 16
pagine. Edizione di 6000 esemplari. Ab-
bonamento: anno L. 9,50 per ciascuna
edizione. Un numero L. 1. Via del Sole, 4.
Per le edizioni in lingue straniere: Tip.
Stankiewicz, Berlino, Sw. 19, Beuthstr. 5.
Firenie.
La Vedetta - Ganeita del popolo. Gior-
nale politico, (juotidiano, fondato nel 1861,
in continuazione del giornale popolare la
Lente, da una società, a capo della quale
erano il comra. Celestino Bianchi ed il
cav. Felice Le Mounier editore, che ne
divenne poi proprietario; dopo pochi anni
esso la vendè ad una società di uomini
politici che, caduto il ministero Rattazzi,
la cederouo al dott. G. B. Picchianti, il
quale la diresse fino al giugno 187Ó. Oggi
la Vedetta è proprietà del comm. avv. Nic-
colò Nobili e ne è direttore il cav. Leo-
nida Giovannetti. Propugna idee di destra
0 press'a poco; è giornale ben redatto,
PROVINCIA DI FIRENZE.
397
ricco di notizie e molto popolare e diffuso
in Toscana, sin dai suoi primordi. Tira-
tura 4000 copie. Si pubblica in 4 pagine
a 5 colonne (i). Abbonamento: anno L. 1 6,
semestre 8, trimestre 4, un mese 2. Un
numero 5 centesimi. Via S. Gallo, 31.
Firen:^e.
La Verità. Giornale della Toscana, nato
nel 18S8. Esce ogni settimana in 4 pagine
illustrate. Direttore : Marco Visciola.
Firenze.
Il Vero monello. Gl'amate umoristico,
satirico, con caricature, nato nel 1888. Si
pubblica domenica e giovedì in 4 pagine
piccole a 3 colonne. Contiene caricature,
(1) Nella Vedetta, col pseudonimo di Alio collaborò
negli ultimi temjà di sua vita il poeta satirico Gherardi
del Testa, il quale fu pure giornalista agile, vigoroso,
pieno di spirito. Collaborava nello Scaramuccia, di
spiritosa memoria, insieme con Collodi, Celestino Bian-
chi, Puccioni, Donati, Nerucci, Yorick e Ferdinando
Martini. Scrisse poi nella Ga^^etla del popolo.
dialoghi in dialetto toscano, articoli spiri-
tosissimi, poesie, ecc. Direttore: Augusto
Novelli. Tiratura 10,000 copie. Abbona-
mento: anno L. <;, semestre 3. Un nume-
ro s centesimi. Via S. Niccolò, 102.
Firenie.
Vita nuova. Periodico di letteratura, di
arte e di filosofia, fondato il 20 gennaio
del T889. Si pubblica tutte le domeniche
in 12 pagine in-4.° Direttore: G. S. Gar-
gano. Abbonamento: anno L. 5. Un nu-
mero IO centesimi. Via Faenza, 16.
Firen:(e.
Zibaldone. Notizie, aneddoti, curiosità e
documenti inediti o rari, raccolti da una
brigata di studiosi. Questa rivista, fondata
nel gennaio del 1 888, si pubblica il 15 di
ogni mese in fascicoli di 16 pagine in-8.*
Abbonamento: anno L. 5. Un numero L. i.
Via del Fosso, 40.
Firenze.
Giornali cessati:
FIRENZE
— U Agricoltura nazionale, direttore G. Caruso.
— L'Alba, n. 14 giugno 1847 e cessato il 12- aprile 1849. Era direttore G. Lafarina
ed erano collaboratori F. B. Acquarone, G. Chiarini, E. Mayer, Marmocchi, C. Ru-
sconi, Thouar, G. B. Niccolini e molti altri. Una delle rare collezioni di questo
giornale trovasi presso Giuseppe Tonarelli, direttore del Commercio Toscano {vedi).
— L'Amico dell'operaio, cattolico, mensile, n. 1884.
— Antologia dei giovani italiani, cattohco, n. 1873, mensile.
— L'Ape, scelta d'opuscoli letterari e morali, 1804-05.
— L'Arno, corriere toscano del mattino, n. 1878.
— L'Arte italiana, bimensile, illustrata, n. 1883 e diretta dal marchese Antonio Ricci.
— L'Asino, umoristico, settimanale; visse nel 1881.
— L'Ateneo, letterario, n. 1874, diretto da E. Alessandri, C. Pescatori e B. Zandonella.
— L'Avanguardia, elettorale, n. 1889.
— L'Avvilire, politico, n. 1839, durò oltre io anni.
— L'Avvenire, quotidiano, n. 1882, direttore A. Gherardi.
— L'Avvisatore, di pubblicità, poi politico, settimanale, n. 1882; direttore E. Ponthenier.
— La Barca di Caronte, socialista, settimanale, n. 1874.
— Bollettino del contenzioso, mensile, n. 1877 col titolo di Monitore del contenzioso.
— Bollettino ferroviario, settimanale, n. 1883.
— Il Borghini, di filologia e letteratura, fatto da Fanfani, Alfani ed altri, 1863-65;
ricominciato nel 1874 durò fino al 1880.
— Buon giorno, cronaca fiorentina, quotidiano, n. 26 gennaio 1885, in piccolo formato.
— Cappa e Spada, n. 1888 (?).
— La Civetta - Cronaca antirra, letterario, n. i88ó; direttore Carlo Abeniacar.
— Il Commercio, politico, cattolico, bimensile, n. 1856: direttore cav. F. Giuntini.
— Il Commercio, giornale ricco di notizie e piacevole nelle apparenze (sic), n. 1847.
— Il Commercio italiano, politico, finanziario, settimanale, n. 18S5.
— Il Conciliatore, politico, letterario, n. 15 giugno 1848.
— Il Conservatore costituzionale, n. 1852, redatto da Fanfani.
— Il Contemporaneo, n. 1847.
— Il Contemporaneo, cattolico, n. 1860; usciva 6 volte la settimana.
— Cornelia, educativo, mensile, n. 1881.
— Il Corriere dell'Arno, 1852-53.
— Corriere della moda, n. i87,s, mensile, della casa Emilia Bossi.
— Corriere mercantile, bisettimanale, n. 1860; nel 1884 si trasportò a Livorno (vedi).
398 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— Corriere spiritico, mensile, n. i/ gennaio i88S; direttore Giovanni Succi.
— Il Crepuscolo, letterario, n. 1889, mensile; direttore Baudet (Carlo Prarapolini).
— Cronaca rosa, letterario, mensile, n. 1885.
— Il Cuore di Gesù, che si pubblicava da parecchi anni, cessò le pubblicazioni nel 1883.
— Diario delie feste fiorentine del maggio 1887; in 4 pagine a 2 colonne illustrato.
— Diario Fiorentino, politico, letterario, cattolico, settimanale, n. 1887.
— U Eco dei Comuni e delle Provincie, ammin. , settimanale, n. i8ó8; direttore Luigi Pitteri.
• — h' Eco della Verità, evangelico, 1864-1S74. Fu sostituito dalla Famiglia Cristiana, di-
rettore A. Melile, dal 1875 al 1880; poi si mutò in Italia Evangelica (vedi),
— U Eco naiionale, dal 1884 al 1885; 6 volte al raeie; direttore Aldo Marchetti.
— U Educatrice italiana, n. 1864 (?).
— L' Educa^^ione, n. 1873, in-8.°
— Emporio letterario, mensile, n. 1883.
— Enciclopedia popolare illustrata, n. 1876; direttore Marco Visciola.
— L'Epoca, politico, quotidiano, liberale, n. 1886.
— L'Esaminatore, n. 1864 per promuovere l'accordo fra chiesa e stato.Visse parecchi anni.
— Espero, letterario, n. 1881 a Bologna, diretto da A. Lenzoni. Nel 18-^2 fu trasportato
a Firenze, diretto da A. Pardo, ma mori subito. Vi scrivevano E. Mecca e O. Roux.
— La Etruria, letterario, filologico, 1851-52, redatto da Fanfani.
— Il Fagiuoli resuscitato, settimanale, umoristico, illustrato, n. 1884, clericale.
— Il Fanfani, letterario, filologico, n. alla morte del Fanfani stesso.
— Fate, Regine e Spiriti, n. 1888, come supplemento della Mammola (vedi).
— Fèderation des peuples gréco-latins, d. 1882, diretto da A. Gromier.
— La Festa di Dante, letture domenicali del popolo italiano; 50 numeri, dal 1864
al 1865.
— La Fiaccola, evangelico, settimanale, n. 1879.
— La Fiaccola rossa, socialista, quotidiano, n. 1881; cessò pei molti precessi subiti.
— Le Finanze, rivista economica, amministrativa, n. 1866.
— Firenze, quotidiano, federalista, cattolico, 1S63-64, fatto da Eugenio Alberi, illustre
storico, con Mirtini, Alberti, Geri ed altri. Lo stesso Alberi nel 1842 aveva fon-
dato il Mondo contemporaneo, libro-giornale a grossi fascicoli settimanali in cui
pubblicò lavori originali e traduzioni di opere storiche importantissime.
— Firenze artistica, letterario, teatrale; direttore Alberto Manzi. Cessò nel 1883, fon-
dendosi con la Scena illustrata (vedi).
— Firenze letteraria, n. 1887; direttori fratelli Macry-Correale.
— Foglietto illustrato, evangelico, n. 1885.
— Fra Diavolo (vedi nota al Fieramosca).
— La Fronda, settimanale, letterario, n. 1880; direttore E. Navarro della Miraglia.
— Il Galantuomo, politico, morale, n. aprile 1849.
— Garibaldi, settimanale, democratico, n. 1882.
— Gaietta dei banchieri, settim. finanziario, n. i863. Gli succedette V Indicatore dei prestiti.
— Gaietta delle campagne, n. 1860; durò lunghi anni.
— Gaietta del popolo, poi. quotidiano, n. 1861 e diretto da Rigutini e Pacini. Visse poco.
— Galletta di Firenie, n. 1846; visse lunghi anni.
— Galletta toscana, ufficiale per gli atti della provincia, quotidiana, n. 1871.
— Galletta universale. Di questo giornale, che si stampava ogni 4 giorni in 8 pagine
in-8.° a 2 colonne, nella mia collezione di tutti i giornali del mondo ho 2 vo-
lumi, dall'anno 1S03 al 1806.
— Gaiiettino artistico, letterario, bimensile, n. 1881.
■ — Gaiiettino universale, quotidiano, n. 1S68.
— Giornale agrario toscano.
— Giornale di commercio e d' industria, n. 1828.
— Giornale di elettroterapia, trimestrale, n. 1867, compilato dal dott. Giuliano Manca.
— Giornale di letteratura e belle arti, da luglio a dicembre 1S16.
— Giornale di scienie ed arti, 18 16- 17.
— Giornale fiorentino, storico, politico, letterario, 1778-80.
— Giornale illustrato, cattolico, in 8 pagine, visse dal 1864 2I 1868.
— Il Giusti, letterario, n. 6 luglio 1873, redatto da Fanfani; visse 7 numeri.
— La Guida dell'educatore, dal 1836 al 1845, diretto dall'abate Lambruschini, con la
cooperazione di Thouar, Orlandini, Tabarrini, Vannucci, ecc. Editore Vieusseus.
PROVINCIA DI FIRENZE. 399
Il Guitto, umoristico, teatrale, n. 1889.
■ U Imparziale, medico, quindicinale, n. 1850, cessato nel 1873.
L' Indépendance italienne, politico, quotidiano, n. 1S70,
L' Industriale, n. 1854, redatto da Fanfani.
■ L' Insegnante elementare, didattico, bimensile, n. 1875.
Istruitone e Civiltà, didattico, settimanale, n, 1S70; direttore Giuseppe Corsi.
• L'Italia, veglie letterarie, n. maggio 1S62.
Italia nuova, politico, quotidiano, n. 1870, edito da G. Barbera e diretto da An-
gelo Bargoni, che poi fu ministro. Il giornale era moderatissimo ed anche noio-
sissimo e durò pochi mesi. Nel 1861 il Bargoni aveva diretto il Diritto, che al-
lora era democratico molto vivace, grazie alla collaborazione di Civinini.
Journal de Florence, politico, cattolico, quotidiano, n. 1871.
Il Lachera, n. 1863, ' s°^° numero, redattore Fanfani.
Il Ladro, democratico, sociale, quotidiano, n. i<''72; direttore G. Gori.
Il Lampione, umoristico, 1848-49-60 a 65 e 1870. (Vedi l'articolo Mata.)
Il Lampione, indipendente, illustralo, bisettimanale, n. 1888.
Il Lampo, artistico, letterario, n. 1886, bimensile, direttori E. de Fonseca e F. Stoc-
chi. Mutò poi titolo in Firenze elegante
La Lanterna, socialista, n. 1884; direttore Fortunato Serantoni.
Letture di famiglia, n. 184S e diretto da Thouar. Questo pregevole periodico edu-
cativo è durato sino al i886; in questi ultimi tempi era diretto da E. Orlando.
Letture politiche, 1847-49.
Le Letture serali, settimanale, n. 1874.
Il Libero operaio, economico.
Ma^aiiino toscano, in-8.° figurato, dal 1770 al 1777.
Massimario di giurisprudenza, bimensile, n. 1873, si pubblica ora a Portoferraio.
Les Matinces iìalienncs, letterario, artistico, diretto dal Barone Stock, visse nel 1868-69.
Il Monello, umoristico, settimanale, n. 1888.
Il Monitore dei Comuni, settimanale, amministrativo, n. 1886, diretto da E. Babbini.
Il Monitore toscano (vedi pagine 89, 276 e nota al giornale il Giorno).
Museo italiano di antichità classiche, n. 1882, diretto dal prof. Domenico Comparetti.
Il Ka^ionale, politico, n. dicembre 1848.
Notiiie della città, cronaca politica, cittadina, n. 1870.
La Nuova Europa, democratico, quotidiano, 1861-62-63, direttori Martinati, Ca-
stellazzo.
Nuova Frusta letteraria, critico, artistico, n. 1880.
La Nuova Opinione nazionale, politico, quotidiano, n. 11 ottobre 1885.
Nuova Rivista internaiionaU , n. 188 1, compilato da C.V. Giusti, Rigutini e Scartazzini.
Nuovo Giornale illustrato universale, settimanale, n. 1868.
Nuovo Osservatore fiorentino, storico, critico, quindicinale, n. 1885.
Nuovo romanziere illustrato universale, n. 1869.
L'Operaio, settimanale, n. 22 ottobre 1870; direttore Filippo Mazzoni.
L' Osservatore fiorentino, diretto da Franceschini.
Il Padrone di casa, n. 1889.
Pagine d'album, artistico, settimanale, n. 1885.
Il Passatempo, settimanale, letterario, 1856-57, redatto da Pantani.
La Patria, n. 2 luglio 1847, cessato il 30 novembre 1848, e fu sostituito dal .Va-
Zionale fino al dicembre.
La Patria, democratico, del mattino, n. i88r.
Il Pellegrino di Terra Santa, mensile, n. 1070, cessò nel 1874.
Il Pettegolo, settimanale, n. 1885.
La Piccola Stampa, politico, quotidiano, liberale, n. 1870; direttore C. Gojorani.
Il Piccolo Figaro, politico, umoristico, bisettimanale, n. 1886.
Il Piccolo Messaggere, rivista evangelica mensile, n. 1876.
Il Piccolo Vapore, 1847.
Pietro Thouar, educativo, n. 1876, in-S."
La Pipa, bisettimanale, n. i." febbraio 1885.
Il Popolano, politico, visse dal gennaio al luglio 1848.
Le Prime letture, fondato da Luigi S.iiler, morto nel 1885. Il Sàiler fu il primo in
Irnha a creare* un giornale illustrato pei bambini. Questo giornale durò 9 anni.
Il Progresso agricolo, n. 1881; cessò nel 1881.
400 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— La Ouistione sociale, settimanale, visse dal 1883 al 1885; risorse nel 1888.
— Rassegna semestraìe delle scienze fisico-naturali d' Italia.
— Il Resto al sigaro, poi // Sigaro, quotidiano, n. 1885; direttore V. E. Agnoletti. Ebbe
a supplemento La Domenica del Resto al sigaro, che costava i centesimo a numero!
— La Ricreazione, mensile, n. 1S77.
— La Riforma, visse nel 1848-49-50.
— La Riscossa, socialista, n. 188 1 e cessato per i molti sequestri e processi.
— La Rivista, 1847-48.
— Rivista contemporanea, fatta rivivere da De Gubernatis nel 1888, cessò dopo 9 mesi.
— Rivista cristiana, evangelica, trimestrale, n. 1873; direttore Emilio Comba.
— Rivista degli stenografi, mensile, n. 1877; direttore G. FaruUi.
— Rivista degli uffici, amministrativa, mensile, n. 1885.
— Rivista di Firenze e bollettino delle arti del disegno, mensile, n. 1857; diretta da
A. Vannucfi.
— Rivista Maremmana, agricola, commerciale, industriale, settimanale, n. 1883.
— Rivista Universale, n. 1863 a Genova col titolo di Annali Cattolici, che mutò nel 1S66
e nel 1868 trasportata a Firenze, vi durò fino al febbraio 1878.
— 11 Sabatino, letterario, scientifico, n. 1847.
— Il Saggiatore, giornale italiano, in-8.°, n. 181 9.
— Il Satana, democratico, n. 1874, direttore T. Socci.
— Lo Scolare, educativo, n. 29 marzo 1885; direttore G. Venturini.
— La Scossa elettrica, umoristico, n. 6 novembre 1865: redazione: Enrico Montazio,
Yorick, Cò-cò,Y. e Mata, caricaturista; bisettimanale; cessò l'anno dopo col n. 48.
— La Scuola, rivista dell'istruzione pubblica, diretta da A. Alfani, n. 1872.
— La Scuola del villaggio, didattico, quindicinale; direttore E. Battaglia.
— La Scuola e la famiglia, n. 1S59 e fatto da A. Conti, Lambruschini, A. Gotti
e G. Buonazia.
— Scuola modello, bimensile, n. 1885 come supplemento alle Letture di famiglia.
— La Sericoltura, bimensile, n. 1867.
— La Settimana religiosa, n. 1869; visse vari anni.
— Il Sottufficiale, quindicinale, n. 1887, diretto da R. Mago.
— La Spada di Damocle, politico, quotidiano, n. 18S5, diretto da C. Moateraerli.
— La Speranza, letterario, n. 1867 e diretto da Uriele Cavagnari.
— Lo Statuto, politico, n. 1849; visse vari anni.
— Lo Studente, letterario, settimanale, n. 18S4.
— La Tipografia italiana, n. 15 aprile 186S. Direttori furono S. Landi e Carlo Pio-
vano. Prosperò il primo anno, ma poi cambiò direzione e dopo pochi anni morì
d'inedia dopo aver subito trasformazioni nel testo e nel programma.
— Il Tipografo fiorentino, mensile, n. 1882.
— La Toelette, letterario, artistico, dal 1770 al 1771.
— La Toscana, politico, quotidiano, n. 15 ottobre 187Q; diretto da T. Ferrini, giure-
consulto e patriota toscano, poi deputato, insieme con l'ex-deputato A. Muratori.
— La Toscana - Gaietta di Firenze, politico, n. 1880.
— La ro5Cflreflj letterario, politico, democratico, settimanale, 1886-87, direttore Ulisse
Grifoni.
— Le Touriste, giornale dei viaggiatori, gran formato, trisettimanale, n. 1871,
— Il Tribuno, organo delia « Società democratica G. Garibaldi », n. 21 ottobre 1883.
— V Unità della lingua, quindicinale, dal 1869 al 1873, redatto da Fanfani.
— Il Vapore, politico, quotidiano, n. luglio 1872.
— La Vedetta cristiana, rivista evangelica, n. 1870.
— La Vedetta del carabiniere, militare, settimanale, n. 1883, cessò nel 1885.
— La Vita di campagna, agricolo, quindicinale.
— Vita italiana, letterario, visse poco.
— Lo Zenzero, politico, popolare, quotidiano; visse nel 1S62-63.
BORGO S. LORENZO
— La Campana del villaggio, politico, cattolico, n. 1883.
CAMPI BISENZIO
— Corriere del Bisenzio, politico, amministrativo, settimanale, n. 1884.
— Eco del Bisenzio, democratico, mazziniano, n. 1859; direttore conte Michele Amadei.
PROVINCIA DI FIRENZE. 401
EMPOLI
Il Campagnuolo, viticolo; direttore Ciotti.
V Impar\iaìe, politico, settimanale, n. 1882; direttore Antonio Turri.
FOLLONICA
La Maremma^ politico, settimanale, n. 1888.
FUCECCHIO
V Eco del mandamento, amministrativo, settimanale, n. 1885.
PISTOJA
VAugellin tei verde, di varietà, n. 1884.
La Ciarla, umoristico, settimanale, n. 1885.
GaxzMa di Pistoja, politico, amministrativo, settimanale, n. 1887.
Il Leoncino, politico, amministrativo; cessò nel i88i.
Il Piccolo Ombrone, agricolo, industriale, mensile, n. 1873.
Ricordi filologici e letterari, redatto da Fanfani, 19 numeri, 1847-48.
Il Riflesso, popolare, settimanale, n. 1881; ebbe vita breve.
PRATO
V Amico del popolo, cattolico, settimanale, n. 1884.
Bacchino, politico, amministrativo, n. 1883.
I Ciompi, radicale, settimanale, nato e cessato per i sequestri nel 1882.
La Croce bianca, n. 1882; direttore V. R. Biliotti.
Fieramosca, democratico, settimanale, n. 1879.
La Toscana industriale e agricola, mensile, n. 1879,
SAN MINIATO
II Sahara, politico, amministrativo, settimanale, n. 30 aprile 1885.
SANTA SOFIA
L'Indispensabile, amministrativo, mensile, n. 1885; direttore M. Fabbri.
LUIGI GONNELLI
• LIBRAIO ANTiaUAEIO
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LIBRI ANTICHI E MODERNI
AUTOGRAFI, MANOSCRITTI
aUADRI, INCISIONI, STAMPE, DISEGNI
OGGETTI D'ARTE E D'ANTICHITÀ
MUSICA
CATALOGHI PERIODICI
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N. Bernardini — Guida della. Stampa ptriodica italiana. — 26.
402 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA. ITALIANA.
GIORNALI E GIORNALISTI FIORENTINI
Il Cardinale di Stato e le Gazzette fiorentine
nell'incoronazione di Gorilla
(1776)
< Sul vano riflesso di massacri, nei quali non si voleva mischiare il Principato —
scrive l'Amaduzzi al Bandini — si voleva indurre Gorilla nella costernazione di rinun-
ciare la ciirona. Questo arguto intendimento era dell' E. mo Segretario di Stato, il quale
non ha trovato punto disdicevoie il passare nella turba tumultuaria dei contrari dopo
d'essere stato uno dei fautori, anzi uno degl' intercessori della corona presso Sua San-
tità. Un violento rimprovero fattogli con antica confidenza d'amante dalla Gorilla stessa,
ed i forti lamenti d'offesa cavalleria promossi dal Principe Gonzaga hanno posto il
colmo alla sua contrarietà. ).
Bastano queste poche parole delI'Amaduzzi per dipinijere l'imba-
razzo nel quale si dibatteva il povero Cardinale Lazzaro Opizio Palla-
vicini negli ultimi giorni d'agosto. Egli che era stato in altri tempi
amante fortunato di Gorilla e che era accanito nemico dei lojolisti, si
lasciò facilmente sedurre dall'idea di compiacere alla sua vecchia favo-
rita con un atto destinato a gran rumore quale indizio di vittoria de-
finitiva del Cardinale di Stato sul partito dei cardinali zelanti nell'animo
del Papa. Poi ebbe paura dell'opera propria e delle possibiU conseguenze:
il Papa disse sì dopo aver detto no; — il Segretario di Stato voleva dir no
all'ultimo momento, dopo aver detto e fatto dir sì per quasi due mesi
di seguito. Brutta situazione. L'agente toscano, avvocato Pei, che vide il
Cardinale nelle mattinata del 31 agosto, cosi scrive di lui al ministro
Piccolomini nel giorno istesso: — « Parlando con la maggior confidenza,
io l'ho veduto grandemente confuso sull'affare della Corilia nella con-
siderazione delle conseguenze, avendo io ben capito esserne egli stato
un grand'occulto Promotore, onde resta cosi agitato, che mai non lo
viddi eguale. In quest'occasione mi ha incaricato porgere a V. E. le sue
più vive preghiere, a voler avvertire codesti Gazzettieri di esser cauti a
stampare su questa benedetta Coronazione e su questa Gorilla, incari-
candomi insieme il segreto di questa parte. EgU è confuso, e nella con-
fusione cosi prega, perchè trovasi troppo alle viste di quello che si può
dire, su l'esempio di quello che si è detto e si va dicendo specialmente
circa l'onestà della Donna. Con questo mio segreto foglio non lascio di
corrispondere all'aspettazione del signor Cardmale nel porgere a V. E.
queste preghiere, che le invia per mio mezzo, come ad amico, pregan-
dola io umilmente rispondermi in maniera ostensibile. »
Il ministro rispose:
Firenze, li 3 settembre i776.
« Sig. Ab. Fei
« Premendomi moltissimo, come può credere, di corrispondere colla maggiore
premurosa attenzione ai desideri ben giusti di cotesto degnissimo Sig. Cardinale Se-
PROVINCIA DI rlRENZE. ' 403
gretario di Sialo, ho immediatamente fatto insinuare a chi può aver le mani in quella
Gazzetta « Notizie del Mondo > di usare tutte le avvertenze e riguardi possibili circa
a quel tanto che E'Ia mi avvisa colla sua lettera. Spero che questa parte possa ser-
vire all'intento desiderato anche nell'assenza di S. A. R. da questi suoi felicissimi
Slati. Ella può essere ben persuaso che se io avessi (confurme le ho dichiarato più
volte, che io non ho, ne vorrei avere) l'assoluta immediata ispezione sopra di queste
Gazzette (ignorai*^ però, come Ella ben sa, dal Governo), averei saputo prevenire da
per me i desiderj e premure del rispettabile Personaggio per un allo di propria atten-
zione e di quella inhnila slima che io gii professo, senza aspettare le giuste insi-
nuazioni suggeritemi da Lui medesimo.
« Tanto mi occorre di replicare presentemente su tale articolo con quell'istessa
confidenza colla quale Ella me ne ha scritto ec. ec. »
(In un foglio a parte)
« Il Sig. Francesco Seratli mi ha detto che non lascerà passare nella stampa
della Gazzetta alcuna particolarità relativa a Gorilla nella quale si nominassero soggetti
di grado, eccetto il Principe Gonzaga, o qualche simile ad esso, che mostra di averci
gusto. Tale avvertenza ha avuto sempre, e tanto l'averà nell'avvenire. Non si può
per altro fare che la Gazzetta non parli affatto di una notizia pubblica, quando queste
formano il capitale delle stesse Gazzette.
t lo poi ho letto la Gazzetta di oggi, che parla molto a proposilo, e lodevol-
mente. >
(senza firma).
I due illustri campioni dei partiti in lotta, cioè l'Amaduzzi e il Can-
cellieri, scrissero l'uno e l'altro dal loro punto di vista una Reh:(ione
destinata alla stampa. L'Amaduzzi mandò la sua al Bandini perchè fosse
stampata nelle Novelle letterarie di Firenze, ma non se ne fece nulla:
onde la famosa lettera apologetica di Gorilla e della sua incoronazione
data da Roma nel 4 settembre 1776 fini col veder la luce a Venezia
non prima dell'aprile 1777 nel tomo XXXI della Nuova raccolta d'opu-
scoli sciintifici e filologici. Il Cancellieri mandò la sua al Tiraboschi esor-
tandolo a procurarne in qualche modo la stampa, ma, anche men for-
tunato dell'Amaduzzi, non vide soddisfatto il suo desiderio. Questa scrit-
tura, che non dubito affermare opera del Cancellieri, poiché vi ?i riscon-
trano idee ed espressioni sull'argomento da esso già usate nelle sue let-
tere al Tiraboschi, rimase inedita. Ecco qui le relative lettere del Can-
cellieri al Tiraboschi e dell'Amaduzzi al Band'ni:
7 settembre. {Amaduzzi) « Per mezzo del signor Nardini, che parte questa
sera col corriere di Milano, vi spedisco la promessa relazione dell' incoronamento Ca-
pitolino della nostra Gorilla. Se credete b?ne, datole luogo nelle Novelle letterarie,
ma per giusti posterio^'i rifl<^>ssi sono in grado di prej^nrvi a voler sopprimere il mio
nome. Non vi starò a ripetere ciò che coirete aoche leggere nell'accluso foglio; ma
solo vi aggiungerò, che il signor Principe Gonzaga e Gorilla medesima sono g'à partiti
da Roma sino dalla mattina del dì 4 del con ente, tenendo la strada di Perugia, ove
si fermeranno due giorni per osservare i capi d'opera della Pittura. In questa riso-
luzione io ho seguitato a ricono.-scere una esimia prudenza, giacche il continuare la
permanenza in Roma era un cimentare il proprio onore, ed un esporre a pericolo
la propria quiete e sicurezza non garantita dal governo. Parerà incredibile, che al si-
gnor Principe (jonzaga si sia negala Ih s vran;! difesa sì nei giorno d' la funzione,
come anche dopo, ond'è che ora si cerchi ogni maniera di oscurare il conseguilo
trionfale onore. Tale è la proibizione di spacciare più i ritratti della Laureata, di par-
404 GUIDA DELLA. STAMPA PERIODICA ITALIANA.
lare nelle Effemeridi e nei fogli pubblici delia solenne funzione seguita, e l'impunità
per tutti coloro che spacciano satire infami, ed insultano pubblicamente all'onore dei
due soggetti in quislione. Gli uomini di senno, ed i forestieri in ispecie sono scan-
dalizzati di questa condotta incoerente, e destruttiva del già fatto. Se farete* una vi-
sita a Sua Altezza il signor Principe Gonzaga al suo arrivo costì, troverete un signore
soprabbondante di tutti i meriti, ed uno che vi farà parte della stima che ha per il
signor vostro fratello, e della bontà che ha per me. Potreste nella slessa occasione
portargli una copia del foglio novellistico, in cui sarà inserita l'indicata mia lettera,
la quale bisognerebbe che si dasse tutta d'un fiato, perchè facesse maggior colpo. »
\i settembre. (Cancellieri) « Se avesse da stamparsi in codesto paese la nota
storia, io non saprei darle torto, e le sue riflessioni sono troppo serie e troppo giu-
ste. Ma e perchè non potrebbe farsi stampare in altro sito senza che potesse pene-
trarsi l'autore? Vorrei almeno ch'Ella mi favorisse nel modo indicato riguardo alla
stampa dei fogli che le ho ultimamente trasmessi. Le relazioni delle Gazzette forestiere
sono assai difettose e parziali, e non hanno in verun modo soddisfatto alla curiosità
di chi voleva averne una storia sincera. Onde sono persuaso che cotesla si leggerebbe
assai più volentieri. Se volesse continuarsi, quante belle cose somministrerebbe il viag-
gio della Gorilla? Dovendo esser cara alle vacche la società dei bovi, il primo silo
ove è andata a stallare dopo la sua partenza è stato a Perugia. Ivi si è fermata tre
giorni e poi è partita per andare a fermarsi in una villa del senator Ginori, e si spera
che presto si renderà utile alla fabbrica del suo amante convertendosi in terra da
boccali. Qui non si cessa di parlare di lei, non cessando le satire che la ricuoprono
d'obbrobrio sempre maggiore. »
È molto probabile che il Cardinal Segretario di Stato si maneg-
giasse per impedire la stampa delle relazioni sia favorevoli che contra-
rie, specie di quelle del Cancellieri e deU'Amaduzzi, mentre stava sulle
spine per le notizie che riguardo all'incoronazione sarebbero venute sui
giornali. Avute assicurazioni in proposito da Firenze, si mostrò lietis-
simo di potere esser tranquillo almeno per quella parte e scrisse al Re-
sidente Fei:
e Dalle stanze del Quirinale, 7 settembre 1776.
« Dalla lettera che il gentilissimo sig. avv. Fei si è compiaciuto di unire al ri-
verito suo Biglietto di ieri ben rileva il Cardinale Pallavicini la obbligante prontezza,
ed ugual premura, con cui favorì di scrivere al sig. Conte Piccolumini a seconda
del di lui desiderio. Gli si protesta per ciò sommamente tenuto, e siccome nel con-
testo della medesima ha pur ravvisato lo scrivente quei tratti di bontà, coi quali il
degno ministro si esprime a di lui riguardo, si ripromette dalla cortesia del signor
avvocato stimatissimo un nuovo favore, che consisterà nell'alteslarne al prelodato si-
gnor Conte la più viva sensibilità e pienissima corrispondenza di chi nel ricompiegare
a queste righe la citata lettera si ripete con la più distinta stima, ecc. »
E subito il Fei mandò a Firenze un altro fervorino:
« Roma, 7 settembre 1 776.
« Eccellenza,
« Ricevo il pregiatissimo foglio segnalo da V. E. li 3 del principiante mese di
settembre, colle gentilissime espressioni relative a questo signor Cardinale Segretario
di Stato in rapporto alle di lui premure sulle consapute Gazzette: in corrispondenza
della di Lei esimia gentilezza non ho lardalo un momento a notificare al riverito si-
gnor Cardinale le rimarchevoli espressioni, delle quali egli è restato sì contento, che
colla maggior vivezza del suo spirito mi ha incaricato di protestare all' E. V. un'eterna
memoria, per poterle sempre corrispondere in ogni occasione che si degnerà porgergli
a di Lei servizio. »
PROVINCIA DI FIRENZE. 405
Il ministro Piccolomiai rispose:
e Firenze, iO settembre 1776.
« Sig. Ab. Fei — Roma.
« Mi sono pervenute colla Posta di questo giorno le lettere di V. S. 111. ma se-
gnate 7 andante.
« Ho rilevato con piacere da una di esse che sia terminato graziosamente l'affare.
« In corrispondenza dell'obbligantissimo biglietto di codesto signor Cardinale Pal-
lavicini ho il piacere di dirle, che le misure da me prese e indicatele con la mia
precedente oltre all'aver prodotto immediatamente l'effetto desiderato dal predetto si-
gnor Cardinale, non lasceranno, per quanto ho giusto motivo di credere, di produrlo
costantemente in tutte le successive occasioni nelle quali fusse parlato o di quella festa
lugubre, o del ritorno di quella Donna, che se non è già seguito, dovrebbe seguire
a momenti in compagnia di quel suo romanzesco Direttore.
« Molto ho gradito le ulteriori notizie da Lei partecipatemi in seguito di questa
Commedia. »
I giornali di Firenze parlarono bene, ma non quanto avrebbe de-
siderato il Cardinal Pallavicini. Difatti la Gaietta universale nel suo
numero 73 pubblicò una lettera di Roma in data 4 settembre che la
pretende ad imparzialità, quantunque lasci un po' vedere lo zampino ge-
suitico. Ma anche questa narrazione slavata parve poco sobria al Cardinal
Segretario di Stato, che dolcemente se ne lagnò col residente toscano,
scrivendogli :
« Dalle stanze del Quirinale, <4 settembre 1776.
€ Sono ben pregevoli, e pregiati certamente non meno i sentimenti, coi quali
si esprime a mio riguardo il degnissimo signor Senatore Piccolomini. Il pensiero, che
ella SI è dato di manifestarmeli lo è pur molto. Me ne professo dunque proporzio-
natamente obbligato ad entrambi.
« Devo però nell'atto medesimo pregarli ad avvertire, che la Gazzetta intito-
lala Universale non è slata sul noto argomento così sobria, come l'altra (I), che pur
esce da Torchi Fiorentini. Sia ciò detto senza detrarre punto alla sovra attestata ri-
conoscenza, che confido sia Ella per far noto al rispeUabilissimo signor Senatore, a
continuazione di sua gentilezza verso di me, che mi raffermo con la più perfetta stima
suo servitore il
< Card. Pallavicini. »
Tanta insistenza cardinalizia cominciò a seccare il conte Piccolo-
mini, cui dal Fei fu naturalmente comunicato il biglietto del Segretario
di Stato, onde egli, prese le opportune informazioni e saputo come sta-
vano le cose e che la Gaietta universale nuU'altro aveva stampato oltre
la sobrissima relazione dei fatti, rispose al Fei in tono abbastanza fermo
e tale da far capire che era tempo di finirla. Ecco il suo dispaccio :
« Firenze, li 24 settembre 1776.
« Sig. Ab. Fei
« Dopo quello accennai a V. S. 111. ma con mio P. S. del 21 corrente ho vo-
luto essere ragguaglialo di quello fu inserito nella Gazzetta di cui parlava il Biglietto
da Lei rimessomi con sua Lettera del 1 8 predetto.
« Il ragguaglio da me richiesto porta che la Gazzetta parlando del noto affare
di Gorilla, non diede altro che una lettera di costà venuta, contenente la relazione
(i) Le Not^ie del Mondo.
406 GXnDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
della funzione seguita nei termini però i più moderati senza farsi fare nella medesima
menzione alcuna del rispettabile Personaggio né di veruno altro soggetto di qualità,
e con parlarsi piuttosto lodevolmente della saviezza e previdenze usate da codesto
Governo, affine di prevenire i Tumulti.
< Da questo sincero ragguaglio che mi viene dalle persone istes?e, state da me
avvisate di usare le note avvertenze, Ella rileverà da per sé, che non si vede il mo-
tivo 0 fondamento di quella tal quale egreferenza significala nel Biglietto in rapporto
al tenore di quella Gazzetta.
< Tutto questo ho voluto notarle ulteriormente sopra di questo (ancorché mo-
lesto) argomento affinchè non resti defraudato nell'opinione del signor Cardinale il
frutto delle premure e diligenze state da me qui usate in vista di corrispondere ai
suoi desiderj »
Ma per quanto il Cardinal Segretario di Srato si adoperasse con
tutti i mezzi di cui disponeva a creare, per cosi dire, il silenzio intorno
ai fatti avvenuti, non riusciva nel suo intento. In difetto di Relazioni
stampate circolavano ragguagli manoscritti pieni zeppi di particolari pic-
canti. Cosicché, il povero Cardinale di Stato in tutto quel suo lavorio
ci rimise del proprio ranno e sapone.
A. Ademollo
La soppressione delV A7itologia (1)
La storia della soppressione deìV Antologia di Firenze (la vecchia
antologia fondata e diretta da G, P. Vieusseux) non é più da scriversi.
Ma se la storia di quell'importante episodio della vita letteraria toscana
è stato già narrato, non ne è stata peranco narrata la cronaca. Questa,
come si sa, non vive che di particolari — di quei particolari che tanto
raccomandava il Balzac — ed è un naturale, per non dire addirittura
necessario complemento di quella. Certamente, coloro che amano la storia
nelle gravi p, gine di Tito Livio o del Guicciardmi, sorrideranno di com-
passione dinanzi a questa mezza apoteosi della cronaca, che d'ordinario
si dipinge chiacchierina e pettegola: noi, no; imperocché sappiamo che
anche le bricciche della storia, anche i minuzzoli che gli istoriografì se-
veri non si degnano di raccogliere, servono a qualche cosa, se non altro
a far conoscere in veste da camera, e qualche volta magari in camicia,
quei personaggi che gli storici seri non ci presentano che in abito di
gala, 0 colla maschera del mondo ufficiale sul volto.
Ma per ritornare al nostro argomento, i particolari che formano
diremmo quasi il dietro-scena di quell'avvenimento metà letterario metà
politico, che fu la soppressione della celebre effemeride fiorentina, a noi
non fanno difetto avendo potuto attingere a fonti preziosissime : alle
carte, cioè, dello stesso fondatore dQÌV Antologia ed ora possedute dalla
R. Biblioteca Nazionale di Firenze, e a quelle dell'Archivio segreto della
espresidenza del Buon Governo della Toscana.
(I) Vedi p. 86,
PROVINCIA DI FIRENZE. 407
La mattina del 24 marzo 1833, Don Neri Corsini, che da circa
vent'anni occupava l'ufficio di consigliere di Stato per gli affari interni
del granducato, ebbe a cascare dalle nuvole quando seppe dal suo collega
conte Fossombroni, Segretario di Stato e ministro degli affari esteri, che
Sua Eccellenza il signor ministro di Sua Maestà lo Czar di tutte le Russie
facevano il diavolo a quattro, per due brevi articoli comparsi nell'ultima
puntata ddV Antologia venuta alla luce in quei giorni, e che quei due si-
gnori ritenevano incendiari ed estremamente offensivi pei loro augusti
padroni.
Ed ebbe proprio a cascar dalle nuvole il povero Don Neri, né si
esagera dicendo cosi; imperocché, in fondo in fondo, gli striUi che come
aquile cacciavano dalla loro strozza le due eccellenze straniere, non an-
davano a colpire che lui, proprio lui, l'eccellentissimo Don Neri, mi-
nistro per gli affari mterni, il quale, messo su, poco prima, dallo stesso
ministro austriaco a cui da qualche tempo pareva che l'Antologia facesse
volentieri delle punte sul campo proibito della politica, aveva voluto esa-
minare da sé stesso le bozze di stampa del fascicolo che ora s'incrimi-
nava. Figurarsi dunque la sorpresa e, diciamolo pure, la confusione di
quel disgraziato altissimo funzionario, che malgrado gh oc:hiah da regio
censore che in quella circostanza aveva solennemente inforcato, non s'era
accorto che il direttore e proprietario del giornale, il Vieusseux, fra una
memoria storica e un resoconto dell'accademia dei Georgofili, aveva sa-
puto insidiosamente collocare, sotto forma di due brevi recensioni let-
terarie, due bombe, che se non avevano mandato in frantumi i troni
imperiah di Austria e di Russia, era stato proprio un miracolo !
Passata la sorpresa, ed anche un po' la confusione, e risoluta in
alto la soppressione dell'incendiario giornale. Don Neri, che come ogni
buon ministro dell'interno era un tantino curioso, volle che prima che
fossero comunicati i sovrani voleri al Vieusseux, fosse quest'ultimo sot-
toposto ad interrogatorio, perché declinasse il nome e cognome dell'au-
tore o degli autori degli articoli denunziati.
Fu lo stesso presidente del Buon Governo, il cavalier Bologna, che
interrogò il Vieusseux, come rilevasi dal seguente rapporto riservato,
diretto al ministro dell'interno:
« Ieri sera richiamai avanti di me il Vieusseux per eseguire la com-
missione ricevuta da V. E. nella scorsa mattina.
« Alla prima fattagli domanda d'indicarmi i nomi e cognomi degli
autori degli articoh contenuti nell'ultimo fascicolo dell'Antologia pubblicato
li 31 gennaio ultimo, e più precisamente di quelli aventi in fondo le let-
tere K. X. Y. e L. mi replicò senza punto esitare che ciò era impossibile, per-
ché il direttore d'un giornale non poteva mancare alla buona fede verso i
suoi collaboratori ; e mentre era giusto che esso direttore restasse esposto
dirimpetto al Governo a tutta la responsabilità relativa, non poteva né
doveva senza macchiarsi d'un tradimento portare in verun caso questa
responsabilità sopra coloro che mettono la loro fiducia su di lui. Disse
che questi articoli erano come un affare di confessione, e che il sigillo
non poteva essere da lui violato, né lo sarà giammai, qualunque cos^
408 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
disgustosa potesse accadergli, non esclusa la soppressione del giornale,
a cui con tutta rassegnazione e buona voglia si sarebbe sottomesso.
« In una lunga esortazione non disgiunta dalla minaccia che il Go-
verno avrebbe adottato delle misure per renderlo più docile ed obbe-
diente agli ordini che per mio mezzo gli venivano ingiunti, non omisi
verun mezzo per indurlo a manifestare i suenunciati nomi; tutto fu inu-
tile, ripetendo sempre che il Governo doveva riguardare a tutti gli ef-
fetti come suoi gli articoli del suo giornale, che sopra di lui soltanto
doveva e poteva prendere quella soddisfazione che nella sua giustizia e
saviezza credesse onesta, e che da lui non si poteva esigere di più ed
avrebbe sempre detto e sostenuto che quelle lettere iniziali erano pura-
mente immaginarie e che gli articoli erano suoi. »
Anche per parere del Bologna, il Corsini ordinò che il Vieusseux
fosse interrogato nei modi prescritti dalla procedura economica o di po-
lizia, vigente in quei tempi, dal commissario del quartiere di Santa Croce.
Di quell'interrogatorio, lo stesso Vieusseux lasciò fra le sue carte
il seguente appunto :
« Commissario. Sappia, dunque, che lei si è resa colpevole d'ingiurie
nefande riguardo a S. M. l'imperatore delle Russie, per le allusioni fatte
alle cose di Polonia, in un articolo firmato L., sopra il poema del
Curti. (i)
« Io. Protesto altamente contro simile falsa, sinistra ed ingiusta in-
terpretazione; bensì è stata colta l'occasione naturalissima che mi si pre-
sentava di manifestare un sentimento generoso di compassione per la
nazione polacca.
« Commissario. Lei è colpevole d'ingiurie verso S. M. l'imperatore
d'Austria per avere in un articolo firmato K. X. Y., sopra la traduzione
di Pausania, stabilito un confronto fra la Grecia e l'Italia e dato ad in-
tendere che gli Austriaci trattano l'Italia come i Romani trattavano la
Grecia. (2).
« Io. Protesto contro siffatta interpretazione.
« Commissario. Ha ingiuriato inoltre le varie potenze dell'Italia, fa-
cendo supporre ch'esse sieno rimaste sotto la dipendenza dell'Austria.
« Io. Protesto. »
È noto che la sigla L. nascondeva Luigi Leoni, che allora occupava
a Firenze un modestissimo uificio governativo, mentre sotto le lettere
K. X. Y. si celava Niccolò Tommaseo. È pure noto che quest'ultimo,
volendo moralmente allontanare la bufera che si era scagliata sul capo
del Vieusseux e che minacciava di colpire il Leoni, in una istanza di-
retta al Granduca, si dichiarò autore dei due articoli incriminati.
(i) Ecco le parole dell'articolo sul Pietro di Russia di P. A. Curti: « Parlate di
Pietro, di Federico, di Bonaparte (per non uscire dalla storia moderna), narrate le
giornate di Parigi, di Bruxelles e di Varsavia, e quale anima non è accesa, esaltata ? »
(2) Le parole (e furono scritte dal Tommaseo) erano le seguenti : « I Romani
(scriveva Pausania) sentirono pietà delia Grecia.., Un pretore mandavasi tuttavia a mio
tempo.,. Non lo chiamavano pretore della Grecia, ma dell' Acaja... {il regno Lombardo*
Viwio),, )}
PRO VINCI a'^DI FIRENZE. 409
L'istanza, da noi rinvenuta fra le carte del Vieusseux, è del tenore
seguente :
« Altera Imperiale^ e Reale,
« Le amichevoli preghiere del signor Vieusseux direttore dell'yiwio/o^zfl^ gì' istanti
consigli di altri amici che affermavano la mia dichiarazione inutile, e forse dannosa al
giornale, il pensare che a tutti i lettori di quello essendo ben noto di chi fossero gli
articoli segnati K. X. Y. ripeterlo da me sarebbe potuto sembrare boriosa provocazione,
la speranza che trattandosi di scritti approvati da un rispettabile censore, e da un ze-
lante ministro, le cose avrebbero sortita altra fine, la speranza ancora più ferma che
procedendosi per vie ordinarie e legali io avrei avuto il tempo di sodisfare alle mie
convenienze senza nuocere altrui, queste ed altre rag;ioni mi tcimero di dir cosa, che
l'onor mi comandava professassi altamente. Ora il bisogno di rigettare da me ogni
sospetto di fiacca timidità, il bisogno di far noto che la persistenza a negare del si-
gnor Vieusseux non era atto indocile ma generoso, la speranza la quale pure mi resta
nella giustizia di V. A. I. R. che conoscendo l'incolpato sopra di lui solo Ella vorrà
portare il giudizio inflitto sull'intiera Antologia, m'impongono di protestare che non
solamente gli articoli segnati K. X. Y. sono miei, ma che io soglio per capriccio se-
gnare d'altre sigle i miei scritti, onde se nell'articolo sul poema del Curti è cosa im-
putabile, io di buon grado ne chiamo sul mio capo la pena, e per guarentigia del-
l'avvenire prometto, e giuro se è necessario, di non scrivere in un giornale a cui de-
sidero continuata la vita, perchè la sua vita è la sussistenza di più di quaranta persone,
perchè il suo giudizio era invocato e rispettato dai dotti d'Italia, perchè le sue parole
erano onorevolmente ripetute dai giornali di Lombardia, di Francia, d'Inghilterra e
d'Austria, perchè non arrossirono a scrivere in esso i più chiari uomini della nazione,
e non pochi dei più quetamente pensanti. Cesare Lucchesini, e fino nell'ultima ma-
lattia G. B. Zanoni, e il Cibrario, e il cavaliere Manno, ministro del re di Sardegna,
perchè la sua lode era ambita dagli stessi governi. Il quale onore quanto in meno ri-
donda in me, il più insufficiente dei suoi collaboratori, tanto più volentieri debbo ia
me solo accogliere le conseguenze che ad esso dalle mie parole provennero.
« 28 marzo 1833. N. Tommaseo. »
Il Tommaseo, nello scritto che consacrò al Vieusseux, scrisse che
r istanza fu presentata al Granduca. Noi non lo crediamo. E siamo por-
tati a credere ciò per due buone ragioni, la prima delle quali è che se
la istanza fosse stata realmente mandata a Pitti, fra le carte del Vieusseux
ne sarebbe rimasta la minuta o la copia, mentre quella che ora vi si
rinviene è precisamente la istanza destinata al Granduca, scritta con ele-
gante calligrafia sopra carta non meno elegante e sottosegnata di proprio
pugno dal Tommaseo. La seconda ragione è, che se l'istanza fosse per-
venuta sino al sovrano, una traccia di essa, se non l'istanza medesima
si sarebbe trovata fra le carte della presidenza del Buon Governo. La
qual cosa, per altro, non diminuisce per nulla la nobiltà dell'atto com-
piuto dall'autore del Dizionario dei sinonimi.
%
Allora a Firenze, come una volta a Parigi, le cose finivano... in una
canzonetta o in un epigramma. E la soppressione deìV Antologia ebbe le
sue canzonette e i suoi epigrammi.
I due epigrammi che seguono, stampati alla macchia, furono stac-
cati dalla polizia dai muri della città, ove di notte erano stati affissi:
Evviva ! Evviva I Oh gioia I
Il toscano Granduca
É divenuto boia
Del modesto Duca I
410 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Alla mente sovrana
Del sapiente granduca di Toscana
É piaciuto vietar l'Antologia
E la ragione qual' è ?
Perchè contraria ai re.
Emilio Del Cerro
— Sullo scorcio del 1887 si pubblicò, fra le lettere di Gino Cap-
poni, il Progetto dì un giormile, da lui scritto a Londra sin dal dicem-
bre 18 19, e che fu quasi il disegno onde poi sorse l'Antologia del Vieus-
seux. Il Foscolo, secondo quello, doveva dirigere da detta metropoli
l'invio regolare di libri; altri corrispondenti da Edimburgo, da Parigi,
da Francoforte, da Ginevra, da Bruxelles, dare notizie di quanto vi si
producesse di meglio; si vo'eva la cooperazione di tutti i bravi scrittori
d'Italia. A Firenze era specialmente riservata la compilazione delli parte
bibliografica. Eccone il titolo: Archivio di letteratura, col motto Patriae
sH idoneus.
— DeW Antologia di Firenze parla anche Niccolò Tommaseo nel
libro Memorie di Giampietro Vieusseux e dell'andamento della civiltà ita-
liana in un quarto di secolo, Firenze 1863. Vedi anche l'artic "«lo : Giam-
pietro Vieusseux alla dire:(ione dell' Anzoìogìa. e dell'Archìvio Storico, nel
n.' 6-7 giugno - luglio 1888 del Bibliofilo di Bologna.
11 giornalismo fiorentino dal 1850 al 1859 (i)
Fu ai 6 di maggio del 1847 che il Granduca Leopoldo II, dopo
non lievi tentennamenti, si adattò a largire ai suoi popoli una specie
di libertà di stampa. Il dono era meschino, ma pei tempi che correvano
parve conquista mirabilissima. Firenze ne ringraziò il munifico principe
con una solenne dimostrazione, la prima di tante altre seguenti, e alla
testa della quale, mi sovvengo, io che scrivo, aver veduto gli uomini
più cospicui che, per ingegno, per censo, per natali avesse allora Firenze.
Concesse le franchìgie, vennero alla luce parecchi giornali politici;
altri lo divennero da letterari che erano.
Non ho per certo intenzione di soffermarmi troppo sui giornali di
cotesto breve periodo. Ciò non appartiene al mio tema.
Tuttavia non reputo inutile dire qualche cosa intorno ad alcuni.
C'era, per esempio, la Patria diretta dal Ricasoli, dai Salvagnoli e
dal Latr bruschini, ma nella quale lavoravano i migliori ingegni del Gran-
ducato. Era un giornale serio, posato e anco, se s'ha a dire, un tantino
dottrinario. Il suo ideale era la Toscana retta costituzionalmente dalla
casa di Lorena. Non pensavasi allora, dagli uomini della Patria, né da
tantissimi altri, all'unità italiana; forse neanche la credevano possibile.
Ed è assai strano il ricordarsi come alcuni fra coloro, il Ricasoli alla
(i^ Vedi pag. 86 e seguenti,
PROVINCIA DI FIRENZE. 411
testa, fossero tratti poi da profondo convincimento e dai successivi eventi
a farsene caldissimi propugnatori.
Giovi qui il ricordo di un fatto. Corse a quei giorni per Firenze
un epigramma il quale, alludendo a certe velleità di Carlo Alberto, di-
ceva: Albertino non ti sberto — Ma da prossimo ti avverto — Che in To-
scana sei di certo — « Vox clamans in deserto ».
Chi mai potrebbe credere oggi autore di cotesto epigramma Vin-
cenzo Salvagnoli, cosi partigiano poi dell'annessione, cosi zelante nella
propaganda per essa?
Né di questo mutamento è da far carico all'ottimo avvocato em-
polese; si al granduca Leopoldo, il quale, e fu singolare fortuna d'Italia,
seppe poi cosi btne fare, da alienarsi l'animo dei più illustri e dei più
affezionati a lui fra i cittadini del piccolo Stato.
Fra i giornali di conto a quel tempo eravi pur VAÌba. La dirigeva
il siciliano La Farina, ed avea andatura più ardita e stile più spigliato
della Patria. Per quei tempi quasi la si potea dir radicale (i).
Ricordo pure di quel periodo il Popolano^ che cominciò le sue pub-
blicazioni, prima della libertà di stampa, col nome di Sabatino^ e fu uno
dei primi fra' giornah popolari d'Italia. Lo dirigeva Enrico Montazio,
uomo di moltissimo ingegno, giornalista in tutta la forza del termine,
e possessore di uno stile caustico da pochi in seguito saputo imitare.
Aveva egli diretto pure la Rivista di Firen:(e^ mutata quindi in Ri-
vista indipendente.. Nella Rivista lavoravano uomini di grande valore, e
il Giusti medesimo vi mandò un suo scritto sull'uso del « Chiarissimo ».
Giovani di molto ingegno fecero qui le loro prime prove giornalistiche.
Fra' cooperatori della Rivista mi piace citare Leopoldo Cempini, figlio
di un ministro del granduca in tempi di servitù. Il Cempini vi scriveva
come altrove, colle iniziali P. L. D. E. Eran quelle del proprio ana-
gramma Pico Leon d'Empoli. Fra i vari suoi scritti rimangono i cenni
ch'tgli scrisse sulla vita del Gmsti.
Tornando al Popolano dirò, come volti nel 1849 i tempi al rivo-
luzionario, divenne radicalissiuiO, e i fiorentini d'allora possono ricor-
darsi di certe audaci poesie ivi stampate da Demetrio Ciofi, celebre im-
provvisatore di patriottici canti.
Fra' giornali umoristici è pure da ricordare il Lampione, piacevolis-
simo così per gli scritti come per le caricature che vi disegnava Niccola
Sanesi, notissimo e celebrato pittore.
Uscendo da Firenze non son da lasciar in oblio il Corriere livornese
del Guerrazzi, e V Italia che a Pisa faceva il Montanelli, e che erano
entrambi assai più innanzi nelle idee che non VAlba e la Patria.
Durante il periodo rivoluzionario uscirono in tutta Toscana molti
foglietti, dei quah non ho agio a parlare. Uno di essi, il cui nome tac-
cio, mi offre modo nondimeno di narrare un aneddoto.
Attaccò un giorno vivamente Giuseppe Giusti, né peritossi a scri-
vere « essere egli un codino ». Il poeta del Girella s'ebbe assai per male
della strana accusa. Ed io mi ricordo averlo udito esclamare con accento
di profondo dolore: lol Io codino? E non sapea darsene pacel
(i) Vedi pag. 397 nei giornali cessati di Firenze,
412 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Mi piace qui aggiungere questo: alcuni anni dopo, essendomi io
ritrovato in terre lontane, coU'autore dell'articolo ingiurioso, ed aven-
dogli narrato del dolore da lui procurato al poeta, dichiarò di sentirne
grandissima pena.
Ma è tempo ormai di venire al periodo del quale più propriamente
intendo occuparmi.
Quando Leopoldo II tornò dal suo breve esilio di Gaeta a poco a
poco restrmse e qumdi abolì ogni franchigia accordata. Naturalmente
anco la libertà deila stampa venne tolta; i giornali politici (meno il Mo-
nitore toscano) furon soppressi, e a quelli che politici non erano, fu cer-
cato di porre il bavaglio.
Se la stampa prettamente poHtica era contesa nel felicissimo gran-
ducato, non era proibito fondar giornah letterari, teatrali, artistici ed
anco umoristici, purché non minacciassero il governo, né turbassero i
sonni e la digestione di S. E. Landucci, o quelli di monsignor Minucci
arcivescovo.
Fu allora che sorsero, o presero nuovo indirizzo, alcuni periodici,
dei quali forse pochi conoscono ora il nome, ma dei quali pure non è
punto vano il discorrere. Però che essi rivelassero, almeno in gran parte,
l'indole beffarda di noi fiorentini, e preparassero indirettamente, come
dissi, la nuova generazione a quella sommossa del 27 aprile 1859 che,
fatta sans fermer boutiques, come fu allora telegrafato a Napoleone III,
fu nondimeno il più grande fattore del rivolgimento italiano.
Poiché ai giornali non era concesso parlar di politica, se ne ricat-
tavano, parlandone di straforo o sotto ingegnose allegorie. Cito un esem-
pio fra cento. In uno dei giornali di quei tempi (la Lanterna di Dio-
gene) vi fu chi scrisse un articolo intitolato la Neve. Parea nulla; ma
fece chiasso. Gli arguti fiorentini compresero come l'articolista impre-
cando alla bianca neve caduta a Firenze a quei di, volesse imprecare
alla candida assisa del soldato tedesco. H che proprio questa fosse l'in-
tenzione dell'autore, io sono in grado di assicurarne i lettori!
Lo spazio non mi concede nominare uno ad uno né tutti i gior-
nali fiorentini di quel novennio, né tutti coloro che vi scrissero. Parlerò
solo di qualcheduuo ira quelU e fra questi cosi come, dopo tanti anni,
mi vengono alla memoria, alla quale sola 10 mi affido per compilare
questo lavoro.
Parlerò pel primo del Piovano Arlotto, titolo vagheggiato dal Giusti
per un giornale e adoprato da tah che n'erano degni. Era il Piovano una
garbata rassegna letteraria scritta in purissima lingua e con grazia tutta
fiorentina. Ci scrivevano con altri il Fanfani, il Foresi, il Fantacci, ciò
che la facea dire la rassegna dei tre F. Raffaello Foresi vi si facea notare
per scritti d'arte e di critica, per certe sue vivaci polemiche. Né il Fan-
fani e gli altri se ne stavano colle mani alla cintola. Anche oggi, corso
tanto tempo, la raccolta del Piovano Arlotto è tenuta in gran pregio, e
si deplora, prima, che sia durata poco, poi che altre successive rassegne
letterarie non l'abbian saputa imitare.
PROVINCU DI FIRENZE. 413
Nella stamperia Barbera, Bianchi e C, erasi già pubblicato in più
liberi tempi il Nazionale. Venuta la reazione vi si stamparono due gior-
nali letterari, il Genio e lo Spettatore. In entrambi scrissero d'arte, di
scienza e di letteratura uomini prestantissimi, e alcuni che poscia sali-
rono a grande nominanza. Era l'anima di quei periodici il buon Cele-
stino Bianchi, uno dei proprietari della tipografia. Quest'uomo egregio
scrisse pure di quei tempi in altri periodici. Gli articoli di critica dram-
matica che qui e là dettava col pseudonimo di Pier Morone si ricordano
anco adesso da tutti come modelli del genere.
Nello Spettatore avevan parte, fra gli altri, Alessandro D'Ancona,
Pasquale Villari, Cesare Donati. E fu ivi che Ruggiero Bonghi stampò
prima le sue celebri lettere, quindi raccolte in volume, sull'argomento:
Perchè la letteratura non sia popolare in Italia!
Ebbe l'accennato periodico una parte grandissima, cosi nell' indiriz-
zare a buon fine il gusto letterario dei giovani, come a mantener vivace
il culto della patria e l'amore alla libertà. Si può dire che esso fece in
Toscana e a Firenze ciò che per Milano e la Lombardia fece il Cre-
puscolo.
Nella tipografia di Mariano Cellini, intelligente editore, stampavansi
le Letture di famiglia, uno dei migliori giornah didattici che abbia avuto
l'Italia. Lo dirigeva quell'ottimo uomo che era il Thouar e intorno a
lui stavano giovani valorosi che l'aiutavan nell'opera.
Sopra le Logge del Grano, dove è ora il teatro, esisteva una tipo-
grafia, nota specialmente perchè vi si stampò lungamente la Gai:(etta di
Firen:(e, cambiata quindi nel Monitore toscano. Quest'ultimo era il solo
giornale politico nei tempi di cui parlo, e per vizio organico non potea
essere liberale. Tuttavia, ad ora ad ora, veniva fuori con qualche arti-
colo letterario, letto anche da noi liberali, e che facea sobbalzar di sor-
presa gli assonnati e consueti lettori.
In cotesta medesima tipografia, diretta da quell'egregio scrittore ed
ottimo uomo che è Giuseppe Polverini, si stamparono allora altri gior-
nali, di due dei quali dirò qualche cosa.
Il primo, primo per ragione di nascita, fu il Buon Gusto, diretto
da Cesare Bordiga. Era un periodico teatrale, molto teatrale. Pure in
mezzo alle sperticate lodi di cantanti e di ballerine vi si potevano leg-
gere articoli letterari di qualche valore. Fra gli altri collaboratori ordi-
nari cito Giovanni Boschi e Iacopo Cavallucci unitisi poscia per mandar
fuori un Bollettino delle arti del disegno. Fu nel Buon Gusto che il secondo
cominciò a rivelarsi per quell'accurato ed erudito scrittore di cose d'arte
che or tutti conoscono.
Anche questo giornale cooperò, per la sua parte, alla propaganda
liberale. Un ricordo in proposito. Certo poeta (ignoto allora come lo è
adesso) vi stampò una poesia intitolata / Morti. La polizia sospettosa
stava per fargli un processo. E ciò perchè vi avea posto in carattere
distinto la data del 29 maggio. Era quella della battaglia combattuta
414 GUIDA DELLA STAIMPA PERIODICA ITALIANA.
due anni prima sui campi di Curtarone e di Montanara, e la polizia
comprese quali erano i morti che si voleano onorare.
L'altro giornale, stampato sulle Logge del Grano, si chiamò il Pas-
satempo. Ne era proprietario il Polverini accennato e lo dirigeva il pro-
fessor Zanobi Bicchierai, d'animo libero benché avesse parte anco nella
redazione del Monitore. In questo giornale scrissero molti dei migliori
tra' fiorentini di quel tempo; e alcuni dei cooperatori saliron quindi a
grande fama.
Era un giornaletto liberale, e scritto con molta purezza di lingua.
Ma aveva un difetto forse; tenea un po' del saccente e del burbanzoso.
Ogni numero teneva una rubrica in cui si pettinavano tutti gli altri
giornali, ciò che talora dava luogo a vivaci polemiche. A ogni modo
però si leggea volentieri, e neanche esso era in odore di santità presso
la polizia.
L'Arie, lo Scaramuccia, la Speratila furon pure giornali importanti
dello stesso periodo.
Il primo, dedicato più specialmente all'arte del canto, era diretto
da Giacomo Servadio, diventato poi uomo d'affari, più volte milionario,
deputato al Parlamento, e per poco non dico Ministro.... che stette ad
un pelo di doventarlo.
Nell'Arte scrivevano di letteratura valorosissimi giovani. Fu ivi che
si lessero i gustosissimi scritti umoristici di Carlo Lorenzini (^Collodi) e
che allora firmava Carlo L., ivi collaborava Alessandro Ademollo, ivi
scrisse pure Adolfo Bartoli, ivi in età giovanissima il caro mio fratello
Edoardo Arbib, dettò certe sue lettere a Giuseppe Bandi (allora in pri-
gione) sulla Tirannide di Alfieri e che alludevano ad altra tirannide.
Lo Scaramuccia, diretto da Carlo Lorenzini, era uno dei migliori
giornali dell'epoca. Qui pure scrissero molti che oggi vanno per la mag-
giore come Ferdinando Martini, Piero Puccioni, Augusto Barazzuoli. Ad
esso mandava da Torino corrispondenze Giuseppe Saredo, oggi consi-
gliere di Stato, che vi dettò pure articoli argutissimi. Vi cooperarono
pure il Pampaloni, il Cecchi ed altri, tutti liberali, tutti amanti del Bello
e del Buono.
La Speran::^a, che è il terzo fra' periodici accennati, era un giornale
che per allora si potea chiamare avanzato. Ne fu direttore Stefano Fio-
retti. Era egli prete, ma tale che se la diceva più con noi liberali che
coi canonici del Duomo, e più delle Confraternite bazzicava il dietro le
quinte. Fu anche poeta, librettista, direttore di scena alla Pergola, or-
ganizzatore di pubblici spettacoli. Fra questi, quello celebre delle Capi-
tudini eseguito in Piazza Barbano, oggi dell'Indipendenza, va ricordato
perchè l' impresario Nanni ci rimise tanto di tasca, che andò ad affogarsi
per disperato.
Tornando alla Speranza dirò esser stato un giornale più che altro
letterario. Vi collaboravano buoni scrittori, fra' quali è da mentovare il
Minucci, nipote dell'arcivescovo di Firenze di allora, e morto immatu-
PROVINCIA DI FIRENZE. 415
ramente. Il Carraresi vi scriveva buoni romanzi, storici secondo l'uso
del tempo.
Nella Speran:(a comparvero pure certe Cronache del mondo, le quali
portavano la firma di Don Sincero Pelacani. Erano avidamente cercate
e lette per l'arguto stile e il fare spigliato.
Per un pezzo i fiorentini si scaparono a indovinare chi mai fosse
quel misterioso Pelacani! Finalmente si seppe! Nascondevasi con quello
il nome di Enrico Montazio, che mandava quelle cronache dalle Murate
dove stava chiuso pel famoso processo di perduellione.... o come allora
si diceva: « Processo Guerrazzi ».
Cesare Tellini, egregio patriotta e uno dei tipi più schiettamente
fiorentini, faceva pure un giornale cui avea dato per nome la Lente.
Avea essa scritti festevoli ed incisioni in legno della signora Elvira Po-
chini. Fra le particolarità della Lente noto certi dialoghi in puro dialetto
cianesco sul fare delle commedie dell'abate Zannoni. In essi, alcuni dei
quali erano del povero Maso Gherardi del Testa e molti dell'avvocato
Bartolomeo Piani, si parlava velatamente di politica e non si risparmiava
la polizia. Mi asseriscono, ma non lo so di sicuro, che Luigi Coppola,
rapito agli amici or non è molto, essendo allora di passaggio a Firenze,
dettasse pur egli qualche articolo per la Lente.
-x- •
Noto ancora alla sfuggita, benché meritassero più lungo discorso,
l'Eco dei teatri, del Della Nave, dove Martino (Ferdinando Martini) det-
tava già saporiti articoli; il Carlo Goldoni di Cesare Calvi (il cui fratello
Antono diresse in tempi più remoti un Ricoglitore), V Indicatore del conte
Galvani dove D. R. Segrè sosteneva fiere e vivaci polemiche.
Nell'anno 1855 o giù di li, venne fuori un altro giornale umori-
stico che prese il nome di Lanterna di Diogene. Lo dirigeva, in partibns,
Giovanni Dotti oggi conosciutissimo fra' più intelligenti librai, e vi fa-
ceva le caricature quello Adolfo Matarelli noto sotto il nome di Mata (i).
Ricordo fra gli articoli della Lanterna certa polemica. Ne fu causa
un opuscolo strano venuto fuori a quei tempi da una combriccola di
giovmi studiosi e d'ingegno che da se si chiamavano gli Amici pedanti
e tra' quali, oltre ad altri che poi diventarono uomini di grandissima
filma, vuoisi fosse pure il Carducci.
Cooperatori più attivi della Lanterna di Diogene furono Enrico Fran-
ceschi, Scipione Fortini, Cesare Cau^a, Cosimo Ricci ed Alessandro Arbib.
Enrico Franceschi a 20 anni aveva già combattuto sui campi lom-
bardi, era stato all'assedio di Roma, aveva emigrato in Grecia, gustato
la prigionia del Bargello, era stato fatto m.ilitare per forza, e aveva già
fatto recitare e applaudire due tragedie. Allora ne aveva 22.
Nella Lanterna scriveva di rado, ma i di lui scritti erano impron-
tati del più caldo patriottismo, di un grande amore pei classici, e dettati
in uno stile pungente sotto apparenza di bonomia.
Cosimo Ricci, che se giustizia vi fosse, avrebbe potuto e dovuto
(i) Vedi pag. 416.
416 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
avere un gran nome nella repubblica letteraria, vi scriveva articoli pieni
di fine arguzia o trattava di arte drammatica, l'amore della quale è vi-
vissimo ancora in lui, che fu uno dei migliori scolari del povero Berti.
Rammento volentieri un serio esame del Ricci della Satira e Parini del
Ferrari, scritto sulla Lanterna quando la nuova commedia fu data per
la prima volta a Firenze.
Scipione Fortini mandava da Portoferraio articoli e corrispondenze
firmate coU'anagramma Spirito Cefonini. Fin da allora l'ottimo Scipione
rivelava quel suo grande odio contro il clericalume che non sarà per
abbandonarlo giammai.
Termino questa già ormai lunga rassegna ricordando un altro pe-
riodico, che si chiamava il Giornale toscano. Lo dirigeva l'avvocato Carlo
Cavigli e vi scrivevano l'avvocato Vecchietti, Epifanio Ceri, ed altri. Fra
questi piacemi ricordare certo Bennati, il quale più che dai propri scritti
acquistò fama col fare.... il ciarlatano sulle pubbliche piazze e fu tipo
notissimo ai fiorentini di un quarto di secolo fa.
A proposito del Giornale toscano un ricordo.
Il mio buon amico e collega D. R. Segrè, allora si trovava secre-
tamente a Lucca» benché cacciato per le sue idee liberali dal Governo
toscano. Mandò egli al giornale in discorso certo suo articolo, amenis-
simo invero. Ivi il buon Segrè sotto il nome di Cam (uno dei cento
del bizzarro scrittore) e sotto il velame della allegoria berteggiava nien-
temeno che il dogma dell'Immacolata Concezione giusto allora procla-
mato. Non ci volle altro! Il giornale fu soppresso, venne fatto un pro-
cesso e il Cavigli, direttore, allora impiegato, fu messo in mezzo alla
strada.... dal dolce Governo toscano. Il Segrè si dolse assai d'essere stato
l'involontaria cagione di questo male, e invano cercò rimediarvi. Quanto
al Cavigli io l'ho riveduto in tempi più liberi sotto prefetto di Siena.
Ho finito. — Questa pagina di storia io pel primo la riconosco in-
completa e anco, in più luoghi forse, inesatta.
Sarò lietissimo di veder colmate le lacune; più lieto ancora se al-
cuno, meglio di me informato, correggerà gli involontari errori in cui
possa essere io caduto, dando cosi sempre nuovi materiali alla futura
storia del giornalismo italiano.
A ogni modo non credo aver fatto opera inutile al tutto, racco-
gliendo questi personali ricordi di un tempo che.... ahimè! comincia a
doventar lontano.
Roma, novembre 1881.
Alessandro Arbib.
mi A X A
Così Adolfo Mataralli, morto nel luglio del 1887, firmava i suoi disegni e con
questo nome di battaglia egli continuò per quasi trent'anni a illustrare argutamente
con la matita i principali fatti della politica italiana e straniera.
PROVINCIA DI FIRENZE. 41T
Ma il periodo suo più brillatite, quello che veramente gli die fama di caricatu-
rista sottile ed originale fu a Firenze, dove tutti ricordano i disegni del Lampione,
che erano allora veri avvenimenti (t).
Il Matarelli, prima del '39, faceva le caricature nella Lanterna di Diogene, un
periodico liberale ove ogni settimana il granduca Leopoldo 11 compariva sotto il nome
di Canapone nelle p'ù strane guise e nei più comici atteggiamenti.
E le caricature erano così salate che i norcini del granduca — come il Giusti
li chiamava — finirono col proibire il giornale, che cessò le sue pubblicazioni poco
prima della pacifica rivoluzi me del 27 aprile.
Né, del resto, con la morte delia Lanterna di Diogene finivano le satire contro
il povero Canapone intorno al quale fioriva lietamente una gioconda mèsse di gior-
nali umoristici che gli davano la baia e si divertivano allegramente con la sua copiosa
parrucca bianca, nella qua'e trovavano larga materia allo scherzo e alla satira.
Difatti a Firenze — olire alla Lente che dirigeva il Tellini morto pochi anni fa
e dove fecero le prime armi due dei più colti e spiritosi giornalisti italiani, il Mar-
tini e Yoìic/i: — si stampavano allora il Ca/fè, il Monto e il Passatempo, dove scri-
veva fielro Fanfani.
Tutti giornali questi, in cui lo spirito sgorgava limpido e spietato dalle penne
più satiriche e dalle più audaci matite, contro le quali invano si dibatteva il Monitore
toscano, diretto allora dal prete Gasali e che era il solo giornale ufficiale.
Morta la Lanterna di Diogene, il Matarelli dopo il '39 si mise a fare disegni e
ritratti patriottici che andavano a ruba per tutta la T)scana, finché entrò nell'ufficio
del Lampione lasciato da Collodi ad Angiolino DolQ.
In quell'epoca a Firenze si accentuava lo spirito democratico, che poi fu soffo-
cato con la capitale e la città che oggi è fra le più conservatrici, oltre all'avere al-
lora a suoi rappresentanti due deputati — pare impossibile! — di sinistra, Gipriani e
Rubieri, aveva tre giornali repubblicani : il Lampione, la N^jova Europa diretta dal
M;irlinati e lo Zenzero, un giornale pieno di verve, dove il Giofi scriveva degli arti-
coli brillantissimi firmali Maso duro, e dove pure scrivevano il Guerrazzi e Pirro Gia-
chi, l'autore del Guazza/mg Ho, dove c'è una descrizione del furioso teatro fiorentino
la Quarconia eh' è una delle più limpide e saporite pagine di prosa che abbia mai letto.
Scio un certo Severino Giusti — un moderato — ebbe in testa di prendersela
con questo giornale e stampò il Pepe bona con l'epigrafe in tesia ;
.... Vendeva il Zenzero
Per Pepe hono....
Ma dopo pochi numeri, lo Zenzero lo stritolò addirittura e del Pepe bono nes-
suno sentì più parlare.
Fu quello il periodo più brillante del giornalismo fiorentino: e insieme a quello
strano tipo di Pirro Giachi — garibaldino e prete e sopiatutlo audace bevitore e pos-
sessore di uno dei nasi più monumentali e più bitorzoluti e più rossi che si sieno
mai visti — brulicavano in Firenze tipi straordinari di scrittori e di artisti, ognuno
dei quali meriterebbe un libro.
E un libro aneddotico di quell'epoca sarebbe, in verità, la cosa più interessante
e più divertente che uno scrittore potesse fare.
Fu appunto in questo periodo di tempo che fiorì il Lampione, dove il Dolfi,
il Matarelli e il Socci si completavano l'un l'altro in una inesauribile fabbrica, dirò così,
di satire, nelle quali spesso io spirito era vinto dall'audacia.
(i) Vedi pag. 86.
N. Bernardini — Guida della Stampa periodica italiana — 27.
418 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Nel periodo d'Aspromonte, infatti, il Lampione fu, per le caricature di Mata,
sequestrato otto volte di seguito.
Una delle cose più comiche che il Matarelli abbia fatto è l'applicazione della
Divina Commedia alla politica; una serie di caricature di cui, fra le altre, ricordo
quella della Francesca da Rimini, nella quale (uni ricoriobbero la granduchessa di
Toscana, e il Minosse che non era altri che il Ratlazzi con la foglia di fico su cui
era scritto: Per ordine del Fisco.
E, in epoca molto posteriore, ricordo e con me tulli certo ricordano, la eoe-
data del duca d'Atene col Peruzzi — allora sindaco — caccialo, per le enormi spese
cui assoggettava la città, dal popolo fiorentino ove torreggiava l'ampia figura di Ba-
rile, il celebre vinaio-patrioUa.
Poi, prima del '66, il Lampione, che ebbe lunga vita ma spesso interrotta, cessò
le sue pubblicazioni: e il Matarelli si mise a fare dei balli insieme al Dolfi.
Sicuro: il Matarelli è stato anche un valente coreografo, anzi un innovatore del-
l'arte coreografica.
Fece il ballo Firenze, con tutta la storia fiorentina incominciando dai tempi etru-
schi fino alla capitale; fece il Taglio dell' Ishno di Suez e fece il Telegrafo: lutti
balli che ebbero un successo clamoroso, entusiastico-
Come vedete, il Matarelli è, fra le altre cose, il predecessore legittimo del
Manzotti.
Fra il'es e il '69, ai tempi della Regìa, risuscitò il Lampione e il coreografo
Matarelli tornò ad essere il coreografo Mata: ma questa volta la sua matita aveva
cambiato colore e il Lampione che era sempre stato un giornale liberale, fece una
campagna contro la sinistra.
Vi fu poi un altro intervallo; e ntilla terza risurrezione che a-venne nel '76 con
l'andata della sinistra al potere, il Lampione tornò a-J essere liberale e la matita di
Mata riprese l'antico suo colore.
11 Matarelli è stato certo il migliore caricaturista che abbia avuto il giornalismo
italiano: e fra i suoi ammiratori potè vantare Garibaldi, il quale, quando andò a Fi-
renze dopo la campagna del '66, gli chiese la intera collezione del Lampione che il
Mala gli portò e consegnò alla stazione.
Egli ha illustrate le poesie del Giusti ma non troppo felicemente ; disegnava
però assai bene a pastello — e il re Vittorio Emanuele gli fece fare parecchi lavori
in questo genere, fra i quali il proprio ritratto.
11 Matarelli era ciò che si dice un bel tipo: la sua figura lunga, scarna, allam-
panata, non mancava mai dove c'era da pigliare in giro qualcuno o da fare una
burla atroce.
A Firenze egli si divertiva un mondo a dipingere dei cocci di pignatte e dei
pezzi di tegame e a darli poi agli archeologhi per oggetti antichi e preziosi.
Spesso la mattina entrava in chiesa e, quando nessuno lo vedeva, sfregava un
aglio sulla graticola dei confessionali accanto ai quali poi s' inginocchiava per godersi
una delle più graziose scenette.
Difatti quando qualche peccatore o peccatrice chiamava un confessore e si ac-
costava al tribunale della penitenza a un certo punto non mancava mai questo dialogo:
— Figliolo caro — diceva il prete, non potendo più resistere — fate bene a
venirvi a confessare; ma, devo dirvelo, non fate parimente bene a mangiar l'aglio
prima di venire a chieder perdono a Dio., .
PROVINCIA DI FIRENZE. 419
— Ma, padre mio — rispondeva immancabilmente il peccatore — mi pare che
lei potrebbe fare a meno dell'aglio prima di concedere questo perdono....
E il Matarelli lì dietro a ridere come uà matto.
Non molti anni fa andò a Genova dove faceva le caricature per V Epoca e ul-
limamenle stava a iMilano nella casa di Sonzngno.
Benohè fosse abbastanza avanzato in età — aveva circa sessant'anni — ha sem-
pre lavorato, fino da ultimo.
Ma la malferma salute lo consigliò a ritirarsi a Caprino bergamasco, dove morì.
E con la sua morie si troncò a un tratto una delle vene più limpide e più ar-
gute che avesse la sorgente dello spirito italiano.
Yamba.
Yoricìz. — È veramente livornese, di famiglia venuta a Livorno da
Napoli, ed il suo nome sullo stato civile, è Piero Francesco Coccoluto
Ferrigni. Da lunghissimi anni vive a Firenze. È piccolo, grasso, con un
volto gioviale illuminato da due occhietti maliziosi, e chi hi conosciuto
Balzac dice che gli rassomiglia. È incredibile quanto Tìt/V/; abbia scritto
con facilità e versatilità meravigliose, passando dal serio al faceto, dal
bozzetto all'arringa, dalla rassegna teatrale alla monografia scientifica,
dalla corrispondenza alla relazione ufficiale, impadronendosi con una pron-
tezza incredibile dei soggetti più astrusi o più diversi dall'ordine gene-
rale dei suoi studii. Tanto ingegno e tanta fatica non sono privi di
compenso: « questo scrittore, dice il De Gubernatis, che conosce così
bene la sua lingua, che scrive con tanta facilità e con tanta sicurezza
(sopra i manoscritti dei suoi articoli, sempre nitidi e scritti spesso in
tipografìa sul cosi detto vantatolo dei compositori, non si nota mai una
cancellatura), di tante cose, con tanto brio e così spesso, è uno degli
scrittori italiani, i quali cavano dalla loro penna non solo tanto da man-
tenersi la casa pulita, ma anche da passarsi qualche capricetto di lusso;
poiché ci dicono che Yorich ami in casa sua vedere splendere vivo il
sole anche la notte, nella luce abbagliante dei molti doppieri, per am-
mirare forse con miglior agio la bell'azza della sua compagna, che torna
a rifiorire nel volto dei suoi due figlioletti, ed una vera batteria d'og-
getti rari, curiosi, di cui il suo buon gusto va popolando le sue stanze, y)
È nato nel 1836.
Le stranezze della stampa
Il periodico meno diffuso. I '* ^''^'^''^ imperiale io riproduce e l'Imperatore lo
I Ie£;ge.
Un giornale stampato a mare !
Il periodico nieuo diffuso di tutto il mondo si stampa
a Vienna e il suo proprietario è l' Imperatore d'Austria.
11 giornale s'intitola Rivista Imperiale e se ne fanno
tre sole copie : una per l' Imperatore, una pel Ministro
degli esteri e la terzi pel Segretario di Stato.
La Rivista Imperiale contiene quanto di buono o
di cattivo dice la stampa dell'impero o dell'estero,
sull'imperatore Francesco Giuseppe, sulla sua famiglia
e sulla corte, e per duro e personale che sia l'attacco,
A bordo dei quattro più grandi piroscafi che fanno
il viaggio dall'America in Inghilterra, si trova una
tipografia completa, e su uno dei quattro battelli si
stampa pure un giornale quotidiano ! Si sarebbe cu-
riosi di sapere come fanno per avere tutti i gionii no-
tizie fresche da dare in pascolo ai lettori !
Aliti
Premiato all'Esposizione Internazionale di Eoma - Aprile 1888
CON
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Supplemento al bollettino della Prefet-
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settimana in 4 pagine a 4 colonne. Abbona-
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Inserzioni: 50 centesimi la linea in 4.' pa-
gina, 80 in 3.* - Via Campanile, 11.
Foggia.
Giornali cessati:
VApe, politico, settimanale, n. 1887 a Foggia,
La Capitanata, settimanale, ufficiale, n. 1868; direttore V. Nigri.
La Cometa, letterario, quindicinale, n. a Lucerà 1881.
Corriere di Capitanata, amministrativo, settimanale, n. 1885 a Sansevero.
Il Diomede, poHtico, settimanale, n. a Lucerà 1863.
U Eco del Trovatore, amministrativo, n. 1886 a Foggia.
La Fenice, indipendente, settimanale, n. 1880 a Foggia.
Foggia, politico, amministrativo, n. 1887.
Galletta della Capitanata, n. a Lucerà, 1880-85, settimanale; direttore avv. F. Nocelli,
Gaiiettino di Capitanata, amministrativo, settimanale, n. 9 gennaio 1887 a Foggia.
La Giovane Daunia, amministrativo, quindicinale, n. 1885 a Lucerà.
La Gioventiì, letterario, quindicinale, n. 1888 a Lucerà.
Il Giovine Scrittore, letterario, quindicinale, n. a Lucerà 1874.
L' Indipendente, bimensile, n. 1883 a Cerignoìa.
La Lega pugliese, politico, indipendente, n. io gennaio 1885 a Lucerà; direttore
avv. Michele Longo.
La Luce, democratico, bimensile, n. 1886 a Roseto Valfortore.
Il Naiionale, bollettino dell'associazione omonima, n. 1880 a Foggia.
La Nuova Arpi, politico, indipendente, settimanale, n. 21 dicembre a Foggia.
La Nuova Puglia, anticl., bim., n. 1885 a Foggia; direttore Pietro Taglialatela.
11 Promotore, visse nel 1874-76 a Lucerà; direttore Girolamo Prignani.
■ La Riflessione, n. 1878 a Roseto Valfortore; direttore V. A. La Penna,
422 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— II Risorgimento, politico, settimanale, n. 18 gennaio 1885 a Sansevero.
Il Saraceno, amministrativo, settimanale, n. nel 1885 e continuato col nome di Avan-
guardia nel 1886 (vedi).
— La Scopa, letterario, quindicinale, di 8 pagine in-8.°, n. a Lacera 1881.
— Il Trovatore, locale, visse a Foggia dal 1883 al 1885.
— Il Feltro, democratico, settimanale, n. 1888 a Carpino, direttore P. Farnese.
— La Voce del popolo, elettorale, n. 1889 a Foggia.
— La Voce di Lucerà, amministrativo, settimanale, n. 30 ottobre 1889.
I cayalli di ritorno
Sapete che cosa vuol dire, in gioroalismo, un cavallo di ritorno?
Ecco di che si tratta. Supponete che il governo del re di Coppe si senta troppo debole nella pubblica
opinione, e che abbia, o creda di aver bisogno di rinforzarsi. Egli non può mandare gli articoli in sua di-
fesa al giornale ufficiale di città di Coppe ; la gente ci riderebbe sopra.
Allora che cosa fa il governo del re di Coppe ? Manda un articolo al giornale della capitale del suo
vicino, il re di Denari; a l'invio dell'articolo è accompagnato da tali argomenti sonanti e ballanti che la
pubblicazione è sicura.
Allora il giornale di città di Coppe si fa mandare per telegrafo, o per posta, l'articolo del giornale di
città di Denari ; e poi grida alle turbe :
— Kon siamo noi che giudichiamo savio, intelligente, benefico, il governo del re di Coppe; l'opinione
di città di Denari è tutta favorevole al governo savio, benefico, amabile, generoso del nostro incomparabile
ministero. Ecco, vedete che parole ?.... che approvazioni, che entusiasmi? Ah, là, a città di Denari non si
scherza ; sono amici veri, ed ecco come ci trattano ! . . . .
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Annali della stazione agraria di Ferii.
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100 pagine in-S." ciascuno. Tip. Luigi
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Forlì.
L'Avvisatore riminese. Giornale di agri-
coltura, commercio e annunzi, fondato
nel 1887. Si pubblica 2 volte al mese in
4 pagine e si dispensa gratis.
Rimini.
Bollettino della caccia. Giornale speciale
pei cacciatori, fondato nel 187S. Si pub-
ìjlica 3 volte alla settimana, ma soltanto
durante la stagione della caccia, cioè dalla
metà di settembre alla metà di novembre,
in 4 pagine. Abbonamento : anno L. 4.
Un numero 5 centesimi.
Forlì.
Il Cittadino. Giornale politico, ammini-
strativo, nato il 2 giugno 1889. Esce ogni
domenica in 4 pagine, formato 0,35 x 0,26.
Abbonamento: anno L. 3. Un numero 5
centesimi. Contrada Chiaramonti, 24.
Cesena.
Corriere del circondario di Cesena. Gior-
nale ufficiale per gli atti del Comizio agra-
rio, fondato il 18 febbraio 1888. Esce il
i.° e il 3.° sabato d'ogni mese in 4 pa-
gine, formato 0,35^^0,24. Abbonamento:
anno L. 1,50. Un numero 5 centesimi.
Cesena.
Corriere dei Tsagni di Rimini. Supple-
mento estivo settimanale del giornale L'I-
talia (vedi) nato il 4 luglio 1888. Esce il
mercoledì in 4 pagine, formato 0,3 1 a 0,20.
Redattori : Carlo Villa e Francesco Legni.
Un numero 5 centesimi.
Rimini.
Corriere riminese. Periodico settimana-
le, amministrativo, agricolo, commerciale,
nato l'S febbraio 1889. Esce ogni merco-
ledì in 4 pagine, formato 0,44 x 0,28. Di-
rettore: Romolo Capelli. Abbonamento:
anno L. 3. Un numero cent. 5. Tip. Danesi.
Riìnini.
Cronaca minima. Giornale di miscella-
nee e letture popolari, fondato nel novem-
bre del 1888. Esce ogni settimana in 8
pagine in-8.° - Cent. 5 il numero. Tipo-
grafia di Italo Callini.
Cesena,
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per la pubblicazione degli
atti amministrativi, fondato nel 1866. Si
pubblica ogni mese in fascicoli di 8 a 16
pagine. Si spedisce gratuitamente ai mu-
nicipi e preture.
ForVt.
Guida degli affari. Giornale commer-
ciale, nato nel 1886. Si pubblica 2 volte
al mese in 4 pagine e si distribuisce gratis.
Forlì.
L'Italia. Giornale politico, letterario,
fondato nel 1883. Si pubblica 2 volte la
settimana in 4 pagine. Abbonamento : anno
L. 4. Un numero 5 ceatesimi.
Rimini.
La Lotta. Difesa degli sfruttati, nata
nel 1889 Esce ogni domenica in 4 pagine,
formato 0,371^0,25. Via Michelina, 16.
Cesena.
Il Raccoglitore medico. Giornale di me-
dicina e materie affini, fondato nel 1829
a Bologna; nel 183 1 sospese le pubblica-
zioni che furono riprese nel 1837. Si pub-
blica 3 volte al mese in fascicoli di 32
pagine e copertina, dove si annunziano
tutte le condotte medico-chirurgiche del
Regno. Direttore: prof comm. Luigi Ca-
sati. L'ufficio del giornale procura gratui-
tamente condotte mediche ai suoi asso-
ciati. Tiratura 800 copie. Abbonamento:
anno L. 14. Non si vende a numeri separati.
Via Bufalini, 24.
Forlì.
La Rivendicazione. Giornale settimana-
le, economico, politico, sociale, fondato
nel 1886. Esce in 4 pagine a tre colonne.
Il giornale propugna idee radicali, rivolu-
zionarie. Si sostiene in parte con sottoscri-
zioni volontarie fra i partigiani. Direttore-
responsabile: Piselli Germanico. Abbona-
mento: semestre L. 2,50. Un numero 5
centesimi - Estero, spese postali in più.
Inserzioni: 15 centesimi a hnea. Via Torri,
palazzo Felici.
Forlì.
La Scintilla. Eco della gioventù repub-
blicana, nata il 22 dicembre 1888. Esce
in 4 pagine, formato 0,36x0,24. Ha per
motto : Pensiero ed aiione. Redattore: Gio-
vanni Ricci. Abbonamento: anno L. 2,50,
424
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Un numero 5 centesimi. Corso Dandini.p,
palazzo Galeffi.
Cesena.
La Sirena. Giornale politico, artistico,
letterario, fondato il 5 febbraio iS.ss. Esce
ogni domenica in quattro pagine, formato
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Ravenna-Faenza. Si stampa a Porli, nella
tipografia Democratica. Direttore: G. Bene-
detti. Abbonamento: anno L. 3.
Forlì.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Creato nel 1876 per la pub-
blicazione degli annunzi legali. Si pubblica
2 volte la settimana in 2 a 4 pagine. Abbo-
namento: anno L. io. Un numero cent. io.
Forlì.
La Voce del buon senso. Giornale po-
litico, cattolico, fondato nel 1882. Esce
ogni settimana in 4 pagine. Abbonamento:
anno L. 3,50.
Cesena.
Giornali cessati:
L'Ape del Conca, politico, amministrativo, mensile, n. 1883 a Morciano.
Avanti!..., anarchico, n. 1881 a Cesena; direttore Andrea Costa. Visse un anno.
Bollettino del Comizio agrario di Cesena, semestrale, n. iSSr.
Bollettino della Società Filippo Marinelli tra gV insegnanti, bimestrale, n. 1883 a Forlì.
[1 Buon senso, progressista, vissuto a Forlì nel 1881-82; direttore Lucio Capizuc-
chi, proprietario Antonio Borghi.
Catilina, socialista, settimanale, n. 188 1 a Cesena; mori per i numerosi sequèstri.
Il Cittadino romagnolo, n. 18S2 a Forlì.
La Democrazia, bisettimanale, n. 1883 ^ Forlì; direttore Rodolfo Sperati.
Don Macrobio, democratico, settim., n. 1884 a Cesena; proprietario F. Ccccarelli.
Frou-Frou, umoristico, illustrato, settimanale, n. agosto 1882 a Forlì.
La Giornata, n. 1888, eco delle grandi manovre; direttore Alessandro Albicini.
Il Popolano romagnolo, n. 1882 a Forlì.
La Provincia, liberale, n. 1882 a Cesena.
La Provincia - Corriere di Forlì, di Bologna e di Romagna, giornale monarchico,
nato nel 1867 a Forlì; tirava 20,000 copie. Era diretto da Gaetano Marini, il
quale dovette sostenere aspri attacchi e violenze. Il 6 giugno 1886 il Marini morì,
a quanto si disse, avvelenato; il giornale mutò direzione e in'enti, quantunque
nelle elezioni del 1886 avesse sostenuta la candidatura Cipriani.
Rivista di sciente sociali, bimestrale, n. 1882 a Cesena. Era diretta dal prof. Gio-
vanni UrtoUer e vi scrivevano i più chiari economisti italiani, come il marchese
Alfieri di Sostegno, Arcoleo, Gaspare Finali, De Gubernatis, Cenala, Pini, ecc.
Lo Specchio, politico, settimanale, n. 1882 a Cesena.
L'Unione liberale, n. 1882 a Forlì; diretta prima dal prof Ginesio Morandi, poscia
dall'avv. Curzio Casa'i.
LIBERT.\, LIBERTÀ!
(commenti il' un furbo^
Se quel che jeri mi pareva bianco
Oggi mi torna di chiamarlo nero;
Se di riposo insofferente, e stanco
Di quell'eterna fissità del vero,
Voltar mi voglio sopra l'altro fianco.
Ah, voi mi date del poco sincero?
Ma questo, inclite mummie, è poco manco
D'un attentato al libtrro pensiero!
Il mondo è tutto un gira gira ; e io solo
Starò, pel gusto di parer verace,
a Duro e piantato li come un piòlo ? »
Disdirsi a tempo, senza fretta e senza
Chiasso . . . ecvO il punto. E se ne stia, cui piace,
Legato al chiodo della sua coscenza.
(1877^ G. Ruz/
NELLA TIPOGRAFIA D' UN GIORNALE
In un nebbioso, pallido chiarore
Volan le cinghie, rotano i volanti.
Sibili e fischi. — un infernal rumore. . .
Figli di Guttemberg, svanti, avanti ! . . .
Son le nostre battaglie, il nostro amore
In quei giornali ch'escono tremanti,
Sono i nostri cervelli, il nostro cuore
A brani, a brani, stesi, e palpitanti.
Ma dei nostri dolori un volgo imbelle
Ride adoprando il povero giornale
Ad involtare il cacio e le sardelle.
Ma, qui, fra un'ora, dove rugge un dio,
Discenderà un silenzio sepolcrale,
Discenderà lo scherno dell'oblio.
Romolo Prati
mOVINCIA Dt FORLÌ
425
L'arte tipografica a Forlì
Le tre città capoluogo di circondario (Forlì, Cesena e Rimini) hanno ciascuna
tre tipografie. Altri dieci comuni hanno una tipografia per ciascuno, come rilevasi dal
prospetto che segue. La carta e le altre materie prime impiegate sono ordinariamente
di provenienza* nazionale.
COMUNI
Numero
degli
opifici
Numero
delle
macchine
per
stampare
Numero
dei torchi
a mano
Numero dei lavoranti
(maschi)
Numero
medio '
annuo
de'giorni
di lavoro
adulti
sotto
14 anni
Totale
!
Bertinoro
1
3
1
3
1
1
1
3
1
1
1
1
\
3
0
1
3
.1
1
0
1
5
2
2
2
7
1
2
1
1
1
3
17
1
31
3
I
2
23
2
2
2
2
2
1
1
\
2
2
1
3
18
1
31
4
2
2
23
2
i
3
2
2
200
283
50
300
300
130
130
297
213
200
300
230
130
1
Cesena
Coriano i
Forlì '
Meldola
Mercato Saraceno
Murciano di Romagna ...
Rimini
Saludecio
Sani'Arcungelo di Romagna
Savignano di Romagna. . .
Sogliano al Rubicone ....
Verucchio
Totale
19
13
31
91
8
99
273
La libertà della stampa è necessaria guarentigia delle istituzioni d'ogni ben ordinato governo rappre senta-
tivo, non meno che precipuo istrumento d'ogni estesa comunicazione di utili pensieri.
SCLOPIS.
LA CARTA
Il consumo della carta
Il dottor Cari von Scherzer, in una delle sue ultime opere, La Vie economique
des peuples, dà le seguenti cifre, le quali stabiliscono che il consumo di carta dei
giornali in diverse nazioni è in proporzione diretta della spesa fatta da questi paesi
a prò dell'istruzione ed educazione.
Consumo annuale di carta Spesa annuale
per giornali per giornali e libri
Totale in tonnell.
Per individuo
Totale
Per individuo
da loco Kg.
in Kg.
in franchi
in franchi
Inghilterra
100,000
2.77
410,333,000
11.37 V2
Siati Uniti
109,000
2.13
520,200,000
10.20
Franria
72,000
1.91
298,305,000
7.87 Vg
Germania
77,000
1.65
323,730,000
7.12 7,
Belgio
8,800
1.50
35,032,500
6.27 V,
Svizzera
4,300
1.50
n,537,500
6.16
426 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA. ITALIANA.
Il consumo della carta va ogni anno crescendo. Risulta da un lavoro recente
che esistono 3,983 manifatture, sparse sulla superficie del globo, le quali producono
all'anno 950 milioni di chilogrammi di carta di canape, di lino, di paglia, di riso.
I soli giornali ne adoperano più di 300 milioni di chilogrammi, cioè 752,000 al
giorno e questo consumo è aumentato di un terzo in dieci anni.
La Germania è il paese che. relativamente, possiede più cartiere e macchine
per fabbricar carta. Solo gli Slati Uniti d'America la sorpassano qualche poco, poiché
essi contano 884 cartiere con 1106 macchine, mentre la Germania ne ha 809 con
89 1 macchine.
f^a Francia non possiede che 420 cartiere con 525 macchine. L'Inghilterra 361
cartiere con 54 J macchine, di cui 69 cartiere con 98 macchine per la Scozia e 12
cartiere con 13 macchine, soltanto per l'Irlanda.
L'Italia conta 220 cartiere, di cui 10 senza macchine; la Russia 133 con 137
macchine; l'Austria-Ungheria 220 ^arti^-re con 270 macchine; l'Australia possiede già
4 cartiere con 6 macchine, mentre l'Egitto non ha che una sola fabbrica e ancora la
carta vi si fa a mano.
Il 1." dicembre del 1886 fn soppressa l'imposta governativa sulla carta, in
Francia.
In Italia non c'è quest'imposta come tassa governativa; ma sotto forma di dazio
è mantenuta da parecchi municipi, con grave danno delle industrie grafiche. A Ro-
logna, per esempio, si paga dai tipografi un dazio comunale di 3 lire per quintale.
La durata della carta
Il signor Hayè ha esaminato la carta di 100 pubblicazioni periodiche diverse.
Su questo numero, due pubblicazioni stampate su carta di stra.ci le giudicò suscet-
tibili a sfidare parecchi secoli. Trenta stampate su carta, nella pasta della quale entra
una miscela di stracci, legno, erbe, cellulose stimò che possono durare una o due
generazioni. Quanto alle altre pubblicazioni sono condannale a un'esistenza efimera e
i nostri nepoli non ne troveranno tracciai
Carta di tela di ragno!
Nel 1888, a quanto racconta il Grapliic di Londra del 24 marzo, fu spedito
dalla China a un fabbricante di carta americano, un giornale stampato su una carta
fatta di tele di ragno. È un giornale, leggiero, quasi trasparente, di 11 pollici su 14,
contenente due colonne di materia bene stampata. La carta fu fabbricata a Hong-Kong
con la tela di ragno bianco, sacro ai Cinesi !
Il direttore d'un gran giornale manda uno dei suoi reporter! a una riunione coll'obbligo di farne la relazione.
— Signore, — dice il reporter quando ritorna — ad onta della mia buona volontà, io non vi porto che al-
cuni pezzi della conversazione.
— Come! — grida il direttore — l'avete dunque lasciata cadere?
La lettura dei giornali e l'Inquisizione
Il fascicolo 255 (1889) del periodico Acta S. Sedis contiene il seguente documento della Congregazione
dell'Indice relativo ad alcuni dubbi sulla lettura dei giornali e che qui diamo a. titolo di curiosità:
1. Se coloro che scientemente leggono giornali propugnanti l'eresia incorrono nella scomunica riser-
vata in ispecial modo al papa.
2. Se coloro che leggono le gazzette che contengono l'eresia cadono nella censura dell'indice come
sopra rinnovata e confermata da Pio IX.
La sacra Congregazione dell'Indice al secondo dubbio rispose negativamente, e quanto al primo stimando
che era di competenza dell'inquisizione suprema universale, lo riferi a lei aiBnché si degnasse pronunciarsi,
$ la Congregazione al proposto dubbio rispose negativamente.
PROVINCIA DI GENOVA
Numero dei Comuni: 196 — Popolazione: 760,12; — Stiperficie: K. q. 4,194 — Deputati itila provincia:
I. Gagliardo, Tortarolo, Armirotti, Pellegrini, Raudaccio. 2. Boselli, De Mari, Rolandi, Capoduro. 3. Al-
bini, Canevaro, Farina M. , Bertollo.
L'Amico delle famiglie. Giornale catto-
lico, politico e di notizie, nato nel 1880.
Esce ogni domenica in 16 pagine in-4.°
a 3 colonne. Abbonamento: anno L. 2,50.
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Genova.
Annali del Museo civico di storia na-
turale. Pubblicazicne scientifica, fatta per
cura di G. Doria e R. Gestro Vi scrivono:
C. Salvadori, G. Gribodo, P. Wytsraan,
E. Reitter, C. Emery, L. \V. Schaufuss,
C. Parona, P. M. Ferrari, P. Magretf,
A. Léveillé, ecc. Si pubblica a grossi vo-
lumi di oltre 600 pagine in-8.° - Tipo-
grafia del R. Istituto Sordomuti.
Genoz'a.
L'Ape. Giornale cattolico, politico, let-
terario, fondato nel 1884. Si pubblica ogni
settimana in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 3,50. Un numero 5 centesimi. Tipo-
grafia della Gioventù.
Genova.
L'Avvisatore ecclesiastico. Raccolta com-
pleta degli atti della S. Sede, delle circo-
lari governative, pareri del Consiglio di
Stato, ecc. in materia ecclesiastica, fondata
nel 1879. Esce 2 volte al mese in fascicoli
di 16 pagine e tira 2o,oco copie. Diretto-
re: Monsignor Giuseppe Bertolotti. Non si
vende a numeri separati. Abbonamento:
anno L. 2.
Savona.
L'Avvisatore marittimo. Giornale fon-
dato nel i!563, per segnalare gli arrivi e
partenze dei bastimenti. Si pubblica ogni
giorno in mezzo foglio. Direttore: Tito
Marco Oliva. Non si vende a numeri se-
parati Abbonamento: anno L. 18. Vico
Denegri, 3.
Genova.
O Balilla. Giornale politico, democra-
tico, popolare, in dialetto genovese, fon-
dato nel 1868. Si pubblica giovedì e do-
menica in 4 pagine a 3 colonne. Abbo-
namento: anno L. 6, semestre 3. Un nu-
mero 5 centesimi. Strada della Madda-
lena, 39,
Genova.
La Bandiera. Giornale politico, ammi-
nistrativo. Direttore: Eugenio Carloy.
Siivona.
_ Biblioteca di S. Eloquenza e di Asce-
tica. Pubblicazione cattolica, nata nel 1879.
Esce ogni giovedì in fascicoli di 32 pagine
in-8.° - Non si vende a numeri separati.
Abbonamento: anno L. 5. Tip. A. Ricci.
Savona.
Bollettino del Comizio agrario del cir-
condario di Chiavari. Fondato nel 1868,
esce ogni mese in 16 pagine con coper-
tina in-8.° grande. Vi scrivono: A. Gio-
vio, D. duesta, M. Solari, A. Costazeno-
glio, F. Delpino, ecc. Abbonamento: anno
L. 5. Tipografia Argiroffo.
Chiavari.
Bollettino della E. Prefettura. Organo
ufficiale per la pubblicazione degli atti ara-
ministrativi, fondato nel 1866. Si pubblica
qna o due volte al mese in fascicoli di
circa 60 pagine. Abbonamento: anno L. 18.
Non si vende a numeri separati.
Genova.
Bollettino della Società di S. Vincenzo
de' Paoli. Giornale cattolico, fondato nel
1853. Si pubblica ogni mese in fascicoli
di 32 pagine. Abbonamento: anno L. 3,50.
Un numero 50 cent. Via Posta Vecchia, 5.
Genova,
Il Caffaro. Giornale politico, quotidiano,
fondato nel novembre 1875 da Anton Giu-
lio Barrili, dopo che questi abbandonò il
Movimento. Il Caffarc, per i buoni elementi
di cui dispone la redazione, per la sua se-
rietà e pel suo carattere indipendente, ebbe
subito straordinaria e meritata fortuna.
Nel Cajfaro hanno collaborato e colla-
borano i più chiari ingegni italiani, da
De Amicis a Pascarella, dalla Serao alla
Rapisardi, da Boselli, non ancora ministro,
al barone Podestà che, fra le cure del sin-
dacato, si dilettò anche di giornalismo.
Del Caffaro si pubblica un Supplemento,
anche quotidiano.
Luigi Arnaldo Vassallo, il geniale Gan-
dolin del Fracassa, del Pupanetto, del
Don Chisciotte, ne divenne nel 1887 il pro-
prietario. Egli vi scrisse per molto tempo la
cronaca cittadina e le brillanti lettere dalla
capitale, rendendo celebri due rubriche:
quella di Macobrio e quella di Elio Staleno,
Caffaro è il giornale genovese per ec-
cellenza, ed è entrato nelle quotidiane abi<
428
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
tudini dei figli della Superba. Il Caffaro
esce al mattino alle 6, e fa largo posto
alla cronaca e alla parte politica. Il Sup-
plemento esce dopo il mezzogiorno e dà
maggior diffusione alle varietà e agli in-
teressi locali, alla letteratura, all'arte.
Ha tipografia propria, ed ha una tiratura
media di 20,000 copie. Per dare un'idea del-
la sua importanza basti il dire che in due
brevi campagne rovesciò due salde ammi-
nistrazioni comunali della città. Direttore:
Pizzorno. Redattore: Pietro Guastavino.
Abbonamento: giornale e supplemento -
anno L. 34, semestre 17, trimestre 8,50.
Salita Dinegro, Via S. Caterina, 7.
Genova.
Il Cittadino. Giornale del popolo, poli-
tico, cattolico, fondato nel 1873. Esce ogni
giorno in 4 pagine a 4 colonne. È organo
della Curia arcivescovile. Tiratura media
4000 copie. Direttore: avv. Peirano. Abbo-
namento: anno L. 11, trimestre 6. Un nu-
mero 5 centesimi. Salita S. Caterina, 3.
Genova.
Il Cittadino. Giornale politico, ammini-
strativo, fondato il i." novembre 1870 da
Francesco Giuseppe Gozo, che ne è tut-
tora il proprietario direttore. Di trisetti-
manale che era, nel 1S72 divenne quoti-
diano e si pubblica tutti i giorni, meno i
festivi, in 4 pagine a 4 colonne. Informato
a principii democratici, cui si mantenne
costantemente fedele, ha sofferto parecchi
sequestri e processi. É il giornale ufficiale
per gli atti del Municipio, della Camera
di commercio, della Banca popolare e delle
Associazioni liberali di Savona, di cui è
l'organo di pubblicità più accreditato e dif-
fuso. Redattore: Ettore Baldino. Abbona-
mento: anno L. 15, semestre 8, trimestre 4.
Savona.
ColointOi Giornale politico, amministra-
tivo, commerciale, marittimo, nato il i.°
ottobre 1889. Direttore: E. F. Morando.
Vi collabora Anton Giulio Barrili. Si pub-
blica ogni giorno in 4 pagine grandi a 5
colonne. Abbonamento: anno L. iS, se-
mestre 9, trimestre 4,50 - Unione postale:
anno L. 40, semestre 20, trimestre 10. Un
numero 5 centesimi. Inserzioni: 50 cen-
tesimi la linea. Via della Maddalena, 26.
Genova.
Il Commeroio di Genova. Giornale po-
litico, commerciale. Dopo d'essersi fuso
con la Gaietta di Genova (vedi), nel mag-
gio 18S9 se ne distaccò, assumendo la di-
rezione del Commercio il signor Re Ber-
ninzone.
Genova.
Corriere mercantile. Giornale politico,
amministrativo, commerciale, fondato nel
1824. Come dice chiaramente il titolo di
questo giornale, si occupa specialmente
di cose commerciali. In politica propugna
idee di destra pura, moderata. È alla di-
rezione il signor Pietro Pellas fu Luigi,
che è anche proprietario del giornale. Ti-
ratura oltre 2000 copie.
Il giornale contiene riviste giornaliere
di tutti i mercati del mondo e delle borse
europee, il movimento di tutti i porti e
della navigazione italiana ed estera; no-
tizie telegrafiche giornaliere sulle vicissi-
tudini delle navi in viaggio, e sulle va-
riazioni dei prezzi di tutte le derrate. La
moderazione e la giustezza con cui tratta,
nella parte politica, le quisfioni più impor-
tanti che agitano il mondo, gli procura-
rono da molto tempo grande autorità nella
stampa italiana, come n'è prova la data
della lunga esistenza. Ha dovizia di cor-
rispondenze giornaliere, notizie, cronache,
riviste letterarie, artistiche, scientifiche e
teatrali, nonché romanzi in appendice alla
portata di tutte le famiglie. Esce ogni
giorno in 4 pagine grandi a 6 colonne.
Abbonamento: anno L. 36, semestre 19,
trimestre io - Stati Uniti: 50, 28, 16 -
Europa: 48, 26, 15. Inserzioni: 25 cente-
simi la linea.
Genova.
Il Consigliere delle famiglie. Giornale
cattolico, d'istruzioni per la vita dome-
stica, fondato nel 1879. Si pubblica ogni
15 giorni in fascicoli di 12 pagine. Con-
tiene articoli morali e di attualità, una
rassegna settimanale dei fatti più impor-
tanti, racconti illustrati, varietà, giuochi a
premio, qcc. È insomma il giornale più
utile per le famiglie, poiché con la più
tenue spesa possono tenersi al corrente
degli avvenimenti che corrono e procu-
rarsi un onesto passatempo. Abbonamento:
anno L. 2,50. Non si vende a numeri sepa-
rati.Tip. della Gioventù, Mura S. Chiara, 42.
Genova.
Cronache artistiche. Periodico lettera-
rio, artistico, nato il 15 dicembre 1889.
Direttore: Alessandro Sacheri. Vi collabo-
rano: Carducci, Barrili, Stecchetti, Monte-
corboli, Marenco, Rapisardi, L. Conforti,
E. A. Marescotti, ecc.
Genova.
La Difesa. Giornale politico, ammini-
strativo, fondato il 24 dicembre 1887. Si
pubblica ogni giorno in 4 pagine, for-
mato 0,42 y. 0,29, a 4 colonne. La Difesa
propugna principii radicali. È fatta con
una certa cura ed ha una discreta diffusione.
Abbonamento: anno L. 16, semestre 8, tri-
PROVINCIA DI GENOVA.
429
mestre 4. Inserzioni: 4/ pagina 20 cente-
simi, 3.° pagina 50. Un numero 5 cente-
simi. Via da Passano, casa Centi.
Spe:{ia,
La Discussione. Giornale politico, am-
ministrativo, nato nel 1887. Si pubblica
ogni settimana in 4 pagine. Un numero
5 centesimi. Non fa abbonamenti.
Spei^ia.
La Donna e la famiglia. Giornale cat-
tolico, d'istruzione ed educazione, fondato
nei 1861 Esce il io d'ogni mese in fasci-
coli di 32 pagine. Abbonamento: anno L. 8.
Un fascicolo L. i. Tip. della Gioventù.
Genova.
L' Eco d' Italia — Pensiero Cattolico.
Giornale popolare, cattolico, fondato nel
gennaio del 1883 col titolo di fco ligure,
che poi mutò nell'attuale. Consacra le sue
forze agi' interessi della religione e del
paese. Si stampa tutti i giorni, meno i
susseguenti ai festivi, in 4 pagine e in 3
edizioni: un'edizione esclusivamente per
la provincia di Genova, una per la pro-
vincia di Reggio Emilia ed una per la
provincia di Lucca. Nelle edizioni di Reg-
gio e di Lucca le prime tre pagine si stam-
pano a Genova, e trattano di cose riguar-
danti la provincia di Genova; la quarta
pagina si stampa rispettivamente a Reggio
o a Lucca, secondo che debba trattare di
cose riguardanti l'una o l'altra provincia.
Nella prima pagina si contiene per lo più
un'illustrazione a litografia. Abbonamento:
anno L. iS. Un numero 5 centesimi.
Genova.
L'Epoca. Giornale politico, democratico,
fondato nel 1877 dal defunto cav. L. La-
vagnino, in unione a P. A. Vassallo che
ne fu anche il primo direttore. Si pubblica
ogni giorno in 4 pagine a 4 colonne. La
prima pagina è tutta occupata da un' il-
lustrazione riguardante un avvenimento
del giorno e ottenuta con speciale proces-
so, da poter essere tirata contemporanea-
mente col giornale nelle macchine rota-
tive; queste illustrazioni hanno fatto acqui-
stare al giornale una grande diffusione in
tutta Italia. Questo giornale, schiettamente
democratico, ha sofferto molte volte, per i
suoi articoli violenti, sequestri e processi.
Il giornale è ricco di articoli, corrispon-
denze particolari ed ha un servizio speciale
telegrafico; quello di Roma è fatto da Fe-
lice Oddone (Felice Zena). Tira in media
30,000 copie, cioè 25,000 tutti i giorni e
da 40 a 45,000 le domeniche. Fu diretto
da O. Turchetti, poi da Chiesi, da Silvio
Secchia, da Attilio Valentini, che ora dirige
la Patria di Buenos Ayres, e finalmente nel
settembre del 1889 la direzione fu assunta
da Giorgio Molli, del Diritto di Roma.
Redattore capo: Federico Queirolo. Attual-
mente è proprietà dei fratelli Croce, con
tipografia propria e due macchine rotative.
Abbonamento: anno L. 18. un num. e. 5.
Genova.
La Fede. Giornale locale, fondato 1*8
gennaio 1888. Si pubblica ogni domenica
in 4 pagine, formato o,^jxo,26. Diret-
tore: prof Niccolò Garaventa. Abbona-
mento: anno L. 4. Un numero 5 cente-
simi. Tipografia Corsi Domenico.
Genova.
Foglio d'annunzi meccanico-industriale.
Pubblicazione fondata dal signor Hans
Schwarz, suo attuale proprietario, nel 1881.
Esce il IO e 25 d'ogni mese in 16 pagine
in-4.° - Contiene unicamente annunci ri-
ferentisi al ramo industrie meccaniche e
viene spedito gratuitamente agii opifizi
meccanici, fonderie, uffici tecnici, ingegneri,
comizi agrari, negozianti di macchine, ecc.
Il giornale essendo distribuito gratuita-
mente a coloro cui gli annunci in esso
contenuti ponno riescir d'interesse, gì' in-
serenti ottengono dalla sua pubblicità un
successo che nessun periodico ad abbona-
mento può loro oflrire. Tira circa 4000
copie. Inserzioni: 40 centesimi la linea -
Estero 0,50. Abbonamento ai privati L. 20
all'anno. Piazza Raibetta, i.
Genova.
Flora. Giornale di sport, nato il 14 lu-
glio 1888. Esce ogni sabato in 4 pagine,
formato 0,41^0,31. Abbonamento: L. i
per la stagione balnearia. Si stampa a Ge-
nova nella tipografia di Angelo Ciminago.
Via Mele, 7.
Sanipìerdarena.
Gazzetta dei dibattimenti. Cronaca giu-
diziaria, penale, civile e commerciale, fon-
data nel 1S83. Si pubblica il mercoledì e
il sabato in 4 pagine. Ha per motto: La
legge e uguale per tutti. Abbonamento : anno
L. 12. Un numero 5 centesimi. - Vico
Mele, 6, interno, 5.
Genova.
Gazzetta di Genova. Giornale poliiico,
amministrativo, commerciale, quotidiano.
Il primo numero della Gaietta di Genova
sotto il titolo di Galletta naiionale genovese
fu pubblicato il 17 giugno 1797. Il giornale
fu fondato dall'abate Antonio Pagano, pro-
fessore di fisica nell'Ateneo genovese, insie-
me col giureconsulto Gottardo Solari e col
letterato e poeta Giuseppe Crocco, pochi
giorni dopo che una rivoluzione popolare
aveva messo fine al governo oligarchico,
dando forme democratiche all'antica repub-
430
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
blica. Parecchi anni dopo si fuse col Com-
mercio e modificò il titolo in Commercio -
Galletta di Genova. Vi collaborarono di-
stinti scrittori, fra i quali Canale, Alizeri,
Felice Romani. Fu diretto dall'avv. Fal-
cone. Dopo la fusione ne assunse la dire-
zione Avio, ex direttore della Voce libera,
per la parte politica, e Grandis per quelli
commerciale. Ma nel maggio iS'-^ i due
giornali si scissero nuovamente, assumendo
il Grandis la direzione della Ganetta, a
cui impresse un carattere liberale più con-
facente ai tempi.
La Galletta si pubblica in 4 grandi pagine
a 6 colonne e vive specialmente dei suoi nu-
merosi abbonati. Tiratura media 2200 copie.
Abbonamento: anno L. 52, semestre 16,50.
trimestre 8,50 - Estero: anno L. 48, se-
mestre 25, trimestre 13. Un numero io
centesimi. Via Caffaro.
Genova.
Gerusalemme. Giornale cattolico, organo
dell'Alleanza cristiana e della Palestina,
nato nel 1876. Esce ogni mes? a fascicoli
di 16 pagine in-8.° a 2 colonne. Diret-
tore: D. Gaspero Olmi. Abbonamento:
anno cent. 50. Tipografia Arcivescovile.
Genova.
Giornale della Società di letture e con-
versazioni scientifiche. Pubblicazione let-
teraria. Esce ogni mese in fascicoli. Tira
900 copie. Vi scrivono: prof. Guido Cora,
prof. Daniele Morchio, prof. G. Trabucco,
Alberto Libri, G. B. Bontà, M. G. Canale,
A. Dardano, F. M. Parodi, Jacopo Virgi-
lio, A. Barocci, M. Molfino, ecc. Editore:
Schenone. Piazza Fontane Morose.
Genova.
Giornale ligustico. Importante pubblica-
zione storica, archeologici e letteraria, fon-
data il i." gennaio 1874. È organo ufficiale
della Società ligure di storia patria. Si pub-
blica ogni mese a fascicoli di 40 pagine
in-S." - Tira 1400 copie. Fondatori e di-
rettori: L. T. Belgrano e Achille Neri.
Un fascicolo 50 centesimi. Abbonamento:
anno L. 8. Tipografia del R. Istituto dei
sordo-muti.
Genova.
Guida degli alloggi. Giornale di annunzi
commerciau, affitti, mutui e vendita di beni
stabili, fondatoli i.° febbraio 1888. Diret-
tore: G. B. Maggiolo. Esce il i.° e 1 5 di
ogni mese in 4 pagine, formato 0,41 x 0,25.
Abbonamento: anno L. 5. Un numero io
centesimi. Piazza Invrea, 8, p. p.
Genova.
La Guida educativa. Giornale didattico,
fondato il i.° dicembre del 1885, dalla si-
gnora maestra Luisa Rainusso, con la col-
laborazione di esperti pedagogisti. Fu pre-
miato all'Esposizione didattica di Spezia
del 1887. Esce ogni settimana scolastica
con la didattica giornaliera in 16 pagine
in-8.° a 2 colonne. Abbonamento: anno
L. 5, semestre 2,50. Un numero i 5 cent.
5 Margherita Ligure.
Indicatore degli alloggi. Giornale di
pubblicità, fondato nel iy82, utile a chi
vuole affittare o prendere in affitto alloggi,
ville, ecc. Esce ogni settimana in 8 pagine
e copertina. Abbonamento: anno L. 5. Un
numero io centesimi.
Genova.
L'Indipendente. Giornale politico, re-
pubblicano, bisettimanale, nato il 16 gen-
naio 1887. Si pubblica giovedì e domenica
in 4 pagine, formato 0,39 x 0,29. Direttore:
O. Blengini. Abbonamento: anno L. 8;
semestre 5; trimestre 3. Tiratura 2000 co-
pie. Via Pia, 13.
Savona.
L'Italia artistica. Giornale di arte e
letteratura, riccamente illustrato, fondato
nel 1887, da Ercole Arturo Marescotti.
Esce ogni settimana in 12 pagine, e vi
collaborano tutti i più illustri scrittori: Car-
ducci, Rapisardi, Bovio, Panzacchi, Saffi, ec.
Abbonamento: anno L. 20. Un numero
20 centesimi.
Genova
Il Lavoro. Giornale politico, commer
ciale ed amministrativo, fondato il 23 no
vembre 1880 da un partito progressista
Nel 1883 passò sotto la direzione del sì
gnor Davide Tener.mi,e.\. ufficiale dell'eser-
cito, che ne divenne proprietario con ti
pografia propria. Il Lavoro si pubblica ogn
settimana in 4 pagine, e tira 2500 copie
Abbonamento: anno L. 4, semestre 2,30
Un numero 5 contesimi. Piazza Chiodo, 4
Speiia
Lavoro e Dovere. Foglio settimanale
per gli operai, nato il 14 luglio 1889. Esce
in 4 pagine, formato 0,36 x 0,25, con l'epi-
grafe diiMazzini: Migliorate amandovi. Ab-
bonamento: anno L. 6. Un numero 5 cen-
tesimi. Vico Mele, 5, interno, 6.
Genova.
Letture cattoliche di Genova. Periodico
religioso, nato nel 1866. Si pubblica ogni
mese. Tiratura 500 copie. Ha tipografia
propria.
Genova.
La Liguria orientale. Rivista religiosa,
politica, letteraria, amministrativa, fondata
il 3 dicembre 18S7. Si pubblica ogni sa-
bato sera in 4 pagine, formato 0,46 x 0,32,
a 4 colonne. Abbonamento: anno L. 4,
semestre 2 - Estero: anno L. 6, seme-
PROVINCIA DI GENOVA.
431
stre 3. Un numero 5 centesimi. Inserzioni:
3/ pagina 40 centesimi, 4.° pagina 20. -
Tipografia Artigianelli.
Chiavari.
Malpighia. Rassegna di botanica, nata
nel 18S7. Esce a fascicoli mensili di 3 fogli
di stampa illustrati, in-S." - È redatta dai
professori O. Penzig e R. Pirotta in col-
laborazione con molti botanici italiani e
stranieri. Abbonamento: anno L. 25. Ti-
pografia Angelo Ciminago. Vico Mele, 7,
interno, 5.
Genova.
La Marina mercantile italiana. Gior-
nale marittimo, commerciale, fondato il
12 marzo 18S.S. Esce ogni lunedi in 4 p.i-
gine, formato 0,42^-^0,28. Abbonamento:
anno L. 6. Un numero 5 centesimi. Via
S. Luca, I.
Genova.
La Moda genovese. Vide la luce il 16
febbraio 1882 ed esce una volta al mese.
Ne è direttore e proprietario Giuseppe
Russo. Milita sotto i principii del lavoro
e della morale. È un giornale di mode
puro e semplice, che tratta di teatri, pas-
seggiate e notizie della moda. Costa coi
figurini in nero L. 3, colorati 6, coi mo-
delli 8, Direzione: Via Giulia.
Genova.
Monitore della legislazione. Fondato il
T,° gennaio 1889, esce 3 volte al mese
in 16 pagine in-4.°, sotto la direzione del
prof avv. Giacomo Grasso, e contiene le
leggi e i decreti del regno, con richiami,
consulti gratuiti, annunzi bibliografici ed
altre notizie di indole legale (vedi Temi
genovese). Abbonamento: anno L. io. Via
Valeria, 9.
Genova.
_ Il Nuovo Combattiamo ! Giornale poli-
tico, socialista, nato il 4 agosto 1888, per
sostituire il Combattiamo!, nato il i.° no-
vembre 1887, diretto da Ulisse Barbieri;
e cessato per i molti sequestri. Si pubblica
ogni sabato a mezzogiorno, in 4 pagine,
formato 0,39x0,28, a 4 colonne. Vi col-
laborano: Pellaco Eugenio, l'avv. F. S. Mer-
lino, il dott. G. Ferrua, il principe russo
Pietro Krapotkine, il celebre geografo Eli-
seo Reclus, Romeo Candellari, ed altre no-
tabilità del socialismo d'Italia e deli'estero.
Abbonamento: anno L. 4, semestre 2. Un
numero 5 cent. Borgo Lanaiuoli, 77.
Genova.
L'Orticoltura genovese. Periodico illu-
strato di agricoltura, apicoltura, botanica,
floricoltura, enologia, igiene, ecc., fondato
nel 1881 in continuazione (dal 18.° anno)
dell' Orticultore ligure. Si pubblica in fasci-
coli di 16 a 20 pagine in- 8.° con coper-
tina, e indice generale a fine d'anno, il
i.° e 16 d'ogni mese. Direttore: Antonio
Casabona. Tiratura 1300 copie. Abbona-
mento : anno L. 8 - Estero 9,20. Un nu-
mero 40 centesimi. Piazza S. Lorenzo, ar-
chivolta S. Giovanni il Vecchio, 7.
Genova.
Paganini. Giornale di arte e musica,
nato nel 1887. Si pubblica ogni 15 giorni
in 8 pagine. Oltre alle 8 pagine di testo
comprende talvolta 4 pagine di musica.
Il numero con musica costa 30 centesimi,
senza io centesimi. Abbonamento: anno
L. 4,50.
Genova.
II Piccolo Corriere. Rivista finanziaria,
bollettino ufficiale di tutte le estrazioni ita-
liane, fondato nel 1884. Sospese le pub-
blicazioni, la ditta Fratelli Casareto di Fran-
cesco, dietro sollecitazione degli antichi
lettori del Piccolo Corriere, le riprese con
tipografia propria il 19 dicembre 1885.
Si pubblica tutti i sabati e contiene ol-
tre il Gazzettino Finanziario un articolo
di fondo sulle questioni economiche d'at-
tualità, un sunto chiaro, esplicito, preciso
di tutte le lotterie e prestiti a premi.
L'abbonato pagando L. 3 annue acqui-
sta il diritto di farsi verificare dall'uflìcio
del giornale le cartelle del prestito ch'egli
possiede. Tiratura 10,000 copie. Numeri di
saggio gratis a chiunque li richieda. Ab-
bonamento annuo: franco nel regno L. 3,
estero (unione postale europea) 6, altri
paesi 8. Via Carlo Felice, io.
Genova.
Rendiconto sommario della R. Accade-
mia delle scienze mediche di Genova. Pub-
blicazione periodica di scienze mediche e
chirurgiche, fondata nel i88j.
Genova.
Il Ricevitore del registro. Giornale dì
legislazione, giurisprudenza e dottrina, fon-
dato nel 1886. Esce 2 volte al mese in
20 pagine. Abbonamento: anno L. 8. Non
si vende a numeri separati. Il giornale si
stampa a Savona.
Cairo Montenotle.
Rivista Critica. Pubblicazione artistica
letteraria.
Gettava.
Il Secolo XIX. Giornale politico, com-
merciale, quotidiano, il più importante,
diffuso e completo dL-lla Liguria, stampato
con macchine rotative: tiratura 30,000 co-
pie al giorno. Fondato nel 1885 dal pro-
fessor Ferruccio Macola, con criteri gior-
nalistici affatto nuovi e con intendimenti
altamente moderni portò una vera rivolu-
432
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
zione nel campo giornalistico genovese,
conquistandosi subito senza grandi contra-
sti, ma con ingenti sacrifizii pecuniari, il
primato su tutti gli altri giornali.
Dette uno sviluppo fino allora ignoto
al servizio telegrafico particolare, rivaleg-
giando coi principali periodici di Milano
e di Roma, abbattendone in breve spazio
di tempo alcuni cittadini, prima in auge,
quale il Movimento, e costringendo i su-
perstiti a seguirlo in tutte le sue innova-
zioni.
Non infeudato a nessun gruppo di per-
sone, schietto, sincero, indipendente nei
suoi giudizi, imparziale, non intransigente
per nessun modo e redatto con un savio
e giusto concetto della vita politica ita-
liana, guadagnò a sé tutta la simpatia dei
genovesi, costituendosi cosi una base di
influenza, che oramai è fuori di dubbio.
Questa influenza è anzi tale che dal 1885
in poi tutte le lotte politiche e ammini-
strative di Genova furono completamente
vinte nel nome del Secolo XIX.
Sono suoi collaboratori notissimi uomini
politici, cari alla nazione italiana, nonché
i principali uomini di penna che vanti la
nostra repubblica letteraria.
Nessuna questione, da altri sfiorata, 0
leggermente toccata, per amore di quiete,
viene trascurata dal Secolo XIX. Ed è al
giudizio ch'esso dà di tutto e di tutti, senza
entrare mai in persotjalità, giudizio forse
rude, ma sempre imp'-ontato a giust zia,
che è dovuta la sua meritata fama d'indi-
pendenza.
duanto alla parte di cronaca pochi sono
forse i giornali d'Italia che la trattano con
tanta larghezza. Nulla vi passa di inosser-
vato, stante un dispendioso, ma oculato
servizio di reportage, e nessuna questione
cittadina vi è dimenticata.
Nelle appendici compaiono sempre le
prime novità parigine.
Corrispondente da Roma: avv. Vincenzo
Riccio. Redattori: Igino Michelini, Enrico
Berlingieri, Achille De Marzi, Ferdinando
Massa, A. Caligo, Armando Pasini, ecc. ecc.
Abbonamento: anno L. 18, semestre 9,
trimestre 4,50 -Unione postale: anno L. 40,
semestre 20, trimestre io. Tipografia del
Secolo XIX. Via Giustini.mi, 9.
Genova.
La Settimana religiosa. Giornale catto-
lico, nato nel 1S70. Esce 2 volte la set-
timana in 8 pagine. Abbonamento: anno
L. 2. Un numero 5 centesimi.
Genova.
Il Successo. Giornale nato il 24 feb-
braio 18S9. « Esce quando piace a me...
e basta », in 4 pagine, formato 0,40 x 0,27
con illustrazioni. Un numero 5 centesimi.
Genova.
Supplemento al iDollettino della E. Pre-
fettura. Organo ufficiale della Prefettura
per la pubblicazione degli atti legali, fon-
dato nel 1876. Si pubblica 2 volte alla
settimana in fascicoli di 20 pagine circa.
Abbonamento: anno L. 14.
Genova.
Il Tagliatore moderno. Giornale di mode
maschili, fondato nel 1862. Si pubblica
ogni mese con figurini e supplementi. Edi-
tore: Antonio Parisch. Abbonamento: an-
no L. 20, semestre 10, trimestre 5,50 -
Edizione economica: anno L. 14, seme-
stre 7,50, trimestre 4 - Estero: i,' edi-
zione 24, 13, 7; 2.' edizione 16,8, 5. Sa-
lita Cappuccini, piazza Corvetto, 7.
Genova.
Temi genovese. Raccolta di giurispru-
denza in materia civile, commerciale, am-
ministrativa, finanziaria e penale; colle-
zione ordinata della giurisprudenza della
corte d'appello di Genova; repertorio com-
' pleto della giurisprudenza commerciale ita-
liana, fondato il i.° gennaio 1889, in so-
stituzione di 4 3ltri giornali legah che ces-
savano col 1888 a questo scopo, cioè la
Gìurispnidenia commerciale italiana, nata
nel 1870 e diretta dall'avv. Bensa, l'Eco
di Giurisprudenia, nata nel 1877 e diretta
dall'avv. Musso, la Giurisprudenza genovese,
nata nel 1877 e diretta dall'avv. Cavo e il
Monitore delle leggi, nato nel 1885 e diretto
dall'avv. Grasso. Esce il i.° e 15 d'ogni
mese in fascicoli di 32 pagine in-4.° Abbo-
namento: anno L. 20. Galleria Mazzini, 5.
Genova.
Tigullio. Giornale di storia e letteratura,
fondato nel 1877. Esce ogni settimana in
4 pagine. Abbinamento: anno L. 4. Un
numero 5 centesimi. Si stampa a Chiavari.
S. Margherita Ligure.
Il Vero amico. Corriere Sud-Americano,
fondato nel gennaio del 1888. Esce ogni
mese in 4 pagine, formato 0,38x0,27 e
si distribuisce gratis. Via V. Emanuele, 25.
Sampierdarena.
L'89. Giornnle politico, democratico,
nato nel 1888. Esce 2 volte la settimana in
4 pagine a 4 colonne, con pupazzetti e il-
lustrazioni. E giornale violento e batta-
gliero. Vi scrivono: L. P. M irtini. Oscar
Lantoni, Pietro Dotto, Achille Contini,
Achille Majocchi, ecc. Abbonamento: anno
L. 4, semestre 2, trimestre i. Inserzioni:
3.* pagina L. i, 4.' pagina 40 centesimi. Un
numero 5 centesimi. Vico Alabardieri, 3.
Genova.
PROVINCIA DI GENOVA. 433
Giornali cessati:
GENOVA
- UAlba, scientifico, letterario, settimanale, n. 1885.
- L'Ameno politico, settimanale, n. 1871.
- L'Arte ceramica, bimensile.
- L'Avvenire, artistico, n. 1888, direttore Rivoir De Persio.
- La Battaglia, settimanale, politico, n. 1S87.
- La Battaglia, politico, settimanale, n. 1889.
- Bollettino commerciale, mensile, n. 1885.
- Bollettino dei proprietari, mensile, n. 1885.
- La Borsa, settimanale, n. 1865, diretto da Sebastiano Bertolotto.
- fa Ira, repubblicano, n. i.° settembre 1889.
- La Calcatura moderna, pei calzolai, mensile, n. 1889.
- Carmen, letterario, settimanale, n. 1887.
- Il Commercio e V industria, quotidiano, n. 24 dicembre 1887,
- Il Comune, amministrativo, settimanale, n 1889.
- II Crepuscolo, letterario; vi collaboravano Cavallotti, Chiesi, Aroldo Vassallo, ecc.
- La Critica, letterario, politico, quotidiano, n. 5 marzo 1885.
- Cronaca artistica, settimanale, n. 1885.
■ I Dibattiììienti, cronaca dei processi, settimanale, n. 1883.
• Il Dovere, democratico, settimanale, n. 7 marzo 1863; direttore Federigo Campa-
nella. Vi collaboravano G. Libertini, Guerzoni, G. Corte, G. Castellazzi, A. Mar-
tinati, ecc. Visse sino al 1865 in mezzo ai sequestri e alle querele del fisco. Dopo
un certo tempo riprese le pubblicazioni, non più settimanali, ma quotidiane; visse
cosi parecchi altri anni.
L'Eco delle belle arti, n. 1886, direttore E. A. Marescotti.
L'Eco di Genova, bisettimanale, n. 1872.
L'Eco di giurisprudenza commerciale, diretto dagli avvocati G. B. Musso e G. Poa-
zone; visse dal 1877 al 1883.
Edone, artistico, letterario, quindicinale, n. 1888.
L' Educatore, settimanale, diretto da Angelo Prioli; visse dal 1863 al 1868.
L'Elettore liberale, n. 1888.
L' Elleboro, artistico, letterario, bimensile, n. 1882.
L' Epoca democratica, politico, quotidiano, n. 1." gennaio 1887, diretto da Gustavo
Chiesi, ex direttore dell'infoca.
L'Esperò, scientifico, letterario, diretto da Federico Alizeri dal 1841 al 1845; sop-
presso dalla polizia.
Excelsior, umoristico, settimanale, n. 1886.
La Farfalla, a. 1887, direttore E. A. Marescotti.
Il Faro, amministrativo, n. 17 novembre i888.
Figaro nuovo, artistico, n. 1883.
Il Forense, bimensile, n. 1S69.
Gaietta dei dibattimenti, bisettimanale, visse dal 1883 al 1885.
Giordano Bruno, n. 1887, direttore E. A. Marescotti.
Giornale delle biblioteche, quindicinale, n. 1867, diretto dal prof. Eugenio Bianchi.
Giornale della sera, quotidiano, n. 1888, direttore E. A. Berlingieri.
Gaietta legale, settimanale, visse dal 1877 al 1883.
Genova, radicale, n. 1869.
Giornale delle leggi, settimanale, visse nel 1870-75.
La Giovine Italia, radicale, n. 1869.
Il Gottardo, politico, marittimo, n. 1882, diretto da A. Brocca e T. Bagnasco, già
redattori del Commercio.
Gradasso, settimanale, n. 21 aprile 1889.
L' Indicatore italiano, settimanale, di pubblicità, n. 1880.
L' Indipendente, n. 18 82, mazziniano.
iKterwq^o, letterario, settimanale, direttore Ettore Mecca prima, poi D. Milelli.
L'Atalia all'estero, commerciale, diretto dal prof. G. Malan.
L' Italia scientifica, mensile, n. 1878.
N. Bernardini — GìHia della Stampa periodica ilaliana — zS.
434 GTTIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— La Lanternetia, amministrativo, settimanale, n. 1887,
— Il Lavoratore, socialista, n. 1881.
La Lega italiana, fondato nel 1847 da D. Buffa, Mamiaui e Ranco; visse 3 mesi.
— La Lega operaia, politico, settimanale, n. 1882.
— La Libertà, politico, quotidiano, n. 1870.
La Libertà italiana, quotidiano, prop. Stefano Canzio, direttore Luigi Dell'Isola, 1879.
— Liguria artistica, teatrale, n. 1860, diretto da Gaetano Pasqualina
— La Liguria Mariana, supplemento mensile aWApe (vedi), n. 1885.
— La Maffia Rosa, n. 1882, direttore Leopoldo Parodi, il quale faceva anche VO Stafì,
processati entrambi per ricatto.
— Il Mare, politico, democratico, quotidiano, n. gennaio 1883.
— Il Martello, democratico, n. 1889.
— Il Mediatore, settimanale, di pubblicità, n. 1883.
— Messaggero Ligure, n. 1884.
— Mignon, letterario, teatrale, settimanale, n. 1886.
— Monitore del notariato, quindicinale, n. 1886.
— Monitore Sud-Americano, n. 15 novembre 1885.
— I! Mosaico, artistico, n. 1883.
— Il Movimento, quotidiano, fondato nel 1854 da Mauro Macchi. Durò sino al 1885.
— Nuova Bisanzio, letterario, settimanale, n. 7 aprile 1889.
— Nuova Gaietta dei dibattimenti, settimanale, n. 1888.
— La Nuova Italia, commerciale, bisettimanale, n. 1888.
— L,' Oca ligure, umoristico, settimanale, n. 1883.
— Il Panettiere italiano, mensile, n. i.° marzo 1885.
— Il Pensiero cattolico, politico, quotidiano, n. 1875 io continuazione del Cattolico e
dello Stendardo. Si fuse poscia con l'Eco d' Italia (vedi).
— Il Poligrafo, n. 183 1. « Fu soppresso, confiscato, minacciati i collaboratori perchè
avevano scritto francamente d'una goffa composizione opera d'un frate, protetto
da frati. » (Macini).
— II Popolo, democratico, quotidiano, n. 1874, diretto da Achille Bizzoni.
— Pro Patria, politico, settimanale, n. 15 maggio 1888.
— Quasimodo, artistico, n. 1S83.
— La Salute e V Italia medica, settimanale, n. 1880.
— O Sciò-Reginn-a e Sciò-Tocca, in dialetto, n. 1872.
— San Giorgio, fondato nel 1S59 da Nino Bi.xio; mutò poi titolo in Nazione.
— La Sigaretta, cronaca ligure, n. 1889, direttore Pellegrino A. Vassallo.
— Lo Specchio, umoristico, bisettimanale, n. 1867.
— La Stella, democratico, settimanale, n. 1884.
— Vita - Umanità, industriale, settimanale, n. 1889.
— La Zanzara, politico, amministrativo, settimanale, n. 1886.
— La Zappa, n. 1883 ; mutò titolo in Progresso, ma cessò nel 1884.
— O Zenei^e, in dialetto, direttore Michele Chiozza.
ALTARE
— V Industriale, mensile, n. 13 maggio 1885.
BUSALLA
— L'Eco della Scrivia, politico, settimanale, n. 1888, direttore E. V. Brunetti.
CHIAVARI
— UApe ligure, cattolico, n. 1876. Ebbe un processo dalla massoneria.
— Il Corriere di Chiavari, n. 1883; mutò titolo in Corsaro; nel 1885 riassunse il primo.
— La Verità, politico, liberale, u. 1864 e diretto dall'avv. G. Ginocchio.
RAPALLO
— Bollettino di bachicoltura pratica, n. 1883, direttore cav. Tito Nenci, che nello stesso
anno fondò anche // Sericolo.
RIVAROLO LIGURE
— Il Polcevera, amministrativo, settimanale, n. 1888.
PROVINCIA DI GENOVA.
435
SARZANA
L'Eco di Val di Magra, settimanale, democratico, dal 1880 al 1883.
La Lunigiana, amministrativo, settimanale, n. 1869, direttore L. P. Devoto.
S. STEFANO D'AVETO
La Lega dei monti, amministrativo, n. 4 maggio 1884.
SAVONA
L'Avvenire, politico, amministrativo, settimanale, n. 1885.
La Bandiera, settimanale, n. 1883.
L'Eco del Clero, mensile, n. 1885.
La Giovine Savona, n. 1877, ispirato dal prof. Sbarbaro; cessò dopo 5 mesi.
La Liguria occidentale, monarchico, quotidiano, n. 1876, direttore B. Mattiauda, po-
scia Ugo Piandoli.
L'Operaio, democratico, settimanale, n. 1883.
Piccola Biblioteca popolare cattolica, mensile, n. 1882.
La Piccola Roma, cattolico, settimanale, n. 1882, direttore cav. sac. Luigi Caneto.
Il Popolo, socialista.
Il Progresso, politico, monarchico, 1876-77, direttore avv. Sardi.
Savona nuova, politico, quotidiano, n. 1889, direttore De Gislimberti.
SPEZIA
L'Avvenire, repubblicano, bisettimanale, visse dal 1877 al 1880.
Il Corriere di Spezia, settimanale, n. 1887.
L'Eco del mare, settimanale, politico.
Galletta di Speiia, bisettimanale, n. 1868, diretto dall'avv. G. Ferrari.
Il Giovane Cristiano, evangelico, n. 1883.
11 Muratore, democratico, settimanale, n, 1883.
Il Presente, politico, settimanale.
Il Risveglio di Spezia, quindicinale, n. 1885.
Satana, settimanale radicale, n. 18S2, direttore E. Pontremoli.
La Spella, politico, commerciale, bisettimanale, n. 1868, direttore U. Silvio Botto.
VOLTRI
La Riviera, politico, settimanale, n. 1883,
GRANDE FABBRICA NAZIONALE DI MACCHINE TIPOGRAFICHE
NORBERTO ARBIZZONI, MONZA
Premiato anche dal R. Ministeto d'Agricoltura, Industria e Commercio
Macchina a ritirazione per illustrazioni
Vedi Avviso speciale a pag. 16
436 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Come scrive Barrili
Alle sei il Barrili fa la sua appendice pel giorno appresso; poiché tutti i ro-
manzi del Barrili sono fatti sera per sera, senza che l'autore poi si curi di rivederli
prima che escano raccolti in volume. Anton Giulio Barrili si mette al tavolino con
due mezzi foglietti di carta levigata: anche il Barrili ha le velleità di Gustavo Planche
e sdegna di condividere la sorte dei suoi compagni di redazione obbligati a scrivere
su lunghe strisce di carta comune, che ha vari punti di contatto colla carta pecora.
Incomincia a scrivere e per trenta minuti non depone la penna, neppure per soffiarsi
il naso; in quei trenta minuti potrebbe, per così dire, capitargli un colpo apopletico
senza ch'egli cessi di scrivere; alle sette e mezza i due foglietti di carta levigata, pieni
di un carattere minutissimo ed elegante, quasi senza interlinee, con qualche rarissima
cancellatura, sono passati al compositore. Il giorno appresso i lettori del Caffaro hanno
a colazione il sèguito del romanzo: all'ora del pranzo i fratelli Treves hanno l'origi-
nale per il proprio volume.
A. Emilio Spin-ola.
Nel 1860, Anton Giulio Barrili (nato nel 1836), che a 18 anni aveva cominciato
a scrivere nei giornali letterari, e a 22 era compilatore della Naiione di Genova con
Bixio e l'Arduino, assunse la direzione del Movimento e la tenne per lunghi anni,
fino a che non l'abbandonò per fondare il Telegrafo; ma la riprese sei mesi dopo,
tenendola sino al 1875, nel quale anno, per divergenze col tipografo, l'abbandonava
definitivamente per fondare il Caffaro (vedi). Il Movimento fu sempre l'organo del par-
tito liberale ultra; fu anche organo prefettizio. Tiratura media 4000 copie.
G-ElsTO'VA. v^. G-EISrO'VA.
Salita Battìstine, 10 ^fe^^ Salita Battistine, 10
RAYPER a C:
EE&IA FONDERIA TIPO&RAFICA
FABBRICA DI FILETTI SISTEMATICI IN OTTONE
Incisione di punzoni
per caratteri nostrani ed esotici
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di caratteri elzeviri e comuni per opere e giornali
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Esattezza di lavorazione I Metallo durissimo
PROVINCIA DI GENOVA. 437
GIORNALI E GIORNALISTI GENOTESI
Un Giornalista della Rivoluzione Genovese
(1797)
Non fu appena compiuta in Genova la rivoluzione del 1797, ed
instaurato il governo provvisorio, che la novissima libertà di stampa
fece sorgere parecchi giornali politici fra i quali meritano uno speciale
ricordo, // Difensore della libertà. Lo pubblicavano due uomini assai noti
a quei dì, e neppur oggi dimenticati; poiché l'uno, Gaetano Marre, legò
il suo nome ad opere giuridiche e letterarie non prive di valore; l'altro,
Gaspare Sauli, men conosciuto, ma pur egli nutrito di buoni studi, per
largo animo e generoso, per rettitudine grandissima nel sostenere pub-
blici uffici, per i principi professati e validamente sostenuti, è degno
d'essere posto in più chiara luce. Di lui più specialmente intendo adunque
discorrere; poiché avendo avuto gran parte alle novità rivoluzionarie
della sua patria, mostrò aperto come il suo spirito fin dalle prime mosse
si levasse a più alti ideali, e fermamente credesse a quel concetto del-
l'unità nazionale, onde si dovevano informare i futuri destini d'Italia.
Nato nel 1765 e fatto educare nel collegio di Ferrara, di dieci anni
venne ascritto, secondo costume, all'ordine dei nobili; ma quantunque
uscito dal patriziato ben s'avvide assai presto da qual tarlo era roso il
vecchio edificio della repubblica genovese, che volgeva a ruina; né spe-
rava potesse derivare allo Stato alcun beneficio da uomini ligi a vieti
principi, incapaci d'acconciarsi, mercè abili trasformazioni, ai tempi nuovi
ed alle idee riformatrici che incalzavano da ogni parte. Nella quale sen-
tenza era venuto, avendo studiato assai da vicino l'ordinamento gover-
nativo e gli uomini che vi erano preposti, mercé l'ufficio importantis-
simo di Supremo sindacatore da lui per alcun tempo esercitato.
Ma non era solo a pensarla in si fatta guisa, che altri parecchi gli
erano compagni, specie 1 fratelli Serra, i quali col nostro Gaspare for-
mavano come il nucleo principale a cui facevano capo tutti gli amatori
di novità: e non erano in vero né pochi, né di piccolo valore.
Le condizioni del Sauli, gli studi fatti, lo spirito libero lo avevano
posto in grado di contrarre molte amicizie anche fuori della sua patria;
né veniva in Genova persona valente che non cercasse di conoscerlo.
Onde non é meraviglia se lo vediamo poco più che ventenne dar mano
insieme col Mollo, col Vi ani e col Sanseverino al Socrate, assai nota
parodia dello stile tragico alfieriano, composta appunto in Genova nel 1788.
L'indole sua sensibile e volta alla riflessione, l'abito dell'osservare uo-
mini e cose, non ammettendo il principio assoluto d'autorità, la ricerca
continua e sollecita del vero coi mezzi più severi del raziocinio, gli ave-
vano procacciato fama di filosofo, e insieme d'uomo di spirito.
Gli avvenimenti del 1789 trovarono in lui, e nei fratelli Serra par-
tigiani convinti e sinceri, e già venivano distinti col nome di giacobini;
anzi Giambattista Serra ridottosi a Parigi, pubblicava nel 1792 sulla
Gaiette Nationak una vivacissima lettera, nella quale professando aper-
438 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
tamente la sua fede repubblicana, si gloria dell'appellativo ond'era in
patria conosciuto: Serra le Jacohin. Anche il nostro Gaspare, forse sol-
lecitato dall'amico volle vedere la nuova repubblica, indottovi più spe-
cialmente da due motivi: il desiderio cioè d'istruirsi, essendo persuaso
che niente vi è di più utile del viaggiare, e la curiosità di vedere un
paese che da gran tempo eccitava in lui un desiderio vivissimo di co-
noscerlo più da vicino per rettificare le sue idee, e per giudicare più
sanamente degli avvenimenti. Nel novembre 1793 si recò infatti a Nizza,
dove fu accolto onorevolmente ed ospitato dai rappresentanti Ricord e
Robespierre il giovane; poi si trattenne alcun tempo a Tolone, spettatore
del celebre assalto che lo tolse agl'Inglesi, e apri la via della gloria a
Buonaparte; quindi st.tte ben diciotto giorni a Parigi, e assai più nella
Franca Contea, specie a Vesoul, dove ricevuto nella società popolare,
recitò un entusiastico discorso, nel quale dichiarava:
« Cesi depuis 1 789 que nion coeur est Jacobin, c'est depiiis cette memorable
epoque que j 'ai suivi la marche de ceue revoluiion que loute l'Europe combat, et
admire, qui foundèe ?ur des bases aussi solides que l'esprit qui l'a ameiièe etait juste,
braverà ies eflforts des enneniis, les in(igues de ses enfans dènaturès, et ies trames
perfides de tous ces èires impures qui s'acharnent à la dètruire. »
Intanto il governo genovese dopo molte esitanze, indottovi da ri-
petuti avvisi degli Inquisitori di Stato, incominciò un processo contro i
patriotti e fece imprigionare alcuni di quelli che ne erano designati come
capi. Già era stato messo in Torre Gian Carlo Serra, e si preparava la
stessa sorte al Sauli, del quale, per sicure relazioni, si conoscevano i pro-
cedimenti. Ridottosi infatti a questo tempo in patria, non volle, quan-
tunque avvisato, allontanarsi dalla città, e l'S aprile 1794, fattagli una
diligente perquisizione, sequestrando alcune corrispondenze, venne con-
dotto nelle carceri. Di qui scrive alla madre:
Carissima signora Madre,
Dalla Torrp alle 1 0 Yg
Imppnsatamenie bensì, ma senza alterarmi ho ricevuto la notizia, seguita dall'e-
se<"uzionft, d'andare in Torre ove mi Imvo. Spero che con ej^uale tranquillità ne sen-
tirà la V. S. il non piacevole annuncio.
La prego a dare le disposizioni per rendermi questo soggiorno meno incomodo.
Spero che durante il tempo che starò qui, quale mi lusingo non saia lungo, giacché
nulla mi rimprovera la mia coscienza, ella mi d;irà le sue nuove, cosa che alleggerirà
un poco quei dispiaceri, che il vedermi colpito da un castigo così grave deve neces-
sariamente m me proiJurre.
Sono colla maggior tenerezza
Suo aff-ìno figlio
Gaspare Sauli
E dando parte agli zii, soggiungeva : « La mia filosofia e la coscienza
della mia innocenza, mi rendono tranquillo anche in un soggiorno, ove
la calma e la pace sogliono di rado abitare. Se questo castigo, ossia se
questo arresto deve essere un garante della pubblica sicurezza lo guar-
derò con piacere, giacché qualunque sacrifizio non costa ad un cuore
che ami sinceramente la sua patria, » Passava le lunghe ore del carcere
« divagato dalla lettura » (aveva chiesto alla madre la Storia d'America
TJN GIORNALISTA DELLA RIVOLUZIONE GENOVESE. 439
del Robertson o in inglese o in francese) e la tranquillità del suo cuore
gli « rendeva meno grave la lontananza » dalle persone care, « e meno
gravoso l'essere rinchiuso in una delle peggiori prigioni della Torre, »
Agl'interrogatori ripetu'i, sottili e minuziosi, mostrò sempre dignità, fer-
mezza, grande animo, retto criterio, fine giudizio, e qualche volta ta-
gliente ironia. Il processo andò in lungo, ma non ebbe il risultato che
ne avevano sperato gl'Inquisitori, vuoi perchè mancò la prova nell'ac-
cusa di cospirazione, vuoi perchè si temevano le ire del Tilly ministro
francese, sempre minaccioso e protestante, amico e protettore degl' inquisiti.
Sopravvenne alla fine la rivoluzione del 97; cadde quell'ultima par-
venza di governo oligarchico, e coloro che il giorno innanzi erano te-
nuti in sospetto o perquisiti, costituirono il nuovo reggimento demo-
cratico. Il Sauli, sebbene non chiamato ai primi uffici, esercitò in mezzo
alle moltitudini il suo apostolato, e si ricorda fra quelU che furono
« instancabili dicitori » nell'arringare il popolo; più tardi ebbe il carico
di Commissario nella Riviera di ponente, per organizzare le municipa-
lità. Né mancò di giovarsi dell'estro poetico, onde già aveva dato prova
cooperando al Socrate, e oltre aver composto, a quanto pare, un inno
all'Italia libera, produsse sulle scene un melodramma patriottico per so-
lennizzare la rigenerazione della libertà (i)
Passati i tre primi anni della rivoluzione, ed è invero assai strano,
si perde quasi ogni traccia di lui; solamente viene asserito, ma non ne
ho trovato prova, ch'egli fosse eletto segretario di legazione a Parigi;
ben fu accademico d'onore dell'accademia Ligustica di Belle Arti, e dopo
il 18 15, riunita la Liguria al Piemonte, venne nominato decurione ed
ebbe parecchi uffici nel Consiglio Civico, ma non volle mai essere sindaco.
Morì nel marzo del 1841 lasciando gran desiderio di sé, e rim-
p'anto sincero per le doti grandissime d'animo e di mente, per l'indole
sua benefica, per « le affabili maniere » con le quali « temperava la
gravità del contegno » onde ottenne lode di amico sincero, buon padre
di famiglia, ottimo cittadino.
Ed ora consideriamo brevemente l'opera del giornalista. Il Difensore
della libertà uscì il 1° luglio 1797, ed ebbe fine il gennaio dell'anno
successivo, cessando senza avvisare il pubblico, improvvisamente, e senza
che se ne conosca la ragione. Come ho già avvertito, lo istituirono
in due, ma col numero del 14 novembre Marre cessa di cooperarsi e vi
comparisce in fine il solo nome di « Sauli estensore in capo ». Il gior-
nale procede nella sua via senza guardarsi troppo d'intorno, né si mo-
stra in generale desideroso di polemiche vivaci e personali; onde se si
eccettua qualche frizzo al Censore, e una buona risciacquata, una volta
tanto alla Ga::i::^etta Nazionale, che aveva attaccato specialmente il Sauli,
nulla vi si trova che non riguardi le cose pubbliche. Dal modo col quale
sono compilati i vari articoli, se ne rileva lo spirito e l'intendimento.
L'amore della hbertà senza licenza, il rispetto alle leggi, l'esercizio della
virtù e l'osservanza dell'onestà, costituiscono sempre i principi direttivi,
per mezzo dei quali si concorre ad istruire il popolo, facendogli cono-
(i) L'autore espone l'azione drammatica.
440 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
scere quali sono i suoi diritti, ma ricordandogli altresì i doveri che gì' in-
combono verso la società e la patria. Censore cauto e moderato, quan-
tunque severo, tanto degli atti governativi come degli uomini pubblici,
seguiva l'ammonimento di Tacito: sim ira et studio, posto ad epigrafe
opportuna in fronte ai suoi fogli. Non gli mancarono perciò le ire dei
governanti e le accuse dei patriotti esagerati, ai quali diceva aperta la
verità, tornasse pur dura ed amara. È notevole a questo proposito la
dichiarazione alla quale i redattori si videro costretti, a fine di spiegare
lealmente la loro condotta.
« 1 patriotti si lagnano di noi e ci tacciano di viltà, e di adulazio.T^ ; il Governo
al contrario ci accusa di sfrontatezza e di spirito di satira calunniosa. Se i gazzettieri
adulassero il Governo, non v'ha pericolo che fossero mai ripresi; l'adulazione è una
peste così naturale agli uomini, che disgraziatamente attacca anche quelli che reggono
le repubbliche democratiche. Se noi seguitassimo questa strada saremmo i gazzettieri
prediletti, e i nostri fogli sariano eguali a quelli che si stampano ne' paesi schiavi.
Non volendo noi però cadere in questo difetto, quale redola dobbiamo tenere, per
non precipitare nell'eccesso contrario della calunnia e della maldicenza ? Eccola.- Un
gazzettiere repubblicano è uno spettatore severo della condotta dei magistrati, loda le
loro virtù, ma censura i loro vizi, osserva lo stato dell'opinione pubblica, la segue,
la corregge o la guida secondo le circostanze, sempre pronto a denunziare all'esecra-
zione universale i dilapidatori, i traditori di ogni specie, in una parola pronto a sa-
crificare lutti per la sua patria. »
Con questi principi direttivi il giornale seguiva imperturbato la sua
via, non curando i ringhi e gli abbaiamenti dei botoli; onde può dirsi,
e non è poca lode, abbia sdegnato costantemente di servire ai fini par-
ticolari di uomini e di chiesuole, ponendo davvero al di sopra d'ogni
persona il bene della patria. Dalla quale legge non si diparti mai, anche
quando si trattò di amici, come nel caso delle accuse mosse a Gian
Carlo Serra, del quale accettò le giustificazioni solamente quando ebbe
la sicurezza che la difesa era onesta e l'innocenza luminosa.
Ed anco nella forma si distinse alquanto dagli altri periodici, che
si tenne lontano, quanto era possibile a que' di, dal roboante ed am-
polloso linguaggio rettorico, cosi comune in quell'ambiente di entusiasmi
e di violenze.
Ma ciò che non deve passare inosservato e che ferma subito la
nostra attenzione si è il vedere scritto in capo al giornale: Anno I della
Repubblica Italiana.
Queste parole ci chiariscono senz'altro il concetto politico dei re-
dattori, riguardo all'assetto definitivo che si doveva dare all'Italia; la
quale, mercè Bonaparte, avrebbe dovuto raccogliere le sparse membra
in una forte unità repubblicana. E l'idea unitaria riceve lume ed illu-
strazione tutte le volte che agli scrittori si porga la buona opportunità
di toccarne, vuoi direttamente, vuoi indirettamente. Infatti è viva la spe-
ranza che « ben presto l'Italia non formerà che un popolo solo, ani-
mato dagli stessi principi, guidato dai medesimi interessi, felice al di
dentro, e rispettata al di fuori, da tutte le nazioni dell'universo ». Chi
parla di federalismo e nemico della democrazia e della patria; a chiunque
mvece parlerà d'unione, i liguri debbono rispoudere: « La Liguria è
pronta ad unirsi all'Italia libera, quando sarà tutta rivoluzionata j od al«
UN GIORNALISTA DELLA RIVOLUZIONE GENOVESE. 441
meno quando l'Italia libera sarà liberamente e sovranamente governata.
Ma, duole il dirlo, allora era altrimenti, s'aspettava di fuori il verbo
rigeneratore; « da Parigi sarà proclamata la Repubblica Italiana Una ed
Indivisibile ». Al conte Balbo, il quale domandava: « Que ferons-nous,
de l'Italie? » era « venuto il tempo di rispondere: una repubblica, riu-
nendo tutti i differenti stati. »
Senonchè le vicende della guerra tenevano gli animi continuamente
sospesi sopra le sorti della patria, e l'infausta pace di Campoformio
venne improvvisa a gt^ttare lo sconforto in mezzo agli entusiasmi, de-
stando nuovi timori: i disegni di Bonaparte accennavano a tradire i de-
sideri degli unitari, che avevano riposto in lui ogni fiducia, e veduto
gl'italiani con piacere risvegliarsi a libertà.
« Questa bella Penisola da lungo tempo cancellata dal rango delle potenze che
airavvicinamento delle armate francesi è stala in tutti i suoi punti scossa dall'elettricismo
della libertà, che ha pronunziato solennemente il suo volo per la sua risurrezione po-
litica, già organizzava le sue legioni e riprendeva un atteggiamento guerriero. »
Ma la politica di Bonaparte arrestava questo movimento cosi bene
avviato, e al concetto largo, nazionale d'una grande e forte repubblica,
voleva pe' suoi fini, sostituito quello delle piccole repubbliche divise ed
autonome. Perciò si domandava: « L'Italia che diverrà mai? Al nome
glorioso di Repubblica Italiana saranno sostituiti i nomi oscuri ed ino-
norati di Cisalpina e Cispadana? «Nondimeno al genio, all'ambizione
del gran capitano pur si volgeva ancora una speranza. « O Bonaparte,
la posterità parlerà con ammirazione delle tue campagne, ti pareggerà,
e con giustizia, ai più gran guerrieri, ma se l'Italia ti dovesse la sua to-
tale rigenerazione, la sua esistenza politica, a qual uomo potrebbe ella
paragonarti ? » In questa guisa scriveva arditame ite il Sauli, al quale
non garbava la costituzione di quegli staterelli repubblicani disordinati
e confusi, donde non potea derivare forza e grandezza alla patria. Né
si rimase dal propugnare l'alto suo intendimento con più ampio scritto,
nel quale si rivolge agl'italiani eccitandoli all'unità, e li conforta a lasciar
da parte ogni idea di federazione, come assai difficile a mandarsi ad ef-
fetto, e pericolosa per molteplici rispetti.
« La lunga esperienza — così ammoniva — dei mali cui soggiacque per tanti secoli
la patria lacerala, vi faccia finalmente conoscere la necessità di rinunciare alle rivalità,
d'amalgamare i vostri interessi, formando un sol corpo politico di tutti gli stati d'I-
talia. Fate sparire quei limiti e quelle frontiere che dividono l'Etruria dal Lazio, l'Umbria
dalla Liguria, e la nostra indipendenza sarà più solida e più sicura. Vi comanda forse
l'avara natura di restringervi in quei confini che vi diedero i vostri tiranni ? Non vi
chiama ella forse ad una generale alleanza, dandovi la stessa favella, gli slessi inte-
ressi ? I soli confini che essa vi ha fissato con indelebile segno, sono quelli che se-
parano dalle estere nazioni il bel paese
Che Appenin parte, il mar circonda e l'Alpe. »
Anche il nostro Gaspare va adunque posto nella schiera de' fautori
più caldi e più convinti dell'unità nazionale; e quantunque sia già stato
dimostrato dal Carducci e dal D'Ancona come a questo fine si volges-
sero per diversa guisa, i canti dei poeti, e le aspirazioni di valenti pa-
triotti, pur è notevole il fatto d'un uomo, il quale esercitava il suo apo-
442 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
stolato per mezzo di un giornale, che può ben dirsi da lui istituito con
questo intendimento. Al quale pur mir ivano altri ancora amici e coope-
ratori del Sauli (i)
Or considerando come siffatte manifestazioni vedessero la luce in
Genova, ed anco dal di fuori facessero capo a genovesi, i quali ne erano
noti banditori e seguaci, potrebbe credersi che in questa città, meglio
che altrove, gettassero radice e vi rimanessero più vive. Tanto più
se si ricorda come persino al primo cadere delle sorti napoleoniche, al-
lorquando si cospirava per riunire tutta l'Italia sotto lo scettro del grande
prigioniero dell'Elba, con una costituzione democratica, fjnno parte prin-
cipale di quella congrega alcuni genovesi d'incontestato valore e a Ge-
nova si raccolgono per colorire il disegno. Dato perciò questo ambiente,
non sarebbe forse troppo ardito il riconoscere, che l'apostolato uaitario
e repubblicano di Mazzini, a cui l'educazione democratica di famiglia,
la conversazione dei vecchi amici, e gl'insegnamenti dei maestri, scal-
darono l'imi mo e fecondarono l'ingegno, fosse la conseguenza quasi inav-
vertita di un procedimento storico al tutto naturale.
Achille Neri.
(i) Qui l'egregio autore accenna a diverse pubblicazioni fatte in Genova e fuori
tendenti tutte alla politica democratica ligur; di quel tempo, e che noi per amore di
brevità tralasciamo dal trascrivere.
UFFICIO CENTRALE DI PUBBLICITÀ
(Fondato nel 1868)
FBUmil CASABETO Bl FBAICESCO
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Italiani ed Esteri
SGH:iA.R.IIv^ElSrTI -A. RiatilESTA.
MAZZINI GIORNALISTA
Mi sono domandato spesso : — Ci furono patrioti che nelle con-
dizioni di Giuseppe Mazzini, esule, fuggiasco, cospiratore, organiz-
zatore di formidabili società segrete, abbiano potuto fare il gior-
nalista, un mestiere, cioè, clie richiede calma continua, studi in-
cessanti, affiatamento quotidiano con gli uomini che reggono il
governo e che della politica fanno il sostentamento giornaliero ?
Io non credo. Anche perchè oggi comunemente si attribuisce
il nome di giornalisti non a coloro che dovrebbero essere i veri
e soli interpreti dell'opinione pubblica, a coloro che la guidano e
che la formano — come in Inghilterra — ma a coloro invece che
avendo una mediocre attitudine a scrivere vivono d' impressioni
effimere, fugaci, e nella tranquillità serena d'una redazione, osten-
tando una noia tutta teatrale e sorbendo una tazza di caffé, fanno
l'articolo. Quando sarà passata una sola generazione, chi si ricor-
derà più dei giornali e dei giornalisti d'oggi? Passeranno anche
venti generazioni, ma chi dimenticherà il Conciliatore di Ugo Fo-
scolo 0 l' Osservatore di Gaspare Gozzi, V Antologia del Vieusseux
o il Pensiero e Azione di Mazzini ?
Giornalisti che scrivano sulle casse dei tipi, in una stamberga
fetida, al bujo, con una condanna di morte sul capo, con una sen-
tinella sull'uscio che avverta in tempo l'arrivo della polizia —
scrivere in queste condizioni d'animo e di tempo articoli che diano
da pensare ad un governo, che compromettano relazioni diploma-
tiche fra stato e stato — bella vita davvero, quaranta o cinquanta
anni or sono !
Quanti dei giornalisti moderni, farebbero altrettanto ?
E Giuseppe Mazzini l'ha vissuta questa vita di ansie continue,
di timori e di speranze, di condanne e di fughe, di miserie e di
persecuzioni.
Altri ha raccontata questa vita di splendidi tormenti, che
pare un romanzo. Io dirò di Giuseppe Mazzini giornalista.
Le prime aspirazioni alla libertà, come egli stesso narra, s'e-
rano alimentate fra l'altro, con la lettura di Livio e di Tacito e
di alcuni vecchi giornali da lui trovati seminascosti dietro ai libri
paterni di medicina, fra' quali alcuni fascicoli della Chronique du
Alois, pubblicazione girondina dei primi tempi della rivoluzione
francese.
I moti del 1821, l'amicizia di molti giovani ardenti, la let-
tura dell'Ortis, le piccole agitazioni universitarie, gli aprirono la
via alla politica.
Nel 1826, scrisse com'egli dice « le prime pagine letterarie.
444 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
mandandole audacemente alV Antologia di Firenze, che , molto a
ragione, non le inserì...; versavano su Dante ch'egli dal 1821
al 1827 aveva imparato a venerare non solamente come poeta, ma
come Padre della Nazione ». (1)
Non si scoraggiò per questo : attese occasione più propizia. E
questa non mancò : « Usciva allora (1827) in G-enova, edito dal
tipografo Panthenier, un giornaletto d'annunzi mercantili, e doveva,
in virtii di non so quale prescrizione governativa, limitarsi a quel-
l'angustissima sfera. Era V Indicatore Genovese. Persuasi il libraio
ad ammettere annunzi di libri da vendersi, con l'aggiunta di due
0 tre linee quasi a definirne il soggetto, e m'assunsi di scriverle.
Fu quello il cominciamento della mia carriera di critico. A poco
a poco gli annunzi impinguarono e diventarono articoli. Il governo,
assonnato allora come il paese, non se n'avvide o non se ne curò.
JJ Indicatore si trasformò in giornale letterario La controversia
letteraria si convertiva in politica: bastava mutare alcune parole
per avvedersene. Erano guerricciole, zuffe di bersaglieri sul limite
di due campi. Per noi l' indipendenza in fatto di letteratura non
era se non il primo passo a ben altra indipendenza : una chiamata
ai giovani perchè inspirassero la loro alla vita segreta che fermen-
tava giù giù nelle viscere dell'Italia. Sapevamo che tra quelle due
vite essi avrebbero incontrato la doppia tirannide straniera e dome-
stica e si sarebbero ribellati dall'una e dall'altra. »
Il primo articolo pubblicato da Mazzini sull' Indicatore, ha
questo titolo: Dell'Amor patrio di Dante; è lavoro giovanile, ma
dà già un'idea dell'ingegno penetrante, riflessivo dell'agitatore
genovese e contiene i germi di quella critica acuta, stringente che
è uno de' suoi principali meriti.
Non così un secondo articolo, scritto nel giugno 1828 e pub-
blicato nei numeri 5, 6 e 7 del giornale Sul Romanzo in genere
ed anche dei Promessi Sposi, che parve, com' è di fatti, freddo e
scolorito. La signora Mario dice a questo proposito che forse il
Mazzini conoscendo tutti i romanzi di Walter Scott o dalla tradu-
zione o dall'originale, attribuisce a questo il diritto di paternità
del romanzo storico epperò il libro del Manzoni non poteva avere
per lui quella freschezza e quella originalità che per gli altri sem-
brava avere.
Nei mesi successivi fu più fertile : nel numero 13 del 2 agosto,
pubblicò, Treni' anni o la Vita di un giuocatore; nel 14.° del 9,
Carlo Botta e i Romantici e in due altri numeri, 16 e 17, una
critica alla Battaglia di Benevento, di Guerrazzi.
Il secondo di questi articoli — dal quale si può rilevare come
Mazzini intendesse il romanticismo — è una risposta ad una let-
tera del Botta, che dalla Francia fulminava la nuova scuola, co-
stituitasi a Milano col Conciliatore per organo ufficiale. Quest'ar-
(i) Queste pagine, che Mazzini aveva interamente dimenticate, molti anni dopo
furono inserite per opera del Tommaseo nel Subalpino,
Mà-ZZINI GIORNALISTA. 445
ticolo fruttò al Mazzini l'amicizia del Botta stesso. Quello sulla
Battaglia di Benevento ed un altro del giovane Elia Bensa, di Porto
Maurizio, sul dramma i Bianchi e i Neri, produssero fra Mazzini
e Guerrazzi un carteggio fraterno pieno d'entusiasmo per l'avvenire.
Gli ultimi scritti di Mazzini contenuti nell' bidicatore Geno-
vese, sono una breve necrologia di Vincenzo Monti, nel numero 24
del 18 ottobre, e un articolo sulla traduzione della Storia della
Letteratura antica e moderna di Schlegel, nei numeri 27 e 28,
del novembre 1828.
La signora Mario dice clie basta leggere questi primi lavori
di Mazzini per capire clie cosa sarebbe divenuto questo giovane di
ventidue anni se si fosse dato tutto alle lettere. « Gli fu rimpro-
verato, essa aggiunge, un linguaggio mistico, l'essere vissuto in
un ambiente di metafore, l'eterna ripetizione delle stesse parole
dovere, collettività, unità, non Vari pour l'art, da molti cbe non
erano ne scettici ne disinclinati al sagrifìcio e neppure quello che
oggi si direbbe materialisti. Ma è che essi nacquero venti anni
dopo di lui, quando ormai l' Italia aveva altri orizzonti e il mondo
nuove prospettive. »
In effetti gli articoli di Mazzini hanno tutti la medesima im-
pronta e il rimprovero fatto all'autore di essi sembra in parte giu-
stificato; ma Mazzini non poteva discorrere pubblicamente di po-
litica; sicché la letteratura era il tramite più naturale allo svol-
gimento de' suoi concetti politico-filosofici.
E tanto è ciò vero che il governo assonnato ed il paese fini-
rono per leggere quegli articoli e comprendere dove essi miravano,
e quando gli ardenti scrittori annunziarono, alla fine del 1828, ohe
il giornale si sarebbe ingrandito, un divieto governativo lo sop-
presse. (1)
Si comprenderà di leggieri che, soppresso il giornale, il go-
verno mise gli occhi addosso ai redattori, i quali non eran tali
da rinunziare cosi facilmente all' impresa.
Quei lavorucci pubblicati nell' Indicatore, come li chiama lo
stesso Mazzini, gli avevano procurato U7i grado qualunque di fama
in Genova e conosceìize d'uomini altrove che dovevano lavorare
poi con lui sulla via più chiaramente emancipatrice: Botta, i re-
dattori dieW Antologia, Elia Bensa, Guerrazzi. Con quest'ultimo inta-
volò un carteggio fraterno, allora, e pieno d'entusiasmo per pro-
muovere l'avvenire, tanto che, quando il governo sardo soppresse
l' Indicatore genovese, credette opportuno lasciare Genova e di na-
scosto riparò a Livorno, dove si trovò come tra fratelli coi giovani
livornesi che facevano corona al Guerrazzi : Carlo Bini, Giovanni
La Cecilia, Pietro Bastogi, allora né conte, né banchiere.
(i) Mazzini firmava M, oppure Af*** i suoi arùcoìi, suìì' Indicatore Genovese, foglio
commerciale ecc. Elia Bensa firmava E. B., e Filippo Bettini B, B •*, B "**j F. B ••";
Di questo periodico, oggi rarissimo, videro la luce soli 33 numeri, dal lO maggio
al 20 dicembre 1828.
446 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Naturalmente fu stabilito subito di iniziare una pubblicazione
elle servisse a scuotere la gioventù dall' inerzia e dal letargo e che
prima fra tutti pronunciasse la parola Italia.
In un convegno segreto furono gettate le basi di questo nuovo
giornale ; fu convenuto che Guerrazzi — perchè del luogo e poteva
dare quindi maggiore importanza all' impresa — ne avrebbe assunta
la direzione; quanto al titolo fu scelto quello di Indicatore Livor--
nese, perchè come era stato per il geiiovese, accennando più ai
traffici che alla politica o alle lettere, avrebbe destato meno so-
spetti ; si convenne anche che al verso — Libertà vo' cercando eh' è
sì cara — che doveva recare per motto il giornale, alla parola ?2-
ì)ertà si sarebbe sostituita l'altra civiltà.
Molti coraggiosi giovani livornesi promisero la loro cooperazione.
E cosi il giornale fu lanciato al pubblico.
Mazzini, Bini e La Cecilia mantennero la parola e comincia-
rono a scrivere. Guerrazzi, attintissimo, teneva tutti desti con le
corrispondenze .
« Ho letto con molto piacere — scriveva egli a La Cecilia, in
data del 1.° aprile 1829 — l'articolo che ti piacque d'essere cortese
al nostro giornale, ed a nome della società te ne indirizzo sinceris-
sime grazie. Spero poterlo pubblicare nel numero che sarà secondo
nel mese corrente. Oggimai, sebben per pochi, volgono i tempi che
l'uomo anela la fama di pietoso piuttosto che quella di scienziato;
tu fai prova di sapere, ma siccome la pietà principalmente si ma-
nifesta in quelle pagine tue, abbine le mie congratulazioni e dove
a te non gravi la mano in pegno di fraterna amicizia, puoi strin-
gerla sicuro fin qui incontaminata l'accompagni il braccio. »
Mazzini pubblicò noìV Indicatore Livornese nove articoli, di cui
ecco i titoli in ordine cronologico :
— Novembre 1828 - Storia della letteratura antica e moderna di
Federigo Schlegel: articoli I, IL
— Maggio 1829 - Faust, tragedia di Goethe: articoli I, II (nu-
meri 11 e 12).
— 29 giugno 1829 - Le fantasie, romanza di G. B. (numero 18).
— 12 ottobre 1829 - Orazione di Ugo Foscolo a Bonaparte (nu-
mero 32).
— Dicembre 1829 - Saggio sopra alcune tendenze della lettera-
tura europea nel XIX Secolo: articoli I, Il (numeri 41 e 42).
— 1829 - L'Esule, poema di Pietro Giannone (numero 46).
Gli argomenti trattati in questi articoli, come si vede, erano
abbastanza seri; sicché essi sono rimasti dei veri e propri saggi
critici stupendi. E l'autore non aveva che ventiquattro anni.
Il Guerrazzi il più delle volte — come fece poscia Mazzini —
dava egli stesso il tema, o tracciava lo schema d'un articolo (1).
(i) Eccone un esempio in questa lettera a La Cecilia:
« Amico carissimo,
« Siccome sei in debito di scrivere qualche cosa n?l nostro giornale, così ti mando
quest'mno, inviatomi stamane dal suo autore, onde tu veda di farne un esame. Oltre
MAZZINI GIORNALISTA. 447
E l' Indicatore con tanta roba di belli e profondi ingegni pia-
ceva non solo in Toscana, ma in tutta Italia e l' impresa andava
prospera e rigogliosa.
Ma il governo toscano cominciò a insospettirsi e a compren-
dere finalmente il senso politico più o meno velato di certe al
lusioni letterarie non dette a caso, ne per vana retorica, e per
ogni buon fine, prese a invigilare gli scrittori, più specialmente
il Bini, il quale aveva grande popolarità fra i giovani della plebe,
navicellai, operai, ed uomini di fiducia dei grossi commercianti
esteri e nostrani.
« Bini, — scrive La Cecilia nelle sue memorie, — nelle con-
cioni della sera parlava di patria, spiegava i fasti della potenza
latina, e faceva intravedere a que' suoi discepoli i vantaggi della
futura unità d'Italia.... Felice lui clie la morte lo spense prima
della rivoluzione del 1860!... »
JJ Indicatore Livornese insomma, con più ardire e maggior lar-
ghezza di vedute spiegava meglio le tendenze politiclie dei suoi
redattori, implacabili nella lotta contro quei governi che smem-
bravano la patria; ma neppur esso ebbe fortuna ; la sua esistenza,
come quella del suo predecessore genovese, era votata alle persecu-
zioni del governo, il quale, — compiuto l'anno di pubblicazioni —
intimò agli scrittori di cessare, e confinò il Guerrazzi per sei mesi
a Montepulciano,
E neanche questa volta Mazzini si dette vinto.
E poiché la Toscana, in sostanza, era terreno più ospitale per
la stampa, e la censura non vi si mostrava così rigida come negli
altri stati italiani, l'agitatore genovese fece capo dlV Antologia di
Firenze.
Questo giornale, cominciato a pubblicare nel 1821 per inizia-
tiva di Gino Capponi e di quell' insigne patriota e uomo di let-
tere che fu Pietro Vieusseux, era non solo una pregevolissima ef-
femeride, ma un tratto d'unione fra i patrioti letterati di quel-
l'epoca, ed è ancora, dice la Mario « un vero tesoro per gli stu-
diosi che vogliono informarsi del pensiero italiano durante quelli
anni di muto dolore che corsero dal 1821 al 1832 ».
Infatti di Mazzini troviamo neìV Antologia i due più gravi e
meditati scritti della prima gioventù : cioè quello D'una letteratura
eurojpea, pubblicato nei fascicoli di novembre e dicembre del 1829,
e quello Sul dramma storico e sulla fatalità, considerato come eie-
la capacità che in te io vedo grandissima per cosa di maggior momento che questa
non pare, un altro motivo m' indusse inviarlo a te, carissimo amico. Mi dicesti certa
volta, avere in serbo alcuni pensieri sopra l'educazione delle donne, e se non m'in-
ganno nell'esame di quest'inno ti vi potresti dilungale, là dove dice il piede muove, ecc.,
e poi raccomandare la lettura di Omero, e degli altri scrittori di cuore, per la ra-
gione, ecc., togliendone motivo dai versi che cominciano : Di Meonii tesori, ecc. Infine,
quasi campo del tuo quadro, e date al Monti le lodi di gran poeta, mostrare come
avendo buttato via mezzo cuore ha disperso mezzo giudizio; ecc.
29 luglio 1829.
Amico F. D. Guerrazzi.
448 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
mento drammatico, pubblicato in tre articoli nel luglio dell'anno
appresso.
E questi sono i soli articoli che V Antologia deve alla colla-
borazione di Mazzini. Egli, inquieto, perseguitato, scontento e so-
pratutto persuaso che in Italia non c'era più un giornale ove po-
tesse inserire i suoi scritti, si decise ad esulare, per avere libertà
d'azione e per creare quella stampa clandestina nella quale vi fosse
possibilità di discutere le quistioni senza ostacoli di sorta.
E si recò a Marsiglia.
Ritrovò, nella città popolosa ed attiva, o lo raggiunsero ben
presto, prodi italiani, che il delitto di amare la patria li sospin-
geva a cercare asilo in terra straniera : il conte Carlo Bianco, di
nobilissima famiglia, già capitano dei dragoni e valoroso militare;
Amedeo Melegari, cbe fu poi ministro: Giuseppe Lamberti; G. B.
Ruffini ; Carlo Lustrini ; 1' israelita Usigli ; i fratelli Tirelli, gio-
vanissimi ; i fratelli Paolo e Nicola Fabrizi ; Gustavo Modena, sem-
pre faceto, cbe provocava non di rado il riso sulle labbra del-
l'austero Mazzini; il romagnolo Bendati; la signora Giuditta Belle-
rio di Milano vedova Sidoli, coraggiosa ispiratrice, nuova Egeria
di questo forte nucleo di valorosi patrioti e, allora, convinti re-
pubblicani.
Mazzini si mise subito all'opera e fondò l'associazione segreta —
forse la migliore organizzata di quante ne esistettero prima e dopo —
che dette anche il nome al giornale che doveva propagarne e di-
fenderne i principii : la Giovine Italia.
Il manifesto del giornale fu pubblicato sul finire del 1831.
« Noi, dice il Mazzini, non avevamo mezzi pecuniari. Io andava economizzando
quanto più poteva sul trimestre che mi veniva dalla famiglia: i miei amici erano tutti
esuli e dissestati in finanza. Ma ci avventurammo, fidando nell'avvenire e nelle sotto-
scrizioni volontarie che dovevano venirci se i nostri principii tornavano accetti. »
Il programma del giornale spiegava gì' intendimenti della so-
cietà :
« Se un giornale a noi italiani esuli raminghi, e sbattuti dalla fortuna fra gente
straniera, senza conforto fuorché di speranza, senza pascolo all'anima fuorché d'ira e
dolore, non dovesse riuscire che sfogo sterile, noi taceremmo... ■ — Poiché i tempi ci
vietano l'opre del braccio, noi scriveremo. La Giovine Italia ha bisogno d'ordinare a
sistema le idee che fremono sconnesse e isolate nelle sue file: ha bisogno di purifi-
care d'ogni abitudine di servaggio, d'ogni affetto men che grande, questo elemento
nuovo e potente di vita che la spinge a rigenerarsi : e noi, fidando nell'aiuto itahano,
tenteremo di farlo: tenteremo di farci interpreti di quanti bisogni, di quante sciagure,
di quante speranze costituiscono l'Italia del secolo xix. Noi intendiamo di pubblicare,
con forme e patti determinati, una serie di scritti tendenti a cotesto scopo, e a norma
dei principii che abbiamo accennati. — Noi non rifiuteremo gli argomenti filosofici e
letterari : l'unità è prima legge dell' intelletto. La riforma d'un popolo non ha basi
stabili se non posa sull'accordo nelle credenze, sul complesso armonico delle facoltà
umane; e le lettere, come un sacerdozio morale, sono espressione della verità dei prin-
cipii, mezzo potente d' incivilimento. »
Intanto Mazzini iniziò un'attiva corrispondenza con gl'italiani
residenti in Italia e all'estero, per procurarsi articoli, abbonati,
MAZZINI GIORNALISTA. 449
depositi di spacci, corrispondenti e tutto quanto poteva occorrere
per una pubblicazione che non dava certo le migliori garanzie di
riuscita, per tutti i riguardi.
Il primo a rispondere all'appello fu Giovanni La Cecilia, che
allora era in Corsica.
Ecco in proposito una lettera di Mazzini :
« Marsiglia, i6 febbraio 1832.
« Ho ricevuto oggi il tuo bell'articolo sul Colletta, e sarà stampato nel primo
numero, come brami.
« Te ne sono grato davvero, e tanto più vien-i opportuno che nel primo hanno
luogo alcune pagine dettate d^l Colletta intorno alla storia dei greci moderni, inedite
finora, vietate dal governo aWAiitoìogia e innanzi alle quali io in poche mie linee av-
vertiva come si sarebbe tentato un articolo necrologico.
« Spero che tu seguiterai e m'invierai altri scritti. Molti mi hanno promesso e
mi mancane al solito : io speravo grande aiuto di associati e scrittori della Toscana
e fui deluso. Non pertanto il numero sta sotto i torchi, e vedremo se si desteranno,
perchè credo che un buon giornale possa giovare molto all'Ita'ia.
« Che diavolo fa il Benci? (i). È un mese ch'io attendo un suo scritto, e non
vedo nulla. Sveglialo. Egli si deve tutto alla patria, e perchè può scrivere utilmente.
Li debbo una risposta, e la spedirò al primo corriere.
« Ti scriverò distesamente e presto sulle cose nostre. Non vjnno benissimo, ma
né malissimo. È necessario concentrare, concentrare, concentrare, e avrò forse a chie-
derti informazioni per Napoli ed altre parti,
« Intanto amami e credimi tuo amico
G. Mazzini. »
Egli era pieno di fiducia e di attività; i suoi amici di corag-
gio e di energia ; si sentivano pronti a tutto. Anche Demostene
Olivier, padre del celebre ministro di Bonaparte, aveva offerto il
suo aiuto.
Ma quando tutto era pronto per la pubblicazione del primo
fascicolo della Giovine Italia, ecco sorgere nuove difficoltà.
La Cecilia, in attesa di questo primo fascicolo, aveva mandato
un secondo articolo ; Mazzini gli scrisse :
« Ebbi l'articolo, ti son grato, è buonissimo, salvo il titolo che mi permetterai
di alterare.
« Un incidente legale, una difficoltà ministeriale mossa intorno alla legalità del
giornale, produce un lieve ritardo; il primo uscirà insieme al secondo; avvisa però
ognuno....
« Ciò che ci rovina in parte pel giornale ora sono le quarantene pel choìera;
ma Dio volendo supereremo anche questa. »
Il ritardo non fu cosi breve quanto Mazzini credeva ; esso durò
parecchi mesi ; per non differire maggiormente la pubblicazione
di quest'organo, di questa tromba di resurrezione degli esuli ita-
liani, Mazzini — che doveva allontanarsi provvisoriamente da Mar-
siglia — invitò il La Cecilia a recarsi sul continente.
La Cecilia fu subito aggregato al consesso centrale, ebbe la
direzione tecnica del giornale insieme alla collaborazione e fu pre-
Ci) Il Benci era un dottissimo toscano, traduttore della Guerra dei Trent'anni di
Schiller — e viveva esule a Bastia.
N. Behnardini — Guida della Slampa periodica italiana — 29.
450 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
posto alla corrispondenza con tutti i depositi dei rifugiati italiani
che dimoravano in molte città di Francia.
« La direzione tecnica — scrive egli stesso — fu per me un
tormento orribile : i compositori francesi non intendevano una sil-
laba d' italiano, ed un veccbio sardo clie si vantava di conoscere*
la nostra lingua era stupido e testardo : per ben tre volte gli stam-
poni rividi e i fogli : tempo sprecato ; si pubblicò il primo mmiero
pieno d'errori tipografici. » (1)
Quando pervenne a Mazzini, questi a ragione indignato scrisse:
« Non credo aver bisogno di dirti che sono stato sulle furie alla lettura di qua'
malaugurato giornale, e del mille e uno errore che lo rendono indegno della lettura;
pel mio articolo pazienza. Soffro il dispiacere, e lo prendo come u^a prova che mi
manda Iddio pei peccati non ancora scontati. Ma Gherardi ? Come incoraggiare a scri-
vere stampando cosi? Non parliamo d'altro; al fatto non v' è rimedio. Rimedio, o
palliativo unico è un errata-corrige — formerà un volume, ma non e' è ^ia d'uscirne.
Io ti mando quello del mio articolo, e non contiene che gli errori più grossolani. Un
altro per Gherardi è indispensabile, ma non può farsi se non con lo scritto dinanzi.
Fallo adunque: il primo periodo non s'intende. Raccomanda a Melegari di far quello
di Franscini, almeno per le cifre tanto essenziali.
« Converrebbe per iscusare un'errata così lunga, fare una linea a principio, che
dicesse: Alcune cause indipendenti da noi e Vassen^a improvvisa e forcata del Diret-
tore del giornale, hanno fatto si che molti errori di stampa siano incorsi nel presente
numero. I nostri associati possono essere certi che non avranno più a lagnarsi di questo
difetto. »
Dovettero mettersi di proposito tutti i redattori per evitare
ulteriori inconvenienti. Essi, dice la Mario, erano quasi tutti soli,
senza ufficio, senza subalterni, immersi l' intero giorno e gran parte
della notte nel loro lavoro, scrivendo articoli e lettere, interro-
gando viaggiatori, affratellando marinai, piegando fogli di stampa,
legando involti, alternando le ore tra occupazioni intellettuali e
funzioni d'operai.
La Cecilia faceva il compilatore, Lamberti il correttore di stam-
pa ; ne sdegnavano di scendere agli umili uffi.ci di faccliino per ri-
sparmiare le spese di trasporto dei fascicoli. Esuli e figli di fa-
(i) Il titolo preciso del giornale era questo:
La Giovine Italia
Serie di scritti intorno alla condizione politica, morale e letteraria dell' Italia,
tendenti alla sua rigenerazione.
Aveva per motto:
Italiani ! Italiani !
Firg.
più questi pensieri del Foscolo :
« Ma voi, che solitarii, o perseguitati su le antiche sciagure della nostra patria fremete, perchè non rac-
contate alla posterità i nostri mali? Alzate la voce in nome di tutti, e dite al mondo, che siamo sfortunati,
ma né ciechi né vili... Scrivete. Perseguitate con la verità i vostri persecutori. »
Ogni fascicolo si componeva di circa 300 pagine in s." La mansione tipografica
era la seguente: Tip, militare di Giulio Barile e Boulouch 18^2. Conteneva talvolta dei
ritratti ad incisione, come per esempio quello di Ciro Menotti.
La Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele di Roma possiede, legato in volume,
un trimestre della Giovine Italia — copia rarissima se non unica, e che è quella da
me consultata. L' intera collezione della Giovine Italia si compone di 6 quaderni, dei
quaU 3 stampati nel 1832, 2 nel 1833, i nel 1835 di complessive pagine 1354.
MAZZINI GIORNALISTA, 451
miglia tutti, senz'altro ohe il modico mensile spedito loro dalle pro-
prie famiglie, mettevano tutto in comune, e, salvo le prime ne-
cessità del cibo e dell'alloggio, il resto era dedicato alle spese del
giornale.
Non era la più bella vita questa, ma si erano votati tutti al
sagrificio per una causa e nessuno avrebbe indietreggiato.
Per la spedizione del giornale in Italia gli esuli si erano messi
d'accordo con numerose case di commercio delle città marittime :
esse avrebbero ricevuto i pacchi di stampati provenienti da Mar-
siglia da capitani o da marinai a bordo dei legni italiani e fran-
cesi che toccavano i porti del Mediterraneo e li avrebbero poscia
distribuiti agii affiliati della società ; contemporaneamente dalla
Svizzera i contrabbandieri avrebbero fatta la diffusione nella Lom-
bardia e nel Veneto, per mezzo dei vaporetti sui laghi o attraverso
i numerosi passi della frontiera. Luigi Tinelli, lombarbo, avrebbe
sparso nella Lombardia i fogli clandestini della Giovine Italia,
aiutato da Giacomo Ciani, anch'esso lombardo, vecchio e provato
patriota, condannato a morte nel '21, possessore di una tipografìa
che stampava libri politici e scritti letterari di esuli italiani. Maz-
zini, consigliando di fidarsi di lui scriveva : « La stamperia sarebbe
interamente nostra, s' io potessi, da così lontano dirigerla, o s'altri
dell' interno volesse. Ne certo ho creduto che voi poteste mai pre-
ferirgli Boudry o altri della setta libraria. Inoltre è punto favo-
revolissimo pel contrabbando in Italia : » Un altro che per atti-
vità nella diffusione del giornale in Italia si distingueva, era Ago-
stino Depretis, allora giovane e cospiratore.
In soli sei mesi l'associazione della Giovine Italia aveva fatti
rapidi progressi ; si erano stabiliti sicuri e regolari mezzi di comu-
nicazione fra i diversi Comitati, e a mezzo di viaggiatori aggregati
tenevasi corrispondenza al di fuori colla Toscana e Roma per Li-
vorno (dove adoperavasi Carlo Bini) e Civitavecchia e di là con
Napoli; venivano sparsi stampati politici e la propaganda era en-
trata nell'esercito ; prima nell'artiglieria e poi si era estesa negli
altri corpi della guarnigione. Il piano della Giovine Italia era di
fare scoppiare l'insurrezione italiana nelle due Sicilie e nel Pie-
monte, in modo da dividere le forze dell'Austria.
Il primo fascicolo della Giovine Italia levò un rumore india-
volato : il manifesto del giornale ; un articolo di fuoco intitolato
La Romagna ; una risposta fulminante alla Voce della Verità di Mo
dena, portavoce dell' ignobile principe di Cauosa ; i Dialoghi po-
polarci, bellissimi, di Gustavo Modena furono letti avidamente in
tutte le città dell' Italia settentrionale e centrale, ristampati clande-
stinamente e diffusi fra gli studenti, gli operai, i soldati e i comitati.
Tutto pareva dovesse procedere a vele gonfie, quando scoppiò
la sommossa in senso repubblicano a Parigi.
Andata a vuoto, i governi si domandarono se non era il caso
di procedere contro i fuorusciti, che minavano la sicurezza interna.
452 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
I rappresentanti diplomatici dei diversi stati presso la corte
di Luigi Filippo, si levarono tutti a una voce, per protestare vi-
vamente : essi però non avrebbero avuto ascolto se le proteste non
fossero state appoggiate dai legati dell'Austria e della Prussia.
Matternicli inviò una nota minacciosa^ dolendosi che si permettesse
di cospirare pubblicamente contro l' impero, in un paese amico, e
chiedendo la immediata espulsione dal reame di Francia di Griu-
seppe Mazzini.
II governo sardo specialmente, insisteva più di tutti.
Come resistere a clamore così unanime ?
A rendere più facile l'opera di persecuzione, uno del nucleo
di Marsiglia, si rese Giuda volontario dei suoi compagni, infor-
mando la dogana di Genova che sul vapore Le Sidly, proveniente
da Marsiglia sarebbe giunto all' indirizzo della Casa Rini un baule
a doppio fondo, contenente scritti di Mazzini.
Il -1 luglio ('32) la polizia sequestrava infatti il baule, il quale
in apparenza non conteneva che panni frusti ; ma nel doppio fondo
vi si trovarono cinque copie del primo fascicolo della Giornne Italia^
13 lettere di Mazzini ed altre carte importantissime. L'arresto di
due artiglieri fece scoprire le fila della congiura e a Genova si
operarono molti altri arresti.
Alle proteste delle autorità italiane, il ministro degl' interni fran-
cese, rispose ordinando al prefetto di Marsiglia, certo Thomas, di
arrestare Mazzini e di farlo scortare fino alla frontiera svizzera; di
impiegare ogni mezzo, anche la corruzione, presso il tipografo Giulio
Barile genovese, ma naturalizzato francese, per costringerlo a non
stampare più la Giovine Italia.
Immediatamente furono arrestati e cacciati parecchi operai e
compositori con altri esuli creduti collaboratori del giornale; l'e-
ditore fu minacciato, ma tutti riuscirono a nascondersi in piccoli
paesi vicini.
Ma come arrestare Mazzini ? Era una parola !
Intervenne Demostene Olivier e dichiarò al prefetto che in-
sieme ai suoi amici si sarebbe opposto anche con le armi all'ar-
resto dell'esule genovese ; gli propose di far partire Mazzini pel
paese che j)iù gli conveniva, senza dargli altre molestie.
Thomas sulle prime esitò, ma, marsigliese anch'esso, calcolò di
quali mezzi potesse disporre l'Olivier che aveva sèguito nella bor-
ghesia e dominava la numerosa associazione dei facchini.
Il linguaggio franco e reciso di lui lo intimori : sospese l'or-
dine di arresto e accordò a Mazzini quattro giorni per abbandonare
il suolo francese. Invece 01i\T.er lo nascose in casa propria. Ma le
spie scovarono l'asilo e l'ordine di sfratto fu nuovamente intimato :
allora Mazzini per mezzo di uno stratagemma ingegnoso fece an-
dare in vece sua a Ginevra uno che gli somigliava moltissimo ed
egli passò tra gli sbirri in uniforme di Guardia Nazionale !
E cosi potette rimanere a Marsiglia un altro anno, nascosto
in sicuro ricovero offertogli dallo stesso Olivier nelle adiacenti cam-
MAZZINI GIORNALISTA. 453
pagne ; l'agitatore scomparve legalmente, ma rimase prigioniero
volontario a dirigere con efficace lavoro la setta, le congiure,
il giornale, il comitato ; egli aleggiava col suo spirito in mezzo ai
suoi affiliati, e fra tanto afFacendarsi politico, trovò perfino il tempo
di cominciare un romanzo sulla Lega Lombarda ^ che poi non potè
terminare, con molto danno certamente delle lettere. (1)
Un marsigliese, certo Vittorio Vian, per diminuire la respon-
sabilità dell'editore Barile, si offerse di fare da gerente del giornale;
il torchio fu trasportato in una specie di cava, presa in affitto.
Senonchè la difficoltà maggiore era quella d' introdurre i fascicoli
del giornale in Italia.
Ecco come ne parlava lo stesso Mazzini, qualche anno dopo :
« Il contrabbando delle nostre stampe in Italia era faccenda vitale per l'Associa-
zione e grave per noi. Un giovane Montanari che via^jgiava sui vapori di Napoli rap-
presentandone la Società, altri impiegati sui vapori francesi, ci giovavano mirabilmente.
E finché l'ira dei governi non fu convertita in furore, atlìdavamo ad essi gl'involti,
contentandoci di scrivere suU' involto destinato per Genova, un indirizzo di casa com-
merciale non sospetta in Livorno, su quello che spettava a Livorno un indirizzo di
Civitavecchia e via cosi: sottratto in questo modo l'involto alla giurisJizione doganale
e poliziesca del primo punto toccato, l'involto serbavasi daU'atlratellato sul battello,
finché i nostri, avvertiti, non si recavano a bordo dove si ripartivano le stampe ce-
landole intoi-no alla persona. Ma quando, svegliata l'attenzione, crebbe la vigilanza e
furono assegnate ricompense a chi sequestrasse, e pronunziato minacce tremende agi' in-
troduuori, quando la guerra inferocì per modo che Carlo Alberto con editti firmati
dai ministri Caccia, Pensa, Barbaroux, Lascaréne, intimò, a chi non denunzierebbe,
due anni di prigione e una ammenda, promettendo al delatore metà della somma e
il segreto, cominciò fra noi e i governi d'Italia un duello che ci costava sudori e
spese, ma che proseguimmo con buona ventura. Mandammo i fascicoli dentro barili
di pietra pomice, poi nel centro di botti di pece intorno alle quali lavoravamo, in un
magazzi;'u:cio affittato, la notte: le bott', dieci o dodici, si spedivano numerate per
mezzo d'agenti commerciali ignari, a commissionari egualmente ignari nei luoghi di-
versi, dove taluno dei nostri avvertito dell'arrivo, si presentava a mercanteggiare la
botte che indicava col numero il contenuto. »
Mazzini era indignato di dover ricorrere a questi mezzi, peri-
colosi e costosissimi, e forse a sfogo la Giovine Italia scriveva
(1." trim. p. 194) che purché giornali e libri fossero ispirati ai
principi d'una politique èclairée, potevano liberamente circolare
nei regi domini sardi, ma che per gli altri giornali e libri di con-
trari principi, si usavano tutte le precauzioni e le più severe per-
secuzioni per impedirne l'introduzione.
I governi sdegnati di non potere avere nelle mani il capo della
Giovine Italia, o di costringerlo al silenzio, iniziarono d'accordo
contro le famiglie degli esuli o contro coloro che si prestavano alla
diffusione degli scritti mazziniani, quell'opera di persecuzione che
doveva avere un'eco dolorosissima nelle stragi e nei processi ter-
ribili compiuti poco di poi.
Come ho accennato più innanzi, nel primo fascicolo della Gio-
vine Italia era stato pubblicato uno scritto di La Cecilia sul ge-
nerale Colletta e sulla sua storia ; in esso lo scrittore napoletano
(i) La Cecilia — Memorie —■ Roma 1876,
454 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
faceva risaltare a vivi colori gli eccidi dei borboni commessi nel 1799
e 1821, ed accennava pure ad un manifesto pubblicato nel 1815 a
Palermo da Ferdinando I, col quale questo sovrano eccitando il
popolo napoletano contro Murat prometteva di dare una costitu-
zione tanto liberale da riconoscere V assoluta sovranità del j^ojoolo.
Nella Voce della Verità di Modena, Canosa smentì questo docu-
mento con parole minacciose ed insolenti. La Cecilia pubblicò il
manifesto di Ferdinando I, testualmente, quale lo aveva ricevuto
dal colonnello De Conciliis, uno dei principali promotori della ri-
voluzione del '21.
Canosa, sulle furie, tornò all'attacco, minacciando di fare spe-
gnere col pugnale dei regi sicari gli scrittori e il tipografo della
Giovine Italia; nello stesso tempo, informò la polizia napoletana
cbe il manifesto di Ferdinando I era stato comunicato da La Ce-
cilia padre, al figlio esule.
La feroce polizia borbonica non volle sapere di meglio e or-
dinò che il padre dell'esule, vecchio ottuagenario, fosse arrestato.
« Tuo padre (scriveva in data del 20 ottobre '31 la madre al desolato esule, che
apprendeva cosi, all'improvviso, la dolorosa novella) è in prigione da due mesi, e
per tua colpa, per scritti pubblicati a Marsiglia. Noi siamo rovinati. Se vuoi notizie
mie e di tuo padre dirigiti al Console. Se puoi mandarci qualche soccorso, tu farai
una carità. »
La pietosa lettera fu stampata nel Semaphore di Marsiglia e
venne riprodotta da tutti i giornali liberali della Francia e d'Europa,
indignati della feroce rappresaglia.
« Ti rimando la lettera di tua madre — scriveva Mazzini al suo redattore. — Che
vuoi ch'io ti dica? è il tempo d'i dolori per noi, e specialmente per te che soffri da
undici anni, ma il momento della gioia verrà. »
Assieme a questa lettera Mazzini mandò pel terzo fascicolo
del giornale un articolo di protesta, intitolato Persecuzione.
« Ora, che sperano costoro? (scriveva in quest'articolo). Ridurci al silenzio? Chi
scrive codeste linee ha madre, padre, sorelle — ha la prigione e l'esilio — è cacciato
da due governi. Pure egli rinnova il sacramento di non arrestarsi d'una sola linea
ch'egli ha scelta, di non tacere una verità soli per considerazione alcuna individuale
o no — di riutìammarsi alle persecuzioni ed al sacrificio per combattere la guerra
santa, sotto le bandiere della patria. Molti giovani lo hanno giurato con lui....
« Ma chi scrive codeste linee ha cuore — ed ama — ed egli solo sa il gemito
che gli sorge dentro, ad ogni linea ch'egli scrive, poiché in Italia neppure le leggi
dell'umanità sono sante, poiché oggimai la tempesta che gli uomini liberi sprezzano
e sfidano rugge anche sul capo dei loro padri innocenti. »
E grida a tutti :
« Sorgete dunque 1 Sorgete per la patria e per voi! In Italia la tirannide vive
perchè i padri si rimangono inerti. »
E scriveva a La Cecilia:
« Rispondo — un po' tardi — è vero — ma sono stato colto da un'inerzia siffatta
in questi ultimi giorni che non potevo uscirne, anche volendo. Sono di quelle crisi di
vuoto di teste, che talvolta m'atterrano 1 come ad altri l'emicrania. Ora, credo essere
destato — en avanti
K Corpo di Dio! Sai tu ehe Barile comineia a rallentare la sua attività? Siamo
MAZZINI GIORNALISTA. 455
ai i6: e per Dio! nessuna prova dell'articolo sulla sentenza del Duca di Modena!
Non intende incominciare il lavoro en pctit-romain se non quando avanzino 30 pagine
della Filosofia? -^ male; come si fa a precisare? e perchè non potrebbe incominciare
per un otto o dieci pagine almeno? Oliando tutto il lavoro sarà in petìt-romain, sa
Dio come andrà.
« Ma come diavolo io ho da scrivere anche per V Esule? ti par egli carità cri-
stiana? D'altronde s'indirizzino a Giovanni Mazzini, io mi chiamo Giuseppe. Faccio
del resto tutto il possibile per rubare un po' di tempo al tempo, e scrivere ; ma essi
ora vogliono politica, ed io non posso scrivere che letteratura politica....
« Pei 42 franchi gli avrai: do ordine per questo; non c'è bisogno di ringrazia-
menti. Non ho fatto che riparare alla bestialità di Barile. Vorrei poter fare qualche
cosa di più per tutti; ma son fot.... — Figurati che i fascicoli p r Ginevra costano
268 franchi per sola introduzione! e col rischio di andar perduti. »
In un'altra lettera scriveva :
« Ti mando qualche brano d'articolo. Bada, in nome di Cristo, a che non si fac-
ciano sbagli, né si omettano pagine. A quante pagine siamo ? »
Il giornale lo preoccupava sempre.
Sollecitò la collaborazione dello storico Sismondi, ch'era a Pa-
rigi, mandandogli il giornale, spiegandogliene le intenzioni: « Yi
prego di scrivere qualche cosa per la Giocine Italia. Scrivete come
meglio vi aggrada: io mi terrò onorato d'esservi traduttore. ■»
li Sismondi rispose, accettando, ma facendo qualche osserva-
zione sulle idee politiche del periodico ; poi mandò un lungo arti-
colo contro il sutFragio universale, ma Mazzini non credette op-
portuno pubblicarlo, e, approfittando che il giornale entrava nel
secondo trimestre, scrisse un lungo articolo per spiegare meglio
quelle idee e rispondere a tutte le obbiezioni che erano piombate
addosso ai redattori dopo i primi fascicoli.
« In questo tempo, scrive La Cecilia, Mazzini aveva un in-
gegno svegiiatissimo, ed il suo occhio, come quello dell'aquila,
poteva affissare il sole », ma si arrabbiava che altri gli attraver-
sasse il lavoro formando nuove società segrete, i cui scopi poi non
erano chiari e precisi.
La Cecilia scrisse un articolo intitolato Ai preti della mia fa-
tria e lo mandò a Mazzini perchè lo approvasse. Mazzini rispose :
« Mi perdonerai, spero, se io ho mutato titolo, e se vado appo-
nendo mio scritto al tuo articolo : ma rifletti che il tuo articolo
buonissimo, se fosse separato, entrando nella Giovine Italia, che
dev'essere una nelle dottrine, ci obbligherebbe a molto di più
che non vogliamo.... »
E continua facendo altre notevoli riflessioni che possono dare
un' idea dei suoi principii religiosi. Poi soggiunge :
« Ho molta roba da mettere nel g ornale, siamo inoltrati di molto? Vi è un ar-
ticolo di Elia, un altro di Melegari, il mio è lungo ancora, poi ve n'ha un altro, e
due pagine di appello alla fine. 11 tuo articolo col titolo Chiamata ai preti lo mette-
rai in due volte. Fammi il piacere di dirmi a quante pagine è il mio tinora. Amami,
scrivo al buio. ».
Povero Mazzini ! doveva trattare di cose cosi gravi ed era
costretto a scrivere al buio, in un nascondiglio, col pericolg
456 OUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
d'essere sorpreso ogni momento, arrestato e accompagnato al con-
fine.
Le stesse osservazioni riferite più sopra fece a un articolo siil-
1' Onor militare clie Luigi Napoleone — non ancora imperatore —
aveva mandato a La Cecilia per mezzo del colonnello Yaudrey,
perchè vedesse la luce nel giornale rivoluzionario.
Mazzini lesse lo scritto, e lo trovò commendevolissimo per in-
tenzioni, dottrina ed esposizione chiara e convincente, e riman-
dandolo all'autore suggerì, pagina per pagina, « le sole modifica-
zioni che sarebbero necessarie, onde non offendere il concetto del-
l'Unità che la Giovine Italia deve serbare gelosamente ».
La Giovine Italia, sia come setta che come giornale, predicava
l' insurrezione a nome dell' indipendenza e dell'unità della peni-
sola, e la repubblica come consacrazione e condizione dell' indipen-
denza. Luigi Napoleone in questo tempo protestava di essere re-
pubblicano e di volere la repubblica tanto in Italia che in Fran-
cia: accettò dunque le osservazioni di Mazzini al suo scritto, lo
rimandò corretto e cosi potette vederlo pubblicato (1).
Talvolta La Cecilia nel leggere gli articoli di Mazzini si tro-
vava imbarazzato ad accettare completamente certe idee che gli
parevano o soverchiamente avanzate o molto pericolose ad essere
esposte. Rimandava gli scritti, chiedendo schiarimenti. E Mazzini
li tornava, modificando qualche frase, o spiegando meglio i suoi
concetti.
« Il tuo articolo ai Preti — scriveva un'altra volta — ha fatto furore a Torino...
« Sprona Barile pel giornale. Manderò domani un brevissimo dialcghetto; biso-
gna stamparlo contemporaneamente e porre in cima la solita rubrica: Giovine llalia —
Insegnamenio popolare. »
E il giorno dopo :
« Ti scrivo due linee unicamente a sollecitarti pel giornale, cioè onde tu solle-
citi più sempre Barile. Urge che venga fuori. E a veder la prova, mi pare che si vada
lenti. Non dimenticar di vegliare onde si stampi quel brano che nel mio articolo a....
fu lasciato non composto, e la pagina che mi facesti rifare.
« Avesti mai nuove di Lucca, e dell'Elba a proposito di giornali? Perdio! pel
secondo trimestre bisognerebbe avere uno spavento d'associati, e temo ne avremo
meno di prima.
« Cos' è accaduto dell'articolo di Zaneroli)? »
I fascicoli della Giovine Italia, che da Marsiglia arrivavano
periodicamente, erano divorati dalla gioventù ; dalle mani degli
studenti passavano a qualche ufficiale che aveva cura di distribuirli
ai sergenti, i quali poi, di soppiatto, li trasmettevano a caporali e
soldati.
Si procurava insomma di far circolare il giornale nell'esercito ;
ciò poteva giovare, ma molte volte riusciva anche pericoloso e fa-
tale. Lifatti dal processo di alto tradimento per la fallita spedi-
zione di Savoia, fatto a Milano nell'agosto del 1833, risultò che un
^i) Vedi l'articolo Sovrani giornalisti, pagi 2éj|.
MAZZINI GIORNALISTA. 457
curato aveva visto in mano di un granatiere, certo Rolla, un foglio
manoscritto della Giovine Italia. Il parroco consigliò di bruciarlo,
invece il soldato se lo portò in un fazzoletto bianco, dicendo di
averlo trovato, ma di non saper leggere. Ora il Rolla non solo
sapeva leggere benissimo, ma aveva il giuramento della Giovine
Italia e molti libri di propaganda. Arrestato denunziò tutti i com-
pagni.
Sulla Y^dJL'L2^ di Chambery fu fucilato Giuseppe Tamburelli,
caperai furiere, accusato solo di avere letti e imprestati a qualche
soldato i fascicoli della Giovine Italia. G. B. Canale del 1.° reg-
gimento della brigata Pinerolo ebbe venti anni di galera, in com
mutazione della condanna a morte ignominiosa.
Poi furono condannati a morte e alla galera anche gli uffi-
ciali Tola, Fissero, Muzio Manfredi.
Insomma dappertutto si processava la Giovine Italia e dove
e a chi si trovavano numeri del giornale : in Toscana, a Modena,
ad Alessandria, a Roma, ad Ancona, a Lucca, a Napoli.... Dap-
pertutto condanne feroci.
I processi durarono oltre tre anni.
Ad Alessandria il 2G ottobre del 1833 Mazzini, con due altri,
fu condannato in contumacia alla pena di morte ignominiosa.
-¥-'
Tante condanne, esecuzioni e persecuzioni, levarono da ogni
parte rimproveri acerbi contro Mazzini. Il lavoro della Giovine
Italia si affievolì sensibilmente.
Solo gli amici fidati, gli aderenti convinti non abbandonarono
il povero esule che si vide costretto a riparare in Isvizzera, per-
chè era necessario lavorar fuori, propagare negli esuli di tutti i
paesi l' idea della nazionalità ch'egli credeva destinata a rifare la
vita dei popoli, pur serbando sempre nel suo pensiero l' iniziativa
del moto futuro all' Italia.
II primo periodo della Giovine Italia s'era chiuso con una di-
sfatta. Era il caso di ai'restare il lavoro per attendere che il tempo
compisse l'opera sua, o si doveva procedere innanzi, ricostituen-
dosi su più larga base? 1^ io era per Mazzini un'attività chiamata
a modificare il mezzo in cui vive, non a soggiacergli passivo. La
sua non era impresa di semplice reazione, moto d' infermo che
muta lato per alleviare il dolore. Voleva fondare una nazione,
creare un popolo, a base di unità repubblicana. Per uomini che
avevano un intento così vasto, che cos'era una disfatta?
Così nacque nel 1834 l'associazione della Giovine Europa, di
cui, firmando il patto con esuli tedeschi e polacchi, Mazzini fece
centro di propaganda la Svizzera.
Nel giugno del 1835 fondò un giornale, destinato a rappre-
sentare le idee della nuova associazione, intitolato La Jeune Suisse.
Usciva due volte la settimana, su due colonne, francese l'una, te-
desca l'altra. I pochi svizzeri che Mazzini era riuscito a entusia-
smare, acquistarono una stamperia in Bienna, cantone di Berna.
458 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Il professore Weingart, svizzero, dirigeva lo stabilimento, nel quale
furono allogati operai profughi, tedeschi e francesi. E una Com-
sione d'uomini svizzeri, taluni, come Schneider, membri del Grran
Consiglio, somministrava i mezzi e additava o confermava i lavori.
Si pubblicavano, oltre il giornale, anche opuscoli politici ed una
biblioteca popolare economica.
Il giornale, che portava il titolo già espresso e la formola:
Libertà, Eguaglianza, Umanità, era diretto da Mazzini ; ma, do-
vendo egli stare quasi sempre semi-celato, direttore visibile era
un Granier, estensore in capo un tempo della Glaneuse di Lione
e che V insurrezione repressa, aveva balestrato in Isvizzera. Tra-
duttore tedesco era un Mathy, giovine assai capace e fervido al-
lora d'entusiasmo per i principii mazziniani.
Sei mesi dopo la pubblicazione del primo numero della Jeune
Suisse, Mazzini e i suoi, comunque assaliti rabbiosamente dai mate-
rialisti della vecchia scuola economica, si trovarono a capo d'un nu-
mero di svizzeri affratellati all'apostolato italiano e pronti ad opere
attive per avviare la loro patria all'intelletto della missione che
Dio le assegnava.
Mazzini scrisse nel giornale da cinquanta a sessanta articoli
d'argomento svizzero, o intorno alla questione europea. Gli arti-
coli hanno un interesse speciale per la Svizzera e in quanto at-
testano le idee di Mazzini intorno all'ordinamento delia patria
elvetica. Egli trovava molti vizi noi sistema federale, ed è chiaro
che anche là avrebbe preferito la repubblica unitaria. Uno dei mi-
gliori articoli inseriti da Mazzini nel giornale è quello intitolato
Fede ed Avvenire (1).
Il lavoro dell'associazione e più le aspirazioni chiaramente
manifestate nel giornale, cominciarono a turbare i governi, che
temevano per la propria tranquillità. Benché Mazzini vivesse na-
scosto, essi incitavano la Svizzera a usare rigore, a espellere, a
condannare. Anche il corpo diplomatico si brigò della cosa.
Mazzini, i Ruffini ed altri furono invitati a passare la fron-
tiera. Invece essi si nascosero meglio.
Il governo federale, che non poteva, per le leggi esistenti
sulla stampa, sopprimere il giornale, imprigionò sotto diversi pre-
testi, prima il traduttore tedesco, poi il correttore, dopo di lui i
compositori tedeschi e francesi, e finalmente taluni fra i collabo-
ratori, cittadini svizzeri, come il AVeingart e Shcùler.
« E a noi — scrive Mazzini — la vita errante e 1' impossibi-
lità di comunicazioni regolari coi nostri vietavano di sottentrare
con un lavoro periodico. Il giornale fu quindi costretto a cessare
sul finire di luglio (1836). »
(i) Questi articoli sono ia parte riprodotti nel volume V degli Scritti editi ed
inedili di Mai^^ini. La collezione del giornale, ma mancante di 20 e più numeri, era
posseduta da AlaEzini. Alla morie di lui, Aurelio Saffi, per mezzo del prof. Viscardini,
potè averla completa e pubblicarla tradotta nel volume XII degli Scritti,
Mazzini giornalista. 459
Mazzini, i due Ruffini e Melegari, dovettero abbandonare Gi-
nevra e riparare a Losanna ; poi, con l'aiuto di passaporti, re-
starono un po' di tempo in Berna.
Finalmente, per uscire da questo stato precario, sul cadere
del 1836, partirono per l'Inghilterra.
%
I primi tempi furono tristissimi : in una stanzetta, 24 Groodge
Street Tottenbam Court Road, allora uno dei più meschini e oscuri
quartieri di Londra, solo, senza mezzi, Mazzini fu colto da uno
sconforto terribile.
« Io mi sentii — scrive egli — non solamente supremamente e inesprimibilmente
infelice, ma come un condannato conscio di colpa e mcapace di espiazione. 1 fucilati
d'Alessandria, di Genova, di Chambery, mi sorsero innanzi come fantasmi di delitto
e rimorso purtroppo sterile. Io non potea farli rivivere. Quante madri avevano già
pianto per mt-l Quante piangerebbero ancora s'io m'ostinassi nel tentativo di risusci-
tare a forti fatti, al bisogno d'una patria comune, la gioventù dell'Italia? E se que-
st'Italia non fusse che un'illusione? Se l'Italia, esaurita da due epoche di civiltà, fosse
oggimai condannata dalia Provvidenza a giacere senza nome e missione propria ag-
giogata a nazioni più giovani e rigogliose di vita? D'onde traeva io il diritto di deci-
dere sull'avvenire e trascinare centinaia, migliaia d'uomini al sacrifizio di sé e d'ogni
cosa più cara? Non m'allungherò gran fatto ad anatomizzare le conseguenze di questi
dubbi su me: dirò soltanto ch'io patii tanto da toccare i confini dilla follia. Io bal-
zava la notte dai sonni e correva quasi deliro alla mia finestra chiamato, com' io cre-
deva, dalla voce di Jacopo Rulììni. Talora mi sentiva come sospinto da una forza
arcana a visitare, tremante, la stanza vicina, nell'idea ch'io v'avrei trovato persona
allora prigioniera o cento miglia lontana. Il menomo incidente, un suono, un accento,
mi costringeva alle lagrime. La natura, coperta di neve com'era nei dintorni di Gren-
chen, mi pareva ravvolta in un lenzuolo di morte sotto il quale m'invitava a giacere,
1 volti della gente che mi toccava vedere mi sembravano atteggiarsi, mentre mi guar-
davano, a pietà, più spesso a rimprovero. Io sentiva disseccarsi entro me ogni sor-
gente di vita. L'anima incadaveriva. Per poco che quella condizione di mente si fosse
protratta, io insaniva davvero o moriva travolto nell'egoismo del suicidio. »
Doveva darsi vinto? Rifece con la mente il suo passato, riesaminò
il lavoro compiuto, studiò quello da compiere : gli parve viltà indie-
treggiare, 0 fermarsi. Decise di proseguire, di lavorare sino all'ul-
timo della sua vita. Pensò che avrebbe scritto per le riviste inglesi.
La cosa non era facile. « L'Italia, dice la Mario, non inte-
ressava niente gì' inglesi, e il direttore di ciascun periodico esi-
geva che ogni scrittore si attenesse ai principii da lui professati
e anche ad una forma prescritta per esprimerli. . . . Mazzini poi
non trovava traduttori, o pure li trovava infedeli, incapaci e
a caro prezzo. Inoltre il modo di pensare e di scrivere suo era
diametralmente opposto a quello che piace ai lettori inglesi. Egli
scriveva spiritualismo, sintesi, teorica, critica educatrice, principii,
essi volevano materialisriio incarnato, analisi pura, critica che
loda e biasima senza 2^erché, fatti nudi e via cosi..., » E Mazzini
non voleva violentare il suo stile e i suoi pensieri.
Al Giglioli scriveva: « Son povero, povero, povero. Gli ul-
timi sette anni passati in Isvizzera trafugandomi d'asilo in asilo
per isfuggire ai governi, alle ambasciate e a tutti quanti i tormen-
tatori degli esuli, hanno finito d'esaurirmi quel poco che m'avaft"
46Ó GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
zava. Sicché lio bisogno di lavorare a rimettermi, per poter vivere
iudipeudentemente e /vejisare ad altro. Hai tu entratura coli' £'(/^■;^
burgh Review? Vorrei rischiarmi s'è possibile. E vorrei comin-
ciare, stando a me, da un articolo che terrebbe le mosse dall'. 'Z^-
sedio di Fireìize che devi conoscere, per discorrere largamente
delle condizioni e delle tendenze intellettuali dell'Italia d'oggi
e delle cagioni che sole impediscono lo sviluppo dei germi esi-
stenti, e dei vizi che guastano le lettere e delle speranze, con al-
tro oggetto, italiano, poi altri se VEdinhurgh lo richiedesse. »
Non ne fece nulla. Mandò vari articoli al British and Fo-
reign Quaì^terly Review, ma non piacquero al direttore, che pure
glieli aveva chiesti. Ne mandò uno al London and Westminster
Revieio e fu rifiutato per qualche velleità di Bentamismo ; così un
altro sul moto intellettuale italiano dal 1830 in giù, e un altro
e un altro.... « E per maledizione, scrive al Giglioli, non uno an-
cora mi è stato accolto. » Era scoraggiato : « il combattimento
mi ridurrà pazzo se non vinco presto ».
Ma vinse finalmente : studiò l' inglese da impadronirsene e
nell'ottobre del 1837 fu stampato il suo primo articolo Sul moto
letterario in Italia. Nel darne l'annunzio al Giglioli gli dice che
è pieno di debiti, solo, che avrebbe bisogno di scrivere in dieci
riviste per poter vivere e pagare i creditori.
Il passo più difficile però era superato. Uscito dalle prime e più
terribili angustie, cominciò a farsi strada. Conobbe e fu conosciuto.
Ammesso a lavorare nelle Riviste, taluna delle quali lo retri-
buiva con una lira sterlina per ogni pagina, scrisse quanto era
necessario per equilibrare la modesta rendita colle spese, maggiori
in Inghilterra che altrove. I più tra quei lavori sono critiche let-
terarie in cui trovava modo di fare accenno alle vere condizioni
d' Italia. Questi scritti furono stampati nel Tait's Magazine, nella
Foreign Quarterly Review, nella Westminster Review, nel Peo-
ple's Journal, nel Monthhj Chronicle. ì^el Peojjle's Journal pubblicò
due stupendi articoli intitolati Polonia e Cracovia. Qualcuno degli
scritti veniva anche tradotto e pubblicato su fogli francesi, come
nella Revne indépendante o nella Revue républicaine di Parigi.
Nello stesso tempo Mazzini lavorava attorno alle opere di Fo-
scolo, ne ricercava i manoscritti, persuadeva l'editore Rolandi a
fare un'edizione della Divina Com/^ie-./m illustrata dal Foscolo ; ne
tralasciava il lavoro politico; anzi, quando usci dalle angustie che
gì' impedivano qualunque azione, quando giunse a sapere quanti
esuli erano a Parigi, Lione, Tolone, Marsiglia, rimasti in Isviz-
zera e giunti a Londra, egli partecipò a tutti 1' intenzione di ri-
pristinare il lavoro della Giovine Italia. Quelli che aderirono, riat-
tivarono le comunicazioni con lui, e si posero risolutamente al-
l'opera.
G. B. Cuneo, ch'era a Montevideo, stabili subito una con-
grega, apri una scuola per gì' italiani poveri © fondò un giornale,
intitolato V Italiano,
MAZZINI GIORNALISTA. 461
All'intento di tener desti gli animi degli esuli, di affratel-
larli, di istruirli sul da farsi, Mazzini pensò ch'era necessario fon-
dare un organo di diffusione.
Il 10 novembre del 1840 usci il primo numero àelV Apostolato
popolare con in testa le due iniziali Gr. I. (Giovine Italia) e i motti
Liberta, Uguaglianza, Umanità, Indipendenza, Unità, Dio e il Po-
polo, Lavoro e frutto proporzionato. — Il giornale non aveva or-
dine fìsso di periodicità; usciva a intervalli indeterminati di un
mese, due, tre e talvolta anclie più, ed era quasi tutto scritto da
Mazzini.
Il primo numero, pubblicato come saggio, ebbe il secondo
nel luglio dell'anno seguente. In questo secondo numero, Mazziai
rivolgendosi Agi' Italiani diceva: « Quando noi pubblicammo il
primo numero àeW Apostolato, eravamo incerti dell'esito. Gli ope-
rai italiani, clie s'erano messi all'impresa, erano pochi e deboli:
le difficoltà grandi, e non importa dirle tutte. Importa dire che
sono oggi, in parte almeno, superate Ij Apostolato popolare com-
parirà d'ora in poi, se non regolarmente, certo a non lunghi in-
tervalli di tempo. Ma perciò appunto che il tentativo non riesce
inutile, cresce il dovere di sostenerlo. »
Al Cuneo scriveva : « Se riescite a ripubblicare l' Italiano,
tanto meglio, e non abbiamo allora bisogno di aiuto dAV Aposto-
lato; dove no, V Apostolato dovrà, secondo il numero delle copie
che dichiarerete poter prendere, essere pagato : si stampa colle con-
tribuzioni di una sola sezione degli Operai ; ed è giusto che sia
pagato. » (1).
La Congrega Centrale di Nuova York pagava 500 copie del-
V Apostolato. Pochi mesi dopo il giornale era arrivato sino a 3000
copie di tiratura. E penetrava in Toscana, in Genova, in Sicilia,
in molti altri punti. Alcune copie giunsero perfino in Calabria.
Il Nacional di Montevideo ne faceva le lodi.
Questo lavoro incessante e attivo, riaccese gli animi : un anno
dopo la fondazione del giornale, Mazzini apri una scuola gratuita
per i piccoli italiani derelitti, suonatori d'organino. Esuli di cuore
e di buona volontà insegnavano a leggere e scrivere ed amar la
patria.
Il giornale e la scuola, furono per l'esule genovese le princi-
pali occupazioni durante tre anni, dal 1840, cioè, sino al 1843.
Ecco il sommario degli articoli contenuti hqìV Apostolato po-
^lolare:
— N. I - i8 novembre 1840. - Agli italiani, e specialmente agli operai italiani -
Ciurma, romanza di Giovanni Berchet - L'Italiano, giornale di Montevideo -
Insurrezione Cretese - Garnier Pagés.
— N. 2 - 25 luglio 1841. - Agli italiani - Agli operai italiani - Del dovere d'as-
(i) A sostituire l'Italiano, sospeso, il Cuneo doveva fondare e dirigere a Mon-
tevideo la Patria, pel quale Mazzini promise aiuti.
462 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
sodarsi nazionalmente - Lettera di ^fazzini a Lamennais e risposta di questo -
Giulia, romanza di Giovanni Berchet - U Italiano, giornale di Montevideo - In-
surrezione Cretese - Garnier Pagés.
— N. 3 - 15 settembre 1841. - iMorale - Dei doveri dell'uomo - Dante.
— N. 4 - i.° gennaio 1842. - Morale - La scuola gratuita per gli operai, fondata
il IO novembre 1841 - Ritratto di Teresa Gonfalonieri con iscrizione dettata da
Alessandro iManzoni - Preghiera pei fanciulli italiani di Guerrazzi.
— N. 5 - 15 aprile 1842. - Morale - Amnistia del re Carlo Alberto - Luigi Ange-
Ioni - Necessità dell'ordinamento speciale degli operai italiani - Risposta ad una
obbiezione - Sottoscrizione a favo'e dclh vedova e dei fì^jli di Adolfo Boyer -
Incoraggiamenti all'apostolato.
— N. 6 - 15 agosto 1842 - Morale - Ai liberali del ^821 oggi avvoca'i del fisco,
brindisi di Girella di Giusti - La scuola italiana gratuita e la Cappella sarda.
— N. 7 - 25 settembre 1842. - x\llocuzione del Papa - Alcune idee sull'Italia - Or-
ganizzazione delie Buide - Per l'incoronazione dell' imperatore, Ode Saffica -
Storia d'Italia d.il 1S50 al 1900: scritta da Giuseppe Ricciardi, Parigi 1842 -
Regno di Napoli - Processo degli accusati d'.^quih: Corrispondenza.
— N. 8 - 25 novembre 1842. - Anniversario della Scuola italiana gratuita in Lon-
dra - La Scuola italiana di Greville Street - La cronaca dello Stivale - Para-
grafo del Nacional, giornale del governo di Montevid o, su Garibaldi.
— N. 9 - 31 dicembre 1842. - A'ia Gioventù italiana, lettera di Gius ;ppe Mazzini -
Amministrazione finanziaria della Lombardia - A Roma antica, Inno del signor
F. D. Guerrazzi - Scuole italiane gratuite all'estero - Al Direttore deli' Apostolato
popolare - Frammento di traduzione.
— N. IO - 3 febbraio 1843. - Alla Gioventù italiana, lettera di Giuseppe Mazzini -
Condizione economica della Lombardia - Djlla base da darsi all'imposta - Fram-
mento d'un discorso pronunziato nella riunione pubblica tenuta in commemr^ra-
zione della morte di Simeone Konarski - Quarto anniversario della morte di Si-
meone Kouarski.
— N. II - 31 agosto 1843. - Preambolo a una serie d'articoli - Dell'obbligo degli
scritt "iri - Anniversirio dei martiri russi Pestel, MouraviefF, Bestiongeff, Ryleieff,
Kakhowski, ecc. - Cirio Bianco - Lì guerra del Vespro siciliano ovvero: Un
periodo delle istorie siciliane del secolo xiii, scritto da Michele Amari - \J Edu-
catore, giornale della scuola gratuita italiana in Londra.
— N. 12 - 31 settembre 1843. - Simbolo politico della Giovine Italia - Due parole
sugli eventi recentemente occorsi negli Stati Romani - Un cenno dell'influenza
delle istituzioni politiche su l'educazione dei popoli - Stati Uniti d'America:
Nuova York - America meridionale : Montevideo - Necrologia - Miseria crescente
djlle classi operose.
La Scuola italiana, che pubblicava i suoi atti neW Apostolato,
ebbe bisogno, pel numero aumentato dei suoi alunni e delle sue ope-
razioni, di fondare un organo a se. Questo fu // Pellegrino^ giornaletto
settimanale nato nel 1842, che andò via via migliorando e che gio-
vava sommamente agii allievi. Veniva pubblicato e scritto in parte
dall'amministratore della scuola stessa. L'anno appresso il giornale
mutò il titolo in quello di Educatore e Mazzini vi scrisse non di
rado qualche linea, quando le molteplici cure glielo permettevano.
Frattanto, sul finire del 1843 e al principio del 1844, grandi
avvenimenti si andavano maturando in Italia : sollevazioni e mal-
contento dappertutto ; il popolo era in armi, pronto alla lotta contro
gli oppressori. Mazzini era in attiva corrispondenza coi capi agi-
tatori e dava consigli e giudizi.
La disastrosa spedizione dei fratelli Bandiera fu un colpo ter-
ribile per Mazzini, che l'aveva riprovata. Rese omaggio alla me-
moria di quei prodi, con un ricordo che sollevò dovunque un grido
M'AZZINI GIORNALISTA. 463
di dolore, e dimostrando nello stesso tempo eli' egli e i fratelli
Bandiera erano stati traditi dalle poste inglesi che leggevano le
loro corrispondenze. Non era più il caso di pensare al giornale clie
si arrestò al 12.° numero ; incominciando l'agitazione per l'azione,
tutti i fondi disponibili dovevano essere rivolti a quella.
Proclamata in Francia la repubblica, il 24 febbraio 1848, Maz-
zini si recò a Parigi ; fuse in associazione nazionale le varie so-
cietà d'emigrazione, ordinò la Legione italiana, con Gr. B. Ruf-
fini e Celestino Menotti, e passando il Gottardo e la Svizzera giunse
rS aprile in Milano, dopo le cinque famose giornate. Le feste fat-
tegli dai milanesi furono grandissime ed egli cominciò subito a in-
tendersi coi più influenti uomini sul da farsi e sulla forma di go-
verno da adottare in Lombardia.
A tale scopo Mazzini fondò l' Italia del Popolo, organo del-
V Associazioize Nazionale italiana. Il programma firmato da Mazzini
fu pubblicato il 13 maggio 1848 in mezzo foglio, il 1.° numero
porta la data di sabato 20 maggio. Il giornale in 4 pagine di for-
mato medio a 4 colonne, era quotidiano, e si stampava nella ti-
pografìa Agnelli ; i redattori erano Bachi Salvatore, Barozzi Achille,
Ceroni Riccardo, De Boni Filippo, Gallardi Enrico, Griffini Romolo,
Lizabe-Ruffoni, Maesti'i Pietro, Pesce Alessandro, Porro Ercole, Re-
vere Giuseppe, Tenca Carlo e Visconti -Venosta Emilio.
Mazzini scrisse in quasi tutti i numeri l'articolo, come ora si
direbbe, di fondo, che riassumeva la situazione sempre più grave
in Lombardia e dava consigli e ammonimenti al Comitato di di-
fesa, ai confratelli della stampa, al battaglione di studenti, al po-
polo agitato e minaccioso, agli uomini di governo.
Col numero 23 del 12 giugno l' Italia del Popolo ingrandi no-
tevolmente il formato e cambiò tipografìa. Col numero 28, Giuseppe
Revere ne divenne redattore responsabile.
Mazzini, nell' imprendere la pubblicazione dell' Italia del Po-
polo, scriveva : « Noi cominciamo il nostro giornale sotto tristissimi
auspici. » Due mesi e mezzo dopo, nel numero 14, l'ultimo, perchè
rientravano gli austriaci, Mazzini scriveva deponendo la penna,
per riprendere la via dell'esilio: « Guerra all'invasore ! Torneremo,
vinta la gran contesa, alla pacifìca fraterna discussione, intorno
alla futura grandezza dell' Italia, e ai mezzi che più speditamente
possono generarla. » (1)
Riparò nel Canton Ticino ; poi tornò in Italia e corse a Roma
che avea proclamata la repubblica. Caduta anche Roma, egli con
Aurelio Saffi, Carlo Pisacane e Mattia Montecchi si ritirò a Losanna.
Imprese senza indugio, nel settembre del 1849 la pubblicazione
dell' Italia del Popolo, collezione di scritti mensile, il cui program-
ma, in data 25 agosto, era, com'egli diceva, nella parola escita il
CO Una collezione completa òdi' Italia del Popolo, quella che io ho consultata,
trovasi nella Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
464 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
9 febh'raio da Roma, machie comune e centro cV Unità a tutte le
pojoolazioni ci' Italia e nella missione che alV Italia assegnano la tra-
dizione e la coscienza jjopolare.
« L'esilio ch'oggi ricomincia una terza volta per noi — diceva nel primo numero
del giornale — non può mutare la fede eh' è anima dell'anima nostra, né il proposito
deliberato di versarla ora e sempre, checché avvenga, nella parola e negli atti, finché
divenga fede, legge e vita comune. »
Gli esuli si erano riuniti in comune alloggio nella villetta
Montallegro sul pendio dei colli che guardano il lago ; e là, nella
serenità della solitudine lavoravano per la rivista. La piccola co-
lonia spendeva 60 a 70 lire al mese ^er il mantenimento, riunen-
dosi alla frugale mensa fraterna, passando il giorno a scrivere, a
promuovere l'ordinamento della parte nazionale dell' interno e fra
gli esuli, le prime ore della sera conversando, ricevendo amici,
poi separandosi di nuovo per lavorare....
Mazzini scrisse pel giornale pochi articoli, quattro in tutto,
ma piuttosto lunghi e di grande importanza : la Santa alleanza dei
'popoli, in cui esorta questi a collegarsi contro gli oppressori ; Dal
Papa al Concilio, in cui dimostra che la sovranità nazionale è il
mezzo più efficace per salvare la società dalla negazione d'ogni
autorità; nelV Enciclica di Papa Pio IX fa un appello alle armi;
e nei pensieri sui Sistemi e la Democrazia, pubblicati dall'inglese
prima del colpo di stato della Francia, fa un'esposizione storica
del problema economico che il secolo e la democrazia son chiamati
a risolvere.
« Questo scritto, dice la Mario, gli fu causa di fiera contesa
e di acerbi rimproveri da tutta la scuola comunista francese e spe-
cialmente da Luigi Blanc, rimproveri che ruppero un'amicizia alle
due nazioni cosi benefica. »
È superfluo il dire che all' Italia del Popolo la polizia fran-
cese contendeva il passo della frontiera.
Intanto le cose di Francia andavano male ; nel maggio 1850
l'Assemblea fu convocata per discutere una legge restrittiva del
suffragio universale, tendente a secondare le mire usurpatrici, se-
condo Mazzini, di Luigi Napoleone. Allora l'esule genovese, spe-
rando in un prossimo rivolgimento e in un moto decisivo in Pa-
rigi, con grave suo rischio vi si recò.
E quest'assenza sua nocque, naturalmente, all' Italia del Po-
polo, ch'egli dirigeva; e comunque dall' Inghilterra, ov'egli, dopo
il soggiorno d'un mese circa a Parigi, si condusse, cercasse di con-
tinuarle vita, non vi fu modo. Il Buonamici, editore della rivista,
datosi al tristo fuggi, abbandonando moglie e negozio, in Australia.
Cosi il giornale cessò nel febbraio 1851, dopo 16 numeri. Il pic-
colo nucleo degli esuli si sciolse e Saffi, Montecchi e Agostini,
raggiunsero Mazzini a Londra.
Da questo momento sino al 1857 Mazzini fu di un'attività
sorprendente ; a Londra discuteva con Garibaldi tornato d'America
sulla possibilità di una spedizione in Sicilia; nel giugno del '54
MAZZINI GIORNALISTA. 465
era a Losanna lavorando coi proscritti raccolti nei cantoni limi-
trofi alla Lombardia ; da Losanna corse nel Ticino e noi Grigioni ;
la guerra di Crimea lo preoccupava, il lavoro per la Sicilia gli
dava da fare, scriveva nei giornali inglesi, nell' Italia e Popolo,
giornale democratico di Genova che divideva le sue idee, spediva
agenti ed emissari in Italia, manteneva corrispondenza coi prin-
cipali uomini politici.
E i governi, impensieriti di tanta attività, si scervellavano a
ricercarlo, ordinando arresti, persecuzioni, condanne, senza poterlo
mai afferrare, onde il Dall' Ongaro scriveva :
« Chi dice che Mazzini è in Alemagna,
« Chi dice eh' è tornato in Inghilterra,
« Chi lo pone a Ginevra e chi in Ispagna,
« Chi lo vuol sugli altari e chi sotterra.
« Ditemi un po', gruUoni in cappa magna,
« Quanti Mazzini e' è sopra la terra ?
« Domandatelo all'Alpi e agli Appennini.
« Mazzini è in ogni loco ove si trema
« Che giunga a' traditor l'ora suprema.
« Mazzini è in ogni loco ove si spera
« Versare il sangue per l'Italia intera. »
L' Italia e Popolo, scrive la Mario, il più splendido giornale
democratico clie l'Italia avesse mai, per l'altezza dei principi e la
gagliardia nel sostenerli, per la varietà degli argomenti interes-
santi la libertà e il civil vivere di una nazione, per il modo largo
e sano con cui venivano trattate le questioni sociali, dovè cessare
in agosto 1858 sotto i colpi del fisco che lo sequestrò venti volte in
un mese. Napoleone ne aveva domandato per mezzo di "Walewky
la soppressione ; Cavour rispose : « No ; la soppressione dell' Italia
e Popolo equivarrebbe a un colpo di stato ; e il re e noi vogliamo
serbarci fedeli allo Statuto. » Ma, sostenendo poscia la legge De Fore-
sta contro la stampa disse : « Le leggi sono ogni giorno apertamente
violate dalla pertinace insistenza di un giornale che ha lo scopo
evidente di rovesciare le nostre istituzioni, di promuovere la rivo-
luzione non solo negli altri stati d' Italia, ma anche nel nostro.
Ciò è un'offesa continua alle leggi, uno sconcio che non si può
lasciare sussistere. Egli è perciò che il Ministero domanda al Par-
lamento di protestare altamente contro quelle dottrine di settari.
Il secondo motivo da cui il governo fu mosso, è la certezza che
i settari non vogliono solo attentare alla vita dei sovrani stranieri,
ma anche a quella del nostro re. » — Quattro gerenti furono in
carcere allo stesso tempo e i giurati li assolsero sempre, mentre il
Cotta- Ramusino fregandosi le mani diceva a tal proposito : « Assol-
vano pure, ma nemmeno Domineddio può fare che la prigione non
l'abbiano sofferta. » — L'ultimo sequestro avvenne per la lettera di
Mazzini a Cavour, e il giornale fu assolto. Ma, visto che il direttore
Savi era in prigione, condannato a 10 anni di galera, Maurizio Qua-
drio in Sicilia, Civinini costretto a vivere nascosto e tutti gli altri
N. Bernardini — Guida della Stampa periodica italiana — 30.
466 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
scrittori in esilio, fu deciso di stampare invece a Londra il Pen-
siero e Azione^ periodico diretto da Mazzini in persona.
Il primo numero di questo giornale in 16 pagine a 2 colonne,
comparve il 1.° settembre 1858, ed era così sottoscritto : Published
Ijil the Managers o/' ^/<e Free Italian School, (7i, Hatton Garden.
London, Ist Spt 1858. — Printend by Zeno Swiestolawsiq at
the Universal Printing Establisìiment, 178 and 179, Hig Holborn,
in the parish of Bloomsbury. (1)
« Intitolando la nostra pubblicazione Tensiero e Aliotte — diceva Mazzini nel
primo articolo intitolato La nostra bandiera — noi intendiamo accennare, a un tempo,
al vizio che più c'indugia anch'oggi sulla via dell'emancipazione, e a una tendenza
ingenita nella mente italiana, che può cancellarsi per un tempo sotfo la corruttela o
sotto l'influenza straniera, ma dalla quale avremo un di o l'altro salute. »
E concludendo, esponeva così lo scopo del giornale :
« Ritemprare la moralità del Partito, guasta in oggi e sviata dalla stampa rao-
narchica:
« Diffondere le idee, che sole possono giustificare il Partito:
« Prom.novere l'ordinamento pratico del l'artito, e pr.parare l'nzior^e:
« D?fiiirf? !a missione interna ed esterna d'Italia, pon?ndo in luce la coii.iizioae
delle Nazioni, che dovranno prima affratellarsi alla nostra:
« È questo il fine della nostra pubblicazione.
« Possa essa durar breve tempo ! Noi scriviamo, perchè ora non ci è dato di f:Ue. »
In breve la nuova pubblicazione, malgrado le difficoltà crea-
tele ai confini, potè penetrare in ogni parte d' Italia. Oltre agli
scritti politici di Mazzini e quelli d'altri collaboratori, conteneva
assai cose letterario degne di nota. Vi scrivevano Maurizio Qua-
drio, Alberto Mario e l'egregia sua compagna, Campanella, Filip-
po De Boni, Giuseppe Libertini ed altri esuli italiani; Kossutli,
K. Blind, Alessandro Herzen, OgarefF, ecc. fra gli stranieri. Me-
ritano ricordo gli Studii politico-letteniri di Alberto Mario sopra
Ugo Foscolo, e Sugli lUtimi tre secoli della Letteratura italiana ;
gli Studii sulle insurrezioni nazionali e sulla rivoluzione de" Paesi
Bassi, di Maurizio Quadrio; la cronaca politica, che Maurizio stesso
vi tratteggiava con vivissimi colori; alcune polemiclie di Campa-
nella, piene di severa ironia, contro il federalismo di Montanelli.
I Doveri deWuomo di Mazzini, cominciati a scrivere da lui in quel
tempo, apparvero la prima volta, in gran parte, nel Pensiero e
Azione. Contribuirono inoltre scritti importanti alla pubblicazione,
Kossutli sulla situazione europea, Herzon e Ogareff sulla questione
della servitù in Eussia, K. Blind sulle cose della Germania e dello
Sclilewig Holstein; Aurelio Saffi, oltre varii scritti politici, diede
una serie di articoli su Arnaldo da Brescia e i suoi tempi. (2)
Gli avvenimenti italiani tenevano desta l'attenzione dei no-
stri esuli : il processo di Salerno per la spedizione di Sapri, il con-
(i) Di questo periodico, del quale oggidì avanzano pochi esemplari, si coaserva
l'intera collezione, quella di me consultata, nella Biblioteca Nazionale di Roma.
{2^ Aurelio Saffi — Proemio agli Scritti di Macini — voi. X.
Mazzini giornalista. 467
gresso parigino, Napoleone III, la guerra, facevano prevedere un
prossimo mutamento nelle sorti della patria.
Ai primi del 1859 molti degli esuli lasciarono l' Inghilterra.
Il Pensiero e Azione dopo 17 numeri sospese le pubblicazioni.
dell'addurre i motivi della sospensione, Mazzini scriveva, fra
l'altro :
« Mal regge l'animo a cW\ scrive solo per debito, e quando l'inerzia è fatalmente
legge coni U'^ e, di stendere nella quiete del gabinetto articoli teorici, mentre ogni mi-
nuto può recargli nuove di fatti pregni di gloria e di salute, o di mortai pericoli
a'ia sua pa'.ria. D'altra parte l' int.^nto della Pubblicazione sarebbe, finché durano le
circo'^tanze presenti, pei due terzi, perduto. La legge del 28 aprile, colla quale il Prin-
cipe Eugenio di Savoia e il ministero sardo inaugurarono la guerra emmcipatrice,
non paga di sopprimere la libertà della stampa interna, concede, con l'art. 6, facoltà
di proibire, ove si creda opportuno, l'introduzione nello stato di pubblicazioni fatte al-
l'estero, La nostra Pubblicazione era già sequestrata nel transito, in Francia : sarebbe
irremissibilmente, nelle circostanze dell'oggi, confiscata in Piemonte, dove ogni con-
siglio è importuno, e il nos'ro apostolato a favore dell'Unità Naziontle è ostinata-
mente— con tremenda concessione (al Bonaparte) — additato siccome apostolato re-
pubblicano. »
E ancora :
« Taluni fra gl'italiani, vogliosi di recarsi in patria e combattere, ebbero qui in
Londra, in questi giorni, rifiuto di passapotto dall'ambasciata sarda, sol perchè sospetti
d'essere stretti m amicizia cc.n noi. Altri, partiti da Londra collo stesso intento, sono
in prigione in Francia. »
E finalmente percliè
« .... i rari sottoscrittori che hanno pagato, e i m-ilti che dopo aver dato il
nome ad una pubblicazione fondata su fatiche e sacrifici iinpcJivano che potesse più
ccntinuare il Pensiero e Aitane. »
E agli amici genovesi scriveva :
« Da Genova non abbiamo mai ricevuto un obolo per abbonamenti o altro. »
Finita la guerra, gli stati italiani vennero chiamati a mani-
festare la loro volontà circa il governo che desideravano : Mazzini
e quelli fra gli esuli — come dice il Saffi. — che s'erano astenuti
con lui dal cooperare alla guerra imperiale, sentirono ch'era giunto
il momento dell'azione, dell'azione diretta al supremo fine del-
l' Unità della Patria, anche a prezzo del sacrifìcio del loro ideale ;
l'esule quindi deposta la penna nel luglio del 1859 partì per l'Italia
per dar mano, per quanto dipendeva da lui, all'opera nazionale.
Partito Mazzini, il Pens ero e Azione tacque dal 16 giugno
al 1." luglio, in cui riprese le pubblicazioni, trasformandosi di set-
timanale in trimensile. La redazione e la direzione l'assunse Pie-
tro Bellini, modesto e fermo patriota, il quale, rifugiatosi in Lon-
dra, era stato prima compositore, poi proto del giornale.
Ma facendo difetto i mezzi che dovevano tutti impiegarsi per
corrispondenze, per viaggi, per aiuti a chi fosse per insorgere, il gior-
nale sospese nuovamente le pubblicazioni, col numero 23 (20 ago-
sto 1859).
468 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Dopo un mese circa, Mazzini scriveva a Bagnino :
« I raggiri bonapartisti aumentano.... Bisogna dare addosso, nella stampa, a que-
sto partito come tradimento e vergogna d'Italia; e, se si può, cacciare nella stampa
interna ed estera l'idea che l'Italia dovendosi lasciare a sé stessa e senza interventi,
L. Napoleone dovrebbe abbandonar Roma. Ben inteso, la getto io nella stampa in-
glese e germanica, ma in Isvizzera e in Italia bisognerebbe secondarla....
« De Boni, arrabbiato è tornato in Isvizzera. Ali dicono che Jessie e Mario sian
liberi e tornati in Inghilterra. Se è vero, e se potessimo regolarizzare un numero di
abbonamenti anticipati, sarebbe forse bene ricominciare il giornale. Tant'è, un 400
abbonati pagano le spese. Li abbiamo all'estero; se si riesce a farli pagare regolar-
mente, di certo s'andrebbe innanzi, e il di più potrebbe distribuirsi come retribuzione
ai collaboratori. S'anche io, 20, 30, ma fissi e anticipati trimestralmente, potessero
trovarsi in Genova, ne faremmo serbo per un po' di budget. Se le cose si prolungas-
sero, il Giornale, prendendo linguaggio teorico e pacato, potrebbe forse essere riam-
messo regolarmente. Parlane un po' cogli amici : stampare di tempo in tempo biso-
gna: ed è meglio sempre avere un organo regolare. Poi, ripero, se sventuratamente
le cose durassero, sono certo che se ne potrebbe fare una risorsa, per te (i) ed
altri.... »
Pareva certo die il Pensiero e Azione sarebbe riapparso nel
novembre, perchè Mazzini in fatti nell'ottobre cosi scriveva ad
Andrea Giannelli :
« Il 5 novembre uscirà il N. 24 del Pensiero e Aliane.... È impresa utile, peroc-
ché il fatto mi dica che dovunque si leggono nostri scritti, si migliora. Mi, noi non
possiamo andar oltre con sacrificio. Quel giornale dovrebbe anche dare, oltre le spese,
un po' di aiuto pel Sud, pel quale lavoro quanto più so, ma dove ogni viaggiatore
costa un diavolio. Ajutatelo adunque, e tranne, come dissi, pei volontari, non date
una sola copia senza pagamento. »
E si recò a Lugano per indurre Alberto Mario a pubblicarvi
il giornale, che doveva introdursi clandestinamente in Lombardia.
— State sicuro, gli rispondeva IMario, che se il conte di Cavour
torna al potere, ne il giornale vivrà, ne alcun di noi potrà stare
nel Canton Ticino.
Ma a Mazzini premeva di avere un organo per la propaganda
dell'azione al sud e al centro, per raccogliere danaro, per tener
desta la questione di Nizza e Savoja, epperò il giornale che do-
veva pubblicarsi nel novembre, per le difficoltà dei mezzi e per
altri ostacoli non potè riprendere le sue pubblicazioni che il 23
dicembre 1859, a Lugano, uscendo regolarmente ogni sabato, finche
il 23 maggio 1860, col numero 39 cessò definitivamente.
Il 1860 fu per Mazzini un altro periodo di attività fenomenale.
Da Genova corse a Firenze ; da Firenze a Napoli, da Napoli in
Romagna, a Milano, a Lugano, in Inghilterra, poi nuovamente
in Italia aiutando i moti insurrezionali, scrivendo articoli, lettere,
proteste nel Popolo d' Italia, nell' Unità Italiana, nelle Alpi, do-
vunque gli riusciva di poter dare libero sfogo alle sue idee, ai
suoi piani.
Ma, suo malgTado, prevalse il partito dell'annessione dinastica
(i) Quadrio viveva poveramente delle scarse retribuzioni, che la stampa persegui-
tata del Partito poteva offrirgh. (Saffi).
MAZZINI GIORNALISTA. 469
incondizionata. « Ricordo l'espressione di dolore e di sdegno —
scrive il Saffi — che gli velò la faccia quando gliene fu comuni-
cata la forinola. » Scrivendo di questi avvenimenti a un amico,
Mazzini diceva con amarezza : « L'annessione sarà fatta. Saremo
cacciati. Anzi a me lianno già dato preghiera perchè me ne vada. »
E se ne andò.
Tornò a Londra.
E ricominciò il lavoro 'pev rompere i disegni di Luigi Napo-
leone, 'per la cessione di Nizza e Savoja, pel riscatto di Venezia
e Roma, scrivendo agli amici e sui giornali.
Nel novembre del 1801, fìsso nell'idea di Roma, scriveva ad
Alberto Mario :
« Avete intenzione di Giornale? Generalmente io sono avverso, perchè l'impianto
esige danaro, e io vorrei non si pensasse a raccoglierne che per l'azione. Ma se per-
sistete, l'unica cosa da farsi è un Giornale settimanale di soli articoli, intitolato il
Dovere.... »
Alle voci di nuove cessioni di terre italiane alla Francia im-
periale, segnatamente dell' isola di Sardegna, Mazzini con un lungo
scritto, in data di giugno, protestò vivamente ; con altro, di pari
data, invocò la concordia dei partiti, dichiarandosi ne apostata ne
ribelle, al fine di muovere tutti alla conquista di Venezia e Roma,
intento a cui egli dedicò cure, sacrifici e studi d'ogni genere, rac-
cogliendone in compenso delusioni, accuse e ingratitudini, che qui
sarebbe lungo e fuor di posto narrare.
Allora la necessità del giornale, che non era sembrata urgente,
lo divenne ; e il periodico, diretto da Federico Campanella, com-
parve a Genova, il sabato 7 marzo 1863, in 8 pagine a 2 colonne,
avendo a collaboratori tutti quelli che scrivevano nel Pensiero e
Azione, più G. Castellazzi, Guerzoni, A. Martinati, G. Corte ecc.
Mazzini, che pure dava articoli ad altri giornali, cominciò a
scrivervi attivamente, per secondare sempre i suoi ideali: aiutare
la sollevazione polacca per togliere Venezia all'Austria, e salutare
l' Italia sperata, presentita, trent'anni indietro da lui, tra le mura
di Roma.
Il 3.° numero del Dovere venne sequestrato e ne era già pre-
conizzata la soppressione.
Nel numero seguente, quasi a irrisione delie misure di rigore
che si prendevano contro la stampa repubblicana, il Dovere stampò
queste parole di Mazzini :
« Noi abbiamo incominciato la nostra carriera politica nel 1830 e da quell'epoca
in poi in Italia e in esilio, abbiamo sempre fatta opera di propaganda e manifestato
il nostro pensiero in mille giornali, in mille fogli volanti, fatti circolare da un punto
all'altro d'Italia ad onta di tutte le polizie nostrane e straniere, attraverso inauditi pe-
ricoli, quando un fascicolo della Giovine Italia valeva al detentore h pena di morte. »
Sino al decembre del 1863 il Dovere sofferse 14 sequestri.
Nonpertanto il periodico prosegui impavido, anzi pel nuovo anno
Mazzini scrisse un articolo-programma che fu pubblicato nell'ultimo
numero del Dovere^ del 1863.
470 GUIDA DELLA STA.MPA PERIODICA ITALIANA.
L'articolo comincia : « Un anno è trascorso da quando fon-
dammo il Dovere. Le condizioni d' Italia non mutarono : peggio-
rarono tuttavia. » E segue facendo un'esposizione triste e dolorosa
dello stato d'Italia e concliiude, rivolgendo un caldo appello ai
giovani, percliè si schierino attorno al programma Ve/iezia e Patto
Nazionale, clie può solo renderli grandi, amati e temuti con la patria.
« È questo il voto che noi vi mandiamo, o Italiani; questo è il nostro programma
nell'anno, che or ora comincia. Possa l'anno vederli compiti! Gli uomini pei quali io
segno faranno per questo la parte loro. Fate la vostra. »
Con gli stessi concetti e quasi con le identiche parole dell'ul-
tima parte di quest'articolo, scrisse il programma per l'anno nuo-
vo (1864) dell' Unità Italiana di Milano, anzi i suoi scritti erano
appunto alternati in questi due giornali che, intrepidamente, so-
stenevano le idee del partito ultra democratico. Altri articoli Maz-
zini mandò ai giornali VArtwo di Palermo, V Avanguardia di
Torino, e V Ob server di Londra. Gli articoli dati da Mazzini ai tre
periodici e che riflettono lo stato dell' Italia alla vigilia della guerra,
sono contenuti nel XIII e XIV volume degli scritti del grande
esule, e sarebbe opera improba e infruttuosa il volerli riassumere.
Col numero 35, 28 ottobre 1865, il Dovere sospese le pubbli-
cazioni, per mancanza di fondi; ma l'esule sperava nella risurre-
zione del giornale tanto che il 2 dicembre scriveva a Giuseppe
Libertini :
« Forse il Dovere risorgerà coU'anno. Se mai, fate di tutto per aiutarlo di sot-
toscrittori e d'articoli. Se risorge, farò quanto posso perchè sia nostro davvero e non
presenti le contraddizioni che v'erano frequenti; ma per questo sarà inevitabile retri-
buire democraticamente i collaboratori, e s'anche il Dovere risorgerà, non avrà un
soldo da dar loro. Vado cercando. »
Ma il Dovere., come lo desiderava Mazzini, non risorse più.
Come protesta alla politica che teneva tuttora esule Mazzini,
Messina elesse a suo deputato il fiero genovese. La Camera annullò
l'elezione; ma Messina elesse una seconda volta Mazzini, e una
seconda volta la Camera annullò, finche, alla terza volta, dovette
convalidare. Ma Mazzini rassegnò il mandato che giudicò non po-
tere assumere, senza venir meno ai suoi principi nobilmente pro-
fessati per 1' intera vita.
Intanto gli avvenimenti precipitavano : Mentana, Afilla Glori,
Monterotondo, l'arresto di Garibaldi, la mancata insurrezione di
Eoma, indussero Mazzini ad avvicinarsi all' Italia. Si recò a Lu-
gano, ma vi cadde gravemente infermo. Quando le cure fraterne
di Cattaneo e Bertani gli permisero di occuparsi nuovamente di
politica, egli cominciò ad avere sollecitazioni per recarsi in Si-
cilia, dove sperava che, potendovi rimanere nascosto e intendersi
coi capi, il repubblicanismo in azione, avrebbe rimessa l' Italia
gulla via di Eoma. Tornò in Inghilterra per prepararsi alla par-
tenza, mentre il governo scioglieva le società democratiche, ope-
MAZZINI GIORNALISTA. 471
rava perquisizioni e arresti, sequestrava i giornali, 1' Unità Italiana
specialmente, quasi tutti i giorni. Ma gli scritti di Mazzini veni-
vano immediatamente riprodotti alla macchia. — La Svizzera, astret-
tavi dagli altri governi impensieriti dell'agitazione clie si andava
allargando e diffondendo, si decise a espellere gli emigrati italiani,
Mazzini pel primo.
Allora egli si decise a partire per la Sicilia. Sbarcò a Genova
e vi stette nascosto, conferendo coi repubblicani più decisi ; poi
partì per Napoli ; giunse e vi rimase segretamente alcuni giorni,
benché la polizia lo sapesse. Da Napoli parti solo per Messina, ma
al momento di sbarcare sali a bordo un ispettore e gli domandò
il passaporto. « Mazzini, scrive la Mario, pareva un gentiluomo
inglese, e alla domanda dei passaporti ne presentò uno in nome
di John Braun. Allora l'ispettore tirando fuori una fotografia gli
disse: — « Lei è il signor Griuseppe Mazzini, ed io ho ordine di
arrestarlo. » Egli non fece il minimo atto di resistenza : fu con-
dotto a bordo del vapore Ettore Fieramosca già fumante accanto
al piroscafo giunto da Napoli ; ed entro un'ora fece rotta per Gaeta.
L'arresto fu fatto con tanto silenzio e rapidità, che i cospiratori
per la più parte l'ignorarono. »
Proclamata Roma, Mazzini fu amnistiato ; sdegnato più che
mai, abbandonò l' Italia e tornò in- Lighilterra. Si sentiva affranto,
aftaticato :
« lu verità questa vita di macchiai ciie scrive, scrive, scrive da 35 anni, comin-
cia oggi a pesarmi in modo strano.... »
Cominciava lo sfinimento davvero; non dava più che consigli,
perchè era disanimato dalla fiacchezza dei giovani che, a suo cre-
dere, rimanevano inerti : l'unità italiana, por la quale tanto aveva
combattuto, gli pareva un corpo senza anima ; l' Italia con Roma
capitale, non era l' Italia grande, bella, morale, che aveva vagheg-
giata.
Secondo me, nell'anima generosa dell' illustre genovese gli av-
venimenti del 1870 arrecarono un colpo fatale : quasi tutti coloro
che con lui avevano combattuto, cospirato, scritto per l'unità della
patria, vedendo compiute le aspirazioni di tanti anni, accettavano,
contenti e soddisfatti, il nuovo ordine di cose ; Mazzini invece che
aveva fatto premesse troppo grandiose e troppo ideali a un pro-
getto che gli pareva irrealizzabile, realizzatosi, si trovava solo, a
un tratto, a essere ancora scontento. E si diede a combattere con
ardore i principii del socialismo e del materialismo, ma con l' in-
terno abbandono di chi non ha più la convinzione della propria
ef&cacia, lui che aveva fatto tremare dei governi, lui che aveva
avuti degli attacchi violenti con potenze armate e terribili !
Sentendo di aver bisogno di respirare l'aria italiana, venne a
Firenze, quindi passò a Pisa, poi di nuovo a Lugano, e poi ancora
a Pisa.
Gli amici che lo circondavano e che, in pochi, ancora presta^
472 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA. ITALIANA.
vano fede alla possibile attuazione degl'ideali del gran maestro,
lo convinsero della necessità di pubblicare un giornale, destinato
a contrapporre, nella capitale, al fatto regio la esplicazione del-
l'antico programma unitario e repubblicano della Giovine Italia
in tutti i suoi aspetti, politico, sociale, religioso ed estetico.
Il 15 dicembre 1870 scriveva a Giuseppe Libertini :
« Escirà nella prima metà di febbraio in Roma, probabilmente coi titolo La Roma
del Popolo, una pubblicazione settimanale edita da me, come Pensiero e Astone, o l'an-
tico Dovere. Direttore visibile sarà Petroni. Volete rivivere? darmi tra i collaboratori
il vostro nome? scrivere qualche cosa di tempo ''n tempo? Se si, ditemelo; allora vi
suggerirò un argomento, lasciandovi poi padrone di scegliere quello o altro a vostro
senno. »
E avendo l'accettazione di Libertini, dieci giorni dopo, tor-
nava a scrivergli :
« Sono lieto d'avervi. Oltre gli argomenti generali che vi sono aperti, ciò che
vorrei è fare nella pubblicazione una specie d'inchiesta sulle condizioni economiche,
sociali, religiose, pol'tiche delle diverse zone d' Italia, fatta in modo che ne risultasse :
che cosa debba e possa un Governo Nazionale per migliorarle, come la Monarchia
ne possa né voglia — come la Repubblica potrebbe e vorrebbe. E ciascuno farebbe
per la propria zona una serie di corrispondenze, forma m?no esigente di stile, ecc....
Se per la zona o parte della zona napoletana, voi e altri possono fare, gioveranno
davvero. Del resto, per voi ogni argomento che crediate buono.... Fate di mandare
qualche cosa col i.° febbraio.... Il primo numero escirà il 9 febbraio, anniversario della
nostra repubblica. »
Qualche giorno dopo, insistendo sulle corrispondenze da farsi
al giornale, sul modo di collocare le azioni, scriveva :
« Pubblicherò il numero-programma a un 10,000 copie e lo diflcnderò per ogni
dove. Se potete fare una piccola lista di nomi e indirizzi delle persone nella vostra
città alle quali sarebbe buono mandarlo e che offrono una possibilità di diventare sot-
toscrittori, mandatela o a me o a Ernesto Nathan, in Roma. »
E ad Alfonso Garrizzo :
K Come l'antico Pensiero e Aliane, la Roma del popolo sarà pubblicazione di prin-
cipii e di teoria repubblicana. Non daremo né commenteremo notizie del giorno. »
E a Felice Bagnino :
« Il denaro delle azioni sia spedito al signor Pellegrino Rosselli, Via della Mad-
dalena, 60, rosso, Pisa: — una linea gh dica eh' è per me e lo serbi fino a istruzioni
mie..,. Scriverò a tutti...., ma il giornale e il resto mi aramazzano. Per questo, mi sono
in parte allontanato dal lavoro ^rfl//fo del momento. ... Escito il N. i, s'è sequestrato,
com'è probabile, bisognerebbe cominciare a sostenere una vera guerra fra noi e il
governo. E la prima cosa è quella di ristampare subito, e diffondere a migliaia, nelle
più piccole località, il programma: ristampare, intendo, segretamente. E dando l'esem-
pio, esortare ogni provincia d'Itaha a fare lo stesso. Bisogna provare al governo che
siamo pili potenti d'esso, e che non può impedirci d'esser letti. »
Non vi fu bisogno — scrive il Saffi. — di ricorrere a tale espe-
diente. Il primo numero contenente il programma in cui senza
alcun velo ma in forma elevata e non in tono di sfida era esposta
la dottrina repubblicana dell'autore (Mazzini) e della parte che
Q9^ lui sentiva, ìion fu sequestrato. Ma fu sequestrato il secou*
MAZZINI GIORNALISTA. 473
do (1.° marzo 1871), perchè conteneva l'indirizzo dei Romani ai
Ravennati, e per alcune frasi di un articolo di Campanella; ma
questo fu l'unico sequestro nell' intero anno della Roma del Popolo.
Oltre al Petroni, direttore e a Mazzini ispiratore, scrivevano
nel giornale Saffi, Ceneri, Mario Panizza, Tuveri, Campanella, Ca-
meroni. Pantano, Carboni, CepoUa, Montenegro, Anna Maria Moz-
zoni e Giulietta Pezzi.
Mazzini invocava, con assidua cura, aiuto di collaboratori ;
molti erano impediti da impegni di professione o da altre occupa-
zioni e trascuravano il giornale, ciò che indispettiva Mazzini, il
quale, scrivendo a Saffi, nel maggio, diceva :
« Pc^sibile che nessuno voglia scrivere! Ceneri, Malucelii, Turchi, Bilancioni, Bor-
gognoni? Hanno in verità molto torto a non vedere, se pure hanno un fine, l' impor-
tanza d'una pubblicazione che in quest'anarchia e disviamento del partito cerchi di
mantener pura la fede repubblicana e di riconciliare gli animi impauriti.... Superiamo
la prima stazione di questa via Crucis.... »
Pur troppo era anarchia e sviamento del partito! Gl'ideali
d'un tempo non scaldavano più gli animi, perchè i ^\\\ si reputa-
vano soddisfatti del nuovo ordine di cose e dello libertà ottenute
e pareva loro vano di continuare a gridare per provocare un nuovo
governo che non avrebbe dato niente di più di ciò che già avevano.
Mazzini scrisse nella Roma del Popolo il programma lunghis-
simo, contenuto nel 1.° numero; nel 2." un articolo sulla Guerra
franco-germanica; nel 4.°, 5.° e 6.° un articolo sulla Politica in-
ternazionale ; nel 1 ." e 8." uno sulle Classi artigiane; nell' 11.° dei
pensieri sulla Rivoluzione francese del 1789 ; nel 28.°, 32." e 33.°
sul Moto delle classi artigiane, sui Rappresentanti degli artigiani
e sul Congresso democratico ; nel 40.°, 41." e 42.° sulla Questione
sociale ; nel 47.° sulla Costituente e sul Patto nazionale ; nel 48."
una lettera ad un amico; nel 50.° sulle varie Società politiche e
umanitarie ; nel 52.°, 53.° e 54.° sulla Réforme intellectuelle et
morale di Renan.
Il Saffi, parlando di questi ultimi scritti di Mazzini, i quali
combattendo i principii del socialismo e del materialismo, ebbero
spesso le vampe e gli splendori degli scritti giovanili, li divide in
due categorie : l'una di carattere generale, riferentesi all' insieme
delle idee di Mazzini, sulle vicende della storia dell'umanità, sui
grandi quesiti morali, politici e sociali dell'epoca nostra, sulle ca-
gioni che tolgono a tal popolo e conferiscono a tal altro virtù ini-
ziatrice nella vita dell'umano progresso, sulla necessità di un nuovo
ordinamento internazionale europeo, sulla tradizione popolare della
vita italiana e sugli uffici della patria risorta, in casa e fuori. L'al-
tra spetta più particolarmente alla critica civile da lui intrapresa
degli errori del socialismo contemporaneo e dell'internazionale, e
alla sua condanna degli eccessi del Comune di Parigi colle polemiche.
« Egli molto sperava nella Réforme intellectuelle et morale di
Renan, scrive la Mario, aspettando una potente analisi delle ca-
gioni che interruppero in Francia sin dal 1815 il moto progre^-
474 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
givo — l'indicazione dei mezzi coi quali l'organismo nazionale po-
tesse ridestare a vita novella — e una forte parola a' suoi compa-
gni di lavoro nelle sfere dell' intelletto, per suscitarli a gettarsi
con lui nella santa crociata che potrebbe forse ridare alla Francia
la virtù iniziatrice in oggi sparita. Fu deluso .... La mestizia e lo
sconforto che la lettura del libro di Renan ingenerò in Mazzini
lo ispirò talmente nella confutazione eh' ei ne scrisse subito, che
questa rimarrà monumento solenne del suo genio ed intelletto d'a-
more. Quel lavoro, che nessuno oserebbe riassumere, fu dettato
da lui quasi agonizzante. »
Maurizio Quadrio lo chiamò il canto del cigno. Infatti l'ultima
parte fu pubblicata nella Roma del Popolo dei 7 marzo. Tre giorni
dopo, G-iuseppe Mazzini, logorato immaturamente da un lavoro in-
tellettuale superiore alle sue forze fìsiche, cessava di vivere.
Cosi finiva il suo apostolato educatore « a prò di quella pa-
tria — scrive il Safifi — che fu il sogno e l'amore della sua grande
anima nella lunga prova della sua travagliata esistenza ».
Nicola Bernardini.
Nel nostro paese per ora neppure gli scrittori più graditi al pubblico, salvo qualche straordinaria ec-
cezione, riescono a guadagnare tanto da vivere agiatamente; e se non hanno la fortuna di morire quando
conservano la iutiera robustezza delle forze fisiche ed intellettuali; corrono il brutto rischio di invecchiare
fra gli stenti e magari le umiliazioni.
In compenso se uno scrittore muore prima di essere dimenticato, non gli si lesinano per lo meno le
affettuose testimonianze di simpatia.
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Vedi Avviso speciale a pag. 16
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L'Avvenire. Giornale democratico, set-
timanale, nato il IO febbraio 1889. Esce
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mento: anno L. 5. Un numero 5 cente-
simi. Tipografia Ignazio Barone e figli.
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La Battaglia. Giornale politico, demo-
cratico.
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Bollettino della Prefettura. Organo uf-
ficiale per gli atti amministrativi della pro-
vincia. È stato fondato nel 188;, dopo cioè
il Supplemento al bollettino (vedi). Esre 3
volte al mese in fascicoli di 16 pagine e
si distribuisce gratis ai sindaci della pro-
vincia.
Girgenti.
Bollettino di notizie commerciali. Or-
gano della Camera ai commercio ed arti,
fondato nel 1882. Si pubblica a fascicoli
di 16 pagine in-4.° piccolo.
Girgenti.
Corriere di Girgenti. Giornale politico,
amministrativo, nato nel 1887. Si pubblica
ogni settimana in 4 pagine. Abbonamento :
anno L. 5. Un numero 5 centesimi.
Girgenti.
La Fenice. Giornaletto politico e di cose
locali, fondato nel 1878 col titolo di Unione
che poi mutò nell'attuale. È irregolare nelle
pubblicazioni. Abbonamento: anno L. 5.
Un numero 5 centesimi.
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11 Flagello. Giornale politico, ammini-
strativo, nato nel 1^87. Si pubblica ogni
15 giorni in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 2. Un numero 5 centesimi. Si stampa
a Girgenti.
Raffadali,
La Nuova Sveglia. Organo del partito
giovane progressista, fondato il 7 settem-
bre iS88. Esce ogni 15 giorni in 4 pagine,
fomiato 0,31;^ 0,21. Abbonamento: ^x\x\o
L, 2,50. Un numero 5 centesimi. Corso
Vittorio Emanuele, 96,
Sciacca,
La Scuola. Rivista quindicinale pedago-
gico-letteraria, fondata il i.° dicembre 18S8.
Esce in 8 pagine in -8.° - Direttore: Ve-
nezia Saverio. Abbonamento: anno L. 4.
Un numero 15 centesimi. Tipografia Igna-
zio B.irone e figli.
S ciacca.
La Sicilia stenografica. Organo della
prima società stenografica siciliana e del
Volapùkaklub per la propaganda del si-
stema Gabelsberger-Noe e della lingua
universale di Schleyer, fondato nel settem-
bre del 1888. Esce il 15 d'ogni mese in
4 pagine, formato 0,26 x o,ió. Si stampa a
Palermo nella tipografia Fratelli Vena. Di-
rettore : Giuseppe De Michele. Abbona-
mento: anno L. 2.
Burgio- Girgenti.
La Stampa. Giornale politico, ammini-
strativo, nato nel 1887. Si pubblica ogni
settimana in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 6. Un numero 5 centesimi.
Girgenti.
Supplemento al "bollettino della Prefet-
tura. Fon>iato nel 1876, per gli annunzi
legali, esce 2 volte la settimana in 6 pa-
gine circa.
Girgenti.
La Sveglia. Periodico per gl'interessi
morali e materiali del circondario di Sciac-
ca, fondato il 5 febbraio 1885. Esce ogni
mese in-4.'' - Abbonamento: anno L, 2.
Un nomerò 5 centesimi. Tipografia Barone
e figli.
Sciacca.
La Verità. Giornaletto sen^a cronaca,
sen^a telegrammi, e sen^a annunci in quarta
pagina, fondato il 4 settembre 188S. Esce
in 16 pagine in-8.° - Tipografia I. Barone
e figli.
Sciacca,
Vita nuova. Periodico quindicinale, nato
il 6 gennaio 18S9. Esce in 4 pagine, for-
mato 0,31 X 0,21. Abbonamento: anno L. 4.
Tipografia Ignazio Barone e figli.
Sciacca.
Giornali cessati:
Sono pochi anni che la provincia di Girgenti conta un discreto numero di gioì"-
nali. Nei J870 non ne avtva che due: il Giornale della Provincia e VEmpedock (vc4i
476 GODA DELLA STA"MPA PERIODICA ITALIANA.
pag. 102). Dicci anni drpo si pubblicavano il Fodera, la Calzetta di Girgenti, V Indi-
pendente, la Pietra, la Rupe Atenea e il Vespro, tutti cessati.
— Del penultimo giornale, che tirava oltre looo esemplari, ecco un ricordo no-
tevole: — Nel settembre del 1885 il consigliere provinciale avv. V. Coniglio si senti
offeso da alcuni articoli della Rupe: un cognato di costui, Federigo Gontarini, sfidò
il direttore del giornale, avv. Salvatore Tornabene, giovane di 32 anni, onestissimo e
di carattere adamantino. Il 13 settembre avvenne il duello alla sciabola, il Tornabene
ricevette una sciabolata alla regione destra del torace, per cui dopo 5 minuti cessava
di vivere. Nell'aprile dell' 86 il Contarini fu processato e condannato a un anno di
confine e 200 lire di multa.
— Nel 1880 nacque a Firenze la Fronda, giornale settimanale letterario, diretto
da E. Navarro della M;r. glia. Visse pochi mesi, nel quale questo geniale e delicato
novelliere pubblicò gran parte dei suoi bozzetti graziosissimi. Il Navarro è di Girgenti;
recatosi parecchi anni or sono a Parigi vi apprese così bene la lingua d.i giungere
alla celebrità e da acquistarsi l'ammirazione di tutti collo scrivere nei giornali parigini.
Egli aveva ottenuto con uno sforzo incredibile, un guadagno di 50 a 100 mila lire
all'anno. Egli era diventato uno dei collaboratori principali del più parigino fra' gior-
nali parigini. Dopo questo egli volle tornarsene in Italia, dove si paga si male l' ingegno I
— Nel 1886 morì il dottor Saverio Friscia di Sciacca. Nel 184S fu eletto depu-
tato al Parlamento siciliano e fondò V Annamento e V Assemblea Costituente, giornali nei
quali fu apostolo della repubblica federale. Fu poscia deputato nel Parlamento nazionale.
GIORNALI E GIORNALISTI DI GIRGENTI
Fraiicesico Crispi giornalista
L'uomo che oggi è a capo del governo, e contro del quale
nel marzo del 1888 si levò gran parte della stampa per aver posto
il dilemma alla definizione dell'essenza del giornalismo — missione
0 mestiere? — è stato anch'egli giornalista, ma giornalista in quei
tempi in cui, come ho detto parlando di Mazzini, lo scrivere di
patria e di libertà poteva costar la vita.
Francesco Crispi, nato a Ribera il 4 ottobre ,1819, dopo d'es-
sersi laureato avvocato, si dette al giornalismo. E facile immagi-
nare ciò che poteva essere il giornalismo nel 1838-39, epoca in
cui egli fondò a Palermo un giornale dal titolo 1' Oreteo, dal fiume
Greto, che sbocca nel mare poco lungi da Palermo.
Di giornali che ebbero questo titolo ve ne furono due ; uno
si stampò nel 1827, ed ebbe corta vita ; l'altro cominciò a pubbli-
carsi il 15 giugno 1839, e continuò regolarmente le sue pubblica-
zioni quindicinali sino al 1841. Il giornale trattava di letteratura,
di scienza, di teatri, di mode e di boa ton, e Francesco Crispi
che ne fu il proprietario, il direttore, l'amministratore e il gerente
responsabile, seppe riunire intorno a se gì' ingegni più animosi,
più giovani, e cercò di fare deli' Oreteo un organo utile a tutti,
capace di diffondere precetti di morale e di civiltà, sentimenti di
virtù patrie (avvertenza premessa al N. 5, anno I) ; essendoché
egli riteneva la letteratura ministra di libertà.
Così infatti si esprime in un suo articolo a pagina 49, N. 7,
anno III, snW Istruzione del popolo: « Fu giorno che la lettera-
tura e i begli studi riputavansi un privilegio di chi nacque in
FRANCESCO CRISPI GIORNALISTA. 477
culla d'oro, ed ai poveri negletti dal mondo, diseredati del bene
della sapienza, era dato vivere quali bruti e nei patimenti.... Or
grazie al tempo filosofico si mutò pensiero, si scorse clie i plebei
sono vero popolo, nel quale è d'uopo ripulluli il più bello germe....
e elle sono essi speranza di un più civile avvenire e cbe la lette-
ratura è una fiDla se rimane nel gabinetto dei dotti, ne serve
alla patria ed alla umanità. »
In morte di Francesco Aceto, costretto, sebbene giovanissimo,
ad avvelenarsi per l'iniquità del governo borbonico, Crispi scrisse
un'Elegia, stampata nel 1840 anch'essa suU' Oreteo e che lia que-
sta fine :
0 mia Sicilia, tra l'urror de' mali
1 figli tuoi ti lasciano frementi!...
Sembra che non ci resti speme alcuna,
E sia notte funesta a noi isolani....
Perduti i forti o spanti da tiranni
Solo il pianto trasceglie Oreto e aduna!
Ma non temere non fian lunghi i danni....
Rincorati, regina del Tirreno,
Che nuove fasi svolgerà il destino,
E la grandezza e l'onor prisco avrai.
Con questi intendimenti dunque si faceva V Oreteo, e col Cri-
spi scrivevano anche il Principe 'di Scordia, Vincenzo Navarro,
P. Morello. S. Amabile Guastella ; e accanto a un'ode sacra, moda
introdotta in Sicilia dal Borghi, sull'esempio del Manzoni, si scri-
vevano odi per Napoleone I, che allora rappresentava le nuove
idee e le nuove costituzioni.
Le quali aspirazioni, regnando allora i Borboni, con le glorie
ancora recenti di Del Carretto e con le fucilazioni sommarie in
auge a Messina e Siracusa, non erano le garenzie più sicure.
La censura, che non bisogna dimenticare, rivedeva gli scritti
prima della stampa, correggeva, tagliava, aggiungeva, moderava ;
e della sua influenza, nella compilazione dell' Oreteo si vedono
tracce, tra l'altre, in una Lettera al Principe di Granatelli, fir-
mata da Crispi, e che comincia: « Fra gli urti del secolo,.... è
maraviglia, » ecc., con una filza di puntini in sostituzione di pa-
role, che è facile indovinare.
Questo giornale non serviva solo alla diffusione delle idee degli
scrittori siciliani. Francesco Crispi, come direttore, si serviva di
esso per diffondere in Sicilia la lettura dei giornali del continente
(pag. 88, anno I), e promuovere la formazione di un istituto e di
un giornale simile aXÌ.' .Irchivio storico, fondato in quei tempi dal
Vieusseux a Firionze (pag. 122, anno III).
E il giornale continuò così fino al 1841, propugnando sempre
il progresso dell' isola, la diffusione dell' istruzione, il consolida-
mento dello Stato sopra un patto tra re e popolo, l'uguaglianza e
la concordia dei cittadini, ecc.
Ma il giornale, che andava male finanziariamente, dovette
cessare.
478 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Venuto il 1848, Crispi fondò il Precu?'Sore, clie diventò or-
gano del Comitato di difesa, e clie veniva redatto in mezzo alle
barricate col facile in ispalla. Cessato il Precursore Crispi fondò
la Costanza prima e poscia V Apostolato nel momento che in Si-
cilia si proclamava la costituzione e si convocava il Parlamento
siciliano.
'^eìV Apostolato Crispi seguiva le teorie di Mazzini e si oppose
con tutte le sue forze dentro e fuori del Parlamento alla proposta
mediazione dell'ammiraglio francese Baudin, temendo che questa
fosse manovra per ricollocare Ferdinando II sul trono. Ma la re-
staurazione soffocò tutti questi giornali e Crispi dovette esulare in
Piemonte ; strettosi in amicizia coi liberali più ardenti, collaborò
nella Concordia del Valerio, TielVArcJircio storico italiano diretto
dal Cattaneo a Capolago e nella Gazzetta di Torino del Cesana.
Il 6 febbraio 1854, Crispi, che era emigrato in Malta, vi fon-
dava il giornale politico la Valigia, allo scopo di far propaganda
delle idee italiane. « La Valigia — diceva il numero di saggio,
contenente anche il programma — uscirà . ogni volta che arriva il
corriere, e sedendo il Consiglio di governo, il giorno successivo
a quello della sua tornata. » L'abbonamento si faceva per serie
di 18 numeri.
Nel programma, dopo di essersi accennato alla situazione po-
litica del momento, è detto : « In tale stato di cose non sarà di
troppo la pubblicazione in ]\Ialta d'un nuovo giornale. Con esso
nulla pretendiamo sui nostri confratelli. Il nostro scopo è modesto
come il titolo di cui ci siamo serviti. La nostra condotta è segnata
dalle condizioni in cui versa il Continente, e le quali ci hanno
spinto alla fondazione di un periodico. >>
Il giornale che cominciò a pubblicarsi regolarmente dal 15
febbraio, ebbe una brevissima vita, di pochi numeri soltanto. Fu
subito sostituito, il 15 marzo dello stesso anno, dalla Staffetta,
diretta sempre dal Crispi, la quale usciva « il giorno successivo
all'arrivo del corriere di Marsiglia e Costantinopoli », come la Va-
ligia, in 4 pagine a 2 colonne, e gli abbonamenti si ricevevano
da Riccardo Calleja, sotto i Portici, N. 35.
Ma anche la Staffetta ebbe una breve esistenza; perchè ma-
turandosi in Italia gravi avvenimenti, Francesco Crispi, rientrò
in Sicilia, e a Palermo fece risorgere (1860) quel Precursore che
nel 1848 era stato il primo giornale di rivolta, ed ora doveva,
non più preannunciare tempi nuovi e nuove vicende, ma consta-
tare il felice avverarsi di tanti sospirati desideri.
Il Precursore, dopo lunghi anni di pubblicazioni quotidiane,
cessò; rinato nel 1866, cessò definitivamente poco do]30.
Nel 1865 Crispi con la famosa frase « la repubblica ci divide,
la monarchia ci unisce », si staccò dal partito mazziniano e si
mise a capo di un partito radicale costituzionale che cominciò ad
avere il suo organo nella Riforma, giornale fondato da Crispi col
motto: « iìistauratio ab imis fundamentis » (vedi fra i giornali
FRANCESCO CRISPI GIOR>'ALISTA.
479
di Eoma, la Rifoì^md). Dal dicembre 1878 al giugno 1879 tenne in
piedi a Roma un giornaletto satirico intitolato lo Spillo, del quale
si serviva per quelle polemiche che non era conveniente trovas-
sero posto nella grave Riforma.
Questo è, come si direbbe, lo stato di servizio giornalistico
dell'onorevole Crispi, il quale dopo tante vicende, dopo l'esilio
patito e i pericoli corsi, ben poteva giudicare se ora il giornali-
smo per alcuni non sia diventato un mestiere.
Lo stile di Crispi è seccamente vibrato, qualche volta con-
torto, involuto e nebuloso, ma i suoi articoli partono sempre da
concetti sani, da idee chiare e precise, essendo inspirati al pro-
gresso e al bene della patria.
N. Bernardini.
^^^j^i
f^m
^k,.
Anno Xni. — 1890.
Cominciò ad uscire il 15 dicembre 1877 e fin da principio ottenne un successo
senza pari, grazie alla splendidezza delle incisioni, alla quantità e varietà degli ann-ssi,
all'eleij-inza ed al lusso dell'edizione.
Q.uesto giornale è divenuto ormai il consigliere preferito delle signore perchè
unisce alla novità l'eleganza ed il buon gusto, dà esatte notizie sulle mode più re-
centi, sui lavori più in voga e su tutto ciò che può interessare i circoli femminili.
Esce una volta al mese, e si compone di 16 pagine di testo a 2 colonne, ricche
di incisioni di mode e di lavori intercalati nel testo.
Oltre a ciò, ad ogni numero sono aggiunti: Uno splemiido figurino colorato; Due
figurini neri; Una grandissima tavola di ricami e morlelli; Modelli tagliati; Una ta-
vola colorata di lavori in tappezzeria o Lavori sul cartoncino. Giuochi di società, Sor-
prese, Oleografie ed altri oggetti di adornamento utili a tutte le famiglie.
Anno L. 10. - Sem. L. 5. - Trim. L. 3. (Per l'Un. P., Fr. 13 l'anno).
GR.^MD! PRE
agli associati annui. (Aggiungere 50 centesimi per l'af-
francazione del premio. — Per gli Stati Europei del-
l' Unione Postale, Fr. I.)
DIRIGERE COMMISSIONI E VAGLIA AI FRATELLI TREVES, EDITORI, IN MILANO.
PROVINCIA D[ GROSSETO
Numero dei Comuni: 20
Racchia, Valle.
Popolaiione: 114,295 — Superficie: K. q. 4,586 — Deputali della provincia:
Bollettino di notizie commerciali. (Vedi
provincia di Siena.)
L' Ombrone. Giornale amministrativo, let-
terario, commerciale, agricolo, d'igiene,
fondato nel 1870. Si pubblica ogni setti-
mana in 4 pagine. Tiratura 1200 copie.
Abbonamento: anno L. 5,50. Un numero
IO centesimi.
Grosseto.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Organo ufficiale per gli an-
nunzi legali, fondato nel 1876. Esce 2 volte
la settimana in 4 pagine. Il Foglio perio-
dico della Prefettura, per la pubblicazione
degli atti amministrativi, fu soppresso dal
I. "gennaio 1881. Abbonamento: anno L. io.
Un numero 15 centesimi.
Grosseto.
Giornali cessati:
— Il Popolano, istruttivo, della domenica, si stampava ad Arcidosso nel 1867.
— La Palestra Maremmana, settimanale, esisteva nel 1882.
I Giornali di Statistica in Italia
In Italia le pubblicazioni periodiche di statistica furono iniziate da Graber, uno
svedese domiciliato in Italia da lunghi anni, con gli Annali di geografica e statistica,
fondati a Genova nel 18 12.
Si fondarono quindi (1824) gli Annali universali di statistica, economia pubblica,
storia e viaggi di Milano, che durarono alquanto stentatamente sino al 1871, ma che
vennero illustrati dalla collaborazione di Romagnosi, Cattaneo, Correnti, Biondelli,
Sacchi, ecc.
Una certa celebrità anche fuori d'Italia conseguili Giornale di statistica di Sicilia
fondato a Palermo nel 1830 ed uscito ad intervalli sino al 1S59.
Nel 1S76 fu fondato dal Pateras l'Archivio di statistica e diretto da Correnti, Bo-
dio e Boselli. Questo giornale che si pubblicava a Roma, si era levato ad un alto
grado d'importanza per la collaborazione dei migliori ingegni della penisela in questo
genere di studi, come Angelo Messedaglia, Morpurgo, Aristide Gabelli, Car'o Ferraris,
Vincenzo Magaldi, Lombroso, ecc.; ma nel 1880 l'Archivio sospese le pubblicazioni.
E fu un grave danno per la scienza: se non fosse altro YArcìnvio era riuscito a vincere le
riluttanze del Messedaglia per la pubblicità.
Il Ministero di Agricoltura poi pubblica da lunghi anni gU Annali di statistica.
Il Giornale degli economisti dì hUhno (1875-1878) accolse anch'esso pregevoli me-
morie statistiche di Boccardo, Alberto Errerà, C. F. Ferraris, Gabaglio, Del Vecchio, ecc.
Nel 1874 nacque a Torino una Rivista di statistica, economia e giurisprudenza, fo-
glio ufficiale della Lega economica, diretto da Stanisbo Falletti. Cessò dopo parecchi
anni di pubblicazioni.
Anno II. jjipveiia fli piiiiiiijcità lij Aisione ^'""' "•
ANNUNZI IN TUTTI I CxIORNALI
S^GIIE ERNESTO -ASTI
om^ Vedi Avviso speciale a pag. 258 -«o
PROVINCIA DI LECCE
Numero dei Comuni: 130 — Popolazione: 553,298 — Superficie: K. q. 7,891 — Deputati della provincia:
I. Balsamo, Rubichi, Trincherà, 2. D'Ayala- Valva, Grassi, Pigaatelli. 3. Carrozzini, Episcopo, Romano ,
L'Amico del Popolo. Giornale ammini-
strativo d'opposizione, nato il 24 novem-
bre 1889. Direttore: avv. Alfredo Barbaro-
Forleo. Si stampa a Taranto.
Fraiicaviìla-Fontana.
Bollettino statistico del Comune di Lec-
ce. Rivista mensile della dt;mografia locale.
Esce in 8 pagine in-4.° e si distribuisce
alle autorità, ai consiglieri comunali, ecc.
Lecce.
Il Commercio Salentino - Gazzetta uffi-
ciale della Camera di Commercio, nata il
6 gennaio 1890. Esce ogni lunedì in 4 pa-
gine a 3 colonne. Direttore: Francesco Mar-
zano. Abbonamento: anno L. 8: per i con-
tribuenti della Camera L. 4.
Lecce.
Cronaca Salentina. Giornale politico, li-
berale, amministrativo, fondato nel 1882
dall'avv. Angelo Lo Re, abile e provato gior-
nalista. Dopo tre anni il giornale sospese le
pubblicazioni, ma le riprese nel 1889. La
Cronaca Salentina esce ogni settimana in
4 pagine a 4 colonne; è scritta con molto
garbo ed è ricca d'informazioni, ciò che le
dà credito e diffusione nella provincia. Il Lo
Re, abilissimo e vivace nella polemica, ha
gran valore e competenza in materia am-
ministrativa. Abbonamento: anno L. io.
Un numero 5 centesimi. Via Solferino.
Lecce.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per la pubblicazione degli
atti amministrativi, fondato il 30 novem-
bre 1865. Si pubblica ogni mese in fasci-
coli di oltre 30 pagine in-8 " - Non si
vende a numeri separati né fa abbonamenri.
Lecce.
Gazzetta delle Puglie. Giornale politico,
amministrativo, indipendente, fondato nel
188 1 da Quintino Napoli, che lo dirige
tuttora. Esce ogni sabato in 4' grandissime
pagine a 6 colonne. È il giornale più dif-
fuso della provincia, perchè ne propugna
con garbo i più vitali interessi. Ha una
tiratura di 1200 a 1600 copie. Abbona-
mento: anno L. 12, semestre 6 - Estero:
anno L. 18, semestre io. Un numero j
centesimi. Inserzioni: i." pagina L. 3 la
linea, 2," L. 2, 3." L. i, 4." cent. 20.
Lecce.
La Luce. Giornale politico, amministra-
tivo, nato nel 1888. Esce ogni settimana
in 4 pagine a 4 colonne. Direttore : Raf-
faele Castrignanò. Abbonamento : anno
L. IO. Un numero 5 centesimi.
Lecce.
Il Propugnatore. Giornale politico, am-
ministrativo, fondato nel 1860 da Leo-
nardo Cisaria, vecchio e onesto giornali-
sta (vedi Giornali cessati). Il Propugnatore
esce ogni lunedi in 4 grandi pagine a 5
colonne; è giornale liberale di sinistra pura.
Pubblica anche versi, bozzetti e romanzi.
Abbonamento: anno L. io, semestre 5.
Un numero 5 centesimi. Via Tribunali, 33.
Lecce.
Il Rinnovamento. Giornale politico, li-
berale, nato nell'ottobre del 1889. Esce
ogni settimana in 4 pagine a 4 colonne ed
è organo del Circolo Democratico. Diret-
tore: avv. Ernesto Valentini. Abbonamento:
anno L. io. Un numero 5 centesimi.
Lecce.
Il Risorgimento. Giornale politico, am-
ministrativo, nato nel 1876. Fedele al pro-
gramma della Sinistra pura, per la quale
sorse, esso propugna strenuamente e leal-
mente le idee del partito. Si occupa di
politica, di cose scolastiche, d'economia,
di commercio e di questioni agricole. Lo
dirige un garibaldino, il cav. Carlo Ar-
righi di Viareggio, che ne è anche pro-
prietario. Si pubblica la domenica in 4
pagine a 4 colonne. Il Risorgimento, che
ebbe momenti di vero splendore, in cui fu
il giornale più autorevole e diffuso della
provincia, tira ora dalle 600 alle 900 copie,
ma si mantiene sempre giornale onesto,
rispettabile e rispettoso. Abbonamento:
anno L. io. Un numero 5 centesimi.
Lecce.
La Sentinella. Giornale politico, ammi-
nistrativo, letterario, fondato nel i88ó. Si
pubblica ogni settimana in 4 pagine a 4
colonne. In politica è giornale d'opposi-
zione e si dice ispirato dall'on. D'Àyala,
perciò è in continue polemiche con la
Foce del popolo (vedi). È redatto con molto
garbo e vivacità. Fu diretto successivamen-
te da A. Valente, A. Parabita e F. Ric-
ciardi. Ora è sottoscritto dalla Redazione.
N. Bernardini — Guida della Stampa periodica italiana — 51.
482
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Abbonamento: anno L. 7, semestre 4, tri-
mestre 2. Via Duomo, 75.
Taranto.
Spartaco. Giornale politico, amministra-
tivo, nato nel 1887. Propugna principii re-
pubblicani. Esce ogni settimana in 4 pa-
gine a 4 colonne. Direttore : Giovanni Cop-
pola. Abbonamento: anno L. 7. Un nu-
mero 5 centesimi.
Si stampa a Lecce.
Gallipoli.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Fondato nel i>^76, contiene
gli annunzi legali e si pubblica in 16 pa-
gine, due volte alla settimana. Si spedisce
gratis ai sindaci.
Lecce.
Il Vessillo della verità. Periodico set-
timanale, religioso, politico, amministra-
tivo, letterario, nato il 16 dicembre 1888.
Esce ogni domenica in 4 pagine a 3 co-
lonne. Abbonamento: anno L. 9.
Lecce.
La Voce del popolo. Giornale politico,
amministrativo, scolastico, sociale, fondato
nel 1S84. È organo dell'associazione « Il
Risorgimento Costituzionale » di cui è
presidente l'avv. Nicola Lo Re. Si pubblica
ogni settimana in 4 pagine a 4 colonne.
Direttore: Antonio Rizzo, maestro elemen-
tare. Abbonamento: anno L. io, seme-
stre 5, trimestre 3. Inserzioni: 50 cente-
simi la linea. Via Seminario, 4.
Taranto.
Giornali cessati:
LECCE
Il primo giornale pubblicato nella provincia di Lecce è il Giornale d' Intendenza,
fondato nel 1808, che con diversi titoli e formati dura ancora nel Foglio periodico
della Prefettura, col relativo Supplemento per gli annunci amministrativi.
Nel 1820 un leccese, Guglielmo Paladini, fondò e diresse a Napoli un giornale
intitolato il Censore.
Nel 1840 nacque il Giornale di economia rurale, che nel 1868 si trasformò in 5o/-
lettino dd Comizio agrario.
Nel 1842, il dott. Giovanni Pagano e il dott. Aureliano De Mitr}-, fondarono a
Napoli l'Igea Salentina, raccolta quadrimestrale di medicina, che durò un anno solo.
Nel 1848 si ebbero: il Folletto di Gaetano Guercia, settimanale, molto dif-
fuso; l'Eco del Salento di Beniamino Rossi, di breve durata per l'arresto e condanna
del suo direttore ; il Troppo Tardi, nato dopo il 1 5 maggio e redatto da Enrico Lu-
pinacci, B. De RinalJis, L. Tuzzo, F. Pisacane, Duca Castromediano ed altri; il gior-
nale fu soffocato; venne poscia il Salentino diretto da Salvatore Stampacchia e fu su-
bito soppresso; fu sostituito dalla Farfalla, ma. di questo si ebbe un solo numero; lo
stesso B. Rossi pubblicò per pochi numeri la fapigia. Contemporaneamente si ebbero
gli At'i del Circolo patriottico salentino (6 numeri) e gli Atti del comitato provvisorio
di salute pubblica.
Dal 1849 alla prima domenica di marzo del 1854 non si ebbero giornali in Lecce;
in quel giorno appunto nacque il Filosofo Barba-Bianca, giornale scientifico letterario
fatto dal libraio Pietro Parodi, con la collaborazione dei migliori ingegni della pro-
vincia. Il giornale durò circa due anni. Poi sino al 1863 non si ebbero altri giornali.
Il primo a nascere fu il Dittatore, bisettimanale, diretto da Salvatore Morelli, che
poi fu deputato, e Leonardo Cisaria. Nel dicembre dello stesso anno mutò titolo :
V Italia Salentina, settimanale, redatta dagli stessi. Dopo un anno di pubblicazioni mutò
nuovamente titolo, si chiamò il Salentino, settimanale, diretto dal Cisaria soltanto, che
nel 1862 lo soppresse per fondare il Propugnatore, che vive ancora (vedi).
Il 6 aprile 1861 nacque il Cittadino Leccese, ottimo e forte giornale moderato di-
retto dal sac. Enrico Lupinacci e poscia da Salvatore Grande, entrambi intelligenti e
provati liberali. Il Cittadino fu giornale ufficiale per molti anni; ebbe una grande influenza
sulle sorti politiche della provincia, ed una notevole diffusione; ma dopo la rivoluzione
parlamentare del 1876, perdette la sua importanza e dopo un anno cessò le pubblicazioni.
Nel 1862 nacque la Riforma, diretta da B. Rossi e Giustiniano Gorgoni; durò
fino all'aprile del 1863.
Il 4 agosto 1862 nacque V Educatore, politico settimanale; ebbe brevissima esi-
stenza; il 15 dicembre dello stesso anno nacque l'Eco del popolo, democratico setti-
manale; ne uscirono pochi numeri e cessò per i sequestri e le persecuzioni contro i re-
dattori. Poco tempo prima era vissuto lo Scarabeo, umoristico, senza ordine di perio-
dicità, redatto da A. Bernardini, S. Sidoti e Antonio Casetti, che poi fu preside dd
liceo E. Q, Visconti di Roma e provveditore.
PROVINCIA DI LECCE. 483
Nel 1863 nacque il Credente, giornale religioso diretto dal sac. Sante De Santis.
Durò un anno e cessò violentemente, bruciandosene le copie sulla piazza, dai liberali.
II 2 dicembre 1864 nacque il primo ed unico numero deli' Italiano Apostolico, cat-
tolico-liberale.
Nel 1868 nacquero la Falce Fienaia, giornale di agricoltura e la Temi Salentìna,
di giurisprudenza, diretto dall'avv. Guercia. La Temi durò un anno.
Nell'aprile 1870 nacque il Diavoletto, umoristico, diretto da Udalrico De Vita;
ebbe breve esistenza; il 9 maggio nacque il Birichino, diretto da Carlo Alberto Cal-
caterra, con caricarure di Francesco Moles; durò sino al 17 settembre. Nel 1870 nacque
pure il Vulcano, molto ben redatto dall'avv. Vito Magaldi, ora sottoprefetto.
Il 16 agosto 1872 nacque la Provincia, politico amministrativo, diretto dall'avvo-
cato Angelo Lo Re. Il giornale cessò nel seguente anno.
Prima però ch'esso cessasse nacque il Risveglio, politico popolare, diretto da Raf-
faele Castrignanò. Il giornale ebbe gran successo, molte polemiche e parecchi sequestri.
Il 7 febbraio 1873 nacque la Nuova Riforma diretta da B. Rossi, settimanale. Visse
un trimestre soltanto.
Il 7 marzo dello stesso anno nacque la Voce del popolo, democratico settimanale,
che visse a sua volta un trimestre.
Il 3 aprile l'avv. Angelo Lo Re fondò la Gaietta di Terra d' Otranto, bisettima-
nale; durò qualche tempo, poi fu sospesa, riapparve diretta da Fedele Albanese, gior-
nalista di molto merito che fini a Roma miseramente i suoi giorni, direttore del Mo-
nitore, suicidandosi. Nel 1875 la Gaietta cessò per sempre.
Nell'ottobre 1873 nacque il Don Galeano, umoristico satirico, redatto da Lo Re,
Sidoti e Casetti. Cessò nel gennaio 1874; rivisse nello stesso mese, ma per altre mani
e con altro spirito.
Il 30 ottobre 1874 nacque il Progresso, organo dell'on. Brunetti, diretto da Ar-
turo Foscarini; ebbe un semestre di vita. '
Il 29 agosto 1874 mori a Lecce Giuseppe Libertini, patriota insigne, cospiratore
con Mazzini e collaboratore del Pensiero e Anione di Londra, del Dovere di Genova
e della Roma del popolo. (Vedi l'articolo Macini Giornalista a pag. 443.)
Il i.° gennaio 1875 nacque il Figaro leccese, diretto da G. De Maria; durò solo
pochi numeri. Nello stesso anno nacque il Carattere, diretto da Q. Napoli.
Sempre nel 1S75 nacque il Menogiorno, moderato, settimanale, ufficiale per le
inserzioni della Prefettura, diretto da R. Castrignanò.
Nel 1876 si ebbero questi giornali: lo Spettatore, fatto dall'avv. Angelo Lo Re;
la Nuova Era politica; il Risorgimento, vivente (vedi); il Pettine, democratico spinto,
fatto dal Castrignanò; la Palestra, letterario. Il Pettine visse sino al 1879, trasforman-
dosi in una Vedetta di Lecce. Morta, risorse nel 1881, bisettimanale; ma poiché non
andava, il Castrignanò la soppresse per ricreare il Pettine; cessato anche questo, creò la
Puglia, la quale visse pochi numeri.
Altri giornali di minore importanza vissuti fra ir77 e '78 furono: lo Sprone, il
Salento, V Italia, la Speranza e l'Educatore Salentino che visse vari anni diretto dal pro-
fessore Giorgio Castriota.
Il i.° novembre '77 nacque la Gaietta di Lecce, liberale indipendente, diretta da
Ernesto Valentini; visse un anno circa.
Il 13 marzo 1878 nacque l'Eco della z'^rzVà^ cattolico, ch'ebbe un semestre di vita.
Nello stesso tempo un Delfino, settimanale e il Ganettino letterario, quindicinale, di-
retto dal prof. Luigi Tinelli, uno dei valorosi di Villa Glori. Cessò nel 1881 (_v. pag. 99).
Nel 1880 nsicquQro la. Destra, diretta dal prof. E. Bicci, toscano; visse un anno solo;
il Meridionale, che si trasformò in Vespa, umoristico; sospeso, fu ripreso un anno
dopo e durò, con altra redazione, circa un altro anno.
Il 20 ottobre 1881 nacque l'Ordine, diretto dall'avv. V. Macchia prima, poi dagli
avvocati Santoro e Fagiani. Il giornale, molto serio e ben fatto, durò sino al 1884.
Riprese le pubblicazioni nel 1888, ma le sospese nuovamente nell'agosto 1889.
Nel 1882 nacque la Sentinella, democratico, redatto da E. Spezzaferri e T. Nutricati.
Tra il 1880 e il 1884 vissero: la Maestra educatrice, il Consigliere del maestro ele-
mentare, le Leggi finanziarie, diretto da F. Marzano, autore di un pregevole volume
sulla scienza delle finanze, stampato a Roma; una Guida pei giuocatori del lotto, tutti
di brevissima durata.
Nel i88j nacque il Corriere di Lecce diretto dal prof. Bicci; durò circa due anni^
484 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Nella stessa epoca nacquero : la Voce del popolo, in piccolo formato e il Giusti,
letterario, organo dell'associazione omonima. Ebbero anch'essi breve esistenza.
Nel 1884 nacque il Don Ortensio, settimanale, umoristico, con pupazzetti, diretto
da N. Foscarini e redatto dai più brillanti ingegni giovanili di Lecce. Ebbe un suc-
cesso di fanatismo, e cessò dopo un anno giusto in causa d'un duello.
Il 30 marzo del 1884 nacque il Tribuno, giornale d'opposizione, molto serio, di-
retto da Francesco Rubichi, attuale deputato al Parlamento. Anch'esso durò un anno.
Un tentativo di giornale letterario si ebbe col Ga^^ettino della domenica, nel 1885.
Nello stesso anno nacque il Pungiglione, umoristico, che visse sino al 1888. Poi
si ebbe il Ga^-^ettino di Lecce, dell'avv. S. Santoro, con vita di soli 12 numeri; un Resto
del sigaro, poHtico commerciale; un Salotto, letterario, elegantissimo, diretto da Niccolò
Foscarini e nel quale collaborarono noti scrittori italiani; il Messapico, amministrativo,
letterario; la Lotta, settimanale, fatta con garbo unico e nuovo per Lecce, e che
raggiunse una diffusione mai ottenuta né prima ne dopo da altri giornali leccesi; era
diretta dall'avv. PietroTrinchera, un ingegno vivace, irrequieto, fosforescente; il Moto,
repubblicano; nel 1886 Io Sciocco, che fece onore al proprio nome.
Nel 1887 nacquero la Coltura salentina, letterario, diretto da Vito Domenico Pa-
lumbo; la Democrazia, settimanale; Don Limone, umorìsùco, settimanale, illustrato; il
Progresso, politico settimanale, organo dell'on. Brunetti.
Nel 1888 nacquero // Popolo, che doveva essere quotidiano, e visse un sol numero
e un'infehce Aurora, settimanale. Nel 1889 La Scuola in Terra d'Otranto, didattico
quindicinale, e un Sancio Pania, settimanale politico (i).
BRINDISI
— Giornali esistiti dal 1865 al 1875: la Nuova Brindisi, l'Avvenire di Brindisi (1874),
il Corriere di Brindisi, la Gaietta di Brindisi, il Giornale di Brindisi. Nel 1868
fu fondato da G. De Roma il Brindisi.
— L'Eco di Brindisi, amministrativo, n. 6 maggio 1888; direttore G. Arsenio.
— L' Equilibrio, 1 880-1 881, diretto da G. Arsenio e dal prof. A. Tanzarella.
— II Faro, politico, evangelico, quindicinale, n. 1886; direttore G. Rodio.
— La Luce, n. 1884 e diretto da G. Arsenio, per incarico di un comitato progressista.
— II Metro, n. 1876, direttore LoUi. Visse circa 3 anni.
— Il Padre Guardiano, n. 1876; un solo numero.
— Il Presente, amministrativo, letterario, n. 12 ottobre 1882.-
— Lo Sfaccendato, settimanale, di cose locali, fondato nel 1882, di brevissima durata.
— II Tempo, 1882, direttore Luciano Rubini, se'timanale; mutò titolo in Gaietta di
Brindisi, diretta dal prof. G. Elia, ma nel i8<'^'6 riassunse il primitivo.
— L'Unione cittadina, fondata nel 1881 da un comitato monarchico-liberale.
CALIMERA
— Hèlios, letterario, domenicale, n. 1889, direttore V. D. Palumbo; i numero.
CEGLIE MESSAPICA
— La Scuola laica, pedagogico, settimanale, n. 1887; direttore prof. G. Elia. Q,uesto
giornale battagliero e diffuso per tutta Italia, dopo due anni circa di brillantissima
vita, fu soffocato dalle persecuzioni dei clericali.
GALATINA
— La Falce, n. 1881.
— Sbarbarino, amministrativo, locale, n, 1SS7.
GALLIPOLI
— L'Araldo gallipolino, n. 12 maggio 1872, direttore E. Forleo-Casalini; visse 2 anni.
— La Cingallegra, settimanale, n. 1881, diretto da M. A. Consiglio.
^— Il Corriere di Gallipoli, n. nel 1869 ^ diretto da Nicola Cataldi; visse un anno.
— Il Corriere di Gallipoli, n. 1879, direttore L. Forcignanò, settimanale; visse un anno.
— Il Crivello, amministrativo, settimanale, n. 15 gennaio 1888. Visse un anno.
(i) Per ulteriori e più larghe notizie, vedi il volume Giornali e Giornalisti leccesi di N. Bernardini, Tipo-
grafia Luigi Lazzaretti e figli — Lecce, z886 — pag. 514 con 2 tavole fotografiche.
PROVINCIA DI LECCE. 485
Il Gallo, fondato il 22 maggio 1862 dal dott. Emanuele Barba, che sin dal 1848
aveva cominciato a scrivere sul Poliorama pittoresco di Napoli, sul Peuceta di Bari,
indi sul Propugnatore e la Riforma di Lecce, sulla Colomba di Archita di Taranto
e su altri giornali napoletani e leccesi.
Il Gallo, fondato nel 1875 ^^ Alberto Consiglio, segretario comunale; visse 2 anni.
La Libertà d' insegnamento (Gallipoli-Firenze), n. 1875; mensile, scientifico-letterario.
Il Lucifero, n. 1881, radicale, diretto da Nicola Patitari, settimanale; visse 2 anni.
Il Popolo, 1879, diretto da Giuseppe Gallucci; 506 numeri di vita.
Il Presta, organo del Comizio agrario, n. 1880.
La Stregghia, a. 1884, diretto da G. Marzo, settimanale, amm. Visse un semestre.
GINOSA
La Lega del menogiorno, scolastico, letterario, politico, n. 15 aprile 1883; direttore
prof. D. Ventura. Si stampava a Rocca S. Casciano. Cessò dopo 203 numeri.
MAGLIE
Lo Studente magliese, rivista scolastica letteraria.
MARTANO
La Forbice, poligrafato, n. 1880 (?).
NARDO
Lo Sprone, settimanale, n. 1883; direttore L. M. Persone. Fu sostituito dalla Ma-
scella d'asino.
ORIA
La Verità, mensile, n. 4 giugno 1884; direttore Gennaro De Angelis. Si stampava
a Saluzzo presso la tipografia Lobetti-Bodoni.
SAVA
Il Cronista, settimanale, n. 1876, direttore Michele Schifone; visse 3 anni.
TARANTO
UAmico del popolo, 1882, direttore G. Lecito-Bari.
U Araldo, 1882, direttore Michele Cacace-Maggi.
Balilla...., direttore Gaetano Piccione.
La Colomba d'Archita, 1866, direttori Giuseppe De Cesare ed E. Consiglio.
Corriere di Taranto, 1876, prima diretto da Pupino-Carbonelli, poi dall'avv. D. Par-
latane, finalmente da Filippo Ricciardi.
Don Chisciotte, 15 ottobre 1883.
Don Fiiianicchio, 25 aprile 1885, ogni sabato.
I Due Mari, 1881, direttore Antonio Natale.
V Eco dei due mari, 1864, De Vincenziis e Consiglio, giovedì e domenica.
V Eco del Jonio, 1881, direttore Arcangelo Valente.
L'Elettore, 1876 e poi 1882, direttore Pupino-Carbonelli.
II Fulmine, 1883.
Gaietta di Taranto, 1883, direttore Pupino-Carbonelli.
Galletta Tarantina, 1878, direttore H. Consiglio.
Il Gladiatore, politico, settimanale, n. 1887.
La Lotta elettorale, novembre 1884.
La Luce, 1871, direttori G. De Cesare e F, Colucci.
Monitore tarantino, 1872, direttori Luisi ed E. Consiglio.
Il Nettuno, 1876, direttore Angelo Solito De Solis.
L'Operaio, 1882, direttore Giuseppe Catapano.
L'Operaio tarantino, 1883.
Paisiello, 1884, direttore V^incenzo De Noto,
Il Peripato, letterario, settimanale, n. 8 maggio 1888, direttore E. Consiglio.
La Replica, 1863, E. Consiglio e De Vincenziis.
Il Rinnovamento, 1882, direttori Egidio Pignatelli, Filippo Ricciardi.
La Scossa, 1863, direttore E. Consiglio.
486 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— La Sferra, 1882, direttore Nicola BafE.
— La Sveglia, 1881, direttore Ettore D'Elia.
— II Tara, 1868-70, direttori P. Pupino-Carboaelli ed E. Consiglio, bisettimanale.
— Il Tarantino, 1869.
— La Tarantola, 187 1, direttore P. Pupino-Carbonelli.
— La Tarantola, 1884, direttore Egidio Pignatelli.
— Taras, politico, letterario, settimanale, n. io die. 1887; direttore prof. L. Veneziani.
— La Tromba, 1882, direttore Antonio Rizzo.
— La Verità, 1881.
— Il Vigile, 1877, direttore avv. F. A. Rochira.
L'UTILITÀ D'UN GIORNALE
0 qual'è l'utilità d'un giornale? 11 giornale sopralutto ha il privilegio di costar
poco, e quando s'è finito di leggere, non si può neppur dire d'aver (ulta builata via
la nostra moneta, dacché ce ne serviamo un'altra volta per altri usi e bisogni. —
Se ne serve la mamma per fare al suo bambino un cappello da carabiniere, con 0
senza pennacchio importa poco; se ne servono le nostre sorelle per farne modelli di
vesti e di corpeltlni, se ne serve il salumaio per involtarvi il prosciutto, la serva per
accendere il fuoco, il conservatore per tenere la cronaca dei tempi; infine, che vo-
lete? me ne sono servito anch'io facendo all'amore con una signorina. Le portavo
ogni giorno il mio giornale, colla scusa di farglielo leggere; glielo consegnavo sotto
gli occhi severi del babbo 0 della mamma, e dentro, all'angolo più remoto, formalo
dalle piegature della carta, vi andava sempre una letterina profumala. Il giorno dopo
me lo restituiva, ed ero certo di trovarvi la risposta.
Con cinque 0 dieci centesimi che si spendono, ci si piglia il gusto di leggere
una mezz'oretta in campagna 0 in città, passeggiando. Sopratutlo in città, tanto per
darci l'aria di uomini politici, anche a costo di essere arrotali 0 d'andare a battere
il naso nel petto d'un creditore spietato. Per gli innamorati poi è il mezzo più sem-
plice, è il pretesto meglio trovalo per stare fermi sotto una finestra senza dar nel-
l'occhio alla gente che passa.
Nessun opuscolo, nessun libro, nessun lavoro tipografico può darvi la stampa
così fresca come il giornale. E De Amicis li ha descritti, e voi li avete provali, i
godimenti che si hanno a sentir l'odore dell'inchiostro. Certe volte ci vien dato il
giornale eh' è umido ancora, anzi addirittura bagnalo. Ve lo danno i monelli lascian-
dovi su l'impronta delle loro cinque dita, poco pulite, 0 le giornaliste che stanno
allo spaccio, e le quali conoscono benissimo che il giornale da loro voi lo comprate
per un pretesto, mentre il sorriso che vi rivolgono è difalti il vostro fine. Un gior-
nale ed un sorriso per un soldo!
Ma non basta. Ancora non si conosce un mezzo che dia da vivere a tanlì, quanto
il giornale. Vi campa su un mezzo mondo: i fabbricanti di carta e di tipi, i proti,
gli stampatori, gli scrittori, gli editori, gli artisti, i rivenditori e i negozianti d'ogni
genere e specie. Quanti sono stali infalli e quanti saranno coloro che alla vigilia d'un
lenimento avendo la merce a perire nelle loro botteghe e prossimi a una spaventosa
rovma, si son salvali 0 si salveranno mercè due righi di reclame, fatti nella terza 0
quarta pagina d'un giornale.
E notate che a leggere il giornale non si fa soltanto la conoscenza degl'indu-
striali del paese e dei loro prodotti, ma anche gli uomini grandi, gli uomini illustri
ed eminenti e di cui forse non sapevamo neppure il nome, ci passano davanti col
libro della vita aperto per farsi vedere e giudicare da noi. Prefetti, deputati, sena*
tori, ministri di Stato, presidenti di repubbliche, re, imperatori, si passano tutti a
rassegna.
l'utilitI d'un giornale. 487
Talvolta avviene che in questa folla di gente si trovino le nostre simpatie, quelli
a cui stringeremmo volentieri la mano ed altri a cui volentieri scaglieremmo contro
un mondo di vituperi. Intanto coma se quegli uomini si vedessero e si sentissero
davvero, tutti vestiti di gala, rabescati di fregi d'oro, radianti di luce si presentano
a voi tra le righe apologetiche d'un articolo di fondo o poveri annichiliti e rannicchiati
per la vergogna tra una virgola e l'altra della cronaca nera.
Con un giornale alla mano voi potete benissimo, anche malgrado la vostra pu-
sillanimità, andare sopra un campo di battaglia o in un paese infetto dall'epidemia,
contare i morti e i moribondi, i feriti e i premiati al valore.
Oh! che cosa non è un giornale! Le?gendo un giornale, qua vedete uno che
commette un'indiscrezione, là assistete ai bisbigli di un'anticamera e da questo passate
all'esame d'una nuova macchina inventala, d'un nuovo pianeta scoperto. Entrate in
un ospedale per ammirare e ringraziare una signora che ha fatto un'opera pia, uscite
di là e v'imbattete in un viottolo oscuro ove il pugnale dell'assassino ha attentato
alla vita d'uà uomo onesto.
Entrate in Parlamento senza essere deputato, sedete nel Senato senz'essere se-
natore, andate a sentire un dramma nuovo ai teatro, e trovate chi ha pagato per
voi il biglietto d'ingresso. Giudicate un libro senza esservi dato la pena di comprarlo
e tanto meno di leggerlo. Correte a zonzo pel mondo fra i dispacci della Stefani
senza muovervi di casa, anzi qualche volta restando proprio a letto. Assistete ad una
festa da ballo senza aver avuto bisogno di m.ettervi in marsina e cravatta bianca; ri-
cevete il campionario dei caratteri per i biglietti da visita senza averlo domandato.
Si dà una notizia e si trova già chi ha fatto per voi i commenti. Vostra moglie è
assente? e voi col bollettino meteorologico ^lle mani potete giudicare se sia rimasta
a casa o sia andata a passeggiare al sole. Se vi scrive che è uscita e eh' è andata
la sera in piazza o al pubblico giardino a sentire il concerto, voi già sapete i
pezzi musicali che si son suonati, senza che lei si sia data la pena di notarveli. Avre-
ste pagato Dio sa che per saperlo, e gratuitamente invece vi viene indicato il luogo,
il giorno e l'ora per andare a caccia. Volete fare un'escursione alpina e trovate chi
vi accompagna. Volete avventurarvi in imprese anche più balde, volete farvi gli sco-
pritori di nuove terre e troverete sempre chi vi guidi. Al ritorno se siete stanchi e
avete bisogno di riposarvi e ricrearvi, sedete a tavolino e vi fate una partita a scac-
chi con un avversario ignoto. Se la partila è andata a male, il giornale vi offre un
altro mezzo di svago e di divertimento: c'è una sciarada a premio, un logogrifo,
un indovinello, un rebus da risolvere; e a non risolvere nulla, risolvete sempre però
il problema di passar^ il tempo utilmente e allegramente.
Won vi dico poi quanto sia utile ciò a tutti coloro che vivono in provincia, nei
piccoli paesi, in borgate poverissime, lontani da ogni avvenimento, da ogni civiltà,
da ogni progresso. Il giornale in questo caso fa da filo elettrico, mettendo in comu-
nione una misera catapecchia con quanto accade nel mondo incivilito. Chi vive nei
piccoli paesi e si associa a un giornale, aspetta poi l'ora della posta con maggior
desiderio che se fosse quello del desinare. Si va alla posta e non si prova il rossore
di tornare a c^sa colle mani vuote, passando fra una folla di gente che apre gior-
nali, rompe il sigillo a una lettera o sfascicola un libro nuovo.
A poco a poco il giornale a cui siamo abbonati entra nel numero delle cose
necessarie della nostra casa. Cominciamo a pigliarvi affezione, l'aspettiamo con ansietà,
lo leggiamo con interesse e lo preferiamo a qualunque altro giornale, a qualunque
altra lettura.
Se tutta la stampa periodica del regno dà una notizia, non ci si crede; aspet-
tiamo che il nostro giornale ce la convalidi, perchè nessun altro giornale è me-
glio informato del nostro, il più autorevole, il più accreditato, il più bene scritto
dei giornali.
Dopo un certo tempo crediamo perfino di conoscerne i redattori uno per uno,
488
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA fTÀLIANA.
senza averli mai visti. E vogliamo loro bene come a fratelli. Se a qualcuno di quelli
capita qualche iattura, un duello per esempio, noi ce ne interessiamo vivamente, e
a seconda delle sciabolate che dà o riceve, noi sorridiamo di soddisfazione o ci ad-
doloriamo precisamente come se quelle sciabolate l'avessimo date o ricevute noi altri
in persona.
Si viaggia? ed allora è un altro piacere che ci procura il giornale, un piacere
di genere tutto nuovo. Si passa per qualche stazione p'-incipale e si stende il braccio
dallo sportello del vagone per comprare il giornale — non il nostro giornale — ma
un giornale qualunque, magari un giornale di provincia, tanto per aver che leggere
durante il viaggio. Lo leggiamo lutto da capo a fondo, dai prezzi d'abbonamento fino
all'ultimo avviso della quarta pagina. Leggiamo perfino l'appendice, uno squarcio di
romanzo, che per noi non ha avuto, né avrà forse, ne capo né coda, nonpertanto
noi continuiamo a leggere, mentre la signora che ci sta dirimpeito si strugge dalla
voglia di saper da noi qualche notizia, e suo marito che le siede vicino, tanto per
contentarla, ci fa, timido timido, qualche domanda, e noi gli si risponde con un tono
da deputato, finché comincia a parlare anche la signora, e altre domande e altre ri-
sposte SI avvicendano e s' impegna cosi una bella questione.... galante.
Riassumendo : il giornale dunque é utile a tutti e in tutte le circostanze della
vita. Per l'uomo pratico esso serve per lettura, per involgere ciò che compra, per
procurare una distrazione alla suocera che patisce di nervi; per metterlo sotto ai tap-
peti se è ricco, o rimpiazzare i vetri e la tovaglia della tavola da pranzo se è povero;
ma ricchi e poveri si servono tutti del giornale in certi momenti quotidiani della vita.
Se il giornale, generalmente parlando, è utile, in quei momenti diventa indispensabile.
Giuseppe Elia
GRANDE FABBRICA NAZIONALE DI MACCHINE TIPOGRAFICHE
NORBERTO ARBIZZONI, MONZA
Premiato anche dal R. Miaistero d'Agricoltura, Industria e Commercio
Hacchins Rotative per Carta Continua ed a Reazione per Giornali.
W^ Vedi Avviso speciale a pag. 16
PROVINCIA DI LIVORNO
Tiiumero dei Comuni: 5 — Popolazione: 121,612 — ■ Superficie:
Pelloux, Meyer.
K. q. 343 — 'Deputati della provincia:
Corriere mercantile. Giornale commer-
ciale, agricolo, nato nel 1857. Nel 1866 si
trasferì a Firenze, dove si pubblicò fino
al 1884, epoca in cui ritornò a Livorno.
Esce 2 volte la settimana. Direttore: Esi-
sto Pasquali. Abbonamento: anno L. io;
semestre 5. Un numero centesimi 30. Al
giornale è annessa un'agenzia farmaceu-
tica. Via S. Francesco, 17,
Livorno.
La Gazzetta livornese. Giornale poli-
tico, letterario, commerciale, quotidiano,
fondato nel 1873. Si occupa molto di cose
commerciali e marittime, però le 2 prime
pagine sono dedicate alla politica. Lo di-
rige Giuseppe Bandi, garibaldino del 1866.
La Gaietta è giornale moderato non
senza avere avuto degli amori con la si-
nistra, e anzi il Bandi fu portato una volta
anche candidato a deputato coi radicali. Si
pubblica la mattina alle 8 e fa due edi-
zioni; 4 pagine grandi a 6 colonne. Tira-
tura 1500 copie. Abbonamento: anno L. 36,
semestre i8,triraestre lO.Via degli Elisi, 19.
Livorno.
Nuova rivista degli scacchi. (Vedi pro-
vincia di Roma.)
La Pratica legale. (V. provincia di Bolo-
gna. Si stampa a Livorno dall'editoreVigo.)
Il Popolano. Giornaletto politico, ammi-
nistrativo, fondato nel 1886. Si pubblica
il giovedì e la domenica in 4 pagine a 3
colonne. Tiratura 2500 copie. Direttore:
avv. Bracci. Abbonamento: anno L. 12,
semestre e trimestre in proporzione. Un
numero centesimi io. Via Vittorio Ema-
nuele, 66.
Livorno.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Organo ufficiale per gli atti
ammmistrativi e gli annunzi legali, nato
nel 1876. Esce due volte la settimana in
un numero variabile di pagine.
Livorno.
■ Il Telegrafo. Giornale politico, ammini-
strativo, mdipendente, della sera, fondato
nel 1877. Si pubblica quotidianamente in
4 pagine piccole a 4 colonne. Lo dirige
Giuseppe Bandi, che è anche direttore della
Gaietta livornese (vedi). Redattore: Ra-
veggi. Tiratura 2000 copie Abbonamento:
anno L. 17, semestre 9, trimestre 4,50.
Via degli Elisi, 19, terreno.
Livorno.
Criornali cessati:
L'Albo dei Fanciiilìi, didattico, quindicinale, n. 1884.
L'Amico, organo degl'impiegati ferroviari, n. 25 marzo 1880.
La Battaglia, politico, settimanale, n. 1887.
La Bimba, umoristico, n. 4 maggio 1873, direttori Carlo Angelini e G. Cappelli.
La Bolla di sapone, umoristico, n. 1871.
Bollettino della Società Ginnastica Fen:^i, n. 1882.
11 Caffè, gaiiettino livornese, n, 1873, direttore avv. Ettore Toci,
La Campana, democratico, n. 1873, direttore C. Formichini.
Il Commercio di Livorno, quotidiano, n. 1883, direttore Giacomo Salmoni.
Corriere dell'Elba, n. 1874, a Portoferraio, direttore C. Cestari.
Il Cri- Cri, umoristico, illustrato, n. 1877.
La Critica, teatrale, settimanale, n. 1879, direttore Carlo Ferrigni.
Cronaca minima, letterario, artistico, settimanale, n. 1887.
Cronaca rosa, artistico, letterario, n. 1882, direttore Dario G. Rossi.
Il Democratico, n. 11 maggio 1879, settimanale.
La Domenica, cattolico, n. 1887 a Livorno; cessò nel 1889.
L'Eco del Tirreno, indipendente, trisettimanale, 1870-71.
Eco di Livorno, teatrale, n. 1873.
Il Fanale, politico, quotidiano, n. 1885.
Il Fiammijero, umoristico, n. 1888; direttori V. Matteucci e M, MoraÌ3.
Francesco Domenico Guerra\ii, letterario, n, 1887, direttore Oscar Bassano,
490 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— Frou-Frou, teatrale, n. 1875.
— Gazzetta finanziaria, settimanale.
Il Guitarrero, teatrale, n. 1885, direttore A. Toccafondi, che fondò pure un Baiar do.
U Indicatore livornese, n. 1830, direttore Guerrazzi. (Vedi l'articolo Ma^:(i«i giorna-
lista, a pag. 443. U Indicatore, attraverso varie trasformazioni e sospensioni visse fino
al 1880. Negli ultimi anni era giornale socialista dei più spinti, diretto da Cesare
Parrà. Sofferse molti processi per ofìese al Re e alla Regina.
— U Inflessibile, democratico, n. 1848, direttore Guerrazzi.
— V Isola d' Elba, settimanale, n. 1880, a Portoferraio; direttore ing. Giulio PuUè.
— LHture educative, mensile, n. 1880, direttore Francesco Pera.
— Magazzino toscano d' istruzione e di piacere, 1754, Livorno, Santini editore.
— 11 Mare, letterario, mensile, n. 1S73.
— La Margherita, letterario, n. 1879.
— Il Momento, n. 1S75 a Pisa, d'onde si trasferi a Livorno.
— Momo, umoristico, illustrato, n. 16 marzo 1873, direttore Orazio Girardi.
— Il Moscone, settimanale, n. 2 settembre 1877.
— L'Onda, settimanale, n. 1889 a Savignano, direttore Francesco Legni.
— Ondina, letterario, n. 1883, direttori Ezio Cappelli ed Emilio Frediani.
— Il Preludio, organo del « Nucleo repubblicano giovanile », n. 3 novembre 1878,
— La Provincia di Livorno, settimanale, n. 1887; ces'^ò nel 1888.
— Il Reduce, mensile, n. 1883, direttore G. Serraglini.
— La Rondine, politico, letterario, bisettimanale, n. 1877, direttore Stefano Bottazzi.
— La Settimana religiosa, n. 1878 a Livorno.
— Il Sorriso, letterario, n. 188 1, direttore Ettore Cheli.
— La Speranza, letterario, litografato, n. 1881.
— La Stenografia, io volte all'anno, n. 1872, direttore Giovanni Degani.
Il Telefono, politico, quotidiano, n. 1881, direttore Agnoletti: cessò nel 1886.
— Il Tirreno, politico, n. 1884, direttore Angelo Consegli, già direttore del Telefono.
— Tuffolina, gazzettino estivo, a. 1883, redatto da E. Cappelli ed E. Frediani.
— L' Unione, elettorale, n. 1889.
— La Varietà, n. 1S88, settimanale, direttore L. Gandolfì.
— Il Vessillo, n. 1887; mutò titolo in Indicatore livornese.
Corrispondenti livornesi:
Della Tribuna e del Don Chisciotte di Roma: Prof. Vittorio Matteucci.
Del Messaggero di Roma e del Secolo di Milano: Carlo Ferrini.
Della Gazzetta Piemontese di Torino: Cap. Raveggi.
Dei Corriere della Sera di Milano e del Fanfidla di Roma: Uberto Guidotti.
D dì' Epoca di Genova: Arturo Fornaciari.
I Giornali d'Arte
Un giornale dedicato esclusivamente alle arti, non porterebbe quegli utili che si
crede, per la semplice ragione che non sarebbe letto da nessuno, neppure dagli artisti.
È nel pubblico che bisogna inspirare amore, interesse per l'arte come per la lettura.
Perciò a nulla giovano giornali nuovi e speciali che devono essi stessi andare in cerca
di lettori; ma gioverebbe assai che quelli che hanno già un pubblico, avessero perio-
diche rassegne di letteratura e d'arte, scritte sempre da uno stesso autore. L'appen-
dice teatrale introdotta regolarmente da qualche anno sui fogli quotidiani, ha finito
coir interessare il paese al teatro italiano e col far nascere qualche nuovo autore. Oggi
nessun giornale fa a meno della sua appendice teatrale; perchè non potrebbe intro-
dursi regolarmente l'appendice letteraria e l'appendice artistica? Ciò crea la vita, il
movimento, l'interesse; scrittori ed artisti hanno bisogno che si parli di loro inces-
santemente, bene 0 male — ma che si parli. — E. Treves.
Il codice pone questo solo limite, sostanziale, alla indipendenza del pensiero e della parola; il rispetto alla
legge che i più hanno riconosciuta giusta ed accettata.
Le offese al re, sono punite sempre perchè egli, in ogni istante, rappresenta lo Stato, lo personifica.
Le ofifese ai pubblici funzionari sono invece punite soltanto in quanto riguardano l'esercizio della loro
autorità, il momento - cioè a dire - in cui sono gli esecutori della legge, i rappresentanti dello Stato.
Tranne le violenze di sostanza e di forma contro il re, i pubblici funzionari e contro le istituzioni sulle
quali personalmente essi vigilano, tutto deve essere ed è lecito di dire, di stampare, di far sentire, comunque,
fX pubblico, perchè tutto il resto appartiene alla scienza e alla coscienza dei cittadini.
PROVINCIA m LUCCA
'Kjuntero dei Comuni: 23 — 'Popoìaiione: 284,484 — Superficie: K. q. 1,410 — 'Deputati delia provincia:
Mordini, Martini F., Luporini, Giovannini, Pierotti.
L' Eco del Serchio. Giornaletto politico,
amm., fondato nel i«So. Esce ogni settima-
na in 4 pagine. Abbonamento: anno L. 6.
Barga.
L'Esare. Giornale cattolico per gl'inte-
ressi locali, fondato il 24 dicembre 1886.
Esce il mercoledì e il sabato in 4 pagine,
formato 0,27x0,18. Redattore responsa-
bile; Bernardino Pieroni. Abbonamento:
anno L. 3. Un numero e. 2. Via S. Chiara, 3.
Lucca.
Il Figurinajo. Giornale politico illustra-
to, nato nel 1(^89, redatto da giovani.
Lucca.
Il Fulmine Secondo. Foglio popolare,
politico, amministrativo, fondato nel 1873.
Si pubblica mercoledì e domenica in 4
pagine a 3 colonne. Tiratura 800 copie.
Nel 1883 il direttore del Fuìmine fu gra-
vemente percosso sulla pubblica via. Ri-
portò tre ferite al capo. Abbonamento :
anno L. 7, semestre 3,50 - Estero: anno
L. 15, semestre 7,50. Via della Dogana, 1.
Lucca.
L'Imparziale. Foglio indipendente dì
Valdinievole, nato il i.° gennaio 1890.
Esce ogni venerdì in 4 pagine a 3 colonne.
Direttore: Raffaello Del Vaso. Un numero
centesimi 5. Via Orlandi, 18.
Pescia.
L'Indipendente. Giornale politico, am-
ministrativo, nato nel 1886. Esce ogni set-
timana in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 5. Un numero 5 centesimi.
Lucca.
La Provincia di Lucca. Giornale poli-
tico, amministrativo, fondato nel 1870. Si
pubblica ogni settimana in 4 pagine. Tira
600 copie. Abbonamento: anno L. 8. Un
numero 5 centesimi.
Lucca.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Organo ufficiale per la pub-
blicazione degli atti amministrativi ed an-
nunzi legali, fondato nel 1876. Si pubblica
2 volte la settimana in 4 pagine. Abbo-
mento: anno L. 10.
Lucca.
Giornali cessati:
— V Agricoltore, n. 1865, a Lucca, direttore Carlo Puccinelli.
— L'Ancora, settimanale, n. 1882 a V'iareggio.
— L'Ape, agricolo bimensile, n. 1882 a Pescia, direttore Giuntino Giuntini.
— L'Aurora, di Viareggio, cessò nel 1883.
— Corriere di Valdinievole, settimanale, n. 1879 a Pescia.
— Cronaca estiva, settimanale, n. i888 a Pescia.
— Il Destino, politico, n. 1889, a Pescia.
— Il Fedele, cattolico, n. 1872, a Lucca; direttore cav. Michele Barsotto.
— La Frusta, indipendente, n. 1888 a Pescia, direttore R. Del Vaso.
— La Galletta di Lucca, democratico, settimanale, n. 1882,
— Il Giardinetto, cattolico, settimanale, di Camajore.
— Lo Jatrico, mensile, n. 1887 a Pescia.
— La Luce, amministrativo, settimanale, n, 1885 a Pescia.
— La Nievole, liberale, settimanale, n. 1884.
— La Nuova Valdinievole, di Pescia, cessò nel 1883.
— Il Progresso, politico, settimanale, n. 1876 a Lucca.
— La Ragioneria, mensile, n. 1887, direttore Aditeo Tarchiani.
— Il Tirreno, di Viareggio, cessò nel 1883.
— Il Tordo, amministrativo, n. 1885 a Montecarlo.
La stampa e la suocera
In un banchetto datosi a Kew York un giornalista americano, rispondendo ad un toast fatto alla stampa
paragonò quest'ultima nientemeno che.... ad una succerai
« La stampa, diss'egli, ha nella vita pubblica la stessa posizione della suocera nelle famiglie. Tutti la te*
mono; ma nessuno l'ama, bino a che essa approva è rispettata, ma quando comincia a biasimare, ttltti si met-
tono d'accordo nello stesso desiderio: il diavolo si porti la suocera!...»
PROVINCIA DI MACERATA
Numero dei Comuni: 54 — Popolazione: 239,713 — Superficie: K,
Zucconi, Costa A. , Lazzarini, Luzi, Lunghini.
I- 2,777 — Deputati della provincia i
L'Appennino. Periodico amministrati-
vo, letterario, locale, nato il i.° ncem-
bre 1875. Si pubblica cjai io giorni in 4
pagine a 2 colonne con illustrazioni. Di-
rettore: prof. Aristide cav. Conti. Tiratura
1000 copie. Abbonamento: anno L. 5. Un
numero e. 25. Piazza Agnolo Camerte.
Camerino.
CMenti e Potenza. Giornale politico,
amministrativo, nato nel 1886. Esce quando
può in 4 pagine. Abbonamento: anno L. 4.
Un numero 20 centesimi.
Camerino.
L' Eco dei commercianti. Giornale am-
ministrativo e di cronaca locale, nato nel
1887. Esce 2 volte al mese in 4 pagine.
Abbonamento: anno L. 3. Un numero 5
centesimi.
Macerata.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per la pubblicazione degli
atti amministrativi, fondato nel 1865. Esce
ogni mese in 24 pagine, e si distribuisce
gratuitamente ai sindaci, pretori, ecc.
Macerata.
Il Monitore liturgico. Periodico eccle-
siastico, fondato il l." gennaio 1887. Ha per
motto : Audi Israel coeremonias atque judi-
cia, quae ego loqiior in auribus vestris ba-
die: discite ea et opere compiete (Dauter.
cap. V, vers. I.). Si pubblica il i." e il 15
d'ogni mese in fascicoli di 16 pagine in-8.°
Direttore: sac. Aristide Gasparri. Abbona-
mento : anno L. 3,50. Piazza S. Giorgio.
Macerata.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Fondato nel i'^76, serve, alla
inserzione degli annunzi legali. Si pub-
blica 2 volte la settimana in fascicoli da
una a 8 pagine. Abbonamento: anno L. 14.
Macerata.
Il Vessillo delle Marche. Giornale po-
litico, amministrativo, letterario, fondato
nel 1863. Esce ogni settimana in 4 pagine
a 3 colonne. Tiratura 800 copie. Direttore:
Antonio Bevilacqua.
Abbonamento: anno L. 7,50, semestre
4,50 - Estero: anno L. io. Un numero
10 centesimi. Inserzioni: 3.* pagina 30 cen-
tesimi la linea, 4.' pagina 20 - Comuni-
cati 0,15 la linea. S. Maria della Porta, 31.
Macerata .
Giornali cessati:
— U. Ateneo Maceratese, letterario, n. 1888 a Macerata.
— Bollettino della Società Eustachiana, medico, n. 1885 a Camerino.
— Bollettino del Comizio Agrario, mensile, n. 1868 a Camerino.
— Bollettitto di numismatica e sfragistica, di Camerino, direttore Can. Milziade Santoni.
— Cronaca marchigiana di sciente lettere ed arti, bimensile, n. 1876 a Camerino.
— U Eco del Chienli, amministrativo, trisettiraanale, n. 1888 a Tolentino.
— U Educatore, democratico, settimanale, n. 1879 ^ Macerata.
— L' Educatore del popolo, democratico, n. 3 luglio 1847 a Macerata.
— Francesco Filelfo, di pubblicità, n. 1887 a Tolentino.
— La Gaietta, amministrativo, trimensile, n. 1887 a Recanati.
— Le Marche e V Umbria, mensile, n. 1868 a Camerino, direttore Luigi Morandi.
— La Montagna, raiicale, n. 1889 a Camerino, direttore Dario Gengarelli.
— Il Progresso, socialista, n. 1885 a Sarnano.
— La Rivista Misena, n. 1878 a Sinigaglia (Ancona). Mutò titolo nel 1881 in Rivista
Picena, stampandosi a Camerino, direttore prof. Alfredo Margutti.
— La Vedetta, democratico, settimanale, n. 1877 a Camerino, direttore G. Tarlazzi.
X
Antiche Gazzette Marchigiane
Il prof. Antonio Gianandrea nella Xuoi'a Rivista Misena di Arcevia (Ancona) si è
occupato diffusamente delle antiche gazzette deli' Umbria e delle Marche, possedute dalla
Biblioteca Planettiana di Jesi (vedi pag. 261).
Queste gazzette, raccolte la 34 buste, vanno dal 1655 al 1723, Fra esse ve n'ha
PROVINCIA DI MACERATA. 493
5 di Foligno di diversi editori, due delle quali contemporanee, una di Todi, una di
Spoleto, una di Assisi, una di Spello, una di Terni, ricordate dal dottor Antonio Man-
ciuelli nel suo bel lavoro: « La Stampa neW Umbria e la R. Tipografia di Feliciano
Campitela di Foligno », Poi ve ne sono 3 d'Ancona, una delle quali anteriore al se-
colo XVIII e due, contemporanee, del primo quarto del secolo suddetto, una di Ma-
cerata, una di Senigallia, tutte a stampa, e uni di Camerino manoscritta. Di Ancona
inoltre v'ha tra gli Avvisi del 16S6-87 una collezione di un Giornale del Campo Ce-
sareo colla doppia data Ancona-Venezia.
Dalla raccolta della Planettiana si rileva dunque che in Ancona nel 1668 si pub-
blicava già una gazzetta settimanale, un'altra nel 1673 ^ Macerata e una terza nel 1687
a SenigaUia. Si rileva pure che quest'ultima continuava nel 1688 e quella di Macerata
nel 1682 e 1683. Ma quanto a questa non si potrebbe assicurare che nel decennio
non abbia avuto alcuna interruzione, non essendovi a prova del contrario solo un
numero dei sette anni intermedi tra la data superiore del 1673 ^ ^^ due ultime. Pro-
babilmente possono essere andate disperse. La vita delle tre effemeridi anconitane è
attestata invece per la più parte degli anni dal 1668 a tutto il tempo abbracciato dalla
raccolta. Gli anni sono i seguenti: 1668, 1670, 1672 e 73, 1675, 1679, 1683 al 1685,
16S9, 1691, 1699 ^^ I70''^> 1717 3I 1721. Di questi vari giornali non si hanno che
pochi numeri innanzi al 1680, talvolta uno solo. Cosi della gazzetta anconitana del 1668
restano soltanto 5 numeri, di quelle del 1672, '75, '79 uno, del 1672 sei, del 1673
quattro e un solo numero resta altresì della gazzetta maceratese del 1673. Dopo il
1680 le varie colleziorti di Avvisi sono più numerose e si hanno ancora parecchie
annate complete. Completa è l'annata della gazzetta maceratese del 1682 e quasi quella
della senigagliese del 1687, mancandone solo 5 numeri; e restano ancora 21 numeri
dell'annata 1683 della prima e poco meno dell'annata 1688 della seconda. Delle di-
verse gazzette anconitane dopo il 1679 le collezioni annuali sono sempre abbondanti,
talvolta intere.
Il prof. Gianandrea, fa la descrizione di queste gazzette: un piccolo foglio di 35
o 40 centimetri di altezza per 20 o 25 di larghezza, poco più poco meno, di una
sola colonna di stampa; nella testata il nome della città, nudo e semplice, col numero
progressivo del foglio, del quale a volte si faceva anche a meno; indi la sequela delle
notizie precedute dal nome del luogo da cui derivavano o a cui si riferivano, prima
generalmente le notizie italiane, poi le straniere, non senza qualche interpolazione; in
fine e a piedi della 4." pagina la nota tipografica. La cronaca cittadina o regionale
d'oggi, vi è affatto sconosciuta, e solo alcuna volta vi si dà a grazia qualche notizia
riguardante la città ove usciva il foglio o le vicine marchigiane.
La gazzetta anconitana del 1668 era edita dal tipografo Francesco Serafini con
licenza de' Signori Superiori. I 5 numeri di essa portano queste date: 4 aprile, 9 mag-
gio, 15 agosto, 19 e 26 settembre. Di notizie italiane si hanno in tutti 5 i fogli quelle
di Roma, Milano, Venezia, Genova e Napoli. Nell'ultimo v'è anche una notizia citta-
dina. Le notizie straniere sono di Parigi, Varsavia, Aquisgrana, Amsterdam, Amburgo,
Londra, Vienna, Bruxelles, Haja, Neustadt e Argentina (Strasburgo^. Nelle rubriche
di Ruma si dà conto del movimento, come oggi suol dirsi, nel personale amministra-
tivo e diplomatico, di elezioni a cariche, arrivi e partenze di cardinali, prelati e altri
personaggi, cappelle papali, arrivo di pellegrini, concistori, promozioni di vescovi, ecc.
Il Gianandrea riproduce molti brani di queste notizie.
La gazzetta maceratese del 1673 si pubblicava dal tipografo Carlo Zenobi. L'unico
foglio che se ne conserva reca il N. 49 e la data 8 dicembre. Il carattere è di due
corpi e le notizie portano, su per giù, gli stessi nomi di paesi più sopra citati.
Le altre gazzette maceratesi del 1682 e 1683 sono forse continuazione della pre-
cedente: certo erano stampate dallo stesso tipografo, duella del 1682, completa, è
composta di 52 fogli numerati complessivamente; l'ultimo porta il N. 51 perchè al 19.°
fu per errore ripetuto il N. 18. Ogni foglio comincia invariabilmente con le notizie di
Roma; nei numeri 5, 6, 22, 25 e 31 visone notizie marchigiane di Macerata, Came-
rino ed Ancona.
Ecco un saggio delle notizie contenutevi; questa da Venezia è contenuta nel N. 2
con la data del 3 gennaio :
« Q,u.isi tutti questi Teatri hanno sospese per alcune sere le recite dell' Opere per vari accidenti occorsi
a principali musici, essendo Giuseppino di Baviera stato soprapreso da apoplessia, Cortona rotta la testa per
la caduta sopragli d'una tenda, e Margherita la più firaosa tra queste cautatrici ha perso la voce. — Ha fatto
ritorno verso Vienna Clemcmiuo musico famoso chiamato dall' Imperatore, senza essersi impiegato in alcuno
494 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
di questi Teatri, come n'era stato vivamente richiesto, con haver però cantato da Sua Sereniti, dal Duca di
Mantova e Principe Volfempitel, dai quali ne riportò generosi regali.... »
Il prof. Gianandrea riproduce integralmente le notizie contenute nella gazzetta,
con le date di Camerino, Ancona e Macerata, e che noi, per brevità, tralasciamo.
I 22 fogli della gazzetta maceratese del i68^, vanno dal i.° al i8 senza interru-
zione, indi seguono i numeri 20, 26, 27 e 43. Gli avvisi, italiani e stranieri, sono su
per giù, i soliti, né vi ha alcuna notizia marchigiana.
Le due gazzette senigalliesi del 16S7 e 1688 uscivano dai tipi di « Paolo Sera-
fini Stampatore episcopale ». Della prima si conserva quasi un' intera annata, man-
candone solo 5 numeri, cioè quelli del 7 gennaio, del 18 e 25 marzo, del 29 aprile
e del 20 maggio; della seconda i numeri di quattro mesi e mezzo, dal 7 gennaio a!
18 maggio, meno il numero del 28 aprile.
La disposizione delle notizie è la medesima che nelle altre e le marchigiane vi
sono più frequenti e diffuse.
I giornali che diffamano
Si è domandato spesso se l'onorabilità di un cittadino dev'essere in balia del
primo giornalista venuto, e se a questo proposito la legge sia difettosa.
La legge in effetti non è difettosa. La responsabilità del male che può derivare
dalla diffamazione, può attribuirsi a tre categorie di persone: ai fannulloni che cam-
pano di pettegolezzi, e che ci sono sempre stati e ci saranno; ai diffamati, che invece
di tirar dritto per la loro via, si fermano, rispondono, discutono, e prendono il pub-
blico per testimonio, ed infine ai magistrati che applicano con soverchia lentezza la legge.
Varii sono i rimedii proposti: uno fra questi, di giudicare a breve termine i pro-
cessi per diffamazione, senza ricorrere a disposizioni legislative; di non ammettere
differimenti neanche per la prova, perchè il diffamatore che diffama senz'avere in mano
le prove è già degno di condanna. Ma con questo rimedio si chiederebbe troppo ai
magistrati nel modo di applicare la legge, mentre c'è maniera d'intendersi.
Lasciamo da parte la legge sulla stampa, è una questione delicatissima, che si
discuterebbe lungamente senza venire a capo di nulla. La quistione è dei reati e del
modo di colpirli. Si tratta dunque di codice penale e di procedura penale — di codice
penale che deve avere ed ha per obbietto i mezzi, e sono varii, di cui può servirsi
un diffamatore, e quindi anche la stampa, mezzo potentissimo. Si tratta poi di proce-
dura penale, perchè il sollecito disbrigo dei processi, il diniego di una proroga per
fornire le prove dei fatti imputati, ecc., non si possono ottenere col pregarci magi-
strati di volerne stabilire l'uso.
Quindi la libertà di stampa non è da mettere in discussione. Ma se nei reati di
ingiurie, di diffamazione, di calunnia, le pene sono scarse o inefficaci, se il pocedi-
mento è lungo 0 intralciato, bisogna richiedere che tutto ciò si riformi, si completi,
si modifichi.
{Rivista delle Biblioteche
Periodico di Biblioteconomia e di Bibliografia
diretto dal D." GUIDO BIAGI
BIBLIOTECARIO DELLA R. MARUCELLIANA DI FIRENZE
Italia: anno L. 12. Ogni fascicolo mensuale L. 1,25. — Unione Postale: L. 15.
'Direzione e amministrazione: Via Cavour, 47.
FIRENZE (V. pag. 394.)
PROVINCIA DI Mz\NTOVA
"Njtimero dei Comuni: 68 — Topolaiione: 295,728 — Superficie: K. q. 2,359 — "Deputati della provincia:
Ferri E. , Panizza, D'Arco, Moneta, Debelli.
L'Amico del popolo. Giornale politico,
amministrativo, fondato il 15 aprile 1888.
Esce in 4 pagine, formato 0,51 xo,2i. Ab-
bonamento: anno L. 3. Un numero cent. 5.
Mantova.
Atti e memorie deirAccademia Virgi-
liana di Mantova. Pubblicazione letteraria,
storica, scientifica. Esce a grossi fascicoli
di oltre 200 pagine in-8.° - Vi scrivono:
G. B. Intra, L. Carnevali, prof. G. Dal-
l'Oca, cav. A. Portioli, cav. C. Loria,
cav. L. Sartoretti, cav. V. Giacometti,
F. Bertolini, B. Zani, dottor S. Davari,
prof G. Quadri, ecc. Tipografia Mondovi.
Mantova.
Bollettino del Comizio agrario. Gior-
nale di agricoltura, industria e commercio,
fondato nel 1871. Esce ogni mese in fa-
scicoli di 16 pagine. Abbonamento: anno
L. 2. Non si vende a numeri separati.
Mantova.
Il Contadino. Organo della federazione
dei contadini del Mantovano, nato l'S giu-
gno 1889. Esce ogni domenica in 4 pa-
gine, formato 0,56x0,24. Abbonamento:
anno L. 4. Tipografia A. Zanetti.
Mantova.
Plora del Mincio. Giornale letterario,
fondato il 14 dicembre 18S6. Si pubblica
ogni domenica in 8 pagine in-4.'' con co-
pertina. Diresse per alcun tempo il gior-
nale il prof. cav. Biagio Guadagni; poi la
direzione passò a Giovanni Scardovelli, che
dette al giornale nuovo impulso di vita.
Vi scrivono: E. d'Ancona, V. Maugeri-
Zangàra, V. Julia, L. Conforti, O. Fava, qcc.
Splendido fu il numero straordinario de-
dicato alla memoria di Isabella d'Este Gon-
zaga e pubblicato nel settembre del 1888
pei tipi Segna, lodato da tutta la stampa
italian,]. Abbonamento: anno L. 4. Un
numero io centesimi. Via Frattini, 6.
Mantova.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per la pubblicazione degli
atti amministrativi, fondato nel 1867. Si
pubblica ogni mese in fascicoli di circa
50 pagine. Abbonamento: anno L. 12.
Mantova
Il G-iornale per tutti. Periodico di agri-
coltura, commercio, industria, istruzione.
pubblicità, nato il 29 giugno 1889. Esce
in 4 pagine, formato 0,33x0,22. Diret-
tore: rag. Luigi Ceratelli.
Castiglione dèlie Stìviere.
Gazzetta di Mantova. Giornale politico,
amministrativo, fondato nel 1863. Si pub-
blica ogni giorno, meno le feste, alle ore
7 pomeridiane, in 4 pagine a 4 colonne.
Questo giornale, nel quale il direttore
S. Cognetti De Martiis combattè valorosa-
mente contro uno dei più colti campioni
della stampa radicale (il Suzzara-Verdi di-
rettore della Favilla, morto di poi), passò
nelle mani del giovane giornalista Giusep-
pe Monari-Rocca, già redattore della Gai-
letta d' Italia, cronista dei cessati Monitore
di Bologna e Alfiere, e direttore del Ra-
vennate (vedi). La direzione della Gal-
letta passò poscia al signor Alessandro
Luzio.
La Galletta riproduce dal foglio d'an-
nunzi gli avvisi giudiziari e amministrativi
nel giorno successivo a quello della loro
pubblicazione. Tira circa 2000 copie. Ab-
bonamento: anno L. 20, semestre n, tri-
mestre 6. Inserzioni : 20 centesimi la li-
nea. Corso Vittorio Emanuele, 5.
Mantova.
Mah ! Giornale umoristico, politico, am-
ministrativo, redatto jn dialetto manto-
vano, nato nel 1885. Esce ogni settimana
in 4 pagine. Abbonamento: anno L. 3. Un
numero 5 centesimi. Tip. Giovannazzi.
Mantova.
Il Mendico. Giornale letterario di bene-
ficenza, nato nel 1881. Esce ogni 15 giorni
in 16 pagine a 2 colonne, a beneficio del
Ricovero di mendicità. Direttore : Giuseppe
Pietro Lazze: Vi scrivono: S. Frezzolini,
G. Benvenuti, Attilio Portioli, ecc. Abbo-
namento: anno L. 1,70. Un numero 5 cente-
simi. Tipografia Segna. Corso V. E., 5.
Mantova.
La Provincia di Mantova. Giornale po-
litico, democratico, quotidiano, nato il 2
maggio 1887. Fu costituito da una società
per azioni ed ebbe per primo direttore At-
tilio Valentini, che ora è a Buenos-Ayres
alla Patria itaVana (vedi). Col i.° maggio
1888 la direzione venne assunta da C. Baia,
che l'abbandonò per essere assunta da Gio-
496
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
vanni Bacci. Tiratura 2000 copie. Abbona-
mento: anno L. 20. Un numero cent. 5.
Mantova.
Rivista storica mantovana. Pubblica-
zione di storia patria, fondata nel 18S2.
Si pubblica a fascicoli. Vi scrivono: Ales-
sandro Luzio, Stefano Davari, Rodolfo Re-
nier, Guglielmo Braghirolli, F. Novati, ecc.
Mantova.
Satiro. Giornaletto politico, amministra-
tivo, fondato nel 1871. Si pubblica ogni
settimana in 4 pagine a 3 colonne. Non
fa abbonamenti. Spesso sospende le pub-
blicazioni per riapparire più tardi.
Mantova.
La Sfinge Virgiliana. Periodico enigma-
tico a premi, nato il i." gennaio 1889. Si
pubblica il i.° d'ogni mese in 4 pagine,
formato 0,26x0,16. Abbonamento: anno
L. 2. Un numero e. io. Via S. Martino, i.
Mantova.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Fondato nel 1876 per la pub-
blicazione degli annunzi legali. Esce 2 volte
la settimana in 8 pagine. Non fa abbona-
menti. Un numero 10 centesimi.
Mantova.
Vita letteraria. Giornale di scienze, let-
tere ed arti, fondato il i.° maggio 1888.
Si pubblica il i,° e 16 d'ogni mese in 8
pagine in-4.° - Direttore: Riccardo Salva-
terra. Abbonamento: anno L. 2,50. Un
numero io centesimi. Corso Garibaldi, 8.
Mantova.
Giornali cessati:
— L'Affarista alia berlina, socialista, n, 1880 a Mantova, direttore Luigi Colli. '
— Bollettino meteorologico, n. 18Ó7 a Mantova, direttore G. Agostini.
— Il Corriere delle Esposizioni italiane, n. 1881 a Mantova, direttore ing. A. Ferretti.
— L'Eco del Po, liberale, n. 1848 a Bozzolo.
— La Favilla, repubblicano, n. 1866 a Mantova, bisettimanale, direttore Alcibiade Mo-
neta, redattore Eugenio Bucci. 11 Moneta nel 1886 fu eletto deputato mentre era
a Barcellona (Spagna) per sfuggire ad una condanna di pochi mesi di carcere.
Nel 1879 mori a Mantova Paride Suzzara-Verdi, giornalista ultra-democratico, che
dirigeva la Favilla. Fu uno dei compromessi di Mantova del 1852.
— La Federazione operaia, bisettimanale, n. 1885 a Mantova.
— Il Fiasco, a. 188*8 a Montechiari; direttore A. Zadei.
— La Fusione, agricolo, settimanale, n. 1885 a Suzzara.
— Giornale della Letteratura italiana, in-8.'', n. 1793.
— La Libera parola, n. 1882 a Mantova, direttore G. Benvenuti, redattore C. Nizzoli.
— Il Pellagroso, amministrativo, settimanale, n. 1884 a Mantova.
— La Provincia di Mantova, quotidiano, n. 1872, direttore dott. Cesare Aroldi.
• — Rivista scolastica mantovana, didattico, mensile, n. 1884 a Mantova.
— La Saetta, socialista, n. 1883 ad Asola.
— Il Tribuno, democratico, n. 1882 a Mantova.
— Il Vessillo cattolico, n, 1872 a Mantova.
X
— Il 25 febbraio 1876 morì a Milano Luigi Romani di Mantova, che era uno dei
più vecchi giornalisti teatrali. Fin dal 1847 fondò il Figaro, poi collaborò alla Fama
e in altri giornali milanesi. Scrisse pure novelle e romanzi, pubblicò una preziosa cro-
nologia degli spettacoli datisi alla Scala, dalla fondazione al 1862. Nel 1875 ebbe l'idea
di rientrare nel giornalismo e proprio nel politico. La sua Galletta Lombarda non visse
che 3 giorni e fu accompagnata dai lazzi dei confratelli. Fra gli altri fu fatto questo
epigramma: La Gazzetta Lombarda giace qui — Plissé tre giorni soli e poi mori —
Malgrado i ponti di cui si serviva — Xon potette raggiungere la riva, alludendosi ai
fondi forniti da un banchiere per sostenerla. L'ottimo e coscienzioso Romani se ne
accorò tanto che ne fece una grave malattia, e n'ebbe abbreviata la vita.
— Mario Panizza, deputato di Mantova, nato a Moglia di Gonzaga, fu collabora-
tore con Quadrio ddV Emancipazione di Roma, ddV Unità Laliana e della Roma del
Popolo. Poi fu redattore del Diritto. Diresse la Correspondence Franco- Italienne, la
Costituente e V Italia Nova. Per un articolo sulle riforme finanziarie venne processato.
Nel 1878, dietro invito di Garibaldi, entrò nella Lega della Democrazia.
— Carlo Arrivabene, morto nel 1874, aveva esulato da Mantova, sua patria, in In-
ghilterra nel 1848. Quivi famigUarizzatosi con la lingua diventò collaboratore e corri-
spondente di giornali inglesi, tra cui il Daily News. In questa qualità avendo segui-
PROVINCIA DI MANTOVA.
497
tato Garibaldi nella campagna del '60, fu fatto prigioniero da' napoletani presso Ca-
pua e fu condotto a Gaeta. Il ministro inglese ne fece rimostranza, considerando l'Ar-
rivabene come suo concittadino. Fu deputato e sedette al centro. Nel 1870 segui l'e-
sercito a Roma, come corrispondente del Daily Tehgraph.
X
Le nouvelles à la main (Vedi pag. 21.)
Ill.mo Signor mio honoran.mo
Hozi per uno correre del signor M. Zo. Aluysio ho l'annexa et le nouelle anno-
tate in la inclusa copia, quale mi scrive le mandi a V. M. III.'' cura pregarla le uogli
tenner secrete 0, vero non nominarlo quando pur glie paressi pubblicarle cussi la prego
raccomandandome di continuo in gratia di quella Quo din feliciss. sii.
Riparoli 27 Martii 1499.
Fidelissimus S.or
LoD. De Gonzaga
IH. Princip. et Ex dora.
dom. hon.mo d.no Francisco
Marcliioni etc. Mantue.
electus Manthu.ins Marchio
Auno y. - 1890.
^- .■»r-j>V.\. .... .v«_>rtv\.y..j.
LETTURE ILLUSTRATE PER I BAMBINI
Nel Resuo
lire Panno
(per gli stati europei dell'ltnione postale: franchi sei)
Questo giornale che ha preso un grande sviluppo, è diventato la simpatia di
tutti i bambini italiani. Come i « grandi » hanno per cinque centesimi il loro gior-
nalone, cosi i « piccini » hanno per lo stesso prezzo il loro giornalino. La piccolezza
ha un compenso nella bellezza e nella eleganza; in ogni pagina ci sono delle perfette
incisioni di vivaci scenette infantili, vedute di paesi lontani, quadri di storia, alcuni
dei quali sono veri capolavori da poter adornare un salottino da studio. I bambini vi
trovano inoltre una quantità di racconti divertenti, di viaggi e d'avventure, di fiabe,
di novelle, di poesie e delle commediole da recitare nelle varie ricorrenze, dei gio-
chetti da passare allegramente le lunghe sere d'inverno, ed indicazioni e consigli
utili agli scolari. Tutti gli scritti, dettati con grande cura, da ottimi scrittori, sono
alla portata dei bambini dai sette ai dodici anni, e han lo scopo di procurar loro
un'utile distrazione nelle ore di ricreazione. — Esce ogni giovedì.
Per comodità degli scolari che hanno vacanza il giovedì, il MONDO PICCINO è
posto in vendita il mercoledì. Essi lo potranno comperare all'uscita dalla scuola
presso tutti i venditori di giornali.
ESCE OGXI GIOVEDÌ in olio pagine riccamente ilìuslrate.
CENTESIMI 5 il NUMERO
• DIRIGERE COMMISSIONI E VAGlÌÀ""Ar FRATELLI TREVES, EDITORI, IN MILANO.
N. Bernardini — Guida della Sumpa periodica ilalicina — 32.
PROVINCIA DI MASSA E CARRARA
"Numero dei Comuni: 55 — ^Popolazione : 169,469 — Superficie: K. q. 1,678 — Deputali della provincia:
Fabbricotti, Quartieri, Fabrizi.
Alpi Apuane. Giornale amministrativo,
nato il i.° gennaio 1889. Esce ogni setti-
mana in 4 pagine, formato 0,40 x 0,28. Ab-
bonamento: anno L. 5. Un numero io
centesimi. Via Cavour, 18, p. p.
Massa- Carrara.
Bollettino del Comizio agrario di Massa.
Fondato nel 1^74. Esce ogni mese in 16
pagine con copertina in-S." Si occupa
esclusivamente di materie riguardanti il
Comizio e si distribuisce a tutti i soci, ed
enti morali che sussidiano il Comizio stesso.
Tipografia Frediani e Medici.
Massa.
Corriere di Garfagnana. Giornaletto
settimanale nato nel 1S81. Si occupa di
amministrazione, politica, cronaca, ed an-
che di letteratura. Abbonamento: anno
L. 3; semestre 1,50.
Castelnuovo.
L'Eco del Carrione. Giornale ammini-
strativo, industriale, nato nel 1S85. Si pub-
blica ogni settimana in 4 pagine. Abbona-
mento: anno L. 5. Un numero io cent.
Carrara.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per la pubblicazione degli
atti amministrativi, nato nel 1866. Esce
ogni mese in fascicoli di 30 pagine. Abbo-
namento: anno L. 12. Un numero L. i.
Massa.
Il Manicomio. Periodico quindicinale,
umoristico-critico-letterario-politico-scien-
tifico-musicale, nito il 17 febbraio 1889.
Esce in 4 pagine, formato 0,31 x 0,23. Ab-
bonamento: semestre L. i.tJn numero 5
centesimi. Piazza Mercurio, 20.
Massa- Carrara.
I! Nuovo Eco del Frigido. Giornale set-
timanale, fondato il 24 novembre 1886,
Esce ogni domenica in 4 pagine, for-
mato 0,35^0,24, e si stampa a Sarzana.
Abbonamento: anno L. 5. Un numero lO
centesimi. Via Giardini, 9.
Massa.
L'OperajO. Gazzetta di Massa, nata il 7
luglio 1889. Si pubblica ogni domenica
in 4 pagine, formato 0,35 x 0,26, col motto
Frangar, non flectar. Abbonamento : anno
L. 2,50. Un numero 5 centesimi. Tipo-
grafia G. Mannucci.
Massa.
Lo Svegliarino. Giornale politico, de-
mocratico, nato il 2 luglio 1876. Fondato
dapprima allo scopo di tutelare gì' interessi
degli azionisti nel crac della Banca del po-
polo, divenne poco dopo esclusivamente
politico. Si pubblica ogni settimana in 4
pagine a 4 colonne, formato medio. Di-
rettore: Luigi prof. Picciati. Abbonamento:
anno L. 4, semestre 2.
Carrara.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Fondato nel 1876, si pubblica
2 volte la settimana e contiene gli annunzi
legali. Abbonamento: anno L. 8. Un nu-
mero 20 centesimi.
Massa.
Giornali cessati:
— h' Apuano, n. 1880 a Massa.
— Il Carrarese, politico, n. 1887 quotidiano, poscia bisettimanale.
— Il Commercio Carrarese, ebdomadario, n. 1880.
— Il Corriere Carrarese, politico, settimanale, n. 1880.
— Cronaca Massose, politico, settimanale, n. 1883.
— h' Eco del Frigido, amministrativo, settimanale, n. 1886 a Massa.
— Ga^^^etta di Carrara, politico, settimanale, n. 1874.
— Il Progresso, politico, progressista, settimanale, n. 1882 a Carrara.
— Lo Squillo, politico, settimanale, n. 1883 a Massa.
La Stampa è la gran creazione del xix secolo. La troviamo da per tutto intorno a noi. È la senti-
nella vigilante che mai non si riposa; è l'Argo dai cento occhi, è la pubblicità universale, questa salvaguar-
dia della giustizia, è il controllo permanente, è la coscienza dell'umanità'. Vede tutto, sa tutto, è la messag-
gera dei grandi avvenimenti; l' interprete della scienza; è tutta quanta un'epoca. Prepara tutte le riforme,
segnala tutti gli errori. Essa serve a tutti i combattimenti, nessuna passione le è sconosciuta; nessun principio
di saviezza le è estraneo, essa opera, ingrandisce, nobilita tutte le lotte del pensiero. È la luce del mondo, esSi
istruisce i popoli e i re.
GuiLLERET, giornalista belga.
PROVINCIA DI MESSINA
Numero dei Comuni: 97 — Popolazione: 460,024 — Superficie: K. q. 3,227 — Deputali della provincia:
1. Pulci, Perroue-Paladini, Picardi, Zuccaro. 2. Sciacca della Scala, Di Sant'Onofrio, Florena, Ceraolo.
L'Aquila latina. Giornale politico, fon-
dato dal fu editore Tommaso Capra nel
1861. Esce tutti i giorni meno i festivi in
4 pagine. Abbonamento: anno L. 24.
Messina.
L'Armonia. Giornale politico, ammini-
strativo, nato il 26 giugno 1889. Esce il
mercoledì in 4 pagine, formato 0,39 y. 0,27.
Ha per motto : Si Deus prò nobis, quii can-
tra nosì Direttore : Luigi Oliva. Abbona-
mento: anno L. 4. Un numero 5 cente-
simi. Corso Cavour, 151.
Messina.
Caperai Fracassa. Giornale umoristico,
nato nel 1884. Esce ogni domenica in 4
pagine, redatto in italiano e dialetto sici-
liano. Direttore: Giovanni Toro. Abbona-
mento: anno L. 5. Un numero 5 centesimi.
Messina.
Corriere della Provincia. Giornale po-
litico, commerciale, letterario, fondato nel
1884. Esce ogni domenica in 4 pagine a
4 colonne. Direttore: Filippo Stilo. Abbo-
namento: anno L. 5. Un numero cent. io.
Barcellona Poi^o di Gotto.
Corriere finanziario (V. giornali di Roma)
L'Eco. Giornale finanziario mensile, bol-
lettino delle esarazioni di prestiti a premi
e valori mobiliari, nato nel 1889. Diret-
tore: G. Melardi. Abbonamento: auno L. 2.
Un nuraiTo 30 centesimi.
Messina.
Fede ed Avvenire. Giornale politico,
amministrativo, fondato nel ibóS. Si pub-
blica ogni settimana in 4 pagine a 4 co-
lonne. Tiratura 800 copie. Propugna prin-
cipii democratici. Ha per epigrafe: Dio e
Popolo, Pensiero ed Anione. Abbonamento:
anno L. 8, sem. 4. Inserzioni: 50 centesimi
la linea. Un numero io centesimi. Ammini-
stratore: Antonio Micali.Via Cola Pesce, 61.
Messina.
Foglio periodico della Prefettura. Fon-
dato nel iS66, pubblica gli atti ufficiali
amministrativi. Esce 3 volte al mese in fa-
scicoli di 16 pagine. Abbonamento: anno
L. 8. Non si vende a numeri separati.
Messina.
Il Foro messinese. Giornale di giurispru-
denza, fondato nel 1882 dall'Associazione
forense omonima. Si pubblica ogni mese
in fascicoli di 32 pa2;ine Abbonamento:
anno L. 12. Un fascicolo L. 1,50. Ditta
Editrice: G. Capra e C.
Messina.
Gazzetta di Messina. Giornale politico,
quotidiano, fondato nel 1863. Si pubblica
in 4 pagine a 4 colonne. È giornale mode-
rato, ben redatto, ricco d'informazioni e
cronaca locale. Ne fu redattore capo per
quindici anni il prof. Romeo Pavone. Tira-
tura oltre 1000 copie. Fu diretta per molti
anni dal cav. Stefano Ribera, che mori il 25
agosto 1888 di apoplessia fulminante fra il
compianto dell' intera città. Il giornale,
dopo 8 giorni di lutto, ripreselo pubblica-
zioni, diretto dall'avv. Guido Ribera, tiglio
del defunto. Abbonamento: anno L. 22,
semestre 12, trimestre 7. Inserzioni: 20 cen-
tesimi la linea in 4.' pagina.
Messina.
La Guardia. Giornale politico, ammini-
strativo, nato nel 1887. Esce ogni setti-
mana in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 3. Un numero 5 centesimi.
5. Angelo di Brolo.
L' Imparziale, indicatore politico-com-
merciale, nailo nel 1886 dalla fusione àt\-
V Imparziale, foglio settimanale, nato nel
1879, coir Indicatore commerciale, quoti-
diano, fondato nel 1834. L' Imparziale esce
tutti i giorni, meno i susseguenti ai fe-
stivi, in 4 pagine. Tira 3000 copie; nel
colera del 1887 raggiunse anche le loooo
copie. Direttore: prof. Salvatore Arcidia-
cono (Sotyr). Redattori : L. Bevacqua-Lom-
bardo, cronista; Paolo Arena-Capici, re-
dattore politico; Giuseppe La Mesa, redat-
tore commerciale e proprietario; Placido
Cesareo, redattore letterario; Francesco
Vitali, redattore agronomo. Abbonamento :
anno L. 20. Un numero 5 centesimi. Via
Bocca Barile, 15.
Messina.
La Luce. Giornale cattolico, politico,
fondato nel 1884. Si pubblica ogni setti-
mana in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 4. Un numero io centesimi.
Messina.
Mefistofele. Giornale della domenica,
nato ii 17 novembre 1889. Esce in 4 pa-
gine redatto in italiano e dialetto siciliano.
500
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Direttore: Santi Lazzaro. Abbonamento:
anno L. 3. Un numero 5 centesimi.
Messina.
Pampini e Mirti. Rivista di lettere, arti
e agricoltura, nata il 1° gennaio l'-igo.
Esce ogni mese in eleganti fascicoli di 16
pagine. Direttore onorario: F. Italo Giuf-
frè. Direttori effeitivi; A. De Periosam e
F. Accordino. Tiratura 500 copie. Editore
G. Capra e C. - Un numero 20 centesimi.
Messina.
Politica e Commercio. Giornale politico,
commerciale, fondato nel 1857. Si pubblica
tutti i giorni, tranne le feste, in 4 pagine
a 4 colonne. È giornale liberale, redatto
con garbo ed abbondanza di notizie. Tira
600 copie. Direttore: Tripodo. Abbona-
mento: anno L. 20, semestre 11, trime-
stre 6 - Estero : anno L. 38. Inserzioni:
cent. 15 la linea in 4.° pagina. Un numero
IO centesimi. Via Oratorio di S. France-
sco.
Messina.
La Eagione. Giornale politico, lettera-
rio, nato nel 1887, Esce ogni settimana
in 4 pagine a 3 colonne. Direttore: Giu-
seppe Orioles. Abbonamento: anno L. 5,
semestre 3. Un numero 5 centesimi.
Messina.
Il Riscatto. Giornale socialista, ammini-
strativo, nato nel 1S87. Si pubblica ogni
settimana in 4 pagine. Direttore: Noè. Ab-
bonamento: anno L. 4, semestre 2. Un nu-
mero 5 centesimi.
Messina.
La Saetta. Giornale politico, ammini-
strativo, nato in cambio della cessata Pie-
tra infernale, nata nel 1882. Esce ogni set-
timana in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 3. Un numero 5 centesimi.
Messina.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura, Fondato nel 1870, si pubblica
2 volte la settimana e contiene gli annunzi
legali. Esce in fascicoli di 8 pagine. Ab-
bonamento: anno L. 1 1. Un numero e. io.
Messina.
Vita nova. Giornale politico, letterario,
nato il 15 ottobre 1889. Esce 2 volte al
mese in 4 pagine, formato 0.37 x 0,26. Ab-
bonamento: anno L. 3. Via Molinari, 192.
-Vaio.
Oioriiali cessati:
VAlba, democratico, quotidiano, n. 1879 a Messina.
U Amico cattolico, bisettimanale, n. 1884 a Messina.
Annali dell' istruzione, n. a Messina.
]J Avvisatore Messinese, d'annunzi, bisettimanale, n. 1883.
Beliebù, umoristico, n. 15 gen.iaio 1888 a Messina.
Il Buon Senso, amministrativo, n. a Messina.
Il Cantoniere, ferroviario, settimanale, n. 1889 a Messina.
Il Carattere, quindicinale, n. 6 febbraio 1887 a Messina.
Chicchirichì, umoristico, n. 1888 a Messina; direttore Luigi Soraci.
Il Cittadino, n. i.° gennaio 1887 a Messina.
Il Cittadino, politico, settimanale, n. 1889 a Messina; i numero.
Corriere di Messina, politico, quotidiano, n. 18S8, direttore Ernesto Citarella.
Cronaca Mamertina, letterario, n. 1889 a Messina.
Cronaca messinese, letterario, n. 1888 a Messina; direttore Ferdinando Calogero.
Cronaca Rosa, settimanale, n. 1887 a Messina.
Don ^Viar:^/o^ politico, bisettim., n. 1861 a Messina, direttore R.Villari: visse oltre ioanni.
Don Pirloncino messinese, umoristico, settimanale, n. 1889, direttore Letterio Puglisi.
Don Sancio, satirico, n. 8 novembre 1885 a Messina; direttore Guido Ribera.
U Eco peìoritano, letterario, n. a Messina.
L'Elettore, settimanale, n. 1S89 a Messina; redattore Domenico Costa.
Farfarello, amministrativo, settimanale, n. 1887 a Messina.
Testa rossa, umoristico, settimanale, n. 1889 a Messina.
Flora, artistico, letterario, n. 1885 a Messina; direttore G. A. Corrieri.
U Indipendente, politico, settimanale, n. 1882 a Messina.
U Indo lineilo, di giuochi, n. 1880 a Messina.
L'Istitutore peìoritano, letterario, n. a Messina.
La Lanterna, politico, bisettimanale, n. 1883 a Messina.
Il Lavoro, commerciale, mensile, n. 1880 a Messina; direttori Ravelli e Passalacqua.
II Leone di Caprera, politico, settimanale, n. 1889 a Messina.
La Libertà, letterario, settimanale, n. 5 settembre 1889 a Messina.
La Lotta, politico, settimanale, n. 1889; dopo 3 numeri,
PROVINCIA DI MESSINA.
501
— Lucifero, letterario, n. 1888 a Messina; direttore Ferdinando Calogero.
— Il Magaiiino, letterario, n. 1882 a Messina, direttore G. A. Cesareo.
— Malpighia, botanico; col 1889 si trasportò a Genova (vedi).
— Il Marchese Colombi, letterario, bisettimanale, n. 1885 a Messina.
— Piccolo Giornale, radicale, trisettim. , n. 1889 a Messina; direttore Giovanni Lombardo.
— La Pietra infernale, politico, bisettimanale, n. 18S2 a Messina.
— Lo Sbadiglio, umoristico, illustrato, n. 18S2 a Messina.
— Il Signor Fracassa, umoristico, settimanale, n. nel novembre 1886 a Messina.
— Lo Siiidente, n. 22 gennaio 18.S8 a Messina.
— Lo Studente, settimanale, n. 1889 a Patti.
— Tethi Zanclea, legale; sospeso nel 1880, fu sostituito dal Foro messinese,
— U Unione Democratica, settimanale, n. 1882 a Messina.
— ÌJ Usignuolo, politico, letterario, n. 1883 a Messina.
— Il Vespro, socialista, settimanale, n. 1888 a Messina, direttore N. Petrina.
— Il 48, democratico, n. 1880 a Messina.
Corrispondenti messinesi:
Paolo Arena, della Tribuna; Gaetano Santantonio, della Riforma; Alessio Valore,
àt\ Corriere di Napoli; Bon^reno Bonaretti, del 5eco/o; Lazzari, del Giornale di Sicilia;
Ortisi, del Diritto; Luigi Soraci, della Capitale.
I giornali pei collettori di francobolli
In tutto il mondo esistono oltre 70 giornali che trattano di timbrofilia: 8 si pub-
blicano nella Gran Brettagna, 20 negli Stati Uniti, i nel Brasile, i nel Chili, 2 nella
Colombia, 4 nel Canada, 6 in Francia, i nella Svizzera, 2 in Danimarca, i in Ispa-
gna, I in Romania, 8 in Austria, 12 in Germania, 3 nel Belgio, i nel Giappone, i
in Russia, 2 in Australia. In totale si stampano in 9 lingue diverse. Se tutti i gior-
nali di timbrofilia fondati sino ad oggi, fossero vissuti, se ne conterebbero sino a 500.
A Trieste, qualche anno fa, si pubblicava un Corriere dei francobolli, redatto in italiano
da un certo Teodoro Mayer; si spediva gratis agli amatori e conteneva notizie dei
mercati italiani di francobolli (!). Ma cessò ben presto. Del resto sulla timbrofilia esiste
una completa letteratura, coi relativi archivi, musei e biblioteche.
Il Giornale e il Libro.
AI giornale spetta la missione di aprire nelle folle la via al libro. Le invoglia del libro. Non è vero in
effetto che ne le distragga. Il giornale politico dà altre letture. Quelli che immaginano il contrario, osservino
questo fatto solo: la produzione del libro, in arti, in lettere e scienza abbonda più nei paesi nei quali abbonda
anche il giornale letterario, quotidiano, o settimanale, o mensile che sia. Ciò che importa è creare lo stimolo
dèi piacere intellettuale.
NDEA
AERONAUTE MEDATLLE
Membre des Societés d'Aero station Scientifique
de France et de Belgique
Constructeur d'aérostats de toutes dimensions
Voyageant aveo 5 grand ballons, 2 aérostats hydrogéne,
3 ballons Montgolfier a air dilatò.
Exploration aeriennes artistiques scientifiques, métereologiques et demenstra-
tives aveo amateurs et savants.
Voyages aériens gymnastiques et asoensions varieós pour fétes publiques et pri-
veés.
Pour l'adresse envoyer demandes d M.r Avv. N. BERNARDINI •— Leco©»
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GRANDE FABBRICA NAZIONALE DI MACCHINE TIPOGRAFICHE
NORBERTO ARBIZZONI, MONZA
Premiato anche dal R. Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio
9^ Vedi Avviso speciale a pag. 16 ^Q
COLLEZIONI E COLLETTORI DI GIORNALI
Baudelaire sostiene che ogni uomo può astenersi due giorni dal
mangiare ma non dalla poesia. A più buon dritto però si potrebbe dire
che non si può vivere due giorni senza giornali.
Nella nostra epoca in cui per la celerità delle comunicazioni tutto
il mondo è paese, la vita senza giornali sarebbe impossibile.
E tuttavia vi fu un tempo in cui il pacifico cittadino non poteva
sapere bevendo la mattina il caffè ciò che si facesse a Costantinopoli,
o ciò che si pensasse a Parigi e a Berlino.
Eppure quest'epoca non è molto lontana da noi, perchè le prime
pubblicazioni periodiche regolari cominciarono ad apparire solo al prin-
cipio del XVI secolo.
In questi due ultimi secoli molte cose si son cangiate, ma nessun
cangiamento può paragonarsi a quello del giornalismo ed i successi che
furono ottenuti saranno certamente ancor maggiori se non si considera
soltanto il suo sviluppo, ma si riflette quale importante fattore di pro-
gresso e di civiltà sia il giornale.
Una raccolta di giornali che rimonti sino all'epoca in cui questi eb-
bero origine sarebbe una vera storia dello sviluppo della civiltà.
Uno fra i più zelanti collezionisti di giornali è il Barone Detlev
de Biedermann di Dresda e in un libro da lui pubblicato nel 1882 rende
conto dei suoi studi e delle sue ricerche (i). Quest'opera non è certa-
mente una storia esatta del giornah'smo e l'autore non ha fatto neppure
il tentativo di studiare i rapporti del giornalismo con la civiltà; ma essa
tuttavia contiene dati che non sono privi d'interesse.
Per avere un'idea dell'immenso sviluppo preso dal giornalismo, in
poco più di 200 anni, basta notare che in tutto il mondo si pubblicano
dai 35 ai 36000 giornali.
In quanto riguarda le lingue, nel giornalismo ve ne sono attual-
mente rappresentate 61 e pochi certamente sapranno che tra queste vi
sono anche la guzzaratese, maratese, carnatese, cocincinese, tamatese,
telegu, carnese, malayadam (tutte asiatiche) e cherochese (americana).
Nella raccolta del signor de Biedermann si trova un giornale che era
destinato soltanto per la famiglia Goesen. I membri di questa famiglia,
che vivevano lontani uno dall'altro, mantenevano le relazioni tra loro
mediante questo giornale.
Nella Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele di Roma vi è una
ricca collezione di giornali. I periodici salgono alla bella cifra di 1127
ed occup.-mo in due corridoi 84 scaffali. I periodici non più in corso,
dispersi per la Biblioteca, furono riscontrali, riuniti e registrati. Lo stesso
(i) Il libro, di piccola mole, che l'autore volle gentilmente donarmi, ha questo
titolo: Das Zeitungswesen. Il Barone de Biedermann oltre al suo libro, mi ha favorito
gran numero di giornali per arricchire la mia collezione.
504 GUTOA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
si è fatto per gli atti di Accademie ed Istituti scientifici, e per le pub-
blicazioni ufficiali dei ministeri italiani ed esteri. Inoltre furono raccolte,
ordinate e registrate le collezioni in corso e le opere in continuazione,
prima disseminate per la Biblioteca o nuovamente acquistate.
E poiché le collezioni della V. E., salvo poche, incominciano la più
parte, dal 1876, altre dal 1880 o dal 1881, non si è trascurata occa-
sione per completare od arricchire almeno le più importanti. Durante
il 1882, oltre a molte delle quali sono state ricolmate piccole lacune,
se ne completarono 24, tra le quali la Revue ^es questions historiques
(dal 1866 al 1875), gli Annali di Giurisprudenza italiana (1867-1880); gli
Annali Universali di medicina (1802-1880), Archivio giuridico (1868 -1875),
i Commentarti dell' Ateneo di Brescia (1820-1879), la Giurisprudenza ita-
liana (1848-1880), il Politecnico (1839-1867), V Hermes (1866-1875),
il Philologus (1846-1875), il Rheinischi's Museum (1833-1874), V Histo-
rische Zeitschrift (1859-1875), lo Zeitschrift fiir Handelesrecht (1858-1875),
lo Zeitschrift fiir vergleichcnende Sprachforschung (1852-1874), ecc. ■
Altre collezioni parziali d'importanti periodici sono nellla Biblioteca
del Ministero degl'Interni, di Agricoltura, nella Casanatense, tee.
■X-
Una importante collezione si va formando alla Biblioteca dell'Ar-
senale di Parigi. Giulio Ferry, ministro dell'istruzione pubblica, deside-
rando di giovare agli studi sulla storia moderna, decise di raccogliere
nella biblioteca dell'Arsenale, la collezione completa dei giornali comparsi
a Parigi nel presente secolo.
Una gran sala al pianterreno della Biblioteca anzidetta fu adattata
a tal uopo. Settecento periodici rilegati sono già allogati negli scaffali,
e vi è una sala di lavoro alla quale si accede con un apposito biglietto.
Alla Biblioteca pervennero doni preziosi. Lo Stato vi ha depositato
i giornali che teneva di sua proprietà negli Archivi; il signor Marquiset,
deputato, regalò una parte dei giornali parigini del 1848; un altro i pe-
riodici comparsi a Versailles durante l'occupazione prussiana, un terzo
quella dei giornali pubblicati a Metz durante l'assedio.
A questa collezione importantissima, fu poi aggiunta quella dei
giornali della Rivoluzione francese, dell'Impero, della Restaurazione, del
governo di luglio, della Repubblica del 1848, del secondo Impero, del-
l'assedio di Parigi, della Comune e delle quattro Presidenze della Repub-
blica. Non v'ha settimana in cui questa ricca collezione non si accresca
di qualche rarità.
Da cinque o sei anni a questa parte poi, alla collezione ne fu
aggiunta un'altra che la completa, vale a dire la collezione dei giornali
pubblicati nelle colonie francesi per difendervi gl'interessi dei coioni e
della Francia, nonché quelli che si stampano a Parigi e fuori, e che si
prefiggono lo stesso scopo patriottico, commerciale e marittimo.
Infatti alla Biblioteca dell'Arsenale, l'Algeria è rappresentata da un
centinaio di giornali, grandi e piccoli, politici e tecnici, seri ed umori-
stici, quotidiani, ebdomadari e mensili, che si occupano di tutti gì' in-
teressi della Francia di oltre mare. Fra quei giornali ve ne sono due o
tre arabi, tre ebraici ed uno spagnuolo.
COLLEZIONI E COLLETTORI DI GIORNALI. 505
La Tunisia, l'isola della Riunione, Chaudernagor, Saigon, Noumea,
il Canada, le Antille, il Piata, il Senegal, la Romania ed altri paesi
hanno pure una ricca collezione della loro stampa periodica alla biblio-
teca dell'Arsenale, ch'è aperta agli studiosi ed ai cercatori.
Nel 1884 fra le altre cose esposte dall'Arrigoni al Pala^XP del Ri-
sorgimento italiano di Torino, fece bella mostra e molta impressione una
raccolta curiosa e rara di giornali pubblicati nel 1848.
Ad Aquisgrana havvi un museo, non contenente altro che gior-
nali di tutte le nazioni, in tutte le lingue e di tutti i tempi posteriori
a Guttemberg.
Questo museo ha ora 40,000 giornali diversi, avendo fatto acquisto
della preziosa raccolta di periodici dell'impiegato postale Sachs di Augusta,
la quale contiene rarissimi esemplari del secolo scorso, di grande im-
portanza per la storia.
Nel 1885 a Nizza, promossa dal sig. S. Czarnowski, dottore in
legge, ebbe luogo un'esposizione internazionale di giornali e scritti pe-
riodici d'ogni genere, stampati in diverse lingue, classificati sistemati-
camente, allo scopo di far conoscere Io sviluppo letterario contemporaneo.
All'esposizione Internazionale di Londra del 1872 vi era una gal-
leria tappezzata da cima a fondo e in tutta la sua lunghezza dei giornali
che allora pubblicavansi nel mondo. Non è facile farsi un' idea di questa
produzione, perchè ogni paese, o^ni città, ogni industria ha i suoi giornali.
Ve ne erano delle Indie, dell' isola Maurizio, del fondo dell'America, della
Cina, ecc. Ma non occorre andare cosi lontano per trovare de' caratteri
stranieri o delle parole che, quantunque scritte in lettere romane, sfidano
la pronunzia di chi le conosce. Allato a' giornali orientali, figuravano i
giornali russi; poi i greci, i bulgari, ecc. Un giornale del paese di Galles,
il Gwladanur, era uno di quelli il cui nome offriva maggiore probabi-
lità per essere pronunziato da una bocca non gallese.
Nel 1887 il sig. W. Fiske, offerse alla Biblioteca Nazionale centrale
di Firenze alcune annate di 12 diversi giornali pubblicati in Islanda.
.^
A pag. 85, anno VI, 1885, della rivista parigina Le Livre, vi è una
bellissima lista di collezioni di giornali francesi venduti a Parigi all'incanto.
-X-
Nel 1889 a Meiningen ebbe luogo un'esposizione di giornali che
contenevano degli articoli sulla morte di Guglielmo I. Questa collezione
non presentava meno di 54 lingue, fra le quali s'intende, tutte le europee
coi loro diversi dialetti; vi si trovavano inoltre il bengalese, l'indiano, il
guzzariano, il chinese, il giapponese, l'avaiano ed una quantità d'altri
idiomi ancora meno noti.
9f
Alla Biblioteca Nazionale di Parigi, fra i libri acquistati dalla col-
506 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
lezione del defunto Conte H. de La Bédoyére, evvi pure una raccolta
di circa 2000 giornali, pubblicati dal 1789 al 1800.
Nel Caffè Peel di Londra ai numeri 177 e 178 della Fleet-street,
trovansi raccolte complete di tutte le gazzette inglesi, fra cui la Ga:^ietta
di Londra giornale autentico del governo, dal 1759 ; il Tìiiies dal 1788; la
Chronicle dal 1773; la Post dal 1773; V Herald dal 1784; V Advestiser
dal 1795, del pari che i fogli della sera dalla loro fondazione, cioè il
Globe dal 1803; il Sim dal 1791; lo Standart dal 1827 e r£"xpr^55, che
è quasi un supplemento del T^aily Nezus, come lo Standart lo è del-
Herald dal 1846. Si paga uno scellino d'entrata e può leggersi, studiare,
ricercare, ecc.
Un altro intelligente collettore di giornali è il sig. Ciro Battigalli
di Viterbo. La sua collezione, sebbene non conti molti anni di vita,
avendo avuto principio nel 1880, ha raggiunto il ragguardevole numero
di oltre 2000 periodici, politici, scientifici, letterari ed artistici apparte-
nenti ed ogni regione d'Italia.
Raccolti e con razionale sistema ordinati, offrono luminosa prova
della cura indefessa con cui il Battigalli si è accinto a quest'opera che
annovera pubblicazioni rare e pregevoli, tra le quali primeggiano la Ga;^-
:(etta Universale di Firenze del 1806 ed altre del 1836, 38, 46, 49, ecc.
-^
Fra i collettori di giornali mi piace anche citare il sig. Maurice Pétre
di Parigi, il quale ha una preziosa raccolta di giornali di tutte le nazioni.
7^
Nel novero delle collezioni, ultima forse per formazione, non per
valore, credo possa entrare la mia.
Comprende non solo una copia di tutti i giornali italiani ed esteri,
che attualmente si pubblicano, ma anche un numero sterminato di pe-
riodici antichi, alcuni dei quali rimontano al secolo passato e al prin-
cipio dell'attuale.
La raccolta raggiunge il numero di oltre 20,000 giornali. Il Fan-
fulla^ nel parlarne pochi anni fa, disse che una collezione simile non
era stata fin qui né fatta, né posseduta da alcuno.
Questa collezione conta delle vere rarità: il Foglio Ordinario di Na-
poli, del 1782, tre annate della Ga:(^:^etta Universale di Firenze (1803 -1806),
varii numeri del Diario di Roma, del 1831, 1834, 1839, 1847, 1852,
1855, 1864, ecc.; il primo numero del Don Pirlone dì Roma, del 1848;
il Somaro, la Lanterna Magica, Cassandrino e Un Bajocco pure di Roma
e del 1848; lo Spettatore di Firenze del 1858, il Giornale del Regno delle
Due Sicilie del 1852; Fatti e Parole di Venezia del 1849; il Diario Mo-
denese del 1848; la Ga:(ietta Privilegiata di Milano del 1842; moltissimi
giornali napoletani del 1848 e 1860, fra cui la collezione completa del
giornaletto // Garibaldi, stampato su carta cilestre, contenente giorno
per giorno gli avvenimenti dell'ingresso del Dittatore a Napoli; ecc.
Fra i giornali esteri vi è un numero della Dresdnische Wochentliche
Prag-und An:(cigen del 1761, uno del Curagaosche Courant del 1833, la
COLLEZIONI E COLLETTORI DI GIORNALI. 507
collezione completa del Mois di Parigi del 1848, scritto da Alessandro
Dumas; il Maghid, giornale ebraico di Lyck, tutti i giornali dell'Avana,
della Bulgaria, il Farhang di Ispaan (Persia), VAnnales de r Union Ca-
tboliqne di Port Louis (isola Maurizio) i giornali delle repubbliche di
Honduras, Salvador, Costa-Rica, Uraguay, Paraguay, Perù, Bolivia, del
regno di Siam, della Guiana inglese, della Tunisia, del Marocco, del-
l'Algeria, dell'Islanda, Messico, Chili, Colombia, Svezia e Norvegia, Da-
nimarca, Olanda e colonie olandesi; tutti i giornali greci, tedeschi, fran-
cesi, fra cui una raccolta di quelli pubblicati a Parigi durante la guerra
e la Com.une, quasi tutti quelli degli Stati Uniti, della Repubblica Ar-
gentina e della Patagonia, quelli dell'Austria-Ungheria, della Serbia e del
Montenegro, VOnent di Calcutta, i giornali dello Stretto, Sumatra, Giava
e Borneo; il Lat-Pau Pres chinese di Singapore, i giornali del Malabar
(Indie Orientali) : Keralopakari, Malayala Mittram, Kerali Mittram, Tra-
vancore Time';, Patekima leraka, Keraha Chandrika, Fidia FHasini, ecc. ; i
giornali di Cochin, il Madagascar Times, la Ga^ety Malagasy di Antana-
narivo, la Cloche di Tamatava, il Messager de Tahiti, i giornali dell'A-
frica meridionale De Tolk, Paarl Alverlentieblad, Die Afrikansse Patriot,
De Getuige di Paarl; i giornali russi, finlandesi, giapponesi, cinesi, turchi,
arabi, egiziani coi titoli più strani e più difficili a scriversi e pronunziarsi.
Senza ulteriormente diffondermi, concluderò col dire che la mia
collezione credo sia la più grande, la più svariata, la più preziosa che
esista nel mondo. Essa va ogni giorno più aumentandosi per le gentili
offerte che mi vengono fatte da amici, letterati, scienziati, giornalisti,
viaggiatori, consoli e ministri plenipotenziarii.
A questa raccolta poi è unita una collezione di pubblicazioni sto-
riche e statistiche sulla stampa periodica italiana ed estera, annuari gior-
nalistici francesi, americani, tedeschi, spagnuoli, delle isole Azzorre, ecc.
Nicola Bernardini
I Giornali geografici.
Centoventisei periodici sono esclusivamente consacrati alla geografia; 42 si pubblicano in Francia, 38 in
Germania, 8 in Russia, 7 in Italia. L'Inghilterra, la Spagna ed il Portogallo ne hanno ciascuna sei; la Da-
nimarca, r Ungheria, la Svezia, la Romania ed il Giappone uno per ciascuna.
È provato, in tesi generale, che almeno un poco di geografia è indispensabile nel mestiere di giornalista
non fosse altro, per sapere ove andare a caccia di merli.... cioè d'associati.
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nel 1879 a Roma, dove si pubblicò fino
al 1806; nel 1887 trasferi la sua direzione
a Milano. Si pubblica 2 volte al mese in
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tore: Gaetano conte Agnelli de' Malherbi.
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liani. Pubblicazione scientifica, nata nel
1882. Esce ogni mese in fa=cicoli di 24 pagi-
ne in-8 °con incisioni. Direttore: Lemoigne
dott cav. Alessio. Redattore: Borea dott.
Eligio. Editore: Pietro Agnelli. Abbona-
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vesi e G. Colombo, coadiuvati da una eletta
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corrente di tutti i decreti della Sacra Con-
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510
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vose. Giornale di scienze mediche, nato
nel 1864. Esce ogni 2 mesi in fiscicoli
di circa 100 pagine. Tiratura 2000 copie.
E organo della Società freniatrica italiana,
ed è diretto dai professori Verga e Biffi.
Abbonamento: anno L. 12. Un numero
L. 2,50. Fratelli Rechiedei, editori.
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trimestrale, nata nel maggio del iSSi. Si
pubblica a dispense di 48 pagine con coper-
tina e si occupa esclusi%'amente delle cose
storiche della città e comuni del circon-
dario di Lodi. È diretto dal sac. Andrea
Timolati.Vi scrivono: Alessandro Riccardi,
Emilio Motta, Giovanni Agnelli, ecc. Ab-
bonamento: anno L. 3. Corso Roma, 14.
Lodi.
Archivio storico lombardo. Organo della
Società storica lombarda, nato nel 1874.
Esce ogni 3 mesi in grossi fascicoli con
illustrazioni. Vi scrivono: P. Tedeschi,
A. Bertolotti, C. Vignati, G. Mongeri, G.
Tamassia, ecc. Abbonamento: anno L. 20.
Editori Fratelli Dumolard.ViaS.Giuseppe,4.
Milano.
L'Arte del traforo. Collezione di di-
segni per trafori in legno, metallo, ecc.;
nata nel 1879 ^ disegnata da A, Furaci,
con spiegazioni in diverse lingue. L'unica
premiata all'Esposizione di Torino 1884.
Associazione libera per 52 numeri, L. 11,50;
un numero cent. 30. Via Cappellari, 3,
Milano.
L'Arte drammatica. Giornale teatrale,
nato nel 1872. Esce ogni sabato in 4 pa-
gine a 3 colonne. Direttore responsabile:
dott. Icilio Santarnecchi. Abbonamento:
anno L. 15, semestre 8 - Estero spese po-
st"^ jn più. Un numero 0,30 II giornale ha
pù?è un'.:genzia teatrale. Via Bagutta, 20.
Milano.
L'Arte stenografica. Fondato nel 1881
è organo delle società stenografiche di
Como, Cremona, Poltre, Milano, Pavia,
duinzano Bresciano, Torino, Trieste, Udi-
ne, Venezia e Viterbo. Contiene gli atti del
consiglio direttivo della Federazione steno-
grafica regionale lombarda. Esce mensil-
mente in 16 pagine in-i6.° con fogli auto-
grafati in caratteri stenografici. Ha pure
una rubrica speciale pel Volapuk. Diret-
tore: Arnaldo xMarin. Abbonamento: anno
L. 3. P'azza del Carmine, 4.
Milano.
Atti dell'accademia fisio-medico-stati-
stica. Giornale di fisiologia, medicina e
statistica, nato nel 1845. Esce a fascicoli
e a periodi indeterminati. Ogni fascicolo
L. 4, per i soci corrispondenti L. 3.
Milano.
Atti della Società italiana di ostetricia
e ginecologia. Pubblicazione scientifica pe-
riodica, fondata nel 1887. Esce a volumi
di oltre 300 pagine in-8.° con illustrazioni
e tavole. Vi scrivono: D. Chiara, Fibbi,
Mori, E. Piccinini, V. Lauro, Masini, Otta-
vio Morisani, ecc. Tipografia Pietro Agnelli
Milano.
Atti della Società italiana di scienze
naturali. Pubblicazione scientifica perio-
dica. Vi scrivono : Monticelli, Sacco, Pave-
si, Molinari, C, J. Forsh't Major, P. Ma-
gretti, C. F. Parona, ecc. Esce in fascicoli di
200 pagine in- 8.° con tavole illustrative.
Tip. C. R^beschini e C. Via Rovello, 14.
Milano.
L'Avvenire letterario. Giornale quindi-
cinale, nato nel i:-9o per sostituire la Cro-
naca Rossa. Direttori: Vittorio Luraghi e
Ulisse Tanganelli. Abbonamento: anno L. 2.
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glie, fondato nel 1866. Si occupa esclusi-
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sile consta di un fascicolo con copertina
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511
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mente fu diretto daG. Cavallotti(i882-84),
da Assio Cattilio (1884-S8), da L. Boc-
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ciale di Bergamo, da Dobrilla, attuale cor-
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Abbonamento: anno L. 1 2, setn.6,50, trim. 4.
Estero: anno L. 15, sem. io, trim. 6. Edi-
zione bimensile; anno L. 20, sem. 10,50,
trim. 5,50 -Estero: anno L. 27, sem. 14,
trim. 7. Via Solferino, 22.
Milano.
La Bitliografia italiana. Giornale let-
terario, fondato nel 1867. Esce 2 volte al
mese in fascicoli di 16 pagine. Abbona-
mento: anno L. 15. Non si vende a nu-
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Milano.
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di giurisprudenza, nato nel 1862, Esce a
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minato di pagine. Abbonamento: L. 4,50
aimo. Un fascicolo 50 centesimi.
Milano.
Bilslioteca universale. Pubblicazione di
storia, poesia, romanzi, filosofia, ecc., fon-
dato nel 1882. Si pubblica 2 volte al mese
in fascicoli di un numero indeterminato di
pagine. Direttore: Carlo Romussi. Abbona-
mento: anno L.7. Un numero 25 centesimi.
Milano.
Bollettino artistico internazionale.Gior-
nale dell'arte musicale, fondato nel 18S5.
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Abbonamento : anno L. 6. Un numero 0,50.
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Bollettino loibliograficc. Giornale di arte
tipografica e bibliogrufia. Si pubblica dal
1883, ogni sei mesi. È organo dello stabi-
limento Sonzogno. Direttore : avv. Carlo
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Milano.
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brarie italiane ed. estere, in vendita presso
la Ditta Fratelli Dumolard. Distribuzione
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Milano.
Bollettino bimensile di miscellanea li-
braria, nato nel giugno 1889 per l'annun-
zio di nuov' libri. Esce a fascicoli. Diret-
tore: A. Sormanni, commissionario i li-
bri. Piazzale Stazione Genova, 6.
Milano.
_ Bollettino degli atti e notizie della so-
cietà italiana degli autori. Pubblicazione
bimensile, fondata nel 1885. Esce in fasci-
coli di 8 pagine. Abbonamento: sem. 1,50.
Milano.
Bollettino dei protesti cambiari del re-
gno d'Italia. Pubblicazione settimanale
edita per cura dell'amministrazione del
giornale il Commercio di Milano (vedi),
nata nel 1885. Contiene per ordine alfa-
betico i protesti avvenuti ogni mese. Si
pubblica ogni lunedi in 4 pagine. Abbo-
namento: anno L. 15. Per gli associati al
Commercio L. 10.
Milano.
Bollettino dei trasporti e dei viaggi in
ferrovia. Giornale commerciale, fondato
nel 1884. Si pubblica ogni 15 giorni in 8
pagine. Abbonamento: anno L. io. Non
si vende a numeri separati.
Milano.
Bollettino del Collegio dei ragionieri in
Milano. Fondato nel i." trimestre del 1880,
esce in fascicoli di 32 pagine in-S." Diret-
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la collaborazione di tutti i ragionieri ita-
liani. Ogni fascicolo L. i. Via Pattari, 7.
Milano.
Bollettino del Comizio agrario Monzese.
Giornale agricolo, industriale, fondalo nel
1875. Esce ogni mese in 20 pagine in-8.°
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Monica.
Bollettino del Museo commerciale. Nato
per cura della Camera di commercio nel
1S86, si pubblica 2 volte al mese in 8
pagine. Contiene informazioni commerciali
sopratutto per le esportazioni dei nostri
prodotti. Dà mensilmente un resoconto dei
campionari merce che continuamente per-
vengono al Museo, nonché i principali av-
visi d'appalti che avvengano nel regno.
Abbonamento: anno L. 6. Via S.' Marta, 1 6.
Milano.
11 Bollettino dell'agricoltura. Organo
della Società agraria di Lombardia, del
Comizio e del Consorzio agrario di Mi-
lano, fondato nel 1867. Si occupa degl'in-
teressi agricoli nei rapporti scientifici e
pratici; intorm.a sulle condizioni dei mer-
cati e pubblica un importante listino dei
prezzi i^i granaglie, latticini, carni ed altro.
Direttore: ing. F. Clerici. Abbonamento:
anno L. 6. Non si vende a numeri separati.
Tiratura 1000 copie. Per abbonarsi rivol-
gersi ail'ufBcio della Società agraria in
Milano, piazza Fontana, nell'Arcivesco-
vado.
Milano.
Bollettino dell'Associazione dei fabbri-
catori di carta ed arti affini del regno
d'Italia. Fondato nell'agosto del 1888,
esce in fascicoli di oltre 20 pagine in-8.''
con illustrazioni. Direttore: dott. Arnoldo
512
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Usigli. Abbonamento: anno L. lO. Un nu-
mero L. I. Via Maravigli, 12.
Milano.
Bollettino della Consulta del Museo ar-
cheologico in Milano (Brera). Si pubblica
in fascicoli di varie pagine ia-8.° - Tipo-
grafia Bortolotti di Giuseppe Prato.
Milano.
Bollettino della poliambulanza di Mi-
lano. Pubblicazione scientifica, fondata nel
gennaio 1888. Si pubblica a fascicoli men-
sili di 40 pagine in-8.° - Vi scrivono :
F. Denti, Caporali, Panzeri, Arcari A., ecc.
Editore: dott. Francesco Vallardi. Abbo-
namento: anno L. 5. Via Fieno, io.
Milano.
Bollettino ufficiale della Società di mu-
tuo soccorso tra gl'impiegati. Organo spe-
ciale fondato nel 1872 per la pubblicazione
degli atti della società ed articoli d'indole
amministrativa. Tiratura 2000 copie. Esce
in fascicoli di 16 pagine ogni 3 mesi.
Milano.
Bollettino della Società ginnastica « For-
za e Coraggio ». Nato il 15 febbraio 1886,
esce ogni mese in 8 pagine e si distribui-
sce gratis ai soci del sodalizio. Tratta del-
l'educazione fisica e si occupa d'ogni ramo
dello sport. Tira 2000 copie.
Milano.
Bollettino della Società medico-farma-
ceutica di Pavia. Fondato nel 1888 e re-
datto dal segretario della società stessa
dott. A. Guzzoni. Esce a fascicoli in-8.°
Editore: Francesco Vallardi.
Milano.
Bollettino delle cliniche. Giornale di
medicina e scienze atfìni, nato nel 1885.
Esce ogni mese in fascicoli di 48 pagine.
Abbonamento: anno L. 8. Non si vende
a numeri separati.
Milano.
Bollettino delle estrazioni. Giornale
delle estrazioni e prestiti italiani ed esteri,
fondato nel 1875. Si pubblica ogni mese
in 4 pagine. Abbonamento: anno L. 2.
Un numero 30 centesimi.
Milano.
Bollettino settimanale delle novità pub-
blicate dal E. Stabilimento Ricordi. Esce
in foglietti colorati e si dispensa gratis.
Milano.
Bollettino di novità. Catalogo bibliogra-
fico delle pubblicazioni dello stabilimento
Fratelli Treves. Si distribuisce gratis.
Milano.
Il Buon Pastore. Periodico religioso,
fondato nel 1864, con approvazione del-
l'autorità ecclesiastica. Si pubblica il i.°e
il 3.* lunedì d'ogni mese in 32 pagine a
2 colonne, oltre 4 pagine di copertina. Ha
pure un supplemento mensile che contiene
discorsi religiosi e panegirici. Direttore:
Angelo Bersani-Dossena, vescovo coadiu-
tore di Lodi. Abbonamento: col supple-
mento anno L. 13,50, semestre 8 - Este-
ro 16 - Senza supplemento: anno L. io,
semestre 6 - Estero 13.
Lodi.
Caccia e Tiri. Giornale di sport fon-
dato nel 1887 col titolo di Caccia e Corse.
Il i.° gennajo 1890 si divise in due gior-
nali: Caccia e Tiri e Caccia e Scherma (vedi).
È organo ufficiale del Kennel Club ita-
liano. Esce il giovedì in 8 pagine in-4.°
su carta doppia, paglierina, a 2 colonne.
È redatto con gran cura ed è abbondante
di notizie. Direttore proprietario: F. Delor.
Redattore in capo: dotr. G. Pessina. Abbo-
namento: anno L. 12, sem. 6 - Estero:
anno L. 18, sem. lo.Un numero 0,30. Corso
Porta Vittoria, 52.
Milano.
Caccia e Scherma. Rivista di sport, ve-
locipedis:'no, ginnastica, lotte, sport pede-
stre, nata nel 1890. È organo della Società
Lombarda e della Società dell' Eiipili per
le corse dei cavalli. Esce il venerdì in 8
pagine in-4.'' grande su carta di lusso,
paglierina, a 2 colonne. Direzione: per la
parte Corse: Conte Emilio Turati, Via Me-
ravigli, 11;- per la parte Scherma : ing. Al-
fredo Dalgas, Via Durini, 24. - Ammini-
strazione: Corso Vittorio Emanuele, 12-16.
Abbonamento: anno L. 12, semestre 7,
trimestre 4 - Estero, anno L. 18, seme-
stre IO, trimestre 6. Un numero separato
cent. 30. Questo giornale è dato come pre-
mio semigratuito agli associati del Secolo.
Milano.
Cafarnaum. Giornale di annunzi.
Milano.
La Cappelleria italiana. Giornale indu-
striale e dell'arte tintoria, fondato nel 1884.
Esce ogni mese in 8 pagine e tavole di
figurini di mode. Abbonamento: anno L. 9.
Non si vende a numeri separati.
Milano.
Il Caricaturista. Giornale umoristico,
teatrale, con caricature, nato nel 1879 col
titolo di Garibaldi che poi mutò nell'at-
tuale. Si pubblica 3 volte al mese in 4 od
8 pagine a 3 colonne. Al giornale è an-
nessa anche un'agenzia teitraie. Proprie-
tario: A. ChiTiconi. Redattore: G. Mauri.
Abbonamento: anno L. 15, semestre 7,50.
Via Passarella, 2.
Milano.
Il Cittadino di Lodi. Giornale politico,
letterario, cattolico, nato nel 1889 per so-
PROVINCIA DI MILANO.
513
stituire // Lemene, nato nel 1887. Redat-
tori : avv. A. Baroni, prof, sac. L. Raffaini.
Abbonamento: anno L. 5. Un numero 0,10.
Lodi.
La Clinica veterinaria. Rivista mensile
di medicina e chirurgia pratica degli ani-
mili domestici, nata nel 1878, diretta dal
dott. N. Lan^illotti-Buonsanti e redatta
dal dott. Alessandro Lanzillotti-Buonsanti.
Esce l'ultimo giorno di ogni mese in 48
pagine in-8.° - Abbonamento: anno L. 8,
Unione io. R. Scuola superiore di medi-
cina veterinaria.
Milano.
Copertina-Reclame. Giornale settiman.'
Milano.
Il Commercio. Giornale commerciale, in-
dustriale, fondato nel 1880 per propugnare
gl'interessi e la moralità nei traffici. Nel
1883 divenne bisettimanale e dal 1885
esce tutti i giorni, meno i susseguenti ai
festivi, in 4 pagine. Direttore : G. Sorniani.
Abbonamento: anno L. 24, semestre 12,50,
trimestre 6,50, un mese 2,50. Un numero
IO centesimi Corso Vittorio Emanuele,
12-14-16. (V. avviso speciale a pag. 190.)
Milano.
Il Commercio illustrato. Periodico men-
sile d'annunzi delle famiglie, fondato nel
1876, della Ditta Romeo Mangoni. Si spe-
disce gratis a richiesta. Corso S. Cels-^, 9.
Milano.
Il Comune di Milano. Giornale politico,
amministrativo, quotidiano, nato il 19 ot-
tobre 1889. Esce in 4 pagine, formato
0,43 X 0,29. Direttore: Ruggero Baratozzi.
L, I al mese. Via Sempione.
Milano.
Il Consigliere medico delle famiglie. Edi-
zione periodica trimestrale medica, secondo
il metodo di Samuele Thompson; consi-
gli agli ammalati, ricette, ecc. Si distri-
buisce gratis. Tipografia del Commercio
di G. Brambilla.
Milano.
Conversazioni della domenica. Giornale
letterario, nato il 3 gennaio del 1886 in
si'guito alla fusione del Pungolo della do-
menica coi Convegno. DiviMors: Leone For-
tis. Il Convegno era nato nel 1883 ed era
diretto da Virgilio Colombo. Il Pungolo
della domenica era stato fondato nel feb-
braio dello stesso anno ed era diretto dal
Fortis. Le Conversazioni escono ogni do-
menica in 8 pagine in-folio piccolo a 3
colonne. Abbonamento: anno L. 6, seme-
stre 3. Tipografia Editrice Civel'i.
Milano.
La Cooperazione italiana. Organo della
Federazione delle Cooperative, nato nel
N, Bernardini — Guida della Stampa ptriodica italiana — 3}
1887. Esce ogni mese in i6 pagine in-S."
Direttore: avv. Carlo Romussi. Abbona-
mento: anno L. 1,50. Un numero 15 cen-
tesimi.
Milano.
Corriere del villaggio. Giornale agri-
colo, commerciale, nato nel 18S1. Esce
giovedì e domenica in 8 pagine. Direttore:
Giuseppe Berrini. Tiratura 2400 copie. Ab-
bonamento: anno L. 5. Via Chiaravalle, 7.
Milano.
Il Corriere dell'Adda. Giornale politico,
letterario, artistico, amministrativo, fon-
dato nel 1860. Si pubblica ogni settimana
in 4 pagine a 4 colonne. È molto diffuso
nel lodigiano perchè se ne servono i ne-
gozianti per fare la reclame alle loro merci.
Abbonamento: anno L. 7, sem. 4, trira. 2,50.
Inserzioni: 4.' pagina cent. 15 la linea. Un
numero cent. io. Per le inserzioni rivolgersi
a L. Formenti e C. - Tipografia Wilmant.
Lodi,
Corriere della sera. Giornale politico,
letterario, commerciale di gran formato a
5 colonne, fondato il 5 marzo 1876. Esce
ogni giorno ed è uno dei più diffusi e
meglio redatti giornali d'Italia. Tira 50000
ct)pie; oggi quindi è superato per tiratura
soltanto dal Secolo (i). Dirige il giornale
Eugenio Torelli-Viollier.
Il Corriere ha per programma : Statuto,
libertà, ordine, onestà ed economia nella
condotta della cosa pubblica. È completa-
mente staccato da partiti e gruppi politici.
Mira principalmente a dilucidare le que-
stioni e dare ai lettori la maggior copia
possibile di sollecite e sicure informazioni,
dueste ultime sempre estesissime ed esatte,
hanno acquistata al giornale grande stima.
Per la pubblicazione del Corriere esiste
una società E. Torelli-Viollier e C. (Euge-
nio Torelli-Viollier, responsabile, Benigno
Crespi, accomandante) con un capitale di
1 00,000 lire. Nel 1888 il Corriere trasportò
i suoi uffici in un vasto edificio espressa-
mente fabbricato dalle fondamenta.
Scrivono nel Corriere: Michele Tor-
raca (i^), Edoardo Atbib, Clemente Corte,
Enrico Panzacchi, prof. C. Lombroso, A.
Barattani, R. de Cesare, Vico Mantegazza,
G. Raimondi, E. Teodori, A. G. Bianchi,
Paolo Bernasconi (da Parigi), Helen Zira-
mern (da Londra), Ernesto Gagliardi (da
Berlino), Maffio Milesi (da Roma), L. Ste-
fanoni, Giovanni Marchese, oltre moltissimi
corrispondenti in tutta Italia. Abbonamen-
to: anno L. 24, sem. 12, trim. 6 - Estero:
(i) Nel 187S tirava 7000 copie; 9000 nel
20000 ««1 18S4; 35000 nel 1886; 45000 nel 1!
514
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
anno L. 4o,sem, 20,trim. io. Un numero 0,5.
Premi agli abbonati. Via Pietro Verri, 14.
Milano.
Corriere litrario. Periodico trimestrale,
fondato nel 1871 ed edito dalla libreria
Gnocchi. Si spedisce franco a chi lo do-
manda. Via S. Damiano, 30-52.
Milano.
Cosmorama. Giornale letterario, artisti-
co, teatrale, nato nel 1836. Esce ogni set-
timana in 8 pagine con illustrazioni e ca-
ricature, e testo a 3 colonne. Tira oltre
2000 copie. Proprietario-gerente: France-
sco lappert. Abbonamento: anno L. 30,
Europa 40, America, Asia, Africa 50. Un
numero 50 centesimi. Piazza Filodramma-
tici, 10.
Milano.
La Cronaca dell'istruzione primaria e
secondaria. (Vedi Roma.)
Milano.
Cronaca legislativa. Giornale di legisla-
zione e giurisprudenza, nato nel 1859. Esce
a periodi irregolari, in 8 pagine. Abbona-
mento: anno L. 12.
Milano.
Il Curatore di fallimento. Rassegna di
amministrazione, di procedura e di diritto
ad uso dei curatori, ragionieri, avvocati,
cancellieri ed uffici giudiziari, fondato nel
1888. Si pubblica ogni mese in fascicoli
di 8 o 16 pagine in-8.° Abbonamento:
anno L. 5. Corso S. Celso, 13.
Milano.
Il Disegnatore della ricamatrice. Gior-
nale di lavori femminili, mode e lettera-
tura, l'ondato nel 1880. Si pubblica ogni
15 giorni in 8 pagine con illustrazioni.
Abbonamento: anno L. 6. Un numero 0,50.
Milano.
Il Dispensatore. Periodico evangelico,
consacrato allo studio della parola, nato
nel Ii^69, diretto da E. L. Bevir e pubbli-
cato ogni mese. Esce a fascicoli di 32 pa-
gine con copertina. Tiratura 600 copie.
Costa 2 lire all'anno, estero 4. Un nume-
ro 0,25. Giovanni Biava. Via Pesce, 18.
Milano.
L'Eco della moda. Giornale per le si-
gnore e signorine, fondato il i.° gennaio
1888. Esce in 16 pagine in-4.° con illu-
strazioni. Editori: Fratelli Trcves. Abbo-
namento: anno L. 5. Un numero cent. io.
Milano.
L'Eco delle estrazioni. Giornale delle
estrazioni nazionali ed estere, fondato nel
1877 a Torino, dove si pubblicò fino
al 1885; poscia per qualche tempo a Pa-
dova, e nel 1887 trasferi la sua direzione
a Milano; si stampa però a Torino. Esce 2
volte al mese in 4 pagine. Abbonamento:
anno L. 3. Un numero 15 centesimi.
Milano.
L'Eleganza. Giornale di mode, nato
nel 1880. Si pubblica ogni 15 giorni in
fascicoli adorni di numerose incisioni, mo-
delli tagliati, disegni di ricami e lavori di
biancheria. L'abbcnamento è: Edizione con
figurini colorati in ogni numero ed altri
splendidi annessi anno L. 12, semestre 7 -
Edizione senza figurino colorato, con ta-
vole, ricami, modelli tagliati, ecc., anno
L. 6, semestre 3,50 - Estero spese postali
in più. Editori: Treves. (Vedi avviso spe-
ciale a pag. 350.)
Milano.
L'Elettricità. Rivista illustrata di ma-
terie attinenti alla scienza dell'elettricità.
Fu fondata nel 1882 col titolo di Giorno,
che poi mutò nell'attuale. Si pubblica ogni
domenica in fascicoli di 20 pagine a 2 co-
lonne e 12 di copertina in-4.° - È l'unica
rivista di elettricità che si pubblichi in Ita-
lia, con favore sempre crescente e con la
collaborazione di provetti elettricisti e pro-
fessori di scienze fisiche e naturali. Que-
sta rivista è stata premiata all'esposizione
di Parigi 1885, di Liverpool 1886 e di
Parma 188S. Ne è direttore E. Bignami.
Abbonamento annuo: Italia L. 12, unione
postale 15, altri paesi i8. L'abbonamento
decorre dal i.° gennaio. Un numero 20
centesimi, arretrato 50. Inserzioni: una pa-
gina L. 30, mezza 16, un quarto 9, un
ottavo 5. Come supplemento ha una Bi-
blioteca dell'Elettricità, costituita da una se-
rie di volumetti dedicati alle scienze elet-
triche; ogni volumetto si vende separata-
mente al prezzo di L. 2. Via Meravigli, 2.
(Vedi avviso speciale a pag. 302.)
Milano.
L'Emporio della ricamatrice. Giornale
speci-ìle di ricami e lavori femminili, nato
nel 1883. Esce ogni mese in 8 pagine con
copertina. Editore: F. Garbini. Abbona-
mento: anno L. 4,50. Un numero 50 cen-
tesimi. Via Solferino, 22.
Milano
L'Esercente. Giornale nato nel 1886 per
per la tutela e lo sviluppo d 1 piccolo com-
mercio. Esce ogni domenica in 4 pagine
a 5 co'onne, e in mezzo foglio ogni gio-
vedì. Tiratura 3000 copie. Direttore: An-
nibale Rusco. Abbonamento: anno L. 9,60;
sem. 5,25 Estero 12,85. Un numero 5 cen-
tesimi. Via Valpetrosa, 7.
Milano.
L'Esplorazione commerciale e l'Esplo-
ratore. Organo ufficiale della Società di
esploraiione commerciale in Africa, risul-
PROVINCIA DI MILANO.
515
tante dalla fusione dei due giornali, Esplo-
raiione, nata nel 1886, ed Esploratore, nato
nel 1877. Il primo era diretto dal conte Pie-
tro Porro, massacrato in Africa nel 1886, il
secondo dal capitano Camperio. U Esplo-
raiione esce ogni mese in 32 pagine a 2
colonne illustrate, sotto la direzione e re-
dazione del dott. N. Bolognini. Abbona-
mento: anno L. 15, semestre 8 - Estero:
anno L. 16,50, sem. 9. Un numero L. 1,50.
Via Silvio Pellico, 6.
Milano.
L'Esportazione, Tribuna pubblica. Pe-
riodico industriale e commerciale, fondato
nel novembre 1887 Esce in 4 pagine,
formato 0,67x0,46. Abbonamento: anno
L. 11,30; Estero L. 15. Grandi premii agli
abbonati. Nel gennaio 1890 con V Espor-
tazione si fuse la Tribuna pubblica. Diret-
tore: L. De Micheli. Corso Loreto, 9.
Milano.
I Fallimenti, monitore del commercio.
Genesi e procedura giuridica-amministra-
tiva-correzionale dei fallimenti. Bollettino
fondato nel 1883. Esce ogni giovedì in 4
pagine e contiene tutte le dichinrazioni di
fallimento dell'Italia e dell'estero, le no-
tiz'e delle relative procedure, arenamenti
e sospensioni di pagamento. Tutti gli ab-
bonati hanno diritto di muovere quesiti
alla Direzione, che risponde sul giornale
o per lettera. Abbonamento: anno L. 5,
estero 8. Un numero 0,1 ".Via del Carmine,5.
Milano.
FanfuUa da Lodi. Giornale politico, am-
ministrativo, monarchico, costituzionale,
fondato nel 1874 ddl prof Guerrino Prina
e Gaspare Oldrini che ne furono i pro-
prietari redattori. Si pubblica ogni setti-
mana in 4 pagine, dall'attuale proprietario
editore Costantino Dell'Avo. Abbonamen-
to: anno L.- 6. Un numero io centesimi.
Lodi.
La Fantasia. Giornale di mode, fondato
nel 1885. Si pubblica 2 volte al mese in
fascicoli illustrati di un numero indetermi-
nato di pagine. Abbonamento: anno L. 18.
Un numero L. i. Editore: Ferdinando Gar-
bini. Via Solferino, 22.
Milano.
La Farfalla milanese. Giornale di pub-
blicità, nato il 23 giugno 1889. Esce la do-
menica in 4 pagine, formato 0,25x0,16.
Via S. Pietro all'Orto, 16.
Milano.
Farfarello. Giornale teatrale, fondato
nel 1685. Esce 2 volte al mese in 8 pa-
gine. Abbonamento: anno L. io. Un nu-
mero 20 centesimi.
Milano.
Il Filangieri. Sorse in Napoli nel 1876
e contò fra i suoi direttori eminenti giu-
risti quali: Pisanelli, Polignani, Pessina.
Trasferitosi l'editore a Milano nel 1886 ne
assunse la direzione l'illustre prof Ercole
Vidari della Università di Pavia. È uno dei
giornali giuridici più diffusi d' Italia, anche
per l'eccezionale suo buon prezzo. Si pub-
blica infatti a grossi fascicoli mensili di 8
fogli — 4-5 per la parte dottrinale (archi-
vio), 3-4 per la parte pratica (giurispru-
denza) ed offre in dono agli abbonati un
grosso volume ogni anno contenente la
Raccolta delle Leggi e Decreti, essendo
il prezzo d'abbonamento a sole L. 16 l'anno.
Avendo l'editote compiuta da poco la ri-
stampa di tutte le prime annate esaurite,
chi voglia può oggi acquistare, verso un
tenue versamento mensile, l'intera colle-
zione di questo pregevole periodico. Non si
vende a numeri separati. Editore: dott. Leo-
nardo Vallardi. Via Disciplini, 15.
Milano.
La Finanza. Giornale commerciale e fi-
nanziario, nato nel 1876. Si occupa degli
interessi materiali e degli affari dei suoi
clienti, eseguisce incassi e pagamenti, com-
pere e vendite di valori, ne fa la verifica;
contiene notizie bancarie, ferroviarie, in-
dustriali, ecc. Si pubblica ogni sabato in
8 pagine di gran formato. Abbonamento :
anno L. 6. Via Pietro Verri.
Milano.
Foglio periodico della Prefettura, Gior-
nale ufficiale per la pubblicazione degli
atti amministrativi della provincia, fondato
nel 1866. Esce ogni mese a fascicoli. Tira
2003 copie.
Milano.
Frugolino. Giornale illustrato per i fan-
ciulli, fondato nel 1886. t:sce ogni giovedì
in 12 pagine illustrate. Contiene racconti,
novelle, commediole e lezioni utilissime
dettate con stile semplice e con quella
forma gioviale che tanto alletta i nostri gio-
vinetti. Direttore proprietario: G. A. Mar-
cati. Abbonamento: anno L. 2,50. Un nu-
mero 5 centesimi. Via Parlai, 15.
Milano.
La Frusta teatrale. Giornale teatrale e
di letteratura, fondato nel 1863. Esce ogni
IO giorni in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 30. Un numero 50 centesimi.
Milano.
Gazzetta agricola settimanale. Giornale
per gli agricoltori, agronomi e produttori,
fondato il 25 dicembre 1887. Esce ogni
domenica in 4 pagine a 4 colonne, for-
mato 0,44x0,32. È redatto con serietà
di propositi, con molta cura e scienaa. Di-
516
GUIDA DELLA STA]MPA PERIODICA ITALIANA.
rettore: L. A. Perussia. Tiratura 5000 co-
pie. Abbonamento: anno L. 3,50, con di-
ritto per l'associato ad un premio di L 3
in libri a sua scelta; estero 5. Un numero
5 centesimi. Inserzioni: 4.' pagina 25 cen-
tesimi, 3.' pagina 50, Via Sempione.
Milano.
Gazzetta degli affitti. Giornale settim.
Milano.
Gazzetta degli ospedali. Giornale di
scienze mediclie, tondato nel 1S80. Si pub-
blica 2 volte alla settimana in 16 pagine.
Abbonamento: anno L. 15. Non si vende
a numeri separati.
Milano.
Gazzetta dei prestiti. Giornale finan-
ziano, il più miportante del genere che
si pubblichi in Italia. É proprietà della fa-
miglia d'Hccheri, e fu fondato nel 1869.
Ha una tiratura di 5000 esemplari. Si oc-
cupa di operazioni di borsa, estrazioni, ecc.
Si pubblica ogni settimana in 8 pagine.
Abbonamento: anno L. 7.
Milano.
Gazzetta dei teatri. Uno dei più anti-
chi, reputati e dilfusi giornali letterari e
teatrali d'Italia, essendo stato fondato nel
1839. Esce ogni settimana in 8 pagine e
copertina. Tiratura 2000 copie. È diretto
dal noto e stimato scrittore cav. Carlo
d'Orraeville. Abbonamento: anno L. 32.
Un numero 0,80. Piazza Filodrammatici, i.
Milano.
Gazzetta del manicomio della provin-
cia di Milano in Mombello. Pubblicazione
nata nel 1880. Contiene la cronaca del
manicomio. Si pubblica in fascicoli di 8
pagine, ogni 2 mesi. Direttore: dott. Edoar-
do Gonzales. Redattore: dott. G. B. Verga.
Abbonamento: anno L. 3. Non si vende
a numeri separati.
Milano.
Gazzetta medica italiana. Giornale di
scienze mediche, fondato nel 1841. Ebbe
a primo direttore Agostino Bertani. Ora
ne è direttore il prof. G. Strambio e re-
dattore il dott. Giuseppe Colombo, coa-
diuvati da una numerosa e valente schiera
di collaboratori. Si pubblica ogni sabato in
16 pagine. Tiratura 4000 copie. Abbona-
mento: anno L. 20. Fratelli Rechiedei,
editori-tipografi.
Milano.
Gazzetta musicale. Giornale artistico,
letterario, musicale, fondato nel 1846 da
Giovanni Ricordi, É il più completo e più
serio giornale musicale italiano illustrato.
Si pubblica ogni domenica in 8 pagine
in-folio e copertina a 2 colonne. Si oc-
cupa di storia musicale, cronaca, novità,
teatri, concerti; pubblica biografie, novelle,
riviste, ecc. Vi scrivono: R. Barbiera, A.
Boito, A. de Lauzières, dott. O. Chilesetti,
avv. F. Bonola, M. Caputo, L. Gualdo,
V. Cardini, F. Verdinois, ecc. ecc. Diret-
tore: Giulio Ricordi. Redattore: Salvatore
Farina. Tiratura loooo copie. Abbona-
mento: anno L. 20, semestre 10, trirae-
tre 5. Via S. Margherita, 9.
Milano.
Gazzetta teatrale italiana. Monitore
dei teatri, nato nel maggio 1872, col ti-
tolo di Asmodeo, che modificò nell'attuale
il i.° gennaio 1889. Esce ogni domenica
in 4 pagine a 6 colonne, con illustrazioni.
Tiratura iSoo copie. Direttore proprieta-
rio: prof. Enrico Carozzi. Abbonamento:
anno L. 25, sem. 14 - Estero: anno L. 40,
sem. 22. Un numero 50 centesimi. Piazza
del Duomo, 25.
Milano.
Il Giardino, l'orto ed il frutteto. Gior-
nale agricolo, nato il 30 gennaio 1890.
Esce il 15 o il 30 di ogni mese in 16 pa-
gine in-8.°; riassume tutto quanto con-
cerne il giardinaggio, l'orticoltura e la frut-
ticoltura, sia dal lato dell'utilità che da
quello dell'ornamento. Si occupa in par-
ticolare dei metodi pratici e semplici di
educare i fiori, ottenere buoni e saporiti
ortaggi e allevare gli alberi fruttiferi, in
modo che torna indispensabile non solo
agli orticultori in genere, ma anche agli
amatori dei bei fiori, dei buoni legumi
e degli ottimi frutti. Agenzia Agricola di
A. Sorraanni. Direttore: cav. rag. Giacomo
Sorraanni. Abbonamento: anno L. 5; este-
ro L. 8. Piazzale Stazione Genova, 6.
Milano.
Giornale degli affari. Bollettino utiìciale
delle aste, fondato nel 1875. Esce 2 volte
alla settimana in 4 pagine. Abbonamento:
anno L. 20. Non si vende a numeri se-
parati. Via Silvio Pellico, 6. (Vedi avviso
speciale a pag. 297.)
Milano.
Giornale dei fanciulli. Giornale di edu-
cazione, istruzione e ricreazione per i bam-
bini, nato nel 1881. Si pubblica ogni mese
in fascicoli di 16 o 20 pagine, stampato
a grandi caratteri a 2 colonne, su carta
sopraffina, con un'elegante copertina, con
giuochi di società, sciarade, rebus, ecc.
Nel testo collaborano assiduamente Carlo
Anfosso, D. Ciampoli, Onorato Rou.x, G.
Gallina, G. L. Patuzzi, Achille Tedeschi, ecc.
I numerosi disegni sono di Paolocci, E. Xi-
menes, Matania, Mazzanti. Nel 1889 si fuse
col Giornale dei bambini di Roma. Diret-
trice: Virginia Treves Tedeschi {Cordelia)^
PROVINCIA DI MILANO.
517
Abbonamento: anno L. 3, estero 4. Pub-
blica i ritrattini dei fanciulli premiati nei
concorsi che si bandiscono frequentemente
dal giornale. Editori: Fratelli Treves.
Milano.
Giornale dei mugnai, pilatori e panet-
tieri. Periodico tecnico fondato nel 1S82
allo scopo di diffondere le cognizioni
più utili per l'impianto e l'esercizio dei
molini ed industrie affini. Si pubblica ogni
mese in fascicoli di 12 pagine, con nume-
rose incisioni. Direttore: ing. Cesare Sal-
dini. Abbonamento: anno L. 8, estero io.
Un numero L. i. Via Unione, 9.
Milano.
Giornale della liljreria, della tipografia
e delle arti e industrie affini. Supple-
mento alla Bibliografia italiana (vedij, pub-
blicato dall'associazione tipogr.ifico-libra-
ria italiana, nato il 1." gennaio 1888. Esce
ogni domenica. Abbonamento: anno L. 6.
Tip. Pagnoni di Colombo e Cordani. Via
S. Giuseppe, 5. (V. avviso speciale a p. 372.)
Milano.
Giornale della Beale Società italiana
d'igiene. Rassegna d'igiene, tisiologia e
scienze mediche, fondata nel 1879. Si pub-
blica ogni 2 mesi in fascicoli di circa 200
pagine in-S.", con ottimi tipi e su carta
paglierina. Contiene memorie originali, va-
rietà ed annunzi, riviste d'igiene e gli atti
della società. Vi scrivono: G. Sormani,
A. Giordano, ecc. É fatta a spese della so-
cietà, ai cui membri si distribuisce gratuita-
mente. Stabilimento tipografico Civelli.
Milano.
Giornale delle specialità. Giornale di
medicina, nato uef loùy. Esce ogni '15
giorni in 12 pagine. Abbonamento: anno
L. 5. Non SI vende a numeri separati.
Milano.
Giornale illustrato dei viaggi e delle
avventure di terra e di mare. Fondato
li 5 settembre 1^78 da Edoardo Sonzogno.
Esce ogni giovedì in 8 pagine in-4.° -
Pubblica i più interessanti racconti di viaggi
e le avventure di terra e di mare, in modo
da dar luogo alia geografia, alla stona na-
turale nei suoi tre regni, la fisica, la storia
politica, istruendo e dilettando. È giornale
molto ditìuso ed economico. Abbonamen-
to: anno E. 2,50, unione postale 5,50. Un
numero 5 centesimi. Premi agli abbonati.
Via Pasquirolo, 14.
Milano.
Giornale italiano delle malattie vene-
ree e della pelle. Giornale speciale di me-
dicina, tundaio nei lòbb. Si pubulica ogni
2 mesi in fascicoli di 64 pagine con illu-
strazioni. Tiratura 2000 copie. Abbona-
mento: anno L. io. Non si vende a nu-
meri separati.
Milano.
Giornale italiano di filologia e lingui-
stica classica. Pubblicazione letteraria e
scientifica nata nel 1886. Abbonamento:
anno E. 15. Editori: Luigi Ceci (Milano)
e Giacomo Cortese (Roma). Via Solfe-
rino, 7.
Milano .
Giornale per le levatrici. Fondato nel
1887 dalla Guardia ostetrica, esce ogni 15
giorni in 8 pagine con copertina ed è di-
retto dal prof. Alessandro Guzzi. Abbona-
mento: anno E. 5, semestre 3.
Milano.
Giornale per le modiste. Edizione spe-
ciale-niodello per le modiste. Esce al 5
d'ogni mese con 4 grandi cappelli-mo-
dello, eseguiti a Parigi dal celebre Guido
Gonin e della più alta novità. Ea coper-
tina contiene inoltre diversi modelli di cap-
pelli, fusti, dettagli, ecc. I disegni si pre-
stano egregiamente per metterli in cornice,
adornando il magazzino. Ferdinando Gar-
bini editore. Via Solferino, 22.
Milano.
il Giudice conciliatore e l' Ufficiale dello
stato civile. Giornale di giurisprudenza,
fondato nel iSby. Si pubblica r jni setti-
mana in fascicoli di 16 pagine. Tiratura
3000 copie. Abbonamento : anno E. 14.
Milano.
La Gran moda. Giornale di mode e no-
vità, nato nel 1SS7. Esce 2 volte al mese
in S pagine illustrate : la grande edizione
prufessionale di sola moda, costa all'anno
L. 20 e un numero E. i ; l'edizione ricca
per le famiglie costa E. ló all'anno e 80
centesimi al numero. F. Garbini, editore.
Via Solferino, 22.
Milano.
Guerin Meschino. Ciarle milanesi umo-
risticne illustrate, fondate il 15 febbraio 1882
da Carlo Borghi, Luigi Filippo Bolaffio,
ing. Guido Pisani e Francesco Pozza, che
ne è il direttore. La testata fu disegnata da
Tranquillo Cremona e mandata in dono
da Carlo Dossi-Pisani. 11 Guerin Meschino
si pubblica ogni domenica in 4 pagine a
4 colonne ed ha una tiratura di 9000 copie.
La satira è urbana e pungente; sono ciarle
che riassumono ciò che è avvenuto di sa-
liente nella settimana. Il giornale non ha, si
può dire, ufficio di redazione, lo si scrive in
stamperia, al caffè e in cento ambienti di-
versi, 1 quali ad ogii nota ridicola ripe-
tono : scriviamo al Giurino. E' intonazione
del giornale è artistica, giovane, avvenente.
La speculazione è bandita, l'eatusiasmo, se
518
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
lirico alle volte, è sempre sincero. Spiri-
tose le caricature schizzate dal Cagnoni e
dal Conconi. Scrivono nel giornale: Fran-
cesco Pozza, Bordini, Barattani, Zorzi, Pes-
sina e la solita pleiade dei dilettanti. Ab-
bonamento: anno L. 5, estero 7,50. Via
Solferino, 7.
Milano.
La Guida finanziaria. Gazzetta ufficiale
delle estrazioni, fondata nel 1874 da Mar-
cello Cucchi, che n'è tuttora il direttore
proprietario. Esce ai primi d'ogni mese
in grande formato, pubblica tutte le estra-
zioni italiane a premio e ad interessi, fer-
r<)vie, traraway, ecc. , e le principali estere.
Verifica gratuitamente le cartelle per tutto
il tempo d'abbonamento, dando avviso in
caso di vincite. Abbonamento: L. 2 all'an-
no. Tiratura 240 j copie. Piazza S. Vittore
al Teatro, 13.
Milano.
Guida-Orario-Rèclame. Orari delle fer-
rovie e annunzi, fondato nel 1879, Si pub-
blica ogni mese in fascicoletti di un nu-
mero indeterminato di pagine. Abbona-
mento: anno L. 1,20. Un numero cent. 10.
Milano.
L'Illustrazione italiana. Rivista degli
avvenimenti e personaggi contemporanei
sopra la storia del giorno, la vita pubblica
e sociale, scienza, belle arti, geografia e
viaggi, musica, teatri, mode, ecc., fondata
nel 1874 col titolo di lUustraj^ione univer-
sale italiana che dopo poco modificò nel-
l'attuale. U Illustraitone nacque per sosti-
tuire r Universo illustrato, pregevole gior-
nale settimanale vissuto lunghi anni e re-
datto con una cura e un garbo degni del-
l'attivissimo ed intelligente editore Emilio
Treves. V Illustrazione italiana è il solo
giornale illustrato che possa competere con
quelli dell'estero. Si pubblica ogni settima-
na in 20 pagine a 3 colonne con numerose
insisioni. Tira 15000 copie. Vi scrivono
spesso: E. Treves, L. Archinti, Molraenti,
Farina, Ciàmpoli, Caccianiga, C. Boito,
Giacosa, R. Barbiera, D. A. Parodi, M. Sche-
rillo, la Marchesa Colombi, ecc. Abbona-
mento: anno L. 25. Un numero 50 cen-
tesimi. Via Palermo, 2. (Vedi avviso spe-
ciale a pag. 292.)
Milano.
Illustrazione militare italiana. Giornale
mihtare, fondato il i,° gennaio 1887. Esce
in 8 pagine in-4.'' con illustrazioni e ta-
vole, 2 volte al mese. Direttore : cav. Quinto
Cenni. Editore: Antonio Vallardi. Abbona-
mento: anno L. 6. Un numero 30 cente-
simi. Via Moscova, 40.
Milano.
L' Illustrazione popolare. Giornale d' i-
struzione ed educazione, nato nel 1864.
Esce ogni settimana in 16 pagine a 3 co-
lonne con numerose incisioni. Contiene
romanzi e novelle, poesie, riviste scienti-
fiche, relazioni di viaggi, rebus, sciara-
de, ecc. È il migliore e più economico
giornale illustrato d'Italia. Tiratura 30000
copie. Direttore: Carlo Raffaello Barbiera.
Abbonamento: anno L. 5, estero 8. Fratelli
Treves,editori.(V. avviso speciale a p. 284.)
Milano.
L' Indicatore generale delle Stamperie.
Giornale mensile.
Milano.
L'Indipendente. Nacque a Milano il 2
giugno dei 1872. Esce alla luce soltanto
nelle solennità, e il suo prodotto torna a
profitto delle vedove e degli orfani degli
operai e tipografi milanesi.
Milano.
L'Industria. Rivista tecnica ed econo-
mica, illustrata, nata il 3 gennaio 1887.
Esce ogni domenica in 16 pagine per cura
di una società d'industriali italiani. Abbo-
namento: anno L. 30. Un numero L, i.
Via Meravigli, 12.
Milano.
L'Italia. Giornale politico, quotidiano.
Con questo titolo sono vissuti due perio-
dici la cui storia tuttavia si concatena. Il
1.° numero àe.\V Italia usci il 17 dicem-
bre 1882 e portava per sottotitolo Gior-
nale del popolo. Q.uesto giornale fu diretto
da Carlo Borghi fino al giorno della sua
morte, avvenuta il 16 aprile 1883. A par-
tir? dal i.° maggio 1884 — dopo quindi
l'intervallo d'un anno — passò sotto la
direzione di Dario Papa, il quale gli diede
un indirizzo liberale, indipendente dai par-
titi, e vi introdusse innovazioni di forma
e di sostanza, seguite dipoi in tutto od in
parte da altri giornali anche fra i più im-
portanti. Col 31 luglio 1S85 V Italia, Gior-
nale del popolo, cessò d'esistere, ed i! i."
agosto successivo sorse in sua vece V Ita-
lia attuale, sempre diretta da Dario Papa;
ma passata sul principio del 1888 in pro-
prietà quasi esclusiva della Ditta A. Man-
zoni e C. , e avendo il Papa dato al gior-
nale un programma nettamente repubbli-
cano, nacquero dissidii fra lui e la ditta
proprietaria. Allora egli, nel dicembre 1889
abbandonò con tutta la redazione questo
giornale. V Italia tira 9000 copie. Abbo-
namento: anno L. 20, sem. 10, trim. 6-
Estero: anno L. 40, sem, 20, trim. io.
Tipografia Cesana.
Milano.
L'Italia agricola. È uno dei più impor-
PROVINCIA DI MILANO.
519
tanti giornali agrari d'Italia. Nato nel 1869
è diretto dal comra. ing. G. Chizzolini,
agricoltore intelligente e coraggioso. Ne fu
redattore-capo per circa 13 anni L. A. Pe-
russia, che uscendo nel 1887 fondò la
Gaietta Agricola (vedi). U Italia agricola
si pubblica 3 volte al mese, il io, 20 e 3 j,
in fascicoli di 16 pagine a gran formato e
doppia copertina. Fu premiato alle mostre
di Parigi e Vienna. Tratta diffusamente la
parte scientifica e pratica e i nomi dei suoi
collaboratori son quelli dei più illustri
agronomi ed agricoltori d'Italia. È corre-
dato di ricco notiziario, numerose corri-
spou'^enze d'ogni parte d'Italia e dell'este-
ro e da una rassegna dei mercati. A richie-
sta si spedisce un numero gratis per saggio.
Tiratura 1600 copie. Abbonamento con
premi: anno L. 15, sern. 8 - Unione posta-
le: anno L. 18 - Australia e colonie L. 26.
Via Silvio Pellico, 6.
Milano.
L' Italia finanziaria. Giornale commer-
ciale, induitriale, nato nel 1883 col titolo
di Borsa, che mutò nell'attuale. Esce tutti
i giorni meno i festivi in 4 pagine. Non
si vende a numeri separati. Abbonamento:
anno L. 12.
2\iilano.
L'Italia giovane. Periodico d'istruzione
ed educazione per giovanetti e giovanette
dagli 8 ai 16 anni, fondato nell'ottobre
del 1886. Esce ogni mese a fascicoli illu-
strati di 64 pagme. V Italia giovane mira
a compire l'insegnamento della scuola e
ad agevolare la missione dei genitori, edu-
cando i loro figli a sentimenti die asso-
cino al rispetto profondo della monile il
vivo amore alla patria, avviandoli nell'età
più preziosa a entrare da soli nel mondo
senza temerità e senza sgomento. La parte
femminile è diretta dalla nota scrittrice
Anna Vertua-Gentile. Editore: Hoepli. Ab-
bonamento: anno L. 15. Corso V. E , 37.
Milano.
L' Italia monumentale, artistica e indu-
striale. Edita da S. Pastono e C. - Esce
mensilmente in volumi di circa 180 pagine,
formato 0,17 y. 0,13 che vengono distribuiti
gratuit;imente ai forestieri che arrivano
a Roma, Napoli, Milano, Venezia, Firenze,
Torino, Genova e Bologni. Ciascuna delle
città sopra indicate è rappresentata ila ap-
posito album di 24 vedute in foto-litografia
de' suoi più belli monumenti, con analoga
spiegazione a tergo ed esatta descrizione
topografica, storica e statistica della città
stessa. La parte industriale e commerciale,
•poi, vi è rappresentata dalla pubblicità dei
migliori esercenti d'ogni città, e fornisce
in tal modo al forestiero viaggiante la co-
modità di fare acquisti delle migliori cose
che desidera o che eventualmente gli pos-
sono abbisognare. Via Cappellari, 3 .
Milano.
y Italia termale, Journal d' Italie.
Giornale di politica, viaggi, annunzi di sta-
bilimenti termali, varietà, qcc, fondato
nel 1882. Si pubblica ogni settimana in 4
pagine. Direttore: prof Ippolito Pederzolli.
Abbonamento: anno L. 6; pei sanitari L. 3.
Un numero io centesimi.
Milano.
La Lanterna. Giornale umoristico, let-
terario, teatrale, fondato nel 1878. Si pub-
blica 3 volte al mese in 8 pagine. Abbo-
namento: anno L. io. Un numero cent. 50.
Milano.
II Lamlaro. Giornaletto politico, ammi-
nistrativo, fondato nel 1885. Si pubblica
ogni settimana in 4 pagine. Abbonamento:
anno L. 3. Un numero 5 centesimi.
Lavori femminili. Giornale delle donne,
fondato nel 1881. Esce ogni mese in 8
pagine con copertina, adorne di incisioni
d'ogni specie, con numerosi annessi, fra
gli altri una tavola di ricami colorata, ta-
vola di ricami in nero, modelli di oggetti
di biancheria, ecc. - Abbonamento: anno
L. 5, estero 6 (oro). Fratelli Treves, editori.
Milano.
Il Lavoro manuale. Supplemento men-
sile al giornale il Risveglio educativo (vedi) ,
fondaco nel 1888. Esce in 4 pagine, for-
mato 0,36 y, 0,22, con illustrazioni. Diret-
tore proprietario: prof G. A. Marcati. Ab-
bonamento: anno L. 2. Via Parini, 15.
Milano.
La Lega lombarda. Giornale politico,
amministrativo, nato nel 1886. Esce ogni
giorno nel formato dei giornali politici di
Milano e tira circa 7000 copie. Direttore:
Giuseppe cav. Sacchetti. Redattore capo :
Saccardo dott. Francesco. Abbonamento:
anno L. 22, sem. 1 1 , trini. 5,50. Un numero
5 centesimi. Via Carlo Alberto, 30.
Milano.
Il Lillipuziano. Gazzetta di Codogno,
amministrativa, monarchico- progressista,
fondata il 30 ottobre 1888. Esce a periodi
varii in 4 pagine, formato 0,37x0,27.
ed ha per motto le parole di Beaumar-
chais : « Solamente gli uomini piccoli, te-
mono i piccoli scritti. » Direttore: avv. Gio-
vanni Cairo. Tiratura 700 copie. Un nu-
mero 5 centesimi. Via Roma, 9.
Codogno.
La Lombardia. Giornale politico del
mattino, nato nel 1859. La Lombardia,
520
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
benché abbia subito varie vicende politi-
che, può dirsi uno degli organi più impor-
tanti della democrazia italiana; è indipen-
dente nei propri giudizi e nella propria
condotta; propugna le idee schiettamente
democratiche nell'orbita delle istituzioni;
non è legata da vincoli di chiesuole e non
sacrifica la propria indipendenza ad idoli
del momento; ha grandissima diffusione
ed è molto favorevolmente considerata in
mezzo al giornalismo democratico, serio,
indipendente ed autorevole del paese. Ap-
partiene dal 1S78 alla Casa editrice Civelli,
che possiede anche il Diritto di Roma, il
Corriere italiano di Firenze e l'Adige di Ve-
rona. La Lombardia, che tira dalle 12000
alle 25000 copie giornaliere, è diretta dal
dott. Alfredo Comandini, fino dal 18^3; ha
per critico d'arte Gustavo Macchi, ed ha per
redattori l'avv. Valdata, Aristide Goldba-
cher, Giuseppe Bolognesi, il prof. Celestino
Mauro, il maestro Dalla Dea, Alfredo Co-
lombini, ecc. Ha per corrispondente romano
Luigi Dobrilla, genovese Bald'no Mozzi,
napoletano l'avv. Colosino, torinese L. Pi-
colli, parigino L. Berri; ha pei corrispon-
denti in tutti i capoluoghi di provincia e
di circondario d-^^lla Lombardia. La Lom-
bardia esce ogni giorno in 4 pagine grandi
a 5 colonne; dà in premio agli associati le
Conversazioni della Domenica (vedi), un
supplemento illustrato mensile ed altri premi
speciali Abbonamento: anno L. 24, sera. 12,
trim. 6. Unione postale: anno L. 40, sem. 20,
trini. IO. Inserzioni: 30 centesimi la linea.
Via S. Damiano, 16.
Milano.
Magazzino delle damigelle. Giornale il-
lustrato di mode, letteratura, economia do-
mestica, e.cc., nato nel 1887. Esce ogni
mese in 8 pagine. Direttrice: Marchesa
della Rocca. Abbonamento: anno L. 12.
Un numero L. 1,25. Premi agli associati.
Via Marsala, 4.
Milano.
Margherita. Giornale di mode e lette-
ratura, di gran lusso, fondato nel 1878.
Esce ogni settimana in 12 pagine in-4.°
grande come i grandi giornali illustrati,
su carta finissima, con caratteri fusi appo-
sitamente, con splendide e numerose in-
cisioni, con copia e varietà di annessi e
ricchezza di figurini. Anche la parte let-
teraria è molto accurata. I racconti e i ro-
manzi sono tutti originai e dovuti alla
penn.1 dei nostri migliori scrittori, come
Barrili, Castelnuovo,Serao, Neera, Bersezio,
O. Roux,ecc Dà pu'-e disegni di nomi e ini-
ziali a richiesta delle assjciate, alle quali
si possono dare consigli e schiarimenti
nella « Piccola corrispondenza ». Abbo-
namento: Edizione con figurino colorato,
anno L. 24, semestre 13, trimestre 7, per
gli stati dell'unione postale L. 32 (oro) -
Edizione senza figurino colorato, anno L . 1 2,
semestre 6,50, per gli stati dell'unione po-
stale L. t5 (oro). Editori: Fratelli Treves.
(Vedi avviso speciale a pag. 373.)
Milano.
Il Mese agricolo. Giornale mensile illu-
strato, nato nel i^'òi sotto la direzione del
dott. Pantaleone Lucchetti, già della R. Uni-
versità di Torino. Il Mese agricolo esce
ogni mese in fascicoli di 16 pagine pic-
cole a 2 colonne. È un'importante pub-
blicazione molto utile agli agricoltori, pos-
sidenti, industriali, ecc., perchè in essa
mese per mese si danno dei consigli sulle
semine, sul tempo opportuno di farle, si
parla di orticoltura, di giardinaggio, di eco-
nomia domestica ed agricola, ecc. Insomma
il Mese agricolo è un' indispensabile guida
per coloro che si dedicano alla coltivazione
della terra. Come varietà poi pubblica ritratti
e biografie di grandi uomini che si resero
benemeriti dell'umanità in qualsiasi modo.
Abbonamento: anno L. 5, col diritto ad
un premio. Via della Palla, 3.
Milano.
Messaggero teatrale. Giornale artistico,
nato nel 1887. Esce ogni settimana in 4
pagine. Abbonamento: anno L. 4,50. Un
numero io centesimi.
Milano.
Le Missioni cattoliche. Giornale reli-
gioso, nato nell'aprile 1872, come organo
dell'opera La Propagaiione della Fede, e
continuazione del periodico dello stesso
nome cominci.uo a Lione nel 186S. Si
pubblica ogni settira.ina in 12 pagine in-S."
grande, con illustrazioni e copertina. Ti-
ratura 3000 copie. Scopo del g ornale è
promuovere il bene di tutte le missioni
del mondo, e dar precise notizie ai let-
tori dei paesi lontani. Direttore: sac. Gia-
como Scurati. Abbonamento: anno L. io,
sem. 6. Non si vende a numeri separati.
Via S. Calogero, 9.
Milano.
La Moda. Giornale delle dame molto
ricco e diffuso nelle famiglie, fondato nel
1878. Si pubblica in 16 pagine di testo
adorne di incisioni di moda e di lavori
intercalati nel testo: un figurino colorato,
un figurino nero, una tavola di ricami e
modelli, modelli tagliati, una tavola colo-
rata di lavori di tappezzeria, e un bellis-
simo giuoco di società. Sorprese, oleogra-
fie ed altri oggetti di ornamento. Esce il
i.° d'ogni m. se, edito dalla Casa Treves.
PROVINCIA DI MILANO.
5^1
Abbonamento : anno L. io, sem. 5, trim. 3 -
Unione postale: anno L. 13 (oro). (Vedi
oltre avviso speciale.)
Milano.
La Moela illustrata. Giornale di mode,
lavori femminili e letteratura, nato il j
novembre 1886. Si pubblica ogni giovedì
in 16 pagine in-4.° a 3 colonne con nu-
merosissime incisioni. È uno dei migliori
giornali femminili, specialmente per i nu-
merosi disegni e l'economicità dell'abbona-
mento. Editore: E. Sonzogno. Abbonamen-
to: anno L. 5, sem. 3 -Estero: anno L. 8,
sem. 4,50. Un numero 0,10. Via Pasqui-
rolo, 14.
Milano.
Il Mondo artistico. Giornale teatrale,
letterario, fondato nel 1867 da Alessandro
Fano e Filippo Filippi. Esce ogni setti-
mana in 8 pagine con illustrazioni. Tira-
tura 1500 copie. Direttore : A. Fano. Ab-
bonamento: anno L. 30. Tipografia Golio.
Milano.
Mondo piccino. Letture illustrate per i
bambini, fondate il 4 marzo i8S6. Il gior-
nale esce ogni giovedì in 8 pagine in-4.°
piccolo a 2 colonne. Vi scrivono: O. Roux,
L. Capuana, E. Fiorentino, G. Manzoni,
Cordelia, ecc. - Editori: Fratelli Treves.
Abbonamento: anno L. 3. Un numero 5
centesimi. (V. avviso speciale a pag. 497.)
Milano.
Monitore degl'impiegati. Giornale am-
ministrativo, politico, industriale, fondato
nel 1864. Esce ogni settimana in 4 pagine
gran formato a 5 colonne. Pubblica le va-
canze d'impieghi, gli atti e le notizie di
associazioni fra impiegati, ecc. - Tiratura
1000 copie. Direttore: G. B. Stampa. Con-
direttore ed amministratore: Giuseppe Bo-
sio. Abbonamento: anno L. 8, sem. 5,
trim. 3 - Estero: anno L. 11, sera. 7,
trim. 4. Inserzioni: cent. 15 la linea. Un
numero cent. 20. Piazza della Scala, 4.
Milano.
Monitore dei prestiti. Giornale finan-
ziario, industriale, commerciale, fondato
nel 1875. Esce ogni domenica in 8 pagine
in-4.° a 3 colonne. Ha 4000 abbonati. Pub-
blica tutti i prestiti e fa servizio gratuito
agli abbonati per la verifica di detti prestiti
passati e futuri; incassa cuponi, compra e
vende obbligazioni per conto degli abbo-
nati. Direttore : P. B. Bellini, che dirige
anche il Sole (vedi). Abbonamento: anno
L. 5, estero 8. Via Carmine, 5.
Milano.
Monitore dei tribunali. Giornale ebdo-
madario di legislazione e giurisprudenza,
nato nel 1859. È redatto dagli avvocati
Porro E. Antonio, Majno prof. Luigi, e
G. B. Calzini. Vi scrivono anche gli avvo-
cati Simone Orefici, A. Scotti, E. Arrigoni,
L. Gallavrcsi, ecc. - Esce ogni settimana
in fascicoli di un numero indeterminato di
pagine. Ha per supplemento la Cronaca le-
gislativa (vedi). Fratelli Rechiedei, editori.
Abbonamento: anno L. 26. Un num. L. r.
Milano.
Il Monitore della moda. Giornale illu-
strato per le signore, fondato nel 1868.
Grandi figurini colorati e disegnati, grandi
tavole di ricami, ecc. - Tiratura 4000 co-
pie. Abbonamento all'edizione settimanale :
anno L. 24, sem. 12, trim. 6 - Estero: an-
no L. 30, sem. 16, trim. 8 - All'edizione
quindicinale: anno L. 15, sem. 8, trime-
stre 4,50 - Estero: anno L. 18, sera, io,
trim. 5,50 - All'edizione mensile: anno
L. 6, sem. 3,50 - Estero: anno L. 7,50,
sem. 4. Via Solferino, 22.
Milano.
Monitore tecnico legale degl' ingegneri,
architetti e impresari di lavori pubblici
e privati per quanto ha rapporto coll'ar-
chitettura e ingegneria, e più special-
mente colla responsabilità civile e penale.
Fondato nel 1888, si pubblica una volta
o due al mese in fascicoli di 48 pagine
in-8.° - Abbonamento: anno L. 15. Di-
rettore: avv. Francesco Bufalini. Ufficio
tecnico legale per gì' ingegneri-architetti.
(Il giornale si stampa a Siena nella Tipo-
grafia arcivescovile S. Bernardino.)
Milano.
Il Monzese. Corriere del circondario, nato
il 6 gennaio 1889. Esce ogni domenica in 4
pagine, formato 0,43 x 0,26. Direttore: Atti-
lio Delfino. Abbonamento:annoL. 3. Un nu-
mero 5 centesimi. Piazza del Mercato, 14.
Mon^a.
Morgagni. (Vedi provincia di Napoli.)
Il Motto per ridere. Giornale umori-
stico illustrato, di articoli, novelle, boz-
zetti, stramberie, ecc., nato nel 1889. Esce
il 15 d'ogni mese in 16 pagine in-8.° grande.
Un numero 0,25. Carlo Aliprandi, editore.
Via S. Pietro all'Orto, 16.
Milano.
Il Muratore. Organo della Federazione
muraria italiana, nato il 31 agosto 1889.
Esce ogni mese in 4 pag., forra. 0,35 x 0,21.
Tira 2000 copie. Abbonamento: anno 0,60.
Un numero cent. 5. Via 5. Marta, 5.
Milano.
La Musica sacra. Fondato nel 1876, si
pubblica ogni raese in 8 pagine di testo,
oltre 16 di musica: 8 per organo e 8 per
canto. Abbonamento: anno L. io.
Milano.
522
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
La Novità. Corriere delle dame, gior-
nale delle mode, lavori femminili e di ele-
ganza, fondato nel 1864. Esce ogni gio-
vedì a dispense di 8 pagine in gran for-
mato, 50 figurini grandi colorati. Tiratura
6000 copie. Nel gennaio del 1889 si fuse
col Tesoro delle famiglie, che usciva ogni
15 giorni dal 1865. Abbonamento : Italia,
anno L. 24, sem. 12, trim. 6 - Unione
postale: anno L. 26, sem. 13, trim. 6,50 -
Un numero L. i. Editore: E. Sonzogno.
Milano.
Nunal (Il Messaggero). Organo dell'As-
sociazione centrale per la propaganda del
volapuk, nato nel maggio 18S9. Esce ogni
mese in 8 pagine in-4.° a 2 colonne. Di-
rettore : Carlo Giani. Abbonamento : anno
L. 3,50, estero 4. Via Unione, 20.
Milano.
Nuovo Eabadan. Giornale illustrato del
buon umore milanese, fondato nel 1878.
Esce, adesso, una volta all'anno, durante gli
ultimi giorni del carnevale. Contiene prose
e poesie in dialetto milanese dei più noti
scrittori della città. Proprietario: Angelo
Gatti, libraio-giornalista. Piazza Fontana.
Milano.
Il Nuovo Rosmini. Periodico scientifico,
letterario, nato il 15 luglio 18S9. Esce il
156 l'ultimo d'ogni mese in fascicoli di 64
pagine in-8.'' grande; i fascicoli di un se-
mestre formano un volume di 768 pagine,
duesto giornale fu preceduto dal Rosmini,
che si pubblicò pure a Milano. Abbona-
mento : anno L. 1 5, sem. 8 - Estero : anno
L. 20, sera. II. Editori: Fratelli Rechie-
dei. Via S. Pietro all'Orto, 16.
Milano.
L'Osservatore cattolico. Giornale poli-
tico religioso, nato nel 1864, per cura del
vescovo Caccia Dominiani. Nel 1868 as-
sunse la direzione del periodico D. Davide
Albertario, un prete intelligente, ma vio-
lento, polemista, in guerra sempre con la
stampa hberale, la quale gli ha mosse ac-
cuse di ogni genere. Su D. Albertario i
giornali hanno narrato aneddoti piccan-
tissimi e strani, h' Osservatore, malgrado
tutto, ebbe dai Pontefici Pio IX e Leo-
ne XIII ben 20 brevi di approvazione.
Esce ogni giorno in 4 pagine a 4 colonne.
Abbonamento: anno L. 25.Un numero 0,10.
Via Vittorio Alfieri, 4.
Milano.
Panfilo Castaldi. Foglio della omonima
fonderia e tipografia di caratteri, nato nel
1883. Si pubblica ogni mese in 8 pagine
in-4.° a 2 colonne con illustrazioni. Tira
4000 copie che si distribuiscono gratis ai
tipografi per uso di reclame della Fonde-
ria Filippo Piazza e C. - Corso Luciano
Manara, 4.
Milano.
La Perseveranza. Giornale politico, quo-
tidiano. Nel 1859, appena liberata la Lom-
bardia, un nucleo di cittadini, per la mas-
sima parte milanesi, i quali, quasi tutti,
avevano in vario modo, cooperato a pre-
parare l'indipendenza della Nazione, s'uni-
va in società anonima (ora in accoman-
dita) e fondò la Perseverania, a cui ap-
pose il motto : usqtte ad finent. Il primo
numero usci il 20 novembre 1859. Nel suo
programma si leggevano queste parole:
« Noi vogliamo perseverare nella via che abbiamo
cominciato a percorrere come Nazione, e la vogliamo
indipendente, libera, prospera, ed amata. Perseverare
vogliamo fino alla fine ; e qui a chi sente e vuole come
l'Italia, non abbiamo d'uopo di dare definizioni. »
A questo programma rimase fedéle.
Prima Pacifico Valussi, il decano vero dei
giornalisti italiani, poi Fon. Bonghi furono
per lunghi anni direttori della Perseveran:^a,
facendole acquistare grande importanza e
diffusione. Ma nel 1 874, il Bonghi, nominato
ministro, dovette abbandonarla. La direzio-
ne fu assunta dal dott. Carlo Landriani. Il
giornale oltre alla parte larghissima che
assegna alle quistioni politiche, parlamen-
tari, economiche, ecc., contiene una vasta
parte commerciale, con listini telegrafici.
La Perseverania ebbe per lunghi anni, co-
me appendicista artistico, il dotr. Filippo
Filippi, il più celebre critico teatrale, morto
di recente. Corrispondente romano: Napo-
poleone Castellini. La Perseveranza tira
50000 copie. Abbonamento: anno L. 34,
sem. 17, trini. 9, un mese 3,50- Unione
postale: anno L. 54, sem. 27, trim. 14, un
mese 5. Un num. o,io.ViaTre Alberghi, 28.
Milano.
Il Piccolo Messaggero. Giornale evan-
gelico, fondato a Firenze nel 1876. Nel
1883 si trasportò a Milano. Si pubblica 2
volte al mese in 4 pagine. Abbonamento:
anno L. 2. Un numero 5 centesimi.
Milano.
Il Po. Giornaletto politico, amministra-
tivo, monarchico-conservatore, economi-
co, fondato nel 1885. Direttore: avv. A.D.
Marchesi. Esce ogni settimana in 4 pagine
a 5 colonne. Tiratura 500 copie. Abbona-
mento: anno L. 5. Un numero cent. lO.
Codogno.
Il Politecnico. Giornale d'ingegneria, ar-
chitettura,arti e industrie, fondato nel 1853.
Si pubblica ogni mese a fascicoli di circa
64 pagine con illustrazioni. Tiratura 5000
copie. Abbonamento: anno L. 24.
Milano.
PROVINCIA DI MILANO.
523
Il Popolo cattolioo. Giornale politico,
religioso, settimanale, fondato nel 1873.
Esce in 4 pagine gran formato a 5 co-
lonne, con illustrazioni in 1/ pagina. Ti-
ratura 3000 copie. Abbonamento: anno
L. 3 - Estero 5. Via Vittorio Alfieri, 4.
Milano.
La Previdenza. Monitore dell'Associa-
zione generale tra gl'impiegati civili in
Milano e delle Cooperative consociate, nato
nel 1886. Esce ogni mese in 8 pagine a
2 colonne in-4.'' Tiratura 3000 copie. Ab-
bonamento: anno L. 3. Via Silvio Pellico, 8.
Miìaìio.
Pro Patria, Giornale di ginnastica, fon-
dato nel 1884. Esce ogni mese in 8 pa-
gine. Abbonamento: anno L. 2. Un nu-
mero 20 centesimi.
Milano.
I Protesti cam"biarii in tutto il regno
d' Italia. Supplemento speciale al giornale
i Fallimenti (vedi), fondato il 15 gennaio
1885. Esce ogni giovedì in 4 pagine in-4.''
grande. Abbonamento: anno L. 12 -Este-
ro 15. Ogni numero 0,30. Via Carmine, 5.
Milano.
II Pungolo - Corriere di Milano. Gior-
nale politico, letterario, quotidiano, fon-,
dato nel 1859 da Leone Fortis (Doctor
Veritas). Sui primi tempi il Pungolo, pic-
colo giornale della sera a un soldo, an-
dava a vele gonfie, perchè era fatto con
grande abilità dal suo direttore, uomo in-
tellettualmente superiore a tutti i suoi ri-
vali. Ma il Secolo prima, poi il Corriere di
Milano fecero una concorrenza spietata al
Pungolo; il quale però, mercè una combi-
nazione finanziaria si fuse col Corriere
fatto dal Treves, e cosi la sua tiratura salì
a 12 o 13 mila copie. A poco a poco però
essa scemò ed attualmente il Pungolo tira
304 mila copie. Nell'agosto del 1885 una
nuova crisi finanziaria mise in gran peri-
colo l'esistenza del Pungolo, quindi Fortis
(che aveva fatto a Roma molti anni prima
la Nuova Roma) fu costretto a lasciare la
direzione del giornale e con parecchi buoni
elementi di questo fondò un Vecchio Pun-
golo. Ma dopo il compromesso avvenuto
con la Ditta Bertolotti, la quale erasi resa
proprietaria del Pungolo, il Vecchio Pungolo
si fuse con questo e Fortis tornò al gior-
nale. Scrissero e scrivono nel Pungolo Vin-
cenzo Broglio e Bignami. Il Pungolo esce
in 4 pagine grandi a 5 colonne; è giornale
moderato, liberale. Abbonamento: anno
L. 24, Sem. 12, trim. 6 - Unione postale:
anno L. 40. Inserzioni: e. 40 la linea in 4.*
pagina, L. 1,50 in 3.^ Via SoncinoMerati, 1 5,
Milano,
Raccolta milanese di storia, geografia
ed arte. Periodico mensile illustrato, nato
nel gennaio 1881, diretto dal prof. Gentile
Pagani, archivista municipale, colla colla-
borazione dell'arch. prof. Luca Beltrarai.
Esce in fascicoli di 16 pagine in-4.° con
tavole. Abbonamento: anno L. 6. Un nu-
mero 60 cent. Via S. Carpoforo, 22.
Milano.
Il Rappresentante. Monitore delle espo-
sizioni, nato nel 1889; esce in 4 pagine
a 3 colonne, tira 10,000 copie che dispensa
gratis per propugnare l'estensione del com-
mercio e dell'industria italiana. Col Rap-
presentante nel 1890 si fuse il giornale d'an-
nunzi tipografici La Vedetta. Direttore: Car-
lo Sestagalli. Via Cesare Correnti, 14.
Milano.
Rendiconto del R. Istituto lombardo di
scienze e lettere. Bollettino delle adunanze,
fondato nel 1860. Si pubblica a fascicoli
di 2 fogli circa in-S.", a 20 fascicoli l'anno
che formano poi uu volume. Abbonamento
a 20 fascicoli L. 15. Libreria Hoepli. Gal-
leria De Cristoforis, 59,62.
Milano.
Rendita settimanale - Testo matematico
dei giuocatori del lotto. Fondato nel 1885,
esce 2 volte ni mese in una pagina. Abbona-
mento: anno L. 35, sem. 18, trim. io. Non
si vende a numeri separati. Via Bottonuto, 6.
Milano.
La Riforma finanziaria. Giornale biset-
timanale, commerciale, industriale, finan-
ziario, marittimo e di assicurazioni. Pub-
blica tutte le estrazioni nazionali ed estere.
Gli abbonati hanno diritto alla verifica gra-
tuita delle estrazioni de' prestiti a premii,
ed altre speciali operazioni di indole finan-
ziaria. Fondato nel giugno 1889 da G. I.
Parodi (già direttore é^W Araldo di Como)
ed Enrico Giunti, notissimo pubblicista,
la Riforma finanziaria ha oggi una tiratura
di 5000 copie. È il più diffuso e competente
de' giornali finanziarli, il solo che abbia un
servizio speciale di informazioni con appo-
siti corrispondenti a Parigi, Londra, Ber-
lino, Vienna e Romj, e dei pochi che tratti
le questioni con indipendenza e larghezza,
non essendo organo di nessun gruppo fi-
nanziario. Pubblica le situazioni mensili e
i bilanci delle Banche, Società, acc. - Diret-
tore: G. I. Parodi; redattore capo : E. Giunti.
Abbonamento: anno L. io, sem. 6-Estero:
anno L. 1 5, sem. 8. Gli abbonati ricevono
in dono La Gaietta Agricola (vedi). Via
Andegari, 15,
Milano.
Il Risveglio educativo. Giornale d'istru-
zione ed educazione, nato nel 1884 per
524
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA. ITALIANA.
propugnare gl'interessi della scuola e dei
maestri. É uno dei più diffusi ed autorevoli
giornali scolastici. Esce ogni settimana in
20 pagine in-4.° a 2 colonne. Direttore pro-
prietario : G. A. Marcati. Vi scrivono : M. Za-
glia, Sacchi, A. Bèrtoli, G. Fanti, Vecchia,
G. Perez, Compayrè,ecc. Ha 2 supplementi:
Frugolino e [[Lavoro manuale (vedi). Abbo-
namento: anno L. 7,50. Via Parini, 15.
Milano.
Rivista clinica. Giornale di medicina e
scienze affini, nato nel 1862. Esce ogni
mese in fascicoli illustrati di un numero
indeterminato di pagine ed ha la direzione
a Bologna, Abbonamento: anno L. 15.
Milano.
Rivista degli avicultori. Organo delle
società colomboiìle italiane, nato nel 1889.
Esce ogni 15 giorni. Direttore: Alberto
Gemignani. ( Vedi ['Allevatore. ) Abbona-
mento: anno L. 5. Via Pasquirolo, 6.
Milano.
Rivista della beneficenza pubblica. Gior-
nale nato nel 1^73 e diretto dal comm. avv.
Giuseppe Scotti. Esce ogni mese in fascicoli
di circa 100 pagine in-8.° grande e si occu-
pa di beneficenza ed istituti di previdenza.
Abbonamento: anno L. 20. Un numero
L. 3. Via deirOlraetto, 6.
Milano.
Rivista di bachicdtura. Giornale dedito
agl'interessi delia bachicoltura e dell'in-
dustria serica, nato nel 1869. Esce il i.°
e 16 d'ogni mese in 4 pagine a 2 colonne;
nei mesi di maggio e giugno esce ogni
lunedi. Direttore: Felice Franceschini. Ab-
bonamento: anno L. 4. Un numero 20
centesimi. Via S. Pietro all'Orto, 15.
Milano.
Rivista di filosofia scientifica. Nata
nel 1881, esce a fascicoli mensili di 64
pagine in-8.° grande, formanti un volume
annuo di circa 770 pagine con tavole e
figure. Ciascun numero contiene notevoli
articoli originali, note critiche, riviste scien-
tifiche analitiche, bibliografiche, e studi
accuratissimi di noti scrittori. La parte bi-
bliografica è fatta con molta coscienza e
rigore scientifico. Direttore: prof. Enrico
Morselli, direttore della clinica delle ma-
lattie mentali nell'Università di Genova.
(Via Assarotti, 25). Vi scrivono: G. Sergi,
Canestrini, Boccardo, Ardigò, Trezza, Vi-
gnoh, G. Cantoni, ecc., cioè i primi filo-
sofi e scienziati positivisti italiani. Abbo-
namento: anno L. 15. Un fascicolo L. 2,
Editori : Fratelli Dumolard, Corso V. E, 21.
Milano.
Rivista delle migliori case importatrici
ed esportatrici d' Italia Natali io giugno
1888, esce in marzo, giugno, settembre e di-
cembre con numeri intermedii secondo il
bisogno, in 32 pagine in-4.° Direttore: Leo-
poldo Carozzi. Tiratura 4000 copie. Abbo-
namento: anno L. 10. Estero L. 1 2. Un nu-
mero L. I. La i?zyàifl viene distribuita gra-
tuitamente alle Camere di Commercio, Con-
solati italiani, inserenti, ecc. Via Volta, 5.
Milano,
Rivista illustrata settimanale. Giornale
istruttivo, pittoresco, di notizie ed avve-
nimenti di attualità, fondato nel 1878. Si
pubblica ogni domenica in 8 pagine a 3
colonne. Cronaca degli avvenimenti poli-
tici, rassegne artistiche e letterarie, articoli
di scienze e di storia, dettati in forma fa-
cile e naturale, varietà, racconti, novelle,
sciarade, rebus, ecc. Questo giornale ha
avuto diversi direttori. Sino al 1882 fu di-
retto da Luigi Boccacci, ora direttore della
Galletta Provinciale di Bergamo (vedi); poi
da Giacomo Cavallotti, fino al 1884; dal
1884 al 1888 fu diretto da Assio Cattilio,
che ne portò la tiratura a 8000 copie. Ora
è diretto dallo stesso editore F. Garbini.
Tiratura 4000 copie. Si dà in dono agli
associati del Monitore della moda (vedi). Ab-
bonamento: anno L. 5, sera. 3. -Estero:
anno L. io, sem. 6. Via Solferino, 22.
Milano.
Rivista italiana di numismatica. Pub-
blicazione, scientifica, nata nei maggio 1888
e diretta dal dott. Solone Ambrosoli e da
un consiglio di redazione. Vi scrivono:
Francesco ed Ercole Gnecchi, U. Rossi,
G. Mulazzani, Emilio Motta, ecc. Esce in fa-
scicoli trimestrali di oltre 100 pagine in-8.'
con tavole. Abbonamento: anno L. 20. Un
fascicolo L. 7. Via Pantano, 26.
Milano.
Rivista italo-americana. Giornale di po-
litica, economia, scienze, storia, letteratura,
viaggi, ecc., fondato da Mario Mariani il
i.° novembre 1889. Esce il i.° e 15 d'ogni
mese in 8 pagine a 3 colonne in - 4."
Redattori: Mariani, Cittadini, fondatore
della Patria Italiana di Buenos Aires, L.
Mary, Paul Vibert, Edmund Jolly, Oreste
Gallo, ecc. Abbonamento: anno L. lO,
estero 15. Via Lazzaro Palazzi, 19.
Milano.
Rivista italiana scientifica - bibliografi-
ca. Giornale letterario, cattolico, nato il i.°
dicembre 1886. Esce una volta al mese in
fascicoli di circa 100 pagine in-S." Abbona-
mento: anno L. io. Corso S. Celso, 26.
Milano,
Rivista scientifico-letteraria. Pubblica-
zione nata nel 1887. Esce ogni mese in
un numero indeterminato di pagiae. Non
PROVINCIA DI MILANO.
525
fa abbonamenti. Si dà in dono agli abbo-
nati della Perseveratila. Un numero L. i.
Milano.
Hivista teatrale melodrammatica. Gior-
nale artistico, fondato nel 1Ò83. Esce in 4
grandi pagine a 4 colonne, 1' i, 8, 15 e 25
d'ogni mese. Contiene le notizie di tutto il
mondo artistico, con telegrammi particolari
dell'Italia e dell'estero. Contiene anche un
piccolo notiziario politico. La 4.° pagina è
tutta occupata dal movimento degli artisti
abbonati al giornale. Abbonamento: Italia,
anno L. 8, Europa 15, resto 20- Per gli
artisti di canto e ballo: anno L. 30, Il gior-
nale ha un'agenzia teatrale. Galleria V. E.
Milano.
Romanzi per appendici di giornali. Bol-
lettino delle novità romantiche francesi,
spagnuole, portoghesi e inglesi per appen-
dici di giornali, nato nel i8<s8. Esce 8010
volte all'anno e viene spedito gratuitamen-
te. É edito dall' Agence des Gens de Lettres.
Milano.
La Scienza per tutti. Giornale scienti-
fico illustrato, nato il 2 marzo 1879. Esce
ogni mese in 16 pagine in-4.'' e 4 di co-
pertina. Le colonne di questo giornale sono
aperte a tutti i lavori d'interesse generale
che gli vengono affidati da giovani scien-
ziati, e contengono scritti originali di autori
contemporanei ben noti nel mondo scien-
tifico. Tiene i lettori al corrente delle più
notevoli e recenti invenzioni e scoperte
concernenti la fisica, la chimica e la mec-
canica, e tratta problemi di matematica
singolari o quasi sconosciuti. Editore :
Edoardo Sonzogno. Abbonamento: anno
L. 2,50, estero 3. Un numero cent. 25.
Milano.
La Scuola cattolica. Giornale scientifico,
religioso, bimensile, fondato nel 1S73. Esce
in fascicoli di 95 pagine. Tiratura 2000
copie. Abbonamento: anno L. 12. Un nu-
mero L, 1,50. Via Conservatorio, 12.
Milano.
Le Scuole secondarie - Eco dell' Associa-
zione nazionale jra gì' insegnanti delle scuole
secondarie. Giornale d'istruzione ed educa-
zione, nato nel 1883 a Torino, dove si
pubblicò fino al 18^7; in quell'anno tra-
sferi la sua direzione a Milano, dove si
pubblica 2 volte al mese durante l'anno
scolastico. Abbonamento: anno L. 8. Via
Silvio Pellico, 8.
Milano,
Il Secolo - Gaietta di Milano. Giornale
politico, democratico, fondato nel 1866. Si
pubblica ogni giorno, nelle ore pomeri-
diane, in 4 grandi pagine a 5 colonne. È
senza confronto il più difìuso dei giornali
d'Italia; tira ogni giorno in media 200,000
copie; pubblica disegni di attualità e gran
numero di telegrammi e corrispondenze
da ogni parte d'Italia e dall'estero. Mercè
questo suo servizio telegrafico è il gior-
nale più rapidamente informato, ciò che
insieme colla modicità del prezzo di ogni
numero e di abbonamento gli ha procu-
rato una grande diffusione. Si stampa
con cinque macchine rotative Marinoni.
Pubblica mensilmente degli splendidi sup-
plementi illustrati. Editore proprietario :
Edoardo Sonzogno. Direttori : Ernesto
Teodoro Moneta e avv. Carlo Romussi.
Redattori: A. Savini, E. Girardi, A. Maz-
zucchetti, A. Polastri, V. Manfredi, A. Biz-
zoni, maestro prof A. Galli, maestro V. Val-
le, N. Daspuro (Das), S. Bacchia, G. Eandi,
G. Siccardi,ecc. ecc. - Collaboratori: F. Ca-
vallotti, G. Carducci, E. Morselli, E. Ferri,
T. Martello, G. Rosa, I, Scarabelli, N. Co-
lajanni, G. Chiesi, ecc. ecc. - Abbona-
mento: anno L. 24, sem. 12, trim. 6. Un
numero 5 centesimi. Premi agli abbonati.
(Vedi avviso speciale a pag. 508.)
Milano.
Il Secolo illustrato della domenica. Esce
in 8 pagine in-4.° illustrate, dal 6 otto-
bre 1889. Si iuse con l' Emporio pittoresco,
nato nel 1864 e cessato nel 1889, ed ha
sostituito il Secolo doppio. Contiene arti-
coli e incisioni di attualità, racconti, ecc.
Abbonamento: anno L. 5, sem. 3 - Unio-
ne: anno L. 8, sem. 4,50. Un numero io
centesimi. Editore : Edoardo Sonzogno.
Milano.
Il Sempione. Guida-orario mensile.
Milano.
La Settimana religiosa. Giornale catto-
lico, fondato nel i»7S dalla Società di
S. Paolo per la diffusione della buona
stampa. Esce ogni venerdì in 16 pagine.
Abbonamento: anno L. 3,50. Un numero
IO centesimi. Via Carlo Alberto, "30.
Milano.
Il Sole. Giornale commerciale, agricolo,
industriale, organo della Camera di com-
mercio di Milano e di altri istituti. Fu fon-
dato nel 1064 e si pubblica tutti i giorni
di borsa in 4 pagine a 5 colonne. AU'espo-
sizione di Parigi del 1872 il Sole fu pre-
miato. È il giornale commerciale più dif-
fuso in Italia fra gli agricoltori, gì' indu-
striali, i commercianti, gU uomini d'affari.
Direttore: F. P. Bellini, direttore anche
del Monitore dei prestiti (vedi). Collabora-
tori fissi: Achille Bersellini, Carlo Vimer-
cati, cav. R. Paravicini, F. Podreider, Carlo
Menghini, Francesco Manganoni, Osvaldo
Gnocchi-Viani, A. Sbarbaro, Felice Carne-
526
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
roni, senatore Rossi, deputato Luigi Luz-
zatti,comm.VittorioEilena, Gabriele Rosa.
Il Sole ha inoltre circa 50 corrispondenti,
la maggior parte a pagamento, pel com-
mercio, l'industria e l'agricoltura. Il Sole
è l'unico giornale in Italia che, alieno da
gare politichi, tratti gl'interessi materiali
del paese e goda grande fiducia e credito.
Abbonamento: annoL.26,sem. 14, trira.7 -
Estero: anno L. 48, sem, 25, trira. ij. In-
serzioni: 0,40 la linea. Via del Carmine, 5.
Milano.
Lo Sport illustrato. Giornale quindici-
nale di corse, caccia, tiri, regate, scherma,
armi, high-life, alpinismo, ecc.; nato nel
1S82. Esce ogni giovedì in 12 pagine in
folio a 3 colonne su carta paglierina, adorne
di splendide incisioni. Questo giornale in
seguito alla fusione in esso avvenuta dei
tre periodici, V Eco dello Sport, la Caccia
di Milano e V Eco della caccia di Roma,
ha occupato in modo incontrastato il primo
posto fra le pubbhcazioni italiane di sport.
È l'unico giornale in cui sono trattate
con competenza da numerosi redattori le
varie materie sportive; e le molteplici ade-
renze ch'esso possiede in Italia ed all'este-
ro ne formanj il periodico meglio infor-
mato, sia nel ramo Caccia che in quello
Ippica, ecc. - Lo Sport illustrato fa fon-
dato da Ferdinando Delor, ora direttore
proprietario del Caccia e Tiri (vedi). Di-
rettore: Ferdinando Garbini. Collaboratori :
Cesare Ogliani, Silvio Pirola, Assio Cat-
tilio, Carlo Tono, ecc. - Abbonamento:
anno L. 15, sem. 8, trim. 5 - Estero: anno
L. 20. Un numero 30 centesimi. Editore:
Ferdinando Garbini. Via Solferino, 22.
Milano.
La Stagione. Splendido giornale di mo-
de, nato nell'ottobre del 1882. Si pubblica
il i.° e 16 d'ogni mese in 16 pagine grandi
a 3 colonne. Di questo giornale si fanno
nelle diverse capitali del mondo 14 edi-
zioni in altrettante lingue tra cui l'italiana,
ed hanno tutte ass eme una tiratura di ol-
tre 750,000 copie. LaSaison, edizione fran-
cese, esce a Parigi e si distribuisce lo stesso
giorno della pubblicazione a Milano presso
l'ufficio della Stagione, alle stesse condi-
zioni d'abbonamento dell'edizione italiana.
Editore : Ulrico Hoepli. Abbonjmento :
Grande edizione con figurini colorati, anno
L. 16, sem. 9, trim. 5, un numero L. i -
Piccola edizione, anno L. 8, sem. 4,50,
trim. 2,50, un numero 50 centesimi. Corso
Vittorio Emanuele, 37.
Milano.
Supplemento agli Annali di chimica
medico-farmaceutioa e di farmacologia,
Continuazione degli Annali di chimica ap-
plicata alla medicina e della Rivista di chi-
mica medica e farmaceutica; intrapresa nel
gennaio del 1885 è diretta dai professori
P. Albertoni e I. Guareschi; condirettori
in Milano il prof A. Pavesi e il dott. G. Co-
lombo. Editori: Fratelli Rechiedei. Esce
in fascicoli in-8.° di 64 pagine con illu-
strazioni. Abbonamento: anno L. 14, este-
ro 16 - Per gli studenti universitari L. 12.
Milano.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Fondato nel 1876, contiene
gli annunzi lega'i amministrativi. Si pub-
blica 2 volte alla settimana in fascicoli di
16 pagine. Abbonamento: anno L. iS. Uq
numero 30 centesimi.
Milano.
Il Teatro illustrato e la musica popo-
lare. Giornale letterario, artistico, nato il
16 dicembre 1880. Esce ai primi d'ogni
mese in 16 pagine a 3 colonne, più 4 pa-
gine di musica. Contiene, oltre il testo
pregevolissimo, ritratti di maestri ed arti-
sti celebri, vedute e bozzetti di scene, di-
segni di teatri monumentali, costumi tea-
trali, ornamentizioni, <^cc. - Redattore ca-
po: .Amintore Galli. Collaboratori: Berse-
zio, U. Capetti, Cavallotti, Torelli, N. Laz-
zaro, M. C. Caputo, A. Rupnik, G. Cam-
poverde, ecc. - Editore: Edoardo Sonzo-
gno. Abbonamento: anno L. 6, sem. 3,50.
Un numero cent. 50. Via Pasquirolo, 14.
Milano.
Il Tesoro per tutti. Supplemento al gior-
nale la Rendita settimanale (vedi), giornale
pei giuocatori del lotto. Direttore ed edi-
tore: Gaetano Pol'tti, autore di libri ca-
balistici.
Lenno.
La Tipografia milanese. Giornale per gli
operai tipografi, nato il 3 gennaio 1875 ;
si pubblica ogni mese in 4 pagine a 3 co-
lonne. Non si occupa di politica se non
per quel tanto che ha relazione con l'arte
tipografica; del resto, il giornale non è
che il monitore del movimento tipogra-
fico, delle società e istituzioni tipografiche.
Tiratura 400 copie. Abbonamento: anno
L. 2. Un numero 15 centesimi. S. Vit-
tore al Teatro, 13.
Milano.
Il Traforatore italiano. Giornale spe-
ciale dell'arte del traforo, fondato nel 1877,
Si pubblica ogni settimana in mezzo fo-
glio grande, contenente disegni. Abbona-
mento: anno L. 11. Un numero cent. 30.
Milano,
Il Trovatore. Giornale teatrale, lettera-
rio, artistico, con caricature ed illustra
PROVINCIA DI MILANO.
527
-ioni, nato nel 1854, diretto da Carlo Bro-
sovich. Si pubblica ogni venerdì in 12 pa-
gine grandi a 3 colonne. Al giornale è
annessa un'agenzia teatrale. Le illustrazioni
sono di Camillo, Dalsani, Teja e Vespa.
È giornale molto diffuso, uno dei migliori
del genere e redatto con molto spirito.
Tiratura 2000 copie. Abbonamento: anno
L. 40,sem. 24 - Europa: anno L. 47, sem. 24-
Oriente:anno L. 54, sem. 2S - Fuori Europa:
anno L. 62. Via Monte Napoleone, 22.
Milano.
L'Uomo di pietra. Giornale umoristico
illustrato, fondato nel 1857 da Cletto Ar-
righi, Moja, Guttierez, Gottardo Cattaneo,
Bernardino Bianchi e Ajraghi, per fare
colla penna un po' di guerra all'Austria.
Il primo giorno in cui fu pubblicato il
giornale si fecero 229 associati, e nella
via S. Vito al Pasquirolo, dov'era l'ufficio,
la fila delle carrozze che attendevano il
loro turno si fece cosi lunga che toccò ai
poliziotti far sgombrare la contradetla per-
chè non avvenissero disgrafie, come stampò
un foglio dell'epoca. Uno dei migliori col-
laboratori fu Emilio Treves, col pseudo-
nimo di Pierano. Sospeso il giornale, fu
ripreso nel 1870 diretto sempre da Cletto
Arrighi. Continuò per poco e poi fu nuo-
vamente sospeso. Nel 1878 riprese le pub-
blicazioni, diretto dal nuovo proprietario
Camillo Cima. Cletto Arrighi nella Cro-
naca Bizantina, anno III, N. 11, parla di
questo giornale, nella sua prima serie.
L'Uomo di pietra esce ogni sabato in 4
pagine a 3 colonne. Tira dalle 5 alle 8 mila
copie, secondo le circostanze. Abbonamen-
to: anno L. 6. Via S. Pietro all'Orto, 26.
Milano.
L'Utopista. Giornale letterario, artistico,
politico, sociale, nato nel 1886. Esce ogni
settimana in 4 pagine a 3 colonne. Diret-
tore: Francesco Mottino. Abbonamento:
anno L. 6, per gli artisti 20. Via S. Orsola.
Milano.
La Valigia. Giornale illustrato di viaggi,
nato nel 1879. Segue con interesse il mo-
vimento geografico e riporta relazioni di
viaggi importanti ed esplorazioni, notizie
di paesi e popoli lontani, avventure di cac-
cia, varietà, ecc. - Esce ogni settimana in
8 pagine. Abbonamento: anno L. 5, sem. 3 -
Estero: anno L. io, sem. 6. Un numero
S centesimi. F. Garbini, editore. Via Sol-
ferino, 22.
Milano.
La Vedetta. Giornale amministrativo,
nato il 15 febbraio 1890. Esce ogni setti-
mana in 4 pagine, formato 0,64 >< 0,43, a
3 colonne. Direttore: Angiolo Cabrini. Un
numero 5 centesimi. Tipografia Marina (di
Piacenza). Via Vittorio Emanuele, 22.
Codogno.
Il Velocipede. Giornale settimanale, fon-
dato il 31 dicembre 18.S9 per propugnare
lo sviluppo dello sport velocipedistico in
Italia. f)irettore : Carlo Ciocca. Abbona-
mento: anno L. 6, con premio, sem. 3. Un
numero lO centesimi. Inserzioni: cent. 50
la linea. Via Giuseppe Giusti, 36
Milano,
Il Viaggiatore in Italia e all'Estero.
Pubblicazione quindicinale, fondata il 12
dicembre 1887 dalla Casa Fratelli Gon-
drand. Contiene orari e notizie per viag-
giatori di terra e di mare. Otto pagine
in-4.° con tavole e copctma. Abbonamen-
to: anno L. 3. Un numero io centesimi.
Galleria Vittorio Emanuele, 22-24.
Milano,
Il Villaggio. (Antica Galletta del villag-
gio). Giornale agricolo, commerciale, nato
nel 1876. Esce ogni domenica in 12 pa-
gine grandi con supplementi. Ha una ric-
chissima parte commerciale e corrispon-
denti in ogni centro agricolo. Tiratura
30,000 copie. Direttore proprietario: Giu-
seppe Gandolfi. Abbonamento: anno L. 5.
Via Silvio Pelhco, 8.
Milano.
Giornali cessati:
MILANO
— Absinthe, giornale-Opuscolo quindicinale, n. 1889.
— L'Accattabrighe, critico-letterario, n. 8 novembre 18 18, tipografia Visconti e Mar-
tinelli, Patclli e Fanfini più tardi (vedi pag. 75).
— L'Agricoltore italiano, bimensile, n. 1869, direttore G. Sormanni.
— L'Ambrosiano, eco dei riformisti, bisettimamle, n. 1868, direttore C. Zambelli.
— L'Amico del cuore, religioso, settimanale, n. 1888.
— L'Amico della prima età, educativo, settimanale, 1886-88.
— L'Amico delle famiglie, catalogo della Ditta Mangoni, n. 1882.
— Annali dell' Ordine dei Frati Minori Cappuccini, mensile.
— Annali universali di statistica, compilati da Fraticesco Lampato; a tutto giugno 1844
pubblicò 80 volumi.
528 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— h' Annuniiatore generale dei comuni e delle proinncie, n. 1873.
— L'Anticlericale, settimanale, n. 11 febbraio 188 j.
— L'Ape italiana, in-8.'', n. 1822.
— L'Arie e la Moda, bimensile, n. 1889, direttore G. A. Lombardo.
— L'Avvenire dell' istruiione, 1866-67, direttore A. Gianetti.
— L' Avvisatore italiano, commerciale, mensile, n. 1887.
— La Bandiera, settimanale, n. 1879, direttore Achille Bizzoni.
• — La Bandiera tricolore, n. 13 luglio 1848, tipografia del Commercio di G. Redaelli.
— I Benemeriti, settimanale, n. 1884.
— Il Berni, letterario, umoristico, n. 1873, direttore G. Soldatini.
— Il Bibliofilo, trimestrale, editore Emilio Croci.
— La Bibliografia italiana, n. 1846 diretta dalla vedova e figlio Stella; aveva molta
importanza e la collezione può ora riuscire utilissima alle ricerche dei letterati.
— Bollettino della Cassa nai.d'assicur.per gV infortuni degli operai sul lavoro, mens.,n. 1887.
— Bollettino della R. Compagina d' assicurai^ioni , bimen., n. 1872, direttore R. Paravicini.
— Bollettino farmaceutico, cessò nel 1883, direttore dott. D. Vitali.
— Bollettino delle Leggi della Repubblica italiana, 1802.
— Bollettino delle Leggi del Regno d' Italia, 1805.
— La Busecca de Milan, umoristico, illustrato, n. 1871, direttore Luca Fornari.
— La Caccia, splendida rivista di sport, u. 1875, direttore T. Strazza.
— Il Caffè - Galletta naiionale, quotidiano, conservatore, 15 maggio 1884-89.
— La Capitale inorale, 1879-83, direttore Adolfo Lovati.
— Il Capitalista, settimanale, n. 1885, direttore E. Meregalli.
— La Carabina, socialista, 1888-giugno 1889.
— La Concorrenia, n. 1866, annunzi della libreria G. Panzeri.
— Le Conferenie pedagogiche d' Italia, n. 1867, direttore G. Marconi.
— Il Consumatore di gas, bimensile, n. 1885, direttore L. Ferrarlo.
— Il Con'adino che pensa, agricolo, n. 1865, ogni io giorni.
— Il Convegno, letterario, n. 1873, direttore lì. Arpesani.
— Corriere illustrato dei processi celebri contemporanei, settimanale, n. 1888.
— Corriere italo-americano, commerciale, trimensile, n. 18S6, direttore C. M. Spreafico.
— Corriere milanese, n. 2 gennaio 1794, cessò il 3 1 dicembre 181 5, editore Veladini.
— La Corte d'Assise, settimanale, n. 1879.
— La Croce di Savoia, settimanale, n. 1884, direttore A. Pavesi.
— Il Crociato « Italia Una », n. 18 aprile 1848 come supplemento aW Aicsonio ; usciva
martedì e venerdì dalla tipografia Valentini e C.
— Cronaca buja, n. 9 marzo 1868, direttore Edoardo Mendel.
— La Cronaca grigia, n. 1867, direttore Cletto Arrighi, durò circa 15 anni.
— Cronaca mondana, letterario, quindicinale, n. 1887, direttore G. A. Lombardo.
— Cronaca rossa, letterario, quindicinale, n. 1887, direttore A. G. Bianchi.
• — Don Giovanni, umoristico, settimanale, n. 1888.
— Il Droghiere, settimanale, n. 1885, direttore G. Cozzi.
— L' Eco d' Italia, commerciale, bisettimanale, n. 1863.
— L' Educatore italiano, n. 1857; visse lunghi anni.
— L' Elettricità, direttore A. Cappanera.
— L'Emporio commerciale, di annunzi, n. 1870.
— Emporio pittoresco, artistico, letterario, n. 1864, editore Sonzogno.
— L'Enciclopedico, mensile, n. 1879.
— L'Epoca di Milano, n. 26 luglio 1S52 per sostituire l'Era nuova e la Fenice.
— Ergon, di pubblicità, n. 1889.
— Excelsior, disegni e ricami, n. 1885, direttore G. Antonutti.
— La Fama, teatrale, letterario, fondato nel 1829 da Pietro Cominazzi. Per un tempo
dettò legge in teatro, finché i nuovi giornali artistici non lo rovinarono. Cessò
nel 1877 alla morte del Cominazzi.
— La Farfalla, letterario, fondato a Cagliari da Angelo Sommaruga. Nel 1877 si
trasferi a Milano.
— Il Faro medico, mensile, n. 1888; nel 1890 si trasferi ad Alessandria.
— Il Fascio operaio, socialista, settimanale, n. 1883.
— Foglio di illustraiioni e di letture, n. 1879, editore Garbini.
— La Fratellania, economico, settimanale, n. 1885.
PROVINCIA DI MILANO. 529
Frutta, Vino ed Olio di uliva, n. 1881, direttore G. Sormanni.
Il Fulmine, politico. Nel 1870 per avere annunziato l'alleanza franco -italiana, la
partenza di Garibaldi da Caprera, ecc., venne sequestrato e ne furono airestati
redattore e gerente.
Galletta degl'impiegati, n. 1872, direttore G. Penna,
Galletta de?l' impiegati, mensile, n. 1880, direttore Felice Gorini.
Galletta dei pellami, ....
Galletta dei tribunali, trisettimanale, n. 1851, tip. G. Radaelli.
Galletta dei comuni, annunzi, quindicinale, n. 1887.
Galletta di Milano, n. 1797, tip. dei Fratelli Pirola, impressori dell'amministra-
zione generale della Lombardia e della municipalità.
Galletta di Milano: un decreto del governatore conte Saurau del 14 novembre 18 15,
ordinò la cessazione del Giornale italiano e del Corriere milanese, per la fine del-
l'anno e la pubblicazione di una Ganetta di Milano col nuovo. Non fu un sem-
plice cambiamento di titolo: si procedette all'asta. L'impresario, redattore ed edi-
tore (questi erano i suoi tre titoli) aggradito dall' i. r. Governo, fu un prete, Vin-
cenzo Butti. Egli metteva stamperia e uffi:i propri. Gli estensori del Giornale ita-
liano, Gherardini, Cherubini, Paganini, fecero noto al pubblico che essi non avevano
parte veruna nella nuova Ganetta e l'estensore ed editore del Corriere milantse,
Francesco Pezzi, ringraziò i suoi vecchi associati. Nel 1875 la Ganetla di Milano
si fuse col Secolo.
La Galletta lombarda, n. 1876 (V. prov. di Mantova, pag. 496).
Galletta per tutti, settimanale, n. 1877.
Gallette di Milano, n. 1739; tip. Richino Malatesta; pare durò un anno.
11 Gaiiettino; ne assunse la direzione Cavallotti nel 1867, poiché A. Bizzoni che
lo faceva era stato arrestato. Al titolo del giornale Cavallotti aggiunse l'attributo di
rosa, ma il periodico, combattendo a viso aperto la monarchia, gli procurò pro-
cessi e duelli. Nel 1.S68 Bizzoni tornò a capo del Ganettino e Cavallotti vi col-
laborò sempre. Nel '69 un suo entrefilet suscitò un processo contro il giornale,
che provocò l'altro processo Lobbia. Cavallotti fu colpito dal mandato di cattura
assieme ad altri redattori, e imprigionato; ma fus^gi e stette latitante a Milano,
mentre lo si credeva in Isvizzera; e tornò a dirigere il Ganettino datando dal
confine svizzero gli articoli che il fisco sequestrava ogni mattina.
Clanduja al' Esposìssion, umoristico, settimanale, n. i88o.
Il Giardiniere, mensile, n. 1876.
Il Giardino infantile, mensile, direttore V. De Castro.
Il Giardino, l'orto e il frutteto, mensile, n. 1886, direttore G. Sormanni.
Giornale dei dibattim-nti, settimanale, n. 1889.
Giornale dei sarti, mensile, n. 1858, editore Sonzogno.
Giornale dei tribunali, quotidiano, n. 1871, direttore E. Caberlotto.
Giornale della domenica, illustrato, editore Garbini.
Giornale delle dame e damigelli, n. io gennaio 1866.
Giornale dell' Equitable, di assicurazioni, quindicinale.
Giornale dell' impiegato, quindicinale, n. 1886.
Giornale dello studente, mensile, n. 1884.
Giornale di corrispondenia pei dentisti, trimestrale.
Giornale italiano, n. 1804, cessò 31 dicembre 181 5; editore Veladini.
Giornale popolare di viaggi, n. 1867, si fuse col Giro del mondo nel 1874.
Il Giovedì, n. 1848, direttore Achille Mauri; su questo giornale e sul Mauri, Be-
nedetto Prina pubblicò nel 1885 un tiumero unico intitolato appunto // Giovedì.
La Gioventù, cattolico, mensile, n. 1886.
Il Giro del mondo, n. 1865. L'editore Treves ne fece uno splendido periodico nel
quale comparvero i lavori più pregevoli di noti viaggiatori. Durò circa 15 anni.
Guida dell'educatore, settimanale, 1869-70, direttore Serrafini.
L' Impariiale, politico, amministrativo, n. 1882.
L'Indicatore agricolo, mensile, n. 1883, direttore C. Zappelli.
L' Indicatore dei prestiti, mensile, n. 1875.
L' Indicatore milanese, di annunzi, n. 1864.
Indice di giurisprudenia pratica civile e commerciale, n. 1872.
L' Industria economica, di annunzi, ri. 1882.
N. Bernardini — Guida della Stampa periodica italiana — ■')^.
530 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— L' Industria velocipedistica^ mensile, n. 1887.
— U Infanzia e l'adolescenza, n. 1877, direttrice Felicita Pozzoli.
— L'Iride, cattolico, n. 1882.
— In terra e in mare, di viaggi, settimanale, n. 18S6.
— L' Italia coloniiiatrice, settimanale, n. 1889, direttore G. Restellini.
— U Italia del popolo, diretta da Mazzini (vedi pag. 463).
— V Italia libera, n. 22 marzo 1848.
— V Italia elegante, 1879-83, direttore Carlo Sestagalli.
— V Italiano, politico, n. 1881.
— Leonardo da Vin/^i, cattolico, quindicinale, n. 1877,
— La Letteratura italiana, settimanale, n. 1882.
— Il Libero Pensiero, direttore jG. B. Deraora.
— La Lince, politico, quotidiano, n. 1863.
— La Lombardia scolastica, triraensile, 1882-83, direttore R. Ga)'.
— Il Lombardo, n. 22 marzo 1848; all' 8." numero (6 aprile) dovette cedere alle mi-
nacce d'incendio e peggio fatte contro la stamperia Guglielmini da uomini del
Governo Provvisorio.
— Il Lombardo, politico, quotidiano, n. 1862.
— La Lotta, socialista, n. 1881, direttore Paolo Valera.
— Magasin des arts et^de l'industrie, n. 1876, editore Hoepli.
— Il Mediatore sen^a provvigione, settimanale, n. 1885, direttore E. Fontana.
— Mentana, quotidiano, n. 1887, direttore G. Bacci.
— Messaggere italo-americano, commerciale, n. 1870.
— Il Messia, evangelico, settimanale, n. 1885, direttore G. Benedetti.
— Milano-Programma, quotidiano, n. 1884.
— La Moda, n. 1881, editore Ricordi.
— Il Momento, politico, quotidiano, n. 1889.
— Monitore dei calcolai, mensile.
— Monitore dei Collegi-Convitti, n. 1871, direttore P. De-Nardi.
■ — Monitore dei teatri, n. 1879, direttore Tettoni.
— Monitore sud-americano, quindicinale, n. 1885.
— La Mosca d'oro, letterario, settimanale, n. 1885.
— Movimento artistico melodrammatico, n. 1882, direttore G. Gernia.
— Movimento mercantile, bimestrale, n. 1885.
— Museo di famiglia, n. 4 gennaio 1874, Treves editori.
— Museo popolare, n. 1868, editore G. Gnocchi.
— La Natura, scientifico, dal 1881 al 1S85; editori Treves.
— Nobiltà ed arte, artistico, letterario, n. 1888, direttore Davide Besana.
— I Nuovi Goliardi, storico-letterario, n. 1881 a Firenze, d'onde si era trasferito.
— Il Nuovo Rabadan, umoristico, n. 188-».
— Il Nuovo Tramway, umoristico, 1878-83.
— L'Omnibus, mensile, di annunzi, n. 1882.
— L'Operaio, socialista, n. 1848, direttori Pietro Perego e Ludovico Lavelli, il primo
dei quali si res=! poi infame mettendo al servizio dell'Austria vincitrice la sua ma-
lefica penna. L' Operaio, in piccolo formato, anziché un giornale era un libello
quotidiano, una imitazione del famoso Pere Duchesne parigino, ma una imitazione
esagerata, il che è tutto dire. Il giornale era scritto e ispirato da Enrico Cernu-
schi, ora milionario a Parigi.
— L'Organetto, umoristico, n. giugno 1880.
— L'Orto e il frutteto, mensile, n. 18S8.
— Papà e Mamma, educativo, fondato nel 1881 da Romildo Gay, uno dei fondatori
dell'antica Palestra letteraria e poi del periodico i Giovani Autori. Il Papà e Mamma
cessò subito; il Ga}- poco dopo lo fece risorgere col titolo La Gente per bene,
affidandone la direzione a Leo Majanti. Ma cessò anche presto.
— Patria e Famiglia, mensile, n. 1880, direttore G. Sacchi.
— Penombre, letterario, settimanale, n. 1883, direttore avv. Domenico Oliva.
— Il Piccolo, organo del partito operaio, n. 1882.
— Il Piccolo Baiar, di mode, n. 18S3.
— Il Piccolo illustrato, politico, quotidiano, n. 18S7, editore Sonzogno.
— Piccolo Monitore degli alberghi, trattori, osti, ecc., mensile, n. 1885.
PROVINCIA DI MILANO. 531
Il Piccolo Pitagora, matematico, quindicinale, n. 1883.
Il Preludio, quindicinale, n. 1880, direttore A. Ghisleri.
Il Presagio, fondato nel 1835 da Correnti; in esso pubblicò i saggi del suo bril-
lante ingegno e dei suoi studi letterari e scientifici, informando ogni lavoro alla
santa idea di libertà. Altri scritti pubblicò negli Annali di statistica e nella Rivi-
sta europea, periodici nati a Milano prima del 1848.
La Prima età, educativo, n. 1868, direttori P. Pomari, F. Morandi e G. Tarra.
I Primi passi nel mondo, settimanale, n. 1885.
II Poliglotta, settimanale, n. 1885.
Il Politecnico, n. 1837, diretto da Carlo Cattaneo (vedi pag. 77).
Il Pollicultore pratico, mensile, n. 1885.
La Posta, commerciale, settimanale, n. 1882.
I Processi, resoconti giudiziari, bisettimanale, n. 1889.
II Progresso, artistico, 30 volte all'anno, n. 1884.
La Pubblicità economica, settimanale, n. 1886.
La Pubblicità italiana, settimanale, n. 1884.
Il Raccoglitore, agricolo, quindicinale, n. 1881.
La Ragione, democratico, quotidiano, 1877-83, ultimo direttore A. Luzzatto.
Re di Picche, umoristico, n. 1885.
Il Ricamo per tutti, mensile.
Il Ribelle, socialista, settimanale, n. 1882.
La Ricreaiione, educativo, quindicinale, n. 1880, editori Treves.
Rivista bibliografica italiana, n. 1881, editore Ambrosoli; pochi numeri.
Rivista internaiionaìe del socialismo, mensile, 1878-80, editori Fratelli Bignami.
Rivista marittima, mensile.
Rivista mensile della vite e del vino, n. 1886, direttore Giacomo Sorraanni.
Rivista minima, n. 1871, direttore A. Ghislanzoni, poi S. Farina; cessò nel 1885.
Rivista operaia, settimanale, n. 1885, direttore Antonio Maffi.
Rivista paglierina, n. 1878, direttore V. Colombo; un numero.
Il Romanziere contemporaneo, n. 1868, editori Treves.
Il Romanziere delle strade ferrate e dei tramwais, n. 1879.
Il Romaniiere illustrato, settimanale, n. 1865, editore Sonzogno.
Sancii Ambrosii, cattolico, n. 1880.
Il Sarto elegante, mensile, n. 1884, editore HoepH.
La Scienza nelV educazione, quindicinale, n. 1881, direttore prof. Paolo Riccardi.
La Scuola classica, mensile, n. 1882.
Il Secolo delle novità, catalogo della Ditta Mangoni.
Il Sensale agricolo, settimanale, n. 1884.
La Seta, industriale, bisettimanale, n. 1884, direttore Remigio Mezzabotta.
La Settimana illustrata, n. 1866, editore Sonzogno.
Il Sigaro, corriere del mattino, n. 18S6.
Lo Spirito Folletto, umoristico, n. 6 giugno 1861; diffusissimo e spiritoso.
La Stagione agricola illustrata, trimensile, n. 1887.
La Siella delle madri, educativo, settimanale, n. 1876, direttore Raffaele Altavilla.
Il Teatro educativo, editore G. Agnelli.
II Tram, umoristico, n. 1884, direttore T. Anselmi.
Il Tramiuai, umoristico, settimanale, n. 1887, direttore G. Cozzi.
Il Travaso della bile, umoristico, n. 1885.
Il Travaso delle idee, fondato nel 1872 da Tito Livio Cianchettini, un mattoide,
che lo scriveva, stampava e vendeva da sé ; recatosi a Roma vi stampò Le Ca-
pere. L'Album-Strenna dell' Associazione della Stampa (1882) riprodusse il fac-simile
di un numero del Travaso a titolo di curiosità, aggiungendo qualche cenno sullo
strano direttore dell'ancora più strano giornale.
Le Trombe di Gerico, settimanale, n. 1885, direttori V. Tartaglia ed E. Galli.
L'Unione, politico, n. 1879, direttore Cletto Arrighi.
L' Universo musicale, artistico, n. 1877.
L'Uomo che ride, umoristico, n. 1889.
La Varietà, amene letture, n. 1873.
Il Vero giornale galante, n. 1865.
La Vespa, fondato da Giacinto Battaglia nel 1827; mutò titolo in Far/fl/Za. _I1_ Bat-
taglia fondò anche nel 1829 l'Indicatore lombardo, e Troscia, il Barbiere di Siviglia.
532 GUIDA DELLA STA.MPA PERIODICA ITALIANA.
— La Villa e la Fattoria, quindicinale, n. 1883, direttore G. Sorraanni.
— La Vispa Teresa, letterario, settimanale, n. 1887.
— La Vita in campagna e la Caccia illustrata, quindicinale.
— Vittoria Colonna, mensile, letterario, n. 1885.
— La Voce del popolo, n. 22 marzo 1S48, direttori Romolo Griffini e Pietro Maestri.
— Volapiik, settimanale, n. 1888.
— Zibaldone, n. 1887.
— Zingaro, settimanale, politico, n. i." dicembre 1888.
BUSTO ARSIZIO
— Eco del circondario di Gallarate, n. 1873, direttore G. AUieri.
CODOGNO
— L'Eco, la Gaietta di Codogno, la Lupa, la Riviera.
GALLARATE
— U Agricoltore, mensile, n. 1882, organo del Comizio agrario.
— Piccolo Corriere, amministrativo, settimanale, n. i888.
LODI
— V Angelo del sacerdote, settimanale, n, 1885.
— Il Comune, amministrativo, settimanale, n. 1888.
— U" Eghe^zonio, amministrativo.
• — Il Frustino, amministrativo, settimanale, n. 1885.
— \J Indipendente, settimanale, n. 15 novembre 1884.
— Paolo Gorini, scientifico.
— La Plebe, fondato nel 1868 da Enrico Bignami, settimanale; vi collaboravano Gnoc-
chi-Viani, Turati, Pistoiesi, Malon, Valera, Candelari, ecc. - Nei 1875 si trasferi
a Milano e divenne poscia mensile; per la sua indole socialista ebbe molti se-
questri e processi.
MONZA
— Bollettino del Consorzio esercenti da\io consumo, n. 1884.
SARONNO
— Saranno, politico, settimanale, n. 188S.
SEREGNO
— La Medicina comunale, n. 1861, direttore dott. Luigi Ripa.
HAASE^STEIN k VOfiLER
OFFICIO INTERNAZIONALE DI POBBLICITÀ
Concessionari esclusivi della Pubblicità dei Giornali
IL SECOLO di Milano, GAZZETTA PIEMONTESE di Torino
E DI ALTRI_GRANDI PERIODICI
Concessionari esclusivi della Pubblicità
dell' ANNUARIO GENERALE D'ITALIA (Annuario Marro)
Corso V. E. - N. 18.
Succursali in Amburgo, Basilea, Berlino, Berna, Breslavia, Carisrue,
Chemmenizza, Cologna, Dresda ^m» Friburgo, Genova, Ginevra,
Losanna, Lipsia, Lucerna, Magdeburgo, Monaco, Pesth, Praga,
Stettino, Stoccarda, Strasburgo, Torino, Vienna, Zurigo, ecc. ecc.
Telegrammi: Haaseustein.
PROVINCIA DI MILANO. 533
GIORNALI E GIORNALISTI MILANESI
La Gazzetta Enciclopedica
(1780)
In porta Ticinese, al Malcantone, di perduta memoria, presso l'albergo del Pozzo
era la tipografla di Gaetano iVIotta. Un giorno il Molta pensò di pubblicare un foglio
periodico, e io mise in luce, infatti, ai primi di gennaio del 1780 col titolo di Gaz-
zella Enciclopedica di Milano e col motto Vires acquirat eundo. Il formato di
esso era in 4.°, a 2 colonne, e la carta su cui si stampava, fa venire 1 bordoni al solo
vederla. Il Motta l'annunziò con un prospetto dei redattori. Dapprima la Gazzetta
usciva una volta la settimana e si distribuiva al lunedì (subito stampalo, come diceva
il prospetto) al prezzo di 1 2 lire anticipato, per l'associazione di un anno, « a carico
restando dei signori forestieri il porlo della medesima. Il prezzo di ciascuna Gazzetta
per li non associati sarà infallibilmente di 1 0 soldi. » La Gazzetta prometteva di
essere sempre «più che sarà possibile compita e interessante», di parlare dei libri
che le si mandavano in dono e di non accettare « cose alcune da inserirsi, se non
da persone cognite, e firmate da esse » . Insieme alla Gazzetta — notizie politiche —
il Motta dava un Supplemento letterario, ch'era un bollettino bibliografico contenente
anche le osservazioni meteorologiche.
Il giornale proseguì così per un pezzo, quando sopraggiunse il periodo della
Repubblica Cisalpina. Nel 1796 la Gazzetta aveva tutta la gravità d'un foglio uffi-
ciale; era assai bene informala e il servizio di corrispondenze era molto ben fatto.
Ma aveva uno scrupoloso riserbo per tulli gli avvenimenti che di quei giorni si
compivano in Italia; anzi sui falli d'armi dell'esercito francese guidato dal Bonaparte,
non aperse bocca. Ma col lo maggio 1796, la Gazzetta, sottomessa mal suo grado
all'Austria, cambiò tuono e il terzo giorno dopo l'ingresso del Bonaparte in Milano
essa sclamava: « L'aurora felice della libertà ha rischiarato il nostro orizzonte e le
vittorie delle armate francesi ci hanno procurato l'inestimabile vantaggio di respirare
le aure preziose sotto l'amparo (sic) della repubblica francese. > E segue di questo
passo descrivendo le feste fatte dai milanesi.
Ma non eran tutte rose quelle che sbocciavano, e la Ga^zef^a cominciò a mo-
derare i suoi entusiasmi; in due anni di repubblica se n'eran viste di belle e di brutte
anche dai francesi, come quella, per esempio, che l'Italia fosse spogliata de' suoi tesori
artistici.... Così quando anche la Repubblica Cisalpina se ne andava, la Gazzetta
strinse i denti in tal modo che al 27 aprile 1799, cioè alla dimane della battaglia
di Cassano, non disse nulla. E si era sul punto di cambiar padrone l 11 quale avve-
nimento i lettori della Gazzetta ignorarono sino al 7 maggio, quando apparve, cioè,
il num. 36 con in fronte tanto d'aquila bicipite I E in quel numero si parla dei buoni
ordinamenti del nuovo governo, quello cioè degli Auslro-Russi, nell'ugne dei quali
era caduta, non che Milano, la Lombardia tutta. E di questo passo, cioè lodando e
magnificando ogni piccolo alto del nuovo governo, il foglio del Motta tira via fino
al 29 maggio <800. Senonchè il numero del 2 giugno di quell'anno non porta più in
fronte l'aquila bicipite, perchè le condizioni politiche del paese si sono mutate, e
occorre che l'estensore si valga di tutta la disinvoltura di cui è capace per far buon
viso ai francesi. E il foglio milanese rinfranciosato cammina senza scomporsi fino al
<802, dopo il qual anno non si raccapezza più nulla della Gazzetta la cui storia è
identica a quella di molti uomini che per vivere tranquilli si accomodano ai tempi. (1 )
(i) Lodovico Corio — Giornali della Repuhblica Cisalpina, ndì'Iìhistraiione Ita-
liana, anao XII, n. 32 e seguenti, Vedi anche a pag. 70 del presente volume.
534 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Il Conciliatore (1)
(1818)
Nelle conversazioni in casa del marchese Giacomo Trivulzio si lamentava spesso
che la letteratura snervata ed incolora prosperasse in Italia più che altrove; il
conte Luigi Porro ne attribuiva la colpa alla censura; il Bubna, comandante generale
dell'esercito in Lombardia, adduceva le condizioni, pel tempo abbastanza larghe, su
cui la censura era stabilita. Il Porro propose di farne esperimento in un giornale.
Così nacque l' idea del Conciliatore, nome che rimase quale portainsegna del ro-
manticismo.
Realmente un succhio di vita nuova circolava nella letteratura come nella po-
litica e nelle arti, e il romanticismo voleva diffondere uno spirito d'emancipazione,
sottraendosi alle regole arbitrarie, a forme logorate, a tradizioni rimban)bite, cercando
un'originalità acconcia alle idee nuove, alle impressioni, ai senlmienti dell'età nostra
come ai sentimenti dell'età loro eransi uniformati i grandi classici.
Organo di queste idee, il Conciliatore, stampalo su carta azzurra, sì pubblicava
il giovedì e la domenica; e cominciato il 3 settembre 1818 durò fino al 17 otto-
bre 1819. Non prc clamava una rivoluzione letteraria, ma si proponeva di conciliare
lutti i sinceri amatori del vero, la scuola classica con la romantica. Qual meraviglia
se gl'iniziatori di quest'opera vennero tacciati di cattivi patrioti, di antinazionali? e da
un'aspettata conciliazione nacque una sfucinala di quelle baruffe letterarie, che troppo
spesso contaminano la nostra repubblica?
Nel Conciliatore il Porro metteva articoli pratici sul vino, sui boschi, su'le
bigattiere ; il medico R&sori vi traduceva liriche di Schiller; Pecchio dissertava sulle
scuole e sulle industrie, e combatteva il protezionismo del Gioja; Pellico analizzava
tragedie e drammi nostrali e forestieri, e dava lodi ironiche ai tempi correnti; De Breme
compendiava la Storia dell'Inquisizione del LIorente e la Proposta del Monti, e dia-
logava col Tofino, cane che, dalla Russia ov'era morto il suo padrone, era tornato
a posarsi sulla garetta al palazzo reale di Milano, ove questi soleva slare di sen-
tinella.
Contemporaneamente Ermes Visconti pubblicava nel senso stesso le idee elemen-
tari sulla poesia romantica; Giovanni Torti la sua famosa Epistola; Giovanni Berchet
le conversazioni sul Cacciatore feroce; Manzoni la lettera sulle unità tragiche.
Chi legge quella collezione vi trova sentimenti e giudizi affatto comuni adesso,
neppure al ora peregrini, ma è giusto avvertire che gli articoli bisognava scriverli
con cautela; poi erano mutilali dalla censura: e le mutilazioni stesse davano luogo a
discussioni, a reclami, più eflìcaci che il giornale. Era poi un'occasione di trovarsi,
di discutere, d'informarsi delle novità nostrali e forestiere. 11 Governo lo qualificò
congiura e non ebbe torto.
I primi sospetti contro questa eruzione vulcanica di una nuova razza letteraria
erano venuti da Roma, ove al Cardinale Consalvi, segretario di Stato, fu riferito che :
« .... a Milano erasi formata una società della Romantica, collo scopo d'in-
segnare che l'uomo non è soggetto ad alcun principio di religione e di morale; molti
signori esservi ascritti e nominatamente il celebre Pellegrino Rossi, il quale è in rela-
zione con Lord Byron. Questo Byron venne a Bologna per impiantarvi tale setta, prese
un appartamento in casa Merendoni. ...»
II governatore di Milano rispondeva a quelle comunicazioni che il cardinale si
era ingannato, prendendo per società politica un'unione affatto letteraria di persone che
affettano disprezzare i precetti dei classici, considerandoli come impacci al genio. Può
(i) // Conciliatore e i Carbonari, episodio di Cesare Cantù— Milano, Treves, 1878»
Vedi pure a pag. 72 e seguenti del presente volume.
Il Conciliatore. 535
essere v'abbia alcuni, le cui opere sentano d'irreligione e d'ultra-liberalisntio, e perciò
sono sorvegliati dal Governo, ma non possono in massa considerarsi come una co-
spirazione politica.
Però presto il Conciliatore diede omb'-a ai governanti, e il direttore di Polizia
informava la Commissione speciale, la quale erasi allora cosliiuila a Venezia per giudicare
dei Carbonari, sulla « .... audacia degli estensori a pronunciare le opinioni proprie e spe-
cialmente in merito ai sistemi e alle cose politiche che sottoponevano alla Censura obbli-
gando ad infinite mutilazioni. Aver richiamato l'attenzione del sig. Presidente di Governo,
per ordine del quale fu mes=o in avvertenza il signor Silvio Pellico per 1' articolo
inserito nel numero ^ 1 9. Offesi forse e il Pellico ed i suoi colleghi della intimazione
fattagli, e dagli altri vincoli coi quali s'imbrigliava la smania che avevano di render
pubbliche le opinioni loro, fecero spontaneamente cessare il foglio, col disegno di
riprenderlo, ecc. » (21 maggio 1821).
Il Conciliatore non fu mai soggetto di inquisizione giuridica, ma era impossibile
non se ne facesse cenno nel processo che presto dovettero subire alcuni dei suoi
scrittori, e specialmente Silvio Pellico.
Collaboratori del Conciliatore erano dunque, di Milano, Porro, Pell'co, De Breme,
Gonfalonieri, Berchet (che firmava Grisosiomo), Girolamo Primo, Ressi professore d'eco-
nomia, Romagnosi G. B. Uè Gristo'oris, Rasori medico, Giuseppe e Luigi Pecchie,
Pietro Borsieri, il marchese Ermes Visconti ; di Brescia, il barone Camillo Ugoni e
l'architetto Vantini; di Ginevra Sismondo de Sismondi; di Firenze il cavaliere Ser-
ristori e il marchese Ridoltì.
Per combattere il Conciliatore si organizzò un foglio ebdomadario col titolo di
Accattabrighe (V. pag. 75), destinato a raccogliere ogni sorta d'ingiurie personali contro
i redattori del Conciliatore. L'appendice della Gazzetta quotidiana, la Biblioteca
italiana, almanacchi, salire grossolane, fin il teatro ebbero incarico di screditare i
collaboratori dell'unico giornale che non avesse transatto colla Polizia e che si espo-
neva alle venture della Censura ufficiale. Il conte Slrassoldo governatore, di umore
aspro, geloso e d'incerto discernimento, vedendo, malgrado le istruzioni severe date
ai censori, molti articoli eccitar l'interesse dei lettori, si immaginò che il pubblico vi
scorgesse allusioni, ond^ il giornale fu sottoposto a doppia censura, eseguendosi la
seconda nel gabinetto del governatore dai suoi affidati, incaricati di capire gli arti-
coli. Ben presto i fogli riprovati furono quanti gli approvati: eppure ciò non salvava
gli autori dalla responsabilità verso il governo.
1 redattori risolsero di sospendere la pubblicazione del giornale. Quattordici mesi
il Conciliatore lottò contro tante vessazioni, e ia giorni migliori gl'italiani renderanno
giustizia all'abnegazione dei suoi autori, e in questa raccolta riconosceranno le membra
sparse della sola dottrina sociale che oggi è onorevole di professare nel nostro paese,
e della sola dottrina letteraria che vi armonizza.
Carlo Tenca e 11 Crepuscolo
Il domani, della morte di Carlo Tenca, un pubblicista scriveva ma«
linconicamente che bisognava esser vecchi per « ricordare ». Certo; la
massa dimentica presto: e i nuovi venuti che vanno avanti a rotta
di collo, non s'accorgono di coloro che fra i pericoli hanno aperto la via.
Il Tenca doveva tutto a se stesso. Fra le angustie della povertà, e
insegnando ai suoi coetanei cominciò, a sedici anni, a trarre scarso frutto
dalle sue fitiche. Non poteva continuare gli studii; eppur egli, a forza
d'una volontà e d'una pertinacia che fu la massima sua forza, continuò
536 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
a Studiare, e a farsi un po' di largo. Al rovescio di altri che, nati nel-
l'indigenza, sdegnano di ricordare le umili origini, il Tenca non le di-
menticò mai: sua madre, una popolana, fu amata da lui con affetto
sviscerato. Dopo morto, si trovò fra le sue carte dei versi alla propria
madre, ribeccanti di sentimento.
Alcuni anni or sono, quando la casa commerciale cui il Tenca
aveva affidata la propria modesta fortuna, frutto di lunghe fatiche, di
sudore, di pene, falli d'un tratto ed egli si trovò quasi sprovvisto di tutto,
gli amici pensarano di raccogliere dalle riviste e dai giornali, dove li
aveva sparsi, i più moderiti suoi articoli; e già le associazioni erano
Dumerose, e lo spaccio dell'opera e un buon guadagno assicurati, ma
egli, appena lo seppe, scongiurò gli amici pietosi di desistere : non volle
mai aiuti, nemmeno quelli che gli venivano offerti con cuore aperto, con
squisita delicatezza.
Eppure, sarebbe utile agli studiosi un volume accurato che conte-
nesse i migliori articoh letterari del Tenca! In questi giorni abbiamo voluto
esaminare la Rivista Europea del 183 8 e la raccolta del Crepuscolo, di-
ventata ormai rara, tanto che, in una biblioteca nazionale di questo mondo,
non si può nemmeno trovare completa, mentre è documento storico del
nostro risorgimento, documento prezioso e splendido, che si dovea re-
hgiosamente conservare.
La Rivista Europea, diretta prima da Giacinto Battaglia e poi dal
Tenca, era una rivista accuratissima, mirabile: meno grave della iVwoz/a
Antologia, più varia, più amena e non meno seria. Gii articoli erano
firmati tutti e trattavano di scienza giuridica, di discipline economiche
e filosofiche, di letteratura, — specialmente di letteratura popolare che
allora prendeva gloriosa l'aire. Vi leggiamo i nomi d'autori diventati
poi celebri e che troveremo nelle pagine del Crepuscolo.
Colla sospettosa polizia d'allora, Ja fondazione d'un giornale a Mi-
lano, era, si sa bene, cosa più seria che la fondazione d'una metropoli,
tanto più se doveva dirigerlo un Tenca, un ribelle ostinato, che amava
l'Austria come il fumo negli occhi, e che aveva già tenuta la direzione
del giornale ufficiale del Governo Provvisorio, // 22 Mar^o, direzione che
lasciò ben presto, perchè non voleva ricevere l'imbeccata da alcuno.
Il Tenca intendeva fondare lui un giornale che tenesse desta la fede
nella risurrezione della patria, viva la scintilla della riscossa, viva la tra-
dizione dei buoni studii italiani, e che, nello stesso tempo, trattasse se-
riamente dei progressi degli studii all'estero.
Come quest'arduo scopo fosse raggiunto, tutti ormai sanno. Milano,
mercè il Crepuscolo, non era solo centro di movimento liberale, ma centro
di alta coltura.
L'imperiale autorità dopo infiniti tentennamenti, costretta a rispon-
dere con un si o con un no alla domanda di cominciare il Crepuscolo,
disse al Tenca: — Senta; le concediamo pure il permesso; ma badi: vi-
gileremo 1 Guai se scopriamo la menoma intenzione di censurare il go-
verno. — E noi rispose colla olimpica sua calma il Tenca, voghamo
tanto rispettare il governo, che non ne parleremo mai.
£ cosi fu: l'Austria non era mai toccata nel Crepuscolo, come se
Il Crepuscolo li carlo tenga. 537
fosse una lebbrosa ! Ma quali profonde ironie in tutti i numeri dei po-
tente giornale ! Quali allusioni, che a mano a mano che avvicinavansi
il '58 e il '59 diventavano aperti, chiari, magnanimi eccitamenti alla
rivolta ! Sulle prime il Tenca parlava ironicamente di « cinesi », di
« muraglie della Cina » e pungeva certi « autori bastardi » perchè evi-
dentemente puzzavano di regresso; poi usava d'incisi mordenti, di frasi
taglienti che nel laborioso e grave suo periodare parevano lame affilate,
nascoste sotto le pieghe d'una clamide.
11 carattere costante del Crepuscolo era la calma imperturbata, la
compostezza, la dignità. Nessuno di quei collaboratori andava in collera,
nessuno usciva in sfuriate. Il Tenca teneva in freno i più impazienti :
voleva sgomentare il nemico colla impassibilità eroica, persuaso che la
calma è segno di ragione, è forza.
Rari gli articoli firmati. Il Crepuscolo, che usciva in fascicoli, a due
colonne, dalla tipografia Valentini, assumeva anche per questo un aspetto
severo e quasi solenne.
Troviamo, sfogliando la voluminosa raccolta, vari scritti di Emilio
Visconti Venosta, il quale sostiene principii di umanesimo puro parlando
della Capanna dello :(io Tom e quindi dell'abolizione degli schiavi d'A-
merica, con allusioni ad altri schiavi, s'intende! Scrive sul Cannig, e
fra altro una novella patetica Giulia, che fa piangere le signore.
Giuseppe Zanardelli continua pei: venti numeri e più a parlare del-
l'esposizione d'arte ed industria bresciana nel 1855 : un vero tour de force l
Questi articoli non fiai?cono mai. Eppure tutti li leggono perchè il fu-
turo ministro vi mette dentro di tutto come nella caldaia delle streghe
del Machéti}. Tulio Massarani, denunciato già falsamente da un Perego,
come complice dell'Orsini, apparisce fremente. Una settimana scrive sugli
studii italiani in Francia, o sui popoli della Romania, con un diavolio
d'allusioni; un'altra settimana, primo in Italia, parlerà diffusamente d'En-
rico Heine, ma per discorrere anche del Kòrner e d'altri campion', im-
molati alla libertà; poscia buttate in un canto le metafore, firmerà co-
raggiosamente, e farà sequestrare il giornale.
A Romolo Griffini sta grandemente a cuore la salute degi'itafiani,
cui dà frequenti consigli igienici.
Giacomo Battagfia, figlio di Giacinto e autore d'un dramma, Olgiato,
pubblica un lavoro sul romanzo in Italia che vorremmo far leggere a
certi criticuzzi. Egli mori a San Fermo, il povero Battaglia, mori da eroe
con una palla in fronte.
E a San Fermo cadde quel Carlo De Cristoforis, pure milanese,
capitano dei cacciatori delle Alpi che nei Crepuscolo, - singolare accoppia-
mento di facoltà ! - scriveva lodatissimo di cose mihtari e sul credito.
Carlo Cattaneo e l'Allievi trattavano di economia. Non ci era qui-
stione d'istituti cittadini che non venisse largamente discussa. Gaetano
Cantani s'occupa d'agricoltura; Innocente Decio di cose giuridiche ed
economiche; Enrico Fano compila succosi riassunti delle sedute dei Par-
lamento Subalpino e scrive sulla condizione degli operai. Bisogna sen-
tire qual sano soffio democratico spira per tutte le pagine del Crepuscolo!
Ma sono tutti radicali questi signori, si esclama: e della più bell'acquai
53S GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Togliamo un momento dall'ombra del sepolcro dove è sceso, pla-
cido e carico di anni uno strano e vecchio tedesco che, nel Crepuscolo,
scriveva, in italiano, corrispondenze da Berlino sullo stato della Ger-
mania. Si chiamava barone Francesco Neugebaur; era consigliere aulico
di Prussia, e già console, e diplomatico, ecc. ecc., un galantuomo, un
valentuomo. Benché vecchio come JMatusalemme, nutriva odio inestm-
guibile contro l'Austria non solo, ma contro tutto ciò che sapeva di
feudalismo nell'intera tedescheria. Gli davano ai nervi i tedeschi feu-
dali, gli aristocratici puritani, i sostenitori superbi del diritto divino: e
amava l'Italia con affetto tenerissimo, e avrebbe sagrificati i suoi baffi
bianchi impegolati per vederci un po' meno infelici. Ogni volta che ar-
rivavano agli uffici del Crepuscolo le corrispondenze del barone berlinese,
era, ci dicono, un ridere da matti. Il linguaggio di quelle lettere era
difatti il più intedescato itaUano che gendarme austriaco avesse mai bor-
bottato in un corpo di guardia. Scriveva: homo, siijjali, lì 12X0. star fec-
chia canaglia... Frenato quando Dio voleva il parossismo dell'ilarità, il
Tenca correggeva e spesso rifaceva di pianta la corrispondenza, salvando
dall'eccidio le notizie appetitose e certe finezze tedesche pungenti.
La polizia austriaca si occupava poco di cotesti squarci: lasciava
correre. — Aguzzava invece la vista sulle rassegne politiche e letterarie
che in ogni numero scriveva, senza firma, il Tenca, e più sulla duplice
corrispondenza dal Piemonte, politica e letteraria: — la politica scritta
da A. Colombo, un lombardo emigrato, e la letteraria da Eugenio Ca-
merini. Gli articoli dell'illustre critico anconitano erano veramente briosi,
scintillanti; e perciò letti e molto ricercaci. Egli, il pover'uomo, che do-
veva finire in miseria, era il brillante della compagnia ! Pieno la testa
di Prati e di Hugo, non incontrava sempre, a dir vero, i gusti del ri-
gido Tenca, che abborriva in letteratura dalle esuberanze fantastiche,
dalle gonfiezze di stile e perciò vedeva di malocchio il borire della scuola
pratiana. Goni' è bello uno studio (che è certo del Tenca) su Silvio Pel-
lico 1 Che forza critica, che limpidezza di giudizio 1
Nel Crepuscolo si notano politicamente due tasi: sulle prime (era
cominciato nel 1849) domina, benché velato, in uno stile alla Mazzini
il principio repubblicano degU Stati Uniti, alla Wasington. Poi, quando
si vide il ponte lanciato dal grande ex-dittaiore Daniele Manin fra re-
pubblica e monarchia e si videro la spedizione di Crimea e la politica
sapiente del Cavour, i giovani repubblicani s'accorsero che il sole della
libertà non poteva sorgere presto che dalle balze del Piemonte, e il Cre-
puscolo cominciò ad attenersi a quel programma politico che faceva capo
a un esercito, ad uno statuto, ad una dinastia nazionale.
Il governo austriaco aveva avuto sentore di quanto Napoleone III,
Cavour e Vittorio Emanuele stavano combinando nell'ombra per la
liberazione d'Italia: perciò concepì la folle speranza di conciharsi con
abili espedienti il Lombardo- Veneto, servo si, ma fremebondo. Ed ecco
discendere a Milano Missimiliano arciduca, collo scopo di calmare le ir-
ritazioni, di sorridere ai malcontenti. Massimiliano spiegò allora abihtà,
finezza, e dimostrò che se destini meno malvagi lo avessero chiamato
a reggere un popolo suo, non sarebbe parso volgare; aveva coltura,
Il Crepuscolo m carlo tenga. 539
penetrazione, ed era cavaliere seducente. Nella capitale lombarda, non
fioriva uomo d'ingegno ch'egli non mostrasse di apprezzare; lo invi-
tava premuroso a colazione, andava a trovarlo come un semplice mor-
tale : persino un operaio, De Toma, autore di commedie vernacole, fu
invitato alla reggia ! Scendeva lieto negli studii degli artisti, e, fra gli
altri, andò a visitare il pittore Domenico Induno, cui commise li per
li due quadri de' quali l'uno doveva rappresentare Eugenio di Savoia !
Manco a dirlo, l' Induno accolse con cortesia si, ma freddamente l'ar-
ciduca, e non dipinse nessun Eugenio. Massimiliano non tardò a ten-
dere le sue reti anche agli scrittori del Crepuscolo, persuaso che se con-
quistava le intelligenze, conquistava anche il resto; ma fu giuoco spre-
cato, mentre altri, pur troppo, affamati d'onori, illusi forse, vi casca-
rono e non ne uscirono che sfatati. Tranne in un punto, è esatto il
particolare narrato da un giornale intorno a un eroico rifiuto in quel
tempo opposto da Carlo Tenca.
Il governatore di xMilano aveva pregato il direttore del Crepuscolo
di passare un momento dal suo ufficio : - M'ascolti, aveva detto il Bur-
ger, non occorrono elogi, ne lunghi articoli, se non si sentono in ^rado
di scriverne, pazienza ! ma stampino almeno sul Crepuscolo queste sem-
plici parole : « Oggi è arrivato a Milano S. M. l' Imperatore. » Lei ha
detto di no al commissario di polizia che le aveva fatta la stessa pre-
ghiera: non dica di no a me, la prego: altrimenti l'avverto che con mio
vivo dispiacere sarò costretto a sopprimerle il giornale.
Era strano che un alto magistrato, d'un governo assoluto in quei
tempi, parlasse cosi a un povero redattore indifeso ! Quanti non avreb-
bero detto: « Via! accontentiamolo una volta; in fine, che importa a
noi dell'imperatore? » — E il Tenca, invece, non esitò un istante
e rispose un no tanto fatto e il Crepuscolo non fu soppresso (come si
scrisse) ma fu sospeso per alcuni mesi con danno pecuniario del Tenca
che da esso ritraeva l'unico mezzo della propria esistenza. Quando più
tardi ricomparve, le ire degli austriacanti si rovesciarono più furibonde
che mai sugli scrittori del Crepuscolo. Abbiamo potuto procurarci alcune
copie d'un giornalaccio. La Sferra, che aveva appunto l'incarico di con-
tristare 1 degni patrioti lombardi colle diffamazioni, cogli scherni. Lo
scrivevano due ribaldi; il famigerato Perego e certo Mazzoldi, stipen-
diati entrambi da Vienna e già nel '48 vociatori fervidissimi di libertà,
il Mazzoldi specialmente che nei teatri predicava il comunismo ! Vi sono
versi e prose, i versi dedicati a S. S. Pio IX e ai regnanti, per esal-
tarli ; la prosa per eccitare lo sprezzo pubblico verso gli onesti.
Spuntò alla fine la libertà. A Milano si pensò di fondare allora,
con larghi fondi, un giornale di grande formato, la Terseveran:(^a, la cui
direzione venne offerta al Tenca. Ma, a rovescio di quanto si scrisse,
non solo egli non accettò quella direzione volendo serbarsi indipendente,
in tutto e per tutto, ma non ne fu mai neanche collaboratore. Continuò
invece, quasi solo, abbandonato, il suo Crepuscolo, che fu soffocato, co-
m'egU stesso previde, dal nuovo potente giornale. Quattro collegi elet-
toraU, compreso uno di Milano, lo elessero a deputato dandogU cosi
un solenne attestato di stima, e confortandolo delle amarezze che stoica»
mente egli si sforzava di nascondere.
540
GTJIDÀ BELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Alla Camera fu diligentissimo per sei legislature e lavorò instan-
cabile negli uffici. Quando sedeva segretario della presidenza, gli avversari
della sinistra lo chiamavano per celia il gran sacerdote egiziano: ed egli
ne sorrideva. E avea forse del jeratico, con quel viso pallido e impas-
sibile, con quegli sguardi lenti, con quella sua posa immobile. Anche
in conversazione serbava un nobile e serio contegno: grave la parola,
raro il sorriso. Quando egli parlava, tutti stavano ad ascoltarlo rive-
renti. Coi giovani e colle signore era gentilissimo. Egli aveva scritto una
Storia d' Italia per le donne italiane, aveva collaborato al vecchio e gra-
zioso Corriere delle Dame che si fuse poi colla Ricamatrice. Collaborò
anche al Costituente di Firenze vol Mordini e col Maestri.
Da qualche tempo, aiìranto, si era ritirato dalle cariche onorifiche. —
Il Municipio di Milano gli deve in gran parte il riordinamento delle lo-
date sue scuole. Il Consiglio superiore della I. P. in cui sedette, ricorda
ì pazienti e lunghi lavori di lui, sull' insegnamento e sul profitto delle
scuole, sui programmi: l'Italia deve ricordare sempre in lui il prepa-
ratore, il soldato della vigilia.
Era nato a Milano il 1817, vi morì il 4 settembre 1883.
GRANDE FABBRICA NAZIONALE DI MACCHINE TIPOGRAFICHE
NORBERTO ARBIZZONI, MONZA
Premiato anche dal R. Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio
•Tagliacarte a Vapore CslerissimQ
Vedi Avviso speciale a pag. 16
PROVINCIA DI MILA.no. 541
I GIORNALI ILLUSTRATI ITALIANI
Il primo giornale che si sia pubblicato in Italia, illustrato e di gran formnto, fu
il Mondo illustrato, fondato dall'industriale Pornba nel gennaio del 1847, e in cui
scriveva Slrafforello, Ghedini, Balbo, Cesare Canlù, Massari, Ghiossone, Giacomo Dina,
D. Garutli,G. MatteuccieBonghi.Un pittore torinese Gonin, e l'incisore V&jani, eseguivano
le figure. 11 Mondo illustrato ebbe 3500 assofinii, troppo pochi per potere far fronte
alle spese che il povero Pomba incontrava nella pubblicazione del giornale, che non
era ammesso nel Lombardo -Vone'o, negli Slati Pontifici e nel Regno delle due Si-
cilie e perciò veniva a soffrire moltissimo.
Il Pomba fece dei calorosi appelli, e la fortuna lo favorì; poiché si formò una
società per azioni di 400 lire l'una. Le azioni raccolte furono quasi 100, e il Mondo
illustrato, che era per poco morto verso la fine del 1847, ricomparve nel principio
del 1848. Ma la guerra dovea essergli faiale; nuovamente molte provincie furono
rioccupate dagli austriaci e il foglio dovette morire verso la fine del 18 49. Dieci anni
dopo, rimessi i tempi, risorse il Mondo illustrato, mal redatto, trascurato nelle in-
cisioni e nella materia. Nel 1860 morì nuovamente senza alcun rimpianto. Ma final-
mente dovea giungere un tempo felice, opportuno al fermento giornalistico che era
in animo di tutti. Le scienze e le arti avevano fatto dei seri progressi, specie l'arte
tipografica che preparava il suo risorgimento.
Ecco infatti che Milano ne dà l'esempio. Camillo Cima pubblica nei 186 4 V Il-
lustrazione italiana ed Eduardo Sonzngno ['Illustrazione universale.
Naturalmente fra i due giornali dediti al medesimo scopo, dovea impegnarsi una
lotta nella quale uno dovea soccombere. Vi soccombette Y Illustrazione italiana del
Cima, che portava vignette litografate, e non incise.
Ma neppure V Illustrazione universale fbbe lunga vita. Il confronto fra V Illu-
stririe Zeitung di Vienna, il Monde illustre di Parigi, V Ilhistrated London, ecc.,
con quella del Sonzogno non reggeva al paragone. Ci njancava quel pregio che rende
accetto qualunque giornale, e che si chiama attualità. Epperò Sonzogno non si sco-
raggiò; ingrandì il giornale, poi lo impiccolì, da 8 lo portò a 12 pagine, poi a 18,
lo pubblicò ogni settimana, poi 2 volte la settimana; finalmente stanco d'un' intrapresa
infruttuosa, difficile, dopo quattro anni di onorata ma multiforme esistenza Io sospese.
Cinque anni dopo (14 dicembre 1873) l'antica Illustrazione universale rìcom-
parve a Milano, ma tanto editori che re 'attori erano perfettamente altri.
L'infaticabile Emilio Trevps, quello che aveva abbandonata la pubblicazione im-
portante dtìW Universo illusi) ato, forse unico giornale illustralo fallo con garbo in
Italia, intraprese quella deW Illustrazione italiana.
Non è superflua una osservazione: V Illustroted Land News che tiene il primato,
costa 47 lire; il Graphic, suo rivale nato nel 1871, e che già lo supera dal lato ar-
tistico, 47; V Illustrirte Zeitung di Lipsia, 46,50; l'antica lllustration 45; il Monde
illustre 32. A colali prezzi in Italia non si trovano 1000 associali, lanto da morire
pieni di debili come il Mondo illustrato del Pomba.
Pareggiare quegli organi stranieri che a prezzi sì foni contano a centomila gli
associati e a migliaia gli annunzi, è addirittura impossibile in un paese, ove il pub-
blico leggente è così scarso e così avaro. E si badi ancora che pur crescendo la
coltura lelK^raria nazionale, il mercato del giornale italiano sarà sempre ristretto al-
l'Italia, mentre la stampa estera ha per commercio il mondo.
La prima macchina per fondere i caratteri tipografici
A Davide Bruge, scozzese, si attribuisce l'iiivenzioue della prima macchina per fondere i caratteri da stam-
pare. Col fratello Giorgio, che riusci a perfezionarla, nel 1827 Davide la fece comparire nel mondo tipografico.
Passarono molti anni prima che i fonditori europei la prendessero in considerazione. Frattanto in America se
ne fece buon uso e se ne ricavarono i primi frutti.
542 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Eugenio Torelli-Tiollier
direttore del Corriere della sera
Il Torelli è un uomo che, anche in una città positiva come Milano,
pare un tipo singolare, perchè ha una virtù pochissimo italiana: il ca-
rattere. Che cosa significhi questa parola, la quale oramai è diventata
argomento di esercitazioni scolastiche e di componimenti ginnasiali, non
è difficile si sappia. Più difficile è trovarne una incarnazione positiva.
Torelli vi dà l'immagine esatta di quegli uomini che abbondano
nei libri di Smiles,
Sebbene meridionale, è un uomo che ha la grande virtù di saper
parlare. Alto, biondo, con una lunga barba, con gli occhi un po' am-
malati, gentilissimo di maniere, guarda, ascolta e raramente parla.
Questo è il gran peccato, a cui deve la sua odiosa leggenda. I suoi
nemici hanno dato a credere che sotto a quel riserbo inglese si nascon-
desse l'orgogho e l'invidia. Poi, questa medesima rigidità esterna, è in
tutto il carattere del Torelli: ne' suoi affari, nel suo lavoro, ne' suoi cri-
terii giornalistici, persino ne' suoi passatempi.
La sua vita è ben semplice e ben limpida: non avventure clamorose,
non processi, non duelli, non polemiche rumorose. Egli non fa altro che
lavorare, tranquillamente, tenacemente, continuamente, pel giornale a
cui ha attaccato la sua esistenza.
Egli ha inteso benissimo che nella vita d'un giornale vi sono due
parti ben distinte, la redazione e la vendita, e che cosi l'una come l'altra
toccano al Direttore, il quale deve insieme essere un giornalista e un
industriale. Egli ha saputo essere Tuna cosa e l'altra: di più, ha saputo
anche essere un'altra cosa difficilissima a trovare nel pandemonio della
carta stampata: giornalista onesto, e industriale corretto sino allo scrupolo.
Ecco il segreto del successo del suo giornale.
Pure, il ToreUi, quando si trova in compagnia degli amici che ama,
è un piacevole commensale, un fine parlatore, e sopratutto un ascoltatore
meraviglioso. Non gli sfugge una parola, e voi vi avvedete subito, dalla
gradazione del suo risolino solitario, del giudizio silenzioso ch'egli porta nel
suo intimo tribunale sopra le idee e i paradossi della conversizione corrente.
Ora quest'uomo che si è fatto da sé, veramente, lottando con tutte
le necessità della vita, costruendosi pietruzza a pietruzza l'edifizio della
propria fortuna, quest'uomo che dopo vent'anni di lotta, si è conquistato
un posto altissimo nella considerazione della cittadinanza milanese e di
tutta la gente onesta d'Italia, non molto tempo addietro era chiamato
venduto, spia borbonica, uomo immondo, ed era accusato di aver fondato
il suo giornale coi denari della Questura !
Paolo Joanna.
Alfredo Comandini
direttore della Lombardia
Nato a Faenza il 4 dicembre 1853, fece a Vicenza le prime prove e
con amore dirigendo il Paese per tre anni. Di là fu chiamalo a Verona
PROVINCIA DI MILANO.
543
e vi diresse l'Adige, e poscia collaborò assiduamente nella stampa de-
mocratica.
È un polemista, un dialettico di primissimo ordine: i suoi lunghi
articoli polemici sulla Lombardia, che il pubblico legge con interesse
grandissimo, dovranno essere consultati da chi vorrà fare la storia del
giornalismo italiano nell'ultimo ventennio.
Comandini ha compiuto ciò che in giornalismo si considera come
un miracolo; ha, di un giornale esangue, quasi finito, qual'era la Lom-
bardia, prima che ne assumesse la direzione, fatto un fiorente, prosperoso
periodico che tutta la Milano mattiniera compera e legge. Questo mi
pare il miglior elogio che del giornalista si possa fare. Quanto all'uomo,
Comandini è uno dei più amabili e simpatici giovani che si possano
conoscere. È studiosissimo delle questioni politiche ed appassionato col-
lezionista di medaglie, sino a farsi socio fondatore di una rivista di nu-
mismatica, nella quale va pubblicando dotti articoli, gustati solo nella
stretta cerchia dei non profani.
Figlio di un antico e forte patriota romagnolo, che stette 12 anni
nella galera papale di Paliano, non ha smentito il sangue. A Villa Ruffi
fu il più giovane degli arrestati mazziniani, ed oggi, sulla Lombardia, Co-
mandini non ne perdona una al suo am.ico e compagno di manette Ales-
sandro Fortis,
/^il/\nIo
FRAflLLlTREyES£orTOfJ
GIOrPIKO
\^ CE1ìCaJ1_ FORTUNA
E una strenna per i fan-
ciulli, è un teatrino di ma-
rionette, è un giocattolo. —
Ci sono
8 quadri a colori!
e i personaggi si muovono!!
Quanto costa questa bel-
lezza?— Cinque lire.... e
anche si regala. — Ah! — A
quei bravi fanciulli e fan-
ciulle che leggono ogni set-
timana il loro giornale. —
Sicuro, Gioppino in cerca
di fortuna va a trovare
GRATIS e franco di porto
tutti quelli che, mandando
L. 12,50 * si associano al
Giornale dei Fanciulli pel
1890.
* Per gli Stati Europei dell' U. P., Fr. 19.
GIORNALE SETTIMANALE PER LE SIGNORE E LE SIGNORINE '
(Anno III - 1890) a Centesimi IO il numero. (Anno in - 1890)
^^^^t^V'^
¥1:
Questo giormlc fu fin da prin-
cipio accolto con molto entusia-
smo nelle famiglie in cui il lusso
di un giornale di mode come
quelli esistenti poteva portare un
po' di scapito al bilancio di casa.
Stante la mite spesa è alla por-
tata di tutte le borse. È un so<'no
realizzato per quelle madri di fa-
miglia ehe coi nostri consigli e
colle nostre spiegazioni possono
accomodare da sé e con poca spesa
un vestito dell'anno scorso e fare
delle graziose vestine pei loro
bimbi senza ricorrere al consiglio
o alla mano d'opera d'una sarta.
Mercè del nostro giornale potran-
no anche dedicarsi ad eseguire
svariati lavori femminili e una
infinità di gingilli che adorneranno
elegantemente la loro casetta. I-
noltre farà passar loro piacevol-
mente qualche ora con delle letture
istruttive, dei romanzi interessanti
e tali da potersi leggere dai figli
senza timore. Vi sono racconti
morali, varietà, ricette, economia
domestica, regole di buona società,
sciarade, e i migliori metodi per
ben accudire a una casa di fami^Ha.
Esce ogni settimana un
numero di 16 pagine con
più di 50 incisioni di mo-
de e lavori.
Per
gli Stati
Europei
dell'Unioni
Postale
LIRE OTTC
PREMIO: Elegante Almanacco in cromolitografìa pel 1890, in gran formato
DIRIGERE COMMISSIONI E VAGLIA Al FRATELLI TREYES, EDITORI, IN MILAKO.
PROVINCIA DI MODENA
Numero dei Comuni: 45 — Popolazione: 279,254 — Superficie: K. (j. 2,573 — Deputati della provincia:
GaiiJolfi, Tabacchi, Donasi, Menotti, . . .
Annuario della Società dei naturalisti
di Modena. Nato nel 1866, si pubblica in
2 o più fascicoli annuali per cura della
direzione della Società stessa. Abbona-
mento: anno L. 12.
Modena.
L'Angelo delle Vergini. Giornale catto-
lico, nato nel 1869. Esce ogni mese in 32
pagine e copertina. Suo scopo è di far ri-
vivere l'opera di S. Angela Merici. Abbo-
namento: anno L. 2. Non si vende a nu-
meri separati. Tipografia dell'Immacolata
Concezione.
Modena.
L'Annunziatore modenese. Giornale di
annunzi commerciali e tipografici, nato il
2 settembre 1889. Esce ogni lunedì in 4
pagine, formato 0,37 y. 0,27. Direttore : Sola
Luigi. Si distribuisce gratis. Tipo-litogra-
fia A. Namias. Via Farini, 11.
Modena.
Atti e Memorie della E. Deputazione
di Storia patria per le Provincie di Ro-
magna. Pubblicazione di storia locale. Esce
a fascicoli di oltre 100 pagine in-8.° con
tavole illustrative. Vi scrivono: E. Brizio,
C. Albicini, Balduzzi, G. Malagola, F. von
Duhn. Bologna, presso la Deputazione di
Storia patria. Tip. Vincenzi e Nipoti.
Modena.
Atti e Memorie delle UH. Deputazioni
di Storia patria per le Provincie mode-
nesi e parmensi. Pubblicazione di storia
locale. Esce a grossi fascicoli in-S." - Vi
scrivono i membri attivi e soci corrispon-
denti delle Deputazioni. Tipografia Vin-
cenzi e Nipoti.
Modena.
Bollettino della Stazione agraria di
Modena. Pubblicazione fondata nel 1871
(nuova serie). Esce periodicamente in fa-
scicoli in-S." di oltre loo pagine. Tipo-
grafia Vincenzi e Nipoti.
Modena.
Bollettino ufficiale della Federazione
delle Società magistrali mandamentali.
Giornale di didattica ed educazione, fon-
dato nel 1884. Esce ogni mese in 8 pa-
gine. Si spedisce gratis ai membri delle
Società magistrali federate della provincia.
Modena.
Il Cittadino. Giornale politico, ammini-
strativo, commerciale, fondato nel 1877.
É ufficiale per le inserzioni della Camera
di commercio ed arti della provincia. Si
pubblica ogni giorno in 4 pagine a 4 co-
lonne. Tiratura 2000 copie circa. Abbo-
namento: anno L. 19, sem. io, trim. 5,
Inserzioni: 10 centesimi la linea.
Modena.
Collezione di letture amene ed oneste.
Giornale cattolico, letterario, morale, fon-
dato nel 1858. Esce ogni 2 mesi in volumi
di circa 200 pagine in-S." - Tiratura 2300
copie. Abbonamento: anno L. 5. Ogni vo-
lume L. I, Tipografia dell'Immacolata
Concezione,
Modena.
Il Devoto di S. Giuseppe. Giornale cat-
tolico, nato nel 1865. Esce ogni mese in
48 pagine. Tiratura 2000 copie circa. Fu
il primo periodico in Italia, ed il secondo
in Europa fondato allo scopo di propagare
il culto di S. Giuseppe, proponendolo come
esemplare ai capi di famiglia, e tipo agli
operai. Abbonamento: anno L. 3. Non si
vende a numeri separati. Tipografia del-
l'Immacolata Concezione.
Modena.
Il Diritto cattolico. Giornale politico,
letterario, quotidiano, nato nel 1867 in
continuazione del Difensore. Ne fu primo
direttore l'abate prof. Pietro Balan. Tira-
tura 600 copie. Abbonamento: anno L. 19,
sem. IO, trim. 5. Inserzioni: 15 centesimi
la linea. Via Emilia, 36.
Modena.
Ercolani. Periodico di medicina veteri-
naria, nato nel gennaio del 1888. Si pub-
blica una volta al mese in fascicoli di 32
pagine in-8.°, con tavole illustrative. Di-
rettore: prof G. Generali. Vi scrivono:
G. Tampellini, F. Bazzola, V. Lari, ecc.
Abbonamento: anno L. 6. Un numero L. i.
Tipografia Domenico Tonietto.
Modena.
Fiori di Nazaret. Giornale cattolico,
nato nel 1874. Esce 2 volte al mese in
32 pagine. Esso si indirizza alle Congre-
gazioni delle giovinette figlie di Maria, e
tratta tutti quegli argomenti che reputa
meglio acconci ad iastillare in esse una
N. Bernardini — G«>ia iella Stampa periodica italiana — 35.
546
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
soda pietà, l'amore della famiglia, e tutte
quelle virtù che si addicono al loro stato.
Abbonamento: anno L. 2,75. Non si vende
a numeri separati. Tipografìa dell'Imma-
colata Concezione.
Modena.
Foglio periodioo della Prefettura. Fon-
dato nel i^'65, contiene gli atti ufficiali
amministrativi. Si pubblica ogni mese in
fascicoli di circa 20 pagine. Abbonamento:
anno L. io- Non si vende a numeri separati.
Modena.
Fulvio Testi. Giornale nato nel 1890.
Modena.
Guida degli affari. Giornale economico,
commerciale, nato nel 1888. Esce ogni
mese in 12 pagine a 2 colonne in-4.° -
Tira 5000 copie. Direttore: Decio Bona-
cini. Al giornale è annessa un'agenzia di
affari. Abbonamento: anno L. 2,50, se-
mestre 1,50. Un num. 0,25. Via S. Carlo, 8.
Modena.
L'Indicatore mirandolese. Periodico di
memorie patrie, nato nel 1877. Esce ogni
mese in 16 pagine in-8.° a 2 colonne. Ab-
bonamento: anno L. 1,20. Un nura. 0,10.
Mirandola.
La Luce. Gazzetta democratica di Carpi,
nata il 28 luglio 1889. Esce ogni dome-
nica in 4 pagine, formato 0,42;^ 0,31. Di-
rettore: dott. Ferruccio Rizzatti. Abbona-
mento: anno L. 5. Un numero 5 cente-
simi. Via Menotti, 8.
Carpi.
11 Panaro - Gaietta di Modena. Fondata
nel 1876, si pubblica ogni giorno in 4 pa-
gine a 4 colonne. Tira circa 1000 copie.
In politica è giornale di sentimenti libe-
rali. Ha per motto: Libertà - Pace. Abbo-
namento: anno L. 19, sem. io, trim. 5.
Inserzioni : i 5 centesimi la linea, in 3.* pa-
gina 30 centesimi. Un numero 5 cente-
simi. Via Farini, palazzo Valentini, 11.
Modena.
11 Fotta di Modena. Giornale umoristi-
co, illustrato a colori, nato nel 1S89. Esce
ogni domenica.
Modena.
Rassegna Emiliana di storia, lettera-
tura ed arte, fondata nel maggio iò88.
Esce ogni mese in fascicoli di 64 pagine
in-S." - Direttori: Annibale Campani e
Adolfo Venturi. Vi scrivono: G. Mazzoni,
R. Renier, G. Bargilli, V. Santi, A. Graf,
M. Campori, ecc. - Abbonamento: anno
L. 12. Un numero L. 1,50. Via San Vin-
cenzo, 2.
Modena.
La Rassegna delle scienze mediche. Or-
gano uiFiciule della Società medico-chirur-
gica di Modena, nato nel 1866. Esce ogni
mese in fascicoli di 48 pagine in-8.° - Di-
rettore: dott. cav. C. Bergonzini. Abbona-
mento: anno L. 8. Non si vende a numeri
separati. Editori: Vincenzi e Nipoti,
Modena.
La Rondine. Giornale umorist'co, lito-
grafato, illustrato. Esce a intervalli diversi.
Vi scrivono: U. Urbini, F. Rizzatti, ecc.
Disegni di Carlo Grossi. Un numero 0,15.
Carpi.
Spallanzani. (Vedi provincia di Roma.)
Studi letterari e morali ed Atti del-
l'Accademia ecclesiastica modenese di San
Tomaso d'Atluino. Pubblicazione scientifica,
letteraria, morale, cattolica, nata nel 1887.
Esce ogni 2 mesi in fascicoli di circa 160
pagine. Abbonamento: anno L. 11. Non
si vende a numeri separati.
Modena.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Fondato nel i87ó, esce 2 volte
alla settimana in 4 pagine, e contiene gli
annunzi legali amministrativi. Abbonamen-
to: anno L. 8.
Modena,
Tampel. Giornale umoristico, settima-
nale, nato nel 1888. Abbonamento: anno
L. 3,50, sem. 2, trim. 1,25.
Modena.
Oiomali cessati:
\J Aurora letteraria, n. 1872 a Modena, direttrice Adele Woena.
Bollettino del Comizio agrario, n. 1S71 a Modena; si fuse (1882) col Campagnuolo.
Il Campagnuolo, agricolo, quindicinale, n. 1878 a Modena.
Il Capriccio, n. 1883 a Modena.
Il Carpigianello, n. 18S1 a Carpi.
Il Diavoletto, umoristico, teatrale, n. 15 dicembre 1870 a Modena.
V Ebetismo, n. 1883 a Modena.
Giornale di Modena, ufficiale, trisettimanale, n. 1869 a Modena.
Labaro, n. 1882 a Modena.
La Licambèa Saetta, umoristico, n. 1887 a Modena, direttore A. Monzani.
Il Lunedi, agricolo, n. a Modena, direttore prof. T. Poggi.
Menotti, democratico, quotidiano, 1869-70, Modena.
PROVINCIA DI MODENA. 547
La Moglie dì Labaro, n. 1S82 a Modena.
Il Montanaro, amministrativo, mensile, n. 1883 a Pievelago.
Il Naviglio, democratico, settimanale, n. 1884 a Modena.
Pierticcio, n. 188 1 a Carpi, direttore Ferruccio Rizzatti.
Rassegna minuscola, letterario, n. 188 1 a Modena.
Rivista legale parmense modenese, mensile, n. 1877 a Modena.
La Secchia rapita, letterario, settimanale, n. 1885 a Modena.
La Sveglia, elettorale, u. 1887 a Modena, 7 numeri.
La Trivella, n. 1883 a Modena.
Trivellino, a. 1883 a Modena.
GIORNALI E GIORNALISTI MODENESI
Le più antiche gazzette modenesi, quelle cioè della collezione Vaticana, datano
dal 1542. Altri avvisi che ricevevano i Duchi Estensi si conservano negli archivi di
Stato di Modena. Nel 1658, fervendo in Lombardia la guerra fra Spagna e Francia,
a capo dell'armata di quest'ultima essendo Francesco I d'Este Duca di Modena, lo
stampatore ducale Andrea Cassiani pubblicò periodicamente avvisi o ragguagli. Nel-
l'archivio di Stato di Modena se ne conservano quattro in data 6, 13, 20 e 26 lu-
glio 1658. Il conte Montecuccoli, in data del io agosto 1658 scriveva da Modena a
monsignor Onofrio Campori: «Qui non si stampano ne si stamperanno piti Avvisi, come
si era cominciato, non havendo voluto il pren. Ser. Padrone che si seguiti. » E il 21 agosto
allo stesso : « Qui si è lasciato di stampare gli Avvisi e . . .s' è dato principio a ristampare
quei di Torino. » Fu per volere sovrano che ne cessò la pubblicazione.
Dal 1677 al 1700 Modena ebbe un foglietto settimanale, fatto dallo stampatore
Demetrio Degni. Nell'archivio di Stato se ne conserva una raccolta incompleta, ma
preziosa. Il più antico è segnato col numero progressivo 17 e datato li 28 aprile 1677,
il più recente ha il numero 34 con la data 21 agosto 1700. È più abbondante la col-
lezione del March. Giuseppe Campori, e le date dei foglietti che la compongono vanno
dal 1677 al 1700. Uno solo ne conserva il Museo Civico e precisamente il n. 9 del
i.° marzo 1692. Non ne esiste una raccolta completa, quindi non può precisarsi il tempo
in cui questa gazzetta cominciò e cessò. Essa non ha titolo, e per la compilazione non
differisce dalle altre di cui abbiamo discorso alla pagina 493. I foglietti del Degni, che
cangiarono spesso formato, constano di 4 pagine e sono alti (computando solo la parte
stampata) mm. 190 e larghi 130, altri, i più recenti, alti 225, larghi 140.
Nel 1686 in Parma il P. Benedetto Bacchiai cominciò a stampare un giornale
letterario e lo continuò in 5 tomi a tutto il 1690. Interrotto nel 1691 fu ripigliato
in Modena con questo titolo: Giornale de' Letterati del 16^2 e primo di Modena. -In
Modena per gli Eredi Cassiani ad istanza de Co^:^. e Capponi Stampatori Vescovili.
Il Bacchini se ne palesò autore, ciò che non aveva fatto pei giornali precedenti stam-
pati a Parma, e lo dedicò a Francesco II d'Este duca di Modena. Nel 1693 il giornale
fu stampato parte in Parma e parte in Modena; nel 1694-95 non sorti; nel 1696-97 fu
pubblicato in Modena, cessando cosi dopo nove volumi.
Dal 1701 al 1748 Modena non ebbe giornah. Per i8 anni l'abate Antonio Ber-
nardi aveva pubblicato a Venezia un foglio intitolato L'Europa; lasciata Venezia venne
a stabilirsi a Modena, dove il 2 gennaio 1749 fondò il Messaggiere, primo giornale
modenese che portasse un titolo espresso, inizio del foglio ufficiale del ducato di Mo-
dena, che col titolo appunto di Messaggiere durò sino al giugno 1859. Ormai da 7
anni il Bernardi, che percepiva dal Duca 40 lire mensili e dagli avventori circa 1000
all'anno, pubblicava il Messaggiere nella sua stamperia presso la Corte, quando per un
articolo comparso nel numero 31 (27 luglio 1756) che spiacque al ministro ducale abate
Bianchi, fu privato del privilegio della pubblicazione e dello stipendio; il giornale,
pubblicatosi regolarmente ogni settimana, fini col numero 35 (25 agosto 1756). Contein-
poraneamente, cioè nel 1750, si pubblicò a Modena un giornale mensile il Mercurio,
edito, a quel che pare, dallo stesso abate Bernardi.
La direzione del Messaggiere col numero 36 (i.° settembre 1756) fu assunta dal
dottor Pellegrino Nicolò Loschi, avendo a revisore il Galaffasi. Epperò il Duca, an-
noiato degl'impicci che in Austria il foglio gli procurava, ordinò (1759) ^^ nomina
548 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
di un altro revisore, il prevosto Giovanardi, che tre mesi dopo fu sostituito dal ca-
nonico Camillo Tori. Ma si l'uno che l'altro fecero cattiva prova, sicché la direzione
del foglio nel 1761 fu data all'avv. Renza. Nel 1770 poi un tal GioselTo Maria Cavi
era estensore del Messaggiere e direttore della stamperia ducale e durò in tal carica
sino al 1782, in cui il conte G. B. Munarini, occupavasi della revisione della gazzetta.
II Messaggiere dopo 40 anni di vita cessò col numero 18 (4 maggio 1796).
Dal 1763 al 1790 coi tipi degli eredi di Bartolomeo Soiiani, si stampò un Foglio
d'avviso trimestrale riguardante lo spaccio del sale catartico subamaro di Modena, scoperto
nella villa S. Faustino e messo in commercio dal dottor G. B. Moreali e poscia dai
suoi eredi, continuatori anche del Foglio.
Contemporaneamente, cioè dal 1773 al 1790, visse pure il Nuovo Giornale dei
letterati d' Italia, bimestrale, in cui, fra gli altri, collaborò il Tiraboschi.
Dal 18 ottobre 1796 al 17 settembre 1798 Modena ebbe il Giornale repubblicano
di pubblica istruzione, scritto dall'avv. Luigi Tirelli modenese e Gregorio Agnini di
Finale. Usciva il martedì e venerdì mattina in-4.° piccolo. Fu soppresso dal Direttorio
Esecutivo in Milano, in seguito alla pubblicazione dei numeri 95 e 94 del 4.° semestre.
A fare opposizione a questo giornale sul finire del marzo 1797 nacque un altro
foglio dal titolo Memorie di morale, di politica e di letteratura, edito dal libraio Anto-
nio Tamanini e redatto dai cittadini Sante Fattori e Giovanni Moreali. Ma nel set-
tembre dello stesso anno, col numero 26 il giornale cessò.
A continuazione del Giornale repubblicano, dal 16 novembre all' 11 dicembre 1798
uscirono 8 numeri del Repubblicano redivivo, redatto, come si suppone da Gregorio
Agnini del Giornale repubblicano.
E anche come continuazione delle Memorie, il citato Fattori fondò il 9 gennaio 1800
il Vaglio critico ossia Memorie critico-letterarie di Aristarco Scannabufali, che però visse
solo 17 numeri.
Il 22 gennaio 1800 ricomparve pei tipi dei Soiiani il soppresso Messaggiere, ma
cessò nello stesso anno col numero 22 (18 giugno;, al ritorno del governo repubbli-
cano. Adattandosi però i tipografi al nuovo stato di cose, ripresero il giornale il 16
gennaio 1S05 e lo continuarono fino ai primi del 1806.
Il 4 gennaio 181 5 il Messaggiere ricomparve con l'epiteto di Modenese, bisettimanale a
2 colonne. Gli eredi Soiiani continuarono a stamparlo sino alla metà del 1822 e la tipo-
grafia camerale lo stampò sino al 12 marzo 1848, salvo un'interruzione nel i8ji, in cui,
dal 19 febbraio al 5 marzo, pei moti rivoluzionari, fu sostituito dal Monitore modenese.
Per 33 anni, cioè dal 1822 al 1855, gli eredi Soiiani pubblicarono pure il perio-
dico Memorie di religione, di morale e di letteratura fondato e diretto, finché visse, da
mons'gnor Giuseppe Baraldi e nel 1824 il giornaletto Alcuni trattenimenti morali e let-
terari, redatto da Mauro Sabbatini, Francesco Carpi e Giovanni Brignoli.
A porre un freno alla stampa liberale, il martedì 5 luglio 183 1 Cesare Galvani,
guardia nobile d'onore e addetto alla Biblioteca Estense, fondò la gazzetta cattolica
La Voce della verità che usciva il martedì, giovedì e sabato dalla tipografia Camerale.
Il Galvani, dopo alcuni anni, abbandonata la direzione e la collaborazione del foglio, si
fece prete e fu monsignore. La Voce della verità cessò il lunedi 28 giugno 1841 col
numero 1548, per volontà dei compilatori, che vedevano calmata l'effervescenza pro-
dotta dai moti del '31.
Nell'anno stesso in cui nacque la Voce, Francesco Galvani fondava il 2 novem-
bre 183 1 V Amico della gioventù, giornale morale, storico, politico e letterario, a fasci-
coli bimestrali di 2 fogli di stampa ia-8.° — L'Amico durò fino al 15 gennaio 1837.
Nell'aprile seguente ricomparve in altro formato e soltanto letterario; visse altri 9
mesi. A sostituirlo il Galvani fondò il Giornale scientifico letterario, mensile, che visse
dal gennaio al settembre 1838. Obbligata la direzione a trasportare altrove la stampa del
fogho, il Giornale risorse a Bologna nel gennaio 1839. Senonchè il dott. Filippo Pal-
mieri si fece continuatore del primo in Modena, modificando il titolo in Giornale let-
terario scientifico modenese, pubblicandone 12 fascicoli mensili.
Una colonia di portoghesi residenti a Modena, ebbe anch'essa un giornale redatto
nella lingua di Camoens. Il 3 agosto 1835 il dottor De Garaa fondò O Precursor,
miscellanea de critica, de litleratura e de politica; ne uscirono in tutto 18 numeri di 8
pagine a 2 colonne, e cessò nell'ottobre dello stesso anno.
Dal 9 maggio 1836 al 27 aprile 1849 visse uà Indicatore economico, agricolo, coni*
Jtìefciale, dapprima bimensile, poscia settimanale.
PROVINCIA DI MODENA. 549
Dal luglio 1839 al giugno 1840 uscì ogni mese in fascicoli di 12 pagine un Bol-
lettino di chimica e farmacia, compilato da G. C. dal Bue.
11 i.° aprile 1841, pei tipi degli editori proprietari Vincenzi e Rossi Msciìì Silfo,
giornaletto letterario, artistico, teatrale, diretto dal dott. Antonio Peretti. Usciva 3 volte
al mese e cessò col numero 36 il 20 giugno 1842.
Col cessare della Voce della verità sorse il 6 luglio 1841 il Foglio di Modena il
quale, edito dall'avv. Filippo Palmieri, cessò il 20 marzo 1848 o meglio si trasformò
nel Diario modenese, che usci ogni lunedi e giovedì dal 23 marzo al 30 agosto 1848,
trasformandosi a sua volta nel Messaggere, foglio di Modena, organo ufficiale, il quale
visse dal i.° settembre 1848 al io giugno 1859, dapprima trisettimanale, poi quatri-
settimanale.
Dal 1844 al 1848 visse l'Educatore storico, quindicinale, diretto da Giovanni Sab-
batini prima e da Antonio Peretti poscia; e dal settembre 1845 al gennaio 1846 una
Rivista di sciente, lettere ed arti, giornale modenese, mensile, edito da Francesco Zuccardi.
Col cessare del governo ducale, nacque V Italia centrale, gioraaìt politico lettera-
rio, dapprima in bollettini, poi in numeri regolari, diretto da Giovanni Sabbatini. Visse
dal 22 marzo all' 8 giugno 1848. Contemporaneamente, cioè dal 26 marzo all' 8 giu-
gno, visse V Indipendenza italiana; giornale politico letterario, diretto dal dott. Cesare
Rovighi ed edito da Nicola Zanichelli.
Dal 29 aprile al 30 ottobre 1848 si ebbe pure la Bonìssima, giornale del popolo,
i cui 27 numeri sono quasi tutti scritti da Antonio Peretti. Nello stesso anno, dal
23 maggio al 3 agosto, uscirono 58 numeri del Ganettino del Melodi, giornaletto
italiano politico, letterario, compilato da Giuseppe Pini, impiegato presso la tipografia
di Andrea Rossi.
Il IO giugno 1848, dalla fusione dei citati Indipendenza italiana e Italia centrale,
nacque il Vessillo italiano, dapprima trisettimanale e poscia quotidiano. Ma non visse
che soli 33 numeri, cessando cioè il 3 agosto 1848. Dal 19 giugno al 31 luglio dello
stesso anno uscirono 13 numeri del Na\ionale, giornale politico, scientifico, letterario,
d'agricoltura e commercio, in cui scrissero i dottori Soragni, Cannonieri, C. Rovighi,
Carlo Rusconi, Grosoii e Malagoli. Questi due ultimi il 29 luglio 1848 fondarono
pure la Lettura dell'artigiano, giornaletto del sabato, ma non visse che un numero.
Dopo le vicende del 1848 il giornalismo modenese tacque e fu solo il 5 luglio 185 1
che nacque ì' Indicatore modenese, giornale di lettere, agricoltura, industria e varietà con
bollettino commerciale, compilato dal doti. Luigi Maini. Usciva ogni settimana e durò
fino al 25 dicembre 1852; a continuarlo il i.° gennaio 1853 uscì h Ghirlandina, gior-
naletto settimanale, che visse però solo 26 numeri. Lo stesso dott. Maini pubblicò, ogni
sabato, dal 16 dicembre 1854 al 24 marzo 1855 il Divoto dell' Immacolata Concezione di
M. V., florilegio di notizie relative alla dommatica definizione del mistero.
Dal 3 aprile 1855 al 9 giugno 1859, visse il Dwfr/T^Miore^ trisettimanale, agricolo,
commerciale. Contemporaneamente, cioè dal 22 dicembre 1855 all' 8 gennaio 1859
l'editore Andrea Rossi pubblicò un Bollettino commerciale, su mezzo foglietto.
Nel 1857 l'avv. Bartolomeo Veratti iniziò la pubblicazione di un periodico inti-
tolato Opuscoli religiosi, letterari e morali, che continuarono sino a pochi anni fa.
Dall'agosto del 1857 al giugno 1858 uscirono pure 6 fascicoli del periodico bime-
strale il Lumicino, diretto dal dott. D. G. Silingardi (i).
Ecco ora, per ordine di data, il titolo di molti altri giornali esistiti a Modena:
Gazzetta di Modena, quotidiano, 1859-1862; la Croce di Savoia, quotidiano, 22
luglio 1859-2 aprile 1860; la Confederazione italiana, bisettimanale, 6-24 settembre 1859;
l'Avvenire, 28 settembre 1859-9 ottobre 1860; il Progresso, novembre-dicembre 1859;
l'Aristarco, 1859; il Frustino dell' Emilia, 31 gennaio-22 maggio 1860; lo Scrutatore
modenese, 1860 ; l'Unitario, quotidiano, i.° luglio 1860-29 novembre 1862; l'Elettore
indipendente, 1860-61; l'Artigiano, 1861; il Difensore, quotidiano, cattolico, 1861-67;
la Buonissima, 1861; l' Imparziale, 1S61 ; h Strega, 186^-64, il Crepuscolo, 1864-65; la
Cronaca verde, 1865; la Fortuna, quotidiano, 1865; Corriere della guerra, quotidia-
no, 1866; la Camicia rossa, 1866; il Bene pubblico, i8ó6; l' Imparziale, 1867-68; la
Libertà, 1869; Corriere della guerra, 1870; Gazzettino operaio, 1872-74; il Mura-^
tori, 1873-74; Educazione e Diritto, cattolico, 1875-70,
(i) Le notizie fin qui esposte le ho riassunte dalle annate VI e VII di un accurato almanacco modenese
ia Trivella di Agricola Fermo,
PROVINCIA DI NAPOLI
'}Z>umero dei Comuni:'6S — popolazione : 1,001,245 — Superficie: K. q. 871 — Deputati della provincia:
I. Giusso, Billi, Turi, Ungaro, Di Belmonte. 2. Di San Donato, Simeoni, Carrelli, De Bernardis, Rocco.
3. Placido, flauti, Curati, Vastariiii-Cresi, Della Rocca. 4. Petriccione, Sorrentino, Zainy.
L'Amico della giustizia. Gazzetta di giu-
risprudenza teorica e critica, sostenitrice
dell'ordine e della legge, fondata il 1 5 mag-
gio 1889 e diretta dagli avvocati Costan-
tino De Francesco, proprietario di essa, e
Achille Callotti. È organo dei Consigli
dell'ordine e dei Consigli di disciplina.
La sua specialità, che lo rende unico in
Italia, è la confutazione delle sentenze in-
giuste, a richiesta delle parti lese, e la il-
lustrazione di ogni sentenza con note e
commenti, e con la compendiosa esposi-
zione della fattispecie. Contiene: Sentenze
con note e commenti, Massime, Monogra-
fie, Leggi, Pronun^iati dei Consiglio di
Stato, Corte dei Conti, Bibliografia, Re-
clami. Vi scrivono: Amore, Arcoleo, Chi-
mirri. Ferri, Fusco, Garofalo, Gianturco,
Girardi, Lombroso, Marghieri, Miraglia
presidente della Cassazione, Pessina, Piz-
zuti, Telesio, Vastarini-Cresi ed altri. Esce
ogni 15 giorni in 32 pagine in-4."' - Ab-
bonamento, decorribile dal i." gennaio:
anno L. 15. Chi paga l'abbonamento per
IO copie ne riceve una in dono. Un nu-
mero L. I. Vico Giganti, 20.
Napoli.
L'Amorino. Periodico settimanale di let-
teratura smena. Direttore: Edoardo Par-
ris. Via Chiaja, 4.
Napoli.
Annali clinici dell' Ospedale degl' Incu-
rabili. Boilcttmoscient. hco, uato nel 1ÌJ74.
Esce ogni 2 mesi. Direttore: proh Mariano
Semmola.
Napoli.
Annali della Santa Infanzia. Bollettino
bimestrale religioso, nato nel i8)0. Diret-
tore: sac, Giuseppe M. Serio. Trinità Mag-
giore, 42.
Napoli.
Annali della Scuola Agraria di Portici.
Pubblicazione scientifica a fascicoli.
Portici.
Annali dell' Istituto Tecnico e Nautico
&= B. della Porta. Fondati nel 1884.
Napoli.
L'Anomalo. Gazzettino antropologico,
psichiatrico, medico-legale, con pagina di
letteratura dei folli ed appendice varia del
medico generico, Fondato nel gennaio 1889
esce ogni mese a fascicoli di }2 pagine
in-8.° - Direttore: dott. Angelo Zuccarelli.
Abbonamento: anno L. 6. Un numero 50
centesimi. Via Salvator Rosa, 44.
Napoli.
L'Aq,UÌla. Giornale cabalistico settima-
nale. iJirettore: F. Guardini. Strada Spe-
ranzella, 61.
Napoli.
Archivio italiano di Pediatria. Perio-
dico bimestrale, premiato con due meda-
glie di bronzo alle esposizioni mediche di
Perugia e Padova, fondato nel 1885 dal
prof. Luigi Somma e diretto dal professor
cav. Giuseppe Somma con la collabora-
zione dei più distinti pediatri esteri e na-
zionali. Esce in 48 a 56 pagine ogni 2
mesi e si occupa di patologia infantile, so-
pratutto in Italia, e del movimento teo-
rico-pratico di questa branca dello scibile
medico. Tratta argomenti di patologia, dia-
gnostica e terapeutica delle malattie infan-
tili, seguendo sempre un indirizzo che ha
per base la clinica e l'anatomia patologica.
Pubblica pure una rivista di opere, opu-
scoli ed articoli di giornali che contengono
argomenti di pediatria. Abbonamento : anno
L. 6. Piazza Donnaregina, 4.
Napoli.
Archivio storico per le provmcie me-
ridionali- Fondato nel 187Ó, esce ogni 3
mesi in fascicoli di oltre 100 pagine in-8.°
con tavole. È pubblicato per cura della
Società di stona patria. Vi scrivono: Nic-
cola Barone, B. Maresca, A. Colombo, Mi-
chele Schipa, D. Giampietro, G. Racioppi,
G. De Blasiis, B. Capasse, ecc. - Abbo-
namento: anno L. 24. Un fascicolo L. 8.
F. Furcheim, editore.
Napoli.
L'Arlecchino. Giornale politico, umori-
stico, fonaaco nel 1Ó79. ^^'^^ ^ ^°^'^ ^^^^
settimana in 4 pagine con caricature. Ab-
bonamento: anno L. 12. Un numero 0,05.
Napoli.
L'Ateneo. Giornale dell'Istituto Galileo
Galilei. Direttore: prof. Leopoldo Di Majo,
Via Sapienza, io.
Napoli.
Atti dell'Accademia Pontaniana. Escono
dal 1810 con i discorsi più importanti dei
PROVINCIA DI NAPOLI,
551
soci, memorie scientifiche, ecc. - Volumi
finora pubblicati 19.
Napoli.
Atti della E. Accademia delle scienze
fisiche e matematiche (Società reale di Na-
polij. Pubblicazione a vo'umi ia-4.° illu-
strati. - Vi pubblicano memorie: A. Ca-
pelli, Costa, E. Villari, Palmieri, A. Oglia-
rolo, G. Guiscardi, G. Battaglini, ecc.
Napoli.
Atti della Beale Accademia di archeo-
logia, lettere e helle arti. Pubbli-azione
scientifica, a grossi volumi in-4.° figurati.
Vi scrivono: Kerbaker, Pomari, Capasso,
Mancini, ecc. - Tip., della R. Università.
Napoli.
Atti della Reale Accademia di scienze
morali e politiche. Un volume all'anno.
Collegio del Salvatore (Università).
Napoli.
Atti della Società dei naturalisti. Pub-
blicazione illustrata di storia naturale, nata
nel 1866.
Napoli.
Atti del R. Istituto d' incoraggiamento.
Annuario di scienze economiche e tecno-
logiche, fondato con l'istallazione dell' isti-
tuto. Strada fuori Porta Medina, locale di
Tarsia.
Napoli.
L'Aurora. Giornale amministrativo, po-
litico, commerciale, organo dei segretari ed
impiegati comunali delle provincie meri-
dionali. Si pubblica 2 volte al mese, con
supplementi, nel proprio Stabilimento tipo-
grafica dei Segretari comunali. Annunzia i
concorsi e i posti vacanti, riporta le nuove
leggi, ecc. Direttore: uff'. Nicola Volpe.
Abbonamento: anno L. 3; sem.2; trim. i.
At:{ano.
Biblioteca di S. Francesco di Sales.
Fondata per la diff"usione della buona
stampa e diretta dal P. de Martinis. Sal-
vator Rosa, 5 15.
Napoli.
Bohème. Giornale letterario, nato nel
1889. Direttore: Ernesto Serao.
Napoli.
Il Bollettino dei prestiti. Monitore uf-
ficiale di tutte le estrazioni dei valori mo-
biliari nazionali ed esteri, eco delle ban-
che. Fondato nel 1876, si pubblica il i."
d'ogni mese in 8 pagine a 3 colonne. Di-
rettore proprietario: F. S. Nocera. Abbo-
namento: anno L. 2, estero 3. Un numero
secentesimi. Inserzioni: L. 5 la linea, in
8." pagina 50 centesimi. Piazza Dante, 89.
Napoli.
Bollettino dei protesti cambiari della
provincia di Napoli. Pubblicazione ufficiale
nata nel 1883 per cura della Camera di
commercio. È compilata su dati ufficiali,
e quindi è la vera guida degli aff'ari di un
commerciante oculato, indicando per ogni
protesto nome e domicilio dell'accettante,
del traente, e richiedente, la somma del-
l'eff'etto. Direttore: A. Betocchi. Abbona-
mento: anno L. 5.
Napoli.
Bollettino del Circolo degli insegnanti.
Giornale di istruzione ed educazione, uf-
ficiale per gli atti del Circolo, nato nel 1S86.
Esce ogni mese in 8 pagine. Abbonamen-
to: anno L. 2. Un numero 15 centesimi.
Napoli.
Bollettino del Collegio degli ingegneri
ed architetti. Interessante pubblicazione
tecnica illustrata, diretta dal march. G. Pe-
pe. Vi scrivono: P. Boubée, V. di Matteo,
G. D' Orso, Rossetti, V. Puzio, ecc. - Con-
tiene articoli originali su materie tecniche,
progetti, studi, massime di giurisprudenza
tecnica, ecc. - Tipografia Tocco e C.
Napoli.
Bollettino della E. Accademia medico-
chirurgica di Napoli. Fondato nel gen-
naio-feDbraio 1889, si pubblica in fascicoli
di 12 pagine in -8." diretto dal dott. Fran-
cesco Vizioli. Tipografia A. Tocco e C.
Napoli.
Bollettino delle cliniche. Redattore re-
sponsabile: C. Maglieri. Largo Pignaseccaj.
Napoli.
Bollettino delle estrazioni. Nato nel
1874, esce ogni mese. Direttore: L.Di Mau-
ro. Via Nilo, 28.
Napoli.
Bollettino del manicomio privato Fleu-
rant. Direttore: Achille Aveta. Uflìcio nel
manicomio a Capodichino.
Napoli.
Bollettino del R. Economato generale.
Giornale economico, amministrativo, nato
nel 1881. Esce ogni mese in 8 pagine. Ab-
bonamento: anno L. j. Un numero 0,50.
Direttore: Massimo Chiossi. Strada Ccdro-
nia, 31.
Napoli.
Bollettino meteorologico della R. Ma-
rina. Direzione nel Comando stesso.
Napoli.
Bollettino veterinario. Nato nel 1870,
si pubblica per cura della R. Scuola Ve-
terinaria. Direttore: prof. Pietro Oreste.
Napoli.
Il Buon Genio. Giornale letterario quin-
dicinale. Direttore: prof. Saverio Bisogni
Travesio.Vico S. Severo a S. Domenico, i o .
Napoli.
Caperai Terribile. Giornale umoristico,
552
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
nato 1*8 maggio 1881. Esce ogni dome-
nica in 4 pagine a 2 colonne con carica-
ture di Delf (Delfico). Direttore : Enoch
(marchese Francesco de Gregorio dei prin-
cipi di S. Elia). Abbonamento: anno L. 8,
sera. 4 - Per gli artisti di canto e ballo:
anno L. 20, per gli artisti di prosa 15.
Un numero io centesimi. Strada Monte
di Dio a Pizzofalcone, 66.
Napoli.
La Carità. Rivista religiosa, scientifica,
letteraria, fondata nel 1865 dal padre Lu-
dovico da Casoria. Vi hanno scritto e vi
scrivono mons. Capecelatro, Persico, At-
tanasio, Palladino, Cenni, il conte Cam-
pello, il bar. Taccone Gallucci, De Mar-
tinis, ecc. - É redatto dagli aderenti al 3.°
ordine di S. Francesco. Si pubblica in qua-
derni mensili di 80 a 120 pagine. Abbo-
namento: anno L. 13, sera. 7. Un numero
L. 1,50. S. Raffaele a Materdei.
'Napoli.
Cicco e Cola. Supplemento mensile mu-
sicale al San Carlino (vedi), nato il 7 ot-
tobre 1888. Esce in 4 pagine a 3 colonne.
Direttore proprietario: Leopoldo Spinelli.
Ex-convento S. Maria La Nova.
Napoli.
La Civiltà evangelica - Sveglia contem-
poranea. Periodico settimanale del movi-
mento religioso in Italia, nato nel 1874.
Esce ogni mercoledì in 8 pagine a 2 co-
lonne in-4.° - Contiene parafrasi sui motti
del Vangelo, gli atti delle chiese prote-
stanti, le celebrazioni di matrimoni fra que-
sti fedeli, ecc. - Direttore: Tommaso Jo-
nes. Vi scrivono: F. Sciarelli, G. Moreno,
N. G. Rosa, ecc. - Tiratura 1000 copie.
Abbonamento: anno L. 3,50, sera. 2 -
Estero L. 5,50, Inghilterra 8, America io.
VicoTiratojoMaddalenelladegliSpagnuoli.
Napoli.
Clinica di Vienna. Giornale illustrato di
medicina pratica, nato nel 1884. Esce in
32 pagine, con tavole. Abbonamento: anno
L. 8. Non si vende a fascicoli separati.
Napoli.
Il Commercio ài Napoli. Giornale agri-
colo,commerciale, nato rS novembre 1887.
Esce il 1°, 8, 16 e 24 d'ogni mese in 4 pa-
gine, formato 0,42 >■. 0,28. Direttore: Anto-
tonio Manco. Abbonamento: anno L. 12.
Un numero L. i. Via dei Caserti, 38.
Napoli.
Il Commercio vinicolo e bollettino di
agricoltura, industria e commercio. Gior-
nale quindicinale di viticoltura ed enolo-
gia. Direttore: cav.avv. Girolamo Congedo,
fondatore e presidente della Società di M.S.
fra i vinai di Napoli, unica in Italia. Edi-
tore : G. Gervasio. Abbonamento : anno
L. 12. Toledo, 12.
Napoli.
Il Corriere del sottufficiale. Periodico
letterario, amministrativo, biografico, mili-
tare, organo dei sottufficiali e scrivani lo-
cali nato il 17 luglio 1888. Esce ogni 8 gior-
ni in 4 pag., formato 0,3 2 x 0,22. Direttore :
Stefano Drudi. Abbonamento: anno L. 4.
Un numero 0,10. Via S. Paolo, io.
Napoli.
Corriere di Napoli. Giornale politico,
amministrativo, nato il 2 gennaio 1888 con
la fusione del Corriere di Roma e il Corriere
del mattino, quest'ultimo fondato dal com-
pianto Martino Cafiero nel 1873. Il Corriere
di Napoli hWg'xomaìt più accreditato del na-
poletano,perchè ne propugna strenuamente
gl'interessi. Il suo proprietario Matteo Schi-
lizzi e il direttore Edoardo Scarfoglio, .un
pubblicista vivace, vigoroso, intelligente,
hanno saputo riunire intorno al giornale i
pubblicisti più noti e stimati d' Italia : Matil-
de Scrao, Antonio Salandra, Giorgio Arco-
leo, Raff^aele De Cesare, Lorenzo Zammarano
(Delta), Roberto Bracco (baby), Luigi Mer-
catelli, Arbib, Maldini, ecc. -Il giornale con-
tiene in ogni numero moltissime corrispon-
denze da tutta Italia. Ha una tiratura di
circa 50,000 copie. Abbonamento: anno
L. 12, sera. 6, trim. 3. Un numero 5 cen-
tesimi. Piazza Trinità Maggiore, 21. (Vedi
avviso speciale).
Napoli.
Il Corrispondente. Giornale di commer-
cio e industria, fondato nel 1885. Sj pub-
blica ogni settimana in fascicoli di ló pa-
gine. Abbonamento: anno L. 11. Non si
vende a numeri separati.
Napoli.
La Discussione. Giornale, politico, catto-
lico, fondato nel 1873. Esce ogn' sera in
4 pagine a 4 colonne. Direttore: cav. Gio-
vanni De Torrenteros. Il giornale, che è
discretamente redatto, è munito di un breve
di Pio IX del 24 giugno 1874. Tiratura
2000 copie. Abbonamento: anno L. 21,
sem. II, trim. 6. Un numero 5 centesimi.
Vico S. Nicola alla Carità, 5, p. p.
Napoli.
L' Eco - Rivista settimanale dei comuni.
Nata il 24 marzo 1S89, esce in 4 pagine,
formato 0,32 y. 0,24. Direttore: avv. Enrico
Di Stasio, già direttore dei periodici La
Società e La Famiglia. Redattore-capo: M.
d'Ambra. Abbonamento: anno L. 4, sem. 3.
Un numero 0,10. Via Oronzio Costa, 45.
Napoli.
Eco delle Cliniche. Rivista di chirurgia,
nata nel 1883, Esce ogni 15 giorni iu 8
PROVINCIA DI NAPOLI,
553
pagine. Abbonamento: anno L. 5. Non si
vende a numeri separati.
Napoli.
L' Eco di S. Agostino. Periodico catto-
lico nato nel i88ó e redatto dai Padri Ago-
stiniani della Congregazione di S. Giovan-
ni a Carbonara. Esce ogni mese in 24 pa-
gine in-S." a 2 colonne. Abbonamento:
anno L. 3. Estero 4. Corso V. E. Via Cupa
Vecchia Villa Driscoll.
Napoli.
L'Eco di San Francesco d'Assisi. Rivista
sacro-francescana, illustrata^ nata nel 1872.
Esce 2 volte al mese in 40 pagine in-S."
Direttore: padre Bonaventura da Sorrento,
cappuccino. Abbonamento: anno L. io.
S. Agnello di Sorrento.
La Farmacia sperimentale e chimica
clinica. Giornale di farmaceutica, nato nel
1887. Esce ogni 3 mesi.
Napoli.
Il Filangieri. (V. Provincia di Milano.)
Il Fiorellino. Giornale letterario, scien-
tifico, settimanale. Direttore: Giovanni Ai-
barella d'Afflitto. Via Montesanto, 14.
Napoli.
Fiori cattolici e bullettino ecclesiastico.
Pubblicazione mensile a fascicoli di 16 pa-
gine a 2 colonne con copertina, nata nel
1842. Si occupa di cose esclusivamente ec-
clesiastiche. Direttore: sac. Luigi Maria Se-
rio; redattore capo: sac. Alfonso Lomona-
co. Abbonamento: anno L. 2.Via Duomo,87.
Napoli.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per la pubblicazione degli
atti amministrativi, nato nel i .Sój. Esce ogni
mese in circa 40 pagine. Non fa abbona-
menti e non si vende a numeri separati.
Napoli.
Il Folletto rosa. Giornaletto letterario,
umoristico, nato il i.° febbraio 1889. Esce
2 volte al mese. Direttore: Pasquale Du-
mont. Abbonamento: anno L. 1,30. Un nu-
mero 5 centesimi. Vico Spadari a Porto, 28.
Napoli.
La Follia. Giornaletto umoristico, italo-
napolitano, nato nel 1887. Dopo qualche
tempo modificò il titolo in quello di Pul-
cinella e la Follia, che nuovamente mutò
nel primitivo. Esce ogni domenica in 4
pagine a 3 colonne. Tiratura 5000 copie.
Proprietario: Antonino Teodoro. Direttore:
avv. Giuseppe Adabbo (Nondarò). Abbo-
namento: anno L. 4,80, sem. 2,40. Estero
L. IO. Un numero 0,05. Via Tribunali, 1 38.
Napoli.
Fortunio. Giornale della domenica, let-
terario, artistico, illustrato, nato nel 1888.
Esce in 4 pagine a 4 colonne. Direttore:
G. M. Scalinger. Vi scrivono: Arturo Co-
lautti, Michele Ricciardi, G. De Marco,
A. Compagna, Duca di Maddaloni, D. Co-
glievina, ecc. Abbonamento: anno L. 6. Un
numero 0,10. Piazza Trinità Maggiore, 33.
Napoli.
Gazzetta. Giornale di amministrazione
e letteratura, nato nel 1886. Esce 2 volte
al mese in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 5. Un numero 5 centesimi.
Castellammare di Stabia.
Gazzetta dei Notai. Giornale di legi-
slazione e giurisprudenza, nato nel 1886.
Esce ogni 15 giorni in fascicoli di 32 pa-
gine. Abbonamento: anno L. 12.
Napoli.
Gazzetta del Procuratore. Rivista cri-
tica di legislazione e di giurisprudenza,
fondata nel 1866, e diretta dagli avvocati
Francesco Stellacci e G.B. di Lorenzo. Esce
ogni settimana in 12 pagine, in 4.° a 3 co-
lonne. Abbonamento: anno L. 16, sem. 8,25,
trira. 4,25. Un num. 0,50. Sette Dolori, 77.
Napoli.
Gazzetta delle Preture. Collezione delle
sentenze delle corti di cassazione, corti di
appello e tribunali del regno, nata il 15
marzo 1877, per uso dei pretori ed avvocati
di pretura. Esce ogni settimana in 1 6 pagine
in-4.° a 2 colonne. Direttore: avv. France-
sco Nardelli. Editore: N. Jovene e C. Ab-
bonamento: anno L. 14, sem. 7,50. Un nu-
mero 0,50. Via Trinità Maggiore, 6.
Napoli.
Gazzetta di Napoli - Rivista economica
finanziaria. Giornale politico, amministrati-
vo, nato nel 1871, come continuazione del
Giornale di Napoli e questo del Giornale delle
Due Sicilie. La Gaietta fu diretta per lunghi
anni dal Marchese di Pascarola; era giornale
quotidiano ed ora è bisettimanale, dopo una
causa con l'amministratore, che, aggiungen-
do al titolo di Gaietta, l'epiteto di Nuova,
ne fece, per pochi giorni, un giornale cleri-
cale. Dopo il 1886 l'avv. Carlo Gambuzzi,
direttore della Rivista economica finanzia-
ria, ne assunse la direzione. La Gaietta ora
si pubblica giovedì e domenica in 4 pagine
a 4 colonne, formato 0,49 >< 0,36. Abbona-
mento: anno L. 5, sem. 3. Un numero cen-
tesimi 5. Fontana Medina, 61.
Napoli.
Giambattista Basile. Archivio di lette-
ratura popolare, fondato il 15 gennaio 1883
da Luigi Molinaro. Vi collaborano B. Ca-
passo, M. Scherillo, L. Carrera, G. Amalfi,
R. Kòhler, F. Brandileone, M. di Marti-
no, ecc. Abbonamento: anno L. 5. Un nu-
mero 0,50. Calata Capodichino, 56.
Napoli.
554
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA,
Le Golfe de Naples. Giornale politico,
letterario e commerciale dei touristes, nato
nel 1879. Si pubblica ogni settimana in 4
pagine a 6 colonne, redatto in francese, in-
glese ed italiano. È poco diffuso in Napoli,
ma in contracambio va all'estero e perfino in
Australia. Direttore proprietario: Gaetano
Case; redattore capo: Francesco Macedo-
nio. Abbonamento: anno L. 20, sem. 12 -
Estero, anno L. 16. Largo Vasto, Villa Prota.
Napoli.
Giornale di nevropatologia. Rivista delle
malattie nervose, nata nell'ottobre 1883 e di-
retta dal prof. Francesco Vizioli. Esce ogni
2 mesi in So pagine. Abbonamento: anno
L. 6. Strada Costantinopoli, 94.
Napoli.
Gl'Incurabili. Giornale di medicina e
chirurgia, fondato nel gennaio del 1886.
Si pubblica il i.° e 15 d'ogni mese in fa-
scicoli di 52 pagine ia-8.' grande con co-
pertina. Direttore: dott. Giuseppe Ria. Vi
scrivono: Ungaro, Cardarelli, Mazziotti,
Gatta, ecc. - Abbonamento: anno L. io.
Un numero L. i. Via del Duomo, 61.
Napoli.
L'Indemoniato. Giornale cabalistico, di-
retto da Federico Gatti. Un numero 0,50.
Il supplemento L. 2. Via del Duomo, 189.
Napoli.
L'Infallibile. Giornale cabalistico diretto
da P. Savarese. Esce ogni mese con supple-
menti. Abbonamento: anno L. iS, sera. io.
Un n.°L. I. Largo S. Rocco a Capodimonte.
Napoli.
La Lampada. Periodico settimanale in-
glese di amena lettura, nato nel 1883, volto
in italiano dalla signora Mary Grace Mor-
ley Howard. Il giornale è raccomandato
dai cardinali Manning, Sanfelice e Cape-
celatro. Ogni mese escono 2 fascicoli di
16 pagine in-8.° massimo, con copertina,
a cui è annesso un foglietto di romanzo, da
formare volume. Abbonamento: anno L. 6,
estero 8. Un numero 0,30. Via Luzzi, 17.
S. Giorgio a Crtmano.
La Lega del bene. Rivista politica, let-
teraria, amministrativa, storica ed artistica,
fondata nel 1886 e diretta dal prof. Raffaele
Parisi, egregio giornalista. La Lega esce
ogni settimana in 8 pagine a 3 colonne e
pubblica bellissimi versi in dialetto e docu-
menti storici preziosissimi. Abbonamento:
anno L. io, sem. 6, trim. 4. Un numero 0,05.
Largo Orticello, 41.
Napoli.
Letture cattoliche. Giornale mensile cat-
tolico, diretto dal sac. G. M. Serio. Abbona-
mento: anno L. 3. Trinità Maggiore, 32.
Napoli.
La Libertà cattolica. Giornale politico,
religioso, fondato nel 1866 dall'abate Gi-
rolamo Milone, fratello dell'attuale diret-
tore. Esce tutti i giorni tranne i seguenti
ai festivi in 4 pagine a 3 colonne, ed ha
per scopo la difesa della Chiesa e del pon-
tificato romano. Tira 2400 copie. Diret-
tore: mons. Cristoforo Milone. Abbona-
mento: anno L. 18, sem. 9, trim. 5. Se-
dile Capuano, 21.
Napoli.
Listino commerciale. Giornale di noti-
zie commerciali, nato nel 1877. Esce ogni
giorno in mezzo foglio. Abbonamento:
anno L. 18. Un numero 5 centesimi.
Castellammare.
Magazzino delle damigelle. Guida com-
pleta per mode e lavori donneschi, nata
nel 1854. Esce ogni mese in 2 fascicoli,
cioè dal i." al 5, dal 15 al 20. Abbona-
mento: anno L. 20, sem. 11, trim. 6. Ditta
A. Savaresi e L. Volpe Griffo. Via Ghia-
ja, 244. (Il giornale si stampa a Milano.)
Napoli,
La Medicina popolare. Organo della Far-
macia del Sole, nato nel maggio del 1886,
Si pubblica ogni mese in 4 pagine e si spe-
disce gratis. Direttore: Pietro Sedati. Sa-
lita Madonna delle Grazie a Toledo, 8-6 r.
Napoli.
La Medicina preventiva. Gazzetta men-
sile d'igiene,clinicae terapia, nata nel 1884.
Esce in 32 pagine in-8.° - Direttore pro-
prietario: prof. Domenico Franco. Abbo-
namento: anno L. 5, sera. 3 - Estero:
anno L. 6. Un numero 50 centesimi. Ca-
lata Trinità Maggiore, 53.
Napoli.
Il Morgagni. É una delle più antiche,
delle più riputate e più diffuse effemeridi
mediche italiane, quella che più d'ogni al-
tra contribuì al trionfo, anche in Italia,
del nuovo indirizzo fondato sul positivi-
smo. Nata nel 1839, ebbe a direttore fino
alla sua morte l' illustre Salvatore Tora-
masi. Si pubblica in due parti: un fasci-
colo di 4 fogli da 16 pagine ogni mese
di memorie originali ed un foglio di 16
pagine ogni settimana di riviste. Gli ab-
bonati che anticipano a gennaio l'intero
prezzo d'abbonamento (L. 12) ricevono
un dono splendido : il Bollettino delle clini-
che, pubblicazione mensile di casuistica cli-
nica di una utilità incontestabile pel me-
dico pratico (un fascicolo mensile di 48
pagine). Inoltre aggiungendo alle suddette
L. 12 cent. 60 (per rimborso di affranca-
zione postale) gli abbonati ricevono a gen-
naio la Strenna Morgagni, elegante vade
mectim legato in tela con due taschette,
PROVINCIA. DI NAPOLI.
555
calendario, libretto di note amovibile, for-
mulario clinico (nuovo ogni anno) ed al-
tre notizie di interesse generale. Editore:
dott. Leonardo Vallardi (Milano).
Napoli.
Il Napoletano. Giornale politico, popo-
lare, nato il 13 aprile 1889. Si pubblica
il mercoledì e il sabato in 4 pagine, for-
mato 0,37x0,26. - Abbonamento: anno
L. 1 2. Un numero 0,05. Via Pignatelli, 1 6.
Napoli.
Il Napoli. Giornale politico, commer-
ciale, nato nel 1886 col titolo di Guida
di Napoli che nel 1S87 modificò nell'at-
tuale. Esce ogni settimana in 4 pagine
grandi a 5 colonne. Direttore : Franz Sa-
voia di Cangiano. Redattore: prof Vitto-
rio Catapano. Abbonamento: anno L. 7,
Sem. 4. Un numero lO centesimi. Strada
S. Maria Antesecula, 126.
Napoli.
Il Paese. Giornale quotidiano, politico,
amministrativo, nato il 15 giugno 1889.
Si pubblica tutte le sere in 4 grandi pa-
gine, formato 0,51 yi 0,36, a 5 colonne. Ab-
bonamento: anno L. 20, sem. 11, trim. 6.
Un numero 5 centesimi. Palazzo della Cas-
sazione a Monteoliveto.
Napoli.
Il Piccolo. Giornale della sera, politico,
quotidiano, fondato nel 1868 da Rocco
De Zerbi che lo diresse per lungliissirai
anni. 11 Piccolo è uno dei più stimati gior-
nali politici delle Provincie meridionali.
Col i.° gennaio 1888 la direzione fu as-
sunta da Dario Peruzy, suo corrispondente
romano. Ma qualche tempo dopo, essen-
dosi il Peruzy ritirato, assunse la direzione
Arturo Colautti. Il Piccolo esce ogni sera
in 4 pagine a 5 colonne. Tira 6000 copie
ed è diffuso specialmente nel ceto aristo-
cratico. Abbonamento : anno L. 20, sem. 1 1,
trira. 6, Vico Freddo alla Piguasecca, 2.
Napoli.
Il Pitagora. Cronaca periodica di scien-
ze, lettere ed arti, fondata nel 1873. Di-
rettore : avv. cav. F. Caivano Schipani. Vice
direttore: Carlo Carafa di Noja. Esce in
8 pagine a 2 colonne. Abbonamento: anno
L. 5, sem. 3. Un numero o,50.Via Solitaria.
Napoli.
Il Progresso medico. Rivista di medi-
cina, nata nel iS«7. Esce ogni 15 giorni
in 50 pagine circa. Abbonamento: anno
L. 10. Non si vende a numeri separati.
Napoli.
11 Promotore óLella devozione verso S.Giu-
seppe. Giornale cattolico, mensile, illus-^Ab-
bonamemo; anno L. 3 . Trinità Maggiore, 42.
Napoli.
Il Propugnatore medico. Nato a Ferrara
nell'agosto del 1882, si trasferi a Napoli
nel 1884. Tratta degl'interessi morali ed
economici dei medici chirurgici esercenti
ed in condotta, veterinari, farmacisti, ecc.
Direttore: dott. Luigi De Paolis. Esce in
fascicoli quindicinali di 8 pagine in-4.'' e
si occupa anche di amministrazione. Abbo-
namento: anno L. 1,70. Via Gavone, 70.
Napoli.
Pro Veritate. Giornale amministrativo,
letterario, cattolico, nato nel 1887. Esce
ogni settimana in 4 pagine. Abbonamento :
anno L. 4. Un numero 5 centesimi.
Castellainmare di Stabia.
Il Pungolo. Giornale politico, quotidiano,
democratico della sera, fondato nel 1860.
Il giornale ha una diffusione da io a 12
mila copie. È redatto molto accuratamente
specialmente nella parte politica, avendo
molti telegrammi e corrispondenze. Diret-
tore: Jacopo Comin, deputato. La 4.* pa-
gina del Pungolo frutta 30^000 lire annue.
Abbonamento: anno L. 26. Un num. 0,05.
Napoli.
Eassegna critica internazionale delle
malattie del naso, gola e orecchio. Pub-
blicazione scieniilica fondata nel gennaio
del 1888. Si pubblica ogni 3 mesi in fa-
scicoli di 32 pagiae in-8.'' per cura del
dott. Pietro Masucci. Abbonamento: anno
L. 3. Via S. Margherita a Fonseca, 40.
Napoli.
Rassegna diplomatica e consolare, con
la giurisprudenza italiana e straniera nelle
questioni di diritto civile, commerciale e
penale internazionale, fondata nel gennaio
del 1889 e diretta dall' avv. Francesco
P. Contuzzi. Si pubblica ogni mese in fa-
scicoli di 64 pagine in-S."- Abbonamento:
anno L. 20. Un numero L. 2. Via Roma, 143.
Napoli.
Resoconto delle ordinanze e dei lavori
della R. Accademia chirurgica di Napoli.
Pubblicazione scientifica, nata nel i847'
Esce ogni 3 mesi in fascicoli di un nu-
mero indeterminato di pagine. Abbona-
mento: anno L. lO.
Napoli.
La Ricreazione. Giornaletto educativo
per gli alunni dell'Ateneo Chierchia. Fon-
dato il 12 novembre del i8«7, si pubblica
ogni settimana in 4 pag., form. 0,32 ^ 0,24.
Direttore: Giuseppe Rogati. Abbonamen-
to: So centesimi al mese. Un numero io
centesimi. S. Giovanni a Carbonara, 112.
Napoli.
La Riforma medica. Giornale di medi-
cina e chirurgia, fondato nel 1885. Si pub-
blica ogni giorno in 8 pagine. Direttore ;
556
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
prof Gaetano Ruramo. Redattore capo:
dott. Alfredo Rubino. La Riforma medica
fu premiata con medaglia d'oro al XIII
Congresso medico di Padova del 1889. Ab-
bonamento: anno L. 20. Un numero o,to.
Napoli.
La Rinascenza. Rivista di scienze, poli-
tica, lettere ed arte, nata nel marzo 1889.
Esce il i." e 15 d'ogni mese in fascicoli
di 64 pagine in-S." - Direttore: G. Vi-
scardi. Abbonamento: sem. L. 8. Un fa-
scicolo 75 centesimi. Via Roma, 429.
Napoli.
La Eisorsa. Giornale cabalistico, diretto
da Vincenzo Rossi. Trimestre L. 12. Un
numero L. 5. Si pubblica ogni mese. Lar-
ghetto S. Tommaso d'Aquino, 2.° piano.
Napoli.
Il Risveglio irpino. Giornale politico, let-
terario, fondato nel 1883. Esce ogni set-
timana in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 6. Un numero 5 centesimi.
Napoli.
La Rivista. Giornale scolastico d'istruzio-
ne ed educazione, nato il 23 gennaio 1887.
Esce ogni settimana in 8 pagine a 2 co-
lonne. Direttore: Pio Siraonetti. Abbona-
mento: anno L. 4. Un numero io cente-
simi. Vico Lungo Gelso, 122.
Napoli.
Rivista clinica e terapeutica. Giornale
di medicina e materie affini, fondato nel
1879. Si pubblica ogni mese a fascicoli di
56 pagine. Abbonamento: anno L. 14.
Napoli.
Rivista d' igiene pratica e sperimentale.
Periodico d'igiene, demografìa e mgegne-
ria sanitaria, fondato nel 1888 come sup-
plemento al Progresso medico (vedi). Esce
ogni 3 mesi in fascicoli di 48 pagine in-S."
Direttore: prof. Achille Spatuzzi. Abbona-
mento: anno L. 6. Tipografia De Angelis.
Napoli.
Rivista economica. Giornale ufficiale per
gli atti della Camera di commercio ed arti,
fondato nel 1877. Direttore: Alessandro
Betocchi. Esce in 4 pagine ogni lunedi. Si
occupa solo di commercio e nel suo genere
è giornale molto importante e diffuso. Ab-
bonamento: anno L. 6. Un numero 0,50.
Inserzioni: L. 5 la linea. Via Roma, 122.
Napoli.
Rivista internazionale d'igiene. Pubbli-
cazione scientifica, fondata negli ultimi del
1889 dal prof. Eugenio Fazio docente d'i-
giene all'Università di Napoli. Q,uesta ri-
vista si raccomanda per la serietà e per la
competenza degl'illustri collaboratori di
tutte le parti d'Europa e d'America a quanti
(gogono le discipline igieniche le oaore.
Esce alla fine d'ogni mese in fascicoli di
64 pagine. Abbonamento: anno L. 12. Via
Costantinopoli, 104.
Napoli.
Roma. Giornale politico, progressista,
fondato il 22 agosto 1862 dal celebre Ster-
bini, in piccolo formato poscia mano mano
ingrandito. Ora si pubblica in 4 pagine a
5 colonne ogni giorno alle 2 pora. - È di-
retto dal deputato Giuseppe Lazzaro, vec-
chio giornalista napoletano. Uno dei redat-
tori principali è il prof. Diodato Lioy. Il
Roma, è uno dei giornali più diffusi di Na-
poli e delle Provincie meridionali e tira sino
a 12,000 copie. Deve questo successo in gran
parte alla estesissim.a cronaca e ai romanzi
napoletani di F. Mastriani, che il popolino
legge avidamente. Diresse pure il Roma per
qualche tempo l'on. Billi, che a 17 anni era
impiegato al telegrafo e fu destituito e tenu-
to 2 mesi in prigione sotto il sospetto di co-
municare i. dispacci al Comitato rivoluzio-
nario. Poi entrò nella redazione del Roma.
Ebbe numerosi duelli, fra gli altri uno con
De Zerbi, nel quale riportò una ferita al
braccio che quasi gli ha reso inutili il pol-
lice e l'indice della destra. Fu accusato di
avere fatto il commediante e venduto i te-
legrammi in Borsa. Abbonamento: anno
L. 26.
Napoli.
Il Rosario e la Nuova Pompei. Periodico
cattolico, nato il 7 marzo 1884. Esce in
fascicoli di 48 pagine in-S." - É stato bene-
detto 3 volte da S. S. Leone XIII. Tira
50,000 copie. È diffuso per tutte le nazioni.
Propugna il risorgimento dell'antica Pom-
pei; narra la storia di quel santuario che
raccoglie quanto di bello e di grande ha
raggiunto l'arte italiana moderna. Direttore
proprietario avv. Bartolo Longo. Abbona-
mento : anno L. 4, estero 5.
Valle di Pompei.
San Carlino - Giornale eccentrico settima-
nale j redatto in diverse lingue e orribili fa-
velle. Fondato nel febbraio del 1884 per
mantenere vivo il nome del teatro omo-
nimo, demolito nell'istesso anno. Si pub-
blica ogni giovedì, in 4 pagine a 3 colonne,
redatto in italiano e dialetto napoletano.
Pubblica poesie, pupazzetti, riviste teatra-
li, ecc. Tiratura dalle io alle 18,000 copie.
Direttore: Leopoldo Spinelli (Pellinis). Ab-
bonamento: anno L. 5, sem. 2,50, con di-
ritto agli abbonati di avere ogni mese Cicco
e Cola (vedi). E.x-convento di S. M. la Nova.
Napoli.
Stabia. Gazzetta dei comuni del circon-
dario, politica, amministrativa, fondata nel
1877, Si pubblica il giovedì e la domenica.
PROVINCIA DI NAPOLI.
557
in 4 pagine a 4 colonne. È giornale ben
redatto e diffuso nel circondario. Direttore:
avv. Federigo Ciampitti. Abbonamento:
trim. L. 3,50, estero 7, sem. ed anno in
proporzione. Inserzioni: 4.* pagina 60 cen-
tesimi la linea, 2." pagina L. i. Corso V. E.
Castellammare di Slahia.
Stelle e Fiori. Periodico settimanale, fon-
dato nel 1878, organo ufficiale della Pia
Lega del Suffragio Sacerdotale, che porta per
motto Preghiera, Aliane, Sacrificio, Educa-
zione, Istruzione, Diletto, il quale dovrebbe
entrare in tutte le famiglie ed istituti. È
diretto dal P. Bonaventura da Sorrento cap-
puccino e fa seguito all'Eco di San Fran-
cesco (vedi). Abbonamento: anno L. 4, per
gli associati aXVEco L. 3.
S. Agnello di Sorrento.
La Stenografia- Rivista stenografica se-
condo il sistema Gabelsberger-Noe, fon-
data a Venezia nel 1872; è organo della
società stenografica partenopea, della prima
società stenografica calabrese ecc. Si pubbli-
ca ogni mese a fascicoli di 8 pagine in-4.°in
caratteri stenografici e 4 pagine a stampa.
Contiene spesso anche illustrazioni. Diret-
tore proprietario : avv. Enrico Majetti. Vi
collaborano: O. Baldi, Henri Krieg, U. Mo-
relli, dott. Nicola Veratti, Oscar Greco, Raf-
faele Majetti, dott. Alessandro della Corte.
Abbonamento: anno L. 2,50. Cavone a
Piazza Dante, 196.
Napoli.
Strenna del Terziario Francesoano. Gior-
nale mensile illustrato. Esce in 8 pagine
e si dà come supplemento al periodico Eco
di S. Francesco (vedi). Abbonamento: anno
L. 2. Un numero 5 centesimi.
5. Agnello di Sorrento.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Fondato nel 1076, contiene gli
annunzi legali. Si pubblica 2 volte alla set-
timana in fascicoli di 8 a 32 pagine. Ab-
bonaraento: anno L. 36.
I^Japoli.
Le Tavole evangeliche. Con queste
tavole, dice lo stesso giornale, ognuno può
ritrovare facilmente il numero e vincere
quanto vuole. Una tavola costa L. 50, due
100, tre 200. Ne è direttore Stanislao De
Giacomo. Corso Garibaldi, 90.
Portici.
Teoria del codice penale di procedura.
Giornale di giurisprudenza, nato nel 1886.
Esce ogni mese in fascicoli di 80 pagine,
Abbonamento : anno L. 24. Un numero L. 2.
ì'Japoli.
La Tipografia napoletana. Rivista de-
gl'interessi degli operai tipografi, nata nel
i886, Esce ogni mese in 4 pagine, Abbo«
namento : anno L. 1,50. Un numero 0,10.
Napoli.
Trattato di medicina legale. Rivista
scientifica; esce ogni mese in 48 pagine.
Abbonamento: annoL. 12. Un numero L. i
Napoli.
La Tribuna giudiziaria. Gazzetta setti-
manale illustrata, nata nel novembre 1887.
Esce in 8 pagine a 3 colonne e contiene
resoconti di processi celebri, sentenze, giu-
risprudenza, cronnca. qcc. -Direttore: avv.
Alessandro Lioy. .abbonamento: anno L.12.
Un numero io centesimi. Toledo, 424.
Napoli.
L' Unione operaia. Giornale fondato nel
1887, come organo della Unione operaia
Umberto I e del Circolo promotore partenopeo
G. B. Vico. È un giornaletto ispirato a prin-
cipi liberali e retti, e vien redatto con molto
garbo. Direttore: Domenico Jaccarino, au-
tore di molte produzioni letterarie, special-
mente in dialetto napoletano. Ira cui la Divi-
na Commedia. Il giornale esce ogni mese.
Napoli.
La Vera unione cabalistica. Giornale pei
giuocatori del lotto, nato nel 1875. Esce
ogni settimana,con supplementi. Un numero
L. IO. Supplemento L. 30. Direttore: R. Cu-
scino. Via Forno Vecchio alla Pignatella, 5.
Napoli.
Il Vero Guelfo. Giornale cattolico, po-
litico, nato nel iò86. Esce ogni mattina in
4 pagine grandi a 5 colonne. È organo del
Circolo « Federazione Naijoletana » e del-
l' « Associaz. operaia cattolica Leone XIII ».
Direttore: avv.Vinc. Menzione. Abbonamen-
to: anno L. 24, sem. e trim. in proporzione.
Un mese L. 2. Via Pellegrini a Toledo.
Napoli.
La Voce cattolica. Giornale religioso,
diretto dal sac. Luigi Barbieri.
Napoli.
Il Vulcano. Giornale cabalistico, settima-
nale. Abbonamento: L. 5 la ruota. Tutte
le 8 ruote L. 30. Direttore: A. Di Cunio.
Strada Speranzella, 61.
Napoli.
Il Zelatore del SS. Nome di Gesù. Gior-
nale religioso, mensile, nato nel 1S70. Di-
rettore: rev. Gio. De Luca. Liceo Arcivesc*
Napoli.
Il Zoofilo. Giornale della Società Zoofila
napoletana, nato nel 1876. Contiene gli atti
della società, memorie e corrispondenze re-
lative alla protezione degli animali, zoo-
tecnia, zoologia ed igiene veterinaria. Esce
ogni mese in 4 pagine a 3 colonne. Tira-
tura 1300 copie. Abbonamento: anno L. i.
Estero L. 1,50. Un numero 0,05.
Napoli,
558 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Giornali cessati:
NAPOLI
L'Abbate Taccarella, n. 1869, direttore Lorenzo Rocco.
L'Alcione, letterario, 1875-76, direttore duca Carlo Carafa di Noja.
V Amico delle Jo?i«e, letterario, mensile, n. 1S73, direttore conte P. Milano d'Aragona.
L'Amico delle scuole popolari, n. 1S60, redattori M. Valente, C. Dal Pino, Melga, ecc.
L'Amministratore, quindicinale, n. 1SS3, direttore A. Abeille.
L'Annun-^iatore, letterario, biografico, n. 1880.
Apollo, teatrale, settimanale, n. 1880, direttore L. F. Guerra.
L'Aquila romana, scienze e lettere, settimanale, n. 1885.
Aracne, educativo, n. 1872, direttore P. BafE.
L'Araldo, quotidiano, n. 26 ottobre 1882, direttore V. Ferrara.
L'Arcadia, letterario, settimanale, n. 1883, direttore C. Parlagreco.
L'Arca di Noè, umoristico, illustrato, quotidiano, n. 1863.
Archivio italiano di laringologia, trimestrale, n. 188 1.
L'Archivio musicale, quindicinale, n. 1882.
Aristarco, letterario, settimanale, n. 1882.
Arte Sebe^ia, letterario, quindicinale, n. 1889.
L'Asino, quotidiano, n. 1887.
Aurora, letterario, quindicinale, n. 1885.
L'Avanzo del sigaro, quotidiano, n. 1885.
L'Avvenire, politico, quotidiano, n. 1862, direttore Antonio Turchiarulo.
L'Avvisatore, commerciale, settimanale, n. 1862.
Bajardo, politico, quotidiano, n. 188 1, direttore Alberto Landi.
La Bandiera, democratico, quotidiano, n. 1884, direttore Ettore VoUo.
Bello Gasparro, umoristico, n. 1882, direttore Manganare.
Bibliografia giuridica italiana e straniera, mensile, n. 1885, editore Detken.
La Bilancia, cattolico, trisettiraanale, n. 1864.
Il Blasone, mondano, settimanale, n. 1886, direttore A. Quinto.
Bollettino degli atti ed Annali del Circolo promotore partenopeo G. B. Vico, n. 1875.
Bollettino della Società africana, mensile, n. 1882.
Bollettino di pubblicità, bimensile, n. 1883.
Bollettino napoletano, organo dell' Assoc. Naz. presieduta dal De Sanctis, n. 27 gen. 1879
per combattere gli onorevoli Sandonato, Fusco e Billi ; redattori M. Torraca e R. Parisi.
Il Caporale di settimana, letterario, n. 1882.
Caprera, radicale, n, 1883.
Il Cattolico, trisettiraanale, a. 1862.
Il Cernitore, n. 18S2.
Chiachieppe, umoristico, in dialetto, settimanale, n. 1887.
La Chronique pour tous, n. 1882.
Il Cigno, teatrale, n. 1877 a Genova, cessò nel 1883 a Napoli; direttore Pulini.
La Città di Napoli, quotidiano, n. 1882, direttore Ciro Formisano.
La Civiltà, letterario, n. 1878, direttore L. D'Auria.
Cola Capasso, umoristico, settimanale, n, 188 1.
La Collana artistica, settimanale, n. 1882, direttore S. MasuUi.
Il Commercio di Napoli, quotidiano, n. 1882.
Il Conciliatore, cattolico, quotidiano, n. 1863, direttore E. Giordano, poscia S. Co-
gnetti Giampaolo.
Il Contemporaneo di Napoli, cattolico, n. 1871.
Corriere d'Africa, n. 1888, direttore G. Gervasio.
Corriere del mattino, quotidiano, n. 1865, ^^ 8 pagine piccole.
Il Corriere d'Italia, liberale, quotidiano, n. 1862, direttore A. D'Alessandro.
Il Cosmopolita, letterario, n. 1S74, direttori E. W. Foulques e D. Gambardella.
Il Credito, finanziario, settimanale, n. 1883.
La Crisalide, letterario, n. 1881, direttore Pompilio Petitti.
Il Criterio, artistico, letterario, n. 1880.
La Critica sul movimento degli studi, n. 1871, direttore A. Alquiè.
Il Crivello, amministrativo, n. 1880.
PROVINCIA DI NAPOLI. 559
- Il Crociato, cattolico, quotidiano, 1880-83, direttore San Poi.
- Cronaca aniirra, letteraria, settimanale, n. 1883, direttore Ferrara Vincenzo.
- Cronaca letteraria, quindicinale, n. 1888, direttore M. A. Marnili.
- Cronaca napoletana, letterario, settimanale, n. 1888, direttore C. Parlagreco.
- Cronaca rosa, letterario, artistico, settimanale, n. 188 1.
- Cronaca sibarita, quindicinale, letterario, n. 1884.
- Il Cronista, politico, quotidiano, n. 1S84, direttore A. di Castelnuovo.
- Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto, umoristico, in dialetto, n, 1889, direttore L. Stellato.
- La Democrazia, amministrativo, n. 1889.
- Il Difensore cattolico, trisettimanale, 1862-63.
- La Dinamite letteraria, n. 1883.
- Il Diritto, legale, bisettimanale, n. 1884, direttore A. Cecaro.
- La Donna, letterario, settimanale, n. 1867, direttore G. Florenzano.
- Donna Juanita, letterario, n. 1882.
- Donna Marianna la Capa de Napole, in dialetto, n. 1883, direttore Lorenzo Rocco.
- Don Chisciotte, letterario, artistico, quindicinale, n. 1886, direttore V. Di Napoli- Vita.
■ Don Pasquale, cabalistico, direttore F. D'Andrea.
- II Dovere, biografico, n. 1882.
- Le Due Sicilie, borbonico, trisettimanale, n. 1882.
• U Eco dei giovani, letterario, mensile, n. 1888, direttore R. De Fillppis.
■ ÌJ Eco del Sabato, 1885, n. ad Avellino, e trasportato a Napoli.
• L' Eco di Napoli, cattolico, trisettimanale, n. 1862.
• L' Econo'nia, n. 1878.
■ U Eguaglianza, politico, letterario, n. 187 1, direttore M. Ferrari.
• V Esplorazione, quindic, n. 1883, direttore G. B. Licata, massacrato in Africa nel 1886.
• U Et incelle, letterario, settimanale, n. 1882, redatto in francese da E. W. Foulques.
• L' Evoluzione, letterario, settimanale, n. 1884, direttore C. Parlagreco.
■ Excelsior, indipendente, settimanale, n. 1884, direttore P. Pesce.
• Farfariello, umoristico, in dialetto, n. 1869, trisettimanale.
■ Il Farmacista italiano, mensile, n. 1876.
' Figaro, amministrativo, settimanale, n. 1885, direttore G. B. Sassano.
• Il Filiatre Sebezio, mensile, direttore Salvatore De Renzi.
• Le Forbici, politico, amministrativo, settimanale, n. 1889.
' Fortis Juventa, letterario, quindicinale, n. 1885.
La Forza, politico, n. 1869 col titolo di Nuova Vespa, che poscia mutò.
Le Fouret, n. 1881, redatto in francese.
La Frusta, biografico, bisettimanale, n. 18S6.
Galiani, cattolico, settimanale, n. 1874, direttore Duca di Castellaneta.
Il Garibaldi, (vedi pag. 99 e 506).
Il Garibaldi, 1881-83, trisettimanale, direttore V. Pagano.
Gazzetta amtninistrativa, quindicinale, n. 1885.
Gazzetta dei chincaglieri, quindicinale.
Gazzetta dei prestiti, n. 1880, direttore Raffaele Santacroce.
Gazzetta dei tribunali, settimanale, n. 1845.
Gazzetta di Napoli, quotidiano, n. 1862.
Gazzettino degV impieghi vacanti, settimanale, n. 1874.
Gazz^'ttino rosa, letterario, teatrale, settimanale, n. 1887.
Il Genio agricolo, n. 1872, direttore Paolo Rocco.
Il Geroglifico, letterario, n. 188 1.
Giacomo Leopardi, letterario, quindicinale, n. 1887.
Giordano Bruno, settimanale, democratico, n, 1885.
Il Giornale dei predicatori, anticlericale, bisettimanale, n. 1888.
Giornale del commercio, trisettimanale, n. 1885.
Giornale della sera, commerciale, n. 18S1.
Giornale napoletano di filosofia e lettere, bimestr.,n. 1875, direttore prof. F. Fiorentino.
Giornale universale, commerciale, trisettimanale, n. 1889.
Girella, umoristico, n. 1884.
Il Giurista, 36 volte l'anno, n. 1856.
La Giustizia, democratico, settimanale, n. 1888, direttore V. Franchini.
Il Guelfo, cattolico, quotidiano, n. 1885.
560 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— L'Idea, letterario, n. 1886, direnare aw. L. Mastrocinque.
— L'Idolo delle conversazioni, di varietà, n. 1887, direttore G. Gervasio.
— L' Indipendente, politico, commerciale, settimanale, n. 1889,
— L' Indipendenza, cattolico.
— L' Infornmtore commerciale, settimanale, n. 1884.
— L' Intransigente, amministrativo, bisettimanale, n. 1887.
— L' Iride, letterario, quindicinale, n. 1888.
— L' Italia all'estero, commerciale, settimanale, n. 1888.
— L' Italia coloniale, agricola, industriale, mensile, n. 1887, direttore L. D'Auria,
— L'Italia reale, cattolico, quotidiano, 18S0-84, direttore Duca di Casteiianeta.
— Il Labaro greco-latino, n. 1883, direttori A. De Cesare e M. M. xMelillo. _
— La Lanterna, bisettimanale, repubblicano, n. 18S2, direttore Luigi Belardi.
— La Leva del commercio, settimanale, n. 1887.
— La Libertà, politico, quotidiano, n. 1869.
— La Lotta, democratico, bisettimanale, n. 1877.
— La Luce, letterario, settimanale, n. 1879, direttore aw. P. Galli.
■ — Il Manicomio, umoristico, settimanale, n. 1886.
— Masaniello, politico, quotidiano, n. 1883.
— Le Maschere, politico, bisettimanale, n. 1882.
— Mefstofele, teatrale, n. 1869, direttore Salvatore Chiarelli.
— Mergellina, letterario, quindicinale, 1S76-79, direttore Duca Carlo Carafa di Noja.
— Mergellina, letterario, n. 1885.
— Il Messaggero di Xapoli, quotidiano, n. 1888.
— 11 Microscopio, letterario, settimanale, n. 1883, direttore P. Ceracchio.
— Mignon, letterario, quindicinale, n. 1888, direttori V. Catapano e C. Trapani.
— La Monarchia, radicale, n. 188}.
— Il Monitore, cattolico, triscttimanale, n. 1862.
— Il Monitore, amministrativo, settimanale, n. 1889.
— Monitore degli annunci, n. 1885.
— Il Movimento medico-chirurgico, n. 1868, direttore dott. Michele Del Monte.
— La Musica, direttore cav. Ruta.
— Nabab, letterario, n. 21 novembre 1886.
— Napoli, quotidiano, n. 1876, direttore S. Cognetti Giampaolo.
— Napoli, politico, quotidiano, n. 1884, direttore Martino Cafìero.
— Napoli artistica, quindicinale, n. 1888.
— Napoli commerciale, bisettimanale, n. 1886, direttore Franz Savoia.
— Napoli elegante, mensile, n. 1886, direttore G. AUiaud.
— Napoli e Torino, trisettiraanale, cattolico, n. 1862.
— Napoli letteraria, settimanale, n. 1884, direttore Mario Mandalari.
— Napoli musicale, n. 1866, direttore L. Mazzone.
— Napoli stenografica, mensile, n. 1884, direttore E. Muca.
— I Nostri bimbi, didattico, quindicinale, n. 1887.
— Il Novelliere, letterario, settimanale, n. 1887.
— La Novità del giorno, mensile, n. 1887.
— Nuova giurisprudenza amministrativa, settimanale, n. 1860.
— V Occhialetto, letterario, artistico, settimanale, n. 1872. ,
— L'Omnibus, politico, fondato nel 1833 da Vincenzo Torelli, morto nel 1882.
— Gli Operai di Napoli, settimanale, n. x88i, direttore Carlo Cigliano.
— L'Ordine, politico, quotidiano, n. 1850 (vedi pag. 99).
— L'Ordine, politico, settimanale, n. 1877, direttore Pietro Gambardella.
— L' Orfanello, francescano.
— L'Osservatore cattolico, n. 1882 (?).
— Padre Rocco, politico, quotidiano, n. 1889, direttore Giuseppe Turco.
— La Pagnotta, umoristico, quotidiano, n. 1S63, diretto da Vincenzo Salvatore che
esordi nel giornalismo con un periodico intitolato // Tuono, indi fu direttore dei
Tuoni. In questi giornali si mostrò giornalista unitario, ma poi cambiò opinione
e diresse la Babilonia, poi la Campana del popolo, ìndi la Campana di San Mar-
tino. Finalmente pubblicò un opuscolo intitolato la Verità sui preti liberali, col
quale voleva dimostrare i motivi che indussero alcuni preti dal 1855 al '60 a fare
i liberali. L'opuscolo levò gran rumore e gli costò un duello, con un capitano,
nel quale fu ferito. Ora il Salvatore è direttore di una succursale del Banco di Napoli.
PROVINCIA DI NAPOLI. 561
Il Palcoscenico, teatrale, settimanale, n. 1885.
La Palestra partenopea, letterario, a. 1882.
Le Papere, umoristico, settimanale, n. 1888.
Il Parlamento italiano, quotidiano, n. 1883.
■ Il Parnaso, letterario, quindicinale, n. 1870, direttore N. Mosca.
• La Parola, letterario, quindicinale, n, 1880.
■ Partenope, quindicinale, n. 1885, direttore L. Cuccurullo.
Parlenope, letterario, settimanale, n. 1887, direttore M. D'Andrea.
La Partenope, n. 1877, direttore Domenico Jaccarino.
■ Parva favilla, scientifico, letterario, n. 1888.
La Pa/n'fl, conservatore, n. 1870, redatta daTuriello, De Cesare, Imbriani, Conforti, ecc.
Pa:(:(ariello, umoristico, settimanale, n. 1887, direttore R. E. Autorino.
Picche, letterario, settimanale, n. 1886, direttore F. Verdinois.
Il Piccone, amministrativo, settimanale, n. 1885.
La Pietra infernale, popolare, di piccolo formato, n. 1861, diretto da G. Gervasi.
Il Plebiscito, politico, n. i86i.
La Poletnica, didattico, letterario, settimanale, n. 1887, direttore G. Magrini.
Il Politecnico, medico, n. j88o.
Pompei, archeologico, illustrato, in gran formato, n. 1881.
Il Popolo, amministrativo, trisettimanale, n. 1887.
Il Popolo d' Italia, mazziniano, n. 1860, direttore Carlo Mileti.
Il Popolo napoletano, sociale, settimanale, a. 1877.
La Posta, politico, quotidiano, 1879-82.
Il Precursore, mensile, direttore O. Vallo.
Primo Albore, letterario, n. 1882.
Il Prisma, n. 1880, supplemento del Politecnico.
Programma giornaliero degli spettacoli piMlici, n. 1839.
Il Progresso educativo, mensile, n. 1869, direttore Edoardo Fusco.
La Provincia, amministrativo, quindicinale, n. 1888, direttore F. De Jorio.
Psichiatria e Neuropatologia, medico, trimestrale, n. 1883.
Rabagas,
Rassegna critica di opere scientifiche e letterarie, n. i88r, direttore Andrea AngiuUi.
La Realtà, gai^zetta del popolo, n. i88o, direttore V. Dramis.
La Riforma sociale, progressista, quotidiano, n. 1882, direttore Domenico Calati.
Rigoletto, letterario, n. 1882.
Il Rinnovamento, politico, quotidiano, n. 1883, direttore Francesco Pasca.
La Riscossa, amministrativo, settimanale, n. 1887.
La Rivendicaiione del popolo, radicale, bisettimanale, n. 1880, direttore M. Melillo.
Rivista critica di sciente, lettere ed arti, n. 1871.
Rivista economico- finanziaria, n. 1889, si fuse con la Galletta di Napoli (vedi).
Rivista interna:{ionale di medicina e chirurgia, mensile, cessò nel 1888.
Rivista d'igiene, n. 1883, direttore Adolfo Fasano.
Rivista rosa, letterario, quindicinale, n. 1S80, direttore P. Farnese.
La Rondinella, 1853, direttore Francesco Mastriani.
Sagabar, trisettimanale, democratico, n. i88r.
Lo Scacciapensieri, lett., sett., 1871-72, redatto da G. Trucchi e C. Carafa di Noja.
La Scienza e la Fede, cattolico.
Sciosciammocca, umoristico, n. 1886.
La Scuola italiana, settimanale, n. 1886, direttore Domenico Brunetti.
La Scuola evangelica, mensile, n. 1870.
La Scuola medica napoletana, direttori Matone e Franco.
La Scuola tecnica, n. 1869, stampato a Napoli con la data di Canosa di Puglia.
La Settimana religiosa, n. 1881.
Il Sibilo, teatrale, n. 1843. Ho la i." annata completa.
Il Si dice, politico, settimanale, n. 1888, direttore F. Cangiano.
La Sirena artistica, 1869-70, direttore Alberto Laudi.
La Soluzione, politico, letterario, settimanale, n. 1882, direttore M. Melillo.
Spes, letterario, quindicinale, n. 1S89, direttore A. Crisci.
Lo S[)ort, quindicinale, n. 1880, direttore Raffaele Basilone.
Lo Sprone educativo, didattico, mensile, n. 1879.
N, Bbrkardini — Guida della Stampa ptriodica italiana— ■^6.
562 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— La Staffetta, settimanale, n. 1867, direttore G. P. Giustini.
— Lo Staffile, pubblica istruzione, n. 1880.
— La Stampa, politico, quotidiano, n. 1S78, direttore Eugenio Tofano,
— La Stampa napolitana, cattolico, trisettiraanale, 1S62-63.
— La Stella di Napoli, cattolico, quotidiano, n. 1871.
— La Sveglia, amministrativo, settimanale, direttore A. De Cesare.
— Il Teatro, n. 1884, direttore Giocondo Guerriero.
— La Toletta, di mode, n. 1838.
— Il Tornese, quotidiano, politico, n. 1856, di piccolissimo formato.
— Il Tramonto, letterario, n. 1885, direttore P. L. Fabiani.
— La Tromba, politico, commerciale, direttore F. Cangiano.
— Lo Trovatore, politico, popolare, bisettimanale, in dialetto, n. 1865.
— U Umanitario, sociale, settimanale, n. 1881, direttrice E. NapoUon.
— U Unione, politico, settimanale, n. 1881.
— U Universo, cattolico, quotidiano, n. 1887.
— Verbena, letterario, n. 1889, direttore V. Catapano.
— La Verità, amministrativo, settimanale, n. 1884.
— Il Vero Messaggiero del mattino, cattolico, n. 1S70.
— Virtù e Vi^io, biografico, n. 1883.
— La Vita pubblica, amministrativo, settimanale, n. 1888.
— La Vita napoletana, artistico, letterario, settimanale, n. 1886, direttore G. Bellezza.
— Vittorio Alfieri, letterario, settimanale, n. 1888.
— La Voce del popolo, cattolico, direttore Mauro.
— Lo Zingaro, umoristico, 1883.
CAIVANO-CARDITO
— Il Corriere Atellano, amministrativo, quindicinale, n. 1881, direttore I. Buonomo.
CASTELLAMMARE
— V Amico del popolo, amministrativo, settimanale, n. 1882, direttore F. Giraci.
— Gaietta dei comuni, settimanale, n. 1887, direttore Raffaele Olivieri.
GRUMO-NEVANO
— Domenico Cirillo, amministrativo, settimanale, n. 1881, direttore Davide Calenda.
ISCHIA
— Epomeo, amministrativo, settimanale, n. 1881, direttore F. Irabò, che diresse anche
il Libro nero a Napoli.
PIEDIMONTE D'ALIFE
— Il Risveglio operaio, n. 15 gennaio 1887.
PORTICI
— U Agricoltura meridionale, quindicinale, n. 1878.
— Plinio, amministrativo, settimanale, 1881-83, direttore Antonio Lo Re.
— Il Vesuvio, amministrativo, settimanale, n. 1878.
POZZUOLI
— U Emporio puteolano , amministrativo, commerciale, settimanale, n. 1885.
S. AGNELLO DI SORRENTO
— La Piccola Biblioteca, francescano, mensile.
S. ANASTASIA
— La Palestra vesuviana, amministrativo, settimanale, n. 1889, direttore Ernesto Nappi.
TORRE ANNUNZIATA
— Il Commercio Torrese, settimanale, n. 1886.
— Excelsior, politico, letterario, quindicinale, n. 1887,
— V Usignuolo, letterario, settimanale, n. 1884, direttore F, Vasquez.
Anno XVIII — Numero 249
Sabato -Domenica — 7-8 Settembre 1889
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Con gli ultimi telegrammi della notte ricevuti da corrispondenti speciali dall'Italia e dall'Estero
e col Resoconto telegrafico del Parlamento
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diffuso e meglio informato
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fie, etc. e per inserzioni re-
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tilde Serao, Salvatore Di Gia-
como, Roberto Bracco, 2am-
mirano, De Cesare, D'An-
nunzio, Panzaochi, Giacosa,
gli onorevoli Deputati Sa-
landra, Arbib, Maldini, Mar-
tini, Arcoleo, Bonghi, e le
più notevoli personalità po-
litiche, letterarie e scientifi-
che della Penisola, oltre uno
stuolo di egregi corrispon-
denti all'Estero e l'illustre
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da Torino Federico Musso,
da Genova Giovanni Della
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gnoletti, da Caserta Alfonso
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dini, da Catanzaro France-
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sio Valori, da Catania Fer-
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Api, Mosconi e Vespe
Guida della stampa periodica italiana.
Questa pubblicazione, a cui l'av-
vocato Nicola Bernardini dedica tanta
pazienza, tanta intelligenza e tanto
tempo, è già molto innanzi- Nelle 272
pagine che ho sotto gli occhi trovo un
tesoro di nozioni e di notizie riguar-
danti il giornalismo italiano. II quale
tesoro, quando l'opera sarà pubblica-
ta, sarà veramente inapprezzabile e
rappresenterà una fonte inesauribile
di utilità per tutti coloro che, diretta-
mente o indirettamente, s' interes-
sano al giornalismo. Tutto ciò che
è inerente alla stampa — storia, leg-
gi, statistica, rassegne, profili, in-
dicazioni d'ogni sorta, commenti,
schiarimenti evia discorrendo — sarà
contenuto in questa Guida, che è
ben concepita, bene ordinata, bene
scritta e bene stampata.
Ed è degno di ogni considerazio-
ne il serio e audace intendimento
dell'avvocato Nicola Bernardini. Egli
vuole che la sua Guida sia sempli-
cemente una parte di un Dizionario
storico-biograjìco-statistico di tutti i
giornali del mondo. Scusate se è po-
co ! Egli possiede già una collezione
di oltre ventimila giornali di tutto il
mondo, uno diverso dall'altro, e una
messe copiosissima di notizie riguar-
danti il giornalismo mondiale.
Io auguro all'avvocato Nicola Ber-
nardini di poter compiere il suo mo-
struoso dizionario e auguro a me
di poterlo leggere tutto intero.
gibus
ALESSANDRO DUMAS
giornalista a Napoli
(i8éo)
Alessandro Dumas avea preso stan-
za nel palazzetto del Chiatamone, in
riva al mare, e vi teneva tavola sem-
pre imbandita. In casa sua festa tutti
i giorni; entrava chi voleva: special-
mente scrocconi, che seguono sem-
pre gli eserciti, e fiutano dove e' è
da far bottino: non mai un uomo fu
svaligiato come il povero Dumas al
Chiatamone. Gli rubarono tutto quel-
lo che potevano, perfino un cavallo.
Egli lo sapeva e rideva, nella sua su-
perba noncuranza. Un giorno mi dis-
se che cinquanta affamati, di tutte le
parti del mondo, si satollavano alla
sua tavola....
Il buon Dumas non chiese nulla per
sé, salvo la direzione del Museo e
degli Scavi e non l'accettò che a due
condizioni: che fosse gratuita, il che
gli fu facilmente accordato, e la se-
conda che non gli si richiedesse di giu-
rar fedeltà a Vittorio Emanuele, per
ragione che non aveva mai prestato
giuramento a un re. Questo fu più
difficile a ottenere. Il ministro Tour-
nesol,uorao rigoroso, non ammetteva
di tali esclusioni in favore di alcuno.
Il Dittatore intervenne, e Dumas fu
esentato dal giuramento : però non
mise mai piede nel Museo, e non vi-
sitò mai gli scavi : si mise invece a
scrivere un giornale quotidiano, l'/n-
dipendente, di cui Garibaldi tu padri-
no. Io ho avuto nelle mie mani l'atto
di battesimo: — « Il giornale, che il
mio amico Dumas vuole fondare, avrà
per titolo V Indipendente, e meriterà
viepiù un simile titolo poiché comin-
cerà dal non risparmiar neppur me,
se mi allontanerò dai doveri di figlio
del popolo, e dai miei principii uraa-
nitarii. — G. Gakibalddi. "
yieW Indipendente Dumas pubblicò
nuovi romanzi sulla storia di Napoli.
Un giornale pubblica profili e ri-
tratti sotto la rubrica « Amici e ne-
mici ». Uno dei già profilati che rice-
ve ogni sorta di gentilezze dal diret-
tore, domanda :
— A proposito, quando principia-
te la serie degli Amici?
564 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
GIORNALI E GIORNALISTI NAPOLETANI
Il Monitore napoletano
(1799)
Eleonora marchesa di Fonseca Pimentel, dama d'onore della regina Carolina,
avendo seguito con ardore le parti della rivoluzione, allorché l'anno 1799 il governo
monarchico di Napoli si mutò in repubblica, prese a compilare il Monitore napole-
tano, giornale favorevole alle nuove dottrine; ma ristabilitasi la sovranità dei Borboni
per le vittorie del cardinale Ruffo, la Fonseca fu imprigionata e impiccata il 20 ago-
sto dello stesso anno 1799.
Uno dei pochissimi esemplari completi del Monitore è posseduto da B. Croce
di Trani. È composto di 33 numeri e finisce il 20 Pratile, sabato 8 giugno 1799.
Ha numerazione continua, da pagina 1 a 1 46, compresi due supplementi al numero 1
e al numero 2 di due facciate l'uno, e meno un supplemento di 4 facciate, messo
dopo il numero 9. Il primo trimestre, 25 numeri, porta in vari fogli la segnatura:
Presso il cittadino Gennaro Giaccio. Il numero 26 comincia la s^^gnatura nella Stam-
peria Nazionale, che potrebbe darsi non fosse varietà di stamperia, ma di nome di
stamperia. Usciva di regola il sabato e il martedì; ma talvolta, come tra il numero 13
e 14, tra il 14 e il 4 5, ecc., è saltato un martedì. Viceversa i numeri 23 e 24,
32 e 33 sono copie uscite in un sol sabato. Il numero 26 usci un giovedì invece
di martedì, e il numero 34 un mercoledì.
Il Progresso delle scienze, delle lettere e delle arti
(1830)
A generalizzare il movimento intellettuale italiano contribuirono efficacemente le
effemeridi, le novelle, le strenne, specialità letteraria napoletana. E qui, mei lascino
dire, l'unità morale d'Italia fu anzitutto dal giornalismo napoletano annunziala. Il Pro-
gresso delle scienze, delle lettere e d'elle arti, cominciato a pubblicarsi nel 1832 e
compilato da Giuseppe Ricciardi, Blanc, Michele Ruggiero, Carlo Troja, Giuseppe
Ferrigni ed altri egregi, nel suo proemio diceva: « Abbiamo in animo di registrare
gli uomini che vanta la patria e le lor cose. E perchè di frequente egli accade in
Italia che una provincia pochissimo sappia di quello cui l'altra dà opera, intendiamo
per quanto n' è dato sporre all'Italia i tesori di ogni maniera che in questa e in
quella racchiude. » (Nisco — Storia civile d' Italia, I, p. 35.)
X
(1836)
Nel Progresso Carlo Tortora Brayda pubblicò nel 1836 un articolo sui giornali
napoletani di quell'epoca, lodandone l'impresa e nel contempo suggerendo qualche
consiglio pratico sul modo di redigerli. Fra le altre cose dice: a Non sarà tra noi
chi ignori come in questa estrema parte d'Italia si era non ha guari quasi al tutto
perduto l'uso dei giornali e dei fogli periodaci, e poi come a poco a poco nuova-
mente ne abbiamo veduti sorgere in tanta copia che i giornali napolitani ora sono
non piccola parte del novero dei giornali di tutta Italia. E qualora si ponesse mente
solo al loro numero ed ai loro nomi ci sarebbe di che consolarsi, come ci conso-
liamo in vedendo cresciuto il numero dei leggitori, e non mancare anche qualche
bottega di artigiano dove alcuno si occupi di queste letture.. . »
E in fine dell'artico'o fa un elenco dei giornali napoletani di quell'epoca, che
noi crediamo pregio dell'opera riprodurre testualmente:
GIORNALISMO NAPOLETANO DEL 184S.
565
Titolo e Subbietto
Luogo e tempo della pubblicaz. Prezzo di un anno
Annali Civili del Regno delle Due Sicilie. — Amministrazione
civile, orfanotrofi, ospedali, economia pubblica, agricoltura,
pastorizia, manifatture, industrie, macchine, miniere, com-
mercio, navigazione, opere pubbliche, acque e boschi, istru-
zione pubblica, scienze e belle arti, scavamenti, musei, bi-
blioteche, commenti delle leggi, ecc. . . . .
Antologia Militare. — Cose militari (con carte top. e ritratti).
Aristide (L') — Giurisprudenza penale. . . . .
Cesta dei Fiori per le Dante (La). — Novelle, storie, lette-
ratura (con litografie). .......
Coltivatore dello Spirito (II). — Religione. . . . .
Curiosi (I). — Scienze, lettere, arti, varietà, ecc.
Dubbj e controversie di commercio, — Giurisprudenza commerciale.
Eco dell'Industria (L'). — Agricoltura, arti, manifatture.
Esculapio Napoletano. — Medicina, chirurgia, farmacia .
Filiatre Sebe^io. — Scienze med. ......
Filologia Abru^^ese. — Scienze, lettere, arti . , . .
Geronta Sebe^io. — Arcani gentileschi . . . . .
Giornale del Regno delle Due Sicilie. — Notizie politiche, atti
del governo, varieti, osserv. meteorol., avvisi giudiz., ecc.
Giornale agrario della Capitanata. — Agric, past., varietà, ecc.
Giornale Ecotiomico-rustuo di Molise. — Agricoltura, pasto-
rizia, arti, industrie, commercio . . . . .
Giurista (II). — Legislazione e giurisprudenza
Globo aereostatico(\\). — Scienze, lettere, arti, rassegna di giorn.
Gran Sasso d'Italia. — Med. chirurg.; farmac, storia naturale.
Indicatore. — Scienze, lettere, arti, contrattazioni, avvisi .
Interprete commerciale (L') — Scienze, arti, lett., comm., teatro.
Industriale. — Scoperte, invenzioni, economia rustica, ecc.
Istitutore (L'). — Scienze, lettere. . . . . .
Omnibus (L'). — Scienze, lettere, arti, varietà, ecc., ,
Ore solitarie (Le). — Letteratura amena (con litografie)
Ortodosso (L'). — Pietà e religione . . . . .
Osservatore Medico. — Medicina e scienze affini .
Osservatore Posidono. — Scienze, lettere, arti.
Padre di Famiglia (H). — Educazione. . . . .
Pirata (II). — Scienze, lettere, arti, ecc
Poliorama pittoresco. — Scienze, lettere e belle arti, mestieri,
scoverte ( con litografie ) .
Progresso. — Scienze, lettere ed arti. . . . . .
Ricreaì^ione de' Fanciulli (Lù.'). — Letture piacevoli (con figure).
Severino ( Il ). — Medicina e chirurgia
Specola (La). — Scienze, lettere, arti
Saccente, i Poeti e il Novelliere (11). Lettere e scienze.
Tesoro della 'R^eligione (II). — Scienze e lettere riguardanti
la religione .........
Telescopio. — Lettere ........
Utili conoscente (Le). — Polizia civile, cose natur , econ. agr.
Utile passatempo (L'). — Lettere, arti, scienze, invenzioni,
viaggi, ecc. .........
Napoli
Chieti
Napoli
Foggia
Campobasso
Napoli
Aquila
Napoli
ogni 2 mesi
» 6 mesi
1) settimana
» 2 mesi
» settimana
» 15 giorni
» mese
settimana
giorno
2 mesi
settimana
mese
settimana
15 giorni
settimana
2 mesi
mese
mese
IO giorni
2 mesi
voi.
6; due.
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due.
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— due. 9,80
voi. 6;
— due.
— due.
— due.
— due.
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— due.
— due.
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24; due.
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6; due.
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— due.
12; due.
— due.
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2,40
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3, fio
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2,40
1,40
2,00
3,40
0,60
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12; due. 3,40
IL GIORNALISMO NAPOLETANO DEL 1848
Con decreto de' 29 gennaio 1848 Ferdinando II distrusse quanto
aveva stabilito a riguardo della stampa il 19 gennaio: non più revisione
vessatoria, non più depositi in danaro, non più guarentigie. « La stampa
sarà libera, e soggetta ad una legge repressiva per tutto ciò che può offen-
dere la religione, la morale, l'ordine pubblico, il Re, la Famiglia Reale, i So-
vrani esteri e le loro famiglie, nonché l'onore e gl'interessi dei particolari. »
Con altro decreto fu abolita la sopratassa sui giornali, libri, stampe
ed opere periodiche.
Con decreto del 17 febbraio fu ribassato il dazio sui caratteri da
stampa da ducati 5 a ducati 2 e grana 50 il cantajo per proteggere le
tipografie chi sono in evidente progresso.
566 aUlDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Ma le cose dovevano mutare ben presto. L'on. Massari, in quel
prezioso libretto che ha per titolo I casi di Napoli, hz scritto:
« La stampa periodica si scagliò con veemenza contro le immanità
del 15 maggio; ma eran parole, e le parole in politica non giovano a
niente, anzi nuocciono perchè muovono a sdegno inutilmente i potenti
contro i quali vengono dirette... Lo stato d' assedio della città di Na-
poli, venne tolto il 15 giugno, il giorno appunto nel quale fu proceduto
alle nuove elezioni dei deputati; questo forse fu il solo attestato di ri-
verenza che il ministero del 16 maggio porgesse alle libertà costituzio-
nali. Il giornalismo che durante un mese era stato taciturno, ricominciò
le sue pubblicazioni; parlo del giornalismo indipendente, non della stampa
servile e prezzolata, la quale com'è facile indovinare, non avendo nulla
a temere dai rigori dello stato d'assedio, non cessò mai dal venire alla
luce. »
Due giorni dopo la terribile giornata, il generale Labrano, coman-
dante della piazza e che in sé ogni potestà riuniva, in nome dello stato
d'assedio proibiva la stampa e l'affissione di qualsiasi avviso e la ven-
dita dei giornah da spacciatori non autorizzati.
Con decreto del 25 maggio la stampa fu nuovamente imbavagliata;
i direttori ed editori dei giornali furono circondati da mille precauzioni
poliziesche. Di più si dava facoltà agli agenti del Pubbhco Ministero
di sospendere i giornali, e alle Gran Corti CriminaU di decidere in due
giorni sulla sorte del giornale.
Quella larva di libertà di stampa concessa con la Costituzione, aveva
commciato a turbare il cervello del governo, che volle subito ritoglierla,
col pretesto che lungi dal servire a perfezionare la mente e il cuore,
non era stata intesa che a corrompere i costumi e ad ottenebrare gl'in-
telletti invece di rischiararli.
Era un pretesto insomma per soffocare quei pochi giornali che an-
cora animosi vedevano la luce m qualche provincia e che davano ombra
al governo. L'autorizzazione a pubblicare un giornale fu circoscritta da
tante condizioni vessatorie, che nessuno più certamente avrebbe ricorso
al mezzo dalla stampa per far valere la ragione degli oppressi e scuo-
tere l'esoso governo. E per colmo d'ironia la revisione dei giornali in
provincia non dipese più da alcuna autorità intelligente, ma dalla polizia!
Lo scopo era di sgominare, come ha scritto il Nisco, le forze di-
rettive del partito hberale; quindi i nemici del politico e nazionale rin-
novamento proscrissero quasi tutti i giornali, e non potendo trovare
cagione a proibire // Tempo « istituito al consolidamento della libertà
costituzionale unica àncora di salute pel paese » si maneggiarono, for-
nendone i fondi con danaro dello stato, a farne divenire proprietario
Tommaso d'Agiout, che prometteva, e la promessa mantenne, di soste-
nere il maligno indirizzo del governo.
// Tempo era stato fondato da Carlo Troya, Saverio Baldacchini,
Achille Rossi, Camillo Caracciolo e Ruggero Bonghi.
Organo del partito moderato regionista, era giornale libero, indi-
pendente, banditore e difensore sagace de' veri principii liberali; i suoi
redattori, facendo sacrificio del proprio, senza chiedere compensi ad al-
GIORNALISMO NAPOLETANO DEL 1848. 567
cune, cercavano di procacciare il consolidamento della libertà costitu-
zionale nel disgraziato regno delle Due Sicilie.
Ma nei primi d'aprile, la redazione si smembrò: il Trùya dovette
assumere la presidenza del consiglio dei ministri; il Baldacchini fu eletto
deputato e il Rossi chiamato a capo del dipartimento della P. I.; sicché
il Tempo rimase in mano dei due più giovani, il Caracciolo e il Bonghi, i
quali fecero del loro meglio per menare avanti l'impresa.
Sopraggiunto il 15 maggio, anche i due ultimi compilatori dovet-
tero abbandonarla. In questo tempo era venuto a Napoli un francese
certo Thomas d'Agiout, con la missione di fornire l'esercito d'armi di
nuovo modello; viceversa egli ebbe incarico segreto di fondare un giornale
officioso, che prendesse a difendere il trono, l'altare, il ministero tutto,
meno il regime costituzionale. E all'uopo ebbe vistosi fondi. Egli, da uomo
accorto, mise gli occhi sul Tempo, e sollecitò, con danari sonanti, l'acquisto
di una parte di proprietà del giornale. Il governo, cui questo pareva ben
poco, gii promise un compenso di 11,000 ducati, se avesse saputo ven-
dergli la libertà e l'indipendenza di quel giornale.
L'impresa all'Agiout riusci facile; i due giovani redattori del Tempo,
e perchè gli avvenimenti imperversavano e perchè non avrebbero potuto
mai indovinare i disegni dell'agente francese, cedettero il giornale.
Così il Tempo, la cui opera era stata lodata e incoraggiata dai buoni,
da un mese all'altro, divenne il « monitore ufficiale di tutte le rabbie
reazionarie, l'Omero della Iliade delle incostituzionalità ministeriali »
come lasciò scritto il citato Massari.
L'Agiout compiva il suo ufficio di giornalista, dettando articoH in
francese a miseri scribacchiatoti, che li volgevano in italiano. Quale
fosse la sorpresa dei vecchi redattori del Tempo, sospettati per un mo-
mento di volubiUtà, può immaginarsi: non potendo arrestare questo empio
giuoco, con la data del io giugno, pubblicarono neih Libertà Italiana,
del Melisurgo, una lettera in cui dichiaravano ch'essi non eran punto
tenuti della transa:(ione avvenuta per far passare il giornale in altre mani.
Tutta la stampa liberale napoletana si scagliò contro il Tempo, at-
taccandolo vivamente; la Libertà Italiana, in ispecie, ebbe con esso pole-
miche vivacissime.
Al Tempo, scrive il Nisco, si aggiunsero per encomiare e sostenere
il governo, altri tre giornali che rappresentavano la polizia, l'esercito e la
politica di quello, cioè VOrdinc, V Araldo e la Sentinella. Il primo, com-
pilato nel gabinetto del Peccheneda da una schiera di soldati scrittorelli,
con le interminabih insinuazioni, le lodi perenni degli abusi più spu-
dorati, il continuo favoleggiare sette e congiure, esprimeva l'animo di
lui che lo informava, destava le inquietudini dei cittadini, e manteneva
l'animo del re travaghato dalle paure e dai sospetti. V Araldo, diretto
da Michele Rota, uffiziale nel i.° reggimento degli Ussari, e di cui prin-
cipale, attivissimo compilatore er • Domenico Moschitt), sotto la ispezione
del circolo del Caffè del Gigante, rappresentava la reazione militare, che
dalla reggia si spandeva nei quartieri, dal generale passava sino all'ultimo
tamburino, e che finì per rendere demorahzzato ed indiscipHnato quell'eser-
cito al quale Ferdinando aveva con grande amore consacrato solerti
568 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
cure nel primo periodo del suo regno. A dare conte;(j(a di quanto si
passa ovunque, la direzione àdV Araldo fondava la Sentinella, giornale
di piccolo formato, che con la sua costante quotidiana attenzione veglia a
tenere d'occhio tutti gli avvenimenti del giorno, e col grido « all'erta sto »
indica all'esercito la sua diretta via. (i)
L'esistenza del Na^ioìiale non fu più lieta di quella del Tempo.
Il Nazionale, al quale avevano preso a collaborare i più ardenti pa-
trioti, era nato nel mese di marzo sotto la direzione di Silvio Spaventa,
allora giovanissimo, ma già noto in tutta Italia. Infatti l'anno avanti era
scampato alla carcere per l'aiuto efficace, parrebbe impossibile se non fosse
vero, dello stesso Bozzelli, allora cospiratore. « Un anno dopo, dice l'o-
norevole Massari, il povero esule reduce in patria rimaneva fedele alle
sue antiche convinzioni, ed a nome di esse contraddiceva vigorosa-
mente gli atti del suo antico amico, diventato ministro della reazione. »
Sin dal 48 lo Spaventa si faceva conoscere « negli studi filosofici oltre
ogni dire versato, pensatore profondo, italiano de' tempi antichi, anima
forte e vigorosa, limpido e nerboruto scrittore, avversario incorruttibile
d'ogni sopruso e d'ogni iniquità ». Con coraggio degno della causa che
aff"rontava « questo giovane aureo e generoso mosse coraggiosamente
aspra guerra al ministero a nome dell'italianità ». Il Nazionale era l'organo
dei liberali progressisti ed unitari delle provincie napoletane. Ma il
15 maggio Spaventa fu costretto a sospendere le pubblicazioni. Le ri-
prese un mese dopo, attirandosi sempre la stima e l'ammirazione degli
onesti e dei liberali. N'ebbe in ricompensa il mandato di deputato che
i concittadini gli conferirono fiduciosi.
Nel frattempo era stata promulgata una legge repressiva della stampa,
A detta dei più moderati periodici dell'epoca, questa legge era bene la
espressione della politica subdola del ministero, poiché essa, senza deter-
minare le colpe, determinava le punizioni.
Questa legge pose nelle mani del governo una spada, come quella
di Damocle, pronta sempre a ferire chiunque avesse avuto il coraggio
civile di levare alta la voce contro le illegalità che si commettevano. È
ben vero che una legge che ponesse un freno alla stampa gettatasi nel
fango e che ofi'endeva gravemente la morale pubblica, si reclamava da
tutti; il ministero del 29 gennaio, che non aveva saputo o avuto la forza
di mettere questo freno, risorto dopo il 16 maggio cercò riparare l'er-
rore con la legge di giugno, cioè troppo tardi e come non desideravano
gli onesti e quanti amavano l'ordine pubblico, polche dietro questa frase si
trincerava per coprire l'arbitrio.
I primi giornali che dovettero sperimentare i rigori di questa legge
violenta, furono il Telegrafo e Mondo vecchio e Mondo nuovo; dietro i
solleciti uffici del prefetto di polizia, il procuratore generale della Gran
Corte speciale sospese e processò i giornali e fu fortuna se quest'ultima,
non secondando il caldo zelo de' suoi funzionari, con decisione pronun-
ziata in Camera di Consiglio, riabilitò i giornali. Ma non per questo ces-
sarono le persecuzioni ai loro redattori : Giuseppe Madia, ch'era uno dei
^l) ibisco -^ Storia Civile del Regno d'Italia, p. 475.
GIORNALISMO NAPOLETANO DEL 1848. 5Ó9
tredici dei Mondo vecchio e Mondo nuovo e vi aveva rimesso tutto il suo
patrimonio, dopo d'aver fondato il Salvator Rosa e collaborato nell'/w-
dipendente, fu costretto ad esulare a iVIalta, poi a Genova e finalmente
a Torino, dove creò coi fratelli Mezzacapo la Biblioteca Militare.
Ma torniamo al Nazionale. Il giornale di Silvio Spaventa, durante
Io stato d'assedio, pubblicò un supplemento straordinario nel quale si
narrava la battaglia di Coito e se ne accompagnava il racconto con pa-
role eroiche, riboccanti di civile e sviscerato amore per l'Italia e pel ma-
gnanimo re, che per essa valorosamente pugnava. Questo racconto,
naturalmente, non entusiasmò i borbonici, specialmente gli ufficiali del-
l'esercito, che potevano vedere il Naiionale come il fumo negli occhi.
A questo proposito il citato Massari dice: « La persecuzione mossa
da alcuni uffiziali dell'esercito contro la stampa periodica, fu veramente
ignominiosa e scellerata. Guai al giornale cui toccava la mala sorte di
eccitare il loro sdegno: ad un tratto la sua officina era visitata dai non
desiderati ospiti, i quali la scompighavano, rompevano i torchi, basto-
navano chi prima si faceva loro iucontro, e non si ritraevano se non
dopo avere manomesso uomini e cose. » Del resto poteva la stampa
onesta fare a meno di biasimare le immaniù del 15 maggio e di adem-
piere all'obbligo che liberi scrittori Uberamente s'erano imposto.^
La truppa se ne adirò oltre ogni dire e violentemente cercò di sfo-
gare il suo dispetto; il Na:{ionale fu il bersaglio prediletto dai furori
soldateschi. Avendo parlato della disfatta che le truppe regie avevano
toccata in Calabria e dell'assassinio di Pizzo, cento volte superiore al-
l'eccidio del 15 maggio, la sera del 2 lugUo molti ufficiali si recarono
al Ca^è De Angelis per insultare e minacciare, con le sciabole in mano,
lo Spaventa che era ivi. Il futuro ministro protestò sulla inviolabilità
della sua persona di deputato al parlamento e disse ai ribaldi che se
nulla avevano a ripetere dal suo giornale si fossero rivoltij con le vie
legali, al gerente, certo Seguin. Gli ufficiali corrono dal Seguin; questi
invoca la sua nazionalità e li manda dal ministro francese. Invece essi
tornano nuovamente al caffè per inveire contro Silvio Spaventa; ma
questa volta gli eroi trovano una quarantina di giovani corraggiosi,
pronti a difendere il giornalista da qualunque violenza e la cosa, per
fortuna, non ebbe altro seguito in quella sera. — Nò questa volta sol-
tanto lo Spaventa ebbe a patire minacce, e perfino della vita, ma pa-
recchie altre volte. « Alla prepotenza ed al sopruso, dice il Massari, l' in-
trepido giovane opponeva il contegno sereno ed imperturbabile di chi sa
di patire per la causa del diritto e della libertà.... Gli ufficiali non sa-
pevano perdonare al giovane scrittore la franca imparzialità, con cui egli
giudicava le gesta del generale Nunziante e dt' suoi commilitoni. »
Ma la reazione feroce ed insistente fini per soffocare anche il iVa^/o-
nale, come aveva soffocati tanti altri onesti periodici. E il povero Spaventa
anuò a scontare in galera le aspirazioni nobili e generose del suo cuore (i).
(i) Lo Spaventa, che pel libro che preparavo, ebbe sempre parole incoraggianti
e consigli dei quali mi sono grandemente giovato, avendo letto una parte di questo
capitolo che pubblicai nel Piccolo di Napoli, gentilmente e con quella modestia che
tanto lo distingue, mi scrisse : a Vi ringraiio. Sta benissimo, salvo alcuni colori troppi)
lusinghieri dati alla mia figura, »
570 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Per farsi un concetto del regime a cui era ridotta la stampa in questo
triste periodo; basterà accennare che perfino la Cwiltà Cattolica, rivista
religiosa mensile, dovette abbandonare Napoli e trasferirsi a Roma !
Fra i giornali riapparsi, appena tolto lo stato d'assedio, vi fu anche
V Arlecchino, giornale umoristico fatto con tanto brio che lo stesso Fer-
dinando II non andava a dormire se non lo avesse letto. Fondato pochi
giorni dopo che era stato largito lo Statuto, veniva redatto da quattro
giornalisti designati da quattro lettere dell'alfibeto che per combinazione
si seguivano: L, M, N, O, cioè: Achille De Lauziéres, oggi a Parigi cri-
tico musicale della Patrie; Emanuele Melisurgo, che faceva le funzioni
di direttore del giornale; Felice Niccolini, distinto archeologo, poscia di-
rettore del Museo di Napoli; Giuseppe Orgitano, uno dei primi redattori
dell'attuale Fanjulla. Più tardi vi si aggiunsero Luigi Coppola, il compianto
Pompiere, Domenico Ventimiglia e Michelangelo Tancredi.
V Arlecchino^ come può facilmente immaginarsi, s'era assunto il com-
pito di flaggellare con l'arma del ridicolo i nemici della libertà. Il suo
spirito fine, pungente, vivacissimo richiamò subito l'attenzione del pub-
blico; i suoi articoli, che si rileggono anche oggi con piacere, erano
dettati, come fu ben detto, dall'elegante mordacità di Luciano. Le cari-
cature, spiritosissime, erano fatte dal pittore Mattei.
« \J Arlecchino, ha lasciato scritto lo stesso Coppola, in brevissimo
tempo scavalcò le muraglie della Cina, che in quell'epoca dividevano Na-
poli dal resto d'Italia, e si fece ammirare ed applaudire da tutti i fra-
telli domiciliati al di là del Tronto. »
Ma il chiasso fatto à^XY Arlecchino durò appena tre mesi; anch'esso
doveva soccombere colle barricate del 15 maggio. I suoi redattori lascia-
rono la penna per impugnare il fucile; dal loro ufficio all'angolo di via
Toledo e S. Brigida fecero convincere più d'uno svizzero che non
sempre Arlecchino è destinato a prender botte. Abbattute le barricate,
cessato lo stato d'assedio, il giornale ricomparve. Ma era proprio il caso
di ridere e fare ridere sugli avvenimenti che si andavano svolgendo ?
« Singolare fenomeno ! dice il Massari : tranne pochissime eccezioni
la stampa napoletana dal 29 gennaio al 15 maggio 48 mal corrispose
alle speranze, che destava la memoria di quella del 1820, e sopramtto
nel mese di aprile fu licenziosa, scurrile, sediziosa ed insipiente; dopo
il 15 maggio invece diventò ferma, coraggiosa, assennata, e dignitosis-
sima; non più declamazioni stupide e plateali, non più basse contumelie
e nauseabonde ingiurie, ma ragionamenti pacati e severi, critiche forti
ed austere, contraddizioni energiche e decorose. In seno all'oppressione
germogliava il coraggio non disgiunto dal senno e governato dalla mo-
derazione; le virtù che non eransi appalesate al giorno della libertà sor-
gevano adulte e splendenti a rischiarare col loro esempio magnanimo la
lugubre e tenebrosa notte della reazione ».
Furono queste considerazioni — fu la reazione — fu il convincimento
che la stampa periodica in quel momento aveva l'obbligo d'essere grave
e militante, che persuasero i redattori didì' Arlecchino ad abbandonare il
foglio umoristico per fondarne invece uno quotidiano, di gran formato,
sempre d'opposizione: la Libertà italiana, di cui divenne principale re-
il Lampo. 571
dattore Antonio Scialoia. « Naturalmente, dice il De Lauziéres, il giornale
fu preso di mira dal ministero; avvertito, sospeso, per ultimo fu soppresso.
Riapparve il giorno appresso col titolo la Stampa italiana^ né perde uno
solo dei suoi lettori. »
Ma sul più bello Ferdinando II, col pretesto di ritirarla per conce-
derne una più larga, tolse la Costituzione. E allora la Stampa italiana fu
pur essa soppressa.
E la stessa sorte seguirono la Costituzione, fondata da Raffaele
Mezzanotte e diretta da Francesco Lattari, che recava per motto : Unità,
Libertà, Indipendenia ; il Mondo vecchio e Mondo nuovo, in cui il Petruccelli
della Gattina sfoggiava il suo tagliente ingegno; l'/nJ/p^wJm/^, che, sop-
presso al cominciare della reazione, risorse col titolo L'Indipendenza; il
Lampo, ch'era un semplice bollettino di notizie; il Tuono e molti e molti
altri di minore importanza.
Rimase padrone del campo il solo Giornale costituzionale del Regno
delle Due Sicilie, il quale, per togliere ogni barlume di speranza a quelli
che ancora avevano fede, soppresse l'epiteto di costituzionale al suo titolo.
Gli scrittori liberali, i patrioti presero la via dell'esilio o popolarono
le prigioni di Stato. E dal 49 al 55 la stampa periodica napoletana segnò
un profondo silenzio.
Nicola Bernardini.
IL LAMPO
Se domandate notizie dei giornali del 1848 a qualcuno dei napo-
letani che vissero in quell'epoca agitata, il primo nome che gli spunterà
sulle labbra sarà il Lampo.
Il Lampo fu, durante la rivoluzione, il giornale più popolare, più
diffuso, che ha lasciato maggiori ricordi nella mente dei nostri babbi.
Non ebbe nessuna importanza politica, nessuna efficacia sulle sorti del
suo paese, nessun potere sulla pubblica opinione, pure fu il giornale
più diffuso, desiderato da tutti, aspettato con impazienza, letto con avidità.
Usciva verso sera e gli strilloni, quando lo vendevano per le strade
della città, facevano un baccano da non potersi dire: U lampi u lampi
i nutizie i guerra, u lampi Ed il successo gli veniva, oltre che dal modo
con cui era fatto, da quel suo titolo breve e facile il quale permetteva
che i venditori potessero pronunciarlo facilmente.
In Napoli la fortuna dei giornali dipende in buona parte dagli stril-
loni. Un titolo lungo, non facilmente pronunziabile, costituisce serrtpre
un ostacolo per la riuscita del giornale che lo porta; mentre un nome
breve, facile, intelligibile, ha in suo favore gli strilloni, ossia un grande
elemento di successo.
Perciò quel nome breve — il Lampo — di due sole sillabe, facil-
mente traducibile in dialetto, si diffuse con grande rapidità, ed il gior-
nale penetrò dovunque, propagando le sue notizie esagerate, i racconti
di battaglie che non si erano mai combattute, di rivoluzioni che non
572 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
erano mai scoppiate, le informazioni attinte da un'ottima fonte: la vi-
vace e feconda fantasia del compilatore.
In quell'epoca, gli animi erano agitatissimi, avidi di forti emozioni,
disposti a prestare fede a tutte le notizie false o esagerate che si dif-
fondevano per la città. Si viveva in grande incertezza, fra i continui
mutamenti che succedevano in tutta Italia, sicché tutti erano ansiosi di
conoscere quello che avveniva fuori del regno e da cui dipendevano
le sorti di Napoli e della libertà. Della lealtà di Ferdinando II che aveva
date il 29 gennaio le franchigie costituzionali, tutti dubitavano — me-
mori che i Borboni in ogni circostanza avevano mostrato una spudorata
e vigliacca mala fede. I Hberali erano scissi, divisi, nemici gli uni degli
altri, inabili a governare lo Stato, inabili a dominare le loro piccole
passioni, i loro asti, le loro gelosie.
La guerra all'Austria era desiderata da tutti, ma si sapeva che il
re vi era alieno per tradizione della sua politica e per aderenze dome-
stiche. Nel resto d'Italia vivissima era l'agitazione, e gli avvenimenti,
che si succedevano con straordinaria rapidità, aumentavano ogni giorno
le speranze, le paure, le ansie delle popolazioni. In Francia, in Austria
scoppiò la rivoluzione.
Che momenti fortunati per un giornalista abile ed intraprendente !
Le notizie di tutta Italia, anzi di tutta Europa, erano favorevoli ai li-
berali. Ferdinando II perciò faceva mille sorrisi e carezze a quelli che
qualche anno prima avrebbe ospitato nelle sue carceri e nei suoi erga-
stoli, ed apriva loro le porte della reggia, sorridendo alle manifestazioni
di meraviglia e di timidezza a cui si abbandonavano i parvenus. Ogni
giorno a Toledo e nelle altre strade adiacenti, gli studenti, cosi per
svago, gridavano Viva Gioberti, Viva Fio IX, gturra all'Austria, e, si-
milmente per svago, ogni sera si facevano dimostrazioni sotto il palazzo
reale e si chiedeva la caduta di questo o di quel ministro. Il re non
se lo faceva dire due volte, e cambiava ogni momento un ministero,
contento della gazzarra che discreditava le nuove istituzioni liberali.
Fu in questi momenti che venne alla luce il Lampo. Non era pro-
priamente un giornale come lo intendiamo noi, era semplicemente un
bollettino di notizie, ed infatti i suoi numeri si chiamavano hulkttini.
Era di due pagine solamente, a tre colonne ciascuna, piene zeppe di no-
tizie, di informazioni venute da ogni parte, prese da tutti i giornali
d'Italia e di Francia e messe alla rinfusa come capitavano sotto la penna,
o, meglio, sotto le forbici del giornalista, senza ordine, senza criterio.
Veramente un criterio c'era : quello di fare impressione, di colpire
l'immaginazione, di esagerare i fatti, di dirle grosse,_ grossiss;me, in
modo da richiamare l'attenzione del pubbhco. Quei giornali che ora
inventano le notizie più strane, che esagerano, gontiano i particolari di
Qom avvenimento, che in ogni disgrazia raddoppiano, triphcano il nu-
mero dei feriti o dei morti, tanto per fare impressione, che vi danno i
particolari più minuti e più esatti di un fatto.... cosi come li raccolgono
nella loro fantasia — questi giornali non inorgogliscano dell'opera loro.
Essi non hanno il mento dell'originalità : vi fu chi li precede ed ottenne
in un ambiente non abituato alle arti giornalistiche un successo che essi
Il Lampo. 573
ora non possono sperare, perchè oramai siamo pratici di giornali e sap-
piamo come e dove si fabbrichino certe notizie.
L'intenzione di fare effetto appariva evidente, appena capitava sot-
t'occhio una copia di quei bullettini. Sotto il titolo II Lampo era stam-
pato a grossi caratteri, come la mostra di un negozio, l'argomento prin-
cipale di cui il giornale si occupava. Per esempio, era stampato così:
IL LAMPO
Rivoluzione di Francia.
oppure :
IL LAMPO
Nuovo Ministero e programma.
Tutte le notizie venivano pubblicate in vario carattere secondo la
loro importanza e secondo l'effetto che dovevano produrre sui lettori,
sicché quelle destinate a fare impressione erano stampate a caratteri gros-
sissimi, in modo da richiamare l'attenzione del pubblico.
Nel 3.° bullettino si leggevano, stampate naturalmente, col piiJ: forte
carattere che era in tipografìa, le seguenti parole: A TriesU vi é stato
un Vespro. Non una parola di più, non una di meno. Cosa fosse poi
questo vespro, quali le cause, il carattere, le conseguenze, il giornale non
dice, né nei bullettini seguenti la notizia è confermata o smentita.
Ecco altri esempi di notizie date dal Lampo:
Nel bullettino del io marzo, sempre a grossi caratteri:
« Firenze, 4 marzo ore 3 :
« Qui circolano varie notizie più che strepitose:
« Si dice dunque :
« i.° Carlo Alberto è entrato in Lombardia risoluto di scacciare gli austriaci
« fino ad uno.
« 2.° A Vienna è proclamata la Repubblica. L'Imperatore ha abdicato. L' Im-
« peratrice ha avuto mano nell'abdicazione del marito. Oggi qua verrà fuori una no-
« tificazione con cui si ordina una leva forzata da 18 a 30 anni. »
Dopo pochi giorni si leggeva nel Lampo, sempre a grossi caratteroni:
(( Da Roma — Per lettera.
« Oh! quali e quante notizie, caro amico! L'Italia è in fuoco: a Milano, a Ve-
« nezia, a Modena SI BATTONO (quel si battono era in tutte lettere maiuscole); l'Im-
« peratore d'Austria ha abdicato.
« Metternich fugge, a Roma il Papa HA PROCLAMATO (anche in viaiiiscolo
« come sopra') una crociata per volare in soccorso dell'Alta Italia. Oggi stesso tutta
« la truppa di linea disponibile parte da Roma : parecchie migliaia di volontari si re-
« elutano sotto le bandiere civiche per correre a Milano. Viva l'Italia una! Addio! »
Oggi una corrispondenza simile farebbe ridere, allora entusiasmava.
Naturalmente, vista l'indole del giornale, di articoli di fondo non
c'era proprio bisogno, che il Lampo ne faceva a meno volentieri. Ne
comparivano pochissimi, a qualche mese di distanza l'uno dall'altro,
tradotti in buona parte dai giornali francesi. Trovavano per lo più, il
loro posto nei supplementi che il Lampo pubblicava tratto tratto, e nei
quali essi venivano cacciati tutti alla rinfusa, come roba quasi inutile,
insieme agli annunzi degli unguenti miracolosi e dei rimedi infallibili.
Non era raro il caso di veder stampati con lo stesso carattere, e l'uno
dopo l'altro, un sonetto all'Italia, l'annunzio di un'acqua meravigliosa
574 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
per la cura degli occhi e poi qualche scritto di Gioberti, di Guerrazzi
e di Massari. Del resto, chi badava a questo disordine? Il supplemento
si vendeva come si vendevano i bullettini, e qualche volta, quando pro-
prio la confusione era massima, il giornale si scusava dicendo che le
notizie erano moltissime, che la posta di Francia era arrivata tardi e
che era mancato il tempo di mettere ogni cosa a posto.
Questi supplementi divennero sempre più frequenti sino ad essere
quasi quotidiani. In fine, si unirono ai bullettini e si fece un giornale
solo di 4 pagine.
Quando cominciò le sue pubblicazioni, il Lampo non era quoti-
diano: i bullettini si pubblicavano ogni due o tre giorni, quando v'erano
notizie importanti e quando arrivavano giornali di Francia e dell'Alta
Italia. Poi, poco per volta, a misura che aumentava il numero dei let-
tori e che gli avvenimenti si succedevano con maggiore rapidità, i bul-
lettini divennero più frequenti, fino a diventar quotidiani. Qualche volta
ve ne furono due al giorno e nel 28 marzo 1848 ne uscirono tre, a
poche ore d'intervallo l'uno dall'altro, e tutti pieni zeppi di notizie di
sommosse, rivoluzioni, fughe di principi, battaglie, ecc.
Si capisce che il giornaUsta curava di dare le notizie favorevoli alla
causa della libertà, dell'indipendenza dei popoli, favorevoli agl'italiani.
Gli austriaci in tutti gli scontri — specialmente in quelli che creava la
fantasia del giornalista — erano sempre vergognosamente sconfitti, la-
sciando sul terreno migliaia di morti e di feriti. Se si volessero contare
tutti gli austriaci morti.... sulle colonne del giornale, il loro numero su-
pererebbe quello di tutti i soldati che componevano l'esercito imperiale.
Il direttore e proprietario del giornale era un tipografo diventato
ricco con la sua abilità ed il suo ingegno — il signor Gaetano Nobile.
Aveva pochissima cultura, ma invece naso fino e grande conoscenza dei
tempi e degli uomini. In quei giorni di agitazione fu proprio abile e
fortunato. Aveva il suo ufficio a Toledo, in un elegante magazzino del
palazzo dei ministeri, dove sono ora il Municipio, il Banco di Napoli,
l'Intendenza di Finanza.
In quel negozio, in cui si vendevano anche i giornali dell'Italia
settentrionale, conveniva tutto ciò che v'era di elevato, di intelligente
in Napoli, tutti gli elementi liberali che la rivoluzione aveva messi su
e che si riunivano là a discutere sulle sorti del paese, sulle intenzioni
di Ferdinando II, ed a leggere i numerosi giornali che arrivavano da
ogni parte d'Italia e dalla Francia.
Il proprietario, piccolo, tozzo, aveva una vivacità tutta meridionale
di gesti e di parole: chiacchierava con tutti, a tutti dava ascolto, da tutti
ricavava notizie, non trascurando i suoi affari, dando uno sguardo alla
strada dove si preparavano ogni giorno nuove dimostrazioni ed uno
sguardo al negozio dove si stampavano, insieme al giornale, una quan-
tità di libri di occasione.
Allora naturalmente il vento soffiava a libertà e dallo stabilimento
del signor Nobile uscivano i libri di Balbo, di D'Azeglio, di Gioberti,
l'opuscolo di Cormenin sull'indipendenza italiana, tradotto dal Massari,
le storie del Thiers et similia.
Il Lampo. 575
Cosi il signor Nobile arricchì. Il Lampo fu per lui una miniera:
gli costava pochissimo e produceva immensamente, perchè del giornale
si vendevano migliaia di copie. Il fortunato direttore apri un altro ne-
gozio alia Concezione a Toledo, ed il suo stabilimento tipografico di-
venne il più importante della città.
Se egh avesse continuato cosi, avrebbe certamente messo su una
fortuna considerevole. Ma vennero i giorni tristi. Con la reazione, l'edi-
tore perde molta parte del suo pubblico, né egli, malgrado la sua straor-
dinaria abilità nel navigar fra gli scogli, seppe farsi completamente per-
donare le sue velleità liberali. Col 1860 pareva che fossero tornati i bei
tempi del 48, ma la voce del cantor non era più quella. Obeso, adi-
poso, con una famiglia legittima e qualche altra un po' meno legittima
della prima, stanco, avanzato negli anni, egli non era l'uomo dei tempi
nuovi. Fu commendatore, fu tipografo di S. M, il Re d'Italia, come
fece stampare nella vecchia tabella del suo negozio, il quale, andando
di male in peggio, si ridusse alla strada Ventaglieri. Rivali giovani ed
arditi fecero concorrenza al vecchio tipografo e lo vinsero. Lo stabili-
mento, di decadenza in decadenza, finì col pubblicare la Dottrina cri-
stiana di monsignor Riario Sforza per uso delle scuole infantili, e, a
capo d'anno, il calendario di Barbanera, con le morti dei principi e gli
altri orribili cataclismi che avranno luogo nel corso dell'anno.
E il Lampo?
Segui le sorti della rivoluzione. Nel 15 maggio, il giorno delle
barricate, sospese le sue pubblicazioni, come fecero gli altri giornali
della città, e non le riprese se non al 22, senza dire una parola sola
dell'orribile tragedia che era avvenuta nelle strade della città. Conservò
l'intonazione hberale, continuò a pubblicare le lettere di Gioberti e le
considerazioni del Massari; ma gli entusiasmi erano svaniti, il giornale
era più quieto, più serio. Il giornalista cominciava ad aprir gli occhi
ed a comprendere quale fosse la via per la quale s'era messo il regno.
Al primo gennaio il Lampo, già trasformato, usci a 4 pagine e con-
servò sempre lo stesso formato, pubblicando lunghe discussioni del Par-
lamento subalpino e del napoletano. Poi queste ultime gli furono vietate
perchè dovevano essere copiate, nella loro integrità, dal Giornale ufficiale.
La causa della libertà, intanto, era vinta in tutta Italia. Il Lampo,
di concessione in concessione, fini coU'annunziare, nell'agosto del 1849,
che la Santità di N. S. Pio IX si é degnato di inviare al signor generate
Oudinot la Gran Croce dell'ordine Piano in brillanti e col pubblicare il
proclama del generale Haynau alle sue truppe col quale quella belva
si congratulava con i suoi feroci soldati delle opere da essi compiute.
Che brutta fine!
Vincenzo Riccio
Federigo Verdinois
Incominciò tardi a scrivere per le stampe; aveva tentato il teatro
con un certo successo ; a Salerno fondò un Osservatore e « non sapendo,
576 GUIDA DELLA. STAMPA. PERIODICA ITALIANA.
ha scritto egli stesso, con precisione come i giornali si facessero, lo
scrivevo tutto da me, articolo, corrispondenza, appendice, varietà, scia-
rada e via discorrendo. Nessuno lo lesse. In capo a 2 mesi contavo la
bellezza di 13 abbonati ». Tornò a Napoli e stampò un romanzo nella
Palria di Pasquale Turiello; lo stampatore di Salerno lo pagò vincendo
un numero al lotto per una combinazione stranissima che egli stesso ha
raccontata briosamente nella Strenna Album della Stampa del 1881. Po-
scia entrò come cronista nell' Unità Nazionale del Bonghi, ma ne fu
congedato dopo io giorni per poca capacità.
Entrato nel Gioviale di Napoli a far da critico drammatico con
14 lire mensili, dopo 4 mesi fu promosso a cronista con 75 lire e dopo un
anno, senza volerlo, si trovò direttore. Fu in quel tempo che entrò a
far parte del Fanfiilla con lo pseudonimo di Picche.
Federigo Verdinois è uno dei più geniali, intelligenti e fecondi gior-
nalisti napoletani. Ha scritto e scrive sempre articoli di critica letteraria
ed artistica, novelle, corrispondenze, ecc. Ha collaborato nel Corriere del
mattino letterario, nel Fanfulla della Domenica, neW Illustrazione Italiana
e Popolare, nella Tribuna, ecc. Diresse, o meglio scrisse per un anno,
dalla prima all'ultima colonna, un giornale letterario : PzW;^. Ha pub-
blicato pure un volume di profili, indovinatissimi, fra i quali il proprio.
GIORNALISMO PRECOCE
A F. Verdinois.
A voi, che siete uno dei più valorosi cultori della letteratura gior-
nalistica o del giornalismo letterario, deve fare una certa impress'one il
pullulamento che, da qualche tempo, sta avvenendo nel nostro bel paese,
dove, con pari facilità spuntano le rose e le barbabietole. Giornali nascono
e muoiono con una frequenza ed una rapidità prodigiosa.
Chiunque ha qualche migliaio di lire da buttar via e vuol mettersi
in evidenza, cerca un titolo attraente, — o che a lui sembri tale — e
fonda un giornale letterario, stampando nel primo numero un programma
rimbombante, nel quale si dichiara che vi era un vuoto da riempire e
che il suo giornale è destinato a quest'alta missione riempitiva. Sciorina
un elenco di collaboratori ipotetici, saccheggia articoli di persone illustri
da altri giornali di vecchia data e li fa seguire dai parti più o meno
poetici di amici della redazione.
Dopo tre o quattro numeri il giornale non esce più per mancanza
di fondi, o di lettori.
Il pubblico non si accorge nemmeno di questa morte spietata e del
vuoto che hi lasciato nel campo letterario.
Ma r esempio più originale in questo genere è quello dei giornali
fatti dai ragazzi. Notate, non parlo di quelli per i raga^^i, ma di queUi
diretti e scritti da ragazzi.
Il direttore del giornale non ha ancora quattordici anni. In un mo-
mento felice della sua esistenza gli sorge nell'animo il desiderio di fare
GIORNALISMO PRECOCE. 577
un giornale. Lo fanno tutti ! Non ci dorme sopra. Passa una notte agi-
tatissima. Sogna già il suo nome stampato, le ore passate in tipografia,
il bollo di caout-choiit per le fascette, il registro delle ricevute. Ma, sopra
tutto, quello che maggiormente lo preoccupa è il titolo. Oh il titolo!
Trovarne uno che sia tutto un programma, che faccia pensare, che sia
gentile, profumato! Ah ecco: per esempio, il Fuscellino non ci sarebbe
male; no, la Signorina è più galante, oppure V Eco della gioventù: buono
questo! sembra il vessillo della nascente generazione.
Finalmente, trovato il titolo perfetto, al futuro giornalista paiono
mille anni di recarsi a scuola per comunicare ai compagni la grandiosa idea.
I migliori alunni in lingua italiana sono chiamati a far parte della
redazione. Compresi dell'alto apostolato, si riuniscono nel vestibolo della
scuola, dopo l'ultima lezione, invece di andare a casa per il pranzo. Che
cosa importa il pranzo, quando c'è nell'arte una lacuna da colmare ?
Non è più importante ed urgente di riempire il vuoto della lette-
ratura contemporanea, che quello dello stomaco? Si recano dal tipografo
che li accoglie con entusiasmo. I tipografi adorano queste smanie precoci
di giornalismo. Stabiliscono il formato, i caratteri, il colore della carta,
variante fra le tinte più sfumate del burro o della rosa. Lesinano sul
prezzo, promettendo un aumento dopo i primi successi, ai quali il tipografo
pessimista non vuole prestare fede.
Al direttore del giornale è affidato il delicato incarico di presentarsi
agli scrittori illustri per chiedere un articolo, o anche una strofa, un
pensiero, una parola con la sua firma.
Quante volte, caro Verdinois, hanno salito le scale della vostra casa
ed anno bussato alia vostra porta questi colleghi della stampa, questi
Verdinois in 64.° del secolo futuro .!* Come hanno sfidato la vostra pazienza?
Come avete fatto per convincerli a non seccarvi ?
Ma ne voi, né altri può convincere questi genii incompresi ! Voi
e gli altri parlate per invidia. La loro futura grandezza vi dà ombra
troppo presto !
Ed essi vanno via rassegnati, ma sempre più convinti che la loro
opera è necessaria, indispensabile alla povera umanità.
È la convinzione degli apostoli di un'idea!
Finalmente il primo numero è pronto.
Or ora è uscito dalla macchina: cinquecento copie.
L piombo non si scompone. Potrebbe esservi richiesta superiore ad
ogni aspettativa. È sempre saggio e prudente di aspettare.
II sommario del primo numero è svariato, attraente. Vi è il pro-
gramma del giornale, firmato: La Direzione.
Una novella del miglior alunno di lingua italiana, una poesia leopar-
diana, un pensiero di Bovio, una cronaca delle novità letterarie, una
fantasia dedicata alla soave lettrice, la Piccola posta, in cui si risponde
sprezzantemente a compagni inesperti che hanno mandato scritti destinati
al cestino, una sciarada col premio della Tostuma di Stecchetti...
Non potrebbe essere più abbondante !
Le prime copie si mandano in omaggio ai collaboratori ipotetici ed
ai giornali cittadini, perchè ne riproducano il sommario — o agli altri
N. Bernardini — Guida dtUa Slampa periodica italiana — 57,
578 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
periodici letterari, cliiedendo il cambio e, prima di tutti, al Fanfulla
della Domenica.
E perchè no ? La Signorina o il Pensiero, o il Papavero, o il Fuscellino,
o VEco, o il Dante Alighieri, o il Ga^iettino verde-pisello non sono anch'essi
giornali letterari settimanali ?
Le altre copie si mandano ai rivenditori, con l'avvertenza di metterle
bene esposte, in modo che si vegga la testa del giornale, appositamente
incisa in legno.
Poi vengono le critiche, le discussioni, le promesse, le vili quistioni
finanziarie, la correzione delle bozze di stampa, tutto un cumolo, una
valanga di operazioni e di noie. C è un mondo di cose da fare ! La
grave missione del giornalista coscenzioso è piena di triboli !
La direzione non pensa più ad altro. Ieri vi sono stati due zeri in
matematica, uno per il direttore e l'altro per il redattore capo. Che importa ?
Quel pedante di professore di aritmetica non sa a quale più alta
missione sono chiamati i suoi alunni !
Ma essi sfidano le difficoltà, le opposizioni, le invidie dei letterati,
le prime delusioni, le gelosie degli altri giornalisti — essi sfidano persmo
l'indifferenza del pubblico che ha comperato solo dieci copie del primo
numero — e raccolgono i manoscritti per comporre il secondo.
Caro Verdinois, quanto volete scommettere che in questo anno
uscirà un giornale redatto dagli alunni dell'Asilo infantile e che si occuperà
del nuovo indirizzo poetico e delle gravi quistioni fra idealismo e verismo?
Credete di no? Ed io vi dico che presto verrà a trovarvi un bambino
col grembialetto bianco, condotto a mano dalla sua mamma, il quale
vi passerà la sua carta di visita : Tal dei Tali, pubblicista e direttore della
rivista letteraria: L' evolti ^ione psichica.
Egli verrà a chiedervi un articolo, un pensiero, una parola.
Siate prudente! Non fate trapelare l'invidia che egli vi susciterà
nell'animo, e dategli il vostro miglior articolo.
Onorato Fava
Il Duca di San Donato giornalista
Durante la rivoluzione napoletana, il Duca di Sandonato riparò a Genova, e da Genova in Francia e
scrisse su parecchi giornali francesi sfolgorando le infamie del governo di Ferdinando IL Espulso dalla Fran-
cia andò in Inghilterra, poi in Piemonte dove divenne collaboratore dell' Unione di Bianchi-Giovini. Fondò poi
un gioroale, Le Courrier d' Italie, che ebbe vita brevissima a causa dei rigori del generale Espinasse che ne
proibì l'introduzione in Francia.
PREMim FONDERIA DI CARATTERI
D. BACCIGALUPPI C& C.
Vedi Avviso speciale a pag. 155
PROVINCIA DI NOVARA
Numero dei Comuni: 437 — Popolazione: 675,926 — Superficie: K. q. 6,614 — Deputati della provincia:
I. Ricotti, Pranzi, Franzosini, Cerruti, Parona. 2. Ricci, Curioai, Trompeo, Mosca. 3. Lucca, Faldella,
Di Collobiano.
L'Avvenire. Giornale politico, ammini-
strativo, commerciale, fondato nel 1880.
Esce 2 volte alla settimana in 4 pagine.
Ne fu direttore l'avv. Attilio Carotti. Ab-
bonamento: anno L. 5. Un numero 5 cen-
tesimi. Tipografia Gaddi.
Novara.
L'Avvisatore internazionale. Giornale
per l'industria della latta meccanica e la-
vori in metalli, nato il 15 marzo 1889.
Esce il i." e 15 d'ogni mese in 8 pagine
in-folio. Tiratura 5000 copie. Tipografia
Brusa e Macchi.
Arona.
Il Besoapè - Ganelta novarese. Giornale
politico, cattolico, nato nel 1882. Esce ogni
settimana in 4 pagine a 3 colonne. Il ti-
tolo di Bescapè è preso dal nome di un
vescovo novarese vissuto ai tempi di San
Carlo Borromeo, di cui fu per molti anni
il braccio forte. Abbonamento : anno L. 4,
sem. 2,50. Un numero 0,05. Tip. Reina.
Novara.
Biella cattolica. Giornale politico, cat-
tolico e d'interessi privati, nato nel 1887.
Esce ogni settimana in 4 pagine. Abbo-
namento : anno L. 5. Un numero cent. io.
Biella.
Bollettino del Comizio agrario. Giornale
di agricoltura, fondato nel 1808. Esce ogni
mese in fascicoli di 16 pagine. Si distri-
buisce gratuitamente ai soci del Comizio.
Novara.
Bollettino del Comizio agrario. Organo
ufficiale del sodalizio, fondato nel 1876.
Esce ogni mese in 16 pagine e tratta esclu-
sivamente di agricoltura,
Vercelli.
Bollettino del Comizio agrario di Biella.
Giornale agrìcolo, londato nel 1 866. Esce
Ogni mese a fascicoli di 12 o 16 pagine
in-8.° con copertina. Direttore: Paolo An-
toniotti. Si distribuisce gratis ai soci del
Comizio e della Società orto-agricola di
Biella e circondario. Tipografia Chiorino.
Biella.
Bollettino del Comizio agrario Ossolano.
Giornale agricolo, fondato nel i8ò8. Esce
ogni mese in fascicoli di 16 pagine. Ab-
bonamento: anno L. 3. Un numero 0,30.
Domodossola.
Bollettino dell'Associazione dell'indu-
stria laniera italiana. Giornale tecnico,
industriale, commerciale, illustrato, nato
nel 1887. Esce ogni mese in 16 pag. a 2 col.
Abbonamento: anno L. 8. Un numero 0,75.
Biella.
Bollettino della Consociazione coopera-
tiva vercellese. Nato nel 1886, esce ogni
mese in 4 pagine e contiene gli atti le-
gali e le comunicazioni ufficiali delle so-
cietà cooperative consociate.
Vercelli.
Corriere di Novara. Periodico politico,
amministrativo, commerciale, nato nel 1885.
Rappresenta il partito monarchico liberale
progressista. Esce giovedì e domenica in
4 pagine. Abbonamento: anno L. 5. Inser-
zioni: 3.' pag. 0,30 la linea, 4." pag. 0,15.
Un numero cent. 5. Ne è proprietaria la
tipografia novarese di Rizzotti e Merati.
Corso Garibaldi, 3-5.
Novara.
L' Eco dell' industria - Gaietta biellese.
Giornale politico, amministrativo, organo
degl' interessi dell' industria laniera italia-
na, fondato nel 1864. Si pubblica 2 volte
la settimana in 4 pagine. Direttore : avvo-
cato cav. Bracco. Tira 2000 copie circa.
Abbonamento : anno L. 7. Un numero 0,05.
Biella.
Foglio periodico della Prefettura. Esce
dal 18Ó6 in 60 e più pagine, 2 volte al
mese. Abbonamento: anno L. 8.
Novara.
Gaudenzio Ferrari - Gaietta della Val-
sesia. Giornale politico, amministrativo,
fondato nel 1884. Si pubblica ogni sabato
in 4 pagine a 4 colonne. Abbonamento :
anno L. 8, sem. 5, trim. 3. Un numero 0,10.
Varallo.
La Giustizia. Libro-giornale popolare,
nato nel 1881^. Esce 2 volte al mese e si
propone la rivelazione di curiosissimi fatti,
nuovi al mondo, scoperti in manoscritti
del XVI secolo. Abbonamento : anno L. 4.
Arona.
Guida al terziario francescano nel se-
colo. Giornale cattolico, nato nel 1887.
Esce ogni mese in 32 pagine. Abbona*
mento: anno L. 2,50, Un numero 0,15.
Novara*
580
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Il Lavoro. Giornale politico, ammini-
strativo, organo delle società operaie e
cooperative vercellesi, fondato il 15 lu-
glio 1888. Si pubblica in 4 pagine, for-
mato 0,39^0,27. - Abbonamento: anno
L. 4,50. Via Monte di Pietà, 5.
Vercelli.
Il Monte Uosa - Gaietta della Valsesia.
Giornale politico, arammistrativo, lettera-
rio, nato nel 1861. Esce ogni sabato in 4
pagine a j colonne. Proprietario-gerente:
Aldo Colleoni. Abbonamento: anno L. 8,
sera. 5, irim. 3. Un numero io centesimi.
Farallo.
Il Museo storico ed artistico valsesiano.
Pubblicazione di storia ed arte, fondata
nel 1883. Esce ogni mese in ló pagine
illustrate. Abbonamento: anno L. 8 per
ciascuna serie. Un fascicolo L. i.
Farallo.
La Nuova Vercelli. Giornale politico,
amministrativo, moderato, fondato nel 1880.
Si pubblica il martedì, venerdì e dome-
nica in 4 pagine a 4 colonne. Tira 800
copie. Ha programma liberale e si occupa
di politica e di cose amministrative. Ab-
bonamento: anno L. 9, sera. 5, trim. 2,75.
Inserzioni: 25 centesimi la linea. Un nu-
mero cent. 5. Corso Carlo Alberto, 47.
Vercelli.
L'Operaio biellese. Giornaletto politico,
monarchico-liberale, amministrativo, com-
merciale, nato nel 18Ò2. Esce ogni setti-
mana in 4 pagine a 4 colonne in Creva-
cuore, centro della Valle Sessera, una delle
più industri regioni d'Italia. Tiratura 3800
copie. Direttore: Giacomo Perino. Abbo-
namento: anno L. 4, sem. 2,50 - Unione:
anno L. 6, sem. 3,50. Inserzioni: 4.* pa-
gina 0,25, 3.* pagina 0,50. Un numero 0,10.
Crevacuore.
11 Pietro Micca. Giornale del circonda-
rio di Biella, nato il 20 settembre 1888.
Esce ogni domenica in 4 pagine a 4 co-
lonne, formato 0,48 x 0,32. Tiratura iioo
copie. Direttore: avv. P. O. Angiono. Ab-
bonamento: anno L. 5. Un numero 5 cen-
tesimi. Via Umberto, 23.
Biella.
La Rivista agraria. Giornale di agri-
coltura, tondato nel 1884. Esce ogni mese
in fascicoli di 16 pagine, ed è organo del
Comizio agrario di Varallo. Si distribuisce
gratis ai soci del Comizio. Abbonamento:
anno L. 2. Un numero 20 centesimi.
Varallo.
Bavoiat Giornale politico, amministra-
tivo, fondato nel 1885. Esce ogni settimana
in 4 pagine e rappresenta il partito mo-
narchico-iiberale-moderato della città e
provincia. Abboaamemo: anno L. 4. Un
numero 5 centesimi. Tip. Fratelli Miglio.
Novara.
La Sesia. Giornale in origine ebdoma-
dario, di carattere essenzialmente locale,
fondato per azioni 1*8 gennaio 1871 dal
partito liberale vercellese. Gli azionisti ne
affidarono la direzione a Cesare Faccio,
il quale la tenne, salvo una lacuna (dal
marzo 1871 al febbraio 1872), fino al gen-
naio del 1881, in cui la Sesia, diventata
organo dell'associazione liberale progres-
sista, ampliò il formato e divenne triset-
timanale sotto la direzione del cav. Luigi
Pietracqua il quale avendo abbandonato
l'ufficio, questo fu riassunto e tenuto dal
Faccio fino al marzo del 1887, epoca in
cui l'associazione progressista, essendosene
egli ritirato, chiamava a sostituirlo l'at-
tuale direttore avv. Flaminio Fumo. Si
pubblica martedì, venerdì e doraenica'in 4
pagine. Tiratura 800 copie. Abbonamento:
anno L. 5, sem. 5. Inserzioni: 50 cente-
simi il centimetro quadrato in 4.' pjgina.
Un numero 5 centesimi. Tip. dell' Erra.
Vercelli.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Fondato nel 187Ó, esce 2 volte
alla settimana e contiene gli annunzi le-
gah amministrativi. Abbonamento : anno
L. IO. Un numero 20 centesimi.
Novara.
Il Toce. Giornale politico, amministra-
tivo, nato nel 1880. Esce ogni sabato in 4
pagine a 3 colonne. Ha per motto: Pro-
giesso. Si occupa più specialmente d'inte-
ressi locali, di commercio e d'industrie.
Abbonamento: anno L. 5, sem. 3,50. Un
numero io centesimi.
Fallatila.
La Valsesia. Giornale politico, ammi-
nistrativo, settimanale, di piccolo formato,
fondato nel 1877. Esce in 4 pagine a 3
colonne. Abbonamento: anno L. 6, seme-
stre 4,50, trimestre 2,50.
Varallo.
La Vedetta. Giornale politico, ammini-
strativo, nato nel 1886. Esce ogni setti-
mana in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 4. Un numero io centesimi.
Intra.
La Voce del Lago Maggiore e dell' Os-
sola. Giornale politico, amministrativo, na-
to il 3 gennaio 1865. Esce ogni martedì
e venerdì in 4 pagine a 4 colonne. Ha
una discreta diffusione, perchè è redatto
con molta cura ed è l'unico giornale che
esista neir Ossola. Tira 1000 copie. Abbo-
namento: anno L. io, sem. 5,50, trira. 3 -
Unione; anno L. 15, sem. 8, trira. 4,50.
Inserzioni: 20 centesimi la linea,
Intra,
PROVINCIA DI NOVARA, 58l
Giornali cessati:
— L'Allievo ragioniere, quindicinale, n. 1880, direttore G. Massa.
— Il Biscottino, umoristico, settimanale, n. 1885 a Novara,
— La Boje, socialista, n. 1885 a Vercelli.
— Bollettino d' inserzioni, quindicinale, n. 1887 a Biella.
— La Concordia, educativo, quindicinale, n. 1884 a Novara, direttore prof. C. Paoli.
— Il Corriere biellese, politico, settimanale, n. 1876 a Biella, direttore Carlo lacazio.
— Cronaca aronese, amministrativo, settimanale, n. 1884 ad Arona.
— L' Educatore cattolico, settimanale, n. a Novara.
— L' Educatore israelita, n. 1853 (vedi pag. 256),
— La Fratellania artigiana, democratico, settimanale, n. 1888 a Vercelli.
— L' Indicatore agricolo-commerciale, mensile, n. 1884 a Vercelli,
— L' Indipendente verhanese, amministrativo, settimanale, n. 1885 a Intra.
— La Libertà, amministrativo, bisettimanale, n. 1884 a Novara.
— La Metropoli eusebiana, cattolico, 1875- 1889 a Vercelli.
— La Nuova Intra, amministr., bisettim., n. 1887 a Intra, direttore F. Cagnani; 3 mesi.
— L' Opportuno, amministrativo, progressista, n. 188 J a Vercelli.
— L' Osservatore cattolico biellese, settimanale, n. 1883; mutò titolo in Oropa.
— Pierrot, giornaletto dei tanciulli, settimanale, n. 1885 a Vercelli.
— Il Prealpino, monitore del Verbano, amministrativo, bisettimanale, 1884-89, Arona.
— Il Progresso, politico, n. a Vergano, direttore Mario Bellini.
— Il Ragioniere, settimanale, n. 1879 ^ Novara, direttore G. Massa.
— Rivista di niatemalica elementare, mensile, n. 1874 a Novara, direttore prof. F. Gastaldi.
— Rivista orticola, n. 1SÒ7 a Pallanza, mensile, direttore Enrico Rovelli.
— Sancio Pancia, umoristico, bimensile, n. 1885 a Vercelli.
— La Sveglia, democr., sett., n. 1881 a Biella, redatto da P. O. Angiono e L. Guelpa.
— La Valsessera, amministrativo, quindicinale, n. 1 88 1 a Coggiola, direttore G. Ferino.
— La Verità, amministrativo, settimanale, n. 1887 a Vercelli.
— Lo Svegliarino, settimanale, n. 1882 a Pallanza, direttore R. Giambattistelli.
X
Qualche tempo prima del 1848 Giovacchino De Agostini, liberale piemontese,
fondò a Vercelli il Vessillo d' Italia, quasi tutto da lui scritto, ed in cui non faceva
lode agli amici ed a quanti destavano le sue simpatie. Egli colla stampa e coli' in-
segnamento propugnò sempre la causa del progresso e dell'indipendenza italiana.
— Luigi Guala di Vercelli, prima del 1856 scrisse con Tommaso Villa e Cesare
Faccio il Gojjredo Mameli, giornale stampato in carta verde e rosseggiante del colore
politico più vivo. Con Medoro Savini poi scrisse 1' £i'a r«ien/a, giornale compilato da
sole donne, come diceva il manifesto; poi la Sfinge col Piola e con altri.
GRANDE FABBRICA NAZIONALI' DI MAITHINE TIPOGRAFICHE
NORBERTO ARBIZZONI, MONZA
Premiato anche dal R. Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio
Macchina a reazione per giornali.
p^ Vedi Avviso speciale a pag. 16 ■'«B
PROVINCIA DI PADOVA
'Njumero dei Comuni: 103 — 'Popolazione : 397,762 — Superficie: K. q. 2,063 — "Deputali della provincia!
I, Luzzatti, Cittadella, Maluta. 2. Romanin-Jacour, Chinaglia, Tenani.
Atti e memorie della B. Accademia di
scienze, lettere ed arti in Padova. Si pub-
blicano sia dall'anno 13^9, in volumi di
oltre 400 pagine in-8.° - Contengono la-
vori di tutti gli accademici e sono pub-
blicati dal segretario per le scienze, An-
tonio comm. Favaro. Tip. G. B. Randi.
Padova.
Bollettino dell' Associazione popolare
« Savoja » e delle istituzioni di previ-
denza della provincia di Padova. Nato
nel iS6ó, esce ogni 15 giorni in S pagine
a 2 colonne. Abbonamento : anno L. i.
Via Maggiore, 699.
Padova.
Bollettino di bachicoltura. Giornale
speciale dell'arte di allevare i bachi, nato
nel iV<'j4. Esce ogni mese in 16 pagine.
Abbonamento: anno L. 5.
Padova.
Bollettino mensile della Società gene-
rale di mutua assicurazione a quota fissa
contro i danni della grandine e dell'in-
cendio, fondata in Padova l'anno 1875.
Nato nel maggio del 1880, esce in » pa-
gine ia-4.° e si distribuisce gratis. Diret-
tore: Luigi Carisi. Via Falcone, 1200.
Padova.
La Cooperazione rurale. Periodico nato
il 15 gennaio 1885 e dedicato alla ditìu-
sione delle Casse di prestiti, Circoli agri-
coli e altre istituzioni cooperative e di pre-
videnza nelle campagne, e di cui pubblica
gii atti e le comunicazioni. Il periodico è
stato istituito ed è diretto da C. WoUem-
borg. Esce il 15 d'ogni mese in 26 pagine
in-8.° con copertina. Vi scrivono: F. W.
Raitfeisen, E. De Laveleye, P. von Do-
brauszky, F. Vigano, G. A. Ottavi, ecc.
Redattore responsabile: dott. V. A, Tat-
tara. Abbonamento: anno L. 5, estero 6.
Un numero 60 centesimi. Via Selciato del
Santo, 4367.
Padova.
L'Euganeo. Giornale politico, ammini-
strativo, quotidiano, nato nel 1882, dopo
la cessazione dell'antico e reputato Gior-
nale di Padova. Il i.° numero di quest'ul-
timo giornale fu pubblicato il 2 settem-
bre 1866. Fondato dal cav. Francesco Sac-
chetto, ne assumevano la direzione distinte
persone della città. Più tardi veniva affi-
data al cav. Francesco Beltrame. Nel 1882,
costituitasi una società per azioni, il gior-
nale prese il nome di Euganeo e la dire-
zione fu assunta prima da Arturo Colautti,
e poi dal cav. Cesare Gueltrini (i), dal
quale passava nuovamente al cav. France-
sco Beltrame, ex capitano dell'esercito, vec-
chio e provato patriota. Il giornale sostenne
sempre i principii della libertà con l'or-
dine. Abbonamento: anno L. 24,sem. 12,50,
trim. 6,50. Inserzioni: 4.' pagina 25 cen-
tesimi la linea. Via Spirito Santo.
Padova.
Il Foglietto della domenica. Periodico
religioso, popolare, nato nel 1873. Esce
in 4 pagine a 2 colonne ed è munito di un
breve di Pio IX. Direttore: prof. D. Carlo
Sartori. Abbonamento: anno L. 1,52. Ti-
pogralìa del Seminario.
Padova.
Foglio periodico della Prefettura. Nato
nel 1667 per la pubblicazione degli atti
amministrativi, esce 2 volte al mese in 16
pagine. Si distribuisce gratis ai comuni.
Padova.
Guida del pollicultore. Periodico per
gli allevatori di animali da cortile, nato
il i." gennaio 1889. Esce 2 volte al mese
in 16 pagine in-iò." con copertina, ricca-
mente illustrato. È organo speciale per
l'apistica, avicoltura, piscicoltura, caccia, ec.
Tira 12000 copie. Direttore: Azzo Tol-
mani. Proprietario : I. Mazzon. Abbona-
mento: anno L. 4, sem. 2,50,
Villa/tanca Padovana.
Interessi italiani. Giornale commercia-
le, industriale ed agricolo, nato nel gen-
naio 1883. Esce 2 volte al mese in 8 pa-
gine a 3 colonne e si occupa di borse,
società, banche, ferrovie, ecc. - Abbona-
mento: anno L. 6. Inserzioni: L. 3 la li-
nea, dopo la firma del gerente 0,30. Via
Musaragni, 1196.
Padova.
L'Operaio. Periodico settimanale, poli-
tico, amministrativo, in 4 pagine, nato nel
(i) Il Gueltrini, creato cavaliere a. i6 anni, era gior-
nalista intelligentissimo e intransigente. Costretto a la-
vorare per vivere, nel gennaio del 1BS9 si suicidò.
PROVINCIA DI PADOVA.
583
novembre 1889. Abbonamento: anno L. 3,
sera. 1,50. Via Gigantessa, 1280.
Padova.
La Palestra di Padova. Giornale di gin-
nastica, nato nel 1883. Esce ogni mese in
4 pagine, ed è organo ufficiale del Club
di scherma e ginnastica di Padova. Diret-
tore: Federico Cesarano. Abbonamento:
anno L. 2.
Padova.
Pubblicità commerciale. Giornale trime-
strale per le famiglie, della ditta Antonio
Vescovi, nato il i " luglio 1889. Esce in
4 pagine, formato 0,43^^0,30, e si spedi-
sce a chi lo richiede. Via S. Giorgio, 1071.
Padova.
Il Raccoglitore. Rivista di agricoltura,
economia rurale e scienze affini, nata nel
1878. È organo del Comizio agrario di
Padova. Esce ogni 15 giorni in 16 pagine
illustrate. Direttore: ing. V. Nicoli. Abbo-
namento: anno L. 5. Un numero cent. 25.
Padova.
Rivista di mineralogia e cristallografia
italiana. Nata nel 18.S7, esce ogni mese
in 16 pagine con tavole litografate e in-
cisioni. Direttore: prof. R. Panebianco.
Abbonamento: anno L. io, sem. 5. Tipo-
grafia Fratelli Salmin.
Padova.
La Salute. Periodico medico, popolare,
nato nel luglio 1889, Esce ogni mese in
4 pagine, formato 0,30x0,20. Direttore:
dott. Pietro Cogo. Abbonamento: anno
L. I. Un num. 0,05. Piazza del Santo, 3950.
Padova.
La Specola. Giornaletto politico, reli-
gioso, nato nel 1882 e pubblicato a cura
del Comitato diocesano per l'opera dei
congressi cattolici in Italia. Esce ogni sa-
bato in 4 pagine a 4 colonne. Abbona-
mento: anno L. 4, sem. 2, trim. i.
Padova,
Lo Stenografo. Giornale dell'arte steno-
grafica, fondato il 15 ottobre 1867 dal-
l'avv. Leone Bolaffio. É il più antico gior-
nale stenografico d'Italia, ed è organo della
prima società stenografica italiana. Diret-
tore: avv. Ambrogio Negri. Esce ogni
me<;e in 8 pagine in-8.'' - Abbonamento :
anno L. 2,50; col supplemento stenogra-
fico L. 5.
Padova.
Lo Studente. Giornale letterario.
Padova.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Nato nel 1876, esce 2 volte
la settimana in un numero indeterminato
di pagine e contiene gli annunzi legali am-
ministrativi. Abbonamento: anno L, 15,
Padova.
Il Veneto. Corriere di Padova, politico,
amministrativo, nato il 24 aprile 1888. Esce
ogni giorno in 4 pag , formato 0,43 x 0,33.
Direttore: co. F. G. Zon. Abbonamento:
anno L. 22, sem. 12, trim. 6,50. Un nu-
mero 5 centesimi. Via Gigantesca, 1331.
Padova.
Giornali cessati:
V Avvenire, politico, n. 1870 a Padova,
Il Bacchiglione, politico, democratico, quotidiano, n. 1871 a Padova; fu diretto da
Vittorio Podrecca prima, poi da F, P. Erizzo. Fu sostituito dal Veneto (vedi).
Il Birichino, umoristico, settimanale, n. 1873 ^ Padova.
Bollettino della Società veneto-trentina di sciente naturali, n. 1872 a Padova.
L'Eco dei giovani, letterario, bimestrale, n, 1872 a Padova.
V Educatore popolare, democr., settimanale, n. 1867 a Padova, direttore A. Maleraan.
Giornale commerciale di pubblicità, mensile, 1888-89, Padova.
Giornale degli eruditi e curiosi, letterario, n. 1882 a Padova,
Il Globo, politico, finanziario, n. 1884 a Padova,
La Lira, teatrale, n. 1884 a Padova.
Notarisia, scientifico, trimestrale, n. a Padova.
Padova cattolica, settimanale, n. 188 1, direttore dott. Pietro Cogo.
La Penisola, politico, bisettimanale, n. 1885 a Padova.
La Regione veneta, organo di pubblicità, settimanale, n. 1889 a Padova.
Il Risveglio, democratico, n. 1882 a Padova, direttore avv. M. Fanoli.
Il Santo di Padova, cattolico, mensile, n. 1885, direttore sac. Locatelli.
Sempre avanti!!!, politico, bisettimanale, 1870-71, Padova.
La Sentinella, politico, quotidiano, n. 1884 a Padova.
La Sfinge d Antenore, rebus e sciarade, mensile, n. 1882 a Villafranca Padovana.
Il Timido, letterario, umoristico, settimanale, n, 1887 a Padova,
Ugo Foscolo, letterario, mensile, n. 1885 a Padova,
PROVINCIA DI PALERMO
'Njumero dei Comuni: 76 — 'Popolazione: 699,151 — Superficie: K. q. 5,142 — 'Deputati della provincia:
I. Indelicato, Cuccia, Crispi, Puglia, G. Amato-Pojero. 2. Finocchiaro, Chiara, Figlia. 3. Palizzolo,
Di Bauciaa, Levante.
L'Amico del popolo. Giornale politico,
amministrativo, nato nel 1860. Esce ogni
giorno in 4 pagine; ha grande diffusione
essendo giornale antico, umoristico e re-
datto, in parte, in dialetto siciliano. In
politica appartiene alla sinistra. É diretto
da Michele Serra Caracciolo. Tira da i a
2 mila copie. Abbonamento: anno L. 18.
Un numero 5 centesimi.
Palermo.
L'Annunziatore. Giornale commerciale
e di pubblicità, nato il 30 dicembre 1888.
Esce ogni settimana in 4 pagine, formato
0,43 ;^o,32. Abbonamento: anno L. 3. Un
numero cent. 5. Via Emerico Amari, 35.
Palermo.
Archivio per lo studio delle tradizioni
popolari. Ottima pubblicazione, graditis-
sima non solo ai cosi detti folk-loristi, ma
anche a quanti si occupano di filologia
romanza e in ispecie di dialettologia ita-
liana. Esce ogni 3 mesi in 160 pagine; è
nata nel 1882 ed è diretta dal dott. G. Pi-
trè e Salomone-Marino. - Abbonamento:
anno L. 14. Un fascicolo L. i. Editore:
Carlo Clausen.
Palermo.
Archivio storico siciliano. Pubblicazione
periodica fondata nel l'Syó per cura della
Società paleografica di Palermo. Esce 4
volte all'anno in fascicoli di 128 a 156
pagine. Ora è organo della Società sici-
liana di storia patria. Vi scrivono : R. Star-
rabba, S. Cusa, V. Di Giovanni, ecc. -
Editore: Lao. Abbonamento; anno L. 12.
Palermo.
L'Arco. Giornale politico, cattolico, nato
nel 1884. Esce ogni settimana in 4 pagine.
Abbonamento: anno L. 3,25. Un num. 0,05.
Palermo.
L'Arte decorativa illustrata. Periodico
artistico, nato il 15 settembre 1888. Esce
ogni mese in 8 pagine in-folio figurate.
Direttore: Giuseppe Pepe. Abbonamento:
anno L. 6. Via Cintorinai, 62.
Palermo.
Atti del Collegio degli ingegneri ed
architetti di Palermo. Pubblicazione nata
nel 1878, riguardante esclusivamente ma-
terie d'architettura, ingegneria e matema-
tica. Esce da 2 a 4 volte all'anno in fa-
scicoli illustrati di un- numero variabile di
pagine. Si dà gratis ai soci ordinari e ai
soci corrispondenti ; agli estranei costa
da 2 a 4 lire il fascicolo. Porta Felice,
Piazzetta S. Spirito, 2.
Palermo.
Atti dell'Accademia Heale di scienze,
lettere ed arti. Pubblicazione scientifica,
nata nel 1845. Esce ogni 203 anni a volumi
di 250 a 300 pagine. Vi scrivono: profes-
sor G. Cacciatore, S. Reyes, avv. G. B. Rus-
so, prof. G. Bozzo, ecc. - Non si vende
a numeri. Ai soci dell'Accademia si distri-
buisce gratis. (V. Bollettino della R. Acca-
demia di sciente, lettere ed arti).
Palermo.
L'Avvenire educativo. Rivista di peda-
gogia e didattica, nata nel 1886. Esce ogni
settimana in 32 pagine in-8.° grande a 2
colonne, con illustrazioni. Ogni fascicolo
ha 8 pagine di didattica pel corso elemen-
tare completo e per le scuole rurali e 8
di atti ufficiali, cronaca, ecc. - Pubblica
interessanti articoli sulle questioni più gravi
che riguardano la scuola, il lavoro ma-
nuale, ecc. - Direttore: prof. Gabriele Ga-
brielli (Asmodeo). Redattore capo: Salva-
tore Raccuglia (Aporema). Abbonamento:
anno L. 7,50, sera. 4,50, trim. 2,50 - Este-
ro: anno L. io. Libreria Sandron, Corso
Vittorio Emanuele, 324.
Palermo.
L'Avvenire librario. Periodico della li-
breria italiana e stranieia Remo Sandron
di Palermo. Esce ogni 3 mesi, dall'otto-
bre 18S9, in 24 pagine in-8.° - Corso
Vittorio Emanuele, 324.
Palermo.
L'Avvisatore marittimo. Giornale di
commercio e navigazione, nato nel 1868.
Esce tutti i giorni in 2 pagine. Abbona-
mento: anno L. 36. Non si vende a nu-
meri separati.
Palermo.
Bollettino del Comizio agrario circon-
riale di Cefalù. Nato nel marzo 1889, esce
l'ultimo di ogni mese in 16 pagine in-S.°
Abbonamento: anno L. 3. Un numero 30
centesimi. Corso Ruggiero, loi.
Cefalù.
Bollettino della Biblioteca nazionale di
PROVINCIA DI PALERMO,
585
Palermo. Nato nel marzo 1889, esce a fa-
scicoli trimestrali di circa 40 pagine ia-8.°
in edizione di soli 250 esemplari. Tip. Lao.
Palermo.
Eellettino della H. Accademia di scien-
ze, lettere ed arti. Supplemento agli Atti
dell' Accademia Reale di sciente, lettere ed
arti (vedi), nato nel 1884. Esce ogni 2
mesi in 16 pagine e contiene i verbali del-
l'Accademia, bibliografie, ecc. - Si dispensa
gratis ai soci.
Palermo.
Bollettino meteorologico. Nato nel 1880,
esce per cura del R. Osservatorio Valverde,
centrale della provincia.
Palermo.
Bollettino ufficiale della Camera di com-
mercio ed arti. Giornale commerciale, nato
nel 1887. Esce ogni mese in 16 pagine.
Abbonamento: anno L. 6. Un numero L. i.
Palermo.
Il Caperai terribile. Giornale politico,
amministrativo, teatrale, nato il i.° gen-
naio 1887. Esce ogni settimana in 4 pa-
gine, formato 0,39^0,25. Nel novembre
del 1889 fra il direttore del cessato gior-
nale la Forbice, Danna, e il direttore del
Caporale, signor Zitello, avvenne un duello
alla pistola, per polemiche giornalistiche.
Il Danna rimase ucciso al quarto colpo. Il
Caporal terribile non fa abbonamenti. Un
numero 5 centesimi. Tipografia Giannone.
Palermo.
Circolo giuridico. Rivista di giurispru-
denza e legislazione, nata nel 1870. Esce
ogni mese in 80 pagine. Direttore: Luigi
Sampolo. Vi scrivono i soci del Circolo
omonimo. Tira 750 copie. Abbonamento:
anno L. 16. Un fascicolo L. 2. Tip. Virzi.
Palermo.
Comizio agrario. Pubblicazione di ma-
terie agricole, nata nel 1868. Esce ogni 3
mesi in 56 pagine. Abbonamento: anno
L. 8. Non si vende a numeri separati.
Palerì)io.
Diogene. Giornale scientifico, letterario,
nato nel 1858. Esce ogni settimana in 4
pagine a 3 colonne, diretto da Mariano
Sansone fu Paolo. Tiratura 1400 copie.
Abbonamento: anno L. 26.
Palermo.
Diritto e giustizia. Organo della società
omonima; giornale politico, amministra-
tivo, artistico, letterario, nato il 20 mag-
gio 1886. Esce in 4 pag., form. 0,44 x o, 3 1 .
Direttore : L. Garofalo. Abbonamento: anno
L. 8. Un numero cent. 5. Tip. S. Costa.
Palermo.
L' Eco delle provinole - Corriere di Si-
cilia. (Vedi provincia di Roma.)
L'Eco della marina. Organo delle so-
cietà di mutuo soccorso marittime confe-
derate, nato il i.° luglio 1889. Esce in 4
pagine a 3 colonne. Direttore: Pietro La
Commare. Abbonamento: anno L. 1,50,
Via Borgo S. Lucia, 242, p. p.
Palermo.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano uiBciale per la pubblicazione degli
atti amministrativi, nato nel 1871. Esce
ogni mese in 28 pagine circa. Abbona-
mento: anno L. 24. Un fascicolo L. 2.
Palermo.
Gazzetta municipale. Giornale di am-
ministrazione e statistica, nato nel 1871,
Esce ogni is giorni in 16 pagine ed è
organo ufìfìciale del municipio di Palermo.
Abbonamento: anno L. 5. Un numero io
centesimi. Tipografia Amenta.
Palermo.
Giornale di scienze naturali ed econo-
miche. Pubblicazione scientifica periodica,
fatta per cura della Società di scienze na-
turali ed economiche di Palermo. Esce in
fascicoli di oltre 100 pagine in-4.° - Vi
scrivono : dott. G. di Stefano, dott. P. Car-
dani, A. Ricco, C. Zona, M. Lojacono,
G. de Lisa, G. G. Gemmellaro, ecc. - Ti-
pografia Amenta.
Palermo.
Giornale di Sicilia. Periodico politico,
fondato nel 1861 per succedere al Gior-
nale ufficiale di Sicilia. Esce ogni giorno
in 4 pagine a 5 colonne e tira da 14 a
18000 copie. Fa due edizioni, una alla
sera e una alla mattina. È il primo e più
importante giornale della Sicilia. Direttore:
Girolamo Ardizzone, che nel 1840 aveva
fondato a Palermo l' Osservatore, giornale
letterario, e nel 1862 aveva diretto il Gior-
nale ufficiale di Sicilia. II Giornale di Sici-
lia è redatto molto bene specialmente nella
parte che riguarda telegrammi e informa-
zioni. Il Giornale ha tipografia propria. Ab-
bonamento: anno L. 24, sem. 12, trim. 6 -
Unione postale: anno L. 26, sem. 18,
trim. 9. Inserzioni: 0,25 la linea da 7 punti.
Un numero 5 centesimi. Via Macqueda, 21.
PalerìHO.
Giornale ed atti del Comizio agrario.
Periodico di agricoltura, nato nel 1868.
Esce 2 volte al mese in 56 pagine. Ab-
bonamento : anno L. 8. Non si vende a
numeri separati.
Palermo.
Giornale ed atti della Società di accli-
matazione e agricoltura di Sicilia. Perio-
dico di agraria, pastorizia ed economia ru-
rale, nato nel 1861. Esce ogni 2 mesi in
fascicoli in-8.'' con illustrazioni. Vi scri-
* 37
586
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
vono i soci della Società. Si distribuisce
gratis ai soci. Tip. Giovanni Lorsnaider.
Palermo.
Giornale ed atti della Società italiana
di economia politica. Pubblicazione nata
nel 1S75. Si occupa esclusivamente di eco-
nomia politica. Esce ogni 4 mesi in fasci-
coli di 40 a 64 pagine. Non fa abbona-
menti. Si distribuisce gratis ai soci.
Palermo.
Il Giullare. Giornale illustrato di arte
musicale e drammatica, nato nel 1885 e
diretto dal cav. Salvo Trabucco. Esce ogni
15 giorni in 8 pagine. Abbonamento: anno
L. 5. Un numero 0,15. Via S. Basilio, 42.
Palermo.
Letture domenicali. Pubblicazione set-
timanale, religiosa, popolare, organo del-
l'Opera di S.Francesco di Sales in Sici-
lia. É nato nel 18S0 ed esce in 16 pagine
di piccolo formato a 2 colonne. Direttore:
sac. Carmelo Arena. Abbonamento: anno
L. 2,50, estero 4,50. Un numero 3 cente-
simi. Via S. Agata della Guitta, 5.
Palermo.
Menippo. Giornale nato nel 1890. Di-
rettore: Salvatore Di Stefano.
Palermo.
Il Notariato italiano. Giornale di dot-
trina, legislazione e giurisprudenza, intorno
al notariato ed alle tasse sugli affari, nato
nel 1S77. Esce ogni 15 giorni in 20 pa-
gine in-8.° - Direttore: cav. P. Mosca-
tello. Abbonamento: anno L. io. Un nu-
mero L. I. Via Garibaldi, 52.
Palermo.
L' Odontologia. Rivista mensile di odon-
tologia, nata nel 1876, diretta da Luigi
Ribolla Nicodenii col concorso dei dottori
Giuseppe Noè Cenni, Orazio De Albertis,
G. Aricò, Vito ZappuUa, L. Martini, F. Lir-
letti. Aniello Sorrentino, M. Cacciaguerra.
Esce in 20 pagine con copertina. Tiratura
1000 copie. Abbonamento per tutta l'unio-
ne postale: anno L. 6. Via Vittorio Ema-
nuele, 367.
Palermo.
L' Omnibus. Giornale di pubblicità. Si
distribuisce gratis.
Pai er 7110.
L'Opposizione. Giornale politico, ammi-
nistrativo, liberale, progressista, nato il 6
ottobre 1889. Esce la domenica in 4 pa-
gine, formato 0,42 >< 0,27. Direttore: Giu-
seppe Varese. Redattore capo: Edoardo
Alfani. Abbonamento: anno L. io. Via
Vittorio Emanuele, vicolo Paterno, 20.
Palermo.
L'Oreto. Giornale politico, teatrale, eb-
domadario, nato nel 1883. Abbonamento:
anno L. io, sera. 5,50, trim. 3. Inserzioni:
1 5 centesimi la linea in 4.* pagina.
Palermo.
La Patria. Giornale politico, ammini-
strativo, nato il 5 maggio 1889. Esce ogni
settimana in 4 pagine, formato 0,45 y. 0,31.
Abbonamento: anno L. 12. Un num. 0,05.
Palermo.
Piff-Paff. Giornale politico, amministra-
tivo, umoristico, nato nel 1878. Non ha
ordine detcrminato di periodicità. Esce in
4 pagine a 3 colonne. Un numero 0,05.
Palermo.
Poliantea oratoria. Pubblicazione catto-
lica, fondata nel 1880 col titolo Poliantea
polemica ed oratoria che poi mutò nell'at-
tuale. Esce ogni 15 giorni in 28 pagine
e contiene orazioni sacre, prediche, ecc.
Abbonamento: anno L. 6.
Palermo.
II Progresso. Eco dei comuni dell'isola,
giornale politico, amministrativo, artistico,
letterario, nato il 30 settembre 1888. Esce
ogni settimana, in 4 pagine, formato
0,43 >< 0,31. Direttore: Gius. Bruno Gallo.
Abbonamento: anno L. 5. Un numero 0,05.
Palermo.
Psiche. Giornale artistico illustrato, nato
il 16 maggio 1885. Nell'estate dello stesso
anno sospese le pubblicazioni a causa del
colera. Le riprese nel dicembre. Si oc-
cupa di arte, letteratura, gran mondo, tea-
tri, sport, varietà, ecc. Si pubblica in 4 pa-
gine a 4 colonne, ogni domenica. Diret-
tore: A. Biondo Sangiorgi. Abbonamento:
anno L. io. Un numero 0,30. Via Divisi, 20.
Palermo.
Rassegna siciliana di storia, lettera-
tura e arte. Periodico quindicinale lette-
rario, artistico, nato il i.° gennajo 18S8,
col titolo Fila letteraria, che dopo 2 anni
mutò nell'attuale. Si pubblica il i.° e 15
d'ogni mese, in 8 pagine in-4.° Direttore:
G. Pipitone-Federico. Abbonamento: anno
L. IO. Un numero 0,20. Via Macqueda, 92.
Palermo.
Lai Eiforma scolastica. Periodico di pe-
dagogia e didattica, fondato il i.° dicem-
bre 1888. Esce il i.° e 16 d'ogni mese,
in 16 pagine in-8.° Direttori: Girolamo
Amoroso Basile e Francesco Paolo Sca-
glione. Abbonamento: anno L. 4. Tipogra-
fìa M. Amenta, corso Vittorio Eman. , 350.
Palermo.
Scuola e Famiglia. Giornale educativo
dell'istituto Randazzo, nato il 1° genn. 1873.
Esce il I ." e 16 d'ogni mese in 8 pag. a 2 col.
Direttore: prof. Camillo Randazzo. Abbo-
namento: anno L. 3,50. Via Alloro, 48.
Palermo.
PROVINCIA DI PALERMO.
587
La Settimana commerciale ed indu-
striale. Giornale di commercio, industria,
prezzi correnti, ecc., fondato nel 1S83. Si
pubblica ogni settimana in 8 pagine. Ab-
bonamento: anno L. 12 Un numero 0,20.
Palermo.
La Sicilia agricola. Giornale di agricol-
tura ed economia politica, fondato nel 1883
dal barone Nicolò Turrisi-Colonna. Esce
ogni IO giorni in 24 pagine illustrate. Di-
rettore: dott. Angelo Puglia. Abbonamen-
to: anno L. io. Un fascicolo 0,25.
Palermo.
La Sicilia cattolica. Giornale politico,
religioso, nato nel 186*^. Esce tutti i giorni
meno i seguenti ai festivi, in 4 pagine. E
diretto dall'ex gesuita Orlando. Tiratura
1000 copie. Abbonamento: anno L. 20.
Paknno.
La Sicilia letteraria. Rivista quindici-
nale, nata nel luglio del 1883. Sospese le
pubblicazioni, le riprese il 20 maggio 1888.
Esce in 8 pagine in-8.° grande. Direttore:
F. Colnago Muzio. Redattori: G. Finazzi
ed E. Sicardi. Abbonamento: anno L. 3,
sem. 1,50. Tipografìa G. Spinnato.
Palernio.
La Sicilia medica. Giornale scientifico,
nato nel gennaio del 1889. Si pubblica
ogni mese a fascicoli di 80 pagine in-S."
con tavole. Vi collaborano: V. Cervello,
G. Caruso-Pecoraro, V. Piazza-Martini, G.
Lipari, G. Cosentino, G. Lo Grasso, L.
Giuffrè, G. Dotto, ecc. - Consiglio di re-
dazione: L. Giuffrè, C. Lazzaro, B. Pernice,
A. Russo-Giliberto e F. Spallitta. Abbo-
namento: anno L. 12. Via Università, 9.
Palermo,
Società laicale cattolica per la diffusione
gratuita dei buoni libri, nata nel 1882. Di-
rettore: Salvatore Randazzo-Gueli.
Palermo.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Fondato nel 1876, si pubblica
2 volte la settimana in fascicoli di 12 pa-
gine circa e contiene gli annunzi legali.
Abbonamento: anno L. 24. Un numero 0,50.
Palermo.
Giornali cessati:
Annali dell'agricoltura siciliana, n. nel 1851 a Palermo e diretti da G. Inzegna fino
al 1881, in cui questi mori.
L'Ape Iblea, quotidiano, cattolico, n. 1868 a Palermo.
L'Aquila, amministrativo, bisettimanale, n. 1888 a Palermo.
Aspromonte, democratico, 1863, Palermo.
Gli Atomi, repubblicano, letterario, quindicinale, n. 1875 a Palermo.
L'Avvenire, politico, settimanale, n. 1887 a Palermo, direttore D. Lalicata.
V Avvenire d' Italia, quotidiano, conservatore, n. 1870 a Palermo.
Il Canla-storie, amministrativo, settimanale, n. 1887 a Palermo.
Carmen, letterario, quindicinale, n. 1888, a Palermo, direttore E. Balsano.
La Cartolina postale, letterario, quindicinale, n. 1884 a Palermo; direttore prof. Jacchi.
Il Commercio di Sicilia, n. 1860 a Palermo, direttore Domenico Lo Bianco.
Corriere agrumario mercantile, quotidiano, n. 1885 a Palermo.
Corriere dei Comuni, politico, settimanale, n. 1884 a Palermo.
Corriere del commercio, quotidiano, n. 1885 a Palermo.
Corriere del mattino, n. 1882 a Palermo.
Corriere della domenica, letterario, settiman., n. 1882 a Palermo; direttore N. G. Carini.
Corriere della Sicilia, politico, quotidiano, n. 1872.
Il Corriere dell' Italia, politico, quotidiano, n. 1888 a Palermo; direttore Enrico Minucci.
Corriere di Palermo, politico, bisettimanale, n. 1883 a Palermo.
Corriere eUttorale, quotidiano, n. 1888 a Palermo; direttore Vittorio Palmeri.
Corriere siciliano, conservatore, Palermo.
La Croce dei Vespri, politico, n. 1882 a Palermo; direttore Gioacchino Vizzini.
Il Democratico, quindicinale, n. 1884 a Palermo.
La Democrazia, n. 1885 col titolo di Vipera.
La Democrazia di Sicilia, quotidiano, n. 1882 a Palermo, coi titolo di Popolo.
Il Diavolo Zoppo, umoristico, n. 1872 a Palermo.
■ Dio e Popolo, democratico, settimanale, n. 1885 a Palermo.
■ Dio e Popolo, politico, letterario, n. 1888 a Palermo, direttore Enrico Sparti.
Il Diritto, amministrativo, n. 1889 a Palermo.
• Don Bucefalo, politico, quindicinale, n. 1876 a Palermo.
■ Ebe, letterario, settimanale, n. 1S87 a Palermo.
• L Eco della democrazia, amministrativo, settimanale, n. 1889 a Termini Imerese.
588 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
V Elettore politico, quotidiano, n. 1885 a Palermo; direttore V. Ferlazzo.
— Le Elezioni generali, amministrativo, quotidiano, n. 1889 a Palermo.
Espero, letterario, quindicinale, n 1882 a Termini Imerese; direttore Gius. Oddo.
— La Falce, letterario, n. 1881, direttore Salvatore Malato Todaro.
— Faust, letterario, n. 1881 a Palermo, direttore V. Palmeri.
— Farfarello, umoristico, settimanale, n. 1889 a Palermo.
— Ferro e fuoco, amministrativo, n 1888 a Palermo, direttore Luigi Glorioso.
— Ferrovia e Commercio, settimanale, n. 1889 a Palermo.
— Le Feste di Xerone, amministrativo, settimanale, n. 1886 a Palermo,
— ■ Figaro, politico, letterario, n. 1S86 a Palermo.
— Foglio di pubblicità, della ditta P. Tranchida di Palermo.
— La Forbice, umorist., poi, n. 1848 a Palermo, rinacque nel 1860, direttore Puglisi.
— La Forbice, politico, quotidiano, n. 1889 a Palermo.
— Le Forche Caudine, amministrativo, settimanale, n. 1889 a Pakrmo.
— Il Forsennato, settimanale, n. 1889 a Palermo.
— Fra Diavolo, politico, settimanale, n. 1887 a Palermo.
— La Frusta, politico, settimanale, n. 1885 a Palermo.
— Il Fulmine, amministrativo, n. 1888 a Palermo.
— Gaietta chimica italiana, 10 volte all'anno, n. 1871 a Palermo.
Gai:{etta clinica di elettroterapia, trimestrale, n. 1882 a Palermo.
Galletta di Palermo, politico, quotidiano, n. 1870; fu sostituita dalla Nuova Gal-
letta di Palermo, diretta da G. Romano- Taibbi.
Caiiettino commerciale, n. 1889 a Palermo; direttore Andrea Di Franco Decaro.
Gaiieltino giudiiiario, settimanale, n. 1888 a Palermo; direttore Emanuele Agnello.
Gaiieltino roseo, politico, letterario, settimanale, n. 1880 a Palermo.
Il Generale Puh- Puh, umoristico, n. 1883 a Palermo.
Le Gesta di Giulio Cesare, n. 18S5 a Palermo.
Giufà, umoristico, politico, settimanale, n. 1883 a Palermo.
— I Goliardi, letterario, settimanale, n. 1888 a Palermo, direttore Ignazio Salemi.
]_' Indicatore amministrativo commerciale, settimanale, n. 1889 a Palermo.
U Indispensabile, finanziario, n. 1880 a Palermo.
V Indovinello siculo, mensile, n. 1887 a Palermo.
. Ingrassia, medico, bimestrale, n. 1885 a Palermo.
V Iniiiaiore, democratico, quotidiano, a. 1885 a Palerm.o.
V Isola, politico, quotidiano, n. 1888 a Palermo.
U Isola, politico, quotidiano, n. 1889 a Palermo, direttore G. Scinia-Cutelli.
Il Leone di Caprera, politico, n. 1885 a Palermo.
La Libera stampa, democratico, quotidiano, n. 1870.
La Libertà, politico, quotidiano, n. 1889 a Palermo.
La Lince, politico, teatrale, n. 1870 a Palermo.
La Luce, popolare, quotidiano, 1870-71,
La Mano nera, politico, settimanale, n. 1883 a Palermo.
Le Maschere, artistico, umoristico, n. 1888 a Palermo.
Il Messaggero siciliano, amministrativo, settimanale, n. 1886 a Palermo,
La Mestola, progressista, n. 1880 a Palermo, direttore Benedetto Tommasi.
Il Microbo, umoristico, settimanale, n. 1885 a Palermo.
_ Il Momento, letterario, quindicinale, n. 1883 a Palermo.
, Il Mondo letterario, eco dei giovani, sett., n. 1878, direttori E. Messeri e A. Cassio.
Il Normanno, letterario, amministrativo, settimanale, n. 1889 a Palermo.
Il Nostro Vessillo, politico, letterario, settimanale, n, 1885 a Palermo.
Nuova èra del popolo, democratico, settimanale, n. 1888 a Palermo.
La Nuova età, politico, n. 1883 a Palermo.
Nuova Palermo, amministrativo, settimanale, n. 1888,
La Nuova Riforma, poi., comra., sett., n. 1888 a Palermo, direttore R. Morvillo.
La Nuova Sicilia, amministrativo, settimanale, n. 1887 a Palermo.
Nuove Effetneridi siciliane, 1874, Palermo.
Nuovo Giornale di Sicilia, di pubblicità, n, 1885 a Palermo, quindicinale.
.... Nuovo Pensiero, politico, n. 1885 a Palermo,
i^ Nuovo Precursore, politico, quotidiano, n. 1869, direttore Giuseppe Tristano.
^ ìiuovo Pungolo, politico, quotidiano, n, 1886 a Palermo,
PROVINCIA DI PALERMO. 589
V Oppugnatore, politico, settimanale, n. 1882 a Palermo.
L' Oreteo, a. 1827 a Palermo (pag. 477).
U Or eleo, n. 1839 a Palermo, diretto da Francesco Crispi (pag. 477).
Il Paese, politico, quotidiano, n. 1879 a Palermo, direttore avv. De Luca- Aprile.
Il Palermo, amministrativo, direttore Giovanni Perez.
Panormus, commerciale, settimanale, n. 1887.
La Pentarchia, politico, settimanale, n. 1885 a Palermo.
La Piccola forbice, politico, quotidiano, n. 1S83 a Palermo.
11 Piccolo giornale di Sicilia, politico, settimanale, n. 1885 a Palermo.
La Pietra infernale, amministrativo, sett., n. 1889 a Palermo, redattore G. Rizzo.
Il Pisani, scientifico, n. 1881 a Palermo.
Il Popolano, settimanale, n. 13 luglio 1888 a Palermo.
Il Popolo, politico, n. 1882 a Palermo.
La Posta dell'isola, politico, settimanale, n. 1885 a Palermo.
Il Precursore, politico, quotidiano, n. 1860 a Palermo.
Il Precursore di Sicilia, quotidiano, n. 1888 a Palermo, direttore Michele Aprile.
Il Presente, amministrativo, n. 1888 a Palermo, direttore Enrico Ardito.
Prime pagine, letterario, n. 1879.
Prometeo, letterario, n. 1885 a Palermo in sostituzione della Repubblica letteraria e
del Lucifero; settimanale.
La Proprietà, n. 18S2 a Palermo, direttore cav. B. Galletti.
Il Quattro aprile, politico, settimanale, n. 1885 a Palermo.
Il Radicale, politico, n. 1882.
Il Resto al sigaro, politico, quotidiano, n. 1885 a Palermo.
La Riforma religiosa, evangelico, settimanale, n. 1881 a Palermo.
Il Risveglio, politico, n. 1883 a Palermo.
Il Risveglio, politico, n. 1889 a Palermo.-
Rivista aiìiministraliva, settimanale, n. 1886 a Palermo.
Rivista della domenica, letterario, politico, n. 1888 a Palermo, direttore V. Ciancio.
La Rivista italiana, n. 1871.
La Rupe Tarpea, politico, settimanale, n. 1885 a Palermo.
La Salute, d'igiene, quindicinale, n. 1885 a Palermo.
Sancio Pancia, umoristico, n. 1888 a Palermo, direttore Giuseppe Napolitani.
Il Saraceno, n. 2 dicembre 1888 a Palermo.
La Scapigliatura, letterario, settimanale, n. i88i a Palermo.
La Seller ma, illustrato, n. 1887 a Palermo.
La Scuola cattolica, settimanale, n. 1887 a Palermo, direttore Esperio Felice.
La Scuola moderna, pedagogico, settimanale, n. 1886 a Palermo.
La Scuola nuova, letterario, n. 1882 a Palermo, direttore Gabriele Gabrielli.
La Sentinella, quotidiano, n. 188S a Palermo.
La Sicilia, politico, quotidiano, n. 1878 a Palermo.
La Sicilia artistica, quindicinale, n. 1S83 a Palermo.
La Sinistra, politico, settimanale, n. 1883 a Palermo.
La Speranza, cattolico, settimanale, n. 1884 a Palermo.
Gli Stati Uniti d'Italia, politico, n. 1860 a Partinico, direttore Sebastiano Cannizzo.
Lo Statuto, politico, quotidiano, n. 1876 a Palermo.
Il Tempo, <\\xox.,u. 1878 a Palermo, direttore ing. Albanese prima, G. Ragusa Moleti poi.
La Tribuna, amministrativo, n. 22 settembre 1889 a Palermo.
V Umanitario, settimanale, massonico, 1868-70, Palermo, direttore Andrea Crispo.
U Unione commerciale, di annunzi, settimanale, n. 1889 a Palermo.
V Unione liberale siciliana, quotidiano, progressista, n. 1882 per sostituire il Vero;
direttore Salvatore Salafia Galici.
L' Utile, tìnanziario, quindicinale, n. a Palermo.
La Vespa, politico, settimanale, n. 1882 a Palermo, direttore Olivieri Melilione.
Il Vespro, politico, n. 1881 a Palermo, direttore Andrea Montaperto.
Il Vessillo cattolico, di Palermo.
La Vita pubblica, democratico, quotidiano, n. 1883 a Palermo.
La Voce del popolo, n. 1880 a Palermo, direttore G. Tristano.
Yorick, letterario, n. 1885 a Palermo.
Il 27 Maggio, amministrativo, n. 12 maggio 1888 a Palermo.
L'8^ del Secolo, politico, settimanale, n. 1886 a Palermo.
590 GUIDA DELLA STAAIPA PERIODICA ITALIANA.
Il l8 gennaio 1848 Ferdinando II firmava un decreto col quale si metteva la
stampa S'aito la sola dipendenza del ministero della pubblica istruzione che doveva
stabilire una commissione di revisione suprema in Napoli ed un'altra in Palermo; e
si faceva ampia facoltà di pubblicare scritti su qualunque soggetto, senza escludere
quelli che trattavano di pubblica amministrazione, e di stampare giornali politici, di-
chiarando il direttore esclusivamente responsabile, e subordinando la concessione di
fogli periodici ad una cauzione di 400 ducati almeno e di 800 al più.
— Nel 1848, scoppiata la rivoluzione in Sicilia, Raffaele Giovanni, che poi fu se-
natore, partecipò al movimento, e fu membro del Pariam'^nto siciliano, dove sedeva
fra il gruppo dei radicali. In quel tempo egli dirigeva un giornale violentissimo, che
aveva per titolo la Vipera. Ritornato il Borbone in Sicilia, Raffaele cospirò e fece parte
in Napoli del comitato siculo-napoletano del quale erano membri Crispi, Poerio e
molti altri uomini insigni della rivoluzione. Mandò anche delle lettere palermitane al-
l' Opinion Naiionale di Parigi, in cui svelò gli abusi e le soperchierie della tirannide
borbonica. Mori a 70 anni nell'ottobre 1882.
— Nel 1888 il ministro Crispi creò presso il ministero dell'interno l'ufficio della
stampa, e a dirigerlo chiamò Gerolamo De Luca Aprile, giornalista palermitano di
molto ingegno e di buoni studi. Il De Luca fu direttore del Bersagliere dopo De Ren-
zis, direttore della Riforma dopo Oliva, direttore di molti giornali democratici a Pa-
lermo. In tre o quattro anni di giornalismo ebbe 47 duelli in ogni parte d' Italia !
Dopo due anni di prova l'ufficio della stampa fu abolito.
PUBBLICAZIONI DEL PROF. 0. GABRIELLI
■{?
1. Scritti di Pedagogia e Didattica, un volume, di pag. 400. Palermo.
Tip. Amenta, 1S8} L. 3, —
2. Saggio sull'insegnamento del comporre, opus. Torino, Camilla e Ber-
tolero, 1882 » I, —
3. Lo Stato e l'Educazione, opus. Palermo, Araenta, 1883 » i,—
4. Saggio sui Criteri scientifici dell'educazione morale, voi. Palermo, San-
dron, iN^6 , » I, —
5. Proposte pratiche per introdurre il lavoro manuale nelle scuole pri-
marie e normali d'Italia, opuscolo. Palermo, Sandron, 1880 ... » i,—
6. Il lavoro manuale nell'istruz. primaria, conferenza, Palermo, Sandron, 1888. » 0,50
7. storia del lavoro manuale ( pubblicata neW Avvenire Educativo, anno II).
8. Una riforma necessaria nell'insegnamento della Calligrafia. (Studi e pro-
poste, pubblicate ncW Avvenire Educativo, anno II.)
9. La Riforma delle scuole normali italiane - Desideri e proposte, (com-
prende uno studio sulla Riforma delle Scuole Normali - La critica del
Nuovo Regolamento (i8Sg) per le Scuole Normali, e uno studio sullo In-
segnamento della Pedagogia nelle Scuole Normali). Palermo, Sandron, 1890. » 1,50
10. Un istituto privato al E. Museo Pedagogico di Palermo (studio pubbli-
cato neìl'Arclìivio di Pedagogia e Sciente affini, anno IV disp. I).
11. Il maestro in iscuola - Cinque volumi di lezioni pratiche ed esercizi per
le cinque classi del corso elementare. Palermo, Sandron, 1890. . . » 5, —
Nuovo corso di libri di lettura :
12. Per cominciare - Sillabario fonico, illustr. Palermo, Sandron . . . . L. 0,20
13. Primi Affetti. Compimento al Sillabario, illustrato . , » 0,20
14. Storie Piccine - Per la 2.^ classe elementare (seguito del precedente) . » 0,50
15. Cuore e Vita - Per la 3.' classe elementare (seguito del precedente) . » i, —
16. Vittorie e Sconfitte - Per la 4.' classe elem. (seguito del precedente) . » 1,50
17. Alba ed Aurora - Per la 5.' classe elementare (seguito del precedente) » 2, —
Giornali :
18. La Scuola Nuova - Giornale di Pedagogia pratica - anno I. (1883) e
anno II. ( ^884) esaurito.
19. L' Avvenire Educativo - Rivista illustrata di Pedagogia e Didattica - anno I.
(1886-87), anno H. (1887-89), anno III. (1S88-89), anno IV. (1889-90).
Un anno L. 7. Un sem. L. 4,50. Un trim. L. 2,50. Presso l'editore
R, Sandron - Palermo, Corso V. E. 324.
PROVINCIA DI PARMA
Numero dei Comuni: 50 — Popolazione: 267,506 — Superficie: K. q. 3,310 — Deputati della provincia 1
Sanguinetti, Peyrano, Lagasi, Pellegri, Sanvitale.
Ateneo medico parmense. Rivista di
scienze mediche, nata nel 1887. Si pubblica
ogni tre mesi in un volume di 100 a
120 pagine. Consiglio di direzione : profes-
sori G. Calderini, A. Ferrari, C. Gallenaa,
G. Rattone, A. Riva, G. Inzani, D. Ma-
jocchi, A. Molina, e L. Tenchini, segre-
tario. Vi collaborano poi numerosissimi
scrittori di cose mediche. Abbonamento:
anno L. 6. Estero 8. - Ogni volume L. 2.
Editore: Luigi Battei.
Panna.
Bollettino del comizio agrario parmense.
Giornale agrario, nato nel 1867. Esce ogni
mese in 16 pagine. Si manda a tutti i soci
che pagano la tassa annua al Comizio, ai
municipi e ad altre pubbliche amministra-
zioni. Non si vende a numeri separati.
Parma.
Bullettino di paletnologia. Giornale
scientifico, fondato nel 1875. Esce ogni
mese in fascicoli. Abbonamento: L. 6.
Parma.
Il Comune. Periodico amministrativo,
nato il 6 luglio 1889. Esce ogni settimana
in 4 pagine, formato 0,3 3 x 0,24. Direttore :
Giuseppe Tommasini. Abbonamento: anno
L. 3. Vi.t Garibaldi.
Borgo S. Donnino.
Corriere di Parma. Giornale politico,
letterario, nato il 9 febbraio 1889. Esce
ogni giorno in 4 pagine for. 0,51 •■< o,'}6,
a 5 colonne. Editore-proprietario Luigi
Battei. Direttore: prof. Oreste Bruni. Cor-
rispondente politico: Giulio Bricchi (Pi-
lade) ; letterario: Onorato Rcux ; artistico-
teatrale : Luigi Zoppis (Gigi del Tosco.) Ab-
bonamento; anno L 18, sem. 9, trim. 5,
un mese 1,80. Inserzioni: 3.* pagina 40
cent., 4.' 0,10. Via Macedonio Mellnni, io.
Parma.
L' Eoo di S. Tommaso d'Aquino. Rivista
di letteratura e religione, fondata nel 1881.
Esce ogni mese in 16 pagine, redatta in
italiano e latino. Abbonamento: anno L. 2.
Un numero 0,20.
Parma.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per gli atti amministrativi,
creato nel 1865. Esce quando occorre in
16 pagine. Abbonamento: anno L. 6.
Parma.
Gazzetta di Parma. Giornale politico,
amministrativo, letterario, nato nel 1860.
Esce ogni giorno, in 4 pagine a 5 colonne.
La Galletta fu diretta dal 1861 al 1876 da
Davide RabHeno, egregio pubblicista, morto
nel 1882. Un giornale milanese, nel 1886,
parlando della Ganetta scrisse : « Il più
antico giornale d'Italia è la Gai'^etta di
Parma, la quale fu_ fondata il i.°gen. 1760,
vale a dire 38 anni prima del Commercio
di Genova. » Al che il Fracassa di Roma
rispose : « Perfettamente. Q.i:ella Gaietta era
e rimase il giornale ufficiale, dei Borboni
prima, della dominazione francese e di Ma-
ria Luigia poi, e anche una volta dei Bor-
boni. Prese quel titolo un giornale nuovo
e non ufficiale nel 1860, ed è quello che
vive ancora. Avrà dunque la Ga^i^etta di
Parma 126 anni, ma a patto che accetti
l'eredità del borbonismo ufficiale. Ci sta la
consorella? » LuGanetta tira oltre 2000 co-
pie. Abbonamento : anno L. 19, sem. 10,50,
trim. 5,75. Un num. 0,05 Inserzioni: 3.'
pagina 0,20 4.* 0,10. Piazza Grande, 27.
Parma.
Indicatore commerciale ed industriale
della regione dell'Emilia. Fondato il 7
gennaio del 1888, esce in 4 pagine, for-
mato 0,36 X 0,26. Tipografia di Pietro Gra-
zioh. Strada Benedetta, 16.
Parma.
Il Maestro e la scuola. Giornale peda-
gogico, diretto dal prof. Roberto Chierici.
Editore: L. Battei.
Parma.
Il Mentore delle famiglie. Giornale let-
terario, nato il 3 novembre 1888. Esce il
mercoledì e sabato in 4 pagine, formato
0,37x0,27. Redattore: Buttafoco Ercole.
Abbonamento: anno L. 7. Un numero 0,05.
Parma.
Parma giovane. Giornale letterario, set-
timanale, nato nel 1889. Direttore : Alberto
Lisoni.
Parma.
La Sveglia. Giornale politico, cattolico.
Parma.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Creato nel 1876, esce 2 volte
alla settimana in non meno di 8 pagine.
Abbonamento: anno L.6. Un numero 0,80.
Parma,
592
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Giornali cessati:
II Barabba, umoristico, settimanale, n. 1871 a Parma.
Bollettino della Camera di Commercio di Parma, mensile, a. 1868.
La Buona Volontà, educativo, n. 1880 a Guastalla; direttore prof. P. Rabitti.
La Caccia illustrata, settimanale, n. 1885 a Parma.
Le Campane d'Italia, varietà, settimanale, n. 1886 a Parma; editore L. Battei.
Comizio agrario circondariale di Borgo S. Donnino, boli, mensile di notizie, n. 18I
La Formica, teatrale, bisettimanale, n. 1882 a Parma.
Fra Diavolo, teatrale, n. 1883 a Parma.
Gaietta della domenica, letterario, n. 1880 a Pa^ma; direttore Roberto Fava.
Il Lavoratore, socialista, settimanale, n. 1882, a Parma.
La Luce, cattolico, quotidiano, n. 1879 a Parma; direttore Caricati.
II Movimento letterario italiano, n. 1879 a Parma; direttore A. Ferrari- Aggradi.
II Nuovo Patriota, politico, quotidiano, n. 1870 a Parma.
Il Patriota, politico, quotidiano, n. 1859 a Parma.
II Presente, democratico, quotidiano, n. 1867 a Parma.
La Provincia, politico, quotidiano, n. 1884 a Parma.
Rassegna artistica, letteraria, teatrale, n. 1885.
Rivista popolare, officiale liberale, 1848, Polesine.
La Settimana elettorale, democratico, n. 1889 a Parma.
La Soffitta, letterario, mensile, n. t88i a Parma.
II Taverna, educativo, n. 1873 a Parma; direttore P. Gabrielli.
IL. COLORE DEL QIORNALE
Il colore politico di un giornale è una livrea che si depone uscendo dall'ufficio.
Raspail.
Qualunque giornale è una bottega, nella quale sì vendono al pubblico delle parole del colore che il pub-
blico vuole.
Balzac.
filìW'nf- FARRIÌICA NAZIONALE Di MACCHINI; TIPOGRAFICHE
NORBERTO ARBIZZONI, MONZA
Premiato anche dal R. Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio
Torchio tipografico sistema inglese a leva
Vedi Avviso speciale a pag. 16
PROVINCIA DI PAVIA
'Hjumero dei Comuni: 223 — 'Popola::^ione: /)69,83i — Superficie: K. q. 3,399 — "Deputati della provincia:
I. Sbarbaro, D'Adda, Cavallini, Arnaboldi, Calvi. 2. Bottini, Mazza, Meardi.
Annali di oftalmologia. Giornale di
scienze mediche, nato nel 1872. Esce 6
volte all'anno in un numero indeterminato
di pagine in-8.° - Direttore: dott. A. Qua-
glino. Redattori: A. Rampoldi, L. Guaita,
T. Cicardi. Vi scrivono: D. Parisotti, Car-
melo Addario, Camillo Callenga, Gala-
zowski, G. Ficano, T. Cicardi, ecc. Abbo-
namento: anno L. 15. Tipografia Bizzoni.
Pavia.
L'Appello. Giornale politico, ammini-
strativo, nato nel 1887. Esce ogni setti-
mana in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 3. Un numero 3 centesimi.
Mede.
Bollettino del Comizio agrario. Giornale
agricolo, nato nel 1887. Esce ogni mese
in 8 pagine e si distribuisce gratuitamente
ai soci del Comizio.
Mortara.
Bollettino del Comizio agrario. Nacque
nel 1864 col titolo di Giornale del Coviiiio
agrario del circondario di Voghera ed usciva
2 volte al mese in 8 pagine in-8."; ora
esce in 16 pagine il 20 di ogni mese e
contiene gli atti del Comizio. Di-ettore:
C. GiLilietti. Si distribuisce gratuitamente
ai soci del Comizio. Tipografia Gatti.
Veglierà.
Bollettino scientifico. Pubblicazione me-
dica illustrata, iuta nel 1879. Esce 4 volte
all'anno in 32 pagine, redatta da Leopoldo
Maggi, Giovanni Zoja e Achille De Gio-
vanni. Abbonamento: anno L. 8.
Pavia.
Corriere ticinese. Giornale politico, quo-
tidiano, indipendente, fondato il lO apri-
le 1885 da una società per azioni. É l'unico
giornale quotidiano della provincia ed è
redatto con molta cura e abbondanza di
notizia'. Ebbe a direttori Luigi M.issuero
prima, il dott. B. Maguglini poi, e dal i.°
gennaio 1888 il dott. Piero Corbellini che
ne è divenuto proprietario. Abbonamento:
anno L. 16, sem. 9, trim. 5. Inserzioni:
4." pagina 20 centesimi, 3.' pagina 40, nel
corpo del giornale L. i. Via Mentana, 7.
Pavia.
Cronaca del Manicomio provinciale di
Pavia. Giornale di scienze mediche, nato
nel 1881. Esce ogni mese in 8 pagine.
Abbonamento: anno L. 4. Un numero cen-
tesimi 5.
Voghera.
Il Divin Cuore trafitto. Bollettino bi-
mensile della guardia d'onore e della sacra
lega di riparazione al SS. Cuore di Gesù.
Nato nel gennaio 1889, esce in 32 pagine
in-S." per cura di Mons. Bandi. Abbonamen-
to : anno L. 3. Un numero 0,30.
Vigevano.
Il Dovere. Giornale, politico, ammini-
strativo.
Pavia.
Fasoulin. Giornale umoristico, illustrato,
nato nel 1889. Esce ogni settimana in 4
pagine. Abbonamento: anno L. 3. Un nu-
mero 5 centesimi.
Pavia.
Foglio periodico della Prefettura. Nato
nel 1865, pubblica gli atti amministrativi.
Esce quando occorre in 20 pagine. Abbo-
namento: anno L. 4.
Pavia.
Giornale per le levatrici. Rivista di oste-
tricia, nata nel 1887. Esce ogni 15 giorni
in 8 pagine. Abbonamento: anno L. 5.
Pavia.
La Giovine Lomellina. Giornale politico,
agiicolo, amministrativo, nato nel 1S86.
Esce ogni settimana in 4 pagine. Abbo-
namento : anno L. 4. Un numero cent. 5.
Mortara.
L'Iride. Giornale cattolico, letterario,
morale, nato nel 1885. Esce ogni mese in
16 pagine. Abbonamento: anno L. 3. Un
numero centesimi 5. Si stampa a Casale
Monferrato.
Candia Lomellina.
Juventus. Giornale letterario, nato il 2
marzo 1890. Esce 2 volte al mese. Abbo-
namento : anno L. 2. Tip. F. Baratta.
Voghera.
Monitore del commercio. Giornale di
commercio, industria ed amministrazione,
nato nel 1884. Esce irregolarmente in 4
pagine e si distribuisce gratis.
Pavia.
La Patria italiana. Giornale della città
e provincia di Pavia, ufficiale per gli atti
provinciali e per quelli dei comuni, nato
nel 1SS9. Hauna forte diflfusione, special-
N. BjiRNARuiNj — Guida della Stampa periodica italiana — 58.
594
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
mente nella provincia, per la cura con cui
è redatta la sua cronaca, Esce il martedì,
giovedì e sabato in 4 pagine a 5 colonne,
formato 0,49 y, 0,31. Più che di politica si
occupa di interessi locali. Appartiene al
partito liberale moderato. Abbonamento:
anno L. 12, sem. 7, trim. 3,50. Inserzioni:
4.* pagina 15 centesimi la linea, 3.' pa-
gina 50, nel corpo del giornale L. 1,50.
Un numero cent. 5. Via Filippo Cossa, 3.
Pavia.
L'Opportuno. Giornale cattolico, nato
nel ibb^. Esce ogni settimana in 4 pagine
a 3 colonne. Abbonamento: anno L. 3,50,
sem, 2. Un numero 5 centesimi.
Vigevano.
Pier Candido Decembrio. Giornaletto
popolare di istruzione, educazione e va-
rietà, nato nel 1870. Esce ogni settimana
in 4 pagine a 2 colonne. Tiratura 500 co-
pie. È diretto dall'avv. Gerolamo cav. Spar-
gella. Abbonamento: anno L. 6, trim. 1,50.
Via Mercanti, i.
Vigevano.
La Provincia Pavese. Giornale politico,
amministrativo, nato nel 1870. Esce 3 volte
alla settimana in 4 pagine a 4 colonne.
In politica è giornale democratico anticle-
ricale. Fu diretto per lungo tempo da Sil-
vio Secchia. Abbonamento: anno L. 6,
sem. 6,50, trim, 3,50. Inserzioni: 4.* pa-
gina 15 centesimi la linea, 3.* pagina 40.
Un numero 5 centesimi. Via Mazzini, ij.
Pavia.
Il Risveglio. Giornale amministrativo,
politico, nato nel 1890. Esce ogni dome-
nica in 4 pagine. Abbonamento: anno L. 4,
sem, 2,25. Un numero 5 centesimi.
Vigevano.
Il Risveglio Iriense. Giornale politico,
settimanale, nato nel 1885. Esce in 4 pa-
gine. Abbonamento: anno L. 2,50. Un
numero 5 centesimi.
Voghera.
La Staffora. Giornale politico, ammini-
strativo, liberale indipendente, nato nel
1887. Esce ogni martedì in 4 pagine a 4
colonne. Tiratura 2000 copie. Abbona-
mento: anno L 3,50, sem. 2,20, trim. 1,50.
Un numero 5 centesimi. Via Plana, 18.
Voghera.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Nato nel 1876, esce 2 volte
alla settimana in 8 pagine e contiene gli
annunzi legali amministrativi. - Abbona-
mento: anno L. 14. Un numero cent. 20.
Pavia.
Il Ticino. Giornale politico, amministra-
tivo, nato nel 1889. Esce ogni settimana
in 4 pagine. Direttore: Renzo Aggradi.
Un numero 5 centesimi.
Vigevano.
Giornali cessati:
L'Agricoltore lomeììino e novarese, settimanale, n. 1879 a Mortara, mutò titolo in
Agricoltore, Gaietta ìomeìlina.
Biblioteca dei predicatori, mensile, n. 1884 a Vigevano.
Bollettino speciale dell' Ufficio internazionale di pubblicità, n. 1888 a Voghera.
La Campagna, letterario, sociale, n. 1871 ad Abbiategrasso; direttore avv. V. Boldrini.
La Canaglia, democratico, n. 1869 a Pavia.
Il Circondario Vogherese, politico, settimanale, n. 1885 a Voghera.
II Cittadino, amministrativo, settimanale, n. 1869 a Voghera.
Il Corriere lotnellino, amm., trisettim. , n. 1887 a Vigevano; direttore prof. P. Preda.
II Drappello, letterario, amministrativo, settimanale, n. 1883 a Vigevano.
L' Eco della Lomellina, cattolico, n. 1880 a Vigevano; successe alV Indicatore Vigevanese.
La Gara ginnica, mensile, n. 1887 a Pavia.
Gaietta di Commissioni, mensile, di annunzi, n. 1882 a Voghera.
Giornale di fisica, n. 1820, a Pavia.
Il Libero operaio, politico, bisettim. , n. 1874 a Vigevano; direttore Antonio Balbiani.
La Lomellina, amministrativo, n. a Mortara.
La Martinella, amministrativo, n. 1881 a Mede.
Mercurio, commerciale, quindicinale, n. 1885 .1 Stradella.
Il Messaggere Vogherese, amministrativo, n. a Voghera.
UOriiionte, amministrativo, settim., n. 1888 a Voghera; direttore Ernesto Majocchi.
La Patria, amministrativo, trisettimanale, n. 1889 a Pavia; direttore Giacomo Brambati.
Il Patriota, politico, liberale, trisettim., n. 1864 a Pavia; direttore Piero Corbellini.
Il Pileo, settimanale, n. a Broni; direttore C. del Bo.
La Rivista Lomellina, amministrativo, n. a Mortara.
Rivista Minima, pedagogico, n. 1881 a Pavia; direttore F. Agabitti.
La Tribuna, poHtico, amministrativo, n. a Pavia.
La Vera Stajfora, amministrativo, n. 1889 a Voghera.
PROVINCIA DI PERUGIA
Numero dei Comuni: 152 — Popolazione: 572,060 — Superficie: K. q. 9,474 — Deputati della provincia^
I. Franchetti, Faina, Fani, Pompili, Pantano. 2. Loreuzini, Arbib, Franceschini, Amadei, Ferrari E.
Annali dell'Università di Perugia. Pub-
blicazione scientifica di giurisprudenza, me-
dicina e chirurgia, nata nel 1885. Esce a
fascicoli in-8.° di un numero variabile di
pagine. Vi scrivono gl'insegnanti dell'Uni-
versità, gli assistenti e qualche studente.
Perugia.
Archivio storico per le Marche e l' Um-
bria. Rivista di storia patria, fondata nel
1884 da Michele Faloci Pulignani, Giu-
seppe Mazzatinti e Milziade Santoni. Esce
ogni 3 mesi in fascicoli che formano un
volume di 800 pagine ogni anno. Con-
tiene documenti e studi storici, letterari,
artistici, ecc. - Abbonamento: anno L. 15.
Non si vende a numeri separati.
Foligno.
Bollettino critico-librario. Giornale nato
nel 1S89. Si occupa di libri antichi e mo-
derni, di messali antichi, codici, novità li-
brarie, curiosità, desiderata, offerte di ven-
dita, acquisti, ecc., e di quanto altro può
riguardare il commercio dei libri. Pubblica
recensioni critiche, descrizioni di codici,
manoscritti, miniature, ecc. - Esce ogni
mese in 8 pagine in-S." a 2 colonne. Di-
rettore: avv. Franco Franchi. Abbonamen-
to : anno L. 2. Inserzioni : 0,05 a parola.
Todi.
Bollettino del Collegio dei ragionieri.
Nato nel 1882, esce a fascicoli mensili.
Direttore: rag. Carlo Rosati.
Perugia.
Bollettino della Casa editrice S. Lapi
in Città di Castello. Esce ogni 3 mesi in
8 pagine. Abbonamento: anno 30 cente-
simi, estero 50. (Vedi pag. 599.)
Cina di Castello.
Bollettino dell'Associazione pedagogica
tra gl'insegnanti delle scuole normali.
Giornale mensile, nato il 1." marzo 1889.
Esce in 8 pagine in-4.° - Abbonamento:
anno L. 3. Tipografia Fioebel del Colle-
gio Principe di Napoli.
Assisi.
Bollettino industriale e commerciale.
Organo della Camera di commercio del-
l'Umbria, nato il 3 marzo 1889. Esce ogni
domenica in 8 pagine m-^." - Abbona-
mento: anno L. 2,50.
Foligno.
Il Cittadino. Giornale amministrativo,
nato l'S luglio 1888. Esce ogni domenica
in 4 pagine, formato 0,33 ^0,25, a 3 co-
lonne. Direttore: A. Maglioni. Abbona-
mento: anno L. 4, sem. 2. Inserzioni: 0,15
la linea in ogni pagina. Un numero 0,05.
Orvieto.
La Favilla. Rivista letteraria dell' Um-
bria e delle Marche, nata nel 1869. Esce
in 32 pagine ogni mese. - Vi scrivono:
M. Alinda Brunamonti, Quirina Alippi-
Fabretti, dott. Zeno Zanetti, Domenico Mi-
lelli, Ragusa Meleti, O. Roux, Giovagnoli,
L. Pianciani, L. Cappelletti, Aristide Mat-
tioli, Ulisse Poggi, Italina Montaguti-Bo-
netti, ecc. -"Direttore e fondatore: Leo-
poldo Tiberi. È il più antico e reputato
periodico della regione umbro-marchigia-
na. Tira 1200 esemplari. Abbonamento:
anno L. 8. Un fascicolo L. i.
Perugia.
Foglio periodico della Prefettura. Nato
nel 1866, per la pubblicazione degli atti
amministrativi. Esce 2 volte al mese in
fascicoli. Non fa abbonamenti. Un numero
separato di 16 pagine 20 centesimi.
Perugia.
Gazzetta di Foligno. Giornale politico,
cattolico, amministrativo, letterario, fon-
dato nel 1886 dal sac. Michele Faloci-Pu-
lignani che lo diresse con molta cura, spe-
cialmente per ciò che riguarda le cose e
la storia locale. Il nome di Gaietta fu so-
stituito nell'aprile 1888 per ragioni ammi-
nistrative a quello di Giornale col quale
fu fondato. Il fondatore nel dicembre 1888
si ritirò e cede la proprietà e la direzione
della Galletta, che da quel tempo, pur
mantenendo il vecchio programma, ha mu-
tato indirizzo. Esce ogni settimana in 4
pagine a 4 colonne. Abbonamento: anno
L. 5, sem. 3 - Estero: anno L. 8. Inser-
zioni: 4.' pagina 15 centesimi la linea, 3.°
pagina 25. Un numero 5 centesimi.
Foligno.
Il Mio Paese. Periodico politico, ammi-
nistrativo, settimanale, nato nel 18S6. Esce
in 4 pagine a 3 colonne. Si occupa prin-
cipalmente degli interessi locali. Direttore
proprietario: avv. Franco Franchi, già re-
dattore àtW Italia di Milano e della Tri-
596
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
iuna di Roma, di cui è attualmente cor-
rispondente per la provincia di Perugia,
con lo pseudonimo di N^. F. Cora. Il Mio
Paese tira 1500 esemplari. Abbonamento:
anno L. 5.
Todi.
Miscellanea francescana di storia, di
lettere e di arti. Nata nel 1886, si pro-
pone di pubblicare con sana critica e con
opportuna erudizione studi e documenti
di cose francescane, segnalando tutte le
opere che si occupano di tal soggetto.
Direttore: sac. D. Michele Faloci-Puli-
gnani. Vi scrivono, oltre il direttore, De
Rossi, R. Renier, F. Xovati, F. Ehrle S. J.,
A. Palmucci Geuolini, prof. G. Mazza-
tinti, ecc. - Esce a fascicoli bimestrali in-4.°
a 2 colonne. Abbonamento: anno L. 6.
Foligno.
La Nuova scienza. Rivista dell'istruzione
superiore per la costruzione d'una filosofia
esatta, sulla base delle scienze naturali e
storiche, nata nel 18S3. Esce ogni 6 mesi
in fascicoli. Direttore: prof Enrico Capo-
rali. Abbonamento: anno L. 15. Un fa-
scicolo L. 4.
Todi.
L'Obolo del povero. Giornale di educa-
zione degli orfani, nato nel 1883. Esce in
8 pagine ogni mese e si stampa a Rieti.
Abbonamento: anno L. 1,50. Un num. 0,10.
Rocca Sinihaìda.
L'Oriente serafico. Periodico del terz'or-
dine francescnno, istruttivo, morale, asce-
tico, letterario, ricreativo, nato il 30 gen-
naio 1889. Esce il 30 d'ogni mese in 32
pagine in-8.° - Abbonamento: anno L. 3.
S. Maria degli Angeli.
Il Paese. Giornale politico, cattolico,
nato nel 1876. Fu fondato da Leone XIII
quando era a capo della diocesi perugina.
Esce ogni settimana in 4 pagine. Tira circa
2000 copie. Abbonamento: anno L. 5. Un
numero io centesimi.
Perugia.
Il Piccolo Monitore. Giornale politico e
bollettino delle associazioni cattoliche del-
l'Umbria, nato nel 1887. Esce ogni setti-
mana in 4 pagine. Al Piccolo Monitore è
annessa (perchè pubblicata nella 4.^ pa-
gina) la pubblicazione storica archeologica
della Miscellanea di memorie ecclesiastiche
perugine, redatta per cura del sac. D. Um-
berto Benigni e di alcuni altri ecclesiastici
perugini. Abbonamento; anno L. 2,50. Un
numero 5 centesimi.
Perugia.
La Provincia dell'Umbria. Giornale po-
litico, amministrativo, nato nel 1374. Fu
dapprima settimanale, poi nel 1884 quo-
tidiano, poi diventò nuovamente settima-
nale nel 1887. Ne fu direttore per parec-
chi anni il prof. Leopoldo Tiberi. Esce
ogni giove'iì in 4 pagine a 4 colonne. -
Tira circa 2500 copie. Abbonamento : anno
L. 3, sera. 1,5'^. Inserzioni: 0,15 la linea.
Perugia.
Rivista omeopatica. Giornale cattolico
di medicina e scienze affini, nato nel 1885.
Esce ogni mese in 32 pagine e si stampa
a Rocca S. Casciano. Abbonamento: anno
L. IO. Un fascicolo L. i.
S[)oleto.
La Sacra Famiglia. Bollettino deir.A.s-
sociazione delle lamiglie, fondato nel 1880
col titolo L' Apostolato della S. Famiglia che
dopo 2 anni mutò nell'attuale. Direttore:
rev. D. Pietro Bonilli, parroco. Esce 2 volte
al mese in 16 pagine. Si occupa esclusi-
vamente di cose religiose. A questo pe-
riodico va unito un supplemento intitolato
Bollettino Nazareno, il quale riporta tratti
edificanti sulla carità e si distribuisce gra-
tis. Abbonamento: anno L. 3.
Trevi.
La Salute pubblica. Giornale d'igiene
pubblica e privata, nato nel 1889. Esce il
15 d'ogni mese in elegante fascicolo di 32
pagine in-S.^a 2 colonne. Direttore: dot-
tor Carlo Ruata. Abbonamento: anno L. 6.
Un numero 60 centesimi. Via Francolina, 8,
Perugia.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Nato nel 1870, pubblica gli
annunzi legali amministrativi. Esce 2 volte
alla settimana. Non fa abbonamenti. I nu-
meri costano in ragione di cent. 3 la pagina.
Perugia.
Il Tabernacolo dell'Amore. Periodico
mensile, nato nel gennaio 1889, in onore
dei SS. Sacramento. Esce in 32 pagine
in-8.° - Abbonamento: anno L. 2.
Trevi.
L'Umbria agricola. Rivista di economia
rurale e industrie campestri, organo dei
Comizi agrari di Perugia, Spoleto, Terni,
Rieti e Orvieto, fondato nel 1881 in luogo
del cessato Agricoltore umbro. Esce il 15
e 30 d'ogni mese in 16 pagine in-4.° a 2
colonne con copertina. Direttore : Gamba
prof. Riccardo. Abbonamento: anno L. 5.
Perugia.
L' Unione liberale. Giornale politico,
letterario, commerciale, nato nel 1879, suc-
ceduto ad altro giornale dal titolo Citta-
dino Ternano, che cessò per un processo
di diffamazione contro gli amministratori
del Comune. A sostituirlo nacque 1' Unione
che a differenza del Cittadino scrive delle
cose buone ed è ben redatto e diffuso,
PROVINCIA DI PERUGIA..
597
Esce ogni domenica in 4 pagine a 4 co-
lonne. Direttore: avv. Stefano Lazzari. Ab-
bonamento: anno L. 4, sem. 2 - Estero:
anno L. 5. Inserzioni: 4." pagina 20 cen-
tesimi la linea, 3." pagina 75.
Terni.
L' Unione liberale - Corriere dell' Um-
Z'n'a. Giornale politico, amministrativo, nato
nel giugno 1882. È organo dell'Unione
monnrchico-liberale. U Unione fu fondata
in sostituzione del Progresso, cessato nello
stesso tempo. Esce tutti i giorni in 4 pa-
gine a 4 colonne. Vi scrivono i migliori
pubblicisti di Perugia. Tira 4000 copie.
Tra i diversi direttori che si son succeduti
va notato Arturo Colautti, uno d.?i gior-
nalisti più originali e più valenti d' Italia.
Ora è diretto dall'avv. Ciro Moroni, pe-
rugino, noto per varie pubbl'ca^ioni ac-
colte dal pubblico molto favorevolmente.
Abbonamento: anno L. 15. Inserzioni: 15
centesimi la linea. Un numero cent. 5.
Piazza Vittorio Emanuele, palazzo Calde-
rini, 5, interno.
Perugia.
La Xilografia. Fu fondata nel maggio
del 1887 dall'avv. G. Antonio Pier.mi, che
n'è direttore, allo scopo di trattare con
serietà di propositi tutte le questioni an-
che d'indole e'onomica e tutte le scoperte
riguardanti le arti grafiche ed aiEni. In
breve tempo si è .icquistato un posto emi-
nentissimo nella stampa professionale. Ne
è proprietaria la rinomata ditta pniigrafìca
F. Salvati, e si pubblica mensilmente in
un elegante fascicolo di 8 pagine illustrate
con copertina riservata agli annunzi. Edi-
tore : Francesco Salvati. - Abbonamento:
anno L. 4, estero 5.
Foligno.
Giornali cessati:
— VAnminiiatore Umbro-Sabino, politico, settimanale, n. 1883 a Terni; mutò titolo
in Corriere Umbro-Sabino; proprietario Virgilio Alterocca.
— Il Banderaro, democratico, n. 1889 a Terni; direttore Nicasio Rasi.
— Bolktlino trimestrale dell' Aswcia^ione generale italiana de' rappresentanti commerciali,
di Assisi; direttore Ugo Basso della Rovere,
— Il Cìitunno, letterario, settimanale, n. 1887 a Spoleto.
— Cornelio Tacito, letterario, artistico, n. 1884 a Terni; 3 volte al mese.
— Corriere dell' Umbria, politico.quotidiano, n. 1870 a Perugia, direttore avv. O.Santarelli.
— Folchetlo, letterario, n. i88i a Perugia, direttore E. Mestica. (Vedi pag. 600.)
— Il Forca, amministrativo, settimanale, n. 1889 a Perugia.
— Giornale di erudiiione artistica, mensile, n. 1872 a Perugia; direttore prof. Adamo Rossi.
— Il Grillo, letterario, n. 1881 a Gualdo Tadino, direttore ing. Ercole Micheletti.
— L'Italia educatrice, didattico, mensile, n. 1887 a Foligno.
— La Leva del commercio, settimanale, n. 18S7 a Perugia.
— Il Municipio, mensile, n. 1884 a Città di Castello col titolo di Bollettino amministrativo.
— La Nuova Umbria, settimanale, democratico, n. 1879 a Spoleto.
— UOniologia scientifico-letteraria, n. 1833 a Perugia, direttore Filippo Polidori, di Fano.
— Orvieto, amministrativo, settim. , n. 1888 a Città di Castello; direttore A. Marciani.
— Il Polifono, amministrativo, settimanale, n. 1883 a Foligno; direttore Francesco
Bocci, editore Feliciano Campitelli.
— Il Progresso agricolo, quindicinale, n. 1881 a Foligno.
— Il Risveglio operaio, democratico, settimanale, n. 1888 a Terni.
— 11 Risveglio sabino, democratico, settimanale, n. 1887 a Rieti; direttore G. Aureli.
— Rivista critica delle sciente giuridiche e sociali, n. 1883 a Città di Castello; editore Lapi.
— La Sabina, amministrativo, n. 1882 a Rieti; direttore Teofilo Mariantoni.
— La Scintilla, amministrativo, settimanale, n. 1885 a Città di Castello.
— La Settimana amerina, ammin., settim., n. 1889 ad Amelia; direttore M. G. Calati.
— Spartaco, democratico, settimanale, n. 1884 a Spoleto; direttore Michele Sette.
— Il Telefono, n. 1882 a Foligno.
— Il Topino, gaietta dell'Umbria, amministrativo, settimanale, n. 1884 a Foligno.
— L'Umbria industriale, bimensile, n. 1887 n Terni, direttore U. Moriconi.
— L'Umbria, rassegna settimanale dell' industria, n. 1887 a Terni.
— Il Velino, didattico, letterario, n. 1879 a Rieti; direttore prof. B. Vincenti.
corriere
*-'-, J^ Con gli ultimi telegrammi della notte ricevuti
. -^ .» ■k'^ì'i' da corrispondenti speciali dall'Italia e dall'Estero
'^^|_^\^^(^J|j5o * '"' Resoconto telegrafico del Parlamento
Vedi Avviso speciale a pag, 563
598 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
LL STAMPA NELL'UMBRIA (1)
Fino dal 1696 Niccolò Gampitelli di Foligno pubblicava un giornale settimanale
di 4 pagine, senza titolo, di cui si conservano copie nelle biblioteche Angelica e
Barberiniana di Roma; nella Pianettiana di Jesi ve ne sono pure parecchi numeri.
Se non vi furono interruzioni sono 16 anni di vita che ha avuto il giorna'e del Gampitelli.
Nella slessa Pianettiana conservasi il giornale edito da Antonio iMariotii in Foligno
dal 21 agosto 1680 al 1702. Yi è il numero del 6 dicembre 1686 di Marco quondam
Barugi, i numeri dal 1686 al 1695 di Carlo Zenobi, quelli dal 1711 al 1723 di
Pompeo Campana. Si conservano pure i giornali di Giovanni Dumenico Faostini,
Todi, ^684; di Giuseppe Giuliani, Spoleto, 1697; del Mastici, Assisi, 1701; di Gre-
gorio Ubaldo Mariotti, Spello 1704-1705, e inline del Saluzzi, Terni, 1706. E tutti
sono di 4 pagine, di grandezza poco disuguale fra di loro, senza titolo, portando invece
scritto in fronte il nome della città in cui si pubblicavano, a grandi caratteri, seguito
dalla data e dal numero d'ordine, il che parimenti si praticava in altre città, come
in Ancona dai contemporanei Francesco Serafini e Giovanni Battista Franceschetti e
Gomp. nel 1688, da G. B. Salvioni il 1673 e da Pietro Paolo Ridolfi il 1699; in
Macerata il 1682 da Carlo Zenobi; in Senigallia il 1687 da Paolo Serafini; in Mantova
il 1697 da G. B. Grana; in Ferrara il 1b97 da Girolamo Filoni; in Rimini il 1699
da Diego Domenico Ferraris; in Forlì il 1705 dal Tandi, ecc.
Dopo il primo quarto del secolo passato scema ad un tratto la varietà e quantità
di tutti questi giornali senza titolo, sebbene col doppio nome di Ancona e Venezia
vedesse la luce nel 1686 il cosi detto Giornale dal Campo Cesareo. Nondimeno la
Ditta Gampitelli di Foligno ctntinua nell'opera sua pili ardimento;a degli altri suoi
confratelli di professione e dà al suo giornale il titolo, alquanto pomposo, di Notizie
del Mondo; di questo nuovo periodico si conosce il numero 29 di venerdì 22 lu-
glio MDccLxxxv per Feliciano Gampitelli, di 4 pagine in piccolo formato. Una famiglia
di Foligno ne possiede parecchi numeri trovati Ira le carte di una eredità avuta da Trevi.
Nel 1799 pei tipi di Giovanni Tomassini ^nbbWcdVàiWi' Estratto di notizie iute'
ressanti, seguito poi nel vederdì 3 gennaio 1800 dalla Gazzetta Universale durata
oltre al 1870.
UN ANTICO PERIODICO SPQLETINO
li signor Giuseppe Sordini, rovistando qualche anno fa nelle soffitte del palazzo
dei duchi di Ferenfdlo, fra le molle cose belle e interessanti, ritrovò anche una col-
lezione di nove annate di un antico e sconosciuto periodico spolelino. Di questo pe-
riodico non fa menzione la Strenna- Album della Stampa pubblicata nel 1881. E
non si comprende come mai di un periodico durato nove anni e forse più non si sia
rinvenuta altra copia fuori di quella che il Sordini ebbe la fortuna di rinvenire.
Il periodico spolelino, come quasi tutti i suoi coeiani, non ha titolo. Esso pre-
sentasi all'occhio sotto la modesta forma di un semplice foglio di grossa carta, piegato
in-4° un po' bastardo, contenente in 4 pagine di iìita stampa, le notizie politiche e
commerciali di lutto il mondo. Nella testata, vicino al margine esterno di ciascun
foglio, reca impresso il numero d'ordine in carattere romano; nel centro della me-
desima campeggia lo stemma di Spoleto inquadrato con la croce rossa; a sinistra in
(i) Dai fascicoio La Stampa neW Umbria e la R. Tipografia di Feliciano Campitelli
di Foligno, cenni storici di Antonio Mancinelli, Foligno iStìó,
PROVINCIA DI PERUGIA. 599
grandi lettere majuscole si legge Spoleto, a destra, sotto il numero d'ordine, il giorno,
il mese e Tanno. Stampandosi a Spoleto, naturalmente le notizie di Roma hanno
sempre il posto d'onore, onde è che le prime righe di ogni foglio sono tagliate da
un grande quadralo, in cui su fondo scuro vedesi una R maiuscola intrecciata con
fogliami di una maniera tanto semplice e di un gusto c«3Ì delicato da sembrar cosa
di tutt'altro tempo. 1 nomi delle città, di cui il periodico reca notizie, sono sempre
posti a capoverso e stampati in tutte majuscole. In fondo alla 4.^ pagina poi, trovasi
costantemente impresso in una sola riga: In Spoleti, Per Giuseppe Parenti (1720-8).
Con licenza dei Superiori.
Ma nel numero più prossimo al Natale il buon Tipografo Editore spoletino si
crede in obbligo di aggiungere, dopo la data soprascritta, il seguente augurio, che
merita di essere rìprodoHo: La prossima Solennità del Nascente Redentore mi porge
favorevole la congiuntura di augurare felicissime e ricolme d'ogni prosperità te
Santissime Feste, col nuovo Anno, a' miei Signori Avventori, pregando loro dal
Divino Bambino il pieno influsso delle sue Celesti Benedizioni.
Un altro particolare assai curioso e degno di nota ppr certi speciali riscontri, mi
sembra questo, che nel 1728, nella testata del foglio, riformata come ho notalo più
sopra, leggesi non più Spoleto, ma Spoleti, come appunto il Parenti aveva, fin da
principio, costantemente stampato in fondo alla 4.* pagina e che poteva parere quasi
una reminiscenza della forma latina Spoletii.
La collezione del giornale va senza interruzioni dal 1." gennaio 1720 fino a tutto
die mbre 1728. Però è probabile sia durato anche dopo e si può supporlo dal ve-
dere che nel 1729 aveva subile alcune modificazioni, come sarebbe un miglioramento
ne' caratteri, la perdita dello stemma ed in conse^^uenza un aumento di spazio. E non
è improbabile tale supposizione, anche perchè il Parenti fu uno de' più solerti ed in-
dustriosi tipografi spoletini e pare si piacesse molto delia stampa di effemeridi. Infatti,
oltre varie cose di tal genere uscite dai suoi torchi e ben conosciute, stampò anche la
Relazione \ Delle Feste fatte nella Ducal Citta di Smieti \ Capo dell'Umbria \
per V Esaltazione della Santità di Nostro Signore | Benedetto XIII \ Con la de-
scrizione della Macchina in tal'occasione inalzatasi | in Spoleti, Per Giuseppe
Parenti Stampatore Pubblico 1724 — Con licenza de' Superiori.— E anche questo
un foglietto volante di 4 pagine di slampa, molto interessante e raro.
^_jfii editore
con StaCii-^-mento ^ipo-titoqzaiico e i^ondczia di cazattezi
Città ìli Castello
(Eseguisce (]Urtliinqnc liiuoro tanto tu Sipograftn dje in Cttografiu a pvejji ecce^innolt.
Speìiisce i sudi proìiotti ìli fouìiciia a lutti quei collegi)» cl)c gliene fauno ricijiesta.
©arnntisce Tnccurota esecuzione ci) il materiale ì)i ottima lega.
{Jrejjt spccioli in caratteri "òa opera tanto ordinari clje el?euiri.
§'§é$l§ l'indice del campionario di fonderia
ed il catalogo delle edizioni.
PROVINCIA DI PESARO E URBINO
'Njumero dei Comuni: 73 — "Popolazione : 223,043 — Superficie; K. q. 5,023
Corvetto, Penserini, Vaccai, Mariotti R.
'Deputati delia provincia i
L'Adriatico - Ganelta di Pesaro. Giornale
politico, amministrativo, nato nel 1879.
Esce ogni mercoledì in 4 pagine a 5 co-
lonne; è ufficiale per gli atti della Camera
di Comercio. Direttore: G. A. Bolis. Ti-
ratura 1500 copie. Abbonamento: anno
L. 4, sem, 2, trini, i. Via Branca, 13.
Pesaro.
L'Alfiere. Giornale politico, amministra-
tivo, industriale, nato il 9 dicembre 1888.
Esce ogni domenica in 4 pagine, formato
0,35x0,25. Abbonamento: anno L. 4. Un
numero, 0,05. Via del Fallo, 7.
Pesaro.
L'Annunziatore. Bollettino amministra-
tivo e di pubblicità, fondato nel 1871. Esce
ogni settmiana in 4 pagine a 4 colonne.
Tiratura 1400 copie. Abbonamento: anno
L. 4. Un numero io centesimi.
Fano.
Il Bene. Periodico settimanale, fondato
il 3 febbraio 18S9. Esce in 4 pagine, for-
mato, 0,27 -A 0,19. Abbonamento:annoL. 3.
Un num.ero 5 centesimi. Tip. Righi,
Urbino.
Diario di San Benedetto. Periodico men-
sile, nato nel 1872, organo ufficiale del
manicomio di talnome.È composto e stam-
pato da matti. Esce in 4 pagine a 2 colonne,
e si distribuisce gratis.
Pesaro.
La Farfalla. Periodico, settimanale degli
studenti del R. Liceo Mamiani. Fondato
il 9 dicembre 1888, esce in 4 pagine, for-
mato 0,29x0,18. Direttore: Marchionni
Gaetano. Un numero, 0,05. Via S. Cas-
siano, 14.
Pesaro.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale, creato nel i 866, per la pub-
blicazione degli atti amministrativi. Esce
ogni mese in 60 pagine circa.
Pesaro.
11 Piccolo. Giornale politico, amministra-
tivo, nato nel 1887. Esce ogni settimana
in 4 pagine. Abbonamento: anno L. 2.
Pesaro.
Il Revisore. Giornale amministrativo,
nato nel 1886. Abbonamento: anno L. 2.
Fossombrone.
Rossiniana. Giornale di musica per ban-
da e pianoforte. Esce ogni 15 giorni in 8
pagine di musica. Abbonamento :anno L. i.
Pesaro.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Creato nel 1876, esce 2 volte
la settimana, con gli annunzi legali. Abbo-
namento: anno L. 15.
Pesaro.
La Valle del Metauro. Giornale ammi-
nistrativo, economico, commerciale, nato
nel 1SS7. E-^ce ogni 1 5 giorni in 4 pagine.
Abbonamento: anno L. 2. Un numero, 0,05,
Urbania
Oioriiali cessati:
Corriere tnetaiirense, amministrativo, settimanale, n. 1885 a Urbino.
La Democrazia, amministrativo, sett,, n. 1885 a Pesaro, direttore avv. F. Budassi.
L'Eco della città e delia campagna, settimanale, n. i<S83 a Pesaro.
Eco delia medicina, mensile, n. 1881 a Pesaro, direttore dott. F. Carbone.
U Educatore, religioso, n. a Pesaro.
La Ferrovia metaurense , tecnico, n. 1880 a Fossombrone, direttore conte G.B. Torricelli.
Folchetlo, letterario, n. i88t a Fano, direttore Enrico Mestica. (V^dì pag. 597.)
Fra Cipolla, umoristico, n. 1603 a Pesaro
L' Indipenden:^a, amministrativo, settimanale, n. 1885 a Pesaro.
In marciai, politico, settimanale, n. 1885 a Fano.
Letture di famiglia, quindicinale, n. 1867 a Urbino.
Libellula, letterario, n. 1881 a Fano in sostituzione della Coltura giovanile.
Il Popolano, politico, settimanale, n. 1875 a Pesaro.
li Raffaello, artistico, trimensile, n. 1S71 a Urbino.
La Striglia, amministrativo, quindicinale, n. 1881 a S. Angelo in Vado.
Vittorino da Felire, artistico, n. 1880 a Pesaro,
PROVINCIA DI PIACENZA
Numero dei Comuni: 47 — Popolazione : 226,717
Rjispoli, Calciati, Pasquali, Cipelli,
— Superficie: K. q. 2,555 — Deputati della provincia:
L'Alta. Giornale politico, amministra-
tivo, nato il 19 maggio i8<s6. Esce ogni
domenica in 4 pagine, formato 0,29 x 0,19
Direttore: Lizio Busnelli. Un numero 0,05
Si stampa a Piacenza nella Tip. G. Marina
Castel S. Giovanni
L'Amico del popolo. Giornale politico,
cattolico, letterario, nato nel 1886. Esce
2 volte alla settimana in 4 pagine. Abbo-
namento: anno L. 7. Un numero, 0,05,
Piacenza.
La Campagna. Giornale cattolico, nato
nel 1886. Esce 2 volte al mese in 4 pagine.
Abbonamento : anno L. 2. Un numero 0,05.
Piacenia.
Il Catechismo in famiglia. Giornale cat-
tolico, nato nel 18S9.
Piacenza.
Il Catechista cattolico, ©iornale religio-
so, nato nel 1876. Esce ogni mese in 16
pagine. Abbonamento: anno L. 1,50. Un
numero 15 centesimi.
Piacenza.
DivUS Thomas. Rivista tomistica, fondata
nel 1880. Esce ogni mese in 16 pagine,
in-4.° redatta in latino. Redattore: Giovanni
Vincati. Abbonamento: anno L. 4. Un nu-
mero 50 centesimi.
Piacenia.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per la pubblicazione degli
atti amministrativi, nato nel 1876. Esce
ogni mese in 16 pagine. Si distribuisce
gratis ai comuni della provincia.
Piacenza.
Giardinetto di Maria - Eco di Lourdes.
Giornale cattolico, nato nel 1884. Esce
ogni mese in 32 pagine. Abbonamento:
anno L. 2, estero 3. Non si vende a nu-
meri separati. Via S. Siro, 76.
Piacenia.
La Libertà. - Corriere di Piacenza. Gior-
nale politico, amministrativo, fondato nel
febbraio del 1883 da una società di azionisti,
con a capo il dott. Ernesto Prati, per sosti-
tuire VOrdine, giornale quotidiano mode-
rato, vissuto molti anni. La Libertà è gior-
nale d'idee liberali monarchiche; è l'organo
degl'interessi agricoli e commerciali della
provincia, ed ha tipografia propria. Esce in
4 pagine a 5 colonne, tutti i giorni, meno i
seguenti ai festivi. Tiratura 2000 copie. Di-
rettore: dott. Ernesto Prati. Abbonamento:
anno L. 15, sem. 7,50, trim. 3,75. Un nu-
mero 0,05. Via Dritta, ?.o.
Piacenza.
Il Piccolo. Giornale politico, della demo-
crazia, nato nel 1877. Esce il mattino di
ogni mercoledì e domenica in 4 pagine
a 4 colonne. Ne è direttore responsabile
Prospero Crescio. Il giornale è piuttosto
ben redatto e i suoi articoli hanno una
forma temperata. Abbonamento: anno L. 7,
sem. 3,50. Via S. Niccolò, 14.
Piaceni^a.
Il Progresso - Gaietta di Piacenza. Gior-
nale politico, quotidiano, nato nel 1867.
Esce ogni giorno meno i seguenti ai festivi
in 4 pagine. Ne fu direttore per molti
anni l'avv. Raffo. Ora il Progresso è diretto
da Gustavo Paroletti (Gustavo Chambery ),
noto anche per un processo mossogli dal
ministero della guerra nel 1889. Redattori:
Angelo Morelli, Angelo Quadrelli. Abbo-
namento: anno L. 17. Un numero 0,15,
Piaceiiia.
Rivista italiana di terapia e d'igiene.
Giornale di scienze mediche, nato nel 188 1.
Esce ogni mese in 32 pagine, in- 8." più
un formulario di 8, e un Memoriale dei
rimedi nuovi, pure di 8 pagine. Direttore:
dott. Giuseppe Galli. Abbonamento: anno
L. 6. Un fascicolo L. i. Via S. Antonio, 20.
Piaceni^a.
Lo Svegliarino. Giornale amministrativo,
nato il 6 luglio 1885. Esce ogni settimana
in 4 pagine in-folio. Direttore: Ermene-
gildo Lavezzi. Un numero 5 centesimi.
Tipografia Sociale.
Castel S. Giovanni.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Fondato nel 1876, esce ogni
me^e in fascicoli di 12 pagine e contiene
gli annunzi legali amministrativi. Abbona-
mento: anno L. 12. Prezzo d'ogni numero
in ragione di 3 centesimi per pagina.
Piacenza.
Il Comune. Giornaletto politico, nato nel
1SS9. Esce ogni sabato in 4 pagine. Di-
rettore: avv. Tancredi Rafì'o. Abbonamento:
anno L. 4. Un numero 0,05. Tip. Favari.
Pìacen-^a.
* 38
602
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Il Gotico. Giornale illustrato, satirico-
umoristico, nato nel '1890. Esce ogni do-
menica in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 5. Un numero 0,05. Tipografia della
« Libertà ».
Piacenza,
Giornali cessati:
— L'Agricoltore, n. 1880 a Piacenza, direttore prof. Andrea Vivenza.
— Bollettino agricolo commerciale, bimensile, n. 1882 a Piacenza, direttore Carlo Botti.
— Bollettino del Comiiio Agrario di Fioren\nola d'Arda, n. 186S.
— U Indicatore piacentino, cattolico, bisettimanale, n. 1885 a Piacenza,
— L'Ordine, Corriere di Piacenia, quotidiano, n. 1882, direttore dott. Lelio Gobbi.
— Il Penitente, socialista, bimens., n. 18S2 a Piacenza, direttore Giacomo Donglas-Scotti.
— La Stella, bisettimanale, n. 1S88 a Piacenza, direttore Carlo Giarelli.
Le stranezze della stampa (V. pag. 419)
Un giornale che si mangia.
Un fabbricante di paste di Baltimora, ba fondato un
« periodico commestibile ». E un foglio fatto di una
pasta squisitissima, nel quale le novità del giorno, i
programmi dei teatri, ecc. sono stampati col cioccolatte.
Quando il lettore ha terminato la lettura del periodico
può mangiarselo, senza inconveniente alcuno.
Giornali -fazzoletti.
Qualche anno fa si pubblicavano a New- York due
curiosi giornali : uno intitolato il Fa^^oletto da naso,
che dopo letto poteva benissimo usarsi per lo scopo
designato nel titolo, e l'altro, la Cravatta, fatto in
modo che, lavato, potesse legarsi al collo.
Nella mia collezione di giornali ho un numero dal-
l' Italia di Montevideo del 12 ottobre 1885, stampato
nitidamente su magnifica tela.
Il giornale pei fumatori.
A Barcellona (Spagna) nel 1888 nacque un giorna-
letto, El Chiti-Chiii, in 62 pagine illustrate, che aveva
la particolarità di essere stampato su carta finissima,
eccellent-; per le sigarette. Inoltre all'ultima pagina
aveva incollata una scatoletta con un centinaio di fiam-
miferi. Il giornaletto non costava in tutto che 5 cen-
tesimi ! Ecco la riproduzione della prima pagi
suo formato precìso :
Barcelona 6 Mayo 1888
EL CHIN-CIIIN
periodico senianal
ina nel
Ano
I.
OFICINAS
Poniente, 5 - bis -
Entres uè lo
NUESTRO GRABADO,
Persistiendo en nuestra ta-
rea de dar a conocer a nue-
stros lectores los monumentos
mas notables de està Capital,
damos boy el grabado del ma-
gnifico edificio de la Plaz,a de
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Vedi Avviso speciale a pag. 16
PROVINCIA DI PISA
"Njumero dei Comuni: 40 — 'Popola:(ioue : 283,563 — Superficie: K. q. 3,123
Dilli, Toscanelli, Pelosini, Orsini, Panattoni.
'Deptilali della provincia :
Annali della B. Scuola normale supe-
riore. Pubblicazione di filosofia e filologia.
Esce a volumi in-8.° - Vi scrivono: Fla-
mini, Levi, Kirner, ecc. Tip. T. Nistri e C.
Pisa.
Archivio giuricliCO. Rivista di giurispru-
denza ed economia, fondata nel rSóS a
Bologna, dove si stampa, e dove si pub-
blicò fino al 1874; in quell'anno trasferi
la sua direzione a Pisa. Esce ogni mese in
ICQ pagine. Direttore: avv. Filippo Sera-
fini, condirettore del Diritto commerciale
(vedi). Vi scrivono i professori V.Scialoja,
D'Apel, F. Buonamici, L. Landucci, Co-
gliolo, N. Tamassia, Schupfer, Ceneri ed al-
tri. Abbonamento : anno L. 20. Un fase. L. 2.
Pisa.
Il Corazziere. Giornale politico, ammi-
nistrativo, nato nel 1882. Esce ogni setti-
mana in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 3. Un numero 3 centesimi.
Volterra.
Il Corriere dell'Arno. Giornale politico,
amministrativo, nato nel 1873. Esce ogni
domenica in 4 pagine. Si occupa più par-
ticolarmente degl'interessi locali ammini-
strativi e della cronaca della città e pro-
vincia. Abbonamento: anno L. 3. Un nu-
mero 0,05. Tip. L. Citi. Via S. Anna, 9.
Pisa.
La Croce pisana. Giornale politico, re-
ligioso, ammmistrativo, nato nel i''^73. Esce
il sabato in 4 pagine a 4 colonne. È mu-
nito di un breve di Pio IX. È assai diffuso
in provincia per i suoi articoli polemici
e di storia patria, racconti e sciarade a
premio. - Abbonamento: anno L. 4,60,
sem. 2,30, trim. 1,15. Via S. Giuseppe, 18.
Pisa.
Il Diritto commerciale. Rivista perio-
dica e critica di giurisprudenza e di legi-
slazione, diretta dall'avv. Davide Supino,
professore di diritto commerciale, e dal-
l'avv. Filippo Serafini, professore di diritto
romano nella R. Università di Pisa. Que-
sto giornale, nato nel 1882, esce in fasci-
coli a doppia colonna con copertina, in
modo da formare ogni anno un volume
di almeno 800 colonne. Abbonamento:
anno L. 12. Via Santa Cecilia, 14.
Pisa.
L'Eco dell'Era, Giornale amministra-
tivo, democratica., letterario, nato il 15 ot-
tobre 1887. Esce ogni settimana in 4 pa-
gine a 4 colonne, formato 0,60 x 0,43. Di-
rettore proprietario: Alfredo Di Sandro.
Tiratura 2000 copie. Abbonamento: anno
L. 3,50, sera. 2. Un numero 5 centesimi.
Peccioli.
L'Elettrico. Giornale politico, ammini-
strativo, quotidiano. Direttore : A. Borsi.
Pisa.
Foglio periodico della Prefettura. Nato
nel 1876, pubblica gli atti amministrativi.
Esce ogni mese in fascicoli da 16 a 20 pa-
gine. Si distribuisce gratis ai comuni.
Pisa.
Giornale araldico-genealogico-diploma-
tiCO. Rivista araldica, nata nel 1874 e pub-
blicata per cura della R. Accademia aral-
dica italiana. È diretta dal comm. G. B.
cav. Di Crollalanza. Esce ogni 30 giorni
in 32 pagine a 2 colonne con copertina.
Tira 1500 esemplari. Abbonamento: anno
L. 1 5, sem. 8 - Estero : anno L. 20, sem. 1 1.
Un numero L. 1,50. Via Filonacci, 6.
Pisa.
Giornale di anatomia, fisiologia e pa-
tologia degli animali. Rivista di veterina-
ria, fondata nel 18Ó9 dai professori Lom-
bardini ed Oreste; nel 1870 passò di esclu-
siva proprietà del prof. Luigi Lombardini,
direttore della R. Scuola di medicina ve-
terinaria di Pisa, coadiuvato dai professori
Rivolta, Silvestrini, Baraldi, Vachetta, Vi-
gezzi, Fogliata e Micellone. Il giornale
esce ogni 2 mesi in 64 pagine. Abbona-
mento: anno L. 8. Un fascicolo L. 2.
Pisa.
Giornale d'ippologia. Nato il 16 feb-
braio 1888, esce 2 volte al mese in 4 pa-
gine, formato 0,56x0,26. Fu fondato dal
dott. Giorgio Cini e dal cav. prof. Gia-
cinto Fogliata, medico veterinario delle
RR. Razze in S. Rossore. S' interessa in
particolare del miglioramento delle razze
equine e di tinto ciò che ha attinenza con
r ippologia. Molto ricercato in Italia e al-
l'estero. Abbonamento: anno L. 5. Un nu-
mero 5 centesimi. Via S. Anna, 9.
Pisa.
Il Nuovo cimento. Giornale di fisica e
604
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA. ITALIANA.
chimica, fondato nel 1844 dai professori
C. Matteucci e R. Piria e continuato per
la fisica sperimentale e matematica dai pro-
fessori E. Betti e R. Felici. Esce ogni mese
in 48 pagine. Abbonamento: anno L. 10,50.
Tipografia Pieraccini.
Pisa.
Il Piccolo. Giornale politico, amministra-
tivo, settimanale.
Pontedera.
La Provincia di Pisa. Giornale politico,
amministrativo, nato nel i'^64, ufficiale per
gli atti del Consiglio comunale e provin-
ciale. Esce il giovedì e la domenica in 4
pagine a 4 colonne. Abbonamento: anno
L. IO, sera. 5, trim. 2,50. Inserzioni: 0,25
la linea. Un numero o,io.Via del Monte, 1 2.
Pisa.
Bivista generale italiana di clinica me-
dica. Nata il 25 marzo 1889, esce ogni 15
giorni in 32 pagine in-8.° - Direttore:
prof. Grocco. Abbonamento: anno L. 12.
Tipografia Nistri.
Pisa.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Nato nel 1876, esce 2 volte
alla settimana e contiene gli annunzi le-
gali amministrativi. Abbonamento: anno
L. 12. Prezzo d'ogni numero in ragione
di 3 centesimi per pagina.
Pisa.
Volterra. Giornale amministrativo, po-
litico, nato il 3 marzo 1888. Esce ogni
settimana in 4 pagine a 3 colonne, for-
mato 0,33 >^ 0,23. Redattore: Enrico Gen-
nai. Abbonamento: anno L. 3, sem. 2. Un
numero 5 centesimi. Via Garibaldi, 4.
Volterra.
La Zanzara. Giornale democratico, an-
ticlericale della domenica, nato il 22 lu-
glio 1888. Esce in 4 pag., forra. 0,41 x 0,27.
Direttore: Belli Abele. Tiratura 2000 co-
pie. Abbonamento: anno L. 3,10. Un nu-
mero 5 centesimi. Via Circondaria, 45.
Pontedera.
'R GIOLNALE KOVO
(in dialetto pisano)
Beppe, di su, piantiamolo 'n giolnale ?
L'alticcio di fondo lo face' io,
E tu sarai gerente responsale.
Con cronaca, notizie e che so io.
Già si fa plesto, 'n ci vor tanto sale,
Si dice de' ministri 'r ben di Dio,
Che ci vor la repubbria sociale
E che 'r popol 1' è 'r unto da Dio.
Li aS'ali di 'ìttà sono in tu mani;
Ma gualda di di giù loba da iodi ... !
Poi si spoltrona tutto V di alla piazza,
E, se quarcun ci parla fuor di modi,
Kui senz'aspetta, facciamo bazza.
Te l'aspettiamo e giù . . . botte da 'ani.
Giornali cessati:
Il Cavallo, ippico, n, 1885 a Livorno, poscia trasferitosi a Pisa.
Dal Campo alla Stalla, mensile, 1881-82, a Guardistallo, direttore dott. G Rossi.
Ettore Fieratnosca, letterario, settimanale, n. 188 1 a Pisa.
Il Gaiiettino, amministrativo, bisettimanale, n. 1889 a Pontedera.
Guardai Guardai, umoristico, settimanale, n. 1888 a Pisa.
V Italia, politico, 19 giugno 1847- i-° agosto 1848, gr. in-fol. , Pisa.
Il Messaggiere pisano, quotidiano, indipendente, n. 1870.
Il 'Suovo elettore, settimanale, n. 1S82 a Pisa; mutò titolo in Popolo Pisano.
Nuovo Giornale dei letterati, n. 1820 (?) a Pisa, in-8.°
Orlando Furioso, letterario, settimanale, n. 1885 a Pisa.
Pisa artistica, trasformatosi in Tramway nel 1884, sett., direttore F. Da Scorno.
Il Popolo maremmano, amministrativo, quindicinale, n. 1887 a Cecina.
Il Prisma, letterario, quindicinale, n. 1881 a Pisa.
Il Risveglio, amministrativo, settimanale, n. 1SS8 a Pisa, direttore Enrico Mazzarini.
La Rondine, letterario, n. a Pisa, direttore dott. Bottazzi.
La Sentinella pisana, quotidiano, n. 1880.
La Sveglia, amministrativo, settimanale, n. 1S85 a Pontedera.
Il Torneo, letterario, quindicinale, 1880-83 a Lari, direttore A. L. Bacci-Tani.
Volterra, settimanale, amministrativo, n. a Volterra.
corriere di
Vedi Avviso speciale a pag. 563
PROVINCIA DI PORTO MAURIZIO
Numero dei Comuni: loé — Popola:(io7te:
BiaQcheri, Massabò, Berlo.
132,251 — Superficie: K. q. 1,213 — Deputati della provincia:
Cronaca ligure. Rivista settimanale di
politica, amministrazione, scienze e lette-
ratura, nata il 19 ottobre 1S89. Esce ogni
sabato in 8 pagine ia-4.° - Direttore: An-
gelo Vivaldi. Abbonamento : anno L. 7.
Un num. 0,10. Presso Sebastiano Capponi.
Taggia.
La Democrazia. Giornale politico, am-
ministrativo, settimanale.
Onegìia.
lì Dottor Antonio. Gazzetta di Bordi-
ghera, nata il i.° gennaio 1887, Direttore:
Giulio Orengo. Ha per motto: Ediicaiione
del cuore - Libertà di pensiero. Esce in 4
pagine, formato 0,35x0,21. Abbonamen-
to: anno L. 8. Un numero 0,05. Via Vit-
torio Emanuele, 35.
Bordighera.
Foglio perioclico della Prefettura. Nato
nel 1866, pubblica gli atti amministrativi.
Esce quando occorre e si stampa a One-
gìia. Abbonamento: anno L. lO.
Porto Mauri:(io.
_ Gazzetta di San Remo. Giornale poli-
tico, commerciale, letterario, nato nel 1882.
Esce ogni giovedì in 4 pagine a 4 colonne.
Direttore: Rossi Placido. - Vi scrivono:
prof. Ustraldi, Antonio Sesti ed altri. Ab-
bonamento: anno L. 4, sem. 2, trini. 1.
Inserzioni : 3.* pagina 40 centesimi la linea,
4." pagina 25. Via Vittorio Emanuele, 22.
San Remo.
L'Indipendenza. Gazzetta di Ventimi-
glia, nata il 4 novembre 1888. Esce ogni
domenica in 4 pagine a 4 colonne, for-
mato 0,35x0,24. - Direttore: Giovenale
Tessitore. Abbonamento: anno L. 3,50,
sem. 2. Un numero 5 centesimi.
VentimigUa.
Il Pensiero di San Remo. Giornale po-
litico, amministrativo, commerciale e let-
terario, nato il 4 marzo 1888. Esce la do-
menica in 4 pagine, formato 0,37x0,25.
Direttore: Angelo Semeria. Abbonamento:
anno L. 5. Un numero 5 centesimi.
San Remo.
Portomaurizio. Giornale politico, ammi-
nistrativo, settimanale, nato nel 1890.
Porlo Maurilio.
Il Risorgimento. Giornale politico, am-
itìinistrativo, settimanale.
Porto Mauri:(to.
Rivista commerciale della provincia di
Porto Maurizio. Organo ufficiale della Ca-
mera di commercio ed arti, nato il i."
febbraio 1888. Esce il i.° e 16 d'ogni mese
in 16 pagine in-8.° - Abbonamento: anno
L. 4. Un numero 20 centesimi.
Porto Maurilio.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Nato nel 187Ó, esce 2 volte
la settimana ; si stampa a Oneglia e con-
tiene gli annunzi legali amministrativi. Ab-
bonamento : anno L. io. Prezzo d'ogni
numero in ragione di cent. 3 la pagina.
' Porto Maurilio.
Giornali cessati:
Il Confine ligure, democratico, n. a Porto Maurizio.
Il Corriere di Porto Maurilio, amministrativo, n. 1888, direttore G. Ricci.
Il Corriere di San Remo, amministrativo, settimanale, n. 1887.
Il Corriere ligure, democratico, n. a Porto Maurizio.
L'Eco, amministrativo, trisettimanale, n. 1881 a San Remo,
L' Echo du lilloral, settimanale, n. 1886 a San Remo, direttore G. Franciosi."
L' Educatore, cattolico, mensile, u. 1887 a Ventimiglia.
h' Indicateur de S. Remo, amministrativo, settimanale, n. 1881.
L'Iride, letterario, mensile, n. 1885 a San Remo.
La Liguria, amministrativo, settimanale, n. 1883 a Oneglia.
La Liguria agricola, mensile, n. 1885 a Oneglia come supplemento della Liguria,
Liste des étrangers de Bordighera, locale, settimanale, n. 1883.
Le Littoral, settimanale, n. 1876 a San Remo, direttore Charreton.
L'Opinione pubblica, democratico, n. a Porto Maurizio.
La Palestra enigmatica, giuochi a premio, n. 1885 a Porto Maurizio.
606 GTTIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
La Pipa, amministrativo, settimanale, n. 1883 a Ventimiglia.
— Il Popolano ligure, settimanale, n. 1887 a San Remo.
Il Popolo, democratico, quindicinale, n. 1883 a Porto Maurizio, direttore F. Ricci.
— La Provincia, amministrativo, settimanale, n. 1880 a Porto Maurizio.
— Revue italienne, quindicinale, n. 1884 a San Remo.
— Scarincio, amministrativo, settimanale, n. 1886 a Porto Maurizio.
— Lo Scoglio, galletta di S. Remo, amm., bisett., n. 1885, direttore P. Ghignone.
— La Scuola maniniana, democratico, bimensile, n. a Oneglia.
— La Stella ligure, amministrativo, settimanale, n. 1888 a Oneglia.
— Il Torneo letterario, quindicinale, n. 1884 a Porto Maurizio.
— La Verità, amministrativo, settimanale, n. i8S3 a Oneglia, redattore Antonio Sesti.
— Il Vessillo, politico, letterario, settimanale, n. 1888 a San Remo.
— La Viola mammola, letterario, quindicinale, n. 1887 a San Remo.
IL DIRETTORE D'UN GIORNALE
.... « Egli domina ma non governa. — È un cattivo direttore di giornale quello che
è indispensabile per il lavoro giornaliero di redazione.
« Egli deve, è vero, essere inizialo in tutu i dettagli di un giornale: deve co-
noscere la costruzione tecnica, il meccanismo dell'amministrazione e deve essere in
grado di riempire qualunque lacuna neila redazione, sia di fare il servizio di un re-
porter, sia di scrivere il così detto articolo di fondo, ma l'apparato di un giornale
deve essere — come dicono con frase efficace gli inglesi — self acting.
<t La macchina deve andare da sé, senza che il direttore abbia bisogno di mon-
tarla e di metterla in moto tutti i giarni. Egli è il meccanico che ha costrutto da
sé la sua macchina, e deve essere in grado di riconoscerne a prima vista i difetti
e di correggerli senza perdere un istante. — Quando l'ingranaggio è in moto, il com-
pito del direttore si limila a sorvegliarlo ed a conservarlo in buone condizioni.
« Le doli morali ed intellettuali che il direttore di un giornale deve possedere
sono abbastanza notevoli.
« Nella vita sociale deve star fuori d'ogni partilo, e non assimilarsi con alcuna
conventicola locale. Uomo d'affari, non deve averne i modi; buon amministratore,
deve essere scevro di ogni meticolosa pedanteria.
a L'invidia e le antipatie rendono incapace di essere un buon direttore, giacché
uno dei suoi compiti p'ù importanti è quello di rintracciare ed incoraggiare nuovi talenti.
« Anche quando i successi del giornale sono grandiosi, anche quando il suo
foglio gode tulle le simpatie del pubblico, il direttore non deve essere soddisfatto,
ma cercare ancora di renderlo piti perfetto.
« Disinttresse, sprezzo delle pompe esterne, di onori e di decorazioni, devozione
agli ideali ed intelletto pei bisogni della vita pratica, e molte altre ancora sono le
doti del direttore di un giornale come dev'essere.
« È raro il caso che un generale si metta alla testa di un reggimento, ma se ne
scorge la necessità, il direttore deve saper maneggiare la sua arma, la penna, non solo
come l'ultimo dei suoi soldati, meglio del migliore dei suoi subalterni, ed entro e fuori della
redazione, si deve subito comprendere che questo 0 quell'articolo fu scritto dal direttore.
« Ben più importante dello scrivere è la ricchezza delle idee. La conversazione
del <lirellore coi suoi collaboratori deve essere sempre feconda giornalisticamente e
ciò non soltanto quando egli prescrive le linee di un articolo 0 lo ispira, ma eziandio
in tutte le occasioni: si tratti di formali conferenze di redazione, 0 di colloqui fortuiti.
« Egli cerca di riparare i danni, di rimuovere gli attriti, ha cura che non man-
chi il materiale: la sua operosità é anzitutto organizzatrice.
« Ma ciò non basta. Egli deve avere una forza creatrice: avere idee; ed i suoi
progetti devono estendersi ben più oltre del bisogno giornaliero. Il suo sguardo deve
essere diretto sempre in avanti, e mentre i diplomatici stringono trat'.ati di pace, ed
il iiìondo si culla nelle speranze pacifiche, il direttore di un giornale deve essere pronto
alle eventualità di una guerra. » (Dal libro di Wehle: Die Zeiiung.)— (V. pag. 338.)
PROVINCIA DI POTENZA
Numero dei Comuni: 124 — Popolazione: 524,504 — Superficie: K. q. 10,354 — Deputati delia provincia :
I. Branca, Fortunato, Piastino. 2. Senise, Lacava, Levito, Rinaldi A. 3. Gianturco, Torraca, Materi.
L' Eoo - Giornale della Lucania. Perio-
dico amministrative, economico, letterario,
nato il 2Ó gennaio 1888. Esce ogni do-
menica in 4 pagine, formato 0,34 y. 0,45.
Direttore: Arcangelo Pomarici. Abbona-
mento: anno L. 5. Via Pretoria, 300.
Potenza.
Foglio degli annunzi legali. Creato nel
1876 esce 2 volte la settimana e contiene
gli annunzi legali amministrativi. Abbona-
mento: anno L. 24. Costa cent. 3 la pagina.
Potenia.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale mensile, creato nel 1860 per
gli atti amministrativi. Abbonamento: an-
no L. 14,50. Un fascicolo L. 1,25.
Potenia.
La Stella d'Anglona. Pubblicazione men-
sile di scienze e lettere con varie notizie
religiose e politiche, nata nell'ottobre 1887
e diretta da Mons. Daniello Virgallita. Esce
in fascicoli di 32 pagine in-8.° a 2 colonne.
Abbonamento: anno L. 5, sera. 3.
Chiaramonte.
Giornali cessati:
Bollettino del Consiglio provinciale scolastico di Basilicata, mensile, n. 1888 a Potenza,
direttore Pietro Bianco.
Brancaleone, bimensile, n. 1888 a Venosa, direttore Francesco Pierro.
h' Educatore lucano, letterario, n. 1882 a Rionero in Volture.
Gaietta F^H05/«a^ amministrativo, n. 1885 a Venosa; fu sostituito dalla Nuova Ga^-
:^etta Venosina, ^jure cessata.
Il Gaiiettino di Basilicata, amministrativo, settimanale, n. 1884 a Potenza.
h' Indipendente, amministrativo, settimanale, n. 1878 a Potenza.
La Lucania letteraria, settimanale, u. 1885 a Potenza.
Mario Pagano, giuridico, quindicinale, n. 1886 a Potenza.
Il Monitore ecclesiastico, mensile, n. 1875 a Marat ea.
Nerina, letterario, trimensile, n. 1883 a Napoli e trasportato a Potenza; direttori:
G. De Sanctis e G. Fitlipaldi.
L'Operaio, amministrativo, quindicinale, n. iN'^3 a Lagonegro.
Il Popolo lucano, amministrativo, settimanale, n. 1879 a Potenza.
Il Risveglio, amministrativo, settimanale, n. 1879 a Potenza.
Petruccelli della Gattina. Nato a Lagonegro nel 1816, prese parte ai moti del 1848
e fu arrestato; nel 1849 emigrò in Inghilterra e si addottorò in medicina. Quindi si
recò a Parigi ed entrò nel giornalismo, scrivendo nella Presse, nei Débats, n^ìì' Indé-
pendance Belge, nella Lihertè, nel Paris Journal, nella Revue de Paris di Balzac, nella
Cloche, nel Daily Telegraph, nel Morning Star, nel Cornì)ill Magatine, nel Daily News,
nella Petite Presse, ncìì' Evenement e in molti altri giornali italiani. Scrisse anche ro-
manzi, drammi, storie, le Memorie di Giuda che levarono tanto rumore, ecc. Fu depu-
tato; tornò a Londra e scrive tuttora corrispondenze per molti giornali, fra gli altri
pel Diario e la Patria Italiana di Buenos Aires.
— Michele Torraca è uno fra i più noti e stimati giornalisti italiani. Figlio della
forte Basilicata, è entrato giovanissimo nel giornalismo, facendo le prime armi a Na-
poli. Poi fu direttore del Diritto; quando nel 1882 il banchiere Oblieght fu accusato
di voler vendere, alla clericale casa Fremy di Parigi, parecchi giornali liberali romani, il
Torraca usci dal Diritto. L'on. Sonnino, credendo che fosse un buon momento, con-
verti in un giornale quotidiano col titolo di Rassegna quella sua Rassegna settimanale,
che fu una delle riviste più serie e meglio fatte d'Italia, e chiamò a dirigere il nuovo
periodico il Torraca. La Rassegna fu il giornale del trasformismo; inventò la parola
pentarchia, contribuì a demolire vari ministri, si acquistò, se non una grande diffu-
608 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
sione, un'autorità incontrastabile. Gli uomini della Rassegna, Sennino, Franchetti, Ca-
valieri, Fortunato, Guicciardini, Lacava, ecc. trovarono nel Torraca il giornalista unico
per interpretare le loro idee e i loro sentimenti. Sotto l'apparenza di un uomo an-
nojato, stanco, freddissimo, che di nulla s'interessa, egli nasconde uno spirito appas-
sionato per la politica, una volontà di lavoro che nulla arriva a domare, una fermezza
e un ardore di carattere, oramai rari in questi tempi di gente mediocre e indifferente.
Egli ha però una sola passione, l'unica: la politica. E ne ha l'ascetismo, il misticismo,
tutte le forme del sacrificio. Cosi la Rassegna fu un giornale esclusivamente, eccezio-
nalmente politico. L'austerità dei caratisti e quella di Torraca non ammetteva, nel
giornale, la letteratura, la varietà, la mondanità, il fatto diverso: niente. Dooo 5 anni
di vita non ingloriosa, né inefficace, la Rassegna, per un dissenso sorto fra il Torraca e
alcuni degli amici fondatori e proprietari di essa, sulla situazione parlamentare e i
doveri che questa imponeva, dovette cessare e il Torraca, pel momento, si ritrasse dal
giornalismo. Dopo due anni vi rientrò ed ora dirige V Opinione (vedi).
LA 8XAIIII*A
La stampa è la forza. Perchè? perchè è la intelligenza.
Essa è la tromba vivente, essa suona la diana dei popoli, annunzia ad alta voce
r incoronamento del diritto, non lien conto della notte che per salutare l'aurora, in-
dovina il giorno, avverte il mondo.
Qua!' è l'aiuto valido del patriota? la stampa.
Qual'è lo spaucacchio del retrogrado e del traditore? la stampa.
Io ben il so, la stampa è odiata, e questa è gran ragione ad amarla.
Tutte le iniquità, tutte le persecuzioni, tutti i fanatismi la denunciano, l'insultano
e l'ingiuriano come possono, lo mi richiamo ad un'enciclica celebre, alcune frasi no-
tevoli delia quale mi sono rimaste impresse nella mente. .
In questa enciclica un papa, nostro contemporaneo, Gregorio XVI, nemico del
suo secolo ed avente sempre innanzi agli occhi l'antico dragone e la bestia dell'Apo-
calisse, qualifica così la stampa nel suo latino da monaco camaldolese: Gula ignea,
caligo, immanis cinn strepito horrendo.
10 non ci metto parola sopra: il ritratto è ben rassomigliante. Bocca di fuoco,
fumo, rapidità prodigiosa, strepilo formidabile. Ecco la locomotiva che passa! è la
slampa, l' immensa, la santa locomotiva del progresso.
Dove essa corre? Dove essa trae la civiltà? Dove reca ad approdare i popoli,
questo valido rimorchiatore?
11 cammino è lungo, oscuro e terribile. Per il che può ben dirsi che la uma-
nità sia ancora sotto terra, tanto la materia ancora la inviluppa e ''impaccia, tanto le
superstizioni, i pregiudizi e le tirannie le fanno una pesante volta sul capo, laute te-
nebre ancora la circondano.
Dacché l'uomo esiste, la storia intera, ahimè, è sotterranea: non ha ricevuto
neppure una parte del raggio divino. Ma nel secolo xix, dopo la rivoluzione francese,
avvi luogo a sperare; anzi avvi certezza di meglio.
Laggiù, sul nostro lontano orizzonte, un punto luminoso apparisce; a poco a poco
si allarga, ed è l'avvenire, la realizzazione, la fine delle miserie; è l'alba dei piaceri, è
Canaan, è la terra promessa, dove l'uomo non avrà più a sé d'intorno che dei fra-
telli e sopra di se non aliro che il cielo.
Avanti, sacra locomotiva ! coraggio, 0 pensatore ! Avanti, 0 scienza I avanti filo-
sofia! avanti, 0 stampa! avanti voi tutte, 0 intelligenze! Si avvicina l'ora nella quale
l'umanità, liberata finalmente dal nero involucro di sei mila anni, smarrita, messa ad
un tratto in faccia al sole dell' ideale, farà nel massimo splendore la sua sublime com-
parsa.
Victor Hugo.
PROVINCIA DI RAVENNA
Inumerò dei Comuni: 21 — Topola^ione : 225,764
Baccarini, Costa A. , Caldesi, Gamba.
Superficie: K. (j. 2,154 — "Depulali della provincia:
L'Alpe. Giornale politico, amministrati-
vo, nato nel 1889. É redatto dai fratelli Gio-
vanni e Sebastiano Mercatelli.
Alfonsine.
L'Amico degli asili. Giornale educativo,
nato nel 1885. Esce ogni mese in S pa-
gine illustrate con copertina. Direttore :
prof. Eurico Parini. Abbonamento: anno
L. 12; sem. 6. Un numero L. 1,50.
Faenza.
Bollettino dell' Associazione generale
degli operai-braccianti del comune di
Ravenna. Nato il i.° novembre i88s, esce
il 1.° e 15 d'ogni mese in 4 pagine, forma-
to 0,30 ><; 0,20. Abbonamento: anno L. 1,50.
Un nuti'ero 0,05. Via Massimo d'Azeglio, 2.
Ravenna.
Bollettino delle ferrovie portatili. Gior-
nale di meccanica applicata all'agricoltura,
nato nel 1882. Esce in fascicoli illustrati
di 20 pagine in-8.° È scritto dall' ing. Luigi
Biffi. Si distribuisce gratuitamente, ed ha
per scopo di diffondere il PorUtir Decativiììe.
Faenza.
Gazzetta Romagnola. Giornale politico,
mon:irchico, amministrativo, ufficiale per
gli atti del Comizio Agrario, nato il 21
marzo 1888. Esce giovedì e domenica in
4 pagine, formato 0,43 ><o,30. Redattori-
comproprietari: Zama, Galamini e Chiarini.
Abbonamento: anno L. 8. Un num. 0,05.
Faeni^a.
Il Lamone. Giornale politico, democra-
tico, nato nel 1884. Esce ogni domenica
in 4 pagine a 4 colonne. Redattore: Giu-
seppe Masoni. Abbonamento: anno L. 3 ;
estero 3,50. Via Marescalchi, 205.
Faeni^a.
Il Lavoro, Giornale politico, ammini-
strativo e di educazione popolare, nato nel-
l'ottobre 1871. Esce ogni domenica in 4
pagine a 3 colonne. Abbonamento: anno
L. 6, sem. 3,50, trim. 2. Un numero 0,05.
Ltcgo.
La Libera parola. Giornale politico,
amministrativo, nato il 7 novembre 1888.
Esce ogni settimana in 4 pagine, formato
0,37 y. 0,28. Direttore: Ottorino Raimondi.
Abbonamento: anno L. 3,50. Un numero
cent. 5. Corso Vittorio Emanuele, 2.
Lugo.
La Lotta. Organo degl'interessi ammi-
nistrativi del partito radicale del circon-
dario, nato 1' 8 maggio 1889. Esce ogni
mercoledì in 4 pagine, formato 0,37 x 0,27.
Un numero 0,05.
Lugo.
Il Ravennate - Corriere delle Romagne.
Giornale politico, liberale, amministrativo,
quotidiano, nato nel 1864. Nel 1886 si fuse
col Corriere delle Romagne, politico, quo-
tidiano, nato nel 18S5. Il Ravennate fu
dapprima diretto dal dott. G. André, poscia
daG. Monari-Rocca, pel quale, essendo gio-
vanissimo, l'impresa era un po' pericolosa.
Volendosene sdebitare con onore, ci voleva
per lo meno del coraggio e molto: un
giornale moderato in Romagna, come il
Ravennate, non è certo un letto di rose
per un giornalista. I giovani del Romagnolo,
altro giornale locale, presero a combattere
accanitamente il Monari che dovette bat-
tersi e subire in teatro una dimostrazione
di fischi. Il Monari mori nel iSSi,asoli
24 anni. Poi il giornale fu diretto da Giulio
Bricchi, ed ora ha per direttore F. Savigni
e per cronista Sebastiano Petroncini. Il Ra-
vennate, che è proprietà dell'editore Euge-
nio Lavagna, è il solo giornale quotidiano
della provincia e tira 6000 copie. Esce tutti
i giorni meno i fe.stivi in 4 pagine. Ab-
bonamento: anno L. 16, sem. 9, trim. 5,
un mese 2. Un numero 0,05.
Ravetììia.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Organo ufficiale per la pubbli-
cazione degli annunzi amministrativi, fon-
dato nel 1876. Esce 2 volte la settimana in
fascicoli. Abbonamento: anno L. io.
Ravenna.
Giornali cessati:
— Il Comune, socialista, bisettimanale, n. 1883 a Ravenna.
— La Cronaca radicale, n. a Ravenna.
— Eccetera!, umoristico, settimanale, n. a Faenza.
N. Bernardini — Guida dtlla Stampa periodica italiana — 39.
610
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— La Fiaccola, n. 1879; si trasportò da Faenza a Firenze mutando titolo in Evangelista.
— Foìchetto, umoristico letterario, n. 1884 a Faenza.
— U Irupariiale, scienze, lettere, arti, n. 1840 a Faenza, in-4.
— L' Imparziale, amministrativo, n. 1888 a Faenza, direttore Zama.
— L' Internaiionale, n. a Ravenna.
— Il Lupo, democratico, settimanale, n. 1885 a Ravenna.
— Monitore delle Romagne, radicale, n. a Ravenna.
— La Montagna, democratico, n. 1883 3 Faenza.
— La Palestra romagnola, settimanale, n. 1883 a Ravenna, direttore F. Savigni.
— Il Ribelle, settimanale, n. 1884 a Ravenna.
— La Romagna del popolo, amministrativo, bisettimanale, n. 1887 a Ravenna.
— Il Roma^nclo, radicale, n. a Ravenna.
— La Vespa, politico, n. 1885 a Brisighella.
Le stranezze della stampa (V. pag. 602)
Tutto è inedito.
Teofilo Gautier ha detto, parlando della letteratura:
« on peut toujours tout réimprimer : iout est inèiit n .
I cronisti non se lo sono lasciati dire due volte.
Hanno allargato la teorica del gran Theo; ci hanno
fatto entrare anche il giornalismo — e non io vi starò
a dire se ne hanno abusato, e se ne abusano, del per-
messo da lui dato.... Ci sono dei ricorsi storici, an-
che nel giornalismo — specialmente nel giornalismo,
anzi. A date fisse, si riproduce l'articolo dell'anno
aranti — eh' e poi quello di due anni fa, e che sarà
quello — potete giurarci — dell'anno venturo.
Ho sentito raccontare che Yorick, papà Yorick, uno
dei santi padri del giornalismo italico, un anno, dette
alla Nazione un articolo sul giovtdi santo. Celestino
Bianchi, direttore del giornale, per combinazione, lo
lesse prima che andasse « in composizione u. Chiamò
Yorick :
— Sai? l'articolo è bellissimo; ma è troppo scol-
lacciato quei pizzicotti dati alle serve nella chiesa....
— To' ! — proruppe Y^orick — o se è quattr'anni
che questo stesso articolo compare il giovedì santo
sulla Nazione....
L'arricolo era inedito pel direttore della Nazione:
figurarsi pei lettori !...
E ce ne sono parecchie di queste date fisse, e quindi
di questi articoli d'obbligo : l'apertura della cacci.i, le
prime rondinelle, il Derby reale, l'estate che arriva,
l'estate che se ne va, l'articolo dei bagni, quello sul
carnevale.... Del resto, se la cosa è la stessa — per-
chè rifar la fatica a descriverla? Una sforbiciata — e
via : iout est inédit.
Anzi, Aureliano Scholl — un altro del maestri, co-
me Y'orick, del giornalismo — pretende che questo sia
un dovere del cronista, che bisogna fare cosi. L'ab-
bonato di provincia è abituato ad avere col tale giorno
il tale articolo: guai a defraudamelo. E se il gior-
nalista ritarda, arrivano letterine di rimprovero :
Siamo a luglio, perchè ritarda l'articolo balneare ?
Oppure :
Non so spiegarm i com' è che ancora non abbia letto
il fatto del vecchio di 127 anni che vive nell'America
del Sud, o quello della donna che partorisce un bam-
bino colla testa di vitello, che il giornale suole pub-
blicare nella prima quindicina di settembre. Che cosa
aspettate a darceli?
E finché non vede il vecchio centenario o la testa
di vitello nel suo giornale — l'abbonato non è con-
tento.
I giornali più grandi e più piccoli
del mondo.
Nel museo giornalistico di Aqjisgrana (V. pag. 505)
vi è un numero di giornale che s' intitola llluminated
Quadruple Constellation. Vide la luce a New Y'ork
nel 1850. E grande quanto un biliardo, consta di 8 pa-
gine di 13 colonne ciascuna, alte 48 pollici. E di car-
ta cosi forte che pesa un quintale e mei^o. Si pubblica
una volta ogni secolo nella ricorrenza della festa del-
l' indipendenza degli Stati Uniti ; 40 persone spesero
3 mesi a scriverlo, comporlo e stamparlo. Costava
50 centesimi e se ne tirarono 28,000 copie.
Il giornale più piccolo del mondo è El Telegrania,
che pubblicasi a Guadalayara. Solo con 200 copie dello
stesso si può coprire l'altro gigantesco confratello.
Un altro giornale anche piccolissimo è il Medoc Star.
Il giornale più grande che ora si stampa nel mondo
è il Norlh British Advcrtistr : 61 per 6i cm.
Il giornale più settentrionale,
il più meridionale e il più alto.
II giornale più settentrionale si pubblica a Ham-
merfest; il più meridionale nella Nuova Zelanda a
Dunedin; il più alto a Kokonio. nel Colorado. Que-
sto viene stampato a 11,860 piedi sul livello del mare
e porta quindi l'iscrizione: Published at a higher al-
ti tude ihan any olher paper . . . .!£, poi si dica che la
stampa non tende a mantenersi all'altezza della sua
missione !
GRANDE FABBRICA NAZIONALE DI MACCHINE TIPOGRAFlCnE
NORBERTO ARBIZZONI, MONZA
Premiato anche dal R. Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio
Vedi Avviso speciale a pag. 16
PROVINCIA DI EEfìGIO CALABRIA
KjUtnero dei Comuni: io6 — Topolaiione: 372,723 — Superficie: K. q. 3,177 — Depulati della provincia:
I. De Lieto, De Biasio L. , Nanni, VoUaro. 2. Pliuino, De Zerbi, De Biasio V.
L'Aurora. Giornale amministrativo, let-
terario, settimanale, nato il i6 novem-
bre 1889. Esce in 4 pagine a 4 colonne,
formato 0,5 5 >< 0,25. È diretto da Diego Ar-
mando M:idari, che nel 1888 faceva l'altro
giornale Raggio di sole. Abbonamento : an-
no L. 4, sem. 2, trini, i. Un numero 0,05.
Strada S. Lucia, palazzo Canova.
Reggio Calabria.
Bollettino di annunzi. Nato nell'otto-
bre del 1888, si pubblica dalla ditta tipo-
grafica Luigi Ceruso fu Giuseppe. Si spe-
fUsce gratis a chi lo richiede. Corso Ga-
ribaldi, 287.
Reggio Calabria.
Calopinace - Ganetta di Reggio Calabria,
politica, liberale, progressista, amministra-
tiva, nata nel 18.82. Esce ogni domenica
in 4 pagine a 4 colonne. Il nome è tolto
a un fiume del luogo. Fu direttore del
giornale Vincenzo Di Francia (corrispon-
dente del Corriere di Napoli col pseudo-
nimo di Adriano Soldrini), il quale nel 1890
abbandonò la direzione del Calopinace che
fu a'^sunta da Alessandro Grimaldi, e ce-
dette la proprietà al tipografo Lombardi.
Abbonamento: anno L. 4, sem. 2.
Reggio Calabria.
Ferruocio. Giornale politico, del popolo,
fondato nel 1878. Esce ogni settimana in
4 pagine a 5 colonne. Direttore: avv. Con-
solato Condò; redattore capo: R. Lofà-
ro; proprietario: Luigi Ceruso fu Giu-
seppe, nel cui stabilimento tipografico si
stampa. Abbonamento: trini L. 1,50, se-
mestre ed anno in proporzione. Corso Ga-
ribaldi, 287-288-289.
Reggio Calabria.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale creato nel i8S3,perla pub-
blicazione degli atti amministrativi. Si pub-
blica ogni mese in fascicoli di 16 pagine.
Abbonamento : anno L. 12. Un num. L. i.
Reggio Calabria,
lì Martello. Giornale politico, ammini-
strativo, nato nel 1879. É diretto da Do-
menico Enrico Barilla, vecchio giornalista
nella stampa romana. Si pubblica ogni set-
timana in 4 pagine. Abbonamento: an-
no L. 6. Un numero 5 centesimi.
Reggio Calabria.
Il Risveglio. Gazzetta di medicina, chi-
rurgia e farmacia, fondata nel maggio 1 88 5.
Esce ogni mese in fascicoli di 16 pagine
in-8.° Direttore: Dott. Vincenzo Malsano.
Abbonamento: anno L. 4, sem. 2,50. Un
numero 0,25. Via Carmine, pai. Catizzone.
Reggio Calabria.
Spartaco. Giornale politico, amministra-
tivo, nato il 4 novembre 1888. Esce il
giovedì in 4 pagine. Abbonamento: an-
no L. 4, sem. 2. Corso Garibaldi.
Reggio Calabria.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Creato nel 1876, cioè prima
del Foglio Periodico (vedi) , si pubblica due
volte alla settimana in 8 pagine e contiene
gli atti legali amministrativi. Abbonamen-
to : anno L. 6. Un numero 50 centesimi.
Reggio Calabria.
Gioruali cess.ati:
V Argine, amministrativo, settimanale, n. 1885 a Reggio.
L'Avvenire, politico, settimanale.
Cajo Gracco, amministrativo, settimanale, n. 1889 a Reggio.
Corriere di Palmi, amministrativo, settimanale, n. 1888.
La Folgore, amministrativo, settimanale, n. 1S85 a Reggio.
Il Jonio, amministrativo, settimanale, n. 1888 a Gerace Marina.
Il Lanternino, sctrimnnale, n. 1881 a Palmi.
La Luce, amministrativo, settimanale, n. 1885 a Palmi.
La Magna Grecia, amministntivo, settimanale, n. 1889 a Gerace Marina.
L'Operaio, democratico^ settimanale, n. 188S a Reggio.
La Patria, amministritivo, settimanale, n. 1885 a Reggio.
Il Popolano, settimanale, n. 1880 a Palmi.
La Provincia, politico, setiim. n. 1878 a Reggio, direttore avv. B. Camagna.
612 GUIDA DELLA STAMPA. PERIODICA ITALIANA.
>
— La Ragione, amministrativo, settimanale, n. 1886 a Palmi.
— La Rigenerazione, amministrativo, settimanale, n. 1889 a Palmi.
— La Spira, indipendente, settimanale, n. 1888 a Reggio.
— Vita nova, ^minist. settim. n. 1887 a Reggio, direttore Aurelio Barillari.
— La Zàgara, cattolico, quindicinale, n. 1875 a Reggio, mutò titolo in Cittadino e
poscia in Fede e Civiltà.
GIORNALI E GIORNALISTI CALABRESI
La Fata Morgana di Reggio (1843-44)
Tutte le d'uà dell'Italia meridionale avevano i loro maestri di Grammatica, vai
quanto dire, i maestri di libertà e d'indipendenza, i quali ricordando le persecuzioni,
il carcere, le confische, i patiboli, insegnavano quanto sarebbe stato necessario nei
prossimi avvenimenti del 1848.
Reggio non era, in ciò, differente dalle altre città sorelle: Demetrio Nava si
può considerare come il Basilio Puoti della estrema Calabria; e c'erano intorno a
lui don Paolo Pellicano (che, canonico, nel *48 predicò a Napoli, con un crofiGsso
in mano, la rivoluzione delle barricate), Domenico Zerbi (padre di Rocco), Antonino
Fiutino e Domenico Spanò-Bolani. Tutti questi bravi giovani volevano fondare un' Ac
cademia: uno dei soliti mezzi di raccoglimento. Ma l'Accademia, per la morte de
Nava, non venne fondata; nacque invece un giornale: La Fata Morgana: un gior
naie esclusivamente letterario, nel quale i giovani scrittori diffondevano la nuova scuola
e, senza tener desta l'attenzione dei lettori con articoli indiscreti o pornografìi'i, siu
diavano i più belli argomenti di storia patria, illustravano i monumenti, spiegavano
le iscrizioni e, senza dirlo, erano più liberali e patrioti dei giovani scrittori del g'orno
d'oggi. I nomi di coloro che vi scrissero, e che poscia cospirarono, chi più chi meno,
sono i seguenti: Domenico Zerbi, Michele Palestine, Antonino Fiutino, don Pietro
Paolo Moschella, don Paolo Pellicano, Saverio Calorco, Alessandro Nava, Giuseppe
Surace, Giuseppe De Nava, Domenico Spanò-Bolani, Felice Valentino, Ant-^nino Giuf-
Ire, Carlo Guarna-Logoteta, Diego Logoteta-Mari e Francesco Montica. Questi erano
i giovani, ma dietro le quinte ci erano quelli che ispiravano gli articoli, li correg-
gevano, confortavano i giovani coi loro consigli. Questi vecchi generosi erano : Gi-
rolamo Arcovito, Salvatore Arcovito, Antonino Cantica, Tommaso Vitrioli, Felice
Musitano, don Gaetano Paturzo e Domenico Muratori.
In una città piccola (allora Reggio non aveva la popolazione che ha oggi), quel
numero di scrittori è già, per sé stesso, grande, e rivela le cagioni più vere del
giorno 2 settembre.
Nell'ottobre del 1842 Giuseppe Regaldi stette a Reggio e nel teatro dette due
accademie d'improvvisnzionp. Fra gli a'tri argomenti pospostigli ci fu quello della
Fata Morgana. Il Regaldi parlò di patria, di libertà, d'indipendenza, di stranieri, ecc.
La poesia usci proprio dal cuore. 1 giovani la pubblicarono subito nel loro giornale
omonimo, e l'Intendente lo permise. Ma quando i giornali napoletani vollero ristam-
parla, la polizia negò loro il permesso, avendo intraveduto il senso riposto di quei
versi. Poi il Regaldi andò via, né ricordò più la poesia ; anzi credette che i giovani
non l'avessero mai raccolta nel teatro per paura della po'izia. Seppe l'esistenza solo
nel 1871, e volle una copia, che gli fu spedita dallo Spanò-Bolani, togliendola al
suo giornale del 1843.
Rocco De Zerbi è uno dei più brillanti e dei più eruditi pubblicisti d' Italia.
Nel 1860, a 17 anni, fuggi di Calabria per arruolarsi volontario in Sicilia, e divenne,
sotto Garibaldi, sergente d'artiglieria. Indi entrò nella scuola militare d'Ivrea, ne usci
sottotenente e combattendo valorosamente contro i briganti in provincia di Avellino,
si guadagnò nel 1864 la medaglia al valor militare. Dopo la guerra del '66, chiesta
PROMNCIA DI REGGIO CALABRIA. 613
l'aspettativa, accettò il modesto ufficio di correttore di bozze nel giornale la Patria,
dove non lo si credeva capace di altro. Ma a un tratto rimase solo al giornale; lo
sostenne, lo sollevò, cominciò a farsi conoscere. E parendogli la Patria troppo con-
sorte, fondò il Piccolo, un giornale brioso, pieno di fuoco e di gioventù, scritto bene.
Fu una rivelazione; d'allora in poi il De Zerbi fu conosciuto, ricercato, festeggiato;
scrisse e scrive di politica, di letteratura, di storia, di arte, di tutto, con un'impronta
di originalità tutta sua che mostra l'uomo che studia gli argomenti di cui si occupa.
Durante la sua lunga direzione, il Piccolo, in cui firmava gli articoli con un i, acquistò
una sana popolarità, e fruttò al suo giovane direttore, per varie volte, il posto di de-
putato nel 5.° collegio di Napoli. Ora si è quasi completamente ritirato dal giornalismo
militante ed è deputato della sua provincia.
Lo origini della pubblicità commerciale e industriale.
La reclame non é invenzione recente. Tutt' altro!
Non sarebbe difficile rintracciarne le origini nei tenipi più remoti.
Non parliamo dei pubblici banditori, che quelli hanno sempre esistito. Giove
s'annunziava con un tuono, lehova egualmente.
Le autorità militari e sacerdolali si son sempre fatte precedere dai tamburi,
dalie trombe e dagli oricalchi, intendiamo qui parlare sollanlo della pubblicità com-
merciale e industriale, la quale ha sempre avuto i suoi fautori. La merce nei tempi
antichi si annu'ziava con grida e rumori diversi come negli attuali mercati. Gì' in-
gegnosi nel soverchiare gli altri non sono, mancati mai. Fra i bjndi ufficiali si sono
sempre frammischiali gli annunzi particolari. L'albo pretorio era un libro aperto, che
serviva d'esempio ai banditori. Le gazzette prima dell'invenzione della stampa esi-
stevano. Son famose le tavolette romane.
in Francia il primo annunzio stampato comparve nel 1629.
Gli annunzi di quel tempo sono assai curiosi ed è interessante la storia loro.
Eran semplicissimi, ma le notizie che contengono, son preziose. Sono notevoli i nu-
merosi avvisi per rintracciare i domestici fuggiaschi che avevano derubalo i loro
padroni. Fra i connotati che si damano dei fuggitivi, frequentissimo era questo; segnato
di vaiuolo. Fin dal 1680 eran frequenti in Francia i servitori negri. Ecco un an-
nunzio caraiterislico: « Di cedersi al caffè La Fleur un piccolo negro di i 2 anni».
il 30 settembre «lei 1638 fu per la prima volta annunzialo l'arrivo in Francia di un
carico di liiè. L'annunzio diceva: « una eccellente bevanda cinese, approvala dai medici
cinesi e che ha nome lay 0 tchè. Si vende all' insegna del Pan di Zucchero a S. Dionigi » .
Già sin d' allora s'annunziavano sui pubblici fogli le polveri nervose, le paste
pettorali, ecc. lontane precorritrici delle pillole Holloway e Geraudel, che occupano
cosi grande spazio nella quarta pagina dei giornali.
Più tardi la pubblicità si estende a moltissimi soggetti e finisce per abbracciare
lutto, i piccoli avvisi ornati da un semplice filetto sono sostituiti da un quadretto e
sovente da un disegno. Una delle prime vignette che si conoscano, rappresenta un
gatto che si specchia maraviglialo in uno stivale ben vernicialo.
Oggi la pubblicità ha per tutti la massima importanza : è utile ai produttore
come al consumatore. Pei giornali poi è assolutamente necessaria. Per farsi un'idea
della sua importanza, basterà notare che in Isvizzera si stampa un giornale per ogni
5073 abitanti e che molti di essi hanno una tiratura di oltre 16,000 copie.
in inghilierra, in Francia, in Germania, in America, la pubblicità sulla 4.* pa-
gina è comunissima ed è fonte di lauti guadag:)i. In lia!ii siamo ancora assai lon-
tani dblla prosperità degli annunzi; eppure sono easi che aiutano la diflusione del
giornale e che gli somministrano il più forte alimento.
Il ricchissimo negoziante americano N. G. Stewart soleva dire; — Seno gli
annunzi che han fatto la mia fortuna.
014 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Il paese in cui mapgiormenle fiorisce codesto mezzo di arricchire è quello deg li
Slali-Uniti d'America. 1 fabbricami di colà non sanno più come fare per inventare
nuovi modi di reclame. 1 giornali, i muri, ì iramwais, i vagoni, le navi, lutto è ormai
esaurito. Il fabbricante di saponi Smith ne inventò una nuova. Lungo le sponde del-
l'Hudson fece scolpire sulle grandi roccie a caratteri cubitali questo avviso: — Non
vi servite che del sapone Smith!
Per lungo tempo, l'emulo di quel fabbricante, il signor lones, cercò come sor-
passare il suo rivale; alla fine vi riuscì. Con spese considerevoli fece scolpire sotto
la scritta dello Smith queste parole in grossissimi caratteri: « Se non trovale del
sapone lones. » E inutile ossi'rvare che si parlò a lungo della lolla dei due fabbri-
canti di sapone, ed ceco raggiunto lo scopo.
Da noi si pone poca cura nell'ordinare gli avvisi, eppure l'ordine che si deve
dare ad essi, è di capitale importanza, perchè agevola le ricerche del lettore, e gli
mede solfo gli occhi quelli di cui ha maggiormenie bisogno. In Ingliillerra, e in
America, sono distribuiti per materie ed anche per ordine alfabf^lico.
1 giornali esteri devono la loro fortuna agli annunzi. Se non fosse per le immense
entrate che procura loro la reclame, nessun giornale americano, nessun giornale in-
glese, potrebbe fare la metà delle spese che fa. È cosi che il New York Herald
ha potuto stabilire, per sé soln, un cavo transatlantico, e che il Times hi un tronco di
ferrovia che si allaccia alla lini-a principale, e un treno proprio pel suo servizio.
I nostri giornali a un so'do, e per giunta poveri di avvisi, non ci daranno mai
nemmeno una linea d'omnibus.
La reclame dei giornali italiani
Fra i molti giornali che riceviamo dall' Italia e dall'estero, dovemmo più volte rilevare che nel nostro
paese a confronto degli altri, gli .-lunuazi e la reclame non solamente non sono apprezzati, ma tutti e la mag-
gior parte dei lettori li trascurano.
La stampa francese, tedesca, inglese e di altrove ne ricava quotidianamente guadagni immensi e ciò
avviene perche gli industriali e commercianti, tutti vi sanno calcolare i vantaggi della pubblicità.
Perchè dunque il commercio italiano non dovrebbe sapere imitare il commercio di Vienna, di Londra,
di Parigi, di Berlino, di Bruxelles, di Nuova York, dove la pubblicità è costosissima mentre da noi è molto a
buon mercato ?
I giornali dei forestieri, ad esempio, che si pubblicano a Vichy, a Mentone, a Aix-les-Bains, a Gine-
vra, ecc. , aanno tutti diedri o quindici pagine di fittissima reclame ; e pensare che essi non pubblicano un an-
nunzio se anticipatamente non vengono sborsate cinque o sei lire e forse anche più per ogni riga.
II commercio si lamenta fra noi, che si fanno pochi aEFari ; noi crediamo che ciò provenga in parte
principale dal difetto d'annunzi e di opportuni richiami.
Seguano dunque qui da noi l'esempio degli altri popoli fra cui è prospera e floridissima l' industria.
nmm fonderia di caratteri
D. BACCIGALUPPI & C.
iviix-i Aisro
S^ Vedi Avviso speciale a pag*. 155 *^S1
Ufficio SDCCBrsale flel GlorDali Italiani efl Esìeri
Inserzioni, Rappresentanze, Depositi,
FIRENZE (V. pag. 380)
PROVINCIA. DI REGGIO NELL'EMILIA
Numero dei Comuni: 45 — Popolazione: 244,959 — Superficie: K. q. 2,109
Fornaciari, Levi, Gherardiui, Bonfadiiii, Basetti.
Deputati della provincia
Bollettino commerciale. Organo dell'as-
sociazione fra industriali, commercianti ed
esercenti, e della Camera di Commercio,
nato nel 1887. Esce ogni mese in 8 pa-
gine a 3 colonne. Si distribuisce gratis ai
commercianti iscritti presso la Camera.
Reggio Emilia.
BuUettino ài paletnologia italiana. Gior-
nale scientifico, nato nel 1876. Direttori:
G. Chierici, L. Pigorini e Strobel, Abbo-
namento: anno L. 6. Tip. degli Artigianelli.
Reggio Emilia.
Il Caseificio italiano illustrato. Rivista
pratica, scientifica, commerciale, dedicata
alle latterie italiane, nata nel 1889. Esce
tutti i venerdì. Abbonamento: anno L. 6.
Tipografia Artigianelli. Via S. Caterina, 12.
Reggio Eìiiilia.
Foglio periodico della Prefettura. Nato
nel 1865 per la pubblicazione degli atti
amministrativi. Esce ogni mese in fasci-
coli di IO pagine circa. Abbonamento:
anno L. 12. Non si vende a numeri separati.
Reggio Eiitilia.
Girumetta. Giornale umoristico, nato
nel 18S5 e redatto in italiano e dialetto
reggiano. Esce a lunghi intervalli in 4 pa-
gine. Non fa abbonamenti. Un numero 0,05.
Reggio Eniilia.
La Giustizia, Difesa degli sfruitati. Gior-
nale socialista, nato nel 1886. Esce ogni
settimana in 4 pagine a 4 colonne. Abbo-
namento: anno L. 3. Un numero cent. 5.
Reggio Emilia.
L'Italia centrale. Giornale politico, am-
ministrativo, nato il 3 novembre 1863 sotto
la direzione del dott. Enrico Peri. Dap-
prima si pubblicò 3 volte la settimana, ora
tutti i giorni in 4 pagine a 5 colonne.
L'Italia centrale sostenne sempre, nono-
stante i mutamenti avvenuti nella sua di-
rezione, i principii del partito moderato e
con lealtà e franchezza si comportò sem-
pre nelle quistioni di vitale interesse sia
politiche che amministrative, rispettando
le persone dei suoi avversari politici. Oggi
ancora batte la stessa via ed è il giornale
più diffuso ed accreditato della città. Di-
rettore : prof. Venceslao Cherubini. Pro-
prietario: Leopoldo Bassi. Abbonamento:
anno L. 18, sera. 9, trim. 4,50. Inserzioni:
4.° pagina cent. 25. Via S. Caterina, 12.
Reggio Emilia.
Il Reggianello - Piccolo Corriere. Gior-
nale politico, cattolico, nato nel 1887. Esce
ogni settimana in 4 pagine. Abbonamento :
anno L. 4. Un numero 5 centesimi.
Reggio Emilia^
La Riscossa. Giornale politico, monar-
chico, liberale, nato nel 1890. Esce ogni
domenica in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 3,50. Un numero 5 centesimi.
Reggio Emilia.
Il Risveglio zootecnico. Giornale popo-
lare, nato il 15 marzo 1889, dedicato al
miglioramento del bestiame : è organo uffi-
ciale dell'Associazione zootecnica provin-
ciale di Reggio Emiha. Esce in 4 pagine
formato 0,32x0,23, con illustrazioni. Di-
rettore : R. Zappa.Via Emilia a S. Pietro, 24.
Reggio Emilia.
Rivista sperimentale di freniatria e di
medicina legale. Diretta dai professori
A. Tamburini, Golgi, Tamassia, Mortelli,
e redatta da molti specialisti. Segretario
della redazione: dott. E. Belmondo. Esce
ogni 3 mesi in 192 pagine in-S." con ta-
vole. Abbonamento: anno L. 18. Un fasci-
colo L. 4,50. Presso il Frenocomio.
Reggio Emilia.
La Sinistra. Giornale politico, ammini-
strativo, liberale, democratico, nato nel
1887. Esce ogni giorno in 4 pagine a 5
colonne. Tira 2000 copie. Proprietario:
Cattani-Coffarri. Direttore: dott. Angelo
Jori. Abbonamento: anno L, 15, sem. 8,
trim. 4,50. Un numero 5 centesimi. Corso
Garibaldi, 20.
Reggio Emilia.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Nato nel i«76, esce in media
in 4 pagine 2 volte alla settimana e con-
tiene gli annunzi legali amministrativi. Ab-
bonamento: anno L. 6. Ogni numero in
ragione di 3 centesimi la pagina,
Reggio Emilia,
616
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Giornali cessati:
Il Caporale di settimana, amministrativo, settimanale, n. 1878 a Correggio.
Il Corrierino, politico, settimanale, n. 1885 a Reggio.
Il Diavolo loppo, teatrale, settimanale, n. 1885 a Guastalla.
Don Chisciotte, commerciale, n. 1886 a Reggio Emilia.
L'Eco di Correggio, amministrativo, settimanale, n. 1885.
Gajetè, illustrato, n. 1S87 a Reggio Emilia.
Il Genio cattolico, bimensile, letterario, n. 1868 a Reggio, direttore C. Fornaciari.
La Minoranza intransigente, radicale, settimanale, n. 1882 a Reggio.
La Nuova Ragioneria italiana, mensile, n. a Reggio, direttore Giovanni Rossi.
La Previdenia, didattico, n. 1887 a Reggio, direttore prof. A. Mordini.
Reggio Nova, amministrativo, settimanale, n. 1S84.
Il Ribelle, n. 1884 a Reggio Emilia.
I! Risveglio, amministrativo, settimanale, n. 1885 a Reggio Emilia.
Rivista provinciale, bisettimanale, politico, n. 1879 a Reggio
Lo Scamiciato, socialista, n. 1882 a Reggio, direttore Cesare Masona.
Il Veridico, cattolico, bisettimanale, n. 1874 a Reggio Emilia.
Duelli giornalistici
Ecco i particolari di un duello abbastanza strano :
Un redattore di giornale riceveva da uno dei suoi lettori la lettera seguente :
« Signore,
« Non si mandano testimoni ad un brigante della vostra sorte. Lo si schiaÉfeggia. Io non ho altra in-
tenzione. Voi siete, adunque, schiaffeggiato su tutte e due le guance. Ringraziatemi di non aver ricorso al frustino. »
Seguiva la firma.
Il redattore, afferrata la palla al balzo, prese la penna e rispose cosi:
« Avversario senza esempio !
« Vi ringrazio di avermi indirizzato, secondo i vostri desideri!, per lettera degli schiaffi anziché dei
colpi di frustino. Schiaffeggiato per iscritto, vi mando, sempre per iscritto, sei palle di revolver nella testa e
voi siete, conseguentemente, un uomo ucciso per iscritto. Consideratevi quindi, all'ultima riga di questa lettera,
per un uomo morto.
« Saluto il vostro cadavere. »
Ed ecco i particolari di un altro duello consimile :
Or son due o tre anni, mentre ferveva « la guerra di penne » fra la stampa di Russia e di Germania,
la Ga^^etta di Piclroburgo pubblicò un articolo oltremodo offensivo per le donne tedesche. Pochi giorni dopo la
pubblicazione l'autore dell'articolo ricevette la seguente lettera :
« Berlino, 50 ottobre.
« È una buona fortuna per voi, signor R.... che abitiate in una città distante da Berlino, perchè altri-
menti vi punirei in modo esemplare per il vostro articolo contro le donne tedes.he. Ma siccome non posso
farlo per causa della distanza che ci separa, vi prego di considerarvi come bastonato.
« R. ROCHSTETTER
a Oranienslrasse, N. 122. »
Rochstetter ricevette immediatamente la seguente risposta :
« Onorevole signore,
« Nel medesimo momento in cui voi alzaste il bastone per colpirmi, mi riesci di trarre dalla tasca un
revolver e di uccidervi stante pedc. Vi prego perciò di riguardarvi come morto.
« Il mio indirizzo è Pietroburgo, ÌVladimirkaja, N. 14. »
Se tutti i duellisti adottassero questa procedura 1
Ufficio Centrale di PiiÌ3Ì)Iicità
ra
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iiiii
I
\\m
Vedi Avviso speciale a pag. 442
Ul
PROVINCIA DI ROMA
Numero dei Comuni: 227 — Popolazione: 903,472 — Superficie: K. q. 12,170 — Deputali della provincia:
1. Garibaldi R. , Baccelli G. , Pianciani, Siacci, Coccapieller. 2. Garibaldi M. , Ferrari E,, Baccelli A,,
Piacentini. 3. Tittoni, OJescalchi, .... 4. Ellena, Narducci, Balestra.
L'Accademia romana di S. Tommaso
d'Aquino. Periodico di fìlosofìj. Vi scri-
vono: G. Fabri, F. Satolli, G. M. Comcldi,
Nunzio, Signoriello, G. Prisco, P. Matteo
Liberatore, ecc. - Esce in fascicoli di ol-
tre 2C0 pagine. Tipografia Befani.
Roma.
Acta Ordinis Minorum. (vedi provincia
di Firenze.)
Acta S. Sedis, in compendium opportune
redacta et illustrata studio et cura Victorii
Piaiiesi iuris utrisque doctoris. Pubblica-
zione nata nel 1833. Esce ogni mese in
64 pagine, redatta in latino e contiene gli
atti della S. Sede. Abbonamento: anno
L. 12. Un fascicolo L. i. Tip. Propaganda.
Roma.
L'Amico degli scolari. Giornale educa-
tivo, nato nel 1886. Esce 2 volte al mese
in <S pagine illustrate. Direttore : Federico
Bassi. Abbonamento: anno L. 2. Un nu-
mero 10 centesimi. Via dell'Agnello, 25.
Roma.
L'Amico dei fanciulli. Nato il 30 giu-
gno 1881, esce ogni mese per cura della
Società cattolica istruttiva. Costa una lira
all'anno. Contiene racconti, biografie, dia-
loghi, ecc. Borgo Vecchio, 165.
Roi)!a.
L'Amico del clero. Periodico religioso,
artistico, morale e scientifico, nato il 16
giugno 1888. Esce ogni settimana in ló pa-
gine in-8.° - Direttore : don Bernardino
Castaldi. Abbonamento: anno L. 5. Via
del Polverone, i, p. 2.°
Roma.
L'Amico dell'arma. Giornale teorico-
pratico legale, ad uso dei sottufficiali e
militari dell'arma dei reali carabinieri e di
ogni altro ufficiale di polizia giudiziaria
ed agente della forza pubblica, natoli 15
gennaio 1887. Esce ogni 15 giorni in 48
pagine in-8.° - Direttore: avv. cav. Fran-
cesco Ardizzone Bracci. Abbonamento :
anno L. 6. Via Principe Eugenio, 10.
Roma.
L'Amico del popold Giornale cattolico,
politico, letterario, fondato nel 1850 dal
prof Domenico Venturini. Cessato nel 1 863 ,
riprese le pubblicazioni nel 1S76. Esce ogni
l) giurai in S pagine in-4,''a J colonne=
Direttore : cav. Temistocle Montenovesi.
Abbonamento: anno L. 2,5o.Via Bonella, i.
Roma.
L'Amministrazione italiana. Rassegna
settimanale, economica, finanziaria, ammi-
nistrativa e computistica, organo degl'im-
piegati, nato nel 1871. Esce in 16 pagine
in-4.° a 3 colonne. Fu diretto per alcuni
anni da F. Roani e da L Tarchiani. Ora
è diretta dal cav. Enrico del Guerra. Ab-
bonamento: anno L. io, sem. 6, trim. 3
Via Cavour, 91 (Est).
Roma,
Anacleta ordinis minorum cappuccino-
rum. Periodico cattolico, mensile, nato
nel 1884. Non fa abbonamenti.
Roma.
. Annali del credito e della previdenza.
Pubblicazione ufficiale del Ministero di
Agricoltura, nata nel 1883. Viene compi-
lata dalla divisione Industria, Commercio
e Credito. Esce a volumi in-8.°, che va-
riano sempre nel numero delle pagine e
nel prezzo. Non fa abbonamenti. Tip. Botta.
Roma.
Annali della società degl'ingegneri e
degli architetti italiani. Nati nei 1Ò86,
so-jo pubblicati per cura della presidenza
sotto la direzione del segretario ingegnere
G. C. Baravelli. Escono in volumi in-S."
di un numero variabile di pagine. Vi scri-
vono: F. Marcucci, G. Chistoni, V. Sol-
dati,Pio Piacentini, Giuseppe Kaiser, G.Tor-
ricelli, ecc. - Tipografia Centenari.
Roma.
Annali delle strade obbligatorie. Perio-
dico mensile. Piazza ò. Ignazio, 1 27 e 1 5 1 -A.
Roma.
Annali dell' industria e del commercio.
Pubblicazione del Ministero di Agricoltura,
nata nel 1878. Esce in grossi fascicoli in-S,"
Tipografìa Botta.
Roma.
Annali dell'istituto d'igiene sperimen*
tale della E. Università di Eoma. Gior-
nale scientifico, nato nel 1869 e diretto
dal prof. Angelo Celli, direttore dell' Isti-
tuto. GU Annali trattano argomenti im-
portanti e vitali per la pubblica igiene, e
contengono studi utilissimi per conoscere
e prevenire k malattie sociali. Roma,
618
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Annali del Sacro Cuore di Gesù. Perio-
dico cattolico, nato nel 1888, scritto dai
PP. Missionari del Sacro Cuore e diretto
dal R. P. Giulio Chevalier. Esce ogni mese
in 32 pagine in-i6.° - Abbonamento: anno
L. 2. Via della Sapienza, 32.
Roma.
Annali di agricoltura. Pubblicazione in-
coni'Qciata nel 1S78 per cura del Ministero
di Agricoltura (Direzione generale dell'agri-
coltura, direttore generale comm. Miraglia).
Gii Annali si pubblicano in volumi in-8.° di
vario prezzo e non ha periodicità fissa. Con-
tengono pregevoli monografie intorno al-
l'agricoltura, alle industrie agrarie, agli
allevamenti, ecc. - Tipografia Botta.
Roma.
Annali di Nostra Signora del S. Cuore
di Gesù. Organo ufficiale della devozione
verso Nostra Signora del S. Cuore e del-
l'Aroiconfraternita universale sotto lo stes-
so titolo, fondato dal R. P. Giulio Cheva-
lier in Issoudun (Francia) nel 1866. Nel
1872 si stabili in Italia, a Osimo, nel 1S79
a Roma, sotto la direzione dpi PP. Mis-
sionari del S. Cuore. Gii Annali si occu-
pano dei progressi dell'Arciconfraternita,
delie missioni estere nell'Oceania, della
Piccola Opera del S. Cuore, ecc., e sono
diretti dal P. Vittore louet. Escono ogni
mese in 32 pagine in-16 ° - Abbonamento :
anno L. 2. \^ia della Sapienza, 32.
Roma.
Annali di S. Giuseppe, amico del Sa-
cro Cuore. Giornale cattolico, nato nel gen-
naio 1007. Esce una volta al mese in 32
pagine in-ió." - Abbonamento: anno L. 2.
Via della Sapienza, 32.
Roma.
Annali di statistica. Pubblicazione molto
importante, iucommciata nel 1878 per cura
del Ministero d'Agricoltura (Direzione ge-
nerale della statistica - direttore comm. Bo-
dio). Gli Annali si pubblicano in grossi
volumi in-8.° - Vi scrivono : dott. V. Ma-
galdi, C. Tedaldi, G. Florenzano, A. Angeli,
Brachelli, A. Arbib, ecc.
Roma.
L'Annunzio illustrato. Giornale di arte,
scienza, tìnaaze, biografia e varietà, nato
nel 1880. Esce ogni mese in 32 pagine.
Direttore: Luigi Gorza. - Abbonamento:
anno L. 2,50. Piazza Borghese, 91.
Roma.
L'Antologia delle famiglie. Periodico
quindicinale. Direttore: Matì'ei dott. Gia-
como. Borgo Nuovo, Si.
Roma,
L'Arcadia. Periodico mensile di scienze,
lettere ed arti, nato nel gennaio 1889 e
diretto da una commissione di Arcadi, pre-
sieduta dal custode generale. Esce il 15 di
ogni mese in 64 pagine in-S." Vi scrivo-
no: Lucido Maria Parocchi, Alfonso Ca-
pecebtro. Agostino Bartolini , Alfredo
Monaci, Isidoro Carini, Virginio Prinzi-
valli, G. Biroccini, G. Tuccimei, ecc. Abbo-
namento: anno L. 10. Piazza Borghese, 91.
Roma.
Archivio clinico italiano. Giornale di
medicina e chirurgia, nato nel 1870. Esce
ogni settimana ia 8 pagine. Abbonamento:
anno L. io.
Roma.
Archivio della Società romana di storia
patria. Pubblicazione trimestrale, nata nel
1875. Esce in fascicoli di un numero in-
determinato di pagine. Abbonamento : an-
no L. 15. Biblioteca Vallicelliana, ex con-
vento dei Filippini.
Roma.
Archivio storico dell'arte. Splendida ri-
vista mensile, artistica, illustrata, nata nel
1888 e diretta dal conte Domenico Gnoli,
prefetto della biblioteca V. E. di Roma.
Questa rivista, che si pubblica in fascicoli,
non ha avuto precedenti in Italia, e all'e-
stero ha trovato favore straordinario fra i
tecnici, come dimostrano i nomi dei suoi
collaboratori stranieri: Calvin, Fisher, Gey-
MùUer, Muntz, Tschu di, ecc. - I collabo-
ratori italiani sono i più valenti cultori di
storia dell'arte e d'archeologia artistica:
Boito , Cantalamessa, conte Caudini, conte
Manzoni, Tulio Massarmi, Milanesi, Pan-
zacchi. De Rossi, Ricci, Venturi, ecc. -
Tiratura 1000 copie. Abbonamento: an-
no L. 36, Sem. 20. - Unione: anno L. 40,
sem. 25. Un fase. L. 5. Piazza di Spagna, 3.
Rotna.
L'Armonia. Giornale musicale, mensile,
nato nel 1888, per fornire le bande musi-
cali di composizioni e riduzioni di musica
strumentale. Direttore: Alessandro Vassel-
la, direttore del concerto municipale di
Roma.
Roma.
Arrivé des étrangers à Rome. Giorna'e
di annunzi, liste di forestieri, ecc., nato
nel 1846. Esce 3 volta alla settimana, ia
4 pagine, redatto in francese. Abbona-
mento: anno L. 36. Un numero 0,10.
Roma.
L'Artigianello. Giornale cattolico, nato
nel 1880. Esce 2 volte al mese e si oc-
cupa di arte e letteratura. Abbonamento :
anno L. 4. Borgo Vecchio, 165.
Roma.
L'Assicurazione. Monitore della società
e del pubblico, nato nel 1884. Esce ogni
PROVINCIA DI ROMA.
619
1 s giorni in 8 pagine. Direttore : Vittorio
Bario. Abbonamento: anno L. io, estero 1 5.
Un num. 0,50. Via Venti Settembre, 11.
Roma.
L'Ateneo italiano. Giornale letterario,
artistico, educativo, nato a Forlì nel 1S70
col titolo di Ateneo Romagnolo che poi mutò
neU' attuale trasportandosi a Roma. Esce
2 volte al mese in 16 pagine con coper-
tina. Direttore: Tito Mammoli. Abbona-
mento: anno L. 3. Via Giovanni Lanza, 126.
Roma.
Atti del consiglio comunale di Roma.
Pubblicazione amministrativa, periodica.
Esce in fascicoli in-4.'* Tip. Cecchini.
Roma.
Atti dell'Accademia pontificia de' Nuovi
Lincei. Nati nel 1847, escono 7 volte al-
l'anno in fascicoli di un numero indeter-
minato di pagine. Sono compilati dal se-
gretario dell'Accademia: De Rossi M. S.
Piazza Aracoeli.
Ro)ita.
Atti della R. Accademia dei Lincei. Fon-
data quest'accademia nel 1603 cominciò
a pubblicare a volumi separati le memorie
dei suoi soci. Gregorio XVI nel 1840 la
chiuse; la riapri Pio IX nel 1847 chia-
mandola Accademia Pontificia dei Nuovi
Lincei. Nel i''^7o, riunitasi Roma all'Italia,
la società ebbe statuto propriì, ricono-
scimento governativo e s'intitolò R. Ac-
cademia dei Lincei. Le sue pubbFcazioni
cominciarono nel 1849; i primi 23 volumi
(i.* serie) appartengono ali' Acc. Ponti/.;
ì 2 seguenti alla Reale; poscia pubblicò
altre 3 serie che comprendono note e me-
morie di soci. I Rendiconti si pubblicano
2 volte al mese; le Memorie a liberi in-
tervalli. L'Accademia pubblica pure i Mo-
numenti di antichità e le Notizie degli scavi
(mensile). Le pubblicazioni accademiche
si distribuiscono gratis ai soci.
Roma.
Atti della B. Accademia medica. Un vo-
lume all'anno, corrpilato dai consiglieri
delegati per la stampa, prof. E. Marchia-
fava e prof. G. Colasanti, con numerose
tavole. Un voi. L. io. Presso l'Università.
Roma.
L'Avvenire del maestro elementare. Pe-
riodico quindicinale, fondato nel ibSoda una
società d'insegnanti. Direttore: Giovanni
Merighi. L'Avvenire esce in quaderni di 24
pagine a 2 colonne. Tratta di riforme, ordi-
namenti, esami, pedagogia e cose letterarie.
Esce 4 volte al mese durante l'anno sco-
lastico e 2 volte al mese nelle vacanze
autunnali. Abbonamento: anno L. 3. Un
numero 0,20. Roma.
L'Avvenire del Lazio. Giornale poli-
tico, democratico, amministrativo, nato
nel 1876. Esce giovedì e domenica in 4
pagine a 4 colonne. Direttore : Ubaldo
Mancini. Abbonamento: anno L. lO.sem. 5,
trim. 2,50. Inserzioni, 0,20 la linea.
Albano.
L'Avviamento. Giornale pei giovanetti
che incominciano il tirocinio letterario,
nato il 23 marzo 1889. Esce ogni sabato
in 8 pagine in-4.'' Abbonamento : anno
L. 3. Un numero 0,05. Borgo Nuovo, 1 50.
Ro)na.
L'Avvisatore degli impieghi vacanti. Pe-
riodico nato nel 1871, necessario ai me-
dici, chirurghi, segretari comunali, maestri,
direttori di concerto, farmacisti, notai e
a tutti coloro che amano procurarsi un
impiego e migliorare la loro attuale po-
sizione. Esce 3 volte al mese. Abbona-
mento: anno L. 5, sem. 3. Direttore: Au-
gusto Cilla. Via Offici del Vicario, 45.
(vedi avvisi speciali a pagine 262 e 380.)
Roìua.
La Bandiera del popolo. Giornale ammi-
nistrativo, nato nel 1887. Esce ogni setti-
mana in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 5. Direttore: Luigi Giovannucci. Un
numero 3 centesimi. Via Larga.
Roma.
La Biblioteca. Periodico mensile per la
diffusione della buona stampa Si distri-
buisce gratis a tutti i clienti della Librt ria
Filiziani. Pozzo Cornacchie, 7, 8.
Rotna.
Bollettino consolare. Pubblicazione uffi-
ciale del Ministero degli Esteri. Nel gior-
nalismo questo Bollettino vive isolato come
un misantropo; non si porge ai suoi col-
leghi, non accetta cambi, e con ciò nega
a fé stesso tutti i beneficii della pubbli-
cità. Scritto per far conoscere quello che
fanno i consoli, non è letto che da con-
soli. Fondato nel 1861, esce ogni mesca
fascicoli in-8.° in un numero indetermi-
nato di pagine, redatto in italiano e fran-
cese. Abbonamento: anno L. 12.
Roma.
Bollettino degli atti del comune di Ti-
voli. Giornale creato il 9 marzo 1884, per
dare maggiore pubblicità agli atti ammi-
nistrativi. Esce in 4 pagine a 3 colonne.
Un numero 0,05.
Tivoli,
Bollettino degli atti puTstlicati della
Giunta municipale di Roma. Esce perio-
dicamente in fascicoh di oltre 200 pagine
in- 16.° Tipografìa Boncini.
Roma,
Bollettino del collegio dei ragionieri ia
620
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Boma. Nato nel 1882 per la pubblica-
zione degli atti del collegio, esce a periodi
indeterminati in loo e più pagine in-8.°
Direttore: Adolfo Salvatori. Si distribui-
sce gratis ai soci. Via Torino.
Roììia.
Bollettino dell' Associazione generale
italiana dei fabbricanti e commercianti
di alcools e liquori. Nato il 15 marzo
1889, esce in 4 pagine, formato 0,37 x 0,25.
Direttore : Ranieri Pini. Via Venti Set-
tembre, 98 B.
Roma.
Bollettino dell' Associazione italiana
della Croce Rossa. Nato nel 1879, cessò
nel 1881; nel i^só rinacque ed esce ogni
anno in fascicoli di oltre 200 pagine con
gli atti dell'associazione.
Roma.
Bollettino della commissione archeolo-
gica. Nato nel 1873, esce in fascicoli il-
lustrati ogni 3 mesi. Abbonamento: anno
L. 16. Non si vende a numeri separati.
Roma.
Bollettino della missione della chiesa
evangelica valdese. Nato nel 1883, esce
ogni mese in fascicoli. Direttore : G. B. Tron.
Abbonamento: anno L, io. Gratis ai fre-
quentatori della chiesa.
Roma.
Bollettino della H. Accademia medica.
Nato nel 1875, esce ogni mese in 64 pa-
gine. É redatto dai professori E. Marchia-
fava e G. Colasanti. Abbonamento: anno
L. 8. Non si vende a numeri separati.
Presso la R. Università.
Roma.
Bollettino della società della gioventù
cattolica. Pubblicazione religiosa, nata nel
1881. Esce ogni mese in 8 pagine. Redat-
tore: Giovacchiuo Sibatucci. Abbonamen-
to: anno L. 2,50. Via dell'Impresa, 27.
Roma.
Bollettino della società geografica ita-
liana. Nato nel i!^ó7, esce ogni mese in
fascicoli di almeno So pagine in-S." - Di-
rettore: prof. G. Dalla Vedova. Vi scri-
vono : F. Cardon, S. Raineri, G. A. Co-
lini, ecc. - Abbonamento: anno L. 36, pei
soci 21,50. Via del Collegio Romano, 26.
Roma.
Bollettino delle casse di risparmio. Nato
nel 1884, esce ogni 6 mesi m fascicoli a
cura del Ministero d'Agricoltura.
Roma.
Bollettino delle estrazioni e dei pre-
stiti italiani. Nato nel 1872, esce ogni
mese in una pagina. Abbonamento: anno
L. 3. Un numero 5 centesimi.
Roma,
Bollettino delle finanze, ferrovie e in-
dustrie. Giornale finanziario, economico,
industriale, di lavori pubblici, commercio,
appalti, estrazioni, nato nel 1867 a Firenze
e trasportato poscia a Roma, dove esce
ogni domenica in 32 pagine a 2 colonne.
Direttore: I. De Benedetti. Abbonamento:
anno L. 15, sem. 8 - Estero: anno L. 18,
Sem. IO. Piazza S. Silvestro, 75.
Roma.
Bollettino delle opere moderne stra-
niere acquistate dalle biblioteche pubbli-
che governative del regno d' Italia. Nato
nel gennaio 1886, esce ogni 2 mesi per
cura della Biblioteca Nazionale V. E.
Roma.
Bollettino delle primarie associazioni
artistiche ed operaie di carità. Nato nel
1877, esce ogni mese in 4 pagine e con-
tiene, fra le altre cose, gli atti della società.
Direttore : cav. Federico Melandri. Gratis
ai soci. Via Testa Spaccata, 26-A.
Roma.
Bollettino dell' Istituto storico italiano.
Nato nell'aprile 1886, esce in fascicoli di
oltre 60 pagine in-8.° - Si occupa del
movimento dell'istituto, segnala le discus-
sioni e proposte, qcc. - Tip. del Senato.
Roma.
Bollettino del museo di zoologia della
E. Università di Roma. Nato nel 1888,
esce in fascicoli in-8.° - Tipografia Frasca
alle Terme Diocleziane.
Roma.
Bollettino del E. Comitato geologico
d'Italia. Nato nel 1870, esce ogni 2 mesi
in fascicoli di 4 a 8 fogli di stampa in-8.°
formanti un volume ogni anno di oltre
500 pagine con tavole e incisioni. Abbo-
namento: anno L. 8, estero lO. Un fasci-
colo L. 2. Tipografia Nazionale.
Roma.
Bollettino di giurisprudenza ammini-
strativa-finanziaria. Nato nel 1887, si di-
vide in 3 parti e di cadauna esce un fasci-
colo al mese di 32 pagine. Abbonamento
annuo: L. 5 per una parte, 8 per due, io
per le tre parti.
Roma.
Bollettino di notizie commerciali. Pub-
blicazione del Ministero di agricoltura, ini-
ziata nel 1880.
Rovta.
Bollettino di notizie sul credito e la
previdenza. Pubblicazione del Ministero
di Agricoltura, divisione Industria, Com-
mercio e Credito, nata il 6 agosto 1883.
Esce in fascicoli mensili. Abbonamento :
anno L. 3,50.
Roma,
PROVINCIA DI ROMA.
621
Bollettino farmaceutico. Giornale di me-
dicina, chimica e scienze affini, nato nel
1862. Esce ogni mese in 32 pagine. Ab-
bonamento: anno L. 5. Un numero L. 1,50.
Roma.
Bollettino librario. Periodico quindici-
nale gratuito dello Stabilimento tipogra-
fico Ferino. Via del Lavatore, 88.
Roma.
Bollettino mensile delle situazioni dei
conti degli istituti di emissione. Pubbli-
cazione del Ministero di Agricoltura, nata
nel 1870.
Roma.
Bollettino meteorico dell'ufficio cen-
trale di meteorologia e geodinamica. Nato
nel i''^79, si pubblica ogni giorno con le
notizie che per telegrafo gli pervengono
non solo dagli os<;ervatori principali del
regno, ma anche dai principali d' Europa,
e dà il presagio probabile del tempo nelle
24 ore per l'Italia. Abbonamento: anno
L. 16, estero 24. L'Ufficio poi pubblica
gli annali di meteorologia e di geodina-
mica, nonché una rivista meteorica-agra-
ria decadica, ma per queste pubblicazioni
non fa abbonamenti. Le anzidette pubbli-
cazioni, che hanno acquistata una grande
importanza per la navigazione e per l'agri-
coltura sono dirette dall'illustre astronomo
comm. Pietro Tacchini. Via Caravita, 7-A.
Roma.
Bollettino semestrale del credito coo-
perativo, ordinario, agrario e fondiario.
Fondato dal Ministero d'Agricoltura nel
1883, esce in fascicoli rilegati in-4.° di
oltre 100 pagine. Contiene le situazioni
dei conti trasmesse dalle società coopera-
tive di credito, banche popolari; dà noti-
zie delle operazioni di sconto e di antici-
pazione, ecc. - Un fascicolo L. i. Tipo-
grafia Eredi Botta.
Roìiia.
Bollettino ufficiale ampelografico. Nato
nel \i>y6, esce irregolarmente in fascicoli
e contiene gli atti del comitato centrale
ampelografico. Non fa abbonamenti.
Roma.
Bollettino ufficiale del Comizio agrario
di Fresinone. Giornale agricolo, nato nei
1887. Esce ogni mese in 8 pagine. Abbo-
n.imento: anno L. 2. Un numero cent. io.
Prosinone
Bollettino ufficiale della Direzione delle
carceri. (Vedi Rivista delle discipline car-
cerarie.)
Roma.
Bollettino ufficiale della Direzione ge-
nerale del demanio e delle tasse. Pubbli-
cazione amministrativa, periodica, fatta dal
Ministero delle finanze. Esce a dispense
in-8.° - Tipografia Eredi Botta.
Roma.
Bollettino ufficiale della proprietà in-
dustriale, letteraria ed artistica. Nacque
nel febbraio 1886 in sostituzione del sop-
presso Bollettino ufficiale della proprietà in-
dustriale ed eUnco delle opere riservate per
diritti d'autore. Il Bollettino è inviato ogni
15 giorni gratuitamente alle prefetture,
procuratori del re, tribunali e camere di
commercio , rappresentanze commerciali
italiane all'estero, musei commerciali e al-
l'ufficio internazionale dell'unione per la
proprietà industriale a Berna. Abbonamen-
to: anno L. 6. Un numero 30 centesimi.
Roma.
Bollettino ufficiale della ragioneria ge-
nerale della direzione generale del tesoro
e della direzione generale del debito pub-
blico. Organo ufficiale del Ministero delle
Finanze.
Roma.
Bollettino ufficiale delle privative in-
dustriali. Nato nel 1835, esce ogni mese
in fascicoli e contiene la descrizione e i
disegni delle invenzioni munite di privativa.
Presso il Ministero d'Agricoltura. Abbona-
mento: anno L. 30. Un numero L. 2,50.
Roma.
Bollettino ufficiale delle Società per
azioni. Nato nel 1883, viene pubblicato
dai Ministero di Agricoltura in 2 parti: la
I.' contiene gli atti costitutivi e modifica-
tivi ed i bilanci delle società commerciali in
genere, ed esce settimanalmente in fascicoli
in-8.''; la 2." contiene le situazioni mensili
dei conti delle società aventi per principale
oggetto l'esercizio del credito ed esce ogni
mese in fascicoli di oltre 500 pagine in-8.''
grande. Abbonamento al Bollettino setti-
manale: anno L. 30, un numero L. i - al
Bollettino mensile: anno L. 12, un numero
L. 2. Eredi Botta, editori.
Roma.
Bollettino ufficiale del Ministero della
pubblica istruzione. Pubblicazione men-
sile in fascicoli in-8.", nata nel 1876. Con-
tiene gli atti ufficiali, le massime di giu-
risprudenza scolastica, trasferimenti, pro-
mozioni, cronaca della legislazione stra-
niera, ecc. - Abbonamento: anno L. 8, con
lo stato del personale insegnante L. 9.
Roma.
Bollettino ufficiale del Ministero di Gra-
zia e Giustizia. Nato nel 1880, esce ogni
settimana in 16 o 24 pagine con gli atti
del Ministero. Abbonamento : anno L. 4,50.
Un numero 50 centesimi.
Roma.
622
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Bollettino ufficiale di legislazione e sta-
tistica doganale e commerciale. Nato nel
1884, si pubblica ogni mese dal Ministero
delle finanze (Direzione generale delle ga-
belle) in fascicoli rilegati in-4.' - Tipo-
grafia E'edi Botta.
Roma.
Bollettino ufficiale di notizie agrarie.
Nato nel i''79, esce a fascicoli in epoche
indetermin.!U- e contiene notizie di agri-
coltura e meteorologia. Non fa abbona-
menti.
Roma.
Bollettino ufficiale di notizie commer-
ciali. Nato nel 1876, isce ogni settimana
in fascicoli. Abbonamento: anno L. 12.
Un numero 30 centesimi.
Roma.
Bollettino ufficiale per l'amministra-
zione dei pesi e misure e saggio e mar-
chio dei metalli preziosi. Nato nel 1886,
esce ogni 3 mesi in un numero indeter-
minato di pagine.
Roma.
Bollettino ufficiale per l'amministra-
zione forestale italiana. Nato nel 186S,
esce ogni 5 mesi. Abbonamento: anno
L. 2,50. Un numero 80 centesimi.
Roma.
Bollettino ufficiale postale. Organo del
Ministero delle poste, contenente decreti,
promozioni, regolamenti, disposizioni, qcc,
concernenti il servizio delle poste, nato
nel 1861. Esce a fascicoli in-8.° ogni mese.
Tipografia Bencini.
Roma.
Bollettino ufficiale telegrafico. Nato nel
1S65, esce ogni mese in 30 o 50 pagine
e contiene le disposizioni per il servizio
telegrafico. Abbonamento: anno L. 6.
Roma.
Bulletin de l'Institut international de
statistiljue. Nato nel 1886, esce ogni 3
mesi in 150 pagine. Abbonamento: anno
L. 12. Un fascicolo L. 3.
Roma.
Bulletin financier international. Nato
nel 1887, ebbe vita propria come supple-
mento settimanale della Revue internatio-
ìiale (vedi), nel luglio 1888. Questo perio-
dico, redatto in francese, è dedicato spe-
cialmente all'esame ed alla difesa degl'in-
teressi dei mercati italiani, ed è una rivi-
sta completa delle borse italiane ed estere.
Direttore: Augusto Fantoni. Abbonamen-
to: anno L. 15. Un numero 50 centesimi.
Corso Vittorio Emanuele, 51.
Roma.
Bullettino della commissione speciale
d'igiene del municipio di Homa. Nato
nel 1880, esce ogni mese in un fascicolo
in-S." di 2 o più fogli di stampa. Abbo-
namento: anno L. 8, estero 9.
Roma.
Bullettino dell'Imperiale istituto ar-
cheologico germanico. Nato nel 1029, tra-
sformato nel 1886, esce a fascicoli trime-
strali. Vi pubblicano memorie: F. Barna-
bei. Cozza, F. Duemmler, Graef, Ch. Huel-
sen, A. Michaelis, E. Petersen, Studniczka,
Wissowa, ecc. - Loescher e C, editori.
Roma.
Bullettinj dell'Istituto di diritto ro-
mano. Fondjto e pubblicato nel [888 per
cura del segretario perpetuo prof Vittorio
Scialoja, esce a liberi intervalli in fasci-
coli di oltre 60 pagine in-S." - Vi scri-
vono: Alibrandi, Ferrini, Padda, Bonfante,
Brandileone, De Ruggiero, Ascoli, Trin-
cheri, ecc. - Abbonamento: anno L. 15.
Loreto Pasqualucci, editore.
Roma.
Bullettino del vulcanismo italiano. Pe-
riodico dell'osservatorio ed archivio cen-
trale geodinamico presso il R. Comitato
geologico, nato nel 1S73 e redatto dal
cav. prof. Michele Stefano De Rossi. Piazza
della Pace, 35.
Roma.
Bullettino di archeologia cristiana. Pre-
gevole periodico scientifico, nato nel 1863
e dovuto all'operosità straordinaria del prin-
cipe dell'archeolo/^ia cristiana, G. B. De
Ressi. Esce ogni mese in 40 pagine illu-
strate. Abbonamento: anno L. 10,75.
Roma.
Il Buonarroti. Giornale di lettere, scienze
ed arti, fondato nel 1863 da Benvenuto
Gasparoni. Non ha ordine fisso di perio-
dicità ed ha dovuto sospe.idere varie volte
le pubblicazioni per la censura pontificia.
Nei 1867 intraprese una nuova serie sotto la
direzione di Errico Narducci. Vi scrivono :
G. Uzielli, C. Corvisieri, G. Milanesi, Gre-
gorovius, B. Capogrossi, ecc. - Abbona-
mento: L. 12 ogni 12 fascicoli di circa 32
pagine. Un fascicolo L. i. Tipografia delle
Scienze matematiche. Quartiere Ludovisi,
Casino dell'Aurora.
Roma.
La Capitale. Giornale politico, democra-
tico, quotidiano, fondato il 20 settem-
bre 1870 da Raffaele Sonzogno, che fino
a quel tempo aveva diretta la Ga^elta di
Milano. La sera del 6 febbraio 1875, il Son-
zogno fu assassinato nel proprio ufficio,
per gelosie politiche, per mandato di un
suo redattore, Giuseppe Luciani, che oltre
a essere collaboratore della Capitale, era
stato redattore della Gaietta del popolo di
PROVINCIA DI R05IA.
623
Torino e per pochissimi voti non era riu-
scito deputato, portato dai radicali in un
collegio di Roma. La Capitale sino a po-
chi anni fa ebbe il titolo di Gaietta della
capitale che poi semplificò nell'attuale. -
Dopo la morte del Sonzogno prese la di-
rezione del giornale Ferdinando Dobelli,
lombardo; i suoi genitori erano poveri
contadini, ed egli riusci, a forza di volontà,
ad acquist.jre tanta coltura da diventare
maestro nelle scuole municipali di Milano.
Fu costretto ad uscirne dopo che ebbe
stampato un libercolo intitolato Nemhrot,
che fu processato per offesa a Vittorio
Emanuele. Entrò allora nella redazione
della Gaietta di Milano e passò alla Ca-
pitale dopo la morte di quel giornale.
La Capitale esce ogni giorno alle 2 pom.
in 4 pagine a 5 colonne. Tira 7000 copie.
Abbonamento: anno L. 24. Un numero
5 centesimi. Via Pie di Marmo, 37.
Roma
La Capitale artistica. Giornale teatrale,
quindicinale, nato nel novembre 1883. Di-
rettore: Torquato Lombardi. Un numero
25 centesimi. Via dei Coronari, 31.
Roma.
Capitan Fracassa. Giornale politico, fon-
dato nel 1X80 da Raffaello Giovagnoli e
Luigi Arnaldo Vassallo. Il Fracassa portò
un'innovazione al giornalismo: i pupa{-
:(etti. Il Fracassa ebbe subito un gran suc-
cesso; i più noti pubblicisti vi presero a
colLiborare, anche perchè la redazione ave-
va dei salons elegantissimi in cui si riuni-
vano ogni sera artisti, letterati, pubblicisti,
deputati, ecc. - Ma poco dopo il Giova-
gnoli abb:.ndonò il giornale e rimase solo
il Vassallo, finché anche questi lo lasciò,
continuando però sempre a scrivervi. Ne
assunsero la direzione Giuseppe Turco e
Federigo Napoli. Nei 1 880 il Turco andò
a Napoli a dirigere il Padre Rocco, ora
cessato; nel 1S90 abbandonò la direzione,
che fu assunta da E. Panzacciii, avendo a
redattore capoE.Sacerdoti.il Fracassa, [c\i\
redattori furono accolti quasi tutti dal Don
Chisciotte (vedi), ebbe tempi splendidi e
tirò sino a 20,000 copie. Ora ne tira 5000
ed è giornale ministeriale e non più umr-
ristico. Vi scrivono: Benedetto Cirmeni,
Orazio Contadini, Capuana, E. Della Lio-
cessa, Ettore Moschino, O. Roux, ecc. -
Esce ogni giorno in 4 pa:',inc a 5 colonne.
Abbonamento: anno L. 20. Via della Co-
lonna, 35.
Roma.
Il CaralDiniere. Cronaca del corpo dei
reali carabinieri, nata nel 1873. Esce ogni
settimana in 8 pagine illustrate. Direttore :
Carlo Voghera, Abbonamento : anno L. 8.
Via Nazionale, 201.
Roma.
Il Carabiniere italiano. Giornale mili-
tare, nato nel 18S5 per suscitare nell'arma
il sentimento del dovere, dell'emulazione
e della disciplina. Esce il mercoledì e sa-
bato in 4 pagine a 4 colonne. Contiene
la cronaca politica, le nonii-ie e promo-
zioni, le disposizioni ministeriali, leggi, de-
creti, fatti vari, qcc. - Direttore : Agamen-
none Bellin. - Proprietario responsabile:
G. Astengo. Abbonamento: anno L. 6,
sem. 3. Un numero 0,10. Via Palermo, i.
Roma.
Il Carro di Tespi. Giornale artistico, tea-
trale, nato nel 1889. Esce ogni domenica
in 4 pagine a 4 colonne, - È diretto da
Edoardo Boutet, noto e stimato giornali-
sta napoletano. Vi scrivono: Olga Ossani,
D'Arcais, Duca Proto, ecc. - Abbonamen-
to: anno L. 7, estero 9, Un numero lO
centesimi. Tritone, 185.
Roma.
La Caserma. Giornale di letture pei sol-
dati, fondato nel 1886 da G. A. Cesana,
Esce ogni 15 giorni in 32 pagine illustrate.
Abbonamento: anno L. 2. Un numero 5
centesimi. Piazza Firenze, 24.
Roma.
La Cassazione unica. Giornale giudizia-
rio, nato il 16 aprile 1889. Esce in 8 pa-
gine in-4.'' a 2 colonne, È diretta dagli
avvocati De Benedetti e Lessona,
Roma.
Il Cicerone. Giornale d'arte, industria e
pubblicità, nato nel 1886, Esce giovedì
e domenica in 4 od 8 pagine a 4 colonne,
con incisioni e caricature. Direttore: Luigi
Bellinzoni. Abbonamento: anno L. 8, se-
mestre 5. Un numero 0,05. Via Condotti, 42.
Roma.
Collezione celerifera delle leggi e dei
decreti dello Stato. Pubblicazione quindi-
cinale. Ulta nel 1.S22. Abbonamento: anno
L. 15. Un numero 0,40. Stamperia Reale,
Roma.
Il Colonnello Bomba. Giornale-opuscolo
umoristico, settimanale, nato nel marzo
1890, Esce ogni domenica in 24 pagine
in-8.° illustrate. Direttore: Aldo Chierici
{Bombarda). Abbonamento: anno L. 8,
sem. 4. Un numero 15 centesimi. Perino,
editore. Via del Lavatore, 88.
Roma.
La Coltura. Rivista di scienze, lettere
ed arti, diretta da R. Bonghi. È nata nel
1881 ed esce ogni mese in 60 pagine in-8.''
Si occupa di critica e bibliografia e lo fa
con tanto garbo e con tanto fine criterio,
624
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA I-PALIANA.
che pare addirittura un fenomeno che in
Italia, dove sinora s'era creduto quasi im-
possibile potesse attecchire un tal genere
di pubblicazioni, la Coltura viva e fiorisca.
E fiorisce specialmente per le grandi cure
che ne ha il Bonghi e perchè molti pro-
fessori di scuole secondarie hanno com-
preso come il collaborarvi con coscienza
ed attività possa essere per loro ottima
palestra. L.i Coltwa è un giornale che
senza servire di passatempo ai lettori di
novelle e di romanzi si propone esclusi-
vamente di essere di aiuto e stimolo a
tutti coloro che vogliono aumentare la
propria coltura intellettuale ed artistica e
ciò ha potuto ottenerlo soltanto il Bonghi
trovando il vero modo di intendere la cri-
tica letteraria e scientifica. La Coltura è
quasi sempre sobria, obbiettiva, moderata,
poco pungente e lontana da ogni acre-
dine come da qualunque sorta d'incensa-
mento. Nel giornale sono accolte e di-
scusse tutte le opinioni, senza distinzione
o preferenza di scuole e chiesuole. Spesso
la critica non si mostra neppure o appena
si lascia vedere, e del libro, quando dav-
vero è importante, si dà una breve ed
esatta esposizione del contenuto e di ciò
che può aver di nuovo per la scienza.
Cosi, mentre per una via il giornale diviene
istrumento di progresso negli studi, per
quest'altra raggiunge il suo scopo princi-
pale, la difi'usione maggiore della coltura.
Editore: dott. Leonardo Vallardi, via Di-
sciplini, 15, Milano. Abbonamento: anno
L. 12, Unione 15, Stati Uniti 17, America
raerid. 20. Direzione: Via Vicenza, 5.
Roma.
Il Comandante di Stazione dei reali ca-
rabinieri. Periodico politico, militare e
giudiziario, nato nel is86. Esce ogni set-
timana in 4 pagine. Direttore; Simoncini
Eugenio. Abbonamento: anno L. 5. Un
numero 10 centesimi.
Roma.
Il Compasso. Giornale di edilizia, nato
nel 1884. Esce ogni settimana in 4 pagine.
Direttore: Carlo MacuLmi. Abbonamento :
anno L. io. Un numero 0,10.
Roma.
La Confederazione teatrale. Giornale il-
lustrato, scientifico, artistico, critico, nato
il 4 luglio 1889. È organo della Confedera-
zione centrale teatrale d'incoraggiamento
e mutuo soccorso all'arte drammatica e mu-
sica d'Italia, residente in Roma. Esce in 4
pagine, formato 0,39 x 0,26. Direttore : avv.
cav. D'Antonio. Abbonamento : anno L. 20.
Via Pontefici, 51.
Roma.
Il Consulente commerciale. Giornale de-
gli uomini di legge e di affari, nato nel
1884. Esce in fascicoli quindicinali di 20
pagine con copertina. Direttore: avv. Augu-
sto Santini. Vi scrivono: S. Picardi, R. G. Cat-
taneo, avv. Turchi, avv. cav. V. Magaldi,
comm. avv. Indelli,avv. Caperle, avv. Ma-
nara, ecc. Abbonamento: anno L. io. Via
Ripresa dei Barberi, 8.
Roma.
Conversazioni bizantine. Giornale lette-
rario, artistico, mondano, nato il 21 otto-
bre 1889 Esce ogni 15 giorni in 8 pagine
in- 4.' Redattore capo : Prof. Giovanni
P. Di Properzio. Abbonamento: anno L. 3.
Campo Orsino, 6.
Civitavecchia.
Il Coraggio del vero. Giornale politico,
amministrativo, nato il 13 maggio 1888.
Esce ogni domenica in 4 pagine a 4 co-
lonne. Direttore : Francesco Bidischini. Ab-
bonamento: anno L. 6, sem. 4. Un nu-
mero 0,10. Via del Mortaro al Tritone, 41.
Roma
Il Corpo morale. Rivista bimensile delle
imposte e della giurisprudenza per gli enti
morali, nata nel dicembre 1886. Raccoglie
la giurisprudenza e le decisioni delle au-
torità amministrative in materia di enti
morali, abbiano essi scopi pii o di culto,
laicali od ecclesiastici. Esce in 8 pagine
in-8.° Direttore: Federico Rossi Sabatelli.
Abbonamento: anno L. 6. Via Rasella, 64.
Roma.
Il Corriere dei comuni. Giornale ammi-
nistrativo, organo ufficiai dell'Associazione
generale dei segretari ed impiegati comu-
nali, nato nel 1878. Esce il lunedì, merco-
ledì e sabato in 4 pagine a 4 colonne. An-
nunzia gl'impieghi vacanti, i concorsi, ecc.
Direttore: Pietro Tassi. Redattore capo:
Giulio Cesare Bonasi. Abbonamento: anno
L. 10, sem. 6, trim. 4. Un numero 0,10.
Inserzioni: 4'p3ginao,i5 lalinea.Corso,642.
Roma.
Corriere del Tuscolo, Giornale ammini-
s'.rativo, cattolico, nato nel 1884. Esce ogni
domenica in 4 pagine a 3 colonne. Redat-
tore : can. D. Domenico Spagnoli. Abbo-
namento: anno L. 4. Via Gioberti, 90.
Frascati.
Corriere finanziario. Nato nel 1S87, esce
ogni mese in 4 pagine a 4 colonne. Di-
rettore: cav. M. Ravot-Carboni. Abbona-
mento: anno L. io. Via Due Macelli, 66.
Rotna.
La Corrispondenza finanziaria. Giornale
fondato nel 1887, per sostituire la Borsa nata
a Milano nel 1883 e V Italia finanziaria che
la segui e cessò a Roma nel 1887. La
PROVINCIA DI ROMA.
625
Corrispondenza esce 4 volte al mese in 4
pagine a 3 colonne ed è diretta da Giacomo
Leoni, antico banchiere ed agente di cam-
bio. La Corrispondenza non pubblica né in-
formazioni, né listini, ma studia la situa-
zione generale dei mercati, i principali
valori negoziati alle borse e serve di com-
plemento a tutte le riviste finanziarie ita-
liane. Abbonamento: anno L. 12. Via Mer-
cede, 50.
Roma.
La Corte suprema di Eoma. Pubblica-
zione di atti legislativi, iniziata nel 1S76.
Esce ogni mese in 80 pagine. Abbona-
mento: anno L. io. Un numero L. i.
Roma.
Cri-Kri. Giornale umoristico, nato il 1 5
maggio 1887. Esce ogni domenica in 6
pagine a 3 colonne con illustrazioni in cro-
mo. Tira 45,000 copie. Direttore: Leone
Brizi. Editore, Ferino. Abbonamento: anno
L. 3. Un numero 0,05. Via del Lavatore, 88.
Ro}na.
La Croce bianca. Bollettino mensile delle
associazioni italiane per la pubblica assi-
stenza, nato il 15 febbraio 1888. Esce in
4 pagine, formato 0,29 x 0,20, il 1 5 d'ogni
mese. Direttore: dott. Ruggiero Olivieri.
Abbonamento: anno L. i. Un numero 0,03.
Via Bocca di Leone, 54.
Roma.
La Cronaca forense. Organo degl'inte-
ressi del ceto legale e commerciale, nato
nel 1 889. Esce il 1 5 e l'ultimo di ciascun me-
se in 4 pagine formato 0,30 x 0,21. Direttore:
avv.Vito Luciani. Abbonamento: anno L. 3.
Un numero 0,1 5. Via del Lavatore, 30.
Roma.
Cronachetta mensuale di scienze natu-
rali e d'archeologia. Nata nel 1867, esce
in 16 pagine in-8.° - Direttore: prof. Ma-
riano Armellini. Via Lata, 3.
Roma.
Cronachetta scientifica delle più impor-
tanti scoperte moderne. Giornale di scienze
naturali e loro applicazioni, nato nel 1861.
Esce ogni mese in 16 pagine. Abbona-
mento: anno L. 6. Un numero 0,50.
Roma.
Il Dazio consumo. Manuale amministra-
tivo ad uso degli appaltatori, ricevitori dei
dazi sul consumo, e delle amministrazioni
comunali, nato nel 1875. Esce ogni setti-
mana in 8 pagine in-4.° a 2 colonne. Diret-
tore : avv. Giuseppe Fazio. Abbonamento:
anno L. 12; col supplemento Cronaca Da-
ziaria L. 20. Corso, 448.
Roìiia.
Il Devoto del Sacro Cuore. Supplemento
al Messaggere del Sacro Cuore (vedi), fon-
dato nel 1887 e diretto dal P. Ant. Maria
Maresca, barnabita, leccese. Esce ogni mese
in 48 pagine in-8.° Abbonamento: anno
L. 3. S. Carlo a Catinari.
Roma.
Il Diritto. Giornale della democrazia
italiana, sorto a Torino dal Progresso e
questo dalla Concordia, il 3 aprile 1854.
Ebbe a primi direttori, ispiratori e colla-
boratori molte notabilità politiche, quali
Mordini, Correnti, EUena, Depretis, Civi-
nini, Pareto, Robecchi,Valerio, Mussi, Mae-
stri, Trezza, ecc. - Dal 1861 al 63 fu di-
retto da Angelo Bargoni, che fu mini-
stro. Seguendo la sede della capitale, da
Torino passò a Firenze e poscia a Roma.
Fu diretto dipoi dal barone Annibale Ma-
razio e indi per lunghi anni dall'ing. Cle-
mente Maraini, poi dal prof. Michele Tor-
raca. Acquistato dal comm. G. Civelli, la
direzione venne assunta dall'on. Del Vec-
chio, che la tenne circa 2 anni. Il gior-
nale, sempre serbando una scrupolosa in-
dipendenza, ha la seguente redazione: re-
dattore-capo, cav. G. B. Ballesio; redattori :
avv. E. Popovic, dott. A. Magni, F. Od-
done, G. Duprà, prof. luliani, ecc., oltre
numerosi collaboratori in Italia e all'estero.
Il Diritto esce ogni giorno in 4 pagine
grandi a 6 colonne e tira circa 4000 co-
pie. Abbonamento: anno L. 24, sera. 12,
trim. 6 - Estero : anno L. 40, sera. 20,
trim. IO. Un nura. 0,05. Via Incurabili, 5.
Roma.
Il Divin Salvatore. Giornale cattolico,
nato nel 1865. Esce il mercoledì e sabato
in 16 pagine. Direttore: corara. P. Men-
cacci. Abbonamento: anno L. 15. Via dei
Fornari, 16.
Roma.
Don Chisciotte della Mancia. Giornale
politico, umoristico, nato il 20 dicembre
1887. Esce ogni giorno in 4 pagine a 4
colonne, con numerosi e graziosissirai^w-
pa^zetti. Tira 9000 copie ed è proprietà
della società dichiarata L. A. Vassallo,
L. Lodi e L. Vicchi. È diretto da Luigi
Arnaldo Vassallo (GandoUn), già direttore
del Fracassa , dei quale giornale quasi tutti
i^coUaboratori son passati al Don Chisciotte.
Redattore capo: Luigi Lodi. Redattori
ordinari: Luigi Bartelli (Famba), Emilio
Facili (Ci?Hone), Olga Ossani-Lodi (Febea),
ecc. - Abbonamento : anno L. 20, sera, io,
trim. 5, un mese 2. Corso, 160.
Roma.
L'Eco della gioventù cattolica italiana.
Bollettino della Società omonima, nato nel
1869 a Bologna, e trasferito poi a Roma.
Esce il 15 e l'ultimo d'ogni mese in 8
N. Bernardini — Guida della Stampa ptriodica italiana — 40.
626
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
pagine in-8.° e contiene gli atti della so-
cietà. Tira 900 copie. Redattore : Raffaele
Cuccoli. Abbonamento : anno L. 2, este-
ro 4,50.
Roma.
V Eco delle Provincie - Corriere di Si-
cilia. Giornale politico, amministrativo e
commerciale, nato nel 1883. Esce giovedì
e domenica in 4 pagine a 4 colonne. Con-
tiene moltissime corrispondenze dalla Si-
cilia ed è un giornale redatto con cura.
Direttore: Pietro De Gregorio. Abbona-
mento: anno L. io. Un numero io cen-
tesimi. Via Merulana, 94.
Roma.
L'Eco del pontificato. Periodico illustra-
to, religioso, politico, nato nel 1S76. Esce
il 15 e 30 di ogni mese. Direttore: can.
Luigi Grimaldi. Abbonamento : anno L. 8.
Corso V. E., 284, palazzo Sforza Cesarini.
Roma.
L'Eco di Berna. Giornale politico, reli-
gioso, scientifico, letterario, nato il 6 gen-
naio 1889. Esce ogni settimana in 8 pa-
gine in-folio. - Direttore: A. Mondello
Nestler. Abbonamento: anno L. 8, sem. 6.
Pozzo delle Cornacchie, 7 e 8.
Roma.
L'Economista d'Italia. Rassegna setti-
manale di economia, finanza, industria,
commercio, ferrovie, statistica, assicura-
zioni, nata nel 1868. Esce in 16 pagine
in-4.'' a 3 colonne. Direttore: Santi Ven-
timiglia. Abbonamento: anno L. 20, seme-
stre 12, trim. 6 - Estero: anno L. 30,
sera. 16. trim. 8. Via della Vite, 18.
Roma.
L'Educazione nazionale. Rivista per la
istruzione primaria e secondaria, nata il
i.° ottobre 1889. Esce ogni sabato del-
l'anno scolastico e 2 volte al mese nelle
vacanze, in 12 pagine in-4.° e copertina.
Direttore: prof. Pietro Garue. Casa edi-
trice Trevisini. Abbonamento : anno L. 6,50,
sem. 4,50. Un numero 0,15. Via Poli, 13.
Roma.
L'Emancipazione. Giornale settimanale,
politico, democratico; monitore delle so-
cietà operaie affratellate. Direttore : Felice
Albani. Vicolo del Boccaccio, 18.
Roma.
Ephemerides ecolesiasticae, seu quae-
stionum quae penes congregatone roma-
nas agitantur ezpositiones et resolutiones
in compendium redactae. Nato nel mar-
zo 1889, esce ogni mese in 32 pagine in-8.°
Abbonamento: anno L. 4. Tipografia edi-
trice Romana.
Roma.
Ephemerides parocorum. Giornale cat-
tolico, nato nel 1887. Esce ogni mese in
16 pagine redatto in latino. - Direttore:
G. Pistoiesi. Abbonamento: anno L. 3.
Roma.
Esattore e Comune. Giornale ammini-
strativo, nato nel 1 874. Esce ogni 1 5 giorni
in 16 pagine. Direttore: avv. Giuseppe Fa-
zio. Abbonamento: anno L. io. Corso, 448.
Roma.
L'Esercito italiano. Giornale militare,
nato nel 1880. Esce tutti giorni meno i
festivi in 4 pagine a 5 colonne e contiene
notizie militari, nomine, promozioni, in-
venzioni e scoperte, disposizioni ministe-
riali, ecc. - L'Esercito non è giornale uf-
ficiale, ma ha pel Ministero il rispetto e
i riguardi di un buon soldato pei suoi su-
periori. Non vi si trova mai nulla che si-
gnifichi indisciplina, ma neppure officio-
sità. Ne è direttore il cav. Francesco De
Luigi, milanese, uno dei più simpatici gior-
nalisti della capitale, uomo di spirito e di
carattere, autore di un voluminoso roman-
zo. Memorie di un ex-ufficiale, che è pia-
ciuto a molti, quantunque non abbia levato
gran rumore. L'Esercito, che dovette su-
perare una crisi che ritorna a onore del
direttore e a disdoro di altri, gode molto
credito fra gli ufficiali ed ha una diffusione
di oltre 4000 copie. Abbonamento: anno
L. 22, sem. 12, trim. 6, un mese 2 - Estero:
anno L. 37, sem. 20, trim. io, un mese 3,50.
Un .numero 0,10. Via Venti Settembre.
Roma.
Fanfulla. Giornale politico, umoristico,
quotidiano, fondato il 16 giugno 1870 a
Firenze dal barone De Renzis, G. A. Ce-
sana e Giovanni Piacentini. La fortuna di
questo giornale è stata davvero meravi-
gliosa e meritata ed il merito spetta spe-
cialmente al direttore, Baldassarre Avan-
zini. Quando nacque il Fanfulla, la stampa
fiorentina cominciava a imbastardirsi per
l'introTiissione di elementi non toscani.
Al Fanfulla dunque spetta il merito di
avere iniziato quesia rivoluzione che si è
compiuta nella forma del giornalismo ita-
liano, dalla sua comparsa in poi. Fatto ad
esempio dei giornali mondani francesi, por-
tando nella discussione e nella satira tutte
le arguzie del bizzarro spirito fiorentino,
era ben naturale che il nuovo periodico
trovasse subito numerosi lettori. Nessun
altro giornale italiano ebbe mai nella sua
origine cosi pronto e cosi grande successo.
Era una grande novità per i lettori un
giornale che discorreva delle cose dello
Stato aello stile familiare di tutti i giorni
e che si esprimeva sul conto degli uomini
politici colla stessa naturale disinvoltura e
PROVINCIA DI ROMA.
6g7
coll'arguta franchezza con cui possoro par-
larne le persone di talento e di spirito al
circolo od al caffè. Il successo dovt a pro-
durre i soliti risultati e gì' imitato 'i non
mancarono. Tantoché, quando il Fanfulla
fu trasportato da Firenze a Roma (21 ot-
tobre 1871) e la crisi ministeriale del
marzo 1876 venne a rompere un po' la
crosta che s'era formata attorno ax gior-
nalismo italiano, tutti i fogli nuovi che fu-
rono fondati di poi, presero a modellarsi
sul Fnnfuìl a, il qunìe fino all'avvenimento
del trasformismo fu sempre giornale di
destra, d'opposizione, sicché era più felice
negli attacchi e più spiritoso nella pole-
mica. Diventando giornale trasformista e
abbandonato anche da molti valorosi re-
dattori, la tiratura del Fanfulla è ;cesa a
poco più di 6000 esemplari. Redattori capo
del giornale é Lelio, al secolo Giai Leo-
poldo Piccardi, toscano, ex-impiega?o alla
statistica, giornalista di vaglia ed autore
di un Saggio di ima storia sommaria, della
stampa periodica. La proprietà del Fanfulla
è passata per parecchie mani: fu fondato
con un meschino capitale, ed appartenne
da principio ai signori Piacentini, De Ren-
zis e Cesana. Poi Piacentini passò alla
Gaietta ufficiale, il barone De Renzis fondò
il Bersagliere (1875), giornale nicoterino
spigliato e ben fatto durato sino a! 1885
e diretto da Giuseppe Turco, che nel Fan-
fulla si firmava il Signor Tutti. A tempo
del 18 marzo 1876 un terzo, salvo errore,
della proprietà del Fanfulla era nelle mani
del De Renzis; sembrando sconveniente e
pericoloso che un deputato di sinistra
avesse tanta parte in un giornale mode-
rato, la sua proprietà fu riscattata e divisa
in azioni, che furono collocate a Milano
ed a Roma. Altre azioni furono acquistate
nel 1880 dal signor Obheght, che divenne
non soltanto comproprietario ma ainmini-
stratore del giornale. Ma avendo l' O jlieght
cerrato di vendere, in blocco, nel 1882,
alla casa Fremy di Parigi, il Fanfulla, il
Diritto, la Libertà, V Italie, ecc., ì'Aw.mzìnì
riscattò il Fanfulla diventandone il solo
proprietario. 11 Fanfulla esce ogni S(;ra in 4
pagine a 4 colonne. Abbonamento: anno
L. 24, sera. 12, trim. 6 - Europa: anno
L. 44, sem. 22, trim. 11. Un numero 5
centesimi. Via Uffici del Vicario, 38.
Roma.
Fanfulla della domenica. Giornale let-
terario, nato il 27 luglio 1879. In ordine
di tempo è uno dei primi giornali letterarii
d'Italia; ed ha assistito ed assiste con be-
nevola curiosità alle tentate imitazioni del-
l'opera sua, finite tutte o in procinto di
finire miseramente, come è la sorte di tutte
le imitazioni. Al Fanfulla della domenica
è anche toccata questa singolare fortuna,
di saper suscitare importanti questioni, e
di saper rimanere nel campo sereno delle
idee mentre gli altri si sbizzarrivano in po-
lemiche di parole: di qui la fedeltà inal-
terata di tutti i suoi collaboratori più emi-
nenti, resa anche più agevole dall'ampia
libertà di discussione a tutti loro concessa.
Ebbe per primo direttore Ferdinando Mar-
tini, poscia Enrico Nencioni, Luigi Ca-
puana ed Eugenio Checchi (Tom), che lo
dirige attualmente. Vi scrivono: Verga,
D'Annunzio, Bonghi, D'Ancona, Matilde
Serao, Panzacchi, Masi, Fogazzaro, Emma
Ferodi, Contessa Lara, Ricci, Setti, Costetti,
Di Roberto, Roux, D'Ovidio, Verdinois,
Rod, ecc. Esce in 4 pagine a 4 colonne.
Abbonamento: anno L. 5, estero 8. Un
numero 0,10. Uffici del Vicario, 38,
Roma.
La Fedeltà. Giornale politico, cattolico,
nato nel 187 1. È organo della Società ro-
mana dei reduci delle patrie battaglie in di-
fesa del Papato. Esce ogni domenica in
8 pagine a 2 colonne in-4.'' Direttore: Luigi
Palombi. Abbonamento: anno L. 3, sera.
L. 1,50. Via Carbonari, 12.
Roma.
La Fiaccola. Giornale evangelico, me-
todista episcopale, nato nel luglio 1878.
Esce ogni mese in 4 pagine. Direttore:
Dr. Lerog M. Vernon. Abbonamento: anno
L. I. Un numero 0,10. Piazza Poli, 2.
Roma.
La Figlia di Maria. Periodico cattoli-
co per giovinette, nato nel 1868. Esce 2
volte al mese in 16 pagine con illustra-
zioni. Direttore: D. Romano Costetti. Ab-
bonamento: anno L. 3. Un numero 0,15.
S. Pietro in Vincoli, 44.
Roma.
Foglio periodico della prefettura. Nato
nel 1871, pubblica gli atti amministrativi.
Esce ogni settimana in un numero inde-
terminato di pagine. Abbonamento: anno
L. 22. Non si vende a numeri separati.
Rotna.
Il Foro Italiano. Raccolta generale di
giurisprudenza civile, commerciale, penale
ed amministrativa, iniziata nel 1876. Esce
in 24 dispense quindicinali di almeno 5
fogli di stampa ciascuna, in-4.'' ^ 2 colonne.
Direttori: Scialoja avv. Enrico e Sabbatini
avv. Giunio. Abbonamento: anno L. 24,
col repertorio generale in fine d'anno. Via
Palermo, 34, e Via Genova, 24.
Roma.
Il Foro Bomano. Giornale di giurispru-
628
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
denza, nato nel 1885. Esce ogni settimana
in 4 pagine. Abbonamento: anno L. 8.
Roma.
Gazzetta dei Comuni. Giornale pei con-
corsi agl'impieghi comunali, fondato dal
dott. Rebeggiani nel 1849 e continuato da
Luigi Ferreri. Esce 3 volte al mese in 4
pagine. Abbonamento: anno L. 5. Un nu-
mero 0,25. Via Principe Amedeo, 128.
Rotna.
Gazzetta del Clero, già Rkreaiione del
Sacerdote; giornale cattolico nato nel 1S76.
Abbonamento: anno L. 5. CorsoV. E., 2S4.
Roma.
Gazzetta d' Italia. Giornale politico,
quotidiano, nato a Firenze nel 1866. Nel
1881 si trasportò a Roma, ma perdette
tutta la sua autorità e diffusione. Fondato
da Carlo Pancrazi, un giornalista abile, po-
deroso, come pochi esistono in Italia, tu
per molti anni l'organo della vecchia de-
stra, e al tempo del processo Nicotera
ebbe un successo clamoroso ed una guerra
a coltello degna di storia. A Roma 'a Gal-
letta d' Italia non ebbe fortuna e subisce
spesso delle interruzioni più o meno lun-
ghe. Esce ogni giorno in 4 pagine a 6 co-
lonne. Direttore: cav. C. Pancrazi. Abbo-
namento: anno L. 24, sem. 12, trini. 6.
Un numero 0,05. Piazza S. Bernardo, 109.
Roma.
Gazzetta medica di Eoma. Giornale di
medicina e scienze affini, nato nel 1875.
Esce 2 volte al mese in 24 pagine in-S."
e copertina. Direttore: Cerasi dott. Filippo.
Abbonamento: anno L. 13. Un numero
L. I. Via del Corso, 12.
Roma.
Gazzetta Ufficiale del Hegno d' Italia.
Organo governativo per la pubblicazione
dei decreti reah, ministeriali, ecc. , fondato
nel 1861 a Torino, poscia trasferito a Fi-
renze e quindi nel 1870 a Roma. Esce ogni
giorno a fascicoli in-folio di un numero
indeterminato di pagine. Direttore: avv,
Giovanni Piacentini. Abbonamento: alla
sola Gaietta, anno L. 36, sem. 19, trim. io.
Estero: anno L. 80, sem. 41, trim. 22. Un
numero 0,10. Alla Galletta coi resoconti
stenografati: anno L. 44, estero L. 125.
Piazza Madama, 17.
Roma.
Il Ginnasiarca» Organo tecnico della
educazione fisica in Italia, nato nel gen-
naio del 1887. Si pubblica due volte al
mese, in 8 pagine in-4.° Direttore: E. Bau-
mann. Abbonamento: anno L. 5. Si stampa
a Bologna, alla tipografia Azzoguidi.
Roma,
liorsftle dei lavori publslioi e delle
strade ferrate. Rivista di meccanka, la-
vori pubblici e ferrovie, fondata nel 1874
dall'ing. Trevellini, e comperata nel 1876
dall' ing. Adolfo Brunicardi, attuale diret-
tore. Esce ogni settimana in 20 pagine e
contiene articoli e memorie originali delle
più importanti opere pubbliche che si co-
struiscono in Italia e all'Estero. Tira 2000
copie. Abbonamento: anno L. 20. Via de-
gl' Incurabili, 5-A.
Roma.
Giornale dei Notari. Giornale di giu-
risprudenza notarile, nato nel 1876. Esce
ogni 15 giorni in 52 pagine. Direttore:
cav. Giuseppe Valentini. Abbonamento:
anno L. io. Via Giulia, 50.
Roma.
Giornale del Genio Civile. Pubblicazione
fatta a cura del Ministero dei Lavori Pub-
blici, nata nel 1863. Consta di 2 parti: la
parte ufficiale, che contiene le leggi, i de-
creti, circolari, lettere, decisioni, ecc. che
emanano dal Ministero e la parte non uffi-
ciale, che contiene memorie, studi, pareri,
estratti di periodici, ecc. Esce a grossi fa-
scicoli ogni 1 5 giorni. Direttore: A. De Gae-
tani. Abbonamento annuo : Italia L. 24,
Europa ed Egitto 28, America Nord 30,
America Sud 34. Via Torre Argentina, 47.
Roma.
Giornale di Agricoltura pratica. Orga-
no degl'interessi agricoli e nazionali, nato
il 30 gennaio 1887. Esce il giorno 15 e
l'ultimo d'ogni mese in 32 pagine a 2 co-
lonne in-8.° e forma a fin d'anno un vo-
lume di circa 800 pagine. Direttare: G. L.
Piccardi (Lelio del FanfuUa). Collaboratori
ordinari: Baldeschi G. , Bencini G. . Ber-
tacchi A., Bertagnoli C. , Carlucci M.,
Borzi A,, Cavanna G. , Comes, De Cesare,
Grilli M. , Magaldi V., Malinverni A. , Pa-
squi T. , Pavoncelli G. , Perroncito O. ,
Pieri P, , Pini R. , Spallanzani P. , Strin-
gher B. , ZanelliA. , Zappa R. Il giornale
fa la cronaca agricola della quindicina, si
occupa di legislazione agrana, concorsi,
produzioni, esperimenti, ecc. Abbonamento:
anno L. 12; estero 15. Un numero 0,80.
Via della Torretta, 31.
Rotna.
Giornale d'Artiglieria e Genio. Contie-
ne tutte le innovazioni del materiale delle
due armi introdotto in servizio, ed è illu-
strato da tavole. Si pubblica per cura del
Ministero della Guerra, Direzione Generale
d'Artiglieria. Abbonamento; anno L. 4j
pei non militari L. io. Via Astalli, 15.
Roma,
Giornale Medico del H. Esercito e della
B, Marisa. Pubblicazione scientifica, nata
PROVINCIA DI ROMA.
629
nel 185 1. Esce ogni mese in fasclcol- di
circa 150 pagine. Direttore: dott. Felice
Baroffio. Redattore: Claudio Sforza. Abbo-
namento: anno L. 12. Un numero L. i.
Editore: Voghera.
Roma.
Giornale militare della Marina. Nato
nel 1863, esce ogni settimana a fascicoli.
Abbonamento: anno L. 5. Non si veade
a numeri separati. Ministero della Marina.
Roma.
Criornale militare ufficiale. Organo del
Ministero della Guerra per la pubblicazione
dei decreti, leggi, disposizioni militari, ecc. ,
creato a Torino nel 1850, col titolo di
Gaietta militare italiana, diretta da C, F.
Valdesio. Trasportatosi a Roma nel 1S70
modificò il titolo nell'attuale. Esce ogni
settimana in fascicoli in-8.° di un nun;ero
indeterminato di pagine. Al Giornale è an-
nesso anche un Bollettino militare delle no-
mine e promozioni. Abbonamento: anno
L. 12. Un numero 0,20.
Roma.
Giurisprudenza del Tribunale Supremo
di Guerra e Marina. Pubblicazione giu-
ridica iniziata nel 1877. Esce ogni mese a
fascicoli, diretta dall'avv. Raffaele Genovesi.
Abbonamento: anno L. io. Corso, 219.
Roma.
Igea. Rivista sanitaria, nata nel 1 886. Esce
ogni settimana in 8 pagine. Direttore: Gof-
fredo Ricci. Abbonamento: anno L. 1 5, sem.
L. 8. Un numero 0,50, Via in Arcione, 1 1 1.
Roma.
L'Impiegato. Organo dell'Associazione
generale fra i funzionari governativi dello
Stato, nato nel 1879. Esce 2 volte al mese
in 4 pagine. Direttore: Francesco Tosco.
Pubblica la lista dei traslochi, nomine, po-
sti vacanti, ecc. Abbonamento: anno L. 6,
sera. 3. Un numero 0,10, Via Convertite, 8,
Roma.
L'Indicatore. Giornale settimanale, eco
dei reclami del pubblico in materia di fi-
nanza, commercio, industria e pubblica am-
ministrazione, fondato r II febbraio 1888.
Esce in 4 pagine, formato 0,39 x: 0,26. Ab-
bonamento: anno L. 20. Un numero 0,20.
Via Giovanni Lanza, 83.
Rotna.
Indicatore generale del Hegno d' Italia.
Nato nel 1883, contiene l'orario pei viag-
giatori sulle ferrovie, tramvai e piroscafi.
Esce ogni mese in 200 e più pagine. Ogni
numero L. i. Piazza Sciarra, 71.
Roma,
L' Indispensabile. Giornale finanziario,
nato a Palermo il 15 ottobre 1881 e nel
1887 trasportato a Roma, Esce ogni 15
giorni in 4 pagine a 4 colonne. È organo
della Banca Eugenio Messeri, casa di emis-
sioni e commissioni; pubblica tutte le
estrazioni di prestiti a premi e fa gratui-
tamente la verifica delle cartelle agli ab-
bonati. Abbonamento: anno L. 2. Corso,3 9 1 .
Roma.
L' Industria Italiana. Organo de' com-
mercianti, industriali e inventori, nato il
i.° marzo 1886. Esce il i.° e il 15 d'ogni
mese in 1 6 pagine in-folio e 8 di copertina.
Direttore: T. Magnoni. Abbonamento: anno
L, 3,50. Un numero o,30.Testa Spaccata, 1 8.
Roma.
L'Industria tipografica e tutte le sue
arti affini. Rivista tecnica per i tipografi,
nata il 28 ottobre 1887. Esce ogni setti-
mana in 16 pagine in-4.'' Abbonamento:
anno L. 5. Via della Stamperia, 69,
Roma.
L' Insegnamento tecnico industriale.
Rivista di pedagogia e didattica tecnica e
industriale, nata il 15 gennaio 1889. Esce
in 16 pagine in-8.' sotto la direzione di
Attiho Capaccini. Abbonamento: anno L. 8.
Un numero L. i. Via Capocci, 16.
Roma.
L' Italia amministrativa, giudiziaria e
commerciale. Gazzetta illustrata degl' im-
piegati, nata nel 1890. Esce ogni 15 giorni.
Abbonamento: anno L, 3. Un numero 0,50.
Roma.
Italia a monthly Magazine. Nato nel
gennaio del 1888, esce a fascicoli di 80 pa-
gine in-S.", redatto in inglese. Abbona-
mento: anno L. 15. Piazza S. Ignazio, 127.
Roma.
L' Italia artistica. Giornale artistico,
nato nel 1860. Esce 2 volte al mese in 4
pagine e si stampa a Livorno. Abbona-
mento: anno L. 12. Un numero 0,40.
Roma.
L' Italia enologica. Rassegna dell' indu-
stria e del commercio dei vini, organo del
Circolo Enofilo Italiano, nato il 1 5 gennaio
1887. Esce il 15 e 30 di ogni mese. Vi
scrivono: R. De Cesare, T. Pasqui, O. Fo-
cardi. Abbonamento: anno L. 8; estero io.
Santa Maria in Via, 40.
Roma.
L' Italia Militare e Marina. Giornale
delle armi di terra e di mare, nato il 2
aprile 1890, a sostituire {'Italia militare,
cessata da qualche anno. Esce il lunedì,
mercoledì e sabato in 4 pagine. Diretto-
re: cav. Voghera.
Roma,
L' Italia pedagogica. Giornale didattico,
educativo, nato nel 1880 col titolo di Eco
dell' Associazione na:^ionale fra i maestri eh-
630
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
vientari, che poi mutò nell'attuale. Esce
5 volte al mese in i6 pagine. Abbona-
mento: anno L. 4. Un numero 0,20.
Roma.
L' Italie. Giornale politico, quotidiano,
fondato nel 1859 a Milano col titolo V Italie
Nouvelle da Constante Jaccotet. Nel 1860
il giornale fu trasportato a Torino, mu-
tandogli titolo in quello d' Italie e met-
tendolo sotto gli auspici di Cavour. Po-
scia fu trasportato a Firenze e finalmente
a Roma nel 1870. L' Italie esce ogni gior-
no in 4 pagine a 6 colonne, redatto in
francese. Tira 3000 copie. Direttore: G. A.
Cesana. Abbonamento: anno L. 36,sem. 19,
trim. IO. Unione: anno L. 51, sem. 26,
trim. 14. Un numero 0,10. Piazza Mon-
tecitorio, 127.
Roma.
La Legge. Monitore giudiziario e am-
ministrativo del regno d'Italia, nato nel
1861. Contiene la giurisprudenja della
Cassazione; pareri del Consiglio di Stato;
testo delle leggi; studi teorico-pratici di
diritto penale, civile, commerciale, ecc.
Direttori: Giuseppe Saredo, Consigliere di
Stato, Filippo Serafini dell' Università di
Pisa. Redattori ordinari: A. Corsi, E. Cuz-
zeri,E. Galluppi,R. Pavesi, L. Ottavi, L.Luc-
chini, L. Maurizi, ecc. Proprietario-ammi-
nistratore: Marco Saredo. Abbonamento:
anno L. 36, estero 41,20. Corso, 219.
Roma.
La Leva militare. Rivista nata nel 1871,
contenente le leggi, i decreti, i regola-
menti, le decisioni di massima, le sentenze
dei tribunali e le notizie relative al servizio
di leva, al volontariato di un anno, all'am-
missione alle scuole militari, ecc. Esce il 1 5
e 30 d'ogni mese in 16 pagine in-S." Ab-
bonamento: anno L. 8, sem. 5. Un nume-
ro 0,50. Via Incurabili al Corso, 5.
Roma.
Il Locatore. Giornale utile per coloro
che hanno bisogno di affittare alloggi vuoti
e mobigliati, nato nel 1875. Esce ogni set-
timana in 4 pagine. Direttore: Francesco
Tosco. Inserzioni: alloggi ogni vano L. 3.
Un numero 0,20. Non fa abbonamenti.
Via Convertite, 8.
Roma.
Lux. Bollettino dell'accademia interna-
zionale per gli studi spiritici e magnetici,
nato nel gennaio 1888. Esce ogni mese in
32 pagine in-8.° Direttore: Efisio Ungher.
Abbonamento; anno L. i o. Un numero 0,80.
Casella postale, 11 a.
Roma,
Manuale degli Amministratori Comu-
aali, Provinciali e delle Opere pie. Pub-
blicazione amministrativa, nata nel 1862.
Esce ogni 15 giorni in 16 pagine. Abbo-
namento: anno L. 8. Un numero 0,50,
Roma.
Manuale del funzionario di sicurezza
pubblica e di polizia giudiziaria. Raccolta
mensile di articoli teorico-pratici sulle
leggi di P. S., decreti, circolari, decisioni,
cronaca, ecc., fondata nel 1863 e diretta
dal comm. Carlo Astengo, con la collabo-
razione di Santagostino, Locatelli, Gallim-
berti, Banchieri e Leonardi cav. Francesco,
che ne è il direttore. Esce ogni mese in
24 pagine e copertina a 2 colonne. Ab-
bonamento: anno L. 6,50.
Roma.
Marina e Commercio - Giornale delle co-
lonie. Periodico settimanale, nato nel 1877
a Palermo dove visse per 5 anni. Nel 1882
si trasportò a Roma e si fuse col Gior-
nale delle colonie; questa fusione diretta allo
scopo di rafforzare i comuni intendimenti,
di propugnare cioè gì' interessi dell' indu-
stria del mare e dei traffici italiani, accrebbe
importanza e diflfusione al giornale che è
l'unico e più stimato di tal genere in Italia.
Redattori: avv. Salmona, Luigi Zoppis, ecc.
Esce in 16 pagine a 3 colonne. Abbona-
mento: anno L. io, sem. 6. Corso, 495.
Roma.
Il Martello. Giornale per la difesa dei
lavoratori, socialista, amministrativo, nato
il 2 febbraio 1890. Esce 2 volte al mese
in 4 pagine. Redattore: Antonio Brunelli.
Abbonamento: anno L. 5. Un numero 0,05.
Via Cavour, palazzo Nicolini (Est).
Roma.
Massimario giuridico. Periodico quin-
dicinale per uso degli esattori e cassieri
comunali, degli appaltatori del dazio con-
sumo, ecc., nato il i." gennaio 1885. Esce
in 8 pagine in-8.° a 2 colonne. Direttore:
Giuseppe Berni. Tipografia del Corriere dei
Comuni.
Roma.
Mercurio. Giornale politico, amministra-
tivo, bisettimanale, nato il 15 settembre
1889. Si propone di seguire lo sviluppo
delia città; ricercare le fonti delle vecchie
disposizioni che hanno rapporto coi biso-
gni moderni e rinnovellare la memoria di
ciò che fu l'interesse, il costume, il pia-
cere e la gloria di Roma. Il Mercurio è un
giornale essenzialmente romano, scritto per
ogni genere di famiglie, ameno ed utile.
Direttore: cav. Leone Vicchi. Abbonamen-
to: anno L. 15, sem. 8. Via Ripetta, 70.
Roma,
Il Messaggiere del Sacro Cuore di &esù.
Giornale rehgioso, fondato nel 1864 in Par-
PROVINCIA DI ROMA.
631
ma dal P. Antonio M.' Marasca, barnabita,
leccese, e nel 1875 trasportato in Roma.
Esce ogni mese in 48 pagine. Abbona-
mento: anno L. 3. Un numero 0,25. Piazza
S. Carlo a' Catinari.
Roma.
II Messaggero. Giornale quotidiano, de-
mocratico, nato nel 1878. Ebbe per diret-
tore Fedele Albanese, poi L. A. Vassallo.
Ora è diretto da Luigi Cesana, ed ha per
redattori: Narciso Borgognoni, Arnaldo
Bertini, Antonio Depiro, Angelo Gerardi,
Raflfaele Lucente, Luigi Mostardi, ecc. Il
Messaggero si occupa più specialmente di
cronaca locale e di fatti vari. Tira 45,000
copie. Abbonamento: anno L. 14. Un nu-
mero 0,05. Via del Bufalo, 125.
Roma.
Il MètaToo - Galletta di Veììelri. Giornale
politico, amministrativo, nato nel 1880.
Esce la prima domenica d'ogni mese in
4 pagine a 4 colonne. Direttore: Alfredo
Cavallo. Abbonamento: anno L. 3; sem. 2;
trim. I. Un numero 0,05.
Velletri.
Le Milizie - Bollettino per gli ufficiali in
congedo. Nato nel 1883, esce ogni 15 giorni
in 16 o 32 pagine. Abbonamento: anno
L. 6.
Roma.
Il Missionario. Bollettino mensile pei
cooperatori e cooperatrici delia Società
Cattolica Istruttiva, nato nel 1881. Esce in
16 pagine in-8.'' gr. a 2 colonne. Abbo-
namento: anno L. 2; Estero L. 3. Borgo
Vecchio, 165.
Roma.
Moniteur de Rome. Giornale politico,
cattolico, nato nel 1882 in sostituzione del
Journal de Rome che la Società Cattolica
comperò e fece morire per sostituirgli il
Moniteur de Rome, internalional et quotidien.
Il Moniteur è compilato dalla stessa re-
dazione del Journal de Rome. Nell'articolo
programma si leggevano queste parole:
« Le Moniteur de Rome, en venant prendre une place
dans la presse sincérement et esdusivement catholique,
n' a qu'un but : défendre la sainte et grande cause de la
Papauté et de 1' Église. »
È giornale di combattimento ma mo-
derato. Dicono che esprima le idee del
Papa. Capo della redazione e monsignor
Galimberti. Direttore: Francesco Carry.
Esce ogni giorno in 4 pagine, redatto tutto
in francese. Tira 3000 copie. Abbonamento:
anno L. 31, sem. 18, trim. 9. Unione: anno
L. 50, sem. 25. Un numero 0,10. Via Gelsa
presso Piazza del Gesù, 8.
Roma.
Moniteur hebdomadaire de Rome. Gior-
nale politico, cattolico, nato nel 1883. Esce
ogni settimana in 8 pagine, redatto in fran-
cese. Abbonamento: anno L. ó.
Roma.
Il Monitore dei farmacisti. Giornale
scientifico, professionale, nato il 5 giugno
1887, per tutelare gì' interessi della classe
dei farmacisti. Esce ogni settimana in 16
pagine. Direttore: Giulio Bricchi. Editori:
L. Roux e C. Abbonamento: anno L. 6.
Un numero 0,15. Via del Tritone, 197.
Roma.
Il Monitore dei RR. Caralsinieri. Gior-
nale politico militare, dedicato essenzial-
mente agi' interessi dei carabinieri, nato
nel 1873. Esce giovedie domenica in 4
pagine a 4 colonne. È molto diffuso per
la copiosità delie notizie e il modo com'è
redatto. Ne è proprietario Innocenzo Ar-
tero. Abbonamento: anno L. 8, sem. 4.
Un numero 0,25. Montecitorio, 125.
Roma.
Il Monitore delle guardie di Finanza.
Nato r II luglio 1S89, esce ogni settimana
in 4 pagine. E l'unico giornale italiano
che propugni gl'interessi del corpo delle
guardie di finanza. Proprietario: Innocenzo
Artero. Abbonamento: anno L. 5. Un nu-
mero 0,15. Piazza Montecitorio, 125.
Roììia.
Il Monitore forense. Giornale settima-
nale di giurisprudenza. Abbonamento: an-
no L. 12.
Roma.
Monitore industriale italiano. Rassegna
settimanale tecnico-scientifica , nata nel
1876, col titolo di Gaietta delle tramvie,
che poi mutò nell'attuale. Esce in 8 pagine
a 3 colonne. Contiene tutti gli avvisi d'asta
per le forniture dei Ministeri della marina
e della guerra e l'elenco dei brevetti d' in-
venzione, accordati dal Governo. Direttore:
Carocci Domenico. Abbonamento: anno
L. 6, sem. 3,50. Via S. Basilio, 54.
Roma.
Monitore italiano. Periodico politico,
cattolico, illustrato, nato il 15 ottobre 1887.
Esce 2 volte la settimana in 16 pagine
in-4.° a 2 colonne. Direttore: F. Boiani.
Abbonamento: anno L. io, sem. 6, trim. 3.
Un numero 0,10. Via Nazionale, 132.
Roma.
Il Movimento medico-farmaceutico in-
dustriale. Nato nel 1884, esce ogni mese
a fascicoli che si stampano a Soriano nel
Cimino. Abbonamento: anno L. i.
Roma.
Nuntius Romanus. Giornale cattolico,
organo dell'Accademia dei Letterati, nato
nel 1882, Esce ogni mese in 24 pagine,
632
GUIDA DELLA STAMPA PEK IODICA ITALIANA.
redatto in latino. Abbonamento: anno L. 3;
Estero L. 4. Via Borgo Vecchio, 165.
Roma.
Nuova Antologia. Rivista di scienze, let-
tere ed arti, fondata il 6 febbraio 1866 a
Firenze dal prof. Francesco Protonotari,
che la diresse sino al 30 marzo 1888, anno
in cui mori. Nel 1877 si trasportò a Roma
e si pubblica il i.° e 15 d'ogni mese in
fascicoH di circa 200 pagine in-8.° grande.
Nel 1888, morto Francesco Protonotari, la
direzione fu assunta dal fratello dott. Giu-
seppe. Vi scrivono i più chiari pubblicisti
del regno: Bonghi, Nencioni, Cavallotti,
P. F. Denza, C. Pozzolini-Siciliani, F. D'Ar-
cais, G. Boglietti, C. Bertagnolii, O. Grandi,
F. Sabatini, C. Boito, Matilde Serao, De
Renzis, V. Giachi, G. Finali, Panzacchi,
Bertolini, De Zerbi, ecc. La Nuova Anto-
logia contiene anche critiche letterarie, ras-
segne finanziarie e politiche, ecc. Tira 2700
copie. Abbonamento: anno L. 42, sem. 23.
Unione postale: anno L. 46, sera. 25. Cor-
so, 466.
Roma.
Nuova rivista degli scacchi. Giornale
speciale per il giuoco degh scacchi, nato
nel 1875 a Livorno, dove si è pubblicato
per una decina d'anni. Poi si trasportò a
Roma. Esce ogni mese in 32 pagine in-8.°
con copertina. Contiene importanti noti-
zie, discussioni, problemi, soluzioni, cro-
naca scacchistica, ecc. Abbonamento: anno
L. io; Estero 12. Non si vende a numeri
separati. Piazza di Spagna, io.
Roma.
Il Nuovo educatore. Rivista settimanale
della istruzione primaria, fondata nel 1880
e diretta dal prof Giacomo Veniali; ne è
vice-direttore Siro Corti. È giornale uti-
le ai maestri poiché pubblica gli atti uffi-
ciali che riguardano l'insegnamento; pub-
blica scritti suir istruzione elementare e
normale, i suoi maestri, i suoi metodi, i
suoi programmi e le sue materie; pubblica
esercizi e temi di nomenclatura, gramma-
tica e aritmetica; disegni, calhgrafia, gin-
nastica, ecc. Notizie bibliografiche e sco-
lastiche nazionali e straniere, ecc. Abbo-
namento: anno L. 4, sem. 2,50. Un nu-
mero 0,20. Ditta Paravia, editrice.
Roma.
L'Opinione. Giornale politico, liberale,
moderato, quotidiano, nato a Torino il 27
dicembre 1848. Il programma fu firmato
da Lanza, Giacomo Durando, Bianchi Gio-
vini. Massimo di Montezemolo, Giuseppe
Torelli, Carlo Pellati, Giuseppe Cornerò
e Niccolò Vineis. Segui la capitale prima a
Firenze, poi a Roma, diretta sempre da
Giacomo Dina. Dopo la morte del Dina, as-
sunse la direzione il marchese Francesco
D'Arcais, che del giornale era stato per
36 £nni valentissimo e stimato critico mu-
sica.e. Ma nel 1889 anche il D'Arcais la-
sciò r Opinione, che venne affidata all'on.
Mic'iele Torraca (V. pag. 607). L'Opinione
è uro dei più importanti ed autorevoli gior-
nali italiani, tenuto anche in gran conto
all'i stero. Per la sua età, dai giornalisti le
è dato il nomignolo di Nonna. Tira 8000
copie. È proprietà di una Società in nome
collettivo di 60 carati. Redattore-capo:
avv. on. Rizzo. Redattori e collaboratori:
on. L. Luzzatti, dott. Monti Guarnieri, conte
T. Sanfelice, cav. Pizi, ing. Mancini, dott.
Annibale Gabrielli, cav. Carraresi, ecc. Ab-
bonamento: anno L. 26, sera. 14, trini. 7.
Estero: anno L. 56, sera. 29, trira. 15, Via
Uffici del Vicario, 43.
Roma.
L'Osservatore romano. Giornale politico,
cattolico, fondato nel 1861 dal governo
pontificio, di cui era l'organo uff.ciale. Esce
ogni giorno in 4 pagine. Nei prirai anni
era di piccolo formato a 3 colonne. Nel
settembre 1870 sospese momentaneamente
le pubblicazioni. Fra i giornali cattolici è
dei meno arrabbiati e dei più diffusi e ac-
creditati. Tira 6000 copie. Direttore: Mar-
chese Cesare Crispolti. Redattori: Filippo
Crispolti, Bonetti, Giulio Maldura, ecc. Ab-
bonamento: anno L. 27. Via dei Burro, 145.
Roma.
Il Palcoscenico. Periodico artistico, teatra-
le, nato nel febbraio 1889. Esce in 4 pagine,
formato 0,38x0,25. Abbonamento: anno
L. lO. Un numero o,iO. Piazza S. Igna-
zio, 151-A.
Roma.
La Palestra del Clero. Periodico bimen-
sile, cattolico, scientifico, illustrato, fonda-
to nel 1878 da Don Bernardino Castaldi,
di Prosinone, dove pubblicò un Corriere
de' Volsci. Il Castaldi a Roma diresse la
Frusta, scrisse nel)' Eco del Pontificato, nel
BoVettino dei parroci, nella Vergine e final-
mente fondò la Palestra, che esce in 32 pa-
gine a 2 colonne. Direttore - proprieta-
rio : Benini Quintilio. Abbonamento: anno
L. i,^o; Estero 9,50. Piazza Sforza Cesa-
rini, II.
Roma.
Palestra giuridica amministrativa. Na-
ta nel 1SS5, esce ogni settimana in 24 pa-
gine. Direttore: F. T. Franchi e L. Beha.
Abbonamento: anno L. 24. Un numero L. i .
Piazza delle Terme, 59-A.
Roma.
La Palestra Musicale. Periodico, arti-
PROVINCIA. DI ROMA.
633
stico, scientifico, bimensile, nato nel 1871.
Pubblica gli atti ufficiali dell'Accademia
di S. Cecilia e di altri istituti musicali del
regno. Esce in 4 pagine con copertina a
3 colonne. Direttore: prof. G. B. Zuliani.
Abbonamento: anno L. 24, sem. 13. Un nu-
mero 0,50. Via Torre Argentina, 34.
Roma.
Il Paradiso dei Bambini, già Giornale
iìlustrato per i ragadi. Nato nel 1886, esce
ogni giovedì in 8 pagine a 2 colonne, sotto
la direzione del fecondo ed infaticabile scrit-
tore Onorato Roux. Editore: E. Ferino.
Tiratura 6000 copie. Abbonamento: anno
L. 3. Un numero 0,05. Via del Lavato-
re, 88.
Roma.
Il Parlamento. Giornale elettorale, po-
litico, amministrativo, nato il i.° mag-
gio 1890. Esce ogni settimana in 4 grandi
pagine a 6 colonne. Abbonamento: 50 nu-
meri L. 5. Via Borgognona, 47.
Roma.
Il Patriotta. Giornale amministrativo,
nato il 15 luglio 1S88. Esce ogni domenica
in 4 pagine, formato 0,30 xo,2i. Direttore:
Oreste Fortuna. Abbonamento: anno L. 4.
Fresinone.
II Patto di fratellanza. Cronaca della
previdenza operaja e delle società di M. S.
cooperative d'Italia, fondata il 12 mag-
gio 1S72 e diretta da Achille Grandi. Esce
il IO, 20 e 30 d'ogni mese in 16 pagi-
ne in-8.° È stata premiata alle mostre
di Milano (1881) e Torino (1884). Abbo-
namento: anno L. 5. Un numero 0,10. Via
Belsiana, 90.
Roma
Periodico di matematica. Rivista per
r insegnamento secondario, nata nel gen-
naio 1886. Esce ogni 2 mesi in 20 pagine
in-8.° Direttore: prof Davide Besso del
R. Istituto Tecnico di Roma. Via Lata, 3.
Roma.
La Pietra. Giornale politico, eco del-
l' Irlanda d' Italia (Sicilia), nato nel 18S6.
Direttore: avv. Vincenzo Macaluso. Esce
ogni settimana in 4 pagine a 3 colonne.
Abbonamento: anno L. 6. Corscj, 495.
Roma.
Il Popolo Romano. Giomile politico, li-
berale, quotidiano, fondato da Leone Fortis
e Guglielmo Canori il i.° settembre 1873.
Nel 1875 fu acquistato da Costanzo Chau-
vet, che lo ingrandi e curò in modo da
renderlo uno dei più diffusi giornali della
Capitale. Il Popolo Roìuano infatti tira ol-
tre 35,000 copie, ed è il solo giornale ro-
mano che coi propri mezzi abbia costruito
dalle fondamenta un edificio per i suoi uf-
fici di direzione ed amministrazione. Ai
tempi di Depretis il Popolo era l'organo
di quel ministro. È diretto sempre dallo
Chauvet, e ne sono redattori: Poggi, Giu-
seppe Carrara, Francesco Filippini, Gino
Monaldi, E. Varda, Vigna dal Ferro, Fi-
lippo Clementi, ecc. Il Popolo esce ogni
giorno in 4 pagine a 5 colonne. Abbona-
mento: anno L. 24, sem. 12, trim. 6. Unio-
ne: anno L. 40, sem. 20, trim. io. Un nu-
mero 0,05. Via Due Macelli.
Roma.
Posta e Telegrafo. Rivista nata nel 1884
per propugnare gl'interessi del personale
postale e telegrafico. Esce 3 volte al mese
in 8 pagine. Abbonamento: anno L. 5.
Roma.
Il Progresso. Giornale politico, ammi-
nistrativo e agricolo, nato nel 1S85. Esce
ogni settimana in 4 pagine Abbonamento:
anno L. 3,30. Un numero 0,05.
Roma.
Il Progresso. Giornale liberale, ammi-
nistrativo, nato il 23 marzo 1890. Esce
ogni domenica in 4 pagine. Direttore: dott.
Raffaello Scipione Maffei. Abbonamento:
anno L. 5; sem. 2,50. Un numero 0,05.
Viterbo.
Il Propagatore. Antologia cattolica delle
famiglie, nata nel 1884. Esce 2 volte al
mese in 1 6 pagine in-8.° Direttore: comm.
Giuffrendis. Abbonamento : anno L. 5 ,
sem. 2,50, trim. 1,25. Via Borgo Nuovo, 81.
Roma.
I Protesti cambiari. Fondato nel 1883,
col titolo di Bollettino dei protesti cambiari
di Roma che poi modificò nell'attuale, esce
ogni mese in 16 pagine e viene redatto
nei modi voluti dall'art. 6S9 del Codice di
Commercio. Abbonamento: anno L. io.
Un numero L. 1. Tipografia Dc'siderj.
Roma.
Eaccolta ufficiale delle Leggi e Decreti.
Atti del governo, iniziati nel i86[. Escono
a dispense di 16 pagine. Abbonamento:
anno L. 12. Stamperia Reale.
Roma.
Rassegna di Letteratura popolare e
dialettale. Periodico speciale p<iifo!k-lo-
risti, nato nel gennaio 1890 e diretto da
M. Menghini, A. Parisotti e F. Sabatini.
Esce ogni mese in 8 pagine a 2 colonne.
Abbonamento: anno L. 5 ; un numero 0,50.
Piazza PoUarola, 33 (Centro).
Roma.
Repertorio di Musica Sacra. 200 pagi-
ne in 12 dispense mensili. Direttore: Mae-
stro Tonizzo. Abbonamento: anno L. io.
Piazza Borghese, 78.
Roma.
634
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
La Restaurazione del sentimento ita-
liano. Giornale politico, cattolico, nato
nel 1885. Esce ogni settimana in 16 pa-
gine. Abbonamento: anno L. 6.
Roma.
Eevue des intéréts matériels en Italie.
Rivista tecnica, fondata il io aprile 1889.
Esce il IO e 25 d'ogni mese, in fascicoli
di oltre 100 pagine in-S.", redatta in fran-
cese. Direttore: G. A. Sartini. Abbinamen-
to: anno L. 50; ogni fascicolo L. 2,50.
Tip. Editrice Romana.
Roma.
Revue Internationale. Periodico scien-
tifico, letterario, nato nel 1883. Esce il io
e 25 d'ogni mese, in fascicoli di oltre 100
pagine in-S.", redatto in francese. Diret-
tore: Augusto Fantoni. Abbonamento: an-
no L. 40, sem. 22, trim. 12. Estero: anno
L. 45. Un fascicolo L. 2,50, Corso V. E. , 51.
Roma.
La Ricamatrice. Giornale album di la-
vori femminili, d'ogni genere, nato nel
1890. Esce giovedì e domenica. Editore,
Ferino. Abbonamento a 50 numeri: L. 2,50.
Un numero 0,05. Via del Lavatore, 88.
Roma.
La Ricreazione del Sacerdote. Giornale
cattolico, nato nel 1877. Esce ogni setti-
mana in 8 pagine a 2 colonne. Direttore:
can. Luigi Grimaldi. Abbonamento: anno
L. 51. Via S. Apollinare, 16.
Roma.
La Riforma. Giornale politico liberale,
nato nel 1867. Esce ogni giorno in 4 pa-
gine di gran formato ed ha una tiratura
di 9000 copie circa. Direttore: Primo Levi.
Redattore capo: Luigi Perelli. Redattori
ordinari : Ettore Bernabei, Stanislao Monti,
Carlo Paladini, ecc. Sulla Riforma ecco
quanto ha scritto di recente nel suo libro
Francesco Crispi, il signor Vincenzo Riccio:
« II giornale sorse nel 1867, interprete delle idee
della Sinistra parlamentare. Il Diritto (vedi), che per
molto tempo era stato l'organo del partito, allora non
affidava più, per mille deviamenti, per mille transa-
zioni con il Centro, cominciate specialmente quando
ne aveva assunto la direzione il Civinini. Il programma
della Riforma, scritto da Crispi, fu sottoscritto anche
da De Boni, Cairoli, Cariassi e Bertaui. In uno stile
involuto, nebuloso, non chiaro e limpido, si enunciava
in quel programma il proposito di nuove lotte per la
libertà, dopo quelle che avevano assicurata l'unità.
« La quale — diceva il giornale — fa fatta male ed in
fretta. Avrebbe dovuto essere accompagnata da una
Costituente che avesse fissato le basi del nuovo Stato.
Perciò inadatto, insufficiente, apparve, fin dai primi
giorni, lo Statuto. >> — Premesso ciò, il programma
chiedeva : il suflFragio universale con lo scrutinio di
lista ; libertà completa ed uguale per tutte le credenze;
riforma militare con l'abolizione della leva e progres-
siva trasformazione degli eserciti permanenti in mi-
lizia nazionale; la responsabilità ministeriale ; la giu-
stizia più accessibile ai poveri; estesa la libertà prov-
visoria; applicato in tutta l'amministrazione pubblica
il massimo decentramento; l'imposta proporzionale e
progressiva; aboliti i monopoli bancari, le dogane, gli
impedimenti daziari, le imposte sul consumo ; vendita
completa di tutti i beni dell'Asse ecclesiastico, ecc. —
La Riforma ebbe fortuna rapida e meritata. Fu per
un certo tempo l'organo del partito, il quale vedeva
ia esso l'espressione più completa e più vivace delle
sue idee. Si conservano ancora, presso gli uffici del
giornale, alcune lettere in cui Agostino Depretis rac-
comandava agli amici di procurar lettori ed abbonati
alla Riforma. Nel 1868 Crispi pubblicò su quel gior-
nale alcune lettere che destarono rumore grandissimo,
col titolo: / doveri del Ministero ilenabrea. In esse
si chiedevano riforme radicali e si ripeteva I' instau-
ratio ab imis funiamentis, che fu ed è il motto del
giornale. Nel 1869 la Riforma sostenne lotte aspris-
sime. Fu tra i giornali più violenti a battagliare per
i fatti della Regia. Lo dirigeva allora il deputato Oliva,
giornalista e patriota colto e coraggioso, spirito cau-
stico e battagliero, che fini miseramente nel 1886 di
crepacuore, vittima delle atroci ingiurie a cui fu fatto
segno da Cavallotti e da altri suoi antichi compagni
di combattimento. La Riforma sub! vicende diverse.
Dopo il 1870, venne trasportata a Roma, dove ebbe
momenti difficili, e sospese le pubblicazioni parecchie
volte. Le riprese nel 1872, sotto la direzione di un
Comitato composto di Crispi, Nicotera, Olivi, Co-
lonna di Cesarò, Seismit-Doda. Le sospese nel 1873
e le riprese definitivamente nel 1878 per continuare
senza interruzione Ora è in fiore, perché redatta da
giovani intelligenti e colti. Esprime le idee di Crispi,
che, fino agli ultimi tempi, vi scriveva tratto tratto
degli articoli aridi, qualche volta contorti nella forma,
ma con idee chiare e precise. » (i)
Abbonamento: anno L. 24, sem. 12,
trim. 6; estero, anno L. 42, sem. 21, trim. 11.
Un numero 0,05. Via Marco Minghetti.
Roma.
Rimedi nuovi. Rivista mensile di farma-
cologia, terapeutica, chimica medica e idro-
logia, fondata il 20 ottobre 1888 dal pro-
fessor Gioacchino Armani.
Roma..
Il Rinnovamento. Giornaletto ammini-
strativo, nato il 4 aprile 1886. Come disse
nel programma è « indipendente da ogni
partito, ligio solo al bene ed alla prospe-
rità di Viterbo e del suo circondario ».
Esce la domenica in 4 pagine a 3 colonne
stampato con tipi nitidi e buona carta. Ab-
bonamento: anno L. 5. Un numero 0,05.
Soriano nel Cimino.
I! Risorgimento. Giornale politico, am-
ministrativo, nato nel 1882 col titolo di
Faro che mutò nell'attuale. Esce ogni set-
timana in 4 pagine. Abbonamento: anno
L. 6,50. Un numero 5 centesimi.
Civitavecchia.
Il Risveglio. Giornale della lega latina,
sezione di Vellelri, nato il 27 ottobre 1889.
Esce ogni domenica in 4 pagine, formato
(i) In occasione di una lettera scritta nel 1878 ai
redattori del Bacchiglione, Crispi, diceva, fra l'altro:
« Io non divido — voi lo sapete meglio di ogni al-
tro — tutte le idee della Riforma. 11 giornale nei suoi
articoli non rappresenta sempre le mie opinioni, ma
quelle dei deputati dell'antica Sinistra. ...» Vedi pure
a pag. 476 l'articolo Crispi giornalista.
t^ROVmCIA DI ROMA.
635
0,37 X 0,29. Abbonamento: anno L. 6. Un
numero 5 centesimi. Via V, E., 99-100.
Felktri.
Eivista agricola romana. Nata nel 1870,
è organo del Comizio agrario e della So-
cietà Orticola e colombofila di Roma. Esce
una volta al mese in 32 pagine. Direttore:
Augusto Poggi. - Abbonamento : anno
L. 12. Un numero L. i.
Roma.
Rivista COmmerciale.Pubblicazione men-
sile, nara nel 1Ò88. Esce in fascicoli in-8.°
Direttore: avv. Alessandro Cavallini. Ab-
bonamento: annoL. io. Via della Paglia, 3 6.
Roma.
Rivista daziaria. Periodico amministra-
tivo, nato il i.° gennaio 1885. Esce ogni
settimana in 8 pagine in-8.° grande a 2
colonne. Direttore: avv. De Siano Nicola.
Abbonamento: anno L. io. Un numero 50
centesimi. Tipografia Agostiniana.
Roma.
Rivista della beneficenza pubblica (vedi
provincia di Milano).
Rivista della massoneria italiana. Nata
nel 1873, esce ogni mese in un numero
indeterminato di pagine è tira oltre 2000
copie. Direttore : Ulisse Bacci. Abbona-
mento: anno L. io. Un numero cent. 50.
Roma.
Rivista delle cancellerie e segreterie
giudiziarie. Giornale di giurisprudenza am-
ministrativa, nato nel i88ó. Esce ogni 15
giorni in 8 pagine. Direttori: avv. Martini
Giovanni e Zanghiari Virginio. Abbona-
mento: anno L. 5. Quattro Fontane, 33.
Roma.
Rivista del movimento medico. Gior-
nale mensile. Abbonamento: anno L. i.
Roma.
Rivista di agricoltura, industria e com-
mercio. Giornale mensile. Abbonamento:
anno L. 20.
Roma.
Rivista di artiglieria e genio. Perio-
dico mensile di circa 200 pagine in-8.°
con numerose tavole intercalate nel testo,
nato nel 1874. Questa rivista si è acqui-
stata una meritata fama fra gli ufficiali per
le accurate monografie che pubblica su
tutte le materie attinenti all'artiglieria ed
al genio. Vi è molto curata la parte estera
per guisa che i lettori possono seguire i
perfezionamenti che le due armi subiscono
nelle principali nazioni d'Europa. La rivi-
sta è corredata d'un ricco bollettino bi-
bliografico indicante il titolo degli articoli
e dei libri pubblicati in tutte le lingue.
Come supplemento e in fogli di stampa
Staccati pubblica anche opere di maggiore
importanza che sono date in dono agli asso-
ciatavi scrivono gli ufficiali Mariani, Slacci,
Parodi, Lo Forte, Figari, ecc. Abbonamento:
pei militari anno L. 12 e pei non militari 24,
estero 25. Un numero L. 3. Via Astalli, 15.
Roma.
Rivista di Cavalleria. Giornale militare
nato nel i86ó e diretto dall'avv. Augusto
Sindici. Tratta non solo le materie atti-
nenti all'arma, ma anche quelle che val-
gano a fare dell'ufficiale un uomo di guerra
e un perfetto spoiiman. La Rivista è ac-
colta con gran favore nell'esercito e fuori,
a incominciare dal Re e dai principi di fa-
miglia reale. Vi scrivono: F. A. Sguazzardi,
F. Boselli, Radicati di Petterano, G. Solina,
dott. A. Costa ed altri molti. Ogni fasci-
colo si compone di circa 200 pagine in-8.°
con splendide incisioni e tavole, ed esce
una volta al mese. Abbonamento: (obbli-
gatorio per un anno, i." gennaio-31 di-
cembre) L. 24; Unione L. 30. Un fasci-
«olo L. 3. Vicolo Sciarra, 64.
Roma.
Rivista di discipline carcerarie. Nata
nel i.'^77, esce ogni mese in fascicoli di
72 pagine e tratta delle discipline in rela-
zione con l'antropologia, il diritto penale
e la statistica. Tira 1500 copie. Direttori:
comm. Beltrani Scalia e comm. N. Vazio.
Redattore responsabile: cav. Giuseppe Ba-
rini. Redattore: cav. Aristide Bernabò-Si-
lorata. Vi è annesso un Bollettino Ufficiale
della Direzione Generale delle Carceri, che
si dà anche a parte. Scrivono in entrambi
i periodici: Gianoelia, Buccellati, Serfi, To-
lomei, Cecchetti, Chicherio, Bernardi, Bon-
gi, Garofalo, ecc. Abbonamento: anno L. io;
estero 15. Un fascicolo L. 2. Il solo Bol-
lettino, anno L. 5. Ministero dell' Interno.
Roma.
Rivista di topografia e catasto. Supple-
mento al Giornale dei lavori pubblici e delle
strade ferrate (vedi), nato nel 1888. Si oc-
cupa di geodesia, topografia, stima dei fon-
di, ecc. Esce in 20 pagine in-4.'' con ta-
vole illustrative. Abbonamento: annoL. 12.
Roma.
Rivista indipendente. Periodico politico,
agricolo, artistico, letterario. Esce ogni set-
timana. Direttore: Leopoldo Pasquali. Via
Tordinona, 74.
Roma.
Rivista internazionale di scienze far-
maceutiche. Giornale mensile. Abbona-
mento : anno L. i.
Ronta.
Rivista italiana di filosofia. Questa ri-
vista, fondata nel 1886 e diretta dal prof.
Luigi Ferri dell'Università di Roma, si prò-
636
GUIDA DELLA STA.MPA PERIODICA ITALIANA.
pone di sostituire la Filosofia delie scuole
italiane, fondata da Terenzio Mamiani e che
con lui si spense. L'indirizzo che segue la
Rivista è quello di un largo criticismo, che
studi i sistemi in se stessi, rilevandone le
lacune e i difetti logici, serbmdo però ri-
verenza al sentimento e al principio reli-
gioso. Esce ogni 2 mesi in 1 30 pagine circa.
Abbonamento: anno L. 12. Via del Go-
verno Vecchio, 121.
Roma.
Rivista italiana per le scienze giuri-
diche. Pubblicazione nata nel 1886 m so-
stituzione della cessata Rivista critica delle
scienie giuridiche e sociali (1883). Scopo
della Rivista italiana, fondata dai profes-
sori F. Schupfer e G. Fusinato è di svol-
gere, fin dove è possibile, un indirizzo
giuridico italiano, raccomandandolo alle
nostre buone tradizioni, ma non perdendo
di vista la coltura straniera, specie la te-
"desca; mantenere un connubio fecondo fra
le astrazioni scientifiche e le necessità le-
gislative e forensi. Le monografie che vi
si contengono riflettono una ricca varietà
di argomenti, alcuni dei quali hanno anche
un'importanza pratica attuale. Esce in 160
pagine in-S.° ogni 2 mesi. Vi scrivono:
A. Bonasi,C.F. Ferrini, Vivante, Bolaffio,
Filomusi-Guelfi. E. Ferrerò, Perozzi, C. F.
Ferraris, Nani, V. Scialoja, ecc. - Si stampa
a Città di Castello. Ermanno Lojscher,
editore. Piazza dell'Esquilino, 12, 2.° piano.
Roma.
Rivista marittinoa. Periodico speciale
per le costruzioni navali, lavori marittimi,
viaggi, ecc., nato nel isós. Esce il 15
d'ogni mese in fascicoli in-8.° di un numero
variabile di pagine illustrate da tavole e
carte. Vi scrivono: Fincati, Maldini, F. Ma-
riani, C. Romano, ecc. Direttore: Tancredi
Fogliani. Abbonamento: anno L. 18. Un fa-
scicolo L. 3. Presso il cav. Gaetano Som-
ma, economo del ministero della marina.
Roma.
Rivista militare italiana. Pubb'icazione
di arti, scienze e storia militare, nata a
Torino nel 185Ó e trasportata poi a Roma.
Esce ogni mese in fascicoli di circa óo pa-
gine. Tira 1600 copie. Fu diretta da Oreste
Baratieri; ora la dirige il maggiore Lodo-
vico Cisotti. Abbonamento: anno L. 24.
Ogni fascicolo L. 3.
Roma.
Rivista universale di giurisprudenza e
dottrina. Rivista legale nata nel 1886; è
utììciale per gli atti del Consiglio dell'Or-
dine degli avvocati in Roma. Esce il 15
e 30 d'ogni mese in 32 pagine in-4.° Di-
rettore: avv, Ettore Cioffi, Redattore capo
per la parte civile : avv. Ezio Marabini ; per
la parte penale: avv. Pilade Mazza. Abbo-
namento: anno L. 6. Via Frattina, 107.
Roma.
Roma Antologia. Cronaca artistica, Ir-tte-
raria ed amministrativa, nata nel i838. Esce
ogni domenica in 8 pagine in-4.° a 3 co-
lonne: Direttore: Edoardo Martinetti, Ab-
bonamento: anno L. 8, estero 10,20. Un
numero 15 centesimi. Via Gelsa, 8.
Roma.
The Roman Herald. Giornale d'informa-
zioni generali, archeologia, letteratura e
arte, nato il 4 novemb-^e 1887. Esce ogni
sabato, in 8 pagine, formato 0,55:^0,35,
redatto in inglese. Direttore: Olinto L. Spa-
doni. Abbonamento: anno L. 10. Un nu-
mero 20 centesimi. Piazza di Spagna, 20.
Roma.
Rome Directory & BuUetin. Guida pei fo-
restieri e cronaca cittadina. Esce dal 1873
ogni 15 giorni in 4 pagine a 4 colonne,
redatto in inglese. Abbonamento: anno
L. 2,50. Un numero 0,20. Via Babuino, 93.
Roììia.
Il Rosario. Memorie domenicane, fon-
date nel 1884 a Ferrara. Escono 2 volte
al mese in 52 pagine, a Roma, dove ha
trasferito la direzione. Abbonamento: anno
L. 4. Via Panetteria, 51.
Roma.
Rugantino. Giornale umoristico in dia-
letto romanesco, nato nel settembre 1887.
Esce giovedì e domenica in 4 pagine a 4
colonne, diretto da Gigi Zanazzo, poeta
vernacolo ed autore drammatico. E fatto
con molto brio e con gran garbo. Abbo-
namento: anno L. 3. Un numero 5 cente-
simi. Ferino, editore. Via del Lavatore, 88.
Roma.
La Scienza dei conti - Rivista di ragio-
neria e contabilità. Nata nel 1881, esce ogni
mese in 40 pagine. Dii-ettore : Annibale
Taddei. Abbonamento: anno L. 12. Un
numero 50 centesimi.
Roma.
La Scuola romana. Rivista letteraria,
nata nel 1882 e diretta dal comm. Giu-
seppe Cugnoni, uno dei pochi, m;i eletti
rappresentanti della cosi detta Scuola ro-
mana, che si è attenuta alle più splendide
tradizioni classiche della forma e dello stile,
e dalla quale è sorto il Cossa. Conserva-
tore della biblioteca Chigi, professare alla
Sapienzi, il Cugnoni trova il modo e il
tempo di redigere per la massima parte
la Scuola romana e di curare le edizioni di
opere interessanti e utili. La Scuola romana
esce in fascicoli mensili di 28 pagine. Vi
scrivono; Basilio Magni, A. Caroselli, Gu-
PROVINCIA DI ROMA.
637
stavo Tirinelli, P. E. Castagnola, ecc. -
Abbonamento: anno L. 3, estero 4. Non
si vende a numeri separati. Via deli' U-
miltà, 49.
Roma.
La Sera. Giornale politiso, quotidiano,
nato il 3 maggio 1890. Esce in 4 pagine
a 4 colonne. Abbonamento: anno L. 16,
sem. 8, trim. 4. Un numero 5 centesimi.
Via dell'Unità, 79.
Roma.
La Settimana vinicola. Monitore della
produzione e del commercio dei vini e
degli spiriti, nato nel 1880. Esce in 8 pa-
gine a 3 colonne in-4.° ogni settimana.
Direttore: dott. Ludovico Fusco. Redattore
capo: Ranieri Pini. Abbonamento: anno
L. IO, sem. 6 - Estero: anno L. 12, se-
mestre 7. Via Frattina, 99.
Roma.
Sinossi giuridica. Rivista di giurispru-
denza, nata nel giugno 1883. Contiene de-
cisioni, pareri, monografie relative a con-
troversie del diritto costituito, ecc. - Esce
ogni mese in fascicoli iu-4.° di un numero
variabile di pagine. È edita per cura del
fondatore avv. Ernesto Verona e diretta
da questo cogli avvocati Pietro Muratori
e Vito Porto. Pubblica un supplemento,
Cronaca della Sinossi giuridica^ nato il 29
aprile 1886, il quale esce in fascicoli di 20
pagine in-4.° a 2 colonne. Abbonamento:
anno L. 26. Torre Argentina, 21.
Roma.
Spallanzani. Rivista di scienze mediche,
nata nel 1872 a Modena. Esce ogni mese
in 48 pagine. Direttore: prof. (Jarruccio
Antonio. Tira 1200 copie. Abbonamento:
anno L. io. Non si vende a numeri se-
parati. Via Tordinova, 15.
Roma.
La Squilla. Giornale politico, cattolico,
nato il 20 marzo 1887. Esce ogni giorno
meno i seguenti alle feste in 4 pagine a
4 colonne. Ha per programma la chiesa
e la patria, il papato e l'Italia. È diretto
da Alessandro Pelliccioni, già direttore del
cessato Mastro Pappe. Tira 2000 copie. Ab-
bonamento: anno L. 18, sem. 9, trim. 5.
Un numero 5 centesimi. Via Colonnette, 7.
Roma.
Statistica del commercio speciale di
importazione e di esportazione. Pubblica-
zione mensile di circa 100 pagine della
Direzione generale delle Gabelle,
Roma.
Statistica delle fablsriche di spirito,
birra, acque gazzose, zucchero, glucosio,
cicoria preparata e polveri piriche, 0
delle tasse rispettive, Pubblicazione bi-
mestrale di circa 60 pagine della Direzione
generale delle Gabelle.
Roma.
Studi e documenti di storia e diritto.
Organo dell'Accademia di conferenze sto-
rico-giuridiche, nato nel 1880. Esce ogni
mese in fascicoli di oltre loo pagine in-4.''
Direttore: prof. Giuseppe Gatti. Vi scri-
vono: V. Puntoni, A. Battandier, prof. C. Re,
dott. C. Calisse, ecc. - Tipografìa della
Pace, di F. Cuggiani.
Roma.
Gli Studi in Italia. Periodico didattico,
scientifico e letterario, nato nel gennaio
1878. Ha articoli di G. B. De Rossi, T. Ar-
mellini, P. G. Giordano e di altri. Esce a
fascicoli ogni settimana. Abbonamento :
anno L. 16, sem. 9, trim. 5 - Estero: anno
L. 20, sem. 1 1, trim. 6. Tip, della Pace.
Roma.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Giornale mensile per gli an-
nunzi legali amministrativi, nato nel 1876.
Rotna.
Il Telegrafista. Giornale per l'insegna-
mento della telegrafia, nato nel 18S1. Esce
'Ogni mese in 36 pagine. Direttore: G. Del-
l'Oro, capo-sezione al Ministero delle po-
ste e telegrafi. Abbonamento: anno L. io.
Un fascicolo L. 1,50. Via Cernala, 13.
Roma.
Il Tiro a segno nazionale. Dopo un lun-
go sonno, cioè dopo che cessarono i tiri
a segno della Guardia nazionale, nel giu-
gno i8(S3 comparve questo giornale, allo
scopo di rendere popolare l' istituzione, di-
mostrare i vantag2:i del Tiro per l'educa-
zione nazionale, presentare la sua utilità
di fronte all'obbligo generale e personale
al servizio militare, diffondere i forti e pa-
triottici sentimenti ed alimentare una no-
bile emulazione fra le società e i tiratori
d'ogni parte d'Italia e dell'estero. Esce
ogni sabato in 8 pagine in-4.'' ^ 3 colonne.
Contiene notizie sulle gare provinciali, atti
utìiciali, cronaca del tiro, notizie varie, ecc.
Direttore: cav, Ludovico Cisotti. Abbona-
mento: anno L. 8, sem. 5 - Estero: anno
L. 16, sem. IO. Via Napoleone III, 48.
Roma.
Tirone. Gazzetta della stenografia ita-
liana, nata il i." gennaio 1873. Esce ogni
mese in 16 pagine, 8 di testo a stampa e
8 di testo stenografato. Tira 500 copie.
Contiene gli atti della Società stenografica
centrale italiana, e propugna Li diffusione
del sistema stenografico Gabelsberger-Nòe:
Ne sono principali collaboratori il profes-
sor L, Morpurgo, D. Manzoni, R. Fonta-
neive, C. Fea, 0. Greco, ecc. - Direttore,
638
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Pietro Rem-Picei. Abbonamento: anno
L. 2,50. Via del Collegio romano, 26.
Roma.
La Tribuna. Giornale politico, quoti-
diano, fondato il 27 novembre 1883 da
un gruppo di uomini politici, con a capo
il principe Maffeo Sciarra. È organo di op-
posizione, e in grazia di un servizio tele-
grafico eccezionale ha potuto raggiungere
in breve una larghissima diffusi>^ne. Esce
ogni giorno in 2 edizioni, una che va in
provincia e l'altra che si vende in Roma
alle 9 di sera, in 4 pagine a 6 colonne.
Direttore: avv. Attilio Luzzatto. Redattore
capo: Federico Fabbri. Redattori: Barzilai,
Belcredi, L. Brizi, E. Rubichi (Richel),
G. De Sena, Evaristo Evangelisti, S. Man-
ca, E. Spagnolo, A. Fabrizi, R. Bertini.
Direttore amministrativo: conte Edoardo
Bertoletti. La Tribuna ha una palazzina
propria ove han sede gli uffici di direzione
ed amministrazione, la zincotlpia, la lega-
toria, ecc. - Si stampi con 4 macchine
rotative Derriey, una delle quali tira 40000
copie all'ora, le altre 20000. Ai i.° piano
della palazzina vi è un gran salone, dove
spesso si tengono riunioni politiche, con-
certi, conferenze, ecc. - Vi è anche una
ricca biblioteca. Abbonamento: anno L. 18,
semestre 10, trimestre 5 - Estero: anno
L. 37, semestre 20, trimestre io. Ins^'r-
zioni: 4.' pagina 20 centesimi la linea,
3.* pagina 50. Un numero 5 centesimi.
Via delle Vergini, lO.
Roma.
La Tribuna illustrata. Nata nel 1890,
esce ogni settimana con 2 plantes a colori,
una nella prima pagina e l'altra nelle 2
centrali. Vi collaborano i migliori scrittori
e i più valenti artisti italiani. Contiene ar-
ticoli e illustrazioni sugli avvenimenti di
politica, di cronaca, di sport, di moda, ecc.
Direttore: Vincenzo Morello. Abbonamen-
to: anno L. 18, semestre io, trimestre 5 -
alle due Tribune quotidiana e illustrata:
anno L. 24, semestre 13, trimestre 7.
Un numero 50 centesimi. Via delle Ver-
gini, IO.
Roì7ta.
L' Ultima moda - Messaggero dell' ele-
gan^a. Nato il 31 ottobre 1886, esce ogni
domenica in 8 pagine a 3 colonne, con
numerosi figurini e disegni di lavori fem-
minili. Il giornale mira a diventare utile
e necessario alle famiglie, non ai sarti, alle
modiste, ai negozi di mode. Direttrice:
Contessa Olga (Cesareo Testa). Abbona-
mento: anno L. 6, sem. 3. Estero: anno
L. IO, sem. 5. Ferino, editore. Via del La-
vatore, 88.
Roma,
L'Unione liberale. Periodico politico,
commerciale e amministrativo, nato il 16
dicembre 1888. Esce ogni domenica in 4
pagine, formato 0,44 x 0,3 1. Direttore: Rug-
gero Giannelli: Abbonamento: anno L. 5.
Un numero 5 centesimi. Tip. V. Strambi.
Civitavecchia.
La Vedetta forense. Giornale di cro-
naca giuridica, nato nel i38o. Esce ogni
sabato in 8 pagine in-4.° a 2 colonne. Di-
rettore: avv. Luigi Canetto. Abbonamento:
anno L. io, sem. 6,50, trim. 4. Un nu-
mero 25 centesimi. Corso, 448.
Roma.
La Vergine del Sosario. Periodico m^'n-
sile, nato il 30 ottobre i>;87 per promuo-
vere la divozione del Rosario in tutte le
famiglie. Esce ogni mese in 32 pagine in-4.°
Direttore: comm. Massimiliano Zara. Ab-
bonamento: anno L. 3. Via S. Chiara, 39.
Roma.
La Vergine Immacolata. Giornale reli-
gioso, nato nel 1^64. Esce 2 volte al mese
in ló pagine e copertina. Direttore: De
Giovanni cav. Edoardo. Tira 1^00 copie.
Abbonamento: anno L. 5. Via Minerva, 46.
Roma.
La Vespa. Giornaletto popolare, nato il
6 aprile 1886. Esce ogni settimana in 4
pagine a 3 colonne. Ha per iscopo di con-
ciliare la classe operaia con l'aristocrazia
e di risolvere le quistioni fra questa e quella.
Direttore proprietario: Giovanni Leopoldo
Bianconi. Abbonamento: anno L. 20. Un
numero 5 centesimi. Via Palestro, 14.
Roma.
Vittoria Colonna. Periodico letterario,
artistico, teatrale, illustrato, nato il 15 mag-
gio 1889. Esce il i.°e 15 d'ogni mese in
4 pagine in-4.° - Redattore capo : Giu-
seppe Cerasi. Abbonamento: anno L. 5.
Un num. 0,10. Via Dogana Vecchia, 11, p.p.
Roma.
La Voce della verità. Giornale politico,
cattolico, organo della Società primaria
romana per gl'interessi cattolici, nato nel
1871. Esce tutti i giorni meno i seguenti
ai festivi in 4 pagine a 3 colonne. É munito
di un breve di Pio IX del 25 gennaio 1873
e tira oltre 4000 copie. Nel 1879 la dire-
zione della Vo:e fu assunta da Enrico Ma-
stracchi, leccese; ora è tenuta dall'avv. Giu-
seppe Sacchetti, Abbonamento: anno L. 20.
Un numero cent. 5. Tor Sanguigna, 13.
Roma.
PROVINCIA DI ROMA. 639
Gioruali cessati:
ROMA
- L'Acqua, idraulico, quiudicinale, 1882; direttore A. Maillet.
- L'A^rofloj quindicinale, n. 1885; direttore S. Pastore.
■ Album artistico, settimanale, n. 1888; direttore A. Bianchi.
■ L'Alfabeto, politico- liberale, n. 1847.
- L'Amico delle famiglie, mensile, n. 1887, organo del Circolo della S. Famiglia.
- L'Amministrazione militare, quindicinale, n. i^jó; direttore Giovanni Santanera.
■ L'Angelo Custode delle famiglie, settimanale, n. 1877; direttore Alons. L. Grimaldi.
■ Annali dell' Istituto di corrispondenza archeologica germanica, n. 1829.
■ L'Annotatore, didascalico, mensile, n. 1875; direttore P. Bernabò-Silorata.
• L'Ape letteraria, settimanale, n. 1871-73.
• Apollo, teatrale, settimanale, n. 1884.
■ L'Araldo, politico, quotidiano, 1S75-77.
• L'Araldo, quotidiano, illustrato, a. 1882; direttore Vincenzo Ferrara.
■ L'Araldo, storia e araldica, quindicinale, n. 1883.
■ Archivio di medicina, chirurgia ed igiene, mensile, 1872-76.
• Archivio economico amministrativo, n. 1878.
■ Archivio paleografico, n. 1882; direttore Ernesto Monaci.
• Archivio storico, artistico, archeologico e letterario.
■ L'Arte, quindicinale, illustrato, n. 1882.
■ L'Art en Italie, settimanale, n. 1884.
' Arte Nuova, bimensile, teatrale, n. 1887; direttore Carlo Calcaterra.
• Arte e Scienza, letterario-scientifico, settimanale, n. 1874.
• L'Arte industriale illustrata, bisettimanale, 'n. 1889; editore Ferino.
L'Aurora, cattolico, quotidiano, n. 1880-81.
Avvenimenti edificanti con morali ed utili istruzioni, n. 1840.
L'Avvenire nazionale, politico, quotidiano, n. 1870.
L'Avvisatore teatrale, settimanale, 1871-72.
Babau, politico, elettorale, n. 1886; direttore V. Fiorini.
La Banda, teatrale, mensile, 1874-75.
La Banda Musicale, mensile, n. 1873.
La Bandiera della gioventù italiana, politico, letterario, settimanale, n. 1886.
Il Bazar, letterario, ameno, n. 1847.
Il Barbiere di Siviglia, umoristico-letterario, n. 1874.
Il Bersagliere, politico, quotidiano, progressista, n. 1875; direttore G. Turco.
Biblioteca delle scuole francesi di Atene e di Roma.
Biblioteca dell'artigiano, mensile, educativo.
Biblioteca di un curioso, mensile.
Bollettino Commerciale italiano, settimanale, n. 1876.
Bollettino dell' Associazione della Stampa periodica italiana, trimestrale, n. 1S78.
Bollettino dell' Associazione dei medici condotti, n. 1875.
Bollettino dei parrochi, cattolico.
Bollettino di bibliografia e di storia delle scienze matematiche e fisiche, mensile, 1868-1877.
Bullettino dei Santi Tabernacoli, trimestrale, n. 1881.
Il Buon Augurio, cabalistico:
Il Buon Coltivatore, settimanale, n. 1884.
Il Buon Senso, cattolico, cessò nel 1871; direttore Monsignor Nardi.
Il Buon genere, per sarti, cappellai, ecc., n. 1847.
La Burocrazia, politico, amministrativo, 1874-76.
Il Cacciatore italiano, quindicinale, n. 1885.
La Campagna, agricolo, settimanale, n. 1884.
La Campana di S. Pietro, settimanale, n. 1875.
Il Campo di Marte, letterario, sportivo, educativo, quindicinale, n. 1884.
Cancellieri, segretari ed uscieri giudiziari, amministrativo, trimensile, n. 1884.
Le Capitole, politico, n. 1848.
La Caricatura, umoristico, settimanale, 1875-76.
Il Carro di Checca, umoristico, n. 1882.
640 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— La Cassa di risparmio, finanziario, bimensile, 1872-73.
— Cassandrìno, umoristico, bisettimanale, 1872-74.
— Le Catholique de Rome, 1871-74.
— Chicchiricchì, quotidiano, politico, illustrato, n. 1882.
— Il Cigno, letterario, artistico, 1871-73.
— Il Cittadino cailoìico, settimanale, n. 1884.
— Il Cittadino romano, politico, quotidiano, n. 1876.
— Il Colosseo, poi., corani., quot., n. 25 settembre 1870; direttore A. L. Consolini.
— La Commedia umana, politico, n. 18S4 a Milano; direttore Achille Bizzoni.
— La Concordia, politico, quotidiano, n. 1870, direttore Carlo Pisani.
— La Confeder anione latina, politico, sett., n. 1882; direttore senatore B. Amante.
— Il Conservatore, quotidiano, n. 1879; direttore Roberto Stuart.
— 11 Conlabile, quindicinale, n. 1886.
— Correspondance de Rome, cattolico, settimanale, n. 1882.
— Correspondance franco-itaìienne, politico, trisettimanale, n. 1876.
— A Correspondencia de Roma, cattolico, portoghese, settimanale, n. 1878.
— Corriere arlistico-letterario-teatrale, mensile, n. 1888; direttore E. A. Riraola.
— Corriere dell'edilizia, settimanale, 0. 1888.
— Corriere di Roma, quotidiano, liberale, n. 16 settembre 1870; direttore C. Peverada.
— Corriere di Roma illustrato, poi, demQcr.,n. 1885; direttori E. Scarfoglio e M. Serao.
— Il Corrispondente del clero, settimanale, n. 1881.
— Corrispondenza politica dalla Romania, a. 1882; direttore Mitilenu.
— La Coscienza pubblica, mensile; direttore Ernesto Nathan.
— Il Cosmopolita, redatto in italiano, francese, inglese e tedesco, 1875-77.
— La Costituente, quotidiano, repubblicano, n. 1872.
— Il Costituzionale, elettorale, n. 1880.
— Courrier d' Italie, settimanale, n. 1878; direttore Cesana.
— Il Cristiano romano, evangelico, mensile, n. 1886.
— La Cronaca, politico, quotidiano, n. 1876.
— La Cronaca, quotidiano, n. i.° gennaio 1885.
— Cronaca azzurra di Roma, letterario, n. 20 marzo 1881.
— Cronaca Bizantina, letterario, 1881-85, fondato da Angelo Sommaruga.
— Cronaca dei lavori pubblici, n. 1885; direttore ing. Luciano Paris.
— Cronaca illustrala, quotidiano, n. 1883; cessò nell'anno.
— Cronaca nera, organo del basso clero, quotidiano, n. 1889.
— Cronaca romana, letterario, storico, settimanale, n. 1885; direttore P. Carboni.
— Cronaca verde, quotidiano, trasformista, n. 1886,
— La Democrazia, politico, quotidiano, n. 1886; direttore Ettore Socci.
— Il Diavolo color di rosa, umoristico, quotidiano, n. 1871; direttore R. Giovagnoli.
— La Diplomazia, mensile, n. 1884; direttore G. B. Geranio.
— La Domenica del Fracassa, letterario, n. 1884; direttore Chiarini.
— La Domenica letteraria, n. febbraio 1881; direttore F. Martini.
— Don Chisciotte, umoristico, artistico, settimanale, n. 1872.
— Donna e lavoro, quindicinale, n. 1883; direttrice Marta Saflfratti.
— Don Pirloncino, umoristico, settimanale, n. 1871.
— Il Don Pirlone, elettorale, n. 1889.
— Don Pirlone figlio, politico-umoristico, trisettimanale, 1870-72.
— U Eco del mezzogiorno, settimanale, 1872-73.
— L'Eco della caccia, quindicinale, n. 1S89.
— L'Eco dell'operaio, quotidiano, n. 1882; direttore F. Coccapieller.
— L'Eco di Roma, cattolico, n. 1889; direttore A. Mondello Nestler.
— U Educatore, sett., n. 2 gennaio 1847; direttori sacerdoti D. Zanelli e S. Ciccolini.
— L'Educatore cattolico, a. 1872; cessò nel 1874.
— L' Educatore del corpo, di ginnastica, mensile, n. 1884.
— L' Emancipazione, politico, settimanale, 1872-77.
— L' Emancipazione, politico, repubblicano, settimanale, n. 1886.
— L'Energia elettrica, mensile, n. 1887.
— L' Eptacordo, artistico-teatrale, settimanale, 1870-72.
— L'Esercito della domenica, illustrato, n. 1881.
— L' Esposizione mondiale, artistico, mensile, n. 1880; direttore Gilberto Ambrosi.
PROVINCIA DI ROMA. 641
U Etoiìe d' Italie, mensile, 1876-77.
Elio II ossia il carro di Checca, politico, n. 1876; direttore F. Coccapieller.
Il Faro, settimanale, di pubblicità, n. 1885; direttore P. Parodi.
La Festa, relij^ioso, settimanale, 1872-76.
La Fiaccola di Roma, catto'ico settimanale, n. i83o; direttore Paolo Fortini.
Figaro, umoristico, n. 1871.
La Filosofia delle scuole italiane, bim.'strale, n. 1872-76,
I Fiori di Nazareth, cattolico, settimanale, 187 5- 1876.
II Folletto, illustrato, n. 1S81, cessò dopo pochi numeri.
La Fondiaria, bisettimanale, n. 1886.
Le Forche caudine, politico, letterario, settimanale, n. 18S4; direttore Pietro Sbarbaro.
La Fornarina, letterario, artistico, n. 1882; direttore R. Giovagnoli.
La Frusta, politico, quotidiano, 1871-75.
Il Gallo, politico, quotidiano, n. 1886.
Gar^antua, letterario, n. 5 marzo 1885; direttore Domenico Milelli.
Il Gastronomo italiano, n. 1886.
La Gaiia, umoristico, n. 1875, cessò nell'anno.
Galletta dei tribunali, settimanale, 1875-77.
Galletta dei tribunali, settimanale, n. i88ó; direttore G. D. Bartocci-Fontana.
Galletta delle tramiuie, settimanale.
Galletta del villaggio, settimanale, n. 1871; direttore Giacomo Sormanni.
Galletta di annunii, settimanale, 1S74-75.
Galletta finaniiaria, settimanale, 1875-77.
Galletta illustrata di Roma, artistico, settimanale, 1 87 1-77.
Galletta italiana, letterario, illustrato, settimanale, n. 18.S3; editori Bocca,
Ga:iietta romana, atti ufficiali dell'Impero francese, 5 aprile 180S-50 giugno 1809.
Galletta teatrale, n. 188}; direttori Parm^nio Bettoli e Telesforo Sarti.
Galletta teatrale di Roma, n. 1872, cessò nell'anno.
Galletta ufficiale di Roma, quotidiano, n. 1870; direttore Quirino Leoni.
Il Gaiiettino, quotidiano, n. 1885, piccolo formato.
Gaiiettino del diavolo, settimanale, n 1874.
Giornale degli spiriti, n. 1S76, cessò nell'anno.
Il Giornale bianco, settimanale, illustrato, n. 1876.
Giornale degV impiegati, poi La Penna; n. 1889, settimanale; direttore Riberi,
Giornale del Campidoglio, ufficiale dell'Impero francese, i.° luglio-31 dicembre 1809.
Giornale della giurispr. e del foro criminale, mensile, n. 1847; direttore avv. O Raggi.
Giornale d'annunii, settimanale, n. 1873.
Giornale illustralo di storia naturai", seitimanale, n. i<8.x6; editore Perino,
Giornale per i bambini, n. i38i, si (asc col Giornale dei fanciulli di Milano (vedi).
La Giovane Roma, amministrativo, mensile, 1876-77.
La Gioventù italiana, letterai-'o, settimanale, n. 18S1; direttore G Cerasi.
Il Globo artistico-teatrale, trimensile, 1872-73.
Il Goffredo, cattolico, quotidiano, n. 1S82.
Il Grande romaniiere illustrato, settimanale, 1875-77.
Il Grido di guerra, organo dell'esercito della salvezzi, n, 1887.
fournal de Rome, politico, quotidiano, n. 1874, cessò nell'anno.
fournal poliliqne da départemenl de Rome, n. 1812.
IS Illustr anione, artistico, settimanale, n. i.° gennaio 1874.
U Ilhistraiione cattolica, settimanale, n. 1882.
U Illuslraiione per tutti, settimanale, n. 1885; editore Perino,
U Impariiale, diretto dal cav. Giubilei, cessò nel 187 1.
U Indicatore, commerciale, settimanale, 1872-73.
L'Indicatore, artistico, lett"ravio, n. 1862; diretto per oltre 20 anni da F. Galvani.
h' Indicatore romano, commeiciale, settimanale, 1872-73.
\J Inevitabile, annunzi, quotidiano, n. 1888,
U Iride, politico, umoristico, con caricature, 1876-1877,
\J Italia, artistico, quindicinale, illustrato, n, 1882.
L'Italia cattolica, n. 1879.
L'Italia marittima, settimanale, n. 1872-73,
L'Italia militare, trisettimanale, 1862-87; direttore Lodovico Cisotti.
N. Bernardini — Guida della Stampa periodica italiana — 41,
642 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— U Ilalia nuova, politico, quotidiano, n. 1872, cessò nell'anno.
— V Italia pedagogica, scolastico, n. 1884; ogni io giorni; direttore A. Pavesi.
— Italian Times, politico, letterario, 1881-85; direttore Morgan.
— lialienische Aìlgemeine Correspotideni, settimanale, 1875-77.
— lialienische Nachricbten, politico, settimanale, 1872-77.
— Il Labaro, cattolico, n. 1847; redattore can. Ciccolini.
— Il Labaro, politico, quotidiano, n. 1882; direttore ex-sacerdote conte di Campello.
— La Lanterna di Diogene, umoristico, quindicinale, n. 1874; cessò nell'anno.
— La Lanterna magica, umoristico, settim., 1888; editore Ferino; direttore G. Petrai.
— Lega della democrazia, poHtxo, n, 1879.
— Letture popolari, bimensile, n. 1888; direttore M. Zara.
— La Libera Roma, politico, quotidiano, n. 1871; cessò nell'anno.
— La Libertà, politico, quotidiano, n. 1870. Dopo oltre 16 anni di vita brillantissima
si trasformò in settimanale e poi cessò del tutto. Fu diretto sempre da Edoardo
Arbib, toscano ed israelita, nato il 27 luglio 1840. L'Arbib ha un bel passato:
entrato come compositore nella tipografia Barbera, tu poscia correttore. Nel '59 fu
volontario fra' cacciatori delle Alpi. Poi tornò con Garibaldi in Sicilia; fu promosso
sottotenente; nel '66 combattè, poi si ritirò; avendo rara attitudine al giornalismo
collaborò nella Nazione di Firenze, diresse il Corriere della Venezia, la Ganetla del
Popolo di Firenze e finalmente, appena le truppe italiane entrarono in Roma, fondò
la Libertà, uno dei giornali di destra più autorevoli, perchè alieno da ogni gretta
partigianeria. Nel '79 l'Arbib fu eletto deputato di Viterbo, e lo è tuttora. Con lo
pseudonimo di Edoardo pubblicò pure parecchi interessanti romanzi. Scrittore sem-
plice, chiaro ed elegante, ha molta autorità nel giornalismo.
— Il Marchese Colombi, letterario, settimanale, n. 1893; direttore C. A. Salustri.
— Marco Polo, letterario, commerciale, n. 1885.
— Marforio, umoristico, settimanale, n. 1883; direttore Giacomo Dotterò.
La Maremma agricola, poi Guerra alla malaria, quindic. n 1882 ; direttore C Caravella.
Massimo d'Azeglio, artistico, quind.cinale, n. 1881; direttore A. Murri.
i_ Mastro Peppe, cattolico, quotidiano, umoristico, n. 1884; direttore Pelliccioni.
-_ Il Mattino, cattolico, quotidiano, 1 084-8 5.
Il Mecenate, teatrale, settimanale, n. 1872, cessò nell'anno.
— Il Mefistofele, umoristico, n. 1872, cessò nell'anno.
Il Mefistofele, teatrale, settimanale, n. 1875, cessò nell'anno.
Mefistofele, teatrale, settimanale, illustrato, n. 1885; direttore Carlo Piva.
Mente e Cuore, ossia la donzella, letterario, mensile, n. 1872.
— Il Mercurio italiano, finanziario, settimanale, n. 1872.
Il Messaggere illustrato, quotidiano, n. 1884.
— Il Messaggere universale, commerciale, settimanale, 1871-72.
— Il Miglioramento, politico, quotidiano, n. 1870.
— La Minerva, rivista quotidiana della pubblica istruzione, n. 1885.
— The Minerve, letterario, scientifico, mensile, n. 1S80; direttore Pericle Tzikos.
— Il Mondo cattolico illustrato, settimanale, n. 1888; editori Vercellini.
— Il Mottitore, politico, quotidiano, 1875-76
— Il Monitore, politico, quotidiano, n. 1881; direttore Fedele Albanese.
— Monitore degli uffici di stato civile, settimanale, 1875-76.
— Monitore del da^io, settimanale, n. 1885.
— Monitore della miliiia territoriale, n. 15 marzo 188 j.
— Monitore delle Associaiioni, mensile, 1871-76.
— Monitore di giurisprudenza e legislazione commerciale, il Casaregis, mensile, 1872-77.
— Monitore finanziario internazionale, commerciale, settimanale, 1871-75.
— Il Monitore romano, cattolico, mensile, 1881.
— Il Moschettiere, politico, quotidiano, n. 18-5; direttore Ernesto Mezzabotta.
— 'L Mul' umoristico, in dialetto piemontese, settimanale, 1877-78.
— Nabab, politico, quotidiano, n. 1084; editore Sommaruga, direttore E. Panzacchi.
— Il Nomade, politico, settimanale, 1876-77.
— Nuova enciclopedia italica, mensile 1871-76.
— La Nuova frusta, politico, quotidiano, 1875-76.
— La Nuova Roma, politico, quotidiano, 1871-73.
— La Nuova Roma, politico, n. 1882.
— Le Nuove forche caudine, settimanale, n. 1889; direttore F. Menghini.
PROVINCIA DI ROMA. 643
Il Nuovo eco d'Italia, amministrativo, settimanale, o. 1881; direttore P. Carducci.
Il Nuovo giornale illustrato, letterario, artistico, settimanale, 1871-76.
L'Oca, politico, umoristico, settimanale, n. 1887; direttore Adolfo Rossi.
L'Omnibus, quotidiano, illustrato, di fatti vari, n. 1881.
L'Operaio, politico, quotidiano, n. 1882.
Il Paese, politico, quotidiano, n. 1875.
La Palestra, politico, quotidiano, 1871-72.
La Palestra musicale, quindicinale, 1875-76.
Il Parlamentarismo, politico, settimanale, n. 1885; direttore D. Bellini.
la Parola, politico, settimanale, n. 1887; direttore Pietro Sbarbaro.
Il Partito operaio, settimanale, n. 1885; direttore Uriele Cavagnari.
II Pedagogo, educativo, settimanale, n. 1871; cessò nell'anno.
La Penna di Pietro Sbarbaro, settimanale, n. 1886; si modificò in Penna d'oro.
La Piccola Tribuna, supplemento alla Tribuna, n. 16 novembre 1885.
Il Piccolo italiano, politico, quotidimo, n. 1881.
La Pietra, politico, bisettimanale, n. 1875; cessò nell'anno.
Pietro Micca, politico, quotidiano, n. 27 marzo 18S8.
Il Pipistrello, umoristico, bisettimanale, n. 1871, cessò nell'anno.
Pippetto, umoristico, settimanale, n. 1887.
Il Popolare, politico, n. i.° febbraio 1887.
Precetti sul modo di bene insegnare, mensile, 1870-72.
Il Progresso, commerciale, industriale, 1871-72,
Il Progresso, medico, bimensile 1871-76.
Il Progresso musicale, quindicinale, 1876-77.
Il Propagatore del culto a N. S. del S. C. di Gesù, mensile, n. 1874.
La Proprietà intellectuelle, n. 1882; direttore Francesco Antonio De Marchi.
La Provincia di Roma, n. 23 dicembre '1886.
La Pubblicità, comnerclile, settimanale, 1875-76.
Il Pupaiietto, umoristico, mensile, n. 1886; direttore Gandolin (L. A. Vassallo).
Il Raccoglimento, quotidiano, politico, n. 1882.
La Raspa, umoristico, illus'rato, settimanale, 1871-72; direttore E. Verzaschi.
Rassegna degl' interessi femminili, bimens., u. 1887; direttrice F. Zampini-Salazzaro.
Rassegna italiana, sci nze, lettere ed arti, mensile, n. 1881.
Rassegna parlamentare, mensile, n. 1885, direttore Telesforo Sarti.
Register of arrivals and visitor s Directory in Roma, n. 1887; direttore F. Collari.
La Repubblica Argentina, bisettimanale, n. 1888; direttore Mariano Avitabile.
r Resto del sigaro, quotidiano, n. 1885.
La Ribalta, teatrale, settimanale, n. 1882.
11 Risorgimento, politico, quotidiano, n. 1881; cessò nell'anno.
Rivista degli sports naiionali ed esteri, settimanale, n. 18S1.
Rivista liberale italiana, settimanale, n. 1S84; direttore mag. G. Clementi.
Rivista settimanale, politico, letterario, n. 1876; cessò nell'anno.
La Rivista settimanale, politico, lett., n. 1866 a Napoli; nel '79 si trasportò a Roma.
Roma, gazzetta della capitale, quotidiano, n. 5 aprile 1883.
Roma-borsa, finanziario, settimanale, n. 1886.
La Roma del popolo, politico, settimanale, n. 1871, (vedi a pa?. 473).
Roma e l'arte, settimanale, n. 188;; direttore Gius. Gaudenzi-Venier.
Ro/na evangelica, settimanale, 1871-75.
Roman Times, commerciale, settimanale, n. 1872, cessò nell'anno.
Il Romanziere per tutti, settimanale, n. 1885, editore Ferino.
Rome, politico, quotidiano, 1875-77.
Rome Journal, commerciale, settimanale, n. 1872, cessò nell'anno.
Rome ou la patrie catholique, politico, settimanale*, 1871-72.
Romiscììe Bliilter, politico, settimanale, 1872-75 ; direttore J. M. Flammer.
La Saison, guide-journal, settimanale, n. 1875, cessò nell'anno.
La Scintilla, letterario, n. 18S0; direttore Ernesto Mezzabotta.
La Scuola italica, settimanale, n. 1875; direttore Carlo Lotti.
11 Secolo illustrato, quotidiano, n. 1887; direttore Luigi Mercatelli.
La Sega e il carcialepre, umoristico, settimanale, 1S72-73.
La Sentinella garibaldina, politico, quotidiano, n. 1872, cessò nell'anno.
644
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
La Sinistra, quotidiano n. 1S79; direttore avv. De Luca-Aprile (vedi p. 590).
Spartaco, artistico, letterario, n. 1878; direttore Carlo Mascaretti.
La Stampa, politico, quotidiano, n. 1882.
La Stampa libera, settimanale, n. 1885.
La Stella, politico, settimanale, 1S70-76.
Il Suffragio universale, politico, quotidiano, n. 15 settembre 1872; direttore R. Erculei,
La Tavoloi^a, teatrale, settimanale, n. 1886.
Il Tempo, politico, quotidiano, 1871-72.
II Tevere, politico, quotidiano, 1870-71.
The Tiher, commerciale, settimanale, i ■'^7 2-7 3.
La Tipografia italiana, 1868-72.
Il Tipografo, settimanale, n. 1874.
Il Tribuno d' Italia, politico, quotidiano, n. 1871.
Il Trionfo, giornale del popolo, quotidiano, n. i." ottobre 1870.
\S Universo, politico, quotidiano, n. 1876.
VUotno che ride, politico, letterario, n. 1S89; direttrice Clementina Hugo.
UUtile-dulci, giornale per le donne, n. 1847.
Il Vapore, d'annunzi, settimanale, 1871-72.
Il Veridico, popolare, settimanale, n. 1860-70.
Il Viminale, compilato da una società di romani, n. 1848, in-4.°
La Vita del pensiero, mensile, n. 1886.
La Vita italiana, letterario, quindicinale, 1887.
• La Vita nuova, letterario, settimanale, 1871-72.
La Voce dell'operaio, politico, settimanale, 1872-75.
La Voce pelasga, masonico, n, 1876, cessò nell'anno.
JVeekly Post, religioso-protestante, settimanale, 1875-75.
ALBANO LAZIALE *
V Imparziale, amministrativo, settimanale, n. 1884.
ANAGNI
- La Luce, amministrativo, settimanale, n. 1882.
ARICCIA
- Il Monitore medico- chirurgico, quindicinale, n. 1884; direttore dott. N. Perotti.
CANEPINA
- Buone letture, mensile, n. 1885.
- Il Lupo, settimanale, n. 1886; direttore Domenico Boccolino.
CECCANO
- Vita nuova, letterario, n. 1885; direttore Cesare Bragaglia.
CIVITA CASTELLANA
- La Lucciola, letterario, settimanale, n. 1886; direttore E. Del Frate.
CIVITAVECCHIA
- Corriere artistico-letterario, settimanale, n. 1885; direttori C. Manzi e G. Caddi.
- La Falce, amministrativo, settimanale, n. 1883.
- Il Faro, amministrativo, settimanale, n. 1882.
- Fiorello, amministrativo, settimanale, n. 1886; direttore C. Manzi; visse 4 rnesi.
- Mefistofele, amministrativo, settimanale, n. 1882,
- Lo Svegliarino, amministrativo, settimanale, n. 18S6.
FERENTINO
- Il Nuovo Censore, amministrativo, n. 3 maggio 1885.
PROSINONE
- V Amico del popolo, settimanale, n. 1881 ; mutò titolo in Censore.
- L'Eco del Laiio, cattolico, settimanale, n. 1884.
PROVINCIA DI ROMA.
645
La Falce, democratico, settimanale, n. 1881; direttore A. Fortuna.
Ricciottij politico, amministrativo, settimanale, n. 1884; direttore A. Fortuna.
RONCIGLIONE
L'Eco della foresta, mensile, n. 1886.
SEZZE
Le Pa/?i(ii /)o«//«e, amministrativo, settimanale, u. 1886; direttore Costantino Cima.
SORIANO NEL CIMINO
Corriere del Cimino, amministrativo, settimanale, n. 1883; direttore B. Bordari.
La Difesa, amministrativo, n. 1S86.
La Guardia carceraria, quindicinale, n. 18S5.
La Lupa, localo, settimanale, n. 1885.
II Ter^o Collegio di Roma, elettorale, n. 1886; direttore Candido Acciaresi.
VELLETRI
Camicia rossa, democratico, settimanale, n. 1884; trasportato a Roma nel 1887.
Il Nuovo Censore, politico, amministrativo, settimanale, n. 1882.
VITERBO
ÌJ Avvenire, locale, settimanale, n. 1881; direttore Francesco Tosoni.
II Baccanaccio, ricreativo, settimanale, n. 1882; direttore L. Sedatori.
Bollettino dall' esposizione agricola industriale, quindicinale, n. 1887.
Corriere di Viterbo, amministrativo, :i. 1870.
Frisigello, umoristico, illustrato, n. i88i.
Gaietta di Viterbo, n. 1871; direttore avv. G. Oddi.
L'Unione, amministrativo, settimanale, n. 2 luglio 18S2; direttore P, Gentili.
Zin-Zin, umoristico, settimanale, n. 188 1.
'o V Con gli ultimi telegrammi della notte ricevuti
r£i^' /2n£ '^r^ 'fimJ 'iaJÌA '^^ corrispondenti speciali dall'Italia e dall'Estero
\ )'\ ^'v«_7 ^^^o(^S<0 ^ '^"' Resoconto telegrafico del Parlamento
Vedi Avviso speciale a pa^. 563 -«o
1 Colonnello BOMBA
GiornaU-Op'ascolo
SatiTico-Umcris.Ico -
i oliti co - illustrato.
Cónt. t 5 il Kumsro
S: pubblica ogni
Ddinmicaecoiitieue
24 pagine fra testo
ediìliisLrazioni.
Ablion.inieoti:
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Sei mesi » 4
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646 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
IL GIORNALISMO ROMANO
dal 1846 al 1849 (i)
Roma era lanciata nella vita pubblica, la stella polare era la poli-
tica, e ad essa l'attenzione pressoché universale era rivolta. A questo fine
gli elementi interni non scarseggiavano, ma gli esterni, formati in gran
parte dagli amnistiati e dai loro amici, non potevano più contenersi.
Il regno del pensiero era instaurato, e forza umana non sarebbe riu-
scita sd arrestarne la potenza irresistibile.
In Roma avevansi gli uomini nuovi della rivoluzione, ed i vecchi
convertiti a più moderare opinioni, come gli Armandi, gli Oriol', i Sil-
vani, i quali erano stati i direttori supremi della rivoluzione del 183 1.
Questi rappresentavano la parie che trattener volea il movimento af-
finchè non trasmodasse, e con questi andava di conserva il d'Azeglio,
che chiamavano il factotum del giusto mezzo. Gli Sterbini poi, i Masi,
i Dragonetti, i Torre, i Gizòla, i Canino, i Matthey, i Zauli-Saiani,
avrebber voluto il progresso indefinito.
Andare avanti era il loro motto, spingere alla rivoluzione il loro
desiderio.
Di leggieri quindi persuaderassi ognuno che siccome ove regna il
pensiero gli scrittori divengono essi gli arbitri della pubblica opinione,
così Roma, fra i direttori di stampa vecchia e quelli di srampa nuova,
era caduta setto l'impero dei direttori del pensiero, i quali, vogliasi o
no, tracciavan di fatto il compito della vita pubblica. Essi insomma gli
educatori, i consiglieri, i ministri e Roma la pupilla affidata a cosiffatti
tutori, fra i quali, è bene rammentare, non vi aveva un solo romano.
Gli aderenti al governo poi, sia in Roma sia altrove, numerosi,
ma inetti. Inetti non solo ncH'agire, ma perfin nel sostenerlo e difen-
derlo dagli attacchi continuati dei suoi nemici. Ovunque la prudenza
comandò il silenzio, e cosi l'ardire dei pochi prevalse alla prudenza dei
molti. L'immenso numero poi degli egoisti, banderuole di ogni vento
e che nella classe dei burocratici non scarseggiano, davnn sempre, co
me al solito, ragione all'ultimo che parla, e questi son da tenersi a cal-
colo; cosichè alla irruzione sempre crescente delle idee nuove non sentivi
e non vedevi opposizione vei unn, e già prevedevasi che di questa guisa
procedeado, sarebbe rimasto loro aperto il non contrastato passo.
L'autorità pure era peritosa, e non teneva sempre un linguaggio
franco e deciso. Se negli altri la piudenza era grande, in essa compa-
riva grandissima. Quasi avresti detto, esaminandone gli atti, esservi
(i) Questo capitolo, meno le aggiunte messe da me, è tolto dalla S'.orìa della Rivo-
ìuiione di Rotila e della Restauraiione del Governo Pontificio dal i giugno 1S46 al //
luglio 184^ del Coinm. G. Spada (Firenze — Pellas, editore, i86s) e abbenchè scritto
sotto r ispirazione di principii cattolici, pure ha moltissimi importanza per la varietà
ed esattezza delle notizie, scarsissime in tutti gli altri storici che hanno scritto sullo
Stesso argomento. Per altre notizie vedi a pag. 63 l' articolo 11 Giornalismo Italiano,
N. B.
Il giornalismo romano dal 1846 al 1849. 64t
qualche cosa di simile fra il volere e il disvolere al tempo stesso. Non
rimproveri agl'intemperanti, non parole confortevoli ai sostenitori delle
sane dottrine.
Intanto il fuoco ardeva nascostamente, e conveniva provvedervi
perchè non divampasse. Già i foglietti clandestini io Toscana esercitavan
la loro pressura su quel governo, che inquietato dalla loro petulanza,
fini col promulgare la legge sulla stampa.
Anche in Roma, racconta il Montanelli, fu messo su da Pietro
Sterbini il giornaletto clandestino la Sentinella del Cainpiiogl'O e che per
farlo tacere, e distruggere ad un tempo l'esempio pernicioso di cosiffatte
produzioni, si credette di ricorrere alla legge sulla stampa, la quale, vero
o non vero l'asserto del Montanelli, venne promulgata il 15 marzo 1847.
Esso la qualificò siccome la prima concessione di qualche momento dopo
l'amnistia. Detta legge portava una censura preventiva ed i censori de-
signati furono: Coppi abate Antonio; Amici marchese Carlo; Betti
prof. cav. Salvatore e Vannutelli avv. Giuseppe.
Era ammesso il ricorso in appello alla commissione riunita.
Letta appena la legge, il pubblico parve allietarcene, perchè diceva :
Siam sul pendio. Meglio una qualche cosa che nulla, meglio una strada,
che se pure non ci permetterà di correre, e impedirà di andare alla sbrigliata
col pericolo di romperci il collo. Questa la impressione, questi furono i
discorsi del primo giorno.
L'indomani però era tutto cambiato, perchè indettatisi gli esagerati,
e formulato il motto d'ordine, non sentivansi che clamori e vociferazioni e
disapprovazioni ad alta voce, e ciò nei caffè pubblici sopratutto. La legge
era qualificata in somma poco meno che una iniquità.
Strani giudizi! per verità in allora facevansi, perché strani erano i
tempi in cui si viveva. Si era vissuto senza libertà legale e senza legge
di stampa per secoli e secoli. Si apriva uno spiraglio di luce, ed in
luogo di congratularsene, 'Se ne diceva plagas.
Fu allora che per calmare la concitazione degli animi il partito
dottrinario si fece avanti, e per mezzo dei suoi campioni, il prof. Fran-
cesco Orioli e Massimo d'Azeglio, mise fuori subito due opuscoli, in
difesa della legge. Più tardi vide la luce altro opuscolo attribuito da ta-
luno allo Sterbini, da talun altro al marchese Dragonetti. Si reclamava
con esso libertà di stampa senza ne ceppi né pastoie, e vituperavansi ad
un tetnpo e la legge e i suoi difensori. Ne parlarono il Farini e il Ra-
nalli nelle loro opere storiche, e questo secondo, critica la legge dicendo :
« Lasciamo la manifesta ingiustizia d'incarcerare il pensiero avanti che
si sia reso colpevole. »
Strana pretesa per verità ci sembra quella di aspettare che il pen-
siero si renda colpevole per castigarlo. Ciò equivarrebbe a non volere
puntellare una casa che minaccia rovina a danno e del proprietario e
dei terzi. Si vorrebbe dunque lasciarla cadere per indennizzare poscia
i sofferenti.? E non sarebbe le centomila volte meglio il prevenire la sua
caduta ?
I Censori però adattaronsi ai tempi e agli uomini, e lungi dal mo-
strarsi rigorosi e tenaci, abbondaroDO in larghezze. E di ciò avemmo
648 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
un esempio nei giornali che di già pubblicavansi, e in quelli che co-
minciarono subito dopo a correre l'arringo, fra i quali, in quel tempo,
il Contemporaneo teneva il primato. Ma di questo più innanzi. Basti per
ora il dire che colla lej^e sì ebbe infrenata, ma col fatto si ebbe quasi
libera stampa. E giova poi non perdere di vista eh' eravamo in Roma
papale, e che per la Roma, centro del governo ecclesiastico, la legge
in questione peccava di troppo.
Prese opportunamente la difesa della legge il Felsineo di Bologna,
e nell'Educatore dell'abate Zanelli se ne parla e si riporta l'articolo, ch'è
notevole per moderazione di linguaggio e assennatezza di ragioni.
Ecco intanto la legge sulla stampa: (i)
L' E mo e R.rao sig. Cardinal Gizzi Segretario di St.ito di S. Santità ha emanato
il giorno 13 del corrente (15 marzo 1S47) il seguente Editto:
La stampa, siccome quella tra le moderne invenzioni che doveva di tanto am-
pliare la potenza della parola, e moltiplicare i beni e i nuli, le verità e gli errori,
fu fin dai suoi principii argomento ai Sommi Pontefici di gravissime sollecitudmi, si
per favorirne gli uiili incrementi, e si per toglierne i pericoli. Di che sono illustri
monumenti le tipografie venute a grandissima celebrità in Roma sotto la proiezione
dei Pontefici, e fuori per quell.i dei Vescovi, e le leggi con cui si vennero fr-.aando
gli abusi di quest'arte nobilissima, affinchè mentre volevansi per essa giovare e arric-
chire gl'ingegni, non si corrompesse la fede né si guadagnassero i costumi dei popoli.
La forma però di queste leggi ebbe di mano in mano a mutarsi, secondo che
crescendo il numero degli autori e il lavoro dei tipografi, riusciva troppo lenta o
imperfetta la revisione per opera di quei tali Censori, a cui era stata dapprima rac-
comandata, duindi fu provvido C'jnsiglio della si. me. di Leone XII il rendere la
censura più spedita e più sicura, mediante l'Editto pubblicato daU'E.mo Cardinal Suo
Vicario il 18 agosto 1825: il quale è mente della Santità di Nostro Signore felice-
mente regnante che rimanga in vigore per quanto appartiene alla censura scientifica,
morale e religiosa. Ma per quanto è della censura politica disponeva l'Editto mede-
simo nel § 8 del titolo I, che dove le scritture da mettersi a stampa potessero dar
cagione di lamento agli esteri Governi, o suscitare nello stato pericolose controversie,
si avesse a chiedere dalli Seg'eteria di Stato la facoltà di pubblicarle. Ora in tanta
copia di produzioni, a cui dà occasione la qualità dei tempi, e in cui direttamente o
indirettamente, in tutto o in parte, si viene a parlare di cose che alla politica si ri-
feriscono, è divenuto impossibile che la Segreteria di Stato soddisfaccia a tutte le
richieste con la prontezza dagli autori desiderata.
Volendo adunque la Santità Sua che non per questo si scemasse la onesta libertà
dello stampare, né per altra partt; si lasciasse degenerare in dannosa licenza, inteso il
parere delle competenti Auto-ita, Ci ha ordinato di costituire cosi in Roma come
nelle Provincie un Consiglio di censura, al quale i Revisori Ecclesiastici ordinari do-
vranno d'ora in poi rimandare tutte le scritture di politico argomento, dopo di averle
esaminate essi stessi per conoscere se aicuna cosa vi si contenga contraria alla Reli-
gione, alia sana morale ed alle leggi della Chiesa.
In esecuzione pertanto dei sovrani voleri e con Sovrana approvazione abbiamo
stabilito il seguente Regolamento:
TITOLO I. — Del Consiglio di Censura.
i.° In Roma il Consiglio di Censura sarà presieduto dal P. Maestro del S. Palazzo,
e composto di non più che ci.ique membri, nominati dalla Santità Sua fra gli uomini
cospicui per lettere.
2.° Nei Capoluoghi delle Province il Consiglio sarà composto di due Censori, eletti
parimente da Sua Santità, a proposta del Capo della Provincia, il quale sosterrà le
veci di presidente.
(i) Lo Spada omette quest'editto; io, a maggior chiarezza, lo aggiungo a questo
sapitoio, riproducendolo dal Diario di Roma, n. 23 (20 marzo 1847;.
IL aiORNALlSMO ROMANO DAL 1846 AL 1849. 649
3.° I Consiglieri si rinnoveranno per metà ogni cinque anni. La prima volta a sorte.
Potranno però essere per Sovrano beneplacito confermati.
4.° I Membri del Consiglio ripartiranno fra loro i vari argomenti scientifici o poli-
tici di ciascun giornale, o d'altra opera soggetta al loro giudizio, con l'ordine e il
metodo che dal Presidente sarà determinato. E dal voto di un Consigliere, quando
tocchi la sostanza delle scritture proposte ad esaminarsi, si potrà appellare all' intero
Consiglio: come pure sarà libero a ciascuno dei Consiglieri di proporre all'intero Con-
siglio quelle cose che non credesse di non potere sicuramente giudicare da sé solo.
5.° Il Consiglio di Censura in Roma risolverà inappellabilmente con le norme spie-
gate qui appresso, e sotto la propria responsabilità verso il Governo, le domande che
gli saranno presentate.
6." 11 voto dei Censori delle Province sarà sottoposto in e ,0 di disparità, al giu-
dizio del Preside, il quale sarà inappellabile si tratti di articoli di giornali o di opuscoli:
ove poi si tratti di opere di maggiore importanza, il Preside medesimo darà l'appello
dal suo Consiglio a quello di Remi.
7.° Uno scritto disapprovato dal Consiglio di Roma non potrà essere presentato ad
alcuno de' Consigli di Provincia, e sarebbe nulla l'approvazione che si ottenesse in
questo modo.
TITOLO II. — Regole da seguirsi dal Consiglio di Censura.
i.° 11 Consiglio di Censura non potrà approvare un giornale o altra pubblicazione
periodica nuova, senza farne prima relazione alla Dit-ezione Generale di Polizia, la
quale darà per iscritto le necessarie facoltà quando siano dichiarati gli argomenti del
giornale, i romi dei principali collaboratori, i modi di pubblicazione, i modi da soste-
nere l'impresa, e quando un editore responsabile assicuri con proporzionata cauzione
l'adempimento delle leggi sopra la stampa.
2." Sarà lecito di trattare ogni argomento' di scienze, lettere ed arti; la storia con-
temporanea, e le materie appartenenti alla pubblica amministrazione, con le cautele
qui appresso spiegate; e tutto ciò che giovi a promuovere l'agricoltura, l'industria, il
commercio, la navigazione, le imprese di opere pubbliche. Sarà lecito ancora di ri-
produrre gli atti del Governo, quando si ino già pubblicati nel giornale ufficiale, e di
inserire gli annunzi delle feste religiose, de' pubblici spettacoli, della pubblicazione
di opere a stampa o altri annunzi (non però giudiziari) confermandosi per altro esat-
tamente al disposto del regolamenio sul b-illo e registro del 29 dicembre 1827 art. 219 :
per la esecuzione dei quale articolo vegb'eranno le competenti Autorità.
3.° É vietato non solamente ogni co^a che torni in dispregio della Religione, della
Chiesa, delle sue Dignità, e de' suoi Mn's'ri; ma tutto ancora che offenda l'onore dei
Magistrati, della milizia, delle private famiglie e dei cittadini, dei Governi e delle
potenze estere, delle famiglie regnanti e dei loro pubblici rappresentanti.
4.° È vietato parimenti ogni discorso, per cui direttamente o indirettamente si ren-
dano odiosi ai sudditi gli atti, le forme, gl'istituti del Governo PoTtificio, o si alimen-
tino le fazioni, o si eccitino movimenti popolari contro la legge.
5.° É vietato di riprodurre a stampa i discorsi tenuti in adunanze non legalmente
autorizzate.
6.° Il Consiglio sarà in obbligo d' informare il Governo ogni volta che le stampe
non riescano conformi ai manoscritti da essi approvati. Secondo queste relazioni del
Consiglio, e sentite le difese degli avvocati, si procederà dal Ministero politico all'ap-
plicazione delle pene, o contro l'editore responsabile se si tratti di giornali auto-
rizzati, 0 contro gli stampatori e distributori negli altri casi. Le quali pene consiste-
ranno nella confìsca degli esemplari, ed in una multa che potrà variare fra i dieci e
i cento scudi; aggiuntavi una temporanea sospensione della loro industria, se i rei
sieno recidivi.
E ciò senza pregiudizio dell'azione civile e criminale, che in forza delle vigenti
leggi e secondo la natura della delinquenza le parti offese volessero esercitare contro
i colpevoli avanti i tribunali competenti.
%
Attenendo la nostra promessa consacreremo ora tutto intero un
capitolo al giornalismo, il quale costituì una delle molle principali nella
macchina della romana rivoluzione.
650 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALL^NA.
Fin da quella del 1830 io Francia, erasi introdotto in Roma il gusto
del giornalismo. I giovani specialmente amavano i giornali francesi, e
quelli di temperatura più calda erano i preferiti, perchè ritenevano che
più parlassero un linguaggio alto e risentito, e pm fossero stimabili e
sinceri.
Diffusa la istruzione e introdotto lo studio della inglese favella,
s'introdusse il gusto eziandio di leggere i giornali inglesi, e gli articoli
sopratutto più risentiti e piccanti venivan letti e copiati avidamente.
Mngnificavansi il Times, il Globe tW Gaìigna-ii im ^Vmg\ts\,\\ Con-
stilntionnel, la Press: e il Débats fra i francesi. Dei francesi oratori poi
dicevansi mir.bilia, e molti leggevano e ricantavano i discorsi dei La-
fitte, dei Lafayette, dei Foy, dei Sebastiani e dei Lamarque, che come
santi padri in politica predicavansi. Tanta era la illusione di quei temfji.
Frammiste poi alle ledi pei governi che permettevano tali discorsi,
ed i giornali che riportavanli, intrecciavansi le gratulazioni pei popoli
che di quelle letture fruivano.
A fronte poi delie esagerate simpatie per gli esteri giornali, e delle
lodi entusiastiche (figlie dell'ardente immaginazione dei popoli meri-
dionali) che loro predicavansi, tu sentivi far le beffe del nostro Diario
e di chi avevalo fra le mani, massimamente quando si leggevano quelle
usate formole: « con biglietto di se^reteni di stato » colle quali s'ini-
ziavano i suoi articoli, o quando si leggeva negli atti pubblici, ripor-
tati dal Diario stesso, la menzione di certe commozioni, che mal sona-
vano alle orecchie dei maligni.
S'immagini intanto ognuno con quale favore venisse accolto il nuovo
giornalismo in Roma, la quale avrebbe ambito di rivaleggiare da questo
lato con le tante esahate Londra e Parigi.
E prima di tutti il Contemporaneo attrasse le simpatie dell'universale
col suo numero di saggio del 12 dicembre 1846.
Quegli articoli variati e dotti, quei nomi che vi spiccavano, i bei
caratteri, la carta, il formato, tutto raccomandavalo, e quindi lo asso-
ciarvisi era rite'iuto come segno di gusto, di generosità e di civile pro-
gresso. Aumentato di troppo il numero dei suoi associati, fu forza ricor-
rere ad una seconda edizione. Il Contemporaneo per tanto, massime nel
1847, fu considerato siccome il giornale per eccellenia.
Furono promotori del medesimiO tutti individui estranei a Roma.
Eccone i nomi: Potenziani marchese Ludovico, di Rieti; Gazòla monsi-
gnor Carlo, parmigiano o piacentino; Torre Federigo, beneventano; Masi
dottor Luigi, perugino; Dragonetti marchese Luigi, aquilano; Sterbini dot-
tor Pietro, di Vico, il quale quantunque non figurasse fra i promotori,
erane uno dei capi ; e difitti il Contemporaneo passò sempre per giornale
dello Sterbini. (i)
Vi scrissero molti ch'erano in voce di dotti, e fra quesai un Ce-
sare Agostini di Foligno, un avv. Filippo Ugolini di Urbania, un pro-
fessore Don Eusebio Reali di Orvieto, un colonnello Alessandro Cialdi
di Civitavecchia, un Luciano Scarabelli di Bologna, un Tommaso Tom-
(i) Vedi GuALTERio, voi. I, parte II, Riforme, p. 242 e seg,
IL GIORNALISMO ROMANO DAL 1846 AL 1849. 051
masoni di Fano, un avv. Achille Gennarelli di Fermo, un avv. Carlo Armel-
lini di Roma, un Filippo Paradisi, del quondam Tiberio, di Nepi ed altri.
11 favore esclusivo del Contemporaneo sì Yxmhò aìWnno 1847, perchè
nel 1848, sia per molti altri giornali subentrati, sia per le partenze di
molti dei suoi promotori, perdette il primato, e si confuse colla mol-
titudine degli altri.
La conseguenza che si ebbe però fu che il pubblico romano, uomini
e donce, perchè a tutti era venuto il ticchio di leggere, venivasi cosi
gradatamente liberalizzando collo avere adottato a suoi istruttori o maestri
di liberalismo, che allora chiamavansi papalini progressisti, o liberali mo-
derati, uno Sterbini, un Torre, un JVIasi, un Dragonetti, un Gazòla,
italiani tutti bensi, ma estranei a Roma.
Non aveva esistito a Roma per tanti anni che un solo giornale
politico, come dicemmo, il Diario di Roma, ma senza polemica, e quindi
destituito di quell'interesse che ovunque destava il giornalismo, ed al-
cuni giornali scientifici, artistici e letterari come l'Arcadico, gli Annali
delle Scicn{e religiose^ il Saggiatore di Gennarelli e Mario, la Rivista teatrale
di Tosi, la Pallade di Gerardi, il Giornale del Foro, V Album, il Fanfulla
ed il Messaggiero o V Edenico. La Rivista e la Pallade erano molto letti
nei primordi del movimento rom.mo, perchè diffondevansi nel narrarne
le particolarità.
Intanto il Fanfulla, \\ quale non èra che un giornale scientifico e
letterario, compilato dallo spoletino Pompili, incominciò ad occuparsi
pur esso del movimento italiano.
Fino dal secondo semestre del 1846 si vide sorgere un giornale
scritto in lingua inglese, sotto il nome di Roman Advertiser, per opera
dell'irlandese Hemans, al quale succedefe poi l'inglese Strutt. Era di
formato in-4.°
Si ebbe anche la SperanT^a, in foglio, scritta dallo spoletino Pom-
pili, e sostenuta coi loro articoli d^i seguenti: Michele Mannucci to-
scano, principessa Cristina Trivulzio di Belgiojoso milanese, Corrado
Politi di Recanati, generale Giovanni Durando piemontese, Francesco
Dali'Ongaro friulano. Achille Gennarelli di Fermo. Ed allorquando questo
giornale, divenuto giornale di opposizione sotto la repubblica romana,
assunse il nome di Speran:^a dell Epoca, vi scrissero : il conte Terenzio
Mamiani pesarese, il dottore Carlo Luigi Farini di Russi, l'abate Fi-
lippo Perfetti marchigiano, il dottore Diomede Pantaleoni di Pesaro.
Surse nel febbraio del 1847 l'/ZaZ/co nel quale scrivevano Domenico
Venturini marchegiano, Leopoldo Spini ravennate, Michelangelo Finto
romano, Tommaso Zauli-Sajani di Forlì, marchese Orazio Antinori di
Perugia, Tommaso Tommasoni di Fano, principe Cosimo Conti roma-
no, Ottavio Gigli romano ed altri.
La Bilancia nacque il 7 maggio 1847, co ne dicemmo più sopra,
sotto gli auspicii del prof. Orioli viterbese, cui si associarono come col-
laboratori l'avv. Andrea Cattab^^ni di Senigallia e Paolo Mazio romano.
Vi scrissero talvolta l'avv. Giuseppe Gabussi di Bologna, l'avv. Angelo
Carnevalini di Viterbo, il colonneUo Pietro Armandi di Fusignano,
l'avv. Rinaldi Petrocchi romano.
652 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Terminata la Bilancia, venne fuori VEpoca, giornale in foglio, che
fu uno dei pin importanti e più ricchi di notizie della romana rivolu-
zione, il quale veniva considerato siccome il giornale del conte Mamiani.
Associaronsi al medesimo per sostv'tnerlo, l'avv. Cattabeni, Leopoldo Spini,
Michelamzelo Pinto, nominato di sopra. Michele Mannucci toscano e
Filippo Caucci di paese incognito. Detto giornale però fu ben lungi dal
conservare la moderazione della Bilancia.
Si die in luce ancora il i6 marso 1847 il Commercio, in foglio, di
Vittorio Pascoli di Ravenna, che fece seguilo al Binditore, di cui non
si ebbe che un scio numero del 15 dicembre 1846.
Il Popolare cominciò a pubblicarsi il 15 marzo 1847. Ne era diret-
tore il romano Emilio Malvotti, e secondo la Paìlade di Gerardi, ne
furono fondatori, monsignor Gazòla parmigiano o piacentino, Federigo
Torre, Luigi Masi, Luciano Car^; belli, nominati di sopra.
Il medesimo giornale non visse che otto mes'.
La Donna italiana, giornale in foglio, vide la luce nell'aprile del
1848 sotto la direzione di Cesare Bordiga romagnolo, e non durò che
poco più di due mesi.
Ma h Pallade che venne in luce il 16 giugno 1847 ^^ '^ gic male
più popolare di tutti e più diffuso, per il modico prezzo, per il comodo
formato in 4.°, e perchè si affiggevi per le pubbliche strade. Esso era
di sua natura umoristico e scherzevole, e romanescamente dicevasi pet-
tegolo. Esso terminò il 22 giugno 1849, abbracciando nientemeno che
563 numeri. I primi direttori del meJesimo furono il romano Giuseppe
Checchetelli e il rom.-'gnolo avv. Edoardo Teodorani. Quindi venne sotto
la direzione di Filippo Meucci, e durante la repubblica, sotto quella del
sopramenz'onato Bord ga.
Per chi voglia conoscere meglio lo spirito e le particolarità della
romana rivoluzione, è il giornale da consult^irsi a preferenza di ogni
altro, (i)
Avemmo inoltre il Giornale dei Dibattimenti del piemontese Pietro
Baullari in foglio. Avemmo pure la Guardia Na:[ionah in foglio pic-
colo del napoletano Domenico Parente: giornale importantissimo per le
indicazioni.
Ma in fatto d'indicazioni, specialmente pel movimento del perso-
nale degl'impiegati civili e militari, il giornale più ricco e più esatto
di tutti era Vlndicatort in foglio piccolo, redatto dal faentino Rebeggiani
avv. Giuseppe, che incominciò col 3 marzo 1848 e terminò coll'ingresso
dei francesi in Roma il 3 luglio 1849.
Quando però la rivoluzione trovossi più avanzata avemmo: il Po-
sitivo in foglio grande del più volte menzionato monsignore Carlo Ga-
zòla nel quale scriveva ancori un Biagio Miraglia calabrese, autore di
una storia àulle cose della repubblica: il Tribuno in foglio piccolo di
Filippo De Boni di Feltre, che nacque nel gennaio e terminò nel feb-
braio del 1849: {'Italia del Popolo di Giuseppe Mazzini genovese, in
foglio, che ebbe col 2 di aprile 1849 il suo incominciamento, e terminò
(i) Vedi GuALTERio, voi, I, parte II, Riforme, Firenze 1851, p. 249.
IL GIORN\LISMO ROMANO DAL 1846 AL 1849. 653
il 3 luglio coU'tntrare dei francesi in Roma. Esso può riguardarsi sic-
come il giornale repubblicano per eccellenza. Oltre il Mazzini, vi scri-
vevano Lizabe RufFoni di Ferrara, la principessa di Belgioioso, nominata
di sopra, e Giacomo Bertoni di Faenza. E siccome fra i nomi degli am-
ministratori, ca sieri, o collaboratori troviamo quelli di un Numa Pa-
lazzini di paese incerto, di Giuseppe Avezzana genovese, di Maurizio
Quadrio, Adriano Lemm-, Gualdo Bonis, tutti di paese incognito; così
potrà dirsi che Yltalia del Popolo fu un giornale romano, per la sol.i
ragione che pubblicavasi a Roma, ma dove niun romano prese parte.
Venne nella state del 1848 in luce un giornaletto in-4,° intitolato
il Cassandrino, vero tipo del cosi detto codinismo, ma che coi suoi le-
pori, e coi suoi frizzi anti-rivoluzionarii, faceva moltissimo incontro presso
il popolo. Il compilava l'abate Francesco Ximenes giovane di sveglino
ingegno, al quale essendo stato confitto proditoriamente un pugnale nel
seno il 25 di luglio dell'anno 1848, ?i die a conoscere non essere quello
il tempo di avversare apertamente la rivoluzione, e cosi si ebbe un saggio
evidente della libertà individuale che godevasi in Roma.
Incoraggiati alcuni speculatori, quantunque di colore diverso da
quello del Cassandrino, dall'incontro che il detto foglio faceva nel pub-
blico, vendendosi per le vie di Roma ad un baiocco a numero, vennero
ad infestarci con un profluvio di giornaletti, che accenneremo soltanto
affinchè i lettori possan formarsi una Idea del movimento giornalistico
di quel tempo.
I. La Befana - 2. Il Biricchiao - 3. Il Casotto dei hmii\.\.\n\, con vignette, del na-
poletano Giiicci - 4. Il Cicerone - 5. La conversazione di alcuni giovani - 6. La Com-
media - 7. Il Cassandrino vero - 8. Il Cassandrino repubblicano, del toscano Valeriani -
9. Il nipote di Cassandrino - io. Il Don Ciccio - 11. Il Diavolo Zoppo - 12. Il Dia-
voletto - 13. La Donna bizzarra - 14. La Democrazia - 15. La Frusta - 16. 11 Gior-
nale pei fanciulli - 17. Un giornale senza titolo - 18. La Lanterna magica, con vi-
gnette - 19. Il Lanternino del Diavolo - 20. Il Menirapippo - 21. Il Mentore - 22. I
Misteri di Roma - 23. Il Nemico del Diavolo zoppo - 24. Il Periodico municipale -
25, II Pallon volante - 26. Il Pappagallo, co» z'/o'»<'«e - 27. Il Rugantino - 28 II So-
maro - 29. Lo Scontento - 30. Il Tevere - 31. La Torre di B.ibele (titolo adatto ai
tempi che correvano) - 32 II Tedesco - 33. La Voce di un popolano - 34. La Voce
del Campidoglio.
Questi giornaletti non visser tutti insieme, ma ebber corso preci-
puamente nel secondo semestre del 1848. Taluni di essi morirono ap-
pena nat'. Avemmo inoltre due giornali scrii 1' Unione e la LoconvHiva.
Erano entrambi di formato in-4 e trattavano esclusivamente delle strade
ferrate. Ne era direttore Ottavio Gigli del quale abbiamo parlato parecchie
volte. Ne parleremo ancora per dire che al medesimo si debbe una rac-
colta di letture piacevoli ed istruttive pei fanciulli, che pubblicavasi sotto
il titolo àe\VArt:;iiancllOy il quale, incomi..ciato nel 1845, terminò nel-
l'ottobre del 1848 formando quattro volumi in-8.
Avemmo pure il Giornale del Popolo in-4, dell'avvocato Francesco
Pieromaldi frusinate.
La Ga^ia ladra, in-4 ^^1 napoletano Domenico Parente,
L'Interesse Na:^ionale, che il cavalier Pietro Righetti romano distri-
buiva gratis per ammaestrare il pubblico sulle cose di finauza.
654 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
L'Italia libera in-4 grande del calabrese Domenico Cuzzocrea.
La Cronaca dclV Assemblea Jel P. Alessandro Gavazzi di Bologna.
Il Pasquino ga:(7^etliere quotidiano^ in foglio, di cui fu direttore R. Parma
di paese incerto.
Nei primi del 1847 pubblicaronsi ^li Annali di Giurisprudenza cri-
minale dell'avv. Giuseppe Petroni di Bologna, quello stesso che in epoche
più recenti chiamossi il vicario di Mazzni. Essi pubblicavansi a fascicoli.
UAstrco, giornale teorico-pratico di giurisprudenza de'l'avv. Luigi
Cerrati romano. Pubblicavasi a fascicoli in-4.
Gli Annali di Giurisprudenza e del Foro Criminale, dell'avv. Oreste
Raggi di Carrara. Il medesimo ancora pubblicavasi a fascicoli.
Il Didascalico per istruzione della gioventù dell'abate Ximenes, in-8
(lo stesso autore del Cassandrino). A detto giornale successe il Mentore
menzionato p'ù sopra.
Quanto al giornale ufficiale di Roma, che sotto il titolo di Diario
di Roma fini il 16 gennaio 1848, il giorno 17 dello stesso mese ed .anno
assunse la denominazione di Gazzetta di Roma, che conservò sino al 29
gennajo 1849. Il 30 cambiò il titolo ancora e chiamossi il Monitore romano,
e durò fino al giorno 3 di luglio in cui entrarono i francesi. N'era stata
confidata la direzione al friulano Dall' Ongaro. Dopo entrati i francesi
chiamossi il Giornale di Roma, ed incominciò il 6 luglio 1849, cosicché
nei giorni 465 non si ebbe giornale veruno. Nella Gazzetta di Roma
scrivevano, mentre erano ministri, tanto il conte Terenzio Mamiani di
Pesaro, quanto il conte Pellegrino Rossi di Carrara. Vi scrissero pure
l'abate Antonio Coppi piemontese, il professore Salvatore Betti marche-
giano, l'avvocato Carnevalini, e l'abate Perfetti.
Dal 18 settembre al 20 novembre 1847 avemmo pure un giornale
in foglio atlantico che intitolavasi VOcea^ìo, foglio ebd'^madale enciclopedico,
di Erasmo Pistoiesi. Detto giornale era letterario soltanto e non vi si
parlava né punto ne poco di politica.
Negli anni 1846 e 1847 si aveva il Giornale degli architetti, e nel
1848 il Girovago-Farfalla in-4.° del romagnolo Francesco Gasparoni.
Erano essi estranei del tutto alla politica.
Ora parleremo del celebre giornale il Don Pirlone. Era di formato
in-4.°; usciva ogni giorno in luce e conteneva una vignetta. Incominciò
il i," settembre 1848 e termmò il 2 luglio 1849, essendo 234 numeri
in tutto. Si d'sse che vi scrivesse il conte Mamiani, G. Borioni di An-
cona, e Michele Mannucci toscano, e qualche volta anche il co.ite Op-
prandino Arrivabene lombardo.
Non vorremmo parlare del testo, che stante i nostri principii do-
vrem.mo disapprovare altamente, nò della improprietà e sconvenevolezza
di moltissimi tra i soggetti trattaf"; diremo sjIo che per ispirilo d'in-
venzione, e per gusto nelle caricature, tenne il primato, e superò ben
anco l'Arlecchino di Napoli.
Questi furono i giornali, che per la quasi totalità ci dette la rivo-
luzione, ma ae avemmo pure alcuni nel senso conservatore, e di questi
ora parleremo.
Le Capitole, per esempio e la Correspondance de Rome erano di que-
IL GIORNALISMO ROMANO DAL 1846 AL 1849. 655
Sto numero, e venivano compilati da legittimisti francesi, ed in lingua
francese pubbiicavansi.
Il Costitu^ionak romano^ del marchese De Malherbe francese.
L'Educatore in-4.'' dell'abate Domenico Zmelli parmigiano.
Il Labaro scritto da alcuni ecclesiastici, che in sui primi parlando
ancor essi di libertà e d'indipendenza eran venuti in grazia dei liberali;
ma che poi, assunto un linguaggio più mite e conservatore, si attira-
rono il 'oro odio e le loro rampogne. Il loro giornale allora per dileg-
gio chiamavasi 11 Don Labari'. Nel 1848 ebbe moka celebrità. Il suo for-
mato era in foglio, ed era succeduto al Fimirnle, ch'era un periodico
in-4."' compilato da una società di romani, e che conservossi estraneo
alla politica.
Il Giornale romano si disse essere il giornale che riceveva la inspi-
razione dal pala7zo pontificio, perchè venne introdotto appunto per ri-
portare con fedeltà ed esattezza i discorsi, le risposte e gii atti tutti del
Santo Padre. Era in foglio e ne fu confidata la direzione ad Antonio
Tosi, già autore della Rivista. Visse dall' 8 luglio al 21 novembre 1848.
Questi giornali che rappresentavano presso a poco la stampa con-
servatrice, chi li leggeva? Quei tali che per la st^^bilità dei loro prin-
cipe avevano meno bifogno di leggerli. Egli è un fatto che o per cor-
rere appresso alla moda che seguiva i vessilli del progresso, o per ti-
more di accettare la voce di oscurantista, quasi tutti si trattenevano
dal leggerli.
Ma vi è di più. Senza parlare dei saloni, ove tu trovavi il Contem-
paranco, V Epoca e gli altri giornali della stessa risma, e mai un solo dei
giornali conservatori, anche nei catìfè o nei quartieri civici i giornali con-
servatori non vi erano, e quelli della rivoluzione s'.
Lo spirito dunque della popolazione fu formato e mantenuto dalla
lettura soltanto dei giornali del movimento più o meno pronunziato; e
siccome la quasi totalità dei loro scrittori era estranei a Roma, ne con-
segue che l'educazione pubblica per ciò che riguarda la politica, e ciò
che ne risultò, si dovette precipuamente agli clementi eterogenei che in
Roma eransi riuniti.
Ma se abbiam parlato dei giornali che videro la pubblica luce, dei
quali si conobbero e autori e stampatori, è giusto che diamo un cenno
ben anco dei giornali clandestini, che dicevansi stampati alla macchia, i
quali sopratutto negli anni 1847 e 1848 circolarono e furono i seguenti:
I. L'Amica Veritas - 2. La Voce della Verità - 3. La Frusta - 4. I Misteri della
polizia - 5. La Sentinella dei buoni cittadini - 6. La Sentinella del Campidoglio -
7. Lo Zibaldone.
Andiamo ora a riepilogare i nomi di tutti i giornali grandi o pic-
coli, moderati o esaltati, di lunga o di corta durata, ch'ebber corso in
Roma dal 1846 al 1849:
I. L'Album - 2 L'Artigianello - 3. L'Astrea - 4. Annali di giurisprudenza -
5. Annali delle scienze religio'.e - 6. L'Amica Veritas, clandestino - 7 II Biricchino -
8. La Befana - 9. La Bilancia - io. Il Banditore - il. Il Commercio - 12. Il Con-
temporaneo - 13. Le Capitole - 14. Il Costituzionale romano - 15. La Correspondance
de Rome - 16. La Corrispondenza scientifica - 17. II Casotto dei Burattini - 18. II
656 GUIDA DELLA STA.MP\ PERIODICA ITALIANA.
Cicerone - 19. La Coaversazioiie di alcuni giovani - 20. La Commedia - 21. La
Cronaca dell'Assemblea - 22. Il Cassa-idrino - 23. Il Cassandrino vero - 24. Il Cas-
sandrino repubblicano - 25. Il Don Ci:cio - 26. Il Diavolo zoppo - 27. Il Diavo-
letto - 28. La Donna bizzarra - 29. La Democrazia - 30. Il Diario di Roma e le No-
tizie del giorno - 31. Il Didascalico - 32. La Donna italiana - 33. L'Epoca - 34. L'Edu-
catore - 35. Il Fanfulla - 36. La Frusta, in-4. - 37. Un Foglio - 38. La Frusta, cìan-
destino - 39. La Gazzetta di Roma - 40. Il Giornale degli architetti - 41. Il Girovago
Farfalla - 42. II Giornale di Roma - 45. Il Giornale romano - 44. Giornaletto pei
fanciulli - 45. Giornale senza titolo - 46. Giornale dei dibattimenti - 47. Giornale
del fóro - 48, La Guardia nazionale - 49. La Gazza Ladra - 50. Giornale del po-
po'o - 51. Giornale della giurisprudenza e del fòro criminale - 52. L'Italico - 53. L'in-
dicatore - 54. L'Interesse nazionale - 55. L'Italia libera - 56. L'Italia del popolo -
57. Il Labaro - 58. La Lanterna magica - 59. Il Lanternino del Diavolo - 60. La
Locomotiva - 61. Il Monitore romano - 62. 11 Menimpippo - 63. Il Messaggero o
l'Eclettico - 64. La Miscellanea istruttiva - 65 II Mentore - 66. I Misteri di Roma •
67. 1 Misteri della polizia, cìandestino - 6S. Il Nemico del Diavolo zoppo - 69. L'O-
ceano - 70. La Pallade, in-folio - 71. La Pallade, in-4. - 72. 11 Don Pirlone - 73. Il
Popolare - 74. Il Pasquino, Gazzettiere popolare - 75. Il Periodico municipale -
76. 11 Positivo - 77. Il Pallon volante - yi. 11 Pappagallo, con vignette - 79. Il Pa-
norama artistico - .So. The Roman Advertiser - 81. La Rivista - 62. Il Rugantino -
83. Il Saggiatore - 84. La Sentinella d-^i buoni cittadini, clandestino - 85. La Senti-
nella del Campidoglio, id. - 86. La Speranza - 87. La Speranza italiana - 88. La
Speranza dell'Epoca - 89. Il Somaro - 90. Lo Scontento - 91. Il Tribuno - 92. II
Tevere - 93. La Torre di Babele - 94. Il Tedesco - 95. L'Unione - 96. Il Vimi-
nale - 97. La Voce di un popolano - 9S. La Voce del Campidoglio - 99. La Voce
della verità, clandestino - 100. Lo Zibaldone, id.
Volendo noi provare, coerentemente al nostro assunto, la discre-
panza immensa fra il numero dei romani che preser parte al giornali-
smo, e quello dei non romani, sottoponiamo e nome e paese di nascita
degli scrittori tanto progress sti, qua-to conservatori o 'ndifferenti:
I. Agostini Cesare, Fo'igno - 2. Arrivabene conte Opprandino, Lombardia -
3. Armandi colonnello Pietro, Fusignano - 4. Antinori march. Orazio, Perugia - 5. Avez-
zana Giuseppe, Genova - 6. Bordiga Cesare, Romagna - 7. Ballauri avv. Pietro, Pie-
monte - 8. Bertoni Giacomo, Faenza - 9. Bonis Gualdo, non romano - io. Belgiojoso
principessa Cristina, Milano - 11. Borioni G., Ancona- 12. Betti Salvatore, Marche -
13. Cattabene avv. Andrea, Sinigallia - 14. Cirnevalini avv. Angelo, Viterbo - 15 Caucci
Filippo, incerto - 16. Cialdi colonnello Alessandro, Civitavecchia - 17. Cuzzocrea Do-
menico, Calabria - 18. Coppi abate Antonio, Piemonte - 19. Durando generale Gio-
vanni, id. - 20. DaU'Ongaro abate Francesco, Friuli - 21. De Boni Filippo, Feltre -
22. Dragonetti marchese Luigi, Aquila - 23. Farini dott. Carlo Luigi, Russi - 24. Gen-
narelli avv. Achille, Fermo - 25. Gabussi avv. Giuseppe, Bologna - 26. Ciucci Gae-
tano, Napoli - 27. Gavazzi padre Ale.ssandro, Bologna - 28. Gasparoni Francesco, Fu-
signano - 29. Gazòla mons. Carlo, Parma - 30. Hemans Carlo Isidoro, Irlanda -
31. Lizabe Ruffoni, Ferrara - 32. Lemmi Adriano, incerto - 33. Mazzini Giuseppe,
Genova - 34. Masi Luigi, Perugia - 35. Mannucci Michele, Toscana - 36. Mamiaui
conte Terenzio, Pesaro - 57. De Malherbe marchese, Francia - 38. Miraglia Biagio,
Stromboli - 39 Orioli prof. Francesco, Viterbo - 40. Potenziani marchese Ludovico,
Rieti - 41. Paradisi Filippo, Nepi - 42. Pompilio Gioacchino, Spoleto - 43. Politi
Corrado, R^canati - 44. Pantaleoni dott. Diomede, Pesaro - 45. Perfetti abate Filippo,
Romagna - 46. Pasroli Vittorio, Ravenna - 47. Palazzini Numa, incerto - 48. Parente
Domenico, Napoli - 49. Patroni avv. Giuseppe, Bologna - 50. Pieromaldi avv. Fran-
cesco, Prosinone - 51. Parma R., incerto - 52. Quadrio Maurizio, id. - 53. Rossi
conte Pellegrino, Carrara - 54. Rebeggiani avv. Giuseppe, Faenza - 55. Regnoii av-
vocato Oreste, Romagna - 56. Reali prof. Eusebio, Orvieto - 57. Raggi avv. Oreste,
Carrara - 58. Sterbini Pietro, Vico - 59. Spini Leopoldo, Ravenna - 60. Scarabelli
Luciano, Bologna - 6(. Struit Arturo, Inghilterra - 62. Torre Federigo, Benevento -
63. Teodorani avv. Eduardo, Cesena - 64. Tommaseo Niccolò, Venezia - 65. Tom-
IL GIORNALISMO ROMANO DAL 1846 AL 1849. 657
masoni Tommaso, Fano - 66. Ugolini avv. Filippo, Urbania - 67. Valeriani G., To-
scana - 68. Venturini Domenico, Marche - 69. Ximenes abate Francesco, incerto -
70. Zauli-Saiani avv. Tommaso, Forlì - 71. Zanelli abate Domenico, Parma.
Seguono gli scrittori romani:
I. Armellini avv. Carlo - 2, Conti principe Cosimo - 3. Checchetelli Giuseppe -
4. Cerroti avv. Luigi - 5. Gerardi Filippo - 6. Gigli Ottavio - 7. Mazio Paolo -
8. Meucci Filippo - 9. Malvolti Emilio - io. Finto Michelangelo - 11. Pistolesmi
Erasmo - 12. Petrocchi avv. Rinaldo - 13. Righetti cav. Pietro - 14. Tosi Antonio.
Abbiamo cosi accozzato alla meglio 86 nomi, tra romani e non ro-
mani scrittori, o direttori di giornali. I primi però non essendo che 14
sopra 86, rappresentano un sesto del numero, mentre gli altri cinque
sesti son rappresentati da individui estranei a Roma, e quindi anche da
questo lato provammo fino all'ultima evidenza quanto prevalessero in
Roma gli esteri elementi.
Vogliamo ora sottoporre ai nostri lettori il titolo degli altri gior-
nali dello stato pontificio; ma non di tutti quelli che hanno esistito,
bensì di quelli che vennero in nostre mani e che possediamo tuttora.
Essi sono i seguenti :
Ancona: i. La Gazzetta di Ancona - 2. Il Piceno.
Bologna: i. La Gazzetta di Bologna - 2. La Farfalla - 3. Il 9 febbraio - 4. La Dieta
italiana - 5. Il Felsineo - 6. L'Unità - 7. Il BuUettino del popolo bolognese -
8. L'Eco - 9. L'Utile Dulci - io. Notizie del giorno - 11. Il Quotidiano -
12. Il Povero Diavolo - 13. Le Strade ferrate - 14. La Costituente italiana -
15. Il Messageiero bolognese - 16. L'Italiano - 17. Un Esperimento.
Faenza; i. L'Imparziale.
Foligno: i. La Gazzetta universale.
Forlì: I. L'Emilia.
Ferrara: i- La Gazzetta di Ferrara - 2. La Campana democratica.
Grottamare: i. Frate Crispino.
Macerata: i. Legalità e Progresso - 2. L'Educatore del popolo.
Ravenna: i. La Gazzetta di Romagna - 2. Il Romagnolo.
Sinigallia: i. L'Eco del Misa.
Terni: i. Foglio settimanale.
Affinchè poi non si perda la memoria di quei giornali ch'ebbero
corso nelle altre città d'Italia m detto periodo, cioè dal 1846 al 1849,
poniam qui la indicazione di quelli soltanto di cui possediamo qualche
numero. C;ò servirà eziandio per somministrare un'idea di quelle città,
ove più vigorosamente si svolse la vita pubblica. Eccone i nomi:
Cremona: i. La Gazzetta privilegiata.
Cagliari: L'Indipendenza italiana.
Firenze: i. Il Monitore toscano - 2. L'Alba - 3. La Patria - 4. L'avvenire - 5. Il
Nazionale - 6. Lo Statuto - 7. Il Popolano - s. II Lampione - 9. Lo Specchio -
10. La Vespa - 11. La Democrazia progressiva - 12. Journal universel poli-
glotte - 13. La Guardia nazionale - 14. 11 Ferruccio - 15. Giornale militare ita-
liano e di varietà - 16. Belfagor Arcidiavolo - 17. Il Tribuno della plebe -
18. Giornaletto, o catechismo politico pei popolani - 19. La Costituente italiana -
20. Il Ricoglitore - 21. Il Filo-Cattolico - 22. La Rivista di Firenze.
Genova: i. La Gazzetta di Genova - 2. L'Imparziale ligure - 3. Il Corriere mercan-
tile - 4. Il Pensiero italiano - 5. La Gazzetta dei tribunali - 6. Il Censore -
7. Il Cattolico di Genova - 8. II Balilla - 9. Il Diario del popolo.
Livorno: i. Il Corriere livornese - 2. Il Cittadino italiano - 3. Il Calambrone - 4. L'Ita-
lia repubblicana - 5. Le Courrier d'Italie.
N. Berkardini— GMiia dtlla Stampa ptrtodica italiana — 42.
658 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Lucca: I. Giornale privilegiato di Lucca - 2. La Riformi - 3. Bollettino quotidiano
di notizie - 4. Campana del popolo - 5. Gazzetta di Lucca - 6. Il Vapore -
7. L'Era novella.
Milano: i. La Gazzetta di Milano - 2. La Voce del popolo - 5. Lo Spirito Folletto -
4. L'Operaio - 5. La Bandiera tricolore - 6. L'Italia del popolo - 7. Il Pirata -
8. L'Italia rigenerata - 9. La Moda - io. L'Eco della Borsa.
Napoli: I. Giornale costituzionale del regno delle Due Sicilie - 2. La Libertà - 3. La
libertà italiana - 4. Religione e Libertà - s- La Nazione - 6. Il Nazionale -
7. Il Secolo - 8. La Piccola Posta - 9. Il Quirinale - io. Il Lampo - 11. Il Te-
legrafo - 12. Il Mondo Vecchio e il Mondo Nuovo - 13. Uà altro Mondo -
14. L'Omnibus - 15. L'Eco della l'bertà - 16. L'Arlecchino - 17. La Stampa -
18. Il Tempo - 19. Verità e Libertà - 20. La Sentinella dell'esercito - 21. Co-
raggio e l'eseveranza - 22. La Costituzione - 23. Un nuovo inferno - 24. L'Araldo.
Novara: i- L'Iride novarese.
Nizza: i- Il Popolare nizzardo.
Parma: r. FogUo ufficiale di Parma - 2. Il Riverbero - 3. L'Unione italiana.
Pisa: I. L'Italia dei giovani - 2. L' Indie uore pisano - 3 L'It^lia.
Palermo: i- Giornale ufficiale del Governo di Sicilia - 2. Il 12 Gennaro - i- Il Cit-
tadino - 4. L'Apostolato - 5. La Costanza - 6. La Democrazia - 7. L'Indipen-
denza e la Lega.
Padova: i. Il Caflè Pedrocchi - 2. Il Tornaconto.
Siena; r. Un'ora di lettura per la plebe - 2. Un'ora di lettura per l'artigiano.
S. Vito al Tagliamento : i L'Amico del contadino.
Torino: i. H Mondo illustrato - 2. La Democrazia italiana - 3. L'Istruttore del po-
polo - 4. La Cronaca di tutti i giorni - 5. L'Armonia - 6. L'Opinione - 7. Il
Risort>imento - 8. Il Costituzionale subalpino - 9. La Concordia - io. La Legt^e -
II. Il Saggiatore - 12. Abracadabra - 13. Confed -razione italiana- 14. Gazzetta
del popolo- 15. Gazzetta piemontese - 16. Il Fischietto - 17. Il Messaggero to-
rinese - 18. Il Conciliatore torinese - 19. La Nazione.
Treviso: i. Il Popolano.
Venezia: i- La Gazzetta di Venezia - 2. Sior Antonio Rioba - 3. Il Mondo nuovo -
4. L'Indipendente - 5. Il Biricchino - 6. L'Italia nuova - 7, Il Libero italiano -
8. Asmodeo, diavolo zoppo - 9. Lega italiana dii popoli - io. Lega italiana.
Quanmnque da noi non si pretenda di aver posto sott'occhio tutti
i giornali che pubblicavansi nelle principali città d'Italia, pure confron-
tati quelli che circolarono in Roma con quei ch'cbber corso in altre
città, ci seaibra potere stabilire che Ron:a le superò tutte in fatto di
sviluppo dì vita pubblica, ma per opera bensì d'individui a Roma estranei.
Se si consideri adunque che Roma aveva nel tempo stesso un 70
o 80 giornali, che tutti leggevano avidamente, una dozzina o quindi-
cina di casini 0 circoli sempre in attività, ed una dozzina di quartieri
civici aperti pei quattordici rioni di Romi, ove tutto giorno mintene-
vasi coi discorsi e cogli scritti il fuoco defila rivoluzione: se si rifletta
alla quantità delle dimostrazioni in piazza, dei banchet'i che si d?:ttero
all'aperto ed a porte chiuse, ed alle processioni funebri numerosissime
ch'ebber luogo nei prim.i due anni, e che formarono una delle occupa-
zioni principali della città di Roma: se infine si ponga mente che vi
furono elezioni per le cariche nei circoli, elezioni per l'ufficialità del'a
civica, elezioni pti deputati nel 1848, elezioni per la Costituente e pel
nuovo municipio nel 1849, sarà forza il convenire che la città ch'era
dianzi la più tranquilla di tutto il mondo, erasi trasformata in una vera
torre di Babele.
Queste nuove occupazioni dei cittadini, questo movimento insolito
che invadeva tutte le classi, Lee sì che gli uffici pubblici e privati, le
IL GIORNALISMO ROMANO DAL 1846 AL 1849.
659
segreterie, gli studi legali ed i negozi commerciali trovaronsi in un ar-
retrato di scritture sempre crescente, perchè o per un motivo o per
l'altro, in tanta distrazione e commovimento di vita pubblica, l'assen-
tarsi dagli uffici per necessità o per abuso era divenuta una cosa ovvia.
Né avevasi il coraggio dai capi di ufficio di fare rimostranza ve-
runa, perchè sarebbesi loro risposto: « che cosi voleva la salute della
patria », e avrebber corso rischio di porgere al giornale la Pallade il
pretesto di punzecchiarli coi suoi pungenti articoli, e designarli alla pub-
blica riprovazione. Pareva insomma che si volesse imitare quegli stoici,
i quali, mentre segavansi lor le gambe, affefavar^o tranquillità, e si van-
tavano di non sentir dolore.
Cosi coloro i quali sentivan pur troppo avversione a quel turbine
che tutto e tutti iravolgei nei vortici suoi, se ne mostravan contenti,
e dichiaravano anzi che quello scompiolh era una bella cosa; e per tal
modo permettendo tutto o per prudenza o per paura, non tanto si tace-
vano, quanto facevan mostra di allietarsene. Questa fu la vera condi-
zione di Roma.
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Vedi Avviso speciale a pag. 155
e.
PROVINCIA DI ROVIGO
"bLumero dei Comuni: 63 — 'Popolazione: 217,700 — Superficie: K. q. 1,665 — Depulali della provincia:
Badaloni, Mario, Villanova, Tedeschi.
Bollettino della Santa Lega contro le
cattive letture. Nato il 5 aprile i'S8 5, esce
la I.* domenica d'ogni mese in 4 pagine
in-4.° a 3 colonne. Tira 1200 copie. Ab-
bonamento: anno L. i. Tip. Buffetti.
Lendinara.
Foglio periodico della Prefettura. Nato
nel 1ÌÌ67, pubblica gli atti amministrativi.
Esce ogni mese in fascicoli da 40 a 50
pagine. Abbonamento: anno L. io.
Rovigo.
Il Polesine agricolo. Bollettino degl'in-
teressi agrari della provincia, nato il 30
novembre 1886. Esce il i.° e 15 d'*ogni
mese in 16 pagine in-8.° - Direttore: cav.
Pergentino Doni. Abbonamento: anno L. 5.
Un numero 0,30. Tip. di G. Vianello.
Rovigo.
Supplemento al Foglio periodico deila
Prefettura. Nato nel 1876, esce 2 volte
alla settimana in 4 pagine e contiene gli
annunzi legali amministrativi. Abbonamen-
to: anno L. io.
Rovigo.
Giornali cessati:
11 Conciliatore, amministrativo, settimanale, n. 1885 a Rovigo; direttore G. Rubini.
La Farfalla, letterario, quindicinale, n. 1885 a Rovigo.
Il Grillo del focolare, letterario nato 1879 a Lendinara; direttore Adolfo Rossi,
che poi diresse il Progresso italo-americano di New York ed ora è redattore del
Don Chisciotte di Roma {Re Parler e Macia).
Rivista settimanale del Polesine, radicale, n. 1882 a Rovigo.
GRANDE FABBRICA N'AZIONALE DI MACCHINE TIPOGRAFICHE
NORBERTO ARBIZZONI, MONZA
Premiato anche dal R. Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio
Torchio tipografico sistema inglese a leva
Vedi Avviso speciale a pag. 16
PROVINCIA DI SALERNO
Numero dei Comuni: 158 — Popola<^ione : $50,157 — Superficie: K. q. 5,071 — Deputati dilla provincia:
I. Nicotera, Pellegrino G. , Farina N. , Tajani, Lazzaro. 2. Spirito, Alarlo, Giampietro. 3. Guglielmini,
Mazziotti, Florenzano, Riccio.
Agostino Bertani. Periodico d'igiene,
medicina popolare, e sociologia, nato nel
gennaio i8S7._Esce ogni mese in i6 pa-
gine in-8.° - È redatto dal dott. Giuseppe
Angrisani, medico condotto in Bracigliano,
con la collaborazione di distinti professori.
Abbonamento: anno L. ?.
Mercato Sanseverino.
Aurora. Giornale letterario, artistico, nato
nel gennaio 1S88. Esce ogni mese in 4 pa-
gine, formato 0,26^^0,18. Direttore: Do-
menico Majolo. Abbonamento: annoL.2,75.
Tip. Fratelli Jovane.
Salerno.
L'Avvenire. Giornale politico, ammini-
strativo, nato nel 1889.
Salerno.
La Campana del Mezzodì. Giornale po-
litico, cattolico, nato nel 1007. Esce 2 volte
la settimana in 4 pagine. Abbonamento:
anno L. 6. Un numero 0,05.
Scafati.
Corriere Salernitano. Giornale politico,
industriale, nato i'8 gennaio 1888. Esce il
giovedì e la domenica in 4 pagine, for-
mato 0,38^^0,27. Direttore proprietario:
Oronzio Nola. Il Corriere, giornale nicote-
rino, risulta ddlla fusione di due altri gior-
nali, V Indipendente e VEcodei Comuni, sotto
l'unico titolo di Unione, col quale si pub-
blicò sino al 22 dicembre 1887. Prima aveva
avuto il nome di Caporale Mena-Botta, col
quale aveva preso a pubblicarsi il 20 giu-
gno 1885. Abbonamento : anno L. 7; seni. 4.
Corso Vittorio Emanuele.
Nocera Inferiore.
Don CheCOO. Periodico umoristico, nato
nel 1889. Abbonamento: anno L. 4.
Salerno.
Foglio Periodico della Prefettura. Or-
gano mensile ufficiale fondato nel 1S61,
per la pubblicazione degli atti amministra-
tivi. Il prezzo di ogni numero varia a se-
conda delle pagine.
Salerno.
La Frusta. Cronaca politica del popolo,
nata nel 1876. Esce 3 volte la settimana
in 4 pagine a 3 colonne. Propugna prin-
cipii di sinistra. Abbonamento : anno L. io,
sem. 6. Porta di Ronca, 2.
Salerno.
La Giovine Lucania. Giornale letterario,
educativo, politico, nato il 15 gennaio 1888.
Esce la domenica in 4 pagine piccole a 3
colonne. Direttore: Barbato sac. Caputi.
Abbonamento: anno L. 5.
Vallo della Lucania.
Il Giurista. Giornale di giurisprudenza,
nato nel dicembre 1882, e diretto dagli
avvocati Andrea de Leo e F. A. Acconcia.
Esce due volte al mese in 8 pagine. Mi-
gliaccio, editore. Non si vende a numeri
separati. Abbonamento: anno L. 5.
Salerno.
La Luce. Giornale politico, amministra-
tivo, letterario, nato nel 1880. Esce 2 volte
la settimana in 4 pagine a 4 colonne, sotto
la direzione di Giuseppe De Luca. Il gior-
nale è più tosto ben redatto, ricco d' in-
formazioni e corrispondenze. Abbonamento:
anno L. 8, sem. 4,50. Inserzioni: 3.* pa-
gina 0,75,4." pag. 0,30. Vicolo S.Giorgio,!.
Salerno.
Il Manicomio moderno. Giornale di psi-
chiatria, nato nel 1885, organo del manico-
mio interprovinciale V. E. II. Direttore :
Giovannangelo cav. Limoncelli. Redattori :
dottori Ventra, Roscioli, Canger, Grimaldi,
con la collabor.izione di molti specialisti.
Esce 3 volte all'anno in fascicoli di 170
pagine in-8.° - Abbonamento: anno L. 7 ;
estero 9. Tip. del Manicomio.
Nocera Inferiori'..
Il Nuovo Istitutore. Giornale d'istruzione
ed educazione, nato nel 1869, premiato con
medaglia d'argento al VII congresso pe-
dagogico. Esce tre volte al mese, in fasci-
coli da 8 a 16 pagine. Direttore: prof. Giu-
seppe Olivieri. Abbonamento: anno L. 5,
semestre 3.
Salerno.
Il Picentino. Giornale di agricoltura e
commercio, nato nel 1858. Esce ogni mese
in 32 pagine. Abbonamento: anno L. 6.
Non si vende a numeri separati.
Salerno.
La Provincia. Galena di Salerno. Gior-
nale politico, amministrativo,natOQel 1889.
Esce il mercoledì e sabato in 4 pagine a
4 colonne. Direttore: avv. Pasquale Nad-
deo. Abbonamento: anno L. 5, seni. 3.
Inserzioni: 3.* pagina 0,75 la linea; 4.' pa-
662 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
ginao,30. Unnum.o,o5.ViaFIavioGioia, 1 3.
Salerno.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Creato nel 1876, esce due volte
la settim:)na in 8 pagine e contiene gli
amministrativo, nato nel 1888. Esce ogni
raercoledi in 4 pagine a 4 colonne. Abbo-
namento: anno L. 5; semestre 3; estero
anno 7,50, sem. 4,50. Corso Garibaldi, 75.
Saìerno.
annunzi legali amministrativi. Abbonamen- Il Volceiano. Periodico quindicinale bue-
cinese, nato il 20 maggio 1888. Esce in 4
pagine, formato 0,28 x 0,22 Direttore : avv.
Gius. Sacco. Abbonamento: anno L. 3,50.
Un numero 5 cenresimi. Buccino.
to: anno L. 21. Il prezzo d'ogni numero
è in ragione di 3 centesimi per pagina.
Saìerno.
Il Vero. Giornale politico, indipendente
Giornali cessati :
— Babele, amministrativo, quindicinale, n. 1885 a Pagano.
— La Buona Novella, cattolico, settimanal -, n. 1885 a Salerno.
— Caporal Mei^a-Bolta, settimanale, n. 1885 a Nocera; direttore Stefano Malinconico.
— Il Censore, di Salerno.
— La Conciliaiione, bisettimanale, n. 1878 a Salerno.
— Cronaca del Manicomio V E., mensile, 1888-90, Nocera Inferiore.
— Don Paolino, umoristico, settimanale, .1. 1887 a Salerno; direttore Nicola Marmo.
— U" Eco delle Due Valli, aminin. settim., n. 1884 a Sala Consiiina; direttore D Falcone.
— h' Eco elettorale, settimanale, n. 1882, a Vallo della Lucania; direttore G. Rascio.
— Flavio Gioia, amministrativo, settimanale, n. 1885 ad Amalfi.
— La Gaietta di Sala, n. 1882 a Vallo della Lucania.
— La Galletta di Salerno, bisettimanale, n. 1870; direttore avv. F. Gaeta.
— La Giovine Lucania, amministrativo, settimanale, n. 1884 a Polla.
— U Indipendente, am;ninhirmvo,senim.,n. i8S2,a N'ocera Inferiore; direttore O. Nola.
— L' Imparziale, bisettimanale, n. 1870 a Salerno; F. Gaeta.
— 11 Lampo, amministrativo, settimanale, n 18S4 a Vallo della Lucania.
— Il Mariano del Mezzodì , cattolico, mensil -, n. 1881 a Scafali.
— Il Mese Mariano, cattolico, mensile, n. iSSo a Scafati.
— Nocera risorta, amministrativo, n. 1S87; mutò poi titolo in Nocera.
— La Palestra, settimanale, n. 1881 a Salerno; direttore Federico Notaro.
— Il Popolo, politico, bisettimanale, n. 18S4 a Cava dei Tirreni ; diret. Rodolfo Pezzoli.
— La Pubblicità, di annunzi, n. 1881 a Scafati.
— Il Punto interrogativo, umoristico, amministrativo, settimanale, 1887-88, a Nocera.
— Il Tanagro, elettorale, bisettimanale, n. i88ó.
— Il Tirreno, politico, letterario, bisettiman ile, n. 18S1 a Cava.
— La Zingarella e lo Spassaticmpo, in dialetto, 1881 -83, a Scafati, dir. F. Morlicchio.
11 decalogo del giornalista
I. Ti abbonerai e starai in regola col pagamento anticipato.
II. Ci porterai delle notizie più che puoi, ma ti fermerai p.-co in ufficio.
III. Ci scriverai, occorrendo, ma breve, chiaro, da una parte sola del foglio, mai a tergo.
IV. Non verrai mai a pregarci di sopprimere fatti e nomi. Tientelo a mente: non
li sopprimeremo.
V. Rammenterai che il giornale è fatto pel pubblico tutto, non pei soli dilettanti di
battibecchi tra giornalisti.
VI. Se avrai la malinconia di mandarci a sfidare avrai anche l'avvertenza di non sce-
gliere per padrini degli avvocati.
Vii. Le lunghe relazioni su banchetti, discorsi politici, funerali, premiazioni, ecc. ; e in
generale le cose noiose, le manderai agli altri giornali. Se le stamperanno, avrai
la nostra gratitudine.
Vili. Non ci raccomanderai di far soffietti a prime donne, tenori, baritoni, neo-cava-
lieri, candidati di nessuna specie.
IX. Non ci farai prediche sulla inviolabilità della vita privata quando noi attaccheremo
i poco di buono della vita pubblica.
X. Ricorderai che l'editore e proprietario del giornale non ha e non vuole avere
alcuna ingerenza nella redazione del giornale stesso.
XI. Ti terrai persuaso che noi siamo l'organo di... noi stessi e di nessun altro. Non
abbiamo, per fortuna, che un capo: quello che ci sta sovra le spalle.
Xn. Farai abbonati al nostro giornale e Dio te ne darà merito in questa e nell'altra vita.
PROVINCIA DI SASSARI
Numiro dei Comuni: 107 — Popolazione: 261,367 — Superficie: K. q. 10,159
Ferracciù, Pais-Serra, Umana, Giordani-Apostoli.
Deputali della provintia :
Amsicora. Giornale politico, ammini-
strativo, indipiindente, nato nel 18S7. Esce
ogni settimana in 4 pagine a 4 colonne,
redatto in italiano e dialetto sassarese. Re-
dattore : C. Tonox. Abbonamento: anno
L. 7, sem. 4, trini. 2. Un numero 5 cen-
tesimi. Via delle Finanze.
Sassari.
Caprera. Giornale amministrativo, let-
terario, nato nel i'^S7. Esce ogni settimana
in 4 pagine. Abbonamento: anno L. 5. Un
numero 5 centesimi.
Sassari.
Foglio periodico della Prefettura. Nato
nel 1866, pubblica gli atti ufficiali ammi-
nistrativi. Esce ogni mese in 16 pagine.
Tira 1800 copie. Abbonamento: anno L. io.
Sassari.
La Sardegna. Giornale politico, quoti-
diano, nato il i." maggio 1S82. È un pe-
riodico che fa onore all'isola : redatto assai
bene, ben fornito di corrispondenze e te-
legrammi, sostiene il programma dell'U-
nione monarchico-I'berale. Esce in 4 pa-
gine grandi a 4 colonne, pubblica corri-
spondenze da Roma e da tutte parti del-
l'isola. È redatto con vigoria e spigliatezza.
Nella parte letteraria collaborano buoni
scrittori. Ha telegrammi, listini di borsa,
annunzi, ecc. Ne fu direttore pei primi tempi
De Cachapuz, ora Io dirige il cav. Merardo
Riccio. È molto diffuso. Abbonamento:
anno L. 18, sem. 9, 50, trim. 5 - Estero : anno
L. 36, sem. 19, trim. 10. Via Carlo Alberto.
Sassari.
Il Sardo. Periodico politico, amministra-
tivo, indipendente, nato il 4 novembre i iVgS.
Esce ogni domenica in 4 pagine, formato
0,44 >■■ 0,30. Un num. 0,05. Via Finanze, 16.
Sassari.
' Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Nato nel 1870, contiene gli
annunzi legali amministrativi. Esce ogni
settimana in fascicoli. Abbonamento: anno
L. 10. Un numero 50 centesimi.
Sassari.
Giornali cessati:
Donna e Civiltà, mensile, educativo, letterario, nato a Sassari.
L'Eco di Gallura, amministrativo, settimanale, n. iSSò a Tempio Pausania.
La Farina, commerciale, n. a Sassari.
La Gallura, settimanale, amministrar., n. 1883 a Tempio Pausania; direttore S. Cossu.
La Ga:(^etta di Sassari, quotidiano.
Il Promotore, 1840-43, a Sissari; direttore prof. Francesco Sulis.
La Provincia di Sassari, bisettimanale, n. 1881.
La Sardegna agricola, quindicinale, n. a Nuoro; direttore L. Intina.
La Stella di Sardegna, settimanale, democratico, n. 1878 a Sassari.
La Squilla, democratico, trisettimanale, molto diffuso, n. a Sassari.
Lo Svegliarino, amministrativo, settimanale, n. 1887 a Sassari.
La Temperanza, bisettimanale, n. a Sassari.
niÉ Mmk dei Giornali ItaìiaQi ed Esteri
Inserzioni, Rjippresentanvie, Depositi.
FIRENZE (V. pag. 380)
PROVINCIA DI SIENA
Inumerò dei Comuni: 37 — "Popolazione: 105,926 — Superficie: K. q. 5,826 — "Deputati della provincia;
Chigi, Luchini O. , Moceuni,. Barazzuoli.
L' Amico del clero. Giornale cattolico,
nato nel 1SS7. Non ha ordine di periodi-
cità. Esce in 24 pagine e si distribuisce
gratis al clero italiano.
Siena.
Atti del Circolo giuridico della R. Uni-
versità di Siena. Escono a fascicoli.
Siena.
Atti della E. Accademia dei Fisiocri-
tici. Si pubblicano da antico a periodi che
hanno molto variato. Ora ne escono 6 fa-
scicoli all'anno.
Siena,
Bollettino del Comizio Agrario. Nato
nel 1863, esce ogni 2 mesi in 48 pagine
e tratta esclusivamente di agricoltura. Ab-
bonamento : anno L. 5. Non si vende a
numeri separati.
S'ena.
Eollettino della Camera di commercio
ed arti di Siena e Grosseto. Nato nel 1883,
esce 2 volte al mese in 8 pagine. Abbo-
namento: anno L. 2. Non si vende a nu-
meri separati.
Siena.
Bollettino del naturalista collettore al-
levatore e coltivatore. Supplemento men-
sile alla Rivista italiana di scienie naturali,
per le reciproche comunicazioni fra pro-
fessori, preparatori e studiosi di scienze
fìsiche e naturali, direttori di musei e giar-
dini, dilettanti di caccia, orticoltura e giar-
dinaggio, allevatori, acclimatatori di ani-
mali, piante, tee, nato nel 1881. Esce in
16 pagine con copertina. Direttore : cav. Si-
gismondo Brogi. Abbonamento: anno L. 3.
Via di Città, 14.
Siena.
Bollettino di storia patria. Nato nel
1867, si pubblica per cura della R. Acca-
demia dei Rozzi, a periodi indeterminati.
Non fa abbonamenti.
Siena.
La Campagna. Giornale di agricoltura,
nato nel 18S1. Esce il i.° e il 15 d'ogni
mese in 12 pagine. Abbonamento: anno
L. 3. Un numero 20 centesimi.
Siena.
Oronaca del manicomio di Siena. Nata
nel 1876, esce ogni 2 mesi in 16 pagine.
Direttore : P. Funaioli. Abbonamento : an-
no L. 2. Non si vende a numeri separati.
Siena.
La Donna italiana. Giornale letterario,
italiano-francese, nato nel gennaio 1889.
Esce ogni mese in 16 pagine in-4.° - Ab-
bonamento : anno L. 4. Un numero 0,20.
Tip. S. Bernardino.
Siena .
L'Eco del popolo. Giornale politico, ra-
dicale, amministrativo, nato il 17 giugno
1888. Esce ogni settimana in 4 pagine,
formato 0,59 >< 0,27 a 4 colonne. Abbona-
mento: anno L. 5, sem. 3, trim. 1,50. Un
numero 0,0 j. Via dei Maestri, 35.
Siena.
Foglio periodico della Prefettura. Nato
nel 1^87, es:e ogni mese in io pagine, e
contiene gli atti ufficiali amministrativi.
Abbonamento: anno L. 2,50.
Siena.
Il Libero cittadino. Giornale politico,
amminis:rativo, nato nel 1866. Esce il gio-
vedì e la domenica in 4 pagine piccole a
3 colonne. Abbonamento : anno L. 6,
sera. 4. Un nura. 0,05. Via delle Terme, 23
Siena
Litertas. Giornale politico, amministra
tivo, settimanale, nato nel marzo 1890
Abbonamento: anno L. 5; sem. 3; trim. 1,50
Siena
La Martinella. Giornale politico, demo
cratico, di cronaca locale, e delle provincie
toscane, nato nel 1882, col titolo di A^MOZ/a
Elsa che mutò dopo 2 anni. Esce ogni
sabato in s pagine a 4 colonne e si stampa
a Siena, Nel 1885 fu querelato e condan-
nato, avendo fatto delle gravi rivelazioni
contro il deputato Dari a proposito della
costruzione d'una ferrovia. Abbonamento :
anno L. 3, sem. 2. Un numero 0,05. Via
Garibaldi, 30.
Colle Val d'Elsa.
Mira I mira ! Giornaletto umoristico,
nato nel 1884. Esce quando gli pare in
4 pagine a 2 colonne con illustrazioni, re-
datto in lingua italiana e dialetto senese.
Non fa abbonamenti. Ogni numero 0,05,
Siena.
Il Poliziano. Giornale amministrativo,
agricolo, letterario, nato nel 1884. Esce
30 volte all'anno in 4 pagine a 4 colonne.
PROVINCIA DI SIENA.
665
Abbonamento: anno L. 3, sem. 1,50. Un
numero io centesimi.
Montepulciano.
Eivista italiana di scienze naturali.
Giornale scientifico, nato nel i88r. Esce
ogni mese in fascicoli con illustrazioni, me-
morie originali e rassegne. È diretto dal
cav. Sigismondo Brogi e vi collaborano più
di 40 distinti professori i quali tengono a
corrente i lettori di tutti i progressi della
storia naturale. Abbonamento: anno L. 5.
Via di città, 14.
Siena.
Lo' Spettatore. Giornale cattolico, poli-
tico, amministrativo, nato nel 1883. Esce
ogni sabato in 4 pagine a 4 colonne. Abbo-
namento: anno L. 5, sem. 2. Un num. 0,05.
Siena.
La Stella del Carmelo. Giornale cat-
tolico, nato nel 1874. Esce ogni mese in
16 pagine. Abbonamento: anno L. 2. Non
si vende a numeri separati.
Siena.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Nato nel 1876, esce 2 volte
la settimana in 2 pagine e contiene gli
annunzi legali amministrativi. Abbona-
mento: anno L. 4. Ogni numero in ragione
di 3 centesimi per pagina.
Siena.
La Vergine Benincasa, S. Caterina da
Siena. Giornale cattolico, nato nel 1866.
Esce ogni mese in 16 pagine. Abbona-
mento: anno L. 3. Non si vende a nu-
meri separati.
Siena.
Giornali cessati:
— U Agitatore, Siena.
— Bollettino d' anntinii, n. 1883 a Poggibonsi.
— Bollettino del Coniiiio agrario di Colle Val d' Elsa, mens. n. 1881 ; direttore R. Salvetti.
— Bollettino della Società anonima per la ricostituitone e rimborso delle spese « La Pre-
videnza » , n. 1(885 a Siena.
— Bollettino della Società dei cultori di sciente mediche in Siena.
— Bollettino di notizie commerciali, quindicinale, n. 18S5 a Siena.
— La Campagna, agricolo, quindicinale, 1881-87, Siena.
— La Farfalla, quindicinale, artistico, letterario, n. 1885.
— Galletta ufficiale di Siena, n. 1872, 6 volte al mese.
— Giornale amministrativo ad uso delle autorità costituite, e delle famiglie degli stati
componenti la già Toscana, n. 1.° ottobre 1808, cessò ottobre 1809, 53 numeri,
in-4.'', compilatore Giovanni Crivelli.
— Giornale letterario di Siena, 1776-77, in 8.°.
— L'Indipendente, Siena.
— La Lupa, amministrativo, settimanale, n. 1882 a Siena.
— Messaggere della settimana, cattolico, n. 1874 a Siena.
— Messaggiere delle cancellerie di preture, quindicinale, n. 1885 a Pienza.
— Il Nuovo Brandano, opuscolo domenicale, n. 18S5 a Siena, Poggibonsi.
— Il Nuovo Paese, democratico, n. a Siena; diretto da Cellesi, condannato nel 1S78
a 3 anni di carcere e 2000 lire di multa per articoli politici incriminati.
— L'Operaio, amministrativo, settimanale, n. 1885 a Siena.
— Il Paese, politico, liberale, n. 1874 a Siena.
— Il Pensiero, politico, letterario, settimanale, n. 1882 a Siena.
— Il Plebiscito, amministrativo, settimanale, n. 1883; mutò titolo in Nuova Lupa.
— Il Progresso, amministrativo, settimanale, n. 1885 a Siena.
— Il Progresso nelle arti e nelle industrie senesi, settimanale, n. 1885 a Siena.
— La Provincia di Siena.
— Rivista mensile di agric. pratica per la Valle superiore del Tevere, n. 1885 ad Anghiari.
— Rivista scientifica della F. Accademia dei Fisiocritici, Siena.
— Il Risveglio, n. a Siena.
— Scienza e lettere, cattolico, mensile, n. 1883 a Siena.
— Studi senesi, giuridico, storico, di Siena.
— L' Unione, amministrativo, settimanale, n. 1882 a Siena.
— La Vita Nuova, n. a Siena.
Con gli ultimi telegrammi della notte ricevuti
da corrispondenti speciali dall'Italia e dall'Estero
col Resoconto telegrafico del Parlamento
{V. Avviso speciale a pag. jó^.)
corriere
PROVINCIA DI SIRACUSA
IZjUmero dei Comuni: 52 — "Popolazione: 541,526 — Superficie: K. q. 5,729 — 'Depulati della provincia:
i. Di Rudini, Reale, Bucceri. 2. Di Camporeale, Bufardeci, Antoci.
Il Coltivatore netino. Bollettino del
Comizio agrario di Noto. Nato nel 1887,
esce ogni mese in 16 pagine in-8.° Di-
rettore: cav. Nicola Di Lorenzo Nicolaci.
Abbonamento: anno L. 5. Un numero
centesimi 60.
Noto.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale, nato nel 1884, per la pub-
blicazione degli atti amministrativi. Esce
ogni mese in 20 pagine. Abbonamento:
anno L. 30. Non si vende a numeri se-
parati.
Siracusa.
La Provincia di Siracusa. Giornale po-
litico, amministrativo, letterario, fondato
l'ii dicembre 1884. Si pubblica ogni set-
timana in 4 pagine in-fol. Abbonamento :
anno L. 5; sem. 3. Un num. 0,05. Tip. Norcia.
Siracusa.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. N^to nel 1^76, cioè prima del
Foglio periodico, esce 2 volte alla settimana
in j o 4 pagine. Abbonamento: anno L. 20.
Ogni numero in ragione di 0,03 la pagina.
Siracusa.
Il Tamburo. Giornale politico, organo
degl'interessi morali ed economici di Si-
racusa, nato il 26 settembre 1880. Esce
ogni settimana in 4 pagine a 4 colonne.
È redatto piuttosto bene e ha una discreta
diffusione. Lo dirige G. Manca. Abbona-
mento: anno L. 6; sem. 3,50. Inserzioni:
in 3.* pagina 0,15 la linea, in 4.* 0,10.
Piazza del Duomo, Palazzo Targia.
Siracusa.
Giornali cessati:
L' Agricollore delia Contea, mensile, n. 1888 a Modica; direttore C. Grimaldi.
L'Alba, amministrativo, letterario, settimanale, n. 1884 a Noto.
L'Aurora, letterario, quindicinale, n. 1S79 a Ragusa; direttore S. Puglisi-Lo Magno.
L'Avvenire, politico, settimanale, n. 1883 a Siracusa.
La Bilancia, amministrativo, settimanale, n. 1888 a Floridia.
Carlo Papa, letter. massonico, mens., n. 1881 a Modica; direr. avv. G. De Benedictis.
La Cicala, locale, settimanale, n. 1880 a Noto; era il più piccolo giornale italiano;
la Strenna della stampa nel 188 1 ne riportò il fac-simile in confronto col più grande
giornale italiano d'allora, la Ganetta d'Italia.
Corriere Ragusano, artistico, letterario, settimanale; direttore Giovanni Caserta.
ÌJ Eco Iblèo, settimanale, n. a Ragusa Inferiore.
Gazzetta di Siracusa, politico, trisettimanale, n. ottobre 1870.
L' Impariiale, amministrativo, settimanale, n. 1888 a Lentini.
Indice della giurisprudenza del Tribunale di Modica, mensile, n. 1SS6.
Libellula, letterario, quindicinale, n. 1884 a Siracusa; direttore Sampieri Mollica.
La Lima, amministrativo, settimanale, d. 1887 a Noto.
Luce vera, cattolico, mensile, n. 1873 a Noto.
Movimento della provincia di Siracusa, quind., n. 1885 a Siracusa; diret. R. Castagnino.
L'Ordine, amministrativo, settimanale, n, 1884 a Noto.
Il Popolo Nuovo, amministrativo, settimanale n 1889 a Siracusa.
Prometeo, radicale, bimensile, n. 1882 a Pach-no; direttore R. Ceraci.
Il Risveglio, amministrativo, settimanale, n. 1886 a Modica.
Sancio Pallia, amministratilo, letterario, n. 1886 a Modica.
La Spada, democratico, settimanale, n. 1885 a Noto; direttore Scipione Corradi.
Lo Spillo, settimanale, n. 1889 a Siracusa; direttore G. De Silvestro.
Il Telegrafo, settimanale, n. 1888 a Ragusa; direttore E. Spadaro.
Vittorino, didattico, quindicinale, n. 1886 a Noto.
11. s
GAZZETTA DI IVIIL.A.N'O
(V. Avviso speciale a pag. ;o8.)
PROVINCIA DI SONDRIO
Numero dei Comuni: 78 — Popolazione: 120, 554 — Superficie: K. q. 3,123 — Deputati della provincia:
Cucchi, Mazzoleni.
L'Alpe Retica. Foglietto popolare val-
tellinese nato nel 1876. Esce ogni giovedì
in 4 pjgine a 2 colonne. È giornale ra-
dicale, .'abbonamento : anno L. 6, sem. 3,50.
Estero : anno L. 8.
Chiavenna.
Bollettino della Camera di Commercio
ed Arti di Chiavenna. Nato nel 1872, esce
una volta al m.'se in 12 pagine; si occupa
di giurisprudenza commerciale, concorsi,
esposizioni agricole, ecc. — Si spedisce gra-
tis ai Municipi della provincia ed ai com-
mercianti che ne facciano richiesta.
Chiavenna.
Cerere. Giornale di agricoltura e com-
mercio nato nel 1882. Esce 3 volte al mese
in 16 pagine con copertina. Direttore: ing.
Paolo Rossi. Abbon. anno L. 6; sem. 3,50.
Sondrio.
Il Contadino Valtellinese. Giornaletto
settimanale, cattolico, nato il 28 settem-
bre 1888. Esce il venerdì in 4 pagine, for-
mato 0,28x0,21. Presso Pedroletti Giu-
seppe. Abbonamento: anno L. 4
Chiavenna.
Foglio periodico della Prefettura. Fon-
dato nel 1865 per la pubblicazione degli
atti amministrativi, esce 2 volte al mese
in fas:icoli. Abbonamento: anno L. 20.
Ogni numero in ragione di centesimi 2
la pagina. Tipo-litografia E Qiiadrio.
Sondrio.
L' Eco della Provincia di Sondrio. Gior-
nale politico, amministrativo, nato nel 1881.
Esce ogni giovedì in 4 pagine a 4 colonne
e propugna idee liberali. É redatto con
molta cura ed ha una discreta diffusione.
Direttore: Gio. Robustelli (Grosotto). Ab-
bonamento: anno L.6, sem. 3,50. Estero: an-
no L. 8. Inserzioni: 3.' pag. 0,50 la linea 4.*
pag. 0,10. Un numero 0,10. Tip. Bonozzi.
Tirano.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Nato nel 1876, esce 2 volte
alla settimana in 4 pagine, e contiene gli
annunzi legali amministrativi. Abbonamen-
to: anno L. 6. Ogni numero in ragione
di centesimi 3 per pagina. Tip. Quadrio.
Sondrio.
La Valtellina. Gaietta della Provincia
di Sondrio. Giornale politico, amministra-
tivo, democratico, nato nel iS6o, col se-
condo titolo, che mutò nel 1888 fondendosi
con la Provincia. Emilio Q.uadrio, che di-
rigeva quest'ultimo giornale, assunse la
direzione della Valtellina e la proprietà della
tipografia. La Valtellina esce ogni settimana
in 4 pagine a 4 colonne. Abbonamento:
anno L. 6, sem. 3,50. Un numero 0,10.
Sondrio
Giornali cessati:
— Lo Stelvio, politico, n. 1874 a Sondrio, direttore Carlo Bonadei.
— Bollettino commerciale valtellinese, settimanale, n. 3 novembre 1884 a Sondrio.
— Gaiiettino-annuniio valtellinese, mensile, n. 1885 a Morbegno.
— Il Naturalista valtellinese, mensile, n. 1885 a Sondrio, direttore M. Cermenati,
La mano del compositore
Ponendo che un compositore, in media, lavorando dieci ore per giorno, giunga
a comporre 12,000 lettere, in un anno, contando 300 giorni di lavoro, egli comporrà
3,600,000 lettere. E da un minuto calcolo del tragitto dalla cassa al compositojo e
dal compositojo alla cassa, risulta che in un anno il viaggio fatto dalla mano del com-
positore-tipografo, è, in media, di circa 300 miglia geografiche.
Grande Fabbrica Nazionale di Macchine Tipografiche, N. Arbizzoni, Monza
Premiato anche dal R. Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio
(T, Avviso speciale a pag, 16,)
PROVINCIA DI TERAMO
Numero dei Comuni: 74 — Popolazione: 2 $4,806 — Superficie:
De Riseis, Costaatini, Cerulli, Scarselli, Forcella.
K. q. 2,875 -~ Deputati della provincia:
L'Abruzzo agricolo. Giornale illustrato
di agricoltura pratica, nato nel 1887. Esce
ogni 15 giorni in 8 pagine in-i6.° con
copertina. Al giornale è annessa un'agen-
zia agricola con deposito di macchine, semi,
piante, animali, ecc. Direttore: agronomo
V. De Michetti. Abbonamento: anno L. 5,
sem. 3. Un numero 20 centesimi. Via
della Misericordia, 10.
Teramo.
Corriere abruzzese. Giornale politico,
letterario, fondato nel 1875 per azioni e
in opposizione al governo di destra. Esce
il mercoledì e sabato in 4 pagine a 4 co-
lonne. Sostiene il programma della sinistra
parlamentare. Direttore: Francesco Taffio-
relli. Il Corriere ha tipografia propria. Ab-
bonamento: anno L. io, sem. 5, trim. 3.
Inserzioni: 3." pagina 20 centesimi la linea,
4.' pagina 15. Un numero ic centesimi.
Piazza della Cittadella.
Teramo.
L'Eco del popolo. Giornale politico, am-
niinis-rativo, nato il 16 maggio 1S89. Esce
ogni settimana in 4 pag., forra. 0,34 x 0,24..
Abbonamento: anno L. 4. Un numero 5
centesimi. Tipografia Bezzi- Appignani e C.
Teramo.
Foglio periodico della Prefettura. Or-
gano ufficiale per la pubblicazione degli
atti amministrativi, nato nel 1866. Esce
ogni mese in 40 pagine circa. Abbona-
mento: anno L. 13.
Teramo.
Il Messaggero abruzzese. Giornale po-
litico, amministrativo, nato il 29 luglio
1888. Esce la domenica in 4 pagine, for-
mato 0,33 y. 0,24. È molto diffuso in tutte
tre le provmcie d'Abruzzo ed ha per re-
dattori i migliori scrittori abruzzesi, come
A. De Nino e G. Mezzanotte. Direttore:
G. C. Canzanese. Abbonamento: anno L. 6,
Un numero cent. 5. Via dell'Anfiteatro, 2,
Teramo.
La Provincia. Giornale politico, lettera-
rio, nato nel 1876. Esce ogni settirnana
in 4 pagine a 3 colonne. Abbonamento:
anno L. 6, sem. 5. Inserzioni: 0,10 la linea.
Teramo.
Hivista abruzzese di scienze e lettere.
Nata nel 1&86, esce ogni mese in 48 pa-
gine. Abbonamento: anno L. lO. Un nu-
mero L. I. Tipografia del Corriere abru\:{ese.
Teramo.
Rivista minima. Periodico di lettere,
arti e scienze, nato il i." giugno 1888.
Esce il 15 e 20 d'ogni mese in fascicoli
elegantissimi di 16 pagine in-4.° grande
e splendida copertina a colori. Direttori:
Francesco Contaldi e Battista De Luca.
Collaboratori, i più distinti letterati d'Abruz-
zo e fuori. Si fanno speciali ed estese re-
censioni di tutti i libri inviati io dono.
Abbonamento: anno L. 5, sem. 3. Un nu-
icero 25 centesimi. Via dell' Orologio, 5.
Giuìianova.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Nato nel 1870, esce 2 volte
la settimana in 3 pagine circa e contiene
gli annunzi legali amministrativi. Abbona-
mento: anno L. 12. Un numero cent. io.
Teramo.
Giornali cessati:
— U Agricoltore ahrunese, organo del Comizio agrario, mensile, n. 1881 a Teramo.
— Doctor Faust, artistico, amministrativo, quindicinale, n. 1885 a Giuìianova.
• — U Elettore operaio, n. 1889 a Teramo.
— Il Gran Sasso, amministrativo, bimensile, 1878-83, a Silvi; direttore L. F. de Virgiliis.
— La Palestra pedagogica, quindicinale, n. 1887 a Teramo.
— Paolo Bejolco, umoristico, n. 1885 a Teramo.
— Il Popolo abru^iese, politico, n. 3 settembre 1883 a Teramo.
— La Vedetta, amministrativo, bisettimanale, n. 1886 a Teramo.
— Il Velocipede, mensile, n. 1887 a Giuìianova; direttore A. Bucci.
Ca fon^iaina
Coììipagnia d'assicurazione a premio fisso.
(V. Avviso speciale a pag. 62.')
PROVINCIA DI TORINO
Numero dei Comuni: 443 — Popolazione: 1,029,214 — Superficie: K. q. 10,452 — Deputati della, provincia:
I. Brin, De Maria, Favale, Chiaves, Badini. 2. Frola, Palberti, Cibrario. 3. Berti, Chiapusso, Morra.
4. Tegas, Geyraet, Peyrot. 5. Compans, Ghiaia, Vigna, Chiesa, De RoUand.
L'Agricoltore pinerolese. Giornale uffi-
ciale del Comizio agrario, nato il 7 gen-
naio 1888. Esce ogni sabato in 4 pagine,
formato 0,57x0,28. Oltre la parte agraria
contiene una rivista politica e la cronaca
circondariale. Direttore: A. Fracasso. Ab-
bonamento: anno L. 6.
Pinerolo.
L'Alpino. Giornale della Valle d'Aosta,
nato il 3 gennaio 1890 in sostituzione
ddì'Echo du Val d'Aoste. Esce ogni venerdì
in 4 pag. a 5 colonne. Proprietario: Luigi
Mensio. Direttore : avv. Desiderato Lucat.
Abbonamento: anno L. 7,50, sem. 4,25.
Aosta.
L'Amica delle fanciulle. Foglio quindi-
cinale di mode, nato nel 1882 e diretto
da Egle Pinelli e Francesco Giordano-Or-
sini. Esce in 16 pagine e copertina colo-
rata, elegantemente stampato ed illustrato.
Ogni fascicolo ha commediole per bam-
bine, racconti, nozioni istruttive, scritti
educativi, poesie, conversazioni scientifi-
che, ecc. - Ha pure un supplemento per
la lingua francese e la musica. Abbona-
mento: anno L. 5, sem. 3. Via Roma, 41.
Torino.
Annali dello spiritismo in Italia. Ras-
segna psicologica, nata nel i<^64. Esce
ogni mese in 52 pagine. Direttore: Nice-
foro Filalete. Abbonamento: anno L. 8.
Tip. Baglione. Via S. Massimo, 5.
Torino.
Annuario di Giurisprudenza contempo-
ranea amministrativa e finanziaria. Ri-
vista bimensile di amministrazione e finan-
za, nata nel 1880. Abbonamento: anno
L. 16. Un numero L. i.
Torino.
L'Ape biblica. Periodico mensile, cat-
tolico, nato nel 1883. Esce in 24 pagine
in-i6.° Direttore: O. Cocorda. Abbona-
mento: anno L. 2, estero 3. Un nuni. 0,50.
Pinerolo.
L'Architettura pratica. Pubblicazione
mensile di disegni di ed;rizi rispondenti ai
bisogni moderni, nata nel luglio 1889. Fa-
scicoii con tavole e testo in-8.° Editori :
Camilla e Beitolcro, Abbonamento: anno
L. 20. Via Ospedale, 18.
Torino.
Archivio delle scienze mediche. Pub-
blicazione scientifici. Direttore: G. Bizzoz-
zero. Vi scrivono : L. Griffini, C. Mondi-
no, G. Rattone, F. Coppola, C. Golgi,
A. Rovighi, G. Salvioli, N. Manfredi, G.
Tizzani, F. Tartufari, P. Foà, E. Marchia-
fava, ecc. - Esce a volumi di oltre 200
pagine in-8.° Editore: Loescher. Tip. Bona.
Torino.
Archivio di Letteratura biblica ed orien-
tale. Nato nel 1879, esce nella prima metà
d'ogni mese. Si propone di riunire mate-
riali che servano ad agevolare l'intelligenza
della Sacra Scrittura e la soluzione di quelle
difficoltà che il moderno criticismo oppo-
ne ; di fare conoscere gli studii sui mo-
numenti dell'antico Oriente ed i risultati
ottenuti. I monumenti di cui specialmente
V Archivio si occupa sono i Veda, lo Zen-
davesta, le iscrizioni cuneiformi, i testi ge-
roglifici dell'Egitto e le epigrafi fenicie.
Abbonamento: anno L. 8, sem. 4. Estero
L. 9. Paravia, editore.
Torino.
Archivio di psichiatria, scienze penali
ed antropologia criminale. Rivista di scien-
ze, per servire allo studio dell'uomo alie-
nato e delinquente, nata nel gennaio i88j.
Esce in fascicoli bimestrali in-S.° da for-
mare un volume di 650 pagine. Direttori :
C. Lombroso, E. Ferri, R. Garofalo, E.
Morselli. Vi scrivono numerosi giuristi e
psichiatri, italiani ed esteri. Abbonamento :
anno L. 18. Un fascic. L. 5. Editori : Bocca.
Tonno.
Archivio tipografico. Rivista tecnica, de-
dicata alle arti grafiche, fondata nel gen-
naio 1889 dalla Ditta Nebiolo e C. Esce
ogni mese in 16 pagine a 3 colonne. Stra-
da Regio Parco, 3.
Torino.
L'Ateneo. Giornale illustrato, religioso,
scientifico, letterario, educativo, nato il
4 gennaio 1S69. Esce ogni domenica, in
16 pagine in-4.° a 3 colonne, ed ha una
tiratura di 1600 copie. L'^/e«(JO era in ori-
gine di indole strettamente religiosa, tanto
negli articoli quanto nelle illustrazioni. Ma
il suo direttore, teologo Luigi Biginelli,
non tardò ad accorgersi che era bene lai-
cizzarlo un poco per allargare il campo
670
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
delle trattazioni e per estendere la sua sfera
d'azione nel campo laicale. Cosi fu fatto,
ed oggi, sebbene gl'interessi religiosi sie-
dano sempre in cima, pure non mancano
in ogni numero elementi vari di scienze,
lettere, arti ed educazione. Abbonamento :
anno L. io, sem. 5,50 - Estero : anno
L. 12,50, sem. 7. Via Orfane, 17.
Torino.
Atti della B. Accademia delle scienze.
Pubblicazione scientilirn, nata nel 1S65.
Esce ogni mese in fas;icoli di circa 100
pagine con illustrazioni. Abbonamento :
anno L. 12. Un fascicolo L. i,
Torino.
L'Avvisatore alpino. Giornale politico,
economico, amministrativo, nato nel 1S82.
Esce ogni settimana in 4 pagine. Abbona-
mento: anno L. 2,50.
Torre- Pellice.
Biblioteca delle scuole italiane. Perio-
dico di scienze, lettere e materie scola-
stiche, nato il i." gennaio 1889. Esce m
fascicoli quindicinali di 24 pagine in-4.°
Direttore: prof Giuseppe Pinzi. Vi scri-
vono: Bonghi, D'Ancona, Barzellotti, Rai-
na, Fornelli, Gentile, D'Ovidio, ecc.-Ab-
bonamento: anno L. 6,50. Un numero 30
centesimi. Via Garibaldi, 22.
Torino.
Biblioteca di lettere ascetiche. Gior-
nale cattolico, bimestrale, nato nel 1886.
Abbonamento: anno L. 6. Un num. L. i.
Torino.
Biblioteca dell'operaio. Giornale cattoli-
co, nato nel iS8). Esce ogni 3 mesi in fa-
scicoli di un numero indeterminato di pag.
Abbonamento: anno L. i. Un num. 0,25.
Torino.
LsL Bibliografia Salesiana. Giornale bi-
bliografico, cattolico, nato nel i8S5.Esce
in fascicoli di 4 a 16 pagine, senza ordine
fìsso di periodicità. Si distribuisce gratis.
Torino.
'L Birichin. Giornal piemonteis, nato nel
18S6. A seurt al saba, in 4 pagine a 4 co-
lonne, redatto, e con un certo garbo e
spirito, tutto in dialetto, con caricature.
Direttore: G. B. Ferrerò. Abbonamento:
anno L. 3,50. Via S. Massimo, 5.
Torino.
Bollettino annuale della biblioteca ci-
vica di Torino. Nato nel 1884, esce a vo-
lumi in un numero variabile di pagine
iu-8.° Direttore: D. Sassi. Editori: Botta.
Torino.
Bollettino bimestrale della Ditta G. B.
Paravia e Comp. nato nel 1S69. Contiene
tutte le nuove pubblicazioni e l'elenco del
materiale scolastico vendibile, Esce in 12
pagine a 3 colonne. Si spedisce gratis a
richiesta.
Torino.
Bollettino delle assicurazioni. Organo
internazionale degli assicuratori e degli as-
sicurati, nato nel 1878. Esce il 5 e il 20
d'ogni mese in 16 pagine in-4,° a 3 co-
lonne e 8 pagine di copertina, sotto la
direzione di A. C. Pancini. Inserzioni: 0,25
la linea. Abbonamento: anno L. 5, sem. 3.
Unione: anno L. 8, sem. s- Un numero
25 centesimi. Via Mazzini, 2.
Torino.
Bollettino delle associazioni evangeliche
italiane. Organo del comitato nazionale
delle associazioni evangeliche nazionali,
nato il 1.° gennaio 18S8. Esce ogni mese
in 8 pagine in-S." Direttore: Vincenzo
Morglia. Redattore: ing. Emilio Eynard.
Abbonamento: anno L. i. Un numero 15
centesimi. Corso Re Umberto, 1 5.
Torino.
Bollettino generale finanziario. Gior-
nale delle estrazioni nazionali ed estere,
nato nel 1869. Esce 4 volte al mese in
12 pagine. Abbonamento: anno L. 7. Un
numero o,2o.Via S. Francesco da Paola, 1 5.
Torino.
Bollettino mensile delle opere d'inge-
gneria, architettura, belle arti, ecc. Esce
in fascicoli in-8.'' di 16 pagine a 2 colonne
e contiene il catalogo dei libri di archi-
tettura in vendita presso la tipografìa e
litografìa Camilli e Bertolero, editori pre-
miati con medaglia d'argento dai Ministeri
d'Agricoltura e dell'Istruzione pubblica. Il
bollettino è spedito a chi ne fa domanda
e in esso si annunciano le opere di cui è
mandata copia digli autori o editori. Via
Ospedale, 18.
Torino.
Bollettino mensuale della società di
previdenza e mutuo soccorso fra gli ec-
clesiastici. Pubblicazione cattolica per fe-
condare gì' interessi della società e della
religione, nato nel 1885. Esce in fascicoli
di 12 pag. e si distribuisce gratis ai soci.
Torino.
Bollettino mensuale della Società Me-
teorologica italiana. Nato nel i8ó6, si
pubblica per cura dell' Osservatorio Cen-
trale del R. Collegio Alberto in Mon:a-
lieri. Esce ogni mese in 16 pagine in-4.'*
Abbonamento: anno L. io. Non si vende a
numeri separati. Si stampa a Torino.
Moncaìieri.
Bollettino notarile. Giornale di scienze
legali, fondato nel 1883 dall'avv. cav. Gio-
vanni Ferraris, che lo dirige. Esce il 156
30 d'ogni mese in 16 pagine in-8,' coq
PROVINCIA DI TORINO.
671
copertina ed è organo autorevole ed il
più diffuso del ceto legale notarile italiano
e degli archivi, ufficiale pei distrettti no-
tarili delle Corti d' Appello di Torino e
Casale Monferrato. Abbonamento: anno
L. 5. Un numero io centesimi.
Pineroìo,
Bollettino Salesiano. Giornale mensile,
cattolico, per la devozione di S. France-
sco di Sales, nato nell'agosto del 187S col
titolo di Bibliofilo callolico 0 BoUeltino Sa-
lesiano ; quindi lasciato il primo, ritenne
soltanto il secondo (gennaio 1878). 11 suo
scopo è di eccitare i lettori a cooperare
a beneficio delle opere istituite dal sacer-
dote D. Giovanni ]3osco alla educazione e
istruzione della gioventù, specialmente po-
vera e abbandonata, tanto nei paesi civili
quanto nei paesi ancora selvaggi e ciò
mediante istituti di carità, ospizi, labora
tori, giardini di ricreazione, ecc. - A que-
st'uopo il periodico si pubblica non solo
in italiano, ma in Francesce e spagnuolo,
nelle lingue cioè di quelle nazioni presso
cui oggidì la Congregazione Salesiana tiene
già aperte varie case di beneficenza pei
figli del popolo. La tiratura del Bollettino
italiano è di 40,000 copie al mese, del fran-
cese di 15,000, dello spagnuolo di 5,000. Il
prezzo d'associazione sarebbe di L. 3 annue;
ma non è condizione sine qua non, poiché
s'invia i] periodico anche a quelli che con-
tribuiscono in meno, purché lo si legga
e lo si faccia leggere dai conoscenti ed
amici per destare nell'animo altrui senti-
menti di carità e di filantropia a vantaggio
di tanti poveri orfanelli e derelitti. Diret-
tore : Don Rua. Redattore capo : sacerdote
Don Giovanni Bonetti. Tip. Salesiana.
Torino.
• Bulletin de la societé académique re-
ligieuse et scientifique àu àuchè d'Aoste.
Pubblicazione cattolica, storica. Viscrivono
Mons. Due, Ab. P. L. Vescoz, ecc. - Esce
a fascicoli di oltre 300 pagine in 8.° Ogni
fascicolo L. 6. Tipografia Edouard Due.
Torino.
La Buona settimana. Periodico cattolico,
popolare, nato nel 1856 per opera di varii
sacerdoti, fra' quali l'ab. Bc-rnardo Miche-
lotti e MoDS. Carlo Savio. Esce ogni dome-
nica in 16 pagine a 2 colonne in 4.° É
munito di un breve di Pio IX, del 3 gen-
naio 1872. Tiratura 10,000 copie. Abbo-
namento: anno L. 3; estero 5. Editori:
Giulio Speirani, e figli. Via Bertela, 54.
To''ino.
Calendario amministrativo. Giornale di
materie amministrative, nato nel 1867 col
titolo di Calendario Municipale che poi,
dopo parecchi anni, mutò nell'attuale. Esce
ogni mese in fascicoli di un numero in-
determinato di pagine. Abbonamento : anno
L. 2. Non si vende a numeri separati.
Torino.
Il Calzolaio moderno. Giornale tecnico
speciale, pel perfezionamento della calzo-
leria, nato nel 1882. Esce una volta al mese
in 4 pagine con illustrazioni. Abbonamento:
anno L. io. Via Garibaldi, 9.
Torino.
Il Canavesano. Giornale politico, ammi-
nistrativo, degl'interessi del Canavese e
della Valle d'Aosta. Esce ogni settimana
in 4 pagine a 4 colonne. Ha molta diffu-
sione in provincia ed è redatto con abbon-
danza di notizie, sentimenti liberali e buona
lingua. Direttore: avv. Giacomo Sandino.
Abbonamento: anno L. 5,50; sem. 3; tri-
mest. 1,75. Inserzioni: 0,15 la la linea. Un
numero 0,10. Via Palestre, io.
Ivrea.
Carmen. Giornale artistico, letterario,
teatrale, illustrato, quindicinale. Abbona-
mento: anno L. 5; per gli artisti 12. Via
Mazzini, 40.
Torino.
Il Collaboratore della scuola. Periodico
letterario, didattico educativo per gl'inse-
gnanti delle scuole elementari, e degli asili
infantili, nato nel 1880. Esce ogni setti-
mana in 16 pagine con 8 di copertina È
diretto dal prof. Francesco Giordano-Or-
sini, da Egle Giordano-Orsini e da Modesta
Miosotide. Abbonamento: anno L. 7; se-
mestre 4. Via Roma, 41.
Torino.
Collana di letture drammatiche. Pub-
blicazione morale, cattolica, nata nel 1885.
Esce ogni mese in fascicoli di un numero
indeterminato di pagine. Abbonamento:
anno L. 4. Un numero 0,40.
Torino.
Compare Bonom. Giornale in dialetto
piemontese, natj nel 1889. Esce ogni sa-
bato in 4 pagine. Direttore: Luigi Pie-
tracqua. Abbonamento: anno L. 4. Un nu-
mero 0,40.
Torino.
Il Conciatore. Giornale speciale per l'in-
dustria ed il commercio del cuoio, nato
nel 1884. Esce ogni 15 giorni in 12 pa-
gine e copertina in-S." - E organo ufficiale
dell'Associazione taliana dei Conciatori e
Rifinitori. Direttore: Borello Camillo, biel-
lese. Abbonamento: anno L. 12. Un nu-
mese 0,15. Tipografia Candeletti.
Torino.
Consorzio nazionale. Bollettino ufficiale
del Comitato centrale, nato nel i866. Esce
672
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
2 volte al mese in 8 pagine a 2 colonne.
Direttore: comm. Girolamo Salati. Abbo-
namento: anno L. 7,20. Un numero 0,20.
Torino.
Corriere delle Alpi. Giornale politico,
amministrativo, agricolo del circondario
di Susa, nato il 7 marzo 1889. Esce ogni
giovedì in 4 pagine, formato 0,37 x 0,26.
Direttore: Vittorio Piccini. Il giornale si
stampa a Torino, ove ha l'ufficio in Piazza
Castello, 16. Abbonamento: anno L. 4.
Un numero io centesimi.
Susa.
Corriere nazionale. Giornale cattolico,
politico, amministrativo, nato il 2 ottobre
1S87, in continuazione deli' Emporio popo-
lare nato nel 1875. Ha per programma la
riconciliazione dello Stato con la Chiesa,
ed oltre .illa parte politica, commerciale e
finanziaria, pubblica conferenze domenicali
di oratori contemporanei. Direttore pro-
prietario : avv. Stefano Scala. Collaboratori:
conte Cesare Balbo, prof. G. B. Ghirardi,
can. V. Marchese, P. Denza, avv. Marchisio,
C. Rosa-Fornelli, ing. A. Bufìi, ecc. - Esce
ogni giorno in 4 pagine a 5 colonne, e
tira 1 5,000 copie. Abbonamento: anno L.20.
Un numero 0,05. Via Principe Amedeo, 16.
Torino.
Cosmos. Giornale geografico, nato nel
1873 e diretto dal prof GuiJo Cora. È
organo della Società di geografia ed etno-
logia di Torino. Si occupa dei progressi
più recenti e notevoli della geografia e
scienze affini. Vi scrivono: Lovisato, C. F.
Crema, F. Giordano, C. Bertolla, ecc. -
Esce a fascicoli mensili di 4 fogli di stampa
in-4.° - Abbonamento: anno L. 15, un fa-
scicolo L. 2. - Unione: anno L. 16,50, un
fascicolo L. 2,1 5. Corso V. E. II, 74.
Torino.
La Crociata. Periodico mensile religioso,
nato nel 186S pel movimento cattolico ed
in i<;pecie per la diffusione del Terz'ordine
di S. Francesco d'Assisi. Sospese le pub-
blicazioni nel 1870, le riprese nel 1884.
Proprietario: avv. Stefano Scala. Abbona-
mento: anno L. i. Via Princ. Amedeo, 16.
Torino.
Cronaca dei Tribunali. Giornale giudi-
ziario, nato nel 1878. Esce ogni sabato in
4 pagine, con i resoconti dei processi che
si svolgono dinanzi ai tribunali di Torino,
ed alle corti italiane ed estere. Direttore:
G. A. Giustina (Ausonio Liberi). Abbona-
mento : anno L. 3. Un numero 0,05. Ti-
pografia G. Candeletta
Torino.
Il Cuor di Maria. Bollettino italiano del-
l'Arciconfraternita del Sacro ed Immaco-
lato Cuor di Maria per la conversione dei
peccatori, fondato nel 1866 da Massimi-
liano Bardesono ed ora pubblicato dal can.
Agostino Berteu, Rettore del Conservato-
rio del Suffragio. Esce a fascicoletti di 20
pagine in-8.°, il i." e 15 d'ogni mese. Ab-
bonamento: anno L. 2; estero 3,50. Via
S. Donato, 31.
Torino.
Das Deutsche in Italien, Giornale quin-
dicinale nato nel 1890 ad uso degli italiani
che vogliono imparare presto, bene, e senza
maestro la lingua tedesca. Direttore pro-
prietario: Prof. A. Nino Malagoli. Abbo-
namento: anno L. 4. Saggi gratis. (Vedi
oltre avviso speciale.)
Torino.
Il Diavolo Eosa. Giornale umoristico,
fantastico, sociale, nato il 27 dicembre 1879.
Esce ogni sabato in 8 pagine a 2 colonne
illustrato da graziosissime caricature a co-
lori di E. Tacchi, Frit^, ecc. Abbonamento :
anno L. 7, sera. 4, trim. 2,50. Inserzioni:
0,25 la linea. Un num. 0,15. Via Nizza, 12.
Torino.
La Dora Baltea. Giornaletto ammini-
strativo, politico, letterario, nato nel 1849.
Esce ogni giovedì in 4 pagine a 4 colonne.
Ha colore liberale moderato, ma si occupa
più specialmente degl'interessi materiali
del Canavese. Ne fu per lungo tempo edi-
tore - gerente - proprietario F. L. Curbis,
morto nel 1890. È un giornaletto fatto
molto bene ed è diffuso ed apprezzato.
Abbonamento: anno L. 6,50, sem. 4, tri-
raest. 2,50. Un numero lO centesimi.
Ivrea.
Dosimetria. Giornale di scienze mediche,
nato nel 18S3. Esce ogni mese in 32 pa-
gine. Direttore: comm. Laura. Abbona-
mento : anno L. 6.
Torilto.
L'Eco delle Alpi Cozie. Giornaletto di
agricoltura ed amministrazione, nato nel
1853. Esce ogni sabato in 4 pagine a 3
colonne. Pubblica gli atti del Comizio a-
grario. Abbonamento : anno L. 6, sem. 3,50.
Inserzioni: 0,10 la linea. Un numero 0,05,
Pinerolo.
L'Economia rurale, le arti e il com-
mercio. Giornale tecnico, scientifico, nato
nel 1857. Esce 2 volte al mese in 52 pa-
gine. Abbonamento: anno L. 12. Un nu-
mero 80 centesimi.
Torino.
L' Educazione dei bambini. Giornale per
le famiglie e per gl'istituti infantili, fon-
dato allo scopo di diffondere quei prin-
cipii pratici e teorici che valgano a dare
all'educazione dell' infanzia un indirizzo pra-
PROVINCIA DI TORINO.
673
tico ed utile. Esce con la data di Roma
il i.° e 15 d'ogni mese; in luglio agosto
e settembre esce un solo numero. Diret-
tore: Adolfo Pich. Vice direttore: G. Pi-
lotti. Abbonamento: anno L. 5; sem. 3.
Presso G. B. Paravia.
Torino.
The English in Italy. Giornale quindi-
cinale nato nel 1889, dedicato agli stu-
diosi della lingua inglese. Direttore pro-
prietario : A. Nino Malagoli. Un anno L. 4.
(Vedi oltre avviso speciale.)
Torino.
El Espanol en Italia. Giornale per ap-
prendere senza maestro la lingua spagnuo-
la, nato nel 1889. Esce ogni 15 giorni
in 8 pagine a 2 colonne. Direttore : prof.
A. Nino Malagoli. Abbonamento: anno
L. 4. Via Po, 32. (Vedi oltre avviso spe-
ciale.)
Torino.
Feuille d'Aoste. Giornale politico, cat-
tolico, amministrativo, fondato nel 1842 dal
tipografo Damien Lyboz col titolo di Feuil-
le d' Annonces , giornale bimensile. Nel
1854 sospese le pubblicazioni, ma le riprese
nel 1855 col titolo attuale. Ne fu redattore
per due o tre anni il can. Carrel; lo di-
resse poi il can. Bérard fino al 31 dicem-
bre 1871; quindi assunse la direzione Jo-
seph Antoine leantet, che la abbandonò
dopo due anni, ma la riprese nel settem-
bre 1881. Il periodico è diffuso nella città
e nella Valle d'Aosta, nel Piemonte, in
Francia e ovunque trovansi valdostani. Esce
ogni mercoledì in 4 pagine e tira 600 copie.
Abbonamento: anno L. 6,50; sem. 5,50.
Aosta.
Il Filotecnico. Rivista mensile di scienze,
lettere ed arti, fondatali 15 dicembre 1885
per cura della Società filotecnica di To-
rino. Vi scrivono : Garelli della Morea,
avv. Luigi Prato, Desiderato Chiaves, V.
Bersezio, A. Bortolotti, ecc. - Esce in 18
pagine in-8.° grande. Abbonamento: anno
L. io; estero 12,50 oltre le spese postali.
Un numero L. i. Piazza Castello, 12.
Torino.
Il Fischietto. Giornale umoristico illu-
strato, fondato da Carlo A. Valle il 2 no-
vembre 1848. Morto Carlo A.Valle (1873),
che era poeta e letterato distinto, il giornale
continuò le sue spiritose pubblicazioni,
essendo successivamente ditetto da Pichetti,
Cesana e Luigi Pietracqua. Dal 1869 è di-
retto da Camillo Marietti. Il Valle firmava
col pseudonimo di Fra Cìiicìiibio le sue
graziose poesie satiriche ed umoristiche
che lo fecero noto in tutto il Piemonte;
però non potè sollevarsi né alla posizione
né alla fama che meritava il suo ingegno.
Vi scriveva anche Desiderato Chiaves, di-
stinto commediografo e deputato di destra.
Collaborarono gli artisti Pedrone, Redenti,
Teja, Virginio, Camillo, Dalsani, ecc. - Di
scrittori ebbe sempre una scelta schiera e
nel Fischietto fecero le prime armi i migliori
umoristi d'Italia, parecchi dei quali salirono
alle più alte cariche dello Stato ed a meritata
celebrità. Tutti gli avvenimenti importanti
d'Europa, tutte le personalità salienti del
secolo figurano nel Fischietto che si può
dire la più completa storia politica illu-
strata d'Europa dal 1848 in qua. Esce al
martedì e sabato in 8 pagine illustrate.
Abbonamento: anno L. 24. Un num. 0,25.
Via Magenta, 11,
Torino.
Flora mirabilis. Periodico artistico, let-
terario, teatrale, il'ustrato, nato il 12 feb-
braio 1888. Esce 3 volte al mese in 4
pagine a 4 colonne, formato 0,38 >< 0,27.
Vi scrivono: Rapisardi, Neera, L. Conforti,
Luraghi, Elvira Simonetti, ecc. Direttore-
proprietario : Nicolò Temesio. Abbona-
mento : anno L. 5, per gli artisti io. Un
numero centesimi io. Via Roma, 2.
Torino.
Foglio periodico della Prefettura. Nato
nel 1865, pubblica gli atti amministrativi.
Esce a fascicoli in un numero indeterminato
di pagine. Abbonamento : anno L. 1 2. Ogni
numero in ragione di 2 centesimi la pa-
gina. Editore Solaro. Via Mazzini, 40.
Torino.
La Fondiaria. Giornale di affari com-
merciali, industriali, prestiti, ecc., nato nel
1884. Esce ogni settimana in 4 pagine.
Direttore: A. Bussone. Abbonamento : an-
no L. 5. Un numero centesimi 20. Ai
primarii istituti di credito, ai banchieri,
ecc., si distribuisce gratis.
Torino.
Le Franqais en Italie. Giornale com-
pilato in francese, colla traduzione italiana
tra riga e riga, nato il 4 aprile 1889. Con-
tiene esercizi di lettura francese, colla re-
lativa pronunzia e concorsi a premio in
varie lingue. Esce ogni 1 5 giorni in 8 pa-
gine. Tira 5000 copie. Direttore: Prof. A,
Nino Malagoli. Abbonamento: anno L. 4.
Un numero 0,10. Via Po, 32, (Vedi oltre
avviso speciale.)
Torino.
Le FranQais. Nouvelle d'Italie. Pubbli-
cazione periodica, nata il 6 aprile 1889,
per abilitare gl'italiani allo studio della
lingua francese. Esce ogni sabato in 4 pa-
gine, formato 0,43 x 028. Direttore : prof.
Emilio Savini. Abbonamento ; anno L. 6.
N. Bbrkàkdini — (/u><i(t della Stampa ptriodica italiana — 43.
674
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA. ITALIANA.
Un numero o,io. Tipografia L. Ciani.
Via Accademia Albertina.
Torino.
Gazzetta delle campagne. Giornale agri-
colo, illustrato, nato nel 1874. Esce il io
e 20 d'ogni mese in 8 pagine a 2 colonne.
Direttore: Enrico Barbero, geometra. In-
serzioni 0,15 la linea. Abbonamento: anno
L. 5, estero 7. Via Urbano Rattazzi, 5.
Torino.
Gazzetta del popolo. Giornale politico,
amministrativo, nato il 16 giugno 1848.
Esce nelle ore antimeridiane di tutti i
giorni in 8 pagine in-4.'' a 2 colonne.
Tira 25,000 copie. Direttore: Giovambat-
tista fiotterò, uno dei più vecchi giorna-
listi d'Italia. Redattore-capo-comproprie-
tario : Baldassarre Cerri. Redattori : avv.
Moglia, Augusto Berta, avv. Lettel, avv.
Deabate. Abbonamento : anno L. 19,20.
Un numero centesimi 5. S. Agostino, 6.
Torino.
Gazzetta del popolo della domenica.
Supplemento letterario, artistico, illustrato
della Gaietta del popolo, nato il 25 mar-
zo 1883. Esce in 8 pagine piccole a j co-
lonne con buoni scritti originali di chiari
giornalisti e illustrazioni. Direttore: E. Au-
gusto Berta. Abbonamento: anno L. 4,50,
sem. 2,50. Per gli abbonati alla Gai:{etta
del popolo quotidiana : anno L. 3,50, sem. 2;
Unione: anno L. 6,50, sera. 3,50. Un nu-
mero centesimi 5.
Torino.
Gazzetta di Pinerolo. Giornale politico,
amministrativo, economico, nato il i.° gen-
naio 1868. Esce ogni sabato in 4 pagine.
Abbonamento : anno L. 5. Un numero 0,10
Pinerolo.
Gazzetta di Torino. Giornale politico,
amministrativo, nato il i." gennaio 1860,
in continuazione della Stafjetta fatta dal-
l'avv. Piacentini, Cesana, Bianchi e Mon-
tignani. Col i.° settembre 1866, la dire-
zione fu assunta dal marchese Aristide Ca-
iani, che divenne in seguito proprietario
del giornale. Il Caiani ha fatto la campa-
gna d'Africa nell'esercito francese, ha pub-
blicate le Scene della. Vita militare in Al-
geria (3 volumi) , le Scene della Vita mi-
litare in Crimea (2 volumi), le Scene del-
rinsurreiione indiana, e il Parlamento del
regno d Italia; scrive con spigliatezza ed
è instancabile raccoglitore di offerte dai
ricchi a prò dei poveri. La Galletta esce
ogni giorno in 4 pagine a 5 colonne; ha
tipografia propria e tira circa 25,000 co-
pie. In politica è giornale progressista tem-
perato. Abbonamento: anno L. 20, sem.
11,50, trim. 6, un mese 2,25; Estero: anno
L. 58,40, sem. 19,70, trim. 10,10. Un nu-
mero centesimi 5. Via S. Anselmo, i.
Torino.
Gazzetta letteraria. Giornale artistico,
letterario, nato nel 1876, come supple-
mento alla Ga:(ietta Piemontese. Esce ogni
sabato in 8 pagine in-4.° a 2 colonne. È
uno dei migliori giornali letterari d'Italia.
Tira 7000 copie. Vi scrivono: G. Biadego,
A. Brunialti, G. Verga, E. Navarro della
Miraglia, V. Bersezio, ecc. Direttore: avv,
Giuseppe Depanis. Editori: Roux e Comp.
Abbonamento : anno L. 4, sem. 2,50.
Torino.
Gazzetta piemontese. Giornale poHtico,
amministrativo, quotidiano, nato il 9 feb-
braio 1867, per sostituire la Provincia che
avendo l'inserzione degli atti giudiziari era
ufficiale per la provincia. Tentò allora il
governo di fare pressioni su quel foglio,
per mutarne l'indirizzo politico ed il Ber-
sezio con tutta la redazione nobilmente re-
sistette e ritirandosi fondò la Galletta.
L'antica Provincia continuò a pubblicarsi
per tutta la durata del contratto col go-
verno, spogliata però di quanto, anche alla
lontana, accennasse a politica. La Piemon-
tese lino al gennaio 1880 fu diretta dall'in-
faticabile giornalista, fecondo romanziere
e brioso commediografo Vittorio Bersezio;
quindi gli succedette l'avv. on. Luigi Roux,
giovane intelligente ed attivo, continuando
le tradizioni del giornale più o meno pro-
gressista. La Gaietta è ricca d'informa-
zioni telegrafiche e la sua tiratura, che va
aumentando ogni giorno, è di 25,000 co-
pie e viene fatta su rotoli di carta lunghi
da 6 a 7 chilometri stampati con la nuova
macchina Konig e Bauer. Sono redattori
della Gai::etta : Banzatti Vittorio, Cremo-
nesi Pietro, Pettinati Nino, ecc. - Abbona-
mento: anno L. 22, sem. 12, trim. 6,50,
un mese 2,25, Unione : anno L. 3 2, sem. 20,
trim. IO. Unnum. 0,05. Piazza Solferino, 20.
Torino.
Il Giardinaggio. Giornale illustrato per
i dilettanti di fioricoltura, nato il io gen-
naio 1885. Esce al principio d'ogni mese
in 8 pagine a 2 colonne. Si occupa della
coltivazione dei fiori da giardino, da serra
ed appartamento, costruzioni di giardini,
giuochi d'acqua, ponti e cancellate rusti-
che, piante ornamentali, ecc. Abbonamento:
anno L. 3. Unione L 4. Inserzioni: 25 cen-
tesimi la linea. Via Alfieri, 7.
Torino.
Giornale della U. Accademia di medi-
cina. Rivista di materie mediche e scienze
atfini, nata nel 1838. Si pubblica ogni mese
in fascicoli di oltre 150 pagine in-8.° per
PÉOVINCIÀ DI TORINO.
675
cura dell'ufficio di presidenza dell'Acca-
demia. Abbonamento: anno L. io. Un
fascicolo L. I. Unione Tipografìco-Editrice
Torinese. Via Carlo Alberto, 33.
Torino.
Giornale delle donne. Nato nel 1869,
ha per bandiera : istruire dilettando. La parte
letteraria diretta da A. Vespucci esce 2
volte al mese e costa all'anno L. io e
all'estero 12. La parte mode esce una volta
al mese con figurini di Parigi, ricami, mo-
delli tagliati, ecc. e costa all'anno L. 8
e 12 all'estero. Le due edizioni unite co-
stano L. 16 pel regno e 20 all' estero.
Via Po, I, piano 3.°
Torino.
Giornale dell' industria serica. Nato
nel 18Ó7 e diretto allo sviluppo dell'in-
dustria della seta, è uno di quei giornali
cosi detti speciali, che purtroppo mancano
in Italia e che sono i soli che possono
realmente contribuire allo sviluppo di un'in-
dustria. Esce ogni sabato in 8 pagine. Di-
rettore: G. B. Debernardi. Abbonamento:
anno L. 12, estero 16. Un numero cen-
tesimi 20. Via Andrea Doria, 13.
Torino.
Giornale di farmacia, di chimica e di
scienze affini. Nato nel 1852, esce a fa-
scicoli men'iili di 48 pagine ciascuno e
forma ogni anno un volume di 576 pagine.
Abbonamento: anno L. 8. Farmacia Schiap-
parelli, Piazza San Giovanni.
Torino.
Giornale di medicina veterinaria pra-
tica e zootecnia. Fu l'ondato nel 1852, dal
corpo insegnante della R. Scuola Veteri-
naria di Torino dal quale fu redatto e pub-
blicato sino al 1858 col titolo di Giornale
di medicina veterinaria. Venne allora ce-
duto alla nascente Società di medicina ve-
terinaria, della quale divenne proprietà ed
organo ufficiale. Dal 1858 sino al feb-
braio 1877 fu redatto e diretto dal prof,
cav. Francesco Papa. Avvenuta la morte
di questo benemerito ippiatra (1876) la
direzione fu assunta dal cav. Prof. Anto-
nio De Silvestri. Esce ogni mese in 48
pagine in-S." Abbonamento: anno L. io.
Non si vende a numeri separati. Tipo-
grafia G. Candeletti.
Torino.
Il Giovedì. Letture famigliari, illustrate,
educative, curiose, allegre, nate il 5 gen-
naio 1888. Esce ogni giovedì in 8 pagine
in-4.° Il numero del i.° giovedì d'ogni
mese è di 16 pagine e pubblica concorsi
con premii di 100 lire e di medaglie d'oro
e d'argento. Direttore : cav. prof. G. B.
Cipani. Editori: Giulio Speirani e figli.
Tiratura 20,000 copie. Abbonamento : anno
L. 3. Un numero 0,05, Via Bertola, 54.
Torin 0.
La Giurisprudenza civile e penale. Ri-
vista legale iniziata nel 1864 e diretta dal-
l'avv. prof Alberto Piccaroli. Esce ogni
settimana in fascicoli di un numero inde-
terminato di pagine. Un fascicolo 0,60. Ab-
bonamento : amo L. 22. Tipografia Legale.
Torino.
Giurisprudenza Italiana. Raccolta ge-
nerale, periodica e critica di giurispru-
denza, legislazione e dottrina in materia
civile, commerciale, penale, amministrativa
e di diritto ''ubblico, diretta dai profes-
sori avvocati Ricci Francesco, Lozzi Carlo
e lannuzzi Riccardo colla collaborazione
di un' eletta di giureconsulti italiani. Si
pubbhca a dispense di non meno di fo-
gli 9, pari a pagine 72. Ogni annata forma
un volume di pagine 1400 circa, in-S.° a
due colonne. Il prezzo di ciascuna dispensa
è di L. 2; pagando anticipatamente con
vaglia postale: a semestre L. 18, annata
L. 35. Unione Tipografica Editrice.
Torino.
Guida ai lavori femminili. Supplemento
al Collaboratore della scuola (vedi) , nato
nel 1880. Esce il i." e 16 d'ogni mese e
nel luglio, agosto e settembre una sola
volta in 8 pagine con copertina e con due
grandi tavole di figurini, disegni di la-
vori, ecc. Si occupa di lavori femminili,
mode, ricami, lezioni d'ago e di taglio, let-
teratura, ecc. - Nella copertina pubblica
ricette famigliari, indicazioni utili, qcc. - È
diretto da Egle Giordano-Orsini. Abbona-
mento : anno L. 5, sem. 2,50. ViaRoma,4i.
Torino.
_ La Guida del maestro elementare ita-
liano. Giornale didattico esplicativo delle
materie d' insegnamento secondo i pro-
grammi governativi per le 4 classi ele-
mentari, nato nel 1864 e diretto da An-
tonio Parato. Esce il mercoledì nel corso
dell'anno scolastico, e 3 volte al mese nelle
ferie autunnali. Non si vende a numeri
separati. Abbonamento; anno L. 6, sem.
3,50, trim. 2. Presso Paravia.
Torino.
Indicatore ufficiale delle strade-fer-
rate, navigazione, telegrafia e poste del
Eegno d'Italia. Pubblicazione mensile, a
fascicoli di circa 300 pagine, nata nel 1865 ;
contiene gli orari di tutte le ferrovie, ar-
rivi e partenze, ecc. Editori-proprietari :
Fratelli Pozzo. Un numero 0,20. Abbona-
mento: anno L. 1 2. Estero L. 1 6. Via Nizza, 1 2.
Torino.
L' Indipendente. Gazzetta di Susa e cir-
676
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
condario, politica, amministrativa e com-
merciale, nata il 2 gennaio 1887. Esce
tutte le domeniche in 4 pagine, formato
0,30x0,19, a 3 colonne. Direttore: avv.
Ruraiano Luigi. Abbonamento: anno L. 4,
sem. 2,30. Un numero centesimi io.
Susa.
L'Ingegneria civile e le arti industriali.
Periodico speciale per gì' ingegneri ed
architetti e per i costruttori meccanici in
generale, nato nel gennaio 1875. Esce ogni
mese in 16 pagine ed è diretto dall' ing.
cav. Sacheri Giovanni. Questo giornale
fino dai suoi primordi incontrò favore
presso gì' ingegneri ai quali è particolar-
mente rivolto, e trovasi uniformemente
diffuso in tutte indistintamente le Provin-
cie d'Italia. I giudizi di questo giornale
sulle opere eseguite o sulle pubblicazioni,
furono sempre molto stimati. Uliig. Civ.
pubblica i disegni di opere già eseguite,
non mai di quelle in progetto ed ha es-
senzialmente per iscopo di far vedere i
vantaggi che si ricavano dall'applicazione
delle sane teorie ai problemi della pratica,
quale aiuto vicendevole abbiano sempre
avuto la scienza e l'esperienza. All'Espo-
sizione di Parigi del 1878 ebbe la meda-
glia di bronzo, e all'Esposizione Nazionale
di Milano del 1881 la medaglia d'argento.
Abbonamento: anno L. 12; Estero L. 15.
Non si vende a numeri separati. Editori
Camilla e Bertolero. Via Ospedale, 18.
Torino.
L'Ingegneria Sanitaria. Rivista tecnico-
igienica, nata il 30 gennaio 1890. É il primo
giornale italiano di tal genere, creato per
trattare le vitali quistioni che interessano
a un tempo l' igienista e l' ingegnere. É
un'utilissima pubblicazione pti sanitari in
generale, per gl'ingegneri, municipii, genio
militare, fabbricanti, ecc. Esce ogni mese
in 16 pagine con tavole e figure interca-
late nel testo. Direttore: ing. Francesco
Corradini. Abbonamento : anno L. 12;
Estero 15. Editori: L. Roux e C.
Torino.
L'Istitutore, Foglio didattico illustrato,
nato nel 1852, in continuazione del Gior-
nale della Società d'istruzione e di educazione
diretto dal prof. Domenico Berti. Per 17
anni, cioè fino al 1870, fu diretto dal prof.
Sac. Giuseppe Lanza, quindi dal prof. An-
tonio Pattini, dal prof. V. G. Scarpa e fi-
nalmente dal prof Donato Bocci. L'Istitu-
tore esce ogni sabato in fascicoli, durante
l'anno scolastico, di 24 pagine, e nelle
vacanze autunnali di 16 pagine di stampa
in-S." grande con copertina. L'Istitutore,
?he è il più vecchio giornale didattico ita-
liano, fu premiato con medaglia d'argento
dalla Società Pedagogica italiana nel 1879
e con due medaglie d'argento e di bronzo
nell'XI Congresso pedagogico di Roma
del 1880. Abbon. anno L. 6; sem. 3,50;
Estero, spese postali in più. Presso Paravia.
Torino.
Italian News. Nato il 20 giugno 1888,
raccoglie le piccole ed interessanti notizie
d'argomento italiano dai giornali inglesi.
Sotto ogni vocabolo è il corrispondente
italiano e sopra vi è la pronuncia. Cosi
uno, per poca cognizione che abbia del-
l'idioma inglese, riesce a perfezionarsi in
esso, trovando, invece dell' aridità delle
grammatiche, 1' interesse che può procu-
rare la lettura d'un buon giornale. L'Italian
Keii's esce 2 volte al mese in 4 pagine.
Abbonamento: anno L. 11. Un numero
15 centesimi. Via Accademia Albertina.
Torino.
Italienische Nachrichten. Giornale te-
desco nato il 16 aprile 1888. Raccoglie le
notizie d'argomento italiano dai giornali
tedeschi, allo scopo di abilitare gl'italiani
a capire il tedesco. Esce 4 volte al mese
in 4 pagine, formato 0,45 x 0,30. Diretto-
re : prof. Savini. Abbonamento : trim. L. 5.
Un nura. 0,15. Via Accademia Albertina.
Torino.
La Lanterna pinerolese. Giornaletto po-
litico, amministrativo, nato nel 1882. Esce
ogni settimana in 4 pag. Abbonamento :
anno L. 3. Un numero 5 centesimi.
Pinerolo.
La Letteratura. Giornale quindicinale,
nato il 20 dicembre 1885. Esce il i.° e
15 d'ogni mese in 4 pagine a 4 colonne
e si occupa di critica, arte, stona, poesia ;
pubblica recensioni, novelle e bozzetti. Ab-
bonam.: anno L. 2,50. Via S. Massimo, 42.
Torino.
Letture cattoliche. Giornale religioso,
nato nel 1854. Esce ogni mese in fasci-
coli di 108 pagine. Contiene istruzioni
morali, racconti, storie, ecc. - Tiratura
15,000 copie. Abbonamento: anno L. 2,25,
sem. 1,25. Via Cottolengo, 32.
Torino.
La Libreria. Periodico della casa edi-
trice L. Roux e C, nato il io ottobre 1889.
Esce in 8 pagine a 2 colonne e contiene
l'elenco dei hbri italiani ed esteri deposi-
tati presso la casa Roux. Abbonamento :
anno L. 2. Piazza Solferino.
Torino.
La Lingua francese nelle scuole secon-
darie d'Italia. Periodico di filologia com-
parata, grammatica ragionata e didattica,
nato nel 1883. £ diretto dai prof. Candido
PROVINCIA Di TORINO.
677
Ghiotti e Giustino Dogliani. Esce in 3 dif-
ferenti edizioni il i," ed il 16 d'ogni mese
per tutta la durata dell'anno scolastico. Il
periodico è diviso in parecchie rubriche:
la parte letteraria, la parte filologica e sto-
rica, la parte didattica, ed oltre ad essere
un aiuto per quelli che studiano e inse-
gnano il francese, può essere evidente-
mente una buona guida a quanti, senza mae-
stro, vogliono imparare la lingua francese.
Abbon. : anno L. 5. L. Roux e C, editori.
Torino.
La Luna. Giornale umoristico di teatri,
nato nel 1881. Esce al giovedì d'ogni quarto
di luna, in 8 pagine illustrate. La Luna si
dà in dono agli associati del Fisdiietto (vedi').
Ne è direttore responsabile Giorgio An-
saldi (Dalsani). Abbonamento: anno L. 6,
sera, 3 - Estero : anno L. 8, sem, 4. Via
Magenta, 11.
Torino.
Il Maestro elementare italiano. Gior-
nale di didattica ed educazione, nato nel
1875. Esce ogni 15 giorni in 16 pagine
in 8." e copertina, redatto dagl'insegnanti
Domenico Civardi e Fernando Medoni,
col concorso di valenti pedagogisti. Ab-
bonamento: anno L. 4. Un numero 0,20.
Tarizzo, editore. Via dei Mille, 6.
Torino.
Il Medico ZOOiatro. Giornale di medici-
na, zootecnia e materie affini, nato nel
1853 col titolo di Medico veterinario, che
dopo moltissimi anni mutò nell' attuale.
Esce ogni mese in 48 pagine. Abbona-
mento: anno L. 8.
Torino.
Memorie di un architetto. Pubblica-
zione mensile, nata nel 1887, contenente
particolari e progetti architettonici raccolti
col concorso di egregi architetti ed artisti.
Abbonamento: anno L, 6, estero 8. Ca-
milla e Bertolero, editori. Via Ospedale, 18.
Torino.
'L Neuv Falabrach già 'L Falahrach,
Giornal scassa fastidi. Esce ogni domenica
in 4 pagine a 3 colonne, redatto in dia-
letto piemontese. É molto diffuso e ap-
prezzato, perchè lo stesso giornale, fondato
il 3 giugno 1877 ha vissuto con successo
fino nel 1888, data in cui gli si impose il
nome attuale. Direttore: C. A. Occhetti.
Abbonamento: anno L. 5, Europa 6. Gal-
leria Natta, 3.
Torino.
Il Novelliere illustrato. Nato nel gen-
naio del 1890, pubblica racconti e romanzi
originali, novelle interessanti, curiose, edu-
cative, scritti appositamente da ottimi scrit-
tori e eoa illustrazioni espressamente ese-
guite da valentissimi artisti. Editori: Giulio
Speirani, e figh. Esce ogni domenica in 8
pagine e tira 1 2,000 copie. Abbonamento:
anno L. 3. Un numero 0,05. Via Bertola, 54.
Torino.
La Nuova Italia. Giornale politico, de-
mocratico, nato nel 1890 in sostituzione
della cessata Montagna. Direttore : prof.
Armando. Tipografia propria.
Torino.
L'Omiopatia in Italia. Giornale di scien-
ze mediche, nato ad 1886.
Torino.
L'Orticoltura. Giornale illustrato, nato
nel gennaio 188S e diretto dai fratelli Roda.
Esce il i.° d'ogni mese in 16 pagine in-S."
e 4 di copertina. Abbonamento: anno
L. 8. Un numero 0,10. Via Thesauro, 2.
Torino.
L' Osservatore - Ganelta medica di To-
rino. Giornale scientifico, nato nel 1854
in continuazione della Gaietta delle cli-
ìiiche e della Gaietta medica, nata nel 1840.
È giornale di medicina, chirurgia e scienze
affini ed è indirizzato ai progressi delle
scienze e dell'arte medica. Direttore: dott.
Giuseppe Berutti. Condirettore: dott. Ge-
rolamo Mo. Redattori ordinari : G. B. Bono,
G. Calderini, D. Chiara, G. Giacomini, G.
Martinotti, S. Varaglia. Esce in 32 pagine
il 5, 15 e 25 di ogni mese. Abbonamento:
anno L. 10. Tipografia L. Roux.
Torino.
L'Osservatore scolastico. Giornale d'i-
struzione ed educazione, nato nel 1886.
Esce ogni settimana in 24 pagine. Diret-
tori : cav. prof. Giovanni Borgogno e prof.
Carlo Ferraris. Abbonamento: anno L. 6.
Un numero 0,20.
Torino.
Il Pasq,UÌno. Giornale umoristico, illu-
strato, fondato nel 1856 da Teja, Cesana
e Piacentini. Ebbe subito un successo cla-
moroso e meritato, come può rilevarsi
dall'articolo a parte che segu§, su questo
periodico. Esce ogni settimana in i2 pa-
gine in-4.'' a 3 colonne. Abbonamento:
anno L. 22.Un num. o,40.Via S.Massimo, 42.
Torino.
Pazientino. Raccolta con premi di rebus,
sciarade, logogrifi, ecc., nata il io gen-
naio 1889. Esce ogni mese in 4 pagine.
Direttore: A. Nino Malagoli. Abbonamento:
anno L. 1,50. Via Po, 32.
Torino.
Il Pirata. Giornale teatrale con ritratti,
fondato nel 1834 da F. Regli e diretto dal-
l'avv. Giovanni Carotti. È il più vecchio
giornale teatrale d'Italia e nei primi tempi
vi collaborarono molti valenti scrittori, fra i
6?§
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
quali Felice Romani e Marcello. Nel 1 884 fu
premiato con medaglia all'Esposizione di
Torino. Esce ogni settimana in 4 pagine.
Abbonamento: anno L. 30. Un numero
50 centesimi. Via S. Agostino, 3.
Torino.
Il Policlinico. Giornale di medicina pra-
tica, pubblicato dai medici direttori del
Policlinico generale di Torino e diretto
dal prof. Carlo Forlanini, direttore della
Clinica Propedeutica. Esce in 32 pagine
ogni 15 giorni. Abbonamento: anno L. 12.
EditoreErmannoLoescher. Corso V. E., 16.
Torino.
II Progresso. Rivista quindicinale illu-
strata delle nuove invenzioni e scoperte,
notizie scientifiche, industriali e commer-
ciali; elenco generale dei brevetti d'inven-
zione, ecc. Pubblica ogni mese un elenco
dei brevetti d'invenzione e privative indu-
striali. Il Progresso è nato nel 1873 ed esce
il 15 e 30 d'ogni mese in 16 pagine con
copertina. Abbonamento: annoL. 8. Unio-
ne IO. Un numero 0,30. Via Principe A-
medeo, 3.
Torino.
Il Pulsblicc. Giornale mensile per tutti,
fondato nel 1884 dal cav. Enrico Amour.
Esce in 8 pagine in-8.° grande a 2 colonne.
Spiega in ogni numero graziosi giuochi
di prestigio e di società. Abbonamento:
anno L. 2. Via Sagliano, i.
Torino.
Rassegna di diritto commerciale ita-
liano e straniero. Raccolta internazionale
di dottrina, gmrisprudenza e legislazione
commerciale comparata, nata nel 1883 e
redatta sotto gli auspici! dei membri del-
l'Instilut de Droit International e diretta
dall'avv, Ferdinando Maria Fiore-Goria.
Esce in fascicoli mensili di non meno di
536 fogli di stampa. Abbonamento: anno
L. 30. Via Alfieri, io.
Torino.
Rivista amministrativa del Regno. Gior-
nale ufficiale delle amministrazioni centrali
e provinciali, dei comuni e degl'istituti di
beneficenza, fondata nel 1850 dal coram.
Vincenzo Aliberti e continuata e diretta
da suo figlio avv. Paolo Aliberti. Esce ogni
mese in fascicoli di un numero indeter-
minato di pagine in-8.° Contiene deci-
sioni e provvedimenti ministeriali, pareri
del Consiglio di Stato, giurisprudenza am-
ministrativa, atti dei consigli provinciali,
delle prefetture, leggi organiche di pub-
bhca amministrazione, ecc. - Abbonamen-
to : anno L. 14. Non si vende a numeri
separati. Via Giannone, 12.
Torino.
Rivista mensile del Club alpino italia-
no. Nata nel 1882, contiene gli atti del
Club, racconti di gite, scoperte, ecc. Esce
in 52 pagine in-8.° e tira 5000 copie. Re-
dattore capo: eav. dott. Scipione Cainer.
Un numero L. i. Tipografia Candeletti.
Torino,
Rivista italiana delle Assicurazioni.
Nata nel gennaio 1889, esce 2 volte al
mese in 12 pagine in-4.'' - Direttore:
avv. Gaetano Agrati. Abbonamento: anno
L. 15. Via Gioberti, 12 bis.
Torino.
Rivista di filosofia scientifica. (Vedi
provincia di Milano.)
Rivista storica italiana. Raccolta perio-
dica di storia, nata nel febbraio 1884. Esce
ogni 3 mesi in fascicoli e pubblica nume-
rosi ed interessanti documenti. Abbona-
mento: anno L. 20. Un fascicolo L. i.
Editore: Bocca.
Torino.
Rivista velocipedistica. Giornale spe-
ciale per i velocipedisti, nato il i." ago-
sto 1883. Esce ogni 15 giorni in 12 pa-
gine e copertina a 2 colonne. Si occupa
di velocipedi e di clubs velocipedistici, e
inoltre di molte notizie utili per gli ama-
tori di tale esercizio. È l'unico giornale
italiano di questo genere. Tira 2000 co-
pie. Direttore: bar. Vincenzo Fenoglio-En-
rici. Redattori: avv. C. Toscani, avv. F. Vil-
la, L. Spanna, avv. C. Goria-Gatti, O. Co-
molli, T. E. Magnasco. Abbonamento: anno
L. 10. Un numero 20 centesimi. Via Venti
Settembre, 62.
Torino.
La Scuola nazionale. Rassegna d'educa-
zione e d'istruzione, specialmente per le
scuole elementari e normali e per gl'isti-
tuti d'infanzia, nata nel 1890. Esce ogni
mercoledì, e 2 volte al mese nelle vacanze,
in 24 pagine a 2 colonne e copertina. Di-
rettore: Bartolomeo Rinaldi. Editore: cav.
Grato Scioldo. Abbonamento: anno L. 7,
sera. 4, trim. 2,50. Un numero 25 cente-
simi. Corso Re Umberto, 6.
Torino.
Silvio Pellico. Giornale educativo-lette-
rario nato nel 1877 col titolo Ora di ricrea-
lione, che mutò nell'attuale nel 1885. Esce
ogni domenica in 8 pagine e tira 6000
copie. Editori: Giulio Speirani e figli. Ab-
bonamento: anno L. 3. Un numero 0,05.
Via Bertola, 54.
Torino.
Lo Sport nautico. Splendida rivista men-
sile di rowing e di yachting, nata il 15
giugno 1889. Esce in 12 pagine ia-8.° il-
lustrate. Direttore : F. Fenoglio Earici. Ab-
PROVINCIA DI TORINO.
670
bonamento anno L. 5. Un numero 0,50.
Via Venti Settembre, 62. (Vedi avviso spe-
ciale a pag. 502.)
Torino.
Lo Stenografo italiano. Giornale steno-
grafico, nato a Milano e trasportatosi po-
scia a Torino. Esce 2 volte al mese in 16
pagine, 8 di testo e 8 di caratteri steno-
grafici. Si stampa a Mondovi. Abbona-
mento: anno L. 4. Un numero 0,20.
Torino.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. Nato nel 1076, esce 2 volte
la settimana e contiene gli annunzi legali
amministrativi. Abbonamento: anno L. 15;
sem. 8, trim. 5. Ogni numero costa in ra-
gione di 3 centesimi per pagina. Tipogra-
fia L. Roux e C.
Torino.
11 Telefono. Rivista umoristica della vita
torinese, nata nel 1887. Esce ogni setti-
mana in 4 pagine, con numerosissime ca-
ricature e pupazzetti. Direttore: L. Lavini.
Abbonamento: anno L. 6, sem. 3,50 - E-
stero: anno L. 7. Un numero o,io. Via
Plana, 4.
Torino.
Le Témoin. Giornale politico, evange-
lico, nato nel 1875. Esce ogni settimana
in 8 pagine, redatto in fi-ancese. Abbona-
mento: anno L. 3. Un numero 0,10.
Pinerolo.
Torino commerciale - Giornale degli al-
loggi. Nato nel 1873, contiene annunzi di
alloggi, compre; vendite, mutui, sconti, rap-
presentanze, ecc. - Esce 2 volte la setti-
mana in 4 pagine. Annessa al giornale vi
e un'agenzia per rappresentanze di com-
mercio, operazioni finanziarie, informazio-
ni, ecc. Abbonamento: anno L. 10. Un
numero 0,10. Via Lagrange, 42, e Piazza
Carlo Felice, 9,
Torino.
L' Unione dei maestri elementari d' I-
talia. Giornale didattico, pedagogico, let-
terario, nato ne! 1870. Esce ogni setti-
mana in 16 pagine, e contiene articoli,
corrispondenze, notize e quanto altro possa
interessare i maestri elementari. Direttore:
prof. Giuseppe A. Silvestri. Abbonamento:
anno L. 5. Un numero centesimi 20.
Via Carlo Alberto, 29.
Torino.
_ Unione velocipedistica italiana. Bollet-
tino ufficiale mensile per gli atti e comu-
nicazioni della società. Nato nel 1887, esce
in 8 pagine. Abbonamento: anno L. 2,50.
Torino.
L'Unità cattolica. Giornale politico, am-
ministrativo, cattolico, nato nel 1863. Esce
tutti i giorni meno i seguenti ai festivi,
in 4 pagine a 4 colonne. Tira 8000 co-
pie. È munito di un breve di Pio IX e dal
1870 esce listato di nero. Ha una storia
lunga e interessante, come può vedersi
più innanzi. Abbonamento: anno L. 28, se-
mestre 15, trim. 8 - Estero: anno L. 37.
Inserzioni: 25 centesimi la linea. Via Car-
lo Alberto, 7.
Torino.
Le Valdotain. Giornale politico, ammi-
nistrativo, agricolo, nato il 4 gennaio 188S.
Esce il mercoledì in 4 pagine, formato
0,40x0,29. É redatto in francese. Abbo-
namento: anno L. 6,50.
Aosta.
Il Venerdì della Contessa. Pubblicazio-
ne mondana, letteraria, settimanale, nata
nel 1889 come supplemento della Rivista
velocipedistica (vedi). Il titolo spiega l' in-
dole del giornale: è come un salotto in
cui si riunisca una società colta a ciarlare
d'arte, di poesia, di novità, di mode, a rac-
contar novelle, ecc. Direttore: Bar. Vin-
cenzo Fenoglio-Enrici. Tira 5000 copie.
Abbonamento: anno L. 3,50, trim. i. Un
numero 0,05. Via Venti Settembre, 62.
Torino,
La Véritéi Giornale mensile, nato il 1 5
gennaio i8S8, destinato specialmente allo
studio popolare della parola di Dio. Esce
ogni mese in 8 pagine in-8.°, redatto in
francese. Direttore: Louis Long. Abbona-
mento: anno L. 1,50. Si stampa a Pine-
rolo nella tipografia Chiantore-Mascarelli.
Torre- Pellice.
La Voce dell'operaio. Giornale cattolico,
politico, amministrativo, nato nel 1876.
Esce 2 volte al mese in 4 pagine. Abbo-
namento: anno L. i.
Torino.
Volapiikabled Tàlik. Organo dell'As-
sociazione per la propagazione del volapiik,
nato il 15 gennaio 1888. Esce una volta
al mese in 8 pagine in-4.° a 2 colonne.
Direttore: Vincenzo Amoretti. Condiret-
tori : Gustavo avv. Brignone e Appiani
prof rag. Giovanni. Abbonamento: anno
L. 4. Un numero 0,25. Via Zecca, io.
Torino.
Il Zootecnico. Nato nel gennaio 1875,
si occupa della riproduzione, allevamento,
miglioramento ed utilizzazione degli ani-
mali domestici. Esce ogni settmiana in 12
pagine in-4.° con copertina. Direttore: cav.
prof. Antonio De Silvestri. Il De Silvestri
ha avuto il conforto di vedere diff'ondere
il suo periodico non solo in Italia, ma an-
che in Francia, in Bulgaria, in America, ecc.,
e di vedere accolte ed attuate dal Mini-
680 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Stero d'agricoltura molte cose da lui pro-
pugnate, e, dopo la sua propaganda, costi-
tuita una Società dei zootecnici italiani.
Abbonamento: anno L. io. Corso Vittorio
Emanuele, 65.
Torino.
Giornali cessati:
TORINO
— L'Abracadabra, taumaturgico-politico, 11-24 febbraio 1848; direttore F. Predar].
— Adamo ed Eva, umoristico, illustrato, settimanale, n. 1889.
— V Album, artistico, letterario, n. 1877; direttore G. I. Armandi.
— Le Alpi, quotidiano, 1S65-66, inspirato da D. Berti; mutò titolo in Libertà.
— L'Americano del sud, commerciale, settimanale, n. 1S88; direttore G. C. Sicco.
— L'Amico dei frati, ossia ga\\ettino claustrale ragionato, a. IX; direttore F. Maria
Ponza da Cavour, cappuccino.
— L'Amico dei maestri, mensile, n. 1883.
— L'Amico della patria, 4 fruttidoro a. VIII-4 brumaio 3. IX; 32 numeri.
— L'Amico d' Italia, 1822-29; direttore march. Cesare d'Azeglio, padre di Massimo.
— Amor, letterario, quindicinale, n, 1889; direttore A. Blengiai.
— L'Analitico subalpino, n. 1810 (24 numeri); direttore cav. Luigi Andrioli.
— Annali del R. Istituto tecnico << Germano Sommeiller » ; cessò nel 1888.
— Annali di giurisprudenza, n. 1838.
— Annali di veterinaria, bimensile, n. luglio 1838.
— L'Anno patriottico, varietà istruttive, 1800; 7 volumi in- 24.°; continuò sotto la
repubblica.
— L'Annotatore degli errori di lingua, 1829-32.
— L'Anticristo, repubblicano, i.° gennaio- 12 maggio 1872; direttore G. Eandi.
— Antologia italiana, 1846-48; direttore F. Predari.
— Antologia straniera, n. 1830.
— L'Ape subalpina, settimanale, letterario, n. 5 gennaio 181 1.
— L'Ape torinese, del laicato cattolico, n. 1863 ; direttore R. Cugia Delitala, sardo.
— L'Aracne, lavori femminili, n. 1878; direttore I. Bencivenni.
— L'Armonia, politico, cattolico, quotidiano, n. 1848.
— L'Arte in Italia, mensile, n. 1869.
— L'Arte moderna della ricamatrice, mensile, n. 1876.
— L'Artigiano, giornale dell'operaio, n. 1880.
— L'Artista, politico, 21 luglio 1 86 1-63; direttore Luigi Tamagno, operaio.
— L'Artista, artistico, letterario, qumdicinale, n. 1885; direttore G. Battelli.
— L'Asino, n. 1882; si mutò in Fede naiionale ; direttore Girolamo Savorgnan d'Osopp.
— Asinus, umoristico, settimanale, n. 28 aprile 1 888.
— Assab, gazzetta italo-africana, settimanale, n. 1885.
— L'Ateneo, politico, io dicembre 1860-10 gennaio 1861 ; direttore F. G. Argenta;
si trasformò in Roma e Veneiia.
— Atti della filotecnica, n. 1879; cessarono con la comparsa del Filotecnico (vedi).
— L'Avanguardia, democratico, quotidiano, 27 gennaio- 31 ottobre 1865.
— L'Avvenire della scuola, quindicinale; direttore A. Pasquale.
— L'Avvenire dell'operaio, 1865-70; direttore Gian Tommaso Beccaria.
— Il Babbeo, settimanale, 1880-81.
— La Bandiera dello studente, 1865-67; direttore L. Onetti.
— La Bandiera di Savoja, 29 giugno 1852-16 aprile 1853; direttore P. Miotti.
— La Bandiera nazionale, bisettimanale, 5 marzo-27 aprile 1853; direttore P. Miotti.
— Il Baretti, letterario, settimanale, n. 1871; direttore G. S. Perosino.
— Il Bene pubblico, politico, settim., 12 febbraio-6 marzo 1860; direttore E. Bianchi.
— Il Bibliofilo cattolico, trimestrale, n. 1875; direttore sac. Giovanni Bosco.
— Biblioteca della gioventù italiana, cattolico, mensile, n. 1869.
— Biblioteca del sacerdote cattolico, mensile.
— Biblioteca italiana, della società letteraria, n. 1797, in-8.°
— Biblioteca oltramontana, 1787-1793, in-8.°
— Bibliotheque italienne, dall'anno XI al XII, 5 fascicoli in- 8.'
— 'L Bicerin, umoristico, in dialetto, settimanale, n. 1883.
— Boccaccio, umoristico, settimanale, illustrato, n. 1888.
PROVINCIA DI TORINO. 681
La Bollella, giornale dei disperati, n. i.° febbraio 1867.
Bollettino del Club italiano, n. 1S64.
Bollettino delle privative industriali del regno d' Italia.
Bollettino delle strade ferrate, 1850-64.
Bollettino dell'istmo di Siiii, 18 luglio 1856-59; direttore Ugo Calindri.
Bollettino di sciente, lettere, arti, industrie italiane e straniere, 1853-54; direttore Pre-
dari; si mutò in Rivista enciclopedica italiana, 1855-56, direttore La Farina.
'L Bougianen, umoristico, settimanale, n. 1878; direttore G. Ubaldo Cassone.
'L Bougianen, umoristico, in dialetto, n. 1889.
I Bougianen!, 2 giugno 1879-2 febbraio 18S0.
Bricciche, letterario, artistico, quindicinale, n. 1885.
La Buona novella, evangelico, 1851-80; direttore L P. Melile; si trasferi a Firenze.
La Buona slampa, cattolico, mensile, n. 1884.
II Buon soldato, militare, 3-20 marzo 1849; direttore Pietro Peverelli; 8 numeri.
Il Buontempone, umoristico, settimanale, n. 1884.
Il Buon umore, 5 giugno-25 dicembre 1864.
Il Buonumore, n. 1869; direttore Roberto Moncalvo, che da tipografo divenne vi-
vacissimo scrittore.
Il Buon umore, n. 3 dicembre 1876; direttore D. L. Beccari.
Le Cabinet littèraire, mensile, n. 1836.
Il Caffè, redatto da studenti, n. 6 marzo 1883; il primo numero fu sequestrato.
La Campana, 30 marzo 1850-13 maggio 1854; direttore sac. Giacomo Ferrando;
si trasformò in Campanone, quotidiano, 1854-57, e poscia in Campanile, 1857-62.
La Campana degli studenti, n. 1889; direttore Camillo Sacerdote.
Il Capriccio, umoristico, n. gennaio 1881; redattore Federigo Sticca.
Il Capriccioso, n. 1837, in-8.°
La Caricatura, \?>6';)-66; vi disegnavano 'e scrivevano Teja, Camillo, Villa, Allis, ecc.
Catalogo ragionato di libri nuovi italiani e francesi, n. 1789, in-8.'
Il Censore, quot., religioso, i.° febbraio-4 marzo 1862; direttore Maurizio Navone.
Cerea, umoristico, in dialetto piemontese, n. 1889.
Chiesa libera in libero Stato, politico, i.° novembre 1861-5 gennaio 1862.
Cica-Cica... , politico, umoristico, settimanale, n. 1884; direttore Neo Ginesio.
Il Cigno, teatrale, 1867-75.
II Cimento, lettere, scienze ed arti, 1852-56; direttore Z, Cesari.
Il Cittadino cattolico, democratico, n. 1849; direttore sac. Edoardo Borgna.
Il Commercio, 5 febbraio- 31 dicembre 1862; direttore colonnello Baroni.
Il Conciliatore, quot., 6 febbraio-22 luglio 1854; redattori P. C. Boggio e L. Re.
Il Conciliatore torinese, cattolico, n. 15 luglio 1849; direttore D. Lorenzo Castaldi.
Il Concilio Ecumenico, settimanale, 24 ottobre 1869-24 luglio 1870.
La Concordia, quotidiano, n. 1848, direttore Lorenzo Valerio.
La Conquista, politico, artistico, settimanale, n. 1887.
Il Conte Cavour, quotidiano, n. 13 febbraio 1865; direttore F. Govean, poi Gandolfi.
Correspondance italienne lithographièe, 1862-63; si mutò in Corresp. franco-italienne.
Corrine dei tribunali, giuridico, settimanale, n. 1887.
Il Corriere del commercio, 1869-70; direttore L. Tesio.
Il Corriere delle Alpi, operaio, 2 aprile-24 luglio 1870.
Corriere di Torino, politico, cattolico, n. 1873 in sostituzione dell'Emporio popo-
lare; fu diretto successivamente dall'avv. Stefano Scala, prof. Pietro Balan, sac. An-
tonio Pellicani, avv. Enrico Mastracchi, Giacomo Hamilton-Cavalletti e poi di
nuovo dall'avv. Scala in unione di G. Marchese. Cessò nel 1887 e fu sostituito
dall'attuale Corriere na:^ionale (vedi).
Il Corriere medicale delle famiglie, 16 luglio- 1.° dicembre 1860.
Il Costituzionale, politico, militare, i.°-3i marzo 1854.
Il Costituiionale subalpino, quotidiano, fondato i." marzo 1848 da Antonio Scialoja
e diretto dall'avv. Luigi Vigna.
La Costituiione, politico, 1861-62.
'L Courè d' Turin, n. 6 gennaio 1867; visse pure dal 1869 al 1871.
Le Courrier d' Italie, poi., 2 gennaio-24 marzo 1858; direttore Duca di San Donato.
Le Courrier de Turin, politico, letterario, 1808-13.
La Critica, 2 febbraio-20 marzo 1856.
«43
682 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— La Critica dell' istruiione pubblica e privata, n. 1873; direttore A. Foraaris.
— Il Critico delle Alpi, 1800; numeri i, 2 e 3 e supplementi.
— La Croce di Savoja, fondato 22 giugno 1830 da Bonghi; visse fino al 1852; ri-
preso dall'avv. R. Maccia visse dal 1863 al 1864.
— Cronaca dei tribunali, n. 1878; direttore G. A. Giustina.
— Cronaca dell' Esposizione, illustrato splendidamente, 1882-84.
— La Cronaca di tutti i giorni, 15 giugno-28 ottobre 1848; direttore E. L. Scolari
di Maggiate; mutò titolo in Confederaiione italiana.
— U Cronista, 1856-57; direttore Giuseppe Torelli; vi scrisse D'Azeglio.
— Il Curioso, umoristico, 17 dicembre 1854-55.
— Il Dagherolipo, 1840-42; direttore BrofFerio, poi p. V. Angius; gli succedette il Liceo.
— La D^wocra^ta, quotidiano, 11 die. i868-i4teb. 1869; nel '70 fu ripreso da G.Beghelli.
— La Democrazia italiana, quotid., 31 agosto 1848-15 sett. 1849, fondatore D. Berti.
— Diario forense universale, 1823-58, direttore avv. Giusepppe Maria Regis.
— Diario torinese, 23 fiorile, 1799 ^ VII- 1800, in-4.°
— Il Diavolo, umoristico, 1862-72; si mutò in Messaggere torinese, 1873,
— Il Diavolo, umoristico, illustrato, settimanale, 4 giugno 8 ottobre 1882.
— Il Diavolo di Mongibello, umoristico, n. 6 aprile 1867.
— II Diavolo verde, umoristico, illustrato, settimanale, n. 1888.
— La Difesa agraria, settimanale, n. 1885.
La Difesa nazionale, gennaio-febbraio 1882 (6 numeri); direttore Oreste Corsi.
— La Discussione, 4 agosto 1862-1864, diretto da Boggio, morto a Lissa nel 1866.
— Il Dispensatore, protestante, bimensile, n. 1870 (8 numeri); direttore G. Biava.
La Domenica d'arte, letterario, n. 15 dicembre 1889; direttore Cesare Sobrero.
— Don Pirlone a Torino, umoristico, politico, 17 ottobre- 1." dicembre 1852.
— Il Dovere, n. ottobre 1876.
— Il Dulcamara, teatrale n. 1863.
— Eche de la presse èlrangére, quotidiano, 21 giugno-i." agosto 1829.
— L'Eco amministrativa, settimanale, 1862-68; direttore R. Traversa.
— V Eco dei prestiti, finanziario, mensile, n. 1888.
Eco dell' Ass. nai- fra gì' insegnanti delle scuole secondarie, quindicinale, n. 1884.
— L'Eco dell' industria e del commercio, settimanale, n. 1878.
— L'Eco della Sardegna, 14 agosto 1852-19 gennaio 1853; dir. S. Sampol-Gandolfo.
— U Economista, domenicale, 14 giugno 1855-11 maggio 1856; diret. C. Caccialupi.
— V Economista, settimanale, 20 dicembre 1862- 1864.
— L'Educatore cattolico, settimanale, 1886.
— V Educatore del popolo, settimanale, n. 1862.
— V Educatore del popolo, politico, monarchico, settimanale, n. 1869; mutò titolo in
Operaio italiano, e nel 18S5 in Educatore del popolo; direttore avv. Cesare Revel.
— L'Educatore primario, n. io gennaio 1845; direttore sac. Agostino Feccia.
— L' Educazione infantile, n. 6 novembre 1879; direttori coniugi Benci venni.
— Effemeridi fisico-mediche, settimanale, n. 1856.
— L'Egeria, n. aprile 1867; direttore R. Maccia.
— L'Egida, n. 1881, bisettimanale.
— L'Elettore indipendente, 6-15 maggio 1880,
— L'Elettore subalpino, quotidiano, n. 24 settembre 1876.
— L'Elettrico, quotidiano, politico, 21 giugno- 20 luglio 1852.
— L' Emporio, n. 1844.
— Emporio di utili cognizioni, mensile, n. 1835.
— V Enciclopedìa piemontese, aprile 1791-1792, 8 fascic, in-8.°; diret. G. G,_ Andrà.
— L'Enigma, giuochi a premio, quindicinale, n. 1878; direttore C. Galeazzi.
— L'Epoca nuova, spiritico, 1866-67; direttore Felice Scifoni.
— L' Eridano, 1841-42, compilatore Giorgio Briano.
— Esculapio, di medicina popolare, settimanale, n. 1883; direttore dott. A. De Lucis.
— L' Esercente, comm., ^ m^rzo-i) ottobre 1864, si fuse con l'I/a/ja, diretta da Clerici.
— Espero, letterario, settimanale, 7 marzo-settembre 1880.
— V Espera,-^oùd., 23 gennaio 1853-1862, redatto da Cesana, Piacentini e Bersezio.
— L'Etoile d'Italie, 29 giugno 1879-1880; direttore E. Louvet-Gay.
— Eva, gazzettino delle dame, settimanale, n. 1885.
— L'Eva redenta, scritto da donne, n. 1855; direttore M. Savini.
— La Farfalla, settimanale, n. 1838.
PROVINCIA DI TORINO. 683
La Farfalla, umoristico della domenica, n. 1864.
II Faro, letterario, illustrato, settimanale, n. 1887; direttore S. Colombo.
Il Ficcanaso, politico, umoristico, quotidiano, 1868-76; direttore Onetti.
Figaro a Torino, umoristico, 27 novembre 1859-20 maggio 1860.
Il Fisco, con caricature, 21 gennaio-28 febbraio 1869.
Flora d'Esperia, letterario, teatrale, n. 1889; direttore A. Blengini.
La Fortuna, umoristico, illustrato, i." maggio-21 luglio 1864.
Fra Bombarda, n. io ottobre 1882; direttore avv. Luigi Onetti.
La Frusta, 27 marzo-30 novembre 1850.
Il Furetto, n. gennaio 1838.
Galleria contemporanea, n. 30 giugno 1845; direttore Brofferio.
La Gara degV indovini, giuochi, sciarade, rebus, mensile, n. 1875.
Garibaldi, n. giugno 1882.
Gasala d' Gianduja, trisettimanale, in dialetto, n. 1866.
Gasparo Morardo, giornale per gli ecclesiastici dell' uno e dell'altro clero, 1800, tip. Bonfà
e Ceresole, n. I-XLVII, dopo il quale fu proibito dal Governo per le sue esagerazioni.
Gaietta commerciale, 7 gennaio-31 agosto 1862.
Ganetta degV impiegati, amministrativo, i.° gennaio 1864-65.
Gaietta degli studenti, n. 1873.
Galletta dei comuni italiani, n. i.° gennaio 1879.
Ga:(^etta dei ladri, settimanale, cronaca delle truffe, 1868-69.
Ga:{7^ella dei tribunali, settimanale, n. 1877.
Gaizetta delle Provincie, n. 1852, visse pochi mesi.
La Ga\ietta di Gianduja, 16 raaggio-4 luglio 1880, direttore L. Pietracqua.
La Gaietta d' Italia, quotidiano, n. 1861.
Ga'^ielta di Torino e notizie particolari, 2 gennaio 1795-96; usciva mercoledì e sabato
in 8 pagine in-8.°, presso Masserano. Gli successe la Galletta piemontese diretta dal
segretario di Stato Vincenzo Valsecchi (1797-99). Ebbe quindi il titolo // Repub-
blicano piemontese (20 frimaio anno VII- io dicembre 179^} e fu redatto da Modesto
Paroletti. Riprese quindi il nome di Galletta piemontese (sabato 4 gennaio 1800)
modificato in Galletta nazionale piemontese (21 termidoro anno VII- 19 agosto 1800,
col berretto frigio e l'archipenzolo) Furongli succedanei : la Gaietta del Piemonte
(29 nov. 1800-22 aprile 1801); quindi II Francese Subalpino, Eridania, 2 fiorile,
anno IX (22 aprile 1801); e 3 giorni dopo si nominò Le Frangais Subalpin (Eri-
dania, quintidi, 5 florcal, a. IX); e il 30 dello stesso aprile i8oi Journal des Alpes;
nello stesso anno si trasformò in Gaietta torinese. Alla restaurazione fu alla di-
pendenza del ministro dell'Estero e intitolata Gaietta piemontese, iìao nììa procìa-
mazione del regno d'Italia, diretta da P. L. Raby e poscia da F. Romani (vedi
oltre), quindi dal Dr. E. Leone, da G. Torelli, da G. Massari, e dall'avv. Canuti.
Gaietta di Torino, n. 1854, da non confondersi con l'attuale.
Gaietta militare, n. 1853; nel 1858 pubblicavasi ancora.
Ga;^:(e//a operaia, politico settimanale, n. 1887.
Il Gaiieltino, politico, i.°-2i giugno 1868.
Ga^iettino, n. 14 maggio 1882.
Ga:^iettino della sera, quotidiano, i.° ottobre-9 novembre 1863.
Il Gaiiellino della sera, politico, i." maggio 1869, 7 numeri; diret. S. Carlevaris.
Il Gerdil, settimanale, religioso, 1867-69.
Gesù Cristo, anticlericale, n. ottobre 1882.
Gianduja, n. 1862; dal i." gennaio al 25 marzo 1864.
Gianduja e il Caporal Fabiola, umoristico, 16 maggio- 19 giugno 1858.
Gii Blas di Santillana, umoristico, settimanale, 1871-72; direttore Carlo Giletti.
La Ginnastica educativa, quindicinale, n. 1865; direttore prof. G. Borgna.
Giornale degli affari, quindicinale, n. 1888.
Giornale degli elettori, conser., 24 nov.-22 die. 1849; diret. prof. G. G. Pasquale.
Giornale degli operai, n. 1848; direttore Sampol; si mutò in Smascheratore, 1849-50.
Giornale degli operai, settimanale, n. 6 dicembre 1884.
Giornale della società nazionale delle corse, n. 31 gennaio 1855.
Giornale delle arti e delle industrie, 3 marzo 1835; direttore avv. M. Mannucci.
Giornale delle guardie naiionali e municipalità piemontesi, composto da una società
di patrioti; usci il solo programma, senza anno, stamp. Davico e Picco.
684 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— . Giornale dell'industria serica e della Borsa, n. 1867.
— Giornale delle scienie mediche, n. 1838.
— Giornale del Piemonte, 1787-92, presso il Masserano, 4 pagine in -8."
— Giornale del popolo, settimanale n. 1867.
— Giornale di filologia romanza; direttore prof. Ernesto Monaci,
— Giornale d' istruzione ed educazione, n. 1854.
— Giornale di olftalmogia italiana, n. 1857; direttore G. B. Borelli.
— Giornale di storia della letteratura italiana, n. 1883.
— Giornale di Torino e di tutti gli Stali di S. Maestà, n. 5 gennaio 1780, in 2 edi-
zioni, in-8.° italiano e francese; presso Ignazio Soffietti; direttore Des Roches.
— Giornale illustrato, 5 giugno 1864-27 maggio 1865.
— Giornale illustrato dei fanciulli, 5 giugno 1865-66; direttore Giulio Nazzari.
— Giornale internazionale, autografato, ital. e ted., n. 28 gen. 1873; dir. A. V. Sthaly.
— Giornale pei viaggiatori, racconti, novelle, n. 1882; direttore A. Stella.
— Giornale per ridere, settimanale, n. 1880; direttore E. Sorteschi, poi E. Mosca.
— Giornale scientifico letterario e delle arti di una società filologica di Torino, 1789-91,
in-8.°dir. da G. A.Giobert e Dr. C.Giulio, poscia da P.E. Leone e dal prof. Michelotti.
— La Giovane Italia, educativo, settimanale, n. 1889.
— Il Giovane Piemonte, repubblicano, settim., n. 16 marzo 1882; 8 numeri, 4 sequestri.
— Il Giovedì, n. 1858; direttore avv. Sabbatini.
— Goffredo Mameli, 25 giugno-27 dicembre 1854.
— La Grande Esposizione di Londra, n. 24 maggio 18 51,
La Guardia nazionale, quot., 14 raaggio-20 giugno 1849; febbraio-io maggio 185 1.
La Guida del popolo, quotidiano, 16 agosio 1848-31 gennaio 1849.
V Idolo d'oro, rivista eccentrica, quindicinale, n. 1889; direttore A. Blengini.
L'Igea Marziale, medico, 3 luglio-27 novembre 185 1, direttore L. Colombo.
_ L'Illustratore cattolico, 1876-77,
L'Imparziale, 5 febbraio 1853-28 luglio 1855; direttore G. A. Ghisolfi.
— L'Indicatore meccanico-commerciale, mensile, n. 1884,
L' Indipendente, politico, 17 luglio- 2 3 ottobre 1852; direttore G. A. Ghisolfi.
L'Indipendenza, militare 1860-61; direttore Filiberto Balegno.
L' Indipendenza italiana, quotidiano, 1864-65; direttore D. F. Botto, genovese, ucciso
in duello da un altro giornalista.
— L'Industriale metallurgico, quindicinale, n. 1888; direttore C. De Vivaldi.
— L'Intruso, teatrale, letterario, n. 1885, 6 volte al mese; direttore G. Battelli.
— L'Inventore, 2 novembre 1S55-67; direttore Luigi Bassini.
L' Llruttore del popolo, quotidiano, 1849-50; direttore C. De Vivaldi.
Istruzione e lavoro, settimanale, n. 16 novembre 1869; direttore G. C. Mascaretti.
— L'Italia, politico letterario, u. 29 gennaio 1859.
— L'Italia conservatrice, 6 ottobre 1857-19 gennaio 1858; direttore G. Briano.
— L'Italia contemporanea, i." febbraio-luglio 1874,
— L'Italia del popolo, 20 settembre 1873-74.
L'Italia del popolo, 21 giugno- r." novembre 1879; direttore D. Narratone.
L'Italia letteraria, n. 15 gennaio 1862; direttore De Gubernatis,
— L'Italie nouvelh, 27 luglio 1862-64; direttore P. Duprat,
— La Italia y el Piala, spagnolo e francese, 1874-75; direttore Ettore Fravarela.
— Journal de la rèunion, ou l'ami des frangais, 23-77 febb. 1790, in-4.'', 3 numeri.
— Journal de la 2j.« division de la Rìpublique frangais, 1802 (5 numeri).
— Journal de Turin, n, decadi, 10 brumaire a X, 1802 (4 numeri),
— Journal de Turin, politico, letterario, 5 aprile- 16 ottobre 1852,
— La Juslice, 9 aprile- 11 giugno 1852.
— Il Krumiro, politico-letterario, n. 1881, direttore Stanislao Carlevaris.
— Lavoro e diletto, di mode, quindicinale, n. 1883.
— La Lega pacifica, i.° febbraio- io marzo 1868, 39 numeri.
— La Letteratura civile, settim. n. 1859, direttore De Gubernatis, allora studente.
— Letture per le giovinette, mensile, 1883-89, direttrice contessa Della Rocca.
— Letture popolari, n. 1837, direttore Lorenzo Valerio: soppresso riapparve col titolo
di Letture di famiglia.
— La Libera parola, anticlericale, settimanale, n. 1885, direttore A. Daniele.
— La Libera stampa, 8 ottobre 1873-74, direttore G. V. Vitale,
PROVINCIA DI TORINO. 685
II Libero elettore, 21 ottobre-14 novembre 1857.
La Libertà, politico, n. 1863.
La Libertà cattolica, settimanale, n. 1885.
La Lince, letterario, artistico, settimanale, n. 1887, direttore Gerolamo La Manna.
La Ltice, settimanale, 7 maggio-4 novembre 1876, direttore G. Paolino.
La Luce, artistico, letterario, settimanale, n. 14 aprile 1888, dirett. Giov. Gigli.
La Luce evangelica, 1854-55, direttore Vincenzo Albarella.
Luce e verità, politico, n. 14 giugno 1868, bisettimanale, }7 numeri.
La Luna, settimanale, umoristico, 3 dicembre 1856-22 gennaio i8j8.
Il Maestro degli adulti, n. 1867, direttore prof. V. Garelli.
Il Maestro di ricami, bimensile, 1845-47, direttore Luigi Rocca.
Il Magnetofilo, organo della Società Magnetica ....
Il Mago, i.° aprile a 3 settembre 1875.
Il Mago torinese, umoristico, illustrato, 1872-73.
Il Malcontento, n. novembre 1884.
Il Maldicente, già Nuovo Pirata, umoristico, n. 1869, 19 numeri.
Marforio, umoristico, io gennaio-26 settembre 1863.
Margutte, artistico, letterario, settimanale, n. 1888.
Il Massinelli, artistico, letterario, settimanale, n. 1888.
Il Mattino, quotidiano, 18S3, direttori G. Godio e N. Pettinati.
Il Mediatore, settimanale, n. 1862, direttore ex-gesuita Passaglia.
Il Mentore delle scuole elementari, n. 1866.
La Meridiana del tempo medio, n. 1882.
Merlin Coccaio, sett., n. 3 febbraio i88i, 15 numeri, direttore Neo Ginesio (V. p. 325).
Il Mermerista, n. 19 agosto 1855, direttore E. Allix.
Il Messaggiere, settimanale, 3 luglio-7 agosto 1851.
Il Messaggiere del commercio e dell' industria, a. 1873, 5 numeri, direttore L. Tesio.
Il Messaggiere italiano, politico, i.° gennaio X873, direttore G. A. Garberoglio.
Messaggiere Torinese, n. 1832 e diretto dal cartolaio Gabetti; in seguito da Angelo
Brofferio che lo trasformò facendone un gran giornale politico, cessò il 29 die. 1849.
Il Microbo, umoristico, settimanale, n. 1888.
La Milizia e la Riserva, militare, n. i." febbraio 1875.
La Minerva, artistico, industriale, quindicinale, nato 1883, direttore M. Bassetto.
La Moda, dal io ottobre 1850 al 9 agosto 1851.
La Monarchia nazionale, quotidiano, i." gennaio 1862- 1865.
Il Mondo, politico, n. 1871 ; direttore Teologo Davide Emanuelli.
Il Mondo illustrato, 1847-49 e 1860-61, direttore Massari, poi Cicconi, infine
Montazio (V. p. 541).
Il Mondo letterario, 1858-59, si mutò in Rivista settimanale, direttore G. Stefani.
Il Monitore dei comuni, 4 maggio 1862-63.
Monitore dei comuni italiani, n. 1852, direttore F. Predari.
Il Monitore delle bestie, settimanale, illustrato, n. i.° settembre 1868.
Monitore delle Jamiglie e delle scuole, n. 1862.
Monitore delle strade ferrate sarde, navigaiione, telegrafi, ecc., n. 27 ottobre 1865, si
mutò in Monitore torinese (1856-60), mutato a sua volta in Libera parola.
Monitore finanziario comunale, bisettimanale, n. 1885.
La Montagna, democratico, quotidiano, n. 1889, direttore S. Becchia.
Il Mosaico, illustrato, n. 21 gennaio 1852.
Il Movimento letterario italiano, quindicinale, n. 1879.
Il Muratore, organo della classe muraria, quindicinale, n. 1888.
Museo scientifico, letterario ed artistico, settimanale, 1839-50, direttore Luigi Cicconi,
poi Pier Angelo Fiorentino (1S43) infine Pietro Gorelli.
Le National de Tur in, politico, 1849-50.
Les Nationalitès, politico, letterario, 1860-63.
II Naiionale, popolare, 1853-54; gli successe V Italia e Roma; i mese.
La Nazione, quotidiano, 2 gennaio-23 maggio 1849.
Nuova Gaietta operaia, democratico, settimanale, n. 1888; direttore A. Builio.
La Nuova Rivista, mensile, letterario, n. 1881.
Il Nuovo Don Marcio, teatrale, 24 gennaio 1863-67.
Nuovo giornale per ridere, illustrato; direttore A. Gulinelli.
686 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— La Nuova Torino, politico, liberale, quotidiano, 1874-79; direttore Oreste Corsi,
— L'Oca, umoristico, illustrato, settimanale, n. 1686; direttore U. C. Danesio,
— L'Olivo di pace, religioso, 5 gennaio-ii maggio 1858; direttore ab. Vachetta.
— L'Operaio, settimanale, 6 gennaio 1S72-6 febbraio 1873.
— L'Operaio italiano, organo delle società italiane di mutuo soccorso, n. 1869.
— L'Ordine, politico, 16 novembre 1850-15 gennaio 185 1.
— L' Osservatore piemontese, bibliografico, n. 179S, iu-4.''; direttore Felice Buzan.
■ — Osservazioni letterarie del Piemonte (programma di giornale) pubblicate nel 1781 dal
libraio Beltramo Antonio Re, il quale poco dopo pubblicò un altro programma
di giornale intitolato Novelle letterarie del Piemonte.
— Otello, teatrale, quindicinale, n. 1887; direttore E. A. Filippa.
— Oli letterari, miscellanea storica, n. 17^7; 3 volumi in-S."
— La Pace, quotidiano, religioso, 1863-04; d rettore ex-gesuita Passaglia.
— Pagliaccio, umoristico, illustrato, 26 maggio 1864-26 maggio 1865.
— Pagliaccio a Torino, 15 dicembre 1857-58.
— La Palestra, tiro a segno, 1864-67; direttori A. Cajmi ed E. De Paoli.
— Il Panettiere italiano, sociale, mens.,n. 1885 a Milano; nel 1886 si trasportò a Torino.
— Panorama universale, 19 maggio 1855-56.
— Papà Camillo, quotidiano, politico, 1875-76; direttore Felice Govean.
— Il Parlamento, 2 gennaio 1853-54.
— La Parola libera, settimanale, n. 1885.
— Il Passatempo, 21 aprile-8 settembre 1855; direttore A. Baratta.
— Il Passatempo, i.° luglio 1864-31 dicembre 1865.
— La Patria, quotidiano, 26 maggio 1852-53; risorse nel 1856; direttore G. Briano.
— Il Patriota, politico, letterario, i.° aprile-20 agosto 1858.
— Perkèo, dal 4 maggio al 19 ottobre 1882.
— La Piccola Antologia, letterario, artistico, n. 1879; direttore I. Bencivenni.
— Il Piccolo Corriere d'Italia, 1860-61, clandestino; direttore La Farina.
— Il Piccolo Monitore di Torino, politico, commerciale, i.° dicembre 1S62-68.
— Il Piccolo Osservatore, di varietà, n. 1888.
— Il Piemonte, quotidiano, 1858-59.
— Il Pipì, giornale per vedove e zitelle, illustrato, n. 1888.
— Pietro Micca, n. 1." giugno 1881; 3 numeri.
.— Poesia dell'artigiano, raccolta di disegni ornamentali, bimensile; cessò 1890.
— Il Poligrafo torinese, n. 1839; compilatore Giacinto Ra velli.
— Il Proletario, 5 luglio- 30 settembre 1849; direttore Alessandro Pesce.
— Il Proletario, socialista, 1870-73; lo sostituì la Discussione sino al 2 agosto 1874;.
direttore Carlo Terzaghi.
— Il Propagatore, industriale, agricolo, n. 1824; direttore dott. G. Finazzi.
— Il Propagatore religioso, 1836-41; direttore sac. Sacchi.
— La Provincia, n. i.° giugno 1865 (vedi Gaietta piemontese).
Proximus tuus, socialista, 9 aprile-7 ottobre 1882.
Il Pubblicista, economico, n. 17 gennaio 1863; 27 numeri.
— La Pulce, umoristico, 1874-75; direttore L. Onetti, quindi A. Franzoi.
Punch, umoristico, 18 febbraio- 18 marzo 1855.
Le Quattro stagioni, di mode, quindicinale, n. 1884.
— La Questione sociale, democratico, quindicinale, n. 1883.
— Il Raccoglitore imparziale, marzo-26 luglio 1852; direttore O. Ricotti.
— Raccolta dei giornali stampati in Torino, 1746-51, compilato da Tamietti.
— La Ragione, n. 1854; direttore Ausonio Franchi.
— Il Ragioniere, quindicinale, n. 1879; direttore V. Gritti.
— Ras Alida, illustrato, settimanale, n. 1887; direttore R. de Spigliati.
— Rassegna del commercio e delle industrie, settimanale, n. 1881.
— La Redenzione, per l'emancipazione delle donne, settimanale, n. 1880.
— Il Regno d'Italia, quotidiano, politico, n. 17 marzo 1868.
— Repertorio d' agricoltura e di sciente economiche e industriali, n. 1828; dirett. R. Ragazzoni.
— Repertorio delle scienze fisico-mediche del Piemonte, bimensile, n. 1821; direttori De
Rolandis e Trompeo.
— Re Pipino, umoristico, settimanale, illustrato, n. 1889; redattore L. Sapelli.
— Il Resto al sigaro, politico, letterario, settimanale, n. 1888; direttore A. OlivazzL
PROVINCIA DI TORINO. 687
Reviie financière, industrieUe et commerciale, settimanale, n. 1863.
Il Ricamo artistico, mensile, n. 1885.
La Ricreaiione, n, luglio 1853; direttore G. Bertoldi.
La Riforma, 26 novembre 1854-55; direttore avv. F. Ronfigli.
La Riforma, settimanale, 0. 2 aprile 18Ó7; direttore Camillo Ferrati.
La Riforma delle scuole elementari, didattico, n. 1866; direttore G. Castrogiovanai.
La Riscossa, settimanale, n. 1884.
Il Risveglio, operaio, settimanale, n. 1889; direttore Giuseppe Morra.
Rivista commerciale del Piemonte, settimanale, n. 19 febbraio 1888.
Rivista contemporanea, 1853-70; direttore G. Saredo, poi L. Ghiaia.
La Rivista democratica, n. 1882; si mutò in Italia del popolo (vedi).
Rivista di filolologia e d' istruiione cUssica, bimestrale, n. 1873.
Rivista di statistica, economia e giurisprudenza, n. 1874.
Rivista e biblioteca contemporanea, cattolico, 1854-35.
Rivista economica, dal lO gennaio 1864 al 1865.
Rivista illustrata, n. 1855; direttore Saredo,
Rivista militare, mensile, n. 1856.
Rivista naiionale di diritto amministrativo, economia polìtica e statistica, n. 1862.
Rivista pedagogica italiana, quindicinale, n. 1885; direttore F. Veniali.
Rogantino piemontese, anticlericale e protestante, 2 ottobre-9 novembre 1853.
Il Romanziere popolare, 1879-80, direttore G. A. Giustina.
Saffo, letterario, artistico, quindicinale, illustrato, n, 1888; direttore G. Ferreri.
Il Saggiatore, quotidiano, 2 aprile-7 luglio 1849; direttore Gioberti, poi Massari;
si mutò in Legge, 9 luglio 1849.
Il Saggiatore scolastico, n. 13 gennaio 1854.
La Sapienza, rivista di filosofia, mensile, .n. 1879; direttore sac. Vincenzo Papa.
Il Sarto italiano, mensile, n. 1889; direttore Benedetto Giuseppe.
Il Satana, settimanale, 3 gennaio-28 giugno 1856; direttore Saredo.
Scienc et art, letterario, quindicinale, n. 1880.
La Scintilla, ricreativo, mensile, n. 1889; direttore A. Poncini Celso.
Le Scintille, teatrale, 16 ottobre 1852-58.
Le Scintille, teatrale, n. 1861; direttore F. De Lorenzo.
Lo Schiavo bianco, giornale per gli operai, 24 maggio- 12 luglio 1874.
La Scuola italiana, n. 1875; direttore I. Bencivenni.
La Sentinella, trisettimanale, militare, n. i.° gennaio 1850; direttore Matteo Dho.
Il Segnale, democratico, settimanale, n. 1883; direttore G. Benedetto.
Seneftlder, rivista litografica, n. 1879, mensile; direttore P. Tamagno.
Le Serate italiane, letterario, n. 1879.
Serate torinesi, letterario, settimanale, n. 1882.
. La Sferra, politico, critico, sociale, n. 28 maggio 1871.
. La Sfinge, illustrato, 2 febbraio-2 marzo 1856.
. Il Soldato italiano, bimensile, n. 1881.
. Il Sole, umoristico, n. 1883; direttore A. Ferrando.
■ 11 Somaro, 1857-26 maggio 1858.
. La Speranza, operaio, 15 settembre- 15 novembre 1855.
. Lo Spettatore, i.° aprile-25 maggio 1861.
. Lo Spettatore subalpino, i.* gennaio 1846-15 aprile 1847; direttore G. E. Fava.
. Lo Sport italiano, settimanale, n. 30 dicembre 1886.
. Lo Sport subalpino, quindicinale, n. 1885; direttore A. Stella.
. La Squilla, politico, mensile, n. 1880; direttore Dario G. Rossi.
- La Staffetta, quotidiano, i.° gennaio 1856-59.
. La Stampa, quotidiano, 6 febbraio 1862-65; redatto da napoletani.
. La Stella d' Italia, cattolico, 22 agosto 1857-58.
. Lo Stendardo italiano, 15 dicembre 1859-60; direttore avv. Carlo Beolchì.
• Le Strade ferrate d' Italia, di pubblicità, bisettimanale, n. 1867.
- Lo Studente italiano, trimensile, n. 1880.
- Il Subalpino, 1836-38; direttori Massimo di Montezemolo e Gaspare Gorresio; si
mutò in Rivista italiana, diretta da Domenico Berti e Domenico Carutti.
- Il Supalpino, clericale, 4 giugno 1S62-65.
- La Sveglia, cattolico, settimanale, 20 marzo-25 dicembre 1869.
688 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— Il Tagliacode, in versi, 22 febbraio-12 luglio 1851, direttore A. Biadacci.
— La Talpa letteraria, settimanale, n. 1888.
• — Il Teatro italiano, settiminale, 16 novembre 1858-24 aprile 1S59.
— Il Teatro Universale, n. 1883, direttore Davide Bertolotti.
— Il Tecnico, mensile, dal 185S al 1860.
— Il Telefono, politico, illustrato, 16 luglio-i8 agosto 18S1; 15 numeri.
— Il Telegrafo, 4 gennaio-20 dicembre 1843, estensori Rocca, Re e Rota.
— Il Tipografo, n. 1S73, ogni io giorni.
— Il Torinese, 6 gennaio 1844-45, direttore Antonio Barotta.
— La Torinese, gazzetta del popolo italiano, n. 1865; direttore C. Peverada.
• — Il Torino, politico, quotidiano, 1878-79, direttore Oreste Corsi.
— La Tribuna del popolo, 26 luglio-25 novembre 1848, G. G. Pasquale,
— Il Tribuno, n. 2 gennaio 1862, direttore C. Muratori; si trasferì a Napoli.
— La Tromba, quotidiano, 3-10 novembre 1853, direttore avv. Lattes.
— Il Trovatore, 4 luglio 1854-59, direttore M. Marcello.
— L' Uguaglianza, giornale del popolo, i.° gennaio- 1.° agosto 1851.
— L'Unione, 20 novembre 1855-59; direttore Aurelio Bianchi-Giovini.
— L'Unione dti maestri elementari d'Italia, n. 1880.
— L'Unione liberale, elettorale, n. 9 febbraio 1860.
■ — Le Unioni operaie cattoliche, ....
— L'Unità cristiana, 5 genn.-27 die. 1868; si mutò in Unità politica, 3 genn. 1869-70.
— L'Uomo che ride, illustrato, settimanale, 1876-77.
— Un Soldo, umoristico, con caricature, 22 novembre 1863-9 "^^ggio 1866.
— Il Vecchio Piemonte, n. 1.° gennaio 1880, 35 numeri; direttore S. Carlevaris.
— Il Venerabile Pietro Aretino flagello de Principi, opera periodica politica, anno VII repub.
— La Verità, n. 1844; direttore avv. Fava.
— La Verità, artistico, letterario, n. 1863; direttore G. Arbib.
— La Verità, settima.iale, legale, n. 1866.
— Verità e Bugie, teatrale, 1854-55.
— La Vespa, n. 15 luglio 1850, 6 numeri.
— Il Vessillo italiano, militare, dal 1855 al 1857.
— Vita allegra, teatrale, settimanale, n. 1888.
— La Vita italiana, letterario, artistico, n. 1879; direttore F. De Bottazzi.
— La Vita torinese, 1868-69, risorse nel 1878; direttore S. Carlevaris.
• — La Voce del popolo, quotidiano, n. 27 luglio 1870.
— La Voce del popolo, democratico, settimanale, n. 1876; direttore avv. G. Basilio.
— La Voce delle estraiioni, finanziario, quindicinale, n. 1880.
— La Voce italiana, politico, letterario, settimanale, n. 1880; direttore V. da Camino.
— La Voce nel deserio, 1850-55, direttore Brofferio; si mutò in Voce della libertà, di-
retto da La Cecilia, e poscia in Voce del progresso col Broflferio.
AOSTA
— Bullettin du Val d'Aoste, cessò nel 1883.
— L'Eco du Val d'Aoste, politico, agric, settim,, n. 1872; è sostituito àa\\' Alpino (vedi),
CHIERI
— San Giorgio, amministrativo, settimanale, n. 1886,
IVREA
— Annuario critico della giurisprudenia commerciale, n. 1883.
— L' Eporediese, cattolico, settimanale, u. 1883.
PINEROLO
— L'Amico del popolo, 1S49; si fuse con l'Istruttore del popolo, di Torino (vedi).
RIVAROLO CANAVESE
— Bollettino del comizio agrario, cessò nel 1883.
— Galletta di Susa, amministrativo, settimanale, n. 1881; direttore Ugo Rosa.
— La Dora Riparia, politico, settimanale, 1883.
— L'Orco, amministrativo, n. 1881.
PROVmCIA DI TORINO.
689
— S' hanno notizie di gazzettieri a servizio di Savoia fin dai tempi di Emanuele
Filiberto, ma non eranvi gazzette a stampa propriamente dette. Con quietanza dei 30
gennaio 1577 vennero pagate somme al Generale delle poste Capone per lo stipendio
0 sia tratenimento di coloro che scrivono avisi a Sua Altera da Roma, Venetia et Parigi....
come appare per lettere, 0 sia stabilimento di detto stipendio dato li 9 novembre i^y^ (T. G. ,
1576, 2." f. 60 v. cap. 47.)
— Dopo il Socini, di cui parliamo più oltre, fu stampatore privilegiato delle gaz-
zette Carlo Gonelli, al quale concedevasi « per patenti 8 di aprile 1658 e 24 dicem-
bre 1659, permissione di stampare, et far stampare, lui solo et non altri, gli auisi di
Francia et Italia, relationi et ogni altra cosa, concernente nouellari tanto stampati che
manuscritti com' anche li caoitoli della pace et ogni altra cosa da essa dependente».
Il I.* foglio della ^a:(e/'fl del Gianelli usci dalla sua bottega vicino al Senato con que-
st'annotazione: « Ristampata in Torino li 11 maggio 1658 ». Il privilegio della ga:^-
\etta fu concesso per patenti del 7 aprile 1660 a Giovanni Antonio e Giuseppe An-
tonio fratelli Gianelli, figliuoli di Carlo, ancora vivente. Carlo mori poco dopo. La
galletta de' 15 aprile 1660 è stampata da Giovanni Antonio e Giuseppe Antonio fi-
gliuoli del fu Carlo.
— Al tempo dei francesi in Piemonte pubblicavansi questi giornali nei varii di-
partimenti: Dora I politico e giudiziario; Genova 5 politici; Po i politico e giudiziario;
Sesia I amministrativo; Stura i politico giudiziario (Vedi La Censura sous le premier
empire, Paris 1882, di H. Welschinger).
Per ulteriori e piij larghe notizie sul giornalismo torinese, vedi la bellissima opera
Bibliografia storica degli Stati della Monarchia di Savoia di Manno e Promis. Vedi pure
il recente volume di G. A. Cesana, Ricordi di un giornalista, pubblicato in quest'anno.
CASA
EDITRICE DI PUBBLICAZIONI SPECIALI
Prof. A. NINO MALAGOLl
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ANNO II.
Le Francais ed Italie
Periodico quindicinale per lo studio
e l'esercizio della lingua francese
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Periodico quindicinale per lo studio
e l'esercizio della lingua spagnuola
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Periodico quindicinale per lo studio
e l'esercizio della lingua inglese
Abbonamento annuo L. 4
Estero Fr. 5
Un numero Cent. 20.
Das Deatscle ii Italieii Pazieiitiiio
Periodico quindicinale per lo studio
e l'esercizio della lingua tedesca
ANNO I.
Raccolta mensile di Rebus, Sciarade,
Logogrifi, Euigmi, ecc.
ANNO II.
Esce il 10 del mese.
Abbonamento annuo L. 1,50
Estero . . . . Fr. 2, —
Un numero Cent. 20.
Abbonamento annuo L.
Estero Fr.
Un numero Cent. 20.
Abbonamenti annui cumulativi:
Abbonamento a due giornali, Italia Lire 7. Estero Fr. 8.
A tre giornali, Italia Lire 10. Estero Fr. 12. — Ai quattro giornali Lire 13.
Abbonamento al Paiientino per gli abbonati a qualcuno dei tre periodici Lire 1.
Gratis, dietro semplice richiesta, si spedisce un numero di saggio.
N. Bernardini — Guida della Stamp.i periodica italiana — 44.
690 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
GIORNALI E GIORNALISTI TORINESI
Un giornalista torinese del secolo XYII.
Sulla mela del seicento anclie Torino, alcuni anni più tardi di altre città italiane,
vide uscire la prima gazzetta. 11 15 gennaio del 1645 Madama Reale concedeva pri-
vilegio al prete Pietro Antonio Socini « di poter per anni cinque prossimi avvenire
far stampare » in Torino « ogni settimana ragguagli, ossiano avvisi generali delle oc-
correnze del mondo; » ed ordinava allo stampatore ducale Sinibaldo « di stampare
detti ragguagli ossia avvisi a spese della Camera dei conti. » A rimunerare poi i
servizi del compilatore, gli erano assegnate, a titolo di pensione annuale, 1 00 lire di
argento. (1)
Ma la venalità di questi novellisti era giunta a quei tempi ad un altissimo segno ;
il che non deve far meraviglia se anche gli scrittori di storie si trovano intinti della
medesima pece: onde non conlenti del lucro che licavavano dal governo a cui ser-
vivano, vendevano la penna ai principi ed ai ministri d'altri Stati, mandando loro i
segreti ragguagli delle cose pulitiche e mantenendo una corrispondenza sempre colpevole,"
bene spesso dannosa. Di questa natura si palesò assai presto anche il Socini; il quale
già nel 1649 carteggia col cardinale Mazzarino, e ne riceve testimonianze di grati-
tudine con lettere cortesi e con danaro sonante; né tuttavia si rista dal chiedere,
spingendo le sue prelese sino a sollecitare un benefìzio del Delfìnato. Con lutto ciò,
oltre la sua pensione consueta, sa spillare nel tempo stesso (marzo 1650) dal duca
Carlo Emanuele un dono di 1000 lire d'argento, « in considerazione della servitù
che ci rende, e diverse fatiche fatte per nostro servizio. »
Se non che indi a breve cominciarono i guai. Era venuto a Torino il conte
Massimiliano Kurtz, detto italianamente nelle carte il conte Curzio, invialo dalla corte
di Baviera per compiere in nome del principe Ferdinando il rito nuziale con Adelaide
di Savoia ; e trattenutosi quanto richiedeva il suo ufficio, non potendosi per allora
unire gli sposi a cagione della loro tenera età, se ne ritornò in patria. Il Socini,
facendosi eco dei molti pettegolezzi suscitali in córte ducale, non polè frenare la sua
lingua maledica, e tutto lieto d'aver materia da narrare aneddoti maligni, i quali
piacciono sempre a chi sta sulle minute notizie correnti, nei suoi foglietti clandestini
incominciò a tagliare i panni addosso al conte Kurtz, notandolo, col racconto di
mordaci particolari, d'uomo gretto, spilorcio ed ignorante; né si tenne dallo scoccare
i suoi dardi avvelenati contro la corte di Monaco. Per mala ventura gli avvisi caddero
in mano del conte e dell'Elettore; onde le ire vivissime, ed i reclami diplomatici
contro il gazzettiere, i Le comunico » cosi il Kurtz al marchese di Pianezza « una
gazzetta malignamente divulgata da quel furfante del Pier Antonio Socini, la quale,
ancorché sia piena di bugie, calunnie e falsità, l'ha però egli colla sua innata malizia
cosi sfacciatamente compilata, che non può se non causar sospetti e sinistri giudizi,
massime appresso a quelli a cui piacciono le maldicenze e mancano informazioni dei
nostri negoziati... Ho voluto d'ordine di LL. A A. EE. pregar V. E. che faccia che
questa lingua maledica sia castigata a soddisfazione di LL. AA. EE. e conforme i
di lui demeriti, astringendo detto furfante non solo a riirallar queste bugie pubblica-
mente come le ha divulgale per lutto, ma che essendo egli già stato maturato alle
forche per simili eccessi dalla repubblica di Venezia, egli sia poi messo per debito
(i) Fonti: Clarbtta, Storia delia Regg. di Cristina, ecc., II, 578-82, e Adelaide
di Savoia duchessa di Baviera, 25, 33-39. — Estratti dai carteggi nell'Arch. Estense,
comunicatimi per cortesia del marchese G. Campori — Archivio di Genova, Secretorum
ad annum. — La Ganetia di Torino fu dimenticata nella monografia Giornali e Giornalisti
nella Strenna Assoc. St. Per. 1881, pag. 257.
UN GIORNALISTA TORINESE DEL SECOLO XVII. 691
castigo in una galera col remo in mano. Del qual castigo, ancorché non sia propor-
zionato ai suo delitto, si conlenta S. A. E. e soprassederà di fargli dare Ella slessa
quello il quale, se non fosse il rispetto che detta A. E. porta a quei serenissimi,
alla corte de' quali questo detrattore si trova, non avria mancato di fargli sentire in
maniera tale che ne essa ne altri gran principi avranno occasione d'incontrare da qui
avanti simile maldicenza. » Quanto a se poi gli rincresce, in luogo del ritratto del-
l'Elettore, « del quale questa bestia così straparla, » non avergli « fatto dare cento
bastonate, acciocché non avendo servito la casa » sua i d'altro che d'uno spione,
scrocco, ed infame, ricevesse il guiderdone che ai furfanti pari suoi è prezzo. >> Tutti
questi fulmini però che s'addensavano sul capo del Socini, rimasero senza effetto,
perchè, sebbene fosse carcerato pare ebbe promesse di futuri beneGci e non gli man-
carono tutti gii agi, fino a godere le vivande della stessa mensa ducale; prova certa
che le sue imprudenze erano state mosse dall'alto. Anche dal carcere fu ben presto
liberato, ne gli mancò mai la sua pensione: di ciò si lagnava il conte Kurtz, facendo
istanza che almeno fosse trattenuto in carcere fino alla partenza della sposa, fissata
nella primavera del 1652. Ma l'uccello era già fuor di gabbia, benché gli fosse stalo
imposto di starsene per alcun ter^po a Bene. Di qui m?nteneva corrispondenza col
duca di Modena e col cardinal d'Este, ritraendo e dall'uno e dall'altro dei doni in
compenso dei suoi servigi. Anzi tanto si adoperò da indurre il duca ad interporsi
per la sua liberazione definitiva; infatti nel giugno del 1652 ottenne di poter ritornare
a Torino, dove riprese il suo ufficio di novellista pubblico e segreto.
Le cose si passarono tranquille fino all'aprile del 1655, nel qual tempo il Socini
vide « sì fieramente rinnovata a torto » nella corte torinese « la persecutione, che
per sfuggire maggiori dispule e pericoli, » , delibera di ritirarsi t in Italia, » avendo
ottenuto dal duca il suo benservito « e l'ordine per il pagamento » della sua « pensione
decorsa, » sebbene trovasse « delle difficoltà e longhezze con i finanzieri. » Di ciò
egli non poteva capacitarsi, ma sperava saperne « il netto » fra poco; intanto il suo
pensiero era di recarsi a Modena, per at*tesfare di presenza la sua devozione al duca,
ed offrirgli la sua servitù. V'andò dlfalti, e trattenutovisi alquanti giorni, se ne venne
a Genova. Quivi non giungeva sconosciuto, che, oltre ad essere ben noto per il
pubblico ufficio di gazzettiere, il suo ni>me si trovava scritto nelle carte degl'Inquisitori
di Slato. Alcune sue lettere sequestrate qualche anno innanzi a Felice Asplanati, prete
e novellista della stessa risma, davano bastevole conoscenza della sua condizione e
dei suoi maneggi. Ora però che lo avevano sotto le mani, gl'Inquisitori ne vollero
informazioni più larghe, e seppero com'egli non fosse fiorentino secondo si spacciava,
ma di Bagnone, suddito in ogni modo del granduca di Toscana, così poco benevolo
verso la Repubblica; rilevarono poi le cagioni per cui era partito da Torino, non
che i luoghi dove si era fermalo prima di recarsi a Genova; conclusero doversi tener
d'occhio. Il Socini invece di starsene quieto e governarsi con prudenza, non solo
riappiccò il filo delle sue corrispondenze novellistiche col Mazzarino, con il Rosin a
Roma, col bali Gondi primo segretario di Stato a Firenze, e cogli Estensi, ma stretta
amicizia col Botticelli, pubblicatore degli Avvisi di Genova, si fece suo cooperatore ;
anzi essendo quegli caduto infermo scriveva lui le notizie in nome del collega ; né
sempre con prudenza, poiché qualche volta l'Inquisitore di mese fu obbligato a can-
cellare alcune espressioni. Il vigile magistrato messo così in sospetto, sottopose aa
un segreto esame le corrispondenze del Socini prima che fossero spedite, non dando
corso a quelle reputate dannose; in questo modo venne in chi&ro delle sovvenzioni
elargite dal Mazzarino, e dello spirito ond'erano informate le sue lettere agli accennati
corrispondenti. Ed avendo specialmente per mandato d' invigilare « e considerare
tutte quello coso che potessero essere di pregiudizio allo Stato, con osservare anco
quelle persone delle quali vi possa essere qualche occasione di sospetto, » non mancò
d'informare il Senato intorno al Socini, sottoponendo alla sua considerazione se era
« prudente consiglio il permellere (per lutto quello potesse seguire) che un uomo
692 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
quale è prete..., suddito del Granduca, corrispondente con diversi principi, et uomo
di abilità, e che si vede ohe altre volte ha dato orecchie e si è ingerito in trattar
macchine a maneggi di considerazioni, che dimostrava non mancare egli d'iniromeliersi
volentieri nelle cose di Stato, si trattenga » in Genova « per novellista ». Il Senato
stimò ce ne fosse d'avanzo, e gli fece subito intimare lo sfratto dal dominio entro
Ire giorni, nonché la proibizione di tornarvi senza licenia.
Eccolo dunque di nuovo in viaggio, e noi lo ritroviamo nell'ottobre del 1636
a Casale, dove traduce dal francese la narrazione dell'assedio di Valenza ad istanza
del cardinal Mazzarino, ed a maggior gloria del duca di Modena. (I) Ma nei primi
mesi dell'anno seguente ritorna a Torino, e riprende l'invio delle notizie correnti,
adoperandosi intanto per riottenere il permesso di pubblicare la Gazzetta : forse a
questo fine mosse istanza al duca di Alodena affinchè io facesse « conoscere per suo
servitore » in Torino, che se a ciò non voleva indursi direttamente, « si potrebbe
far rappresentare per mezzo dell'ambasciatore di Francia. » Non tralascia però la'
buona occasione di pregare il duca che raccomandi i suoi interessi al cardina'e « per
quell'aiuto di costa gli ha promesso annualmente », senza del quale non può so-
stentarsi. Se il cardinale gli mandasse aiuto di denaro non so; sembra bensì abbia
interposti i suoi uffici perchè gli fosse permesso di riprendere la composizione della
Gazzetta; ne ebbe in risposta un reciso diniego. Nel tempo stesso però veniva concesso
allo stampatore di riprodurre tradotti i novellari di Francia, coll'assoluto divieto di
« toccare le cose del paese salvo un ordine preciso; » se non che adoperando in
ciò persone poco adatte e poco pratiche, la corte ed il pubblico non se ne mo-
strarono soddisfatti, onde si fece intendere al tipografo che se si fosse servito del
Socini non sarebbe tornato discaro.
Sulle prime egli stette un poco sulle sue, ma accortosi da qual parte venivano
le sollecitazioni cedette. A fine poi di farsi nuovi meriti cogli Estensi scriveva di essersi
indotto a questo « per rappresentare al mondo le operazioni di S. A. in quella forma
che più gli gradirà, e di secondare il gusto di Sua Em'nenza; » ma appena che
s'avvidero nella corte torinese dai primi fogli, com'egli avesse cominciato « a di-
spensare » i suoi « arbitrii » ai suoi «r padroni r^ levarono subito « l'ordine e tacita
permissione allo stampatore di prevalersi » di lui, i sotto pretesto che il conte Curzio
se ne accorgerebbe e dorrebbe. » Tuttavia aveva trovato modo di fare inserire nel
foglietto alcuni « capitoli », e si proponeva « di far il medesimo su quello del sabato
delle cose d'Italia, che si manda in Francia », quando gli saranno « accennate le
operationi e i sentimenti » del duca di Modena.
Non andò molto però che gli fu riconfermata licenza di stampare la Gazzetta
come prima, e così trascorsero alcuni anni senza ch'egli avesse molestie; e mantenne
pur sempre la sua corrispondenza col cardinal d'Este e colla Francia, ritraendone
a quando a quando degli « aiuti di costa. » Anzi perchè questa generosità precaria
diventasse stabile, sollecitò uno dei pingui benefici dipendenti dalla ricchissima abbazia
di Cluny; ma non l'ottenne.
Qualche nuova imprudenza commessa nel luglio del <662, gli procurò un altro
bando da Torino, e la relegazione a Pinerolo, dove, a quanto par;^, se la passava
maluccio essendogli slata sospesa la solita pensione da Carlo Emanuele. Perciò sup-
plicava il cardinale che gli procacciasse un qualche impiego, o almeno scrivesse al
duca suo nipote affinchè gli volesse « continuare ancora un poco il soccorso, » essendo
le cose sue « in malo stato » , e vivendo « da diciotto mesi » a Pinerolo « senza
alcuna sorta di proveccio » . Tuttavia potè in qualche modo uS'^ire anche da questa
disdetta, e riavere l'impiego di giornalista. Se non che pareva ormai colpito dalla
iettatura; per uno sbaglio di nome venne offesa dalla Gazzetta la Francia, e il Duca
(i) Ce ne sono due edizioni del 1657, una di Torino e l'altra di Modena.
FELICE ROMANI. 693
senz'altro ne fece sequestrare gli esemplari e mandò in carcere il Socini. Dopo questo
fatto, cessano le memorie di lui; fa dunque l'ultimo colpo pel nostro gazzettiere, il
quale in un ventennio di brighe, di noie, e di umiliazioni avrà finito forse con im-
parare a sue spese, come la vita del giornalista non trascorra sopra un letto di rose.
A. Neri.
Felice Romani
Felice Romani fu giornalista. Nei 1834 Carlo Alberto lo chiamò a
dirigere la Ga^^etta ufficiale piemontese, nominandolo cavaliere del merito
civile di Savoia, onore oggi raro, in quei tempi rarissimo. Ma si ebbe
dei grattacapi, il povero Romani. Ora l'autorità superiore vietava la pub-
blicazione d'un articolo del tutto innocuo; ora si ammoniva il direttore
che: « Ogni cenno relativo a opere concernenti forme di governo di-
verse del nostro, tutto che dettato con sani principii e da autori d'ogni
eccezione maggiori, non verrebbe approvato dalla revisione della Gaietta.»
Poi lo si avvertiva che certe poesie erano troppo libere, o che certe
frasi pulsavano di liberalesco. Basti dire che, per avere criticato una brutta
poesia, di cui il Re aveva accettato la dedica, fu rimproverato acerbamente.
— Trattandosi di cose letterarie dedicate al Sovrano — gli dissero
i censori — e da lui gradite, si doveva parlarne bene o tacere.
— Il Sovrano — rispose il Romani — accetta e compensa le buone
inten ioni degli scrittori ma... non ne sancisce gli spropositi.
As,re furono le polemiche avvenute tra il Romani e il Brofferio.
Pare che il Brolftrio aspirasse a soppiantarlo. I lettori si divisero in brof-
feriani e romanisti e si guardarono in cagnesco. Il Messaggero lonnese,
la Ga:i-^etta piemontese^ il l'uretto avevano articoli di fuoco.
Ma il Romani e il Brofferia eran due anime generose. Nel 1846,
si trovarono ambedue a Napoli, per il convegno degh scienziati, e s'in-
contrarono, in vettura, a Toledo. Il Brofferio fece fermare la carrozza,
scese, abbracciò e baciò, con grandi esclamazioni di tenerezza, il suo av-
versario e cosi la pace fu fatta.
Morto Carlo Alberto, il Romani fu invitalo dal Pinelli — allora mi-
nistro dell'interno — a scrivere qualche poesia per la traslazione della
salma da Oporto a Torino. Egli ideò una cantica in terza rima e tre
canti: Cielo e terra. Questa cantica fu per il poeta un vaso di Pandora.
Egli, per la direzione della Gaietta, aveva 8 mila lire annue. Per
quell'epoca era una fortuna. Non mancarono gli invidiosi, né i maligni.
Si disse che il Romani guadagnava troppo, che la Gaietta era una si-
necura e altre storie. Nel 1S48 i fratelli Casimiro e Carlo Favale, tipo-
grafi e cassieri della Gaietta — fecero bancarotta. La Ga:(^etta passò alla
dipendenza diretta del ministro degli interni.
Il Romani fini la sua cantica e la presentò al ministero dell'interno,
volendola dedicare al Re. Il ministro Pinelli osservò che il poeta chiamava
vergognoso patto l'armistizio di Novara, sottoscritto dal Re, e gli suggerii
di cambiare in doloroso. Il poeta accettò.
694 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Tutto pareva appianato. La Ga:(j(etta cominciò la pubblicazione della
cantica, ma dopo tre giorni arrivò quest'ordine:
— D'ora in poi, si mandino al ministero anche le bozze della can-
tica, perchè si riveggano come le altre cose.
Sicuro ! I nemici del Romani, a ogni parola che si prestasse all'e-
quivoco, facevano un diavolio. Il ministro volle, per esempio, che il Ro-
mani dichiarasse di non avere accusato né l'esercito, uè i suoi capi, in
questa terzina:
E le arti che in Novara han combattuto
Più che la spada, e il doloroso patto
Che l'eroe persuase al gran rifiuto.
Felice Romani esclamò, con l'Anelli :
— Siamo a tempi in cui le parole non dicon quel che dicono, ma
quel che si vuole !
I pettegolezzi furono tanti che il ministro Galvagno, succeduto al
Pinelli, distrusse il contratto e il Romani lasciò la direzione della Gai:(etta.
II Bellini, tanto simpatico di fisionomia, negligentnva molto la toilette,
aveva modi impacciati, pareva uno studente di provincia. Il Romani, in-
vece, era lindo, attillato, elegante, curava molto il vestire, il portamento,
si compiaceva assai dei suoi piccoli piedi e della sua mano aristocratica.
Il Romani spesso motteggiava il catanese per la ineleganza della
sua mise, ma il Bellini ci rideva e crollava le spalle.
All'ultima prova d'orchestra del Pirata, il Romani disse al maestro:
— Ma dimmi un po' : fai conto, domani sera, di presentarti al pub-
blico della Scala, di sedere sullo sgabello di direttore d'orchestra in quel-
l'arnese da collegiale ?
Il Bellini si guardò in uno specchio, parve mezzo mortificato, ma
poi fece una piroetta, diede una rialzatina al suo bel ciuffo biondo e disse:
— Non ci ho pensato e ora è tardi.
— Provati un po' gli abiti miei.
Il poeta si spoglia e il maestro infila gli abiti del Romani che gli
vanno a pennello. E fu con quel vestito che, la sera appresso, il Bellini
gioì del trionfo col Pirata.
Maestro e poeta, sopra invito della duchessa Maria Luigia, si reca-
rono a Parma per metere in scena la Zaira.
Tre giorni dopo l'arrivo a Parma, si presenta al Romani un signore
di modi cortesi e gli dice:
— Sa : ogni forastiero, dopo tre giorni di permanenza negli stati
ducali, si deve conformare alle leggi...
— Dica, dica: eccomi qua.
— Lei bisogna che si tagli i baffi.
— Possibile ?
— La legge vuole cosi.
Il Romani si accarezza i lunghi baffi, dei quali era molto superbo,
poi dice di scatto, guardando l'orologio:
— La diligenza non è ancora part'.ta : preferisco andarmene da Parma,
CAVotfu GIORNALISTA E 11 Risorgimento di Torino. 695
Il maestro, gli artisti, l'impresario, tutti supplicano il Romani di
restare, anche a costo dei baffi. Egli resiste.
Allora, il conte Stefano Sanvitale — direttore degli spettacoli —
corre al palazzo ducale e torna con questo decreto :
— S. A. I. la Duchessa Maria Luigia permette al signor Felice
Romani, Letterato e Poeta, nativo di Genova, di portare barba e baffi
ne' suoi Ducali Stati.
Cavour giornalista e // Risorgimento di Torino
(1847)
Cavour pubblicò alcuni articoli di argomento agrario ed economico
sulla Bihìio'heque Uuiverselle di Ginevra, di cui erano compilatori Sismondi,
Bellot, Dumond, De CandoUe, De la Rive e Pellegrino Rossi. Poi con
Pio IX spirò un'aura di libertà e nacquero pubblicazioni di ogni ge-
nere (1846).
Cavour scrisse dotti e applauditi articoli si^W Antologia italiana e sul
Mondo Illustrato, e quindi sul finire del 1847 fondò con Balbo il Ri-
sorgimento, che divenne uno degli organi più accreditati dell'opinione
pubblica in Piemonte.
Il primo numero di questo giornale fu pubblicato il 15 dicembre 1847
e portava, oltre al programma firmato da Cesare Balbo, articoli di Ca-
millo Cavour, di Michelangelo Castelli e di Pietro di Santa Rosa.
Il pensiero di fondare il Risorgimento venne al conte di Cavour una
sera che uscito col Castelli e* con Balbo dall'adunanza deli' Associaiione
agraria tutti e tre lagnavansi della insufficienza di questo istituto e del
suo giornale per la propaganda delle idee liberali, economiche e politiche.
Fermarono allora il disegno di un giornale politico da fondarsi per
azioni; gli azionisti furono ben presto trovati in gran parte, fra i socii
stessi dell' Agraria, e a metà dicembre il giornale divenne un fatto
compiuto.
Lo chiamarono il Risorgimento perchè subito il nome ne significasse
il programma che Cesare Balbo epilogò in cinque proposizioni: /. In-
dipendenza - //. Unione tra principi e popoli - III. Progresso nelle vie
delle riforme - IT. Lega dei principi italiani tra sé - V. Forte ed ordinata
moderazione.
I primordi del giornale furono difficilissimi, che, a dirla schietta,
nessun giornale fu di quei giorni più impopolare, né più di lui bersaglio
agli strali della parte avanzata.
Causa prima della impopolarità sua, era il nome del Direttore : di
Camillo Cavour. Strano a dirsi ! Eppure bisogna proprio tornare col pen-
siero a quei giorni per rendersene persuasi. Cavour era nome che avea
lasciato dietro di se rancori vivissimi in tutto il Piemonte a motivo
della Vicaria tenuta dal marchese Benso di Cavour, padre al grande Ca-
millo, onde su questi ne ridondò parte non piccola, che lasciava gli animi
a lui più benevoh, sospettosi del liberalismo che nei discorsi e negli
scritti egli andava rivelando.
696 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
L'ufficio del Risorgimento era chiamato, a piacere, antro, caverna, spe-
lonca, e il personale che vi collaborava i nobili del Risorgiìnento, perchè
infatti di casa erano in quei primi tempi quattro collaboratori.
La redazione del giornale subì diversi cangiamenti, perchè alcuni
dei primi collaboratori del giornale ne vennero man mano distolti dallo
svolgersi delle nuove istituzioni che li chiamarono ad altri uffici. La vita
del giornale però può nettamente dividersi in tre periodi dai tre Diret-
tori che si succedettero. La direzione del conte Cavour, quella di L. C. Fa-
rini e quella del conte Carlo Alfieri.
I collaboratori ordinarli furono: Cesare Balbo, dai 15 dicembre 1847,
al 15 marzo 1848, M. A. Castelli, Pietro di Santa Rosa, B. Boncora-
pagni, Roberto D'Azeglio, Ercole Ricotti, Pier Carlo Boggio, Francesco
Ferrara (finché non si ritirò per fondare altro giornale), Giuseppe To-
relli, Filippo Cordova, Luigi Re, Giorgio Briano e Giovanni Vico.
Questi due ultimi ebbero la parte artistica e letteraria, il Vico ebbe tutta
a sé, finché rimase al giornale, l'appendice teatrale.
A diletto molti altri collaboratori; ricordansi il Rignon, il Reta, il
Sauli, il Galvagno, Franchi di Pont, lo Scialoja, il Prati.
II Risorgimento ebbe a sormontare difficoltà gravissime non soltanto
politiche, ma anche economiche. Il tipografo, sobillato dagli avversarli,
poneva ogni studio a rovinare il giornale; indi guasti nella macchina,
ritardi nelle spedizioni agii abbonati, e tutte le altre molteplici trovate
di un tipografo ostile.
Il conte di Cavour accortosi un bel giorno del giuoco e avute in
mano le prove della malafede dello stampatore, ricorse ai tribunali, can-
giando ipso facto di tipografia; ma, coipe avviene in simili casi, non
gli fu possibile sottrarsi alle esorbitanti pretese della nuova, e non potè
rimediare al danno che più tardi, fermando contratto, con altra stam-
peria, al quale condussero appunto le trattative accennate nella lettera
del Vico (i).
Il Risorgimento fu più una felice operazione politica che una buona
speculazione economica. Per questo lato fu ventura se all'ultimo gli azio-
(i) Ecco questa lettera, di cui la Strenna- Album dell' Associaiione della stampa pe-
riodica italiana del iSSi pubblicò il facsimile. Si deve alla cortesia del cav. Vico, cui
fu indirizzata. Essa non reca alcuna data ma si può dedurre dal giorno in cui fu pub-
blicato nel Risorgimento (25 gennaio 1849; l'articolo ddi' Economist indicato nella let-
tera stessa, scritta due giorni prima:
« Illustrissimo Signore,
« Le trasmetto qui acchiusa la nota del sig. avv. Corno. Vedrà quant' essa sia
esagerata. La prego di esaminarla, e di corredarla delle sue osservazioni, e quindi di
andare in persona discuterla col prefato sig. Avvocato, facendole le mie scuse se un
doloroso dovere che mi obbliga ad andare oggi a Sartana non consente che io vada seco.
« Ho segnato ntìì' Economist un articolo sul commercio serico del 1848 in Inghil-
terra ch'io crederei pregio dell'opera il tradurre per inserirlo nel nostro giornale.
« Le rinnovo i miei complimenti e me le dico
« Devotissimo servitore
« C. Cavour »
« Airillustrissirao Signore,
« Il signor Vico, collaboratore del Risorgimento
« Torino »
DON GIACOMO MARGOTTI. 697
nisti in genere, non ebbero a perdere il loro, come a principio vi fu
ragione di credere ; gli azionisti collaboratori ci rimisero l'opera, e il conte
di Cavour anche non lieve somma. Il bilancio morale però si chiuse
molto meglio.
Per chi conosce la storia del giornalismo italiano e del piemontese
in ispecie, è facile comprendere l'importanza del Risorgimento, e l'influenza
che ha esercitata per lo sviluppo della politica cavouriana, quando il
Conte, arbitro fra i conservatori e i radicah, volle porre la Monarchia
di Savoia a capo del movimento nazionale.
Il Risorgimento avrà sempre una pagina gloriola nella storia delle
riforme. Quando nel gennaio del 1848, accaduti i tumulti di Genova,
la deputazione di questa città si portò a Torino per recare al Re i voti di
quella popolazione che chiedeva la Civica e l'espulsione dei Gesuiti, nella
capitale fu tenuta un'adunanza dei rappresentami della stampa, per deli-
berare una linea di condotta comune. Fu lungo e vario il dibattito, ma
quei del Risorgimento, che prima avevano formato il loro disegno, per
bocca del conte di Cavour proposero si chiedesse senz' altro al Re lo
Statuto, che venne poco dopo accordato.
E fu certamente anche per questo primo passo, mosso dal Risorgi-
mento,c\ìq nel 1849 Massimo d'Azeglio, innanzi di sottoporre al Re Vittorio
il proclama di Moncalieri mandò il Galvagno, ministro dell'Ioterno, nel-
l'ufficio del giornale a darne lettura al Cavour e al Castelli che vi sug-
gerirono alcune modifiche accettate dal Mmistero.
Dal Risorgimento uscirono vere illustrazioni della patria, e uomini
che presero parte in diversi tempi al governo della cosa pubblica ; basti
ricordare il Cavour, il Farini, il Santa Rosa, il Boncompagni, il Cor-
dova, il Ferrara, lo Scialoja, il Boggio, il Castelli, il Ricotti.
Pochissimi i superstiti di tanti che vi colbbyrarono ....
L'ultimo numero del Risorgimento fu pubblicato il 31 dicembre 1852
e il primo gerente del giornale (ne vadano orgogliosi questi paria della
libera stampa) fu Camillo Cavour.
Don Griacomo Margotti
Mori a Torino nelle ore pomeridiane del 6 maggio 1887. Era nsto
nel 1823. Con lui si estinse il più valente e il più battagliero dei gior-
nalisti cattolici. E il più intransigente! Ma intransigente fu solo colla penna
in maro per la difesa della causa che egli aveva sposata. Del resto, fuori
degli ufiizii ^t\Y Unità Cattolica era uomo di spirito, amante della buona
e scelta compagnia, tanto che la sua presenza in società era molto ap-
prezzata, e tornava piacevole.
Nato da umilissimi genitori, ma pieno di talento e di energia, non
tardò a tarsi strada e a conquistare una posizione sociale che fu sempre
oggetto d'invidia per i giornalisti del suo partito.
Arrivato a Tonno dalla naiia San Remo nel 1845, povero e male
in arnese, vi mori poco meno che milionario. Lasciò terre, case, ville
e capitaH. Si può dire di lui - più esattamente che di tanti altri - che fu
figlio delle sue opere,
698 GUID.V DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Dalla dea Fortuna non ebbe altro aiuto che quello di vivere in tempi
di lotta. E nessuno nel nostro giornalismo fu lottatore più strenuo e più
costante di lui.
Nel 1848, compiuti i suoi studi teologici di perfezionamento nel-
l'Accademia di Superga, entrò a far parte della redazione del giornale
l'Armonia, creato in quell'anno dal marchese Biragjo di Vische e da Don
Guglielmo Audisio, morto pochi anni sono in Roma canonico di Saa
Pietro in Vaticano.
Cominciò la sua carriera di giornalista colle più modeste attribuzioni
del mestiere^ e tre anni dopo, nel 185 1, era già lo scrittore principale,
l'anima, l'arbitro dall'Armonia. Il marchese Birago che faceva i fondi del
giornale, e Don Guglielmo Audisio che ne era direttore in titolo, si tro-
varono in breve sopraffatti dal focoso Margotti, e per la loro tranquil-
lità finirono con lasciarsi rimorchiare. Ma non nascondevano tuttavia il
loro malcontento.
Al Marchese Birago - gentiluomo in tutto il significato della parola -
ripugnava il linguaggio troppo vivace, spasso scortese, e qualche volta
perfino triviale del bollente redattole. A Don Guglielmo Audisio, uomo
serio, colto e prudente, dispiacevano certi attacchi coatro le nuove isti-
tuzioni del Piemonte.
Ma Don Margotti tivava via senza preoccuparsi delle osservazioni
e delle censure dei suoi padroni e benefattori. E quando l'Audisio, in
seguito ai torbidi avvenuti in Torino per i funerali del ministro San-
tarosa, dovette lasciare il Piemonte e ritirarsi a Roma, Don Margotti si
senti libero da ogni vincolo, e non conobbe più freno di sorta. L'Armonia
sotto la sua penna diventò un libello pericoloso; e i fulmini del pro-
curatore del re incominciarono a colpirlo con frequenza. Ma che impor-
tava a lui ? Le multe le pagava il marchese Birago, e in Cittadella ci
andava il gerente responsabile ! ...
Sebbene residente a Roma, l'Audisio si era riserbata l'alta direzione
del giornale, e mandava a Don Margotti di tanto in tanto savii consigli
e raccomandazioni, affinchè non si spingessero troppo oltre gli attacchi,
specie contro la Casa Savoia.
Ma consigli e raccomandazioni rimanevano sempre senza risultato.
Don Margotti si trincerava dietro gli ordini diretti ricevuti da Pio IX.
Una voha - nel 1863 - l'Audisio infastidito di tali risposte stereo-
tipate, si arrischiò a scrivere riservatamente al suo alter ego che non bi-
sognava sempre eseguire gli ordini del Papa perchè questi era capric-
cioso e spesso non sapeva neppur lui ciò che si volesse.
Don Margotti inviò la lettera confidenziale ricevuta, a Pio IX in per-
sona, che saltò su tutte le furie e fece chiamare alla sua presenza l'Audisio.
— L'avete scritto voi questo foglio } - gli chiese poiché fu dinanzi.
Il povero canonico di San Pietro, riconosciuta la lettera rimase come
fulminato e non seppe che rispondere.
— Siete anche voi un piemontesaccio come tutti gli altri I - sclamò
pio IX con accento del più alto disprezzo.
DON GIACOMO MARGOTTI. 609
E voltategli le spalle, se n'andò senza aggiungere altro.
Ma l'incidente non ebbe ulteriori conseguenze per l'Audisio. Pio IX
era capriccioso, infatti; ma in fondo era buono, e giudicava uomini e
cose più col cuore che col cervello. Tuttavia egli fu il primo a capire
che Audisio e Margotti non potevano più stare insieme, e consigliò que-
st'ultimo ad uscire daìV Armonia e a fondare un giornale suo proprio in
cui fosse più indipendente nella difesa dei diritti della Santa Sede.
E cosi nacque V Unità Cattolica; e cosi cominciò la fortuna di Don
Margotti.
Il nuovo giornale raggiunse in breve un numero straordinario di
abbonati. Ci fu un tempo in cui esso fu il più diffuso fra i periodici
italiani, ed anche ora ha posto fra i più diffusi.
Ad impinguare la cassa di Don Margotti concorse anche la sotto-
scrizione da lui aperta e continuata per l'obolo di San Pietro. Chi disse
che il Vaticano gli accordasse una provvigione sulle somme raccolte e
versate; chi disse, invece, che a titolo di compenso gli fosse concesso
di fare i versamenti ogni sei mesi, lasciando a lui il godimento degli
interessi delle somme che egli depos-tava man mano in conto corrente,
presso una banca, fino al giorno che le inviava a Roma.
Comunque sia, tutti sono d'accordo nell'ammettere che l'obolo di
San Pietro ha sempre fruttato - lecitamente, s'intende - all'amministra-
zione ddì' Unità Cattolica.
-X-
Ma sarebbe ingiustizia non riconoscere che se Don Margotti è morto
ricco, la ricchezza non gli è piovuta dal cielo, sebbene del cielo si ser-
visse un po' troppo liberamente nel suo giornale.
Diventò rixo perchè seppe far valere il suo ingegno e la sua col-
tura con una laboriosità veramente straordinaria.
Fu maestro nel suo mestiere.
Dotato di una memoria di ferro, egli seppe sussidiarla, per i suoi
scopi, anche con mezzi artificiali, seguendo in ciò l'esempio lasciato da
Emilio de Girardin.
Gli uffizii dell'Unità Cattolica posseggono un vero archivio pieno
zeppo di registri, di rubriche e di schedarli, in cui dal 1863 in p-'-i vennero
deposti giorno per giorno i sunti dei fatti più importanti, dei discorsi
degli uomini politici più in evidenza, degli articoli dei giornali più au-
torevoli, ecc. ecc.
I grandi archivii di polizia di Londra, di Parigi, di Pietroburgo, non
potrebbero essere meglio impiantati.
Con questo sistema Don Margotti poteva mettere a confronto - per
esempio - le parole pronunziate da un ministro, da un deputato dieci
anni fa, con quelle pronunziate jeri; e guai se ci trovava contraddizioni !
Nessun altro giornalista in Italia seppe fare altrettanto, che io mi
sappia.
Ecco chi era Don Margotti.
Io non so, se scomparso lui, l'Unità Cattolica potrà conservare il
carattere speciale ch'egli le aveva impresso. Ne dubito.
700 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Don Margotti possedeva l'arte invidiabile di farsi leggere; spesso -
forse troppo spesso - colle sue intemperanze irritava il lettore liberale;
si gettava via il foglio con dispetto mx all' indomani si ritornava a leggerlo.
In una cosa sola Don Margotti non fa fortunato: nelle profezie !
Aveva la mania di farne ogni tanto, ma morì senza la consolazione
di vederne una - una sola - compiersi.
La profezia era il suo tallone d'Achille.
Tommaso Canella.
11 Pasquino.
Il 27 gennaio 1856 venne fuori, per la prima volta, a Torino, il
Pasquino.
Erano quei giorni in cui non è retorica dire che i destini dell'Italia
maturavano, e maturavano tanto nelle intelligenze dei governatori su-
balpini da Vittorio a Cavour, quanto nei cuori dei sudditi, dagli scrit-
tori del Risorgimento ai poeti delie canzoni popolari. Si sentiva la so-
lennità di un'epoca di vigilia, e il Piemonte si preparava. Anche il riso
e la salirà sono armi di preparazione, e le aveva già bene affilate l'umo-
ristico Fischietto nelle cui colonne sferzava la penna di Carlo Avalle,
sotto il pseudonimo di Fra Chichibio (i), di Desiderato Chiavcs, mantellato
da Fra Galdino e di Secondo Bersezio, fratello di Vittorio, di tragica
memoria, e di tanti altri. Se le penne pungevano acute, anche le ma-
tite e i bulini non scherzavano. I disegni e le caricature dei Redenti,
sono ancora impresse nella memoria di chi una volta le ha vedute, e
più volte le ha graffiate anche l'unghia del fisco. Al Redenti si univa
il Virginio, suo cognato, ed all'uno ed aii'altro portava aiuto di novità e
di umorismo Casimiro Teja.
Ma un giorno Casinnro, assieme al Qtsza^. (^Tommaso Canella del
Fanfulla) ed a Piacentini, l'attuale direttore delia Gaietta ujjiciale, de-
ciselo di fondare essi stessi un altro giornale umoristico, che senza essere
in contrapposto al Fischietto, fosse di quello meno audace, anche perchè
così essendo potesse prevalere laddove il progenitore si era fatto esclu-
dere con tanto di decreto e di trattati. E si intitolò, il nuovo foglio,
Pasquino, e col titolo gli si diede per emblema il famoso torso di pa-
lazzo Brasvhi che fu per tanto tempo la tribuna dell'umorismo di Roma.
Pasquino trasportato sulle rive del Po, incontrò subito fortuna. Come
avevan voluto i suoi fondatori era mite e sui principii non s' impacciava
di politica; le avventure cittadine, le piccole beghe di società, 1 costumi
popolari, 1 palcoscenici, qualche salotto, erano il suo campo favorito e
vi mieteva una messe di baona qualità, allegra, spiritosa, urbanamente
frizzante, proprio da buontempone. Si diffuse non solo nello Stato Sardo,
ma passò in quasi tutti gli statereUi dell'Italia, dal ducato di Parma al
principato di Monaco, giacché a nessuna polizia dava ombra il giornale
che faceva semplicemente ridere parlando mhil de Principe parum de Deo.
(i) Vedi l'articolo Fra Chichibio a pag. 254.
Il Pasquino. 701
Ma Pasquino voleva solo farsi strada. Quando i tempi cominciarono
ad intorbidarsi e l'agitazione politica era divenuta tanta in Piemonte
che dal sovrano agli uscieri del Parlamento tutti sentirono i gridi di
dolore, Pasquino vide che il tempo era venuto anche per lui e la po-
litica s'infiltrò nelle sue pagine
Curioso ricordo! Vi si infiltrò cominciando sui bollettini di
borsa: certi bollettini redatti ad nsum Pasquini i quali davano noti-
zie di Cavour reduce dai congressi parlavano dei titoli tedeschi,
dei ribassi delle anioni Estensi, ecc. tee Le polizie per un poco non
se ne accorsero, Pasquino circolava sempre liberamente; ma un giorno
il giuoco fu scoperto e il giornale fu messo all' indice politico Ciò
che vuol dire semplicemente che fu cercato e letto più di prima e non
potendolo trovare così facilmente lo si pagava più caro e certi numeri
salirono perfino a prezzi fenomenali.
I tre fondatori, coll'epigramma gli uni, colla matita l'altro, rappre-
sentavano a Torino una triade gloriosa : i numeri di Pasquino nei mo-
menti politici più agitati erano attesi con vera impazienza: una mac-
chietta di un uomo politico, un frizzo messo in bocca ad un altro, fa-
cevano le spese della conversazione settimanale. È bensì vero che il
Pasquino ebbe sempre una certa tinta aristocratica e ben più spesso si
trovava alleato cogli uomini di governo che non coi suoi oppositori.
Tuttavia anche colle sue simpatie conservatrici nel cuore, la forma esterio-
re con cui egli disegnava e scriveva, gli conciliava pure le simpatie popolari.
Piaceva al popolo cui pareva una specie di rivincita vedere tutte le
settimane i ministri che imponevano le tasse e votavano la cessione
di Nizza e Savoia, vestiti cogli abiti a cenci, o col cappello rotto, o gli
scarponi ferrati, o in costume di ballerini e di guerrieri in lotta, ora in
atto di picchiarsi fra loro, ora trasfigurati in magi e beati In queste
bizzarrìe la matita di Teja era e si manteneva insuperabile: ritraeva le
fisionomie con una felicità da fotografo; sapeva colpire il lato ridicolo
d'ogni persona come un bersagliere il centro; due suoi tratti, uno sgor-
bietto, riuscivano più espressivi che qualunque biografia limata e pensata.
Oltredichè, l'umorismo del caricaturista era sempre di buona lega,
non traboccava mai nel licenzioso né nel grottesco; il suo riso non era
di fiele ma di sana comicità; punzecchiava ma non stilettava e sebbene
avesse le sue vittime favorite non inveiva mai colle personalità. Ma una
nota si trova specialmente nelle colonne del Pasquino che lo rendeva
caro anche a quelli che qualchevolta si indispettivano di lui, ed era una
nota elevata, chiara, emergente sopra tutte le persone e tutte le idee:
quella del patriottismo.
Pasquino non rideva mai quando si parlava di patria, e se sovente
caserme e soldati erano i suoi soggetti e faceva dell'umorismo con loro,
era sempre per mettere in evidenza i lati migliori dell'esercito, il difen-
sore della patria. Ogni macchietta di coscritto, ogni figura di vecchio
caporale troupier, ogni scenetta di ufficiale e di ordinanza aveva in fondo
la sua vibrazione patriottica.
— Caporale — chiedeva il tenente al suo subalterno — che è quella
lettera indirizzata al giornale che avete in mano? — Signor tenente —
702 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
rispondeva il caporale — abbiamo sentito dire che tutte le fortezze sono
state occupate e vogliamo annunziare nel Popolo che ne cerchiamo una
da occupare ....
Ad un altro ufficiale si presenta un coscritto chiedendo tre giorni
per andare a casa ....
— Ma se sono appena dieci giorni da che sei venuto ....
— Sissignore, ma allora non ero vestito da italiano ....
E ben presto le caricature di Teja fecero nei momenti solenni quasi
divenire epico Pasquino; le sue pagine di disegni e di teste dedicate alle
vittorie delle truppe, quelle degli emigrati, dei plebisciti, ecc., erano vere
pagine d'arte, erano piene di eloquenza e di commozione, erano veri quadri
che il patriottismo dei nostri padri ha fatto conservare come memorie
alle medaglie commemorative, e glieli ha fatti appendere sovente ai ca-
pezzali dove essi le rivedono ancora oggidì con un memore fremito nel
cuore ed un saluto di riconoscenza per chi le ha scritte e disegnate.
Quando nel 1865 la capitale del regno passò a Firenze, il Teja ri-
mase a Torino unico direttore del Pasquino, giacché il Cesana era an-
dato dietro alla capitale. Però il Pasquino acquistò la collaborazione di
Luigi Coppola, il creatore della pompiera'a, che dovè morire di crepa-
cuore capo-sezione e nulla più, perchè in Itah'a è grave colpa, per chi
possiede pubblici offici, avere dello spirito. Egli, con la firma d' Ypsilonne,
e Teja continuavano la loro esistenza indissolubile diventando l'uno si-
nonimo dell'altro ed illustrandosi sempre l'uno coU'altro e viceversa.
Il giornale, è vero, diventando vecchio, qualche volta fece sentire
un poco di malumore senile, e quella sua tendenza conservatrice con
cui era nato, talvolta in questi ultimi tempi si accentuò ....
Ma Pasquino era ed è sempre un vecchio di buona indole, arguto,
buon compagnone, che scherza coi fanti e lascia stare i santi, e che in
fondo non farebbe male ad una mosca, anche se questa mosca sedesse
nei banchi della sinistra; e tutte le volte che l'occasione buona si pre-
senta, il Pasquino, non ostante la sua lunga carriera colla quale avrebbe
tutti i diritti ad una buona giubilazione, mostra ancora adesso un vi-
gore giovanile che strappa gli applausi.
Quanto poi a Casimiro Teja, è ora, come fu e sarà sempre, una
delle più simpatiche figure di uomo e di artista. Oggidì quell'ometto
di statura meno che media, un po' tondo, deve avere i suoi cinquanta-
cinque anni suonati, ma non glieli accusereste davvero.
È pieno di vita, di brio, di slancio, di festività. Sebbene sia stato
uno dei più indefessi lavoratori del giornalismo, il lavoro non l'ha esau-
rito e ancor adesso fa una pietra colla stessa faciliià con cui fuma un
sigaro. Scapolo ed impenitente, fa imbizzire la sua mamma, una buona
e cara vecchietta colla quale convive, perchè va a casa troppo tardi ....
Ma, Dio buono! come può andare a casa presto Casimiro Teja? Posto
pure che s'incammini a buon'ora verso il suo alloggio, che è un vero
nido d'arte nel corso Vittorio Emanuele, egli ttova per la strada tanti
amici e conoscenti che prima che li abbia s:?lutati tutti la buona ora
diventa cattiva. E lui conosce tutti come tutti conoscono lui.
BERSEZIO GIORNALISTA. 703
Dal conte Sambuy al capitano dei pompieri, dal venditore di sol-
fini al presidente del Circolo degli artisti, non sono passati un poco tutti
sotto la sua matita caricaturistica? E, curioso fenomeno, tutti quelli che
sono passati sotto la sua caricatura sono rimasti o sono diventati suoi
amici .... Ma egli, poi, non può andare a casa presto perchè alla sera,
quasi sempre, ha da ritrovarsi nei crocchi degli amiconi che lo aspettano
o al circolo o nel tal salotto o più sovente nel famoso mezzanino della
Meridiana. Là, coi Giacosa, i De Amicis, i Doridei, i Mosso e compa-
gnia bella, Casimiro Teja è nel suo trionfo, è nel suo paradiso. È di
prammatica che là dentro ciascuno tempesta e grida come vuole, ma
Teja, colla sua voce chioccia, si impone sopra tutti e si fa ascoltare.
Se i nervi non lo irritano (qualche volta soffre di nervi ....), se
la bottiglia è buona e se Giacosa non interrompe gridando: Roba veda,
come Ferraviila. Casimiro Teja dà la stura alla parlantina e ne racconta,
ne racconta di quelle! ... C'è da crepar dal ridere a sentire gli aned-
doti del direttore del Pasquino, aneddoti che egli non inventa, ma sono
veri, genuini, sono la millesin a parte di quelli pressoché immensi che
egli ha potuto raccogliere nella sua avventurosa vita di artista e di gior-
nalista ... . Inoltre egli ha girato mezzo mondo: ha avuti rapporti cogli
uomini di tutti i ceti più elevati: Cavour lo ha fatto fare cavaliere;
Vittorio Emanuele lo ebbe compagno alle caccie; con Quintino Sella
faceva sovente colazione; di Lanza, di Brofferio, di Rattazzi, ecc. ecc.,
possiede lettere e ricordi a bizzeffe .... Quanti dietro-scena egli ha co-
nosciut', quante confidenze ha intese, quante mani illustri hanno toccato
la sua, per dirgli: Bravo! e grazie! Né egli se ne è punto insuperbito:
neppure è arricchito e si è sempre contentato di vivere del suo lavoro,
fedele sempre alla sua coscienza ed ai suoi amici.
Di questi il più grande è Edmondo De Amicis. L'autore dei Bo^-
:(etli militari e il direttore del Pasquino si vogliono un bene da fratelli
ed appunto quando la sera Casimiro rincasa tardi, dice alla sua vecchietta,
per abbonirla: — Sai, sono stato coi Edmondo ....
Bersezio giornalista
(Ricordi autobiografici) (i)
Rovesci di fortuna m''mponevano l'obbligo imperioso di venire in
aiuto alla famiglia col mio lavoro. Avevo preso la laurea in leggi;
studiato a casacco da me, più per svago che per altro, un po' di let-
teratura, di filosofia e di stor'a : sapevo dunque pochino, pochino, ed
ero buono a nulla. Vincenzo Miglietii, mio cognato, avvocato di grido,
mi consigliò il patrocinio: mi ci provai sotto la sua scorta, e dovetti
ben presto chiarir me e lui che ero meno buono ancora che a tutto
il resto.
(i) Questi ricordi formano parte di un magnifico articolo del Bersezio su Camillo
Cavour, pubblicato in un numero del Fanjulla delia Domenica del 1886.
701 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
In simili condizioni, qual'è la prima idea che possa affacciarsi ad
un giovane della moderna borghesia? Que'la di procurarsi il pane ed
anche il companatico dalle casse dello Stato, sotto preresto di un im-
piego governativo: e fu l'idea luminosa che venne ai miei e che io
accettai, bisogna dirlo, senza punte ripugnanze.
— Ne parlerò al Cavour, - mi disse il Miglietti, che era deputato
e non de' meno influenti, - egli impazientito e infastidito dalle remore
della routine, l'arca santa, il misterioso gergo delle segreterie di Stato,
vuole infonderi nuovo sangue di giovani n.lle vene della onesta, com-
passata, gretta, laboriosa, pedante nostra burocrazia. Da presidente del
Consiglio dei ministri e da ministro delle finanze, egli caccia il naso
e lo zampino in tutti i dicasteri; la sua attività dà la spinta a tutta la
macchina dell'organismo amministrativo. Accoglierà volentieri un gio-
vane d'un po' d'ingegno e di molta buona volontà: fa' di metterci que-
st'ultima, ed egli qua o là un cantuccio da allogarti te lo saprà trovare.
Chinai capo ed orecchi: l'ingegno, in parola d'onore, non me lo
sentivo, la buona volontà mi sfogavo a farla venire, ma mi lusingavo
che col tempo e coli' occasione sarebbe venuta. Se il Miglietti si fosse
dimenticato di me e del suo disegno a mio riguardo, non mi sarebbe
niente dispiaciuto; ma egli, mi voleva troppo bene. Un giorno venne
da me trionfante.
— Ho parlato di te al Cavour, - mi disse: - t'aspetta domani
mattina alle cinque e mezzo al suo palazzo. Presentati, nominati, e
sarai introdotto.
■y-
— Ella dunque desidera un impiego? mi domandò il Cavour dopo
un poco.
Non trovai altra risposta che un volgarissimo:
— Si signore.
— Ha preso la laurea d' avvocato ?
— Si signore.
— Non vuole prendere la carriera della magistratura?
— No signore.
— Il Miglietti m'ha detto per non essere mandato fuori di Torino
e non abbandonare la madre vecchia?
— Si signore.
E il patrocinio non le piace?
— No signore.
Pensai a quel punto che il mio interlocutore doveva credermi ad-
dirittura un imbecille, e sentii crescere in me la timidezza e il disagio.
— Eppure, - ripigliava il ministro - il patrocinio è una bella car-
riera, nobile, indipendente.
— Ma io non ci potrei riuscire.
— Perchè?
— Non sono buono a parlare in pubblico... e certe volte neppure
in privato.
Vidi una lieve ombra di sorriso su quelle labbra sottili, e un laxpo
di buon umore guizzare dietro quegli occhiali.
BERSEZIO GIORNALISTA. 705
— Dicerto, la timidezza non è dote che si confaccia agii avvocati.
( Una breve pausa; e poi:)
— Ha Ella fatto qualche studio speciale? (Chinai il capo)... Per
esempio di economia politica?
— Ho letto i trattati elementari dello Scialoia e del Boccardo, ho
assistito a qualche lezione del Ferrara e sono associato alla Biblioteca
degli Economisti del Pomba... ma ne ho rispettati i fogli intonsi.
Sorriso più spiegato sulle labbra del Cavour.
— Lei ha fatto rappresentare un dramma al teatro Carignano?
— ■ Si signore: 'Pietro Micca.
— È piaciuto?
— Non m'hanno ammazzato.
— Ha scritto qualche cosa su pei giornali?
— O Dio! si poca cosa...
— Perchè non si applica alle lettere? al giornalismo?
— Le lettere nel nostro paese possono sostenere una famiglia?..
Quanto al giornalismo...
M'interruppe vivamente ridendo:
— Non dica male dei giornalisti, sa! Io ho cominciato nel gior-
nalismo la mia carriera. Se domani cado dal ministero, riprenderò con
lena la penna dell'articolista. I giornali possono far del male, ma pos-
sono pure giovare di molto. Quanto alle lettere chi dice a Lei che le
condizioni del nostro paese non cambieranno a questo riguardo? Chi
ha ingegno, attività e bravura, deve aspirare a sostenere nel mondo una
parte di attore e non di comparsa. E gl'impiegati, salvo le eccezioni,
sono comparse...
Mi parlò per dieci minuti delle tribolazioni degl'impiegati. Le sue
parole mi penetravano, e s'imprimevano nel cervello.
— Ad ogni modo, - concluse, - se vuole entrare in questo grande
esercito dei funzionari dello Stato, io l'accetto benvolentieri nel mio
dicastero. Passi oggi stesso dall'Oytana (che era segretario generale):
io gliene avrò già parlato, e s'intenderanno.
Mi alzai: il Cavour fece battere il martelletto sul timpano; e il
maggiordomo lungo, nero, taciturno comparve fra le portiere di
panno verde.
— Ebbene ? Come ti ha accolto il Cavour - mi domandò mio cognato.
— Benone ! Mi ha parlato con una cortese familiarità, con una
specie d'interessamento...
— E in sostanza ti ha detto?
— Molte cose: dalle quali ho concluso che farei molto meglio a
non cercare un impiego governativo.
Grande stupore, un po' di malumore nei miei. Mi recai ad ogni
modo dall' Oytana, gentiluomo squisitissimo, gentilissimo, e di più co-
noscente della mia famiglia.
— Cavour mi ha parlato... È già beli' e pronto il decreto che lo
nomina volontario.
Mi grattai impacciato l'orecchio.
M. BiKNAKDjNi — Guida dilla Stampa ptriodica italiana — ^^.
706 GITIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— Volontario! - balbettai : - indica uno che abbia di molta volontà :
io ne ho ormai tanta poca, che mi par quasi di non averne più niente. .
Se lasciassi il posto ad un altro?..
— Ci sono dozzine che lo domandano... farebbe felice uno di
quel numero.
— È cosa si lusinghiera far dei felici sulla terra... Rinunziò al
volontariato.
Nell'autunno di qu.'U'anno fondavo il giornale L'Espcro col Pia-
centini e col Cesana (i); poi passavo alla direzione del Fischietto; e
quasi otto anni più tardi mettevo in scena le Miseri'- (T Mnnsù Travet.
Vittorio Bersezio.
(i) In questo giornale, fondato nel 1853, il Bersezio pubblicò una serie di profili
parlamentari che destarono viva curiosità in tutta Torino e nel Conte di Cavour. Il
Bersezio lasciò la direzione del Fischietto dopo un anno, non piacendogli il continuo
malignare a carico del prossimo. Nel 1857 e '58 scrisse pel Courrier Franco- Italici
del Carini e pel Courrier de Paris. Tosto gli venne affidata la parte letteraria della
Galletta Ufficiale piemoniess, già tenuta da Felice Romani per molti anni. In quel posto
rimase sino al 1865. In quest'anno Lanza lo invitò a dirigere la Galletta Ufficiale di
Firenze. Rifiutò, assumendo invece a Torino la direzione della Provincia, quindi fondò
la Galletta Piemontese (vedi), a cui aggiunse la Gaietta letteraria settimanale.
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L'Avvenire ■ Corriere di Ma\ara. Gior-
nale politico, amministrativo, nato il 14
aprile 1879. Esce ogni 15 giorni in 4 pag. ,
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Matura.
Il Corriere. Giornale politico, ammini-
strativo, letterario, nato nel 1890. Esce la
domenica in 4 pagine, formato 0,36 x 0,27.
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centesimi. Tipografia Gervasi-Modica.
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Il Corriere di Marsala. Periodico agri-
colo, industriale, commerciale, amministra-
tivo, nato il 16 ottobre 1887. Esce 2 volte
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Direttore: Ignazio Tumbarello. Abbona-
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Marsala.
Foglio periodico della Prefettura. Nato
nel 1861, pubblica gli atti amministrativi.
Esce ogni mese a fascicoli. Abbonamento:
anno L. 40. Trapani.
La Nuova Riscossa. Giornale politico,
letterario, nato il 12 settembre 1889. Esce
ogni settimana in 4 pag., forni. 0,36 x 0,27.
Abbonamento: anno L. 5. Un numero 5
centesimi. Via Gallo, 55.
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L' Opposizione - Gaietta della provincia
di Trapani. Nata il 26 gennaio 1890, esce
ogni domenica in 4 pag., form. 0,36 x 0,27.
Abbonamento: anno L. 5. Un numero 5
centesimi. Via Gallo, 55.
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La Provincia. Giornale di commercio e
agricoltura, nato nel 1877. Esce ogni mese
in 4 pagine ed è organo della Camera di
commercio ed arti di Trapani. Abbona-
mento: anno L. 5.
Trapani.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Nato nel 1876, esce 2 volte
la settimana e contiene gli annunzi legali
amministrativi. Abbonamento: anno L. 24.
Un numero 30 centesimi.
Trapani.
La Valigia. Giornale politico, commer-
ciale, letterario, nato nel 1877. Esce ogni
15 giorni in 4 pagine ed è redatto in ita-
liano e dialetto siciliano. Abbonamento :
anno L. 4. Un numero 5 centesimi.
Alcamo.
Criornali cessati:
— Cri-Cri, amministrativo, settimanale, n. 1886 a Trapani.
— Il Faro, politico, amministrativo, n. 1882 a Trapani.
— Galletta della provincia di Trapani, settimanale, n. 1882.
— Il Gaiieitino, amministrativo, quindicinale, n. 1888 a Trapani.
— La Luce, amministrativo, n. 1885 ad Alcamo.
— Il Meriggio, amministrativo, settimanale, n. 1888 a Trapani.
— La Nicova età, amministrativo, settimanale, n. 1886 a Marsala.
— La Riscossa, politico, letterario, settimanale, n. 1889 a Trapani.
— La Salute, igienico, quindicinale, n. 1886 a Trapani.
— La 5c2«;j7/fl, amministrativo, settimanale, n. 1889 a Trapani; direttore G. B. Fontana.
— La Verità, amministrativo, settimanale, n. 1888 a Trapani.
Giornali di ladri e giornali di carcerati.
Negli Stati Uniti i ladri hanno il loro giornale ufficiale; vi si raccontano le imprese compiute, le retate
fatte dalla polizia; si mettono sull'avviso gli abbonali dai possibili agguati, ecc.
Ma v' ha anche di pij : nel riformatorio penitenziario dello Stato, a Elmira, dal 1888 si pubblica un gior-
nale ebdomadario, in 8 pagine in-8. gr. , il quale è redatto, impresso e pubblicato nella prigione. Anche in
Italia si stampano giornali dai carcerati, ma quello d'America non ha nulla a che vedere con questi, poiché fatto
da carcerati non ha per lettori e abbonati che i soli detenuti.
PROVINCIA DI TREVISO
'Kiumero dei Comuni: 95 — Vopolaiione : 375,704 — Superficie: K. q.
I . Di Broglio, Rinaldi P. , Andolfato. 2. Bonghi, Mei.
2,467 — Tìep'iUti ilelìa provincia:
L'Angelo delle famiglie. Giornale cat-
tolico, mensile, in 32 pagine in-8.° a dop-
pia copertina, nato in sostituzione della
Marca. Abbonamento: anno L. 5. Un nu-
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Treviso.
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tuto bacologico di Vittorio. Giornale per
gl'interessi dei bachicultori delle provincie
venete, nato nel luglio 1888. Esce quando
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C. Pasqualis. Si distribuisce gratis.
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Coltura e lavoro. Periodico fondato nel
1860 dall'abate Quirico Turazza a vantag-
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abbandonata. Nel 18S4 modificò il primi-
tivo titolo di Lavoro nell'attuale. Esce ogni
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— Corriere di Treviso, politico, quotidiano, n. 20 settembre 1882.
— L' Eco del Siìe, cattolico, quotidiano, n. 1878; nel 1881 si trasformò in Siìe, diretto
prima dal cav. Giuseppe Novelli, poi da Luigi Ferrari di Venezia; cessò nel 1883.
PROVINCIA DI TREVISO. 709
— Galletta di Treviso j n. 1870.
— Giorgione, amministrativo, settimanale, n. 1885 a Castelfranco Veneto.
— Il Grillo del focolare, giornale della Horaenica, n. 1884 a Treviso,
— La Marca, cattolico, settimanale, n. 1883 a Treviso.
— II Progresso, politico, quotidiano, n. 1882 a Treviso.
— Rivista di viticoltura ed enologia italiana, quindicinale, n. 1873 a Conegliano.
— El Schieson Trevisan, umoristico, settimanale, n. 1883 a Treviso.
— La Scuola e la /aw/^/m, lett., educ, quind., n. 1886 a Treviso; direttore P. Piccinini.
I giornali per i bambini
Lo sconfortante scetticismo moderno ha inventato il motto non esservi più ragazzi nel mondo ; ma la
falsità del dettato si palesa ogni giorno di più, in questa crescente e feconda preoccupazione d'interessare e
dilettare le piccole generazioni. Mai come oggi assistemmo a tanto vivace fervore di pubblicazioni periodiche
per la infanzia; e le due arti della parola e del disegno non furono mai vedute affratellarsi altrettanto, nel-
l'operosa attività d'una rapida produzione. La letteratura per gli adulti non fa il viso arcigno a quest'altra,
che sorridendo s'insinua e si propaga; e si son visti e tutti i giorni si vedono scrittori di prim'ordine, non
sdegnare di scendere fino ai piccoli e mormorare al loro orecchio le care armonie d'una nuova e fresca lette-
ratura che oramai anche l'Italia possiede.
C'è perfino da nutrire il sospetto che si faccia un po' troppo: che l'incessante e crescente domanda,
male proporzionata all'offerta, aiuti a smarrire il concetto dell'estetica misura, onde facilmente il semplice può
diventare volgarità, e la grazia trasformarsi in manierismo lezioso. Nella letteratura destinata all' infanzia e
alla prima gioventù questo pericolo già si manifesta, e come non tutti gli scrittori hanno dato prova di sapersi
acconciamente piegare al più umile linguaggio dei fanciulli, cosi molti ve n' hanno, che ributtati indietro sulla
porta della letteratura più seria, credono sé adattatissimi per l'opera non meno difficile di ammaestrare e di-
lettare l'infanzia.
Il problema è assai grave, e meriterebbe uno studio lungo e coscienzioso.
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strativo, nato nel 1884. Esce ogni sabato
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tale. Politico, commerciale, letterario, nato
nel 1867. Esce tutti i giorni meno le do-
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tore Pacifico Vakissi, uno dei più vecchi
e bravi giornalisti italiani, che fece le sue
prime armi a Trieste nella Favilla e poi
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vero decano della stampa italiana. Redat-
tore: Guido Maffei. Proprietario: G. B.
Doretti. Abbonamento: anno L. 20. Inser-
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La Patria del Friuli. Giornale politico,
amministrativo, commerciale^ letterario,
nato nel 1S77. Direttore proprietario : pro-
fessore C. Giussaui. Esce tutti i giorni
meno i festivi in 4 pagine a 5 colonne.
Abbon. : anno L. 24, sem. 12, trim. 6, un
mese 2. Via Gorghi, io.
Udine.
Supplemento al foglio periodico della
Prefettura. .'>ato ne! 1876, esce 2 volte
alla settimana, e più quando occorra, con
gli annunzi legali amministrativi. Abbo-
namento : anno L. 15. Ogni numero in
ragione di 3 centesimi la pagina.
Udine.
Il Tagliamento. Giornale politico, am-
ministrativo, nato nel 1871. Esce ogni sa-
bato in 4 pagine e 3 colonne. Abbona-
mento: anno L. 6. Inserzioni: in 4.' pa-
gina 20 centesimi la linea.
Pordenone.
Giornali cessati :
Bertoldo, popolare, in dialetto, settimanale, n. 1888 a Udine,
Bollettino della società operaia cooperativa, n. 1868 a Udine, settim.; dirett. G. Mason.
Bollettino uff. della società fra gl'insegnanti primari del mand. di Pordenone, n. 1884.
Il Buon maestro, cattolico, settimanale, n. 1884 a Udine.
La Campana del comune, organo dei segretari comunali, mensile, n. 1888 a Cividale.
L'Esaminatore friulano, polit , catt., settim., n. 1875 a Udine; dirett. P. G. Vagrig.
Florean dal Palan, settimanale, n. 1884 a Udine.
Fole, in dialetto, n. 1882 a Udine.
La Legge, settimanale, n. 1889 a Udine; direttore A. Francesconi.
La Madonna delle graiie, settimanale, n. 1870 a Udine.
Il Martello, umoristico, settimanale, n. 1870 a S. Daniele.
Il Natisone, morale e istruttivo, n. 1809 a Cividale.
Il Nuovo Friuli, quotidiano, progressista, n. 1876 a Udine.
La Palestra, mensile, ammin. n. 1880 a Spilimbergo; dirett. dott. Luigi Fognici.
Il Popolo, democratico, trisettimanale, n. 1882 a Udine.
La Provincia del Friuli, settimanale, politico, n. 1870 a Udine.
Sior Antonio Tamburo, settimanale, n. 15 novembre 1884 a Udine.
Venturin, umoristico, settimanale, in dialetto, n. 1885 a Udine.
Giacomo ^ez^ino
e.
XlV
tato
'Direttore det giornale L' Qperaio (Biellese
{V. pag. 5S0.)
Cou Ufficio in Biella ogni Giovedì, Via del Ricovero, 8.
( Novara )
PROVINCIA DI VENEZIA
Numero dei Comuni: 51 — Popolazione: 556,708 — Superficie: K. q. 1,8
I. Maurogonato, Mattei, Maldini. 2. Papadopoli, Gabelli A., Galli R.
Deputati della provincia ;
L'Adriatico - Ganetta del Veneto. Gior-
nale politico, commerciale, nato nel 1876.
Esce tutti i giorni in 4 pagine grandi a
5 colonne. L'Adriatico va in macchina
alle 2 e mezza ed esce alle 4 del mattino
e si distribuisce col primo corriere in tutte
le città del Veneto. Sostiene le idee di
sinistra, insieme col Tempo (vedi), quan-
tunque non vadano sempre d'accordo. Del-
V Adriatico è proprietario l'ex-deputato Tec-
chio. Abbonamento: anno L. 24, sem. 12,
trim. 6. Campo S. Maria del Giglio, 2465.
Veneiia.
L'Album dello studente di belle arti.
Periodico bimensile, nato il i.° aprile 1889.
Esce in 8 pagine in-4.'' con illustrazioni.
Abbonamento: trim. L. 3. Un numero 25
centesimi. Presso Antonio Beni, r. Acca-
demia di Belle Arti.
Feneiia.
Annali di Nostra Signora di Lourdes.
Giornale cattolico, nato nel 1874. Esce
ogni mese in 24 pagine. Direttore: D. Aure-
lio Lischiutta. Abbonamento: anno L. 3.
Tipog. ex-Cordella, SS. Giovanni e Paolo.
Veneiia.
L'Archivio veneto. Giornale di storia
patria, molto importante, fondato nel 1871
dai professori Fulin e Bartoli. Mercè il
concorso del Ministero della pubblica istru-
zione l'Archivio andò ognora migliorando
ed aumentando i propri associati. V Archi-
vio illustra con diligenza e con sana cri-
tica molte parti della storia veneta, e
pubblica documenti e memorie originali
di molto valore. Vi scrivono: G. B. Men-
ticolo, P. Pinton, C. Cipolla, G. Boni, A. di
Prampero, G. da Re, P. Sgulmero, ecc.
Esce ogni 3 mesi in 250 pagine. Abbo-
namento: anno L. 21. Un fascicolo L. 7.
Veneiia.
L' Ateneo veneto. Rivista mensile di
scienze, lettere ed arti, nata nel 1877. Esce
in fascicoli di 64 pagine in-S." grande.
Direttori: prof A. S. De Kiriaki e G. Gam-
bari. Vi scrivono: Fambri, Franciosi, Mol-
menti, Orefice, Turazza, Romano, De Gu-
bernatis, Tocco, ecc. Abbonamento; anno
L. 24; pei soci dell'Istituto e corpi morali
L. 12, sera. L. 6. Un fascicolo L. 2.
Venezia.
Atti del S>. Istituto veneto di scienze,
lettere ed arti. Pubblicazione periodica
scientifica, a grossi volumi in-8.° - Vi
scrivono: G. Canestrini, prof. A. Roiti,
L. Zambelli, A. Tamassia, dott. G. Vicen-
tini, prof. G. Luzzatti, prof F. L. PuUè,
G. Veronese, G. Bizio, abate G. Beltra-
me, ecc. - Tipografia Antonelli.
Venezia.
Bollettino di bibliografia veneta. Nato
nel i8S8, è la continuazione di quello già
dallo egregio bibliografo Bertoldi pubbli-
cato dall' 83 in poi. In questo bollettino
si trovano indicati quasi sempre con le
note pili precise, tutti i lavori i quali pos-
sono avere attinenza colia storia veneta.
Visentin!, editore.
Venezia.
La Difesa. Giornale religioso, politico,
amministrativo, nato nel 1867 col titolo
di Veneto cattolico, col quale si pubblicò
sino al 1S82, e che mutò nell'attuale. Esce
tutti i giorni meno i festivi in 4 pagine
a 4 colonne ed è munito di un breve di
Pio IX del 4 aprile 1867. Difende gl'in-
teressi del partito cattolico. Abbonamento:
anno L. 20, sem. ìi, trim 6 - Estero:
anno L, 30, sem. 17, trim. 9. Campo San
Severo, 5000.
Venezia.
La Domenica. Giornale cattolico, nato
nel 1867. Esce ogni settimana in 4 pa-
gine. Abbonamento: anno L. 2. Un nu-
mero 2 centesimi.
Venezia.
Foglio periodico della Prefettura. Nato
nel 1867, pubblica gii atti amministrativi.
Esce ogni mese a fascicoli.
Venezia.
Gazzetta di Venezia. Giornale politico,
amministrativo, commerciale,nato nel 1741.
Deriva dall'antica Gaietta di Venezia, e
perciò è il più antico giornale italiano,
ed ha una storia lunga e gloriosa. Baste-
rebbe rammentare, fra l'altro, che il suo
primo direttore, quando iniziò le pubblica-
zioni regolari, fu Gaspare Gozzi. È com-
pilato bene, con cura ed ha una clientela
numerosa e rispettabile, specialmente nella
buona società, che più che un giornale
considera la Gaietta come un'istituzione
PROVINCIA DI VENEZIA.
713
cittadina. Fino a tutto il i8S8 h Ganetta
fu giornale moderato intransigente. Ma
col i.° gennaio 1889 un manipolo di gio-
vani giornalisti l'acquistò, rinnovellandola
nei principi!, secondo le mutate condizioni
dei tempi. La dirige Ferruccio Macola, che
fu fondatore e direttore del Secolo XIX di
Genova. Redattore capo: Gustavo Mairar-
guez, staccatosi dalla Venezia. Redattori :
Usigli, Allegri, Centelli, ecc. - Fra i col-
laboratori conta molti uomini politici del
Veneto e molti letterati come il Molmenti,
il Barrili, il Caccianiga, il Rovetta, ecc. -
La Gaix.eUa esce in provincia ogni mat-
tina e in città ogni sera alle 5 in 4 pa-
gine a 5 colonne. Abbonamento: anno
L. 18, Sem. 9, trim. 5 - Estero: anno L. 36,
sem. 18, trim. 9. Un numero 5 centesimi.
S. Angelo, Calle Caotorta, 3565.
Vene'^ia.
La Gondola. Giornaletto politico, lette-
rario, amministrativo, nato nel 1886. Esce
ogni domenica in 4 pagine a 4 colonne.
Direttore: C. Enrico Zanin. Abbonamento:
anno L. io, sem. 5, trim. 3. Un numero
cent. 5. S. Salvatore, Calle Stagneri, 5236.
Vene,:^ia.
Merletti e trine. Giornale nato nel 1887
allo scopo di mostrare la grande impor-
tanza che potrebbe raggiungere in Italia
l'industria dei merletti. È edito per cura
della ditta M. Jesurum e C. - Si spedisce
gratis alle signore che ne fanno richiesta.
Veneiia.
La Nuova scena. Giornale teatrale, ar-
tistico, letterario, nato nel 1883. Esce 3
volte al mese in 8 pagine. Direttore: L. Ba-
gattin. Abbonamento: anno L. io. Un nu-
mero 40 centesimi. S. Maurizio, 2725.
Venezia.
La Palestra musicale italiana. Rivista
bimensile, nata il 15 luglio 1889. Esce il
i.° e 15 d'ogni mese in 4 od 8 pagine in-4.°
Abbonamento: anno L. 5. Un numero 0,25.
Tipo-litografia successori M. Fontana.
Venezia.
Il Risveglio. Giornale quotidiano, poli-
tico, ammmistrativo, commerciale, nato il
23 giugno 1889. Esce in 4 pagine, for-
mato 0,43x0,28. Direttore: Luigi Rubi-
nato. Abbonamento: anno L. io. Un nu-
mero 0,05. S. Stefano, ponte Vetturi, 2493.
Venezia.
Rivista veneta di scienze mediche. Pub-
blicazione scientifica, nata nel 1884. Esce
ogni mese in fascicoli di non meno di 96
pagine. Direttori : dott. Angelo Minich e
prof. Achille De Giovanni. Redattori: dot-
tori Giacomo Cini e Marco Luzzatto. Ab-
bonamento: anno L. 12. Veneiia,
La Scintilla. Rivista letteraria, settima-
nale, nata il 16 gennaio 1887. Esce ogni
domenica in 4 pagine, formato 0,43 x 0,29.
Direttore : Francesco Saccardo. Abbona-
mento: anno L. 6, sem. 3. Un numero io
centesimi. Tipografia ex Cordella, SS. Gio-
vanni e Paolo, ponte Cavallo, 6381.
Feneiia.
Sior Tonin Bonagrazia. Giornale umo-
ristico, fondato nel 1884 da Carlo Ferrari,
tipografo. Esce ogni settimana in 4 pagine,
redatto in dialetto veneziano. Abbonamen-
to: anno L. 3. Un numero 5 centesimi.
S. Salvatore, Calle delle acque, 5007.
Venezia.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Nato nel 1876, esce 2 volte
la settimana e contiene gli annunzi legali
amministrativi. Abbonamento: anno L. io.
Un numero 25 centesimi.
Venezia.
Temi veneta - Eco dei Tribunali. Rivi-
sta di giurisprudenza, legislazione e dot-
trina nata nel gennaio 1886 e diretta dal
prof. Leone avv. Bolaffio. Esce ogni do-
menica in 12 pagine a 2 colonne in-4.''
Abbonamento: anno L. 20. M. Fontana,
editore, S. Fantin, 1893.
Veneiia.
Il Tempo. Giornale politico, commer-
ciale, letterario, fondato nel 1858 a Trie-
ste dai fratelli Antonaz. Ebbe vita ri-
gogliosa, ma, bandito, venne a Venezia,
ove il giovane Pier Luigi prof. Galli, av-
vocato e notaio, ne divenne proprietario
il 29 marzo 1869 conservando i medesimi
compilatori e mantenendosi fedele ai prin-
cipi! della sinistra storica, pur combattendo
strenuamente fra molte difficoltà e sacri-
ficando lavoro e sostanza. Il Tempo esce
ogni mattina, meno le domeniche, in 4
grandi pagine a 5 colonne. È diretto dal
cav. Roberto dott. Galli, deputato al Par-
lamento. Abbonamento: anno L. 24, se-
mestre 12, trim. 6. Un numero 5 cente-
simi. Corte del Rosario, 4286.
Venezia.
Il Veneto agricolo. Giornale agrario e
di scienze affini, fondato nel 1881 e di-
retto dal prof. A. S. De Kiriaki. Esce ogni
2 mesi in fascicoli di 32 pagine. Abbona-
mento: anno L, 6. Un numero L. i.
Venezia.
La Venezia. Giornale politico, ammini-
strativo, organo dell'Associazione costitu-
zionale, nato nel 1876. Esce tutti i giorni
in 4 pagine grandi a 5 colonne, è ben
redatto ed ha una discreta diffusione. Fu
diretto per lunghi anni dal noto e stimato
giornalista Carlo Pisani, morto nel 1889,
714
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
A succedergli fu chiamato Arturo Colautti,
e la proprietà del giornale passò nelle
mani di un avvocato danaroso; ma nel
settembre dello stesso anno Colautti ce-
dette il posto a Paulo Fambri, già redat-
tore della Venezia. - Abbonamento: anno
L. 24. Un numero 5 centesimi. Via Ven-
tidue Marzo.
La Voce di Murano. Giornaletto speciale
per r industria dell'arte vetraria, fondato
nel 1867 dall'abate Vincenzo Zanetti e dal
dott. Carlo Salvatori. Esce il 15 e 30 di
ogni mese in 4 pagine. Il Zanetti, morto
nel 1883, dedicò tutta la sua vita al lustro
di Murano e all' industria vetraria, scriven-
done di proposito in libri, opuscoli, gior-
nali, fondando laboratori, ecc. - La Voce
è ora diretta da Angelo Santi, segretario
del Museo. Abbonamento: anno L. 5. Un
numero 15 centesimi.
Murano.
Giornali cessati:
V Aìetoscopio , cronaca settim. , n. 1869 a Venezia; direttore Plinio Arcas (Carlo Pisani).
V Amico del popolo, leu. , comm. , storico, n. 4ap. 1848 a Venezia; dir. Giacomo Zanardi.
L'Ape, letterario, a beneficio dei lavoranti della Fabbrica naz. dei tabacchi a Venezia.
L'Apostolo, evangelico, bisettimanale, n. 1867 a Venezia; direttore P. Degan.
Barababao, settimanale, umoristico, n. 1881.
BuUettino di arti, industrie e curiosità veneziane, trim. ; dir. M. U. De Ghelfort, Venezia.
Camera di Commercio ed Arti, settimanale, n. 1865 a Venezia; direttore P. Narathovich.
La Campana, democratico, settimanale, n. 1883, a Venezia.
Il Cieco di .<4(ir/a, ammin., settimanale, n. 1868 ad Adria; direttore dott. F. Bottani.
Il Comune di Venezia, bisettimanale, n. 1868 a Venezia; direttore Carlo Salvadori.
Corriere della Fene^ia, politico, quotidiano, n. 1866 a Venezia.
Cronaca turchina, settimanale, n. 1867; direttore Augusto Tironi.
Diario del ^.^ Congresso internaiionale geografico, n. 1881 a Venezia.
Diavolo, umoristico, in dialetto, settimanale, n. 1885 a Venezia.
Don Marcio, umoristico, settimanale, n. 1885 a Venezia.
Il Dottor Faust, letterario, settimanale, n. 1881 a Venezia; direttore A. R. Levi.
Il Dragone, settimanale, n. 1885 a Venezia; direttore Gaetano Fortunato.
L'Eco di Cbioggia, amministrativo, settimanale, n. 1883.
L'Economista veneto, 1882-83, Venezia; direttore G. Salbe.
L' Educazione moderna, mensile, n. 1882 a Venezia.
L'Elettore, quotidiano, n. 1872 a Venezia.
L'Elettore, liberale, n. 20 settembre 1889 a Chioggia.
L' Enciclopedico, popolare, didattico, n. 1883 a Venezia.
Fatti e Parole, creato da Dall' Ongaro nel 1848 e diretto da Pacifico Valussi (V. p. 104).
Il Ficcanaso, umoristico, settimanale, n. 1871 a Venezia; direttore B. Zich.
Il Filodrammatico, quindicinale, n. 1878 a Venezia,
I Fiori, scienze, lettere, arti, n. 1853 a Venezia.
Fra Paolo Sarpi, evangelico, settimanale, n. 1882 a Venezia; direttore A. Zanovello.
La Galleria di Minerva, ovvero notizie universali di quanto è stato scritto da let-
terati di Europa, non solo nel presente secolo, ma ancora nei già trascorsi in qua-
lunque materia sacra e profana con intagli di rami opportuni a' suoi luoghi, ecc.
Venezia, Albrizzi dal 1696 al 17 17.
II Gambero, giornale di passaggio, n. 1869 a Venezia.
Gaietta del popolo, democratico, quotidiano, n. 1869.
Il Gaiiettino, amministrativo, quotidiano, n. 1887 a Venezia.
Giornale de' letterati d' Italia, n. 17 io a Venezia.
Giornale uff.deìla Camera di Coinm.ed Arti di Venezia, 1 865-70, settim., dir.A.Antonelli.
La Giovane Chioggia, amministrativo, settimanale, n. 1886 a Chioggia.
La Gioventù italiana, letterario, artistico, n. 1867 a Venezia; direttore A. Talaraini.
La Gioventù italiana, letterario, artistico, n. 1880 a Venezia; direttore Attilio Sarfatti.
L'Igiene infantile, quindicinale, n. 1879 a Venezia.
Istruzione e Lavoro, quindicinale, n. 1887 a Venezia; direttore Carlo Benvegnù,
Il Lampo, settimanale, amministrativo, n. 1882 a Dolo.
Il Leone di S. Marco, n. 1866 a Venezia.
Il Lido, corriere dei bagni, settimanale, n. 1888 a Venezia; direttore G. B. Carlini.
I Malnutriti, politico, quotidiano, n. 1888 a Venezia.
PROVINCIA DI VENEZIA. 715
— Il Marchese Colombi, letterario, umoristxo, settimanale, n. 1888 a Venezia,
— Il Memini, umoristico, politico, n. 1867 a Venezia; direttore S. Franchia.
— Il Mercurio d' Italia, politico-letterario, mens., n. genn. 1 796 a Venezia ; tip. Pepoliana.
— Miriam, cattolico, settimanale, n. i?68 a Venezia.
— La Nuova Chioggia, politico, settimanale, n. 1872.
— Il Nuovo Postiglione, ossia Novelle del inondo, 1783- 181 2 (V. p. 66),
— VOca, umoristico, n, 1866 a Venezia; direttore Augusto Tironi,
— L'Ombra del Sior Antonio Rioba, umoristico, quotidiano, n. 1873 a Venezia.
— L'Operaio, settimanale, n. 1878 a Venezia; direttore V. Ferrari.
— L'Osservatore veneto, quotidiano, politico, n. 1873 a Venezia; direttore L. Rubinato.
— L' Ottantanove, socialista, settimanale, n. 8 gennaio 1888 a Venezia.
■ — Pagine mestrine, letterario, quindicinale, n. 1889 a Mestre.
— Il Pettegolo, politico, indipendente, quotidiano, n. 1884 a Venezia; direttore E. Zanin.
— Petit Moniteur des étrangers, n. 1872; direttore Lui^i Marossi.
— Il Piccolo, politico, amministrativo, quotidiano, n. 1885 a Venezia.
— Piffero Trombone, umoristico, settimanale, n. 1888 a Venezia.
— Po^maveb, letterario, armeno, n. 1840 a Venezia; dir.'ttore Aiwazowski, 6 anni.
— La Pubblica istruitone, n. 1865 a Venezia, settimanale.
— Il Rinnovamento, quotidiano, politico, n. 1866 a Venezia; diretto da Carlo Pisani.
— Il Risorgimento, amministrativo, settimanale, n. 1887 a Chioggia.
— Rivista dell' associazione veneta di pubblica utilità, bimensile, n. 1872 a Venezia.
— La Scena, teatrale, ogni ro giorni, n. 1865 a Venezia; direttore E. Dal Torso.
— Senza pretese, amministrativo, n. 1887 a Venezia.
— La Sera, quotidiano, n. 1884 a Venezia.
— Sior Antonio Rioba, satirico, n. 1848 a Venezia; direttore Francesco Berlan.
— Sior Luigi Nosela, in dialetto, quindicinale, ,n. 1872.
— Sior Pantalon dei bisognosi, tris.itimanale, umoristico, n. 1868 a Venezia.
— Sior Tonin Bonagra^ia, umoristico, n. 1870 a Venezij.
— Lo Spensierato, umoristico, trisettimanale, n. 1867 a Venezia
— Spes, letterario, settimanale, n. 1882 a Venezia.
— La Stampa, politico, n. 1869 a Venezia.
— La Sveglia, democratico, settimanale, n. 1870 ad Adria.
— La Ter^a Italia, letCerario-scientifìco, n. 1883 a Venezia; direttore F. Albanese.
— La Torre di Bel/redo, amministrativo, n. 1872 a Mestre; direttore A. Lanzerotti.
— Veglie Veneziane, letterario, 1880-82, Venezia.
— Il Veneto cristiano, evangelico, settimanale; direttore V. Bellandi, Venezia.
— The Fenice Neius, letterario, artistico e d'annunzi, n. 1883; direttore V. Pinzi.
— Vivarini, amministrativo, letterario, settimanale, n. 1886 a Murano.
— La Volontà, popolare, mensile, n. 1871 a Venezia; direttore Lorenzo Rossetto.
— La Vita nuova, letterario, n. 1870 a Venezia.
— Nel 1562 a Venezia compariva la prima Gazzetta e dicesi che fosse la prima
d' Europa. Secondo lo storico inglese De Chalmers, il giornale stampato più antico è
la Galletta di Veneiia, la cui origine rimonta al 1556. Fu pubblicata in occasione della
guerra che il potente sultano Soliman fece a Venezia, alla quale dovette cedere tutti
i suoi possedimenti d'Oriente. Venezia era allora il primo stato marittimo. I cittadini
di questa repubblica e di tutta Italia, seguirono col più vivo interesse e con certa an-
sietà, le differenti fasi d\ questa guerra. Senza dubbio, le notizie le più importanti, co-
municate per via di corrispondenze firmate, giungevano eoa un certo ritardo a cono-
scenza del pubblico.
Si concepì allora l'idea di rimetterle stampate in fogh volanti, ciò che permise
di vederle circolate con rapidità fra i curiosi; ogni foglio costava una ganelta, che
era una piccola moneta di Venezia, ragione per la quale, i primi giornali pubblicati
presero la denominazione di ganetta, nome conservatosi sino ai nostri giorni.
Nella biblioteca Maghabecchiana di Firenze si ha di questa prima gazzetta una
collezione di 60 anni.
La gelosa oligarchia di Venezia non volle sulle prime permettere la stampa di
queste notizie 0 relazioni, ma dovette finire col cedere.
— Nel 1735 a Venezia vi erano in esercizio 95 torchi tipografici, ma nel 1752
non se ne trovavano che 56, la maggior parte dei quali eia impegnata « in lavoro che non
apporta esterno commercio ». Né si può dire che dopo il 1752 le cose migliorassero,
poiché nel 1790 i torchi erano 59, nel 1791 erano 58, nel 1792 erano 55 e 57 nel 1793.
716 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
GIORNALI E GIORNALISTI VENEZIANI
Mezzo secolo addietro
Rovistando gli angoli d'un ripostiglio di roba vecchia mi è venuto alle mani un
pacchetto di giornali ingiallili, parecchi numeri della Gazzetta privilegiata di Ve-
nezia, 1839. Senza telegrammi, senza informazioni particolari, senza romanzi in ap-
pendice, senza cronaca scandalosa, senza le mille invenzioni che noi adoperiamo per
interessare e divertire il pubblico, eppure i giornali vecchi io li trovo molto più inte-
ressanti e divertenti dei contemporanei. Gli e che que4i riproducono una società che
noi conosciamo benissimo; per quanto ogni giorno diano la caccia alla novità, con-
tengano ciascun giorno forse appena qualche riga di veramente nuovo Quelli invece
rivelano un mondo che i giovani non hanno mai veduto e che gli attempali ricor-
dano a mala pena; già appartengono alla storia e sono ricchi di novità retrospettiva.
Pensate che nel 1839 ben pochi in Italia prima di arrivare ai 20 anni di età legge-
vano i giornali: per chi non è settuagenario un tjiornale del 1 839 ha tutta l'attrattiva
del documento inedito, senza difficoltà poleograliche, anzi su carta e con caratteri che
ne rendono la lettura molto più agevole che nei prodotti della perfez onata arte tipo-
grafica d'oggidì.
Il giornale allora aveva del proprio valore una coscienza che oggi verrebbe tac-
ciata d'ingenuità: noi non pretendiamo di scrivere che alla giornata e per la gior-
nata; anzi i giornali a più edizioni si accontentano di mezza giornata e anche meno :
sappiamo bene a quali usi veniamo destinati appena letti... La Gazzetta di Venezia
nel 1839, invece, persuasa di essere duraturo e autorevole documento, pubblicava
ciascun mese il proprio indice analitico !
Eh! da allora il mondo è molto cambiato. Sapete che nel 1839 la così detta
quarta pagina consisteva di poche righe ogni tanto ? Allora faceva chiasso la Vita
di Cristo,., del Renan forse? no, del dottore Strauss: allora il pceta alla moda era
Lamartine: allora c'erano i bombardieri ne\\'arl\g\\e\\a, e si chiamavano amanti quelli
che pretendevano alla mano d'una signora.
Nel 1839 eravamo così lontani dalle Forche caudine, i cronisti avevano tale un
riserbo circa la vita privata, che descrivendo il carnevale veneziano indicavano ap-
pena con discrete iniziali le nobili case che davano i più fioriti festini. Che carnevali
e che teatri ! per dir solo delle ballerine, l' Europa si disputava allora le grazie di
Fanny Essier, e lo Czar donava alla signorina Taglioni un mazzetto di diamanti del
valore di 25,000 rubli !
Eppure già allora la Prussia preparava l'unificazione degli eserciti germanici:
<r S. M. il re di Annover, avendo osservalo che i pifferi non tengono il tuono dei
pifferi prussiani, ha ordinato che siano ridotti come quelli ; e se ciò non potesse farsi,
se ne dovranno acquistare di nuovi che siano intuonati alla prussiana ». Così man-
dava i tamburini a Magdeburgo perchè imparassero a battere il tamburo alla prus-
siana; e da Magdeburgo riceveva il modello delle capannuccie da sentinelle prussiane.
In Italia, di eserciti non si discorreva: bastava l'Austria per tutti: gli Italiani
cospiravano.... (e di ciò naturalmente la Gazzetta non dice verbo) e avevano l'aria
di non pensare che a godersi la vita. Fmito il carnevale, c'erano per la quaresima
il Barbieri, il Defendi e altri p'^ùìu tenon del pergamo: il Pedrocchi, a Padova, co-
struiva un'oftelleria di stile gotico per vendervi <t le fre-che e ghiotte ciambelle da
insubre mano condite » ; il Piccoli di Udine mandava fino a Ronaa le sue famose
focaccie pasquali, emule del panettone milanese..
Da Parigi vennero fuori nel 1839 due novità: il rfa^uerroft;oo, padre della foto-
grafia, e l'uso dei vestiti da ballo in velluto e in raso. I leggeri tessuti di garza e
di merlo vennero lasciati alle ragazze. I cronisti parigini tuonarono invano contro il
lusso che così invadeva le contraddanze: giacché allora la buona società non ara-
PROVINCIA DI VENEZIA. 717
metteva che le composte contraddanze. Nessuno avrebbe osato pensare che i vestiti
di velluto e di raso potessero ballare il valtzer o il galop. Approvavano invece un
altro nuovo raffinamento : « Dopo alcune contraddanze, i guanti e le scarpe perdono
naturalmente gran parte della loro freschezza: ogni bella va quindi a cangiare sì gli
uni che le altre in una sala a ciò predisposta ». Le ricchissime inglesi, dal canto
loro, usavano fazzoletti da naso ricamati d'oro che costavano fino a cinquecento franchi.
E la letteratura? Già vi ho detto che il Lamartine era alla moda: lo Chatea-
briaiid aveva già perduto, Victor Hugo non aveva ancora conquistato lo scettro: il
Dumas apparteneva all'avvenire, le audacie delio Zola nessuno sognava. In Francia
pareva ancora troppo ardito il Balzac.in Italia il critico della Gazzetta tuonava
contro La giovinezza, odi di Pippo de' Boni, allora giovanetto; questi veniva giudi-
cato come un matto seguace dei novatori francesi, perchè professava « la vera poesia
dover esser sempre la formola delle somm» verità, e contener sempre un concetto
storico e morale». Che cosa direbbe, quel critico anonimo, che probabilmente dorme
da un pezzo l'ultimo sonno in un' isoletta delle lagune, se potesse leggere le contem-
poranee produzioni dal nudo ?
in Italia era invece alla moda come poeta il cavalier Majfei: e questi infatti
descriveva elegantemente nel 1839 il quadro di Francesco Hayez: Maria Teresa alla
Dieta ungherese:
Lo sparso delle vesti ampio volume
Che i tuoi pennelli aiuta
Qui le ongariche usanze han posto in bando.
Censura qui da gallico costpme
È la giovine chioma alla canuta,
E quasi invidiando
All'umana bellezza, osò la moda
Bruttarne il capo di deforme coda.
In confidenza: trovate che fossero proprio da compiangere quelli del '39, perchè
non avevano poesie sataniche e metri barbari?
Certo, libertà ne avevano poca: vigeva sempre il parum de Beo, nihil de prin-
cipe: le notizie politiche della Gazzetta di Venezia non riguardavano che l'estero: si
direbbe che nell'impero austriaco non accadesse altro fuor che le nomine e promo-
zioni. Ma per l'estero la censura non impediva le estese informazioni, e dei principi
esteri lasciava parlare con sulìiciente disinvoltura.
Il principe Luigi Napoleone non veniva solamente citato come uno dei lions
della società inglese; si vedeva in lui un pretendente ricco di avvenire, e la Gazzetta
non ne faceva mistero.
Quanto alla regina d'Inghilterra, se ne criticavano le innocenti divaga7Ìoni gio-
vanili senza riguardo. Leggesi nella Literary-Gazete : « Non sapremmo abbastanza
esprimere il nostro dispiacere per le frequenti visite di Sua Maestà al teatro di Dru-
rylane, per vedervi dar da mangiare alle fiere del serraglio di Yan Amburg. La Re-
gina è per certo in questo male consigliata. È quello uno spettacolo non solo tutt'altro
che regale, ma rozzo e comune, sconveniente alla presenz^a di una giovine principessa.
In che cosa dovranno dunque ricrearsi i garzoni macellai ed i cacciatori di tori, se
i piaceri ad essi omogenei formano parto essenziale del dramma nazionale sotto il pa-
trocinio della Regina?»
0 sentite: cinquant'anni fa, come abbiamo veduto, il mondo era molto diverso
dal presente: ma da questa indiscretissima critica e dai guazzabugli parlamentari fran-
cesi che nella Gazzetta eran riprodotti per intero, mi persuado che anche allora era
molto vero ciò che disse Vittorio Emanuele del mestieio di re costituzionale: « un
mestiere da cani » .
Ma giova almeno ai popoli il sistema parlamentare? Lo sapranno dire con cognizione
di causa coloro che fra cinquant'anni scriveranno articoli intitolati: Mezzo secolo addietro.
Aristo
PROVINCIA DI VERONA
Numero dei Comuni: 113 — Popolazione: 394,065 — Superficie: K. q. 3,181 — Deputali della provincia ;
I. Pullè, Righi, Miniscalchi. 2, Giudici, Fagiuoli, Guglielmi.
L'Alighieri. Rivista di cose dantesche,
nata nell'aprile 1859. Esce ogni mese in
42 pagine in-S.° - Direttore: F. Pasqua-
ligo. Abbonamento: anno L. 20. Un nu-
mero L. 2 Editore: Leo S. Olschki. Piazza
S. Anastasia, 2.
Verona.
L'Adige. Giornale politico, letterjrio,
commerciale, nato nel i<S66. Esce ogni
giorno in 4 grandi p-igina a 5 colonne.
È uno dei più vecchi e meglio redatti
giornali di Verona, epperò ha una note-
vole diffusione anche fuori della provincia.
Fu direttore àcW Adige Antonio Caumo,
già direttore del Messaggero del Trentino.
Diresse poi l'Adige il dott. Alfredo Co-
mandini, che passò alla Lombardia di Mi-
lano, affidando l'Adige al s'gnor Dobrilla
prima e poi all'avv. R. Gianderini. L'Adige
è proprietà della Ditta Civelli. Abbona-
mento: anno L. 24, sem. 12, trini. 6 -
Estero: anno L. 42.
Verona.
L'Agricoltore veronese. Giornale agri-
colo, industriale, nato nel 1883. Esce 2
volte al mese in 8 pagine. Abbonamento:
anno L. 5. Un numero 25 centesimi.
Verona.
L'Amico dei giovanetti. Periodico set-
timanale, educativo, letterario, ameno, il-
lustrato, nato il 21 giugno 1S88. Esce in
8 pagine con copertina, formato 0,29 y. 0,20.
Abbonamento: anno L. 2,50. Libreria .Mar-
chiori e Gurisatti.
Verona.
Archivio storico veronese. Giornale di
storia e letteratura locale, nato nel 1879.
Esce a volumi di oltre loo pagine ogni
mese. Abbonamento: anno L. 18. Un fa-
scicolo L. 1,50.
Verona.
L'Arena. Giornale politico, quotidiano,
nato il 16 ottobre 1866, cioè il giorno in
cui entrarono in Verona le truppe libera-
trici. L'Arena fu sempre giornale liberale
moderato per quanto si siano mutati i suoi
direttori Fino al 1870 fu diretta da Ales-
sandro Pandiaj e poscia da Ponti-Caccia;
nel 1875 venne Dario Papa, giornalista
valentissimo, autore di un pregevole libro
sul Giornalismo, e vi rimase sino al 1880,
anno in cui si recò in America. Gli suc-
cesse Ruggiero Giannelli che diresse il
giornale per due anni con nobiltà ed acu-
me; a lui tenne dietro Cesare Gueltrini
che dopo un anno lasciò il posto a sua
volta a Dario i^apa, tornato d'America con
idee grandiose. Ma a Papa falli il tenta-
tivo di fare dell'Arena il Corriere della sera
del Veneto come diffusione e ciò per gli
insufficienti mezzi di comunicazione. L'e-
minente giornalista dopo 4 mesi abban-
donò l'Arena (aprile 1884) per recarsi a
Milano ad assumere la direzione dell'Ita-
lia, che tenne sino al 1889. La direzione
dAì'Arena fu allora affidata al giovane e
valente giornalista Giovanni Antonio .\y-
mo, che fu per 3 anni direttore della Scin-
tilla italiana e del Corriere universale nel
Messico, giornali da lui creati L'Aymo è
spirito molto battagliero, ed a Verona sono
indimenticabili le sue polemiche elettorali.
Osservatore acuto e imparziale, dice la ve-
rità schiettamente ad amici ed avversarli.
É colto, conosce parecchie lingue, ha pub-
blicato un volume di novelle, ed in poli-
tica è più realista del re. È nativo dì Mon-
dovì, conta 29 anni, ed ha avuto 5 duelli.
L'Arena esce ogni giorno in 4 pag. a 5 col.
e tira loooo copie. Ne è proprietario l'edito-
re A. Franchini. Abbonamento: anno L. i 5.
Verona.
Bollettino antiquario librario. È un pre-
gevole periodico, molto ricco specialmente
di cose dantesche, incunabo'i e storie mu-
nicipali italiane. Si spedisce gratis a richie-
sta. Editore: Leo S. Olschki.
Verona.
Il Consultore amministrativo. Giornale
settimanale di giurisprudenza, legislazione,
dottrina ed interessi amministrativi, nato
nel 1860. Esce il lunedi in 8 pagine a 2
colonne in-4.°, diretto dal dott. Alberto
Alberti. Editore proprietario: Giuseppe Ci-
velli. Abbonamento: anno L. 25, compreso
un Supplemento mensile.
Verona.
Foglio periodico della Prefettura. Nato
nel 1:66, pubblica gli atti amministrativi.
Esce ogni mese in un numero indetermi-
nato di pagine. Abbonamento: anno L. 6.
Verona.
PROVINCIA DI VERONA.
719
La Lingua tedesca. Giornale didattico,
letterario, per l'insegnamento della lingua
tedesca, nato nel 1866. Esce ogni mese
in 16 pagine. Abbonamento: anno L. 5.
Editore: Leo S. Olschki.
Verona.
La Nigrizia. Questo giornale nacque
nel 1872 col titolo di Annali dell' Associa-
lione del Buon Pastore^ col quale si pub-
blicò per parecchi anni, cambiandolo nel-
l'attuale nel 1883. Esce 6 volte all'anno
per cura del Collegio delle Missioni Afri-
cane, in 32 pagine in-S." - Riceve dal-
l'Africa relazioni del movimento compiuto
dai missionari. Abbonamento: anno L. 3,50,
estero 4. Via Seminario, 12.
Verona.
Il Popolo. Giornale amministrativo, set-
timanale, nato nel 1889 per sostituire il
cessato Negro. Abbonamento: anno L. 3.
Verona.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Nato nel 1876, pubblica gli
annunzi legali. Esce 2 volte la settimana
in un numero indeterminato di pagine.
Abbonamento: anno L. 12.
Verona.
Verona fedele. Giornale politico, catto-
lico, conmierciale, letterario, nato nel 1872.
Esce tutti i giorni meno i festivi in 4 pa-
gine grandi a 6 colonne. Abbonamento :
anno L. 20, sera, io, trim. 5,50. Un nu-
mero 5 centesimi. Via S. Cosimo, lO.
Verona.
Giornali cessati:
L'Alba, educativo, mensile, n. 1869 e Verona.
L'Albo dei giovani, letterario, 1872-73: direttore Pier Emilio Bernardini.
L'Araldo Veronese, politico, quotidiano, n. 1884.
11 Campanello, n. 1876 a Verona; direttore Giovanni Rasori.
Can da la scala, umoristico, settimanale, n. 1889 a Verona.
Corriere di Verona, cattolico, quotidiano, a. 1883.
Cronaca rosa, letterario, settimanale, n. 1880 a Verona.
La Cronaca rosa, letterario, settimanale, n. 1889 a Verona.
L'Eco delle glorie di S. Giuseppe, settimanale, n. 1870 a Verona.
L'Evoluzione, politico, settimanale, n. 1889 a Verona.
La Gaietta, politico, n. 1885 a Verona.
La Gaietta legale, n. a Verona; direttore cav. E. Cazzeri.
Giornale agrario industriale veronese, bimens., n. 1889 a Verona; dirett. A. Manganotti.
11 Mercurio, finanziario, n. a Verona.
El Negro, amministrativo, umoristico, settimanale, n. 1885 a Verona.
La Nuova arena, polit., quot., n. 1882 a Verona; direttore Ruggero Giannelli.
Il Poligrafo, giornale di scienze, lettere ed arti. Verona, in-8,°, nuova serie, 1834.
11 Riposo domenicale, cattolico, S'.-ttimanale, n. 1873 a Verona.
La Ronda, lett., settim. n. 1883 a Verona; direttore Pier Emilio Francesconi.
Se vegno mi eh!, umorist., bisett., n. i838 a Verona; dirett. Ciro Contarini.
Spartaco, democratico, settimanale, n. 1888 a Verona.
Lo Svegliarino del segretario municipale, mensile, n. 1887 a Verona.
Grande Fabbrica Nazionale di Macchine Tipografiche, N. Arbizzoni, Monza
Premiato anche dal R. Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio
Macchina a reazione per giornali
(F. Avviso speciale a pag, 16.)
PROVINCIA DI VICENZA
Inumerò dei Comuni: 123 — 'Popolazione: 396,549 — Superficie: K. q. 2,785 — "Deputali della provincia :
I. Brunialti, Cavalli, Clementi, Lucchiai G. a. Toaldi, Di Breganze, Vendramini.
Il Berico. Giornale politico, cattolico,
nato il 26 maggio 1876. Ha un breve di
Pio IX del 3 ottobre 1876. Il Berico, fa-
moso per i suoi attacchi e per i suoi se-
questri, esce ogni giorno in 4 pagine a 4
colonne. È diretto da una commissione
di 5 membri eletta ogni anno dal Circolo
S. Giuseppe e S. Gaetano della Gioventù
cattolica italiana, che ne è il proprietario.
Redattori: sacerdoti De Luchi e Navarotto.
Abbonamento: anno L. 12. Ponte Pusterla.
Vicenza.
Bollettino del Comizio agrario di Vi-
cenza e dei Comizi della Provincia. Nato
nel 1868, esce ogni mese in 52 pagine.
Abbonamento: anno L. 6.
Vicen-^a.
Bollettino mensile della Camera di com-
mercio. Nato nel 1869, si occupa esclusi-
vamente di cose industriali e commerciali.
Esce ogni mese in 4 pagine a 2 colonne.
Abbonamento: anno L. 1,50.
Vicenza.
Bollettino della sezione di Vicenza del
Club alpino italiano. Giornale industriale
alpinistico, nato nel 1883. Esce ogni mese
in 4 pagine e si dispensa gratis ai soci.
Direttore: dott. Alessandro Ceta.
Vicen'^a.
Foglio periodico della Prefettura. Nato
nel 1866, pubblica gli atti amministrativi.
Esce ogni mese in 24 pagine. Abbona-
mento: anno L. 24.
Vicenza.
L'OperajO cattolico. Bollettino della fe-
derazione fra le società cattoliche operaje,
nato nel gennaio 1889. Esce in 4 pagine
in-S.° a 2 colonne. Abbonamento: anno
IO copie L. 3. Tipografia S. Giuseppe.
Vicen';^a.
La Provincia di Vicenza. Giornale po-
litico, amministrativo, quotidiano, nato il
25 settembre 1S82 per sostituire il Gior-
nale della Provincia di Vicenza da cui de-
riva. Fu diretto fino all'ottobre 1883 da
Roberto Corniani, poscia dal dott. Scipione
Cainer. Nel 1884 la direzione fu assunta
dal dott. Enrico Sperotti, che la tiene tut-
tora. La Provincia esce ogni giorno in 4
pagine a 4 colonne ed è il giornale più
diffuso ed autorevole del Vicentino. Ab-
bonamento: anno L. 15, sem. 8, trim. 4.
Inserzioni: 4.* pagina 20 centesimi la linea.
Corso Principe Umberto.
Vicenia.
Supplemento al Foglio periodico della
Prefettura. Nato nel 1876, esce 2 volte
la settimana in 4 pagine e contiene gli
annunzi legali amministrativi. - Abbona-
mento: anno L. 12, Ogni numero in ra-
gione di 4 centesimi !a pagina.
Vicenza.
Oiornalì cessati:
Il Brenta, politico, econom. , quotid., 1865-66, a Bassano; dirett. Enrico D.' Caporali.
Corriere di Vicenza, liberale, 1876-83.
V Elettore liberale, politico, n. 17 dicembre 1888 a Vicenza.
Foglietto di Vicenza, cattolico; direttore F. Mercante.
El Giornal Visentin, operaio, settimanale, n. 1888 a Vicenza.
U Iride, letterario, settimanale, n. 1882 a Vicenza.
Il Lavoro, quindicinale, n. 29 marzo 1885 a Vicenza.
El Novo Visentin, umoristico, settimanale, n. 1885 a Vicenza.
Patatrak, umoristico, quindicinale, n. 1887 ad Arzignano.
Raccolta di disegni architettonici per edifici pubblici e privati di città e campagne,
mensile, n. 1882 a Vicenza; direttore ing. A. Negrin.
La Rondine, letterario, settimanale, n. 1888 a Vicenza.
I Sette Comuni, settimanale, amministrativo, n. 1887 ad Asiago; direttore C. Rigoni.
El Visentin, amministrativo, umoristico, n. 1870 a Vicenza.
APPENDICE
GIORNALI ITALIANI STAMPATI ALL'ESTERO
EUROPA
AUSTRIA
L'Adria. Giornale politico, amministra-
tivo, officioso, supplemento a\V Osservatore
triestino (vedi). Esce ogni giorno in 2 pa-
gine a 5 colonne e tira 2500 copie. Re-
dattore : Dr. Antonio De Bersa. Abbona-
mento: anno 4 fiorini. Corsia Stadion, 6.
Trieste.
L'Agricoltore. Organo degli interessi e-
conomici rurali del Trentino. Fondato dal
Consorzio Agrario di Trento nel 1S72 subì
varie vicissitudini più di forma che di so-
stanza. Fuso nel 1882 col Giornale agrario
di Rovereto, fu redatto collo stesso spirito
popolare e nazionale dal Dr. Francesco Ce-
rosa fino a tutto il 1888. Ora continua sulla
stessa via quale organo del Consorzio Agra-
rio Trentino, Società Agraria roveretana e
Banche popolari, redatto da Carlo Nardelli.
Esce ogni mese in 24 pagine Tiratura 1200
copie. Abbonamento per l'Estero: anno
L. 5. Via Larga, 12.
Trento.
L'Amico dei campi. Giornale agricolo,
industriile. Esce a fascicoli ogni mese e
tira 300 copie.
Trieste.
Archeografo triestino. Rivista di storia
patria, edita per cura della Società del Ga-
binetto di Minerva e diretto dal prof. Al-
berto Puschi con la cooperazione del dott.
Attilio Hortis e del dott. Pietro Pervanoglù.
Esce ogni semestre a fasciceli di almeno
200 pagine; 2 fascicoli formano un volume.
Abbonamento per l'Estero: anno L. 15.
Via del Pesce, 4.
Trieste.
Archivio marittimo. Rivista mensile, fon-
data nel 1867 da Iginio Mikocz.
Trieste.
Archivio trentino. Rivista semestrale de-
stinata a illustrare il Trentino e la sua
storia, nata nel 18S2 e pubblicata per cura
della direzione della Biblioteca e del Museo
comunale di Trento. É un'ottima pubblica-
zione che pubblica importantissimi docu-
menti e memorie.
Trento.
L'Arte. Rassegna di teatri, belle arti e
letteratura, nata nel 1870. Esce i o 2 volte
al mese in 4 pagine a 3 colonne. Redat-
tore responsabile proprietario: Giovanni
Simonetta Direttore: M. Buono. Al gior-
nale è annessa un'agenzia teatrale. Tira
circa 700 copie. Abbonamento : anno 6 fio-
rini, Italia L. 32, altri Stati d'Europa 40,
fuori Europa 50. Inserzioni: 0,80 la linea.
Trieste.
Atti dell'Accademia degli Agiati di Ro-
vereto. Pubblicazione scientifica, nata nel
1751, anno in cui si costituì l'Accademia.
Esce a fascicoli in-8.° di circa 200 pagine.
Vi scrivono: F. Paoli, G. Bettanza, A. Fi-
schi, G. Manincor, A. Strosio, D. Valen-
tiaelli, ecc. - Tipografia Giorgio Grigoletti.
Rovereto.
Atti e memorie. Organo della società
agraria. Esce ogni mese e tira 500 copie.
Gorilla.
Atti e memorie della Società istriana
di archeologia e storia patria. Pubblica-
zione fondata nel 1^84 dalla società omo-
nima. Esce a fascicoli in-ió." di 250 pa-
gine circa, con tavole illustrative. Q.uesta
rivista è di specialissima importanza perchè
dimosira l'alta italianità dell'Istria in tutti
i secoli decorsi. Abbonamento: anno fio-
rini 4. - Tipografia Gaetano Coana.
Parenio,
N. Bernardiki — Guida della Stampa periodica italiana — 46.
722
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
L'Avvisatore dalmate. Giornale politico
e di annunzi, ufficiale, redatto in italiano
e slavo, nato nel 1S70. Esce mercoledì e
sabato in 8 pagine a 2 colonne e tira 1200
copie. Redattore responsabile: Niccolò Kat-
nic. Abbonamento: anno fiorini 3,10, se-
mestre e trimestre in proporzione. Tipo-
grafia governativa.
Zara.
Bollettino agrario della Dalmazia. Gior-
naletto di agricoltura e pastorizia, natoli
i.° marzo 1872. Esce' il i.° e 15 d'ogni
mese in 8 pag'ne piccole a 2 colonne e
tira 200 copie. È redatto metà in italiano
e metà in slavo. Si pubblica per cura del
Comizio Agrario di Zara. Editore e redat-
tore responsabile: D. Matteo Nekic. Ab-
bonamento: anno 2 fiorini, estero 7. In-
serzioni: 8 soldi la linea.
Zara.
Bollettino dell'Assooiazione medica tri-
dentina. Rivista medica, nat.i nel 1882.
Esce ogni mese in 24 pagine in-^." - Di-
rettore: dott. G. Gerloni. Abbonamento:
anno 2 fiorini, estero L. 5. Tipografia Edi-
trice Mariett'.
Trento.
Bollettino della Sezione di Trento del
Consiglio provinciale di agricoltura pel Ti-
rolo, ecc. Esce ogni mese in 40 pagine
con copertina redatto da Giovanni DeZotti.
Abbonamento: Italia anno L. 3.
Trento.
Bellettino d'archeologia e storia dal-
mata. Pubblicazione scientifica molto in-
teressante. Esce a fascicoli ogni mese ed
ha una diffusione di 300 copie.
Spalato.
Bollettino mensile della società zoofila.
Giornale di zoologia, contenente gli atti
dellasocietà. Esce ogni mese e tira 200 copie.
Trieste.
Il Cittadino. Giornale politico, quotidia-
no, nato nel 1886. Esce in 4 pagine a 5
colonne e tira io,coo copie. Direttore : Do-
menico Antonaz. Redattori : Pietro Degan,
Luigi Egidi ed altri. Abbonamento : Unione
anno L. 50, semestre e trimestre in pro-
porzione. Un numero 6 soldi. Via Piazza
Vecchia, i.
Trieste.
La Confederazione operaia. Organo della
società omonima, fondato nel 1889. Esce
2 volte al mese e propugna gì' interessi
della classe lavoratrice. Redattore: G. Par-
dubitzki. Abbonamento : Ital. anno fior. 1 .60.
Trieste.
II Corriere di Gorizia. Giornale politico,
nazionale, liberale, fondato nel 18S3. Esce
3 volte la settimana in 4 pagine; è un
giornale modello per una città di provincia.
Direttrice: Carolina Luzzatto.
Gorizia.
Cronaca dalmatica. Giornale letterario,
artistico. Direttore: Giuseppe Sabalich. Nel
1889 la Cronaca si fuse col giornale let-
terario Scintille pure di Zara, nato nel 1886.
Zara.
Il Dalmata. Giornale politico, economico,
letterario. Esce mercoledì e sabato e tira
500 copie. Abbonamento: Austria-Unghe-
ria anno 9 fiorini, sem. 4,50, trini. 2,20.
Unione: anno 12 fiorini, sem. 6, trim. 3.
Un numero 10 soldi.
Zara.
Il Diritto croato. Giornale politico, am-
ministrativo.
Fola.
L'Eoo del Littorale. Giornale clericale-
papista, nato nel 1871. Esce 3 volte alla
settimana in 4 pagine.
Gorizia.
L'Eco dell'Alpe Giulia. Organo del Cir-
colo Garibaldi di Trieste in prò dell'Italia
irredenta, nato nel 1885. Esce a periodi
indeterminati in 4 pagine a 4 colonne.
Abbonamento : anno L. 4. Ricapiti pel gior-
nale: Bologna, editore Zanichelli - Milano,
editore Levino Robecchi, via S. Paolo, 19.
Trieste.
L'Eco di Pola. Giornale politico, nato
nel 1884, redatto in italiano.
Pola.
Foglio delle ordinanze dell' I. B. Mini-
stero delle finanze. Giornale ufficiale per
la pubblicazione degli atti finanziari che
rigujrd.mo i paesi italiani sotto il dominio
austriaco. Esce a fascicoli senza epoca fissa
di pubblicità e tira 400 copie.
Vienna
Foglio delle ordinanze postali. Bollet-
tino ufficiale delle poste, contenente le di-
sposizioni, regolamenti, ecc. - Non ha pe-
riodicità fissa. Tira 200 copie.
Trieste.
Gazzetta dei tribunali. Giornale di giu-
risprudenza. Esce 2 volte al mese ed ha
una tiratura di 300 copie.
Trieste.
Gazzetta di Trento. Antico giornale uf-
ficiale, politico, quotidiano, di gran formato.
Esce in 4 pagine a 5 colonne alle 6 e
mezza d'ogni sera. Redattore responsabile :
Enrico Seiser. Tira lOoo copie. La dome-
nica esce in mezzo foglio. Abbonamento:
anno fiorini 12,50. - Estero: spese postali
in più. Inserzioni: in 4." pagina io linee
72 soldi per una volta; per 3 volte 90 soldi.
Piazza d'Armi, Casa Seiser.
Trento.
ÒIORNALI ITALIANI STAMPATI ALL' ESTERO.
723
II Griovane pensiero. Giornale politico,
liberale.
Poh.
L'Indipendente. Giornale politico, let-
terario, commerciale, nato nel giugno 1877,
dopo la soppressione del Nuovo Tergesteo
e del bando di Ugo Sogliani. Era neces-
sario un nuovo foglio liberale monarchico
che difendesse giorno per giorno la na-
zionalità italiana djgli attacchi nemici,
e questo foglio fu V Indipendente. Diretto
dapprima da Matcovich, passò nelle mani
di Enrico Jurettig, eh-' processato e con-
dannato a 5 anni di carcere, mori nel i'"577.
La direzione fu quindi assunta da Cesare
Rossi, che arrestato e condannato nel 1889,
costrinse il giornale a una breve interru-
zione. Ora la redazione è composta di
elementi giovani, pieni di coraggio e di
buona volontà. Direttore: dott. Oscar Reg-
gio, di Gorizia. Esce ogni giorno in 4 pa-
gine e tira circa 3000 copie. Abbonamento:
jinno L. 28, sem. 14. Via S. Catterina, i.
Trieste.
L'Istria. Giornale politico, nato il i.°
gennaio 1882. É giornale di sentimenti
eminentemente italiani. Esce ogni sabato
in 4 pagine a 4 colonne. Direttore : dott.
Marco Tamaro. Abbonamento : anno 6 fio-
rini, sem. 3. Civ. Nro, 222.
Parenio.
Il Mattino. Giornale politico, quotidiano,
Direttore: Enrico Matkovic.
Trieste.
Il Mercurio triestino. Giornale delle
estrazioni, dei prestiti e rivista commer-
ciale e finanziaria. Esce dal 1872 in 8 pa-
gine a 2 colonne 4 volte al mese. Diret-
tore: P. Montanelli. Redattore responsa-
bile: Pietro Frank. Tira 3000 copie. Ab-
bonamento: anno fiorini 2,40, sem. 1,40,
Italia: anno L. 8. Via nuova, 18.
Trieste.
Il Nazionale. Giornale politico, bisetti-
manale. Tiratura 2co copie.
Zara.
L' Operaio. Organo della Società operaia
triestina per gli atti sociali, nato nel 1870.
Esce 2 volte al mese in 4 pagine a 4 co-
lonne. Redattore responsabile: Ambrogio
Mariani. Ogni socio ha diritto al giornale.
Piazza Nuova, 2.
Trieste.
L'Osservatore di Trento. Giornale po-
litico italiano. Esce due volte la settimana
e tira 300 copie.
Trieste.
L'Osservatore triestino. Giornale poli-
tico, ufficiale, nato nel 1774. Esce o^ni
sera, ad eccezione delle feste, in 4 pagine
a 5 colonne. Ha un supplemento anche
quotidiano l'Adria (vedi), che si pubblica
alla mattina. L'Osservatore contiene tutti
gli editti del governo di Trieste. Redat-
tore responsabile: dott. Antonio De Bersa.
Abbonamento : anno 26 fiorini (compresa
l'Adria). Un num. io soldi. Corsia Stadion.
Trieste.
Il Piccolo. Giornale politico, popolare,
nato nel 1881. Esce ogni giorno in 2 pagine
a 5 colonne, e ogni sera pubblica un sup-
plemento col titolo il Piccolo delia sera. Ha
programma liberale - nazionale e difende
strenuamente gl'interessi degl'italiani. Il
Piccolo è il più diflTuso giornale di Trieste,
l'unico che abbia tipografi;! propria e di-
sponga d'un servizio particolare telegrafico.
Direttore: Teodoro Mayer. Redattore re-
sponsabile: Aug. Rocco. Via Nuova, 21.
Trieste.
Il Popolo Roveretano. Giornale d'istru-
zione-morale e di politica, nato nel 1889
per sostituire il cessato Lagarino. Esce il
lunedi, mercoledì e venerdì in 4 pagine a
4 colonne. Giorgio Grigoletti, tipografo
editore e redattore responsabile. Abbona-
mento per l'Italia: anno L. 18; sem. 9;
trim. 4,50. Un numero 5 soldi.
Rovereto.
Prezzo corrente compilato dalla dire-
zione di torsa. Pubblicazione finanziaria
e commerciale. Esce ogni settimana e tira
300 copie.
Trieste.
La Provincia dell'Istria. Giornale po-
litico, letterario e storico, fondato nel 1867
da Nicolò de Madonizza per trattare de-
gl'interessi civili economici e amministra-
tivi dell'Istria. Nel 1883 la redazione fu
assunta da Pietro Madonizza e marchese
Anteo Gravini, e dopo la morte di que-
st'ultimo, è tenuta solo dal primo, con lo
stesso programma. Esce il i.° e 16 d'ogni
mese in 8 pagine. Tira 800 copie. Abbo-
namento: anno 3 fiorini, sera. 1,50, tr. 0,75.
Capo d' Istria.
La Pulce. Giornale umoristico-satirico
con caricature, nato nel 1887. Esce ogni
domenica in 8 pagine con copertina in-4.°
È redatto in italiano e dialetto. Editore e
redattore responsabile: Giuseppe Marinich,
Abbonamento: anno L. io. Via Stadion, 6,
Trieste.
Il EaOCOglitore. Giornale politico, com-
merciale, nato nel 1868. Esce martedì, gio-
vedì e sabato in 4 pagine a 4 colonne ed
è redatto tutto in italiano. Tira 1000 copie.
Il Raccoglitore è molto ben fatto, ricco
di notizie e telegrammi particolari ed ha
una larga diffusione. Abbonamento ; Mo-
724
GUIDA DELLA STA^fPA. PERIODICA ITALIANA.
narchiaanno fiorini 6,So,seni. 3,40, tr. 1,70.
Italia: anno L. 10, sem. 5, trim. 2,50.
Rovereto,
divista dalmatica mensile di scienze,
lettere ed arti. Giornale letterario. Esce
a fascicoli e tira 800 copie.
Spalato.
La Valsugana. Giornale politico italiano.
Esce ogni settimana e trae il nome dal
circondario. Tira 500 copie.
Borgo.
La Voce cattolica. Giornale religioso,
politico, letterario, nato nel 1866. Esce
martedì, giovedì e sabato non festivi in 4
pagine a 4 colonne. Editore e compilatore
responsabile: sac. E. Bazzanella. Tira 500
copie circa. Abbonamento: Austria 8 fio-
rini, sera. 4, trim. 2. - Estero: anno L. 24,
sem. 12, trim. 6.
Trento.
Archivio per Trieste, l' Istria e il Tren-
tino. Importante pubblicazione storica, di-
retta dai professori Zenatti e Morpurgo ed
intesa a illustrare con documenti la italia-
nità delle Provincie dell'Austria. Vi scri-
vono : C. Cipolla, C. De Pesti, G. Bia-
dego, ecc.
Rovia.
Giornali cessati:
— Nel 1785 usci in luce a Vienna il primo numero d'un giornale italiano. S'.in-
titolava: Foglietto di Vienna, si pubblicava 2 volte la settimana, e un tale Del Sasso
n'era il redattore. Si vendeva presso un tabaccaio al Kolmarkt, e costava d'abbona-
mento annuo 8 fiorini (20 lire delle nostre). Non si sa l'anno della sua cessazione.
Ma si può quasi affermare ch'egli fu il babbo di tutti gli odierni giornali viennesi.
Al tempo del Foglietto di Vienna fioriva sul Danubio il poeta cesareo Pietro Me-
tastasio, e la cantante Bulgorini, sotto le spoglie di Didone, di Semiramide e delle
altre eroine del poeta, era la delizia della Corte e dell'alta società viennese.
L'arte in quel tempo a Vienna era italiana, e si manifestava in italiano. Quale
meraviglia se anche la politica aveva adottata la nostra lingua?
— Il 31 luglio 1836 nacque a Trieste, per opera di Antonio Madonizza, Fran-
cesco DairOngaro, Antonio G izzoletti, Antonio Somma e il libraio Giovanni Orlan-
dini, il periodico La Favilla, che visse 11 anni di vita onoratissima e nella quale scris-
sero uomini colti e stimati. Pacifico Valussi, ora direttore del Giornale di Udine, vi
fece le sue prime armi. La Favilla mori nel 1846 per l'ingrossare dei tempi; nell'ul-
l'ultima pagina stampò quest'epitaffio : Vissi undici anni - Povera ma fida alla mia na-
tura - Malignata e compianta - Come ogni vita - Rientrai nella selce nativa - Aspet-
tando l'attrito fecondo - Che mi risvegli. Vedi per maggiori notizie l'opuscolo « Della
Favilla, giornale triestino », del dott. Alberto Boccardi, tip. Caprin, Trieste 1888.
— Nel 1850 nell'impero austriaco si pubblicavano 251 giornali; di questi 30 usci-
vano a Milano e 30 a Brescia In tutto l'impero erano 75 i giornali stampati in italiano.
— La stampa fu introdotta a Rovereto verso il 1600. 1 tipografi Marchesani pub-
blicarono per non meno di 9S anni il Messaggere tirolese; nella stessa tipografia fu
stampato negli anni 1763-64 la Frusta letteraria del Baretti, che in Rovereto trovò
sicuro asilo, allorquando per gare e bisticci letterari, fu espulso dalla serenissima re-
pubblica di Venezia,
— A Vienna nel 1854 si pubblicava un Corriere italiano. Felice Orsini nel par-
larne in una lettera datata da Vienna i.° dicembre 1854, dice: « .,.. Dicasi altret-
tanto della Casa Sarda, che vien posta in ridicolo co' suoi soldati. Bisogna poi leg-
gere i giornali, massime il Corriere italiano, e se un Italiano non arrabbia bisogna
dire che è un bastardo. » - Di questo giornale era estensore un tal Mauroner, spia
appunto degl'italiani presso la polizia tedesca e parecchi per sua delazione furono ar-
restati e martirizzati. Il giornale era organo del Mmistero che tendeva a screditare il
governo militare per la mala amministrazione dal medesimo tenuta, che poscia imitò
quando il governo militare fu tolto. Era un ladro che tacciava un altro. Dalle Memo-
rie dell'Orsini si conosce come il Maurcner e certo Formiggini si fossero fatti delatori
alla polizia di Vienna contro l'Orsini stesso. Questi scrisse al giornale di Vienna, a
sfogo della sua giusta ira, un'acerbissima lettera.
X
=-• L'Alabarda di Trieste, poi., quot., n. 1883 a Trieste; redattore Leopoldo Schuwert.
— L'Alba^ commerciale, letterario, quindicinale, n, a Trieste.
725
L'Jpe, letterario, scientifico, bimensile, n. 1885 a Trieste.
L'Avvenire, politico, trisettirnanale, n. 1880 a Spalato; ne fu per alcun tempo di-
rettore Arturo Colautti.
Il Benaco, locale, artistico, letterario, n. a Riva.
Il Caleidoscopio, letterario, 1842-46, Trieste; redattore Adalberto Thiergen.
Il Chiaroveggente, politico, quindicinale, n. a Trieste.
Collana di romanci, quindicinale, n. a Trieste.
Il Commercio, quotidiano, n. 1870 a Trieste.
Corriere dei francobolli, n. 1875 a Trieste; direttore Teodoro Mayer.
Corriere di Gorizia, ....
Corriere israelitico, mensile, n. a Trieste.
Cronaca ai{urra, quindicinale, n. a Trieste.
La Dijesa, politico, amministrativo, n. a Spalato.
V Elettore, progressista, quindicinale, n. 1880 a Trieste.
La Favilla, n. a Trieste; direttore Hermct; diversa da quella del 1836.
Gaietta stenografica, mensile, n. a Trieste,
Gaiiettino del popolo, quindicinale, u. a Trieste.
Giornale agrario di Rovereto, quind., n. 1870; si fuse con ['Agricoltore di Trento (vedij.
Giornale di Trieste, a. 184S; direttore Pietro Chcvallier.
Il Giovane gradiscano, politico, militare, quindicinale, n. a Gradisca.
V Imparziale, politico, quindicinale, n. a Gorizia; cessò nel 18S1.
V Indispensabile, commerciale, agricolo, settimanale, n. a Trieste.
\J Inevitabile, di pubblicitii, n. a Trieste.
U Isonzo, settimanale, n. 187 1 a Gorizia; direttore E. Juretlig.
Il Lagarino, istruttivo e morale, sett., n. 1882 a Rovereto; direttore G. Grigoletti.
Libertà e lavoro, letture illustrate, quind.,- n. 1874 a Trieste; direttore G. Caprin.
Il Littorale, letterario, pedagogico, mensile, n. a Trieste.
La Maschera, artistico, quindicinale, n. a Trieste.
Mente e Cuore, scienze e lettere, meas., n. 1874 a Trieste; direttore Odoardo Weis.
Mente sana in corpo sano, educativo, mensile, n. a Trieste.
Messaggiere di Rovereto, poi., quot., n. 1816; visse oltre 50 anni; editore A. Caumo.
Monitore delle assicurazioni, quind., n. 1872 a Trieste; direttore Vincenzo Gerolini.
La Musica, teatralt^, mensile, n. 1884 a Trieste; direttore Umberto Depery.
Nuovo giornale, politico, n. 1880 a Gorizia.
L' Osservatore Dalmata, poi., quatrisett., n. 1852 a Zara; direttore G. Chiaudina.
La Palestra, letterario, quindicinale, n. a Zara.
La Penna, letterario, n. 1887 a Rovigno; direttore G. E. Nani Mocenigo.
Il Politeama, artistico, quindicinale, n. a Trieste.
Pro patria nostra, politico, letteraiio, n. 1890 a Trieste; cessò nell'anno; direttrice
Giuseppina Martinuzzi.
Il Raccoglitore, finanziario, commerciale, n. 1881 a Gorizia; cessò nel 1881.
Il Risorgimento, politico, amministrativo, settimanale, n. a Foia.
Il Risveglio, organo degl'interessi del Goriziano, mensile, n. a Trieste.
Sandro, politico, umoristico, settimanale, n. a Trieste.
La Settimana, n. 1849 a Trieste; direttore Pietro Chevallier.
La Staffetta, amministr., settim., n. 1881 a Trieste; direttore Arturo Migliorini.
Il Teatro, n. a Trieste.
Il Trentino, quotidiano, 1868-71, Trento; direttore G. Degasperi.
Il Trentino, quotidiano, n. 1872 a Trento; direttore Bernardo Moser.
Il Tramioay, letterario, industriale, quindicinale, n. a Trieste.
L'Umanità, quindicinale, n. 1872 a Trieste; direttore Laerte Tolentini.
L'Unione, locale, bimensile, n. 1875 a Capodistria; redattore Domenico Manzoni.
La Vigilanza, politico, quindicinale, n. a Trieste.
FIASCHI BECCARO
(Vedi pag. 156.)
726 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
L'inserzione a pagamento
Più che la poca accresciuta istruzione popolare, più che l'ardire degli editori, e
più che gli esempi strabilianti venutici dall'estero, ebbe una grande parte nel miglio-
ramento del moderno giornalismo italiano, l'accresciuto valore della pubblicità.
La quarta pagina, oggi, spiega molte cose, spiega lutto.
Spiega, per esempio, come si possa fare un giornale composto per la massima
parte di cortisiiimi telegrammi; spiega la n'imerosa sch'era di reporters addetta a
ciascuna redazione; Sjve^a la valanga dei premi che un giornale può regalare ai propri
associali.
Dal giorno in cui gli industriali capirono l' iniportanza della pubblicità, gradino
per gradino, le inserzioni andarono continuamente aumentando, i giornali migliorarono
le loro edizioni, perfezionarono i loro servizi e cominciarono a meritare l'onore del
loro nome, avviandosi sulla strada del giornalismo inglese ed americano, maestri di
coloro che sanno.
Venticinque anni sono, la pubblicità era ad un livello deplorevole.
Si trovavano ben pochi industriali che arrischiassero una sommetta per vedere
i loro prodotti elencati nel fondo d'una quarta pagina ; nessuno poi che avesse nel
proprio bilancio un capitale, già preventivato per gli avvisi deli'snno. Fosse matto!
« Denari che non si sa se ritornano in casa ! Un negoziante serio, che ha sempre
fatto i suoi affari al banco od al tavolo, che ha in giro per le Provincie i suoi viag-
giatori, e che ha a cuore il decoro della casa, non deve esporsi a vedere il suu buoQ
nome stampato nel'a quarta pagina di un giornale. Oh guai 1 » Così ragionavano molti,
la maggioranza; e brigavano invece per farsi amici del cronista; lo lisciavano, lo re-
galavano e non gli davano pace se non quando aveva parlato, in un ariicoleito di cro-
naca, del loro negozio o del loro ritrovato.
Ed era una volta tanto, nel corsi di tutta la vita. Ma in quarta pagina? oh, mai!
C'erano bensì gli avvisi ufficiali coi quali il governo compensava i giornali del
suo cuore, ma erano avvisi di asta, di appalti, di contralti la cui pubblicazione ser-
viva per gli effetti di legge, noi a scopo di reclame
In seguito col nascere di nuove industrie desiderose di farsi conoscere, collo
sprone della concorrenza, C(»l moltiplicarsi degli scambi, e col rinsanguarsi dell'opinione,
la pubblicità divenne un ingrediente indispensabile nella cucina commerciale, o la
quarta pagina venne riconosciuta per una delle autorità costituite. Oggi giorno si può
calcolare ad occhio e croce, che !a spesa della carta adoperala per stampare il gior-
nale viene coperta dal ricavo delle inserzioni.
È inutile il voler negarlo, oggigiorno la reclame ò la leva di ogni affare per
quanto serio, e chi l'ha capila ne coglie buoni fruiti.
Un esempio di reclame americana ci viene dato dalla dilla Bertelli di Milano
per le sue pillv^le di Catramina o per il Sapol. Il sig, Bertelli non si accontentò che
i medici gli dicessero essere soddisfattissimi dei suoi prodotti farmaceutici, non si
accontenlò di avere una riconoscente clientela ma limitala alla sua città o poco più ;
volle invece estendere i propri affari e procurarsi clienti non solo in tuila Italia ma
anche fuori, e ci riusci ma a palio di profondere una intera sostanzi (calcolasi che
in due anni abbia speso più di 400,000 lire) in pubblicità. Oggi chi non conosce,
chi non usa i prodotti della dilla Bertelli? Ceno le 400,000 lire furono bene im-
piegate, e il sig. Bertelli merita una fortuna che farà di sicuro in barba a tutti i bo-
toli invidiosi che gli si attaccano alle calcagna.
Con questo esempio, eloquenlissimo, chiudo, augurando che anche i eodinoni
s'abbiano a convertire e non arricciare il naso quando un industriale o negoziante gli
offre la sua mercanzia a mezzo della quarta pagina del giornale.
Otto Cima
GIORNALI ITALIANI STAMPATI ALL'eSTERO.
727
FRANCIA
Gazzetta delle cartiere italiane. Gior-
nale tecnico, nato nel 1873. Si pubblica
ogni mese in fascicoli di 20 pagine in-8.°
Redattore-proprietario: ing E. Bourdilliat.
Inserzioni: una pagina L. 15; mezza pagi-
na L. 8; la linea 0,80.
Grenoble.
Il Pensiero di Nizza. Giornale politico,
scientifico, letterario, nato nel 1871. Esce
tutti i giorni, tranne i festivi, in 4 pagine
a 4 colonne. In politica è separatista, cioè
propugna strenuamente la separazione di
Nizza dalla Francia. È fatto con molto
garbo ed ha una diffusione di circa 1000
copie. Direttore: a vv. André. Abbonamento
per l'Italia: anno L. 44, semestre 23, tri-
mestre 12. Inserzioni: 3.* pagina 0,50 la
linea, 4.' pagina 0,25. Baluardo del Pon-
tenuovo, io.
La Production fran^aise-italienne. Or-
gano dell'esportazione e dell'importazione,
nato nel 1886. Esce ogni settimana in 8
pagine a 3 colonne ed è redatto in fran-
cese ed italiano. Si occupa di politica, in-
dustrie, commercio, scienze e lettere. Re-
dattore capo: Paul Capus. Abbonamento:
anno L. 12, sem. 6 - Estero: anno L. 15.
Annunzi: 0,50 la linea. Rue Saint Georges, 9.
Parigi.
Giornali cessati:
— L'Aìiiico dei popolo italiano, n. 1832 a Parigi; si proponeva insegnare quali erano
nel secolo XIX i doveri dei popoli e dei re.
— U Ausonio, n. 1846 a Parigi; direttrice principessa Belgiojoso.
— Il Corriere italiano, poi., econ., sett., n. 1887 a Parigi; direttore Ermolao Boni.
— Courrier Jranco-italien, n. a Parigi; direttore Carini (vedi pag. lOl).
— Il Dovere del popolo, repubblicano, n. 18S8 a Nizza.
— U Eco della Corsica, fondato a Bastia nel 1793 da Filippo Buonarroti di S. Miniato,
allo scopo di eccitare a libertà la Toscana, dalla quale era stato esiliato nel 1790
per avere fondato V Amico della libertà italiana.
— Le Franco-italien, n. 14 luglio 1882 a Parigi; direttori Clovis Hugues e B. Melzi.
'— Il Garibaldi, settimanale, n. 1886 a Marsiglia; direttore Giovanni Dulcetti.
— Gaiette franco-italienne, n. 1882 a Parigi; direttori Gentili e Rezasco.
— La Gallette du soir, or gane franco itaìien, u. 1882 a Parigi; 50 numeri.
— La Guida del popolo, istruttivo, educativo, n. a Bislia (Corsica); cessò nel 1852;
nel 188 1 cessò un'altra Guida del popolo.
— U Italia, settimanale, n. 9 gennaio 1885 a Parigi; direttore G. Turrio.
— L'Italiano, letterario, 184.,..
— L'7/ii/i'fl«o, politico, letterario, settimanale, n. 1884 a Parigi; direttore Nino Malagoli.
— La Lega latina, bisettimanale, n. 1881 a Marsiglia.
— La Lega latina, poi., comm., sett., n. 1884 a Marsiglia; direttore Filippo Lupis.
— Parigi-Roma, politico, letterario, settimanale, n. 1883 a Parigi.
X
— Un italiano ebbe nell'anno V della repubblica francese l'idea di pubblicare a
Parigi un giornale che intitolò // Venerabile Pietro Aretino; Flagello dei Principi per
r istruzione dei popoli. Opera periodica, politica, morale, dedicata alle case regnanti. Non
ne fu pubblicato che un solo numero divenuto rarissimo, ma che esiste nella impor-
tante collezione dei giornali rivoluzionari della Biblioteca di Via Richelieu. (G. Tre-
ves. - Vedi pure a pag. 688, È lo stesso?)
GRECIA
L' Italo-Elleno. Giornale politico-letterario. Direttore: Antonio Frabasilis. Proprie-
tario: G. Mazara.
Atene.
Giornali cessati:
— Atene, settimanale, di scienze e lettere, n. 1882; redatto in greco, meno una ri-
vista del movimento politico e letterario della settimana, scritta in italiano.
— • La Gaxxtita di Corfù, n. 1852.
728
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
INGHILTERRA
Londra-Roma. Giornale liberale, politi-
co, commerciale, monitore degl'interessi
e del movimento anglo-italiano, nato nel
1888. Esce in 4 pagine a 4 colonne, re-
datto e stampato nella tipografia propria
con grande accuratezza. Direttore: prof. Pie-
tro Rava. Abbonamento: anno L. 6,25.
12, Theobald's Road, W, C.
Londra.
Gìoruali cessati:
— V Apostolato popolare, n. 1840 a Londra, (V. p. 461.)
— Pensiero e Aliane, a. 1858 a Londra, (V. p. 406.)
— « Si denunziò (1823) alla Polizia lombarda che a Londra pubblicavasi un giornale
La bella italiana ( L' Abeille italienne) alla cui testa era Ugo Foscolo. » (Cantù, //
Condì, e i Carb., pag. 203).
MALTA
L'Afrique maltaise. Giornale ebdoma-
dario, antischiavista, organo degl'interessi
generali dei maltesi residenti in Algeria,
Tunisia e Tripolitania. È redatto in inglese,
italiano, francese e maltese. Direttore-pro-
prietario: avv. Enrico Zammit.
Valletta.
I Crepuscoli. Giornale letterario, ricrea-
tivo ed artistico, nato nel 1890.
Valletta.
L'Eco di Nazareth. Giornale cattolico,
organo della Società di S. Vincenzo di Pao-
la. Esce tre volte al mese e tira poco più
di 100 copie.
Valletta.
Fede ed Azione. Giornale cattolico, Esce
2 volte la settimana in 4 pagine. Tira poco
più di 100 copie.
Valletta.
Lloyd maltese. Giornale commerciale,
marittimo e d'avvisi, nato nel 1840. Esce
tutti i giorni eccetto i festivi in 4 pagine
a 3 colonne, redatto in italiano. È ufficiale
per gli atti della Camera di commercio.
Strada S. Paolo, 206.
Valletta.
Malta. Giornale politico, letterario, fon-
dato nel 18S3 dall'avv. F. Mizzi, che lo di-
resse per alcun tempo. Esce ogni giorno
in 4 pagine a 5 colonne. Abbonamento:
anno 20 scellini; estero spese in più.
Valletta.
Malta Government Gazette. Giornale
ufficiale per la pubblicazione degli atti go-
vernativi, il primo fondato a Malta dopo
l'occupazione inglese. Esce a intervalli ed
è redatto in inglese ed in italiano. Tira
300 copie. Abbonamentoi anno 8 scellini.
Tip. di Governo.
Valletta.
II Messaggiere di Maria. Giornale cat-
tolico, organo della Curia locale. Esce 2
volte al mese ed è molto diffuso nel
clero.
Valletta.
Monitore geografico e scientifico. Orga-
no della Società geografica maltese. Si pub-
blicano non meno di 6 fascicoli ad anno
di 1 2 a 20 pagine. Direttore: M. A. M. Mizzi.
Abbonamento: anno 8, scellini (L. io).
Valletta.
Il Movimento. Organo della democrazia,
nato nel 1890. Esce ogni settimana in 4
pagine. Direttore: Ernesto Manara, già me-
dico del R. Esercito italimo.
Valletta.
L'Ordine. Giornale politico, religioso,
nato nel 1859. Esce ogni mercoledì in 4
pagine a 4 colonne, medesimi tipi, formato
e redazione del Portafoglio, di cui è sup-
plemento. Col Lloyd maltese qu( sti tre gior-
nali formano la stampa più vecchia di tutta
l'isola. Essi sono preferiti dal governo per
la pubblicazione degli avvisi governativi.
Abbonamento: trini. 2 scellini e 6 denari;
estero 4 scellini. Inserzioni: 2 denari a li-
nea. Strada Stretta, 155.
Valletta.
L' Otello. Giornale letterario, ricreativo
ed artistico, nato nel 1890 e redatto da
giovani.
Valletta.
Politica e Commercio. Giornale officioso,
in cui scrivono ordinariamente i membri
del Consiglio di Governo.
Valletta.
Il Portafoglio maltese. Giornale politico,
cattolico, nato nel 1838. Esce il lunedi e
giovedì in 4 pagine a 4 colonne, redatto
tutto in italiano, ricco di notizie telegra-
fiche e di cronaca locale. È diffuso nel-
r isola ed un poco anche all'estero, non
GIORNALI ITALIANI STAMPATI ALL' ESTERO
729
tanto in grazia delle sue opinioni, che spesse
volte lo trascinano a polenvche violenti,
quanto per la sua autorità di giornale vec-
chio. Abbonamento annuo: Estero L. 30,
fuori dell'Unione 40. Si fanno abbona-
menti per semestre e trimestre. Inserzioni:
IO soldi ogni 5 linee. Strada Stretta. 135.
Faìletta.
Il Bisorgimento. Giornale politico libe-
rale, commerciale, fondato il 6 sett 176 dal
negoziante e deputalo del popolo a! Consi-
glio di Governo, Francesco Saverio De Ce-
sare, il quale aveva tipografia propria forni-
tissima. Nel 1884 giornale e tipografia pas-
sarono in proprietà di Roberto De Cesare,
fratello di Frane. Saverio e già direttore del-
V Amico del popolo. Il programma del Risor-
gimento è di opposizione, ma monarchico e
fedele alle attuali istituzioni. Nel Risorgimen-
to scrivono i più eletti ingegni dil paese, fra
cui l'illustre scrittore e geografo M. A. M.
Mizzi. Il Risorgimento esce ogni giorno in
4 pagine a 4 colonne e tira 500 copie
circa. - Abbonamento : anno 20 scellini,
estero spese in più. Strada Ponente, 3.
Valletta.
La Rivista medica. Giornale scientifico,
mensile.
Valletta.
Stenterello. Giornale umoristico, poli-
tico. Esce ogni settimana.
Valletta.
Lo Studente. Gara letteraria, nata il i."
gennaio i"!85. Esce 3 volte al mese. Di-
rettore: Luigi Ballion. Abbonamento: anno
6 scellini, estero L. 10 - semestre e tri-
mestre in proporzione. Strada Forni, 133.
Valletta.
Giornali cessati:
— U Allegria, mensile.
— L'^wico tftj//'o/7o/o,democr., quotidiano. comm., n. 1879; direttore Roberto De Cesare.
— Corriere Mercantile maltese, quotidia.no, n. 1857; direttore G. B. Diacono; è durato
lunghissimi anni.
— La Croce di Malta, cattolico, letterario, j volte al mese.
— 11 Diritto di Malta, politico, progressista, sett., n. 1880; direttore Antonio Calleja.
— La Rigenerazione, politico, cattolico, settimanale.
— Rivista geografica internazionale, bimensile, n. 1880.
— Il Mediterraneo, si pubblicava a Malta nel 1844; i fratelli Bandiera vi pubblicarono
una dichiarazione.
— La Frusta, ....
— Vittorio Barzoni di Lonato (Broscia) ridottosi in Malta (1811) per le perse-
cuzioni di Napoleone, vi pubblicò opuscoli ostili al Bonaparte e il giornale // Cartaginese ;
né mai cessò finché caduto l'eroe, egli tornò in patria vivendo di unn pensione fattagli
dall'Inghilterra. (Per maggiori e interessanti notizie €u questo giornalista vedi l'articolo
di Ulisse Papa nel fascicolo di giugno l'^So della Nuova Antologia.)
ROMANIA
Giornali cessati:
— Nel 1881 nacque a Bukarcst un giornale politico, letterario intitolato Fratia
romdna-italiana (Fratellanza rumena-italiana) ; usciva ogni 15 giorni in 8 pagine in-4.*
con copertina, redatto in rumeno ed italiano. Era diretto da Luigi Cazavillan, e vi
scrivevano O. Turchetti, Vezze/zi-Ruscalla, ecc.
SAN MARINO (REPUBBLICA DI)
Giornali cessati :
— Il primo giornale che vide la luce nel piccolo Stato fu La Nefelocchighia, nata
nel 18S1. Cessò dopo due numeri perchè i compilatori si unirono ai redattori del
Giovane Titano, giornale nuovo che usci ai primi di maggio del 1881 e continuò ogni
settimana fino a tutto l'ottobre dell'anno. Ricomparve, ma per pochi numeri, nel 1882. —
Nell'ottobre del 1881 nacque La Repubblica di S. Marino per opera dell'avv. Giuseppe
Masi e non durò mclto sebbene uscisse circa una volta al mese. — Successivamente
nacque La Lotta che cessò dopo il primo o il secondo numero. Cosi dopo pochi
numeri tacque II Radicale ch'era nato nel 1888.
• 46
730
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
SVIZZERA
L'Agricoltore ticinese. Giornale econo-
mico, agrario, nato nel i86S. E organo
della Società Cantonale di Agricoltura e
Selvicoltura. Esce il 15 e 30 d'ogni mese
in fascicoli di 20 pagine in-8.° e tira 1300
copie. Direttore: ing. Giovanni Lubini. Ab-
bonamento: anno L. 2 per i soci agricoli;
4 pei non soci ed estero, con le spese po-
stali in più. Tipografia. Veladini.
Lugano.
_ Bollettino medico della Svizzera ita-
liana. Giornale di medicina, farmacia e
scienze affini, nato nel gennaio \>iS). Esce
ogni mese a fascicoli. Vi scrivono: P. Pe-
drazzini. dott. G. Reali, dott. Casella, ecc.
È organo della Società medica e farma-
ceutica della Svizzera italiana. Abbona-
mento: anno L. 6. - Unione postai»: anno
L. 6,60. Tipografia Bertolotti.
Locamo.
_ Bollettino storico della Svizzera ita-
liana. Rivista storica letteraria di molta
importanza, nata nel 1S79. Esce ogni mese
in fascicoli di 16 a 24 pagine e tira 500
copie. Direttore: Emilio Motta. Abbona-
mento: anno L. j, estero 6. Tip. Colombi.
Bellin-^ona.
Il Credente cattolico. Giornale religioso,
b'settimanale, nato nel 1856 a Bellinzona
e trasportato poscia a Lugano. Ne è di-
rettore il can. Gianola, professore al Liceo
di Lugano. Tira lOoo copie: Inserzioni:
IO centesimi la linea. Tip. Degiorgi.
Lugano.
Il Dovere. Giornale dei liberali ticinesi,
fondato il i.° luglio 1878, da R. Simen e
avv. A. Mordasini. Esce tutti i giorni non
festivi in 4 pagine a 3 colonne. È fatto
con molta cura ed ha una diffusione di
2000 copie. Direttore-redattore in capo:
Rinaldo Simen. Abbonamento : anno L. 1 5,
sem. 8, trim. 4. Unione postale : anno L. 24,
Sem. 12, trim. 6. Inserzioni : 3.' pagina 0,20
la linea, 4.' pagina, 0,10. Un numero 0,10.
Locamo.
L'Educatore della Svizzera italiana.
Giornale letterario d'istruzione ed educa-
zione, nato nel 1855. L'anno seguente so-
spese le pubblicazioni e le riprese nel 1859.
Esce ogni 15 giorni in 16 pagine in-i6.°
grande ed ha una tiratura di 800 copie.
Abbonamento: anno L. 5,50. L^nione 7.
Tipografia Colombi.
Bellinzona.
Foglio ofBciale ticinese. Bollettino uffi-
ciale fondato il 7 gennaio 1844 per la pub-
blicazione degli atti amministrativi del Can-
tone Ticinese. Esce ogni settimana e tira
1000 copie.
Locamo.
Gazzetta ticinese. Antico e reputato
gio''nale italiano liberale, nato nel 1800,
edito e diretto dai fratelli Veladini, pro-
prietari. Esce ogni giorno meno i festivi
in 4 pagine a 5 colonne; le sue notizie
esattissime ed interessanti sono spesso se-
gnalate dalle agenzie telegrafiche europee.
Tira 3000 esemplari. Abbonamento: anno
L. 18,50, sera. 9,50, trim. 4,75. - Europa
e America: anno L. 31, sem. 16, tr. 8,20.
Inserzioni: io centesimi la linea.
Lugano.
Il Grigione italiano. Giornaletto cqm-
merciale e d' interessi locali, nato nel 1853.
È uno dei più antichi giornali svizzeri e
benché piccolo di formato è molto apprez-
zato per la sua serietà e per il carattere
indipendente e liberale. Di politica si oc-
cupa poco e dà soltanto notizie generali.
Esce ogni sabato in 4 pagine a 3 colonne.
Ne sono redattori responsabili : Marchioli
dott Daniele e Giuseppe Lanfranchi. Tira
700 copie. Abbonamento: anno L. 5. -
Estero : anno L. 7, sem. 3,50, trim. 1,80.
Poschiavo.
Il Lago Maggiore. Giornaletto politico,
commerciale ed industriale, nato nel 1857
a Intra. Nel 1S69 si trasferi ad Ascona.
Esce ogni giorno in 4 pagine a 3 colonne.
É fatto con molto g.irbo; e propugn.i prin-
cipe lib-'rali. Pubblica molte corrispondenze
dai paesi limitrofi italiani. Ne è direttore
ed editore l'avv. F. Pancaldi-Ferretti e
tira 700 copie. Abbonamento per l' Italia :
anno L. 8, sem. 4,50.
Ascona.
La Libertà. Organo del partito liberale-
conservatore, nato a Lugano nel 1866, tra-
sportato a Locamo nel 1875, indi passalo
a Bellinzona e tornato col 1890 a Locamo.
Esce ogni giorno in 4 pagine e tira 2000
copie. É giornale molto ben redatto, apprez-
zato e diffuso. Abbonamento : anno L. 14. In-
serzioni: 0,10 la linea. T. Alberto Pedrazzini.
Locarne.
Il Mera. Gazzettino della Bregaglia, nato
il 15 gennaio 1889. Esce ogni 15 giorni
in 4 pagine, formato 0,42 x 0,28. Direttore:
G. Martinelli. Abbonamento: anno L. 5,
estero 6,50. Un numero 0;20. Si stampa
nella Tip. Antonio Ogna di Chiavenna.
Sondo.
Il Pancacciere. Giornale letterario, nato
nel 1887. Esce 2 volte al mese in 4 pa-
GIORNALI ITALIANI STAMPATI ALL ESTERO.
731
gine a 3 colonne e si stampa a Bellinzona
nella tipo-litografia Salvioni. Redattore :
Gio. Airoldi. Abbonamento per la Svizzera
e l'Italia: anno L. 4, sem. 2,50, trira. 1,23.
Via Bandoria, 259.
Lugano.
11 Patriota. Giornale politico, liberale,
Esce ogni settimana e tira 400 copie.
Chnr.
Repertorio di giurisprudenza patria.
Rivista giuridica, settiraanal-, fondata nel
1866 dali'avv. G. B. Meschini, il quaie la
diresse sino al 1878, anno in cui rivista e
fondatore morirono. 11 4 luglio 1881 il Re-
pertorio fu ripreso dagli avvocati Luigi Co-
lombi e Stefano Gabuzzi, che attualmente
lo dirigono. Il Repertorio esce il 15 e 50
d'ogni mese in 48 pagine in-8.° - Riporta
le sentenze di massima del tribunale fede-
rale, la giurisprudenza d.M tribunali ticinesi
del consiglio e delle camere federali, ecc. -
Abbonamento: anno L. 12. - Estero spese
postali in più. Un fase. L. i ,50.Tip. Colombi.
Bellin{^ona.
La Ricreazione. Giornale d'istruzione ed
educazione, nato nel 1877, organo dell'I-
stituto internazionale Baragiola in Riva
S. Vitale. Tipografìa G. Prina.
Mendrisio.
La Riforma. Giornìle politico, commer-
ciale, quotidiano. Direttore: avv. Brenno
Bertoni. Abbonamento : anno L. 15, sera. 8,
trim. 4. - Estero: anno L. 30, sem. 16. Ti-
pografia Colombi.
Bellinzona.
La Scintilla. Giornale politico, letterario,
artistico, nato nel 1889. Esce 2 volte al
mese in 4 pagine a 2 colonne. Direttore:
Tito Bahjo Galliano. Abbonamento: anno
L. 6; sem. 3. Ob. Kirchgasse 58, II.
Zurigo.
La Scintilla. Giornale evangelico, nato
nel iS8:>. Esce ogni mese in x6 pagine e
copertina. Direttore: Paolo Calvino. Ab-
bonamento Italia: anno L. 1,80.
B lasca.
Lo Svegliarino. Giornale politico, con-
servatore, organo della gioventù ticinese,
nato nel gennaio 1881. Esce 2 volte al
mese in 8 pagine in-folio piccolo e tira
600 copie. Abbonamento: anno L. 2,60.
Tipografia Traversi e Degiorgi.
Lugano.
Vita Nova. Giornale politico, letterario,
umoristico, nato nel 18S4, col titolo di
Ve^pa che poi mutò nell'attuale. Esce ogni
sabato in 4 pagine a } colonne illustrate.
Abbonamento : anno L. 6,50. Unione 8,50.
Un numero 0,20. Rue du Rhòne, 38.
Ginevra.
Giornali cessati:
L'Agitatore, internazionalista, n. 1S74 a Lugano.
L'Amica di casa, istruttivo, mensile, 1861-62 a Locamo; si mutò in Furo delle Alpi.
L'Amico della riforma, liberale, settimanale, 1838-39, Lugano.
L'Amico del popolo, politico, 1847-52, a Lugano, poi a Bellinzona.
L'Amico del popolo, interessi locali, settimanale, 1881-82, Grono.
L'Amnistia, n. 1841 a Grono; direttore A. Bianchi-Giovini.
L'Ape, giornale per le famiglie, settimanale, n. 1859 ad Airolo.
L'Ape, pedagogico, bimensile, n. 1882 a Locafno.
L'Ape del Ceresio, politico, economico, n. 1856 a Lugano; direttore ab. G. Stabile.
L'Ape delie cognizioni utili, mensile, 1833-35 a Capolago, 1835-41 a Milano.
L'Araldo ticinese, commerciale, industriale, n. 1875 a Lugano.
Atti della società ticinese d'utilità pubblica, 1829-34 a Lugano.
L'Aurora, politico, 1830-32 a Lugano; redattore Aurelio Bianchi-Giovini.
L'Aurora, politico, umoristico, settimanale, 1S59-60 a Locamo.
Bollettino del Cantone Ticino, n. 1807 a Lugano.
Bollettino delle leg^i e decreti della Repubblica Elvetica, u: iSoi a Lugano.
Il Buon umore, 1859-62, illustr., sett., a Bellinzona, poi a Lugano e quindi a Locamo.
Il Carabiniere ticinese, progressista, bisettimanale, n. 1873 a Locamo.
Il Cattolico, bimensile, 1833-50 a Lugano; redattori G. Riva e can. G. B. Torricelli.
Il Ceresio, politico, n. 1881 a Lugano; mori nell'anno.
Il Cittadino ticinese, bisettimanile, 1S62-66 a Lugano.
Il Confed>'ralo ticinese, conserv.itare, bisettimanale, 1847-50 a Lugano.
Il Contadino, popolare, 1863-65, settimanale, a Cavagnago.
Il Contadino che pensa, agricolo, settimanale, n. 1857 a Bellinzona.
Corriere svii{ero, bisett., n. i*^2j; nel 1830 si fuse con {'Osservatore del Ceresio (vedi).
Il Carrier Zoppo, 0 sia Mercurio storico e politico, n. dicembre 1756 a Lugano, men-
sile, ia-i2.°; pare cessò nel 1762.
732 GUIDA DELLA STA.MPA PERIODICA ITALIANA.
— La Costituiione, politico, popolare, quotidiano, n. 1871 a Bcllinzona.
— Il Democratico, a. 186S a Locamo; redattore Riletti.
— La Democrazia, politico, popolare, 1852-62 a Bailiiizona ; risorse poi nel 1868-70.
— U Educazione, mensile, 1874-75 a Lugano.
— L'Elettore ticinese, 1852-54, settimanale, a Lugano; direttore G. Airoldi.
— U Elvezia, politico, progressista, bisettimanale, 1863-65 a Lugano.
— \J Emigrante ticinese, democratico, mensile, n. 1873 a Ginevra.
— U Euterpe ticinese, mensile, n. 1833 a Lugano.
— Foglio d'annunci dell' Agenzia italo-svizzera, quindicinale, 1863-64 a Locamo.
— Foglio d'annunzi nel Ticino, bimensile, n. 1875 a Lugano.
— Ga:^^e//a del popolo ticinese, quotidiano, liberale, 1862-67 a Bellinzona.
— GazZ'^l^i^'O del popolo, ufficiale del Direttorio Elvetico, n. 1799 ^ Lugano, in-4.° a
2 colonne; visse pochissimo.
— Il Ginnasta, bimensile, 1869-80 a Locamo; direttore Simen.
— Il Giornale della festa, del tiro federale, n. 1883 a Lugano; 15 numeri.
— Giornale delle Società ticinesi d'utilità pubblica, della Cassa di risparmio e degli Amici
dell'educazione del popolo, mensile, 1841-47 a Lugano.
— Il Giovine ticino, radicale, settimanale, 1875-80 a Lugano.
— Il Gottardo, liberale, trisettimanale, 1873-78 a Lugano.
— V Illustraz'one ticinese, n. 1S74 a Lugano.
— L' Imparziale, settimanale, conservatore, n. 1852 a Lugano; 25 numeri.
— L'Impavido, 1870-75, bisettimanale, n. ad Ascona.
— L' Indipendente svizzero, bisettimanale, 1833-36 a Capolago.
— U Industre, mensile, n. 1833 a Lugano.
— L'Iride, reazionario, 1836-38 a Bellinzona; direttore G. A. Molo.
— L'Istruttore del popolo, mensile, in-8.°, 1833-35 a Lugano; redattore Francesco Pa-
stori, parmigiano.
— Il Lavoratore, settimanale, n. 1854 a Lugano.
— Il Lavoratore, socialista, settimanale, n. 1S88 a Lugano.
— Il Maestro elementare, 1859-60 a Lugano.
— li Maestro in esercizio, mensile, 1871-73 a Lugano.
— Il Martello, quindicinale, n. 1864 a Lugano (effettivamente stampato a Milano).
— Il Mefistofele, umoristico, quindicinale, n. 1877 a Lugano.
— La Minerva ticinese, n. 1830 a Lugano.
— Monitore della tipografia elvetica, mensile, storico, bibliografico, 1 85 1-5 3 a Capolago.
— Il Monte Cenere, progressista, trisettimanale, 1859-60 a Lugano.
— La Suova Gazz^lta, reazionario, settimanale, n. 1839 ^ Locamo.
— Nuove di diverse corti e paesi, settimanale, n. 1746 a Lugano; nel 1797 mutò ti-
tolo in Cazzano, di Lugano, 8 pagine in-4.° a 2 colonne. Cessò nell'aprile 1799
essendo stato suo compilatore l'abate Vanolli ucciso dalla rivoluzione.
— L'Operaio, democratico, settimanale, 1851-53 a Lugan?.
— L' Osservatore del Ceresio, 1830-34 a Lugano; redattori Franscini, P. Peri e C. Lu-
rati. (P trla di questo giornale e di altri, della libertà di stampa nel Cantone, l'av-
vocato Angelo Baroffio, nella sua Storia del Canton Ticino dal i8oj al 18^0.)
— La Palestra, mensile, radicale, 1875-77 a Berna.
— Il Parlamento, n. 1854 a Lugano.
— Il Patriota del Ticino, bisettimanale, 1852-55, a Faido.
— Il Popolo, bisettimanale, ultraradicale, 1853-58 a Lugano.
— Il Popolino, giornale dell' Unioie ticinese, supplemento al Popolo, 1854-55 a Lu-
gano, illustrato, settimanale.
— Il Portafogli del maestro elementare, mensile, 1872-73 a Lugano.
— li Progresso, politico, industriale, bisettimanale, 1864-67 a Locamo.
— Il Propagatore svizzero delle utili notizie, 1838-39 a Lugano, mensile; direttore Ste-
fano Franscini.
— La Pubblicità della Syi^^era italiana, n. 1881 a Lugano.
— Il Pungolo, n. 1835 a Mmdrisio, settimanale, con supplemento La Valigia,
— La Riforma, trisettimanale, n. 1857 a Lugano.
— La Riforma federale, bisettimanale, n. 1872 a Lugano.
i Il Risveglio, bimensile, n. 1878 a Chiasso.
•-* La Rivista ferroviaria, settimanale, a. 1866 a Lugano.
GIORNALI ITALIANI STAMPATI ALL' ESTERO.
733
— Rivista scientifica svinerà, n. 1882 a Locamo, mensile.
— Lo Svi:fj{ero, educativo, bimensile, n. 1853 a Lugano.
— Il Telegrafo delle Alpi, politico, n. 1801 a Lugano; dal 1806 al 18 14 si mutò in
Corriere del Ceresio; dal 1814 al 1821 in Ganetta di Lugano; col 1821 si mutò
definitivamente in Gaietta ticinese (vedi).
— 11 Tempo, pop., trisett., 1874-78 a Locamo; fu sostituito dal presente Dovere (vedi),
— La Tribuna, democratico, bisettiminale, n 1868 a Lugano.
— Il Tribuno, giornale secondario alla Giovine Italia, n. 1833 a Lugano; tip. Ruggia.
— L' Umanità, politico, commerciale, bisettimanale, 185S-63 a Locamo.
— L' Unione, politico, n. 1884 a Ginevra.
— L'Unione del popolo, n. 1854 a Lugino.
— L' Universo, ebdomadario, ozioso e senza scopo, n. 1833 a Lugano.
— La Verità, settimanale, conservatore, 1877-79 a Lugano.
— La Voce del popolo, conservatore, bisett., 1859-62 a Lugano; direttore B. Lurati.
— Per maggiori chiarimenti sulla stampa italiana nella Svizzera, può consultarsi
l'opuscolo // Giornalismo del Cantone Ticino dai 1746 al iSSj - Locamo, tipografia
D. Mariotta, 1885.
TURCHIA
Giornale commerciale. Organo della Ca-
mera italiana di Commercio ed Arti, nato
nel 1887. Si pubblica z volte al mese in
fascicoli di 8 pagine a 3 colonne e coper-
tina in-folio. Abbonamento per l'Italia:
anno L. 1 0. Strada Vivoda,Bo iltazzi Han, 69.
Costantinopoli.
Eivista marittima. Pubblicazione inter-
mittente, redatta in italiano, nata nel 1876.
Ebce su mezzo foglio, poligrafota. Contiene
la lista dei legni in arrivo e partenza nel
Bosforo.
Costantinopoli.
Giornali cessati:
— U Eco d'Italia, politico, n. 1884 a Smirne.
— Giornale Nazionale, politico, sett., redatto in italiano ed ebraico, n, a Costantinopoli.
— Il Levantino, bisettimanile, greco-italiano, n. Costantinopoli:
— Museum Internationale, politico, letterario, italiano, bisettimanale, n. a Smirne.
— Telegraph- Tempo, politico, quotidiano, italiano, ebraico e persiano, n. a Costantinopoli.
UNGHERIA
La Bilancia. Giornale politico, commer-
ciale, marittimo, quotidiano, fondato nel
1867 e diretto da Emidio Mohovic. É il
solo giornale politico quotidiano che si pub-
blichi in lingua italiana nel regno d'Un-
gheria, che riporti i resoconti delle diete
di Budapest e Zagabria (Agram). Esce la
sera in gran formato, 4 pagine a 5 colonne.
Ha un programma" liberale, antipanslavista.
É molto difl^uso nel litorale ungaro-croato,
Istria, Dalmazia e nelle isole del Quarnero.
Tira 3000 copie. Abbonamento : 16 fiorini
per Fiume, 18 per la Monarchia, 24 per
l'Unione postale. Inserzioni : 20 soldi la
linea la i." volta, soldi io le successive.
Fiumi,
La Varietà. Giornale per tutti, fondato
nel 1882 e diretto dal signor Adolfo Pel-
legrini. È un giornale molto popolare, quo-
tidiano, non politico ed esce in 4 pagine
a 5*colonne. Contiene notizie locali, fatti
divers', varietà, qcc - Tira 2000 copie. Ab-
bonamento : 6 fiorini all'anno per Fiume,
IO per la Monarchia, 14 per l'Unione po-
stale - semestre e trimestre in proporzione.
Inserzioni: soldi io la linea la i.* volta,
soldi 5 le successive. Via Governo, 567.
Fiume.
Giornali cessati:
— Giornale di Fiume, politico, quotidiano, n. 1871; direttore Dott. Carlo Salvadori.
— Rivista umoristica, mensile, n. a Fiume.
— Studio e Lavoro, letterario, educativo, settimanale, n. a Fiume; editore Karletzki,
734
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
AFRICA
EGITTO
L'Eco d' Italia, Giornale politico, demo-
cratico, commerciale, nato nel 1889 per
difendere gli interessi itiliani. Esce ogni
giorno in 4 pagine a 4 colonne. Tira 1 500
copie. Abbonamento: anno L. 26; sem. 13.
Estero spese postali in più.
Alessandria.
La Giovent'i italiana. Giornale lettera-
rio, nato nel 1889. Esce ogni 15 giorni ed
è redatto con molto garbo. Direttore: avv.
Duranti.
Cairo.
Il Messaggiero egiziano. Giornale poli-
tico, e di notizie vane, nato nel 1876. Esce
ogni giorno in 4 pagine a 5 colonne e tira
1000 copie. Direttore proprietario: Enrico
Debono. Il Messaggiero è designato per gli
atti ufficiali dei consolati italiano e spa-
gnuolo. Abbonamento: annoL. 60; sem. 30.
Estero, spese postali in più. Un numero
I p. t. Inserzioni: i.' pagina L. i la linea,
3.* pagina 50 centesimi, 4.' pagina 25.
Alessandria.
Rivista quindicinale. Nata il i.° marzo
1889, si pubblicava ogni mese in 48 pagine
in-4.° Ora esce il io e il 25 d'ogni mese
in 24 pagine e si occupa di scienze, let-
tere ed arti. È fatta con molta cura e com-
petenza: dà, sull'Egitto sopratutto, articoli
scientifici, letterarii, teatrali di storia e geo-
grafia,commerciali, finanziarli, bibliografici,
di pubblica utilità, novelle, versi, musica,
occupandosi in una parola di tutto quanto
può riuscire utile e gradevole ai propri
lettori. Direttore: Luigi Biaglni. Abbona-
mento: anno L. 16 per tutta l'Unione. Ti-
po-litografia Pennason.
Alessandria.
Gioruali cessati:
V Affrica, politico, comra., quotid., n. 1885 ad Alessandria, redattore E. LeoQcavallo.
U Avvisatore egiziano, quindicinale, d'annunzi, commerciale, Alessandria.
Il Cairo, teatrale, artistico, commerciale, n. 1870; direttore V. Jannarelli.
Il Diritto, politico, commerciale, trisettimanale, u. 1885 al Cairo; redattore R. Fichera.
Don Marcio, settimanale, umoristico, illustrato, n. 1879 ad Alessandria.
U Economista, commerciale, n. 1874 al Cairo, bisettimanale; direttore Cesare Boccaro.
Giornale ebdomadario d'arrivi e partente, n. ad Alessandria.
Idotea, letterario, n. 1870 ad Alessandria; direttore F. F. Oddi e L. Co Dalla Decima.
Monitore Commerciale di Cairo, bisettimanale, n. 1870, direttore S. Flek.
La Piastra Egiiiana, n. 1872 al Cairo; direttore Dott. J H. Zatb.
Il Risorgimento del Cairo, teatrale, letterario, n. 1870; direttore V. Jannarelli.
La Rivista, settimanale, letterario, commerciale, n. 1872 al Cairo.
Il Semi-Serio, bisettimanale, n, 1870 al Cairo; direttore V. Jannarelli.
La Staffetta, politico, commerc, settim., n. 1878 ad Alessandria; direttore M. Mieli.
La Sentinella, Alessandria.
La Trombetta, quotidiano, politico, commerciale, n. 1859 ad Alessandria. Fu di-
retto per molti anni da Gimelli, morto nel massacro del 1882; poi da N. Grasso
e finalmente da Leone Leoncavallo.
TUNISI
Bollettino ufficiale della Camera di
Commercio ed arti di Tunisi. Tip. Finzi.
Tunisi.
Corriere Tunisino. Giornale politico,
nato nel 1887 per sostenere gl'interessi
italiani.
Tunisi.
L'Operaio. Giornale politico locale, nato
il 20 novembre 1887.
Tunisi.
V Unione. Giornale politico, commer-
ciale, nato nell'aprile del 1886. È soste-
nuto dalla Camera di Commercio ed Arti
italiana, che fece venire appositamente dal-
l'Italia il direttore, C. Fabbri. Propugna
la conciliazione e l'opera del progresso e
della civiltà. Esce il giovedì e domenica
in 4 pagine a 5 colonne ed è redatto eoa
molta cura. Abbonamento: anno L. 14,
sem. 8, trim. 4. Un numero centesimi io.
Rue de Constantine, 11.
Tunisi,
GIORNALI ITALIANI STAMPATI ALL ESTERO.
735
Giornali cessati:
— Il 14 aprile del 1883 nacque a Tunisi un giornale settimanale italiano intitolilo La
Medyerda. Il successo fu grandissimo pel suo programma puramente tunisino; la prima
edizione del primo numero fu completamente esaurita e si fece la seconda. Ma sic-
come il giornale era stato pubblicato senza la preventiva autorizzazione del Bey, il
governo tunisino ne ordinò il sequestro e si rivolse per 1' esecuzione ai Consolati d'In-
ghilterra, essendo inglese lo stampatore ed italiano il gerente.
Non essendo mai stata contrastata l'efficacia della legge locale in materia di stampa,
entrambi i Consoli pubblicarono un avviso per vietare la vendita del giornale ed ordinare
il sequestro. Il Console italiano, il quale aveva già preventivamente avvertito i! gerente
e gii altri interessati italiani dell'obbligo dell'autorizzazione, rinnovò l'avvertenza al ge-
rente stesso dopo l'avvenuto sequestro. Dal canto suo il Console inglese intimò allo
stampatore di cessare ogni pubblicazione, con la comminatoria di fargli chiudere la
tipografia. QjLiesto fatto irritò la colonia italiana di Tunisi; allora il giornale si trasferi
a Cagliari, ma cessò subito.
AMERICA
ARGENTINA (REPUBBLICA)
L'Amico del popolo. C'ornale democra-
tico, nato nel 1S69. Esce ogni settimana
in 8 pagine in-4.° a 2 colonne. E organo
del Centro repubblicano italiano. Abbona-
mento mensile ps. 1 5 me. Un numero 4
d. - Reconquista, 567.
Buenos Ayres.
Bollettino mensile della Camera di Com-
mercio ed Arti in Buenos Ayres. Fondato
nel 11:^85, esce ogni mese in io pagine
a 4 colonne, in-folio, ottima carta e buoni
tipi. Contiene gli atti della Camera, prezzi
correnti, mercuriale dei grani, movimenti
marittimi, cambi, sconti, titoli ed azioni,
corrispondenze e notizie, ecc. Il Bollettino
è distribuito gratis alle Camere di com-
mercio; a tutti i soci contribuenti; ai gior-
nali commerciali che chiedessero il cambio,
alle biblioteche nazionali e straniere. Tutti
gli altri pagano : anno L. 8, seni. 4. In-
serzioni : uno spazio L. 40 all'anno, spazio
doppio 70, quadruplo I2c. Via Cerrito, 445.
Buenos Ayres.
Bollettino mensile della Camera di Com-
mercio ed Arti di Bosario di Santa Fé.
Organo ufficiale per gli atti commerciali
della Camera. Esce a fascicoli redatto in
italiano.
Rosario di Santa Fé.
Il Commercio italiano dell' Argentina.
Giornale d'industria e commercio, nato
nel 1889, Direttore: Gerolamo Canepa
Buenos Ayres.
L'Eco delle società italiane. Periodico
illustrato, nato nel 1889. Esce il lunedi
in 4 pagine a 3 colonne. Direttore : prof.
I. Martignetti. - Tucuman, 1501.
Buenos Ayres.
Il Maldicente. Giornale umoristico, or-
gano della S/, M,*^ A,% nato nel 1.876.
Esce o>;ni domenica in 8 pagine a 3 co-
lonne. - Salta, 80.
Buenos Ayres.
La Nazione italiana. Giornale politico
della sera, nato nel 1S82. Esce in 4 pagine
a 6 colonne. Editori proprietari : fratelli
Barbieri. Abbonamento: Unione, anno L.96,
sem. 50. - Calle Reconquista, 492.
Buenos Ayres.
L'Operaio italiano. Giornale politico
commerciale, organo degl' interessi italiani
al Piata, nato nel 1S75. Esce ogni mattina
in 4 pagine grandissime a 7 colonne. Si
occupa di politica, commercio, industria,
scienze, belle arti, letteratura, notizie ed
avvisi. È proprietà della società anonima
r Operaio Valiano. Ha corrispondenze da
Roma, da Parigi, abbondante cronaca e
numerosissimi avvisi. Amministratore-ge-
rente: Alessandro De Rossi. Fu direttore
deirO/)era/o l'avv. Annibale Blosi. Nel 1883
gli azionisti dell'Impresa Editrice àtW Ope-
raio, il cui stato di prosperità invidiabile
è dovuto alla meritata popolarità di cui
gode pel senno com'è diretto, si riunirono
e stabilirono lodevolmente di impiegare il
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
dividendo ad aumentare il material'^ tipo-
grafico. Ora dirige V Operaio LuÌ3Ì Otto-
lini. Abbonamento: Ps. i,oo m|m. All'este-
ro un mese L. 1,45. - 267, Calle Cuyo.
Buenos Ayres.
La Patria italiana. Importante giornale
politico, letterario, commerciale, f-indato
in 4 pagine gran formato a 9 colonne.
Tira 14000 copie. È il più importante e dif-
irso giornale italiano dell'Argentina. Abbo-
namento: Unione postale, annoi-. 90 (oro),
Sem. 50. - Florida, 266.
Buenos Ayres.
Rovista sud-americana. Pregevole gior-
nel 1K77 da B. Cittadini, col titolo la Pa- naie politico, commerciale, artistico, nato
/r/fl, al quale fu aggiunta la qualifica d'r/a- nel iSso. Esce ogni settimana in 16 pa-
ìiana, senza mutar nulla del programma. : gine in-4 ° a 3 colonne, redatto in spa-
É diretto dal dott. A. Valentini. La prò- [ gnuolo ed italiano. Direttore: Guglielmo
prittà della P^i/ria fu comprata da Angelo Godio. - Calle Corrientes, 159.
Sommaruga, ora libraio a Buenos A3'res, ; Buenos Ayres.
Rivista italiana settimanale. Giornale
politico, commerciale, n;ito nel 1889. Di-
rettore: dott. Giusto Calvi.
Buenos Ayres.
per L. 600,000. Dall'Italia mandano al
giornale articoli e corrispondenze : Rosa,
Mazzoleni, Luzzatti, Giarelli, De Zerbi,
E. Ferri, ed altri. La Patria esce ogni giorno.
Giornali cessati:
— L'Araldo platense, n. 1885 a La Piata; direttore V. Garruli.
— La Bandiera italiana, quotidiano, n. 18S7 a Cordoba; direttore Giorgio De Vita.
— Il Bersagliere, politico, 1885-S7 a Rosario; direttore Boccio.
— La Carila, politico, liberale, settimanale. 1881-87 a Rosario; direttore G. Ferretti.
— Il Carroccio, n. a Rosario; cessò nel 1887.
— Il Corriere italiano, poi., quot., n 1884 a Buenos Ayres; direttore A. Incrocio.
— L'Eco delle colonie, politico, comm., n. 1880 a Rosario; direttore Lorenzo Fazio.
— L'Eco del Ticino, n. a Buenos Ayres.
— L'Eco d'Italia, n. 1869; direttori Blosi e Camagni; nel 1871 si fuse con la Na-
zione italiana, che nel 1873 diede vita all'attuale Operaio italiano (vedi).
• — L'Industria italiana al Piata, n. 1884 a Buenos Ayres
— L'Italiano, poi., indipendente, n. dicembre 1883 a Rosario; direttore B. Giovannetti.
— La Legione italiana, n. 1854 a Buenos Ayres;. direttore G. B. Cuneo; si mutò in
Legione agricola (vedi pag, 460).
— La Libertà, illustrato, n. 1885 a Buenos Ayres; direttore Barone di Castelnuovo.
— La Naiione Haliana, n. 1869 a Buenos Ayres; direttore dott. Cittadini.
— Il Nuovo educatore, poi., lett., sett., n. 1885 a Buenos Ayres; direttore L. Fazio.
— L' Opinione italiana, politico, quotidiano, n. 1883 a La Piata.
— La Patria italiana, 1883-85 a Buenos Ayres; direttore Angelo Rigoni Stern; si
mutò in Patria degV italiani.
— Il Pungolo, n. 1867 a Buenos Ayres.
— La Rassegna italiana, poi., quot., n. 1885 a Buenos Ayres; direttore Michele Oro.
— Il Repubblicano, n. 1869 a Buenos Ayres; direttore dott. Cittadini.
— Roma, politico, quotidiano, n. 1S84 a La Piata; direttore C. Fabbricatore.
— Il Socialista, «ettimanale, n, 24 luglio 1887 a Buenos x\yres; cessò nell'anno.
— Il Sospiro dell'Esule, n. 1857 a Buenos Ayes; direttore Cesare Orsini.
— Il Vessillo dell'arte, illustrato, settimanale, n. 1887 a Buenos Ayres; direttore
E. Corte; cessò nell'anno.
— La Vipera, politico, n. 1885 a Buenos Ayres; cessò nell'anno.
Vedi l'articolo Società e Stampa italiana in America, aelV Ilìustraiione italiana, an-
mero 50, XIV.
BRASILE
11 Brasile. Rivista agricola, comn 'retale, | G. P. Malan. Abbonamento per l'Italia :
industriale e finanziarli, nata nel gennaio an'V^ L. 1 5; un numero L. 2,50. Via Santa
1887. Esce ogni mese in fascicoli ìq-3.° Alessandrina, 28, Villa Mootebello.
di oltre 80 pagiue. Direttore : cav. prof, j Rio Janeiro.
GIORNALI ITALIANI STAMPATI ALL' ESTERO.
737
La Voce del Popolo. Periodico demo-
cratico settimanale, fondato nel 1884. Esce
ogni domenica in 4 pagine a 5 colonne,
e difende e propugna gl'interessi degl'ita-
liani al Brasile. Ha molte informazioni dal-
l'Italia ed è redatto con cura. Direttore
proprietario: Giovanni Luglio. Abbona-
mento: anno reis 12,000, sem. 6,000,
trim, 5,300. Rua do Senado, 31, p. i.°
Rio Janeiro^
Oiornali cessati:
Il Corriere d' Italia, politico, settimanale, n. a S. Paulo.
Il Costnopolita, politico, letterario, italiano, francese, inglese, tedesco e portoghese,
bisettimanale, n. 1883 a Rio Janeiro.
L'Eco d'Italia, indipendente, settimanale, n. 1882 a S. Paulo, direttore prof.
Attilio Bucci.
Il Garibaldi, democratico, settimanale, n. 1885 a S, Paulo, direttore F. Turchi.
Il Giornale italiano, indipendente, settimanale, n. 1883 a Rio Janeiro, direttore
Giorgio Ambroselli.
V Italia, settimanale, n. 1885 a Rio Janeiro.
La Nuova Roma, politico, letterario, sett., n. 1884 a S. Paulo, direttore G. N. Ferri.
STATI UNITI
Bollettino del commercio. Giornale set-
timanale degl'interessi commerciali fra l'I-
talia e l'America, nato il 27 ottobre 1S85.
Esce il martedì in 8 pagine a 3 colonne.
Editori proprietari: Carbone, Balletto e C.
Abbonamento per l'Unione: anno L. 15,
sem. 8. Un numero 0,05. 148. Chatham St.
New York.
Bollettino mensile della Camera di Com-
mercio Italiana in New York. Nato nel
1888 esce in 4 pagine a 5 colonne e con-
tiene informazioni commerciali utilissime
e importanti. Redattori : L. Contencin,
presidente d^Ila Camera, C. Barsotti e C.
A. Barattoni. Abbonamento per l'Italia:
anno L. 5. - 24, State Street, Room 313.
Nezu York.
La Colonia italiana. Giornale politico
illustrato, nato il 18 novembre 1883. Esce
ogni settimana in 4 pagine a 4 colonne.
Editori proprietari : P. Girardi e A. Ber-
gamo, Redattore: Giov. Lordi. Abbona-
mento: anno due dollari, sem. 1,25.-46,
Mulberry Street.
Neiu York.
Il Bollettino. Foglio ufficiale della so-
cietà liberale La Ticinese, nato il 16 gen-
naio 1883.
S. Francisco.
Cristoforo Colombo. Giornale politico.
New York.
L' Eco d' Italia. Giornale politico, fon-
dato nel 1849 dal cav. G. F. Secchi dei
Casali, morto nel 1885. Esce ogni giorno
in 4 pagine grandi a 8 colonne. Direttore:
Felice Tocci. Redattore capo: prof. Giu-
seppe Cadicarao; redattori avv. Michele
Crivelli e Angelo Legniti (Scarta/o glio)
È fatto con molta cura ed è ricco d'inte-
ressanti notizie. L'Eco pubblica pure una
edizione settimanale intitolata Rivista Ita-
lo-Americana. Abbonamento: anno 8,00 d.,
' sem. 4,00, trim. 2,00. - Estero spese in più.
Inserzioni: io centesimi a linea. -P. O.
Box 615, 22 Centre Street.
New York.
L'Elvezia. Giornale politico, nato nel-
l'anno 1888.
San Francisco.
Il Ficcanaso. Giornale politico italiano,
nato nel 1888. Direttore: Dotr. G. Ronga,
Chicago.
L'Italia. Giornale politico, fondato nel
1888 da una Società Editrice Italiana..
San Francisco.
L'Italia. Giornale politico.
Chicago.
L'Italo- Americano. Giornale politico de-
mocratico, nato il 7 novembre 1885. Esce
il sabato in 4 pagine a 5 colonne. Editore
proprietario: A. L. Rubino. Abbonamento:
per l'Unione, anno dollari 3,50. sem. 2,
trim. 1,25.-71, St. Louis Street.
Nuova Orleans.
Il Messaggiere. Giornale pohtico italiano.
Chicago.
Il Progresso italo - americano. Pruno
giornale italiano, quotidiano, fondato negli
Stati Uniti da C. Barsotti e V. Polidori,
nel iSSo. E un giornale veramente im-
portante si per gl'italiani dimoranti in Ame-
rica, quanto per i connazionali d' Italia,
poiché è ricchissimo di notizie, telegrammi,
informazioni, resoconti ecc. Esce ogni gior-
no in 4 grandissime pagine a 8 colonne.
Ha una larga diffusione in America e al-
K. Bernardini — Guida della Stampa periodica italiana — 47.
738
GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
l'estero. Tanto il Progresso che 1' -Eco d'I-
talia (vedi) hanno grande importanza in
politica, quando rivolgono la loro forza
editoriale a sostenere una scheda od un
candidato; ma essi non sono identificati
positivamente con un partito o con una
organizzazione. Abbonamento : anno dol-
lari 7, sem. 4, trira. 2. - N. 2 e 4 Centre
Street, P. O. Box, 1320.
Nezu York.
Rivista del mercato di New York. Nata
il 6 aprile 1886, in 4 pagine a 3 colonne
si pubblica dalla ditta A. M. Capen -N. 2 e
4 Stone Street e 19 e 21 Bridge Street.
New York.
Il Trovatore. Giornale politico, artistico
Filadelfia.
Il Vesuvio. Giornale politico, fondato
nel 1S86 dal prof. E. J. Scannapieco, che
ne è il direttore e proprietario. È giornale
repubblicano, organo della colonia italiana.
Esce ogni settimana in 8 pagine a 5 co-
lonne, e tira fino a 6,000 copie. Il Vesu-
vio ha corrispondenti in ogni parte d' 1-
talia e difende strenuamente gì' interessi
dei connazionali. Abbonamento: anno dol-
lari 2, sem. 1,23. - Estero 3. Un nume-
ro 3 soldi. Inserzioni: io soldi la linea.
769, So. Eigth St.
Filadelfia.
La Voce del popolo. Giornale politico,
nato nel 1S59 col titolo di Eco della pa-
tria che nel 1867 mutò nell'attuale. È il
primo e il più vecchio giornale scritto in
lingua italiana che sia uscito in California
ed il secondo par anzianità negli Stati
Uniti. Nel 1880 si fuse col giornale di S.
Francisco La Scintilla italiana. La Voce è
giornale politico, repubblicano, progres-
sista, commerciale, letterario; passa in ri-
vista ogni novifà mondiale e reca la cro-
naca di ogni paese. Breve e conciso è
molto ben patrocinato da italiani e sviz-
zeri, che in Cahfornia formano due colo-
nie rispettate e ricche. Ne sono editori
proprietari G. B. Cevasco e C. Ha corri-
spondenti in ogni centro d'Italia. Si pùb-
blica tutti i giorni in 4 pagine a 8 colonne;
ha 10,000 abbonati, ma i suoi lettori ascen-
dono a parecchie migliaia di più. Abbo-
namento: anno dollari 6, semestre 3,25,
trimestre 1,75. - Estero 7 dollari (Italia
anno L. 35).
San Francisco.
Giornali cessati:
Americo Vespucci, n. 1884 a New York.
Bollettino della Società patriottica « La Ticinese », n. 1883 a S. Francisco.
Il Ficcanaso, 1880-81 a S. Francisco, sett., italo-svizzero; direttore Luigi Migliore.
V Indipendente, democratico, bisettimanale, n. 1880 a S. Francisco; editori-proprie-
tari E. C. Zeiro e C.
La Lanterna, sett., n. 15 gennaio 1883 a S. Francisco; direttore Luigi Migliore.
La Luce, mensile, n. i.° agosto 1883 a New York.
Il Lunedì, politico, artistico, n. 1883 a New York; direttori Fratelli Metelli.
Roma, commerciale, settimanale, n, 1884 a New York; direttore G. Giordano.
L'Unione, settimanale, n. 1881 a New York.
URUGUAY
L' Italia. Giornale politico, commercia-
le, artistico, letterario, fondato il 12 otto-
bre 1881, da una parte della redazione
dell' £rfl italiana, che creata 3 anni prima,
cessò poscia. Esce ogni giorno in 4 pa-
gine grandissime a 6 colonne. Ne è ge-
rente-proprietario G. M. Navarro, e ne
sono redattori L. D. Desteffanis e G. Odi-
cini y Sagra, due distinti patrioti, operosis-
simi ed inteUigenti, che onorano nel Piata
il nome italiano. V Italia, com' è naturale,
ha colore democratico repubblicano, ma
di quella democrazia sana e ragionevole,
atta ad affratellare gì' Italiani sul lontano
continente d'America. Il giornale è diffuso
tanto sul luogo che in Italia, dove ha re-
dattori e corrispondenti. Abbonamento:
anno L. 12, sem. 6,50, un mese 1,20. Este-
ro, spese postali in più. Via Misiones, 121.
Montevideo.
L' Operaio italiano. Giornale politico, di
gran formato, nato nel 1889. Direttore:
U. Falconi.
Montevideo.
Giornali cessati:
— L'Artista, n. 1881 a Montevideo.
— La Bandiera italiana, politico, quotidiano, n. a Montevideo; direttore E. Vollo.
GIORNALI ITALIANI STAMPATI ALl'eSTERO.
739
L'Era italiana, 12 ottobre 1879-81 a Montevideo.
L'Europa, n. 1864 a Montevideo; direttore Gustavo Minelli.
La Frusta, a. 1881 a Montevideo.
Il Garibaldino, n. 1866 a Montevideo; direttore G. B. Montanaro.
La Guerra d' Italia, n. 1859 a Montevideo; direttore Giacinto Moreno.
L' Indipendente, repubblicano, quot., fondato nel 1883 a Montevideo da Totò Nicosìa.
L'Italiano, n. 1839 a Montevideo; direttore G. B. Cuneo (vedi pag. 460).
L'Italiano, monarchico, 1863-64 a Montevideo; direttore Gustavo Minelli.
L'Italia del giorno, mazziniano, 1863-64 a Montevideo; direttore dott. Odicinì.
Il Popolo, n. 1842 a Montevideo; direttore G. B. Cuneo.
Il Propagatore italiano, n. 1864 a Montevideo; direttore Alessandro Pesce.
La Speranza, fondato nel 1860 a Buenos Ayres da Silva, milanese, diretto da
G. Moreno.
L'Unità italiana, 1871-72 a Montevideo; direttore B. Bossi.
DAS ZEITUNGS-MUSEUM
Zeitschrift flir Zeitungswesen.
Organ des Zeitungsmuseums in Aachen.
Herausgeber: OSCAR v. rORCKENBECK. — Redacteur: MAX SOHLESINaER.
Aachen (Allemagne)
PREZZI D'ABBONAMENTO
alla Stagione
Esce a MILANO il i.° e 16 d'ogni mese
per !' ITALIA Anno Sem. Trim.
Piccola Edizione L. 8.— 4.50 2.50
Grande » » 16, — 9. — 5. —
per r ESTERO (Un. Post.) Anno Sem. Trim.
Piccola Edizione L. 11. — 6 — 3.50
Grande » » 20. — 12.— 6.50
Sì accettano abbonamenti ogni giorno, ma,
a piacere di chi li ordina, essi devono però
cominciare da una delle seguenti date 1° Gen-
naio, 1° Aprile, r Luglio, 1° Ottobre.
Per associarsi dirigere Lettere e Fa-
glia fl//' Ufficio Periodici-HOBPLI
37 - Corso Vittorio Emanuele - 37
Numeri di saggio a ohiunque li domandi.
PREZZI D'ABBONAJMENTO
alla <^Smsony>
Esce aPARIG-I, ma si distribuisce a MILANO
contemporaneamente alla Stagione
per ['ITALIA
Piccola Edizione
Grande »
Anno Sem. Trim.
L. 8.— 4.50 2.50
» 16.— 9.- 5.—
Per i reclami che possono eventualmente
esser fatti, preghiamo le nostre Abbonate a
scriverci ogni volta chiaramente il loro no-
me e cognome, aggiungendovi l'indirizzo,
l' Edizione e la durata della associazione.
Si accettano abbonamenti ogni giorno, ma,
a piacere di chi li ordina, essi debbono però
cominciare da una delle seguenti date 1° éen-
naio, 1° Aprile, 1° Luglio, 1° Ottobre.
Per associarsi dirigere Lettere e Va-
glia a//' Ufficio Periodici-HOEPLI
37 - Corso Vittorio Emanuele - 37
Numeri di saggio a chiunque li domandi,
TOSSI
BRONCHITI
CATARRI
e tutte le malattie di petto, catarri e infiammazioni della vescica e
degli intestini, sono prontamente guariti coU'uso delle tanto rinomate
pillole di
CATEAMINA BERTELLI
lodate e prescritte da tutti i medici. Essa è la sola specialità pre-
miata al Congresso Medico di Pavia, brevettata dal Ministero e dal
Governo delle principali Nazioni d' Europa e d'America. Ora nuo-
vamente premiata al 2.° Congresso d'Igiene di Brescia, ed all'Espo-
sizione Universale di Barcellona e di Bruxelles 1888.
La voga acquistata da questo medicinale, dovuta alla sua com-
provata efficacia, ha destato l'invidia di alcuni concorrenti i quali
credettero di avvalorare i loro prodotti, denigrando questa Specialità.
Contro di essi e contro quelli che tentarono e tenteranno la falsifi-
cazione delle Pillole di Catramina Bertelli si procede a norma di
legge. Intanto i signori Medici ed il Pubblico restano avvisati che
le Pillole di Catramina Bertelli sono l'unico rimedio di Catramina
ora in vendita presso le Farmacie, e che questo rimedio, come pure
il vocabolo t( Catramina » brevettato, è di esclusiva invenzione e
proprietà della Ditta A. BERTELLI Si C Chimici-Farmacisti di Mi-
lano, la quale se ne è riservato esclusivamente il secreto di prepa-
razione.
Calcolata la grande efficacia medicamentosa di tali pillole, esse sono
assai economiche, ed in confronto a tutti gli altri medicinali e specialità,
si risparmiano settimane e settimane di malattia e infinite spese. « Spende
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- tari A. BERTELLI e C.°, chimici-
farmacisii, via Monforte, 6, Milano; da A. Manzoni e G.° 31i!ano-Roma-Napoli;
ed in tutte le Farmacie, Drogherie, Profumerie del Regno 0 dell'estero.
INDICE DELLE MATERIE
Prefazione - R. Bonghi pag. ni
Bibliografia del giornalismo - N. Bernardini . . . . . . » i
I Giornali nell'antica Roma - A. Gennarelli » 5
— Disputatio de diurnis aliisque Romanorum actis - Atto Vannucci . » io
— Sallustio giornalista - Giuseppe Rovani » 14
— Un giornale di 20 secoli la » 15
L'Invenzione della stampa - N. Bernardini » 17
II Giornalismo nel 1500 e 1600 » 19
Le Prime Gazzette in Italia - Salvatore Bongi » 21
Il primo giornale stampato - N. Bernardini » 53
Luca Assarino ed // Sincero - N. Bernardini » 57
Il Giornalismo italiano (Storia della stampa italiana) - N. Bernardini . » 63
Letteratura italiana periodica - Ugo Foscolo » 119
Statistica della stampa - N. Bernardini » i45
Il Giornalismo nella legislazione » i57
— Legge sulla stampa 26 marzo 1848 (commentata) » »
— Titolo di giornale; appropriazione di esso vietata nonostante modificazione » 179
— Pirateria di giornalismo punita ....»»
— Giornali ufficiali - Appalto - Monopolio, ecc » 180
— Difi^amazione - Azione civile - Prescrizione - Carcere pei giornalisti . » '81
— Proprietà del titolo d'un giornale - Diffamazione di una società . . » »
— Quando la pubblicazione di un giornale sia atto di commercio . . » 182
— Affissione di avvisi » »
— Se e quando il direttore proprietario di un giornale sia civilmente respon-
sabile degli articoli redatti da altri . » »
— Gerente - Il gerente può querelarsi contro un giornale? . . . » 185
— Scrocco - Luogo di pubblicazione » 184
Disposizioni governative pei corrispondenti d'Africa . ....»»
La nuova Legge sulla stampa (Modificazioni alla Legge 1848) . . . » 186
La Libertà di stampa - Luigi Palma » 191
La Libertà di stampa e il Codice penale - Michele Torraca . . . » 226
Pseudonimi (500 pseudonimi usati da giornalisti italiani) - N. Bernardini. » 235
Dizionario dei giornali italiani » 247
Provincia di Alessandria » 249
Giornali e giornalisti alessandrini: Fra Chichihio - Michele Lessona . . » 254
— Biagio Garanti » 255
— II Giornalismo israelitico in Italia ...» 256
— Giornalismo casalese » 257
Provincia di Ancona » 259
— I Premi dei giornali » 261
— Sentenze » 262
— Er servitore a spasso (sonetto romanesco) » »
Provincia di Aquila ............ 263
— Sovrani giornalisti {Margherita, Umberto I, Leone XIII, Luigi XIII, Na-
poleone I, Napoleone III, Guglielmo I, Federigo III, Oscar II, Elisabetta I,
Granduca Costantino, Kalakaua I, Maria Beatrice di Savoja, Leopoldo II,
Giovanni di Sassonia, ecc.) - Nicola Bernardini » 265
Provincia di Arezzo » 283
Provincia di Ascoli-Piceno » 285
— Il giornalismo giudicato dai giornalisti » 286
Provincia di Avellino . » 287
— L'Insegnamento del giornalismo - N. Bernardini » »
Provincia di Bari » 293
— Giuseppe Massari » 296
— Carlo De Cesare ....»»
Provincia di Belluno » 299
742 GUIDA DELLA STAMPA PERIODICA ITALIANA.
— La leggenda del giornalista pag. 299
Provincia di Benevento » 301
— I giornali per i ciechi ,...»»
Provincia di Bergamo » 305
Provincia di Bologna ...» 305
Giornali e giornalisti bolognesi :
— La Galletta di Bologna (1796) - O. Guerrini » 312
— Minghetti giornalista » 314
— Il Matto - Don Abbondio » 3^5
— Il Preludio - L. Lodi . . . . . . , . . . » 319
— Carducci giornalista » 322
— Soliloquio - G. Carducci » »
— I giornali a caratteri luminosi » 325
Provincia di Brescia . . . . * » 327
— Giornali e giornalisti bresciani » 329
Provincia di Cagliari »33i
— Dello scrivere per le gazzette - G. Giusti . . . . . . » 334
Provincia di Caltanissetta » 33S
— Giudizi sulla stampa (Franklin, Bismark, Capuana, Larousse, Alfieri) . » 336
Provincia di Campobasso » 337
— Il giornale in viaggio » 3 38
Provincia di Caserta >» 341
— L'arrivo del giornale - Cowper » 343
Provincia di Catania ............ 345
— Un giornale - E. Castelar » 348
Provincia di Catanzaro . . . . . . . . . . . » 351
— I giornali nuovi - Marchesa Colombi » 352
Provincia di Chieti » 35S
— Gettatevi a capofitto nella stampa - Emilio Zola » 356
Provincia di Como » 357
— Antonio Ghislanzoni » 360
— Il .Manzoni giornalista - Giovanni Sforza » »
Provincia di Cosenza ............ 363
— Luigi Stocchi » 365
— I giornali che non esistono - N. Bernardini » »
Provincia di Cremona » 369
— 11 problema del giornalismo » 37i
Provincia di Cuneo 375
— I lettori dell'articolo di fondo .......,.» 377
— L'eloquenza delle cifre » 379
— Giudizi sulla stampa (Draper, Girardin, Lafontaine, Piacennni) . . » »
Provincia di Ferrara » 381
— La carcere comune pei giornalisti - il Saraceno . . .' . . » 382
— Epigrafia giornalistica » 383
— Olla podrida » »
Provincia di Firenze » 3^5
Giornali e giornalisti fiorentini:
— Il Cardinale di Stato e le gazzette fiorentine nell'incoronazione di Go-
rilla (1776) - A. Ademollo » 402
— La soppressione dell'Antologia (1833) - E. Del Cerro . . . . » 406
— Il giornalismo fiorentino dal 1850 al 1859 - A. Arbib . . . . » 410
— Mata - Vamba » 416
— Yorick » 419
— Le stranezze della stampa: Il periodico meno diffuso - Un giornale stam-
pato a mare » »
Provincia di Foggia » 422
— I cavalli di ritorno » 421
Provincia di Forlì • . . . » 425
— Libertà, libertà - sonetto di G. Rizzi » 424
— Nella tipografia d'un giornale - sonetto di Romolo Prati . . . » »
— L'arte tipografica a Forlì » 425
INDICE DELLE MATERIE. 743
— La carta - Il consumo della carta pag. 425
— La durata della carta » 426
— Carta di tela di ragno » »
— La lettura dei giornali e l'Inquisizione » »
Provincia di Genova » 427
— Come scrive Barrili » 43^
Giornali e giornalisti genovesi:
— Un giornalista della rivoluzione genovese (1797) - Achille Neri . . » 437
— Mazzini giornalista - Nicola Bernardini » 443
Provincia di Girgenti » 475
Giornali e giornalisti di Girgenti:
— Navarro della Miraglia » 47^
— Saverio Friscia » »
— Francesco Crispi giornalista - N. Bernardini » »
Provincia di Grosseto » 480
— 1 giornali di statistica in Italia » »
Provincia di Lecce. . . . . » 481
— L'utilità d'un giornale - Giuseppe Elia » 486
Provincia di Livorno » 4^9
— I giornali d'arte » 49°
Provincia di Lucca » 491
— La stampa e la suocera » »
Provincia di Macerata . » 492
— Antiche gazzette marchigiane » »
— I giornali che diffamano » 494
Provincia di Mantova . . . . , » 495
— Luigi Romani » 49^
— Mario Panizza » »
— Carlo Arrivabene » »
— Le nouvelles à la main » 497
Provincia di Massa e Carrara » 49^
Provincia di Messina » 499
— I giornali pei collettori di francobolli » 501
— Il giornale e il libro .........•»»
— Collezioni e collettori di giornali - N. Bernardini . ...» 505
— I giornali geografici » 5^7
Provincia di Milano » 509
Giornali e giornalisti milanesi :
— La Gaietta enciclopedica (1780) . • " 533
— Il Conciliatore (1818) » 534
— Carlo Tenca e il Crepuscolo •"535
— I giornali illustrati italiani » 541
— La prima macchina per fondere i caratteri tipografici . . . . » »
— Eugenio Torelli-Violher » 542
— Alfredo Comandini . » »
Provincia di Modena » 545
— Giornali e giornalisti modenesi (1542-1876) » 547
Provincia di Napoli • " 55°
Giornali e giornalisti napoletani:
— Il Monitore napoletano (1799) » 564
— Il Progresso delle sciente, lettere ed arti (1830) » »
— I giornali napoletani del 1836 » »
— Il giornalismo napoletano del 184S - N. Bernardini . . . . » 565
— Il Lampo - Vincenzo Riccio . . . » 571
— Federigo Verdinois » 575
— Giornalismo precoce - Onorato Fava » 576
— Il Duca di San Donato giornalista » 578
Provincia di Novara » 579
— Gioacchino De Agostini — Luigi Guala » 581
Provincia di Padova ...» 582
Provincia di Palermo » 584
744 GUIDA DELLA. STAMPA PERIODICA ITALIANA.
Provincia di Parma pag. 591
— Il colore del giornale » 592
Provincia di Pavia » 593
Provincia di Perugia » 595
— La stampa nell'Umbria » 598
— Un antico periodico spoletino (1720) » »
Provincia di Pesaro e Urbino » 600
Provincia di Piacenza » 601
— Le stranezze della stampa : Un giornale che si mangia - Giornali-fazzo-
letti - Il giornale pei fumatori . » 602
Provincia di Pisa ............. 603
— 'R Giolnale novo (sonetto in dialetto pisano) ....... 604
Provincia di Porto Maurizio » 605
— Il Direttore d'un giornale » 606
Provincia di Potenza » 607'
— Petruccelli della Gattina . » »
— Michele Torraca ....»»
— La stampa - Victor Hugo » 608
Provincia di Ravenna » 609
— Le stranezze della stampa: Tutto è inedito - I giornali più grandi e più
piccoli del mondo - Il giornale più settentrionale, ecc. . . . . » 610
Provincia di Reggio Calabria » 611
GiornaH e giornalisti calabresi:
— La Fata Morgana di Reggio (1843-44) . . . . . . . » 612
— Rocco De Zerbi » »
— Le origini della pubblicità commerciale e industriale . . . . » 613
— La reclame dei giornali italiani » 614
Provincia di Reggio nell'Emilia . . » 615
— Duelli giornalistici » 616
Provincia di Roma. . . , . . » 617
— Il giornalismo romano dal 1846 al 1849 - Giuseppe Spada. . . . » 646
Provincia di Rovigo ............ 660
Provincia di Salerno ...» 661
— Il decalogo del giornalista » 662
Provincia di Sassari ...» 663
Provincia di Siena , . . . . . » 664
Provincia di Siracusa » 666
Provincia di Sondrio » 667
— La mano del compositore ....»»
Provincia di Teramo . . . . . ' » 668
Provincia di Torino ...» 669
Giornali e giornalisti torinesi:
— Gazzettieri al servizio di Casa Savoia (1577) - Carlo Gianelli (1658) . » 689
— Un giornalista torinese del secolo xvii (Socini) - A. Neri . . . » 690
— Felice Romani ....:.......» 693
— Cavour giornalista e il Risorgimento di Torino » 695
— Don Giacomo Margotti » 697
— // Pasquino » 700
— Bersezio giornalista 703
Provincia di Trapani 707
— Giornali di ladri e giornali di carcerati .......»»
Provincia di Treviso ............ 708
^ I giornali per i bambini 709
Provincia di Udine . . » 710
Provincia di Venezia » 712
— La Galletta privilegiata di Venezia » 716
Provincia di Verona . . . » 718
Provincia di Vicenza . » 720
Appendice - Giornali italiani stampati all'estero » 721
— L'inserzione a pagamento - Otto Cima » 726
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